Vampiria di Kuji13_musicaddict (/viewuser.php?uid=28812)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** capitolo diciotto ***
Capitolo 19: *** capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** capitolo ventitré ***
Capitolo 24: *** capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** CAPITOLO 26 ***
Capitolo 27: *** CAPITOLO 27 ***
Capitolo 28: *** CAPITOLO 28 ***
Capitolo 29: *** CAPITOLO 29 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
1
- VAMPIRIA -
CAPITOLO UNO
Gli occhi di un azzurro ghiaccio erano fissi su di un punto a
qualche metro sotto i suoi piedi, la mente che vagava senza meta. Quella notte
tirava una brezza leggera, ma abbastanza forte da portare alle sue narici
l’odore della città, l’odore delle persone… aveva fame. Sentì una presenza
apparire accanto a lui e una voce profonda lo distolse dai suoi pensieri.
-Chris…-
Sebastian si sedette accanto a lui lasciando che le gambe
ricadessero a penzoloni dal cornicione del palazzo. Chris fece un cenno di
saluto e tornò a guardare un punto a caso. Sebastian chiuse gli occhi e rivolse
il volto al vento inspirando profondamente, i capelli biondo scuro, lunghi fino
alle spalle, che si muovevano in ciuffi sottili. –C’è movimento, questa notte.-
ghignò.
-E’ ancora presto, c’è troppa luce per andare a caccia.-
commentò Chris stiracchiandosi –Dobbiamo aspettare ancora un po’.-
Sebastian annuì –Non troppo però, comincio ad avere fame e tu
sai quanto posso diventare… poco gentile, quando sono affamato.-
Chris fece una smorfia –Thor ci tiene già abbastanza sottocchio
senza che ci andiamo a cercare motivi per provocarlo.- disse –Devi imparare a
controllarti, Sebastian.-
Il biondo scoppiò in una risata fredda e distaccata, che mise
in evidenza la dentatura candida dai canini allungati e affilati, poi tornò
improvvisamente serio, duro e stizzito –Thor non è il padrone del mondo, non
può impedirmi di comportarmi secondo la mia natura.- ringhiò.
-Ma può punirti se non ti comporti secondo le regole.- obiettò
Chris.
-Proprio tu mi vieni a parlare di comportarsi secondo le
regole? Tu che ti sei messo in testa di voler ritrovare la memoria?- lo
freddò Sebastian –Quella è una cosa che nessuno può avere, tra quelli come noi,
e tu la rivuoi! Vuoi violare una regola fondamentale! Non venirmi a fare la predica.-
Chris ridusse gli occhi a due fessure, infastidito e scocciato,
con un’espressione indurita dai riccioli mori che incorniciavano il viso
pallido e appuntito –Mi sembra che tu mi stia dando corda, o mi sbaglio?-
-Almeno io non faccio l’ipocrita.- sibilò Sebastian. Chris
storse la bocca in una smorfia di disgusto. –Non me ne frega un cazzo di Thor,
mettitelo in testa.-
-Se Thor ci punisce non avremo modo di ritrovarla, la nostra
memoria. Non mi sembra una mossa molto intelligente.- disse Chris.
Sebastian alzò gli occhi al cielo –Oh, abbiamo qui il grande
stratega!- commentò con un sarcasmo acido.
Chris non gli badò, chiuse gli occhi annusando l’aria fredda.
–Adesso possiamo andare.-
Un sorriso appuntito si dipinse sul volto di Sebastian che si
smaterializzò insieme a Chris.
-Qui!- disse Chris bloccandosi in una via non troppo illuminata
e abbastanza deserta, salvo per una ragazza che la stava attraversando da sola.
–Il suo odore mi piace…- commentò digrignando i denti, i suoi occhi
fiammeggiarono di rosso cremisi.
-E’ poco per entrambi.- storse il naso Sebastian, ma Chris era
determinato.
-Io voglio lei.- insistette il ricciolo continuando ad
avvicinarsi alla ragazza –Poi continueremo, abbiamo tutta la notte.-
La ragazza camminava rapidamente, stringendo a sé la borsa a
tracolla, come per sentirsi più sicura. Il suo abbigliamento scuro e i suoi
capelli neri la confondevano con l’ambiente buio della via, rendendola quasi
invisibile a chiunque, tranne che a Chris. Le apparve alle spalle e l’afferrò
per la vita stringendola a sé, coprendole la bocca con una mano per soffocare
il suo urlo. Lei si dimenò.
-E’ inutile che ti agiti tanto, non c’è nessuno che possa
sentirti e la mia stretta è troppo salda per le tue deboli forze umane.- le
sussurrò all’orecchio, inspirando il suo odore, piccante e pungente…
particolare –Quindi ti conviene calmarti, renderai le cose molto più semplici…-
La ragazza smise di divincolarsi, conscia del fatto che colui
che la tratteneva aveva completamente ragione: la sua presa era troppo salda e
la via era deserta, era tutta energia sprecata, non sarebbe riuscita a
scappare. La mano di Chris abbandonò la sua bocca e scese sotto il suo mento,
spostandole il volto di lato e sollevandolo di qualche centimetro, mettendo in
evidenza il lungo collo candido. Lei strinse i pugni, ma non chiuse gli occhi.
-Così va molto meglio…- continuò a sussurrarle Chris facendo
scorrere la punta del suo naso su quella parte del corpo della ragazza, per lui
così invitante. A quel punto i suoi occhi raggiunsero la tonalità del nero più
fondo e la sua bocca si spalancò per mordere la sua vittima, i lunghi canini
conficcati nella carne del suo collo a succhiarne il sangue. La fame scemava.
Dopo pochi istanti, la ragazza si afflosciò tra le sue braccia,
e Chris si staccò da lei passandosi la lingua sulle labbra per ripulirle. Il
suo odore non l’aveva ingannato, gli era piaciuta. Quasi gli dispiaceva averla
già uccisa, in fondo una preda del genere non era facile trovarla.
-Hai fatto? Possiamo andare?- domandò Sebastian apparendo dal
buio, gli occhi ancora rossi, ma Chris non lo ascoltava. Il vampiro aveva
assunto un’espressione allarmata, quasi sconvolta ed era chino sul cadavere
della ragazza che aveva appena morso. –Cosa succede? Ti vengono i sensi di
colpa, ora?- chiese ancora il biondo con una smorfia di impazienza.
-Merda…- esalò Chris afferrando un polso della ragazza.
Sebastian ci capiva ancora meno –Cazzo, Christopher? Io ho
fame, vuoi sbrigarti?- sbottò.
-Merda, Sebastian, è ancora viva!- ruggì Chris voltandosi di
scatto verso Sebastian, sconvolto.
Sebastian spalancò gli occhi, anche lui colto da sorpresa
–Guarda che non si stia trasformando!-
Chris scosse violentemente la testa sentendo il polso della
ragazza. Com’è possibile? –Non si sta trasformando, Sebastian, non è mai
morta! Come può essere?!- esclamò.
Il biondo corse verso la ragazza: Chris aveva ragione, stava
ancora respirando, e si poteva chiaramente distinguere l’odore di una persona
ancora in vita. Aveva semplicemente perso i sensi. –Come te lo spieghi? La
regola non era o muoiono o si trasformano?!-
-Non lo so, merda! Ma non possiamo lasciarla qui! Rischiamo
troppo.- replicò Chris. Sebastian gli lanciò un’occhiata nera di rimprovero.
-Non se ne parla, Chris, non possiamo portarla nel nostro
nascondiglio! Ti preoccupi tanto per Thor, e poi faresti una cazzata del
genere?!- obiettò. Chris diede un’alzata di spalle, sentì la ragazza mormorare
qualcosa, mentre le sue palpebre fremevano. Stava per svegliarsi.
-O la portiamo con noi, o può andare in giro a raccontare che
le ho morso il collo- disse prendendola in braccio, Sebastian corrucciò le
sopracciglia, non era affatto d’accordo.
-Spezzale il collo e facciamola finita- Chris abbassò gli occhi
sulla ragazza che teneva in braccio, viva, un pò pallida e senza forze...ma
viva. In centinaia di anni non era mai capitato un evento simile, a nessun
vampiro. Le conseguenze di un morso erano solo due: la trasformazione o la
morte. Non era contemplata una terza opzione. Era impossibile. O almeno, così
aveva sempre pensato.
-No e se non fosse l’unica?-
-Ragione in più per ammazzarla e andarcene, io ho fame-
-Vai a caccia, la porto alla torre- tagliò corto Chris dandogli
le spalle. La pensava in modo esattamente opposto a Sebastian, se quella
ragazza era sopravvissuta, doveva capire come...perchè non era diventata un
vampiro ed invece respirava regolarmente.
Con un salto fu su un lampione, poi su un tetto. Pochi secondi
dopo aver lasciato Sebastian, Chris correva rapidamente, troppo per occhi
umani, verso la periferia nord della città.
La Torre in realtà era un vecchio orologio, ormai non più
funzionante che sovrastava un’ansa del fiume e il resto di quel territorio
dimenticato da Dio e dalle autorità.
Chris spalancò la porta con un calcio e attese che questa si
richiudesse alle sue spalle, poi percorse le scale di legno. Nessuno poteva
entrare lì, nessun essere umano almeno...non avrebbe avuto la forza fisica per
spostare quella porta massiccia. Il vampiro salì le scale velocemente,
raggiungendo un’altra porta, aperta. Entrò e adagiò la ragazza su un divano.
Rimase incerto a fissarla, non sapendo bene cosa fare...era la prima donna
umana che portava li.
L’unica persona rimasta viva dopo un morso.
Chris indugiò ancora, poi decise di non farsi trovare al
risveglio, le urla delle giovani donne umane erano in grado di spaccargli i
timpani. Dopo un ultimo sguardo a quel corpo vivo e caldo, infilò nuovamente la
porta e uscì.
Helena socchiuse gli occhi e sbatté le palpebre, mettendo a
fuoco un soffitto di legno, con numerose travi a sostegno. La luce filtrava da
un punto dietro di lei, si sollevò su un gomito e si guardò attorno. Era in un
salone piuttosto grande, dall’arredamento bizzarro che mescolava decine di
stili diversi, che però creavano una sorta di strana armonia, un salone posto
dietro quello che doveva per forza essere un quadrante...un immenso quadrante
di vetro smerigliato, con i numeri romani neri. Un quadrante simile a quello
degli orologi tipici dell’ottocento. Sentì prudere lievemente e di colpo
ricordò ogni cosa.
Era stata morsa. Un uomo, dalla voce profonda e sensuale
l’aveva presa alle spalle...e l’aveva morsa.
No, non un uomo...un vampiro. Pensò
cercando il punto sul suo collo e incontrando due lievi fori che andavano
chiudendosi sulla sua pelle. Un vampiro l’aveva morsa e lei aveva perso i
sensi...ma ora, dove si trovava? Chi l’aveva portata li?
Quel posto, che cosa diavolo era?
Salve a tutti, ecco la nuovissima fanfic...stavolta ci siamo
cimentate in un genere molto amato da entrambe, i vampiri. Come vi
sembra questo primissimo capitolo? Aspettiamo i vostri commenti, a
presto! Kuji&music.
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
2
CAPITOLO 2
Helena rabbrividì, quel posto era freddo, ascoltando con
attenzione poteva sentire gli spifferi d’aria passare tra le assi di legno
consumate dal tempo, sotto le porte dai pomelli d’ottone. Si alzò, stringendosi
le braccia attorno al busto. Non aveva idea del luogo dove si trovasse ma
voleva andarsene e tornare a casa.
Qualche tempo fa avrei pregato per non
dover tornare pensò, avvicinandosi alla porta aperta. Diede dell’idiota al
tizio che l’aveva condotta lì, non l’aveva legata e si era scordato la porta aperta! Bel
rapimento, complimenti!
Scese le scale, disposte a chiocciola lungo le pareti
arrotondate e scrostate, piene di ragnatele, buchi, crepe. Trovò l’unica altra
porta pochi metri dopo l’ultimo gradino, era di legno scuro, dalla maniglia
sottile, niente serratura. Helena afferrò la maniglia e l’abbassò, tirando
verso di sé. La porta non si mosse, provò ancora ma senza successo, era
pesantissima!
-Merda- imprecò, calciando la porta che produsse un sordo suono
metallico. Helena indietreggiò poi ci si scagliò contro, facendosi anche male
alla spalla, ma non accadde nulla -cazzo- in quel momento la maniglia venne
abbassata dall’esterno e la porta scivolò senza alcun rumore, lei si scostò.
Chris entrò e la fissò negli occhi, un attimo, poi con un movimento fulmineo
chiuse la porta alle proprie spalle e l’afferrò per un polso.
-Dove stavi andando?- quella voce! Helena la riconobbe subito,
era stato lui ad aggredirla...no, a morderla in quel vicolo. Era un vampiro.
Divincolò la stretta e arretrò ancora.
-Non toccarmi-
-Sali- ordinò lui –muoviti- Helena gli scoccò un’occhiataccia
ma sapeva che quel tipo era troppo più forte di lei, così si voltò e tornò di
sopra, seguita a poca distanza da lui. Rientrò nel salone, Chris le indicò il
divano -come ti chiami?-
-Fanculo- replicò lei -che cosa vuoi da me?-
-E’ complicato- disse Chris -siediti, non ti farò ancora del
male- Helena incrociò le braccia sotto al seno e rimase dov’era, in piedi a gambe
allargate, fissandolo in tralice, Chris si passò una mano tra i capelli, non
sapeva cosa fare. Di certo però, non avrebbe seguito il brutale consiglio di
Sebastian, non le avrebbe spezzato il collo.
-Sei un vampiro, no?- chiese Helena.
-Le domande le faccio io, come ti chiami?- niente. Era
ostinata, la ragazza e quel suo profumo gli invadeva le narici, riempiendogli i
polmoni...si era nutrito quindi per diverso tempo era a posto, ma l’avrebbe
morsa ancora, in quel preciso istante, solo per sentire ancora il sapore del
suo sangue –non ti lascerò andare, quindi siediti e rispondi alle mie domande-
-Altrimenti?-
-Altrimenti ti ammazzo- rispose Chris aspettandosi una reazione
spaventata da parte di lei, invece non colse nulla, in quegli occhi così
chiari. Come se non le importasse.
Gli occhi del vampiro scesero lungo il suo corpo, studiandone
la figura vestita totalmente di nero, la pelle era piuttosto pallida, il fisico
proporzionato anche se esile. I capelli invece erano tinti, in natura non
esisteva quella gradazione di nero bluastro.
-Dimmi come ti chiami-
-Helena- sputò lei, come se gli avesse appena fatto un piacere
di malavoglia. E rimase ancora in piedi. Al piano inferiore, si sentì un tonfo,
poco dopo Sebastian entrò nella sala.
-Ah, è ancora viva- commentò il vampiro biondo con noncuranza,
degnandola appena di qualche occhiata superficiale, alle quali Helena rispose
con freddezza.
-Dobbiamo capire perchè- disse Chris, Sebastian alzò le spalle.
-Come ti pare-
-Sei un vampiro anche tu?- chiese lei, mentre lo sguardo
oscillava da uno all’altro.
-Certo- disse Sebastian, prima di scomparire in un’altra stanza
e tornare poco dopo con una birra gelata tra le mani, Helena lo guardò
perplessa -non c’è solo il sangue di buono al mondo-
-Siediti Helena- disse Chris per l’ennesima volta -io ti ho
morso, saresti dovuta morire o al massimo diventare una di noi, ma non è
accaduto niente di tutto ciò-
-E allora?-
-Allora non era mai successo- lei corrucciò le sopracciglia
-voglio sapere perchè, quindi ci dirai ogni cosa di te-
-Vi servo viva dunque- disse invece Helena, rivolgendo lo
sguardo al quadrante di vetro, si avvicinò ad esso, poggiandoci una mano sopra.
Si voltò verso i due vampiri e sorrise lievemente ma di un sorriso triste, che
non toccava gli occhi -quindi se mi getto di sotto...addio e fine delle
risposte, giusto?- abbassò gli occhi, uno spostamento d’aria improvviso la fece
sobbalzare e quando rialzò le iridi grigio-azzurrine, trovò il vampiro moro
davanti a sé, che l’afferrò per le spalle, con forza.
-Io, noi...dobbiamo capire- disse stringendola -il tuo sangue è
diverso da quello degli altri, devo sapere perchè, devi dirmi come mai, che
cosa sei...-
-Sono una persona- sbottò lei -lasciami, mi fai male-
-Dimmelo-
-Te l’ho appena detto!-
-Chris, dove vuoi arrivare?- domandò Sebastian, l’altro non
lasciò la presa su Helena, ma allentò la stretta in modo che non si
allontanasse.
-Il suo sangue è diverso, è chiaro e...dolce, al confronto gli
altri sembrano polvere-
-E’ per un’anomalia- disse infine lei –è un difetto che ho da
sempre-
-Di che genere?-
-Non lo so, so solo che ho una densità inferiore, che il mio
sangue è chiaro e che per non rischiare emorragie interne devo prendere un
farmaco che costa un occhio della testa e non c’è una cura- Chris finalmente la
lasciò e lei si massaggiò il punto dove aveva stretto.
-Quest’anomalia ti ha resa immune al nostro morso- disse lui,
facendo avanti e indietro, con aria pensierosa.
-Immune!- esclamò Sebastian, Chris annuì.
-Già-
-Adesso mi lascerete andare?- domandò Helena.
-Scherzi? Non se ne parla, resterai qui finché non avremo
deciso cosa fare di te e scordati di fuggire o tentare il suicidio, te lo
impediremo- stabilì Sebastian alzandosi e trangugiando l’ultimo sorso di birra
rimasto sul fondo della bottiglia, la lasciò su un mobile e andò in un’altra
stanza. Helena sedette su uno dei divani.
-Sono prigioniera- mormorò, fissando gli occhi sulle assi
scricchiolanti del pavimento.
-Non ti faremo del male- disse Chris.
-Già fatto, grazie- lui ignorò l’ultima frase, quella ragazza
con il suo sangue particolare era troppo importante, non potevano rischiare di
perderla.
-Io mi chiamo Christopher, l’altro è Sebastian- disse ma lei
non rispose, si abbracciò un ginocchio e voltò la testa dall’altra parte.
-E’ una follia- disse Sebastian per l’ennesima volta, parlando
a bassa voce con Christopher, in modo che Helena non potesse sentire nulla –una
donna umana qui dentro, come pensi di fare? Le porterai colazione, pranzo e
cena?-
-Taci, ci sto pensando- Chris osservava pensieroso la ragazza,
ancora seduta su quel divano. Aveva passato il resto della notte sveglia a
fissare un punto nel vuoto, senza muoversi da lì, senza parlare. L’idea di
tenerla prigioniera non gli piaceva ma non potevano sprecare una simile occasione.
-Credi che lei possa servirci in qualche modo?-
-Forse- buttò li Chris –in ogni caso, Thor non deve saperlo.
Pensa se al posto di noi due, l’avessero trovata Sheila o Morgan con la loro
banda di squilibrati...l’avrebbero sezionata come una rana, giusto per vedere
dentro com’era-
-Invece ha trovato te- borbottò Sebastian, contrariato.
-Non l’avresti uccisa nemmeno tu- il biondo non rispose, Chris
dopotutto lo conosceva fin troppo bene...ma non era comunque d’accordo.
Avere un’umana in casa sarebbe stato un bel problema, doveva
mangiare e di certo aveva un lavoro, un’occupazione e delle persone che
l’avrebbero cercata...tempo due giorni e il suo volto avrebbe fatto compagnia
alle altre persone scomparse e le ricerche sarebbero partite. Sebastian sbuffò,
pensando che si stavano rammollendo.
-Cerca di ottenere altre informazioni da lei, vado a farmi un
giro- infilò una giacca -e scordati che le prenda del cibo- Chris annuì e lo
guardò uscire. Doveva almeno cercare di stabilire un qualche rapporto con Helena,
farle capire che lei per loro era importante per via di quell’immunità data dal
suo sangue così anomalo...prima però, doveva almeno preoccuparsi che non
morisse di fame e anche lui uscì.
Quando tornò la trovò nella medesima posizione, si avvicinò e
le porse un cappuccino caldo, che emanava un buon odore di caffé. Lei voltò
appena gli occhi, avrebbe tanto voluto rifiutare, ma aveva troppa fame ed era
senza energie, tra il morso e la nottata in bianco era completamente senza
forze. Allungò una mano e prese il bicchiere di plastica.
-Sono ciambelle- disse Chris dandole il sacchetto marrone che
teneva nell’altra mano.
-Perchè?- chiese Helena sorseggiando il cappuccino, che diffuse
un calore piacevole nel suo stomaco.
-Tu, con il tuo sangue...sei speciale- lei si concentrò sulla
ciambella che teneva tra le dita, ricoperta di glassa al cioccolato.
-Capisco- mormorò e gli diede nuovamente le spalle, segno che
non voleva parlare ancora con lui. Christopher sospirò, ciambelle e cappuccino
non erano bastati...certo ma cosa credeva? L’aveva morsa in un vicolo, rapita e
ora la teneva prigioniera contro la sua volontà, non avrebbe dovuto aspettarsi
nient’altro. Era già tanto se lei non strepitava come un’oca, gridando e facendo
casino.
Doveva capire come funzionava quella sua anomalia, capire
perchè lei era immune...una volta fatto quello, avrebbe pensato a cosa fare di
lei.
Grazie a Elychan e Ice Warrior per le recensioni! Bacioni, Kuji and Music.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
3
CAPITOLO 3
Helena aprì gli occhi lentamente, trovandosi davanti
un’immagine sfocata che mise a fuoco a fatica. Un viso dai lineamenti duri e
appuntiti, di una bellezza inaudita e contornato da dei riccioli corvini, due
occhi di un azzurro glaciale la fissavano inespressivi. Improvvisamente si
ricordò quello che le era accaduto e scattò a sedersi più sveglia che mai.
-Bene alzata.- mormorò il vampiro con la sua voce fonda.
Helena fece una smorfia –Come se risvegliarsi fosse una bella
cosa.- commentò.
Chris corrugò le sopracciglia, sorpreso dalla risposta della
ragazza. Possibile che reagisse sempre come se vivere le facesse schifo?
Tuttavia decise di ignorare quella reazione –Non so come sia risvegliarsi, noi
vampiri non dormiamo.-
-Già, me ne sono resa conto ieri notte.- sbuffò Helena
abbracciandosi le ginocchia –Quanto tempo avete intenzione di tenermi qui?-
domandò.
-Finché non saremo sicuri di una cosa che tu non puoi capire.-
rispose Chris alzandosi dalla sedia sulla quale era rimasto tutto il tempo per
sorvegliare Helena.
-Di sicuro se non provi a spiegarti non capirò mai.- commentò
lei acida.
Chris ridusse gli occhi a due fessure –Non sono affari che ti
riguardano, ragazzina.- disse, cominciando a essere scocciato da quel
comportamento altezzoso.
-Non sono una ragazzina!-
-Bhe, allora dimostralo!- sbottò Chris. –Le domande qui dentro
le faccio io, mi sembrava di aver chiarito questo punto.- disse voltandosi
verso il quadrante.
Helena abbassò lo sguardo sulla stoffa di velluto rosso che
ricopriva il divano su cui aveva dormito. Stava veramente parlando con un
vampiro come se fosse una cosa del tutto normale? Aveva quasi rischiato di
morire e sembrava che non le fosse successo niente… si passò distrattamente il
pollice sulla cicatrice sottile alla base della mano sinistra, identica a
quella presente sull’altro polso, e sorrise amareggiata.
-Se mi tenete qui siete consapevoli del fatto che mi verranno a
cercare? Per quanto possa sembrare impossibile, ci sono delle persone che si
preoccupano per me là fuori.- disse.
Chris si voltò, visibilmente in tensione per quella domanda –Ci
stavo riflettendo…-
-Ottimo, quando hai un’idea fammelo sapere, ok?- commentò la
ragazza accasciandosi sul divano.
-Dimmi dov’è casa tua.- le ordinò a un certo punto il vampiro
–Vado a prendere le tue cose, dovrai stare qui per un po’ di tempo, ne avrai
bisogno.-
Helena assunse un’espressione allarmata. Voleva andare a casa
sua… -No! C’è mio fratello, non voglio che tu ci vada!- esclamò, terrorizzata
alla sola idea che Christopher potesse fare del male all’unica persona a cui
teneva veramente. Lui sembrò notarlo.
-Allora ti do due ore per andare, prendere le tue cose e
tornare. Racconta che devi andare via per un viaggio con qualche tua amica o
qualcosa del genere, in modo che non ti vengano a cercare.- disse Chris –E non
provare a scappare.-
-Altrimenti?- chiese lei con tono di sfida.
-Altrimenti ti uccido…-
Helena emise uno sbuffo di stizza –Come se me ne importasse
qualcosa! Ho tentato il suicidio a 17 anni, non me ne frega niente di morire! E
poi so che non lo faresti, vi sono utile, mi tenete qui apposta!-
Chris non poté fare a meno di notare che aveva ragione, ma non
aveva ancora finito di parlare –Allora non ti ucciderò, ma mi rifarò sulla tua
famiglia… e sai quello che intendo.- Gli occhi grigi della ragazza si
spalancarono nel terrore più profondo. Aveva colto nel segno. –Ti avverto che
sto già cominciando a contare i minuti che passano.- l’avvisò.
Helena lo guardò come se fosse stato l’essere più disgustoso
sulla faccia della terra, sentendo l’odio vibrarle in petto –Dracula era molto
più a modo di te!-
-Ma Dracula è una mera invenzione, io sono reale.- obiettò
Chris con un sorriso che fece luccicare i canini sporgenti –Ancora qui?- le
chiese poi.
Helena storse la bocca irata –Non riesco ad aprire la porta.-
ammise a malincuore. Dovere ammettere di non riuscire a fare una cosa di fronte
a quel vampiro le costava caro.
-Rimediamo subito.- replicò questi precedendola e aprendo la
pesante porta d’ingresso –Ti rimangono un’ora e cinquantadue minuti.-
La ragazza non sprecò nemmeno fiato per rispondergli, si limitò
a lanciargli un’occhiata di fuoco prima di uscire dalla torre. Chris richiuse
pesantemente la porta e imprecò sottovoce. Quella ragazza era intrattabile:
arrogante e con quella tendenza insopportabile all’autocommiserazione! Solo
l’idea di doverla sopportare per tutto il tempo necessario a capire se era lei
quella di cui avevano bisogno lo mandava in bestia.Si smaterializzò e ricomparve sulla terrazza del grattacielo
dove era solito andare quando doveva distrarsi. Era quasi il tramonto, il
momento della giornata che preferiva, quando tutto si tingeva di un rosso
arancio e sentiva le forze tornargli dopo la semi debolezza della giornata. La
realtà non era che i vampiri uscivano solo di notte, ma che di giorno erano più
deboli e non potevano attaccare. Per questo risultavano simili agli esseri
umani e potevano mescolarsi a loro. Sotto di lui il traffico si muoveva caotico
durante l’ora di punta, ma quella sera non c’era aria, niente odori.
Chiunque lo avesse visto in quel momento, avrebbe detto che
Christopher era un normalissimo essere umano sui 30 anni, bellissimo ed
enigmatico. Quella sera indossava un paio di jeans neri che cadevano morbidi
sulle sue gambe lunghe e muscolose, da scattista, coprendo in parte le Converse
All Star dello stesso colore, usurate dal tempo; le forme del busto e le spalle
larghe erano messe in risalto dalla maglia nera che indossava. In tutto quel
nero, i suoi occhi bucavano con uno sguardo freddo e intelligente. Estrasse
dalla tasca posteriore dei jeans l’i-pod e si infilò gli auricolari mandando la
musica a palla: The evil that man do, Iron Maiden. In più di 400 anni
quella era l’unica musica che riusciva a scaricarlo veramente, nemmeno Mozart o
Bach ci erano riusciti come ci riusciva il metal.
Helena.
Possibile che quell’umana potesse causargli tanti problemi? Era
colpa sua, avrebbe dovuto riconoscere il tipo di odore diverso dal solito e
fiutare il pericolo, non farsi sopraffare dal desiderio! Era stato uno stupido,
e il risultato era una donna umana bloccata nella torre, con un sangue decisamente
invitante e due vampiri pronti a morderla… Tanto non morirebbe… Chris
scosse infastidito la testa boccolosa. Non doveva nemmeno pensare a una cosa
del genere! Usare quella fonte così preziosa come dispensa personale era
l’ultima cosa che poteva permettersi, forse lei poteva essere quella giusta
per… Era meglio non illudersi, non avrebbe sopportato la delusione, altrimenti.
-Sempre da queste parti, eh, Chris?- domandò una fredda voce
femminile. Una vampira dai lunghi capelli rossi era comparsa accanto a lui.
-Morgan…- borbottò Chris distogliendo lo sguardo. L’ultima cosa
che gli serviva era la presenza di Morgan, di problemi ne aveva già abbastanza
senza che contribuisse anche lei.
-Ieri ho incrociato Sebastian, te l’ha detto?- domandò lei,
visibilmente in cerca di conversazione.
Chris scosse il capo, aumentando il volume del suo i-pod.
Morgan se ne accorse, ma non volle demordere, era troppo difficile riuscire a
trovare un momento per stare da sola con Chris senza che arrivasse anche
Sebastian. –Non eri a caccia anche tu ieri notte, come mai?-
-Non ero poi così affamato.- tagliò corto lui.
-Tu che non sfrutti una notte di vento come quella di ieri? Mi
sembra alquanto strano!- esclamò Morgan scoppiando in una risata acuta quanto
falsa. Chris la ignorò continuando a fissare le macchine passare sotto i suoi
piedi. Detestava Morgan, era stata la fonte di parecchi guai sia per lui che
per Sebastian, era quella che si divertiva a massacrare le sue vittime per il
puro gusto di vederli soffrire prima di poterli finire definitivamente. Per non
parlare di quando aveva rivelato a Thor del loro tentativo di fuga… Thor era il
vampiro supremo, il più vecchio, saggio e potente di tutti, creato dal primo
vampiro della storia e capo di tutti i vampiri presenti a Sacrament. Era lui
che aveva stabilito le regole che i vampiri dovevano rispettare per la
salvaguardia della specie e per il rispetto tra i branchi, e chi le violava
doveva rendere conto direttamente a lui. Una delle numerose regole era: vietato
lasciare la città. Chiunque si fosse azzardato a mettere piede fuori da
Sacrament avrebbe rischiato la vita, gli sarebbero stati scatenati contro
l’intero esercito più numerosi vampiri che si divertivano a contribuire a
queste spedizioni. Morgan era una di quelli, e l’aveva tradito.
-Vedi di andartene in fretta, Morgan, non ho tempo da perdere.-
la liquidò con un sibilo.
La vampira assunse improvvisamente uno sguardo livido e irato
–Non mi mandi via così!-
Chris fece penetrare il suo sguardo nelle iridi castane di lei,
squadrandone poi i lineamenti con disprezzo –Non hai niente da spartire con me,
ti ricordo che non sono molto simpatico al tuo capo.-
L’espressione di Morgan si addolcì –Oh, ancora con quella
storia? E’ successo più di cinquant’anni fa!- commentò ravvivandosi la chioma
fluente in un gesto volutamente provocatorio.
-La mia memoria da vampiro non svanisce, Morgan. Vattene.-
ringhiò nuovamente lui.
Morgan si alzò dal cornicione fissando Chris con occhi carichi
di rammarico –Come vuoi, ma non sai cosa perdi. A forza di vivere con un uomo
perderai la capacità di toccare una donna!-
-Non sarai mai tu, quella donna, Morgan.- la freddò Chris.
Morgan svanì in un ringhio furioso e offeso.
Il sole era sceso da parecchi minuti ormai, era ora di
rientrare ad aspettare Helena. Sarebbe tornata, ne era sicuro, l’espressione
dei suoi occhi alla minaccia di uccidere i suoi cari era stata eloquente.
La sua attesa non risultò eccessiva, dopo un’ora e venti minuti
Helena era di nuovo seduta sul divano della sala, una sacca da sport piena
delle sue cose ai suoi piedi.
-Sei stata veloce.- commentò Chris guardandola compiaciuto.
Helena non fiatò, si limitò a rigirarsi tra le dita un laccio
dei suoi anfibi.
-Adesso avremo tutto il tempo per parlare, con calma.- continuò
lui accucciandosi davanti a lei –Hai ancora molte cose da raccontarmi.-
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
4
CAPITOLO 4
-Ho fame- borbottò Helena riallacciando con calma gli anfibi
neri, Christopher sollevò un sopracciglio.
-Prima parli, poi ti vado a prendere da mangiare- lei alzò la
testa, fissandolo dritto negli occhi, senza alcun timore. Non era affatto
spaventata, Chris aveva incontrato vittime in grado di mostrarsi ad una prima
occhiata fredde, risolute a volte spavalde, ma era bastato annusare l'aria per
sentire il tipico odore acre della paura aleggiare attorno a loro. Helena no.
Era davvero tranquilla, persino troppo, il suo cuore non batteva più
velocemente, non sudava freddo e non aveva paura, anzi il suo odore era sempre
così dolcemente invitante...per qualche secondo il vampiro inspirò a lungo,
gustandolo, come un bambino davanti ad un negozio di dolci che sente il profumo
e aspetta con ansia di assaggiare qualche prelibatezza.
-Te lo puoi scordare, sto morendo di fame- replicò la ragazza
stringendo gli occhi -credi che il misero cappuccino con le ciambelle siano
bastati? Ho fame, chiaro?- venne afferrata per il collo e schiacciata contro il
divano. Chris torreggiava sopra di lei, bloccandola per il collo e uno dei
polsi, si avvicinò al suo volto bianco, deviando all'ultimo verso la morbida
curva tra collo e clavicola, là dove l'aveva morsa la prima volta. Quel suo
dannato profumo! Sfiorò la pelle con le labbra, poi con la lingua. Tracciò
qualche cerchio attorno ai piccoli segni dei morsi, prima di appoggiarci le
labbra semi aperte. Sentì distintamente Helena tremare sotto di lui e si
scansò, allentando la presa gradatamente fino a lasciarla del tutto, sulla
pelle diafana della ragazza erano già comparsi i segni dove lui aveva stretto.
Era impazzito? Che diavolo gli era preso? Chris si passò una
mano tra i capelli scuri, muovendoli nervosamente. Se fosse andato avanti...se
fosse...scacciò l'immagine dai propri pensieri, ma essa si fissò ugualmente
nella sua mente.
Helena, senza quegli abiti scuri...senza nient'altro che i suoi
morsi addosso, dovunque, ma viva.
-Dimmi come hai scoperto dell'anomalia al tuo sangue- disse
Chris alzandosi e passeggiando avanti e indietro, mentre lei si rintanava sul
divano, abbracciandosi un ginocchio.
-Te l'ho detto, ce l'ho da sempre...sono l'unica in famiglia-
-Quindi non esiste nessun'altro come te?-
-Parli come se IO fossi un mostro- sibilò lei -io ho solo
un'anomalia, sei TU il mostro. E per fortuna che non volevi farmi ancora del
male!- lui non rispose, perso in chissà quali pensieri. Helena non si era mai
disprezzata tanto come in quel momento, quando le labbra e la lingua di
Christopher l'avevano toccata sui morsi, aveva ricevuto una scarica elettrica
che si era diramata lungo tutto il corpo. Una scarica non di paura ma di
piacere. Puro, liquido. Non aveva mai provato niente del genere.
-Ho fame- ribadì ancora, ma con calma.
-Dopo- stabilì Christopher sedendosi accanto a lei, d'istinto
Helena si spostò e lui annuì -diventare vampiri significa abbracciare una nuova
vita, dimenticando l'altra- Helena si mise in ascolto, registrando ogni singola
parola, Chris aveva abbandonato la via violenta, preferendo raccontarle tutto
dal principio. Almeno sapeva a cosa sarebbe andata incontro, essere preparati
poteva rivelarsi un vantaggio.
-Questo cosa c'entra con me?-
-Io e Sebastian stiamo infrangendo quasi ogni regola...vogliamo
recuperare la memoria di quando eravamo esseri umani, ci siamo allontanati dal
clan, dal capo e dalle faide interne...ma non abbiamo risultati. Da che
esistono i vampiri, sei la prima persona immune al morso sia mai esistita, non
so se è così...ma forse c'è un legame tra le due cose, siamo convinti che la
memoria si possa recuperare in qualche modo, è probabile che i Master lo
sappiano ma mantengano il segreto, non so...ma vogliamo scoprirlo-
-Non capisco- ammise Helena -perchè è tanto importante la
memoria?-
-Senza ti sembra di vivere privato di una parte di te, rivoglio
quella parte di ricordi appartenenti alla mia vita umana-
-Che cazzo stai facendo?- urlò Sebastian, in piedi sulla porta.
-Sta calmo- disse Chris alzandosi -ho dovuto farlo-
-Raccontarle tutto? Certo! Adesso abbiamo un'umana sapientona!
Cosa le impedisce di andare da Thor e fare due chiacchiere con lui?-
-Magari il fatto che non me ne freghi niente- disse Helena
alzandosi a sua volta dal divano -inoltre resterò chiusa qui per un bel po’,
dove pensi che vada?- Sebastian ci pensò su qualche secondo, poi ammise con se
stesso che lei avesse ragione, che poteva fare? Niente.
-E va bene- borbottò.
-Ho visto Morgan poco fa- disse Chris, il biondo roteò gli
occhi al cielo -già-
-Chi è Morgan?- domandò Helena, piena di curiosità.
-Una dalla quale è meglio stare alla larga, se sei un uomo ti
scopa fino a ridurti in fin di vita poi succhia tutto il tuo sangue...ma se
abborda una donna, le fa soffrire le pene dell'inferno. Jack lo Squartatore in
confronto era un santo- rispose Christopher, se Morgan avesse trovato Helena,
sarebbero stati guai seri per la ragazza e lui non voleva. Helena era preziosa
per loro, ragion per cui avrebbe fatto di tutto per trattenersi dal morderla
ancora o fare un'azione simile a quella di prima.
-Ok, ma io ho sempre fame-
-Tienila d'occhio, torno subito- Chris sorpassò Sebastian e
scese per le scale. Il biondo si tolse la giacca e la lanciò su un mobile.
-Alla fine...mi ucciderete, vero?- Sebastian guardò la ragazza
tornare sul divano, onestamente non lo sapeva nemmeno lui. Non le rispose e lei
non chiese altro, limitandosi ad aspettare la propria cena in silenzio.
Ed
ecco il 4 capitolo, che ve ne pare? E' un pò più corto ma
in futuro accadranno cose molto interessanti, promesso. Un grazie enorme a Elychan, puntualissima a recensire e a bellatrixx. Grazie e un
bacione ! Al prossimo aggiornamento, Kuji&music.
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
5
CAPITOLO 5
Helena
gironzolava per la casa col lettore mp3 che mandava a tutto volume una canzone
dei My Chemical Romance. Canticchiava distrattamente osservando i vari oggetti
che arredavano l’ambiente: nella parte privata di Chris si trovava una piccola scultura
vitrea molto antica, probabilmente risalente alla prima metà del Seicento,
rappresentante una farfalla. Era bellissima. Helena la prese cautamente tra le
mani.
-Rimettila
al suo posto.- le intimò la voce bassa e vellutata del proprietario. Nonostante
la musica ad altissimo volume, Helena poté chiaramente distinguere le parole
senza che Chris avesse urlato.
-Non
la rompo mica!- sbottò la ragazza riponendo tuttavia la statuetta sul tavolino
dove l’aveva trovata.
-Non
mi piace che si tocchino le mie cose. Quella statuetta ha una storia importante
dietro di sé come tutto ciò che è qui dentro. Sono le uniche memorie che ho,
voglio che rimangano integre.- replicò Chris. Per quanto Gerard Way urlasse a
squarciagola in quella canzone, Helena continuava a sentire perfettamente le
parole del vampiro. Ne era stupita.
-Allora
mi limiterò a fare la prigioniera corretta e non mi muoverò più dal divano,
d’accordo? Ma non ti lamentare se bagnerò il velluto di pipì, se non posso
muovermi queste sono le conseguenze.- obiettò lei alzando il volume del lettore
e allontanandosi da Chris.
Il
moro la fulminò con gli occhi azzurri –Lo puoi usare il bagno. E togliti di
dosso quell’espressione da vittima, mi dà ai nervi.-
La
ragazza ricambiò lo sguardo con cattiveria, spense definitivamente il lettore e
gli si avvicinò –Devo ricordarti chi mi ha fatto questo?- sibilò abbassando
leggermente il colletto della maglia e mostrandogli i segni dei suoi denti che
portava ancora sul collo. –Fino a prova contraria io sono una vittima!-
Chris
dovette fare uno sforzo enorme per trattenersi dal morderla nuovamente: il suo
odore era veramente tanto particolare quanto il suo sangue, ed era invitante.
Serrò le narici e le ringhiò contro cercando di farla allontanare. La cosa che
più lo infastidiva di lei, oltre al vittimismo, era quell’arroganza che emanava
da tutti i pori, in certi casi si rammaricava di non aver dato retta a
Sebastian e averla uccisa.
-Allora
mettiamola in questo modo: o cominci a darti una calmata o io potrei rinnovare
la minaccia di qualche giorno fa.- disse con la sua solita calma, quella calma
irata che contribuiva notevolmente ad aumentare la rabbia nel suo
interlocutore. Helena sbiancò nuovamente e si allontanò di qualche passo da
lui, rimanendo in silenzio –Vedo che capisci la musica.-
Il
rumore di una porta che sbatteva pesantemente impedì alla ragazza di replicare,
Sebastian era tornato.
-Chris,
siamo nei cazzi! Cazzi con tanto di penne dorate nel taschino e ormoni in
visibilio!- esclamò il biondo entrando a razzo nella stanza e cominciando a
raccattare le cose di Helena.
Chris
spalancò gli occhi in un’espressione preoccupata –Thor e Morgan…- sussurrò.
-Esattamente!-
annuì Sebastian infilando gli oggetti della ragazza in una botola –E stanno
venendo qui!-
-Perché?-
chiese Chris. Non capiva… Thor si faceva vivo solo quando c’era da punire
qualcuno o quando veniva a reclamare gli umani che si stavano trasformando in
vampiri, ma loro non avevano fatto nulla di male. Erano mesi che Chris aveva
cercato con la massima cura di tenersi fuori dai guai, e anche Sebastian si era
controllato abbastanza da non destare troppi sospetti su Thor.
Il
vampiro biondo alzò gli occhi al cielo –Ok, lo ammetto. Due notti fa ho perso
la pazienza e ho aggredito uno della banda di Morgan.- confessò.
Gli
occhi azzurri di Chris ebbero un lampo di luce rossa –Aggredito?- indagò
ulteriormente.
-Diciamo
pure ammazzato.- rispose Sebastian con un ghigno. Non era per nulla pentito di
quello che aveva fatto e questo fece incazzare Chris ancora di più.
-Si
può uccidere un vampiro?- domandò sorpresa Helena con un’espressione
corrucciata.
-Non
ha ucciso un vampiro, ha ucciso un umano protetto da un vampiro, il che è molto
più grave!!- gridò Chris rivolto a Sebastian –Che ti è saltato in mente?!
Abbiamo un’umana in casa e tu vai a combinare guai?! Come se non ne avessimo
già abbastanza!-
Sebastian
sostenne con freddezza lo sguardo dell’altro vampiro, il sorriso soddisfatto
scomparso totalmente –Le tirate d’orecchie dopo. Thor e Morgan sono quasi
arrivati e noi dobbiamo nascondere Helena.- disse finendo di nascondere le cose
nella botola. –Vieni qui.- intimò poi alla ragazza che si avvicinò di
malavoglia –Sali su.- Helena guardò preoccupata la botola aperta sopra la sua
testa, ma sapeva di non avere scelta e si lasciò issare dentro.
Non
appena la botola fu chiusa si sentì la porta inferiore aprirsi. Fortunatamente all’interno
della torre potevano smaterializzarsi e materializzarsi solamente Sebastian e
Chris, grazie a un accorgimento molto utile. La capacità di poter avere a che
fare con qualcosa di molto simile alla magia tornava sempre comodo.
Helena
si appiattì contro il pavimento di quella specie di soffitta, sbirciando
attraverso le fenditure presenti tra le vecchie assi lignee. Non riusciva ad
avere un campo visivo eccessivamente vasto, ma era abbastanza ampio da
inquadrare Sebastian e Chris più qualche metro attorno a loro. Percepì dei
passi di estranei e il rumore di tacchi alti che picchiavano contro il
pavimento sottostante e vide il volto di Sebastian pitturarsi di un sorriso
falsamente cordiale.
-Buongiorno,
Thor, Morgan… Qual buon vento vi porta qui?- domandò con nonchalance.
La
voce profonda di un uomo rispose autoritaria –Morgan mi ha riferito di un tuo
attacco ai suoi protetti, Sebastian. La cosa non mi giunge nuova alle orecchie,
e tu conosci le regole.-
Sebastian
scosse tranquillamente la lunga chioma bionda –Ah, ma io non ero al corrente
fosse uno della banda di Morgan, altrimenti non l’avrei mai attaccato. Sapete
com’è, non mangio da un po’ di tempo, la fame era tanta e…-
-Non
dire stronzate, Sebastian, lo so benissimo che l’hai attaccato apposta!-
esclamò una voce femminile profonda e seducente anche più delle altre. Helena
poté constatare che il timbro di voce era un tratto distintivo dei vampiri: avevano
tutti una voce calda e suadente, che si faceva chiaramente sentire senza
bisogno di urlare e che allo stesso tempo sapeva suonare muta con coloro che
appartenevano al genere umano.
-Morgan,
calmati. Non l’ho fatto apposta! Se sono riuscito ad ucciderlo significa che
non era adeguatamente protetto!- obiettò il biondo cominciando a scaldarsi.
Chris era visibilmente nervoso, non aveva ancora parlato e questo era un
cattivo segno.
-Stai
forse insinuando che mi sono inventata tutto?- sibilò la vampira avvicinandosi.
Helena poté vedere una lunga chioma rossa ondeggiare sotto di lei.
-No,
sto dicendo che non sai proteggere i tuoi umani.- replicò Sebastian sostenendo
il suo sguardo.
Morgan
stava per replicare quando qualcosa la fermò. Helena pensò fosse stato Thor,
perché subito dopo fu lui a parlare. Si fece più avanti in modo che Helena poté
riconoscere qualcosa della sua persona: un uomo alto, ma non troppo, con
capelli scuri e barba ben curata. Diversamente dagli altri vampiri che aveva
presente, per quanto fosse molto affascinante non era spaventosamente bello, ma
emanava un aura di potere che avrebbe assoggettato chiunque. Era vestito in
maniera classica, un completo marrone dal cui taschino sbucavano due penne
dorate. Helena si accigliò: che senso avevano?
-Non
mi interessa che cosa è successo né come. Mi basta sapere che tu hai
disobbedito a delle regole fissate, Sebastian, e che non è la prima volta.
Credo che l’ultima volta non ti sia servita da lezione.- disse l’uomo.
Sebastian
indietreggiò di qualche passo con un’espressione molto meno spavalda del suo
solito, forse addirittura impaurita. Morgan sorrise soddisfatta dalla piega che
aveva preso la situazione, e fu proprio quel sorriso a irritare definitivamente
Chris il quale decise di intervenire.
-Thor,
Sebastian sa di aver sbagliato, ma non sapeva fosse un protetto di Morgan.
Punirlo per un errore non consapevole non servirà a niente.- disse.
Thor
gli rivolse i suoi occhi scuri, cercando di indagare nella profondità di quello
che stava pensando. Chris fu lieto che i vampiri non fossero telepatici né
sapessero leggere nel pensiero. –Christopher, non mi sembri nella posizione per
dirmi cosa sia più o meno utile fare. Indi per cui, credo che Sebastian
dovrebbe imparare a prestare più attenzione a certe cose.- disse tornando a
guardare il vampiro biondo.
Sebastian
abbandonò l’espressione timorosa: se doveva essere punito non lo sarebbe stato
con la coda tra le gambe. Non era la prima volta che sopportava le punizioni di
Thor ed era sempre sopravvissuto, con qualche acciacco, ma sopravvissuto. Anche
questa volta avrebbe affrontato tutto a testa alta. La mano destra del Master
si sollevò e lui schioccò le dita. Chris chiuse gli occhi pronto a sentire
l’urlo di dolore dell’amico, ma questo non arrivò, questa volta Sebastian aveva
tenuto gli occhi aperti ed era rimasto zitto.
Helena
rimase turbata da quella tortura che costringeva Sebastian a contorcersi in
preda agli spasmi sul pavimento, le vene che si gonfiavano a fior di pelle e i
muscoli che brillavano. Senza rendersene conto emise un sospiro sconvolto che
attirò l’attenzione di Morgan. La vampira alzò gli occhi verso la botola che la
sovrastava. Helena si morse la lingua. Nonostante Chris fosse preso dalla scena
della tortura di Sebastian, riuscì ad accorgersene.
-C’è
un odore strano, qui…- mormorò Morgan muovendo qualche passo verso la botola
–Un odore umano…-
Thor
bloccò la tortura e si girò verso Morgan annusando l’aria. Sebastian ansimava a
terra e cercava di guardare Chris per dirgli di fare qualcosa.
Maledizione! Perché cazzo deve
avere quell’odore così particolare?!
Pensò Chris lanciando sguardi alla botola da cui non provenivano più rumori, ma
nel quale sapeva benissimo esserci Helena. Doveva fare qualcosa per distrarre
Morgan da quell’odore… Non aveva scelta, sapeva che quello era l’unico modo.
Si
posizionò davanti alla vampira prima che potesse aprire la botola e afferrò il
suo viso tra le mani. Un bacio per niente desiderato, ma necessario,
sforzatamente passionale. Sentì le labbra di Morgan aprirsi istantaneamente
contro le sue e non ci volle molto prima che le sue mani cominciassero a vagare
lungo il suo corpo. Nel momento in cui arrivarono troppo in basso Chris si
staccò. A quello non era disposto.
Lo
sguardo lascivo di Morgan indugiò sugli occhi freddi di Chris, mentre si
mordeva con fare seducente il labbro inferiore –A cosa devo il piacere?-
domandò. Thor tornò a concentrarsi su Sebastian, non gli interessavano le
faccende frivole della vampira.
-Mi
andava e basta.- rispose Chris cercando di non provare disgusto per quello che
aveva appena fatto. Morgan cambiò totalmente espressione diventando seria e
perfida: non le piaceva quella risposta. Chris si staccò definitivamente da lei
e tornò da Sebastian che giaceva ancora a terra, ascoltando i rimproveri
sussurrati di Thor.
-Spero
che questa sia l’ultima volta, Sebastian, che mi costringi a una cosa del
genere. La prossima volta potrebbe essere l’ultima.- disse il Master
sistemandosi la giacca e richiamando a sé Morgan –Andiamo.-
Non
appena e due se ne furono andati Chris aiutò Sebastian ad alzarsi prima di
riaprire a Helena. La ragazza scese con sveltezza portando con sé le sue cose, che
abbandonò violentemente a terra.
-Era
necessaria tutta quella scena?- domandò con disgusto guardando Chris. Il vampiro
non afferrò il problema –Sembrava te la volessi scopare lì!- chiarì meglio lei.
Quello
era troppo. –Io ti ho appena salvato la vita, in caso tu non te ne sia
accorta!- sbottò irato.
-Non
era necessaria tutta quella teatralità! E poi non dirmi che te ne frega
qualcosa della mia vita, non ci credo!- replicò Helena.
-Infatti,
a me importa solo del tuo sangue, ma si dà il caso che tu debba essere viva perché sia utilizzabile!- ringhiò
Chris prima di tornare a dare una mano a Sebastian che giaceva debole sul divano.
Helena
lo guardò con l’espressione più schifata che mai –Bene, quindi sarei solo un
oggetto, un contenitore vivente di un liquido per voi prezioso. Ottimo… buono a
sapersi.- commentò.
Chris
fece finta di ignorarla, altrimenti le avrebbe fatto del male. L’unica cosa che
lo tratteneva era il fatto che doveva cercare di tenersela buona e in ottime
condizioni fisiche, ma nulla gli impediva di immaginarsi mentre le faceva del
male. Se non altro ciò lo aiutava a sfogarsi.
-Adesso
stai zitta. Sebastian ha bisogno di aiuto e devo essere concentrato.-
Salve a tutti! Dopo la pausa
estiva ecco il nuovo capitolo di Vampiria! Speriamo di ricevere
qualche commento, intanto ringraziamo chi ha già recensito con
un bacione enorme! Alla prossima, Kuji&music.
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Capitolo 6 *** capitolo 6 ***
CAPITOLO
6
Sebastian
si abbassò, piegandosi sulle ginocchia e aguzzando la vista. Eccola. Ne sentiva
l’odore nell’aria fresca, un buon profumo, tenue e femminile ma non dolciastro,
scommise con se stesso fosse borotalco, meglio, non amava mordere donne con
addosso litri di profumo, finivano inevitabilmente per farlo irritare e quando
Sebastian si irritava, diventava pericoloso.
Scese
con un balzo agile dallo spesso ramo di pino e atterrò senza far rumore sul
verde prato del cimitero. Infilò le mani nei jeans lievemente cascanti sui
fianchi, mentre i suoi occhi scuri si tingevano di rosso e la lingua passava
leggera sulle punte dei canini. Non doveva che attendere il tramonto, poi con
due salti sarebbe stato alle spalle di quella ragazza, l’avrebbe morsa...e
finalmente avrebbe placato la fame che lo attanagliava.
Si
preparò. La ragazza aveva cambiato i fiori e l’acqua nel vaso, lo appoggiò
accanto alla tomba ed estirpò alcune erbacce che avevano intaccato il marmo
chiaro e ruvido. Sebastian aprì leggermente le labbra, già pregustando il sapore
del suo sangue...scommise con se stesso fosse dolce ma delicato, come un
delizioso cioccolatino di finissimo cacao. Piegò appena le ginocchia, pronto a
balzare verso di lei che la ragazza si sedette davanti alla tomba e posò la
borsa di Nightmare Before Christmas accanto a sè. Prese un pacchetto nuovo di
sigarette e lo aprì, con un unico gesto secco del polso fece uscire la prima
Lucky Strike che si infilò tra le labbra rosee e recuperò uno zippo argenteo. La
fiamma brillò alta e lei inspirò una lunga boccata, prima di appoggiarsi con un
gomito sul ginocchio.
Sebastian
sollevò un sopracciglio, chiedendosi che cavolo stesse facendo quella ragazza.
Lei rimase in silenzio per un pò, fumando assorta.
-Si
lo so, non dovrei fumare, fa male...bla, bla bla- attaccò agitando la mano con
la sigaretta accesa -ma il punto è che sono nervosa e voi sapete che odio essere
nervosa, faccio un sacco di casini quando divento nervosa- Sebastian si appoggiò
al tronco del pino, incrociando le braccia al petto -sai nonna? Avevi ragione- proseguì lei, imperterrita -non
dovevo accettare quello stupido lavoro, mi sta rendendo deficiente! Sto
sclerando! Un anno che sto li e ho il cervello fritto! Penso che mi licenzierò-
lei sbuffò, facendo qualche altro tiro -posso quasi vedervi protestare nella
tomba, quindi...si, avete ragione, no non posso permettermi di lasciare sto
lavoro e si, se lo lascio non potrò pagarmi da vivere e la borsa di studio non
varrà un fico secco se non ho un tetto dove stare- si accese una seconda
sigaretta e si mise una mano tra i capelli, sembrava parecchio esaspertata
-d’altra parte, se non la pianto di lavorare li, diventerò isterica e la mia
sanità mentale andrà a farsi fottere- la ragazza scosse la testa e si lasciò
andare, sdraiandosi a braccia spalancate sull’era verde
brillante.
Il
vampiro rimase fermo, poi si avviò verso di lei a piedi, con calma, senza fare
alcun rumore. Sapeva che lei non avrebbe avvertito la sua presenza finché non
sarebbe stato troppo tardi per scappare o ribellarsi, e finalmente lui avrebbe
ottenuto ciò che bramava. La fame cresceva ogni secondo, passo dopo passo, più
si avvicinava a lei e più il suo profumo lo stuzzicava, facendogli torcere le
viscere. Si trovava a meno di cinque metri quando lei si alzò di scatto,
mettendosi in piedi. La guardò spolverarsi i jeans strappati sul fondoschiena e
raccogliere la borsa, era il momento.
Con
un balzo Sebastian le fu addosso, la circondò con un braccio, bloccando le sue
all'altezza dei gomiti mentre con l'altra mano le afferrava con forza il collo,
stringendo appena per non farla urlare.
-Fai
silenzio- le intimò sfiorandole un orecchio con le labbra, lei aveva gli occhi
scuri allargati per la sorpresa -non gridare, altrimenti ti farò male- lasciò
andare il collo e le fece inclinare la testa, poi scostò i capelli castani. Si
leccò le labbra, aveva davvero un ottimo profumo. Spalancò la bocca e le passò
la lingua sul collo, sentendolo caldo e vivo sotto di sè, sfoderò i canini e si
apprestò a morderla. Una forza di inaudita potenza sembrò afferrarlo per la
testa e scagliarlo lontano. Sebastian fece un volo di due metri e ricadde di
schiena.
-Merda...cosa
cazzo...- la ragazza si era girata verso di lui, sembrava spaventata ma non
quanto avrebbe dovuto. Indietreggiò di qualche passo, inciampò in una tomba semi
incassata nel terreno, poi si voltò e cominciò a zigzagare tra le lapidi, mentre
la notte scendeva velice. Lui sorrise.
Stupida...pensa
di potermi sfuggire... si
rialzò da terra e si smaterizlizzò, comparendo all'entrata del cimitero. Lei gli
andò letteralmente a sbattere contro, Sebastian l'afferrò per un
braccio.
-Sciocca
umana- disse attirandola a sè, le scoprì ancora il collo aprendo la bocca, ma
per la seconda volta qualcosa gli impedì di morderla e venne sbalzato contro il
muro. Imprecò e tornò alla carica di nuovo. In pochissimi secondi la raggiunse
per l'ennesima volta, la colpì in testa e la prese al volo, mentre si accasciava
su se stessa, priva di sensi.
-E
siamo a due, merda- borbottò caricandosela sulle spalle come un sacco di patate.
Non poteva rischiare di lasciarla in giro...ora capiva Christopher con Helena.
Anche quella ragazza l'aveva visto, avrebbe potuto raccontare qualcosa, inoltre
lui l'aveva aggredita ben tre volte e lei possedeva abbastanza dettagli da
scatenare il caos. Non doveva accadere e Thor non doveva saperne nulla.
La
fame non si placava ma Sebastian decise che prima di riprendere la caccia,
avrebbe portato quella donna alla torre.
Christopher
aveva stabilito che uno dei due dovesse sempre essere alla torre, per non
lasciare Helena da sola. Era improbabile che lei riuscisse a fuggire ma vista
l'incilnazione al suicidio e i numerosi oggetti disponibili, il vampiro non
voleva correre rischi. Poco prima che Sebastian facesse il suo trionfale
ingresso, con un calcio alla porta di legno, Chris se ne stava seduto sul
divano, sorseggiando vino rosso di ottima qualità mischiato a mezza sacca di
sangue, fissando Helena che si metteva lo smalto sui piedi, ovviamente
nero.
In
parte lui capiva la fissazione per il nero, l'oscurità era parte integrante del
suo essere vampiro e l'attraeva come una calamita, la notte e l'oscuro facevano
parte di lui...e sebbene capisse il fascino che possedevano entrambe, non
comprendeva la fissazione di Helena e dei "dark" come lei. Alle domande però,
lei non aveva risposto, continuando a mettersi lo smalto con precisione
millimetrica e una pazienza infinita.
Aveva
appena terminato il piede sinistro e si apprestava a cominciare il destro quando
Sebastian entrò con una ragazza svenuta in spalla e l'aria
incazzata.
-Che
diavolo è successo? Chi è quella?- scattò Chris, con tutti i sensi all'erta. Era
un essere umano. Dal divano Helena sollevò semplicemente la testa. Sebastian
ringhiò e superò Chris, mettendo la ragazza sul divano
libero.
-Prova
a morderla- disse al compagno.
-Immune
anche lei?-
-Peggio,
prova a morderla- disse ancora Sebastian, la cui botta presa quando era stato
scaraventato indietro non era affatto passata, si massaggiò piano la schiena.
Chris si avvicinò all'umana svenuta, sfoderò i canini e si piegò sul suo collo
ma la forza che prima aveva preso Sebastian, catturò anche lui ed Helena lo vide
volare dall'altra parte della stanza.
-Cazzo-
disse il vampiro rialzandosi -merda-
-L'hai
detto-
-Dove
l'hai pescata?-
-Al
cimitero, stava raccontando i fatti suoi alla tomba dei
nonni-
-Macabra-
osservò Chris.
-No
pazza, l'ho attaccata due volte e ho fatto due voli peggio dei tuoi, la terza
volta l'ho colpita alle spalle e ho pensato di portarla qui- spiegò Sebastian
con espressione cupa, aveva fame e gli occhi scintillavano di rosso rubino -c'è
qualcosa o qualcuno che la protegge da noi-
-Ci
ero arrivato, grazie- sibilò Chris che non aveva affatto gradito il trattamento,
ma Sebastian non avrebbe potuto dirglielo e basta? -si sta svegliando- aggiunse
vedendo la ragazza agitarsi lievemente. Aprì gli occhi uno alla volta, sbadigliò
e si mise a sedere, con aria confusa e stordita, massaggiandosi piano la base
del collo, dove era stata colpita non molto tempo prima. Sbatté le palpebre e
mise a fuoco le figure dei due vampiri che le stavano di fronte, poi si girò
verso Helena.
-Voi
siete...-
-Non
guardare me, sono prigioniera qui e da adesso, anche tu- rispose la ragazza con
un'alzata di spalle.
-Grandioso-
disse lei tornando a fissare i due vampiri -tu mi hai aggredita al cimitero!-
esclamò alzandosi, dopo aver riconosciuto Sebastian -due volte!-
-Ha
paura- commentò lui, fissandola con disprezzo.
-Certo
che ne ho! Solo gli stupidi o gli aspiranti suicidi non ne hanno! Mi sembra
logico essere spaventata non pensi?- disse lei prendendo le sigarette da una
tasca, si accese una Lucky Strike e inspirò a fondo diverse volte -che cavolo
volete da me? Perchè ho mille cose da fare e se pensate di potermi davvero
tenere qui, vi sbagliate di grosso-
-Non
puoi scappare- disse Chris -come ti chiami?-
-Eny-
-Che
razza di nome...- commentò Sebastian.
-Sta
per Eleanor- rettificò Eny allargando le braccia -mi spiegate oppure
no?-
-Sono
vampiri- s'intromise Helena, sempre mettendosi lo smalto nero -vogliono
recuperare la memoria di quando erano umani e pensano che persone come me e te,
che in un qualche modo sono diverse dagli altri esseri umani, possano essere
loro d'aiuto- sollevò gli occhi, inchiodando Eny con quell'azzurro grigio così
chiaro e freddo -siamo carne da macello, Eny-
-Grandioso-
ripeté lei sedendosi e continuando a fumare assorta, finì una sigaretta e ne
accese subito un'altra -oh, beh almeno ho una scusa valida per non andare al
lavoro- aggiunse riflettendoci sopra, Helena alzò un sopracciglio -lavoro in un
call center, ricevo chiamate di gente nevrotica che mi urla addosso e mi
insulta...un manicomio. Ed è pure pieno di gay, un vero spreco per la
popolazione femminile!- la mora sorrise lievemente. Decise che Eny le
piaceva.
Sebastian
e Chris si scambiarono uno sguardo perplesso, mentre Helena ed Eny si
scambiavano opinioni sulla vita stressante che conducevano...li stavano
completamente ignorando, parlando come se al posto che in un rifugio di vampiri,
fossero al bar davanti a due caffè e altrettanti dolcetti.
-Vado
a caccia, ho fame- disse Sebastian -scucile delle informazioni- Chris annuì,
tanto ormai gli interrogatori li faceva lui...erano come il poliziotto buono e
quello cattivo, naturalmente Sebastian era il secondo. Il vampiro moro però
decise che con Eny avrebbe parlato più tardi, sembrava che fosse entrata subito
in sintonia con Helena...forse perché erano una l'esatto opposto dell'altra e si
completavano a vicenda. Gli ricordarono lui e Sebastian.
Purtroppo
per loro la situazione si complicava ulteriormente, nascondere due umane non
sarebbe stato possibile...un bacio non avrebbe placato quella pazza di Morgan,
men che meno Sheila e Thor era troppo furbo e potente per bersi una scusa
qualsiasi. Fortunatamente Thor non sarebbe tornato molto presto, aveva diverse
gatte da pelare ogni giorno e per il momento lui e Sebastian erano come
rientrati nei ranghi almeno in apparenza, da lui potevano anche non
guardarsi per qualche tempo, ma gli altri erano dei ficcanaso rompiscatole,
gestire tutti sarebbe stato difficile.
era ora che postassi anche
io in questa fanfiction. sono un'autrice scansafatiche, rifilo sempre tutto alla
mia collega! comunque... sono lieta di vedere che la storia piace e che abbiamo
esaudito i desideri di qualcuno! ^^ questo rallegra sia me che Kuji, ringraziamo
umilmente. in questo capitolo conoscete un nuovo personaggio, speriamo che vi
piaccia come finora vi sono piaciuti gli altri. keep on enjoying us! grazie
ancora mille per le recensioni che ci lasciate!
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
7
Capitolo 7
Sebastian non capiva, non capiva davvero
anche se si sforzava. Dopo i primi attimi di paura e qualche perplessità, Eny
aveva attaccato bottone con Helena e aveva perso ogni timore. In due giorni non
l'aveva mai sentita fare domande, piangere, lamentarsi...niente. Chiacchierava
con la dark e con Chris come se fossero persone normali e anche con lui...no,
proprio non la capiva. Insomma, era stata aggredita, rapita ed era tenuta
sottochiave da due vampiri, possibile che riuscisse ad affrontarlo con tutto
quello spirito positivo?
Così da una parte c'era la calma glaciale
di Helena, dall'altra la calma sorridente di Eny. Erano proprio messi bene lui
e Chris.
-Credo sia meglio che tu vada a prendere
le tue cose- disse il vampiro moro.
-Ah, quindi il soggiorno-vacanza nella Casa
del Vampiro si prolunga...- commentò Eny poi fece spallucce -ok- Chris si
voltò verso Sebastian che annuì.
-Si, l'accompagno io- disse quest'ultimo
alzandosi dal divano -sbrigati- Eny si infilò le scarpe e prese le chiavi di
casa, seguendolo giù per le scale e fuori. Lui sperò di non fare incontri
spiacevoli...d'altra parte era pieno giorno e raramente Morgan o gli altri
uscivano col sole, certo erano deboli e non potevano cacciare...ma che
importava? Si poteva prendere la birra, adescare qualche bella donna con la
quale divertirsi prima che arrivasse la notte, il giorno offriva attrazioni
diverse dalla notte ma non per questo meno piacevoli. Sebastian seguì Eny per
strada, poi in metropolitana, infine ancora per un lungo tratto a piedi.
La ragazza abitava in un appartamentino al
terzo piano di un palazzo occupato principalmente da studenti universitari come
lei, mancava l'ascensore ma ad Eny non dispiaceva quel posto, anche se non era
molto grande.
-Benvenuto in casa Wood- disse aprendo la
porta d'ingresso che dava sul salotto con angolo cottura. Sulla sinistra due
porte, sulle quali Sebastian trovò scritto in caratteri gotici rosso sangue
rispettivamente: Bagno e Stanza di Eny -senti, ti spiace se mi faccio una
doccia? Vivere due giorni in quella topaia senza cambiarmi non è stato il
massimo- disse lei, mentre faceva avanti indietro dalla camera da letto al
salotto con borse e valigie.
-Fa come ti pare- disse Sebastian -hai
della birra?-
-Guarda in frigo se non è andata a male-
disse Eny, prendendo degli abiti puliti e sparendo poi in bagno. Il vampiro
andò a prendere la birra, fregandosene della data di scadenza...in fondo, mica
poteva ucciderlo, no? Aprì la lattina e ne bevve un sorso, era buona...quindi
bevibile. Si guardò attorno, c'era una nota stonata in quella casa. Era
arredata in modo essenziale e semplice, tutti i mobili erano chiari, di legno e
anche le pareti erano bianche, ma c'era qualcosa che non andava.
Tanto per cominciare le scritte in gotico
sulle porte, poi un pupazzo nero a forma di Morte con tanto di Falce in mano e
volto sinistramente sorridente...ma non erano quelle cose...Sebastian si
concentrò sulle fotografie appese un po’ dovunque. Le esaminò una per una, con
calma, erano una più strana dell'altra. Riconobbe Eny nella bambina vestita con
un abitino nero e i capelli pettinati in due codini ai lati della testa,
stringeva un coniglietto bianco tra le braccia e fissava tranquilla
l'obbiettivo mentre dietro di lei si stagliava un sentierino immerso nella
nebbia, al tramonto. In un'altra c'era sempre Eny seduta su un muretto rotto,
avrà avuto undici anni ed era sempre vestita di nero...alle sue spalle un bel
cimitero pieno di statue enormi. Tutte le foto erano così, in alcune c'era Eny,
altre erano paesaggi, cimiteri, lande desolate...non c'era una sola fotografia
normale su quei muri.
Ma fu quando trovò la foto di una giovane
donna che non era Eny, che Sebastian ebbe un sussulto e rischiò di rovesciare
la birra a terra. Era una fotografia in bianco e nero piuttosto datata e
ingiallita dal tempo, raffigurava una donna sulla trentina molto affascinante,
dal sorriso caldo e seducente. I capelli mossi le incorniciavano il volto
pallido e scendevano lungo le spalle, sulla scollatura dell'abito dal corpetto
stretto. Sebastian aveva già visto quella donna prima, solo che non era una
donna.
-Lei è mia nonna, cioè...era- disse Eny
alle sue spalle, il vampiro si voltò. La ragazza aveva un accappatoio nero di
quelli corti e i capelli ancora umidi.
-Come si chiamava?-
-Wine- lui alzò un sopracciglio -cioè,
Winifred...ma tutti la chiamavamo Wine-
Wine Wood...conosco questo nome...pensò
il vampiro annuendo piano ma non può essere lei...è impossibile, i vampiri
possono avere figli solo in determinate circostanze, con l'umano adatto, il
periodo adatto...bisogna essere predisposti per poter generare una
prole...possibile che lei sia...?
-Adoravo mia nonna- disse Eny abbassando
lo sguardo -è la persona che amo di più al mondo, anche se non c'è più. Lei mi
ha insegnato a vivere la mia vita, a prendermi cura di me stessa, mi ha
consolata quando avevo bisogno e strigliata se facevo qualcosa di stupido. Mio
padre la odiava, sosteneva fosse una strega...perchè mi insegnava cose che sui
libri e per strada non vedi, mi raccontava storie di esseri oscuri,
insegnandomi a non aver troppa paura di nulla-
-E' lei che ti scattava quelle foto?-
domandò Sebastian, Eny annuì sorridendo.
-I cimiteri sono affascinanti, dietro ad
ogni nome c'è una storia. Sono romanticamente inquietanti- si voltò e andò in
bagno per terminare di vestirsi e asciugarsi i capelli. Sebastian tolse la foto
di Winifred Wood dal muro e la tirò fuori dalla cornice, doveva mostrarla a
Christopher, la mise in tasca e l'occhio cadde nuovamente sulla foto di Eny con
il coniglietto, sul viale immerso nella nebbia...la trovò teneramente
inquietante, con quello sguardo calmo nonostante il paesaggio lugubre.
Prese anche quella e la ficcò in tasca assieme all'altra, poi infilò le cornici
in un cassetto e andò a sedersi sul divano.
Eny tornò e cominciò a riempire
velocemente le valigie di vestiti e oggetti personali.
-Non ti importa della tua vita?- le chiese
d'un tratto, lei sollevò la testa dallo zaino.
-In che senso?-
-Parlo della vita che conduci...non ti
importa di dover lasciare tutto?- lei alzò le spalle, poi sedette.
-Ho un lavoro che detesto e frequento una
facoltà che non desideravo frequentare...no, non mi importa di lasciarli
entrambi. I miei genitori mi hanno spinta a Scienze della Comunicazione
premendo perchè scegliessi la loro stessa via e facessi la giornalista, ma non
mi è mai fregato niente. La realtà è che ce l'hanno con me perchè amavo nonna
Wine che loro ritenevano una pazza squilibrata, pensando che potessi diventare
come lei, mi hanno sempre forzata, intromettendosi nella mia vita privata...in
pratica io NON avevo una vita privata. Controllavano ogni cosa, gli amici, la
scuola...tutto. Ho accettato di frequentare questa facoltà ma sono andata via
di casa e non me l'hanno mai perdonato. Non ho molti amici e il mio ragazzo mi
ha mollata un anno fa per una tizia appena conosciuta, di quelle tutte zucchero
e lacrima facile-
-Non hai l'aria di quella depressa-
-Non lo sono- replicò Eny -nonna Wine mi
ha insegnato a non abbattermi mai e poi non ho davvero il carattere per
deprimermi, malgrado tutto amo la vita e adoro essere felice, ridere e avere un
buon motivo per pensare sempre in positivo...sono fatta così. E poi deprimersi
è faticoso!-
-Io non ti capisco- ammise Sebastian, non
ci riusciva davvero. Eny andò avanti a preparare le valigie, in tutto avrebbe
portato via una valigia grande, uno zaino e un paio di borse più piccole con
dentro un po’ di tutto -hai finito? Messaggi da lasciare?-
-Nessuno, questa casa è mia, mi licenzierò
dal lavoro e ritirerò dagli studi. Mi bastano due telefonate-
-Meglio- disse lui, Eny chiuse tutte le
imposte e serrò le finestre, poi raggiunse Sebastian -finito?-
-Si, fatto tutto- uscirono dalla casa e
lei chiuse bene la porta di casa, prima di avviarsi nuovamente verso la Torre.
Buongiorno! Fresco di
giornata il 7° capitolo di questa storia. Speriamo vi sia piaciuto,
come sempre attendiamo speranzose le vostre recensioni! See ya,
Kuji&music.
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Capitolo 8 *** capitolo 8 ***
ih
CAPITOLO
8
Eny
entrò nella sala del quadrante con la sua solita espressione allegra –Ah,
finalmente! Una doccia era proprio quello di cui avevo bisogno!- esclamò
lasciandosi cadere sul divano solitamente occupato da Helena. Chris osservò la
ragazza leggermente stupito: certo che il mondo era strano, su due umane che
avevano trovato, nessuna delle due era del tutto normale.
Sebastian
entrò poco dopo trasportando le cose della ragazza e facendo cenno all’amico di
seguirlo in una stanza appartata, dove né Eleanor né Helena avrebbero potuto
disturbarli.
-Cosa
succede?- domandò Chris scrutando preoccupato Sebastian.
-Eny
è la nipote di Winifred Wood, detta Wine.- piantò lì il biondo senza troppo
tatto.
Gli
occhi chiari del ricciolo si spalancarono per la sorpresa –COSA?!- urlò. Non era
possibile… non quella Winifred Wood!
Sebastian
gli fece cenno di abbassare il tono di voce ed estrasse dalla tasca della giacca
la foto che aveva preso da casa di Eny raffigurante la nonna –Ho le prove di
quello che dico.- disse porgendo la foto a Chris.
Il
ricciolo prese tra le mani quella foto leggermente ingiallita dal tempo.
Nonostante fossero passati anni da quando l’aveva incontrata l’ultima volta, si
ricordava di lei come fossero passati appena pochi minuti. Winifred. Wine. Una
dei Master al pari di Thor, forse tanto antica quanto lui, che aveva rinunciato
alla sua vita per amore di un umano. –Quindi Eny…-
-E’
la nipote di una vampira, esattamente. Ecco perché non riuscivo a morderla!-
sbottò Sebastian cominciando a fare dei giri nervosi per la
stanza.
-Ma…
lei lo sa?- domandò Chris alzando lo sguardo dalla foto e posandolo su
Sebastian.
Il
vampiro biondo scosse la testa –Non ne ho idea, ma non credo. Non credi che ce
l’avrebbe già detto, se lo avesse saputo? Insomma, non capita tutti i giorni di
avere una vampira per nonna! Da quel che ne so Wine è l’unica ad aver rinunciato
a tutto per avere una famiglia con quel Wood.- rispose.
Chris
annuì –Dobbiamo indagare… Potremmo trovare una soluzione al nostro problema, se
cercassimo tra le cose di Wine. Avrà tenuto sicuramente un diario o qualcosa del
genere!-
Sebastian
ci pensò su –Forse si, forse no. Come facciamo? Stiamo parlando di Wine Wood
mica di una qualsiasi vampira, avrà certamente adottato qualche accorgimento,
era esperta di magia nera, anche più di Thor per certe cose...non credo proprio
sarà così semplice frugare tra la sua roba- Chris dovette concordare con
l'amico, Wine Wood era una specie di leggenda tra i vampiri...le sue conoscenze
in fatto di magia nera erano note a tutti, solo gli stupidi non conoscevano quel
nome. Si concentrò sulla fotografia della Master, era un peccato che non
avessero ancora inventato la fotografia a colori, Chris però non faticò a notare
la somiglianza tra Winifred e la nipote, stesso taglio degli occhi e lineamenti,
corporatura simile...si, erano proprio parenti
-Dove
l'hai trovata?- domandò a Sebastian che fece spallucce.
-In
una cornice invecchiata, sulla parete- Chris annuì, rigirandosi quel pezzetto di
carta tra le mani. Si bloccò -ehi, l'avevi vista?- disse indicando una specie di
linea nera sottile, stranamente interrotta da alcune
stanghette.
-No-
rispose il biondo avvicinandosi -sarà uno scarabocchio-
-E'
di Wine Wood, idiota-
-Allora
sarà la dedica alla nipote stordita- Christopher sospirò, frustrato, a volte
Sebastian era peggio di un caprone in quanto a testa dura. Chris recuperò una
vecchia lente d'ingrandimento e accese una lampada, mettendoci sotto la foto. Ci
impiegò qualche secondo prima di capire che quella linea altro non era che una
scritta in lettere gotiche molto sottile e talmente piccola da risultare davvero
un mezzo scarabocchio.
-C'è
scritto: Mia adorata Eleanor, per trovarlo, cerca sotto di me-
disse Chris con evidente soddisfazione, Sebastian alzò un sopracciglio -Trovare
cosa?- domandò all'amico ma questi scosse la testa -e dove poi? Wine è
morta-
-Già-
mugugnò il moro, poi gli occhi brillarono -che stupido, certo! dice: sotto di
me. Qualsiasi cosa sia, Wine l'ha progettata tempo prima di morire per far
si che Eny lo trovasse. Quindi dobbiamo dissotterrare la cassa dov'è sepolta e
guardarci sotto-
-Tu
sei tutto rincoglionito-
-Altri
geniali idee?- sibilò Chris e Sebastian dovette a malincuore tacere -bene,
stanotte andremo al cimitero. E ci porteremo le due ragazze, non mi fido a
lasciarle qui da sole-
Non
appena il buio fu totalmente calato su Sacrament, i due vampiri poterono uscire
indisturbati dalla torre: non era mai bene girare di giorno per loro, nonostante
fossero irriconoscibili poteva sempre succedere qualche spiacevole episodio,
soprattutto perché la loro bellezza non li lasciava passare
inosservati.
Helena
si infilò i soliti auricolari nelle orecchie ed evitò di rispondere alle domande
che Chris faceva di tanto in tanto per assicurarsi che loro li stessero
seguendo, Eny invece era molto più volenterosa e disponibile e rispondeva con
allegria alle domande dei due vampiri.
-Tua
nonna non ti ha mai accennato a qualcosa di particolare, Eny?- domandò
cordialmente Chris –Sebastian mi ha detto che eravate molto
legate.-
Eny
lanciò qualche sguardo attorno a sé riconoscendo il cimitero dov’era sepolta sua
nonna, poi scosse la testa –No, non che mi ricordi almeno.-
rispose.
-Niente
diari, libri od oggetti particolari?- insistette il vampiro
biondo.
Eny
scosse ancora la testa –No… bè, forse… un diario. Almeno mi sembra che una volta
nonna me ne avesse parlato.- rispose dopo un attimo di
riflessione.
Chris
e Sebastian si scambiarono un’occhiata –Potrebbe essere un diario quindi.-
azzardò il ricciolo.
Sebastian
annuì e cominciò a discutere animatamente con il compagno, ma in un tono di voce
così basso da suonare muto alle due ragazze. Eny si voltò pensierosa verso
Helena che aveva ormai spento il lettore mp3, visto che, come sempre, non
l’aveva aiutata a isolarsi dalle voci dei due vampiri.
-Cos’hai?-
le domandò la brunetta passandosi le dita tra i capelli sottili e facendoli
luccicare d’oro ai raggi lunari. Helena guardò bene che i vampiri fossero
abbastanza concentrati nei loro discorsi per non occuparsi di lei prima di
parlare.
-Ascolta,
ho trovato un modo per uscire da quella torre dove ci hanno rinchiuse.- disse
sussurrando nell’orecchio di Eny –Devi aiutarmi però, altrimenti non so come
fare! La porta di uscita è troppo pesante per essere aperta da una di noi,
nemmeno in due ci riusciremmo, ma ci sono delle piccole finestre che danno su un
cornicione…-
Eny
spalancò gli occhi –Ma sei impazzita?! Ci saranno almeno 500 metri di dislivello
tra il cornicione e il suolo!- esclamò, ma Helena le tappò la bocca prima che i
due vampiri potessero sentirle.
-Zitta,
altrimenti ci scoprono!- le intimò. Non appena Eleanor si calmò riprese a
spiegarle il piano –Domani è probabile che andranno a caccia entrambi: il riccio
non mangia da giorni ed è visibilmente affamato, mentre Sebastian uscirà
comunque. Se stasera faremo le brave si fideranno a lasciarci da sole per il
tempo necessario e allora tu mi aiuterai a scivolare fuori dalla finestra. Non
me ne frega nulla dell’altezza, non soffro di vertigini e non ho paura di
morire, anzi… sarei già morta se non avessi questo sangue del
cazzo!-
Eny
lanciò delle occhiate preoccupate a Christopher e Sebastian che si erano
arrestati ai piedi di una tomba, una tomba che ben conosceva. Sentì un senso di
commozione montarle al petto come ogni volta, ma Helena la richiamò all’ordine
–Ho bisogno di essere certa che mi aiuterai e che non dirai loro niente!- la
supplicò coi suoi occhi chiari, per una volta velati di
debolezza.
-Te
lo prometto.- le assicurò Eny prima che Sebastian le chiamasse ad
avvicinarsi.
-Mi
dispiace, Eny, ma dovremo aprire la tomba di tua nonna.- le informò il biondo.
Gli occhi della ragazza si spalancarono totalmente in un’espressione di orrore,
rivelando le iridi di un castano ambrato.
-C-cosa
vorreste fare?!- balbettò con il fiato spezzato –Non potete
farlo!-
Chris
prelevò una pala dalla casetta del guardiano lì vicino e ne gettò un’altra a
Sebastian –Oh, possiamo eccome! E credo che avrai una bella sorpresa…- disse il
moretto cominciando a scavare ai piedi della lapide marmorea che recitava
Winifred Wood. Helena non mosse un muscolo, non capiva cosa volessero
fare, ma fondamentalmente non le importava, mentre Eleanor si gettò rabbiosa su
Sebastian.
-No!
Questa è una cosa abominevole! Non avete alcun rispetto!- urlò. Helena si morse
le labbra: se non avessero fatto le buone la notte dopo non sarebbero rimaste
sole nella torre. Eny doveva calmarsi.
Sebastian
allontanò senza fatica da sé la ragazza guardandola perplesso –Ma che rispetto e
rispetto! E’ morta, Eleanor, non le faremo né caldo né freddo!-
sbottò.
-Il
fatto che sia morta non significa che non possa sentire!- obiettò lei, ma
questa volta stette ferma: Helena le aveva stretto le dita di una mano per
avvertirla di calmarsi.
Sebastian
guardò Chris con un’espressione esasperata, ma il ricciolo si rivolse a Eny
–Aspetta che abbiamo finito, poi scoprirai qualcosa che ti stupirà alquanto. E
allora ci ringrazierai della scoperta… forse.-
Eny
e Helena attesero in silenzio che la terra fosse dissodata fino a scoprire la
bara di legno laccato che conteneva il corpo della nonna della brunetta. Eny
aveva le lacrime agli occhi, si sentiva infinitamente triste, arrabbiata e
offesa per il comportamento dei due vampiri, e in più rivedere il cadavere della
nonna dopo più di un anno dalla sua morte non era una gioia per lei. Chris e
Sebastian gettarono di lato le pale e spalancarono il coperchio della bara
rivelando, con grande sorpresa delle due ragazze, il corpo ancora immutato e
stupendamente bello della giovane Winifred Wood, detta
Wine.
-Ma…
nonna… lei è…- mugolò Eny avvicinandosi lentamente alla tomba
aperta.
-Eh,
già. Sorpresa! Nonna Wine non era poi del tutto normale!- esclamò Sebastian con
un brio che suonava del tutto fuori luogo in un cimitero.
Eny
fece vagare sconcertata lo sguardo da Chris a Sebastian, poi a Helena, per
tornare infine sul volto giovane della nonna. –Com’è possibile?-
domandò.
-Se
aspetti un attimo te ne daremo la spiegazione.- disse Chris infilando una mano
sotto al cadavere intatto della donna come per cercare qualcosa. Infine il suo
volto si deformò in un’espressione di vittoria e si sentì un piccolo
click! Dopo aver sollevato il cadavere di Wine con l’aiuto di Sebastian,
Chris estrasse un piccolo quadernetto rilegato in pelle, decisamente logoro.
–Eureka!-
Anche
sul viso di Sebastian si delineò un sorriso trionfante. Ripose la Master nel
feretro e prese tra le mani il piccolo diario per sfogliarlo. Già alla prima
pagina si fermò e porse il quadernetto a Eleanor la quale lo prese trepidante e
iniziò a leggere. Intanto che leggeva i due rimisero in ordine la
tomba.
-Non…
non può essere…- sussurrò la ragazza alzando gli occhi dalle pagine ingiallite
–Nonna… lei… lei era…-
-Un
Master.- asserì Chris –Una delle vampire più potenti della città, che ha
rinunciato alla sua vita eterna per tuo nonno, Samuel
Wood.-
Helena
sembrava aver realizzato solo in quel momento quella che era stata la colossale
scoperta della serata. Lentamente si voltò verso Eny e le rivolse una domanda
–Quindi tu avresti del sangue vampiro nelle tue vene…-
-Un
sangue di tutto rispetto, direi anche!- commentò Sebastian –Tua nonna mi era
molto più simpatica di Thor. Almeno si riusciva a vivere più liberi.- aggiunse
poi con una smorfia: i muscoli gli dolevano ancora dall’ultima
punizione.
Chris
poteva chiaramente percepire che Eny era sconvolta. Non avevano niente da fare
al momento, quindi restare lì era del tutto inutile, e in più correvano il
rischio che qualche vampiro venisse a predare le ragazze. Decise perciò di
tornare alla torre –Muoviamoci, prima che si faccia troppo tardi… o troppo
presto, a seconda dei punti di vista.-
-Il
tuo sarcasmo è pessimo.- commentò acida Helena.
Chris
le rivolse uno sguardo di sufficienza –Almeno io non ho un’aria così fastidiosa
da indurre le persone a prendermi a schiaffi.-
-No,
tu ispiri solo odio, in effetti.- replicò Helena. Questa volta Chris
tacque.
ecco un nuovo capitulozzo!
XD personalmente mi piace questo pezzo della storia, sarà che sono fissata coi
cimiteri [vero, Kuji?--->annuisce]! keep on enjoying us, posteremo presto
presto... spero!
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Capitolo 9 *** capitolo 9 ***
CAPITOLO
9
Helena
entrò nella sala del quadrante e andò direttamente a sdraiarsi sul divano, nel
solito posto, dando la schiena a tutti. Eny invece andò in quella che era stato
un cucinino e accesa una luce, si mise a sfogliare con più attenzione il diario
di sua nonna. L'aveva tenuto stretto a se tutto il tempo, con ancora negli occhi
l'immagine del corpo perfettamente conservato di Winifred, la sua bellezza
intatta e un sorriso disteso che aleggiava sul volto
sereno.
-Perchè
le hai dato il diario?- domandò Christopher a Sebastian, mentre fissavano Eny
assorta nella lettura, il biondo alzò le spalle.
-Era
giusto, dopotutto Wine era sua nonna- Chris sbuffò, secondo lui non era affatto
così...quel diario serviva più a loro che ad Eleanor, cosa poteva farsene una
donna umana? -ricorda che Wine lo ha lasciato a lei sola- aggiunse
Sebastian.
-Beh
allora vacci a parlare-
-E
perchè?- Chris lo spinse in avanti.
-Il
patto era che io gestivo Helena e tu Eleanor. Ma se preferisci facciamo cambio,
mi sono stufato della piccola dark- Sebastian scosse la testa, a lui Helena
piaceva anche meno che a Christopher, avere a che fare con Eny era più semplice.
Istintivamente portò una mano sulla giacca, all'altezza della tasca interna dove
ancora teneva la foto che aveva preso a casa della ragazza, quella raffigurante
lei da bambina con il coniglietto in mano. Non capiva come mai l'avesse presa e
tenuta con sè, ma intanto era lì...tolse la mano ed entrò nella stanza. Prese
una sedia e andò a sedersi di fronte ad Eny, Christopher invece tolse il
disturbo ma piuttosto che tentare l'ennesimo approccio con Helena, si chiuse
nella propria parte di Torre.
Eleanor
alzò la testa dal diario e guardò Sebastian, seduto cavalcioni sulla sedia di
fronte a lei, stupendo molto il vampiro, sorrise.
-E'
stato bello vederla- disse piano, stringendo la copertina consunta del diario
-così bella e serena...è stato bello, anche se scioccante-
-Si
beh non è da tutti avere un parente simile-
-Non
ho mai avuto sospetti, anche se era decisamente una donna strana...comunque
adesso tutto ha un senso- Sebastian annuì, anche lui ora capiva la passione
decisamente macabra trasmessa alla nipote e tutte quelle foto nei cimiteri o
nelle lande deserte e inquietanti, tutti posti poco adatti ad una bambina -e
trovo la cosa così goticamente romantica!- a momenti il vampiro cadde dalla
sedia "goticamente romantica?" ma era matta?
-Temo
di non aver capito...- ammise grattandosi la testa con perplessità, il sorriso
di Eny si allargò lentamente.
-Mia
nonna era un Master, era potente e antica...eppure ha rinunciato a tutto quello
per mio nonno. E' bellissimo, se non l'avesse fatto, io non sarei
qui-
-Non
capisco- ribadì Sebastian, Eny inclinò la testa di lato.
-Come
no? Non ti sei mai innamorato?- lui fece spallucce, sbuffando. Eny si accese una
sigaretta, mettendosi a fare cerchiolini di fumo nell'aria -quello che univa i
miei nonni era amore allo stato puro, non ho mai incontrato due persone così
innamorate e felici come loro. Si conoscevano talmente bene che non gli serviva
parlare per capirsi, uno completava l'altra...avresti dovuto vederli- Sebastian
annuì, poteva immaginare ma non si era mai innamorato così...aveva avuto
moltissime donne, centinaia ma nessuna gli era entrata mai nel cuore, non poteva
nemmeno pensare a qualcosa di tanto forte da fargli rinunciare alla propria
immortalità. Winifred era stata l'unica a farlo e le era costato non solo la
vita ma anche la cacciata dalla comunità dei vampiri, il bando perenne,
l'esilio...aveva condotto una vita modesta e tutto per un uomo -so a cosa stai
pensando- disse Eny spegnendo la sigaretta sotto le scarpe -ma...credo che io
potrei fare lo stesso, se mi innamorassi a tal punto-
-Non
avevi un ragazzo?- Sebastian si stupì della propria domanda, come erano passati
dal diario di Wine Wood alla vita sentimentale di Eleanor? Si mosse sulla sedia
mentre lei corrucciava le sopracciglia, un lampo di tristezza le passò negli
occhi.
-Si-
un sussurro appena percettibile ad orecchie umane ma che il vampiro udì
chiaramente. Eny si strinse nelle spalle -lui ha preferito un'altra. Ci ho messo
due anni a farmela passare, credevo davvero fosse l'uomo della mia vita, era
stato molto difficile all'inizio tanto che pensavo non potesse accadere niente
di brutto...invece non è stato così-
-Forse
non aveva compreso il valore di quello che aveva davanti- buttò li lui, con
noncuranza, facendola arrossire fino alle orecchie. Cadde uno strano silenzio,
Eny si fumò un'altra sigaretta con calma prima di parlare ancora -senti qui c'è
un letto? O un materasso? Mi fa male la schiena a dormire sul
divano-
-Usa
il mio-
-Ma
voi non dormite...-
-Infatti
solitamente ci faccio altro- replicò Sebastian con un mezzo sorriso, le guance
di Eleanor andarono a fuoco per la seconda volta e lui ne sorrise -vattene a
dormire adesso, stai crollando- lei annuì e si alzò, dopo aver riposto la sedia
porse il diario al vampiro -non l'ho ancora letto tutto ma ci vorrà del tempo,
intanto puoi leggerlo tu, se mia nonna era davvero così potente forse lì dentro
c'è qualcosa che può esserti di aiuto-
-Ok-
il biondo afferrò il diario, nel farlo sfiorò casualmente le dita calde di
Eleanor, percependone la pelle morbida e levigata. Ebbe una torsione allo
stomaco, avrebbe voluto attirarla a sè e morderla per poterne sentire finalmente
il sangue ma ricacciò quella brama in fondo alla testa. La ragazza si avviò
fuori ma sulla soglia si voltò.
-Sebastian...grazie-
-E
per cosa?-
-Per
avermela fatta vedere un'ultima volta, ti sembrerà strano...ma sono felice- lui
non rispose. Si, era strano. Come faceva ad essere felice? Sospirando aprì il
diario alla prima pagina.
Christopher
si alzò dal letto e andò a prendersi una birra nel frigo, Sebastian non era più
in cucina ma non si chiese dove fosse o cosa cavolo stesse facendo. Andò nella
sala del quadrante e sedette sul divano di fronte a quello dove stava Helena, il
cui respiro era troppo pesante per appartenere ad una persona che stava
dormendo.
-So
che sei sveglia- disse dopo qualche minuto, lei non si mosse -Helena...- la
ragazza saltò su talmente velocemente che il vampiro ebbe un
sobbalzo.
-Che
cosa vuoi? Eh?-
-Parlare,
voglio che tu risponda alle mie domande. Sono stufo dei tuoi silenzi- lei
ridusse gli occhi a due fessure gelide.
-No,
basta. Basta domande, basta ogni cosa. Chi ti credi di essere?- Helena alzò la
voce talmente tanto che per l'udito fine di Chris, sembrava stesse urlando come
una pazza -tu mi stai tenendo prigioniera! Hai tentato di uccidermi, mi hai
morsa, ti sei nutrito di me e mi tieni chiusa in questo posto vecchio e orribile
e...adesso vuoi parlare!- Christopher tacque. Ci era rimasto di stucco, Helena
fino a quel momento non aveva mai perso il controllo così. Fece un respiro
profondo e dopo essersi avvicinato appoggiò le mani sulle ginocchia della
ragazza, fissandola negli occhi.
-Si,
voglio parlare. Di te...voglio capire perchè non possiedi l'attaccamento alla
vita e ai ricordi tipico di ogni essere umano. Io credo...sento di non
essere diventato un vampiro per scelta, non so cosa si provi ad avere ricordi
umani e non capisco l'indifferenza che hai verso la morte. O perchè tu l'abbia
cercata così disperatamente. Ho visto i tagli- prese Helena per un polso e lo
scoprì, tirando su la maglietta. La cicatrice era lunga, profonda e lievemente
irregolare. La pelle era rosata e spiccava come un faro sul resto della cute
bianca, Helena divincolò il braccio e si ricoprì. Comprese che quella frase era
una sorta di modo per chiederle scusa e si calmò lievemente, ma rimaneva
agitata.
-E'
colpa dei miei genitori se...- si morse un labbro prima di proseguire -sin da
piccola ho avuto un grande feeling con la matematica, era il mio passatempo. La
maggior parte dei bambini la odiava, io no, al posto che disegnare risolvevo
equazioni e calcoli...non appena i miei hanno capito quanto fossi brava, hanno
cominciato a pressarmi. Volevano sempre di più, io non potevo sbagliare. Dovevo
essere perfetta. Non so cosa sia accaduto...ma è come se ad un certo punto io mi
fossi rotta, spezzata in due. Dopo una litigata ho preso un coltello, sono
salita in camera e mi sono tagliata le vene. Mio fratello mi ha trovata in un
lago di sangue...sono viva per miracolo e vorrei non esserlo- sollevò gli occhi
sul vampiro -adesso sei soddisfatto?- ringhiò con le lacrime agli occhi -hai
ottenuto quello che volevi, ora lasciami in pace!- Christopher non si mosse, era
come paralizzato. Helena si era agitata, il cuore le batteva più velocemente, il
sangue scorreva forte e potente nelle vene e quel suo profumo così particolare
lo stava letteralmente stordendo, sentiva adrenalina, rabbia, un pizzico di
tristezza e amarezza...dolore. Tutto mischiato. Respirò a fondo, sentendo ancora
quella morsa allo stomaco ed il prepotente desiderio di morderla farsi avanti,
non aveva molta fame, mordere Helena e sentirne il sapore, era per lui come il
peccato di gola che un umano si concedeva in un momento di distrazione. La
voleva.
-Non
mi hai sentito?- proseguì lei -vattene, vattene subito!- Christopher non la
sentì nemmeno, con uno scatto le afferrò i polsi, spingendola indietro sul
divano e addossandosi contro di lei. Helena spalancò gli occhi, spaventata da
tanta veemenza. Si ritrovò schiacciata sotto il peso e la forza troppo superiore
del vampiro, gli occhi sbarrati dalla sorpresa, il respiro corto e la gola
secca. Anche avesse urlato...nessuno sarebbe giunto ad aiutarla -c-cosa...cosa
vuoi...- balbettò mentre lui le sfiorava la pelle del collo con la punta del
naso, riempiendosi i polmoni del suo odore. Helena d'istinto contrasse ogni
muscolo del proprio corpo, ogni fibra del suo essere si tese come una corda di
violino mentre Christopher schiudeva le labbra e le appoggiava sulla sua pelle
candida.
Un
campanello d'allarme suonò nella testa del vampiro. Sotto di lui, Helena
tremava, in modo appena percettibile ma stava tremando, stavolta aveva davvero
paura.
Non
posso farlo si
disse lui, allentando la presa. Non voleva, non così...una vocina in fondo alla
sua testa gli sussurrò che forse avrebbe preferito che lei si offrisse a lui
spontaneamente, ma la ricacciò indietro con violenza. Il desiderio si placò
lentamente e Christopher si calmò, rilassandosi ritraendo i canini già pronti.
Appoggiò la fronte al collo di Helena.
-Scusami-
Helena
rimase di stucco nel sentirselo dire. Deglutì a vuoto e fece un sospiro,
tentando di rilassarsi, percependo che lui non voleva più morderla. Chris
avvertì a sua volta che la paura verso di lui stava sparendo, sollevò la testa,
ritrovandosi a fissare due occhi azzurro ghiaccio sgranati che per la prima
volta avevano perso ogni traccia di freddezza, poi chinò nuovamente il
capo.
-Ti
chiedo scusa, Helena- mormorò sfiorandole la pelle del collo con le labbra -non
volevo farti spaventare- depositò un bacio proprio dove l'aveva morsa tempo
prima, poi un secondo e un terzo, percorrendo la clavicola e la spalla. Helena
era immobile, come in trance, sentiva mille scariche elettrice percorrerla
tutta, mentre quelle labbra fresche le baciavano piano ogni centimetro di
pelle.
Dio
santo! di
colpo si rese effettivamente conto di quando stava accadendo, la rabbia le montò
nel petto e tirò una ginocchiata fortissima, colpendo il vampiro giusto in mezzo
alle gambe. Chris mandò un rantolio sconnesso e lei lo spinse giù dal divano,
balzando in piedi.
-Non
toccarmi mai più, schifoso bastardo!- strillò mentre lui mugolava dal dolore, in
posizione fetale sul tappeto. Helena non perse altro tempo, attraversò la stanza
come una furia e spalancò la porta sulla parte di torre di Sebastian, andando
dritta in camera da letto.
Spalancò
la porta con un calcio. Sebastian si staccò dal muro, quasi emergendo dal buio,
per un secondo Helena si scordò tutto...Eleanor dormiva tranquilla, placidamente
adagiata tra le lenzuola rosse e nere di seta, con indosso una canotta gialla e
lei guardò il vampiro biondo che aveva assunto una bizzarra aria dipinta sul
volto...come di chi è appena stato scoperto a fare qualcosa che non doveva. In
effetti, ad Helena parve che lui stesse guardando Eny dormire, ma non disse una
parola. Sebastian uscì velocemente dalla stanza ed Helena si gettò sul letto,
spostando Eny più in là, voleva solo addormentarsi subito e scordare ogni
cosa.
non so come commentare, per cui mi limito a ringraziare tutti per
i commenti lasciatici. ne siamo molto felici.
Kuji13&musicaddict
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Capitolo 10 *** capitolo 10 ***
aerg
CAPITOLO
10
Sebastian osservava pensieroso la
schiena di Christopher, mentre lo seguiva fuori dalla Torre. Dalla notte prima
non aveva più detto una parola e quando per sbaglio aveva nominato Helena, la
risposta era stata un ringhio decisamente poco cordiale. Che poteva essere
successo?
-Non amo andare a caccia di giorno-
si lamentò il biondo.
-Trovato nulla nel diario di Wine
Wood?- chiese invece il moro, lanciando un’occhiataccia al sole alto nel
cielo.
-Qualcosa- rispose Sebastian –molta
magia, resoconti e formule oltre che tutta la vita di Winifred e Samuel insieme-
persino dalle pagine ingiallite traspariva l’immenso amore della vampira per
quell’uomo e viceversa. Ciò che più aveva scioccato Sebastian era che Samuel
Wood era stato messo a conoscenza di ogni cosa, tutto, eppure aveva continuato
ad amarla e lei lo aveva seguito nella morte.
-Accenni alla perdita della
memoria?-
-Ce ne sono, ma devo rileggere
tutto per bene, non è semplice- Christopher annuì alla
risposta.
-Bene-
-Piuttosto, ti fidi a lasciare
quelle due da sole?-
-Ho fame e siamo a corto di soldi-
replicò il moro –io caccio e tu occupati del denaro- aggiunse con un grugnito,
Sebastian fece spallucce, pochi secondi dopo non era più alle spalle dell’amico
ma a caccia di ricche signore da spennare.
Chris proseguì a piedi, non voleva
allontanarsi troppo dalla Torre, avrebbe cacciato in zona. Era furioso per due
motivi, il primo era la ginocchiata di Helena che l’aveva lasciato a terra
mezz’ora…se non fosse stato un vampiro forse non si sarebbe mai ripreso del
tutto. Il secondo era il proprio comportamento, invece che morderla le aveva
chiesto scusa e l’aveva baciata, non sulle labbra ma poco importava. L’aveva
toccata come un’amante.
Sono impazzito si disse rabbioso tutto per quel suo profumo. Niente era
più ammaliante dell’odore di quella ragazza, starle vicino equivaleva a
stordirsi, non gli era mai capitato prima. Ripromise a se stesso di darle una
bella lezione la prossima volta, altro che scuse.
Helena si alzò e trovò il letto
vuoto, Eleanor doveva già essere in piedi. La trovò che leggeva ancora il diario
di sua nonna.
-Voglio farlo adesso- disse
entrando nella sala del quadrante.
-Cosa?-
-Fuggire-
-Ho capito- Eny ripose il diario e
si alzò –non puoi uscire qui, ma circa a metà Torre, sulle scale, ho notato una
vecchia porta di legno. Dovrebbe dare a nord, e li ci sono una fila di finestre
che nessuno usa da un pezzo, potresti scendere da lì- Helena
annuì.
Scesero giù per le scale,
fermandosi sulla porta semi nascosta da una colonna, Eny tolse qualche ragnatela
e appoggiò la mano sul pomello d’ottone, con qualche sforzo lo girò e la porta
si aprì scricchiolando. Le due ragazze scambiarono uno sguardo, poi quando tornò
il silenzio, entrarono.
-Che schifo- commentò Helena
agitando una mano, l’interno era scarsamente illuminato e l’aria era satura di
polvere e muffa –oh, eccole- disse andando verso la fila di finestre. Travi di
legno marcio sbarravano i vetri ma non fu difficile toglierle, il tempo le aveva
consumate e le tarme avevano completato il lavoro.
Helena aprì una finestra e guardò
giù, duecento metri di vuoto…l’unica possibilità per scendere era fare free
climbing sulle sporgenze rocciose della pietra grigia. Si voltò versò
Eny.
-Tu non
vieni?-
-A parte le vertigini…non ho motivi
di tornare. Se non fosse stato per Sebastian e Chris non avrei mai scoperto di
mia nonna inoltre, non ho perso chissà cosa. Non amavo quello che facevo- la
dark annuì piano, poteva capire ma teneva più alla propria libertà. Si voltò e
dopo un ultimo sguardo all’altra, cominciò la discesa.
Eny la fissava col cuore in gola,
ma Helena procedeva spedita senza guardare in alto o in basso, andava avanti con
decisione, senza mancare una presa.
I minuti passavano ed Helena era
sempre più in basso, finché a circa due metri dal suolo si lasciò andare e cadde
sul marciapiede. Era libera.
Infilò le mani in tasca e prese la
via verso casa, si sentiva leggera anche se l’idea di dover tornare a casa dai
suoi genitori non le piaceva affatto…ma almeno c’era Jeremy, il suo adorato
fratello gemello, l’unico al quale importava davvero di lei. Svoltò in un vicolo
e si arrestò, sgranando gli occhi, un –Oh- di pura sorpresa le sfuggì dalle
labbra socchiuse.
-Allora è così che succede...-
mormorò.
Chris sollevò il volto dal corpo
dell'uomo con uno scatto: Helena era in piedi pochi passi più in là, gli occhi
sconvolti fissi sul cadavere dell'uomo a terra. -Non guardarmi così-ringhiò
mettendo in mostra i canini appuntiti, coloro che avevano appena dettato la fine
della vita di un uomo.
-Così come?- domandò la
ragazza.
-Come se ti facessi ribrezzo-
rispose Chris con una smorfia insofferente -Questa è la mia natura, non te l'ho
mai nascosta-
Helena fissò i suoi occhi grigi in
quelli nuovamente azzurri del vampiro -Non mi fai ribrezzo, è solo che... non
pensavo potesse essere così.-
-Non avresti dovuto vederlo. Ti
avevo detto di restartene alla Torre!- ringhiò Chris,
furioso.
La ragazza sbuffò infastidita -Devo
ricordarti che tu hai fatto la stessa cosa a me?- disse fulminandolo con
l'occhiata più cattiva che gli avesse mai riservato.
Chris emise un suono minaccioso
-Non è la stessa cosa vederlo e subirlo.-
-E tu che ne
sai?!-
-Non sono sempre stato un vampiro!-
urlò avvicinandosi con uno scatto furioso alla ragazza -E' già diverso farlo e
vederlo fare...-
Helena indietreggiò di qualche
passo, un po' intimorita dal fervore che aveva colto Chris che avanzò minaccioso
verso di lei, l’afferrò per i polsi e la mandò contro un
muro.
-Hai disobbedito, stupida!- lei
voltò il viso di lato.
-Vuoi uccidermi? Prego- Chris
strinse la presa.
-Non capisci? C’è qualcosa di
peggio della morte, hai visto Thor, sai di cosa è capace. Se lui o Morgan
dovessero trovarti, finiresti i tuoi giorni nel dolore…e allora rimpiangeresti
di essere fuggita da me-
-Vorresti essere ringraziato?-
sputò lei, Chris allentò la presa poi l’afferrò per i fianchi e se la caricò in
spalla –lasciami! Lasciami!- gridò Helena scalciando.
-No-
-Lasciami!- Chris sbuffò e la
piantò a terra.
-Ascoltami bene…io non voglio
ucciderti-
-Vuoi il mio sangue, sai che
differenza!-
-Allora mettila così, stando alla
Torre non dovrai tornare dai tuoi genitori- lei allargò lievemente gli occhi,
poi li abbassò lasciandosi andare ad un sospiro di
frustrazione.
-Tanto non posso fuggire da te, ma
ci proverò ancora…ho vissuto tutta la vita in una gabbia-
-Ok- replicò Chris –troverò un modo
per farti uscire ogni tanto. Ora andiamo- la prese per mano e cominciò a
trascinarla. Due lacrime ribelli rigarono il viso di Helena mentre veniva
ricondotta alla Torre.
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
capitolo 11
CAPITOLO 11
Sebastian era soddisfatto, aveva accumulato una vera
fortuna quel giorno, adescando tre ricchissime signore piene di denaro contante
e adorne di gioielli. Ad un banco di pegni di sua fiducia aveva cambiato quasi
tutti i gioielli con del denaro e anche li, aveva ricavato moltissimo. Per
diverso tempo non avrebbero dovuto preoccuparsi di nulla, nemmeno delle spese
per Eny ed Helena.
-Ciao!- disse Eleanor quando lui entrò nella Torre –senti
qui! Ho trovato il motivo per cui non potete mordermi!-
-Ciao- replicò Sebastian rimanendo scalzo e senza giacca
–ah, si?- si guardò attorno –ma Helena?-
-Si, è fuggita- disse Eny agitando una mano, lui spalancò
la bocca.
-Cosa? Come?-
-Si è calata da una delle finestre, ma onestamente…non
penso che farà molta strada, Chris dice che ha un odore così particolare…se è
ancora in giro la troverà di certo- fece lei, alzando le spalle, Sebastian si
passò una mano tra i capelli lunghi e annuì, Eny aveva ragione e comunque
Helena era affare di Christopher, era felice che Eleanor non fosse scappata.
-Allora…come mai non posso morderti?-
-E’ per questo- disse Eny, prendendo il ciondolo che
portava al collo, era un dischetto d’argento lievemente bombato con iscrizioni
sulle superfici e una gemma rossa incastonata nel mezzo –quando ho compiuto
diciotto anni, mia nonna me l’ha regalato dicendomi di non toglierlo mai. E’ un
amuleto di protezione anche se allora non lo sapevo. La gemma rossa in realtà è
sangue cristallizzato, ce ne sono una goccia mia, una di mia nonna e una di un
essere umano immune al morso del vampiro…un potente incantesimo di magia nera ha
fatto il resto- il vampiro annuì.
-Quindi se te lo togliessi…-
-Potresti mordermi- concluse Eny –vuoi provare?-
-Sei impazzita? Potrei ucciderti-
-Oh, non lo faresti mai. Ne sono certa- sorrise Eleanor
tornando a sedersi per riprendere la lettura, Sebastian rimase a guardarla per
qualche minuto in silenzio, come faceva ad essere così certa che non l’avrebbe
uccisa? Scosse la testa, davvero non capiva Eny…più la conosceva e meno
riusciva a comprenderla, anche se lo incuriosita moltissimo. Forse troppo.
Improvvisamente la porta della stanza principale della
torre si spalancò mostrando Chris in tutta la sua altezza e con un aspetto
iracondo stampato nei lineamenti appuntiti, dietro di lui veniva Helena con gli
occhi ancora arrossati per le lacrime che andò ad accucciarsi accanto a Eny. La
ragazza, vedendo le condizioni in cui era, le circondò le spalle con un braccio
e cercò di tranquillizzarla, Chris le rivolse uno sguardo di ghiaccio.
-Come diavolo ti è saltato in mente di aiutarla a
scappare?!- ringhiò il vampiro avvicinandosi minacciosamente a lei. Sebastian
mosse un passo in avanti come per cercare di proteggerla, ma si arrestò
immediatamente: non era il caso di interferire con Christopher quando era
arrabbiato –Hai idea di cosa sarebbe potuto succederle?!-
-Eleanor non c’entra! Sono scappata da sola, lei non lo
sapeva… sono uscita quando lei stava ancora dormendo!- obiettò Helena guardando
il ricciolo con due occhi ancora lucidi per le lacrime che avevano versato. Non
voleva che Eny andasse di mezzo, l’idea era stata sua e non era giusto che
altri pagassero al posto suo. Sebastian sapeva bene che invece Eny era
perfettamente a conoscenza della fuga di Helena nei minimi particolari, ma
pensò che era meglio seguire il piano di Helena per evitare che Chris si
infuriasse troppo.
-E ti saresti calata da una finestra da sola? le domandò
scettico Chris.
Helena annuì –Non è stato troppo difficile, alla fine ci
sono appigli e l’accesso alle finestre è semplice, visto che le assi di legno
che le chiudono sono marce. Eleanor stava dormendo, ti ripeto.-
Chris passò lo sguardo dalla dark all’altra ragazza che li
osservava seduta sul divano; non credeva a una sola parola di Helena tranne al
fatto che il legno delle finestre era marcio, come qualcos’altro, d’altronde.
Era perfettamente consapevole del fatto che Eleanor doveva averla aiutata,
perché gli occhi della ragazza tradivano una complicità che però lei cercava di
nascondere. –Se mentire ti fa sentire così bene, a me non cambia nulla.
Accetterò il fatto che tu sia scappata da sola, anche se non lo credo affatto.-
disse infine –Sappi soltanto che ogni volta che uscirai da qui rischierai molto
peggio che la vita, soprattutto molto peggio che la tua.-
Helena non rispose, ma rimase in silenzio concentrando i
suoi occhi in quelli glaciali di Chris con aria di colpevolezza, anche se in
realtà non si sentiva affatto pentita di quello che aveva fatto.
Sebastian richiamò l’attenzione di Chris –L’ha trovata
Morgan?- chiese preoccupato –Ha sentito il suo odore quando è venuta qui…
Potrebbe riconoscerla se per caso dovesse trovarla in giro per la città. Non è
il tipo che si fa scrupoli ad attaccare di giorno.-
-Nemmeno Chris, se è per quello.- commentò Helena. Il
vampiro moro si voltò a guardarla nuovamente, gli occhi che emanavano scintille
da quanto lasciavano trapelare la sua rabbia.
-C’è un motivo preciso se mi sono ridotto a cacciare di
giorno, oggi, e guarda caso sei proprio tu! Io ho preso solo quell’uomo, ma se
per disgrazia Morgan avesse trovato te hai idea di quello che sarebbe successo?
A quanto pare no, perché altrimenti non capirei il tuo comportamento!- sibilò
–Allora ti faccio presente cosa potrebbe succedere se lei ti trovasse in giro
tutta sola: prima di tutto si nutrirebbe di te, dopo averti fatto patire le
pene dell’inferno, facendoti desiderare di morire come mai prima nella tua vita -e so quello che dico- per poi lasciarti
agonizzante. Piccolo particolare, tu non puoi morire semplicemente per un
morso, quindi rimarresti in vita e lei si interesserebbe a te ricordandosi
improvvisamente di aver già sentito il tuo odore in precedenza. Verrebbe qui a
cercarci, sicuramente in compagnia di Thor da cui ti avrebbe portata per farti
esaminare, e chi troverebbe? Fai quattro calcoli…- Helena spalancò gli occhi
grigi nell’orrore della consapevolezza. Chris annuì –Di noi può anche non
fregartene niente, anche se Sebastian ha sopportato in silenzio una tortura
terribile per non farti scoprire, ma di Eleanor che mi dici? Non possiamo
morderla, ma possiamo farle molto male, capisci cosa intendo? Immagina solo
Thor, tu l’hai visto all’opera.-
Eny guardò preoccupata lo sguardo di Helena che non si
staccava da Chris. –Chi è Morgan? E chi è Thor?-
-Il peggiore dei tuoi incubi, se mai tu ne hai avuto
qualcuno…- le rispose Sebastian –Il tuo vecchio lavoro, che tanto odi, ti
sembrerebbe un’oasi di pace in confronto!-
-E potrebbe avvicinarsi a me nonostante l’amuleto?-
domandò lei indicando la sua collana. Chris la guardò senza capire, Sebastian
gli spiegò brevemente la storia.
-Thor è un master come lo era tua nonna, saprebbe
sicuramente come annullare il potere protettivo di quell’affare.- decretò il
vampiro moro –Non affidatici troppo.-
-Ma con Sebastian ha funzionato, non mi ha potuta mordere.
In fondo anche Thor è un vampiro, e credo che mia nonna mi abbia prevenuta da
tutte le forme di vampiri che ci sono in giro…- obiettò Eny.
Helena scosse appena la testa –Non so quanto possa esserti
utile contro i morsi, ma sicuramente con quello che sa fare Thor non può
niente.- disse
-Ed è molto peggio.- sentenziò Sebastian in ricordo della
punizione ricevuta recentemente.
Helena lo guardò sbieca –Come puoi dirlo? Non ti ricordi
nemmeno quando sei stato morso!-
-A parte te, uno morso da un vampiro o si trasforma o
muore, quindi sta sicuramente meglio di uno che ha subito una tortura
cerebrale, dammi retta… Eny ha solo da sperare in un morso se l’alternativa è
Thor.- replicò il biondo ricambiando lo sguardo un po’ scocciato.
Eleanor si rigirò il ciondolo tra le mani cercando di
capire quanto potesse tornarle utile, poi lanciò un’occhiata al diario della
nonna –Forse trovo qualcosa su tutte le capacità di questo amuleto o su Thor,
se mi metto a leggere con attenzione… Mia nonna amava un po’ i linguaggi in
codice, se ha scritto questo diario con l’intento di farmelo avere
probabilmente da qualche parte troverò qualcosa.- disse.
Chris annuì riflettendo –Se la tua coinquilina non decide
di fare ancora brutti scherzi non dovresti correre alcun rischio di venire a
contatto con Thor, ma devi affidarti a lei e al suo egoismo. Noi non possiamo
fare molto se sua maestà la mattina
si sveglia con l’intenzione di fare quattro passi fuori senza adeguate
precauzioni!-
-Se tu mi avessi fatta tornare a casa subito quella notte,
tutto ciò non sarebbe mai successo: Morgan non avrebbe sentito il mio odore in
casa vostra, non sarei scappata rischiando di mettere in pericolo Eny e tu non
avresti dovuto baciare quella vampira.- replicò Helena sapendo di aver colto
nel segno con l’ultima parte della frase.
Chris ringhiò profondamente al ricordo di quello che si
era ridotto a fare per salvarle la vita quel giorno. Eleanor corse in cerca
dello sguardo di Sebastian per ricevere informazioni, ma il vampiro biondo le
fece segno di sorvolare, ridacchiando sotto i baffi.
-Io proporrei una cosa.- disse poi tornando serio –Visto
che Helena vuole avere più libertà e anche a Eny non farebbe male uscire, io
direi che potremmo fissare dei giorni in cui hanno il permesso di quasi libera uscita.-
Chris lo guardò come se avesse avuto le antenne –Dico io,
ma mi ascolti quando parlo? C’è il rischio che riconoscano Helena se se ne va a
zonzo per Sacrament!-
-Ma se noi stiamo loro dietro senza dare troppo
nell’occhio nessuno potrà far loro del male senza che ce ne accorgiamo. Le
lasceremo libere di muoversi in giro per la città senza perderle mai di vista e
intervenendo in caso di bisogno… Solo in alcuni giorni, però, in modo che non
rischiamo troppo, e assolutamente mai di notte, anche perché io devo andare a
caccia, non mi posso permettere di fare da balia!- rispose Sebastian.
Eleanor annuì –Mi sembra una buona idea! Così mangiamo
qualcosa di più decente di quello che ci procurate voi, visto che non avete il
minimo gusto in fatto di cibo umano!-
Chris alzò gli occhi al cielo per poi farli ricadere sulla
moretta che stava giocando con il laccio del suo anfibio sinistro, ancora
accoccolata contro Eny sul divano. –Sua maestà è d’accordo, o dobbiamo fare le
capriole e i salti mortali per essere di suo gradimento?-
-A me basta uscire da qui, non mi piace essere in gabbia:
io ci sono cresciuta in una gabbia.- rispose Helena traforandolo con uno
sguardo omicida –E non chiamarmi “sua maestà”.-
-D’accordo, sua
maestà!- l’apostrofò il ricciolo prima di voltarsi nuovamente verso
Sebastian –Quando avresti intenzione di fare questa cosa?-
Sebastian alzò le spalle –Per me possiamo fare un
tentativo già domani, visto che siamo tutti e due abbastanza sazi da non
distrarci con gli odori in mezzo a troppa gente.-
Chris annuì –Allora domani, sempre se a sua maestà la cosa
va a genio.- disse lanciando l’ultima occhiata sarcastica alla ragazza che
ricambiò con odio.
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Capitolo 12 *** Capitolo 12 ***
12
CAPITOLO 12
Chris si chiese perché mai avesse accettato quella stupida
idea di Sebastian. Sarebbe potuto succedere qualcosa e allora avrebbero potuto
dire addio ai loro piani a proposito della loro memoria, alla possibilità di
andarsene dalla città e soprattutto a loro stessi. Se Thor avesse scoperto
qualcosa, e soprattutto che tenevano degli esseri umani a conoscenza del loro
segreto vivi, in casa, li avrebbe fatti uccidere. Per quanto potesse sembrare
riluttante alla sua natura di vampiro, Christopher ci teneva a rimanere in
vita: doveva scoprire quello che gli era successo, voleva capire perché a lui
era successo di trasformarsi.
-Rilassati, Chris, siamo più veloci di loro, le
riprenderemmo in un secondo!- esclamò Sebastian sbuffando, lasciando cadere qualche
goccia di birra dalla sua lattina sulla folla che aveva a qualche metro sotto i
piedi.
-Stare fermo qui non mi fa rilassare, anche se seguirle
passo per passo mi farebbe venire ancora più il nervoso, ma l’idea è stata tua,
genio…- replicò Chris continuando a tenere i sensi all’erta.
Sebastian trangugiò un altro sorso dalla lattina che aveva
in mano -L’odore di Helena si sente lontano un miglio e io riconosco
perfettamente quello di Eny, quindi non preoccuparti, riusciremo a tenerle
d’occhio anche spostandoci ogni tanto.-
Chris lo guardò accigliato prima di borbottare qualcosa
–Mi chiedo come mai tu sia così affine all’odore di Eny… e soprattutto come mai
tu abbia una sua foto da bambina in camera da letto.-
Un altro po’ e Sebastian si sarebbe soffocato di birra. Si
riprese pulendosi la bocca dal liquido che gli si era riversato addosso e
guardò il compagno con aria truce –E tu come lo sai?- domandò.
-Stavo cercando dove avevi messo i soldi e mi è capitata
tra le mani.- rispose con nonchalance il ricciolo.
-Tu sei andato a ficcare il naso nei miei effetti
personali!- protestò Sebastian, ma Chris gli fece cenno di lasciar perdere e di
muoversi, ché le due ragazze cominciavano ad allontanarsi troppo. Arrivarono
qualche tetto più in là e videro Eny trascinare Helena in un locale che a loro
parve di riconoscere come sushi-bar.
-Accidenti! Con tutti questi odori non riesco a
concentrarmi bene su Eleanor!- sbottò Sebastian accasciandosi sul tetto del
locale e imprecando -Cos’avrà mai di così buono il pesce crudo?!–
-Perché, hai mai mangiato qualcosa di cotto tu, da quando
siamo dei vampiri?- lo schernì Chris.
-Questa battuta è pessima, mio caro amico!- obiettò
Sebastian tornando a concentrarsi sugli odori delle due ragazze.
-Scendiamo- disse Christopher dopo un po’, da lassù
potevano sentire Eleanor ed Helena ma
non vederle, cosa che non andava proprio a genio al vampiro moro. Scesero dal
retro e passando per una vietta laterale si portarono di fronte al sushi-bar.
Il locale era molto somigliante a quelli giapponesi, piccolo, di legno e ben
tenuto. Eny aveva trascinato Helena sugli sgabelli al bancone che dava sulla
vetrina e stava guardando il menù con interesse.
Sebastian e Chris sedettero su una panchina del
marciapiede, situata giusto sotto un albero qualche metro in là e si misero ad
osservare le due ragazze ordinare e chiacchierare nell’attesa.
-Sembra che vada tutto bene- commentò Sebastian
sbadigliando, l’altro annuì pur senza staccare gli occhi dalla vetrina.
Dentro intanto Helena fissava perplessa la preparazione
del cibo, mentre Eny le decantava le immense prelibatezze che le avrebbe fatto
assaggiare in un altro ristorante.
-Non pensavo ti piacesse la cucina straniera- osservò la
dark, Eny annuì.
-Tutto merito di mia nonna, nel diario c’è scritto di
tutti i posti che ha visitato con mio nonno, sai? Era un appassionato di cucina
e ogni volta che tornavano da un viaggio, provava a cucinare qualche piatto per
mia nonna e che ovviamente assaggiavo anche io- la cameriera portò le porzioni
di sushi, assieme ad un paio di birre, poi si dileguò da altri clienti. Eny si
mise a mangiare di gusto, mentre Helena prima assaggiò un pezzettino…poi un
altro e un altro ancora.
-E’ buonissimo…- commentò quasi sorpresa -a casa mia
mangiavo da schifo, mia madre era pessima in cucina, erano più le volte in cui
io e mio fratello prendevano cose precotte- Eny sorrise radiosa.
-Visto? Ho fatto bene a portarti qui!- trillò tutta
contenta.
Completamente dimentiche dei due vampiri che le seguivano
a distanza, le due ragazze finirono con calma di mangiare, poi Eny andò a
pagare il conto con i soldi che Sebastian le aveva dato, infine tornò da
Helena.
-Ora ti porto da un’altra parte!- disse afferrandola per
una mano e trascinandola fuori dal sushi-bar. Helena protestò debolmente, era
un po’ stanca di camminare ma fermarsi lì significava tornare di filato nella
Torre e voleva prolungare quel piccolo momento di libertà il più a lungo
possibile. Si affiancò ad Eny, sempre stringendole la mano. Nella sfortuna
della prigionia era stata fortunata, ad aver incontrato una persona come
Eleanor, così traboccante di pensieri positivi…
-Ma dove…- la dark si bloccò davanti all’insegna di una
sala giochi -Eny!-
-Eddai! Smettila di lagnarti e andiamo!-
Dietro le ragazze, i vampiri si fermarono. Sebastian
lanciò un’occhiata traversa alla sala giochi mentre Chris sbuffò sonoramente,
dicendo che quel posto era un locale da mocciosi.
-Non ci sei mai stato?- chiese il biondo -male, con le
nostre capacità vincere soldi è un gioco da ragazzi-
-Tra i due sei tu quello che si occupa del denaro-
borbottò il moro alzando le spalle. Lui non aveva idea di cos’avrebbe potuto
fare al posto di Sebastian, che era un vero mago a truffare la gente. Spillava
loro soldi come una fontana mandava acqua e spesso i poveretti non se ne
accorgevano nemmeno, specialmente le signore…abbagliate dalla bellezza eterea
del vampiro.
Chris entrò nella sala giochi e salì al secondo piano,
seguito dall’amico. Si presero una birra a testa e si misero ad osservare
quello che accadeva sotto di loro, con aria apparentemente un po’ annoiata.
Videro Eny trascinare Helena da un capo all’altro del locale, sfidandola ad un
sacco di videogiochi prima di fermarsi alle vetrine dove, dopo aver inserito
una monetina, si deve manovrare un braccio meccanico e tentare di prendere un
peluche.
-Serve una mano, dolcezza?- un ragazzone biondo si
appoggiò al vetro, sorridendo ad Helena intenta a manovrare il braccio con il
joystick. Per un soffio il peluche le ricadde nel mucchio -se vuoi…posso
provarci io, piccola-
-Chi sei?- domandò Eny.
-Miky, piacere- disse lui stringendole la mano e
strizzando l’occhio ad Helena -ah, ecco mio cugino Donny- disse facendo cenno
ad un ragazzo dai cortissimi capelli scuri di raggiungerlo.
-Dove ti eri cacciato?-
-Sono venuto a conoscere questa splendida ragazza- disse
Miky sorridendo ad Helena -e ad offrirle il mio aiuto per prendere
quell’orsetto-
-Se pensi di riuscirci- disse la dark arricciando il naso
-ma guai se te lo porti via-
-Non preoccuparti- disse Donny -io sono Domenec, piacere
di conoscervi…posso sapere i vostri nomi?-
-Helena ed Eny- disse la dark mentre teneva d’occhio il
biondino che prendeva le misure all’orsetto.
-Miky vedi di non fare pessime figure con queste
signorine- lo ammonì Donny -e tu? Eny…se vuoi, posso provare a prenderti un
orsetto, non posso farmi scappare l’occasione con una così bella ragazza-
aggiunse sfoderando un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
-Ok, voglio l’unicorno bianco- disse lei indicando un
peluche che era si abbastanza grande, ma sotterrato da molti altri, Donny
infilò la monetina e fece un tentativo.
Mezz’ora dopo Helena stringeva l’orsetto a sé, consolando
Eny che non aveva ricevuto l’unicorno bianco. Intanto erano uscite dalla sala
giochi, sempre in compagnia dei due cugini con i quali avevano preso a
chiacchierare. Trovavano entrambe molto strano poter parlare con due persone
normali, due esseri umani che dormivano, mangiavano…facevano tutto quello che
facevano loro e non vivevano segregati in una Torre di centinaia di metri.
Non distanti, Sebastian e Christopher monitoravano ogni
singolo gesto.
-Pure il telefono…- borbottò il biondo mentre le due
ragazze si scambiavano i numeri di cellulare con Miky e Donny.
-Te l’avevo detto che farle uscire era una cazzata- sbuffò
Chris -hanno pure rimorchiato quei due sfigati, grazie alla tua geniale idea
per farle “distrarre” un po’, adesso pretenderanno di uscire ogni volta che ne
avranno voglia e a noi toccherà perdere tempo!-
-Ehi, non potevo prevedere questo- si difese Sebastian,
passandosi una mano tra i capelli -basterà proibire loro di vedere quei due
imbecilli e ordinare di evitare contatti troppo stretti-
-Sei un deficiente- ringhiò Chris -ormai è tardi, dovevamo
pensarci prima! Avrei dovuto prevederlo, merda-
-Bene, allora muoviamoci e torniamo alla Torre- Sebastian
s’incamminò verso le due ragazze che avevano salutato i cugini e afferrò Eny
per un gomito -Andiamo-
-Come? Perché?- protestò la ragazza.
-Perché si, siete state in giro abbastanza- disse
Christopher, lo sguardo della ragazza si rannuvolò mentre venivano trascinate
via -si può sapere cosa pretendevi?- sbottò il ricciolo strattonando senza
volerlo Helena.
-Io volevo l’unicorno bianco- piagnucolò Eny mettendo il
broncio.
-Uno stupido unicorno!-
-A me piaceva!-
-Lo prenderemo un’altra volta, Eny- disse Helena -dai, non
fare così…-
-Ma tu l’orsetto l’hai avuto!- mormorò Eleanor incrociando
le braccia al petto e stringendosi nelle spalle –non è giusto-
-Adesso basta lagnarsi- s’intromise Sebastian -vediamo di
muoverci, è meglio non girare fino a tardi-
Si smaterializzarono assieme alle due ragazze, comparendo pochi istanti
dopo all’ingresso della Torre.
-E comunque…io non sono eterna come voi! Non ho tutto il
tempo del mondo…ed è solo un peluche, cosa vi costava aspettare un po’?- disse
Eny salendo le scale di legno -siete cattivi!- dietro di lei, Sebastian e
Christopher si scambiarono uno sguardo perplesso.
Gli umani erano veramente strani a volte.
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Capitolo 13 *** capitolo 13 ***
CAPITOLO 13
Un grido di gioia invase la Torre.
Un grido femminile.
-L’unicorno bianco!- trillò Eleanor
abbracciando felice il peluche che aveva trovato sul letto. Senza nemmeno
cambiarsi, si precipitò nella sala del quadrante per ringraziare il suo eroe.
Trovò Sebastian appollaiato su una vecchia sedia dove si metteva spesso a
riflettere e gli corse incontro.
-Sei stato tu?- gli domandò
agitandogli davanti agli occhi scuri il cavallino bianco con un cornetto
piantato in fronte. Sebastian alzò lo sguardo sul sorriso radioso della ragazza
e sentì le orecchie accaldarsi.
-Ehm… sì.- rispose sentendosi
stranamente in imbarazzo. Ma che ti
prende, Sebastian?! E’ solo uno stramaledetto peluche! si rimproverava
mentalmente, mentre sperava di non essere diventato rosso Ne vale della tua dignità di uomo, prima che
di vampiro!
Eny cacciò un altro trillo di
felicità e gli lanciò le braccia al collo continuando a esclamare ringraziamenti
a raffica senza respirare, rischiando quasi di soffocare il vampiro… se solo lui
avesse avuto la facoltà di respirare.
-Oh, graziegraziegrazie! Mi hai
reso la ragazza più felice della Terra!- disse Eny cominciando a stampargli baci
a schiocco sulla guancia, facendo aumentare notevolmente l’imbarazzo di
Sebastian.
Chris entrò nella sala attirato
dalle grida acute della ragazza e fissò il compagno con un’espressione talmente
critica che Sebastian ebbe il desiderio di nascondersi sotto
terra.
-Che diavolo succede?- domandò la
voce assonnata di Helena che era stata svegliata da tutto il baccano provocato
da Eny. Anche lei si ritrovò davanti una scena a dir poco imbarazzante, con Eny
che continuava a baciare il vampiro biondo sulla guancia e lui che cercava di
liberarsi da quella stretta riconoscente, rosso fino alla radice dei capelli. Si
scambiò lo stesso sguardo critico con Chris.
-Eny, ti prego… Ora basta!-
supplicò Sebastian girandosi per fronteggiare la sua devota. Errore. Si ritrovò
le labbra di Eleanor incollate alle sue per una frazione di secondo, dopo la
quale la ragazza distaccò imbarazzata a sua volta. Se non altro era riuscito nel
suo intento di farla smettere, ma…
-Ehm, scusami.- balbettò lei
arrossendo a sua volta e correndo di nuovo nella sua stanza per nascondersi da
quel momento imbarazzante. Sebastian era rimasto leggermente sconvolto dalla
piega che avevano preso quei ringraziamenti. Ti ha solo sfiorato le labbra, cazzo! Hai
dato dei baci più equivocanti di questo! Datti un contegno! continuava a
rimproverarsi. Helena ridacchiava tra sé e con una scusa si eclissò a sua volta
in camera della sua amica per aiutarla a riprendersi dalla
figuraccia.
Christopher lanciò uno sguardo
leggermente irritato a Sebastian e sussurrò, con quei sussurri che permettono
tranquillamente a due vampiri di sentirsi senza farsi intercettare da altri –Si
può sapere per cosa cazzo sei andato a prenderle quel
peluche?-
Sebastian fece spallucce –Non ne ho
idea… Lo voleva così tanto che ho pensato di prenderglielo. Meglio così, se si
fosse lagnata ancora a lungo ci sarebbero saltati i nervi, soprattutto a
te.-
Chris inasprì ulteriormente il suo
sguardo –Oh, ma che gentile! L’hai fatto per me?- sbottò con un cinismo quasi
violento, avvicinandosi al quadrante.
-Mettila pure così…- assentì
Sebastian.
-Ah, Sebastian, non dire
stronzate!- obiettò il vampiro moro –L’hai fatto per lo stesso motivo per cui
hai quella foto nascosta in camera tua!-
Sebastian si irrigidì di colpo al
ricordo del suo segreto scoperto –Quella foto l’ho presa solo perché mi piaceva,
non c’è altro che tu possa insinuare.- sibilò.
Chris lo guardò con occhi scettici
–Posso solo dirti che non è una buona cosa: hai visto com’è finita con sua
nonna, e lei era un Master, non un vampiro visto in cattiva luce come
te.-
-Non mi interessa Eleanor!- replicò
Sebastian scattando in piedi. Era sconvolto, tuttavia, un muscolo del suo collo
brillava in maniera convulsa, come gli succedeva quando era in
allarme.
-Sarà meglio per te.- gli sussurrò
Chris passandogli a fianco e tornando nella sua stanza, ma a metà strada fu
bloccato da Helena che usciva dalla camera di Sebastian con un sorriso per
niente rassicurante negli occhi grigi.
-Oggi ci date libera uscita di
nuovo?- domandò. O almeno Chris sperò che si trattasse di una richiesta, anche
se suonava più come un’affermazione.
-Te lo puoi scordare.- le rispose
muovendo un altro passo verso la sua stanza, ma Helena lo bloccò di
nuovo.
-Miky e Donny ci hanno mandato un
messaggio chiedendoci di uscire questo pomeriggio, non possiamo certo dir loro
di no!- miagolò la ragazza risultando estremamente fastidiosa alle orecchie di
Chris.
-Certo che potete: sono due sole
lettere. Poi schiacciate INVIA e voilà, fatto.-
rispose.
Helena ridacchiò ancora, scuotendo
la testa –Non credo sarà così semplice: dovremmo inventare delle scuse molto
convincenti, più d’una visto che non possiamo dire di essere impegnate insieme
per tutta la giornata, e potrebbe scapparci qualche notizia
riservata…-
Sebastian la guardò infastidito
–Avete combinato già abbastanza guai ieri senza aggiungerne di nuovi oggi. Non
potete uscire ogni pomeriggio, gli accordi erano due giorni prestabiliti a
settimana.-
Helena gli rivolse un’occhiata
furba –Rinunciamo all’altro giorno se ci lasciate uscire oggi.-
disse.
Christopher ringhiò sommessamente.
Cosa diavolo avevano di così interessante Miky e Donny da spingere le due ragazze a
volere uscire anche quel pomeriggio? A lui erano sembrati due sfigati senza
palle!
-Non credo sia una buona idea…-
azzardò Sebastian, ma stranamente Chris lo interruppe.
-No, lasciamole andare! Così magari
passa loro la voglia. In fondo poi non usciranno più per una
settimana.-
Helena e Sebastian lo guardarono
entrambi sorpresi –Hai detto che possiamo uscire?- chiese incredula lei. Chris
annuì. C’era qualcosa che non le quadrava, ma la possibilità di metter fuori il
naso da quella torre decrepita non le fece fare altre domande. –Allora posso
dire a Eny che per le 5h00 siamo in libertà?-
Sebastian storse il naso in
direzione del compagno, il quale tuttavia rispose affermativamente. Quando
Helena fu tornata da Eny rivolse al biondo un’ultima frase prima di uscire dalla
sala –Fatti un esame di coscienza, se ne hai una.-
Quel pomeriggio i due vampiri erano
più all’erta che mai: i due cugini (ribattezzati da Sebastian Gli Sfigati) avevano portato le ragazze
in un locale di quelli col piano bar, per sentire un po’ di musica. Chris e
Sebastian non si sentivano affatto a proprio agio là dentro, a causa dei troppi
odori ammassati insieme in quel luogo chiuso e a causa della sorveglianza che
dovevano fare a distanza. Si trovavano a cinque tavolini di distanza dai quattro
e nessuno dei due aveva ancora staccato gli occhi da loro.
-Sono preoccupato.- disse ad un
tratto Sebastian –Fra poco comincerà a fare buio e Morgan sarà in giro con
Sheila in fretta: c’è vento stasera, ed è sabato.-
Chris annuì mestamente –Il rischio
l’hanno voluto correre loro.- disse acido.
Sebastian lo guardò sorpreso –Che
succede, Chris? Non è da te fregartene a questo modo di quello che rischiano e
rischiamo se Morgan le trova.-
Chris non rispose, si limitò a
concentrarsi ulteriormente sulle due coppie mentre vedeva Miky chinarsi su
Helena per dirle qualcosa all’orecchio.
-Ti piace qui, piccola?- domandò
con un sorriso che nella sua mente doveva essere classificato come “per fare
colpo”.
Helena si sforzò di sorridere a
quel ragazzo che aveva la pessima abitudine di rivolgersi a lei con quel
nomignolo –Sì, è un bel posto e la musica non è male.- disse cercando di non
lasciare che Michael si avvicinasse troppo a lei.
-Potremmo tornarci qualche altra
volta, se ti piace. Magari da soli…- continuò lui senza accennare ad
allontanarsi dal suo viso.
Lanciando un’occhiata indietro,
Helena individuò Sebastian e Christopher seduti qualche tavolo più in là. Notò
soprattutto gli occhi del ricciolo puntati su di lei in atteggiamento di
rimprovero. Se il comportamento di Miky gli dava fastidio, bene, allora lei
avrebbe fatto in modo di mantenere quel fastidio attivo per molto
tempo.
-Sì, si potrebbe anche fare qualche
volta…- rispose giocherellando con un ciondolo che portava al
collo.
Lo fa apposta! pensò il vampiro moro cominciando
a innervosirsi.
Dopo qualche minuto lei si voltò di
nuovo a controllare la loro posizione. Sebastian le fece capire a gesti che era
tardi, ma Helena si voltò un’altra volta verso il ragazzo che le stava sempre
più appiccicato, come se non avesse visto niente.
-Cazzo, è tardi! Sono quasi le
8h00!- protestò Sebastian –Se non andiamo rischiamo troppo, e a me comincia a
venire fame qua dentro.-
Chris non rispose, ma si alzò con
uno scatto elegante dalla sedia andando a raggiungere la tavolata dei quattro.
Helena gli lanciò uno sguardo inceneritore.
-Mi dispiace interrompere questo
bel quadretto, ma io ho l’obbligo di riportare queste due fanciulle a casa.-
disse con eleganza il vampiro, ricambiando di nascosto la sguardo truce della
ragazza.
Michael e Domenec lo fissavano in
soggezione, d’altro canto Christopher era abbastanza alto e scuro da incutere
paura in chiunque, e la sua bellezza era sconcertante per
chiunque.
-Chi saresti, scusa?- domandò Donny
trovando finalmente il coraggio.
-Sono il fratello di Helena.-
rispose Chris con un sorriso cortese –Purtroppo si è fatto tardi e devo
riportarle a casa… Sì, anche Eleanor.-
-Ma sono appena le 8h00!- protestò
il ragazzo, ma tacque all’istante non appena vide lo sguardo che il vampiro gli
lanciava –Però, se proprio devono andare…-
Helena vide Sebastian lanciare
sguardi nervosi fuori dalla finestra dove cominciava ad apparire la luna, poi
guardò Chris. Non c’era dubbio: per quanto non lo sopportasse, non si poteva
negare la sua bellezza. Nemmeno Miky, che pure era un bel ragazzo, poteva
eguagliare quella perfezione.
-Mi dispiace, ragazzi, ma purtroppo
il fratello di Helena ha ragione: dobbiamo proprio andare.- disse Eny alzandosi
dalla sedia e salutando i due cugini –Ci rivedremo, magari un’altra
volta.-
Detto questo uscirono tutti e tre
dal locale, dove trovarono il biondo ad aspettarli fuori. Chris si assicurò che
nessuno li stesse sentendo, poi afferrò duramente Helena per un polso e la
attirò a sé.
-Ora ascoltami bene.- le disse
ignorando i suoi lamenti –Vi abbiamo dato la possibilità di uscire, ma non ho
intenzione di rinnovarvela se deve essere così anche le prossime volte! Ti ho
già spiegato cosa rischiamo se Morgan, Sheila o Thor vi dovessero trovare in
giro, e non ho intenzione di ripetermi ancora!-
Helena agitò il polso per cercare
di liberarsi, ma Chris non mollava e non avrebbe mollato, anzi, continuava a
stringere minacciando di spezzarglielo.
-Chris ha perfettamente ragione.-
intervenne Sebastian –Non vi faremo uscire più se non vorrete essere alla Torre
prima che faccia buio.-
-Mi dispiace, Sebastian.- si scusò
Helena continuando a guardare negli occhi l’altro vampiro –E mi dispiace anche
per te, Eny, sei quella che rischia di più qua fuori
stanotte.-
Eny scosse piano la testa –Non
importa, Helena, anche a me piace stare fuori, dopotutto.-
-Chris, lasciala andare o finirai
per farle molto male.- disse Sebastian appoggiando una mano sulla spalla
dell’amico per cercare di calmarlo. Chris fissò ancora per un momento Helena con
irritazione, poi la lasciò andare –Dobbiamo andare, adesso.- continuò il biondo
prendendo Eny a cavalcioni –Meglio correre, se ci smaterializziamo saremo più
rintracciabili.-
-Non toccarmi…- sibilò Helena
quando Chris le porse una mano per aiutarla a salirgli in spalla. Lui ritirò la
proposta e lei gli montò in groppa cercando di ridurre il contatto al
minimo.
Spero di scoprire in fretta se
questa ragazza può essermi utile, comincio veramente a non sopportarla
più! Pensò il
vampiro facendo uno scatto rapido per seguire Sebastian e ritrovandosi a correre
per i tetti di Sacrament.
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Capitolo 14 *** Capitolo 14 ***
14
Capitolo
14
-Helena ti suona il telefonino- disse Eny alla ragazza che
si stava asciugando i capelli scuri con un asciugamano, allungò una mano e
prese l’oggetto che continuava a vibrare ed illuminarsi, diffondendo una
musichetta scema nell’aria. Guardò il nome -ok, esco- disse Eleanor infilando
la porta, Helena schiacciò il tasto di avvio della comunicazione e rispose.
-Ciao Jeremy- disse tentando di suonare tranquilla mentre
il cuore le batteva forte nel petto.
-Helena! Finalmente rispondi!- esclamò suo fratello
dall’altra parte –come stai?-
-Bene, tu?-
-Si, bene- aveva esitato. Se n’era accorta perfettamente,
c’era stata una piccola esitazione quasi impercettibile ma Helena sapeva che
Jeremy…
-Qualcosa non va?- domandò.
-No, va tutto bene…piuttosto tu? Come va il
soggiorno-studio?-
-Tutto bene- mentì lei. Aveva voglia di abbracciare suo
fratello, di poterlo vedere e riuscire a parlare decentemente con lui, era
stanca di non farsi trovare al telefonino, di non averlo accanto…era davvero
stanca di quella prigionia.
-Helena- sospirò Jeremy –perché te ne sei andata così? So
che c’è dell’altro-
-Ma no, ti assicuro che…-
-Non puoi mentire a me- gli occhi della ragazza si
riempirono di lacrime ma sulla soglia della stanza comparve Christopher ed
Helena abbassò lo sguardo per non farsi cogliere in un momento di debolezza
estrema –c’entrano mamma e papà? So che non stavi bene a casa e so che c’è
qualcosa che non va, lo sento…-
-Jeremy io sto bene, davvero. Va tutto bene. Devo
andare…ci sentiamo presto, ok?- e senza attendere la risposta, chiuse la
comunicazione, gettando il telefonino sul letto. Il vampiro moro si avvicinò e
allungò una mano per prendere l’oggetto ma Helena fu più lesta e lo strinse
nuovamente tra le mani.
-Chi era?-
-Lo sai perfettamente- borbottò lei.
-Rispondi alle domande- replicò Christopher afferrandola
per le spalle e tirandola in piedi, Helena voltò appena la testa di lato, non
aveva la minima intenzione di subire l’ennesimo interrogatorio da quel vampiro,
specialmente ora che aveva parlato con Jeremy e che aveva sentito tutto il
dolore che lui provava.
-Non c’è niente da dire, sai già tutto…cosa vuoi ancora?-
-Di cosa hai parlato al telefono?- la ragazza curvò le
spalle all’ingiù, afflosciandosi lentamente su se stessa, rimaneva in piedi
perché sorretta dalla presa salda di Chris ma le gambe stavano perdendo
gradatamente forza.
Jeremy non sta bene…è
preoccupato per me…pensò
sentendosi tremendamente in colpa e io
non posso dirgli nulla! Niente!
-Ho bisogno di vedere mio fratello- mormorò.
-Scordatelo- Chris la lasciò andare ed Helena piombò sul
letto con lo sguardo vacuo.
-Ha bisogno di me-
-Ho detto di no!-
-Chris, per piacere…- sussurrò Helena –devo vedere Jeremy,
non sta bene, io lo so…ha tentato di mostrarsi normale ma io so…è così triste, così
solo…-
-Ma che diavolo stai dicendo?- sbottò il vampiro,
esasperato, lo sguardo che gli rivolse Helena però, fu sufficiente a farlo
tacere. Per la prima volta la maschera le era scivolata via, mostrando il viso
di una ragazza infinitamente triste, affranta e fragile. Sentì che avrebbe
potuto distruggerla con una sola parola e scelse di rimanere zitto.
-Devo vedere Jeremy- ripeté ancora la ragazza –ti prego-
aggiunse. Christopher sospirò.
-Come fai a sapere che non sta bene?-
-Lo so- rispose Helena –siamo gemelli…abbiamo un legame
molto forte…quando mi sono tagliata le vene lui ha sentito che qualcosa non
andava, ha chiamato l’ambulanza ed è corso in bagno, capisci? Ha sentito che
stavo precipitando ed è corso da me…-
-Tipo empatia?- tentò Chris, lei annuì.
-Più o meno…non so come spiegartelo. So che ha bisogno di
vedermi, di accertarsi che io stia bene e lo stesso vale per me, ti prego…puoi
venire con me, non m’importa. Ma ti prego, portami da Jeremy- il vampiro ebbe
un altro sospiro.
-E va bene- disse infine –ti porterò da Jeremy ma verrò
anche io e assisterò all’incontro. Guai a te se ti lasci sfuggire qualcosa che
non mi piace-
-Davvero? Me lo prometti?- domandò speranzosa Helena,
Chris la guardò negli occhi, non vi lesse né strafottenza né superbia…stava
solo sperando che dicesse sul serio.
-Si, te lo prometto- la ragazza si rilassò notevolmente,
annuendo piano.
-Grazie Chris-
Sebastian bloccò Christopher nel corridoio, non appena
questi uscì dalla stanza –E così la porti da suo fratello…-
-Perché la smetta di lagnarsi- replicò il moro
oltrepassando l’amico.
-Come no- borbottò Sebastian, non ci credeva nemmeno un
po’.
-Tu hai fatto lo stesso con Eny mi pare- Chris si voltò a
lanciargli un’occhiata obliqua –sei uscito in piena notte e hai preso quel dannato
peluche, facendoglielo trovare sul cuscino…solo perché non si lagnasse,
giusto?- il biondo sollevò un sopracciglio, non gli piaceva l’aria sarcastica
che aveva assunto Chris. Preferì comunque lasciar perdere, doveva andare a
caccia, aveva fame. Tornò in sala e andò ad infilarsi le scarpe, avrebbe di
gran lunga preferito girare scalzo anche per Sacrament ma rischiava di pestare
chissà quali schifezze a terra…non era il caso.
L’occhio di Sebastian cadde su Eleanor, che mangiucchiava
pop-corn al caramello seduta per terra, davanti ad un solitario fatto con le
carte. Con il braccio sinistro stringeva l’unicorno bianco, accarezzandolo
distrattamente con le dita come se fosse stato vivo.
Adesso basta seghe
mentali, hai da fare
si ammonì aprendo la porta e sbattendola forte dietro di sé. La fame si faceva
sentire ogni secondo più forte, doveva trovare una vittima in fretta.
Le vie di Sacrament non erano mai particolarmente attive
di lunedì sera, ma quel giorno sembrava che un tifone avesse spazzato via la
vita da quella dannata città. Il vampiro biondo si fermò e infilò le mani in
tasca, annusando l’aria con circospezione.
-Sebastian…- sussurrò una voce femminile –che bello
vederti- pochi attimi dopo una donna comparve quasi dal nulla davanti a lui. A
prima vista poteva sembrare una delicata bambola di porcellana formato gigante,
alta poco meno di un metro e sessanta, dai capelli biondi lisci raccolti in due
codini infantili, gli occhi erano grandi, verdi. Il vento mosse appena il
vestitino nero dove era avvolto un corpo che pareva quello di un’adolescente.
-Sheila- la vampira sorrise.
-Che bello, ti ricordi di me!- esclamò battendo le mani.
Come potrei
scordarti? Pensò
Sebastian, Sheila era l’altra protetta di Thor…ed era pazza da legare, quando
lui e Christopher erano stati puniti da Thor per la prima volta, lei si era
divertita parecchio a torturarli entrambi, godendo delle loro urla di dolore.
Se Morgan con la sua decennale cotta per Chris era da un lato aggirabile, con
Sheila non funzionava. A Sheila piacevano le donne, giovani, carine e con un
buon profumo.
Le donne, le torture e le bambole.
Non a caso tutti i protetti di Sheila erano esclusivamente
donne, che venivano uccise non appena toccavano i quarant’anni d’età e quindi
secondo lei, la loro bellezza cominciava ad appassire inesorabilmente. Se
avesse trovato Helena o Eny…Sebastian ebbe una stretta allo stomaco, ciò che
Sheila riservava alle ragazze era rivoltante. Anche per uno come lui.
-Sei uscito a caccia?- domandò la bambolina avvicinandosi.
-Mi pare ovvio- ringhiò Sebastian, Sheila gli passò una
mano sul viso.
-Peccato, non è rimasto molto in giro…- la mano scese sul
petto e si posò all’altezza dello stomaco –poverino…ha fame il cucciolo…-
-Non chiamarmi in quel modo- sbottò lui, allontanandola
–sparisci, non ho tempo da perdere con una come te- Sheila sbatté gli occhi.
-E’ davvero un peccato, Sebastian…perché ho proprio voglia
di giocare un po’ con te-
-Io no- replicò lui scansandola e sorpassandola a passo
spedito. L’espressione fintamente ingenua di Sheila scomparve dal suo viso.
Sollevò una mano e schioccò le dita.
Attorno a Sebastian si materializzarono una decina di
vampire.
-Nessuno può rifiutarsi di giocare con me!- sentenziò
Sheila, mentre le sue seguaci si lanciavano contro Sebastian. Il vampiro biondo
però era decisamente più abile di tutte loro, parò ogni attacco senza troppa
difficoltà –ah, sei diventato forte- constatò la bambolina avvicinandosi. Da
una piega dell’abito scuro estrasse un ventaglio, con uno scatto del polso fece
uscire una lama ricurva e affilata.
-Ragazze, allontanatevi!- ordinò. Sebastian allontanò con
un calcio una delle avversarie ma venne completamente colto alla sprovvista da
Sheila. La vampira si avventò come una furia contro di lui, manovrano abilmente
la lama, aprendogli diversi tagli su tutto il corpo –nessuno può picchiare le
mie ragazze!- urlò Sheila menando fendenti –nessuno! Tantomeno un rifiuto come
te! Thor avrebbe dovuto ucciderti la volta scorsa, non lasciarti vivo!-
Sebastian cadde sulle ginocchia, tentando invano di ripararsi con le braccia
dall’assalto ma Sheila era più veloce, decisa…spietata. Colpiva sempre per
uccidere.
D’un tratto la vampira si arrestò e ripose l’arma –Ah!
Guarda! Il tuo miserabile sangue ha sporcato il mio bellissimo vestito!- sputò
accanto al vampiro poi avvicinò la bocca al suo orecchio –spero che tu muoia
agonizzante, in questo schifo di posto…come è giusto che sia- gli diede una
piccola spinta e lo osservò ricadere a terra –tutto sommato mi sono divertita
lo stesso!- esclamò ridendo.
Lurida piccola
puttana…pensò
Sebastian addossandosi al muro, non appena Sheila fu scomparsa con le altre
vampire ti ammazzo un giorno, schifosa
bastarda…prima però doveva riuscire a tornare nella Torre…e magari
convincere Helena a farsi mordere, non era in grado di andare a caccia anzi,
rimanendo li rischiava davvero di crepare come un cane qualsiasi ed Helena non
poteva morire se morsa…con uno sforzo il vampiro si tirò in piedi, cominciando
a camminare tenendosi al muro.
Eleanor era appena riuscita a finire il solitario quando
Sebastian entrò nella sala del quadrante e si accasciò a terra, facendola
sobbalzare dallo spavento.
-Sebastian! Cosa…come…- mollò le carte e corse da lui.
-Dov’è Chris?- mormorò lui, facendosi aiutare per
rialzarsi.
-Nella sua parte di Torre…sta parlando con Helena di
quando andranno da…ma sei ferito!- esclamò notando i tagli, Christopher giunse
in quel momento, imprecando.
-Che cazzo è successo?-
-Sheila- bastò quel nome a far rilassare Chris, matta
com’era aveva certamente trovato un banalissimo pretesto per ridurre il suo
amico ad un colabrodo –devo nutrirmi…- gli occhi di Sebastian sfavillavano di
rosso acceso –fammi mordere Helena, non può morire- Chris si lasciò sfuggire
un’altra imprecazione.
-Non si può-
-Chris…-
-E’ debole a causa di Jeremy…te lo spiego un’altra volta,
non possiamo prenderle nemmeno una goccia, non morirebbe ma forse cadrebbe in
coma- Eny venne scansata dal vampiro moro e rimase ferma ad osservare Sebastian
che veniva portato nella sua stanza. Poi le venne un’idea.
-Eleanor- Chris tornò nella sala del quadrante –devo
andare a prendere del sangue…se tu o Helena fate una cazzata, è la volta buona
che vi spezzo l’osso del collo- sibilò afferrandola per un gomito –chiaro?-
-Non devi uscire- disse lei.
-Forse non hai afferrato il senso…se non esco, se
Sebastian non mangia…muore!-
-Lo so! Non sono scema!- ribatté lei –e io ripeto, non
devi uscire. Torna da Helena. A Sebastian ci penso io-
-Che cosa vorresti fare?-
-Non preoccuparti e torna da Helena!- ordinò Eny con una
fermezza tale che lasciò Christopher decisamente sorpreso. Se vuole farsi mordere e crepare così…beh, affari suoi pensò
allontanandosi.
Eny andò in cucina, aprì un cassetto e afferrò un lungo
coltello. Sempre stringendo forte l’unicorno bianco, andò da Sebastian, steso a
letto.
-Cos’è vuoi forse darmi il colpo di grazia?- commentò lui
vedendo la lama, Eleanor scosse la testa e sedette accanto a lui. Lo aiutò a
tirarsi un po’ su, poi senza esitazioni si tolse l’amuleto dal collo, posandolo
sul comodino li accanto –sei impazzita per caso?- riuscì a gridare lui.
-Riesci a mordermi? Hai le forze per farlo o no?-
Sebastian scosse la testa, abbassando le palpebre non aveva le forze per fare
nulla –ok, allora…- Eleanor appoggiò l’unicorno bianco sul letto, stese il
braccio sinistro e brandendo la lama con la destra, ne appoggiò la punta sul
polso, strinse i denti fortissimo e chiuse gli occhi mentre si praticava un
lungo taglio trasversale. Due lacrime di dolore le solcarono il viso.
Non appena l’odore del sangue arrivò alle sue narici,
Sebastian spalancò gli occhi socchiusi. Davanti a sé il braccio bianco di Eny
sanguinava. Lo afferrò con una mano, attirandolo a sé. La ragazza chiuse gli
occhi, preferendo non guardare…ma sentì distintamente le labbra del vampiro
posarsi sul suo taglio e succhiare il suo sangue. Poteva sentire le energie che
la lasciavano ed entravano in lui.
Non mi ero sbagliato
sul suo sapore…pensò
lui gustandolo lentamente, mentre le forze tornavano e le ferite si
rimarginavano rapidamente. All’improvviso però,
avvertì un cambiamento in Eny e poco dopo lei gli si
accasciò addosso, svenuta merda! Ne ho preso troppo! Sebastian le riallacciò l’amuleto al
collo e scese dal letto, facendo stendere la ragazza dove lui era stato fino a
pochi secondi prima. Le fasciò il taglio con un fazzoletto dopodichè, sfoderò i
canini e si gettò sul suo collo ma l’amuleto entrò in funzione, mandandolo a
sbattere contro il muro.
E’ viva pensò allora il vampiro,
sentendosi immediatamente sollevato.
-Sei una stupida- sbottò tornando presso il letto –hai
rischiato di morire-
-Hai visto?- sussurrò Eny, pallidissima in viso –non mi
hai uccisa…avevo ragione, anzi…ne ero certa-
-Non potevi saperlo invece!-
-E invece si, non mi faresti mai del male…mi hai anche
preso l’unicorno- sorrise la ragazza, fissandolo da sotto in su –e nelle mie
vene scorre anche il sangue di un vampiro, che è più potente di quello
umano…quindi te ne è bastato di meno-
In effetti ha
ragione…il suo sangue è differente da quello degli altri…in lei scorre il
sangue di Winifred.
-Non farlo mai più- stabilì Sebastian.
-Non sei tu a dover decidere della mia vita e del mio
sangue- rispose Eny –ti ho salvato…e lo farei ancora e ancora- rabbrividì
–Sebastian ho freddo…e ho anche fame…- lui afferrò la coperta ai piedi del
letto e la stese sopra la ragazza. Le appoggiò una mano sulla fronte,
sentendola tiepida sotto al suo tocco freddo, le scostò una ciocca di capelli
dal viso.
-Vado a prenderti da mangiare- Eleanor annuì e sorrise,
allungando una mano ad abbracciare l’unicorno bianco. La mano di Sebastian
indugiò ancora sulla sua pelle, accarezzandola lentamente. Pensò che avrebbe
potuto anche ucciderla in un sol colpo, era una creatura indifesa ora…una
giovane e debole umana nelle sue mani. Eppure non si sarebbe mai sognato di
farle del male, anzi…chiunque si fosse avvicinato troppo a lei, avrebbe fatto
una pessima fine –Torno presto- disse infine, lasciando la stanza.
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Capitolo 15 *** capitolo 15 ***
CAPITOLO 15
Helena uscì dalla stanza di
Sebastian, dove Eny si era appena addormentata dopo aver mangiato. Chiuse la
porta dietro di sé e tornò nella sala del quadrante dove i due vampiri
aspettavano, Sebastian appollaiato vicino alla finestra, Chris sul divano con un
giornale.
-Come sta?- domandò il vampiro
moro.
-Debole, ha perso molto sangue…
ancora un po’ e credo sarebbe morta- disse la ragazza –deve riposare per alcuni
giorni e non muoversi dal letto- lei ne sapeva qualcosa. Quando Jeremy l’aveva
trovata a terra, con le vene tagliate lei aveva perso moltissimo sangue, solo
per un soffio era sopravvissuta. Per recuperare ci aveva messo molto tempo. A
vantaggio di Eny c’era il fatto che non aveva compiuto quel gesto per
depressione, Helena però non capiva.
Fissò Sebastian immobile sullo
sgabello rivolto ad una finestra. Eny aveva deliberamene deciso di salvarlo a
costo di rischiare la vita… La dark sospirò, anche lei aveva letto qualche
pagina del diario di Winifred Wood e concordava con Christopher. L’amore tra
umani e vampiri era pericoloso.
Chissà… forse è nel destino della
famiglia Wood avere un legame così stretto con i vampiri pensò. In quel momento Chris si
alzò e ripose il giornale.
-Andiamo da tuo fratello- disse
sorpassandola –E sbrigati, prima che cambi idea- Sebastian alzò lo sguardo
sull’amico, ma Chris guardava Helena –Vuoi andare o no?-
-Ah, va bene…- disse lei, si infilò
velocemente gli anfibi e raggiunse il ricciolo alla porta. Uscirono dalla Torre
ed Helena fece strada verso casa.
Era stata colta di sorpresa
dall’iniziativa di Chris ma era contenta: finalmente avrebbe potuto vedere
Jeremy e stare un po’ con lui, le andavano bene anche pochi minuti, giusto il
tempo di accertarsi che il fratello stesse bene e di fargli capire che, pur con
qualche difficoltà, anche lei stava bene ed era tutto a
posto.
Dietro di lei, Chris camminava,
mani in tasca, osservando con attenzione l’ambiente circostante, i sensi
all’erta per capire se c’erano vampiri in zona. Più che altro, visto che era
mattina, sperò che gli umani protetti di Thor o delle altre due pazze non
stessero controllando in giro, Chris e Sebastian li detestavano anche più dei
vampiri come loro. I protetti erano umani accuratamente selezionati che venivano
scelti dai vampiri per permettergli di interagire nel mondo senza farsi
scoprire. Gli umani svolgevano moltissime mansioni, ma la maggior parte era
impiegata per dare modo a Thor di tenere sotto controllo tutta Sacrament o
quasi. Solitamente appena terminato il loro compito o al sopraggiungere della
vecchiaia, i protetti venivano uccisi, era raro che qualcuno si trasformasse e
in tal caso andava a far parte del seguito di un qualsiasi
vampiro.
-Eccoci- disse Helena che sperava
non ci fossero i suoi genitori in casa, ma era improbabile: era orario
d’ufficio. Suo fratello andava all’università e quindi era più facile che fosse
a casa a studiare in santa pace, non amava frequentare le lezioni. Sollevò la
mano e suonò il campanello.
La porta si aprì e Chris vide sulla
soglia un ragazzo identico ad Helena, la sola differenza era costituita dai
capelli più corti e più chiari e i lineamenti lievemente più squadrati… per il
resto, erano assolutamente uguali.
La ragazza non disse una parola, si
lanciò ad abbracciare Jeremy, stringendosi a lui con tutta la forza che
aveva.
-Va tutto bene- disse lui
accarezzandole la testa.
-Mi dispiace tanto- mormorò
lei.
-E per cosa? Su entra così mi
spieghi- Helena si staccò da lui, mantenendo una mano nella sua, si voltò e solo
allora Jeremy si accorse della silenziosa presenza di Chris –Lui?-
-Ti presento Christopher, lui è…-
Helena esitò, non sapeva proprio cosa dire. Jeremy e Chris si fissarono negli
occhi.
-Spero per te che tu la stia
trattando bene- sibilò Jeremy assottigliando lo sguardo –Se facessi del male a
mia sorella, non te lo perdonerei mai- Chris sollevò un sopracciglio. Riusciva a
percepire quasi fisicamente il fortissimo legame tra i due gemelli… ma non aveva
mai pensato che arrivasse fino a quel punto. D’altra parte Helena era già
diversa rispetto alle persone normali, probabilmente anche Jeremy lo era a suo
modo, così come diverso era il legame che li univa. Qualcosa di molto simile
all’empatia.
-Credo ci voglia una spiegazione-
tagliò corto Chris entrando in casa. Helena chiuse la porta e lo seguì assieme a
Jeremy.
-Anche perché non credo proprio che
tu sia in soggiorno studio- disse Jeremy, Helena annuì.
-Infatti- intervenne Chris. Non
avrebbe mai voluto farlo, ma sentiva che doveva dire la verità a quel ragazzo,
non avrebbe mai creduto ad una qualsiasi storia. Onestamente, Jeremy a Chris
faceva uno strano effetto e viceversa –Io sono un vampiro- disse come se fosse
una cosa normale –Ho aggredito tua sorella e l’ho morsa, ma mentre, di solito,
la gente muore o in rari casi si trasforma, a lei non è accaduto nulla. Per
questo motivo l’ho condotta dove vivo. Helena ha un sangue molto particolare che
mi potrebbe servire per recuperare la memoria di quando ero umano- Jeremy
incrociò le braccia, mentre Helena fissava Chris con aria sconvolta. Aveva
davvero detto tutto a suo fratello?
-E pretendi che beva questa
storia?-
-E’ la verità- disse Helena –Non ti
mentirei mai Jeremy…-
-Questa storia è assurda!- borbottò
il ragazzo –Adesso smettila e raccontami la verità!-
-La verità ti è appena stata detta-
disse Chris duramente. Afferrò Helena per un braccio, tirandola verso di sé
–Vuoi vedere?- e senza attendere risposta sfoderò i canini e li affondò nel
collo bianco della ragazza. Helena gemette dal dolore, sentendo le forze
abbandonarla.
Jeremy fissava allibito la scena
per alcuni secondi, poi si riebbe e si scagliò contro Christopher,
allontanandolo da sua sorella e prendendola al volo.
-Oddio, Helena…- la ragazza era
svenuta, poco più in là Chris si rimise in piedi e guardò Jeremy depositare la
ragazza sul divano. Si passò la lingua sulle labbra, raccogliendo un’ultima
goccia di sangue, mentalmente sorrise. Non era affatto pentito di quella piccola
dimostrazione, aveva avuto l’occasione per mordere ancora Helena e gustare quel
suo sangue così buono, così speciale.
-Adesso mi credi?- domandò
sedendosi con eleganza su una poltrona, Jeremy gli scoccò un’occhiata di puro
astio.
-Sei un mostro- ringhiò –Dovrei
ucciderti!-
-Non ce la faresti mai- constatò il
vampiro con noncuranza –Ora ascolta bene, tua sorella non è al sicuro. A causa
del suo sangue particolare ha un odore diverso da tutti gli altri e una vampira
molto potente l’ha sentito, per lei è pericoloso andare in giro da
sola-
-Perché mi dici
questo?-
-Perché stando lontana da te stava
male- rispose Chris, aveva notato subito come Helena si fosse ripresa alla sola
vista del fratello, sulla soglia di casa –Avete un legame così
stretto…-
-Rispondi alla mia domanda. Non mi
sembri affatto il genere di persona che fa qualcosa solo perché qualcuno sta
male, anzi. Hai l’aria da schifoso opportunista-
-Lei mi serve, hai ragione- disse
Chris, stringendo gli occhi –Ma viva e, soprattutto, sana. Non è mia intenzione
farle del male o ucciderla, per questo motivo l’ho portata da te. Resterà qui
per qualche giorno ma non potrà uscire-
-Che cosa? Sei
pazzo!-
-Vuoi che muoia?- replicò il
vampiro –Se esce da sola o con te, è morta- Jeremy lanciò uno sguardo alla
sorella che stava rinvenendo.
-No… che domande…- mormorò
accarezzando una guancia di Helena.
-Se vuoi che stia qui, devi
obbedire a ciò che ti dico. Altrimenti morirete tutti e due, gli altri vampiri
non sono così indulgenti-
-Restare qui?- sussurrò Helena
alzandosi a sedere e fissando Christopher come se lo vedesse per la prima volta.
Il vampiro annuì –Davvero?- domandò la ragazza sgranando gli
occhi.
-Non potrai uscire per alcuna
ragione- ribadì Chris. Helena annuì, tanto ormai ci era abituata, ma un conto
era stare nella Torre, malgrado la presenza di Eny rendesse le cose più semplici
e sopportabili, un altro era stare a casa con Jeremy. Anche se voleva dire
vedere i suoi genitori.
-Ho delle cose alla Torre…- disse
lei, alzandosi in piedi, ma barcollando. Si sentiva un po’ debole, Jeremy
l’aiutò a restare in piedi.
-Te le porterò- lei guardò il
vampiro e suo fratello. Jeremy annuì e lasciò la stanza, andando al piano di
sopra –Se scopro che sei uscita, ti ammazzo con le mie mani- sibilò il vampiro
–Poi ammazzo tuo fratello-
-Essere qui è già tanto… Mi basta
stare un po’ con lui-
-Tra una settimana tornerai alla
Torre. Verremo a prenderti o io o Sebastian- Sempre che non sia troppo impegnato a
flirtare con Eleanor pensò.
-Una settimana!- esclamò Helena,
sinceramente stupita –Mi lasci qui così tanto? Sul serio?- Chris annuì, poi in
un attimo sentì le labbra di Helena posarsi sulla sua
guancia.
-Grazie- disse la ragazza
allontanandosi subito, imbarazzata dal proprio gesto impulsivo –E mi… scuso se…
so che sono stata una stronza-
-Lo sei
stata-
-Però grazie…
per…-
-Si, ho capito- tagliò corto Chris
che cominciava a sentirsi vagamente a disagio. Non era abituato ad essere
ringraziato e non da Helena. Era una strana sensazione, ma non gli erano
dispiaciute quelle parole e nemmeno quel piccolo bacio frettoloso. Forse, se
fosse stato un contatto più serio avrebbe anche apprezzato maggiormente… -Ti
porterò la roba- le diede le spalle e uscì velocemente dalla
casa.
Eleanor scostò la coperta e
sbadigliò. Si sentiva riposata anche se ancora piuttosto debole, dando
un’occhiata all’ora vide che aveva dormito per molte ore di fila, aveva anche
fame. Lentamente, stringendo il peluche dell’unicorno a sé, si alzò e andò nella
sala del quadrante. La Torre era stranamente molto più silenziosa del normale,
non sentiva l’mp3 di Helena andare o Chris borbottare qualcosa o ancora
Sebastian ringhiare per la fame.
Il vampiro biondo sollevò gli occhi
non appena lei mise piede nel salone.
-Non dovresti alzarti- l’ammonì
abbandonando la lettura del diario di Wine Wood per alzarsi e raggiungerla –Devi
startene a letto e riposare-
-Ma ho già dormito molto, devo
anche andare in bagno e mangiare…- lui annuì. L’accompagnò in bagno e rimase ad
aspettare fuori dalla porta.
-Adesso tornatene di là- disse non
appena lei emerse dalla porta. Si era data una rinfrescata e aveva legato i
capelli in una lunga treccia castana.
-Non mi va di stare a
letto-
-Hai perso molto sangue, non
discutere- Eleanor sbuffò –Non fare la mocciosa-
-Odio stare ferma- borbottò la
ragazza –Almeno posso stare sul divano? Starò buona e ferma… ma per piacere, non
a letto! Mi sentirei malata!-
-E va bene- sospirò il vampiro
biondo, Eny sorrise e si avviò nuovamente nella sala del quadrante. Sebastian la
seguì, recuperò il diario di Winifred e si immerse nuovamente nella lettura,
sprofondando in una poltrona di velluto, sistemata in un angolo in fondo alla
stanza.
-Hai trovato qualcosa di utile?-
domandò la ragazza raggiungendolo.
-Tua nonna amava gli enigmi, me lo
ricordo bene- rispose lui –Ma a meno di non essere un genio, non capisco nulla:
troppe cose non hanno senso- Eleanor corrucciò le sopracciglia, pensando
velocemente.
-Il diario era destinato a me-
disse dopo qualche minuto –Quindi credo di essere l’unica a poter capire il
significato nascosto delle sue parole… Solo che non so bene cosa cercare-
-Stiamo cercando un rituale, un
rituale molto potente- disse Sebastian tamburellando con le dita sulla copertina
consumata del diario –Eppure qui ci sono molte formule, ma niente che ci possa
aiutare in quel senso… La faccenda della memoria è tabù tra noi vampiri e i
Master sono sempre molto gelosi delle proprie conoscenze-
-La conoscenza dà potere- mormorò
Eny, il vampiro fece un cenno d’assenso, aveva ragione.
-Comunque non trovo niente e Chris
comincia a spazientirsi- borbottò scocciato, l’amico non si era nemmeno preso la
briga di leggere quelle pagine decentemente, limitandosi a sfogliarle per vedere
qualche particolare.
Senza alcun preavviso Eleanor
scostò il braccio dalle ginocchia di Sebastian e ci si sedette comodamente
sopra, appoggiandosi a lui. Afferrò il diario e lo aprì alla prima
pagina.
-Cosa diavolo stai facendo?-
esclamò il vampiro, Eny sorrise.
-Ti aiuto… non vuoi una mano?
Eh? Eh? Dai, mi sento così inutile! Avanti Sebastian…- gli strusciò il peluche
contro la guancia liscia. Il vampiro lo scostò da sé.
-Smettila subito! Non sei una
bambina!- la sgridò alzando appena la voce, la ragazza curvò le spalle, strinse
a sé il diario e l’unicorno bianco. Così facendo l’occhio del vampiro cadde
sulla fasciatura che ancora le avvolgeva l’avambraccio dove si era tagliata per
lui… Eleanor stava per alzarsi dalle sue ginocchia ma la trattenne. Era così
leggera! Non gli sembrava nemmeno di avere un peso adulto seduto
sopra.
-Perché lo hai fatto?- Eny seguì il
suo sguardo, puntato sulla benda, alzò le spalle.
-Non volevo lasciarti morire, Chris
avrebbe anche potuto fallire ed Helena non stava bene per via di Jeremy. Ho
fatto la cosa che ritenevo più giusta-
-Non dovevi-
-Invece che ringraziarmi mi
rimproveri sempre!- sbuffò Eny –E io che pensavo di averti fatto piacere! La
prossima volta ti lascio morire dissanguato!- lo colpì sul naso col peluche –Sei
cattivo! Cattivo, cattivo e cattivo!-
-Questo cattivo ti ha preso quel
dannato unicorno. E smettila di strofinarmelo addosso!- Eny si fermò e guardò
l’animale di pezza bianchissimo che teneva tra le mani poi guardò Sebastian e
gli sorrise.
-Lo so!- disse gettandogli un
braccio attorno al collo, Sebastian l’afferrò per le spalle allontanandola un
po’ da sé, la volta precedente i ringraziamenti di Eny avevano preso una piega
decisamente non prevista… Ma con quel sorriso sul volto era bellissima, poteva
raccontare a Chris tutte le balle che voleva, gli era bastato il sorriso di
gratitudine di Eleanor per sentirsi felice –Che cosa c’è?-
-Niente- Sebastian distolse lo
sguardo, Eny si piegò per incrociare di nuovo gli occhi con i
suoi.
-Sebastian…-
-Ho detto niente, finiscila- la
mano della ragazza si posò sul suo volto, costringendolo a voltarsi verso di
lei, le sue dita tiepide sfiorarono quella pelle così pallida e liscia,
perfetta… così fresca sotto al suo tocco leggero.
-Se continui così non capirò mai un
accidente di te- lo rimproverò.
-Non
dovresti-
-Ah, no?-
-No- il vampiro socchiuse gli
occhi, avvicinando le labbra a quelle della ragazza, sfiorandole appena. Erano
calde, morbide, invitanti. Fece scivolare una mano dietro al suo collo, senza
incontrare resistenza attrasse Eleanor a sé, baciandola ancora, con più
decisione. La ragazza ricambiò il bacio, il peluche le scivolò di mano, cadendo
a terra senza far rumore e lei si strinse a Sebastian le cui mani scesero ad
abbracciarle i fianchi. Dopo qualche altra esitazione, il semplice carezzarsi di
labbra divenne qualcosa di più profondo, caldo e freddo si incontrarono,
danzando insieme prima languidamente poi con passione sempre crescente.
Eleanor non capiva nulla. Tutto ciò
che sapeva era che mai nessuno l’aveva baciata in quel modo. Si sentiva
rimescolare dentro, scuotere dalla testa ai piedi dal piacere che sentiva.
Sebastian era sensuale, irruente e dolce insieme, la baciava come se non ci
dovesse essere un domani… qualcosa che la ragazza non aveva mai immaginato
nemmeno nei sogni più estremi.
o mio dio! perdono! pensavo
che almeno Kuji13 avesse aggiornato e invece no! perdonoooo! *si inchina
umilmente migliaia di volte* spero di ricordarmi la prossima volta... intanto vi
auguriamo una buona lettura! XD keep on enjoying us!
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Capitolo 16 *** Capitolo 16 ***
16
CAPITOLO 16
Chris entrò nella stanza sbattendo la porta: l’immagine
che si era trovato di fronte entrando non fu di suo particolare
gradimento. Sebastian aveva Eleanor sulle ginocchia e la stava baciando.
Lo sbattere della porta fece staccare immediatamente i
due, lasciando che lo sguardo iracondo di Chris si fissasse in quello colpevole
e preoccupato di Sebastian.
-Cosa cazzo stavi facendo, Sebastian?- esplose il ricciolo
avvicinandosi ai due. Sebastian fece alzare di scatto Eleanor dalle sue ginocchia
e si tirò in piedi per fronteggiare Chris. Era evidentemente furioso, non era
il caso che la ragazza rimanesse nella stanza, cercò di farle cenno di
allontanarsi, ma Chris fu più veloce e afferrò Eleanor per un braccio
trascinandola in camera di Sebastian e chiudendocela dentro a chiave.
-Christopher! Fammi uscire immediatamente!- protestò lei
picchiando i pugni sulla pesante porta di ciliegio –Non hai il diritto di
chiudermi qui dentro!-
Chris non l’ascoltava, continuava a fissare il suo
compagno negli occhi con tanta ira da spaventarlo addirittura. –Hai idea di
cosa significherebbe, Sebastian?! Siamo messi abbastanza male senza che tu
peggiori le cose flirtando con un’umana! Sheila ti ha attaccato riducendoti
quasi in fin di vita, e questo perché non le stiamo molto simpatici, tu in
maniera particolare! Indovina perché… Abbiamo causato più guai a Thor noi due
messi insieme che non tutti i vampiri che gli sono passati sotto mano in secoli
di esistenza, come credi reagirebbe nello scoprire che non solo nascondiamo due
esseri umani nella nostra torre, ma che addirittura tu te la fai con una di
loro? Vuoi mandare tutto a puttane proprio adesso, Sebastian? Perché non ho
intenzione di lasciartelo fare!-
Sebastian cercò di replicare –Non essere precipitoso, Chris,
a conti fatti Eny non è totalmente umana: sua nonna era una vampira, sono
sicuro che anche lei lo è in parte.-
-Per te è troppo semplice, Sebastian! Solo perché sua
nonna era un vampiro non significa che anche lei lo possa diventare!- replicò
Chris avvicinandosi a lui –Guarda com’è finita con Wine! Lei non è stata
eliminata dagli altri Master solo ed esclusivamente perché lei stessa era un Master! Le è stato concesso di
continuare a esistere, ma le è stato vietato l’accesso al Palazzo e le è stato
imposto l’esilio. Credi che andrebbe così bene a un altro vampiro nella stessa
situazione, magari a un ribelle come te o come me? Se di te non te ne frega
niente, pensa almeno a ciò che accadrebbe a Eleanor se vi scoprissero!-
Sebastian sbarrò gli occhi in un’espressione di puro
terrore: Chris aveva ragione, loro rischiavano molto di più che non Winifred e
Sam Wood, soprattutto perché Thor era particolarmente severo con lui a causa di
numerosi guai in cui si era cacciato in precedenza. Vedeva davanti ai suoi occhi
le immagini di ciò che sarebbe potuto succedere in caso avessero scoperto la
sua relazione con Eny. La peggiore delle torture da lui sopportate non era
minimamente paragonabile con le punizioni per alto tradimento o gravi
disobbedienze al regolamento, e ad Eny sarebbe stato riservato qualcosa di
molto peggiore: lei non aveva la forza fisica di un vampiro, non avrebbe
resistito a quelle torture…
Cercando di cacciare dalla mente questi pensieri,
Sebastian portò l’argomento su qualcos’altro. Aveva notato l’assenza dell’altra
ragazza all’ingresso di Chris, così gli chiese dove fosse finita.
-L’ho lasciata da suo fratello.- rispose il ricciolo.
-COS’HAI FATTO?- replicò Sebastian sorpreso e in parte
arrabbiato –Mi rimproveri il fatto di aver baciato una ragazza per cui provo
qualcosa, e tu lasci che Helena scorrazzi libera per Sacrament dopo che Morgan
ha sentito il suo odore?! Credo che dovresti farti un esame di coscienza,
Christopher!-
Chris gli rivolse un’occhiata gelida, di quelle che
solitamente erano riservate a Morgan –Non ho una coscienza, Sebastian, ci tengo
a ricordarti, e comunque non rischiamo niente con Helena fuori. Ho dato precise
istruzioni a suo fratello affinché non la lasci uscire se non ci siamo anche
noi, e comunque resterà là solo per una settimana.- rispose –Non è della stessa
gravità della relazione tra te ed Eleanor.-
Sebastian storse la bocca in un’espressione di disappunto
–Quello che fai tu va sempre bene, vero, Christopher? La gravità è la stessa,
perché se trovano Helena rischiamo tanto quanto se vengono a sapere di me e
Eny, quindi non capisco proprio perché tu l’hai lasciata in mano a un essere
umano che non sarebbe in grado di difenderla in caso di attacco.-
-La differenza tra le due situazioni è che io, a
differenza tua a quanto pare, penso alle conseguenze delle mie azioni e calcolo
tutte le possibilità prima di agire. Se ho lasciato che Helena restasse da
Jeremy, è stato perché ho riflettuto su tutto quanto può accadere e ho concluso
che si poteva fare, in più è per una sola settimana, mentre non credo che tra
te e Eny si tratti di una sola settimana.- replicò Chris considerando chiuso il
discorso, ma Sebastian non sembrava dello stesso parere.
-Anche io ci ho pensato a fondo, Christopher, e se alla
fine ho deciso di mandare a fanculo tutti gli scrupoli è perché a quanto pare
li ritengo inutili.- disse Sebastian –Non sei l’unico a pensare, qui dentro, mi
dispiace deluderti… Quando ti fai passare come l’unico tra i due che ragiona su
quello che fa mi fai incazzare!-
-Io mi preoccupo per te.-
-No, Chris, tu ti preoccupi solamente del tuo fottuto
piano per ritrovare la memoria!-
Chris non resse a quella provocazione. Con un salto felino
fu su Sebastian e lo schiacciò contro il muro afferrandolo per il colletto
della maglia che portava. Aveva gli occhi rossi, come quando era a caccia, e un
ringhio di rabbia usciva cupo e minaccioso dai suoi denti appuntiti rivolti
contro il compagno. Anche Sebastian ebbe la medesima reazione, afferrò Chris
per il collo della giacca e portò il suo viso a pochi centimetri dal suo
ringhiando e mostrando i denti. Da dietro la porta della camera in cui era
rinchiusa, Eny continuava a reclamare di essere liberata battendo i pugni sul
legno massiccio. Sebastian allentò la presa e allontanò Chris da sé.
-Secondo me hai la coda di paglia, Chris.- disse il biondo
tornando in possesso delle sue facoltà –Credo che tu ti stia rammollendo un
po’, qualche giorno fa non avresti mai permesso a Helena di uscire dalla Torre
qualche ora, figuriamoci rimanere da suo fratello una settimana!-
Chris continuò a guardarlo con occhi gelidi, non del tutto
liberi dal rosso della rabbia –A me non verrebbe mai in mente di rischiare una
storia con un’umana, levatelo dalla testa!-
Sebastian sorrise, un sorriso di sfida –Tu rendi i sentimenti
troppo razionali, Chris, credi di poter decidere tutto e di avere sempre tutto
sotto controllo. Beh, sappi che puoi decidere molte cose, ma che dei miei
affari sentimentali decido solamente io.- disse, poi superò il moro e andò ad
aprire a Eny, chiudendosi con lei dentro. Chris capì di essere stato appena
invitato ad andarsene, ringhiando se ne uscì dalla Torre per lasciare Sebastian
alla sua rovina.
Eny era molto spaventata: aveva sentito i ringhi
minacciosi nell’altra stanza e aveva sentito i due amici litigare pesantemente.
–Cos’è successo? Perché ho sentito che ringhiavate?-
-Non preoccuparti, capita che io e Chris abbiamo delle
discussioni un po’… accese, ma poi torniamo in buoni rapporti.- la
tranquillizzò Sebastian invitandola a sedersi sul letto per calmarsi.
-Non voglio che litighiate a causa mia, Sebastian. Non ne
valgo la pena! Forse sarebbe meglio che me ne andassi…- disse Eleanor abbandonandosi sul materasso
morbido.
Sebastian si affrettò a sederle accanto –Non credo sia una
buona idea.- disse, afferrandole le mani e cominciando a giocare con le sue
dita –Sei l’unica in grado di interpretare il diario di tua nonna, per cui ci
sei utile, e questo è un motivo per cui Chris non ti lascerebbe andare, e poi
non me ne frega un cazzo di quello che pensa lui, io voglio che tu resti.-
Eny lo guardò arrossendo leggermente –Perché non potresti…
i miei nonni…- balbettò.
-Wine e Sam avevano dalla loro che lei, in quanto Master,
aveva numerosi vantaggi, purtroppo non è il mio caso.- rispose Sebastian –Io non
voglio farti rischiare niente, Eny, ma devi sapere che se decidessimo di andare
avanti potresti rischiare molto peggio che perdere la vita.-
-Non ho niente da perdere… Solo non voglio che a causa mia
andiate nei guai tu e Chris.- disse lei.
Sebastian la guardò intensamente negli occhi con quelle
sue iridi nere che inquietavano molti, ma non Eny –Se non decifriamo il diario
tutto quello che abbiamo fatto finora sarebbe inutile, questo è abbastanza per
convincere Chris a lasciarti qui. In più nei guai potremmo finirci in mille
altri modi, non devi preoccuparti per queste cose.-
Eleanor annuì silenziosamente prima di appoggiare la
fronte nell’incavo della spalla del vampiro –Io mi fido di te, Sebastian.-
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Capitolo 17 *** capitolo 17 ***
CAPITOLO 17
Chris si era rifugiato sul suo
grattacielo sperando di ritrovare la calma. Sebastian a volte poteva risultare
decisamente irritante e, soprattutto, la sua noncuranza metteva in pericolo
quelli che gli stavano attorno. Non era questo che preoccupava veramente
Christopher, non era un segreto il fatto che per il suo amico avrebbe rischiato
la sua esistenza (non poteva dire la
vita, tecnicamente lui era già morto), tuttavia non poteva continuare a
scusarlo tutte le volte che si limitava a seguire il suo istinto
egoista.
A te frega solo del tuo fottuto
piano per ritrovare la memoria!
Probabilmente aveva ragione, ma non
poteva farci niente: per lui ritrovare la sua memoria era importantissimo, anche
perché era sicuro che sarebbe riuscito così a entrare in possesso di
informazioni che avrebbero permesso loro di andarsene definitivamente da
Sacrament. A lui importava solo questo, non lo negava. D’altronde, come si
poteva rimproverargli di desiderare la libertà? Detestava essere sotto il
dominio di qualcun altro, essere controllato a ogni mossa fatta, dover fare
attenzione a cosa diceva e a come agiva… Era stanco di quell’esistenza, dopo
quattro secoli si trovava a un passo dalla libertà e avrebbe dovuto fregarsene?
Se il rapporto tra Sebastian e Eleanor si fosse trasformato in qualcosa di
pericoloso, non avrebbe permesso loro di continuare. Non poteva, a rischio di
farsi odiare definitivamente da Sebastian.
La musica nelle orecchie, per
quanto elevata, non poté coprire il fruscio provocato dal vento tra le pieghe
del vestito scuro di Morgan, apparsa in quell’istante. Sembrava avere un radar
per trovarlo nei momenti in cui non era insieme a Sebastian, Chris era certo che
non aspettasse altro giorno dopo giorno.
-Sei un abitudinario, Chris, non è
difficile trovarti quando sei solo.- trillò la vampira avvicinandosi a lui, la
sua ombra lunga e scura che si stagliava contro la sua schiena –Litigato con
Sebastian?-
Chris si voltò verso di lei,
spegnendo il suo i-pod e riponendolo nella tasca. –A quanto pare non serve a
niente dirti di starmi lontana. Non sono affari tuoi i motivi per cui me ne sto
da solo e dovresti cominciare a non venirmi a cercare quando senti che non c’è
Sebastian. Di che vai in cerca, Morgan?- disse, lanciandole degli sguardi
velenosi da sopra la spalla, sguardi ancora in parte
cremisi.
La risata perversa e cattiva di
Morgan penetrò acuta nelle orecchie sensibili del vampiro. Gli si inginocchiò
rapida accanto e protese il suo volto verso quello appuntito e freddo di lui.
–Un bacio come quello che mi desti non molto tempo fa alla Torre… magari
qualcosa di più.- disse con una voce sensuale.
Chris allontanò schifato il viso
spingendola in là con un braccio –Non sei di mio interesse, lo sai
bene.-
-Eppure quel giorno alla Torre non
sembravi così schizzinoso.- continuò a miagolare la rossa accarezzandogli una
guancia con la sua mano affusolata.
-Quel giorno alla Torre avevo
voglia di togliermi uno sfizio, ho notato che non vali quello che vendi.-
rispose gelido il vampiro continuando a spingerla via.
Morgan assunse un’espressione
offesa, si protese ulteriormente in avanti e chiuse le labbra di Chris con le
sue, in un bacio molto più passionale di quello alla Torre, ma altrettanto
respinto da lui. Con una spinta energica la staccò da sé, liberandosi finalmente
dai suoi tentacoli.
-Cos’è, non ti piacciono le donne,
Christopher?- ghignò lei.
-Di certo non le puttane della tua
specie…- ringhiò lui di rimando, pulendosi la bocca per quanto possibile. Morgan
fu di nuovo su di lui.
-Attento, sai che provocarmi può
costarti molto caro…- gli sussurrò all’orecchio. All’improvviso i suoi occhi si
spalancarono e si allontanò di scatto da lui. –Cos’è
quest’odore?-
Chris si allarmò. Helena. Il bacio
che gli aveva dato doveva aver lasciato su di lui il suo odore. –Quale odore?-
cercò di svicolare lui.
-L’odore che hai addosso! E’
l’odore di un’umana giovane…- ringhiò lei girandogli attorno con aria di
sospetto.
L’ha sentita… -Sono stato a caccia prima, deve
essere l’odore di quella ragazza quello che hai sentito.- si giustificò Chris
cercando di risultare il più naturale possibile. Ma non lo era. Era nervoso e
Morgan se ne rendeva perfettamente conto.
-E’ lo stesso odore che avevo
sentito alla Torre quando sono venuta a farvi visita con Thor.- replicò lei con
uno sguardo crudele e sospettoso –Ne sono sicura: è un odore così particolare
che non capita spesso di incontrarlo.-
Chris era veramente allarmato: se
Morgan si ricordava così bene dell’odore di Helena, allora la ragazza non era al
sicuro. Avrebbe potuto rintracciarla facilmente a casa dei suoi genitori, se
Jeremy non l’avesse controllata a dovere avrebbe potuto trovarla e ucciderla, o
peggio… Thor si sarebbe incuriosito alla capacità di sopravvivenza e immunità
della ragazza e l’avrebbe fatta catturare per studiarla. Con uno scatto fu
subito in piedi, gli occhi puntati contro la vampira in un’espressione di
angoscia.
-State nascondendo qualcuno alla
Torre, Christopher?- domandò Morgan con un sorriso perfido sulle labbra
rosse.
-Non siamo così incoscienti,
Morgan.- obiettò lui con un sorriso di scherno –Sappiamo benissimo che ci tenete
sotto controllo, credi che saremmo così stupidi da nascondere degli umani in
casa? E a che pro, poi?-
Morgan si alzò a sua volta
avvicinandosi felina a lui, annusandolo ancora –Eppure questo non è il tuo
odore, Chris: questo è l’odore di un essere umano.-
Christopher le afferrò i polsi con
cattiveria, spingendola lontana da lui –Queste insinuazioni potrebbero costarci
molto care, Morgan, pensa a quello che dici!-
-I vostri segreti non resteranno
nascosti ancora a lungo, non con me.- sibilò lei divincolandosi dalla
presa.
-Vattene.- le intimò il vampiro con
decisione. Morgan si smaterializzò all’istante, ma la sua espressione non era
più né offesa né stizzita, era trionfante e perfida.
Helena.
E se si fosse appena messa sulle
sue tracce? Non poteva nemmeno pensarci. Si portò le mani alle tempie, cercando
di contrastare quell’istinto di soccorso che lo stava stuzzicando. Helena era al
sicuro da suo fratello, lui non avrebbe mai rischiato la sua vita… E allora
perché sentiva il bisogno di controllare che tutto fosse a posto? Più tempo
passava sulla terrazza, più sentiva l’angoscia aumentare. Alla fine si decise e
si materializzò sulla terrazza di casa di Helena.
Fortunatamente non c’era nessuno,
tranne la ragazza che sfogliava un album di foto seduta sul pavimento. Cercò di
non farsi vedere, ma Helena alzò lo sguardo verso la porta finestra attirata dal
rumore del vento e trovò gli occhi chiari del vampiro.
-Cosa ci fai qui?- gli domandò
andandogli ad aprire. Chris entrò felino nella stanza cominciando ad annusare in
giro e a guardare nelle ombre, ancora in preda all’ansia.
–Christopher?-
-Non è ancora qui… almeno non
sembra… E se arrivasse questa notte? Non le sarebbe difficile entrare e… Merda,
ho fatto una cazzata!- balbettava il vampiro mentre ispezionava ogni singolo
angolo della camera.
-Cosa succede? Chi dovrebbe venire qui stanotte?-
chiese Helena cercando di fermarlo e calmarlo.
-Ti devo portare via da qui, non
sei al sicuro.-
La ragazza lo guardò spaesata –Che
cazzo stai dicendo, Chris, me lo spieghi?- sbottò –Vuoi calmarti e spiegarmi
tutto? Io non capisco, perché dovresti portarmi via? Sono arrivata solo oggi,
avevi detto che mi lasciavi qui una settimana!-
Chris le lanciò uno sguardo
penetrante –Morgan ha riconosciuto il tuo odore poco fa.- le spiegò, con un tono
di voce tutt’altro che calmo –Sarebbe in grado di rintracciarti in qualunque
momento, non sei al sicuro a casa dei tuoi genitori. Io ti riporto alla Torre.-
e così dicendo tirò fuori dall’armadio della ragazza il suo borsone, ma Helena
lo bloccò con decisione.
-Chris, calmati!- disse
afferrandolo per un braccio –Non sei in grado di ragionare in questo momento, mi
pare. Io sono stanchissima, questa è stata una giornata stressante, ho bisogno
di una doccia e di dormire. Domani ne riparleremo con calma, torna pure alla
Torre e non preoccuparti.-
-Non se ne parla neanche: io resto
qui. Non ti lascio qui da sola mentre Morgan scorrazza per Sacrament alla
ricerca del tuo odore.- obiettò lui infilando nuovamente il borsone
nell’armadio.
Helena lo guardò con un attimo di
titubanza negli occhi –Fa’ un po’ come ti pare… Comunque io credo che tu ti stia
preoccupando per niente.-
-In questo momento non spetta a te
dire di cosa dovrei preoccuparmi, non sai di che è capace Morgan, soprattutto se
ci sono io di mezzo.- replicò Chris andando a controllare nuovamente alla
finestra e chiudendola a chiave –Tu fai quello che devi fare, io resterò qui a
fare da guardia.-
La ragazza continuò a guardarlo
spaesata, ma alla fine decise di fare come le era stato detto: prese il
necessario e si rifugiò in bagno, lasciandolo in camera sua a controllare che
tutto andasse come di dovere.
Quando tornò, Christopher era
seduto sul pavimento, ai piedi del letto, con in mano l’album di foto che prima
lei stava sfogliando. Si tamponò i capelli bagnati con l’asciugamano mentre
l’osservava.
-Sono le foto di quando ero
piccola.- gli comunicò issandosi sul letto.
-Bionda sembri un’altra.- commentò
lui girando le pagine –Sembravi anche più felice.-
Helena assunse un’aria sofferente
–Quando sei piccolo non ti accorgi di cosa ti circonda
veramente.-
-Non ho ricordi con cui
confrontarmi.- rispose Chris chiudendo l’album e lanciandole
un’occhiata.
Lei non seppe cosa rispondere,
l’idea che i vampiri non avessero dei ricordi le sembrava così fuori portata per
lei… -Io ho sonno, adesso dormo. Se puoi farmi il favore di non fissarmi tutta
la notte saresti gentile: mi metti ansia altrimenti.- disse infilandosi sotto le
coperte.
Chris reclinò la testa
all’indietro, posando la nuca sul materasso e socchiudendo gli occhi –Non
preoccuparti, quando siamo molto stanchi anche noi vampiri dormiamo.- le disse
–Solo non come voi: rimaniamo sempre coi sensi all’erta e non chiudiamo mai gli
occhi totalmente.-
-Come i gatti.- constatò
Helena.
-Più o meno.-
-Allora posso addormentarmi sicura,
con la mia guardia del corpo personale ai piedi del
letto.-
Chris sorrise, uno dei rari sorrisi
che gli solcavano le labbra dai contorni perfetti –Non corri rischi, dormi
tranquilla.- le disse in un sussurro.
-Buonanotte, micio.- lo salutò lei
tirandosi le coperte fin sopra le orecchie e spegnendo la
luce.
-Buonanotte,
Helena.-
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Capitolo 18 *** capitolo diciotto ***
CAPITOLO 18
Helena si svegliò di buon’ora,
aveva dormito bene quella notte, a casa sua, nel suo letto. Sorrise girandosi
meglio sotto le lenzuola, con un piede sfiorò qualcosa ai piedi del letto e si
tirò a sedere. Chris era ancora seduto a terra con la testa reclinata
all’indietro, sul materasso. Le braccia abbandonate lungo i fianchi e gli occhi
socchiusi.
Allora è così che
dormono… pensò la
ragazza, in quel momento Christopher non sembrava affatto un vampiro, ma solo un
bellissimo ragazzo placidamente addormentato…come un micio. Helena allungò una
mano, infilando piano le dita tra materasso ed il collo del vampiro, facendogli
i grattini sulla nuca, Chris mormorò qualcosa voltando appena la testa, poi
spalancò gli occhi.
Helena sobbalzò e ritirò la
mano.
-Cosa diavolo stavi
facendo?-
-Ecco…-
-Allora?- Chris afferrò il braccio
di Helena –cosa credevi di fare?-
-Mi sembravi un micio- lui la
lasciò andare con uno scatto. Helena si massaggiò il polso e si alzò dal letto
andando in bagno per rinfrescarsi. Non pensava di aver fatto chissà che azione
sconsiderata e lui invece aveva agito malamente, come sempre. Helena sbuffò,
irritata. Si lavò con calma e si cambiò, appendendo il pigiama dietro la porta
poi tornò in camera sua e si mise a riordinare un po’, sotto lo sguardo
insondabile di Christopher. Dopo aver fatto il letto, il vampiro ci si sedette
sopra, senza staccare gli occhi da lei e quello che stava
facendo.
-Non c’è bisogno che mi fissi in
quel modo- disse la ragazza –sei inquietante-
-Non mi
dire…-
Jeremy aveva sentito delle voci al
piano superiore, una certamente di Helena ma l’altra di qualcuno del quale non
apprezzava affatto la presenza. Senza esitare aveva piantato la colazione ed era
salito, mettendosi dietro la porta ad ascoltare.
Quello era senza dubbio il vampiro
che aveva portato lì sua sorella. Il ragazzo strinse il pugno lungo il fianco e
con l’altra mano spalancò la porta della camera di Helena.
Trovò sua sorella che rovistava
nella cassettiera mentre Chris la osservava seduto a gambe incrociate sul
letto.
-Cosa fa lui qui?- domandò Jeremy
entrando, Helena si voltò calma verso di lui, aprì la bocca per parlare ma il
fratello alzò una mano, proseguendo -voglio che sparisca da casa mia! Non voglio
un cazzo di vampiro qui dentro, men che meno quello che ti ha morsa davanti ai
miei occhi!-
-Jeremy, non hai capito- disse la
ragazza.
-No, tu non hai capito!- sbottò
lui, indicò Chris -quello è un mostro! Ti ha morsa, rapita e ti costringe a
vivere come una reclusa per i suoi interessi!- la ragazza sbatté piano gli
occhi. Fino al giorno prima la pensava esattamente allo stesso modo ma da quando
Chris l’aveva portata da Jeremy, assecondando la sua richiesta, vedeva il
vampiro in modo diverso.
Non le era dispiaciuto averlo li
quella notte, a vegliare sul suo sonno.
-Jeremy, calmati, ti prego- Helena
si avvicinò al fratello –è tutto ok-
-No che non è ok!- la ragazza
sospirò, capiva perfettamente il fratello ma capiva anche le ragioni di
Christopher. Il giorno prima, dopo che l’aveva morsa, si era svegliata in tempo
per sentire le parole del vampiro sul fatto che non volesse farle del male e le
era piaciuto sentirlo, aveva percepito che Chris cominciava a guardarla in modo
diverso rispetto a prima.
Chris si alzò dal letto con un
unico movimento fluido, puntando le iridi chiare in quelle del ragazzo, Jeremy
ricambiò lo sguardo con astio. Era proprio come Helena, senza alcuna paura, lo
fissava negli occhi come se volesse perforargli la testa.
-Non me ne
andrò-
-Ti voglio fuori dalla mia casa-
ringhiò Jeremy –e lontano da mia sorella-
-Jeremy, non è così semplice-
sospirò la ragazza.
-Invece si. Tu. Lui. Insieme.
Stanotte. Mi sembra chiaro come il sole- le scoccò un’occhiata traversa –dopo
quello che ti ha fatto lo difendi anche? Cos’è, hai la Sindrome di
Stoccolma?-
-A me non piace vivere da reclusa,
ma la mia vita è davvero in pericolo- tentò di spiegarsi lei, inutilmente,
Jeremy non voleva sentire ragioni. Voleva solo prendere il vampiro e sbatterlo
fuori di casa immediatamente.
Il campanello fece sobbalzare i due
gemelli, visto che Jeremy non si mosse, fu Helena che andò ad aprire la porta e
con enorme sorpresa, vi trovò Sebastian.
-Chris è qui,
vero?-
-Si, di sop…- ma il biondo l’aveva
già sorpassata. Sebastian salì le scale e trovò l’amico intento in uno scontro
di sguardi con quello che doveva essere il gemello di
Helena.
-Stanotte?- domandò incrociando le
braccia al petto e parlando bene a voce alta, di modo che anche gli altri due
sentissero ogni parola.
-Sono stato qui- Sebastian sollevò
un sopracciglio –Morgan mi ha trovato addosso l’odore di Helena e ha fatto molte
domande poi se n’è andata in cerca di Helena per
Sacrament-
-Merda-
-Già-
-E fammi indovinare…sei venuto qui
per proteggerla meglio-
-Stai insinuando?- Sebastian
sollevò le mani in segno di resa e sorrise a metà. L’arrabbiatura per la
discussione avuta il giorno prima era già passata, nonostante tutto lui e Chris
non riuscivano a restare arrabbiati l’uno con l’altro per troppo tempo, anche se
entrambi sapevano che la questione Eleanor era ancora da
definire.
-Allora, cosa
facciamo?-
-Per adesso Helena rimane qui-
stabilì Chris –cinque giorni ancora, non uno di più- la ragazza annuì e andò ad
abbracciare Jeremy, trattenendolo.
-Allora noi torniamo alla Torre, se
Morgan è attiva non è saggio lasciare Eny da sola troppo a
lungo-
-Sei preoccupato?- domandò Chris a
bassissima voce, così che solo l’amico potesse sentire, Sebastian corrucciò le
sopracciglia –ti piace davvero- non era una domanda. Ancora Sebastian non
rispose, non ci riusciva, un conto era ammettere che per Eny provava qualcosa, più difficile era definire
seriamente quello che sentiva per la ragazza. Già era complicata la situazione
in sé… nonostante avesse centinaia di anni alle spalle, non aveva mai incontrato
una ragazza come Eleanor e nemmeno provato qualcosa di simile a quello che
sentiva verso la ragazza. Il fatto che fosse umana però lo frenava
ancora.
-Andiamo, più stiamo qui e più
aumentano le possibilità che Morgan trovi Helena- disse il biondo uscendo dalla
stanza.
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Capitolo 19 *** capitolo 19 ***
CAPITOLO 19
Chris se ne stava sdraiato sul
divano della sala comune della Torre fissando il soffitto con uno sguardo
irritato e pensieroso. Non era sicuro di aver fatto bene a lasciare Helena da
suo fratello per tutto quel tempo: erano passati appena tre giorni, eppure gli
sembrava un tempo lunghissimo, così lungo da poter permettere tranquillamente a
Morgan di trovare la ragazza e magari ucciderla.
Per la prima volta temeva per
l’incolumità di Helena come individuo più che come mezzo per recuperare la
memoria, se ne rendeva conto solo ora. Stava cambiando qualcosa, ma non capiva
ancora che cosa… Di sicuro non si trattava di ciò che stava accadendo a
Sebastian e Eleanor. Non poteva essere niente del genere, lui non era così
sconsiderato da lasciarsi fregare a quel modo. Tuttavia sentiva che c’era
qualcosa di diverso, e non riusciva a mettere a fuoco di cosa si
trattasse.
Eny era seduta sul tappeto ai piedi
del divanetto con il diario di sua nonna sulle ginocchia e gli U2 sparati nelle
orecchie. Ogni tanto si metteva a canticchiare distraendo Chris dalle sue
riflessioni, il che da un certo punto di vista era un bene, poiché impediva al
vampiro di alzarsi per andare a controllare che Helena stesse ancora in buona
salute.
A un certo punto Chris lanciò
un’occhiata alle pagine ingiallite del libretto, domandandosi se la ragazza
fosse riuscita a trovare qualcosa di interessante per loro. Tornando a guardare
il soffitto con le sopracciglia sempre aggrottate le rivolse la
domanda.
Eny si tolse un auricolare –Mia
nonna sapeva nascondere bene ciò che pensava e provava, anche su carta la
questione non era diversa, a quanto pare.- rispose –Non sono riuscita a trovare
informazioni utili per la memoria ancora, però ci sono parecchie notizie sulla
nascita dei Masters e alcuni incantesimi di magia nera. Alcuni me li faceva fare
quando ero piccola, solo che mi saltava sempre un particolare per impedire che
avessero un qualunque effetto.-
-La nascita dei Masters risale a
tantissimo tempo fa. Nessun vampiro ne conosce la vera storia, è uno dei segreti
che se scoperti portano all’eliminazione di un vampiro comune.- disse Chris
senza voltare lo sguardo –Sono i primi vampiri apparsi sul mondo, non si sa come
né perché. Tua nonna aveva circa dieci mila anni quando è morta, secolo più
secolo meno.-
Eny spalancò gli occhi: realizzava
solo in quel momento la posizione che sua nonna doveva avere avuto quando ancora
era autorizzata a vivere nel Palazzo in cui si trovava anche Thor. –Tu e
Sebastian siete relativamente giovani, dunque, come vampiri.-
constatò.
Chris annuì –Siamo diventati
vampiri all’incirca nello stesso periodo, perché entrambi avevamo ricordi che
non risalivano più in là di qualche mese. Ci siamo incontrati vagando alla
ricerca di un punto di riferimento e di qualcosa da mangiare… All’inizio abbiamo
combattuto per il territorio come degli animali, poi, però, ci siamo accorti che
in due avremmo lavorato meglio. La Torre è diventata il nostro punto di ritrovo
e Sacrament ha cominciato a diventare sempre più familiare, mano a mano che
passavano gli anni e che si ingrandiva.-
-Siete così dal Diciassettesimo
secolo, giusto?- domandò la ragazza socchiudendo il diario e spegnendo il
lettore mp3, interessata dal racconto di Christopher.
Il vampiro annuì –Dal 1638, per
essere precisi. La mia età umana era all’incirca di 27 anni, Sebastian doveva
essere un po’ più vecchio di me, circa 30 anni.- disse –Non ricordiamo
assolutamente niente di quello che eravamo prima, non ci ricordiamo da dove
veniamo, non ci ricordiamo se avevamo una famiglia o meno… Niente. E’ così
triste non avere idea di quello che sei stato per la prima parte della tua
vita.-
Eny si morse il labbro inferiore,
riflettendo sulla situazione dei due –Immagino di sì, ma in fondo è una piccola
parte della tua vita. Perché rischiare così tanto per
riappropriartene?-
Chris si decise a guardare Eleanor
negli occhi, penetrandoli con uno sguardo strano. A volte faceva paura, sembrava
riversare tutta la sua frustrazione negli sguardi che lanciava alle persone che
gli rivolgevano la parola. –Come ho già detto ad Helena, io sono convinto di non
aver scelto di mia sponte di diventare un vampiro, al contrario di Sebastian.
Rivoglio la parte della mia esistenza che ho scelto
personalmente.-
-Come fai a dire che Sebastian ha
scelto e tu no?- lo rimproverò Eny, che non aveva gradito affatto il tono del
vampiro. Sembrava quasi volere accusare Sebastian per quello che era
successo.
Chris sospirò chiudendo per un
attimo gli occhi. Quando li riaprì aveva perso parte della sua ira e si rivolse
alla ragazza in tono tranquillo –A volte, capita che i vampiri chiedano
espressamente agli esseri umani di essere trasformati. Capita quando un vampiro
è in cerca di un clan con cui cacciare, come nel caso di Morgan o Sheila, in
quel caso si fa forza sull’eterna giovinezza e la vita eterna. E’ incredibile
come gli esseri umani possano trovare allettante queste cose… Non morire mai non
è una bella cosa, dopo un po’ cominci ad accorgerti che la vita ti riserva ben
poche cose che alla fine si ripetono in circolo.- disse passando le dita sottili
sul soffice velluto del divanetto. Dopo una piccola pausa riprese –Sebastian è
il tipo che avrebbe risposto di sì a una proposta del genere, lui stesso è
convinto di avere accettato di diventare vampiro senza costrizioni. Chi sceglie
lo diventa sempre, probabilmente perché i vampiri tendono ad avvicinare persone
che hanno già un potenziale. Io non credo di avere accettato, sono troppo legato
alle cose che già conosco per voler tentare tutto per qualcosa di ignoto… più o
meno come Amleto.-
Eny lo guardava con gli occhi
spalancati per lo stupore, non si aspettava di intrattenere una conversazione
del genere con Christopher. Lui le era sempre sembrato il più laconico dei due,
parlava solo se era necessario e il più delle volte era per litigare o sgridare
qualcuno per qualcosa che aveva fatto. Quelle parole le avevano rivelato una
parte di lui che non era ancora arrivata a scoprire e improvvisamente provava
per lui un immenso senso di pietà. Questo si guardò bene dal farglielo notare,
poiché lui non l’avrebbe presa bene col carattere che si
ritrovava.
-Mi impegnerò al massimo per
trovare quello che sperate sia scritto in questo diario, te lo prometto.- disse
riaprendo il taccuino, poi si voltò nuovamente a guardare Chris –Non hai mai
trasformato un essere umano in vampiro? Perché non chiedi a lui cos’ha sentito
nel passaggio?-
Chris scosse lentamente la testa
–Quando ti capita di trasformare un essere umano, i Masters lo percepiscono e
vengono a prelevarlo prima che la trasformazione sia completa. Poi lo lasciano
in libertà ancora in fase dormiveglia, abbandonato a se stesso. Nessuno sa cosa
succede quando se li portano via, non è lecito chiedere e non è consentito
accompagnare, non si ha nemmeno il permesso di rivelare al nuovo arrivato che si
è stati la causa della trasformazione. Né io né Sebastian sappiamo chi ci ha
trasformati, anche se naturalmente i nostri genitori di sangue lo
sanno.-
-Genitori di sangue… Chiamate così chi vi
trasforma?- domandò Eny.
-Esattamente. Io e Sebastian,
invece, siamo fratelli di sangue: insieme siamo più forti che separati.
Naturalmente gli altri vampiri non lo sanno, altrimenti saremmo
vulnerabili.-
-Per questo non avete un clan?-
continuò a chiedere la ragazza.
Chris annuì –Non tutti i vampiri
vogliono avere dei fratelli di sangue: implica una fiducia di fondo e la maggior
parte preferisce potere eliminare i membri troppo invadenti quando possibile.
Tra fratelli di sangue non è consentito: se uccidi un tuo fratello di sangue
muori a tua volta.- rispose.
Eny era sempre più stupita
dall’organizzazione che i vampiri avevano all’interno della loro “famiglia”.
Capiva così come poteva essere possibile che nessuno riuscisse a scoprirli
nonostante fossero così numerosi in una città come
Sacrament.
Chinando il capo sul diario
rifletté per qualche momento, poi lo sollevò e lo passò a Chris. –Se vuoi puoi
guardare cosa ho scoperto, visto che finora non hai letto ancora
niente.-
Il vampiro le lanciò uno sguardo di
sottecchi, ma afferrò il quadernetto senza esitazione, cominciando a sfogliarlo.
Non appena fu giunto alla terza pagina una fitta atroce lo assalì alla fronte,
mandandolo a carponi sul pavimento accanto a Eleanor. Stringeva gli occhi e i
pungi erano serrati contro le tempie, dalla sua bocca non uscivano grida, ma era
chiaro che il suo stato psichico doveva subire un dolore lancinante. A un certo
punto non diede più segni di vita, giaceva a terra immobile e gelido, come se
fosse morto. Spaventata, Eny corse a cercare Sebastian.
Era una serata particolarmente
scura. Il tempo stava minacciando l’arrivo di una tempesta, Christopher poteva
sentirlo dall’odore dell’aria. Si riusciva a distinguere appena qualche luce
della città nel buio, la cosa lo preoccupava: casa sua non sarebbe riuscita a
reggere un temporale troppo violento. Non era ricco, casa sua era poco più che
una baracca con un piccolo spiazzo davanti in cui si riduceva a coltivare
qualcosa che poi portava a vendere al mercato. Nonostante la sua vita fosse dura
non gli dispiaceva, in fondo aveva tutto quello che un uomo potesse desiderare.
I soldi non gli interessavano più di tanto.
Una voce infantile giunse dal basso
mentre una manina gli tirava docilmente un pantalone. Con un sorriso si chinò a
prendere in braccio quel bambino che lo guardava coi grandi occhi azzurri
preoccupati.
Non è niente, il temporale non
resterà a lungo. Domani vedrai l’arcobaleno…
Ma lui non cambiava espressione,
sentiva che qualcosa di brutto stava per capitare. Come tutti i bambini era
particolarmente sensibile alle situazioni che lo circondavano. Christopher
cominciò a preoccuparsi a sua volta.
All’improvviso un
urlo.
Poi più
urla.
Alla fine un dolore lancinante al
collo.
-Chris! Chris! Chris, cazzo,
svegliati!-
La voce di Sebastian gli giungeva
lontana, ma pian piano si avvicinava fino a destarlo del
tutto.
Aveva appena avuto un flash della
sua vita prima del morso decisivo.
Lui aveva una famiglia… una
volta.
Jeremy stava in piedi sulla porta
della camera della sorella, le braccia incrociate e la spalla abbandonata sullo
stipite. La guardava mettere le sue cose nella sacca con cui era
arrivata.
-Sei proprio sicura di volere
tornare da quelli là? Non possono obbligarti a tornare, e in più hai ancora due
giorni liberi.-
Helena si alzò lentamente dalla
cassettiera e andò a lasciare un bacio sulla guancia del gemello. –Non posso,
Jeremy. Se rimango qui rischiano moltissimo, non voglio che accada. Se torno da
loro ora non succederà niente, spero…- disse tornando alla sua
valigia.
Jeremy non sembrava convinto
–Secondo me se vai non torni più. Sento che c’è qualcosa nell’aria… non dovresti
andare.- le disse con un velo di disperazione nella voce.
Helena lo guardò con gli occhi
carichi di tristezza e tornò indietro ad abbracciarlo. –Oh, Jeremy! Ti prego,
non fare così! E’ già difficile per me andarmene, in più mamma e papà non
sembrano felici di avermi tra i piedi, quindi è meglio se non mi trattieni.-
disse definitivamente, afferrando la sacca e mettendosela a tracolla. Jeremy si
rassegnò a vederla uscire dalla sua stanza prima e da casa
poi.
-Promettimi solo che se succede
qualcosa farai attenzione, ok? Non fare di testa tua come al solito.- le fece
promettere fermandola trattenendola per un braccio.
-Stai tranquillo.- ripeté lei
dandogli un altro bacio e allontanandosi da lui.
Doveva tornare, non poteva rimanere
lì con Morgan che la cercava. Avrebbe rischiato di mettere in pericolo suo
fratello… Lui non aveva la protezione di due vampiri come lei, Morgan l’avrebbe
ucciso all’istante, per puro divertimento. Non poteva permetterlo. In più sapeva
che Chris preferiva averla sotto controllo, e per una volta non poteva che
dargli ragione.
Con questi pensieri si mise a
correre una volta in vista della Torre. Era così concentrata che non si era
accorta di una presenza non molto distante da lei. Con un fruscio sinistro
Morgan sbucò da dietro l’angolo di una strada.
-Ma bravo il mio Chris, e così te
la fai con una ragazzina… Credo che stavolta i guai saranno parecchi.- commentò
la vampira con un sorriso sinistro sulle labbra
rosse.
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Capitolo 20 *** capitolo 20 ***
CAPITOLO
20
Christopher ancora non si
capacitava di quello che era accaduto poco prima. Un ricordo gli aveva
attraversato la mente, fulmineo ma chiarissimo. Luoghi, odori,
sensazioni…sentimenti. E quel bambino dagli occhi azzurri identici ai
suoi…quanto calore aveva avvertito verso quel piccolo! La voglia di stringerlo
tra le braccia, di proteggerlo.
Un figlio? Un fratello minore?
Chris lo ignorava ma sentiva nascere un dolore sordo al petto, al solo pensiero
che quel bambino fosse morto da secoli…cominciò seriamente e per la prima volta
a chiedersi chi fosse prima di diventare un vampiro. Il ricordo era stato molto
dettagliato, ambientato nel 1600 circa, quindi le supposizioni sue e di
Sebastian circa le loro origini umane erano esatte, ma cos’altro? Cosa c’era
ancora?
Ma soprattutto…come era riuscito a
ricordare con tanta chiarezza quella scena? Il vampiro prese a girare in tondo,
camminando con passo pesante e le braccia incrociate sul petto, sentiva un
angolo remoto della sua mente agitarsi, era certo che qualcosa gli fosse
sfuggito. Con calma ripercorse tutti gli eventi di quell’ultimo periodo, più
precisamente da quando aveva incontrato Helena. Da allora erano accadute molte
cose strane, quel suo sangue così particolare e buono…l’incontro di Sebastian
con Eleanor, per non parlare della clamorosa scoperta riguardante Winifred Wood,
una Master che Chris ricordava molto bene, rivelatasi nientemeno che nipote
della ragazza. Da quel momento aveva avvertito una sorta di precipitare negli
eventi. La mente di Chris correva rapidissima su e giù lungo la scia di ricordi.
Sebastian non aveva mai avuto un flashback, lui si. Come mai? Eppure conducevano
lo stesso tipo di esistenza beh, non
proprio lo stesso… pensò il moro, lanciando un’occhiata alla porta che
conduceva alle stanze di Sebastian, l’amico era di là con Eny, poteva solo
immaginare cosa stessero facendo e non era affatto
d’accordo.
Eleanor era sì nipote di Wine Wood,
era portata per la magia nera ed era anche carina, con Sebastian aveva stabilito
da subito un legame piuttosto strano, ma innamorarsi di lei… era pur sempre
umana!
Certo che anche io con Helena…
scacciò quasi
subito quel pensiero dalla mente. Non si sarebbe mai fatto sopraffare come
Sebastian, anche se avrebbe dato qualsiasi cosa per poterla mordere
ancora.
Colto da una folgorazione si bloccò
in mezzo alla stanza.
Helena!
Solo io l’ho morsa… e solo io ho
ricordato! Avevo ragione! Il sangue di Helena è basilare per recuperare la
memoria… non è un caso che l’amuleto di Eny sia fatto con una goccia di sangue
simile… tutto torna. Se fosse stato diverso, Chris
avrebbe esultato, invece si limitò a sorridere serenamente, dopo centinaia di
anni, dubbi, domande… finalmente era giunto a qualcosa di concreto. Pensò di
chiamare Sebastian e comunicargli il risultato delle proprie riflessioni poi ci
ripensò non ho affatto voglia di
interromperlo mentre si fa Eleanor. E nemmeno di vederli. Sbuffò, prese un
giornale e si mise a leggere.
Nella stanza di Sebastian intanto,
proprio come Chris aveva pensato, Eleanor sospirava di piacere mentre le labbra
fresche del vampiro scendevano a baciarle il collo, un centimetro dopo l’altro,
con calma. Sentiva mille brividi attraversarle la schiena, era certa di non aver
mai provato nulla di simile… e non si erano ancora spinti oltre…la ragazza si
agitava al solo pensiero di fare l’amore con lui. Sebastian dal canto suo aveva
scoperto un lato di Eny che non si era aspettato, la ragazza infatti aveva
decisamente preso l’iniziativa, sedendosi sopra di lui con nient’altro addosso
che biancheria intima e la camicia da notte, lasciandosi
andare.
-Questo a Chris non piacerebbe
affatto- sorrise il vampiro lasciando un bacio sulle labbra della
ragazza.
-Forse, anche se mi sembra
diverso…ha fatto la guardia a Helena! Non ci avrei mai creduto,
sai?-
-Nemmeno io- Eny
sorrise.
-Credo che cominci a tenere molto
ad Helena e non solo per il suo sangue- Sebastian annuì ma in quel momento non
aveva affatto voglia di pensare a Christopher, aveva Eleanor tra le braccia,
voleva lasciare ogni altro pensiero fuori dalla porta e riuscire a passare un
po’ di tempo serenamente con lei. Accarezzò il viso caldo della ragazza con le
dita, poi scese lungo le spalle e la vita, infilando le mani sotto la camicia da
notte, spingendo le carezze un po’ più in là. Eleanor si
scosse.
-Sebastian…- mormorò –io
non…-
-Hai paura di
me?-
-Eh? Ma no!- disse lei –cosa
dici...però non posso fare a meno di pensare a mia nonna. Non potrei mai
chiederti di fare quello che ha fatto lei. Tu mi piaci molto- e arrossì
vistosamente –ma forse dovremmo lasciar perdere, io alla fine invecchierò, sarò
orribile, vecchia e probabilmente del tutto rintronata e tu resterai per sempre
come adesso…di certo finirai con lo stancarti di me, tra qualche anno- Sebastian
non rispose, si limitò ad abbracciare la ragazza, cercando di
calmarla.
Ci aveva pensato anche lui e la
sola idea di veder la sua Eny invecchiare e andarsene per sempre lo spaventava
molto. Tuttavia nelle vene della ragazza scorreva il sangue potente di un Master
e non di un Master qualsiasi bensì di Winifred Wood e Sebastian era convinto che
dopo un morso Eny sarebbe diventata una vampira piuttosto potente e non sarebbe
morta, come accadeva alla maggioranza delle persone.
-Non mi stancherò di te, promesso-
sussurrò all’orecchiò di Eny.
-Che ne sai? Magari incontri una
bella vampira o un’altra umana…voi siete tutti così perfetti…mi chiedo cosa ci
trovi in me-
-Tu sei speciale- Eleanor arrossì
ancora, nascondendosi nella spalla del vampiro.
-E smettila- il vampiro le sollevò
il viso con una mano, stava per baciarla ancora che il cellulare della ragazza
si mise a squillare. Sebastian borbottò qualcosa di molto poco carino, Eleanor
invece si alzò dalle gambe del vampiro e andò a recuperare il
telefonino.
-Si?-
-Eny, sono io. Manda Chris ad aprire la porta
qui sotto-
-Helena?- esclamò la ragazza
sollevando lo sguardo su Sebastian -ok, ok- chiuse la comunicazione –Helena è
qui sotto-
-Cosa? Dio ma è impazzita?- Eleanor
alzò le braccia in segno di resa –venire qui da sola! Col rischio di essere
seguita e…interrompendoci- sembrava quasi che lui fosse più scocciato per essere
stato interrotto in un momento interessante con Eny, piuttosto che preoccupato
per l’incolumità di Helena –vado a chiamare Chris, tu rivestiti- Eny annuì,
Sebastian si chinò a lasciarle un bacio sulla fronte prima di uscire dalla
stanza per avvisare Chris dell’arrivo inaspettato di
Helena.
-Helena, sei impazzita?- fu il poco
felice esordio del vampiro moro, quando spalancò la porta e trovò Helena
dall’altra parte, l’afferrò per un gomito –venire qui da sola, sapendo che
Morgan è in giro a cercarti! Cos’hai in quella testa? Se quella ti trova, la
morte è il meglio cui puoi aspirare!- Helena si mordicchiò il labbro inferiore,
abbassando gli occhi.
-Scusa, però…l’altro giorno eri
così preoccupato, ho pensato di dover tornare- sospirò -e poi sono tornati i
miei genitori- Chris aggrottò le sopracciglia –ho sentito uno stralcio di
discorso, in pratica non erano felici del mio ritorno. Pensavano già a come
mandarmi via di nuovo, così l’ho fatto da sola- si strinse nelle spalle, la mano
di Chris scese dal gomito al polso, tirò a sé la ragazza, passandole un braccio
attorno alle spalle.
-Non farlo mai più- Helena annuì
lentamente.
-Ma che bella scenetta commovente.
Mi viene da vomitare- un fruscio, Chris si portò davanti ad Helena in una
frazione di secondo e si trovò un pugnale affilato poggiato contro al petto.
Morgan gettò la testa all’indietro, scuotendo i capelli mossi. Chris snudò i
canini, il pugnale che reggeva Morgan affondò appena nella pelle di Christopher,
aprendo un lieve taglio.
La vampira annusò l’aria e si passò
la lingua sulle labbra.
-Helena…bel nome e ottimo odore,
posso solo immaginare cosa sia assaggiarti-
-Non la toccare-
-Non sei nella posizione per dirmi
cosa posso o non posso fare- in un attimo, accanto a Morgan apparvero altri
cinque vampiri, appartenenti al suo seguito. Per ultima, una presenza che era
ancora meno gradita di lei.
Sheila.
-Ora voltatevi e salite le scale,
da bravi- ordinò Morgan –il primo che caccia un grido, è cosa morta- Chris si
voltò e prese Helena per mano, facendola passare per prima, la ragazza tremava
visibilmente.
-Scusami Chris- mormorò salendo i
gradini di legno della Torre, adesso avrebbero trovato Eleanor e sarebbero stati
grossi guai –scusami- il vampiro dietro di lei non rispose, Helena gli lanciò
un’occhiata da sopra la spalla, Christopher sembrava insieme furioso e molto
preoccupato –mi dispiace-
-Ho capito. Stai zitta- le intimò
ma sempre stringendole forte la mano.
Giunsero in cima, Helena aprì la
porta ed entrò insieme a Chris.
-Cosa diavolo ti sei messa in…- le
parole morirono in gola a Sebastian non appena vide la compagnia che seguì l’amico ed Helena.
Morgan con seguito e quella pazza di Sheila. Il vampiro biondo avrebbe voluto
tornare indietro per dire a Eny di nascondersi ma la ragazza arrivò sorridente
dalle sue stanze e salutò l’amica, allacciando un braccio attorno a quello di
lui.
-Winifred- mormorò Sheila
allargando gli occhi, scambiò un’occhiata con Morgan poi batté le mani felice,
dondolandosi sui talloni –come sei bella!- esclamò con gli occhi spalancati che
luccicavano di luce folle. Eleanor si strinse a Sebastian, osservando
preoccupata chi era arrivato –così tenevate ben due umane nascoste qui! Che
bello! Adesso sono nostre!- Sheila batté ancora le mani, cercando di guardare
meglio Eny che invece si nascondeva il più possibile dietro a
Sebastian.
-Stai lontano da lei- sibilò il
biondo, sfoderando i denti.
-Questo vi costerà caro- disse
Morgan che sorrideva soddisfatta, fece un cenno. I cinque vampiri del suo
seguito di lanciarono contro Chris e Sebastian. I due furono costretti a
lasciare le ragazze per un attimo in quell’attimo, Morgan e Sheila comparvero
alle loro spalle, afferrandole. Le ragazze si dimenarono inutilmente, i due
vampiri si mossero ma ormai….
-Ora basta, abbiamo quello che
volevamo- disse Morgan tenendo Helena per i capelli, Sheila invece stava
praticamente abbracciando una disgustata Eleanor, strusciando una guancia contro
la sua.
-Che bello, abbiamo trovato
Winifred!- cantilenava la vampira, avvolta in un vestitino nero e rosa shocking,
con zeppe tremende ai piedi e i capelli in tinta –abbiamo Winifred! Abbiamo
Winifred! Thor sarà molto contento di riaverla, adesso potranno stare insieme…-
aggiunse, Eleanor girò gli occhi verso Sebastian ma il vampiro non sapeva cosa
dire o cosa fare. Chris era nelle medesime condizioni. Erano
impotenti.
-Ora da bravi, starete fermi e
buoni. Noi ce ne andremo con le vostre amiche, ok?- Helena gemette sotto la
stretta di Morgan –scopriremo perché le tenevate qui, non abbiate timore.
Dopodichè forse torneremo ad eliminarvi, dipenderà da
Thor-
-Maledette bastarde- ringhiò
Sebastian.
-Che brutte parole!- disse Sheila,
accarezzando il volto pallido di Eleanor che tentava inutilmente di scostarsi.
Un attimo dopo si era smaterializzata, portando la ragazza con sé, Sebastian
mosse un passo ma ormai Sheila era scomparsa con Eny.
-Chris- disse Morgan –avrei potuto
tollerare che ci fosse una vampira con te, ma fartela con un essere umano…non ho
parole. Tuttavia, se ci tieni, ti aspetto al Palazzo di Thor. Potrei anche non
uccidere questa ragazza, dipenderà da te-
-Cosa
intendi?-
-Fammi un’offerta che non potrei
rifiutare e la lascerò in vita- sussurrò la donna, facendogli l’occhiolino, in
un attimo anche lei scomparve con Helena e subito dopo, anche la sua
scorta.
Chris scagliò un pugno contro il
cemento della parete, la Torre intera vibrò.
-Maledizione!-
-Adesso?- fece Sebastian –non so
te, ma ho intenzione di entrare in quel fottuto palazzo e riprendermi
Eleanor-
-E come facciamo? Me lo dici?- un
sorriso si dipinse sul volto appuntito del vampiro biondo –perché mi guardi
così-
-Perché Wine Wood era un genio e
sua nipote una degna erede. L’intero diario di Winifred è un insieme di codici,
anagrammi ed enigmi. In questi giorni, Eny ha lavorato tutto il tempo per
decifrarli, credo che quello che ha trovato ti potrebbe
piacere…-
richiedo perdono... ma ora io sono libera da esami, e anche se la
mia co-scrittrice è in america per un anno, spero di riuscire a concludere la
storia! keep on enjoying us!
musicaddict
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Capitolo 21 *** capitolo 21 ***
CAPITOLO 21
Chris era diventato intrattabile.
Sebastian aveva dovuto passare le ultime tre ore a cercare di riportarlo in sé
senza successo: il suo compagno non accennava a calmarsi. Girava per la sala
comune come se fosse alla ricerca di qualcosa, soffermandosi ogni tanto vicino
al quadrante dell’orologio con un’espressione furiosa negli occhi. I suoi
lineamenti erano diventati ancora più appuntiti del solito, cosa che accadeva
solitamente solo quando era veramente fuori di sé. Sebastian non capiva cosa gli
stesse succedendo. Dov’era finito il suo famoso autocontrollo di cui andava
tanto fiero?
-Chris, per favore, calmati!-
sbottò a un certo punto lanciando all’amico uno sguardo inceneritore –Sono già
abbastanza in ansia per Eleanor senza che tu contribuisca,
grazie!-
Chris girò appena il viso al di
sopra della spalla per guardarlo, poi riabbassò lo sguardo –Non sei l’unico a
essere preoccupato, Sebastian. Se dovesse succedere qualcosa a Helena non me lo
perdonerei mai.- rispose.
Il vampiro biondo lo guardò
stupito, lasciando momentaneamente perdere l’analisi del diario di Winifred
Wood. Cos’aveva detto? –Allora non sono l’unico a provare qualcosa per un essere
umano…- commentò con un sibilo che Chris afferrò
benissimo.
-Non ho detto questo.- si affrettò
a chiarire senza perdere il suo tono apparentemente calmo –Morgan l’ha seguita
perché io l’ho lasciata andare da suo fratello. Se l’avessi controllata sempre
io non sarebbe successo… E lo stesso vale per Eleanor. Mi
dispiace.-
Sebastian sentì una fitta allo
stomaco a sentir nominare Eny. Dopo l’arrivo di Morgan e Sheila aveva capito
molte cose su quello che provava e adesso era disposto a tutto pur di riavere
indietro la ragazza. Non l’avrebbe lasciata nelle mani di Thor, non sapendo
quello che Wine era stata all’epoca per il Master. Cercando di non pensare a
questo, tornò a osservare le pagine del diario –Non è colpa di nessuno, Chris,
non cominciare a farti le paranoie.- intimò al compagno –Piuttosto, dammi una
mano a capire dove Eny può aver nascosto quello che ha scoperto, perché sul
diario non c’è niente.-
Chris si avvicinò a Sebastian.
Sapeva che nonostante le apparenze era più in agitazione di lui: rischiavano di
perdere molto di più di quello che avevano messo in gioco all’inizio… forse
entrambi.
-Eleanor non è certo il tipo da
mettersi a scrivere le sue note sul diario. Le avrà buttate giù su un foglio e
nascoste.- disse prendendo il diario dalle mani
dell’amico.
Sebastian lo guardò interrogativo
–Dove può averle messe? Non aveva accesso a tutti i lati della Torre, e in
camera mia ci sono ben pochi posti dove puoi nascondere qualcosa... e li conosco
solo io, tra l’altro.-
-Tu hai lasciato un accesso anche
troppo libero alle tue cose da parte di Eny.- gli fece notare Chris con un
pizzico di rimprovero nella voce –Siccome le hai lasciato sistemare la tua
stanza come fosse la sua, credo che tra le sue cose troveremo quello che
cerchiamo.-
Detto questo, chiuse il diario che
stava sfogliando e si diresse deciso in camera di Sebastian, ormai divenuta
camera di Eleanor. Sebastian lo seguiva attentamente, curioso di capire dove
volesse arrivare il suo compagno.
-Hai idea di dove potrebbe
nascondere un oggetto una ragazza?- gli chiese mentre lo osservava muoversi
fluidamente tra i vari mobili più o meno antichi della
stanza.
Chris annusò l’aria per capire
quali erano le zone più frequentate dalla nipote di Wine, purtroppo la cosa non
sembrò avere molto successo: le sue narici erano talmente abituate al suo odore
e a quello ancora più forte di Helena da non riuscire più a distinguerlo
chiaramente. Probabilmente era anche colpa del nervosismo che aveva addosso che
gli impediva di concentrarsi a dovere. Con uno sguardo che non ammetteva
repliche invitò Sebastian a dargli una mano.
-Non capisco perché Eny abbia
dovuto nascondere quelle pagine! In fondo le ha scritte per noi, che senso aveva
nasconderle!- borbottò il biondo spostandosi alternativamente da un angolo
all’altro della camera cercando dove l’odore della ragazza risultasse più
intenso.
-Il senso è che, nel caso Morgan o
Thor fossero tornati a farci visita, come tra l’altro è in parte accaduto, non
avrebbero scoperto cosa stavamo tramando.- lo illuminò Chris continuando a
cercare –Sono lieto di constatare che, se non altro, ti sei scelto un’umana
intelligente.-
Sebastian gli riservò un’occhiata
ambigua; non sapeva se essere contento del riconoscimento che Chris gli aveva
appena concesso, o se offendersi per il trattamento. Improvvisamente gli tornò
in mente il motivo per cui stavano cercando quei fogli e la leggerezza che
quegli ultimi momenti avevano portato si allontanò dal suo
petto.
Eleanor.
-Credo che la zona della
cassettiera sia la più frequentata, anche se non potrei esserne sicuro.- disse a
un certo punto annusando attentamente l’aria attorno a una vecchia cassettiera
del Diciassettesimo secolo.
Chris gli fu accanto in una
frazione di secondo –Dammi una mano a svuotare i
cassetti.-
-Non credo sia un’idea saggia: non
puoi sapere cos’altro ci sia tra le cose di Eny.- obiettò Sebastian, ma
l’occhiataccia che ricevette in risposta lo fecero desistere dal sostenere la
sua opinione. Senza replicare altro si fece avanti per aiutare Chris a
rovesciare il primo dei cassetti.
Vestiti.
Nessuna traccia di biglietti o
pagine scritte dalla ragazza.
-Cerchiamo negli altri.- insistette
Chris cominciando già ad estrarre il secondo cassetto.
Sebastian sentiva le lancette
dell’orologio ticchettargli nelle orecchie con un’insistenza snervante. Più
tempo passava, più Eleanor rimaneva in balia di Morgan, Sheila e, peggio ancora,
Thor. Il Master era stato perdutamente innamorato della nonna della ragazza per
secoli, prima che arrivasse Samuel Wood a rovinargli i piani. Dopo l’esilio di
Wine dal Palazzo le regole tabù erano aumentate e i controlli centuplicati
rispetto a prima, Thor era diventato praticamente ossessionato dalle nuove
reclute di sesso femminile: in ognuna cercava un ritorno di Wine, una
somiglianza, un qualche particolare che la riportasse a lui. Il fatto che
Eleanor fosse il ritratto di sua nonna non faceva altro che complicare la
situazione in cui si trovavano tutti e quattro.
Dovevano fare in
fretta.
-Forse in questo c’è qualcosa.-
disse Chris dopo aver riversato sul pavimento il contenuto dell’ultimo cassetto
–Cerchiamo accuratamente.-
Sebastian lo guardò storto –Mi stai
chiedendo di rovistare tra la biancheria intima di Eny?-
domandò.
Chris sollevò appena gli occhi
glaciali da sotto i ciuffi ricci –Non so te, ma tutto quello che possiamo fare
dipende dal biglietto che stiamo cercando e io voglio trovarlo. Se non credi di
contenere i tuoi istinti sessuali semplicemente rovistando tra qualche paio di
mutandine femminili, allora non farlo, ma ti avverto che ci metteremo di più,
data la quantità.-
Il volto di Sebastian aveva
raggiunto un rosa pallido, l’equivalente del rossore di un comune essere umano.
Senza proferire parola si accucciò a sua volta sul pavimento e cominciò a
cercare i fogli di cui avevano bisogno. Era impossibile per lui non pensare a
quello che stava succedendo tra lui ed Eny appena poche ore prima… ogni volta
che sfiorava un suo indumento gli tornava in mente tutto. E se non avesse più
potuto rivivere quei momenti? A cosa serviva vivere un’eternità senza qualcosa
che si aveva avuto per pochi minuti?
-Ehi, forse ho trovato quello che
cerchiamo!- esclamò ad un certo punto sollevando un pacchetto di fogli ripiegati
in quattro. Chris gli fu dietro con un balzo felino. –La scrittura è quella di
Eleanor… Ci sono dei disegni.-
La mano del moro si allungò per
afferrare il primo dei fogli che recava varie illustrazioni. Il primo sembrava
la pianta di un parco giochi, vicino si poteva leggere una nota lasciata dalla
ragazza: Parco St. Margaret, nonna mi ci
portava quando avevo circa 7 anni. –Non mi interessa dove la portava sua
nonna da piccola! Voglio sapere qualcosa di più utile al momento!- sbottò
lanciando il foglio sopra la biancheria sparsa.
-Aspetta un attimo!- lo interruppe
Sebastian riafferrando il foglio –Credo di aver capito di cosa si tratta… Sì,
guarda!- disse mettendo le pagine sotto il naso scettico del compagno –Sembrano
tutte piante di parchi, cimiteri o posti in cui Winifred la portava da bambina,
ma se guardi meglio… Vedi? Sono piante in scala ridotta di un palazzo! Del Palazzo!-
Chris riprese in mano i fogli che
Sebastian gli porgeva e li girò attentamente. Aveva ragione: quello che a lui
era sembrato un parco giochi, se guardato dall’angolazione giusta era l’ingresso
del Palazzo dei Masters. Winifred Wood aveva nascosto tra le pagine del suo
diario l’intera pianta del Palazzo.
-E non è tutto!- continuò Sebastian
–Sui fogli c’è anche scritto come accedere a vari passaggi segreti e come
superare certi trabocchetti. Eny li ha scritti giù tutti… In più ci sono degli
incantesimi di magia nera che ci potrebbero tornare
utili.-
Chris annuiva piano, continuando a
guardare le piantine del Palazzo. Era preoccupato per la sorte delle due
ragazze, per la prima volta in quattrocento anni se ne fregava altamente di
quello che sarebbe potuto succedere a lui o a Sebastian se li avessero trovati
nel Palazzo senza essere scortati. Era disposto a tutto, anche ad assecondare
gli istinti perversi di Morgan; la frase che lei gli aveva detto andandosene non
se n’era ancora andata dal suo orecchio. Fammi una proposta che non potrei
rifiutare. Sapeva cosa voleva, lo sapeva benissimo, e sapeva che avrebbe
implicato ben più del suo onore accontentarla, ma se non ci fossero stati altri
modi per salvare Eleanor ed Helena avrebbe dovuto piegarsi anche a
quello.
-Scordatelo!- gli giunse la voce di
Sebastian. Alzando gli occhi incrociò quelli scuri del suo amico guardarlo
minacciosi –Non ti abbasserai a tanto. Morgan non è una vampira di parola, non
libererà né Eny né Helena dopo che avrà ottenuto quello che va cercando. Si
limiterà a farti guardare mentre tortura Helena fino alla morte e poi ti porterà
da Thor per farti giudicare. Troveremo un altro modo.-
-Potrebbe essere quello l’unico
modo.- gli fece notare Chris consegnandogli i fogli.
Sebastian scosse la testa –No. Noi
siamo fratelli di sangue: insieme possiamo più di una schiera di vampiri,
ricordi? Morgan non avrà quello che vuole, ci ha già creato abbastanza
guai.-
Chris annuì soprappensiero –Sarà
l’ultima spiaggia. Analizziamo le mappe, gli incantesimi e i segreti del Palazzo
e poi andiamo. Se ci scoprono uno resta a fare da palo e l’altro cerca di
continuare, ok?-
-Non fare l’eroe romantico, Chris,
se ci scoprono combattiamo insieme. Non ti lascio indietro a combattere contro
l’esercito di Thor, non se ne parla nemmeno. Tu servi a Helena almeno quanto io
servo a Eny. Dividerci non servirà a niente.- protestò
Sebastian.
Chris sorrise appena facendo
luccicare la punta di un canino. Alla fine era giunto il momento… Dopotutto
l’aveva aspettato.
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Capitolo 22 *** capitolo 22 ***
CAPITOLO
22
Sacrament, il suo regno.
Dall’ultimo piano del Palazzo, da quella finestra, Thor dominava la città con lo
sguardo. Ogni angolo, ogni anfratto di quella enorme metropoli era sotto il suo
controllo, ne conosceva i segreti, la vita diurna, notturna, tutto. Vampiri e
uomini sotto al suo controllo erano diffusi come un cancro, dai prestigiosi
palazzi del potere, alle catapecchie.
Solo la periferia era parzialmente
selvaggia, ma il Master contava di assoggettare ben presto anche quella parte di
città al suo volere. Era inevitabile.
Ciò che Thor desiderava, Thor
possedeva. Poteva essere un oggetto, un’anima, una donna o una vampira… persino
Morgan e Sheila, che tra non molti anni sarebbero state elevate al rango di
Master, non erano che cagnoline al suo servizio.
Le aveva scelte personalmente tra
le donne più belle e pericolose, le aveva trasformate, ne aveva assunto il pieno
controllo. Erano sue, dalla punta dei capelli, alla punta dei piedi. Persino
Sheila che andava solo con le donne si piegava al suo volere, che fosse una
missione, che fossero notti di sesso.
In cambio, lui lasciava loro ampi
spazi di manovra nel territorio.
Un buono scambio osservò mentre il sole era ormai
tramontato e le mille luci dei locali si accendevano. Avvertì due presenze sulla
soglia della porta, quasi sempre aperta. Due presenze familiari e due odori
decisamente umani. Thor si voltò nella penombra, riconobbe il profilo irregolare
degli abiti di Sheila e le lunghe gambe affusolate di Morgan, le due vampire
tuttavia tenevano ben stretti a sé due esseri umani.
-Abbiamo qualcosa per te- disse
Morgan.
-Qualcosa che ti piacerà molto-
aggiunse Sheila ridacchiando e dondolandosi sui talloni –ma proprio
tanto!-
Il Master batté le mani e le luci
si accesero. Una rapida occhiata, due umane, giovani, nemmeno venticinquenni.
Una vestita completamente di nero, capelli neri, pelle bianchissima e occhi
molto chiari, carina e con un odore che non aveva mai sentito. Ispirò a fondo e
passò all’altra.
Per qualche secondo il Master smise
di riflettere.
Poteva essere lei? Poteva? Eppure…
aveva sentito voci che la davano morta.
Winifred. La SUA
Winifred.
-Sapevo che ti sarebbe piaciuta!-
Sheila avanzò tirandosi dietro la ragazza, Eleanor scoccò un’occhiata a Helena,
ma anche lei era impotente. Cercava di rimanere fredda, ma aveva paura, come non
ne aveva mai avuta, Morgan e Sheila erano pazze da legare… per la prima volta
rimpiangeva davvero di non essere insieme a Christopher. Nel bene o nel male, il
vampiro a parte qualche screzio iniziale, non l’aveva mai davvero trattata come
una stupida sacca di sangue senza cervello.
-E’ così uguale- mormorò Thor,
afferrò Eny per un braccio, attirandola a sé. La ragazza tremava
impercettibilmente, le due vampire avevano spiegato sia a lei che ad Helena chi
fosse Thor, quanto potere avesse e cosa poteva fare loro se non avessero
ubbidito… ed era spaventata. Quanto aveva letto nel diario di sua nonna circa
Thor contribuiva ad aumentare l’agitazione –Wine…-
-Mi chiamo Eleanor- sussurrò
lei.
-Wine- ripeté Thor come se non
l’avesse nemmeno sentita –sei tornata-
-Posso tenerla con me?- domandò
Sheila –è molto carina, ho in mente qualche giochino da fare insieme…- Thor la
fulminò con lo sguardo. Un guizzo della mano e Sheila finì a terra con un segno
sulla guancia.
-Lei è mia- sentenziò –toccala
anche solo col pensiero e rimpiangerai di aver ricevuto il dono della parola-
con uno strattone tirò Eny dietro di sé. La ragazza guardò Helena, ancora tra le
grinfie di Morgan.
-E lei?-
-Si chiama Helena, le abbiamo
trovate tutte e due alla Torre, da Chris e Sebastian- rispose la vampira
sorridendo a metà –come avrai notato questa ha un odore molto particolare, forse
è speciale… altrimenti non si spiega come mai l’abbiamo tenuta in vita. Cosa ne
devo fare?- Thor rifletté per qualche secondo, il ragionamento di Morgan era
valido. D’altra parte ora che aveva ritrovato Winifred, la sua disposizione
d’animo era decisamente migliorata.
-Non ucciderla per alcun motivo, la
esaminerò personalmente. Tienila in vita e rinchiudila in una stanza del secondo
piano, che nessuno la veda- Morgan annuì e scomparve, tirandosi dietro Helena
–quanto a te- disse rivolto a Sheila che si stava alzando da terra –porta Wine a
sistemarsi e dalle un vestito decente, raccogli la sua roba e riportala da me.
Sarà mia ospite a cena- guardò Eleanor e le sorrise, la ragazza si sentì venir
meno. Voleva parlare ma aveva la lingua incollata al palato e senza proteste si
lasciò condurre via da Sheila.
-Sei fortunata- ringhiò Morgan –Helena- chiuse la porta alle proprie
spalle e spinse la ragazza a terra -credi non abbia capito? Era tuo l’odore che
ho sentito l’ultima volta che sono stata alla Torre, è per coprire una schifosa
umana come te che Christopher mi ha baciata… stavolta però andrà
diversamente-
-Non ti scoperebbe nemmeno se fossi
l’ultima donna sulla terra- sbottò Helena allontanandosi da lei, Morgan
rise.
-Sbagli- stabilì la rossa –Chris
sarà mio e sarà proprio la paura di veder morire te a farlo cadere tra le mie braccia, è
da centinaia di anni che cerco un modo per averlo… ora finalmente l’ho trovato.
Ha sbagliato ad attaccarsi così ad un essere umano- sorrise con convinzione –se
fai la brava, ti lascerò guardare-
-Mi fai vomitare-
-Sta tranquilla, appena Chris
cederà, ti ammazzerò come meriti. Dopo essere stato con me non avrà nemmeno la
forza di difenderti- Helena non controbatté. Sperò ardentemente che Chris non
cedesse alle lusinghe della vampira per due motivi, anzitutto non voleva morire
e poi… l’idea di loro due insieme non le piaceva affatto. Onestamente, non
riusciva a vedere alcuna donna vampira o meno, accanto a lui. Guardò Morgan
uscire e chiudere la porta a chiave. Si rannicchiò in fondo, in un angolo
polveroso e raccolse le ginocchia al petto, aveva fame e la stanza era semi
immersa nel buio… cosa doveva aspettarsi adesso? Dov’era
Eleanor?
Chris e Sebastian verranno a
prenderci… si
sforzò di pensare Sebastian per forza…
non lascerà Eny nelle mani di Thor… ma Chris? Verrà anche lui? Verrà ad
aiutarmi? appoggiò la testa sulle ginocchia e sospirò, sperando non
capitasse niente di brutto.
Eleanor si agitò, infilata in un
abito fin troppo stretto e scollato per i suoi gusti. Sheila l’aveva portata a
farsi un lungo bagno caldo, successivamente aveva personalmente provveduto a
sistemare i capelli, il trucco e i vestiti. Aveva raccolto la sua roba in una
borsa e l’aveva costretta ad indossare un abito di quelli che Wine aveva
indossato spesso, dalla gonna lunga scura, il corpetto stretto che lasciva
scoperte spalle e decoltè, maniche a campana. Tutto in rosso e in
nero.
Mentre si fissava nel riflesso di
una vetrata, Eny realizzò quanto in quel momento somigliasse a sua
nonna.
-Thor sarà felicissimo di
rivederti, Winifred!- trillò Sheila rimirando il riflesso della ragazza nel
grande specchio che aveva davanti –Gli sei mancata tanto, lo sai?- continuò poi
strofinando il naso contro la sua guancia. Eleanor si ritrasse schifata e
spaventata allo stesso tempo.
-Io non sono Winifred, io mi chiamo
Eleanor. Winifred era mia nonna.- cercò di protestare mentre la vampira la
conduceva fuori dalla stanza, quasi trascinandola per un
braccio.
Sheila ridacchiò divertita –Oh, ma
non è importante! D’ora in poi sarai Winifred e vivrai qui. Thor ha sicuramente
grandi progetti per te, ha aspettato così tanti anni…-
Eleanor gemette mentre attraversava
un lungo corridoio illuminato da delle torce sorrette da delle inquietanti
statue di pietra. Ritraevano tutti delle figure umane, donne e uomini, che
reggevano la sorgente del fuoco tra le loro mani, vestiti con dei sontuosissimi
abiti della manifattura di quello che stava indossando lei. Trasalì quando si
accorse che l’ultima di queste statue era la sua
fotocopia.
-Nonna…- sussurrò, ma non ebbe il
tempo di dire altro che Sheila l’aveva tirata oltre il grande portone che
avevano di fronte. La scena che le si presentò davanti non le piaceva per
niente: un lungo tavolo di legno apparecchiato per una grande cena, gli unici
due posti si trovavano l’uno al capo opposto del tavolo. Se non altro non dovrò sopportare la sua
vicinanza… pensò la ragazza cercando di richiudersi su se
stessa.
-E’ qui, Master!- annunciò la
vampira rivolta a una figura alta che si trovava nell’ombra. Thor si girò appena
e con un cenno congedò Sheila. Eleanor si sentì in
trappola.
-Accomodati.- disse Thor facendo
cenno alla ragazza di sedersi al posto più vicino –Sei
bellissima.-
Nessun sorriso le era mai apparso
così dolce, gentile e orribile insieme. Si sedette senza proferire
parola.
-Non dovresti avere paura di me,
non permetterò a nessuno di farti del male. Morgan e Sheila non sono pericolose
se sono sotto il mio controllo, il che avviene praticamente sempre… finché
rimani qui.- continuò il Master accarezzandole appena il collo e andando a
sedersi al suo posto. Un brivido gelido percorse la spina dorsale di
Eleanor.
-Dov’è Helena?- domandò stringendo
forte i pugni sulla stoffa morbida della gonna.
Il vampiro si accigliò appena –Se
ne sta occupando Morgan.- rispose. Eny trasalì. –Ma è ancora viva. Non posso
impedire a Morgan di vendicarsi, però: lo sai, prova un certo interesse per
Christopher e non le è piaciuto il suo atteggiamento negli ultimi
tempi…-
-Non è colpa di Helena se Chris non
la vuole.- obiettò Eleanor cercando di suonare risoluta, ma fallendo
miseramente.
Thor sorrise –Questa è una cosa che
riguarda solo Morgan e la tua amica… e Christopher, naturalmente, ma questo si
vedrà a tempo debito. Non credo dovremo attendere molto prima di vedere arrivare
i nostri compagni.-
Eny sentì una morsa dolorosa allo
stomaco. Sebastian… -Cosa ti fa
pensare che verranno?-
-Credi che sia uno stupido? Ho
sentito l’odore che avevi addosso quando sei arrivata e si dà il caso che
appartenga a Sebastian.- Eleanor spalancò la bocca per replicare –Sono un
Master, ho la capacità di riconoscere l’odore dei miei vampiri, anche se
teoricamente non ne possiedono uno, ma hanno delle emanazioni. Verrà a cercarti e
Christopher verrà a cercare Helena, ne sono sicuro. Christopher non è uno
sconsiderato, non avrebbe nascosto Helena nella Torre se non per uno scopo ben
preciso, verrà a riprendersela.-
La cena arrivò servita da due
esseri umani in atteggiamento servile, Eleanor la guardò con
repulsione.
-E se non venissero? Cosa ne sarà
di noi?-
Thor alzò lo sguardo concentrandolo
sulla figura che gli sedeva di fronte. Come ti somiglia, Wine… -Tu resterai con
me, sarai per me quello che tua nonna non ha voluto essere, preferendo un essere
umano a me!- un gesto di rabbia sferzò l’aria –Per quanto riguarda la tua amica,
non posso garantire per lei dopo che l’avrò studiata personalmente. Ha un odore
particolare, potrebbe tornare utile a molti di noi.-
Se si accorgono che Helena non può
morire dopo il morso di un vampiro per lei è la fine. Pensò la ragazza sforzandosi di
mangiare qualcosa per distrarre il vampiro dalle sue azioni. Devo trovare un modo per farla uscire da
qui!
-Saremo felici io e te, vedrai,
avremo un’eternità di felicità insieme.- disse Thor con lo stesso tono dolce e
terrificante di prima. Eleanor sperò che Sebastian e Chris trovassero il modo
per venire a liberarle.
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Capitolo 23 *** capitolo ventitré ***
CAPITOLO 23
Sebastian si materializzò appena
dietro Chris, da dietro l’angolo dell’edificio abbandonato potevano vedere una
costruzione apparentemente anonima, ma celante il palazzo di
Thor.
La magia nera di cui disponevano i
vampiri era talmente potente da riuscire a nascondere un palazzo maestoso e
immenso, facendolo apparire agli occhi degli esseri umani come un vecchio
zuccherificio in rovina. I vampiri di Sacrament, tuttavia, potevano riconoscere
benissimo la struttura gotica erigersi in tutto il suo splendore nella periferia
della città, una fortezza del male nociva per gli stessi
sudditi.
Perché i vampiri erano dei veri e
propri sudditi per Thor, ed era per questo che Sebastian e Chris avevano
cominciato a ribellarsi molti decenni prima. Esattamente quando il Master aveva
cominciato la guerra contro Wine Wood.
-Non ci sono sentinelle.- sussurrò
Sebastian.
Chris annuì –Ci sono abbastanza
trabocchetti dentro per potersi permettere di non tenere delle sentinelle in
esterno che potrebbero destare la curiosità di qualcuno.-
-Allora entriamo, ma una volta
dentro? Che facciamo?- domandò il biondo annusando l’aria per
precauzione.
-Seguiamo le indicazioni di Eleanor
e cerchiamo di non farci sorprendere da qualche secondino o guardia. Sono già
stato nel Palazzo e mi ricordo bene come sono i guardiani di Thor, meglio
evitarli.- rispose Chris avviandosi verso l’entrata del castello. Sebastian lo
seguì estraendo già i fogli che avevano trovato tra gli indumenti di
Eny.
L’ingresso era costituito da un
ampio corridoio apparentemente infinito, ma più indugiavano nel proseguire, più
questo sembrava mutare forma. Improvvisamente Chris bloccò Sebastian che stava
avanzando dietro di lui, qualcosa non lo convinceva.
-Non muovere un passo.- gli intimò,
sempre in un sussurro.
Sebastian lo guardò interrogativo e
un po’ allarmato –Hai sentito qualcosa?-
-Peggio, ho visto qualcosa.- disse il moro –Guardati
bene attorno: vedi niente di diverso?-
Sebastian si guardò attorno,
esaminando attentamente ogni singolo angolo buio del corridoio in cui si
trovavano, finché non capì cosa intendeva Chris: il corridoio non era più tale,
si era trasformato in un vicolo cieco. –Cosa significa?-
-Vorrei tanto saperlo.- ringhiò
Chris –Guarda se tra gli appunti Eny dice qualcosa.-
Dopo qualche secondo Sebastian alzò
gli occhi, un’espressione funerea in volto –E’ un
labirinto!-
Chris lo osservò sconcertato
–Eleanor ha disegnato la pianta, vero?-
-Se fosse così semplice non sarei
preoccupato, non ti pare?- sbottò l’altro vampiro –Questo labirinto è mutevole:
ogni errore che noi compiamo nel percorrerlo consiste in una sua modifica.
Eleanor ha segnato i percorsi da compiere mano a mano che questo
cambia…-
-Qual è il problema, allora, se
abbiamo le mappe?-
Sebastian gli mise sotto gli occhi
i fogli degli appunti –Il problema è che ne abbiamo solo cinque, tante quante
sono le possibilità di riuscita che abbiamo!-
Il vampiro moro cominciò a
inquietarsi a sua volta, tutto quello non preannunciava nulla di buono –E cosa
succede se sbagliamo più di cinque volte?-
-I guardiani ci vengono a prendere…
e non è detto che ci portino da Thor.-
Questo sconvolgeva i loro piani,
soprattutto perché evidentemente il labirinto era già cambiato una volta e loro
non erano certi che quella fosse stata l’unica modifica avvenuta fino a quel
momento. Se avevano solo cinque possibilità di errore non potevano permettersi
altri sbagli, ma non sapendo a che punto erano non potevano nemmeno sapere quale
mappa seguire.
-A quale mappa siamo?- domandò
Christopher restituendo le mappe al compagno.
Sebastian le afferrò per
controllare –Credo alla terza, almeno secondo il disegno di Wood. Gli errori
vengono calcolati in base i passi.-
-Cosa intendi
dire?-
-Che dobbiamo fare un certo numero
di passi in una direzione e un certo numero in un’altra, se passiamo quel numero
il labirinto cambia e noi perdiamo una possibilità.- rispose
Sebastian.
Chris si guardò intorno con la
stessa diffidenza di un gatto. In quel momento tutto l’odio che provava per Thor
gli bruciava sotto la pelle diafana. –Allora cerchiamo di non fare errori e
contiamo insieme.- disse, poi si voltò verso l’uscita dal vicolo cieco –Quanti
passi?-
Helena si risollevò a fatica dal
freddo pavimento di pietra. Le ossa le facevano male, ma la sua mente assente la
preservava da gran parte del dolore che Morgan le stava
infliggendo.
-Non sei ancora stanca?- ghignò la
vampira girandole alle spalle –Io mi sto divertendo…-
La ragazza riuscì a rimettersi in
piedi appoggiandosi alla parete più vicina, un sorriso le attraversava le
labbra, un sorriso senza gioia –Fa quello che vuoi, a me non importa
niente.-
Morgan assunse improvvisamente un
atteggiamento serio e di sdegno –Disprezzi così tanto il tuo corpo? Eppure quel
corpo è riuscito là dove io ho fallito fino ad ora!-
-Io non c’entro niente con
Christopher, ma non mi meraviglia sapere che ti ha rifiutata fino ad ora…-
replicò Helena cercando disperatamente di non crollare a
terra.
Quella frase scatenò ancora l’ira
di Morgan, la quale usò nuovamente il suo potere sulla ragazza. Helena
resistette qualche istante prima di cedere sotto la forza che la colpì
violentemente al petto smorzandole il fiato per un attimo.
-Ti conviene fare meno ironia in
mia presenza, ragazzina!- sibilò la vampira, il volto sfigurato da una smorfia
di puro odio –Non spetta a te giudicare! Solo perché trova il tuo odore più
saporito di quello degli altri esseri umani credi di poterti permettere certe
sentenze? Credi che ci sia tanto di più nel suo cuore nei tuoi confronti? Ti
sbagli. I vampiri sono esseri creati per uccidere, sono nemici degli esseri
umani, tutte le loro relazioni sono dei tornaconto
personali.-
Helena sputò sangue, questa volta
non riuscì a rialzarsi, ma si limitò a ruotare il corpo su un fianco. L’odore
forte del sangue della ragazza giunse alle narici da cacciatrice di Morgan, la
quale ebbe l’istinto di assalire l’umana agonizzante ai suoi piedi. Tuttavia non
lo fece, ucciderla in quel momento sarebbe stato troppo semplice, non avrebbe
portato gioia. Doveva essere Chris stesso a vederla morire sotto le sue
fauci.
-Puoi continuare quanto vuoi, tanto
Chris non verrà mai a prendermi.- disse Helena –L’hai detto tu stessa: a lui di
me non gliene importa niente.-
Il sorriso di scherno tornò a
delinearsi sul volto di Morgan –Oh, ma Chris e Sebastian hanno molto più che due
esseri umani da perdere… Loro verranno a riprendervi perché siete le prove che
loro hanno tradito di nuovo Thor, e
al nostro Master certe cose non piacciono.- Helena la guardò allarmata, per la
prima volta dopo tanto tempo provava un vero senso di terrore. –Intanto io mi
divertirò con te, ma non ti preoccupare: non ti ucciderò prima di averti
permesso di rivedere il tuo vampiro.-
La ragazza riabbassò lo sguardo,
desiderava fortemente stringere i pugni, ma il suo corpo era troppo debole per
compiere qualsiasi movimento. Sentì una forza sovraumana sollevarla da terra e
tenerla sospesa per qualche secondo nel vuoto. Poi lo schianto, il freddo e il
buio.
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Capitolo 24 *** capitolo 24 ***
CAPITOLO
24
Thor si alzò in piedi e sorridendo
ad Eny, ripose l’alta sedia dov’era rimasto seduto tutto il tempo ad osservarla.
La ragazza si era sentita terribilmente a disagio, lo sguardo di quell’essere
incuteva terrore, in fondo ai suoi occhi non v’era traccia di sentimenti. Thor
era abituato ad ottenere qualsiasi cosa desiderasse ed Eleanor sapeva bene che
aveva desiderato Winifred molto a lungo…troppo forse e che non si era mai
rassegnato all’idea di poterla avere finalmente per sé, poco importava che lei e
sua nonna fossero caratterialmente diverse. Solo ora Eny capiva da dove
provenisse l’estrema calma e l’incredibile padronanza di sé che aveva sempre
caratterizzato il modo di agire di Wine, aveva sempre ammirato la nonna anche se
non era riuscita a seguirne a pieno l’esempio, si considerava ancora troppo
infantile a volte.
-Spero che la cena sia stata di tuo
gradimento- disse il Master avvicinandosi, Eny annuì. Suo malgrado aveva
mangiato bene, all’inizio aveva provato a fare resistenza ma il suo stomaco
aveva vivacemente protestato e la fame l’aveva spinta a cenare, cosa che il suo
cervello avrebbe voluto evitare con tutte le sue forze –non avere paura,
Eleanor, non ti farò del male-
Vuoi vampirizzarmi! Che razza di
frase sarebbe quella? Pensò lei, la cui lingua sembrava
essere paralizzata nella bocca. Non riusciva a parlare –Vieni- disse ancora Thor
prendendole una mano, stringendola in una morsa non particolarmente dolorosa ma
ferrea –ti mostrerò la tua stanza. Nessuno oltre a me potrà entrarvi, quindi non
devi preoccuparti di Sheila o degli altri-
-V-va bene- mormorò lei,
parzialmente sollevata, se possibile Sheila e Morgan la spaventavano ancora di
più…davano l’idea di essere pazze sanguinarie mentre Thor agiva sempre con
raziocino, ogni mossa che compiva era studiata e controllata, misurava le parole
e il tono di voce. Era uno strano mix, quello tra la sua natura di vampiro e il
comportamento da perfetto gentiluomo –vorrei vedere Helena- disse la ragazza
mentre percorrevano un lungo corridoio riccamente
arredato.
-Helena non morirà finché non lo
deciderò io- disse Thor –se tuttavia alla mia futura sposa preme che quell’umana
rimanga in vita, posso concederlo. Almeno temporaneamente- Eleanor sbiancò alle
parole “futura sposa” e deglutì forte, il vampiro sorrise obliquo ma finse di
non aver notato la sua reazione –non posso comunque impedire a Morgan di
divertirsi con lei- Eny gemette di sgomento, non sopportava il pensiero che
Helena fosse in preda alle folli idee della vampira. Si sentiva impotente come
non si era mai sentita prima, era inutile, non poteva aiutare Helena, scappare o
fare qualsiasi cosa…aveva paura.
Thor si fermò davanti ad una porta
bianca dagli intarsi d’oro e l’aprì. Entrò sempre tirandosi dietro Eleanor che
rimase a bocca aperta, la camera era arredata seguendo lo stile del pieno
settecento ed era enorme, c’erano un letto a baldacchino, poltroncine, un camino
e ampie finestre dalle persiane sbarrate, i colori erano caldi e i mobili di
ottima fattura.
-Da questo momento soggiornerai
qui, quando avrò fatto di te un vampiro sarai libera di girare per il Palazzo-
spiegò il Master, passandole una mano fredda sul viso ancora pallido e
preoccupato –naturalmente ti verranno serviti i pasti e se ti comporterai bene,
avrai qualche concessione- sul suo volto apparve un sorriso che fece gelare il
sangue nelle vene di Eny –quando non sarò occupato verrò qui e farai bene ad
accogliermi come si deve. A meno che non te lo chieda espressamente, ti voglio
sempre vestita e sistemata come si conviene alla mia futura sposa. Non
disobbedire e non rispondere con maleducazione, altrimenti potrei arrabbiarmi.
Il tuo comportamento dovrà essere irreprensibile- Eny abbassò gli occhi ed il
viso, sentendosi in procinto di piangere dalla
frustrazione.
-Mia nonna non si sarebbe mai
comportata così- le scappò sottovoce, Thor perse il
sorriso.
-Winifred era perfetta ed
impeccabile in ogni movimento! Non osare nominarla, stupida
umana!-
-Lei era mia nonna! La nomino
quanto voglio!- Thor le afferrò il mento con una mano.
-Ti conviene tacere e riservare la
voce a quando griderai di piacere- la lasciò e uscì dalla stanza. Eny si lasciò
cadere seduta a terra.
Sebastian e Christopher si
bloccarono. Le indicazioni fornite da Wine terminavano esattamente in quel
punto, al bivio. Una scala portava ai piani superiori, pieni di umani asserviti
a Thor e di altri vampiri posti a guardia delle sale più importanti del Palazzo,
un’altra scala conduceva ai sotterranei, un labirinto ancora peggiore di quello
che avevano superato, esso era collegato a miriadi di condutture, alle fognature
della città e perdersi lì dentro poteva costare molto.
-A Thor Helena non interessa-
rifletté ad alta voce il vampiro biondo, Chris annuì, corrucciando le
sopracciglia –Ma a Morgan sì-
-Dobbiamo dividerci per
forza-
-Già- Sebastian infilò i fogli
trascritti da Eny in tasca –Ognuno per sé. Il primo che trova una delle due
torna di filato alla Torre, se entro ventiquatt’ore l’altro non si fa
vivo…-
-Ognuno al suo destino. Ricevuto-
concluse Chris –Io scendo. Stando a quanto scritto da Winifred e alla
somiglianza tra lei ed Eleanor, è più probabile che Thor si stia tenendo la tua
ragazza ben stretta- Sebastian ignorò
il tono sulla parola ragazza usato
dall’amico e annuì –Per trovare Helena devo cercare Morgan, figurati se quella
si è lasciata scappare l’occasione di farle del male…- strinse i pugni. Era
colpa sua. Avrebbe dovuto prevedere cosa sarebbe successo, invece aveva ceduto
ed ora Helena era nelle mani di quella pazza furiosa, il vampiro sentiva la
rabbia montare in petto al solo pensiero di cosa poteva aver subito Helena fino
a quel momento. Sperò fosse ancora viva.
Lo spero per te, Morgan… altrimenti
la rabbia di Thor ti sembrerà blanda confrontata alla mia.
Si divisero, Christopher spalancò
con un calcio la porta di ferro e prese a scendere lentamente i gradini, mentre
Sebastian prese le bianche scale di marmo che portavano di
sopra.
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Capitolo 25 *** capitolo 25 ***
Another One Bites The Dust 25
CAPITOLO
25
Chris spinse la
porta che si trovava davanti ai suoi occhi.
Era capitato in un
vicolo cieco che giungeva a un portone di legno massiccio, probabilmente
quercia, intagliato da moltissime figure che riprendevano lo spirito gotico
aleggiante in quel maniero. Fermandosi a guardarle, pensò si trattasse di
leggende circolanti sui Masters e sulla creazione del primo vampiro e non fu
sorpreso di notare quanto quelle figure somigliassero a Thor e alla nonna di
Eleanor. Quella che altri non poteva essere che Winifred Wood (Chris la
ricordava esattamente allo stesso modo) teneva in mano un oggetto sconosciuto e
lo puntava contro un essere deforme, il quale si contorceva sotto il suo potere.
Probabilmente doveva trattarsi di un Cacciatore o di un Angelo, come loro chiamavano
ironicamente quegli esseri umani che si incaricavano di liberare il mondo dai
vampiri. La cosa l’aveva sorpreso, non si ricordava che Wine avesse mai
esercitato violenza sugli esseri umani, nemmeno se Angeli. Nonostante quegli
altorilievi appartenessero a più di quattro secoli prima, la cosa lo
impressionava fortemente. Con ancora in mente le immagini del portone, Chris
penetrò in una stanza ovale, che presentava altre sei porte identiche tra loro
lungo la sua parete curveggiante. Fermatosi al centro si guardò
attorno.
-Bene, e adesso dove
vado?- si domandò a mezza voce, sentendola rimbombare nella stanza
vuota.
Si voltò di scatto.
Qualcosa di diverso dalla sua voce gli era giunto alle orecchie, come se
l’ultima parola da lui pronunciata fosse diventata la risposta alla sua domanda:
Vai dove non c’è
pace.
Sempre stupito da
quello strano fenomeno, Chris mosse un passo verso la porta alla sua più
immediata sinistra, ma ancora una volta la voce parlò, stavolta senza derivare
dalla sua.
La pace è la via più
semplice, chi ha una missione cerca il difficile…
-Chi ha parlato?-
domandò il vampiro, girando sul posto per guardarsi le spalle. –Chi sei? Dove
sei? Vieni fuori se hai il coraggio!- si accucciò, pronto a colpire, i canini
che brillavano alla luce dell’oro che decorava il
soffitto.
Vai dove non c’è
pace… ripeté la voce, ma
stavolta Chris la riconobbe: era Wine che gli diceva dove andare, era lei che
rispondeva alle sue domande. Non capiva come ciò fosse possibile, Winifred era
morta da molti anni, non poteva trovarsi lì in quel momento, tuttavia era sicuro
di aver riconosciuto la sua voce. Si alzò lentamente e rifletté sul consiglio
che gli era stato dato: vai dove non c’è pace…
-Cosa vuol dire?-
domandò, ma questa volta la risposta non giunse. Era ovvio che doveva arrivarci
da solo. Ripensò a quello che aveva letto sul castello nel diario della Master,
ma l’unica cosa che riusciva a ricordare era la serie di trabocchetti di cui
Sebastian gli aveva fatto cenno. Quella stanza non era mai stata
nominata.
L’orrore che ti
travolge è la tua unica guida fidata… tornò a dire
Wine.
Christopher misurava
a grandi passi la stanza, rimuginando sulle parole che gli erano state dette:
assenza di pace, orrore… la sua unica guida fidata.
-Qual è l’orrore che
mi travolge?- si chiese ancora –Io non ho paura di niente!- Ancora una volta la
voce non parlò, ma nel suo silenzio Chris percepì una nota di derisione. Stava
forse ridendo di lui e della sua sicurezza troppo sfacciata? –Ok, forse hai
ragione, devo aver paura di qualcosa anche io.-
Inaspettatamente
sentì un movimento e, voltandosi, vide che qualcosa nella stanza era cambiato,
ma non capiva cosa fosse. Pensando di essersi sbagliato tornò a riflettere a
voce alta –Un orrore che mi sta prendendo ora... Di che ho paura adesso?- si domandò cominciando a
camminare per la stanza. Incominciava a diventare nervoso: il tempo passava e
lui non riusciva a trovare una soluzione all’enigma che, ne era sicuro, era
l’unica chiave per uscire da lì. Helena era chiusa da qualche parte con Morgan
che la torturava e lui non poteva fare nulla per impedirlo, la sola cosa lo
mandava in bestia. Se Helena era là dentro era solo colpa sua: avrebbe dovuto
tenerla d’occhio senza permetterle di andare in giro per Sacrament con una
vampira gelosa e assetata di sangue sulle sue tracce!
-Se le succede
qualcosa non me lo perdonerò mai!-
esclamò. E allora capì. Capì che quello era il suo timore più grande in quel
momento: non riuscire a salvare la ragazza. Sorpreso lui stesso della
rivelazione, sussurrò –Ho paura di perdere Helena…- Un altro rumore e la stanza
mutò nuovamente. Questa volta Chris si accorse che ciò che era cambiato erano le
dimensioni di una porta, la quale si era fatta più grande rispetto alle altre,
fino a raggiungere l’ampiezza del portone da cui era entrato. Capì che quella
era la via per cui sarebbe dovuto andare, si avvicinò e tentò di aprirla, ma non
ci riuscì.
-Perché non si apre,
adesso? Ho compreso l’enigma, no?- brontolò sferrando un calcio potente al
portone, il quale rimase integro e perfettamente
sigillato.
Un’intelligenza
acuta compie un’analisi profonda… rispose la voce,
con un tono che Chris giudicò alquanto arrogante al momento. Si spostò dal
portone di uscita e cercò di capire qual era la falla nel
ragionamento.
-L’orrore che mi
travolge sarà la mia unica guida fidata. Ok, fino a qui tutto tranquillo:
l’orrore è il rischio di perdere Helena e la guida sta nel fatto che è la
comprensione di questo orrore che mi ha fatto scoprire la porta. Cos’altro devo
dirti per far sì che questa si apra?- chiese leggermente irritato. Il tempo
continuava a passare senza pietà e ogni secondo in più che lui perdeva là dentro
era un secondo in più di sofferenze per Helena e di sadica gioia per Morgan.
–Cosa manca?-
Ogni storia ha un
principio e una fine, anche la più breve…
Chris cominciava a
stancarsi di tutte quelle belle frasi che, in certi casi, gli sembravano messe
lì a caso. Tuttavia sapeva che se voleva uscire doveva risolverle. Chiaramente
la storia a cui si riferiva Wine era la storia stessa dell’enigma e della
stanza, quale era stato il suo principio? Chiuse gli occhi per concentrarsi
meglio, sempre continuando a fare i suoi ragionamenti a voce alta. Sentiva che
qualcosa stava cambiando attorno a lui, il che gli faceva comprendere che era
sulla buona strada di ragionamento.
-Quando sono entrato
non capivo dove dovevo andare, l’ho chiesto e tu mi hai risposto. Mi hai detto
Vai dove non c’è pace… Ah, adesso
capisco! Non ti ho dato tutte le risposte, vero?- aprì gli occhi e vide che
nella porta si era formata una nicchia contenente uno strano medaglione di vaghe
sembianze egizie. –Non c’è pace perché dove voglio andare io c’è una tortura in
atto… Morgan su Helena.- asserì infine il vampiro, allungando la mano per
prendere il medaglione. Non appena lo strinse tra le sue dita sottili, il
portone si aprì rivelando una lunga scalinata di pietra che scendeva verso il
basso, verso i sotterranei.
Prima di varcare la
soglia si guardò indietro e ciò che vide lo sorprese: Winifred Wood era apparsa
per un attimo dietro di lui, una mano appoggiata delicatamente sulla sua spalla,
incorporea eppure fisicamente presente. La visione, così come era apparsa, era
svanita nel nulla in un attimo, subito rimpiazzata dalla
voce.
Quel medaglione
contiene sabbia dall’antico regno egiziano delle tre piramidi, non permette a
chi lo indossa di fuggire. Se vuoi salvare la ragazza fai in modo che il tuo
nemico lo porti su di sé…
Chris guardò il
gioiello egizio rigirandoselo tra le mani. Era l’unica cosa in grado di fermare
Morgan all’interno della sua stessa cella: una volta immobilizzata sarebbe
bastato metterle al collo l’amuleto e lei sarebbe rimasta bloccata dov’era,
senza potersi smaterializzare all’interno del castello come solo i vampiri al
servizio di Thor potevano fare. Avrebbero giocato ad armi
pari.
-Grazie, Winifred.-
sussurrò, poi si immerse nel buio della scalinata e il portone si richiuse
dietro di lui.
Le luci si spensero
di colpo ed Eleanor sobbalzò. Si era rannicchiata in un angolo di quella stanza
enorme, con le ginocchia abbracciate al petto, aveva pianto un pochino poi aveva
cercato di aprire la porta in qualche modo, ma invano. Eppure era certa che Thor
non l’avesse chiusa a chiave!
-Eleanor... bambina mia…- Eny spalancò
gli occhi e rialzò la testa dalle ginocchia. Avrebbe riconosciuto quella voce
dovunque, anche attutita e lieve come una brezza d’inverno.
-No-no-nonna?-
balbettò, non ebbe risposta –Nonna sei morta!- esclamò.
-Come ti sbagli!-
-Nonna…-
Eleanor si rialzò e si asciugò il viso ancora bagnato di lacrime, le luci
tornarono ma non vide nulla, oltre a lei la stanza era vuota. Sospirò, forse si
era immaginata tutto… D’altra parte la presenza di sua nonna in quel luogo si
percepiva anche se Wine era morta da un po’, tutto le ricordava la sua adorata
nonna. Con un altro sospiro la ragazza si diresse agli armadi e aprì le ante,
sperando di trovare qualcosa con cui cambiarsi, si sentiva strana infilata in un
abito che era appartenuto a quel periodo della vita di Winifred che riguardava
Thor.
Gli
armadi erano stracolmi di abiti simili a quello che portava, Eny vi frugò dentro
un po’ ma non trovò nulla di più comodo, anzi.
Non
fece caso a nulla, finché non spostò la propria attenzione sull’enorme specchio
che occupava un’anta e cacciando un grido incespicò nella gonna cadendo a terra.
Ignorò il dolore della botta alla schiena, gli occhi erano rimasti incollati
alla figura che lo specchio stava rimandando: Winifred.
-Nonna?-
al di là dello specchio Wine sorrise alla nipote e annuì. Era giovane e
bellissima, indossava lo stesso vestito di Eleanor, ma negli occhi la ragazza
poteva vedere una saggezza che non aveva tempo. Si rimise in piedi e si avvicinò
nuovamente –Ciao, nonna…-
-Ciao, Eleanor-
-Non
sei morta?-
-Lo sono- quella risposta gelò il sangue
nelle vene di Eny che rabbrividì -Ma sono
con te-
-E’
impossibile!-
-Eleanor, non perdere tempo qui. Hai una via
da seguire, seguila altrimenti ciò che ami si perderà- la ragazza non
capiva, una via? E poi, se sua nonna era morta, perché adesso la vedeva di
fronte a sé? –Io vivo in te- disse
ancora Winifred sorridendo nuovamente –Sei mia nipote. Trova la forza nel
sangue- Eny annuì piano ma prima che potesse fare un’altra domanda, Wine
scomparve e lo specchio tornò a riflettere la sua immagina di ragazza
spaventata.
Cosa
significava trovare la forza nel sangue? Eleanor aveva sempre guardato a sua
nonna come un modello da seguire ma al quale non si era minimamente avvicinata,
aveva persino fallito qualsiasi incantesimo Wine avesse provato ad insegnarle!
Forse
sua nonna l’aveva sempre sopravvalutata, lei era una ragazza come molte altre…
solo con una nonna “famosa” in un certo senso. Comunque, doveva uscire da lì e
se la porta non era chiusa a chiave, significava che c’era un
incantesimo.
Bloccare
le porte era qualcosa di molto facile per un esperto di magia nera e nel diario
Wine diceva chiaramente che Thor, pur essendo potente, non era mai arrivato al
suo livello, quindi tutto ciò che di magico era presente nel Palazzo, era opera
di sua nonna.
-Tentar
non nuoce- mormorò Eleanor portandosi di fronte alla soglia. Cercò di ricordare
tutti i movimenti e la lingua mistica che sua nonna le aveva mostrato tempo
prima. Stese le braccia e aprì i palmi delle mani, puntando la porta. Al massimo
non sarebbe accaduto nulla. Eny fece qualche respiro profondo e si concentrò al
massimo.
Sua
nonna le aveva sempre detto che lo volontà era la chiave di ogni cosa ed era
anche ciò che era sempre mancata a lei, la volontà di riuscire. In pratica aveva
sempre cominciato sapendo di fallire… e aveva sempre fallito… In quel momento
però, Eny desiderò con tutte le sue forze di uscire da lì e quasi senza pensarci
si mise a gridare come una pazza.
-IO SONO ELEANOR WOOD! LA NIPOTE DI WINIFRED!
E ADESSO APRITI STUPIDA PORTA!- non successe nulla ed Eleanor si sentì una
perfetta idiota.
Stava
già per rimettersi a piangere, che un cigolio la costrinse a rimanere ferma.
Sotto ai suoi occhi la porta si spalancò.
Senza
perdere altro tempo Eny si mise a correre, oltrepassò la porta e prese la
direzione opposta dalla quale era venuta con Thor, con la gonna sollevata oltre
le ginocchia corse a perdifiato lungo quel corridoio che sembrava non avere
fine. Sorpassò decine di porte chiuse e pareti ricoperte di quadri e arazzi, poi
si costrinse a rallentare un pochino, pur mantenendo un passo veloce. In giro
non c’era nessuno, d’altra parte era nella parte di Palazzo riservata a Thor e
l’ego di quel vampiro era talmente grande che Eny era certa avesse rifiutato
qualsiasi guardia del corpo, convinto di poter gestire tutto da
solo.
Con
tutte le informazioni che le aveva scritto nel diario, Winifred continuava ad
aiutarla nonostante fosse morta da tempo. Eleanor provò un profondo senso di
gratitudine e sorrise, poi sentendosi di nuovo in forze riprese la sua corsa
lungo il corridoio che s’incuneava verso destra. La ragazza sorpassò una nicchia
con un’enorme statua di pietra e svoltò l’angolo, finendo dritta contro
qualcosa.
O
qualcuno.
Indietreggiò
barcollando ma venne raggiunta da un pugno allo stomaco, non ebbe nemmeno il
tempo di riprendersi che un braccio l’afferrò e la scagliò lontano. La ragazza
volò per qualche metro prima di atterrare con violenza sul tappeto che ricopriva
il marmo pregiato, l’impatto durissimo la stordì qualche secondo poi si girò su
un fianco, piegandosi in due.
Un’ombra
apparve nel suo campo visivo.
Eleanor
chiuse gli occhi.
-LASCIAMI STARE, BRUTTA SANGUISUGA
SOTTOACETO!-
strillò
chiudendosi a riccio.
Rimase
ferma alcuni secondi, giusto per capire che nessuno le era piombato addosso e
sollevò la testa un po’ tremante. L’essere era stato sbalzato una decina di
metri più in là, Eleanor si rialzò dolorante, cautamente si avvicinò al vampiro
- perché una forza simile non poteva appartenere ad alcun essere umano - e lo
scrutò da lontano, risalendo lungo la figura stesa a terra, soffocò appena un
grido quando si accorse di chi aveva
davanti.
-Sebastian!-
Non
appena sentì il proprio nome il vampiro scattò in piedi, bloccandosi
all’istante. Innanzi a sé Eny lo fissava tremando come un budino al
crème-caramel, avvolta in uno splendido abito che le fasciava il corpo e la
rendeva terribilmente simile a Winifred Wood, oltre che molto
bella.
-Eny…
ti ho colpita- constatò lui, la ragazza annuì.
-Si
beh, anch’io… benché non abbia capito come- rispose avvicinandosi, Sebastian le
appoggiò una mano sul viso, scostandole i capelli.
-Ti
ho fatto molto male?- la ragazza scosse la testa, il vampiro annuì, la sua mano
scivolò sulla nuca e attirò Eleanor a sé, stringendola forte al petto. Eny smise
lentamente di tremare, rilassandosi nell’abbraccio di Sebastian –Thor ti
ha…-
-Non
mi ha fatto nulla- si affrettò a dire lei –Davvero, non ancora. Ha parlato di
diventare sua eterna sposa e poi mi ha chiuso in una stanza, credo che mia nonna
mi abbia aiutata ad uscire… Non so come, ma la sua presenza qui è molto forte,
anche se lei è morta-
-Penso
che tua nonna sia ancora con te, in qualche modo- rifletté Sebastian –Credo che
tempo fa avesse previsto quali guai avresti potuto passare, forse era destino
che incrociassi la tua strada con quella dei vampiri- Eny annuì, poteva essere.
Sollevò il viso e sorrise al vampiro –A causa nostra tu ed Helena ne avete
passate di tutti i colori-
-Si,
è vero. Ma credo che la vostra sia una causa giusta-
-Eny,
noi ci nutriamo delle persone… ne beviamo il sangue, come puoi pensare questo
sapendo che uccidiamo i tuoi simili?- la ragazza scrollò le
spalle.
-Io
mangio le bistecche- replicò con semplicità. Sebastian riuscì a sorriderle a sua
volta, nonostante la preoccupazione e la tensione non l’avessero abbandonato.
Strinse ancora Eleanor a sé, godendo del tepore emanato dal corpo caldo della
ragazza, ora che l’aveva trovata era deciso a non perderla di vista un secondo,
era riuscito ad entrare, ma la parte peggiore doveva ancora arrivare… e si
chiese se sarebbero mai usciti vivi.
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Capitolo 26 *** CAPITOLO 26 ***
A
CAPITOLO
26
Eny trascinò
Sebastian per una mano, il vampiro si impuntò –Eleanor, dove mi stai portando?
Dobbiamo andarcene, Chris ha detto che ci ritroveremo alla Torre tutti insieme.
Se restiamo ancora qui ci troveranno!- protestò, cercando di
fermarla.
-Devo prendere una
cosa che ho lasciato nella stanza di mia nonna…- sussurrò lei, ma la verità era
che voleva cercare di vederla un’altra volta, voleva che Sebastian la vedesse,
che ci parlasse. Non sapeva esattamente perché, ma il suo cuore ebbe il
sopravvento sul suo istinto di sopravvivenza.
Sebastian la guardò
sospettoso –Non mi sembri sincera. Eny, ti prego: andiamo via.- sillabò un’altra
volta lui, cercando di trascinarla dalla parte opposta, ma stranamente, Eleanor
sembrava avere acquisito la forza di un suo simile, perché non si mosse di un
millimetro. La guardò sbalordito.
La ragazza gli
lanciò uno sguardo carico di supplica –Ti prego, Sebastian, fammi tornare là
anche solo per un secondo! Ho bisogno di sapere se quello che ho visto è stato
solo un sogno!- disse.
-Eleanor, stiamo
rischiando moltissimo, non so se…-
-Ti prego!-
insistette lei. Il vampiro tacque all’istante, fermandosi a riflettere sulla
situazione: se avesse insistito per tornare sarebbero rimasti lì in eterno a
discutere e li avrebbero trovati, se fossero andati direttamente agli
appartamenti di Wine, magari avrebbero risparmiato un po’ di tempo e sarebbero
riusciti a fuggire.
-D’accordo, ma
facciamo in fretta. Sono qui dentro da troppo tempo, fra poco si accorgeranno
che c’è un intruso nel castello.- acconsentì, precedendo una Eny trasognante
lungo i corridoi.
Eleanor era così
emozionata che si stava dimenticando di respirare. Stringeva forte la mano di
Sebastian e si preparava a… non sapeva bene cosa, ma sperava di riattivare il
meccanismo che le aveva permesso di vedere sua nonna accanto a lei, di sentirla
parlare ancora una volta, come se fosse stata viva. Le era sembrato di tornare
bambina, quando Winifred la portava al parco e le raccontava quelle storie
stranissime a proposito di demoni dal corpo freddo come la pietra e angeli che
cercavano di salvare il mondo da loro, quando quelle storie altro non erano che
fantasie. Ora le viveva, invece, i suoi peggiori incubi erano divenuti realtà e
i suoi sogni più estremi si sarebbero realizzati presto anche loro… forse. Se
Sebastian l’avesse voluto, se lui avesse accettato di…
-E’ quella?- le
chiese il vampiro, accennando a una porta poco più avanti. Eny annuì, stringendo
ulteriormente le dita attorno alla mano fredda di Sebastian, il suo cuore che
saltava battiti… finché non si fermarono del tutto per qualche
secondo.
-Tu!- urlò
Sebastian. Thor alzò appena lo sguardo dalla punta delle sue dita, che
rigiravano un fermaglio per capelli. Era seduto sulla poltrona vicino al letto
di Winifred, con una calma che anticipava la tempesta.
-Eleanor, non ti
avevo raccomandato di comportati bene? E’ così che ripaghi il trattamento
privilegiato che ti ho accordato? Avrei potuto lasciarti in mano a Sheila per
farla divertire, ma non l’ho fatto… ora me ne pento.- disse con la sua solita
voce fonda e terrificante, in grado di provocare nella ragazza il ricordo di
orrori d’infanzia. –E anche lui… Con
lui… Avrei sopportato qualsiasi altro tradimento, ma non con lui!- fulminò Sebastian con uno sguardo
di fuoco. Il vampiro più giovane si mise davanti alla ragazza per farle scudo:
sapeva benissimo cosa significava una vendetta da parte di Thor, e non avrebbe
permesso che si riversasse su di lei.
-Stai lontano da
lei, Thor. Non ti permetterò di farle del male, non ti permetterò nemmeno di
sfiorarla col pensiero!- ringhiò.
Thor sorrise
malevolo –Non sei nelle condizioni di sfidarmi, Sebastian. L’ultima volta la mia
vendetta ti ha quasi ucciso e non era nemmeno la metà del mio potere, quello che
hai sperimentato. Vuoi tentare di andare oltre? Io mi divertirei moltissimo, ma,
forse, la tua amica non sarebbe molto contenta di assistere… forse dovrei
risparmiarle la scena colpendola per prima.- detto questo sollevò un dito.
Sebastian nascose ulteriormente Eny dietro la sua figura, preparandosi a
ricevere un colpo al suo posto, ma il Master cambiò idea –No, credo che sarebbe
troppo semplice. Voglio divertirmi un po’, prima di vendicarmi del
tutto.-
-Qualsiasi cosa tu
abbia in mente, prega che non comprenda Eleanor, altrimenti anche tu dovrai
assaggiare la mia potenza!- sbottò Sebastian.
Thor scoppiò in una
risata –Sei ancora un ragazzino arrogante, Sebastian, dovrò darti una lezione… e
stavolta la nipote di Wine guarderà.- con un gesto mandò Eleanor a sedersi su
una sedia della stanza, sulla quale fu costretta, come se legata da catene
invisibili. –Non preoccuparti, ti terrò in vita, finché non mi implorerai tu
stesso di annientarti.-
Helena sentì
un’altra volta la dura parete contro le sue ossa, ma non sentì dolore. Non più.
Le ossa che potevano rompersi ormai erano andate e il suo corpo si era abituato
al dolore e al sapore del sangue in bocca. Era caduta in uno stato di
catarsi.
-Non ne hai ancora
abbastanza, ragazzina?- sghignazzò Morgan –Dov’è il tuo Chris? Perché non viene
a salvarti?-
Helena non rispose,
in cuor suo sperava che Chris e Sebastian fossero stati abbastanza egoisti da
non venire a cercarle, non voleva che rischiassero così tanto per loro due. Non venire, Chris… Non
venire…
-La verità è che lui
non verrà mai! A lui, di te, non importa nulla!- esclamò ancora la vampira,
questa volta con trionfo. Si sentì sollevare un’altra volta da terra, come se
avesse avuto la capacità di volare per un attimo. Attese l’impatto col muro e
col pavimento, poi, ma non avvenne. Forse era morta…
-E invece sono
qui.-
No… Non dovevi
venire… perché? Perché?!
Sentì che una forza
più delicata di quella di Morgan l’adagiava a terra, morbidamente, e
improvvisamente sentì il calore diffondersi in tutto il suo corpo. Era come se
stesse guarendo da tutte le fratture, lentamente.
-Sei arrivato,
infine.- Morgan non sembrava felice di vedere Christopher.
Il vampiro si fece
avanti a passi lenti, senza curarsi minimamente della ragazza distesa a terra,
in fin di vita. –Mi avevi lasciato di fronte a una scelta, sono venuto a farti
sapere cosa ho deciso.- disse mentre si avvicinava alla vampira, apparentemente
tranquillo e a suo agio in quell’ambiente.
Morgan inclinò
leggermente la testa di lato, come un cucciolo che cerca di capire cosa
succedendo davanti ai suoi occhi: Christopher era entrato, senza badare
all’umana poco distante da lui, e si stava rivolgendo a lei con uno sguardo
diverso dal solito. Non vedeva disprezzo né rabbia nelle iridi glaciali che la
fissavano, ma un sottile velo di malizia e mistero, abbastanza per tenerla
incollata al volto di lui.
-Non credevo avresti
impiegato così poco tempo per deciderti, visti i tuoi precedenti…- sussurrò
lei.
-Ci sono questioni
su cui non vale la pena meditare troppo a lungo, soprattutto quando si ha la
risposta di fronte agli occhi da sempre.- rispose Chris, continuando ad
avvicinarsi.
Morgan strinse il
pugno destro, insospettita dall’atteggiamento dell’altro vampiro –La tua
ragazzina non è più in grado nemmeno di riconoscerti, Christopher. Guardala!-
rise con rabbia, indicando Helena, ancora distesa inerte a terra –E’ per lei che
vieni qui a rischiare tutto? Ne vale la pena?-
Chris non si voltò
nemmeno a guardare il corpo che gli veniva indicato, continuò a fissare il suo
sguardo in quello della vampira, senza mutare espressione, anzi, incrementando
la malizia –Credi davvero che io sarei disposto a farmi annientare solo per una
ragazzina? Mi sorprendi, Morgan, pensavo mi conoscessi… Con tutte le donne che
potrei avere, con tutte quelle da cui potrei nutrirmi, dovrei rischiare la mia
esistenza per una ragazzina che per me non vale più di qualunque altra?- rise
con scherno, mentre faceva passare una mano tra i capelli rossi e folti di
Morgan –No, non è per lei che sono qui.-
Helena sentiva che
il calore le faceva bene, ma qualcosa dentro di sé avrebbe voluto che il dolore
fisico riprendesse: in qualche modo avrebbe fatto meno male di quello
psicologico che stava subendo. Non era per lei, non le importava assolutamente
nulla se Chris non era interessato a lei più che a qualunque altro portatore di
sangue, ma non sopportava l’idea che Eleanor stesse rischiando la vita per una
finzione come quella. Non le piaceva l’idea di essere stata usata e rinnegata al
primo ostacolo. Tuttavia, dentro di lei, qualcosa continuava a ripetere Non è vero… e lei si aggrappò con tutte
le sue forze a quella frase, provando speranza per la prima volta dopo
tantissimi anni.
Morgan lasciò che le
dita di Chris arrivassero ad accarezzarle dolcemente la nuca, chiudendo gli
occhi. –Hai fatto la scelta giusta…- miagolò, mentre lasciava cadere ogni
difesa, convinta dell’assoluta sincerità di Chris. Lui non disse niente,
continuò nel suo operato facendo scivolare l’altra mano sul corpo della vampira,
la quale si lasciò andare sempre di più. –Nessuna mortale può competere con
me.-
-No, hai ragione.
Nessuna mortale può competere con te…- sussurrò Chris -…in quanto a ingenuità.-
Morgan aprì gli occhi di scatto, ma Chris le tratteneva con forza la testa
all’indietro e il corpo bloccato contro il suo, impedendole qualsiasi movimento.
–Credevi davvero che sarei venuto in qui solamente per te? Pensavi davvero che potessi
prendermi un tale disturbo per una puttana come te?- ringhiò lui –Una che si
vende a Thor per la protezione, che entra in casa mia, tortura il mio compagno e
rapisce e maltratta le mie ospiti! Sei una piccola ingenua, Morgan, pensavo che
potessi arrivare almeno a capire che non poteva essere possibile. E invece,
grazie alla tua stupidità, io ottengo quello che voglio e mi prendo una piccola
vendetta.-
Morgan cercò di
dimenarsi ancora di più –Quello più stupido tra di noi, Chris, sei tu: rischi
tutto per una sciocca ragazzina impotente, mentre potresti ambire al ruolo di
Master, con le tue capacità!-
-A me non interessa
diventare un Master, non voglio avere assolutamente nulla in comune con gente
come Thor… o chiunque gli vada dietro, come te.- ribadì Chris, lanciando la
vampira addosso alla parete opposta, con tanta violenza da bloccarle l’aria nei
polmoni. La rossa cercò di riprendere il controllo di sé, ma era troppo tardi
ormai, il suo avversario anticipava qualunque sua mossa, mettendola fuori
combattimento ancora prima che lei stessa potesse decidere come
reagire.
-Hai patito
abbastanza, Morgan?- le chiese a un certo punto, inginocchiandosi davanti a lei,
avvinghiata nelle tende rosse in cui Chris l’aveva
costretta.
-Non scherzare col
fuoco, Christopher!- sibilò cercando di smaterializzarsi, ma non ci riuscì.
Chris sorrise.
-Non ci riuscirai,
Morgan, l’amuleto che ho nascosto tra le pieghe delle tende ti impedirà di
muoverti da qui, almeno finché noi non saremo molto lontani dal
castello.-
La vampira si guardò
attorno, cercando disperatamente di trovare l’amuleto di cui lui stava parlando,
ma inutilmente. –Thor saprà già che siete qui, vi annienterà molto prima di
quanto tu non possa pensare.-
Chris si alzò,
rivolgendole uno sguardo carico di disprezzo –Siamo pronti a combattere, e molto
più preparati di quanto tu non creda. Siamo in grado di tenere perfettamente
testa a chiunque ci attacchi.-
Morgan sorrise –Hai
ancora tanto da imparare e da sapere, Chris… Nemmeno ti immagini quanto.- e
scoppiò in una risata piena, fredda, malvagia. Chris le riservò un’altra ondata
di odio e disprezzo liquido, prima di raccogliere Helena da terra e uscire dalla
stanza, abbandonando la vampira al suo destino.
Trovò una nicchia
abbastanza nascosta e adagiò la ragazza contro la parete, nell’angolo più buio.
Helena aprì gli occhi, fino allora rimasti chiusi, e guardò il vampiro negli
occhi. Mai aveva provato tanto sollievo nel vedere quelle iridi fredde scrutare
preoccupate le sue. Chris l’abbracciò forte, come se avesse temuto di vederla
dissolvere da un momento all’altro. –Stai bene?- le
chiese.
Helena annuì contro
la sua spalla –Non avresti dovuto venire… Morgan ha ragione: Thor vi troverà e
vi ucciderà, e voi non avrete nemmeno il tempo di
accorgervene!-
Chris sorrise –Siamo
già morti una volta, non sarà nulla di nuovo.- Helena lo fulminò con
un’occhiataccia –E poi non siamo così sprovveduti come può sembrare: io e
Sebastian siamo fratelli di sangue, possiamo molto più di quanto tu non creda.
Piuttosto, come fai a essere ancora tutta intera dopo le torture di quella
troia?- la rabbia uscì pura dalle labbra di Chris.
Helena non capiva
–Non sei stato tu? Ho cominciato a stare meglio dopo che tu mi hai messa a
terra…-
Chris la guardò
dubbioso –No, io non ho il potere di guarire le ferite, almeno non quelle così
gravi.- Si scambiarono un’altra partita di sguardi curiosi e sconcertati. –Forse
è stata Wine…- sussurrò infine.
-Chi? La nonna di
Eleanor? Ma se è morta! L’ho vista con i miei occhi nella tomba, Chris!- obiettò
la ragazza, ma lui le fece cenno di passare oltre.
-Ti spiegherò con
più calma, l’importante è che adesso tu stia bene.- le disse, abbracciandola
un’altra volta, questa volta con più dolcezza. Helena sentì una vampata di
calore al viso, imbarazzata da quella situazione.
-Perché non siete
rimasti alla Torre?-
-Perché entrambi ci
siamo resi conto che lasciavamo qui qualcosa di importante.- rispose Chris,
lasciandola andare un po’ –Anche se io me ne sono reso conto solo un’ora fa,
grazie a una vecchia Master di mia conoscenza…-
Helena lo guardò
allarmata, ma Chris anticipò la risposta alla sua domanda: le prese dolcemente
il volto tra le mani e lo avvicinò al suo, finché le loro labbra non si
toccarono. Fu un attimo di smarrimento, succeduto immediatamente da un
sentimento molto diverso, molto vicino alla felicità. Chris fece aprire
leggermente le labbra della ragazza, accarezzando appena la sua lingua con la
punta della propria, approfondendo il bacio sempre di più. Sentiva il sapore del
sangue di Helena, testimonianza delle torture pesanti che aveva subito e che
nemmeno la magia di Winifred Wood era riuscita a cicatrizzare del
tutto.
Si separò lentamente
da lei, tenendo il suo viso tra le mani.
-Chris…?- sussurrò
Helena, ancora confusa per quello che le era appena successo, ma Chris non poté
risponderle: un’altra visione del passato era tornata a bussare alla sua
mente.
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Capitolo 27 *** CAPITOLO 27 ***
A
CAPITOLO
27
-Basta!- gridò Eny
–Thor, ti supplico, smettila! Così lo ucciderai!-
Il Master rise di
gusto, attaccando Sebastian con un’altra ondata di energia e riducendo il
vampiro più giovane quasi in fin di vita. Attese qualche secondo, prima di
continuare a stimolare i nervi di
Sebastian con flussi di potere. Il dolore era amplificato nel suo nemico, dal
fatto che egli si rifiutasse in maniera così energica di emettere il minimo
suono, impedendo così al suo corpo di trovare una valvola di
sfogo.
Eny non era ancora
riuscita a trovare un modo per liberarsi dalla sedia alla quale Thor l’aveva
confinata, troppo impaurita dalla tortura che Sebastian stava subendo per poter
pensare lucidamente.
-Sebastian si sta
solo divertendo, mia cara. Non è vero, Sebastian? Perché non cerchi di
tranquillizzare la tua amata fanciulla? Ah, già… forse sei troppo debole per
riuscirci!-
Sebastian sentì
un’altra fitta insopportabile insinuarsi nella sua testa: era come se l’avessero
collegato direttamente a una presa elettrica dal voltaggio potentissimo.
Tuttavia non poteva continuare a subire quegli attacchi senza reagire,
altrimenti Thor l’avrebbe annientato e si sarebbe vendicato anche di Eleanor, e
poi Chris non sarebbe stato in grado di sconfiggere l’esercito del Master da
solo. Aprì gli occhi lentamente, cercando di non pensare al dolore che lo stava
massacrando, e li fissò sul volto della ragazza. Stava piangendo. Il terrore che
lesse nei suoi occhi fu la cosa per la quale si sentì in dovere di combattere,
anche perché era colpa sua e di Chris se stava succedendo tutto quello: erano
loro i ribelli, era stato lui a scegliere Eny come preda una sera, era colpa
della sua vigilanza bassa se la ragazza si trovava incatenata a una sedia in
quel momento. Nonostante Thor credesse di trovarsi di fronte a un nemico debole
e di poteri infimi, ignorava la potenza che lui e Chris erano riusciti a
raggiungere in tutti quegli anni, allenandosi tra punizioni e conflitti e
nutrendosi delle prede più pregiate di Sacrament. Il fatto che fossero diventati
fratelli di sangue, inoltre, aveva aumentato le loro capacità di una buona
percentuale. Entrambi possedevano tutti i requisiti per essere trasformati in
Master di secondo livello, cioè in quel tipo di Master che erano creati da
quelli di primo livello, creati a loro volta dal primo
vampiro.
-Thor, ti prego,
lascialo stare! Vuoi che io resti qui? Resterò… lo prometto, ma lascia stare
Sebastian!-
Thor fissò Eny con
uno sguardo schifato –Dovrei prendermi qualcosa che è già stato toccato da
altri? No, non è da me, mia cara. Hai già fatto la tua scelta scappando una
volta da questa stanza, non cambierai niente sacrificandoti per salvare la sua
vita. Non è questo che voglio.-
Sebastian si stava
puntellando sulle mani per cercare di rialzarsi, il Master gli inflisse un’altra
ondata di energia, ma questa volta il vampiro più giovane la respinse. L’onda
ritornò sui suoi passi, svanendo a pochi centimetri dal corpo di Thor, il quale
guardò inorridito il suo sfidante.
-Che storia è
questa?!- esclamò.
Sebastian
ridacchiava, ma in ogni sua risata si sentiva lo sforzo immane che stava
compiendo –La storia è che mi sottovaluti troppo, Thor. Ci sono cose che tu non
sai di me, e una di queste è che io sono perfettamente in grado di contrastarti
quando sono nello stato psico-fisico adatto.-
Eleanor aveva
stretto tra le dita il bracciolo della sedia, preoccupata da quell’improvviso
cambiamento di scena. Non respirava per paura di danneggiare Sebastian, non si
muoveva per paura di far ulteriormente arrabbiare Thor.
-Sei vivo per
miracolo, ragazzino! Lo devi solo a un mio atto di generosità, per il momento,
per cui ti sconsiglio vivamente di fare l’arrogante con me!- sibilò il
Master.
Il vampiro si era
già sollevato sulle ginocchia. Respinse un’altra ondata di tortura. –Non sai
cosa significhi lottare per qualcosa… Ora potrai vedere quanta forza e quanta
potenza ciò è stato in grado di creare in me.- Adesso era in piedi, appoggiato
con una spalla all’armadio dove era apparsa Winifred, le mani poste coi palmi a
pochi centimetri l’uno dall’altro. Li allontanò improvvisamente, producendo una
quantità di energia tale da arrivare a colpire Thor, il quale barcollò per un
istante, ma non cadde. Tuttavia, quello era l’attacco più potente che il Master
avesse mai subito da un suo sottoposto, ciò fu sufficiente a farlo montare su
tutte le furie.
-Smettiamo di
giocare, adesso.- sibilò. Un’altra ondata di potere venne inviata all’indirizzo
di Sebastian, ma questa volta era molto più potente delle precedenti: era mirata
a uccidere l’avversario, non semplicemente a indebolirlo o a torturarlo. Anche
questa volta, tuttavia, il vampiro più giovane fu in grado di difendersi,
inviando l’onda contro una delle alte vetrate della stanza, che si infranse.
L’ira di Thor era ormai giunta al massimo livello.
Eny guardava la
scena come se si trovasse in un corpo estraneo, come se fosse tutto immerso in
un’aura vitrea. Non voleva credere che tutto ciò stesse accadendo proprio a lei
né voleva accettare l’impotenza alla quale era stata condannata: voleva aiutare
Sebastian, dimostrare che cosa era disposta a passare pur di stare al suo
fianco. Era sicura che sua nonna sarebbe stata orgogliosa di lei, se avesse
potuto vederla combattere contro il Master.
-Possiamo andare
avanti all’infinito, Thor- disse Sebastian, dopo aver respinto una decina di
attacchi e averne sferrati almeno altrettanti –Entrambi siamo capaci di attacchi
potentissimi e altrettanto capaci di difese efficaci.-
Thor sollevò il
mento, in un’espressione che mostrava concessione, ma anche diffidenza –Cosa
proponi di fare, dunque? Siamo entrambi immortali, potremmo continuare finché
uno dei due non si stanca troppo per resistere. E in questo, credo di essere
molto in vantaggio, rispetto a te.-
-La mia proposta è
un’altra.- continuò il più giovane –La stanza è troppo piccola per dar libero
sfogo a tutti i nostri poteri: propongo di spostarci nell’Aula Magna, in modo da
poterci cimentare in una vera e propria sfida.-
Thor parve
accarezzare l’idea come si potrebbe accarezzare una tigre addormentata. Si
dovevano considerare tutte le diverse possibilità e il ragazzo aveva ragione: la
stanza era troppo piccola per dare luogo a un vero e proprio duello, e mai e poi
mai lui avrebbe acconsentito a distruggere la stanza di Winifred, la sua Winifred. D’altro canto, combattere
in uno spazio più ampio avrebbe impedito al Master di controllare minuziosamente
i movimenti del suo avversario, il quale era indubbiamente molto veloce,
nonostante fosse affaticato dalla tortura subita. Sebastian, di per sé, non
avrebbe voluto cambiare luogo (nell’Aula Magna, Thor si sarebbe sicuramente
fatto affiancare dai suoi sottoposti) non fosse stato per un motivo puramente
tecnico: non sarebbe riuscito a battere Thor se non avesse usato tutti i suoi
poteri al massimo e ciò avrebbe messo in pericolo la vita di Eleanor in quella
stanza minuscola. Inoltre l’Aula Magna si trovava nella parte centrale del
castello, se Chris avesse sentito che c’era una battaglia in corso l’avrebbe
raggiunto subito, e in due erano veramente imbattibili. Guardava il Master con
un’espressione ambigua, per invogliarlo ad accettare la sfida, lanciando di
tanto in tanto rapide occhiate a Eny.
-D’accordo,
trasferiamoci pure nell’Aula Magna.- acconsentì Thor –Ma sappi che così ti stai
volontariamente lanciando tra le braccia dell’annientamento
supremo.-
-Non sottovalutare
mai il nemico.-
Thor rise di gusto.
Fece alzare la ragazza dalla sedia e con un incantesimo le legò i polsi con una
corda invisibile, lo stesso fece con Sebastian prima di farsi precedere da loro
nel corridoio che portava alla sala. Quella posizione permise al vampiro di
scambiare un paio di battute con Eleanor.
-Non preoccuparti,
andrà tutto bene.-
-Ho paura,
Sebastian!- sussurrò lei, la voce ancora in preda al nervosismo più
isterico.
-Pensa al coraggio
che aveva tua nonna, ti darà forza…-
Eleanor annuì
leggermente col capo, in silenzio, ma non si voltò a guardare
sebastian.
Helena era china su
Chris, cercava di scuoterlo, di rianimarlo, ma il vampiro continuava a
contorcersi in preda alle visioni. –Chris!- cercò di urlare, ma la sua voce non
era udita. Le faceva paura, quella situazione, era troppo debole per riuscire a
trascinare dietro il corpo di lui e nel contempo sapeva che non potevano
rimanere lì ancora per molto. Le espressioni assunte dal volto di Christopher
durante quel momento di crisi quasi epilettica la terrorizzavano ancora di più:
era in preda al dolore più atroce, quasi lo stessero scorticando
vivo.
Improvvisamente la
visione si interruppe e Chris spalancò gli occhi, la pelle, solitamente gelida e
innaturale, coperta da piccole gocce di sudore.
Ansimava.
-Cos’è successo?-
domandò Helena, aiutando il vampiro a sollevarsi seduto.
Chris aveva uno
sguardo carico di terrore misto a odio, guardava un punto fisso poco più sopra
della punta dei suoi piedi e continuava ad ansimare. Il fatto che, normalmente,
i vampiri non respirassero né tantomeno sudassero, rendeva la situazione ancora
più preoccupante.
-Chris…?- tentò di
nuovo la ragazza.
-Una visione. Non è
la prima volta che… Credo sia il tuo sangue a causarle.- sussurrò. Helena lo
scrutò interrogativa, lui alzò lo sguardo su di lei –Dobbiamo cercare Sebastian,
sento che non è il caso di tornarcene alla Torre. Anzi… Ti riporto alla Torre e
poi torno qui.-
Detto questo si alzò
in piedi e trasse su anche la ragazza, che però si impuntò, non volendo
seguirlo. –Se tu torni qui da solo, ti uccideranno. Ormai si saranno accorti che
ci sono degli intrusi nel palazzo, pensi che potresti uscire e poi rientrare
senza problemi?-
Chris la guardò in
maniera strana: i suoi occhi erano inespressivi, eppure Helena sentì che non
avrebbe potuto dire né fare nulla per opporsi a quello che le avrebbe chiesto di
fare. –Non sottovalutarmi, Helena, quello che posso fare da solo va molto oltre
quello che tu hai già potuto vedere finora. Sei troppo debole perché io ti porti
con me in giro per il castello, ma devo anche trovare Sebastian e… fare un’altra
cosa.- nel pronunciare quest’ultima parte della frase, Chris ruotò lo sguardo
verso il corridoio dal quale erano giunti. Che avesse a che fare con
Morgan?
-Mi sento meglio,
ora! Non so chi sia stato, ma qualcuno mi ha fatto un incantesimo di
rinvigorimento e ora sento che le mie forze stanno tornando! Se Sebastian ha
bisogno di te, non è il caso che tu perda tempo riportandomi a casa!- protestò
Helena.
Il vampiro irrigidì
i muscoli. –Helena, non contraddirmi di nuovo. L’ultima volta che hai fatto di
testa tua, Morgan è entrata nella Torre e vi ha rapite… Adesso torniamo a casa e
poi tornerò qui. Da
solo.-
Era stata colta sul
vivo: il suo senso di colpa per quello che stava succedendo. Lui aveva ragione,
l’aveva sempre avuta, ma lei non aveva mai voluto accettare di dover prendere
ordini, o consigli, da lui. Questa volta, però, qualcosa le diceva che non
avrebbe potuto opporsi un’altra volta, doveva fare come lui le diceva.
Abbassando lo sguardo annuì mestamente, ma soprattutto
controvoglia.
Chris annuì a sua
volta. –Bene.-
Porse la sua schiena
alla ragazza e le fece cenno di montarci sopra, lei obbedì in silenzio. Lui era
velocissimo, non ci misero nemmeno un paio di secondi, prima di trovarsi alle
porte del palazzo, dopodiché si smaterializzarono all’interno della Torre.
Helena si meravigliò soltanto di non aver perso aderenza sul corpo del
vampiro.
-Siamo stati
fortunati- disse –Nessuno ci ha visto.-
Ma Christopher non
era dello stesso parere: se non li avevano visti, significava che le guardie
erano impegnate in altro, e questo poteva significare soltanto che avevano
trovato Sebastian. Peggio: Thor aveva trovato Sebastian, altrimenti non si
sarebbe spiegato il numero così elevato di guardie assenti. Il Master amava
avere spettatori durante i duelli, soprattutto se potevano informarlo di
movimenti sospetti nelle vicinanze della stanza.
Helena rabbrividì al
pensiero che Eleanor e Sebastian erano ancora là dentro.
-Rimani qui.- le
ordinò Chris, la dolcezza di prima della visione era sparita del tutto.
L’afferrò per le braccia e la premette contro lo schienale del divanetto
–Promettimi che rimarrai qui.-
-Lo prometto…-
sussurrò la ragazza. Chris annuì e la strinse al suo petto –Non voglio perdere
anche te… non per causa loro.-
Helena avrebbe
voluto chiedergli cosa significasse quella frase, ma non fece in tempo: Chris
era già svanito, alla volta del Palazzo.
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Capitolo 28 *** CAPITOLO 28 ***
yf
CAPITOLO
28
Christopher
se n’era andato ed Helena si rannicchiò sul divano, abbracciandosi le ginocchia
e sospirando, si sentiva terribilmente sola e aveva paura, paura che Morgan o
Sheila piombassero nuovamente in quella Torre, temeva di dover subire nuovamente
le torture di quella pazza.
Oh,
fisicamente stava davvero meglio… qualcosa di indefinito l’aveva avvolta e
curata, non aveva idea di cosa fosse ma ne era immensamente grata, aveva la
spiacevole sensazione che non avrebbe retto ancora a lungo sotto le grinfie di
Morgan.
La
ragazza si sfiorò le labbra con un dito, lei e Chris… Helena arrossì
violentemente e fu estremamente felice che non ci fosse nessuno a vederla. Si
erano baciati, lui era stato così così… dolce, come mai si era
immaginata. Ciò che non capiva era la frase che lui le aveva rivolto prima di
smaterializzarsi per tornare nel Palazzo, chi erano loro? Chi aveva già perso
Christopher? E davvero il suo sangue gli aveva consentito di
ricordare?
Troppe
domande, Helena infilò le mani tra i capelli ed esalò l’ennesimo respiro, odiava
non capire, non sapere cosa stava succedendo. E avrebbe voluto stare con Chris,
ma stavolta avrebbe fatto ciò che lui le aveva chiesto. Non sarebbe andata da
nessuna parte, anche se si profilava una lunga e noiosa
attesa.
Mentre
Helena si arrovellava nel tentativo di dare un filo logico agli ultimi
avvenimenti, Chris era tornato nei sotterranei del Palazzo, dove aveva lasciato
Morgan.
Era
stata lei. Quella sgualdrina aveva ammazzato sua moglie, suo figlio e lo aveva
reso un vampiro… contro la sua volontà.
-Sei
ancora viva- disse entrando, Morgan era stesa a terra, ancora impossibilitata a
muoversi. Gli lanciò un’occhiata di puro odio, lui si avvicinò pur mantenendo
una certa distanza e guardandola dall’alto in basso, con disprezzo –So che sei
stata tu- aggiunse, dalla tasca dei pantaloni neri prese un pacchetto di
fiammiferi, ne accese uno.
-Io?
A fare cosa?-
-Hai
ucciso mia moglie e mio figlio, schifosa puttana- Chris lasciò cadere il
fiammifero acceso sulla tenda che cominciò lentamente a prendere fuoco, gli
occhi di Morgan si spalancarono dal terrore.
-Che
cosa vuoi fare?- strillò contorcendosi ma senza successo, l’amuleto la teneva
legata alla tenda, era riuscita a strapparne una parte con il solo risultato di
finire a terra, inchiodata al pavimento e legata come un salame. Una visione fin
troppo divertente, in altre occasioni Chris l’avrebbe volentieri umiliata… ma
non aveva voglia di ridere adesso.
-Hai
ucciso la mia famiglia- accese un secondo fiammifero e ripeté l’operazione di
prima, Morgan spostò lo sguardo dal fuoco a lui.
-Tu
sai…-
-Ho
ricordato- Chris accese il terzo fiammifero e lo gettò tra i capelli della
vampira che presero subito fuoco, Morgan urlò –Perché l’hai fatto? Perché?-
ruggì lui, sfoderando i canini –mi hai tolto tutto ciò che avevo, hai rovinato
la mia vita! Perché? Perché?-
-Tu
ti sei trasformato perché io
l'ho
voluto! I vampiri come me vengono scelti appositamente per reclutare nuovi
"adepti", perché siamo in grado di riconoscere l'indole di un uomo geneticamente
portato ad assumere questa natura. Tu eri così bello ed emanavi tanto potere,
anche se ancora non lo sapevi: eri un futuro vampiro perfetto! L’odore del tuo
sangue lo confermava…-
-Non
meriti niente- Chris uno ad uno accese tutti i fiammiferi, gettandoli addosso al
corpo di Morgan, il fuoco divampò presto, il vampiro si allontanò da lei, ma
rimase nella stanza, godendosi le urla agghiaccianti della donna. Guardò Morgan
bruciare finché di lei non rimase che un cumulo di cenere, poi si avvicinò e
dalla tenda tolse l’amuleto egizio, intatto.
La
battaglia tra Sebastian e Thor infuriava nell’aula magna. Eleanor fissava
impietrita i due vampiri scagliarsi uno contro l’altro senza risparmiarsi.
Sapeva
che solo con la morte di uno dei due lo scontro avrebbe avuto fine, e aveva
davvero paura. Era inutile! Non poteva far altro che restare lì e guardare,
senza poter far niente!
La
frustrazione s’impadronì di lei, strinse i pugni.
Nonna
Wine avrebbe saputo cosa fare… Lei lo sapeva sempre ed era così forte… Se lei
fosse qui adesso…
una lacrima solitaria le solcò il viso, perché Wine non c’era più? Certo, aveva
scelto di non vivere senza il suo amato marito, l’uomo per cui aveva rinunciato
a tutto e aveva scelto l’esilio perenne, ma Eny aveva ancora bisogno di lei! Non
poteva far niente da sola!
Bambina
mia, sei più forte di ciò che pensi.
-Nonna?-
Eleanor si guardò attorno ma non vide niente, crollò la testa in avanti… aveva
sperato di vedere nuovamente il fantasma di sua nonna ed invece, il
nulla.
Lo
sai Eny, io sono dentro di te. Il mio sangue scorre in te, non c’è nulla che tu
non possa fare.
-Ma
nonna… io non sono te. Sono solo un essere umano-
Non
sono stata io ad uscire dalla stanza di Thor e ad atterrare Sebastian. Non c’è
nulla che tu non possa fare.
Eny
ignorava se quella voce fosse realmente Winifred oppure una proiezione della sua
mente in subbuglio, ma si aggrappò con tutte le sue forze ad
essa.
Davanti
a lei Sebastian combatteva senza sosta con Thor, il master aveva appena portato
un attacco devastante e il vampiro era stato sbalzato via come un fuscello nel
vento.
-Non
importa quanto sei diventato più forte- Thor afferrò Sebastian per il collo,
sollevandolo da terra e stringendo senza pietà. Con uno scatto del braccio lo
lanciò via, poi lo raggiunse lo prese ancora per il collo e di nuovo lo lanciò
via.
Sebastian
sbatteva dovunque, tossiva e sputava sangue. Cominciava seriamente a cedere,
forse con Christopher avrebbero sconfitto Thor, ma da solo, per quanto la sua
forza fosse aumentata in modo impressionante nei secoli, non era ancora
sufficiente a sconfiggere quel bastardo. Lanciò un’occhiata ad Eleanor,
chiedendosi se sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbe
vista.
-E’
finita- Thor l’aveva raggiunto nuovamente, lo afferrò per i capelli biondi
tirandolo in alto, Sebastian digrignò i denti ma non emise un suono, il master
appoggiò una mano sul sua viso –La tua resistenza è finita, guarda la tua bella
un’ultima volta. Poi muori!- Sebastian sentì il potere di Thor confluire nella
mano che gli schiacciava la faccia, un colpo, un solo colpo e sarebbe tutto
finito. Sollevò gli occhi in quelli del master, che sorrise,
obliquo.
-ADESSO
BASTA!- strillò Eleanor, la sua voce rimbalzò per l’intera aula magna. Sebastian
girò gli occhi verso di lei e vide che non era più a terra ma si era alzata e
teneva i pugni serrati lungo i fianchi, tremando dalla testa ai piedi.
Thor
invece era immobile.
-Dannata
ragazzina, cosa mi stai facendo?-
-HO
DETTO BASTA! LASCIALO ANDARE!- entrambe le mani di Thor si spalancarono e
Sebastian cadde, si rialzò a fatica e zoppicò verso Eny, mentre Thor era ancora
lì, bloccato come una statua.
Magia
nera.
L’intero
corpo di Eleanor vibrava, saturo di quel potere che era appartenuto a Winifred,
un potere così grande da essere troppo per un essere
umano…
-Eny,
smettila o morirai!- disse Sebastian –Hai ereditato i poteri di tua nonna ma non
sei un vampiro…il tuo corpo umano non può sostenerli, se non la smetti finirai
per consumarti- la ragazza si girò verso di lui.
-Allora
rendimi come te-
-No-
Eleanor
sospirò e smise di concentrarsi su Thor, lasciandolo andare. Il master si voltò
verso di lei.
-Tu…-
-Io
cosa?-
-Tu
sei…- Sebastian si parò immediatamente davanti alla ragazza –Sei uguale a
lei-
-Stalle
lontano- ringhiò il vampiro biondo.
-Tu
non hai diritto di parlare così!- urlò Eny scansando Sebastian e marciando verso
Thor, l’adrenalina le viaggiava in corpo impedendole di pensare troppo o avere
paura –Tu l’amavi, ma al posto che lasciarla libera l’hai segregata e torturata
perché si era innamorata di un altro, di un umano! Tu che le hai fatto male più
di chiunque altro, tu che l’hai esiliata e braccata per anni e anni… tu non hai
alcun diritto di parlare di mia nonna!- la mano di Eny scattò, schiaffeggiando
il master con tutta la forza che aveva –Winifred è morta! Ha scelto di seguire
mio nonno invece che tornare qui e avere a che fare con te… lei ti odiava!- Thor
era immobile. Sebastian fremeva, temendo la reazione del master, gli bastava
poco per uccidere Eleanor.
Il
master si portò una mano sul viso, dove lei lo aveva
colpito.
-Sì,
sei come lei- disse infine voltandosi –Andatevene- Eny sbatté le
palpebre.
-Cosa?-
-Ho
detto andatevene e non tornate. Siete liberi- Sebastian non attese oltre, rapido
afferrò Eny e la trascinò fuori dall’aula magna.
Percorsero
correndo numerosi corridoi, prima di fermarsi in un angolo, dove Sebastian si
appoggiò al muro, scivolando lentamente fino a sedersi sul pavimento, Eleanor si
accucciò di fianco a lui.
-Stupida-
sibilò il biondo –Cosa credevi di fare con Thor? Hai idea di quello che hai
rischiato di combinare? Avrebbe potuto ucciderti in un attimo- ma lei scosse la
testa.
-No,
non poteva. Io somiglio troppo a Winifred- mormorò. Sebastian si soffermò a
guardarla, indossava ancora quel vestito appartenuto a sua nonna, ed era
bellissima.
-A
quanto pare Wine ci ha salvati ancora- disse lui, tentò di alzarsi ma
inutilmente. Era senza energie.
-Sebastian…-
Eny scostò l’abito –Vuoi mordermi?-
-Eleanor,
non posso farlo. Stavolta non è come l’altra, rischierei di ucciderti…- la
ragazza scostò la gonna e sedette accanto a lui, tirando indietro la testa fino
a scoprirsi completamente il collo
–Mordimi,
se non lo fai… non riusciremo ad andarcene-
Probabilmente
Sebastian sarebbe finito col cedere alle lusinghe di Eny, bisognoso com’era di
energie in quel momento, se non fosse stato per l’arrivo di Christopher. Il
vampiro moro scansò con un braccio la ragazza dal suo compagno e si accucciò per
issarsi Sebastian dietro le spalle.
-Dov’è
Helena?- domandò questi, cercando di smontare dal dorso del suo
amico.
Chris
lo fermò con una mossa decisa –Stai fermo, non sei nelle condizioni di camminare
da solo: stavi addirittura per mordere Eleanor.-
-Mi
sono offerta io di fornirgli del sangue per rinvigorirlo! Lui non mi ha chiesto
niente!- protestò la ragazza, balzando in piedi. Chris le lanciò un’occhiata
incorporea.
-Forse
questo è anche peggio.-
Eny
lo guardò interrogativa, ma Chris si era ormai voltato dall’altra parte e stava
conducendo Sebastian giù per un corridoio buio.
-Chi
ti ha ridotto così?- domandò il moro, rivolto al
compagno.
Sebastian
emise un suono che doveva sottintendere un enorme sforzo fatto per sorridere.
–Thor… prima che Eny lo bloccasse.-
Chris
guardò Eleanor in cerca di spiegazioni, ma lei non riuscì a sostenere il suo
sguardo: c’era qualcosa di cambiato in lui, qualcosa che lei non riusciva a
sopportare. Piegò la testa a studiare un particolare del suo vestito, mentre li
seguiva, e rispose –Non so cosa sia stato, esattamente. A un certo punto ho
sentito in me il potere di fermare quello che stava succedendo… Credo c’entri
mia nonna. Sai, da quando sono qui mi è capitato più volte
di…-
-Percepire
la sua presenza?-
Eny
colse con sorpresa le parole di Christopher. Annuì. –Allora è capitato anche a
te.-
-Mi
ha aiutato a capire delle cose… ma soprattutto mi ha dato i mezzi per eliminare
Morgan.-
Sebastian
strinse con forza i pugni attorno alle spalle del suo amico –Morgan è morta?
Allora Helena sta bene, ora… Dov’è?- chiese, compiendo uno sforzo indicibile per
articolare le parole. Mano a mano che si avvicinavano all’uscita, si rendeva
conto di come fosse stato a un passo dalla fine.
-L’ho
riportata alla Torre. Dovevo uccidere Morgan personalmente e non potevo
proteggerla nello stesso tempo.- rispose Chris. –Ho avuto… un’altra visione… e
questa volta qualcosa dentro di me è esploso. Helena è ferita, ma Wine l’ha
rinvigorita, in qualche modo. Se fosse rimasta con me ancora qualche minuto,
forse non sarei riuscito a controllarmi abbastanza da
risparmiarla.-
Sebastian
si rese conto solo in quel momento dei corpi lacerati che giacevano lungo le
mura dei corridoi che portavano all’uscita. Ancora una volta strinse i pugni
attorno alla stoffa della giacca di Chris –Cos’è successo?- Eleanor era
sconvolta dalla brutalità con cui quei corpi erano stati dilaniati. –Sei stato
tu?-
Chris
non rispose subito, aspettò di essere fuori dal castello. –Morgan ha ucciso la
mia famiglia e ha fatto di me quello che sono. La rabbia e tutta l’infelicità
che provavo, il dolore che provai all’epoca… tutto, mi è tornato su
all’improvviso. Ho perso la testa per un attimo e quello che avete visto ne è
stato il risultato.-
Eleanor
non riusciva a credere che proprio Christopher potesse essere l’artefice della
strage che aveva contemplato poco prima. Gli si parò davanti, le lacrime che
sgorgavano copiosamente dai suoi occhi offesi. –Cosa sei diventato? Il Chris che
conosco io non sarebbe mai stato in grado di fare una cosa del genere!- gli
mollò uno schiaffo –Sei come Thor, dopotutto.-
Chris
incassò il colpo –Thor vi ha lasciati andare vivi. Io non ho la sua dote di
autocontrollo, mi dispiace.-
Eleanor
stava per replicare, ma Sebastian le fece cenno di attaccarsi a lui per la
smaterializzazione alla Torre e non ebbe altra occasione di parlare con Chris,
se non dopo che Sebastian si fu messo a riposo e Helena ebbe ricevuto le cure di
cui necessitava.
Dopo
una doccia fredda e un cambio d’abito tornò a cercare il vampiro per parlare con
lui. Lo trovò seduto nella sua stanza, con il lettore mp3 nelle orecchie e gli
occhi puntati al soffitto.
-Dobbiamo
parlare.- annunciò. Chris la ignorò. –Non fingere di non avermi sentito: so
benissimo che sei in grado di captare ogni singolo suono che
emetto!-
Questa
volta, gli occhi del vampiro si inclinarono a incontrare quelli della ragazza.
Anche in quell’occasione, Eleanor provò la sensazione di incrociare lo sguardo
di un morto. –Cosa vuoi?-
-Voglio
che tu ritorna in te!- esclamò lei –Sebastian è in condizioni gravissime: ha
bisogno che il suo compagno sia forte, per potersi riprendere! E poi… non pensi…
non pensi a Helena?-
Chris
venne momentaneamente attraversato da un brivido, il quale provocò un lieve
bagliore nei suoi occhi spenti, prima di ripiombare completamente nell’apatia.
–Perché dovrei pensare a lei in questo momento? L’hai curata, sta bene, domani
tornerà in forma come se non fosse successo niente.-
Eny
lo guardò sconvolta. Stringendo i pugni si portò di lato al letto del vampiro e
gli mollò il secondo schiaffo della giornata. Stavolta gli occhi di Chris
trasmettevano un messaggio di sfida. –Come fai? Pensi che lei non mi abbia detto
niente?- sussurrò la ragazza –Lei è quasi morta sentendosi in colpa per aver
messo voi due nei guai, l’hai baciata e ora fai finta che non sia successo
niente? Christopher, mi dispiace enormemente per quello che ti è successo nella
tua vita passata, ma si tratta solo di questo: di una vita passata. Non puoi
rintanartici dentro facendo finta che il mondo che ti circonda sia solo un
brutto sogno, soprattutto quando metti in campo dei
sentimenti!-
Chris
si sollevò in piedi, sovrastando la ragazza con tutta la sua figura e
avvicinandosi così tanto a lei da farle quasi temere per la sua incolumità. –Tu
non hai visto quello che ho visto io. Per te è così semplice… Tu vuoi diventare
come me, tu vuoi diventare… questo!
Io, invece, io non ho mai voluto esserlo e ho sempre odiato fare quello che la
mia specie definisce organico,
mentre oggi mi sono sentito dire che la mia è predisposizione naturale. Io,
oggi, ho saputo che la mia vita è stata distrutta perché una fottuta vampira si
era innamorata di me e riteneva che io potessi diventare un grande Master di
secondo livello!- stava urlando –Hai mai provato un dolore imprigionato per
secoli, che si rivela tutto in pochi secondi? Perché se non ti è mai capitato,
allora non puoi venirmi a fare la predica! Io ho perso tutto!- Cadde in
ginocchio, il volto appoggiato sul ventre di Eny, i pugni chiusi a comprimersi
le tempie –Ho perso tutto…-
Eleanor
sentì l’istinto di abbracciarlo: avvolse le sue braccia attorno ai ricci del
vampiro e aspettò di sentire le lacrime che le bagnavano la maglietta. Chris si
era trovato a provare troppi sentimenti nel giro di poco tempo e, nonostante la
sua tempra forte, non era riuscito a contenere tutto ed era
esploso,
esattamente come aveva detto lui.
-Hai
ragione: io voglio essere quello che tu sei. Credo che la tua specie sia in
grado di fare grandi cose, se impara a controllarsi e, dopotutto, questa è la
mia natura. Ho i poteri di un vampiro nel corpo di un essere umano, oggi ne ho
avuto la prova. Ora tu hai la certezza che non volevi essere quello che sei,
quindi? Nemmeno io avrei voluto nascere umana, ma non ho potuto farci niente.
L’unica cosa che possiamo fare, adesso, è di accettarci per quello che siamo,
senza curarci della specie a cui apparteniamo. Tu ti senti umano dentro, io no.
L’importante è questo.-
-Tu
puoi diventare un vampiro quando vuoi.- la riprese Chris, ma Eleanor scosse la
testa.
-Non
vuol dire niente. Solo perché mi nutrirò di sangue non vuol dire che sarò
diversa da come sono ora.- disse –E lo stesso vale per te: Helena prova dei
sentimenti nei tuoi confronti e tu la ricambi, buttare all’aria quello che hai
costruito in questi ultimi secoli per una “fottuta vampira” non ti sembra un
gesto insensato?-
Il
vampiro alzò il volto. Nei suoi occhi era tornato lo spirito forte che lei aveva
conosciuto, anche se il ghiaccio era stato pesantemente intaccato dal fuoco.
–Come sta?- chiese.
Eny
sorrise –Vai a parlarle.-
ACHTUNG: Questa storia è
in fase di stallo, come tutte le altre in fieri di Kuji13 e musicaddict, a causa
di problemi personali/tecnici. Speriamo di riuscire a postare fino alla fine,
anche perché anche noi ci teniamo alle nostre storie. Keep on enjoying us!
Kuji13&musicaddict
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Capitolo 29 *** CAPITOLO 29 ***
yf
CAPITOLO 29
- … E questo è il
motivo per cui, a mio avviso, dovreste trasformarmi.-
Eleanor strinse con
forza la catenina che portava al collo e guardò in attesa i due vampiri che le
stavano di fonte. Sebastian era seduto su una sedia, le braccia conserte e lo
sguardo fisso a terra, Christopher era al suo fianco, seduto a terra. Entrambi
cercavano di prendere una decisione neutrale, ma nessuno dei due poteva
considerarsi estraneo a quella situazione. Fu Sebastian a prendere parola per
primo.
-Sei consapevole di
quello che significherebbe?- le chiese –Dovresti essere pronta a uccidere delle
persone per sopravvivere, diventeresti quello che molti considerano un mostro,
non potresti più rivedere la tua famiglia…-
Eny fece un gesto
con la mano per bloccare il lungo elenco –Per me questi non sono dei veri
problemi. Ve l’ho già detto-
-Sei pronta anche a
vivere per sempre?-
La voce di Chris le
giunse fredda e atona come non mai, quasi fosse surreale. Spostò lo sguardo da
Sebastian a lui e vide che la stava osservando; non aveva visto tanta tristezza
e rancore nei suoi occhi da quando erano tornati dal castello. Pensava che ormai
l’avesse superato, ma a quanto pareva si era sbagliata.
-E’ una cosa che
esula completamente dalle mie capacità di comprensione, ma se mia nonna ha
potuto uccidersi, penso che se mi stancassi di vivere potrei seguire il suo
esempio.- rispose dopo qualche istante. Sebastian rabbrividì all’idea di Eleanor
nelle stesse condizioni in cui avevano ritrovato Winifred Wood: perfettamente
conservata all’interno di una bara, quasi fosse stata
impagliata.
Chris si alzò in
piedi e si avviò verso il quadrante vitreo dell’orologio –Tua nonna aveva un
potere superiore al normale, Eleanor, non è così semplice uccidere un vampiro.
Da quanto ne so, tua nonna è stata l’unica a suicidarsi… come anche l’unica a
scegliere una vita quasi umana.-
-Io ho ereditato
molto da mia nonna, non solo l’aspetto fisico.- replicò la ragazza, con un tono
che faceva intendere come quello fosse l’ultimo dei suoi
problemi.
Chris stava per
replicare, ma Sebastian intervenne a sfatare i suoi dubbi –Tu non l’hai vista al
palazzo… Se non ci fosse stata lei a bloccare Thor io non sarei qui, in questo
momento.- disse risollevando lo sguardo –E ci è riuscita solo con l’uso della
parola. L’unica ad avere un potere del genere su Thor era Wine, per quanto mi
ricordi io, e non è l’unica volta in cui si sono manifestati i suoi poteri quel
giorno.-
Chris si voltò a
squadrare Eleanor Wood, la nipote della grande Master, comodamente seduta sul
divanetto dall’altra parte della stanza. Come tanto potere e tanta forza d’animo
potessero venire da una ragazzina che all’apparenza sembrava tanto imbranata e
con la testa tra le nuvole, non lo sapeva, ma si rendeva conto che, se quello
che Sebastian gli aveva raccontato era la verità, si trovava davanti a una cosa
più unica che rara. Sfilò il taccuino di Wine dalla sua tasca e lo sollevò a
mezz’aria, in modo che Eleanor fosse perfettamente in grado di vederlo –Quando
tua nonna ti raccontava queste storie e ti faceva fare certi… giochi, cosa
succedeva?- Eny lo guardò confusa, senza capire esattamente cosa intendesse dire
con quella domanda. Cercando di rendersi più comprensibile alla ragazza, Chris
si avvicinò a lei e le mostrò una filastrocca che lei stessa aveva ricopiato su
un foglietto e inserito all’interno del taccuino, vicino a un incantesimo della
Master. –Se reciti questa filastrocca, cosa succede?-
Eleanor afferrò il
foglietto di carta e lo esaminò attentamente, cercando di ricordare –Me la
recitava sempre quando mi portava davanti a un cimitero poco distante da casa
nostra. Diceva che una volta grande sarei stata in grado di sorprendere tutti,
se l’avessi imparata bene a memoria…-
Chris stava
diventando nervoso: non gli interessavano i ricordi d’infanzia della ragazza,
quello che interessava a lui era scoprire se fosse effettivamente in possesso di
poteri di livello Master. –Eleanor, è importante che io sappia perché hai messo
questa filastrocca vicino a questo incantesimo e cosa succede se la
reciti.-
Sebastian la guardò
per incoraggiarla a rispondere –Sforzati di ricordare, Eny, è importante che noi
sappiamo queste cose, prima di trasformarti.-
Lei tornò a
concentrarsi sulle parole che aveva davanti. –Non l’ho messa vicino
all’incantesimo, l’ho messa vicino alla pozione della pagina accanto. Non
succede nulla se recito la filastrocca, ma contiene tutti gli ingredienti di
quella pozione e se si impara a decifrarla, anche le modalità di preparazione.
-
Sebastian chiese a
Chris di passargli il taccuino, le sue condizioni gli impedivano ancora di
muoversi troppo. Lesse quello che c’era scritto più volte, prima di chiedere –A
che serve questa pozione?-
Le mani di Eny
cominciarono a contorcersi attorno al foglietto che reggevano –Crea delle
allucinazioni… Credo sia una droga molto potente… l’ho provata su di me un
giorno che voi non c’eravate.-
Chris le bloccò le
mani ai polsi: stava tremando e i suoi occhi, nonché il suo odore, comunicavano
paura. –Cos’è successo quando l’hai provata?- le chiese. Eleanor scosse la testa
cercando di liberarsi dalla stretta, la paura le stava facendo venire le lacrime
agli occhi –Eleanor, ti prego, abbiamo bisogno di
saperlo!-
-Perché proprio
quella?- sussurrò lei, sensibilmente terrorizzata.
–E’ l’unica pozione,
incantesimo, opera di magia nera che non conosciamo. Non siamo informati come
tua nonna, in quanto a magia nera, ma tutto quello che ti ha scritto sul
taccuino sono cose che, anche se solo per nome, conosciamo. Quella cosa invece,
ci è completamente sconosciuta e tu sai che noi stiamo cercando qualcosa di
molto particolare.-
–Io ho visto cose
orribili… cose del mio passato che pensavo di aver rimosso completamente, cose
che addirittura mi ero dimenticata fossero successe…- mormorò Eleanor,
abbassando gli occhi.
Chris la costrinse a
voltarsi verso di lui, scuotendola con forza –Hai detto visioni del passato?-
Eny annuì ancor più terrorizzata dal comportamento del vampiro, lui si girò
verso l’altro –Forse l’abbiamo trovata…- sussurrò.
-Chris…mi fai male…-
il vampiro lasciò andare la ragazza che si massaggiò le spalle nel punto dove
lui l’aveva stretta e guardò Sebastian, il quale annuì.
–Potrebbe essere
l’incantesimo o la pozione che stavamo cercando.- disse, poi si rivolse
nuovamente alla ragazza –Eny, sei in grado di prepararne anche per
noi?-
-Quando l’ho
preparata per me non era completa, mancavano degli ingredienti che non saprei
dove trovare… non so quale sarebbe l’effetto a pozione completa.-
-Cosa ti serve che
non conosci?- le domandò ancora.
Eny prese il
taccuino e cominciò a spulciare l’elenco di ingredienti –Per esempio… avevo
bisogno di un amuleto che qui non so dove trovare, è un coso egizio, e di una
ciocca di capelli di vampiro, uno per partecipante alla
pozione…-
-Beh, per i capelli
mi sembra che non ci siano problemi!- mugugnò Sebastian.
-E nemmeno per
l’amuleto.- disse Christopher, estraendo dalla giacca l’amuleto che gli aveva
fatto trovare Wine. Eleanor lo guardò stupita –Me l’ha fatto trovare tua nonna
nel castello.-
-E’ esattamente
quello disegnato qui! Serve a…-
- … impedire a
qualcuno di scappare.-
-Anche a qualcosa…
per esempio i ricordi. Serve per trattenerli, per non farli andar via troppo in
fretta…- rabbrividì un attimo –Sono felice di non averlo avuto tra le mani
quando l’ho provato su di me.-
Sebastian sorrise
–Quindi ora abbiamo tutto.-
Eleanor scosse la
testa violentemente –No, non è tutto… io non so nemmeno cosa sia del sangue di
enummi!- protestò –E qui dice che è indispensabile per far avere delle visioni
complete a dei vampiri.-
Sebastian e Chris si
scambiarono uno sguardo pieno di significato: sapevano entrambi di cosa si
trattava e del perché Eny non sapesse dove trovarlo.
-E’ una cosa che
abbiamo sempre avuto a portata di mano. A dire il vero sospettavo già da tempo
che fosse parte fondamentale di ciò che ci avrebbe aiutato a recuperare i
ricordi.- disse Chris –Visioni improvvise, troppo frequenti in un periodo
particolare… una coincidenza troppo strana.-
Eleanor non riusciva
ancora a capire, Sebastian le fece segno di leggere la parola dal verso opposto.
–Im-mu-ne… Immune!- esclamò la ragazza –Che stupida! Come ho fatto a non
accorgermene prima? Anche dentro la collana che porto al collo c’è una goccia di
sangue immune!-
Sebastian sollevò
improvvisamente lo sguardo sul suo amico –Hai detto che hai avuto visioni
proprio in un periodo particolare… Se questo sangue causa visioni del passato a
noi che lo assaggiamo, significa che Helena è la responsabile delle tue
visioni!-
-E’ proprio quello
che sospetto dalla prima visione. Già quando l’ho morsa la prima volta ho
sentito qualcosa di strano: all’inizio pensavo che dipendesse dal particolare
sapore del suo sangue, ma dopo ho capito che non si trattava di quello. Ti
ricordi? L’ho tenuta in vita proprio perché pensavo potesse servirci per il
nostro scopo.- rispose Chris.
Eny lo guardò
sbalordita –Se non avessi avuto quella sensazione avresti ucciso Helena?! L’hai
tenuta solo perché ti tornava utile?!- era sconvolta.
Chris rise –Non
essere così cattiva nei miei confronti, Eleanor. Il rischio era che dicesse a
qualcuno cosa le era successo e che trovasse quello pronto a crederle. E poi,
non per spostare le mie colpe a qualcun altro, ma qualcuno qui presente aveva
proposto di spezzarle il collo e andarcene.-
Eny si voltò verso
Sebastian e lo fulminò con lo sguardo. Questi cercò qualcosa da dire per
giustificarsi, ma rimase in silenzio e lei gli scoccò
un’occhiataccia.
-Non pensiamo a
questo, ora- disse alla fine –Eleanor, sei in grado di preparare questa pozione
anche per noi due?-
Lei stava per
replicare, quando Chris la interruppe –Da umana non ci riuscirebbe mai. La prima
volta è riuscita a produrre un effetto perché mancavano ingredienti
sovrannaturali, ma questa volta è diverso. Con la magia nera funziona un po’
come con l’acqua: non si mescola tutto con tutto, servono dei poteri speciali
per fare reagire un ingrediente con gli altri, e questi poteri diventano sempre
più forti mano a mano che diventa più potente
l’ingrediente.-
-Quindi stai dicendo
che, perché il sangue e i nostri capelli reagiscano, serve un vampiro a
preparare il tutto?- chiese conferma Sebastian. Chris
annuì.
Eleanor si risollevò
–Questo significa che avete un motivo in più per trasformarmi! Sono pronta a
farlo anche subito, se non volete aspettare!-
Sebastian l’afferrò
per una spalla –Eny, non è così semplice, si tratta di un procedimento lungo,
quando sei volontaria. Io non ho memoria del mio passato, non mi ricordo come è
successo né cosa ho provato durante la trasformazione… potrebbe essere molto
dolorosa. Finché io non mi sarò ripreso del tutto non ho intenzione di
trasformarti: voglio essere in forze, in caso si dovesse rivelare più difficile
del previsto.-
-E poi abbiamo
bisogno anche di Helena.- sussurrò Chris –Dobbiamo aspettare di riprenderci
tutti completamente, prima di fare una cosa del genere- Eleanor annuì
silenziosamente.
Sheila sedette sul
trono che fino a pochi minuti prima era appartenuto a Thor. Adesso era suo. Il
suo potere si era accresciuto fino ad eguagliare e superare quello del Master,
eliminarlo era stato semplice. Accecato dall’amore per Winifred aveva lasciato
andare i suoi nemici ed era diventato un debole, ma adesso c’era lei al comando
dei vampiri di Sacrament e avrebbe avuto indietro la ragazzina sopravvissuta, la
nipote di Wine Wood e i due piccoli ribelli. Si sarebbe divertita a giocare con
Sebastian… e avrebbe vendicato Morgan.
Salve a
tutti! La ff sta riprendendo poco a poco... ^^ comunque spero che vogliate fare
qualche recensione, tanto per farci capire che la state leggendo! XD Nel
frattempo: keep on enjoying us! Kuji13_musicaddict
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