Vampiria

di Kuji13_musicaddict
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** capitolo diciotto ***
Capitolo 19: *** capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** capitolo ventitré ***
Capitolo 24: *** capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** CAPITOLO 26 ***
Capitolo 27: *** CAPITOLO 27 ***
Capitolo 28: *** CAPITOLO 28 ***
Capitolo 29: *** CAPITOLO 29 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


1

- VAMPIRIA -

 

 

CAPITOLO UNO

Gli occhi di un azzurro ghiaccio erano fissi su di un punto a qualche metro sotto i suoi piedi, la mente che vagava senza meta. Quella notte tirava una brezza leggera, ma abbastanza forte da portare alle sue narici l’odore della città, l’odore delle persone… aveva fame. Sentì una presenza apparire accanto a lui e una voce profonda lo distolse dai suoi pensieri.
-Chris…-
Sebastian si sedette accanto a lui lasciando che le gambe ricadessero a penzoloni dal cornicione del palazzo. Chris fece un cenno di saluto e tornò a guardare un punto a caso. Sebastian chiuse gli occhi e rivolse il volto al vento inspirando profondamente, i capelli biondo scuro, lunghi fino alle spalle, che si muovevano in ciuffi sottili. –C’è movimento, questa notte.- ghignò.
-E’ ancora presto, c’è troppa luce per andare a caccia.- commentò Chris stiracchiandosi –Dobbiamo aspettare ancora un po’.-
Sebastian annuì –Non troppo però, comincio ad avere fame e tu sai quanto posso diventare… poco gentile, quando sono affamato.-
Chris fece una smorfia –Thor ci tiene già abbastanza sottocchio senza che ci andiamo a cercare motivi per provocarlo.- disse –Devi imparare a controllarti, Sebastian.-
Il biondo scoppiò in una risata fredda e distaccata, che mise in evidenza la dentatura candida dai canini allungati e affilati, poi tornò improvvisamente serio, duro e stizzito –Thor non è il padrone del mondo, non può impedirmi di comportarmi secondo la mia natura.- ringhiò.
-Ma può punirti se non ti comporti secondo le regole.- obiettò Chris.
-Proprio tu mi vieni a parlare di comportarsi secondo le regole? Tu che ti sei messo in testa di voler ritrovare la memoria?- lo freddò Sebastian –Quella è una cosa che nessuno può avere, tra quelli come noi, e tu la rivuoi! Vuoi violare una regola fondamentale! Non venirmi a fare la predica.-
Chris ridusse gli occhi a due fessure, infastidito e scocciato, con un’espressione indurita dai riccioli mori che incorniciavano il viso pallido e appuntito –Mi sembra che tu mi stia dando corda, o mi sbaglio?-
-Almeno io non faccio l’ipocrita.- sibilò Sebastian. Chris storse la bocca in una smorfia di disgusto. –Non me ne frega un cazzo di Thor, mettitelo in testa.-
-Se Thor ci punisce non avremo modo di ritrovarla, la nostra memoria. Non mi sembra una mossa molto intelligente.- disse Chris.
Sebastian alzò gli occhi al cielo –Oh, abbiamo qui il grande stratega!- commentò con un sarcasmo acido.
Chris non gli badò, chiuse gli occhi annusando l’aria fredda. –Adesso possiamo andare.-
Un sorriso appuntito si dipinse sul volto di Sebastian che si smaterializzò insieme a Chris.
-Qui!- disse Chris bloccandosi in una via non troppo illuminata e abbastanza deserta, salvo per una ragazza che la stava attraversando da sola. –Il suo odore mi piace…- commentò digrignando i denti, i suoi occhi fiammeggiarono di rosso cremisi.
-E’ poco per entrambi.- storse il naso Sebastian, ma Chris era determinato.
-Io voglio lei.- insistette il ricciolo continuando ad avvicinarsi alla ragazza –Poi continueremo, abbiamo tutta la notte.-
La ragazza camminava rapidamente, stringendo a sé la borsa a tracolla, come per sentirsi più sicura. Il suo abbigliamento scuro e i suoi capelli neri la confondevano con l’ambiente buio della via, rendendola quasi invisibile a chiunque, tranne che a Chris. Le apparve alle spalle e l’afferrò per la vita stringendola a sé, coprendole la bocca con una mano per soffocare il suo urlo. Lei si dimenò.
-E’ inutile che ti agiti tanto, non c’è nessuno che possa sentirti e la mia stretta è troppo salda per le tue deboli forze umane.- le sussurrò all’orecchio, inspirando il suo odore, piccante e pungente… particolare –Quindi ti conviene calmarti, renderai le cose molto più semplici…-
La ragazza smise di divincolarsi, conscia del fatto che colui che la tratteneva aveva completamente ragione: la sua presa era troppo salda e la via era deserta, era tutta energia sprecata, non sarebbe riuscita a scappare. La mano di Chris abbandonò la sua bocca e scese sotto il suo mento, spostandole il volto di lato e sollevandolo di qualche centimetro, mettendo in evidenza il lungo collo candido. Lei strinse i pugni, ma non chiuse gli occhi.
-Così va molto meglio…- continuò a sussurrarle Chris facendo scorrere la punta del suo naso su quella parte del corpo della ragazza, per lui così invitante. A quel punto i suoi occhi raggiunsero la tonalità del nero più fondo e la sua bocca si spalancò per mordere la sua vittima, i lunghi canini conficcati nella carne del suo collo a succhiarne il sangue. La fame scemava.
Dopo pochi istanti, la ragazza si afflosciò tra le sue braccia, e Chris si staccò da lei passandosi la lingua sulle labbra per ripulirle. Il suo odore non l’aveva ingannato, gli era piaciuta. Quasi gli dispiaceva averla già uccisa, in fondo una preda del genere non era facile trovarla.
-Hai fatto? Possiamo andare?- domandò Sebastian apparendo dal buio, gli occhi ancora rossi, ma Chris non lo ascoltava. Il vampiro aveva assunto un’espressione allarmata, quasi sconvolta ed era chino sul cadavere della ragazza che aveva appena morso. –Cosa succede? Ti vengono i sensi di colpa, ora?- chiese ancora il biondo con una smorfia di impazienza.
-Merda…- esalò Chris afferrando un polso della ragazza.
Sebastian ci capiva ancora meno –Cazzo, Christopher? Io ho fame, vuoi sbrigarti?- sbottò.
-Merda, Sebastian, è ancora viva!- ruggì Chris voltandosi di scatto verso Sebastian, sconvolto.
Sebastian spalancò gli occhi, anche lui colto da sorpresa –Guarda che non si stia trasformando!-
Chris scosse violentemente la testa sentendo il polso della ragazza. Com’è possibile? –Non si sta trasformando, Sebastian, non è mai morta! Come può essere?!- esclamò.
Il biondo corse verso la ragazza: Chris aveva ragione, stava ancora respirando, e si poteva chiaramente distinguere l’odore di una persona ancora in vita. Aveva semplicemente perso i sensi. –Come te lo spieghi? La regola non era o muoiono o si trasformano?!-
-Non lo so, merda! Ma non possiamo lasciarla qui! Rischiamo troppo.- replicò Chris. Sebastian gli lanciò un’occhiata nera di rimprovero.
-Non se ne parla, Chris, non possiamo portarla nel nostro nascondiglio! Ti preoccupi tanto per Thor, e poi faresti una cazzata del genere?!- obiettò. Chris diede un’alzata di spalle, sentì la ragazza mormorare qualcosa, mentre le sue palpebre fremevano. Stava per svegliarsi.
-O la portiamo con noi, o può andare in giro a raccontare che le ho morso il collo- disse prendendola in braccio, Sebastian corrucciò le sopracciglia, non era affatto d’accordo.
-Spezzale il collo e facciamola finita- Chris abbassò gli occhi sulla ragazza che teneva in braccio, viva, un pò pallida e senza forze...ma viva. In centinaia di anni non era mai capitato un evento simile, a nessun vampiro. Le conseguenze di un morso erano solo due: la trasformazione o la morte. Non era contemplata una terza opzione. Era impossibile. O almeno, così aveva sempre pensato.
-No e se non fosse l’unica?-
-Ragione in più per ammazzarla e andarcene, io ho fame-
-Vai a caccia, la porto alla torre- tagliò corto Chris dandogli le spalle. La pensava in modo esattamente opposto a Sebastian, se quella ragazza era sopravvissuta, doveva capire come...perchè non era diventata un vampiro ed invece respirava regolarmente.
Con un salto fu su un lampione, poi su un tetto. Pochi secondi dopo aver lasciato Sebastian, Chris correva rapidamente, troppo per occhi umani, verso la periferia nord della città.
La Torre in realtà era un vecchio orologio, ormai non più funzionante che sovrastava un’ansa del fiume e il resto di quel territorio dimenticato da Dio e dalle autorità.
Chris spalancò la porta con un calcio e attese che questa si richiudesse alle sue spalle, poi percorse le scale di legno. Nessuno poteva entrare lì, nessun essere umano almeno...non avrebbe avuto la forza fisica per spostare quella porta massiccia. Il vampiro salì le scale velocemente, raggiungendo un’altra porta, aperta. Entrò e adagiò la ragazza su un divano. Rimase incerto a fissarla, non sapendo bene cosa fare...era la prima donna umana che portava li.
L’unica persona rimasta viva dopo un morso.
Chris indugiò ancora, poi decise di non farsi trovare al risveglio, le urla delle giovani donne umane erano in grado di spaccargli i timpani. Dopo un ultimo sguardo a quel corpo vivo e caldo, infilò nuovamente la porta e uscì.

Helena socchiuse gli occhi e sbatté le palpebre, mettendo a fuoco un soffitto di legno, con numerose travi a sostegno. La luce filtrava da un punto dietro di lei, si sollevò su un gomito e si guardò attorno. Era in un salone piuttosto grande, dall’arredamento bizzarro che mescolava decine di stili diversi, che però creavano una sorta di strana armonia, un salone posto dietro quello che doveva per forza essere un quadrante...un immenso quadrante di vetro smerigliato, con i numeri romani neri. Un quadrante simile a quello degli orologi tipici dell’ottocento. Sentì prudere lievemente e di colpo ricordò ogni cosa.
Era stata morsa. Un uomo, dalla voce profonda e sensuale l’aveva presa alle spalle...e l’aveva morsa.

No, non un uomo...un vampiro. Pensò cercando il punto sul suo collo e incontrando due lievi fori che andavano chiudendosi sulla sua pelle. Un vampiro l’aveva morsa e lei aveva perso i sensi...ma ora, dove si trovava? Chi l’aveva portata li?
Quel posto, che cosa diavolo era?

 


Salve a tutti, ecco la nuovissima fanfic...stavolta ci siamo cimentate in un genere molto amato da entrambe, i vampiri. Come vi sembra questo primissimo capitolo? Aspettiamo i vostri commenti, a presto! Kuji&music.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


2 CAPITOLO 2


Helena rabbrividì, quel posto era freddo, ascoltando con attenzione poteva sentire gli spifferi d’aria passare tra le assi di legno consumate dal tempo, sotto le porte dai pomelli d’ottone. Si alzò, stringendosi le braccia attorno al busto. Non aveva idea del luogo dove si trovasse ma voleva andarsene e tornare a casa.

Qualche tempo fa avrei pregato per non dover tornare pensò, avvicinandosi alla porta aperta. Diede dell’idiota al tizio che l’aveva condotta lì, non l’aveva legata e  si era scordato la porta aperta! Bel rapimento, complimenti!
Scese le scale, disposte a chiocciola lungo le pareti arrotondate e scrostate, piene di ragnatele, buchi, crepe. Trovò l’unica altra porta pochi metri dopo l’ultimo gradino, era di legno scuro, dalla maniglia sottile, niente serratura. Helena afferrò la maniglia e l’abbassò, tirando verso di sé. La porta non si mosse, provò ancora ma senza successo, era pesantissima!
-Merda- imprecò, calciando la porta che produsse un sordo suono metallico. Helena indietreggiò poi ci si scagliò contro, facendosi anche male alla spalla, ma non accadde nulla -cazzo- in quel momento la maniglia venne abbassata dall’esterno e la porta scivolò senza alcun rumore, lei si scostò. Chris entrò e la fissò negli occhi, un attimo, poi con un movimento fulmineo chiuse la porta alle proprie spalle e l’afferrò per un polso.
-Dove stavi andando?- quella voce! Helena la riconobbe subito, era stato lui ad aggredirla...no, a morderla in quel vicolo. Era un vampiro. Divincolò la stretta e arretrò ancora.
-Non toccarmi-
-Sali- ordinò lui –muoviti- Helena gli scoccò un’occhiataccia ma sapeva che quel tipo era troppo più forte di lei, così si voltò e tornò di sopra, seguita a poca distanza da lui. Rientrò nel salone, Chris le indicò il divano -come ti chiami?-
-Fanculo- replicò lei -che cosa vuoi da me?-
-E’ complicato- disse Chris -siediti, non ti farò ancora del male- Helena incrociò le braccia sotto al seno e rimase dov’era, in piedi a gambe allargate, fissandolo in tralice, Chris si passò una mano tra i capelli, non sapeva cosa fare. Di certo però, non avrebbe seguito il brutale consiglio di Sebastian, non le avrebbe spezzato il collo.
-Sei un vampiro, no?- chiese Helena.
-Le domande le faccio io, come ti chiami?- niente. Era ostinata, la ragazza e quel suo profumo gli invadeva le narici, riempiendogli i polmoni...si era nutrito quindi per diverso tempo era a posto, ma l’avrebbe morsa ancora, in quel preciso istante, solo per sentire ancora il sapore del suo sangue –non ti lascerò andare, quindi siediti e rispondi alle mie domande-
-Altrimenti?-
-Altrimenti ti ammazzo- rispose Chris aspettandosi una reazione spaventata da parte di lei, invece non colse nulla, in quegli occhi così chiari. Come se non le importasse.
Gli occhi del vampiro scesero lungo il suo corpo, studiandone la figura vestita totalmente di nero, la pelle era piuttosto pallida, il fisico proporzionato anche se esile. I capelli invece erano tinti, in natura non esisteva quella gradazione di nero bluastro.
-Dimmi come ti chiami-
-Helena- sputò lei, come se gli avesse appena fatto un piacere di malavoglia. E rimase ancora in piedi. Al piano inferiore, si sentì un tonfo, poco dopo Sebastian entrò nella sala.
-Ah, è ancora viva- commentò il vampiro biondo con noncuranza, degnandola appena di qualche occhiata superficiale, alle quali Helena rispose con freddezza.
-Dobbiamo capire perchè- disse Chris, Sebastian alzò le spalle.
-Come ti pare-
-Sei un vampiro anche tu?- chiese lei, mentre lo sguardo oscillava da uno all’altro.
-Certo- disse Sebastian, prima di scomparire in un’altra stanza e tornare poco dopo con una birra gelata tra le mani, Helena lo guardò perplessa -non c’è solo il sangue di buono al mondo-
-Siediti Helena- disse Chris per l’ennesima volta -io ti ho morso, saresti dovuta morire o al massimo diventare una di noi, ma non è accaduto niente di tutto ciò-
-E allora?-
-Allora non era mai successo- lei corrucciò le sopracciglia -voglio sapere perchè, quindi ci dirai ogni cosa di te-
-Vi servo viva dunque- disse invece Helena, rivolgendo lo sguardo al quadrante di vetro, si avvicinò ad esso, poggiandoci una mano sopra. Si voltò verso i due vampiri e sorrise lievemente ma di un sorriso triste, che non toccava gli occhi -quindi se mi getto di sotto...addio e fine delle risposte, giusto?- abbassò gli occhi, uno spostamento d’aria improvviso la fece sobbalzare e quando rialzò le iridi grigio-azzurrine, trovò il vampiro moro davanti a sé, che l’afferrò per le spalle, con forza.
-Io, noi...dobbiamo capire- disse stringendola -il tuo sangue è diverso da quello degli altri, devo sapere perchè, devi dirmi come mai, che cosa sei...-
-Sono una persona- sbottò lei -lasciami, mi fai male-
-Dimmelo-
-Te l’ho appena detto!-
-Chris, dove vuoi arrivare?- domandò Sebastian, l’altro non lasciò la presa su Helena, ma allentò la stretta in modo che non si allontanasse.
-Il suo sangue è diverso, è chiaro e...dolce, al confronto gli altri sembrano polvere-
-E’ per un’anomalia- disse infine lei –è un difetto che ho da sempre-
-Di che genere?-
-Non lo so, so solo che ho una densità inferiore, che il mio sangue è chiaro e che per non rischiare emorragie interne devo prendere un farmaco che costa un occhio della testa e non c’è una cura- Chris finalmente la lasciò e lei si massaggiò il punto dove aveva stretto.
-Quest’anomalia ti ha resa immune al nostro morso- disse lui, facendo avanti e indietro, con aria pensierosa.
-Immune!- esclamò Sebastian, Chris annuì.
-Già-
-Adesso mi lascerete andare?- domandò Helena.
-Scherzi? Non se ne parla, resterai qui finché non avremo deciso cosa fare di te e scordati di fuggire o tentare il suicidio, te lo impediremo- stabilì Sebastian alzandosi e trangugiando l’ultimo sorso di birra rimasto sul fondo della bottiglia, la lasciò su un mobile e andò in un’altra stanza. Helena sedette su uno dei divani.
-Sono prigioniera- mormorò, fissando gli occhi sulle assi scricchiolanti del pavimento.
-Non ti faremo del male- disse Chris.
-Già fatto, grazie- lui ignorò l’ultima frase, quella ragazza con il suo sangue particolare era troppo importante, non potevano rischiare di perderla.
-Io mi chiamo Christopher, l’altro è Sebastian- disse ma lei non rispose, si abbracciò un ginocchio e voltò la testa dall’altra parte.

-E’ una follia- disse Sebastian per l’ennesima volta, parlando a bassa voce con Christopher, in modo che Helena non potesse sentire nulla –una donna umana qui dentro, come pensi di fare? Le porterai colazione, pranzo e cena?-
-Taci, ci sto pensando- Chris osservava pensieroso la ragazza, ancora seduta su quel divano. Aveva passato il resto della notte sveglia a fissare un punto nel vuoto, senza muoversi da lì, senza parlare. L’idea di tenerla prigioniera non gli piaceva ma non potevano sprecare una simile occasione.
-Credi che lei possa servirci in qualche modo?-
-Forse- buttò li Chris –in ogni caso, Thor non deve saperlo. Pensa se al posto di noi due, l’avessero trovata Sheila o Morgan con la loro banda di squilibrati...l’avrebbero sezionata come una rana, giusto per vedere dentro com’era-
-Invece ha trovato te- borbottò Sebastian, contrariato.
-Non l’avresti uccisa nemmeno tu- il biondo non rispose, Chris dopotutto lo conosceva fin troppo bene...ma non era comunque d’accordo.
Avere un’umana in casa sarebbe stato un bel problema, doveva mangiare e di certo aveva un lavoro, un’occupazione e delle persone che l’avrebbero cercata...tempo due giorni e il suo volto avrebbe fatto compagnia alle altre persone scomparse e le ricerche sarebbero partite. Sebastian sbuffò, pensando che si stavano rammollendo.
-Cerca di ottenere altre informazioni da lei, vado a farmi un giro- infilò una giacca -e scordati che le prenda del cibo- Chris annuì e lo guardò uscire. Doveva almeno cercare di stabilire un qualche rapporto con Helena, farle capire che lei per loro era importante per via di quell’immunità data dal suo sangue così anomalo...prima però, doveva almeno preoccuparsi che non morisse di fame e anche lui uscì.
Quando tornò la trovò nella medesima posizione, si avvicinò e le porse un cappuccino caldo, che emanava un buon odore di caffé. Lei voltò appena gli occhi, avrebbe tanto voluto rifiutare, ma aveva troppa fame ed era senza energie, tra il morso e la nottata in bianco era completamente senza forze. Allungò una mano e prese il bicchiere di plastica.
-Sono ciambelle- disse Chris dandole il sacchetto marrone che teneva nell’altra mano.
-Perchè?- chiese Helena sorseggiando il cappuccino, che diffuse un calore piacevole nel suo stomaco.
-Tu, con il tuo sangue...sei speciale- lei si concentrò sulla ciambella che teneva tra le dita, ricoperta di glassa al cioccolato.
-Capisco- mormorò e gli diede nuovamente le spalle, segno che non voleva parlare ancora con lui. Christopher sospirò, ciambelle e cappuccino non erano bastati...certo ma cosa credeva? L’aveva morsa in un vicolo, rapita e ora la teneva prigioniera contro la sua volontà, non avrebbe dovuto aspettarsi nient’altro. Era già tanto se lei non strepitava come un’oca, gridando e facendo casino.
Doveva capire come funzionava quella sua anomalia, capire perchè lei era immune...una volta fatto quello, avrebbe pensato a cosa fare di lei.


Grazie a  Elychan e Ice Warrior per le recensioni! Bacioni, Kuji and Music.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


3

CAPITOLO 3

Helena aprì gli occhi lentamente, trovandosi davanti un’immagine sfocata che mise a fuoco a fatica. Un viso dai lineamenti duri e appuntiti, di una bellezza inaudita e contornato da dei riccioli corvini, due occhi di un azzurro glaciale la fissavano inespressivi. Improvvisamente si ricordò quello che le era accaduto e scattò a sedersi più sveglia che mai.
-Bene alzata.- mormorò il vampiro con la sua voce fonda.
Helena fece una smorfia –Come se risvegliarsi fosse una bella cosa.- commentò.
Chris corrugò le sopracciglia, sorpreso dalla risposta della ragazza. Possibile che reagisse sempre come se vivere le facesse schifo? Tuttavia decise di ignorare quella reazione –Non so come sia risvegliarsi, noi vampiri non dormiamo.-
-Già, me ne sono resa conto ieri notte.- sbuffò Helena abbracciandosi le ginocchia –Quanto tempo avete intenzione di tenermi qui?- domandò.
-Finché non saremo sicuri di una cosa che tu non puoi capire.- rispose Chris alzandosi dalla sedia sulla quale era rimasto tutto il tempo per sorvegliare Helena.
-Di sicuro se non provi a spiegarti non capirò mai.- commentò lei acida.
Chris ridusse gli occhi a due fessure –Non sono affari che ti riguardano, ragazzina.- disse, cominciando a essere scocciato da quel comportamento altezzoso.
-Non sono una ragazzina!-
-Bhe, allora dimostralo!- sbottò Chris. –Le domande qui dentro le faccio io, mi sembrava di aver chiarito questo punto.- disse voltandosi verso il quadrante.
Helena abbassò lo sguardo sulla stoffa di velluto rosso che ricopriva il divano su cui aveva dormito. Stava veramente parlando con un vampiro come se fosse una cosa del tutto normale? Aveva quasi rischiato di morire e sembrava che non le fosse successo niente… si passò distrattamente il pollice sulla cicatrice sottile alla base della mano sinistra, identica a quella presente sull’altro polso, e sorrise amareggiata.
-Se mi tenete qui siete consapevoli del fatto che mi verranno a cercare? Per quanto possa sembrare impossibile, ci sono delle persone che si preoccupano per me là fuori.- disse.
Chris si voltò, visibilmente in tensione per quella domanda –Ci stavo riflettendo…-
-Ottimo, quando hai un’idea fammelo sapere, ok?- commentò la ragazza accasciandosi sul divano.
-Dimmi dov’è casa tua.- le ordinò a un certo punto il vampiro –Vado a prendere le tue cose, dovrai stare qui per un po’ di tempo, ne avrai bisogno.-
Helena assunse un’espressione allarmata. Voleva andare a casa sua… -No! C’è mio fratello, non voglio che tu ci vada!- esclamò, terrorizzata alla sola idea che Christopher potesse fare del male all’unica persona a cui teneva veramente. Lui sembrò notarlo.
-Allora ti do due ore per andare, prendere le tue cose e tornare. Racconta che devi andare via per un viaggio con qualche tua amica o qualcosa del genere, in modo che non ti vengano a cercare.- disse Chris –E non provare a scappare.-
-Altrimenti?- chiese lei con tono di sfida.
-Altrimenti ti uccido…-
Helena emise uno sbuffo di stizza –Come se me ne importasse qualcosa! Ho tentato il suicidio a 17 anni, non me ne frega niente di morire! E poi so che non lo faresti, vi sono utile, mi tenete qui apposta!-
Chris non poté fare a meno di notare che aveva ragione, ma non aveva ancora finito di parlare –Allora non ti ucciderò, ma mi rifarò sulla tua famiglia… e sai quello che intendo.- Gli occhi grigi della ragazza si spalancarono nel terrore più profondo. Aveva colto nel segno. –Ti avverto che sto già cominciando a contare i minuti che passano.- l’avvisò.
Helena lo guardò come se fosse stato l’essere più disgustoso sulla faccia della terra, sentendo l’odio vibrarle in petto –Dracula era molto più a modo di te!-
-Ma Dracula è una mera invenzione, io sono reale.- obiettò Chris con un sorriso che fece luccicare i canini sporgenti –Ancora qui?- le chiese poi.
Helena storse la bocca irata –Non riesco ad aprire la porta.- ammise a malincuore. Dovere ammettere di non riuscire a fare una cosa di fronte a quel vampiro le costava caro.
-Rimediamo subito.- replicò questi precedendola e aprendo la pesante porta d’ingresso –Ti rimangono un’ora e cinquantadue minuti.-
La ragazza non sprecò nemmeno fiato per rispondergli, si limitò a lanciargli un’occhiata di fuoco prima di uscire dalla torre. Chris richiuse pesantemente la porta e imprecò sottovoce. Quella ragazza era intrattabile: arrogante e con quella tendenza insopportabile all’autocommiserazione! Solo l’idea di doverla sopportare per tutto il tempo necessario a capire se era lei quella di cui avevano bisogno lo mandava in bestia.Si smaterializzò e ricomparve sulla terrazza del grattacielo dove era solito andare quando doveva distrarsi. Era quasi il tramonto, il momento della giornata che preferiva, quando tutto si tingeva di un rosso arancio e sentiva le forze tornargli dopo la semi debolezza della giornata. La realtà non era che i vampiri uscivano solo di notte, ma che di giorno erano più deboli e non potevano attaccare. Per questo risultavano simili agli esseri umani e potevano mescolarsi a loro. Sotto di lui il traffico si muoveva caotico durante l’ora di punta, ma quella sera non c’era aria, niente odori.
Chiunque lo avesse visto in quel momento, avrebbe detto che Christopher era un normalissimo essere umano sui 30 anni, bellissimo ed enigmatico. Quella sera indossava un paio di jeans neri che cadevano morbidi sulle sue gambe lunghe e muscolose, da scattista, coprendo in parte le Converse All Star dello stesso colore, usurate dal tempo; le forme del busto e le spalle larghe erano messe in risalto dalla maglia nera che indossava. In tutto quel nero, i suoi occhi bucavano con uno sguardo freddo e intelligente. Estrasse dalla tasca posteriore dei jeans l’i-pod e si infilò gli auricolari mandando la musica a palla: The evil that man do, Iron Maiden. In più di 400 anni quella era l’unica musica che riusciva a scaricarlo veramente, nemmeno Mozart o Bach ci erano riusciti come ci riusciva il metal.
Helena.
Possibile che quell’umana potesse causargli tanti problemi? Era colpa sua, avrebbe dovuto riconoscere il tipo di odore diverso dal solito e fiutare il pericolo, non farsi sopraffare dal desiderio! Era stato uno stupido, e il risultato era una donna umana bloccata nella torre, con un sangue decisamente invitante e due vampiri pronti a morderla… Tanto non morirebbe… Chris scosse infastidito la testa boccolosa. Non doveva nemmeno pensare a una cosa del genere! Usare quella fonte così preziosa come dispensa personale era l’ultima cosa che poteva permettersi, forse lei poteva essere quella giusta per… Era meglio non illudersi, non avrebbe sopportato la delusione, altrimenti.
-Sempre da queste parti, eh, Chris?- domandò una fredda voce femminile. Una vampira dai lunghi capelli rossi era comparsa accanto a lui.
-Morgan…- borbottò Chris distogliendo lo sguardo. L’ultima cosa che gli serviva era la presenza di Morgan, di problemi ne aveva già abbastanza senza che contribuisse anche lei.
-Ieri ho incrociato Sebastian, te l’ha detto?- domandò lei, visibilmente in cerca di conversazione.
Chris scosse il capo, aumentando il volume del suo i-pod. Morgan se ne accorse, ma non volle demordere, era troppo difficile riuscire a trovare un momento per stare da sola con Chris senza che arrivasse anche Sebastian. –Non eri a caccia anche tu ieri notte, come mai?-
-Non ero poi così affamato.- tagliò corto lui.
-Tu che non sfrutti una notte di vento come quella di ieri? Mi sembra alquanto strano!- esclamò Morgan scoppiando in una risata acuta quanto falsa. Chris la ignorò continuando a fissare le macchine passare sotto i suoi piedi. Detestava Morgan, era stata la fonte di parecchi guai sia per lui che per Sebastian, era quella che si divertiva a massacrare le sue vittime per il puro gusto di vederli soffrire prima di poterli finire definitivamente. Per non parlare di quando aveva rivelato a Thor del loro tentativo di fuga… Thor era il vampiro supremo, il più vecchio, saggio e potente di tutti, creato dal primo vampiro della storia e capo di tutti i vampiri presenti a Sacrament. Era lui che aveva stabilito le regole che i vampiri dovevano rispettare per la salvaguardia della specie e per il rispetto tra i branchi, e chi le violava doveva rendere conto direttamente a lui. Una delle numerose regole era: vietato lasciare la città. Chiunque si fosse azzardato a mettere piede fuori da Sacrament avrebbe rischiato la vita, gli sarebbero stati scatenati contro l’intero esercito più numerosi vampiri che si divertivano a contribuire a queste spedizioni. Morgan era una di quelli, e l’aveva tradito.
-Vedi di andartene in fretta, Morgan, non ho tempo da perdere.- la liquidò con un sibilo.
La vampira assunse improvvisamente uno sguardo livido e irato –Non mi mandi via così!-
Chris fece penetrare il suo sguardo nelle iridi castane di lei, squadrandone poi i lineamenti con disprezzo –Non hai niente da spartire con me, ti ricordo che non sono molto simpatico al tuo capo.-
L’espressione di Morgan si addolcì –Oh, ancora con quella storia? E’ successo più di cinquant’anni fa!- commentò ravvivandosi la chioma fluente in un gesto volutamente provocatorio.
-La mia memoria da vampiro non svanisce, Morgan. Vattene.- ringhiò nuovamente lui.
Morgan si alzò dal cornicione fissando Chris con occhi carichi di rammarico –Come vuoi, ma non sai cosa perdi. A forza di vivere con un uomo perderai la capacità di toccare una donna!-
-Non sarai mai tu, quella donna, Morgan.- la freddò Chris. Morgan svanì in un ringhio furioso e offeso.
Il sole era sceso da parecchi minuti ormai, era ora di rientrare ad aspettare Helena. Sarebbe tornata, ne era sicuro, l’espressione dei suoi occhi alla minaccia di uccidere i suoi cari era stata eloquente.
La sua attesa non risultò eccessiva, dopo un’ora e venti minuti Helena era di nuovo seduta sul divano della sala, una sacca da sport piena delle sue cose ai suoi piedi.
-Sei stata veloce.- commentò Chris guardandola compiaciuto.
Helena non fiatò, si limitò a rigirarsi tra le dita un laccio dei suoi anfibi.
-Adesso avremo tutto il tempo per parlare, con calma.- continuò lui accucciandosi davanti a lei –Hai ancora molte cose da raccontarmi.-

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


4

CAPITOLO 4

-Ho fame- borbottò Helena riallacciando con calma gli anfibi neri, Christopher sollevò un sopracciglio.
-Prima parli, poi ti vado a prendere da mangiare- lei alzò la testa, fissandolo dritto negli occhi, senza alcun timore. Non era affatto spaventata, Chris aveva incontrato vittime in grado di mostrarsi ad una prima occhiata fredde, risolute a volte spavalde, ma era bastato annusare l'aria per sentire il tipico odore acre della paura aleggiare attorno a loro. Helena no. Era davvero tranquilla, persino troppo, il suo cuore non batteva più velocemente, non sudava freddo e non aveva paura, anzi il suo odore era sempre così dolcemente invitante...per qualche secondo il vampiro inspirò a lungo, gustandolo, come un bambino davanti ad un negozio di dolci che sente il profumo e aspetta con ansia di assaggiare qualche prelibatezza.
-Te lo puoi scordare, sto morendo di fame- replicò la ragazza stringendo gli occhi -credi che il misero cappuccino con le ciambelle siano bastati? Ho fame, chiaro?- venne afferrata per il collo e schiacciata contro il divano. Chris torreggiava sopra di lei, bloccandola per il collo e uno dei polsi, si avvicinò al suo volto bianco, deviando all'ultimo verso la morbida curva tra collo e clavicola, là dove l'aveva morsa la prima volta. Quel suo dannato profumo! Sfiorò la pelle con le labbra, poi con la lingua. Tracciò qualche cerchio attorno ai piccoli segni dei morsi, prima di appoggiarci le labbra semi aperte. Sentì distintamente Helena tremare sotto di lui e si scansò, allentando la presa gradatamente fino a lasciarla del tutto, sulla pelle diafana della ragazza erano già comparsi i segni dove lui aveva stretto.
Era impazzito? Che diavolo gli era preso? Chris si passò una mano tra i capelli scuri, muovendoli nervosamente. Se fosse andato avanti...se fosse...scacciò l'immagine dai propri pensieri, ma essa si fissò ugualmente nella sua mente.
Helena, senza quegli abiti scuri...senza nient'altro che i suoi morsi addosso, dovunque, ma viva.
-Dimmi come hai scoperto dell'anomalia al tuo sangue- disse Chris alzandosi e passeggiando avanti e indietro, mentre lei si rintanava sul divano, abbracciandosi un ginocchio.
-Te l'ho detto, ce l'ho da sempre...sono l'unica in famiglia-
-Quindi non esiste nessun'altro come te?-
-Parli come se IO fossi un mostro- sibilò lei -io ho solo un'anomalia, sei TU il mostro. E per fortuna che non volevi farmi ancora del male!- lui non rispose, perso in chissà quali pensieri. Helena non si era mai disprezzata tanto come in quel momento, quando le labbra e la lingua di Christopher l'avevano toccata sui morsi, aveva ricevuto una scarica elettrica che si era diramata lungo tutto il corpo. Una scarica non di paura ma di piacere. Puro, liquido. Non aveva mai provato niente del genere.
-Ho fame- ribadì ancora, ma con calma.
-Dopo- stabilì Christopher sedendosi accanto a lei, d'istinto Helena si spostò e lui annuì -diventare vampiri significa abbracciare una nuova vita, dimenticando l'altra- Helena si mise in ascolto, registrando ogni singola parola, Chris aveva abbandonato la via violenta, preferendo raccontarle tutto dal principio. Almeno sapeva a cosa sarebbe andata incontro, essere preparati poteva rivelarsi un vantaggio.
-Questo cosa c'entra con me?-
-Io e Sebastian stiamo infrangendo quasi ogni regola...vogliamo recuperare la memoria di quando eravamo esseri umani, ci siamo allontanati dal clan, dal capo e dalle faide interne...ma non abbiamo risultati. Da che esistono i vampiri, sei la prima persona immune al morso sia mai esistita, non so se è così...ma forse c'è un legame tra le due cose, siamo convinti che la memoria si possa recuperare in qualche modo, è probabile che i Master lo sappiano ma mantengano il segreto, non so...ma vogliamo scoprirlo-
-Non capisco- ammise Helena -perchè è tanto importante la memoria?-
-Senza ti sembra di vivere privato di una parte di te, rivoglio quella parte di ricordi appartenenti alla mia vita umana-
-Che cazzo stai facendo?- urlò Sebastian, in piedi sulla porta.
-Sta calmo- disse Chris alzandosi -ho dovuto farlo-
-Raccontarle tutto? Certo! Adesso abbiamo un'umana sapientona! Cosa le impedisce di andare da Thor e fare due chiacchiere con lui?-
-Magari il fatto che non me ne freghi niente- disse Helena alzandosi a sua volta dal divano -inoltre resterò chiusa qui per un bel po’, dove pensi che vada?- Sebastian ci pensò su qualche secondo, poi ammise con se stesso che lei avesse ragione, che poteva fare? Niente.
-E va bene- borbottò.
-Ho visto Morgan poco fa- disse Chris, il biondo roteò gli occhi al cielo -già-
-Chi è Morgan?- domandò Helena, piena di curiosità.
-Una dalla quale è meglio stare alla larga, se sei un uomo ti scopa fino a ridurti in fin di vita poi succhia tutto il tuo sangue...ma se abborda una donna, le fa soffrire le pene dell'inferno. Jack lo Squartatore in confronto era un santo- rispose Christopher, se Morgan avesse trovato Helena, sarebbero stati guai seri per la ragazza e lui non voleva. Helena era preziosa per loro, ragion per cui avrebbe fatto di tutto per trattenersi dal morderla ancora o fare un'azione simile a quella di prima.
-Ok, ma io ho sempre fame-
-Tienila d'occhio, torno subito- Chris sorpassò Sebastian e scese per le scale. Il biondo si tolse la giacca e la lanciò su un mobile.
-Alla fine...mi ucciderete, vero?- Sebastian guardò la ragazza tornare sul divano, onestamente non lo sapeva nemmeno lui. Non le rispose e lei non chiese altro, limitandosi ad aspettare la propria cena in silenzio.

 


 Ed ecco il 4 capitolo, che ve ne pare? E' un pò più corto ma in futuro accadranno cose molto interessanti, promesso. Un grazie enorme a Elychan, puntualissima a recensire e a bellatrixx. Grazie e un bacione ! Al prossimo aggiornamento, Kuji&music.

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


5

CAPITOLO 5

 Helena gironzolava per la casa col lettore mp3 che mandava a tutto volume una canzone dei My Chemical Romance. Canticchiava distrattamente osservando i vari oggetti che arredavano l’ambiente: nella parte privata di Chris si trovava una piccola scultura vitrea molto antica, probabilmente risalente alla prima metà del Seicento, rappresentante una farfalla. Era bellissima. Helena la prese cautamente tra le mani.
-Rimettila al suo posto.- le intimò la voce bassa e vellutata del proprietario. Nonostante la musica ad altissimo volume, Helena poté chiaramente distinguere le parole senza che Chris avesse urlato.
-Non la rompo mica!- sbottò la ragazza riponendo tuttavia la statuetta sul tavolino dove l’aveva trovata.
-Non mi piace che si tocchino le mie cose. Quella statuetta ha una storia importante dietro di sé come tutto ciò che è qui dentro. Sono le uniche memorie che ho, voglio che rimangano integre.- replicò Chris. Per quanto Gerard Way urlasse a squarciagola in quella canzone, Helena continuava a sentire perfettamente le parole del vampiro. Ne era stupita.
-Allora mi limiterò a fare la prigioniera corretta e non mi muoverò più dal divano, d’accordo? Ma non ti lamentare se bagnerò il velluto di pipì, se non posso muovermi queste sono le conseguenze.- obiettò lei alzando il volume del lettore e allontanandosi da Chris.
Il moro la fulminò con gli occhi azzurri –Lo puoi usare il bagno. E togliti di dosso quell’espressione da vittima, mi dà ai nervi.-
La ragazza ricambiò lo sguardo con cattiveria, spense definitivamente il lettore e gli si avvicinò –Devo ricordarti chi mi ha fatto questo?- sibilò abbassando leggermente il colletto della maglia e mostrandogli i segni dei suoi denti che portava ancora sul collo. –Fino a prova contraria io sono una vittima!-
Chris dovette fare uno sforzo enorme per trattenersi dal morderla nuovamente: il suo odore era veramente tanto particolare quanto il suo sangue, ed era invitante. Serrò le narici e le ringhiò contro cercando di farla allontanare. La cosa che più lo infastidiva di lei, oltre al vittimismo, era quell’arroganza che emanava da tutti i pori, in certi casi si rammaricava di non aver dato retta a Sebastian e averla uccisa.
-Allora mettiamola in questo modo: o cominci a darti una calmata o io potrei rinnovare la minaccia di qualche giorno fa.- disse con la sua solita calma, quella calma irata che contribuiva notevolmente ad aumentare la rabbia nel suo interlocutore. Helena sbiancò nuovamente e si allontanò di qualche passo da lui, rimanendo in silenzio –Vedo che capisci la musica.-
Il rumore di una porta che sbatteva pesantemente impedì alla ragazza di replicare, Sebastian era tornato.
-Chris, siamo nei cazzi! Cazzi con tanto di penne dorate nel taschino e ormoni in visibilio!- esclamò il biondo entrando a razzo nella stanza e cominciando a raccattare le cose di Helena.
Chris spalancò gli occhi in un’espressione preoccupata –Thor e Morgan…- sussurrò.
-Esattamente!- annuì Sebastian infilando gli oggetti della ragazza in una botola –E stanno venendo qui!-
-Perché?- chiese Chris. Non capiva… Thor si faceva vivo solo quando c’era da punire qualcuno o quando veniva a reclamare gli umani che si stavano trasformando in vampiri, ma loro non avevano fatto nulla di male. Erano mesi che Chris aveva cercato con la massima cura di tenersi fuori dai guai, e anche Sebastian si era controllato abbastanza da non destare troppi sospetti su Thor.
Il vampiro biondo alzò gli occhi al cielo –Ok, lo ammetto. Due notti fa ho perso la pazienza e ho aggredito uno della banda di Morgan.- confessò.
Gli occhi azzurri di Chris ebbero un lampo di luce rossa –Aggredito?- indagò ulteriormente.
-Diciamo pure ammazzato.- rispose Sebastian con un ghigno. Non era per nulla pentito di quello che aveva fatto e questo fece incazzare Chris ancora di più.
-Si può uccidere un vampiro?- domandò sorpresa Helena con un’espressione corrucciata.
-Non ha ucciso un vampiro, ha ucciso un umano protetto da un vampiro, il che è molto più grave!!- gridò Chris rivolto a Sebastian –Che ti è saltato in mente?! Abbiamo un’umana in casa e tu vai a combinare guai?! Come se non ne avessimo già abbastanza!-
Sebastian sostenne con freddezza lo sguardo dell’altro vampiro, il sorriso soddisfatto scomparso totalmente –Le tirate d’orecchie dopo. Thor e Morgan sono quasi arrivati e noi dobbiamo nascondere Helena.- disse finendo di nascondere le cose nella botola. –Vieni qui.- intimò poi alla ragazza che si avvicinò di malavoglia –Sali su.- Helena guardò preoccupata la botola aperta sopra la sua testa, ma sapeva di non avere scelta e si lasciò issare dentro.
Non appena la botola fu chiusa si sentì la porta inferiore aprirsi. Fortunatamente all’interno della torre potevano smaterializzarsi e materializzarsi solamente Sebastian e Chris, grazie a un accorgimento molto utile. La capacità di poter avere a che fare con qualcosa di molto simile alla magia tornava sempre comodo.
Helena si appiattì contro il pavimento di quella specie di soffitta, sbirciando attraverso le fenditure presenti tra le vecchie assi lignee. Non riusciva ad avere un campo visivo eccessivamente vasto, ma era abbastanza ampio da inquadrare Sebastian e Chris più qualche metro attorno a loro. Percepì dei passi di estranei e il rumore di tacchi alti che picchiavano contro il pavimento sottostante e vide il volto di Sebastian pitturarsi di un sorriso falsamente cordiale.
-Buongiorno, Thor, Morgan… Qual buon vento vi porta qui?- domandò con nonchalance.
La voce profonda di un uomo rispose autoritaria –Morgan mi ha riferito di un tuo attacco ai suoi protetti, Sebastian. La cosa non mi giunge nuova alle orecchie, e tu conosci le regole.-
Sebastian scosse tranquillamente la lunga chioma bionda –Ah, ma io non ero al corrente fosse uno della banda di Morgan, altrimenti non l’avrei mai attaccato. Sapete com’è, non mangio da un po’ di tempo, la fame era tanta e…-
-Non dire stronzate, Sebastian, lo so benissimo che l’hai attaccato apposta!- esclamò una voce femminile profonda e seducente anche più delle altre. Helena poté constatare che il timbro di voce era un tratto distintivo dei vampiri: avevano tutti una voce calda e suadente, che si faceva chiaramente sentire senza bisogno di urlare e che allo stesso tempo sapeva suonare muta con coloro che appartenevano al genere umano.
-Morgan, calmati. Non l’ho fatto apposta! Se sono riuscito ad ucciderlo significa che non era adeguatamente protetto!- obiettò il biondo cominciando a scaldarsi. Chris era visibilmente nervoso, non aveva ancora parlato e questo era un cattivo segno.
-Stai forse insinuando che mi sono inventata tutto?- sibilò la vampira avvicinandosi. Helena poté vedere una lunga chioma rossa ondeggiare sotto di lei.
-No, sto dicendo che non sai proteggere i tuoi umani.- replicò Sebastian sostenendo il suo sguardo.
Morgan stava per replicare quando qualcosa la fermò. Helena pensò fosse stato Thor, perché subito dopo fu lui a parlare. Si fece più avanti in modo che Helena poté riconoscere qualcosa della sua persona: un uomo alto, ma non troppo, con capelli scuri e barba ben curata. Diversamente dagli altri vampiri che aveva presente, per quanto fosse molto affascinante non era spaventosamente bello, ma emanava un aura di potere che avrebbe assoggettato chiunque. Era vestito in maniera classica, un completo marrone dal cui taschino sbucavano due penne dorate. Helena si accigliò: che senso avevano?
-Non mi interessa che cosa è successo né come. Mi basta sapere che tu hai disobbedito a delle regole fissate, Sebastian, e che non è la prima volta. Credo che l’ultima volta non ti sia servita da lezione.- disse l’uomo.
Sebastian indietreggiò di qualche passo con un’espressione molto meno spavalda del suo solito, forse addirittura impaurita. Morgan sorrise soddisfatta dalla piega che aveva preso la situazione, e fu proprio quel sorriso a irritare definitivamente Chris il quale decise di intervenire.
-Thor, Sebastian sa di aver sbagliato, ma non sapeva fosse un protetto di Morgan. Punirlo per un errore non consapevole non servirà a niente.- disse.
Thor gli rivolse i suoi occhi scuri, cercando di indagare nella profondità di quello che stava pensando. Chris fu lieto che i vampiri non fossero telepatici né sapessero leggere nel pensiero. –Christopher, non mi sembri nella posizione per dirmi cosa sia più o meno utile fare. Indi per cui, credo che Sebastian dovrebbe imparare a prestare più attenzione a certe cose.- disse tornando a guardare il vampiro biondo.
Sebastian abbandonò l’espressione timorosa: se doveva essere punito non lo sarebbe stato con la coda tra le gambe. Non era la prima volta che sopportava le punizioni di Thor ed era sempre sopravvissuto, con qualche acciacco, ma sopravvissuto. Anche questa volta avrebbe affrontato tutto a testa alta. La mano destra del Master si sollevò e lui schioccò le dita. Chris chiuse gli occhi pronto a sentire l’urlo di dolore dell’amico, ma questo non arrivò, questa volta Sebastian aveva tenuto gli occhi aperti ed era rimasto zitto.
Helena rimase turbata da quella tortura che costringeva Sebastian a contorcersi in preda agli spasmi sul pavimento, le vene che si gonfiavano a fior di pelle e i muscoli che brillavano. Senza rendersene conto emise un sospiro sconvolto che attirò l’attenzione di Morgan. La vampira alzò gli occhi verso la botola che la sovrastava. Helena si morse la lingua. Nonostante Chris fosse preso dalla scena della tortura di Sebastian, riuscì ad accorgersene.
-C’è un odore strano, qui…- mormorò Morgan muovendo qualche passo verso la botola –Un odore umano…-
Thor bloccò la tortura e si girò verso Morgan annusando l’aria. Sebastian ansimava a terra e cercava di guardare Chris per dirgli di fare qualcosa.

Maledizione! Perché cazzo deve avere quell’odore così particolare?! Pensò Chris lanciando sguardi alla botola da cui non provenivano più rumori, ma nel quale sapeva benissimo esserci Helena. Doveva fare qualcosa per distrarre Morgan da quell’odore… Non aveva scelta, sapeva che quello era l’unico modo.
Si posizionò davanti alla vampira prima che potesse aprire la botola e afferrò il suo viso tra le mani. Un bacio per niente desiderato, ma necessario, sforzatamente passionale. Sentì le labbra di Morgan aprirsi istantaneamente contro le sue e non ci volle molto prima che le sue mani cominciassero a vagare lungo il suo corpo. Nel momento in cui arrivarono troppo in basso Chris si staccò. A quello non era disposto.
Lo sguardo lascivo di Morgan indugiò sugli occhi freddi di Chris, mentre si mordeva con fare seducente il labbro inferiore –A cosa devo il piacere?- domandò. Thor tornò a concentrarsi su Sebastian, non gli interessavano le faccende frivole della vampira.
-Mi andava e basta.- rispose Chris cercando di non provare disgusto per quello che aveva appena fatto. Morgan cambiò totalmente espressione diventando seria e perfida: non le piaceva quella risposta. Chris si staccò definitivamente da lei e tornò da Sebastian che giaceva ancora a terra, ascoltando i rimproveri sussurrati di Thor.
-Spero che questa sia l’ultima volta, Sebastian, che mi costringi a una cosa del genere. La prossima volta potrebbe essere l’ultima.- disse il Master sistemandosi la giacca e richiamando a sé Morgan –Andiamo.-
Non appena e due se ne furono andati Chris aiutò Sebastian ad alzarsi prima di riaprire a Helena. La ragazza scese con sveltezza portando con sé le sue cose, che abbandonò violentemente a terra.
-Era necessaria tutta quella scena?- domandò con disgusto guardando Chris. Il vampiro non afferrò il problema –Sembrava te la volessi scopare lì!- chiarì meglio lei.
Quello era troppo. –Io ti ho appena salvato la vita, in caso tu non te ne sia accorta!- sbottò irato.
-Non era necessaria tutta quella teatralità! E poi non dirmi che te ne frega qualcosa della mia vita, non ci credo!- replicò Helena.
-Infatti, a me importa solo del tuo sangue, ma si dà il caso che tu debba essere viva perché sia utilizzabile!- ringhiò Chris prima di tornare a dare una mano a Sebastian che giaceva debole sul divano.
Helena lo guardò con l’espressione più schifata che mai –Bene, quindi sarei solo un oggetto, un contenitore vivente di un liquido per voi prezioso. Ottimo… buono a sapersi.- commentò.
Chris fece finta di ignorarla, altrimenti le avrebbe fatto del male. L’unica cosa che lo tratteneva era il fatto che doveva cercare di tenersela buona e in ottime condizioni fisiche, ma nulla gli impediva di immaginarsi mentre le faceva del male. Se non altro ciò lo aiutava a sfogarsi.
-Adesso stai zitta. Sebastian ha bisogno di aiuto e devo essere concentrato.-


Salve a tutti! Dopo la pausa estiva ecco il nuovo capitolo di Vampiria! Speriamo di ricevere qualche commento, intanto ringraziamo chi ha già recensito con un bacione enorme! Alla prossima, Kuji&music.

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


CAPITOLO 6

 

Sebastian si abbassò, piegandosi sulle ginocchia e aguzzando la vista. Eccola. Ne sentiva l’odore nell’aria fresca, un buon profumo, tenue e femminile ma non dolciastro, scommise con se stesso fosse borotalco, meglio, non amava mordere donne con addosso litri di profumo, finivano inevitabilmente per farlo irritare e quando Sebastian si irritava, diventava pericoloso.

Scese con un balzo agile dallo spesso ramo di pino e atterrò senza far rumore sul verde prato del cimitero. Infilò le mani nei jeans lievemente cascanti sui fianchi, mentre i suoi occhi scuri si tingevano di rosso e la lingua passava leggera sulle punte dei canini. Non doveva che attendere il tramonto, poi con due salti sarebbe stato alle spalle di quella ragazza, l’avrebbe morsa...e finalmente avrebbe placato la fame che lo attanagliava.

Si preparò. La ragazza aveva cambiato i fiori e l’acqua nel vaso, lo appoggiò accanto alla tomba ed estirpò alcune erbacce che avevano intaccato il marmo chiaro e ruvido. Sebastian aprì leggermente le labbra, già pregustando il sapore del suo sangue...scommise con se stesso fosse dolce ma delicato, come un delizioso cioccolatino di finissimo cacao. Piegò appena le ginocchia, pronto a balzare verso di lei che la ragazza si sedette davanti alla tomba e posò la borsa di Nightmare Before Christmas accanto a sè. Prese un pacchetto nuovo di sigarette e lo aprì, con un unico gesto secco del polso fece uscire la prima Lucky Strike che si infilò tra le labbra rosee e recuperò uno zippo argenteo. La fiamma brillò alta e lei inspirò una lunga boccata, prima di appoggiarsi con un gomito sul ginocchio.

Sebastian sollevò un sopracciglio, chiedendosi che cavolo stesse facendo quella ragazza. Lei rimase in silenzio per un pò, fumando assorta.

-Si lo so, non dovrei fumare, fa male...bla, bla bla- attaccò agitando la mano con la sigaretta accesa -ma il punto è che sono nervosa e voi sapete che odio essere nervosa, faccio un sacco di casini quando divento nervosa- Sebastian si appoggiò al tronco del pino, incrociando le braccia al petto -sai nonna? Avevi  ragione- proseguì lei, imperterrita -non dovevo accettare quello stupido lavoro, mi sta rendendo deficiente! Sto sclerando! Un anno che sto li e ho il cervello fritto! Penso che mi licenzierò- lei sbuffò, facendo qualche altro tiro -posso quasi vedervi protestare nella tomba, quindi...si, avete ragione, no non posso permettermi di lasciare sto lavoro e si, se lo lascio non potrò pagarmi da vivere e la borsa di studio non varrà un fico secco se non ho un tetto dove stare- si accese una seconda sigaretta e si mise una mano tra i capelli, sembrava parecchio esaspertata -d’altra parte, se non la pianto di lavorare li, diventerò isterica e la mia sanità mentale andrà a farsi fottere- la ragazza scosse la testa e si lasciò andare, sdraiandosi a braccia spalancate sull’era verde brillante.

Il vampiro rimase fermo, poi si avviò verso di lei a piedi, con calma, senza fare alcun rumore. Sapeva che lei non avrebbe avvertito la sua presenza finché non sarebbe stato troppo tardi per scappare o ribellarsi, e finalmente lui avrebbe ottenuto ciò che bramava. La fame cresceva ogni secondo, passo dopo passo, più si avvicinava a lei e più il suo profumo lo stuzzicava, facendogli torcere le viscere. Si trovava a meno di cinque metri quando lei si alzò di scatto, mettendosi in piedi. La guardò spolverarsi i jeans strappati sul fondoschiena e raccogliere la borsa, era il momento.

Con un balzo Sebastian le fu addosso, la circondò con un braccio, bloccando le sue all'altezza dei gomiti mentre con l'altra mano le afferrava con forza il collo, stringendo appena per non farla urlare.

-Fai silenzio- le intimò sfiorandole un orecchio con le labbra, lei aveva gli occhi scuri allargati per la sorpresa -non gridare, altrimenti ti farò male- lasciò andare il collo e le fece inclinare la testa, poi scostò i capelli castani. Si leccò le labbra, aveva davvero un ottimo profumo. Spalancò la bocca e le passò la lingua sul collo, sentendolo caldo e vivo sotto di sè, sfoderò i canini e si apprestò a morderla. Una forza di inaudita potenza sembrò afferrarlo per la testa e scagliarlo lontano. Sebastian fece un volo di due metri e ricadde di schiena.

-Merda...cosa cazzo...- la ragazza si era girata verso di lui, sembrava spaventata ma non quanto avrebbe dovuto. Indietreggiò di qualche passo, inciampò in una tomba semi incassata nel terreno, poi si voltò e cominciò a zigzagare tra le lapidi, mentre la notte scendeva velice. Lui sorrise.

Stupida...pensa di potermi sfuggire... si rialzò da terra e si smaterizlizzò, comparendo all'entrata del cimitero. Lei gli andò letteralmente a sbattere contro, Sebastian l'afferrò per un braccio.

-Sciocca umana- disse attirandola a sè, le scoprì ancora il collo aprendo la bocca, ma per la seconda volta qualcosa gli impedì di morderla e venne sbalzato contro il muro. Imprecò e tornò alla carica di nuovo. In pochissimi secondi la raggiunse per l'ennesima volta, la colpì in testa e la prese al volo, mentre si accasciava su se stessa, priva di sensi.

-E siamo a due, merda- borbottò caricandosela sulle spalle come un sacco di patate. Non poteva rischiare di lasciarla in giro...ora capiva Christopher con Helena. Anche quella ragazza l'aveva visto, avrebbe potuto raccontare qualcosa, inoltre lui l'aveva aggredita ben tre volte e lei possedeva abbastanza dettagli da scatenare il caos. Non doveva accadere e Thor non doveva saperne nulla.

La fame non si placava ma Sebastian decise che prima di riprendere la caccia, avrebbe portato quella donna alla torre.

 

Christopher aveva stabilito che uno dei due dovesse sempre essere alla torre, per non lasciare Helena da sola. Era improbabile che lei riuscisse a fuggire ma vista l'incilnazione al suicidio e i numerosi oggetti disponibili, il vampiro non voleva correre rischi. Poco prima che Sebastian facesse il suo trionfale ingresso, con un calcio alla porta di legno, Chris se ne stava seduto sul divano, sorseggiando vino rosso di ottima qualità mischiato a mezza sacca di sangue, fissando Helena che si metteva lo smalto sui piedi, ovviamente nero.

In parte lui capiva la fissazione per il nero, l'oscurità era parte integrante del suo essere vampiro e l'attraeva come una calamita, la notte e l'oscuro facevano parte di lui...e sebbene capisse il fascino che possedevano entrambe, non comprendeva la fissazione di Helena e dei "dark" come lei. Alle domande però, lei non aveva risposto, continuando a mettersi lo smalto con precisione millimetrica e una pazienza infinita.

Aveva appena terminato il piede sinistro e si apprestava a cominciare il destro quando Sebastian entrò con una ragazza svenuta in spalla e l'aria incazzata.

-Che diavolo è successo? Chi è quella?- scattò Chris, con tutti i sensi all'erta. Era un essere umano. Dal divano Helena sollevò semplicemente la testa. Sebastian ringhiò e superò Chris, mettendo la ragazza sul divano libero.

-Prova a morderla- disse al compagno.

-Immune anche lei?-

-Peggio, prova a morderla- disse ancora Sebastian, la cui botta presa quando era stato scaraventato indietro non era affatto passata, si massaggiò piano la schiena. Chris si avvicinò all'umana svenuta, sfoderò i canini e si piegò sul suo collo ma la forza che prima aveva preso Sebastian, catturò anche lui ed Helena lo vide volare dall'altra parte della stanza.

-Cazzo- disse il vampiro rialzandosi -merda-

-L'hai detto-

-Dove l'hai pescata?-

-Al cimitero, stava raccontando i fatti suoi alla tomba dei nonni-

-Macabra- osservò Chris.

-No pazza, l'ho attaccata due volte e ho fatto due voli peggio dei tuoi, la terza volta l'ho colpita alle spalle e ho pensato di portarla qui- spiegò Sebastian con espressione cupa, aveva fame e gli occhi scintillavano di rosso rubino -c'è qualcosa o qualcuno che la protegge da noi-

-Ci ero arrivato, grazie- sibilò Chris che non aveva affatto gradito il trattamento, ma Sebastian non avrebbe potuto dirglielo e basta? -si sta svegliando- aggiunse vedendo la ragazza agitarsi lievemente. Aprì gli occhi uno alla volta, sbadigliò e si mise a sedere, con aria confusa e stordita, massaggiandosi piano la base del collo, dove era stata colpita non molto tempo prima. Sbatté le palpebre e mise a fuoco le figure dei due vampiri che le stavano di fronte, poi si girò verso Helena.

-Voi siete...-

-Non guardare me, sono prigioniera qui e da adesso, anche tu- rispose la ragazza con un'alzata di spalle.

-Grandioso- disse lei tornando a fissare i due vampiri -tu mi hai aggredita al cimitero!- esclamò alzandosi, dopo aver riconosciuto Sebastian -due volte!-

-Ha paura- commentò lui, fissandola con disprezzo.

-Certo che ne ho! Solo gli stupidi o gli aspiranti suicidi non ne hanno! Mi sembra logico essere spaventata non pensi?- disse lei prendendo le sigarette da una tasca, si accese una Lucky Strike e inspirò a fondo diverse volte -che cavolo volete da me? Perchè ho mille cose da fare e se pensate di potermi davvero tenere qui, vi sbagliate di grosso-

-Non puoi scappare- disse Chris -come ti chiami?-

-Eny-

-Che razza di nome...- commentò Sebastian.

-Sta per Eleanor- rettificò Eny allargando le braccia -mi spiegate oppure no?-

-Sono vampiri- s'intromise Helena, sempre mettendosi lo smalto nero -vogliono recuperare la memoria di quando erano umani e pensano che persone come me e te, che in un qualche modo sono diverse dagli altri esseri umani, possano essere loro d'aiuto- sollevò gli occhi, inchiodando Eny con quell'azzurro grigio così chiaro e freddo -siamo carne da macello, Eny-

-Grandioso- ripeté lei sedendosi e continuando a fumare assorta, finì una sigaretta e ne accese subito un'altra -oh, beh almeno ho una scusa valida per non andare al lavoro- aggiunse riflettendoci sopra, Helena alzò un sopracciglio -lavoro in un call center, ricevo chiamate di gente nevrotica che mi urla addosso e mi insulta...un manicomio. Ed è pure pieno di gay, un vero spreco per la popolazione femminile!- la mora sorrise lievemente. Decise che Eny le piaceva.

Sebastian e Chris si scambiarono uno sguardo perplesso, mentre Helena ed Eny si scambiavano opinioni sulla vita stressante che conducevano...li stavano completamente ignorando, parlando come se al posto che in un rifugio di vampiri, fossero al bar davanti a due caffè e altrettanti dolcetti.

-Vado a caccia, ho fame- disse Sebastian -scucile delle informazioni- Chris annuì, tanto ormai gli interrogatori li faceva lui...erano come il poliziotto buono e quello cattivo, naturalmente Sebastian era il secondo. Il vampiro moro però decise che con Eny avrebbe parlato più tardi, sembrava che fosse entrata subito in sintonia con Helena...forse perché erano una l'esatto opposto dell'altra e si completavano a vicenda. Gli ricordarono lui e Sebastian.

Purtroppo per loro la situazione si complicava ulteriormente, nascondere due umane non sarebbe stato possibile...un bacio non avrebbe placato quella pazza di Morgan, men che meno Sheila e Thor era troppo furbo e potente per bersi una scusa qualsiasi. Fortunatamente Thor non sarebbe tornato molto presto, aveva diverse gatte da pelare ogni giorno e per il momento lui e Sebastian erano come rientrati nei ranghi almeno in apparenza, da lui potevano anche non guardarsi per qualche tempo, ma gli altri erano dei ficcanaso rompiscatole, gestire tutti sarebbe stato difficile.

era ora che postassi anche io in questa fanfiction. sono un'autrice scansafatiche, rifilo sempre tutto alla mia collega! comunque... sono lieta di vedere che la storia piace e che abbiamo esaudito i desideri di qualcuno! ^^ questo rallegra sia me che Kuji, ringraziamo umilmente. in questo capitolo conoscete un nuovo personaggio, speriamo che vi piaccia come finora vi sono piaciuti gli altri. keep on enjoying us! grazie ancora mille per le recensioni che ci lasciate!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


7

Capitolo 7

Sebastian non capiva, non capiva davvero anche se si sforzava. Dopo i primi attimi di paura e qualche perplessità, Eny aveva attaccato bottone con Helena e aveva perso ogni timore. In due giorni non l'aveva mai sentita fare domande, piangere, lamentarsi...niente. Chiacchierava con la dark e con Chris come se fossero persone normali e anche con lui...no, proprio non la capiva. Insomma, era stata aggredita, rapita ed era tenuta sottochiave da due vampiri, possibile che riuscisse ad affrontarlo con tutto quello spirito positivo?
Così da una parte c'era la calma glaciale di Helena, dall'altra la calma sorridente di Eny. Erano proprio messi bene lui e Chris.
-Credo sia meglio che tu vada a prendere le tue cose- disse il vampiro moro.
-Ah, quindi il soggiorno-vacanza nella Casa del Vampiro si prolunga...- commentò Eny poi fece spallucce -ok- Chris si voltò verso Sebastian che annuì.
-Si, l'accompagno io- disse quest'ultimo alzandosi dal divano -sbrigati- Eny si infilò le scarpe e prese le chiavi di casa, seguendolo giù per le scale e fuori. Lui sperò di non fare incontri spiacevoli...d'altra parte era pieno giorno e raramente Morgan o gli altri uscivano col sole, certo erano deboli e non potevano cacciare...ma che importava? Si poteva prendere la birra, adescare qualche bella donna con la quale divertirsi prima che arrivasse la notte, il giorno offriva attrazioni diverse dalla notte ma non per questo meno piacevoli. Sebastian seguì Eny per strada, poi in metropolitana, infine ancora per un lungo tratto a piedi.
La ragazza abitava in un appartamentino al terzo piano di un palazzo occupato principalmente da studenti universitari come lei, mancava l'ascensore ma ad Eny non dispiaceva quel posto, anche se non era molto grande.
-Benvenuto in casa Wood- disse aprendo la porta d'ingresso che dava sul salotto con angolo cottura. Sulla sinistra due porte, sulle quali Sebastian trovò scritto in caratteri gotici rosso sangue rispettivamente: Bagno e Stanza di Eny -senti, ti spiace se mi faccio una doccia? Vivere due giorni in quella topaia senza cambiarmi non è stato il massimo- disse lei, mentre faceva avanti indietro dalla camera da letto al salotto con borse e valigie.
-Fa come ti pare- disse Sebastian -hai della birra?-
-Guarda in frigo se non è andata a male- disse Eny, prendendo degli abiti puliti e sparendo poi in bagno. Il vampiro andò a prendere la birra, fregandosene della data di scadenza...in fondo, mica poteva ucciderlo, no? Aprì la lattina e ne bevve un sorso, era buona...quindi bevibile. Si guardò attorno, c'era una nota stonata in quella casa. Era arredata in modo essenziale e semplice, tutti i mobili erano chiari, di legno e anche le pareti erano bianche, ma c'era qualcosa che non andava.
Tanto per cominciare le scritte in gotico sulle porte, poi un pupazzo nero a forma di Morte con tanto di Falce in mano e volto sinistramente sorridente...ma non erano quelle cose...Sebastian si concentrò sulle fotografie appese un po’ dovunque. Le esaminò una per una, con calma, erano una più strana dell'altra. Riconobbe Eny nella bambina vestita con un abitino nero e i capelli pettinati in due codini ai lati della testa, stringeva un coniglietto bianco tra le braccia e fissava tranquilla l'obbiettivo mentre dietro di lei si stagliava un sentierino immerso nella nebbia, al tramonto. In un'altra c'era sempre Eny seduta su un muretto rotto, avrà avuto undici anni ed era sempre vestita di nero...alle sue spalle un bel cimitero pieno di statue enormi. Tutte le foto erano così, in alcune c'era Eny, altre erano paesaggi, cimiteri, lande desolate...non c'era una sola fotografia normale su quei muri.
Ma fu quando trovò la foto di una giovane donna che non era Eny, che Sebastian ebbe un sussulto e rischiò di rovesciare la birra a terra. Era una fotografia in bianco e nero piuttosto datata e ingiallita dal tempo, raffigurava una donna sulla trentina molto affascinante, dal sorriso caldo e seducente. I capelli mossi le incorniciavano il volto pallido e scendevano lungo le spalle, sulla scollatura dell'abito dal corpetto stretto. Sebastian aveva già visto quella donna prima, solo che non era una donna.
-Lei è mia nonna, cioè...era- disse Eny alle sue spalle, il vampiro si voltò. La ragazza aveva un accappatoio nero di quelli corti e i capelli ancora umidi.
-Come si chiamava?-
-Wine- lui alzò un sopracciglio -cioè, Winifred...ma tutti la chiamavamo Wine-

Wine Wood...conosco questo nome...pensò il vampiro annuendo piano ma non può essere lei...è impossibile, i vampiri possono avere figli solo in determinate circostanze, con l'umano adatto, il periodo adatto...bisogna essere predisposti per poter generare una prole...possibile che lei sia...?
-Adoravo mia nonna- disse Eny abbassando lo sguardo -è la persona che amo di più al mondo, anche se non c'è più. Lei mi ha insegnato a vivere la mia vita, a prendermi cura di me stessa, mi ha consolata quando avevo bisogno e strigliata se facevo qualcosa di stupido. Mio padre la odiava, sosteneva fosse una strega...perchè mi insegnava cose che sui libri e per strada non vedi, mi raccontava storie di esseri oscuri, insegnandomi a non aver troppa paura di nulla-
-E' lei che ti scattava quelle foto?- domandò Sebastian, Eny annuì sorridendo.
-I cimiteri sono affascinanti, dietro ad ogni nome c'è una storia. Sono romanticamente inquietanti- si voltò e andò in bagno per terminare di vestirsi e asciugarsi i capelli. Sebastian tolse la foto di Winifred Wood dal muro e la tirò fuori dalla cornice, doveva mostrarla a Christopher, la mise in tasca e l'occhio cadde nuovamente sulla foto di Eny con il coniglietto, sul viale immerso nella nebbia...la trovò teneramente inquietante, con quello sguardo calmo nonostante il paesaggio lugubre. Prese anche quella e la ficcò in tasca assieme all'altra, poi infilò le cornici in un cassetto e andò a sedersi sul divano.
Eny tornò e cominciò a riempire velocemente le valigie di vestiti e oggetti personali.
-Non ti importa della tua vita?- le chiese d'un tratto, lei sollevò la testa dallo zaino.
-In che senso?-
-Parlo della vita che conduci...non ti importa di dover lasciare tutto?- lei alzò le spalle, poi sedette.
-Ho un lavoro che detesto e frequento una facoltà che non desideravo frequentare...no, non mi importa di lasciarli entrambi. I miei genitori mi hanno spinta a Scienze della Comunicazione premendo perchè scegliessi la loro stessa via e facessi la giornalista, ma non mi è mai fregato niente. La realtà è che ce l'hanno con me perchè amavo nonna Wine che loro ritenevano una pazza squilibrata, pensando che potessi diventare come lei, mi hanno sempre forzata, intromettendosi nella mia vita privata...in pratica io NON avevo una vita privata. Controllavano ogni cosa, gli amici, la scuola...tutto. Ho accettato di frequentare questa facoltà ma sono andata via di casa e non me l'hanno mai perdonato. Non ho molti amici e il mio ragazzo mi ha mollata un anno fa per una tizia appena conosciuta, di quelle tutte zucchero e lacrima facile-
-Non hai l'aria di quella depressa-
-Non lo sono- replicò Eny -nonna Wine mi ha insegnato a non abbattermi mai e poi non ho davvero il carattere per deprimermi, malgrado tutto amo la vita e adoro essere felice, ridere e avere un buon motivo per pensare sempre in positivo...sono fatta così. E poi deprimersi è faticoso!-
-Io non ti capisco- ammise Sebastian, non ci riusciva davvero. Eny andò avanti a preparare le valigie, in tutto avrebbe portato via una valigia grande, uno zaino e un paio di borse più piccole con dentro un po’ di tutto -hai finito? Messaggi da lasciare?-
-Nessuno, questa casa è mia, mi licenzierò dal lavoro e ritirerò dagli studi. Mi bastano due telefonate-
-Meglio- disse lui, Eny chiuse tutte le imposte e serrò le finestre, poi raggiunse Sebastian -finito?-
-Si, fatto tutto- uscirono dalla casa e lei chiuse bene la porta di casa, prima di avviarsi nuovamente verso la Torre.


Buongiorno! Fresco di giornata il 7° capitolo di questa storia. Speriamo vi sia piaciuto, come sempre attendiamo speranzose le vostre recensioni! See ya, Kuji&music.

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


ih

CAPITOLO 8

 

Eny entrò nella sala del quadrante con la sua solita espressione allegra –Ah, finalmente! Una doccia era proprio quello di cui avevo bisogno!- esclamò lasciandosi cadere sul divano solitamente occupato da Helena. Chris osservò la ragazza leggermente stupito: certo che il mondo era strano, su due umane che avevano trovato, nessuna delle due era del tutto normale.

Sebastian entrò poco dopo trasportando le cose della ragazza e facendo cenno all’amico di seguirlo in una stanza appartata, dove né Eleanor né Helena avrebbero potuto disturbarli.

-Cosa succede?- domandò Chris scrutando preoccupato Sebastian.

-Eny è la nipote di Winifred Wood, detta Wine.- piantò lì il biondo senza troppo tatto.

Gli occhi chiari del ricciolo si spalancarono per la sorpresa –COSA?!- urlò. Non era possibile… non quella Winifred Wood!

Sebastian gli fece cenno di abbassare il tono di voce ed estrasse dalla tasca della giacca la foto che aveva preso da casa di Eny raffigurante la nonna –Ho le prove di quello che dico.- disse porgendo la foto a Chris.

Il ricciolo prese tra le mani quella foto leggermente ingiallita dal tempo. Nonostante fossero passati anni da quando l’aveva incontrata l’ultima volta, si ricordava di lei come fossero passati appena pochi minuti. Winifred. Wine. Una dei Master al pari di Thor, forse tanto antica quanto lui, che aveva rinunciato alla sua vita per amore di un umano. –Quindi Eny…-

-E’ la nipote di una vampira, esattamente. Ecco perché non riuscivo a morderla!- sbottò Sebastian cominciando a fare dei giri nervosi per la stanza.

-Ma… lei lo sa?- domandò Chris alzando lo sguardo dalla foto e posandolo su Sebastian.

Il vampiro biondo scosse la testa –Non ne ho idea, ma non credo. Non credi che ce l’avrebbe già detto, se lo avesse saputo? Insomma, non capita tutti i giorni di avere una vampira per nonna! Da quel che ne so Wine è l’unica ad aver rinunciato a tutto per avere una famiglia con quel Wood.- rispose.

Chris annuì –Dobbiamo indagare… Potremmo trovare una soluzione al nostro problema, se cercassimo tra le cose di Wine. Avrà tenuto sicuramente un diario o qualcosa del genere!-

Sebastian ci pensò su –Forse si, forse no. Come facciamo? Stiamo parlando di Wine Wood mica di una qualsiasi vampira, avrà certamente adottato qualche accorgimento, era esperta di magia nera, anche più di Thor per certe cose...non credo proprio sarà così semplice frugare tra la sua roba- Chris dovette concordare con l'amico, Wine Wood era una specie di leggenda tra i vampiri...le sue conoscenze in fatto di magia nera erano note a tutti, solo gli stupidi non conoscevano quel nome. Si concentrò sulla fotografia della Master, era un peccato che non avessero ancora inventato la fotografia a colori, Chris però non faticò a notare la somiglianza tra Winifred e la nipote, stesso taglio degli occhi e lineamenti, corporatura simile...si, erano proprio parenti

-Dove l'hai trovata?- domandò a Sebastian che fece spallucce.

-In una cornice invecchiata, sulla parete- Chris annuì, rigirandosi quel pezzetto di carta tra le mani. Si bloccò -ehi, l'avevi vista?- disse indicando una specie di linea nera sottile, stranamente interrotta da alcune stanghette.

-No- rispose il biondo avvicinandosi -sarà uno scarabocchio-

-E' di Wine Wood, idiota-

-Allora sarà la dedica alla nipote stordita- Christopher sospirò, frustrato, a volte Sebastian era peggio di un caprone in quanto a testa dura. Chris recuperò una vecchia lente d'ingrandimento e accese una lampada, mettendoci sotto la foto. Ci impiegò qualche secondo prima di capire che quella linea altro non era che una scritta in lettere gotiche molto sottile e talmente piccola da risultare davvero un mezzo scarabocchio.

-C'è scritto: Mia adorata Eleanor, per trovarlo, cerca sotto di me- disse Chris con evidente soddisfazione, Sebastian alzò un sopracciglio -Trovare cosa?- domandò all'amico ma questi scosse la testa -e dove poi? Wine è morta-

-Già- mugugnò il moro, poi gli occhi brillarono -che stupido, certo! dice: sotto di me. Qualsiasi cosa sia, Wine l'ha progettata tempo prima di morire per far si che Eny lo trovasse. Quindi dobbiamo dissotterrare la cassa dov'è sepolta e guardarci sotto-

-Tu sei tutto rincoglionito-

-Altri geniali idee?- sibilò Chris e Sebastian dovette a malincuore tacere -bene, stanotte andremo al cimitero. E ci porteremo le due ragazze, non mi fido a lasciarle qui da sole-

Non appena il buio fu totalmente calato su Sacrament, i due vampiri poterono uscire indisturbati dalla torre: non era mai bene girare di giorno per loro, nonostante fossero irriconoscibili poteva sempre succedere qualche spiacevole episodio, soprattutto perché la loro bellezza non li lasciava passare inosservati.

Helena si infilò i soliti auricolari nelle orecchie ed evitò di rispondere alle domande che Chris faceva di tanto in tanto per assicurarsi che loro li stessero seguendo, Eny invece era molto più volenterosa e disponibile e rispondeva con allegria alle domande dei due vampiri.

-Tua nonna non ti ha mai accennato a qualcosa di particolare, Eny?- domandò cordialmente Chris –Sebastian mi ha detto che eravate molto legate.-

Eny lanciò qualche sguardo attorno a sé riconoscendo il cimitero dov’era sepolta sua nonna, poi scosse la testa –No, non che mi ricordi almeno.- rispose.

-Niente diari, libri od oggetti particolari?- insistette il vampiro biondo.

Eny scosse ancora la testa –No… bè, forse… un diario. Almeno mi sembra che una volta nonna me ne avesse parlato.- rispose dopo un attimo di riflessione.

Chris e Sebastian si scambiarono un’occhiata –Potrebbe essere un diario quindi.- azzardò il ricciolo.

Sebastian annuì e cominciò a discutere animatamente con il compagno, ma in un tono di voce così basso da suonare muto alle due ragazze. Eny si voltò pensierosa verso Helena che aveva ormai spento il lettore mp3, visto che, come sempre, non l’aveva aiutata a isolarsi dalle voci dei due vampiri.

-Cos’hai?- le domandò la brunetta passandosi le dita tra i capelli sottili e facendoli luccicare d’oro ai raggi lunari. Helena guardò bene che i vampiri fossero abbastanza concentrati nei loro discorsi per non occuparsi di lei prima di parlare.

-Ascolta, ho trovato un modo per uscire da quella torre dove ci hanno rinchiuse.- disse sussurrando nell’orecchio di Eny –Devi aiutarmi però, altrimenti non so come fare! La porta di uscita è troppo pesante per essere aperta da una di noi, nemmeno in due ci riusciremmo, ma ci sono delle piccole finestre che danno su un cornicione…-

Eny spalancò gli occhi –Ma sei impazzita?! Ci saranno almeno 500 metri di dislivello tra il cornicione e il suolo!- esclamò, ma Helena le tappò la bocca prima che i due vampiri potessero sentirle.

-Zitta, altrimenti ci scoprono!- le intimò. Non appena Eleanor si calmò riprese a spiegarle il piano –Domani è probabile che andranno a caccia entrambi: il riccio non mangia da giorni ed è visibilmente affamato, mentre Sebastian uscirà comunque. Se stasera faremo le brave si fideranno a lasciarci da sole per il tempo necessario e allora tu mi aiuterai a scivolare fuori dalla finestra. Non me ne frega nulla dell’altezza, non soffro di vertigini e non ho paura di morire, anzi… sarei già morta se non avessi questo sangue del cazzo!-

Eny lanciò delle occhiate preoccupate a Christopher e Sebastian che si erano arrestati ai piedi di una tomba, una tomba che ben conosceva. Sentì un senso di commozione montarle al petto come ogni volta, ma Helena la richiamò all’ordine –Ho bisogno di essere certa che mi aiuterai e che non dirai loro niente!- la supplicò coi suoi occhi chiari, per una volta velati di debolezza.

-Te lo prometto.- le assicurò Eny prima che Sebastian le chiamasse ad avvicinarsi.

-Mi dispiace, Eny, ma dovremo aprire la tomba di tua nonna.- le informò il biondo. Gli occhi della ragazza si spalancarono totalmente in un’espressione di orrore, rivelando le iridi di un castano ambrato.

-C-cosa vorreste fare?!- balbettò con il fiato spezzato –Non potete farlo!-

Chris prelevò una pala dalla casetta del guardiano lì vicino e ne gettò un’altra a Sebastian –Oh, possiamo eccome! E credo che avrai una bella sorpresa…- disse il moretto cominciando a scavare ai piedi della lapide marmorea che recitava Winifred Wood. Helena non mosse un muscolo, non capiva cosa volessero fare, ma fondamentalmente non le importava, mentre Eleanor si gettò rabbiosa su Sebastian.

-No! Questa è una cosa abominevole! Non avete alcun rispetto!- urlò. Helena si morse le labbra: se non avessero fatto le buone la notte dopo non sarebbero rimaste sole nella torre. Eny doveva calmarsi.

Sebastian allontanò senza fatica da sé la ragazza guardandola perplesso –Ma che rispetto e rispetto! E’ morta, Eleanor, non le faremo né caldo né freddo!- sbottò.

-Il fatto che sia morta non significa che non possa sentire!- obiettò lei, ma questa volta stette ferma: Helena le aveva stretto le dita di una mano per avvertirla di calmarsi.

Sebastian guardò Chris con un’espressione esasperata, ma il ricciolo si rivolse a Eny –Aspetta che abbiamo finito, poi scoprirai qualcosa che ti stupirà alquanto. E allora ci ringrazierai della scoperta… forse.-

Eny e Helena attesero in silenzio che la terra fosse dissodata fino a scoprire la bara di legno laccato che conteneva il corpo della nonna della brunetta. Eny aveva le lacrime agli occhi, si sentiva infinitamente triste, arrabbiata e offesa per il comportamento dei due vampiri, e in più rivedere il cadavere della nonna dopo più di un anno dalla sua morte non era una gioia per lei. Chris e Sebastian gettarono di lato le pale e spalancarono il coperchio della bara rivelando, con grande sorpresa delle due ragazze, il corpo ancora immutato e stupendamente bello della giovane Winifred Wood, detta Wine.

-Ma… nonna… lei è…- mugolò Eny avvicinandosi lentamente alla tomba aperta.

-Eh, già. Sorpresa! Nonna Wine non era poi del tutto normale!- esclamò Sebastian con un brio che suonava del tutto fuori luogo in un cimitero.

Eny fece vagare sconcertata lo sguardo da Chris a Sebastian, poi a Helena, per tornare infine sul volto giovane della nonna. –Com’è possibile?- domandò.

-Se aspetti un attimo te ne daremo la spiegazione.- disse Chris infilando una mano sotto al cadavere intatto della donna come per cercare qualcosa. Infine il suo volto si deformò in un’espressione di vittoria e si sentì un piccolo click! Dopo aver sollevato il cadavere di Wine con l’aiuto di Sebastian, Chris estrasse un piccolo quadernetto rilegato in pelle, decisamente logoro. –Eureka!-

Anche sul viso di Sebastian si delineò un sorriso trionfante. Ripose la Master nel feretro e prese tra le mani il piccolo diario per sfogliarlo. Già alla prima pagina si fermò e porse il quadernetto a Eleanor la quale lo prese trepidante e iniziò a leggere. Intanto che leggeva i due rimisero in ordine la tomba.

-Non… non può essere…- sussurrò la ragazza alzando gli occhi dalle pagine ingiallite –Nonna… lei… lei era…-

-Un Master.- asserì Chris –Una delle vampire più potenti della città, che ha rinunciato alla sua vita eterna per tuo nonno, Samuel Wood.-

Helena sembrava aver realizzato solo in quel momento quella che era stata la colossale scoperta della serata. Lentamente si voltò verso Eny e le rivolse una domanda –Quindi tu avresti del sangue vampiro nelle tue vene…-

-Un sangue di tutto rispetto, direi anche!- commentò Sebastian –Tua nonna mi era molto più simpatica di Thor. Almeno si riusciva a vivere più liberi.- aggiunse poi con una smorfia: i muscoli gli dolevano ancora dall’ultima punizione.

Chris poteva chiaramente percepire che Eny era sconvolta. Non avevano niente da fare al momento, quindi restare lì era del tutto inutile, e in più correvano il rischio che qualche vampiro venisse a predare le ragazze. Decise perciò di tornare alla torre –Muoviamoci, prima che si faccia troppo tardi… o troppo presto, a seconda dei punti di vista.-

-Il tuo sarcasmo è pessimo.- commentò acida Helena.

Chris le rivolse uno sguardo di sufficienza –Almeno io non ho un’aria così fastidiosa da indurre le persone a prendermi a schiaffi.-

-No, tu ispiri solo odio, in effetti.- replicò Helena. Questa volta Chris tacque.

ecco un nuovo capitulozzo! XD personalmente mi piace questo pezzo della storia, sarà che sono fissata coi cimiteri [vero, Kuji?--->annuisce]! keep on enjoying us, posteremo presto presto... spero!

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


CAPITOLO 9

 

Helena entrò nella sala del quadrante e andò direttamente a sdraiarsi sul divano, nel solito posto, dando la schiena a tutti. Eny invece andò in quella che era stato un cucinino e accesa una luce, si mise a sfogliare con più attenzione il diario di sua nonna. L'aveva tenuto stretto a se tutto il tempo, con ancora negli occhi l'immagine del corpo perfettamente conservato di Winifred, la sua bellezza intatta e un sorriso disteso che aleggiava sul volto sereno.

-Perchè le hai dato il diario?- domandò Christopher a Sebastian, mentre fissavano Eny assorta nella lettura, il biondo alzò le spalle.

-Era giusto, dopotutto Wine era sua nonna- Chris sbuffò, secondo lui non era affatto così...quel diario serviva più a loro che ad Eleanor, cosa poteva farsene una donna umana? -ricorda che Wine lo ha lasciato a lei sola- aggiunse Sebastian.

-Beh allora vacci a parlare-

-E perchè?- Chris lo spinse in avanti.

-Il patto era che io gestivo Helena e tu Eleanor. Ma se preferisci facciamo cambio, mi sono stufato della piccola dark- Sebastian scosse la testa, a lui Helena piaceva anche meno che a Christopher, avere a che fare con Eny era più semplice. Istintivamente portò una mano sulla giacca, all'altezza della tasca interna dove ancora teneva la foto che aveva preso a casa della ragazza, quella raffigurante lei da bambina con il coniglietto in mano. Non capiva come mai l'avesse presa e tenuta con sè, ma intanto era lì...tolse la mano ed entrò nella stanza. Prese una sedia e andò a sedersi di fronte ad Eny, Christopher invece tolse il disturbo ma piuttosto che tentare l'ennesimo approccio con Helena, si chiuse nella propria parte di Torre.

Eleanor alzò la testa dal diario e guardò Sebastian, seduto cavalcioni sulla sedia di fronte a lei, stupendo molto il vampiro, sorrise.

-E' stato bello vederla- disse piano, stringendo la copertina consunta del diario -così bella e serena...è stato bello, anche se scioccante-

-Si beh non è da tutti avere un parente simile-

-Non ho mai avuto sospetti, anche se era decisamente una donna strana...comunque adesso tutto ha un senso- Sebastian annuì, anche lui ora capiva la passione decisamente macabra trasmessa alla nipote e tutte quelle foto nei cimiteri o nelle lande deserte e inquietanti, tutti posti poco adatti ad una bambina -e trovo la cosa così goticamente romantica!- a momenti il vampiro cadde dalla sedia "goticamente romantica?" ma era matta?

-Temo di non aver capito...- ammise grattandosi la testa con perplessità, il sorriso di Eny si allargò lentamente.

-Mia nonna era un Master, era potente e antica...eppure ha rinunciato a tutto quello per mio nonno. E' bellissimo, se non l'avesse fatto, io non sarei qui-

-Non capisco- ribadì Sebastian, Eny inclinò la testa di lato.

-Come no? Non ti sei mai innamorato?- lui fece spallucce, sbuffando. Eny si accese una sigaretta, mettendosi a fare cerchiolini di fumo nell'aria -quello che univa i miei nonni era amore allo stato puro, non ho mai incontrato due persone così innamorate e felici come loro. Si conoscevano talmente bene che non gli serviva parlare per capirsi, uno completava l'altra...avresti dovuto vederli- Sebastian annuì, poteva immaginare ma non si era mai innamorato così...aveva avuto moltissime donne, centinaia ma nessuna gli era entrata mai nel cuore, non poteva nemmeno pensare a qualcosa di tanto forte da fargli rinunciare alla propria immortalità. Winifred era stata l'unica a farlo e le era costato non solo la vita ma anche la cacciata dalla comunità dei vampiri, il bando perenne, l'esilio...aveva condotto una vita modesta e tutto per un uomo -so a cosa stai pensando- disse Eny spegnendo la sigaretta sotto le scarpe -ma...credo che io potrei fare lo stesso, se mi innamorassi a tal punto-

-Non avevi un ragazzo?- Sebastian si stupì della propria domanda, come erano passati dal diario di Wine Wood alla vita sentimentale di Eleanor? Si mosse sulla sedia mentre lei corrucciava le sopracciglia, un lampo di tristezza le passò negli occhi.

-Si- un sussurro appena percettibile ad orecchie umane ma che il vampiro udì chiaramente. Eny si strinse nelle spalle -lui ha preferito un'altra. Ci ho messo due anni a farmela passare, credevo davvero fosse l'uomo della mia vita, era stato molto difficile all'inizio tanto che pensavo non potesse accadere niente di brutto...invece non è stato così-

-Forse non aveva compreso il valore di quello che aveva davanti- buttò li lui, con noncuranza, facendola arrossire fino alle orecchie. Cadde uno strano silenzio, Eny si fumò un'altra sigaretta con calma prima di parlare ancora -senti qui c'è un letto? O un materasso? Mi fa male la schiena a dormire sul divano-

-Usa il mio-

-Ma voi non dormite...-

-Infatti solitamente ci faccio altro- replicò Sebastian con un mezzo sorriso, le guance di Eleanor andarono a fuoco per la seconda volta e lui ne sorrise -vattene a dormire adesso, stai crollando- lei annuì e si alzò, dopo aver riposto la sedia porse il diario al vampiro -non l'ho ancora letto tutto ma ci vorrà del tempo, intanto puoi leggerlo tu, se mia nonna era davvero così potente forse lì dentro c'è qualcosa che può esserti di aiuto-

-Ok- il biondo afferrò il diario, nel farlo sfiorò casualmente le dita calde di Eleanor, percependone la pelle morbida e levigata. Ebbe una torsione allo stomaco, avrebbe voluto attirarla a sè e morderla per poterne sentire finalmente il sangue ma ricacciò quella brama in fondo alla testa. La ragazza si avviò fuori ma sulla soglia si voltò.

-Sebastian...grazie-

-E per cosa?-

-Per avermela fatta vedere un'ultima volta, ti sembrerà strano...ma sono felice- lui non rispose. Si, era strano. Come faceva ad essere felice? Sospirando aprì il diario alla prima pagina.

 

Christopher si alzò dal letto e andò a prendersi una birra nel frigo, Sebastian non era più in cucina ma non si chiese dove fosse o cosa cavolo stesse facendo. Andò nella sala del quadrante e sedette sul divano di fronte a quello dove stava Helena, il cui respiro era troppo pesante per appartenere ad una persona che stava dormendo.

-So che sei sveglia- disse dopo qualche minuto, lei non si mosse -Helena...- la ragazza saltò su talmente velocemente che il vampiro ebbe un sobbalzo.

-Che cosa vuoi? Eh?-

-Parlare, voglio che tu risponda alle mie domande. Sono stufo dei tuoi silenzi- lei ridusse gli occhi a due fessure gelide.

-No, basta. Basta domande, basta ogni cosa. Chi ti credi di essere?- Helena alzò la voce talmente tanto che per l'udito fine di Chris, sembrava stesse urlando come una pazza -tu mi stai tenendo prigioniera! Hai tentato di uccidermi, mi hai morsa, ti sei nutrito di me e mi tieni chiusa in questo posto vecchio e orribile e...adesso vuoi parlare!- Christopher tacque. Ci era rimasto di stucco, Helena fino a quel momento non aveva mai perso il controllo così. Fece un respiro profondo e dopo essersi avvicinato appoggiò le mani sulle ginocchia della ragazza, fissandola negli occhi.

-Si, voglio parlare. Di te...voglio capire perchè non possiedi l'attaccamento alla vita e ai ricordi tipico di ogni essere umano. Io credo...sento di non essere diventato un vampiro per scelta, non so cosa si provi ad avere ricordi umani e non capisco l'indifferenza che hai verso la morte. O perchè tu l'abbia cercata così disperatamente. Ho visto i tagli- prese Helena per un polso e lo scoprì, tirando su la maglietta. La cicatrice era lunga, profonda e lievemente irregolare. La pelle era rosata e spiccava come un faro sul resto della cute bianca, Helena divincolò il braccio e si ricoprì. Comprese che quella frase era una sorta di modo per chiederle scusa e si calmò lievemente, ma rimaneva agitata.

-E' colpa dei miei genitori se...- si morse un labbro prima di proseguire -sin da piccola ho avuto un grande feeling con la matematica, era il mio passatempo. La maggior parte dei bambini la odiava, io no, al posto che disegnare risolvevo equazioni e calcoli...non appena i miei hanno capito quanto fossi brava, hanno cominciato a pressarmi. Volevano sempre di più, io non potevo sbagliare. Dovevo essere perfetta. Non so cosa sia accaduto...ma è come se ad un certo punto io mi fossi rotta, spezzata in due. Dopo una litigata ho preso un coltello, sono salita in camera e mi sono tagliata le vene. Mio fratello mi ha trovata in un lago di sangue...sono viva per miracolo e vorrei non esserlo- sollevò gli occhi sul vampiro -adesso sei soddisfatto?- ringhiò con le lacrime agli occhi -hai ottenuto quello che volevi, ora lasciami in pace!- Christopher non si mosse, era come paralizzato. Helena si era agitata, il cuore le batteva più velocemente, il sangue scorreva forte e potente nelle vene e quel suo profumo così particolare lo stava letteralmente stordendo, sentiva adrenalina, rabbia, un pizzico di tristezza e amarezza...dolore. Tutto mischiato. Respirò a fondo, sentendo ancora quella morsa allo stomaco ed il prepotente desiderio di morderla farsi avanti, non aveva molta fame, mordere Helena e sentirne il sapore, era per lui come il peccato di gola che un umano si concedeva in un momento di distrazione. La voleva.

-Non mi hai sentito?- proseguì lei -vattene, vattene subito!- Christopher non la sentì nemmeno, con uno scatto le afferrò i polsi, spingendola indietro sul divano e addossandosi contro di lei. Helena spalancò gli occhi, spaventata da tanta veemenza. Si ritrovò schiacciata sotto il peso e la forza troppo superiore del vampiro, gli occhi sbarrati dalla sorpresa, il respiro corto e la gola secca. Anche avesse urlato...nessuno sarebbe giunto ad aiutarla -c-cosa...cosa vuoi...- balbettò mentre lui le sfiorava la pelle del collo con la punta del naso, riempiendosi i polmoni del suo odore. Helena d'istinto contrasse ogni muscolo del proprio corpo, ogni fibra del suo essere si tese come una corda di violino mentre Christopher schiudeva le labbra e le appoggiava sulla sua pelle candida.

Un campanello d'allarme suonò nella testa del vampiro. Sotto di lui, Helena tremava, in modo appena percettibile ma stava tremando, stavolta aveva davvero paura.

Non posso farlo si disse lui, allentando la presa. Non voleva, non così...una vocina in fondo alla sua testa gli sussurrò che forse avrebbe preferito che lei si offrisse a lui spontaneamente, ma la ricacciò indietro con violenza. Il desiderio si placò lentamente e Christopher si calmò, rilassandosi ritraendo i canini già pronti. Appoggiò la fronte al collo di Helena.

-Scusami-

Helena rimase di stucco nel sentirselo dire. Deglutì a vuoto e fece un sospiro, tentando di rilassarsi, percependo che lui non voleva più morderla. Chris avvertì a sua volta che la paura verso di lui stava sparendo, sollevò la testa, ritrovandosi a fissare due occhi azzurro ghiaccio sgranati che per la prima volta avevano perso ogni traccia di freddezza, poi chinò nuovamente il capo.

-Ti chiedo scusa, Helena- mormorò sfiorandole la pelle del collo con le labbra -non volevo farti spaventare- depositò un bacio proprio dove l'aveva morsa tempo prima, poi un secondo e un terzo, percorrendo la clavicola e la spalla. Helena era immobile, come in trance, sentiva mille scariche elettrice percorrerla tutta, mentre quelle labbra fresche le baciavano piano ogni centimetro di pelle.

Dio santo! di colpo si rese effettivamente conto di quando stava accadendo, la rabbia le montò nel petto e tirò una ginocchiata fortissima, colpendo il vampiro giusto in mezzo alle gambe. Chris mandò un rantolio sconnesso e lei lo spinse giù dal divano, balzando in piedi.

-Non toccarmi mai più, schifoso bastardo!- strillò mentre lui mugolava dal dolore, in posizione fetale sul tappeto. Helena non perse altro tempo, attraversò la stanza come una furia e spalancò la porta sulla parte di torre di Sebastian, andando dritta in camera da letto.

Spalancò la porta con un calcio. Sebastian si staccò dal muro, quasi emergendo dal buio, per un secondo Helena si scordò tutto...Eleanor dormiva tranquilla, placidamente adagiata tra le lenzuola rosse e nere di seta, con indosso una canotta gialla e lei guardò il vampiro biondo che aveva assunto una bizzarra aria dipinta sul volto...come di chi è appena stato scoperto a fare qualcosa che non doveva. In effetti, ad Helena parve che lui stesse guardando Eny dormire, ma non disse una parola. Sebastian uscì velocemente dalla stanza ed Helena si gettò sul letto, spostando Eny più in là, voleva solo addormentarsi subito e scordare ogni cosa.

 

 

 non so come commentare, per cui mi limito a ringraziare tutti per i commenti lasciatici. ne siamo molto felici. Kuji13&musicaddict

 

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


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CAPITOLO 10

 

Sebastian osservava pensieroso la schiena di Christopher, mentre lo seguiva fuori dalla Torre. Dalla notte prima non aveva più detto una parola e quando per sbaglio aveva nominato Helena, la risposta era stata un ringhio decisamente poco cordiale. Che poteva essere successo?

-Non amo andare a caccia di giorno- si lamentò il biondo.

-Trovato nulla nel diario di Wine Wood?- chiese invece il moro, lanciando un’occhiataccia al sole alto nel cielo.

-Qualcosa- rispose Sebastian –molta magia, resoconti e formule oltre che tutta la vita di Winifred e Samuel insieme- persino dalle pagine ingiallite traspariva l’immenso amore della vampira per quell’uomo e viceversa. Ciò che più aveva scioccato Sebastian era che Samuel Wood era stato messo a conoscenza di ogni cosa, tutto, eppure aveva continuato ad amarla e lei lo aveva seguito nella morte.

-Accenni alla perdita della memoria?-

-Ce ne sono, ma devo rileggere tutto per bene, non è semplice- Christopher annuì alla risposta.

-Bene-

-Piuttosto, ti fidi a lasciare quelle due da sole?-

-Ho fame e siamo a corto di soldi- replicò il moro –io caccio e tu occupati del denaro- aggiunse con un grugnito, Sebastian fece spallucce, pochi secondi dopo non era più alle spalle dell’amico ma a caccia di ricche signore da spennare.

Chris proseguì a piedi, non voleva allontanarsi troppo dalla Torre, avrebbe cacciato in zona. Era furioso per due motivi, il primo era la ginocchiata di Helena che l’aveva lasciato a terra mezz’ora…se non fosse stato un vampiro forse non si sarebbe mai ripreso del tutto. Il secondo era il proprio comportamento, invece che morderla le aveva chiesto scusa e l’aveva baciata, non sulle labbra ma poco importava. L’aveva toccata come un’amante.

Sono impazzito si disse rabbioso tutto per quel suo profumo. Niente era più ammaliante dell’odore di quella ragazza, starle vicino equivaleva a stordirsi, non gli era mai capitato prima. Ripromise a se stesso di darle una bella lezione la prossima volta, altro che scuse.

 

Helena si alzò e trovò il letto vuoto, Eleanor doveva già essere in piedi. La trovò che leggeva ancora il diario di sua nonna.

-Voglio farlo adesso- disse entrando nella sala del quadrante.

-Cosa?-

-Fuggire-

-Ho capito- Eny ripose il diario e si alzò –non puoi uscire qui, ma circa a metà Torre, sulle scale, ho notato una vecchia porta di legno. Dovrebbe dare a nord, e li ci sono una fila di finestre che nessuno usa da un pezzo, potresti scendere da lì- Helena annuì.

Scesero giù per le scale, fermandosi sulla porta semi nascosta da una colonna, Eny tolse qualche ragnatela e appoggiò la mano sul pomello d’ottone, con qualche sforzo lo girò e la porta si aprì scricchiolando. Le due ragazze scambiarono uno sguardo, poi quando tornò il silenzio, entrarono.

-Che schifo- commentò Helena agitando una mano, l’interno era scarsamente illuminato e l’aria era satura di polvere e muffa –oh, eccole- disse andando verso la fila di finestre. Travi di legno marcio sbarravano i vetri ma non fu difficile toglierle, il tempo le aveva consumate e le tarme avevano completato il lavoro.

Helena aprì una finestra e guardò giù, duecento metri di vuoto…l’unica possibilità per scendere era fare free climbing sulle sporgenze rocciose della pietra grigia. Si voltò versò Eny.

-Tu non vieni?-

-A parte le vertigini…non ho motivi di tornare. Se non fosse stato per Sebastian e Chris non avrei mai scoperto di mia nonna inoltre, non ho perso chissà cosa. Non amavo quello che facevo- la dark annuì piano, poteva capire ma teneva più alla propria libertà. Si voltò e dopo un ultimo sguardo all’altra, cominciò la discesa.

Eny la fissava col cuore in gola, ma Helena procedeva spedita senza guardare in alto o in basso, andava avanti con decisione, senza mancare una presa.

I minuti passavano ed Helena era sempre più in basso, finché a circa due metri dal suolo si lasciò andare e cadde sul marciapiede. Era libera.

Infilò le mani in tasca e prese la via verso casa, si sentiva leggera anche se l’idea di dover tornare a casa dai suoi genitori non le piaceva affatto…ma almeno c’era Jeremy, il suo adorato fratello gemello, l’unico al quale importava davvero di lei. Svoltò in un vicolo e si arrestò, sgranando gli occhi, un –Oh- di pura sorpresa le sfuggì dalle labbra socchiuse.

-Allora è così che succede...- mormorò.

Chris sollevò il volto dal corpo dell'uomo con uno scatto: Helena era in piedi pochi passi più in là, gli occhi sconvolti fissi sul cadavere dell'uomo a terra. -Non guardarmi così-ringhiò mettendo in mostra i canini appuntiti, coloro che avevano appena dettato la fine della vita di un uomo.

-Così come?- domandò la ragazza.

-Come se ti facessi ribrezzo- rispose Chris con una smorfia insofferente -Questa è la mia natura, non te l'ho mai nascosta-

Helena fissò i suoi occhi grigi in quelli nuovamente azzurri del vampiro -Non mi fai ribrezzo, è solo che... non pensavo potesse essere così.-

-Non avresti dovuto vederlo. Ti avevo detto di restartene alla Torre!- ringhiò Chris, furioso.

La ragazza sbuffò infastidita -Devo ricordarti che tu hai fatto la stessa cosa a me?- disse fulminandolo con l'occhiata più cattiva che gli avesse mai riservato.

Chris emise un suono minaccioso -Non è la stessa cosa vederlo e subirlo.-

-E tu che ne sai?!-

-Non sono sempre stato un vampiro!- urlò avvicinandosi con uno scatto furioso alla ragazza -E' già diverso farlo e vederlo fare...-

Helena indietreggiò di qualche passo, un po' intimorita dal fervore che aveva colto Chris che avanzò minaccioso verso di lei, l’afferrò per i polsi e la mandò contro un muro.

-Hai disobbedito, stupida!- lei voltò il viso di lato.

-Vuoi uccidermi? Prego- Chris strinse la presa.

-Non capisci? C’è qualcosa di peggio della morte, hai visto Thor, sai di cosa è capace. Se lui o Morgan dovessero trovarti, finiresti i tuoi giorni nel dolore…e allora rimpiangeresti di essere fuggita da me-

-Vorresti essere ringraziato?- sputò lei, Chris allentò la presa poi l’afferrò per i fianchi e se la caricò in spalla –lasciami! Lasciami!- gridò Helena scalciando.

-No-

-Lasciami!- Chris sbuffò e la piantò a terra.

-Ascoltami bene…io non voglio ucciderti-

-Vuoi il mio sangue, sai che differenza!-

-Allora mettila così, stando alla Torre non dovrai tornare dai tuoi genitori- lei allargò lievemente gli occhi, poi li abbassò lasciandosi andare ad un sospiro di frustrazione.

-Tanto non posso fuggire da te, ma ci proverò ancora…ho vissuto tutta la vita in una gabbia-

-Ok- replicò Chris –troverò un modo per farti uscire ogni tanto. Ora andiamo- la prese per mano e cominciò a trascinarla. Due lacrime ribelli rigarono il viso di Helena mentre veniva ricondotta alla Torre.

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


capitolo 11

CAPITOLO 11

Sebastian era soddisfatto, aveva accumulato una vera fortuna quel giorno, adescando tre ricchissime signore piene di denaro contante e adorne di gioielli. Ad un banco di pegni di sua fiducia aveva cambiato quasi tutti i gioielli con del denaro e anche li, aveva ricavato moltissimo. Per diverso tempo non avrebbero dovuto preoccuparsi di nulla, nemmeno delle spese per Eny ed Helena.
-Ciao!- disse Eleanor quando lui entrò nella Torre –senti qui! Ho trovato il motivo per cui non potete mordermi!-
-Ciao- replicò Sebastian rimanendo scalzo e senza giacca –ah, si?- si guardò attorno –ma Helena?-
-Si, è fuggita- disse Eny agitando una mano, lui spalancò la bocca.
-Cosa? Come?-
-Si è calata da una delle finestre, ma onestamente…non penso che farà molta strada, Chris dice che ha un odore così particolare…se è ancora in giro la troverà di certo- fece lei, alzando le spalle, Sebastian si passò una mano tra i capelli lunghi e annuì, Eny aveva ragione e comunque Helena era affare di Christopher, era felice che Eleanor non fosse scappata.
-Allora…come mai non posso morderti?-
-E’ per questo- disse Eny, prendendo il ciondolo che portava al collo, era un dischetto d’argento lievemente bombato con iscrizioni sulle superfici e una gemma rossa incastonata nel mezzo –quando ho compiuto diciotto anni, mia nonna me l’ha regalato dicendomi di non toglierlo mai. E’ un amuleto di protezione anche se allora non lo sapevo. La gemma rossa in realtà è sangue cristallizzato, ce ne sono una goccia mia, una di mia nonna e una di un essere umano immune al morso del vampiro…un potente incantesimo di magia nera ha fatto il resto- il vampiro annuì.
-Quindi se te lo togliessi…-
-Potresti mordermi- concluse Eny –vuoi provare?-
-Sei impazzita? Potrei ucciderti-
-Oh, non lo faresti mai. Ne sono certa- sorrise Eleanor tornando a sedersi per riprendere la lettura, Sebastian rimase a guardarla per qualche minuto in silenzio, come faceva ad essere così certa che non l’avrebbe uccisa? Scosse la testa, davvero non capiva Eny…più la conosceva e meno riusciva a comprenderla, anche se lo incuriosita moltissimo. Forse troppo.
Improvvisamente la porta della stanza principale della torre si spalancò mostrando Chris in tutta la sua altezza e con un aspetto iracondo stampato nei lineamenti appuntiti, dietro di lui veniva Helena con gli occhi ancora arrossati per le lacrime che andò ad accucciarsi accanto a Eny. La ragazza, vedendo le condizioni in cui era, le circondò le spalle con un braccio e cercò di tranquillizzarla, Chris le rivolse uno sguardo di ghiaccio.
-Come diavolo ti è saltato in mente di aiutarla a scappare?!- ringhiò il vampiro avvicinandosi minacciosamente a lei. Sebastian mosse un passo in avanti come per cercare di proteggerla, ma si arrestò immediatamente: non era il caso di interferire con Christopher quando era arrabbiato –Hai idea di cosa sarebbe potuto succederle?!-
-Eleanor non c’entra! Sono scappata da sola, lei non lo sapeva… sono uscita quando lei stava ancora dormendo!- obiettò Helena guardando il ricciolo con due occhi ancora lucidi per le lacrime che avevano versato. Non voleva che Eny andasse di mezzo, l’idea era stata sua e non era giusto che altri pagassero al posto suo. Sebastian sapeva bene che invece Eny era perfettamente a conoscenza della fuga di Helena nei minimi particolari, ma pensò che era meglio seguire il piano di Helena per evitare che Chris si infuriasse troppo.
-E ti saresti calata da una finestra da sola? le domandò scettico Chris.
Helena annuì –Non è stato troppo difficile, alla fine ci sono appigli e l’accesso alle finestre è semplice, visto che le assi di legno che le chiudono sono marce. Eleanor stava dormendo, ti ripeto.-
Chris passò lo sguardo dalla dark all’altra ragazza che li osservava seduta sul divano; non credeva a una sola parola di Helena tranne al fatto che il legno delle finestre era marcio, come qualcos’altro, d’altronde. Era perfettamente consapevole del fatto che Eleanor doveva averla aiutata, perché gli occhi della ragazza tradivano una complicità che però lei cercava di nascondere. –Se mentire ti fa sentire così bene, a me non cambia nulla. Accetterò il fatto che tu sia scappata da sola, anche se non lo credo affatto.- disse infine –Sappi soltanto che ogni volta che uscirai da qui rischierai molto peggio che la vita, soprattutto molto peggio che la tua.-
Helena non rispose, ma rimase in silenzio concentrando i suoi occhi in quelli glaciali di Chris con aria di colpevolezza, anche se in realtà non si sentiva affatto pentita di quello che aveva fatto.
Sebastian richiamò l’attenzione di Chris –L’ha trovata Morgan?- chiese preoccupato –Ha sentito il suo odore quando è venuta qui… Potrebbe riconoscerla se per caso dovesse trovarla in giro per la città. Non è il tipo che si fa scrupoli ad attaccare di giorno.-
-Nemmeno Chris, se è per quello.- commentò Helena. Il vampiro moro si voltò a guardarla nuovamente, gli occhi che emanavano scintille da quanto lasciavano trapelare la sua rabbia.
-C’è un motivo preciso se mi sono ridotto a cacciare di giorno, oggi, e guarda caso sei proprio tu! Io ho preso solo quell’uomo, ma se per disgrazia Morgan avesse trovato te hai idea di quello che sarebbe successo? A quanto pare no, perché altrimenti non capirei il tuo comportamento!- sibilò –Allora ti faccio presente cosa potrebbe succedere se lei ti trovasse in giro tutta sola: prima di tutto si nutrirebbe di te, dopo averti fatto patire le pene dell’inferno, facendoti desiderare di morire come mai prima nella tua vita -e so quello che dico- per poi lasciarti agonizzante. Piccolo particolare, tu non puoi morire semplicemente per un morso, quindi rimarresti in vita e lei si interesserebbe a te ricordandosi improvvisamente di aver già sentito il tuo odore in precedenza. Verrebbe qui a cercarci, sicuramente in compagnia di Thor da cui ti avrebbe portata per farti esaminare, e chi troverebbe? Fai quattro calcoli…- Helena spalancò gli occhi grigi nell’orrore della consapevolezza. Chris annuì –Di noi può anche non fregartene niente, anche se Sebastian ha sopportato in silenzio una tortura terribile per non farti scoprire, ma di Eleanor che mi dici? Non possiamo morderla, ma possiamo farle molto male, capisci cosa intendo? Immagina solo Thor, tu l’hai visto all’opera.-
Eny guardò preoccupata lo sguardo di Helena che non si staccava da Chris. –Chi è Morgan? E chi è Thor?-
-Il peggiore dei tuoi incubi, se mai tu ne hai avuto qualcuno…- le rispose Sebastian –Il tuo vecchio lavoro, che tanto odi, ti sembrerebbe un’oasi di pace in confronto!-
-E potrebbe avvicinarsi a me nonostante l’amuleto?- domandò lei indicando la sua collana. Chris la guardò senza capire, Sebastian gli spiegò brevemente la storia.
-Thor è un master come lo era tua nonna, saprebbe sicuramente come annullare il potere protettivo di quell’affare.- decretò il vampiro moro –Non affidatici troppo.-
-Ma con Sebastian ha funzionato, non mi ha potuta mordere. In fondo anche Thor è un vampiro, e credo che mia nonna mi abbia prevenuta da tutte le forme di vampiri che ci sono in giro…- obiettò Eny.
Helena scosse appena la testa –Non so quanto possa esserti utile contro i morsi, ma sicuramente con quello che sa fare Thor non può niente.- disse
-Ed è molto peggio.- sentenziò Sebastian in ricordo della punizione ricevuta recentemente.
Helena lo guardò sbieca –Come puoi dirlo? Non ti ricordi nemmeno quando sei stato morso!-
-A parte te, uno morso da un vampiro o si trasforma o muore, quindi sta sicuramente meglio di uno che ha subito una tortura cerebrale, dammi retta… Eny ha solo da sperare in un morso se l’alternativa è Thor.- replicò il biondo ricambiando lo sguardo un po’ scocciato.
Eleanor si rigirò il ciondolo tra le mani cercando di capire quanto potesse tornarle utile, poi lanciò un’occhiata al diario della nonna –Forse trovo qualcosa su tutte le capacità di questo amuleto o su Thor, se mi metto a leggere con attenzione… Mia nonna amava un po’ i linguaggi in codice, se ha scritto questo diario con l’intento di farmelo avere probabilmente da qualche parte troverò qualcosa.- disse.
Chris annuì riflettendo –Se la tua coinquilina non decide di fare ancora brutti scherzi non dovresti correre alcun rischio di venire a contatto con Thor, ma devi affidarti a lei e al suo egoismo. Noi non possiamo fare molto se sua maestà la mattina si sveglia con l’intenzione di fare quattro passi fuori senza adeguate precauzioni!-
-Se tu mi avessi fatta tornare a casa subito quella notte, tutto ciò non sarebbe mai successo: Morgan non avrebbe sentito il mio odore in casa vostra, non sarei scappata rischiando di mettere in pericolo Eny e tu non avresti dovuto baciare quella vampira.- replicò Helena sapendo di aver colto nel segno con l’ultima parte della frase.
Chris ringhiò profondamente al ricordo di quello che si era ridotto a fare per salvarle la vita quel giorno. Eleanor corse in cerca dello sguardo di Sebastian per ricevere informazioni, ma il vampiro biondo le fece segno di sorvolare, ridacchiando sotto i baffi.
-Io proporrei una cosa.- disse poi tornando serio –Visto che Helena vuole avere più libertà e anche a Eny non farebbe male uscire, io direi che potremmo fissare dei giorni in cui hanno il permesso di quasi libera uscita.-
Chris lo guardò come se avesse avuto le antenne –Dico io, ma mi ascolti quando parlo? C’è il rischio che riconoscano Helena se se ne va a zonzo per Sacrament!-
-Ma se noi stiamo loro dietro senza dare troppo nell’occhio nessuno potrà far loro del male senza che ce ne accorgiamo. Le lasceremo libere di muoversi in giro per la città senza perderle mai di vista e intervenendo in caso di bisogno… Solo in alcuni giorni, però, in modo che non rischiamo troppo, e assolutamente mai di notte, anche perché io devo andare a caccia, non mi posso permettere di fare da balia!- rispose Sebastian.
Eleanor annuì –Mi sembra una buona idea! Così mangiamo qualcosa di più decente di quello che ci procurate voi, visto che non avete il minimo gusto in fatto di cibo umano!-
Chris alzò gli occhi al cielo per poi farli ricadere sulla moretta che stava giocando con il laccio del suo anfibio sinistro, ancora accoccolata contro Eny sul divano. –Sua maestà è d’accordo, o dobbiamo fare le capriole e i salti mortali per essere di suo gradimento?-
-A me basta uscire da qui, non mi piace essere in gabbia: io ci sono cresciuta in una gabbia.- rispose Helena traforandolo con uno sguardo omicida –E non chiamarmi “sua maestà”.-
-D’accordo, sua maestà!- l’apostrofò il ricciolo prima di voltarsi nuovamente verso Sebastian –Quando avresti intenzione di fare questa cosa?-
Sebastian alzò le spalle –Per me possiamo fare un tentativo già domani, visto che siamo tutti e due abbastanza sazi da non distrarci con gli odori in mezzo a troppa gente.-
Chris annuì –Allora domani, sempre se a sua maestà la cosa va a genio.- disse lanciando l’ultima occhiata sarcastica alla ragazza che ricambiò con odio.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


12

CAPITOLO 12

Chris si chiese perché mai avesse accettato quella stupida idea di Sebastian. Sarebbe potuto succedere qualcosa e allora avrebbero potuto dire addio ai loro piani a proposito della loro memoria, alla possibilità di andarsene dalla città e soprattutto a loro stessi. Se Thor avesse scoperto qualcosa, e soprattutto che tenevano degli esseri umani a conoscenza del loro segreto vivi, in casa, li avrebbe fatti uccidere. Per quanto potesse sembrare riluttante alla sua natura di vampiro, Christopher ci teneva a rimanere in vita: doveva scoprire quello che gli era successo, voleva capire perché a lui era successo di trasformarsi.
-Rilassati, Chris, siamo più veloci di loro, le riprenderemmo in un secondo!- esclamò Sebastian sbuffando, lasciando cadere qualche goccia di birra dalla sua lattina sulla folla che aveva a qualche metro sotto i piedi.
-Stare fermo qui non mi fa rilassare, anche se seguirle passo per passo mi farebbe venire ancora più il nervoso, ma l’idea è stata tua, genio…- replicò Chris continuando a tenere i sensi all’erta.
Sebastian trangugiò un altro sorso dalla lattina che aveva in mano -L’odore di Helena si sente lontano un miglio e io riconosco perfettamente quello di Eny, quindi non preoccuparti, riusciremo a tenerle d’occhio anche spostandoci ogni tanto.-
Chris lo guardò accigliato prima di borbottare qualcosa –Mi chiedo come mai tu sia così affine all’odore di Eny… e soprattutto come mai tu abbia una sua foto da bambina in camera da letto.-
Un altro po’ e Sebastian si sarebbe soffocato di birra. Si riprese pulendosi la bocca dal liquido che gli si era riversato addosso e guardò il compagno con aria truce –E tu come lo sai?- domandò.
-Stavo cercando dove avevi messo i soldi e mi è capitata tra le mani.- rispose con nonchalance il ricciolo.
-Tu sei andato a ficcare il naso nei miei effetti personali!- protestò Sebastian, ma Chris gli fece cenno di lasciar perdere e di muoversi, ché le due ragazze cominciavano ad allontanarsi troppo. Arrivarono qualche tetto più in là e videro Eny trascinare Helena in un locale che a loro parve di riconoscere come sushi-bar.
-Accidenti! Con tutti questi odori non riesco a concentrarmi bene su Eleanor!- sbottò Sebastian accasciandosi sul tetto del locale e imprecando -Cos’avrà mai di così buono il pesce crudo?!–
-Perché, hai mai mangiato qualcosa di cotto tu, da quando siamo dei vampiri?- lo schernì Chris.
-Questa battuta è pessima, mio caro amico!- obiettò Sebastian tornando a concentrarsi sugli odori delle due ragazze.
-Scendiamo- disse Christopher dopo un po’, da lassù potevano sentire Eleanor ed Helena ma non vederle, cosa che non andava proprio a genio al vampiro moro. Scesero dal retro e passando per una vietta laterale si portarono di fronte al sushi-bar. Il locale era molto somigliante a quelli giapponesi, piccolo, di legno e ben tenuto. Eny aveva trascinato Helena sugli sgabelli al bancone che dava sulla vetrina e stava guardando il menù con interesse.
Sebastian e Chris sedettero su una panchina del marciapiede, situata giusto sotto un albero qualche metro in là e si misero ad osservare le due ragazze ordinare e chiacchierare nell’attesa.
-Sembra che vada tutto bene- commentò Sebastian sbadigliando, l’altro annuì pur senza staccare gli occhi dalla vetrina.
Dentro intanto Helena fissava perplessa la preparazione del cibo, mentre Eny le decantava le immense prelibatezze che le avrebbe fatto assaggiare in un altro ristorante.
-Non pensavo ti piacesse la cucina straniera- osservò la dark, Eny annuì.
-Tutto merito di mia nonna, nel diario c’è scritto di tutti i posti che ha visitato con mio nonno, sai? Era un appassionato di cucina e ogni volta che tornavano da un viaggio, provava a cucinare qualche piatto per mia nonna e che ovviamente assaggiavo anche io- la cameriera portò le porzioni di sushi, assieme ad un paio di birre, poi si dileguò da altri clienti. Eny si mise a mangiare di gusto, mentre Helena prima assaggiò un pezzettino…poi un altro e un altro ancora.
-E’ buonissimo…- commentò quasi sorpresa -a casa mia mangiavo da schifo, mia madre era pessima in cucina, erano più le volte in cui io e mio fratello prendevano cose precotte- Eny sorrise radiosa.
-Visto? Ho fatto bene a portarti qui!- trillò tutta contenta.
Completamente dimentiche dei due vampiri che le seguivano a distanza, le due ragazze finirono con calma di mangiare, poi Eny andò a pagare il conto con i soldi che Sebastian le aveva dato, infine tornò da Helena.
-Ora ti porto da un’altra parte!- disse afferrandola per una mano e trascinandola fuori dal sushi-bar. Helena protestò debolmente, era un po’ stanca di camminare ma fermarsi lì significava tornare di filato nella Torre e voleva prolungare quel piccolo momento di libertà il più a lungo possibile. Si affiancò ad Eny, sempre stringendole la mano. Nella sfortuna della prigionia era stata fortunata, ad aver incontrato una persona come Eleanor, così traboccante di pensieri positivi…
-Ma dove…- la dark si bloccò davanti all’insegna di una sala giochi -Eny!-
-Eddai! Smettila di lagnarti e andiamo!-
Dietro le ragazze, i vampiri si fermarono. Sebastian lanciò un’occhiata traversa alla sala giochi mentre Chris sbuffò sonoramente, dicendo che quel posto era un locale da mocciosi.
-Non ci sei mai stato?- chiese il biondo -male, con le nostre capacità vincere soldi è un gioco da ragazzi-
-Tra i due sei tu quello che si occupa del denaro- borbottò il moro alzando le spalle. Lui non aveva idea di cos’avrebbe potuto fare al posto di Sebastian, che era un vero mago a truffare la gente. Spillava loro soldi come una fontana mandava acqua e spesso i poveretti non se ne accorgevano nemmeno, specialmente le signore…abbagliate dalla bellezza eterea del vampiro.
Chris entrò nella sala giochi e salì al secondo piano, seguito dall’amico. Si presero una birra a testa e si misero ad osservare quello che accadeva sotto di loro, con aria apparentemente un po’ annoiata. Videro Eny trascinare Helena da un capo all’altro del locale, sfidandola ad un sacco di videogiochi prima di fermarsi alle vetrine dove, dopo aver inserito una monetina, si deve manovrare un braccio meccanico e tentare di prendere un peluche.
-Serve una mano, dolcezza?- un ragazzone biondo si appoggiò al vetro, sorridendo ad Helena intenta a manovrare il braccio con il joystick. Per un soffio il peluche le ricadde nel mucchio -se vuoi…posso provarci io, piccola-
-Chi sei?- domandò Eny.
-Miky, piacere- disse lui stringendole la mano e strizzando l’occhio ad Helena -ah, ecco mio cugino Donny- disse facendo cenno ad un ragazzo dai cortissimi capelli scuri di raggiungerlo.
-Dove ti eri cacciato?-
-Sono venuto a conoscere questa splendida ragazza- disse Miky sorridendo ad Helena -e ad offrirle il mio aiuto per prendere quell’orsetto-
-Se pensi di riuscirci- disse la dark arricciando il naso -ma guai se te lo porti via-
-Non preoccuparti- disse Donny -io sono Domenec, piacere di conoscervi…posso sapere i vostri nomi?-
-Helena ed Eny- disse la dark mentre teneva d’occhio il biondino che prendeva le misure all’orsetto.
-Miky vedi di non fare pessime figure con queste signorine- lo ammonì Donny -e tu? Eny…se vuoi, posso provare a prenderti un orsetto, non posso farmi scappare l’occasione con una così bella ragazza- aggiunse sfoderando un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
-Ok, voglio l’unicorno bianco- disse lei indicando un peluche che era si abbastanza grande, ma sotterrato da molti altri, Donny infilò la monetina e fece un tentativo.
Mezz’ora dopo Helena stringeva l’orsetto a sé, consolando Eny che non aveva ricevuto l’unicorno bianco. Intanto erano uscite dalla sala giochi, sempre in compagnia dei due cugini con i quali avevano preso a chiacchierare. Trovavano entrambe molto strano poter parlare con due persone normali, due esseri umani che dormivano, mangiavano…facevano tutto quello che facevano loro e non vivevano segregati in una Torre di centinaia di metri.
Non distanti, Sebastian e Christopher monitoravano ogni singolo gesto.
-Pure il telefono…- borbottò il biondo mentre le due ragazze si scambiavano i numeri di cellulare con Miky e Donny.
-Te l’avevo detto che farle uscire era una cazzata- sbuffò Chris -hanno pure rimorchiato quei due sfigati, grazie alla tua geniale idea per farle “distrarre” un po’, adesso pretenderanno di uscire ogni volta che ne avranno voglia e a noi toccherà perdere tempo!-
-Ehi, non potevo prevedere questo- si difese Sebastian, passandosi una mano tra i capelli -basterà proibire loro di vedere quei due imbecilli e ordinare di evitare contatti troppo stretti-
-Sei un deficiente- ringhiò Chris -ormai è tardi, dovevamo pensarci prima! Avrei dovuto prevederlo, merda-
-Bene, allora muoviamoci e torniamo alla Torre- Sebastian s’incamminò verso le due ragazze che avevano salutato i cugini e afferrò Eny per un gomito -Andiamo-
-Come? Perché?- protestò la ragazza.
-Perché si, siete state in giro abbastanza- disse Christopher, lo sguardo della ragazza si rannuvolò mentre venivano trascinate via -si può sapere cosa pretendevi?- sbottò il ricciolo strattonando senza volerlo Helena.
-Io volevo l’unicorno bianco- piagnucolò Eny mettendo il broncio.
-Uno stupido unicorno!-
-A me piaceva!-
-Lo prenderemo un’altra volta, Eny- disse Helena -dai, non fare così…-
-Ma tu l’orsetto l’hai avuto!- mormorò Eleanor incrociando le braccia al petto e stringendosi nelle spalle –non è giusto-
-Adesso basta lagnarsi- s’intromise Sebastian -vediamo di muoverci, è meglio non girare fino a tardi-  Si smaterializzarono assieme alle due ragazze, comparendo pochi istanti dopo all’ingresso della Torre.
-E comunque…io non sono eterna come voi! Non ho tutto il tempo del mondo…ed è solo un peluche, cosa vi costava aspettare un po’?- disse Eny salendo le scale di legno -siete cattivi!- dietro di lei, Sebastian e Christopher si scambiarono uno sguardo perplesso.
Gli umani erano veramente strani a volte.

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Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


CAPITOLO 13

 

Un grido di gioia invase la Torre. Un grido femminile.

-L’unicorno bianco!- trillò Eleanor abbracciando felice il peluche che aveva trovato sul letto. Senza nemmeno cambiarsi, si precipitò nella sala del quadrante per ringraziare il suo eroe. Trovò Sebastian appollaiato su una vecchia sedia dove si metteva spesso a riflettere e gli corse incontro.

-Sei stato tu?- gli domandò agitandogli davanti agli occhi scuri il cavallino bianco con un cornetto piantato in fronte. Sebastian alzò lo sguardo sul sorriso radioso della ragazza e sentì le orecchie accaldarsi.

-Ehm… sì.- rispose sentendosi stranamente in imbarazzo. Ma che ti prende, Sebastian?! E’ solo uno stramaledetto peluche! si rimproverava mentalmente, mentre sperava di non essere diventato rosso Ne vale della tua dignità di uomo, prima che di vampiro!

Eny cacciò un altro trillo di felicità e gli lanciò le braccia al collo continuando a esclamare ringraziamenti a raffica senza respirare, rischiando quasi di soffocare il vampiro… se solo lui avesse avuto la facoltà di respirare.

-Oh, graziegraziegrazie! Mi hai reso la ragazza più felice della Terra!- disse Eny cominciando a stampargli baci a schiocco sulla guancia, facendo aumentare notevolmente l’imbarazzo di Sebastian.

Chris entrò nella sala attirato dalle grida acute della ragazza e fissò il compagno con un’espressione talmente critica che Sebastian ebbe il desiderio di nascondersi sotto terra.

-Che diavolo succede?- domandò la voce assonnata di Helena che era stata svegliata da tutto il baccano provocato da Eny. Anche lei si ritrovò davanti una scena a dir poco imbarazzante, con Eny che continuava a baciare il vampiro biondo sulla guancia e lui che cercava di liberarsi da quella stretta riconoscente, rosso fino alla radice dei capelli. Si scambiò lo stesso sguardo critico con Chris.

-Eny, ti prego… Ora basta!- supplicò Sebastian girandosi per fronteggiare la sua devota. Errore. Si ritrovò le labbra di Eleanor incollate alle sue per una frazione di secondo, dopo la quale la ragazza distaccò imbarazzata a sua volta. Se non altro era riuscito nel suo intento di farla smettere, ma…

-Ehm, scusami.- balbettò lei arrossendo a sua volta e correndo di nuovo nella sua stanza per nascondersi da quel momento imbarazzante. Sebastian era rimasto leggermente sconvolto dalla piega che avevano preso quei ringraziamenti. Ti ha solo sfiorato le labbra, cazzo! Hai dato dei baci più equivocanti di questo! Datti un contegno! continuava a rimproverarsi. Helena ridacchiava tra sé e con una scusa si eclissò a sua volta in camera della sua amica per aiutarla a riprendersi dalla figuraccia.

Christopher lanciò uno sguardo leggermente irritato a Sebastian e sussurrò, con quei sussurri che permettono tranquillamente a due vampiri di sentirsi senza farsi intercettare da altri –Si può sapere per cosa cazzo sei andato a prenderle quel peluche?-

Sebastian fece spallucce –Non ne ho idea… Lo voleva così tanto che ho pensato di prenderglielo. Meglio così, se si fosse lagnata ancora a lungo ci sarebbero saltati i nervi, soprattutto a te.-

Chris inasprì ulteriormente il suo sguardo –Oh, ma che gentile! L’hai fatto per me?- sbottò con un cinismo quasi violento, avvicinandosi al quadrante.

-Mettila pure così…- assentì Sebastian.

-Ah, Sebastian, non dire stronzate!- obiettò il vampiro moro –L’hai fatto per lo stesso motivo per cui hai quella foto nascosta in camera tua!-

Sebastian si irrigidì di colpo al ricordo del suo segreto scoperto –Quella foto l’ho presa solo perché mi piaceva, non c’è altro che tu possa insinuare.- sibilò.

Chris lo guardò con occhi scettici –Posso solo dirti che non è una buona cosa: hai visto com’è finita con sua nonna, e lei era un Master, non un vampiro visto in cattiva luce come te.-

-Non mi interessa Eleanor!- replicò Sebastian scattando in piedi. Era sconvolto, tuttavia, un muscolo del suo collo brillava in maniera convulsa, come gli succedeva quando era in allarme.

-Sarà meglio per te.- gli sussurrò Chris passandogli a fianco e tornando nella sua stanza, ma a metà strada fu bloccato da Helena che usciva dalla camera di Sebastian con un sorriso per niente rassicurante negli occhi grigi.

-Oggi ci date libera uscita di nuovo?- domandò. O almeno Chris sperò che si trattasse di una richiesta, anche se suonava più come un’affermazione.

-Te lo puoi scordare.- le rispose muovendo un altro passo verso la sua stanza, ma Helena lo bloccò di nuovo.

-Miky e Donny ci hanno mandato un messaggio chiedendoci di uscire questo pomeriggio, non possiamo certo dir loro di no!- miagolò la ragazza risultando estremamente fastidiosa alle orecchie di Chris.

-Certo che potete: sono due sole lettere. Poi schiacciate INVIA e voilà, fatto.- rispose.

Helena ridacchiò ancora, scuotendo la testa –Non credo sarà così semplice: dovremmo inventare delle scuse molto convincenti, più d’una visto che non possiamo dire di essere impegnate insieme per tutta la giornata, e potrebbe scapparci qualche notizia riservata…-

Sebastian la guardò infastidito –Avete combinato già abbastanza guai ieri senza aggiungerne di nuovi oggi. Non potete uscire ogni pomeriggio, gli accordi erano due giorni prestabiliti a settimana.-

Helena gli rivolse un’occhiata furba –Rinunciamo all’altro giorno se ci lasciate uscire oggi.- disse.

Christopher ringhiò sommessamente. Cosa diavolo avevano di così interessante Miky e Donny da spingere le due ragazze a volere uscire anche quel pomeriggio? A lui erano sembrati due sfigati senza palle!

-Non credo sia una buona idea…- azzardò Sebastian, ma stranamente Chris lo interruppe.

-No, lasciamole andare! Così magari passa loro la voglia. In fondo poi non usciranno più per una settimana.-

Helena e Sebastian lo guardarono entrambi sorpresi –Hai detto che possiamo uscire?- chiese incredula lei. Chris annuì. C’era qualcosa che non le quadrava, ma la possibilità di metter fuori il naso da quella torre decrepita non le fece fare altre domande. –Allora posso dire a Eny che per le 5h00 siamo in libertà?-

Sebastian storse il naso in direzione del compagno, il quale tuttavia rispose affermativamente. Quando Helena fu tornata da Eny rivolse al biondo un’ultima frase prima di uscire dalla sala –Fatti un esame di coscienza, se ne hai una.-

Quel pomeriggio i due vampiri erano più all’erta che mai: i due cugini (ribattezzati da Sebastian Gli Sfigati) avevano portato le ragazze in un locale di quelli col piano bar, per sentire un po’ di musica. Chris e Sebastian non si sentivano affatto a proprio agio là dentro, a causa dei troppi odori ammassati insieme in quel luogo chiuso e a causa della sorveglianza che dovevano fare a distanza. Si trovavano a cinque tavolini di distanza dai quattro e nessuno dei due aveva ancora staccato gli occhi da loro.

-Sono preoccupato.- disse ad un tratto Sebastian –Fra poco comincerà a fare buio e Morgan sarà in giro con Sheila in fretta: c’è vento stasera, ed è sabato.-

Chris annuì mestamente –Il rischio l’hanno voluto correre loro.- disse acido.

Sebastian lo guardò sorpreso –Che succede, Chris? Non è da te fregartene a questo modo di quello che rischiano e rischiamo se Morgan le trova.-

Chris non rispose, si limitò a concentrarsi ulteriormente sulle due coppie mentre vedeva Miky chinarsi su Helena per dirle qualcosa all’orecchio.

-Ti piace qui, piccola?- domandò con un sorriso che nella sua mente doveva essere classificato come “per fare colpo”.

Helena si sforzò di sorridere a quel ragazzo che aveva la pessima abitudine di rivolgersi a lei con quel nomignolo –Sì, è un bel posto e la musica non è male.- disse cercando di non lasciare che Michael si avvicinasse troppo a lei.

-Potremmo tornarci qualche altra volta, se ti piace. Magari da soli…- continuò lui senza accennare ad allontanarsi dal suo viso.

Lanciando un’occhiata indietro, Helena individuò Sebastian e Christopher seduti qualche tavolo più in là. Notò soprattutto gli occhi del ricciolo puntati su di lei in atteggiamento di rimprovero. Se il comportamento di Miky gli dava fastidio, bene, allora lei avrebbe fatto in modo di mantenere quel fastidio attivo per molto tempo.

-Sì, si potrebbe anche fare qualche volta…- rispose giocherellando con un ciondolo che portava al collo.

Lo fa apposta! pensò il vampiro moro cominciando a innervosirsi.

Dopo qualche minuto lei si voltò di nuovo a controllare la loro posizione. Sebastian le fece capire a gesti che era tardi, ma Helena si voltò un’altra volta verso il ragazzo che le stava sempre più appiccicato, come se non avesse visto niente.

-Cazzo, è tardi! Sono quasi le 8h00!- protestò Sebastian –Se non andiamo rischiamo troppo, e a me comincia a venire fame qua dentro.-

Chris non rispose, ma si alzò con uno scatto elegante dalla sedia andando a raggiungere la tavolata dei quattro. Helena gli lanciò uno sguardo inceneritore.

-Mi dispiace interrompere questo bel quadretto, ma io ho l’obbligo di riportare queste due fanciulle a casa.- disse con eleganza il vampiro, ricambiando di nascosto la sguardo truce della ragazza.

Michael e Domenec lo fissavano in soggezione, d’altro canto Christopher era abbastanza alto e scuro da incutere paura in chiunque, e la sua bellezza era sconcertante per chiunque.

-Chi saresti, scusa?- domandò Donny trovando finalmente il coraggio.

-Sono il fratello di Helena.- rispose Chris con un sorriso cortese –Purtroppo si è fatto tardi e devo riportarle a casa… Sì, anche Eleanor.-

-Ma sono appena le 8h00!- protestò il ragazzo, ma tacque all’istante non appena vide lo sguardo che il vampiro gli lanciava –Però, se proprio devono andare…-

Helena vide Sebastian lanciare sguardi nervosi fuori dalla finestra dove cominciava ad apparire la luna, poi guardò Chris. Non c’era dubbio: per quanto non lo sopportasse, non si poteva negare la sua bellezza. Nemmeno Miky, che pure era un bel ragazzo, poteva eguagliare quella perfezione.

-Mi dispiace, ragazzi, ma purtroppo il fratello di Helena ha ragione: dobbiamo proprio andare.- disse Eny alzandosi dalla sedia e salutando i due cugini –Ci rivedremo, magari un’altra volta.-

Detto questo uscirono tutti e tre dal locale, dove trovarono il biondo ad aspettarli fuori. Chris si assicurò che nessuno li stesse sentendo, poi afferrò duramente Helena per un polso e la attirò a sé.

-Ora ascoltami bene.- le disse ignorando i suoi lamenti –Vi abbiamo dato la possibilità di uscire, ma non ho intenzione di rinnovarvela se deve essere così anche le prossime volte! Ti ho già spiegato cosa rischiamo se Morgan, Sheila o Thor vi dovessero trovare in giro, e non ho intenzione di ripetermi ancora!-

Helena agitò il polso per cercare di liberarsi, ma Chris non mollava e non avrebbe mollato, anzi, continuava a stringere minacciando di spezzarglielo.

-Chris ha perfettamente ragione.- intervenne Sebastian –Non vi faremo uscire più se non vorrete essere alla Torre prima che faccia buio.-

-Mi dispiace, Sebastian.- si scusò Helena continuando a guardare negli occhi l’altro vampiro –E mi dispiace anche per te, Eny, sei quella che rischia di più qua fuori stanotte.-

Eny scosse piano la testa –Non importa, Helena, anche a me piace stare fuori, dopotutto.-

-Chris, lasciala andare o finirai per farle molto male.- disse Sebastian appoggiando una mano sulla spalla dell’amico per cercare di calmarlo. Chris fissò ancora per un momento Helena con irritazione, poi la lasciò andare –Dobbiamo andare, adesso.- continuò il biondo prendendo Eny a cavalcioni –Meglio correre, se ci smaterializziamo saremo più rintracciabili.-

-Non toccarmi…- sibilò Helena quando Chris le porse una mano per aiutarla a salirgli in spalla. Lui ritirò la proposta e lei gli montò in groppa cercando di ridurre il contatto al minimo.

Spero di scoprire in fretta se questa ragazza può essermi utile, comincio veramente a non sopportarla più! Pensò il vampiro facendo uno scatto rapido per seguire Sebastian e ritrovandosi a correre per i tetti di Sacrament.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


14

Capitolo 14

-Helena ti suona il telefonino- disse Eny alla ragazza che si stava asciugando i capelli scuri con un asciugamano, allungò una mano e prese l’oggetto che continuava a vibrare ed illuminarsi, diffondendo una musichetta scema nell’aria. Guardò il nome -ok, esco- disse Eleanor infilando la porta, Helena schiacciò il tasto di avvio della comunicazione e rispose.
-Ciao Jeremy- disse tentando di suonare tranquilla mentre il cuore le batteva forte nel petto.
-Helena! Finalmente rispondi!- esclamò suo fratello dall’altra parte –come stai?-
-Bene, tu?-
-Si, bene- aveva esitato. Se n’era accorta perfettamente, c’era stata una piccola esitazione quasi impercettibile ma Helena sapeva che Jeremy…
-Qualcosa non va?- domandò.
-No, va tutto bene…piuttosto tu? Come va il soggiorno-studio?-
-Tutto bene- mentì lei. Aveva voglia di abbracciare suo fratello, di poterlo vedere e riuscire a parlare decentemente con lui, era stanca di non farsi trovare al telefonino, di non averlo accanto…era davvero stanca di quella prigionia.
-Helena- sospirò Jeremy –perché te ne sei andata così? So che c’è dell’altro-
-Ma no, ti assicuro che…-
-Non puoi mentire a me- gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime ma sulla soglia della stanza comparve Christopher ed Helena abbassò lo sguardo per non farsi cogliere in un momento di debolezza estrema –c’entrano mamma e papà? So che non stavi bene a casa e so che c’è qualcosa che non va, lo sento…-
-Jeremy io sto bene, davvero. Va tutto bene. Devo andare…ci sentiamo presto, ok?- e senza attendere la risposta, chiuse la comunicazione, gettando il telefonino sul letto. Il vampiro moro si avvicinò e allungò una mano per prendere l’oggetto ma Helena fu più lesta e lo strinse nuovamente tra le mani.
-Chi era?-
-Lo sai perfettamente- borbottò lei.
-Rispondi alle domande- replicò Christopher afferrandola per le spalle e tirandola in piedi, Helena voltò appena la testa di lato, non aveva la minima intenzione di subire l’ennesimo interrogatorio da quel vampiro, specialmente ora che aveva parlato con Jeremy e che aveva sentito tutto il dolore che lui provava.
-Non c’è niente da dire, sai già tutto…cosa vuoi ancora?-
-Di cosa hai parlato al telefono?- la ragazza curvò le spalle all’ingiù, afflosciandosi lentamente su se stessa, rimaneva in piedi perché sorretta dalla presa salda di Chris ma le gambe stavano perdendo gradatamente forza.

Jeremy non sta bene…è preoccupato per me…pensò sentendosi tremendamente in colpa e io non posso dirgli nulla! Niente!
-Ho bisogno di vedere mio fratello- mormorò.
-Scordatelo- Chris la lasciò andare ed Helena piombò sul letto con lo sguardo vacuo.
-Ha bisogno di me-
-Ho detto di no!-
-Chris, per piacere…- sussurrò Helena –devo vedere Jeremy, non sta bene, io lo so…ha tentato di mostrarsi normale ma io so…è così triste, così solo…-
-Ma che diavolo stai dicendo?- sbottò il vampiro, esasperato, lo sguardo che gli rivolse Helena però, fu sufficiente a farlo tacere. Per la prima volta la maschera le era scivolata via, mostrando il viso di una ragazza infinitamente triste, affranta e fragile. Sentì che avrebbe potuto distruggerla con una sola parola e scelse di rimanere zitto.
-Devo vedere Jeremy- ripeté ancora la ragazza –ti prego- aggiunse. Christopher sospirò.
-Come fai a sapere che non sta bene?-
-Lo so- rispose Helena –siamo gemelli…abbiamo un legame molto forte…quando mi sono tagliata le vene lui ha sentito che qualcosa non andava, ha chiamato l’ambulanza ed è corso in bagno, capisci? Ha sentito che stavo precipitando ed è corso da me…-
-Tipo empatia?- tentò Chris, lei annuì.
-Più o meno…non so come spiegartelo. So che ha bisogno di vedermi, di accertarsi che io stia bene e lo stesso vale per me, ti prego…puoi venire con me, non m’importa. Ma ti prego, portami da Jeremy- il vampiro ebbe un altro sospiro.
-E va bene- disse infine –ti porterò da Jeremy ma verrò anche io e assisterò all’incontro. Guai a te se ti lasci sfuggire qualcosa che non mi piace-
-Davvero? Me lo prometti?- domandò speranzosa Helena, Chris la guardò negli occhi, non vi lesse né strafottenza né superbia…stava solo sperando che dicesse sul serio.
-Si, te lo prometto- la ragazza si rilassò notevolmente, annuendo piano.
-Grazie Chris-
Sebastian bloccò Christopher nel corridoio, non appena questi uscì dalla stanza –E così la porti da suo fratello…-
-Perché la smetta di lagnarsi- replicò il moro oltrepassando l’amico.
-Come no- borbottò Sebastian, non ci credeva nemmeno un po’.
-Tu hai fatto lo stesso con Eny mi pare- Chris si voltò a lanciargli un’occhiata obliqua –sei uscito in piena notte e hai preso quel dannato peluche, facendoglielo trovare sul cuscino…solo perché non si lagnasse, giusto?- il biondo sollevò un sopracciglio, non gli piaceva l’aria sarcastica che aveva assunto Chris. Preferì comunque lasciar perdere, doveva andare a caccia, aveva fame. Tornò in sala e andò ad infilarsi le scarpe, avrebbe di gran lunga preferito girare scalzo anche per Sacrament ma rischiava di pestare chissà quali schifezze a terra…non era il caso.
L’occhio di Sebastian cadde su Eleanor, che mangiucchiava pop-corn al caramello seduta per terra, davanti ad un solitario fatto con le carte. Con il braccio sinistro stringeva l’unicorno bianco, accarezzandolo distrattamente con le dita come se fosse stato vivo.

Adesso basta seghe mentali, hai da fare si ammonì aprendo la porta e sbattendola forte dietro di sé. La fame si faceva sentire ogni secondo più forte, doveva trovare una vittima in fretta.

Le vie di Sacrament non erano mai particolarmente attive di lunedì sera, ma quel giorno sembrava che un tifone avesse spazzato via la vita da quella dannata città. Il vampiro biondo si fermò e infilò le mani in tasca, annusando l’aria con circospezione.
-Sebastian…- sussurrò una voce femminile –che bello vederti- pochi attimi dopo una donna comparve quasi dal nulla davanti a lui. A prima vista poteva sembrare una delicata bambola di porcellana formato gigante, alta poco meno di un metro e sessanta, dai capelli biondi lisci raccolti in due codini infantili, gli occhi erano grandi, verdi. Il vento mosse appena il vestitino nero dove era avvolto un corpo che pareva quello di un’adolescente.
-Sheila- la vampira sorrise.
-Che bello, ti ricordi di me!- esclamò battendo le mani.

Come potrei scordarti? Pensò Sebastian, Sheila era l’altra protetta di Thor…ed era pazza da legare, quando lui e Christopher erano stati puniti da Thor per la prima volta, lei si era divertita parecchio a torturarli entrambi, godendo delle loro urla di dolore. Se Morgan con la sua decennale cotta per Chris era da un lato aggirabile, con Sheila non funzionava. A Sheila piacevano le donne, giovani, carine e con un buon profumo.
Le donne, le torture e le bambole.
Non a caso tutti i protetti di Sheila erano esclusivamente donne, che venivano uccise non appena toccavano i quarant’anni d’età e quindi secondo lei, la loro bellezza cominciava ad appassire inesorabilmente. Se avesse trovato Helena o Eny…Sebastian ebbe una stretta allo stomaco, ciò che Sheila riservava alle ragazze era rivoltante. Anche per uno come lui.
-Sei uscito a caccia?- domandò la bambolina avvicinandosi.
-Mi pare ovvio- ringhiò Sebastian, Sheila gli passò una mano sul viso.
-Peccato, non è rimasto molto in giro…- la mano scese sul petto e si posò all’altezza dello stomaco –poverino…ha fame il cucciolo…-
-Non chiamarmi in quel modo- sbottò lui, allontanandola –sparisci, non ho tempo da perdere con una come te- Sheila sbatté gli occhi.
-E’ davvero un peccato, Sebastian…perché ho proprio voglia di giocare un po’ con te-
-Io no- replicò lui scansandola e sorpassandola a passo spedito. L’espressione fintamente ingenua di Sheila scomparve dal suo viso. Sollevò una mano e schioccò le dita.
Attorno a Sebastian si materializzarono una decina di vampire.
-Nessuno può rifiutarsi di giocare con me!- sentenziò Sheila, mentre le sue seguaci si lanciavano contro Sebastian. Il vampiro biondo però era decisamente più abile di tutte loro, parò ogni attacco senza troppa difficoltà –ah, sei diventato forte- constatò la bambolina avvicinandosi. Da una piega dell’abito scuro estrasse un ventaglio, con uno scatto del polso fece uscire una lama ricurva e affilata.
-Ragazze, allontanatevi!- ordinò. Sebastian allontanò con un calcio una delle avversarie ma venne completamente colto alla sprovvista da Sheila. La vampira si avventò come una furia contro di lui, manovrano abilmente la lama, aprendogli diversi tagli su tutto il corpo –nessuno può picchiare le mie ragazze!- urlò Sheila menando fendenti –nessuno! Tantomeno un rifiuto come te! Thor avrebbe dovuto ucciderti la volta scorsa, non lasciarti vivo!- Sebastian cadde sulle ginocchia, tentando invano di ripararsi con le braccia dall’assalto ma Sheila era più veloce, decisa…spietata. Colpiva sempre per uccidere.
D’un tratto la vampira si arrestò e ripose l’arma –Ah! Guarda! Il tuo miserabile sangue ha sporcato il mio bellissimo vestito!- sputò accanto al vampiro poi avvicinò la bocca al suo orecchio –spero che tu muoia agonizzante, in questo schifo di posto…come è giusto che sia- gli diede una piccola spinta e lo osservò ricadere a terra –tutto sommato mi sono divertita lo stesso!- esclamò ridendo.

Lurida piccola puttana…pensò Sebastian addossandosi al muro, non appena Sheila fu scomparsa con le altre vampire ti ammazzo un giorno, schifosa bastarda…prima però doveva riuscire a tornare nella Torre…e magari convincere Helena a farsi mordere, non era in grado di andare a caccia anzi, rimanendo li rischiava davvero di crepare come un cane qualsiasi ed Helena non poteva morire se morsa…con uno sforzo il vampiro si tirò in piedi, cominciando a camminare tenendosi al muro.

Eleanor era appena riuscita a finire il solitario quando Sebastian entrò nella sala del quadrante e si accasciò a terra, facendola sobbalzare dallo spavento.
-Sebastian! Cosa…come…- mollò le carte e corse da lui.
-Dov’è Chris?- mormorò lui, facendosi aiutare per rialzarsi.
-Nella sua parte di Torre…sta parlando con Helena di quando andranno da…ma sei ferito!- esclamò notando i tagli, Christopher giunse in quel momento, imprecando.
-Che cazzo è successo?-
-Sheila- bastò quel nome a far rilassare Chris, matta com’era aveva certamente trovato un banalissimo pretesto per ridurre il suo amico ad un colabrodo –devo nutrirmi…- gli occhi di Sebastian sfavillavano di rosso acceso –fammi mordere Helena, non può morire- Chris si lasciò sfuggire un’altra imprecazione.
-Non si può-
-Chris…-
-E’ debole a causa di Jeremy…te lo spiego un’altra volta, non possiamo prenderle nemmeno una goccia, non morirebbe ma forse cadrebbe in coma- Eny venne scansata dal vampiro moro e rimase ferma ad osservare Sebastian che veniva portato nella sua stanza. Poi le venne un’idea.
-Eleanor- Chris tornò nella sala del quadrante –devo andare a prendere del sangue…se tu o Helena fate una cazzata, è la volta buona che vi spezzo l’osso del collo- sibilò afferrandola per un gomito –chiaro?-
-Non devi uscire- disse lei.
-Forse non hai afferrato il senso…se non esco, se Sebastian non mangia…muore!-
-Lo so! Non sono scema!- ribatté lei –e io ripeto, non devi uscire. Torna da Helena. A Sebastian ci penso io-
-Che cosa vorresti fare?-
-Non preoccuparti e torna da Helena!- ordinò Eny con una fermezza tale che lasciò Christopher decisamente sorpreso. Se vuole farsi mordere e crepare così…beh, affari suoi pensò allontanandosi. 
Eny andò in cucina, aprì un cassetto e afferrò un lungo coltello. Sempre stringendo forte l’unicorno bianco, andò da Sebastian, steso a letto.
-Cos’è vuoi forse darmi il colpo di grazia?- commentò lui vedendo la lama, Eleanor scosse la testa e sedette accanto a lui. Lo aiutò a tirarsi un po’ su, poi senza esitazioni si tolse l’amuleto dal collo, posandolo sul comodino li accanto –sei impazzita per caso?- riuscì a gridare lui.
-Riesci a mordermi? Hai le forze per farlo o no?- Sebastian scosse la testa, abbassando le palpebre non aveva le forze per fare nulla –ok, allora…- Eleanor appoggiò l’unicorno bianco sul letto, stese il braccio sinistro e brandendo la lama con la destra, ne appoggiò la punta sul polso, strinse i denti fortissimo e chiuse gli occhi mentre si praticava un lungo taglio trasversale. Due lacrime di dolore le solcarono il viso.
Non appena l’odore del sangue arrivò alle sue narici, Sebastian spalancò gli occhi socchiusi. Davanti a sé il braccio bianco di Eny sanguinava. Lo afferrò con una mano, attirandolo a sé. La ragazza chiuse gli occhi, preferendo non guardare…ma sentì distintamente le labbra del vampiro posarsi sul suo taglio e succhiare il suo sangue. Poteva sentire le energie che la lasciavano ed entravano in lui.

Non mi ero sbagliato sul suo sapore…pensò lui gustandolo lentamente, mentre le forze tornavano e le ferite si rimarginavano rapidamente. All’improvviso però, avvertì un cambiamento in Eny e poco dopo lei gli si accasciò addosso, svenuta merda! Ne ho preso troppo! Sebastian le riallacciò l’amuleto al collo e scese dal letto, facendo stendere la ragazza dove lui era stato fino a pochi secondi prima. Le fasciò il taglio con un fazzoletto dopodichè, sfoderò i canini e si gettò sul suo collo ma l’amuleto entrò in funzione, mandandolo a sbattere contro il muro.
E’ viva pensò allora il vampiro, sentendosi immediatamente sollevato.
-Sei una stupida- sbottò tornando presso il letto –hai rischiato di morire-
-Hai visto?- sussurrò Eny, pallidissima in viso –non mi hai uccisa…avevo ragione, anzi…ne ero certa-
-Non potevi saperlo invece!-
-E invece si, non mi faresti mai del male…mi hai anche preso l’unicorno- sorrise la ragazza, fissandolo da sotto in su –e nelle mie vene scorre anche il sangue di un vampiro, che è più potente di quello umano…quindi te ne è bastato di meno-

In effetti ha ragione…il suo sangue è differente da quello degli altri…in lei scorre il sangue di Winifred.
-Non farlo mai più- stabilì Sebastian.
-Non sei tu a dover decidere della mia vita e del mio sangue- rispose Eny –ti ho salvato…e lo farei ancora e ancora- rabbrividì –Sebastian ho freddo…e ho anche fame…- lui afferrò la coperta ai piedi del letto e la stese sopra la ragazza. Le appoggiò una mano sulla fronte, sentendola tiepida sotto al suo tocco freddo, le scostò una ciocca di capelli dal viso.
-Vado a prenderti da mangiare- Eleanor annuì e sorrise, allungando una mano ad abbracciare l’unicorno bianco. La mano di Sebastian indugiò ancora sulla sua pelle, accarezzandola lentamente. Pensò che avrebbe potuto anche ucciderla in un sol colpo, era una creatura indifesa ora…una giovane e debole umana nelle sue mani. Eppure non si sarebbe mai sognato di farle del male, anzi…chiunque si fosse avvicinato troppo a lei, avrebbe fatto una pessima fine –Torno presto- disse infine, lasciando la stanza.

 

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Capitolo 15
*** capitolo 15 ***


CAPITOLO 15

 

Helena uscì dalla stanza di Sebastian, dove Eny si era appena addormentata dopo aver mangiato. Chiuse la porta dietro di sé e tornò nella sala del quadrante dove i due vampiri aspettavano, Sebastian appollaiato vicino alla finestra, Chris sul divano con un giornale.

-Come sta?- domandò il vampiro moro.

-Debole, ha perso molto sangue… ancora un po’ e credo sarebbe morta- disse la ragazza –deve riposare per alcuni giorni e non muoversi dal letto- lei ne sapeva qualcosa. Quando Jeremy l’aveva trovata a terra, con le vene tagliate lei aveva perso moltissimo sangue, solo per un soffio era sopravvissuta. Per recuperare ci aveva messo molto tempo. A vantaggio di Eny c’era il fatto che non aveva compiuto quel gesto per depressione, Helena però non capiva.

Fissò Sebastian immobile sullo sgabello rivolto ad una finestra. Eny aveva deliberamene deciso di salvarlo a costo di rischiare la vita… La dark sospirò, anche lei aveva letto qualche pagina del diario di Winifred Wood e concordava con Christopher. L’amore tra umani e vampiri era pericoloso.

Chissà… forse è nel destino della famiglia Wood avere un legame così stretto con i vampiri pensò. In quel momento Chris si alzò e ripose il giornale.

-Andiamo da tuo fratello- disse sorpassandola –E sbrigati, prima che cambi idea- Sebastian alzò lo sguardo sull’amico, ma Chris guardava Helena –Vuoi andare o no?-

-Ah, va bene…- disse lei, si infilò velocemente gli anfibi e raggiunse il ricciolo alla porta. Uscirono dalla Torre ed Helena fece strada verso casa.

Era stata colta di sorpresa dall’iniziativa di Chris ma era contenta: finalmente avrebbe potuto vedere Jeremy e stare un po’ con lui, le andavano bene anche pochi minuti, giusto il tempo di accertarsi che il fratello stesse bene e di fargli capire che, pur con qualche difficoltà, anche lei stava bene ed era tutto a posto.

Dietro di lei, Chris camminava, mani in tasca, osservando con attenzione l’ambiente circostante, i sensi all’erta per capire se c’erano vampiri in zona. Più che altro, visto che era mattina, sperò che gli umani protetti di Thor o delle altre due pazze non stessero controllando in giro, Chris e Sebastian li detestavano anche più dei vampiri come loro. I protetti erano umani accuratamente selezionati che venivano scelti dai vampiri per permettergli di interagire nel mondo senza farsi scoprire. Gli umani svolgevano moltissime mansioni, ma la maggior parte era impiegata per dare modo a Thor di tenere sotto controllo tutta Sacrament o quasi. Solitamente appena terminato il loro compito o al sopraggiungere della vecchiaia, i protetti venivano uccisi, era raro che qualcuno si trasformasse e in tal caso andava a far parte del seguito di un qualsiasi vampiro.

-Eccoci- disse Helena che sperava non ci fossero i suoi genitori in casa, ma era improbabile: era orario d’ufficio. Suo fratello andava all’università e quindi era più facile che fosse a casa a studiare in santa pace, non amava frequentare le lezioni. Sollevò la mano e suonò il campanello.

La porta si aprì e Chris vide sulla soglia un ragazzo identico ad Helena, la sola differenza era costituita dai capelli più corti e più chiari e i lineamenti lievemente più squadrati… per il resto, erano assolutamente uguali.

La ragazza non disse una parola, si lanciò ad abbracciare Jeremy, stringendosi a lui con tutta la forza che aveva.

-Va tutto bene- disse lui accarezzandole la testa.

-Mi dispiace tanto- mormorò lei.

-E per cosa? Su entra così mi spieghi- Helena si staccò da lui, mantenendo una mano nella sua, si voltò e solo allora Jeremy si accorse della silenziosa presenza di Chris –Lui?-

-Ti presento Christopher, lui è…- Helena esitò, non sapeva proprio cosa dire. Jeremy e Chris si fissarono negli occhi.

-Spero per te che tu la stia trattando bene- sibilò Jeremy assottigliando lo sguardo –Se facessi del male a mia sorella, non te lo perdonerei mai- Chris sollevò un sopracciglio. Riusciva a percepire quasi fisicamente il fortissimo legame tra i due gemelli… ma non aveva mai pensato che arrivasse fino a quel punto. D’altra parte Helena era già diversa rispetto alle persone normali, probabilmente anche Jeremy lo era a suo modo, così come diverso era il legame che li univa. Qualcosa di molto simile all’empatia.

-Credo ci voglia una spiegazione- tagliò corto Chris entrando in casa. Helena chiuse la porta e lo seguì assieme a Jeremy.

-Anche perché non credo proprio che tu sia in soggiorno studio- disse Jeremy, Helena annuì.

-Infatti- intervenne Chris. Non avrebbe mai voluto farlo, ma sentiva che doveva dire la verità a quel ragazzo, non avrebbe mai creduto ad una qualsiasi storia. Onestamente, Jeremy a Chris faceva uno strano effetto e viceversa –Io sono un vampiro- disse come se fosse una cosa normale –Ho aggredito tua sorella e l’ho morsa, ma mentre, di solito, la gente muore o in rari casi si trasforma, a lei non è accaduto nulla. Per questo motivo l’ho condotta dove vivo. Helena ha un sangue molto particolare che mi potrebbe servire per recuperare la memoria di quando ero umano- Jeremy incrociò le braccia, mentre Helena fissava Chris con aria sconvolta. Aveva davvero detto tutto a suo fratello?

-E pretendi che beva questa storia?-

-E’ la verità- disse Helena –Non ti mentirei mai Jeremy…-

-Questa storia è assurda!- borbottò il ragazzo –Adesso smettila e raccontami la verità!-

-La verità ti è appena stata detta- disse Chris duramente. Afferrò Helena per un braccio, tirandola verso di sé –Vuoi vedere?- e senza attendere risposta sfoderò i canini e li affondò nel collo bianco della ragazza. Helena gemette dal dolore, sentendo le forze abbandonarla.

Jeremy fissava allibito la scena per alcuni secondi, poi si riebbe e si scagliò contro Christopher, allontanandolo da sua sorella e prendendola al volo.

-Oddio, Helena…- la ragazza era svenuta, poco più in là Chris si rimise in piedi e guardò Jeremy depositare la ragazza sul divano. Si passò la lingua sulle labbra, raccogliendo un’ultima goccia di sangue, mentalmente sorrise. Non era affatto pentito di quella piccola dimostrazione, aveva avuto l’occasione per mordere ancora Helena e gustare quel suo sangue così buono, così speciale.

-Adesso mi credi?- domandò sedendosi con eleganza su una poltrona, Jeremy gli scoccò un’occhiata di puro astio.

-Sei un mostro- ringhiò –Dovrei ucciderti!-

-Non ce la faresti mai- constatò il vampiro con noncuranza –Ora ascolta bene, tua sorella non è al sicuro. A causa del suo sangue particolare ha un odore diverso da tutti gli altri e una vampira molto potente l’ha sentito, per lei è pericoloso andare in giro da sola-

-Perché mi dici questo?-

-Perché stando lontana da te stava male- rispose Chris, aveva notato subito come Helena si fosse ripresa alla sola vista del fratello, sulla soglia di casa –Avete un legame così stretto…-

-Rispondi alla mia domanda. Non mi sembri affatto il genere di persona che fa qualcosa solo perché qualcuno sta male, anzi. Hai l’aria da schifoso opportunista-

-Lei mi serve, hai ragione- disse Chris, stringendo gli occhi –Ma viva e, soprattutto, sana. Non è mia intenzione farle del male o ucciderla, per questo motivo l’ho portata da te. Resterà qui per qualche giorno ma non potrà uscire-

-Che cosa? Sei pazzo!-

-Vuoi che muoia?- replicò il vampiro –Se esce da sola o con te, è morta- Jeremy lanciò uno sguardo alla sorella che stava rinvenendo.

-No… che domande…- mormorò accarezzando una guancia di Helena.

-Se vuoi che stia qui, devi obbedire a ciò che ti dico. Altrimenti morirete tutti e due, gli altri vampiri non sono così indulgenti-

-Restare qui?- sussurrò Helena alzandosi a sedere e fissando Christopher come se lo vedesse per la prima volta. Il vampiro annuì –Davvero?- domandò la ragazza sgranando gli occhi.

-Non potrai uscire per alcuna ragione- ribadì Chris. Helena annuì, tanto ormai ci era abituata, ma un conto era stare nella Torre, malgrado la presenza di Eny rendesse le cose più semplici e sopportabili, un altro era stare a casa con Jeremy. Anche se voleva dire vedere i suoi genitori.

-Ho delle cose alla Torre…- disse lei, alzandosi in piedi, ma barcollando. Si sentiva un po’ debole, Jeremy l’aiutò a restare in piedi.

-Te le porterò- lei guardò il vampiro e suo fratello. Jeremy annuì e lasciò la stanza, andando al piano di sopra –Se scopro che sei uscita, ti ammazzo con le mie mani- sibilò il vampiro –Poi ammazzo tuo fratello-

-Essere qui è già tanto… Mi basta stare un po’ con lui-

-Tra una settimana tornerai alla Torre. Verremo a prenderti o io o Sebastian- Sempre che non sia troppo impegnato a flirtare con Eleanor pensò.

-Una settimana!- esclamò Helena, sinceramente stupita –Mi lasci qui così tanto? Sul serio?- Chris annuì, poi in un attimo sentì le labbra di Helena posarsi sulla sua guancia.

-Grazie- disse la ragazza allontanandosi subito, imbarazzata dal proprio gesto impulsivo –E mi… scuso se… so che sono stata una stronza-

-Lo sei stata-

-Però grazie… per…-

-Si, ho capito- tagliò corto Chris che cominciava a sentirsi vagamente a disagio. Non era abituato ad essere ringraziato e non da Helena. Era una strana sensazione, ma non gli erano dispiaciute quelle parole e nemmeno quel piccolo bacio frettoloso. Forse, se fosse stato un contatto più serio avrebbe anche apprezzato maggiormente… -Ti porterò la roba- le diede le spalle e uscì velocemente dalla casa.

 

Eleanor scostò la coperta e sbadigliò. Si sentiva riposata anche se ancora piuttosto debole, dando un’occhiata all’ora vide che aveva dormito per molte ore di fila, aveva anche fame. Lentamente, stringendo il peluche dell’unicorno a sé, si alzò e andò nella sala del quadrante. La Torre era stranamente molto più silenziosa del normale, non sentiva l’mp3 di Helena andare o Chris borbottare qualcosa o ancora Sebastian ringhiare per la fame.

Il vampiro biondo sollevò gli occhi non appena lei mise piede nel salone.

-Non dovresti alzarti- l’ammonì abbandonando la lettura del diario di Wine Wood per alzarsi e raggiungerla –Devi startene a letto e riposare-

-Ma ho già dormito molto, devo anche andare in bagno e mangiare…- lui annuì. L’accompagnò in bagno e rimase ad aspettare fuori dalla porta.

-Adesso tornatene di là- disse non appena lei emerse dalla porta. Si era data una rinfrescata e aveva legato i capelli in una lunga treccia castana.

-Non mi va di stare a letto-

-Hai perso molto sangue, non discutere- Eleanor sbuffò –Non fare la mocciosa-

-Odio stare ferma- borbottò la ragazza –Almeno posso stare sul divano? Starò buona e ferma… ma per piacere, non a letto! Mi sentirei malata!-

-E va bene- sospirò il vampiro biondo, Eny sorrise e si avviò nuovamente nella sala del quadrante. Sebastian la seguì, recuperò il diario di Winifred e si immerse nuovamente nella lettura, sprofondando in una poltrona di velluto, sistemata in un angolo in fondo alla stanza.

-Hai trovato qualcosa di utile?- domandò la ragazza raggiungendolo.

-Tua nonna amava gli enigmi, me lo ricordo bene- rispose lui –Ma a meno di non essere un genio, non capisco nulla: troppe cose non hanno senso- Eleanor corrucciò le sopracciglia, pensando velocemente.

-Il diario era destinato a me- disse dopo qualche minuto –Quindi credo di essere l’unica a poter capire il significato nascosto delle sue parole… Solo che non so bene cosa cercare-

-Stiamo cercando un rituale, un rituale molto potente- disse Sebastian tamburellando con le dita sulla copertina consumata del diario –Eppure qui ci sono molte formule, ma niente che ci possa aiutare in quel senso… La faccenda della memoria è tabù tra noi vampiri e i Master sono sempre molto gelosi delle proprie conoscenze-

-La conoscenza dà potere- mormorò Eny, il vampiro fece un cenno d’assenso, aveva ragione.

-Comunque non trovo niente e Chris comincia a spazientirsi- borbottò scocciato, l’amico non si era nemmeno preso la briga di leggere quelle pagine decentemente, limitandosi a sfogliarle per vedere qualche particolare.

Senza alcun preavviso Eleanor scostò il braccio dalle ginocchia di Sebastian e ci si sedette comodamente sopra, appoggiandosi a lui. Afferrò il diario e lo aprì alla prima pagina.

-Cosa diavolo stai facendo?- esclamò il vampiro, Eny sorrise.

-Ti aiuto­… non vuoi una mano? Eh? Eh? Dai, mi sento così inutile! Avanti Sebastian…- gli strusciò il peluche contro la guancia liscia. Il vampiro lo scostò da sé.

-Smettila subito! Non sei una bambina!- la sgridò alzando appena la voce, la ragazza curvò le spalle, strinse a sé il diario e l’unicorno bianco. Così facendo l’occhio del vampiro cadde sulla fasciatura che ancora le avvolgeva l’avambraccio dove si era tagliata per lui… Eleanor stava per alzarsi dalle sue ginocchia ma la trattenne. Era così leggera! Non gli sembrava nemmeno di avere un peso adulto seduto sopra.

-Perché lo hai fatto?- Eny seguì il suo sguardo, puntato sulla benda, alzò le spalle.

-Non volevo lasciarti morire, Chris avrebbe anche potuto fallire ed Helena non stava bene per via di Jeremy. Ho fatto la cosa che ritenevo più giusta-

-Non dovevi-

-Invece che ringraziarmi mi rimproveri sempre!- sbuffò Eny –E io che pensavo di averti fatto piacere! La prossima volta ti lascio morire dissanguato!- lo colpì sul naso col peluche –Sei cattivo! Cattivo, cattivo e cattivo!-

-Questo cattivo ti ha preso quel dannato unicorno. E smettila di strofinarmelo addosso!- Eny si fermò e guardò l’animale di pezza bianchissimo che teneva tra le mani poi guardò Sebastian e gli sorrise.

-Lo so!- disse gettandogli un braccio attorno al collo, Sebastian l’afferrò per le spalle allontanandola un po’ da sé, la volta precedente i ringraziamenti di Eny avevano preso una piega decisamente non prevista… Ma con quel sorriso sul volto era bellissima, poteva raccontare a Chris tutte le balle che voleva, gli era bastato il sorriso di gratitudine di Eleanor per sentirsi felice –Che cosa c’è?-

-Niente- Sebastian distolse lo sguardo, Eny si piegò per incrociare di nuovo gli occhi con i suoi.

-Sebastian…-

-Ho detto niente, finiscila- la mano della ragazza si posò sul suo volto, costringendolo a voltarsi verso di lei, le sue dita tiepide sfiorarono quella pelle così pallida e liscia, perfetta… così fresca sotto al suo tocco leggero.

-Se continui così non capirò mai un accidente di te- lo rimproverò.

-Non dovresti-

-Ah, no?-

-No- il vampiro socchiuse gli occhi, avvicinando le labbra a quelle della ragazza, sfiorandole appena. Erano calde, morbide, invitanti. Fece scivolare una mano dietro al suo collo, senza incontrare resistenza attrasse Eleanor a sé, baciandola ancora, con più decisione. La ragazza ricambiò il bacio, il peluche le scivolò di mano, cadendo a terra senza far rumore e lei si strinse a Sebastian le cui mani scesero ad abbracciarle i fianchi. Dopo qualche altra esitazione, il semplice carezzarsi di labbra divenne qualcosa di più profondo, caldo e freddo si incontrarono, danzando insieme prima languidamente poi con passione sempre crescente.

Eleanor non capiva nulla. Tutto ciò che sapeva era che mai nessuno l’aveva baciata in quel modo. Si sentiva rimescolare dentro, scuotere dalla testa ai piedi dal piacere che sentiva. Sebastian era sensuale, irruente e dolce insieme, la baciava come se non ci dovesse essere un domani… qualcosa che la ragazza non aveva mai immaginato nemmeno nei sogni più estremi.

o mio dio! perdono! pensavo che almeno Kuji13 avesse aggiornato e invece no! perdonoooo! *si inchina umilmente migliaia di volte* spero di ricordarmi la prossima volta... intanto vi auguriamo una buona lettura! XD keep on enjoying us! musicaddict

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


16

CAPITOLO 16

Chris entrò nella stanza sbattendo la porta: l’immagine che si era trovato di fronte entrando non fu di suo particolare gradimento. Sebastian aveva Eleanor sulle ginocchia e la stava baciando.
Lo sbattere della porta fece staccare immediatamente i due, lasciando che lo sguardo iracondo di Chris si fissasse in quello colpevole e preoccupato di Sebastian.
-Cosa cazzo stavi facendo, Sebastian?- esplose il ricciolo avvicinandosi ai due. Sebastian fece alzare di scatto Eleanor dalle sue ginocchia e si tirò in piedi per fronteggiare Chris. Era evidentemente furioso, non era il caso che la ragazza rimanesse nella stanza, cercò di farle cenno di allontanarsi, ma Chris fu più veloce e afferrò Eleanor per un braccio trascinandola in camera di Sebastian e chiudendocela dentro a chiave.
-Christopher! Fammi uscire immediatamente!- protestò lei picchiando i pugni sulla pesante porta di ciliegio –Non hai il diritto di chiudermi qui dentro!-
Chris non l’ascoltava, continuava a fissare il suo compagno negli occhi con tanta ira da spaventarlo addirittura. –Hai idea di cosa significherebbe, Sebastian?! Siamo messi abbastanza male senza che tu peggiori le cose flirtando con un’umana! Sheila ti ha attaccato riducendoti quasi in fin di vita, e questo perché non le stiamo molto simpatici, tu in maniera particolare! Indovina perché… Abbiamo causato più guai a Thor noi due messi insieme che non tutti i vampiri che gli sono passati sotto mano in secoli di esistenza, come credi reagirebbe nello scoprire che non solo nascondiamo due esseri umani nella nostra torre, ma che addirittura tu te la fai con una di loro? Vuoi mandare tutto a puttane proprio adesso, Sebastian? Perché non ho intenzione di lasciartelo fare!-
Sebastian cercò di replicare –Non essere precipitoso, Chris, a conti fatti Eny non è totalmente umana: sua nonna era una vampira, sono sicuro che anche lei lo è in parte.-
-Per te è troppo semplice, Sebastian! Solo perché sua nonna era un vampiro non significa che anche lei lo possa diventare!- replicò Chris avvicinandosi a lui –Guarda com’è finita con Wine! Lei non è stata eliminata dagli altri Master solo ed esclusivamente perché lei stessa era un Master! Le è stato concesso di continuare a esistere, ma le è stato vietato l’accesso al Palazzo e le è stato imposto l’esilio. Credi che andrebbe così bene a un altro vampiro nella stessa situazione, magari a un ribelle come te o come me? Se di te non te ne frega niente, pensa almeno a ciò che accadrebbe a Eleanor se vi scoprissero!-
Sebastian sbarrò gli occhi in un’espressione di puro terrore: Chris aveva ragione, loro rischiavano molto di più che non Winifred e Sam Wood, soprattutto perché Thor era particolarmente severo con lui a causa di numerosi guai in cui si era cacciato in precedenza. Vedeva davanti ai suoi occhi le immagini di ciò che sarebbe potuto succedere in caso avessero scoperto la sua relazione con Eny. La peggiore delle torture da lui sopportate non era minimamente paragonabile con le punizioni per alto tradimento o gravi disobbedienze al regolamento, e ad Eny sarebbe stato riservato qualcosa di molto peggiore: lei non aveva la forza fisica di un vampiro, non avrebbe resistito a quelle torture…
Cercando di cacciare dalla mente questi pensieri, Sebastian portò l’argomento su qualcos’altro. Aveva notato l’assenza dell’altra ragazza all’ingresso di Chris, così gli chiese dove fosse finita.
-L’ho lasciata da suo fratello.- rispose il ricciolo.
-COS’HAI FATTO?- replicò Sebastian sorpreso e in parte arrabbiato –Mi rimproveri il fatto di aver baciato una ragazza per cui provo qualcosa, e tu lasci che Helena scorrazzi libera per Sacrament dopo che Morgan ha sentito il suo odore?! Credo che dovresti farti un esame di coscienza, Christopher!-
Chris gli rivolse un’occhiata gelida, di quelle che solitamente erano riservate a Morgan –Non ho una coscienza, Sebastian, ci tengo a ricordarti, e comunque non rischiamo niente con Helena fuori. Ho dato precise istruzioni a suo fratello affinché non la lasci uscire se non ci siamo anche noi, e comunque resterà là solo per una settimana.- rispose –Non è della stessa gravità della relazione tra te ed Eleanor.-
Sebastian storse la bocca in un’espressione di disappunto –Quello che fai tu va sempre bene, vero, Christopher? La gravità è la stessa, perché se trovano Helena rischiamo tanto quanto se vengono a sapere di me e Eny, quindi non capisco proprio perché tu l’hai lasciata in mano a un essere umano che non sarebbe in grado di difenderla in caso di attacco.-
-La differenza tra le due situazioni è che io, a differenza tua a quanto pare, penso alle conseguenze delle mie azioni e calcolo tutte le possibilità prima di agire. Se ho lasciato che Helena restasse da Jeremy, è stato perché ho riflettuto su tutto quanto può accadere e ho concluso che si poteva fare, in più è per una sola settimana, mentre non credo che tra te e Eny si tratti di una sola settimana.- replicò Chris considerando chiuso il discorso, ma Sebastian non sembrava dello stesso parere.
-Anche io ci ho pensato a fondo, Christopher, e se alla fine ho deciso di mandare a fanculo tutti gli scrupoli è perché a quanto pare li ritengo inutili.- disse Sebastian –Non sei l’unico a pensare, qui dentro, mi dispiace deluderti… Quando ti fai passare come l’unico tra i due che ragiona su quello che fa mi fai incazzare!-
-Io mi preoccupo per te.-
-No, Chris, tu ti preoccupi solamente del tuo fottuto piano per ritrovare la memoria!-
Chris non resse a quella provocazione. Con un salto felino fu su Sebastian e lo schiacciò contro il muro afferrandolo per il colletto della maglia che portava. Aveva gli occhi rossi, come quando era a caccia, e un ringhio di rabbia usciva cupo e minaccioso dai suoi denti appuntiti rivolti contro il compagno. Anche Sebastian ebbe la medesima reazione, afferrò Chris per il collo della giacca e portò il suo viso a pochi centimetri dal suo ringhiando e mostrando i denti. Da dietro la porta della camera in cui era rinchiusa, Eny continuava a reclamare di essere liberata battendo i pugni sul legno massiccio. Sebastian allentò la presa e allontanò Chris da sé.
-Secondo me hai la coda di paglia, Chris.- disse il biondo tornando in possesso delle sue facoltà –Credo che tu ti stia rammollendo un po’, qualche giorno fa non avresti mai permesso a Helena di uscire dalla Torre qualche ora, figuriamoci rimanere da suo fratello una settimana!-
Chris continuò a guardarlo con occhi gelidi, non del tutto liberi dal rosso della rabbia –A me non verrebbe mai in mente di rischiare una storia con un’umana, levatelo dalla testa!-
Sebastian sorrise, un sorriso di sfida –Tu rendi i sentimenti troppo razionali, Chris, credi di poter decidere tutto e di avere sempre tutto sotto controllo. Beh, sappi che puoi decidere molte cose, ma che dei miei affari sentimentali decido solamente io.- disse, poi superò il moro e andò ad aprire a Eny, chiudendosi con lei dentro. Chris capì di essere stato appena invitato ad andarsene, ringhiando se ne uscì dalla Torre per lasciare Sebastian alla sua rovina.
Eny era molto spaventata: aveva sentito i ringhi minacciosi nell’altra stanza e aveva sentito i due amici litigare pesantemente. –Cos’è successo? Perché ho sentito che ringhiavate?-
-Non preoccuparti, capita che io e Chris abbiamo delle discussioni un po’… accese, ma poi torniamo in buoni rapporti.- la tranquillizzò Sebastian invitandola a sedersi sul letto per calmarsi.
-Non voglio che litighiate a causa mia, Sebastian. Non ne valgo la pena! Forse sarebbe meglio che me ne andassi…-  disse Eleanor abbandonandosi sul materasso morbido.
Sebastian si affrettò a sederle accanto –Non credo sia una buona idea.- disse, afferrandole le mani e cominciando a giocare con le sue dita –Sei l’unica in grado di interpretare il diario di tua nonna, per cui ci sei utile, e questo è un motivo per cui Chris non ti lascerebbe andare, e poi non me ne frega un cazzo di quello che pensa lui, io voglio che tu resti.-
Eny lo guardò arrossendo leggermente –Perché non potresti… i miei nonni…- balbettò.
-Wine e Sam avevano dalla loro che lei, in quanto Master, aveva numerosi vantaggi, purtroppo non è il mio caso.- rispose Sebastian –Io non voglio farti rischiare niente, Eny, ma devi sapere che se decidessimo di andare avanti potresti rischiare molto peggio che perdere la vita.-
-Non ho niente da perdere… Solo non voglio che a causa mia andiate nei guai tu e Chris.- disse lei.
Sebastian la guardò intensamente negli occhi con quelle sue iridi nere che inquietavano molti, ma non Eny –Se non decifriamo il diario tutto quello che abbiamo fatto finora sarebbe inutile, questo è abbastanza per convincere Chris a lasciarti qui. In più nei guai potremmo finirci in mille altri modi, non devi preoccuparti per queste cose.-
Eleanor annuì silenziosamente prima di appoggiare la fronte nell’incavo della spalla del vampiro –Io mi fido di te, Sebastian.-

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Capitolo 17
*** capitolo 17 ***


CAPITOLO 17

 

Chris si era rifugiato sul suo grattacielo sperando di ritrovare la calma. Sebastian a volte poteva risultare decisamente irritante e, soprattutto, la sua noncuranza metteva in pericolo quelli che gli stavano attorno. Non era questo che preoccupava veramente Christopher, non era un segreto il fatto che per il suo amico avrebbe rischiato la sua esistenza (non poteva dire la vita, tecnicamente lui era già morto), tuttavia non poteva continuare a scusarlo tutte le volte che si limitava a seguire il suo istinto egoista.

A te frega solo del tuo fottuto piano per ritrovare la memoria!

Probabilmente aveva ragione, ma non poteva farci niente: per lui ritrovare la sua memoria era importantissimo, anche perché era sicuro che sarebbe riuscito così a entrare in possesso di informazioni che avrebbero permesso loro di andarsene definitivamente da Sacrament. A lui importava solo questo, non lo negava. D’altronde, come si poteva rimproverargli di desiderare la libertà? Detestava essere sotto il dominio di qualcun altro, essere controllato a ogni mossa fatta, dover fare attenzione a cosa diceva e a come agiva… Era stanco di quell’esistenza, dopo quattro secoli si trovava a un passo dalla libertà e avrebbe dovuto fregarsene? Se il rapporto tra Sebastian e Eleanor si fosse trasformato in qualcosa di pericoloso, non avrebbe permesso loro di continuare. Non poteva, a rischio di farsi odiare definitivamente da Sebastian.

La musica nelle orecchie, per quanto elevata, non poté coprire il fruscio provocato dal vento tra le pieghe del vestito scuro di Morgan, apparsa in quell’istante. Sembrava avere un radar per trovarlo nei momenti in cui non era insieme a Sebastian, Chris era certo che non aspettasse altro giorno dopo giorno.

-Sei un abitudinario, Chris, non è difficile trovarti quando sei solo.- trillò la vampira avvicinandosi a lui, la sua ombra lunga e scura che si stagliava contro la sua schiena –Litigato con Sebastian?-

Chris si voltò verso di lei, spegnendo il suo i-pod e riponendolo nella tasca. –A quanto pare non serve a niente dirti di starmi lontana. Non sono affari tuoi i motivi per cui me ne sto da solo e dovresti cominciare a non venirmi a cercare quando senti che non c’è Sebastian. Di che vai in cerca, Morgan?- disse, lanciandole degli sguardi velenosi da sopra la spalla, sguardi ancora in parte cremisi.

La risata perversa e cattiva di Morgan penetrò acuta nelle orecchie sensibili del vampiro. Gli si inginocchiò rapida accanto e protese il suo volto verso quello appuntito e freddo di lui. –Un bacio come quello che mi desti non molto tempo fa alla Torre… magari qualcosa di più.- disse con una voce sensuale.

Chris allontanò schifato il viso spingendola in là con un braccio –Non sei di mio interesse, lo sai bene.-

-Eppure quel giorno alla Torre non sembravi così schizzinoso.- continuò a miagolare la rossa accarezzandogli una guancia con la sua mano affusolata.

-Quel giorno alla Torre avevo voglia di togliermi uno sfizio, ho notato che non vali quello che vendi.- rispose gelido il vampiro continuando a spingerla via.

Morgan assunse un’espressione offesa, si protese ulteriormente in avanti e chiuse le labbra di Chris con le sue, in un bacio molto più passionale di quello alla Torre, ma altrettanto respinto da lui. Con una spinta energica la staccò da sé, liberandosi finalmente dai suoi tentacoli.

-Cos’è, non ti piacciono le donne, Christopher?- ghignò lei.

-Di certo non le puttane della tua specie…- ringhiò lui di rimando, pulendosi la bocca per quanto possibile. Morgan fu di nuovo su di lui.

-Attento, sai che provocarmi può costarti molto caro…- gli sussurrò all’orecchio. All’improvviso i suoi occhi si spalancarono e si allontanò di scatto da lui. –Cos’è quest’odore?-

Chris si allarmò. Helena. Il bacio che gli aveva dato doveva aver lasciato su di lui il suo odore. –Quale odore?- cercò di svicolare lui.

-L’odore che hai addosso! E’ l’odore di un’umana giovane…- ringhiò lei girandogli attorno con aria di sospetto.

L’ha sentita… -Sono stato a caccia prima, deve essere l’odore di quella ragazza quello che hai sentito.- si giustificò Chris cercando di risultare il più naturale possibile. Ma non lo era. Era nervoso e Morgan se ne rendeva perfettamente conto.

-E’ lo stesso odore che avevo sentito alla Torre quando sono venuta a farvi visita con Thor.- replicò lei con uno sguardo crudele e sospettoso –Ne sono sicura: è un odore così particolare che non capita spesso di incontrarlo.-

Chris era veramente allarmato: se Morgan si ricordava così bene dell’odore di Helena, allora la ragazza non era al sicuro. Avrebbe potuto rintracciarla facilmente a casa dei suoi genitori, se Jeremy non l’avesse controllata a dovere avrebbe potuto trovarla e ucciderla, o peggio… Thor si sarebbe incuriosito alla capacità di sopravvivenza e immunità della ragazza e l’avrebbe fatta catturare per studiarla. Con uno scatto fu subito in piedi, gli occhi puntati contro la vampira in un’espressione di angoscia.

-State nascondendo qualcuno alla Torre, Christopher?- domandò Morgan con un sorriso perfido sulle labbra rosse.

-Non siamo così incoscienti, Morgan.- obiettò lui con un sorriso di scherno –Sappiamo benissimo che ci tenete sotto controllo, credi che saremmo così stupidi da nascondere degli umani in casa? E a che pro, poi?-

Morgan si alzò a sua volta avvicinandosi felina a lui, annusandolo ancora –Eppure questo non è il tuo odore, Chris: questo è l’odore di un essere umano.-

Christopher le afferrò i polsi con cattiveria, spingendola lontana da lui –Queste insinuazioni potrebbero costarci molto care, Morgan, pensa a quello che dici!-

-I vostri segreti non resteranno nascosti ancora a lungo, non con me.- sibilò lei divincolandosi dalla presa.

-Vattene.- le intimò il vampiro con decisione. Morgan si smaterializzò all’istante, ma la sua espressione non era più né offesa né stizzita, era trionfante e perfida.

Helena.

E se si fosse appena messa sulle sue tracce? Non poteva nemmeno pensarci. Si portò le mani alle tempie, cercando di contrastare quell’istinto di soccorso che lo stava stuzzicando. Helena era al sicuro da suo fratello, lui non avrebbe mai rischiato la sua vita… E allora perché sentiva il bisogno di controllare che tutto fosse a posto? Più tempo passava sulla terrazza, più sentiva l’angoscia aumentare. Alla fine si decise e si materializzò sulla terrazza di casa di Helena.

Fortunatamente non c’era nessuno, tranne la ragazza che sfogliava un album di foto seduta sul pavimento. Cercò di non farsi vedere, ma Helena alzò lo sguardo verso la porta finestra attirata dal rumore del vento e trovò gli occhi chiari del vampiro.

-Cosa ci fai qui?- gli domandò andandogli ad aprire. Chris entrò felino nella stanza cominciando ad annusare in giro e a guardare nelle ombre, ancora in preda all’ansia. –Christopher?-

-Non è ancora qui… almeno non sembra… E se arrivasse questa notte? Non le sarebbe difficile entrare e… Merda, ho fatto una cazzata!- balbettava il vampiro mentre ispezionava ogni singolo angolo della camera.

-Cosa succede? Chi dovrebbe venire qui stanotte?- chiese Helena cercando di fermarlo e calmarlo.

-Ti devo portare via da qui, non sei al sicuro.-

La ragazza lo guardò spaesata –Che cazzo stai dicendo, Chris, me lo spieghi?- sbottò –Vuoi calmarti e spiegarmi tutto? Io non capisco, perché dovresti portarmi via? Sono arrivata solo oggi, avevi detto che mi lasciavi qui una settimana!-

Chris le lanciò uno sguardo penetrante –Morgan ha riconosciuto il tuo odore poco fa.- le spiegò, con un tono di voce tutt’altro che calmo –Sarebbe in grado di rintracciarti in qualunque momento, non sei al sicuro a casa dei tuoi genitori. Io ti riporto alla Torre.- e così dicendo tirò fuori dall’armadio della ragazza il suo borsone, ma Helena lo bloccò con decisione.

-Chris, calmati!- disse afferrandolo per un braccio –Non sei in grado di ragionare in questo momento, mi pare. Io sono stanchissima, questa è stata una giornata stressante, ho bisogno di una doccia e di dormire. Domani ne riparleremo con calma, torna pure alla Torre e non preoccuparti.-

-Non se ne parla neanche: io resto qui. Non ti lascio qui da sola mentre Morgan scorrazza per Sacrament alla ricerca del tuo odore.- obiettò lui infilando nuovamente il borsone nell’armadio.

Helena lo guardò con un attimo di titubanza negli occhi –Fa’ un po’ come ti pare… Comunque io credo che tu ti stia preoccupando per niente.-

-In questo momento non spetta a te dire di cosa dovrei preoccuparmi, non sai di che è capace Morgan, soprattutto se ci sono io di mezzo.- replicò Chris andando a controllare nuovamente alla finestra e chiudendola a chiave –Tu fai quello che devi fare, io resterò qui a fare da guardia.-

La ragazza continuò a guardarlo spaesata, ma alla fine decise di fare come le era stato detto: prese il necessario e si rifugiò in bagno, lasciandolo in camera sua a controllare che tutto andasse come di dovere.

Quando tornò, Christopher era seduto sul pavimento, ai piedi del letto, con in mano l’album di foto che prima lei stava sfogliando. Si tamponò i capelli bagnati con l’asciugamano mentre l’osservava.

-Sono le foto di quando ero piccola.- gli comunicò issandosi sul letto.

-Bionda sembri un’altra.- commentò lui girando le pagine –Sembravi anche più felice.-

Helena assunse un’aria sofferente –Quando sei piccolo non ti accorgi di cosa ti circonda veramente.-

-Non ho ricordi con cui confrontarmi.- rispose Chris chiudendo l’album e lanciandole un’occhiata.

Lei non seppe cosa rispondere, l’idea che i vampiri non avessero dei ricordi le sembrava così fuori portata per lei… -Io ho sonno, adesso dormo. Se puoi farmi il favore di non fissarmi tutta la notte saresti gentile: mi metti ansia altrimenti.- disse infilandosi sotto le coperte.

Chris reclinò la testa all’indietro, posando la nuca sul materasso e socchiudendo gli occhi –Non preoccuparti, quando siamo molto stanchi anche noi vampiri dormiamo.- le disse –Solo non come voi: rimaniamo sempre coi sensi all’erta e non chiudiamo mai gli occhi totalmente.-

-Come i gatti.- constatò Helena.

-Più o meno.-

-Allora posso addormentarmi sicura, con la mia guardia del corpo personale ai piedi del letto.-

Chris sorrise, uno dei rari sorrisi che gli solcavano le labbra dai contorni perfetti –Non corri rischi, dormi tranquilla.- le disse in un sussurro.

-Buonanotte, micio.- lo salutò lei tirandosi le coperte fin sopra le orecchie e spegnendo la luce.

-Buonanotte, Helena.-

 

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Capitolo 18
*** capitolo diciotto ***


CAPITOLO 18

 

Helena si svegliò di buon’ora, aveva dormito bene quella notte, a casa sua, nel suo letto. Sorrise girandosi meglio sotto le lenzuola, con un piede sfiorò qualcosa ai piedi del letto e si tirò a sedere. Chris era ancora seduto a terra con la testa reclinata all’indietro, sul materasso. Le braccia abbandonate lungo i fianchi e gli occhi socchiusi.

Allora è così che dormono… pensò la ragazza, in quel momento Christopher non sembrava affatto un vampiro, ma solo un bellissimo ragazzo placidamente addormentato…come un micio. Helena allungò una mano, infilando piano le dita tra materasso ed il collo del vampiro, facendogli i grattini sulla nuca, Chris mormorò qualcosa voltando appena la testa, poi spalancò gli occhi.

Helena sobbalzò e ritirò la mano.

-Cosa diavolo stavi facendo?-

-Ecco…-

-Allora?- Chris afferrò il braccio di Helena –cosa credevi di fare?-

-Mi sembravi un micio- lui la lasciò andare con uno scatto. Helena si massaggiò il polso e si alzò dal letto andando in bagno per rinfrescarsi. Non pensava di aver fatto chissà che azione sconsiderata e lui invece aveva agito malamente, come sempre. Helena sbuffò, irritata. Si lavò con calma e si cambiò, appendendo il pigiama dietro la porta poi tornò in camera sua e si mise a riordinare un po’, sotto lo sguardo insondabile di Christopher. Dopo aver fatto il letto, il vampiro ci si sedette sopra, senza staccare gli occhi da lei e quello che stava facendo.

-Non c’è bisogno che mi fissi in quel modo- disse la ragazza –sei inquietante-

-Non mi dire…-

Jeremy aveva sentito delle voci al piano superiore, una certamente di Helena ma l’altra di qualcuno del quale non apprezzava affatto la presenza. Senza esitare aveva piantato la colazione ed era salito, mettendosi dietro la porta ad ascoltare.

Quello era senza dubbio il vampiro che aveva portato lì sua sorella. Il ragazzo strinse il pugno lungo il fianco e con l’altra mano spalancò la porta della camera di Helena.

Trovò sua sorella che rovistava nella cassettiera mentre Chris la osservava seduto a gambe incrociate sul letto.

-Cosa fa lui qui?- domandò Jeremy entrando, Helena si voltò calma verso di lui, aprì la bocca per parlare ma il fratello alzò una mano, proseguendo -voglio che sparisca da casa mia! Non voglio un cazzo di vampiro qui dentro, men che meno quello che ti ha morsa davanti ai miei occhi!-

-Jeremy, non hai capito- disse la ragazza.

-No, tu non hai capito!- sbottò lui, indicò Chris -quello è un mostro! Ti ha morsa, rapita e ti costringe a vivere come una reclusa per i suoi interessi!- la ragazza sbatté piano gli occhi. Fino al giorno prima la pensava esattamente allo stesso modo ma da quando Chris l’aveva portata da Jeremy, assecondando la sua richiesta, vedeva il vampiro in modo diverso.

Non le era dispiaciuto averlo li quella notte, a vegliare sul suo sonno.

-Jeremy, calmati, ti prego- Helena si avvicinò al fratello –è tutto ok-

-No che non è ok!- la ragazza sospirò, capiva perfettamente il fratello ma capiva anche le ragioni di Christopher. Il giorno prima, dopo che l’aveva morsa, si era svegliata in tempo per sentire le parole del vampiro sul fatto che non volesse farle del male e le era piaciuto sentirlo, aveva percepito che Chris cominciava a guardarla in modo diverso rispetto a prima.

Chris si alzò dal letto con un unico movimento fluido, puntando le iridi chiare in quelle del ragazzo, Jeremy ricambiò lo sguardo con astio. Era proprio come Helena, senza alcuna paura, lo fissava negli occhi come se volesse perforargli la testa.

-Non me ne andrò-

-Ti voglio fuori dalla mia casa- ringhiò Jeremy –e lontano da mia sorella-

-Jeremy, non è così semplice- sospirò la ragazza.

-Invece si. Tu. Lui. Insieme. Stanotte. Mi sembra chiaro come il sole- le scoccò un’occhiata traversa –dopo quello che ti ha fatto lo difendi anche? Cos’è, hai la Sindrome di Stoccolma?-

-A me non piace vivere da reclusa, ma la mia vita è davvero in pericolo- tentò di spiegarsi lei, inutilmente, Jeremy non voleva sentire ragioni. Voleva solo prendere il vampiro e sbatterlo fuori di casa immediatamente.

Il campanello fece sobbalzare i due gemelli, visto che Jeremy non si mosse, fu Helena che andò ad aprire la porta e con enorme sorpresa, vi trovò Sebastian.

-Chris è qui, vero?-

-Si, di sop…- ma il biondo l’aveva già sorpassata. Sebastian salì le scale e trovò l’amico intento in uno scontro di sguardi con quello che doveva essere il gemello di Helena.

-Stanotte?- domandò incrociando le braccia al petto e parlando bene a voce alta, di modo che anche gli altri due sentissero ogni parola.

-Sono stato qui- Sebastian sollevò un sopracciglio –Morgan mi ha trovato addosso l’odore di Helena e ha fatto molte domande poi se n’è andata in cerca di Helena per Sacrament-

-Merda-

-Già-

-E fammi indovinare…sei venuto qui per proteggerla meglio-

-Stai insinuando?- Sebastian sollevò le mani in segno di resa e sorrise a metà. L’arrabbiatura per la discussione avuta il giorno prima era già passata, nonostante tutto lui e Chris non riuscivano a restare arrabbiati l’uno con l’altro per troppo tempo, anche se entrambi sapevano che la questione Eleanor era ancora da definire.

-Allora, cosa facciamo?-

-Per adesso Helena rimane qui- stabilì Chris –cinque giorni ancora, non uno di più- la ragazza annuì e andò ad abbracciare Jeremy, trattenendolo.

-Allora noi torniamo alla Torre, se Morgan è attiva non è saggio lasciare Eny da sola troppo a lungo-

-Sei preoccupato?- domandò Chris a bassissima voce, così che solo l’amico potesse sentire, Sebastian corrucciò le sopracciglia –ti piace davvero- non era una domanda. Ancora Sebastian non rispose, non ci riusciva, un conto era ammettere che per Eny provava qualcosa, più difficile era definire seriamente quello che sentiva per la ragazza. Già era complicata la situazione in sé… nonostante avesse centinaia di anni alle spalle, non aveva mai incontrato una ragazza come Eleanor e nemmeno provato qualcosa di simile a quello che sentiva verso la ragazza. Il fatto che fosse umana però lo frenava ancora.

-Andiamo, più stiamo qui e più aumentano le possibilità che Morgan trovi Helena- disse il biondo uscendo dalla stanza.

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Capitolo 19
*** capitolo 19 ***


CAPITOLO 19

 

Chris se ne stava sdraiato sul divano della sala comune della Torre fissando il soffitto con uno sguardo irritato e pensieroso. Non era sicuro di aver fatto bene a lasciare Helena da suo fratello per tutto quel tempo: erano passati appena tre giorni, eppure gli sembrava un tempo lunghissimo, così lungo da poter permettere tranquillamente a Morgan di trovare la ragazza e magari ucciderla.

Per la prima volta temeva per l’incolumità di Helena come individuo più che come mezzo per recuperare la memoria, se ne rendeva conto solo ora. Stava cambiando qualcosa, ma non capiva ancora che cosa… Di sicuro non si trattava di ciò che stava accadendo a Sebastian e Eleanor. Non poteva essere niente del genere, lui non era così sconsiderato da lasciarsi fregare a quel modo. Tuttavia sentiva che c’era qualcosa di diverso, e non riusciva a mettere a fuoco di cosa si trattasse.

Eny era seduta sul tappeto ai piedi del divanetto con il diario di sua nonna sulle ginocchia e gli U2 sparati nelle orecchie. Ogni tanto si metteva a canticchiare distraendo Chris dalle sue riflessioni, il che da un certo punto di vista era un bene, poiché impediva al vampiro di alzarsi per andare a controllare che Helena stesse ancora in buona salute.

A un certo punto Chris lanciò un’occhiata alle pagine ingiallite del libretto, domandandosi se la ragazza fosse riuscita a trovare qualcosa di interessante per loro. Tornando a guardare il soffitto con le sopracciglia sempre aggrottate le rivolse la domanda.

Eny si tolse un auricolare –Mia nonna sapeva nascondere bene ciò che pensava e provava, anche su carta la questione non era diversa, a quanto pare.- rispose –Non sono riuscita a trovare informazioni utili per la memoria ancora, però ci sono parecchie notizie sulla nascita dei Masters e alcuni incantesimi di magia nera. Alcuni me li faceva fare quando ero piccola, solo che mi saltava sempre un particolare per impedire che avessero un qualunque effetto.-

-La nascita dei Masters risale a tantissimo tempo fa. Nessun vampiro ne conosce la vera storia, è uno dei segreti che se scoperti portano all’eliminazione di un vampiro comune.- disse Chris senza voltare lo sguardo –Sono i primi vampiri apparsi sul mondo, non si sa come né perché. Tua nonna aveva circa dieci mila anni quando è morta, secolo più secolo meno.-

Eny spalancò gli occhi: realizzava solo in quel momento la posizione che sua nonna doveva avere avuto quando ancora era autorizzata a vivere nel Palazzo in cui si trovava anche Thor. –Tu e Sebastian siete relativamente giovani, dunque, come vampiri.- constatò.

Chris annuì –Siamo diventati vampiri all’incirca nello stesso periodo, perché entrambi avevamo ricordi che non risalivano più in là di qualche mese. Ci siamo incontrati vagando alla ricerca di un punto di riferimento e di qualcosa da mangiare… All’inizio abbiamo combattuto per il territorio come degli animali, poi, però, ci siamo accorti che in due avremmo lavorato meglio. La Torre è diventata il nostro punto di ritrovo e Sacrament ha cominciato a diventare sempre più familiare, mano a mano che passavano gli anni e che si ingrandiva.-

-Siete così dal Diciassettesimo secolo, giusto?- domandò la ragazza socchiudendo il diario e spegnendo il lettore mp3, interessata dal racconto di Christopher.

Il vampiro annuì –Dal 1638, per essere precisi. La mia età umana era all’incirca di 27 anni, Sebastian doveva essere un po’ più vecchio di me, circa 30 anni.- disse –Non ricordiamo assolutamente niente di quello che eravamo prima, non ci ricordiamo da dove veniamo, non ci ricordiamo se avevamo una famiglia o meno… Niente. E’ così triste non avere idea di quello che sei stato per la prima parte della tua vita.-

Eny si morse il labbro inferiore, riflettendo sulla situazione dei due –Immagino di sì, ma in fondo è una piccola parte della tua vita. Perché rischiare così tanto per riappropriartene?-

Chris si decise a guardare Eleanor negli occhi, penetrandoli con uno sguardo strano. A volte faceva paura, sembrava riversare tutta la sua frustrazione negli sguardi che lanciava alle persone che gli rivolgevano la parola. –Come ho già detto ad Helena, io sono convinto di non aver scelto di mia sponte di diventare un vampiro, al contrario di Sebastian. Rivoglio la parte della mia esistenza che ho scelto personalmente.-

-Come fai a dire che Sebastian ha scelto e tu no?- lo rimproverò Eny, che non aveva gradito affatto il tono del vampiro. Sembrava quasi volere accusare Sebastian per quello che era successo.

Chris sospirò chiudendo per un attimo gli occhi. Quando li riaprì aveva perso parte della sua ira e si rivolse alla ragazza in tono tranquillo –A volte, capita che i vampiri chiedano espressamente agli esseri umani di essere trasformati. Capita quando un vampiro è in cerca di un clan con cui cacciare, come nel caso di Morgan o Sheila, in quel caso si fa forza sull’eterna giovinezza e la vita eterna. E’ incredibile come gli esseri umani possano trovare allettante queste cose… Non morire mai non è una bella cosa, dopo un po’ cominci ad accorgerti che la vita ti riserva ben poche cose che alla fine si ripetono in circolo.- disse passando le dita sottili sul soffice velluto del divanetto. Dopo una piccola pausa riprese –Sebastian è il tipo che avrebbe risposto di sì a una proposta del genere, lui stesso è convinto di avere accettato di diventare vampiro senza costrizioni. Chi sceglie lo diventa sempre, probabilmente perché i vampiri tendono ad avvicinare persone che hanno già un potenziale. Io non credo di avere accettato, sono troppo legato alle cose che già conosco per voler tentare tutto per qualcosa di ignoto… più o meno come Amleto.-

Eny lo guardava con gli occhi spalancati per lo stupore, non si aspettava di intrattenere una conversazione del genere con Christopher. Lui le era sempre sembrato il più laconico dei due, parlava solo se era necessario e il più delle volte era per litigare o sgridare qualcuno per qualcosa che aveva fatto. Quelle parole le avevano rivelato una parte di lui che non era ancora arrivata a scoprire e improvvisamente provava per lui un immenso senso di pietà. Questo si guardò bene dal farglielo notare, poiché lui non l’avrebbe presa bene col carattere che si ritrovava.

-Mi impegnerò al massimo per trovare quello che sperate sia scritto in questo diario, te lo prometto.- disse riaprendo il taccuino, poi si voltò nuovamente a guardare Chris –Non hai mai trasformato un essere umano in vampiro? Perché non chiedi a lui cos’ha sentito nel passaggio?-

Chris scosse lentamente la testa –Quando ti capita di trasformare un essere umano, i Masters lo percepiscono e vengono a prelevarlo prima che la trasformazione sia completa. Poi lo lasciano in libertà ancora in fase dormiveglia, abbandonato a se stesso. Nessuno sa cosa succede quando se li portano via, non è lecito chiedere e non è consentito accompagnare, non si ha nemmeno il permesso di rivelare al nuovo arrivato che si è stati la causa della trasformazione. Né io né Sebastian sappiamo chi ci ha trasformati, anche se naturalmente i nostri genitori di sangue lo sanno.-

-Genitori di sangue… Chiamate così chi vi trasforma?- domandò Eny.

-Esattamente. Io e Sebastian, invece, siamo fratelli di sangue: insieme siamo più forti che separati. Naturalmente gli altri vampiri non lo sanno, altrimenti saremmo vulnerabili.-

-Per questo non avete un clan?- continuò a chiedere la ragazza.

Chris annuì –Non tutti i vampiri vogliono avere dei fratelli di sangue: implica una fiducia di fondo e la maggior parte preferisce potere eliminare i membri troppo invadenti quando possibile. Tra fratelli di sangue non è consentito: se uccidi un tuo fratello di sangue muori a tua volta.- rispose.

Eny era sempre più stupita dall’organizzazione che i vampiri avevano all’interno della loro “famiglia”. Capiva così come poteva essere possibile che nessuno riuscisse a scoprirli nonostante fossero così numerosi in una città come Sacrament.

Chinando il capo sul diario rifletté per qualche momento, poi lo sollevò e lo passò a Chris. –Se vuoi puoi guardare cosa ho scoperto, visto che finora non hai letto ancora niente.-

Il vampiro le lanciò uno sguardo di sottecchi, ma afferrò il quadernetto senza esitazione, cominciando a sfogliarlo. Non appena fu giunto alla terza pagina una fitta atroce lo assalì alla fronte, mandandolo a carponi sul pavimento accanto a Eleanor. Stringeva gli occhi e i pungi erano serrati contro le tempie, dalla sua bocca non uscivano grida, ma era chiaro che il suo stato psichico doveva subire un dolore lancinante. A un certo punto non diede più segni di vita, giaceva a terra immobile e gelido, come se fosse morto. Spaventata, Eny corse a cercare Sebastian.

 

Era una serata particolarmente scura. Il tempo stava minacciando l’arrivo di una tempesta, Christopher poteva sentirlo dall’odore dell’aria. Si riusciva a distinguere appena qualche luce della città nel buio, la cosa lo preoccupava: casa sua non sarebbe riuscita a reggere un temporale troppo violento. Non era ricco, casa sua era poco più che una baracca con un piccolo spiazzo davanti in cui si riduceva a coltivare qualcosa che poi portava a vendere al mercato. Nonostante la sua vita fosse dura non gli dispiaceva, in fondo aveva tutto quello che un uomo potesse desiderare. I soldi non gli interessavano più di tanto.

Una voce infantile giunse dal basso mentre una manina gli tirava docilmente un pantalone. Con un sorriso si chinò a prendere in braccio quel bambino che lo guardava coi grandi occhi azzurri preoccupati.

Non è niente, il temporale non resterà a lungo. Domani vedrai l’arcobaleno…

Ma lui non cambiava espressione, sentiva che qualcosa di brutto stava per capitare. Come tutti i bambini era particolarmente sensibile alle situazioni che lo circondavano. Christopher cominciò a preoccuparsi a sua volta.

All’improvviso un urlo.

Poi più urla.

Alla fine un dolore lancinante al collo.

 

-Chris! Chris! Chris, cazzo, svegliati!-

La voce di Sebastian gli giungeva lontana, ma pian piano si avvicinava fino a destarlo del tutto.

Aveva appena avuto un flash della sua vita prima del morso decisivo.

Lui aveva una famiglia… una volta.

 

Jeremy stava in piedi sulla porta della camera della sorella, le braccia incrociate e la spalla abbandonata sullo stipite. La guardava mettere le sue cose nella sacca con cui era arrivata.

-Sei proprio sicura di volere tornare da quelli là? Non possono obbligarti a tornare, e in più hai ancora due giorni liberi.-

Helena si alzò lentamente dalla cassettiera e andò a lasciare un bacio sulla guancia del gemello. –Non posso, Jeremy. Se rimango qui rischiano moltissimo, non voglio che accada. Se torno da loro ora non succederà niente, spero…- disse tornando alla sua valigia.

Jeremy non sembrava convinto –Secondo me se vai non torni più. Sento che c’è qualcosa nell’aria… non dovresti andare.- le disse con un velo di disperazione nella voce.

Helena lo guardò con gli occhi carichi di tristezza e tornò indietro ad abbracciarlo. –Oh, Jeremy! Ti prego, non fare così! E’ già difficile per me andarmene, in più mamma e papà non sembrano felici di avermi tra i piedi, quindi è meglio se non mi trattieni.- disse definitivamente, afferrando la sacca e mettendosela a tracolla. Jeremy si rassegnò a vederla uscire dalla sua stanza prima e da casa poi.

-Promettimi solo che se succede qualcosa farai attenzione, ok? Non fare di testa tua come al solito.- le fece promettere fermandola trattenendola per un braccio.

-Stai tranquillo.- ripeté lei dandogli un altro bacio e allontanandosi da lui.

Doveva tornare, non poteva rimanere lì con Morgan che la cercava. Avrebbe rischiato di mettere in pericolo suo fratello… Lui non aveva la protezione di due vampiri come lei, Morgan l’avrebbe ucciso all’istante, per puro divertimento. Non poteva permetterlo. In più sapeva che Chris preferiva averla sotto controllo, e per una volta non poteva che dargli ragione.

Con questi pensieri si mise a correre una volta in vista della Torre. Era così concentrata che non si era accorta di una presenza non molto distante da lei. Con un fruscio sinistro Morgan sbucò da dietro l’angolo di una strada.

-Ma bravo il mio Chris, e così te la fai con una ragazzina… Credo che stavolta i guai saranno parecchi.- commentò la vampira con un sorriso sinistro sulle labbra rosse.

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Capitolo 20
*** capitolo 20 ***


CAPITOLO 20

 

Christopher ancora non si capacitava di quello che era accaduto poco prima. Un ricordo gli aveva attraversato la mente, fulmineo ma chiarissimo. Luoghi, odori, sensazioni…sentimenti. E quel bambino dagli occhi azzurri identici ai suoi…quanto calore aveva avvertito verso quel piccolo! La voglia di stringerlo tra le braccia, di proteggerlo.

Un figlio? Un fratello minore? Chris lo ignorava ma sentiva nascere un dolore sordo al petto, al solo pensiero che quel bambino fosse morto da secoli…cominciò seriamente e per la prima volta a chiedersi chi fosse prima di diventare un vampiro. Il ricordo era stato molto dettagliato, ambientato nel 1600 circa, quindi le supposizioni sue e di Sebastian circa le loro origini umane erano esatte, ma cos’altro? Cosa c’era ancora?

Ma soprattutto…come era riuscito a ricordare con tanta chiarezza quella scena? Il vampiro prese a girare in tondo, camminando con passo pesante e le braccia incrociate sul petto, sentiva un angolo remoto della sua mente agitarsi, era certo che qualcosa gli fosse sfuggito. Con calma ripercorse tutti gli eventi di quell’ultimo periodo, più precisamente da quando aveva incontrato Helena. Da allora erano accadute molte cose strane, quel suo sangue così particolare e buono…l’incontro di Sebastian con Eleanor, per non parlare della clamorosa scoperta riguardante Winifred Wood, una Master che Chris ricordava molto bene, rivelatasi nientemeno che nipote della ragazza. Da quel momento aveva avvertito una sorta di precipitare negli eventi. La mente di Chris correva rapidissima su e giù lungo la scia di ricordi. Sebastian non aveva mai avuto un flashback, lui si. Come mai? Eppure conducevano lo stesso tipo di esistenza beh, non proprio lo stesso… pensò il moro, lanciando un’occhiata alla porta che conduceva alle stanze di Sebastian, l’amico era di là con Eny, poteva solo immaginare cosa stessero facendo e non era affatto d’accordo.

Eleanor era sì nipote di Wine Wood, era portata per la magia nera ed era anche carina, con Sebastian aveva stabilito da subito un legame piuttosto strano, ma innamorarsi di lei… era pur sempre umana!

Certo che anche io con Helena… scacciò quasi subito quel pensiero dalla mente. Non si sarebbe mai fatto sopraffare come Sebastian, anche se avrebbe dato qualsiasi cosa per poterla mordere ancora.

Colto da una folgorazione si bloccò in mezzo alla stanza.

Helena!

Solo io l’ho morsa… e solo io ho ricordato! Avevo ragione! Il sangue di Helena è basilare per recuperare la memoria… non è un caso che l’amuleto di Eny sia fatto con una goccia di sangue simile… tutto torna. Se fosse stato diverso, Chris avrebbe esultato, invece si limitò a sorridere serenamente, dopo centinaia di anni, dubbi, domande… finalmente era giunto a qualcosa di concreto. Pensò di chiamare Sebastian e comunicargli il risultato delle proprie riflessioni poi ci ripensò non ho affatto voglia di interromperlo mentre si fa Eleanor. E nemmeno di vederli. Sbuffò, prese un giornale e si mise a leggere.

 

Nella stanza di Sebastian intanto, proprio come Chris aveva pensato, Eleanor sospirava di piacere mentre le labbra fresche del vampiro scendevano a baciarle il collo, un centimetro dopo l’altro, con calma. Sentiva mille brividi attraversarle la schiena, era certa di non aver mai provato nulla di simile… e non si erano ancora spinti oltre…la ragazza si agitava al solo pensiero di fare l’amore con lui. Sebastian dal canto suo aveva scoperto un lato di Eny che non si era aspettato, la ragazza infatti aveva decisamente preso l’iniziativa, sedendosi sopra di lui con nient’altro addosso che biancheria intima e la camicia da notte, lasciandosi andare.

-Questo a Chris non piacerebbe affatto- sorrise il vampiro lasciando un bacio sulle labbra della ragazza.

-Forse, anche se mi sembra diverso…ha fatto la guardia a Helena! Non ci avrei mai creduto, sai?-

-Nemmeno io- Eny sorrise.

-Credo che cominci a tenere molto ad Helena e non solo per il suo sangue- Sebastian annuì ma in quel momento non aveva affatto voglia di pensare a Christopher, aveva Eleanor tra le braccia, voleva lasciare ogni altro pensiero fuori dalla porta e riuscire a passare un po’ di tempo serenamente con lei. Accarezzò il viso caldo della ragazza con le dita, poi scese lungo le spalle e la vita, infilando le mani sotto la camicia da notte, spingendo le carezze un po’ più in là. Eleanor si scosse.

-Sebastian…- mormorò –io non…-

-Hai paura di me?-

-Eh? Ma no!- disse lei –cosa dici...però non posso fare a meno di pensare a mia nonna. Non potrei mai chiederti di fare quello che ha fatto lei. Tu mi piaci molto- e arrossì vistosamente –ma forse dovremmo lasciar perdere, io alla fine invecchierò, sarò orribile, vecchia e probabilmente del tutto rintronata e tu resterai per sempre come adesso…di certo finirai con lo stancarti di me, tra qualche anno- Sebastian non rispose, si limitò ad abbracciare la ragazza, cercando di calmarla.

Ci aveva pensato anche lui e la sola idea di veder la sua Eny invecchiare e andarsene per sempre lo spaventava molto. Tuttavia nelle vene della ragazza scorreva il sangue potente di un Master e non di un Master qualsiasi bensì di Winifred Wood e Sebastian era convinto che dopo un morso Eny sarebbe diventata una vampira piuttosto potente e non sarebbe morta, come accadeva alla maggioranza delle persone.

-Non mi stancherò di te, promesso- sussurrò all’orecchiò di Eny.

-Che ne sai? Magari incontri una bella vampira o un’altra umana…voi siete tutti così perfetti…mi chiedo cosa ci trovi in me-

-Tu sei speciale- Eleanor arrossì ancora, nascondendosi nella spalla del vampiro.

-E smettila- il vampiro le sollevò il viso con una mano, stava per baciarla ancora che il cellulare della ragazza si mise a squillare. Sebastian borbottò qualcosa di molto poco carino, Eleanor invece si alzò dalle gambe del vampiro e andò a recuperare il telefonino.

-Si?-

-Eny, sono io. Manda Chris ad aprire la porta qui sotto-

-Helena?- esclamò la ragazza sollevando lo sguardo su Sebastian -ok, ok- chiuse la comunicazione –Helena è qui sotto-

-Cosa? Dio ma è impazzita?- Eleanor alzò le braccia in segno di resa –venire qui da sola! Col rischio di essere seguita e…interrompendoci- sembrava quasi che lui fosse più scocciato per essere stato interrotto in un momento interessante con Eny, piuttosto che preoccupato per l’incolumità di Helena –vado a chiamare Chris, tu rivestiti- Eny annuì, Sebastian si chinò a lasciarle un bacio sulla fronte prima di uscire dalla stanza per avvisare Chris dell’arrivo inaspettato di Helena.

 

-Helena, sei impazzita?- fu il poco felice esordio del vampiro moro, quando spalancò la porta e trovò Helena dall’altra parte, l’afferrò per un gomito –venire qui da sola, sapendo che Morgan è in giro a cercarti! Cos’hai in quella testa? Se quella ti trova, la morte è il meglio cui puoi aspirare!- Helena si mordicchiò il labbro inferiore, abbassando gli occhi.

-Scusa, però…l’altro giorno eri così preoccupato, ho pensato di dover tornare- sospirò -e poi sono tornati i miei genitori- Chris aggrottò le sopracciglia –ho sentito uno stralcio di discorso, in pratica non erano felici del mio ritorno. Pensavano già a come mandarmi via di nuovo, così l’ho fatto da sola- si strinse nelle spalle, la mano di Chris scese dal gomito al polso, tirò a sé la ragazza, passandole un braccio attorno alle spalle.

-Non farlo mai più- Helena annuì lentamente.

-Ma che bella scenetta commovente. Mi viene da vomitare- un fruscio, Chris si portò davanti ad Helena in una frazione di secondo e si trovò un pugnale affilato poggiato contro al petto. Morgan gettò la testa all’indietro, scuotendo i capelli mossi. Chris snudò i canini, il pugnale che reggeva Morgan affondò appena nella pelle di Christopher, aprendo un lieve taglio.

La vampira annusò l’aria e si passò la lingua sulle labbra.

-Helena…bel nome e ottimo odore, posso solo immaginare cosa sia assaggiarti-

-Non la toccare-

-Non sei nella posizione per dirmi cosa posso o non posso fare- in un attimo, accanto a Morgan apparvero altri cinque vampiri, appartenenti al suo seguito. Per ultima, una presenza che era ancora meno gradita di lei.

Sheila.

-Ora voltatevi e salite le scale, da bravi- ordinò Morgan –il primo che caccia un grido, è cosa morta- Chris si voltò e prese Helena per mano, facendola passare per prima, la ragazza tremava visibilmente.

-Scusami Chris- mormorò salendo i gradini di legno della Torre, adesso avrebbero trovato Eleanor e sarebbero stati grossi guai –scusami- il vampiro dietro di lei non rispose, Helena gli lanciò un’occhiata da sopra la spalla, Christopher sembrava insieme furioso e molto preoccupato –mi dispiace-

-Ho capito. Stai zitta- le intimò ma sempre stringendole forte la mano.

Giunsero in cima, Helena aprì la porta ed entrò insieme a Chris.

-Cosa diavolo ti sei messa in…- le parole morirono in gola a Sebastian non appena vide la compagnia che seguì l’amico ed Helena. Morgan con seguito e quella pazza di Sheila. Il vampiro biondo avrebbe voluto tornare indietro per dire a Eny di nascondersi ma la ragazza arrivò sorridente dalle sue stanze e salutò l’amica, allacciando un braccio attorno a quello di lui.

-Winifred- mormorò Sheila allargando gli occhi, scambiò un’occhiata con Morgan poi batté le mani felice, dondolandosi sui talloni –come sei bella!- esclamò con gli occhi spalancati che luccicavano di luce folle. Eleanor si strinse a Sebastian, osservando preoccupata chi era arrivato –così tenevate ben due umane nascoste qui! Che bello! Adesso sono nostre!- Sheila batté ancora le mani, cercando di guardare meglio Eny che invece si nascondeva il più possibile dietro a Sebastian.

-Stai lontano da lei- sibilò il biondo, sfoderando i denti.

-Questo vi costerà caro- disse Morgan che sorrideva soddisfatta, fece un cenno. I cinque vampiri del suo seguito di lanciarono contro Chris e Sebastian. I due furono costretti a lasciare le ragazze per un attimo in quell’attimo, Morgan e Sheila comparvero alle loro spalle, afferrandole. Le ragazze si dimenarono inutilmente, i due vampiri si mossero ma ormai….

-Ora basta, abbiamo quello che volevamo- disse Morgan tenendo Helena per i capelli, Sheila invece stava praticamente abbracciando una disgustata Eleanor, strusciando una guancia contro la sua.

-Che bello, abbiamo trovato Winifred!- cantilenava la vampira, avvolta in un vestitino nero e rosa shocking, con zeppe tremende ai piedi e i capelli in tinta –abbiamo Winifred! Abbiamo Winifred! Thor sarà molto contento di riaverla, adesso potranno stare insieme…- aggiunse, Eleanor girò gli occhi verso Sebastian ma il vampiro non sapeva cosa dire o cosa fare. Chris era nelle medesime condizioni. Erano impotenti.

-Ora da bravi, starete fermi e buoni. Noi ce ne andremo con le vostre amiche, ok?- Helena gemette sotto la stretta di Morgan –scopriremo perché le tenevate qui, non abbiate timore. Dopodichè forse torneremo ad eliminarvi, dipenderà da Thor-

-Maledette bastarde- ringhiò Sebastian.

-Che brutte parole!- disse Sheila, accarezzando il volto pallido di Eleanor che tentava inutilmente di scostarsi. Un attimo dopo si era smaterializzata, portando la ragazza con sé, Sebastian mosse un passo ma ormai Sheila era scomparsa con Eny.

-Chris- disse Morgan –avrei potuto tollerare che ci fosse una vampira con te, ma fartela con un essere umano…non ho parole. Tuttavia, se ci tieni, ti aspetto al Palazzo di Thor. Potrei anche non uccidere questa ragazza, dipenderà da te-

-Cosa intendi?-

-Fammi un’offerta che non potrei rifiutare e la lascerò in vita- sussurrò la donna, facendogli l’occhiolino, in un attimo anche lei scomparve con Helena e subito dopo, anche la sua scorta.

Chris scagliò un pugno contro il cemento della parete, la Torre intera vibrò.

-Maledizione!-

-Adesso?- fece Sebastian –non so te, ma ho intenzione di entrare in quel fottuto palazzo e riprendermi Eleanor-

-E come facciamo? Me lo dici?- un sorriso si dipinse sul volto appuntito del vampiro biondo –perché mi guardi così-

-Perché Wine Wood era un genio e sua nipote una degna erede. L’intero diario di Winifred è un insieme di codici, anagrammi ed enigmi. In questi giorni, Eny ha lavorato tutto il tempo per decifrarli, credo che quello che ha trovato ti potrebbe piacere…-

 

 

 

 richiedo perdono... ma ora io sono libera da esami, e anche se la mia co-scrittrice è in america per un anno, spero di riuscire a concludere la storia! keep on enjoying us! musicaddict

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Capitolo 21
*** capitolo 21 ***


CAPITOLO 21

 

Chris era diventato intrattabile. Sebastian aveva dovuto passare le ultime tre ore a cercare di riportarlo in sé senza successo: il suo compagno non accennava a calmarsi. Girava per la sala comune come se fosse alla ricerca di qualcosa, soffermandosi ogni tanto vicino al quadrante dell’orologio con un’espressione furiosa negli occhi. I suoi lineamenti erano diventati ancora più appuntiti del solito, cosa che accadeva solitamente solo quando era veramente fuori di sé. Sebastian non capiva cosa gli stesse succedendo. Dov’era finito il suo famoso autocontrollo di cui andava tanto fiero?

-Chris, per favore, calmati!- sbottò a un certo punto lanciando all’amico uno sguardo inceneritore –Sono già abbastanza in ansia per Eleanor senza che tu contribuisca, grazie!-

Chris girò appena il viso al di sopra della spalla per guardarlo, poi riabbassò lo sguardo –Non sei l’unico a essere preoccupato, Sebastian. Se dovesse succedere qualcosa a Helena non me lo perdonerei mai.- rispose.

Il vampiro biondo lo guardò stupito, lasciando momentaneamente perdere l’analisi del diario di Winifred Wood. Cos’aveva detto? –Allora non sono l’unico a provare qualcosa per un essere umano…- commentò con un sibilo che Chris afferrò benissimo.

-Non ho detto questo.- si affrettò a chiarire senza perdere il suo tono apparentemente calmo –Morgan l’ha seguita perché io l’ho lasciata andare da suo fratello. Se l’avessi controllata sempre io non sarebbe successo… E lo stesso vale per Eleanor. Mi dispiace.-

Sebastian sentì una fitta allo stomaco a sentir nominare Eny. Dopo l’arrivo di Morgan e Sheila aveva capito molte cose su quello che provava e adesso era disposto a tutto pur di riavere indietro la ragazza. Non l’avrebbe lasciata nelle mani di Thor, non sapendo quello che Wine era stata all’epoca per il Master. Cercando di non pensare a questo, tornò a osservare le pagine del diario –Non è colpa di nessuno, Chris, non cominciare a farti le paranoie.- intimò al compagno –Piuttosto, dammi una mano a capire dove Eny può aver nascosto quello che ha scoperto, perché sul diario non c’è niente.-

Chris si avvicinò a Sebastian. Sapeva che nonostante le apparenze era più in agitazione di lui: rischiavano di perdere molto di più di quello che avevano messo in gioco all’inizio… forse entrambi.

-Eleanor non è certo il tipo da mettersi a scrivere le sue note sul diario. Le avrà buttate giù su un foglio e nascoste.- disse prendendo il diario dalle mani dell’amico.

Sebastian lo guardò interrogativo –Dove può averle messe? Non aveva accesso a tutti i lati della Torre, e in camera mia ci sono ben pochi posti dove puoi nascondere qualcosa... e li conosco solo io, tra l’altro.-

-Tu hai lasciato un accesso anche troppo libero alle tue cose da parte di Eny.- gli fece notare Chris con un pizzico di rimprovero nella voce –Siccome le hai lasciato sistemare la tua stanza come fosse la sua, credo che tra le sue cose troveremo quello che cerchiamo.-

Detto questo, chiuse il diario che stava sfogliando e si diresse deciso in camera di Sebastian, ormai divenuta camera di Eleanor. Sebastian lo seguiva attentamente, curioso di capire dove volesse arrivare il suo compagno.

-Hai idea di dove potrebbe nascondere un oggetto una ragazza?- gli chiese mentre lo osservava muoversi fluidamente tra i vari mobili più o meno antichi della stanza.

Chris annusò l’aria per capire quali erano le zone più frequentate dalla nipote di Wine, purtroppo la cosa non sembrò avere molto successo: le sue narici erano talmente abituate al suo odore e a quello ancora più forte di Helena da non riuscire più a distinguerlo chiaramente. Probabilmente era anche colpa del nervosismo che aveva addosso che gli impediva di concentrarsi a dovere. Con uno sguardo che non ammetteva repliche invitò Sebastian a dargli una mano.

-Non capisco perché Eny abbia dovuto nascondere quelle pagine! In fondo le ha scritte per noi, che senso aveva nasconderle!- borbottò il biondo spostandosi alternativamente da un angolo all’altro della camera cercando dove l’odore della ragazza risultasse più intenso.

-Il senso è che, nel caso Morgan o Thor fossero tornati a farci visita, come tra l’altro è in parte accaduto, non avrebbero scoperto cosa stavamo tramando.- lo illuminò Chris continuando a cercare –Sono lieto di constatare che, se non altro, ti sei scelto un’umana intelligente.-

Sebastian gli riservò un’occhiata ambigua; non sapeva se essere contento del riconoscimento che Chris gli aveva appena concesso, o se offendersi per il trattamento. Improvvisamente gli tornò in mente il motivo per cui stavano cercando quei fogli e la leggerezza che quegli ultimi momenti avevano portato si allontanò dal suo petto.

Eleanor.

-Credo che la zona della cassettiera sia la più frequentata, anche se non potrei esserne sicuro.- disse a un certo punto annusando attentamente l’aria attorno a una vecchia cassettiera del Diciassettesimo secolo.

Chris gli fu accanto in una frazione di secondo –Dammi una mano a svuotare i cassetti.-

-Non credo sia un’idea saggia: non puoi sapere cos’altro ci sia tra le cose di Eny.- obiettò Sebastian, ma l’occhiataccia che ricevette in risposta lo fecero desistere dal sostenere la sua opinione. Senza replicare altro si fece avanti per aiutare Chris a rovesciare il primo dei cassetti.

Vestiti.

Nessuna traccia di biglietti o pagine scritte dalla ragazza.

-Cerchiamo negli altri.- insistette Chris cominciando già ad estrarre il secondo cassetto.

Sebastian sentiva le lancette dell’orologio ticchettargli nelle orecchie con un’insistenza snervante. Più tempo passava, più Eleanor rimaneva in balia di Morgan, Sheila e, peggio ancora, Thor. Il Master era stato perdutamente innamorato della nonna della ragazza per secoli, prima che arrivasse Samuel Wood a rovinargli i piani. Dopo l’esilio di Wine dal Palazzo le regole tabù erano aumentate e i controlli centuplicati rispetto a prima, Thor era diventato praticamente ossessionato dalle nuove reclute di sesso femminile: in ognuna cercava un ritorno di Wine, una somiglianza, un qualche particolare che la riportasse a lui. Il fatto che Eleanor fosse il ritratto di sua nonna non faceva altro che complicare la situazione in cui si trovavano tutti e quattro.

Dovevano fare in fretta.

-Forse in questo c’è qualcosa.- disse Chris dopo aver riversato sul pavimento il contenuto dell’ultimo cassetto –Cerchiamo accuratamente.-

Sebastian lo guardò storto –Mi stai chiedendo di rovistare tra la biancheria intima di Eny?- domandò.

Chris sollevò appena gli occhi glaciali da sotto i ciuffi ricci –Non so te, ma tutto quello che possiamo fare dipende dal biglietto che stiamo cercando e io voglio trovarlo. Se non credi di contenere i tuoi istinti sessuali semplicemente rovistando tra qualche paio di mutandine femminili, allora non farlo, ma ti avverto che ci metteremo di più, data la quantità.-

Il volto di Sebastian aveva raggiunto un rosa pallido, l’equivalente del rossore di un comune essere umano. Senza proferire parola si accucciò a sua volta sul pavimento e cominciò a cercare i fogli di cui avevano bisogno. Era impossibile per lui non pensare a quello che stava succedendo tra lui ed Eny appena poche ore prima… ogni volta che sfiorava un suo indumento gli tornava in mente tutto. E se non avesse più potuto rivivere quei momenti? A cosa serviva vivere un’eternità senza qualcosa che si aveva avuto per pochi minuti?

-Ehi, forse ho trovato quello che cerchiamo!- esclamò ad un certo punto sollevando un pacchetto di fogli ripiegati in quattro. Chris gli fu dietro con un balzo felino. –La scrittura è quella di Eleanor… Ci sono dei disegni.-

La mano del moro si allungò per afferrare il primo dei fogli che recava varie illustrazioni. Il primo sembrava la pianta di un parco giochi, vicino si poteva leggere una nota lasciata dalla ragazza: Parco St. Margaret, nonna mi ci portava quando avevo circa 7 anni. –Non mi interessa dove la portava sua nonna da piccola! Voglio sapere qualcosa di più utile al momento!- sbottò lanciando il foglio sopra la biancheria sparsa.

-Aspetta un attimo!- lo interruppe Sebastian riafferrando il foglio –Credo di aver capito di cosa si tratta… Sì, guarda!- disse mettendo le pagine sotto il naso scettico del compagno –Sembrano tutte piante di parchi, cimiteri o posti in cui Winifred la portava da bambina, ma se guardi meglio… Vedi? Sono piante in scala ridotta di un palazzo! Del Palazzo!-

Chris riprese in mano i fogli che Sebastian gli porgeva e li girò attentamente. Aveva ragione: quello che a lui era sembrato un parco giochi, se guardato dall’angolazione giusta era l’ingresso del Palazzo dei Masters. Winifred Wood aveva nascosto tra le pagine del suo diario l’intera pianta del Palazzo.

-E non è tutto!- continuò Sebastian –Sui fogli c’è anche scritto come accedere a vari passaggi segreti e come superare certi trabocchetti. Eny li ha scritti giù tutti… In più ci sono degli incantesimi di magia nera che ci potrebbero tornare utili.-

Chris annuiva piano, continuando a guardare le piantine del Palazzo. Era preoccupato per la sorte delle due ragazze, per la prima volta in quattrocento anni se ne fregava altamente di quello che sarebbe potuto succedere a lui o a Sebastian se li avessero trovati nel Palazzo senza essere scortati. Era disposto a tutto, anche ad assecondare gli istinti perversi di Morgan; la frase che lei gli aveva detto andandosene non se n’era ancora andata dal suo orecchio. Fammi una proposta che non potrei rifiutare. Sapeva cosa voleva, lo sapeva benissimo, e sapeva che avrebbe implicato ben più del suo onore accontentarla, ma se non ci fossero stati altri modi per salvare Eleanor ed Helena avrebbe dovuto piegarsi anche a quello.

-Scordatelo!- gli giunse la voce di Sebastian. Alzando gli occhi incrociò quelli scuri del suo amico guardarlo minacciosi –Non ti abbasserai a tanto. Morgan non è una vampira di parola, non libererà né Eny né Helena dopo che avrà ottenuto quello che va cercando. Si limiterà a farti guardare mentre tortura Helena fino alla morte e poi ti porterà da Thor per farti giudicare. Troveremo un altro modo.-

-Potrebbe essere quello l’unico modo.- gli fece notare Chris consegnandogli i fogli.

Sebastian scosse la testa –No. Noi siamo fratelli di sangue: insieme possiamo più di una schiera di vampiri, ricordi? Morgan non avrà quello che vuole, ci ha già creato abbastanza guai.-

Chris annuì soprappensiero –Sarà l’ultima spiaggia. Analizziamo le mappe, gli incantesimi e i segreti del Palazzo e poi andiamo. Se ci scoprono uno resta a fare da palo e l’altro cerca di continuare, ok?-

-Non fare l’eroe romantico, Chris, se ci scoprono combattiamo insieme. Non ti lascio indietro a combattere contro l’esercito di Thor, non se ne parla nemmeno. Tu servi a Helena almeno quanto io servo a Eny. Dividerci non servirà a niente.- protestò Sebastian.

Chris sorrise appena facendo luccicare la punta di un canino. Alla fine era giunto il momento… Dopotutto l’aveva aspettato.

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Capitolo 22
*** capitolo 22 ***


CAPITOLO 22

 

Sacrament, il suo regno. Dall’ultimo piano del Palazzo, da quella finestra, Thor dominava la città con lo sguardo. Ogni angolo, ogni anfratto di quella enorme metropoli era sotto il suo controllo, ne conosceva i segreti, la vita diurna, notturna, tutto. Vampiri e uomini sotto al suo controllo erano diffusi come un cancro, dai prestigiosi palazzi del potere, alle catapecchie.

Solo la periferia era parzialmente selvaggia, ma il Master contava di assoggettare ben presto anche quella parte di città al suo volere. Era inevitabile.

Ciò che Thor desiderava, Thor possedeva. Poteva essere un oggetto, un’anima, una donna o una vampira… persino Morgan e Sheila, che tra non molti anni sarebbero state elevate al rango di Master, non erano che cagnoline al suo servizio.

Le aveva scelte personalmente tra le donne più belle e pericolose, le aveva trasformate, ne aveva assunto il pieno controllo. Erano sue, dalla punta dei capelli, alla punta dei piedi. Persino Sheila che andava solo con le donne si piegava al suo volere, che fosse una missione, che fossero notti di sesso.

In cambio, lui lasciava loro ampi spazi di manovra nel territorio.

Un buono scambio osservò mentre il sole era ormai tramontato e le mille luci dei locali si accendevano. Avvertì due presenze sulla soglia della porta, quasi sempre aperta. Due presenze familiari e due odori decisamente umani. Thor si voltò nella penombra, riconobbe il profilo irregolare degli abiti di Sheila e le lunghe gambe affusolate di Morgan, le due vampire tuttavia tenevano ben stretti a sé due esseri umani.

-Abbiamo qualcosa per te- disse Morgan.

-Qualcosa che ti piacerà molto- aggiunse Sheila ridacchiando e dondolandosi sui talloni –ma proprio tanto!-

Il Master batté le mani e le luci si accesero. Una rapida occhiata, due umane, giovani, nemmeno venticinquenni. Una vestita completamente di nero, capelli neri, pelle bianchissima e occhi molto chiari, carina e con un odore che non aveva mai sentito. Ispirò a fondo e passò all’altra.

Per qualche secondo il Master smise di riflettere.

Poteva essere lei? Poteva? Eppure… aveva sentito voci che la davano morta.

Winifred. La SUA Winifred.

-Sapevo che ti sarebbe piaciuta!- Sheila avanzò tirandosi dietro la ragazza, Eleanor scoccò un’occhiata a Helena, ma anche lei era impotente. Cercava di rimanere fredda, ma aveva paura, come non ne aveva mai avuta, Morgan e Sheila erano pazze da legare… per la prima volta rimpiangeva davvero di non essere insieme a Christopher. Nel bene o nel male, il vampiro a parte qualche screzio iniziale, non l’aveva mai davvero trattata come una stupida sacca di sangue senza cervello.

-E’ così uguale- mormorò Thor, afferrò Eny per un braccio, attirandola a sé. La ragazza tremava impercettibilmente, le due vampire avevano spiegato sia a lei che ad Helena chi fosse Thor, quanto potere avesse e cosa poteva fare loro se non avessero ubbidito… ed era spaventata. Quanto aveva letto nel diario di sua nonna circa Thor contribuiva ad aumentare l’agitazione –Wine…-

-Mi chiamo Eleanor- sussurrò lei.

-Wine- ripeté Thor come se non l’avesse nemmeno sentita –sei tornata-

-Posso tenerla con me?- domandò Sheila –è molto carina, ho in mente qualche giochino da fare insieme…- Thor la fulminò con lo sguardo. Un guizzo della mano e Sheila finì a terra con un segno sulla guancia.

-Lei è mia- sentenziò –toccala anche solo col pensiero e rimpiangerai di aver ricevuto il dono della parola- con uno strattone tirò Eny dietro di sé. La ragazza guardò Helena, ancora tra le grinfie di Morgan.

-E lei?-

-Si chiama Helena, le abbiamo trovate tutte e due alla Torre, da Chris e Sebastian- rispose la vampira sorridendo a metà –come avrai notato questa ha un odore molto particolare, forse è speciale… altrimenti non si spiega come mai l’abbiamo tenuta in vita. Cosa ne devo fare?- Thor rifletté per qualche secondo, il ragionamento di Morgan era valido. D’altra parte ora che aveva ritrovato Winifred, la sua disposizione d’animo era decisamente migliorata.

-Non ucciderla per alcun motivo, la esaminerò personalmente. Tienila in vita e rinchiudila in una stanza del secondo piano, che nessuno la veda- Morgan annuì e scomparve, tirandosi dietro Helena –quanto a te- disse rivolto a Sheila che si stava alzando da terra –porta Wine a sistemarsi e dalle un vestito decente, raccogli la sua roba e riportala da me. Sarà mia ospite a cena- guardò Eleanor e le sorrise, la ragazza si sentì venir meno. Voleva parlare ma aveva la lingua incollata al palato e senza proteste si lasciò condurre via da Sheila.

 

-Sei fortunata- ringhiò Morgan –Helena- chiuse la porta alle proprie spalle e spinse la ragazza a terra -credi non abbia capito? Era tuo l’odore che ho sentito l’ultima volta che sono stata alla Torre, è per coprire una schifosa umana come te che Christopher mi ha baciata… stavolta però andrà diversamente-

-Non ti scoperebbe nemmeno se fossi l’ultima donna sulla terra- sbottò Helena allontanandosi da lei, Morgan rise.

-Sbagli- stabilì la rossa –Chris sarà mio e sarà proprio la paura di veder morire te a farlo cadere tra le mie braccia, è da centinaia di anni che cerco un modo per averlo… ora finalmente l’ho trovato. Ha sbagliato ad attaccarsi così ad un essere umano- sorrise con convinzione –se fai la brava, ti lascerò guardare-

-Mi fai vomitare-

-Sta tranquilla, appena Chris cederà, ti ammazzerò come meriti. Dopo essere stato con me non avrà nemmeno la forza di difenderti- Helena non controbatté. Sperò ardentemente che Chris non cedesse alle lusinghe della vampira per due motivi, anzitutto non voleva morire e poi… l’idea di loro due insieme non le piaceva affatto. Onestamente, non riusciva a vedere alcuna donna vampira o meno, accanto a lui. Guardò Morgan uscire e chiudere la porta a chiave. Si rannicchiò in fondo, in un angolo polveroso e raccolse le ginocchia al petto, aveva fame e la stanza era semi immersa nel buio… cosa doveva aspettarsi adesso? Dov’era Eleanor?

Chris e Sebastian verranno a prenderci… si sforzò di pensare Sebastian per forza… non lascerà Eny nelle mani di Thor… ma Chris? Verrà anche lui? Verrà ad aiutarmi? appoggiò la testa sulle ginocchia e sospirò, sperando non capitasse niente di brutto.

 

Eleanor si agitò, infilata in un abito fin troppo stretto e scollato per i suoi gusti. Sheila l’aveva portata a farsi un lungo bagno caldo, successivamente aveva personalmente provveduto a sistemare i capelli, il trucco e i vestiti. Aveva raccolto la sua roba in una borsa e l’aveva costretta ad indossare un abito di quelli che Wine aveva indossato spesso, dalla gonna lunga scura, il corpetto stretto che lasciva scoperte spalle e decoltè, maniche a campana. Tutto in rosso e in nero.

Mentre si fissava nel riflesso di una vetrata, Eny realizzò quanto in quel momento somigliasse a sua nonna.

-Thor sarà felicissimo di rivederti, Winifred!- trillò Sheila rimirando il riflesso della ragazza nel grande specchio che aveva davanti –Gli sei mancata tanto, lo sai?- continuò poi strofinando il naso contro la sua guancia. Eleanor si ritrasse schifata e spaventata allo stesso tempo.

-Io non sono Winifred, io mi chiamo Eleanor. Winifred era mia nonna.- cercò di protestare mentre la vampira la conduceva fuori dalla stanza, quasi trascinandola per un braccio.

Sheila ridacchiò divertita –Oh, ma non è importante! D’ora in poi sarai Winifred e vivrai qui. Thor ha sicuramente grandi progetti per te, ha aspettato così tanti anni…-

Eleanor gemette mentre attraversava un lungo corridoio illuminato da delle torce sorrette da delle inquietanti statue di pietra. Ritraevano tutti delle figure umane, donne e uomini, che reggevano la sorgente del fuoco tra le loro mani, vestiti con dei sontuosissimi abiti della manifattura di quello che stava indossando lei. Trasalì quando si accorse che l’ultima di queste statue era la sua fotocopia.

-Nonna…- sussurrò, ma non ebbe il tempo di dire altro che Sheila l’aveva tirata oltre il grande portone che avevano di fronte. La scena che le si presentò davanti non le piaceva per niente: un lungo tavolo di legno apparecchiato per una grande cena, gli unici due posti si trovavano l’uno al capo opposto del tavolo. Se non altro non dovrò sopportare la sua vicinanza… pensò la ragazza cercando di richiudersi su se stessa.

-E’ qui, Master!- annunciò la vampira rivolta a una figura alta che si trovava nell’ombra. Thor si girò appena e con un cenno congedò Sheila. Eleanor si sentì in trappola.

-Accomodati.- disse Thor facendo cenno alla ragazza di sedersi al posto più vicino –Sei bellissima.-

Nessun sorriso le era mai apparso così dolce, gentile e orribile insieme. Si sedette senza proferire parola.

-Non dovresti avere paura di me, non permetterò a nessuno di farti del male. Morgan e Sheila non sono pericolose se sono sotto il mio controllo, il che avviene praticamente sempre… finché rimani qui.- continuò il Master accarezzandole appena il collo e andando a sedersi al suo posto. Un brivido gelido percorse la spina dorsale di Eleanor.

-Dov’è Helena?- domandò stringendo forte i pugni sulla stoffa morbida della gonna.

Il vampiro si accigliò appena –Se ne sta occupando Morgan.- rispose. Eny trasalì. –Ma è ancora viva. Non posso impedire a Morgan di vendicarsi, però: lo sai, prova un certo interesse per Christopher e non le è piaciuto il suo atteggiamento negli ultimi tempi…-

-Non è colpa di Helena se Chris non la vuole.- obiettò Eleanor cercando di suonare risoluta, ma fallendo miseramente.

Thor sorrise –Questa è una cosa che riguarda solo Morgan e la tua amica… e Christopher, naturalmente, ma questo si vedrà a tempo debito. Non credo dovremo attendere molto prima di vedere arrivare i nostri compagni.-

Eny sentì una morsa dolorosa allo stomaco. Sebastian… -Cosa ti fa pensare che verranno?-

-Credi che sia uno stupido? Ho sentito l’odore che avevi addosso quando sei arrivata e si dà il caso che appartenga a Sebastian.- Eleanor spalancò la bocca per replicare –Sono un Master, ho la capacità di riconoscere l’odore dei miei vampiri, anche se teoricamente non ne possiedono uno, ma hanno delle emanazioni. Verrà a cercarti e Christopher verrà a cercare Helena, ne sono sicuro. Christopher non è uno sconsiderato, non avrebbe nascosto Helena nella Torre se non per uno scopo ben preciso, verrà a riprendersela.-

La cena arrivò servita da due esseri umani in atteggiamento servile, Eleanor la guardò con repulsione.

-E se non venissero? Cosa ne sarà di noi?-

Thor alzò lo sguardo concentrandolo sulla figura che gli sedeva di fronte. Come ti somiglia, Wine… -Tu resterai con me, sarai per me quello che tua nonna non ha voluto essere, preferendo un essere umano a me!- un gesto di rabbia sferzò l’aria –Per quanto riguarda la tua amica, non posso garantire per lei dopo che l’avrò studiata personalmente. Ha un odore particolare, potrebbe tornare utile a molti di noi.-

Se si accorgono che Helena non può morire dopo il morso di un vampiro per lei è la fine. Pensò la ragazza sforzandosi di mangiare qualcosa per distrarre il vampiro dalle sue azioni. Devo trovare un modo per farla uscire da qui!

-Saremo felici io e te, vedrai, avremo un’eternità di felicità insieme.- disse Thor con lo stesso tono dolce e terrificante di prima. Eleanor sperò che Sebastian e Chris trovassero il modo per venire a liberarle.

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Capitolo 23
*** capitolo ventitré ***


CAPITOLO 23

 

Sebastian si materializzò appena dietro Chris, da dietro l’angolo dell’edificio abbandonato potevano vedere una costruzione apparentemente anonima, ma celante il palazzo di Thor.

La magia nera di cui disponevano i vampiri era talmente potente da riuscire a nascondere un palazzo maestoso e immenso, facendolo apparire agli occhi degli esseri umani come un vecchio zuccherificio in rovina. I vampiri di Sacrament, tuttavia, potevano riconoscere benissimo la struttura gotica erigersi in tutto il suo splendore nella periferia della città, una fortezza del male nociva per gli stessi sudditi.

Perché i vampiri erano dei veri e propri sudditi per Thor, ed era per questo che Sebastian e Chris avevano cominciato a ribellarsi molti decenni prima. Esattamente quando il Master aveva cominciato la guerra contro Wine Wood.

-Non ci sono sentinelle.- sussurrò Sebastian.

Chris annuì –Ci sono abbastanza trabocchetti dentro per potersi permettere di non tenere delle sentinelle in esterno che potrebbero destare la curiosità di qualcuno.-

-Allora entriamo, ma una volta dentro? Che facciamo?- domandò il biondo annusando l’aria per precauzione.

-Seguiamo le indicazioni di Eleanor e cerchiamo di non farci sorprendere da qualche secondino o guardia. Sono già stato nel Palazzo e mi ricordo bene come sono i guardiani di Thor, meglio evitarli.- rispose Chris avviandosi verso l’entrata del castello. Sebastian lo seguì estraendo già i fogli che avevano trovato tra gli indumenti di Eny.

L’ingresso era costituito da un ampio corridoio apparentemente infinito, ma più indugiavano nel proseguire, più questo sembrava mutare forma. Improvvisamente Chris bloccò Sebastian che stava avanzando dietro di lui, qualcosa non lo convinceva.

-Non muovere un passo.- gli intimò, sempre in un sussurro.

Sebastian lo guardò interrogativo e un po’ allarmato –Hai sentito qualcosa?-

-Peggio, ho visto qualcosa.- disse il moro –Guardati bene attorno: vedi niente di diverso?-

Sebastian si guardò attorno, esaminando attentamente ogni singolo angolo buio del corridoio in cui si trovavano, finché non capì cosa intendeva Chris: il corridoio non era più tale, si era trasformato in un vicolo cieco. –Cosa significa?-

-Vorrei tanto saperlo.- ringhiò Chris –Guarda se tra gli appunti Eny dice qualcosa.-

Dopo qualche secondo Sebastian alzò gli occhi, un’espressione funerea in volto –E’ un labirinto!-

Chris lo osservò sconcertato –Eleanor ha disegnato la pianta, vero?-

-Se fosse così semplice non sarei preoccupato, non ti pare?- sbottò l’altro vampiro –Questo labirinto è mutevole: ogni errore che noi compiamo nel percorrerlo consiste in una sua modifica. Eleanor ha segnato i percorsi da compiere mano a mano che questo cambia…-

-Qual è il problema, allora, se abbiamo le mappe?-

Sebastian gli mise sotto gli occhi i fogli degli appunti –Il problema è che ne abbiamo solo cinque, tante quante sono le possibilità di riuscita che abbiamo!-

Il vampiro moro cominciò a inquietarsi a sua volta, tutto quello non preannunciava nulla di buono –E cosa succede se sbagliamo più di cinque volte?-

-I guardiani ci vengono a prendere… e non è detto che ci portino da Thor.-

Questo sconvolgeva i loro piani, soprattutto perché evidentemente il labirinto era già cambiato una volta e loro non erano certi che quella fosse stata l’unica modifica avvenuta fino a quel momento. Se avevano solo cinque possibilità di errore non potevano permettersi altri sbagli, ma non sapendo a che punto erano non potevano nemmeno sapere quale mappa seguire.

-A quale mappa siamo?- domandò Christopher restituendo le mappe al compagno.

Sebastian le afferrò per controllare –Credo alla terza, almeno secondo il disegno di Wood. Gli errori vengono calcolati in base i passi.-

-Cosa intendi dire?-

-Che dobbiamo fare un certo numero di passi in una direzione e un certo numero in un’altra, se passiamo quel numero il labirinto cambia e noi perdiamo una possibilità.- rispose Sebastian.

Chris si guardò intorno con la stessa diffidenza di un gatto. In quel momento tutto l’odio che provava per Thor gli bruciava sotto la pelle diafana. –Allora cerchiamo di non fare errori e contiamo insieme.- disse, poi si voltò verso l’uscita dal vicolo cieco –Quanti passi?-

 

Helena si risollevò a fatica dal freddo pavimento di pietra. Le ossa le facevano male, ma la sua mente assente la preservava da gran parte del dolore che Morgan le stava infliggendo.

-Non sei ancora stanca?- ghignò la vampira girandole alle spalle –Io mi sto divertendo…-

La ragazza riuscì a rimettersi in piedi appoggiandosi alla parete più vicina, un sorriso le attraversava le labbra, un sorriso senza gioia –Fa quello che vuoi, a me non importa niente.-

Morgan assunse improvvisamente un atteggiamento serio e di sdegno –Disprezzi così tanto il tuo corpo? Eppure quel corpo è riuscito là dove io ho fallito fino ad ora!-

-Io non c’entro niente con Christopher, ma non mi meraviglia sapere che ti ha rifiutata fino ad ora…- replicò Helena cercando disperatamente di non crollare a terra.

Quella frase scatenò ancora l’ira di Morgan, la quale usò nuovamente il suo potere sulla ragazza. Helena resistette qualche istante prima di cedere sotto la forza che la colpì violentemente al petto smorzandole il fiato per un attimo.

-Ti conviene fare meno ironia in mia presenza, ragazzina!- sibilò la vampira, il volto sfigurato da una smorfia di puro odio –Non spetta a te giudicare! Solo perché trova il tuo odore più saporito di quello degli altri esseri umani credi di poterti permettere certe sentenze? Credi che ci sia tanto di più nel suo cuore nei tuoi confronti? Ti sbagli. I vampiri sono esseri creati per uccidere, sono nemici degli esseri umani, tutte le loro relazioni sono dei tornaconto personali.-

Helena sputò sangue, questa volta non riuscì a rialzarsi, ma si limitò a ruotare il corpo su un fianco. L’odore forte del sangue della ragazza giunse alle narici da cacciatrice di Morgan, la quale ebbe l’istinto di assalire l’umana agonizzante ai suoi piedi. Tuttavia non lo fece, ucciderla in quel momento sarebbe stato troppo semplice, non avrebbe portato gioia. Doveva essere Chris stesso a vederla morire sotto le sue fauci.

-Puoi continuare quanto vuoi, tanto Chris non verrà mai a prendermi.- disse Helena –L’hai detto tu stessa: a lui di me non gliene importa niente.-

Il sorriso di scherno tornò a delinearsi sul volto di Morgan –Oh, ma Chris e Sebastian hanno molto più che due esseri umani da perdere… Loro verranno a riprendervi perché siete le prove che loro hanno tradito di nuovo Thor, e al nostro Master certe cose non piacciono.- Helena la guardò allarmata, per la prima volta dopo tanto tempo provava un vero senso di terrore. –Intanto io mi divertirò con te, ma non ti preoccupare: non ti ucciderò prima di averti permesso di rivedere il tuo vampiro.-

La ragazza riabbassò lo sguardo, desiderava fortemente stringere i pugni, ma il suo corpo era troppo debole per compiere qualsiasi movimento. Sentì una forza sovraumana sollevarla da terra e tenerla sospesa per qualche secondo nel vuoto. Poi lo schianto, il freddo e il buio.

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Capitolo 24
*** capitolo 24 ***


CAPITOLO 24

 

Thor si alzò in piedi e sorridendo ad Eny, ripose l’alta sedia dov’era rimasto seduto tutto il tempo ad osservarla. La ragazza si era sentita terribilmente a disagio, lo sguardo di quell’essere incuteva terrore, in fondo ai suoi occhi non v’era traccia di sentimenti. Thor era abituato ad ottenere qualsiasi cosa desiderasse ed Eleanor sapeva bene che aveva desiderato Winifred molto a lungo…troppo forse e che non si era mai rassegnato all’idea di poterla avere finalmente per sé, poco importava che lei e sua nonna fossero caratterialmente diverse. Solo ora Eny capiva da dove provenisse l’estrema calma e l’incredibile padronanza di sé che aveva sempre caratterizzato il modo di agire di Wine, aveva sempre ammirato la nonna anche se non era riuscita a seguirne a pieno l’esempio, si considerava ancora troppo infantile a volte.

-Spero che la cena sia stata di tuo gradimento- disse il Master avvicinandosi, Eny annuì. Suo malgrado aveva mangiato bene, all’inizio aveva provato a fare resistenza ma il suo stomaco aveva vivacemente protestato e la fame l’aveva spinta a cenare, cosa che il suo cervello avrebbe voluto evitare con tutte le sue forze –non avere paura, Eleanor, non ti farò del male-

Vuoi vampirizzarmi! Che razza di frase sarebbe quella? Pensò lei, la cui lingua sembrava essere paralizzata nella bocca. Non riusciva a parlare –Vieni- disse ancora Thor prendendole una mano, stringendola in una morsa non particolarmente dolorosa ma ferrea –ti mostrerò la tua stanza. Nessuno oltre a me potrà entrarvi, quindi non devi preoccuparti di Sheila o degli altri-

-V-va bene- mormorò lei, parzialmente sollevata, se possibile Sheila e Morgan la spaventavano ancora di più…davano l’idea di essere pazze sanguinarie mentre Thor agiva sempre con raziocino, ogni mossa che compiva era studiata e controllata, misurava le parole e il tono di voce. Era uno strano mix, quello tra la sua natura di vampiro e il comportamento da perfetto gentiluomo –vorrei vedere Helena- disse la ragazza mentre percorrevano un lungo corridoio riccamente arredato.

-Helena non morirà finché non lo deciderò io- disse Thor –se tuttavia alla mia futura sposa preme che quell’umana rimanga in vita, posso concederlo. Almeno temporaneamente- Eleanor sbiancò alle parole “futura sposa” e deglutì forte, il vampiro sorrise obliquo ma finse di non aver notato la sua reazione –non posso comunque impedire a Morgan di divertirsi con lei- Eny gemette di sgomento, non sopportava il pensiero che Helena fosse in preda alle folli idee della vampira. Si sentiva impotente come non si era mai sentita prima, era inutile, non poteva aiutare Helena, scappare o fare qualsiasi cosa…aveva paura.

Thor si fermò davanti ad una porta bianca dagli intarsi d’oro e l’aprì. Entrò sempre tirandosi dietro Eleanor che rimase a bocca aperta, la camera era arredata seguendo lo stile del pieno settecento ed era enorme, c’erano un letto a baldacchino, poltroncine, un camino e ampie finestre dalle persiane sbarrate, i colori erano caldi e i mobili di ottima fattura.

-Da questo momento soggiornerai qui, quando avrò fatto di te un vampiro sarai libera di girare per il Palazzo- spiegò il Master, passandole una mano fredda sul viso ancora pallido e preoccupato –naturalmente ti verranno serviti i pasti e se ti comporterai bene, avrai qualche concessione- sul suo volto apparve un sorriso che fece gelare il sangue nelle vene di Eny –quando non sarò occupato verrò qui e farai bene ad accogliermi come si deve. A meno che non te lo chieda espressamente, ti voglio sempre vestita e sistemata come si conviene alla mia futura sposa. Non disobbedire e non rispondere con maleducazione, altrimenti potrei arrabbiarmi. Il tuo comportamento dovrà essere irreprensibile- Eny abbassò gli occhi ed il viso, sentendosi in procinto di piangere dalla frustrazione.

-Mia nonna non si sarebbe mai comportata così- le scappò sottovoce, Thor perse il sorriso.

-Winifred era perfetta ed impeccabile in ogni movimento! Non osare nominarla, stupida umana!-

-Lei era mia nonna! La nomino quanto voglio!- Thor le afferrò il mento con una mano.

-Ti conviene tacere e riservare la voce a quando griderai di piacere- la lasciò e uscì dalla stanza. Eny si lasciò cadere seduta a terra.

 

Sebastian e Christopher si bloccarono. Le indicazioni fornite da Wine terminavano esattamente in quel punto, al bivio. Una scala portava ai piani superiori, pieni di umani asserviti a Thor e di altri vampiri posti a guardia delle sale più importanti del Palazzo, un’altra scala conduceva ai sotterranei, un labirinto ancora peggiore di quello che avevano superato, esso era collegato a miriadi di condutture, alle fognature della città e perdersi lì dentro poteva costare molto.

-A Thor Helena non interessa- rifletté ad alta voce il vampiro biondo, Chris annuì, corrucciando le sopracciglia –Ma a Morgan sì-

-Dobbiamo dividerci per forza-

-Già- Sebastian infilò i fogli trascritti da Eny in tasca –Ognuno per sé. Il primo che trova una delle due torna di filato alla Torre, se entro ventiquatt’ore l’altro non si fa vivo…-

-Ognuno al suo destino. Ricevuto- concluse Chris –Io scendo. Stando a quanto scritto da Winifred e alla somiglianza tra lei ed Eleanor, è più probabile che Thor si stia tenendo la tua ragazza ben stretta- Sebastian ignorò il tono sulla parola ragazza usato dall’amico e annuì –Per trovare Helena devo cercare Morgan, figurati se quella si è lasciata scappare l’occasione di farle del male…- strinse i pugni. Era colpa sua. Avrebbe dovuto prevedere cosa sarebbe successo, invece aveva ceduto ed ora Helena era nelle mani di quella pazza furiosa, il vampiro sentiva la rabbia montare in petto al solo pensiero di cosa poteva aver subito Helena fino a quel momento. Sperò fosse ancora viva.

Lo spero per te, Morgan… altrimenti la rabbia di Thor ti sembrerà blanda confrontata alla mia.

Si divisero, Christopher spalancò con un calcio la porta di ferro e prese a scendere lentamente i gradini, mentre Sebastian prese le bianche scale di marmo che portavano di sopra.

 

 

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Capitolo 25
*** capitolo 25 ***


Another One Bites The Dust 25

CAPITOLO 25

 

Chris spinse la porta che si trovava davanti ai suoi occhi.

Era capitato in un vicolo cieco che giungeva a un portone di legno massiccio, probabilmente quercia, intagliato da moltissime figure che riprendevano lo spirito gotico aleggiante in quel maniero. Fermandosi a guardarle, pensò si trattasse di leggende circolanti sui Masters e sulla creazione del primo vampiro e non fu sorpreso di notare quanto quelle figure somigliassero a Thor e alla nonna di Eleanor. Quella che altri non poteva essere che Winifred Wood (Chris la ricordava esattamente allo stesso modo) teneva in mano un oggetto sconosciuto e lo puntava contro un essere deforme, il quale si contorceva sotto il suo potere. Probabilmente doveva trattarsi di un Cacciatore o di un Angelo, come loro chiamavano ironicamente quegli esseri umani che si incaricavano di liberare il mondo dai vampiri. La cosa l’aveva sorpreso, non si ricordava che Wine avesse mai esercitato violenza sugli esseri umani, nemmeno se Angeli. Nonostante quegli altorilievi appartenessero a più di quattro secoli prima, la cosa lo impressionava fortemente. Con ancora in mente le immagini del portone, Chris penetrò in una stanza ovale, che presentava altre sei porte identiche tra loro lungo la sua parete curveggiante. Fermatosi al centro si guardò attorno.

-Bene, e adesso dove vado?- si domandò a mezza voce, sentendola rimbombare nella stanza vuota.

Si voltò di scatto. Qualcosa di diverso dalla sua voce gli era giunto alle orecchie, come se l’ultima parola da lui pronunciata fosse diventata la risposta alla sua domanda: Vai dove non c’è pace.

Sempre stupito da quello strano fenomeno, Chris mosse un passo verso la porta alla sua più immediata sinistra, ma ancora una volta la voce parlò, stavolta senza derivare dalla sua.

La pace è la via più semplice, chi ha una missione cerca il difficile…

-Chi ha parlato?- domandò il vampiro, girando sul posto per guardarsi le spalle. –Chi sei? Dove sei? Vieni fuori se hai il coraggio!- si accucciò, pronto a colpire, i canini che brillavano alla luce dell’oro che decorava il soffitto.

Vai dove non c’è pace… ripeté la voce, ma stavolta Chris la riconobbe: era Wine che gli diceva dove andare, era lei che rispondeva alle sue domande. Non capiva come ciò fosse possibile, Winifred era morta da molti anni, non poteva trovarsi lì in quel momento, tuttavia era sicuro di aver riconosciuto la sua voce. Si alzò lentamente e rifletté sul consiglio che gli era stato dato: vai dove non c’è pace…

-Cosa vuol dire?- domandò, ma questa volta la risposta non giunse. Era ovvio che doveva arrivarci da solo. Ripensò a quello che aveva letto sul castello nel diario della Master, ma l’unica cosa che riusciva a ricordare era la serie di trabocchetti di cui Sebastian gli aveva fatto cenno. Quella stanza non era mai stata nominata.

L’orrore che ti travolge è la tua unica guida fidata… tornò a dire Wine.

Christopher misurava a grandi passi la stanza, rimuginando sulle parole che gli erano state dette: assenza di pace, orrore… la sua unica guida fidata.

-Qual è l’orrore che mi travolge?- si chiese ancora –Io non ho paura di niente!- Ancora una volta la voce non parlò, ma nel suo silenzio Chris percepì una nota di derisione. Stava forse ridendo di lui e della sua sicurezza troppo sfacciata? –Ok, forse hai ragione, devo aver paura di qualcosa anche io.-

Inaspettatamente sentì un movimento e, voltandosi, vide che qualcosa nella stanza era cambiato, ma non capiva cosa fosse. Pensando di essersi sbagliato tornò a riflettere a voce alta –Un orrore che mi sta prendendo ora... Di che ho paura adesso?- si domandò cominciando a camminare per la stanza. Incominciava a diventare nervoso: il tempo passava e lui non riusciva a trovare una soluzione all’enigma che, ne era sicuro, era l’unica chiave per uscire da lì. Helena era chiusa da qualche parte con Morgan che la torturava e lui non poteva fare nulla per impedirlo, la sola cosa lo mandava in bestia. Se Helena era là dentro era solo colpa sua: avrebbe dovuto tenerla d’occhio senza permetterle di andare in giro per Sacrament con una vampira gelosa e assetata di sangue sulle sue tracce!

-Se le succede qualcosa non me lo perdonerò mai!- esclamò. E allora capì. Capì che quello era il suo timore più grande in quel momento: non riuscire a salvare la ragazza. Sorpreso lui stesso della rivelazione, sussurrò –Ho paura di perdere Helena…- Un altro rumore e la stanza mutò nuovamente. Questa volta Chris si accorse che ciò che era cambiato erano le dimensioni di una porta, la quale si era fatta più grande rispetto alle altre, fino a raggiungere l’ampiezza del portone da cui era entrato. Capì che quella era la via per cui sarebbe dovuto andare, si avvicinò e tentò di aprirla, ma non ci riuscì.

-Perché non si apre, adesso? Ho compreso l’enigma, no?- brontolò sferrando un calcio potente al portone, il quale rimase integro e perfettamente sigillato.

Un’intelligenza acuta compie un’analisi profonda… rispose la voce, con un tono che Chris giudicò alquanto arrogante al momento. Si spostò dal portone di uscita e cercò di capire qual era la falla nel ragionamento.

-L’orrore che mi travolge sarà la mia unica guida fidata. Ok, fino a qui tutto tranquillo: l’orrore è il rischio di perdere Helena e la guida sta nel fatto che è la comprensione di questo orrore che mi ha fatto scoprire la porta. Cos’altro devo dirti per far sì che questa si apra?- chiese leggermente irritato. Il tempo continuava a passare senza pietà e ogni secondo in più che lui perdeva là dentro era un secondo in più di sofferenze per Helena e di sadica gioia per Morgan. –Cosa manca?-

Ogni storia ha un principio e una fine, anche la più breve…

Chris cominciava a stancarsi di tutte quelle belle frasi che, in certi casi, gli sembravano messe lì a caso. Tuttavia sapeva che se voleva uscire doveva risolverle. Chiaramente la storia a cui si riferiva Wine era la storia stessa dell’enigma e della stanza, quale era stato il suo principio? Chiuse gli occhi per concentrarsi meglio, sempre continuando a fare i suoi ragionamenti a voce alta. Sentiva che qualcosa stava cambiando attorno a lui, il che gli faceva comprendere che era sulla buona strada di ragionamento.

-Quando sono entrato non capivo dove dovevo andare, l’ho chiesto e tu mi hai risposto. Mi hai detto Vai dove non c’è pace… Ah, adesso capisco! Non ti ho dato tutte le risposte, vero?- aprì gli occhi e vide che nella porta si era formata una nicchia contenente uno strano medaglione di vaghe sembianze egizie. –Non c’è pace perché dove voglio andare io c’è una tortura in atto… Morgan su Helena.- asserì infine il vampiro, allungando la mano per prendere il medaglione. Non appena lo strinse tra le sue dita sottili, il portone si aprì rivelando una lunga scalinata di pietra che scendeva verso il basso, verso i sotterranei.

Prima di varcare la soglia si guardò indietro e ciò che vide lo sorprese: Winifred Wood era apparsa per un attimo dietro di lui, una mano appoggiata delicatamente sulla sua spalla, incorporea eppure fisicamente presente. La visione, così come era apparsa, era svanita nel nulla in un attimo, subito rimpiazzata dalla voce.

Quel medaglione contiene sabbia dall’antico regno egiziano delle tre piramidi, non permette a chi lo indossa di fuggire. Se vuoi salvare la ragazza fai in modo che il tuo nemico lo porti su di sé

Chris guardò il gioiello egizio rigirandoselo tra le mani. Era l’unica cosa in grado di fermare Morgan all’interno della sua stessa cella: una volta immobilizzata sarebbe bastato metterle al collo l’amuleto e lei sarebbe rimasta bloccata dov’era, senza potersi smaterializzare all’interno del castello come solo i vampiri al servizio di Thor potevano fare. Avrebbero giocato ad armi pari.

-Grazie, Winifred.- sussurrò, poi si immerse nel buio della scalinata e il portone si richiuse dietro di lui.

 

Le luci si spensero di colpo ed Eleanor sobbalzò. Si era rannicchiata in un angolo di quella stanza enorme, con le ginocchia abbracciate al petto, aveva pianto un pochino poi aveva cercato di aprire la porta in qualche modo, ma invano. Eppure era certa che Thor non l’avesse chiusa a chiave!

-Eleanor... bambina mia…- Eny spalancò gli occhi e rialzò la testa dalle ginocchia. Avrebbe riconosciuto quella voce dovunque, anche attutita e lieve come una brezza d’inverno.

-No-no-nonna?- balbettò, non ebbe risposta –Nonna sei morta!- esclamò.

-Come ti sbagli!-

-Nonna…- Eleanor si rialzò e si asciugò il viso ancora bagnato di lacrime, le luci tornarono ma non vide nulla, oltre a lei la stanza era vuota. Sospirò, forse si era immaginata tutto… D’altra parte la presenza di sua nonna in quel luogo si percepiva anche se Wine era morta da un po’, tutto le ricordava la sua adorata nonna. Con un altro sospiro la ragazza si diresse agli armadi e aprì le ante, sperando di trovare qualcosa con cui cambiarsi, si sentiva strana infilata in un abito che era appartenuto a quel periodo della vita di Winifred che riguardava Thor.

Gli armadi erano stracolmi di abiti simili a quello che portava, Eny vi frugò dentro un po’ ma non trovò nulla di più comodo, anzi.

Non fece caso a nulla, finché non spostò la propria attenzione sull’enorme specchio che occupava un’anta e cacciando un grido incespicò nella gonna cadendo a terra. Ignorò il dolore della botta alla schiena, gli occhi erano rimasti incollati alla figura che lo specchio stava rimandando: Winifred.

-Nonna?- al di là dello specchio Wine sorrise alla nipote e annuì. Era giovane e bellissima, indossava lo stesso vestito di Eleanor, ma negli occhi la ragazza poteva vedere una saggezza che non aveva tempo. Si rimise in piedi e si avvicinò nuovamente –Ciao, nonna…-

-Ciao, Eleanor-

-Non sei morta?-

-Lo sono- quella risposta gelò il sangue nelle vene di Eny che rabbrividì -Ma sono con te-

-E’ impossibile!-

-Eleanor, non perdere tempo qui. Hai una via da seguire, seguila altrimenti ciò che ami si perderà- la ragazza non capiva, una via? E poi, se sua nonna era morta, perché adesso la vedeva di fronte a sé? –Io vivo in te- disse ancora Winifred sorridendo nuovamente –Sei mia nipote. Trova la forza nel sangue- Eny annuì piano ma prima che potesse fare un’altra domanda, Wine scomparve e lo specchio tornò a riflettere la sua immagina di ragazza spaventata.

Cosa significava trovare la forza nel sangue? Eleanor aveva sempre guardato a sua nonna come un modello da seguire ma al quale non si era minimamente avvicinata, aveva persino fallito qualsiasi incantesimo Wine avesse provato ad insegnarle!

Forse sua nonna l’aveva sempre sopravvalutata, lei era una ragazza come molte altre… solo con una nonna “famosa” in un certo senso. Comunque, doveva uscire da lì e se la porta non era chiusa a chiave, significava che c’era un incantesimo.

Bloccare le porte era qualcosa di molto facile per un esperto di magia nera e nel diario Wine diceva chiaramente che Thor, pur essendo potente, non era mai arrivato al suo livello, quindi tutto ciò che di magico era presente nel Palazzo, era opera di sua nonna.

-Tentar non nuoce- mormorò Eleanor portandosi di fronte alla soglia. Cercò di ricordare tutti i movimenti e la lingua mistica che sua nonna le aveva mostrato tempo prima. Stese le braccia e aprì i palmi delle mani, puntando la porta. Al massimo non sarebbe accaduto nulla. Eny fece qualche respiro profondo e si concentrò al massimo.

Sua nonna le aveva sempre detto che lo volontà era la chiave di ogni cosa ed era anche ciò che era sempre mancata a lei, la volontà di riuscire. In pratica aveva sempre cominciato sapendo di fallire… e aveva sempre fallito… In quel momento però, Eny desiderò con tutte le sue forze di uscire da lì e quasi senza pensarci si mise a gridare come una pazza.

-IO SONO ELEANOR WOOD! LA NIPOTE DI WINIFRED! E ADESSO APRITI STUPIDA PORTA!- non successe nulla ed Eleanor si sentì una perfetta idiota.

Stava già per rimettersi a piangere, che un cigolio la costrinse a rimanere ferma. Sotto ai suoi occhi la porta si spalancò.

Senza perdere altro tempo Eny si mise a correre, oltrepassò la porta e prese la direzione opposta dalla quale era venuta con Thor, con la gonna sollevata oltre le ginocchia corse a perdifiato lungo quel corridoio che sembrava non avere fine. Sorpassò decine di porte chiuse e pareti ricoperte di quadri e arazzi, poi si costrinse a rallentare un pochino, pur mantenendo un passo veloce. In giro non c’era nessuno, d’altra parte era nella parte di Palazzo riservata a Thor e l’ego di quel vampiro era talmente grande che Eny era certa avesse rifiutato qualsiasi guardia del corpo, convinto di poter gestire tutto da solo.

Con tutte le informazioni che le aveva scritto nel diario, Winifred continuava ad aiutarla nonostante fosse morta da tempo. Eleanor provò un profondo senso di gratitudine e sorrise, poi sentendosi di nuovo in forze riprese la sua corsa lungo il corridoio che s’incuneava verso destra. La ragazza sorpassò una nicchia con un’enorme statua di pietra e svoltò l’angolo, finendo dritta contro qualcosa.

O qualcuno.

Indietreggiò barcollando ma venne raggiunta da un pugno allo stomaco, non ebbe nemmeno il tempo di riprendersi che un braccio l’afferrò e la scagliò lontano. La ragazza volò per qualche metro prima di atterrare con violenza sul tappeto che ricopriva il marmo pregiato, l’impatto durissimo la stordì qualche secondo poi si girò su un fianco, piegandosi in due.

Un’ombra apparve nel suo campo visivo.

Eleanor chiuse gli occhi.

-LASCIAMI STARE, BRUTTA SANGUISUGA SOTTOACETO!- strillò chiudendosi a riccio.

Rimase ferma alcuni secondi, giusto per capire che nessuno le era piombato addosso e sollevò la testa un po’ tremante. L’essere era stato sbalzato una decina di metri più in là, Eleanor si rialzò dolorante, cautamente si avvicinò al vampiro - perché una forza simile non poteva appartenere ad alcun essere umano - e lo scrutò da lontano, risalendo lungo la figura stesa a terra, soffocò appena un grido quando si accorse di chi aveva davanti.

-Sebastian!-

Non appena sentì il proprio nome il vampiro scattò in piedi, bloccandosi all’istante. Innanzi a sé Eny lo fissava tremando come un budino al crème-caramel, avvolta in uno splendido abito che le fasciava il corpo e la rendeva terribilmente simile a Winifred Wood, oltre che molto bella.

-Eny… ti ho colpita- constatò lui, la ragazza annuì.

-Si beh, anch’io… benché non abbia capito come- rispose avvicinandosi, Sebastian le appoggiò una mano sul viso, scostandole i capelli.

-Ti ho fatto molto male?- la ragazza scosse la testa, il vampiro annuì, la sua mano scivolò sulla nuca e attirò Eleanor a sé, stringendola forte al petto. Eny smise lentamente di tremare, rilassandosi nell’abbraccio di Sebastian –Thor ti ha…-

-Non mi ha fatto nulla- si affrettò a dire lei –Davvero, non ancora. Ha parlato di diventare sua eterna sposa e poi mi ha chiuso in una stanza, credo che mia nonna mi abbia aiutata ad uscire… Non so come, ma la sua presenza qui è molto forte, anche se lei è morta-

-Penso che tua nonna sia ancora con te, in qualche modo- rifletté Sebastian –Credo che tempo fa avesse previsto quali guai avresti potuto passare, forse era destino che incrociassi la tua strada con quella dei vampiri- Eny annuì, poteva essere. Sollevò il viso e sorrise al vampiro –A causa nostra tu ed Helena ne avete passate di tutti i colori-

-Si, è vero. Ma credo che la vostra sia una causa giusta-

-Eny, noi ci nutriamo delle persone… ne beviamo il sangue, come puoi pensare questo sapendo che uccidiamo i tuoi simili?- la ragazza scrollò le spalle.

-Io mangio le bistecche- replicò con semplicità. Sebastian riuscì a sorriderle a sua volta, nonostante la preoccupazione e la tensione non l’avessero abbandonato. Strinse ancora Eleanor a sé, godendo del tepore emanato dal corpo caldo della ragazza, ora che l’aveva trovata era deciso a non perderla di vista un secondo, era riuscito ad entrare, ma la parte peggiore doveva ancora arrivare… e si chiese se sarebbero mai usciti vivi.

 

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Capitolo 26
*** CAPITOLO 26 ***


A

CAPITOLO 26

 

Eny trascinò Sebastian per una mano, il vampiro si impuntò –Eleanor, dove mi stai portando? Dobbiamo andarcene, Chris ha detto che ci ritroveremo alla Torre tutti insieme. Se restiamo ancora qui ci troveranno!- protestò, cercando di fermarla.

-Devo prendere una cosa che ho lasciato nella stanza di mia nonna…- sussurrò lei, ma la verità era che voleva cercare di vederla un’altra volta, voleva che Sebastian la vedesse, che ci parlasse. Non sapeva esattamente perché, ma il suo cuore ebbe il sopravvento sul suo istinto di sopravvivenza.

Sebastian la guardò sospettoso –Non mi sembri sincera. Eny, ti prego: andiamo via.- sillabò un’altra volta lui, cercando di trascinarla dalla parte opposta, ma stranamente, Eleanor sembrava avere acquisito la forza di un suo simile, perché non si mosse di un millimetro. La guardò sbalordito.

La ragazza gli lanciò uno sguardo carico di supplica –Ti prego, Sebastian, fammi tornare là anche solo per un secondo! Ho bisogno di sapere se quello che ho visto è stato solo un sogno!- disse.

-Eleanor, stiamo rischiando moltissimo, non so se…-

-Ti prego!- insistette lei. Il vampiro tacque all’istante, fermandosi a riflettere sulla situazione: se avesse insistito per tornare sarebbero rimasti lì in eterno a discutere e li avrebbero trovati, se fossero andati direttamente agli appartamenti di Wine, magari avrebbero risparmiato un po’ di tempo e sarebbero riusciti a fuggire.

-D’accordo, ma facciamo in fretta. Sono qui dentro da troppo tempo, fra poco si accorgeranno che c’è un intruso nel castello.- acconsentì, precedendo una Eny trasognante lungo i corridoi.

Eleanor era così emozionata che si stava dimenticando di respirare. Stringeva forte la mano di Sebastian e si preparava a… non sapeva bene cosa, ma sperava di riattivare il meccanismo che le aveva permesso di vedere sua nonna accanto a lei, di sentirla parlare ancora una volta, come se fosse stata viva. Le era sembrato di tornare bambina, quando Winifred la portava al parco e le raccontava quelle storie stranissime a proposito di demoni dal corpo freddo come la pietra e angeli che cercavano di salvare il mondo da loro, quando quelle storie altro non erano che fantasie. Ora le viveva, invece, i suoi peggiori incubi erano divenuti realtà e i suoi sogni più estremi si sarebbero realizzati presto anche loro… forse. Se Sebastian l’avesse voluto, se lui avesse accettato di…

-E’ quella?- le chiese il vampiro, accennando a una porta poco più avanti. Eny annuì, stringendo ulteriormente le dita attorno alla mano fredda di Sebastian, il suo cuore che saltava battiti… finché non si fermarono del tutto per qualche secondo.

-Tu!- urlò Sebastian. Thor alzò appena lo sguardo dalla punta delle sue dita, che rigiravano un fermaglio per capelli. Era seduto sulla poltrona vicino al letto di Winifred, con una calma che anticipava la tempesta.

-Eleanor, non ti avevo raccomandato di comportati bene? E’ così che ripaghi il trattamento privilegiato che ti ho accordato? Avrei potuto lasciarti in mano a Sheila per farla divertire, ma non l’ho fatto… ora me ne pento.- disse con la sua solita voce fonda e terrificante, in grado di provocare nella ragazza il ricordo di orrori d’infanzia. –E anche lui… Con lui… Avrei sopportato qualsiasi altro tradimento, ma non con lui!- fulminò Sebastian con uno sguardo di fuoco. Il vampiro più giovane si mise davanti alla ragazza per farle scudo: sapeva benissimo cosa significava una vendetta da parte di Thor, e non avrebbe permesso che si riversasse su di lei.

-Stai lontano da lei, Thor. Non ti permetterò di farle del male, non ti permetterò nemmeno di sfiorarla col pensiero!- ringhiò.

Thor sorrise malevolo –Non sei nelle condizioni di sfidarmi, Sebastian. L’ultima volta la mia vendetta ti ha quasi ucciso e non era nemmeno la metà del mio potere, quello che hai sperimentato. Vuoi tentare di andare oltre? Io mi divertirei moltissimo, ma, forse, la tua amica non sarebbe molto contenta di assistere… forse dovrei risparmiarle la scena colpendola per prima.- detto questo sollevò un dito. Sebastian nascose ulteriormente Eny dietro la sua figura, preparandosi a ricevere un colpo al suo posto, ma il Master cambiò idea –No, credo che sarebbe troppo semplice. Voglio divertirmi un po’, prima di vendicarmi del tutto.-

-Qualsiasi cosa tu abbia in mente, prega che non comprenda Eleanor, altrimenti anche tu dovrai assaggiare la mia potenza!- sbottò Sebastian.

Thor scoppiò in una risata –Sei ancora un ragazzino arrogante, Sebastian, dovrò darti una lezione… e stavolta la nipote di Wine guarderà.- con un gesto mandò Eleanor a sedersi su una sedia della stanza, sulla quale fu costretta, come se legata da catene invisibili. –Non preoccuparti, ti terrò in vita, finché non mi implorerai tu stesso di annientarti.-

 

Helena sentì un’altra volta la dura parete contro le sue ossa, ma non sentì dolore. Non più. Le ossa che potevano rompersi ormai erano andate e il suo corpo si era abituato al dolore e al sapore del sangue in bocca. Era caduta in uno stato di catarsi.

-Non ne hai ancora abbastanza, ragazzina?- sghignazzò Morgan –Dov’è il tuo Chris? Perché non viene a salvarti?-

Helena non rispose, in cuor suo sperava che Chris e Sebastian fossero stati abbastanza egoisti da non venire a cercarle, non voleva che rischiassero così tanto per loro due. Non venire, Chris… Non venire…

-La verità è che lui non verrà mai! A lui, di te, non importa nulla!- esclamò ancora la vampira, questa volta con trionfo. Si sentì sollevare un’altra volta da terra, come se avesse avuto la capacità di volare per un attimo. Attese l’impatto col muro e col pavimento, poi, ma non avvenne. Forse era morta…

-E invece sono qui.-

No… Non dovevi venire… perché? Perché?!

Sentì che una forza più delicata di quella di Morgan l’adagiava a terra, morbidamente, e improvvisamente sentì il calore diffondersi in tutto il suo corpo. Era come se stesse guarendo da tutte le fratture, lentamente.

-Sei arrivato, infine.- Morgan non sembrava felice di vedere Christopher.

Il vampiro si fece avanti a passi lenti, senza curarsi minimamente della ragazza distesa a terra, in fin di vita. –Mi avevi lasciato di fronte a una scelta, sono venuto a farti sapere cosa ho deciso.- disse mentre si avvicinava alla vampira, apparentemente tranquillo e a suo agio in quell’ambiente.

Morgan inclinò leggermente la testa di lato, come un cucciolo che cerca di capire cosa succedendo davanti ai suoi occhi: Christopher era entrato, senza badare all’umana poco distante da lui, e si stava rivolgendo a lei con uno sguardo diverso dal solito. Non vedeva disprezzo né rabbia nelle iridi glaciali che la fissavano, ma un sottile velo di malizia e mistero, abbastanza per tenerla incollata al volto di lui.

-Non credevo avresti impiegato così poco tempo per deciderti, visti i tuoi precedenti…- sussurrò lei.

-Ci sono questioni su cui non vale la pena meditare troppo a lungo, soprattutto quando si ha la risposta di fronte agli occhi da sempre.- rispose Chris, continuando ad avvicinarsi.

Morgan strinse il pugno destro, insospettita dall’atteggiamento dell’altro vampiro –La tua ragazzina non è più in grado nemmeno di riconoscerti, Christopher. Guardala!- rise con rabbia, indicando Helena, ancora distesa inerte a terra –E’ per lei che vieni qui a rischiare tutto? Ne vale la pena?-

Chris non si voltò nemmeno a guardare il corpo che gli veniva indicato, continuò a fissare il suo sguardo in quello della vampira, senza mutare espressione, anzi, incrementando la malizia –Credi davvero che io sarei disposto a farmi annientare solo per una ragazzina? Mi sorprendi, Morgan, pensavo mi conoscessi… Con tutte le donne che potrei avere, con tutte quelle da cui potrei nutrirmi, dovrei rischiare la mia esistenza per una ragazzina che per me non vale più di qualunque altra?- rise con scherno, mentre faceva passare una mano tra i capelli rossi e folti di Morgan –No, non è per lei che sono qui.-

Helena sentiva che il calore le faceva bene, ma qualcosa dentro di sé avrebbe voluto che il dolore fisico riprendesse: in qualche modo avrebbe fatto meno male di quello psicologico che stava subendo. Non era per lei, non le importava assolutamente nulla se Chris non era interessato a lei più che a qualunque altro portatore di sangue, ma non sopportava l’idea che Eleanor stesse rischiando la vita per una finzione come quella. Non le piaceva l’idea di essere stata usata e rinnegata al primo ostacolo. Tuttavia, dentro di lei, qualcosa continuava a ripetere Non è vero… e lei si aggrappò con tutte le sue forze a quella frase, provando speranza per la prima volta dopo tantissimi anni.

Morgan lasciò che le dita di Chris arrivassero ad accarezzarle dolcemente la nuca, chiudendo gli occhi. –Hai fatto la scelta giusta…- miagolò, mentre lasciava cadere ogni difesa, convinta dell’assoluta sincerità di Chris. Lui non disse niente, continuò nel suo operato facendo scivolare l’altra mano sul corpo della vampira, la quale si lasciò andare sempre di più. –Nessuna mortale può competere con me.-

-No, hai ragione. Nessuna mortale può competere con te…- sussurrò Chris -…in quanto a ingenuità.- Morgan aprì gli occhi di scatto, ma Chris le tratteneva con forza la testa all’indietro e il corpo bloccato contro il suo, impedendole qualsiasi movimento. –Credevi davvero che sarei venuto in qui solamente per te? Pensavi davvero che potessi prendermi un tale disturbo per una puttana come te?- ringhiò lui –Una che si vende a Thor per la protezione, che entra in casa mia, tortura il mio compagno e rapisce e maltratta le mie ospiti! Sei una piccola ingenua, Morgan, pensavo che potessi arrivare almeno a capire che non poteva essere possibile. E invece, grazie alla tua stupidità, io ottengo quello che voglio e mi prendo una piccola vendetta.-

Morgan cercò di dimenarsi ancora di più –Quello più stupido tra di noi, Chris, sei tu: rischi tutto per una sciocca ragazzina impotente, mentre potresti ambire al ruolo di Master, con le tue capacità!-

-A me non interessa diventare un Master, non voglio avere assolutamente nulla in comune con gente come Thor… o chiunque gli vada dietro, come te.- ribadì Chris, lanciando la vampira addosso alla parete opposta, con tanta violenza da bloccarle l’aria nei polmoni. La rossa cercò di riprendere il controllo di sé, ma era troppo tardi ormai, il suo avversario anticipava qualunque sua mossa, mettendola fuori combattimento ancora prima che lei stessa potesse decidere come reagire.

-Hai patito abbastanza, Morgan?- le chiese a un certo punto, inginocchiandosi davanti a lei, avvinghiata nelle tende rosse in cui Chris l’aveva costretta.

-Non scherzare col fuoco, Christopher!- sibilò cercando di smaterializzarsi, ma non ci riuscì. Chris sorrise.

-Non ci riuscirai, Morgan, l’amuleto che ho nascosto tra le pieghe delle tende ti impedirà di muoverti da qui, almeno finché noi non saremo molto lontani dal castello.-

La vampira si guardò attorno, cercando disperatamente di trovare l’amuleto di cui lui stava parlando, ma inutilmente. –Thor saprà già che siete qui, vi annienterà molto prima di quanto tu non possa pensare.-

Chris si alzò, rivolgendole uno sguardo carico di disprezzo –Siamo pronti a combattere, e molto più preparati di quanto tu non creda. Siamo in grado di tenere perfettamente testa a chiunque ci attacchi.-

Morgan sorrise –Hai ancora tanto da imparare e da sapere, Chris… Nemmeno ti immagini quanto.- e scoppiò in una risata piena, fredda, malvagia. Chris le riservò un’altra ondata di odio e disprezzo liquido, prima di raccogliere Helena da terra e uscire dalla stanza, abbandonando la vampira al suo destino.

Trovò una nicchia abbastanza nascosta e adagiò la ragazza contro la parete, nell’angolo più buio. Helena aprì gli occhi, fino allora rimasti chiusi, e guardò il vampiro negli occhi. Mai aveva provato tanto sollievo nel vedere quelle iridi fredde scrutare preoccupate le sue. Chris l’abbracciò forte, come se avesse temuto di vederla dissolvere da un momento all’altro. –Stai bene?- le chiese.

Helena annuì contro la sua spalla –Non avresti dovuto venire… Morgan ha ragione: Thor vi troverà e vi ucciderà, e voi non avrete nemmeno il tempo di accorgervene!-

Chris sorrise –Siamo già morti una volta, non sarà nulla di nuovo.- Helena lo fulminò con un’occhiataccia –E poi non siamo così sprovveduti come può sembrare: io e Sebastian siamo fratelli di sangue, possiamo molto più di quanto tu non creda. Piuttosto, come fai a essere ancora tutta intera dopo le torture di quella troia?- la rabbia uscì pura dalle labbra di Chris.

Helena non capiva –Non sei stato tu? Ho cominciato a stare meglio dopo che tu mi hai messa a terra…-

Chris la guardò dubbioso –No, io non ho il potere di guarire le ferite, almeno non quelle così gravi.- Si scambiarono un’altra partita di sguardi curiosi e sconcertati. –Forse è stata Wine…- sussurrò infine.

-Chi? La nonna di Eleanor? Ma se è morta! L’ho vista con i miei occhi nella tomba, Chris!- obiettò la ragazza, ma lui le fece cenno di passare oltre.

-Ti spiegherò con più calma, l’importante è che adesso tu stia bene.- le disse, abbracciandola un’altra volta, questa volta con più dolcezza. Helena sentì una vampata di calore al viso, imbarazzata da quella situazione.

-Perché non siete rimasti alla Torre?-

-Perché entrambi ci siamo resi conto che lasciavamo qui qualcosa di importante.- rispose Chris, lasciandola andare un po’ –Anche se io me ne sono reso conto solo un’ora fa, grazie a una vecchia Master di mia conoscenza…-

Helena lo guardò allarmata, ma Chris anticipò la risposta alla sua domanda: le prese dolcemente il volto tra le mani e lo avvicinò al suo, finché le loro labbra non si toccarono. Fu un attimo di smarrimento, succeduto immediatamente da un sentimento molto diverso, molto vicino alla felicità. Chris fece aprire leggermente le labbra della ragazza, accarezzando appena la sua lingua con la punta della propria, approfondendo il bacio sempre di più. Sentiva il sapore del sangue di Helena, testimonianza delle torture pesanti che aveva subito e che nemmeno la magia di Winifred Wood era riuscita a cicatrizzare del tutto.

Si separò lentamente da lei, tenendo il suo viso tra le mani.

-Chris…?- sussurrò Helena, ancora confusa per quello che le era appena successo, ma Chris non poté risponderle: un’altra visione del passato era tornata a bussare alla sua mente.

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Capitolo 27
*** CAPITOLO 27 ***


A

CAPITOLO 27

 

-Basta!- gridò Eny –Thor, ti supplico, smettila! Così lo ucciderai!-

Il Master rise di gusto, attaccando Sebastian con un’altra ondata di energia e riducendo il vampiro più giovane quasi in fin di vita. Attese qualche secondo, prima di continuare a stimolare i nervi di Sebastian con flussi di potere. Il dolore era amplificato nel suo nemico, dal fatto che egli si rifiutasse in maniera così energica di emettere il minimo suono, impedendo così al suo corpo di trovare una valvola di sfogo.

Eny non era ancora riuscita a trovare un modo per liberarsi dalla sedia alla quale Thor l’aveva confinata, troppo impaurita dalla tortura che Sebastian stava subendo per poter pensare lucidamente.

-Sebastian si sta solo divertendo, mia cara. Non è vero, Sebastian? Perché non cerchi di tranquillizzare la tua amata fanciulla? Ah, già… forse sei troppo debole per riuscirci!-

Sebastian sentì un’altra fitta insopportabile insinuarsi nella sua testa: era come se l’avessero collegato direttamente a una presa elettrica dal voltaggio potentissimo. Tuttavia non poteva continuare a subire quegli attacchi senza reagire, altrimenti Thor l’avrebbe annientato e si sarebbe vendicato anche di Eleanor, e poi Chris non sarebbe stato in grado di sconfiggere l’esercito del Master da solo. Aprì gli occhi lentamente, cercando di non pensare al dolore che lo stava massacrando, e li fissò sul volto della ragazza. Stava piangendo. Il terrore che lesse nei suoi occhi fu la cosa per la quale si sentì in dovere di combattere, anche perché era colpa sua e di Chris se stava succedendo tutto quello: erano loro i ribelli, era stato lui a scegliere Eny come preda una sera, era colpa della sua vigilanza bassa se la ragazza si trovava incatenata a una sedia in quel momento. Nonostante Thor credesse di trovarsi di fronte a un nemico debole e di poteri infimi, ignorava la potenza che lui e Chris erano riusciti a raggiungere in tutti quegli anni, allenandosi tra punizioni e conflitti e nutrendosi delle prede più pregiate di Sacrament. Il fatto che fossero diventati fratelli di sangue, inoltre, aveva aumentato le loro capacità di una buona percentuale. Entrambi possedevano tutti i requisiti per essere trasformati in Master di secondo livello, cioè in quel tipo di Master che erano creati da quelli di primo livello, creati a loro volta dal primo vampiro.

-Thor, ti prego, lascialo stare! Vuoi che io resti qui? Resterò… lo prometto, ma lascia stare Sebastian!-

Thor fissò Eny con uno sguardo schifato –Dovrei prendermi qualcosa che è già stato toccato da altri? No, non è da me, mia cara. Hai già fatto la tua scelta scappando una volta da questa stanza, non cambierai niente sacrificandoti per salvare la sua vita. Non è questo che voglio.-

Sebastian si stava puntellando sulle mani per cercare di rialzarsi, il Master gli inflisse un’altra ondata di energia, ma questa volta il vampiro più giovane la respinse. L’onda ritornò sui suoi passi, svanendo a pochi centimetri dal corpo di Thor, il quale guardò inorridito il suo sfidante.

-Che storia è questa?!- esclamò.

Sebastian ridacchiava, ma in ogni sua risata si sentiva lo sforzo immane che stava compiendo –La storia è che mi sottovaluti troppo, Thor. Ci sono cose che tu non sai di me, e una di queste è che io sono perfettamente in grado di contrastarti quando sono nello stato psico-fisico adatto.-

Eleanor aveva stretto tra le dita il bracciolo della sedia, preoccupata da quell’improvviso cambiamento di scena. Non respirava per paura di danneggiare Sebastian, non si muoveva per paura di far ulteriormente arrabbiare Thor.

-Sei vivo per miracolo, ragazzino! Lo devi solo a un mio atto di generosità, per il momento, per cui ti sconsiglio vivamente di fare l’arrogante con me!- sibilò il Master.

Il vampiro si era già sollevato sulle ginocchia. Respinse un’altra ondata di tortura. –Non sai cosa significhi lottare per qualcosa… Ora potrai vedere quanta forza e quanta potenza ciò è stato in grado di creare in me.- Adesso era in piedi, appoggiato con una spalla all’armadio dove era apparsa Winifred, le mani poste coi palmi a pochi centimetri l’uno dall’altro. Li allontanò improvvisamente, producendo una quantità di energia tale da arrivare a colpire Thor, il quale barcollò per un istante, ma non cadde. Tuttavia, quello era l’attacco più potente che il Master avesse mai subito da un suo sottoposto, ciò fu sufficiente a farlo montare su tutte le furie.

-Smettiamo di giocare, adesso.- sibilò. Un’altra ondata di potere venne inviata all’indirizzo di Sebastian, ma questa volta era molto più potente delle precedenti: era mirata a uccidere l’avversario, non semplicemente a indebolirlo o a torturarlo. Anche questa volta, tuttavia, il vampiro più giovane fu in grado di difendersi, inviando l’onda contro una delle alte vetrate della stanza, che si infranse. L’ira di Thor era ormai giunta al massimo livello.

Eny guardava la scena come se si trovasse in un corpo estraneo, come se fosse tutto immerso in un’aura vitrea. Non voleva credere che tutto ciò stesse accadendo proprio a lei né voleva accettare l’impotenza alla quale era stata condannata: voleva aiutare Sebastian, dimostrare che cosa era disposta a passare pur di stare al suo fianco. Era sicura che sua nonna sarebbe stata orgogliosa di lei, se avesse potuto vederla combattere contro il Master.

-Possiamo andare avanti all’infinito, Thor- disse Sebastian, dopo aver respinto una decina di attacchi e averne sferrati almeno altrettanti –Entrambi siamo capaci di attacchi potentissimi e altrettanto capaci di difese efficaci.-

Thor sollevò il mento, in un’espressione che mostrava concessione, ma anche diffidenza –Cosa proponi di fare, dunque? Siamo entrambi immortali, potremmo continuare finché uno dei due non si stanca troppo per resistere. E in questo, credo di essere molto in vantaggio, rispetto a te.-

-La mia proposta è un’altra.- continuò il più giovane –La stanza è troppo piccola per dar libero sfogo a tutti i nostri poteri: propongo di spostarci nell’Aula Magna, in modo da poterci cimentare in una vera e propria sfida.-

Thor parve accarezzare l’idea come si potrebbe accarezzare una tigre addormentata. Si dovevano considerare tutte le diverse possibilità e il ragazzo aveva ragione: la stanza era troppo piccola per dare luogo a un vero e proprio duello, e mai e poi mai lui avrebbe acconsentito a distruggere la stanza di Winifred, la sua Winifred. D’altro canto, combattere in uno spazio più ampio avrebbe impedito al Master di controllare minuziosamente i movimenti del suo avversario, il quale era indubbiamente molto veloce, nonostante fosse affaticato dalla tortura subita. Sebastian, di per sé, non avrebbe voluto cambiare luogo (nell’Aula Magna, Thor si sarebbe sicuramente fatto affiancare dai suoi sottoposti) non fosse stato per un motivo puramente tecnico: non sarebbe riuscito a battere Thor se non avesse usato tutti i suoi poteri al massimo e ciò avrebbe messo in pericolo la vita di Eleanor in quella stanza minuscola. Inoltre l’Aula Magna si trovava nella parte centrale del castello, se Chris avesse sentito che c’era una battaglia in corso l’avrebbe raggiunto subito, e in due erano veramente imbattibili. Guardava il Master con un’espressione ambigua, per invogliarlo ad accettare la sfida, lanciando di tanto in tanto rapide occhiate a Eny.

-D’accordo, trasferiamoci pure nell’Aula Magna.- acconsentì Thor –Ma sappi che così ti stai volontariamente lanciando tra le braccia dell’annientamento supremo.-

-Non sottovalutare mai il nemico.-

Thor rise di gusto. Fece alzare la ragazza dalla sedia e con un incantesimo le legò i polsi con una corda invisibile, lo stesso fece con Sebastian prima di farsi precedere da loro nel corridoio che portava alla sala. Quella posizione permise al vampiro di scambiare un paio di battute con Eleanor.

-Non preoccuparti, andrà tutto bene.-

-Ho paura, Sebastian!- sussurrò lei, la voce ancora in preda al nervosismo più isterico.

-Pensa al coraggio che aveva tua nonna, ti darà forza…-

Eleanor annuì leggermente col capo, in silenzio, ma non si voltò a guardare sebastian.

 

Helena era china su Chris, cercava di scuoterlo, di rianimarlo, ma il vampiro continuava a contorcersi in preda alle visioni. –Chris!- cercò di urlare, ma la sua voce non era udita. Le faceva paura, quella situazione, era troppo debole per riuscire a trascinare dietro il corpo di lui e nel contempo sapeva che non potevano rimanere lì ancora per molto. Le espressioni assunte dal volto di Christopher durante quel momento di crisi quasi epilettica la terrorizzavano ancora di più: era in preda al dolore più atroce, quasi lo stessero scorticando vivo.

Improvvisamente la visione si interruppe e Chris spalancò gli occhi, la pelle, solitamente gelida e innaturale, coperta da piccole gocce di sudore.

Ansimava.

-Cos’è successo?- domandò Helena, aiutando il vampiro a sollevarsi seduto.

Chris aveva uno sguardo carico di terrore misto a odio, guardava un punto fisso poco più sopra della punta dei suoi piedi e continuava ad ansimare. Il fatto che, normalmente, i vampiri non respirassero né tantomeno sudassero, rendeva la situazione ancora più preoccupante.

-Chris…?- tentò di nuovo la ragazza.

-Una visione. Non è la prima volta che… Credo sia il tuo sangue a causarle.- sussurrò. Helena lo scrutò interrogativa, lui alzò lo sguardo su di lei –Dobbiamo cercare Sebastian, sento che non è il caso di tornarcene alla Torre. Anzi… Ti riporto alla Torre e poi torno qui.-

Detto questo si alzò in piedi e trasse su anche la ragazza, che però si impuntò, non volendo seguirlo. –Se tu torni qui da solo, ti uccideranno. Ormai si saranno accorti che ci sono degli intrusi nel palazzo, pensi che potresti uscire e poi rientrare senza problemi?-

Chris la guardò in maniera strana: i suoi occhi erano inespressivi, eppure Helena sentì che non avrebbe potuto dire né fare nulla per opporsi a quello che le avrebbe chiesto di fare. –Non sottovalutarmi, Helena, quello che posso fare da solo va molto oltre quello che tu hai già potuto vedere finora. Sei troppo debole perché io ti porti con me in giro per il castello, ma devo anche trovare Sebastian e… fare un’altra cosa.- nel pronunciare quest’ultima parte della frase, Chris ruotò lo sguardo verso il corridoio dal quale erano giunti. Che avesse a che fare con Morgan?

-Mi sento meglio, ora! Non so chi sia stato, ma qualcuno mi ha fatto un incantesimo di rinvigorimento e ora sento che le mie forze stanno tornando! Se Sebastian ha bisogno di te, non è il caso che tu perda tempo riportandomi a casa!- protestò Helena.

Il vampiro irrigidì i muscoli. –Helena, non contraddirmi di nuovo. L’ultima volta che hai fatto di testa tua, Morgan è entrata nella Torre e vi ha rapite… Adesso torniamo a casa e poi tornerò qui. Da solo.-

Era stata colta sul vivo: il suo senso di colpa per quello che stava succedendo. Lui aveva ragione, l’aveva sempre avuta, ma lei non aveva mai voluto accettare di dover prendere ordini, o consigli, da lui. Questa volta, però, qualcosa le diceva che non avrebbe potuto opporsi un’altra volta, doveva fare come lui le diceva. Abbassando lo sguardo annuì mestamente, ma soprattutto controvoglia.

Chris annuì a sua volta. –Bene.-

Porse la sua schiena alla ragazza e le fece cenno di montarci sopra, lei obbedì in silenzio. Lui era velocissimo, non ci misero nemmeno un paio di secondi, prima di trovarsi alle porte del palazzo, dopodiché si smaterializzarono all’interno della Torre. Helena si meravigliò soltanto di non aver perso aderenza sul corpo del vampiro.

-Siamo stati fortunati- disse –Nessuno ci ha visto.-

Ma Christopher non era dello stesso parere: se non li avevano visti, significava che le guardie erano impegnate in altro, e questo poteva significare soltanto che avevano trovato Sebastian. Peggio: Thor aveva trovato Sebastian, altrimenti non si sarebbe spiegato il numero così elevato di guardie assenti. Il Master amava avere spettatori durante i duelli, soprattutto se potevano informarlo di movimenti sospetti nelle vicinanze della stanza.

Helena rabbrividì al pensiero che Eleanor e Sebastian erano ancora là dentro.

-Rimani qui.- le ordinò Chris, la dolcezza di prima della visione era sparita del tutto. L’afferrò per le braccia e la premette contro lo schienale del divanetto –Promettimi che rimarrai qui.-

-Lo prometto…- sussurrò la ragazza. Chris annuì e la strinse al suo petto –Non voglio perdere anche te… non per causa loro.-

Helena avrebbe voluto chiedergli cosa significasse quella frase, ma non fece in tempo: Chris era già svanito, alla volta del Palazzo.

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Capitolo 28
*** CAPITOLO 28 ***


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CAPITOLO 28

 

 

Christopher se n’era andato ed Helena si rannicchiò sul divano, abbracciandosi le ginocchia e sospirando, si sentiva terribilmente sola e aveva paura, paura che Morgan o Sheila piombassero nuovamente in quella Torre, temeva di dover subire nuovamente le torture di quella pazza.

Oh, fisicamente stava davvero meglio… qualcosa di indefinito l’aveva avvolta e curata, non aveva idea di cosa fosse ma ne era immensamente grata, aveva la spiacevole sensazione che non avrebbe retto ancora a lungo sotto le grinfie di Morgan.

La ragazza si sfiorò le labbra con un dito, lei e Chris… Helena arrossì violentemente e fu estremamente felice che non ci fosse nessuno a vederla. Si erano baciati, lui era stato così cosìdolce, come mai si era immaginata. Ciò che non capiva era la frase che lui le aveva rivolto prima di smaterializzarsi per tornare nel Palazzo, chi erano loro? Chi aveva già perso Christopher? E davvero il suo sangue gli aveva consentito di ricordare?

Troppe domande, Helena infilò le mani tra i capelli ed esalò l’ennesimo respiro, odiava non capire, non sapere cosa stava succedendo. E avrebbe voluto stare con Chris, ma stavolta avrebbe fatto ciò che lui le aveva chiesto. Non sarebbe andata da nessuna parte, anche se si profilava una lunga e noiosa attesa.

Mentre Helena si arrovellava nel tentativo di dare un filo logico agli ultimi avvenimenti, Chris era tornato nei sotterranei del Palazzo, dove aveva lasciato Morgan.

Era stata lei. Quella sgualdrina aveva ammazzato sua moglie, suo figlio e lo aveva reso un vampiro… contro la sua volontà.

-Sei ancora viva- disse entrando, Morgan era stesa a terra, ancora impossibilitata a muoversi. Gli lanciò un’occhiata di puro odio, lui si avvicinò pur mantenendo una certa distanza e guardandola dall’alto in basso, con disprezzo –So che sei stata tu- aggiunse, dalla tasca dei pantaloni neri prese un pacchetto di fiammiferi, ne accese uno.

-Io? A fare cosa?-

-Hai ucciso mia moglie e mio figlio, schifosa puttana- Chris lasciò cadere il fiammifero acceso sulla tenda che cominciò lentamente a prendere fuoco, gli occhi di Morgan si spalancarono dal terrore.

-Che cosa vuoi fare?- strillò contorcendosi ma senza successo, l’amuleto la teneva legata alla tenda, era riuscita a strapparne una parte con il solo risultato di finire a terra, inchiodata al pavimento e legata come un salame. Una visione fin troppo divertente, in altre occasioni Chris l’avrebbe volentieri umiliata… ma non aveva voglia di ridere adesso.

-Hai ucciso la mia famiglia- accese un secondo fiammifero e ripeté l’operazione di prima, Morgan spostò lo sguardo dal fuoco a lui.

-Tu sai…-

-Ho ricordato- Chris accese il terzo fiammifero e lo gettò tra i capelli della vampira che presero subito fuoco, Morgan urlò –Perché l’hai fatto? Perché?- ruggì lui, sfoderando i canini –mi hai tolto tutto ciò che avevo, hai rovinato la mia vita! Perché? Perché?-

-Tu ti sei trasformato perché io l'ho voluto! I vampiri come me vengono scelti appositamente per reclutare nuovi "adepti", perché siamo in grado di riconoscere l'indole di un uomo geneticamente portato ad assumere questa natura. Tu eri così bello ed emanavi tanto potere, anche se ancora non lo sapevi: eri un futuro vampiro perfetto! L’odore del tuo sangue lo confermava…-

-Non meriti niente- Chris uno ad uno accese tutti i fiammiferi, gettandoli addosso al corpo di Morgan, il fuoco divampò presto, il vampiro si allontanò da lei, ma rimase nella stanza, godendosi le urla agghiaccianti della donna. Guardò Morgan bruciare finché di lei non rimase che un cumulo di cenere, poi si avvicinò e dalla tenda tolse l’amuleto egizio, intatto.

 

La battaglia tra Sebastian e Thor infuriava nell’aula magna. Eleanor fissava impietrita i due vampiri scagliarsi uno contro l’altro senza risparmiarsi.

Sapeva che solo con la morte di uno dei due lo scontro avrebbe avuto fine, e aveva davvero paura. Era inutile! Non poteva far altro che restare lì e guardare, senza poter far niente!

La frustrazione s’impadronì di lei, strinse i pugni.

Nonna Wine avrebbe saputo cosa fare… Lei lo sapeva sempre ed era così forte… Se lei fosse qui adesso… una lacrima solitaria le solcò il viso, perché Wine non c’era più? Certo, aveva scelto di non vivere senza il suo amato marito, l’uomo per cui aveva rinunciato a tutto e aveva scelto l’esilio perenne, ma Eny aveva ancora bisogno di lei! Non poteva far niente da sola!

Bambina mia, sei più forte di ciò che pensi.

-Nonna?- Eleanor si guardò attorno ma non vide niente, crollò la testa in avanti… aveva sperato di vedere nuovamente il fantasma di sua nonna ed invece, il nulla.

Lo sai Eny, io sono dentro di te. Il mio sangue scorre in te, non c’è nulla che tu non possa fare.

-Ma nonna… io non sono te. Sono solo un essere umano-

Non sono stata io ad uscire dalla stanza di Thor e ad atterrare Sebastian. Non c’è nulla che tu non possa fare.

Eny ignorava se quella voce fosse realmente Winifred oppure una proiezione della sua mente in subbuglio, ma si aggrappò con tutte le sue forze ad essa.

Davanti a lei Sebastian combatteva senza sosta con Thor, il master aveva appena portato un attacco devastante e il vampiro era stato sbalzato via come un fuscello nel vento.

-Non importa quanto sei diventato più forte- Thor afferrò Sebastian per il collo, sollevandolo da terra e stringendo senza pietà. Con uno scatto del braccio lo lanciò via, poi lo raggiunse lo prese ancora per il collo e di nuovo lo lanciò via.

Sebastian sbatteva dovunque, tossiva e sputava sangue. Cominciava seriamente a cedere, forse con Christopher avrebbero sconfitto Thor, ma da solo, per quanto la sua forza fosse aumentata in modo impressionante nei secoli, non era ancora sufficiente a sconfiggere quel bastardo. Lanciò un’occhiata ad Eleanor, chiedendosi se sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbe vista.

-E’ finita- Thor l’aveva raggiunto nuovamente, lo afferrò per i capelli biondi tirandolo in alto, Sebastian digrignò i denti ma non emise un suono, il master appoggiò una mano sul sua viso –La tua resistenza è finita, guarda la tua bella un’ultima volta. Poi muori!- Sebastian sentì il potere di Thor confluire nella mano che gli schiacciava la faccia, un colpo, un solo colpo e sarebbe tutto finito. Sollevò gli occhi in quelli del master, che sorrise, obliquo.

-ADESSO BASTA!- strillò Eleanor, la sua voce rimbalzò per l’intera aula magna. Sebastian girò gli occhi verso di lei e vide che non era più a terra ma si era alzata e teneva i pugni serrati lungo i fianchi, tremando dalla testa ai piedi.

Thor invece era immobile.

-Dannata ragazzina, cosa mi stai facendo?-

-HO DETTO BASTA! LASCIALO ANDARE!- entrambe le mani di Thor si spalancarono e Sebastian cadde, si rialzò a fatica e zoppicò verso Eny, mentre Thor era ancora lì, bloccato come una statua.

Magia nera.

L’intero corpo di Eleanor vibrava, saturo di quel potere che era appartenuto a Winifred, un potere così grande da essere troppo per un essere umano…

-Eny, smettila o morirai!- disse Sebastian –Hai ereditato i poteri di tua nonna ma non sei un vampiro…il tuo corpo umano non può sostenerli, se non la smetti finirai per consumarti- la ragazza si girò verso di  lui.

-Allora rendimi come te-

-No-

Eleanor sospirò e smise di concentrarsi su Thor, lasciandolo andare. Il master si voltò verso di lei.

-Tu…-

-Io cosa?-

-Tu sei…- Sebastian si parò immediatamente davanti alla ragazza –Sei uguale a lei-

-Stalle lontano- ringhiò il vampiro biondo.

-Tu non hai diritto di parlare così!- urlò Eny scansando Sebastian e marciando verso Thor, l’adrenalina le viaggiava in corpo impedendole di pensare troppo o avere paura –Tu l’amavi, ma al posto che lasciarla libera l’hai segregata e torturata perché si era innamorata di un altro, di un umano! Tu che le hai fatto male più di chiunque altro, tu che l’hai esiliata e braccata per anni e anni… tu non hai alcun diritto di parlare di mia nonna!- la mano di Eny scattò, schiaffeggiando il master con tutta la forza che aveva –Winifred è morta! Ha scelto di seguire mio nonno invece che tornare qui e avere a che fare con te… lei ti odiava!- Thor era immobile. Sebastian fremeva, temendo la reazione del master, gli bastava poco per uccidere Eleanor.

Il master si portò una mano sul viso, dove lei lo aveva colpito.

-Sì, sei come lei- disse infine voltandosi –Andatevene- Eny sbatté le palpebre.

-Cosa?-

-Ho detto andatevene e non tornate. Siete liberi- Sebastian non attese oltre, rapido afferrò Eny e la trascinò fuori dall’aula magna.

Percorsero correndo numerosi corridoi, prima di fermarsi in un angolo, dove Sebastian si appoggiò al muro, scivolando lentamente fino a sedersi sul pavimento, Eleanor si accucciò di fianco a lui.

-Stupida- sibilò il biondo –Cosa credevi di fare con Thor? Hai idea di quello che hai rischiato di combinare? Avrebbe potuto ucciderti in un attimo- ma lei scosse la testa.

-No, non poteva. Io somiglio troppo a Winifred- mormorò. Sebastian si soffermò a guardarla, indossava ancora quel vestito appartenuto a sua nonna, ed era bellissima.

-A quanto pare Wine ci ha salvati ancora- disse lui, tentò di alzarsi ma inutilmente. Era senza energie.

-Sebastian…- Eny scostò l’abito –Vuoi mordermi?-

-Eleanor, non posso farlo. Stavolta non è come l’altra, rischierei di ucciderti…- la ragazza scostò la gonna e sedette accanto a lui, tirando indietro la testa fino a scoprirsi completamente il collo

–Mordimi, se non lo fai… non riusciremo ad andarcene-

Probabilmente Sebastian sarebbe finito col cedere alle lusinghe di Eny, bisognoso com’era di energie in quel momento, se non fosse stato per l’arrivo di Christopher. Il vampiro moro scansò con un braccio la ragazza dal suo compagno e si accucciò per issarsi Sebastian dietro le spalle.

-Dov’è Helena?- domandò questi, cercando di smontare dal dorso del suo amico.

Chris lo fermò con una mossa decisa –Stai fermo, non sei nelle condizioni di camminare da solo: stavi addirittura per mordere Eleanor.-

-Mi sono offerta io di fornirgli del sangue per rinvigorirlo! Lui non mi ha chiesto niente!- protestò la ragazza, balzando in piedi. Chris le lanciò un’occhiata incorporea.

-Forse questo è anche peggio.-

Eny lo guardò interrogativa, ma Chris si era ormai voltato dall’altra parte e stava conducendo Sebastian giù per un corridoio buio.

-Chi ti ha ridotto così?- domandò il moro, rivolto al compagno.

Sebastian emise un suono che doveva sottintendere un enorme sforzo fatto per sorridere. –Thor… prima che Eny lo bloccasse.-

Chris guardò Eleanor in cerca di spiegazioni, ma lei non riuscì a sostenere il suo sguardo: c’era qualcosa di cambiato in lui, qualcosa che lei non riusciva a sopportare. Piegò la testa a studiare un particolare del suo vestito, mentre li seguiva, e rispose –Non so cosa sia stato, esattamente. A un certo punto ho sentito in me il potere di fermare quello che stava succedendo… Credo c’entri mia nonna. Sai, da quando sono qui mi è capitato più volte di…-

-Percepire la sua presenza?-

Eny colse con sorpresa le parole di Christopher. Annuì. –Allora è capitato anche a te.-

-Mi ha aiutato a capire delle cose… ma soprattutto mi ha dato i mezzi per eliminare Morgan.-

Sebastian strinse con forza i pugni attorno alle spalle del suo amico –Morgan è morta? Allora Helena sta bene, ora… Dov’è?- chiese, compiendo uno sforzo indicibile per articolare le parole. Mano a mano che si avvicinavano all’uscita, si rendeva conto di come fosse stato a un passo dalla fine.

-L’ho riportata alla Torre. Dovevo uccidere Morgan personalmente e non potevo proteggerla nello stesso tempo.- rispose Chris. –Ho avuto… un’altra visione… e questa volta qualcosa dentro di me è esploso. Helena è ferita, ma Wine l’ha rinvigorita, in qualche modo. Se fosse rimasta con me ancora qualche minuto, forse non sarei riuscito a controllarmi abbastanza da risparmiarla.-

Sebastian si rese conto solo in quel momento dei corpi lacerati che giacevano lungo le mura dei corridoi che portavano all’uscita. Ancora una volta strinse i pugni attorno alla stoffa della giacca di Chris –Cos’è successo?- Eleanor era sconvolta dalla brutalità con cui quei corpi erano stati dilaniati. –Sei stato tu?-

Chris non rispose subito, aspettò di essere fuori dal castello. –Morgan ha ucciso la mia famiglia e ha fatto di me quello che sono. La rabbia e tutta l’infelicità che provavo, il dolore che provai all’epoca… tutto, mi è tornato su all’improvviso. Ho perso la testa per un attimo e quello che avete visto ne è stato il risultato.-

Eleanor non riusciva a credere che proprio Christopher potesse essere l’artefice della strage che aveva contemplato poco prima. Gli si parò davanti, le lacrime che sgorgavano copiosamente dai suoi occhi offesi. –Cosa sei diventato? Il Chris che conosco io non sarebbe mai stato in grado di fare una cosa del genere!- gli mollò uno schiaffo –Sei come Thor, dopotutto.-

Chris incassò il colpo –Thor vi ha lasciati andare vivi. Io non ho la sua dote di autocontrollo, mi dispiace.-

Eleanor stava per replicare, ma Sebastian le fece cenno di attaccarsi a lui per la smaterializzazione alla Torre e non ebbe altra occasione di parlare con Chris, se non dopo che Sebastian si fu messo a riposo e Helena ebbe ricevuto le cure di cui necessitava.

Dopo una doccia fredda e un cambio d’abito tornò a cercare il vampiro per parlare con lui. Lo trovò seduto nella sua stanza, con il lettore mp3 nelle orecchie e gli occhi puntati al soffitto.

-Dobbiamo parlare.- annunciò. Chris la ignorò. –Non fingere di non avermi sentito: so benissimo che sei in grado di captare ogni singolo suono che emetto!-

Questa volta, gli occhi del vampiro si inclinarono a incontrare quelli della ragazza. Anche in quell’occasione, Eleanor provò la sensazione di incrociare lo sguardo di un morto. –Cosa vuoi?-

-Voglio che tu ritorna in te!- esclamò lei –Sebastian è in condizioni gravissime: ha bisogno che il suo compagno sia forte, per potersi riprendere! E poi… non pensi… non pensi a Helena?-

Chris venne momentaneamente attraversato da un brivido, il quale provocò un lieve bagliore nei suoi occhi spenti, prima di ripiombare completamente nell’apatia. –Perché dovrei pensare a lei in questo momento? L’hai curata, sta bene, domani tornerà in forma come se non fosse successo niente.-

Eny lo guardò sconvolta. Stringendo i pugni si portò di lato al letto del vampiro e gli mollò il secondo schiaffo della giornata. Stavolta gli occhi di Chris trasmettevano un messaggio di sfida. –Come fai? Pensi che lei non mi abbia detto niente?- sussurrò la ragazza –Lei è quasi morta sentendosi in colpa per aver messo voi due nei guai, l’hai baciata e ora fai finta che non sia successo niente? Christopher, mi dispiace enormemente per quello che ti è successo nella tua vita passata, ma si tratta solo di questo: di una vita passata. Non puoi rintanartici dentro facendo finta che il mondo che ti circonda sia solo un brutto sogno, soprattutto quando metti in campo dei sentimenti!-

Chris si sollevò in piedi, sovrastando la ragazza con tutta la sua figura e avvicinandosi così tanto a lei da farle quasi temere per la sua incolumità. –Tu non hai visto quello che ho visto io. Per te è così semplice… Tu vuoi diventare come me, tu vuoi diventare… questo! Io, invece, io non ho mai voluto esserlo e ho sempre odiato fare quello che la mia specie definisce organico, mentre oggi mi sono sentito dire che la mia è predisposizione naturale. Io, oggi, ho saputo che la mia vita è stata distrutta perché una fottuta vampira si era innamorata di me e riteneva che io potessi diventare un grande Master di secondo livello!- stava urlando –Hai mai provato un dolore imprigionato per secoli, che si rivela tutto in pochi secondi? Perché se non ti è mai capitato, allora non puoi venirmi a fare la predica! Io ho perso tutto!- Cadde in ginocchio, il volto appoggiato sul ventre di Eny, i pugni chiusi a comprimersi le tempie –Ho perso tutto…-

Eleanor sentì l’istinto di abbracciarlo: avvolse le sue braccia attorno ai ricci del vampiro e aspettò di sentire le lacrime che le bagnavano la maglietta. Chris si era trovato a provare troppi sentimenti nel giro di poco tempo e, nonostante la sua tempra forte, non era riuscito a contenere tutto ed era esploso, esattamente come aveva detto lui.

-Hai ragione: io voglio essere quello che tu sei. Credo che la tua specie sia in grado di fare grandi cose, se impara a controllarsi e, dopotutto, questa è la mia natura. Ho i poteri di un vampiro nel corpo di un essere umano, oggi ne ho avuto la prova. Ora tu hai la certezza che non volevi essere quello che sei, quindi? Nemmeno io avrei voluto nascere umana, ma non ho potuto farci niente. L’unica cosa che possiamo fare, adesso, è di accettarci per quello che siamo, senza curarci della specie a cui apparteniamo. Tu ti senti umano dentro, io no. L’importante è questo.-

-Tu puoi diventare un vampiro quando vuoi.- la riprese Chris, ma Eleanor scosse la testa.

-Non vuol dire niente. Solo perché mi nutrirò di sangue non vuol dire che sarò diversa da come sono ora.- disse –E lo stesso vale per te: Helena prova dei sentimenti nei tuoi confronti e tu la ricambi, buttare all’aria quello che hai costruito in questi ultimi secoli per una “fottuta vampira” non ti sembra un gesto insensato?-

Il vampiro alzò il volto. Nei suoi occhi era tornato lo spirito forte che lei aveva conosciuto, anche se il ghiaccio era stato pesantemente intaccato dal fuoco. –Come sta?- chiese.

Eny sorrise –Vai a parlarle.-

 

ACHTUNG: Questa storia è in fase di stallo, come tutte le altre in fieri di Kuji13 e musicaddict, a causa di problemi personali/tecnici. Speriamo di riuscire a postare fino alla fine, anche perché anche noi ci teniamo alle nostre storie. Keep on enjoying us! Kuji13&musicaddict

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Capitolo 29
*** CAPITOLO 29 ***


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CAPITOLO 29

 

- … E questo è il motivo per cui, a mio avviso, dovreste trasformarmi.-

Eleanor strinse con forza la catenina che portava al collo e guardò in attesa i due vampiri che le stavano di fonte. Sebastian era seduto su una sedia, le braccia conserte e lo sguardo fisso a terra, Christopher era al suo fianco, seduto a terra. Entrambi cercavano di prendere una decisione neutrale, ma nessuno dei due poteva considerarsi estraneo a quella situazione. Fu Sebastian a prendere parola per primo.

-Sei consapevole di quello che significherebbe?- le chiese –Dovresti essere pronta a uccidere delle persone per sopravvivere, diventeresti quello che molti considerano un mostro, non potresti più rivedere la tua famiglia…-

Eny fece un gesto con la mano per bloccare il lungo elenco –Per me questi non sono dei veri problemi. Ve l’ho già detto-

-Sei pronta anche a vivere per sempre?-

La voce di Chris le giunse fredda e atona come non mai, quasi fosse surreale. Spostò lo sguardo da Sebastian a lui e vide che la stava osservando; non aveva visto tanta tristezza e rancore nei suoi occhi da quando erano tornati dal castello. Pensava che ormai l’avesse superato, ma a quanto pareva si era sbagliata.

-E’ una cosa che esula completamente dalle mie capacità di comprensione, ma se mia nonna ha potuto uccidersi, penso che se mi stancassi di vivere potrei seguire il suo esempio.- rispose dopo qualche istante. Sebastian rabbrividì all’idea di Eleanor nelle stesse condizioni in cui avevano ritrovato Winifred Wood: perfettamente conservata all’interno di una bara, quasi fosse stata impagliata.

Chris si alzò in piedi e si avviò verso il quadrante vitreo dell’orologio –Tua nonna aveva un potere superiore al normale, Eleanor, non è così semplice uccidere un vampiro. Da quanto ne so, tua nonna è stata l’unica a suicidarsi… come anche l’unica a scegliere una vita quasi umana.-

-Io ho ereditato molto da mia nonna, non solo l’aspetto fisico.- replicò la ragazza, con un tono che faceva intendere come quello fosse l’ultimo dei suoi problemi.

Chris stava per replicare, ma Sebastian intervenne a sfatare i suoi dubbi –Tu non l’hai vista al palazzo… Se non ci fosse stata lei a bloccare Thor io non sarei qui, in questo momento.- disse risollevando lo sguardo –E ci è riuscita solo con l’uso della parola. L’unica ad avere un potere del genere su Thor era Wine, per quanto mi ricordi io, e non è l’unica volta in cui si sono manifestati i suoi poteri quel giorno.-

Chris si voltò a squadrare Eleanor Wood, la nipote della grande Master, comodamente seduta sul divanetto dall’altra parte della stanza. Come tanto potere e tanta forza d’animo potessero venire da una ragazzina che all’apparenza sembrava tanto imbranata e con la testa tra le nuvole, non lo sapeva, ma si rendeva conto che, se quello che Sebastian gli aveva raccontato era la verità, si trovava davanti a una cosa più unica che rara. Sfilò il taccuino di Wine dalla sua tasca e lo sollevò a mezz’aria, in modo che Eleanor fosse perfettamente in grado di vederlo –Quando tua nonna ti raccontava queste storie e ti faceva fare certi… giochi, cosa succedeva?- Eny lo guardò confusa, senza capire esattamente cosa intendesse dire con quella domanda. Cercando di rendersi più comprensibile alla ragazza, Chris si avvicinò a lei e le mostrò una filastrocca che lei stessa aveva ricopiato su un foglietto e inserito all’interno del taccuino, vicino a un incantesimo della Master. –Se reciti questa filastrocca, cosa succede?-

Eleanor afferrò il foglietto di carta e lo esaminò attentamente, cercando di ricordare –Me la recitava sempre quando mi portava davanti a un cimitero poco distante da casa nostra. Diceva che una volta grande sarei stata in grado di sorprendere tutti, se l’avessi imparata bene a memoria…-

Chris stava diventando nervoso: non gli interessavano i ricordi d’infanzia della ragazza, quello che interessava a lui era scoprire se fosse effettivamente in possesso di poteri di livello Master. –Eleanor, è importante che io sappia perché hai messo questa filastrocca vicino a questo incantesimo e cosa succede se la reciti.-

Sebastian la guardò per incoraggiarla a rispondere –Sforzati di ricordare, Eny, è importante che noi sappiamo queste cose, prima di trasformarti.-

Lei tornò a concentrarsi sulle parole che aveva davanti. –Non l’ho messa vicino all’incantesimo, l’ho messa vicino alla pozione della pagina accanto. Non succede nulla se recito la filastrocca, ma contiene tutti gli ingredienti di quella pozione e se si impara a decifrarla, anche le modalità di preparazione. -

Sebastian chiese a Chris di passargli il taccuino, le sue condizioni gli impedivano ancora di muoversi troppo. Lesse quello che c’era scritto più volte, prima di chiedere –A che serve questa pozione?-

Le mani di Eny cominciarono a contorcersi attorno al foglietto che reggevano –Crea delle allucinazioni… Credo sia una droga molto potente… l’ho provata su di me un giorno che voi non c’eravate.-

Chris le bloccò le mani ai polsi: stava tremando e i suoi occhi, nonché il suo odore, comunicavano paura. –Cos’è successo quando l’hai provata?- le chiese. Eleanor scosse la testa cercando di liberarsi dalla stretta, la paura le stava facendo venire le lacrime agli occhi –Eleanor, ti prego, abbiamo bisogno di saperlo!-

-Perché proprio quella?- sussurrò lei, sensibilmente terrorizzata.

–E’ l’unica pozione, incantesimo, opera di magia nera che non conosciamo. Non siamo informati come tua nonna, in quanto a magia nera, ma tutto quello che ti ha scritto sul taccuino sono cose che, anche se solo per nome, conosciamo. Quella cosa invece, ci è completamente sconosciuta e tu sai che noi stiamo cercando qualcosa di molto particolare.-

–Io ho visto cose orribili… cose del mio passato che pensavo di aver rimosso completamente, cose che addirittura mi ero dimenticata fossero successe…- mormorò Eleanor, abbassando gli occhi.

Chris la costrinse a voltarsi verso di lui, scuotendola con forza –Hai detto visioni del passato?- Eny annuì ancor più terrorizzata dal comportamento del vampiro, lui si girò verso l’altro –Forse l’abbiamo trovata…- sussurrò.

-Chris…mi fai male…- il vampiro lasciò andare la ragazza che si massaggiò le spalle nel punto dove lui l’aveva stretta e guardò Sebastian, il quale annuì.

–Potrebbe essere l’incantesimo o la pozione che stavamo cercando.- disse, poi si rivolse nuovamente alla ragazza –Eny, sei in grado di prepararne anche per noi?-

-Quando l’ho preparata per me non era completa, mancavano degli ingredienti che non saprei dove trovare… non so quale sarebbe l’effetto a pozione completa.-

-Cosa ti serve che non conosci?- le domandò ancora.

Eny prese il taccuino e cominciò a spulciare l’elenco di ingredienti –Per esempio… avevo bisogno di un amuleto che qui non so dove trovare, è un coso egizio, e di una ciocca di capelli di vampiro, uno per partecipante alla pozione…-

-Beh, per i capelli mi sembra che non ci siano problemi!- mugugnò Sebastian.

-E nemmeno per l’amuleto.- disse Christopher, estraendo dalla giacca l’amuleto che gli aveva fatto trovare Wine. Eleanor lo guardò stupita –Me l’ha fatto trovare tua nonna nel castello.-

-E’ esattamente quello disegnato qui! Serve a…-

- … impedire a qualcuno di scappare.-

-Anche a qualcosa… per esempio i ricordi. Serve per trattenerli, per non farli andar via troppo in fretta…- rabbrividì un attimo –Sono felice di non averlo avuto tra le mani quando l’ho provato su di me.-

Sebastian sorrise –Quindi ora abbiamo tutto.-

Eleanor scosse la testa violentemente –No, non è tutto… io non so nemmeno cosa sia del sangue di enummi!- protestò –E qui dice che è indispensabile per far avere delle visioni complete a dei vampiri.-

Sebastian e Chris si scambiarono uno sguardo pieno di significato: sapevano entrambi di cosa si trattava e del perché Eny non sapesse dove trovarlo.

-E’ una cosa che abbiamo sempre avuto a portata di mano. A dire il vero sospettavo già da tempo che fosse parte fondamentale di ciò che ci avrebbe aiutato a recuperare i ricordi.- disse Chris –Visioni improvvise, troppo frequenti in un periodo particolare… una coincidenza troppo strana.-

Eleanor non riusciva ancora a capire, Sebastian le fece segno di leggere la parola dal verso opposto. –Im-mu-ne… Immune!- esclamò la ragazza –Che stupida! Come ho fatto a non accorgermene prima? Anche dentro la collana che porto al collo c’è una goccia di sangue immune!-

Sebastian sollevò improvvisamente lo sguardo sul suo amico –Hai detto che hai avuto visioni proprio in un periodo particolare… Se questo sangue causa visioni del passato a noi che lo assaggiamo, significa che Helena è la responsabile delle tue visioni!-

-E’ proprio quello che sospetto dalla prima visione. Già quando l’ho morsa la prima volta ho sentito qualcosa di strano: all’inizio pensavo che dipendesse dal particolare sapore del suo sangue, ma dopo ho capito che non si trattava di quello. Ti ricordi? L’ho tenuta in vita proprio perché pensavo potesse servirci per il nostro scopo.- rispose Chris.

Eny lo guardò sbalordita –Se non avessi avuto quella sensazione avresti ucciso Helena?! L’hai tenuta solo perché ti tornava utile?!- era sconvolta.

Chris rise –Non essere così cattiva nei miei confronti, Eleanor. Il rischio era che dicesse a qualcuno cosa le era successo e che trovasse quello pronto a crederle. E poi, non per spostare le mie colpe a qualcun altro, ma qualcuno qui presente aveva proposto di spezzarle il collo e andarcene.-

Eny si voltò verso Sebastian e lo fulminò con lo sguardo. Questi cercò qualcosa da dire per giustificarsi, ma rimase in silenzio e lei gli scoccò un’occhiataccia.

-Non pensiamo a questo, ora- disse alla fine –Eleanor, sei in grado di preparare questa pozione anche per noi due?-

Lei stava per replicare, quando Chris la interruppe –Da umana non ci riuscirebbe mai. La prima volta è riuscita a produrre un effetto perché mancavano ingredienti sovrannaturali, ma questa volta è diverso. Con la magia nera funziona un po’ come con l’acqua: non si mescola tutto con tutto, servono dei poteri speciali per fare reagire un ingrediente con gli altri, e questi poteri diventano sempre più forti mano a mano che diventa più potente l’ingrediente.-

-Quindi stai dicendo che, perché il sangue e i nostri capelli reagiscano, serve un vampiro a preparare il tutto?- chiese conferma Sebastian. Chris annuì.

Eleanor si risollevò –Questo significa che avete un motivo in più per trasformarmi! Sono pronta a farlo anche subito, se non volete aspettare!-

Sebastian l’afferrò per una spalla –Eny, non è così semplice, si tratta di un procedimento lungo, quando sei volontaria. Io non ho memoria del mio passato, non mi ricordo come è successo né cosa ho provato durante la trasformazione… potrebbe essere molto dolorosa. Finché io non mi sarò ripreso del tutto non ho intenzione di trasformarti: voglio essere in forze, in caso si dovesse rivelare più difficile del previsto.-

-E poi abbiamo bisogno anche di Helena.- sussurrò Chris –Dobbiamo aspettare di riprenderci tutti completamente, prima di fare una cosa del genere- Eleanor annuì silenziosamente.

 

Sheila sedette sul trono che fino a pochi minuti prima era appartenuto a Thor. Adesso era suo. Il suo potere si era accresciuto fino ad eguagliare e superare quello del Master, eliminarlo era stato semplice. Accecato dall’amore per Winifred aveva lasciato andare i suoi nemici ed era diventato un debole, ma adesso c’era lei al comando dei vampiri di Sacrament e avrebbe avuto indietro la ragazzina sopravvissuta, la nipote di Wine Wood e i due piccoli ribelli. Si sarebbe divertita a giocare con Sebastian… e avrebbe vendicato Morgan.

 

Salve a tutti! La ff sta riprendendo poco a poco... ^^ comunque spero che vogliate fare qualche recensione, tanto per farci capire che la state leggendo! XD Nel frattempo: keep on enjoying us!
Kuji13_musicaddict

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