Sei solo una Luminosa Distrazione

di Sleepesleep
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ogni giorno ***
Capitolo 2: *** Ripercorro quei passi ***
Capitolo 3: *** Seguendo le tue orme ***



Capitolo 1
*** Ogni giorno ***


Le favole che tanto amiamo da bambini, diventano i mostri che si ingrandiscono sul petto da adulti. Non esiste il principe azzurro, non c'è nessuna principessa da salvare, nessun regno perduto che ci aspetta, non esiste nessun topolino o drago che ci aiuterà a realizzare i nostri sogni. La dura realtà è che non tutto è possibile, che accontentarsi è alla base della felicità per la maggior parte delle persone.

E Stiles era una di queste, lui apparteneva a quel 87% di persone costrette a smettere di essere infantili, a scegliere una carriera sicura e un posto di lavoro che avrebbe permesso di mantenere la sua futura famiglia. Ed ecco perché era diventato professore nel suo vecchio liceo, per sottile ironia lui insegnava scienze, pensare che da giovane era stato costretto a prendere ripetizioni per superare il corso. 

Biologia però era una delle uniche cinque università della città vicina, le altre le aveva scartate a priori, matematica non faceva per lui e lettere era un supplizio a cielo aperto. Per quanto riguardava Ingegneria e Scienze Motorie potete tutti ben capire perché li evito, così la scelta ricadde su l'unica possibilità rimasta, Biologia.

L'unica nota positiva della sua carriera da insegnate era riavere Scott al suo fianco proprio come a liceo, McCall dopo i primi anni di Veterinaria a New York aveva scelto di lasciare tutto e iscriversi a lettere, ed ora i due amigos erano di nuovo insieme solo dall'altra parte della trincea.

<< Ti prego, dimmi che la macchina del caffè non è ancora rotta >> borbotto Stiles sedendosi accanto a Scott che correggeva attento alcune verifiche.

<< Mi dispiace >> si limitò a dire l'amico senza neppure alzare lo sguardo dai fogli. Stiles sbuffo sonoramente e si dondolo sulla sedia infastidito, non sono doveva tenere a bada una mandria di studenti con gli ormoni a palla ma gli toccava farlo senza caffeina, la giornata non prometteva bene.

<< Quelli della vostra generazione si lamentano sempre >> disse il Coach avvicinandosi ai due sorseggiando un qualche tipo di liquido scuro dalla sua tazza << Quelli invece come me risolvono i loro problemi da soli >>. Stiles alzò un sopracciglio dubbioso, ti prego dio fa che quello non sia alcol.

<< La prego di non farsi trovare ubriaco in classe, sarebbe un problema per tutti >> lo riprese pacato Isaac. << Lahey, guarda che questo è te nero >> ribatte il Coach fissandolo compiaciuto mostrando il contenuto molto scuro del bicchiere.

<< Sa vero, che il te nero non è davvero nero, giusto? >> ribatte pungente Isaac. Doveva ammetterlo, questa era buona, riccioli d'oro stava imparando. << Voi giovani d'oggi siete troppo sfrontati >> disse l'uomo riprendendo a bere il miscuglio che non aveva neppure l'odore simile al te nero.

<< Buongiorno >> li saluto Lydia poggiando la borsa sulla sua scrivania e chiese << La macchinetta è ancora rotta? >>. Stiles le rispose drammatico << Si, nulla ha senso ormai >>. Lei sorrise leggermente prendendo posto << Detesto il lunedì >> ammise la donna scrutando la tabella con l'orario della giornata.

<< Buongiorno docenti >> disse la preside facendo la sua entrata in scena sospirando, aveva delle profonde occhiaie scure e i capelli spettinati come sempre, quella donna era allo stremo, lavorare e avere figli era terrificante << Purtroppo il Professore Raeken è ammalato >>. 

Un borbottio infelice si alzò tra i professori. Scott alzò gli occhi dai compiti esasperato << Ci mancava solo questo, anche Talbot è in malattia >>. << Colleghi, vi prego, un po' di comprensione, fate girare il nuovo orario >> disse Diane per far zittire il brusio e aggiunse pacata << Inoltre Raeken si era offerto di supervisionare la preparazione del ballo tra due settimane, dovremmo quindi sostituirlo, qualche volontario? >>. 

Lydia veloce strappo dalle mani del Coach la nuova tabella << Fantastico, niente più giorno libero per me, dovrò lavorare 5 giorni su 5, tutte è 6 le ore >> borbottò facendo passare il foglio. Stiles tirò un sospirò di sollievo, il suo giorno libero era immacolato, certo lui e Theo avevano entrambi il mercoledì libero, ergo era salvo. << In qualsiasi altra scuola avrebbero assunto un cazzo di supplente >> ruggì Isaac cercando di sbirciare la tabella con nuovo orario.

Diane rispose addolcendo il tono il più possibile << Siamo a Beacon Hills, qui non abbiamo fondi neppure per rifare il campo di lacrosse >>. << Lo so benissimo >> si intromise frustato il Coach. La povera Preside si limitò a ripetere esausta << Chi supervisionerà i preparativi per il ballo? Vi prego, Martin non può farlo da sola >>. Lydia le diede man forte << Non posso tenere a bada tutti è 20 i ragazzi, impazzirò da sola >>. 

Nessuno si mosse o osò alzare lo sguardo, certe volte sembrava di essere ancora una classe di ragazzini capricciosi, ma infondo a nessuno piaceva l'idea di doversi trattare oltre l'orario scolastico con gli alunni, non fraintendete Stiles adorava i suoi imbecilli ma avrebbe anche volentieri preso a calci tutti loro.

<< Lahey o Stilinski dato che siete gli unici a non dover sostituire Raeken sarebbe carino se potesse dare una mano in altro modo >> disse spazientita Diane notando la mancanza di collaborazione. Stiles si morse il labbro inferiore colpevole, doveva trovare una scusa per filarsela. << Mia moglie è incinta, non posso rimanere di pomeriggio >> ammise Isaac. << Ancora? >> si lasciò sfuggire Lydia sgranando lo sguardo. Il riccio la fissò infastidito << Qualche problema? >>. << Nessuno, solo che di questo passo basteranno i tuoi figli per ripopolare Beacon Hills >> disse divertito Stiles. 

<< Qualcuno deve pur farlo dato che tu non lo farai >> rispose velenoso Isaac. << Finitela >> disse Scott raccogliendo alcuni libri e aggiunse serio << La campanella sta per suonare >>. << Stilinski >> lo richiamò Diane incrociando le braccia al petto imperiosa. << Certo, lo farò io >> cedette Stiles stirando il suo migliore sorriso falso.  << Dai, ci faremo compagnia >> disse Lydia dandogli una leggera pacca sulla spalla. << Magra consolazione >> rispose Stiles fissando il suo migliore amico filarsela dalla sala professori. 

La campanella suonò annunciando l'iniziò delle lezioni, Stiles entrò nell'aula asserendo << Buongiorno ragazzi >>. Ecco come cominciavano tutti i suoi giorni, anche quello non era differente, infondo la vita è banalità costellata da finti colpi di scena, anche il suo nuovo incarico era solo una distrazione temporanea dalla sua monotonia.

 

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Capitolo 2
*** Ripercorro quei passi ***


Derek ama pianificare, aveva scelto il college sin dal primo anno di liceo, la sua intera carriera lavorativa era stata programmata fino ai minimi dettagli. Per questo ora era il più giovane amministratore delegato nell'azienda di famiglia, Cora lo prendeva in giro definendolo Mister Precisino.

Peccato che la sua vita privata fosse stata un disastro, sicuramente non era programmato dover crescere un adolescente in piena crisi ormonale da solo nei suoi trent'anni. Uno stupido errore liceale, di cui lui si era preso la sua parte di responsabilità, era anche disposto a sposare la sua fidanzata di allora. Però Paige non era della stessa idea e dopo aver dato alla luce il piccolo si era volatilizzata.

Ed ecco come Derek era diventato un papà single. Da quando Eli era nella sua vita rispettare i programmi era fuori discussione, il giovane adorava portare il caus ovunque andasse, non ascoltava mai nessuno degli ordini di Derek e sembrava esistere solo per fargli saltare i nervi. Nonostante tutto però rimaneva il suo moccioso, infondo poteva fare a meno dei suoi amati programmi qualche volta.

E questa era una di quelle volte. << Vorresti lasciare il lacrosse? >> disse Derek fissando il figlio che masticava sgraziato le sue verdure. << Esatto >> rispose il giovane con la bocca ancora piena. << Non puoi farlo, sia io che zio Peter eravamo membri della squadra così come anche tuo nonno >> ribatte Derek risoluto e aggiunse << Inoltre è maleducazione parlare con la bocca piena >>.

<< Tanto il Coach non mi fa giocare, sto solo in panchina >> borbotto Eli sincero. << Se è questo il problema, posso parlarci io, potrei metterci una buona parola. Sai il Coach ha allenato anche me >> rivelò il padre con convinzione. << Papà non è questo il punto, sono un pessimo giocatore, sarei solo un peso per gli altri >> riprese il figlio provando a persuadere il suo testardo interlocutore.

<< Devi solo allenarti di più, potremmo fare qualche esercizio insieme per migliorare la tua coordinazione >> disse Derek serio, non avrebbe ceduto questa volta, Eli aveva nel sangue lo sport, era un Hale, gli Hale hanno sempre eccelso in ogni campo.

<< Come al solito non mi ascolti >> mormorò l'adolescente spingendo il piatto verso il centro della tavolo, infastidito lasciò la tavola. << Eli dove stai andando? >> lo riprese Derek e aggiunse perentorio << Smettila con i capricci >>.

Il figlio non rispose rifugiandosi nella sua camera esausto. Nascose la testa tra i cuscini soffocando il suo urlo, era così stanco di quella pressione che lo soffocava, non poteva semplicemente essere se stesso? Doveva trovare un modo per evitare di frequentare il Lacrosse, lui non era suo padre.

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Stiles osservò i ragazzi che si disponevano intorno al tavolo trafficando con i glitter e i colori. << Ricordi quando eravamo al loro posto >> lo riprese nostalgica Lydia. << Non ho mai partecipato a questi stupidi comitati per i balli, di solito li frequentavano solo i nerd e le ragazze >> gli fece notare Stiles facendo scorrere gli occhi sulla sala che conteneva una quindicina di ragazzi.

<< Al liceo eri un nerd, Stiles >> disse placida Lydia e aggiunse avvicinandosi per leggere i nomi dei partecipanti << Sono meno del previsto >>. << Davvero?>> chiese l'amico scettico, dovevano essere di più? Per i suoi standard erano già abbastanza. Chiuse la cartelletta con i nomi e si diresse verso la segreteria per depositarla, almeno doveva supervisionare solo quindici ragazzi, un numero del tutto ragionevole dal suo punto di vista.

Busso leggermente alla porta ma come al solito nessuna risposta, con alta probabilità la segretaria era di nuovo in pausa, perché diamine non aveva pensato di fare il segretario? La paga era buona e Diane era un angelo come preside, rispetto ai precedenti almeno. Entrò nella saletta per lasciare l'elenco e defilarsi per tornare alla sua mini mandria di ragazzi.

<< Mi scusi >> lo richiamo titubante una voce dal timbro adolescenziale. Stiles roteò lo sguardo sul ragazzino magrolino che lo fissava confuso << Professore, sa quando tornerà la segretaria? La sto aspettando da ormai mezz'ora >>. << Non presto >> disse sincero lui mosso da un moto di pura empatia, infondo era certo che quella mezz'ora fosse qualcosa di più. << Capisco >> disse il riccio abbassando lo sguardo sul pavimento. 

Stiles annuì piano, poggiò la cartelletta e si ridiresse verso la porta ma si bloccò percependo lo sguardo nervoso del ragazzino sulla sua schiena, a quanto pare gli toccava fare l'adulto, fantastico << Di cosa hai bisogno? >> chiese. << Dovrei trovare un corso facoltativo nel pomeriggio con cui cambiare il lacrosse >> disse il giovane nervoso frugando nella sua borsa per poi porgere il suo orario delle lezioni. 

L'altro alzò un sopracciglio indagatore, questa si che era una richiesta strana ma non toccava a lui giudicare << Non credo sia possibile entrare in un corso così tardi, ormai la maggior parte delle iscrizioni saranno chiuse >> gli fece notare. << Lo so, ma... >> la voce si blocco, Eli non intendeva mettersi a spiegare il suo rapporto con il padre, mantenne sicuro lo sguardo deciso << Ho bisogno di cambiare >>.

Il professore gli sorrise gentile, chissà cosa stava accadendo a quel ragazzino, quando si è adolescenti il mondo appare confuso e sottosopra, si affrontano mostri reali o creati solo dalle nostre stesse paure << Se lo desideri puoi unirti ai preparativi per il ballo, ho appena  consegnato l'elenco >>. Eli si illuminò e rispose veloce << SI >>. << Allora firma la cartelletta sulla scrivania e andiamo a raggiungere gli altri nella palestra, ti avviso non pensare di battere la fiacca, la professoressa Martin odia gli scansafatiche e i ritardatari >>.

Eli si appresto a seguire le sue indicazioni, a quanto pare il caro prof aveva appena fatto la sua buona azione della giornata, forse quel singolo gesto avrebbe aiutato quel ragazzino a risolvere il suo attuale problema o almeno così sperava. Insieme si avviarono nel corridoio, Stiles affermò << Sono il professore Stiliski, mi occupo della parte organizzativa del ballo, la parte più noiosa diciamo. Mentre la Professoressa Martin prepara le decorazioni e la scenografia, se hai dubbi sul tema devi chiedere a lei >>.

Giunti alla palestra, Stiles fece cenno a Lydia indicando il ragazzino << Abbiamo un nuovo adepto >>. Una risata leggera scivolò tra la folla di alunni, una voce conosciuta lo richiamo << Prof S, allora lo ammette anche lei che siamo prigionieri >>. << Dylan, vuoi che mi licenzino? >> lo riprese Stiles facendogli l'occhiolino. Il ragazzo preso in causa rise divertito scuotendo la testa. 

Lydia saluto pacata il nuovo studente << Eli, che piacere sapere sapere che ti unisci a noi >> . Il ragazzo fece un sorriso educato salutando imbarazzato e prendendo posto nel tavolo. << Visto quanto sono educati i miei allievi? >> gli fece notare Lydia orgogliosa. << Guarda che alcuni sono anche miei studenti >> ribatte Stiles. 

 

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Capitolo 3
*** Seguendo le tue orme ***


Stiles osservò il cielo scuro crucciato, uscire da scuola con l'oscurità che ti accoglie dona una strana irrequietezza, una sensazione di tempo perso. Il professore si stiracchiò attraversando a passi modulati il parcheggio, una nota positiva del suo lavoro di insegnate era l'avere il parcheggio riservato. Individuò la sua vecchia Jeep e si apprestò a raggiungerla ma una figura attrasse la sua attenzione.

Un ragazzo stava nelle panchine del parcheggio seduto in attesa, era uno dei suoi studenti? Focalizzò meglio lo sguardo, lui conosceva quel ragazzo. Sospirando cambiò direzione ricordandosi mentalmente che ormai era lui l'adulto responsabile e che quel ragazzino era sotto la sua tutela dato che faceva parte del comitato per il ballo.

<< Eli >> lo richiamo incerto, non era sicuro fosse quello il suo nome sinceramente, era pessimo con i nomi. << Professor Stiliski >> scattò lui regalandogli un sorriso nervoso, aveva l'aspetto di qualcuno che era stato colto a far qualcosa che non doveva. << Come mai sei ancora qui? >> gli chiese Stiles gentile. << Sto solo aspettando mio padre, sta arrivando >> disse lui veloce masticando male alcune parole.

Stava senza dubbio mentendo e anche in maniera abbastanza goffa, Stiles alzò un sopracciglio scettico, doveva fingere di credergli? O provare a capire che stesse succedendo? << Bene, lo aspetteremo insieme >> disse Stiles accomodandosi a fianco a lui e aggiunse << A meno che tu non mi assicuri che domani mattina non vedrò il tuo nome in qualche stupido giornale cittadino >>.

Eli abbasso lo sguardo colpevole e ammise << Non è così, solo non ho ancora detto a mio padre che ho lasciato lacrosse >>. Stiles fece scoccare la lingua contro il palato, l'allenamento non era ancora finito << Il tuo piano è rimanere qui nascosto in attesa che finisca l'allenamento? >>. << Esatto >> affermò serio Eli. << Dimmi e se tuo padre dovesse domandarti qualcosa sull'allenamento che dirai? >> chiese Stiles curioso.

<< Che è stato come al solito >> rispose furbo il ragazzo. << E se notasse che non sei affaticato e sudato? >> chiese ancora Stiles ridacchiando. << Di solito faccio la doccia a scuola e non rientrando tra i prediletti del Coach l'allenamento non è poi così pesante per me >> disse Eli pacato. << Bene, mi sembra che tu abbia preso in considerazione ogni variabile, sei davvero un tipo perspicace >> ammise Stiles facendogli l'occhiolino e aggiunse << Ti auguro di riuscire a portare a termine il tuo piano, non vorrei che tu avessi sprecato così tante energie per nulla >>.

Il professore si alzò continuando << Ci vediamo alla prossima riunione, ti raccomando non fare tardi >>. << Non accadrà >> disse con sicurezza Eli. Stiles fece qualche passo prima di bloccarsi, titubante disse << Accetta un consiglio da un uomo con qualche anno in più di te, il confronto è spesso la soluzione più semplice ed efficace >>. Detto ciò, si ridiresse verso la sua macchina senza mai osare voltarsi, non era certo di voler sapere che espressione avesse indossato il suo interlocutore.

Eli osservò la figura dell'uomo sparire oltre le macchine, nervoso si morse il labbro inferiore, forse poteva provare a dire la verità a suo padre? Scosse la testa sicuro, Derek non lo avrebbe mai perdonato per aver lasciato Lacrosse, ma non poteva certamente mentire per sempre. Un vociare lontano lo richiamò, i suoi ex compagni di allenamento si riversarono nel parcheggio chiacchierando. Con alcuni si scambio anche un segno di saluto.

Veloce si carico la sacca sulla spalla e si diresse verso l'uscita, non gli ci volle molto prima di identificare la Camaro di suo padre, bene era il momento della verità. Prese un profondo respiro e si avvicinò alla macchina, aprì lo sportello e si accomodò << Ciao >> saluto. Derek ricambiò con un gesto frettoloso mentre asseriva << Peter sei un coglione, ti ho già detto che la proposta non è consiste, vuoi per caso farci investire milioni in una cazzata? >>. Eli nascose a fatica un sorrisetto, a quanto pare le stelle erano dalla sua parte, suo padre al momento era concentrato ad evitare che lo zio investisse tutto il loro patrimonio in qualche folle invenzione.

<< Borsa? Da quando in qua segui la finanza? >> riprese Derek irritato e aggiunse mettendo in moto la macchina << Non dire stupidaggini, non ci hai mai capito nulla di borsa, quindi perché non lasci che se ne occupi il personale pagato apposta >>. Eli si rilassò contro lo schienale, finché suo padre focalizzava la sua intera mania di controllo verso suo zio, lui era salvo. Raccolse il telefono e seleziono la sua playlist preferita, in automatico indosso le cuffiette e si lasciò cullare dalla musica in pace.

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Stiles fece scorrere le chiavi nella serratura stanco, la porta come al solito faceva i capricci, esasperato diede una leggere spallata per farla aprire, gli toccava chiamare qualcuno per quella dannata serratura. << Papà >> urlò entrando nella casa dove era cresciuto. Noah stava borbottando qualcosa dalla cucina che Stiles non colse, placido raggiunse suo padre chiedendo << Cosa hai detto? >>.

<< Come mai sei passato così tardi? Di solito passi nel primo pomeriggio >> gli fece notare Noah alzando lo sguardo sul figlio. Stiles gli rivelò affranto << Sono stato incastrato nell'organizzazione del ballo >>. Suo padre ridacchio << Che hai fatto per farti assegnare a questo compito ingrato? >>. << Nulla, Theo ha deciso di ammalarsi nel mezzo dell'anno scolastico, lasciando tutti nella merda e ora ci tocca coprire le sue ore. A me è toccato prendere il suo posto nell'organizzazione >> ammise Stiles prendendo posto al tavolo e chiese << A che stai lavorando? >> mentre lo diceva fece scivolare il plico di fogli tra le sue dita.

<< Nulla di ecclatante, solo un tentato furto andato male, ma credo di aver già trovato il colpevole >> rivelò Noah. << Capisco >> disse Stiles mentre vorace leggeva i rapporti della polizia alla ricerca di una risposta da solo. << Sai non ho mai capito perché non sei voluto entrare in polizia >> si lasciò sfuggire distrattamente il padre. Stiles percepì la familiare sensazione di colpa appesantire le membra, suo padre non poteva immaginare quanto era stata dura rinunciare ai propri sogni, dover ripiegare su un altro lavoro e Stiles non glielo avrebbe detto, non gli avrebbe mai rivelato i motivi di quella scelta. Era davvero un ipocrita, qualche ora prima aveva consigliato ad un suo studente di confrontarsi con il proprio padre quando lui non era ancora stato in grado di farlo.

 

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