Sotto un nuovo cielo

di zekeeho
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** premessa ***
Capitolo 2: *** Introduttivo ***
Capitolo 3: *** 1 ***
Capitolo 4: *** 2 ***
Capitolo 5: *** 3. ***
Capitolo 6: *** 4. ***
Capitolo 7: *** 5 ***
Capitolo 8: *** 6. ***
Capitolo 9: *** 7. ***
Capitolo 10: *** 8. ***
Capitolo 11: *** 9. ***
Capitolo 12: *** 10. ***
Capitolo 13: *** 11. ***
Capitolo 14: *** 12. ***
Capitolo 15: *** 13. ***
Capitolo 16: *** 14. ***
Capitolo 17: *** 15. ***
Capitolo 18: *** 16. ***
Capitolo 19: *** 17. ***
Capitolo 20: *** 18. ***
Capitolo 21: *** 19. ***
Capitolo 22: *** 20. ***
Capitolo 23: *** Drabble - RanMasa ***



Capitolo 1
*** premessa ***


Questa "storia "/ Fanfiction, chiamatela come volete, è nata da una vecchissima storia che stavo scrivendo, si chiamava "il nostro primo incontro" (c'era anche su Wattpad!), avevo più o meno quindici anni quando iniziai a scriverla per poi abbandonarla a se stessa; l'ho riscritta ora che ne ho ventuno :,) e sì le ho anche cambiato nome.

Non seguirò le vicende dell'anime, quindi dimenticatevi spiriti guerrieri, quinto settore, calcio regolamentato, imperiali, e tutto quello che c'è nel GO. (Lasciate il Football Frontier, hissatsu).

Tutti i personaggi avranno i nomi giapponesi, per comodità, perché li preferisco all'adattamento italiano.
(scusate ma "GaBi" proprio non se ne scende.)

I personaggi sono fortemente Ooc - Out of character -.
Quindi non aspettatevi il solito Masaki (Aitor) che vedete in Inazuma Eleven Go, così come gli altri personaggi; sono tutti OOC.

Masaki me lo sento un po' mio, ed è per questo che tendo a "modificargli" il carattere andando in "out of character".
Lo plasmo, è sbagliato, ma ci sono molto legata :') è la mia unica giustifica.

Lascerò l'angolo autrice come capita, magari sarà assente per più capitoli, o magari sarà presente per più capitoli.
Spiegherò alcune cose, o cose che forse non sono proprio chiare, e poi, ogni domanda e ben accetta, così come ogni correzione o/e critica, sempre se fatta per bene e non in modo sgarbato.
(Anche se spero non ci siano perché la sto correggendo da quando ho iniziato a scriverla XD e in questo momento siamo ad Agosto 2023 :') e sto ancora correggendo! )

Fatto queste premesse, spero che la storia vi piaccia.
Ci ho messo veramente tutto il cuore per scriverla.

E grazie per aver letto fin qui ୭̥⋆*。
Buona lettura <3

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Capitolo 2
*** Introduttivo ***


Era l'ennesima giornata di trasloco per Masaki, in una città tutta nuova, in una nuova casa.

Casa nuova in realtà l'aveva vista qualche volta, vuota e semivuota, qualche settimana fa, però vederla semiarredata faceva tutto un altro effetto.
Era una casa bella, diversa dalla sua vecchia casa che era davvero piccola e a stento aveva spazio per la scrivania in camera sua.

La casa vista da fuori era uguale alle altre: un piccolo cortile sul retro, un garage, la cassetta della posta, posizionata proprio come le altre.
Le parenti erano di un color panna, immacolate senza nemmeno una sbavatura, la porta dell'ingresso di un colore simile al marroncino era aperta completamente.

Entrò in casa dopo tutti, i suoi genitori continuavano a trasportare pacchi, anche se mancava ancora un altro camion.

L'ingresso era completamente vuoto, un piccolo corridoio finiva dando inizio ad un openspace a sinistra dove c'era il salotto mentre sulla sua destra la cucina, ovviamente non erano completi al cento per cento.

Il corridoio poi proseguiva, sulla sinistra c'erano due camere da letto, la prima sarebbe stata quella dei suoi genitori, la seconda quella riservata agli ospiti o sarebbe diventato una specie di studio, non sapeva ancora cosa suo padre ne volesse fare.
Infondo al corridoio c'era il bagno 'centrale' mentre sulla destra c'era la sua camera (sulla sinistra se si usciva dal bagno ovviamente) e un altro bagno, più piccolino.

Le pareti del corridoio e del salotto erano di un marroncino chiarissimo simile alla porta d'ingresso, mentre la cucina era rivestita da delle mattonelle di un marroncino un po' più scuro, stile rustico.

Camera sua era più grande della precedente, come aveva già detto, le parenti della stanza erano divise in due colori, due bianche, una dove c'erano il letto e l'armadio e due blu, dove c'erano una finestra e una scrivania con libreria annessa.

"Che te ne pare Maki? Abbiamo fatto un affarone."

Un affarone non proprio.
Erano comunque lontani quattro ore dalla sua città natale, ma non voleva distruggere i sogni di suo padre.

"Sì. È bella."
Si limitò a rispondere.

"Hiroto, l'altro camion è arrivato!"
"Arrivo!"

Uscì dalla sua stanza insieme a suo padre.

Aiutò in qualche modo a scaricare i pacchi e ad aprirli.
Avrebbero passato l'intero pomeriggio a risistemare casa.

Dopo aver scaricato tutti i pacchi, iniziarono dalle camere.
Lui prese le sue cose, e le portò nella sua stanza.

Si affacciò dalla finestra della sua camera, osservando il panorama che si estendeva davanti a lui. Il sole dipingeva il cielo di tonalità calde e avvolgenti, e Masaki si sentì improvvisamente pieno di speranza. Questa sarebbe stata la loro casa, il luogo dove avrebbero creato nuovi ricordi e avuto nuove esperienze.

E questa volta, non avrebbe commesso errori, e osservando quel panorama pregava silenziosamente, in una mentalità più aperta delle persone che lo circondavano.

Non era la prima volta che affrontava il trasloco, l'aveva fatto tre anni prima, dopo essersene andato da Kyoto, la sua città natale.
I suoi genitori per motivi lavorativi si erano trasferiti in un paesino lì vicino, dove aveva frequentato le medie, poi, avevano deciso di trasferirsi di nuovo per essere più vicini a lavoro.
Erano a Nagano, nella prefettura di Nagano, appunto.

I suoi genitori volevano ambientarsi, e in qualche modo dovevano pur iscriverlo alle scuole superiori, e quindi avevano preso "due piccioni con una fava" come avrebbe detto l'altro suo padre, e così avevano visitato Nagano.

Era una storia lunga, ma sì, aveva due genitori gay.
Fortunatamente erano giovani, tra lui e loro c'era un'età minima di 10/15 anni, e andavano molto d'accordo.

"Masaki hai finito?"

Lui era Masaki Kariya Kira.

Aveva il doppio cognome: Kariya era il cognome di sua madre, sempre se poteva chiamarla tale, mentre Kira era il cognome dei suoi genitori adottivi.

Non gli dava fastidio il cognome dei suoi veri genitori, infondo, sarebbe stato difficile toglierlo, visto che già per l'adozione l'avevano fatta in quattro e quattr'otto, e ne avevano avuto anche di problemi.

Masaki aveva quattordici anni e prossimo ai quindici.
Aveva i capelli color turchese, li portava lunghi fin sopra le spalle e li adorava, i suoi occhi erano color ambra, e avevano un taglio particolare, a forma di gatto o almeno così diceva suo padre.

"Sembri un piccolo felino,"

Non spiccava in altezza, era sempre stato un tappo.
Portava una frangia che gli ricadeva sugli occhi, ma non gli dava fastidio, anzi, secondo lui gli conferiva un'aria misteriosa.

Finì di sistemare lo specchio dietro la porta, e appena apri la porta si ritrovò suo padre lì fuori, fermo.

"Oh però, è venuta davvero carina, ora hai anche molto più spazio." Disse suo padre, affacciandosi nella camera. "Dopo possiamo anche rifare il letto, ti do una mano."
"Grazie Ryuu."
"Ryuuji! Dove sono i miei occhiali?"
"Sicuro di non averli in testa Hiro?"
"Spiritoso, li avevo appoggiati proprio su questo scatolo."

Suo padre lasciò la stanza dopo avergli scombinato la frangia.

Questo è ciò che capitava quasi tutti i giorni in casa Kira.
Erano dei tipi spiritosi e allegri.

Sistemò finalmente l'ultima cosa che era rimasta sul fondo dello scatolo.
Una foto.
Una foto di loro tre l'estate precedente, e una piccola polaroid di quando era piccolo, poco dopo aver conosciuto i suoi genitori.

Loro erano Midorikawa Ryuuji, colui che aveva appena lasciato la stanza e Hiroto Kira.

Hiroto aveva i capelli rossi e gli occhi verdi, indossava con eleganza e fierezza un paio di occhiali che secondo Masaki gli conferivano un'aria distinta e intelligente, però aveva un comportamento infantile, da 'bambinone'. Era un uomo amorevole e premuroso.

Era colui che Masaki chiama papà.

Voleva bene entrambi allo stesso modo, ma per lui, Hiroto era suo padre; non sapeva spiegare il concetto di paternità che girava nella sua testa, ma semplicemente, era stato colui che l'aveva tenuto sempre presente, gli aveva lasciato i suoi spazi appena entrato nella comunità educativa, ed era stato amorevole fin da subito.

Poi, c'era Ryuuji, l'altro suo padre, aveva i capelli verdi legati in una coda, ma quel giorno li aveva attaccati a mo' di cipollotto, aveva gli occhi neri come il carbone.
Aveva un aspetto più rilassato rispetto ad Hiroto, ma con un cuore gentile e un sorriso caloroso che metteva tutti a proprio agio

In casa era chiamato Ryuu, era il soprannome che gli aveva dato Masaki.

Entrambi erano molto alti, e per via del loro passato da calciatori, erano in buona forma.

Posò la foto sulla scrivania, poi sistemò il computer, adesso aveva finito veramente.

Andò in salotto, i suoi genitori stavano sistemando lì.
Avevano montato la TV, e Masaki si precipitò ad aggiustare la playstation nuova che avevano comprato quell'inverno.
Era sua sì, ma anche di Hiroto, ci giocavano insieme quando i due adulti erano a casa da lavoro, o semplicemente quando Hiroto ne aveva voglia.

La montò come meglio poteva mentre i suoi genitori continuavano a sistemare di qua e di là.
Fecero poi pausa pranzo, erano seduti per terra in una specie di piccolo cerchio, lui di fonte ai suoi genitori.

"Come ti senti riguardo alla nuova casa, Maki?" Domandò Hiroto.

Masaki si guardò intorno, osservando la casa ancora da sistemare.
Avevano appena iniziato a sistemare le loro cose, e c'erano ancora scatoloni sparsi ovunque.
Nonostante il disordine, il ragazzo riusciva a vedere il potenziale della casa.

"Come hai detto prima? È un affarone."
Non voleva veramente deluderlo.
"Questa casa diventerà un luogo speciale per noi, vedrai." Disse poi.

Masaki annuì.

"Magari dopo che abbiamo finito possiamo fare un giro ti va Masaki?" Domandò Ryuuji. "Non vorrai passare il resto della giornata chiuso in casa."
"Non mi va molto di uscire..."
"Come mai? Non vuoi passare per la scuola? Così inizi a vedere la strada che dovrai fare ogni mattina."
"Avevi detto che mi accompagnavi tu per i primi giorni."
"Sì, è vero, ma prima o poi dovrai andarci da solo non credi? Possiamo aprire la Kira molto prima, e lo sai."

Masaki sospirò.
"Devo per forza venire a fare questo giro? Abbiamo anche sabato e domenica."
"La fioritura dei ciliegi qui è molto bella." Disse Ryuuji.
"E va bene, va bene, vengo con voi."

Masaki non si arrendeva così facilmente alle suppliche, ma dovette farlo questa volta, non sopportava che quei due continuassero a ripetergli che doveva uscire un po' di più.

"Perché il tavolo lo montiamo sempre dopo?" Domandò Hiroto. Forse un po' più a sé stesso.

Non era la prima volta che mangiavano seduti per terra perché avevano dimenticato di montare il tavolo.

"È diventata tradizione ormai, anche se spero di non doverla ripeterla mai più."
"Concordo con Ryuu."
"Ehi! Non coalizzatevi contro di me, è una scelta che andava fatta."

Andava fatto perché così la Kira & Company era più vicina.
La Kira & Company era l'azienda di famiglia, dove Hiroto era il capo e Ryuuji il suo assistente, vicecapo, quelle cose lì.
Era quello il motivo principale per cui si erano trasferiti.

La sede principale in realtà era sotto il Monte Fuji, ma per ovvi motivi fu spostata.
E il padre di Hiroto decise di aprirla lì a Nagano, lontano da Kyoto perché così non era vicina alla comunità educativa. (c'erano stati alcuni problemi all'epoca di cui Masaki non ne era a conoscenza).

Non appena finirono di pranzare, ripresero a sistemare le altre cose e a svuotare enormi scatoloni.
Hiroto e Ryuuji si occuparono della cucina e della zona giorno, lavorando come un team affiatato, come lo erano anche nel lavoro.

(Ryuuji questa volta si era svuotato da solo il set di piatti, visto che la scorsa volta, Hiroto li aveva rotti quasi tutti, dimenticandosi della scritta "FRAGILE" in rosso.)

I due adulti parlottavano tra di loro di quanto le cose sarebbero andate bene, e che quanto sarebbero stati felici ricominciando da lì.

Masaki diede una mano ai due occupandosi dei bagni, non aveva gli stessi gusti di Ryuuji, ma di sicuro erano migliori di Hiroto.

E così, con la casa nuova e il cuore pieno di speranza, Masaki, insieme ai suoi genitori, iniziò il suo viaggio a Nagano, pronta ad affrontare ogni sfida e a godersi ogni gioia che la vita aveva in serbo per loro.

Notes:

×Angolino me ×

Come si deduce dal titolo, questo capitolo serve per introdurre al meglio il nostro protagonista, ovvero Masaki! (perché non era ovvio?)

Premetto, l'età di Hiroto e Midorikawa è approssimativa, intorno ai 28/29 anni.

Wattpd mi conta 1761 parole (mentre word 1.650), vorrei tanto sapere come funziona il conteggio qui su Wattpad ma vabbe'.

Come vi sembra? :')
Noi ci vediamo al prossimo capitolo <3

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Capitolo 3
*** 1 ***


5 aprile.
Ecco cosa segnava il calendario quella mattina.
Ma non era un giorno qualsiasi, no, la scuola iniziava quel giorno.

Erano passati solo due giorni da quando era arrivato a Nagano, e dopo due settimane di nullafacenza, iniziare scuola non era per niente nei suoi pensieri, soprattutto se era una nuova.

Aveva finito le scuole medie, e stava per iniziare il liceo in una nuova città, in una nuova casa, tutto nuovo.

Anche se controvoglia, si alzò dal suo caldo letto e andò a farsi una doccia veloce.
Tornato in camera prese la divisa e la indossò. L'avevano ritirata in quei giorni, almeno non aveva l'imbarazzo di andare a scuola senza divisa, almeno su quello la Fortuna era dalla sua parte.

La divisa era nera, completa di giacca, aveva lo stemma della scuola con sotto il nome. 'Alien Accademy'.
Sì, non era un vero e proprio liceo, come le classiche scuole, era più un'accademia, durava un anno in più rispetto ai licei normali, ma era davvero l'unica scelta migliore, detto dai suoi genitori.

I pantaloni avevano due linee blu cobalto ai lati, orribile.
Sotto la giacca indossava una camicia bianca a lunghe maniche, mentre d'estate aveva quella a corte maniche con lo stemma sopra (visto che la giacca non andava indossata.)
Il bello di quell'outfit? Aveva delle scarpe da ginnastica ai piedi.

"Mi sta malissimo." Proclamò non appena arrivò in cucina.

Ryuuji e Hiroto stavano già facendo colazione.

"Invece ti sta benissimo Maki."
"Non è vero, sembro un pinguino."
"Sembravi un pinguino con la vecchia divisa, e te l'ho sempre detto." Disse Hiroto.

Non aveva tutti i torti.

"Dai siediti e fa' colazione piccolo pinguino." Gli disse Ryuuji. "Ti sta davvero bene."

Masaki seguì il consiglio.
Anche se di fare colazione non ne aveva proprio voglia, aveva leggermene l'ansia, e non avrebbe voluto vomitare il tutto.

"Ti ho preparato anche il pranzo, l'ho messo sul tavolo in salotto, non dimenticarlo." Gli disse Ryuuji.
"Grazie."

Iniziare con sette ore, e poi una per scegliere il club era da suicidio.
Almeno le prime due o magari tre, le perdevano per il discorso che la preside avrebbe tenuto.

"Non dimenticarti nemmeno di avvisare quando esci da scuola e quando torni a casa, capito?"
"Non assillarlo." Lo rimbeccò Hiroto. "Si è appena svegliato."
"Sì Ryuu, non preoccuparti."

Finita la colazione, prese dalla tavola il pranzo, lo mise in cartella insieme alla copia di chiavi di casa poi prese il cellulare e se lo mise in tasca.

Diede un'ultima controllatina in giro prima di andar via con Hiroto.
Salutò Ryuuji.

La cartella che gli avevano dato era una tracolla bianca, anche quella aveva lo stemma, almeno dietro.

In auto Hiroto gli fece vedere quale strada doveva fare, nonostante gliel'avesse già mostrata, ma Masaki aveva la stessa memoria di Dory, la pesciolina di Nemo.

"Puoi lasciarmi prima dell'ingresso?"
"Va bene, sicuro di voler entrare da solo?"
"Sì, sono abbastanza grande."
"Non ho detto che sei piccolo ma ci saranno di sicuro altri genitori."
"Posso farcela da solo."
"Non insisto, ma non me ne andrò finché non entrerai ok?"
"Va bene, fa quello che vuoi."

La scuola non distava molto ci avevano messo solo 10 minuti per arrivarci, Hiroto avrebbe potuto mettercene anche 5 se solo non gli avesse fatto vedere la strada.
Arrivati, Masaki uscì dalla macchina quasi contro volere.

"Non andare in ansia mi raccomando." Gli disse Hiroto. "Andrà tutto bene."
"Non lo farò!"
"Buona scuola."

Masaki gli sorrise e andò via.
Non appena varcò il cancello della scuola, una campanella iniziò a suonare.
Puntuale come al solito.

Nel cortile c'erano milioni se non miliardi dii studenti, era quasi tutto pieno.
C'erano delle strutture sui lati e non sapeva cosa ci fosse dentro, non ci teneva a fare tardi per andare in esplorazione.

Si armò di coraggio e entrò nella struttura principale, seguendo altri studenti.
Su dei pilastri c'erano dei fogli attaccati che diceva:
"I nuovi studenti che dovranno frequentare il primo anno sono pregati di recarsi nell'auditorium."
Su un altro invece c'era scritto:
'Auditorium.' E c'era una freccia che indicava a sinistra.

All'ingresso c'erano un sacco di armadietti, e tanti ragazzi e ragazze stavano già prendendo delle cose da lì dentro.
Masaki non aveva ancora avuto le chiavi in realtà.

Seguì la freccia, cercando di non distrarsi troppo, e arrivò all'auditorium sano e salvo.
Prese il primo posto libero che vide, non si mise a cercare più di tanto.
Si sentiva parecchio spaesato e non gli piaceva sentirsi in quel modo.

Davanti a lui c'era uno spaziale vuoto con una lavagna bianca e un pennarello nero.

Probabilmente e da lì che avrebbe parlato la preside.

Si guardò intorno e vide studenti che entravano e uscivano, alcuni che parlavano, altri che si sedevano e stavano al cellulare.

"È libero qui?" Gli domandò un ragazzo.
"Sì."
"Oh grazie." E questo si sedette. "Sei del primo anno?"

Che domanda non era ovvio?

"Sì, sono tutti del-
-Oh, fantastico, anche io sono del primo anno!"

Masaki stava per dirgli che lo sapeva, e che l'aveva appena interrotto, però lasciò perdere.

"Piacere, mi chiamo Kageyama Hikaru."
"Kariya Masaki. Piacere mio Kageyama."

Si strinsero la mano.
Hikaru era letteralmente bollente.

"Sono un po' in ansia perdonami, tendo a parlare anche a vanvera."

Il ragazzo che aveva accanto aveva i capelli violetto e gli occhi neri.
Neri come quelli di Ryuuji. La stessa intensità.

"Oh non preoccuparti."
"Sei di queste parti?"
"Sono arrivato da poco."
"Wow. Sarai doppiamente in ansia."

Masaki avrebbe tanto voluto dirgli che sì, era in ansia anche lui, ma non così esageratamente, ma non fece in tempo. Quella che doveva essere la preside arrivò, calò il silenzio.
La donna li squadrò uno per uno, e Masaki si sentì così in soggezione.

Era una donna molto alta, i capelli sciolti che gli ricadevano sulle spalle.
Era leggermente truccata e indossava una gonna che le arrivava sotto le ginocchia e una camicetta, con gli stessi colori della divisa.
Era piuttosto giovane.

"Buongiorno a tutti, e benvenuti alla Alien Accademy school. Siamo davvero onorati ad avervi come studenti, e sperò che sia così anche per voi. Io sono la preside, Itou Mei e vi parlerò un po' della scuola.

La Alien Accademy ha un ciclo di 4 anni e non 3 come le altre scuole, ma questo dovreste già saperlo, visto i moduli d'iscrizione.
Quest'anno in più vi permetterà di accedere alle università più prestigiate del paese, in più avrete la possibilità di passare quell'anno all'estero se lo desideriate.
Al ritorno dell'anno all'estero potrete mandare curriculum per le università anche estere, insomma, la scuola da' possibilità di lasciare il Giappone.

Durante questi anni, la scuola spenderà per voi i soldi per libri, club e attività extrascolastiche, in cambio da voi, vogliamo voti eccellenti.

I piani della scuola sono suddivisi per anni.
Piano terra ci sarete voi del primo anno, secondo piano i ragazzi del secondo anno e così via. Chiunque sarà su un piano non appartenente al proprio anno scolastico verrà mandato in vicepresidenza.

Le lezioni inizieranno alle 8, ma la prima campanella suonerà alle 7.50, per quell'ora dovrete andare in classe. Alle 12.30 ci sarà la pausa pranzo, durerà fino alle 13.00. La pausa pranzo potrà essere effettuata sia nelle classi che in mensa, successivamente suonerà la campanella e voi andrete in aula. Le lezioni proseguiranno fino alle 16.00 dalle 16 in poi occuperete il vostro tempo con i club che sceglierete oggi pomeriggio.
I club durano una o più ore, in base al club.
Vi permetteranno di avere crediti, che vi serviranno per avere anche bei voti.
I club sono obbligatori, non si può rifiutarne l'ingresso.
Quelli che mettiamo a vostra disposizione sono: Club di calligrafia, fotografia, cucina, pallavolo, atletica, calcio, basket, arti marziali, occulto, club di scienze, arte e pittura, haiku e poesia e infine musica.
In tutto sono 13, dopo le lezioni potrete fare le vostre scelte e domani mattina lasciare la domandina d'ingresso in segreteria.
Chi non avrà deciso avrà un sollecitamento, e se entrò il fine settimana non avrà ancora mandato nessuna richiesta d'ingresso, allora verranno chiamati i genitori.
La scuola, inoltre, vi offre uno psicologo che sarà disponibile dal lunedì al venerdì dalle 11.00 alle 12.00.
Le materie che studierete per questi due anni scolastici saranno: Lingua Giapponese e Letteratura Giapponese, Arti tradizionali come Haiku e Shodo, Matematica, Scienze, Informatica, Musica, Arte, Storia, Educazione Fisica e Sociologia. Come avrete ascoltato non ci sarà Economia Domestica.
Dal terzo anno invece, le materie non più obbligatorie sono: Arti tradizionali come Haiku e Shodo, Arte e Musica.
Il monte ore massimo di assenze sarà di 250 ore, superata questa soglia ci sarà la bocciatura.
Detto questo, posso lasciarvi al vicepreside che vi chiamerà per cognome e vi metterà in una sezione.
Buon inizio anno scolastico ragazzi."

Salutarono la preside con un inchino.

Gli hunger games erano appena iniziati.

No ok, Masaki si era preparato psicologicamente a qualcosa di molto peggio, tipo gli hunger games per davvero, però ora si ritrovava lì e non sapeva minimamente cosa pensare, sperava vivamente di trovarsi bene in quella scuola, anzi, doveva trovarsi bene. Non aveva altre possibilità.

Il vicepreside iniziò dalla sezione 'A', Kageyama Hikaru era finito lì.
Prima di andarsene l'aveva salutato con la mano, Masaki aveva ricambiato il saluto.

Sperava di non aver personaggi strambi nella sua classe.

Dopo che la sezione 'A.' finì, ben 15 alunni, toccò alla 'B.'
Ed ecco che dopo un bel po' di cognomi, anche quello di Masaki spiccò lì.

Dovette alzarsi e andare dov'erano tutti gli studenti, ovvero sotto al palco dove c'era una professoressa che aveva un piccolo cartello con su scritto 'B.'

Dopo di lui sentì dei cognomi alquanto familiari, ma non ricordava dove li aveva già sentiti.

Vennero accompagnati nella loro aula dalla professoressa.

Le aule non erano lontane rispetto all'auditorium.
La professoressa diede modo ai ragazzi di scegliere il posto.

C'erano solo 3 file di banchi da 4.
Masaki era capitato nella terza fila al penultimo banco (sì, sempre il terzo).

Ovviamente prima di sedersi salutarono la professoressa e lei salutò loro.

"Io sono la professoressa Shimizu e nel vostro corso insegnerò informatica e scienze, per oggi divideremo la lezione per metà visto che abbiamo solo un'ora, poi le prossime volte vi dirò io se studierete informatica o scienze, a fine lezione potrete tranquillamente parlare tra di voi e conoscervi, fino all'arrivo del professore o della professoressa."

Detto questo, la professoressa Shimizu si avvicinò alla lavagna e iniziò a scrivere qualcosa. Iniziò quindi la sua lezione.

Masaki non andava tanto male a scuola, alle medie prendeva delle 'B', ma aveva avuto anche molte 'A', non gli piaceva tanto studiare, doveva ammetterlo, lo faceva solo per avere dei bei voti e perché così nessuno avrebbe avuto da ridirgli.

Durante l'ora Masaki si distrasse non poco, era troppo curioso di sapere chi erano tutti quei ragazzi e se c'era qualcuno che magari avrebbe rivisto dove abitava lui.
Con suo stupore, il ragazzo che aveva accanto lo conosceva, e sì, era uno dei cognomi che aveva sentito nominare dal vicepreside.
Non trovò l'altro però.
Beh, effettivamente la fila dietro di lui non l'aveva vista proprio.

La professoressa Shimizu sembrava un'ottima insegnante e sperava di avere professori simili a lei, ma quello sarebbe stato da vedere.

La lezione non fu per nulla pesante e sembrò passare in un battito di ciglia e i 10 minuti di paura arrivarono.

La Fortuna era dalla sua parte a quanto pare.

"Masaki!" Esclamò il ragazzo che aveva alla sua destra.
"Tenma-kun, che bello rivederti."
"Visto Kyo? Te l'avevo detto che fosse proprio il nostro Masaki."

Il nominato 'Kyo' si palesò.
Era seduto proprio dietro Tenma e aveva le braccia incrociate.

"Kyousuke."
"Masaki."

Tenma e Kyousuke erano due 'grandi amici' di Masaki.
Kyousuke e Masaki si conoscevano dalla prima media, si erano incontrati intreno per arrivare a scuola un paio di volte (questo quando Masaki passava i weekend fuori casa per via dei suoi genitori.) e si incontravano molto spesso anche nei corridoi.
Un giorno Masaki era andato sul tetto a fare pranzo o, meglio, dire merenda, e lì aveva incontrato Kyousuke, da lì poi avevano iniziato a conoscersi man mano.

Tenma invece l'aveva conosciuto in seconda, poiché era arrivato da poco in quella scuola, era molto vivace e si era subito unito al duo, anche perché avevano interessi comuni.

Sfortunatamente i tre erano in sezioni diverse quindi si potevano vedere solo durante la pausa pranzo.
Alcune volte si erano organizzati per studiare insieme, ma la cosa aveva sempre fallito.

In 3 anni, Masaki aveva capito che sia Kyousuke che Tenma vivevano lontano dalla scuola media che frequentava e quindi era un po' difficile vedersi il pomeriggio, anche perché da quel che sapeva, Tenma frequentava una scuola di calcio pomeridiana e Kyousuke doveva 'badare' al fratello.

Poi aveva scoperto che ad agosto, della terza media, i due si erano messi insieme. A scuola nessuno lo sapeva, e avevano fatto in modo di non lasciar trapelare nulla.
Anche se, era stato difficile per tutti mantenere il segreto, quasi si stavano facendo scoprire per difenderlo.

Però era stato un bene per entrambi, Kyousuke non era ben visto a scuola, scoprire che fosse gay e che fosse fidanzato con Tenma, sarebbe stato il colmo.
E probabilmente per il povero Tenma sarebbe stata la fine, come lo era stato per lui.

Kyousuke aveva i capelli blu, mentre Tenma li aveva castani.
L'acconciatura dei due era molto particolare.
Uno portava i capelli alzati con un milione di gelatina per tenerli su e quasi 'appuntiti', l'altro sembrava avere delle ciambelle in testa.
O magari a Masaki venivano in mente le ciambelle perché era affamato. (Era sempre affamato), si era sempre chiesto come facevano ad avere tutto quel tempo disponibile la mattina.

"Pensavo scegliessi un liceo più vicino a casa tua." Disse Tenma.
"In realtà ci siamo trasferiti... tipo venerdì scorso."
"Benvenuto a Nagano allora!" Esclamò Tenma.
"Non ti perdi niente." Disse Kyousuke.
"Grazie?"
"Kyo! Non spaventiamolo. Nagano non è per niente brutta, fidati, è molto meglio del paesino dove avevamo le medie! Qui io e Kyo non dobbiamo nascondere nulla, certo non è tutto rosa e fiori, ma almeno siamo sicuri di non dover essere fucilati.
Per quanto riguarda la città dipende dalla zona in cui abiti, devi solo camminare un po' per arrivare nella zona 'città' ecco. Se abiti dove ci sono le traverse come me e Kyousuke allora sì devi spostarti, se abiti in città allora stai bene, e ti godi la bellezza di Nagano."
"Grazie cicerone, l'hai confuso peggio di prima." Disse Kyousuke.
"No no, qualcosina lo so, io e i miei genitori l'abbiamo già visto..."

Kyousuke e Tenma, così come quasi tutti (non c'era una singola persona che non lo sapesse) nella vecchia scuola media, sapevano che Midorikawa Ryuuji e Kira Hiroto erano i suoi genitori.

La faccia di Tenma fu esilarante quando venne a saperlo. Tenma era un grande fan dell'Inazuma Japan, la nazionale del Giappone, di una decina di anni fa, dove avevano giocato anche i suoi genitori.

"Pensavo scegliessi la Raimon, Tenma."
"Si lo pensavo anche io." Disse Kyousuke. "Ma a quanto pare eccolo qui."
"In realtà... la Raimon Junior High non è più quella di una volta, in questi anni la scuola è andata peggiorando, non faceva per me e per i miei voti... e poi è a Tokyo, troppo lontano."
"Davvero la Raimon è peggiorata così tanto?"
"Sì, ma comunque Tenma sarebbe andato lì solo per il club di calcio." Disse Kyousuke.
"Beh, sì, ma qui ho scoperto che insegna Endou-san!"
"Endou... Quell'Endou?" Domandò Masaki.
"Sì! Il portiere dell'Inazuma Japan! Endou Mamoru. Fa l'insegnante di Educazione fisica in alcune sezioni, tra cui la nostra molto probabilmente, e, allena la squadra della scuola!" Era così contento che se non fosse stato seduto, a quest'ora starebbe correndo per la scuola.

La sfortuna era dalla sua parte.
Masaki avrebbe sperato di non rivederlo mai più, e invece, se lo ritrovava lì in quella scuola ad insegnare.

"Quindi ti iscriverai al club di calcio." Disse a Tenma.
"Ovvio, l'avrei fatto in ogni caso."
"Anche io, tu cosa fai?" Domandò Kyousuke.
"In realtà non lo so ancora... Beh oggi dobbiamo solo vederli, no?"
"Sì." Disse Kyousuke.
"Io volevo fermarmi al club di calcio... volevo vedere gli allenamenti e la squadra..."
"Quello lo farai una volta iscritto, dai tempo al tempo."
"Se già sai cosa fare, oggi vedrai i club lo stesso?" Domandò Masaki.
"Sì!"

La campanella suonò, segno che i 10 minuti di pausa finirono.
I ragazzi si diedero appuntamento a 'dopo'.

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Man mano i professori che entravano in aula facevano un appello, poi si presentavano e attaccavano con la lezione.

Quando ancge l'ultima lezione finì, i ragazzi fecero pranzo in aula per continuare la loro 'conoscenza'.

Kyousuke aveva preso la sedia e l'aveva messa di fronte a dov'era Tenma, in modo da mangiare sullo stesso banco, Masaki aveva preferito stare nel suo.

"Non avevo mai sentito parlare della 'Alien' come squadra di calcio, o come qualsiasi altra cosa." Disse Masaki.
"Da quello che so non hanno mai giocato a livelli nazionali, o a stento l'hanno fatto, non so nemmeno se hanno l'accesso al Football Frontier." Gli spiegò Kyousuke.
"Mai visti." Disse Tenma.
"Beh un po' come la Raimon, ha perso la sua fama ormai." Disse Kyousuke.
"Non ho ancora capito cos'è successo? E perché ha una fama così negativa?" Domandò.

In realtà sapeva ben poco della Raimon, o delle squadre di scuole così.
Sapeva che era la scuola che aveva frequentato Endou Mamoru, e alcuni della vecchia Inazuma Japan, che aveva vinto parecchi Football Frontier negli anni, ma poi non ne aveva più sentito parlare anche perché lui era di Kyoto e si pensava più alla propria squadra insomma, anche se a Masaki non importava nemmeno quelle, pensava solo ed esclusivamente alla sqadra dove giocava Hiroto, perché era l'argomento principale in casa famiglia, e a casa.

"Per via della sua fama la Raimon era sempre inondata da persone, vfenivano da dovunque, e poi, alcuni ragazzi che hanno frequentato il club hanno portato allo sfascio la squadra, nonostante i ragazzi più grandi si opposero." Spiegò, ancora una volta, Kyousuke.
"È un peccato... Soprattutto per la fama che ha avuto."
"Purtroppo non si può provare nemmeno a fare qualcosa... ho provato a parlare con alcuni di loro quando andai a vedere la scuola, ma sono persone davvero orribili." Disse Tenma.

E se Tenma perdeva le speranze, significava che c'era davvero poco da fare.

Gli dispiaceva per davvero, non immaginava come potesse sentirsi la signora Natsumi, la moglie di Endou, suo padre lì era stato il preside; quindi, doveva essere proprio un colpo al cuore... e poi Endou era parecchio affezionato a quella scuola.

(Se vi state chiedendo come Masaki ed Endou si conoscono, beh basta ringraziare l'Inazuma Japan, Hiroto e Ryuuji, ormai in alcuni convegni e alcune cose c'erano anche loro, e poi, andiamo, chi non conosce Endou Mamoru?)

"Spero tanto che questa scuola ci possa portare davvero nel mondo del calcio." Disse Tenma.
"Cos'è successo alla scuola di calcio dove andavi?"
"Era una scuola di calcio dai 7 ai 14 anni, quindi non posso più andarci, ne ho compiti già 15."
"Ed è per questo che vuoi frequentare il club di calcio."
"Beh mi piace il calcio." Disse Tenma, addentando un onigiri. "E poi mi ha salvato la vita."
"E tu Kyousuke?"
"Il calcio piace anche a me, non capisco perché tu sia così indeciso, vuoi fare calligrafia per caso?" Rise a sbeffeggio Kyousuke.
"No no, e che... non lo so, non mi sento così un talento naturale dal poterci giocare tutti i giorni."
"Non vuoi seguire le orme dei tuoi genitori?"

Non ci aveva pensato...

La scuola media che avevano frequentato disponeva solo del club di pallavolo e calligrafia, ed è per questo che alcuni decidevano di frequentare 'scuole' a parte, come Tenma.
A Masaki non piaceva né la pallavolo né la calligrafia, ma aveva dovuto iscriversi al club di pallavolo, per avere crediti e buoni voti per le superiori ovviamente.
Non aveva mai chiesto ai suoi genitori di iscriverlo al club di calcio, anche perché non ci giocava quasi mai, e non era così sicuro che gli piacesse.

Non toccava pallone da quando erano andati via da Kyoto.
Lì ci giocava sempre con Hiroto, e con i suoi zii, andava ad assistere anche agli allenamenti di Hiroto qualche volta, ma giocare a calcio con i suoi genitori non era come giocare con dieci persone.
Se metti Hiroto in porta e Masaki che ti fa gol a 5/6 anni, si sa che lo fai per lasciarlo vincere perché è un bambino, o lo fai perché sei stupido e quindi Masaki è un talento naturale.

Insomma, di fare il calciatore non ci aveva mai pensato.
Forse gli piaceva solo perché erano stati Ryuuji e Hiroto a trasmetterglielo.

Seguire le orme di Hiroto e Ryuuji era in parte, una piccola porzione; entrambi erano impiegati alla Kira & Company, e prima che il nonno Seijiro stesse male, Ryuuji lavorava all'Ohisama En, solo Hiroto faceva ancora la carriera calcistica ma poi appunto aveva dovuto abbandonare.

Il suo futuro lo vedeva nella Kira & Company, se Hiroto voleva.

"L'hai fatto andare in crisi." Disse Kyousuke.

Masaki si risvegliò dai suoi pensieri d'un tratto.
"No no, e che non lo so, tutto qui."
"Beh se sceglierai il club di calcio sarà davvero bello non trovi?" Domandò Tenma.
"Già."

Parlarono ancora un bel po' tra di loro, di come le cose non erano per nulla cambiate e che tutto il casino si erano visti solo dieci giorni prima.

Masaki aveva parlato loro che per i quindici giorni di 'vacanza' li aveva passati a fare pacchi e pacchettini.
Tenma gli aveva spiegato qualcosa in più sulla città, stessa cosa Kyousuke e si erano detti che il pomeriggio potevano incontrarsi per studiare insieme, questa volta per davvero.

Finita la pausa pranzo le lezioni ripresero.

Furono 3 ore abbastanza pesanti.
Masaki le sentì come un macigno e che doveva ancora abituarsi bene a quel nuovo ambiente.

I professori che facevano lezione seduta stante non erano proprio il massimo.

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Finite le lezioni, Masaki si sentì abbastanza sollevato, per quel giorno le lezioni erano finite. Doveva ancora abituarsi a quei ritmi, e gli sarebbe servito veramente parecchio tempo.

Il professore dell'ultim'ora aveva distribuito loro le richieste d'ingresso per i club.

"Io direi di lasciarci il club di calcio per ultimo." Disse Kyousuke.
"Ma... io volevo vedere prima quello!"
"Vacci da solo allora."

Tenma guardò malissimo Kyousuke.

"Tanto tu hai già deciso." Ribadì Kyousuke.
"Anche tu."

Masaki decise di intromettersi in quel piccolo battibecco.
"Io ho già deciso cosa scartare, quindi vado direttamente alle possibili opzioni." Disse Masaki. "Se per voi va bene, possiamo vederci anche al club di calcio, visto che avete già deciso."

"Vuoi girare la scuola da solo?" Domandò Tenma.
"Sì, prima o poi dovrò pur ambientarmi."
"Allora vengo con te, ci andiamo insieme al club di calcio."

Kyousuke sospirò, era quello che stava cercando di far capire a Tenma.

"Come vuoi." Disse Masaki.

Nonostante Tenma avesse detto che gli avrebbe fatto compagnia, volle comunque vedere club diversi da quelli che Masaki aveva in mente, e quindi avevano detto di darsi appuntamento 10 o 15 minuti più tardi all'ingresso della scuola.

Girare per la scuola da solo non era per niente male, tanti ragazzi, ragazze, come lui giravano la scuola per vedere vari club.

Il primo club che vide fu quello dell'occulto.
Non che gli piacesse, era soltanto curioso.

La presidentessa del club dell'occulto gli lasciò un foglio dopo avergli mostrato cosa facevano.
Doveva essere anche molto più grande di lui.

Andò poi a vedere il club di pallavolo, arti marziali, musica e arte.
Arti marziali non sapeva nemmeno perché era andato a vederlo, non era in grado di aprire una bottiglia d'acqua da solo, figuriamoci spaccare il legno con un pugno.

Se non fosse stato così indeciso probabilmente avrebbe scelto il club di pallavolo di nuovo, o di musica, gli piaceva suonare la chitarra, e lì ce l'avevano, ma il club di calcio gli stava però tormentando i pensieri.

E così si perse.
Ricordò di essere già passato davanti al club di fotografia.

Si incamminò nuovamente, sperando di essere sulla strada giusta.
Finì per scontrarsi con qualcuno che andava veramente veloce, quasi come fosse in ritardo per qualcosa, come una saetta.

"Ehi! Guarda dove metti i piedi!" Gli urlò Masaki.

Di tutta risposta, ci l'aveva urtato, era già scomparso.

Masaki pensò che non sarebbe stato difficile ritrovarlo o ritrovarla, chiunque fosse, aveva capelli lunghi e rosa.

Per un miracolo divino, o perché Fortuna gli era accanto, riuscì a raggiungere Tenma e Kyousuke.

"Andiamo al club di calcio ora." Disse Tenma.
"Che club avete visto?" Domandò Masaki a Kyousuke, mentre Tenma li conduceva al club di calcio.
"Mah, in realtà se ne abbiamo visto solo uno è anche troppo, atletica mi sembra."
"Tenma è proprio convinto."
"Il calcio gli piace più di qualsiasi altra cosa al mondo." Disse Kyousuke scrollando le spalle.

La struttura del club di calcio era molto più grande degli altri club.
Fuori dalla porta c'era una donna, Masaki non sapeva chi fosse né tantomeno cosa ci faceva lì.

"Salve! Siamo qui per vedere il club di calcio, siamo del primo anno." Disse Tenma.
"Salve ragazzi, prego venite con me vi mostro la struttura e i vari campi. Io sono Otonashi Haruna e aiuto a gestire il club di calcio con le manager."
"Vari? Ce n'è più di uno?" Domandò Tenma.
"Certo, uno all'aperto che è proprio qui dietro, e uno all'interno."

La signora Otonashi aveva i capelli blu lunghi fino alle spalle, e indossava una camicetta bianca con sopra una giacca di nuovo bianca, ma leggermente più scuro e dei pantaloni grigi.
Indossava i tacchi e degli occhiali rossi sul capo.

Era una professoressa?

Videro prima il campo all'esterno, la professoressa Otonashi disse loro che la seconda squadra si stava allenando, poi entrarono dall'ingresso secondario della struttura.
Entrarono direttamente dove c'era il campo di calcio al coperto.

Era davvero enorme.

Poi, la professoressa li portò a vedere gli spogliatoi, e anche quelli erano enormi.
Per arrivare agli spogliatoi erano passati per una sala comune, dove c'erano dei quadretti appesi e per terra lo stemma della Alien.

Nella stanza degli spogliatoi c'erano milioni di armadietti, dove c'erano le divise.
C'erano anche le docce.
La signora Otonashi disse che lei aveva le chiavi della stanza; quindi, chi faceva prima passava da lei a prenderle.

Poi, videro altre stanze, Masaki non aveva capito bene a cosa servissero tutte quelle stanze, sapeva solo che, se si fosse iscritto, si sarebbe perso.

"E infine, questa è la sala riunioni, ma non posso farvela vedere perché la prima squadra è impegnata." Disse la professoressa Otonashi.
"Grazie mille." Disse Tenma.
"Oh mi sono dimenticata di dirvi che quando avrete scelto il club, e in questo caso se sceglierete il club di calcio, dovrete affrontare un piccolo test per entrare, ma non preoccupatevi, nulla di che."
"Grazie per l'informazione."

La pèrofessoressa Otonashi li accompagnò all'uscita e lì videro l'allenatore.
Endou Mamoru.

Endou Mamoru sorrise a loro tre.

Tenma per poco non urlava e faceva venti giri intorno ai divanetti che c'erano nella saletta comune talmente dell'emozione. Kyousuke lo trascinò via con la forza.

"Che strada devi fare per tornare a casa?" Domandò poi.
Erano ormai usciti da scuola e il senso d'oriento di Masaki era un po' rotto.

"Credo per di qui." Ed indicò la strada a sinistra.
"Oh, per le traverse! Come me e Kyo." Disse Tenma.
"Le traverse?"
"Sì, così si chiamano, io abito alla prima un po' più verso l'interno, Kyousuke invece va da un'altra parte, più verso le villette. Si chiamano traverse perché ci sono dei vicoli in cui si entra e dall'altro lato ci sono degli alberi che portano ad una strada al centro che collega tutto alle villette; invece, a destra si va verso la cittadina."
"Oh, penso di aver capito! Sì proprio lì."
"Allora dobbiamo fare la stessa strada." Disse Tenma.
"Come hai fatto a capire ciò che ha detto?" Domandò Kyousuke.

Masaki non seppe rispondergli.

Per strada, Masaki cercò di non stare proprio al centro fra i due e interveniva solo se nominato, non voleva fare il terzo incomodo.
Ci misero davvero poco ad arrivare a queste 'traverse', più o meno quindici minuti.

"Se vuoi possiamo accompagnarti fino a casa." Disse Tenma.
"No no non preoccuparti, da qui so ambientarmi, grazie."
"Va bene, allora ci vediamo domani!"
"A domani." Salutò Masaki.
"Io proseguo ancora un po' con te." Disse Kyousuke.

Tenma se ne andò, e lui e Kyousuke proseguirono.
Non parlarono molto, e quando Kyousuke arrivò si salutarono.

Non appena entrò lasciò la cartella nella sua stanza.
Sperava che Hiroto e Ryuuji tornassero presto.

Fece una doccia e mise su una tuta.

Guardò un po' Instagram.

Si chiese perché non avesse mai mandato la richiesta d'amicizia a Tenma, così lo fece.
Tenma accettò subito, e gli scrisse immediatamente.

'Sei arrivato allora?'
Masaki rispose con un 'sì.'

Tenma aveva 13 post pubblicati, la metà o, meglio, dire la maggioranza di loro erano foto dove giocava a calcio, e del suo cane.

Passò poi a guardare dei video su Youtube; poi si ricordò che Hiroto aveva lasciato dei video sul suo pc; quindi, andò a prendere il pc e vide di che video trattassero.

Erano dei video fatti con una videocamera, da Ryuuji.
La persona inquadrata era Hiroto, ma era davvero minuscolo.

Era una delle tante partite che aveva giocato Hiroto e che lui era andato a vedere.
Suo padre indossava la maglia numero 18, e proprio in quel momento, Ryuuji aveva ripreso il gol che aveva segnato con una delle sue hissatsu* più belle.

La telecamera si voltò e un piccolo Masaki fece capolino, esultava come non mai.

Ecco perché ricordava quella partita, non che la ricordasse così vividamente, era stata la prima partita che aveva visto dal vivo.

Quel video purtroppo non aveva audio.

C'erano altri video, probabilmente altri spezzoni di partite sempre di Hiroto.

Masaki ricordava che, quando giocava con i suoi genitori provava sempre ad imitarli, ad imitare qualche loro hissatsu. Era una cosa da niente, non ci dava più peso.

Passò nuovamente su Youtube, aveva deciso di cercare dei video sulla vecchia Inazuma Japan, in giro se ne trovavano ancora.
Endou Mamoru era davvero famoso all'epoca, non che ora non lo fosse, ma non c'erano più persone così attaccate alla loro fama, era quello che gli aveva detto Ryuuji.

Passò il suo tempo cercando risposte per le sue domande, come se internet potesse dargli una risposta, non aveva mai preso una decisione così importante prima d'ora, non che questa decretasse il suo futuro, ma ci teneva a fare una scelta per bene.

Non appena sentì la porta del garage aprirsi, chiuse tutto, andò a posare il PC in camera sua e quando ritornò in salotto Ryuuji aveva fatto il suo ingresso.

"Ciao Maki, tutto bene?"
"Ciao, sì sì."
"Com'è andato il primo giorno di scuola?"
"Bene."

Ryuuji gli scompigliò i capelli e gli sorrise.
Hiroto stava chiudendo la porta alle sue spalle.

"Ehi Maki."
"Ciao papà."
"Cos'è questo?" Gli domandò Ryuuji.

Aveva fra le mani il foglio d'ammissione per i club.

"Devo consegnarlo domani in segreteria e per l'iscrizione ai club." Disse lui.
"Hai già scelto?"
"No."
"Ne parliamo a tavola ti va?"

Masaki annuì.

Mentre i suoi genitori si 'stabilivano', Masaki perse altro tempo su internet cercando delle risposte a tutte le domande che gli venivano in mente, anche domande stupide.

Poi aiutò Ryuuji con la cena.
Era 'costretto' a farlo, Ryuuji ci teneva che Masaki crescesse bene e non come uno scansafatiche, e poi all''Ohisama En' aiutava molto spesso Ryuuji dopo scuola, quindi era abituato a farlo.

Quando poi la cena era pronta, cenarono.
Hiroto e Ryuuji gli parlarono un po' di quanto fosse più facile arrivare alla Kira per loro, e di quante serate da solo gli avrebbero risparmiato.

Masaki gli aveva raccontato della scuola e del discorso della preside.
E che aveva ritrovato Tenma e Kyousuke, ed erano anche nella stessa sezione.

"Wow ci sono una lista infinita di club allora, abbiamo fatto un'ottima scelta." Gli disse Hiroto.
"Quindi non riesci a scegliere fra tutti questi club?" Gli domandò Ryuuji.

Masaki annuì.
"e che Kyousuke e Tenma si iscrivono al club di calcio-
-Vuoi fare il club di calcio con loro?" Domandò Hiroto.
"Non lo so... non so nemmeno se mi piace."
"A te? Non piace il calcio? Ti sei già dimenticato di come chiedevi insistentemente di portati su un campo da calcio?" Domandò Hiroto.
"O di quando chiedevi al nonno di farti vedere le partite con lui?" Domandò Ryuuji.
"No, però... non credo di avere talento per il calcio ecco... ed è diverso da quando giocavo con voi."
"Maki, anche se non hai un talento naturale questo non significa che tu non possa giocare a calcio o che non ti piaccia." Disse Ryuuji. "In primis perché non è vero che il calcio non ti piace, e lo sai, e poi non c'è bisogno del talento naturale, io e Hiro non siamo mica dei talenti naturali, ci siamo allenati tanto per arrivare fin dove siamo arrivati."

Forse Ryuuji non aveva torto, in fin dei conti, loro avevano comunque più esperienza di lui.

"Maki sappi che qualsiasi club sceglierai non significa che tu ne debba fare carriera, devi fare ciò che ti piace veramente, potrai coltivare delle passioni." Disse Hiroto.
"E se non ne sono all'altezza?"
"Oh Maki, sei all'altezza di qualsiasi cosa tu voglia." Disse Ryuuji. "Ci sono cose in cui eccelli e in cui no questo è ovvio, ma il calcio è diverso, allenandoti migliori di volta in volta."
"Ti piace il calcio, no?" Domandò Hiroto.
"Il calcio mi piace... ma non so se è abbastanza."
"Perché non dovrebbe? Tu eri troppo piccolo per avere certi ricordi, ma quando segnasti il tuo primo gol eri così felice che chiedesti a zia Hitomiko di lasciarti venire con me agli allenamenti."
"Non è difficile segnarti un gol."
"Ah, e così? Sarò anche un pessimo portiere ma sono stato un ottimo attaccante."

Masaki gli fece linguaccia e Hiroto ricambiò.

"Non so nemmeno in che ruolo giocare..."
"Ti stai fasciando la testa ancor prima di rompertela, se non provi non potrai mai saperlo." Disse Ryuuji.
"Posso pensarci ancora un po'?"
"Fa firmare almeno il foglio, che sennò domani ce ne dimentichiamo." Disse Ryuuji.
"Sappi che qualsiasi club sceglierai per noi andrà bene." Disse Hiroto. "Devi fare ciò che ti piace, chiaro?"

Masaki annuì.

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Dopo cena, Hiroto diede una mano a Ryuuji a sbarazzare la tavola, mentre Masaki se ne stava sul divano con la testa colma di pensieri.

Forse doveva dare una possibilità a sé stesso, e accettare di entrare nel club di calcio.
Doveva provare e avrebbe provato.

Cos'aveva da perdere?
Non doveva per forza farne di una carriera. Poteva benissimamente diventare un banchiere poi, era solo per gioco, no?

Non doveva seguire le orme dei suoi genitori, doveva creare la sua orma.
E se la vocina nella sua testa gli diceva di provare a giocare a calcio, l'avrebbe fatto, non perché l'avessero fatto anche i suoi genitori, quella era solo una coincidenza.

Forse il calcio gli piaceva veramente tanto quanto piacesse a Tenma, doveva solo far uscire questa 'passione' allo scoperto. Coltivare aveva detto Hiroto, e allenarsi, come aveva detto Ryuuji.

Da quando aveva smesso non aveva più toccato palla (o meglio, pallone, da calcio); quindi, chi gli diceva che giocando non si sarebbe divertito come da bambino?
Certo, non sapeva ancora in che ruolo giocare, ma quello sarebbe venuto da sé no? Come aveva detto Ryuuji, non doveva fasciarsi la testa.

Parlare con i suoi genitori gli era servito, e gli era servito anche rimanere un po' lì a riflettere su cosa scegliere.

Andò a prendere una penna dalla sua scrivania, prese il foglio dell'iscrizione e sbarrò la scua selta.

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×Angolino autrice ×

Eccoci ritrovati! Prima di partire con delle piccole spiegazioni su questo capitolo, vi dico che ho deciso di pubblicare ogni venerdì,  sperando di modificare in tempo i capitoli :').

Scusate il capitolo chilometrico, ma scrivo veramente tanto e non me la sento di dividere in due parti, più o meno i capitoli avranno sempre questa lunghezza.

Ora, veniamo a noi, spiego vari punti che forse non sono molto chiari.
Sì, lo so che i Giapponesi e l'inglese non hanno molto... feeling, insomma, ma ho deciso di cambiare un pochino.

E CREDEVATE CHE ANDASSE ALLA RAIMON EH?

Della scuola mi sembra di aver scritto tutto, ma come detto, è tipo un'accademia, una scuola un po' più seria, cose così.

Poi, Hiroto, come già spiegato nel capitolo, Hiroto ha continuato la carriera calcistica fino a quando suo padre non è stato male, hanno vissuto per un bel po' a Kyoto, precisamente era lì che si trovava l'Ohisama En, e poi, dopo che Hiroto ha preso le redini della Kira & Company si sono trasferiti "più vicino" all'azienda.Prima in un paesino poco vicino Nagano e poi a Nagano appunto. 

Il tutto è ambientato nel 2021 (anno in cui l'ho scritto).

Opinioni sul primo capitolo?
Domandine?
(Qualsiasi domanda è ben accetta)

Ci vediamo al prossimo ୭̥⋆*。

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Capitolo 4
*** 2 ***


"Hai scelto calligrafia???"

L'urlo che aveva lanciato Tenma si era propagato per tutto il Giappone, come minimo.
Gli aveva distrutto i timpani e aveva fatto girare un paio di persone.

"Ma no, chi te l'ha detto?"
"Kyousuke!"

Kyousuke, dal canto suo, aveva un sorriso spietato sul volto.

"Mi hai preso in giro!" Gli urlò contro Tenma.
"Ci sei cascato però."

Tenma si rivolse poi a Masaki e disse: "Mi hai fatto prendere un infarto! Pensavo fossi uscito fuori di testa!"
"Datti una calmata." Disse Kyousuke.

Tenma decise di continuare ad ignorare Kyousuke.

"Quindi che hai scelto?" Gli domandò.
"Club di calcio."
"Che bello! Allora giocheremo tutti e tre insieme!"

Quella mattina non avevano fatto strada insieme poiché non sapeva a che ora i due si dessero appuntamento; quindi, sfruttò Hiroto, (che poi non l'aveva sfruttato veramente, Hiroto gli aveva detto che l'avrebbe accompagnato per la prima settimana, lui aveva soltanto accettato).

Quando aveva consegnato il foglio in segreteria aveva visto la professoressa Otonashi, e un po' era contento di aver scelto il club di calcio, quella donna gli trasmetteva un'aria tranquilla e fiduciosa.
Aveva incrociato nuovamente Kageyama e avevano camminato per le aule insieme.

"Chissà quando inizieremo." Disse Tenma.
"Tu vorresti già essere lì di' la verità." Disse.
"Eh sì... Mi piacerebbe un sacco."
"Piuttosto pensa a non distrarti durante la lezione." Lo rimbeccò Kyousuke.
"Ehi guarda che sono piuttosto attento."
"Sì come no."

Masaki aveva capito che quei due non avevano nessuna speranza di cambiare, stavano sempre a battibeccare.

Iniziò un'altra ora di lezione e quei due cessarono di battibeccare.

⋆。゚☁︎。⋆。 ゚☾ ゚。⋆。゚☁︎。⋆。 ゚☾ ゚。⋆

La campanella della pausa pranzo suonò per la gioia di tutti.

I tre ragazzi si misero di nuovo come il giorno precedente; Kyousuke sul banco di Tenma con la sedia rivolta a Tenma, e Masaki al suo banco tutto solo.

"Sai già in che ruolo giocare?" Tenma aveva la bocca piena quindi quello che si capì fu: "Sai ià che lolo gioucare?" o forse molti peggio di come il suo cervello l'aveva elaborato.

"Non credo di aver capito."

"Abbi la decenza almeno di mangiare prima." Gli disse Kyousuke.

Tenma ingoiò un pezzo enorme di onigiri.
"Ho detto, sai già in che ruolo giocare??"
"No... credo che vedrò li per lì."

Tenma si portò una mano alla testa e disse: "Cavoli... non hai nemmeno un'idea? Portiere, attaccante, magari centrocampista come me?" Si indicò, in modo fiero.
"Non lo so Tenma... deciderò lì per lì, oppure mi farò dare qualche consiglio da Endou."
"Beh, potrebbe aiutarti sì... ma potremmo aiutarti anche noi!"
"Lo apprezzo Tenma, grazie. Tu in che ruolo giochi?" Domandò a Kyousuke.
"Attaccante."
"Ti piacerebbe fare il portiere come Endou?" Domandò Tenma.

Troppa responsabilità, non faceva per lui.
"Per niente."
"Bene, escludiamo il portiere allora. L'attaccante? Fare gol non è poi così male, potresti fare compagnia a Kyo, o meglio! Potresti essere come tuo padre!"

L'enfasi che Tenma ci mise nel dire 'come tuo padre,' lo spiazzò.

"Tenma, potresti non urlare? Grazie."

Tenma si guardò in giro, poi ritornò a guardare Masaki.
"Guarda che qui puoi stare tranquillo! Non è come alle medie, nessuno dirà niente."
"Non è per quello. Basta vedere voi due come siete aperti."
"Allora per cosa?"

Kyousuke lanciò una pallina fatta con il fazzoletto dritto sulla faccia di Tenma.
"Fatti gli affaracci tuoi." Disse poi.

"Hei! Sto cercando di aiutare un amico."
"Beh se non è pronto per parlarne con te non puoi costringerlo."

Masaki sospirò.
"Potreste non parlare come se non ci fossi? E comunque Tenma, ti ho detto che vedrò lì."
"Voglio solo darti una mano."
"Grazie lo stesso."

D'improvviso, mentre continuavano a parlottare tra di loro, la porta si aprì.
Pensò che la campanella non avesse suonato ma che comunque il tempo era passato e la pausa pranzo fosse finita, ma non era così. Ad entrare fu la professoressa Otonashi.

"Salve ragazzi, mi scuso se interrompo la vostra pausa pranzo." Disse.

Tutti le prestarono attenzione fin da subito.

"Volevo informare coloro che si sono iscritti al club di calcio.
Dopo le lezioni, non dovrete dirigervi al club di calcio ma al campetto all'aperto, per le 16e15, siate precisi."
"Grazie professoressa Otonashi." Dissero i ragazzi in coro.

Quando la Otonashi uscì dall'aula, tutto tornò come prima.

"Al campetto all'aperto? Chissà perché lì."

Kyousuke alzò le spalle, e Masaki fece lo stesso.

"Ma ci pensate che Endou Mamoru ci parlerà e sarà tutto così bello, ancora non ci posso credere di averlo visto ieri!"
"Tenma, per quanto ancora parlerai di Endou?" Domandò Kyousuke.
"Ma... ieri ci ha sorriso, ed è stato così amichevole."
"Non ci abbiamo parlato... come fai a dire che è stato amichevole? Solo perché ti ha sorriso?"
"Tu non puoi capire, i tuoi genitori sono di fama internazionale e quindi e se come non avessi tutta quella voglia che ho io di incontrare la vecchia Inazuma Japan perché per te sono tutti uguali."

Masaki sospirò. "Non è per niente come hai detto tu. Conosco solo Endou-san e Shirou Fubuki."

"Almeno lì conosci."

Masaki roteò gli occhi. "Smettila."

"Sì, dovresti smetterla sul serio. Tu conosci Gouenji Shuuya e adesso Endou-san, e anche i genitori di Masaki, di cosa ti lamenti?"

Tenma fece la linguaccia ad entrambi.

La pausa pranzo finì, e loro si risistemarono, mettendosi ai loro posti.

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Le ore di lezione si susseguirono.
Fortunatamente era abituato a rimanere concentrato per più tempo, in modo da seguire tutte le ore di lezione senza distrarsi troppo.

Mancava ancora un'ora per la fine delle lezioni, e Masaki non stava scrivendo niente di cosa diceva il professore.
Si lasciava abbindolare dal pensiero di dover trovare al più presto possibile un ruolo per il club di calcio.
Li non sarebbero andati in base alla statura come nella pallavolo... lì aveva fatto il libero perché era troppo basso.

Nel calcio anche i nani potevano giocare, (senza offesa per i nani), ecco perché per lui era veramente difficile scegliere.

Sì, non era molto bravo nelle scelte.
Avrebbe fatto volentieri testa o croce, pari o dispari, ma non poteva, i ruoli erano 4, escludendo il portiere 3. Non poteva far decidere ad una monetina.

Quindi nella sua testa, oltre al pensiero di chiedersi se avesse fatto la cosa giusta, adesso alloggiava anche quello di non saper che decisione prendere.
Come se fosse la scelta più importante della propria vita.

Sperava vivamente in un segno dal cielo.
Qualsiasi.

Si pentiva di non aver chiesto aiuto a Ryuuji o Hiroto, magari loro due avrebbero potuto dargli una mano, ma adesso era troppo tardi.
Non poteva di certo chiamarli, avrebbe fatto prendere un colpo ad entrambi.

Se la sarebbe vista da solo, magari vedendo gli altri giocare gli sarebbe venuta l'ispirazione o qualcosa simile.
Sì, poteva farcela.

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Finita quell'ultim'ora di lezione, Masaki seguì Tenma e Kyousuke fino al luogo dell'appuntamento.
Al campetto all'aperto.

Suonava sempre in modo più infernale nella sua testa.
Come se Nemesi, la giustizia divina, gli stesse tendendo una trappola.

"Sono così emozionato!" Esclamò Tenma.

Lui invece no, stava morendo dall'ansia.
O forse stava morendo e basta, questo non poteva dirlo.

Si capiva molto facilmente quando era in ansia, iniziava a giocare con le dita.
Precisamente prendeva l'annullare tra il pollice e l'indice della mano opposta, in questo caso la sinistra, e si rigirava il dito, oppure tirava la pelle in ecccesso sulla nocche quando le mani erano distese e poi quest'ultime gli sudavano un sacco. Sì, era molto sgamabile.

"Perché devi sempre esagerare?" Domandò Kyousuke.

Come ci era entrato nei suoi pensieri?

"Non sono esagerato, e solo che non vedo l'ora, giochiamo a calcio sul serio qui." Disse Tenma.

Ecco un altro carico d'ansia.
Nonostante Masaki fosse figlio di due calciatori, sapeva poco e niente sul torneo o su cose simili, ma questo perché a lui quelle cose non gli erano mai interessate veramente.

"Ma quella è Aoi! Aoi!!!"

Tenma corse via, urlando quel nome.

Tenma era così esuberante, sempre allegro, e quelle volte che l'aveva visto abbattuto cercava di tirarsi su il morale da solo, ancora non capiva come Kyousuke faceva a stare con il suo opposto.

"Chi è Aoi?"
"Una sua amica."

Perspicace Kyousuke.
Questo l'aveva capito anche da solo.

"Erano nella stessa classe alle medie, e faceva da manager in quella scuola di calcio di Tenma."

Aoi e Tenma si erano avvicinati a loro.

"Ehi Kyo, indovina cosa farà Aoi!?"
Tenma saltellava sul posto.

"Ciao, piacere Sorano Aoi, Tenma mi ha parlato molto di te."

La ragazza allungò la mano per stringerla a Kyousuke.
Era alta più o meno quanto Tenma, aveva i capelli e gli occhi azzurri, e indossava la divisa femminile della Alien, che a differenziarla dalla maschile, c'era solo la gonna.

"Tsurugi Kyousuke."
"Tu invece devi essere-
-Kariya Masaki, un amico di entrambi."
"Oh sì, Tenma mi ha parlato anche di te!"
"Dai Kyo indova cosa farà Aoi."

Kyousuke inarcò un sopracciglio, aveva le braccia conserte. "La manager?"
"Esatto! Ho detto a lei che anche noi siamo diretti al club di calcio."

Aoi sorrise. "Me lo aspettavo, da Tenma."
"Su adesso andiamo!" Disse Tenma.

Arrivarono al campo da calcio tutti e quattro insieme.
C'erano davvero un sacco di ragazzi, e alcuni erano tutti sparsi attorno alla panchina, Endou era seduto lì.

La divisa della Alien (squadra) era carina.
La maglia era blu cobalto e aveva delle righe nere che scendevano sulle spalle, anche il numero sulla maglia era nero; i pantaloni erano l'inverso, neri con delle righe blu cobalto.
Colui che doveva essere il portiere invece, aveva la maglia viola, con le strisce sempre blu cobalto.

Era un trip assurdo quella divisa, ma era veramente bella.

I ragazzi che dovevano iscriversi al club erano lì di fronte a lui, poco distanti dalle panchine.
Vide Kageyama tra i ragazzi che dovevano fare il provino, e lo salutò.

Aoi andò dalla professoressa Otonashi.
L'allenatore invece stava parlando con la squadra.

"Bene ragazzi, occupate pure metà campo per l'allenamento, io mi occupo dei nuovi ragazzi." Endou si fece largo tra quella massa di ragazzini.

Era molto serio e autoritario.
Indossava una maglia arancione e dei jeans, la sua solita fascia arancione era sulla fronte.
Era strano vederlo così, l'aveva sempre visto come il pagliaccio di turno.

Due, dei ragazzi che appartenevano alla squadra rimasero lì accanto alla panchina, ed uno dei due aveva dei capelli lunghi e rosa.
Era stato lui a venirgli addosso il giorno precedente?
Non aveva molti dubbi. Aveva i capelli rosa, indossava i pantaloncini come tutti i presenti, ed era estremamente alto.

Qualcuno si stava prendendo gioco di lui, non c'erano altre spiegazioni. Ecco qual era la trappola di Nemesi. Farli incontrare nuovamente.

Tra tutti i club proprio a calcio doveva giocare?

Endou, nel frattempo, si era avvicinato a loro.

"Buon pomeriggio ragazzi! Vi ringrazio per la puntualità e vi do il benvenuto alla 'Alien Accademy'.
Mi presento se non mi conosceste, sono Endou Mamoru e alleno la 'Alien' da qualche anno. Ho giocato come portiere per la Raimon quando avevo più o meno la vostra età, e ho partecipato al Football Frontier e il Football Frontier International.
Presentazioni fatte, vi dico che per entrare nel club di calcio si sostiene un piccolo test per entrare. A quanti di voi piace il club di calcio?"

Tutti lì alzarono la mano.
Masaki la alzò talmente veloce per non sembrare l'unico zimbello lì in mezzo.

"Bene bene, sono contento di questa risposta. Visto che siete pochini, faremo presto, ma prima di iniziare, la nostra manager, Midori, vi distribuirà delle casacche, indossatele pure sopra la divisa."

La ragazza partì da sinistra.
Aveva dei capelli rossi molto lunghi, e sul capo una fascia verde, anche lei indossava la divisa femminile della Alien, con la differenza che lei aveva i pantaloni, e non la gonna.
Anche lei era alta, forse addirittura più alta di lui.

Indossarono le casacche ed Endou decise che potevano anche iniziare.
Lui aveva il numero diciotto, come quello che Hiroto aveva indossato per l'Inazuma Japan.
Era stato palesemente casuale, colpa del fato.

Iniziò per primo.
La sua solita sfiga.

Con suo grande stupore, ammise che non fu niente di impossibile.
Niente giri mortali, tiri da posizioni assurde, niente di niente.
Qualche semplice dribbling, un po' di possesso di palla, insomma, niente al di fuori della sua portata.

Da Endou si aspettava che dovessero eseguire una rovesciata micidiale con calcio in porta senza prendere traverse e perdita di palla durante la rovesciata, per fortuna non fu così.

Era un semplice test, che chiunque poteva svolgere.

Nonostante ciò, Masaki continuava a morire dall'ansia.
Se non fosse stato preso? Sarebbe finito a fare calligrafia per i prossimi quattro anni? Un incubo.

Tenma, che fu il quinto, si distinse da tutti coloro che avevano partecipato fino ad ora.
'Scartò' l'ostacolo con una specie di folata di vento.
Fu bello anche da vedere.

Anche Kyousuke fu molto bravo.

L'ultimo fu Hikaru.
Se la cavò bene, per lui, si vedeva che non aveva esperienza, o almeno così aveva sentito da Kyousuke.

Endou disse loro che si sarebbe preso un po' di tempo per pensare.
Peccato che ci mise veramente tempo. Perse almeno una ventina di minuti.

Qualcosa era successo con quel castano lì.

"Eccomi di ritorno, vi dirò i nomi di chi abbiamo deciso." Disse Endou. Aveva un foglio tra le mani. "Nishizono Shinsuke, Kageyama Hikaru, Tsurugi Kyousuke e infine..."

Masaki voleva morire.
E Tenma accanto a lui aveva preso la mano di Kyousuke. 

"Matsukaze Tenma e Kira Kariya Masaki, poi mi dirai come vuoi essere chiamato figliolo. Per tutti gli altri che hanno partecipato, grazie, ma purtroppo il calcio non fa per voi."

Masaki perse il cuore.
Non un colpo, non due, direttamente il cuore.

Tenma per poco non piangeva dalla gioia.

Endou aveva fatto l'occhiolino, e questa cosa non gli piaceva per niente.

I ragazzi che non furono presi andarono via, arrabbiatissimi, mentre lì Tenma cerco di abbracciare Kyousuke, che lo scansò, e quindi finì per abbracciare Shinsuke Nishizono, e si batterono anche il cinque con Hikaru, che fino a cinque secondi prima tremava peggio di lui.

"Ora che siamo rimasti soli, complimenti a tutti, anche se alcuni di voi sono senza o con un minimo di esperienza mi avete colpito e sono sicuro che potrete migliorare un sacco. Insieme al capitano e al vicecapitano, abbiamo scelto voi. Dopo lascerò la parola a te Shindou. [...]"

Shindou, quel cognome non gli era nuovo.

"[...] Ritornando a noi, abbiamo deciso di mettervi in prima squadra, per il momento. Come titolari, più o meno, ma durante gli allenamenti sarete insieme alla seconda squadra, questo perché non siete ancora al livello della prima, e ovviamente ci vorrà un po' di tempo, ma se vi farete valere, vi terrò in considerazione per delle partite. Dopo che Shindou vi avrà parlato, verrete con me così possiamo parlare tutti e sei in privato. Prego Shindou."

Il ragazzo, Shindou, prese il posto di Endou.
Dietro di lui c'era quel ragazzo dai capelli rosa.

Ancora lui. Era anche il vice capitano!
Ma quanta sfortuna aveva??

Shindou aveva dei capelli color... grigio topo? Era quello il colore che si avvicinava di più al castano che aveva in testa.
Erano ondulati e gli arrivavano più o meno alla metà del collo, gli occhi castani, molto grandi, e indossava la divisa della squadra come tutti gli altri. La fascia che aveva sul braccio destro era di un colore tipo porpora.

"Sappiate che vi abbiamo messo in prima squadra ma con molto sforzo. Se ci volete rimanere dovete sudare, e non sto scherzando. Io sono Shindou Takuto, il capitano della Alien [...]"

Il ragazzo continuò a parlare per veramente tanto.
L'altro, quello che gli stava dietro, continuava a guardare loro poveretti del primo anno.

Oltre ad avere i capelli rosa come la fragola (che Masaki adorava sulla torta, non sulla testa delle persone), li teneva in dei codini bassi e aveva degli occhioni azzurri.
Indossava anche lui la divisa della Alien come Shindou, ed era quasi più alto del castano.

Fatto sta che quei due per essere del secondo anno, ed avere solo sedici anni, erano veramente alti e muscolosi.
Se uno di loro avesse solo provato a corrergli dietro, probabilmente l'avrebbero preso in un secondo.
(Sì Masaki li stava immaginando come dei giocatori di rugby.)

Guardando meglio il capitano, a Masaki venne come un a scossa nel cervello, che risvegliò la sua memoria.
Il cognome, Shindou, l'aveva già sentito, perché era il figlio (presupponeva) del calo della Shindou Corporation.

L'aveva visto una sola volta, quando la Kira & Company festeggiò la sua 'apertura'.
Lui era insieme ad Hiroto quando lo incontrò per la prima volta, ma forse Shindou non se lo ricordava nemmeno, e questo era un bene!

Era il figlio dell'acerrimo nemico della Kira.
(Ovviamente non era proprio così, Hiroto era in buoni contatti con il padre.)

"Benvenuti nella nostra squadra." Disse per concludere Shindou.

La parlantina ce l'aveva. E anche troppa.
Mentre Endou li portava via dal campo, Masaki notò le magliette dei due, 9 e 3.
3 Per quello dai codini rosa, ed effettivamente come numero era azzeccato, era quella l'età che aveva uno come lui.
Quei due si scambiarono il cinque prima di raggiungere i propri compagni.

"Chi di voi già ha un ruolo, o almeno sa dove vorrebbe giocare?"

Tenma, Kyousuke e Hikaru alzarono la mano.

"Prego, dite pure. Inizia tu, Kageyama se non sbaglio."
"Si... Kageyama è giusto... vorrei fare l'attaccante allenatore."
"Hai mai giocato a calcio prima?"
"Gioco da poco più di due mesi."

Oh, era un novellino.
Ritirò subito il pensiero, anche lui lo era.

"Ottimo, ci possiamo lavorare su, Matsukaze?"
"Centrocampista, io ho già giocato, insieme al foglio di iscrizione ho portato l'attestato di scuola di calcio che frequentavo."
"Sì, ho visto, grazie Matsukaze. Infine, Tsurugi?"
"Attaccante allenatore, ho giocato a calcio prima."
"Perfetto, abbiamo già racimolato due attaccanti in un colpo solo."

Endou rise. Da solo. Quell'uomo era davvero molto inquietante.

"Rimangono quindi Nishizono e Kira, va bene Kira o preferisci Kariya?"
"Va bene anche Kariya."
"Bene, se non ti dispiace inizierei da Nishizono. Facevi il difensore vero?"
"Sì allenatore, ma ho deciso di cambiare, vorrei fare il portiere, ma non so se per me va bene."
"Certo che va bene! Ci serve un portiere, siamo proprio alla frutta. Ti farò allenare personalmente da Sangoku che è il nostro attuale portiere."
"Grazie allenatore!"

Nishizono si era illuminato. Anche lui stravedeva per Endou?

"Bene ragazzi, se ritornate al campo, la professoressa Otonashi vi chiederà le taglie per le divise, e i numeri che vorreste, Kira tu rimani pure qui."

Masaki voleva ancora morire.

A parte che aveva detto che anche Kariya gli andava bene, quindi perché cavolo l'aveva chiamato 'Kira'? E poi, perché dovevano rimanere da soli? Poteva dire il suo ruolo davanti agli altri, non c'era nessun segreto di stato.
Mai tortura fu peggiore di questa. Rimanere solo con Endou.

"Allora Masaki, come sta Hiroto? L'ho retta bene la parte?"

Masaki voleva veramente sotterrarsi. Gli andava bene anche un covo di serpenti.
(fobia dei serpenti, potrebbe svenire solo a sentire il loro sibilo).

A Masaki uscì più una specie di risata nervosa, che altro.
Ma insomma, adesso così si faceva?

"Ecco... sì, sta bene."
"Oh mi fa piacere sentirtelo dire, so che vi siete trasferiti qui."
"Sì, qualche giorno fa."
"Che sport hai fatto alle medie? Calcio?"
Gli dispiaceva deluderlo. "No, pallavolo... Non credo di essere molto bravo a calcio a dirla tutta."
"Sciochezze, puoi migliorare un sacco, e sai come cavartela da come ho visto."
"Grazie."
"Sono sicuro che anche Hiroto e Midorikawa ti daranno una mano, vedrai appena lo sapranno, gliel'hai detto?"
"Non ancora... Potrebbe non spargere troppo la voce? Non è andata così bene l'ultima volta che qualcuno ha scoperto dei miei genitori."
"Nessun problema, ma sappi che i ragazzi della squadra sono tutti degli ottimi ragazzi, non hai di cui preoccuparti, ma ora veniamo alle cose serie, hai un'idea di quale ruolo vorresti coprire in squadra o vuoi qualche tipo di consiglio?"

Masaki non sapeva da dove gli era venuta quell'idea. E non sapeva nemmeno perché l'aveva detto. "In difesa. Vorrei fare il difensore."

Da dove gli era uscito il difensore??
Doveva solo chiedergli un consiglio! Non dargli un ruolo vero e proprio.

Probabilmente aveva fatto l'errore più grande della sua vita ma come faceva a non pensarci??

"Bene! Ci serviva un altro difensore, , il difensore, secondo me, va più che bene per te. Sei davvero molto veloce e il vecchio sport che hai fatto potrebbe aiutarti e come ti ho detto prima, potrai contare sui tuoi genitori."

Endou avvicinò la mano al lato della bocca. "E anche su di me." Gli fece l'occhiolino.

Masaki annuì.

"Bene, puoi andare dalla professoressa Otonashi."
"Grazie allenatore."

Masaki raggiunse finalmente i suoi compagni.

La professoressa Otonashi era lì che chiedeva le taglie ai ragazzi e i numeri da mettere dietro la maglia.

"Bene allora 18 vero?"
"Sì, professoressa." Disse Tenma.
"Perfetto, chi manca ancora?"
"Io. Ero con l'allenatore." Disse Masaki.
"Bene, puoi dirmi nome e cognome?"
"Kariya Masaki, Kira sul foglio di iscrizione."
"Bene Masaki, hai qualche preferenza sul numero?"
"In realtà no."
"Perfetto, le divise saranno pronte per domani, appena verrete al club ve le daremo così vi andrete a cambiare insieme agli altri."
"Grazie professoressa." Dissero i ragazzi.

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Con l'aiuto di Endou, i ragazzi fecero un bel po' di allenamenti insieme alla seconda squadra.
Avevano occupato i bordi del campo, poiché il campo serviva alla prima squadra.
Endou non si era dedicato tanto a loro, forse perché erano già più esperti?

I membri della seconda squadra erano simpatici, non era stato difficile allenarsi con loro.
Nessuno di loro aveva avuto modo di stare a contatto con quelli della prima squadra, non sapevano nemmeno chi fossero gli altri componenti.

Finiti gli allenamenti la prima squadra, insieme alla seconda, furono mandati a cambiarsi.
Loro che erano appena arrivati invece, fecero conoscenza con l'altra manager, Akane era il suo nome, anche Aoi ora faceva parte delle manager.

Dopo un po' di chiacchiericcio vario, i ragazzi salutarono l'allenatore e si diressero verso l'uscita della scuola.

La professoressa Otonashi aveva dato loro un foglio con su scritti tutti gli orari.

Da quello che sapeva Masaki, la squadra al momento non partecipava a nessuna partita, ma le faceva solo di allenamento, non andavano allo stadio, non partecipavano nemmeno al Football Frontier, al momento.
Tutte queste cose le aveva sentite dir da Tenma.

Si chiedeva se Endou avesse fatto il possibile per 'migliorare' la squadra e farla giocare come si deve, infondo era Endou Mamoru, portiere della famosa Raimon, e della nazionale giapponese ai tempi della famosa Inazuma Japan.

Al ritorno fece strada con Tenma e Kyousuke, e si diedero anche appuntamento per l'indomani, avrebbero fatto strada assieme.

"Ci hanno messo già in prima squadra, è bellissimo!" Esclamò Tenma.
"Non giocheremo nessuna partita, ci terrà in considerazione." Disse Kyousuke, smontando tutti i sogni di Tenma, uno ad uno.
"Non vedo l'ora di conoscere tutta la prima squadra, sembrano simpatici."
"Ma se non li hai nemmeno visti." Disse Kyousuke.

Oggi Kyousuke si era prefissato di distruggere tutti i sogni di Tenma. Così, a caso.

"Scusa se ho preso il 18, ma è il mio numero fortunato."
"Mi stai chiedendo scusa perché hai preso un numero?" Domandò Masaki.
"Non è il numero che indossava tuo padre?"
"Sì, ma a prescindere non avrei preso il suo numero, quindi non preoccuparti Tenma."
"Oh... va bene. Quindi non hai scelto un numero perché non ti interessa?"
"Sì. Va davvero bene qualsiasi numero."
"Non ho notato la maglia 10, nella prima squadra." Disse Tenma.
"Si che c'era, la indossava un ragazzo con i capelli viola." Disse Kyousuke.
"Peccato."
"Che numero hai scelto Kyo?" Domando Masaki,
"Non ho scelto nemmeno io."

Tenma fu il primo ad arrivare a casa e come il giorno precedente lui e Kyousuke proseguirono per un po'.

Mandò un messaggio a Ryuuji e Hiroto appena arrivò a casa.
Sistemò la sua cartella e si spogliò di quella fastidiosa divisa, per andare a farsi una doccia.

Tornò in camera sua, avrebbe tanto voluto riposare un po', ma poi non avrebbe dormito, quindi rinunciò subito.

Ora che avrebbe avuto la sua divisa, forse avrebbe avuto anche un borsone, immaginava.

In camera sua, dietro la porta, troneggiava la divisa di Hiroto, l'avevano appesa dopo aver finito di sistemare anche i vestiti nell'armadio, era sempre stata la sua preferita quella divisa.

La divisa dell'Inazuma Japan.

Poiché quella della vecchia squadra di Hiroto ce l'aveva lui conservata molto bene, insieme ai pantaloncini della divisa dell'Inazuma, era molto geloso di quei pantaloncini.

Non l'avrebbe tolta da lì, perché era la sua preferita, come design, e non avrebbe mai appeso la maglietta della 'Alien' su quella porta, no. Magari tenerla lì gli avrebbe trasmesso un qualcosa in più.

Ritornò in salotto, scrollò un po' Instagram, e fra i suggeriti apparve proprio Shindou Takuto, come amico di Tenma. (Non era nemmeno tornato a casa che già si era messo. a fare stalkeraggio?)

Shindou non aveva molti post, erano divisi in foto di gatti, un pianoforte e il calcio.
Nella sua biografia c'era chiaramente scritto che era il figlio del fondatore della Shindou Corporation.

Aveva delle stories in evidenza, ed una cartella specifica si chiamava 'R', come immagine c'erano lui e il ragazzo dai capelli rosa.

Lo faceva solo per curiosità.

Aprì la cartella delle stories e ne vide almeno un paio, la maggior parte erano dei selfie, oppure delle foto a sgamo di questo ragazzo dai capelli rosa.
A quanto pare, dovevano essere migliori amici.

Complimenti Masaki, perspicace dicono.

Non c'era nessun tag, quindi non aveva modo di sapere come si chiamava il ragazzo.
Avrebbe tanto voluto dirgli che per i corridoi non si correva.

Lasciò perdere, e scaricò uno di quei giochini perditempo.
Gli facevano perdere la testa ed è per quel motivo che non li scaricava mai, ma quella volta che li scaricava, rimaneva a giocarci per ore.

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Mentre combatteva l'ennesimo boss più potente del suo personaggio, Hiroto e Ryuuji ritornarono a casa.

"Ciao Maki, siamo tornati."

Hiroto fece il suo ingresso in salotto seguito da Ryuuji.
Non poteva distogliere lo sguardo per troppo a lungo oppure avrebbe perso, e non voleva.

"Ciao."
"Tutto bene? Com'è andata a scuola?" Gli domandò Ryuuji.
"Bene, e bene."

Masaki fece almeno cinque volte il boss prima di capire che doveva arrendersi, che non aveva alcun tipo di speranze.
Nel frattempo, i suoi genitori facevano un enorme via vai nelle stanze, e aveva tempo per studiare meglio il suo avversario.

"Non vuoi raccontarci proprio nulla?" Domandò Ryuuji mentre si legava i capelli.
"Pensavo di farlo a tavola, come sempre"
"Ma vogliamo un piccolo spoiler, tipo alla fine cos'hai scelto? Non ci hai detto più nulla." Disse Hiroto.

E Masaki lo disse con una tale nonchalant, come se avesse giocato nelle partite con Hiroto da sempre. "Il club di calcio."

"Te l'avevo detto. Buon sangue non mente." Disse Hiroto, probabilmente parlando a Ryuuji.

Masaki avrebbe ribadito che il sangue non c'entrava nulla, perché non era il loro figlio biologico, e perché era impossibile, però era troppo impegnato per spezzargli il cuore in quel modo.

Era quasi riuscito a sconfiggerlo.

"Quindi hai incontrato Endou?"

Ed ecco che Hiroto partiva con trecento domande al secondo.

"Sì, è l'allenatore della squadra."
"Ti ha riconosciuto?"
"Sì."
"E? Ti ha preso? Sei entrato in squadra?"
"Hiro." Lo richiamò Ryuuji.
"Devo capire se la sorpresa e sprecata o meno."

La sorpresa?
Era cibo sperava.

Staccò immediatamente gli occhi dal telefono.
Adesso doveva capire.

"Quale sorpresa? Perché? Che cosa state tramando alle mie spalle?"

Hiroto ignorò ogni sua domanda riproponendo la stessa che gli aveva fatto due secondi prima. "Quindi ti ha preso o no?"

Ci pensò Ryuuji a risponderlo. "Ah – ah, nessuno spoiler per te."
"Questo non è giusto, io vi ho detto che club ho scelto."
"Lo scoprirai dopo cena."
"Dopo cena?? Ma è tra un'eternità. Possiamo cambiare? Magari prima di cena no?"
"No Maki non è discutibile."

Hiroto si era piazzato nelle sue orecchie quasi come lo si piazzavano le sue cuffie ad alto volume quando voleva spegnere i pensieri.

"Allora sei stato preso sì o no?"
"Sì papà, sì."
"Oh, pensavo mi avresti mentito, sono sorpreso."

Pensava cosa??
Era impossibile che lo sapessero-
Endou. Mai fidarsi di un uomo che porta una fascia arancione sulla fronte. Mai.

"Come- cosa? Ryuu??"

Sentiva Ryuuji ridacchiare dalla cucina.
"Ha chiamato Endou, è rimasto molto sorpreso da te."
"Hei non vale così! Lo sapevo di non potermi fidare di quel pallone gonfiato. Perché vi ha detto tutto?"

Un allarme rosso era scattato nel cervello di Masaki.

"E che cosa vi ha detto? Parola per parola."
"Maki non ci ha detto nulla di che, solo che ti sei presentato al club di calcio con il foglio di iscrizione e che ne è rimasto davvero sorpreso. Tutto qui." Disse Hiroto.
"Volevo dirlo io."
"Dai non arrabbiarti, Endou l'ha fatto in buona fede, noi siamo felici per te."
"E poi, se non l'avessimo saputo prima, non ti avremmo di certo preso una bella e invitante torta panna e fragole." Disse Ryuuji.

Torta panna e fragole?
Lo stomaco di Masaki era diventato una voragine.

"Per me?"
"Sì."
"Ma...non ho fatto nulla di che, per adesso sto in panchina."
"Non la vuoi? Posso mangiarla io allora." Disse Hiroto.

No. Quella torta era sua.

"Non ho detto di non volerla... Grazie."
"Oh Maki mica ci devi ringraziare."

Ryuuji venne ad abbracciarlo.
Hiroto si aggiunse all'abbraccio di famiglia.

"Hei!! Non ho detto di volere un abbraccio."
Si lamentò Masaki.

"E invece te lo meriti." Disse Hiroto.
"Prima che si faccia troppo tardi, è ora che mi diate una mano con la cena." Disse Ryuuji.
Hiroto imitò il saluto militare. "Ai suoi ordini!"

"Non posso avere nemmeno un pezzettino?"
"Devi aspettare solo dieci minuti, se ci aiuti e dopo cena potrai mangiarla." Disse Ryuu.

Adesso si permetteva di scendere a compromessi?

Andò comunque a dar loro una mano, non avrebbe fatto mangiare nemmeno un pezzettino ad Hiroto.

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A cena, parlarono un bel po' della loro giornata.
Masaki non si lasciò scappare nemmeno un singolo particolare degli avvenimenti del club di calcio, aveva detto che era stato messo in difesa, e a nessuno dei due dispiacque che abbia preso un ruolo diverso.

"Potreste aiutarmi con il club di calcio."
"Vuoi una mano? Per fare cosa di preciso?" Domandò Ryuuji.
"Non voglio sembrare un incapace."
"Qualcuno ti ha detto che sei un incapace?" Disse Hiroto.
"No, nessuno... Potreste insegnarmi... non so... una hissatsu?"
"Una hissatsu Maki? Vuoi andarci giù pesante allora."
"L'ho già detto perché lo faccio."
"Si che possiamo aiutarti Maki, ma non vedi mai esagerare con gli allenamenti, chiaro?" Disse Ryuuji.
"Chiaro!"
"Infondo è da un bel po' che non giochiamo a calcio tutti e tre." Disse Hiroto.
"Ma questa volta realmente. Tu non usavi la forza solo perché ero un bambino, e se adesso non la userai è solo perché sei invecchiato?"

Ryuuji non trattenne le risate.

"Invecchiato? Allora questo significa che dovrò insegnarti un bel po' di cose."
"Ci sto. Però se poi ti supero?"
"Allora significherà che hai imparato davvero bene."

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Capitolo 5
*** 3. ***


"Ottimo dribbling Kira." Disse Endou.
"Grazie allenatore."

Si era solo limitato a copiare ciò che aveva fatto Tenma un secondo prima.

"Ora tocca a Kageyama e Tsurugi."

Quella mattina, Endou li aveva invitati a fare un piccolo allenamento mattutino con lui, stava verificando i miglioramenti a detta sua.

Forse doveva spiegarsi meglio, era passata una settimana dall'inizio della scuola, e in quella settimana, Masaki insieme a Tenma, Kyousuke, e gli altri due primini (Hikaru e Shinsuke), si erano allenati personalmente con Endou, così da dargli modo di essere quasi al passo con la prima squadra.

Erano lì già da una buona mezz'oretta, ed erano ormai le sette e quarantacinque; quindi, molto probabilmente avrebbero finito dopo lo switch di Kageyama e Tsurugi.

A detta sua, ancora nessuno era ai livelli della prima squadra, ma li aveva visti poche volte allenarsi per poter giudicare.

Con i suoi genitori invece, aveva dato una buona solidificazione alle sue basi, ma per un hissatsu era ancora troppo presto.

Alla fine, le divise della Alien le avevano ricevute e Masaki aveva avuto il numero 15, Kageyama il 16, Shinsuke il 20 mentre Kyousuke il 13 e Tenma l'8, non sapeva perché poi aveva cambiato di nuovo.

"Bene così ragazzi." Disse Endou. "Allora noi ci rivediamo oggi, al club di calcio, in sala riunioni, è invitata anche la seconda squadra poiché ho intenzione di fare una minipartita. Mi raccomando puntuali. Buone lezioni."
"A dopo allenatore."

Corsero agli spogliatoi, prima di rischiare di fare tardi alle lezioni.
Loro cinque, del primo anno, avevano stretto un bel legame. Grazie al club di calcio.
Anche se era solo una settimana che li conosceva, Masaki poteva dire con certezza che erano delle brave persone.

"Ci credete? Giocheremo una partita!"
"Endou-san non ha detto che sceglierà te; molto probabilmente finiremo in panchina." Disse Kyousuke.
"L'hai demoralizzato ora." Rise Shinsuke.
"Io giocherò, ne sono sicuro." Disse Tenma.
"Sarebbe bellissimo." Disse Hikaru.

Masaki si cambiò piuttosto velocemente.
Lui e Kyousuke erano gli unici ad aver già finito.

"Hei vi andrebbe di unire il tavolo?" Domandò Shinsuke.
"Certo! È una bellissima idea." Rispose Tenma.
"Quindi ci ritroviamo in mensa dopo le lezioni." Disse Hikaru.
Tenma fu piuttosto felice di quell'idea. "Sì!!"

Uscirono dallo spogliatoio per recarsi all'ingresso dell'istituto.

"Endou-san è così gentile ad allenarci." Disse Hikaru.
"Già. Allenatore migliore non esiste." Disse Tenma.
"Non puoi saperlo." Disse Kyousuke.

Da lontano poi, Tenma vide il capitano, ci tenne a salutarlo.
"Buongiorno capitano!"

Quello ricambiò il saluto con la mano.
Shindou in quella settimana l'avevano visto davvero poco, però, sembrava davvero un ottimo capitano, aveva visto un paio di volte delle sue hissatsu in allenamento, e per come si comportava in squadra, sembrava quasi come un direttore d'orchestra.
Ovviamente, oltre a lui, aveva visto il suo amico dai codini rosa, che per comodità Masaki avrebbe chiamato 'codini rosa.', per non chiamarlo stronzo.
Perché quello sembrava.

Si, aveva molta fantasia.

Non si erano ancora mai parlati, così come non avevano mai parlato sul serio con Shindou o con qualcuno della prima squadra.
Solo con Sangoku, che era del terzo anno, ma solo perché si allenava con Shinsuke, era il portiere della squadra.

E lui disse che forse il prossimo anno avrebbe mollato, siccome sarebbe stato l'ultimo, e voleva dedicarsi bene allo studio per andare in una grande università in futuro, e aiutare sua mamma. Era un gesto carino.

Dopo aver salutato il tanto amato capitano, Kyousuke trascinò via Tenma prima che potesse chiedergli chissà cosa.
Entrarono in classe e presero posto, in attesa dell'inizio delle lezioni.

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Dopo le prime quattro ore di lezioni, la campanella che segnava la pausa pranzo trillò.
Insieme a Kyousuke e Tenma, Masaki si avviò verso la mensa, dove si erano dati appuntamento con Hikaru e Shinsuke.

"Oh wow la mensa è davvero enorme." Disse Tenma.
"Spero che il pranzo sia altrettanto buono, non vorrei provare il brivido di andare in infermeria." Disse Masaki.

Non mangiare i manicaretti di Ryuuji era un'eresia.
Gli dispiaceva riportargli il pranzo indietro, ma, aveva anche tanta curiosità nel provare il pranzo della mensa.
Probabilmente se ne sarebbe pentito.

"Ehi ragazzi! Siamo qui!"
Hikaru sventolò la mano cercando di farsi vedere.

I tre andarono al tavolo.

"Dovete prima prendervi da mangiare." Disse Shinsuke. "I vassoi ve li abbiamo presi noi."
"Oh grazie!" Disse Tenma.

Insieme andarono al bancone, per riempire di cibo i vassoi.
C'era questo enorme bancone, tipo da gelateria, ma al posto dei gusti di gelato, c'era il pranzo, qualsiasi cosa, dal primo alla frutta. Poi c'era una specie di frigo con dell'acqua, succo di frutta, aranciata e coca-cola.

Una volta svelto cosa mangiare, tornarono al tavolo.

Si sedettero, Masaki tra Hikaru e Shinsuke, Tenma e Kyousuke di fronte a loro.

"I ragazzi della prima squadra si siedono lì." Disse Shinsuke indicando un tavolo dietro Tenma. "Non sono tutti però."
"Avete già mangiato qui?" Domandò Tenma.
"Sì, dal primo giorno, si mangia abbastanza bene." Disse Hikaru.
"Oh, allora pancia mia fatti capanna!"

Tenma prese le bacchette con una velocità assurda e mise il primo boccone in bocca.
A giudicare dall'espressione che faceva, era realmente buono, quindi Masaki prese le sue bacchette.

Parlarono di scuola e si scambiarono i nomi dei professori per vedere se avevano gli stessi, opinioni sulle lezioni e cose del genere.

"In questa settimana di allenamento siamo stati proprio bene." Disse Tenma.

Chi poteva parlare di calcio se non lui?

"Già, e siamo stati anche fortunati, l'allenatore ci ha dato molta della sua disponibilità." Disse Shinsuke.
"Giocare oggi sarebbe davvero bello, anche perché così possiamo vedere quanto siamo migliorati e quanto siamo coordinati in squadra." Disse Hikaru.

Giocare in squadra gli metteva un po' paura, erano comunque tante persone su un solo lato del campo...
Insomma a pallavolo ne erano soltanto sei, e lui non entrava mica spesso in campo, qui, invece, ne erano undici.

E se non era abbastanza coordinato con la squadra?
Se sarebbe andato male ed Endou lo avrebbe rispedito a casa?
No. Non poteva succedere, vero?

"E poi, se giochiamo con la prima squadra avremmo finalmente l'opportunità di conoscerli tutti!" Disse Tenma.
"Sì, soprattutto il capitano potrà vedere quanto siamo migliorati." Disse Hikaru. "Non sembra una cattiva persona, forse è solo un po' preoccupato per via del nostro arrivo."
"Si, per me sembra davvero una brava persona e a vederlo allenarsi e anche un buon giocatore." Disse Tenma.
"Beh, fosse un novellino, non starebbe in prima squadra." Disse Kyousuke.

Tenma gli fece la linguaccia.

Finita la pausa pranzo, i ragazzi ritornarono nelle proprie aule e si diedero appuntamento fuori scuola per andare insieme al club di calcio.

Le lezioni ricominciarono.
Iniziare con matematica non era proprio uno spasso, faceva venir voglia di andare in bagno e non uscirne più per tutta la fine della lezione.

Masaki non odiava matematica, odiava matematica alle ultime ore dove il suo cervello voleva solo rilassarsi.
Insomma, avrebbe seguito poco e niente di quella lezione.

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E anche per quella giornata, le lezioni finirono.
Masaki, insieme a Kyousuke e Tenma, andarono come d'appuntamento fuori scuola.
Ormai loro tre erano un po' come i tre moschettieri o il trio delle meraviglie, o semplicemente tre idioti.

Purtroppo, furono loro a dover aspettare Hikaru e Shinsuke.

"Spero non facciano troppo tardi, l'allenatore ci ha detto di essere puntuali." Disse Tenma.
"Staranno arrivando." Disse Masaki.

Fortunatamente, Hikaru e Shinsuke arrivarono.

"Eccoci!" Disse Hikaru.
"Ciao ragazzi!" Disse Tenma. "Andiamo?"
"Sì, andiamo prima che si faccia troppo tardi." Disse Shinsuke.

Tutti insieme andarono alla sala riunioni nella sede del club di calcio.
I ragazzi c'erano già, ma non erano tutti.

Masaki prese posto, voleva sedersi vicino a Kyousuke, ma Hikaru si sedette accanto a lui.
"Pensi che gli altri lo sappiano?" Gli domandò.
"Non lo so, probabilmente no?"

Se Endou gli aveva detto di andare alla sala riunioni, probabilmente è perché voleva dirlo alla squadra.
Arrivarono Shindou era affiancato da 'codini rosa.'.
I due si sedettero davanti a tutto.

Endou arrivò, accompagnato dalla professoressa Otonashi.
Richiamò l'attenzione di tutti i presenti.

"Ragazzi, oggi farete una piccola partita, tra di voi o, meglio, dire tra la prima e la seconda squadra. Una piccola partita che vi farà da allenamento non fa male a nessuno di voi non preoccupatevi.
Le squadre saranno miste, questa è una mia decisione, in modo da vedere anche i ragazzi nuovi come andranno, cosa ne pensate? Qualcosa da dire al riguardo?"

Qualche mano si alzò ma fu solo per chiedere perché nessuno era stato avvisato in anticipo.
Probabilmente Endou avrebbe incenerito qualsiasi altra mano.
Nessuna domanda fu veramente di vitale importanza.

"Bene, i capitani saranno rispettivamente, Shindou per la prima squadra e Nanasuke per la seconda, non preoccuparti Ranmaru, avrai la tua era da capitano.
Lo schema che useremo sarà il classico, 3-4-3. I portieri saranno Sangoku per la prima squadra e Nishizono per la seconda.
Ora vedremo le squadre."

La professoressa Otonashi girò la lavagna.
Sembrava di essere a 'gira la ruota.'.

"Giocheremo nella stessa squadra!" Esclamò Hikaru.

Voleva sotterrarsi.
Cos'aveva da urlare? Mezza sala si era voltata verso di loro.

Quando Endou aveva detto che le squadre sarebbero state miste, non pensava in quel modo.

"Come avete visto, per la prima squadra ho aggiunto Kariya, spero non ti dispiaccia Ranmaru, ma Kariya è migliorato abbastanza e voglio vedere come si comporta con qualcuno del suo stesso ruolo. In difesa con voi due ci sarà anche Amagi."

Il diretto interessato, Ranmaru, era proprio 'codini rosa.', l'amico del capitano, quello che aveva visto in difesa con la maglia numero 3!
Andiamo, chi poteva mai chiamarsi 'Kirino Ranmaru' in quella sala se non 'codini rosa.'?
Questa era una maledizione!

Quindi la 'R' sul profilo di Shindou stava per 'Ranmaru'.
Si chiedeva, perché?
Era da idioti fare una cartella in evidenza, del proprio migliore amico (o magari si tenevano), con l'iniziale del suo nome.

"Sì allenatore." Ripose 'codini rosa.'.
"Bene, in centrocampo, ho solo aggiunto Matsukaze Tenma, il resto sono Kaiji Hamano, Hayami Tsurumasa e Shindou Takuto.
In attacco invece, Kurama Norihito, Minamisawa Atsushi e Kageyama, tenete d'occhio Kageyama."
"Sì allenatore."
"Passiamo invece alla seconda squadra: in difesa vi ho facilitato le cose e con Hoshino e Coronado ci sarà Kurumada. In centrocampo siete rimasti sempre gli stessi."

Presumeva fossero Shunsuke, Nanasuke che era il capitano, Woodchuck e Mahican.
"[...] Mentre in attacco ci sono: Meister, Nishiki e Tsurugi."

Con tutti quei nomi Endou non aveva fatto altro che confonderlo.
Un po' Fortuna l'aveva assistito, ed era capitato in prima squadra, sperava solo non fossero favoritismi da parte di Endou.

Guardò ancora un po' 'codini rosa.', e adesso?

"Andate a mettere le divise, e raggiungetemi al campo, inizieremo con un po' di riscaldamento per tutti." Disse Endou.

Tutti si alzarono ed andarono verso gli spogliatoi.

"Kyo!! Non saremo insieme!" Piagnucolò Tenma.

Poteva giurare di aver sentito Kyousuke dire "menomale."

"Eh già, ma infondo l'allenatore l'ha fatto solo per vedere quanto valiamo nel singolo." Disse Kyousuke, con finta tristezza della voce.
"Sì. Da ora in poi saremo nemici però..."
"Tenma, è una partita. Non ci pensare." Disse Kyousuke.

Arrivati negli spogliatoi, Masaki indossò la divisa piuttosto velocemente, ma aspettò tutti gli altri prima di uscire.

Si recarono al campo.

Endou fece fare loro riscaldamento base.
Per 30 minuti.
30 minuti, che sembrarono un'infinità.

Tenma gli disse che di solito vi si faceva per dare tempo, durante le partite, per la scelta dell'arbitro, e perché comunque prima di una partita c'era bisogno del riscaldamento.

Oltre a quello, Tenma l'aveva riempito di chiacchiere su quanto fosse migliorato con la sua hissatsu.

Sperava che ci fosse almeno uno come lui senza hissatsu, non voleva fare la figura dell'idiota.

Tenma era veramente logorroico, e dovette subirselo fino alla fine del riscaldamento.

Endou diede a Shindou le direttive, e poi si occupò della seconda squadra con Nanasuke.

"Allora ragazzi, è solo una partita di allenamento, ma noi la giocheremo come una partita vera e propria. Non voglio scivolate troppo brusche, zone scoperte e tantomeno litigi. Capito Minamisawa?" Domandò Shindou.

Il diretto interessato, Minamisawa voltò lo sguardo a Shindou.
Minamisawa era il capocannoniere della squadra, colui che aveva la maglia numero 10, aveva i capelli di un colore simile alla prugna (sì, Masaki assocerà sempre qualcosa al cibo), non era molto alto, nella media per la sua età.
Era del terzo anno, aveva quindi 17 anni, era al suo penultimo anno in quella scuola.

In giro per la scuola circolava la voce che volesse cambiare scuola, ma, a quanto pare, era ancora lì.

"Fatta questa piccola parentesi, vengo a voi primini. Giocate come avete sempre fatto, voglio farmi un'idea sulle vostre capacità."

Questa premessa poteva tenersela anche per sé.

Iniziarono ad occupare la metà campo.

Kirino, 'codini rosa.', era al centro, mentre Amagi era a destra.

E come se lo stesse pensando, 'codini rosa.' si voltò per guardarlo.

Aveva ricevuto il messaggio: ti tengo d'occhio.

Poi magari se l'era solo immaginato e l'aveva guardato per curiosità, per vedere se si sapeva reggere in piedi, insomma, quelle cose lì.

Non appena la seconda squadra fu pronta (poverini avevano dovuto subirsi il sermone di Endou), la partita iniziò.

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Gli ci vollero dieci minuti prima di adeguarsi all'andamento della squadra.

La 'partita' stava andando bene, avevano possesso palla in quel momento e da quello che aveva visto, la difesa avversaria non era così solida.
Kurumada era quello che faceva più lavoro di tutti.

Il primo gol aveva provato a segnarlo Hikaru, peccato che andò a finire dritto con la faccia nel palo.
Masaki si trattenne dalle risate, e ricevette un'occhiataccia da 'codini rosa.'

Shindou gli aveva spiegato che non doveva guardare tutto il tempo per terra, e Kageyama sembrò imparare molto in fretta, peccato che la seconda volta perse la palla per la hissatsu di uno dei ragazzi avversari.

Kyousuke se la cavava piuttosto bene, era riuscito a superare Amagi, ma poi codini rosa l'aveva fermato con una scivolata.

Riguardo a Tenma, non aveva ancora usato la sua hissatsu, ma insieme a Shindou aveva eseguito una serie di passaggi che avevano portato la squadra in attacco.

Da quello che aveva capito, Shindou oltre ad essere un centrocampista, talvolta si spostava in attacco ed aveva anche delle hissatsu di tiro.
A vederlo in azione sembrava tutt'un'altra persona.

In quel momento, Minamisawa segnò al povero Shinsuke.
Il primo gol era loro.

Le manager facevano il tifo per entrambe le squadre, Midori fu la prima ad esultare non appena la palla entrò in rete ma subito dopo si dispiacque per Shinsuke (sembrava molto bipolare detta così).

Akane, era la fotografa di turno, Masaki l'aveva vista scattare già un rullino di fotografie.
Aoi invece era la più calma, sembrava che nemmeno facesse il tifo, tranne per qualche urletto per Tenma.

Il pallone non superò la loro linea d'attacco, con una perfetta scivolata Kurama rubò nuovamente palla, la rispedì a Tsurumasa non appena si vide circondato.

Avvenne una serie di passaggi da parte loro.

In campo la percezione del tempo era diversa.
E quella serie di passaggi sembrò veramente infinita.

Shindou avanzò personalmente passando poi la palla a Kageyama, chiedendo di riprovarci.

Kageyama non segnò nemmeno stavolta, per poco però.
Prese la traversa, ma Hikaru non sembrava scoraggiarsi, e Shindou gli disse che sarebbe andata bene la prossima.

Quando finalmente la palla arrivò in difesa, Masaki si disse che era momento di agire. E agì veramente.

Soffiò la palla in modo così veloce che sorprese anche sé stesso.
Sapeva di essere relativamente veloce, ma non si aspettava di essere così veloce.
Passò la palla al primo libero che vide, ovvero Tenma, che era anche quello che poteva arrivare al tiro che aveva fatto.

L'allenamento con Endou gli aveva fatto bene, e stava dando i suoi frutti.

Tenma, finalmente, usò la sua hissatsu che aveva chiamato Easy Breezy*.
Aveva dribblato l'avversario con una folata di vento, letteralmente.

Ora Tenma aveva passato la palla a Minamisawa ma la sua azione venne fermata dal fischietto.
Il primo tempo era giunto al termine.

Si diressero a bordo campo dove gli offrirono un asciugamano e da bere.
Shindou si complimentò con Tenma e diede qualche dritta a Kageyama.
Sembrava un ottimo capitano, ci teneva alla squadra.

A lui si avvicinò Amagi.
"Complimenti per il salvataggio." Disse.
"Ho fatto solo quello che dovevo."

O almeno era quello che credeva.

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La partita ricominciò

Il pallone finì in mani avversarie.
Kyousuke sembrava più determinato che mai e con una hissatsu segnò.
Non diede modo a nessuno di fermare quella hissatsu.

Era una tecnica ben elaborata la sua.

Masaki si chiedeva da quanto tempo giocasse per avere una hissatsu simile.
Adesso erano sul pareggio.

La situazione sembrava morta.
Sangoku gli passò il pallone, lui lo passò ad Hamano e da lì partì un'altra serie di passaggi.

Quando poi la palla passò a Shindou, con un'ottima hissatsu passò in attacco e da lì tirò con un'altra hissatsu, si chiamava 'Fortissimo*' ed era bellissima da vedere.

Shindou riuscì a segnare.
Ora che erano entrati più nello spirito di squadra Hamano gli batté il cinque e Tenma gli urlò: "Bel colpo capitano."

Dall'altra parte, Shinsuke passò la palla al capitano della sua squadra, anche lì provarono a copiarli e con una serie di passaggi man mano avanzavano verso la metà campo.

Tenma non riuscì a rubare palla, Hamano ci provò ma Nanasuke aveva passato la palla a Kyousuke.
Se non si fossero mossi in fretta, avrebbero pareggiato di nuovo.

Masaki provò a sottrargli palla con una scivolata, ma fallì.
Si rimise subito in piedi facendo una mezza verticale, corse nuovamente e nel bel mezzo di un passaggio, riuscì a rubare palla.

La passò a 'codini rosa.'
'Codini rosa.', che era rimasto come un baccalà, uso la sua hissatsu (doveva dire che era davvero ridicola) e riuscì così ad avanzare.

Passò la palla a Shindou che la passò a sua volta a Kageyama.
Questa volta Hikaru tirò in porta, ma Shinsuke fermò il tiro.

Almeno era riuscito a tirare in porta.

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Finalmente la partita finì.
Finì con un pareggio, ma almeno finì.

Endou aveva fatto i complimenti ad entrambe le squadre e soprattutto a Shindou per come aveva gestito tutto da solo.

Li mandò a cambiare.
Tenma parlò quasi tutto il tempo di quanto Kyousuke fosse stato un ottimo avversario.

Masaki voleva soltanto vomitare.

Elogiava Kyousuke come se fosse il miglior giocatore sulla faccia della terra. E per carità, lui non era nessuno per dire che Kyousuke non era bravo a giocare, però, poteva anche non stare sempre dalla parte del suo fidanzato. Insomma, poteva fare i complimenti a chiunque.

Per non sentirgli dire più una singola parola, Masaki si avvicinò a Hikaru.
Entrambi si complimentarono per le ottimi azioni.

"La prossima volta segnerò e ti restituirò il favore."
"Non mi devi nessun favore, alla fine abbiamo pur sempre pareggiato."
"Si, ma non credi che avremmo perso se non fossi stato così veloce? Come hai fatto?"

Come aveva fatto non lo sapeva nemmeno lui.

"Sono veloce e basta? Ti va bene come risposta?"

Hikaru gli sorrise. "Mi può bastare."
"Il capitano crede in te."
"Sì, è stato davvero gentile a passarmi la palla più volte."

Forse aveva valutato male Shindou. Doveva ricredersi.

Non appena entrarono nello spogliatoio, Masaki perse di vista Hikaru, ritornò da Kyousuke insieme a Tenma.

"Complimenti per la difesa."
"E tu per entrambi i tiri che hai segnato, sei veramente forte."
"Grazie."

Dopo che si cambiarono, ritornarono da Endou.
Il loro allenatore disse che l'indomani mattina non avrebbe tenuto nessun tipo di allenamento speciale, anche perché facendo quella partita avevano già fatto abbastanza, ma che, se avessero voluto avrebbero potuto comunque allenarsi.

Endou li lasciò liberi di tornare a casa.
Shindou però, stava parlando alla squadra e soprattutto ad Hikaru.
Così il trio del primo anno si avvicinò al capitano.
(Masaki era stato costretto da Tenma, aveva costretto anche Kyousuke poveraccio.)

Era la loro occasione per poter conoscere tutti i ragazzi della squadra, finalmente.
Almeno così Tenma si sarebbe messo l'anima in pace.

"Con un po' di allenamento in più potresti entrare in campo quasi tutte le volte Tsurugi, abbiamo solo due attaccanti; quindi, magari uno in più ci andrebbe più che bene." Disse Shindou.

L'attenzione di Masaki però era rivolta ad Hikaru che parlava con 'codini rosa.'. Forse prestò troppa attenzione.

"Masaki-kun, vieni qui!" Disse Hikaru, come se si conoscessero da chissà quanto.

Non poté rifiutare, né Tenma né Kyousuke erano lì per salvarlo.

Raggiunse quindi Hikaru e 'codini rosa.'.

"Grazie Hikaru."
"Grazie a te Kirino-san." Disse Hikaru. "Ciao Masaki."

Neanche il tempo di salutarlo che Hikaru era già fuggito via.

Hikaru aveva scelto morte.
Nemesi aveva scelto di far morire lui.

Ma poi per cosa si ringraziavano?
Neanche il tempo di pensarlo che finalmente quel 'Codini rosa.' petulante gli rivolse le sue prime parole.

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*Easy Breezy = Giro di vento.
*Fortissimo = Tiro Sonoro.
 

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×Angolino autrice ×

ZAN ZAN
Cosa vorrà dire il nostro amatissimo 'codini rosa.', a Masaki?? Sono aperte le scommesse! Sbrizzarritevi come potete!

La smetto con le stronzate, allora, su questo capitolo non ho niente da dire.
La prima partitella, le prime cose, gli amici ecc...
penso sia un capitolo abbastanza lineare come i due precedenti.

Vabbè, abbiamo fatto la "conoscenza" di Kirino Ranmaru, amico di Shindou (capitano della squadra) che Masaki ha soprannominato 'codini rosa.'
Nessuno se lo aspettava ve'?

piccola precisazione, 'codini rosa.' verrà sempre scritto in questo modo, e in corsivo, (o almeno ci proverò) per sottolineare il suo ruolo nella storia.
Ovviamente, andando avanti chissà potrebbe cambiare ;)
Mi scuso in anticipo se a qualcuno possa dare fastidio(?) il corsivo.

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Capitolo 6
*** 4. ***


"Hai lasciato la tua zona scoperta."

Queste furono le prime parole che gli rivolse Kirino Ranmaru, anche detto 'codini rosa.'

Seriamente?

Lo stava rimproverando? Per una buona azione? Sul serio?
Non poteva crederci! Si aspettava di tutto, sì, ma non un rimprovero del genere! Da lui, che non era neanche il capitano!

"Ma se non fosse per la mia mossa azzardata, ora avremmo perso."

Come se 'codini rosa.' non bastasse, arrivò anche Shindou Takuto, il capitano.

"Sono contento che state parlando tra di voi. Complimenti Masaki, la tua velocità e il tuo equilibrio sono piuttosto sviluppati, puoi diventare un ottimo difensore. Non credi Ranmaru?"

Ci rimase di stucco. E a vedere la faccia del ragazzo di fronte, anche lui ci era rimasto di stucco.

Non si sarebbe mai immaginato di ricevere un 'complimento' da parte di Shindou, cioè non ce le vedeva e, a quanto pare, anche 'codini rosa.' la pensava uguale.

Lo guardava dall'alto in basso, con aria quasi di superiorità. "Già, potrebbe."
"Sono sicuro che l'allenatore ne terrà conto, ci vediamo domani agli allenamenti." Shindou gli sorrise.
"Grazie capitano, a domani."
"Vengo con te." Gli informò 'codini rosa.'. "Se fossi in te, non rifarei mosse azzardate. Ti tengo d'occhio, non sarai in prima squadra così facilmente."

E se ne andò, seguendo il suo caro amico capitano.

Era arrivato letteralmente come un fulmine a ciel sereno, quando c'era ancora il sole, senza nuvole;
Ecco cos'era 'codini rosa.'

Che caratterino.

Non gli era sembrata una cosa tanto malvagia quello che aveva fatto, e se nemmeno Shindou ne aveva tenuto conto, perché doveva farlo lui?

Poteva tenerlo d'occhio quanto voleva, non era interessato ad entrare in prima squadra. Soprattutto se ad affiancarlo c'era uno come lui. No, proprio non ci teneva.

Se ne tornò da Kyousuke e Tenma, cercando di non pensarci più.

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Dopo quel giorno, Masaki non ebbe modo di scambiare nessuna parola con 'codini rosa.', e gli stava bene così.
Ma, durante gli allenamenti, sentiva spesso il suo sguardo addosso. Era una cosa fastidiosa.
Odiava essere guardato.

Gli stava antipatico?

Era lui quello che l'aveva scontrato per i corridoi, non l'opposto; anche se forse quello non sapeva nemmeno che fosse Masaki, visto per quanto andava veloce.

Beh, adesso, 'codini rosa.', gli stava antipatico... E doveva seriamente smetterla di pensarci.

Lì al club di calcio sembrava andare tutto a gonfie vele, ormai si era abituato alla routine e all'andamento della squadra e si era ormai abituato alla pace che regnava a Nagano, che un po' gli ricordava Kyoto.

A tal proposito, mancavano meno di due settimane alla 'Golden Week*', la settimana dei festival lì in Giappone, e al suo compleanno, e come di tradizione sarebbero tornati a Kyoto dal resto della sua famiglia, per festeggiare il compleanno tutti insieme. Non vedeva l'ora di essere a casa, ad esser sincero.

Fare strada con Kyousuke e Tenma era diventata un'abitudine, ed era bello, dopo gli allenamenti, avere qualcuno con cui camminare verso casa, anche se continuava a sentirsi come il terzo incomodo.
Loro due erano una coppia, e lui era sempre con loro.
Per Fortuna o no abitava proprio accanto a loro, non poteva scamparla.

Con Hikaru si trovava davvero bene, la loro era un'amicizia diversa da quella che aveva con Tenma o Kyousuke, ma stare in pausa pranzo con altre persone, diverse da Tenma e Kyousuke (anche se erano lì), gli faceva bene.

Non era propenso a farsi nuovi amici, così come non lo era a fidarsi delle persone, ma Hikaru gli sembrava un tipo apposto, e anche Shinsuke, anche se non lo aveva inquadrato veramente bene.

Non aveva ancora stretto nessun 'amicizia' con i ragazzi del club di calcio, anche perché erano del secondo e del terzo anno.

In quel momento, si ritrovava a dover ascoltare la lezione di Arte, mancavano solo dieci minuti alla pausa.

Tenma continuava a scarabocchiare su un foglio e Kyousuke era dietro.

Masaki invece, si era appena reso conto di aver pasticciato tutti gli appunti presi, disegnandoci, e le sue doti artistiche erano pari a quelle di un bambino di cinque anni.

I famosi dieci minuti di pausa arrivarono, e dopo aver salutato il professore, ognuno fece ciò che più voleva.
Chi si alzava e girava per la classe, chi parlava con il compagno accanto, o chi come Tenma, disturbava.

Masaki, ne approfittò, e cercò di recuperare i suoi appunti, mentre Tenma rompeva le scatole al povero Kyousuke.
Non durò nemmeno cinque minuti, che venne a romperle a Masaki.

"Stai ancora studiando?"
Tenma gli prese il suo amato quaderno blu a spirale dalle mani.

"Smettila, è noioso." Disse, poi chiuse il quaderno e se lo mise in cartella. "Te lo ridarò a fine lezione."
"Ma stavo solo ricopiando."
"No no, non m'interessa, adesso fai conversazione come una persona normale."
"No."
"Invece sì."
"Stop." Disse Kyousuke. "Tenma, se Masaki vuole-
- No, tu non devi intrometterti, Masaki può vivere per dieci minuti senza far niente."

Kyousuke rimase letteralmente a bocca aperta.
Non gli piaceva essere interrotto, questa gliel'avrebbe fatta pagare molto probabilmente.

"Ti piace?" Gli domandò Tenma.

Pensò di non aver capito poi così bene.

"Cosa?"
"Come cosa? La difesa, Masaki!"
"Se tu non-
-Kyo!" Tenma lo interruppe di nuovo, mettendogli una mano davanti alla bocca.

"Sì, mi piace, sennò perché l'avrei scelto?"

Bugia, non sapeva nemmeno lui perché aveva scelto la difesa, e probabilmente il motivo non era perché gli piaceva.

"Secondo me avresti dovuto fare l'attaccante."
Masaki si passò una mano fra i capelli. "Oh no, ancora con questa storia."

Dopo una lotta infinita, Kyousuke riuscì a spostare la mano di Tenma dalla sua bocca. "E tu il portiere, va bene se la mettiamo su questo piano?" Gli domandò.
"No. Io lo dico perché è la prima volta che gioca a calcio."
"Non ha senso." Disse Kyousuke. "Hai appena detto una stronzata."
"Ha ragione Kyo."
"Ma almeno aveva compagnia in attacco..."
"Ce l'ha anche in difesa."
"Di che compagnia avrei bisogno? Siamo in undici e sullo stesso campo, mica siamo separati tipo polo nord e polo sud."

Tenma si sedette al suo posto, lasciandosi letteralmente cadere sulla sedia.
"E va bene, però se non ti trovi cambia ruolo."
"Tenma, tranquillo, sto benissimo in difesa."
"Va bene, mi fido di quello che dici."

Tenma gli restituì il quaderno. "Tieni."
"Oh, grazie."

Continuarono i loro dieci minuti di pausa tra una chiacchiera e l'altra, mentre Masaki cercava di prendere gli appunti.

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La pausa pranzo non tardò ad arrivare.
Andarono in mensa, dove ormai era abitudine recarsi, per andare a pranzare con Hikaru e Shinsuke.

I due erano già seduti al tavolo, a quanto pare, la loro classe era quella più vicina alla mensa, perché facevano sempre prima loro, era l'unica spiegazione che sapeva darsi.

"Hei ciao!" Disse Tenma, appena seduto.
"Ciao." Salutarono Shinsuke e Hikaru.

Seduti lì a quel tavolo, c'era sempre un argomento che spiccava più di tutti.
Il club di calcio, o comunque, il calcio.
Era il loro argomento preferito, anche se la maggior parte delle volte a parlarne erano Tenma, Shinsuke e Hikaru, talvolta si aggiungeva Kyousuke e talvolta lui, ma non era di sicuro tra i suoi argomenti preferiti, però se avesse servito a tener animato quel tavolo, allora, sarebbe andato bene.

"Quindi hai giocato in una scuola calcio??" Domandò Hikaru forse per la quarta volta in quei minuti.

Tenma gli sorrise soddisfatto. "E ho giocato anche tante partite, era come da professionisti."
"Wow dev'esser stato bellissimo!"

Gli occhi di Hikaru non smettevano di avere uno strano luccichio.

"Anche Shinsuke ha giocato a calcio, vero?" Domandò al suo compagno di classe.
"Sì è vero, ma solo per un anno, e come difensore tra l'altro, alle scuole medie."
"La nostra scuola media non aveva i club." Disse Tenma. "Anzi ne aveva solo tre o quattro, ma non il club di calcio, ma tu Hikaru?? Hai detto che giochi solo da due mesi e ti sei iscritto comunque."
"Sì! Il calcio è di famiglia, ma solo due mesi fa ho avuto l'opportunità di giocarci sul serio." Disse Hikaru mentre addentava il suo pranzo.

Masaki guardò Kyousuke, che beveva rumorosamente con una cannuccia la sua aranciata.
Non sembrava per niente interessato al discorso.

E come poteva dargli torto?

"E tu Masaki?" Domandò Hikaru. "Da quanto giochi a calcio?"
"In realtà non ho mai giocato seriamente prima d'ora."
"Oh, menomale! Anche tu sei come me." Disse Hikaru.

Masaki gli sorrise.

"E come mai hai deciso di unirti al club di calcio?" Domandò Shinsuke.
"Perché mi piace, che domande."

Kyousuke continuava a far rumore con quella dannata aranciata.
Tenma lo guardò e scoppiò a ridere.

Parlarono ancora e ancora, finché non suonò la campanella che metteva fine alla pausa pranzo.
Così, i cinque tornarono alle proprie classi dandosi appuntamento alla fine delle lezioni.

Masaki, Tenma e Kyousuke andarono alla loro aula.

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Le lezioni finirono per quella giornata.
Le ultime lezioni furono abbastanza 'sopportabili' per Masaki.

Non appena Tenma finì di riempire la cartella, uscirono dall'aula e aspettarono Hikaru e Shinsuke che non tardarono ad arrivare, insieme poi andarono agli spogliatoi.

C'erano già alcuni lì, che si cambiavano.
Alcuni tra cui il capitano e il suo amichetto.

Tenma, che ci teneva veramente un sacco, lo salutò, e così i due furono costretti a salutare il resto dei presenti.
E Masaki doveva per forza ricambiare il saluto di 'codini rosa.', lui non era scostumato.

Finito il giro di 'ciao/hei' appena entrava qualcuno, Tenma iniziò veramente a cambiarsi insieme a loro.

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In allenamento faceva coppia con Hikaru.

Non era un vero e proprio allenamento in realtà, stavano lì a bordo campo a scartare dei coni con il dribbling.
Non era una delle sue attività preferite a dire il vero.

La squadra principale invece, era in campo ad allenarsi e Kyousuke era tra di loro.
Tenma e Shinsuke occupavano la porta dall'altro lato per allenarsi sui tiri e sulle parate.

Aveva appena finito il suo turno ed ora doveva controllare che Hikaru non si portasse via nessun cono, che detta così sembrava che stesse lavorando ai cantieri, non era così.

Guardava la squadra allenarsi, e in particolar modo la difesa.

'Codini rosa.' era al centro, e ai lati c'erano Kurumada e Amagi.
In quel preciso momento, 'codini rosa.' stava correndo con la palla al piede, effettuò un passaggio lungo non appena Shindou si fu liberato.

Amagi gli batté il cinque una volta tornato in posizione.

Sembrava amichevole, con persone che non erano lui.

Sentì qualcosa vicino al piede, e per poco non sobbalzò, poi capì che era solo il pallone.
Spostò lo sguardo davanti a sé e si ritrovo Hikaru seduto per terra.

"Ma che cosa ci fai lì per terra?"

Hikaru ridacchiò imbarazzato. "Sono inciampato."

Masaki gli tese la mano e lo alzò da terra.

"Ma sto bene! Adesso ci riprovo." Gli disse Hikaru.

Gli passò il pallone e Hikaru ricominciò.

Tenma e Shinsuke non se la passavano molto bene.

I tiri di Tenma non centravano la porta, era la terza traversa che gli aveva visto prendere.
Si chiedeva del perché Endou avesse scelto lui e non un attaccante per aiutare Shinsuke.
Però quei due sembravano divertirsi davvero tanto.

Lui non si stava divertendo per niente, non per Hikaru, ma perché quell'allenamento era davvero stupido, e non sarebbe servito a niente. Non aveva nemmeno potuto rifiutarsi.

Magari gli sarebbe servito allenarsi con il resto della squadra, e non fare allenamento individuale, come avrebbe imparato a stare al passo con la squadra se non ci giocava mai?

"Masaki, tocca a te."

Hikaru aveva appena risistemato i coni che aveva spostato, gli passò il pallone con un calcio.

Masaki prese il posto di Hikaru e con il pallone al piede iniziò l'allenamento.

Si girò per un millisecondo, giusto il tempo di vedere Tenma che gli faceva il segno della vittoria, prima di arrivare al termine.
Quella distrazione gli costò, alcuni coni si erano rovesciati.

"La prossima andrà meglio." Gli disse Hikaru.
"Grazie."

Risistemò i coni, e ci riprovò. Andò meglio della precedente, ma ci riprovò ancora.

Hikaru gli fece un applauso appena finì.

"Prendi."
Masaki gli passò il pallone e Hikaru lo prese e lo calciò dietro di lui.

Il pallone rotolò per un po' prima di fermarsi completamente.

"Vorrei tirare anche io in porta come Tenma..." Disse.
"Anche io vorrei smetterla con questo allenamento."
"Vado a prendere il pallone."

Hikaru corse fino a raggiungere il pallone.
Masaki invece guardò il campo, dove la prima squadra aveva smesso di allenarsi, e l'allenatore Endou stava parlando con Shindou.
Anche Tenma e Shinsuke avevano smesso di allenarsi.

Endou poi si allontanò e si avvicinò a lui e Hikaru.
Hikaru tornò da lui con il pallone fra le mani, giusto in tempo.

"Ragazzi andate insieme agli altri in sala riunioni." Disse Endou.
"Va bene allenatore." Disse Hikaru.

Lui e Hikaru posarono il pallone nel carrello, dove c'erano gli altri che usavano durante gli allenamenti, e Shinsuke e Tenma e insieme andarono in sala riunioni.

Ritrovarono Kyousuke in sala riunioni, appoggiato al muro mentre il resto della squadra prendeva posto.
Tenma e Shinsuke andarono a sedersi e Hikaru li seguì.

"Non ti siedi?"
"Sarà una cosa niente, poi ci manderà agli spogliatoi."
"Tutto ok con la squadra?"
"Sì, sono dei tipi a posto, un po' lenti. Tu con Hikaru?"
"È stato abbastanza noioso, ma tutto ok."

Endou fece il suo ingresso in sala riunioni e si andò a mettere infondo a tutto, dove c'era una lavagna bianca, in alto un proiettore puntato al muro.
C'era un piccolo scalino che lo rendeva più alto rispetto al resto della stanza, una specie di piccolo palco, fatto in modo che tutti potessero vederlo e sentirlo.

Accanto all'allenatore c'era la professoressa Otonashi davanti al pc.

"Grazie ragazzi. Abbiamo notizie per quanto riguarda il Football Frontier.
Non ci è stato detto quando inizierà, ma, sappiamo che venerdì 7 maggio si disputeranno le qualificazioni, e ovviamente ci siamo anche noi.
Non sappiamo ancora contro chi giocheremo, ma questo non ha importanza, qualsiasi squadra sarà dovete tener ben a mente che senza passare le qualificazioni non potremmo accedere e giocare al torneo.

Hamano, sembrava si chiamasse così, alzò la mano.
"Dì pure Hamano."
"Come facciamo ad allenarci? La partita è praticamente dopo la Golden Week, molti di noi non saranno qui in città e la scuola resterà chiusa."
"Grazie Hamano, a questo ho già provveduto, ad ognuno di voi verrà assegnata una scheda di allenamento il giorno prima delle vacanze." Spiegò Endou. "Tornando al presente, dovete già iniziare ad allenarvi, così da essere già preparati, ed è per questo che tra due giorni, dopodomani, giocherete un'amichevole contro l'Ultramegaedera.
Lo scorso anno hanno partecipato al Football Frontier, uscendo al terzo girone, il loro allenatore ha accettato l'invito, e così ci siamo accordati per una amichevole. -Endou si voltò verso la professoressa Otonashi- Haruna, grazie."

Sul proiettore apparve un breve filmato dell'Ultramegaedera lo scorso anno al Football Frontier.
Dal video sembravano delle bestie giganti, Masaki sperava vivamente che dal vivo non fossero così.

Alcuni come Minamisawa e Amagi fecero altre domande all'allenatore, ma, Shindou fu quello che domandò la formazione.
Endou gli fece un sorriso a trentadue denti. Molto inquietante.

Questa volta, Endou si avvicinò alla lavagna e iniziò a disegnarci su'.
Una volta finito, si mise di lato per lasciar vedere a tutti ciò che c'era scritto, non che si capisse molto della grafia di Endou.

"Useremo un 3-3-4, questa piccola modifica è dovuta al fatto che Kyousuke giocherà come attaccante, ma forse è meglio dirvi la formazione totale.
In difesa abbiamo: Amagi Daichi, Kirino Ranmaru e Kurumada Gouichi, i miei soliti, mi raccomando ragazzi.
In centrocampo: Hamano Kaiji, Shindou Takuto e Matsukaze Tenma, ti sei allenato duramente e voglio darti una possibilità, stai sostituendo Hayami, mi raccomando Tenma."

"Sì allenatore! Grazie."

"Proseguendo per l'attacco: Kurama Norihito, Minamisawa Atsushi, Nishiki Ryoma e Tsurugi Kyousuke, i tuoi tiri sono buoni, e la tua velocità ci può essere molto utile."
"Grazie allenatore." Disse Kyousuke.

Masaki, che era rimasto tutto il tempo con il fiato sospeso, adesso poteva tirare un sospiro di sollievo, non avrebbe giocato quella partita. E menomale.
Non ci teneva a giocare la prima partita dell'anno, non si sentiva ancora pronto ad una tale responsabilità.

"In porta come al solito, Sangoku Taichi, ma Shinsuke tieniti pronto lo stesso.
Potrete usare hissatsu e cose varie, ma mi raccomando non sforzatevi oltre, e non andate oltre il vostro limite."

Endou poi continuò a parlare e a parlare ancora, riguardo alla partita, all'Ultramegaedera, ma Masaki aveva smesso di ascoltarlo.

Due paia di occhi azzurri gli erano addosso.
Non aveva ancora incrociato il suo sguardo, e non voleva farlo, ma voleva veramente sapere perché lo stava guardando.

Lui teneva fissi gli occhi sulla lavagna, dove Endou disegnava frecce, e modi per arrivare alla porta, usando anche l'hissatsu di squadra che Shindou aveva pensato apposta per la squadra.

I due occhi azzurri adesso puntavano Endou, almeno l'aveva lasciato in pace.

"Bene ragazzi, potete andare a cambiarvi, ci vediamo domani, puntali mi raccomando."

Salutarono l'allenatore e andarono agli spogliatoi.

Masaki non vedeva l'ora di tornarsene a casa.
Tenma venne abbracciato da Shinsuke e Hikaru, che si complimentavano con lui per il suo ingresso in squadra, quei due erano veramente felici.
Ci provarono anche con Kyousuke solo che scappò verso le docce.

Masaki venne scosso dalla mano di Tenma sulla sua spalla.
"Hei! Vedrai che molto presto anche tu giocherai una partita vera e propria!"
"Grazie Tenma... ma veramente non ci tenevo a giocare contro quei mostri, te li lascio."
"Sembrano degli armadi è vero, ma non dire così! Prima o poi dovrai giocare, magari per la partita delle qualificazioni!"
"Speriamo di no?"

Tenma gli diede un pugno sulla spalla.
"Devi giocare."
"Sì si tranquillo."

Tenma lo guardò torvo prima di iniziare a cambiarsi.

Dopo essersi cambiato, aspettò che i suoi due compagni facessero lo stesso, poi insieme fecero ritorno a casa.

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*Golden Week = Settimana D'oro. È la settimana dei Festival in Giappone, va dal 29 Aprile al 5 Maggio di ogni anno.

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Capitolo 7
*** 5 ***


×Angolino autrice ×
Hei! Si questo angolo autrice sta qui, ma lo trovate anche alla fine del capitolo. Piccolo avviso questo capitolo ha 4.115 parole! (da Word), quindi mi scuso se è troppo lungo.

Buona lettura!

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Mancava un solo giorno alla partita contro l'Ultramegaedera.
Masaki non vedeva l'ora che quella partita sparisse, non si parlava d'altro.

Endou continuava a parlare di formazioni, di tattiche e di hissatsu nuove. E sentire Tenma che ne riparlava era davvero snervante.

L'unica cosa che avrebbe voluto fare era lasciare tutto e andarsene a casa, almeno lì non avrebbe più sentito parlare della partita.

La partita era in settimana, e per fortuna non era accessibile al pubblico, quindi c'erano solo loro, i ragazzi della scuola, e l'Ultramegaedera.
Niente genitori, niente stadio, niente di niente.

Sperava solo che né Hiroto né Ryuuji, corrompessero Endou.
Per sua sfortuna, erano capaci di farlo e poi Endou era veramente facile da corrompere.

In quel momento erano in allenamento, si stava allenando con Hikaru, ancora, mentre la squadra si allenava usando la formazione che aveva dato Endou.

Tra Minamisawa e Kyousuke non scorreva buon sangue, i due finivano spesso per litigare.
Tenma invece era proprio a suo agio nella squadra, e rimaneva sempre colui che rompeva le scatole a Shindou, che poverino voleva scollarselo di dosso.
Passava palloni a Shindou, lo chiamava 'capitano' in un modo davvero terribile, da mangiarti i timpani, e la maggior parte dei suoi passaggi non avevano una buona riuscita. A suo favore poteva dire che ogni qualvolta ci provava, migliorava.

Shinsuke, si allenava con Sangoku e Hayami in porta.

Questa volta, lui e Hikaru non si stavano allenando a dribblare, per fortuna, ma facendo dei semplici passaggi.

Durante l'allenamento, Masaki era riuscito a capire come funzionassero le hissatsu, tra cui quella di Shindou, che era pensata per la squadra.
Lui si muoveva proprio come un direttore d'orchestra e così riusciva a dirigere tutti i passaggi, in modo da passare la palla all'attaccante più vicino e disponibile.

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Avevano finito per vedere l'ennesimo video sull'Ultramegaedera.

Era la prima volta che Masaki vedeva una squadra diversa dalla sua, (e da quella di Hiroto, ma poi non sarebbe calcio dei ragazzini di scuole superiori), quindi probabilmente era normale che fosse un po' spaventato, e menomale che non doveva giocarci lui.
Sarebbe probabilmente morto.

Alla fine, anche se era soltanto un'amichevole, Endou sembrava parlare come se avessero dovuto giocare la finale del mondiale.

Li lasciò cambiare e poi tornarsene a casa.

Fece strada con Tenma e Kyousuke, come al solito.
Tenma stava continuando a parlare di quell'amichevole.

Masaki non ne poteva più, non sapeva come stava riuscendo a trattenersi dal non uccidere Tenma.

"Peccato che è a porte chiuse... zia ha detto che voleva vedermi giocare la prima partita..." Disse.
"Non abbiamo iniziato il torneo." Gli ricordò Kyousuke.

Tenma liquidò Kyousuke.
"Ehi Masaki, i tuoi genitori assisteranno alle partite del Football Frontier? E alla qualificazione?"

Masaki scrollò le spalle.
Sperava di no.

"Credo siano impegnati con il lavoro per venire alle partite."
"Peccato, avrei tanto voluto salutarli."
"Sai che puoi farlo letteralmente ogni-
-E tuo fratello Kyo?"

Riuscì ad interromperlo prima che creasse un casino.
Ci mancava solo Tenma che salutasse tutti i giorni i suoi genitori. Un incubo.

"Se non ha impegni con l'università, sì."
"Sai suo fratello studia fuori casa, quindi non c'è quasi mai qui a Nagano."
"Si dice fuorisede Tenma."

Yuuichi era il fratello maggiore di Kyousuke, e aveva frequentato la Raimon nei suoi anni migliori, era un grande fan di Gouichi Shuuya.

Non l'aveva mai incontrato di persona, ma Tenma glielo descriveva come il gemello di Kyousuke, solo più bello e questo faceva molto arrabbiare Kyousuke, anche se Tenma lo diceva solo per scherzare.

Non sapeva nient'altro su Kyousuke, non parlava molto spesso della sua famiglia.

"L'ha detto a me e non a te." Lo canzonò Tenma.

Ormai aveva perso il filo del discorso, era preso a contare i passi che faceva.

Sarebbe stato molto strano vedere Hiroto sugli spalti e non in campo, cioè, era lui che andava a vedere le partite del padre e non il contrario, ecco perché pensava fosse strano, i loro ruoli in qualche modo si erano invertiti.

"Ti va Masaki?" Domandò Tenma, parandosi davanti.
"Come scusa?"
"Oh, andiamo non stavi ascoltando! A cosa pensavi?"
"Niente che importi. Di cosa stavi parlando?"
"Dopo la partita di domani, magari potresti venire da me, per festeggiare sai... la nostra prima partita. Perché andrà bene!" Gli mostrò il segno della vittoria.
"Tenma, è un-
-Vieni o no? È comunque la nostra prima partita!"
"Va bene. Sì."
"Ottimo! Ora mi mancano Hikaru e Shinsuke, e magari posso invitare anche Aoi, infondo anche lei è del primo anno come noi!"

Masaki guardò Kyousuke in cerca di aiuto, ma lui scosse la testa con disapprovazione.

Tenma arrivò a casa, lo salutarono e poi ripresero a camminare.
Non si dissero molto, parlarono più che altro di calcio.

Quando anche Kyousuke andò via, Masaki mise su le sue amate cuffie che portava dovunque andava, non che distava tanto, aveva il tempo di almeno una canzone da tre minuti.

Almeno avrebbe ascoltato una canzone e non il nulla, lì a 'Nagano' sembrava essere nello spazio, dove il suono non poteva propagarsi.
Più o meno era così.

Arrivò a casa, e anche lì c'era un silenzio assurdo.

A Kyoto non era così, quando tornava a casa da scuola c'erano sempre i suoi zii, Nagumo e Suzuno che facevano un casino da matti, e la TV accesa, Ryuuji che aiutava sua zia Hitomiko, insomma, era un cambiamento drastico.
Era in giorni come quelli, che Masaki avrebbe tanto voluto essere a Kyoto.

Sì, insomma, alcuni giorni gli saliva la nostalgia.
Era ingiusto, Hiroto e Ryuuji avevano cambiato casa per avvicinarsi di più alla Kira & Company, per fargli avere un'istruzione migliore di quella che poteva avere lì a Kyoto, una casa tutta loro senza zii che urlano come matti.
Ryuuji che adesso aveva un vero e proprio lavoro, e anche Hiroto, che aveva sacrificato la sua passione per il calcio per prendere le redini dell'azienda di famiglia.

Ed avevano fatto tanto per non nascondere ciò che erano veramente.

Lui era proprio l'ultima persona a cui era concesso lamentarsi.

Sospirò, e lasciò che quei pensieri sparissero dalla sua testa.
Andò a cambiarsi e poi si mise sul divano, con il telefono cercava qualcosa con cui distrarsi finché i suoi non sarebbero tornati dal lavoro.

Hiroto e Ryuuji erano sempre puntuali quando si trattava di andare al lavoro, anzi, ci arrivavano addirittura in anticipo qualche volta, ma quando si trattava di ritornare a casa, perdevano almeno una buona decina di minuti.

E a Masaki non aveva mai pesato la cosa, infondo Hiroto era il capo, dovevano aspettare comunque l'uscita di tutti i dipendenti, e la Kira & Company non era un'azienda da niente, non era piccola ed era ovvio si perdesse un po' di tempo.

Qualche volta, lo scorso anno era capitato che rimanesse solo per la cena, per via di riunioni e cose varie, e nemmeno quello gli era pesato veramente.

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Non aveva fatto assolutamente nulla.

Si era rintanato in camera sua, con il PC sulle gambe e la musica nelle cuffie.
Non aveva chissà che da fare, ma gli piaceva ricopiare gli appunti sul computer, si trovava bene a studiare in quel modo, e gli piaceva essere ordinato.
Anche se, lui e studiare certe volte erano due linee parallele.

A chi piaceva studiare? C'erano persone che lo trovavano noioso no?
Beh, lui era di mezzo, tra quelli che lo trovavano noioso a quelli che invece piaceva studiare per avere buoni voti, per avere delle soddisfazioni personali.
E forse, fino ad all'ora, era l'unica cosa che gli riusciva bene.

Ma tanto per il momento stava solo ricopiando per combattere la noia.
Più che altro, gli riusciva facile distrarsi con la musica.

Si spaventò quando, inconsapevole che i suoi genitori fossero tornati, vide Ryuuji fermarsi alla porta della sua camera, facendogli segno di abbassare le cuffie.

"Ciao." Salutò.

Ryuu gli sorrise. "La cena è a tavola, abbiamo preso qualcosina mentre tornavamo da' lavoro."
"Arrivo subito."
"E abbassa il volume della musica, ti ritroverai sordo prima o poi." Gli disse Ryuu andando via.

Tutti torti non ne aveva.
Chiuse il PC e lo ripose sulla scrivania prima di correre in cucina.

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Raccontò ai suoi genitori della giornata scolastica come al solito, e ascoltava tutto riguardo alla Kira & Company.
Ci teneva a rimanere aggiornato su quello che succedeva in azienda.

"Domani sera Tenma ha invitato noi del primo anno a casa sua, dopo la partita, e gli ho detto che ci sarei stato, non è un problema vero?"
"Ma no Maki, e un bene che ci siano altri ragazzi, così fai conoscenza con le persone del posto."
"Quale partita?" Domandò Ryuuji.
"L'amichevole contro l'Ultramegaedera." Lo disse con tale ovvietà. "Endou ha deciso di farci giocare un'amichevole in vista delle qualificazioni per il Football Frontier."

Ryuu si accigliò. "Non ci avevi detto niente della partita-
-Perché è un'amichevole... a scuola, non ci sarà nessun genitore."
"Ma è la tua prima partita."
"Io sono in panchina."
"E non volevi dircelo per questo? Maki sei appena entrato in squadra, hai un campionato davanti." Gli disse Hiroto.
"No... e che, non pensavo importasse più di tanto."
"Ma certo che importa, avevamo detto di dirci tutto, cosa bella o brutta."
"Sì... lo so."
"Quindi chi hai detto ci sarà a casa di Tenma domani?" Domandò Hiroto.

Masaki gli sorrise e gli rispose.

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L'indomani, il giorno della partita, per Masaki faceva strano andare a scuola come se nel pomeriggio non ci fosse un'amichevole.
Gli sembrava irrealistico.

E dopo le lezioni non potevano nemmeno permettersi di ritardare qualche secondo, poiché sia Tenma che Kyousuke dovevano giocare.

Quella mattina, aveva fatto strada con i due amici, inutile dire che Tenma era teso quasi quanto la corda di un violino, e la sua ansia era palpabile, sembrava quasi come se fosse avvolto da un'aurea.
Kyousuke invece era tranquillissimo.

"Guarda che se non vuoi giocare, Hayami sarà piuttosto felice di entrare al posto tuo." L'aveva preso in giro.
"Io voglio giocare! Mi sono allenato duramente per questa partita." Disse Tenma. "E mi dispiace per Hayami."
"Se ti dispiace lasciagli il posto." Gli disse Kyousuke.
"Noo, l'allenatore ha fiducia in me, e io non lo deluderò!" L'aveva urlato ai quattro venti.
"Scommetto venti yen che nella prossima partita sarai fuori."
"Dai Kyo!"

Mentre i suoi due amici pensavano a rincorrersi proprio come due bambini, Masaki salutò Hikaru e Shinsuke che parlavano fuori scuola.

"Tenma e Kyousuke?" Domandò Shinsuke.

Masaki glieli mostrò. "Si punzecchiano da quando sono passati a prendermi."
"Fanno sempre così?" Domandò Hikaru.
"La maggior parte delle volte."
"Che fortunati che sono."
"Già... anche io vorrei giocare."

No, Masaki non voleva giocare per niente quel pomeriggio. Gli stava bene rimanere in panchina.

Tenma e Kyousuke si avvicinarono a loro.

"Ciao ragazzi!" Salutò Tenma.

Hikaru e Shinsuke ricambiarono il saluto.

Non ebbero tempo di parlare chissà quanto, perché Tenma corse a salutare il capitano, e nel frattempo la campanella era suonata, quindi, dovettero entrare a scuola.

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Durante la pausa pranzo, lui, Tenma e Kyousuke andarono in mensa e presero posto. Hikaru e Shinsuke non erano ancora arrivati.

"Kyo, devi mangiare leggero per la partita!" Gli urlò Tenma.
"Lascia decidere me cosa mangiare e cosa no."
"Ma così ti sentirai male... abbiamo bisogno di te! L'ha detto anche il mister!"
"Oddio Tenma, mangio quello che voglio e giocherò la partita tranquillamente."
"Masaki diglielo anche tu!"
"Io non m'intrometto."

Tenma iniziò a stritolargli il braccio. "Masaki~, non voglio che Kyo si senta male! E non lo vuoi nemmeno tu, quindi diglielo!"
"Tenma, smettila di fare il bambino, ti stanno guardando tutti." Lo rimbeccò Kyousuke.
"La partita la gioca più tardi quindi può mangiare quello che vuole, e poi non mi sembra che abbia preso chissà che."

Tenma emise un lungo e angosciante lamento. "Se ti sentirai male dirò all'allenatore di cacciarti dalla squadra." Gli lasciò il braccio, prese il bicchiere e bevve.

Nel frattempo, arrivarono sia Hikaru che Shinsuke con i loro vassoi pieni di cibo.

"Hei, grazie per averci aspettato!" Disse Shinsuke.
"Macché." Disse Tenma, facendo spazio a Shinsuke in modo che potesse sedersi accanto a lui.

Hikaru si sedette accanto a Masaki e Kyousuke.

Pranzarono e parlarono ancora della partita, anche se Tenma e Kyousuke erano gli unici a dover giocare.

"Minamisawa-san non è così contento che tu giochi." Disse Hikaru.
Kyousuke scrollò le spalle. "Fa più casino che altro, in campo."
"È vero, litiga spesso con Kurama e nello spogliatoio l'altro giorno, anche con il capitano."
"Secondo voi va via davvero?" Domandò Tenma.

Girava questa voce a scuola o, meglio, si concentrava tutta nella classe di Minamisawa, che quest'ultimo volesse cambiare scuola, per lui, la Alien Accademy non dava i crediti sufficienti, e quindi voleva cambiare.
Nemmeno Shindou sapeva quanta verità ci fosse dietro.

Perché non chiederlo al diretto interessato? Perché Minamisawa era quel tipo che alzava il dito medio a chiunque.

"Credo di sì, non si sta impegnando nemmeno un po' al club di calcio, così ha detto l'allenatore." Rispose Shinsuke.
"Chissà chi prenderà il suo posto allora."
"Sembra un compito importante, spero non io per il momento." Disse Hikaru.
"E se vogliono farti capitano cosa fai? Scappi?"
"Molto probabilmente."

La voce stridula di Tenma gli pervase le orecchie. "Masaki~ tu vorresti fare il capitano?"
"Seguirei Hikaru."

A Tenma non piacque quella risposta, storse il naso ed emise un leggero sbuffo.
"Ma non è Shindou quello ad andar via." Disse Kyousuke.
"Stiamo fantasticando Kyo, non interrompere."
"Tu faresti mai il capitano?" Domandò Shinsuke.

Tenma parve pensarci su e sembrava come se dovesse scegliere veramente se fare o meno il capitano.
"È un ruolo difficile, ma accetterei."
"Ti ci vedo nei panni da capitano." Disse Hikaru.
"Grazie! Beh, un po' di esperienza ce l'ho, sono stato capitano per quasi due mesi alla vecchia scuola."
"Wow! Ma è magnifico!" Disse Shinsuke.
"Magari un giorno potresti diventare capitano della Alien!" Si unì Shinsuke.

Tenma scosse la testa.
"Shindou-san è molto più bravo, va bene lui."
"Sì ma, Shindou-san è di un anno più grande, durante il nostro quarto anno, lui non ci sarà più." Disse Hikaru.
"Allora in quel caso potrei prendere il suo posto."

La pausa pranzo finì, e loro cinque si salutarono.
Lui, Kyousuke e Tenma tornarono in aula per le prossime lezioni.

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Finite le lezioni, corsero immediatamente agli spogliatoi, prima di rischiare che si facesse troppo tardi.

"Si vede che sto tremando?" Domandò Tenma, a lui e Kyousuke.

Le mani gli vibravano. Letteralmente.

"Per niente." Rispose Kyousuke.

"Masaki dimmi tu!"
Tenma gli prese le mani, e Masaki avvertì come una scossa.

"Ehi! Sta calmo."

Tenma gli lasciò le mani e prese la sua divisa. "Ci sto provando."
"Vuoi una camomilla?"
"No no! Non posso bere."
"Non sia mai." Disse Kyousuke, con la voce carica di ironia.
"Tenma, non hai niente di cui essere agitato, fa finta che siamo in allenamento." Gli disse Masaki.
"Vorrei tanto." Disse Tenma. "Mi viene da vomitare il pranzo."
"No, no no, per favore."
"Tenma, se vomiti non giocherai." Disse Kyousuke. "Quindi non dirlo ad alta voce."

Tenma piagnucolò. "Va bene."

Non aveva mai visto Tenma in quello stato, era strano, non era la sua prima partita della vita.
Perché essere così agitati?
Non diceva che stava esagerando, però... un pochino.

Quasi tutti ii ragazzi avevano indosso la divisa.
Addirittura, anche Kyousuke era quasi pronto.

Tenma invece, con le mani tremanti, cercava di trovare il verso giusto della maglia.
Alla fine, non aveva più ottenuto il numero 18. Il suo numero era l'8 adesso.
E non l'aveva presa male, perché l'8 gli ricordava l'infinito, o almeno così aveva detto.

Kyousuke aveva il numero 13, Hikaru il numero 16 e Shinsuke il numero 20.
Lui invece aveva il 15.

Tenma aveva continuato a ripetergli di dover prendere il numero di Hiroto, ma quando aveva indossato la divisa davanti ai suoi genitori, Hiroto stesso gli disse che aveva portato il numero 15 per un bel po'.

Era stato alquanto imbarazzante, lui non voleva copiare in nessun modo suo padre, voleva essere Masaki, e non essere ricordato per essere il figlio di due persone importanti.

Divise indossate, tutti raggiunsero il campo.

La Ultramegaedera era già arrivata, e si stava già riscaldando.
Endou disse loro di occupare l'altra metà campo per riscaldarsi, e così fecero.

Dopo il riscaldamento, si radunarono tutti intorno ad Endou.

Masaki non lo ascoltò minimamente.
I discorsi motivazionali, li trovava inutili, poi magari per gli altri, tipo Tenma, non lo erano.
Al discorsetto, poi, si aggiunse anche Shindou.

Poi, prima che i ragazzi entrassero in campo, Hikaru richiamò l'attenzione di Tenma.

"Buona fortuna Tenma!" Gridò Hikaru.
"Gioca come al solito!" Si aggiunse Shinsuke.
Tenma mostrò loro il segno di vittoria. "Grazie ragazzi."

Tenma entrò in campo, raggiungendo gli altri con una piccola corsetta, e lui, insieme ad Hikaru e Shinsuke presero posto alle panchine, accanto alle tre manager.

La partita iniziò con il calcio d'inizio della Ultramegaedera.

Non erano mai stati così a contatto con le manager, nonostante Aoi fosse la miglior amica di Tenma.

Midori, era quella dava più coraggio a Tenma, in quel momento. E durante gli allenamenti si era fatta sentire parecchio, ci scommetteva tanto su Tenma. E a dire il vero, aveva preso anche tanto a cuore Hikaru.
Aveva uno strano rapporto con Ryoma.

Poi c'era Akane, che era colei che aveva una palese cotta per Shindou.
Portava sempre una macchina fotografica al collo, ed erano sicuri, che li dentro ci fossero tante foto di Shindou.

Peccato che lui non la degnava nemmeno di uno sguardo, in allenamento.

"Vai così Tenma!" Urlò Shinsuke.

Tenma aveva appena usato la sua hissatsu per scartare l'avversario, e con un passaggio guidato da Shindou, passò la palla a Minamisawa.

L'azione di Minamisawa non andò a buon tiro.
La difesa dell'Ultramegaedera aveva bloccato il pallone.

Il pallone venne recuperato da Ryoma, che passò indietro, in centrocampo, a Shindou.
Persero di nuovo il possesso di palla, e questa volta uno della Ultramegaedera si avvicinava alla difesa.

'Codini rosa.', che era al centro, corse fino a scendere in una scivolata, rubando palla, ma, stava per essere marcato, quindi per liberarsi fece un passaggio di testa, mirando la palla in centrocampo.

La palla la prese Hamano, usò anche lui l'hissatsu per liberarsi dell'avversario.
Corse fino a doverla passare, e la passò a Kurama, che segnò il primo gol della partita.

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La partita stava proseguendo bene, erano in vantaggio di un gol, a fine primo tempo.
La Ultramegaedera aveva segnato ben due gol, ma la Alien li aveva recuperati.

Non mancava molto alla fine della partita, e di quel passo, avrebbero vinto di sicuro loro.

Poi, d'improvviso, durante una scivolata avversaria, Kurumada cascò per terra.
Era stato preso in pieno.

Tutti si radunarono accanto a Kurumada, ed Endou entrò in campo per accertarsi che stesse bene.

Ma, Kurumada non stava per niente bene, non riusciva nemmeno a mantenersi in piedi per quanto gli facesse male il piede.
Lo portarono fuori dal campo e la professoressa Otonashi si precipitò a prendere del ghiaccio.

"Allenatore mi faccia giocare, manca poco alla fine della partita." Disse Kurumada.
"Non se ne parla, potresti peggiorare."
"Giocheremo in dieci, non preoccuparti Gouichi, pensa solo a stare meglio." Gli disse Amagi.

Endou si voltò nella sua direzione.
Lui, che se ne stava in disparte, accanto ad Hikaru e Shinsuke.

"Kariya, sostituirà Kurumada."
"Sì allenatore."
"Kariya riscaldati, veloce."

E mentre Hikaru lo stritolava il braccio e gli diceva: "Dai Masaki!"
Lui pensava ad una sola cosa. A. Quanto. Fosse. Sfortunato.

Voleva sotterrarsi, sparire dalla faccia della terra.

Era rimasto senza parole.

Mormorò un lieve: "Si allenatore." Sperando che l'avesse sentito, e corse a riscaldarsi mentre Kurumada veniva accompagnato da Amagi alle panchine, con ancora il ghiaccio sul piede.
Perché non aveva ridotto i difensori a due? Perché?

Da lì a breve avrebbe avuto un infarto, lo sentiva.
Probabilmente sarebbe morto.

Endou parlò con l'allenatore della Ultramegaedera, e poi fecero rientrare tutti in campo.
Il suo ingresso in campo non lo immaginava di certo così, quando mancavano solo una ventina di minuti alla fine del secondo tempo.

Fu letteralmente costretto a giocare.

Ora, era vero che aveva scelto lui il club di calcio, ma i patti non erano questi.
Doveva rimanere una semplice riserva, stare in panchina come Hikaru e Shinsuke, o magari da solo perché quei due sarebbero entrati in campo!

"Kariya, concentrati sulla partita." Fu 'codini rosa.' a risvegliarlo dal flusso di pensieri che gli giravano in testa.

Giocare con lui era come giocare in un party con il tuo acerrimo nemico, che cerca di sabotarti tra l'altro.

Si sentiva parecchio agitato e disorientato, ma, non si sentiva ancora come Tenma, probabilmente non ci sarebbe mai arrivato ai suoi livelli.

Prese il posto di Kurumada, al lato sinistro del campo.
'Codini rosa.', al centro, mentre Amagi a destra.

Si adattò quasi subito all'andamento della squadra, forse perché si era abituato quando giocarono insieme in quella specie di amichevole, oppure perché li aveva visti talmente tante volte a bordo campo, che aveva imparato a copiarli.

Quando la palla arrivò in difesa, non ci pensò su due volte, corse a fermarla prima che fosse troppo tardi, ma, non si dimenticò le prime parole che gli rivolse 'codini rosa.', quindi cercò comunque di rimanere nella sua area.

Salvò veramente la palla, e la passò a Shindou prima che fosse troppo tardi.
Il suo passaggio fu un po' più lungo di quanto se lo aspettasse, ma per fortuna Shindou prese comunque la palla.

'Codini rosa.' gli rivolse lo sguardo, ma non disse nulla.
O, se disse qualcosa, Masaki non l'aveva minimamente sentito.

L'azione che era incominciata da lui andò a buon fine con un tiro da parte di Kyousuke.

Subito dopo quel tiro, vennero a conoscenza che erano iniziati i minuti di recupero che avevano perso quando Kurumada era cascato per terra.

Aveva perso il conto di quanti palloni aveva recuperato.
Giocare gli stava piacendo più del previsto.

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La partita finì con la loro vittoria.
Shindou ringraziò il capitano della Ultramegaedera, ed Endou fece lo stesso con l'allenatore.

Hikaru corse subito ad abbracciarlo.
Anche se non voleva, Masaki fu costretto, perché Tenma l'aveva circondato.

"Abbiamo vinto!" Gridavano quei due nelle sue povere orecchie.

Kurumada non si era del tutto ripreso, il piede gli faceva ancora male, ma fu davvero contento vittoria.

Endou mandò a cambiarli, e fu strano vedere i ragazzi che facevano casino negli spogliatoi, quando di solito, l'unico casino che si sentiva erano i battibecchi tra Minamisawa e Kurama.

E mentre aspettava Kyousuke che uscisse dalla doccia, 'codini rosa.', che ci era appena stato, nella doccia, gli disse: "Kariya! La tua velocità potrebbe tornarci utile in difesa, magari l'allenatore ti terrà in considerazione dopo questa partita."

E poi andò dagli altri ragazzi.

Masaki ci rimase letteralmente di sasso.
Il sol pensiero di dover rigiocare gli faceva attorcigliare lo stomaco.

Usciti dagli spogliatoi si radunarono da Endou, che si complimentò con loro.
Kurumada era stato passato a prendere dai suoi familiari, e l'indomani forse avrebbero avuto notizie su come stesse.

Sulla strada del ritorno, poi, prima che Shinsuke e Hikaru andassero via, Tenma li fermò.

"Ehi ragazzi, vi va di venire da me? Festeggiamo la vittoria." Gli disse.
"È una bellissima idea Tenma, avviso mamma e ti faccio sapere." Disse Shinsuke.
"Va bene, Hikaru sei die nostri?"
"Certo! Grazie mille per l'invito Tenma."

Tenma gli sorrise.

Prima di incamminarsi aspettarono la risposta di Shinsuke, che fu positiva.
Tutti e cinque poi, si avviarono verso casa di Tenma.

。゚☁︎。 ゚ ゚。。゚☁︎。 ゚ ゚。

×Angolino autrice ×
Eccoci qui!

Questo capitolo è diversissimo dalla prima bozza, ma onestamente sono felice di come sia uscito! Spero sia piaciuto anche a voi.

Mi dispiace un casino per Kurumada!! (Ammetto di averlo sempre odiato, ma  giuro, non l'ho cacciato perché lo odio, odio più Amagi.), serviva la sua uscita, anche se Masaki ha giocato per pochissimo tempo.

Poca interazione tra la HiroMidoMasa perché il prossimo capitolo sarà quello della Golden Week, saranno molto più presenti lì.

Vi droppo la foto di Masaki e Hiroto dove hanno lo stesso numero:

Vi droppo la foto di Masaki e Hiroto dove hanno lo stesso numero:

I MIEI AHAJWISB

Finito lo sclero, ci si vede nel prossimo capitolo!

 

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Capitolo 8
*** 6. ***


La Golden Week era finalmente arrivata, e come faceva ormai da tre anni, Masaki preparava un borsone da portare a Kyoto.

Quell'anno però, fu diverso dagli altri, non partirono quel venerdì, dopo scuola.
Masaki ci rimase abbastanza di stucco, avevano sempre fatto così, ma quella volta, Hiroto gli disse che aveva una riunione che non poteva posticipare.

Non era arrabbiato con loro, però, era il primo maggio, non avrebbe dovuto lavorare, o almeno così doveva essere.
Passò il sabato a seguire la stupida scheda di allenamento che Endou aveva dato loro. Da solo.
Non che gli dispiacesse, a lui piaceva stare da solo, allenarsi da solo non gli dava fastidio, però, non riusciva ad accettare il fatto che nonostante la loro vicinanza, Hiroto e Ryuuji erano impegnatissimi con la Kira & Co.

Gli allenamenti che aveva dato Endou non erano niente di che, e in realtà non aveva nessuna voglia di seguirli.
Giocare durante l'amichevole gli era piaciuto.

Partirono la domenica, quasi all'alba.
Arrivare da 'Nagano' a 'Kyoto' in auto era pura follia, ad Hiroto piacevano le follie (e poi si spaventava solo a vedere un piccolo insetto).

Per arrivare a Kyoto ci volevano ben cinque ore di viaggio, e Masaki ne passò tre a dormire, e le restanti due ad ascoltare la musica o qualche chiacchiera tra Hiroto e Ryuuji.

Durante il viaggio ricevette una notifica che non avrebbe mai voluto ricevere.
Era stato aggiunto ad un gruppo formato da Kyousuke, Tenma, Shinsuke e Hikaru.
Il primo messaggio fu di Tenma, diceva che presto Shindou li avrebbe aggiunti al gruppo che aveva la squadra.

Non era per niente una bella notizia.

Da lì partirono una sfilza di messaggi da parte di Hikaru, Shinsuke e Tenma.
La prima cosa che fece fu silenziare entrambi i gruppi.
La sua intera vita era in silenzioso, non avrebbe avuto pietà nemmeno per un gruppetto.

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Arrivati a Kyoto, Masaki fu subito accolto da sua zia Hitomiko e dai suoi zii, Nagumo e Suzuno.

Nessuno di loro aveva legami di sangue, Hiroto, Ryuuji, Nagumo e Suzuno erano cresciuti nello stesso orfanotrofio, e sua zia Hitomiko era la figlia del proprietario, Kira Seijiro.
Però, Seijiro adottò Hiroto, e quindi divenne fratello adottivo di Hitomiko.

Vi ci si poteva fare un film. Aveva una famiglia troppo complessa.

Hitomiko aveva i capelli lunghi e neri e gli occhi blu, era una persona molto determinata, poteva sembrare severa ma in realtà non lo era. Amava davvero i bambini e amava il suo lavoro. Aveva "ereditato" lei la comunità educativa* chiamata 'Ohisama En'.

Seijiro morì un paio di anni fa.
Masaki non aveva tanti ricordi di lui, prima che venisse adottato.

Seijiro passava alcune volte in comunità, era sempre stata una persona molto generosa e qualche volta portava dei semplici regali a tutti i bambini, ma questi non erano i suoi ricordi.

Dopo che Masaki conobbe Hiroto, e inizio ad allacciare il tipo di rapporto che avevano allora, Seijiro andava a cercarlo per tutta la comunità, e insieme poi andavano a vedere Hiroto in TV.

E una volta, quando c'erano di mezzo le pratiche dell'adozione, lo portò a vedere la più bella fioritura di ciliegi.

Masaki non ricordava il suo vero compleanno, il giorno in cui era stato messo al mondo, non aveva la minima memoria di quando fosse nato poiché era stato abbandonato quand'era veramente piccolo, e le uniche cose che sapeva (che gli avevano imparato i suoi genitori) erano il suo nome e la sua età.

Così, Seijiro, decise per lui. Il 5 maggio.
A Masaki piacque, e così ogni 5 maggio festeggiavano il suo compleanno, e come data gli piaceva veramente, cadeva perfettamente dopo la fioritura dei ciliegi, quando era ancora primavera.

Non l'aveva ancora superata la sua morte.
Anche se non avevano passato tanto tempo insieme, Masaki si era affezionato, e non era facile per lui purtroppo.

Poi c'erano i suoi zii, Nagumo e Suzuno; erano forse le persone che più si avvicinavano a Kyousuke e Tenma.
Sì, Masaki li vedeva proprio come vedeva i suoi due migliori amici.

Nagumo aveva i capelli rossi, e Suzuno bianchi, ma bianchi da tutta la vita, non perché fosse vecchio.
Entrambi avevano giocato a calcio quando avevano più o meno la sua età, ma non sapeva perché non avessero continuato.
Ora entrambi lavoravano ad un progetto che ogni anno era motivo di discussione a Natale o ai convegni di famiglia; non erano mai riusciti a portare nulla al termine.

Oltre a loro c'era il signor Quagmire*.
Masaki non gli aveva mai rivolto la parola.

Si occupava dell''Ohisama En' insieme a sua zia e Hiroto sospettava che tra i due ci fosse più di un semplice rapporto di amicizia. Era abbastanza geloso delle persone che frequentavano sua sorella.
Il classico fratello 'maggiore' stereotipato. (Hiroto però non era il maggiore tra i due, e questo faceva ridere da sé.)

Quagmire gli aveva sempre messo i brividi, fin da piccolo.
Era altissimo, quasi due metri (quindi per Masaki era alto quanto un grattacielo) i capelli neri che raccoglieva in una coda, e gli occhi chiari.

E ogni anno, Masaki sperava di non parlarci, e di non averci niente a che fare. Non voleva fare una brutta fine.

Hitomiko gli rivolse la solita frase: "Ma quanto sei cresciuto!" nonostante si erano visti prima di traslocare.
Nagumo lo prendeva in giro per una caduta che non ricordava (ed ogni volta che si vedevano Nagumo doveva ricordargliela), mentre Suzuno era quello 'normale' che lo salutava con un semplice "ciao".

Fortunatamente non passarono per l'Ohisama En, ma direttamente a casa di Hitomiko, che stava proprio accanto.
A Masaki dispiaceva sempre piombargli in casa quando c'era la Golden Week.

Casa di Hitomiko era la vecchia casa di suo nonno Seijiro.
Era una classica casa giapponese con le porte ancora in legno scorrevoli e niente sedie per il tavolo da pranzo, o almeno, quando non c'erano loro.
Quella casa aveva davvero così tante stanze che avrebbe potuto costruirci un'altra comunità educativa.
Non aveva modernizzato e non aveva nessuna intenzione di farlo.

Nonostante i suoi quasi quindici anni, quando arrivavano a Kyoto, Masaki dormiva sempre e soltanto con Hiroto e Ryuuji, nei futon (non erano così comodi quelli di Hitomiko).
Aveva troppa paura di fantasmi e cose paranormali, e né Hiroto né Ryuuji si erano mai lamentati, quindi, gli stava bene così.

Avevano ben cinque giorni da passare lì a Kyoto, poiché sarebbero partiti di venerdì mattina, e il compleanno capitava di mercoledì quell'anno, il suo secondo giorno preferito della settimana. (il primo era il sabato, e vinceva a mani basse).

Si sistemarono per bene, e quella sera la passarono a Kyoto centro.

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Lunedì e martedì li passò con Hitomiko.
Adorava dare una mano quando poteva e anche se in quei giorni non tutti lavoravano, Hitomiko doveva, poiché la comunità educativa andava gestita.
E Masaki adorava la determinazione che ci metteva Hitomiko, a lei non pesava minimamente lavorare 365 su 365, avrebbe tanto voluto essere come lei.
Hitomiko gli aveva chiesto della scuola e degli amici, e Masaki le aveva detto tutto, non escludendo che fosse entrato nel club di calcio, e che aveva giocato la sua prima amichevole.

Aveva uno strano rapporto con l'Ohisama En.
Lui i bambini li detestava, ma proprio li odiava, soprattutto se urlavano o piangevano. Però, gli piaceva dare una mano ad Hitomiko.
Non con i bambini, faceva altro.

Stare lì era un po' una condanna e fu felice di rivedere Hiroto quando ritornò.

Passò il pomeriggio accompagnando Hiroto a fare alcune commissioni.

Camminare per Kyoto era diverso, rispetto a Nagano.
Kyoto non era rumorosa, ma di sicuro lo era più di Nagano.
E poi lì c'erano veramente tante cose, il centro era vicino.

L'unica cosa, che forse gli piaceva un po' di meno, era l'affluenza di turisti, (che si era un bene) faceva di Kyoto una città 'popolata' da turisti.

Incontrarono alcune persone che erano nella vecchia squadra di Hiroto.
Masaki conosceva solo un paio di persone.
Nemuro e Reina.
Il portiere e invece l'altra era attaccante.

Hiroto era rimasto in buoni contatti con loro due specialmente.

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Mercoledì mattina si risvegliò con una cuscinata in faccia da parte di suo zio Nagumo. Tutto nella norma, Nagumo poteva addirittura svegliarlo con la torta in faccia, se Ryuuji non lo fermasse.

Iniziò così la giornata del suo quindicesimo compleanno.

Non gli piaceva festeggiare il compleanno, ma, festeggiava con buon viso solo per non rendere triste nessuno.

Dopo essere stato catturato da Nagumo, perché essendo troppo bambinone voleva giocare ad acchiapparella, peccato che Masaki non si mosse da dove fosse.
Lo trascinò in cucina, dove con sua grande sorpresa trovò la torre più famosa di Tokyo. La Tokyo Tower

Masaki, nonostante fosse giapponese e nonostante Hiroto avesse giocato per la nazione, Masaki non aveva mai visitato Tokyo.
Non ci era mai stato nemmeno per sbaglio.
Ma, probabilmente, quello era il suo anno, perché il Football Frontier si teneva in quella città, e lui, insieme alla 'Alien' ci avrebbe partecipato.

Quella giornata si rilevò parecchio speciale.
Partirono solo lui, Hiroto e Ryuuji per andare a Tokyo. Per fortuna, così non avrebbe avuto Nagumo e Suzuno ai piedi.

Partirono con il treno, in macchina non ci sarebbero mai arrivati visto che Tokyo e Kyoto distano 5 ore e 40 minuti (sì l'aveva cercato su Google Maps).

Arrivati a Tokyo, Masaki si sentiva come se fosse in America.
Insomma, Tokyo era il suo sogno fin da piccolo (per così poco? No, a Masaki piaceva visitare il mondo e per lui Tokyo era un segno d'inizio.)

Tokyo era bellissima ma durante la Golden Week lo era ancora di più.
Non la visitarono completamente, anche perché era una vera e propria follia, ma, visitarono la maggior parte delle cose.

Il parco di Ueno, il quartiere di Akihabara, dove spense la sua prima candelina, Golden Gai, il quartiere di Harajuku, e ovviamente la Tokyo Tower.

Non salirono fino alla cima, perché Masaki soffre di vertigini, ma arrivarono fino al quarto piano per visitare il negozio FootTtown.

Ritornato a Kyoto, spense la sua terza ed ultima candelina per quella giornata.
Hitomiko aveva comprato la torta panna e fragole.

Fu imbarazzante, avrebbe voluto spegnere le candeline solo con Hiroto e Ryuuji.
Preso il telefono fra le mani, si accorse di avere un bel po' di messaggi da leggere.
Tenma, aveva sbagliato gruppo, e gli aveva fatto gli auguri sul gruppo della Alien.
Il messaggio diceva: "Tanti auguri Masaki~ tanti auguri di buon compleanno! Mandaci delle foto." – con mille emoji.
Poi un secondo messaggio: "Ops, sbagliato gruppo, vabbè, tanti auguri a Masaki!"

Ed è lì che partì la sfilza di messaggi da parte dei ragazzi della squadra.
Masaki voleva morire.
Era così imbarazzo mentre digitava un semplice "grazie" ai suoi compagni.

Perché Tenma doveva essere così idiota?
In più, oltre a Hikaru, anche un'altra persona gli aveva fatto gli auguri in privato.

Menomale che il gruppo era stato creato su Instagram e che nessuno avesse il suo numero di cellulare.
Vabbè la persona in questione era 'codini rosa.' che gli aveva anche inviato la richiesta di amicizia.
Perché a lui?? Cos'aveva fatto di male per meritarselo?

Andò a dormire, perché nonostante tutto, prese sonno in un attimo.

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Giovedì lo passò seguendo la scheda di allenamento, che non aveva seguito per il resto della settimana, con l'aiuto di Nagumo e Suzuno.

E per il resto della giornata invece, non fece assolutamente nulla.

Venerdì mattina partirono dopo aver fatto colazione.
Salutarono Hitomiko, e Nagumo e Suzuno.

Durante il viaggio non si addormentò per nulla, e un po' preso dalla noia, aggiornò il suo profilo Instagram.
Aveva una sola cartella in evidenza, che era dedicata a Kyoto, e alcune foto che trovava particolarmente belle, del luogo.
Ne aggiunse un'altra, dedicata a Tokyo, e mise l'iconica foto sotto la Tokyo Tower che si era fatto.

Non aggiunse però tutte le bellissime foto di famiglia che avevano fatto.
Non era ancora pronto.
Non era ancora pronto, ad esser preso in giro ancora.

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Arrivato a Nagano, si sentì come se un po' di felicità l'avesse lasciata a Kyoto.
Fu comunque contento di essere tornato a casa, gli era mancato dormire in una camera tutta sua e senza zii fastidiosi che rischiavano di lanciargli una torta in faccia, o bambini urlanti. Un po' di quella pace gli era mancata.

Sfortunatamente per lui, fu costretto amorevolmente, ad andare a fare la spesa con i suoi genitori.
Fu felice di non incontrare nessuno che conoscesse.

Tornato a casa sistemò la sua roba, e poi passò il pomeriggio disteso sul divano con il cellulare tra le mani, mentre Hiroto e Ryuuji già parlavano di lavoro.

Per quanto riguarda il sabato e la domenica, li passò come sempre, recuperando anche la scheda d'allenamento.

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Lunedì non tardò ad arrivare.
Uscì di casa in ritardo, poiché non aveva sentito la sveglia e dimenticò anche la colazione pur di non fare tardi con Tenma e Kyousuke.

Andarono a scuola insieme, e parlarono della Golden Week, di come l'avevano passata e se ovviamente avessero seguito il programma fatto da Endou.
Tenma l'aveva seguito e completato alla perfezione, ogni mattina era anche uscito a correre. Pazzo.

Si scusò per l'errore che aveva commesso il giorno del suo compleanno, e Masaki gli aveva detto che in realtà l'aveva anche già dimenticato.

Arrivarono a scuola poco prima del suono della campanella. Salutarono Shindou quando lo videro, ormai era quasi una routine (colpa di Tenma), stessa cosa la fecero con Hikaru e Shinsuke.

"Alla fine Minamisawa è andato via." Li informò Shinsuke.
"Ma come? È andato via?"
"Sì, l'ho sentito dire dai ragazzi più grandi."

Si stavano incamminando verso le proprie aule.

"Che peccato però."
"Qualcuno sa che scuola ha scelto?" Domandò Tenma.

Shinsuke scosse la testa.

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Ascoltò le lezioni e prese appunti come se non avesse avuto quella settimana di pausa dallo studio, infatti, la cosa non gli pesò minimante.

La pausa pranzo per lui arrivò in un attimo, mentre a sentir parlare Tenma le lezioni erano durante un'eternità.

"Finalmente oggi sapremo qualcosa in più sulle qualificazioni!" Disse Tenma.

Insieme a loro, c'erano anche Hikaru e Shinsuke, come di prassi.

"Come lo sai?" Domandò Hikaru.
"Come? Lo sanno tutti Hikaru! È l'evento più atteso di sempre." Disse Tenma.
"Oh, wow, e dopo le qualificazioni si ha l'accesso al Football Frontier?"
"Sì!"
"L'ha detto Endou l'altro giorno, dovresti ricordarlo Hikaru. Anche se hai giocato a calcio per poco, ora sei in un club di calcio, dovesti interessarti di più." Disse Kyousuke.
"Oh, in realtà so' veramente poco..."

Un po' gli dispiaceva per Hikaru.

"Dai Hikaru non preoccuparti! Imparerai davvero tante cose ora." Disse Shinsuke.
"Sì!" Rispose determinato Hikaru.

Parlarono ancora di calcio grazie a Tenma.
Più che altro, Tenma ribadì quanto il football frontier fosse la cosa più importante sulla faccia della terra e che il calcio sarebbe stato molto felice.

L'ultima frase non la capì per niente, ma Tenma aveva questa mania di dire che il calcio era felice, se facevi una qualsiasi azione buona con il calcio.

Sapeva che Endou molto spesso nominava una certa 'dea del calcio.'; quindi, pensava semplicemente che Tenma si fosse 'ispirato' ad Endou visto che era il suo idolo.

Fatto sta che ispirato o meno, Tenma ricevette uno sguardo perplesso da parte sua e uno tipo 'se non la smetti ti sotterro.' da parte di Kyousuke.

Non appena finì la pausa pranzo salutarono Hikaru e Shinsuke e poi ritornarono nelle proprie classi.

Le ultime tre ore di lezione furono una noia mortale per Masaki.
Cominciando da 'Letteratura Giapponese' finì per suonare il triangolo con la professoressa di musica all'ultim'ora.
Odiava musica, come materia.
Davvero, se avesse saputo prima che avrebbe suonato strumento avrebbe detto a Ryuuji e Hiroto che veniva trattato malissimo e che voleva cambiare scuola. (Ecco come la pensava)

Finita la tortura musicale, erano in grande ritardo, dovevano correre alla sede sportiva, in sala riunioni, poiché avevano appuntamento lì.

"L'allenatore ci ucciderà." Disse Tenma mentre, con una fretta assurda sistemava tutti i libri nella cartella.

Kyousuke era l'unico dei tre a cui il ritardo non interessava minimamente, però almeno era già pronto per andar via.

"Tenma, piuttosto che perdere tempo a mettere in ordine i libri, pensa a chiudere quella cartella e correre." Disse Masaki.
"Non ci riesco! Se non li metto seguendo uno specifico ordine non si chiude!"
Masaki stava per perdere quella poca pazienza che gli era rimasta.
"Allora fa veloce almeno! Non abbiamo tutto il tempo di questo mondo."

Tenma poteva mai seguire i suoi consigli?
Ovviamente no.
Impegnò altri cinque minuti per chiudere quella stupida cartella, ma almeno la chiuse come voleva lui.

"Spero che l'allenatore non ci uccida... non lo farà vero?" Disse Tenma, aveva il fiatone.
"Pensa a camminare." Gli intimò Kyousuke. "Poi penserai all'allenatore che ti ucciderà."

Avevano lasciato l'aula in fretta e furia, ma arrivarono comunque in ritardo.
Endou aveva già iniziato il suo discorso.
Entrarono in assoluto silenzio, anche se la porta aveva risvegliato i più temibili spirti infernali, per il rumore che aveva emesso appena aperta.

Kyousuke si scusò a nome di tutti e tre per il ritardo e rimasero in piedi, infondo all'aula ad ascoltare il discorso che Endou stava facendo.

Aveva annunciato a tutti, in veste ufficiale, che Minamisawa aveva cambiato scuola.

"Ma non dovete abbattervi ragazzi, Minamisawa ha scelto di andare via e noi dobbiamo rispettare questa sua scelta. Piuttosto, riprendiamoci in fretta poiché tra non molto inizieranno le qualificazioni al Football Frontier.
Ci saranno molte squadre che vorranno avere la possibilità di accedere al Football Frontier, ma, sono poche le squadre che potranno entrarci.
Sappiamo già che al Football Frontier ci saranno sedici squadre, al momento ne sono state scelte quattordici.
Ci sarà una cerimonia di apertura e blablablà, di questo ne parleremo prima o poi, al momento dovrete solo e solamente concentrarvi sull'ottenere il posto al Football Frontier."

Endou prese una pausa. Andava avanti e indietro, con le mani conserte.
Sembrava piuttosto tranquillo, e deciso sul fare quel discorso.

Masaki si prese la briga di guardare un po' in giro.
C'erano veramente tutti, anche Kurumada, che, a quanto pare, si era ripreso alla grande, e menomale. L'infortunio non era stato tanto grave.

"Le qualificazioni inizieranno la settimana prossima. Ho preso la briga di inserirvi, in modo da poter partecipare al campionato, poiché lo scorso anno la nostra squadra non era ancora ben solita come lo è ora. Non deludetemi ragazzi, vi sto dando una grande possibilità."

Il caos scoppiò in quella stanza non appena Endou finì di pronunciare quelle parole.
Se avessero perso Masaki si sarebbe preso gioco di tutti i presenti, senza nessuna pietà.

"Non ho ancora finito." Disse Endou alzando la voce. "Io e Shindou ne abbiamo parlato a lungo, ed è giusto che lo sappiate tutti, il posto di Minamisawa lo prenderà Tsurugi Kyousuke. Viste le sue capacità, ma non è tutto, abbiamo deciso di mischiare un po' le carte in tavola, quindi ragazzini nuovi, tenetevi pronti. Soprattutto tu, Matsukaze, la tua hissatsu può essere molto utile."

Tenma, accanto a lui, aveva un sorriso stampato in faccia, veramente inquietante.

"Adesso passiamo alla formazione che useremo durante la partita di qualificazione."

Sul proiettore apparse lo schema che Endou aveva pensato.
Così, senza Minamisawa erano in nove, ma, adesso avevano Kyousuke in prima squadra.

"Vorrei soltanto fare una cosa. Kurumada e Kariya, voi due siete stati il mio tormento per quanto riguarda le qualificazioni. Ed è per questo che ho deciso di farvi giocare per metà tempo. Kurumada, giocherai i primi quarantacinque minuti, Kariya, tu giocherai i secondi quarantacinque minuti."

Masaki ci rimase letteralmente di sasso. Come una pietra.

Perché aveva deciso di fare questa pazzia? Alternarli in quel modo non aveva senso.
Senza riflettere si girò verso 'codini rosa.'
L'aveva fatto quasi come una mossa naturale.

L'altro incrociò il suo sguardo solo per pochi secondi.

No, Masaki non ci voleva stare in campo con lui.
Anzi, non ci voleva stare in campo.

Perché cavolo aveva scelto il club di calcio?
Se lo chiedeva ancora.

Ormai non poteva tornare indietro, doveva soltanto colmare la sua ansia.

Kurumada si voltò verso di lui, il suo sguardo non era molto amichevole.
Gli avrebbe volentieri ceduto il posto.

Sì, si era diverto a giocare ma nulla di che, pensava che la scelta di Endou fosse più che buona. Non meritava il posto da titolare.

"Detto questo, vi aspetto al campo di calcio." Disse poi.

Li lasciò andare a cambiare.

Raggiunsero gli spogliatoi.

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Agli allenamenti andò tutto come al solito.
Rimase al bordo campo con Hikaru come al solito.

Era preoccupato. Molto, per quanto riguardava le qualificazioni.
Non si stava dando neanche un po' di pace.
Avrebbe dovuto dirlo a Ryuuji e Hiroto, a differenza delle amichevoli, le qualificazioni erano a porte aperte, giocate in uno stadio... non poteva non dirglielo.

Fu per questo che gli allenamenti non andarono del tutto bene. E forse fu perché era andato veramente male che 'codini rosa.' era passato così vicino al bordo campo, con la scusa di recuperare palla.
Forse voleva dirgli qualcosa, ma comunque non l'aveva fatto.

Poi a fine allenamenti, mentre aspettava Kyousuke e Tenma fuori dallo spogliatoio, Endou gli si avvicinò.
Come se non bastasse.

"Masaki, allora tutto bene? A casa? Gli allenamenti?"

Ormai, Endou e suo padre stavano iniziando a sentirsi molto più spesso di quanto facessero prima di trasferirsi lì a Nagano, e questa cosa lo disturbava parecchio.

"Tutto bene allenatore."
Endou gli sorrise. "In questa squadra siete tutti dei bravi ragazzi, potreste essere un bel gruppo, anche al di fuori dello sport. Stai facendo amicizie vero?"
"Cosa c'è? Hiroto ti ha chiamato perché crede che non abbia amici?"
"Ma no, no, Hiroto vuole solo essere sicuro che tu ti trovi bene qui, hai cambiato così tante scuole che non dev'essere facile."

Masaki alzò gli occhi al cielo. "Certo che ho amici."
"I ragazzi più grandi ti trattano bene?"
"È un interrogatorio?"
"Ci tengo ai miei ragazzi Masaki. E tu sei l'unico del tuo gruppo di amici che non si è inserito del tutto.
Hikaru si è inserito bene, ha fatto amicizia con Amagi e Kirino, Shinsuke anche se è un po' difficile per lui, non essendo in partita, ha comunque degli amici. Tenma è espansivo e amichevole con chiunque ci avrei scommesso che sarebbe stato il primo a fare amicizia con tutta la squadra."

Endou si appoggiò di spalle alla ringhiera.
Dietro di sé poteva vedere il campo all'aperto, prima di scorgere la palestra dei ragazzi del club di basket.
Il sole stava tramontando, ma faceva ancora piuttosto caldo.

"Anche se hai un segreto, questo non significa che tu non possa essere amico degli altri, capito?"
"Sì allenatore."
"Integrarsi nella squadra fa parte del lavoro, non sei solo in campo."

Per sua fortuna, Tenma e Kyousuke uscirono dagli spogliatoi e lo salvarono da Endou.

"Allenatore! Grazie per avermi messo in squadra." Disse Tenma.

Endou gli sorrise. "Mi raccomando Tenma, gioca bene, Shindou ha fiducia in te."
"Sì!"

Salutarono Endou, e poi fecero strada insieme, e Tenma fu così curioso di sapere cosa Endou gli avesse detto, che Masaki dovette dirgli tutto, finché non arrivarono a casa.

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×Angolino autrice ×
Ed eccoci di nuovo qui :)

Ho un paio di cose da spiegare.

- Il compleanno di Masaki.
Qui è collocato a Maggio, durante la festa di bambini, e posso spiegarvi il perché.

Come detto, il 5 maggio è la festa dei bambini, nella mia testa, all'Oshisama En danno questa data ai bambini che non ricordano/non sanno quando festeggiano il compleanno, insomma, quando sono nati.

Da altre parti, ho letto che il compleanno di Masaki è il 1 Marzo, o comunque a Marzo visto che è il mese dedicato a lui ma comunque non mi andava di cambiare tutto per questo particolare :').
Ecco perché ho lasciato il 5 maggio.

- Poi, perché "Oshisama eh" è una comunità educativa piuttosto che un orfanotrofio?
Semplicemente perché gli orfanotrofi furono chiusi nel 2006.

- *Quagmire= Eh amici, è più forte di me, Osamu proprio non mi piace, e quindi gli ho lasciato il suo nome. Comunque sarebbe Dave/Dvalin. (Capitano della Epsilon) Ovviamente è Aged up, più o meno dell'età di Hitomiko, non so perché ma l'ho sempre visto molto più grande rispetto agli altri ragazzi della Alius Accademy 🥲

Che ve ne pare del capitolo?

 

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Capitolo 9
*** 7. ***


Masaki tornò a casa dopo una lunga e faticosa giornata di scuola, e di allenamenti.
Non vedeva l'ora di schiantarsi sul letto e rimanere a dormire fino all'ora di cena, anche se poi non avrebbe dormito sennò avrebbe passato la notte insonne.

Casa non era come immaginava di trovarla.
C'erano le luci accese e di solito i suoi genitori non dimenticavano mai le luci accese.

Tolse le cuffie ed entrò in casa come se niente fosse, c'erano dei rumori che provenivano dalla cucina.

I ladri?

Cercò di fare il minimo rumore mentre si addentrava in cucina.

Il suo cuore ritornò a battere normalmente solo quando vide la chioma verde dei capelli di Ryuu.

Era seduto per terra a sistemare o prendere qualcosa dal forno.
Non si era ancora accorto della sua presenza.

"Ryuu sono tornato." Disse. "Non morire di paura per favore, non so chiamare un'ambulanza."
"Ciao Maki, ti ho sentito entrare."

Masaki rimase a bocca asciutta.

"Perché non mi hai detto che eri a casa?"

Ryuuji si rimise in piedi, guardò prima il barattolo che aveva fra le mani e poi rivolse il suo sguardo a Masaki.
"Ho scritto un messaggio, forse non l'hai ricevuto?"

Masaki sospirò.
Non aveva avvisato nemmeno che stava per tornare a casa.
"Scusa."

Ryuuji gli scompigliò i capelli in modo affettuoso.

"Quindi perché sei tornato prima?"
"Ti annoierai a sapere i minimi dettagli. Abbiamo fatto una riunione nel pomeriggio, è finita prima e siamo ritornati a casa, tutto qui."
"Siamo, quindi c'è anche papà?"
"Sì, è in garage."
"Quindi è solo per questo? Non sta fallendo la Kira?"
Ryuuji rise. "Ma no Masaki."
"Ah, meglio così."

Se ne andò in camera sua, si cambiò e poi ritornò in salotto.
Hiroto era accanto a Ryuuji, non voleva sapere di cosa parlassero.

Si sedette sul divano e scrollò un po' la homepage di Instagram.
Doveva ancora trovare il coraggio di dire loro che aveva una partita di giocare fra pochi giorni.

Agli allenamenti di quel giorno, avevano ricevuto il nome della squadra contro cui avrebbero dovuto giocare.
La Empress.

Sapeva chi fossero? No. Si era interessato? Ovviamente no.
Non era del tutto vero. Aveva visto, insieme alla squadra, il filmato della squadra avversaria.

Sapevano tattiche, e formazione anche se il filmato era quello delle qualificazioni dello scorso anno, e non avevano nessun filmato inerente a come fossero oggi.
Tranne il fatto che forse erano degli armadi.
Stava incontrando tutte squadre che erano il doppio di lui.

Lui era mingherlino, i suoi avversari erano un armadio a confronto, e il "problema" era solo lui.
I ragazzi della 'Alien', almeno quelli del secondo e terzo anno, erano belli che robusti.

Anche se non avrebbe dovuto preoccuparsi più di tanto, avrebbe giocato solamente il secondo tempo, come durante l'amichevole, e di sicuro gli avversari sarebbero stati stanchi rispetto a lui.

Hiroto rientrò in casa.

In realtà, i suoi genitori lo sapevano già, che in quei giorni si sarebbero giocate le qualificazioni per il Football Frontier, perché Hiroto era sempre rimasto aggiornato su quelle cose.
(In realtà, quello degli adulti, ma in concomitanza iniziava anche quello delle scuole.)

Quindi doveva soltanto dire che avrebbero partecipato anche loro.
Il problema, che si era creato, e che non era pronto a subire tutto ciò che aveva subito alle medie.

I suoi genitori non avevano mai avuto problemi a mostrarsi come coppia, e lui non se ne vergognava minimamente a dire il vero. Perché avrebbe dovuto?

Nel paesino dove vivevano prima, dove aveva frequentato le medie, tutti sapevano che Hiroto e Ryuuji erano i suoi genitori, il problema non era nemmeno questo, e che alle medie veniva preso in giro.

Veniva preso in giro perché si diceva che lui fosse gay perché i suoi genitori lo erano.
E tra l'altro, in quel paesino, essendo un paesino piccolo appunto, l'omofobia era ad una quota più alta rispetto alle altre città.

E questo gli aveva creato molto disturbo, e la cosa se l'era portata con sé fino ad allora.
Hiroto e Ryuuji non ne erano a conoscenza, del fatto che veniva "preso in giro" sull'orientamento sessuale.

E ora si stava solo fasciando la testa, lo sapeva, perché lì a Nagano non era così, che lui avesse due genitori gay, o che fosse gay, non sarebbe importato a nessuno.
Ne aveva parlato con Endou, e anche lui gli aveva detto che i ragazzi della squadra erano dei tipi a posto.

Ma lui non riusciva a fidarsi, aveva questo piccolo problema sulla fiducia, non ci aveva mai lavorato su, e nessuno pensava servisse terapia, quindi a lui stava bene così.

E poi non voleva che i suoi "amici" lo sfruttassero per autografi o cose simili.
(Per fortuna non aveva avuto questo tipo di problema alle medie, visto che lui e i suoi genitori erano odiati.)

La cosa che gli era rimasta, e che non sapeva nemmeno lui il suo orientamento.
Alle medie aveva avuto una ragazza (due giorni), ma erano davvero un ragazzino.
Ancora adesso non lo sapeva.

E non voleva che i suoi bulli, dicessero la verità sul suo conto.

Questo era il motivo per cui non voleva che Hiroto e Ryuuji assistessero alle sue partite.

Il telefono di Hiroto comparve nella sua visuale.
Una locandina, di una delle partite di qualificazione.

"Endou non ti ha detto niente? Sembra strano che voi non partecipiate."

Masaki spostò lo sguardo su Hiroto, aveva gli occhiali appoggiati sui capelli rossi, e aveva appena ritratto il telefono che aveva un orribile cover verde vomito.
Aveva un sorriso stampato in faccia, e non sembrava per niente arrabbiato.

"In verità... ce ne ha parlato oggi. La Alien parteciperà alle qualificazioni."
"Oh, ma è una bella notizia!" Disse Ryuuji dalla cucina.
"Non era da Endou non farvi partecipare."
"Già..."
"Quando giocherete?" Domandò, ancora, Ryuuji.
"Venerdì, dopo le lezioni."
"Allora compreremo i biglietti per venirti a vedere." Il suo sguardo, nascosto dagli occhiali che aveva rimesso, era così fiero.

"Ma io non giocherò."
"È comunque la tua squadra Maki."
"Ehm, va bene?"
"Con un po' più di entusiasmo?"
"Non posso fare di più."

Hiroto si passò una mano fra i capelli. "Cosa c'è che non va?"
"Nulla, va tutto bene."
"Non sei felice?"

Stava iniziando a dargli fastidio.
Voleva solo non parlare del club di calcio per le prossime ore, ma, a quanto pare, non era proprio possibile.

"Non gioco, potete anche non venire, non è così importante." Si alzò e se ne andò in camera sua.

Chiuse la porta forse molto più forte di quanto si aspettasse, e se ne andò a stendersi sul letto.

Nonostante la porta chiusa, riusciva a sentire i suoi genitori parlare tra di loro.
Aveva mentito, e lo sapeva che era sbagliato, ma era più forte di lui, era sbagliato, non poteva farci niente.

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La porta di camera sua si aprì, e la figura alta di Ryuuji faceva capolino.

Stoppò la musica.

"La cena è pronta."
"Scendo tra poco."

Ryuuji entrò in camera.
"Cosa ti preoccupa?" Domandò.
"Nulla."
"Non dire bugie."
"Scusa..." Iniziò a rigirarsi il dito, come faceva quasi sempre.
"Lo diciamo anche ad Hiro, va bene? Puoi parlare con noi Maki, di qualsiasi cosa."
"Va bene."
"Su, a tavola."

Masaki posò le cuffie e seguì Ryuuji a tavola.

Sapeva di doversi scusare con Hiroto, non voleva arrabbiarsi, ma gli aveva dato molto fastidio, e probabilmente non era nemmeno colpa di Hiroto, ma solo sua.
Era strano "discutere" con Hiroto, non era proprio da loro.

"Scusa."

Sapeva di essere ascoltato.

"Endou ha deciso di mettermi in prova, e di farmi giocare durante il secondo tempo della partita."
"E questo ciò che ti preoccupa?" Domandò Hiroto, sbeccandosi una gomitata da Ryuuji.

"E se... qualcuno dicesse brutte cose su di voi?"

Ryuuji sembrò rilassarsi. "Oh, Maki, non devi preoccuparti di questo, qui è diverso." Il tono della sua voce era dolce.
"E poi perché nessuno sa di voi, nella nuova scuola..."
"Hai bisogno di tempo per dirglielo?" Domandò Ryuuji.

Masaki annuì.

"Va bene, puoi avere tutto il tempo che ti serve allora." Disse Hiroto. "Possiamo reggere il tuo gioco, se domani ci vedranno allo stadio non potranno mai collegare la parentela che c'è tra noi, non credi? Magari alcuni potrebbero capirlo, altri no, ma sarai tu a dir loro la verità. Chiaro?"

Hiroto gli aveva fatto una testa di chiacchiere, ma almeno aveva ricevuto il concetto.

"Sì."
"Quindi la partita di domani possiamo vederla?" Domandò Hiroto.
"Sì."
"Abbraccio di famiglia!"
"Noo." Si lamentò Masaki.

Ryuuji e Hiroto lo avvolsero in un caloroso abbraccio.

"Adesso possiamo mangiare?" Domandò schiacciato tra i due genitori.
"Certo, certo."

Sciolto l'abbraccio i due adulti presero posto a tavola.

"Andrà bene vedrai." Gli disse Ryuuji. "Una sola cosa, dillo Masaki, perché se si venisse a sapere di seconda mano o perché la bocca di Endou non sa tenere la bocca chiusa, non sarebbe brutto?"
"Sì, lo so..."
"Sei sempre stato selettivo sulle tue amicizie e non sei cambiato per niente; quindi, sai tu di chi fidarti e chi no, dicendolo."

Masaki annuì.

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Dopo cena Masaki mostrò a Hiroto come comperare i biglietti online, visto che, aveva selezionato almeno una ventina di biglietti.

Aveva parlato con loro della formazione che avrebbero usato e di quello che Endou aveva detto, finché poi, non andò a coricarsi.

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Con il caravan che la scuola aveva messo a loro disposizione, la Alien arrivò allo stadio dove si sarebbe tenuta la partita.

Non era tanto lontano da "Nagano" ci avevano messo due ore scarse.

, in caravan, con Tenma accanto che poteva vomitare un secondo e pure quello dopo.

Prima che la partita cominciasse, avevano tempo per cambiarsi, parlare di schemi e cose varie e di riscaldarsi.

Masaki doveva ammetterlo, iniziava a percepire l'ansia che gli stava trasmettendo Tenma.
Era una cosa così stupida, era solo un torneo scolastico, nulla di così eclatante.

Arrivati, Masaki aspettava di ritrovarsi in uno stadio da quattro soldi, senza nemmeno gli spalti. Ovviamente si era sbagliato.

Lo stadio che l'Empress aveva "affittato" era un vero e proprio stadio, con tanto di carrellino che ti passa a vedere bevande e cibo. Ci rimase di stucco.

Ora sì che si aspettava la TV nazionale.

"È bellissimo!"
Tenma accanto a lui non smetteva di ripeterlo.

Aveva paura che da un momento all'altro potesse svenire.

In realtà era un comune stadio.
Forma ovale, aveva anche il coperto per gli spettatori in caso di pioggia e aveva davvero troppe entrate. La struttura era bianca, semplice.
(Insomma, sembrava un uovo se lo si vedeva su un aereo.)

"Ragazzi seguitemi." Disse Endou. "Da questa parte."

Li portò fino agli spogliatoi.

"Cambiatevi e poi parleremo delle tattiche da usare."
"Sì allenatore."

Endou li lasciò soli.
Masaki avrebbe tanto voluto corrergli dietro.

Aveva bisogno di supporto morale.
L'ansia era la peggior bestia che potesse avere.

Eppure, avrebbe dovuto giocare solo il secondo tempo... quindi perché era così in ansia? Tenma riusciva davvero a trasmettergli tutta quest'ansia?

Fece un respiro profondo e iniziò ad indossare la divisa.
Probabilmente entrato in campo non avrebbe fatto più caso all'ansia.
Era questo il suo mantra.

Shindou, il capitano, ci tenne a precisare quanto fosse importante quella partita per loro.

Indossata la divisa, andarono da Endou, che era proprio lì fuori.

"Allora ragazzi, non abbiamo molto tempo, ripeto le cose fondamentali.
Non usate hissatsu che non abbiamo mai provato prima d'ora, prestate molta attenzione, per i ragazzi nuovi, non lasciatevi impressionare dai cori o dalla tifoseria avversaria. Ora, più in generale, cercate di non commettere nessun tipo di errore che possa procurarvi un cartellino, sono inutili e non li vogliamo, ok?
Bene, poi... ah sì, attenti alla loro hissatsu di squadra, purtroppo non abbiamo ancora trovato il modo di superarla."

L'hissatsu di cui parlava Endou, non era altro che dei passaggi ben precisi di tre giocatori che formavano un triangolo, passandosi il pallone in uno specifico ordine.

"Vi ricordo, inoltre, di non sprecare tutte le vostre forze nel primo tempo."

Endou aveva già parlato loro prima di partire, facendo una mini-riunione, assegnando "ufficialmente" gli undici titolari e ci sarebbe rimasto in panchina.

"[...] Vinciamo."
Disse infine.

Finito il sermone di Endou, si avviarono verso il corridoio che li avrebbe portati sul campo.

Camminare per quel corridoio sembrava come un caricamento infinito, in cui cammini ma non arrivi mai alla fine.

Avere l'Empress accanto metteva ancora più ansia.
Da vicino sembravano veramente enormi; altissimi e troppo muscolosi, e forse erano anche di qualche anno più grande.
Masaki li avrebbe associati a Minamisawa che era del terzo anno, ed era andato via.

Almeno, riusciva a vedere la luce dei riflettori, non che fosse piacevole, non sapeva cosa aspettarsi, era sempre stato lui quello sugli spalti da bambino, ed ora si ritrovava al posto di suo padre.

Avere tutti gli occhi addosso non faceva proprio per lui, voleva ritornare al primo giorno di scuola e iscriversi al club di calligrafia.

Man mano che avanzavano Masaki sentiva le sue gambe tremare sempre peggio.
Era possibile? Tutta quest'ansia non la sentiva dalla premiazione per l'esame di terza media.
Voleva scappare in bagno e non uscire, darsi malato o qualsiasi cosa.

Sapeva di non essere l'unico a sentirsi in quel modo, Tenma per l'ansia non riusciva a stare fermo.

Kyousuke gli trasmetteva calma, il capitano sembrava un po' meno agitato, e 'codini rosa.' sembrava non provare emozioni.

Ci mise qualche secondo in più ad abituarsi a tutta quella luce che i riflettori puntavano.
C'erano tantissime persone e tantissimo casino.
Questa cosa non fece che peggiorare l'ansia di Masaki.

Avevano trenta minuti di riscaldamento prima dell'inizio della partita.
Da dov'era non riusciva a scorgere la testa rossa di Hiroto e nemmeno Ryuuji, e un po' si sentì sollevato.

Non vederli gli faceva diminuire l'ansia, e probabilmente, durante il secondo tempo, entrando in campo si sarebbe dimenticato di loro.

Durante il riscaldamento, in cui fece coppia con Hikaru, non parlarono molto.
Se non per scambiarsi pareri.

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Finiti i trenta minuti di riscaldamento e scelti gli arbitri ufficiali, la partita poteva cominciare.

Uscirono tutti dal campo, e si radunarono intono ad Endou.

Shindou fece il solito discorsetto motivazionale, poi si aggiunse Endou.

"Mi raccomando ragazzi, questa è una partita vera, perdiamo questa e perderemo tutto. Volete fare un altro anno senza partecipare al Football Frontier?"
"No, allenatore."
"Bene. Allora metteteci la passione e il sudore che avete per questo sport."
"Sì!"
"Forza, forza, in campo!"

Lui, Hikaru e Shinsuke, insieme a Nanasuke e Shunsuke, si sedettero in panchina.

"Forza Tenma! Metticela tutta!" Urlò Shinsuke.
"Forza ragazzi!" Urlò invece Hikaru.

La partita iniziò con il loro calcio d'inizio.

Kyousuke e Kurama si scambiarono il pallone mentre Ryoma iniziava ad avanzare.

Dalla panchina riusciva a vedere le telecamere della TV che si muovevano in fretta stando al passo dei giocatori.

Endou veniva ripreso spesso, soprattutto per le espressioni che faceva, per come si muoveva, e non erano mancati i commenti dei telecronisti.
Sapevano a cosa andassero incontro avendo un allenatore come lui, non potevano aspettarsi indifferenza.

In campo la situazione era ancora in pareggio, ma non erano mancate le azioni.
Ryoma aveva provato a segnare, ma i quattro difensori non glielo avevano permesso.

La 'Empress' usava una formazione molto strana per lui.
Così come lo schema, mentre loro erano lineari, la 'Empress' no.
Aveva due attaccanti davanti e uno sempre dietro.
I tre centrocampisti erano lineari e i quattro difensori no.
Due erano poco più alti rispetto agli altri due, come a formare una specie di varco, che comunque non riuscivano a passare per arrivare alla porta.

Poi, così, proprio a caso, la 'Empress' usò l'hissatsu di squadra.
L'avevano vista un paio di volte in video, ma Masaki non aveva mai pensato che vederla lì facesse tutto un altro effetto.

Si chiamava Tactics Cycle*.

I giocatori attaccanti formavano un triangolo perfetto per poi disporsi in fila indiana.
Non c'era spazio per fare una scivolata senza ricevere un cartellino.

E così, la 'Empress' segnò il primo gol.
Rimase sorpreso di come nemmeno 'codini rosa.' sapeva cosa fare.
Insieme ad Endou avevano parlato molto di quella hissatsu, ma in allenamento nessuno riusciva mai a ricrearla perfettamente, e per questo che facevano sempre cilecca.

Shindou disse comunque qualcosa ai ragazzi, forse, per non farli deprimere e che avevano ancora tutta la partita davanti per riuscire a segnare, ma se davvero era quello che aveva detto, non ci credeva nemmeno lui, perché sulla sua faccia c'era dipinta solo rabbia.

La signorina Otonashi suggeriva qualcosa ad Endou, di tanto in tanto.

In campo, Tenma aveva usato la sua hissatsu, Easy Breezy, il nome gliel'aveva dato Aoi, così riuscì a scartare l'avversario.
Con il pallone al piede Tenma avanzò fino a passare il pallone a Kurama, che era quello più vicino alla difesa avversaria.

Kurama prese la palla, scartò il primo difensore, ma non riuscì a sfruttare il varco che si era aperto e così perse l'occasione di provare a segnare.
Il pallone gli venne rubato e con una serie di passaggi veloci, la 'Empress' era ormai nella loro metà campo.

Shindou entrò in scivolata sottraendo il pallone ma facendolo finire fuori dal campo.

Ripresa la palla, Ryoma arrivò fino alla porta avversaria, ma facendo fuorigioco; quindi, la sua azione fu del tutto inutile.

La seconda volta, che arrivarono in attacco, Kyousuke ottenne una parata.

Endou dal bordo campo urlava ai ragazzi.

Per la prima volta, vide l'hissatsu di 'codini rosa.' all'opera.
Poteva dire che aveva un hissatsu ridicola? Si chiamava The Mist*.
Almeno funzionò e riuscì ad evitare un secondo gol.

Tra Amagi e Kurumada sceglieva 'codini rosa.', sembrava l'unico tra gli altri due ad essere più preparato per quella partita.

Con un calcio d'angolo, riuscirono a segnare.
Fu di Kurama il primo gol.

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Il primo tempo era ormai finito, e avevano visto per la seconda volta l'hissatsu della Empress, non riuscirono a segnare poiché Sangoku riuscì a parare il tiro, ma solo dopo che Amagi l'avesse indebolito.

Tornarono tutti a bordo campo.
Le manager distribuivano da bere mentre i ragazzi si avvicinavano ad Endou.

Lui, Hikaru e Shinsuke raggiunsero il gruppetto.

"Complimenti Sangoku ed Amagi per aver fermato quel tiro, e complimenti anche a te Kurama, magari con questo gol riuscirete a sbloccarvi." Disse Endou.
"Grazie allenatore."
"Non abbiamo molto tempo, dovete trovare il modo di fermare quel hissatsu prima che segnino un altro gol. Nel secondo tempo, voglio che Shindou metta in pratica 'Kami no Takuto'*, magari così riuscirai a creare un varco per segnare.
Matsukaze, continua così, ma attenzione a quando usi Easy Breezy chiaro?
Kirino ottima difesa.
Kurama, Tsurugi e Nishiki, in attacco, più svegli. Solo il tiro di Kurama è andato a segno, quanti ne hai provati Nishiki? 2? 3? Non è abbastanza, siete in attacco per un motivo.
Kurumada, adesso rientrerai in campo ma solo perché devo chiamare la sostituzione, Kariya nel frattempo si riscalderà."

Endou pareva continuare all'infinito.

"Ho scattato una foto per tutti voi!" Disse Akane, una delle manager, mostrando la sua macchina fotografica rosa.
"Davvero?? Quando possiamo vederle?" Domandò Tenma.
"Anche a fine partita se volete. Domani le porterò al club stampate se posso."
"Ma certo! Grazie Akane-san!"

Prima che Tenma convincesse Akane a fargli vedere quelle foto subito, Shindou richiamò l'attenzione su di sé.

"Questo secondo tempo sarà nostro. Portiamo la vittoria in casa!"
"Sì!"

Il secondo tempo ricominciò.

Masaki aveva iniziato a riscaldarsi già da prima, e così dopo che Kurumada rientrò in campo, Endou poté chiamare la sostituzione.

"Buona fortuna Masaki!" Gli disse Hikaru.
Il suo sorriso era raggiante, quasi da riscaldarlo.

A bordo campo, iniziava a sentire l'ansia che gli entrava nelle ossa.
Adesso sì che capiva come si sentiva Tenma.

Stando seduto in panchina era riuscito a calmare quell'ansia iniziale, ma adesso che doveva entrare in campo, quasi costretto, l'ansia l'aveva travolto.

Sentiva gli occhi di tutti puntati addosso, sentiva le telecamere che seguivano Kurumada fino ad inquadrare anche lui.
Non era per niente una bella sensazione e sperava che andasse via subito.

Kurumada gli batté il cinque.
"Sta attento a quello che fai." Gli disse. "Se perdiamo, darò la colpa a te."

E se ne andò da Endou.

Adesso, la minaccia di Kurumada era l'ultimo dei suoi problemi.

Entrato in campo prese il posto di Kurumada, a sinistra rispetto a 'codini rosa.' che era al centro.
Con gli occhi cercò Hiroto e Ryuuji, ma fortunatamente non li trovò.
Ma l'ansia, comunque, non se ne andò, sapendo che lui non poteva vederli, ma loro potevano vederlo eccome.

L'arbitro fischiò il calcio d'inizio, che era della Empress.

Lì in campo la percezione, di tutto, era diversa. Si sentiva come se vi ci fosse stato catapultato.

'Codini rosa.' dovette avvertire la sua ansia.

"Concentrati sulla partita."
Era facile dirlo per uno che stava giocando già da quarantacinque minuti.

"Lascia l'ansia oltre quella linea, e gioca." Gli disse ancora.

Fortunatamente Tenma riuscì a prendere il pallone prima che la Empress entrasse in difesa.
Passò il pallone a Shindou che non ci pensò su due volte ad usare Kami no Takuto.

Eseguirono così una serie di passaggi, fino a passare il pallone a Kyousuke.
Kyousuke trovò campo libero grazie all'hissatsu appena usata, e quindi, tirò in porta con la sua Death Sword*.
Grazie a queste due hissatsu, riuscirono a segnare.

Non mancarono i fischi e gli applausi da parte degli spettatori.

Ma, dopo quel gol, la Empress usò nuovamente la Tactics Cycle.
Vederla lì in campo fu tutt'altra cosa.
Non riuscirono a fermarla, ma Masaki riuscì ad avvicinarsi così tanto al pallone.
Gli sarebbe bastato allungare il piede per prenderlo.

Ci misero due secondi a recuperare il gol subito, ed ora erano in pareggio.

Endou, dal bordo campo, chiamò 'codini rosa.'
Nessuno seppe cosa si dissero, poiché quando 'codini rosa.' rientrò in campo, Shindou era avanzato fino in attacco.

L'azione di Ryoma fu del tutto inutile, non riuscì a segnare.

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Mancava forse poco alla fine del secondo tempo, ed erano ancora in pareggio.

La Empress aveva messo ben in chiaro i fatti. Avrebbe vinto la partita.

Lo stadio era in rivolta e i cori degli avversari riempivano lo stadio.
Non avevano scampo. Ecco cosa urlavano.

L'ennesima azione della Empress, li portò ad usare nuovamente la loro stupida hissatsu di squadra.

Davvero, non ne poteva più.

"Kariya ascoltami." 'codini rosa.' era corso da lui. "Sei l'unico che possa interrompere la Tactics Cycle."
"Cosa?"
"Sta zitto e ascolta: Ti intrufolerai prima che si mettano in fila, di solito è sempre quello di mezzo che ha il pallone. Ti ritroverai faccia a faccia con il numero 8. Prendi. Quel. Pallone. Intesi?"
"Sono lusingato, ma se non volessi ascoltarti?"
"Lo farai, sia io che l'allenatore abbiamo visto la mossa azzardata che stavi per fare la prima volta. Facendo come dico io, non rischierai nessun cartellino."

A 'codini rosa.' piacevano tanto le parole: "mossa azzardata." Poiché non era la prima volta che glielo dicesse.

Adesso aveva le mani legate. Avrebbe dovuto ascoltarlo.

"Guarda che non lo faccio perché me l'hai detto tu, ma se dovesse andare male, scaricherò tutta la colpa su di te."

Il numero 3 accanto a lui alzò gli occhi sospirando.

"Ti dirò io quando andare." Disse 'codini rosa.'

Dopo la rimessa laterale di Kurama, Shindou passò palla a Tsurumasa, che non fece in tempo a prenderla.
Il numero 8, il numero 10 e il numero 6 della Empress stavano per ricreare l'hissatsu.

Masaki aspettò e aspettò prima che 'codini rosa.' gli dicesse: "Ora Kariya!"

E lui corse, superando il dieci, poi il sei, ritrovandosi faccia a faccia con il numero otto.

"Cosa credi di fare?" Gli disse quello.

Il numero otto passò palla al numero undici, che era rimasto fuori dal triangolo, ma accanto ai tre, rovinando così il "meraviglioso" piano di 'codini rosa.'

O almeno così credeva.
Il difensore rosato, che era rimasto poco distante da lui, con una scivolata rubò il pallone al numero undici.

Prima che il pallone rotolasse fuori dal campo, Masaki corse a recuperarlo.
Un pelino prima della striscia bianca, riuscì a prendere il pallone e passarlo a Tenma.

Mentre stava per ritornare in posizione, 'codini rosa.' lo aspettava con la mano alzata.
Voleva battergli in cinque.

Che lo facesse solo per le telecamere? Questo non lo sapeva.

Masaki non voleva per niente battergli il cinque, ma dovette farlo per forza.
Così per la prima volta da quando era entrato nel club, 'codini rosa.' gli sorrise.

Facendo così, si persero l'ultimo gol.
Kyousuke passò il pallone a Kurama, che lo ripassò a Kyousuke facendo in modo che segnasse lui.

L'arbitro fischiò due volte, dando così fine alla partita.
2-3 per loro.

Avevano passato le qualificazioni, avevano accesso al Football Frontier.
Masaki non riusciva a crederci.

"Abbiamo vinto!" Urlò Tenma.

Tenma corse ad abbracciarlo, e non poté scansarsi nemmeno stavolta.

"Giocheremo al Football Frontier." Sentì dire da 'codini rosa.' a Shindou.
"Ottimo lavoro capitano, sono orgoglioso di te." Disse Sangoku.
"Grazie Taichi. E grazie anche a te Ran, se non ti fosse venuto quel colpo di genio chissà dove saremmo adesso." Shindou si stava sforzando tantissimo per non scoppiare in lacrime lì davanti a tutti.

Tenma si staccò da quell'assurdo abbraccio solo per correre da Kyousuke, che però lo scanso, facendo finire Tenma per terra.

"Kyo! Abbiamo vinto!"
"Sì, ora alzati dobbiamo andare dall'allenatore." Disse Kyousuke.

Oltre a loro, tutto lo stadio era in festa.

Corsero da Endou dopo aver ringraziato tutti i presenti nello stadio.
Le ragazze, e anche lo stesso Endou si complimentarono.

Hikaru corse ad abbracciarlo, ma stavolta Masaki seguì l'esempio di Kyousuke, lasciando correre Hikaru verso Tenma.

Endou li portò nello spogliatoio.

"Il duro allenamento ha dato i suoi frutti e così avete ottenuto la vittoria. Complimenti ragazzi, avete giocato una bellissima partita, ma di questo ne riparleremo lunedì al club, adesso cambiatevi e andate a festeggiare questa vittoria."
"Grazie allenatore!"

Entrati nello spogliatoio si respirava un'aria diversa.
Aria da vittoria, ma soprattutto aria di squadra.

Shindou parlò così tanto con Kyousuke dei gol e cose del genere.

E fecero un casino assurdo. Hamano soprattutto, lanciò la divisa per terra, urlava a squarciagola che erano i migliori, insomma, era davvero cringe.

Non appena Masaki riuscì a riottenere il suo cellulare si accorse dei messaggi che gli avevano lasciato Hiroto e Midorikawa prima che la partita iniziasse.

Una volta che si furono cambiati, Shindou disse loro che avrebbe offerto a tutti qualcosa e che avrebbero festeggiato prima degli allenamenti.

Prima di salire sul bus, Akane mostrò loro le foto che aveva scattato durante la partita, alcune erano davvero carine, altre un po' meno.

Masaki ne aveva due. Una era di spalle.

Akane riuscì anche a scattare quella dove lui e 'codini rosa.' si davano il cinque.

Ritornarono a casa in caravan, che lasciò i ragazzi fuori scuola.
Si salutarono e ognuno proseguì per la sua strada.

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*Tactics Cycle. = "Attacco Tattico". Tre giocatori, tra cui il possessore di palla, che formano un triangolo. I tre giocatori si dispongono poi in fila indiana, e avanzano fino in attacco. Non lasciando spazio per rubare palla.

*Kami no Takuto. = "Virtuoso". Il giocatore, grazie ad un'aura uscente dalle sue mani, guida i compagni indicando a chi passare e dove posizionarsi, in modo da eseguire una serie perfetta di passaggi. Creata da Shindou Takuto sfruttando la sua elevata abilità di regia e calcolo delle traiettorie, questa tattica ha l'obiettivo principale di condurre il pallone fino all'attaccante, in modo che tiri indisturbato.

*Easy Breezy. = "Giro di Vento". Il giocatore raggiunge l'avversario palla al piede e lo evita con una giravolta generando un vortice che sbilancia l'avversario alle sue spalle, superandolo.

*Death Sword. = "Stoccata Micidiale". Il giocatore poggia il pallone sul piede, sollevando la gamba; esso viene poi rilasciato e calciato. Attorno si crea un'aura blu scura, che manda il pallone in porta seguito da un raggio dello stesso colore dell'aura.

*The Mist. = "Cinta di Nebbia." Il giocatore cammina verso l'avversario, mentre sul campo cala un fitto banco di nebbia. Il possessore di palla è disordinato, e approfittandone, il giocatore gli ruba la palla.

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×Angolino autrice ×
ECCOCI QUI!!!

HiroMidoMasa molto triste a inizio capitolo, , perché nemmeno loro sono la famiglia del mulino bianco amici.

Si, lo so che Attacco Tattico non è della Empress ed è di un'altra squadra (che adesso non ricordo) ma serviva per l'interazione tra Masaki e Ranmaru ✌🏼

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Capitolo 10
*** 8. ***


Lunedì lo odiava.

Lo odiava già di per sé, ma oggi, non aveva nemmeno voglia di alzarsi dal letto.
Qualsiasi cosa vedesse storta lo innervosiva tremendamente, ed erano rare le volte in cui si svegliava così.

Non poteva saltare scuola però, aveva un maledetto test da fare, e beh gli allenamenti, poteva mai saltare gli allenamenti?

Fece colazione come al solito, al tavolo ascoltando Ryuuji e Hiroto che parlavano di chissà cosa, e poi raggiunse Tenma e Kyousuke.

Camminare fino a scuola non aiutò per niente.

Tenma gli aveva fatto ricordare una cosa molto importante; quel giorno aveva ben due test da fare.
Oltre a fare il test di 'Letteratura Giapponese' avevano il test di 'Shodo'.
Odiava Shodo.

Oltre ad avergli ricordato del test, Tenma gli chiedeva insistentemente i suoi appunti, perché, a quanto pare, non aveva studiato, né l'uno né l'altro.

Masaki gli disse che gliel'avrebbe dati appena arrivati a scuola, ma Tenma era così insistente che gli veniva voglia di tagliarsi in gola; aveva dovuto darglieli lì per strada.

Nonostante gli appunti dati, Tenma continuò a parlare e a parlare.
Era sempre colui che non smetteva nemmeno per un secondo di parlare, anche se aveva aperto gli occhi solo cinque minuti prima.
E poi c'erano lui e Kyousuke che a stento si salutavano alle sette di mattina.

Arrivati a scuola, Tenma disse loro che si sarebbe diretto verso il centro sportivo ad allenarsi un po', per smaltire l'ansia, così aveva detto; mentre Kyousuke aveva detto che l'avrebbe seguito solo perché stavano in un posto più appartato e così avrebbe ripassato meglio.

Lui, non aveva voglia di andare ad allenarsi, e soprattutto di ripassare.
Così quando Tenma glielo domandò gli disse: "No."
"Dai! Vieni!"
"No Tenma, farò quattro passi."
"Uffa..." Disse Tenma. "Vabbè a dopo allora."

Kyousuke mimò: "Scappa."

Tenma era fuggito come un razzo, non dandogli nemmeno il tempo di salutarlo.

Così, Masaki andò un po' a zonzo per la scuola, anche perché non ci teneva minimamente ad allenarsi.
Alla fine, il giorno dopo la partita, Shindou aveva invitato i ragazzi a prendere qualcosa, anche da mangiare, per "festeggiare" la loro vittoria.
Però per un motivo o per un altro, non si fece più nulla, o almeno così aveva letto dal gruppo in cui era con Kyousuke, Tenma, Shinsuke e Hikaru.

Ad una certa si ritrovò in un piccolo quadrato, all'aperto, nascosto da foglie di cespugli un po' troppo cresciuti, e alcune erano sintetiche lo sapeva.
In questa piccola porzione di scuola c'erano dei distributori automatici, molto vecchi, e un paio di panchine anche quelle vecchie, arrugginite quasi.

Masaki non sapeva dell'esistenza di quel posto, ed emanava così tanta tranquillità che probabilmente Kyousuke avrebbe cambiato idea e si sarebbe messo lì a studiare, ma com'era fatto, avrebbe tenuto nascosto quel luogo così esotico. 

Quel posto non era la cosa peggiore, ma, una persona lo era.
Non sapeva come, né perché, ma 'codini rosa.' era lì.

Qualcuno ai piani alti si era messo d'accordo per rovinargli quella splendida giornata.

"Ah ciao Kariya, non ti avevo visto." Lo salutò 'codini rosa.'

Ora che vedeva meglio, tra le sue mani c'era un bicchiere, simile a quelli di Starbucks per intendersi, di carta, uscito proprio dal distributore.

Non era per niente sorpreso della sua presenza, come se fosse una cosa del tutto naturale del fatto che si trovasse lì, in quel posto.

"Ciao Kirino." Lo salutò.

Si diede un premio per non averlo chiamato 'codini rosa.' ad alta voce, sarebbe stato alquanto imbarazzante se Kirino avesse saputo del suo soprannome. Di solito se ne sarebbe infischiato.

Gli sembrò strano pronunciare il suo cognome.
Non si erano mai chiamati?

"Caffè?"
"No. Grazie."

Doveva immaginarlo; una persona così "ordinaria" come 'codini rosa.' doveva per forza bere quella bevanda così disgustosa comunemente chiamata caffè.

Masaki odiava il caffè.
Americano, aromatizzato, cappuccino, con latte, decaffeinato, espresso, macchiato; lo odiava in tutti i modi possibili.
Non riusciva a sopportare nemmeno l'odore.

Eppure, in casa sua era la bevanda per eccellenza.
Hiroto ne beveva quasi in quantità industriali e di molti tipi, ed è per questo che il caffè lo associava alla cerchia del male, dove c'era anche la Kira & Company.

E difatti, a differenza di Hiroto, lui preferiva tè nero o latte per colazione. Fine.
(Gliel'aveva insegnato Ryuu a bere il tè, anche se lui di rado beveva caffè.)

Insomma, Masaki era arrivato alla conclusione che fosse una calamita per le persone che bevevano caffè.

"Cosa ci fai da queste parti?" Domandò 'codini rosa.'
"Potrei farti la stessa domanda."

Questa conversazione stava durando più del previsto e a Masaki non piaceva per niente parlare di prima mattina.
Non gli piaceva parlare in generale, a dire il vero.

"Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda, quindi visto che te l'ho chiesto per primo, dovresti rispondermi."
"E tu dovresti non fare domande."

Si era sforzato davvero tanto per non dire "fatti gli affaracci i tuoi" si meravigliò di sé stesso.
Oggi il suo cervello voleva proprio evitare figuracce.

'Codini rosa.' aprì la bocca come per dire qualcosa ma poi subito la richiuse per poi dire: "Sei sempre così scontroso? Non c'è davvero nulla che ti calmi un po'?"

Questa volta fu Masaki a rimanere senza parole.
Oh insomma, lui ce ne metteva del suo ma 'codini rosa.' non si sforzava proprio.

"E comunque, e perché quasi nessuno sa' che questi distributori funzionano ancora." Disse, andando a sedersi su una vecchia panchina. "E poi si sta bene."

I distributori sembravano vecchi ma da qui a pensare che non funzionino ce ne voleva veramente tanta di immaginazione.

"Nemmeno Shindou-san?"
Non sapeva perché aveva domandato del capitano, infondo nemmeno gli interessava, era solo perché non l'aveva mai visto senza 'codini rosa.' accanto, erano come una sola persona.

"È stato proprio lui a portarmici. Ora hai deciso di parlarmi di nuovo?"

Ti pareva.
Sembrava veramente strano che Shindou non sapesse niente di quell'angolo misterioso.

E no, 'codini rosa.' non poteva permettersi di lanciargli frecciatine.

"Tu mi hai rivolto la prima parola solo per riprendermi, quando in realtà avresti dovuto scusarti."

No, Masaki non dimenticava, ma infondo non portava nemmeno tutto quel rancore che diceva di portare.

"Scusa? E perché? Era ovvio che dovessi riprenderti, avevi lascito una zona del campo scoperta, e come difensore dovevo dirtelo."

Masaki avrebbe voluto urlare.
Aveva la memoria di un pesciolino rosso per caso?
No, sennò non avrebbe ricordato quando l'aveva ripreso per una sciocchezza come quella.

"Il primo giorno di scuola, correvi come un matto-
-ah, quindi eri tu."

Masaki avrebbe voluto fargli un applauso per la memoria, o per prenderlo in giro, ma non lo fece.

"Ero in ritardo per gli allenamenti." Disse ancora 'codini rosa.' mentre beveva quella disgustosa bevanda. "Non ti ho visto, come facevo a sapere che eri proprio tu?"
"Certo che sei proprio un'idiota."
"Ti ricordo che sono più grande di te."
"Siamo compagni di squadra non esistono differenze, parole di Shindou."

Almeno qualche volta diceva qualcosa di buono.

"A tal proposito, complimenti per la partita."

Masaki si stava convincendo che in realtà 'codini rosa.' non beveva caffè ma pura droga.

"Non è stato tutto merito mio."
"Ma sei stato l'unico più veloce tra me e Amagi."
"E comunque, l'hai già fatto, con Shindou, dopo che l'allenatore l'ha detto a tutta la squadra." Disse Masaki.
"Sì è vero, ma lì erano formalità."

Non ci provava nemmeno più a capirlo.

"Chi ti ha insegnato a giocare a calcio?" Si era alzato soltanto per andare a gettare il bicchiere di carta ormai vuoto. "Il tuo stile di gioco, mi sembra di averlo già visto."
"Non ti avevo detto di non fare domande?"
Lui scrollò le spalle e disse: "Sei difficile da decifrare, e poi è solo curiosità tutto qui."

Masaki avrebbe voluto stracciarsi i capelli dalla testa.
Perché non aveva deciso di inseguire Tenma all'interno del centro sportivo? Perché? Allenarsi sarebbe stato molto più piacevole.

Non poteva non rispondere, avrebbe lasciato capire che ha un segreto, o che stava tenendo segreti i suoi genitori, il che era vero.

"Non so a cosa ti riferisci riguardo allo stile, è la prima volta che gioco a calcio seriamente."

'Codini rosa.' non sembrava così contento di quella risposta, però aveva un sorriso accennato.
Lo odiava il suo sorrisetto.
Si era avvicinato nuovamente al distributore automatico, sperava non per un altro caffè.

"Takuto mi ha detto che prima giocavi a pallavolo, parole dell'allenatore."

Endou quand'è che teneva la bocca chiusa? Quando avrebbe imparato a farlo?

Non poteva fidarsi nemmeno dell'allenatore adesso.
Avrebbe tenuto la bocca chiusa su Ryuu e Hiroto? Sperava vivamente di sì.
Gli avrebbe avvelenato il pranzo a sacco se gli sarebbe scappata una cosa simile.

La campanella suonò.

"Beh," Mise la tracolla su in spalla "Ci vediamo agli allenamenti, Masaki." 
Lo salutò con la mano prima di andar via.

Aveva sentito bene? L'aveva chiamato per nome!
Masaki.
Non si erano mai chiamati per nome. Mai.
Da quanto si rivolgevano la parola? Non lo sapeva, ma comunque l'aveva sempre chiamato "Kariya", e ora gli sembrava così strano essere chiamato per nome proprio da 'codini rosa.'.

Rimase lì come uno stoccafisso a guardare la panchina ormai vuota.

Non era tipo da abituarsi così facilmente ai cambiamenti, soprattutto con persone come 'codini rosa.'.

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"Masaki! Ma dove sei stato?" Domandò Tenma appena lo vide.
"Io... ero qui, in giro."
"Non ti sarai mica perso?" Domandò Kyousuke.
"Ma che vai dicendo Kyo."
"Almeno sei giusto in tempo per le lezioni!" Disse Tenma.
"Tenma, le campanelle ci sono in ogni angolo della scuola."
"Beh questo non fa importanza, io non riesco a sentirle lo stesso, menomale che con me c'è Kyousuke!"

Menomale.
Perché Kyousuke ancora doveva abbandonarlo?
Voleva scambiarlo con i cammelli? Cosa aspettava?

"Sai Shinsuke è riuscito a creare una nuova tecnica per la parata! Oggi la mostrerà a Sangoku-san e speriamo che possa giocare..."

Tenma sembrava veramente dispiaciuto per Shinsuke, infondo né lui né Hikaru avevano avuto la possibilità di giocare.

Hikaru l'aveva visto di sfuggita, e gli era sembrato piuttosto afflitto, un po' cupo.
Non riuscì a raggiungerlo per domandargli cosa fosse successo, non aveva mai visto Hikaru in quello stato e gli dispiaceva veramente tanto.

Cercò di concentrarsi sulle lezioni, gliel'avrebbe chiesto a pranzo.

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Poco più tardi, alla fine delle lezioni, i tre andarono a mensa.

Presero il pranzo ed andarono a sedersi al tavolo.
Una cosa strana era che al tavolo ci fosse solo Shinsuke, di Hikaru nessuna traccia.

"Vi prego portatemi al mare." Si lamentò Tenma.
"Ciao anche a te Tenma." Salutò Shinsuke. "Dai che non fa così caldo."
"Appunto, siamo alla fine di maggio." Disse Kyousuke.
"Non potete capire." Disse Tenma.
"Tenma, stai solo esagerando, come al solito." Disse ancora Kyousuke.

Masaki finì per guardarsi attorno, di Hikaru ancora nessuna traccia.
"Dov'è Hikaru?" Domandò.
"Ha detto che andava in bagno, ma dovrebbe essere già qui."
"Forse non si sente bene." Disse Tenma.
"Cos'aveva questa mattina?" Domandò ancora.

Shinsuke scrollò le spalle. "Non lo so, non ha voluto parlarne, non ne abbiamo avuto nemmeno modo in realtà."
"Sai se ha dei problemi, magari anche in famiglia?" Domandò Kyousuke.
"Non parla molto della sua famiglia." Rispose Shinsuke.
"Speriamo torni..." Disse Tenma.

Masaki si alzò.
Visto che nessuno aveva intenzione di andare a cercarlo, l'avrebbe fatto lui stesso.
"Vado a carcarlo."
"Masaki!"

Tenma provò a chiamarlo, ma ormai Masaki era già fuori dalla mensa.

Andò dritto dove pensava di trovarlo, ai bagni.
Cercò in ogni singolo bagno, senza trovarlo.

Corse fino all'infermeria, ma nessuna traccia, quindi, salì il secondo piano, gli era proibito è vero, ma, se Hikaru non avesse voluto farsi trovare, solo lì avrebbe potuto essere.

Così, entrò di nuovo nei bagni, e lo trovò.
Si era nascosto sotto il lavandino sospeso.

Masaki si avvicinò piano, cercando di non farlo spaventare. Si accovacciò.
"Hei Hikaru... cosa, cos'è successo?"
"Tutto bene." Rispose lui, ma aveva la voce rotta dal pianto.

Masaki si armò di grande coraggio, e si infilò sotto il lavandino, accanto ad Hikaru.
Mai si sarebbe sognato di fare una cosa del genere, soprattutto per l'enorme quantità di germi che c'era, ma lo fece comunque, per Hikaru.

Non sapeva esattamente cosa dire, non era bravo a consolare le persone.

"Cos'è successo? Perché ti sei nascosto qui?"
"Non sono nascosto."
"Direi proprio di sì. Shinsuke ha detto che sei fuggito dalla mensa, e anche Tenma e Kyousuke sono preoccupati per te."

Hikaru finalmente lo guardò in faccia.
Aveva ancora il viso bagnato dalle lacrime.

"Hai mai sentito parlare di Kageyama Reiji?"

Masaki scosse la testa.
Non aveva la minima idea di chi fosse.
Forse... era un parente di Hikaru? Perché avrebbe dovuto conoscerlo?

"Vedi, lui è stato l'allenatore della Royal Accademy, e della Zeus. Ha commesso crimini enormi riguardo al calcio... usava il calcio per arrivare ai suoi scopi personali ed era spesso ricercato dalla polizia, ma riusciva sempre a farla franca. Era davvero un uomo perfido..."
"Ma... cosa c'entra lui con te? Era tuo padre?"
Hikaru scosse la testa. "No... era mio zio, è oggi è la sua ricorrenza di morte... però, la mia famiglia, mia mamma soprattutto, viene odiata per quello che ha commesso."
"Oh, Hikaru, mi dispiace così tanto."
"Ho visto Kidou Yuuto parlare con l'allenatore... lui mi ha visto."
"Kidou Yuuto? L'allenatore della Royal Accademy?"
"Sì. Lui ha... subito molto da mio zio... e se fosse proprio per questo che l'allenatore non mi faccia giocare?"
"Hikaru, non dire sciocchezze. I crimini di tuo zio non c'entrano nulla con te. Endou lo sa."

Hikaru si asciugò le lacrime.

"Non hai nulla di cui preoccuparti, nessuno ti odia, nemmeno in squadra. Ti vogliono tutti molto bene."
"Grazie Masaki."
"E se qualcuno dirà qualcosa di brutto su di te, sta sicuro che non rivedrà mai più la luce del sole."

Hikaru ridacchiò.
"Per favore non dire a nessuno di questa conversazione..."
"Non preoccuparti, acqua in bocca."

Qualcosa nella sua testa, gli diceva che poteva fidarsi di Hikaru, e che doveva in qualche modo, ricambiare quel gesto di fiducia, nel raccontargli un segreto.

"Anzi guarda, visto che tu hai rivelato un segreto a me, io farò lo stesso."
"Tu? Un segreto?"
"Beeh, non è proprio un segreto, però sì."

Hikaru si mise comodo. "Sono tutti orecchi."

Prese un bel respiro, poteva fidarsi di Hikaru, ma non era abbastanza, giocava con le dita per smorzare l'ansia.

"È una storia un po' complicata, però sarò piuttosto breve. Tu conosci l'Inazuma Japan vero? Conosci Endou e Yuuto quindi non immagino gli altri. -
- Si Masaki, li conosco." Rise Hikaru.
"Beh ecco... i miei genitori giocavano proprio nell'Inazuma Japan, con Endou."
"Davvero?? Tenma lo sa? Ha già riempito la sua casa di autografi?"

Masaki rise.
"Sì lo sa, ma solo perché ci conosciamo dalle medie, nessun altro al di fuori di te, Tenma e Kyousuke lo sa."

Hikaru annuì.
"È un segreto, e puoi contare su di me, a patto che mi dici chi sono, perché io delle ragazze non ricordo nessuna."
"No, no, nessuna ragazza. Sono Hiroto e Midorikawa, non so se ti ricordi di Midorikawa, non ha giocato per molto."

Non sapeva decifrare l'espressione di Hikaru, ma di sicuro era molto contento.

"Davvero?? Sapevo fossero sposati perché sono uscite così tante notizie visto che Hiroto giocava a calcio un paio di anni fa, ma non sapevo che tu... cioè-

Masaki rise. "Sì Hikaru."
"È pazzesco! Ma... perché è un segreto? Non è bello?"
"Sì, ma... è complicato."
"Oh, va bene."
"Detto ciò, non preoccuparti, Endou non ti tiene fuori per tuo zio, vedrai che ti lascerà giocare."
"Grazie Masaki, ne avevo bisogno."

Masaki si alzò e gli porse la mano. "È ora di andare in mensa."

Hikaru gli prese la mano e si alzò.

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"Eccoli!" Esclamò Tenma.

Agitava la mano per farsi notare. "Ce ne avete messo del tempo!"

"Scusate." Disse Hikaru prima di sedersi accanto a Shinsuke.
"Nessun problema! Almeno eri con Masaki, quindi in un certo senso eri in buone mani." Disse Tenma.

Masaki si voltò verso Tenma. "Che significa in un certo senso??"
"Vuol dire ciò che ho detto. In un certo senso."

Masaki guardò Kyousuke. "E tu non gli dici niente?"
"Non mi intrometto."
"Non ti intrometti nemmeno se lo affogo?"
"Fa' pure."
"Sei morto Tenma."
"Hei! Non ho fatto nulla di male!"

Hikaru e Shinsuke scoppiarono dal ridere quando Masaki lanciò un portapenne a Tenma e quest'ultimo urlò a Kyousuke di proteggerlo.

"Questo è per aver detto che Hikaru era al sicuro con me in un certo senso. Che cosa potevo mai fargli secondo te? Ucciderlo?"
"Come stai facendo con me ora? Sì!"

Gli lanciò una bottiglia, peccato fosse vuota.
"Risparmiami!" Urlò Tenma.

Non l'avrebbe fatto.

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Dopo la pausa pranzo, continuarono le lezioni pomeridiane fino alle quindici.

Dopodiché, andarono agli spogliatoi, ovviamente erano in ritardo come al solito, erano conosciuti da tutti per essere i ritardatari della situazione.

"Ah eccovi." Disse Shindou. "Stavo per mandarvi a chiamare."
"Scusa capitano!" Disse Tenma. "Non si ripeterà più."
"Certo."

Shindou non sembrava tanto contento, e a dirla tutta aveva anche ragione.
Tutti gli altri avevano già finito di cambiarsi mentre loro iniziavano in quel momento.

"È sempre colpa tua. Se smettessi di portare l'intera cartoleria forse non saremmo più in ritardo!"
"Concordo." Si aggiunse Kyousuke.
"Non girate il dito nella piaga!" Disse Tenma.
"Se Endou ci dà una punizione ti assumi tutta la responsabilità." Disse Kyousuke.

Tenma gli fece la linguaccia.

Si cambiarono in fretta e furia, anche se Tenma ce ne metteva del suo a fare ancora più tardi.
Prima mise i calzoncini al contrario e poi litigò con i lacci delle scarpe.

Arrivarono al campo dove ormai la prima squadra aveva iniziato il riscaldamento.
Endou diede loro doppio riscaldamento, poi, Tenma e Kyousuke andarono ad allenarsi con la prima squadra, mentre lui andò ad allenarsi con Hikaru e Shinsuke con le riserve.

Hikaru, che era migliorato un sacco, aveva già un hissatsu anche se era ancora da perfezionare e non aveva ancora un nome.

Allenarsi con le riserve non era così divertente come allenarsi con i titolari.

"Sono sicuro che il prossimo tiro non riuscirai a pararlo!" Disse Hikaru al portiere.

Si sentiva un po' inutile, aveva bloccato un paio di azioni da parte di Shinsuke, ma niente di particolare, gli era bastata una semplice scivolata.
Dall'altra parte del campo, Tenma correva verso Shindou per rubargli palla mentre ancora più dietro Kyousuke era appena stato fermato dal hissatsu di 'codini rosa.', quella che aveva usato durante la partita contro la Empress.

'Codini rosa.' lo salutò, alzando la mano, poi passò il pallone.

Quel ragazzo era davvero strano, e Masaki non riusciva a capire perché si fermasse a guardarlo.

"Masaki potresti ripassarmi la palla?"
Shunsuke lo riportò alla realtà.

"Ah, si scusa. Tieni."
"Riproviamo." Gli disse.

Continuò ad allenarsi con Shunsuke e il resto delle riserve.

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A fine allenamento, Endou li richiamò a sé.

Si sedettero a cerchio per terra.

Avevano la sala riunioni, perché non la sfruttavano?

"Ragazzi, buone notizie." Disse Endou. "Stamattina un amico è venuto a trovarmi, e insieme abbiamo accordato di fare un'amichevole.
Giocheremo con la Royal Accademy, più o meno i primi di giugno, quindi, avete abbastanza tempo per dare il massimo negli allenamenti. Questa sarà l'ultima amichevole prima dell'inizio del Football Frontier, ma di questo ne parleremo poi, e parleremo anche della formazione e delle tattiche da usare durante quest'amichevole. Questo è tutto, potete andare ragazzi."
"Grazie allenatore."

I ragazzi andarono a cambiarsi.
Nello spogliatoio si parlò più che altro della Royal.

Masaki aspettò che Tenma e Kyousuke finissero di cambiarsi per poi andare via insieme.
Salutarono Hikaru e Shinsuke.

Sulla strada del ritorno, Tenma cercò di farsi dire tutto quello che gli aveva detto Hikaru.

"No Tenma, non dirò nulla."
"Ma siamo amici da una vita, potresti dirmelo!"
"No."
"Kyo per favore!"
"Cosa c'entro io? Non vuole dirtelo, non posso costringerlo."
"Ma lo sai che Masaki ascolta te e non me."
"Non lo dirò nemmeno a Kyousuke, è inutile che cerchi aiuto."

Tenma sospirò.
"Non è giusto. Noi siamo tuoi amici da più tempo."
"Lo sai che se non glielo dirai ti tormenterà a vita vero?" Domandò Kyousuke.
"Ne sono consapevole, ma non dirò comunque niente."
"Scelta tua, poi non venire a piangere da me."
"Ho detto a Hikaru dei miei genitori..."

Tenma si fermò di colpo. "Veramente??"
"Già."

"Oh, Masaki! Sono così fiero." Tenma corse ad abbracciarlo. "Finalmente ti stai aprendo anche con gli altri."
"Tenma, stai esagerando." Gli disse Kyousuke.
"Sì, è vero."

Tenma si staccò.
"Kyo dovresti essere contento!"
"Lo sono."
"Possiamo smetterla ora? Grazie."
"Gliel'hai detto perché? Che ti ha detto lui?"
"No Tenma, non provarci." E scappò via.

"Dai Masaki!"

Tenma gli corse dietro.

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×Angolino autrice ×
Eccoci qui con un nuovo capitolo!

Finalmente i nostri protagonisti si incontrano fuori un campo da calcio 👏🏻👏🏻👏🏻

Non ho nulla da dire su questo capitolo a dir la verità, spero vi sia piaciuto, soprattutto il tratto tra Masaki e Hikaru, mi andava che questi due bambocci si avvicinassero di più.

Dopo questa primissima interazione tra Masaki e Ranmaru prometto che ne saranno altre, ma, ci andrò molto lentamente.
Detto questo, se avete domande, sono ben accette, così come i commenti, li adoro.

Ci si becca alla prossima <3.

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Capitolo 11
*** 9. ***


"Il football frontier inizierà l'undici settembre, è di sabato. Come saprete, ci saranno sedici squadre che dovranno giocare tra di loro e i turni sono otto.
Noi giocheremo la partita delle 20.40, ancora non ci è dato sapere dove e con chi. Queste sono le informazioni che la professoressa Haruna ha raccolto per voi."

Sapevano veramente poco riguardo al Football Frontier e mancavano solo due mesi a quella partita, dopo mesi di vacanze per giunta; perché dei geni avevano pensato di piazzare il football frontier dopo le vacanze estive. A settembre.
Masaki avrebbe voluto fargli un applauso dritto in faccia.
Insomma, dopo le vacanze? Sul serio?

Si erano incontrati con Endou nella sede del club di calcio, prima dell'inizio degli allenamenti, un po' a caso, perché Shindou li aveva avvisati durante la pausa pranzo di quella riunione improvvisa.

L'organizzazione del club faceva veramente pena, e menomale che le partite non erano organizzate da loro, altrimenti sarebbe la fine per il calcio.

In Giappone faceva un caldo insopportabile per essere soltanto ai primi di giugno.
Mancava poco meno di un mese per l'inizio delle vacanze estive; quindi, non capiva perché Endou stesse dando tutte quelle informazioni.
Aveva paura di dimenticare di dirlo ai ragazzi?

No, quello era Masaki, doveva introdurre più fosforo nella sua dieta.

Insomma, Endou aveva veramente tanto tempo per parlargli del Football Frontier, dire tutto prima delle vacanze estive non era un'idea così geniale.

"Sto preparando delle schede di allenamento per tutti voi, in modo che durante la pausa estive possiate allenarvi comunque, e guai a voi se non lo farete, sapete che me ne accorgo."

Endou, un diavolo travestito da angelo.

"Detto ciò, passiamo alle informazioni da dare per quanto riguarda la partita con la Royal Accademy, che vi ricordo è a breve."

Per breve Endou intendeva fra due giorni.
Più breve di così? Nemmeno la morte.

"Ho intenzione di usare la stessa strategia usata durante la partita di qualificazione.
Lo schema sarà un 3-4-3, parto col dirvi che ho intenzione di alternare ben 4 di loro:
2 sono Kariya e Kurumada, in difesa, proprio come durante la qualificazione."

Mentre Endou si voltava per guardare lui e Kurumada, lui però, sentiva lo sguardo di 'codini rosa.' su di sé.
Si voltò verso la direzione del rosato, e aggrottò le sopracciglia, come per chiedergli cosa volesse.
La risposta alla sua domanda non arrivò mai.

Non capiva ancora perché Endou si ostinasse tanto a volerlo vedere giocare al Football Frontier, o comunque al posto di Kurumada.
Almeno, adesso era preparato e non avrebbe rischiato un infarto.

"Non prendetela come una sfida, è più una cosa ufficiale diciamo.
E poi questo non significa che uno dei due non giocherà mai più, non ho intenzione di cacciare nessuno. Detto ciò, gli altri due sono Kageyama e Nishiki. Dovete sapere che Nishiki vorrei spostarlo in centrocampo, in attacco non sei più come l'anno scorso, o sbaglio Ryoma?"
"No, allenatore. Ha perfettamente ragione."

Endou gli sorrise.
"Questa è la tua ultima possibilità di rimanere in attacco."

Endou, poi, iniziò a scrivere lo schema alla lavagna, con i vari nomi di chi avrebbe giocato.
"Questa è una partita di allenamento no? Quindi, meglio allenarsi. Nishizono Shinsuke, giocherai per tutta la partita. Sangoku è d'accordo così come lo è Shindou, in caso le cose si complicano, Sangoku potrà entrare."

"Grazie allenatore!"
Shinsuke quasi piangeva.
Aveva gli occhi lucidi e un sorriso stampato in faccia.

Tenma, accanto, gli batté il cinque.

Endou aveva fatto un massacro, letteralmente, aveva sfasciato mezza squadra.
Aggiungere lui, Hikaru e Shinsuke... quando già c'erano Tenma e Kyousuke, era letteralmente una tortura per i ragazzi più grandi.

Shindou era d'accordo con tutto questo? Forse era costretto?
No, probabilmente voleva soltanto vincere e si sarebbe buttato su qualsiasi strategia.

"Passiamo in attacco: Kurama, Nishiki e Tsurugi. Hamano, Hayami, Matsukaze e Shindou in centrocampo.
Difesa: Kirino sarai il nostro pilastro, Amagi e Kurumada.
Per il primo tempo in attacco ci sarà Kageyama mentre per il secondo tempo Kariya entrerà in difesa.
Questo è tutto, agli spogliatoi e poi al campo. Non fate nemmeno mezzo secondo di ritardo sono stato chiaro?"
"Sì allenatore!"

Una volta lasciati liberi, Masaki raggiunse Kyousuke, che era rimasto appoggiato al muro per tutto il tempo, mentre lui, Tenma, Hikaru e Shinsuke si erano seduti.

"Non ci posso credere!" Gli disse Hikaru.
"Sto morendo dalla gioia." Disse lui, alzando gli occhi al cielo.
"Ok Masaki rifacciamola, un po' più convinto va bene?" Tenma gli si parò davanti e con le mani imitò il ciack, di quelli cinematografici. "E azione!"

Masaki gli spostò le mani. "No grazie."
"Dai sarà divertente!" Gli disse Hikaru.
"Assolutamente no."
"Scusa, ma ci stai a fare qui se non vuoi giocare?"

Masaki sbuffò. Che domande.
Da quando aveva giocato quel mezzo secondo tempo, il calcio era iniziato a piacergli di più, rispetto a quando si allenavano, si, ma non voleva rubare il posto di nessuno.

"Oh no, è che Masaki non si sente pronto." Disse Tenma in sua difesa.
"Non è vero."
"Allora cosa?" Domandò Shinsuke.
"L'idea di prendere il posto di Kurumada non mi piace."
"Oh... allora ti capisco, io prendo il posto di Sangoku, almeno per la partita con la Royal."
"Guarda che è l'allenatore quello che decide, non stai rubando il posto a nessuno. Avrà le sue motivazioni." Disse Kyousuke.
"Kyousuke ha perfettamente ragione." Concordò Hikaru. "Lo stesso vale per me e Nishiki-san."
"Quello di cui hai bisogno adesso è un abbraccio." Disse Tenma, allargando le braccia.
"No, grazie." Masaki lo sorpassò.
"Abbraccio, ho detto."
"No. Tenma."
"Kyo!"
"Ha detto di no, cosa posso farci io?"
"Hikaru?"
"No, non mi metterò Masaki contro."

Tenma mise il broncio. "Uffa."

Entrarono nello spogliatoio, e iniziarono a cambiarsi insieme al resto della squadra.

Kurumada non era così tanto felice della scelta dell'allenatore, e poteva confermalo, sia dal modo in cui lo stava guardando, sia per come ne parlava con Sangoku e Ryoma.
I due, erano decisamente favorevoli alla scelta di Endou, ma Kurumada sembrava che volesse ucciderlo solo con lo sguardo.

Masaki avrebbe voluto cedergli il posto seduta stante per come si mettevano le cose, ma, c'era qualcosa dentro di lui che diceva di giocare al meglio delle sue capacità.

Da quando seppero che avrebbero giocato una partita di allenamento contro la Royal, Tenma, invitò lui e gli altri ragazzi del primo anno, ad allenarsi insieme ad un vecchio campetto.
E così, appena finivano con l'allenamento lì a scuola, correvano subito ad allenarsi ancora.

Hikaru era quasi riuscito a creare una hissatsu di tiro.
Masaki ci stava lavorando ancora, e con l'aiuto che gli avevano dato Ryuuji e Hiroto in una di quelle sere, qualcosa era riuscito a fare, e proprio con loro aveva trovato il nome da dare alla sua hissatsu.
Una sola volta.

Quindi, dopo tutto quell'allenamento che faceva, voleva proprio giocare, anche solo una o due partite, almeno per avere la soddisfazione di non essere stato sempre lì in panchina.

Una volta finito di cambiarsi andarono al campo.
Prima come al solito fecero un po' di riscaldamento e poi presero ad allenarsi.

Visto che erano in allenamento, e non ancora in uno schema ufficiale di partita, Endou l'aveva schierato, insieme a Kurumada, Amagi, e ovviamente, 'codini rosa.'

Sangoku e Shinsuke si allenavano con Hikaru e Kyousuke, in vista della partita.

"Per quanto credi di giocare? Dovrai avere un hissatsu prima della partita della Royal, quelli fanno sul serio." Gli disse Kurumada.
"Beh, meglio non averla che avere una come la tua."

Gli uscì così spontaneo, veramente, avrebbe preferito tenere quella sua linguaccia a freno, piuttosto che dire una cosa del genere a Kurumada, che era di due anni più grande.

Masaki poteva finalmente scrivere il suo testamento, non che avesse tante cose da scriverci. Avrebbe optato per delle lettere d'addio a Ryuuji e Hiroto.

"Tch. Ti ricordo che sei solo un novellino. Non montarti la testa, l'allenatore non ci avrebbe mai fatto giocare in dieci, e non avevamo altri difensori, ma dopo la partita con la Royal puoi dire addio al tuo ruolo."
"Hai paura? Forse sono più bravo di te e potrei giocare per tutte le partite del Football Frontier, e nessuno sentirà la tua assenza qui in campo."

Kurumada rise. "Io? Paura di perdere il mio posto contro di te? Ma per favore."

'Codini rosa.' si avvicinò minaccioso.
E lì capì di essere morto.

Si fermò proprio tra lui e Kurumada.
"Che cosa sta succedendo qui? Vi ricordo che siete qui per allenarvi, non per conversare."
"Il novellino si è montato la testa. Ve l'avevo detto io che far entrare i novellini avrebbe comportato a questo."
"Io-
-Masaki non complicare le cose, e tu Gouichi dovresti non importunare nessuno durante gli allenamenti. Vi ricordo che sono il vicecapitano, litigate di nuovo e vi sbatto in panchina." E così, 'codini rosa.' se ne andò, con aria molto minacciosa.

Kurumada tornò a guardarlo, e Masaki decise di ignorarlo.
Il maggiore sbuffò.

Proprio non gli andava bene che Masaki l'avesse sostituito quella volta che si fece male, e poi, per avergli fatto giocare solo il primo tempo alla partita di qualificazione.
E probabilmente non gli andava giù che probabilmente Endou avesse così tanta difficoltà a scegliere tra lui e Masaki.

A quanto pare, nemmeno essere minacciato da 'codini rosa.' gli andava bene, e forse fu per quello che per il resto degli allenamenti non gli rivolse più la parola.
Fu difficile ricevere palla da Kurumada, e avere anche un semplice passaggio, ma non alzò un polverone, né tantomeno lo disse a 'codini rosa.', lasciò perdere, tanto si sarebbero sfidati sul campo da calcio, con le proprie prestazioni.

Finiti gli allenamenti, lui, Tenma, Shinsuke e Kyousuke aspettarono Hikaru, che era stato chiamato da Endou.

"Secondo voi l'allenatore cosa starà dicendo ad Hikaru?" Domandò Tenma.
"Boh, forse che se Ryoma passa a centrocampo lui diventa attaccante e titolare tra l'altro??"
"Ma questa è una bella notizia!"
"Insomma Tenma, l'hai sentito Endou oggi??"
"Ma sì."
"Non è ancora pronto, in partita commetteva spesso degli errori, anche se migliorava a vista d'occhio. Apprende molto velocemente." Disse Kyousuke.
"L'ho notato anch'io quando Kirino gli disse di non guardare solo la palla, da lì Hikaru ha capito in un nanosecondo cosa fare." Disse Shinsuke.

"A proposito!" Tenma si voltò verso Masaki. "Tu ed Hikaru state avendo sempre più segreti, non è che vi siete dichiarati amore eterno??"

Si sentì il viso in fiamme. Ma insomma, per chi l'aveva preso?
Lui e Hikaru erano buoni amici, e non ci sarebbe stato nient'altro, poteva giurarlo.
"Tenma ma che dici!?"
"Fate una bella coppia."

Masaki guardò Kyousuke. "Kyousuke! Fermalo."

Kyousuke sospirò. "Tenma, smetti di importunare Masaki."
"Sono solo curioso."
"Siamo solo amici! E fatti gli affaracci tuoi!"

Sfortuna o fortuna volle, che Hikaru fu di ritorno. "Cosa succede qui?"
"Nulla. Adesso andiamo prima che si faccia ancora più tardi." Disse.

Presero le cartelle e filarono via.

Per strada parlarono un bel po' di quello che successe nel campo, soprattutto tra lui e Kurumada.

"Sì, secondo me ha solo paura che tu possa rubargli il posto." Disse Tenma.
"È frustrante. Sul serio."
"Sì, credo la pensi come Minamisawa." Disse Kyousuke.
"Io e Ryoma non abbiamo questo tipo di problemi per fortuna." Disse Hikaru.
"Secondo me dovresti solo pensare a giocare come meglio sai fare. Tanto sarà comunque l'allenatore a decidere." Disse Shinsuke.
"Sì, ha ragione Shin, non pensarci Masaki! Gli facciamo vedere noi a Kurumada di che pasta sei fatto!" Urlò Tenma, prendendolo sottobraccio.

Arrivati al campo non persero nemmeno un secondo e si precipitarono subito a recuperare un pallone.

"Ho deciso che la mia tecnica si chiamerà Extend Zone*[1]" Disse Hikaru.
"Figo! L'hai scelto tu?" Domandò Masaki.
"Sì, sul momento."
"Dovresti provarla Hikaru." Disse Kyousuke.
"È quello che farò."
"Allora io proverò a fermarti!"
"E in caso, potrei pararla io!" Disse Shinsuke.
"E io...?" Domandò Tenma.
"Andiamo Tenma passami quella palla." Disse Kyousuke.

Tenma sbagliò il passaggio, o lo fece di proposito, questo non si capì, così Kyousuke andò a recuperarla e la passò a Tenma che la passò a Hikaru.

Masaki guardava ogni suo movimento, e quando fu abbastanza vicino provò a soffiargli palla, quando ci riuscì passò palla a Tenma.

I loro passaggi continuarono un bel po', ed ogni volta che Hikaru tirava in porta Masaki trovava difficoltà a fermarlo.
Mentre l'hissatsu di Hikaru prendeva forma, quella a cui aveva pensato Masaki era solo un pensiero, e ogni volta che ci riprovava a crearla, non gli usciva mai niente di buono. I suoi erano semplici movimenti che aveva imparato guardando Amagi e 'codini rosa.'.

Tenma era più facile da fermare.

Con una precisa scivolata riuscì a togliere la palla a Tenma e la passò ad Hikaru.
Fu Hikaru a passarla a Kyousuke.

Masaki non ebbe nemmeno tempo di mettersi in posizione ma almeno riuscì a cogliere di sorpresa Kyousuke. La sua velocità lo aiutava su questo.

"Ora che fai?" Gli disse Kyousuke.
"Mi prendo palla."

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Quel loro allenamento continuò per circa un'oretta.

In quel momento Shinsuke e Tenma si stavano riposando, mentre Masaki, Hikaru e Kyousuke stavano continuando ad allenarsi.

"Masaki passami la palla!" Gli disse Hikaru.

Peccato che il passaggio che fece Masaki, per scansarsi Kyousuke, non arrivò mai a Hikaru.

"Scusa! Vado a recuperarla io." Disse.

Il pallone era volato così lontano che Masaki si meravigliò di tutta quella forza che ci aveva messo.

Fortunatamente il pallone smise di rotolare prima che finisse schiacciato sotto le ruote delle auto che passavano all'incrocio.
O meglio, dire, smise di rotolare perché codini rosa lo fermò.

Già, proprio lui, 'codini rosa.'.

Nel suo cervello al momento girava la frase: "Fa che sia uno scherzo."

'Codini rosa.' di fronte a lui, aveva fermato il pallone con il piede, e sorrideva.
Ma che aveva da sorridere?

"Questa è tua, Masaki?"
"Se ti dicessi che l'ho rubata ad un bambino?"

Forse doveva smetterla di dare voce a tutto ciò che la sua testa gli diceva.

"Potrei non crederti. Non ti faccio mica così malvagio."

Gli passò il pallone come un passaggio, come se fossero nel bel mezzo di una partita.

"Kurumada esagera, non dare peso a ciò che dice."
"Grazie. Ma credo di esser stato anche io."
"Masaki, sta zitto. E sta' attento la prossima volta con quei passaggi."

Masaki era destabilizzato.
Come aveva fatto a capire che era stato lui a tirare? L'aveva spiato? Impossibile, qualcuno se ne sarebbe accorto prima o poi.

"Ci si vede, Masaki." Si girò e se ne andò.

Guardò la sua figura allontanarsi sempre di più.
I suoi codini dondolavano da un lato all'altro, spostati da quel po' di vento caldo che c'era quella sera.

Si schiaffeggiò la faccia.
Doveva ricomporsi.

Se ne tornò al campetto dove lo aspettavano.

"Ehi Masaki ma allora l'hai presa!" Disse Tenma.
"Era andata un po' troppo lontana."
"Dai riprendiamo." Disse Kyousuke.

Masaki gli passò la palla, e corse al campo.

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La scuola della Royal Accademy assomigliava ad una vera e propria fortezza, o almeno così aveva sentito dire da Tenma.

Erano corsi al Caravan, avevano lasciato le cartelle nel bagagliaio ed avevano aspettato l'arrivo di tutti.
La Royal Accademy si trovava ad Inazuma-Cho.
Era lì che era cresciuto Endou, e aveva frequentato la Raimon; sinceramente non ci teneva a fare il giro turistico del paesino, ma, era proprio sicuro che l'avrebbero fatto comunque.

Non sapeva però, se Endou abitasse ancora lì.
Non distava molto da Nagano, o almeno così aveva detto Endou.

Una volta che tutti furono arrivati, presero posto sul bus.
Masaki si sedette accanto a Kyousuke che era rimasto solo, poiché Tenma si era seduto accanto a Shinsuke.
(Abbandonando il suo ragazzo, sì, era proprio da Tenma.)

Tenma sembrava molto più calmo rispetto a quando giocarono la qualificazione.
Sì, aveva sempre mangiato poco e niente, ma, adesso, era solo corso in bagno due volte prima di partire.

Sul caravan, Endou ricordò loro che potevano usare qualsiasi hissatsu, anche se non l'avevano ancora provata in allenamento, proprio perché, quella era una partita d'allenamento, un'amichevole, e potevano giocare come meglio volevano.

Masaki visse il 'viaggio' con un turbinio di emozioni.
Voleva giocare e dare il massimo di sé per prendere il posto da titolare, aveva l'ansia di non riuscire a giocare bene e quindi di perdere il posto, e poi, c'era quella forte sensazione di lasciar perdere e cedere il posto a Kurumada.

La sera prima aveva fatto una testa di chiacchiere a Ryuuji e Hiroto su quella partita e sul fatto che ci teneva tanto a giocare durante il Football Frontier, e quindi tornare a casa con una sconfitta, probabilmente si sarebbe abbattuto.

Arrivarono finalmente alla Royal Accademy.

Appena scesero, Masaki poté confermare che sì, la Royal era una vera e propria scuola/fortezza.
Molto più brutto di un collegio.

All'entrata veniva richiamata la struttura a fortezza della scuola, all'interno c'erano corridoi immensi e le luci erano tutte cupe, venivano alternate da luci rosse e bianche.

Endou si muoveva come se fosse in casa propria.

Li portò in una stanza dove c'era una terribile moquette bordeaux, un tavolo rotondo e una lavagna in fondo alla stanza.
Seduto al tavolo, proprio davanti alla lavagna c'era Kidou Yuuto e in piedi accanto a lui quello che doveva essere Sakuma Jiro.

Masaki non avrebbe mai pensato a nessun allenatore migliore per la Royal Accademy se non proprio Kidou Yuuto.

"Endou, finalmente siete arrivati."
"Ciao Endou! È sempre bello rivederti." Disse Sakuma.
"Scusateci l'attesa, ultimi ritocchi prima di questa meravigliosa partita." Endou strinse la mano ad entrambi.

Sentiva Tenma parlare e parlare di quanto fosse intelligente Kidou Yuuto e che non era minimamente cambiato da quando era un ragazzino.
Che poi, che cosa ne sapeva lui? Aveva solo visto dei vecchi video.

Mentre i tre adulti chiacchieravano, loro furono mandati a cambiarsi.

Gli spogliatoi della Royal avevano lo stesso tono dei corridoi, tristi e cupi.
Ora, Masaki poteva sembrare depresso poiché vestiva di nero (al di fuori della divisa), ascoltava musica non molto allegra e il suo mood era praticamente grigio, ma la Royal ti diceva proprio che non saresti mai uscito più vivo da lì.

"Che angoscia." Disse Hikaru.
"Giocherai benissimo Hikaru!" Disse Tenma. "È la tua prima volta, è normale che ti senti così."
"Io intendevo per la Royal Accademy, ma grazie comunque."
"Sì, è molto cupa hai ragione. Potevano modernizzare." Disse Shinsuke.
"Ma questo è il bello della Royal." Disse Kyousuke.
"Assomigliare ad un carcere minorile?" Domandò Hikaru.
"Ma come un carcere minorile Hikaru." Rise Masaki.
"Beh ci assomiglia."

Dopo essersi cambiato, uscì dagli spogliatoi insieme agli altri.
Il campo sembrava sospeso nell'aria e aveva ben due ponti che si collegavano con gli ingressi.
I giocatori della Royal erano lì a sentire gli ordini di Sakuma Jiro.

Loro trovarono Endou a parlare con Kidou Yuuto, ancora, sembrava che avessero tanto da dirsi.
Si allontanò da Kidou soltanto per dire loro: "Riscaldatevi pure, la partita inizierà tra poco."

E ritornò a parlare con Kidou.

Loro da bravi ragazzi indipendenti, occuparono metà campo per riscaldarsi.

"Ma voi lo sapevate che la professoressa Otonashi e Kidou sono fratello e sorella?" Disse Shinsuke.
"Davvero??" Tenma gli urlò nell'orecchio. "Ma non si somigliano per niente."
"Come lo sai?" Domandò Hikaru.
"L'ho sentito prima."

Dilettante, lui lo sapeva da almeno un paio d'anni.

"Chissà perché è venuta alla Alien allora..." Disse Tenma.

Dopo il solito riscaldamento, Masaki si sedette in panchina.
Era strano avere accanto Sangoku e Ryoma solo perché Hikaru e Shinsuke sarebbero entrati.

"Forza Hikaru!" Disse.
"Grazie Masaki!"

La partita era iniziata con il calcio di inizio a favore della Royal. La formazione che usavano era una 5-3-2.
Con cinque difensori sembrava difficile riuscire a provare a fare gol, ma questo non era un problema di Masaki, visto che non era né un attaccante né tantomeno era in campo.

La Royal era molto più veloce rispetto a loro, e soprattutto erano così compatti che i passaggi sembravano difficili da contrastare.
Appunto, sembravano perché fortunatamente anche la Alien nei passaggi non era niente male, soprattutto se venivano guidati da Shindou.
Insomma, una piccola speranza di vincere ce l'avevano.

La palla era in possesso della Royal, il giocatore 15 si era ritrovato di fronte a 'codini rosa.', non riuscì a passare oltre poiché venne fermato.
'Codini rosa.' passò palla a Tsurumasa, che a sua volta la passò a Shindou.

'Codini rosa.' stava dicendo qualcosa ad Amagi, avrebbe tanto voluto sapere cosa; poi se ne ritornò in posizione.
I suoi codini sembravano avere vita propria, e sembravano un po' più corti di quando l'aveva conosciuto (a inizio anno).
Voleva sapere il perché di quell'acconciatura, non che ci fossero problemi, Midorikawa legava di continuo i capelli e lui stesso aveva i capelli che gli toccavano le spalle con tanto di frangetta, era solo curioso, aveva addirittura voglia di toccarli quei capelli rosa.

"Abbiamo segnato!" Urlò Ryoma accanto a lui.

Ritirava tutte le parole che aveva pensato in quel momento.
No, non voleva toccare i capelli di quello zucchero filato petulante.

"Quel piccoletto sa giocare bene." Disse Sangoku.
"Si, Hikaru è bravo." Disse Ryoma. "Ha fatto un assist pazzesco."

Gli dispiaceva non aver minimamente visto niente per colpa di 'codini rosa.'

Stupido.
Era proprio stupido.

Ma non ebbero nemmeno il tempo di festeggiare un pochino in più che la Royal segnò.

"Riusciranno a segnare prima della fine del primo tempo?" Domandò uno della seconda squadra.
"Anche se segnano nel secondo tempo andrà bene lo stesso." Gli rispose un altro.

Masaki non voleva entrare in campo con la squadra che aveva l'umore sotto la suola delle scarpe, anche perché non era capace di tirare su il morale a nessuno.
(Tipo come aveva fatto con Hikaru... un vero fiasco).

Ovviamente gli poteva andar bene? No.
La Royal segnò un altro gol.

Masaki non voleva entrare in campo.
Non ci teneva proprio.

"Cavolo ma che succede lì? Sono così forti??"
Ryoma continuava a parlare con Sangoku.

Shindou si portò avanti in attacco.
Hamano gli passò palla e così Shindou usò la sua hissatsu, Fortissimo, ma non riuscì comunque a segnare.

"Capitano! Andiamo!" Urlò Ryoma.

"Riproviamo!" Urlò Shindou dal campo.

Recuperarono palla e Shindou usò l'hissatsu Kami no Takuto e guidò la palla fino a Kurama che tirò con Sidewinder* [2] e Kyousuke si unì usando la sua Death Sword, segnando.

"Oh finalmente!"

L'arbitro fischiò, segnando la fine del primo tempo.
Le squadre uscirono dal campo.

"Masaki, Ryoma, riscaldatevi."
"Sì allenatore."

Mentre Endou parlava alla squadra e lui si riscaldava non riusciva a non pensare al fatto che aveva due occhi puntati addosso e non erano da parte dei suoi compagni, ma da parte di Kurumada.

Endou poteva far uscire Amagi e così sarebbe stato un vero scontro tra i due, ma forse nessuno dei due si sarebbe incentrato sulla partita e avrebbero solo indebolito la difesa.

Quindi, se lo meritava di rimanere fuori, perché adesso toccava a lui, e nessuno poteva impedirgli di entrare in campo.
Non vedeva l'ora di provare la sua nuova hissatsu e non vedeva l'ora di sottrarre il posto da titolare a Kurumada.

Finiti i quindici minuti di pausa, in campo ci rientrò Kurumada ma solo per permettere ad Endou di chiedere un cambio.
Kurumada non batté il cinque a Masaki ma gli augurò solo buona fortuna che alle orecchie di Masaki parvero più un "spero che tu ti spezza una gamba".

Infernale per Kurumada.

Stessa cosa valeva per Hikaru e Ryoma, che si scambiarono non appena Masaki entrò in campo.

La partita riprese e la palla questa volta era in loro possesso.

⋆。゚☁︎。⋆。 ゚☾ ゚。⋆。゚☁︎。⋆。 ゚☾ ゚。⋆

La Royal era passata nuovamente in vantaggio.
Amagi non era riuscito ad arrivare a tempo sul pallone e la hissatsu di 'codini rosa.' aveva appena indebolito il tiro.
Peccato che Shinsuke non riuscì proprio a vedere il pallone.

La Royal ci stava riprovando a segnare, e adesso era il momento di usare la sua hissatsu. Non aspettò nemmeno che il numero 10 provasse anche solo a scansarlo, ma nel momento in cui provò a tirare lui usò la sua Hunter's Net[3]* che fermò il pallone.
Per la prima volta. E non in allenamento...
Era davvero orgoglioso di sé. Poteva esserlo una volta ogni tanto eh.

Con un passaggio ben deciso passò la palla a 'codini rosa.', visto che lui era ormai circondato, 'codini rosa.' a sua volta la ripassò a Tenma.

"Quindi quel giorno ti allenavi per questo?"

Avrebbe voluto rispondere come suo modo "ma a te cosa importa?", invece di annuire e ritornare sui suoi passi.
Quel giorno si stava dando dello stupido più del solito.

"Non è male, ma potrebbe migliorare ancora."

Non capiva mai se si complimentasse o se voleva solo dargli del filo da torcere.
'Codini rosa.' lo metteva a dura prova.

"Grazie? Non è ancora... perfetta."

"Adesso recuperiamo quel gol!" Urlò Shindou da centrocampo.
"Si!"

Non ci fu tempo per usare Kami No Takuto così Shindou si portò avanti fino all'attacco.

Tenma che aveva ricevuto la palla, con un dribbling perfetto riuscì a scartare l'avversario e passò la palla a Shindou.

Shindou la passò immediatamente a Kyousuke.

Nella testa di Masaki si ripeteva come un mantra "vai Kyo, metticela tutta."

Ed Kyousuke, ce la mise tutta, tirò in porta e segnò.
Ma, non ebbero modo di portarsi in vantaggio, così da finire la partita in pareggio.

Shindou strinse la mano al capitano della Royal che era il numero 10, e poi uscirono dal campo.
Kidou si complimentò con loro, aveva vagato per le panchine durante l'intera partita.

Endou non aveva detto niente ancora, riguardo a chi aveva scelto tra lui e Kurumada, ma, per il momento gli stava bene così, davanti alla Royal proprio non voleva saperlo, anche se non voleva stare in ansia.

Tutti poi, andarono nella stanza con la tavola rotonda iniziale.

"Quindi la Royal non parteciperà al football frontier?"

Avevano appena saputo che Kidou Yuuto aveva appena "abdicato" e abbandonato il ruolo da allenatore della Royal.

"Parteciperà, Sakuma sarà il loro allenatore."
"Quindi speriamo di rivederci." Disse loro il capitano.
"Certo, ma questa volta sul serio." Disse Shindou.

Tra i due stava nascendo una profonda amicizia o cosa?

"E la Raimon parteciperà?"
"Al momento non si sa ancora nulla, ma probabilmente sì, questo sarà il loro anno." Disse Yuuto.
"Già, soprattutto perché il loro allenatore è Kudou."

Kudou era l'ex allenatore della Inazuma Japan.
Colui che aveva allenato l'allenatore Endou, Kidou e addirittura i suoi genitori.
Beh, anche se Ryuuji per poco.

"Quindi abbiamo la possibilità di affrontare la Raimon." Disse Tenma. "Che emozione."

Tenma non smetteva di scuoterlo, e Masaki avrebbe potuto vomitare da un momento all'altro.

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Rimasero lì a parlare fin quando ad una certa Endou non ricevette una chiamata molto imbarazzante dalla moglie.

Ma, usciti dalla Royal, Endou ci tenne a portarli su un posto e disse che lui andava ad allenarsi sempre lì da giovane con uno pneumatico attaccato ad un ramo di un albero.
Lo pneumatico non era più attaccato al ramo, ma ce n'erano un paio per terra.

Era pazzo ad allenarsi in quel modo.

"Ho detto al caravan di aspettarci fuori la Raimon, così posso portarvi a vedere dove ho studiato, e dove ho cominciato a giocare a calcio sul serio."
"È un onore allenatore!" Disse Tenma.

Passarono così per la scuola della Raimon.
Masaki era stanco di camminare a piedi, anche se non era stato in campo per tutto il tempo.

E adesso che erano da soli, ed Endou li stava portando a fare il giro turistico di Inazuma-Cho, Masaki avrebbe tanto voluto sapere che fine avrebbe fatto.

Da quello che aveva detto Endou, era rimasta sempre la stessa, un po' migliorata riguardo colori e altro, e lo stemma del fulmine era ben visibile.

Endou si fermò proprio davanti al cancello di ingresso.

"Ci chiamarono proprio in quella palestra per le ammissioni al football frontier international. - indicò la palestra. - Appena arrivai ero così curioso di sapere chi sarebbero stati i miei compagni di squadra.
Mi ricordo ancora che rimasi sorpreso vedendo nuove facce, strinsi amicizia in un secondo." Rise a quel ricordo.
"La botta più pesante per me fu sapere che avremmo cambiato di nuovo allenatore.
Nessuno era capace di fidarsi del nuovo allenatore però fu colui che ci portò alla vittoria."

"Sta parlando di Kudou?" Domandò Tenma.
Ricevette una spallata da Kyousuke. "Abbi rispetto."

"Sì proprio Kudou. Ci faceva fare allenamenti davvero particolari, ci allenammo nel fango una volta, fu divertente nonostante alcuni avevano da ridire.
Adesso avete il privilegio di partecipare al football frontier come una vera squadra, ma la cosa più importante, oltre a pensare alla vittoria, e che dovete divertivi."

"Allenatore, perché non ha allenato lei la Raimon?" Domandò nuovamente Tenma.
"La Raimon è stato il mio inizio, dovevo crescere e allenare la Raimon non mi avrebbe fatto crescere in nessun modo. Ecco perché ho deciso di insegnare e allenare alla Alien Accademy, è più una sfida."
"Dovremmo imparare da lei allenatore!"
"No Tenma, dovete imparare da voi stessi."

Lì era dove tutto era incominciato per Endou.
Il club di calcio, il football frontier International...

Hiroto si ostinava a conservare ancora la foto di quando vinsero il Football Frontier International, ed era proprio in quella foto dove aveva visto l'allenatore da piccolo.
Chissà se di carattere era rimasto sempre lo stesso.

Sapere che l'allenatore si era diplomato lì faceva un certo effetto.
Soprattutto perché Endou sapeva ciò che aveva passato la Raimon... e non aveva potuto farci niente. Chissà come si era sentito.

"Adesso dobbiamo proprio andare, prima che i vostri genitori mi chiamino per rapimento di minori." Rise Endou.

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Ritornarono a Nagano.
Sul Caravan stava quasi per addormentare.

A fine partita, dopo quel discorso di Endou, non ci voleva altro che una bella dormita, però non lo fece, la sua ansia non gli diede possibilità di farlo.

Però, Tenma si era addormentato e aveva visto Hamano gettargli un po' d'acqua sul viso.

Ritornarono a prendere le cartelle al club e mentre Masaki stava per andarsene venne fermato da Endou.

"Kurumada, vieni un attimo con noi." Disse Endou.

Masaki fece capire a Kyousuke che potevano pure tornarsene a casa.
Lui e Kurumada seguirono Endou un po' più lontano dell'uscita della scuola.

La sua ansia era arrivata probabilmente alle stelle, ma finalmente poteva sapere chi avrebbe giocato durante il Football Frontier.

"Vi ho guardato attentamente, tutti e due, si può dire che io abbia visto più voi che la partita." Endou rise, ma ritornò subito serio. "Congratulazioni a entrambi, avete giocato una partita bellissima.
Kurumada, noi ci conosciamo da due anni o forse anche di più, e ho notato che in questi anni non sei cambiato molto, da quando ti ho conosciuto, calcisticamente parlando.
Dall'altro parte, Kariya ha possibilità di crescere, di migliorare, ha più tecnica, più tenacia nonostante è la prima volta che gioca seriamente a calcio.
Ce l'avete messa tutta entrambi, ma Kurumada devo chiederti di retrocedere.
Questo non significa che non giocherai mai più a calcio, anzi, in questi mesi devi dare il meglio di te, puoi sempre rientrare.
Kariya è entrato a inizio anno scolastico, ma è migliorato veramente tanto, spero tu abbia visto ciò che ho visto io durante la partita."
"Sì allenatore."
"Bene, non la prendere a male Kurumada, avrai modo di partecipare anche tu. Sono sicuro che darai il meglio di te negli allenamenti e ti farai valere. Magari cambierai ora più di quanto tu abbia fatto in questi anni che ci conosciamo."
"Grazie allenatore." Disse Kurumada.

Endou lo lasciò libero di andare.

Masaki non sapeva minimamente cosa dire.
Ci era letteralmente rimasto di sasso.

"Grazie... per avermi dato questa possibilità."

Non sapeva che altro dire, e se magari sapeva cosa dire, non gli sarebbe comunque uscito.

"Spero tu dia il meglio di te, come nelle ultime partite."
"Sì."
"Bene Masaki, ci vediamo domani agli allenamenti."
"A domani, allenatore."

Endou lo aveva scelto.
Endou aveva scelto lui. Per giocare a livello nazionale.

Più si ripeteva quelle parole più il cuore gli martellava in petto.
Non aveva la minima idea di come affrontare la situazione, eppure è quello che voleva da quella mattina.
Aveva "sfidato" di proposito Kurumada, non poteva mica tirarsi indietro adesso.
Non poteva farlo.

E poi, aveva parlato così tante volte del fatto che sarebbe rimasto in riserva e che non gli andava per nulla bene, che voleva giocare.
Ne aveva parlato con suo padre, con Ryuuji, forse fino a fargli dire chi gliel'aveva fatto fare di chiudere la Kira & Co quel giorno.

Ma allora perché non saltava a destra e manca come avrebbe fatto Tenma?
Lui non era Tenma, no.

L'ansia, nonostante Endou avesse detto che aveva scelto lui, non era andata via.
Forse aveva paura di non essere all'altezza del ruolo che gli aveva affidato?
Il calcio non gli piaceva abbastanza?

"Sono a casa." Annunciò chiudendo la porta alle sue spalle.

Come aveva previsto, Hiroto e Ryuuji erano a casa.

"Ben tornato Maki." Gli disse Hiroto.

Aveva addosso un orrendo grembiule da cucina verde.

Ryuuji invece indossava il grembiule rosso.
"Cos'è quella faccia Maki?"
"Avete perso?"
"Endou mi ha scelto per giocare... al football frontier intendo."
"Ma è una notizia meravigliosa Maki." Disse Hiroto.
"Andrà tutto bene vedrai Maki."
"Adesso mi lascerai comprare i biglietti per le partite?" Domandò Hiroto.

Sapeva che l'aveva detto solo per tirargli su il morale.

Andò ad abbracciare Ryuuji ancor prima di togliersi le scarpe.
(era un reato non togliersi le scarpe per Ryuu.)

Si unì anche Hiroto in quella sottospecie di abbraccio di famiglia.
E gliene fu grato.

"Grazie."

Fu l'unica cosa che riuscì a dire. Di nuovo.
Poi, corse fino in camera sua.

"Masaki, le scarpe!"

Sapeva che ancor prima di quella frase, Hiroto e Ryuu si erano lasciati uno sguardo interrogativo.

Si diede dello stupido, ancora, ma stavolta era per una buona ragione.
Si era lasciato prendere dall'ansia e dai pensieri e adesso, non doveva mai più farlo.
Doveva giocare come sapeva fare, e mantenere quel ruolo da difensore che aveva tanto atteso.

Adesso, non vedeva l'ora di scoprire la reazione di 'codini rosa.'.

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[1] Extend Zone = "Stella Nera". Il giocatore fa ruotare la palla, e la rotazione genera una dimensione color viola molto grande; quindi, salta e tira facendo rientrare il pallone nella dimensione originale e dirigendolo in porta con grande velocità (Non è mai stata parata.)

[2] Sidewinder: "Serpente a Sonagli" Il giocatore prende la palla tra i piedi e la lancia in aria. Dopodiché, salta e colpisce la palla col piede sinistro, per accumulare potenza, poi col piede destro. Così scaraventa la palla in porta, che viene accompagnata da un minaccioso crotalo.

[3] Hunters Net: Il giocatore crea con le mani una rete viola con cui intercetta il pallone e/o gli avversari (Rete da Caccia)

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Capitolo 12
*** 10. ***


Quella mattina Tenma l'aveva abbracciato e non gli aveva dato nemmeno modo di dirgli che era stato preso in squadra, Tenma l'aveva già capito.
O magari gliel'aveva fatto capire Kyousuke.
Fatto sta che entrambi si congratularono con lui.

Arrivato a scuola, Masaki fece ciò che non aveva mai pensato di fare, e cioè correre fino al posto idilliaco, dove la scorsa volta aveva incontrato 'codini rosa.'.

Non lo trovò.
Ma cosa si aspettava?
Si chiedeva, perché fosse lì, perché era così importante che glielo dicesse lui?
Poteva tranquillamente dirglielo Endou, oppure, sarebbe entrato durante gli allenamenti al posto di Kurumada, e l'avrebbe scoperto da solo.

Non sapeva quale fosse il reale motivo, ma il suo cuore martellava forte in petto, forse, senza nessun motivo apparente.
Si diede dell'idiota quando 'codini rosa.' gli domandò. "Masaki, e tu cosa ci fai qui?"

Facendolo sobbalzare, distraendolo dai suoi pensieri, in un vortice che si era creato.
Non l'aveva nemmeno sentito arrivare, o visto.

Fra le mani aveva l'energy drink che aveva appena comprato, cosi, gli mostrò la lattina. "Ci sono i distributori, li uso, semplice."

'Codini rosa.' Si avvicinò al distributore, probabilmente per prendere il suo adorato caffè. "Vedo." Disse.

Stare lì era molto strano. Ancora non si capacitava di ciò che aveva fatto.
Poteva usare gli altri distributori, per prendere l'energy drink che proprio gli serviva quella mattina.

"L'allenatore ha fermato sia te e Kurumada, ma sai qualcosa riguardo a Ryoma?"

Masaki scosse la testa, solo dopo si accorse che 'codini rosa.' era così concentrato sul prendere i tasti che non poteva mai accorgersene del suo movimento.

"No, forse gli starà parlando ora, o forse non ha ancora deciso, infondo con me e Kurumada ci ha messo del tempo." Disse, ma commise l'errore di fare spalluccia, neanche stavolta fu notato.
"Sì, è vero, ma aveva le sue ragioni. Kurumada non si è comportato al meglio di sé ultimamente."

Finalmente 'codini rosa.' si voltò, con il suo solito caffè tra le mani.
"E poi, noi altri siamo migliorati moltissimo rispetto allo scorso anno, lui, che è pure da più tempo, sembra sempre lo stesso."

Masaki rimase letteralmente di sasso.
"Sono le stesse cose che ha detto l'allenatore ieri, quando ci ha chiamati."
"Sì, lo so." Disse girando la stecca nel bicchiere. "Ne abbiamo parlato con Shindou prima della partita della Royal, ma ovviamente è stato lui a decidere."
"Quindi... lo sai che... Insomma, che ha scelto me?"

'Codini rosa.' bevve l'orribile bevanda, tutto d'un sorso.
"Non ne ero proprio sicuro, ma sì." Disse poi. "Endou cerca sempre di cambiare, in positivo ovviamente, e se crede che tu possa essere utile per il Football Frontier, allora va bene. Non credo che qualcuno abbia da ridire, se anche il capitano è d'accordo."

Ok, quell'energy drink gli serviva decisamente.
Forse era tutto un sogno e il suo cervello stava ancora dormendo.

"Perché hai tutta questa fiducia in me? Non ci conosciamo nemmeno."

'Codini rosa.' andò a gettare il bicchiere ormai vuoto.
"Perché sei bravo non ti basta? Hai del potenziale, poi non è vero che non ci conosciamo, siamo compagni di squadra."
"Adesso."

'Codini rosa.' inclinò la testa di lato. "Prima no?
Sono passati tre mesi da quando è iniziata la scuola, e i club, quindi posso definirti compagno di squadra." Disse ancora. "Un po' scontroso, sì, sei sempre sulle tue, ma ci si può lavorare."
"Non sono scontroso."

'Codini rosa.' sorrise. "Beh, complimenti per il posto Masaki, te lo sei proprio meritato."
"Grazie."
"Ci si vede oggi agli allenamenti." Detto ciò, se ne andò, non dando nemmeno il tempo di ricambiare il saluto.

Il solo fatto che 'codini rosa.' sapesse tutto era strano, e che fosse d'accordo a "perdere" un difensore già formato come Kurumada, per uno nuovo, come lui.
Però, anche se lo sapeva, non cambiava il fatto che era stato comunque Endou a scegliere, sì magari lui e Shindou avevano dato una mano, ed è questo che era strano. Davvero Kurumada non era cambiato e avevano bisogno di lui?

Potevano prendere qualcuno dalla seconda squadra, che era molto più bravo di lui.

Forse stava esagerando, doveva smetterla di non esser all'altezza del ruolo che si era meritato.

Ci pensò Tenma a distrarlo, o meglio dire, un suo messaggio.
Chiedeva a lui e Hikaru di raggiungerlo in fretta dove c'era il club di cucina.

In che pasticcio si era cacciato adesso?

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Non avrebbe mai voluto cercare Tenma e Shinsuke, seguiti da Kyousuke e Hikaru.
Mai.

Il vicepreside era furibondo. Ma proprio tanto.

"Voi cinque! Siete in grossi guai."

Lui, che non c'entrava assolutamente nulla con quello che avevano fatto Tenma e Shinsuke.

"Siete del club di calcio non è vero?"
"Sì professore." Rispose Hikaru per il bene di tutti.
"Oh, Endou non vi salverà, finirete tutti dritti in punizione, dopo la fine delle lezioni, con la mia supervisione!"

Tenma lasciò cadere il pasticcino che aveva fra le mani.
"Ma professore, noi abbiamo gli allenamenti non possiamo-
-Adesso filate in classe! E guai se vi becco in giro per i corridoi."

Uscirono dal club di cucina.

"Complimenti, sul serio Tenma." Disse Kyousuke.
"Ma- ma non è colpa mia! Volevo fare qualcosa di utile."
"Intrufolarti nel club di cucina? Ottima idea."

Forse, avrebbe dovuto argomentare.
Dopo il messaggio che aveva ricevuto, Masaki era corso da Tenma, pensando che fosse in guai seri o che si fosse sentito male, qualcosa simile.
Arrivato a destinazione, c'era Shinsuke e Kyousuke che era arrivato da poco, non appena arrivò anche Hikaru, Tenma cacciò due pasticcini e urlò "Congratulazioni" per lui e per Hikaru.

Come l'aveva scoperto il vicepreside?
Semplicemente, aveva avuto un tempismo perfetto.
Era passato nell'esatto momento in cui Tenma aveva cacciato i pasticcini.

Ed ecco come si era trovato in un mare di guai.

"Adesso salteremo gli allenamenti per colpa tua." Disse Kyousuke.
"Io... parlerò con l'allenatore... posso prendermi tutta colpa."
"No Tenma, anche io ti ho dato una mano." Disse Shinsuke.
"Vado a cercare l'allenatore."
"Ehi vengo con te!" Disse Shinsuke.

Tenma corse via e Shinsuke lo seguì.

"Tenma! Ti metterai nei guai!" Urlò Masaki.
Kyousuke gli prese il polso. "Lascialo perdere."
"Non credi di essere stato un po' cattivo? Infondo voleva soltanto congratularsi con noi..." Disse Hikaru.
"Non doveva Hikaru."
"Un po' crudele lo sei stato."
"Lo conosco e se lo merita."

La campanella che segnava l'inizio delle lezioni suonò.

"Meglio andare in classe." Disse Kyousuke.
"Già... speriamo che quei due non facciano altri danni." Disse Masaki.
"Ci vediamo a mensa."
"Ciao Hikaru."

Lui e Kyousuke andarono in classe.

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Con tutto quel caldo era quasi impossibile seguire le lezioni.

Tenma se ne stava con la testa sul banco e le braccia a penzoloni, Kyousuke dietro di lui aveva sbottonato il primo e anche il secondo bottone della camicia.

"Mi sento come un pupazzo di neve al sole." Disse Tenma.
"Perché vieni con la giacca se fanno ventisette gradi?" Domandò Kyousuke.
"Perché stamattina faceva freddo."
"Tu sei pazzo."
"Anche se tolgo la giacca, il caldo non sparisce."
"Questo è ovvio. Potresti però non lamentarti del caldo, come fai sempre."
"Non mi lamento."

Sentire i litigi tra Tenma e Kyousuke era ancora più sfiancante del caldo.

"Tenma, perché non facciamo cambio posto? Così sei più vicino alla finestra."
"Davvero faresti questo per me?"

No, ma era solo per vivere in pace.

"Così non soffrirai più il caldo."
"Sei il mio angelo Masaki!"

Fece a cambio posto con Tenma, e fortunatamente la discussione tra lui e Kyousuke finì con quest'ultimo che gli disse: "ora non lamentarti più."

Tenma aveva ricambiato con una linguaccia.

Per fortuna non ebbero tanto tempo per litigare, poiché il professore arrivò.

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La pausa pranzo non tardò ad arrivare, per fortuna.

Dopo aver riempito il vassoio si sedette al solito tavolo.

"Allora avete trovato l'allenatore poi?" Domandò Hikaru.
"Sì." Rispose Tenma.
"Ha detto che ci siamo cacciati in grossi guai... e che forse non riesce a darci una mano." Disse Shinsuke.

Masaki alzò gli occhi al cielo.

"Perfetto, nemmeno l'allenatore riesce a toglierti dai guai." Disse Kyousuke.
"Ho già chiesto scusa Kyo. Spero solo che l'allenatore riesca a fare qualcosa..."
"Hai messo a rischio Hikaru e Masaki."
"Ma non volevo farli finire nei guai."
"Adesso smettetela, tutti e due." Sbottò Masaki.
"Litigare è inutile, ormai è fatta, faremo la punizione e se riusciremo a finire prima andremo anche agli allenamenti." Disse Hikaru. "E poi tranquillo Tenma, apprezziamo veramente ciò che hai fatto-
-ma riprovaci e non metterai mai più piede su un campo da calcio."
"Va bene..."
"Guarda che lo stesso vale per te Shinsuke."
"Ho afferrato il concetto."

A Masaki non preoccupava per niente la punizione, era seccante, sì, perché avrebbe dovuto essere al club di calcio.
E non era nemmeno preoccupato riguardo a ciò che avrebbe pensato Endou.
La cosa che gli preoccupava era ciò che potevano pensare gli altri.
Come aveva detto Kyousuke, lui e Hikaru erano appena entrati in squadra come titolari, e, ricevere una punizione dal vicepreside soprattutto, non giovava alla loro immagine.

E chissà cosa avrebbero pensato i compagni di squadra di lui e Hikaru.
Chissà cosa avrebbe pensato 'codini rosa.'...
E poi aveva terribilmente paura che Endou lo dicesse ai suoi genitori, perché appunto conosceva Endou, e sapeva che non sarebbe rimasto zitto.
Poi magari non avrebbe detto niente, lo sperava vivamente.

"Cosa fate per l'estate?" Domandò Tenma.
"Io andrò a Nagaoka per il festival dei fuochi d'artificio." Disse Shinsuke.
"Lì è bellissimo ci sono stato una volta da piccolo." Disse Hikaru. "Io penso che andrò ad Osaka, e tu Tenma?"
"Io torno dai miei genitori a Okinawa!"
"Ma, se i tuoi genitori sono a Okinawa tu con chi vivi?"
"Con mia zia, è la proprietaria di un condominio e mi ha dato una stanza."
"Però che figata." Disse Shinsuke. "E i tuoi genitori li vedi solo in estate?"

Tenma annuì. "A volte anche durante la Golden Week." Tenma gli rivolse lo sguardo. "E tu Masaki cosa fai durante l'estate? Tornerai a Kyoto?"

Per poco non si strozzò con la cola.
"Credo che rimarrò a Nagano."
"Che noia qui durante l'estate." Disse Shinsuke.
"Già, persino Kyousuke va via dal fratello."
"Non perché qui è noioso." Disse Kyousuke.  
"Ehi magari prima di partire possiamo fare la scheda di allenamento insieme." Disse Tenma.
"Sì, è una bella idea." Concordò Hikaru.

La campanella suonò, segno che la pausa pranzo era finita.

"Beh ci vediamo dopo le lezioni per la nostra attesissima punizione!" Disse Shinsuke.

Hikaru e Shinsuke andarono via per la loro classe.

Kyousuke continuava a lanciare sguardi minacciosi a Tenma, non gli era andata proprio giù quella punizione, ed effettivamente aveva ragione...

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Finite le lezioni pomeridiane, lui insieme a Tenma e Kyousuke si diressero in vicepresidenza dove aspettarono Hikaru e Shinsuke.

Quando anche i due poveretti arrivarono, il vicepreside li portò in un'aula dove sequestrò i telefoni e qualsiasi altra forma di svago.

Mise cinque secchi, delle scope, spugne e altri oggetti per pulire sulla cattedra.

"La vedete quest'aula? È lercia. Dovete pulirla, poi passerete all'aula accanto. Io sarò proprio qui fuori. Non fiatate." Detto ciò, se ne andò.

Kyousuke mimò a Tenma di stare zitto poiché stava già per aprir bocca.

Si armarono di coraggio e si misero in opera, presero i sacchi e le spugne.
Non era quello che aveva in programma Masaki, ma se avessero finito presto, allora probabilmente sarebbero andati al club di calcio.

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Passò mezz'ora, dove ormai avevano quasi finito la prima aula.
Era un vantaggio essere in cinque, così mentre due lavavano il pavimento, gli altri tre incominciarono la seconda aula.
Ovviamente, Tenma e Shinsuke finirono per lavare il pavimento.

Passò esattamente un quarto d'ora, prima che Tenma corresse da loro con un cancellino tra le mani.

"Kyo prendi questo!" E glielo lanciò, dritto sulla camicia.
"Tenma! Così ci farai finire in seri guai, ancora!"
"Oh no, lui non c'è." Disse Shinsuke. "Adesso possiamo parlare liberamente."

Tenma corse a riprendere il cancellino.

"Tenma, sporcherai di nuovo tutto, quindi posa quel cancellino, immediatamente."
"Tranquillo Kyo, sarò attento."
"Aiutaci piuttosto." Disse Masaki.
"Volete vedere come ho imparato a palleggiare?"
"No." Risposero in coro lui e Kyousuke.
"Che noiosi, ora che non c'è dovremmo divertirci un po' no? È una noia mortale pulire."
"Questo è vero, ma se finiamo presto potremmo allenarci." Disse Hikaru.
"È vero! Forza Shin muoviamoci." Disse Tenma, prendendo sottobraccio Shinsuke.

Tenma partì come un tornado, finendo anche per farsi del male.
Il vicepreside tornò con Endou, con loro grande sorpresa.

"Ragazzi siete liberi." Comunicò il vicepreside.
"Andate immediatamente a cambiarvi e correte al campo. Forza."
"Sì allenatore!"

Lasciarono tutto così com'era e corsero dritti al centro sportivo, agli spogliatoi.

"Endou ci è venuto a salvare!" Urlò Tenma.
"Te l'avevo detto che sarebbe venuto." Disse Shinsuke.
"Menomale, non ce la facevo più." Disse Hikaru. "Non ho mai fatto così tanta pulizia in vita mia."

Si cambiarono in fretta e furia e corsero al campo all'aperto, dove ad aspettarli c'era la professoressa Otonashi ed Endou.

"Ragazzi, se qualcuno ve lo chiede, avete fatto 15 giri intorno al campo, vi siete riscaldati senza poi allenarvi, capito?"
"Grazie allenatore!" Disse Tenma con le lacrime.
"Grazie allenatore."
"Forza riscaldatevi e poi filate ad allenarvi." Disse Endou.

Corsero a riscaldarsi, e poi entrarono in campo.
Masaki raggiunse 'codini rosa.' e Amagi in difesa, mentre Hikaru corse in attacco seguito da Kyousuke.

Alla fine, Ryoma era stato spostato al centrocampo.
E a detta di Ryoma, era anche meglio.
Perché non farlo prima? Non lo sapeva.

Shinsuke invece, corse ad allenarsi nelle parate insieme a Kurama.

"Direi che hai iniziato con grande stile." Gli disse 'codini rosa.'
"Per favore non ti ci mettere anche tu."
"Allora cerca di stare al passo."

Iniziarono ad allenarsi.

Anche se aveva giocato due partite con la 'Alien', in allenamento non riusciva a stare al passo con Amagi quel giorno.
O forse, erano gli ordini di 'codini rosa.' a farli scontrare.

"Ma scusate, potevate capirlo di star andando nella stessa direzione." Si giustificò.
"Ranmaru, noi ti stiamo ascoltando perché vogliamo migliorare, ma non mi sembra che stiamo facendo tanti progressi." Disse Amagi.
"Riproviamo, andrà meglio."

Ovviamente non andò meglio un bel niente.
Almeno, tra una scivolata e l'altra riuscirono a concludere qualcosa.

"Adesso sei tu quello che non sta al passo Kirino." Disse Masaki.

'Codini rosa.' gli riservò un'occhiata non del tutto amichevole.

"Vedremo Masaki. Vedremo."

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A fine allenamenti, prima di andare a cambiarsi, Endou li fece radunare lì.
Aveva detto di aver ottenuto finalmente le squadre del primo girone.

"Come vi ho detto, ci saranno sedici squadre, e il primo girone è di otto squadre. Noi, saremo i primi, il primo giorno del Football Frontier proprio dopo la cerimonia d'inizio."

Che peso.
E che sfortuna.

Erano i primi... e avrebbero avuto gli occhi di tutti addosso.

Erano i primi, la prima volta che partecipavano, non potevano permettersi errori.

"Ma non vi preoccupate ragazzi, andrà bene. Lasciate perdere la sconfitta o la vittoria, quella si può decidere solo su un campo da calcio.
Dunque, volete sapere prima gli altri?"
"Inizi da noi allenatore." Disse Shindou. "Così sappiamo subito contro chi dovremmo giocare. Tutti d'accordo?"

Ovviamente.

"Bene, affronteremo l'Accademia Militare Mare Lunare."

Che Masaki avrebbe abbreviato in 'Mare Lunare', e sperava vivamente lo facesse anche Endou.

"Domani vi mostrerò i filmati che abbiamo raccolto, ma per adesso dovere sapere che hanno una difesa molto forte, quindi dovremmo lavorare parecchio ragazzi."

Tutti dicevano la loro sull'Accademia Militare Mare Lunare mentre Masaki pensava fossero dei marinai...
Li associava a dei marinai, era l'unica cosa che era riuscito a capire.

In argomento Football Frontier era ancora molto scadente.

"Non ho intenzione di cambiare la formazione, useremo un 3-4-3, Ryoma si sposta in centrocampo."

Endou parlò e parlò almeno per una ventina di minuti, prima di passare al nome delle altre squadre.
Masaki non conosceva persona più logorroica di Endou, aveva battuto Ryuuji e sì, anche Tenma.

"Allora, mentre noi affrontiamo l'Accademia Militare Mare Lunare; 'l'istituto miraggio' affronterà la 'Occult'. 'Big Waves' contro la 'Raimon', 'Kirkwood' contro 'Lagoon', la Storm Wolf' affronterà il 'Monte Olimpo', mentre la 'Royal Accademy' affronterà 'l'istituto galattico', poi abbiamo la 'El Dorado' contro la 'Luce Sfavillante' e infine 'l'Alpine' che affronterà 'l'Accademia Baia dei Pirati'."

La Mare Lunare e la Baia dei pirati si contendevano i pirati e i marinai, a detta di Masaki.
Onestamente parlando, Masaki conosceva sì e no quattro squadre su tutte quelle che aveva detto Endou. Beh, era un buon risultato, no?

Doveva informarsi di più.
L'avrebbe fatto? Ovviamente no. Anzi, l'avrebbe fatto se una di quelle squadre sarebbe stata l'avversaria, sennò l'avrebbe buttata nel dimenticatoio.

Finalmente Endou li lasciò andare a cambiarsi, prima di tornarsene a casa.
Masaki avrebbe tanto preferito andarsene direttamente, con quel caldo non aveva alcuna voglia di mettersi la tuta lunga della divisa.

"L'Alpine vincerà ad occhi chiusi, hanno avuto la squadra che l'anno scorso perse al primo girone." Disse Hamano.
"Non dire così, magari sono migliorati di un botto." Disse Sangoku.
"E poi Hamano, ti ricordo che tutti staranno dicendo la stessa cosa di noi." Disse Shindou. "Quindi non ti conviene fare certi commenti."
"Ma capitano, ci sono certi favoritismi dai."
"Hamano, è casuale." Disse Shindou.
"Tu dici?"
"È così Hamano, non lo dice Takuto." Disse 'codini rosa.' che aveva appena finito di sistemarsi i capelli.
"Beh, almeno non affrontiamo squadre come la Raimon, la Kirkwood o la Royal fin da subito." Disse Amagi.
"Hai ragione, e menomale direi." Disse Hamano.

Si continuò a parlare per un bel po' o almeno finché lui, insieme a Tenma e Kyousuke non andarono via.

"Sono così stanco." Disse Tenma.
"Non credo di aver sentito bene." Disse.
"Ho detto che sono stanco." Ripeté Tenma.
"Kyo segna, è un evento che non capiterà mai più."
"Lo spero, dopo tutto quello che ci ha fatto fare."
"Ti prego basta." Disse Tenma.
"Te lo rinfaccerò fino alla morte."
"Sulla lapide di Kyousuke ci sarà scritto: 'maledetto Tenma e quel giorno in cui rubò il pasticcino dal club di cucina'."
"Esatto, così te lo rinfaccio anche da morto."
"Ho chiesto scusa, cos'altro devo fare?"
"Ormai niente."
"Potrò vantarmi di aver pulito un'aula intera per punizione in vita mia." Disse Masaki.
Tenma rise. "Già, pensa a raccontarlo un domani."
"Esatto, ci riderai anche tu Kyousuke."
"Mai."
"Sarà così."
"Sono d'accordo con Masaki."
"Vi sbagliate."

Masaki e Tenma punzecchiarono Kyousuke per quasi tutto il tragitto, poi, quando i due arrivarono da Tenma, Masaki se ne tornò a casa, stanco ma contento.

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×Angolino autrice ×
Io odio non riuscire a scrivere lo giuro.
Questo capitolo, che fa schifo tra l'altro, è stato e lo è ancora la mia dannazione.
Vi giuro avrei preferito saltare direttamente all'undicesimo, ma mi dava troppo fastidio che ci fossero due partite in due capitoli.

Lo so che le squadre non sono tutte del GO, ma sinceramente? non m'interessa🥲, avevo bisogno di squadre, e quindi OG/GO/Chrono Stone/Galaxy vanno più che bene.
Se vi chiedete se ci saranno Fei, Saru e gli altri di Chrono Stone/Galaxy, beh, la risposta è no🥲, mi spiace per chi si aspettava di vederli.

Questo capitolo è del tutto diverso, la bozza non esiste nemmeno (oddio in realtà Tenma che ruba il pasticcino sì)

Ci si becca al prossimo capitolo <3
 

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Capitolo 13
*** 11. ***


Era il giorno.

Settembre era iniziato, l'estate era ormai giunta al termine, così come le vacanze, e quel giorno si era fatto sempre più vicino.

L'11 settembre.
Che per tutti era ricordato come il giorno in cui caddero le torri gemelle.

Masaki aveva rischiato impazzire fino ad una settimana prima.

Quell'undici settembre, il Football Frontier aveva inizio. Adesso Endou poteva smetterla di parlarne fino allo sfinimento.
Aveva detto di tutto: come ci sarebbero arrivati, cosa avrebbero fatto, a che ora dovevano incontrarsi, come si sarebbe svolto, e, li aveva allenati così tanto sulla formazione.

Oltre ad Endou poi c'era Tenma, quindi, non solo ascoltava Endou, ma anche Tenma, e metterli insieme era praticamente la fine del mondo.

Anche durante l'estate, con gli allenamenti da singoli, e una volta tornati a scuola, Endou aveva visto i progressi.
Masaki era riuscito a perfezionare la sua 'Hunter's Net', anche grazie agli allenamenti di Endou.

Prima che i suoi compagni partissero, avevano passato alcuni pomeriggi ad allenarsi insieme, poi, Masaki aveva passato l'estate lì a Nagano, e quando finalmente la Kira & Co. chiuse per ferie, passò quei giorni con la sua famiglia, lontano dalla scheda di allenamenti e da Nagano.

Appena ritornato a scuola, i suoi strani incontri con 'codini rosa.', avevano iniziato a prendere una strana piega.
Capitava molto spesso, che l'avesse visto mentre tornava dall'infermeria, oppure, mentre lui aspettava Tenma e Kyousuke, (quei giorni che non erano andati a scuola insieme), 'codini rosa.' era lì vicino con Shindou, e lo salutava con quell'orribile sorriso stampato in faccia.
Oltre a quegli strani incontri, ovviamente si allenavano insieme.

Ritornando a quel giorno, era sabato, e di solito il sabato mattina Masaki dormiva fino a tardi, tranne per quel giorno.
Non sapeva perché ma non riuscì più a riprendere sonno.

Aveva un po' d'ansia, perché era la sua prima volta in campionato, sì, e quindi aveva paura di perdere.
Perdere oggi significava che tutto quello che avevano fatto era stato inutile, questo perché il calcio gli stava piacendo più di quanto si aspettasse.
Anche se si erano allenati abbastanza, non poteva non pensare alla sconfitta.
Sì, il suo cervello era contorto e cercava di sabotarlo.

In casa non c'era nessuno, quindi rimase a letto finché poi non si stanco di rigirarsi da una parte all'altra, così andò a fare colazione.

Da quando si erano trasferiti, era raro che Hiroto e Ryuuji andassero al lavoro di sabato, ma quella mattina ci erano andati, non sapeva il motivo, ma per l'ora di pranzo sarebbero tornati, ed era sicuro che per quel pomeriggio nessuno avesse preso impegni.

Sapeva che la partita e l'apertura del Football Frontier sarebbero state riprese dalla TV, e quindi si era abbandonato all'idea che un'inquadratura, anche fatta per sbaglio, avrebbe ripreso gli spalti, e tra gli spalti c'erano appunto Hiroto e Ryuuji, per non parlare di quanto la 'Alien' sarebbe stata paparazzata stando accanto ad Endou.

Aveva deciso di mettersi l'anima in pace, e di non darci tanto peso.
Prima o poi, doveva uscire allo scoperto, lo sapeva.
Prima o poi... avrebbe trovato il coraggio e la fiducia.

Non aveva voglia di allenarsi né tantomeno di studiare quindi passò la mattinata alla ricerca di qualcosa da fare per non annoiarsi.

Tutta la settimana era sempre impegnato tra scuola e club di calcio, mentre il sabato era così monotono per lui.
Rimaneva a casa, aspettava il pranzo e il pomeriggio lo passava chiuso nella sua stanza o a giocare ai videogiochi (qualche volta Ryuuji organizzava qualcosa).

Ma almeno, quel pomeriggio, e probabilmente i prossimi sabato e domenica, li avrebbe passati giocando a calcio.

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Non seppe come, ma dopo pranzo si appisolò, e non era proprio da lui dormire durante il pomeriggio.

Aveva ancora da fare il borsone ma prima, voleva mangiarsi qualcosa (perché sì, aveva fame nonostante avesse pranzato nemmeno un'ora fa e la partita era abbastanza lontana, quindi poteva mangiare eccome).

Andò quindi in salotto e trovò i suoi genitori intenti a giocare agli scacchi.
Sì, scacchi. Un vero e proprio torneo per giunta.

Non sapeva nemmeno perché li avessero in casa.
A Hiroto non piacevano e nemmeno a lui, Ryuuji era l'unico ad essere "bravo" ed è per questo che mai nessuno voleva giocare con lui.

"Seriamente?" Domandò. "Scacchi?"
"Guarda che gli scacchi aumentano l'elasticità mentale." Gli disse Ryuuji. "Cosa ti hanno fatto gli scacchi?"
"Non ascoltarlo, oppure incastrerà anche te." Disse Hiroto.
"Non ti ho costretto."
"L'avresti fatto."

Masaki non ci teneva proprio ad ascoltare quella conversazione, e anche se non aveva nessuna voglia di rimanere ad ascoltarli, si sedette lì con loro.

"Che hai contro gli scacchi Maki?" Domandò Ryuuji, ma questa volta Hiroto era troppo impegnato a decidere quale pedina muovere per immischiarsi.

Masaki scrollò le spalle.
"Mai piaciuti."
"Hai dormito per caso?" Domandò Ryuu.
"Ho solo chiuso gli occhi per due minuti."
"Solo due minuti? È passata un'ora da quando ti sei addormentato." Disse Hiroto dopo aver mosso la sua pedina.
"Ti sei svegliato presto stamattina, almeno ora sei in forze per la partita."

Sì, troppo presto per i suoi standard ma comunque non aveva ricaricato le energie per la partita.

"Scatto matto." Annunciò Ryuu.
"Maledetto Suzuno! Non doveva insegnarti a giocare a scacchi."

Masaki sentì suo zio Suzuno starnutire dovunque sia.

"Lascia stare quel poveretto, vuoi un'altra rivincita?"
"Sta volta inizio io."
"Un'altra? Ma da quant'è che state giocando?" Domandò Masaki.
"Nemmeno mezz'ora."
"E quante volte ha perso papà?"
"Questo è irrilevante, adesso ti farò vedere come vincerò." S'intromise Hiroto.

Certo, non ci credeva nemmeno lui.

"Buon divertimento, e fatemi sapere chi vince." Disse, alzandosi e andando via.

Prese una barretta al cioccolato dal frigo e poi si spostò in camera sua.
Preparò il borsone con una calma che non era proprio da lui, ma voleva essere sicuro che ci fosse tutto, non sia mai avrebbe dimenticato i fantastici calzoncini di riserva.

Finì di preparare il borsone, si preparò lui stesso con una mega doccia ghiacciata per risvegliarsi.

L'ansia si stava avvicinando, così come le quattro.
Aveva il brutto presentimento che qualcosa sarebbe andato storto e la doccia fredda era solo un modo per cercare di scacciare via quei pensieri invasivi.

Dopo la doccia e aver asciugato i capelli (che erano terribilmente lunghi e ingestibili) ricontrollò il borsone, aveva addirittura messo una fascia per i capelli, la sua frangia sapeva essere ingestibile, e non ci teneva a perdere la vista durante la partita.

Controllato che ci fosse tutto portò il borsone in salotto.

Alla fine a scacchi aveva vinto di nuovo Ryuuji, quindi la regola di cambiare colore (delle pedine) non aveva funzionato.

"Controllato tutto?" Domandò Hiroto.
Ryuu l'aveva prima mentre andava in salotto.

"Sì."
"Ansia ce l'hai?"
Masaki sospirò. "Un pochino."

Hiroto gli sorrise e gli scompigliò i capelli: "È normale che tu ne abbia, e che abbia pensieri strani per la testa ma entrato in campo vedrai che penserai solo a giocare."
"Se dovessi giocare male?"
"Non ascoltare sempre i tuoi pensieri Maki, andrà bene tranquillo."

Masaki annuì.

"Bene. Giocherai come sai fare, intesi?"
"Sì. Grazie papà."

Ryuuji ritornò da loro, giusto in tempo.

"Hiro guarda che se non ti sbrighi faremo tardi per colpa tua."
"Stavo parlando con Maki."

Hiroto si allontanò, ritornò con le chiavi dell'auto, prese lui il borsone e si avviò verso l'uscita.

Masaki lo seguì a ruota e Ryuuji dopo di lui dopo aver chiuso la porta di casa.

Era davvero molto improbabile che nessuno li avrebbe notati.
Hiroto girava letteralmente con una Ferrari California blu.
Chiunque avrebbe potuto riconoscerli.

Masaki si chiedeva perché non fossero così modesti e comprassero un'auto da uno scasso.
Non che se ne vergognasse, adorava che fosse una decapottabile e poi, Hiroto girava di rado con la Ferrari, di solito usava la Suzuki Swace, che era di entrambi, non la ostentava, ma, avrebbe tanto preferito girare con un'auto più "modesta".
Insomma, non voleva sembrare ricco e viziato, come probabilmente lo era Shindou, visto che aveva anche l'autista privato che andava a prenderlo a scuola.

Ma comunque, Hiroto adorava le auto sportive, e le auto come la Ferrari, e quella era proprio il suo gioiellino, chissà per quale miracolo permetteva a Ryuuji di portarla, qualche volta, molto di rado.

Hiroto era malato, da rinchiudere probabilmente.

"Potresti fermarti prima del cancello?"
"Agli ordini." Disse Hiroto.

Masaki non ebbe nemmeno il tempo di metter su le cuffie.

Arrivati quasi fuori scuola, Masaki non aveva più tanta voglia di scendere dall'auto per raggiungere i suoi compagni di squadra.

"Andrà tutto bene Maki." Gli disse Ryuuji.
"Pensa solo a divertiti."
"Sì... Grazie."

Nemmeno mise piede fuori dall'auto che qualcuno iniziò ad urlare: "Masaki!"
Quel qualcuno era proprio Tenma.
Voleva sopprimerlo prima che qualcuno li vedesse.

"Tenma, smettila di starnazzare."
Tenma se ne fregò e si affacciò nell'auto. "Buonasera signori Kira! È sempre bello rivedervi."
"Ciao Tenma-kun, lo è anche per noi." Salutò cordialmente Ryuuji.
"Qualche volta potresti-

Non diede modo ad Hiroto di concludere quell'assurda frase.

-Sì, certo, noi andiamo prima che Endou si arrabbi, vero Tenma? Ciao."

Masaki trascinò Tenma il più lontano possibile dall'auto.

Era abbastanza imbarazzante il modo di fare di Tenma.

"Tenma! Masaki!" Hikaru corse da loro.
"Ciao Hikaru!"
"Siete emozionati? Io sto tremando."

Masaki fu contento di sapere che non era l'unico ad essere pervaso dall'ansia.

"Oh a chi lo dici, vivo con l'ansia da quando l'allenatore ci ha detto che avremmo assistito alla cerimonia." Disse Tenma. "Ehi ma ci sono già tutti!"
"Manca solo il capitano, stranamente, ma sì ci siamo tutti."

Shindou se l'era fatta addosso e aveva deciso di abbandonare la squadra all'ultimo?

"Dov'è? Perché non l'hanno chiamato?" Tenma iniziava a dare segni di pazzia. "Il capitano non ci abbandonerebbe mai ora."
"Starà arrivando, stai calmo." Disse Masaki.
"Già, forse ha solo preso traffico."
"Traffico? Chi vuoi che ci sia a quest'ora per strada?"
"Di certo non ci sei solo tu." Rispose Masaki.

"Ragazzi avvicinatevi." Disse loro Endou.

Raggiunsero Endou.

"Salite tutti sul Caravan, partiamo tra cinque minuti."
"Allenatore, il capitano non c'è ancora." Disse Amagi.
"Salite sul Caravan, a Shindou ci penso io."

La signorina Haruna, che era lì con loro, controllò personalmente che salissero tutti.

Masaki credeva vivamente che anche 'codini rosa.' ancora dovesse arrivare, invece, gli si era appena seduto davanti.

"Ciao Kirino-san!" Lo salutò Tenma, prima che il rosato si sedesse.
"Ehi ciao ragazzi."

Tenma gli si era seduto accanto, abbandonando quel poveretto di Kyousuke che si era seduto accanto ad Hikaru.

Videro Shindou arrivare e scusarsi con Endou del tremendo ritardo che aveva fatto e quando i due salirono poterono partire.

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Tenma parlò quasi per tutta la durata del viaggio, disturbando anche i due che avevano davanti, per non parlare di quante volte si era girato a parlare con Hamano dietro di lui.
Masaki avrebbe tanto voluto strozzarlo.

Arrivarono in questo stadio enorme, quello più importante aveva sentito dire, dove si sarebbe svolta la cerimonia d'apertura del Football Frontier e forse la prima partita del torneo (forse perché nessuno gli aveva detto dove avrebbero giocato).

Fuori dallo stadio c'erano già un bel po' di persone, quindi non immaginava all'interno.

Entrati, presero posto dov'erano già altre squadre, e sì, c'era molta gente al suo interno.

La maglia della Raimon risaltò subito ai loro occhi.

"Quella è la Raimon... Chissà se un giorno ci incontreremo mai sul campo da calcio." Disse Tenma.
"Sono tutte nostre avversarie Tenma, quindi se vinceremo magari potremmo incontrare la Raimon!" Disse Sangoku.
"C'è anche La luce sfavillante l'anno scorso vinsero loro, contro la Alpine." Disse loro il capitano.
"Allora non vedo l'ora di incontrarle tutte!" Disse Tenma.

Non appena presero posto e smisero di farsi gli affaracci delle altre squadre, tutte le luci presenti nel campo divennero soffuse.

Una voce riecheggiava per tutto lo stadio.

"È il giorno che tutti voi stavate aspettando! L'inizio della fase finale del Football Frontier! Qui al centro sportivo Roulotte la tensione è alle stelle! Quale squadra conquisterà il titolo di vincitrice?
La fase finale del Football Frontier ha ufficialmente inizio!"

"Wow... Qui c'è un'atmosfera incredibile. Chissà se riusciranno a vederci giocare? Dagli spalti dobbiamo sembrare dei bignè." Disse Shinsuke.

"Non possiamo permetterci di perdere." Disse il capitano.
"Non perderemo capitano!"

Voleva tanto chiedersi come Tenma facesse a dirlo, solo a vedere le altre squadre a Masaki si attorcigliava lo stomaco.

Ci fu una seconda voce stavolta.
"Siamo lieti di dare il benvenuto alle squadre di tutto il paese che si sono qualificate per la fase finale. Il Football Frontier è l'apice del calcio. La vera sfida inizia qui. Giocate al meglio delle vostre capacità."

Le squadre di tutto il paese. Masaki ne conosceva sì e no tre ed in totale erano sedici!
Giocate al meglio delle vostre capacità, loro non erano mica all'altezza della 'Luce Sfavillante' e non era nemmeno l'unica squadra che preoccupava Masaki.
C'era la 'Raimon', che si era appena "rimessa in sesto" e con tutta la fama che aveva non potevano di certo perdere al primo girone, poi c'era la 'Alpine', la 'Kirkwood' che aveva vinto milioni di volte il football frontier, insomma, c'erano squadre nettamente superiori.

Si sentiva un po' sotto pressione, e la cosa non gli stava bene, doveva assolutamente darsi una calmata, stava giudicando ancor prima di vedere una di quelle squadre all'opera.

"Ci siamo! Chi riuscirà ad arrivare alla finale, che si disputerà proprio qui, allo stadio Zenit?" Disse la prima voce.

Subito dopo ci fu una voce un po' più robotica o, meglio dire, da supermercato che diceva: "La prima partita in programma sta per iniziare. Preghiamo i giocatori di salire a bordo del treno roulette per dirigersi al campo!" Ripetuto in loop.

Ora, Masaki non immaginava di dover prendere un treno per poter giocare la partita e di sicuro non lo immaginavano nemmeno i suoi compagni di squadra poiché rimasero tutti a bocca aperta.

"Ma quello è Minamisawa!" Esclamò Kurama d'un tratto.
"Ma no forse ti sei sbagliato Kurama." Disse Amagi.
"Vi giuro che era proprio lui, l'ho visto con i miei stessi occhi."

E mentre quei due ribattevano Hikaru gli si avvicinò.
"Quindi non giocheremo in questo stadio..."
"No, credo che sia riservato alla finale, come hanno detto prima."

Tenma corse da loro.
"Dobbiamo andare, se perdiamo il treno non ce ne sarà un altro."
"Oddio, se fossimo arrivati in ritardo adesso saremmo spacciati." Disse Hikaru.

Endou disse loro che non avevano bisogno del Caravan per andare alla "stazione", perché era proprio all'uscita di quello stadio.

Chi aveva progettato quel posto cos'aveva in testa quel giorno?
Percorsero lo stadio intero prima di ritrovarsi alla fermata del treno.

Il treno era un treno vero. Dorato come il resto della fermata.

"Wow! Che forza!" Disse Tenma.
"Però." Disse Kyousuke.
"Non sappiamo nemmeno qual è il nostro stadio." Disse il capitano.
"Su ragazzi, andiamo!" Disse Endou.

All'interno del treno era ancora tutto così dorato, sembrava di essere nell'oro vero e puro.

"Chissà dove andremo a giocare..." Disse.
"Eh già... in tutto ci sono ben cinque stadi, contando anche lo stadio Zenit." Gli disse Hikaru. "Quello più particolare tra tutti è proprio lo stadio di ghiaccio, è fatto interamente di ghiaccio."
"Come fai a saperlo?"
"L'ho sentito dire dalla signorina Otonashi."

Bene, Masaki sperava di non capitare nello stadio di ghiaccio. La ciliegina sulla torta.
Avrebbe tanto voluto magiare una bella torta ora... oppure una fragola... amava le fragole, era la sua frutta preferita.
Lasciò perdere il cibo.

Il loro viaggio fu breve, arrivarono alla fermata ma per raggiungere lo stadio avrebbero dovuto camminare un po'.
La cosa stava iniziando a seccargli, questo cambiare stadio, dover camminare per raggiungerlo, non faceva per lui. Voleva giocare come aveva fatto alle finali delle qualificazioni, senza dover raggiungere stadi strani e pericolosi.

Per fortuna, il loro percorso fu breve.
Lo stadio al di fuori era grigio e aveva tre grandi turbine accese ma non sentiva l'aria arrivare da quelle cose, quindi forse erano solo per estetica.
Sotto quelle tre grandi turbine c'era il nome dello stadio: Stadio turbina.

Masaki pregò che quello stadio non avesse una di strano.

Entrati la prima cosa che vide Masaki fu un'enorme turbina gigante messa sul soffitto accompagnata da altre dodici, tre per ogni lato.

"Non vi sembra pericoloso giocare in questo stadio?" Domandò Hayami.
"Cosa c'è Hayami, hai paura per caso?" Domandò Hamano.

La turbina enorme si accese e contemporaneamente le altre.
Al centro del campo arrivò un pallone.

Per fortuna tornò tutto alla normalità, le turbine si spensero e non ci fu nessun'altra folata di vento.

"Adesso sì che ho paura anche io." Disse Hamano.
"Wow... spero sia solo per scenografia... se uno di quei così dovesse accendersi durante la partita penso che moriremo." Disse Amagi.
"Quelle ventole sono davvero enormi..." Disse Tenma.

Anche Endou era rimasto sorpreso da quella scenografia...

"Un caldo benvenuto allo stadio turbina! Oggi non sarà solo il vento della vittoria a soffiare tra la Alien Accademy e l'Accademia militare mare lunare!"

"Non dobbiamo giocare tra i mulinelli vero? Sono solo per estetica... vero?" Domandò Hayami.
"Ma si Hayami, vedrai andrà tutto bene." Disse il capitano.
"Lo spero..." Mormorò Hayami.

E lo sperava anche lui... se solo uno di quei così si fosse acceso di sicuro avrebbe toccato le stelle.

Alcuni della 'mare lunare' si avvicinarono a loro e tra quel qualcuno c'era proprio Minamisawa. Allora Kurama aveva ragione.

"Atsushi ma che ci fai qui?" Domandò Kurama.
"Giochi nella Mare Lunare adesso? Stai scherzando?" Domandò Sangoku.

Minamisawa non disse nulla.

"Atsushi perché sei andato alla 'mare lunare'? Non ha alcun senso." Disse Amagi.
"Ebbene sono qui per darvi una lezione." Fu l'unica cosa che disse Minamisawa prima che Endou li chiamasse.

Andarono ad indossare la divisa e negli spogliatoi non si respirava per niente un'aria leggera.

"Che cosa significa che deve darci una lezione? Se n'è andato senza nessun motivo!" Kurama era furioso.
"Il motivo ce l'aveva, non si trovava più bene con noi e alla Alien, ma non l'hai sentito? Solo perché non aveva tutti i crediti che voleva." Disse Kurumada.
"E ti sembra un motivo valido?" Disse Kurama.
"Lascia perdere Kurama, ormai Minamisawa è andato via e noi non possiamo farci nulla, è stata una sua scelta; almeno possiamo dire di conoscerlo quindi qualcosa su di lui lo sappiamo e possiamo metterlo in pratica in campo." Disse 'codini rosa.'.
"Vinceremo, non importa se giocheremo contro Minamisawa, questo non deve allontanarci dal nostro obiettivo." Disse Shindou.

Kurama fu il primo ad abbandonare lo spogliatoio.
Era parecchio incazzato.

Percorsero il corridoio insieme alla "Mare Lunare" in fila indiana.
Minamisawa sembrava di non volersene importare nemmeno un po' de suoi ex compagni, eppure non sembrava così scorbutico.

Arrivati in campo iniziarono a riscaldarsi.

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La sua ansia si era calmata un pochino, anche perché a sentir parlare di Minamisawa aveva completamente dimenticato dello stadio turbina e delle persone che c'erano.

Shindou non fece nessun discorso motivazionale e ne fu davvero grato.
Scelti anche gli arbitri la partita poteva finalmente cominciare.

Entrato in campo Masaki prese la sua posizione mentre Shindou stringeva la mano al capitano della squadra avversaria.

Il calcio d'inizio l'avrebbe battuto la 'mare lunare'.

I loro avversari iniziarono con una serie di passaggi all'indietro, finché uno di loro non passò la palla al numero 6, sopraggiunse Kyousuke che con una scivolata gli rubò la palla. Effettuò subito un passaggio poiché stava per essere marcato e passò la palla a Kurama che non ci pensò due volte ad effettuare il suo tiro.

Peccato che non andò a segno.

"Andrà bene il prossimo!" Disse Shindou.

La palla la prese Minamisawa, che era il numero dieci.
Non la passò a nessuno e riuscì anche ad evitare Kurama, ormai era in centrocampo e riuscì a scartare anche Hamano.
È vero, conosceva i suoi compagni, ma non conosceva lo stile di gioco di Tenma o il suo, quindi; se davvero aveva detto ai suoi nuovi compagni tutto sui vecchi, poteva ritrovarsi in difficoltà trovandosi Tenma o Hikaru davanti agli occhi.

Ed effettivamente era proprio così, Tenma gli rubò il pallone e lo passò a Shindou.
Shindou usò la sua hissatsu, Kami no Takuto, e aiutò Hikaru a muoversi in attacco.
La loro difesa però sembrava non voler far passare nessuno e così l'azione di Hikaru che era stata guidata da Shindou, non si concluse.

Il numero 4 della 'mare lunare' effettuò un passaggio lungo ad un suo compagno, passaggio lungo che fu bloccato da Hayami.

"Hayami! Passala!" Urlò Hamano che era l'unico a non essere marcato al momento.

Hayami effettuò un lungo passaggio, che arrivò ad Hamano, ma il numero nove della 'mare lunare' gli tolse palla in pochi secondi, il numero nove la passò a Minamisawa.

"Ragazzi! Non lasciatelo passare!" Urlò Shindou.

Minamisawa era più che deciso a voler tirare in porta.

'Codini rosa.' si era ritrovato faccia a faccia con Minamisawa.
Usò la sua hissatsu The Mist, ma Minamisawa riuscì comunque a passare.
Masaki entrò in scivolata e così riuscì a togliergli il pallone.

Non ci credeva nemmeno lui, ma almeno ci era riuscito.
Prima che la palla uscisse fuori, Amagi la passò a Tenma.

"Ottima difesa!" Disse Sangoku.
"Devo averlo sopravvalutato, grazie Masaki." Disse 'codini rosa.'.

L'aveva ringraziato, e Masaki non poteva credere alle sue orecchie.

E ancora una volta, il suo nome gli sembrava così strano pronunciato da 'codini rosa.', non era riuscito proprio ad abituarsi.

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Kyousuke aveva segnato il primo gol della partita.

Adesso il pallone era in possesso della 'mare lunare' che avanzava verso la loro metà campo.
Usarono un hissatsu di squadra e con una serie di passaggi ben precisi non fecero avvicinare nessuno alla palla, come se la "proteggessero".

Lì in difesa marcarono i due attaccanti che erano arrivati mentre Amagi pensò a fermare quell'assurda hissatsu, ma non ci riuscì e Minamisawa tirò in porta con una nuova tecnica che non aveva mai visto prima negli allenamenti.
Sangoku non riuscì a pararla.

Adesso erano in pareggio.

"Riusciremo a recuperare" Disse Shindou.

Sangoku rilanciò la palla.
Hamano la passò a Tenma che scartò l'avversario con la sua hissatsu Easy Breezy.
Passò la palla a Kurama ma venne fermato dalla difesa della 'mare lunare'.
L'arbitro segnò la fine del primo tempo.

"Ottimo lavoro ragazzi!" Disse loro Endou. "Su con il morale, possiamo ancora vincere questa partita."

Sentire Endou motivarli gli metteva un po' di buona fiducia.
Infondo era la prima partita del campionato, era ovvio che non avrebbero vinto con così tanta facilità.

Masaki sperava di star facendo buona figura con i suoi genitori, sapere che erano lì a guardarlo gli metteva un po' d'ansia.

Endou disse loro che in difesa avrebbero dovuto stare più attenti e che un gol come quello che gli aveva fatto la 'mare lunare' si poteva facilmente bloccare, ma Masaki era sicuro che non ci sarebbe mai arrivato in tempo anche se avesse lasciato perdere la marcatura al numero 11.

Kurama non era riuscito a segnare nemmeno un gol e qualsiasi azione che aveva provato non era mai andata a buon fine, era arrabbiato e lo si poteva leggere nei suoi occhi, poi si aggiungeva anche il fattore Minamisawa, a detta di tutti erano amici e Kurama non aveva mai accettato che Minamisawa cambiasse scuola.

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Dopo aver parlato di come recuperare ed essersi "riposati" in quei quindici minuti che avevano, ritornarono in campo.
Il secondo tempo iniziò e il calcio di inizio era loro.

Kurama passò palla ad Hikaru che la passò a sua volta a Tenma dietro di lui.
Tenma mantenne possesso di palla prima di passarla a Shindou che con Fortissimo, tirò verso la porta.
Era forse la seconda volta che vedeva quella tecnica e ogni volta gli sembrava sempre più forte, al suo tiro si aggiunse quello di Kurama così fecero un tiro combinato, che questa volta entrò in porta.

Era da poco iniziato il secondo tempo ed erano già riusciti a recuperare quel gol subito nel primo tempo.

"Continuate così!" Urlò a loro Endou.

Era più gasato lui che l'intera squadra messa insieme.

La 'mare lunare' era appena entrata nella loro difesa.

Masaki riuscì a rubare palla al numero 11 che era intenzionato a voler tirare in porta.
Passò palla ad Hayami che la riprese subito dopo.

'Codini rosa.' entrò in scivolata e fermò l'azione avversaria e il pallone uscì fuori dal campo.

Ma questo non fermò la 'mare lunare'.
Minamisawa si era portato nella loro difesa con l'hissatsu di squadra che avevano usato prima.

"Masaki, fermalo!" Gli disse 'codini rosa.'.

Mentre lui correva verso Minamisawa, 'codini rosa.' gli correva dietro.
Non aveva tempo per usare Hunter's net, e proprio quando stava per bloccare la palla di petto, 'codini rosa.' usò una nuova tecnica che aveva appena chiamato Deep Mist* che sembrava "The Mist" evoluta.

Insieme erano riusciti a fermare Minamisawa, ma, la palla volò letteralmente sotto i piedi del numero nove, che era smarcato, e riuscì a segnare.

Adesso erano di nuovo in pareggio.

"Bell'azione ragazzi! Non vi preoccupate per quel gol, recuperiamo." Disse Shindou.

"Che rabbia, ci eravamo quasi riusciti!"
"Andrà meglio la prossima volta, ora tornatene a posto Masaki."
"Sì... grazie per avermi aiutato comunque."

Era stato alquanto strano.

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Mancava poco alla fine del secondo tempo e Masaki non ci teneva per niente a giocare i supplementari.
In campo si batteva una vera e propria guerra.
La 'mare lunare' continuava ad attaccare senza sosta e loro anche ma non riuscivano a sbloccare il risultato se, non fosse stato per Hikaru.

Hikaru era l'unico non marcato e quando ricevette il pallone non ci pensò due volte a tirare in porta con la Extend Zone.
Hikaru fu la loro salvezza e l'arbitro fischiò solo poco dopo.

"Abbiamo vinto!!" Hikaru corse ad abbracciare Tenma.

Shindou strinse la mano al capitano della 'mare lunare', nonché portiere e poi salutarono Minamisawa, che era comunque stato un vecchio compagno di squadra.

Andarono da Endou.

La loro panchina era in festa.

"È bravo il piccoletto, hai fatto tu l'ultimo gol." Disse Kyousuke cingendo Hikaru.

Hikaru rise e ringraziò Kyousuke.

"Ottimo lavoro ragazzi, è stata una partita me-ra-vi-glio-sa. Voglio vedervi giocare sempre così, al massimo delle vostre forze e che mostriate sempre la passione che avete per questo bellissimo sport." Disse loro Endou.

Le manager si complimentarono con loro e Aoi fu l'unica che corse ad abbracciare Tenma, mentre Midori invece diede una pacca sulla spalla ai tre attaccanti (Shindou era tutto per Akane)

Nello spogliatoio fecero nuovamente un casino assurdo, tra tutti Hamano che non stava un attimo fermo o Tenma che non la smetteva di parlare nemmeno per un minuto.

"È stata la più bella partita giocata finora!" Continuava a dire Tenma a loro del primo anno.
"Non immagino come l'hanno vista dagli spalti ma dalla panchina qualsiasi hissatsu era fenomenale!" Disse Shinsuke.

Tenma e Shinsuke continuarono a parlare e parlare anche sul caravan al ritorno, mentre l'unica cosa che avrebbe voluto fare Masaki era dormire.

'Codini rosa.' per qualche assurdo motivo si sedette accanto a lui.

"Hai giocato bene, ma potresti sfruttare al meglio la tua velocità sul campo, soprattutto durante il football frontier. Inizieremo a lavorarci su durante gli allenamenti."

Fu l'unica cosa che gli disse finché non tornarono a scuola.

Si salutarono, e poi ogniuno prese la propria strada.
Offrì un passaggio a quei poveretti di Tenma e Kyousuke (anche se in realtà Ryuuji li aveva costretti a salire).
Tenma per poco non sveniva lì in macchina.

Evitato a Tenma di svenire, e di riempire di domande i suoi genitori, Masaki sbarcò Tenma peggio di un pacco postale e se ne ritornò a casa.

Aveva molte cose di cui parlare con i suoi genitori, e sì, anche stavolta li avrebbe riempiti di chiacchiere.

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Deep Mist: "Nebbia Avvolgente": Il giocatore chiama una nebbia che circonda l'attaccante avversario. Si confonde l'avversario fino a quando la palla semplicemente scompare sotto i piedi e il giocatore corre via con la palla.

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×Angolino autrice ×
Ed eccoci qui. 
Finalmente il Football Frontier è iniziato, i ragazzi hanno giocato la loro prima partita (al FF ovviamente)

ho alcuni punti da spiegare:
Gli stadi. Sì sono quelli dell'anime/ del "quinto settore", ma, solo il nome, niente tornadi, niente parti di campo che si staccano, sabbie mobili o cose del genere.

Come nell'anime, Minamisawa va nell'Accademia militare Mare lunare.
Perché boh, ci sta.

Poi le squadre, la maggior parte fanno parte di tutto inazuma in generale perché boh, nel GO da occult l'hanno abbandonata dai.
I Lagoon sarebbe tipo la squadra di Saru/Simeon così come la Luce Sfavillante è la squadra di Bailong, sì questi personaggi ci sono veramente, non me ne frega una ceppa che hanno linee temporali diverse.

Passando alle cose serie.

HIROTO HA DAVVERO UNA FERRARI!!

Quella nell'anime nell'episodio dove scoprono la verità sulla Dragon Link.
(grazie Tiktok per avermi fatto scoprire questa cosa perché io a Hiroto aveva dato una macchina sì costosa ma non come la Ferrari.)

Detto questo, come vi è sembrato il capitolo?

Vi ricordo che la FF è presente anche su Wattpad con lo stesso nome, siamo arrivati al sedicesimo capitolo e ne mancano solo quattro alla fine.
Passate su Wattpad se ce l'avete, e magari scrivetelo nei commenti così vi mando un biscottino <3

Ci vediamo al prossimo capitolo <3

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Capitolo 14
*** 12. ***


Mancavano ancora quattro partite del primo girone, da disputarsi.
E ancora non sapevano chi avrebbero sfidato.

Da quanto aveva capito, visto che il campionato era per ragazzi che frequentavano la scuola, era fatto con molta più calma, come difatti, il giorno dopo la loro vittoria, ovvero la domenica, non si disputò nessuna partita.

Il Football Frontier procedeva, quel sabato si era disputata la partita della 'Kirkwood' contro i 'Lagoon'; aveva vinto la 'Kirkwood', mentre la domenica si erano giocate ben due partite, 'La luce sfavillante', che aveva avuto la meglio sulla 'El dorado' e la 'Alpine' contro la 'Baia dei Pirati', aveva vinto la 'Alpine'.

Endou aveva promesso loro che sarebbero andati a vedere la partita della Royal quel venerdì, dopo le lezioni.

Dopo la partita, lui e 'codini rosa.' si erano veramente allenati insieme come aveva detto il maggiore.
Iniziarono proprio il lunedì, non appena tornarono a scuola.

Ed una strana conversazione uscì fuori durante i loro allenamenti.

Si allenavano a bordo campo, da soli, e mentre Masaki tentava di perfezionare la Hunter's Net, 'codini rosa.' gli disse: "Mi sei di compagnia."

Masaki lì per lì ci era rimasto di sasso, portandogli a domandare: "Shindou non ti basta più?"

Ma 'codini rosa.' ignorò completamente la domanda. "Sei l'unico del primo anno che se ne sta in disparte. Tutti i tuoi amici hanno fatto amicizia mentre tu per poco ci rivolgi la parola, ma finisci comunque con loro, mentre loro, guardali." Si fermò per indicare i suoi amici, che erano tutti impegnati ad allenarsi tra di loro.

"Chi ti dice che non abbia amici oltre loro?"
"Masaki, guarda che noi più grandi non mangiamo mica, forse Kurama con il suo atteggiamento sì, ma è del tutto innocuo."
"Non ho bisogno che tu mi faccia da mammina, grazie, i miei amici non sono affar tuo."
"Quindi mi stai dicendo di andar via?"

Masaki iniziava a sentirsi frustrato.
"Non ho detto questo."
"Bene, perché credevo che avessimo superato quest'ostacolo, dai distributori credevo."

Masaki non aveva la minima idea a cosa si stesse riferendo, poi, tra di loro calò il silenzio, fin quando Endou non venne a richiamarli per la fine dell'allenamento.

Per tutto il tempo che stettero in silenzio, Masaki non fece altro che pensare al fatto che 'codini rosa.' stava provando ad avere una semplice amicizia con lui, l'aveva sempre "cercato" per primo, sempre rivolto la parola, anche se era stato per un semplice rimprovero, e Masaki non aveva fatto altro che giudicarlo, anche male tra l'altro.

Magari lo faceva solo per pietà, perché era il ragazzino del primo anno in disparte durante gli allenamenti, oppure, era veramente sincero con lui, ma questo non poteva mai saperlo, come non poteva mai sapere perché alcune volte 'codini rosa.' non gli aveva rivolto la parola nemmeno per un saluto.

Quindi, quando poi Endou li richiamò, e 'codini rosa.' stava per tornarsene da Shindou, Masaki decise che doveva dirgli qualcosa, e lo fece, lo ringraziò.
Ricevendo in ricambio, un sorriso.

Masaki non era mai stato bravo a comprendere le persone, e 'codini rosa.' si comportava sempre in modo così strano e amichevole nei suoi confronti, ma era anche tanto gentile con Hikaru o con Tenma per esempio.

Non era bravo a fidarsi delle persone, e molte volte gli era capitato di pensare che in realtà c'era un secondo scopo all'amicizia di 'codini rosa.', ma, non era mai riuscito a darsi una risposta.
Non lo capiva e probabilmente non l'avrebbe mai fatto; non era nemmeno capace di capire sé stesso, figuriamoci un'altra persona.

Finalmente avevano iniziato ad usare le divise invernali a scuola.
Non appena la indossò per la prima volta, davanti ad i suoi genitori, si dichiarò un pinguino che faceva il cosplay di un cameriere.

La divisa estiva era composta solo da pantalone nero e camicia rigorosamente bianca, mentre con quella invernale si aggiungeva la giacca che era anch'essa di colore nero, ma aveva stampato sul petto lo stemma della scuola.

E se a lui la divisa stava come ad un pinguino in smoking, a 'codini rosa.' calzava proprio a pennello. Come se gli fosse stata cucita addosso.

Si chiedeva se la segreteria gli avesse dato una taglia in meno, perché sennò non si spiegava il perché la divisa gli stava così male.

Stava pensando troppo a Kirino?
Perché negli ultimi giorni, vuoi perché si vedevano anche al di fuori degli allenamenti, a scuola, e se come lo stesse pensando di continuo.
Ma non era così! Poteva giurarlo.

Visto che quella giornata era piovosa, si fece accompagnare da Hiroto, ovviamente senza nemmeno pregarlo, e, arrivò anche in perfetto orario.

In quel momento, non stava per niente ascoltando il professore che spiegava sociologia, era troppo impegnato a guardare la pioggia che si teneva fuori dall'istituto.

Masaki non era meteo-patico ma essere rinchiuso ad ascoltare un tizio che spiegava i fenomeni sociali in una giornata di pioggia come quella, proprio non ci stava (ed era anche la sua materia preferita).

Tra una lezione e l'altra ebbero la solita pausa di dieci minuti.

"Può smetterla di piovere?" Domandò Tenma, un po' più al cielo che a loro.

Si sedette al suo posto sconsolato. "Odio la pioggia."

"Odi la pioggia oppure odi non poterti allenare all'aperto oggi?"
"Si muore di claustrofobia in quel campo. Alzo lo sguardo e l'unica cosa che vedo è il soffitto blu."
"Non alzare lo sguardo."
"Non sei d'aiuto Kyo."

Tenma si rialzò e iniziò a girare tra i loro banchi.

"Tenma, riesci a stare fermo per più di mezzo secondo?" Gli domandò Kyousuke.
"Mi sto annoiando, e la pioggia non aiuta."

Tenma era l'esempio perfetto per una persona meteo-patica, forse perché era cresciuto per un periodo della sua vita ad Okinawa che era una località marittima e quasi sempre soleggiata, al contrario di lui e Kyousuke.

"Quante ore ci mancano ancora?"
"Ne abbiamo fatte solo due per ora, quindi ne mancano cinque."

Tenma sospirò. "Il club sembra un lontano ricordo."
Prese una carta e andò a gettarla nel cestino.

Kyousuke si voltò verso Masaki, girava il dito formando dei cerchi accanto alla testa, era il suo modo di dire che ormai Tenma aveva perso la testa.

Le lezioni ripresero per la loro sfortuna e per la sfortuna di Tenma la pioggia non si calmò.

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Masaki non stava ascoltando per niente l'argomento della giornata, al tavolo della mensa, era troppo impegnato a girare e rigirare la cannuccia nel bicchiere della coca cola.

Era parecchio frustrato.

Stava continuando a fissare il tavolo dei ragazzi più grandi.

C'era Hamano che per qualche assurdo motivo sembrava che stesse prendendo in giro 'codini rosa.', mentre Shindou parlava insieme a Sangoku.
Poi c'erano Hayami che se ne stava tranquillo per i fatti suoi, Ryoma che dava corda ad Hamano e Kurama che mangiava indisturbato.

Solo per un istante, i suoi occhi e quelli del capitano si scontrarono.
Fu talmente imbarazzante che Masaki si risvegliò dalla specie di trance in cui era entrato.

"Questa settimana siamo strapieni di test, è un incubo." Disse Shinsuke.
"È vero... devo rinunciare ai miei allenamenti serali per studiare..." Disse Tenma.
"Almeno così sei sicuro di passare il trimestre." Disse Kyousuke.

Ah, sì, si era proprio dimenticato che erano nel bel mezzo della fine del primo trimestre. Invasi dai test.
Era il primo da quando avevano iniziato la scuola ad aprile.

Per sua fortuna, nello studio se la cavava bene e non era indietro con nessuna materia, tranne matematica, ma per quella non ci poteva fare proprio niente, erano due linee parallele.

Aveva smesso di rigirare la cannuccia nella cola solo per rendersi conto che mentre tutti avevano quasi finito il proprio pranzo, lui, aveva ancora il vassoio pieno.

C'era Hikaru, di fronte a lui, che continuava a lanciare il suo sguardo verso il telefono, e poi gli puntava i suoi occhi neri addosso.

Masaki mosso dalla curiosità prese il cellulare e c'era proprio una notifica da parte di Hikaru, dove gli chiedeva se stesse bene.

Masaki digitò velocemente, che stava bene, ma di non avere molto appetito, e lo sguardo di Hikaru si corrugò.

Prese a mangiare comunque, non ci teneva a far preoccupare i suoi amici, ma veramente, lo stomaco gli chiedeva di smettere ad ogni boccone.

Prese a rigiocare con la cannuccia della cola, mentre mangiava, ma solo perché era l'unica cosa che potesse fare, mentre cercava di interessarsi al discorso che c'era al tavolo.

"Voglio solo giocare a calcio... sarebbe bello rigiocare la partita con la squadra di Minamisawa-san, erano davvero bravi." Disse Tenma.
"Sì piacerebbe anche a me giocare però poi i voti ne risentono e il club di calcio non fa miracoli..." Disse Shinsuke.

Tenma sbuffò. "L'allenatore ci conosce, potrebbe farci un piccolo favore."
"Ma è anche il nostro professore di educazione fisica, quindi non lo farà." Disse Hikaru.
"Esatto... è un'arma a doppio taglio." Disse Shinsuke.
"Beh da grande vorrei essere proprio come lui..." Disse Tenma, sognante, mentre rubava l'insalata di Kyousuke.

Shinsuke rise. "Beh, sei sulla buona strada."
"Non voglio il sosia di Endou." Disse Kyousuke.

Tenma si offese e gli urlò: "Hei!"
Imbronciò lo sguardo e lasciò cadere le sue bacchette nel piatto vuoto.

"Non ti offendere, e la verità."
"Mi stai lasciando."
"Tenma... non fare il drammatico." Disse Kyousuke.
"Ma no Tenma, Kyousuke ti ama così come sei."
"Si esatto."

Continuava a starsene in disparte, a finire il suo pranzo, ormai freddo come la pietra, ma era soltanto colpa sua.

La sua unica fortuna fu il suono della campanella, dove poté gettare il vassoio mezzo pieno per correre alle noiose lezioni pomeridiane.

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Corsero agli spogliatoi, essendo in ritardo, come la maggior parte delle volte.
Per loro fortuna, non avevano fatto tanto tardi, ed erano riusciti a raggiungere Shinsuke ed Hikaru per strada.

La maggior parte di loro si stava già cambiando negli spogliatoi.
C'erano ancora Shindou, 'codini rosa.', e altri, mentre non vedeva Sangoku e Kurumada, forse già al campo.

Gli spogliatoi erano praticamente il loro luogo di ritrovo, oltre che al campo, lì, allo spogliatoio, si parlava e si parlava veramente di tanti argomenti diversi.
Una volta aveva sentito da Hamano, che insieme ad Amagi avevano organizzato una giornata di pesca.

E Masaki aveva creduto fino all'ultimo che si trattasse della pesca della fortuna, quella che si fa ai festival per i bambini, non di andare a pescare.
Quando lo scoprì, e cioè dopo due secondi che Hamano l'aveva detto, ci rimase male.

Hamano aveva fatto vedere a tutti delle foto di lui con la canna da pesca, e metteva quella roba con fierezza su Instagram. Contento lui.

E, altre volte, si era anche unito a quel mormorio, parlando di videogiochi.

Il suo sguardo si posò su 'codini rosa.' che ascoltava ciò che Shindou aveva da dirgli.
Aveva i capelli legati nelle solite codine, i calzoncini della Alien, e il torso nudo.

Ranmaru, Ranmaru, era forse il doppio di lui, ma non quanto lo era Kurumada o Sangoku, di meno, ma aveva comunque dei muscoli ben visibili.

Non si era mai soffermato così tanto sul guardare i suoi compagni, fino ad allora.

Sulle braccia aveva qualcosa scritto, ma da dov'era, non riusciva a leggere.
Il suo petto si alzava ed abbassava in sincrono ad ogni respiro, cacciò i codini che erano rimasti sotto la maglia, e dopo rubò qualcosa dal borsone di Shindou e se ne andò verso i bagni.

Da quando aveva iniziato a giocare a calcio, Masaki, non aveva visto tanti cambiamenti al suo fisico, era rimasto il solito magrolino asciutto di sempre.
Forse, i suoi genitori biologici avevano una corporatura simile alla sua.

Distratto, aveva infilato le sue cose nel borsone talmente a caso che non riusciva più a chiuderlo, e visto che non aveva molto tempo, lasciò tutto così com'era, infilando il borsone nell'armadietto.

Aspettò comunque Kyousuke e Tenma prima di andare al campo.

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Dopo il solito riscaldamento, se ne stava in campo, cercando di imparare una nuova hissatsu, se non ricordava male, Shindou l'aveva chiamata Trappola del fuorigioco[1], e si svolgeva lì in difesa, ma non riusciva a stare al passo.

Ogni volta che la provavano, sbagliavano qualcosa, ed era impossibile sbagliare, erano solo scoordinati.

E ''codini rosa.' non sembrava nemmeno essere lì tra lui e Amagi.

Non essendoci lui, che dettava i tempi, era ancora più complicato.

Anche se non era colpa di 'codini rosa.' se non ci riuscivano, sia lui che Amagi ce ne mettevano del proprio per commettere errori stupidi quel giorno.

"Possiamo cambiare?" Domandò Amagi.
"No. Non ci è permesso abbandonare quest'hissatsu." Disse 'codini rosa.', ed era terribilmente serio.
"Almeno prendiamoci una pausa." Disse lui.
"Concordo con Masaki, due minuti e riprendiamo."
"No, nessuna pausa, e non coalizzatevi. Forza riproviamo."
"Ranmaru per favore, una piccola pausa." Disse Amagi. "Magari a mente lucida ci riusciremo."

'Codini rosa.' non era ancora d'accordo, ma comunque disse: "Due minuti, letteralmente."

Amagi corse fuori il campo.

"Troppo faticoso il posto di Kurumada?" Gli domandò 'codini rosa.'
"Cosa? No. Guarda che ci sto mettendo tutto il mio impegno per riuscirci!"
"Allora cosa c'è?" Incrociò le braccia al petto.

I suoi occhi azzurri erano terribilmente seri.

"Non c'è nulla che non va." Rispose. Ed era vero. "Piuttosto sei tu che hai qualcosa che non va."

Ranmaru sbuffò, come se fosse stato colto sul fatto.
"Hai ragione."

Solo in quel momento, si rese conto, che anche 'codini rosa.' fosse terribilmente umano, e che anche lui, poteva avere una giornata no.

"Se vuoi... parlare, puoi farlo." Ranmaru. Avrebbe voluto aggiungere.
Cercò di essere il più amichevole possibile.

'Codini rosa.' addolcì lo sguardo, ritornando ad avere il suo solito sguardo azzurrino.
"Grazie Masaki, ma sto bene."
"Tanto ti avrei mandato dallo psicologo della scuola, così non gli rubo il lavoro."

Lo guardò, prima di scoppiare a ridere.
"Beh, direi che lo conosco già."

A Masaki non piacque quella risposta...non avrebbe mai creduto che qualcuno come Ranmaru avesse bisogno di un'altra persona con cui parlare, forse c'erano cose che nemmeno Shindou poteva sapere?

"Non fare quella faccia, ho detto che sto bene, piuttosto, voglio che tu mi tolga una curiosità, tu non sei di qui, hai un accento diverso dal nostro."
"Il mio accento non è diverso."
"Ti dico di sì."
"E io ti dico di no."
"E io ti ripeto che hai un accento strano."
"Non è strano, né diverso."
"Forse sono i tuoi genitori che vengono da un'altra parte, e ovvio che tendi a parlare come loro."

Masaki rimase senza parole.
I suoi genitori non parlavano mica in modo strano. Tranne quando Ryuuji aveva la mania dei proverbi.

"Vengo da Kyoto, è il mio accento non è strano!"

Gli uscì veramente così spontaneo che se ne pentì subito dopo di aver detto una cosa del genere.

"Ecco perché del tuo accento strano."
"Il mio accento non è strano."

Aveva vissuto a Kyoto fino ad undici anni, quindi non immaginava di avere ancora quella specifica cadenza.

"Beh, ti lascio vincere, ma solo perché sei veramente testardo."

Masaki gli mostrò la linguaccia.

Finalmente Amagi arrivò, e finalmente poterono riprovare l'hissatsu che gli era stata assegnata.

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Ad allenamenti finiti, Masaki non vedeva l'ora di tornarsene a casa.

L'hissatsu erano riuscita a farla una sola volta, e avrebbero di sicuro riprovato l'indomani.
Masaki non ne voleva sapere più niente di fuorigioco, aveva veramente il cervello in pappa.

Si cambiò veramente in fretta e furia, mentre però lasciava vagare il suo sguardo su 'codini rosa.', che spariva alle docce.

Stavolta il borsone se lo sistemò con cura, visto che comunque dovette aspettare Kyousuke e Tenma prima di andar via.

Sulla strada del ritorno, non parlarono veramente tanto.

Spiegò a Tenma come funzionasse la nuova hissatsu.
"È una genialata!" Disse lui. "Shindou ha proprio delle ottime idee per le hissatsu."
"Gliel'ha suggerita Endou." Disse Kyousuke.
"Perché non può essere frutto suo?"
"Certo, ma questa gliel'ha suggerita Endou."

Mentre i due suoi migliori amici discutevano, Masaki provò a guardare Kyousuke nello stesso modo in cui lo guardava Tenma.
Provò a cercare qualcosa.

Non comprendeva, cos'è che a Tenma piacesse di Kyousuke.
No, Kyousuke non era brutto, anzi, era un bello, aveva dei lineamenti quasi perfetti, e i ricciolini che gli ricadevano sul viso lo rendevano ancora più misterioso.

Ma non riusciva a trovarlo attraente, come faceva Tenma.
Forse il suo tipo era più Yuuichi?

No, doveva scacciare quei pensieri.

"Hei Masaki, va tutto bene?" Domandò Tenma.
"Perché me lo chiedi?"
"Oggi a pranzo non hai mangiato molto..."
"Sto bene... sono solo stanco per gli esami."
"Ma tu sei bravo a scuola! Dovresti pensare a me! Io devo recuperare tutte le B se voglio continuare a giocare."
"Grazie Tenma, e cerca di recuperare."
"Ci sto lavorando." Disse, guardando Kyousuke.

Quando finalmente tornò a casa, il suo stomaco non la smetteva di girargli, e le vertigini non aiutavano per niente il suo povero stomaco.

Aveva la testa in completa paranoia e uno strano peso sullo stomaco, e sul petto.

Sapeva cosa gli stava accadendo, e sapeva anche il motivo.

Tutto quel pensare, a Kyousuke, a Ranmaru... i suoi compagni delle medie avevano terribilmente ragione, e non poteva più nascondersi.

Prima d'ora, non si era mai soffermato su quei pensieri, aveva accantonato quei ricordi, pensando che non avrebbe mai avuto quel tipo di problema.
Ma ora, alla tenera età dei suoi quindici anni, si malediceva.

Iniziava a pensare che forse coloro che lo prendevano in giro alle medie, perché fosse uguale a Ryuuji e Hiroto, avessero ragione.

Come potevano persone come quelle sapere cos'era, cosa provava lui veramente?
Mentre lui non sapeva nemmeno scegliere tra l'Estathè alla pesca e quello al limone?

Non si era mai soffermato prima d'ora su un corpo maschile, non aveva mai pensato di riuscire a fare un pensiero del genere prima d'ora.
Mai, prima, gli era importato di un singolo ragazzo.

Pensava fosse addirittura impossibile per lui avere quei tipi di pensieri.

La sua vista iniziò ad appannarsi, e l'ultima cosa che voleva fare, era piangere dopo aver messo piede in casa.

Avevano davvero ragione?
Poteva essere condizionato dai suoi genitori?

No, la colpa non era di Ryuuji o d'Hiroto, era dei suoi genitori biologici, che l'avevano lasciato, abbandonato.
Se non l'avessero fatto, non avrebbe avuto questo tipo di pensieri, non sarebbe stato preso di mira alle medie, o almeno, non perché era stato condizionato dai suoi genitori adottivi.

Si lasciò cadere dietro la porta, e si abbandonò a quella terribile sensazione.

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[1] Trappola del fuorigiocoè una tattica all'interno del gioco "Inazuma Eleven Go: Luce/Ombra." (Usata anche nella terza stagione, saga OG). Attira gli avversari in un fuorigioco con una linea difensiva implacabile.

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×Angolino autrice ×
Salveee!! Eccoci qui con un nuovo capitolo!
Mi scuso subito per quanto cupo possa esser stato.

E mi scuso anche per i "pensieri" che ho dato a Masaki.
Ma ci tenevo davvero tanto a scrivere una scena, dove Masaki cercava di capirci qualcosa, sta iniziando a provare sentimenti mai provati prima, e per giunta verso un uomo, verso qualcuno del suo stesso sesso.

Giuro di capitoli così cupi non ce ne sono molti, magari forse un altro o due, ma poi sono finiti e possiamo tornare al solito "tono" allegro!

Alternerò per un po' 'codini rosa.' e 'Ranmaru' solo perché Masaki è confuso, prometto che si deciderà presto a chiamarlo semplicemente per nome!

Beh, ditemi cosa ne pensate del povero Masaki in pieno gay panic/mental breakdown.
E cosa ne pensate del capitolo in sé!

Ci vediamo al prossimo capitolo <3
 

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Capitolo 15
*** 13. ***


Così come le notti precedenti, Masaki non era riuscito a chiudere occhio.
O meglio dire, si era svegliato nel cuore della notte, con la testa dolorante, senza riuscire più a riprendere sonno, e magari fosse stato per un brutto sogno.
Ormai, andava a dormire con la testa piena di dubbi, senza alcuna risposta.

Per l'intera settimana non aveva fatto altro che evitare chiunque non facesse parte della sua cerchia di amici, aveva preferito evitare i contatti con tutta la squadra, o anche con altre persone come i suoi compagni di classe, pensava fosse la cosa giusta da fare... Se n'era stato zitto la maggior parte delle volte in pausa pranzo, parlando il meno possibile anche con quei poveretti di Kyousuke e Tenma, ma infondo nessuno se n'era veramente reso conto, perché lui era sempre così...

Si era concentrato più su sé stesso, ovviamente fallendo.

Il trauma che si era lasciato alle spalle, quello, era il suo più grande problema.
Magari avrebbe dovuto parlarne con Hiroto o Ryuuji, ma non aveva il coraggio per farlo e, una persona esterna sarebbe stato lo psicologo della scuola, ma non si fidava abbastanza.

Aveva fatto delle ricerche su internet, se magari in qualche modo poteva essere influenzato da ciò che vedeva, era disperato nel cercare quelle cose però nel suo io più profondo, sapeva che stava cercando una marea di cazzate.

Sapere che quelle persone potevano aver ragione gli mandava il cervello in pappa.

Ovviamente le sue ricerche non portarono a niente, e si era ritrovato a fare una cosa molto stupida.
Dei test, test per capire se fosse gay.

Non era arrivato a nessuna conclusione, anche se l'80% dei test gli dicevano: 'Congratulazioni! Sei gay, benvenuto nella famiglia arcobaleno!' Peggio di quando aveva fatto il test per lo smistamento nelle case di Hogwarts, era stato smistato parecchie volte in 'grifondoro'.
E lui non era per niente un grifondoro.

Questo aveva portato a parecchie notti insonni, nessune risposte, e allenamenti, test scolastici, del tutto sballati.

Alle sette precise, la sveglia suonò facendolo morire di paura, non che si fosse addormentato, non si era minimamente reso conto dell'ora.
Si alzò dal letto con la velocità di un bradipo, e andò ad accaparrarsi il bagno prima di tutti.

Dopo la doccia e aver indossato l'orripilante divisa invernale, andò in cucina dove Ryuuji e Hiroto come tutte le mattine parlavano delle enormi quantità di cose che avrebbero dovuto fare quel giorno.
Voleva tanto fargli compagnia alla Kira.

Faceva colazione guardando le povere macine annegare nel latte bollente.

"Oggi c'è la partita giusto?" Domandò Hiroto.
"Quale partita?" Domandò, non alzando lo sguardo dalla tazza.

Non ricordava per niente di avere una partita in programma.

"Endou non doveva portarvi a vedere la Royal?"

Troppo concentrato a cercare ciò che rimaneva delle macine, non capì per niente ciò che Hiroto aveva detto.

"Maki, tutto bene? Non hai una bella cera." Gli disse Ryuuji.

E anche quello fu una lingua a lui sconosciuta.
Vide Hiroto scrollare le spalle, segno che Ryuuji gli aveva fatto qualche domanda a cui non sapeva dare la risposta.

Ryuuji gli si avvicinò 'pericolosamente' e gli poggiò il palmo nella mano sulla fronte.
"No, non hai la febbre. Hai dormito Masaki?"

Annuì, sperando di darla a bere.
Non funzionò.

"Dovresti rimanere a casa oggi, forse stai covando l'influenza."

In quel preciso istante nella sua testa suonava: 'Allarme rosso.' in un loop infinito.

"No, non posso. Oggi dobbiamo vedere la Royal giocare! Non posso assentarmi."
"Possiamo chiamare noi Endou e dirgli che sei malato." Disse Hiroto.
"Ma non sono malato." Guardò Ryuuji. "Posso andare, sul serio sto bene."
"Maki-
-Sto bene." Ribatté.

Hiroto e Ryuuji si scambiarono l'ennesimo sguardo.

"Se sta bene, lasciamolo andare." Disse Hiroto scrollando le spalle.
"Va bene, ma copriti bene Masaki, farà freddo soprattutto sugli spalti dopo l'allenamento."

Masaki annuì. Ovviamente non l'avrebbe fatto.
Odiava sciarpe e cappelli con tutto sé stesso, e nonostante facessero probabilmente dieci gradi, non avrebbe indossato nient'altro che la divisa invernale.
E poi per carità, non era mica malato.

Finì di fare colazione e corse a infilarsi le scarpe prima che Kyousuke bussasse al campanello di casa sua. Si fece trovare direttamente fuori la porta.

Insieme passarono da Tenma, che era appena tornato dalla sua passeggiata mattutina con il suo cane, Sasuke.
Era un cane anziano, e molto pigro.
Tenma l'aveva salvato quando era ancora un cucciolo, ad Okinawa, insieme a sua madre.

Era davvero affettuoso, e quelle poche volte che Masaki l'aveva visto se n'era innamorato nonostante a lui i cani non facevano impazzire. Preferiva i gatti.

Aveva chiesto così tante volte a Ryuuji o/e Hiroto di prendergli un gatto, quando aveva più o meno sei anni, ma niente, gli avevano sempre detto quanto fosse un impegno un animale domestico e loro non c'erano mai in casa.

Però aveva avuto un paio di pesciolini rossi, tutti morti dopo due giorni dall'acquisto e uno dimenticato nel lavandino, ma questo era un altro discorso.
E una tartaruga, che era rimasta con sua zia Hitomiko a Kyoto, non sapeva se fosse ancora viva però.

Tenma lasciò il suo cane nelle mani di sua zia Aki e dopo aver preso la cartella corse fuori casa.

Salutò Kyousuke con un bacio sulla guancia mentre per Masaki riservò un abbraccio, nonostante si fossero visti ieri.
Che schifo.

"Sono così contento che oggi l'allenatore ci porterà a vedere la partita."

Ed eccolo che incominciava.

"Avete fatto firmare i fogli vero?"
"Sì." Risposero all'unisono lui e Kyousuke.
"Che bello! Ci siederemo vicini allora."

Certo, come no. Li avrebbe abbandonati per andarsi a sedere accanto Shinsuke.

Tenma aveva uno strano comportamento quella mattina, ma non ci teneva veramente ad indagare più di tanto.

"Stai bene Masaki?"
"Perché me lo chiedi?"
"Non hai una bella faccia... hai fatto colazione?"
"Sì Tenma, sto bene."
"Beh, devi stare bene! Devi venire a vedere la partita della Royal!"

Giusto, stava pensando alla partita.

Arrivarono a scuola, salutarono sia Shinsuke che Hikaru, anche Hikaru gli chiese se stesse bene, al prossimo, Masaki l'avrebbe di sicuro tirato un cazzotto in faccia.
(No, non sapeva dare i cazzotti.)

Hikaru gli mostrò in modo molto fiero la sua autorizzazione firmata.
"Che bello! Allora ci andremo tutti veramente!" Disse Tenma.
"Hei ragazzi, Shindou ha detto di raggiugerlo fuori al club, e lì che prenderà le autorizzazioni." Disse Shinsuke.

Era vero, Shindou aveva scritto sul gruppo della squadra.

"Andiamo!" Esclamò Tenma, conducendoli stesso lui.

Masaki non aveva tutta quella voglia di raggiungere il centro sportivo, soltanto perché doveva dare uno stupido foglio di carta al capitano, ma sapeva che non poteva tirarsi indietro in nessun modo.
Come immaginava, oltre che Shindou, c'era il suo fidato assistente a raccogliere le autorizzazioni.

Masaki voleva sparire.
Voleva che la terra gli si aprisse sotto i piedi, nel preciso istante in cui Ranmaru gli rivolse lo sguardo.

Non era bravo ad evitare le persone, si era limitato solamente a parlargli il meno possibile, e a cercare di non frequentare gli stessi luoghi, tipo i distributori, o qualsiasi altro luogo frequentasse (tranne ovviamente il club di calcio).

"Capitano!! Abbiamo portato le autorizzazioni!" Gli urlò Tenma, poi gli corse contro.

Ogni volta che Tenma urlava 'capitano' Shindou moriva dentro.

Oltre a Shindou e 'codini rosa.', c'era anche il resto della squadra, che si era riunito lì.

"Buongiorno ragazzi! Tenma, sei molto allegro stamattina." Disse 'codini rosa.'.

Tenma gli sorrise e annuì.
"Andremo a vedere la partita della Royal, è una bella cosa, spero vincano loro, se lo meritano."

Ranmaru rise, e Masaki non poté fare altro di guardarlo ridere lì con Tenma.

"Masaki." Hikaru lo scosse. "Sicuro di star bene?"

Masaki annuì frettolosamente. "Cosa stavi dicendo?"
Hikaru scosse la testa e disse: "Nulla di importante, solo che Tenma è davvero di buon umore stamattina."
"Mai visto così felice, solo quando gioca probabilmente."
"Beh almeno la sua felicità è contagiosa."
"Sì, è vero."

Tenma adesso scorrazzava da Hamano a Shinsuke per poi correre da Sangoku passando per Amagi.

"Un vero e proprio turbine." Disse Ranmaru.

Masaki non seppe con precisione quando Hikaru lo mollò per andare a consegnare quello stupido foglio a Shindou.
Lui e Ranmaru erano troppo vicini, quasi riusciva a toccargli il braccio.

"Sì, stamattina è molto allegro..."

Per sua fortuna, Tenma venne a disturbali, così facendo, Masaki poté svignarsela con la scusa che doveva dare ancora il suo foglio.

Ovviamente, la firma di Hiroto non era ben leggibile, e lo ringraziò per avere una calligrafia di merda, e per avere una firma diversa per gli autografi.
Doveva risolvere quest'altro problema, lo sapeva.
Poteva fidarsi dei ragazzi, gliel'aveva detto anche Endou, talmente tante volte che gli aveva riempito la testa.

E l'aveva fatto con Hikaru e Shinsuke.
A Shinsuke l'aveva detto durante quella settimana, anche se in realtà l'aveva scoperto semplicemente perché, durante la pausa pranzo, aveva dimenticato di attivare la 'full immersion', e quindi di disattivare qualsiasi tipo di notifica.
Aveva mostrato una foto imbarazzantissima di Tenma, alle medie; era ancora sul suo telefono perché era così bello vedere Tenma che si imbarazzava ancora.

Ovviamente poi, Ryuuji aveva una tempistica perfetta, e la notifica gli era apparsa sullo schermo.

Shinsuke aveva dato di matto, letteralmente, quasi come quando lo venne a sapere Tenma.

Per il resto della squadra... aveva ancora dei piccoli dubbi.
Non voleva fare nessun annuncio in mega stile, tipo come quando si deve dire a qualcuno che stai per sposarti per intenderci, voleva farlo nel modo più naturale possibile, magari quando i suoi genitori sarebbero venuti a vederlo giocare nella prossima partita.

Anche se, più ci pensava, più i brutti ricordi ritornavano a galla, come se avesse aperto il vaso di pandora dalla quale fuoriuscivano tutti i mali.

"Masaki andiamo!" Gli urlò Tenma. "Dobbiamo rientrare."

Ma poteva essere così imbarazzante quel ragazzo?

Masaki lo raggiunse con molta fretta, non vedeva l'ora di andarsene da lì.

Hikaru gli si affiancò mentre percorrevano la strada per arrivare nell'edificio.
"Hai visto quanti amici abbiamo ora? Chi l'avrebbe mai pensato!"
"Sì, ne abbiamo fatta di strada."
Hikaru gli sorrise. "Siamo stati ripagati."

Gli metteva veramente buon umore.
Ma come faceva?

"Ci vediamo in pausa pranzo." Disse Shinsuke. "Andiamo Hikaru!"
"Ciao ragazzi." Salutò Hikaru, prima di raggiungere Shinsuke.

Masaki si avvicinò a Tenma e Kyousuke, e insieme andarono in classe.

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Finalmente la pausa pranzo arrivò, e doveva ammetterlo, le lezioni quel giorno sembravano essere fatte a posta per distruggerlo mentalmente. Anche se forse era il sonno che iniziava a farsi sentire, poiché si sentiva veramente stanco.
Avrebbe volentieri fatto un pisolino, magari ci avrebbe capito qualcosa delle lezioni.

Presero il pranzo e corsero a sedersi al loro solito tavolo, né Hikaru né Shinsuke c'erano ancora, quindi decisero di aspettarli.

Tenma e Kyousuke parlavano tra di loro e Masaki sinceramente non aveva alcuna voglia di intromettersi.

Le voci sparse all'interno della mensa lo tennero però sveglio senza farlo crollare con la testa in quello che doveva essere 'udon in brodo al curry'.
Il brodo non gli era mai piaciuto e il suo sembrava veramente troppo brodoso.
Avrebbe potuto non prenderlo, ma ormai era troppo tardi per riportarlo indietro.

In quella settimana, in allenamento, Shinsuke stava giocando in porta con la stretta sorveglianza di Sangoku.
Endou voleva tenerlo ben allenato per qualsiasi evenienza.

Finalmente sia Hikaru che Shinsuke si sedettero al tavolo dopo aver fatto l'enorme fila per riempire i vassoi.

L'argomento principale di quel pranzo fu la partita di quel pomeriggio.

"E secondo te chi vincerà, Masaki?"

Non aveva mai visto 'l'istituto galattico' giocare, quindi non credeva di dover giudicare, ma, l'avevano fatti tutti.

"La Royal?"
"Visto? Anche Masaki dice la Royal." Disse Tenma.
"Vincerà l'istituto galattico." Ribatté Kyousuke.

A lui non interessava minimamente chi avrebbe vinto, tanto, dovevano battersi con una delle due.
, faceva parte di un club di calcio, doveva interessarsi di tutte quelle cose e blablà, rimaneva il punto che non gli interessava chi avrebbe vinto, la sua vita non sarebbe cambiata.

E mentre i suoi compagni di tavolo aprivano un centro di scommesse molto illegale, Masaki affogava i poveri udon in quello che rimaneva del brodo.
Forse era solo il riflesso di ciò che avrebbe voluto fare ai suoi compagni.

Forse quella mattina avrebbe dovuto dar ascolto a Ryuuji e rimanere a casa.
Perché non gli dava mai ascolto?

"Masaki~"
Era Tenma. Odioso come sempre.
Allungava quelle 'iii' terribilmente, e capiva perfettamente come si sentiva Shindou.

"Secondo te ci porterà a vedere altre partite?"
"Credo di sì? Domandalo a Shindou."
"Non mi ha saputo rispondere stamattina." Disse Tenma.

Forse non voleva rispondergli.

"Magari lo chiederò proprio all'allenatore oggi."
"Ma ti dico che ci porterà comunque." Ripeteva Kyousuke.

E mentre quei due sembravano pronti per uno dei loro ennesimi litigi, Hikaru e Shinsuke cercavano di cambiare discorso.

Masaki, nel frattempo, decise di lasciar perdere gli udon e passare agli involtini di carne, che erano freddi ormai, ma era solo per mettere qualcosa nello stomaco.

Non avrebbe voluto prendere il telefono, ma anche i suoi genitori erano in pausa pranzo e probabilmente ne avevano approfittato per domandargli come si sentiva.

Mandò un messaggio a Ryuu e Hiroto per dirgli quanto facesse schifo ciò che stava mangiando.
Hiroto gli rispose mandandogli una foto del Saikebon gusto manzo.

Odiava i Saikebon, nonostante fossero semplici Noodles da riscaldare, ma li avrebbe mangiati volentieri in quel momento.
Neanche i suoi genitori mangiavano sano, soprattutto quando erano a lavoro.
Almeno lui mangiava sano a scuola e poi a casa mangiava da schifo.

La campanella suonò, mettendo fine alla pausa pranzo.

"Ci vediamo agli allenamenti." Disse Tenma ad Hikaru e Shinsuke.
"A dopo!"

Andarono ognuno per le proprie aule.

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Finite le lezioni, Masaki pensò che finalmente potesse rilassarsi... non fu così.

Corse in fretta e furia agli spogliatoi, rischiando di fare tardi agli allenamenti, solo per scoprire che tutti erano messi in cerchio, attorno ad Endou.

"Ragazzi forza." Li richiamò Endou.
"Cos'è successo?" Domandò Tenma a Shinsuke.
"Non lo so, stavamo aspettando tutti." Bisbigliò Shinsuke.

Masaki guardava Endou, come del resto tutti.
Indossava la sua tuta bianca e la fascia sulla fronte come al solito.

Tra le mani aveva un foglio, ma Masaki non riusciva a leggere cosa c'era scritto.

"Come sapete, tra un po' si disputerà la partita della 'Royal' contro 'L'istituto galattico', alcune squadre, come la 'luce sfavillante' ha già ricevuto la propria avversaria, che sarà il 'monte olimpo.', la 'Kirkwood' contro 'l'Alpine', che si giocheranno di sabato.
La nostra sarà la 'Raimon', ma abbiamo abbastanza tempo per allenarci, visto che sarà tra due settimane, poiché domenica prossima ci saranno altre partite, per adesso non abbiamo informazioni quindi non dateci tanto peso, appena Haruna riuscirà a prendere informazioni, ci muoveremo di conseguenza.
Adesso pensate ad allenarvi per bene."

La Raimon.
Mai avrebbe pensato di giocare contro la squadra in cui l'allenatore era cresciuto.
Chissà che strano effetto faceva a lui, o alla professoressa Otonashi.
Entrambi avevano vissuto gran parte della loro adolescenza lì, un po' come stava facendo lui con la Alien.

Endou gli parlò di quanto era importante che oggi si "allenassero" a guardare la partita di quel pomeriggio, che potevano trarre qualcosa in loro vantaggio.
Li lasciò allenarsi, prima che si facesse troppo tardi.

Iniziarono con il solito riscaldamento, nulla di troppo complicato per i sensi addormentati di Masaki.
Anche se erano al coperto, il freddo si faceva sentire, non immaginava quei poverini della Royal riscaldarsi per la partita...

Per tutto il resto dell'allenamento invece, si sentì privo di forze e veramente più stanco del solito.

'Codini rosa.' l'aveva richiamato più e più volte prima che lo facesse Shindou, stava rallentando gli allenamenti lo sapeva... ma non poteva abbandonare gli allenamenti di punto in bianco, e non l'avrebbe fatto.

I suoi sensi addormentati, gli facevano dimenticare che stava ancora ignorando 'codini rosa.'... forse doveva smetterlo di chiamarlo in quel modo?

Fatto sta, che cercò di concentrarsi come meglio poteva, anche se iniziava a sentire tutto il sonno mancato.

Sapeva che un bel rimprovero da Endou non gliel'avrebbe tolto nessuno.

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Ovviamente Endou non gli aveva fatto nessuna strigliata di capo, ma gli aveva semplicemente chiesto come stava e come mai quel giorno non fosse tanto in forma; e gli aveva detto che qualche giorno no poteva capire a tutti infondo.

Dopo gli allenamenti, ritornarono agli spogliatoi, non indossò la divisa della scuola, piuttosto rimase la divisa della Alien, aggiungendoci la giaccia.
Ora, era davvero leggera quella cosa, e Masaki avrebbe tanto voluto avere qualcosa in più, ma dare ragione a Ryuuji? Non se ne parlava proprio.
Si tenne la maglia della divisa da calcio sotto, e si infilò la giacca sopra.

Nel frattempo, era rimasto solo. Sia Tenma che Kyousuke erano usciti poiché Tenma voleva assolutamente comprarsi qualcosa da bere che non sia acqua.

Per fortuna però non erano in ritardo, poiché Shindou era ancora con Endou, che l'aveva chiamato a fine allenamenti.

Stava sistemando la sua borsa in modo molto frettoloso perché non ci teneva a fare tardi, quando sentì uno strano rumore provenire dietro di sé.

Si voltò e vide il suo più acerrimo nemico: Kirino Ranmaru.

Che cosa ci faceva ancora lì?? Non doveva svignarsela per raggiungere il caravan insieme agli altri?

"Ci dev'essere comunicazione sul campo Masaki, e tu non lo stai facendo, anche oggi, ma insomma che ti prende?"
Masaki sospirò. "Scusa per gli allenamenti... non ho dormito molto."
Meglio essere sinceri.

"E stamattina? Stavo parlando con te."
"Dovevo dare il foglio a Shindou."
"Potevi darlo a me."
"Beh, non lo sapevo."

Il suo essere sincero era andato a farsi benedire.

"Ti ho fatto qualcosa? Non so... Ti sei offeso per la storia dell'accento?"
"Cosa? Ma no. No veramente..."

Shindou entrò, per interromperli, li guardò e poi andò a prepararsi.

"Io... raggiungo gli altri." Disse, prendendo il borsone.
Andò via, o meglio dire, fuggì dall'aria soffocante degli spogliatoi. 

Il Caravan era già lì, fuori scuola, ad aspettarli.
Endou disse loro che potevano già iniziare a sedersi e così fecero.

Prese posto accanto ad Hikaru.
Tenma era accanto a Shinsuke, e Kyousuke era infondo insieme a Kurama, Hamano e Amagi.
Aspettarono Shindou, che arrivò poco dopo con Ranmaru.

Durante il tragitto non si addormentò nonostante fosse veramente stanco.

Hikaru gli parlò veramente per tutto il tempo e per carità, lui gli voleva un bene immenso, ma poteva starsene zitto solo per un pochino.

Non usò nemmeno per molto il telefono visto che non aveva alcun modo di caricarlo poi.
Avvisò solamente i suoi genitori quando arrivarono allo stadio.

Dopo i vari controlli, seguirono Endou fino ad arrivare ai posti a sedere.

Si era seduto accanto a Kyousuke che a sua volta era accanto a Tenma (e Shinsuke e Hikaru), e accanto a lui invece si sedette Ranmaru, una vera e propria spina nel fianco.
Shindou si era seduto accanto a Sangoku e l'allenatore.
Insomma, si erano seduti come volevano.
Persero tempo solo a sistemarsi.

Vedeva i ragazzi della Royal fare il riscaldamento, mentre sul piccolo schermo veniva proiettata la formazione di entrambe le squadre, e ai lati i tre arbitri che si riscaldavano anche loro.

Non vide Kidou, né Sakuma, però effettivamente non sapeva se Kidou ci fosse, visto che non era più l'allenatore.
Si chiedeva perché avesse lasciato il suo ruolo...

Lì sullo stadio, faceva abbastanza freddo, chiuse la giacca della 'Alien' fino alla gola. Avrebbe tanto voluto nascondersi dentro.

Aspettò che la partita iniziasse mentre ascoltava Endou parlare.

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Masaki guardò la partita con interesse e ogni tanto Ranmaru lo chiamava chiedendogli sé stesse vedendo cosa facesse la difesa, o comunque per commentare le loro tecniche, di entrambe le squadre ovviamente.
Ranmaru non sembrava tifare per la vittoria di nessuna delle due squadre, era piuttosto neutrale, e questo metteva Masaki un po' più a suo agio, visto che il resto della squadra tifava o per l'uno o per l'altro.

Tenma sembrava un tifoso accanito della Royal, così come Shinsuke e Hamano. Potevano startene benissimo in mezzo alla tifoseria pesante.
Anche Shindou sembrava neutrale, e sembrava essere veramente preso dalla partita.

Ogni tanto Endou si palesava per mettere a tacere coloro che facevano più casino, e per spiegare varie cose tecniche o anche per rispondere a qualche domanda.

La Royal era in vantaggio di ben due gol e a vederli sembravano veramente forti,

"Tieni d'occhio il numero cinque." Gli disse Ranmaru.
"E perché?"
"Guardalo."

Non capì perché Ranmaru ci tenesse tanto, ma Masaki seguì il numero cinque del 'Istituto Galattico.' con gli occhi per un bel po'.

Aveva una velocità incredibile e riusciva ad arrivare in difesa anche se si allontanava tantissimo.
Prendeva i palloni con una facilità assurda e la sua hissatsu vista da lì sembrava veramente forte, Masaki non avrebbe voluto trovarselo contro.

Poi, ad un tratto, il numero cinque fece una scivolata, nulla di che, ma gli costò forse veramente caro, perse la palla che aveva recuperato da poco dando un'ottima occasione alla Royal, che sprecarono.

"A quanto pare hanno visto un bel po' di nostri filmanti o allenamenti." Disse poi Ranmaru.
"Tu dici che stavano provando a copiarci?"

Ranmaru annuì.

A Masaki non sembrava proprio così, ma riconosceva certi movimenti.

"Secondo te saremmo stati in grado di vincere contro di loro?"
"Probabilmente sì, la loro tecnica non è 'pulita' come quella della Royal."

Questo era vero, la Royal in fatto di tecnica era nettamente superiore.

"E per via dell'allenatore. Kidou ci tiene alla tecnica, l'ho visto durante l'amichevole."
"Sì, il suo modo di allenare è diverso da quello dell'allenatore Endou..."

Ranmaru annuì. "Credo che nessuno alleni in tecnica come allena lui."

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La partita finì con la vittoria della Royal, non fu per niente inaspettato.
Ranmaru gliel'aveva detto dall'inizio del secondo tempo che probabilmente avrebbero vinto loro.

Ranmaru prevedeva? Questo non lo sapeva.

Ritornarono nel caravan, e questa volta fu 'abbandonato' da Hikaru, che andò a sedersi accanto ad Amagi.

Fu Ranmaru a sedersi accanto a lui.
Masaki non ebbe nemmeno la forza di domandargli perché non si fosse seduto accanto a Shindou.

Ranmaru a differenza di Hikaru non gli parlava veramente tanto.

"Come mai non hai dormito?"

Masaki lo guardò, ma perché non si faceva gli affari suoi?

Però era davvero troppo bravo quel giorno per rispondergli male.

"Nulla... non è importante, ma non capiterà più, mi allenerò duramente."
"Non indagherò, ma non saresti dovuto venire a scuola comunque."
"Perché avrei dovuto? C'era la partita."
"La partita è solo una scusa."
"Non è vero."
"Ti dico che lo è."
"Non lo è."

Ranmaru non controbatté.

Masaki guardò fuori dal finestrino, fuori era buio.
I suoi genitori erano usciti già dalla Kira & Company e infatti Hiroto gli aveva chiesto se dovesse venire fuori scuola, Masaki gli aveva risposto di no, ma Hiroto poteva mai ascoltarlo?
Si sarebbe presentato fuori scuola in Ferrari, lo sapeva.

A Masaki sembrava passata un'infinità dall'ultima volta che avevano parlato, anche se probabilmente non erano passati nemmeno cinque minuti.
La stanchezza iniziava a farsi sentire, ma poteva resistere fino a quanto arrivava fuori alla Alien.

Iniziò pian piano a sentir gli occhi sempre più pesanti.

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Si sentì chiamare, ma la voce che lo chiamava sembrava così lontana.

"Mas."

I suoi occhi si abituarono pian piano alle luci del caravan.
La sua testa era appoggiata a qualcosa di duro, e il battito che sentiva non era il suo.

"Masaki, siamo quasi arrivati, dovresti svegliarti."
La voce di Ranmaru era così calma e bassa, come se quasi non volesse svegliare nessuno.

Masaki si scostò come se avesse preso una scossa e per poco non andò a sbattere con la testa contro il finestrino.

Si era addormentato sulla spalla di Ranmaru.
Sulla spalla di Ranmaru. Rendeva chiaro il concetto?
Come poteva essere non imbarazzante?

"Hei, buongiorno sleepy beauty, hai fatto un bel riposino?" Gli sorrise Ranmaru.
"Scusa- io, mi dispiace non volevo." Forse lo disse troppo veloce, ebbe paura che Ranmaru non avesse capito.

"Perché mi chiedi scusa? Ti sei solo addormentato."
"Non volevo... scusa-
-Ma non hai nulla di cui scusarti, veramente."

Era probabilmente rosso in viso.
Sentiva il calore espandersi sulle sue guance, sperava fosse febbre.

"Scusa..."
"Non chiedermi più scusa Masaki. Stai bene?"

Masaki annuì. "Sì, sì. Tutto bene. Grazie... per avermi lasciato dormire, e per avermi svegliato."
Ranmaru gli sorrise. "Non devi ringraziarmi, eri stanco."

Aveva ragione, ormai erano arrivati fuori scuola.

Scesero dal caravan e Masaki fu fermato di corsa da Tenma e portato in disparte.

"Tuo padre è qui." Gli disse.
"Oh... grazie per avermelo detto."

Ritornarono come se niente fosse dagli altri, ringraziarono Endou per l'opportunità e salutarono gli alti.

"Ci vediamo domani Mas." Lo salutò Ranmaru.
"A domani."

Ranmaru salì nella macchina degli Shindou.

Che ci voleva credere o meno, Hiroto aveva parcheggiato l'auto proprio dietro quella degli Shindou.
Ma insomma, lo faceva di proposito?

Masaki lo raggiunse dopo aver salutato il suo gruppo di amici.
L'unico problema era che Hiroto si era fatto notare urlando chiaramente il suo nome.
Ma quanto era imbarazzante suo padre?

"Sono qui." Gli disse. "Puoi smetterla anche di chiamarmi."
"Ciao Maki. Sali?"

Fece il giro dell'auto e ci salì dentro.
"Perché sei venuto lo stesso?"
"Come perché è abbastanza tardi, volevi fartela a piedi?" Domandò Hiroto.
"No no... Grazie."

Partirono solo dopo che Hiroto salutò Endou.
Masaki avrebbe tanto voluto dormire ancora, ma arrivarono a casa dopo nemmeno cinque minuti.

Salutò Ryuuji e poi andò a farsi una doccia.
Mise il pigiama e poi andò in cucina.
Sul divano rischiava quasi di addormentarsi... ma, una cosa lo teneva sveglio più di prima.

Mas.

L'assordo soprannome che gli aveva dato quel codino rosa petulante.
E Masaki aveva sentito il viso infiammarsi, ed era stato così imbarazzante...

Perché Ranmaru si comportava in quel modo? Cosa voleva da lui?
Lo mandava così tanto in confusione...

Hiroto e Ryuuji gli domandarono veramente tante cose, e nel mentre Masaki voleva solo trovare qualcosa da scrivere a Ranmaru, per ringraziarlo, non lo fece comunque.

Dopo cenato andò in camera sua, Masaki alla fine scrisse solo un semplice grazie a Ranmaru, prima di crollare in un sonno profondo.

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×Angolino autrice ×

Hello my dear friends!
In questo capitolo ho cercato di mostrare un po' come Ranmaru tendesse a volere un'amicizia con Masaki, anche dopo che era stato allontanato.

Ma vabbè, partita della royal molto shalla
e loro sfideranno la Raimon Junior High yeeey!

Commenti a riguardo?

Ci si vede al prossimo capitolo!

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Capitolo 16
*** 14. ***


Voleva barricarsi in casa.

Avrebbe tanto voluto farsi venire la febbre, o qualcosa che non lo facesse alzare dal letto.

Nonostante fossero passati dei giorni, e il lunedì era già passato, Masaki non aveva alcuna voglia di incrociare Ranmaru, o anche solo di vederlo, perché, tutte le volte che ripensava a quello che aveva fatto alla partita della Royal... moriva.

Quel soprannome non l'aveva dimenticato, e c'era da capirlo, come poteva? Ma magari il problema fosse solo il soprannome!
Ancora non riusciva a capacitarsi del fatto di essersi addormentato sulla spalla di Ranmaru!
Chissà cos'aveva pensato Ranmaru in quel momento... o peggio, i compagni di squadra...

Ma non riusciva veramente a smetterla di pensarci, era spesso sovrappensiero e mentre faceva colazione, i suoi genitori dovettero richiamarlo un paio di volte soltanto per dirgli che se non si sbrigava avrebbe fatto tardi a scuola.

Odiava comportarsi in quel modo, che i suoi pensieri prendessero il sopravvento su qualsiasi cosa.
Più provava a non pensarci, più succedeva l'esatto opposto, i suoi pensieri ritornavano sempre su Ranmaru, per un motivo o per un altro, e veramente lo odiava. Non era da lui.

Si era deciso, e non avrebbe più pensato a Ranmaru.
Quella era la sfida della giornata.
E stavolta ci sarebbe riuscito. Oh, se ci sarebbe riuscito. Poteva anche cascare il mondo, non avrebbe pensato a quel petulante 'codini rosa.'

Corse a raggiungere Tenma e Kyousuke, prima che rischiasse di far fare tardi pure loro.

Kyousuke gli diede una pacca sulla spalla e per poco Masaki non cascò per terra.

"Perché!? Cosa ti ho fatto?"

Kyousuke scrollò le spalle. "Nulla."
"Gli ho detto che stai facendo amicizia con Kirino-san!" Disse Tenma.

Aveva detto cosa?

"Mi fa davvero molto piacere che tu stia facendo nuove amicizie." Gli disse.
"Nella tua acqua c'era qualche sostanza stupefacente?"
"No. Ho solo espresso un parere."
"Ehm... grazie?"
"Lascia perdere. Dobbiamo sbrigarci."

Ebbe un'altra pacca sulla spalla, alla prossima avrebbe buttato Kyousuke giù da un burrone.
Non che fossero facili da trovare lì a Nagano.

Avevano già iniziato gli allenamenti in vista della partita contro la Raimon Junior High, non erano ancora riusciti ad avere informazioni a riguardo, Endou aveva detto loro che la Raimon non aveva permesso di diffondere video riguardanti la partita disputata contro i "Big Waves.".
E questo gli sembrava davvero scorretto.

In più avevano organizzato varie amichevoli e partite di allenamento. Endou ci teneva ad allenarli per bene a quanto pare.

Inoltre, aveva vietato loro qualsiasi tipo di allenamento extra.

Tenma ci rimase abbastanza male poiché lui continuava ad allenarsi ogni qualvolta che aveva un po' di tempo libero, come la mattina prima di andare a scuola o al ritorno, sì dopo l'allenamento.

Arrivarono a scuola in perfetto orario, poco prima del suono della prima campanella.
Arrivò come se avesse corso una maratona, ma vivo e questo perché Tenma e Kyousuke avevano un passo terribilmente veloce.
Soprattutto Kyousuke, con quelle gambe lunghe che si ritrovava.

Lui era basso... e lento.
Ma almeno, quando si trovava su un campo da calcio, diventata abbastanza veloce.
Forse la sua era semplice pigrizia, magari, poteva anche essere più veloce di Kyousuke, volendo.

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Dopo le lezioni, corsero in mensa, come al solito.
Tenma aveva fatto il primo giro con lui e Kyousuke, poi, quando arrivarono Shinsuke e Hikaru, andò a farne un altro.
Veramente non capiva tutta la fame che avesse quel ragazzo.

"Stavo pensando, che magari Yuuichi potrebbe andare a fare un giro nella sua vecchia scuola, non deve ritirare niente?" Domandò, sedendosi al suo posto.
"Tenma, Yuuichi ha finito la scuola tre anni fa." Rispose Kyousuke, marcando tre anni fa, come per ricordargli che aveva dimenticato un particolare importante, ed effettivamente era vero.
"E quindi? Rimane comunque la sua vecchia scuola."
"Yuuichi è tuo fratello?" Gli domandò Hikaru.
"Sì, ha frequentato la Raimon un paio di anni fa."
"Oh, capisco. Quindi non sa nulla della nuova Raimon... allora non può infiltrarsi."
"Wow non sapevo avessi un fratello!" Esclamò Shinsuke.

Povero Shinsuke, era sempre l'ultimo a sapere le cose.

"Sì ma è comunque un ex studente può fingere di aver dimenticato il diploma."
"Tenma, sono passati tre anni, l'ha già ritirato il diploma."
"Ha la divisa?" Domandò Shinsuke.
"Credo di sì."
"Allora qualcuno di noi può infiltrarsi."
"Sì è un ottimo piano!" Concordò Tenma.
"Credo che sappiano riconoscere i propri studenti." Disse Hikaru.
"Non credo che infiltrarvi in una scuola che non sia la vostra vi conviene, dopo quello che avete combinato al club di cucina." Disse Masaki.

Tenma e Shinsuke si guardarono.
Quei due sembravano criminali, non ci teneva a rivivere un'esperienza simile.

"Ma qualcuno dovrà pur prendere le informazioni a riguardo!"
"Sono sicuro che Endou troverà qualcosa." Disse Kyousuke. "Quindi evitate queste cretinate."

Tenma sbuffò. "Non è giusto."
"Volevamo solo dare una mano."
"Beh, non così." Disse Hikaru. "Alleniamoci e basta, così non causeremo nemmeno problemi all'allenatore."

Anche se Shinsuke e Tenma non sembrassero ancora d'accordo, almeno per il momento abbandonarono l'idea di infiltrarsi nella Raimon Junior High.
Non voleva nemmeno immaginare le conseguenze se una cosa simile fosse accaduta.

Finita la pausa pranzo, andarono in classe per le lezioni pomeridiane.

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Dopo le ultime lezioni si recarono al centro sportivo, precisamente nella loro sala riunioni.

Endou non era ancora lì, e in sala c'erano solo: il capitano, Ranmaru, Hamano e Hayami, li salutarono prima di prendere posto.

Masaki prese posto e sperava vivamente di rilassare il cervello, almeno prima di iniziare gli allenamenti.

Per ora, la missione stava funzionando!
Ma chi voleva prendere in giro...

Erano in sala riunioni perché Endou quel pomeriggio avrebbe mostrato loro lo schema da usare durante la partita, e la formazione.

Da dove si erano seduti riuscivano a vedere quasi tutto.

Hamano e Hayami continuavano a parlare come se niente fosse, Ranmaru era intendo a leggere qualcosa, che si trattasse di studio in realtà? Non gli interessava, e Shindou era accanto a lui.

Quando Kyousuke arrivò (era andato a fare una chiamata) Tenma prese a palargli.

Poi ad una certa, Tenma si intromise tra Hamano e Hayami che parlavano di videogiochi.

Grazie alle chiacchiere di Tenma, aveva scoperto che Shindou giocava ai videogiochi.
Uno come lui? Ai videogiochi? Masaki non l'avrebbe mai immaginato.
Anzi, se glielo avessero detto, non ci avrebbe mai creduto, però essendo lì, e sentendolo parlare, ci sapeva fare.

Mentre loro parlavano di videogiochi, c'era Ranmaru che continuava ad essere preso dalla lettura, e Masaki moriva dalla curiosità di sapere di che libro si trattasse, ma non voleva andargli vicino e chiedergli "ehi che libro leggi? Anche a me piace leggere."
No. Non l'avrebbe mai fatto. Non era così espansivo, non era Tenma. E poi aveva una missione da portare a termine.
Facciamo più una quest secondaria.

Poi, Shindou richiamò l'attenzione di Ranmaru, e lo unì al discorso.

Man mano arrivarono anche gli altri membri della squadra e quindi la sala iniziò a riempirsi di diversi argomenti diversi.

Aveva anche scoperto che Ranmaru non era portato per i videogiochi.
Ma come poteva essere così vecchio?
Si era difeso dicendo che qualcosina sapeva ma Shindou gli aveva praticamente riso in faccia dicendo che non era proprio il suo argomento.

Dalla porta entrarono Kurama con Kurumada e Amagi.
Sperava in un imminente arrivo di Endou.

"Oh no la riunione è già iniziata, che peccato, sono profondamente addolorato." Disse Kurama con molta ironia.
"Oh no, non è ancora iniziata, stiamo parlando di videogiochi!" Disse Tenma.
"Fantastico, svegliatemi quando arriva l'allenatore."

Kurama si andò a sedere all'ultima fila sulla sedia che era contro il muro.

"Lasciatelo perdere, brutta giornata." Disse Amagi.

Hamano mise un braccio attorno al collo di Amagi e disse: "Amagi sai che il nostro Kyousuke ha una bellissima PlayStation 5? Dovremmo fare quella tanto famosa serata giochi a casa di Shindou mi sa'."
"Serata giochi? Io ci sto!"
"Vi siete auto invitati a casa mia?" Domandò Shindou.
"Ovviamente primini siete invitati, ormai fate parte della squadra già da un bel po'." Disse Hamano.
"Grazie Hamano-san!"
"Ma che Hamano-san, solo Hamano va benissimo Tenma."
"Non ho ancora detto che si può fare."
"Sì, sì, le cose burocratiche le lasciamo a te Takuto, tu facci sapere solo quando dobbiamo presentarci."

Shindou sospirò.

"Dai, sarà divertente." Disse Ranmaru.
"Non ti ci mettere anche tu Ranmaru." anche se lo guarda con un'espressione tale da dire: 'per favore mandali via.'

Povero Shindou, Hamano sapeva essere peggio di Tenma a quanto pare, e adesso si era ritrovato a dover invitare un'intera squadra di calcio nella sua mega villa lussuosa.

Gli altri ragazzi finito per arrivare, così come Hikaru che dopo aver salutato tutti gli si sedette accanto e gli domandò del perché non fosse in mezzo a tutta quella mischia, poteva mai? Lui osservava esclusivamente da lontano.

Finalmente Endou arrivò, accanto a lui c'era la professoressa Otonashi.
Perse davvero tanto tempo aspettando che tutti prendessero posto e alla fine svegliarono per davvero Kurama.

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Dopo aver ripristinato l'ordine, Endou spiegò tutto ciò che avevano scoperto sulla Raimon e cioè non molto.

Aveva detto loro che non conosceva per nulla il nuovo allenatore e che aveva chiesto a Kidou, ma dovevano aspettare la sua risposta.

Continuò e continuò a parlare di cose inutili finché non si avvicinò alla lavagna bianca.

"La Raimon ha una difesa e un centrocampo molto chiuso, lasciando solo due attaccanti."

Aveva disegnato sulla lavagnetta lo schema della Raimon. Un 4-4-2.
Come avevano detto, avevano soltanto due attaccanti, mentre il centrocampo e la difesa sembravano una sola cosa.

Avevano sempre lo stesso schema, così aveva sentito dire, era raro le volte in cui l'avevano cambiato.

"Quello che faremo è l'esatto opposto. La scorsa volta usammo un 3-3-4, stavolta lasciatevi stupire."

Quel lasciatevi stupire sembrò veramente infernale.

Endou cancellò il vecchio schema dalla lavagna e ci disegnò su' uno nuovo.

Un 2-5-3.

Un suicidio. Ecco cos'era veramente infernale.

"Su' non fate quelle facce! Niente di cui preoccuparsi, vedrete che con un po' di allenamento riuscirete bene nell'intento."

Masaki si chiedeva una sola cosa.
Perché? Perché questo cambiamento drastico? Erano sempre stati in tre in difesa, ed ora chi perdevano? Ranmaru, Amagi? Oppure lo lasciava fuori...?
Che cosa aveva in mente Endou?

"La formazione sarà questa: Kariya Masaki e Kirino Ranmaru in difesa. Gli allenamenti che avete fatto finora, con questo schema daranno degli ottimi risultati.
In centrocampo, i miei soliti: Hamano Kaiji, Matsukaze Tenma, Nishiki Ryoma, Shindou Takuto e Tsurumasa Hayami;
Mentre in attacco: Kageyama Hikaru, Kurama Norihito e Tsurugi Kyousuke.
Il portiere rimarrà Sangoku Taichi."

Lui con Ranmaru, da soli, in difesa.
Ma perché gli faceva questo?

Il centrocampo in quel modo sembrava enorme, ed era la prima volta che Ryoma giocava in partita da centrocampista.

Non dubitava delle capacità di Ryoma in campo, però, fino a quel momento era stato in attacco.

Giocare in quel modo li avrebbe solamente stancati il doppio, ne era sicuro.

Perché Endou aveva manie suicide quel pomeriggio? Che cosa gli era successo? Voleva tanto urlargli di indossare una maglia bianca se fosse in grave pericolo.

"In allenamento, ci sarà sempre Nishizono in porta. Vi allenerete con lui, così da fortificarvi. Non preoccupatevi ragazzi, giocate come avete sempre fatto e vedrete che con il vostro stile riuscirete a vincere, dovrete essere pronti a tutto, e questo-" batté la mano con violenza sulla lavagna. "questo ci porterà in Finale."

Ecco, menomale che Shinsuke rimaneva in allenamento, visto che l'ultima partita giocata come portiere era quella contro la Royal.

Ma non aveva ancora capito cosa Endou aveva in testa, insomma, allenarli con Shinsuke in modo da non far pesare tutto a Sangoku in partita?
In quel modo avrebbero rafforzato la difesa? Non aveva capito! E si stava davvero scervellando, cercando una plausibile spiegazione a tutto quello, ma il criceto che girava nel suo cervello aveva appena sbandato ed era finito per terra ormai morto.

Quello schema l'aveva demoralizzato, aveva l'umore sotto i piedi.
Era soprattutto spaventato. Doveva allenarsi duramente, così non avrebbero perso.

"Inoltre, ho ottenuto un permesso dalla preside, per il fine settimana, per un ritiro qui a scuola. La partita si giocherà domenica, quindi da venerdì dopo le lezioni, a domenica pomeriggio, rimarremo qui a scuola, ad allenarci. Sarà divertente vedrete.
Shindou raccoglierà le firme dei genitori in questi giorni, e guardate che dovrete esserci per forza." Disse Endou, sorridente come sempre.

Un ritiro lì a scuola.
Certo che Endou ne diceva di cose strane quel giorno, si era bevuto il cervello per caso? Perché quella era l'unica spiegazione che riusciva a darsi.

"Beh ragazzi, ho pensato a tutto. Dagli allenamenti allo schema vincente, però vi ricordo, che voi in partita, dovrete pensare solo e esclusivamente a giocare, a divertirvi, se inizierete a pensare 'stiamo perdendo', 'non possiamo mai vincere' oppure, se sottovalutate la Raimon e vi crederete invincibili, beh ragazzi, con questo non si vince.
Fate lavoro di squadra, allenatevi, ma con moderazione, e vedrete come la Dea della Calcio vi sorriderà."

Almeno un po', Endou riuscì a sollevare il morale che aveva sotto i piedi. 
Rispose ad alcune domande inerenti alla partita e a quella specie di ritiro, prima di mandarli a cambiare.

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Dopo il solito riscaldamento, iniziarono ad allenarsi con quel nuovo schema.

Era strano stare da solo in difesa, e probabilmente non si sarebbe abituato così facilmente, al contrario di Ranmaru, che era così a suo agio.
Almeno in quello schema avrebbe evitato di scontrarsi sempre con Amagi.

In attacco, Kyousuke aveva pensato ad una nuova hissatsu, ma l'aveva mostrata solo all'allenatore, non sapeva perché volesse tenerla segreta, ma sapeva però che si era allenato, forse anche peggio di come faceva Tenma.

Aveva un po' paura riguardo al ritiro.
Endou aveva detto da venerdì a domenica, ed erano tre giorni.
Tre giorni lontano da casa non ci era mai stato, e anche se non aveva nessuna intenzione di provare quel "brivido" non poteva rifiutarsi.

Chissà come l'avrebbero presa Ryuuji e Hiroto.
Avrebbero pianto? Su Hiroto ci scommetteva.

Shindou e Ranmaru si allenavano cercando di bloccarsi a vicenda, tra dribbling e hissatsu da bloccare.

Tutti si stavano impegnando al massimo delle proprie capacità. E vederli così di buon umore e tutti così calmi riguardo partita, tranquillizzò anche lui, che forse si era lasciato prendere un po' troppo dall'ansia, come faceva spesso...

Chissà come sarebbe stata questa nuova Raimon...

"Hei Masaki! Voglio che provi a fermare la mia Extended Zone!" Gli disse Hikaru, puntandogli il dito contro.
"Ci sto. Non trattenerti!"

Hikaru gli corse in contro e la prima volta Masaki riuscì addirittura a rubargli palla.
Più si allenavano, più Hikaru provava a migliorarsi e a complicargli le cose.
Fece anche un paio di tiri in porta, così da impegnare Shinsuke ancor di più, visto che era già impegnato con Tenma.

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A fine allenamenti Endou ricordò loro del ritiro, e di far firmare un foglio ai propri genitori, sennò sarebbe stato costretto a chiamarli personalmente uno ad uno.

Nello spogliatoio ognuno diceva la propria sullo schema, sul ritiro, qualsiasi cosa venisse in mente in quel momento.
Finché, non si ritrovò, ancora una volta, da solo, o meglio, di nuovo solo con Kirino Ranmaru.

E stava anche andando tutto bene.
Lo stava ignorando al massimo, stava riuscendo, finché Ranmaru non decise di rovinare tutto.

"Ne hai ancora per tanto?" Domandò.

Non aveva capito a cosa si stesse riferendo, e Ranmaru dovette notare la sua espressione perplessa, perché prima sbuffò sonoramente (e questo diede tanto fastidio a Masaki) e poi gli disse: "Intendo di ignorarmi Masaki."
"Hai organizzato tutto per farci rimanere di nuovo da soli? Cosa c'è sei ossessionato da me?" Domandò.

Era lui che doveva avercela in pugno.

"No Masaki, non ho una mente così contorta come la tua. E potrei dire lo stesso di te, ma sono troppo stanco per battibeccare. Vorrei solo sapere perché mi stai ignorando."

Il suo piano era fallito, ed era anche stato beccato con le mani nel sacco, ma infondo doveva immaginarlo, perché Ranmaru non era un'idiota. Aveva soltanto la faccia da idiota.

Il suo cuore entrò automaticamente nel panico.
"Cosa? Io non ti sto ignorando!"

Ranmaru lo guardò come per dirgli: Lo so che mi stai mentendo, ma invece gli disse: "Sai cosa, forse è meglio così."
"No!" Aveva agito d'impulso.

Ed ora doveva inventarsi qualcosa.

"E che... sono un'idiota. Hai tremendamente ragione... ti stavo ignorando perché-
- Hai detto che non ti ho offeso, e che non ti ho fatto nulla, eppure sono passati solo tre giorni, ed hai ripreso ad ignorarmi."
"Te l'ho detto già che hai ragione su questo! E che... mi sono sentito un po' come un pesce fuor d'acqua in questo periodo... sto provando a lavorarci su'."

Beh, in parte non aveva mentito, no?
Ma non riusciva a capire perché cavolo si confidasse così con Ranmaru... insomma, perché? Era diventata una cosa così automatica, e Masaki non ne aveva più il controllo.

"Tutto qui?"
Ma come sarebbe a dire: Tutto qui?

Annuì. "Scusa se ti ho deluso... "
"Non mi hai deluso... ci sono solo rimasto un po' male, e che sei difficile da capire, e soprattutto da esserci amico, ma non mi hai deluso, perché dovresti?"

Masaki scrollò le spalle. "Non volevo. Non mi fido molto delle persone, ed è davvero tutto difficile, ma ci sto provando e l'allenatore... mi aiuta un po' in questo."

Aveva tanti motivi, ma non sarebbe stato lì ad elencarglieli.

Ranmaru gli tese la mano. "Quindi amici come prima?"
"Amici come prima."

Ranmaru gli sorrise, e il suo cuore riprese a battere come un forsennato, avrebbe dovuto prendersi una camomilla dopo una giornata del genere.

Finalmente, riuscì ad uscire dallo spogliatoio.

Non vedeva l'ora di tornarsene a casa, era veramente affamato, nonostante a pranzo aveva mangiato quasi tutto il vassoio.
Si sentiva anche prosciugato dalle forze, quell'allenamento era stato parecchio intenso, sperava che Endou non lo riproponesse mai più uno schema simile, oppure, avrebbe gettato la spugna.

Fece la strada del ritorno in silenzio.
Non spiccò nemmeno una parola tra Tenma e Kyousuke.

Masaki si sentiva ancora terribilmente in difetto, per ciò che era successo tra lui e Ranmaru...
Era tutta colpa sua, come la maggior parte delle cose della sua vita insomma.
E che, era davvero così confuso, era veramente un pesce fuor d'acqua. Si trovava la testa sempre colpa di pensieri, e accettare che magari gli potessero piacere i ragazzi, beh, questo lo mandava completante in tilt, e i test non avevano aiutato... ma come poteva capire di essere gay?

Insomma, lui non fissava né i ragazzi né le ragazze, in nessun modo possibile.
Però, le sensazioni che provava quando Ranmaru gli stava intorno... beh, quelle non le aveva mai provate prima d'ora.
Erano le famose farfalline?
Se fosse così, le sue farfalline gli avevano solo arrecato l'indigestione.

Ma se anche fosse così, rimaneva pur sempre il fatto che tutti alle medie ci avevano visto lungo, e che forse, crescendo in un certo ambiente, doveva per forza diventare così... insomma, frequentava anche Tenma e Kyousuke... non poteva mica scamparsela.
Però, dare ragione a tutta quella gente, non avrebbe risolto nulla.

Era stato bullizzato per una giusta causa? Era questa la verità.

Più ci pensava, più gli saliva un nodo alla gola, come se quelle farfalline volessero volare via.

"Secondo te come dovremmo chiamarla Masaki?" Gli domandò Tenma, probabilmente per aggiungerlo al discorso.

Kyousuke e Tenma che prima erano davanti a parlare della nuova formazione e di altri impegni che avevano, persino di combinare una hissatsu tra di loro, visto che Tenma stava imparando alcune hissatsu di tiro, adesso, erano entrambi fermi a guardarlo.

"Tutto bene Masaki? Hai una cera." Disse Kyousuke.
"Va tutto alla grande... puoi ripete Tenma, per favore?"
"Uhm, sì d'accordo. Io e Kyousuke stiamo pensando ad una nuova hissatsu, tu devi decidere il nome."
"Perché devo decidere io? Non sono bravo con queste cose!"
"Dai! Un nome!" Tenma iniziò a girargli intorno, e sapeva che non avrebbe smesso finché non avrebbe tirato fuori un nome.

Masaki ci pensò veramente tanto, come se dovesse scegliere un nome per un bambino. "Vediamo... Kyousuke ha principalmente hissatsu che ricordano il fuoco mentre tu il vento, quindi... trottola infuocata?" Sì, Tenma gli ricordava una trottola, soprattutto in campo.

"Trottola infuocata?" Tenma gli scoppiò a ridere letteralmente in faccia, e anche Kyousuke stava facendo un grosso sforzo nel trattenersi.
"Hei! Guarda che sei tu quello che mi ha chiesto un nome!"

Ma Tenma non smise di ridere. "Doveva essere il nome per un hissatsu!" si piegava in due dalle risate.
"Smettila subito!" Non smise.

Fu felice, di essersi allontanato dai pensieri, e avrebbe tanto voluto continuare a farlo, ma arrivato a casa, si accorse di essere ancora solo.
Voleva mettere la parola fine a quella giornata.
Non ne poteva più di allenamenti, allenatori che facevano ciò che più gli piaceva o compagni ubriachi come Kyousuke, e soprattutto di pensieri assillanti...

Non vedeva l'ora di raccontare la giornataccia ai suoi genitori a cena e poi andarsene a dormire.

Ma, quella giornata fu' ancora piena di sorprese, e voleva proprio metterlo al tappeto.

Dopo aver fatto la doccia, andò a prendere qualcosa da mangiare nel frigo, e solo quando lo richiuse si accorse del post-it attacco.

C'era la calligrafia di Ryuuji, almeno qualcosa di leggibile.
Il post-it diceva:

"Stasera torneremo tardi (riunione non programmata, ringrazia Hiroto),
ti ho lasciato la cena in frigo, riscaldala. E non provare ad aspettarci sveglio. Ti vogliamo bene."

La frase "non provare ad aspettarci sveglio" era scritta in carattere cubitali.

Alla Kira & Company capitavano spesso sera in cui c'erano riunioni all'ultimo minuto o cose del genere.
Era rimasto parecchie volte a casa da solo, di notte.
Un po' ci si era abituato, ma aveva sperato fino all'ultimo che, abitando lì vicino, quelle sere non sarebbero mai più capitate, ma doveva ricredersi.
Ci rimase abbastanza male, ma li avrebbe comunque aspettati, sperava di riuscirci in realtà.

Infondo, per come era andata quella giornata, tanto valeva chiuderla in bellezza.

Scelse un canale causale della Tv e riscaldò la cena, fortunatamente sapeva come fare.

Il nodo alla gola, che si era formato mentre tornava a casa, adesso si era trasformato in un paio di stupide lacrime.

Non fece nulla di proibito da Ryuuji come "mangiare sul divano" o in camera, non usò nemmeno il cellulare a tavola, cosa che non era da lui, per sentirsi un po' meno solo.

In realtà sapeva benissimo di non essere solo, lo era soltanto nei suoi pensieri... ma detta così sembrava uno psicopatico, e forse infondo lo stava diventato.
Magari nel suo albero genealogico c'era un qualche serial killer o un malato di mente e lui ne stava iniziando a far parte.

Anche se Ryuuji gli aveva scritto di non rimanere sveglio ad aspettarli, Masaki ci provò lo stesso.
Ma non demordeva, li avrebbe aspettati, anche se il sonno stava per avere la meglio...

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×Angolino autrice ×
Heiii! Salve!

È davvero difficile da spiegare, e questo capitolo non è che mi faccia impazziste diciamo.
Ho scritto capitoli migliori, credo.

Diciamo che questo capitolo mi è servito più sul lato schemi/formazioni, più su Endou che cerca di tirare fuori il potenziale di squadra, che su altro.

Ma ci tengo anche a mostrare che nonostante Masaki cerca di ignorare Ranmaru con tutte le sue forze, beh, semplicemente non ce la fa, così come non riesce ad ammettere a se stesso, che forse può darsi una possibilità :')

E quella battuta buttata lì, sull'essere ossessionato da lui, beh, forse Masaki si stava riferendo più a se stesso ;)

E no, niente HiroMido, ma prometto che più avanti avranno un ruolo piuttosto importante <3
così come Endou (la smetto di spoilerare)

Eeee ci si vede al prossimo capitolo <3
Bye Bye

 

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Capitolo 17
*** 15. ***


Non era mai stato per tanto tempo lontano da Ryuuji e Hiroto come in quei giorni.
Nonostante fossero a soli 15 minuti di distanza, a piedi, Masaki sentiva come se Ryuuji e Hiroto fossero a Kyoto mentre lui fosse lì a Nagano a fare quella specie di ritiro che Endou aveva promesso loro.

Avevano racimolato le loro cose, tra cui un borsone, la divisa e si era ritrovato a dover dormire in un sacco a pelo tra Hikaru e Shinsuke.
Ammise di voler strangolare Tenma più e più volte per quanto fosse fastidioso, soprattutto la prima notte, un incubo.

Fu' un'esperienza del tutto nuova per loro del primo anno; il resto della squadra aveva già provato il brivido del ritiro, quello vero (non quello organizzato in una scuola).

Si allenarono veramente tanto, forse addirittura più del solito, ma per fortuna si erano anche divertiti parecchio.

La mattina, dopo essersi svegliati iniziavano con una corsa attorno la scuola (che era veramente una tortura per i sensi addormentati di Masaki) per poi andare a fare colazione, e, dopo un'oretta minima di pausa, facevano allenamento sia individuale che sulle hissatsu, mentre il pomeriggio si allenavano unicamente sulla formazione.

Aveva anche scoperto che Endou era molto bravo a cucinare, a differenza di sua moglie, la signora Natsumi (Masaki sconsigliava vivamente pranzo o cena dalla signora Natsumi).
Usavano la mensa scolastica come un'enorme cucina, e ognuno aveva il proprio compito, che andava dal pelare, tagliare a lavare i piatti, vassoi, che avevano usato.
L'unico compito "pesante" che avevano, era quello di non far incendiare in nessun modo la cucina.

Nessuno sapeva però, come Endou avesse fatto ad avere il permesso per fare quel ritiro, poiché la preside non sembrava una persona che permetteva quelle cose.
Così come non lo erano i genitori di Shindou, eppure, eccolo lì insieme a loro, mentre quella sera partecipava a dei giochi stupidi di Hamano, saltando le sue preziosissime lezioni di pianoforte.

Avrebbe tanto voluto vedere la faccia della preside o del vicepreside, quando, il primo giorno Hamano aveva lanciato in faccia a Sangoku un bicchiere d'acqua, facendo quindi partire un enorme gara a chi rimaneva più zuppo, ed Endou, piuttosto che metterli in punizione o qualsiasi altra cosa cattiva potesse fare, si unì a loro.

Avevano anche molto tempo per parlare tra di loro o semplicemente farsi gli affari propri, nelle ore morte in cui non si allenavano.

Poi, c'era chi come Hamano, aveva portato una vera e propria console, una semplice Nintendo, e anche non avendo abbastanza controller per tutti, riuscirono ad usarla.

Come aveva detto, non aveva mai immaginato di passare giorni come quelli, anzi, non aveva mai immaginato di stare per così tanto tempo lontano da Ryuuji e Hiroto.
Forse un po' gli faceva bene, e anche a loro.

Quell'ultima sera, avevano deciso -l'aveva deciso Hamano. – che sarebbero andati a dormire veramente tardi, era da stupidi visto che il giorno seguente avrebbero dovuto giocare la partita, ma Hamano si era messo in testa che dovevano fare una notte intera a tutti i costi (piccolo spoiler, il primo a crollare fu proprio lui).

Accontentarono comunque Hamano, partecipando a quegli stupidi giochi che si facevano alla loro età.
Tipo, si facevano domande tra di loro, cose simili; Masaki, così come Kurama e Hayami, ne rimasero fuori, stando semplicemente lì nel cerchio a fare supporto morale.

Ad Hikaru domandarono, così per gioco, chi fosse Kageyama Reiji, e Hikaru stavolta, disse tutto senza piangere, Masaki si sentì così orgoglioso.

Aveva scoperto che i 'codini' di Ranmaru, erano per proteggere Shindou dai bulli, poiché veniva chiamato spesso "femminuccia" essendo veramente troppo emotivo.
E da lì, Masaki aveva scoperto che quei due si conoscevano da molto tempo prima del liceo, erano tipo amici di infanzia o cose simili.

Non pensava che una persona come Shindou potesse essere presa di mira dai bulli. Insomma a vederlo sembrava una persona a posto, sulle sue, ed era normale che qualche volta fosse troppo emotivo, era una cosa tutti.

Hamano scherzò dicendo loro che Shindou e Ranmaru erano le due figure genitoriali, la mamma verso Kirino e il papà verso Shindou, essendo capitano e vice, che quindi formassero una bella coppia, ergo non essendo solo migliori amici, Shindou si tirò subito indietro dichiarandosi etero e innamorato di una delle manager, che non erano lì presenti.
Era scontato che si stesse riferendo ad Akane.

E prima che Masaki lo sapesse, dopo che Hamano pronunciò le fatidiche parole: "siete una bella coppia." il suo stomaco prese a fare brutti capricci.
Non era geloso. Non poteva esserlo.

Ryoma rivelò che aveva intenzione di andare a giocare il calcio italiano, mentre Shinsuke mosso dalla curiosità domandò a Tenma come fossero finiti insieme lui e Kyousuke.

Tenma parlò e parlò al posto di entrambi, il povero Kyousuke voleva solamente andare a dormire.

Hamano disse che Kurama aveva una paura terribile del paranormale, e non partecipando al gioco, Kurama gli lanciò un elastico di Ranmaru dritto sul naso.

Masaki per farlo sentire meno solo disse che aveva una terribile paura di serpenti e animali viscidi.

Quando Shindou aveva detto di essere innamorato di una delle manager, diede un colpetto sulla spalla a Ranmaru, come se volesse invitarlo a dire qualcosa, ma non seppe cosa, perché Ranmaru non parlò.

Hamano poi, ritornò sull'argomento per prendere in giro Shindou.
Non sapeva esattamente cosa c'era da prendere in giro, anche uno come Shindou poteva innamorarsi.
Fatto sta, che Hamano crollò dal sonno in un baleno poi.

Masaki aspettò che tutti dormissero profondamente prima di sgattaiolare fuori.

In realtà lui quella sera non aveva sonno, ed è per questo che aveva subito accettato la folle idea di Hamano.
Non riusciva a dormire, trovava il sacco a pelo troppo scomodo quella sera.

Quindi sgattaiolo semplicemente fuori, seduto sull'erba umidiccia che c'era intorno alla scuola.

Aveva una non bellissima visuale delle stelle.

Gli piaceva la notte, la preferiva al giorno, e le stelle, lui amava qualsiasi cosa avesse a che fare con stelle o pianeti o astrologia.
Hiroto gli aveva insegnato a vedere le costellazioni quando ancora erano all'Ohisama En.

Avevano un super cannocchiale, e Masaki essendo troppo piccolo veniva preso da Hiroto così da poter riuscire a vederci attraverso.

Aveva ricordi molto confusi di quel periodo.
E non è che ricordasse tanto.

La sua memoria era se come fosse offuscata, dal suo arrivo all'Ohisama En a quando frequentava la terza elementare.
Di quel lasso di tempo aveva ricordi confusi e non chiari, di come aveva conosciuto Ryuuji e Hiroto, o di come se ne stava solo a giocare a calcio nel cortile.

Però, ricordava perfettamente tutto quello che successe dopo, come quando prima di andare a vivere con Hiroto e Ryuuji, suo zio Nagumo gli aveva detto che i suoi genitori erano degli alieni, ricordava ancora le urla di sua zia Hitomiko che gli intimava di non dire mai più cose del genere.

A pensarci, Masaki era davvero stato stupido a crederci.
E fu del tutto una coincidenza che la sua scuola si chiamasse "Alien Accademy", anche se non aveva nulla a che vedere con gli alieni.

Aveva così tanti pensieri per la testa che non sapeva come liberarsene, come da routine in quei giorni.
La notte, per lui, era fatta di pensieri.

Non aveva trovato il coraggio di parlarne con i suoi genitori e si sentiva veramente uno stupido per ciò, chi meglio di loro potevano capirlo?
Ma il problema era che non sapeva nemmeno lui di cosa avrebbe dovuto parlare.
Era in uno stato confusionale, non riusciva a capire, a riconoscersi.

Odiava sentirsi sbagliato, l'aveva fatto per troppo tempo.

Qualsiasi cosa gli sembrava estranea e si sentiva veramente tanto influenzato, anche se non lo era, o almeno credeva, o forse era quello che tutti avrebbero pensato. Non lo sapeva. Nulla di tutto ciò aveva senso.

"Masaki? E tu cosa ci fai sveglio a quest'ora?"

Appena sentì il suo interlocutore parlare, si asciugò le lacrime con la manica della felpa, che poi, da quando stava piangendo?

La persona in questione era Endou.

"Allenatore?"
"Cosa ci fai ancora sveglio giovanotto? Domani abbiamo una partita da giocare."

Ma che cosa ci faceva lui sveglio a quell'ora piuttosto.

"Io... ecco, non riuscivo a dormire. Ma lei che ci fa sveglio?"
"Perché non riesci a dormire? Non avete per caso smesso di parlare più di un'ora fa?"
"Lei ci ha sentito?"
"Sì, ero a parlare con Natsumi. Non vi ho detto niente e non lo farò perché siete ragazzi."

Oh.
Allora Hamano non se n'era minimamente accorto. Che idiota.

"Allora, perché sei qui fuori tutto solo al freddo? E perché non riesci a dormire?"

Endou si sedette accanto a lui, lasciando le gambe distese e alzando lo sguardo verso il cielo.
Questo sì che era davvero strano.

"Ti mancano i tuoi genitori per caso?"

Masaki arrossì. Ma per chi l'aveva preso? Non era mica un bambino lui.
"Niente affatto."

"Problemi con la squadra? Qualcuno ha fatto o detto qualcosa che non doveva?"
"No... loro sono tutti fantastici."
"Allora dimmi cosa c'è. Sono qui ad ascoltarti."

Ma Masaki non aveva la minima idea di cosa dire.
Sapeva solo che non riusciva a dormire perché aveva troppi e troppi pensieri per la testa.

E poi, da quando Endou era diventato così... maturo?
Da quando aveva smesso di comportarsi come uno di loro?

"C'è qualcosa che non puoi dirmi?"
"No... non è questo. E solo che non lo so nemmeno io."
"Forse sei solo in ansia per la partita. Vedrai che domani andrà tutto bene, ti sei allenato con i ragazzi, e poi in difesa siete in due, non hai nulla di cui preoccuparti."

Tipico di Endou. Ritirava ciò che aveva pensato due secondi fa, non era cambiato per nulla.
Sembrava stesse rincuorando Tenma.

"Non è questo allenatore... secondo lei..." Sono sbagliato?
Le parole non gli uscirono da bocca.

Un solo pensiero. Un unico, fisso pensiero, che purtroppo non era più Ranmaru.

"Masaki, sai che puoi parlare con me come se fossi un tuo amico? Facciamo più uno zio alla lontana."

Un amico dei suoi genitori. Forse era questo il problema.
Endou conosceva i suoi genitori da quando erano adolescenti, avevano passato la maggior parte del loro tempo insieme, e Masaki l'aveva conosciuto molto prima della Alien.
Aveva veramente paura che potesse dire tutto ai suoi genitori, se avesse parlato...

"Non dirà niente ai miei genitori vero?"
"Fa come se non li conoscessi, avrò la bocca cucita."

Non sapeva se potesse fidarsi.
Non si era mai ritrovato a dover parlare in quel modo con Endou. E poi, non aveva mai la bocca cucita.
Questo lo sapeva personalmente e anche perché aveva sentito Hiroto raccontargli di com'era fatto Endou.

"Come ha reagito quando Hiroto e Ryuuji le hanno detto che stavano insieme?"
"E questo che ti preoccupa? Non c'è niente di male, tu più di chiunque altro dovresti saperlo."

Ma a cosa si stava riferendo di preciso?
Voleva cambiare argomento?

"Non ha risposto alla domanda."
Endou lo guardò. "Hiroto e Midorikawa hai detto."

Masaki annuì.
L'allenatore tornò a fissare il cielo.

"In squadra non vedevamo l'ora che quei due si mettessero insieme, soprattutto dopo l'infortunio di Midorikawa." Endou non sembrava felice nel ricordare quell'episodio.

Masaki, non aveva mai saputo granché, sapeva solo che Ryuuji si infortunò e dovette lasciare la Inazuma Japan, senza mai più averci fatto ritorno.
Non aveva mai voluto indagare poiché parlarne avrebbe solo suscitato cattivi ricordi, e non voleva.

Endou continuò: "Vedi, Hiroto ha sempre parlato di lui ed è quello che gli è stato particolarmente vicino sia prima che dopo l'infortunio, gli mandava lettere di continuo quando ci fermavamo per più tempo in un singolo posto, non so se abbia mai ricevuto risposte, ma lui dopo gli allenamenti si chiudeva in camera e scriveva lettere."

Hiroto che scriveva o rispondeva a delle lettere non poteva mai immaginarlo, avrebbe tanto voluto saperne di più su quelle lettere, ma se nemmeno Endou sapeva il contenuto, dubitava che Hiroto glielo avesse raccontato.
Però, questo l'avrebbe domandato.

"Hanno sempre avuto un rapporto molto speciale, e questo li rendeva piuttosto uniti, quando poi, sapemmo che finalmente avevano deciso di mettersi insieme, beh non fu una sorpresa, sapevamo che sarebbe accaduto. Dovresti domandare a Nagumo e Suzuno come è successo, se davvero ti interessa."

Endou poi, si voltò a guardarlo.
"Quindi, non devi provare imbarazzo Masaki, se ti piacciono i ragazzi o le ragazze, o non lo so, è normale. Dovresti saperlo. Hai un buon esempio."

Endou... come potevano odiare una persona del genere?

Parlava con Endou Mamoru? Con il suo allenatore?
Da quando aveva queste botte di intelligenza?

Che cosa gli avevano messo nel bicchiere d'acqua? Qualche pozione strana per l'intelligenza? Doveva darla anche a Tenma.

"Lei crede che io sia stato influenzato? Perché sono cresciuto in un certo tipo di ambiente?"

Endou strabuzzò gli occhi.
"Influenzato dici? No Masaki, se ti stai riferendo ai tuoi genitori, no di certo. Non li copi.
Non dovresti sentirti così e non dire mai più cose del genere, se ti sentissero i tuoi genitori cosa direbbero?"

Endou l'aveva spaesato.

Rimase davvero senza parole.

Non aveva mai pensato a ciò che potessero pensare Ryuuji e Hiroto se avessero scoperto che il loro unico figlio si sentiva influenzato, come se fosse malato.

Si diede dell'idiota.
Lo era. Un perfetto idiota.

Ma prima che potesse versare altre lacrime, Endou gli domandò: "Quindi chi ti piace? Ora voglio saperlo."

Masaki avrebbe tanto voluto andarsene.
Le sue emozioni cambiarono radicalmente, dall'essere triste ed essere un'idiota, ad essere imbarazzato per una domanda del genere.
Giurò di essersi fatto più rosso lui dei capelli di Hiroto.

Endou aveva botte di intelligenza e poi ritornava ad essere stupido, stupido più di Tenma.

"Nessuno. Ecco...-
-stavo scherzando Masaki. Adesso a dormire, così ti ricarichi per la partita di domani." Si alzò e si pulì i pantaloni.

Dormire non era una cattiva idea.
Ma voleva veramente restare un altro po' con sé stesso...

"Fa anche freddo stasera e non voglio che i tuoi genitori mi rimproverino perché ti sei ammalato. Su, a dormire." Adesso era serio e autoritario.

Non aveva nulla da obbiettare.
"Ci vado, grazie ancora allenatore."

Endou gli sorrise.

Se ne ritornò nel suo caldo sacco a pelo.

Aveva tanto bisogno di un abbraccio di famiglia...

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L'indomani si svegliò piuttosto presto, strano visto che aveva dormito veramente poco.

A svegliarlo fu l'orripilante voce di Ranmaru.

"Masaki svegliati! Il sole è alto in cielo. Non abbiamo tempo per dormire, abbiamo una bella dose di allenamento mattutino!"

Lo odiava. Con tutto il suo cuore.

"Smettila di urlare nelle mie povere orecchie."

Fu tentato dal lanciargli qualcosa in faccia, e visto che non aveva nulla di pesante oltre che il suo cellulare, gli lanciò il primo cuscino che trovò. Dritto sulla sua stupida faccia.

"E così che tratti quelli i più grandi?"
"Te lo sei meritato, mammina."

Ranmaru rimase a bocca aperta. "Ah sì?" Gli lanciò un cuscino dritto in faccia. "Ora chi è la mammina?"

Di tutta risposta, Masaki gli rilanciò il cuscino in faccia.

Fu così che partì la battaglia col cuscino.
Si aggiunse anche Hamano, e con lui mezza squadra.

Peccato che vennero sommersi da piume.
Fortunatamente nessun giro extra intorno alla scuola.
Semplicemente dovettero ripulire tutto il casino che avevano fatto.

"Ti è rimasta ancora qualche piuma fra i capelli." Gli disse Ranmaru. "Sembri proprio un piccolo pulcino."

Era l'ennesima piuma che si toglieva dai capelli, e Ranmaru continuava a prenderlo in giro.

"Smettila o la prossima piuma ti arriva in un occhio."
"Sei troppo basso per arrivarci, mi spiace." Ranmaru gli sventolava la mano sulla testa.

Si prendeva anche il lusso di prenderlo in giro in quel modo!

Ma per la gioia di Ranmaru le ultime parole dovevano essere per forza le sue.

"Ma almeno ho una mira ben precisa, e non come la tua."
"I miei passaggi sono ben-
- La smettete di battibeccare come una vecchia coppia sposata? Grazie. Sono le otto del mattino, e che cavolo." Sbottò Kurama, come si fosse ritrovato nella battaglia fra cuscini era ancora un mistero.

Almeno, lui e Ranmaru si erano ritrovati d'accordo su qualcosa, avrebbero continuato a guardare Kurama come se avesse appena detto un'eresia.

Dopo aver sistemato tutto il casino, fecero riscaldamento mattutino.

Masaki odiava farlo. Voleva stare lì a fare colazione e pensare alle macine che si scioglievano nel latte, peccato che non avessero le macine, e a stento il latte.

Dopo il riscaldamento filarono alle docce e poi a fare colazione, con un misero bicchiere di latte e uno di quei cornetti che vendevano nei supermercati. Vuoto.
Nemmeno la decenza di metterci un po' di cioccolato o una confettura di albicocche. 
Poteva sembrare che avesse vizi, ma a sua discolpa poteva dire che quel cornetto era un vero e proprio metodo per uccidere le persone. Hamano stava addirittura per soffocare.

Dopo la colazione Tenma lo costrinse ad allenarsi con lui su una sua nuova hissatsu.

"Questa si chiamerà Mach Wind.[14]"
"Tenma, tu non devi trovare il nome, ma devi crearle! Non puoi semplicemente trovare un nome e buttarle lì."
"Ehi! Guarda che la mia hissatsu è pronta per la partita di oggi."
"L'allenatore te la lascerà usare?"
"Ovvio."

Ovvio non sembrava, visto che nelle partite precedenti avevano detto no all'uso di nuove hissatsu, però se l'aveva detto Tenma, chi era lui per contraddirlo?

"Su andiamo, fa vedere questa nuova Mach Wind."
"Arrivo!"

Se lo lasciò sfuggire.

Masaki.
Se. Lo. Lasciò. Sfuggire.

Era una hissatsu di tiro, e l'aveva capito perché era quella che Tenma provava da una vita, ma non pensava fosse così veloce.
Aveva tirato la palla in avanti ed era corso subito dietro, lasciando una folata di vento dietro di sé.

"Allora? Che ne pensi?"
Gli disse Tenma andando a recuperare la palla dalla porta.

"Stavolta riuscirò a fermarti, e se non lo farò sappi che sono disposto a provarci fino alla partita."

Tenma gli sorrise.
"È stato l'allenatore a consigliarmi una hissatsu del genere. E mi è riuscita veramente bene."
"Già, complimenti, è davvero bella."
"Grazie! Allora riproviamo?"
"Fatti sotto."

Dopo averla vista altre due volte, Masaki riuscì ad essere abbastanza veloce da sfiorare il pallone.
Dopo averci riprovato ancora, riuscì a rallentare il tiro con la sua Hunter's net.

Con Endou passarono poi a parlare di varie peripezie che c'erano ancora usando la nuova formazione, per fortuna aiutò loro.

Ebbero ancora un po' di tempo per un mini-allenamento prima di pranzo.

Per fortuna oggi del pranzo, aveva il compito di tagliare un po' di carote, avrebbero mangiato dei semplici spaghetti con verdure.
Non era il massimo, la cucina di Ryuuji continuava a mancargli più di ogni altra cosa.

Insieme a lui, a tagliare/sminuzzare, c'erano Kyousuke, Ranmaru, Sangoku e Hayami.
Ognuno aveva una verdura diversa. Tranne Ranmaru, anche lui aveva le carote. Sfortunatamente.

"Guarda che potresti prendere anche un altro tagliere e non usare il mio." Disse Masaki.

Ovviamente, oltre a condividere l'ortaggio, condividevano il tagliere, perché non lo sapeva, ma gli sembrava essere ritornato alle medie a fare economia domestica, un vero e proprio trauma.

"Sono finiti."
"Potevi scegliere qualcos'altro, tipo sbucciare le uova cotte."
"No, è si dice sgusciare."
"Questo non è importante. Devi sempre copiarmi?"
"Guarda chi parla, sei tu che hai scelto di fare il difensore."
"Oh, è quindi ti avrei copiato il ruolo?"
"Più o meno."
"Ti hanno mai detto che sei un'idiota?"
"Sì, un certo ragazzo basso con gli occhi dorati, non so se lo conosci."

Ranmaru lo guardò dalla testa ai piedi.

"Non credo di conoscerlo, dovresti presentarmelo qualche volta."
"È molto antipatico, ma magari andreste d'accordo."
"Non credo sia così antipatico come un certo ragazzo che ha i capelli rosa, ti assomiglia molto sai?"
"Potrei avere un fratello gemello." Gli sorrise.

Al pensiero di due Ranmaru poteva stracciarsi i capelli.
Uno era troppo.

"L'allenatore è bravo in cucina, ma vorrei mangiare qualcosa di meno salutare ogni tanto." Disse Ranmaru.
"A chi lo dici, vorrei tanto una bella ciotola di Tempura."

Fritto. Masaki lo adorava.

"Proprio quello che ci vorrebbe adesso, non ci vorrebbe tanto tempo a prepararla, ma dopo non andremmo più a giocare. O magari sì ma versando prima la nostra anima nel gabinetto più vicino."
Masaki rise. "Ehi ma tu sai cucinare la tempura??"
"Sì? Qualsiasi cosa in realtà, mia mamma è quasi sempre fuori per lavoro, quindi sono solo in casa."
"Oh, dev'essere orribile."

Ranmaru scrollò le spalle e disse: "Ci si abitua, poi non è che sta fuori sempre, ha dei turni che le permettono di tornare a casa, oggi per esempio viene a vedermi giocare!"

A sentirlo parlare della madre, a Masaki ritornò a mente quando un giorno alle elementari c'era una specie di giornata dedicata a loro, (ma in realtà c'era tutt'ora quella giornata probabilmente, era lui che non sapeva quando si festeggiava il giorno della mamma) e lui aveva convinto Hitomiko a lasciarlo all'Ohisama en., solo per quel giorno, ci era riuscito per miracolo.

"Scusa, non volevo rattristarti in qualche modo."

Ranmaru era ritornato a concentrarsi sulle carote, rubandogliene una.

"Hei, quella carota è mia."
"Troppo tardi, ora la taglio io."
"Per tua informazione, non mi hai reso triste."
"Posso non crederti?"
"No."
"Ti mancano tanto i manicaretti di tua madre, è per questo che sei diventato triste? Non ti facevo uno a cui potesse mancare la mamma stando solo tre giorni via."
"Cosa?? Ma no, non ho nemmeno la mamma come potrebbe mancarmi?"

Ecco, aveva rovinato tutto.
L'aveva letto sull'espressione imbarazzata e sconvolta di Ranmaru.

Forse era stato un po' troppo diretto... ma almeno l'aveva zittito, non riusciva nemmeno più a tagliare le carote.

Non capiva perché ogni volta che lo diceva, le persone si mortificavano, come se avessero ucciso un gattino. Insomma, c'era chi non aveva un padre, e chi non avesse una madre o chi invece non aveva entrambi, era un dato di fatto, non un segreto di stato.
Tutti sapevano che Tenma viveva da solo, con la zia che gestiva un condominio intero, eppure nessuno gli mostrava quell'espressione mortificata.

"Non devi dire niente. Io non la conosco nemmeno, quindi non hai fatto nulla di male... Non dire niente e nemmeno che ti dispiace."

Non sapeva se avrebbe funzionato, ma almeno sperava di fargli recapitare il messaggio.

"Non lo sapevo, perdonami."
"Non ti avevo appena detto di non dire niente?"
"Hei! Sto cercando di riparare al danno che ho fatto."
"Non hai fatto nessun danno, puoi stare tranquillo." Gli sorrise, cercando di fargli capire che andava tutto bene, veramente.

"Va bene, va bene, ma, mi dispiace."
"Ranmaru." Si lamentò.

Non fece nemmeno caso al fatto che aveva appena pronunciato il suo nome ad alta voce.

"Non dico niente."
"Grazie, e comunque questa è mia." Si riprese la carota.
"E allora me ne prendo un'altra delle tue."

Ranmaru prese veramente un'altra carota. E gli fece anche la linguaccia!

"Non ti obbligherò... ma se vuoi parlarne sono qui." Gli disse.

Masaki sentì riscaldarsi, come se qualcuno avesse acceso i termosifoni interni al suo corpo. Era un calore piacevole.

"Grazie... Ranmaru."

Dopo aver finito di tagliare tutte le carote, e fortunatamente Ranmaru riprese a parlargli come una persona normale, pranzarono tutti insieme in mensa.

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Dopo il pranzo, ognuno di loro si mise a fare speculazioni sulla Raimon e a dire la propria. Alcuni si domandavano anche in che campo avrebbero giocato, ma sinceramente Masaki non si preoccupava di una cosa del genere, potevano anche giocare su quello di ghiaccio, problemi non ne aveva.

Fatta l'ora, Endou disse loro che il caravan li stava aspettando e quindi dovevano darsi una sbrigata.

Da lì al treno roulette non mancava molto, ma Endou diceva che anticiparsi era meglio.

Nel caravan Masaki sentì tutta l'ansia che non aveva sentito fino a quella mattina.
Non gli importava in che stadio giocavano, ma gli importava come giocavano, e soprattutto, se sarebbero riusciti a vincere.
Aveva sempre il solito timore di non riuscire a vincere, ogni partita che giocavano, e questa era la seconda, sembrava essere sempre più difficile.

Accanto a lui c'era Hikaru che stava giocando con il cellulare.
Masaki ne aveva approfittato per sapere di più su quello che stavano facendo Hiroto e Ryuu. Quei due dovevano già essere allo stadio.

Ora che faceva freddo, Masaki non vedeva di entrare in campo e riscaldarsi in modo da riuscire a rimanere caldo.

Arrivati al treno roulette, presero posto.

I giocatori della Raimon erano seduti proprio di fronte loro.

Il treno partì non appena tutti furono dentro.
Per arrivare allo stadio non ci volle molto, ma come quella volta dovettero farsela a piedi per raggiungere lo stadio.

A Masaki continuava non piaceva ancora quest'idea di raggiungere un treno e arrivare in strane destinazioni, voleva le cose semplici.

Quand'è che Endou si decideva a chiamare il signor Veteran e farlo venire fin lì in modo che sarebbero andati allo stadio con il caravan?

Una volta arrivati capirono che lo stadio in cui stavano per andare a giocare si chiamava Holy Road, cos'aveva di diverso dagli altri? Assolutamente niente.
Era un normalissimo stadio. Non aveva una turbina al centro del campo, né tantomeno il pavimento di ghiaccio.

"Benvenuti allo stadio Holy Road! Oggi avremmo la gioia di veder giocare la vecchia Raimon Junior High contro la nuovissima Alien Accademy, che sta anche facendo bei progressi all'interno del football frontier, ma purtroppo c'è un solo vincitore. Chi riuscirà ad avanzare all'interno del torneo?"

"A vederli... incutono terrore." Disse Hayami.

Era vero.
Avevano una strana aurea, a Masaki non piaceva per niente. E la sensazione che questa volta non avrebbero vinto stava man mano iniziando a farsi strada nei suoi pensieri.

"Non sottovalutiamoli, ma non dovremmo nemmeno sopravvalutarli. Sono dei ragazzi proprio come noi, magari hanno degli assi nella manica, ma sono proprio come noi." Disse Shindou.
"Giocheremo bene Hayami! Non preoccuparti!" Gli disse Tenma.

La Raimon non sembrava per nulla amichevole, tanto meno il loro allenatore.
Era basso, tondo ed indossava una giacca lunga rossa con contorni dorati, jeans neri e scarpe nere.
Aveva dei baffi neri che puntavano verso il basso e un piccolo pizzetto e i capelli neri legati in una coda di cavallo.

"Lui è Chou Kinun[15], il nuovo allenatore della Raimon." Disse Endou. "Forza ragazzi, non spaventatevi, e andiamo a cambiarci."

Andarono a cambiarsi, prima del riscaldamento.
Negli spogliatoi ognuno di loro diceva la propria sulla Raimon.
Ognuno però aveva ben chiaro che non sembravano tanto amichevoli.

"Vinceremo anche questa volta, non lasciatevi prendere dall'ansia. La Raimon può anche esser tornata ai suoi tempi d'oro, ma non ha ancora visto noi." Disse Shindou.

Voleva tanto dare fiducia alle parole di Shindou.

Uscirono a riscaldarsi, e vedere lo stadio già pieno, dove da una parte c'erano i tifosi della Raimon, non lo tranquillizzavano per niente.

Ranmaru che era lì a riscaldarsi proprio come lui, lo richiamò. "Masaki, hei."

Era strano, la mare lunare non aveva tutti quei cori, a differenza della Raimon.

"Non lasciarti spaventare." Gli disse Ranmaru. "Pensa solo alla partita, e non lasciarti condizionare dai tuoi pensieri."
"Sì... grazie."

Non guardò per niente gli assurdi tiri che provavano quelli della Raimon dall'altra parte del campo, sotto la loro tifoseria, no no.

Sperava vivamente di combinare qualcosa di buono...

Cercò di riscaldarsi come al solito, e piuttosto che pensare alla Raimon, pensò che ci fossero anche  Ryuuji e Hiroto seduti sugli spalti.
Avrebbe tanto voluto parlare con loro prima dell'inizio della partita, da vicino e non in chiamata come aveva fatto in quei giorni, con il terrore che qualcuno potesse sentire le loro conversazioni.

Voleva assistere alla milionesima perdita di Hiroto a scacchi e vederlo rigiocare altre cento volte, e voleva tanto che calmasse la sua ansia in quel momento.

Per fortuna erano lì, lo sapeva, ed era il pensiero a cui si aggrappò finché non rientrarono.

Dopo che Endou diede loro delle dritte, dicendogli di mettercela tutta, percorsero il lungo corridoio accanto alla Raimon.
Sembravano veramente tanto sicuri e Masaki si sentiva così minuscolo in confronto a loro.

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La partita era cominciata e il calcio di inizio fu loro.

I primi minuti della partita furono molto lenti.

La Raimon non riusciva a superare il loro centrocampo mentre loro non riuscivano a superare la loro difesa, ma tutti sapevano che in realtà quella non era la vera potenza della Raimon, forse cercavano solo di stancarli per avere il secondo tempo tutto per loro.

Quando seppero come uscirne iniziò la vera e propria partita.

Il loro primo gol lo segnò Tenma con la sua nuova hissatsu, tirando il morale della squadra alle stelle.

Avevano appena rivelato la loro arma segreta.

Forse avevano quattro difensori perché il loro portiere non era tanto forte come pensavano?

Tenma ce l'aveva messa veramente tutta per far sì che Mach Wind funzionasse. Vederla finalmente in porta era uno spettacolo.

La partita sembrava prendere un'ottima piega e lì in difesa andava tutto a gonfie vele. Lui e Ranmaru riuscivano a gestire la cosa, per il momento.

Shunsuke aveva palla al piede e per essere il capitano della seconda squadra, se la cavava abbastanza bene ed era al passo con loro, ma questo anche durante gli allenamenti era riuscito subito a adattarsi.

Passò il pallone prima di perderlo, lo diede a Kurama che a sua volta lo ripassò in centrocampo a Shindou.

Masaki separava vivamente di vedere "Kami no Takuto" ma invece Shindou si limitò a tenere palla al piede e dribblare.

Il pallone passò ad Hikaru che era quasi nella difesa della Raimon, tirò da dov'era, ma non riuscì comunque a far niente.

La Raimon partì al contrattacco, e il numero 10 arrivò nella loro difesa.
Sperava di ricevere una qualsiasi indicazione da Ranmaru ma lui era troppo impegnato a cercare di non far passare palla, quindi fece la cosa più ovvia. Marcare il numero 11 che aspettava per un passaggio.

Peccato che fu una splendida finta, e loro ci cascarono in pieno.

La Raimon ci mise poco e niente a recuperare il gol che aveva subito.
Era veramente incredibile.
Il gol era stato pazzesco, quasi da squarciare la rete.

Masaki non aveva mai visto qualcosa di simile, e si, non aveva mai creduto di pensare cose simili sulla Raimon.
Ne rimase veramente meravigliato, ma non aveva nessun'intenzione di perdere.

Per tutto il resto del primo tempo cercarono di segnare un altro gol, senza però riuscirci, almeno anche la Raimon non riusciva a segnare.

Ma il gioco si fece veramente molto interessante anche per loro che erano lì in campo.

Tra lui e Ranmaru le cose andavano 'bene', e quei giorni avevano aiutato molto.

"Masaki passala."

Si divertiva ad usare Masaki proprio come una pedina. In realtà, lo faceva perché sapeva quanto lui fosse veloce e quanto poco ci metteva a rialzarsi.
E a Masaki andava bene, lui voleva giocare al massimo delle sue capacità, gli stava bene così.

Tenma che ora aveva possesso di palla scartò l'avversario con la sua hissatsu.

Lo stile di gioco di Tenma lo sorprendeva quasi sempre.
Creare delle hissatsu sfruttando il vento quasi come se fosse l'elemento a sfruttare lui, era semplicemente uno spettacolo che augurava di non subire mai in prima persona.

In attacco, Hikaru avanzava palla al piede, finché uno della Raimon non entrò in scivolata, facendolo cascare per terra.

Il numero 5, che era quello che aveva fatto cascare Hikaru, passò velocemente la palla al numero 11, che avanzava verso di loro.

"Hikaru! Alzati andiamo!" Urlò Masaki.
Stava veramente temendo per il ragazzo, che non accennava ancora ad alzarsi.

Avrebbe tanto voluto corrergli incontro come stava facendo Tenma. Chiedergli se stesse bene... 
Non voleva che Hikaru smettesse di giocare proprio adesso... doveva ancora segnare.

"Masaki il 10 marcalo! Adesso!" Gli disse Ranmaru.

Masaki si precipitò a compiere il suo ruolo quando Hikaru si alzò e fece il pollice a Shindou.
Per fortuna stava bene.

"Non avete nessuna speranza." Disse il numero 11 tirando dritto in porta.
"Sangoku!" Urlò Ranmaru.

"Ci penso io." Disse Sangoku. "Fatti sotto."

Il numero 11, con la sua assurda hissatsu, riuscì quasi a segnare se non fosse che Masaki si precipitò a salvare la porta anche se riuscì riuscì solamente a sfiorare la palla, però diede tempo a Sangoku di rialzarsi e tuffarsi per recuperare il pallone prima che entrasse in porta.

"Ottima difesa Masaki. Grazie." Gli disse Sangoku.
"Figurati, grazie per il soccorso."

L'arbitrò fischiò lo fine del primo tempo. Erano fermi sul pareggio.

Uscirono dal campo e si recarono da Endou.
La prima cosa che fece fu mettere il ghiaccio sulla caviglia di Hikaru.

"Dovresti uscire Hikaru." Disse serio Endou.
"Posso ancora giocare, non si preoccupi allenatore!"
"Ma Hikaru, non dovresti scherzare con queste cose." Si intromise Masaki.
"Non preoccupatevi, sto bene, non mi sono fatto male."
"Faremo come vuoi, ma al minimo dolore sei fuori, chiaro?"
"Sì allenatore!"

Endou poi si occupò di loro.
In quei quindici minuti di pausa cercò di spiegargli più cose possibili, li caricò e li motivò.

Dalla caduta di Hikaru, lo strano presentimento come se sapesse già a cosa sarebbero andati incontro, non riusciva ad abbandonare la sua testa.
E odiava veramente pensarla in quel modo, ma non era capace di togliersi quel presentimento da dosso.

Se avrebbero vinto o meno questo l'avrebbe deciso il fato, quindi per ora non poteva proprio pensarci.
Doveva solo giocare come meglio credeva, era l'unica cosa che poteva fare.

Anche la professoressa Otonashi si unì a quel discorso motivazionale, fu davvero carina con loro.
Masaki la associava un po' a sua zia Hitomiko, ma erano comunque diversissime, sua zia avrebbe proprio preso le redini da allenatrice, e non sarebbe stata per niente gentile o carina.

"Mi raccomando Hikaru, esci appena non ce la fai." Gli disse Masaki.
"Sta tranquillo, sto bene, e riuscirò a giocare per tutto il secondo tempo!" Gli disse Hikaru, sorridendogli. "Farò tanti gol!"

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La Raimon segnò un altro gol, prendendoli completamente alla sprovvista.

Ranmaru non era riuscito a fermare il tiro, e Sangoku era andato nella direzione opposta, ma da quello che aveva visto, il tiro fu davvero potente, poteva quasi staccargli un braccio...

Da lì, passò veramente un lasso di tempo indeterminabile.

Non sapevano quanti minuti mancassero alla fine della partita, ma ora, Masaki era sempre più sicuro che non avrebbero combinato un bel niente.

Shindou urlava ordini a destra e manca senza mai prendere fiato.
"Non possiamo perdere!" Diceva. "Non adesso che siamo arrivati fin qui."

Forse era la prima volta che Masaki lo vedeva così convinto di sé.

La squadra era davvero scoraggiata e non sentiva più nessun'energia positiva
Le condizioni di Hikaru, poi, non erano migliorate, però continuava a non darsi pace e appena aveva il pallone ai piedi provava la sua hissatsu.

Era la sua ansia, ma sentiva che non sarebbe andato tutto liscio. E non era semplicemente portarsi sfiga.

Quei pensieri intrusivi non lo lasciavano in pace e Masaki non riusciva a concentrarsi sul gioco come meglio poteva.
Stava iniziando a 'giocare' con le mani, a rigirarsi l'indice della mano destra con l'indice e il pollice sinistro quando decise di chiamarlo.

"Ranmaru."
Non seppe nemmeno lui perché lo fece, ma lo fece e basta, senza pensarci troppo.

Ranmaru era poco distante da lui, aveva i pantaloni della divisa sporchi del verde sintetico che era sotto i loro piedi e i capelli rosa erano tutti spettinati, alcune ciocche gli ricadevano sul viso.

"Possiamo ancora farcela." Gli disse lui.
Proprio come se gli avesse letto nel pensiero.

Masaki non era così determinato, e non riusciva a capire come Ranmaru fosse così fiducioso, ma ci teneva a non fare la figura del fesso quindi se ne ritornò in posizione.

La Raimon non smetteva di provare a superare il loro centro campo, ora che Shindou sembrava così 'arrabbiato' per loro diventata ancora più difficile.

Shindou usò hissatsu che non aveva mai visto prima.

Poi, proprio lì dal centrocampo, tirò.
Al suo tiro si aggiunse quello di Kyousuke, un tiro a catena.

La nuova hissatsu di Kyousuke, si chiamava Death Drop[16], ed era l'hissatsu che aveva fatto vedere solamente ad Endou. Era bellissima, degna di Kyousuke.

Masaki si domandò se quei due si fossero messi d'accordo per fare una cosa del genere.      

Andò in porta. Adesso erano in pareggio.

"Takuto deve essersi proprio arrabbiato per metterci tutta quella forza." Disse Sangoku.

Come faceva a sapere quanto fosse forte il tiro di Shindou questo non poteva saperlo.

Masaki guardò istintivamente Ranmaru, non ci pensò due volte.

"Te l'avevo detto. Non perderemo." E gli sorrise.

Masaki si sentì stranamente il viso in fiamme, diede la colpa alla fatica che stava facendo lì in campo.

Hikaru non voleva comunque essere sostituto, però, Endou lo fece uscire comunque.
Adesso in campo erano in dieci, e così Shindou si spostò in attacco.
Masaki la reputava pura pazzia, nella situazione in cui erano, dovevano addirittura giocare in dieci, ma non poteva dare nessuna colpa ad Hikaru, avrebbe incanalato la sua rabbia verso la Raimon.

Lì in difesa la Raimon non tardò ad arrivare.

Di nuovo il numero 11 accompagnato dal numero 10.
Questa volta non si lasciarono abbindolare da nessuna finta.

Masaki si occupò del numero 10, forse un po' troppo tardi, mentre cercava di rubargli palla con una scivolata, quello lo scartò.
Si alzò veramente troppo veloce per il suo corpo, e corse immediatamente nella direzione dell'attaccante.

Il numero 10 stava per effettuare il suo ennesimo tiro.

"Non c'è più spazio per i tuoi tiri."
"Masaki, lascialo a me." Gli disse Sangoku. "Ho capito come fare."

Nonostante Sangoku gli aveva detto di lasciarlo a lui, Masaki ne approfittò della distrazione del numero dieci e gli sottrasse palla.

Non riuscì però a passarla in tempo che il numero 9 entrò in scivolata, e gli rubò palla.

Lo guardava con quell'aria di sfida che Masaki odiava.

Non l'avrebbe lasciato vincere così facilmente.

Tutto quel correre avanti e indietro l'aveva stancato parecchio quindi usare la 'Hunter's net' era fuori questione, ma l'avrebbe fermato a tutti i costi. Qualcosa si sarebbe inventato.

Il numero 10 comunque tirò senza nemmeno ripensarci o passarla ad un altro.

E fu lì che Masaki provò a fermare il tiro di petto, non riuscì comunque a fermarlo ma riuscì solo a rallentare il tiro.

Ci pensò Ranmaru a fermarlo, usò The Mist, prima di passarla ad Hayami.

"Grazie Masaki." Gli disse Sangoku. "Potevi comunque lasciarla andare."
"Scusa, volevo veramente fermarlo."
"Ottimo lavoro comunque!" Gli sorrise Sangoku.

"Sei completamente un'idiota." Gli urlò Ranmaru. "Che ti è saltato in mente?"
"Fermarlo?"
"Sei proprio un cretino, potevi farti veramente male."
"Mammina, smettila di preoccuparti, sto bene."
"Hai sprecato le tue energie per correre avanti e indietro per la difesa."
"Ranmaru, stiamo giocando, ricordi? Dovevo fermarlo in qualche modo."
"Tornatene in posizione, e se accusi dolori ti spezzerò tutte le ossa."

Masaki veramente non riusciva a capire perché se l'era presa così tanto.
Se ne ritornò in posizione, ma non perché gliel'aveva detto quello stupido dai codini rosa.
Davvero, ci era rimasto un pelino male.
Pensava di aver fatto una bella azione, insomma, era riuscito a rallentarlo, e poi, Masaki si sentiva come se potesse correre e fare su e giù per il campo per almeno un altro po'...

Shindou che aveva di nuovo palla, la passò a Kyousuke.
Kyousuke tirò in porta ma non riuscì comunque a segnare.

Il portiere avversario sembrava non accusare nessun tipo di stanchezza, a differenza di loro. Quasi non sembrava umano.

Tenma ricevette palla e provò di nuovo il suo tiro, finì fuori dal campo.
A quanto pare, stava iniziando ad accusare segni di stanchezza anche lui, oppure il primo gol fu solo un colpo di fortuna.

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La Raimon segnò il suo ultimo gol. E questo tutto per colpa sua.

Non era riuscito ad arrivare in tempo sulla palla, pensava di essere abbastanza veloce ma in realtà non ce l'aveva fatta.

Ranmaru non era riuscito a mettersi in piedi in tempo, e forse si era anche fatto terribilmente male.

L'arbitro segnò la fine della partita con il suo stupido fischietto.

Masaki non aveva il coraggio di alzarsi, e soprattutto non voleva vedere le facce dei suoi compagni, né tantomeno quella di Ranmaru.
Era così convinto che avrebbero vinto, e Masaki gli aveva appena spezzato un sogno.

Ci stava veramente mettendo tutto sé stesso per non scoppiare in un mare di lacrime. Immaginava che Tenma l'avesse già fatto.

Sentì un picchiettio sulla sua spalla, fece l'errore di alzare il capo.
Ranmaru era lì, che gli tendeva la mano.

"Forza Masaki, alzati."

Non lo diceva con tono accusatorio o come volesse fargli la paternale.

"Dai che aspetti? Dobbiamo andare ora."

Masaki gli prese la mano e si alzò con il suo aiuto.

"Mi dispiace. Se fossi-
-No Masaki. Non fartene una colpa, non è colpa di nessuno... Semplicemente è così che doveva andare, la Raimon è veramente forte, ed è stato bello giocare con loro. Certo non avremmo più modo di giocare al football frontier, ma non significa mica che è finita qui." Gli disse.

Non ebbe nulla da dire.
Non appena la sua vista cadde sulle loro mani ancora unite, ritirò immediatamente la sua.

"Se vuoi piangere fallo pure, è il tuo primo anno."
"Non piangerò come hai fatto tu mammina."

Ranmaru gli sorrise. "Non ti credo, occhi lucidi."

Per la seconda volta Masaki si sentì completamente in imbarazzo.

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"Tutto sommato è stata una partita eccezionale, l'ho sentita molto combattuta. L'anno prossimo potrebbe andarci meglio.
Quei musi lunghi non cambieranno il risultato, dovrete essere bravi anche ad accettare le sconfitte, non si può sempre vincere, e per essere la vostra prima volta in un torneo nazionale, ve la siete cavati davvero alla grande. [...]"

Endou li stava riempiendo di chiacchiere e l'unica cosa che voleva fare Masaki era tornarsene a casa in più fretta possibile.

Li lasciò cambiare in santa pace.
Lì nello spogliatoio non si respirava la stessa aria di sempre, il silenzio pesava quasi come un macigno.

E forse fu proprio per quello che Shindou prese parola.

"L'allenatore ha ragione. Siamo arrivati ben oltre le aspettative di tutti, ci davano per sconfitti dopo nemmeno il primo girone ma invece eccoci qui, mentre lo scorso anno non riuscimmo nemmeno a qualificarci. Possiamo ancora migliorare e riprovarci l'anno prossimo. Sono sicuro che l'allenatore ci riserverà ottimi allenamenti. Anche se abbiamo perso sono contento per come abbiamo giocato."
"Sì, è stata veramente una bella partita, sia da vedere che da giocare." Disse Sangoku che diede una leggera pacca sulla spalla a Shindou. "Complimenti capitano."

Per fortuna il discorso di Shindou aprì quel piccolo chiacchiericcio che prima non c'era.

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Ritornare a casa fu un vero e proprio toccasana.

Ringraziarono tutti Endou per quei tre giorni di ritiro, e lo ringraziarono anche per la partita.
Endou aveva detto loro che avrebbe voluto rivederli l'indomani al campo e che nessuno poteva saltare gli allenamenti.

Non appena vide Hiroto e Ryuuji il suo cuore si scaldò.
Finalmente era a casa, e avrebbe potuto lasciarsi andare quanto e come voleva.

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[14] Mach Wind= (Furia del Vento). Il giocatore tira la palla in avanti e corre come un vento devastante, e colpisce la palla col collo del piede destro, scaraventandola in porta ed avvolgendola con un vento luminoso.
[15]  Allenatore della Raimon in Ares (piccolo ester egg se vogliamo)
[16] Death Drop: (Rovesciata Micidiale) L'utilizzatore calcia il pallone, che inizia a ruotare, e lo lancia in aria con una capriola all'indietro, facendolo caricare da un'aura a spirale rossa e blu: l'utilizzatore, poi, carica il pallone verso la rete con una rovesciata, facendo condensare l'aura attorno al pallone e facendolo avvolgere da un'energia blu e da elettricità.

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×Angolino autrice ×
Hi, hello, ben ritrovati!

Non mi ammazzate perché li ho fatti perdereeee.

Ho avuto tanti dubbi su questo capitolo, non per gli argomenti in sé, ma proprio per la partita, e alla fine ho deciso comunque che la scelta migliore era farli perdere.
Ma non perché la Raimon è la squadra migliore di tutte blablablà, ma perché era una perdita "meritata" 🥲
Non lo so, è la mia unica giustificazione. Non si può sempre vincere.

Niente HiroMido(Masa), ma quanti capitoli sono che non escono? xD
Comunque, anche se non ci sono, ci sono comunque🫠

Masaki ha aperto gli occhi sull'argomento "influenzato" anche grazie ad Endou, ma avrà ben in chiaro i suoi sentimenti...? :')

e se volete saperlo, con precisione sono: 7216 parole e 26 pagine, sarebbe a dire il capitolo più grande (per ora)!
Però ammetto di aver barato scrivendo + cose, tra cui una partita, in un solo capitolo xD

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Capitolo 18
*** 16. ***


Non era passato molto tempo dalla partita contro la Raimon Junior High.
Ma non si era ancora perdonato...

La sera stessa, in cui tornò a casa, ebbe una vera e propria crisi di pianto e probabilmente se non ci fossero stati Ryuuji e Hiroto si sarebbe trasformato in un qualcosa di peggio.
Non riusciva a dimenticare l'esatto momento in cui l'arbitro aveva fischiato per tre volte, segnando la fine della partita, non dimenticava quella sensazione di impotenza, di non poter fare altro.

Il tragitto in caravan fu orribile. Nessuno fiatò, e Masaki non ebbe il coraggio di guardarsi intorno e di vedere le facce piangenti dei compagni di squadra...

Il pensiero di aver deluso Ranmaru... Quello fu orribile.
Infondo se non avevano vinto era soltanto per colpa sua, perché non era riuscito ad arrivare in tempo sulla palla, e magari se si fosse accorto prima che Ranmaru si era accasciato a terra... avrebbe potuto fare qualcosa, no?

Ma infondo, lui era bravo a deludere le persone, non era così?

Aveva abbracciato così forte Ryuuji quella sera, che i due adulti avevano cercato in tutti i modi di tirargli su il morale, pensando che il problema fosse solo perché avevano perso, ma tra le lacrime, Masaki aveva dovuto spiegare che non era così.

Che non riusciva a togliersi quel pensiero dalla testa, da quando l'arbitro aveva fischiato...

I suoi genitori lo aiutarono a capire che non poteva essere colpa sua, che magari anche se fosse arrivato in tempo sulla palla poi non avrebbe potuto fare niente, perché toccava tutto a Sangoku. Era stato il destino, non potevano essere invincibili.
Nessuno lo era.

E poi, era la prima volta in un torneo come quello, erano arrivati ben oltre le aspettative di tutti.

Sapeva che tenersi tutto dentro gli faceva male, eppure non la smetteva di farlo.

Era in uno stato così confusionale che pensava addirittura di essersi sognato tutto.
Dal ritiro alla partita.

Non disse niente però, riguardo al discordo tenuto con Endou, non voleva deluderli per via dei pensieri che aveva avuto, credendo di esser stato influenzato o cose simili.
Ne avrebbe parlato quando si sarebbe sentito più pronto.

Ma, dicendo di aver deluso i suoi compagni, non specificando realmente chi avesse deluso, Ryuuji riuscì a trovargli parole confortanti.
Poi, si lasciò avvolgere da quel tanto atteso abbraccio di famiglia, e ringraziò davvero chiunque ci fosse lassù, per avere dei genitori come Ryuuji e Hiroto, che gli tennero compagnia finché non si addormentò.

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Il lunedì, ovvero il giorno dopo la partita, Masaki aveva saltato le lezioni.
Per sfortuna non aveva saltato gli allenamenti, anche se avrebbe tanto voluto farlo.

Aveva sbagliato, , ma davvero non era riuscito ad alzarsi dal letto, e non perché aveva fatto tardi la sera prima o chissà cosa. Aveva preferito rimanere a casa.
Si sentiva ancora così terribilmente vulnerabile, e lo odiava, lui non era così, e non poteva ancora piangere sulla partita.

Era rimasto a letto senza aver fatto assolutamente nulla se non per pensare a quante cose avrebbe potuto fare in partita.
Non avrebbe mai immaginato di vivere un giorno come quello, lui, che entrato nel club non sapeva assolutamente nulla di calcio.
Avrebbe tanto voluto continuare a far finta di niente, infondo era solo un club; eppure, ci stava così male.

Aveva mangiato poco e controvoglia, e aveva dovuto subirsi Ryuuji che era rimasto a casa dal lavoro (questo perché conosceva suo figlio.).

Ryuuji rimaneva quasi sempre a casa quando Masaki saltava scuola. Anche quando tipo Masaki aveva l'influenza, o semplicemente, come quel giorno, non voleva.
(E doveva ringraziare che Hiroto ne fosse il capo.)

Masaki lo odiava veramente tanto quando rimaneva a casa, si sentiva sempre più in colpa.

Aveva passato un lunedì veramente mediocre, non facendo nulla di produttivo, ma infondo era lunedì, il giorno più brutto di tutta la settimana.

Come precedentemente detto, non aveva saltato gli allenamenti. L'aveva accompagnato Ryuuji, e sapeva che l'avrebbe fatto anche con la forza se fosse servito.
E non li aveva saltati perché ci teneva alla sua testa; Endou sapeva essere molto cattivo, se qualcuno saltasse gli allenamenti.

Arrivato a scuola, per fortuna, trovò Tenma e Kyousuke che andavano al club, quindi fece strada con loro.

Tenma stava messo davvero male, si vedeva che non aveva dormito e che aveva pianto, gli occhi ancora rossi, come se avesse smesso di piangere a breve, mentre Kyousuke sembrava normale, non aveva pianto, ma non era comunque felice.

Masaki si scusò con loro, e si diede ancora una volta la colpa, per fortuna, sia Tenma che Kyousuke gli diedero dello stupido.

Arrivati in sala riunioni, Tenma scoppiò in un mare di lacrime appena vide che tutti i ragazzi erano lì.
Tutti tranne Hikaru, che aveva passato l'intera mattina dal medico, per via dell'infortunio.

Masaki invece si trattenne davvero tanto.
Non avrebbe pianto davanti ai suoi compagni di squadra.

Il capitano, Shindou, aveva anche lui gli occhi gonfi, e sapevano com'era fatto, non si poteva negare che avesse pianto, ma tirò su il morale di Tenma lo stesso.
Questo portò ad una serie di strani sbalzi emotivi da parte di Tenma, dalle lacrime, al dire che la prossima volta avrebbero vinto loro.

Hamano non fece nessuna battuta, Shinsuke era accanto a Tenma trattenendo anche lui le lacrime, e gli altri erano tutti molto tristi.

Oltre a loro, c'era anche Ranmaru.
Fu strano trovarlo lì visto che si era fatto male il giorno prima, ma a quanto pare non era così grave come per Hikaru. Per fortuna.
Avrebbe tanto voluto chiedergli come si sentisse, ma qualcosa lo bloccò sull'istante, come se fosse stato fulminato. E no, Ranmaru non gli aveva rivolto nessuno sguardo omicida, anzi, gli aveva accennato un sorriso.

Non rimasero a lungo lì da soli.
Prima dell'arrivo di Endou, la professoressa Otonashi parlò a tutti loro, come aveva fatto durante la partita, dicendo che erano stati bravi e che non dovevano scoraggiarsi, la Dea della Vittoria gli avrebbe sorriso comunque.

Poi arrivò Endou, non era arrabbiato ma anzi, sembrava essere felice come lo era tutti i giorni.
Disse loro che avevano giocato una splendida partita, che poteva essere una partita costruttiva e che anche se avevano perso, non erano deboli.

"[...] Aver perso significa essere deboli? Perdere è un ostacolo per tutti, no? Riuscire ad alzarsi in piedi dopo essere caduti in ginocchio... Ma se restate così, giù di morale, quella sarà la prova della vostra debolezza."

"Ci torneremo di nuovo sul quel campo, ci impegneremo al massimo e vinceremo! Tutti insieme." Disse loro Shindou.

Endou sorrise. "Proprio così ragazzi. E adesso filate a cambiarvi, dovrete allenarvi comunque."
"Sì allenatore!"

Doveva. Lo doveva.

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Passarono giorni su giorni, se non settimane.
Mancava sempre meno all'inizio di verifiche e test che precedevano l'inverno.

Hikaru non era ancora tornato a scuola, nessuno sapeva quando l'avrebbe fatto.
Ranmaru invece, si era ripreso completamente, e adesso non aveva più alcun tipo di fastidio con il piede.

Al club di calcio ci stavano dando dentro con gli allenamenti, e nessuno aveva intenzione di starsene lì a piangersi addosso. Nemmeno Shindou.
Anche se, negli ultimi giorni rimaneva in sala riunioni o in panchina, a scrivere su un quadernetto.
Hamano l'aveva preso in giro dicendogli che era troppo presto per lasciare in eredità il compito di capitano, però, Shindou non l'aveva degnato di uno sguardo.

In quei giorni di scuola, Masaki aveva visitato più e più volte l'infermiera della scuola che un qualsiasi altro professore, questo per via di quel periodo che procedeva i test, e perché non riusciva più ad avere il controllo sulla sua ansia.

Ma quella volta non era lì per l'ansia; durante l'ora di educazione fisica si era beccato una pallonata in faccia e aveva perso sangue dal naso, il problema non era per niente il sangue dal naso, ma era la vista del sangue che l'aveva fatto sbiancare peggio di un lenzuolo bianco.

Quindi, Kyousuke l'aveva accompagnato fino all'infermeria ed era tornato in palestra poiché non poteva rimanere lì con lui (le regole le faceva la preside, tutte da rivedere).

L'infermiera era molto simpatica e in quella settimana Masaki se l'era fatta veramente amica, aveva all'incirca una cinquantina d'anni, ed era davvero una brava donna.
Oltre all'essere simpatica andava un po' contro le regole; infatti, lasciava prendere l'aspirina senza chiedere permessi su permessi.
Ma solo se ne avevi veramente bisogno.

L'infermeria non era così grande. Era una stanza quadrata, e infondo al muro c'era il lettino che veniva separato dal resto della stanza con una tendina verde acqua, che veniva aperta o chiusa a seconda delle esigenze, dove c'era una cattedra e un piccolo mobile dove c'erano riposte tutte le medicine, il ghiaccio e cose così.

Dall'infermeria poi c'era l'accesso allo 'studio' riservato allo psicologo, e fu lì che vide Kirino Ranmaru; e probabilmente anche il ragazzo più grande lo vide.

Ranmaru salutò l'infermiera con il suo solito sorriso stampato in faccia. Parlava con lei molto più liberamente di quanto facesse lui, però, senza mai mancarle di rispetto.

Quindi quella volta che l'aveva visto, stava uscendo dallo psicologo?

"Che cosa ci fai qui?" Gli domandò Ranmaru quando la donna si fu allontanata.
"Faccio quattro chiacchiere con quella gentile signora mentre bevo dell'acqua zuccherata, vuoi unirti a noi?"

Ranmaru lo guardò torvo. Non gli piaceva quando lo guardava in quel modo, ma evidentemente era stato davvero poco carino a prenderlo in giro, anche se non l'aveva fatto in cattiva fede.

"Adesso puoi dirmi la verità? Sei svenuto?" Gli domandò ancora.
Masaki scosse la testa. "No, uno di un'altra classe che condivideva la palestra con noi ha ben pensato di tirare un calcio al pallone e io l'ho preso in pieno."

Lo vide quel sorrisino crescere sul suo volto, ma come si permetteva di fare un risolino sulle sue disgrazie?

"Guarda che mi sono fatto veramente male!"
"Ma come hai fatto a prenderla in pieno?" Gli domandò ridendo.
"Non l'avevo visto e Tenma mi ha chiamato nel momento peggiore e quindi eccomi qui... Tu... stai bene?" Gli domandò, ma se ne pentì un secondo dopo, quando l'espressione di Ranmaru cambiò, diventò molto serio.
"Non sono io quello in infermeria."
"Dovresti sapere a cosa mi sto riferendo." La porta dello psicologo era come le altre, e aveva i kanji ben visibili, scritti in un grigio chiaro. Era diventata d'un tratto interessante.
"Adesso ti preoccupi per me? È una cosa da niente, dovevo solo chiarire le idee."

Il silenzio calò tra di loro.

L'infermiera ritornò da lui, e si prese il ghiaccio che gli aveva dato per fermare il sangue dal naso.

Per fortuna non si era gonfiato, sembrava a posto.

"Credo dovresti andare ora..."
"Posso aspettare te, non ho fretta di tornare in classe."

Rimase veramente sorpreso dal suo gesto, infondo perché avrebbe dovuto aspettarlo?

L'infermiera lo lasciò andare solo dopo essersi accertata che stesse veramente bene.
Ovviamente gli diede un foglio da dare al professore, come le altre volte.
Era una specie di certificato medico, anche se non sapeva se potesse definirlo veramente così.

Uscirono dall'infermeria e si avviarono verso la palestra.
Per un po' nessuno dei due spiccò parola.

Ultimamente non avevano parlato molto, e si erano visti probabilmente solo al club di calcio, il che era veramente strano.
Masaki aveva continuato a credere che l'avesse deluso talmente tanto che Ranmaru non volesse più vederlo... eppure, eccolo lì che gli faceva compagnia mentre tornava in palestra.

Voleva sapere il reale motivo per la quale Ranmaru era uscito dallo psicologo, ma chiederglielo gli sembrava irrispettoso, se fosse successo l'esatto opposto probabilmente anche lui non avrebbe detto il motivo.

E poi, aveva una paura terribile di esagerare, e che questo comportasse un allontanamento da parte del ragazzo accanto a lui.

D'un tratto, Ranmaru gli bloccò il polso.

"Cosa? -
-I tuoi pensieri fanno troppo chiasso." Gli disse Ranmaru, poi, gli lasciò andare il polso.

Non se n'era nemmeno reso conto di star rigirando l'indice come al solito.

"Ti capita spesso, anche durante la partita, quando pensi o sei in ansia, credo, non so."
"Sì, scusa..."
"Immagino sia questo periodo vero? Avrai molto da studiare."
"Anche..."
"Non ne vale la bocciatura però."
"Questo lo so, ma ci tengo ad avere degli ottimi voti."
"Non ti facevo per niente un tipo studioso."
"Ehi! Guarda che non si giudica un libro dalla copertina!"

Ranmaru ridacchiò, e Masaki mise su un fintissimo broncio.

"Questa volta hai ragione, ti chiedo scusa." Gli disse. "Posso farmi perdonare offrendo qualcosa?" Gli mostrò una moneta. "Oppure sei troppo impegnato a studiare anche educazione fisica?"

La prima domanda che gli venne in mente fu: 'perché?' e poi: 'e se ci scoprissero?' Non poteva di certo rischiare un'altra punizione.

Il suo cervello non riuscì però ad elaborare quelle due frasi e per non rischiare di metterle in una sola disse: "Non è una cattiva idea."

Seguì Ranmaru per tutto il tempo, andarono verso i vecchi distributori.

Masaki si sentiva come se stesse andando a rapinare una banca, ma fu davvero felice di passare del tempo in più con Ranmaru.

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Quando arrivarono, Ranmaru gli diede il lusso di scegliere qualsiasi cosa volesse.
Ovviamente Masaki prese il suo amato tè, ne aveva fatto abuso in quei giorni e avrebbe continuato a farlo.

Ranmaru si prese il caffè, non aveva avuto nessun dubbio.

"Ti sei controllato oppure hai insistito per allenarti con un piede rotto?"
"È tutto a posto."
"Non lo dici perché siamo nella stessa squadra e potrei dire la verità all'allenatore, vero?"

Ranmaru rise: "No Masaki, è veramente tutto a posto, anzi, come se fosse nuovo."

Era felice di saperlo da lui.

"Pensi ancora alla partita non è vero?"
Masaki scosse la testa. "Non così tanto... avrei potuto fare di più."
"Abbiamo giocato tutti bene, anche se abbiamo perso, abbiamo comunque dato il massimo."
"La Raimon è veramente così forte... insomma fino a qualche mese fa tutti dicevano che era fallito il club di calcio della Raimon, invece... hanno vinto loro."

Ranmaru camminava piano, facendo avanti e indietro, poi d'un tratto si fermò e lo guardò, poi disse: "Sai cosa? Secondo me si sono allenati davvero tanto e noi non potevamo fare di più di così, non eravamo abbastanza pronti. Anche se ce l'avessimo fatta, saremmo arrivati in finale? Capisco la tua delusione, l'ho provata anche io, ed è per questo che ti ho detto che almeno tu, insieme a Tenma-kun e gli altri, sei arrivato più lontano di quanto io e gli altri abbiamo fatto. Non ci qualificammo, non arrivammo nemmeno alle finali delle qualificazioni.
Fu orribile, i ragazzi dell'ultimo anno abbandonarono la squadra, e Takuto divenne capitano, ma quella perdita ci ha aiutato a crescere. Ci siamo allenati, abbiamo creato nuove hissatsu, anche se non è stato abbastanza, siamo riusciti a giocare al Football Frontier, a non vedere più la cerimonia da dietro uno schermo. E poi, abbiamo ancora molta strada da fare, magari l'anno prossimo arriveremo in finale, chissà, magari avremmo la nostra rivincita contro la Raimon."

Sentirlo parlare della sua esperienza, di come la 'Alien' non si era qualificata lo scorso anno, di quelli dell'ultimo anno che avevano abbandonato... un po' lo faceva sentire sollevato. Sentendosi un po' più compreso di quanto pensasse.
Era rimasto all'oscuro fino ad allora sulla 'Alien' come squadra. Nessuno ricordava di loro prima... ma adesso, beh, sì.

"Magari questo ci aiuterà a crescere. Abbiamo dato il massimo, e nessuno poteva fare di più."
"Sì... hai ragione."

Ranmaru gli sorrise.

"Adesso, visto che mi hai detto che giudico un libro dalla copertina, cos'altro non so?" Domandò.
"Credi che io venga dallo spazio?"
"Ottima domanda, però da oggi mi hai tolto tutti i dubbi sul fatto che tu possa essere un extraterrestre."

Masaki rise. "E perché?" domandò.
"Perché hai il sangue rosso, gli alieni non hanno il sangue rosso."
"E tu come fai a saperlo? Ne hai mai visto uno?"
"No, tu li hai visti?"
"No no, ma se li vedrò gli domanderò da parte tua di che colore hanno il sangue."

Masaki veramente non riusciva a trattenersi dalle risate, era una conversazione così stupida.

Ranmaru gli sorrise. "Ti ringrazio ma non mi hai ancora detto cos'altro non so."
"Guarda che l'unica cosa che probabilmente hai giudicato te l'ho detta, vado bene nello studio."
"Allora, devi togliermi una curiosità"
"E perché dovrei?"
"Beh, perché ti ho offerto il tè, e ti ho fatto compagnia in infermeria, e ti ho salvato dai palloni vaganti della palestra." Iniziò ad elencare tutte quelle cose sulle dita.

Masaki rise.  "E va bene, ho afferrato il concetto."
"Okay, parto dal chiederti scusa se riapro il discorso, ma l'ultima volta, quando stavamo pelando le carote... hai detto che non conosci tua mamma, quindi l'altro cognome, di chi è? Porti due cognomi-"

Masaki non poteva credere alle sue orecchie.
Forse aveva veramente sottovalutato il cervello di Ranmaru.

"E che ci sono veramente rimasto quando me l'hai detto, e mi dispiace rifarti la domanda ma non voglio sembrarti uno stalker, e non voglio farmi uccidere per essere curioso, sai all'inizio pensavo che uno fosse di tua madre e uno di tuo padre, ma se non hai conosciuto tua madre..."

Probabilmente se non avesse finito il tè da un bel pezzo, si sarebbe strozzato.
Ranmaru era così intelligente.

"Mi hanno adottato... ecco perché ho due cognomi, ma è una storia troppo lunga del perché ce l'ho ancora... in realtà sei anche il primo a esserci arrivato, è una domanda che nessuno mi ha mai posto."

Se non l'avesse fermato nuovamente, probabilmente Masaki si sarebbe spezzato il dito.

"Scusa, per la domanda, e grazie per avermi risposto, potevi anche non farlo."

Masaki scrollò le spalle. "Non ho nulla da nascondere."

Ranmaru gli lasciò andare la mano, di nuovo.
"Non sei l'unico a nascondere qualcosa."

Ed ecco qui, che il cervello di Masaki abbandonava la base.

"Hai ucciso un uomo?" Domandò.
"Cosa- no." Rise Ranmaru. "Non è così grave!"
"Allora non hai nessun segreto."
"Tu hai ucciso un uomo?"
"No no, solo a vedere il sangue svengo come potrei mai uccidere un uomo?" Disse ridendo.

Ranmaru si fece di nuovo serio. "Svieni alla vista del sangue?"
"Secondo te per cos'era acqua e zucchero?"
"Ma hai detto che non eri svenuto."

Masaki sospirò. "Ho paura del sangue, acqua e zucchero e perché una micro-gocciolina di sangue l'ho vista, non sono svenuto, giuro."

Solo dopo aver gettato il bicchiere di caffè vuoto che aveva tra le mani, Ranmaru sorrise e disse: "Allora hai ragione, non potresti mai uccidere un uomo." Poi, guardò l'orario sul suo cellulare, e Masaki si ricordò di aver lasciato il suo tra le mani di Kyousuke.

Sperava vivamente che nessuno avesse avvisato i suoi genitori.

"Credo sia ora di andare." Disse Ranmaru.

No, Masaki non voleva già tornare in classe, ma annuì lo stesso.

"Ti accompagno, no? Cioè, dobbiamo fare la stessa strada in entrambi i casi."
"Sì, va bene."

Era davvero gentile a fargli ancora compagnia.

Poteva anche entrare per le scale antincendio, invece gli faceva compagnia fino alla palestra.

Parlavano come se fossero migliori amici da tempo, e per Masaki era così facile confidarsi con lui, se non fosse così serrato sull'argomento, avrebbe anche potuto parlargli di Ryuuji e Hiroto.
Se non fosse che... aveva ancora paura di fidarsi così tanto.
Preferiva parlare di persone che non aveva mai conosciuto, piuttosto che di Ryuuji e Hiroto.

"Quindi come passavi la festa della mamma?" Domandò Ranmaru.
"Oh non vuoi davvero saperlo."
"Invece sì. Insomma, non facevi nessuno di quei lavoretti o poesie e cose simili immagino."

Ranmaru, nonostante non sembrasse, ci andava con i piedi di piombo, era calmo e mai incauto. Non voleva ferirlo.

"Di solito rimanevo a casa... però, sapendo la mia situazione... quei lavoretti li facevo per chi volevo bene."
"È una cosa carina, non tutti gli insegnanti sono persone inclusive."
"Già..."
"Se non avessi visto il colore del tuo sangue, avrei potuto dire che sei un alieno, e che sei venuto alla Alien perché... beh, perché 'Alien' significa 'alieno' e quindi pensavi di trovare tuoi simili. Invece hai trovato soltanto dei poveri studenti che studiano tutto il giorno, e dei ragazzini fissati con un oggetto sferico che ricorda la terra."

Masaki rise. "È la cosa più stupida che io abbia mai sentito."

Ranmaru lo guardò, come se per lui fosse importante riuscire a strappargli una risata.

Parlarono ancora un po', di discorsi un po' inutili in realtà, ma a Masaki gli stava davvero bene così, apprezzava veramente la compagnia di Ranmaru.

Ranmaru si fermò poco prima del corridoio che portava alla palestra.
"Allora... torno in classe."
"Grazie per il tè... e per avermi fatto compagnia in infermeria."
"Non devi ringraziarmi, volevo veramente- e poi dovevo saltare giapponese, odio quella di giapponese."

Masaki gli sorrise. "A chi lo dici, la nostra è una vecchia megera."

Ranmaru sembrava intento a scavare il suo vocabolario interiore.
"Ci vediamo, agli allenamenti, intendo, va bene? Cioè, ci vediamo agli allenamenti."

Faceva strano vederlo così impasticciato.
Ed era un po' buffo.

Una strana sensazione avvolse Masaki, come tutte le volte che avevano riso insieme in quei momenti. Ne voleva di più.

"Sì, ci vediamo agli allenamenti."

Masaki stava veramente per andarsene quando Ranmaru lo fermò.

Si fissarono, e gli occhi azzurri di Ranmaru non gli erano mai sembrati così vicini come allora.
Erano come un cielo estivo, senza nuvole, di un azzurro intenso.

E poteva sentire il suo respiro vicinissimo, l'odore del caffè che gli inebriava le narici era disgustoso, ma, poteva fare un piccolo sforzo, sopportando quell'odore e rendendolo quasi... piacevole?

Non erano mai stati così vicini prima d'ora, nemmeno in quelle frazioni di tempo quando si scambiavano il cinque sul campo.
Era davvero strano, vedere da così vicino l'espressione calma e sicura sul suo volto, anche se un secondo fa era goffo e impacciato.

Poi, forse, si rese conto che erano troppo vicini, Ranmaru lasciò la presa sul suo polso e disse: "Io... volevo ringraziarti per avermi chiesto dello psicologo, cioè- l'ho davvero apprezzato, grazie. Allora ci vediamo oggi... volevo dire agli allenamenti."

Masaki stava facendo il meglio per trattenersi dalle risate.
"Sì, agli allenamenti."

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Non appena le lezioni finirono, si precipitarono in mensa.

Al tavolo c'era solo Shinsuke.

Masaki si appuntò mentalmente di mandare un messaggio ad Hikaru per chiedere come stesse.

Dopo aver preso il pranzo, si sedette accanto a Kyousuke, mentre Tenma si sedette accanto a Shinsuke.

"Come ti senti Masaki? Tenma mi ha detto della pallonata."

Tenma, quando mai teneva la bocca chiusa? Da lì a breve l'avrebbe saputo tutta la squadra o, meglio dire, tutta la scuola.

"Tutto bene Shinsuke, grazie. Non era niente di che."
"Una pallonata in faccia non è una cosa da niente." Disse Tenma. "Mi dispiace veramente tanto Masaki..."
"Ma non è stata colpa tua Tenma, ne abbiamo già parlato."
"Non hanno chiamato i tuoi genitori?" Domandò Shinsuke.
"No, non sanno ancora niente."

Per fortuna, anche perché Ryuuji non doveva assolutamente saperlo.

"Non ti hanno ancora chiamato dalla preside?"
"Perché dovrebbero farlo?"
"Perché chi ti ha dato una pallonata in faccia probabilmente verrà espulso?"
"Non credo chiameranno anche Masaki." Disse Kyousuke.
"Possiamo cambiare discorso adesso? Sto bene, fine della storia."
"Ma Masaki! Guarda che parlarne fa bene!"
"Piuttosto, quando tornerà Hikaru a scuola?" Domandò a Shinsuke.
"Non lo so, forse la settimana prossima, o la prossima ancora, quello più informato credo sia Amagi, stava pensando di andarlo a trovare, o almeno così gli ho sentito dire." Gli rispose.
"E non ha chiesto a nessuno di andare con lui?"
"No, che io sappia."
"Ehi, come Amagi è amico di Hikaru anche noi lo siamo." Disse Tenma. "Dovremmo andare anche noi."
"Sì, magari farà bene a Hikaru."

Kyousuke non obiettò, anche lui teneva a Hikaru forse.

"Allora è deciso, andremo a trovare Hikaru, magari domani stesso!"
"Chiederò io se possiamo andare, così gli porto anche le lezioni che ha saltato." Disse Shinsuke.

Cambiarono argomento, e Masaki non era solito guardarsi attorno, ma oggi cercava di proposito una persona.

Cercava Ranmaru, senza prenderci in giro.

Ma non lo trovò al tavolo dov'era di solito c'erano seduti Shindou e alcuni membri della squadra. Chissà dov'era finito, glielo avrebbe chiesto agli allenamenti.
Anche se forse, aveva ià finito di pranzare ed era andato via, infondo nemmeno Shindou c'era al tavolo, o forse avevano mangiato in aula...

Fatto sta che appena la pausa pranzo finì, tornarono in classe, a continuare le noiose lezioni.

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Non aveva molta voglia di allenarsi, la testa gli faceva male, per cause di forze maggiori però, non poteva rinunciare agli allenamenti, Endou non gliel'avrebbe perdonato. E nemmeno Ranmaru.

Magari se gli avesse detto dell'accaduto non l'avrebbe comunque fatto allenare, ma non ci teneva ad essere sotto i riflettori come aveva fatto con Shinsuke.

Ranmaru era arrivato in ritardo, accompagnato da Shindou, i due parlavano come se niente fosse.

Arrivarono al campo, e prima di iniziare con il solito riscaldamento, Endou disse loro che la 'El dorado.', una delle squadre che aveva perso al Football Frontier, aveva chiesto loro di fare un amichevole, e non era stata l'unica, però non aveva ancora accettato.

Li lasciò poi allenarsi come in quei giorni.

"Oggi non c'eri." Disse Masaki.
Ranmaru aggrottò le sopracciglia. "Dove?" 
"A mensa."
"Come?"
"Sei sordo? Oggi a mensa non c'eri, hai mangiato? E dove?"

Ranmaru rise. "Ero in classe, con Takuto, avevamo da studiare alcune cose. Adesso mi controlli?" Ammiccò.
"Cosa? No! Io- - sbuffò- Non ti ho visto e pensavo che fossi un cretino che beve solo caffè."
"Grazie per la preoccupazione ma non vivo di caffè." Rise ancora.

Masaki arrossì. "Uno si preoccupa e viene pure preso in giro."
"Suvvia ti ho ringraziato." Rise ancora. "E che sembravi sul punto di uccidermi."
"Lo avrei fatto!"
"Con la paura del sangue che ti ritrovi? Non credo proprio."
"Beh, questo è un altro discorso!"

"Ehi voi due ma che aspettate a passarmi quella palla??" Domandò Amagi.
"Adesso alleniamoci." Gli disse Ranmaru.

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A fine allenamenti, Masaki se ne tornò a casa con Tenma e Kyousuke.

Non parlarono molto, ma Tenma era veramente emozionato per le amichevoli; quindi, parlò lui per tutto il tempo.

Arrivato a casa, corse a prendersi l'aspirina e poi a fare la doccia.

Aspettò l'arrivo dei suoi genitori mentre studiava 'arti tradizionali giapponesi: Shodo e Haiku', non amava né Shodo né haiku, odiava le poesie.
Ci perse abbastanza tempo, proprio perché non spiccava nella materia.

Appena Hiroto e Ryuuji tornarono a casa, Masaki lasciò perdere lo studio.

Raccontò per filo e per segno cosa era successo a scuola, non aveva omesso la pallonata purtroppo, anche perché, se non l'avesse detto lui, di sicuro Endou o qualcun altro gliel'avesse detto.

Ogni tanto lui e Ranmaru parlavano su 'Instagram', lui gli aveva chiesto come si sentiva con il naso e Masaki gli chiese come stesse lui.

A tavola parlò con loro per quanto riguarda della scuola, dei test e cose così.
Disse anche che sarebbero andati a trovare Hikaru; lui, Kyousuke, Tenma e Shinsuke.

"E con chi e che parli ora?" Domandò Hiroto.
"Nessuno."
"Nessuno ti disturba mentre mangi adesso?"
"Hiroto."
"Dai Ryuu. -Non l'ha mai fatto.-" sussurrò a Ryuuji, come se lui non potesse sentirlo.

E mentre quei due continuavano a sussurrarsi come fare i genitori a vicenda, Masaki ripose il telefono, capendo che la cosa con Ranmaru gli stava veramente sfuggendo di mano, e che avrebbe potuto farne a meno.

Fece un colpo di tosse, richiamando l'attenzione dei due adulti. "Scusate." Disse.
"Nessuno non ha un nome? Chi è?"
"Ryuu aiutami."
"Hiroto." Lo canzonò ancora Ryuuji. "È solo curioso Maki, non ci si può negare che hai sempre la testa tra le nuvole ultimamente."
"Non ho la testa tra le nuvole. Ed è Kyousuke comunque."
"Ah certo, Kyousuke."

Come poteva prevedere, Hiroto non ci cascò, e molto probabilmente nemmeno Ryuuji.

Però nessuno dei due chiese più nulla, anche se non se l'erano bevuta.

Dopo cenato, Masaki li lasciò alla loro serata film dell'orrore. Avrebbe partecipato, ma stava veramente morendo dal sonno

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×Angolino autrice ×
Hi, salve, hello!

Eccoci qui con un nuovissimo capitolo!

Alloora finalmente dopo un 4 capitoli, precisamente dal capitolo 11, veniamo a conoscenza del fatto che Ranmaru va dallo psicologo scolastico!
Il motivo? penso sia abbastanza ovvio :') ma se non l'avete intuito va comunque bene così.

Sempre Ranmaru, impacciato perché ragazzi per me è così, peggio di Masaki. (no, nessuno può battere Masaki)
+ HiroMido che cercano di capire qualcosa sulla vita sentimentale del proprio pargolo, dopo ovviamente l'inizio. Ci sono mancati.

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Capitolo 19
*** 17. ***


TW: Ansia, attacco di panico;

×Angolino autrice ×
Segnerò con i tre asterischi l'inizio e la fine.
Buona lettura <3.

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Lì a Nagano, non aveva nevicato, non ancora.
A detta di Hiroto avrebbe nevicato a breve.

Mancava poco alle vacanze di Natale, e Masaki poteva ritornarsene a Kyoto dal resto della sua famiglia, come ogni festività.

Una parte di lui non vedeva l'ora di staccare la spina da Nagano, di staccare la spina da quel turbinio di emozioni, belle e brutte.
Era davvero un periodo pesante, dapprima della partita contro la Raimon, fino ad arrivare a quei giorni, dove mancava sempre meno alla chiusura del trimestre.

Sarebbe imploso, prima o poi.

Nonostante quel piccolo sfogo avuto dopo la partita, si sentiva ancora stracolmo di emozioni, che sembravano nemmeno appartenergli, e nonostante quella settimana sembrava volesse ucciderlo, Masaki aveva preso la sufficienza in quasi tutte le materie, quindi poteva dichiararsi vincitore e aveva il diritto di passare le vacanze in santa pace.

E poi, trovava un piccolo sollievo con Ranmaru, che era anche la sua dannazione... in quella settimana parlavano veramente tanto, oltre che su 'Instagram', a scuola si beccavano per i corridoi, si salutavano prima di entrare a scuola, all'ingresso.

Ed era veramente strano.

Non aveva più toccato l'argomento 'psicologo' con Ranmaru, ma fu Ranmaru stesso a dirgli che andava veramente bene e che lo stava aiutando parecchio.

Non si era ancora permesso di chiedergli perché ci andasse. Probabilmente non l'avrebbe mai fatto.

Una volta, durante una pausa pranzo, Tenma invitò Shindou a sedersi con loro a tavolo e fu proprio Ranmaru a costringerlo a rimanere, dicendo che dovevano stringere di più con loro primini, a quanto pare quella risposta bastò a Shindou, oppure faceva qualsiasi cosa gli dicesse Ranmaru... questo non poteva saperlo.

Tenma quel giorno si lasciò sfuggire che sarebbero andati a trovare Hikaru, che poverino era ancora a casa, e Shindou disse loro che il resto della squadra era intenzionato ad andarlo a trovare tutti insieme.
(Amagi doveva andarci da solo, ma a quanto pare, sarebbero andati da Hikaru tutti insieme.)

A volte, lui e Ranmaru semplicemente si incontravano per i corridoi per raggiungere le proprie classi.
Insomma, non sapeva veramente spiegare la strana piega che prese la situazione.

A casa appunto, finiva di mangiare in fretta e furia per poi andare in camera sua, e non l'aveva mai fatto prima d'ora.

Probabilmente i suoi genitori avevano ragione a dirgli che era distratto ultimamente, ma non era mica colpa sua, si trovava bene a parlare con Ranmaru, si era fatto un buon amico.

Un giorno, andarono a trovare Hikaru dopo gli allenamenti, avevano chiesto ad Endou di finirli prima e stranamente aveva accettato. Masaki aveva attraversato Nagano intera per arrivare da Hikaru, insieme ai suoi compagni di squadra; mai avrebbe immaginato una cosa simile.

Hikaru abitava veramente dall'altra parte, dopo la scuola; mentre Masaki con Tenma e Kyousuke proseguivano verso destra, Hikaru e Shinsuke andavano verso sinistra. 
E a pensarci bene, era la prima volta che si allontanava così tanto da casa.

Casa di Hikaru, era una casa normalissima, piccola e modesta; e la signora Kageyama era davvero simpatica per quel poco che l'aveva vista.

Hikaru si era ripreso alla grande e aveva ringraziato tutti per essere andati a trovarlo, sarebbe ritornato a scuola dopo le vacanze natalizie, questo perché aveva ancora un po' di difficoltà quando appoggiava il piede per terra, ma stava bene veramente.

Masaki ebbe da scherzare sul fatto che era difficile sopportare Tenma e Shinsuke in sua assenza.

Rimasero un bel po' da Hikaru, anche perché tutta la squadra era presente; ma non fecero veramente tardi, anche perché Masaki non ci teneva a fare la strada a ritroso di piena notte.

Così, una volta usciti da casa di Hikaru, si salutarono.

Ranmaru, forse mosso dalla curiosità, gli domandò dov'è che abitasse, e Masaki per fare un po' il vago disse che abitava accanto a Tenma e Kyousuke, ma non disse precisamente dove.
Casa sua era casa Kira, avrebbe scoperto in un millisecondo che i suoi genitori erano Hiroto e Ryuuji, intelligente com'era.

D'altro canto, Ranmaru gli indicò casa sua e casa di Shindou, un'enorme villa bianca.
Cosa poteva mai aspettarsi da uno come Shindou? Non faceva per niente il modesto.

In quel preciso momento, faceva strada con Kyousuke, Tenma e Shinsuke.
Shinsuke si era unito perché Tenma l'aveva invitato a casa sua, sarebbe stato meglio l'inverso, ma Tenma voleva fargli conoscere Sasuke.

Adesso quei due camminavano davanti, mentre lui e Kyousuke un po' più distanti.
Ascoltavano in silenzio gli strani discorsi tra Tenma e Shinsuke.

"Kirino non ti sta troppo addosso?" Domandò Kyousuke.
"Cosa? Perché dici questo Kyo?"

Kyousuke scrollò le spalle. "Ultimamente ci passi del tempo insieme, e prima ti ha addirittura fatto vedere casa sua."
Masaki ridacchiò. "Siamo solo amici, non preoccuparti, nessuno prenderà il tuo posto.

Kyousuke non rise, non sembrava per nulla contento della sua nuova amicizia con Kirino Ranmaru.

"Non mi fido, di Kirino intendo." Kyousuke aveva le mani in tasca, proteggendole dal freddo, indossava la divisa scolastica della 'Alien', solo che a differenza degli altri, lui alzava il colletto della giacca. Il suo sguardo era tagliente, come se volesse scrutarti nell'anima.
"E perché no? È un tipo a posto. Non dirmi che ti ha fatto qualcosa."
"No. È una sensazione."
"Sei geloso."

Kyousuke lo spintonò. "Ma non farmi ridere."
"E allora perché?" Masaki cercò di rimanere in equilibrio.
"Te l'ho detto, è una sensazione." Ripeté. "Sono contento che ti fai nuovi amici, però sta attento."

Non voleva dare molto peso alle parole di Kyousuke, ma lui aveva riposto 'fiducia' in Ranmaru, gli sembrava veramente un tipo a posto. Perché avrebbe dovuto essere attento?

"So quello che faccio Kyo, tranquillo."

A quanto pare, quella risposta bastò per colmare qualsiasi dubbio avesse Kyousuke.

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Quella mattina Masaki si era svegliato di buon umore, e niente e nessuno poteva rovinarglielo.

Forse era per via dell'avvicinamento delle vacanze, anche se gli dispiaceva, adesso che aveva un legame più solido, lasciare i suoi compagni... e non vedere Ranmaru per due intere settimane.
Gli sarebbe mancato? E Ranmaru avrebbe sentito la sua mancanza?
Non poteva darsi una risposta.

Arrivò a scuola in perfetto orario e aspettò, insieme a Tenma e Kyousuke l'arrivo di Shinsuke.
Stare senza Hikaru era faticoso per Masaki, era la prima persona che aveva conosciuto, ed erano diventati davvero ottimi amici.
Essere andati a fargli visita fu stata la scelta migliore.

Fuori scuola, come al solito, salutarono Ranmaru e Shindou, che erano appena arrivati.
Ranmaru li salutò con un sorriso smagliante.

Vederli allontanare, fece pensare a Masaki quanto fosse fortunato Shindou ad avere Ranmaru al suo fianco, e viceversa.
Sì, alcune cose di Shindou gli stavano antipatiche, ma credeva fosse un buon amico per Ranmaru ed era ovvio il contrario.

I lunghi codini di Ranmaru si muovevano insieme al gelido vento invernale. Si chiese se li avesse mai sciolti.
Non l'aveva mai visto nemmeno una volta rifarsi uno dei due codini, nemmeno post allenamento e Ranmaru era quello che faceva la doccia dopo gli allenanti; quindi, si era aspettato che li sciogliesse, invece non era proprio così. Quanta gelatina ci metteva per far sì che non dovesse rifarli ogni volta?
Quando Ryuuji attaccava i suoi capelli in uno chignon, doveva sempre rifarlo poco dopo.

Ancora gli faceva strano vedere Shindou che veniva accompagnato dal suo tassista fidato a destra e manca.
Masaki non era così sfacciato, e non avrebbe mai schiaffeggiato i soldi dei suoi genitori e se solo provasse a dire a Ryuuji e a Hiroto che volesse un autista privato, beh, era più sicuro che sarebbe tornato dritto da sua zia Hitomiko, a piedi.

Però, d'altro canto, pensava che forse Shindou fosse costretto dai suoi genitori, perché erano persone importanti, e ci tenevano alla vita del figlio.

"Shinsuke mi ha mandato un messaggio." Annunciò Tenma. "Ha detto che entrerà più tardi e che non dobbiamo aspettarlo."
"Ci hai fatto gelare per niente." Borbottò Kyousuke.
"Hei, non è colpa mia."
"La prossima volta non aspettiamo nessuno, o se dobbiamo, dentro." Disse Masaki.
"Antipatici." Disse Tenma.

Tenma si parò davanti a Masaki e Kyousuke e disse: "Oh no e se Shinsuke non venisse? Cosa faremo in mensa?"
"Mangeremo insieme come ai tempi."
"Già." Disse Kyousuke. "Non morirà nessuno."
"Non è giusto." Tenma riprese a camminare sconsolato. 

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Tra un cambio d'ora e l'altro, Masaki se ne stava sul ciglio della porta a fissare tutti gli studenti che spassavano per i corridoi.

Non era una cosa che faceva spesso, ma doveva veramente sgranchirsi le gambe.
Stare fermo e seduto tutto quel tempo non era proprio da lui.

Aveva visto Midori, la manager del club di calcio del secondo anno, correre dietro Ryoma; non aveva idea del perché corressero in quel modo ma Midori sembrava molto furiosa.
E aveva saputo, grazie a Tenma e il suo gossip (fatto con Aoi), che sembrava avesse un qualcosa simile ad una relazione con Ryoma Nishiki.

A lui interessava? No.
Ma Tenma pensava gli piacesse Midori, e quindi gliel'aveva detto per fargli perdere qualsiasi speranza avesse.

No, non potrebbe mai stare con una come Midori. Non era proprio il suo tipo.

Se ne ritornò al suo posto poco prima dell'inizio delle lezioni.
Kyousuke non c'era, era uscito per andare in bagno durante il cambio, Tenma invece era seduto al suo banco che dormiva.
Sì, dormiva.

Era così stanco perché studiava anche di notte per raggiungere una singola sufficienza, così aveva detto Kyousuke.

Masaki lo svegliò prima che il professore entrasse in classe.

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Shinsuke, per la gioia di Tenma, era presente, seduto al loro tavolo della mensa.

"Shinsuke!!" Tenma si sedette immediatamente accanto a lui. "Credevo non fossi venuto!"
"Scusa veramente! Stamattina ho fatto tardi e sono entrato in seconda ora."
"Oh capisco... almeno sei qui!"

Non aveva voglia di ascoltare i soliti discorsi tra Shinsuke e Tenma, quindi si concentrò sul cibo, che faceva veramente schifo.

In mensa c'era quel tipico chiacchiericcio di persone che parlavano tra di loro.
La maggior parte mangiava in compagnia.

Al tavolo dei ragazzi della squadra si parlava animatamente di qualcosa, ma avevano comunque un tono basso rispetto al resto della mensa.
Sembrava un discorso 'privato'.

Ranmaru, che era l'unico a non parlare, mangiava tranquillamente la pietra che c'era al posto della fetta di carne.
La tagliava con una facilità assurda, eppure non era così morbida!
Shindou che era accanto a lui, lo esortava a parlare, dandogli delle gomitate.

Masaki voleva veramente sapere di cosa stessero parlando, sembrava interessante.
I suoi occhi balzarono su ogni membro presente a quel tavolo.

Hamano sembrava veramente preso dal discorso, la sua voce era leggermente più alta delle altre, quasi la riusciva a sentire, e sembrava così sorpreso.
Non era l'unico, anche Amagi aveva la stessa identica espressione sorpresa.

Dopo esser stato esortato da Shindou, anche Ranmaru si unì al discorso, i due sembravano gli unici in quel tavolo a non esser sopresi, insieme a Sangoku.

"Masaki." Tenma lo chiamò.

Masaki si voltò verso il suo interlocutore. "Cosa?"
"Io e Shinsuke andiamo a fare un altro giro, tu per caso vuoi qualcosa?"
"No, grazie."

Tenma si alzò e se ne andò vicino al grande bancone seguito da Shinsuke.
Ma come faceva a mangiare ancora?

Kyousuke gli diede un pizzicotto.
"Hei! Mi hai fatto male."
"A cosa stai pensando?"
"A come faccia Tenma a mangiare ancora."

Kyousuke sorrise. "Tenma ha il verme solitario, e credo che il suo verme abbia trovato un amico."

Tenma cercava sempre di unire Shinsuke al loro trio, e né a lui né a Kyousuke dava fastidio in realtà.
Era contento per lui, per Tenma era più facile fare amicizia, a differenza di lui e Kyousuke.

Non sapeva ancora com'era riuscito a farsi amico Hikaru, ma gli voleva veramente bene, così come ne voleva a Kyousuke e Tenma.
Forse un po' meno a Shinsuke e diversamente da Ranmaru...

"Il verme solitario di Tenma non ha buon gusto. Questa carne è pietra."
"Hai ragione, fa tutto schifo, e tu non stavi veramente pensando a Tenma."
"Ma sì. E solo che vorrei non fare le ultime ore di lezione."
"Ah a chi lo dici, quanto vorrei andare direttamente al club."
"Già... anche io."

Tenma e Shinsuke tornarono con entrambi i vassoi pieni.
Pieni fino all'orlo.

"Pancia mia fatti capanna!" Disse Tenma, prima di mettere in bocca una cucchiaiata di purea. Shinsuke lo seguì a ruota.

"Masaki voleva sapere come fai ancora a mangiare, visto che fa tutto schifo." Disse Kyousuke.

Tenma bevve un sorso d'acqua prima di rispondere. "Ho una fame da lupi, potrei mangiare qualsiasi cosa. E poi mi piace, la carne e davvero buona! Dovresti mangiarne in abbondanza Masaki, fa bene per il club di calcio."
"Tenma... ricordami di invitarti a mangiare qualcosa di sano a casa mia." Disse Masaki.
"Magari!"
"Almeno mangerai qualcosa di commestibile..."

E mentre Tenma partì a parlare a macchinetta, Masaki ritornò a posare il suo sguardo sul tavolo di Ranmaru, adesso sembravano parlare normalmente e Hamano sembrava stesse scrivendo qualcosa sul braccio.

Masaki guardò poi il suo vassoio.
Il riso non l'aveva mangiato del tutto e la carne... ormai aveva perso ogni traccia di morbidezza, ma mangiò comunque la poltiglia simile alla purea.

Tenma gli aveva detto di mangiare più carne, ma quella che aveva nel piatto non era carne. Voleva tanto mangiare qualcosa di Ryuuji...

Finito il pranzo, aspettò che Tenma e Shinsuke finissero, in modo da poter tornare in classe tutti insieme.

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A lezioni finite, fece strada insieme a Tenma e Kyousuke verso il club di calcio.
Erano passati prima a prendere Shinsuke, perché  ormai Tenma lo includeva dovunque.

Arrivati agli spogliatoi, vennero informati che Endou aveva detto loro che avrebbero fatto una piccola partitella con la seconda squadra, niente di ché.

"Ranmaru ti stai facendo un problema insensato, non sei mica l'unico bello mio." Aveva detto Hamano poco prima che entrassero nello spogliatoio. "Oh, ciao ragazzi!" Li salutò poi Hamano.

Loro salutarono e il discorso non si riaprì.

Qual era il problema che Ranmaru si stava ponendo?
Se Hamano aveva detto che era insensato forse aveva ragione, era pur sempre Hamano.

"Muovetevi." Disse Shindou.
L'unico ad essere già in divisa e l'unica cosa che gli mancava era la fascia da capitano che stava indossando.

Hamano aveva ancora tutti i vestiti addosso così come gli altri e Ranmaru invece stava indossando i pantaloncini in quel momento.
Erano tutti in alto mare. 

Ranmaru gli aveva lanciato uno sguardo, e l'aveva salutato con la mano appena entrato.
Neanche stavolta riusciva a leggere cosa Hamano gli avesse scritto sul braccio.

Non perse altro tempo ed iniziò a cambiarsi anche lui, non ci teneva a far arrabbiare Shindou.

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Dopo il solito riscaldamento iniziarono ad allenarsi.
Quella specie di 'partita' si era rivelato un semplice allenamento con i ragazzi della seconda squadra, un po' misti.

Masaki ebbe la fortuna di essere affiancato a Ranmaru nella prima squadra, mentre Tenma era finito in seconda con Hamano e gli altri.

"Cos'hai sulle braccia?" Domandò Masaki.
Adesso sì che poteva domandarglielo.

Ranmaru si controllò il braccio, ma non si ricordava nemmeno quello che faceva?
"Ah, niente, è una cretinata di Hamano."
"Non aveva carta in quel momento?"

Ranmaru scrollò le spalle: "Si diverte così."

Aveva uno strano modo di divertirsi, Hamano.

"C'è scritto: 'Ranmaru sei un cretino.'" Lesse Ranmaru, con un po' di difficoltà, forse era andato più a memoria, i kanji di Hamano non erano ben leggibili.

"E te l'ha scritto sul braccio?"
"Sì, per ricordarmelo."
"Ricordarti che sei un cretino?" Rise Masaki.
"Proprio così."
"Ed ha ragione?"
"Non credo proprio."
"Però un po' lo sei."
"Hei, non ti ci mettere anche tu. Mi stanno chiamando cretino da stamattina." Sospirò.

Masaki rise. "E va bene, va bene, ma posso scriverti sull'altro braccio che concordo con Hamano?"
"Non c'è spazio, qui ci sono le risposte al test di Shodo."
"Ti sei scritto le risposte ad un test sul braccio?"
"Si? Cosa c'è di male? Non sono molto bravo in 'arti tradizionali.'"
"Anche io, ma non scrivo le risposte sul braccio."
"Cause forze maggiori, di solito studio."

Avevano qualcosa in comune allora, entrambi erano una schiappa a 'arti tradizionali: shodo e haiku'. Un po' ne rimase sorpreso.
Ranmaru sembrava veramente un tipo studioso, e non lo stava giudicando.

"Quindi non posso chiederti una mano?"
"Non eri un tipo studioso?" Domandò Ranmaru.
"Ma sì! Guarda che sono arrivato a prendere 'B' io."
"Allora io dovrei chiedere una mano, ho 'C', e di sicuro quella vecchia la confermerà a breve."
"Il club di calcio non ti aiuta nei voti?"
"Non fa miracoli però."

Aveva ragione. Non poteva passare ad una 'A'.

"Scherzavo comunque, non mi devi una mano."

Masaki si accigliò. "Non vedo come potrei, ho un intero anno dietro."
"Effettivamente, però se hai bisogno di un aiuto-
-Grazie, ma riesco ancora a cavarmela da solo!"

Furono interrotti.

Shindou si avvicinò a loro solo per dire che dovevamo smetterla di parlare tra di loro e concentrarsi sull'allenamento.
Antipatico.

Chi era lui per interromperli in quel modo?

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A fine allenamento tornarono negli spogliatoi.

L'allenamento era stato poco faticoso, non si sentiva per nulla distrutto come d'altronde capitava di solito.

"Domani verrà a vederci Gouenji Shuuya!" Ricordò Hamano tutto emozionato. "Ma ci credete?" Non la smetteva di fare avanti e indietro per gli spogliatoi.

Endou aveva invitato Gouenji Shuuya, ex bomber della Raimon ai suoi tempi migliori, ed ex allenatore della Kirkwood. L'aveva invitato lì per vedere gli allenamenti, o forse perché avevano qualcosa di cui parlare.

"Io una volta ho visto Fubuki Shirou, si dice sia l'allenatore dell'Alpine." Disse Amagi.
"Magari avremmo potuto incontrarlo..." Disse Tenma.
"Beh, loro non hanno ancora giocato, magari un giorno potremmo allenarci con loro." Disse Sangoku.
"Ma hanno scelto tutti di fare gli allenatori?"
"Effettivamente.... Mi sembra abbiano tutti proseguito con la carriera calcistica." Disse Kurama.
"Pensate in grande, potremmo fare una grande uscita con tutti i membri dell'Inazuma Japan!" Disse Hamano. "Possiamo chiederlo all'allenatore? Per favore Shindou."
"Dai." Sangoku diede una gomitata al capitano. "Guarda com'è contento Hamano."

Shindou sospirò, non sembrava così felice di quella richiesta. "Glielo proporrò, ma non vi prometto nulla."
"Shindou ti eleggo capitano per i prossimi dieci anni." Disse Hamano prendendogli le mani.
"Oddio no." Rise Shindou.

"Magari anche Masaki può chiedere ai suoi genitori di unirsi!" Disse Shinsuke.

Un allarme rosso suonò nella testa di Masaki a tutta potenza.
Shinsuke non era stato avvisato? L'aveva dimenticato?

"Ma cosa c'entrano i genitori di Masaki?" Domandò Tenma ridendo, probabilmente cercando di sviare il discorso. "Loro non-
- Ma Tenma, secondo te Hiroto non parteciperà ad una rimpatriata con l'Inazuma Japan?"

Tenma serrò la mascella.

"Intendi Hiroto Kira? Quell'Hiroto??" Domandò qualcuno.

Il suo cervello aveva smesso di funzionare, stava pian piano perdendo il controllo su tutto. "Basta Shinsuke!" Non era così sicuro che l'avesse sentito.

Si era ritrovato con gli occhi addosso. Quegli occhi.
Poteva sentire i pensieri di tutti.

Shinsuke si voltò a guardare Kyousuke e Tenma. "Ho fatto qualcosa che non dovevo fare...? Credevo che la squadra lo sapesse-"

"Hei Kariya ma perché non ce l'hai mai detto?" Rise Hamano.

Doveva andarsene, e di corsa.
Prima che sarebbe stato troppo tardi, prima che sarebbe esploso lì davanti a tutti.

Perché nessuno aveva ricordato a Shinsuke che era ancora un argomento delicato?
Era tutta colpa sua. Solo e soltanto colpa sua.
Come aveva potuto dimenticare qualcosa di così importante??

'Puoi farcela Masaki', si disse.
Ma no, no che non poteva farcela.

E Ryuuji, Ryuuji gliel'aveva detto! Ma perché non dava mai ascolto a nessuno?
Aveva fatto un casino, ed era solo e soltanto colpa sua.

Non poteva dare la colpa a Shinsuke, lui non c'entrava nulla.

"Masaki, scusa... io-" Ormai non lo stava nemmeno più ad ascoltare.

Shinsuke non aveva colpe, avrebbe voluto dirglielo, ma se avesse aperto bocca da lì sarebbe uscito solo un singhiozzo.
Era tutta colpa sua.
Shinsuke aveva semplicemente creduto che la squadra ne fosse al corrente. Era innocente.

Ingoiò un boccone amaro.
"A domani." Fu l'unica cosa di riuscire a dire prima di andare via.

Si voltò senza nemmeno aspettare Tenma o Kyousuke.

Doveva andarsene da lì dentro.

"Masaki aspetta!" Gli urlò Tenma.

Perché si stava facendo prendere dal panico? Non aveva nessun senso.
Non era più un bambino, che cos'aveva da temere? E i ragazzi del club non erano come quelli delle medie.

Fece l'unica cosa sana che gli venne in mente, corse il più lontano possibile da tutti.

***

In realtà l'unica cosa che voleva fare era correre lontano dai suoi pensieri, ma quello non era possibile...

Sentiva di non poter andare lontano, iniziava a sentire veramente caldo e più tratteneva il respiro più sentiva la testa scoppiare.
Più tratteneva il respiro, più il suo cuore accelerava, e i suoi polmoni annaspavano in ricerca d'aria.

Odiava farsi prendere dal panico, perché sapeva di perdere il controllo sul suo cervello, sui suoi pensieri. Non era lucido.

Infondo non era successo nulla, no? Non era un grande segreto, non stava nascondendo il presidente d'America, e non era un ricercato.

Trattene il respiro e anche ogni singola lacrima.
Non doveva piangere. Esplodere sarebbe stato un grave errore.

Tenma e Kyousuke avrebbero spiegato tutto al resto della squadra? Sarebbero venuti a cercarlo? Cos'avrebbero fatto?

Si fermò poco più avanti, poco prima che iniziasse la strada che faceva per arrivare a casa di Tenma, dietro un '7 Eleven'. Non poteva tornare a casa in quelle condizioni.
Si nascose dietro le casse che c'erano appoggiate per terra, anche se in realtà non voleva nemmeno sedersi, per via dei germi e delle cose che potevano esserci, però, non ci pensò.

La nausea stava prendendo il sopravvento.
Voleva piangere, piangere e vomitare, chiudersi in casa e probabilmente non uscirci più, ma ormai il danno era fatto.

Adesso sarebbe cominciato tutto come alle medie?
L'avrebbero usato poiché tutti conoscevano l'Inazuma Japan? Oppure, avrebbero fatto commenti omofobi?
No, Endou non aveva detto qualcosa a riguardo?
Non riusciva più a ricordarlo...

Così facendo stava solo peggiorando la sua situazione.

Il suo unico lavoro al momento era respirare, almeno in quello poteva riuscirci? Doveva provarci.

Inspirare 2,3,4
Tenere 2,3-

Sentiva di non avere controllo sul suo respiro, i polmoni annaspavano, per via della corsa, per via del panico. Si sentiva morire.

Era tutta colpa sua. Se avesse dato ascolto a Ryuuji, se l'avesse già detto a qualcun altro, tutto questo non sarebbe successo.

Cercava di trattenersi, di non piangere, ma aveva fallito.

Di solito era molto bravo a calmare i suoi attacchi, eppure, in quel momento gli sembrava così difficile...

Doveva sentire i suoi polmoni espandersi... solo respirare.

Ci riprovò.

Di nuovo, ispirare, 2,3,4.
Tenere 2,3,4.
Espirare 2,3-

"Masaki! Finalmente ti ho trovato!" Ranmaru gli era corso incontro.

Kirino Ranmaru, l'aveva seguito?
L'aveva trovato, nel peggiore dei suoi stati.

Ranmaru aveva lasciato la sua cartella cadere per terra, e si era accovacciato lì difronte a lui.

"Per favore lasciami stare, per favore." Disse, sperando che Ranmaru avesse capito.
"Hei, no no, devi calmarti, non parleremo finché non ti sarai calmato... Io so come aiutarti se vuoi un aiuto, capito?"

Annuì.
Non era la prima volta che si lasciava aiutare, anche se era diventato bravissimo a gestirsi durante le medie.

Cercò di sincronizzare il suo respiro con quello di Ranmaru, anche se aveva corso come un matto, manteneva un ritmo calmo e frequente.

Che cosa stava pensando Ranmaru in quel momento? L'aveva deluso ancora?
L'aveva mentito per tutto questo tempo... e sentiva le lacrime pizzicargli gli occhi, ancora.

"Masaki, smettila di pensare." Lo richiamò il ragazzo che aveva difronte.
"Non ci riesco... io-
-Va tutto bene, facciamo un gioco ti va'?"

Un gioco?
Gli sembrava il momento adatto? La corsa gli aveva fatto fumare gli ultimi neuroni che gli erano rimasti?

"Non credo di averne voglia."
"Fidati di me."

Era più facile a dirsi...

"Nomina cinque cose che puoi vedere in questo momento."

Oh... quello.

Espirò così profondamente che ebbe paura di aver esaurito tutta l'aria nei suoi polmoni.

Concentrati Masaki.

"Le cartelle... una signora che ha appena girato l'angolo, le casse – si guardò attorno. – il 7 eleven e... tu?"

Ranmaru gli sorrise. "Stai andando benissimo."

Si aspettava qualcosa in cambio? Perché lo stava aiutando?

Ranmaru gli fermò il polso, ma non lo rimproverò.
Era lì.
Ancora accovacciato, facendo probabilmente un grande sforzo nelle gambe e con un outfit che non era dei migliori.

Indossava i pantaloncini della divisa e la giacca della divisa della scuola, aveva i capelli spettinati, quasi da fargli venire voglia di passarci le mani dentro... però i codini erano sempre lì.

Ma che cosa stava dicendo?
Ranmaru adesso sapeva tutto... e l'aveva sentito il suo sguardo, quando Shinsuke aveva detto tutto.

"Devi concentrarti su quello che ti dico Masaki. Lascia i pensieri lontano."
"Ci sto provando." Era difficile trattenere le lacrime.
"E ci stai riuscendo fidati, adesso dimmi quattro cose che puoi toccare e sentire con il tatto, questa è facile no?"

Gli trasmetteva una calma assurda. Perché?
Era come il sole d'estate.

Il suo scopo era allontanarlo dai suoi pensieri?

"Il materiale della cartella, i pantaloncini della divisa, i miei capelli... e le tue mani." Che erano veramente bollenti, ma come faceva? Masaki aveva le mani sempre fredde d'inverno.

"Ma sai che sei diventato più bravo di me in questo gioco?" Gli sorrise Ranmaru.

Un po' ci stava riuscendo...  ma appena ricordava, non poteva smettere di pensare a Shinsuke...
Il suo cuore era a mille... lo sentiva.

Ranmaru gli stringeva le mani.
"Masaki, va tutto bene, ci siamo solo noi, ti va di continuare con tre cose che puoi ascoltare?"

Masaki annuì.
"Le porte automatiche e poi..." la voce di tutti- no, doveva rimanere concentrato. "Il mormorio delle persone e la tua voce."

Il sorriso di Ranmaru era ancora lì.
"Sì, stai andando bene."

Le loro mani erano ancora giunte, e Masaki si sentiva così bollente, quasi quanto le mani di Ranmaru. Cos'erano tutte queste sensazioni?

"Due odori, giusto?"
"Sì, vuoi continuare?"
"Sì... - cercò di concentrarsi sul suo olfatto. – l'odore del pesce marcio e... il ramen precotto che vendono qui."
"Perfetto Masaki, l'ho detto che sei diventato davvero bravo. Che ne dici di alzarci da qui e camminare un po'? Non vorrei essere invadente e soprattutto non vorrei che tu pensassi male, voglio solo assicurarmi che tu arrivi a casa sano e salvo."

Voleva accompagnarlo a casa?

***

"Masaki, ascolta, non ne parleremo se non vuoi, te lo prometto. Lascia solo assicurarmi che tu arrivi a casa tutto intero. E soprattutto perché ricomincerai a pensarci non appena sarai solo. Posso chiamare Tenma se vuoi, potete fare strada-
- No... va bene così."
"Allora lasciati accompagnare per favore."

Poteva fidarsi? Hiroto e Ryuu non si sarebbero trovati una mandria di ragazzini, e giornalisti sotto casa?
Trattenne il respiro. Doveva smetterla.

"Masaki." La presa di Ranmaru divenne più ferrea.
"Va bene..."

Ranmaru gli sorrise. "Grazie."
Gli diede una mano ad alzarsi e gli recuperò anche la cartella che aveva gettato per terra appena arrivato.
Era davvero duro di comprendonio, e non gli aveva nemmeno permesso di portare la sua stupida cartella.

"Mi dispiace averti spaventato." Disse Masaki, interrompendo il silenzio.
"Non l'hai fatto. Non riuscivo a trovarti, e con la faccia con cui sei uscito... Volevo assicurarmi che tu stessi bene."
"Grazie..."
"Sappi che nessuno è arrabbiato con te al club. Volevo solo fartelo sapere."

Voleva seriamente dirgli che non gli importava, ma era palese che non fosse vero.

"Tenma e Kyousuke?" Perché non sono venuti a cercarmi?
"Kyousuke e Tenma... sono davvero protettivi nei tuoi confronti, non li ho mai visti così seri, intendo Tenma, Kyousuke... beh è sempre serio. Gli ho detto io che ti avrei cercato."
"Perché?"
"Te l'ho detto. La tua faccia... eri sull'orlo della disperazione. Volevo solo assicurarmi che fossi ancora vivo."
"Melodrammatico."
"Sai che con un attacco di panico potevi comunque? Se non avessi visto le auto? Dio Masaki, non voglio nemmeno pensarci."
"Perché... ti preoccupi così tanto?"

Ranmaru non fiatò, o forse stava cercando qualcosa da dirgli, perché ci mise veramente tanto tempo. "Perché ci tengo... cioè... ci tengo alle persone a cui voglio bene, tutto qui. E avrei reagito allo stesso modo, non preoccuparti." Disse ancora. "Tutti hanno dei segreti, e se tu non volevi dirlo, di sicuro avevi le tue buone ragioni."
"Non sei arrabbiato? Insomma non ti fa rabbia che non te l'abbia detto io?"
"No, per nulla, dovrei?"
"Non lo so..."
"Te l'ho detto, nessuno al club è arrabbiato con te, e non credo lo saranno mai, non preoccuparti."
"Ci provo."

Ormai erano quasi vicini a casa, e Masaki non aveva tutta quella voglia di tornarci adesso, perché probabilmente non avrebbe smesso di pensarci.

"Sai perché Hamano mi ha scritto che sono un cretino? Perché mi manca coraggio."
"Per cosa dovresti essere coraggioso?"
"È difficile da spiegare... Però il motivo per cui mi manca il coraggio e per cui sono stato dallo psicologo scolastico è lo stesso. Io, beh io...ho un paio di dubbi-
- Non dobbiamo parlarne. Se vorrai, quando sarai più sicuro potremmo parlarne così potrei ricambiare ciò che hai fatto."

Ranmaru scosse la testa, ma sorrise comunque. "Non hai bisogno di ricambiare il favore, te l'ho già detto perché l'ho fatto. E ti conviene non piangere mai più, perché i tuoi occhi sono belli... quando non sono rossi dal pianto."

Masaki nascose il viso nella maglia, mai nessuno gli aveva detto una cosa simile prima d'ora... "Grazie." Borbottò.

Quando furono abbastanza vicini a casa sua, Masaki gliela indicò. "Quella è casa mia."
"Oddio non vivi in una super mega villa come Shindou?" Domandò Ranmaru, facendo il finto sconvolto.

Masaki rise. "No, è un'umile dimora."

Le luci di casa sua erano già accese, segno che i suoi genitori fossero già rincasati.

"Beh, deduco che tu debba entrare, oppure i tuoi genitori penseranno che Endou ti abbia rapito."
"Già... Grazie Ranmaru..."
"E di che?"
"Della compagnia, e per avermi calmato... grazie."
"Non devi ringraziarmi."
"Tieniti il grazie e sta zitto."
"Va bene, va bene. Ci vediamo domani a scuola no?"
"Sì-
-Però devi venire, non puoi assentarti, altrimenti vengo a prenderti eh." Rise lui.
"Non lo farò... allora a domani."
"A domani Mas, e non preoccuparti!"

Ranmaru aspettò che entrasse in casa prima di andarsene.

Il suo cuore batteva così all'impazzata... Lo salutò con la mano, prima di chiudere la porta.
Sentiva il cuore a mille, di nuovo.

Come aveva previsto, sì, i suoi genitori erano tornati a casa. Non avrebbe detto nulla.

"Hei Maki, bentornato!" Disse Ryuuji. "Ce ne hai messo di tempo."
"Ciao. Abbiamo fatto tardi con gli allenamenti."

E così aveva subito giustificato il suo ritardo.

"Ah davvero? Endou ci tiene ad allenarvi per bene." Disse Hiroto.
Masaki ridacchiò. "Già..."

Corse poi in camera sua.
Gettò la cartella il più lontano possibile e prese il cellulare.
Ci tenne a scrivere un messaggio a Shinsuke, per dirgli che non era arrabbiato con lui, e che non doveva preoccuparsi per ciò che aveva fatto. Avvisò Kyousuke e Tenma, e poi mandò un messaggio a Ranmaru.
Così, perché ci teneva a farlo.

Andò a farsi la doccia e poi andò a cenare.

Ci pensò un pochino, a ciò che era successo... finché Ranmaru non rispose al messaggio che gli aveva mandato precedentemente.

Non sapeva fosse in grado di calmare un attacco di panico, ma l'aveva fatto, e glie n'era veramente grato, perché non aveva la più pallida idea di come avrebbe fatto da solo...

Era stato fortunato... Ancora.

⋆。゚☁︎。⋆。 ゚☾ ゚。⋆。゚☁︎。⋆。 ゚☾ ゚。⋆

×Angolino autrice ×

Eccoci qui con un nuovo capitolo!

Allooora, non ho molto da dire su questo capitolo sinceramente, non attaccatemi o attaccate il povero Shinsuke.

Kyousuke è solo un buon amico, lasciategli avere i suoi dubbi! (e il povero Tenma è troppo stupido per capirci qualcosa).

Parallelismo (se così vogliamo chiamarlo), tra Ranmaru che mostra la sua casa, e Masaki che poi fa lo stesso con lui, perché Masaki non dimentica ;)

Spero di non aver urtato cringiato nessuno con questo capitolo 🥲
ee boh ci si vede al prossimo capitolo che sarà il 5 Gennaio, quindi, buon 31! e buona fine del 2023 <3
Bye Bye

 

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Capitolo 20
*** 18. ***


Nonostante avesse promesso a Ranmaru di andare a scuola, quella mattina, Masaki aveva mentito a Ryuuji e Hiroto.
Aveva detto che sarebbe entrato in seconda ora semmai il suo finto mal di testa fosse sparito. In realtà il suo piano era quello di rimanere a casa, ovviamente.

Non ci teneva ad essere il zimbello della giornata.
Ad essere preso in giro per esser scappato in quel modo, o peggio, a rispondere a domande inerenti ai suoi genitori.

Per fortuna il suo piano funzionò, anche perché i suoi genitori quella mattina uscirono un po' prima per via del lavoro che avevano da fare alla Kira & Company, prima delle vacanze invernali.

Ranmaru gli mandò anche un messaggio, dicendo che doveva lo aspettava a scuola e che non aveva nulla di cui preoccuparsi, che nessuno avrebbe fatto niente.
Non voleva non crederlo, ma gli sembrava impossibile non farlo.

Il suo piano stava "procedendo" bene, era ben al calduccio nel suo letto, e non aveva nessuna intenzione di alzarsi o almeno non ne aveva finché qualcuno non bussò alla porta.

Era andato ad aprire la porta con la convinzione che fossero i suoi genitori, invece si era ritrovato il faccione di Tenma davanti agli occhi.

Kyousuke l'aveva minacciato.
E dovette per forze maggiori, per non morire, arrendersi alle minacce del ragazzo dei capelli blu; faceva molta paura quando voleva.

Mentre Tenma gli disse: "Gouenji ci aspetta!"

In realtà aveva dimenticato di Gouenji, e avrebbe tanto preferito non ricordarlo.
Non voleva andare a scuola, figuriamoci allenarsi con Gouenji Shuuya.

Ma, Kyousuke gli ricordava dalle minacce e così andò comunque a cambiarsi e mettersi l'uniforme della scuola in fretta e furia.

Uscì di casa seguito dai suoi due compagni.

Kyousuke gli fece un vero e proprio interrogatorio, e volle sapere per filo e per segno cosa aveva detto Ranmaru, e se in qualche modo gli avesse dato fastidio.

Kyousuke, comunque, aveva un tempismo proprio perfetto. Era stata tutta una sua cosa per mettere alla prova Ranmaru? 
No, Kyousuke non sarebbe mai stato di fare una cosa del genere.
Non era cattivo, e se anche in un universo alternativo lo fosse, cambierebbe e diventerebbe buono, o farebbe solo finta di essere cattivo, o magari e perché qualcuno gli avesse fatto il lavaggio del cervello.

Per quel giorno Masaki si era proposto di tenersi il più lontano possibile da Shinsuke, e dal club di calcio in generale, magari avrebbe saltato direttamente gli allenamenti.
Però, anche quello fallì. 

Shinsuke li aspettava a braccia aperte fuori la scuola. (Masaki pensò che fosse tutta una trappola.)

Shinsuke gli chiese "scusa" un'infinità di volte, non stava esagerando, e Masaki gli aveva detto che la colpa non era per niente la sua, poi Tenma ci scherzo su' dicendo che se non l'avesse fatto Shinsuke, Masaki non l'avrebbe mai detto.
Non era vero! Però nessuno gli diede ascolto.

Non incontrò nessuno della squadra, come se fossero tutti volatizzati.
Non incontrò nemmeno Ranmaru quella mattina, il che fu davvero strano, forse era arrivato troppo presto, o troppo tardi?

Aveva pensato che, come minimo lo sapesse già tutta la scuola, di trovarsi una mandria di ragazzini fuori casa sua, di essere preso in giro da tutti, invece, niente. 
Niente di tutto ciò accadde.
Per fortuna. 

La giornata scolastica fu la stessa e noiosa di sempre.
A mensa si ritrovò ad ascoltare i soliti discorsi di Shinsuke e Tenma, che oggi c'era Gouenji Shuuya, e solo perché Endou aveva detto che sarebbe venuto ad assistere agli allenamenti, ma chi gliel'aveva fatto fare?

Aveva visto Ranmaru, adesso era seduto al solito tavolo con i propri amici del secondo anno e Sangoku. 
Gli aveva sorriso, mentre riempivano i vassoi.
Non si erano rivolti la parola. Questo aveva dato molto fastidio a Masaki, perché il giorno prima l'aveva addirittura accompagnato a casa, e quel giorno non aveva un po' di tempo per rivolgergli la parola?

Dopo le lezioni pomeridiane Masaki avrebbe tanto voluto svignarsela, ma anche quello fallì.
Tenma lo trascinava al club dicendo: "C'è Gouenji Shuuya, non puoi mancare."

A lui non importava un fico secco di Gouenji, non era chiaro?
Voleva starsene a casa, nel suo letto, fingendo di avere un mal di testa tremendo in modo che anche Ryuuji e Hiroto lo lasciassero in pace.
Era egoista, ma davvero quel giorno non aveva nemmeno la voglia di vivere.

Entrarono in sala riunioni, e un paio d'occhi su di lui caddero, però nessuno disse niente. Ancora una volta, per fortuna.

Endou era infondo all'aula che aveva già iniziato a parlare, di Gouenji nemmeno l'ombra.

"Ora che ci siete tutti, le manager distribuiranno le schede d'allenamento che farete durante le vacanze invernali, non sono tutte uguali ed è in base alle vostre esigenze."

Akane gli consegnò la sua stupidissima scheda di allenamento.
Sul foglio, oltre i tanti esercizi che doveva fare, e oltre al nome di Endou ce n'era scritto un altro. Kogure Yuuya. Non aveva idea di chi fosse però. 

"Kazemaru Ichirouta?!" Urlò Tenma, accanto a lui. "M-ma allenatore, forse c'è un errore."

Endou scosse la testa. "No Tenma, ognuno di voi ha una scheda preparata da me, e da un'altra persona, in base alle vostre esigenze. Shindou, per esempio, la tua scheda è stata fatta da Kidou Yuuto."

Tutti adesso guardavano il proprio foglio, volendo sapere chi aveva scritto quella scheda con Endou.

"Al rientro organizzeremo una partita d'allenamento con una squadra esterna. E passato tempo a sufficienza dalla partita contro la Raimon, e voglio vedere se almeno un po' siete migliorati."

Come allenatore, Endou non è che li trattava proprio bene, però, era davvero bravo nel suo lavoro.

"Adesso a cambiarvi che abbiamo un ospite, dovrete metterci meno di cinque minuti, e guai a voi se arrivate in ritardo." Disse poi.
Ed era stato anche troppo buono.

Corsero tutti agli spogliatoi.
Rimanere chiuso con i ragazzi che il pomeriggio prima l'avevano visto in preda ad un attacco di panico non era il massimo, avrebbe preferito cambiarsi nel bagno, ma non era possibile.

Tutti si scambiavano i nomi dei giocatori che avevano aiutato Endou a fare la scheda di allenamento, soprattutto Tenma, che non smetteva di sbirciare il foglio di tutti. 

Suo padre, Hiroto, aveva scritto la scheda di allenamento per Hayami, perché Hayami?

Non aveva la più pallida idea di come erano state scritte quelle schede di allenamento. Forse era stato Endou ad assegnare le schede a loro, e non che quei giocatori l'avessero scritta per loro.

E quel giorno era proprio perfetto per Hamano.
Poteva tranquillamente parlare di suo padre, come se fosse il suo, e un po' la cosa gli dava fastidio.

Hamano stava parlando con Kurumada, e in realtà un po' con tutti, di suo padre.
"Ho sempre pensato che Hiroto fosse etero, cioè nelle interviste che rilasciava durante il football frontier parlava spesso di Reina." 

Ovviamente sapeva di chi stava parlando. Reina Yagami
Erano cresciuti insieme nello stesso orfanotrofio, e giocava nella squadra di Hiroto prima delle selezioni del Football Frontier.

Masaki l'aveva vista solo tramite foto.
Diciamo che poteva essere una zia alla lontana, però non aveva avuto mai nessun tipo di interazione con lei.

"Masaki." Hamano richiamò la sua attenzione. E quello gli dava tanto fastidio. "Sei stato adottato legalmente, cioè davanti ad un giudice? Davanti alla legge?" Domandò.
"Quali altri metodi di adozione conosci Hamano?" Rise Kurumada.

Vide Ranmaru, che provava a far zittire Hamano con un suo tipico sguardo alla: 'stai zitto oppure ti squarto la gola', oppure, lo stava semplicemente intimando di smetterla perché nemmeno lui ne poteva più.

"È più complicato di come pensi, ma più o meno sì." Rispose, lo fece solo perché era educato.
"Dev'essere fantastico vivere con loro." Disse Kurumada.
Hamano concordò, come se ne sapesse qualcosa. "Mitico."

"Ragazzi, meno chiacchiere." Disse Shindou prima di uscire con Sangoku.

La maggior parte di loro era quasi pronta, anche Masaki stesso, se non avesse problemi con le scarpe.

"Non senti la mancanza dei tuoi veri genitori? Insomma, è mitico, ma anche strano." Disse Kurumada, lo sapeva che lo stava provocando.

I suoi veri genitori erano Hiroto e Ryuuji.

Certo, era ben consapevole che non potesse essere messo al mondo da loro due, non era scemo, ma se quelle persone che l'avevano abbandonato non erano stati presenti nella sua vita, perché avrebbe dovuto chiamarli genitori?

E ancor prima che Ranmaru potesse aprir bocca, Kyousuke si intromise.
"Hei, dovreste smetterla." Lo disse con un tono così serio e autoritario che quasi fece venir voglia a Masaki di darsela a gambe levate.

"Ma siamo solo curiosi, insomma, non è una cosa di tutti i giorni." Disse Hamano scrollando le spalle.
"Un giorno anche tu e Tenma avrete dei figli?" Domandò qualcun altro.
"Hei! Ho solo quindici anni!" Si lamentò Tenma. 

"Potrebbero mai ripresentarsi i tuoi veri genitori Masaki?" 
Kurumada aveva lo sguardo fisso su di lui. Era davvero odioso. Ma che cosa gli aveva fatto di male?
Ancora ce l'aveva per la questione della partita contro la Raimon?

Eppure... Masaki sapeva di non essere capace a tener su quella conversazione; però non voleva dargliela vinta.

"Non si ripresenteranno, e ne sono sicuro. Adesso quali altre domande hai Kurumada?"

Affrontarlo a carte scoperte fu l'idea peggiore che potesse mai avere, ma prima che Kurumada potesse controbattere, Ranmaru si immischiò. "Adesso smettetela, state facendo domande inopportune a cui Masaki non è tenuto a rispondere."

Ancora una volta Kurumada fu interrotto, questa volta da qualcuno che bussò alla porta.

"Ragazzi, cinque minuti sono passati, se non uscite adesso da qui giuro che dirò all'allenatore di lasciavi in panchina e far giocare quelli della seconda squadra. Gouenji se ne andrà se non vi sbrigate." Disse Midori, fuori dalla porta, non l'aveva mai sentita così seria prima d'ora. "E guardate che non m'importa se siete nudi, aprirò la porta fra tre secondi."

E si mise veramente a contare.
Ranmaru fu più veloce di quei tre secondi, ed aprì la porta. "Eccoci qui!"

Midori li squadrò uno per uno. "Muovetevi. Non faccio da babysitter a nessuno di voi." Disse, molto seccata. 

Non perché l'avesse detto Midori, ma uscirono uno ad uno.
Ryoma provò anche a sorridergli, ma questo fece infuriare di più la povera Midori.

Arrivarono da Endou, e Gouenji Shuuya non c'era ancora a quanto pare.

"Grazie Midori." Disse Endou, una volta che furono arrivati. "Avevo detto cinque minuti. Due giri di campo forza, e intendo in più."

Due giri di campo... in più? 
Ma perché si infilava sempre nei guai??

Controvoglia, perché la colpa non era assolutamente la sua, iniziò la sua lenta penitenza insieme agli altri.

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Gouenji Shuuya arrivò al loro penultimo giro di penitenza, prima che poi partissero con il riscaldamento.
Sembrava davvero felice di essere lì, aveva salutato Endou e la professoressa Otonashi con un caloroso abbraccio. 

Indossava una giacca rossa e i pantaloni del medesimo colore. 
La giacca che era aperta mostrava una camicia bianca ed una sciarpa nera. 

Un po' leggero, per essere un outfit invernale.

I suoi capelli erano lunghissimi e di un biondo chiaro, quasi come quelli di Aphrodì,  un amico di suo padre e dei suoi zii, però a differenza di Aphrodì, lui aveva due ciocche azzurre.

Era mostruosamente alto, e non era per via degli stivali di pelle; era quasi più alto di Endou.

Masaki, distrattosi troppo, andò a sbattere contro Tenma, che per qualche assurdo motivo gli stava correndo incontro. Entrambi si ritrovarono per terra.

"Oddio scusami Masaki! Ti ho ucciso per caso?? Rispondimi!"
"Ma come potresti uccidermi Tenma?"
"Oh, sei vivo, menomale!" E lo disse talmente veloce che Masaki capì a fatica.
"Ma si può sapere perché stavi correndo dalla parte sbagliata??"
"Dalla parte sbagliata hai detto...?" Tenma si guardò intorno. Si portò una mano dietro la nuca imbarazzato. "Forse devo essermi distratto troppo" ridacchiò.

Amagi si avvicinò. "State bene?"
"Sì, grazie Amagi." Rispose Tenma, si mise in piedi e aiutò Masaki a rialzarsi.
"Prestate attenzione a quello che succede in campo." Disse Shindou. "Non distraetevi."
"Sì! Scusa capitano." Dissero entrambi, poi, ritornarono a riscaldarsi.

Finiti i giri assurdi, iniziarono il vero e proprio riscaldamento.

Oltre ad avere gli occhi dell'allenatore addosso, c'erano anche due paia di occhi azzurri che lo fissavano, e sapeva che volevano tanto parlargli.

"Cosa?" Gli domandò.

Ranmaru si rianimò, e dopo essersi un po' avvicinato gli disse: "Perché gli hai dato corda? Hamano è un cretino, e Kurumada lo asseconda perché per qualche strano motivo ce l'ha ancora con te, ma di certo non devi farlo anche tu."

Alzò gli occhi al cielo. "Non sono un bambino, posso parlare civilmente di queste cose."
"Rischiando così di farti prendere dal panico di nuovo, ma certo."
"Non è vero."
"Perché menti?"
"Non mento, è la verità!"

Ranmaru sbuffò. "Senti, puoi far credere ciò che vuoi a chi vuoi, ma non credo che Kyousuke si sia bevuto il fatto che tu stai bene, e non l'ho fatto nemmeno io, quindi, almeno con me potresti non mentire. Guarda che è normalissimo che domande del genere possano darti fastidio, ma non vedo perché tu debba farti prendere dal panico rispondendo a domande del genere."
"Ma non mi sono fatto prendere dal panico!"
"Stava succedendo Masaki! O pensi che non me ne sia accorto di come ti stessi impacciando con le scarpe? E di come ti toccavi le mani?"

Odiava che tutti lo analizzassero e lo studiassero in quel modo! 
Ma insomma, perché si stava preoccupando così tanto? Infondo il problema non era il suo. Poteva impicciarsi degli affari suoi.

"Doveva starsene zitto e tranquillo, ma per colpa delle schede di allenamento ha aperto il discorso."

Hamano doveva starsene zitto? Lo conoscevano tutti bene ormai, e Hamano non era il tipo da starsene zitto, e quella mattina si era meravigliato veramente tanto che non l'avesse assalito fuori scuola, a meno che... "Gliel'hai detto tu?"
"Detto cosa?"
"Di non dire niente..." Non voleva accusarlo, ma, quella mattina gli aveva mandato quel messaggio, dicendo che nessuno avrebbe detto niente... Aveva architettato tutto? "Tu hai detto ad Hamano e gli altri di non fare nessun commento su nulla, perché? Anche Shindou è stato zitto, quando probabilmente lui era l'unico qui a saperlo dall'inizio! Perché ti sei intromesso?"

Ranmaru lo guardava, non era arrabbiato ma piuttosto calmo o preoccupato.
"Perché non volevo che succedesse di nuovo come ieri, ho preferito prevenire, ma Hamano a quanto pare è imprevedibile"
"Non dovevi intrometterti! Non dovevi farlo!"

Non aveva mai provato tanta rabbia nei confronti di Ranmaru.
Pensava non fosse nemmeno capace di provare un sentimento del genere verso quel ragazzo... E adesso, adesso provava anche a reprimere quella rabbia.

"L'ho fatto per te Mas."
"Beh, non ti ho chiesto di fare qualcosa per me!"
"No hai ragione, magari avendo un attacco di panico ieri, oggi, se nessuno l'avesse fermato, sarebbe successo peggio."

Probabilmente richiamarono l'attenzione su di loro, poiché Shindou urlò contro di loro. "Hei voi due, smettetela! Prima che l'allenatore vi sbatta fuori."

Masaki probabilmente lo guardò come se volesse ucciderlo, Endou lo richiamò, a dirla tutta richiamò entrambi.
Non bastava solo Shindou. 

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Prima che iniziassero l'allenamento, Endou li richiamò a sé.
Li presentò a Gouenji Shuuya.

Tenma non smetteva di brillare. Letteralmente. Stravedeva per Gouenji.
Il motivo non gli era chiaro, probabilmente riguardava qualcosa di quando Tenma viveva ancora ad Okinawa con i suoi genitori.

"È un onore conoscere la squadra che ha tenuto testa alla Raimon." Disse Gouenji. "Ringrazio Endou per avermi dato la possibilità di stare qui a guardare il vostro allenamento, così magari posso darvi delle dritte, in modo che continuiate a migliorare."
"Grazie tante a nome della squadra!" Disse Shindou.
Endou batté le mani. "Bene ragazzi, dopo l'allenamento potrete tutti parlare con Gouenji, adesso entrate in campo forza."
"Sì allenatore!"
"Tutti tranne Kariya e Kirino, per favore, ho bisogno di parlarvi."

Ecco. Masaki poteva dire addio alla sua vita.
Alla sua vita e alla sua misera "carriera" da calciatore. Tutto questo perché? Perché un certo 'codini rosa.' si era intromesso nella sua vita!
Ma come faceva solo a pensare, di provare qualcosa per lui?

Anche se non l'aveva fatto con cattive intenzioni, non riusciva a rimanere calmo, a non provare rabbia.

Seguirono Endou, che si era allontanato dalla panchina.

"Cosa succede?" Domandò. "Vi sembra il caso di discutere nel bel mezzo del campo?"

Nessuno dei due fiatò.

Endou aveva incrociato le braccia. "Se non andate d'accordo come pensate di riuscire a giocare in squadra? I litigi non si fanno sul campo, e nemmeno fuori, siete compagni di squadra, e avevate sintonia, cos'è che ve l'ha fatta perdere?"
"Ci scusi allenatore." Disse Ranmaru. 

Endou sospirò. "Qualsiasi cosa ci sia stata tra di voi dovete risolverla."
"È colpa mia allenatore." Disse Masaki.
"Non è vero Masaki, non è colpa tua."
"Invece è colpa mia-
-Ragazzi, non vi succederà niente, non vi lascerò fuori dal campo, quindi è inutile che vi prendete le colpe. Voglio solo sapere cosa vi ha portato a litigare durante il riscaldamento."
"Errore di comunicazione." Rispose velocemente Ranmaru. Ma che cosa stava facendo?
"Non ci siamo detti delle cose, e quindi... abbiamo litigato, tutto qui."

Endou li guardò entrambi, da capo a piedi.
"Va bene, dopo gli allenamenti gentilmente mi poserete alcune cose nello sgabuzzino delle attrezzature qui dietro. Potete andare."

Ne aveva le tasche piene di cacciarsi nei guai.
Avrebbe fatto ancora più tardi nel tornare a casa. Non ne poteva più.

Fermò Ranmaru prima che seguisse Endou.

"Che cos'hai fatto?"
"Gli ho detto la verità, e lo so di aver sbagliato, ma cazzo l'ho fatto per te." Disse Ranmaru, sottovoce, come se non volesse farsi sentire.
"Non ti ho chiesto-
- Lo so che non mi hai chiesto tu di farlo. E solo che mi sembrava doveroso dopo quello che successe, insomma, è stato faticoso far tacere Hamano. Non sta mai zitto, parla sempre a sproposito, poi si è aggiunto anche Kurumada perché per qualche stupido motivo ce l'ha ancora con te, nonostante non stiamo più giocando una partita da secoli." Il suo sguardo era serio, forse, non l'aveva mai visto così...
"Ti sembrava doveroso? Perché non me l'hai detto? Ti avrei detto che non avresti dovuto intrometterti comunque! Ma se l'avessi detto prima probabilmente adesso non saremmo qui."
"Sei tu quello che ha tenuto il muso! Io non ce l'ho con te Masaki. Quale parte di 'l'ho fatto per te.' non capisci?"
"Ma io non ne avevo bisogno!" Quasi urlò.

Adesso doveva veramente smetterla, prima che succedesse l'inevitabile.
Doveva andare via.
Scappare, come aveva sempre fatto.

"Masaki aspetta!"
"Dobbiamo allenarci, prima che Endou ci metta in panchina." Disse prima di correre via.

Raggiunse il campo trattenendo tutte le lacrime possibili, non voleva piangere ancora, non ne aveva nemmeno più le forze.

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Allenarsi fu l'impresa più difficile, e ammise di non aver fatto un allenamento eccezionale.
Avere Ranmaru accanto e fare finta di niente, anche quello fu difficile. 

Aveva cercato di incanalare tutte le emozioni nel calcio, ma non funzionava proprio così... o almeno per lui. La rabbia non sbollì molto.

Finiti gli allenamenti, tutti si radunarono a cerchio, in modo da poter parlare con Gouenji.
Tutti spiccarono parola, tutti tranne lui.

Pensava solo a come fare per tornarsene a casa più velocemente possibile.
Però... doveva ancora occuparsi della faccenda di Endou; di solito se ne occupavano le manager.

E doveva ancora risolvere la cosa con Ranmaru...

Così, dopo aver riempito la testa di chiacchiere a Gouenji, Endou mandò tutti a cambiare, mentre lui e Ranmaru avevano il compito di portare l'attrezzatura allo sgabuzzino. Bello.

E per lui potevano benissimo camminare fino allo sgabuzzino in completo silenzio, ma per Ranmaru non era lo stesso. Quando mai avevano un pensiero comune??

"Mi dispiace Mas, volevo solo farti sentire a tuo agio, ma a quanto pare, ho fatto peggio. Scusa. Possiamo abbassare le armi e tornare come prima?"

Come prima, sembrava terribilmente serio e terribilmente dispiaciuto. Ma come prima... significava che la rabbia gli doveva passare, che avrebbe dovuto lasciar correre.

Sospirò.

Non gli era mai piaciuto litigare, e soprattutto litigare con Ranmaru... E non era uno con lo "scusa" pronto, lui di solito doveva rifletterci, faceva passare giorni tra un litigio ed un altro... ma con Ranmaru non era così. E non lo sarebbe mai stato.
"Scusa, per averti urlato contro, non era mia intenzione." Borbottò.

"Non devi scusarti." Disse subito Ranmaru. 
"Allora non farlo nemmeno tu."

Non si dissero più nulla.
Posarono lo stupido carrello di palloni nello sgabuzzino, chiusero e portarono la chiave ad Endou in assoluto silenzio, come se nessuno dei due avesse qualcosa da dire.
Come prima, aveva detto. Ma erano tornati davvero come prima?

Stavano ritornando agli spogliatoi, quando poi Ranmaru prese a parlare.

"Prima che ti arrabbi, Shindou è stato zitto, non perché glielo abbia detto io. Quando ti sei presentato al club mi aveva detto di averti già visto, però non mi ha mai detto nulla sui di te." Disse.
"Pensavo che non si ricordasse di me, però... dovrei ringraziarlo?"
"Beh non adesso, arrabbiato com'è con tutti e due." Rise Ranmaru.

Masaki sospirò. "Cavoli... spero gli passi presto."
"Gli passerà, infondo, abbiamo anche aiutato Endou e se l'allenatore non si è arrabbiato, lui non rimarrà arrabbiato per molto."

Erano ancora abbastanza lontani dallo spogliatoio, e a quanto pare, Ranmaru voleva continuare a parlare ancora e ancora.

"Cosa fai per le vacanze?" Domandò.
"Torno a Kyoto e tu?"
"Mamma non ha lavoro, quindi credo faremo qualcosina qui, i miei genitori sono molto tradizionalisti, soprattutto mio padre."
"Oh no, non mi dire che a Natale ordinerai da KFC."
Ranmaru rise. "Sì, proprio così tanto. I tuoi invece?"
Masaki scosse la testa. "Non sono così, seguono una loro tradizione e per questo che andiamo a Kyoto ogni anno, perché lì c'è il resto della famiglia... e probabilmente come ogni anno mi annoierò."
"Cos'ha Kyoto che non va?"
"Oh non è Kyoto il problema. Kyoto è stupenda. Il problema e che il più giovane tra loro ha trent'anni."

Ranmaru rise. "Ma come trent'anni?"
"Beh, nessuno ha figli oltre... beh oltre i miei. I miei zii sono sposati a stento."
"Non c'è nessuno della tua età."
"Esatto."
"È molto probabile che tu possa annoiarti. E quindi perché vi siete trasferito qui se tornate spesso a Kyoto?"
"Perché l'azienda dove lavorano i miei genitori sta proprio qui... In realtà quando la gestiva il signor Kira stava tipo ai piedi del Monte Fuji, hanno dovuto spostarsi e hanno deciso 'Nagano', perché il Monte Fuji è... beh, il Monte Fuji."
"Il Monte Fuji è il Monte Fuji sì." L'aveva preso in giro Ranmaru. "Potrei farti compagnia io, così non ti annoierai." Disse prima di entrare nello spogliatoio.

Il suo strano modo di fare, quasi gli piaceva. E quasi gli aveva fatto dimenticare ciò che era successo prima.

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Alla fine, le vacanze invernali arrivarono, e Masaki andò a Kyoto da sua zia Hitomiko.

Per la maggior parte del viaggio, Ranmaru gli fece compagnia.

Davanti a lui, Hiroto e Ryuuji discutevano sul fatto che dovevano ancora trovare un regalo di Natale perfetto da dare ad Hitomiko, mentre due secondi prima, Hiroto cantava a squarcia gola: 'All I Want For Christmas is you.'. 
Fu davvero orribile assistere ad una scena simile.
La sconsigliava vivamente.

"Maki, magari potresti chiedere a Kyousuke cosa regalare a tua zia, così ci dà una mano."
"Non è Kyousuke."

Ryuu per poco non si staccò la testa dal collo per voltarsi a guardarlo. "Come non è Kyousuke?"
"Non è Kyousuke? Cioè, non sto parlando con Kyousuke. Guarda che ho altri amici alla Alien."
"Quindi adesso 'nessuno' ha un nome?" Hiroto era lì che gli lanciava sguardi dallo specchietto retrovisore.

Masaki sospirò. "Kirino. Si chiama Kirino Ranmaru."
"Gioca al club di calcio?" Domandò Ryuuji.
"Non è possibile che non l'abbiate mai visto, ha letteralmente i capelli rosa; fa il difensore come me."

Hiroto venne colpito da un po' d'intelligenza.
E questa o sì che era strano. "Ho capito chi è! Maglia numero 3."
"Sì, è lui."
"Ma non ce ne hai mai parlato prima d'ora." Disse Ryuuji.
"Siamo solo amici."
"Sì, amici, ma Kyousuke e Tenma vengono spesso nominati, andate anche a scuola insieme."
"Ne ho parlato qualche volta."
"Dai Ryuu non mi sembra il caso di interrogarlo." Disse Hiroto. "Piuttosto, questo Kirino sa darti consigli su cosa regalare a tua zia?"
"Non credo, però posso chiederglielo."
"Perfetto, siamo in alto mare, e senza nessun aiuto."
"È un amico come Kyousuke?" Domandò ancora Ryuuji.
"Sì? Quanti tipi di amici esistono?"
"Ryuu, Maki sa quale tipi di amici avere attorno."

E mentre Ryuuji e Hiroto continuavano a parlare Masaki attivò la musica alle cuffie e scrisse a Ranmaru: "Mio padre chiede se sai cosa regalare ad una zia."
E Ranmaru gli rispose: "Una zia? Cos'è? Si mangia?"

Masaki non poté far a meno di sorridere per quella sciocchezza.

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Arrivarono a Kyoto e vennero accolti da sua zia Hitomiko.

Sua zia corse ad abbracciarlo e a stringerlo come se non si vedessero da una vita, in realtà non era per niente vero, e continuava a ripetergli quanto fosse cresciuto, anche se nemmeno quello era vero, si erano visti soltanto pochi mesi prima (A maggio.) e dubitava che in sette mesi era cresciuto, magari gli erano cresciuti i capelli?

"Non ci siamo persi nemmeno una partita." Disse tutta contenta.
"Grazie?"
"Dove sono Nagumo e Suzuno?" Domandò Hiroto mentre scaricava l'auto.
"Arriveranno in serata."

Almeno per un po' sarebbe stato in pace.
  
"Per natale ci sarà anche Dave, spero non vi dispiaccia." Informò Hitomiko mentre li accompagnava in casa.

Hiroto non sembrava tanto contento, eppure rispose: "Nessun problema."

Quel Quagmire non faceva altro che comparire ogni volta che loro erano lì a Kyoto, e i sospetti di Hiroto forse erano fondati (quelli dove sua zia Hitomiko e Quagmire nascondevano qualcosa, tipo una relazione).

Ma comunque, il primo giorno passò liscio come l'olio.
Dopo aver sistemato le valige, Masaki mandò una foto a Ranmaru di un carinissimo pupazzo di neve fatto fuori casa, non sapeva da chi, ma ci tenne a fotografarlo.
Ranmaru gli aveva risposto con: "corro a fare un angelo di neve."

A 'Nagano' nevicava, aveva avuto la sua conferma.

Sua zia Hitomiko quel pomeriggio aveva avuto da fare all''Ohisama En', e Masaki si offrì per aiutarla ma lei aveva detto che doveva riposarsi per il lungo viaggio fatto, e lui aveva controbattuto dicendo che non era per niente stanco.
Com'era andata a finire? Si era addormentato.

E quando si risvegliò, i suoi zii Nagumo e Suzuno erano arrivati, questo significava che aveva sprecato la sua 'pace' dormendo; il che non era affatto male, amava dormire.

Andò a salutare i suoi zii.
Avrebbe voluto stare lì a scrivere a Ranmaru che nel frattempo gli aveva scritto tante cose e gli aveva mandato una foto del cielo grigio e tempestoso di Nagano. 

Anche i suoi zii non erano cambiati dall'ultima volta che li avevano visti, e anche loro dissero che avevano seguito le partite della 'Alien', e si complimentarono anche per le giocate.

Insomma ebbe un bel po' da chiacchierare con i suoi zii.

Hitomiko non tornò tardi quella sera, anche perché Hiroto era con lei.
Masaki aveva giurato che fosse lì con lui e Ryuu prima di addormentarsi. 

Ranmaru gli era davvero stato accanto quella giornata, e in cuor suo sperava veramente che nelle altre giornate si sarebbero fatti compagnia in quel modo, come 'promesso'. 

Né Hiroto né Ryuuji domandarono più nulla su Ranmaru, e ne fu veramente grato.

Come tutte le volte che Masaki era a Kyoto, continuava a dormire tra i suoi genitori. Non avrebbe mai sperimentato il brivido di dormire in una camera tutta sua, lì in quella casa; aveva troppa paura che potesse svegliarsi con un fantasma in faccia, e magari proprio lo spirito di suo nonno che lo rimproverava scherzosamente di non mangiare tutti i suoi biscotti preferiti. Un po' gli manicava, ad ammetterlo.

Gli avrebbe messo comunque i brividi, meno ci pensava, meno quelle cose spiritiche sarebbero accadute.

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L'indomani, Masaki si svegliò di buon umore. 
Era il ventitré dicembre, questo significava che mancavano due giorni a Natale. 

Scrisse a Ranmaru immediatamente, anche se Ranmaru si era svegliato molto prima di lui e gli aveva scritto. 

Anche se un po' tardi, ci tenne veramente tanto a correre da sua zia Hitomiko, l'avrebbe aiutata fino al pomeriggio, Hiroto e Ryuuji invece sarebbero andati a finire la loro amata lista dei regali, e poi sarebbero passati alla vecchia casa del nonno insieme a Nagumo e Suzuno (non quella dove adesso abitava Hitomiko, ma un'altra, dove i suoi genitori erano cresciuti).

La prima cosa che Hitomiko gli chiese fu: "Perché non sei andato con Hiroto e Ryuuji? Non ti saresti divertito di più?"

Ora, Masaki non pensava che Hitomiko fosse a conoscenza di dove suo fratello stesse andando, ma non volle comunque dirglielo. 
E no, non si sarebbe divertito a fare regali.

"Avevo promesso di darti una mano! E oggi sono qui come tuo assistente." Fece il saluto militare, facendo ridere sua zia Hitomiko.
"Va bene, allora a lavoro."

Masaki annuì.

Che effetto gli faceva stare lì all''Ohisama En'? Non lo sapeva con l'esattezza, era l'unico posto in grado di fargli venire uno strano magone in gola.
Del resto, Masaki aveva dei ricordi confusi, e quindi non sapeva come si era ritrovato lì; l'unica cosa che ricordava e che nella stanza dove aveva dormito, prima di andare a vivere con i suoi genitori e Hitomiko, c'era una parete bianca pitturata con le mani di bambini.
Aveva chiesto più e più volte se ci fosse una stanza simile, ma i suoi genitori, e Hitomiko, avevano sempre evitato di dargli una risposta.

All''Ohisama En' facevano l'albero ogni natale, e i bambini scrivevano le letterine indirizzate a 'babbo natale'; c'era anche quell'anno, e Masaki ci tenne a fotografarlo e mandarlo a Ranmaru, ci scrisse: "non ho mai creduto in babbo natale."
"Ma come no Masaki?? Babbo Natale è la cosa più bella del Natale!!!"
"I miei genitori non sanno mentire."

Ranmaru gli inviò un emoji triste, e scrisse: "Su questo posso capirti, anche i miei genitori non sanno farlo, l'ho scoperto quando avevo otto anni... ho visto letteralmente mio padre travestirsi da babbo natale."
"Traumatico."
"Ho pianto tutto il giorno."

Quasi non scoppiò a ridere.

Anche quella era una cosa che non ricordava. 
Forse perché nemmeno i suoi genitori stravedevano per 'babbo natale'. Però... avrebbe tanto voluto vedere Hiroto travestirsi da babbo natale, oh, l'avrebbe preso in giro per il resto della sua vita. Rideva al sol pensiero.

Dare una mano all''Ohisama En', gli piaceva, forse un po' più che lavorare alla Kira & Company, quello lo trovava piuttosto noioso, anche per come ne parlavano i suoi genitori.

Però erano entrambi faticosi secondo Masaki. All''Ohisama En' significava gestire tanti bambini, ma era piacevole, ma odiava con tutto sé stesso i bambini.
Piangevano e urlavano per qualsiasi cosa, e non stavano fermi nemmeno se li pregavi. Avrebbe sempre odiato quei mostriciattoli.

Hitomiko non gli stette tanto dietro, aveva davvero molto da fare, mentre lui ogni tanto si scontrava con Dave Quagmire, e l'aveva sorpreso veramente tante volte a parlare con Hitomiko.
Ma tra loro due non scattò nessuna parola, forse solo 'ciao'.

Dave gli faceva paura, portava sempre una sciarpa nera al collo, e a volte Masaki pensava fossero i suoi stessi capelli e indossava una giacca rossa, una camicia blu e dei pantaloni bianchi. Prendeva le prime cose dall'armadio?

Forse da piccolo si era svegliato e se l'era ritrovato in faccia e da lì ne era rimasto traumatizzato sennò non si spiegava.

Non sentì Ranmaru per un bel po' ma infondo anche lui aveva da fare no?
Lasciò perdere e continuò ad aiutare Hitomiko fino all'ora di pranzo.

Hiroto e Ryuuji passarono a prenderlo dopo il loro shopping sfrenato.
Se ne tornò a casa con i suoi genitori e i suoi zii, che lo stavano tempestando di domande sul club di calcio, il continuo della chiacchierata della scorsa sera. Masaki però non ne poteva più. 

Mentre aspettava il pranzo, incuriosito aprì 'Instagram' e la prima immagine che gli capitò fu proprio un re-post da parte di Shindou.
Lui e Ranmaru erano insieme, non ne fu sorpreso, infondo Ranmaru era ad 'Nagano', avrebbe potuto vedersi con chiunque. E poi non era mica geloso lui. 

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Il giorno di Natale, nel pomeriggio con precisione, Ranmaru gli mandò una foto di un PC, il suo regalo per Natale da parte dei suoi genitori.
Il suo vecchio aveva preso fuoco, nel vero senso della parola.

Masaki aveva fatto lo stesso, mandandogli la foto del suo regalo.
Hiroto e Ryuuji gli avevano comprato un paio di cuffie, non molto indifferenti.

Masaki ci era rimasto di sasso, non le aveva chieste lui, e non ricordava veramente di averne parlato. 

Lui ai suoi genitori, con l'aiuto di Hitomiko aveva regalato una semplice e inutile cornice digitale. 
Ma insomma, cosa avrebbe dovuto regalare a due vecchi?

Non era soddisfatto ma ai suoi genitori era piaciuta, e avevano già impostato una foto di loro tre insieme.

Poi, passarono il resto del giorno facendo un paio di giochi da tavola e il karaoke, dove Hiroto, ubriaco perso, cantò 'All I Want For Christmas is Ryuu.', anche quello fu davvero imbarazzante.

Salvò comunque un pezzettino con un video, in modo da prenderlo in giro.

Trovò per caso, sui social, una foto di Ranmaru e sua madre, ed erano proprio due gocce d'acqua! Era proprio la copia spudorata di sua madre.
"Per caso", in realtà era stato tutto il tempo a controllare 'Instagram' per non controllare Hiroto ubriaco.

Anche se aveva assistito ad una partita, Masaki non l'aveva mai vista, eppure non era così difficile trovare un'altra persona uguale a Ranmaru.

Aveva anche sentito Tenma e Kyousuke, che avevano passato il Natale a casa della zia di Tenma, insieme a Yuuichi che era tornato dall'università. 
Tenma gli inviò un selfie di lui con Yuuichi.
E sì, Yuuichi era davvero bello, ma sarebbe stato come mettersi con Kyousuke, e questo non andava per nulla bene. Gli si rivoltò lo stomaco al solo pensiero.

Per quanto riguarda i giorni successivi, Masaki fece un po' 'Ohisama En' e un po' casa. 
Ranmaru gli aveva detto che per il primo dell'anno gli avrebbe mandato una sorpresa, se solo gli avesse mandato l'indirizzo. 
Masaki aveva avuto seri dubbi su cosa volesse fare il ragazzo più grande, ma gli mandò comunque l'indirizzo.

Poi, il trentuno dicembre, poco dopo la cena, Dave Quagmire aveva finalmente confessato ad Hiroto di stare con Hitomiko, e che molto presto si sarebbero sposati.

Quale fu la faccia di Hiroto? Come se fosse stato colpito da un fulmine, ma da bravo fratello qual era, represse la gelosia e augurò a tutti e due tanta felicità.
Masaki, con l'aiuto di Nagumo, lo prese in giro.

Furono tutti sorpresi, però, di come quei due erano riusciti a mantenere segreta la relazione, per tutto quel tempo. Masaki non ne rimase sorpreso, aveva imparato dai migliori si poteva dire.

Prima di andare al tempio poi, mangiarono un biscotto della fortuna, che Hitomiko si era ostinata a comprare.  

La frase che gli uscì fu: "Non siamo nati soltanto per noi stessi." 

Lui non credeva a queste cose, ma qualcosa gli diceva che non tutto accadeva per caso.
Andarono poi tutti al tempio, per la prima volta in quell'anno.

Masaki non si riteneva così religioso come i suoi genitori, ma quella prima volta di quell'anno nuovo, pregò veramente tanto, forse, come non aveva mai fatto prima d'allora.

Il giorno dopo, ovvero il primo dell'anno, Masaki ricevette la tanto attesa sorpresa da parte di Ranmaru.
Una 'nengajo' ovvero delle cartoline di auguri per l'anno nuovo, era di buon auspicio.
A Masaki venne tremendamente da ridere, poiché lui aveva fatto la stessa cosa con Ranmaru. Gli aveva mandato una 'nengajo' chiedendo l'indirizzo a Shindou in modo da non far insospettire il diretto interessato.

Non si aspettava di riceverne una da Ranmaru, ma appena arrivò, Masaki si fece una foto con la cartolina fra le mani e gliela mandò.

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Dopo quel giorno di festa, il due gennaio, in casa rimasero solo Masaki, Ryuuji e Hiroto.
Hitomiko e Dave erano all''Ohisama En' mentre Nagumo e Suzuno erano andati via, avevano del lavoro da fare. 
Che lavoro facevano? Non lo sapeva nemmeno Masaki. 

Loro invece sarebbero partiti l'indomani.

Sfortunatamente quel giorno era piovoso, quindi non aveva nulla da fare, se ne stava seduto sul divano aspettando il pranzo. E no, non avrebbe perso la sua pace dei sensi facendo quella stupida scheda di allenamento.

Per tutta la durata delle vacanze, Masaki si era chiesto se anche Ranmaru provasse un certo senso di 'mancanza' nei suoi confronti.
Sì, è vero, si parlavano molto spesso tramite chat, ma era comunque diverso rispetto a quando lo vedeva in giro per la scuola. Si era posto quella domanda per quasi tutte le vacanze.

Quel giorno a pranzo, a tavola, l'argomento principale era Dave Quagmire, e del perché Hitomiko gli aveva tenuto nascosto quella fantomatica relazione per così a lungo.

"Forse perché non si sentiva pronta a dirtelo no? Insomma, non fai una bella faccia quando vedi Dave. Secondo voi adesso devo chiamarlo zio Dave?" S'intromise.

Entrambi i suoi genitori si voltarono a guardarlo come se lui non c'entrasse proprio niente con quell'argomento, come se fosse un discorso "tra grandi".

"Cosa?" Domandò ormai imbarazzato.

"Cos'hai detto Maki?" Domandò Ryuuji.
"Se devo chiamare Dave, zio Dave? Insomma con Hitomiko faccio così e mi sembra-
- No no, prima."
"Che non fai una bella faccia quando vedi Dave?"
Hiroto si spazientì. "Masaki." 
"Che zia non era pronta a dirtelo."
"Ha ragione!" Disse Ryuuji. "Aspetta un attimo." Ryuuji si voltò a guardarlo, come quella volta in auto, il suo sguardo con i suoi occhi neri come la pece sembravano scavargli nell'anima. "Hai qualcosa da dirci Maki?"
"Cosa- no!"
"Non mi pare che tu abbia mandato una cartolina anche a Kyousuke." Ammiccò Hiroto.

Perché non imparava a farsi gli affaracci suoi?
Insomma, erano questioni tra adulti! Lui aveva solo quindici anni, perché doveva intromettersi?

"Questo non c'entra con zia Hitomiko." Borbottò.

Hiroto si scrocchiò le dita, gli sembrava una di quelle brutte scene dei film. "Ranmaru ti piace." Disse poi.
"Cosa? No- non è vero!"
"Hiroto." Lo riprese Ryuuji. "Niente conclusioni affrettate."
"Siamo solo amici."

Si fece sempre più piccolo, seduto su quel divanetto verde chiaro che Hitomiko aveva comprato un paio d'anni prima. "E poi non lo so... nemmeno io." Borbottò, nella speranza che nessuno dei due l'avesse sentito.

"Oh, Masaki." Ryuuji gli si avvicinò. "Stai solo diventando grande."
"Ti facevo ancora piccolo per queste cose, e invece eccoci qui." Disse Hiroto.

Aveva come un nodo alla gola, ma non avrebbe pianto.

"Io... mi sento così..." Sbagliato.

Non riusciva mai a dirlo e forse era un bene; perché dirlo sarebbe diventato la realtà.

"E che cerco di non pensarci, faccio finta che non esista questa sensazione... Sono solo confuso forse."

Ryuuji si mise seduto ai piedi del  divano, gli teneva le mani sulle ginocchia.  "Maki, è difficile, ma noi siamo, al tuo fianco."

Hiroto annuiva con approvazione. "Sei diverso da noi, o da Nagumo e Suzuno o anche dai tuoi due amici, anche se siamo una famiglia, non significa che tu debba seguire le nostre orme, o che ti debba sentire in difetto solo perché ti senti confuso su ciò che sei veramente. 
Ognuno risponde per sé insomma. Tu sei tu, e nessuno può scegliere per te, nemmeno noi, o peggio."

Masaki non ci capì molto dove volesse andare a parare Hiroto, era davvero difficile stargli dietro a volte.

Hiroto si lasciò cadere sul divano, portava una gamba al petto che manteneva con le mani sulle ginocchia, mentre l'altra piegata che andava fuori dal divano.
I suoi occhi verdi erano nascosti dietro gli occhiali, aveva un aspetto più saggio.
"Rendiamo la cosa più semplice, se a te piacessero i ragazzi, e perché piacciono a te. Sono i tuoi sentimenti, e nessuno può comandarli in un certo senso, capito?"

Annuì non molto convinto. "Non so... ancora."
"Va bene avere un po' di dubbi Masaki. Tutti ne abbiamo."
"Ryuu può dirti benissimo di tutte le notti che passavamo insonni, non sapendo se fosse la scelta giusta, se magari in futuro le nostre vite avrebbero preso una piega diversa, però eccoci qui. Nessuno ci ha detto che saremo arrivati fino a questo punto, nessuno ci ha dato la certezza di ciò che sarebbe accaduto, e non è detto che tu debba passarci la vita insieme a questa persona, ma, non puoi mica stare qui e sopprimere tutto ciò che provi, qualsiasi cosa sia."

Hiroto era così... dannatamente preparato per quel discorso; era così che affrontava tutte quelle noiose riunioni alla Kira? Il nonno Seijiro ci aveva visto lungo.

Non immaginava però che entrambi avessero avuto tutte quelle paure da giovani... anche loro si erano sentiti proprio come lui? 
Endou aveva avuto ragione, chi meglio di loro poteva capirlo?

"Provi qualcosa vero? Qualcosa che non riesci a spiegare." Disse calmo Ryuu, come se avesse paura di commettere un errore. Ryuuji, che non aveva paura di niente.
"Non allo stesso modo di Kyousuke e Tenma... e non so nemmeno se... se mi stessi sbagliando?"
"Non puoi saperlo finché non lo provi, non ti pare? Se provi qualcosa o meno, lo capirai solo andando fino in fondo, arrendendoti adesso, rimarrai sempre con il dubbio o magari il rimorso di non averci provato abbastanza."
"Beh, ne stai comunque parlando, quindi qualcosina forse lo provi non ti pare?" Ammiccò Hiroto.

Era davvero stupido.

Masaki si sentì improvvisamente accaldato.
"Sta zitto." Si aggiustò la frangia lunga che gli ricadeva sugli occhi, come per coprirli, come per coprirsi dall'imbarazzo.

"Ah-ah, se quel numero 3 proverà soltanto a pensarlo, di farti soffrire, giuro sul mio ruolo da capo della Kira & Company; che non giocherà mai più a calcio."
"Hiroto, è un ragazzino." Rise Ryuuji.
"Ragazzino o meno, non si avvicinerà nemmeno con il binocolo alla Alien."

Poteva sentire il povero Ranmaru starnutire come un forsennato.

"Io sono sempre io... sempre lo stesso... vero? Non cambierà niente."
"Ma certo tesoro, puoi essere te stesso più di quanto tu lo sia stato in questo momento."

Hiroto approvò. "E adesso super mega abbraccio di famiglia!" gli si tuffò addosso. 
Anche Ryuuji poi, si unì all'abbraccio di famiglia.

Si lasciò coccolare da quell'abbraccio di famiglia, forse per la seconda volta.

L'odore della pioggia invase le radici di Masaki, e il rumore che proveniva dall'esterno riuscirono a dargli una strana sensazione di calma.

Adesso, poteva finalmente dare una voce in capitolo ai suoi sentimenti.

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×Angolino autrice ×

Bando alle ciance, capitolo iniziale un po' gne, la RanMasa a rischio ancor prima di iniziare, ma si e ripresa bene (almeno spero)

Reina Yagami la queen o la villain di tutte le ff Hiromido, mentre qui è semplicemente nessuno.
HA HA scherzo ovviamente.
Semplicemente Masaki ha troppi zii, poi ci aggiungo tutta la Alius, finiamo domattina.

Perché Shindou non ha detto almeno al suo migliore amico chi fosse Masaki? Perché non gliene fregava veramente niente!
Insomma, secondo me Shindou è una persona onesta, e ha mantenuto il segreto inconsapevolmente, si anche con Ranmaru.

Ovviamente quando Masaki ha detto che il più piccolo ha trent'anni "scherzava", Hiroto/Ryuu e compagnia bella hanno dai 25 ai 28, giù di lì.
Si arrotonda amici.

Vacanze di Natale per il piccolo Masaki molto shalle, e due botte per Hiroto: uno, per la sorella che si sposa, due, per il piccolo di casa con problemi di cuore (e no Sol, tu non sei il benvenuto pussa via.)

Non vi preoccupate per l'incolumità di Ranmaru.
Hiroto non lo investirà con la Ferrari, non ancora.

Poiii Ryuu ha avuto dubbi sulla sua relazione con Hiroto? Sì! Perché non fa mai male averli(?)

E niente ci si vede al prossimo capitolo <3

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Capitolo 21
*** 19. ***


Aveva baciato Ranmaru.

Aveva sentito le sue labbra, morbide, sapevano di fragole, anzi, sapevano della sua torta preferita, di Shortcake.

Di preciso, non sapeva neanche lui come ci erano arrivati a quel punto.

Fatto sta che era stato Ranmaru, a fare il primo passo. Del tutto inaspettato; ma almeno era stato abbastanza chiaro così, no?

Era strano, perché Ranmaru non aveva spiccato parola prima, eppure, dopo il bacio; dopo aver aperto quelle sue iridi azzurrine ed essersi allontanano, non la smetteva di chiamarlo.

"Masaki." Il suo nome suonava cosi strano, come se fosse suo. E poi, da quand'è che lo chiamava con il nome intero, e non 'Mas'?

"Masaki."

Masaki non iniziava più a vederlo chiaramente... E la sua voce era anche cambiata, come se cresciuta.

"Maki farai tardi."

Aprì gli occhi di scatto, sussultando quasi.
E davanti a se non vi ritrovò degli occhi azzurri e dei capelli rosa.

"Ryuu?" Si strofinò gli occhi, ancora in preda al sonno.

Ryuuji aveva fatto entrare un un po' di luce in camera sua, e diceva un po' perché il tempo faceva schifo.

"Buongiorno Maki, dai alzati oppure farai tardi."

Con la voce ancora impasticciata dal sonno disse: "Arrivo."

Ryuuji lo lascio da solo in camera, non prima di dirgli: "e non riaddormentarti, devi ritornare a scuola e non puoi mica entrare in seconda ora."

Si rigettò con la testa sul cuscino.
Era stato un sogno...

Uno strano sogno che aveva fatto in quella strana settimana che aveva passato a casa dopo essersi ammalato.

Scuola l'aveva iniziata insieme agli altri al rientro delle vacanze, e fu davvero felice di rivedere Hikaru lì a scuola.

Tornare alla solita routine dopo quindici giorni di nullafacenza faceva sempre strano.
Ma, fu strano anche rivedere Ranmaru dopo quei quindici giorni.

Un fuoco si espanse dentro di lui, provocandogli una strana sensazione.
Era quello che provava ogni volta che lo vedeva.
E poi, aveva scoperto che Ranmaru aveva compiuto gli anni proprio il quattro di gennaio, e quell'idiota non gliel'aveva detto.

Ed era anche il lunedì d'inizio scuola.

Come al solito, era sempre all'oscuro di tutto, ma per fortuna era riuscito a rimediare prima degli allenamenti!
E ovviamente aveva continuato a chiamarlo "vecchio." per tutto il tempo degli allenamenti. Insomma, lui aveva diciassette anni ormai, mentre Masaki solo quindici.

Gli allenamenti erano andati bene, anche se fu piuttosto stancante.
E da quel lunedì partì tutta una settimana di scuola in cui Masaki doveva riprendere il ritmo, per poi spezzarlo di nuovo per aver preso una stupidissima influenza.

A chi poteva succede qualcosa se non a lui?

E il sogno che aveva fatto, era dovuto proprio al fatto che quella prima settimana di scuola furono molto vicini, erano diventati come migliori amici.

I sogni ricorrenti probabilmente gli stavano inviando un qualche strano segnale psichico.

Non che avesse fatto chissà quanti sogni.
Quello era il primo con protagonista Ranmaru. Ed era strano, veramente strano, sognare di baciare Ranmaru.
Non perché stesse baciando qualcuno del suo stesso genere, ma perché per lui era una cosa così nuova, non sapeva come approcciarsi, e raccontarlo a qualcuno sarebbe stato ancora più imbarazzante di quanto già lo fosse.

Aveva sentito un misto di emozioni in sé, anche molto contrastanti.

Contrastanti perché, lui e Ranmaru erano amici, amici veri.

Ranmaru non faceva parte della cerchia dei primini, non era così "a stretto contatto" come lo erano Kyousuke o Tenma, e per lui sarebbe stato veramente strano baciare Tenma o Kyousuke, ma con Ranmaru non era stato così.
Poi vabbè, era un sogno, non poteva veramente sapere come si sarebbe sentito.

E non aveva mai baciato veramente una persona.

Sognare un ragazzo non significava essere automaticamente gay, l'aveva letto su internet, dopo essersi reso conto di avere una celebrity crush per Andrew Garfield.
Amava Spiderman, non poteva farci niente. Soprattutto il secondo spiderman.
(Tom Holland lo lasciava alle ragazze.)

Ma, poteva dire di non aver mai sognato di baciare Andrew Garfield! Sarebbe stato strano?

E poi, dopo aver parlato con Endou, con i suoi genitori, e aveva messo ben in chiaro, che c'era la possibilità che Ranmaru potesse piacergli, aveva capito che forse non c'era niente di male.

Ovviamente non raccontò a nessuno del sogno, soprattutto ai suoi genitori.
Quanto sarebbe stato imbarazzante raccontarglielo? Non voleva nemmeno pensarci.

In quella settimana, Kyousuke gli aveva portato gli argomenti svolti con compiti annessi, insieme a Tenma che aveva avuto una scusa per intrufolarsi in casa sua.
(forse aveva sperato di trovarci Hiroto e Ryuuji, peccato che non fossero in casa.)

Anche Hikaru era passato a trovarlo, manco si fosse operato qualche parte del corpo, ma vabbè. Quell'attenzione gli dava particolarmente fastidio.

Mentre Ranmaru gli aveva messaggiato davvero tanto e l'aveva preso in giro sul fatto che Endou gli avrebbe fatto recuperare tutti gli allenamenti persi.

Passata quella settimana a casa fu libero di tornare a scuola, quando fu del tutto guarito. Non sia mai che Ryuuji lo mandasse a scuola con un po' di tosse.

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Dunque, ritornò a scuola.

E quella mattina non disturbò nemmeno Tenma e Kyousuke ed andò a scuola tutto solo.
Non aveva disturbato nemmeno Hiroto, era stato proprio bravo.

Arrivò a scuola, e la prima persona che gli venne incontro fu Hikaru.
"Masaki!" Gli corse letteralmente incontro, quasi sembrava che gli stesse per saltare addosso. "Come stai? Sei guarito?"
"Ciao Hikaru. Sto bene grazie, dove sono gli altri?"
"Che bello che tu sia tornato proprio oggi! Shinsuke è al club di calcio, Tenma e Kyousuke... non lo so."

Masaki lo guardò interrogativo. "Cosa c'è oggi?"
"Partita d'allenamento!" Esclamò Hikaru, era molto euforico e lo si poteva notare dal fatto che gli
era quasi saltato in braccio. "Non è proprio sicura, però al 88% dovremmo giocarla."
"È un numero molto preciso."
"L'ha detto venerdì l'allenatore, parole sue."
"Ah ma davvero? E contro chi-
-Alpine."

Prima che Masaki potesse dire qualcos'altro, venne colpito da Tenma. "Masaki!! Sei tornato!" Gli urlò.
"Sì Tenma, ero soltanto malato."
"Ci sei mancato tanto." Tenma provò ad abbracciarlo, ma finì per abbracciare Hikaru.
"Tenma, smettila." Gli disse Kyousuke dandogli uno scappellotto.
"Hai saputo della partita contro l'Alpine?"
"Hikaru me l'ha appena detto."
"Non vedo l'ora di giocare! Sono così emozionato!" Disse Tenma, fece un enorme salto.

Hikaru concordò. "Sarà bello tornare a giocare."
"Ma tu... insomma te la senti?" Domandò Masaki.
"Certo che si! Sto benissimo." Rispose Hikaru.

Masaki gli sorrise. "Che bello sentirtelo dire."

Tenma passò il braccio dietro al collo di Hikaru e l'latro dietro a quello di Masaki, e li avvicinò entrambi. "Oggi giocheremo alla grande."
"Sì!" Disse Hikaru.
"Andiamo in classe, forza." Disse serio Kyousuke. "Poi pensate al club."
"Ma Kyo, tu non vuoi vincere??"
"Certo che sì ma ci tengo anche ai buoni voti."
"Hm... Capisco." Disse Tenma con fare pensieroso. "Beh allora aspetterò la fine delle lezioni per poter giocare!"

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Masaki non si perse nemmeno una singola parola che dicevano i professori prima della pausa pranzo.
Aveva seguito le lezioni in totale silenzio senza mai distrarsi, nemmeno per un singolo secondo. Non aveva molto da recuperare, per fortuna.

Dopo aver parlato con quasi tutti i professori a fine delle ore di lezione, poteva finalmente andare in mensa.
Aveva chiesto a Kyousuke e Tenma di non aspettarlo, e alla fine avevano fatto così. (e menomale.)

Il tragitto aula-mensa non era abissale, era piuttosto breve per loro al piano terra.
Per fortuna non aveva perso molto tempo, aveva ancora un bel po' di tempo per scegliere cosa prendere al bancone della mensa.

Incrociò Ranmaru per i corridoi, non si aspettava di beccarlo, ma a quanto pare era da poco uscito dallo psicologo della scuola.

"Hei Mas. Vedo che sei tornato a scuola."
"Ciao Ranmaru."

Avrebbe voluto evitarlo il più possibile, soprattutto per il sogno, ma più voleva evitarlo più sembrava che il destino facesse di tutto per avvicinarli.

"Stai andando a mensa?" Domandò Ranmaru.
"Sì, e tu?" Che domanda stupida.
"Facciamo la stessa strada."

Ranmaru era un passo davanti a lui.
Le sue spalle erano davvero larghe e grandi, sembrava così 'forte'. La giacca gli ricadeva a pennello, senza nemmeno una singola piegatura, come se gli fosse stata cucita indosso, non camminava in modo veloce, e salutava chiunque lo conoscesse con un gran sorriso stampato in faccia.

Gli parlava e il suo tono era calmo, gentile, e Masaki se ne stava lì accanto a lui ad ascoltarlo e provava una strana sensazione crescere nello stomaco.

Voleva sapere se le emozioni che provava in quel momento, le stesse provando anche Ranmaru, o se fosse tutto frutto della sua immaginazione.

"È vero che oggi giochiamo contro l'Alpine?"
"Non è niente di sicuro, però sì."
"Capisco."
"Te l'ha detto Tenma?"
Masaki scosse la testa. "No, Hikaru."
"Sono tutti molto esaltati per questa partita."
"Sì l'ho notato... non sapevo che l'Alpine avesse perso."
"Contro la Kirkwood al secondo girone... proprio come noi, ma Endou-san conosce l'allenatore e gli ha proposto di giocare un amichevole."
"Shirou Fubuki?"
Ranmaru fece spallucce. "Non credo, in panchina durante le partite non c'era."

Erano arrivati in mensa, e Ranmaru l'aveva convinto a prendere il pranzo insieme.

Anche lì, Ranmaru era gentile con la cuoca, sceglieva con calma e attenzione quello che voleva mangiare, ma senza perdere tempo, manteneva il vassoio con leggerezza, come se il cibo su non fosse per niente pesante.

"Grazie della compagnia, ci vediamo al club di calcio." Disse Masaki.
"Ehi aspetta." Lo richiamò Ranmaru.

Masaki lo guardò, attendendo con ansia ciò che avesse da dirgli.
"Cosa?" Domandò, dopo non aver ottenuto nessun commento da parte del rosato.
"Ti è caduta questa." Gli lanciò una bottiglia di succo di frutta.
"Grazie ma non credo sia..." mia.

Ma non finì nemmeno di dirlo perché Ranmaru aveva già raggiunto i suoi compagni, al suo tavolo.

Gli aveva preso una bottiglia di succo di frutta... o se l'era immaginato? Perché l'aveva fatto?

"Hei ce ne hai messo del tempo!" Disse Tenma.
"È successo qualcosa?"
Masaki scosse la testa. "No no, sto solo riprendendo a grandi linee quello che mi sono perso."
"Importunando ogni singolo professore a fine ora." Concluse Kyousuke.
"Oh ti capisco, anche io ho fatto lo stesso." Gli sorrise Hikaru.
"Siete proprio simili." Disse Tenma.

Masaki gli rivolse il suo sguardo peggiore.

Tenma cambiò discorso. "Hai fatto strada con Kirino-san però."
"Sì? Ci siamo incrociati per i corridoi."
"E?"

Masaki inarcò un sopracciglio. Dove voleva andare a parare? "E cosa, Tenma?"

Tenma sbuffò, come se volesse esser capito al volo.
"La partita. È il vicecapitano no? Lui saprà se la facciamo o meno."

Ah, ovvio, stava parlando con Tenma.

"Non lo sa nemmeno lui."
Tenma sbuffò. "Uffaaa."
"Dai Tenma, forse l'allenatore vuole farci una sorpresa!" Disse Shinsuke.
"Hai ragione!"

Oggi il menù sembrava appetitoso.
Aveva preso: Riso con tonno, mais e piselli (che scartava come la peste, lui odiava i piselli) e polpette di pollo con tofu, accompagnato da un'insalata di pomodori con cipolla e zenzero.

Buono? A vista sì.
Il gusto un po' meno, ma infondo era in una mensa scolastica.

Ranmaru invece al posto delle polpette aveva preso del tonno saltato con della salsa, si manteneva 'leggero', appunto.

Ritornò ad ascoltare la conversazione lì al tavolo, non che fosse delle migliori, ma era l'unica cosa che potesse fare in quel momento.

"E la mia Match Wind potrà avere giustizia!" Esclamò Tenma.
"Sì!" Gli diede corda Shinsuke.
"Hei fermi tutti! Ma Masaki non sa lo scoop più importante!"

Tutti in quel tavolo si voltarono per fissarlo.
"Cosa?" Domandò.

"Qualche giorno dopo la tua assenza, hanno pubblicato una foto sul giornalino scolastico." Disse Tenma.
"Ok? Sai quante cose vengono pubblicate lì."
"Il capitano e Akane, consoci Akane vero?"
"Tenma! Faccio parte anche io della squadra di calcio, è ovvio che la conosco."

Kyousuke sospirò. "Smettila di fare l'idiota."

"Bene bene, il capitano e Akane si sono baciati!"

Wow. Masaki stava mordendo dalla felicità.

"Alla fine Akane ce l'ha fatta." Disse.
"Sii, e non hanno smentito, stanno davvero insieme." Disse Tenma.
"Ma come li hanno scoperti?"
"Si stavano baciando all'uscita della scuola, si dice che Shindou l'abbia aspettata." Disse Shinsuke.

Interessante. Davvero, gliene importava proprio molto di Shindou e Akane.
Questo significava che Shindou e Ranmaru non stavano insieme, che era vero quello che avevano detto ad Hamano durante il ritiro.

"Ok? Non so cosa dire davvero."
"Non sei felice per loro?" Domandò Tenma.
"Ovviamente." No.

Non gliene importava veramente nulla. Rendeva chiaro il concetto?

"Secondo me stavano insieme da un bel po' e Kirino-san sapeva tutto, infondo lui e il capitano stanno sempre insieme." Disse Tenma.
"Cosa importa se stavano insieme da prima? Ti cambia qualcosa?" Domandò Kyousuke.
"No... però, il capitano è così riservato, non parla mai con noi di queste cose."
"Guarda che fa bene, dovresti essere riservato anche tu, soprattutto nei confronti di Kyousuke." Disse Hikaru.
"Non capirà mai." Disse Masaki.
"Hei! Io sono riservato."
Hikaru rise. "Non proprio Tenma."
"Per niente." Disse Tenma.
"Smettetela!"       

Tenma mise il broncio, e lo tenne finché non finì la pausa pranzo, parlò solo con Shinsuke che fu l'unico a non aver detto niente.

Ancora si chiedeva perché Ranmaru gli avesse preso il succo... però, lo costudì gelosamente, non gettò nemmeno la bottiglietta, o almeno non l'avrebbe gettata finché non sarebbe tornato a casa, dopo aver scattata una foto.
Era stupido, lo sapeva.

Però... apprezzò veramente quel gesto, e probabilmente si stava solo montando la testa...

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Finite anche le lezioni pomeridiane, Masaki disturbò anche l'ultimo professore prima di correre fino agli spogliatoi.

Sul loro gruppo era arrivato il messaggio che la partita si sarebbe giocata e che Endou li aspettava in sala riunioni.

Aveva detto a Tenma e Kyousuke di non aspettarlo, così nemmeno loro avrebbero fatto tardi.

Immaginava di essere completamente solo negli spogliatoi, ma non fu del tutto così. Prima di entrare sentiva delle voci parlare tra di loro.

Dopo essersi avvicinato un po' capì che le voci erano di Ranmaru e Shindou.

Il filo del discorso però non gli sembrava avere un senso logico.

Si domandava cosa ci facessero ancora lì, insomma Shindou era il capitano, non era mai in ritardo per gli allenamenti, era sempre il primo ad uscire dagli spogliatoi, e poi, senza di lui Endou non poteva di certo comunicare lo schema.

"Io davvero non ti capisco RanRan, cosa ti costa dirlo e basta?"

'RanRan', ma che razza di soprannome gli dava Shindou?

"Non puoi capire." Disse Ranmaru, ma la sua voce era molto più lontana.
"Hei, non puoi dirlo. Ti ho aiutato con gli altri e lo farò sempre, ma con questo, non posso. Mi meraviglio di come non l'abbia ancora capito, non sembra per niente stupido, sembra abbastanza intelligente."

Sentì la risata di Ranmaru, ma non quello che disse poco dopo.

Qualcosa gli diceva che stava assistendo ad una conversazione privata, molto privata, e lui non faceva lo spione.

La voce di Ranmaru ora era più vicina e continuava a parlare con Shindou.

"Preferisco scriverlo sulla fronte piuttosto che dirlo ad Hamano."

Shindou rise.

Ma allora anche lui rideva! Era un umano come tutti!
Ed era anche la prima volta che non vedeva il faccione serio di Shindou.

"La prossima volta non mi offrirò volontario per il turno di pulizie per salvare il culo di Hamano, guarda come abbiamo fatto tardi. Dobbiamo andare."
"Arrivo tra un po'."
"Corro a chiedere scusa ad Endou prima che ci ammazzi seriamente."
"Magari l'Alpine non è ancora arrivata"
"Lo spero. Corro a salvarti il ruolo in partita allora."
"Grazie, ti adoro Taku."

Shindou rise. "Oh, non credo proprio."

Masaki corse a nascondersi prima che Shindou lo vedesse, lui non voleva per niente ascoltare quella conversazione, era capitato lì per sbaglio e non ci teneva per niente a spiegare al capitano perché si trovasse lì in quel momento.

Ma perché si cacciava sempre nei guai?

Aspettò qualche minuto prima di entrare, visto che Ranmaru non era ancora uscito.
Lo trovò di spalle, che chiudeva con tutta forza l'armadietto emettendo un sospiro sonoro.

Ranmaru rimase sorpreso a vederlo lì una volta giratosi.

"Oh, ciao Masaki, non ti ho sentito arrivare."
"Se chiudi con tutta quella rabbia quell'armadietto ci credo, che cosa ti ha fatto?"

Ranmaru posò lo sguardo sull'armadietto e poi tornò a guardarlo.
Non sembrava arrabbiato, e non sembrava in nessun modo scosso dalla conversazione avuta con Shindou.

"Non riuscivo a chiuderlo, tutto qui. Sei in ritardo, abbiamo una partita da giocare."
"Guarda che anche tu sei in ritardo."
"Io sono più che pronto." Aveva ragione, indossava la divisa al completo, doveva soltanto uscire. "E poi il mio motivo è più che giustificato."
"Avevo delle cose da recuperare, quindi anche io sono più che giustificato."
"Hai fatto anche una bella corsa, sei proprio un pomodoro."

Se fosse possibile, si sarebbe acceso proprio come un albero di Natale.
Ma perché glielo faceva notare? Non poteva andarsene e basta?

"Perché sono in ritardo, ho fatto una lunga corsa fino a qui."
"Oh non preoccuparti, Endou non ti farà fare ventisette giri di campo." Rise Ranmaru.

Rimanere solo con lui adesso gli metteva uno strano disagio addosso, forse per tutto quello che aveva sentito e per le domande che gli ronzavano in testa per colpa della curiosità, ma lui non si sarebbe lasciato uccidere dalla curiosità.

"Posso farti compagnia se-
-No! Grazie... puoi anche andare, ci metterò poco."
"Va bene, se spero tu arrivi prima che Endou schieri la formazione."

Ranmaru uscì dallo spogliatoio chiudendosi la porta alle spalle.

Masaki prese un gran bel respiro prima di iniziare ad indossare la divisa del club.
Ma chi gliel'aveva fatto fare quel giorno di fare tardi? Non poteva arrangiarsi con quello che gli avevano portato Kyousuke e Tenma?

Non era nemmeno riuscito a ringraziarlo per il succo...

Cercò di dimenticare tutta la conversazione che aveva ascoltato prima di entrare, anche se gli sembrò impossibile.
Si sarebbe allenato e poi tornato a casa senza nemmeno più pensare ad una singola parola di quel discorso. Si sarebbe fatto gli affari suoi come giusto che sia.

Indossò la divisa più veloce che poteva, lasciò il borsone così com'era e senza nemmeno riordinare. Posò tutto nell'unico armadietto libero e poi fece l'ennesima corsa fino alla sala riunioni.

Entrò senza dare nell'occhio, e si appoggiò al muro mentre Endou stava parlando dell'Alpine, ma comunque lo notò.

Con tutta la corsa che aveva fatto, poteva evitare giri extra durante il riscaldamento, o almeno lo sperava.

"Useremo un 3-4-3, ho intenzione di giocarmela in questo modo: in difesa ci saranno Amagi Daichi, Kariya Masaki e Kirino Ranmaru.
Centrocampo: Hamano Kaiji, Matsukaze Tenma, Nishiki Ryoma e Shindou Takuto;
In attacco i soliti: Kageyama Hikaru, Kurama Norihito e Tsurugi Kyousuke.
Per quanto riguarda il portiere, Nishizono Shinsuke."

Era una partita di allenamento... per fortuna.

"Giocatela come avete giocato contro la Raimon ragazzi, dovrete metterci quella stessa passione, come se fosse la vostra ultima partita. Vi voglio carichi."
"Sì allenatore!"

Raggiunsero il campo e si riscaldarono prima dell'arrivo dell'Alpine.

Masaki li aveva immaginati tipo uomini delle nevi poiché la sede originaria dell'Alpine era in Hokkaido, ma solo il loro allenatore assomigliava a 'Big Foot', i ragazzi sembravano normali.

Sapeva che loro erano abituati a campi estremi, poiché si allenavano sul ghiaccio, quindi non dava scontata la vittoria, come Tenma, e lo sapeva perché il loro ex allenatore era Shirou Fubuki, anche ex giocatore dell'Inazuma Japan, e miglior amico di Hiroto, non sapeva perché aveva lasciato l'incarico di allenatore.

Anche l'Alpine si riscaldò e prima di iniziare la partita i capitani si strinsero la mano.
Il loro capitano era il portiere.

Kurumada gli lanciò uno dei suoi soliti sguardi alla: "Ti tengo d'occhio Kariya.", ma non poteva starsene bello tranquillo?
Guardò Ranmaru, che era lì al centro, ma non disse niente.

Il calcio d'inizio era della Alpine.
La loro velocità su un terreno come quello era sorprendente, come aveva pensato, oltre ad essere agili sul ghiaccio, erano agili anche su terreno.

Li fermò Hamano in centrocampo con la sua hissatsu.
Passò poi il pallone a Tenma, usò la sua hissatsu per scartare il numero cinque dell'Alpine per poi passare la palla ad Hikaru, prima di venire marcato.

Hikaru insieme a Kyousuke, provò a fare un tiro combinato, ma mancarono letteralmente la porta.

Ranmaru in un modo e nell'altro, dava supporto morale dalla sua posizione.
Aveva le mani a forma di coppa davanti alla bocca, per farsi sentire probabilmente fino in attacco.

Masaki gli sorrise non appena Ranmaru gli rivolse lo sguardo.

Shindou con un ottimo tempismo riuscì a fare una scivolata perfetta e a rubare palla al numero sei dell'Alpine, mandò la palla dietro di lui, a Ryoma, mentre correva verso l'altra metà campo, lui insieme ad Hamano, effettuarono una serie di passaggi tra loro per poi passarla a Tenma.

'Match Wind' venne fermata dalla difesa avversaria senza il minimo sforzo.
Il pallone venne rilanciato fino al centrocampo, dove il numero dieci prese palla e correva velocemente scartando sia Ryoma che Hamano come se non fossero nemmeno lì.

Ranmaru corse a fermarlo con la sua hissatsu, ma il numero dieci fu più veloce, e se volevano giocare in velocità, Masaki poteva benissimamente superarlo.
Lo raggiunse e con la sua 'Hunter's Net.' lo fermò e passò la palla a Ranmaru che usò 'The Mist.' prima che la palla gli venisse rubata.

Shindou ricevette palla e continuò a tenerla.

Prima di ritornarsene in posizione, Ranmaru era lì che lo aspettava con la mano alzata, pronto per battergli un cinque.

Era passata probabilmente una vita dall'ultima volta che si batterono il cinque, ma avevano avuto altri modi per toccarsi le mani.

Masaki gli batté il cinque con una forza mai innata. Fu bellissimo.

Nel momento esatto in cui si voltò, Kurama effettuò un gol.

"Vai così Nori!" Gli urlò Ranmaru.

Kurama scansò tutti gli abbracci da parte di Tenma, Hamano e Ryoma.

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Il primo tempo finì sul pareggio, uno ad uno.

Giocare una partita gli era mancato, sentire il buon umore della squadra, quella voglia matta di correre e stare attenti alla porta, era una sensazione inspiegabile. Non avrebbe mai volto dimenticarla, così come il calore che aveva provato dando il cinque a Ranmaru, ancora sentiva quella sensazione sui palmi.

Rientrarono in campo dopo i quindici minuti di pausa dove Endou diede loro la carica, dicendo che stavano giocando bene, e che potevano divertirsi in ogni caso.

Il calcio di inizio fu loro, ma non conclusero un bel niente.

Amagi stava recuperando palla in quel momento, e Ranmaru lasciò la sua posizione scoperta momentaneamente.
Amagi non riuscì a tenere il possesso palla, e Masaki non ci pensò nemmeno due secondi prima di coprire la parte centrale, aveva lasciato la sua area scoperta, ma se avessero tirato da quel lato, avrebbe di sicuro bloccato il tiro.

Fortuna volle che il numero dieci non riuscì a tirare poiché Ranmaru riuscì a rubargli palla con una scivolata. "Mas, tua!" Gli passò palla.

"Tenma prendi!" Passò a Tenma.

Ranmaru stava abusando di quella specie di soprannome che gli aveva dato.
Pensava che l'avrebbe usato solo quando fossero soli, ma, a quanto pare, non era così.
L'aveva urlato davanti a tutta la squadra, e sperava che nessuno ci avesse fatto caso.

Hikaru e Kyousuke segnarono gol con una hissatsu combinata.
Anche Kyousuke scansò gli abbracci proprio come Kurama, quei due sembravano avere una specie di allergia agli abbracci.

Hikaru invece, ne venne sommerso.

Ripresero a giocare subito.

La Alpine non ce ne mise molto tempo prima di recuperare il gol subito.

Masaki correva a destra e manca come un forsennato, e gli stava bene così; gli piaceva giocare, infondo non lo facevano da tempo.

Hikaru e Kyousuke riprovarono il tiro combinato, ma non ci riuscirono.
Forse prima fu soltanto fortuna?

"Tua Ranmaru!" Gli passò palla appena dopo la 'Hunter's net.' che gli era sembrata più forte delle precedenti.

Ranmaru prese palla e la passò a Shindou appena ne ebbe l'occasione.
Shindou usò 'Kami no Takuto.', non la vedeva in azione da una vita, e rimaneva comunque una bellissima hissatsu.

Così, guidando lui, Kyousuke riuscì a segnare.

"Vai così Kyousuke!" Gli urlò Masaki.
"Forza facciamogli vedere chi è la Alien!" Urlò Ranmaru.

Lì in difesa si era aperta una vera e propria tifoseria, gli mancava solo un coro decente, ma forse lui e Ranmaru potevano farcela.

Ryoma fermò l'Alpine prima che potessero entrare in difesa, con un hissatsu riuscì a mantenere il possesso di palla prima di provare a tirare in porta.
La sua azione venne fermata, e il tiro non andò mai a segno.

Il numero dieci dell'Alpine, stanco di stare lì a vedere tutte quelle azioni della Alien, arrivò fino a difesa, e Masaki per quanto fosse veloce, non l'aveva proprio visto arrivare.
Il numero dieci segnò, così da fare nuovamente pareggio.

"Possiamo recuperare!" Urlò Shindou.
"Sì!"

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La partita finì con un pareggio, ma i due capitani avevano chiesto di giocare anche i supplementari almeno finché una delle due squadre non facesse gol.

Endou accettò subito di giocare anche i supplementari e così convinse anche 'Big Foot'.

"Grazie allenatore!" Disse Shindou.
"Ma prima di iniziare, voglio far uscire Hamano e Kariya, al loro posto entreranno Hayami e Kurumada."

Aveva visto Hayami e Kurumada riscaldarsi da un bel po', quindi probabilmente Endou aveva intenzione di farli uscire già da molto tempo prima.

Infondo uscire era stata una benedizione.

Masaki era stanco, ma non così stanco da star morendo, non così stanco come dopo la partita contro Raimon... Lo sapeva che giocare come faceva lui era un grande sforzo e un grande spreco di energie.

Hamano aveva fatto un brutto contrasto con un altro giocatore dell'Alpine, ma per fortuna nulla di rotto, stava bene, ma anche lui era stanco.

Non si sedeva in panchina da un bel po' e di sicuro non invidiava Kurumada per il posto a sedere.

Gli dispiaceva un sacco uscire, avrebbe voluto stare lì in difesa con Ranmaru ancora un po'.
Dalla panchina aveva una bella visuale di tutti i movimenti della squadra e poteva servirgli anche da allenamento, non gli faceva male.

Il primo tempo supplementare cominciò con il calcio dell'Alpine.

Hikaru fece una splendida azione, ma non riuscì comunque a segnare.

Per fortuna i tempi supplementari non duravano tanto, anche perché avevano detto di giocare finché una delle due non segnasse, ma le azioni sembravano davvero interminabili e Ranmaru, lì in difesa, non mollava.
Ma quanta forza aveva ancora?

Così come Shindou e Tenma, avevano ancora tanta di quella forza in corpo.

Anche se le due squadre non mollavano, alcuni errori li facevano, anche dettati dalla stanchezza magari.

Finché, Shindou non segnò, al secondo tempo supplementare.
Tutti erano affannati e stanchi, ma sembravano davvero divertiti.

Ringraziarono Endou, e la Alpine, per aver giocato quella splendida partita, poi, corsero immediatamente a cambiarsi.

Negli spogliatoi si creò la solita confusione che c'era post-partita, e soprattutto, c'era la solita discussione per chi doveva accaparrarsi per primo la doccia.
Non vedeva l'ora di tornarmene a casa, sudato com'era non ci teneva ad ammalarsi di nuovo.

Mentre aspettava Tenma, sistemò il borsone come meglio poteva e non prestava la minima attenzione al discorso che si stava tenendo in quel momento.
Per la fretta che Kyousuke metteva a Tenma, poteva dire che anche lui non vedeva l'ora di tornarsene a casa.

Tenma fu pronto per andare, e anche Shinsuke e Hikaru, così insieme fecero strada verso l'uscita della scuola.
E mentre Tenma aveva rapito sia Shinsuke che Hikaru, Masaki se ne stava in disparte a parlare con Kyousuke.

Aveva deciso che almeno con lui poteva confidarsi con tutto ciò che gli stava capitando, non raccontò del sogno.
Non l'avrebbe mai fatto.

"È grave." Disse Kyousuke, dopo aver ascoltato tutti i suoi pensieri più profondi.
"Sto per morire?"
"Macché, sei più in salute tu che un pesce rosso."
"Allora cosa?"
"Sei cotto, infatuato, innamorato, rendo chiaro il concetto?"

Masaki annuì.
"Tu come hai fatto a capirlo? Di essere innamorato di Tenma intendo, lui è praticamente il tuo opposto!"
"Che esagerato."
"Rispondi alla domanda Kyo!"
"Tu cos'hai detto di provare quando sei vicino a Kirino?"
"Ansia?"
"Masaki."

Masaki sospirò. Odiava ripetersi.
"Lo stomaco che si attorciglia? Il cuore che batte a tremila, quale delle tante?"
"Tutte Masaki. Tenma sembra stupido, a volte lo è, ma posso dirti che quando l'ho conosciuto per la prima volta, qualcosa in me è andata nel panico più assoluto. Non ho mai avuto paura dei miei sentimenti, e ne ho sempre parlato con Yuuichi in realtà.
Quando avevo capito di essermi preso una bella cotta, pensavo che fosse da stupidi, insomma ti sembro uno che regala fiori o si tiene per mano per strada?"

Ci pensò su, e poteva dire che il solo immaginare Kyousuke che regalava un mazzo di fiori a Tenma gli fece ridere? "Assolutamente no." Rispose.
"Però questo non mi ha frenato, mi piaceva, io piacevo a lui e ci abbiamo provato. Ed eccoci qui. Ti assicuro che l'istinto omicida non mi è ancora passato, vorrei strozzarlo, ma Tenma... credo di essermi innamorato nel preciso istante in cui mi ha sorriso."
"Oh Kyousuke, non ti facevo per nulla così."
"Che vorresti dire?" Kyousuke lo guardò cagnesco.

Masaki si allontanò, quasi per paura che Kyousuke lo prendesse e lo sbattesse a terra con una mossa di wrestling. "Niente, niente!"

Kyousuke... non l'aveva mai trovato così sincero.
Ma stavano davvero parlando della stessa cosa?

Nonostante Tenma e Kyousuke sembravano così diversi, erano fatti l'uno per l'altro, e si vedeva.
Kyousuke usciva dal suo guscio con Tenma, mentre Tenma... beh, era semplicemente sé stesso, e la sua allegria contagiava anche quel burbero di Kyousuke.
Insieme facevano una bella coppia, e anche quando sembravano sul punto di scoppiare, si ritrovavano comunque.

Non poteva esserci Kyousuke senza Tenma, e non poteva esserci Tenma senza Kyousuke.

Un po' come i suoi genitori. Erano fatti l'uno per l'altro.

Ma lui? Lui e Ranmaru?
Masaki non si sentiva minimamente come Hiroto e Ryuuji, ne tantomeno come Kyousuke e Tenma...

"Insomma... mi confonde davvero tanto con i suoi atteggiamenti. E poi mi ha dato quello stupido soprannome..." Masaki sospirò. "E se mi sto solo impressionando?"
Kyousuke scosse la testa. "Hai detto di aver provato forti emozioni quando ti ha trovato al '7-eleven' e quando ti ha accompagnato a casa, io non credo che tu ti stia impressionando, credo che ti piaccia davvero, e non dovresti avere paura di ciò che provi."
"hei voi due!" Tenma gli corse incontro. "Vi ho aspettato fuori al cancello completamente da solo! Ma insomma di cosa state parlando??"

Non si era nemmeno accorto di essersi fermato.

"Scusa Tenma!"
"A Masaki piace Kirino." Disse Kyousuke, poi si allontanò sempre più verso l'uscita.

Masaki divenne paonazzo, lo sentì. Più rosso dei capelli di Hiroto. "Kyousuke!"
"Sei innamorato di Kirino-san??" Tenma urlò.
Masaki corse a tappargli la bocca. "Sta zitto!"

Inutile dire che Tenma si liberò e gli girò intorno intonando: "Ti piace Kirino-san."

Masaki avrebbe tanto voluto ucciderlo.
Ci provò a fargli qualche sgambetto, ma non funzionò.

Fortunatamente Kyousuke corse ad aiutarlo, e diede una bella botta in testa a Tenma. "Smettila adesso." Gli disse.
"Mi hai fatto male!"
"Non è vero."
"Invece sì!"
"Ti ho detto di no."

Tenma gli si parò davanti, camminando all'indietro.
"Hai anche bei gusti sai? È davvero carino." Gli disse.
"Hei!" Si lamentò Kyousuke.
"Cosa? Sei geloso? Te lo dico in faccia che tuo fratello è bellissimo!"
"Un conto è mio fratello, un altro, è quello lì."
"Smettetela. E comunque non è vero, Kyousuke ti ha mentito, non mi piace Kirino."
"Ci conosciamo da più di tre anni Masa, non puoi nasconderci queste cose!" Gli disse Tenma. "Sei innamorato di Kirino-san e si vede! Ma perché non me l'hai detto prima? Pensavo ti piacesse Midori la manager! Quindi se ti piace perché non ci provi?"
"Non risponderò a nessuna delle tue domande."
"Perché ha paura. Pensa che Ranmaru sia etero, e quindi reprime ciò che prova piuttosto che dirglielo."
"Io- io non reprimo un bel niente. Anche se mi piacesse-
-Ti piace!" Disse Tenma.
"Anche se fosse, io e Ranmaru siamo amici. Amici e basta."
"Masaki, la vita è una, provaci se va male ti rifarai di sicuro."

Tenma annuì. "E poi, non è detto che devi rovinare un'amicizia, se Ranmaru ti vuole bene davvero, come amico, non si allontanerà da te."

Tenma sembrava stupido o, meglio, faceva lo stupido di proposito, come aveva detto Kyousuke prima.
Kyousuke raccontò tutta la loro conversazione.

"Masaki si è innamorato! Questo è davvero così carino." Disse Tenma. "Hai le farfalline nello stomaco proprio come me!"

Kyousuke mise una mano sulla fronte di Tenma, e lo spinse all'indietro, facendolo quasi cadere. "E comunque, io non credo che Kirino sia etero, ma insomma l'hai visto?"
"Kyo ha sviluppato il gay radar."

Masaki rise alla cosa più stupida che Tenma avesse detto. "Beh, allora funziona bene questo gay radar."
"Diciamo che, so con chi fare amicizia." Rispose Kyousuke.
"L'hai sempre saputo...? Intendo di me."
"No, ovvio che no, però non mi sorprende che ti piaccia una persona come Kirino."
"Non ha importanza se lo sapevamo o meno, non cambia nulla! Siamo gay anche noi! Io bisessuale per l'esattezza." Ci tenne a precisare Tenma.
"Io... non credo di voler definire il mio... orientamento. Però non ho mai pensato che non sareste stati più miei amici! Sarebbe pure follia." Disse Masaki.
"Beh, sarebbe stato da stupidi pensarci Masaki; e comunque ritornando sul discorso Kirino, magari ha il prosciutto sugli occhi e non lo capisce." Disse Kyousuke.
"Forse è solo confuso anche lui." Disse Tenma. "Guarda che non dev'essere facile per lui."
"Cos'ha di speciale?"
"Niente... però insomma... lui è più grande di Masaki."
"Tenma, un solo anno, comunque pensaci Masaki."
"Grazie però adesso smettetela, mi state dando sui nervi."

Tenma gli fece la linguaccia.

Forse Kyousuke aveva avuto ragione per la maggior parte del tempo, e aveva perlopiù paura... però, insomma, se si sbagliava sui suoi sentimenti?
Gli era piaciuto giocare in quel modo durante la partita, gli piaceva che Ranmaru l'aveva accompagnato in mensa, della bottiglietta di succo che custodiva gelosamente, o quando si erano ritrovati alle macchinette... o di come si erano divertiti durante la battaglia con i cuscini, al ritiro.
Tutte quelle sensazioni... gli trasmettevano una sorta di calore, e forse anche quelle che Tenma aveva chiamato farfalline.

Visto che Kyousuke quella sera doveva rimanere da Tenma, lo accompagnarono fino a casa.

Ritornato a casa, tutto quel parlare gli aveva messo una fame enorme e purtroppo per lui, né Ryuuji né Hiroto erano rincasati.

Quindi, ebbe tutto il tempo per pensare a tutta la situazione che si era creata con Ranmaru, a ciò che aveva detto Kyousuke.
Aveva paura, era vero, non voleva perdere un'amicizia simile perché lui non era bravo per niente a crearsene di nuove; e non ci teneva a distruggerla in quel modo.
E non si sarebbe dichiarato anche perché non voleva essere preso in giro ricevendo un: 'no, Mas hai capito male, mi dispiace.'

No.
Ma non poteva mica rimanere in una situazione simile per tutta la vita.... prima o poi avrebbe perso Ranmaru, no? E lui non voleva perderlo...

Tutto ciò era frustrante... magari avrebbe atteso, sperando in un qualche segnale divino, e prima o poi avrebbe reagito.

Prima avrebbe capito come fare, poi avrebbe agito.

⋆。゚☁︎。⋆。 ゚☾ ゚。⋆。゚☁︎。⋆。 ゚☾ ゚。⋆

×Angolino autrice ×

Heilà belli!

Eccoci qui con un nuovissimo aggiornamento; non posso crederci che questo è il penultimo capitolo! Siamo così vicini alla fine...

Vi ho trollati ad inizio capitolo, scusate xD
(e se in realtà vi stia trollando ancora? Magari Ranmaru è veramente etero 😬)

Bando alle ciance sì Ranmaru ha regalato il succo di frutta a Masaki, perché Ranmaru è BRV.

Poi, il discorso con Shindou, c'è bisogno di una spiegazione? 😉
Perché Masaki è capitato lì? Beh, è arrivato tardi non poteva farci niente. Mica poteva tapparsi le orecchie.

Scherzi a parte, il discorso con Shindou, e quello dello psicologo, e lo stesso per Ranmaru.
ED È TUTTO VELATO LO SO, ma ho provato a riscriverlo più e più volte, e secondo me non ha senso che Masaki (e voi lettori), lo scopriate SPIATTELLANDOLO.

Scusate ma questa è l'unica mia giustificazione.

Masaki che parla con Kyousuke e Tenma che gli gironzola attorno sono un must.
Insomma, non e che non abbia nessuno a parte loro, però, essendo amici da parecchio tempo... non so, mi sembrava giusto che avessero il loro screen time.

Masaki e il fatto che non voglia etichettarsi... allora, non so se veramente si possa fare, però, non perché io sia indecisa su tutto (perché per me Masaki è omosessuale, punto.), ma perché secondo me è giusto così, che non si etichetti insomma. Non è una vera e propria giustificazione, lo so.

Niente HiroMidoMasa, e sinceramente anche nell'ultimo capitolo ce ne sarà poca, e mi dispiace 🥲

Bye bye <3

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Capitolo 22
*** 20. ***


Erano un bel po' di giorni che a Masaki ronzava in testa una domanda: 'cosa devo fare?' e non intendeva del suo futuro una volta finita la scuola, anche perché non aveva nemmeno finito il primo anno; ma, la sua domanda era posta verso Ranmaru. E non lo diceva perché ce l'aveva di fronte, con un braccio teso sull'armadietto, e gli occhi azzurri fissi su qualcosa che Masaki non riusciva a capire.

Il suo io più interiore, gli diceva di scappare a gambe levate.

Erano così vicini, talmente vicini che Masaki poteva confondere il suo battito con quello di Ranmaru. 

Ranmaru aveva i capelli bagnati poiché era da poco uscito dalla doccia post-allenamento, e gli bagnavano la punta delle scarpe. Indossava i pantaloni e una maglietta bianca.

I suoi occhi azzurri erano dannatamente magnetici, ma non lo guardavano negli occhi.
Non riusciva a capire cosa in realtà Ranmaru stesse guardando.

La differenza d'altezza tra loro due era esagerata, Masaki avrebbe dovuto alzarsi sulle punte, forse, per riuscire a vedere dietro le spalle del maggiore.

Si sentiva quasi come schiacciato sotto il suo peso.

Ma come ci erano arrivati fino a quel punto?
Masaki stava semplicemente cercando di chiudere l'armadietto, rotto, poiché era stato l'ultimo ad arrivare, e Ranmaru gli aveva dato una mano, solo che Masaki non era riuscito in tempo a spostarsi, e così era rimasto incastrato.
Non c'era nessuno a parte loro; Tenma e Kyousuke erano usciti per andare a prendere qualcosa da bere, mentre Shindou era rimasto a parlare con Endou da alcune faccende da capitano

Ed è così che si erano ritrovati a quel punto... che sembrava durato un'eternità, ma in realtà non era così.

Nella sua testa poteva sentire Sebastian che iniziava a cantare "bacialo", come nella Sirenetta; come poteva essere così imbarazzante?
Non avrebbe dato ascolto alla sua testa bacata, che cercava solo di sabotarlo.

"Grazie... ora-
Fece balzare i suoi occhi dal suo braccio al viso di Ranmaru.

"Scusa." Ranmaru forse percepì il suo disagio, poiché si allontanò subito.

Masaki scosse la testa. "Grazie per l'armadietto."
"Di nulla, questi cosi – riferendosi all'armadietto. - fanno schifo."

Prese la sua borsa di fretta e furia e cercò in tutti i modi di evitare il suo sguardo.
"A domani Ranmaru."
"A domani Mas." Gli sorrise. 

Uscì dallo spogliatoio di corsa.

Fece dei respiri profondi prima di raggiungere Kyousuke e Tenma all'ingresso, si sbarazzò in fretta dell'imbarazzo.

"Hei ce ne hai messo del tempo 'Mas'." Disse Kyousuke.
"Scusate... problemi con l'armadietto. E non chiamarmi Mas!"

Ormai, il soprannome che gli aveva affibbiato Ranmaru era diventato di dominio pubblico, chiunque sapeva che Ranmaru lo chiamasse in quel modo; ci mancavano solo Ryuuji e Hiroto, e poi davvero l'avrebbero saputo tutti.
E sinceramente gli dava fastidio quando lo usavano gli altri, insomma, era una cosa solo di Ranmaru!

"Perché? Può farlo solo Kirino?"
"Cosa? No! Ma comunque tu non chiamarmi Mas."
"Dai Kyo non essere cattivo, e che detto da te non suona così bene." Disse Tenma, che gli passò la Gatorade.

"Grazie."

Si avviarono verso casa, e mentre Masaki beveva la sua bevanda al gusto di arancia rossa, Kyousuke e Tenma parlavano e parlavano.

Non riusciva ancora a dimenticare la sensazione di essere tra le braccia di Ranmaru, era davvero strano, ed era di sicuro una cosa che non aveva mai provato prima.

"Hei ma lo sapete che il 'Monte Olimpo' ha vinto contro la 'Raimon'??" Domandò Tenma.
"Davvero?" Domandò incredulo.
"Sì! Hanno vinto 2-1, a quanto pare sono davvero forti."
"Beh, almeno la Raimon è arrivata in semifinale..."
"Sì, ma potevano ancora farcela, erano sull'uno ad uno fino al ottantaseiesimo poi il 'Monte Olimpo' ha segnato il gol decisivo. Il portiere della Raimon non ha proprio visto il pallone arrivare."
"Il 'Monte Olimpo' è una squadra forte, quasi si dice che durante il secondo tempo sia cambiata tutta la squadra." Disse Kyousuke.
"Cosa?? Ed è vero?" Domandò Tenma.
"Ovviamente no."

Erano passati dei giorni dalla partita contro la Alpine, e quindi dalla fine del terzo girone, ovvero la semifinale, ormai mancava solo la finale che si sarebbe disputata tra la 'Kirkwood' e il 'Monte Olimpo'.

Dal giorno della patita, l'amicizia che c'era tra lui e Ranmaru, si era solidificata in qualche modo, dal discorso che aveva tenuto con Kyousuke e Tenma, erano cambiate delle cose, come appunto il fatto che adesso darsi il cinque era diventata una cosa loro.
Era una cosa da niente, è vero, come essere rimasti chiusi nello sgabuzzino delle cianfrusaglie (delle attrezzature sportive), dove avevano aspettato che qualcuno andasse ad aprirli, facendo passare il tempo parlando tra di loro, come se fossero due vecchi amici.

"Terra chiama Masaki." Tenma gli sventolava la mano davanti al viso. "Oggi hai proprio la testa altrove."
"Hei, non è vero, cosa c'è?"
"Come cosa c 'è? Sono arrivato."

Masaki si guardò intorno, ed effettivamente era vero, riusciva ad intravedere l'appartamento dove Tenma e sua zia abitassero. "Oh... scusa, ci vediamo domani allora?"
"Sì, a domani!" Lo salutò Tenma.

Lasciò spazio a Kyousuke, in modo che... potessero salutarsi.
Poi, fece il resto della strada con Kyousuke che non era rimasto da Tenma, come capitava di frequente, perché Yuuichi era a casa dall'università.

"Allora, hai parlato con lui perciò ce ne hai messo di tempo?"
"Cosa? No. Non abbiamo parlato di niente."
"E quindi perché ce ne hai messo di tempo?"
"Te l'ho detto, ho avuto problemi con l'armadietto... e Ranmaru mi ha aiutato."
"I dettagli." Kyousuke batté il dorso della mano destra sul palmo della mano sinistra, provocando un sonoro schiocco. 

Masaki alzò gli occhi al cielo. "Oddio, lo sai che nemmeno i miei genitori farebbero così?"
"E quindi? Io conosco quelli come lui."
"Così lo rendi un criminale."
"Potrebbe esserlo."
Colpì Kyousuke al braccio. "Ma smettila."
"Allora mi dici o no cos'è successo?"

Masaki sospirò, e gli raccontò tutto, anche dei film mentali che si era fatto in quel momento, di quella sensazione simile a 'farfalle nello stomaco.', che aveva provato.
Del fatto che, si era ritrovato spesso a ricevere una bottiglia d'acqua, in pausa, per mano di Ranmaru, e non per mano di una manager, dei messaggi che si mandavano, insomma, una situazione un po' più complessa di quello che immaginava.

"Devi buttarti Masaki. Non puoi stare qui a piangerti addosso." Disse Kyousuke.
"È mio amico come potrei fargli una cosa del genere?"
"Ancora con questa cazzata? Sei cieco, questa è la mia conclusione, anzi, la verità e che non hai paura che lui ti dica: 'No Mas, hai capito male.', ma bensì di una cosa seria, hai paura che lui ti dica di sì e che poi non sia all'altezza di tutti i film mentali che ti stai facendo."
"Non è vero."
"Si che lo è Masaki, e lo sai meglio di me."

Masaki alzò gli occhi al cielo e sbuffò. 
Odiava davvero la situazione in cui si trovava, avrebbe preferito rimanere così com'era per il resto della sua vita e non dover avere nessun approccio di tipo 'romantico' con nessuno. Non era fatto per condividere la sua vita con un'altra persona, ma quello che provava era l'esatto opposto.

La verità e che, si aveva paura; ma non paura di una cosa seria. Era una cosa più gande di lui, più complicata.

"Cosa dovrei fare allora?" Domandò frustrato. 
"Digli la verità. Su cosa provi stando con lui, cazzate simili."
"E se poi va male?"
"Te ne trovi un altro. E-
-Non voglio trovarmene un altro!" Lo interruppe, e Kyousuke alzò gli occhi al cielo perché odiava essere interrotto.  
"E comunque, non andrà male, come tu hai avuto l'impulso di baciarlo, anche lui lo avrà avuto, ma è troppo stupido per fare una cosa simile." Gli disse.

Masaki sospirò forse per la trecentesima volta in quei minuti. Perché doveva essere così difficile?

"Non puoi mica aspettare in un segnale; ne hai già avuti anche troppi."
"L'unico più importante non l'ho avuto."
"Io non capisco come tu faccia a pensare che Ranmaru sia etero."
"Perché lo è!"
"Ma non farmi ridere, e poi, potrebbe essere bi, pan, o qualsiasi altra cosa, quindi smettila di continuare a cercare scuse."
"Non sto cercando scuse."

Kyousuke gli si si fermò di fronte. "Vedi di mettertelo bene in testa, metti conto che sia gay/bi, o quel che vuoi, qualcun altro se lo piglia al posto tuo. E ringrazia che il suo miglior amico sia etero, altrimenti l'avresti già perso."

Odiava quando Kyousuke aveva ragione. Odiava un po' troppe cose in realtà, tra cui la verità, ma non la verità come quella di un segreto, ma la verità cruda, schietta, come quella che gli aveva appena detto Kyousuke.
Odiava la schiettezza.
(Ma questa era una cosa del tutto giustificata, Nagumo gli disse chiaramente che suo nonno era sottoterra, e non "andato via" o cose simili che si dicono ai bambini, poi, beh, era stato abbandonato, quindi niente più, in parte, avrebbe potuto scalfirlo.)

"Chi si somiglia si piglia, d'altronde."
"Oh non direi, tu e Tenma siete letteralmente il sole e la luna."
"Anche il sole e la luna hanno alcune cose in comune, hanno la stessa superficie solida e rocciosa, e comunque, si creano."

Era una cosa così stupida, e, se ci era riuscito Tenma, aveva buoni presupposti di riuscirci.

Forse Kyousuke aveva ragione, che forse stava perdendo troppo tempo, che si stava fasciando la testa ancor prima di rompersela, come di sicuro gli avrebbe detto anche Ryuuji.

"Pensaci su, anche se secondo me andrà a finire che voi due vi metterete insieme, ci ho scommesso un appuntamento con Tenma, e se perdo dovrò passare un'intera serata di allenamento, quindi non fare scherzi, ucciderò Ranmaru, anche se la sua risposta fosse positiva. 
Ora lasciami tornare a casa, prima che Yuuichi chiami la polizia per denunciare la mia scomparsa."

Masaki rise. "Ci penserò promesso. A domani."
"A domani."

Finalmente poté tornare a casa dopo una giornata del tutto difficile.
Le luci erano già accese segno che Hiroto e Ryuuji erano già rincasati.

Ispirò profondamente prima di poter entrare in casa, e cercò il più possibile di liberarsi la testa dai mille pensieri.

Tolse le scarpe all'ingresso e attaccò il giubbotto all'attaccapanni, per poi addentrarsi in salotto.

"Ciao." Salutò Ryuuji che era seduto sul divano.
"Bentornato Maki, tutto bene?"
Annuì. "Endou ha avuto la malsana idea di farci giocare una piccola partita con la seconda squadra dopo l'allenamento, per questo abbiamo fatto più tardi del dovuto, scusa."
Ryuuji scosse la testa: "Potevi lasciarti venire a prendere."

E vedere la sua faccia rossa dopo quello che era accaduto con Ranmaru? 
Anche no.

"No no, ho fatto strada con Kyousuke e Tenma. Vado a cambiarmi." Disse poi. 
Salutò Hiroto con la mano, era in cucina che parlava animatamente al telefono e  corse in camera sua.

Dopo essersi fatto una doccia gelata, sperando di prendere la seconda influenza nel giro di quell'anno, andò a cenare. 

A tavola ascoltò i soliti discorsi dei suoi genitori sulla Kira & Company, e poi raccontò la sua giornata scolastica.
Ogni tanto domandavano come andassero le cose tra lui e Ranmaru, e Masaki rispondeva sempre vagamente; non voleva che si impicciassero troppo.

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Aveva deciso.
Si sarebbe dichiarato, senza troppi giri di parole.
Almeno così si sarebbe tolto qualsiasi dubbio, e si sarebbe messo l'anima in pace.

La verità? Aveva una tremenda paura.
Non voleva nemmeno andare a scuola. Voleva evitare Ranmaru; però a cosa sarebbe servito?

Non fece colazione, non ci teneva a vomitare qualsiasi cosa avesse in corpo. 

"Cos'hai Masaki?" Gli domandò Ryuuji. "Sembri particolarmente agitato stamattina."
"Niente. Ho un test molto importante." Rispose frettolosamente, mentre indossava le scarpe.
"Vuoi un passaggio?" Domandò Hiroto. "Così magari possiamo parlarne."
"No, Tenma e Kyousuke sono qui che mi aspettando, ci vediamo più tardi." Uscì di casa in fretta, lasciando che la porta dietro di sé sbattesse e lasciando i suoi genitori in un mare di dubbi.

Kyousuke era sul ciglio del marciapiede, mentre Tenma stava scendendo e salendo il marciapiede.

"Hei buongiorno Masaki!" Gli urlò Tenma.
"Buongiorno." Corse immediatamente dai due. "Ho bisogno di un favore."
"Devi nascondere un cadavere?" Domandò Kyousuke.
"No!"
"Allora non posso aiutarti."
Tenma diede un pugno sul braccio di Kyousuke e urlò: "Kyo!" terribilmente offeso, poi rivolse il suo sguardo a Masaki. "Di' pure, sono tutte orecchie."
"Non aspettatemi dopo gli allenamenti."
"E perché?" Domandò Tenma.
"Perché... perché non dovete."

Kyousuke inarcò le sopracciglia. "Che intenzioni-" poi, venne colpito dall'illuminazione. "Va bene, ma qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi. Non vorrei occultare cadaveri stasera."
"Tranquillo Kyo, e grazie."
Tenma li guardò in modo interrogativo. "Cosa mi state nascondendo?"
"Niente che t'importi." Disse Kyousuke. "Adesso a scuola."
"Uffa." Sbuffò Tenma. "Ma io voglio sapere cosa deve fare Masaki di così importante da non aspettarlo."
"Non sono affari nostri, quindi stanne fuori."
"Ma non è giusto." Tenma continuò a lamentarsi.
"Tu di' solo buona fortuna."
"E va bene... buona fortuna Masaki, anche se non so perché ti sto dicendo buona fortuna..."
Masaki rise. "Grazie Tenma. Prometto che poi ti dirò tutto."
Tenma poi lo guardò. "Non starai organizzando una partita con i tuoi genitori vero?"
"No."
"Ci ho sperato..."

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Il resto del giorno si svolse come al solito.
Ascoltò le lezioni, andò a mensa, e ascoltò le lezioni pomeridiane prima di andare al club di calcio.

Sentiva l'ansia fin sotto le unghie, e non era una bella sensazione, quasi avrebbe urlato "ritirata", però... non poteva lasciarsi prendere dal panico.

Così, andò al club di calcio con i suoi amici, come tutti i giorni.
E come tutti i giorni partecipò al club di calcio. Non doveva risultare strano.

In quel momento facevano riscaldamento; lui era con Ranmaru, che non la smetteva di parlare nemmeno per riprendere fiato.

"[...] E così Takuto ha invitato Akane ad ascoltarlo mentre sta tenendo un vero e proprio concerto al piano. Akane poi ha chiesto a me se potessi farle compagnia mentre il suo ragazzo è sul palco... non so nemmeno io in che situazione sono andato ad infilarmi."  In realtà Masaki non gli stava dando proprio ascolto, erano cose che nemmeno gli interessavano. "Dovevo studiare per il test di 'sociologia' ma credo di dover fare un eccezione." Poi forse si accorse di star parlando da solo. "Ma, mi stai ascoltando Mas?"
"Sì che ti sto ascoltando."
"Sicuro? Non sembrava nemmeno che respirassi mezzo secondo fa."
"E che... non volevo interromperti."

Ranmaru lo guardò con il suo solito sguardo interrogativo, con le sopracciglia aggrottate, e gli occhi azzurri che andavano in contrasto con la maglia della divisa.

"E comunque, stai facendo una buona azione, probabilmente Akane da sola si sentirà a disagio, e tu ci sei già stato ad uno di questi concerti, e sei il miglior amico di Shindou, quindi... non ti sei infilato in nessuna situazione strana. Aiuti un amico e un'amica."

Adesso che Ranmaru continuava a guardarlo si sentiva terribilmente in imbarazzo.
"Ho detto qualcosa di sbagliato?"

Ranmaru scosse la testa. 
"No no, e solo che... forse hai ragione tu."
"Io ho sempre ragione."
Ranmaru lo spintonò. "Ma per favore." rise.

La sua risata lo tranquillizzò un po'. 
Anche se nella sua testa continuava a gironzolare la domanda: 'perché lo sto facendo?' Aveva paura che in qualche modo potesse ferirlo, e perdere tutto quel rapporto che avevano costruito pian piano, arrivando ad essere buoni amici...

Attaccarono con l'allenamento del giorno, prima che qualcuno li richiamasse.
Anche se solo Endou poteva farlo, visto che Shindou aveva saltato gli allenamenti per essere pronto per la grande serata.

"Stavo pensando, che magari potremmo creare un hissatsu combinata." Disse.
"Sembra un ottima idea." Disse Ranmaru, gli sorrise.
"Potremmo parlarne... dopo?"
"Assolutamente, non voglio richiami oggi." Rise Ranmaru. "Soprattutto oggi." Marcò.
"Come primo e ultimo giorno da capitano."

Gli occhi di Ranmaru brillarono.

"Non credo di aver sentito bene?"
"Capitano." Ripeté. "Oggi sostituisci Shindou no?"
"Sì, è vero." Disse Ranmaru. "Sai... credo di non aver capito bene."
"Ah-ah, non ripeterò, sennò poi ti monti la testa." Lo sfottò.

L'allenamento del giorno non era per nulla impegnativo in realtà.
Si stavano allenando su schemi, anche in vista delle prossime amichevoli.

Endou, prima degli allenamenti, aveva detto che doveva consegnare loro i biglietti della finale del Football Frontier. Tra la 'Kirkwood' e il 'Monte Olimpo'.

Masaki l'aveva completamente rimossa, con tutto quello che aveva pensato, la finale era l'ultimo dei suoi problemi.

Ranmaru si voltò a guardare la squadra. 
"Sai, spero di sostituire Shindou molto spesso, visto che le mie orecchie hanno ascoltato qualcosa per cui ne vale la pena."
"Visto che ti stai montando la testa?"
"Ehi! Non è vero, e solo che non avrò mai più un opportunità simile."
"Se riesci a coprire bene il ruolo di capitano, magari potrei chiamarti in quel modo anche quando Shindou ritorna."

Ranmaru gli sorrise. "Allora mi impegnerò al massimo."

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A fine allenamenti, Endou li richiamò a sé.

Consegnò ad ognuno di loro il biglietto per la finale, e disse semplicemente che non potevano non esserci, poiché sarebbe servito anche da allenamento.

Aveva detto che l'indomani avrebbero saltato l'allenamento, perché la partita si sarebbe tenuta presto; il motivo era che quella sera c'era una partita molto importante per il calcio professionale, che sarebbe stata trasmessa in TV, e che quindi la finale era anticipata.

Poi, si complimentò con Ranmaru per aver ricoperto bene il ruolo da capitano, e continuò a parlare e parlare.

Li lasciò poi andare a cambiarsi.
Si cambiò in fretta e furia e non sistemò nemmeno il borsone; incastrò la divisa e chiuse il tutto, aspettando poi Ranmaru fuori al centro sportivo.

Non aveva un bel discorso già preparato, e questa era l'unica nota a sfavore, almeno così non doveva ricordarsi un discorso intero e poteva benissimo andare da un punto 'a.' ad un punto 'd.' 

Fu una benedizione che Ranmaru uscisse da solo, anche perché con chi sarebbe dovuto uscire? Shindou non c'era. 

"Capitano." Lo chiamò, appena lo vede.
"Allora dicevi il vero." Gli disse Ranmaru, avvicinatosi.

Masaki scrollò le spalle. "Chissà."

Ranmaru era lì, davanti a lui. 
Indossava la divisa invernale della scuola, e i suoi 'codini rosa.' erano ben fatti e venivano leggermente mossi per colpa del vento.

Non aveva scelto una bella giornata a quanto pare.
C'era del vento, e il cielo era cosparso di nuvole.

"Terra chiama Mas, allora questa hissatsu?" Domandò Ranmaru.

Non era impaziente, o almeno non dava l'impressione di esserlo.

Tutto quello che aveva da dirgli, gli morì in gola.
Non doveva dire chissà cosa, non era nulla di complesso, solo tre parole, solo: 'tu mi piaci.', eppure, non ci riuscì; come se l'avesse dimenticato, come se avesse dimenticato tutto, anche il proprio nome.

"No e che... Non è che abbia un'idea solida e quindi magari ci vorrebbe troppo-
-Ho ancora del tempo Masaki, su' dimmi cosa c'è."
"Era una sciocchezza, nulla d'importante, davvero."

Ranmaru lo guardò e Masaki fece l'errore di ricambiare il suo sguardo.

Le sopracciglia incurvate, la testa leggermente inclinata e i suoi occhi che sembravano di un azzurri scuro, come un cielo pieno di pioggia, fecero scattare qualcosa in Masaki. Qualcosa che non aveva saputo controllare.

Si era avvicinato, e l'aveva baciato.

Successe tutto in automatico, come se avesse soltanto immaginato di muoversi, ma, non era stata solo una sciocca fantasia. Sentiva le labbra di Ranmaru sulle sue.

Non sapeva perché l'aveva fatto. Non sapeva dove aveva trovato il coraggio di farlo.

E Ranmaru... Ranmaru non si era tirato indietro.
La sua mano gelida la poggiò sulla guancia bollente di Masaki, spostandola poi dietro l'orecchio.

Non durò così tanto, però per Masaki sembrava come se tutto si fosse bloccato, come se non esistesse nient'altro.

Però, poi, come se avesse preso la scossa, si separò.

Aveva fatto un casino. Come suo solito.

"Io-" Le parole gli morirono in bocca. "-Scusa."
"Mas. Aspetta-

Aveva provato a fermarlo, ma Masaki l'aveva strattonato, come per riprendersi il braccio, ed era scappato via, in lacrime, aggiungeva.

Corse così velocemente verso casa, che temeva veramente di consumare tutta l'aria possibile nei polmoni.

Ma perché l'aveva fatto? Perché l'aveva baciato? Perché era fuggito via?
Aveva fatto un casino nel casino...

Si era mosso in automatico, come se il suo cervello fosse programmato per quell'opzione, però... non l'aveva minimamente, lontanamente, immaginata.
Il piano non era quello. Doveva soltanto parlarci, soltanto dirgli che in realtà Ranmaru gli piaceva, e davvero tanto... non avrebbe dovuto baciarlo.

Perché l'aveva fatto?

Si sentiva tremendamente stupido, e tremendamente confuso.
Non si sarebbe mai aspettato che sarebbe successo tutto così d'improvviso, avrebbe voluto che ci fosse un manuale: qualcosa che lo aiutasse a capire.

La verità e che ci aveva scherzato troppo su' con Kyousuke, che la cosa con Ranmaru potesse andare male, e il suo cervello aveva iniziato a farla passare come una cosa veritiera. Ma la colpa non era sua o di Kyousuke, era della sua mancanza di fiducia nel prossimo, nel suo cervello che lo sabotava, facendogli credere che non potesse meritare cose del genere.

Ci era già passato, in un contesto molto diverso, con Hiroto e Ryuuji. Ce ne aveva messo tempo per acquistare fiducia in Kyousuke e Tenma; gli sembrava impossibile farlo anche con Ranmaru.

Aveva bisogno di metabolizzare tutto ciò che era successo, in quel lasso di tempo.

La consapevolezza che potesse andare tutto male, i suoi traumi non curati nel modo giusto, tutto negativo, non gli permettevano di vedere cosa ci fosse di positivo in tutto quello. 

Aveva fatto una figuraccia scappando, l'aveva capito troppo tardi. 
Come avrebbe spiegato tutto a Ranmaru? Cosa avrebbe dovuto spiegare? 
Che fosse vigliacco? Che in realtà gli piaceva anche lui ma non aveva mai avuto il coraggio di dirglielo perché non voleva rovinare la loro amicizia?

Aveva fiducia in Ranmaru, gli aveva detto della sua famiglia... ma forse non era sufficiente. Forse, non era abbastanza per colmare tutta quella paura che aveva.

Si era sempre chiesto, possibile che il suo trauma portasse a tutto ciò?
Era arrivato il momento di parlarne con uno specialista?

L'aveva evitato, messo da parte, per troppo tempo, anche quando gli era sembrato impossibile, tipo con i suoi genitori, eppure... adesso era in un contesto del tutto nuovo e diverso; perché qui non si trattava di famiglia ma si trattava di fiducia in una relazione, e la sua era scadente anche in amicizia.

Con tutto quel pensare avrebbe tanto voluto stracciarsi i capelli dalla testa.

Non voleva pensare a Ranmaru, però si chiese cosa stesse pensando lui in quel momento. Ne avrebbe parlato con Shindou? 

Arrivò a casa, chiuse la porta alle sue spalle un po' troppo violentemente.
Era da solo, per fortuna.

Si lasciò cadere contro la porta cercando di recuperare più aria possibile per i suoi polmoni; mentre le sue orecchie fischiavano e gli occhi pizzicavano per colpa del vento gelido che aveva preso in faccia correndo. E sentiva terribilmente caldo.
Si portò le mani al viso, non voleva piangere.

Voleva tanto non essersi cacciato in quella situazione, e peggio, non voleva mai essersi trasferito a Nagano. 

Fece un ultima fino in camera sua, non badando alla cartella lasciata cadere all'ingresso, o alle scarpe che non erano state messe nell'apposito scompartimento. 

Ringraziò chiunque che Ranmaru non l'avesse seguito.
Prese il suo cellulare e non trovò né messaggi né chiamate da parte sua.

Però... forse gli aveva fatto schifo?
Forse non voleva più essere suo amico?

Che cosa aveva fatto?

Si gettò sul letto.

Non aveva nessuna voglia di cenare, nessuna voglia di uscire e parlare con i suoi genitori, e non aveva nessuna intenzione di presentarsi a scuola... come poteva?

Lanciò il telefono il più lontano possibile mentre lui si appoggiò allo schienale del letto e nascose il viso tra le ginocchia.

La sua mente cercava in tutti i modi di cercare una soluzione, eppure non vedeva nessuna speranza.

Eppure... aveva ricambiato. Significava qualcosa? 
No- forse nemmeno si era reso conto di ciò che era successo? Forse era spinto dal momento?

Non sentì la porta di casa aprirsi, e non sentì nemmeno la porta della sua camera, aprirsi. Fino a quel momento era stato al buio, ora, un po' di luce entrava dal corridoio.

Ryuuji, alto com'era, non permetteva a tutta la luce di entrare; non sembrava molto felice, anzi, sembrava un po' contrariato.

"Ciao Ryuu." 

Fare l'indifferente non sempre gli riusciva.

"Cos'è che stavi facendo di così importante da non poterci avvisare?"

Cento campane di allarme suonarono nella sua testa.
Era lui il motivo per cui era così contrariato.
Perché preso dal momento, si era completamente dimenticato di mandare quello stupido messaggio ai suoi genitori. Era ovvio che Ryuuji fosse arrabbiato, probabilmente si era anche preoccupato, perché non aveva visto nessun messaggio arrivare, e perché era una sera d'inverno e la città era completamente vuota... Non poteva dargli torto.

L'ultima cosa di cui aveva bisogno era litigare con i suoi genitori.

"Scusa. Mi è sfuggito di mente... è stata una giornata un po' così."
"Un secondo Masaki, questo era il tempo che ci mettevi per avvisarci." 
"Si lo so, e ti ho chiesto scusa."
"La prossima volta-
- Non capiterà mai più. Veramente."

Ryuuji lo lasciò in camera da solo.
Di nuovo solo.

Emise un sonoro sbuffo. 

Rimase lì a guardare il soffitto, mentre nella sua testa si scatenavano una marea di pensieri.

Prese un cuscino solo per affondarci la testa dentro, però poi, il suo telefonò vibrò, e la curiosità uccise il gatto, come avrebbe detto Ryuuji.

Non fece in tempo a leggere tutto il contenuto della notifica; però aveva letto il nome, di colui che aveva mandato un messaggio.
Kirino Ranmaru. Sì, proprio lui.

Il messaggio iniziava con un: 'Dobbiamo parlare [...].'

Poi la notifica sparì.

Il suo stomaco prese a girare come se usasse la forza centrifuga. 
Aveva una voglia matta di vomitare e la testa gli girava tantissimo. Era nel panico. 

Ecco, era morto. 
Spacciato, sepolto.

Di che cosa voleva parlare?
Voleva dirgli che aveva fatto un casino, e che non avrebbe mai più voluto vederlo?
Che aveva fatto un grosso errore nel baciarlo? Che era etero? Che gli faceva schifo?
Oppure che aveva già un fidanzato che sarebbe venuto a prendersela con Masaki per ciò che aveva fatto?
Non voleva mai più essere suo amico? 

No... probabilmente nessuna delle sue domande era vera.

Forse gli elencava i motivi per la quale gli voleva parlare? Sbagliato.

Decise quindi di leggerlo, e il messaggio diceva:
'Dobbiamo parlare. -
-Aspettami fuori la tua aula, prima degli allenamentiA domani.'

Nient altro.

Ranmaru amava mettere smile in ogni messaggio, ma stavolta non ce n'era nemmeno uno.
Nemmeno 'Mas.' Niente di niente.
Terribilmente serio.

E perché poi dopo le lezioni? Non poteva prima, in pausa pranzo?
Non poteva resistere tutto quel tempo. E lo sapeva che non era in diritto di lamentarsi, ma davvero, non poteva aspettare.

Perché doveva rimanere in ansia per tutto quel tempo?

Magari voleva soltanto dirgli di far finta di niente...?

"Io ti odio Ranmaru." Lo disse più a sé stesso.

In che guaio si era cacciato? 

Aprì la chat con Ranmaru e gli scrisse: 'A domani.'
Poi lanciò nuovamente il telefono lontano da lui. 

Coraggioso da parte tua, Masaki. Si disse.

Ora non poteva più tirarsi indietro.

La sua camera venne illuminata ancora.
Si voltò verso la porta e ritrovò Hiroto, lì fermo sotto l'uscio della porta, con la nocca dell'indice che stava per andare a battere sullo stipite della porta.

"Hei Maki, posso entrare?"

Annuì, poco convinto.
Si chiedeva da quanto tempo fosse lì, perché ormai gli sembrava essere completamente fuori dal mondo.

Hiroto si sedette sul bordo letto. 
Indossava ancora i vestiti del lavoro, e gli occhiali che gli coprivano gli occhi verdi.
Non sembrava arrabbiato, anzi, sembrava piuttosto calmo, però volle prevenire, e chiedere scusa anche a lui. 

"Scusa... se ho dimenticato di avvisarvi."
"Ryuu mi ha detto che hai avuto una giornata un po' pesante, ti va di parlarne?"
"E solo per la scuola ... tutto qui."
"Non te ne sei mai preoccupato veramente."
"Beh ora sì."
"Maki perché hai dei segreti con noi adesso?"
"Non ho nessun segreto."

Hiroto lo guardò, come dire 'Finiscila di dire queste stronzate, il primo premio è già tuo.', anche se a pensarci bene non era molto da Hiroto, più da Nagumo.

"Di' al tuo vecchio cosa c'è che non va."

Masaki gli sorrise. "Adesso ti dai del vecchio?"
"Non farci l'abitudine." Disse scombinandogli i capelli. "Solo perché ti vedo un po' giù, e non ci piace vederti così."
"Cos'è che hai mangiato a pranzo papà?"
"Non raggirare il discorso come al tuo solito, piccola peste."

Masaki sospirò. "Te l'ho detto, e per lo studio."
"Se fosse per lo studio, come dici, non staresti studiando?"

Masaki appoggiò la fronte sulla spalla di suo padre.
"Ti hanno mai detto che sei così insistente?"
Hiroto gli accarezzò i capelli. "Un paio di volte." 

Nella sua voce non c'era rabbia, poteva quasi dire che stesse sorridendo.

Tutti avrebbero detto che Ryuuji fosse quello più pacato, in realtà non era così.
(Beh, non era nemmeno crudele e scatenato, Ryuuji era la perfetta unione tra lo yin e lo yang) Hiroto lo era, o almeno lo era con lui, sul lavoro invece... non poteva assicurare nulla.

"Come fai ad avere fiducia in Ryuu?" 
Hiroto lo guardò come se gli stesse nascondendo il sacro Graal. 

"Non hai mai avuto paura? Non so, che ti tradisse o cose del genere?"
"Ho sempre avuto piena fiducia in Ryuu, Maki, perché mi fai queste domande? È successo qualcosa?"

Masaki scosse la testa. "Vorrei avere piena fiducia proprio come te."
"L'unico modo per sapere se possiamo fidarci di una persona è fidarci."

Masaki raddrizzò il capo. "In che senso?"
"So che ti sembrerà strano, ma la fiducia vien da sé, anche se ti sembra impossibile. Proprio come hai fatto con Hitomiko, me e Ryuuji, e anche quei due tue amici." Hiroto si aggiustò gli occhiali sul volto. "Si tratta di quel ragazzo vero?"

Masaki annuì. 
Come aveva fatto Hiroto a capirlo? 
Era un superpotere da persona adulta?

"Ho paura di aver fatto un casino." Disse poi.
Hiroto gli scompigliò i capelli. "Se ti fa sentire amato, allora è quello che vuole; nei suoi gesti, nei suoi comportamenti, forse non ha il coraggio di ammetterlo e ha bisogno di una spinta."
"Dici che vale la pena...? Cioè... ne varrebbe la pena?"
"Ti fa sentire bene?"

Annuì per la seconda volta.

"Allora ne varrà sempre la pena Maki."

Aveva appena fallito il piano 'non parlarne con i tuoi genitori.', ma dovette ammettere che forse aveva fatto bene a dire tutto a Hiroto, anche perché sé già Ryuuji se n'era accorto del suo comportamento strano... Sì, parlarne era stata una buona idea.

Forse... era scappato per fifa, per paura di cosa sarebbe successo, se Ranmaru lo avesse tenuto lì ancora. Ma la sua paura era del tutto insensata adesso.

"Grazie papà..."

Hiroto lo strinse in un abbraccio e gli sussurrò all'orecchio: "Puoi sempre contare su di noi Maki."

Masaki abbandonò l'abbraccio, e poi lasciò Hiroto andare a scrollarsi un po' di lavoro da dosso, come diceva lui, ne approfittò per correre in cucina e chiedere per l'ennesima volta scusa a Ryuuji, così ritrovandosi lì in cucina diede anche una mano con la cena.

Per ora, non gli rimaneva altro che attendere, e cercare di non pensarci più.

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Pioveva.
Aveva scelto proprio una bella giornata per parlare con Ranmaru.
Amava la pioggia, ma avrebbe preferito non ci fosse in un giorno come quello. 

Lo prese come un segnale divino. 

Si concesse tutto il tempo di fare colazione, poi magari se sentiva che stava per andare tutto male avrebbe dato buca a Ranmaru e alla partita, e a qualsiasi cosa dovesse fare quel giorno. 
Era giusto? No. Soprattutto nei confronti di Ranmaru; quindi sperava vivamente di non farsi prendere in preda all'ansia. 

Era difficile vesto che la sua mente provava a sabotarlo 24/7; e aveva una tremenda paura di cosa aveva da dirgli Ranmaru.

Dare fiducia non era una cosa che riusciva a decidere da solo. Gli veniva da non fidarsi di nessuno, dopo l'abbandono da parte dei suoi veri genitori, e anche quello che aveva passato alle medie non gli permetteva di avere fiducia nel prossimo... però averne parlato con suo padre l'aveva aiutato un pochino.

Il giorno prima aveva baciato la persona che gli piaceva dopo averla presa in giro per tutto il giorno, e alla fine era anche scappato come un vigliacco, se oggi fosse andata male, avrebbe costretto Hiroto a cambiare direttamente pianeta.

Sì, quella era la cosa più giusta da fare.
Magari si sarebbe innamorato di un alieno, chi poteva dirlo.

Poteva anche smetterla di ironizzare sulla sua vita, ma al momento era l'unica cosa che poteva fare per rimanere con i piedi per terra.

Visto che pioveva si mise d'accordo con Tenma e Kyousuke, e diede un passaggio in auto ai due fino a scuola.

Tenma rimase come un baccalà per tutto il tempo del 'viaggio'. 
Ancora non poteva credere di essere in macchina con Hiroto probabilmente.
Ed era da stupidi, ogni volta che Tenma vedeva i suoi genitori ci rimaneva, nonostante li conoscesse ormai da quattro anni.

Arrivarono a scuola in perfetto orario, anche se non aveva smesso di piovere nemmeno per mezzo secondo.
Mentre Tenma correva a raggiungere Shinsuke e Hikaru, Masaki raccontò ciò che aveva combinato ieri con Ranmaru.

"Secondo te cosa vuole dirmi?" Domandò.
"Non posso saperlo, però forse hai mosso quell'unico e piccolo neurone che ha."
"Quindi tu dici che non mi ucciderà?"

Kyousuke si strinse il ponte nasale tra l'indice e il pollice, e poi tornò a guardarlo con aria molto seria e scocciata. "Ascolta Masaki, hai tutti i buoni motivi per credere che voglia parlarti per dire che prova le stesse cose che provi tu, ma che non ha avuto coraggio. Il suo atteggiamento nei suoi confronti e uno di quei motivi, quindi smettila di mandarti il cervello in pappa. Semplicemente aspettalo e parlate da persone civili, e se si comporta come non dovrebbe, ci metto due secondi ad arrivare e a riempirlo di botte, chiaro?"
"No alla violenza." 
"Spero vivamente sia un no, ma non si può mai sapere con persone come lui."
"Sei molto incoraggiante Kyo." Sbuffò.
"Ma se ti ho detto che si vuole dichiarare. Mi ricordi proprio Tenma."
"Questa la prendo come un'offesa."

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Per tutte le lezioni Masaki non aveva fatto altro che deconcentrarsi e pensare a come comportarsi con Ranmaru.
In base a cosa gli avrebbe detto, Masaki stava pensando a più risposte.

Nessuna di queste però gli sembrava una cosa giusta, forse, avrebbe dovuto vedere lì sul momento, e non prepararselo; però... non riusciva veramente a pensare ad altro.

Le lezioni gli sembravano così noiose, i cambi d'ora peggio.
Voleva passare direttamente a quel pomeriggio, saltando anche la pausa pranzo. Voleva parlare con Ranmaru, ne sentiva la necessità.

Gli sembrava di star rivivendo, come un déjà-vu, il giorno precedente.

Purtroppo in mensa dovette andarci comunque, perché non poteva fermare la fame di Tenma.

Avrebbe tanto voluto una macchina del tempo...

Hikaru e Shinsuke erano arrivati prima di loro, ed Hikaru sembrava particolarmente impegnato a segnarsi qualcosa su un foglio di carta.

"Basta studiare!" Gli disse Tenma, sedendosi tra Hikaru e Shinsuke. "Adesso siamo a mensa e dobbiamo pensare soltanto a mangiare."
"Stavo solo ricopiando delle cose."

Invidiava gli appunti di Hikaru, e la sua grafia.
Erano scritti in modo così ordinato, e così perfetto. Usava gli evidenziatori, non a caso come faceva lui, ma sceglieva il colore e se dovesse usarne un altro, vedeva prima se erano complementari. Scritti a penna, senza nessuna sbavatura e nemmeno un singolo kanji sbagliato. Non c'era nessun errore sui suoi fogli, nessuna cancellatura dovuta alla gomma e nemmeno l'ombra di una matita.
Invece, Masaki i suoi appunti li scriveva tutti a matita e se mai dovesse scrivere con la penna, era certo che avrebbe comunque sbagliato qualcosa (e in quel caso avrebbe stracciato l'intero foglio).

"Era comunque studio." Tenma gli tolse la penna dalla mano, e gliela custodì nel portapenne. "Adesso pensa a mangiare, sennò non avrai forze per andare a vedere la finale."

Hikaru rise. "Avrei mangiato comunque, vi stavamo solo aspettando."

Alla finale non ci aveva proprio pensato, anche perché non era così interessato al momento.
Si guardò intorno, mentre Tenma come al solito faceva il cretino rubandogli il posto accanto a Hikaru.

Ranmaru era seduto al suo tavolo insieme a Shindou e parlavano tranquillamente.
Insieme a loro c'erano anche gli altri ragazzi della squadra, tranne Kurumada, Kurama e Amagi.

Sembrava abbastanza calmo, non sembrava in ansia, quasi come se si fosse dimenticato che dopo dovesse parlare con lui... Indossava la divisa incompleta; non aveva la giacca, e le scarpe sembravano quelle da ginnastica, come se quella mattina avesse dimenticato di vestirsi per andare a scuola.

Ranmaru non guardò nella sua direzione nemmeno per un secondo.

A Masaki crebbe quella sensazione che negativa, che forse... aveva fatto un grosso sbaglio.
Immediatamente il suo stomaco si attorcigliò su se stesso e il pranzo che aveva davanti agli occhi aggravò la situazione; avrebbe voluto tornare in classe, stare con la testa sul banco finché non sarebbero iniziate le lezioni, e magari poi, sarebbe tornato a casa, oppure sarebbe corso alla Kira & Company, in lacrime.

Era stupido.
Davvero stupido.

Kyousuke lo risvegliò dai suoi pensieri, gli diede un leggero colpo sul braccio.
"Cosa c'è?" Domandò sottovoce. "Ha fatto qualcosa?"
"No, come potrebbe? Non ho molto appetito." Rispose di rimando.
"Mangia. E non fare l'idiota."

Ma di pranzare non ne aveva proprio voglia.

"Non vedo l'ora che la scuola finisca..." Borbottò Tenma.
"Pensa a studiare piuttosto." Disse Kyousuke.

Hikaru gli lanciava strani sguardi, e sinceramente non voleva essere al centro dell'attenzione, quindi anche se controvoglia, con lo stomaco chiuso, fece uno sforzo e mangiò poco, ma di tutto ciò che aveva preso (che non era molto a dire il vero).

Tenma e Shinsuke stavano già pensando all'inizio del Football Frontier, quando la finale si sarebbe ritenuta quel pomeriggio, e il football frontier non sarebbe incominciato prima di Settembre; anche lui non vedeva l'ora di rigiocare e di avere una rivincita contro la Raimon magari, ma adesso tutto quello non era proprio tra i suoi pensieri.

Lanciò di nuovo uno sguardo verso il tavolo di Ranmaru, parlava e rideva animatamente con i suoi compagni di tavolo.
Lo invidiava così tanto... voleva essere anche lui senza preoccupazioni, ma più si avvicinava l'ora, più l'ansia gli saliva.

Sulla strada del ritorno verso le classi, Kyousuke lo confortò un pochino, dicendo che non aveva preoccuparsi e che sarebbe andato tutto bene, e che in caso contrario, avrebbe spezzato le gambe a Ranmaru e avrebbe fatto lo stesso con i suoi codini. Questa cosa non gli sollevò minimamente il morale, ma gli aveva fatto capire che gli sarebbe stato vicino, in qualsiasi caso.

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Mancava meno di qualche minuto alla fine delle lezioni.

L'ansia che aveva l'aveva distratto per quasi tutta quell'ultim'ora.
Aveva preso sì e no una mezza pagina di appunti, e sapeva già che non sarebbero bastate per il prossimo test.

Si chiedeva se anche Ranmaru, in quel momento, provava lo stesso; però, a mensa l'aveva visto calmo e pacato come la solito... probabilmente lo sarebbe stato anche se l'America avesse confermato che gli alieni esistessero.

"Fisserò un test per domani ragazzi, vedete di essere presenti, il primo che manca lo recupererà in modo diverso dai propri compagni di classe." Disse la professoressa di sociologia.

La campanella suonò, segnando la fine delle lezioni.

Sarebbe vivamente rimasto lì in classe o corso a gambe levate fino a casa, però, fuori diluviava ancora, e rimaneva il fatto che dare buca a Ranmaru non gli sembrava un'ottima mossa. Si lasciò comunque trascinare fuori dall'aula da Kyousuke.

"Ricorda quello-
- Sì, me lo ricordo, grazie."
"Ciao Masaki! Buona fortuna!" Gli urlò Tenma prima che Kyousuke lo trascinasse via.

Avrebbe tanto voluto ucciderlo... Almeno aveva un motivo per scappare poi.

Rimasto ormai solo, prese a giocare con le mani nell'attesa.
Vedere tutti correre e andare verso i club era davvero strano. Non gli importava molto di fare tardi al club di calcio, sinceramente, però... non ci teneva ad una strigliata di capo da parte di Endou, ne aveva avute troppe.

Ranmaru non ci mise molto ad arrivare, anche perché doveva solamente scendere un piano (e imboccare un corridoio diverso da quello dell'uscita, ma non era quello il punto).

Lo notò subito, adesso aveva la giaccia, rispetto a poche ore fa, forse l'aveva lasciata in classe il tempo del pranzo?
Il suo sguardo era serio, ma non tagliente, anzi, gli sorrise anche.

Ma come faceva? Masaki stava morendo in preda all'ansia e lui arrivava tutto tranquillo con il sorriso sulle labbra.

"Andiamo?" Gli domandò.
"Andiamo dove?"
"Lontano da occhi indiscreti."

Occhi indiscreti? Ma se le lezioni erano finite? Poteva inventarsi una qualche bugia migliore.
Non approvava minimamente l'idea di allontanarsi dall'aula, lo riteneva un posto "sicuro"; però, seguì comunque Ranmaru, che aveva iniziato a camminare.

O meglio, aveva camminato mezzo metro e poi aveva iniziato a correre.

Forse non era proprio tranquillo e senza ansia.
Sperava soltanto che il motivo della sua stranezza non fosse lui.

Non sapeva quale fosse la meta, e non ci teneva a chiederla, non voleva ricevere nessuna risposta scorbutica. Anche se probabilmente Ranmaru non era tipo da risposte scorbutiche.

Masaki era bravo a tenere il passo, anche perché era piuttosto veloce, ma, a quanto pare, quel giorno, Ranmaru era ancora più veloce di lui, proprio per questo ad un certo punto gli prese il polso.

Il suo polso stretto tra la mano di Ranmaru lo agitava ancor di più di quanto non lo fosse. Una persona che stava per dire di esser etero si comportava così?

Aveva il cuore in gola.

"Almeno puoi dirmi perché stiamo correndo?" Domandò.

Non era sicuro che l'avesse sentito perché nell'esatto momento in cui gliel'aveva chiesto, passarono davanti ad un sacco di professori, dove uno di loro gli urlò dietro di non correre per i corridoi.

Però poi, dopo una corsa che sembrava infinita, Masaki capì dove stessero andando.
Vide l'uscita di emergenza che portava sul retro della scuola, segno che stavano andando ai vecchi distributori automatici; era l'unica via per arrivarci senza uscire dalla scuola.

Per poco non finì per diventare un tutt'uno con la porta. Porta che si richiuse alle loro spalle, e che si poteva aprire solo dall'interno.
Menomale che aveva preso anche la cartella, così non sarebbero più dovuti rientrare.

Adesso, oltre che affannati, erano anche zuppi.

Arrivati ai vecchi distributori, Ranmaru gli lasciò il polso, adesso sembrava un po' agitato.
Aveva le mani tremanti e gli occhi azzurri erano lucidi.

Masaki cercava di recuperare fiato, stare dietro Ranmaru era come fare cento giri di campo, e non scherzava.

Sentiva il ticchettio della pioggia sopra le loro teste. Era fastidioso, ma era l'unico suono che potesse distrarlo dal suo cuore che sembrava volesse uscire dal petto.

"Adesso... posso sapere perché siamo venuti fin qui per parlare? Se non te ne fossi accorto- sta piovendo così da stamattina... non mi sembra un'idea tanto geniale-

Inaspettatamente Ranmaru gli prese il viso tra le mani, le sue iridi azzurrine erano leggermente più scure, forse per via del brutto tempo, ma non ebbe tempo per metabolizzare tutto ciò che successe.

Ranmaru si piegò verso di lui, e lo baciò.
E questa volta non era un sogno, e quantomeno una sua iniziativa.

La sua voglia di scappare via era arrivata alle stelle... ma perché?

Gli mancò il fiato; ma forse era dovuto anche alla corsa che avevano fatto.

Le sue labbra erano veramente morbide, ed era veramente così dolce.

Rispetto a quando era stato lui a baciarlo, adesso, una strana sensazione si espanse giù nel suo stomaco, quelle che avevano chiamato farfalline presupponeva.

Era come se nulla intorno esistesse più, come se non stesse più piovendo su di loro, si era dimenticato di tutti quei pensieri che gli avevano attraversato il cervello prima che ciò accadesse.
Non aveva mai provato così tanto sgomento, felicità, paura, in vita sua, non aveva nemmeno in chiaro quale delle tante emozioni stesse provando in quel momento.

Il suo battito non smetteva di martellare, e le gambe erano diventate gelatina pura, era questo ciò che si provava? Era questa la consapevolezza, di avercela fatta?

Si era lasciato trasportare, da ciò che provava, da quel momento, da Ranmaru.

Quello che sembrava essere durato un'eternità, in realtà forse non erano nemmeno passati un paio di secondi.

Ranmaru si era ricomposto, e lo sguardo era fisso su di lui, cercava di nascondere l'insicurezza e l'ansia, ma non era scappato. Non era un codardo, come lui.

Ma voleva rimediare, prendere la palla in balzo, doveva chiedergli scusa.

"Io-
- No, aspetta, lascia parlare me." Disse Ranmaru, interrompendolo ancor prima che potesse finire la frase. "Eri tu, il motivo per cui mi hai visto uscire dallo psicologo della scuola, eri tu il motivo per cui Hamano mi ha scritto 'cretino' sul braccio. Non ho mai avuto il coraggio di dirtelo, e - ispirò pesante. -mi sono sentito così stupido a non dirti le cose come stavano, vedendoti scappare ieri. Avrei tanto voluto fermarti e dirti che era ok ma ero spaventato."

Aveva parlato così velocemente che Masaki si chiese se avesse sentito tutto.

"Io- non dovevo scappare, lo so. Pensavo di averti deluso, e ho paura." stava cercando di non piangere con tutto se stesso. "Non ho molta fiducia, ci sto lavorando lo giuro ma la mia mente cerca di sabotarmi ogni volta che ne ho abbastanza... Non è per colpa tua è per via delle mie cose-
Ranmaru scosse la testa. "Non devi giustificarti. Lo capisco. L'ho capito quando Shinsuke ha detto dei tuoi genitori, e lo so che è diverso come probabilmente lo sai anche tu, ma posso dimostrarti che puoi fidarti di me, tutte le volte che vorrai."
"...Avevo paura di rovinare la nostra amicizia e... che... non lo so, magari tu non provassi la stessa cosa per me...?"
Ranmaru lo guardò stranito. "Tu pensavi che io- cioè che tu non mi piacessi?"

Adesso sì che sentiva l'imbarazzo.
Non riusciva a tenere su lo sguardo, a guardarlo dritto negli occhi e dirgli che sì, l'aveva pensato.

Come al suo solito, prese a giocare con le dita, a torturarsele, perché era quello che voleva fare con se stesso. "Già... E che non ho mai capito cosa tu volessi intendere con i tuoi gesti... è da stupidi lo so, però..."

Ranmaru rise, e la sua risata lo fece sentire un po' meglio, poteva smorzare l'imbarazzo. "Ammetto che non era un buon metodo per provarci."
"Sono io quello che non coglie i segnali... magari qualcun altro se ne sarebbe reso conto da molto molto prima, cioè magari avrei potuto capirlo molto prima e tutto questo non-

Lo baciò nuovamente.
Ed era la seconda volta che lo zittiva.

Cos'è ci aveva preso gusto?

"Mi piaci Mas. Veramente tanto." Disse poi. "E parli veramente così tanto quando esci dalla tua comfort zone."

Sentì le sue guance diventare bollenti. Forse gli stava venendo la febbre per colpa della pioggia che aveva preso? O forse era perché Ranmaru non la smetteva di prenderlo in giro?

"Tu-
- Sto scherzando Mas." Rise lui.
"Sul fatto che ti piaccio o sul mio parlare a vanvera?"
"Secondo te?"

Non aveva bisogno di guardarsi allo specchio per capire quanto fosse imbarazzato. Rosso fuoco, ecco com'era.

"Anche tu mi piaci davvero tanto, e te l'avrei detto se non mi avessi zittito!"
"Non mi sembra che ti dispiaccia così tanto."

Era possibile arrossire ancor di più?

"Smettila di essere così imbarazzante." Borbottò.

Ed ora? Che cosa succedeva adesso? Non aveva mai pensato al dopo.
Sarebbe stato da stupidi domandarlo?

"Quindi... cosa si fa adesso?"

Ranmaru lo guardò in faccia prima di scoppiare a ridere.
Si era addirittura piegato dalle risate! Insomma, ma quando avrebbe smesso?

"Ehi! Smettila!"
"Scusa, scusa." Ranmaru si ricompose e si asciugò quelle finte lacrime che gli erano uscite dovute dalle risate. "Beh direi che ci possiamo provare, no?"
"Noi due?"

Inclinò la testa di lato. "Non ti piaccio forse?"
"Sì... cioè, è quello che ho detto prima."
"Allora sì, noi due." Ma non si trattenne nemmeno stavolta, forse era il suo modo di sfogare tutto lo stress? Ritornò serio in un baleno, il suo cambio di espressione lo sorprese. "Non sei solo Mas, voglio esserti vicino, tu devi solo promettermi che ti lascerai aiutare."

Masaki annuì.

Ad entrambi poi arrivò una notifica.
Era Kyousuke, che gli intimava di muoversi.

"Credo che sia ora di andare." Disse Ranmaru sollevando lo sguardo dal cellulare.

Annuì. "Posso farti una domanda?" Domandò.
"Tutte quelle che vuoi."
"Perché qui?"

Ranmaru fece spallucce. Ranmaru fece spallucce. "Qui che ho iniziato a capirci qualcosa,e poi perché saremmo stati da soli, qui."

Un po' l'imbarazzo alloggiava nell'aria, ma doveva ammettere che adesso si sentiva veramente rilassato; magari la fortuna aveva girato un po' dalla sua parte.
C'erano un mucchio di emozioni che provava, e si dava dello stupido perché aveva avuto tutti quei pensieri, le incertezze che l'avevano logorato.
Era stato fortunato, che Ranmaru avesse capito, e accettato, i suoi problemi con la fiducia, e gli era grato perché gli sarebbe stato accanto.
Non sapeva tante cose, ma la maggior parte le aveva apprese proprio grazie a tutti quei pensieri.

Ranmaru gli riservava i soliti sorrisi caldi e gentili.

Passare del tempo insieme, in quel modo, era strano. 
Non era mai stato pronto ai cambiamenti, li aveva sempre odiati. Non era pronto quando si erano trasferiti a Nagano, non lo era nemmeno in quel momento con Ranmaru, ma era felice. Sarebbero stati tutti cambiamenti che col tempo avrebbe apprezzato.  
Voleva creare nuove abitudini con Ranmaru, magari sarebbe stata la parte divertente?

"Dovremmo dirlo agli altri?"
Stavolta fu Masaki a fare spallucce. "Non mi da fastidio che lo vengano a sapere, anche perché scommetto che Shindou lo sa', non è così?"
"Potrei avergli chiesto qualche consiglio. E Tsurugi e Tenma?"
"Potrei aver fatto lo stesso." 
Ranmaru gli sorrise. "Non avevo dubbi."

Il centro sportivo sembrava avvicinarsi sempre di più, non voleva arrivarci di già.

"Lasciamo tutto al caso. Se lo verranno a sapere, buon per loro."

Annuì.
Non aveva nulla da nascondere, per questo gli stava bene, finché sarebbe rimasto tra loro. Ranmaru gli piaceva, perché avrebbe dovuto tenerlo nascosto? Non voleva che lo sapesse tutta la scuola o Endou, o la professoressa Otonashi, ma solo perché si sarebbe sentito molto a disagio; con i ragazzi della squadra era diverso, loro ormai sapevano tutto, quindi tanto valeva non nascondere niente.
Di Shindou e Akane si venne a sapere in un lampo, quindi per quanto l'avrebbero nascosto bene, si sarebbe venuto a sapere.  

Si lasciarono la mano, anche se non ricordava quando avevano iniziato a tenersela, poco prima di entrare in sala riunioni, dove tutti si erano riuniti, ancora con un leggero imbarazzo nello sguardo.

Ad avere gli occhi puntati addosso non era abituato, li notarono subito, perché Hamano gridò: "Ecco i ritardatari."
Ranmaru si beccò anche una pacca dietro la schiena da parte di quest ultimo.

Ma prima che qualcuno potesse dire qualcosa, Endou che era entrato da un'altra stanza, si palesò. 
"Il signor Veteran è qui fuori, sbrighiamoci ragazzi."
"Si allenatore!"

Dopo aver controllato che ci fossero tutti, uscirono dalla porta sul retro, e come una scolaresca raggiunsero il Caravan del signor Veteran, dove la professoressa Otonashi controllò di nuovo che ci fossero tutti.

Prima che Ranmaru potesse sedergli accanto, Kyousuke gli rubò l'idea.
"Dopo." Disse.

Tenma si era seduto sui sedili davanti, ed era rimasto solo, quindi si girò verso Masaki e Kyousuke. 
"Vorrei tanto abbracciarti ma non posso farlo." Disse sconsolato.
Masaki alzò gli occhi al cielo. "Menomale."
"Hei! Io sono felice per te!"
"Tenma, avevamo detto di no." S'intromise Kyousuke. 
"Dai Kyo! Non vedi che è andata bene?"
"Hei! Smettetela subito! Ancor prima di iniziare."
"Adesso ci racconti tutto invece." Disse Kyousuke.
"Non ho niente da dire."
"Bugia!" Esclamò Tenma.
"Sputa il rospo."
"Noo. Smettetela stiamo dando spettacolo." 

Kyousuke gli puntò contro una penna. "Parla o ti trafiggo."
"Ho detto no."
"Allora lo chiederemo a Ranmaru." Disse Tenma.
"Cosa? No!"
"Confessa." Disse Kyousuke, avvicinando sempre di più quella penna.
"E va bene, va bene, ma evitate!"

Kyousuke si ricompose e Tenma smise di battere le mani a ritmo di 'bugia'.
Era davvero l'inferno stare lì con loro due.

"Stiamo aspettando." Disse Kyousuke, adesso aveva le braccia consorte.
"Sì o no?" Domandò Tenma.
"Sì."
"Sii lo sapevo!" Esclamò Tenma battendo nuovamente le mani. 
"Cosa ti ha detto?"

Masaki sbuffò. 
"No, hai già avuto la tua risposta, fattela bastare."

Kyousuke non gli rivolse un'occhiata amichevole.

"Quindi è fatta. State insieme?" Domandò Tenma.

Masaki annuì.
"La cosa rimane nella squadra. Capito Tenma?"
"Signor sì!" Disse Tenma, facendo il saluto militare.

Il tragitto con i suoi due amici fu davvero una tortura, e sapeva che non sarebbe finita lì.

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Arrivati allo stadio, lo stadio Zenit per l'esattezza, dove ci fu la cerimonia d'inizio, presero posto e stavolta come la volta scorsa, lui e Ranmaru si sedettero vicini; anche se l'ultima volta aveva detto che era una spina ne fianco; era arrabbiato, non poteva farci niente.

Shindou si era seduto accanto ad Endou, che come prima di partire, controllava se ci fossero tutti. Anche Tenma si era seduto accanto ad Endou, lasciando il povero Kyousuke da solo con Hikaru e Shinsuke.

Mancava ancora un po' all'inizio della partita, e per essere la finale, si sentiva proprio nell'aria, che ci fosse qualcosa di diverso.

Ranmaru gli sussurrò: "Sabato hai da fare?"

Cos'è voleva già passare ad un appuntamento? Veloce.

"In realtà no, perché?"
"Da me c'è la serata film con i ragazzi della squadra, quindi magari... potresti venire, ovviamente con i tuoi amici."

Ok, non era Ranmaru quello che voleva bruciare le tappe, ma lui.
Si sentiva così in imbarazzo per aver solo pensato ad una cosa simile.

"Perché non sapevo niente di questa serata?"
"Non ne abbiamo mai parlato."
"Perché adesso?"

Ranmaru non si stava spazientendo con tutte quelle domande, era da ammirare.
"Perché no?" Domandò. "Hamano aveva già proposto di invitare anche voi una volta."
"Quindi è un'idea di Hamano?"
Ranmaru scosse la testa. "No."
"Pensavo non fossi così nerd da proporre una serata film."

Ranmaru scrollò le spalle. "Solo perché non so giocare ai videogiochi?"
"Pensavo fossi più un topo da biblioteca."
"Sì, anche."
"Anche? Sei Batman per caso?" Rise Masaki.
Ranmaru gli sorrise. "Hai mai visto Batman?"
"No."
"Beh, mi hai scoperto, giro per 'Nagano' di notte."

Immaginare Ranmaru al poso di Bruce Wayne era troppo fuori dal normale.
Davvero si stava trattenendo per non scoppiare dalle risate.

"Prima ero a Gotham city, poi le cose sono andate bene, e quindi eccomi qui."
"Ti prego." Si asciugò le lacrime che erano state provocate da tutte le risate che stava trattenendo.

Ranmaru gli stava sorridendo.

"Quindi se dovessi essere in pericolo correresti immediatamente da me."
"Sarò lì, solo se accetterai il mio invito, e se magari potresti anticiparti."

Prima che Masaki potesse dargli una risposta effettiva, Endou disse che la partita stava per iniziare e che nessuno poteva distrarsi. Erano qui perché tutto ciò servisse da allenamento, parole dell'allenatore.

Come la volta scorsa, Ranmaru spiegò le sue teorie sulla partita, gli diceva di tenere d'occhio i vari schemi, insomma, come se nulla fosse cambiato tra di loro.
La partita tra la 'Kirkwood' e il 'Monte Olimpo' non era proprio nei suoi pensieri, però cercava di essere attento.

Ogni tanto capitava che si sfiorassero la mano, forse anche per sbaglio, ed ogni volta Masaki sentiva un formicolio nello stomaco, una strana sensazione a cui doveva abituarsi al più presto.

Quando la partita finì, con la vittoria (meritata) della Kirkwood; rimasero a vedere al cerimonia di premiazione, magari con un po' di gelosia da parte di Hamano e Tenma che non smettevano di dire che volevano tanto una medaglia e la coppa proprio come quella che stava ricevendo la Kirkwood.
Un po' la gelosia la provava anche Masaki, perché avrebbe tanto voluto arrivare fin là, essere in campo, sotto lo sguardo di tutti coloro che erano lì allo stadio... ma rimaneva comunque con i piedi per terra, perché probabilmente non sarebbero mai riusciti ad avere una strategia contro una delle due squadre che erano in campo al momento.
Potevano riprovarci, almeno.

Andarono via, ripercorrendo la strada a ritroso nel Caravan, questa volta, accanto aveva Ranmaru, che non la smetteva di ripetere quanto in realtà era stata una bella finale, anche da vedere, e augurava di giocarci contro, per mettersi in gioco e migliorare.

"Sì." Gli disse poi, rispondendo all'invito per sabato.
Ranmaru lo guardò con uno sguardo interrogativo. "Sì nel senso che la Kirkwood doveva perdere?"
"No no, io intendevo sì, sabato. Suona bene."

Ranmaru gli sorrise, e per tutto il viaggio parlarono veramente tanto, della finale e non.

E quando poi arrivarono fuori scuola, Ranmaru chiese veramente a Tenma e Kyousuke di partecipare alla serata film che dava a casa sua, e ovviamente invitò anche Hikaru e Shinsuke.

Prima che arrivassero, Hiroto gli aveva detto che sarebbe passato a prenderlo, così adesso doveva aspettarlo.

Ranmaru andava via con Shindou, così, si appartarono sul retro del caravan mentre Endou era troppo impegnato a star attento che tutti andassero via.

"Hei Batman."
"Oh no ti prego, cambia soprannome." Rise Ranmaru. "Preferisco 'capitano'."
"Ci penserò su'."

Ranmaru lo baciò.

Adesso, era strano dire, a domani.
Sarebbe stato strano tornare a casa e comportarsi come sempre, ma sapendo che c'è qualcosa in più.
Sì, gli avrebbe probabilmente scritto più dei messaggi che gli scriveva di solito, ma era comunque strano.

E poi, il giorno dopo si sarebbero rivisti, e avrebbero continuato a comportarsi così, fino a farla diventare una vera e propria abitudine.

"Vorrei accompagnarti io a casa-
Masaki scosse la testa. "-Abiti letteralmente dall'altra parte. È un po' inutile, c'è mio padre."
"Sappi che ti vorrei accompagnare veramente."
"Apprezzo il pensiero."

Dei mormorii iniziarono a farsi più vividi, segno che Tenma e Kyousuke lo stavano cercando.

"Ci vediamo domani, no?"
"Sì, a domani. Scrivimi quando arrivi a casa." Gli disse Ranmaru.

Tenma e Kyousuke comparvero nella sua visuale.

"Hei Kirino-san!! Grazie per averci invitato!" Disse Tenma.
"Non c'è di che? È una serata tra amici."
"Che bello! Non vedo l'ora!"

Prima che Tenma iniziasse a dare di matto, Kyousuke lo bloccò e si schiarì la voce.
"C'è tuo padre, non credo voglia attendere."
"Noi, andiamo, grazie ancora Kirino-san!" Disse Tenma.
"Ciao ragazzi."
"Ci vediamo domani." Ripeté Masaki.
"Ciao Mas."

Masaki lo salutò con la mano.
E fu strano. Veramente strano.
Perché sembrava che quella giornata fosse volata via, come se la clessidra fosse stata girata prima della fine, come se tutto si resettasse.
Avrebbe veramente voluto passare più tempo con Ranmaru.

"Tu e Kirino-san siete così carini! Sembrate me e Kyousuke i nostri primi giorni!"

E iniziò a parlare a raffica, di quei giorni di un anno fa, nonostante si fossero quasi avvicinati all'auto.

"Così ad un tratto dà la serata film?"
"A quanto pare."
"Mi puzza. Lo terrò d'occhio."
"Kyo! Guarda che nemmeno mio padre direbbe una cosa simile." Rise Masaki.
"E poi ti ricordo che l'hai spinto tu fra le sue braccia." Disse Tenma.
Kyousuke li squadrò per bene. "Non provateci nemmeno."

Tenma e Masaki si scambiarono uno sguardo.

"Sei geloso perché Masaki-kun si è fidanzato! Che carino." Disse Tenma.
"Non sono geloso!"
Masaki rise. "Interverrai tu al posto di Hiroto casomai succedesse qualcosa."
"Vi ho detto di smetterla." Sbuffò Kyousuke.

E per sua fortuna smisero veramente, ma solo perché arrivarono all'auto.
Quel giorno, era anche il giorno fortunato di Tenma, perché aveva visto Hiroto più del dovuto.

Durante il tragitto Tenma parlò del tutto il tempo della finale con Hiroto, avrebbe raccontato anche vita e miracoli se la strada da fare sarebbe stata leggermente più lunga.

Dopo aver accompagnato Tenma, e aver salutato sua zia Aki, che ringraziò Hiroto, diedero un passaggio anche a Kyousuke, finché non rimasero solo lui e Hiroto.

Non c'era veramente molto di cui parlare immaginava, voleva solo tornare a casa e riposarsi.

"È stata una finale entusiasmante da come ne stavate parlando."
"Solo per come ne parla Tenma. È geloso perché noi non ci siamo arrivati."
"Comprensibile. Tu non lo sei?"
"Non così tanto."

Non mancava tanto al rientro in casa, e Masaki aveva smesso di prestare attenzione al paesaggio fuori dal finestrino.

"Ne è valsa la pena, immagino." Disse Hiroto ad un tratto.

Capì subito a cosa si riferisse, Masaki accennò un sorriso, e , ne era valsa la pena.

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Fine.

 

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×Angolino autrice ×

NON CI POSSO CREDERE.

IO NON POSSO CREDERE CHE SIA FINITO.

I'M IN TEARS, veramente non mi trattengo.
Mi è piaciuto così tanto scriverla che non mi sono mai abituata al fatto che dovesse finire prima o poi.

Adesso basta parlare di me, passiamo al capitolo 🤙🏼

L'inizio è un po' lentuccio, lo so e mi dispiace; però poi penso che proceda con un giusto 'andamento'.

La scena dell'armadietto ammetto che avevo pensato di farla diversa MA ci ho provato a scriverla diversamente però I DON'T KNOW, mi piaceva in entrambi i modi-

Poi altro punto saliente: Il discorso tra Kyousuke e Masaki. Amici. Kyousuke vuole aiutarlo e non so forse ci ho messo troppo perché mi piace pensarli come BROTP, però era anche per far capire a Masaki che dovesse agire.

E infatti agisce! E BACIA RANMARU DI SUA INIZIATIVA!
Perchéé ho sempre letto di Ranmaru che prendeva l'iniziativa quando secondo me Masaki ci può stare, o meglio, qui la prendono entrambi, perché come avete letto successivamente sarà Ranmaru a baciarlo.

HiroMidoMasa, o meglio HiroMasa; avevo detto che ce ne sarebbe stata poca, però penso sia sufficiente per il ruolo che dovevano compiere. (My babies, li amo come famiglia)

Punto saliente numero dos: Ranmaru che se lo piglia e se lo bacia sotto la pioggia (anche se non sono proprio sotto la pioggia) e che finalmente confessa tutto!
Psicologo? Masaki.
Discorso di Hamano al club? Masaki.
Discorso con Shindou? Indovinate un po'? Masaki, ragazzi.

Ranmaru ha avuto un colpo di fulmine se così possiamo chiamarlo, ma, non ne era propriamente sicuro; ha fatto un percorso diverso da quello di Masaki e l'ha capito poi. Ecco perché i gesti, ecco perché è stato lui poi a baciarlo. (Anche perché dovete immaginarvi che Masaki avrebbe iniziato a parlare a razzo e probabilmente non avrebbe concluso niente.)

e niente, io ho finito qui, cercando di fare un finale molto aperto.
Spero che nel complesso vi sia piaciuta; magari, mi farebbe tanto piacere leggere la vostra opinione generale, di com'è stato questo "viaggio" quali migliorie avreste aggiunto.

Vi leggo tutti, sempre <3
Grazie per essere arrivati fin qui, e grazie per esserci stati.

Vostra, Kariadee.

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Capitolo 23
*** Drabble - RanMasa ***


*Premessa: Sono presenti delle Drabble a tema RanMasa, ma giuro che queste che ho scritto io non sono per niente una copia di quelle <3
semplicemente sono in pieno blocco dello scrittore e volevo fare qualcosa di carino per il RanMasa Day. Tutte le Drabble sono dello stesso "universo" di Sotto un nuovo cielo, ma non c'è bisogno della lettura di quest ultimo.*
Buona lettura <3

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Cioccolatini.
Masaki era stato chiaro e preciso: San Valentino gli faceva schifo, questo perché Masaki non era di certo la persona più romantica sulla faccia della terra, e lui aveva l'aveva accettato.

Eppure... quando Masaki ricevette la scatola di cioccolatini ne rimase sorpreso.

Ranmaru aveva temuto che gli sarebbe tornata indietro dritta sulla faccia; invece, sulla faccia, arrivò un timido e tenero bacio.

~ 62 parole.

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Mario Kart.
Masaki aveva impiegato mezz'ora per spiegare le meccaniche del videogioco, le regole, e i comandi a Ranmaru, ma ad ogni domanda iniziava a perdere la pazienza oltre che la speranza di poter giocare per più di cinque minuti.

"Quindi: quando prendo lo strumento devo premere-" guardò il controller. "SL?"
Masaki annuì felice. "Esatto! Adesso possiamo, per favore, fare almeno un giro?"

Ranmaru non sembrò tanto convinto, ma annuì comunque.

Masaki, soddisfatto, passò alla schermata "selezione dei personaggi".

"Ricordami com'è che si sceglie." Disse Ranmaru.

Masaki sospirò pesante, quasi esasperato, lasciò cadere il controller sul divanetto. "Mi arrendo. Tu e i videogiochi siete incompatibili."

~ 103 parole.

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Ristretto.
Di solito Ranmaru non ci perdeva tempo nel cambiarsi. Era veloce e non chiacchierava troppo... però quel giorno stava ritardando poiché la maglietta della divisa gli andava stretta. Credeva di aver sbagliato programma della lavatrice e aver così ristretto tutti i vestiti, ma quando si guardò allo specchio tutto gli fu più chiaro: Il numero 15 era sulla sua schiena, o quasi.

Sorrise; avrebbe dovuto aspettare Masaki per riavere indietro la sua maglia.

~ 73 parole.

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Off Limits.
Masaki non aveva mai provato così tanta gelosia, fino a quel giorno.

Non aveva mai avuto modo di essere geloso, con Shindou era diverso, quei due erano amici da sempre ed era un altro tipo di gelosia; ma quell'oggi, agli allenamenti, Masaki traboccava.

C'erano dei ragazzini nuovi, dilettanti che cercavano di entrare nel club con ogni singola cellula del loro corpo. In particolare, ce n'era uno attaccato a Ranmaru, lo tempestava di domande, e Ranmaru rispondeva, sempre, con il suo dannato sorriso.

Per Masaki fu difficile non tirare una pallonata in faccia al tipo nuovo, non ci teneva nemmeno a scatenare una scenata di gelosia, quindi, fu Ranmaru a ritrovarsi, quasi, un pallone in faccia.

~ 115 parole.

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Reflections.
Ranmaru faceva parte del 8-10% della popolazione aventi gli occhi azzurri, o almeno questo era quello che internet diceva, perché per Masaki, Ranmaru aveva davvero degli occhi azzurri particolari, e non rientrava in quella percentuale. Gli erano sempre piaciuti e non poteva negarlo.

Erano di un azzurro intenso, quasi taglienti quando Ranmaru era arrabbiato, il che capitava di rado; e al sole, diventavano ancora più chiari se possibile.

Masaki riusciva quasi a vedere il suo riflesso, in quegli occhi azzurri.
Ed era difficile non perdersi.

~ 85 parole.

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×Angolino autrice ×
Ciao, salve, hello!
Sembra passata una vita intera dall'ultima volta che ho pubblicato, ma non è così.

Buon RanMasa Day, amici!

Avrei voluto scrivere qualcosa in più, magari una one-shot, però sono ancora in blocco, e questa cosa mi sta mandando in bestia, oltre a quello, sono anche senza idee quindi vi lascio immaginare :')

Mah, spero che queste piccole (e poche) drabble vi siano piaciute, perdonate la banalità (e lo schifo) e tutto quello che sono riuscita  a scrivere.
Arrivederci, forse <3

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