The Crystal Shard

di Karla_Heisenberg
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Another World, Another Story ***
Capitolo 2: *** Right, Wrong, it's a blurred line ***



Capitolo 1
*** Another World, Another Story ***


Il pendolo d'ebano rintoccò le due in punto.

Il giardino di casa Liddell era in pieno fermento: le cameriere sfrecciavano a destra e a manca per sistemare il lungo tavolo con i servizi più pregiati, i giardinieri controllavano i cespugli e le piante adiacenti al prato e al boschetto di proprietà; tutto doveva essere perfetto per quella riunione di famiglia!

“Verso che ora dovrebbero arrivare mio fratello e la sua famiglia, cara? Ricordamelo di grazia, temo di essermelo scordato!”

“Per le cinque, Lowell. Proprio per l'ora del té”

I coniugi Liddell osservavano i preparativi dalla balconata del piano terra, accertandosi che la servitù svolgesse un lavoro impeccabile come al solito: lui, banchiere di spicco con la passione per la scherma segnato dai 50 anni scoccati il mese prima, l’adorata moglie sempre accanto, di cinque anni più giovane e scrittrice dilettante. In tutta Londra non si era mai vista coppia più radiosa…

“Mamma!”

Una voce, appartenente ad una ragazza castana, fece voltare la donna; giunta vicino ai genitori la giovane fece una piroetta, mostrando l’abito indossato di un delicato verde salvia “Che ne pensi? Come mi sta?” domandò alla madre, che assieme al padre le rivolse un sorriso

“Sei splendida come sempre, Elizabeth” complimentò Lady Liddell, guardando poi nella direzione da cui la maggiore delle figlie era venuta “Alice non è con te?”

La domanda spense il sorriso della castana trasformandolo in un lieve cipiglio

“Sarà nascosta allo stagno come suo solito…” bofonchiò Elizabeth

“Sii gentile e vai a chiamarla, deve prepararsi per l’arrivo degli ospiti” ordinò il padre “Non potrebbe andare Brandon, papà? Io dovrei finire di truccarmi…” provò a ribattere la maggiore “Tuo fratello sta già tardando a tornare dalla pasticceria, per favore Lizzie…” alla risposta del gentiluomo la castana sospirò esasperata, e girati i tacchi si mosse raggiungendo l’esterno.

Sollevata la gonna si mise in marcia per il giardino; percorso il sentiero per lo stagno, vide il suo bersaglio intento a dondolare pigramente sulla vicina altalena mentre reggeva qualcosa tra le mani; Lizzie strinse i lati dell’ampio vestito, e a grandi falcate raggiunse la sorella

“Alice!!” chiamò senza traccia della gentilezza mostrata con i genitori; la giovane bionda si voltò al richiamo, sorridendole “Ah, Lizzie! Cosa ci fai qui?”

“Sono venuta a cercarti, che domande! Devi prepararti prima che arrivino i parenti… o te lo sei scordata?!” sbuffò la maggiore. Alice ridacchiò, alzandosi in piedi e rivelando l’abito dall’orlo sporco di fango

“Temo di aver perso la cognizione del tempo! Ero impegnata a leggere…” la più giovane mostrò un libro alla sorella

“Parla delle leggende dell’Inghilterra! È così interessante… però non c’è alcuna traccia del cristallo che ho comprato in quel negozio vicino al ponte e che cambia colore…” mentre spiegava indicò il ciondolo biancastro che portava al collo, ma Lizzie semplicemente emise un verso stizzito

“Ancora con questa storia?! Alice, quello è sicuramente un pezzo di vetro strano, non vivi in un racconto, e non tutto è magico!”

“Ma Lizzie, quando l'ho comprato era completamente viola! E come lo spieghi questo strano triangolo?!”

“Un decoro in argento, e l’effetto del sole” la liquidò la castana, afferrando poi per un polso “E ora andiamo, hai MOLTO lavoro da fare!” detto questo Lizzie si mise a camminare spedita verso la villa, ignorando le proteste della sorella e tutte le nozioni del libro dette a ruota libera…

Verso le tre Alice finalmente uscì di nuovo dalla villa: aveva cambiato l’abito, ora di un elegante beige con decori bianchi, e per la rabbia di Lizzie teneva legata alla vita stretta dal corsetto quella che pareva una bisaccia, nella quale conservava l’amato libro. Sistemandosi i capelli accorciati in delicate onde sotto al cappellino approcciò uno dei giardinieri, osservando il suo lavoro

“Come va, Thomas?”

Salutò la giovane, ottenendo un sorriso dal corvino “Miss Liddell! Non mi lamento, le rose di vostra Madre sono fiorite molto bene quest’anno! Per la vostra gioia attireranno molte farfalle” la bionda sorrise gioiosa, saltellando sul posto. Thomas ridacchiò, poggiandosi al muretto “Il vostro ciondolo me lo ricordavo più scuro…” aggiunse, osservando la collana della padroncina “Allora non mi sono sbagliata!” Alice sogghignò… che mistero! Trovata l’occasione per chiacchierare, la bionda si mise a raccontare delle sue scoperte riguardanti il libro, ma mentre parlava, qualcosa sfrecciò tra i due ad alta velocità

“Ma cos’era?!” Thomas si sistemò il cappello, mentre Alice fece qualche passo avanti socchiudendo gli occhi “Sembrava il ronzio di una vespa…”

“… è una farfalla!” Alice si illuminò “È laggiù, la vedete?!” il giardiniere si schermò gli occhi con la mano “Laggiù dove, Signorina?” “Là! Sulle peonie!” Senza aspettare la risposta del servo, la bionda corse verso la farfalla ignorando i richiami del giardiniere. L’insetto però si alzò in volo, volando via lungo il sentiero; la giovane Lady si lanciò all’inseguimento, non accorgendosi di star percorrendo l’intero giardino… si addentrò nel boschetto della tenuta, tenendo l’ampia gonna sollevata per facilitare la corsa fino a che la farfalla non prese velocità, innalzandosi nel cielo

“Aspetta!! Non scappare, dai!!” la richiamò inutilmente la bionda, pestando il piede a terra frustrata.

Un rumore di ruote proveniente da sinistra però attirò la sua attenzione, giusto in tempo per vedere la carrozza più strana che avesse mai visto in corsa proprio nella sua direzione! Alice gridò atterrita e incespicò all'indietro perdendo l’equilibrio, mentre la vettura si fermò a qualche centimetro da lei sollevando un gran polverone. La lady guardò verso il basso e gridò di nuovo quando si rese conto che le ruote… erano vive! O meglio, due grossi animali simili a porcellini di terra verdastri, intenti a fissarla con aria incuriosita.

Alice non poté trattenersi dal gridare di nuovo e farsi ancora più indietro; la carrozza oscillò leggermente, permettendo al suo occupante di affacciarsi dall’apertura, spostatasi come i petali di un fiore “Perché ci siamo fermati?! Stupidi Armaligs, giuro che vi sostituisco!” l’occupante però fu accolto dal terzo grido della giovane, che lo fece sobbalzare per la sorpresa “Che diamine…?!” finalmente gli occhi gialli del viaggiatore si concentrarono su Alice. Questi sbatté le palpebre e sistemò le due paia di occhiali in equilibrio su quello che poteva essere definito come una sorta di muso risultato dall’incrocio di un rettile con un uccello dalle squame verdastre, seguito a ruota dall’unico monocolo “Sei tu che hai fatto spaventare le mie ruote?! Chi o che cosa saresti? Non mi sembri un Gelfling…” borbottò la creatura; Alice non emise suono, troppo sconvolta persino per muoversi da terra, e ciò strappò un’occhiata seccata dal viaggiatore

“Beh?! Non sai parlare?!”

“… siete un uccello parlante?!”

Sarebbe stato meglio per Alice non proferire verbo. La creatura fece uno strillo di sorpresa, agitando il braccio con fare teatrale “Che femmina insolente! Non sono un uccello! Sono uno skekSis, bada bene alle tue parole!” possibile che non sapesse chi fosse?! “Ti stai burlando di me?!”

Alice si sollevò, chiaramente confusa “… cosa sarebbe uno skekSis?!” chiese, indecisa se sentirsi emozionata per l’incontro o terrorizzata dall’essere di fronte a lei: per quanto riccamente agghindato in quella tunica pregiata dalle ampie maniche sui toni del bianco piena di catenelle, completata da una stola rossa e da un vistoso colletto d’altri tempi, i denti aguzzi simili a quelli di un coccodrillo erano sufficienti a farle capire che quell’essere poteva essere pericoloso…

L’interpellato si sporse maggiormente dalla carrozza, assottigliando lo sguardo: la squadrò da capo a piedi con attenzione e finalmente, dopo aver annusato l’aria, giunse alla conclusione di non essere vittima di un’irriverenza “Voi non siete di queste parti… ma ora ripropongo la domanda: Chi e soprattutto COSA siete? Da quale Clan provenite?”

“Prego? Sir, temo di essere un po’ confusa…”

Lo skekSis strinse il ponte del becco tra le dita, scuotendo il capo “Hai un nome?!” chiese spazientito. Alice annuì “Mi chiamo Alice, Sir. Alice Liddell” la bionda afferrò delicatamente i lati della gonna rovinata, esibendosi in una breve riverenza “Lieta di conoscervi”

La dimostrazione di buone maniere della nobile fece alzare un sopracciglio all’essere sconosciuto, dissipando la sua stizza iniziale. Forse questa ‘Alice’ non era una semplice bestiolina selvaggia e trasandata…

“E a quale Clan appartieni?” incalzò lo skekSis “Sei una Vapran? Un po’ alta per essere una di loro” commentò “Inoltre sei il Gelfling più strano che io abbia mai visto in tutte le mie trine di vita immortale”

Stavolta fu Alice a guardarlo stranito

“Sir, mi rincresce sembrare stupida ma devo chiedervi di spiegarmi che cosa sia un Gelfling…” “Mi prendi in giro?! Prima affermi di non sapere che cosa sono io, ora di non sapere che cos’è un Gelfling! Hai sbattuto la testa o sei semplicemente più tonta di un Podling?! O peggio, hai il loro stesso senso dell’umorismo per pensare che l’ignoranza farsata sia divertente…”

Lo skekSis allungò il braccio, usando la mano artigliata per indicare il paesaggio circostante, creando un leggero tintinnio delle catenelle decorative “Sai almeno come si chiama questo posto?!”.

Alice scosse il capo di nuovo, troppo sconvolta per indispettirsi dell’arroganza dello skekSis “Temo di no, Sir… Lancashire per caso?” “Cosa sarebbe il Lanceshmire?!” lo skekSis si mise le mani tra i capelli bianchi, scuotendo il capo “Mi stai facendo ammattire!” guaì con un verso acuto; la Contessa si prese un momento per pensare a come spiegarsi, scossa dalla reazione drammatica della creatura sconosciuta, e l’occhio le cadde sulla cintura.

Si illuminò, estraendo il libro all’interno della bisaccia sfogliando rapidamente le pagine fino al capitolo d’interesse, dopodiché raggiunse il lato della carrozza e sollevò il tomo ad altezza adeguata “Questo è il Lancashire, Sir!” proclamò vittoriosa.

Lo skekSis smise di mugugnare le sue lamentele per guardare il libro, strabuzzando gli occhi gialli dopo una prima occhiata; senza preavviso lo afferrò bruscamente, osservando le immagini e le lettere nelle pagine successive “Che linguaggio arcaico è mai questo?! Non ho mai visto simili caratteri… e nemmeno questi disegni…” borbottò pensieroso, alzando lo sguardo solo dopo un’attenta osservazione

“Dimmi, creaturina… sai per caso dirmi il nome del pianeta dove pensi di trovarti?” domandò, colto da un’illuminazione. Alice sbatté le palpebre un paio di volte

“… Terra?” domandò con esitazione; il viaggiatore fece un sospiro sorpreso “Sei un Essere Umano in carne ed ossa?! Pensavo foste più simili a… primati…” commentò, restituendole il libro “Tutto ciò è così interessante! Ah, devi dirmi assolutamente di più! Ma non qui…” detto questo il rettile stese la mano, mentre lo sportello della carrozza si aprì completamente in un chiaro invito a salire a bordo. Alice lo guardò incerta: da un lato avrebbe preferito girare i tacchi e tornare sui suoi passi ponendo una debita distanza tra lei e l’inquietante creatura, ma… sarebbe stato davvero saggio rifiutare l’invito di chi poteva rivelarsi pericoloso? Decise di assecondarlo, e si lasciò aiutare a salire a bordo; preso posto di fronte al viaggiatore, questi strinse una leva che una volta tirata fece ripartire la carrozza con uno scossone

“Alice, giusto? Permettimi di presentarmi” lo skekSis drizzò la schiena, aggiustando gli occhiali “Il mio nome è skekOk, parte dei Signori del Cristallo regnanti di Thra, nonché Storico ufficiale e gestore della Biblioteca del Castello del Cristallo~” disse con fare pomposo; Alice sgranò gli occhi chiari “Dunque siete uno storico e un reale, Sir?! Che grandissimo onore per me fare la conoscenza di un nobile di così alto rango!” trillò estasiata, ottenendo un sorrisetto compiaciuto dall’accompagnatore

“Ditemi Sir, questo luogo in cui ci troviamo si chiama Thra? È un nome incantevole! Però chiedo il permesso di porvi alcune domande se possibile, così che io possa capire meglio dove mi trovo” per una volta la nobile si trovò a ringraziare mentalmente tutte quelle lezioni di dizione e buone maniere imposte dalla madre!

La sua curiosità parve sorprendere lo skekSis, che inarcò un sopracciglio “Chiedi pure tutto quello che vuoi” annuì “Dunque, avete affermato di essere lo storico… quanto è vasto il vostro archivio?”

“Oh, troppo vasto per quantificarlo! Possiedo troppi, troppi libri! E molti li ho scritti io stesso” rispose il nobile con orgoglio “Dopotutto sono in vita e regno da così tante trine… ho visto Thra cambiare, e ho contribuito a renderlo il luogo che è ora con i miei colleghi; ah, I Gelfling dovrebbero proprio ringraziarmi più di come già non fanno!” “Avete nominato ancora questi Gelfling… deduco siano i vostri sudditi?” domandò l’umana, ottenendo un suono di assenso dal compagno di viaggio

“Esattamente, i Gelfling sono un’altra specie su cui noi skekSis regniamo, garantendo il loro benessere e la loro protezione”

“Hanno un aspetto diverso da voi skekSis?”

“Certo che sì! Sono più piccoli, forse alti la metà di te, e sono separati in Sette Clan differenti” spiegò il regnante, incuriosendo ancora di più Alice “Sette Clan avete detto? Sono comunità rurali dunque? Vi prego di perdonare tutte queste domande, ma voglio capire bene il contesto in cui mi trovo” disse la passeggera, sostenendo lo sguardo dello skekSis.

Questi si prese un momento per sistemare una delle due paia di occhiali “Rispetto a noi skekSis, qualsiasi Gelfling risulta… rurale ed inferiore, soprattutto i Drenchen e i Grottan” commentò skekOk con condiscendenza “E per quanto i Vapran siano i più istruiti, non eguaglieranno mai noi Signori Del Cristallo~” stava davvero spiegando concetti così ovvi ad un’umana? Avrebbe potuto benissimo arrivarci da sola, povera sciocca! Ma dopotutto l’essere svegli non era dono di tutti…

Alice, a quell’affermazione, storse il naso "Sir, chiedo anticipatamente venia per ciò che sto per dirvi ma... non penso che un monarca dovrebbe definire coloro su cui regna inferiori. Voi avete appena affermato che i vostri sudditi non eguaglieranno mai la vostra istruzione, ma non è forse nell'interesse di un regnante rendere i propri sottoposti in grado di raggiungere un adeguato livello di cultura?" commentò educatamente.

SkekOk strillò di sorpresa, la bocca aperta per qualche attimo a mostrare le file di denti aguzzi. Pareva veramente oltraggiato dalla frase appena udita, lui che era da sempre abituato a non sentirsi contraddire. Si prese un momento per ricomporsi, dopodiché corrugò le sopracciglia in un’occhiata tutt'altro che amichevole “Forse, e infatti io come Storico mi preoccupo di divulgare la mia conoscenza a ogni Clan per mezzo dei miei libri, presenti nelle loro biblioteche. Che i Gelfling decidano di leggere o meno è una loro scelta personale” replicò il rettile, sporgendosi in avanti verso la ragazza “Comunque ti do un consiglio, Alice: pensa bene PRIMA di dire un’affermazione così pesante e mettere in dubbio un’autorità. Non tutti gli skekSis sono magnanimi e aperti quanto lo sono io…” assottigliò maggiormente lo sguardo da dietro le lenti “Ci siamo capiti?”

La nobile si ritrovò senza parole, incapace di replicare e con un orrendo nodo allo stomaco; abbassò lo sguardo lentamente mentre lo skekSis incrociò le braccia chiaramente di cattivo umore. La ragazza lanciò un paio di occhiate al compagno di viaggio notando la sua aria seccata; non vedendo via d’uscita Alice sospirò pesantemente e decise di distrarsi, recuperando il proprio libro alla ricerca di qualcosa.

SkekOk la ignorò bellamente per qualche minuto, dopodiché riprese la parola “Stai leggendo?” chiese, ottenendo un cenno di assenso dall’umana “Sto cercando una pagina specifica. I Gelfling potrebbero essere simili ad una qualche creatura del nostro folklore” “Pensavo tu fossi troppo stupida per saper leggere data la tua insolenza scalpitante” il commento acido colpì Alice come la freccia di un arciere… ‘insolente’, un termine che Elizabeth le aveva affibbiato così tante volte, sostenendo quanto ciò prima o poi le sarebbe costato caro…

La nobile prese un respiro profondo, si costrinse a sorridere, e alzò il capo

“…vi porgo le mie scuse, Sir” disse “Ho espresso un pensiero che avrei dovuto tenere per me in maniera molto… sgarbata” proseguì “Mi rincresce di avervi offeso; una Lady non dovrebbe mai atteggiarsi in tale modo nei confronti di un Lord come voi…”

skekOk la scrutò con attenzione: era tesa, quel sorriso era molto forzato… Scusarsi le pesava in qualche modo… per quale ragione? “Accetto tu abbia riconosciuto l’errore, quindi nessun’offesa arrecata” affermò lo Storico “Ma dimmi Alice, perché ti sei definita Lady ora?”

“Beh, Sir, perché faccio parte della nobiltà”

La sorpresa del Signore del Cristallo fu tale che con un gesto fece scattare la leva della carrozza, inchiodando il veicolo di colpo e facendo perdere l’equilibrio ad Alice momentaneamente

“TU saresti una nobile adesso?!” esclamò a occhi sgranati “SÌ, Sir” Alice riprese posto sul proprio sedile, sistemando il cappellino ormai storto “La Casata Liddell, di cui faccio parte, sono Duchi del Lancashire” rivelò allo skekSis “Io sono la più giovane”. La novità riaccese un bagliore d’interesse negli occhi di skekOk “Non ho mai sentito un simile titolo nobiliare qui su Thra, nemmeno ad Ha’rar” disse più a sé stesso che ad Alice, rivolgendolesi subito dopo mentre la carrozza ripartiva “Spiegami la suddivisione nobiliare di voi umani, Alice, te ne sarei molto grato…”

La bionda annuì “Immaginate una piramide, Sir: in vetta abbiamo i Reali, come Re, Regine e Principi, dopodiché seguiamo noi Duchi, subito dopo i Marchesi, poi i Conti, e da qui si scende di importanza con i Visconti e i Baroni. Questa è la paria Inglese, Sir” spiegò “Se dovessi paragonare la vostra carica, sareste l’equivalente di un Re”. Alice non avrebbe potuto neanche lontanamente immaginare quanto una simile frase fosse la cosa più sbagliata da dire ad uno skekSis…

skekOk infatti si esibì in una risata sguaiata “I Duchi sono un gradino sotto ai Re, e proprio da uno di loro mi sento dire che definire un suddito inferiore è sbagliato? Divertente!” si resse la fronte con la mano rapace, esilarato “Ah, bambina, siete uno spasso devo ammetterlo! Siete un po’ troppo insolente per il vostro bene, ma siete divertente” riacquistato il controllo volse il capo nella sua direzione “Dovreste sfoggiare di più il vostro titolo ed esserne fiera, non tenerlo celato” commentò “Chi è nobile ha un dono che deve sfoggiare, non deve sminuirsi… Duchessa Alice~” sentirsi chiamare con il proprio titolo completo fu un’entusiasmante sorpresa, ma l’entusiasmo si spense subito dopo “… ma in ogni caso, nobile o meno, non ci si dovrebbe MAI scordare quale sia il proprio posto~” compiaciuto dalla propria frecciata, skekOk guardò verso la finestrella della carrozza, dando l’ennesima sistemata agli occhiali “Oh, guardate Duchessa! Siamo arrivati!” annunciò.

Alice si sporse per guardare nella stessa direzione, e sgranò gli occhi: un immenso maniero dalle forme acuminate si scorgeva all’orizzonte; i muri parevano ricoperti da un carapace di pietra scura, e bagliori rossastri provenivano dalle finestre e dalle balconate sparpagliate sui vari piani

“Sembra scolpito nella roccia lavica e nell’onice puro! È meraviglioso!!” commentò l’umana “Non credo che il Palazzo della Regina Vittoria sia così alto, Sir!” “Ciò non mi stupisce, bambina! Il Palazzo di Cristallo è unico nel suo genere, sono sicuro non esista alcuna struttura in tutto l’universo in grado di eguagliarne le dimensioni o l’aspetto!”

Il veicolo percorse un tratto sterrato, immettendosi subito dopo in un ampio ponte costeggiato da lampioni irti sulle balaustre protettive; superato il fossato la carrozza raggiunse quella che doveva essere l’Entrata del Castello. Dal finestrino, mentre la carrozza raggiungeva il centro della sala circolare, Alice notò parecchie figure in armatura dalle lunghe orecchie appuntite muoversi in fretta indirizzando la carrozza nella giusta area, fermando il veicolo “Sono questi i Gelfling di cui parlavate, Sir?” domandò la bionda “Esattamente. Quelli che vedete qui a Palazzo lavorano come nostre Guardie. Li chiamiamo Guardie del Cristallo, o Paladini” rispose skekOk, fiero di poter ancora una volta dare prova della sua vasta conoscenza.

Lo sportello si aprì, e lo skekSis fu il primo a scendere dalla vettura; accompagnato dal suono dei decori sui propri abiti stese la mano per aiutare la passeggera a scendere, ma Alice fece solo un passo prima di bloccarsi sul posto con aria preoccupata

“Qualcosa non va, Duchessa?” domandò il Lord. Alice lanciò un’occhiata alla gonna del proprio abito “… temo di essermi impigliata da qualche parte, Sir” rivelò imbarazzata

“Se mi muovessi il mio abito si strapperebbe del tutto…” skekOk scosse il capo, stringendo il ponte del becco tra le dita “Che inconveniente…” lanciò un’occhiata alle Guardie, ferme chiaramente ad osservare sorpresi la nuova arrivata “Non state lì impalati! Siete diventati tutti statue?!” Sbraitò stizzito “La mia ospite è in difficoltà, fate qualcosa!” i suoi occhi gialli si concentrarono su un Gelfling castano malauguratamente troppo vicino a lui “Tu, Guardia! Svelto, aiutala!” il Gelfling annuì e scattò verso la Duchessa “Cosa posso fare?” le chiese “La sottogonna si è impigliata da qualche parte, Sir…” replicò l’umana preoccupata; il Gelfling la affiancò, osservando il tessuto con attenzione, incerto provò a tirare un paio di volte, e sollevato il pesante broccato beige ebbe l’amara sorpresa dei numerosi strati di tulle sottostanti “Non si muova, per favore” ordinò mentre pensava ad una soluzione. Non poteva assolutamente sbagliare: se lo strano essere era ospite di uno dei Signori del Cristallo, chiaramente si trattava di qualcuno di importante, e un errore sarebbe potuto costargli caro! Il castano prese la sua decisione, e Alice sobbalzò di sorpresa quando avvertì chiaramente gli strati della crinolette venire spostati per avere una via d’accesso “Forse ci siamo!” proferì la voce del ragazzo da sotto il tessuto dopo qualche attimo di tensione; un momento dopo la Duchessa sentì il tulle cedere morbidamente alle sue spalle mentre la Guardia arretrò sistemando l’elmo storto “Uno degli strati era arpionato ad una sporgenza sul sedile” informò il ragazzo.

Alice poté scendere dai gradini, voltandosi verso al minuto salvatore “Vi ringrazio molto, Sir” fece con una riverenza alla quale il Gelfling rispose con un cenno del capo “Ero sicuro che le nostre Guardie avrebbero risolto il guaio con efficienza!” commentò skekOk avvicinandosi ai due permettendo ad Alice di notare finalmente quanto fosse effettivamente alto. Sorprendente: skekOk la superava di almeno un metro se non di più, mentre la Guardia a malapena le raggiungeva il costato… era così singolare come situazione!

“Ora che siete libera, direi che possiamo procedere” il Lord fece segno ad Alice di seguirlo “Venite, Duchessa! Dovete assolutamente vedere la Grande Biblioteca!” si incamminò; l'umana lo seguì in fretta, prendendosi un momento per porgere un’ultima riverenza ai presenti prima di affrettarsi a raggiungerlo. L’interno della struttura era diverso da qualsiasi maniero visto prima: gli ambienti erano per lo più in lieve penombra, illuminati da feritoie, dalle luci filtranti dagli innumerevoli balconi, e da quelle che parevano vere e proprie lampade! “Il Palazzo beneficia dell’elettricità? Sorprendente!” commentò la Duchessa a bocca aperta “Anche voi fate uso della corrente?” domandò skekOk inarcando un sopracciglio “L’ultima volta che ho visto esseri umani, somigliavano più a scimmie, e non sapevano nemmeno parlare! Affascinante come l’evoluzione sia progredita…” questa Duchessa forse non era un semplice animaletto ben vestito dopotutto…

“Sir, la vostra reggia ricorda una fusione tra lo stile Gotico e quello Medioevale con tocchi di Barocco e Rinascimento, a tratti persino Vittoriano… com’è possibile una simile unione?!” “Si chiama “Gartico”, bambina. Uno dei miei colleghi, skekEkt il Decoratore, ne è l'inventore” spiegò skekOk “Sono lieto tu riesca a coglierne la bellezza, ma sono anche certo che ciò che hai elencato, per quanto simile, non è lontanamente paragonabile all’unicità del nostro stile” aggiunse lo Skeksis con tono lievemente condiscendente. Evidentemente la sola idea di mettere sullo stesso piano il Gartico con qualcos’altro non lo entusiasmava.

Tra domande e risposte varie, i due raggiunsero finalmente un pesante battente cesellato con quello che ad Alice parve oro. Il legno del portone recava intagli spiraliformi, culminanti nella parte centrale in un triangolo rovesciato con all’interno tre cerchi, collegati da linee rette; skekOk aprì la porta con un gesto teatrale, strappando ad Alice un sospiro sorpreso alla vista delle innumerevoli librerie, alzate e leggii. La struttura era così grande da avere addirittura un secondo piano raggiungibile grazie a due scalinate scure, costeggiate da altre mensole e librerie. Ai muri poi erano affissi quadri e mappe geografiche ed astronomiche, oltre che schizzi di animali sconosciuti.

Alice si portò al centro della sala, ruotando su sé stessa per cogliere ogni dettaglio

“Questo posto è meraviglioso, Sir!! Non ho mai visto così tanti volumi in un unico luogo!” alzò lo sguardo, venendo accolta da un meccanismo orbitante che doveva essere una sorta di planetario in scala; le pareva davvero di trovarsi in uno dei suoi amati racconti!

Lo Storico fu ben felice di impegnare il tempo seguente con un tour completo della Grande Biblioteca, rispondendo ad ogni quesito posto da Alice con una nozione da uno dei vari tomi e pergamene nella stanza, non perdendo occasione per sottolineare la sua presenza in questo o quell’evento, o di come fosse stato arduo scrivere il capitolo in questione. Per la Duchessa ricevere tale nuova conoscenza era paragonabile al trovare un cucciolo in un regalo di Natale: quella strana vicenda si stava rivelando ben più divertente del noioso Afternoon Tea Party di Casa Liddell!

Circa un’ora dopo, mentre skekOk era impegnato a riordinare alcune pergamene, Alice prese posto al secondo piano per non infastidire, confrontando le figure del proprio libro con quelle di uno degli scritti dello skekSis in cerca di similitudini; la stanza era avvolta in un tranquillo silenzio, interrotto solo dal crepitio delle luci e dal suono degli ingranaggi del planetario… ma la calma cessò quando la porta si spalancò violentemente, seguita da una rabbiosa voce maschile

“STORICO, DOVE TI NASCONDI?!”

Dal piano di sopra Alice udì skekOk emettere il suo strillo di sorpresa distintivo “Sire?! A cosa devo-“ “Dove ti eri cacciato?! Hai saltato la nostra riunione, DI NUOVO! Spero tu abbia una scusa convincente questa volta!” sporgendosi dalla balaustra l’umana poté vedere l’interlocutore di skekOk: un secondo skekSis interamente bardato di nero, blu notte ed argento, con stretto nella mano sinistra un alto scettro dalla forma particolare. Lo Storico fece un passo indietro, dando l’impressione di voler sparire dalla vista del risentito sconosciuto

“Vedete Altezza, ero sulla strada del ritorno da Ha’rar, ma ho subito un contrattempo durante il tragitto, non ho colpe!” balbettò nel panico “Ho incontrato una persona-“

“TI SEI PERMESSO DI FERMARTI A CONVERSARE E PERDERE TEMPO?!” “No, no!! Non ho perso tempo! Io… lasciate che vi mostri!” detto questo il rettile guardò dritto verso la balaustra “Alice, venite qui per favore!” chiamò agitato.

Il secondo skekSis guardò nella stessa direzione facendo lievemente tintinnare le varie bardature e la mezza maschera metallica che copriva il muso ricordante un alligatore, scorgendo l’ospite inattesa “Chi o cosa sarebbe quella femmina, skekOk?” domandò a mezza voce senza staccare gli occhi da Alice mentre la ragazza raggiungeva le scale “Si chiama Alice, Sire, ed è un Essere Umano” “Non erano delle scimmie trine fa?” “A quanto pare si sono evoluti, Mio Imperatore! Ora sono in grado di parlare senza emettere versi, di leggere, scrivere, vestirsi, e hanno persino un sistema di governo!” skekOk pareva così fiero delle sue “scoperte”…

L’Imperatore assottigliò lo sguardo “Ma non mi dire…” commentò, permettendo a skekOk di aggiungere altre informazioni “A quanto pare lei fa parte della nobiltà umana, e il suo rango è un gradino sotto al nostro” skekOk si portò di fronte all’Imperatore, abbassando la voce “Inoltre, forse non è importante, ma sembra che Alice abbia dei problemi a rispondere o rivalersi su chi è maschio…” aggiunse con fare cospiratore, ottenendo un mormorio di assenso dal regnante. Quando la bionda raggiunse la fine delle scale, i due skekSis si affiancarono, e skekOk prese di nuovo la parola “Alice, ho l’onore di presentarvi il nostro Imperatore skekSo, regnante di Thra e dei Sette Clan, e capo di tutti noi skekSis” all’informazione l’umana si esibì in una profonda riverenza tenendo il capo chino “È un immenso onore conoscervi, Mio Signore” disse rispettosamente. Un Imperatore?! Si trovava in presenza di qualcuno di così importante?!

Questi fece un cenno del capo in segno di saluto, scrutandola da capo a piedi mentre skekOk procedeva a presentarla “Sire, la nostra ospite invece è Alice, Duchessa del Pianeta Terra” disse ossequioso “L’ho incontrata sulla via del ritorno da Ha’rar, è sbucata dalla foresta spaventando gli Armaligs della mia carrozza! Non potevo assolutamente lasciarla vagare da sola in un luogo sconosciuto, e dato il suo rango ho pensato che potesse essere un’ospite gradita qui a Palazzo~” si affrettò ad aggiungere, sperando così di non ottenere un castigo per il suo ritardo.

L’Imperatore annuì una seconda volta “Saggia decisione, Storico. Non sia mai che non venga concessa ospitalità a qualcuno di così… importante” commentò, facendo domandare internamente ad Alice se si trattasse di una frase sincera o di uno scherno “Avete già visitato il Castello, Duchessa?” si rivolse direttamente a lei; Alice scosse il capo “No, Vostra Altezza… ho visto l’Entrata, le vie per giungere qui e questa Biblioteca” elencò sincera.

skekSo corrugò le sopracciglia “Allora vi mostrerò il Palazzo personalmente” decise, sorprendendo sia l’umana che lo Storico “Ma Sire, veramente io pensavo di poter porre più domande alla Duchessa riguardo al Lancashire e-“ “E immagino tu invece riprenderai a sistemare questo caos che tu chiami archivio, Storico” il tono del monarca fu accompagnato da un lieve ringhio gutturale, che fece abbassare lo sguardo a skekOk. Chiarito il da farsi, l’Imperatore porse il braccio ornato da cinghie di cuoio assicurate sulla manica nera affinché l’umana potesse prenderlo; Alice esitò per un momento, accettando l’invito subito dopo “A presto, Lord skekOk, è stato un onore e un vero piacere passare del tempo con voi” “Spero di rivedervi, Duchessa” dopo che lo Storico ebbe salutato la giovane umana, Alice e l’Imperatore lasciarono la Biblioteca immettendosi nel corridoio di sinistra.

Camminare al fianco dello skekSis era bizzarro data la differenza di altezza, ma Alice fece del suo meglio per non inciampare o pestare la sua lunga ed opulenta veste “Ditemi, come è possibile che un essere umano sia finito qui su Thra? Mi pare doveroso chiedervelo, Duchessa” la domanda colse la bionda impreparata

“Ecco… non so rispondere, Mio Signore. Mi sono trovata di fronte alla carrozza di Lord skekOk mentre inseguivo una sorta di farfalla, o falena…” cercò di spiegare la giovane donna “Il vostro Storico è stato molto gentile a prestarmi soccorso, e non posso omettere l’assistenza di una delle vostre Guardie, che ha impedito il mio vestito si strappasse” skekSo le rivolse un’occhiata perplessa “Il mio abito si è impigliato nel sedile della carrozza, e giunti a Palazzo una giovane guardia dai capelli scuri si è prodigato per aiutarmi” precisò Alice “Ah! Doveva trattarsi di Rian!” l’Imperatore fece una mezza risata “Riferirò al padre della sua prontezza, e mi occuperò personalmente di complimentarmi con lui. Ha tenuto alto il nome delle Guardie del Cristallo” la bionda annuì, proseguendo il giro per la reggia.

L’Imperatore la guidò per le aree più importanti della reggia, spiegando ogni perplessità che la ragazza avesse; mentre passeggiavano lo skekSis mosse il braccio a cui Alice si era poggiata, usandolo per cingerle le spalle “Mi sorprende ancora come un umano possa essere giunto fino a qui senza mezzi adeguati” commentò, stringendo un po’ la presa degli artigli “Rende confusa anche me, Vostra Altezza” replicò la bionda, stranita da quell’improvvisa stretta “Mi sto domandando anzi se tutto ciò non sia semplicemente un sogno” alla frase seguì una maggiore stretta sulla spalla, forte abbastanza da farle percepire gli artigli in maniera fastidiosa “Per affermare che Thra sia un sogno dovete vivere in un posto orribile, Duchessa” proferì lo skekSis, svoltando a destra così repentinamente che la povera Alice finì contro al suo fianco

“Non definirei Londra orribile, solo… a volte vorrei che la mia vita fosse diversa” “Siete nobile, avete un titolo, presumo la vostra sia un’esistenza di ricchezze e desideri esauditi, e tuttavia non ne siete felice? Siete troppo ambiziosa, annoiata, o semplicemente bramosa di ottenere sempre di più?” per la seconda volta Alice si trovò a non sapere come ribattere… che veramente fosse troppo egoista a desiderare di vivere diversamente?

“… oppure è la vostra specie il vero problema?” la domanda dell’Imperatore colpì come un fulmine durante una tempesta “Nonostante i progressi forse gli esseri umani sono rimasti insignificanti e primitivi per alcuni aspetti per caso? È questo che vi fa percepire questo luogo come un sogno? O è l’aver conosciuto una specie diversa?” incalzò lo skekSis.

Notando il silenzio della ragazza capì di aver raggiunto il momento giusto per agire: skekSo mosse rapidamente la propria coda rettile in modo che facesse inciampare l’ospite solo per afferrarla saldamente prima che potesse finire a terra

“State bene?” le chiese con fare preoccupato “Mi rincresce molto, avrei dovuto mantenere la coda dritta! Non vi siete fatta male, vero?” Alice, ancora scombussolata, scosse il capo “No, sto bene Vostra Altezza…” “Vi chiedo scusa, Duchessa…” la bionda spalancò gli occhi ancora più sconvolta. Volse il viso per guardarlo bene… non era ironico, non era seccato, non stava sorridendo. L’Imperatore le stava porgendo delle scuse… sincere…

Alice era incredula: ricevere scuse, un evento così raro…

“È tutto a posto, Vostra Grazia” rispose dopo un lungo silenzio; incurvò le labbra in un sorriso lieve “E vi ringrazio, per me non è comune ricevere delle scuse” “Quando si commette un errore riconoscerlo è segno di intelligenza. Se nessuno vi ha mai rivolto un gesto simile, doveva trattarsi di un incivile” replicò skekSo in tono serio. La stretta del monarca dopo quel fatto divenne meno fastidiosa per la Duchessa, al punto da scordarsi di quanto fosse sconveniente per una Lady essere così vicina ad un Lord sconosciuto. Il giro proseguì, e lo skekSis condusse l'ospite verso il cuore del Castello “Seguitemi, Alice, voglio mostrarvi una cosa” sempre tenendola vicina si addentrarono maggiormente per i corridoi, fino a raggiungere l’ingresso di una sala circolare: il pavimento grigio presentava un motivo circolare dorato con simboli arcani lungo la circonferenza, dentro al quale stava il decoro di un tetraedro. Al centro della stanza, sospeso su un’apertura, stava un enorme cristallo viola luminescente

“Vostra Altezza, che cos’è quello?” domandò la bionda fissando la gemma fluttuante; il muso da alligatore dell’Imperatore si aprì in un ghigno “È il Cristallo della Verità, l’oggetto che noi skekSis custodiamo e proteggiamo” spiegò allentando la presa sulla spalla della Duchessa. L’Inglese fece qualche passo in avanti, avvicinandosi all’oggetto “Non avevo mai visto un gioiello di tali dimensioni…” mormorò estasiata. Lo skekSis osservò ogni suo passo, ma più si avvicinava, più il suo sguardo si assottigliava… era decisamente troppo vicina al Cristallo per i suoi gusti

“Duchessa, fermatevi” intimò duramente, venendo bellamente ignorato dalla ragazza che per tutta risposta iniziò ad alzare il braccio stendendo la mano verso l’oggetto “FERMA, È UN ORDINE!!” tuonò battendo lo scettro al suolo, producendo un fastidioso suono metallico.

Ma Alice lo ignorò per la seconda volta.

La Duchessa stese la mano, arrivando quasi a toccare il Cristallo viola con il palmo e la punta delle dita affusolate: la gemma parve reagire alla sua presenza, producendo una luminescenza più viva che converse un unico flusso dritto verso al palmo dell’Inglese. A tale vista skekSo ringhiò furibondo, marciando subito dopo verso l’umana “HO DETTO BASTA!!” sbraitò, affiancandola ed afferrandole la mano tesa. Strinse la presa, costringendola a voltarsi verso di lui con uno strattone, mentre gli artigli minacciavano di graffiarle la pelle

“COSA VI È SALTATO IN TESTA?! VI HO DATO UN ORDINE, RAZZA DI-“ il ruggito si spense così come era iniziato… l’Imperatore guardò le loro mani, poi la ragazza, e subito dopo il Cristallo. Incurante del timore che la sua scenata aveva potuto provocare all’ospite la lasciò andare, guardandosi nuovamente la mano. Qualcosa doveva averlo turbato…

“Com’è possibile…” mormorò a mezza voce, stringendo gli artigli ingioiellati della mano sinistra sullo scettro per sfogare l’evidente tensione; alzò lo sguardo degli occhi gialli verso la giovane tremante, sospirando

“… perdonate la mia reazione, Duchessa” Si scusò con un mezzo ringhio “Il Cristallo è instabile, temevo poteste farvi male” ad Alice quella frase suonò più come una scusa, ma la ragazza si limitò ad annuire lievemente; skekSo prese di nuovo la parola “Seguendo il corridoio subito a destra si accede alla balconata d’Osservazione, io devo assentarmi brevemente per… discutere con il mio Scienziato… vi chiedo di aspettare lì”

L’ospite annuì di nuovo, ben felice di lasciare la stanza; la balconata in questione era un ampio spazio esterno semicircolare, con montato al centro un enorme telescopio argenteo, quasi stonante con il resto delle tonalità scure della struttura. Tutta l’architettura del Castello del Cristallo ruotava attorno a cerchi, triangoli, assi e forme concentriche, chissà perché tutta quella fissazione geometrica…

Alice si sistemò poggiata alla ringhiera, osservando l’orizzonte; si guardò la mano, muovendo le dita per scacciare il formicolio residuo… cos’era poi quello strano senso di oppressione e quel cerchio alla testa?

Scosse il capo, cercando di scacciare quella fastidiosa sensazione che invece crebbe a tal punto da farle perdere l’equilibrio, e con un grido sorpreso la Duchessa si trovò oltre la ringhiera, precipitando verso l’acqua sottostante…

Alice scattò a sedere con un sospiro, guardandosi attorno spaesata. Fu accolta dal cinguettio degli uccelli e dalla vista degli alberi circostanti; alle sue spalle notò il laghetto, e di fronte uno dei pendii della proprietà… cos’era successo?

Si rimise in piedi, scrollando la terra dall’abito beige e sistemandosi il cappellino… possibile fosse rotolata giù dal piano?!

“Alice?! Alice sei qui?! Alice!!”

Una ben conosciuta voce maschile risuonò nel silenzio del boschetto, seguita dalla comparsa di un ragazzo dai capelli biondi “Ah, eccoti! Ti sei data alla macchia, sorellina?~” la canzonò Brandon con una risata, raggiungendola giù dal pendio “O ti sei nascosta per leggere, cosa che capirei per sfuggire a zia Dottie…” rise di nuovo il ragazzo, più grande di qualche anno rispetto alla sorella. Brandon la osservò attentamente, le mani infilate nelle tasche dei pantaloni scuri “Sorellina, che ti prende? Di solito ridi alle battute su zia Dottie…” borbottò “Scusami Brandon, sono ancora confusa dal sogno che ho fatto…” replicò la ragazza, guardando verso l’orizzonte “Ero… su un altro pianeta…”

Brandon diede un’occhiata all’orologio da taschino “Facciamo che mi racconti cos’hai sognato mentre torniamo a casa, mh? Sono quasi le cinque” informò. La minore annuì, risalendo il pendio affiancata dal fratello maggiore; sulla via del ritorno la Duchessa raccontò dello strano sogno, senza tralasciare alcun dettaglio

“Non è che quel ciondolo ti ha un po’ influenzata, sorellina?” chiese il ragazzo a fine racconto “Dopotutto il Cristallo della Verità…” pronunciò il nome con enfasi “era viola, giusto? E quale bestia strana hai visto per sognare quello che hai sognato? Ne hai di fantasia!”

Alice sbatté un paio di volte le palpebre, pensierosa…

Il resto del pomeriggio trascorse senza intoppi, e così pure la sera. Giunta l’ora di andare a dormire Alice si mise a letto dopo essersi cambiata, sperando di sognare qualcosa di emozionante quanto il sogno fatto quel pomeriggio…

La Duchessa si addormentò in un battito di ciglia, così stanca da dimenticarsi persino di togliersi l’amata collana; le fiamme del caminetto erano l'unica fonte di luce nella penombra della stanza riccamente arredata, le lingue di fuoco danzavano, illuminando la figura dormiente di Alice al sicuro tra le coperte pesanti e gettando bagliori sul ciondolo luminescente…

E viola…

*

*

*

Ed eccoci alla fine del prologo di questa nuova disavventura altamente immorale che per i fan della Jim Henson e della serie potrebbe essere un contentino di ciò che Sgnetflix ci ha tolto!

Se non conoscete “The Dark Crystal: Age of Resistance”, vi consiglio vivamente di andare a recuperarvi la serie e, se volete, il film degli anni 80 [merita]. Se la conoscete, questo avviso è per voi:

Il punto di partenza, come avrete probabilmente intuito, è l'inizio del primo episodio, ergo DOPO la Cerimonia dei Soli [sì, skekZok, ti ho dato i crediti perché tu sei il Ritual Master e tu hai inventato sta manfrina (TVB Crocouccellolucertolone)], MA con la differenza che skekTek NON ha condotto alcuna inversione di poli sul Cristallo.

Punto cruciale, tenetelo a mente.

E inoltre, come avrete intuito e se vi ricordate ciò che ha detto Aughra, questa potrebbe essere considerata come una timeline differente, perché QUALCUNO ci ha messo le zampe e ha cambiato gli eventi [tranquilli che lo scoprirete chi!].

Prima di salutarvi però voglio ringraziare il mio compagno di avventure in questo delirio, perché è grazie a lui se mi sono appassionata a questo show e mondo, ed è grazie a lui se “The Crystal Shard” esiste! Questa persona è @dr._aetherwatcher [se avete instagram seguitelo che merita tanto 🥺💕]

E detto questo, ci vediamo nel prossimo vero cap!

Un abbraccio

⚙️Karla⚙️


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Capitolo 2
*** Right, Wrong, it's a blurred line ***


Le vie di Londra potevano essere paragonate ad un rumoroso formicaio, un via vai di persone appartenenti alle diverse classi sociali, dalle più abbienti alle più umili, convergenti in un cicaleccio di chiacchiere, richiami e suoni di passi e carrozze.

Alice si era accomodata su una panchina in una delle piazzette, concentrata a tracciare l'ennesima linea sul piccolo blocco da disegno, isolando la mente dai rumori circostanti; corrugò le sopracciglia mordicchiandosi il labbro, correggendo ciò che aveva appena disegnato

“… che brutto muso” la voce di Brandon fece sobbalzare la più giovane con un urletto “Brandon! Prima o poi mi farai morire di crepacuore!” guaì la bionda, strappando una risata al fratello. Il nuovo arrivato si sporse maggiormente per osservare la pagina del blocco “Uno degli strani esseri del tuo sogno, sorellina?” le chiese, ottenendo un suono di assenso

“Lui era lo Storico del Castello del Cristallo, skekOk. La sua biblioteca era così vasta…” “Con quella faccia tanto subdola non gli farei fare neanche il maggiordomo, ha l’aria di uno che mi avvelenerebbe il cognac!”

Entrambi ridacchiarono, notando solo all’ultimo momento Elizabeth avvicinarsi con aria parecchio scocciata “Voi due! Ogni occasione è buona per oziare?!” li rimproverò portando le mani ai fianchi “Su, abbiamo da fare! Mi meraviglio di te, Alice: hai la possibilità di chiedermi qualsiasi regalo tu voglia, e sprechi il tempo a bighellonare!”

“Regalale uno skekSis, Lizzie, ad Alice piacciono i rettili~” rise Brandon, dovendo poi scappare da una furiosa Alice “Voi due, aspettatemi!!” la maggiore cercò di stargli dietro “E cosa sarebbe uno skekSis, di grazia?!”.

I fratelli Liddell ripresero il loro giro per negozi e botteghe, ma chiaramente Alice era distratta, più impegnata a controllare il blocco ad ogni momento possibile; ad un certo punto Brandon lo sfilò dalle sue mani “Via, sorellina! Smettila di fissare le pagine o comincerò a pensare tu abbia un debole per questi brutti mostri!” sogghignò il ragazzo, attirando l’attenzione di Elizabeth. La castana sbirciò i disegni, assumendo un’espressione orripilata “Cosa sarebbe quella creatura?! È rivoltante!” gemette

“A quanto pare è il re di tutti gli avvoltoi, Lizzie!” Spiegò Brandon “E Alice ha un debole per loro~” “Smettila, Brandon! Stai farneticando!!” protestò la bionda “Mostrofila! Immagina che infarto avrebbe nostra madre!” rise il ragazzo, guaendo quando la più giovane gli pestò un piede

“Finitela tutti e due, non è così che ci si comporta in pubblico!” Elizabeth prese il blocco da disegno, restituendolo ad Alice “Non siamo commoners della Working Class, ma Duchi. Il nostro titolo è qualcosa di cui andare fieri, ma che porta responsabilità… e tra queste vi è il decoro pubblico” la castana lì fulminò con lo sguardo “Ora, se avete finito, possiamo riprendere la ricerca del regalo di Alice” decretò, immettendosi nuovamente per la via principale seguita dai fratelli.

Purtroppo per Lizzie, la sorella non era entusiasta di nessuna delle proposte della maggiore: nessun accessorio, abito o gioiello la colpiva “Cielo, Alice, mi stai mettendo in difficoltà!” proruppe la castana mentre uscivano dall’ennesimo negozio “Possibile non ti piaccia nulla?! Non puoi avere gusti così difficili! Quei cappellini erano all’ultima moda!” “Mi dispiace, Lizzie…” notando l’aria avvilita della bionda, Elizabeth smise di camminare, voltandole il viso in modo che potessero guardarsi

“Alice, mi rincresce essere così insistente, ma presto compirai ventun’anni! E come sorella maggiore voglio regalarti il meglio, un dono che tu possa legare ad un bel ricordo ogni volta che lo guarderai… tutto qui” i momenti dove Lizzie permetteva a quella maschera di perfezione di incrinarsi erano rari, e sia Alice che Brandon ne erano al corrente; il ragazzo decise di intervenire, come suo solito

“Ascoltate, ho una proposta: io e te, Lizzie, potremmo fermarci ad una Tea House vista l’ora, mentre Alice può prendersi questo momento per farsi un giro da sola… così se trova qualcosa che le piace può portarci lì dopo! Tu ti puoi fermare un momento, lei sarà meno oppressa, e le mie orecchie riposeranno” decretò.

L’idea fu ben accolta da entrambe le ragazze, e presa una strada diversa da quella dei fratelli Alice si mise ad osservare le vetrine di negozi ed empori in tutta calma, diventando parte della marea di passanti pomeridiani; giunta ad un incrocio prese la via di sinistra, immettendosi in una strada laterale sconosciuta alla ricerca di qualche negozietto interessante… camminò a lungo senza fortuna, finché non udì uno scalpiccio alle proprie spalle.

La Duchessa si fermò per controllare, riprendendo subito dopo…

… ancora quel rumore, simile a zampe in rapida marcia…

“Sarà un cane randagio” pensò tra sé e sé scuotendo il capo; più camminava, più quel suono la seguiva…

Accelerò il passo, colta da un senso di irrequietezza, accorgendosi che anche il misterioso animale stava facendo lo stesso. L’Inglese cercò di controllare il proprio respiro, imponendosi di non voltarsi a controllare cosa esattamente fosse alle sue costole, ma presto la paura prese il sopravvento: Alice accelerò ancora e ancora, finché la sua marcia non si tramutò in una corsa alla cieca.

Quel ticchettio inquietante adottò la stessa rapidità, spingendo la Duchessa ad aumentare il ritmo mentre si ripeteva di non voltarsi; si addentrò ancora di più tra i vicoli rapida come una lepre, disperata come un topo in trappola, finché non si trovò di fronte ad una letterale parete di roccia scura; fu a quel punto che la bionda fu costretta a voltarsi, sbarrando gli occhi alla vista a breve distanza di un essere spaventoso simile ad un ragno gigante.

Pietrificata dalla paura, Alice non riuscì a scorgere un movimento al di sopra della barriera rocciosa: una figura avvolta in un’armatura lucente le passò sopra la testa, planò sfruttando le ali simili a quelle di una libellula e con un urlo rabbioso menò un fendente contro al ragno, decapitandolo in una frazione di secondo; fu solo quando l’esoscheletro cadde riverso a terra che l’umana esplose in un urlo di terrore puro.

Il grido allarmò la paladina, che girò sui tacchi e puntò la spada insanguinata contro all’umana “E tu che cosa saresti?!” fece con tono minaccioso, entrambe le mani strette sull’impugnatura; Alice emise giusto un mugolio indistinto, prima di lasciare che le gambe cedessero e scoppiare in lacrime, sfogano l’adrenalina e la tensione accumulata dall’esperienza. La Gelfling drizzò le orecchie sorpresa, abbassando la spada dopo un attimo di esitazione; si guardò attorno, poi tornò a concentrarsi sulla figura di Alice, scossa dai singhiozzi e con il viso nascosto tra le mani… quella creatura tanto alta non doveva essere pericolosa per avere una reazione tanto intensa, avrebbe già dovuto attaccare altrimenti!

“Via, non serve piangere…” tentò, avvicinandosi cauta “Lo Sputaseta è morto, non c’è più pericolo…” consolare gli altri non era il suo forte, specie gli esseri sconosciuti! Ma quel curioso bipede non le dava alcuna impressione di essere aggressivo… la Gelfling affiancò l’essere umano mentre ripiegava le ali sulla schiena e rinfoderava la spada, le trecce bionde che si muovevano per il gesto “Su, basta piangere, oppure sei stata morsa? Ti fa male da qualche parte? È per questo che piangi?”

“… avete un fazzolettino, Miss?”

La domanda di Alice, posta tra i singhiozzi, fece di nuovo drizzare di sorpresa le orecchie del cavaliere. Decisamente quella bipede NON rappresentava un pericolo.

“Temo di no” rispose la Gelfling incerta; Alice tirò su col naso un paio di volte, usando la manica dell’abito blu per asciugarsi le lacrime “Perdonatemi… una Lady non dovrebbe avere tali crolli…” pigolò l’inglese, trovando il proprio fazzoletto nella tasca dell’amata cintura e soffiandosi il naso con un suono poco elegante “Mi rincresce voi abbiate dovuto assistere a un scena tanto… indecente…” si scusò, guardandola con uno sguardo paragonabile a quello di un cucciolo spaventato.

“Non c’è nulla di indecente nel mostrare le proprie emozioni” replicò la Gelfling abbozzando un sorriso, soffermandosi ad osservare la collana che Alice portava; spalancò gli occhi chiari “Quella… quella è l’insegna dei Signori del Cristallo…” mormorò guardando poi l’umana negli occhi “Siete stata al Castello del Cristallo o provenite da lì?” domandò. Le cose cambiavano se questa sconosciuta indossava un simile blasone! Per quanto non sapesse cosa fosse quella creatura esageratamente alta, con un tale simbolo doveva trattarsi di qualcuno di importante per gli skekSis…

Alice annuì asciugandosi gli occhi mentre si imponeva di calmarsi. Non poteva continuare a piangere, no? Alla sua risposta la Gelfling si affrettò ad inginocchiarsi a capo chino “Vi chiedo perdono per avervi minacciata, non ero al corrente della vostra provenienza” si scusò, confondendo l’Inglese “Non scusatevi, Miss! Immagino che io sia un qualcosa di insolito da queste parti, e… inoltre vorrei ringraziarvi per essere intervenuta in mio soccorso” la lady notò il diadema dorato indossato dalla Paladina “Perdonate la mia domanda ma… siete per caso una reale, Miss?” chiese. La Gelfling annuì “Sì, Mia Signora. Tavra, figlia di Mayrin, All-Maudra di Ha’rar e sovrana del Clan Vapra” si presentò, provocando un lievissimo infarto nell’umana… non aveva mai incontrato così tanti reali in così poco tempo!

“È sempre un onore conoscere una principessa, Vostra Altezza” si affrettò a rispondere la Duchessa, alzandosi per compiere una riverenza ossequiosa alla Paladina, la quale inarcò un sopracciglio “Mia Signora, non dovreste inchinarvi a me. Portate l’Effige dei Signori del Cristallo, ciò vi colloca al di sopra…” “Una Lady riconosce qualsiasi titolo conferito, indipendentemente dalla paria, e per cui è un dovere ed un onore porgervi saluti appropriati, Lady Tavra” la spiegazione di Alice parve insolita alla Gelfling, ma decise di non indagare.

Entrambe si rialzarono, rendendo evidente la differenza di altezza “Se posso chiedere, Mia Signora, che cosa siete? Non mi sembrate uno skekSis” chiese la Paladina con fare rispettoso; Alice le sorrise “Sono un essere umano, Lady Tavra” replicò “E prima che mi chiediate come posso trovarmi qui, vi anticipo che non ne ho idea alcuna” ridacchiò nervosa “Anzi, temo di aver battuto la testa e di star sognando…”

“Il vento vi sta facendo tremare, non penso proprio che stiate sognando, Mia Signora” in effetti il clima di Ha’rar era freddo, montano, e guardandosi intorno Alice poté notare la presenza di neve fresca “Ci troviamo a Nord di Skarith, e non voglio sembrarle maleducata, ma i vostri abiti sembrano un po’ troppo leggeri per questo luogo…” detto questo Tavra prese una decisione “Dunque vi invito formalmente a seguirmi alla Cittadella, non vorrei mai vi ammalaste”.

Alice non vide motivo per rifiutare, così dopo un cenno di assenso seguì Tavra, lasciando il vicolo e raggiungendo la via principale di Ha’rar: rispetto al Castello l’architettura pareva più elegante ed ariosa, basata su forme circolari, archi, e toni grigi e azzurri, diversa dalla cupa opulenza del Palazzo; mentre camminavano, la Duchessa notò la varietà dei Gelfling presenti per le strade, nonostante fossero accomunati dai colori e dagli stili delle vesti, i lineamenti e il colore dei capelli variava! “Lady Tavra, permettetemi una domanda: al Castello ho constatato la presenza tra le Guardie di Gelfling simili a voi e principalmente di altri che presentavano chiome per lo più scure e sfumature verdi, ma qui sembra siano presenti molti più Gelfling! Riguarda per caso la divisione dei Clan? Esiste una ragione precisa per una tale concentrazione etnica?” “Ha’rar è la città più importante di Skarith, Mia Signora; è fulcro per i commerci, quindi i Gelfling dei vari Clan giungono da ogni parte” proseguirono sempre dritto, accompagnate dai mormorii ed occhiate curiose degli abitanti “Le Guardie del Cristallo ammettono nei loro ranghi chiunque si dimostri abbastanza valido. Principalmente ne sono parte Gelfling provenienti dai clan Vapra, Stonewood e Drenchen” continuò Tavra mentre la Lady ascoltava con attenzione

“Presumo per la prestanza fisica?” ipotizzò l’umana, Tavra annuì “E anche per la loro importanza” aggiunse. Alice osservò con più attenzione l’accompagnatrice “Deduco ogni Clan abbia caratteristiche fisiche differenti o ben precise? Forse è una domanda sciocca…” la Gelfling fece una breve risata “Nessuna domanda è sciocca, Mia Signora; ognuno dei Sette Clan presenta fisionomie simili ma diverse, per esempio noi del Clan Vapra abbiamo principalmente capelli biondi in varie tonalità, i Gelfling del Clan Grottan hanno occhi adatti a vedere al buio visto che risiedono nelle caverne di Grot, e molto altro” Tavra assunse un’aria pensierosa “Se voleste, potrei lasciare che sia mia sorella Brea a spiegarvi di più a riguardo una volta che saremo alla Cittadella. Ne sarebbe felice” alla proposta l’umana annuì.

La camminata proseguì fino a che le due non raggiunsero i cancelli d’ingresso; la diversità di stile colpì una seconda volta Alice, che dovette affrettare il passo per non restare indietro dopo essersi trattenuta ad ammirarne la bellezza “Mi stupisce che i soffitti siano abbastanza alti da permettermi movimento, Lady Tavra” commentò l’inglese “Non per offendervi, ma data la vostra altezza ero convinta che avrei sbattuto la testa!” ridacchiò, suscitando la stessa reazione in Tavra

“Gli skekSis sono ben più alti di voi, Mia Signora, non c’è pericolo. Ma la ragione è differente” la principessa spiegò le ali, sollevandosi in aria sbattendole rapidamente “Le donne possono volare, quindi avendo soffitti alti siamo in grado di accelerare gli spostamenti per il palazzo” si librò in volo attorno ad Alice, dopodiché atterrò con grazia “Però, nonostante l’altezza dei soffitti i Signori del Cristallo a volte non si muovono agilmente quanti voi, specie per passare attraverso le porte” aggiunse con fare complice, facendo ridere la Duchessa.

Tavra scortò Alice fino a raggiungere la sala del trono: i soffitti erano ancora più alti che nel resto del Castello, e tre delle quattro pareti presentavano ampie vetrate decorate in oro. Al centro della stanza colorata nei toni dell’azzurra era posto un alto trono, sul quale stava seduta una Gelfling più anziana di Tavra, il capo coperto da una sorta di velo. Le vesti rendevano chiara la sua posizione, e così la corona biancastra; alla destra e alla sinistra del trono invece stavano altre due Gelfling, e data la somiglianza con Tavra e il diadema indossato da entrambe Alice dedusse si trattasse delle sue sorelle, e una di esse doveva essere Brea.

“Madre” la principessa salutò con un cenno del capo “Tavra, chi ti accompagna?” domandò la Sovrana socchiudendo gli occhi “Un'ospite degli skekSis, Madre” informò Tavra “Porta la loro effige e dice di provenire dal Castello del Cristallo”

“Alice Liddell, Duchessa del Lancashire” si affrettò ad inchinarsi Alice, presentandosi

“È un onore conoscervi, Vostra Altezza” “Alzatevi, Duchessa Alice” la richiamò la monarca “Non dovete prostrarvi. Se i Signori del Cristallo vi considerano importante a tal punto da permettervi di risiedere a Palazzo, è giusto io mi rivolga a voi come loro pari”

“Uno Sputaseta l’ha attaccata nei pressi della periferia di Ha’rar, Madre. È strano gli Arathim si siano spinti così in superficie” commentò Tavra mentre Alice si rialzava “A seguito del mio intervento ho ritenuto doveroso invitarla qui” “Hai preso una decisione saggia, Tavra” la regina si rivolse di nuovo alla Duchessa “Benvenuta ad Ha’rar, Duchessa Alice” disse cordialmente “Permettete che mi presenti: il mio nome è Mayrin, All-Maudra del Clan Vapra, sovrana dei Sette Clan” fece solenne, una solennità data da anni e anni di regno; guardò poi ai suoi lati “Loro sono Seladon e Brea, sorelle di Tavra, mie figlie, e Principesse di Ha'rar. Siamo onorate di avervi come ospite”.

La presentazione avrebbe dovuto riempire Alice di orgoglio, e in parte era così, ma un’altra parte di lei sentiva un nodo fastidioso: quelle parole sembravano pronunciate meccanicamente, imparate a memoria. Una formula imposta da un titolo… conosceva bene quel fardello…

L’umana spostò lo sguardo sulle figlie di All-Maudra: il viso di Seladon era lievemente contratto, gli occhi socchiusi a sostenere la sua occhiata, a scrutarla, forse studiarla, probabilmente non si fidava… completamente opposta era l’espressione di Brea, che la guardava ad occhi sgranati e a bocca aperta, le orecchie alte frementi d’entusiasmo “L’onore è tutto mio” replicò Alice con una seconda riverenza.

Mayrin fece un cenno del capo al gesto della Duchessa “Madre, potrei tenere compagnia alla Duchessa?” la domanda di Brea attirò l’attenzione di tutti i presenti "Manca ancora tempo alla Cerimonia delle Decime, e non vorrei che si annoiasse nell’attesa” All-Maudra ponderò la frase della figlia attentamente, voltandosi poi verso Alice “Duchessa, cosa ne pensate?” chiese; la bionda annuì “Mi farebbe molto piacere, Vostra Altezza” la risposta illuminò il viso di Brea di un ampio sorriso, ridotto dopo un’occhiata fulminante di Seladon.

La Principessa affiancò la Duchessa, e dopo l’ennesimo saluto lasciarono la sala del Trono; girato l’angolo Brea si voltò verso Alice, il viso nuovamente radioso di pura curiosità “Venite veramente dal Castello del Cristallo, Mia Signora?!” chiese, le orecchie dritte quando l’umana annuì “E… siete veramente un essere umano?” di nuovo un cenno di assenso “Ho letto così tanto sulla vostra specie, ma i libri non parlano di voi come così… evoluti” “Anche Lord skekOk è rimasto sorpreso da questo fatto, Principessa” “Voi avete parlato con lo Storico?!” camminando per i corridoi della Cittadella, Alice si trovò a dover rispondere alle innumerevoli domande di Brea su vari argomenti: l’architettura del Palazzo, come fosse fatta la Grande Biblioteca, dettagli sugli skekSis, per poi passare a Londra e le curiosità della società Vittoriana

“Quindi anche voi siete governati da una All-Maudra?” chiese la Gelfling dopo che Alice spiegò della Regina Vittoria “Possiamo dire di sì, anche se incontrarla non è così facile come pare esserlo ricevere udienza da vostra Madre. Noi della paria siamo più avvantaggiati a riguardo visto che dobbiamo presenziare ad eventi mensili o annuali, ma un commoner avrebbe più difficoltà” lo sguardo di Brea si incupì lievemente “Non suona così diverso da come vanno le cose qui, Mia Signora…” sospirò; Alice le posò una mano sulla spalla minuta “Mi dispiace, pare che la nobiltà sia uguale ovunque ci si trovi” come la capiva…

Per cercare di cambiare argomento l’Inglese ebbe un’idea “Principessa, a voi piace leggere?” domandò “Molto, Mia Signora” rispose la Gelfling “Ogni volta che ne ho l’occasione lascio il Palazzo per recarmi in Biblioteca qui ad Ha’rar, è così che ho imparato tutto ciò che so riguardo a Thra” “Allora abbiamo qualcosa in comune! E quindi penso che apprezzerete il mio dono” Alice aprì la tasca della cintura, recuperò il libro e lo porse alla reale. Brea prese il regalo tra le mani, osservandolo con interesse “Parla delle varie leggende dell’Inghilterra. Spero sarà una lettura piacevole come lo è stata per me, Altezza” sorrise la Duchessa; Brea non rispose, limitandosi a stringere la vita dell’umana di getto in un abbraccio al quale Alice replicò dopo un breve attimo di confusione… quel semplice gesto così spontaneo era bastato a scaldarle il cuore… “Ora sono io però che vorrei porvi alcune domande” aggiunse quando l’abbraccio si sciolse “Vostra sorella mi ha informato della vostra conoscenza riguardo ai Sette Clan, dunque vi andrebbe di raccontarmi ciò che sapete?”

Alice non avrebbe potuto chiedere a persona migliore!

Il tempo seguente fu impiegato nell’ascoltare le spiegazioni fornite da Brea; rispetto allo sciorinare dello Storico per Alice fu molto più semplice apprendere, forse complice anche l’assenza di termini troppo complessi o arcaici. Curioso come due persone diverse di cultura potessero avere modi diversi di esprimere la loro sapienza. Faceva riflettere.

Mentre le due conversavano, vennero raggiunte in fretta da Seladon “Finalmente ti ho trovata, Brea!” esclamò la maggiore “La Cerimonia sta per iniziare, i Signori sono qui…” spostò l’attenzione su Alice, addolcendo il tono “… e hanno chiesto espressamente di condurre la Duchessa da loro”. Forse quella richiesta era bastata per influire sul parere della Principessa? Strano… “Vi aspetto nella Sala del Trono, non tardate troppo” raccomandò prima di andarsene.

Brea non riuscì a trattenere un gridolino emozionato “Forza, Duchessa! Andiamo!!” fece, prendendole la mano e tirando on direzione della Sala “Finalmente potrò vedere gli skekSis! Non ho mai assistito ad una Cerimonia delle Decime! Oh, sono così emozionata! Magari potreste chiedergli di rispondere ad alcune domande per conto mio!!” Alice però non riusciva a condividere quell’entusiasmo: qualcosa le diceva di non recarsi alla meta, di non rispettare la richiesta, qualcosa la stava avvisando di un pericolo, come un sesto senso…

“Altezza, aspettate!” provò a fermarla, rallentando “Rischiamo di tardare, Mia Signora! Dobbiamo sbrigarci!” fece la Principessa irremovibile, troppo emozionata per sentire ragioni “Vi chiedo solo un momento!” Alice riuscì a puntare i piedi solo a pochi metri dalla Sala del Trono, sbalzando Brea indietro per il contraccolpo “Mia Signora, che vi prende?” la Principessa osservò l’umana stranita “Ci stanno aspettando…” “Lady Brea, ecco… io non penso che dovrei presenziare alle Decime” l’umana fece vagare lo sguardo per il corridoio “Forse dovrei andarmene… non vorrei essere-“ la frase venne interrotta da uno schiarire di voce.

Entrambe le nobili si voltarono verso la porta, accolte dalla vista di uno skekSis sconosciuto: le vesti opulente in Gartico presentavano i toni del blu scuro, con sprazzi biancastri nelle maniche. Le uniche due note di colore erano date dal collare decorato con gemme e da una sciarpa scarlatta avvolta a mo’ di copricapo dalla quale sfuggivano ciocche biancastre.

Il Signore del Cristallo fulminò entrambe con lo sguardo prima di voltarsi senza dire una parola e rientrare, sostituito dopo pochi attimi dallo Storico “Eccovi qua! Cominciavamo a temere vi foste perse!” fece drammatico mentre Brea lo osservava ad occhi sgranati e Alice abbassava lo sguardo “Non è buona educazione far attendere gli ospiti, specie in situazioni così importanti” skekOk sistemò gli occhiali in fretta, accentuando le proprie parole “Mi meraviglio di voi, Principessa! Dovreste essere d’esempio riguardo educazione ed ospitalità!” anche Brea si sentì colpita dal rimprovero, abbassando le orecchie. Lo skekSis però sospirò “Ma siete giovane, può capitare di distrarsi, anche durante giornate importanti” si fece un po’ da parte “Ora su, entrate! Non perdiamo ulteriore tempo!”.

La Duchessa non gradì molto quell’uscita “Lord skekOk, per favore non prendetevela con la Principessa… io mi sono attardata” giustificò, ottenendo che Brea la guardasse stupefatta “Se abbiamo ritardato è solo per colpa mia” lo skekSis si chinò in avanti per guardarla negli occhi “Evidentemente fare tardi e far tardare gli altri è un vostro tratto distintivo, Duchessa…” sibilò “In ogni caso, sono lieto di vedervi di nuovo~” concluse stirando le labbra in un sogghigno. Una volta ritornate nella sala, Brea raggiunse le sorelle mentre Alice fu scortata dallo Storico ad affiancare l’altro Lord, scambiando un paio di sguardi con le Principesse; a quanto pare vedere che la Duchessa veramente condivideva un legame con i Signori del Cristallo aveva provocato un certo effetto…

“Duchessa, vi presento il mio collega skekShod, Tesoriere ed Esattore” presentò; Alice fece una riverenza allo skekSis sconosciuto, che rispose con un cenno sbrigativo “Perdonatelo, è un po’… scontroso~” ridacchiò. La Cerimonia delle Decime iniziò poco dopo: si trattava di un evento ciclico, durante il quale i Gelfling di ogni Clan si riunivano per donare qualcosa agli skekSis, come parte delle loro produzioni o creazioni, e il Clan Vapra, più vicino ai Signori del Cristallo, era il primo. Mentre i Gelfling avanzavano uno dopo l’altro sotto gli sguardi dei reali e dei Signori, skekOk spostò lo sguardo verso Alice, in piedi al suo fianco “La vostra assenza al Castello mi ha preoccupato, Duchessa” commentò mentre ringraziava un Gelfling con un cenno “L’Imperatore era MOLTO risentito, sapete? Ha rimproverato tutti noi Lord perché non sapevamo dove vi foste cacciata, era così… preoccupato!” la Lady abbassò lo sguardo, e lo skekSis infierì “Temevo vi fosse accaduto qualcosa! O che non aveste gradito la nostra ospitalità!” “Maleducata…” borbottò il Tesoriere roco, scuotendo il capo. La ragazza sospirò pesantemente, lo sguardo fisso sul pavimento, le mani a tormentare il tessuto della gonna “Le mie più sentite scuse, non volevo causare così tanto disagio, io-“

“Non importa, bambina” skekOk le rivolse un sorriso viscidamente soddisfatto “Non voglio pensare che una Lady come voi abbia deliberatamente rivolto uno sgarbo a noi skekSis, non credo sia possibile o il caso, dunque vi perdono e vi invito ad avvertire qualora voleste allontanarvi da noi. Se vi accadesse qualcosa l’Imperatore ne sarebbe addolorato, e anche io” la sua mano artigliata le si posò sulla spalla a sottolineare le frasi appena pronunciate, provocando un ringhio seccato dall’Esattore, che roteò gli occhi in totale disdegno.

Le Decime proseguirono senza intoppi, supervisionate dallo sguardo attento di All-Maudra e di skekShod; osservando l’Esattore, Alice poteva quasi percepire la sua avidità: teneva gli occhi fissi sulle offerte, le rigirava tra le mani artigliate, le ispezionava e solo guardandole pareva soddisfatto, specie se si trattava di tessuti pregiati o gioielli. Fu così per lunghi minuti, fino a che una coppia di Gelfling consegnò la propria decima: una scarna quantità di bulbi floreali “… la vostra decima è alquanto misera” commentò All-Maudra mentre skekShod fulminava i due con lo sguardo. L’uomo abbassò le orecchie, un braccio a cingere le spalle della moglie “Perdonateci, i nostri campi sono stati colpiti da una strana piaga che ha decimato le nostre fioriture…” “Ridicolo…” ringhiò l’Esattore, ancora più risentito; lo skekSis osservò la compagna del Gelfling, assottigliando lo sguardo per poi chinarsi verso di lei, la mano artigliata aperta in attesa. La giovane Vapra capì al volo ed impallidì

“Mio Signore…” mormorò ad orecchie basse, schermando la propria collana “Per favore, questo gioiello è speciale per mia moglie! È tutto ciò che è rimasto di sua madre, l’ultima sua memoria!” il Gelfling strinse la compagna a sé, lo sguardo implorante “Vi prego…” “La Decima va pagata” skekShod pareva irremovibile, fermo in quella posizione autoritaria; sia Alice che skekOk udirono mormorii tra i Vapra ancora in attesa di offrire la propria Decima, e lo Storico prese subito parola “I Signori del Cristallo non prendono nulla che non sia loro dovuto” dichiarò “Ma forse ciò che facciamo per i Gelfling non è abbastanza… oh, che tristezza… pensavo fossimo dei bravi Lord…” Lo sguardo si spostò verso All-Maudra “Evidentemente mi sbagliavo…”

L’aria si stava facendo tesa.

La folla stava commentando sulla coppia, mentre Brea e le sorelle parlavano tra di loro: la più giovane pareva agitata, chiaramente turbata dalla situazione a differenza di Seladon, intenta a ribattere alle sue frasi mormorate; l'Inglese si sentì in dovere di intervenire, così fece un passo avanti frapponendosi tra la coppia e l’Esattore “Lord skekShod, permettetemi per questa volta di intercedere per questa coppia ed adempiere al pagamento della Decima” decretò, provocando suoni di sorpresa tra i presenti “… I Signori sono clementi, e così i loro ospiti” aggiunse All-Maudra per calmare ancora di più le acque.

Lo skekSis squadrò l’umana, e dopo un attimo carico di tensione tese la mano verso di lei; Alice senza perdere tempo sfilò il fermaglio per capelli lasciando che la lunga chioma bionda le ricadesse giù per le spalle, ponendo il monile d’oro nel palmo del Lord “Oro 18 carati, il centro è un diamante da un carato” descrisse osservando l'accessorio a forma di margherita “Il punzone è sul retro, vicino alla pinza”.

Con sua grande sorpresa skekShod non cercò il marchio, semplicemente portò il monile alla bocca usando i denti per testare l’oggetto, dopodiché annuì soddisfatto, gesticolando alla coppia di muoversi “Vi ringrazio, Mia Signora…” mormorò il fiorista, seguito dalla moglie visibilmente commossa; Alice sorrise loro e li guardò allontanarsi per poi tornare al proprio posto. Dall’altro lato della sala Brea incrociò il suo sguardo, un sorriso gioioso ad incurvarle le labbra mentre Tavra le rivolse un breve cenno del capo, diversa era l’espressione di Seladon, completamente sconvolta e sorpresa dal gesto di Alice

“Non stava a voi adempiere alla Decima, Duchessa” skekOk pareva condividere i sentimenti della maggiore “Perché siete intervenuta? Quel fermaglio valeva ben di più di quei fiori non sbocciati!” “Mio Signore, a Londra viene insegnata l’importanza della carità tra noi della paria” spiegò Alice allo skekSis mentre i tributi proseguivano “Dunque mi pareva un buon momento per esercitarla: se noi più abbienti possiamo aiutare in qualche modo, bisogna sempre agire” la Lady spostò l’attenzione sulla fila di Gelfling “E inoltre… pare che il mio gesto sia stato gradito” lo Storico non poté che concordare con l'umana: la generosità di Alice aveva dissipato i turbamenti causati dalla reazione di skekShod. Ciò poteva solo giovare ai Signori “Vedete? La vostra diplomazia e prontezza è un ulteriore ragione per non sparire d’improvviso! Cosa potremmo mai fare in una situazione dove il vostro aiuto è richiesto?” chiese skekOk con fare drammatico “Poteva scoppiare una rivolta senza di voi!” “Finiscila” ringhiò d’improvviso skekShod irritato “Sei noioso…” “Noioso?! Io?! Ma come ti permetti?!”.

La Cerimonia iniziava a dilungarsi; durante un momento di pausa, Alice ebbe il permesso dai Signori di assentarsi; si recò all’esterno dove trovò Brea “Non sono l’unica a cui serviva ossigeno?” ridacchiò l’umana “È la prima volta che partecipo a tale evento, non avevo idea fosse così lungo” commentò la Principessa quando la Duchessa le fu vicina “Siete stata davvero gentile con quei contadini, Mia Signora” “È il dovere di ogni nobile essere generoso ed altruista” replicò Alice, Brea annuì stirando le ali traslucide “Non diminuisce l’importanza di ciò che avete fatto” sorrise.

Alice guardò verso i cancelli, spostando le dita verso il pendente della collana, ora violetto “Principessa, se mi concedessi qualche minuto per esplorare Ha’rar dite che potrei?” chiese; la Gelfling mosse le orecchie e sorrise complice “Io non vi ho vista, Mia Signora~” fece con una risatina; la bionda le diede un breve abbraccio, dopodiché si allontanò in fretta varcando i cancelli, lasciando la Cittadella definitivamente.

Solo un breve giro, e sarebbe tornata a Palazzo. Questa era la sua intenzione…

Che non fu in grado di mantenere.

La Duchessa presto perse la cognizione del tempo mentre vagava per le strade della città montana, cercando di ignorare l’aria gelida; si addentrò per una stradina laterale, camminando con tranquillità fino a che non notò i muri farsi di mattoni e pietra sagomata, ingrigiti dal fumo, mentre l’aria si scaldava… uscì dalla viuzza, sbucando nella gremita piazzetta dove Peter’s Tea House stava, segnalata dal gazebo esterno e dall’insegna a forma di teiera; stralunata si avvicinò all’edificio, venendo subito notata dai fratelli seduti ad un tavolino

“Alice! Siamo qui!” chiamò Brandon con un cenno della mano. Quando la sorella minore li raggiunse entrambi notarono subito i suoi capelli sciolti “Cosa ti è successo?! Ti avevo suggerito di controllare i negozi, non di andare a rifarti il look!” commentò il ragazzo “Dov’è finito il tuo fermacapelli?!” esclamò Elizabeth “Io… temo di non averlo più, Lizzie” ammise la bionda ancora pensierosa… non era ad Ha’rar poco prima? “Alice!” Lizzie scosse il capo “Era il mio regalo di Natale dell’anno scorso! L’ho commissionato apposta per te! Non dirmi che l’hai perso?! O peggio, l’hai donato ad un mendicante!” “Non era un mendicante, proprio per niente…” prima che Lizzie potesse saltare addosso alla sorella, Brandon intervenì “Un momento! Problema risolto!! Lizzie, regalale un nuovo fermaglio!” propose.

La castana rimase attonita, la rabbia non del tutto svanita “Pensaci: Alice ha decisamente bisogno di un nuovo fermaglio, e tu non hai ancora un regalo per lei! Sono sicuro ne troveremo uno, no?” continuò il ragazzo, voltandosi verso la sorella minore “Alice, a te andrebbe bene come regalo da parte di Lizzie?” quando lei annuì il sorriso di Brandon si allargò

“Visto?! Problema decisamente risolto, ripeto! Ah, sono proprio un genio!” la minore si concesse una risatina alla sua uscita, pensando quanto somigliasse al modo di autocompiacersi dello Storico; Elizabeth arricciò le labbra, per poi sospirare “E va bene…” si arrese “Finiamo il tè e cerchiamo questo fermaglio…”.

Presto i Liddell ripresero la loro passeggiata, scrutando le vetrine alla ricerca di un fermaglio per capelli degno della più giovane, e finalmente Alice si fermò di fronte a quello che pareva un negozio di antiquariato e curiosità “Che macabro emporio…” commentò Lizzie rabbrividendo alla vista di alcuni teschi esposti “Decisamente allegro e gioviale” aggiunse Brandon affiancando le sorelle. La bionda scrutò la merce oltre il vetro con attenzione, e finalmente il suo viso si illuminò “Ecco! Quello!!” esclamò indicando uno dei gioielli esposti, Lizzie storse il naso “Sei sicura, Alice?” chiese la maggiore “È alquanto… cupo” il monile in questione altro non era che un fermaglio per capelli in oro e onice, forgiato nelle sembianze di una falena Testa di Morto. Una scelta alquanto particolare, alla quale Lizzie non poté opporsi.

Usciti dall’emporio la Duchessa era al settimo cielo, il pacchetto regalo stretto tra le mani; camminando sulla via di casa Alice continuava a ringraziare Elizabeth, la quale scuoteva la testa sotto sotto decisamente orgogliosa di sé stessa e lieta di vedere la sorella tanto raggiante… l’umore della bionda era talmente alto che la Duchessina si scordò completamente della mancanza del proprio libro nella cintura…

E della falena scarlatta che la stava seguendo…

***

E io sono una brutta persona e chiudo il cap così MUAHAHAHAHAHAHAH [che palle non ho neanche una gif della sghignazzata iconica di skekSo da inserire, stupido sito e stupida mancanza di gif!]

VABEH!!

Che dire, spero abbiate apprezzato anche questa serie di sfortunati eventi [sì, adoro tartassare Alice], e spero che abbiate colto gli indizi che ho lasciato in giro per il capitolo!

Perché io sono cattiva e dissemino prove nascoste!

Se questi capitoli vi sono sembrati carini e coccolosi, vi ricordo che questa è una fanfiction di Dark Crystal, perciò le stangate arriveranno presto, molto presto~

… ho fatto la citazione a Chamberlain mentre scrivevo e me ne accorgo ora ma non la cancello CHI HA VISTO LA SERIE LA DOVREBBE COGLIERE.

Vaboh dai, ho detto abbastanza cavolate, ultimo avviso: dal prossimo cap non avrete un attimo di pace.

Vi voglio bene ⚙️

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