Fiori rosa, fiori di pesco

di Risa_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Due maggio ***
Capitolo 2: *** Quattro maggio ***
Capitolo 3: *** Sei maggio ***
Capitolo 4: *** Nove maggio ***
Capitolo 5: *** Undici maggio ***
Capitolo 6: *** Tredici maggio ***
Capitolo 7: *** Quindici maggio ***
Capitolo 8: *** Diciotto maggio ***
Capitolo 9: *** Venticinque maggio ***



Capitolo 1
*** Due maggio ***


 

Giorno 2 #MayIwrite2023

Fandom: Naruto

Personaggi: SasuNaru

Prompt: “Solo per te” + Connessione

Genere: Romantico

Avvertimenti: What if? Post 699 Flashfic

 

La pioggia batteva violenta sul cappuccio e gli impediva di vedere dove stava andando; l’acqua era riuscita a penetrare dai sandali aperti, e sentiva il gelo nelle ossa.

Cercava di proteggersi nelle fronde degli alberi mentre correva nel fango. Naruto non se ne preoccupava perché la sua meta era a poco mentre davanti a lui: sentiva la sua presenza, un filo invisibile lo legava a Sasuke, non aveva bisogno né di occhi né di orecchie per sapere dove stava andando.

Trovarono riparo in una caverna. Un enorme foro alle pedici di un monte sconosciuto nel paese dell’acqua. Viaggiavano ormai da sei mesi, da villaggio in villaggio cercando il senso del loro esistere.

Cosa voleva dire essere ninja, come potevano cambiare quell’organizzazione millenaria e renderla migliore. Non stavano cercando un profeta portatore di pace; cercavano conoscenza, vedere come funziona il mondo al di fuori di Konoha, quali fossero davvero i bisogni, le condizioni che muovevano le persone.

Sasuke era partito, cercando un obbiettivo differente rispetto alla vendetta, stava cercando semplicemente se stesso, riappropriarsi della propria vita e Naruto era andato con lui. Perché, se si è in due il masso da spostare è più leggero. Perché anche lui stava cercando di crescere e capire come cambiare il mondo, se quello poteva essere cambiato.

Sasuke si mise in posizione e con un semplice gesto accese un fuoco per scaldarsi. Intanto Naruto sistemò delle coperte a terra. Si spogliarono e presero vestiti puliti e misero quelli bagnati ad asciugare.

Mangiarono un po’ di provviste che avevano con loro, aspettando che spiovesse per partire di nuovo verso la prossima città.

“Perché lo fai?” chiese Sasuke.

Naruto prese la sua mano e la portò alla bocca. Baciò il dorso, il palmo, e una alla volta, le lunghe dita. Avrebbe sentito quella domanda ancora e ancora, e, Naruto avrebbe continuato a dare sempre la stessa risposta.

“Solo per te.”

 

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Capitolo 2
*** Quattro maggio ***


 

Giorno 4 #MayIwrite2023

Fandom: Naruto

Personaggi: SasuNaru, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha

Prompt: “Certe sere” + Tornare a casa + “Sta sempre così.”

Genere: Drammatico

Avvertimenti: What if? Missing moment, Ambientato tra il capitolo 698 e 699

 

La quarta guerra ninja era finita e la pace regna in tutti i paesi colpiti, eppure Naruto Uzumaki sentiva che la sua battaglia non fosse mai finita. Quella più importante per lui, almeno.

“Sta sempre così,” borbottò dalla porta osservando Sasuke seduto sul divano a leggere, o a guardare il vuoto.

Sakura-chan spostò lo sguardo da Sasuke a Naruto, davvero preoccupata.

“Ciao, Sasuke, come stai?”

Sasuke si voltò verso di loro per un secondo, poi tornò a concentrasi sul suo libro. “Sakura.”

La ragazza ci provò di nuovo. “Ti trovo bene…”

Sasuke alzò le spalle. “Sto come uno che sta per essere processato per altro tradimento.”

Naruto perse la pazienza definitivamente: “Hai visto?” poi si rivolse a Sasuke. “Non ti condanneranno a morte! Non lo faranno!”

“Perché glielo ordini tu?”

“No!” rispose, “perché hai salvato il fottuto mondo insieme a me!”

Naruto sapeva che il ritorno a casa di Sasuke non sarebbe stato facile. Teme era la persona più difficile che conosceva, ma sembrava aver perso ogni speranza. E questo lo faceva morire di preoccupazione.

Per tutto il tempo in cui Sakura fu con loro Sasuke parlò pochissimo, e quando se ne fu andata, si limitò ad alzarsi e preparare da mangiare per lui e Naruto.

Anche quando gli teneva il muso, Il dobe non lo lasciava mai solo. Secondo Naruto, lo era stato per tanto tempo che bastava per una vita intera.

Sasuke mise due piatti ripieni di Katsudon sul tavolo e presero a mangiare.

Soltanto allora parlò. “Certe sere sono così felice di averti al mio fianco, che non mi importa neanche di rischiare di essere condannato a morte,” disse, “Non interrompermi.”

Naruto gonfiò le guance indispettito, era pronto a ribattere con discorsi sconclusionati, agitandosi come un matto.

“Non ho perso le speranze, sento solo di dover riflettere, ci vorrà tempo per guarire tutte le ferite.”

“Lo so questo! Come so che non ti condanneranno!”

 

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Capitolo 3
*** Sei maggio ***


 

 

Giorno 6 #MayIwrite2023

 

 

Fandom: Naruto

Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, SasuNaru

Prompt: Togliersi dal ruolo + “È la cosa più difficile da imparare”

Genere: Romantico

Avvertimenti: What if? capitolo 699; Flashfic [488 parole]

 

Sasuke fece poca strada dal porta di Konoha, ed eccolo lì appoggiato sul tronco di un albero.

“Ci risiamo,” pensò.

Si avvicinò a Naruto rassegnato a dover discutere con lui ogni singola decisione. “Cosa ci fai qui Usuratonkachi?”

Naruto non sorrise quella volta. Estrasse dalla tasca della tuta qualcosa e gliela porse. “Questo è tuo.”

Era il suo vecchio compri fonte della foglia, lucido e ben tenuto, se non per quel singolo graffio, che il suo stesso migliore amico aveva fatto.

Gli pizzicò gli occhi: quel gesto significava così tanto per lui, era il simbolo di apparenza; gli diceva che lui sarebbe stato sempre un ninja della foglia; era una promessa che Naruto stava semplicemente rinnovando.

“L’ho tenuto con me, ogni giorno,” cominciò l’amico, Sasuke annuì per dirgli lo sapeva ma Naruto lo contraddisse, “No, non lo sai. L’ho tenuto dentro la tasca dei pantaloni, dovunque andavo lui era con me.”

La rivelazione colse Sasuke di sorpresa, cioè, sapeva quanto Naruto avesse fatto per lui, era anche consapevole che era troppo da fare per una singola persona, la quale inoltre, si rifiutava di essere salvata, come lui. Ma quello era su un altro livello. Naruto gli stava dicendo qualcosa di ancora più importante.

“Vengo con te.” Un affermazione decisa, una di quelle senza replica. Solo allora Sasuke notò il borsone poggiato sulle radici dell’albero.

“E’ una cosa che devo fare da solo.”

“Balle! Abbiamo deciso di farlo insieme!”

Sasuke aveva un solo asso nella manica, l’unico in grado di far tornar il dobe alla ragione. “Cosa mi dici del tuo voler diventare un hokage devi…”

“Fanculo allo Hokage! Rinuncio al ruolo!”

Beh, a quella rispostaccia, non sapeva rispondere; il mondo si capovolse, dov’era il nord, il sud o l’ovest? La testa cominciò a girare. “Non puoi essere serio dobe…”

Naruto colpì il tronco. “Invece sì. E sai perché?” Ovviamente non aspettò la sua risposta, il re dei testardi.

“Non ho bisogno di un ruolo per cambiare il mondo. Davvero pensi che ci sia bisogno che pianti i piedi a Konoha per esserlo? Quei quattro vecchiacci del consiglio hanno chiesto prima a Jiraiya che viaggiava di continuo. E poi hanno mandato me e l’ero-senin a cercare baa-chan che si ubriacava e giocava d’azzardo in giro per il paese del fuoco.”

E Diavolo se aveva ragione, Sasuke non aveva nulla da ridire. E allora Naruto non si fermò, cioè non era il tipo che lasciava perdere, però in quel caso era diverso… gli afferrò il collo e lo baciò. Così dal nulla.

“Se essere hokage vuol dire abbandonare te, non voglio esserlo. Perché l’unica cosa che conta davvero è essere felici” disse sorridendo, “è la cosa più difficile da imparare, ma anche la più importante.”

Sasuke gli afferrò il bavero del mantello. “Sei il più grande…”, balbettò, “sei il più grande Usuratonkachi del mondo.”

“Mi sta bene anche quello.”

La cosa più stupida che si poteva fare, infondo, era rinunciare all’amore.

 

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Capitolo 4
*** Nove maggio ***


 

Giorno 9 #MayIwrite2023

Fandom: Naruto

Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, SasuNaru

Prompt: Schiena + “Ho sbagliato” + Ciò che non sono riuscito a spiegare

Genere: Romantico

Avvertimenti: Missing moment capitolo 698-699, What if? Flashfic [489 parole]

Premessa: Questa flash è ambientata tra il 698 e il 699, subito dopo la fine dello scontro tra Naruto e Sasuke dopo aver rotto l’illusione di Madara.

 

Un nuovo giorno era sorto a Konoha: la guerra era stata vinta e il mondo intero si era salvato dallo Tsukuyomi infinito a cui Madara voleva condannare l’umanità intera per stabilire la pace duratura.

Rinchiuso in ospedale da allora, Sasuke aveva molto tempo per pensare alla guerra, alla pace all’essere un ninja, a quel loro sistema così duro e impietoso. Ne aveva di domande; eppure, non riusciva a venirne a capo.

Le sue colpe pensavano sulla sua schiena senza dargli pace; trovare un modo per espiare, cercando finalmente di trovare la via giusta, capendo i suoi errori e il motivo per cui li aveva commessi, avrebbe potuto di nuovo dare senso alla sua esistenza.

Si guardò il moncherino e il pensiero andò a Naruto: la sua ossessione per la vendetta non lo aveva portato a nulla, eppure aveva ricevuto solo amore indietro.

Un forte rumore provenne dalla finestra.

Sasuke si alzò per scostare le tende. Come materializzato dai suoi stessi pensieri, Naruto era lì fuori e batteva un pungo sul vetro per chiedergli di entrare.

“Cosa diavolo ci fai lì fuori?”

Naruto scavalcò la finestra con agilità, “Le guardie alla tua porta si rifiutavano di farmi entrare,” spiegò.

“Hai allora pensato di scalare l’ospedale?”

“Non avevo scelta, dettabayo!”

Sasuke percorse con lo sguardo tutta la sua figura; il camice dell’ospedale gli moriva addosso e impallidiva di fronte all’azzurro dei suoi occhi. Aveva i capelli scompigliati, fasciature in tutto il corpo eppure esplodeva di energia.

“Come stai?” chiese Naruto indicando la ferita identica alla sua, “vedrai baa-chan presto ci darà un braccio nuovo!”

“Ho sbagliato. Non posso accettare una protesi.”

Naruto inclinò la testa facendo la sua espressione più idiota del suo repertorio. “Cosa diavolo stai dicendo? Quello che è successo non conta!”

Stava cercando di consolarlo nonostante fosse lui il motivo per cui aveva perso il braccio. Si era spinto ogni oltre limite per lui, sarebbe anche morto se fosse stato necessario, ed ancora stava cercando di proteggerlo.

Sasuke non sapeva se ridere o piangere, arrabbiarsi, baciarlo fino a farsi mancare il fiato oppure prenderlo a testate. Decise che nulla di questo poteva essere sufficiente, doveva dirgli tutto ciò che non era riuscito a spiegare perché lui stesso si rifiutava di accettarlo. Era pur sempre una debolezza…

Non era vero, era la più grande forza, e Naruto glielo aveva dimostrato.

“Ti ricordi quello che mi hai detto alla valle della fine?”

Naruto ci pensò su: “quale delle due volte?”

“La prima, ma immagino che non abbia molta importanza,” sbuffò Sasuke. “Qualsiasi cosa accadrà voglio che tu lo sappia; ho sempre provato le stesse cose che provavi tu.”

Il ninja imprevedibile, sorrise. “Lo so, teme, l’ho sempre saputo,” disse e si sfregò gli occhi con il braccio rimasto cercando di nascondere le lacrime. “C’è un modo per dirlo, lo sai?”

“Quale sarebbe?”

“Ti amo, teme.”

Le labbra di Sasuke si piegarono in un sorriso dolcissimo. “Ti amo anche io, Usuratonkachi.”

 

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Capitolo 5
*** Undici maggio ***


 

Giorno 11 #MayIwrite2023

Fandom: Naruto

Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha [SasuNaru]

Prompt: X ha la febbre alta + Ma come ti salta in mente? + Immagine

Genere: Commedia

Avvertimenti: Modern AU; Flashfic

 

L’imbiacchino era carino da morire: alto, slanciato, sorriso largo, capelli a spazzola, naso diritto e bocca da baciare. E questo non andava bene per niente. Naruto aveva un grossissimo problema, non tanto per tanta beltà, anzi, quando lo aveva ingaggiato, ne era rimasto anche compiaciuto. Peccato però che, in quel momento, il suddetto belloccio ci stava spudoratamente provando con il suo Sasuke.

Naruto non era un tipo geloso, ma guai, e dico guai, a toccargli il suo prezioso e amatissimo Teme.

Sbuffò e a fatica si alzò dal letto; tremò dal freddo, perciò, afferrò la coperta e se l’avvolse introno prima di uscire fino al pianerottolo. Si fermò a metà della scala per evitare di essere visto dagli altri due.

Il pavimento del salotto era ricoperto da teli e i mobili erano stati accatastati per poter dipingere le pareti. Poteva intravedere le gambe snelle di Sasuke e quelle del imbiacchino, ma non vedeva nient’altro.

Poco male voleva ascoltare quello che si dicevano.

- Il colore bianco va benissimo, da più luce alla stanza.

- Vuole fare quella parete spatolata? - chiese l’imbianchino. Quella si prefigurava, secondo Naruto, come una avance bella e buona.

- No, tutto in tinta unita- rispose Sasuke. Naruto si sentì così orgoglioso di lui tanto da commuoversi se non avesse già gli occhi rossi e lacrimosi già di suo.

Il belloccio non sembrò demordere. – Bene, comico. Posso avere un bicchiere d’acqua?

-Certo.

Sasuke si assentò e tronò subito dopo. -Ecco.

-grazie! Volevo… - cominciò l’imbianchino ma proprio in quel momento il naso di Naruto decise di tradirlo e rivelare agli altri due la sua presenza.

- Eccì! Eccì! Eccì!

Tre grossi starnuti che somigliavano spaventosamente a dei tuoni.

-Comincia pure, vado a vedere cosa sta facendo quell’idiota.

Fu un attimo: Sasuke comparve sulle scale infastidito e arrabbiato. Naruto non sapeva dire quale delle due fosse predominate. – Cosa ci fai in piedi? Torna a letto.

-Ma…- provò a ribattere Naruto. Sasuke lo spinse a muovere verso il piano superiore.

-Hai 39 di febbre, torna a letto, dobe.

Lo sospinse nel letto, e gli riboccò il piumone, facendo attenzione che non passassero spifferi da nessuna parte.

-Riposati.

-Non posso! - rispose testardo Naruto, - non posso risposare e lasciarti da solo con quello lì! - sbraitò cercando di alzarsi. Sasuke lo respinse disteso. – Parli dell’imbianchino? Perché mai?

- Ti vuole! Non si fermerà finché tu non gli dirai di sì e mi lascerai!

Sasuke rimase interdetto poi rise. - Ma come ti salta in mente?

Teme non rideva spesso, ma quando lo faceva, era un suono celestiale per le orecchie di Naruto. Anche se aveva martello pneumatico piantato in testa.

Sasuke si sedette dal letto per dargli un bacio sulla fronte, come si fa con i bambini capricciosi che non vogliono andare a dormire.

-Scemo, non succederà sei l’unico e il solo per me, Usuratonkachi.

Naruto faticava a tenere gli occhi aperti, e le carezze di Sasuke peggioravano la situazione finché sfinito non cedette al sonno. Mentre cadeva nel sonno sentì il tocco leggero delle labbra di Sasuke sulle sue, e bastò quel tenero gesto per togliere ogni dubbio delirante dalla testa.

 

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Capitolo 6
*** Tredici maggio ***


 

Giorno 13 #MayIwrite2023  

Fandom: Naruto

Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha [SasuNaru]

Prompt: “Ma quanto sei scemo” + Allo stato puro

Genere: Romantico

Avvertimenti: what if?  Drabble [108 parole]

 

Naruto stava trascinando Sasuke, lungo la via principale di Konoha, per l’ennesima volta verso lo stesso identico luogo. Dopo ogni missione, Ichiraku Ramen era la tappa fissa.

Due Jonin di élite, nelle loro divise nere con la giacca verde correre come forsennati per un piatto di ramen, era la cosa più ridicola che ci fosse.

“Ma quanto sei scemo.” Disse Sasuke con le bacchette alzate, osservando Naruto trangugiare la sua seconda porzione. Ad ogni boccone faceva versetti felici come un maialino che si rotolava nel fango.

Naruto gli fece la linguaccia e continuò a magiare senza dargli la soddisfazione di arrabbiarsi.

E Sasuke lo amava anche per quello.

 

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Capitolo 7
*** Quindici maggio ***


 

Giorno 15   #MayIwrite2023  

 

Fandom: Naruto

Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha [SasuNaru]

Prompt: ha ripreso colore + x va a vivere con y + “non me ne frega niente”

Genere: Romantico

Avvertimenti: What if? Post 699

 

Tornare a Konoha faceva sempre uno strano effetto, era come casa e non essere in grando di riconoscerla. Sasuke era stato via per tanto tempo, che ciò che doveva essere famigliare era diventato sconosciuto.

Non importava, stava iniziando una nuova vita insieme a Naruto.

Avevano deciso di ristabilirsi al villaggio, dopo aver attraversato il mondo in lungo e in largo.  Avevano abbastanza esperienza perché finalmente mettere in atto la loro rivoluzione senza sangue ma attraverso il dialogo.

- Dove lo metto questo? – chiese Naruto con in mano uno dei suoi scatoloni.

- Poggialo nell’altra stanza, dobe – rispose – e fai attenzione! Ci sono pergamene importanti di famiglia. –

- Va bene, va bene!

Naruto aveva lasciato il suo monolocale per andare a vivere insieme a Sasuke in altra casa. Non al quartiere Uchiha, troppi ricordi, bensì in un nuovo quartiere appena costruito.

Sasuke aveva dei dubbi riguardo alla convivenza: già notava le occhiatacce strane degli abitanti del villaggio, e non gli piaceva per nulla come li guardavano.

- Senti, dovremmo tenere un profilo basso, insomma cercare di fingere di essere dei coinquilini che vivono insieme per dividere le spese – propose Sasuke, mentre seguiva Naruto con un altro pacco.

- Perché mai?

Sasuke alzò gli occhi al cielo esasperato: - perché la gente ci guarda male.

- Non me ne frega niente! – esclamò Naruto voltandosi di scatto verso di lui.

Nel fare quel movimento lasciò andare lo scatolone, il quale gli finì direttamente sul piede.  Naruto cominciò a zampettare per la stanza ululando dal dolore.

-  Dovresti fare più attenzione, dobe!

Sasuke non ne sapeva nulla di arti mediche, ma conosceva dei rimedi contro il dolore. Aiutò Naruto a sedersi; gli tolse il sandalo per vedere il danno. Non era nulla di importante, ma il piede sembrava starsi gonfiando.

- Vado a perdere del ghiaccio, stai fermo.

Il dobe si lasciò medicare il piede senza lamentarsi o dire una parola.  - va meglio? – chiese Sasuke.

- Sto bene! - esclamò Naruto – e davvero Ti amo, Teme, non m’importa nulla di quello che pensano quei vecchiacci o gli abitanti! -

 “Ha ripreso colore,” pensò Sasuke sorridendo. Il volto del suo dobe era diventato paonazzo tanto gli importava che gli arrivasse il messaggio forte e chiaro.

- D’accordo, vorrà dire che ci scambieremo smancerie in pubblico.

- Non ho detto questo, Teme! –   Naruto iniziò ad urlare le sue litanie di dettabayo, miste a lamentele ed insulti.

Sasuke non lo ascoltava più; un unico pensiero gli passò dalla testa: come aveva fatto a vivere senza? Non aveva la risposta, ma sapeva che, d’ora in poi, se lo sarebbe tenuto stretto.

 

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Capitolo 8
*** Diciotto maggio ***


 

 

Giorno 18   #MayIwrite2023  

Fandom: Naruto

Personaggi: Itachi Uchiha, Sasuke Uchiha, Naruto Uzumaki, SasuNaru

Prompt: Tormento + “quando ci sei tu” + Immagine  

Genere: Fluff, Romantico, commedia

Avvertimenti: AU

 

-Posteresti smettere di tormentare le cravatta? La stai stropicciando - esclama Itachi mentre entra nella stanza di suo fratello.

Le spalle di Sasuke tremano, si fissa allo specchio con tale un tale sguardo truce che fa tenerezza. Che fine ha fatto il bambino sorridente che lo guardava con stupore e ammirazione?

Itachi non ci può credere ma sta succedendo veramente, non è una prova generale, Sasuke si sta per sposare.

-Lascia fare a me. –  Gli prede la cravatta dalle mani e gliela mente introno al collo e annoda con cura.  Gli si stemma il colletto della giacca e poi guarda il risultato.

-Impeccabile – sussurra Itachi ma Sasuke sembra ancora incerto, spaesato, nervosamente si morde le labbra.

-Posso sapere cosa ti preoccupa tanto?

L’adolescenza di Sasuke aveva giocato un brutto scherzo, dovuto forse alla perdita dei loro genitori, ma il suo fratellino da bimbo allegro era diventato un ragazzo serio taciturno.

Faticava sempre ad esprimere ciò che provava, preferiva tenersi tutto dentro.

Era diventato un po’ come lui, infondo.

-  Sono le promesse che mi danno da pensare, - risponde d’un fiato, - niente di quello che scrivo è adatto…

-Oh, capisco…- Itachi pensa a qualcosa da dire per rassicurarlo ma nemmeno lui è bravo in queste cose, ma ha una certezza: - qualsiasi cosa dirai a Naruto piacerà.

Il fratello non sembra convinto: - se lo dici tu…

Non che possono fare molto, orami è ora di andare verso la location del matrimonio per l’inizio della cerimonia.

Quando finalmente raggiungono il luogo gli invitati sono arrivati, e Naruto è già lì, sorridente sta a spettando Sasuke.

La cerimonia procede bene e finalmente arriva il momento delle promesse.

Naruto legge le sue. -Sono sempre stato solo, non ho avuto una famiglia, non avevo amici, poi ho incontrato te, e finalmente ho capito cosa significasse avere un amico e avere una famiglia.  Ero onorato di essere entrato nella tua orbita, tu che sei così bello, bravo e figo! Ho sempre voluto essere come te, tu sei l’ispirazione di tutta la mia vita, Sasuke. Ti amo, e l’unica cosa che voglio è passare tutta la mia vita con te.

Ama suo fratello senza riserve, lo ha scelto sopra ogni cosa, niente è così importante per Naruto, Itachi lo sa eppure, ogni volta è meravigliato di quanto una persona possa amarne un'altra.

Tutti dovrebbero avere un amore come il loro.

Ora tocca a Sasuke. -Quando ci sei tu le ombre svaniscono, svanisce la paura e tutte le cose brutte che capitano nella vita si dissolvono. Mi hai cambiato in un modo che non so esprimere, mi hai cambiato in meglio, rendendo ogni giorno della mia vita migliore. Prometto di esserci nei giorni di sole e nei giorni di pioggia, camminare al tuo fianco quando la strada è ripida e in salita come quando è diretta ed in discesa, per il resto della mia vita.

A Naruto le promesse di suo fratello piacciono un sacco, tanto che piange come un bambino prima ti attirare il suo sposo in un bacio mozzafiato.

A Chi gli ha chiesto se ritenesse davvero Naruto la persona adatta per Sasuke, a chi ha insinuato il dubbio riguardo alla loro relazione, Itachi ha sempre risposto con il silenzio.

Adesso, avrebbe voluto dire a quella gente, che sì non c’era al mondo nessuno a cui avrebbe affidato il suo prezioso fratellino, se non Naruto.

 

 

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Capitolo 9
*** Venticinque maggio ***


 

Giorno 25   #MayIwrite2023  

 

Fandom: Naruto

Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha [SasuNaru]

Prompt: x e y hanno la stessa taglia + Commozione + “devi dirmi solo di…” + Immagine

Genere: Drammatico, Romantico

Avvertimenti: AU! SWAT; linguaggio colorito

 

Itachi indossava un ridicolo grembiule nero in cui erano disegnate delle nuvolette rosse in stile orientale.  Stava cuocendo due semplici uva ma sembrava non riuscirci mai; quando fu soddisfatto del risultato, le servì a Sasuke.  La chiara delle due uova si erano unita completamente e sopra ai tuorli c’erano disegnati due strani simboli.

La cucina di casa Uchiha scomparve improvvisamente, e Sasuke si ritrovò nel deserto mentre ricorreva quell’idiota del suo collega Naruto Uzumaki. Cercava di afferralo, e all’improvviso finirono insieme alle uova nella padella di Itachi. Un enorme padella mentre una versione gigantesca di suo fratello li osservava.

Lo squillo del telefono, svegliò Sasuke di soprassalto; imprecò tastando il comodino alla ricerca del suo smartphone. «Pronto?»

Da giorni faceva pressappoco lo stesso identico sogno. Non credeva in Dio, negli angeli e figuriamoci ai morti che ti compaiono in sogno per mandarti chissà quali messaggi premonitori.

«Sono Nara. C’è un emergenza, chiedono i rinforzi allo stadio.»  Shikamaru Nara aveva sempre il tono di quello a cui si stavano rompendo le uova nel paniere, perennemente scocciato.

Sasuke si sfregò gli occhi. «Tifosi violenti?»

«Alcuni manifestanti ambientalisti che hanno pensato bene di utilizzare la partita per dare visibilità alla causa,» spiegò, «ma si teme un attacco terroristico.»

«Arrivo subito.» Sasuke stava per riattaccare ma Shikamaru lo bloccò, «Ah, Uchiha avverti Naruto, non riesco a contattarlo al telefono.»

«Come pensi che io ci possa riuscire?» Sasuke cercò di nascondere la tensione dietro il sarcasmo.

Il genio ridacchiò: «Non attacca con me. Non è a casa sua, perciò ha dormito con te, e probabilmente ha il cellulare scarico.»

Sasuke bofonchiò: «vedrò cosa posso fare,» e riattaccò.

Si voltò vero l’altra parte del letto: la schiena ampia di Naruto Uzumaki occupava quasi tutta la superfice restante.   Russava leggermente, in posizione prona e con le braccia abbracciate al cucino. Aveva la testa voltata dall’altra parte, perciò, l’unica cosa che Sasuke poteva vedere era la massa bionda dei suoi capelli. L’idiota li teneva corti ma facevano un certo effetto a contrasto con le federe scure.

Una frittata l’avevano fatta. Più volte anche…

«Ehi dobe…» Sasuke cominciò a scuoterlo per una spalla, «Svegliati!  hanno chiamato al lavoro; c’è una sommossa da placare.» Ma niente. Ci volle una scrollata più forte e un colpo alla nuca per farlo tornare al mondo dei vivi.

«Cosa è successo?»

«Disordini alla partita di football, richiedono il nostro intervento.»

«Cazzo!» esclamò Naruto alzandosi dal letto, «devo tornare a casa a prendere la divisa!»

Sasuke lo squadrò da capo e piedi. Naruto nudo era uno spettacolo incredibile. «Te ne presto una io, abbiamo la stessa taglia.»

«Ti amo da morire!» esclamò e si avventò sulle labbra di Sasuke per strappargli un bacio rovente, «Grazie.»

Sasuke cercò di divincolarsi ma alla fine Naruto la vinse. Dopo uno, due, tre baci profondi, Sasuke lo spinse via. «Dai! Dobbiamo sbrigarci!»

Gli agenti dell’unità speciale facevano un lavoro duro, difficile e soprattutto rischioso. Potenzialmente potevano morire da un momento o l’altro, come si cadeva in guerra.  Così il motto di ogni componente era: “Vivi, cogli l’attimo e tutte le opportunità che ti capitano”.

Sasuke Uchiha seguiva alla lettera quel motto e prendeva tutto, compreso avere tutto per sé l’idiota numero uno, Uzumaki Naruto. Ma c’erano dei limiti. Per esempio, non si doveva sapere e soprattutto mantenere sempre un certo distacco. I sentimenti erano pericolosi.  Un vetro finissimo e delicato che, se si fosse infranto sul pavimento, avrebbe prodotto lame affiliatissime. Tenere la distanza di sicurezza, mettere le briglie e i paraocchi al cuore e ad avere il potere sarebbe stato sempre lui.

Sasuke prese dall’armadio la sua divisa di riserva e lanciò sul letto; il tessuto fece un leggero puff sul piumone. Nel frattempo, Naruto si era messo i boxer e stava infilando un calzetto al piede destro.

«Nara sa di noi.»

Naruto si stava infilando il secondo calzetto. «Già, non gli sfugge niente, a quello!» disse ridacchiando sommessamente. Sasuke si era già messo maglione e pantaloni prese le scarpe. «Sapeva che avresti dormito qui, non può averlo intuito da solo.»

«No, infatti. Glielo ho accennato io,» concordò.

«Ma sei impazzito?!»

Lo scemo si fermò con i pantaloni a mezza coscia interdetto dal tono eccessivamente alto con cui Sasuke aveva parlato.  Fece il suo miglior broncio infantile: «Teme non fare l’esagerato! Non è nulla di che…»

«Non è nulla di che, dice!» Sasuke si allacciò lo scarpone con più foga di quanta fosse necessaria, legò i lacci talmente stretti che dovette allentarli tanto gli facevano male.

«Se il capo lo venisse a scoprire sarebbe la fine della tua e dalla mia carriera, scusa se è poco!» esclamò alzandosi in piedi. «Non credo proprio che Nara, perché è un tuo amico, debba conoscere tutti i dettagli della tua vita sessuale!»

Finalmente Naruto era riuscirò a vestirsi completamente, e seguiva Sasuke per la casa, aiutandolo a raccogliere tutti gli oggetti necessari, giubbetti, occhiali da sole, le chiavi.

«Shikamaru l’aveva già capito! E poi non lo direbbe mai ad anima viva!» esclamò seguendolo fuori dell’appartamento. Era un piccola palazzina in quartiere residenziale curato e ben messo. Raggiunsero l’auto di Sasuke e Naruto salì al posto del passeggero: «e la nostra è una relazione sentimentale!»

Sasuke lo guardò stralunato. «Cazzo fai? Vuoi mettere i manifesti? Non possiamo andare al lavoro insieme!» poi si ricordò che Naruto non era venuto in macchina. «Fanc***» esclamò mettendo in moto.

«Non davvero non ti capisco teme,» Naruto prese il pacchetto di sigarette dalla tasca interna della giacca, «voglio dire potremmo stare bene, ma tu ti fai un sacco di problemi inutili!» esclamò.

«Non fumare nella mia auto. Dovresti proprio smettere.»

Naruto aprì il finestrino e fece un lungo tiro per puro dispetto. «Non te ne frega niente!»

«Non è vero!» protestò Sasuke.

«Se non ti sta bene questa cosa tra noi, devi dirmi solo di chiuderla qui.»

Sasuke parcheggiò al solito posto. «Non voglio chiudere, cazzo» si voltò verso Naruto stringendogli la mano, «voglio solo essere più riservato…»

«See, tipo rimanere chiuso in un armadio.»

Non c’era più tempo per le discussioni, quando il lavoro chiamava, loro rispondevano pronti.  Aprivano un cassetto immaginario in cui costudire i problemi personali e riperderli finita la loro missione.

***

La situazione era degenerata in poche ore: quelli che dovevano essere manifestanti pacifici che chiedevano conto dei danni procurati all’ambiente dal proprietario dei Red falcons, un mangiate dell’acciaio, avevano triato fuori bombe carta, sbarre di ferro e anche parecchie armi da fuoco.

Il team della swat di Naruto e Sasuke si trovò subito in mezzo alla folla e al caos. Tra il fumo dei lacrimogeni, persone gli eco terroristi che caricavano contro la polizia, perso ne comuni che cercavano di fuggire terrorizzate.

Era come essere in guerra.

I movimenti sembrano rallentare e all’improvviso accelerare, i rumori sono un attimo forti e l’attimo dopo quasi non si sentono. O forse è il cervello che si spegni per permettergli di non soccombere all’ansia e alla paura, per far sì che il corpo si muova a dovere, seguendo l’istinto; e si riaccenda quando deve farlo funzionare.

Non ne era sicuro, Sasuke.  Eppure, nel marasma generale un'unica immagine rimase impressa, anzi sembrò l’unica cosa che la sua visione riesce a cogliere. Una tuta blu, con il casco e tutto (ma sa essere Naruto), si buttò per terra per fare da scudo ad una bimbo piangente. L’agente venne prima colpito alla testa da quel delinquente, poi travolto.

Sasuke fece quello che doveva fare: sparò e poi urlò agli altri di correre in suo aiuto. I piedi si staccarono dal terreno come se non esistesse gravità, corre come non pensava di mai di correre.  E mentre cercava di raggiungere Naruto, ripensò al suo buffo sogno ricorrente: la frittata, Naruto, Itachi gigantesco che stava cercando di dirgli qualcosa di incompressibile ma che in realtà era semplicissimo.

Poteva fuggire, fingersi più forte ma la realtà era una sola: era perso completamente da Naruto che già sentiva di non poterne fare a meno. Itachi gli stava dicendo: “Lasciati andare, io sono con te.”

Riuscì a raggiungere il suo odiato e amatissimo dobe e il bimbo, risuccedo a trascinare entrambi lontano dai piedi della folla impazzita. Lo girò supino e gli tolse il casco.

«Razza di idiota riesci a sentirmi? Non provare a lasciarmi!»

Sasuke si guardò in tornò e notò Kiba. «Ehi chiama i paramedici!»

Il bambino intanto piangeva. «Sei ferito? Come ti chiami?»

Il piccoletto scosse la testa. «Il poliziotto mi ha protetto! Mi chiamo Sean.»

Sasuke cercò di sorridergli. «Vedrai andrà tutto bene…»

Come per magia sentì un rantolio.  «aio…»

Sasuke si voltò verso Naruto, il quale, cercava di rimettersi seduto. «Non muoverti! Stanno arrivando i soccorsi.»

«Il bambino?» chiese.

«Sean è qui, e sta bene, Grazie ad un altro bambinone a cui piace fare l’eroe.»

Naruto sorrise ma non riuscì a rispondere alla battuta perché riperse conoscenza, di nuovo. Ma ormai il peggio era passato.

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«Ha una commozione celebrare,» disse il medico del pronto soccorso, «dovremmo tenerlo in osservazione in caso ci siano peggioramenti, se entro 24 non ci sono cambiamenti potrà tronare a casa.»

Il medico prescrisse dei farmaci a Naruto e diede un po’ di tempo a Sasuke prima di lasciare che il paziente potesse riposare.  Si sedette su una sedia scomoda, e abbozzò un sorriso. «Sei un idiota fortunato.»

«Ci vuole altro per mettermi ko,» sbuffò Naruto, «anzi non credo io abbia bisogno di rimaner qui. Se mi aiutassi a scappar…»  lasciò un picchiata alla porta poi tornò a guardare Sasuke, la cui espressione parlava da sola.  «Fai finta che io non abbia detto niente.»

«Sai credo che tu abbia ragione.»

Naruto si illuminò: «nella fuga?»

«Su di noi.»

La bocca del Dobe formò un tondo preciso. «Ho capito bene, oppure ho preso un colpo più grosso di quello che pensavo?»

«Non dobbiamo nasconderci, o fingere e nemmeno accontentarci di qualche notte piacevole, e se al capo, o a chiunque non sta bene… beh, che si fotta.»

Gli occhi di Naruto si fecero trasparenti, non per il dolore o il colpo in testa, ma per la commozione; aveva aspettato quelle parole per molto tempo, e finalmente sentirle senza bisogno di discutere, non aveva prezzo. «A quale dio devo ringraziare?»

«Nessuno, piuttosto ringrazia un piatto di uova all’occhio di bue.»

Note finali: Il sogno di Sasuke è preso in prestito da un famoso, specialissimo e sasunarutoso ova. La one shot è molto più lunga di quanto mi aspettassi, e ammetto di essere soddisfatta, anche perché mi sono divertita moltissimo a scriverla. In ogni caso sono nuova alle scene di azione, e se avete consigli su come scriverle, o notate degli errori che io abbia commesso, mi farebbero molto piacere. Insomma, i vostri consigli in genarle sono sempre bene accetti.

 

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