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-Dottor
Sayan,
dottor Sayan!!- L’infermiera Chichi correva per i corridoi
dell’ospedale Roces*
in cerca del dottor Vegeta Sayan, il primato del reparto di pronto
soccorso. Finalmente
lo intravide tra i vari pazienti e dottori e gli corse incontro.
-Dottor
Sayan, anf anf, dottor Sayan-
-Chichi
che succede? E perchè ha il fiatone?
-Ho il
fiatone perché ho corso in tutto l’ospedale per
trovarla. Comunque abbiamo due
pazienti al pronto soccorso che richiedono le sue cure.
-Chi
sono? Li ha già visitati?
-No,
ancora non li ho nemmeno visti comunque sono i coniugi Son- Chichi
porge la
cartella clinica al dottor Sayan.
-Uhm…Vedo:
Bulma Son e Goku Son. Incidente autostradale. Bene andiamo a visitarli.
Dove
sono?-
-Sono
nella stanza 2.-
-Ok,
andiamo.-
Così
il
dottor Sayan e l’infermiera Chichi si incamminano verso la
stanza 2.
*L’ospedale
Roces è puramente inventato da me
Ciao!!!
Scusate il capitolo così corto ma mi serviva così
per andare avanti. Scusate
gli errori di grammatica.
Vegeta e
Chichi erano in prossimità della stanza 2, stavano per
entrare quando videro
correre verso di loro un tizio con un camice bianco, probabilmente un
dottore;
quando fu più vicino a loro capirono che era il dottor
Yanco. “ Oh no! E’ il
dottor Yanco, l’acerrimo nemico di Vegeta”
pensò immediatamente Chichi. Il
dottor Yanco era un medico che lavorava nel reparto di pronto soccorso
ed era
sempre in competizione con Vegeta, ma all’ospedale tutti
sapevano che Vegeta
era migliore, sia per bravura medica sia per fisico.
-Vegeta
ti cerca urgentemente il direttore Muten-
-Eh, che
storia è questa, che vuole da me quel vecchiaccio, rispondi
mollusco!-
-Prima di
tutto io mi chiamo Yanco e non mollusco! Gradirei che smettessi di
chiamarmi
così! In ogni caso non so cosa vuole da te il direttore, ha
detto solo che è
urgente-
-Non ci
posso fare niente, questo soprannome è adatto a te-
-Grr...
Comunque vai subito dal direttore. E tu Chichi, per favore, vieni con
me, avrei
bisogno della tua assistenza-
-Va bene-
-Chichi
ci vediamo dopo, quando torno dal direttore visitiamo in coniugi Son-
-A dopo
dottor Sayan-
Detto
questo Vegeta si incamminò verso l’ufficio del
dottor Muten.
Recensite,
recensite!!!!! Scusate gli errori di grammatica.
Vegeta
stava camminando per i corridoi dell’ospedale, era vicino ai
bagni femminili. Improvvisamente
la porta del bagno si aprì e centrò in pieno il
naso del dottor Vegeta, che
cadde a terra tenendosi il naso dolorante. Dal bagno uscì
una donna con gli
occhi e i capelli azzurri. Vegeta riaprì gli occhi neri per
fissare e insultare
la donna, ma appena la vide le parole gli morirono in gola. Era
stupenda, alta,
magra, la pelle bianca come il latte, capelli color del cielo, labbra
rosate e
gli occhi…azzurri come il più limpido mare.
Appena gli occhi di Vegeta e della
donna si incrociarono il tempo sembrò essersi fermato,
azzurro e nero si incrociarono
per la prima volta, la prima di una lunga serie. La donna uscita dalla
trance, continuando
a fissare gli occhi di Vegeta, parlò:
-Scu…scusi,
non l’ho fatto apposta, non sapevo fosse dietro la porta-
-La
prossima volta sia più attenta, o con la sua delicatezza da
elefante, finirà
con l’ammazzare qualcuno!-
-Che
intende per “delicatezza da elefante” io sono molto
più delicata di lei-
-Non mi
pare proprio!-
-Come si
permette di insultarmi brutto scimmione senza un minimo di
tatto…Grr-
“Però
è
bellissima anche quando si arrabbia” pensò Vegeta.
-Addio, a
mai più rivederci, scimmione dei miei stivali-
Detto
ciò
la donna si allontanò da Vegeta continuando a borbottare
qualcosa; Vegeta, dal
canto suo, si allontanò per dirigersi verso
l’ufficio di Muten con in mente l’immagine
di quella donna turchina.
-Bene
Chichi abbiamo finito, sei un’ottima infermiera e
anche…una bellissima donna-
“Oh
no,
ci sta provando con me, che schifo!” pensò Chichi
-Grazie
dottor Yanco, troppo gentile, ora devo andare dai coniugi Son-
-Vorrebbe
stasera uscire con me? Le vorrei mostrare un locale delizioso
e…se lei vorrà
anche qualcos’altro-
-No,
grazie dottor Yanco stasera non posso e poi io non sono minimamente
interessata
a lei, il nostro rapporto è solo di lavoro, sia ben chiaro!-
-Va bene
non si innervosisca. Ci si vede Chichi.-
“Per
fortuna se ne andato, non lo sopporto, ci prova con tutte, con tutte!!
Meglio
che non ci pensi e vada dai coniugi Son ad aspettare il dottor
Sayan.” Con
questi pensieri Chichi si avviò verso la stanza 2.
Arrivata
Chichi aprì la porta della stanza 2 con la cartella clinica
in mano, stava per
cominciare a parlare quando notò che nella stanza non
c’era nessuno.”Ma dove
sono i coniugi Son? Nelle loro condizioni non possono andare in giro
per
l’ospedale!”.
Chichi
stava per uscire dalla stanza quando la porta del bagno si
aprì e ne uscì un
uomo; appena Chichi lo vide ne rimase letteralmente estasiata tanto che
le
cadde la cartella dalle mani. “Madonna, che Bello!!!!!!
Fisico perfetto,
capelli neri un po’ disordinati ma che su di lui stanno
divinamente, occhi neri
come la pece”Con
questi pensieri Chichi
squadrò l’uomo dall’alto in basso, si
soffermò sulla mano sinistra e notò un
anello nell’anulare.
“Già,
la
mia solita fortuna!! E’sposato!”
-Salve,
lei è Son Goku, giusto?-
-Si, sono
io, piacere di conoscerla signorina…”
-Chichi,
sono l’infermiera Chichi, ero venuta per controllare le
condizioni sue e di sua
moglie, ma a quanto vedo lei non è in stanza…-
-Si,
è
andata nel bagno nel corridoio perché io avevo occupato
quello nella camera-
-Capisco…Dunque,
signor Son…-
-Goku, mi
chiami Goku-
-Ok,
Goku, il vostro medico curante è il dottor Sayan che tra
poco sarà qui, intanto
nell’attesa se si siede nel letto comincio una breve visita-
-Va bene-
“Però
carina questa infermiera, anzi è bella non carina; Goku cosa
vai a pensare tu
sei un uomo sposato, felicemente sposato!”
Goku si
coricò sul lettino e si tolse la maglietta, Chichi era
percorsa da mille
brividi e vederlo a torso nudo scatenava in lei una forte attrazione
verso
Goku, le tremavano le mani ma, fortunatamente, riacquistò il
controllo del suo
corpo e cominciò a visitarlo.
“A
prima
vista non mi sembra che abbia ferite gravi, mamma che fisico perfetto
che ha!
Guarda, ha un taglio vicino al mento, ora glielo disinfetto”
-Goku,
devo disinfettarti un taglio vicino al mento, non spaventarti non
brucia-
Chichi si
avvicinò di più alla faccia di Goku per
disinfettare meglio la ferita, quando
finì alzò gli occhi verso Goku e ne
restò come incatenata; Goku, d’altra parte,
aveva seguito ogni movimento di Chichi e si avvicinava sempre di
più a lei.
Avevano
entrambi gli occhi chiusi e stavano quasi per baciarsi
quando…
DRINNN,
DRINN,
il telefono nella camera suonò improvvisamente e Goku e
Chichi si distanziarono
alla velocità della luce ancora frastornati. Chichi
alzò la cornetta e ripose:
-Chi
è?
Sono l’infermiera Chichi-
-Sono il
dottor Sayan, ci vediamo nell’atrio dell’ospedale
tra 5 minuti ok?
-Si, va
bene a fra poco- Chichi chiuse la conversazione.
-Scusa
Goku, adesso devo andare, ciao-
Chichi
uscì dalla stanza ancora scossa per il mancato bacio
“Maledetto
Vegeta ma non potevi telefonare 5 minuti dopo!!”.
Goku,
nella sua stanza, ripensava a Chichi e a quel quasi bacio
“Stavo
per baciarla, stavo per tradire mia moglie, eppure non sono pentito,
anzi sono
deluso perché avrei voluto veramente baciarla”.
Recensite,
recensite!!! Comunque il nome “ Roces” non
significa niente, è puramente da me inventato.
Baci
Vegeta
era arrivato dal direttore Muten ancora con in mente
l’immagine di quella donna
azzurra che, non solo gli aveva quasi rotto il setto nasale, ma, anche
gli
aveva quasi fatto prendere un infarto data la sua straordinaria
bellezza.
-Perchè
mi ha fatto chiamare, mi pare che oggi non ho ammazzato nessuno, non ho
risposto male a nessuno e non ho fatto niente che meriti un rimprovero-
-Non
l’ho
chiamata per rimproverarla, bensì per avvertirla!-
-Avvertirmi!?-
-Esattamente,
i coniugi Son che lei ha in cura sono a capo di un’importante
azienda,
specializzata nell’elettronica domestica, in
verità è la moglie ad essere la
direttrice, ma anche il marito ha un ruolo all’interno
dell’azienda.
Sicuramente l’avrà sentita anche nominare,
è la Capsule Corporation.-
-Si, ne
ho sentito parlare, è un’azienda davvero enorme-
-Esatto,
quindi dovrà avere la massima cura e il massimo riguardo
verso i Son-
-Mi tolga
una curiosità, in che senso “massimo
riguardo”, io tratto tutti i pazienti allo
stesso modo, presto la necessaria attenzione a tutti, sia poveri che
ricchi!-
-Non
intendevo
questo: lei dovrà essere solo più gentile, non
rispondere male, come al suo
solito, e non farli arrabbiare perché se i Son ci fanno
causa, per colpa sua,
io la licenzio in tronco!!-
-Va bene,
sarò buono come un angioletto-
-Lo
spero, vada, vada-
-Arrivederci
direttore-
-Ciao e
ricordati quello che ti ho detto-
-Certo,
non vede ho già l’aureola in testa!-
Detto
ciò
Vegeta uscì dall’ufficio per dirigersi verso la
stanza 2.
“Che
scocciatura, dovrò pure misurare le parole!! Spero che
Chichi abbia finito con
quel mollusco, mi serve il suo aiuto. Oh, guarda, laggiù
c’è il mollusco, ora
gli chiedo di Chichi.”
-Ehi
mollusco, ha finito Chichi o ti serve ancora?-
-Yanco,
Yanco, chiamami Yanco!!!! Comunque con Chichi ho finito, mi ha detto
che andava
dai coniugi Son-
-Ok,
grazie…mollusco!-
Vegeta si
allontana ridendo, mentre Yanco si mangia le mani dalla rabbia. Vegeta
stava
camminando tranquillamente, quando…
-Vegetaaa,
Vegetaaa-
-Chi
è
che scoccia? Ah, ma quello è Crili, chissà cosa
vuole-
-Vegeta
anf anf-
-Calmati,
Crili, che succede?-
-E’
per
mia figlia Marron-
-Che
è
successo, non era ricoverata in pediatria perché aveva il
morbillo?-
-Si, ma
ha avuto uno shock anafilattico-
-Uno
shock anafilattico!?-
-Esatto,
il medico che l’ha visitata ha detto questo, ma io per
sicurezza vorrei che la
visitassi tu-
-Va bene,
vengo subito, il tempo di avvisare la mia infermiera-
-Ok,
siamo nella stanza 10-
Vegeta
arrivò nell’atrio dell’ospedale e
telefonò a Chichi nella stanza 2 affinché la
raggiungesse.
Dopo
qualche minuto arrivò Chichi
-Chichi,
che succede, è tutta rossa!-
-No,
niente dottor Sayan, stia tranquillo, perché mi ha chiamata?-
-Dobbiamo
visitare una bambina che ha avuto uno shock anafilattico nella stanza
10-
-Bene,
andiamo-
Vegeta e
Chichi andarono verso la stanza 10, arrivati…
-Chichi,
questi sono Crili, sua moglie C18 e la loro figlia Marron-
-Piacere
di conoscervi-
-Piacere
nostro-
-Allora,
Marron, che combini, che ti è successo?-
-Non lo
so dottore, all’improvviso, ho sentito un formicolio e un
senso di calore in
testa e nei piedi e poi ho fatto fatica a respirare-
-Capisco
e dimmi avevi mangiato qualcosa prima?-
-Sì,
del
pesce-
-E’
chiaro. Dunque, Crili e C18, vostra figlia ha avuto lo shock
per colpa del pesce, probabilmente era allergica a quel tipo. Comunque
gli
attacchi di shock posso essere provocati anche da una puntura
di imenotteri(api, vespe, calabroni),
dall’ingestione di alcunialimenti
(latte, uovo, pesce, crostacei, arachidi, noce americana, ecc.) e dalla
somministrazione di farmaci
(penicillina…) e quindi vi consiglio, d’ora in
poi, di portarvi sempre dietro
una siringa con l’adrenalina e ti iniettartela non appena
Marron vi dice che
avverte uno di questi sintomi: formicolio e senso di calore al capo e
alle
estremità; compaiono poi in sequenza orticaria-angioedema,
rinite, difficoltà
respiratoria, prurito alla lingua e al palato, alterazioni della voce,
edema
della glottide, asma, vomito,diarrea, ipotensione, tachicardia e
aritmia. Mi
raccomando è molto importante che abbiate
l’adrenalina sempre con voi-
-Va
bene Vegeta, grazie per la tua diagnosi-
-Figurati
Crili, a proposito, Marron…sei guarita dal morbillo?-
-Si,
dottore sono guarita-
-Bene,
sono contento, adesso devo proprio andare, ciao a tutti-
-Ciao
Vegeta e grazie ancora-
Vegeta
e Chichi uscirono dalla stanza 10 e si avviarono verso la
stanza dei Son.
-Vediamo
se stavolta riusciamo a visitarli questi Son, Chichi tu
li hai già visitati?-
-Solo
il signor Son, la moglie era al bagno-
-Capisco…
e lui come stava?-
-Non
ho potuto fare una visita completa, comunque mi sembrava che
non avesse ferite gravi-
-Bene,
andiamo-
Allora,
tutto quello che ho scritto sullo shock anafilattico è
vero.
Recensite,
recensite!!! Ringrazio tutti coloro che lo stanno già
facendo in particolare:
-The_Dark_Side
-marshmallon
-laurakovac
Grazie
mille per favore continuate voi e anche tutti gli altri.
Baci
-Bene,
siamo arrivati, questa è la stanza dei coniugi Son-
-Ok,
entriamo-
Vegeta
e Chichi erano arrivati alla stanza 2 per visitare Bulma e Goku.
“Non
sono mai stata tanto tesa in vita mia! Neanche quando ho
preso la laurea! Uffi, possibile che quell’uomo sia riuscita
a scombussolarmi
tanto? In fondo non lo conosco per niente, certo non posso non
ammettere che ha
il fisico di un dio greco, però non sono sicura che quello
che provo verso di
lui sia solo attrazione fisica… Basta! Devo smetterla con
questi pensieri, ho
provato solo attrazione fisica per Goku, solo questo!”
Chichi
aprì la porta della stanza e vi entrò con Vegeta,
e con
loro grande sorpresa nella stanza c’era il dottor Yanco che
stava parlando con
una donna.
“Quella
deve essere la signora Son” pensarono immediatamente
Vegeta e Chichi.
La
testa di Yanco copriva quello della donna per cui né Vegeta
,
né Chichi l’avevano ancora vista in faccia.
Chichi
si guardò attorno e trasse un respiro di sollievo: Goku non
era in stanza perciò non rischiava l’infarto.
Vegeta
corse verso Yanco irato
-Mollusco,
che ci fai qui, questi sono miei…-
Vegeta
avanzando nella stanza era arrivato vicino a Yanco, quindi
poteva vedere il volto della donna, quando vi riconobbe la donna
turchina che,
per poco, non gli rompeva il naso, le parole gli morirono in gola.
“E’
la donna del bagno!”
“E’
l’uomo-scimmione a cui stavo per rompere il naso!”
Vegeta
e la donna si guardarono negli occhi molto intensamente,
proprio come era accaduto vicino al bagno, esistevano solo loro due,
spazio e
tempo si erano come annullati, l’azzurro e il nero si erano
nuovamente
incontrati e la magia era iniziata.
L’
insistente tossicchiare di Yanco riportò Vegeta e la donna
sulla Terra risvegliandoli dal magico tepore in cui erano caduti.
-pazienti-
Vegeta finì la sua frase interrotta
dall’apparizione
della donna
-Lo
so Vegeta, stavo facendo solo quattro chiacchiere con Bulma-
-Mi
scusi dottor Yanco, ma da quando mi dà del
“tu”, io non lo
faccio perciò neanche lei deve intesi?-
-Va
bene Bulma…cioè signora Son, mi scusi-
Mentre
Vegeta rideva sotto i baffi per la risposta di Bulma, Yanco
borbottando qualcosa se andò, sbattendo violentemente la
porta.
-Che
sgarbato il dottor Yanco- fu il commento di Chichi
-Già-
commentarono all’unisono Vegeta e Bulma guardandosi negli
occhi per poi riabassarli arrossendo.
Chichi
notò gli sguardi che Vegeta e Bulma si lanciavano e, per
rompere la tensione, chiese a Bulma dove fosse suo marito.
-Goku
è andato via qualche minuto fa, delle infermiere hanno detto
che doveva fare delle radiografie-
-Sì,
le avevo richieste io. Chichi, per favore vai in sala
Radiologia e portami le radiografie del signor Son, e se ancora non le
avesse
fatte, aspetta lì con lui, io intanto visito la signora-
-Bene,
vado, a dopo-
Chichi
uscì dalla stanza 2 diretta verso Radiologia lasciando
Vegeta
e Bulma da soli.
Recensite,
recensite!! Commenti, commenti!! Scusate gli errori di grammatica.
Baci
-Mi dica
la verità, quel deficiente di Yanco ci stava provando con
lei?-
-Già,
proprio così, vedo che lei lo conosce molto bene-
-Tutti
qui lo conoscono, ci prova con tutte le donne che incontra, non importa
se
siano single, vedove, sposate, divorziate, per lui tutto va bene-
-Capisco,
un vero latin lover-
-No,
latin lover, no; siccome è uno sfigato, senza onore e
dignità, è brutto, non ha
un bel fisico, tutte le donne gli danno due di picche, come del resto,
ha fatto
anche lei-
-E’
vero,
ha perfettamente ragione. Ma, mi dica, le ho fatto molto male prima,
vicino al
bagno?-
-No, non
si preoccupi sono una roccia, io!-
-Mi
volevo, in ogni caso, scusare per la sbadataggine e per il mio
comportamento,
invece di scusarmi l’ho insultata e le ho urlato contro che
è uno scimmione-
-Acqua
passata, comunque se vuole un consiglio, la prossima volta sia
più gentile con
chiunque investa-
-D
’accordo-
“Non
è
uno scimmione senza cervello come pensavo, mi sembra una persona, tutto
sommato
gentile. Sul piano fisico non ho nulla da ridire, sembra un uomo
scolpito nella
marmo, indossa una camicia nera, eppure riesco a intravedere gli
addominali
scolpiti e perfetti che ha; immagino senza camicia, che splendore!!
Bè, credo
che anche sotto sia abbastanza fornito, anche se questi jeans non
lasciano
intravedere nulla, uffi!! Bè, neanche mio marito
è messo male, però questo
tizio ha qualcosa di speciale, non so, forse sono gli occhi,
così neri e così
espressivi, non ne sono convinta al cento per cento, però
penso che quest’uomo
comunichi con gli occhi e non con le parole, non so perché
ma sento il forte
desidero di conoscerlo meglio e spero che questo desidero diventi
realtà.
Ma
perché
mi sta agitando una mano davanti agli occhi?”
-Signora
Son, signora, sta male?-
-No, scusi
ero persa nei miei pensieri- “Che figura che ho
fatto”
-Scusi
l’impertinenza, ma perché, prima mi fissava?-
Le guance
di Bulma si colorano di rosso e Bulma balbettando cercò di
trovare una scusa.
“Ero
così
immersa nei miei pensieri che non mi sono accorta che lo stavo
fissando, oggi è
il giorno delle figuracce”
-Scusi,
non stavo fissando lei, quando sono immersa nei miei pensieri capita
che fissi
un punto insistentemente, spesso senza accorgermene, scusi di nuovo-
-Non si
preoccupi, anche se, la sua spiegazione mi è sembrata solo
una banale scusa-
-No, si
sbaglia- si affrettò a rispondere Bulma
-Se lo
dice lei…-
Nella
stanza era calato il silenzio, Vegeta aveva preso la cartella di Bulma
e la
stava leggendo, Bulma aveva ancora la faccia un po’ rossa e
il respiro
affannato, ma era meno agitata di prima e siccome Bulma odiava i
silenzi,
cominciò a parlare con Vegeta.
-E’
da
tanto che lavora in questo ospedale?-
Istanti
di silenzio susseguirono questa domanda, al che Bulma
-Ma
è
forse sordo?- Ancora una volta Bulma non ottenne risposta e
cominciò ad
arrabbiarsi
-MI VUOLE
RISPONDERE O NO?-gridò
Bulma in preda
alla rabbia
-La vuole
smettere, per favore? No, non sono sordo e lavoro in quest’
ospedale da 3 anni
ormai, ora è contenta? Posso continuare a leggere la sua
cartella in cui si
parla della SUA salute o preferisce fare salotto e continuare a
chiedermi cose
inutili e frivole?Mi dica lei!- Vegeta esplose, le continue domande di
Bulma lo
avevano innervosito parecchio, a differenza sua a lui piaceva il
silenzio, lo
trovava rilassante e capì subito, che con quella donna, di
silenzio ce ne
sarebbe stato sempre troppo poco.
“Sarà
anche bellissima, però, per i miei gusti parla troppo!
Decisamente troppo!!”
“Che
sfrontato!! E’ vero, ho insistito, ma non pensavo di causare
una tale ira”
-Potrebbe
almeno dirmi il suo nome?-
-Mi
chiami Vegeta-
-Possiamo
darci del “tu”?-
-Se le
dà
fastidio…-
-Affatto,
per me va benissimo, allora Vegeta chiamami Bulma-
-Ok,
Bulma puoi toglierti la maglietta, devo visitarti-
-Anche il
reggiseno?-
Vegeta fu
tentato di risponderle di sì anche se, non era necessario
che lei togliesse
anche quello, aveva notato fin da subito le curve belle e sensuali di
Bulma e
vederle non gli sarebbe di certo dispiaciuto, anzi! Poi la correttezza
e
l’onestà ebbero la meglio e Vegeta le disse di no.
Bulma si
tolse la maglietta e si coricò sul lettino in preda
all’ansia e l’imbarazzo,
non poteva negare l’attrazione che sentiva verso quel dottore
così carico di
carisma e fascino.
“Neanche
con Goku ho mai provato sensazioni simili, eppure non stiamo facendo
niente di
male, però mi sento così… strana, non
riesco nemmeno io capire che sensazione
provo.
Bulma,
non mentire a te stessa, non serve a niente, la sensazione che provi ha
un nome
e si chiama eccitazione!! Si, è vero sono eccitata al fatto
che sto per essere
visitata dal dottore più sgarbato e sexy del mondo, al fatto
che mi debba
toccare con le sue mani e al fatto che potrà sentire i
battiti del mio cuore
che sono già a mille, figuriamoci quando
comincerà a visitarmi! Favoloso, sono
in una situazione stupenda”
Vegeta,
d’altro canto, non era in una situazione migliore, anche lui
non vedeva l’ora
di toccare quelle pelle così bianca e candida, ma allo
stesso tempo aveva
timore di non riuscire a controllarsi, visto che quella donna aveva
risvegliato
in lui pensieri poco puri.
Vegeta si
avvicinò e cominciò a visitarla toccandola in
punti specifici che da dottore
conosceva bene.
“Sono
troppo onesto, altri dottori se ne sarebbero fregati
dell’etica e le avrebbero
toccato il seno senza tanto disturbo con la scusa della visita! Eppure
anche
volendo, non riesco, io non sono come Yanco, che per toccare una donna
farebbe
di tutto, no, io desidero toccare solo la mia donna, solo lei e non mi
interessa toccarne altre con l’inganno, è vero che
al momento sono single però
non voglio lo stesso”
-Bulma ti
faccio male se ti tocco qui?- Vegeta toccò una parte della
pancia di Bulma
-Si, mi
fa male, non molto però…-
-Tranquilla,
probabilmente hai qualche costola incrinata-
-COSTOLA
INCRINATA?- gridò Bulma presa dalla paura
-Sì,
calmati, è dovuto all’urto subito per
l’incidente, non è niente di grave,
tranquilla-
Bulma
emise un sospiro di sollievo-Grazie Vegeta, sono un po’
ansiosa di carattere-
-Fa
niente, allora pressione normale, battito un pochino accelerato, ma
credo fosse
per la tensione e qualche leggero ematoma nella zona intestinale, tra
qualche
giorno potremo dimetterti-
-Grazie,
mi togli un peso dal cuore-
Bulma
scese dal lettino, nel farlo inciampò e finì
addosso a Vegeta e venne investita
da un’ondata di profumo maschile.
“Che
buon
profumo che usa” pensò immediatamente Bulma.
Vegeta
provava una sensazione di pace a contatto con il corpo di Bulma e si
ritrovò a
desiderarla con tutte le forze( Bulma era, ancora, senza maglietta).
Bulma era
felice, allora agì d’impulso, prese tra le mani il
volto di Vegeta e poggiò le
proprie labbra sulle sue chiudendo gli occhi.
Vegeta e
Bulma erano come entrati in Paradiso, stavano bene, uniti da quella
magica sensazione
padrona dei loro corpi, felici più che mai.
Vegeta
ricambiò il bacio e da, casto e puro, il bacio
diventò caldo e passionale. Un
intrecciarsi di lingue e sentimenti percorrevano Bulma e Vegeta che
provavano
sensazioni mai sperimentate prima.
Vegeta
posò le mani sui fianchi di Bulma e lei le proprie sui suoi
capelli neri, si
stavano spingendo verso un lettino della stanza e Bulma aveva
cominciato a
sbottonare i bottoni della camicia di Vegeta.
Stavano
per coricarsi sul lettino, quando Bulma si ricordò per un
secondo che era
sposata e siccome non voleva commettere l’adulterio si
staccò a malincuore da
Vegeta.
Lui la
osservava stupito, dato che aveva iniziato lei si aspettava che
andassero fino
in fondo, invece…
-Scusa,
ma io sono sposata, perdonami-
-Oggi
pomeriggio devi fare alcune radiografie- disse Vegeta con voce dura e
fredda,
non gli era affatto andato giù il brusco distacco di Bulma.
Bulma
annuì e correndo uscì dalla stanza in preda alla
confusione e alla tristezza.
Recensite,
recensite. Aspetto commenti. Scusate gli errori grammaticali.
Vorrei
chiedere scusa a tutti, ma per tutto il mese di luglio non
potrò aggiornare, vi
prego di scusarmi, ma per impegni personali mi sarà proprio
impossibile.
Perdono.
La sala
Radiologia
è al 3° piano, prenderò
l’ascensore”
Chichi
stava camminando verso gli ascensori per prendere uno e salire fino al
3° piano
dove si trovavano la sala Radiologia e Goku.
“Non
voglio rivedere Goku, non lo sopporterei!! Goku mi piace ma
è sposato, ed ha
una moglie che è mille volte più bella di me e
anche mille volte più ricca di
me. Noi non possiamo avere una relazione, non voglio diventare
l’amante di
Goku, non mi accontento di essere un semplice passatempo, per queste
ragioni
devo mantenere con Goku un rapporto SOLO professionale e non lasciarmi
andare a
momenti di debolezza come quello nella stanza, sì, sono
fermamente decisa.
Finalmente è arrivato l’ascensore”
Le porte
dell’ascensore si aprirono e Chichi vide il direttore Muten
intento a leggere
una rivista…
“Non
solo
è un direttore vecchio e idiota, ma è anche un
pervertito! Legge sempre quelle
riviste sconce e cerca di toccare ogni infermiera o dottoressa che
incontra!”
-Salve
direttore-
-Ciao
Chichi come va la vita?- Detto questo Muten allungò una mano
in direzione del
sedere di Chichi, questa, accortasi di ciò,
ricambiò, stampando uno schiaffo a
Muten che lo fece volare fino ad un muro.
-Che
grinta che hai, Chichi!- disse Muten, che stava ancora vedendo le stelle
-Come
glielo devo dire che la deve smettere? Anche se è il mio
direttore non si deve
prendere certe libertà!!-
Detto
questo Chichi entrò nell’ascensore, e se ne
andò lasciando Muten con cinque
dita stampate in faccia.
“Che
nervi, lo odio con tutta me stessa, se non fosse perché
questo è il lavoro con
cui vivo me andrei immediatamente! Ok, basta Chichi è
passata, ora rilassati e
vai da Goku”
Chichi
camminava con passo svelto verso la sala Radiologia, quasi arrivata
cominciò a
sentire delle voci in lontananza…
-Quanto
ci vorrà ancora, ho FAME!- “Ma è la
voce di Goku!” Pensò subito Chichi
-Abbia
pazienza signor Son, non ci vorrà molto- “E questa
deve essere l’infermiera che
gli sta facendo le radiografie”
Chichi,
preoccupata, aumentò l’andatura e arrivata vide
Goku che si dimenava nel
lettino dicendo di avere fame e che se non avesse mangiato sarebbe
morto lì e l’infermiera
Laura che cercava di calmarlo
-Laura,
che succede?-
-Oh,
Chichi, per fortuna sei arrivata tu! E’ un’ora che
cerco di fargli capire che
deve stare fermo sennò non posso fare l’esame, ma
lui si muove in continuazione
dicendo di avere fame e agitandosi come un matto. Non so come fare, non
posso
dargli da mangiare prima che abbia finito l’esame, Chichi
aiutami-
-Ma certo
che ti aiuto, io ero venuta per ritirare le sue radiografie,
perché pensavo
fossero già pronte, invece…-
-Se
avesse aspettato per un minuto avremmo già finito da un
pezzo, ma se continua a
muoversi io non posso fargli le radiografie-
-Ovvio,
ora ci parlo io-
Chichi si
avvicinò al microfono che collegava la stanza in cui era
Goku e la stanza ove
erano le due infermiere
-Goku mi
senti?-
-Ma tu
sei Chichi-
-Sì,
sono
io, senti Goku Laura mi ha detto che non riesce a farti
l’esame se tu ti muovi
tanto-
-Ma io ho
fame-
-Ho
capito che hai fame, ma se prima non finiamo niente cibo, quindi ti
conviene
stare fermo e zitto, le radiografie sono come delle foto, se tu ti
muovi vengono
mosse e l’esame non serve a nulla capito?-
-Ok, ma
dopo mi date del cibo?-
-Si, dopo
te lo diamo-
Detto
ciò, Goku, smise di muoversi e Laura gli fece le
radiografie, congratulandosi
con Chichi per essere stata così convincente
-Sei
stata bravissima! Io un’ora e non sono riuscita a
convincerlo, tu invece in un
minuto lo hai convinto-
-Non dire
così, non è solo merito mio, e anche merito di
Goku che ha deciso di
collaborare-
-Sì,
sì,
Chichi, come vuoi tu-
-A proposito
Laura, come va con il dottor Tensing?
Laura
arrossì e con flebile voce rispose:
-Bene,
stiamo insieme da un mese ormai-
-Da un
mese? Wow, complimenti-
-Grazie,
Chichi e tu invece in tema d’amore come andiamo-
Nella
mente di Chichi si formò l’immagine di Goku, ma la
respinse via e rispose:
-Niente,
ancora
il principe azzurro si fa attendere-
-Non ti
scoraggiare prima o poi…-
-Già,
prima o poi-
Laura
comunicò a Goku che avevano finito e che poteva uscire dalla
stanza, Goku uscì
più veloce di un fulmine reclamando cibo e Chichi gli disse
che se aspettava
ancora un attimo lo avrebbe accompagnato alla mensa.
-Laura,
quando posso venire a prendere risultati?-
-Tra
un’ora,
va bene?-
-Sì,
perfetto ciao e salutami Tensing-
-Ciao
Chichi-
Goku e
Chichi si incamminarono insieme verso la sala mensa, tra i due era
calato un
silenzio imbarazzante che però nessuno interrompeva.
Arrivati
alla mensa, Goku prese tutto quello che si poteva, sotto lo sguardo
attonito di
Chichi, quando si sedettero
-Ma tu
mangi sempre così tanto?-
-Questo
non è tanto!-rispose stizzito Goku
-Ah, ok-
Dopo che
Goku finì di mangiare ad una velocità
impressionate, Chichi cominciò a parlare
dell’argomento che entrambi preferivano evitare, ma che prima
o poi avrebbero
dovuto affrontare.
-Goku, a
proposito di quel quasi bacio…-
-Scusa,
è
stato un attimo di debolezza, perdonami, Chichi-
-Ti
volevo chiedere scusa anche io, ma ti volevo anche dire che non ci
dovranno
essere altri momenti di debolezza, sia da parte mia che tua,
è meglio per tutti
e due, tu sei sposato e quindi tra di noi non ci potrà
essere altro che
amicizia-
-Hai
ragione, allora amici?-
-Amici-
disse Chichi con un sorriso
-Scusa
Goku, ma ora io devo andare, ciao, ci vediamo domani-
-Ciao
Chichi-
Chichi
uscì di fretta dalla mensa, e appena entrata
nell’ascensore cominciò a piangere
“E’
stata
una scelta dolorosa la mia, ma non potevo fare altrimenti, avere una
relazione
sentimentale con Goku significava diventare la sua amante e io non
sarò mai l’amante
né sua né di chiunque altro!”
Chichi si
asciugò le lacrime con il camice e uscita
dall’ascensore si diresse verso l’atrio.
Recensite,
recensite, lo so che vi ho fatto aspettare tantissimo, ma come
già scritto nel
capitolo 7,
a
luglio non ho potuto aggiornare, ho potuto farlo solo oggi, per questo
chiedo
ancora scusa e vi prometto che i prossimi aggiornamenti saranno
più veloci.
Bulma era
alla finestra della sua camera e osservava il cielo malinconica e
pensierosa. Nubi
nere si stagliavano in esso oramai da un’ora e la gente si
era barricata nelle
case e nei negozi poco desiderosa di essere investita dal temporale che
il
cielo preannunciava. Dopo qualche minuto, piccole gocce cominciarono a
scendere
giù lentamente bagnando la città.
“Sembra
che il cielo stia piangendo, come vorrei fare io adesso, vorrei
sfogarmi ma…non
posso, c’è Goku nella stanza con me e io non posso
certo raccontargli il motivo
della mia sofferenza.
Ho
Tradito mio marito con un uomo che neanche conosco, non credevo di
essere così
debole, non mi credevo così superficiale, sono bastati
muscoli e carisma per
farmi commettere l’adulterio; in un matrimonio il tradimento
è sempre stato il
peccato che considero peggiore ed oggi proprio IO l’ho
commesso, certo non ci
sono andata a letto però ci sono andata molto vicina,
molto”
Bulma
dopo “l’incontro” con Vegeta era stata
tutto il tempo a piangere e a
rimproverarsi, fortuna volle che Goku tornò tardi in camera
perché aveva finito
tardi gli esami e non potè accorgersi della sofferenza di
Bulma, da lei
prontamente mascherata con un sorriso.
-Bulma,
tesoro, sei sicura di stare bene?-
-Certo,
Goku, stai tranquillo, sono solo un po’ stanca-
-Ok, ti
volevo dire che ti amo-
-Anch’io
ti amo-
Goku si
sporse verso Bulma e la baciò dolcemente, Bulma rispose
mentre dentro di sé
soffriva perché quel pomeriggio aveva toccato altre labbra
oltre a quelle di
suo marito.
“Chiederò
al direttore se posso cambiare dottore, ho paura che potrei avere altri
momenti
di debolezza e non voglio assolutamente, io amo mio marito e non voglio
più
tradirlo! Domani parlerò con Vegeta e chiarirò la
situazione, non lo voglio più
vedere!”
“Bulma,
che nome! Sono sigle da sei mesi ormai, certo ho avuto le mie
storielle, ma
roba da una notte, non sono fatto per i legami fissi, non voglio
legarmi per
sempre a una persona, forse perché non mi sono mai
innamorato veramente.
Questo
pomeriggio, se Bulma non si fosse fermata, avremmo fatto sicuramente
l’amore,
io lo volevo e, all’inizio, mi sembrava anche lei, invece si
è fermata con la
scusa dell’adulterio ed è scappata via; era
così bella senza maglietta e poi
aveva degli occhi così belli, azzurri e ingenui, era
così desiderabile ed io
non ho potuto averla!”
Vegeta in
un impeto di rabbia prese la sua tazza rossa preferita e la
scaraventò contro
il muro, mandandola in frantumi.
-Odiosa
donna, domani dirò al direttore che non ti voglio
più come mia paziente, a te e
a tuo marito-
Vegeta
urlò con tutta la forza avente in corpo e mentre il
temporale imperversava
ancora nella città, lui, nel suo appartamento, non trovava
la pace che aveva sperato
di ottenere fuggendo dall’ospedale.
Recensite,
recensite, voglio commenti!! Stavolta il chappy è stato
piuttosto piccolo ma spero
che vi piaccia lo stesso.
Ringrazio
tutti coloro che stanno leggendo la mia storia e particolarmente chi ha
commentato.
-E adesso
faremo la prossima
domanda al concorrente numero 3! Allora è pronto?-
“In
tivù
stanno facendo il solito quiz delle ore 20:00, di solito mi piace
guardarlo,
vedere se sono più brava dei concorrenti azzeccando le
risposte giuste,
immaginare di vincere il montepremi finale, solitamente è
così, oggi invece mi
sento così vuota e sola, conosco Goku solo da un giorno
eppure… è come se
sentissi di conoscerlo da sempre, non mi sono mai innamorata veramente
nella
mia vita, certo ho avute le mie storie, non moltissime, però
ne ho avute,
tuttavia la scintilla dell’amore vero io non l’ho
mai sperimentata, almeno fino
ad oggi… NO,
Chichi che
stai dicendo? Calmati e ragiona, non ci si può innamorare di
una persona appena
conosciuta, questa è una cosa che succede solo ed
esclusivamente nei film
d’amore, e questo non è un film, è la
realtà, una realtà triste, lo ammetto, ma
pur sempre una realtà vera”
DRINN
DRINN
“Il
telefono, chi può essere?”
-Pronto?-
-Pronto,
ciao Chichi sono Laura-
-Ciao
Laura, come va? Come mai questa chiamata?-
-Ti
volevo dire che hai dimenticato di prendere le radiografie del signor
Son-
-Le
radiografie?-
-Sì,
le
radiografie, che gli abbiamo fatto insieme, non te lo ricordi? Ti avevo
detto
di passare dopo un’ora, ma quando sono andata
nell’atrio dell’ospedale, ho
visto che eri già uscita, così ti ho chiamato per
ricordartelo-
-Grazie
Laura, non so dove ho la testa, ho finito il mio turno e mi sono
completamente
dimenticata delle radiografie, scusami-
-Ma
figurati per così poco! Poi devo essere io a ringraziarti,
se oggi non fossi
arrivata tu, al signor Son le radiografie non le avrei nemmeno fatte!-
-Bè
allora ci siamo fatte un favore a vicenda-
-Già
hai
proprio ragione-
-Domani
appena arrivo prendo le radiografie, le hai lasciate a Brenda, giusto?-
-Esatto,
non voglio disturbarti oltre, quindi ti auguro buonanotte-
-Ma quale
disturbo?! Stai scherzando? Tu non disturbi affatto, comunque saluta
Tensing e
buonanotte-
-Ok
‘notte-
Chichi
posò la cornetta e sospirò, dopo la discussione
con Goku in ospedale, era andata
via con la scusa che stava male e si era chiusa in casa dimenticandosi
di tutto
e tutti.
DRINN
DRINN
“Ancora?
Ma è la serata delle telefonate?”
-Pronto-
-Ehi,
ciao, ti ricordi di me?-
-Videl!!
Videl, sei tu?-
-Certo
che sono io! Non ti ricordi più della tua amica cardiologa?-
-Ma
è
ovvio che mi ricordo! Chi si può scordare di te! Non ci
sentiamo da così tanto
tempo…-
-Già…Devo
parlarti, che ne dici di uscire con me per una serata tra vecchie
amiche? Mi
trovo in città-
-Davvero
sei in città? Ma certo che voglio uscire, dimmi dove-
-Ci
vediamo davanti alla stazione tra mezz’ora-
-Certo,
alla stazione tra mezz’ora, ciao-
-Ciao-
Stavolta
Chichi scaraventò letteralmente la cornetta e corse nella
camera da letto, si
tuffò nell’armadio in cerca di un vestito adatto
per un uscita tra amiche.
“Videl,
Videl, come ci si può scordare di lei, è la mia migliore
amica da quando facevano il liceo scientifico, poi
abbiamo fatto la stessa facoltà di università:
medicina; lei è diventata una
cardiologa, è sempre stata affascinata dal cuore, diceva che
è un muscolo che
ragiona per conto suo
e che non tiene conto delle leggi fisiche, l’ho
sempre ammirata per tanti punti
di vista, è una buona amica, che sa aiutarti nel momento del
bisogno, anche ora mi
ha già risollevato il morale ed
è anche
una bravissima cardiologa, la più brava che
conosco.
Cosa
posso indossare? Ho ventotto anni, sono ancora giovane e bella, al
diavolo Goku
e tutti i Son; ho deciso! Metto questa mini-gonna nera, questa
maglietta
scollata rossa e questi stivali neri, mi trucco leggermente e sciolgo i
capelli, sì oggi vogliono essere guardata da tutti gli
uomini che incontro”
Dopo le
varie fasi di preparazioni, Chichi uscì di casa e si diresse
verso la stazione,
arrivata vide Videl in lontananza e le andò incontro
-Videl,
Videl-
-Chichi,
da quanto tempo!-
Chichi e
Videl si abbracciarono felici di rivedersi dopo tanto tempo
-Chichi,
ma sei uno schianto! Come mai così provocante? Sei a caccia
di uomini?-
-A caccia
lo sono sempre e poi nemmeno tu scherzi!-
Videl
indossava
dei jeans a pinocchietto, un top bianco e una cintura di strass che le
adornava
la vita.
-Voglio
andare
in discoteca!-
-Discoteca?
Chichi ma ti senti bene? Tu nemmeno a diciotto anni volevi andare in
discoteca-
-Sì,
sto bene,
oggi però sono in vena di follie-
-E poi
dobbiamo
festeggiare-
-Festeggiare?-
-Certo, sono
stata trasferita, da domani in poi lavorerò
all’ospedale Roces, quindi insieme a
te!-
-COSA?!
Davvero,
non stai scherzando? E’ una notizia meravigliosa, lavoreremo
insieme, un sogno che
si avvera, wow-
-Già
quindi
portami nella migliore discoteca che conosci-
-Allora,
dobbiamo
andare alla discoteca Namecc-
-Andiamo mi
fido di te-
Le due amiche
chiacchierano per tutto il tempo, ricordando i tempi del liceo e
dell’università,
tra balli, fidanzati e tanto altro.
-Siamo
arrivate,
è qui la discoteca Namecc-
-Entriamo?-
-Entriamo!-
Recensite,
recensite! Lo so, sono in ritardo con l’aggiornamento,
scusatemi tutti, sono stata
al mare tutto Agosto e quindi non ho potuto aggiornare, vi prego di
perdonarmi
Notte.
Notte nera. Notte buia, senza luna. Notte in cui e’ facile
perdere la retta via
e seguire la strada sbagliata. Notte di morte, perché quando
il destino è
crudele, il cielo lo capisce e si mette a lutto, la luna e le stelle si
ritirano e lasciano nero, solo nero.
DRIIN
DRIIN
“Che
succede? Chi è che chiama alle 3 di notte? Forse
è l’ospedale!”
-Pronto,
sono il dottor Sayan-
-Dottor
Sayan, venga subito all’ospedale!!-
-Che
è
successo?-
-Uomini in
fin di vita. Incidente.-
-Arrivo-
Vegeta si
veste di fretta e furia, sale sulla sua macchina e parte veloce, veloce
perché
ha timore di non arrivare in tempo per salvare quell’uomo,
perché vuole
salvarlo, perché è un medico.
Vegeta
arriva all’ospedale, entra e un senso di panico lo assale,
forse è troppo
tardi, ci sono tanti infermieri che vanno avanti e dietro,
l’incidente deve
essere stato grave, c’è troppa confusione.
D’un
tratto Vegeta scorge Brenda, il capo-infermiera e le va incontro
correndo.
-Brenda,
Brenda-
-Dottor
Sayan, finalmente è arrivato-
-Brenda,
le persone coinvolte nell’incidente dove sono?-
-Il
ragazzo con la moto sta bene, aveva il casco e per sua fortuna ora
è fuori
pericolo, il suo nome è Gohan; mentre gli uomini sulla
macchina sono ora in
sala operatoria-
-In sala
operatoria?-
-Sì,
purtroppo sono molto gravi, non credo che ce la faranno, sono i signori
Brief-
Quel nome
fu per Vegeta come un fulmine a ciel sereno, perché se ben
ricordava il cognome
da sposata di Bulma era Son, ma il suo cognome da nubile era proprio
Brief,
forse erano dei suoi parenti.
-Brenda
qual è la sala operatoria?-
-E’
la
sala 3, dottore-
-Bene,
grazie-
Vegeta si
dirige verso la sala 3 mentre pensa se il cognome Brief sia una
coincidenza
oppure sono veramente imparentati con Bulma, svoltato un angolo trova
la
risposta che cercava. Nella sala d’attesa di fronte alla sala
operatoria ci
sono Bulma e Goku, Bulma è seduta su una sedia, scossa da
profondi singhiozzi,
Goku le è accanto e cerca di tranquillizzarla con parole di
conforto, il pianto
di Bulma scuote profondamente Vegeta, lo scuote e lo fa soffrire,
soffre nel
vedere Bulma piangere, soffre nel vedere uscire lacrime da quegli occhi
che
ricordano tanto il mare e il cielo con il loro affascinante colore,
soffre
perché si sente impotente, può solo sperare che
da quella porta esca un medico
che porti buone notizie.
Goku si
gira e vede Vegeta, si alza e gli va incontro
-Dottor
Sayan, come i stanno i miei suoceri?-
-I suoi
suoceri?-
-Sì,
i
genitori di Bulma, quelli dell’incidente-
“Così
sono i suoi genitori! Dovevo intuirlo subito”
-Mi
dispiace, io sono appena arrivato, ne so meno di voi-
-Capisco-
Nello
stesso istante un medico uscì dalla sala con il viso stanco
e provato dal
difficile intervento, Bulma si alzò subito, tremante
si avvicinò a lui
-Dottore,
i miei genitori?-
-Mi
dispiace, ho fatto tutto ciò che potevo, ma non
c’è stato molto da fare, sono
arrivati qui in condizioni troppo gravi, mi dispiace davvero signora
Son-
Bulma non
rispose, il suo cervello aveva ricevuto l’informazione e
l’aveva compresa,
mentre il suo cuore si rifiutava di accettarla, non voleva credere che
i suoi
genitori non ci fossero più, che non fossero più
vicino a lei, che non
l’avrebbero più potuta aiutare e sostenere, non
voleva ma, purtroppo doveva
fare i conti con la realtà e la realtà le diceva
che i suoi genitori erano
appena deceduti.
Bulma
scoppiò a piangere, si accasciò a terra e pianse,
voleva piangere tutte le
lacrime che poteva, voleva soffrire e non voleva pensare.
Goku la
prese in braccio e la sedette sulla sedia accarezzandola e
confortandola come
meglio poteva.
-Vegeta,
ciao, come mai qui, conoscevi i Brief?-
-No,
però
la figlia è una mia paziente. Tensing, non
c’è stato proprio niente da fare?-
-Purtroppo
no, sono morti dopo pochi minuti che abbiamo cominciato
l’intervento-
-Ma che
cosa è successo?-
-A quanto
ho capito io, un pirata della strada con una Rang Rover ha travolto la
macchina
dei Brief e una moto e poi s’è andato lasciandoli
lì senza prestare soccorso-
-Che
vigliacco! Odio i pirati della strada, non prestano mai soccorso alle
persone
che investono e il più delle volte lo fanno
perché sono ubriachi fradici-
-Hai
ragione, ora scusami, ma devo andare-
-Sì
grazie Tensing-
-Non
dirmi grazie, non ho salvato i Brief-
-Non
è
stata colpa tua, nessuno avrebbe potuto salvarli-
-Lo so,
però mi sento in colpa lo stesso, ciao Vegeta-
-Ciao-
“Povero
Tensing, so cosa si prova quando operi qualcuno e ti muore sotto agli
occhi, è
una cosa davvero terribile”
-Signori
Son, dopo vi pregherei di recarvi nell’atrio, quando vi
sentirete-
-Grazie
dottore-
Tensing
andò via e un pesante silenzio piombò nella
stanza rotto solo dai singhiozzi di
Bulma
-Goku
…
vai tu … nell’atrio… per favore-
-Bulma,
ma non voglio lasciarti sola-
-Vai!!
Per favore-
-Va bene,
ci metto un minuto-
Goku si
alzò e andò in direzione dell’atrio,
Vegeta si avvicinò a Bulma e si sedette
vicino a lei
-Mi
dispiace Bulma, davvero-
-Sei un
bugiardo, non li conoscevi nemmeno, come può dispiacerti!-
-Infatti
sono triste perché ti vedo soffrire tanto-
Bulma
smise di piangere e alzò lo sguardo verso Vegeta, sorpresa.
-E’
così,
io non sopporto di vederti piangere, non sopporto di vedere le tue
lacrime,
anche se so, che ,in questi casi,
non c’è modo di fermarle-
-Erano i
miei genitori, non li vedrò più, non
potrò più parlagli, perché se sono
andati,
perché? Poi, casi del destino, sono andati via insieme-
-Loro
saranno sempre nel tuo cuore, vivranno sempre in te e ti
accompagneranno come
due angeli custodi-
Bulma
tornò a piangere, incapace
di reggere altro dolore, svenne e si appoggiò a Vegeta.
Vegeta la
prese in braccio e la condusse nella sua stanza, la adagiò
sul letto e la baciò
sulla fronte, poi uscì dalla stanza e sospirò
amareggiato.
Vide Goku
in lontananza e gli andò incontro
-Ho
portato tua moglie in camera, era svenuta-
-Svenuta?
Sta male?-
-No, la
morte dei suoi genitori l’ha profondamente ferita e la forte
emozione l’ha
fatta svenire-
-Capisco,
vado da lei, grazie-
-Vai e
stai vicino a tua moglie-
Goku
corse verso la sua stanza e Vegeta
si appoggiò ad un muro triste come non lo era da tanto tempo.
Recensite,
recensite!! Commenti, voglio tanti commenti.
In questo
chappy Vegeta è particolarmente dolce, soprattutto verso
Bulma, ditemi se ho esagerato con la dolcezza.
- Chichi
sei ubriaca fradicia, andiamocene subito –
-
Lasciami in pace –
Chichi
respinse Videl in malo modo e ritornò tra le braccia
dell’uomo con cui stava
ballando.
“
Chichi
è ubriaca, ha bevuto per tutta la serata come una spugna, io
sono brilla,
qualche altro bicchiere e parto anche io, così domani ci
ritroviamo nel letto
di uno sconosciuto nude. Devo riuscire a convincerla ad
andarcene!”
Videl si
piazzò nuovamente davanti a Chichi, ma prima che parlasse un
uomo sbattè contro
di lei buttandola a terra.
- Ma chi
è stato? Ahi, che male! -
- Scusami
tanto non ti avevo visto, ora ti aiuto – Il ragazzo le porse
la propria mano,
Videl che aveva gli occhi chiusi, li aprì e rimase come
ipnotizzata, folgorata
dalla bellezza del giovane.
Occhi e
capelli neri come la pece, fisico perfetto e un‘espressione
dispiaciuta sul
viso.
- Non ti
preoccupare, non mi sono fatta niente -
Videl
afferrò la mano del ragazzo e si tirò su,
incatenando il suo sguardo a quello del
giovane.
- Sicuro
che non ti sei fatta niente? -
- Giuro
–
- Senti,
per farmi perdonare, mi concedi un ballo? –
Videl lo
guardò sconcertata, non aspettandosi una simile richiesta,
subito dopo fece un
timido sorriso.
-
Effettivamente
non ho nessuno con cui ballare -
-
E’ un
sì? –
- Esatto
–
La canzone
finì e ne iniziò un’altra,
più bella e azzeccata della precedente.
Videl e
il giovane si abbracciarono e la canzone iniziò.
E'
già tardi sono le due,
dai prendiamoci un caffé
Che ne dici se saliamo da me
questa notte e forse mai più
non mi dire frasi come non lo faccio mai
non sarò di certo io a cambiare ciò che vuoi
“
Sto ballando con il ragazzo più bello della discoteca,
non sono mai stata così felice che qualcuno mi facesse
cadere a terra. Che
bello!”
Come vedi
siamo qui, chi
l'avrebbe detto mai
questa notte è stata scritta per noi
una notte e forse mai più
ma non te ne pentirai
e fammi vedere chi sei...
“
Che canzone meravigliosa, sembra che il DJ l’abbia
messa apposta per noi.”
Non facciamo
niente di male
siamo uguali io e te
Abbiamo solo una gran voglia di ballare
puoi fermarti quanto ti pare
ma domani arriverà
ed ognuno per la propria strada andrà
“
Ora non ho più dubbi, questa canzone sta descrivendo
noi, DJ ma ci stai forse spiando? Domani noi
non ci sarà più, ci sarà tu ed io,
ma fino a domani ci sarà noi”
Ma comunque
siamo qui
chi l'avrebbe detto mai
questa notte è stata scritta per noi
una notte e forse mai più
ma non te ne pentirai
e fammi vedere chi sei...
“
Questa notte è stata scritta per noi, mai frase è
stata più giusta, devo ricordarmi di ringraziare Chichi per
avermi portato qui,
domani lo farò ma ora, giovane uomo, fammi vedere chi
sei”
Ma so
già che prima o poi
all'improvviso ritornerai
E mi chiedo se quel giorno ti ricorderai
non ci credo sei proprio tu
Sei diversa ma dimmi come stai?
E' passato tanto tempo non cambi mai
“
La canzone sta per concludersi e la magia che ci
ha unito finirà, ma io so che ti rivedrò, non so
quando, ma ti rivedrò, forse sarai
diverso, forse passeranno tantissimi anni ma io ti
rincontrerò”
Ma comunque
siamo qui
chi l'avrebbe detto mai
quella notte è stata scritta per noi
una notte e forse mai più
ma non te ne pentirai
e fammi vedere chi sei...
“
La canzone è finita, l’abbraccio in cui eravamo
uniti però tu non lo sciogli e io neanche, in fondo
perché dovrei? Mi guardi
con quegli occhi scuri serio e pian piano ti avvicini a me, ho capito
le tue
intenzioni, ma non ti fermo né mi scosto, forse
perché sono ubriaca? No, non
per quello, non faccio nulla per impedirtelo perché non
voglio, non voglio che
ti fermi”
Il giovane
diede un piccolo bacio a Videl sulle
labbra, senza approfondire, un piccolo bacio a fior di labbra, simbolo
di una
notte folle, simbolo della loro notte.
A
interrompere quel magico momento fu il suono di
un cellulare, il cellulare del ragazzo, lui lo prese staccandosi a
malincuore
da Videl e rispose.
- Pronto chi
è? –
- Devi venire
immediatamente a lavoro, abbiamo
bisogno di te –
- Subito?
–
-
Immediatamente, non subito –
- Arrivo
–
Chiuse la
conversazione e guardò Videl con occhi
dispiaciuti.
- Scusa ma
ora devo proprio andare, perdonami -
- Vai, non ti
devi scusare –
- Posso
sapere il tuo nome? –
- Videl
–
- Gohan
–
- Ciao Gohan,
sono sicura che ci rivedremo –
- Lo spero.
Ciao Videl –
Gohan diede
un bacio sulla guancia a Videl andò via
correndo.
“
Gohan, ti rivedrò, non so perché ne sono
così
sicura, ma SO che sarà così, ci rincontreremo. Ma
dove è finita Chichi? Devo
trovarla, ubriaca non so che potrebbe fare”
Videl si
allontanò dalla pista alla ricerca dell’amica,
dopo molti giri la individuò e la raggiunse.
- Chichi, non
ti trovavo più! Andiamocene subito! -
- Ok, capo,
andiamo via –
- Oh,
finalmente ragioni, forza usciamo –
Chichi e
Videl uscirono dal locale e si incamminarono
verso la casa di Chichi.
- Ovviamente
stasera, Videl, dormi a casa mia –
- Davvero
Chichi? Posso? –
Chichi la
guardò con espressione minacciosa.
- Videl che
razza di domande fai? -
- Scusa,
allora accetto volentieri il tuo invito –
- Perfetto
anche perché avevo già deciso –
-
Certo… Ma non vedi come sei ridotta? Non ti reggi
in piedi! Devo badare a te! –
- Non sono
ubriaca –
- Infatti sei
ubriaca fradicia –
-
Perché devi avere sempre ragione? Comunque questa
notte è stata speciale, vero? –
-
Già, è davvero una notte speciale, come poche
capitano –
Videl rispose
con aria sognante, guardando le stelle
e pensando a Gohan.
Note: La
parte in corsivo è la canzone degli Eiffel
65 “Una notte forse mai più”.
Recensite,
recensite!! Scusate il mio enorme
ritardo, vi prego perdonatemi, non credevo di aggiornare
così tardi. Imploro il
vostro perdono.
Passando al
chappy di oggi, ho voluto trattare un’altra
coppia, sentendo la canzone degli Eiffel mi è venuta
l’ispirazione, secondo voi
ho azzeccato la scelta della canzone?
Scusate le
continue ripetizioni di “giovane” e
“ragazzo”
ma non volevo subito svelare l’identità di Gohan.
Vi prometto
che il prossimo aggiornamento sarà più
rapido.
“
Odio
piangere. Non perché io abbia paura delle sofferenze o del
dolore,
semplicemente odio piangere.
Piangere
vuol dire mostrarsi deboli, calde lacrime che solcano il tuo viso per
dare
sfogo al tuo dolore, dicono.
Frottole.
Bugie.
Anche se
piangi il dolore resta, continua imperterrito a lacerarti
l’anima, puoi
piangere, singhiozzare, ma il dolore resta.
Per
questo odio piangere, perché è inutile,
perché non risolvi nulla, se non quella
di mostrarti debole.
Ieri ho
perso i miei genitori.
Ho
pianto.
Ma il
dolore non è diminuito, anzi si è acutizzato.
Non
voglio più piangere, perché ho capito che non
serve a nulla.
Ho pianto
e cosa ho risolto? Ho solo dimostrato a mio marito e a Vegeta che sono
una
persona debole.
Basta
lacrime.
Basta
pianti.
Non ho
più interesse per niente, vorrei solo dormire e non
svegliarmi più, perché non
voglio più pensare a quello che è successo
ieri.”
- Bulma,
tesoro, ti sei svegliata! -
-
Sì –
- Come ti
senti? –
- Male,
come vuoi che stia? –
Goku
abbassò la testa imbarazzato, non si era mai trovato in una
situazione del
genere, di conseguenza non sapeva come comportarsi.
Anche lui
soffriva, seppur in maniera minore rispetto a Bulma, non aveva mai
fatto grande
amicizia con i suoceri, però li rispettava e gli voleva bene.
Bulma lo
guardava impassibile, aspettando la sua reazione.
- Hai
ragione ti ho fatto una domanda stupida -
-
Già,
sono d’accordo –
- Sai,
prima è passato il dottore Sayan… -
Gli occhi
di Bulma parvero rianimarsi di colpo, solo all’udire di quel
nome, ora guardava
Goku con espressione interessata.
- Vegeta
è venuto qui? E non mi hai svegliato? -
- Vegeta?
Da quando lo chiami Vegeta? –
Goku la
guardò incuriosito, sospettoso. Bulma si morse la lingua,
non doveva dire
“Vegeta”.
-
Così,
l’altro giorno abbiamo deciso di darci del tu.
Perché? Ti dispiace? -
-
Affatto, semplice curiosità –
Goku
continuò
a guardarla sospettoso per qualche secondo, Bulma intanto aveva
abbassato la testa
e fissava con molto interesse le sue mani.
“
Che
sono stupida! Ma in fondo cosa importa? Non mi importa se mio marito mi
scopre,
non mi importa più di nulla”
Bulma
guardò Goku e poi si distese nuovamente sul letto,
intenzionata a tornare a
dormire, Goku la osservò sorpreso, si avvicinò a
lui, le accarezzò
delicatamente i capelli, bisbigliandole parole d’affetto e
consolazione. Bulma
si stupì non poco quando vide che le piccole attenzioni del
marito la
infastidivano molto, avrebbe preferito che ci fosse stata
un’altra persona
accanto a lei, stufa di quei piccoli gesti d’affetto
allontanò Goku con la
scusa di avere il mal di testa. Goku si ritrasse, amareggiato dal
comportamento
della consorte, sapeva che ci voleva tempo perché lei si
riprendesse dalla
morte dei suoi genitori, ci voleva pazienza e amore.
Amore…
Goku non era più sicuro di provarne verso Bulma, non sapeva
se provava ancora amore
verso Bulma, certo le voleva un bene immenso, ma l’amore, la
passione con il
tempo si erano assopite come una candela che brucia e poi si spegne con
il
passare del tempo.
- Ti
lascio riposare Bulma, ci vediamo dopo -
- Ciao
Goku, grazie –
Goku
lasciò la stanza e si diresse verso la mensa, aveva fame.
Arrivato
alla mensa, intravide in un tavolino Chichi, si scoprì
felice di vederla, non
contento, proprio felice.
Lei non
aveva notato la sua presenza, intanto Goku aveva preso un sandwich e si
avvicinato al suo tavolo, lei ancora era immersa nella lettura di un
giornale.
- Ciao,
posso sedermi qui? -
Chichi
non aveva riconosciuto la voce, e quando alzò la testa e
vide Goku, arrossì e
rispose guardandolo sorpresa.
-
Go…
Goku! Certo che puoi, prego! -
Goku si
sedette senza smettere di fissarle gli occhi, quegli occhi neri,
profondi e
misteriosi.
- Come
va, Chichi? -
- Tutto
bene, Goku, tu? –
-
Insomma, ieri i genitori di Bulma sono morti in un incedente
autostradale e lei
è… Noi siamo ancora molto scossi –
-
Capisco…
Mi dispiace, condoglianze –
- Grazie
–
Goku
cominciò a consumare il suo pranzo, c’era molta
tensione fra Goku e Chichi, era
palpabile nell’aria, nessuno dei due parlò per il
resto del pranzo e quando
Goku finì si alzò dal tavolo.
- Grazie
per la compagnia, Chichi -
- Ma non
avrai mangiato troppo poco? –
- No, con
questa situazione il mio stomaco si è proprio chiuso, questo
è il massimo –
- Ah, ok
–
Anche
Chichi si alzò, Goku era più alto di lei e la
guardava con sguardo perso, come
se non sapesse più cosa fare, quale fosse la strada da
seguire. Chichi se ne
accorse.
- Goku,
posso aiutarti in qualche modo? So che questa situazione non
è delle più facili,
anzi! Per questo vorrei aiutarti! -
- Grazie,
ma non so cosa potresti fare, non so nemmeno io come aiutare Bulma
–
- Ti
prego, qualcosa potrò fare –
Goku
afferrò la mano di Chichi e la guidò fuori dalla
mensa lontano da occhi indiscreti,
mentre il cuore di Goku e Chichi batteva forte per quel piccolo, ma
molto
significativo gesto.
“
Come
mai non sopporto più le attenzioni di Goku? Mi danno
fastidio, dove è finito
tutto l’amore che provavo per lui, possibile che sia finito
tutto? Dov’è finita
la gioia che provavo mentre lo guardavo, l’allegria quando
mangiava
ingozzandosi, l’amore quando mi baciava?
Dov’è finito tutto questo?”
Toc, toc
- Avanti
–
Risponse Bulma sperando che non sia Goku.
- Sono
Vegeta, ciao –
Bulma che
era girata di fianco, appena sentì quella voce
sussultò, si agitò e arrossì.
Si
girò
verso di lui e lo fissò in quei pozzi neri quali erano i
suoi occhi, si mise
seduta sempre continuando a guardarlo.
- Ciao,
ti volevo dire grazie per ieri sera, non era compito tuo consolarmi, ho
voluto
una reazione troppo esagerata, in fondo ho solo perso i miei genitori -
Vegeta,
udite queste parole, capì quanto era profondo il dolore di
Bulma, ma comprese
anche che lei lo stava vivendo nel modo sbagliato.
- Bulma,
piangi ancora! -
Bulma lo
guardò stranita, che richiesta era?
- Come? -
- Piangi,
hai bisogno di sfogarti altrimenti verrai schiacciata dal tuo dolore,
piangi
Bulma –
- No, le
lacrime non mi servono, posso vivere anche senza i miei genitori, si
posso vivere…
anche… senza… -
Bulma non
riuscì a finire la frase che le lacrime le inondarono il
viso, incapace di
trattenersi ancora dopo le parole di Vegeta, si nascose la testa fra le
mani,
vergognandosi di piangere davanti a Vegeta.
Vegeta le
si avvicinò e la abbracciò, per confortarla,
Bulma ricambiò l’abbraccio e si
aggrappò a lui come ad un’ancora di salvezza,
aveva bisogno solo di Vegeta in
quel momento.
Solo di
Vegeta.
Recensite,
recensite! Scusate ancora i ritardi che sto facendo con gli
aggiornamenti, vi
prego di perdonarmi, ma non ho molto per mettermi a scrivere purtroppo!
Goku
e Chichi uscirono dalla
mensa sempre tenendosi per mano, sembravano proprio una coppia di
fidanzatini,
tanto che le persone che li guardavano li scambiavano per fidanzati o
coniugi
addirittura.
Entrambi
erano arrossiti ed
erano in imbarazzo per la situazione che si era creata, ma anche felici
di
poter avere quel piccolo contatto fisico cui anelavano da qualche tempo.
-
Goku… cosa posso fare per
aiutarti? -
-
Penso niente Chichi, se non
sostenermi con la tua amicizia – Goku non era sicuro di
volere solo quella da
Chichi.
-
Sì, ti aiuterò per quel che
posso fare, ti starò vicino come amica – Chichi
era sicura di non voler essere
solo quello per Goku ma sapeva che la sua infatuazione non poteva
continuare.
Dopo
qualche minuto si udì
una voce in lontananza e sia Goku che Chichi si girarono verso la
direzione da
cui sembrava venire la voce, Chichi vide venire verso di sé
una donna e sorrise
riconoscendola.
-
Chichi! Chichi, ti ho
trovato! -
-
Videl! Ciao, come va? –
-
Bene, poi ti racconto tutto
con calma – Videl lanciò uno sguardo interrogativo
a Goku e Chichi capì al
volo.
-
Oh, scusami Videl, non ho
fatto le presentazioni: Goku, questa è la mia amica Videl,
Videl questo è un
mio paziente e anche amico, si chiama Goku –
-
Piacere – dissero all’unisono
Videl e Goku stringendosi la mano.
-
Chichi, ho bisogno di un
favore –
-
Dimmi tutto Videl –
-
Ecco, mi hanno assegnato un
paziente al terzo piano nella stanza 17, solo che non mi ricordo
dov’è
l’ascensore per salire al terzo piano, sai ho iniziato
stamattina e non ho
molta memoria, è da un’ora che sto cercando
l’ascensore -
-
Certo, non ti preoccupare,
l’ascensore è dopo quella stanza, girando a
sinistra – Chichi fece dei
movimenti con la mano per capire a Videl la direzione, Videl
annuì e lasciò i
due nuovamente soli.
Si
era creato di nuovo un
imbarazzante silenzio che Goku cercò immediatamente di
interrompere.
-
Simpatica la tua amica -
-
Molto. E’ la mia migliore
amica e la migliore cardiologa che esista –
-
E’ una cardiologa? –
-
Esatto! –
-
Senti Goku, io ora devo
andare dal dottor Sayan per parlargli di questioni di lavoro –
-
Sì, certo ci vediamo dopo
Chichi, ciao –
-
Ciao –
Chichi
se ne andò lasciando
Goku al centro dell’atrio con molta confusione in testa.
“Bene,
la stanza 17 dovrebbe
essere questa” Videl era arrivata davanti alla porta della
stanza del suo paziente.
Aprì
la porta e vide un
giovane coricato nel letto, addormentato e con una mascherina sul viso
che lo
faceva respirare, si avvicinò studiandone meglio i
lineamenti ed ebbe la sensazione
di averlo già visto. Si avvicinò maggiormente e
finalmente capì chi era
esplodendo in un urlo.
-
Gohan! -
“il
ragazzo della discoteca”
pensò mentre leggeva velocemente la sua cartella clinica.
Incidente autostradale. Riportate
ferite all’addome.
Tenuto sotto sedativi, con mascherina per facilitare la respirazione.
Operato
nella stessa notte dell’incidente: operazione eseguita con
successo. Si prevede
la rimozione della mascherina e il blocco dei sedativi tra una
settimana
minimo.
Videl
sospirò dopo aver letto
la cartella, Gohan non in pericolo di morte. Si avvicinò
pian piano al suo
capezzale e si sedette sullo sgabello vicino, guardò Gohan e
si scoprì felice
di rivederlo così presto, certo avrebbe preferito non
doverlo rivedere in un
letto d’ospedale, ma oramai era successo e Videl non poteva
farci nulla.
Gli
accarezzò lentamente i
capelli corvini e pensò che avrebbe potuto perderlo.
“
Ma perché mi importa così
tanto di lui? Ok, ci ho ballato insieme, ci siamo dati un bacio, ma
è stato
solo un momento, una notte di follia e nient’altro. Eppure mi
sento legata a
lui anche se non lo conosco affatto”
Videl
restò quasi un’ora
nella stanza di Gohan, incurante del fatto che il suo turno era finito
da un
pezzo e poteva tranquillamente tornare a casa questo perchè
Videl non riusciva
a staccare gli occhi da Gohan come se una strana forza magnetica
l’attirasse a
lui.
Chichi
camminava per i
corridoi dell’ospedale diretto verso la stanza 2, ovvero la
stanza dei coniugi
Son, doveva vedere la signora Son.
Arrivata,
vide che la
portiera leggermente aperta, si insospettì ed non
aprì completamente la porta
ma solo un altro pochino, guardò nella stanza e
sgranò gli occhi.
Nella
stanza, su un lettino,
c’erano il dottor Sayan e la signora Son che si stavano
baciando!! Chichi
guardava attonita la scena di fronte a lei, i due non sembravano
affatto
intenzionati a fermarsi, anzi i baci diventavano sempre più
passionali e la
mani si muovevano senza sosta, Chichi con la bocca ancora aperta per la
sorpresa chiuse la porta della stanza e si diresse verso
l’ascensore cercando
di essere il più naturale possibile.
“
Incredibile, la signora Son
tradisce Goku!! E con Vegeta!! Io che mi facevo tanti problemi per quel
quasi
bacio tra me e Goku e lei invece… Ha tradito Goku, qui in
ospedale, con il suo
dottore, non riesco ancora a crederci, ora cosa devo fare? Dire tutto a
Goku
oppure tacere e fingere di non aver mai visto nulla?”
Recensite,
recensite!!
Sì,
SONO TORNATA!!! Perdonate
l’attesa stavolta davvero enorme, vi chiedo immensamente
scusa, ma oltre al
tempo mi è mancata un cosa fondamentale per scrivere:
l’ispirazione. Non avevo
ispirazione per scrivere e ogni frase mi sembrava sbagliata, ogni
parola
inappropriata.
Comunque
notando che nel
capitolo precedente nessuno mi ha recensito, mi chiedo se forse sia il
caso di
cancellare questa fanfiction.
-
Grazie Vegeta, avevo
bisogno di sfogarmi e solo tu sei riuscito a capirlo -
Bulma
aveva la testa sul
petto di Vegeta, aveva pianto molto, ma almeno era riuscita a sfogarsi
per il
dolore che la morte dei genitori avevano provocato, tuttavia continuava
a
sentirsi in colpa verso una persona, verso Goku. Goku era suo marito e
lei non
lo trattava, né ormai più lo considerava come
tale, le attenzioni che il marito
le rivolgeva avrebbero dovuto farle piacere, sollevarle il morale,
invece
ottenevano proprio l’effetto contrario, la infastidivano e la
irritavano. Con
Vegeta invece era tutto molto diverso, quando era con lui si sentiva
bene,
protetta da tutto e da tutti, sentiva quel calore soffuso che ti
avvolge il
cuore che ormai da tanto tempo non sentiva più con Goku, o che addirittura con lui non
aveva mai sentito.
Si
chiedeva cosa fosse
giusto: negare la propria felicità per non fare un torto a
Goku, oppure dirgli tutto
e lasciarlo?
Già,
lasciare Goku era un’idea
che maturava da tempo e con Vegeta questa sua idea era andata a
concretizzarsi
sempre più.
Era
innegabile non amava più
Goku, ammesso e non concesso che mai lo avesse amato, non ci stava bene
con
lui, gli voleva bene indubbiamente, ma ormai l’amore era
volato via come delicati
petali trasportati dal vento.
-
Bulma, ti senti meglio? –
chiese Vegeta premuroso, anche se la situazione lo imbarazzava, lui non
era
tipo da queste cose, eppure non riusciva a scostare Bulma dal suo
petto, la sensazione
era troppo piacevole.
-
Sì Vegeta. Grazie per il
tuo aiuto, per il tuo sostegno,io non so come avrei fatto senza di te
–
-
C’è tuo marito –
-
Non è la stessa cosa, non
siete le stesse persone –
-
Lo so, ci mancherebbe
questo! –
Bulma
fece una piccola risata
e poi nella stanza tornò il silenzio, stranamente Bulma, che
aveva da sempre
odiato il silenzio, in quel momento lo trovava bello, confortante, e
voleva che
quell’attimo durasse per sempre, ma sapeva che niente
è eterno.
-
Vegeta posso farti una
domanda? -
-
Sì –
-
Il dolore che provo
scomparirà mai? –
-
No. Si attenuerà con il
tempo ma non scomparirà mai, il ricordo dei tuoi genitori
sarà sempre coma una tenera
pugnalata al cuore. Scusami per queste parole, ma sono vere, non
servirebbe a
niente illuderti –
-
Lo so, infatti non voglio
che tu mi illuda, eppure queste parole tu le pensi, tu questo
l’hai provato
questo dolore vero? –
-
Sì, da piccolo, i miei
genitori sono morti, ho sofferto tantissimo –
Bulma
alzò la testa dal suo
petto e guardò Vegeta dispiaciuta, aprì la bocca
per parlare ma non fece in
tempo a dire niente che Vegeta gli posò un dito sulle
labbra, guardandola
serio.
-
Non scusarti, so che volevi
fare questo ma non farlo. Se ti ho detto quelle cose è
perché di te mi fido, quindi
non scusarti Bulma –
Vegeta
tolse il dito dalle
labbra di Bulma e la baciò, senza secondi fini o altro, la
baciò in un tenero
contatto di labbra, Bulma non si staccò, non ci riusciva,
nessuna giustificazione
le sembrava abbastanza motivata da interrompere quel contatto.
Goku,
essere nell’ospedale,
che Vegeta era un dottore, inezie che non contavano più
niente.
Dopo
qualche secondo si
staccarono senza fiato continuando a guardarsi intensamente, Bulma non
resistette più e baciò nuovamente Vegeta,
però diversamente da prima, stavolta c’era
passione, c’era desiderio in quel bacio.
Vegeta
ricambiò subito quel
bacio e cominciò a togliere i vestiti a Bulma, mentre lei
era impegnata con
quelli di Vegeta.
Si
amarono per la prima volta
lì, in quel letto d’ospedale, ma fu per entrambi
meraviglioso, perché non conta
dove sei, ma con chi sei e quali emozioni provi.
Vegeta,
avrebbe voluto
restare lì con lei per sempre, ma la dolorosa
realtà li colpì nuovamente, lei
era sposata, loro erano in ospedale e se li avessero beccati sarebbero
stati
guai grossi sia per Bulma sia per Vegeta, quindi, a malincuore, Vegeta
si
rivestì e uscì dalla stanza 2 con in testa
l’immagine di Bulma.
Chichi
camminava inquieta per
i corridoi dell’ospedale, non sapeva cosa fare, qual era la
decisione giusta da
prendere? Era così persa nei suoi pensieri che
andò a sbattere contro una
persona che correva e cadde a terra.
-
Che male! Scusi, non l’avevo
vista, stavo pensando e allora… - Chichi ancora non aveva
alzato gli occhi
verso il misterioso uomo e quando li alzò si
bloccò.
-
Goku! –
-
Chichi dovrei essere io a
scusarmi, correvo e non ti ho vista, ma ti sei fatta male? Aspetta che
ti aiuto
a rialzarti -
-
Non ti preoccupare, non mi
sono fatta niente, grazie dell’aiuto – Chichi si
alzò da terra continuando a
fissare Goku.
-
Goku, dovrei parlarti –
-
Ora non posso –
-
E’ urgente! –
-
Chichi, mi dispiace ma non
posso proprio, ci vediamo stasera se sei di turno –
Goku
salutò Chichi e riprese
a correre più veloce di prima, chissà dove doveva
andare, si chiedeva Chichi
per avere tutta quella fretta.
-
Ciao Goku – disse Chichi al
corridoio perché Goku si era già volatilizzato.
Recensite!
Recensite!
Eccomi
stavolta l’aggiornamento
è stato più breve, ci tenevo a dirvi che
ho deciso che non cancellerò la ff.
Ringrazio
Vegetina, Clover chan,
BULMA_007, vale_88,
sexxxychichi, lillax, LaTerrestreCrazyForVegeta,
Temari_93,scusatemi ma
non ho
il tempo di ringraziarvi uno per uno.
- Chichi! Tutto bene, diciamo – ammise Videl con aria triste.
- Perché
diciamo? –
- Oggi un ragazzo è stato investito, lo conoscevo –
- Oh, sta molto male? Chi
è? –
- E’ il ragazzo che
ho incontrato ieri alla discoteca. Stanotte è stato
investito, ora è in terapia intensiva –
- L’hai conosciuto
ieri? E perché ti sta tanto a cuore? Lo conosci
da, a malapena, un giorno! –
- Non so spiegarti
perché però quel ragazzo mi ha colpito da subito, ti assicuro che
ne sono rimasta affascinata, poi ieri non te l’ho detto, ma con questo
ragazzo mi sono anche baciata –
- COSA?????
Ma come hai osato non raccontarmelo subito!!! –
chiese agitata Chichi fingendo di essere molto arrabbiata, ma in realtà
era solo molto curiosa.
- Scusa, scusami! Però
non mi era sembrata una cosa così importante, cioè
è stato un bacio, senza lingua, che ci siamo dati in un momento di
ebbrezza, io non pensavo di rincontrare questo ragazzo, però oggi
l’ho incontrato e ho capito che mi sono presa una cotta per lui –
- Te ne sei innamorata
dopo un giorno? –
- No, addirittura
innamorata! Mi piace, molto. E’ una semplice infatuazione, che già
tra qualche giorno mi sarà passata –
- Se
lo dici tu… - disse Chichi sibillina.
- E
tu invece? – replicò Videl per cambiare argomento.
- Ho una cotta – confessò Chichi, guardandosi attorno e abbassando la
voce, erano alla mensa dell’ospedale e non voleva che orecchie indiscrete
la sentissero.
- Per chi? – Videl
sgranò gli occhi per la sorpresa e per la curiosità.
- Per un mio paziente
–
- Ah. E’ proprio un
vizio innamorarsi dei pazienti –
- Non sono innamorata!
– replicò stizzita Chichi, quella affermazione
la disturbava perché, probabilmente, non aveva il coraggio di
accettarla, perché accettarla significa ammettere una verità che
disturbava, che non andava d’accordo con la realtà e che si
preferiva che fosse menzogna, supposizione e non verità.
- Scusa! Non volevo
offenderti! –
- No, scusami tu. E che mi
dà fastidio sentire dire che mi sono innamorata
quando… non è vero! –
- Non mi sembri
così convinta nemmeno tu –
- Infatti
non lo sono. Però non posso essermi innamorata
di un uomo che conosco da pochi giorni, non so nulla di lui –
- E’ bello? –
- Stupendo –
- E
allora qual è il problema? Anche se fossi
innamorata magari lui ti ricambia, aspetti che esce dall’ospedale e non
è più tuo paziente e poi ti ci fidanzi! –
- E’ sposato –
- Questo complica
leggermente le cose –
- Già –
- Magari lui la vuole
lasciare la moglie, perché si è innamorato della sua infermiera –
- Smettila,
non sei divertente! E poi io non voglio
rovinare la sua relazione con la moglie, non ne ho la minima intenzione –
- Sei sempre stata onesta
Chichi, però dovresti prendere in considerazione i sentimenti
di lui –
- Lui ama sua moglie e io
non mi voglio intromettere, primo perché lui non mi vuole e secondo io
non voglio essere l’amante di nessuno! –
- Ok, ho capito. Sono
proprio contenta di aver rivisto Gohan sai? –
- Gohan? –
- Il
ragazzo di cui ti parlavo prima
–
- Ah, sì scusa
–
- Ora, scusami Chichi, ma
la mia pausa è finita, devo andare a visitare alcuni pazienti –
- Ciao –
Videl si allontanò
e Chichi rimase lì seduta al tavolo, pensando che forse aveva ragione
Videl, forse lei si era innamorata di Goku,
però come poteva essere?
Chichi sbuffò,
troppi pensieri le vorticavano nella mente, Vegeta, la signora Son,
Videl e… Goku.
- Che
rabbia. Odio questi pensieri -
In fretta si alzò
dal tavolo e si diresse verso Pediatria, quel giorno doveva lavorare in quel reparto.
Chichi adorava
lavorare lì per un motivo semplice, amava i bambini. Certo, le
dispiaceva che fossero in ospedale, perché significava che erano malati,
però per lei era sempre una gioia vederli, desiderava tanto diventare
madre, però non aveva mai trovato l’uomo giusto con cui colmare
questo desiderio, anche perché non era una cosa facile, assolutamente
no.
Arrivò alla porta
della piccola Jane, una bella bambina di sette anni che aveva preso gli
orecchioni, in forma lieve poiché aveva fatto
il vaccino.
Bussò, poi
entrò, vide i premurosi genitori di Jane, intenti a guardare un cartone
animato insieme alla bimba.
- Buongiorno! Come sta
oggi la piccola Jane? –
- Bene, molto bene –
rispose la madre.
- Forse non era neanche il caso di portarla in ospedale due giorni fa, siamo
stati impulsivi – disse il padre guardando l’ora nel suo orologio
da polso.
- No. Secondo me no.
Vostra figlia stava male, è vero, avendo fatto
il vaccino, aveva soltanto una lieve forma di parotite, però è
sempre meglio prevenire che curare, meglio che l’avete portata qui dove
è stata assistita e dove si è fatta una nuova amica – concluse
lanciando uno sguardo a Jane.
- Sì! Giusto, ha
ragione la mia amica! – concluse Jane sorridendo smagliante.
- Jane, sei contenta? Oggi
potrai lasciare l’ospedale –
- Sì, però
mi dispiace di una cosa –
- E
di cosa? –
- Mi dispiace di non
vederti più –
- Oh – Gli occhi di
Chichi si inumidirono, la spontaneità e la
sincerità di Jane le provocava un’emozione incredibile, un senso
di affetto e amore verso di lei unico nel suo genere.
- Ma
non è detto che non ci vedremo mai più –
- Domani ci vedremo?
–
- No – ammise Chichi
con tristezza.
- Appunto – Jane
abbassò la testa.
- Domani no, ma un altro
giorno sì –
- Quando?
–
- Presto. Non preoccuparti
–
- Jane, non infastidire l’infermiera,
mica può sempre stare con te – l’ammonì
la madre.
- Scusa – disse Jane
rivolta a Chichi.
- Signora, non c’è
alcun problema, non la rimproveri – rispose
Chichi con dolcezza.
- Devi andartene via
subito? –
- No, Jane, non subito, perché?
–
- Mi aiuti a colorare
questo disegno? – disse Jane tirando fuori dal
cassetto del comodino vicino al letto un foglio su cui erano disegnati alcuni
animali, non ancora colorati, e una confezione di pennarelli.
- Certo, li hai disegnati
tu questi animali? –
- Sì – ammise
con orgoglio Jane.
- Sono stupendi, ero
sicura che li avessi fatti tu -
- Tesoro, scusa ma il tuo
orologio che ore fa? – chiese all’improvviso il padre
di Jane scuotendo l’orologio.
- Sono le due, perché?
–
- Maledizione –
imprecò.
- Che
succede? –
- Avevo un appuntamento di
lavoro alle due e mezza, come ben sai, il mio ufficio è
dall’altra parte della città e per arrivare puntuale sarei dovuto
partire da qui almeno all’una e mezza, però il mio orologio si
è fermato e mi segna ancora le dodici –
- Oh, mi dispiace, chiama
il tuo cliente e digli che arrivi alle tre, se parti
subito ce la fai –
- Hai ragione, inoltre
sarebbe troppo disdicevole annullare l’appuntamento, sai è un cliente importante. Ma
dov’è il mio telefono? – il padre si stava guardando
frettolosamente nelle tasche ma del telefono non v’era
traccia da nessuna parte.
Dopo qualche secondo Jane
gridò tirando da sotto il cuscino proprio il telefono del padre!
- Jane! -
Jane rideva, contenta che
il suo scherzo fosse riuscito. – Chiamo io il tuo amico –
- No, Jane ridammi il
telefonino -
- NO! – si impuntò Jane.
- Jane, non fare la
bambina capricciosa, ridai il telefono a tuo padre –
intervenne Chichi.
- NO! –
- Facciamo così
Jane: tu fai il numero però parlo io, ok? –
- Ok – rispose la bimba un poco imbronciata.
- Allora io esco, non vorrei essere indiscreta ascoltando la telefonata –
disse Chichi alzandosi.
- No
resta, altrimenti non ridò il telefono a papà – la minacciò
la bimba.
Chichi cercò lo
sguardo del padre di Jane come per chiederle cosa dovesse fare.
- Resti signorina, non mi
disturba la sua presenza –
- Va
bene – rispose Chichi risiedendosi.
- Sei
contenta ora Jane? –
- Sì papà-
- Sai come si cerca un
numero nella rubrica? –
- Sì, premendo
questo tasto! Me lo hai insegnato tu papà –
- Giusto, premi questo
tasto quattro volte ora – disse il padre indicando il numero 7 quindi per
cercare la lettera S.
- Fatto! –
- Bene, ora scendi con la
freccetta fino a che non ti dico di fermarti –
- Ok – disse la
bimba continuando a premere il tasto.
- Ferma! Ecco il numero –
La bambina lesse il nome
dell’amico del papà a voce alta.
- Son! Il tuo amico si
chiama Son Goku! -
- Esatto. Diventi sempre
più brava a leggere, ora premi il tasto verde e poi dammi il telefono –
- Sì –
Chichi era rimasta con la
bocca socchiusa per la sorpresa, Son Goku?
Aveva sentito bene o le
sue orecchie l’avevano ingannata? Eppure era
sicura di aver udito perfettamente le parole di Jane, immediatamente si chiese
che lavoro facesse il padre di Jane, perché aveva ben sentito da lui che
Goku non era suo amico ma suo cliente.
- Signor Son? Sono l’avvocato
Cesare, la cercavo per dirle che ritardo perché
ho avuto un imprevisto, la prego di scusarmi, arriverò al mio studio
alle tre, se ha il tempo di aspettarmi mi farebbe grande favore - disse il
padre con il telefono appoggiato all’orecchio.
Chichi pensò che
all’altro lato del telefono c’era Goku,
poi si fece due calcoli mentali, lei aveva incontrato Goku all’una e
mezza e lui andava di corsa come se fosse in ritardo, Cesare aveva detto che
aveva un appuntamento con lui alle due e mezza, quindi Goku andava di fretta perché
temeva di non arrivare in orario all’appuntamento con Cesare! Certo che
era proprio buffo, erano nello stesso ospedale, però non lo sapevano e
si dovevano incontrare dall’altra parte della città!
Chichi sorrise pensando
alla stranezza della vita, poi si riconcentrò sulla telefonata.
- Grazie signor Son, sto
arrivando, mi scusi ancora! –
In fibrillazione il padre
mise giù il telefono, salutò velocemente la moglie e Jane, poi
uscì dalla stanza correndo.
- Cesare diventa euforico quando ha tra le mani una causa importante –
disse la moglie come per giustificare l’atteggiamento frettoloso del marito.
- Già, beh meglio
per lui se ha tante cause importanti –
- Certo, fa un lavoro che
a volte non gli piace, però ci mette passione –
- Perché
a volte non gli piace? –
- Vede, Cesare fa l’avvocato
divorzista, quindi a volte gli dispiace vedere giovani coppie che vogliono
divorziare –
- Un avvocato divorzista? –
- Sì, esatto –
Chichi sbarrò
gli occhi, Goku era andato da un avvocato divorzista.
Perché? Si voleva forse separare dalla signora Son?
Mille interrogativi riempivano
la mente di Chichi e lei non sapeva trovare risposta per nessuno di quelli.
- Scusate
ma adesso devo proprio andare. Stasera prima che torni a casa vengo qui a salutarti, ok Jane? -
- Va bene, ma devi proprio
andartene? –
- Sì, devo proprio –
Chichi schioccò un
bacio a Jane e uscì dalla stanza, andando verso altre
stanza per fare le quotidiane visite ad altri bambini.
Quando finì erano
le tre e mezza passate, stanca si diresse verso la
sala delle infermiere per riposare un attimo, prima di arrivare incrociò
Vegeta.
Nella mente rievocarono i
ricordi di quello che aveva visto nella stanza 2,
Vegeta e la signora Son avvinghiati che consumavano la loro passione.
Non voleva parlare con lui però non poteva evitarlo anche perchè lui
la stava chiamando.
- Chichi? Ma dove eri finita, è un’ora che ti cerco! -
- Ero in
pediatria – disse con voce pungente, non riusciva a fare a meno di
giudicare sbagliato l’atto di Vegeta, sapeva che non aveva alcun diritto di
giudicarlo, però non riusciva a restarne indifferente come avrebbe voluto.
- Ok, mi devi aiutare. Intervento
chirurgico –
- Va bene, che intervento
è? –
- Intervento al cuore.
Dobbiamo mettere un pace-maker nel cuore di una sessantenne, mi hanno affidato
l’operazione, serviva un’infermiera e
visto che tu sei l’infermiera meno irritante ho pensato a te –
- Sempre gentile! –
rispose ironicamente Chichi guardandolo di traverso.
- Lo so, spesso lo sono
troppo… -
- …poco –
completò Chichi zittendo Vegeta.
- Veramente volevo dire
troppo e basta! – replicò a bassa voce Vegeta.
- La signora ha bisogno di
un pace-maker temporaneo o permanente? – chiese Chichi.
- Permanente, ecco siamo
arrivati –
- Bene –
Vegeta e Chichi entrarono
in una sala chirurgica, dentro vi erano altri due medici e qualche altro infermiere come da prassi, dopo aver indossato il
vestito da chirurgo e aver anestetizzato solo la parte operante della signora l’intervento
iniziò.
Fu un intervento da
manuale, senza alcuna complicazione e perfettamente riuscito.
Quando l’intervento
finì Chichi e Vegeta uscirono dalla sala
operatoria e si diressero verso l’atrio, erano le sei del pomeriggio e il
sole cominciava a tramontare illuminando l’atrio con i suoi raggi rossi e
arancioni.
Chichi non riusciva
più a trattenersi, non poteva sopportare di lavorare accanto a Vegeta
portandosi quel segreto, così prima che si separassero
decise di dirglielo.
- Perché
sei andato a letto con la signora Son? -
Vegeta sbloccò
di colpo guardando Chichi allibito, lei aveva scoperto il suo segreto? Come
aveva fatto?
- Come? Che
stai dicendo? -
- Ti ho visto. Nella
stanza 2 ieri avvinghiato alla signora Son, perché? Se
volevi qualcuno con cui divertirti perché proprio una donna sposata e
poi perché in ospedale? E se vi avesse visto il
marito? Un altro infermiere o dottore? Il direttore? Che
avresti fatto? –
- Non ci ha visto nessuno.
Poi come ti permetti di spiarmi? -
- Errore. Io ti ho visto,
e forse non sono stata l’unica. Io non ti ho spiato! La porta era socchiusa, mi è bastato avvicinarmi per vedervi –
- Lo dirai al marito? –
- No, non lo farò.
Non è mio compito. Sarete tu e sua moglie a decidere se dirlo a Goku o
meno –
- Allora perché me
lo hai detto? –
- Per
farti sapere quanto penso che tu sia vile –
Chichi si allontanò
per tornare nella stanza di Jane per salutarla, Vegeta rimase qualche minuto
nell’atrio, riflettendo sulle parole di Chichi, forse aveva ragione lei,
si stava comportando da vile con Bulma, in fondo la faceva solo soffrire in
qualunque modo guardasse la questione, le faceva commettere
l’adulterio e non potevano essere che amanti nell’ombra.
Si disse
che forse avrebbe dovuto troncare ogni relazione con Bulma per il suo bene.
Note:
L’avvocato Cesare è un personaggio da me puramente inventato, lo
stesso vale per Jane, la moglie dell’avvocato e la signora con il
pace-maker.
Recensite! Recensite!
Scusate la lunga attesa, ma aggiornare in questo periodo mi è
proprio difficile.
Goku è andato da un
avvocato, forse per divorziare da Bulma? Forse perché si è innamorato
di Chichi? Cosa farà Vegeta? Troncherà
la sua relazione con Bulma o continueranno ad essere amanti?
Saprete tutto nei prossimi chappy!
Parte medica: Il pace-maker un apparecchio che stimola
elettronicamente la contrazione cardiaca quando questa non è assicurata autonomamente.
L’apparecchio vieni sistemato mediante
intervento chirurgico in anestesia locale, nella parte toracica o addominale. Un pace-maker può essere impiantato temporaneamente o
permanentemente. Vivere con un pace-maker comporta visite e controlli
elettrocardiografici frequenti e alcune precauzioni, quali non lavorare presso
centrali elettriche e fare attenzioni alle porte magnetiche; per il resto non
ci sono problemi.
Tutto preso dal mio libro
di medicina ^^
Volevo chiarire una cosa
per la questione della cancellazione della ff, io volevo cancellarla perché
pensavo che alle persone che leggono non piacesse e
che, per questo, non la commentassero, scusate se mi sono espressa male. Ribadisco che non
la cancellerò.
Ringraziamenti:
vale_88: penso che si sia capito dove era diretto Goku! Ora manca solo sapere perché!
Spero che il chappy ti sia piaciuto! Un besos!
Vegetina: sono
anche la mia coppia preferita in Dragonball! Però anche Chichi e Goku liadoro! Goku
è andato dall’avvocato Cesare, ora resta da capire perchè! Spero
che il chappy ti sia piaciuto! Un besos!
Swwtcicia: grazie mille, mi fa piacere che la storia ti piaccia!
Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto! Un besos!
Temari_93: grazie! Aspetto con ansia le tue recensioni! Anch’io
adoro Vegeta! Spero che il chappy ti sia piaciuto! Un besos!
lilla4eve: non ti preoccupare della recensione! Io avevo fatto quell’annuncio
perché temevo che la storia fosse brutta e che per questo nessuno la
recensisse! Spero che il chappy ti sia piaciuto! Un besos!
lillax: mi dispiace che il chappy non sia stato presto,
scusami. Spero che il chappy ti sia piaciuto! Un besos!
sexxxychichi: Goku è andato da un avvocato divorzista, resta solo da capire perché!
In questo chappy c’è un po’ di suspance ma
è necessaria alcune volte. Spero che il chappy ti sia piaciuto! Un
besos!
BULMA_007: grazie del complimento! Spero che il chappy ti sia piaciuto! Un besos!
Clover chan: devi chiamarmi Marty!! ^^ Grazie per i
complimenti, spero che il chappy ti sia piaciuto! Un besos!
Spero di aver scritto
tutti i vostri nickname correttamente, se ne ho storpiato qualcuno scusatemi tanto.
“Amanti nell’ombra, questo siamo destinati a essere
“Amanti
nell’ombra, questo siamo destinati a essere?” si chiedeva Bulma
mentre preparava la sua valigia, l’indomani avrebbe lasciato
l’ospedale, erano guariti e non vi erano più ragioni che li
trattenessero lì, o per meglio dire, non vi erano ragioni cliniche che
la trattenessero lì.
Perché il cuore la
voleva trattenere, voleva che restasse con quell’uomo che era stato
capace di conquistarla come mai nessuno aveva fatto, l’aveva consolata ed
aiutata a superare la perdita dei genitori che era ancora una ferita fresca che
faceva molto male, le aveva fatto provare il piacere più intenso e
sublime che l’essere umano può provare, l’aveva fatta
innamorare totalmente e perdutamente. Ma lei era sposata, come avrebbe preso
Goku la notizia di un eventuale divorzio? E lei, era veramente pronta a buttare
all’aria un matrimonio per uomo conosciuto da appena una settimana? Il
cuore e l’istinto gridavano sì a pieni polmoni, ma la sua testa le
consigliava di andarci cauta, di non essere avventata e di ragionare
razionalmente. Avrebbe dovuto conoscerlo meglio, ma l’avrebbe dovuto fare
prima di andarci a letto, ormai era tardi per i rimpianti, era troppo tardi.
Vegeta si dirigeva a passo
lento verso la stanza di Bulma, era giunto il momento di un confronto.
Arrivato si
appoggiò allo stipite della porta e sospirando l’aprì.
Guardò Bulma indaffarata fare la sua valigia e comprese, o per meglio
dire, ricordò che lei preso se ne sarebbe andata. Pensò che
questa sarebbe stata la cosa migliore per dimenticarla, eppure vederla fare le
valigie lo turbava, sapeva che stava facendo le valigie anche nel suo cuore e
che presto se ne sarebbe andata lasciandolo solo. Tossì per attirare la
sua attenzione, Bulma si girò di scatto e lo fissò sorpresa;
nonostante tutti i suoi pensieri, i suoi propositi, non appena lo vide pensieri
poco puri si affacciarono nella sua mente. Il ricordo del loro ultimo incontro
le si parò di fronte, e un desiderio si accese dentro di lei. Ma decise
di soffocarlo, non poteva lasciarsi andare di nuovo.
Anche Vegeta avrebbe
voluto fare tutto tranne che parlare, però non poteva ignorare il
discorso con Bulma, era troppo importante.
- Ciao Bulma -
- Ciao… -
Vegeta prese fiato.
- Dobbiamo parlare -
Bulma non si aspettava che
Vegeta volesse parlarle, non credeva che avrebbe voluto quello da lei, comunque
era d’accordo con lui.
- Sì, credo sia
giusto – smise di fare le valigie e si girò a guardarlo; ora erano
uno di fronte all’altra.
- Io non sono pratico di
discorsi, ma capisco che urge un chiarimento fra noi due. E il compito
più difficile spetta a te, tu sei sposata Bulma –
- Già… E con
un uomo che non meritava assolutamente che io lo tradissi – disse un tantinello acida.
Vegeta si sentì
punto da quell’affermazione: - Mi stai accusando di qualcosa?! Non mi
pare di averti violentata, né che tu abbia fatto qualcosa per impedire
quello che stava per succedere! –
- Lo so! Infatti non
incolpo te… solo che Goku non meritava questo… mi vergogno di me
stessa, cedere in questo modo ad un perfetto sconosciuto poi… -
Vegeta aprì
leggermente la bocca per la sorpresa e per la delusione.
ad un perfetto sconosciuto…
Ecco cos’era per
lei. Un perfetto sconosciuto.
E lei cos’era per
lui? Non era una perfetta sconosciuta e di questo Vegeta ne era sicuro e
pensava che anche lei fosse della stessa opinione, ma a quanto sembrava non era
così. E’ vero che aveva pensato di troncare la loro relazione per
il suo bene ma non aveva pensato che per Bulma lui non fosse nessuno. Il suo
sguardo si indurì.
- Beh, per fare sesso non
bisogna per forza conoscersi! Mettiamola così Bulma: è stato solo
divertimento. Tu tornerai alla tua bellissima vita con tuo marito e io torno
alla mia. Non ci incontreremo mai più, presto ci scorderemo anche di
questa storia –
Vegeta non credeva molto
alle sue parole, sarebbe stato realmente in grado di dimenticarla? Quella donna
entrata così facilmente nel suo animo così impenetrabile, se ne
sarebbe andata così velocemente com’era venuta? Ma a quel punto
non aveva più scelta, era ovvio che lei si fosse pentita del suo gesto,
quindi meglio mettersi l’animo in pace.
Bulma era rimasta da una
parte sollevata da quelle parole, è vero, avrebbe potuto ricominciare la
solita vita e forse sarebbe riuscita nuovamente ad innamorarsi di Goku, anche
se in quel momento la vedeva come una cosa impossibile e forse lo era.
- Hai ragione. E’
stato solo un errore, dimentichiamolo. Torniamo paziente e dottore –
Bulma gli tese la mano, quasi a voler suggellare quel patto, lui la strinse
continuando a guardarla.
Era così
bella…
Poi bruscamente si
riscosse da quei pensieri, potevano portargli solo sofferenza, non avrebbe mai
più toccato quel corpo così perfetto. Gli sarebbe rimasto solo un
ricordo dal sapore agrodolce.
- Ora vado, salve signora
Son -
Bulma stava per ribattere
che non c’era bisogno che fossero così formali, ma non ne ebbe il
tempo, lui era già uscito dalla stanza.
Lei si sedette sul letto,
aveva fatto la cosa più giusta? Indubbiamente era la cosa più
logica e sensata che avrebbe dovuto fare, ma era anche quella più
giusta? Non lo sapeva.
Sentiva però dentro
di sé non il dolce sollievo che avrebbe dovuto procurargli sapere che
non avrebbe più tradito suo marito bensì una cocente tristezza e la
dura consapevolezza che aveva rinunciato all’unico uomo che
l’avesse mai fatta veramente innamorare.
Era inutile continuare a
mentire soprattutto a se stessa, non era mai stata innamorata di Goku, certo le
piaceva e lo reputava un amico unico ed il suo fisico era perfetto, ma…
la vera scintilla lei non l’aveva mai provata. Almeno con lui.
Ma a proposito di Goku, si
domandò Bulma d’un tratto, dove è finito? Mi ha detto che
andava in città per sbrigare delle commissioni ma è via da quasi
due ore, chissà perché sta ritardando tanto, si chiese dubbiosa e
un pochino impensierita. Però dopo un po’ si disse che
probabilmente aveva incontrato traffico e che quindi stava ritardando per
quello, si alzò dal letto e riprese a fare le valigie.
Goku era
nell’ufficio dell’avvocato Cesare, era un avvocato di successo che
avrebbe senz’altro potuto aiutarlo. Era seduto nella salottino del suo
ufficio, era solo, l’avvocato riceveva solo per appuntamento e al momento
era il solo ad essere in attesa. L’avvocato le aveva telefonato
scusandosi per il ritardo e dicendogli di rimanere nel suo studio che sarebbe
arrivato a breve, Goku quindi si era seduto in una poltroncina di pelle, in
attesa dell’avvocato.
Era andato dall’avvocato
per dargli delle carte di un suo amico che avrebbe divorziato a breve,
purtroppo lui era impossibilitato ad andare dall’avvocato e quindi aveva
chiesto a Goku questo piacere che ovviamente Goku aveva accettato con
gentilezza. Goku pensò a Bulma, al loro matrimonio e… anche al
divorzio. Non aveva mai pensato ad un divorzio perché lui voleva stare
con Bulma, lui l’amava e stare insieme a lei lo rendeva felice, credeva
di essere veramente innamorato di Bulma. Però da quando erano entrati in
quell’ospedale qualcosa nel loro rapporto era cambiato, sentiva che
l’affiatamento e l’amore che li aveva uniti all’inizio era
svanito quasi come per magia. Pensò a Chichi, a come si sentisse bene in
sua presenza, come avrebbe voluto stare sempre in sua dolce compagnia e a
quanto desiderava baciarla, abbracciarla…
Scosse la testa, ma che
pensieri gli venivano?! Possibile che si fosse innamorato di Chichi?
Razionalmente si rispondeva di no, ma in fondo sapeva benissimo quale strada
aveva intrapreso il suo cuore. In quel momento avrebbe voluto lasciare Bulma
per mettersi con Chichi, ma non era una scelta facile, lui voleva molto bene a
Bulma e non voleva assolutamente farla soffrire, era l’ultima cosa che
desiderava. Però sentiva che stare con lei, dirle che l’amava era
soltanto ormai una finzione, e sospettava che quello valesse anche per lei.
Ad interrompere i suoi
pensieri fu la porta dello studio che si aprì improvvisamente, seguita
dall’entrata di uomo: l’avvocato Cesare. Egli si guardò
intorno e quando vide Goku gli corseincontro.
- La prego di scusarmi per
il ritardo signor Son! La batteria del mio orologio si è scaricata e non
mi sono accorto del passare del tempo – disse l’avvocato Cesare
scusandosi.
- Non si preoccupi,
può succedere a tutti – gli rispose Goku con un sorriso
comprensivo.
Cesare sorrise ed
invitò Goku a seguirlo nel suo studio, lo fece accomodare e poi
andò dritto nel mobiletto dove teneva i liquori.
- Gradisce qualche liquore
signor Son? Mi dica -
- No grazie, se ce
l’avesse vorrei semplicemente un bicchiere d’acqua –
- Oh ma certo! Glielo
porto subito –
Cesare tirò fuori
una bottiglia d’acqua dal mini-bar e la versò in un bicchiere, poi
lo servì a Goku sedendosi nella poltrona di fronte a lui.
- Dunque signor Son, so
che lei è venuto a portarmi della carte da parte del signor Miller,
visto che lui non poteva venire, giusto? -
- Esatto, Mike mi ha
chiesto questo favore, dicendo che aveva già provveduto ad avvertirla
–
- Sì, infatti. Mi
può dare le carte? –
Goku porse la cartellina
contenente i documenti all’avvocato, lui li sfogliò velocemente
per poi riporli dentro un cassetto.
- Perfetto. Poi
telefonerò al signor Miller per dirgli che inizierò subito le
pratiche per il divorzio -
- Bene allora io posso
andare –
- Certo signor Son,
arrivederci –
Cesare si alzò e
strinse la mano a Goku, lui si avviò alla porta ma appena ebbe poggiata
la mano alla maniglia, si fermò.
- Scusi, posso chiederle
una cosa? -
- Certo, mi chieda pure
–
- Lei è un avvocato
divorzista, quindi vede spesso coppie che si lasciano. Perché la maggior
parte… si lascia? – chiese Goku titubante.
Cesare sorrise
malinconicamente: - Spesso uno dei due tradisce l’altro e quindi il
divorzio non è consenziente; altre volte i due capiscono di non amarsi
più, che è inutile fingere di amarsi quando quel sentimento non
vive più nei loro cuori; altre volte ancora uno dei due non prova
più amore per l’altro e non vuole più illuderlo, quindi
decide di lasciarlo, vi sono tante e varie cause che portano al divorzio tra
due persone –
- Le è mai capitata
una coppia in cui l’uomo si era innamorato di un’altra donna e
fosse sicuro di amarla e di provare solo affetto per la moglie?
- Certo che mi è
capitato! A volte l’amore con quest’altra donna finiva a buon fine,
altre volte finiva male e l’uomo rimpiangeva di aver divorziato dalla
moglie. In questi casi, a parer mio, bisognerebbe essere sicuri
dell’amore che si prova per quest’altra donna e non essere
avventati e impulsivi, a volte si prendono decisioni impulsive guidate magari
solo da sentimenti deboli che poi svaniscono in poco tempo. Quindi meglio
essere riflessivi e impulsivi al punto giusto, una via di mezzo -
- Grazie per quello che ha
detto, mi ha fatto capire delle cose – Goku sorrise e se ne andò.
Cesare si sedette sulla
sedia pensando allo sguardo di Goku, gli aveva dato l’impressione di un
uomo molto innamorato ma anche infelice, quasi come se non potesse vivere il
suo amore.
“Se ho inteso bene i
sentimenti di quell’uomo potrei anche rivederlo senza più la
stessa fede al dito”
Goku tornò nella
sua auto, e si diresse verso l’ospedale, adesso sapeva cosa fare.
Chichi vagava per
l’ospedale in cerca di Vegeta, doveva chiedergli alcune cose riguardo ad
un paziente. Non riusciva a smettere di pensare a quello che era accaduto nella
stanza di Jane: Goku e l’avvocato divorzista, che legame potevano avere?
Goku voleva divorziare alla signora Son? Interrogativi che si ripetevano senza
sosta nella mente di Chichi e a cui lei non riusciva ovviamente a trovarvi
delle risposte. Arrivò nell’atrio sbuffando, Vegeta sembrava
essere volatilizzato nel nulla. Si fermò nel banco delle infermiere per
chiedere a loro se l’avessero visto, ma nessuna gli seppe dare notizie.
Improvvisamente la porta
dell’atrio si aprì ed entrò Goku, Chichi arrossì
quando lo vide che le veniva incontro.
- Goku! -
- Chichi, vieni con me per
favore – disse Goku con voce supplicante.
Chichi annuì
stranita, camminarono per qualche minuto, poi Goku controllò che non ci
fosse nessuno. Chichi era sempre più pensierosa, che voleva Goku?
Però prima che riuscisse a domandarglielo, Goku prese il suo volto fra
le mani e la baciò.
Note:
Anche Mike Miller è un personaggio inventato da me.
Ecco… io non so come
scusarmi *tutti la guardano con sguardo
omicida* lo so è quasi un anno che non aggiorno, avete ragione,
avete tutti perfettamente ragione, mi faccio schifo da sola ç__ç
Non posso chiedervi di commentare, capisco che non mi merito recensioni
ç__ç Spero solo di non avervi deluso con questo capitolo e vi
prometto (stavolta veramente) che aggiornerò molto più
velocemente. Chiedo scusa a tutti per questa lunghissima attesa.
Se qualcuno chiedesse a Goku il perché di quel bacio, così
istintivo e imprudente, non vi saprebbe rispondere
Se qualcuno chiedesse a
Goku il perché di quel bacio, così istintivo e imprudente, non vi
saprebbe rispondere. Forse vi direbbe che è accaduto quel che si dice
“l’essere guidati solo dal cuore”. Il cuore non si crea
ostacoli, ama e basta. E’ il cervello a farci capire che non sempre
possiamo manifestare quest’amore, che dobbiamo bloccarlo, ma non sempre
ci riusciamo. Forse Goku non ce la faceva più, non riusciva più a
contenere il sentimento, nato così velocemente, verso Chichi. E in quell’istante
aveva provato nuovamente la felicità dell’amore, una
felicità che non sentiva da anni e l’aveva fatto soltanto premendo
le sue labbra su quelle di lei. Un gesto all’apparenza non così
significativo: in fondo è solo un contatto di labbra. Eppure riesce a
scatenare sentimenti e reazioni imprevedibili ed assurde per un gesto tanto
piccolo. Non si può descrivere l’Amore. Ci hanno sempre provato
poeti e scrittori, ma alla fine nessuno riesce a spiegarlo completamente. Lo si prova, non lo si può raccontare. Chichi
era rimasta scioccata dal gesto di Goku, non avrebbe mai creduto possibile una
cosa del genere, non aveva risposto al bacio, troppo sconvolta per poter fare
qualunque cosa. Goku, sentendosi quindi rifiutato, si scostò da lei,
arrossendo furiosamente: ora chi spiegava a Chichi il perché di quel
bacio? Lui non poteva, non lo sapeva. Chichi notò l’espressione
affranta nei suoi occhi e capì che pensava di non essere
contraccambiato.
- Goku! Non pensarlo! -
gridò all’improvviso.
Lui la guardò
stranito.
- Cosa non devo pensare? -
Chichi arrossì
moltissimo, come poteva rimediare?
- Io… -
Da lontano si udì
una voce che gridava il nome di Chichi. Lei si girò spaventata e vide
l’infermiera Brenda, in lacrime, correre verso di lei.
- Chichi! Chichi! Presto
vieni! E’ successa una cosa terribile -
Brenda, arrivata vicino
Chichi, cominciò a piangere.
- Brenda… Cosa
succede? Mi stai facendo preoccupare! – gridò Chichi quasi con
isteria.
- Il dottor Sayan…
Oh Signore! –
- Brenda! Smettila, dimmi
cosa è successo a Vegeta –
- E’ gravemente ferito!
–
Chichi sbarrò gli
occhi. Come si può essere felicissimi e dopo tre minuti cadere nella
disperazione? Vegeta ferito? Non era mica… morto?! Le vennero le lacrime
e scacciò subito quel pensiero. Anche se Vegeta non aveva il migliore
dei caratteri lei gli era affezionata, lavoravano insieme sin da quando lui si
era trasferito all’ospedale. Tra tutte le infermiere lei era quella che
lui preferiva, la meno irritante a detta sua, e Chichi
considera Vegeta il medico più bravo dentro l’ospedale. Chichi
pretese delle spiegazioni: - Brenda cosa stai dicendo? Cos’ha Veg…
il dottor Sayan? –
Brenda si asciugò
le lacrime e respirò profondamente per spiegare con lucidità la
situazione a Chichi.
- E’ stato ferito
durante una rapina in una banca. Mi è stato raccontato dal poliziotto
che era con lui quando è stato portato qui in ambulanza. Il dottore era
andato in banca per faccende sue personali, la guardia giurata mi ha detto che
all’improvviso sono entrati due uomini armati con il passamontagna che
hanno preso tutti in ostaggio e hanno detto ai funzionari di vuotare le casse e
la cassaforte. La guardia giurata non ha potuto fare nulla perché uno
teneva la pistola puntata contro i clienti. Il dottor Sayan, avventato e
stupido com’è, aspettando un momento in cui il rapinatore era
distratto ha tentato di strappargli la pistola dalle mani. Ed è partito
un colpo… -
Brenda singhiozzò,
mentre Chichi e Goku assimilavano quella terribile notizia.
- E… - la
incitò Chichi.
- Un colpo che ha colpito
il dottore. Il rapinatore, però, in questa confusione si è
distratto e la guardia giurata è riuscita a togliergli la pistola e ha
ferito l’altro rapinatore, sventando così la rapina. Il dottore
fortunatamente non è stato colpito in organi vitali però la
pallottola gli ha reciso l’arteria femorale –
Goku, che non capiva il
linguaggio medico, chiese spiegazioni. Chichi gli disse che da un’arteria
recisa si perde molto sangue rapidamente.
- Infatti, è questo
che è successo. L’ambulanza e la polizia sono state chiamate
subito e il dottore è stato velocemente portato qui ma ha perso molto,
troppo sangue. Ora è sala operatoria, lo sta operando il dottor Tensing-
Dagli occhi di Chichi
cominciarono ad uscire delle lacrime, perle che si susseguivano sempre
più rapidamente.
- Dov’è?
– singhiozzò.
- Sala operatoria 3
–
Chichi corse verso quella
sala, seguita da Goku. Vide che vicino l’atrio c’erano tantissimi
giornalisti che volevano informazioni su Vegeta; l’infermiera Laura
cercava di cacciarli visto che non poteva e non voleva dare loro informazioni.
Chichi corse ancora
più veloce ed in breve arrivò davanti alla porta della sala.
L’intervento era iniziato da poco tempo e a Chichi non restò che
sedersi in una delle sedie della sala d’attesa. Sospirò
profondamente: non poteva entrare lì dentro, anche se era
un’infermiera. Goku si sedette vicino a lei, abbracciandola.
Stettero lì seduti
per qualche tempo, l’intervento durava da quasi due ore. Goku, ad un
certo punto, disse che doveva andare da Bulma: probabilmente lei lo aveva preso
per disperso. Se n’era andato a mezzogiorno, erano le cinque e non
l’aveva ancora rivista. Chichi comprese anche se lo lasciò a
fatica, si rannicchiò nella sedia facendosi ancora più piccola,
temendo ed aspettando il momento in cui la porta della sala operatoria sarebbe
stata varcata.
Goku, impaziente di
tornare da Chichi, corse verso la stanza sua e di Bulma. Arrivato aprì
di botto la porta, facendo sobbalzare Bulma che era seduta sul letto. Goku si
scusò con lo sguardo, poi guardò la stanza. Due borse erano
poggiate nel letto vicino a Bulma, le lenzuola erano state levate dai letti e
nel bagno erano spariti gli asciugami e le tovaglie. Poi comprese e si
battè una mano sulla fronte: oggi se ne sarebbero dovuti andare! Erano
stati dimessi e se ne sarebbero andati non appena lui fosse tornato dal
colloquio con l’avvocato. Se lo era totalmente dimenticato. Bulma lo
fissava con aria a dir poco imbufalita.
- Ma ti sei reso conto
dell’orario?! Ti aspetto da due ore! Avevo iniziato seriamente a preoccuparmi,
che cosa diavolo hai fatto fin’ora?! Avanti, dimmelo! Subito! -
Bulma si era alzata dal
letto e ed era pronta a suonargliele, Goku però non ebbe paura, sapeva
che appena le avrebbe detto di Vegeta la rabbia avrebbe lasciato il posto al
dolore: aveva notato che i due si erano avvicinati, che il limite
medico/paziente era stato largamente superato, solo che non sapeva fino a che
punto.
- Bulma, siediti –
ordinò con una voce così pacata che Bulma si spaventò ed
eseguì subito l’ordine.
- Goku… Cosa
è successo? Mi sto preoccupando –
Goku si sedette di fianco
a lei, le prese le mani e guardandola negli occhi iniziò.
- Riguarda Vegeta -
Bastarono quelle due
parole, Bulma guardò il marito preoccupatissima. Vegeta? Cosa gli era
accaduto? Che aveva? Perché Vegeta?
Goku con calma
spiegò a Bulma tutta la vicenda, cercando di usare il massimo tatto.
Bulma, alla fine, era sull’orlo di un pianto. Le lacrime che premevano di
uscire le annebbiavano la vista e la gola secca non la faceva parlare, ogni
parola sembrava essersi gelata. Vegeta… poche possibilità di
sopravvivenza… operazione… sparo… sangue… Le parole di
Goku vorticavano nella sua testa come impazzite e la facevano rimanere senza
aria. Aveva bisogno di vederlo, di toccarlo, di sentire che stava bene.
- Dov’è?
– chiese in un soffio di voce.
- Vieni – Goku le
offrì la mano ed insieme uscirono dalla stanza. Poco prima di arrivare
però le lascò la mano. Non voleva che Chichi vedesse le loro mani
intrecciate, sentiva quasi di tradirla, per quanto assurdo fosse come pensiero.
Chichi era sempre nella stessa sedia nella stesa posizione: non era ancora
finito l’intervento. Appena lei vide i due arrivare si alzò e
salutò Bulma e Goku come se quel giorno li vedesse per la prima volta,
poi si risedette.
- Ci sono novità
Chichi? – Bulma stava piangendo.
- No, signora Son, ancora
no –
Bulma si sedette vicino a
Chichi, aspettando impazientemente e tentando di non piangere.
Dopo una quindicina di
minuti la porta si aprì ed usci dottor Tensing. Aveva l’aria
esausta però non sembrava affranto.
Tutti e tre si erano
alzati di scatto e lo guardavano ansiosi ed impauriti di sapere.
- L’intervento
è riuscito -
Bulma urlò
ricominciando a piangere dalla gioia, Chichi sorrideva con le lacrime agli
occhi mentre Goku era veramente contento.
- Però non è
ancora completamente fuori pericolo. Ha perso molto sangue e il proiettile era
ancora conficcato nella gamba, fortunatamente sono riuscito ad estrarlo e dovrebbe
superare tranquillamente la notte -
- Quindi è
vivo…? Insomma non morirà? Starà bene? –
- Se supererà
indenne la notte sicuramente sì. Ed io credo ce la farà, Vegeta
è un tipo tosto –
- E’ vero –
confermò sorridente Bulma.
Goku aveva ripreso la mano
a Chichi per trasmetterle anche la sua contentezza. Lei gli
sorrise timidamente, aveva paura che li vedesse la moglie, anche se era felice
dei rischi che Goku correva: significava che era importante per lui, altrimenti
non l’avrebbe fatto. Pensò a Vegeta e fu felice che non fosse
morto, lo considerava un amico, anche se alcuni suoi gesti non riusciva a
giustificarli o capirli.
- Ora lo porteranno in una
stanza, ci vediamo -
- Grazie dottore –
disse Bulma prima che Tensing se ne andasse.
- Prego, sono felice di
esserci riuscito oggi – disse ricordando amaramente l’episodio con
i genitori di Bulma.
- Non era stata colpa sua,
non c’era più niente da fare – lo rassicurò Bulma. Aveva
sempre saputo che la loro morte era dovuta soltanto ad un bastardo pirata della
strada e non per negligenza del dottor Tensing. Lui non aveva potuto fare
niente, era troppo tardi. Se n’era fatta una ragione, anche se continuava
ad essere dolorosa.
Aspettarono un altro po’
e poi lo videro sul lettino, ovviamente privo di sensi e con tubi e mascherine,
che lasciala la sala e veniva portato nella stanza. Bulma quando lo vide non
resistette nel prendergli la mano e gli sussurò: - Non andare via, non
mi lasciare –
Fu attenta a non farsi
sentire da Goku, ma si ripromise di parlargli non appena Vegeta si fosse
rimesso. Non poteva ignorare più quel sentimento, il solo pensiero di
aver potuto perdere Vegeta le aveva tolto il respiro. Lui era diventato troppo
importante, troppo. Non sarebbe
bastata una vita per dimenticarlo, ora lo sapeva. Prima non voleva accettare
questa verità, aveva paura ma ora aveva capito che l’intensità
di quel sentimento superava di gran lunga la paura: non voleva più
lasciarlo. Seguì le infermiere per vedere in quale stanza sarebbe stato
messo ed anche perché non riusciva a separarsi da lui in un momento come
quello. Chichi e Goku rimasero un po’ più dietro, anche se
seguirono comunque Bulma.
- Sono felicissima per
Vegeta! – disse sorridente Chichi.
- Anche a me fa piacere,
è un uomo che rispetto e stimo –
- Non credevo che tua
moglie fosse così tanto legata a Vegeta… - disse Chichi facendo
finta di essere sorpresa: in realtà sapeva benissimo quanti i due erano
legati visto che li aveva sorpresi insieme, anche se aveva creduto che fosse
solo del sesso occasionale e non che ci fossero anche dei sentimenti tra Vegeta
e Bulma.
- Neanche io lo credevo –
le rispose Goku baciandole i capelli. Lei arrossì, consapevole che il
loro discorso era stato interrotto e non erano arrivati ad alcuna soluzione. Lui
l’aveva baciata ma lei non gli aveva fatto capire che lo voleva e voleva
dirglielo al più presto.
Arrivati alla stanza di
Vegeta le infermiere lo misero nel letto, attaccandogli le varie macchine.
Quando uscirono dissero che poteva entrare soltanto una persona alla volta. Ovviamente
Bulma entrò per prima. Goku e Chichi si avvicinarono alla finestra della
camera e guardarono Bulma che raggiungeva Vegeta. Lei si avvicinò al
lettino e prese la mano di Vegeta. La sua mano era fredda ed il lento suono
della macchina che segnalava i battiti era snervante. Bulma gli
accarezzò il viso con l’altra mano, segnandone i lineamenti con le
dita.
- Stavi per lasciarmi…
Non farlo mai più! Hai capito! Non permetterti mai più… -
Bulma scoppiò nuovamente in lacrime, non l’aveva perso per poco e
l’ultima immagine che gli sarebbe rimasta di lui sarebbe stata nel
momento del loro addio. Sarebbe stato insopportabile perderlo. Bulma in quell’istante
dimenticandosi dove fosse e con chi fosse, forse per la troppa gioia,
avvicinò il suo viso a quello di Vegeta e lo baciò. Piano,
delicatamente, chiedendosi quanto le sarebbe mancato quel tocco così delicato
se lui non ci fosse più stato. Molto, tanto, troppo.
Da fuori Goku e Chichi
videro la scena. Chichi restò allibita, non credeva l’avrebbe
baciato davanti a Goku! Lui, del resto, aveva la bocca aperta dallo stupore.
Aveva pensato che ci fosse qualche tipo di attrazione tra i due ma non avrebbe
mai creduto fossero arrivati a quel punto.
- Ma cosa fai Bulma…?
-
E che cos'è un bacio? Un
apostrofo rosa tra le parole t'amo, un segreto detto sulla bocca.
[Edmond Rostand]
Finito! Bene, dopo qualche
mese, eccovi il 18° capitolo. Beh, dovete ammettere che l’aggiornamento
è stato più veloce, l’altra volta vi ho fatto aspettare un
anno XD Stavolta qualcuno me lo lascia un commentino? ç_ç Vi
pregoooo, uno piccolo piccolo XD
La frase finale si
adattava, secondo me, alla premessa iniziale e alla fine che comunque si chiude
con un bacio. ^^
Spero vi sia piaciuto il
chappy, ormai dovrebbe mancare poco ala fine di questa ff.
- Ma cosa fai
Bulma…? – una domanda rivolta ad un vetro, lei non poteva
ovviamente sentirla. Il problema è che Goku non sapeva se lui sarebbe
riuscito a rifargliela. Il problema però non sorse: Bulma si
ricordò immediatamente con chi fosse e alzò lo sguardo vedendo
quello stupito di Goku. Si sentì tremendamente in colpa: ma cosa le era
preso? Non era da lei, tanto razionalista e riflessiva, lasciarsi andare in
gesti così naturali e sconsiderati. Il dolore e la gioia avevano
abbattuto le sue inibizioni, come Goku, anche lei aveva ragionato solo con il
cuore. Se di ragione si può parlare, le ragioni del cuore sono diverse
dalle ragioni del cervello. Però ora era nei guai: voleva bene a Goku e
non avrebbe mai voluto che lui soffrisse. Era soprattutto per questo che aveva
troncato il suo rapporto con Vegeta, per non ferire Goku. Perché lei era
convinta che Goku l’amasse e che avrebbe sofferto se lei avesse chiesto
un’eventuale separazione. E ora aveva combinato un pasticcio: non solo
ora Goku sapeva del suo tradimento, ma l’aveva scoperto nel modo peggiore
e non aveva neanche una giustificazione valida! Quando lui le avrebbe chiesto
il perché di quel gesto davanti a lui, Bulma cosa avrebbe risposto?
“Non lo so” era una risposta che lui non avrebbe mai accettato, per
quanto più che giusta secondo Bulma.
Bulma accarezzò la
mano di Vegeta e si diresse verso la porta. Verso la fine del suo matrimonio.
Chichi guardava Goku e
osservava attentamente i suoi sguardi con Bulma: Goku sembrava essere sconvolto
e ferito. Chichi credeva addirittura
di aver visto un lampo di gelosia attraversargli gli occhi, ma non poteva
giurarlo. Si sentì confusa, Goku soffriva per un tradimento di Bulma?
Allora l’amava ancora? E lei? Se ci fosse stata lei a posto di Bulma lui
come avrebbe reagito? Con sorpresa, senza sofferenza, solo con stupore? Avrebbe
voluto chiederglielo ma non le uscivano le parole. Vide Bulma aprire la porta e
guardò nuovamente Goku. Ora aveva lo sguardo accigliato, l’amara
conclusione di Chichi era che amava ancora sua moglie. Goku le chiese se poteva
lasciarli soli.
- Ti prego, ho bisogno di
chiarire con mia moglie, da solo -
Il dolore le percorse
tutto il corpo ma si allontanò comunque. Aveva anche paura di quella
conversazione perché sentiva il suo rapporto con Goku spezzarsi ogni
istante di più.
Bulma guardò Goku,
vide la sua espressione arrabbiata e, lottando con la tentazione di abbassare
lo sguardo, lo tenne fisso su di lui. Notò anche l’infermiera
andare via, con uno sguardo quasi disperato.
- Sai cosa voglio - disse
Goku tagliente.
- Sì una
spiegazione. Ma io, al momento ne sono sprovvista –
- Non ci credo –
ribattè duro.
- Non ci credere, io so
che è vero – replicò ostentando sicurezza.
- Bulma… Hai appena
baciato un altro uomo davanti ai miei occhi e non ti senti per niente in
colpa?! – il tono di Goku si alzò di un’ottava.
- Sì, ovvio che mi
sento in colpa, ma perché l’hai scoperto in questo modo non
perché sono pentita del mio gesto –
- Da quanto va avanti? Da
quando siamo qui o da prima? Ed è il primo amante che hai?! –
Goku era veramente
arrabbiato ma non perché amava ancora Bulma. Si sentiva tradito perché
Bulma non aveva mostrato neanche un po’ di ritegno, quanto importava a lei
di lui? L’aveva mai amato o le sue erano solo parole vuote? Con chi si
era sposato?
- Goku! Io ti ho amato
veramente, non pensare mai che per te io non abbia provato niente, non pensarlo
mai. Ti ho amato moltissimo Goku e
prima di oggi, e lo sai, non ti ho
mai tradito con nessun altro uomo. E’ solo… che Vegeta mi ha fatto
innamorare di lui e non è per colpa tua e neanche sua, io sono il
problema. Lo amo, ora posso dirlo con certezza, l’ho quasi perso oggi
– gli occhi le ridiventarono lucidi a quelle parole. L’aveva quasi
perso, era una constatazione dolorosa.
- Non so se puoi capirmi.
Il mio amore per te c’è stato ed è stato tantissimo, non so
come ha fatto a svanire da me. L’amore che provo per Vegeta ha coinvolto
tutto il mio essere, non ho potuto evitarlo, ne sono rimasta scottata ma non mi
sono allontanata dal fuoco e mi sono bruciata. Io ti voglio tanto bene e
credimi, non volevo che lo scoprissi così ma non so cosa mi sia preso in
quell’istante –
Goku la capiva benissimo,
pensò al bacio che aveva dato a Chichi e comprese perfettamente lo stato
d’animo di Bulma. Era vero che lei lo aveva fatto davanti a lui ma era
ancora sconvolta per l’operazione di Vegeta, se ci fosse stata Chichi in
quel lettino, in quella sala operatoria lui come avrebbe reagito? Non credeva
che avrebbe avuto la calma che aveva dimostrato Bulma.
- Bulma, per quanto possa
sembrare strano, ti capisco perfettamente. Lui ti ama? – chiese
reclinando la testa verso il lettino di Vegeta.
- Credo di sì
–
- Penso che tu non
provassi più amore per me da molto tempo – disse Goku con calma.
All’improvviso aveva inteso perfettamente i sentimenti di Bulma, era
accaduta la stessa cosa a lui. Lui aveva amato moltissimo Bulma ma ora amava
Chichi, aveva capito di non provare più amore per Bulma da tempo e se a Bulma
era capitata la stessa cosa non poteva che essere felice per lei. Bulma non
ribattè, forse aveva ragione Goku. Con Vegeta si era innamorata, ma
l’amore per Goku forse non lo provava più da tempo e con Vegeta la
cosa era diventata evidente.
Goku si sfilò la
fede dall’anulare sinistro: - Questa non serve più. Appena vorrai,
inizieremo le pratiche per il divorzio, conosco anche l’avvocato giusto.
Da oggi siamo teoricamente separati Bulma –
Bulma restò stupita
dai gesti e dalle parole di Goku. Lei credeva che lui avrebbe sofferto, non che
prendesse la situazione così bene, non che a lei non facesse piacere, ma
sembrava quasi che Goku non aspettasse altro che lasciarla.
- Goku, come puoi prendere
la situazione così bene? Non ti dispiace separarti da me? Io pensavo che
avresti sofferto… ma tu non mi ami? Okay, so che sto dicendo cose
assurde, ma ora sono io che metto in dubbio il tuo amore per me, non ti importa
che starò con un altro? -
Bulma riteneva quasi
surreali quelle domande: lo aveva tradito lei ed era lei a mettere in dubbio il suo amore, cosa stava succedendo?
Goku rise, finalmente
poteva togliersi quel peso dal cuore e poteva vivere allo scoperto il suo amore
per Chichi, sperando che lei lo ricambiasse.
- Non sei l’unica ad
aver ritrovato l’amore in questo ospedale. Bulma, io ti capisco
perfettamente perché provo le stesse cose che provi tu, perché ho
provato gli stessi identici dubbi che hai provato tu, perché mi sono
innamorato di nuovo anche io -
Bulma spalancò la
bocca dalla sorpresa, incapace di dire anche solo una sillaba. Restò
così per quasi un minuto, poi scoppiò a ridere.
- Non ci credo! E io non
mi sono accorta di niente! Ma lei chi è? - chiese Bulma continuando a
ridere. Era veramente contenta, credeva di aver procurato dolore a Goku, che separarsi
da lui sarebbe stato difficile e doloroso, invece scopriva che anche lui voleva
separarsi da lei! Non poteva non essere contenta.
- Ci puoi arrivare da sola
– rispose Goku imbarazzato, grattandosi la testa.
Bulma ci pensò un
po’, poi gridò battendosi una mano sulla testa: - Ma certo,
è Chichi! L’infermiera! – Bulma boccheggiò ancora
sorpresa e rimproverandosi di non averlo capito subito. Si sarebbero
risparmiati entrambi dolore e sofferenze. Ripensò alle volte che aveva
visto Chichi e Goku insieme e si dette della stupida. I sentimenti di Chichi le
sembrarono evidentissimi, le sue occhiate così palesi. Si amavano.
Bulma sorrise e si
sfilò anche lei la fede.
- Magari ne metteremo
un’altra tra qualche anno – commentò Bulma.
- Magari… - rispose
Goku.
Goku mise la fede in
tasca, si avvicinò a Bulma e l’abbracciò. Lei era stata una
parte importante della sua vita, le voleva bene. Bulma ricambiò
l’abbraccio, sospirando. Forse sarebbe potuto iniziare un nuovo periodo,
per entrambi.
Videl correva per i
corridoi, un’infermiera le aveva detto che il paziente nella stanza 17 si
era svegliato. Gohan si era svegliato. Corse veloce, tanto da investire
addirittura alcuni passanti, non vedeva l’ora di rivederlo. Arrivata
davanti alla porta riprese fiato, si sistemò la treccia e, respirando
profondamente entrò nella stanza. Gohan era seduto sul letto che
guardava la tivù. A Videl venne quasi da piangere, si era svegliato
finalmente. Gohan girò la testa per vedere chi era entrato e gli
cascò il telecomando dalle mani quando vide chi era.
Videl. La ragazza della
discoteca. Con il camice addosso.
- Videl? – chiese
sperando di non sognare. Dopo averla dovuta lasciare quella sera, aveva
continuato a pensarla, finché non aveva fatto l’incidente.
Però appena si era risvegliato, superata la confusione del momento, le
era venuta subito in mente. Ed ora se la ritrovava lì, davanti a lui,
con un camice da dottoressa e con le guance arrossate.
- Gohan! Come stai? Ti
senti bene, o hai bisogno di qualcosa? – chiese Videl rimproverandosi per
la troppa apprensione.
- Sto bene, grazie. Ma tu
lavori qui? Sei un medico? – chiese stupito.
- Sì, sono una
cardiologa e lavoro qui – rispose timida Videl.
- Wow! Una cardiologa!
Fantastico! Ahi! – Gohan, nel manifestare la sua sorpresa, si era agitato
troppo e la ferita al torace gli aveva tirato procurandogli una fitta.
- Tutto bene? –
chiese Videl avvicinandosi per esaminarlo. Delle bende che gli fasciavano tutto
il torace alcune erano rosse di sangue e Videl capì subito che dovevano
essere cambiate.
- Bisogna cambiarti la
fasciatura. Se ti fidi lo faccio io – si propose Videl, anche se era una
domanda sciocca, chi c’era meglio di un medico per cambiare una
fasciatura?
- Certo che mi fido! Mi
fido ciecamente – rispose Gohan serio. Si fidava veramente di lei e non
solo dal punto di vista medico. Videl annuì e si allontanò dalla
stanza per procurarsi il necessario per il bendaggio. Tornò poco dopo e
fece sdraiare Gohan nel lettino. Gli tolse le vecchie fasce, disinfettò
le ferite ed infine gli sistemò le nuove bende.
- Perfetto! Bende
cambiate! Se vieni qualche infermiera per fare questo lavoro, informala che ho
già provveduto io –
- Okay. Ma…
perché tu te ne vai subito? – domandò Gohan arrossendo
leggermente.
Videl, invece,
arrossì molto di più e le sue guance raggiunsero presto una
tonalità vermiglia. Lui voleva che lei stesse lì? Sembrava un
sogno.
- No, non devo andarmene
subito… - Videl prese la sedia che c’era nella stanza,
l’avvicinò al letto di Gohan e poi si sedette vicino a lui.
Parlarono per quasi due ore senza accorgersi minimante dello scorrere del
tempo, nessuno dei due aveva voglia di separarsi dall’altro. La
sensazione di armonia e pace li pervadeva e quando Videl vide l’orario
assunse un’espressione affranta.
- Ora devo andare –
Anche Gohan mise su
un’espressione triste, ma capì di non poter fare nulla, tranne
quella di strappare a Videl una promessa.
- Io ora ti lascio andare
– cominciò Gohan ridendo. – Però tu mi prometti che
torni appena puoi – finì con ancora una sfumatura ilare nella
voce, non voleva sembrare troppo serio.
Videl restò
spiazzata. Non si aspettava quella richiesta, benché fosse felice di
mantenere quella promessa.
- Promesso! – Videl
incrociò le dita per dimostrare la fedeltà del suo giuramento.
- Okay, mi fido di te
Videl –
Il cuore di lei
mancò un battito. Il suo nome tra le labbra di Gohan assumeva toni
così stupendi. Lo avrebbe pregato di dire il suo nome mille volte se
avesse potuto. Si salutarono e Videl uscì dalla stanza con il cuore a
mille, pregando di farvi ritorno presto.
Chichi era vicino al suo
armadietto, si preparava per tornare a casa. Non aveva più incontrato
Goku, dopo che l’aveva lasciato con la moglie, e non aveva alcuna
intenzione di incontrarlo. Si era illusa e basta. Aveva sperato che Goku
l’amasse ma evidentemente il suo cuore era ancora legato a quello di sua
moglie, come la fede alle loro dita dimostrava. Eppure ci aveva sperato,
soprattutto con quel bacio. Era stato crudele Goku ad illuderla in quel modo,
per poi abbandonarla per tornare con la moglie. Chichi, invasa dalla rabbia e
dalla tristezza, si appoggiò in una sedia, dentro la saletta delle
infermiere, trattenendo le lacrime. A volte ti chiedi cosa fare, quando bruci
di rabbia e contemporaneamente non vorresti far altro che piangere e forse la
soluzione sarebbe fare entrambi. Chichi si riprese dopo qualche minuto e si
preparò per uscire dall’ospedale. Camminava lentamente, a testa
china, sperando che nessuno notasse la sottile scia che le bagnava la guancia. Era
sera ormai, le stelle punteggiavano la volta celeste ed una delicata brezza riempiva
l’aria. Chichi aveva appena attraversato la porta scorribile
dell’ospedale quando si sentì tirare verso dietro da un braccio.
Si impaurì inizialmente e quando si girò aveva gli occhi invasi
di paura. Ma quando vide che a fissarla c’erano solo due occhi neri e
gentili si rilassò. Era Goku. La felicità nel vederlo venne
subito sostituita dalla scena di lui con sua moglie e quindi il volto di Chichi
si rabbuiò.
- Che hai? – chiese
Goku vedendo il suo repentino cambio d’umore.
Chichi si chiese se
mentisse e quindi godesse nel farla soffrire o se veramente non lo capiva.
- Non ci arrivi sul serio?
– domandò Chichi.
Goku assunse
un’espressione dubbiosa, non ne aveva veramente idea.
- Tu sei venuto a dirmi
che il tuo bacio è stato un errore, che ami ancora tua moglie e che
l’hai capito grazie al bacio che lei ha dato a Vegeta! Sei venuto a dirmi
questo, no?! Quindi non fingere di non sapere perché non sono di buon
umore, mi hai illusa! Visto che amavi ancora tua moglie non avresti dovuto
baciarmi! E ora addio Goku! – Chichi si liberò dalla stretta di
Goku e si diresse verso la sua macchina, poi sentì Goku ridere.
- Ma tutte quelle idee
assurde come ti sono venute? Spiegamelo, dolce piccola Chichi – le disse
lui avanzando verso di lei.
- Beh, la tua espressione
quando hai visto quel bacio mi era sembrata abbastanza evidente… -
- Ma Chichi ero solo
sorpreso! La persona che credevo mi amasse in realtà non provava
più nulla per me! Ero solo stupito, non geloso, credimi. E poi non hai
guardato la mia mano? – chiese Goku mostrandole la sua mano sinistra.
Chichi la guardò e notò che l’anulare era privo della fede.
- La fede! – rispose
sorpresa.
- Esatto! Io e Bulma ci
siamo separati, non ufficialmente ovviamente, però noi non ci sentiamo
più marito e moglie, anzi chissà da quanto non lo eravamo
più… - disse Goku assumendo un’espressione malinconica.
- Ma lei quindi si
è innamorata di Vegeta? –
- Esatto – la
rassicurò.
- E… tu? –
chiese timida, non voleva crederci. Non poteva essere vero. Non voleva soffrire
ancora a causa delle illusioni.
- Perché l’ho
lasciata? – chiese.
Lei annuì
semplicemente, con il cuore che batteva all’impazzata, mentre Goku era
arrivato molto vicino a lei.
- Perché mi sono
innamorato di te – rispose Goku colmando quei pochi centimetri di
distanza e baciandola. Chichi buttò la borsa per terra e ricambiò
il bacio. Le sembrava di galleggiare, che la mente ed il corpo fossero totalmente
slegati tra di loro. Il cuore batteva velocissimo e la sensazione di
felicità che aveva invasi li aveva quasi storditi. Si staccarono senza
fiato, guardandosi intensamente.
- Se ora mi dici che non
mi vuoi non so se reggerò la notizia – disse Goku in un soffio di
voce. Non scherzava, non avrebbe retto. Chichi rise con le lacrime agli occhi,
quando il suono argentino giunse alle orecchie di Goku, un piccolo sorriso gli
spuntò dalle labbra, forse non tutte le speranze erano perdute.
- Oh Goku, come puoi
pensare che non ti voglia! – Si era sbagliata di grosso, lui non era
geloso della moglie, lui amava lei. Si baciarono di nuovo. E ancora. Tante
volte da perderci il conto, felici di poter dimostrare i loro sentimenti e di
essere ricambiati. Insieme salirono sulla macchina di Chichi, verso casa sua. Arrivati
in casa di Chichi ogni metro percorso era un bacio in più, era la
manifestazione di un amore finalmente sbocciato. Il loro era stato un autentico
colpo di fulmine, forse Cupido era nei paraggi il giorno in cui si erano
incontrati e aveva scoccato il suo dardo. Forse era merito suo. Chichi e Goku non
lo sapevano questo ovviamente ma di una cosa erano sicuri: quella lunga e
bellissima sera, insieme alle emozioni da loro provate, sarebbe rimasta per
sempre nei loro cuori.
Il cuore ha le sue ragioni che la
ragione non può comprendere.
[William Shakespeare]
Recensite! Recensite!
Stavolta l’aggiornamento
è stato veloce non potete lamentarvi! >_< Ormai siamo vicinissimi
alla fine, credo che il prossimo chappy sarà l’ultimo. Vi prego
lasciatemi dei commenti XD Anche solo per dirmi che la storia vi fa schifo XD
Mi sono accorta che in questo chappy Goku è spaventosamente OOC, ma del
resto lo sono tutti nella mia ff ^^’ Ma lui in questo capitolo risalta di
più ‘’XD Da notare che sto acquisendo l’abitudine a
mettere un aforisma alla fine di ogni chappy che centra con quello che ho
scritto, è una cosa che sto adorando *__*
Ringraziamenti:
sara2000:
Grazie mille del commento ç__ç Mi hai commossa XD Il primo
commento ricevuto dopo un anno! Stavolta credo di essere stata abbastanza
veloce ^_^ Sono contenta che la storia ti piaccia, fammi sapere anche per
questo chappy ;)
“Finalmente sono riuscita a chiarirmi con Goku, sono felicissima
che lui non abbia sofferto e mi sento una stupida per non aver subito intuito i
suoi sentimenti verso quell’infermiera
“Finalmente sono
riuscita a chiarirmi con Goku, sono felicissima che lui non abbia sofferto e mi
sento una stupida per non aver subito intuito i suoi sentimenti verso
quell’infermiera. Forse, se me ne fossi accorta prima, ci saremmo
risparmiati tanto dolore e tanti crucci mentali. Ma oramai è inutile
pensare al passato e riempirlo di se
e di forse, inutile e sciocco. Ora,
grazie a Vegeta, anche io potrò ritrovare la serenità e
l’amore. A Goku ho detto che Vegeta mi ama, ma sarà vero? Quando
ci siamo lasciati, in quel modo così orribile, lui mi era sembrato
sinceramente triste che io avessi interpretato il nostro rapporto come un
errore, uno sbaglio da non ripetersi. Se ripenso a quelle parole mi chiedo dove
ho trovato la forza di pronunciarle, forse non ho mai detto delle bugie tanto
grosse in vita mia come quelle. Vivere senza di lui… senza poterlo
toccare… baciare… mi sembra una cosa assurda, non impossibile,
assurda per quanto lontanissima dalla verità!”
Bulma sorrideva, tenendo
la mano di Vegeta. Era felice di aver potuto risolvere la situazione in quel
modo. Non aveva sofferto nessuno. Ora Vegeta doveva soltanto riprendersi.
“Ora, amore mio, ti
prego svegliati… Ho bisogno di sentire la tua voce, il tocco delle tue
labbra… Ti prego, svegliati!” gli chiedeva in silenzio.
Ma i giorni passavano e
Vegeta non accennava a svegliarsi. I medici lo visitavano ogni giorno,
controllavano i monitor, gli facevano flebo, ma lui non si svegliava.
“Perché non
ti svegli, Vegeta?! Devi svegliarti! Non puoi lasciarmi sola, non puoi,
maledetto stronzo, non osare farmi questo!”
Bulma pregava
silenziosamente, seduta al capezzale di Vegeta. Lui non accennava a svegliarsi,
ormai le condizioni fisiche erano in via di guarigione, ma lui non sembrava
volersi svegliare. I medici continuavano a dire a Bulma che era normale, ma di
giorno in giorno, la sicurezza dal loro volto e dalle loro parole diminuiva, non era normale. Per giusto, si sarebbe
dovuto svegliare. Nessuno le aveva detto quella parola, nessun medico, eppure
si affacciava sempre più prepotentemente nella mente di Bulma. Coma.
Non essendo medico, le
veniva in mente solo quella parola per spiegare il mancato risveglio di Vegeta.
E le mancava il coraggio di chiedere a qualcuno competente se i suoi sospetti
fossero fondati, non ci riusciva. In fondo, cos’è meglio tra una
dolorosa realtà e un persistente dubbio? Cosa può alleviare
meglio l’animo? Cosa?
I suoi pensieri furono
interrotti: qualcuno bussava alla porta. Bulma alzò lo sguardo verso la
porta e le sue labbra s’incresparono in una specie di sorriso. Lei non
ricordava nemmeno l’ultima volta che aveva sorriso, era passato troppo
tempo.
Chichi, avanzando nella
stanza, controllò i monitor di Vegeta per poi sospirare. I valori erano
normali, erano statici. Nessun peggioramento, ma neanche nessun miglioramento.
Era come in una continua fase di stallo, in cui non puoi muoverti e non puoi
essere mosso. La tua volontà e la volontà altrui si annullano. E,
nonostante cerchi un’uscita, non ne trovi. Benché cerchi una
torcia per il buio che ti avvolge, continui solo a vedere nero, come se le tue
pupille distinguessero ormai unicamente quel colore, come incapaci di vedere le
sfumature dell’arcobaleno. Bulma guardò Chichi: da quando si era
messa insieme a Goku e con l’incidente di Vegeta, si erano avvicinate
molto. Nessuna delle due guardava l’altra con rancore, né la
moglie, né l’amante. E mentre Chichi stava per uscire dalla stanza
Bulma decise di rischiare, il dubbio la logorava troppo. Alzò il viso
verso Chichi e le fece la domanda che da giorni le premeva sul petto.
- E’ in coma, vero?
– disse ostentando sicurezza.
Chichi si girò per
guardarla e Bulma non lesse nei suoi occhi pena o compassione, ma soltanto
un’infinita voglia di voler dire una cosa, ma di doverne dire
un’altra.
- Nessun medico dice mai
esplicitamente questa parola, ma è questo che voi pensate, giusto? -
ripetè Bulma.
Chichi tentennò,
poi decise di dirle tutta la verità, anche se sapeva che le avrebbe
procurato dolore.
- Sì. Vegeta
è in coma. Però Bulma, non devi allarmarti, Vegeta si
riprenderà, ha bisogno di tempo, il suo non è un coma
irreversibile. Dovrei usare termini medici specifici per spiegartelo esattamente,
ma non potresti capire. Quello che devi capire è che Vegeta si
sveglierà presto e tornerà esattamente quello di prima – la
rassicurò dolcemente Chichi.
Bulma la fissò
triste. Erano vere quelle parole? O erano solo mere parole di consolazione in
cui neanche lei credeva?
- Chichi ma tu ci credi in
quello che dici? Oppure lo dici per abitudine, così, senza esserne
veramente convinta – disse Bulma diretta incrociando i suoi occhi con
quelli di Chichi. Lei sospirò e prese le mani di Bulma, fissandola con
comprensione. Sapeva bene cosa stava passando, anche lei provava la stessa
ansia, anche se ovviamente in misura minore. Vegeta era solo un amico, e poi la
relazione con Goku attenuava la sua preoccupazione. Ritrovarsi la sera fra
quelle braccia forti le faceva dimenticare le inquietudini che, quotidianamente,
le occupavano la mente. Goku, almeno fino a che la situazione con Vegeta non si
fosse risolta, sarebbe rimasto a casa di Chichi, mentre al lavoro faceva anche
le veci per sua “moglie” che ovviamente aveva preso un lungo
periodo di stacco. Chichi era felicissima di quella sistemazione, perché
tornare la sera e ritrovarsi a guardare quel dolce sorriso era una sensazione
meravigliosa. Quasi come in un sogno, dove sei sicuro che quello che vedi sia
troppo bello per essere reale, dove ti spaventi che tutto possa svanire da un
momento all’altro, e poi, alla fine, capisci che non è un sogno e
ti chiedi se di felicità e di amore il cuore può scoppiare.
Chichi provava quelle sensazioni ogni sera e si chiedeva quando cavolo si
sarebbe abituata a tutto. E se da una parte sperava presto, dall’altro
sperava che quelle sensazioni l’accompagnassero a vita.
- Certo che ci credo,
Bulma. Certo. Non potrei non
crederci, io so che Vegeta si riprenderà. Se non credessi in quello che
dico, non potrei fare questo lavoro. No, non potrei. Io credo nella medicina,
ci credo quando dico alle persone che, un giorno, si sentiranno meglio, che il
dolore passerà. Vegeta non fa eccezione anzi: io credo di più per
lui – rispose Chichi seria e quasi commossa dal suo discorso. Bulma si
sentì profondamente rincuorata da quelle parole, l’assoluta
certezza che sprigionava Chichi la rasserenò moltissimo.
- Ora, scusami, ma devo
andare. Ho gli altri pazienti che mi aspettano. Tranquilla, si sveglierà
presto – disse Chichi lasciando la stanza.
Bulma guardò
Vegeta, prese la sua mano e desiderò con tutto il cuore che la sicurezza
che provava Chichi contagiasse anche lei.
Gohan si era ristabilito
abbastanza bene dopo l’incidente. Quel giorno lo avrebbero dimesso, non
vedeva l’ora di poter finalmente lasciare l’ospedale. Almeno questo
pensava i primi giorni. Ora questo desiderio così forte era scemato,
sostituito da quello più forte di continuare a vedere Videl. Già,
ecco il sempre più crescente sogno che da giorni animava Gohan:
continuare a guardarla, continuare a vedere i suoi teneri sorrisi, continuare a
immergersi nei suoi occhi, continuare a tentare di sfiorare le sue mani. Ormai
Videl gli faceva visita costantemente, anche per esigenza mediche, ma Gohan
credeva, o almeno sperava, che lo facesse anche per qualcosa di più e
non solo per il suo dovere di dottore. Sperava che avessero superato la soglia
paziente/dottore e fossero diventati, perlomeno, amici. Lui sapeva benissimo
che provava un sentimento che andava oltre l’amicizia, un sentimento che
aveva iniziato a provare sin da quando avevano ballato alla discoteca, sin dal
loro primo piccolo bacio. A volte, arrivava a ringraziare l’incidente che
gliel’aveva fatta rivedere, ma appena lo faceva il dolore provocatogli
dagli ematomi gli faceva cambiare idea. Però era felice lo stesso, non
aveva mai avuto una convalescenza migliore di quella.
Poco dopo, l’oggetto
dei suoi pensieri apparve interrompendo tutti i suoi pensieri.
- Buongiorno! Come stai
oggi? – chiese Videl che provava gli stessi sentimenti contrastanti di
Gohan. Da una parte era felice che stesse bene, ma dall’altra l’idea
di non rivederlo più la rattristava molto.
- Ormai sto bene, Videl.
Ti ricordo che oggi mi dimettono –
- Lo so, infatti sono
venuta a vedere se hai preparato la tua roba o se volevi una mano – in
realtà aveva dovuto litigare con un’infermiera visto che quello
non era compito di un dottore, difatti l’infermiera sosteneva che fosse
compito suo e che la dottoressa dovesse farsi “gli affari suoi” e
non impicciarsi dei compiti delle infermiere. Fortunatamente Videl aveva
placato la rabbia della “dolce” infermiera ed era potuta andare da
Gohan.
- No, grazie, ho
già sistemato tutta la mia roba nel borsone. Non che ne avessi molta in
effetti – rispose Gohan.
Videl guardò la
stanza ed effettivamente vide il borsone chiuso e la stanza perfettamente
sgombra dagli effetti personali di Gohan. Lui era seduto sulla sedia, con jeans
e giacca. Il suo aspetto casual lo rendeva, agli occhi di Videl, più
affascinante di quanto già non fosse.
- Bene – disse lei
di rimando, non sapendo più cosa dire.
- Bene – ridisse
lui, nel più totale imbarazzo. Voleva dirle qualcosa prima di lasciarla
e rivederla chissà quando, ma non trovava il coraggio.
- Io, allora, vado. Ci
vediamo Gohan, sono molto contenta di averti conosciuto meglio, anche se avrei
preferito un’occasione migliore – disse Videl con
un’espressione un po’ delusa. Voleva che la fermasse, che non si
salutassero così.
Gohan si alzò per
risponderle: - Okay, grazie di tutto Videl, spero… di rivederti presto
– replicò esitante. Lei sospirò e fece per uscire dalla
stanza.
Gohan la guardò e
si disse che forse era l’ultima volta che la vedeva. L’ultima. E
una vocina nella sua testa magicamente si accese continuando a mandare la frase
“Ma che cavolo stai facendo?!
Sbrigati e fermala!”
E, finalmente, decidendosi
a seguirla si sporse verso Videl e la tirò per una mano. Lei si
girò sorpresa, ma trepidante.
- Ma che diavolo stiamo
facendo? – chiese Gohan più a se stesso che a lei.
Videl rise: - Non lo so,
una cavolata è possibile? –
Gohan annuì e poi
la baciò. Fu un bacio più lungo di quello che si erano scambiati
alla discoteca, guidato forse più da un momento di follia. Questo fu
più intenso, più emozionante e più dolce, come di chi di
separarsi non ne vuole proprio sapere.
Videl sorrise, finalmente!
Aspettava questo momento dall’istante stesso che avevano finito di
baciarsi quella sera ed era quasi sicura che anche Gohan provasse le stesse
sensazioni e le stesse bramosie.
Quando si staccarono
entrambi avevano la faccia arrossata e Videl anche gli occhi lucidi.
Con il fiato corto Gohan
tentò di dire una frase più o meno articolata.
- Videl… io non so
come sia potuto succedere. In così poco tempo, oltretutto. Non so darti
una spiegazione razionale, però so che… mi sono innamorato di te.
Fino a poco tempo fa se qualcuno mi avesse detto che avrei vissuto un colpo di
fulmine non ci avrei creduto, eppure è questo che è successo! Io
credevo che l’amore sbocciasse dopo una lunga conoscenza fra due persone
ma con te è stato totalmente diverso. E’ da quella sera che provo
questo sentimento per te, eppure non ti conoscevo per niente. Non credevo di
poter provare quelle e queste sensazioni, tu sei stata e sei una variabile
impazzita che ha sconvolto il mio destino. La variabile più bella che
esista -
Videl, in silenzio,
fissava Gohan estasiata. Mai parole più belle le erano state rivolte,
mai di parole così dolci era stata la destinataria. Una piccola lacrima
le scivolò fuori dagli occhi, sembrava tutto un sogno bellissimo.
- Gohan… Non sai
quanto ho desiderato queste parole, quanto ho voluto questo momento. Anche io
sono innamorata di te – rispose Videl emozionantissima.
Gohan sorrise pensando che
stava per perderla. Per perdere quella bellissima ragazza entrata così
follemente nella sua vita.
La baciò di nuovo,
desiderando altri mille baci, poi altri cento e ancora mille. E Videl fu
felicissima di accontentarlo.
Era ormai tramontato il
sole quando Bulma si affacciò dal balcone della terrazza dell’ospedale.
Era andata lassù per prendere un po’ d’aria, erano giorni
che non usciva dall’ospedale. Non voleva lasciare Vegeta da solo, tranne
che per brevi periodi, e quindi stava sempre lì con lui.
Il vento le sbatteva in
faccia facendole lacrimare gli occhi, anche se quelli erano giorni che
piangevano sempre. Varie mattine si era pure alzata con gli occhi umidi,
nonostante prima di addormentarsi, li avesse asciutti.
Vegeta… Non poteva
perdere anche lui, lo amava con tutta l’anima. Il solo pensiero di
perderlo le faceva mancare l’aria. Aveva già perso troppo. La
morte dei suoi genitori era ancora fresca e vivida nella sua memoria e nel suo
cuore.
Si asciugò gli
occhi e scese dal terrazzo, cominciava a sentire fresco. Arrivò davanti
alla stanza di Vegeta e l’aprì lentamente. Guardò dentro
esitante, sperando che si fosse svegliato.
Ma la realtà le
piombò addosso come un macigno, era sempre lì in quella
posizione. Nessun movimento, niente di niente. Vegeta non accennava a
svegliarsi.
- Ti prego, perdonami. Io
non avrei mai voluto dirti quelle cose terribili. Mi manchi da morire, ho
bisogno di te. Ho rotto con Goku, ho rotto con il mio matrimonio. Perdonami per
averti ferito, ma ti prego, torna da me. Non ce la faccio più. Ti amo,
Vegeta. Svegliati, per favore. – finì in lacrime avvicinandosi a
lui. Gli prese la mano stringendola. Possibile che non riuscisse a sentirla?
- Non hai bisogno di
nessun perdono, Bulma. –
Bulma alzò il viso
con gli occhi sbarrati, aveva sentito veramente quella voce? Oppure era stato
solo uno scherzo della sua fantasia?
- Vegeta, sei tu? –
disse incredula avvicinandosi a lui.
- Fai sempre domande
sceme. – le rispose aprendo finalmente gli occhi.
Bulma si ritrovò a
fissare quelle pozze così scure e profonde con la testa che le stava per
scoppiare. Si era svegliato, si era svegliato…
- Non sto sognando, vero?
Dimmi ancora che sono scema, dimmi tutto quello che vuoi! – finì
con le lacrime che le stavano di nuovo salendo. Solo che stavolta erano lacrime
di gioia.
- Anche tu mi mancavi. –
le disse Vegeta debolmente. Era molto stanco ma felice di essere riuscito e
tornare. Felice e soddisfatto di se stesso. Bulma si accorse della sua stanchezza,
ma non riusciva smettere di guardarlo. Era tornato.
- Vado a chiamare i
dottori! – ed uscì dalla stanza.
Poco dopo tornò con
il dottor Tensing che, sorridente, visitò Vegeta.
- Stai benissimo, stupido
che non sei altro! Però, anche sei ha dormito abbastanza, devi riposarsi
e non fare sforzi. La ferita alla gamba è guarita e quindi, tra qualche
settimana potrai tornare a casa e poi potrai tornare a lavoro! - scherzò
Tensing contento che Vegeta si fosse ripreso.
- Insomma non
c’è giorno che io non possa fare a meno di vedervi! –
rispose lui.
- Esattamente. Ora vado, in
ogni caso sono felice che ti sia ripreso, lo sapevo che avevi la pelle dura.
–
Tensing uscì dalla
stanza e Bulma guardò con le lacrime agli occhi Vegeta. Lo
abbracciò desiderando di non staccarsi più. Lui la strinse a
sé, felice di non averla persa. Quando si era risvegliata e
l’aveva sentita aveva capito di amarla profondamente. Non ricordava nulla
di quanto successo dopo che quel rapinatore gli aveva sparato. Ricordava un
dolore terribile e di aver perso i sensi in pochissimi istanti. E poi
frammenti. Per lo più voci, e quella che ricordava più spesso era
quella della sua Bulma. La sua voce, le sue suppliche e le sue lacrime. Quando
la sentiva desiderava con forza tornare da lei ma non ci riusciva, era come
bloccato. Tentava con tutto se stesso ma non c’era verso, i suoi occhi
non ne volevano sapere di aprirsi.
Però quando aveva
sentito quella voce così addolorata e quelle parole, quel “Ti
amo” qualcosa si era sbloccato ed era riuscito a svegliarsi.
Aveva ricominciato a
sentire ed avere percezione del mondo che lo circondava.
E finalmente aveva potuto consolare
la sua donna. Ormai poteva gridarlo al mondo, lei era sua e non se la sarebbe
mai fatta scappare.
La baciò per poi
sorriderle. Solo a lei dedicava quei sorrisi, a lei e a nessun altro.
- Mi mancavi, Donna. -
- Mi chiamo Bulma! Quante
volte dovrò dirtelo?! –
- Credo per sempre, se
vorrai. –
In modo strano ma quello
che le stava facendo Vegeta era una dichiarazione, le chiedeva implicitamente
se voleva restare con lui per sempre.
- Sì, anche dopo. -
Chichi quando andò
al lavoro la mattina dopo trovò la bellissima sorpresa. Felice
abbracciò Vegeta che, imbarazzato, ricambiò.
- Scusami per quello che
ti dissi quanto ti vidi con Bulma, non capii allora e ti dissi cose che non
pensavo. -
- Tranquilla Chichi, non
preoccuparti. –
Anche se battibeccavano e lui
continuava a dire quanto fosse isterica le voleva bene, era una sua amica. Goku
lo salutò calorosamente e cominciarono a darsi del tu.
Bulma e Goku quel
pomeriggio stesso andarono dall’avvocato Cesare che non fu poi
così sorpreso di rivedere Goku. Purtroppo un divorzio è un procedimento
lungo, però visto che erano consenzienti entrambi la cosa sarebbe stata
più veloce.
Dopo qualche giorno Vegeta
potè uscire dal lavoro per rientrarci dopo una settimana! Però
stavolta come dottore e non come paziente.
Quando uscì Bulma
organizzò una festeggiamento che fu molto intimo. Aveva invitato solo
Goku e Chichi in un bellissimo ristorante.
Si divertirono moltissimo,
persino Vegeta si lasciò scappare qualche risata alla battute sceme di
Goku!
Poi arrivò il
momento del brindisi. Bulma alzò il suo calice per farlo.
- All’amore
ritrovato. In tutti i sensi. -
- All’amore
ritrovato! – esclamarono in coro gli altri tre.
Un amore trovato in un
ospedale. Un luogo solitamente triste e sconfortante, ma dove si provano anche
delle gioie indescrivibili. Quando entri lì che stai male ma sai che quando
uscirai starai bene. Quando aspetti ore in un saletta d’attesa con il
cuore che batte come impazzito, con la mente che non sa cosa fare, con la
speranza che il medico che esca ti dica: - E’ andato tutto bene. –
Il problema è che a volte il medico esce e poco dopo ti ritrovi con un
dolore che ti schiaccia e non ti fa respirare. Ospedale: un luogo dove si
provano le gioie e i dolori più intensi.
Goku e Bulma lì
hanno ritrovato l’amore, quello che ormai avevano perso da tempo.
Vegeta e Chichi si sono
innamorati realmente forse per la prima volta.
E sono felici. Mentre si
guardano, si baciano, mentre fanno l’amore.
Ad ogni bacio, ad ogni carezza ne seguiranno sempre altri, così tanti
che formeranno un conto infinito che, loro lo sanno bene, non cesserà
mai.
Da mi basia mille, deinde centum, dein mille
altera, dein secunda centum, deinde usque altera mille, deinde centum.
Dein, cum milia multa fecerimus, conturbabimus
illa, ne sciamus, aut ne quis malus invidere possit, cum tantum sciat esse
basiorum.
Dammi mille baci, poi cento, poi mille altri, poi
ancora cento, poi sempre altri mille, poi cento. Poi, quando ne avrem fatti
molte migliaia, li mescoleremo, per non sapere, o perché nessun malvagio
possa invidiarli, sapendo esserci tanti baci.
Catullo, Carme V.
Fine.
Non ci posso credere, l’ho
finita!!!! Ho concluso questa storia!!!! E’ stata la mia prima long-fic
ed è stata davvero sofferta da parte mia. La data della creazione
è stata il 3 Giugno 2007 e sono riuscita a finirla solo oggi. Questo è
tutto dire, due anni.
Spero che vi sia piaciuta
e che lascerete qualche piccolo commentino, anche per linciarmi visti i tempi
di attesa interminabili tra un aggiornamento e l’altro, soprattutto verso
i capitoli finali.
Però mi piace
questa fic perché posso osservare quanto sia cambiata nel tempo, se
leggo il primo e l’ultimo capitolo mi sembrano completamente diversi come
stile! Però, forse, è solo un’impressione.
Gli ultimi versi sono presi
dal Carme V di Catullo “Vivamus mea Lesbia”.
Spero di non avervi
annoiato e ringrazio tutti coloro che hanno commentato e le 11 persone che l’hanno
messa fra i preferiti =)!