Visione d'inverno

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Voltandosi si ritrovò... con lo sguardo perso nel vuoto ***
Capitolo 2: *** Un ricordo indelebile immerso nel buio ***
Capitolo 3: *** L'episodio della mia vita che voleva cambiarmi per sempre ***
Capitolo 4: *** Tutto nella mia mente contorta ***



Capitolo 1
*** Voltandosi si ritrovò... con lo sguardo perso nel vuoto ***


< Siamo bloccati dalla neve, Shinichi. Non riusciamo nemmeno ad aprire la porta di casa. E come se non bastasse, gli inquilini di questa villa ci hanno abbandonato. >
< Siamo stati troppo impegnati a risolvere questo caso e non ci siamo resi conto che era una trappola. >
Shinichi, per quanto il suo intuito lo potesse portare a risolvere casi al limite dell’impossibile, ultimamente si sentiva stranito in quella posizione.
La lontananza di Ran l’avevano condotto verso una vita che non gli apparteneva.
Heiji, l’unico amico su cui davvero poteva contare, era diventato un mentore molto importante nei suoi ultimi mesi, dimenticando di poter contare su altri amici.
< Dobbiamo trovare un modo di uscire. Alla svelta. >
< E come potremmo maio fare? Tu hai qualche idea? >
< Cercherò di farmene venire in mente una… Però tu potresti essermi d'aiuto, Shnichi. Si può sapere che cosa ti prende. >
Prendendo con sé il suo telefono cellulare, aveva provato a chiamare la sua amata Ran.
> Non c’è campo. Siamo completamente isolati. >
< Non per molto, amico mio. Cercheremo insieme di trovare una via d’uscita e… >
Ma improvvisamente, mentre la neve stava cadendo con tutta la sua forza e la bufera diventava sempre più insistente, ci fu un blackout che lasciò i due detective al buio.
< Molto bene. Adesso cosa facciamo? >
< Dobbiamo trovare l’interruttore principale e… >
< Non dipende da noi, ma dal maltempo. Forse l’unico modo è uscire da una delle finestre > fece Shinichi senza altre idee brillanti.
< La finestra più bassa è a tre metri da terra. Non possiamo saltare da quell’altezza. Rischiamo di farci seriamente male. >
< E non possiamo rimanere qui senza fare niente. >
< Io almeno sto cercando di avere idee che tu non riesci avere. >
Shinichi, che non aveva nessuna intenzione di litigare con il suo amico, si rinchiuse in sé stesso cercando di pensare a Ran.
> Ho voltato le spalle a troppa gente, Heiji. E adesso mi sto ritrovando da solo. Può esserci qualcosa di peggio? >
< Andiamo, Shinichi. Tu non sei solo. >
< No, hai ragione. Sono qui che sto litigando con te. >
< Gli amici litigano qualche volta, sai? >
< Come ho potuto credere di accettare questo caso a pochi giorni dal Natale? Poteva essere l’occasione giusta di chiedere scusa a Ran e invece… >
< Ran saprà perdonarti. Come ha sempre fatto in tutti questi anni. >
< Heiji, tu non capisci i sentimenti per Ran. Anche se ha provato molte volte a perdonarmi, c’è qualcosa in lei che scatena la sua rabbia. Qualcosa dentro di lei che si trattiene con molta insistenza e ho paura che sia arrivata al culmine di esplodere. Potrebbe rinfacciarmi tutte le volte che abbiamo litigato per colpa mia. Ed io questo non potrei sopportarlo. Per questo ho molto timore di farla arrabbiare e di litigare con lei. Vorrei essere un fidanzato più premuroso… Ma dopo tutti questi anni insieme, ho capito che il nostro destino è più beffardo e avverso di quello che posso credere. >
< Shinichi, tu non puoi mollare senza combattere > cercò di spronarlo Heiji.
> Ho combattuto per troppo tempo, Heiji. Pensando che ormai Ran sia stufa di me, sto pensando anch’io di non avere altri modi per cercare continuamente un perdono forzato. >
< Quindi smetteresti di combattere per la donna che ami? >
< Non lo so. Non so davvero cosa pensare. >
Heiji, vedendo il suo amico confuso, cercò di fargli cambiare subito idea dicendo che una come Ran non l’avrebbe mai più trovata.
> Ecco Heiji, a questo punto… >
Mentre i due amici erano impegnati a chiarirsi a vicenda sulla situazione sentimentale di Shinichi, alcuni rumori provenienti dalle camere al piano di sopra misero in allarme i due ragazzi.
< Che cos’è stato? Hai sentito, Heiji? >
< Sì. Ho paura che non siamo soli in questa villa immensa. >

 

Dirigendosi di sopra con il cuore che gli martellava a mille, i due detective cercarono qualcosa che avrebbe potuto attirare la loro attenzione.
< Con la sola luce di questo telefono non riusciamo a vedere abbastanza > fece Heiji < Forse sarebbe davvero meglio cercare una via d’uscita. Ho paura che qualcuno… >
< Non pensavo che tu avessi paura, Heiji. >
< Oltre a tremare dal freddo, non sopporto questo luogo lugubre. E tu continui a non essermi d’aiuto. >
< Scusa. Hai ragione. >
< Non voglio essere duro con te, ma sto cercando di spronarti… Di cosa stavamo parlando prima? >
< Tu credi davvero che non ci sia nessun’altra persona che possa prendere il posto di Ran? >
< Assolutamente no. voi due siete fatti l’uno per l’altro… Vuoi forse dirmi che potrebbe succedere il contrario. >
A quel punto Shinichi, iniziò a raccontare una storia ad Heiji che credette davvero inverosimile.
< Durante tutti i momenti trascorsi lontani da Ran. Ho capito che il nostro legame sarebbe stato messo a dura prova da una persona che mi ha recato molti problemi in questi anni. >
< Che cosa? E di chi si tratta? > domandò Heiji incuriosito.
> Sarebbe meglio non parlartene. È troppo imbarazzante anche per me. >
< Cosaaa?! Non ci pensare nemmeno! Hai cominciato a raccontare una storia e devi andare fino in fondo, mi hai capito? >
< Heiji, credi davvero che sia così facile per me? >
< Non lo sapremo mai se tu non me la racconti. Avanti, sputa il rospo. >
Facendo un respiro profondo,, Shinichi confessò ad Heiji di essersi preso una cotta per…
< Vermouth? Ti sei invaghito di Vermouth? >
< Non so come spiegarlo, Heiji. Davvero. >
< No… Non posso crederci. Secondo me è colpa del freddo che ti ha annebbiato la vitsa, vero? >
< No, Heiji. È tutto vero… Per questo non so se i sentimenti che provo per Ran sono ancora del tutto veri. >
< Se Ran… Se Ran ti sentisse come stai parlando in questo momento, ti prenderebbe a schiaffi. N, a calci nel sedere. Il suo kung fu non ti lascerebbe scampo. >
< Per questo sto provando a risolvere questa situazione. Ho bisogno di capire se davvero è la persona a cui tengo veramente oppure… >
< Oppure saresti pronto a mollarlo, vero? >
< Non voglio più che continui a soffrire. Non per colpa mia. >
< Certo. Come no… E dimmi, quand’è che ti saresti invaghito di Vermouth? >
< E’ successo un po’ di tempo fa’ ma non ricordo sinceramente quando. >
< Vedi di non fare il furbo, Shinichi > replicò Heiji cercando di carpirgli tutta la verità < Tui lo sai bene che cos’è successo in quel momento. E guarda un po’ caso strano? Abbiamo tutto il tempo per parlarne almeno fino a domani mattina, quando spererei che il sole facesse capolino a questa dannata tempesta di neve. >
< Non dovremmo cercare una via d’uscita? >
< Assolutamente no, Shinichi. Possiamo ancora aspettare un giorno prima di tornare dalla tua Ran. Ora mi dirai tutto quello che è successo, altrimenti sarò io a continuare la tua vita confusa al limite dell’impossibile. >
< Grazie della tua comprensione, Heiji > rispose Shinichi con tono canzonatorio.
< Lo faccio solo per te, amico mio. >
< No. io non avrei mai dovuto dirti tutto questo… >
< Hai bisogno di parlarne con qualcuno ed io sono la persona adatta. Oppure vuoi dire tutto ad Ai o al Dottor Agasa? >
< Sinceramente… >
> Se hai pensato di tenerti tutto dentro, hai sbagliato di grosso. Attendendo che qualcosa succeda davvero in questa villa, io sono disposto ad ascoltarti. Ci mettiamo vicino al letto? >
< No, grazie. Rimango qui in piedi. >
< Possiamo spegnere la luce del telefonino così risparmiamo anche la batteria. Ti va bene? O ti mette ancor di più suggezione? >
< Fai come vuoi, Heiji. Tanto ultimamente lo fai sempre. >

 

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Capitolo 2
*** Un ricordo indelebile immerso nel buio ***


Ero da solo mentre stavo prendendo un caffè sotto casa di Goro dopo che avevo discusso ancora con Ran.
Mi sentivo male al solo pensiero che sarei dovuto stare via più di un mese sapendo che Ran non me l’avrebbe mai permesso.
Ho sempre pensato al mio lavoro prima di tutto, lasciando da parte i miei sentimenti.
Di tutto ciò se n’era accorta Ran e prima che io partissi ancora per inseguire la mia passione, mi domanda:
“Shinichi, ma tu mi ami davvero?”
Quella domanda mi lasciò di sasso.
Non so perché non riuscii a rispondere, so soltanto che forse non gli avevo ancora dimostrato quello che davvero provavo per lei.
In quel momento gli feci capire che tutto i miei sentimenti sarebbero stati riversati nel caso che avrei dovuto risolvere, non essendo bravo a dimostrare l’amore che avevo per lei.
Gli promisi che sarei tornato il prima possibile e che avrei pensato a lei dopo che avessi risolto questo dannato caso.
Ma qualcosa scatenò nella mente di Ran che mi lasciò di sasso.
“Se non riesci a dirmi ti amo in questo frangente, allora non lo farai mai in tutta la tua vita.”
Quella frase mi lasciò interdetto e come ammutolito, sentì solo la mano di Ran colpire violentemente la mia guancia destra.
Non sapendo più che cosa fare, decise che avrei conquistato il suo perdono molto presto, ma lei:
“Sai solo rimandare l’inevitabile, Shinichi. Ti ho aspettato per molto tempo e non ho più intenzione di fare la donna di casa attendendo sempre i tuoi ritorni.
Ho anch’io una vita fuori da te e credo proprio che sia venuto il momento di inseguire i miei desideri accantonati da quando sto con te.
Mi dispiace dovertelo dire, ma forse è meglio che io e te ci prendiamo una pausa lontano dai nostri propositi e dai nostri sentimenti.”
“Mi stai forse lasciando?”
“Non lo so. Ho la mente confusa e sinceramente…”
“Ho capito. La rabbia che sta scatenando queste tue parole sono date dal fatto che io non ti sono rimasta accanto nei momenti difficili della tua vita. E adesso me lo stai sottolineando prima di partire.”
“Te ne avrei voluto parlare prima, ma non riuscivo a trovare il coraggio necessario di dirtelo. Non riesco nemmeno a dirti mi dispiace perché so molto bene che non è del tutto colpa mia.”
Io, capendo che ormai la nostra rottura era inevitabile, abbassai la testa senza avere il coraggio di guardarla.
Appena chiusi la porta del suo appartamento, sentì da dietro la porta che lei stava piangendo.
In fondo sapevo bene che lei ci teneva tanto a me ed io ho rovinato tutto.
Non ebbi il coraggio di tornare dentro anche dopo che lei mi ha messo dinanzi ad un fatto compiuto.
Sono stato un codardo e non ho voluto fare niente.
Il miglior modo per cancellare tutto ciò era di rimanere da solo mentre i miei pensieri si confondevano nella mia mente.
Era finita tra me e Ran ed io non sono mai stato così triste prima d’ora.

 

Heiji, volendo fare un sacco di domande al suo amico, decise di rimanere in silenzio mentre il buio imperversava ancora dinanzi a loro.
< A quel punto ti sei diretto… >

 

Il caffè Poirot era il miglior rifugio dove poter rimanere da solo.
C’era poca gente quella sera ed io potei immergermi chiaramente nei miei ricordi.
La cameriera che lavorava in quel locale era sempre stata gentile con me e avrebbe voluto sapere che cosa mi stava succedendo, ma alla fine lasciò perdere.
Dopo aver ordinato una tazza di caffè bello caldo, ecco che intravedo una donna elegante entrare nel locale.
Sapevo che l’avevo già vista ma decisi di lasciar da parte le mie intuizioni da detective.
Guardando che mi stava fissando, fui io a fare la prima mossa.
< Anche lei si trova qui tutta sola? >
< Sì. Ho avuto una brutta giornata e la pioggia non fa che contornare il mio umore. >
< La stessa cosa vale per me. Dopo molti anni ho rotto con la mia fidanzata e mi sento uno schifo. >
< Capita. In fondo non sei il primo e non sarai l’ultimo ad essere mollato da una fidanzata storica. Anch’io nel corso della mia vita ho dovuto dire addio a molti uomini a causa del lavoro che faccio. >
Essendo stato nelle vesti del ragazzino Conan, Vermouth non mi aveva riconosciuto.
Ancora non riuscivo a capire come quella donna tanto sfuggente e intelligente potesse far perdere il lume della ragione a molti uomini.
Ora che ero tornato ad essere un ragazzo, provavo nei suoi confronti dei sentimenti che mi fecero arrossire improvvisamente.
“Questo non può essere la prova dei miei ormoni…”
< Ha ragione. Ma la ferita è ancora fresca e non riesco a credere a quello che è successo. >
< Lei ha solo bisogno di un po’ di compagnia. Nient’altro. >
Capendo subito che poteva essere lei, mi presentai con tale naturalezza scaturendo in lei un sorriso sincero.
< Il mio nome è Shinichi e sono felice che si sia accomodata vicino a me. >
< per tutta sincerità le rivelo che non c’erano altri posti liberi. Ma sono felice di parlare con lei… Può chiamarmi Vermouth. >
< Vermouth? Ha il nome del liquore? >
< Sì. Però non mi va di raccontare la mia storia. Ho un passato travagliato che scandalizzerebbe chiunque. Mi piace sempre pensare al presente. Come ad esempio parlare con lei in questo momento. >
> Capisco. Però a questo punto ci possiamo dare del tu. Se per lei va bene… >
< Il tu va benissimo, Shinichi. >
Capendo subito che il mio umore si era improvvisamente rialzato, domandai alla donna se voleva fare una passeggiata con il sottoscritto.
< Perché no? non mi va di tornare a casa così presto. >
Camminando con l’ombrello appresso mentre la pioggia stava diminuendo d’intensità, Vermouth mi confessò che era da molto che non si sentiva così bene in compagnia di un uomo.
< Tutti coloro che conosco pensano solo ai loro affari, sfruttandomi ad ogni momento. Purtroppo non ho la loro importanza e ciò prova in me un senso di rivalsa. Odio essere dipinta come inutile. >
< Tu non sei per niente inutile, Vermouth. Forse gli altri uomini sono così ciechi da non capirlo, ma so per certo che tu sei molto diversa. Oltre che carina. >
Quelle parole fecero scaturire in lei un senso di passione che non presi immediatamente.
Invitandomi ad entrare nel suo piccolo appartamento tutto sotto sopra, la cosa che mi fece sentire diverso era che da molto non mi sentivo giovane e spensierato.
< Mi scuso per il disastro in casa ma non aspettavo nessuno. >
< Non ti preoccupare. Non è la cosa che mi interessa in questo momento. >
Non capendo che cosa mi stava succedendo, ribattei dicendo che la casa era perfetta anche in tutta quella confusione.
Vermouth, capendo dove volevo arrivare, non si fece scrupoli passando il suo braccio destro dietro il mio collo.
In quell’istante sentii tutto il suo profumo di solitudine e quella voglia di avere un uomo da comandare che poteva stringere come poteva.
Essendo debole di sentimenti dopo una giornata lunga e lugubre, io non mi tirai indietro.
Appoggiando le mie labbra sulle sue, mi ritrovai in pochi minuti a letto con quella donna.
Stava succedendo tutto così in fretta ed io non ebbi il tempo di riprendermi.
Sapevo che non era tutto un sogno e pensare di tradire la fiducia di Ran mi rendeva ancora più crudele di quello che ero stato.
In un primo momento riuscivo solo a vedere il volto della mia Ran che mi fissava con occhi languidi, ma il coraggio e l’irruenza di Vermouth mi faceva sentire diverso: ero finalmente un uomo.
< Shinichi, l’unico modo per sentirti bene è occupare la tua mente verso di me. Evita di pensare a lei. So che puoi farcela. >
mentre Vermouth mi baciava ovunque e con insistenza, io non potei che lasciarmi andare a tutti quei tocchi.
Ritrovandomi sopra di lei, sapevo che avrei comandato io il gioco.
Quel gioco tanto proibito che aveva spinto in me desideri sessuali che credevo di non avere mai.
Ci coccolammo tutta la notte facendo l’amore più volte, ed in quel momento riuscii a non pensare più a Ran.
Sapevo anche di essere un uomo crudele e senza emozioni, ma sapevo anche che la vita andava avanti e non potevo crogiolarmi nei sentimenti irriverenti che mi hanno spinto sempre verso di lei.
Durante le prime luci dell’alba, sentii che lei non era più lì con me.
Guardandomi attorno, avevo capito che ero da solo in casa.
Lei non mi aveva lasciato nessun biglietto.
Era totalmente scomparsa.
Sentivo il mio cuore piangere per quello che sarebbe successo dopo ma non avevo tempo di continuare a soffrire. Dovevo risolvere il caso di questa dannata villa e non potevo continuare ad indugiare.
E fu in quel momento che dovetti dimenticare presto le due donne della mia vita: nel bene e nel male.

 

< Sono felice di constatare che non hai perso tempo a portarti a letto quella donna > fece Heiji con tono canzonatorio < Per di più una criminale. >
< Non ci posso fare niente se i miei sentimenti mi hanno spinto verso di lei. >
< I tuoi sentimenti? Tu volevi tradire Ran. Se era Vermouth o un’altra donna questo non aveva importanza. >
< Allora credi davvero che sia tutta colpa mia? >
< Sinceramente non voglio giudicarti per quello che hai fatto, ma con questa storia mi hai fatto capire che tu non ami Ran come hai fatto in tutti questi anni. Hai avuto il coraggio di voltare pagina ma molto presto i tuoi sensi di colpa avranno il sopravvento. >
< E’ stata Ran a mollarmi! > gridò Shinichi nel buoi < Non scordartelo, Heiji. >
< Hai abbandonato una giovane ragazza mentre piangeva dalla disperazione perché non ha potuto fare altrimenti che mollarti. Non hai avuto compassione con lei ed hai preferito voltarglo le spalle. Ti sembra giusto tutto questo? >
< Tu non hai avuto questi problemi con Kazua. Per questo non riesci a venirmi incontro. >
< Io mai e poi mai mescolerei i miei sentimenti con una criminale, Shinichi. Tu sei profondamente cambiato. Ed io questo non riesco a sopportarlo. >
Non sapendo bene che ore fossero, Shinichi vide solo la fine della bufera che aveva colpito quella villa in mezzo al nulla, pensando ad un principio di libertà che sarebbe soltanto tardato.
< Shinichi, sai che cosa vuoi fare della tua vita? >
< In che senso, Heiji? >
< Vuoi davvero ricercare la pace con Ran o vuoi tuffarti tra le braccia di Vermouth? >
< Vermouth ormai non fa più parte della mia vita. È scomparsa per sempre e non la rivedrò mai più. >
< Ma se ci fosse un modo per ricollegarci a lei, chi sceglieresti tra le due donne? >
Shinichi, non avendo la forza di rispondere, cercò di deviare l’argomento per provare a ripristinare la luce elettrica in quella casa.
< Potrai sfuggire alle mie domande, ma non potrai scappare al tuo destino. >
< Ho amato una sola donna nella mia vita, Heiji. E non riesco ancora a dimenticarla… So che posso riconquistarla, ma prima devo rimettere in ordine il mio presente confusionario. E lo devo fare senza Ran. >
< Ok, ho capito. Vuoi divertirti con quella Vermouth. Poi forse tornerai alla tua vita di un tempo. Ho forse ragione? >
< Smettila di fare congetture e aiutami a ricollegare la luce elettrica. >
Con tutte le difficoltà del caso, alla fine i due detective riuscirono a ripristinare la luce elettrica nella villa, sentendo che il suo presente confusionario sarebbe stato l’unica rivelazione per il suo destino.
E l’avrebbe capito molto prima di quello che Shinichi poteva credere.
< Vermouth. Che cosa ci fai qui? >

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Capitolo 3
*** L'episodio della mia vita che voleva cambiarmi per sempre ***


Shinichi ed Heiji non volevano credere ai loro occhi.
Dinanzi a lor, illuminata solo dalla luce fioca di una candela, Vermouth mostrava il suo volto.
Anche se la luce delle lampadine era accesa, non riuscivano ad illuminare pienamente la stanza dove Vermouth stava mostrando il suo volto.
< Sorpreso di vedermi, Shinichi? >
< Io… non pensavo di ritrovarti qui. Da quando sei scappata, io ti ho cercata dappertutto. >
< Avevi da pensare a questo caso di fantasmi che stanno colpendo questa villa. Non dire bugie. >
< E lei come fa a saperlo? > domandò Heiji con tono sospettoso.
< Diciamo che Shinichi ha molta voglia di conversare quando si tratta dei suoi casi. Ed essendo emotivamente debole, ha voluto dirmi il punto esatto dove vi avrei potuto trovare. >
< Ah davvero? Pensa un po’. >
Heiji, insospettito per quello che aveva combinato Shinichi, lo fissò con sguardo truce prima di spostarsi verso la donna.
Vermouth, vestita di un eleganza fuori dal comune e quel colore rosso che lasciava trapelare le sue forme, si avvicinò al suo amante con sguardo furtivo e sensuale.
< Avrei preferito ritrovarti da solo, sai? Ma il tuo amichetto potrebbe lasciare la villa anche adesso. >
< Non ci pensi nemmeno. Non ho nessuna intenzione di andarmene. >
< Ma davvero? Con quale coraggio lei rimane qui? >
< Me ne andrò solamente in compagnia di Shinichi… Shinichi, andiamocene adesso che la tempesta di neve si è placata. >
Ma il ragazzo, ammutolito da tale bellezza, sentiva i tocchi della donna in maniera confusa e impercettibile.
< Non credo che Shinichi ti seguirà, Heiji. Ormai ha scelto che cosa fare della sua vita. >
< No. Shinichi non può cadere nella sua trappola. >
< Io non sto intrappolando nessuno. il giovane detective è libero di scegliere la sua strada… Non è vero, Shinichi? >
Il ragazzo, ancora imbambolato, continuava a fissare la donna.
> Shinichi! Dì qualcosa! >
< Heiji, è molto difficile parlare in questo momento. >
< Solo perché sei imbambolato dinanzi a questa donna, non vuol dire che non hai la possibilità di agire. >
< Forse il tuo amichetto non vuole seguirti. >
< La prego di tacere, signorina Vermouth. >
< Altrimenti che cosa mi fa’? >
< Occhio alle sue minacce. Non lascerò Shinichi tra le sue grinfie. Quell’uomo ama perdutamente la sua Ran. >
< Ah, lei dice? Eppure quando abbiamo fatto l’amore insieme, non era del suo stesso avviso. Non è così, Shinichi? >
L’uomo, fissando adesso Heiji e Vermouth, comunicò al suo amico che se la sarebbe cavata anche senza di lui.
< Non posso crederci che stai facendo tutto questo. Che cosa ti direbbe Ran se ti vedesse in compagnia di questa criminale? >
< Ran non sa dell’identità di questa donna. E poi, come ti ho detto prima, tra me e lei è finita per sempre. >
< NO, Shinici. Non è assolutamente vero! >
< E’ inutile che tu insisti, Heiji. Dobbiamo guardare la realtà dei fatti. >
< No, Shinichi. Tu stai sbagliando tutto. >
< E’ la prima volta che sono rapito da un vortice di passioni… E non posso tirarmi indietro proprio adesso. >
< Non puoi cadere tra le braccia della prima donna che ti capita tra le mani. Non hai un minimo di dignità. >
< E’ l’unica donna che riesce davvero a capirmi, Heiji. Ti prego, vattene subito da qui. >
Heiji, completamente imbambolato per quelle parole, non poteva credere di aver perso l’amicizia di un amico che negli ultimi tempi aveva risolto casi su casi.
< E’ questa donna che parla per te > replicò Heiji con tono calmo < Non riesco più a riconoscerti, Shinichi. Tu non sei questo tipo di uomo. >
< Hai ragione, Heiji. Ormai io sono cambiato. >
< E vuoi davvero che io ti lasci andare? >
< Devi, Heiji. Torna da Kazua e se vuoi da Ran. Digli che l’ho totalmente dimenticata e che non debba più soffrire per me. >
< Tu sei senza cuore, Shinichi. Non puoi dirmi questo. >
< E’ ancora qui, Heiji? Non ha sentito quello che il suo amichetto le ha detto? >
< La prego di restarne fuori! >
< Heiji, per favore. Non cadiamo ancor di più nel ridicolo > fece Shinichi cercando di interrompere inutili ostilità < Io ho preso la mia decisione e non c’è niente che mi possa far cambiare idea. >
Heiji, quasi sul punto di piangere dalla disperazione, alla fine decise di non insistere ulteriormente.
< Quindi questa è l’ultima volta che ci vedremo, vero amico? >
< Tornerò in città il prima possibile. Ma prima ho bisogno di ritrovare me stesso. >
< Già, fai pure con comodo > rispose Heiji con tono furente e canzonatorio < Ma non pensare che i tuoi più stretti amici ti aspettino. Ormai sei definitivamente solo. Ho pensato che con te si potesse fare di più per cercare di consolare il tuo amore infranto, ma vedo che la prima sconosciuta ha fatto definitivamente breccia nel tuo cuore. >
< E’ amore, Heiji. Shinichi è attratto solo da me. >
< Lei l’ha solamente confuso, Vermouth. I suoi propositi non potranno andare avanti per molto. Prima o poi lei e la sua organizzazione finirà dietro le sbarre. È una promessa. >
< Non faccia promesse che non può mantenere, Heiji. E poi qui abbiamo il detective più famoso di tutto il Giappone che mi proteggerà da lei e dalla polizia. >
< Certo… Shinichi è in grado di fare anche questo. Addio, amico mio. È stato bello finché è durato. >
Heiji, uscendo in quella villa all’alba credendo ancora che potesse essere tutto un’allucinazione, se ne andò a piccoli passi sempre più consapevole che la realtà era davvero più forte dell’immaginanzione e delle allucinazioni.

 

Rimanendo da solo con quella donna, Shinichi non riusciva minimamente a staccarsi da lei.
Baciandola con passione e dimenticandosi di tutto il resto, Vermouth gli confessò che la visita in quella villa era solo stato il pretesto per potersi rincontrare.
< Volevo un posto più intimo dove rimanere io e te da soli. Fortunatamente il tuo amichetto ha deciso di mollare la presa. Non può avere la comprensione e l’amicizia di una persona se quest’ultima è davvero innamorata. >
< Credi davvero che io sia innamorato di te? >
< Come potrebbe essere il contrario? Lo sento dai tuoi baci affannosi. E dai tuoi tocchi… Hai bisogno di una compagnia di una donna. >
< Sì, ho ragione. Non riesco a riconoscermi in questa situazione. >
< Stai cambiando, Shinichi. E a me piaci sempre di più. >
Shinichi. Volendo sempre i tocchi e i baci di quella donna, sentiva che il suo ardore e la sua passione non si sarebbero placati molto facilmente.
< Adesso cerca di resistere ancora un po’ > mormorò Vermouth con tono sensuale < Andiamo di sopra a letto. Dove saremo molto più comodi. >
< D’accordo. Ma lascia che ti ci porti io. >
< Ce la faccio da sola > rispose ancora sorridente la donna < Vedi piuttosto se riuscirai a starmi dietro. >
< Perché? Non dovrei? >
< Non so… Lo scopriremo più tardi. >
Correndo per le scale con indosso le sue decolté rosse intonati al vestito, Shinichi non voleva perdere l’occasione di quel folle amore che l’aveva completamente annebbiato.
Con il cuore che gli batteva a mille e il furore cieco che l’avrebbe condotto verso un destino introverso, alla fine Shinichi si ritrovò in quella camera buia e piena di misteri.
< Avvicinati ancora, Shinichi > gli sussurrò la donna con un filo di voce < Sono proprio davanti a te. >
< Ma io non riesco a vederti. >
< Cerca di toccarmi con le mani. Vedrai che dopo sarà tutto più semplice. >
E nel dire ciò, improvvisamente il giovane detective fu attaccato da dietro le spalle, perdendo i sensi e facendo che in modo che il buio fosse ancora più reale possibile.

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Capitolo 4
*** Tutto nella mia mente contorta ***


Shinichi era con le spalle al muro.
Non si sarebbe mai immaginato di trovarsi dinanzi i due uomini in nero che gli avevano cambiato la vita per sempre.
< Vermouth… che sta succedendo? > domandò il ragazzo con un filo di voce.
< Non ti preoccupare, Shinichi > gli rispose la donna < Tra poco sarai in un posto migliore. >
< Che cosa vuoi dire? >
Intanto i due uomini sghignazzavano malevolmente preparandosi ad uccidere per sempre quel ragazzo che tanto aveva cercato di rendergli la vita difficoltosa.
< Shinichi. Ci incontriamo per l’ultima volta. >
Conoscendo quella voce, lo sguardo del giovane liceale divenne più sero e rabbioso.
< Non avrei mai pensato di ritrovarmi dinanzi a te… Gin. >
< Devo dire che è stato molto facile arrivare a scovarti entrando nei tuoi sentimenti. Sentimenti che ti hanno sempre tradito, non è così? >
Capendo che era tutta colpa di Vemrouth, Shinichi non poteva ancora credere di essere stato tradito.
< Non puoi avermi fatto questo, Vermouth. Io… tenevo davvero a te. >
< Oh, ma anche lei ci teneva tanto. Soltanto che una volta entrati nell’organizzazione, è impossibile uscirne. >
< Almeno non da vivi > replicò Vodka con tono divertito.
< Già, Vodka. Hai detto proprio bene. >
< Quindi cosa volete farmi? Uccidere? >
< Credo che ormai non ci siano altre possibilità per il tuo futuro… Ma ti lasceremo parlare ancora un po’ con Vermouth, la tua musa ispiratrice… Non c’è fretta per la tua morte. Possiamo ancora attendere. >
Rimanendo da solo con la donna, Shinichi non aveva nessuna intenzione di parlare con lei.
< Shinichi, io… >
< Hai il coraggio di parlarmi dopo quello che mi hai fatto? Io credevo che tra noi ci fossero dei sentimenti speciali. Che tu fossi davvero la donna che davvero potevo amare… >
< Shinichi, o non sono quel tipo di donna che tu vorresti… >
< Ma potevi diventarlo! Potevi cambiare! >
< Non posso barattare la mia vita per amore. Io e te non avremmo mai avuto un futuro. L’organizzazione è molto più grande di quanto tu possa pensare. È impossibile vivere felici all’ombra dei loro poteri… >
< Allora perché mi hai venduto a quegli uomini? >
< Perché è giusto così. Tu hai cercato di distruggerli e loro si sono vendicati a loro volta. >
< Eh certo… E tu sei stata la loro esca prediletta. Io come uno stupido ci sono cascato… A questo punto ho solo un ultimo desiderio. Ormai credo che tu me lo devi. >
Richiamando Gin e Vodka all’interno della stanza, Shinichi gli fece una proposta indecente e sorprendente.
< Mi volete morto? Bene, presto sarete esauditi. Ma voglio che sia Vermouth ad uccidermi. Voglio capire se ha davvero il coraggio di arrivare a tanto. >
Gin e Vodka, non avendo niente in contrario, accettarono la proposta del giovane liceale lasciando perplessa e inorridita la giovane donna.
< No. voi non potete farmi questo. >
< me lo devi, Vermouth. Hai cominciato ad attirarmi nella tua rete e adesso devi finire il lavoro. >
Con tono sprezzante e pieno di odio, Shinichi continuò a sfidare le sorti dell’organizzazione con la consapevolezza che ormai per lui era finita.
< Fallo. Solo io e te… Come tutto ebbe inizio. >
< Vermouth. Non puoi tirarti indietro in un momento come questo. È il lasciapassare per decidere se sei davvero fedele a noi oppure no. >
< Ma cosa dici?! Io sono fedele all’Organizzazione! >
< Allora dimostralo, Vemouth > insisteva Vodka < Uccidilo. Noi ti aspetteremo fuori dalla stanza. >
< Così avrai tutto il tempo per guardarlo negli occhi > mormorò invece sprezzante Gin dando la pistola alla giovane donna.
Vermouth, con le mani tremanti, accolse l’arma con ribrezzo e paura.
< Sappiamo che puoi farlo. Ma devi dimostrarlo. Hai capito? >
Con un flebile accenno d’assenso con la testa, Vermouth si preparava alla sua visione del destino, fissando negli occhi quel giovane ragazzo che aveva imparato ad amare anche se per poco tempo.
Puntandogli addosso la pistola mentre Shinichi la guardava con quegli occhi penetranti, Vermouth sussurrò quelle ultime parole prima di giungere alla luce del destino.
< Addio, Shinichi. Mi dispiace… davvero. >
Poche parole ma forti e concise che sancirono la fine di un incubo verso la rinascita della luce.

 

Appena Shinichi riaprì gli occhi, si rese conto che stava sudando freddo e aveva il cuore che gli martellava all’impazzata.
Toccandosi il viso, capì dopo poco che era stato tutto un incubo.
La diatriba con Ran e la passione vorticosa che l’aveva spinto tra le braccia di Vermotuth verso la sua dipartita a causa dell’Organizzazione, gli avevano fatto capire che il senso della vita era tutt’altro.
Alzandosi dal letto per andare in cucina, trovò la sua Ran sorridente intenta a preparare la colazione.
< Buongiorno. Vedo che ti sei già svegliato… Va tutto bene? >
Non capendo subito che era tutto reale, Shinichi si diresse verso la sua amata per dargli un abbraccio sincero.
> Mi sei mancata questa notte, sai? >

< Lo so. Però in queste ore mi è parso che tu fossi molto lontano da me. >
< Ma Shinichi, io non potrei… >
< Mi dispiace per averti fatto soffrire. Ti prometto che non succederà più. >
E nel dire quelle parole, Shinichi baciò la sua amata lasciandola di stucco.
Ran, che non se l’aspettava minimamente, non riuscì a staccarsi da lui, assaporando quel momento che avrebbe voluto fosse durato per sempre.
< Adesso sì. So che sono l’uomo più felice del mondo. >
< Shinichi, io… >
< Non parlare. Lascia che siano i nostri sentimenti a farlo. >
< Ok. D’accordo > disse infine Ran prima di rimanere da sola nella sua stanza e assaporare la sua compagnia e il suo amore indelebile e incancellabile.

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