L'ospedale Roces

di EclipseOfHeart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Due nuovi pazienti ***
Capitolo 2: *** Il dottor Yanco ***
Capitolo 2: *** Il magico incontro ***
Capitolo 3: *** La prima visita ***
Capitolo 5: *** La raccomandazione ***
Capitolo 6: *** Ancora nero e azzurro ***
Capitolo 7: *** Sfiorando il Paradiso ***
Capitolo 8: *** Radiografie movimentate ***
Capitolo 9: *** Pioggia e lacrime ***
Capitolo 10: *** Un'amica ritrovata ***
Capitolo 11: *** Black night ***
Capitolo 12: *** Una notte forse mai più ***
Capitolo 13: *** Piangi ancora, Bulma! ***
Capitolo 14: *** La scoperta di Chichi ***
Capitolo 15: *** Per la prima volta ***
Capitolo 16: *** L'avvocato ***
Capitolo 17: *** Divorzi e baci ***
Capitolo 18: *** Scoperta dei sentimenti ***
Capitolo 19: *** La separazione ***
Capitolo 20: *** Mille baci ***



Capitolo 1
*** Due nuovi pazienti ***


-Dottor Sayan, dottor Sayan!!- L’infermiera Chichi correva per i corridoi dell’ospedale Roces* in cerca del dottor Vegeta Sayan, il primato del reparto di pronto soccorso. Finalmente lo intravide tra i vari pazienti e dottori e gli corse incontro.

-Dottor Sayan, anf anf, dottor Sayan-

-Chichi che succede? E perchè ha il fiatone?

-Ho il fiatone perché ho corso in tutto l’ospedale per trovarla. Comunque abbiamo due pazienti al pronto soccorso che richiedono le sue cure.

-Chi sono? Li ha già visitati?

-No, ancora non li ho nemmeno visti comunque sono i coniugi Son- Chichi porge la cartella clinica al dottor Sayan.

-Uhm…Vedo: Bulma Son e Goku Son. Incidente autostradale. Bene andiamo a visitarli. Dove sono?-

-Sono nella stanza 2.-

-Ok, andiamo.-

Così il dottor Sayan e l’infermiera Chichi si incamminano verso la stanza 2.

 

 

*L’ospedale Roces è puramente inventato da me

 

Ciao!!! Scusate il capitolo così corto ma mi serviva così per andare avanti. Scusate gli errori di grammatica.

Dimenticavo: Recensite!!!!

 

Marty De Nobili

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Il dottor Yanco ***


Vegeta e Chichi erano in prossimità della stanza 2, stavano per entrare quando videro correre verso di loro un tizio con un camice bianco, probabilmente un dottore; quando fu più vicino a loro capirono che era il dottor Yanco. “ Oh no! E’ il dottor Yanco, l’acerrimo nemico di Vegeta” pensò immediatamente Chichi. Il dottor Yanco era un medico che lavorava nel reparto di pronto soccorso ed era sempre in competizione con Vegeta, ma all’ospedale tutti sapevano che Vegeta era migliore, sia per bravura medica sia per fisico.

-Vegeta ti cerca urgentemente il direttore Muten-

-Eh, che storia è questa, che vuole da me quel vecchiaccio, rispondi mollusco!-

-Prima di tutto io mi chiamo Yanco e non mollusco! Gradirei che smettessi di chiamarmi così! In ogni caso non so cosa vuole da te il direttore, ha detto solo che è urgente-

-Non ci posso fare niente, questo soprannome è adatto a te-

-Grr... Comunque vai subito dal direttore. E tu Chichi, per favore, vieni con me, avrei bisogno della tua assistenza-

-Va bene-

-Chichi ci vediamo dopo, quando torno dal direttore visitiamo in coniugi Son-

-A dopo dottor Sayan-

Detto questo Vegeta si incamminò verso l’ufficio del dottor Muten.

 

 

Recensite, recensite!!!!! Scusate gli errori di grammatica.

 

Marty De Nobili

 

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Capitolo 2
*** Il magico incontro ***


Vegeta stava camminando per i corridoi dell’ospedale, era vicino ai bagni femminili. Improvvisamente la porta del bagno si aprì e centrò in pieno il naso del dottor Vegeta, che cadde a terra tenendosi il naso dolorante. Dal bagno uscì una donna con gli occhi e i capelli azzurri. Vegeta riaprì gli occhi neri per fissare e insultare la donna, ma appena la vide le parole gli morirono in gola. Era stupenda, alta, magra, la pelle bianca come il latte, capelli color del cielo, labbra rosate e gli occhi…azzurri come il più limpido mare. Appena gli occhi di Vegeta e della donna si incrociarono il tempo sembrò essersi fermato, azzurro e nero si incrociarono per la prima volta, la prima di una lunga serie. La donna uscita dalla trance, continuando a fissare gli occhi di Vegeta, parlò:

-Scu…scusi, non l’ho fatto apposta, non sapevo fosse dietro la porta-

-La prossima volta sia più attenta, o con la sua delicatezza da elefante, finirà con l’ammazzare qualcuno!-

-Che intende per “delicatezza da elefante” io sono molto più delicata di lei-

-Non mi pare proprio!-

-Come si permette di insultarmi brutto scimmione senza un minimo di tatto…Grr-

“Però è bellissima anche quando si arrabbia” pensò Vegeta.

-Addio, a mai più rivederci, scimmione dei miei stivali-

Detto ciò la donna si allontanò da Vegeta continuando a borbottare qualcosa; Vegeta, dal canto suo, si allontanò per dirigersi verso l’ufficio di Muten con in mente l’immagine di quella donna turchina.

 

 

 

Recensite, recensite!!!!!! Baci.

 

Marty De Nobili

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Capitolo 3
*** La prima visita ***


-Bene Chichi abbiamo finito, sei un’ottima infermiera e anche…una bellissima donna-

“Oh no, ci sta provando con me, che schifo!” pensò Chichi

-Grazie dottor Yanco, troppo gentile, ora devo andare dai coniugi Son-

-Vorrebbe stasera uscire con me? Le vorrei mostrare un locale delizioso e…se lei vorrà anche qualcos’altro-

-No, grazie dottor Yanco stasera non posso e poi io non sono minimamente interessata a lei, il nostro rapporto è solo di lavoro, sia ben chiaro!-

-Va bene non si innervosisca. Ci si vede Chichi.-

“Per fortuna se ne andato, non lo sopporto, ci prova con tutte, con tutte!! Meglio che non ci pensi e vada dai coniugi Son ad aspettare il dottor Sayan.” Con questi pensieri Chichi si avviò verso la stanza 2.

Arrivata Chichi aprì la porta della stanza 2 con la cartella clinica in mano, stava per cominciare a parlare quando notò che nella stanza non c’era nessuno.”Ma dove sono i coniugi Son? Nelle loro condizioni non possono andare in giro per l’ospedale!”.

Chichi stava per uscire dalla stanza quando la porta del bagno si aprì e ne uscì un uomo; appena Chichi lo vide ne rimase letteralmente estasiata tanto che le cadde la cartella dalle mani. “Madonna, che Bello!!!!!! Fisico perfetto, capelli neri un po’ disordinati ma che su di lui stanno divinamente, occhi neri come la pece”  Con questi pensieri Chichi squadrò l’uomo dall’alto in basso, si soffermò sulla mano sinistra e notò un anello nell’anulare.

“Già, la mia solita fortuna!! E’sposato!”

-Salve, lei è Son Goku, giusto?-

-Si, sono io, piacere di conoscerla signorina…”

-Chichi, sono l’infermiera Chichi, ero venuta per controllare le condizioni sue e di sua moglie, ma a quanto vedo lei non è in stanza…-

-Si, è andata nel bagno nel corridoio perché io avevo occupato quello nella camera-

-Capisco…Dunque, signor Son…-

-Goku, mi chiami Goku-

-Ok, Goku, il vostro medico curante è il dottor Sayan che tra poco sarà qui, intanto nell’attesa se si siede nel letto comincio una breve visita-

-Va bene-

“Però carina questa infermiera, anzi è bella non carina; Goku cosa vai a pensare tu sei un uomo sposato, felicemente sposato!”

Goku si coricò sul lettino e si tolse la maglietta, Chichi era percorsa da mille brividi e vederlo a torso nudo scatenava in lei una forte attrazione verso Goku, le tremavano le mani ma, fortunatamente, riacquistò il controllo del suo corpo e cominciò a visitarlo.

“A prima vista non mi sembra che abbia ferite gravi, mamma che fisico perfetto che ha! Guarda, ha un taglio vicino al mento, ora glielo disinfetto”

-Goku, devo disinfettarti un taglio vicino al mento, non spaventarti non brucia-

Chichi si avvicinò di più alla faccia di Goku per disinfettare meglio la ferita, quando finì alzò gli occhi verso Goku e ne restò come incatenata; Goku, d’altra parte, aveva seguito ogni movimento di Chichi e si avvicinava sempre di più a lei.

Avevano entrambi gli occhi chiusi e stavano quasi per baciarsi quando…

DRINNN, DRINN, il telefono nella camera suonò improvvisamente e Goku e Chichi si distanziarono alla velocità della luce ancora frastornati. Chichi alzò la cornetta e ripose:

-Chi è? Sono l’infermiera Chichi-

-Sono il dottor Sayan, ci vediamo nell’atrio dell’ospedale tra 5 minuti ok?

-Si, va bene a fra poco- Chichi chiuse la conversazione.

-Scusa Goku, adesso devo andare, ciao-

Chichi uscì dalla stanza ancora scossa per il mancato bacio

“Maledetto Vegeta ma non potevi telefonare 5 minuti dopo!!”.

Goku, nella sua stanza, ripensava a Chichi e a quel quasi bacio

“Stavo per baciarla, stavo per tradire mia moglie, eppure non sono pentito, anzi sono deluso perché avrei voluto veramente baciarla”.

 

 

 

 

Recensite, recensite!!! Comunque il nome “ Roces” non significa niente, è puramente da me inventato. Baci

 

Marty De Nobili

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** La raccomandazione ***


Toc, toc…

-Avanti, dottor Sayan, venga-

Vegeta era arrivato dal direttore Muten ancora con in mente l’immagine di quella donna azzurra che, non solo gli aveva quasi rotto il setto nasale, ma, anche gli aveva quasi fatto prendere un infarto data la sua straordinaria bellezza.

-Perchè mi ha fatto chiamare, mi pare che oggi non ho ammazzato nessuno, non ho risposto male a nessuno e non ho fatto niente che meriti un rimprovero-

-Non l’ho chiamata per rimproverarla, bensì per avvertirla!-

-Avvertirmi!?-

-Esattamente, i coniugi Son che lei ha in cura sono a capo di un’importante azienda, specializzata nell’elettronica domestica, in verità è la moglie ad essere la direttrice, ma anche il marito ha un ruolo all’interno dell’azienda. Sicuramente l’avrà sentita anche nominare, è la Capsule Corporation.-

-Si, ne ho sentito parlare, è un’azienda davvero enorme-

-Esatto, quindi dovrà avere la massima cura e il massimo riguardo verso i Son-

-Mi tolga una curiosità, in che senso “massimo riguardo”, io tratto tutti i pazienti allo stesso modo, presto la necessaria attenzione a tutti, sia poveri che ricchi!-

-Non intendevo questo: lei dovrà essere solo più gentile, non rispondere male, come al suo solito, e non farli arrabbiare perché se i Son ci fanno causa, per colpa sua, io la licenzio in tronco!!-

-Va bene, sarò buono come un angioletto-

-Lo spero, vada, vada-

-Arrivederci direttore-

-Ciao e ricordati quello che ti ho detto-

-Certo, non vede ho già l’aureola in testa!-

Detto ciò Vegeta uscì dall’ufficio per dirigersi verso la stanza 2.

“Che scocciatura, dovrò pure misurare le parole!! Spero che Chichi abbia finito con quel mollusco, mi serve il suo aiuto. Oh, guarda, laggiù c’è il mollusco, ora gli chiedo di Chichi.”

-Ehi mollusco, ha finito Chichi o ti serve ancora?-

-Yanco, Yanco, chiamami Yanco!!!! Comunque con Chichi ho finito, mi ha detto che andava dai coniugi Son-

-Ok, grazie…mollusco!-

Vegeta si allontana ridendo, mentre Yanco si mangia le mani dalla rabbia. Vegeta stava camminando tranquillamente, quando…

-Vegetaaa, Vegetaaa-

-Chi è che scoccia? Ah, ma quello è Crili, chissà cosa vuole-

-Vegeta anf anf-

-Calmati, Crili, che succede?-

-E’ per mia figlia Marron-

-Che è successo, non era ricoverata in pediatria perché aveva il morbillo?-

-Si, ma ha avuto uno shock anafilattico-

-Uno shock anafilattico!?-

-Esatto, il medico che l’ha visitata ha detto questo, ma io per sicurezza vorrei che la visitassi tu-

-Va bene, vengo subito, il tempo di avvisare la mia infermiera-

-Ok, siamo nella stanza 10-

Vegeta arrivò nell’atrio dell’ospedale e telefonò a Chichi nella stanza 2 affinché la raggiungesse.

Dopo qualche minuto arrivò Chichi

-Chichi, che succede, è tutta rossa!-

-No, niente dottor Sayan, stia tranquillo, perché mi ha chiamata?-

-Dobbiamo visitare una bambina che ha avuto uno shock anafilattico nella stanza 10-

-Bene, andiamo-

Vegeta e Chichi andarono verso la stanza 10, arrivati…

-Chichi, questi sono Crili, sua moglie C18 e la loro figlia Marron-

-Piacere di conoscervi-

-Piacere nostro-

-Allora, Marron, che combini, che ti è successo?-

-Non lo so dottore, all’improvviso, ho sentito un formicolio e un senso di calore in testa e nei piedi e poi ho fatto fatica a respirare-

-Capisco e dimmi avevi mangiato qualcosa prima?-

-Sì, del pesce-

-E’ chiaro. Dunque, Crili e C18, vostra figlia ha avuto lo shock per colpa del pesce, probabilmente era allergica a quel tipo. Comunque gli attacchi di shock posso essere provocati anche da una puntura di imenotteri (api, vespe, calabroni), dall’ingestione di alcuni alimenti (latte, uovo, pesce, crostacei, arachidi, noce americana, ecc.) e dalla somministrazione di farmaci (penicillina…) e quindi vi consiglio, d’ora in poi, di portarvi sempre dietro una siringa con l’adrenalina e ti iniettartela non appena Marron vi dice che avverte uno di questi sintomi: formicolio e senso di calore al capo e alle estremità; compaiono poi in sequenza orticaria-angioedema, rinite, difficoltà respiratoria, prurito alla lingua e al palato, alterazioni della voce, edema della glottide, asma, vomito,diarrea, ipotensione, tachicardia e aritmia. Mi raccomando è molto importante che abbiate l’adrenalina sempre con voi-

-Va bene Vegeta, grazie per la tua diagnosi-

-Figurati Crili, a proposito, Marron…sei guarita dal morbillo?-

-Si, dottore sono guarita-

-Bene, sono contento, adesso devo proprio andare, ciao a tutti-

-Ciao Vegeta e grazie ancora-

Vegeta e Chichi uscirono dalla stanza 10 e si avviarono verso la stanza dei Son.

-Vediamo se stavolta riusciamo a visitarli questi Son, Chichi tu li hai già visitati?-

-Solo il signor Son, la moglie era al bagno-

-Capisco… e lui come stava?-

-Non ho potuto fare una visita completa, comunque mi sembrava che non avesse ferite gravi-

-Bene, andiamo-

 

 

 

 

Allora, tutto quello che ho scritto sullo shock anafilattico è vero.

Recensite, recensite!!! Ringrazio tutti coloro che lo stanno già facendo in particolare:

-The_Dark_Side

-marshmallon

-laurakovac

Grazie mille per favore continuate voi e anche tutti gli altri. Baci

 

 

Marty De Nobili

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Capitolo 6
*** Ancora nero e azzurro ***


-Bene, siamo arrivati, questa è la stanza dei coniugi Son-

-Ok, entriamo-

Vegeta e Chichi erano arrivati alla stanza 2 per visitare Bulma e Goku.

“Non sono mai stata tanto tesa in vita mia! Neanche quando ho preso la laurea! Uffi, possibile che quell’uomo sia riuscita a scombussolarmi tanto? In fondo non lo conosco per niente, certo non posso non ammettere che ha il fisico di un dio greco, però non sono sicura che quello che provo verso di lui sia solo attrazione fisica… Basta! Devo smetterla con questi pensieri, ho provato solo attrazione fisica per Goku, solo questo!”

Chichi aprì la porta della stanza e vi entrò con Vegeta, e con loro grande sorpresa nella stanza c’era il dottor Yanco che stava parlando con una donna.

“Quella deve essere la signora Son” pensarono immediatamente Vegeta e Chichi.

La testa di Yanco copriva quello della donna per cui né Vegeta , né Chichi l’avevano ancora vista in faccia.

Chichi si guardò attorno e trasse un respiro di sollievo: Goku non era in stanza perciò non rischiava l’infarto.

Vegeta corse verso Yanco irato

-Mollusco, che ci fai qui, questi sono miei…-

Vegeta avanzando nella stanza era arrivato vicino a Yanco, quindi poteva vedere il volto della donna, quando vi riconobbe la donna turchina che, per poco, non gli rompeva il naso, le parole gli morirono in gola.

“E’ la donna del bagno!”

“E’ l’uomo-scimmione a cui stavo per rompere il naso!”

Vegeta e la donna si guardarono negli occhi molto intensamente, proprio come era accaduto vicino al bagno, esistevano solo loro due, spazio e tempo si erano come annullati, l’azzurro e il nero si erano nuovamente incontrati e la magia era iniziata.

L’ insistente tossicchiare di Yanco riportò Vegeta e la donna sulla Terra risvegliandoli dal magico tepore in cui erano caduti.

-pazienti- Vegeta finì la sua frase interrotta dall’apparizione della donna

-Lo so Vegeta, stavo facendo solo quattro chiacchiere con Bulma-

-Mi scusi dottor Yanco, ma da quando mi dà del “tu”, io non lo faccio perciò neanche lei deve intesi?-

-Va bene Bulma…cioè signora Son, mi scusi-

Mentre Vegeta rideva sotto i baffi per la risposta di Bulma, Yanco borbottando qualcosa se andò, sbattendo violentemente la porta.

-Che sgarbato il dottor Yanco- fu il commento di Chichi

-Già- commentarono all’unisono Vegeta e Bulma guardandosi negli occhi per poi riabassarli arrossendo.

Chichi notò gli sguardi che Vegeta e Bulma si lanciavano e, per rompere la tensione, chiese a Bulma dove fosse suo marito.

-Goku è andato via qualche minuto fa, delle infermiere hanno detto che doveva fare delle radiografie-

-Sì, le avevo richieste io. Chichi, per favore vai in sala Radiologia e portami le radiografie del signor Son, e se ancora non le avesse fatte, aspetta lì con lui, io intanto visito la signora-

-Bene, vado, a dopo-

Chichi uscì dalla stanza 2 diretta verso Radiologia lasciando Vegeta e Bulma da soli.

 

 

 

 

Recensite, recensite!! Commenti, commenti!! Scusate gli errori di grammatica. Baci

 

Marty De Nobili

 

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Capitolo 7
*** Sfiorando il Paradiso ***


 

-Mi dica la verità, quel deficiente di Yanco ci stava provando con lei?-

 

-Già, proprio così, vedo che lei lo conosce molto bene-

 

-Tutti qui lo conoscono, ci prova con tutte le donne che incontra, non importa se siano single, vedove, sposate, divorziate, per lui tutto va bene-

 

-Capisco, un vero latin lover-

 

-No, latin lover, no; siccome è uno sfigato, senza onore e dignità, è brutto, non ha un bel fisico, tutte le donne gli danno due di picche, come del resto, ha fatto anche lei-

 

-E’ vero, ha perfettamente ragione. Ma, mi dica, le ho fatto molto male prima, vicino al bagno?-

 

-No, non si preoccupi sono una roccia, io!-

 

-Mi volevo, in ogni caso, scusare per la sbadataggine e per il mio comportamento, invece di scusarmi l’ho insultata e le ho urlato contro che è uno scimmione-

 

-Acqua passata, comunque se vuole un consiglio, la prossima volta sia più gentile con chiunque investa-

 

-D ’accordo-

 

 

“Non è uno scimmione senza cervello come pensavo, mi sembra una persona, tutto sommato gentile. Sul piano fisico non ho nulla da ridire, sembra un uomo scolpito nella marmo, indossa una camicia nera, eppure riesco a intravedere gli addominali scolpiti e perfetti che ha; immagino senza camicia, che splendore!! Bè, credo che anche sotto sia abbastanza fornito, anche se questi jeans non lasciano intravedere nulla, uffi!! Bè, neanche mio marito è messo male, però questo tizio ha qualcosa di speciale, non so, forse sono gli occhi, così neri e così espressivi, non ne sono convinta al cento per cento, però penso che quest’uomo comunichi con gli occhi e non con le parole, non so perché ma sento il forte desidero di conoscerlo meglio e spero che questo desidero diventi realtà.

Ma perché mi sta agitando una mano davanti agli occhi?”

 

-Signora Son, signora, sta male?-

 

-No, scusi ero persa nei miei pensieri- “Che figura che ho fatto”

 

-Scusi l’impertinenza, ma perché, prima mi fissava?-

 

Le guance di Bulma si colorano di rosso e Bulma balbettando cercò di trovare una scusa.

“Ero così immersa nei miei pensieri che non mi sono accorta che lo stavo fissando, oggi è il giorno delle figuracce”

 

 

-Scusi, non stavo fissando lei, quando sono immersa nei miei pensieri capita che fissi un punto insistentemente, spesso senza accorgermene, scusi di nuovo-

 

-Non si preoccupi, anche se, la sua spiegazione mi è sembrata solo una banale scusa-

 

-No, si sbaglia- si affrettò a rispondere Bulma

 

-Se lo dice lei…-

 

Nella stanza era calato il silenzio, Vegeta aveva preso la cartella di Bulma e la stava leggendo, Bulma aveva ancora la faccia un po’ rossa e il respiro affannato, ma era meno agitata di prima e siccome Bulma odiava i silenzi, cominciò a parlare con Vegeta.

 

-E’ da tanto che lavora in questo ospedale?-

Istanti di silenzio susseguirono questa domanda, al che Bulma

 

-Ma è forse sordo?- Ancora una volta Bulma non ottenne risposta e cominciò ad arrabbiarsi

 

-MI VUOLE RISPONDERE O NO?-  gridò Bulma in preda alla rabbia

 

-La vuole smettere, per favore? No, non sono sordo e lavoro in quest’ ospedale da 3 anni ormai, ora è contenta? Posso continuare a leggere la sua cartella in cui si parla della SUA salute o preferisce fare salotto e continuare a chiedermi cose inutili e frivole?Mi dica lei!- Vegeta esplose, le continue domande di Bulma lo avevano innervosito parecchio, a differenza sua a lui piaceva il silenzio, lo trovava rilassante e capì subito, che con quella donna, di silenzio ce ne sarebbe stato sempre troppo poco.

“Sarà anche bellissima, però, per i miei gusti parla troppo! Decisamente troppo!!”

 

“Che sfrontato!! E’ vero, ho insistito, ma non pensavo di causare una tale ira”

 

-Potrebbe almeno dirmi il suo nome?-

 

-Mi chiami Vegeta-

 

-Possiamo darci del “tu”?-

 

-Se le dà fastidio…-

 

-Affatto, per me va benissimo, allora Vegeta chiamami Bulma-

 

-Ok, Bulma puoi toglierti la maglietta, devo visitarti-

 

-Anche il reggiseno?-

 

Vegeta fu tentato di risponderle di sì anche se, non era necessario che lei togliesse anche quello, aveva notato fin da subito le curve belle e sensuali di Bulma e vederle non gli sarebbe di certo dispiaciuto, anzi! Poi la correttezza e l’onestà ebbero la meglio e Vegeta le disse di no.

 

Bulma si tolse la maglietta e si coricò sul lettino in preda all’ansia e l’imbarazzo, non poteva negare l’attrazione che sentiva verso quel dottore così carico di carisma e fascino.

“Neanche con Goku ho mai provato sensazioni simili, eppure non stiamo facendo niente di male, però mi sento così… strana, non riesco nemmeno io capire che sensazione provo.

Bulma, non mentire a te stessa, non serve a niente, la sensazione che provi ha un nome e si chiama eccitazione!! Si, è vero sono eccitata al fatto che sto per essere visitata dal dottore più sgarbato e sexy del mondo, al fatto che mi debba toccare con le sue mani e al fatto che potrà sentire i battiti del mio cuore che sono già a mille, figuriamoci quando comincerà a visitarmi! Favoloso, sono in una situazione stupenda”

 

Vegeta, d’altro canto, non era in una situazione migliore, anche lui non vedeva l’ora di toccare quelle pelle così bianca e candida, ma allo stesso tempo aveva timore di non riuscire a controllarsi, visto che quella donna aveva risvegliato in lui pensieri poco puri.

 

Vegeta si avvicinò e cominciò a visitarla toccandola in punti specifici che da dottore conosceva bene.

“Sono troppo onesto, altri dottori se ne sarebbero fregati dell’etica e le avrebbero toccato il seno senza tanto disturbo con la scusa della visita! Eppure anche volendo, non riesco, io non sono come Yanco, che per toccare una donna farebbe di tutto, no, io desidero toccare solo la mia donna, solo lei e non mi interessa toccarne altre con l’inganno, è vero che al momento sono single però non voglio lo stesso”

 

-Bulma ti faccio male se ti tocco qui?- Vegeta toccò una parte della pancia di Bulma

 

-Si, mi fa male, non molto però…-

 

-Tranquilla, probabilmente hai qualche costola incrinata-

 

-COSTOLA INCRINATA?- gridò Bulma presa dalla paura

 

-Sì, calmati, è dovuto all’urto subito per l’incidente, non è niente di grave, tranquilla-

 

Bulma emise un sospiro di sollievo-Grazie Vegeta, sono un po’ ansiosa di carattere-

 

-Fa niente, allora pressione normale, battito un pochino accelerato, ma credo fosse per la tensione e qualche leggero ematoma nella zona intestinale, tra qualche giorno potremo dimetterti-

 

-Grazie, mi togli un peso dal cuore-

 

Bulma scese dal lettino, nel farlo inciampò e finì addosso a Vegeta e venne investita da un’ondata di profumo maschile.

“Che buon profumo che usa” pensò immediatamente Bulma.

 

Vegeta provava una sensazione di pace a contatto con il corpo di Bulma e si ritrovò a desiderarla con tutte le forze( Bulma era, ancora, senza maglietta).

Bulma era felice, allora agì d’impulso, prese tra le mani il volto di Vegeta e poggiò le proprie labbra sulle sue chiudendo gli occhi.

 

Vegeta e Bulma erano come entrati in Paradiso, stavano bene, uniti da quella magica sensazione padrona dei loro corpi, felici più che mai.

 

Vegeta ricambiò il bacio e da, casto e puro, il bacio diventò caldo e passionale. Un intrecciarsi di lingue e sentimenti percorrevano Bulma e Vegeta che provavano sensazioni mai sperimentate prima.

Vegeta posò le mani sui fianchi di Bulma e lei le proprie sui suoi capelli neri, si stavano spingendo verso un lettino della stanza e Bulma aveva cominciato a sbottonare i bottoni della camicia di Vegeta.

 

Stavano per coricarsi sul lettino, quando Bulma si ricordò per un secondo che era sposata e siccome non voleva commettere l’adulterio si staccò a malincuore da Vegeta.

Lui la osservava stupito, dato che aveva iniziato lei si aspettava che andassero fino in fondo, invece…

 

-Scusa, ma io sono sposata, perdonami-

 

-Oggi pomeriggio devi fare alcune radiografie- disse Vegeta con voce dura e fredda, non gli era affatto andato giù il brusco distacco di Bulma.

 

Bulma annuì e correndo uscì dalla stanza in preda alla confusione e alla tristezza.

 

 

 

Recensite, recensite. Aspetto commenti. Scusate gli errori grammaticali.

Vorrei chiedere scusa a tutti, ma per tutto il mese di luglio non potrò aggiornare, vi prego di scusarmi, ma per impegni personali mi sarà proprio impossibile. Perdono.

 

 

Marty De Nobili

 

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Capitolo 8
*** Radiografie movimentate ***


La sala Radiologia è al 3° piano, prenderò l’ascensore”

Chichi stava camminando verso gli ascensori per prendere uno e salire fino al 3° piano dove si trovavano la sala Radiologia e Goku.

“Non voglio rivedere Goku, non lo sopporterei!! Goku mi piace ma è sposato, ed ha una moglie che è mille volte più bella di me e anche mille volte più ricca di me. Noi non possiamo avere una relazione, non voglio diventare l’amante di Goku, non mi accontento di essere un semplice passatempo, per queste ragioni devo mantenere con Goku un rapporto SOLO professionale e non lasciarmi andare a momenti di debolezza come quello nella stanza, sì, sono fermamente decisa. Finalmente è arrivato l’ascensore”

Le porte dell’ascensore si aprirono e Chichi vide il direttore Muten intento a leggere una rivista…

“Non solo è un direttore vecchio e idiota, ma è anche un pervertito! Legge sempre quelle riviste sconce e cerca di toccare ogni infermiera o dottoressa che incontra!”

-Salve direttore-

-Ciao Chichi come va la vita?- Detto questo Muten allungò una mano in direzione del sedere di Chichi, questa, accortasi di ciò, ricambiò, stampando uno schiaffo a Muten che lo fece volare fino ad un muro.

-Che grinta che hai, Chichi!- disse Muten, che stava ancora vedendo le stelle

-Come glielo devo dire che la deve smettere? Anche se è il mio direttore non si deve prendere certe libertà!!-

Detto questo Chichi entrò nell’ascensore, e se ne andò lasciando Muten con cinque dita stampate in faccia.

 

“Che nervi, lo odio con tutta me stessa, se non fosse perché questo è il lavoro con cui vivo me andrei immediatamente! Ok, basta Chichi è passata, ora rilassati e vai da Goku”

Chichi camminava con passo svelto verso la sala Radiologia, quasi arrivata cominciò a sentire delle voci in lontananza…

-Quanto ci vorrà ancora, ho FAME!- “Ma è la voce di Goku!” Pensò subito Chichi

-Abbia pazienza signor Son, non ci vorrà molto- “E questa deve essere l’infermiera che gli sta facendo le radiografie”

Chichi, preoccupata, aumentò l’andatura e arrivata vide Goku che si dimenava nel lettino dicendo di avere fame e che se non avesse mangiato sarebbe morto lì e l’infermiera Laura che cercava di calmarlo

-Laura, che succede?-

-Oh, Chichi, per fortuna sei arrivata tu! E’ un’ora che cerco di fargli capire che deve stare fermo sennò non posso fare l’esame, ma lui si muove in continuazione dicendo di avere fame e agitandosi come un matto. Non so come fare, non posso dargli da mangiare prima che abbia finito l’esame, Chichi aiutami-

-Ma certo che ti aiuto, io ero venuta per ritirare le sue radiografie, perché pensavo fossero già pronte, invece…-

-Se avesse aspettato per un minuto avremmo già finito da un pezzo, ma se continua a muoversi io non posso fargli le radiografie-

-Ovvio, ora ci parlo io-

Chichi si avvicinò al microfono che collegava la stanza in cui era Goku e la stanza ove erano le due infermiere

-Goku mi senti?-

-Ma tu sei Chichi-

-Sì, sono io, senti Goku Laura mi ha detto che non riesce a farti l’esame se tu ti muovi tanto-

-Ma io ho fame-

-Ho capito che hai fame, ma se prima non finiamo niente cibo, quindi ti conviene stare fermo e zitto, le radiografie sono come delle foto, se tu ti muovi vengono mosse e l’esame non serve a nulla capito?-

-Ok, ma dopo mi date del cibo?-

-Si, dopo te lo diamo-

Detto ciò, Goku, smise di muoversi e Laura gli fece le radiografie, congratulandosi con Chichi per essere stata così convincente

-Sei stata bravissima! Io un’ora e non sono riuscita a convincerlo, tu invece in un minuto lo hai convinto-

-Non dire così, non è solo merito mio, e anche merito di Goku che ha deciso di collaborare-

-Sì, sì, Chichi, come vuoi tu-

-A proposito Laura, come va con il dottor Tensing?

Laura arrossì e con flebile voce rispose:

-Bene, stiamo insieme da un mese ormai-

-Da un mese? Wow, complimenti-

-Grazie, Chichi e tu invece in tema d’amore come andiamo-

Nella mente di Chichi si formò l’immagine di Goku, ma la respinse via e rispose:

-Niente, ancora il principe azzurro si fa attendere-

-Non ti scoraggiare prima o poi…-

-Già, prima o poi-

Laura comunicò a Goku che avevano finito e che poteva uscire dalla stanza, Goku uscì più veloce di un fulmine reclamando cibo e Chichi gli disse che se aspettava ancora un attimo lo avrebbe accompagnato alla mensa.

-Laura, quando posso venire a prendere risultati?-

-Tra un’ora, va bene?-

-Sì, perfetto ciao e salutami Tensing-

-Ciao Chichi-

Goku e Chichi si incamminarono insieme verso la sala mensa, tra i due era calato un silenzio imbarazzante che però nessuno interrompeva.

Arrivati alla mensa, Goku prese tutto quello che si poteva, sotto lo sguardo attonito di Chichi, quando si sedettero

-Ma tu mangi sempre così tanto?-

-Questo non è tanto!-rispose stizzito Goku

-Ah, ok-

Dopo che Goku finì di mangiare ad una velocità impressionate, Chichi cominciò a parlare dell’argomento che entrambi preferivano evitare, ma che prima o poi avrebbero dovuto affrontare.

-Goku, a proposito di quel quasi bacio…-

-Scusa, è stato un attimo di debolezza, perdonami, Chichi-

-Ti volevo chiedere scusa anche io, ma ti volevo anche dire che non ci dovranno essere altri momenti di debolezza, sia da parte mia che tua, è meglio per tutti e due, tu sei sposato e quindi tra di noi non ci potrà essere altro che amicizia-

-Hai ragione, allora amici?-

-Amici- disse Chichi con un sorriso

-Scusa Goku, ma ora io devo andare, ciao, ci vediamo domani-

-Ciao Chichi-

Chichi uscì di fretta dalla mensa, e appena entrata nell’ascensore cominciò a piangere

“E’ stata una scelta dolorosa la mia, ma non potevo fare altrimenti, avere una relazione sentimentale con Goku significava diventare la sua amante e io non sarò mai l’amante né sua né di chiunque altro!”

Chichi si asciugò le lacrime con il camice e uscita dall’ascensore si diresse verso l’atrio.

 

 

 

Recensite, recensite, lo so che vi ho fatto aspettare tantissimo, ma come già scritto nel capitolo 7, a luglio non ho potuto aggiornare, ho potuto farlo solo oggi, per questo chiedo ancora scusa e vi prometto che i prossimi aggiornamenti saranno più veloci.

Scusate gli errori di grammatica

Baci

 

Marty De Nobili

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Capitolo 9
*** Pioggia e lacrime ***


Bulma era alla finestra della sua camera e osservava il cielo malinconica e pensierosa. Nubi nere si stagliavano in esso oramai da un’ora e la gente si era barricata nelle case e nei negozi poco desiderosa di essere investita dal temporale che il cielo preannunciava. Dopo qualche minuto, piccole gocce cominciarono a scendere giù lentamente bagnando la città.

“Sembra che il cielo stia piangendo, come vorrei fare io adesso, vorrei sfogarmi ma…non posso, c’è Goku nella stanza con me e io non posso certo raccontargli il motivo della mia sofferenza.

Ho Tradito mio marito con un uomo che neanche conosco, non credevo di essere così debole, non mi credevo così superficiale, sono bastati muscoli e carisma per farmi commettere l’adulterio; in un matrimonio il tradimento è sempre stato il peccato che considero peggiore ed oggi proprio IO l’ho commesso, certo non ci sono andata a letto però ci sono andata molto vicina, molto”

Bulma dopo “l’incontro” con Vegeta era stata tutto il tempo a piangere e a rimproverarsi, fortuna volle che Goku tornò tardi in camera perché aveva finito tardi gli esami e non potè accorgersi della sofferenza di Bulma, da lei prontamente mascherata con un sorriso.

-Bulma, tesoro, sei sicura di stare bene?-

-Certo, Goku, stai tranquillo, sono solo un po’ stanca-

-Ok, ti volevo dire che ti amo-

-Anch’io ti amo-

Goku si sporse verso Bulma e la baciò dolcemente, Bulma rispose mentre dentro di sé soffriva perché quel pomeriggio aveva toccato altre labbra oltre a quelle di suo marito.

“Chiederò al direttore se posso cambiare dottore, ho paura che potrei avere altri momenti di debolezza e non voglio assolutamente, io amo mio marito e non voglio più tradirlo! Domani parlerò con Vegeta e chiarirò la situazione, non lo voglio più vedere!”

                                      

 

       

“Bulma, che nome! Sono sigle da sei mesi ormai, certo ho avuto le mie storielle, ma roba da una notte, non sono fatto per i legami fissi, non voglio legarmi per sempre a una persona, forse perché non mi sono mai innamorato veramente.

Questo pomeriggio, se Bulma non si fosse fermata, avremmo fatto sicuramente l’amore, io lo volevo e, all’inizio, mi sembrava anche lei, invece si è fermata con la scusa dell’adulterio ed è scappata via; era così bella senza maglietta e poi aveva degli occhi così belli, azzurri e ingenui, era così desiderabile ed io non ho potuto averla!”

Vegeta in un impeto di rabbia prese la sua tazza rossa preferita e la scaraventò contro il muro, mandandola in frantumi.

-Odiosa donna, domani dirò al direttore che non ti voglio più come mia paziente, a te e a tuo marito-

Vegeta urlò con tutta la forza avente in corpo e mentre il temporale imperversava ancora nella città, lui, nel suo appartamento, non trovava la pace che aveva sperato di ottenere fuggendo dall’ospedale.

 

 

 

Recensite, recensite, voglio commenti!! Stavolta il chappy è stato piuttosto piccolo ma spero che vi piaccia lo stesso.

Ringrazio tutti coloro che stanno leggendo la mia storia e particolarmente chi ha commentato.

Scusate gli errori di grammatica.

 

Baci

 

Marty De Nobili

 

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Capitolo 10
*** Un'amica ritrovata ***


-E adesso faremo la prossima domanda al concorrente numero 3! Allora è pronto?-

“In tivù stanno facendo il solito quiz delle ore 20:00, di solito mi piace guardarlo, vedere se sono più brava dei concorrenti azzeccando le risposte giuste, immaginare di vincere il montepremi finale, solitamente è così, oggi invece mi sento così vuota e sola, conosco Goku solo da un giorno eppure… è come se sentissi di conoscerlo da sempre, non mi sono mai innamorata veramente nella mia vita, certo ho avute le mie storie, non moltissime, però ne ho avute, tuttavia la scintilla dell’amore vero io non l’ho mai sperimentata, almeno fino ad oggi… NO, Chichi che stai dicendo? Calmati e ragiona, non ci si può innamorare di una persona appena conosciuta, questa è una cosa che succede solo ed esclusivamente nei film d’amore, e questo non è un film, è la realtà, una realtà triste, lo ammetto, ma pur sempre una realtà vera”

DRINN DRINN

“Il telefono, chi può essere?”

-Pronto?-

-Pronto, ciao Chichi sono Laura-

-Ciao Laura, come va? Come mai questa chiamata?-

-Ti volevo dire che hai dimenticato di prendere le radiografie del signor Son-

-Le radiografie?-

-Sì, le radiografie, che gli abbiamo fatto insieme, non te lo ricordi? Ti avevo detto di passare dopo un’ora, ma quando sono andata nell’atrio dell’ospedale, ho visto che eri già uscita, così ti ho chiamato per ricordartelo-

-Grazie Laura, non so dove ho la testa, ho finito il mio turno e mi sono completamente dimenticata delle radiografie, scusami-

-Ma figurati per così poco! Poi devo essere io a ringraziarti, se oggi non fossi arrivata tu, al signor Son le radiografie non le avrei nemmeno fatte!-

-Bè allora ci siamo fatte un favore a vicenda-

-Già hai proprio ragione-

-Domani appena arrivo prendo le radiografie, le hai lasciate a Brenda, giusto?-

-Esatto, non voglio disturbarti oltre, quindi ti auguro buonanotte-

-Ma quale disturbo?! Stai scherzando? Tu non disturbi affatto, comunque saluta Tensing e buonanotte-

-Ok ‘notte-

Chichi posò la cornetta e sospirò, dopo la discussione con Goku in ospedale, era andata via con la scusa che stava male e si era chiusa in casa dimenticandosi di tutto e tutti.

DRINN DRINN

“Ancora? Ma è la serata delle telefonate?”

-Pronto-

-Ehi, ciao, ti ricordi di me?-

-Videl!! Videl, sei tu?-

-Certo che sono io! Non ti ricordi più della tua amica cardiologa?-

-Ma è ovvio che mi ricordo! Chi si può scordare di te! Non ci sentiamo da così tanto tempo…-

-Già…Devo parlarti, che ne dici di uscire con me per una serata tra vecchie amiche? Mi trovo in città-

-Davvero sei in città? Ma certo che voglio uscire, dimmi dove-

-Ci vediamo davanti alla stazione tra mezz’ora-

-Certo, alla stazione tra mezz’ora, ciao-

-Ciao-

Stavolta Chichi scaraventò letteralmente la cornetta e corse nella camera da letto, si tuffò nell’armadio in cerca di un vestito adatto per un uscita tra amiche.

“Videl, Videl, come ci si può scordare di lei, è la mia migliore amica da quando facevano il liceo scientifico, poi abbiamo fatto la stessa facoltà di università: medicina; lei è diventata una cardiologa, è sempre stata affascinata dal cuore, diceva che è un muscolo che ragiona per conto suo e che non tiene conto delle leggi fisiche, l’ho sempre ammirata per tanti punti di vista, è una buona amica, che sa aiutarti nel momento del bisogno, anche ora mi ha già risollevato il morale ed è anche una bravissima cardiologa, la più brava che conosco. 

Cosa posso indossare? Ho ventotto anni, sono ancora giovane e bella, al diavolo Goku e tutti i Son; ho deciso! Metto questa mini-gonna nera, questa maglietta scollata rossa e questi stivali neri, mi trucco leggermente e sciolgo i capelli, sì oggi vogliono essere guardata da tutti gli uomini che incontro”

Dopo le varie fasi di preparazioni, Chichi uscì di casa e si diresse verso la stazione, arrivata vide Videl in lontananza e le andò incontro

-Videl, Videl-

-Chichi, da quanto tempo!-

Chichi e Videl si abbracciarono felici di rivedersi dopo tanto tempo

-Chichi, ma sei uno schianto! Come mai così provocante? Sei a caccia di uomini?-

-A caccia lo sono sempre e poi nemmeno tu scherzi!-

Videl indossava dei jeans a pinocchietto, un top bianco e una cintura di strass che le adornava la vita.

-Voglio andare in discoteca!-

-Discoteca? Chichi ma ti senti bene? Tu nemmeno a diciotto anni volevi andare in discoteca-

-Sì, sto bene, oggi però sono in vena di follie-

-E poi dobbiamo festeggiare-

-Festeggiare?-

-Certo, sono stata trasferita, da domani in poi lavorerò all’ospedale Roces, quindi insieme a te!-

-COSA?! Davvero, non stai scherzando? E’ una notizia meravigliosa, lavoreremo insieme, un sogno che si avvera, wow-

-Già quindi portami nella migliore discoteca che conosci-

-Allora, dobbiamo andare alla discoteca Namecc-

-Andiamo mi fido di te-

Le due amiche chiacchierano per tutto il tempo, ricordando i tempi del liceo e dell’università, tra balli, fidanzati e tanto altro.

-Siamo arrivate, è qui la discoteca Namecc-

-Entriamo?-

-Entriamo!-

 

 

 

Recensite, recensite! Lo so, sono in ritardo con l’aggiornamento, scusatemi tutti, sono stata al mare tutto Agosto e quindi non ho potuto aggiornare, vi prego di perdonarmi

Scusate gli errori di grammatica

Baci

 

Marty De Nobili

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Capitolo 11
*** Black night ***


Notte. Notte nera. Notte buia, senza luna. Notte in cui e’ facile perdere la retta via e seguire la strada sbagliata. Notte di morte, perché quando il destino è crudele, il cielo lo capisce e si mette a lutto, la luna e le stelle si ritirano e lasciano nero, solo nero.

DRIIN DRIIN

“Che succede? Chi è che chiama alle 3 di notte? Forse è l’ospedale!”

-Pronto, sono il dottor Sayan-

-Dottor Sayan, venga subito all’ospedale!!-

-Che è successo?-

-Uomini in fin di vita. Incidente.-

-Arrivo-

Vegeta si veste di fretta e furia, sale sulla sua macchina e parte veloce, veloce perché ha timore di non arrivare in tempo per salvare quell’uomo, perché vuole salvarlo, perché è un medico.

Vegeta arriva all’ospedale, entra e un senso di panico lo assale, forse è troppo tardi, ci sono tanti infermieri che vanno avanti e dietro, l’incidente deve essere stato grave, c’è troppa confusione.

D’un tratto Vegeta scorge Brenda, il capo-infermiera e le va incontro correndo.

-Brenda, Brenda-

-Dottor Sayan, finalmente è arrivato-

-Brenda, le persone coinvolte nell’incidente dove sono?-

-Il ragazzo con la moto sta bene, aveva il casco e per sua fortuna ora è fuori pericolo, il suo nome è Gohan; mentre gli uomini sulla macchina sono ora in sala operatoria-

-In sala operatoria?-

-Sì, purtroppo sono molto gravi, non credo che ce la faranno, sono i signori Brief-

Quel nome fu per Vegeta come un fulmine a ciel sereno, perché se ben ricordava il cognome da sposata di Bulma era Son, ma il suo cognome da nubile era proprio Brief, forse erano dei suoi parenti.

-Brenda qual è la sala operatoria?-

-E’ la sala 3, dottore-

-Bene, grazie-

Vegeta si dirige verso la sala 3 mentre pensa se il cognome Brief sia una coincidenza oppure sono veramente imparentati con Bulma, svoltato un angolo trova la risposta che cercava. Nella sala d’attesa di fronte alla sala operatoria ci sono Bulma e Goku, Bulma è seduta su una sedia, scossa da profondi singhiozzi, Goku le è accanto e cerca di tranquillizzarla con parole di conforto, il pianto di Bulma scuote profondamente Vegeta, lo scuote e lo fa soffrire, soffre nel vedere Bulma piangere, soffre nel vedere uscire lacrime da quegli occhi che ricordano tanto il mare e il cielo con il loro affascinante colore, soffre perché si sente impotente, può solo sperare che da quella porta esca un medico che porti buone notizie.

Goku si gira e vede Vegeta, si alza e gli va incontro

-Dottor Sayan, come i stanno i miei suoceri?-

-I suoi suoceri?-

-Sì, i genitori di Bulma, quelli dell’incidente-

“Così sono i suoi genitori! Dovevo intuirlo subito”

-Mi dispiace, io sono appena arrivato, ne so meno di voi-

-Capisco-

Nello stesso istante un medico uscì dalla sala con il viso stanco e provato dal difficile intervento, Bulma si alzò subito, tremante si avvicinò a lui

-Dottore, i miei genitori?-

-Mi dispiace, ho fatto tutto ciò che potevo, ma non c’è stato molto da fare, sono arrivati qui in condizioni troppo gravi, mi dispiace davvero signora Son-

Bulma non rispose, il suo cervello aveva ricevuto l’informazione e l’aveva compresa, mentre il suo cuore si rifiutava di accettarla, non voleva credere che i suoi genitori non ci fossero più, che non fossero più vicino a lei, che non l’avrebbero più potuta aiutare e sostenere, non voleva ma, purtroppo doveva fare i conti con la realtà e la realtà le diceva che i suoi genitori erano appena deceduti.

Bulma scoppiò a piangere, si accasciò a terra e pianse, voleva piangere tutte le lacrime che poteva, voleva soffrire e non voleva pensare.

Goku la prese in braccio e la sedette sulla sedia accarezzandola e confortandola come meglio poteva.

-Vegeta, ciao, come mai qui, conoscevi i Brief?-

-No, però la figlia è una mia paziente. Tensing, non c’è stato proprio niente da fare?-

-Purtroppo no, sono morti dopo pochi minuti che abbiamo cominciato l’intervento-

-Ma che cosa è successo?-

-A quanto ho capito io, un pirata della strada con una Rang Rover ha travolto la macchina dei Brief e una moto e poi s’è andato lasciandoli lì senza prestare soccorso-

-Che vigliacco! Odio i pirati della strada, non prestano mai soccorso alle persone che investono e il più delle volte lo fanno perché sono ubriachi fradici-

-Hai ragione, ora scusami, ma devo andare-

-Sì grazie Tensing-

-Non dirmi grazie, non ho salvato i Brief-

-Non è stata colpa tua, nessuno avrebbe potuto salvarli-

-Lo so, però mi sento in colpa lo stesso, ciao Vegeta-

-Ciao-

“Povero Tensing, so cosa si prova quando operi qualcuno e ti muore sotto agli occhi, è una cosa davvero terribile”

-Signori Son, dopo vi pregherei di recarvi nell’atrio, quando vi sentirete-

-Grazie dottore-

Tensing andò via e un pesante silenzio piombò nella stanza rotto solo dai singhiozzi di Bulma

-Goku … vai tu … nell’atrio… per favore-

-Bulma, ma non voglio lasciarti sola-

-Vai!! Per favore-

-Va bene, ci metto un minuto-

Goku si alzò e andò in direzione dell’atrio, Vegeta si avvicinò a Bulma e si sedette vicino a lei

-Mi dispiace Bulma, davvero-

-Sei un bugiardo, non li conoscevi nemmeno, come può dispiacerti!-

-Infatti sono triste perché ti vedo soffrire tanto-

Bulma smise di piangere e alzò lo sguardo verso Vegeta, sorpresa.

-E’ così, io non sopporto di vederti piangere, non sopporto di vedere le tue lacrime, anche se so, che ,in questi casi, non c’è modo di fermarle-

-Erano i miei genitori, non li vedrò più, non potrò più parlagli, perché se sono andati, perché? Poi, casi del destino, sono andati via insieme-

-Loro saranno sempre nel tuo cuore, vivranno sempre in te e ti accompagneranno come due angeli custodi-

Bulma tornò a piangere, incapace di reggere altro dolore, svenne e si appoggiò a Vegeta.

Vegeta la prese in braccio e la condusse nella sua stanza, la adagiò sul letto e la baciò sulla fronte, poi uscì dalla stanza e sospirò amareggiato.

Vide Goku in lontananza e gli andò incontro

-Ho portato tua moglie in camera, era svenuta-

-Svenuta? Sta male?-

-No, la morte dei suoi genitori l’ha profondamente ferita e la forte emozione l’ha fatta svenire-

-Capisco, vado da lei, grazie-

-Vai e stai vicino a tua moglie-

Goku corse verso la sua stanza e Vegeta si appoggiò ad un muro triste come non lo era da tanto tempo.

 

 

 

Recensite, recensite!! Commenti, voglio tanti commenti.

In questo chappy Vegeta è particolarmente dolce, soprattutto verso Bulma, ditemi se ho esagerato con la dolcezza.

Baci

  

Marty De Nobili

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Capitolo 12
*** Una notte forse mai più ***


- Chichi! Chichi! -

- Videl cosa c’è? Non vedi che sto ballando? –

- Chichi sei ubriaca fradicia, andiamocene subito –

- Lasciami in pace –

Chichi respinse Videl in malo modo e ritornò tra le braccia dell’uomo con cui stava ballando.

“ Chichi è ubriaca, ha bevuto per tutta la serata come una spugna, io sono brilla, qualche altro bicchiere e parto anche io, così domani ci ritroviamo nel letto di uno sconosciuto nude. Devo riuscire a convincerla ad andarcene!”

Videl si piazzò nuovamente davanti a Chichi, ma prima che parlasse un uomo sbattè contro di lei buttandola a terra.

- Ma chi è stato? Ahi, che male! -

- Scusami tanto non ti avevo visto, ora ti aiuto – Il ragazzo le porse la propria mano, Videl che aveva gli occhi chiusi, li aprì e rimase come ipnotizzata, folgorata dalla bellezza del giovane.

Occhi e capelli neri come la pece, fisico perfetto e un‘espressione dispiaciuta sul viso.

- Non ti preoccupare, non mi sono fatta niente -

Videl afferrò la mano del ragazzo e si tirò su, incatenando il suo sguardo a quello del giovane.

- Sicuro che non ti sei fatta niente? -

- Giuro –

- Senti, per farmi perdonare, mi concedi un ballo? –

Videl lo guardò sconcertata, non aspettandosi una simile richiesta, subito dopo fece un timido sorriso.

- Effettivamente non ho nessuno con cui ballare -

- E’ un sì? –

- Esatto –

La canzone finì e ne iniziò un’altra, più bella e azzeccata della precedente.

Videl e il giovane si abbracciarono e la canzone iniziò.

 

E' già tardi sono le due,
dai prendiamoci un caffé
Che ne dici se saliamo da me
questa notte e forse mai più
non mi dire frasi come non lo faccio mai
non sarò di certo io a cambiare ciò che vuoi

 

“ Sto ballando con il ragazzo più bello della discoteca, non sono mai stata così felice che qualcuno mi facesse cadere a terra. Che bello!”

 

Come vedi siamo qui, chi l'avrebbe detto mai
questa notte è stata scritta per noi
una notte e forse mai più
ma non te ne pentirai
e fammi vedere chi sei...

 

“ Che canzone meravigliosa, sembra che il DJ l’abbia messa apposta per noi.”

 

Non facciamo niente di male siamo uguali io e te
Abbiamo solo una gran voglia di ballare
puoi fermarti quanto ti pare
ma domani arriverà
ed ognuno per la propria strada andrà

 

“ Ora non ho più dubbi, questa canzone sta descrivendo noi, DJ ma ci stai forse spiando? Domani noi non ci sarà più, ci sarà tu ed io, ma fino a domani ci sarà noi

 

Ma comunque siamo qui
chi l'avrebbe detto mai
questa notte è stata scritta per noi
una notte e forse mai più
ma non te ne pentirai
e fammi vedere chi sei...

 

“ Questa notte è stata scritta per noi, mai frase è stata più giusta, devo ricordarmi di ringraziare Chichi per avermi portato qui, domani lo farò ma ora, giovane uomo, fammi vedere chi sei”

 

Ma so già che prima o poi all'improvviso ritornerai
E mi chiedo se quel giorno ti ricorderai
non ci credo sei proprio tu
Sei diversa ma dimmi come stai?
E' passato tanto tempo non cambi mai

“ La canzone sta per concludersi e la magia che ci ha unito finirà, ma io so che ti rivedrò, non so quando, ma ti rivedrò, forse sarai diverso, forse passeranno tantissimi anni ma io ti rincontrerò”

 

Ma comunque siamo qui
chi l'avrebbe detto mai
quella notte è stata scritta per noi
una notte e forse mai più
ma non te ne pentirai
e fammi vedere chi sei...

 

“ La canzone è finita, l’abbraccio in cui eravamo uniti però tu non lo sciogli e io neanche, in fondo perché dovrei? Mi guardi con quegli occhi scuri serio e pian piano ti avvicini a me, ho capito le tue intenzioni, ma non ti fermo né mi scosto, forse perché sono ubriaca? No, non per quello, non faccio nulla per impedirtelo perché non voglio, non voglio che ti fermi”

Il giovane diede un piccolo bacio a Videl sulle labbra, senza approfondire, un piccolo bacio a fior di labbra, simbolo di una notte folle, simbolo della loro notte.

A interrompere quel magico momento fu il suono di un cellulare, il cellulare del ragazzo, lui lo prese staccandosi a malincuore da Videl e rispose.

- Pronto chi è? –

- Devi venire immediatamente a lavoro, abbiamo bisogno di te –

- Subito? –

- Immediatamente, non subito –

- Arrivo –

Chiuse la conversazione e guardò Videl con occhi dispiaciuti.

- Scusa ma ora devo proprio andare, perdonami -

- Vai, non ti devi scusare –

- Posso sapere il tuo nome? –

- Videl –

- Gohan –

- Ciao Gohan, sono sicura che ci rivedremo –

- Lo spero. Ciao Videl –

Gohan diede un bacio sulla guancia a Videl andò via correndo.

“ Gohan, ti rivedrò, non so perché ne sono così sicura, ma SO che sarà così, ci rincontreremo. Ma dove è finita Chichi? Devo trovarla, ubriaca non so che potrebbe fare”

Videl si allontanò dalla pista alla ricerca dell’amica, dopo molti giri la individuò e la raggiunse.

- Chichi, non ti trovavo più! Andiamocene subito! -

- Ok, capo, andiamo via –

- Oh, finalmente ragioni, forza usciamo –

Chichi e Videl uscirono dal locale e si incamminarono verso la casa di Chichi.

- Ovviamente stasera, Videl, dormi a casa mia –

- Davvero Chichi? Posso? –

Chichi la guardò con espressione minacciosa.

- Videl che razza di domande fai? -

- Scusa, allora accetto volentieri il tuo invito –

- Perfetto anche perché avevo già deciso –

- Certo… Ma non vedi come sei ridotta? Non ti reggi in piedi! Devo badare a te! –

- Non sono ubriaca –

- Infatti sei ubriaca fradicia –

- Perché devi avere sempre ragione? Comunque questa notte è stata speciale, vero? –

- Già, è davvero una notte speciale, come poche capitano –

Videl rispose con aria sognante, guardando le stelle e pensando a Gohan.

 

 

Note: La parte in corsivo è la canzone degli Eiffel 65 “Una notte forse mai più”.

 

 

Recensite, recensite!! Scusate il mio enorme ritardo, vi prego perdonatemi, non credevo di aggiornare così tardi. Imploro il vostro perdono.

Passando al chappy di oggi, ho voluto trattare un’altra coppia, sentendo la canzone degli Eiffel mi è venuta l’ispirazione, secondo voi ho azzeccato la scelta della canzone?

Scusate le continue ripetizioni di “giovane” e “ragazzo” ma non volevo subito svelare l’identità di Gohan.

Vi prometto che il prossimo aggiornamento sarà più rapido.

Baci

 

Marty De Nobili

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Capitolo 13
*** Piangi ancora, Bulma! ***


“ Odio piangere. Non perché io abbia paura delle sofferenze o del dolore, semplicemente odio piangere.

Piangere vuol dire mostrarsi deboli, calde lacrime che solcano il tuo viso per dare sfogo al tuo dolore, dicono.

Frottole.

Bugie.

Anche se piangi il dolore resta, continua imperterrito a lacerarti l’anima, puoi piangere, singhiozzare, ma il dolore resta.

Per questo odio piangere, perché è inutile, perché non risolvi nulla, se non quella di mostrarti debole.

Ieri ho perso i miei genitori.

Ho pianto.

Ma il dolore non è diminuito, anzi si è acutizzato.

Non voglio più piangere, perché ho capito che non serve a nulla.

Ho pianto e cosa ho risolto? Ho solo dimostrato a mio marito e a Vegeta che sono una persona debole.

Basta lacrime.

Basta pianti.

Non ho più interesse per niente, vorrei solo dormire e non svegliarmi più, perché non voglio più pensare a quello che è successo ieri.”

- Bulma, tesoro, ti sei svegliata! -

- Sì –

- Come ti senti? –

- Male, come vuoi che stia? –

Goku abbassò la testa imbarazzato, non si era mai trovato in una situazione del genere, di conseguenza non sapeva come comportarsi.

Anche lui soffriva, seppur in maniera minore rispetto a Bulma, non aveva mai fatto grande amicizia con i suoceri, però li rispettava e gli voleva bene.

Bulma lo guardava impassibile, aspettando la sua reazione.

- Hai ragione ti ho fatto una domanda stupida -

- Già, sono d’accordo –

- Sai, prima è passato il dottore Sayan… -

Gli occhi di Bulma parvero rianimarsi di colpo, solo all’udire di quel nome, ora guardava Goku con espressione interessata.

- Vegeta è venuto qui? E non mi hai svegliato? -

- Vegeta? Da quando lo chiami Vegeta? –

Goku la guardò incuriosito, sospettoso. Bulma si morse la lingua, non doveva dire “Vegeta”.

- Così, l’altro giorno abbiamo deciso di darci del tu. Perché? Ti dispiace? -

- Affatto, semplice curiosità –

Goku continuò a guardarla sospettoso per qualche secondo, Bulma intanto aveva abbassato la testa e fissava con molto interesse le sue mani.

“ Che sono stupida! Ma in fondo cosa importa? Non mi importa se mio marito mi scopre, non mi importa più di nulla”

Bulma guardò Goku e poi si distese nuovamente sul letto, intenzionata a tornare a dormire, Goku la osservò sorpreso, si avvicinò a lui, le accarezzò delicatamente i capelli, bisbigliandole parole d’affetto e consolazione. Bulma si stupì non poco quando vide che le piccole attenzioni del marito la infastidivano molto, avrebbe preferito che ci fosse stata un’altra persona accanto a lei, stufa di quei piccoli gesti d’affetto allontanò Goku con la scusa di avere il mal di testa. Goku si ritrasse, amareggiato dal comportamento della consorte, sapeva che ci voleva tempo perché lei si riprendesse dalla morte dei suoi genitori, ci voleva pazienza e amore.

Amore… Goku non era più sicuro di provarne verso Bulma, non sapeva se provava ancora amore verso Bulma, certo le voleva un bene immenso, ma l’amore, la passione con il tempo si erano assopite come una candela che brucia e poi si spegne con il passare del tempo.

- Ti lascio riposare Bulma, ci vediamo dopo -

- Ciao Goku, grazie –

Goku lasciò la stanza e si diresse verso la mensa, aveva fame.

Arrivato alla mensa, intravide in un tavolino Chichi, si scoprì felice di vederla, non contento, proprio felice.

Lei non aveva notato la sua presenza, intanto Goku aveva preso un sandwich e si avvicinato al suo tavolo, lei ancora era immersa nella lettura di un giornale.

- Ciao, posso sedermi qui? -

Chichi non aveva riconosciuto la voce, e quando alzò la testa e vide Goku, arrossì e rispose guardandolo sorpresa.

- Go… Goku! Certo che puoi, prego! -

Goku si sedette senza smettere di fissarle gli occhi, quegli occhi neri, profondi e misteriosi.

- Come va, Chichi? -

- Tutto bene, Goku, tu? –

- Insomma, ieri i genitori di Bulma sono morti in un incedente autostradale e lei è… Noi siamo ancora molto scossi –

- Capisco… Mi dispiace, condoglianze –

- Grazie –

Goku cominciò a consumare il suo pranzo, c’era molta tensione fra Goku e Chichi, era palpabile nell’aria, nessuno dei due parlò per il resto del pranzo e quando Goku finì si alzò dal tavolo.

- Grazie per la compagnia, Chichi -

- Ma non avrai mangiato troppo poco? –

- No, con questa situazione il mio stomaco si è proprio chiuso, questo è il massimo –

- Ah, ok –

Anche Chichi si alzò, Goku era più alto di lei e la guardava con sguardo perso, come se non sapesse più cosa fare, quale fosse la strada da seguire. Chichi se ne accorse.

- Goku, posso aiutarti in qualche modo? So che questa situazione non è delle più facili, anzi! Per questo vorrei aiutarti! -

- Grazie, ma non so cosa potresti fare, non so nemmeno io come aiutare Bulma –

- Ti prego, qualcosa potrò fare –

Goku afferrò la mano di Chichi e la guidò fuori dalla mensa lontano da occhi indiscreti, mentre il cuore di Goku e Chichi batteva forte per quel piccolo, ma molto significativo gesto.  

 

 

“ Come mai non sopporto più le attenzioni di Goku? Mi danno fastidio, dove è finito tutto l’amore che provavo per lui, possibile che sia finito tutto? Dov’è finita la gioia che provavo mentre lo guardavo, l’allegria quando mangiava ingozzandosi, l’amore quando mi baciava? Dov’è finito tutto questo?”

Toc, toc

- Avanti – Risponse Bulma sperando che non sia Goku.

- Sono Vegeta, ciao –

Bulma che era girata di fianco, appena sentì quella voce sussultò, si agitò e arrossì.

Si girò verso di lui e lo fissò in quei pozzi neri quali erano i suoi occhi, si mise seduta sempre continuando a guardarlo.

- Ciao, ti volevo dire grazie per ieri sera, non era compito tuo consolarmi, ho voluto una reazione troppo esagerata, in fondo ho solo perso i miei genitori -

Vegeta, udite queste parole, capì quanto era profondo il dolore di Bulma, ma comprese anche che lei lo stava vivendo nel modo sbagliato.

- Bulma, piangi ancora! -

Bulma lo guardò stranita, che richiesta era?

- Come? -

- Piangi, hai bisogno di sfogarti altrimenti verrai schiacciata dal tuo dolore, piangi Bulma –

- No, le lacrime non mi servono, posso vivere anche senza i miei genitori, si posso vivere… anche… senza… -

Bulma non riuscì a finire la frase che le lacrime le inondarono il viso, incapace di trattenersi ancora dopo le parole di Vegeta, si nascose la testa fra le mani, vergognandosi di piangere davanti a Vegeta.

Vegeta le si avvicinò e la abbracciò, per confortarla, Bulma ricambiò l’abbraccio e si aggrappò a lui come ad un’ancora di salvezza, aveva bisogno solo di Vegeta in quel momento.

Solo di Vegeta.

 

 

Recensite, recensite! Scusate ancora i ritardi che sto facendo con gli aggiornamenti, vi prego di perdonarmi, ma non ho molto per mettermi a scrivere purtroppo!

Scusate gli errori di grammatica.

Baci.

 

Marty De Nobili

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Capitolo 14
*** La scoperta di Chichi ***


Goku e Chichi uscirono dalla mensa sempre tenendosi per mano, sembravano proprio una coppia di fidanzatini, tanto che le persone che li guardavano li scambiavano per fidanzati o coniugi addirittura.

Entrambi erano arrossiti ed erano in imbarazzo per la situazione che si era creata, ma anche felici di poter avere quel piccolo contatto fisico cui anelavano da qualche tempo.

- Goku… cosa posso fare per aiutarti? -

- Penso niente Chichi, se non sostenermi con la tua amicizia – Goku non era sicuro di volere solo quella da Chichi.

- Sì, ti aiuterò per quel che posso fare, ti starò vicino come amica – Chichi era sicura di non voler essere solo quello per Goku ma sapeva che la sua infatuazione non poteva continuare.

Dopo qualche minuto si udì una voce in lontananza e sia Goku che Chichi si girarono verso la direzione da cui sembrava venire la voce, Chichi vide venire verso di sé una donna e sorrise riconoscendola.

- Chichi! Chichi, ti ho trovato! -

- Videl! Ciao, come va? –

- Bene, poi ti racconto tutto con calma – Videl lanciò uno sguardo interrogativo a Goku e Chichi capì al volo.

- Oh, scusami Videl, non ho fatto le presentazioni: Goku, questa è la mia amica Videl, Videl questo è un mio paziente e anche amico, si chiama Goku –

- Piacere – dissero all’unisono Videl e Goku stringendosi la mano.

- Chichi, ho bisogno di un favore –

- Dimmi tutto Videl –

- Ecco, mi hanno assegnato un paziente al terzo piano nella stanza 17, solo che non mi ricordo dov’è l’ascensore per salire al terzo piano, sai ho iniziato stamattina e non ho molta memoria, è da un’ora che sto cercando l’ascensore -

- Certo, non ti preoccupare, l’ascensore è dopo quella stanza, girando a sinistra – Chichi fece dei movimenti con la mano per capire a Videl la direzione, Videl annuì e lasciò i due nuovamente soli.

Si era creato di nuovo un imbarazzante silenzio che Goku cercò immediatamente di interrompere.

- Simpatica la tua amica -

- Molto. E’ la mia migliore amica e la migliore cardiologa che esista –

- E’ una cardiologa? –

- Esatto! –

- Senti Goku, io ora devo andare dal dottor Sayan per parlargli di questioni di lavoro –

- Sì, certo ci vediamo dopo Chichi, ciao –

- Ciao –

Chichi se ne andò lasciando Goku al centro dell’atrio con molta confusione in testa.

 

“Bene, la stanza 17 dovrebbe essere questa” Videl era arrivata davanti alla porta della stanza del suo paziente.

Aprì la porta e vide un giovane coricato nel letto, addormentato e con una mascherina sul viso che lo faceva respirare, si avvicinò studiandone meglio i lineamenti ed ebbe la sensazione di averlo già visto. Si avvicinò maggiormente e finalmente capì chi era esplodendo in un urlo.

- Gohan! -

“il ragazzo della discoteca” pensò mentre leggeva velocemente la sua cartella clinica.

Incidente autostradale. Riportate ferite all’addome. Tenuto sotto sedativi, con mascherina per facilitare la respirazione. Operato nella stessa notte dell’incidente: operazione eseguita con successo. Si prevede la rimozione della mascherina e il blocco dei sedativi tra una settimana minimo.

Videl sospirò dopo aver letto la cartella, Gohan non in pericolo di morte. Si avvicinò pian piano al suo capezzale e si sedette sullo sgabello vicino, guardò Gohan e si scoprì felice di rivederlo così presto, certo avrebbe preferito non doverlo rivedere in un letto d’ospedale, ma oramai era successo e Videl non poteva farci nulla.

Gli accarezzò lentamente i capelli corvini e pensò che avrebbe potuto perderlo.

“ Ma perché mi importa così tanto di lui? Ok, ci ho ballato insieme, ci siamo dati un bacio, ma è stato solo un momento, una notte di follia e nient’altro. Eppure mi sento legata a lui anche se non lo conosco affatto”

Videl restò quasi un’ora nella stanza di Gohan, incurante del fatto che il suo turno era finito da un pezzo e poteva tranquillamente tornare a casa questo perchè Videl non riusciva a staccare gli occhi da Gohan come se una strana forza magnetica l’attirasse a lui.

 

Chichi camminava per i corridoi dell’ospedale diretto verso la stanza 2, ovvero la stanza dei coniugi Son, doveva vedere la signora Son.

Arrivata, vide che la portiera leggermente aperta, si insospettì ed non aprì completamente la porta ma solo un altro pochino, guardò nella stanza e sgranò gli occhi.

Nella stanza, su un lettino, c’erano il dottor Sayan e la signora Son che si stavano baciando!! Chichi guardava attonita la scena di fronte a lei, i due non sembravano affatto intenzionati a fermarsi, anzi i baci diventavano sempre più passionali e la mani si muovevano senza sosta, Chichi con la bocca ancora aperta per la sorpresa chiuse la porta della stanza e si diresse verso l’ascensore cercando di essere il più naturale possibile.

“ Incredibile, la signora Son tradisce Goku!! E con Vegeta!! Io che mi facevo tanti problemi per quel quasi bacio tra me e Goku e lei invece… Ha tradito Goku, qui in ospedale, con il suo dottore, non riesco ancora a crederci, ora cosa devo fare? Dire tutto a Goku oppure tacere e fingere di non aver mai visto nulla?”

 

 

 

 

Recensite, recensite!!

Sì, SONO TORNATA!!! Perdonate l’attesa stavolta davvero enorme, vi chiedo immensamente scusa, ma oltre al tempo mi è mancata un cosa fondamentale per scrivere: l’ispirazione. Non avevo ispirazione per scrivere e ogni frase mi sembrava sbagliata, ogni parola inappropriata.

 

Comunque notando che nel capitolo precedente nessuno mi ha recensito, mi chiedo se forse sia il caso di cancellare questa fanfiction.

 

Scusate gli errori di grammatica.

Baci.

 

Marty De Nobili

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Capitolo 15
*** Per la prima volta ***


- Grazie Vegeta, avevo bisogno di sfogarmi e solo tu sei riuscito a capirlo -

Bulma aveva la testa sul petto di Vegeta, aveva pianto molto, ma almeno era riuscita a sfogarsi per il dolore che la morte dei genitori avevano provocato, tuttavia continuava a sentirsi in colpa verso una persona, verso Goku. Goku era suo marito e lei non lo trattava, né ormai più lo considerava come tale, le attenzioni che il marito le rivolgeva avrebbero dovuto farle piacere, sollevarle il morale, invece ottenevano proprio l’effetto contrario, la infastidivano e la irritavano. Con Vegeta invece era tutto molto diverso, quando era con lui si sentiva bene, protetta da tutto e da tutti, sentiva quel calore soffuso che ti avvolge il cuore che ormai da tanto tempo non sentiva più con Goku, o  che addirittura con lui non aveva mai sentito.

Si chiedeva cosa fosse giusto: negare la propria felicità per non fare un torto a Goku, oppure dirgli tutto e lasciarlo?

Già, lasciare Goku era un’idea che maturava da tempo e con Vegeta questa sua idea era andata a concretizzarsi sempre più.

Era innegabile non amava più Goku, ammesso e non concesso che mai lo avesse amato, non ci stava bene con lui, gli voleva bene indubbiamente, ma ormai l’amore era volato via come delicati petali trasportati dal vento.

- Bulma, ti senti meglio? – chiese Vegeta premuroso, anche se la situazione lo imbarazzava, lui non era tipo da queste cose, eppure non riusciva a scostare Bulma dal suo petto, la sensazione era troppo piacevole.

- Sì Vegeta. Grazie per il tuo aiuto, per il tuo sostegno,io non so come avrei fatto senza di te –

- C’è tuo marito –

- Non è la stessa cosa, non siete le stesse persone –

- Lo so, ci mancherebbe questo! –

Bulma fece una piccola risata e poi nella stanza tornò il silenzio, stranamente Bulma, che aveva da sempre odiato il silenzio, in quel momento lo trovava bello, confortante, e voleva che quell’attimo durasse per sempre, ma sapeva che niente è eterno.

- Vegeta posso farti una domanda? -

- Sì –

- Il dolore che provo scomparirà mai? –

- No. Si attenuerà con il tempo ma non scomparirà mai, il ricordo dei tuoi genitori sarà sempre coma una tenera pugnalata al cuore. Scusami per queste parole, ma sono vere, non servirebbe a niente illuderti –

- Lo so, infatti non voglio che tu mi illuda, eppure queste parole tu le pensi, tu questo l’hai provato questo dolore vero? –

- Sì, da piccolo, i miei genitori sono morti, ho sofferto tantissimo –

Bulma alzò la testa dal suo petto e guardò Vegeta dispiaciuta, aprì la bocca per parlare ma non fece in tempo a dire niente che Vegeta gli posò un dito sulle labbra, guardandola serio.

- Non scusarti, so che volevi fare questo ma non farlo. Se ti ho detto quelle cose è perché di te mi fido, quindi non scusarti Bulma –

Vegeta tolse il dito dalle labbra di Bulma e la baciò, senza secondi fini o altro, la baciò in un tenero contatto di labbra, Bulma non si staccò, non ci riusciva, nessuna giustificazione le sembrava abbastanza motivata da interrompere quel contatto.

Goku, essere nell’ospedale, che Vegeta era un dottore, inezie che non contavano più niente.

Dopo qualche secondo si staccarono senza fiato continuando a guardarsi intensamente, Bulma non resistette più e baciò nuovamente Vegeta, però diversamente da prima, stavolta c’era passione, c’era desiderio in quel bacio.

Vegeta ricambiò subito quel bacio e cominciò a togliere i vestiti a Bulma, mentre lei era impegnata con quelli di Vegeta.

Si amarono per la prima volta lì, in quel letto d’ospedale, ma fu per entrambi meraviglioso, perché non conta dove sei, ma con chi sei e quali emozioni provi.

Vegeta, avrebbe voluto restare lì con lei per sempre, ma la dolorosa realtà li colpì nuovamente, lei era sposata, loro erano in ospedale e se li avessero beccati sarebbero stati guai grossi sia per Bulma sia per Vegeta, quindi, a malincuore, Vegeta si rivestì e uscì dalla stanza 2 con in testa l’immagine di Bulma.  

 


Photobucket

 

Chichi camminava inquieta per i corridoi dell’ospedale, non sapeva cosa fare, qual era la decisione giusta da prendere? Era così persa nei suoi pensieri che andò a sbattere contro una persona che correva e cadde a terra.

- Che male! Scusi, non l’avevo vista, stavo pensando e allora… - Chichi ancora non aveva alzato gli occhi verso il misterioso uomo e quando li alzò si bloccò.

- Goku! –

- Chichi dovrei essere io a scusarmi, correvo e non ti ho vista, ma ti sei fatta male? Aspetta che ti aiuto a rialzarti -

- Non ti preoccupare, non mi sono fatta niente, grazie dell’aiuto – Chichi si alzò da terra continuando a fissare Goku.

- Goku, dovrei parlarti –

- Ora non posso –

- E’ urgente! –

- Chichi, mi dispiace ma non posso proprio, ci vediamo stasera se sei di turno –

- Non, stasera non sono di turno –

- Senti, io devo andare ci vediamo domani allora, ciao –

Goku salutò Chichi e riprese a correre più veloce di prima, chissà dove doveva andare, si chiedeva Chichi per avere tutta quella fretta.

- Ciao Goku – disse Chichi al corridoio perché Goku si era già volatilizzato.

 

 

Recensite! Recensite!

Eccomi stavolta l’aggiornamento è stato più breve, ci tenevo a dirvi che ho deciso che non cancellerò la ff.

Ringrazio Vegetina, Clover chan, BULMA_007, vale_88, sexxxychichi, lillax, LaTerrestreCrazyForVegeta, Temari_93, scusatemi ma non ho il tempo di ringraziarvi uno per uno.

 

Scusate gli errori di grammatica.

Baci.

 

 

Marty De Nobili.

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Capitolo 16
*** L'avvocato ***


- Videl, come va

- Videl, come va? -

- Chichi! Tutto bene, diciamo – ammise Videl con aria triste.

- Perché diciamo? –

- Oggi un ragazzo è stato investito, lo conoscevo

- Oh, sta molto male? Chi è? –

- E’ il ragazzo che ho incontrato ieri alla discoteca. Stanotte è stato investito, ora è in terapia intensiva –

- L’hai conosciuto ieri? E perché ti sta tanto a cuore? Lo conosci da, a malapena, un giorno! –

- Non so spiegarti perché però quel ragazzo mi ha colpito da subito, ti assicuro che ne sono rimasta affascinata, poi ieri non te l’ho detto, ma con questo ragazzo mi sono anche baciata –

- COSA????? Ma come hai osato non raccontarmelo subito!!! – chiese agitata Chichi fingendo di essere molto arrabbiata, ma in realtà era solo molto curiosa.

- Scusa, scusami! Però non mi era sembrata una cosa così importante, cioè è stato un bacio, senza lingua, che ci siamo dati in un momento di ebbrezza, io non pensavo di rincontrare questo ragazzo, però oggi l’ho incontrato e ho capito che mi sono presa una cotta per lui –

- Te ne sei innamorata dopo un giorno? –

- No, addirittura innamorata! Mi piace, molto. E’ una semplice infatuazione, che già tra qualche giorno mi sarà passata

- Se lo dici tu… - disse Chichi sibillina.

- E tu invece? – replicò Videl per cambiare argomento.

- Ho una cotta – confessò Chichi, guardandosi attorno e abbassando la voce, erano alla mensa dell’ospedale e non voleva che orecchie indiscrete la sentissero.

- Per chi? – Videl sgranò gli occhi per la sorpresa e per la curiosità.

- Per un mio paziente –

- Ah. E’ proprio un vizio innamorarsi dei pazienti –

- Non sono innamorata! – replicò stizzita Chichi, quella affermazione la disturbava perché, probabilmente, non aveva il coraggio di accettarla, perché accettarla significa ammettere una verità che disturbava, che non andava d’accordo con la realtà e che si preferiva che fosse menzogna, supposizione e non verità.

- Scusa! Non volevo offenderti! –

- No, scusami tu. E che mi dà fastidio sentire dire che mi sono innamorata quando… non è vero!

- Non mi sembri così convinta nemmeno tu –

- Infatti non lo sono. Però non posso essermi innamorata di un uomo che conosco da pochi giorni, non so nulla di lui –

- E’ bello? –

- Stupendo –

- E allora qual è il problema? Anche se fossi innamorata magari lui ti ricambia, aspetti che esce dall’ospedale e non è più tuo paziente e poi ti ci fidanzi!

- E’ sposato –

- Questo complica leggermente le cose –

- Già –

- Magari lui la vuole lasciare la moglie, perché si è innamorato della sua infermiera –

- Smettila, non sei divertente! E poi io non voglio rovinare la sua relazione con la moglie, non ne ho la minima intenzione –

- Sei sempre stata onesta Chichi, però dovresti prendere in considerazione i sentimenti di lui

- Lui ama sua moglie e io non mi voglio intromettere, primo perché lui non mi vuole e secondo io non voglio essere l’amante di nessuno! –

- Ok, ho capito. Sono proprio contenta di aver rivisto Gohan sai? –

- Gohan? –

- Il ragazzo di cui ti parlavo prima

- Ah, sì scusa –

- Ora, scusami Chichi, ma la mia pausa è finita, devo andare a visitare alcuni pazienti –

- Ciao –

Videl si allontanò e Chichi rimase lì seduta al tavolo, pensando che forse aveva ragione Videl, forse lei si era innamorata di Goku, però come poteva essere?

Chichi sbuffò, troppi pensieri le vorticavano nella mente, Vegeta, la signora Son, Videl e… Goku.

- Che rabbia. Odio questi pensieri -

In fretta si alzò dal tavolo e si diresse verso Pediatria, quel giorno doveva lavorare in quel reparto.

Chichi adorava lavorare lì per un motivo semplice, amava i bambini. Certo, le dispiaceva che fossero in ospedale, perché significava che erano malati, però per lei era sempre una gioia vederli, desiderava tanto diventare madre, però non aveva mai trovato l’uomo giusto con cui colmare questo desiderio, anche perché non era una cosa facile, assolutamente no.

Arrivò alla porta della piccola Jane, una bella bambina di sette anni che aveva preso gli orecchioni, in forma lieve poiché aveva fatto il vaccino.

Bussò, poi entrò, vide i premurosi genitori di Jane, intenti a guardare un cartone animato insieme alla bimba.

- Buongiorno! Come sta oggi la piccola Jane? –

- Bene, molto bene – rispose la madre.

- Forse non era neanche il caso di portarla in ospedale due giorni fa, siamo stati impulsivi – disse il padre guardando l’ora nel suo orologio da polso.

- No. Secondo me no. Vostra figlia stava male, è vero, avendo fatto il vaccino, aveva soltanto una lieve forma di parotite, però è sempre meglio prevenire che curare, meglio che l’avete portata qui dove è stata assistita e dove si è fatta una nuova amica – concluse lanciando uno sguardo a Jane.

- Sì! Giusto, ha ragione la mia amica! – concluse Jane sorridendo smagliante.

- Jane, sei contenta? Oggi potrai lasciare l’ospedale –

- Sì, però mi dispiace di una cosa –

- E di cosa? –

- Mi dispiace di non vederti più –

- Oh – Gli occhi di Chichi si inumidirono, la spontaneità e la sincerità di Jane le provocava un’emozione incredibile, un senso di affetto e amore verso di lei unico nel suo genere.

- Ma non è detto che non ci vedremo mai più –

- Domani ci vedremo? –

- No – ammise Chichi con tristezza.

- Appunto – Jane abbassò la testa.

- Domani no, ma un altro giorno sì –

- Quando? –

- Presto. Non preoccuparti –

- Jane, non infastidire l’infermiera, mica può sempre stare con te – l’ammonì la madre.

- Scusa – disse Jane rivolta a Chichi.

- Signora, non c’è alcun problema, non la rimproveri – rispose Chichi con dolcezza.

- Devi andartene via subito? –

- No, Jane, non subito, perché? –

- Mi aiuti a colorare questo disegno? – disse Jane tirando fuori dal cassetto del comodino vicino al letto un foglio su cui erano disegnati alcuni animali, non ancora colorati, e una confezione di pennarelli.

- Certo, li hai disegnati tu questi animali? –

- Sì – ammise con orgoglio Jane.

- Sono stupendi, ero sicura che li avessi fatti tu -

- Tesoro, scusa ma il tuo orologio che ore fa? – chiese all’improvviso il padre di Jane scuotendo l’orologio.

- Sono le due, perché? –

- Maledizione – imprecò.

- Che succede? –

- Avevo un appuntamento di lavoro alle due e mezza, come ben sai, il mio ufficio è dall’altra parte della città e per arrivare puntuale sarei dovuto partire da qui almeno all’una e mezza, però il mio orologio si è fermato e mi segna ancora le dodici –

- Oh, mi dispiace, chiama il tuo cliente e digli che arrivi alle tre, se parti subito ce la fai –

- Hai ragione, inoltre sarebbe troppo disdicevole annullare l’appuntamento, sai è un cliente importante. Ma dov’è il mio telefono? – il padre si stava guardando frettolosamente nelle tasche ma del telefono non v’era traccia da nessuna parte.

Dopo qualche secondo Jane gridò tirando da sotto il cuscino proprio il telefono del padre!

- Jane! -

Jane rideva, contenta che il suo scherzo fosse riuscito. – Chiamo io il tuo amico –

- No, Jane ridammi il telefonino -

- NO! – si impuntò Jane.

- Jane, non fare la bambina capricciosa, ridai il telefono a tuo padre – intervenne Chichi.

- NO! –

- Facciamo così Jane: tu fai il numero però parlo io, ok? –

- Ok – rispose la bimba un poco imbronciata.

- Allora io esco, non vorrei essere indiscreta ascoltando la telefonata – disse Chichi alzandosi.

- No resta, altrimenti non ridò il telefono a papà – la minacciò la bimba.

Chichi cercò lo sguardo del padre di Jane come per chiederle cosa dovesse fare.

- Resti signorina, non mi disturba la sua presenza –

- Va bene – rispose Chichi risiedendosi.

- Sei contenta ora Jane? –

- Sì papà  -

- Sai come si cerca un numero nella rubrica? –

- Sì, premendo questo tasto! Me lo hai insegnato tu papà –

- Giusto, premi questo tasto quattro volte ora – disse il padre indicando il numero 7 quindi per cercare la lettera S.

- Fatto! –

- Bene, ora scendi con la freccetta fino a che non ti dico di fermarti –

- Ok – disse la bimba continuando a premere il tasto.

- Ferma! Ecco il numero –

La bambina lesse il nome dell’amico del papà a voce alta.

- Son! Il tuo amico si chiama Son Goku! -

- Esatto. Diventi sempre più brava a leggere, ora premi il tasto verde e poi dammi il telefono –

- Sì –

Chichi era rimasta con la bocca socchiusa per la sorpresa, Son Goku?

Aveva sentito bene o le sue orecchie l’avevano ingannata? Eppure era sicura di aver udito perfettamente le parole di Jane, immediatamente si chiese che lavoro facesse il padre di Jane, perché aveva ben sentito da lui che Goku non era suo amico ma suo cliente.

- Signor Son? Sono l’avvocato Cesare, la cercavo per dirle che ritardo perché ho avuto un imprevisto, la prego di scusarmi, arriverò al mio studio alle tre, se ha il tempo di aspettarmi mi farebbe grande favore - disse il padre con il telefono appoggiato all’orecchio.

Chichi pensò che all’altro lato del telefono c’era Goku, poi si fece due calcoli mentali, lei aveva incontrato Goku all’una e mezza e lui andava di corsa come se fosse in ritardo, Cesare aveva detto che aveva un appuntamento con lui alle due e mezza, quindi Goku andava di fretta perché temeva di non arrivare in orario all’appuntamento con Cesare! Certo che era proprio buffo, erano nello stesso ospedale, però non lo sapevano e si dovevano incontrare dall’altra parte della città!

Chichi sorrise pensando alla stranezza della vita, poi si riconcentrò sulla telefonata.

- Grazie signor Son, sto arrivando, mi scusi ancora! –

In fibrillazione il padre mise giù il telefono, salutò velocemente la moglie e Jane, poi uscì dalla stanza correndo.

- Cesare diventa euforico quando ha tra le mani una causa importante – disse la moglie come per giustificare l’atteggiamento frettoloso del marito.

- Già, beh meglio per lui se ha tante cause importanti –

- Certo, fa un lavoro che a volte non gli piace, però ci mette passione –

- Perché a volte non gli piace? –

- Vede, Cesare fa l’avvocato divorzista, quindi a volte gli dispiace vedere giovani coppie che vogliono divorziare –

- Un avvocato divorzista? –

- Sì, esatto –

Chichi sbarrò gli occhi, Goku era andato da un avvocato divorzista.

Perché? Si voleva forse separare dalla signora Son?

Mille interrogativi riempivano la mente di Chichi e lei non sapeva trovare risposta per nessuno di quelli.

- Scusate ma adesso devo proprio andare. Stasera prima che torni a casa vengo qui a salutarti, ok Jane? -

- Va bene, ma devi proprio andartene? –

- Sì, devo proprio –

Chichi schioccò un bacio a Jane e uscì dalla stanza, andando verso altre stanza per fare le quotidiane visite ad altri bambini.

Quando finì erano le tre e mezza passate, stanca si diresse verso la sala delle infermiere per riposare un attimo, prima di arrivare incrociò Vegeta.

Nella mente rievocarono i ricordi di quello che aveva visto nella stanza 2, Vegeta e la signora Son avvinghiati che consumavano la loro passione.

Non voleva parlare con lui però non poteva evitarlo anche perchè lui la stava chiamando.

- Chichi? Ma dove eri finita, è un’ora che ti cerco! -

- Ero in pediatria – disse con voce pungente, non riusciva a fare a meno di giudicare sbagliato l’atto di Vegeta, sapeva che non aveva alcun diritto di giudicarlo, però non riusciva a restarne indifferente come avrebbe voluto.

- Ok, mi devi aiutare. Intervento chirurgico –

- Va bene, che intervento è? –

- Intervento al cuore. Dobbiamo mettere un pace-maker nel cuore di una sessantenne, mi hanno affidato l’operazione, serviva un’infermiera e visto che tu sei l’infermiera meno irritante ho pensato a te –

- Sempre gentile! – rispose ironicamente Chichi guardandolo di traverso.

- Lo so, spesso lo sono troppo… -

- …poco – completò Chichi zittendo Vegeta.

- Veramente volevo dire troppo e basta! – replicò a bassa voce Vegeta.

- La signora ha bisogno di un pace-maker temporaneo o permanente? – chiese Chichi.

- Permanente, ecco siamo arrivati –

- Bene –

Vegeta e Chichi entrarono in una sala chirurgica, dentro vi erano altri due medici e qualche altro infermiere come da prassi, dopo aver indossato il vestito da chirurgo e aver anestetizzato solo la parte operante della signora l’intervento iniziò.

Fu un intervento da manuale, senza alcuna complicazione e perfettamente riuscito.

Quando l’intervento finì Chichi e Vegeta uscirono dalla sala operatoria e si diressero verso l’atrio, erano le sei del pomeriggio e il sole cominciava a tramontare illuminando l’atrio con i suoi raggi rossi e arancioni.

Chichi non riusciva più a trattenersi, non poteva sopportare di lavorare accanto a Vegeta portandosi quel segreto, così prima che si separassero decise di dirglielo.

- Perché sei andato a letto con la signora Son? -

Vegeta sbloccò di colpo guardando Chichi allibito, lei aveva scoperto il suo segreto? Come aveva fatto?  

- Come? Che stai dicendo? -

- Ti ho visto. Nella stanza 2 ieri avvinghiato alla signora Son, perché? Se volevi qualcuno con cui divertirti perché proprio una donna sposata e poi perché in ospedale? E se vi avesse visto il marito? Un altro infermiere o dottore? Il direttore? Che avresti fatto?

- Non ci ha visto nessuno. Poi come ti permetti di spiarmi? -

- Errore. Io ti ho visto, e forse non sono stata l’unica. Io non ti ho spiato! La porta era socchiusa, mi è bastato avvicinarmi per vedervi –

- Lo dirai al marito? –

- No, non lo farò. Non è mio compito. Sarete tu e sua moglie a decidere se dirlo a Goku o meno –

- Allora perché me lo hai detto? –

- Per farti sapere quanto penso che tu sia vile

Chichi si allontanò per tornare nella stanza di Jane per salutarla, Vegeta rimase qualche minuto nell’atrio, riflettendo sulle parole di Chichi, forse aveva ragione lei, si stava comportando da vile con Bulma, in fondo la faceva solo soffrire in qualunque modo guardasse la questione, le faceva commettere l’adulterio e non potevano essere che amanti nell’ombra.

Si disse che forse avrebbe dovuto troncare ogni relazione con Bulma per il suo bene.

 

 

 

 

Note: L’avvocato Cesare è un personaggio da me puramente inventato, lo stesso vale per Jane, la moglie dell’avvocato e la signora con il pace-maker.

 

 

 

Recensite! Recensite!

Scusate la lunga attesa, ma aggiornare in questo periodo mi è proprio difficile.

Goku è andato da un avvocato, forse per divorziare da Bulma? Forse perché si è innamorato di Chichi? Cosa farà Vegeta? Troncherà la sua relazione con Bulma o continueranno ad essere amanti? Saprete tutto nei prossimi chappy!

 

Parte medica: Il pace-maker un apparecchio che stimola elettronicamente la contrazione cardiaca quando questa non è assicurata autonomamente. L’apparecchio vieni sistemato mediante intervento chirurgico in anestesia locale, nella parte toracica o addominale. Un pace-maker può essere impiantato temporaneamente o permanentemente. Vivere con un pace-maker comporta visite e controlli elettrocardiografici frequenti e alcune precauzioni, quali non lavorare presso centrali elettriche e fare attenzioni alle porte magnetiche; per il resto non ci sono problemi.

 

Tutto preso dal mio libro di medicina ^^

 

Volevo chiarire una cosa per la questione della cancellazione della ff, io volevo cancellarla perché pensavo che alle persone che leggono non piacesse e che, per questo, non la commentassero, scusate se mi sono espressa male. Ribadisco che non la cancellerò.

 

 

Ringraziamenti:

 

vale_88: penso che si sia capito dove era diretto Goku! Ora manca solo sapere perché! Spero che il chappy ti sia piaciuto! Un besos!

 

Vegetina: sono anche la mia coppia preferita in Dragonball! Però anche Chichi e Goku li  adoro! Goku è andato dall’avvocato Cesare, ora resta da capire perchè! Spero che il chappy ti sia piaciuto! Un besos!

 

Swwtcicia: grazie mille, mi fa piacere che la storia ti piaccia! Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto! Un besos!

 

Temari_93: grazie! Aspetto con ansia le tue recensioni! Anch’io adoro Vegeta! Spero che il chappy ti sia piaciuto! Un besos!

 

lilla4eve: non ti preoccupare della recensione! Io avevo fatto quell’annuncio perché temevo che la storia fosse brutta e che per questo nessuno la recensisse! Spero che il chappy ti sia piaciuto! Un besos!

 

lillax: mi dispiace che il chappy non sia stato presto, scusami. Spero che il chappy ti sia piaciuto! Un besos!

 

sexxxychichi: Goku è andato da un avvocato divorzista, resta solo da capire perché! In questo chappy c’è un po’ di suspance ma è necessaria alcune volte. Spero che il chappy ti sia piaciuto! Un besos!

 

BULMA_007: grazie del complimento! Spero che il chappy ti sia piaciuto! Un besos!

 

Clover chan: devi chiamarmi Marty!! ^^ Grazie per i complimenti, spero che il chappy ti sia piaciuto! Un besos!

 

Spero di aver scritto tutti i vostri nickname correttamente, se ne ho storpiato qualcuno scusatemi tanto.

 

Ringrazio tutti per i complimenti.

 

Scusate gli errori di grammatica.

Baci.

 

 

 

Marty De Nobili.

 

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Capitolo 17
*** Divorzi e baci ***


“Amanti nell’ombra, questo siamo destinati a essere

“Amanti nell’ombra, questo siamo destinati a essere?” si chiedeva Bulma mentre preparava la sua valigia, l’indomani avrebbe lasciato l’ospedale, erano guariti e non vi erano più ragioni che li trattenessero lì, o per meglio dire, non vi erano ragioni cliniche che la trattenessero lì.

Perché il cuore la voleva trattenere, voleva che restasse con quell’uomo che era stato capace di conquistarla come mai nessuno aveva fatto, l’aveva consolata ed aiutata a superare la perdita dei genitori che era ancora una ferita fresca che faceva molto male, le aveva fatto provare il piacere più intenso e sublime che l’essere umano può provare, l’aveva fatta innamorare totalmente e perdutamente. Ma lei era sposata, come avrebbe preso Goku la notizia di un eventuale divorzio? E lei, era veramente pronta a buttare all’aria un matrimonio per uomo conosciuto da appena una settimana? Il cuore e l’istinto gridavano sì a pieni polmoni, ma la sua testa le consigliava di andarci cauta, di non essere avventata e di ragionare razionalmente. Avrebbe dovuto conoscerlo meglio, ma l’avrebbe dovuto fare prima di andarci a letto, ormai era tardi per i rimpianti, era troppo tardi.

Vegeta si dirigeva a passo lento verso la stanza di Bulma, era giunto il momento di un confronto.

Arrivato si appoggiò allo stipite della porta e sospirando l’aprì. Guardò Bulma indaffarata fare la sua valigia e comprese, o per meglio dire, ricordò che lei preso se ne sarebbe andata. Pensò che questa sarebbe stata la cosa migliore per dimenticarla, eppure vederla fare le valigie lo turbava, sapeva che stava facendo le valigie anche nel suo cuore e che presto se ne sarebbe andata lasciandolo solo. Tossì per attirare la sua attenzione, Bulma si girò di scatto e lo fissò sorpresa; nonostante tutti i suoi pensieri, i suoi propositi, non appena lo vide pensieri poco puri si affacciarono nella sua mente. Il ricordo del loro ultimo incontro le si parò di fronte, e un desiderio si accese dentro di lei. Ma decise di soffocarlo, non poteva lasciarsi andare di nuovo.

Anche Vegeta avrebbe voluto fare tutto tranne che parlare, però non poteva ignorare il discorso con Bulma, era troppo importante.

- Ciao Bulma -

- Ciao… -

Vegeta prese fiato.

- Dobbiamo parlare -

Bulma non si aspettava che Vegeta volesse parlarle, non credeva che avrebbe voluto quello da lei, comunque era d’accordo con lui.

- Sì, credo sia giusto – smise di fare le valigie e si girò a guardarlo; ora erano uno di fronte all’altra.

- Io non sono pratico di discorsi, ma capisco che urge un chiarimento fra noi due. E il compito più difficile spetta a te, tu sei sposata Bulma –

- Già… E con un uomo che non meritava assolutamente che io lo tradissi – disse un tantinello acida.

Vegeta si sentì punto da quell’affermazione: - Mi stai accusando di qualcosa?! Non mi pare di averti violentata, né che tu abbia fatto qualcosa per impedire quello che stava per succedere! –

- Lo so! Infatti non incolpo te… solo che Goku non meritava questo… mi vergogno di me stessa, cedere in questo modo ad un perfetto sconosciuto poi… -

Vegeta aprì leggermente la bocca per la sorpresa e per la delusione.

ad un perfetto sconosciuto…

Ecco cos’era per lei. Un perfetto sconosciuto.

E lei cos’era per lui? Non era una perfetta sconosciuta e di questo Vegeta ne era sicuro e pensava che anche lei fosse della stessa opinione, ma a quanto sembrava non era così. E’ vero che aveva pensato di troncare la loro relazione per il suo bene ma non aveva pensato che per Bulma lui non fosse nessuno. Il suo sguardo si indurì.

- Beh, per fare sesso non bisogna per forza conoscersi! Mettiamola così Bulma: è stato solo divertimento. Tu tornerai alla tua bellissima vita con tuo marito e io torno alla mia. Non ci incontreremo mai più, presto ci scorderemo anche di questa storia –

Vegeta non credeva molto alle sue parole, sarebbe stato realmente in grado di dimenticarla? Quella donna entrata così facilmente nel suo animo così impenetrabile, se ne sarebbe andata così velocemente com’era venuta? Ma a quel punto non aveva più scelta, era ovvio che lei si fosse pentita del suo gesto, quindi meglio mettersi l’animo in pace.

Bulma era rimasta da una parte sollevata da quelle parole, è vero, avrebbe potuto ricominciare la solita vita e forse sarebbe riuscita nuovamente ad innamorarsi di Goku, anche se in quel momento la vedeva come una cosa impossibile e forse lo era.

- Hai ragione. E’ stato solo un errore, dimentichiamolo. Torniamo paziente e dottore – Bulma gli tese la mano, quasi a voler suggellare quel patto, lui la strinse continuando a guardarla.

Era così bella…

Poi bruscamente si riscosse da quei pensieri, potevano portargli solo sofferenza, non avrebbe mai più toccato quel corpo così perfetto. Gli sarebbe rimasto solo un ricordo dal sapore agrodolce.

- Ora vado, salve signora Son -

Bulma stava per ribattere che non c’era bisogno che fossero così formali, ma non ne ebbe il tempo, lui era già uscito dalla stanza.

Lei si sedette sul letto, aveva fatto la cosa più giusta? Indubbiamente era la cosa più logica e sensata che avrebbe dovuto fare, ma era anche quella più giusta? Non lo sapeva.

Sentiva però dentro di sé non il dolce sollievo che avrebbe dovuto procurargli sapere che non avrebbe più tradito suo marito bensì una cocente tristezza e la dura consapevolezza che aveva rinunciato all’unico uomo che l’avesse mai fatta veramente innamorare.

Era inutile continuare a mentire soprattutto a se stessa, non era mai stata innamorata di Goku, certo le piaceva e lo reputava un amico unico ed il suo fisico era perfetto, ma… la vera scintilla lei non l’aveva mai provata. Almeno con lui.

Ma a proposito di Goku, si domandò Bulma d’un tratto, dove è finito? Mi ha detto che andava in città per sbrigare delle commissioni ma è via da quasi due ore, chissà perché sta ritardando tanto, si chiese dubbiosa e un pochino impensierita. Però dopo un po’ si disse che probabilmente aveva incontrato traffico e che quindi stava ritardando per quello, si alzò dal letto e riprese a fare le valigie.

 

Goku era nell’ufficio dell’avvocato Cesare, era un avvocato di successo che avrebbe senz’altro potuto aiutarlo. Era seduto nella salottino del suo ufficio, era solo, l’avvocato riceveva solo per appuntamento e al momento era il solo ad essere in attesa. L’avvocato le aveva telefonato scusandosi per il ritardo e dicendogli di rimanere nel suo studio che sarebbe arrivato a breve, Goku quindi si era seduto in una poltroncina di pelle, in attesa dell’avvocato.

Era andato dall’avvocato per dargli delle carte di un suo amico che avrebbe divorziato a breve, purtroppo lui era impossibilitato ad andare dall’avvocato e quindi aveva chiesto a Goku questo piacere che ovviamente Goku aveva accettato con gentilezza. Goku pensò a Bulma, al loro matrimonio e… anche al divorzio. Non aveva mai pensato ad un divorzio perché lui voleva stare con Bulma, lui l’amava e stare insieme a lei lo rendeva felice, credeva di essere veramente innamorato di Bulma. Però da quando erano entrati in quell’ospedale qualcosa nel loro rapporto era cambiato, sentiva che l’affiatamento e l’amore che li aveva uniti all’inizio era svanito quasi come per magia. Pensò a Chichi, a come si sentisse bene in sua presenza, come avrebbe voluto stare sempre in sua dolce compagnia e a quanto desiderava baciarla, abbracciarla…

Scosse la testa, ma che pensieri gli venivano?! Possibile che si fosse innamorato di Chichi? Razionalmente si rispondeva di no, ma in fondo sapeva benissimo quale strada aveva intrapreso il suo cuore. In quel momento avrebbe voluto lasciare Bulma per mettersi con Chichi, ma non era una scelta facile, lui voleva molto bene a Bulma e non voleva assolutamente farla soffrire, era l’ultima cosa che desiderava. Però sentiva che stare con lei, dirle che l’amava era soltanto ormai una finzione, e sospettava che quello valesse anche per lei.

Ad interrompere i suoi pensieri fu la porta dello studio che si aprì improvvisamente, seguita dall’entrata di uomo: l’avvocato Cesare. Egli si guardò intorno e quando vide Goku gli corse  incontro.

- La prego di scusarmi per il ritardo signor Son! La batteria del mio orologio si è scaricata e non mi sono accorto del passare del tempo – disse l’avvocato Cesare scusandosi.

- Non si preoccupi, può succedere a tutti – gli rispose Goku con un sorriso comprensivo.

Cesare sorrise ed invitò Goku a seguirlo nel suo studio, lo fece accomodare e poi andò dritto nel mobiletto dove teneva i liquori.

- Gradisce qualche liquore signor Son? Mi dica -

- No grazie, se ce l’avesse vorrei semplicemente un bicchiere d’acqua –

- Oh ma certo! Glielo porto subito –

Cesare tirò fuori una bottiglia d’acqua dal mini-bar e la versò in un bicchiere, poi lo servì a Goku sedendosi nella poltrona di fronte a lui.

- Dunque signor Son, so che lei è venuto a portarmi della carte da parte del signor Miller, visto che lui non poteva venire, giusto? -

- Esatto, Mike mi ha chiesto questo favore, dicendo che aveva già provveduto ad avvertirla –

- Sì, infatti. Mi può dare le carte? –

Goku porse la cartellina contenente i documenti all’avvocato, lui li sfogliò velocemente per poi riporli dentro un cassetto.

- Perfetto. Poi telefonerò al signor Miller per dirgli che inizierò subito le pratiche per il divorzio -

- Bene allora io posso andare –

- Certo signor Son, arrivederci –

Cesare si alzò e strinse la mano a Goku, lui si avviò alla porta ma appena ebbe poggiata la mano alla maniglia, si fermò.

- Scusi, posso chiederle una cosa? -

- Certo, mi chieda pure –

- Lei è un avvocato divorzista, quindi vede spesso coppie che si lasciano. Perché la maggior parte… si lascia? – chiese Goku titubante.

Cesare sorrise malinconicamente: - Spesso uno dei due tradisce l’altro e quindi il divorzio non è consenziente; altre volte i due capiscono di non amarsi più, che è inutile fingere di amarsi quando quel sentimento non vive più nei loro cuori; altre volte ancora uno dei due non prova più amore per l’altro e non vuole più illuderlo, quindi decide di lasciarlo, vi sono tante e varie cause che portano al divorzio tra due persone –

- Le è mai capitata una coppia in cui l’uomo si era innamorato di un’altra donna e fosse sicuro di amarla e di provare solo affetto per la moglie?

- Certo che mi è capitato! A volte l’amore con quest’altra donna finiva a buon fine, altre volte finiva male e l’uomo rimpiangeva di aver divorziato dalla moglie. In questi casi, a parer mio, bisognerebbe essere sicuri dell’amore che si prova per quest’altra donna e non essere avventati e impulsivi, a volte si prendono decisioni impulsive guidate magari solo da sentimenti deboli che poi svaniscono in poco tempo. Quindi meglio essere riflessivi e impulsivi al punto giusto, una via di mezzo -

- Grazie per quello che ha detto, mi ha fatto capire delle cose – Goku sorrise e se ne andò.

Cesare si sedette sulla sedia pensando allo sguardo di Goku, gli aveva dato l’impressione di un uomo molto innamorato ma anche infelice, quasi come se non potesse vivere il suo amore.

“Se ho inteso bene i sentimenti di quell’uomo potrei anche rivederlo senza più la stessa fede al dito”

Goku tornò nella sua auto, e si diresse verso l’ospedale, adesso sapeva cosa fare.

 

Chichi vagava per l’ospedale in cerca di Vegeta, doveva chiedergli alcune cose riguardo ad un paziente. Non riusciva a smettere di pensare a quello che era accaduto nella stanza di Jane: Goku e l’avvocato divorzista, che legame potevano avere? Goku voleva divorziare alla signora Son? Interrogativi che si ripetevano senza sosta nella mente di Chichi e a cui lei non riusciva ovviamente a trovarvi delle risposte. Arrivò nell’atrio sbuffando, Vegeta sembrava essere volatilizzato nel nulla. Si fermò nel banco delle infermiere per chiedere a loro se l’avessero visto, ma nessuna gli seppe dare notizie.

Improvvisamente la porta dell’atrio si aprì ed entrò Goku, Chichi arrossì quando lo vide che le veniva incontro.

- Goku! -

- Chichi, vieni con me per favore – disse Goku con voce supplicante.

Chichi annuì stranita, camminarono per qualche minuto, poi Goku controllò che non ci fosse nessuno. Chichi era sempre più pensierosa, che voleva Goku? Però prima che riuscisse a domandarglielo, Goku prese il suo volto fra le mani e la baciò.

 

 

 

Note: Anche Mike Miller è un personaggio inventato da me.

 

Ecco… io non so come scusarmi *tutti la guardano con sguardo omicida* lo so è quasi un anno che non aggiorno, avete ragione, avete tutti perfettamente ragione, mi faccio schifo da sola ç__ç Non posso chiedervi di commentare, capisco che non mi merito recensioni ç__ç Spero solo di non avervi deluso con questo capitolo e vi prometto (stavolta veramente) che aggiornerò molto più velocemente. Chiedo scusa a tutti per questa lunghissima attesa.

Scusate gli errori di grammatica.

Baci.

 

Marty De Nobili.

 

 

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Capitolo 18
*** Scoperta dei sentimenti ***


Se qualcuno chiedesse a Goku il perché di quel bacio, così istintivo e imprudente, non vi saprebbe rispondere

Se qualcuno chiedesse a Goku il perché di quel bacio, così istintivo e imprudente, non vi saprebbe rispondere. Forse vi direbbe che è accaduto quel che si dice “l’essere guidati solo dal cuore”. Il cuore non si crea ostacoli, ama e basta. E’ il cervello a farci capire che non sempre possiamo manifestare quest’amore, che dobbiamo bloccarlo, ma non sempre ci riusciamo. Forse Goku non ce la faceva più, non riusciva più a contenere il sentimento, nato così velocemente, verso Chichi. E in quell’istante aveva provato nuovamente la felicità dell’amore, una felicità che non sentiva da anni e l’aveva fatto soltanto premendo le sue labbra su quelle di lei. Un gesto all’apparenza non così significativo: in fondo è solo un contatto di labbra. Eppure riesce a scatenare sentimenti e reazioni imprevedibili ed assurde per un gesto tanto piccolo. Non si può descrivere l’Amore. Ci hanno sempre provato poeti e scrittori, ma alla fine nessuno riesce a spiegarlo completamente. Lo si prova, non lo si può raccontare. Chichi era rimasta scioccata dal gesto di Goku, non avrebbe mai creduto possibile una cosa del genere, non aveva risposto al bacio, troppo sconvolta per poter fare qualunque cosa. Goku, sentendosi quindi rifiutato, si scostò da lei, arrossendo furiosamente: ora chi spiegava a Chichi il perché di quel bacio? Lui non poteva, non lo sapeva. Chichi notò l’espressione affranta nei suoi occhi e capì che pensava di non essere contraccambiato.

- Goku! Non pensarlo! - gridò all’improvviso.

Lui la guardò stranito.

- Cosa non devo pensare? -

Chichi arrossì moltissimo, come poteva rimediare?

- Io… -

Da lontano si udì una voce che gridava il nome di Chichi. Lei si girò spaventata e vide l’infermiera Brenda, in lacrime, correre verso di lei.

- Chichi! Chichi! Presto vieni! E’ successa una cosa terribile -

Brenda, arrivata vicino Chichi, cominciò a piangere.

- Brenda… Cosa succede? Mi stai facendo preoccupare! – gridò Chichi quasi con isteria.

- Il dottor Sayan… Oh Signore! –

- Brenda! Smettila, dimmi cosa è successo a Vegeta –

- E’ gravemente ferito! –

Chichi sbarrò gli occhi. Come si può essere felicissimi e dopo tre minuti cadere nella disperazione? Vegeta ferito? Non era mica… morto?! Le vennero le lacrime e scacciò subito quel pensiero. Anche se Vegeta non aveva il migliore dei caratteri lei gli era affezionata, lavoravano insieme sin da quando lui si era trasferito all’ospedale. Tra tutte le infermiere lei era quella che lui preferiva, la meno irritante a detta sua, e Chichi considera Vegeta il medico più bravo dentro l’ospedale. Chichi pretese delle spiegazioni: - Brenda cosa stai dicendo? Cos’ha Veg… il dottor Sayan? –

Brenda si asciugò le lacrime e respirò profondamente per spiegare con lucidità la situazione a Chichi.

- E’ stato ferito durante una rapina in una banca. Mi è stato raccontato dal poliziotto che era con lui quando è stato portato qui in ambulanza. Il dottore era andato in banca per faccende sue personali, la guardia giurata mi ha detto che all’improvviso sono entrati due uomini armati con il passamontagna che hanno preso tutti in ostaggio e hanno detto ai funzionari di vuotare le casse e la cassaforte. La guardia giurata non ha potuto fare nulla perché uno teneva la pistola puntata contro i clienti. Il dottor Sayan, avventato e stupido com’è, aspettando un momento in cui il rapinatore era distratto ha tentato di strappargli la pistola dalle mani. Ed è partito un colpo… -

Brenda singhiozzò, mentre Chichi e Goku assimilavano quella terribile notizia.

- E… - la incitò Chichi.

- Un colpo che ha colpito il dottore. Il rapinatore, però, in questa confusione si è distratto e la guardia giurata è riuscita a togliergli la pistola e ha ferito l’altro rapinatore, sventando così la rapina. Il dottore fortunatamente non è stato colpito in organi vitali però la pallottola gli ha reciso l’arteria femorale –

Goku, che non capiva il linguaggio medico, chiese spiegazioni. Chichi gli disse che da un’arteria recisa si perde molto sangue rapidamente.

- Infatti, è questo che è successo. L’ambulanza e la polizia sono state chiamate subito e il dottore è stato velocemente portato qui ma ha perso molto, troppo sangue. Ora è sala operatoria, lo sta operando il dottor Tensing -

Dagli occhi di Chichi cominciarono ad uscire delle lacrime, perle che si susseguivano sempre più rapidamente.

- Dov’è? – singhiozzò.

- Sala operatoria 3 –

Chichi corse verso quella sala, seguita da Goku. Vide che vicino l’atrio c’erano tantissimi giornalisti che volevano informazioni su Vegeta; l’infermiera Laura cercava di cacciarli visto che non poteva e non voleva dare loro informazioni.

Chichi corse ancora più veloce ed in breve arrivò davanti alla porta della sala. L’intervento era iniziato da poco tempo e a Chichi non restò che sedersi in una delle sedie della sala d’attesa. Sospirò profondamente: non poteva entrare lì dentro, anche se era un’infermiera. Goku si sedette vicino a lei, abbracciandola.

Stettero lì seduti per qualche tempo, l’intervento durava da quasi due ore. Goku, ad un certo punto, disse che doveva andare da Bulma: probabilmente lei lo aveva preso per disperso. Se n’era andato a mezzogiorno, erano le cinque e non l’aveva ancora rivista. Chichi comprese anche se lo lasciò a fatica, si rannicchiò nella sedia facendosi ancora più piccola, temendo ed aspettando il momento in cui la porta della sala operatoria sarebbe stata varcata.

Goku, impaziente di tornare da Chichi, corse verso la stanza sua e di Bulma. Arrivato aprì di botto la porta, facendo sobbalzare Bulma che era seduta sul letto. Goku si scusò con lo sguardo, poi guardò la stanza. Due borse erano poggiate nel letto vicino a Bulma, le lenzuola erano state levate dai letti e nel bagno erano spariti gli asciugami e le tovaglie. Poi comprese e si battè una mano sulla fronte: oggi se ne sarebbero dovuti andare! Erano stati dimessi e se ne sarebbero andati non appena lui fosse tornato dal colloquio con l’avvocato. Se lo era totalmente dimenticato. Bulma lo fissava con aria a dir poco imbufalita.

- Ma ti sei reso conto dell’orario?! Ti aspetto da due ore! Avevo iniziato seriamente a preoccuparmi, che cosa diavolo hai fatto fin’ora?! Avanti, dimmelo! Subito! -

Bulma si era alzata dal letto e ed era pronta a suonargliele, Goku però non ebbe paura, sapeva che appena le avrebbe detto di Vegeta la rabbia avrebbe lasciato il posto al dolore: aveva notato che i due si erano avvicinati, che il limite medico/paziente era stato largamente superato, solo che non sapeva fino a che punto.  

- Bulma, siediti – ordinò con una voce così pacata che Bulma si spaventò ed eseguì subito l’ordine.

- Goku… Cosa è successo? Mi sto preoccupando –

Goku si sedette di fianco a lei, le prese le mani e guardandola negli occhi iniziò.

- Riguarda Vegeta -

Bastarono quelle due parole, Bulma guardò il marito preoccupatissima. Vegeta? Cosa gli era accaduto? Che aveva? Perché Vegeta?

Goku con calma spiegò a Bulma tutta la vicenda, cercando di usare il massimo tatto. Bulma, alla fine, era sull’orlo di un pianto. Le lacrime che premevano di uscire le annebbiavano la vista e la gola secca non la faceva parlare, ogni parola sembrava essersi gelata. Vegeta… poche possibilità di sopravvivenza… operazione… sparo… sangue… Le parole di Goku vorticavano nella sua testa come impazzite e la facevano rimanere senza aria. Aveva bisogno di vederlo, di toccarlo, di sentire che stava bene.

- Dov’è? – chiese in un soffio di voce.

- Vieni – Goku le offrì la mano ed insieme uscirono dalla stanza. Poco prima di arrivare però le lascò la mano. Non voleva che Chichi vedesse le loro mani intrecciate, sentiva quasi di tradirla, per quanto assurdo fosse come pensiero. Chichi era sempre nella stessa sedia nella stesa posizione: non era ancora finito l’intervento. Appena lei vide i due arrivare si alzò e salutò Bulma e Goku come se quel giorno li vedesse per la prima volta, poi si risedette.

- Ci sono novità Chichi? – Bulma stava piangendo.

- No, signora Son, ancora no –

Bulma si sedette vicino a Chichi, aspettando impazientemente e tentando di non piangere.

Dopo una quindicina di minuti la porta si aprì ed usci dottor Tensing. Aveva l’aria esausta però non sembrava affranto.

Tutti e tre si erano alzati di scatto e lo guardavano ansiosi ed impauriti di sapere.

- L’intervento è riuscito -

Bulma urlò ricominciando a piangere dalla gioia, Chichi sorrideva con le lacrime agli occhi mentre Goku era veramente contento.

- Però non è ancora completamente fuori pericolo. Ha perso molto sangue e il proiettile era ancora conficcato nella gamba, fortunatamente sono riuscito ad estrarlo e dovrebbe superare tranquillamente la notte -

- Quindi è vivo…? Insomma non morirà? Starà bene? –

- Se supererà indenne la notte sicuramente sì. Ed io credo ce la farà, Vegeta è un tipo tosto –

- E’ vero – confermò sorridente Bulma.

Goku aveva ripreso la mano a Chichi per trasmetterle anche la sua contentezza. Lei gli sorrise timidamente, aveva paura che li vedesse la moglie, anche se era felice dei rischi che Goku correva: significava che era importante per lui, altrimenti non l’avrebbe fatto. Pensò a Vegeta e fu felice che non fosse morto, lo considerava un amico, anche se alcuni suoi gesti non riusciva a giustificarli o capirli.

- Ora lo porteranno in una stanza, ci vediamo -

- Grazie dottore – disse Bulma prima che Tensing se ne andasse.

- Prego, sono felice di esserci riuscito oggi – disse ricordando amaramente l’episodio con i genitori di Bulma.

- Non era stata colpa sua, non c’era più niente da fare – lo rassicurò Bulma. Aveva sempre saputo che la loro morte era dovuta soltanto ad un bastardo pirata della strada e non per negligenza del dottor Tensing. Lui non aveva potuto fare niente, era troppo tardi. Se n’era fatta una ragione, anche se continuava ad essere dolorosa.

Aspettarono un altro po’ e poi lo videro sul lettino, ovviamente privo di sensi e con tubi e mascherine, che lasciala la sala e veniva portato nella stanza. Bulma quando lo vide non resistette nel prendergli la mano e gli sussurò: - Non andare via, non mi lasciare –

Fu attenta a non farsi sentire da Goku, ma si ripromise di parlargli non appena Vegeta si fosse rimesso. Non poteva ignorare più quel sentimento, il solo pensiero di aver potuto perdere Vegeta le aveva tolto il respiro. Lui era diventato troppo importante, troppo. Non sarebbe bastata una vita per dimenticarlo, ora lo sapeva. Prima non voleva accettare questa verità, aveva paura ma ora aveva capito che l’intensità di quel sentimento superava di gran lunga la paura: non voleva più lasciarlo. Seguì le infermiere per vedere in quale stanza sarebbe stato messo ed anche perché non riusciva a separarsi da lui in un momento come quello. Chichi e Goku rimasero un po’ più dietro, anche se seguirono comunque Bulma.

- Sono felicissima per Vegeta! – disse sorridente Chichi.

- Anche a me fa piacere, è un uomo che rispetto e stimo –

- Non credevo che tua moglie fosse così tanto legata a Vegeta… - disse Chichi facendo finta di essere sorpresa: in realtà sapeva benissimo quanti i due erano legati visto che li aveva sorpresi insieme, anche se aveva creduto che fosse solo del sesso occasionale e non che ci fossero anche dei sentimenti tra Vegeta e Bulma.

- Neanche io lo credevo – le rispose Goku baciandole i capelli. Lei arrossì, consapevole che il loro discorso era stato interrotto e non erano arrivati ad alcuna soluzione. Lui l’aveva baciata ma lei non gli aveva fatto capire che lo voleva e voleva dirglielo al più presto.

Arrivati alla stanza di Vegeta le infermiere lo misero nel letto, attaccandogli le varie macchine. Quando uscirono dissero che poteva entrare soltanto una persona alla volta. Ovviamente Bulma entrò per prima. Goku e Chichi si avvicinarono alla finestra della camera e guardarono Bulma che raggiungeva Vegeta. Lei si avvicinò al lettino e prese la mano di Vegeta. La sua mano era fredda ed il lento suono della macchina che segnalava i battiti era snervante. Bulma gli accarezzò il viso con l’altra mano, segnandone i lineamenti con le dita.

- Stavi per lasciarmi… Non farlo mai più! Hai capito! Non permetterti mai più… - Bulma scoppiò nuovamente in lacrime, non l’aveva perso per poco e l’ultima immagine che gli sarebbe rimasta di lui sarebbe stata nel momento del loro addio. Sarebbe stato insopportabile perderlo. Bulma in quell’istante dimenticandosi dove fosse e con chi fosse, forse per la troppa gioia, avvicinò il suo viso a quello di Vegeta e lo baciò. Piano, delicatamente, chiedendosi quanto le sarebbe mancato quel tocco così delicato se lui non ci fosse più stato. Molto, tanto, troppo.

Da fuori Goku e Chichi videro la scena. Chichi restò allibita, non credeva l’avrebbe baciato davanti a Goku! Lui, del resto, aveva la bocca aperta dallo stupore. Aveva pensato che ci fosse qualche tipo di attrazione tra i due ma non avrebbe mai creduto fossero arrivati a quel punto.

- Ma cosa fai Bulma…? -

 

 

 

E che cos'è un bacio? Un apostrofo rosa tra le parole t'amo, un segreto detto sulla bocca.

[Edmond Rostand]

 

 

 

 

Finito! Bene, dopo qualche mese, eccovi il 18° capitolo. Beh, dovete ammettere che l’aggiornamento è stato più veloce, l’altra volta vi ho fatto aspettare un anno XD Stavolta qualcuno me lo lascia un commentino? ç_ç Vi pregoooo, uno piccolo piccolo XD

La frase finale si adattava, secondo me, alla premessa iniziale e alla fine che comunque si chiude con un bacio. ^^

Spero vi sia piaciuto il chappy, ormai dovrebbe mancare poco ala fine di questa ff.

Baci.

 

 

Marty De Nobili.

 

 

  

 

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Capitolo 19
*** La separazione ***


- Ma cosa fai Bulma…

- Ma cosa fai Bulma…? – una domanda rivolta ad un vetro, lei non poteva ovviamente sentirla. Il problema è che Goku non sapeva se lui sarebbe riuscito a rifargliela. Il problema però non sorse: Bulma si ricordò immediatamente con chi fosse e alzò lo sguardo vedendo quello stupito di Goku. Si sentì tremendamente in colpa: ma cosa le era preso? Non era da lei, tanto razionalista e riflessiva, lasciarsi andare in gesti così naturali e sconsiderati. Il dolore e la gioia avevano abbattuto le sue inibizioni, come Goku, anche lei aveva ragionato solo con il cuore. Se di ragione si può parlare, le ragioni del cuore sono diverse dalle ragioni del cervello. Però ora era nei guai: voleva bene a Goku e non avrebbe mai voluto che lui soffrisse. Era soprattutto per questo che aveva troncato il suo rapporto con Vegeta, per non ferire Goku. Perché lei era convinta che Goku l’amasse e che avrebbe sofferto se lei avesse chiesto un’eventuale separazione. E ora aveva combinato un pasticcio: non solo ora Goku sapeva del suo tradimento, ma l’aveva scoperto nel modo peggiore e non aveva neanche una giustificazione valida! Quando lui le avrebbe chiesto il perché di quel gesto davanti a lui, Bulma cosa avrebbe risposto? “Non lo so” era una risposta che lui non avrebbe mai accettato, per quanto più che giusta secondo Bulma.

Bulma accarezzò la mano di Vegeta e si diresse verso la porta. Verso la fine del suo matrimonio.

Chichi guardava Goku e osservava attentamente i suoi sguardi con Bulma: Goku sembrava essere sconvolto e ferito. Chichi credeva addirittura di aver visto un lampo di gelosia attraversargli gli occhi, ma non poteva giurarlo. Si sentì confusa, Goku soffriva per un tradimento di Bulma? Allora l’amava ancora? E lei? Se ci fosse stata lei a posto di Bulma lui come avrebbe reagito? Con sorpresa, senza sofferenza, solo con stupore? Avrebbe voluto chiederglielo ma non le uscivano le parole. Vide Bulma aprire la porta e guardò nuovamente Goku. Ora aveva lo sguardo accigliato, l’amara conclusione di Chichi era che amava ancora sua moglie. Goku le chiese se poteva lasciarli soli.

- Ti prego, ho bisogno di chiarire con mia moglie, da solo -

Il dolore le percorse tutto il corpo ma si allontanò comunque. Aveva anche paura di quella conversazione perché sentiva il suo rapporto con Goku spezzarsi ogni istante di più.

Bulma guardò Goku, vide la sua espressione arrabbiata e, lottando con la tentazione di abbassare lo sguardo, lo tenne fisso su di lui. Notò anche l’infermiera andare via, con uno sguardo quasi disperato.

- Sai cosa voglio - disse Goku tagliente.

- Sì una spiegazione. Ma io, al momento ne sono sprovvista –

- Non ci credo – ribattè duro.

- Non ci credere, io so che è vero – replicò ostentando sicurezza.

- Bulma… Hai appena baciato un altro uomo davanti ai miei occhi e non ti senti per niente in colpa?! – il tono di Goku si alzò di un’ottava.

- Sì, ovvio che mi sento in colpa, ma perché l’hai scoperto in questo modo non perché sono pentita del mio gesto –

- Da quanto va avanti? Da quando siamo qui o da prima? Ed è il primo amante che hai?! –

Goku era veramente arrabbiato ma non perché amava ancora Bulma. Si sentiva tradito perché Bulma non aveva mostrato neanche un po’ di ritegno, quanto importava a lei di lui? L’aveva mai amato o le sue erano solo parole vuote? Con chi si era sposato?

- Goku! Io ti ho amato veramente, non pensare mai che per te io non abbia provato niente, non pensarlo mai. Ti ho amato moltissimo Goku e prima di oggi, e lo sai, non ti ho mai tradito con nessun altro uomo. E’ solo… che Vegeta mi ha fatto innamorare di lui e non è per colpa tua e neanche sua, io sono il problema. Lo amo, ora posso dirlo con certezza, l’ho quasi perso oggi – gli occhi le ridiventarono lucidi a quelle parole. L’aveva quasi perso, era una constatazione dolorosa.

- Non so se puoi capirmi. Il mio amore per te c’è stato ed è stato tantissimo, non so come ha fatto a svanire da me. L’amore che provo per Vegeta ha coinvolto tutto il mio essere, non ho potuto evitarlo, ne sono rimasta scottata ma non mi sono allontanata dal fuoco e mi sono bruciata. Io ti voglio tanto bene e credimi, non volevo che lo scoprissi così ma non so cosa mi sia preso in quell’istante –

Goku la capiva benissimo, pensò al bacio che aveva dato a Chichi e comprese perfettamente lo stato d’animo di Bulma. Era vero che lei lo aveva fatto davanti a lui ma era ancora sconvolta per l’operazione di Vegeta, se ci fosse stata Chichi in quel lettino, in quella sala operatoria lui come avrebbe reagito? Non credeva che avrebbe avuto la calma che aveva dimostrato Bulma.

- Bulma, per quanto possa sembrare strano, ti capisco perfettamente. Lui ti ama? – chiese reclinando la testa verso il lettino di Vegeta.

- Credo di sì –

- Penso che tu non provassi più amore per me da molto tempo – disse Goku con calma. All’improvviso aveva inteso perfettamente i sentimenti di Bulma, era accaduta la stessa cosa a lui. Lui aveva amato moltissimo Bulma ma ora amava Chichi, aveva capito di non provare più amore per Bulma da tempo e se a Bulma era capitata la stessa cosa non poteva che essere felice per lei. Bulma non ribattè, forse aveva ragione Goku. Con Vegeta si era innamorata, ma l’amore per Goku forse non lo provava più da tempo e con Vegeta la cosa era diventata evidente.

Goku si sfilò la fede dall’anulare sinistro: - Questa non serve più. Appena vorrai, inizieremo le pratiche per il divorzio, conosco anche l’avvocato giusto. Da oggi siamo teoricamente separati Bulma –

Bulma restò stupita dai gesti e dalle parole di Goku. Lei credeva che lui avrebbe sofferto, non che prendesse la situazione così bene, non che a lei non facesse piacere, ma sembrava quasi che Goku non aspettasse altro che lasciarla.   

- Goku, come puoi prendere la situazione così bene? Non ti dispiace separarti da me? Io pensavo che avresti sofferto… ma tu non mi ami? Okay, so che sto dicendo cose assurde, ma ora sono io che metto in dubbio il tuo amore per me, non ti importa che starò con un altro? -

Bulma riteneva quasi surreali quelle domande: lo aveva tradito lei ed era lei a mettere in dubbio il suo amore, cosa stava succedendo?

Goku rise, finalmente poteva togliersi quel peso dal cuore e poteva vivere allo scoperto il suo amore per Chichi, sperando che lei lo ricambiasse.

- Non sei l’unica ad aver ritrovato l’amore in questo ospedale. Bulma, io ti capisco perfettamente perché provo le stesse cose che provi tu, perché ho provato gli stessi identici dubbi che hai provato tu, perché mi sono innamorato di nuovo anche io -

Bulma spalancò la bocca dalla sorpresa, incapace di dire anche solo una sillaba. Restò così per quasi un minuto, poi scoppiò a ridere.

- Non ci credo! E io non mi sono accorta di niente! Ma lei chi è? - chiese Bulma continuando a ridere. Era veramente contenta, credeva di aver procurato dolore a Goku, che separarsi da lui sarebbe stato difficile e doloroso, invece scopriva che anche lui voleva separarsi da lei! Non poteva non essere contenta.

- Ci puoi arrivare da sola – rispose Goku imbarazzato, grattandosi la testa.

Bulma ci pensò un po’, poi gridò battendosi una mano sulla testa: - Ma certo, è Chichi! L’infermiera! – Bulma boccheggiò ancora sorpresa e rimproverandosi di non averlo capito subito. Si sarebbero risparmiati entrambi dolore e sofferenze. Ripensò alle volte che aveva visto Chichi e Goku insieme e si dette della stupida. I sentimenti di Chichi le sembrarono evidentissimi, le sue occhiate così palesi. Si amavano.

Bulma sorrise e si sfilò anche lei la fede.

- Magari ne metteremo un’altra tra qualche anno – commentò Bulma.

- Magari… - rispose Goku.

Goku mise la fede in tasca, si avvicinò a Bulma e l’abbracciò. Lei era stata una parte importante della sua vita, le voleva bene. Bulma ricambiò l’abbraccio, sospirando. Forse sarebbe potuto iniziare un nuovo periodo, per entrambi.

 

 

Videl correva per i corridoi, un’infermiera le aveva detto che il paziente nella stanza 17 si era svegliato. Gohan si era svegliato. Corse veloce, tanto da investire addirittura alcuni passanti, non vedeva l’ora di rivederlo. Arrivata davanti alla porta riprese fiato, si sistemò la treccia e, respirando profondamente entrò nella stanza. Gohan era seduto sul letto che guardava la tivù. A Videl venne quasi da piangere, si era svegliato finalmente. Gohan girò la testa per vedere chi era entrato e gli cascò il telecomando dalle mani quando vide chi era.

Videl. La ragazza della discoteca. Con il camice addosso.

- Videl? – chiese sperando di non sognare. Dopo averla dovuta lasciare quella sera, aveva continuato a pensarla, finché non aveva fatto l’incidente. Però appena si era risvegliato, superata la confusione del momento, le era venuta subito in mente. Ed ora se la ritrovava lì, davanti a lui, con un camice da dottoressa e con le guance arrossate.

- Gohan! Come stai? Ti senti bene, o hai bisogno di qualcosa? – chiese Videl rimproverandosi per la troppa apprensione.

- Sto bene, grazie. Ma tu lavori qui? Sei un medico? – chiese stupito.

- Sì, sono una cardiologa e lavoro qui – rispose timida Videl.

- Wow! Una cardiologa! Fantastico! Ahi! – Gohan, nel manifestare la sua sorpresa, si era agitato troppo e la ferita al torace gli aveva tirato procurandogli una fitta.

- Tutto bene? – chiese Videl avvicinandosi per esaminarlo. Delle bende che gli fasciavano tutto il torace alcune erano rosse di sangue e Videl capì subito che dovevano essere cambiate.

- Bisogna cambiarti la fasciatura. Se ti fidi lo faccio io – si propose Videl, anche se era una domanda sciocca, chi c’era meglio di un medico per cambiare una fasciatura?

- Certo che mi fido! Mi fido ciecamente – rispose Gohan serio. Si fidava veramente di lei e non solo dal punto di vista medico. Videl annuì e si allontanò dalla stanza per procurarsi il necessario per il bendaggio. Tornò poco dopo e fece sdraiare Gohan nel lettino. Gli tolse le vecchie fasce, disinfettò le ferite ed infine gli sistemò le nuove bende.

- Perfetto! Bende cambiate! Se vieni qualche infermiera per fare questo lavoro, informala che ho già provveduto io –

- Okay. Ma… perché tu te ne vai subito? – domandò Gohan arrossendo leggermente.

Videl, invece, arrossì molto di più e le sue guance raggiunsero presto una tonalità vermiglia. Lui voleva che lei stesse lì? Sembrava un sogno.

- No, non devo andarmene subito… - Videl prese la sedia che c’era nella stanza, l’avvicinò al letto di Gohan e poi si sedette vicino a lui. Parlarono per quasi due ore senza accorgersi minimante dello scorrere del tempo, nessuno dei due aveva voglia di separarsi dall’altro. La sensazione di armonia e pace li pervadeva e quando Videl vide l’orario assunse un’espressione affranta.

- Ora devo andare –

Anche Gohan mise su un’espressione triste, ma capì di non poter fare nulla, tranne quella di strappare a Videl una promessa.

- Io ora ti lascio andare – cominciò Gohan ridendo. – Però tu mi prometti che torni appena puoi – finì con ancora una sfumatura ilare nella voce, non voleva sembrare troppo serio.

Videl restò spiazzata. Non si aspettava quella richiesta, benché fosse felice di mantenere quella promessa.

- Promesso! – Videl incrociò le dita per dimostrare la fedeltà del suo giuramento.

- Okay, mi fido di te Videl –

Il cuore di lei mancò un battito. Il suo nome tra le labbra di Gohan assumeva toni così stupendi. Lo avrebbe pregato di dire il suo nome mille volte se avesse potuto. Si salutarono e Videl uscì dalla stanza con il cuore a mille, pregando di farvi ritorno presto.

 

 

Chichi era vicino al suo armadietto, si preparava per tornare a casa. Non aveva più incontrato Goku, dopo che l’aveva lasciato con la moglie, e non aveva alcuna intenzione di incontrarlo. Si era illusa e basta. Aveva sperato che Goku l’amasse ma evidentemente il suo cuore era ancora legato a quello di sua moglie, come la fede alle loro dita dimostrava. Eppure ci aveva sperato, soprattutto con quel bacio. Era stato crudele Goku ad illuderla in quel modo, per poi abbandonarla per tornare con la moglie. Chichi, invasa dalla rabbia e dalla tristezza, si appoggiò in una sedia, dentro la saletta delle infermiere, trattenendo le lacrime. A volte ti chiedi cosa fare, quando bruci di rabbia e contemporaneamente non vorresti far altro che piangere e forse la soluzione sarebbe fare entrambi. Chichi si riprese dopo qualche minuto e si preparò per uscire dall’ospedale. Camminava lentamente, a testa china, sperando che nessuno notasse la sottile scia che le bagnava la guancia. Era sera ormai, le stelle punteggiavano la volta celeste ed una delicata brezza riempiva l’aria. Chichi aveva appena attraversato la porta scorribile dell’ospedale quando si sentì tirare verso dietro da un braccio. Si impaurì inizialmente e quando si girò aveva gli occhi invasi di paura. Ma quando vide che a fissarla c’erano solo due occhi neri e gentili si rilassò. Era Goku. La felicità nel vederlo venne subito sostituita dalla scena di lui con sua moglie e quindi il volto di Chichi si rabbuiò.

- Che hai? – chiese Goku vedendo il suo repentino cambio d’umore.

Chichi si chiese se mentisse e quindi godesse nel farla soffrire o se veramente non lo capiva.

- Non ci arrivi sul serio? – domandò Chichi.

Goku assunse un’espressione dubbiosa, non ne aveva veramente idea.

- Tu sei venuto a dirmi che il tuo bacio è stato un errore, che ami ancora tua moglie e che l’hai capito grazie al bacio che lei ha dato a Vegeta! Sei venuto a dirmi questo, no?! Quindi non fingere di non sapere perché non sono di buon umore, mi hai illusa! Visto che amavi ancora tua moglie non avresti dovuto baciarmi! E ora addio Goku! – Chichi si liberò dalla stretta di Goku e si diresse verso la sua macchina, poi sentì Goku ridere.

- Ma tutte quelle idee assurde come ti sono venute? Spiegamelo, dolce piccola Chichi – le disse lui avanzando verso di lei.

- Beh, la tua espressione quando hai visto quel bacio mi era sembrata abbastanza evidente… -

- Ma Chichi ero solo sorpreso! La persona che credevo mi amasse in realtà non provava più nulla per me! Ero solo stupito, non geloso, credimi. E poi non hai guardato la mia mano? – chiese Goku mostrandole la sua mano sinistra. Chichi la guardò e notò che l’anulare era privo della fede.

- La fede! – rispose sorpresa.

- Esatto! Io e Bulma ci siamo separati, non ufficialmente ovviamente, però noi non ci sentiamo più marito e moglie, anzi chissà da quanto non lo eravamo più… - disse Goku assumendo un’espressione malinconica.

- Ma lei quindi si è innamorata di Vegeta? –

- Esatto – la rassicurò.

- E… tu? – chiese timida, non voleva crederci. Non poteva essere vero. Non voleva soffrire ancora a causa delle illusioni.

- Perché l’ho lasciata? – chiese.

Lei annuì semplicemente, con il cuore che batteva all’impazzata, mentre Goku era arrivato molto vicino a lei.

- Perché mi sono innamorato di te – rispose Goku colmando quei pochi centimetri di distanza e baciandola. Chichi buttò la borsa per terra e ricambiò il bacio. Le sembrava di galleggiare, che la mente ed il corpo fossero totalmente slegati tra di loro. Il cuore batteva velocissimo e la sensazione di felicità che aveva invasi li aveva quasi storditi. Si staccarono senza fiato, guardandosi intensamente.

- Se ora mi dici che non mi vuoi non so se reggerò la notizia – disse Goku in un soffio di voce. Non scherzava, non avrebbe retto. Chichi rise con le lacrime agli occhi, quando il suono argentino giunse alle orecchie di Goku, un piccolo sorriso gli spuntò dalle labbra, forse non tutte le speranze erano perdute.

- Oh Goku, come puoi pensare che non ti voglia! – Si era sbagliata di grosso, lui non era geloso della moglie, lui amava lei. Si baciarono di nuovo. E ancora. Tante volte da perderci il conto, felici di poter dimostrare i loro sentimenti e di essere ricambiati. Insieme salirono sulla macchina di Chichi, verso casa sua. Arrivati in casa di Chichi ogni metro percorso era un bacio in più, era la manifestazione di un amore finalmente sbocciato. Il loro era stato un autentico colpo di fulmine, forse Cupido era nei paraggi il giorno in cui si erano incontrati e aveva scoccato il suo dardo. Forse era merito suo. Chichi e Goku non lo sapevano questo ovviamente ma di una cosa erano sicuri: quella lunga e bellissima sera, insieme alle emozioni da loro provate, sarebbe rimasta per sempre nei loro cuori.

 

 

Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non può comprendere.

[William Shakespeare]

 

 

 

 

 

Recensite! Recensite!

Stavolta l’aggiornamento è stato veloce non potete lamentarvi! >_< Ormai siamo vicinissimi alla fine, credo che il prossimo chappy sarà l’ultimo. Vi prego lasciatemi dei commenti XD Anche solo per dirmi che la storia vi fa schifo XD Mi sono accorta che in questo chappy Goku è spaventosamente OOC, ma del resto lo sono tutti nella mia ff ^^’ Ma lui in questo capitolo risalta di più ‘’XD Da notare che sto acquisendo l’abitudine a mettere un aforisma alla fine di ogni chappy che centra con quello che ho scritto, è una cosa che sto adorando *__*

 

Ringraziamenti:

 

sara2000: Grazie mille del commento ç__ç Mi hai commossa XD Il primo commento ricevuto dopo un anno! Stavolta credo di essere stata abbastanza veloce ^_^ Sono contenta che la storia ti piaccia, fammi sapere anche per questo chappy ;)

 

 

Bene, mi raccomando i commenti ;)

Baci.

 

 

Marty De Nobili.

 

 

 

 

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Capitolo 20
*** Mille baci ***


“Finalmente sono riuscita a chiarirmi con Goku, sono felicissima che lui non abbia sofferto e mi sento una stupida per non aver subito intuito i suoi sentimenti verso quell’infermiera

“Finalmente sono riuscita a chiarirmi con Goku, sono felicissima che lui non abbia sofferto e mi sento una stupida per non aver subito intuito i suoi sentimenti verso quell’infermiera. Forse, se me ne fossi accorta prima, ci saremmo risparmiati tanto dolore e tanti crucci mentali. Ma oramai è inutile pensare al passato e riempirlo di se e di forse, inutile e sciocco. Ora, grazie a Vegeta, anche io potrò ritrovare la serenità e l’amore. A Goku ho detto che Vegeta mi ama, ma sarà vero? Quando ci siamo lasciati, in quel modo così orribile, lui mi era sembrato sinceramente triste che io avessi interpretato il nostro rapporto come un errore, uno sbaglio da non ripetersi. Se ripenso a quelle parole mi chiedo dove ho trovato la forza di pronunciarle, forse non ho mai detto delle bugie tanto grosse in vita mia come quelle. Vivere senza di lui… senza poterlo toccare… baciare… mi sembra una cosa assurda, non impossibile, assurda per quanto lontanissima dalla verità!”

Bulma sorrideva, tenendo la mano di Vegeta. Era felice di aver potuto risolvere la situazione in quel modo. Non aveva sofferto nessuno. Ora Vegeta doveva soltanto riprendersi.

“Ora, amore mio, ti prego svegliati… Ho bisogno di sentire la tua voce, il tocco delle tue labbra… Ti prego, svegliati!” gli chiedeva in silenzio.

Ma i giorni passavano e Vegeta non accennava a svegliarsi. I medici lo visitavano ogni giorno, controllavano i monitor, gli facevano flebo, ma lui non si svegliava.

“Perché non ti svegli, Vegeta?! Devi svegliarti! Non puoi lasciarmi sola, non puoi, maledetto stronzo, non osare farmi questo!”

Bulma pregava silenziosamente, seduta al capezzale di Vegeta. Lui non accennava a svegliarsi, ormai le condizioni fisiche erano in via di guarigione, ma lui non sembrava volersi svegliare. I medici continuavano a dire a Bulma che era normale, ma di giorno in giorno, la sicurezza dal loro volto e dalle loro parole diminuiva, non era normale. Per giusto, si sarebbe dovuto svegliare. Nessuno le aveva detto quella parola, nessun medico, eppure si affacciava sempre più prepotentemente nella mente di Bulma. Coma.

Non essendo medico, le veniva in mente solo quella parola per spiegare il mancato risveglio di Vegeta. E le mancava il coraggio di chiedere a qualcuno competente se i suoi sospetti fossero fondati, non ci riusciva. In fondo, cos’è meglio tra una dolorosa realtà e un persistente dubbio? Cosa può alleviare meglio l’animo? Cosa?

I suoi pensieri furono interrotti: qualcuno bussava alla porta. Bulma alzò lo sguardo verso la porta e le sue labbra s’incresparono in una specie di sorriso. Lei non ricordava nemmeno l’ultima volta che aveva sorriso, era passato troppo tempo.

Chichi, avanzando nella stanza, controllò i monitor di Vegeta per poi sospirare. I valori erano normali, erano statici. Nessun peggioramento, ma neanche nessun miglioramento. Era come in una continua fase di stallo, in cui non puoi muoverti e non puoi essere mosso. La tua volontà e la volontà altrui si annullano. E, nonostante cerchi un’uscita, non ne trovi. Benché cerchi una torcia per il buio che ti avvolge, continui solo a vedere nero, come se le tue pupille distinguessero ormai unicamente quel colore, come incapaci di vedere le sfumature dell’arcobaleno. Bulma guardò Chichi: da quando si era messa insieme a Goku e con l’incidente di Vegeta, si erano avvicinate molto. Nessuna delle due guardava l’altra con rancore, né la moglie, né l’amante. E mentre Chichi stava per uscire dalla stanza Bulma decise di rischiare, il dubbio la logorava troppo. Alzò il viso verso Chichi e le fece la domanda che da giorni le premeva sul petto.

- E’ in coma, vero? – disse ostentando sicurezza.

Chichi si girò per guardarla e Bulma non lesse nei suoi occhi pena o compassione, ma soltanto un’infinita voglia di voler dire una cosa, ma di doverne dire un’altra.

- Nessun medico dice mai esplicitamente questa parola, ma è questo che voi pensate, giusto? - ripetè Bulma.

Chichi tentennò, poi decise di dirle tutta la verità, anche se sapeva che le avrebbe procurato dolore.

- Sì. Vegeta è in coma. Però Bulma, non devi allarmarti, Vegeta si riprenderà, ha bisogno di tempo, il suo non è un coma irreversibile. Dovrei usare termini medici specifici per spiegartelo esattamente, ma non potresti capire. Quello che devi capire è che Vegeta si sveglierà presto e tornerà esattamente quello di prima – la rassicurò dolcemente Chichi.

Bulma la fissò triste. Erano vere quelle parole? O erano solo mere parole di consolazione in cui neanche lei credeva?

- Chichi ma tu ci credi in quello che dici? Oppure lo dici per abitudine, così, senza esserne veramente convinta – disse Bulma diretta incrociando i suoi occhi con quelli di Chichi. Lei sospirò e prese le mani di Bulma, fissandola con comprensione. Sapeva bene cosa stava passando, anche lei provava la stessa ansia, anche se ovviamente in misura minore. Vegeta era solo un amico, e poi la relazione con Goku attenuava la sua preoccupazione. Ritrovarsi la sera fra quelle braccia forti le faceva dimenticare le inquietudini che, quotidianamente, le occupavano la mente. Goku, almeno fino a che la situazione con Vegeta non si fosse risolta, sarebbe rimasto a casa di Chichi, mentre al lavoro faceva anche le veci per sua “moglie” che ovviamente aveva preso un lungo periodo di stacco. Chichi era felicissima di quella sistemazione, perché tornare la sera e ritrovarsi a guardare quel dolce sorriso era una sensazione meravigliosa. Quasi come in un sogno, dove sei sicuro che quello che vedi sia troppo bello per essere reale, dove ti spaventi che tutto possa svanire da un momento all’altro, e poi, alla fine, capisci che non è un sogno e ti chiedi se di felicità e di amore il cuore può scoppiare. Chichi provava quelle sensazioni ogni sera e si chiedeva quando cavolo si sarebbe abituata a tutto. E se da una parte sperava presto, dall’altro sperava che quelle sensazioni l’accompagnassero a vita.

- Certo che ci credo, Bulma. Certo. Non potrei non crederci, io so che Vegeta si riprenderà. Se non credessi in quello che dico, non potrei fare questo lavoro. No, non potrei. Io credo nella medicina, ci credo quando dico alle persone che, un giorno, si sentiranno meglio, che il dolore passerà. Vegeta non fa eccezione anzi: io credo di più per lui – rispose Chichi seria e quasi commossa dal suo discorso. Bulma si sentì profondamente rincuorata da quelle parole, l’assoluta certezza che sprigionava Chichi la rasserenò moltissimo.

- Ora, scusami, ma devo andare. Ho gli altri pazienti che mi aspettano. Tranquilla, si sveglierà presto – disse Chichi lasciando la stanza.

Bulma guardò Vegeta, prese la sua mano e desiderò con tutto il cuore che la sicurezza che provava Chichi contagiasse anche lei.

 

 

Gohan si era ristabilito abbastanza bene dopo l’incidente. Quel giorno lo avrebbero dimesso, non vedeva l’ora di poter finalmente lasciare l’ospedale. Almeno questo pensava i primi giorni. Ora questo desiderio così forte era scemato, sostituito da quello più forte di continuare a vedere Videl. Già, ecco il sempre più crescente sogno che da giorni animava Gohan: continuare a guardarla, continuare a vedere i suoi teneri sorrisi, continuare a immergersi nei suoi occhi, continuare a tentare di sfiorare le sue mani. Ormai Videl gli faceva visita costantemente, anche per esigenza mediche, ma Gohan credeva, o almeno sperava, che lo facesse anche per qualcosa di più e non solo per il suo dovere di dottore. Sperava che avessero superato la soglia paziente/dottore e fossero diventati, perlomeno, amici. Lui sapeva benissimo che provava un sentimento che andava oltre l’amicizia, un sentimento che aveva iniziato a provare sin da quando avevano ballato alla discoteca, sin dal loro primo piccolo bacio. A volte, arrivava a ringraziare l’incidente che gliel’aveva fatta rivedere, ma appena lo faceva il dolore provocatogli dagli ematomi gli faceva cambiare idea. Però era felice lo stesso, non aveva mai avuto una convalescenza migliore di quella.

Poco dopo, l’oggetto dei suoi pensieri apparve interrompendo tutti i suoi pensieri.

- Buongiorno! Come stai oggi? – chiese Videl che provava gli stessi sentimenti contrastanti di Gohan. Da una parte era felice che stesse bene, ma dall’altra l’idea di non rivederlo più la rattristava molto.

- Ormai sto bene, Videl. Ti ricordo che oggi mi dimettono –

- Lo so, infatti sono venuta a vedere se hai preparato la tua roba o se volevi una mano – in realtà aveva dovuto litigare con un’infermiera visto che quello non era compito di un dottore, difatti l’infermiera sosteneva che fosse compito suo e che la dottoressa dovesse farsi “gli affari suoi” e non impicciarsi dei compiti delle infermiere. Fortunatamente Videl aveva placato la rabbia della “dolce” infermiera ed era potuta andare da Gohan.

- No, grazie, ho già sistemato tutta la mia roba nel borsone. Non che ne avessi molta in effetti – rispose Gohan.

Videl guardò la stanza ed effettivamente vide il borsone chiuso e la stanza perfettamente sgombra dagli effetti personali di Gohan. Lui era seduto sulla sedia, con jeans e giacca. Il suo aspetto casual lo rendeva, agli occhi di Videl, più affascinante di quanto già non fosse.

- Bene – disse lei di rimando, non sapendo più cosa dire.

- Bene – ridisse lui, nel più totale imbarazzo. Voleva dirle qualcosa prima di lasciarla e rivederla chissà quando, ma non trovava il coraggio.

- Io, allora, vado. Ci vediamo Gohan, sono molto contenta di averti conosciuto meglio, anche se avrei preferito un’occasione migliore – disse Videl con un’espressione un po’ delusa. Voleva che la fermasse, che non si salutassero così.

Gohan si alzò per risponderle: - Okay, grazie di tutto Videl, spero… di rivederti presto – replicò esitante. Lei sospirò e fece per uscire dalla stanza.

Gohan la guardò e si disse che forse era l’ultima volta che la vedeva. L’ultima. E una vocina nella sua testa magicamente si accese continuando a mandare la frase “Ma che cavolo stai facendo?! Sbrigati e fermala!”

E, finalmente, decidendosi a seguirla si sporse verso Videl e la tirò per una mano. Lei si girò sorpresa, ma trepidante.

- Ma che diavolo stiamo facendo? – chiese Gohan più a se stesso che a lei.

Videl rise: - Non lo so, una cavolata è possibile? –

Gohan annuì e poi la baciò. Fu un bacio più lungo di quello che si erano scambiati alla discoteca, guidato forse più da un momento di follia. Questo fu più intenso, più emozionante e più dolce, come di chi di separarsi non ne vuole proprio sapere.

Videl sorrise, finalmente! Aspettava questo momento dall’istante stesso che avevano finito di baciarsi quella sera ed era quasi sicura che anche Gohan provasse le stesse sensazioni e le stesse bramosie.

Quando si staccarono entrambi avevano la faccia arrossata e Videl anche gli occhi lucidi.

Con il fiato corto Gohan tentò di dire una frase più o meno articolata.

- Videl… io non so come sia potuto succedere. In così poco tempo, oltretutto. Non so darti una spiegazione razionale, però so che… mi sono innamorato di te. Fino a poco tempo fa se qualcuno mi avesse detto che avrei vissuto un colpo di fulmine non ci avrei creduto, eppure è questo che è successo! Io credevo che l’amore sbocciasse dopo una lunga conoscenza fra due persone ma con te è stato totalmente diverso. E’ da quella sera che provo questo sentimento per te, eppure non ti conoscevo per niente. Non credevo di poter provare quelle e queste sensazioni, tu sei stata e sei una variabile impazzita che ha sconvolto il mio destino. La variabile più bella che esista -

Videl, in silenzio, fissava Gohan estasiata. Mai parole più belle le erano state rivolte, mai di parole così dolci era stata la destinataria. Una piccola lacrima le scivolò fuori dagli occhi, sembrava tutto un sogno bellissimo.

- Gohan… Non sai quanto ho desiderato queste parole, quanto ho voluto questo momento. Anche io sono innamorata di te – rispose Videl emozionantissima.

Gohan sorrise pensando che stava per perderla. Per perdere quella bellissima ragazza entrata così follemente nella sua vita.

La baciò di nuovo, desiderando altri mille baci, poi altri cento e ancora mille. E Videl fu felicissima di accontentarlo.

 

 

Era ormai tramontato il sole quando Bulma si affacciò dal balcone della terrazza dell’ospedale. Era andata lassù per prendere un po’ d’aria, erano giorni che non usciva dall’ospedale. Non voleva lasciare Vegeta da solo, tranne che per brevi periodi, e quindi stava sempre lì con lui.

Il vento le sbatteva in faccia facendole lacrimare gli occhi, anche se quelli erano giorni che piangevano sempre. Varie mattine si era pure alzata con gli occhi umidi, nonostante prima di addormentarsi, li avesse asciutti.

Vegeta… Non poteva perdere anche lui, lo amava con tutta l’anima. Il solo pensiero di perderlo le faceva mancare l’aria. Aveva già perso troppo. La morte dei suoi genitori era ancora fresca e vivida nella sua memoria e nel suo cuore.

Si asciugò gli occhi e scese dal terrazzo, cominciava a sentire fresco. Arrivò davanti alla stanza di Vegeta e l’aprì lentamente. Guardò dentro esitante, sperando che si fosse svegliato.

Ma la realtà le piombò addosso come un macigno, era sempre lì in quella posizione. Nessun movimento, niente di niente. Vegeta non accennava a svegliarsi.

- Ti prego, perdonami. Io non avrei mai voluto dirti quelle cose terribili. Mi manchi da morire, ho bisogno di te. Ho rotto con Goku, ho rotto con il mio matrimonio. Perdonami per averti ferito, ma ti prego, torna da me. Non ce la faccio più. Ti amo, Vegeta. Svegliati, per favore. – finì in lacrime avvicinandosi a lui. Gli prese la mano stringendola. Possibile che non riuscisse a sentirla?

- Non hai bisogno di nessun perdono, Bulma. –

Bulma alzò il viso con gli occhi sbarrati, aveva sentito veramente quella voce? Oppure era stato solo uno scherzo della sua fantasia?

- Vegeta, sei tu? – disse incredula avvicinandosi a lui.

- Fai sempre domande sceme. – le rispose aprendo finalmente gli occhi.

Bulma si ritrovò a fissare quelle pozze così scure e profonde con la testa che le stava per scoppiare. Si era svegliato, si era svegliato…

- Non sto sognando, vero? Dimmi ancora che sono scema, dimmi tutto quello che vuoi! – finì con le lacrime che le stavano di nuovo salendo. Solo che stavolta erano lacrime di gioia.

- Anche tu mi mancavi. – le disse Vegeta debolmente. Era molto stanco ma felice di essere riuscito e tornare. Felice e soddisfatto di se stesso. Bulma si accorse della sua stanchezza, ma non riusciva smettere di guardarlo. Era tornato.

- Vado a chiamare i dottori! – ed uscì dalla stanza.

Poco dopo tornò con il dottor Tensing che, sorridente, visitò Vegeta.

- Stai benissimo, stupido che non sei altro! Però, anche sei ha dormito abbastanza, devi riposarsi e non fare sforzi. La ferita alla gamba è guarita e quindi, tra qualche settimana potrai tornare a casa e poi potrai tornare a lavoro! - scherzò Tensing contento che Vegeta si fosse ripreso.

- Insomma non c’è giorno che io non possa fare a meno di vedervi! – rispose lui.

- Esattamente. Ora vado, in ogni caso sono felice che ti sia ripreso, lo sapevo che avevi la pelle dura. –

Tensing uscì dalla stanza e Bulma guardò con le lacrime agli occhi Vegeta. Lo abbracciò desiderando di non staccarsi più. Lui la strinse a sé, felice di non averla persa. Quando si era risvegliata e l’aveva sentita aveva capito di amarla profondamente. Non ricordava nulla di quanto successo dopo che quel rapinatore gli aveva sparato. Ricordava un dolore terribile e di aver perso i sensi in pochissimi istanti. E poi frammenti. Per lo più voci, e quella che ricordava più spesso era quella della sua Bulma. La sua voce, le sue suppliche e le sue lacrime. Quando la sentiva desiderava con forza tornare da lei ma non ci riusciva, era come bloccato. Tentava con tutto se stesso ma non c’era verso, i suoi occhi non ne volevano sapere di aprirsi.

Però quando aveva sentito quella voce così addolorata e quelle parole, quel “Ti amo” qualcosa si era sbloccato ed era riuscito a svegliarsi.

Aveva ricominciato a sentire ed avere percezione del mondo che lo circondava.

E finalmente aveva potuto consolare la sua donna. Ormai poteva gridarlo al mondo, lei era sua e non se la sarebbe mai fatta scappare.

La baciò per poi sorriderle. Solo a lei dedicava quei sorrisi, a lei e a nessun altro.

- Mi mancavi, Donna. -

- Mi chiamo Bulma! Quante volte dovrò dirtelo?! –

- Credo per sempre, se vorrai. –

In modo strano ma quello che le stava facendo Vegeta era una dichiarazione, le chiedeva implicitamente se voleva restare con lui per sempre.

- Sì, anche dopo. -

Chichi quando andò al lavoro la mattina dopo trovò la bellissima sorpresa. Felice abbracciò Vegeta che, imbarazzato, ricambiò.

- Scusami per quello che ti dissi quanto ti vidi con Bulma, non capii allora e ti dissi cose che non pensavo. -

- Tranquilla Chichi, non preoccuparti. –

Anche se battibeccavano e lui continuava a dire quanto fosse isterica le voleva bene, era una sua amica. Goku lo salutò calorosamente e cominciarono a darsi del tu.

Bulma e Goku quel pomeriggio stesso andarono dall’avvocato Cesare che non fu poi così sorpreso di rivedere Goku. Purtroppo un divorzio è un procedimento lungo, però visto che erano consenzienti entrambi la cosa sarebbe stata più veloce.

Dopo qualche giorno Vegeta potè uscire dal lavoro per rientrarci dopo una settimana! Però stavolta come dottore e non come paziente.

Quando uscì Bulma organizzò una festeggiamento che fu molto intimo. Aveva invitato solo Goku e Chichi in un bellissimo ristorante.

Si divertirono moltissimo, persino Vegeta si lasciò scappare qualche risata alla battute sceme di Goku!

Poi arrivò il momento del brindisi. Bulma alzò il suo calice per farlo.

- All’amore ritrovato. In tutti i sensi. -

- All’amore ritrovato! – esclamarono in coro gli altri tre.

Un amore trovato in un ospedale. Un luogo solitamente triste e sconfortante, ma dove si provano anche delle gioie indescrivibili. Quando entri lì che stai male ma sai che quando uscirai starai bene. Quando aspetti ore in un saletta d’attesa con il cuore che batte come impazzito, con la mente che non sa cosa fare, con la speranza che il medico che esca ti dica: - E’ andato tutto bene. – Il problema è che a volte il medico esce e poco dopo ti ritrovi con un dolore che ti schiaccia e non ti fa respirare. Ospedale: un luogo dove si provano le gioie e i dolori più intensi.

Goku e Bulma lì hanno ritrovato l’amore, quello che ormai avevano perso da tempo.

Vegeta e Chichi si sono innamorati realmente forse per la prima volta.

E sono felici. Mentre si guardano, si baciano, mentre fanno l’amore.

Ad ogni bacio, ad ogni carezza ne seguiranno sempre altri, così tanti che formeranno un conto infinito che, loro lo sanno bene, non cesserà mai.

 

 

 

 

Da mi basia mille, deinde centum, dein mille altera, dein secunda centum, deinde usque altera mille, deinde centum.

Dein, cum milia multa fecerimus, conturbabimus illa, ne sciamus, aut ne quis malus invidere possit, cum tantum sciat esse basiorum.

 

 

Dammi mille baci, poi cento, poi mille altri, poi ancora cento, poi sempre altri mille, poi cento. Poi, quando ne avrem fatti molte migliaia, li mescoleremo, per non sapere, o perché nessun malvagio possa invidiarli, sapendo esserci tanti baci.

 

 

Catullo, Carme V.

 

 

Fine.

 

 

Non ci posso credere, l’ho finita!!!! Ho concluso questa storia!!!! E’ stata la mia prima long-fic ed è stata davvero sofferta da parte mia. La data della creazione è stata il 3 Giugno 2007 e sono riuscita a finirla solo oggi. Questo è tutto dire, due anni.

Spero che vi sia piaciuta e che lascerete qualche piccolo commentino, anche per linciarmi visti i tempi di attesa interminabili tra un aggiornamento e l’altro, soprattutto verso i capitoli finali.

Però mi piace questa fic perché posso osservare quanto sia cambiata nel tempo, se leggo il primo e l’ultimo capitolo mi sembrano completamente diversi come stile! Però, forse, è solo un’impressione.

Gli ultimi versi sono presi dal Carme V di Catullo “Vivamus mea Lesbia”.

Spero di non avervi annoiato e ringrazio tutti coloro che hanno commentato e le 11 persone che l’hanno messa fra i preferiti =)!

Baci.

 

 

Marty De Nobili.

 

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