Il Rapace di Saint - Michel

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una festa maledetta ***
Capitolo 2: *** Solo contro tutti ***
Capitolo 3: *** Muoversi nell'ombra ***
Capitolo 4: *** Il mio volto irriconoscibile ***
Capitolo 5: *** Continui passi in quella tenebrosa desolazione chiamata cammino ***
Capitolo 6: *** La ricchezza: un mezzo maledetto che l'uomo usa per vivere in una vita di peccati ***
Capitolo 7: *** Un cuore infelice ***
Capitolo 8: *** Non può finire così ***
Capitolo 9: *** Quel ballo ricercato ***
Capitolo 10: *** Il richiamo del duello ***
Capitolo 11: *** Una mano che scalda il cuore ***
Capitolo 12: *** Sei tu la mia follia ***
Capitolo 13: *** Sarò io ad ucciderti ***



Capitolo 1
*** Una festa maledetta ***


André si stava preparando per la grande festa che si stava svolgendo nella dimora dei Jarjayes.
Non stava più nella pelle e la sua emozione era limpida su tutto il suo viso.
Finalmente, dopo tanto tempo, avrebbe fatto il grande passo.
Il passo per cui avrebbe per sempre cambiato la sua esistenza.
Si era messo il suo vestito più elegante e con grande fermezza attendeva l'ospite che sarebbe giunta per ultima alla sua festa.
Ma prima che André potesse lasciare la sua camera, qualcuno bussò alla sua porta con veemenza.
< Avanti! >
La vecchia conoscenza di André e di Oscar, Alain, fissava l'uomo con sguardo circospetto.
< Però! Non ho mai visto così tanta eleganza. >
< Hai visto? Come sto? >
< Direi che sei perfetto. >
> Ti ringrazio, Alain. Finalmente, dopo tanto tempo, riuscirò ad aprire il mio cuore al mio grande amore. >
< Come? Vuoi davvero farlo? >
< Certo! Aspetto questo momento da troppo tempo. Oscar deve sapere cosa provo per lei. Io e lei siamo fatti l'uno per l'altro. La mia felicità sarà la mia più grande commozione. Ed io non vedo l'ora. >
Alain fissava l'uomo con sguardo carico d'odio.
La sua voglia di rivalsa contro il suo più grande rivale contro quella donna a cui si era legato in maniera impercettibile, lo spingeva a non fermarsi dinanzi alle apparenze.
< André, sarebbe meglio che tu lasci perdere. >
< Perchè dici così? >
< Oscar non ha tempo per l'amore. Lei pensa solo a combattere e al suo lavoro di grande responsabilità. E poi non vuole minimamente sentirsi come una donna. >
< Alain, anche se Oscar ha ricevuto l'educazione di un uomo, sono sicuro che dentro di lei batte forte il cuore di una donna. Una donna che non vede l'ora di uscire allo scoperto. Proprio come me. >
< Ma André, la vostra felicità sarà messa a dura prova. >
< No. Anche se il popolo non ama i nobili francesi, Oscar viene continuamente rispettata. E a me questo basta. E poi l'amore non conosce ostacoli. Ho aspettato fin troppo tempo e adesso è giunto il momento di agire. >
André però non sapeva dei reali sentimenti di un giovane soldato scampato alla povertà della sua stessa gente.
Alain fissava Oscar e il suo rispetto come una profonda devozione e vederla fidanzata con un altro uomo che non fosse stato lui, rendeva il suo cuore pieno di rabbia e di vendetta.
Non avrebbe mai permesso tutto ciò, spingendosi oltre quei limiti che nessuno mai avrebbe creduto.

 

 

Giunto nel salone grande, André parlava con il padre di Oscar con tale educazione e garbo che sembrava proprio un nobile francese a tutti gli effetti.
Anche se André non apparteneva a tale classe sociale, era molto diverso dalla gente popolare francese.
Era il fedele scudiero di Oscar ed essendo cresciuti insieme, il momento di un nuovo sentimento fuorviante era l'unico stimolo di cui il suo cuore aveva bisogno.
E mentre finalmente Oscar aveva deciso di farsi vedere alla festa, il suo vestito da sera ammaliò tutti gli invitato.
Quel vestito bianco brillante illuminava tutta la sala e gli occhi sconcertati di tutti gli invitati, prima tra tutti il giovane André.
André non poteva credere che Oscar era come l'aveva sempre sognata: una Venere che aveva bisogno di essere amata.
L'uomo si sentiva inerme dinanzi a tale bellezza, talmente inerme che a malapena riuscì ad inchinarsi.
< Oscar, è un grande onore e privilegio poterti vedere qui a questa festa... >
André non riusciva ancora a capire con quale forza le sue parole uscirono dalla sua bocca, ma quell'impeto aveva stranamente rotto quel ghiaccio che si era venuto a creare.
Oscar, dal canto suo, si limitò a sorridere all'uomo che con tale imbarazzo, non riusciva nemmeno ad alzarsi.

< Sei bellissima. Non ho mai avuto a che fare con tale bellezza. >
< Forse a causa della mia divisa. >
< Ma adesso non pensiamo al tuo lavoro. Voglio ballare con te tutta la sera. >
< Anch'io, André. >
Oscar, dal canto suo, non sospettava minimamente quello che André aveva da dirgli.
Certo che per lei era una serata molto diversa dalle altre, ma non poteva sospettare minimamente quello che il cuore di André covava per lei.
Era bellissima, sorridente e raggiante: una tale benedizione che André non conosceva minimamente della sua Oscar.
Ma dietro tale felicitò, lo sguardo di Alain era completamente fisso verso quella coppia che non la smetteva di essere felice.
La sua ira mascherata dalla sua gelosia, pazientava inverosimilmente senza che il diretto interessato potesse sospettare di qualcosa.
< Alain, che cosa ci fai qui da solo? > gli domandò sua sorella Diane riscuotendolo dai suoi pensieri.
< Oh, Diane. Sei bellissima. >
< Grazie fratello, ma credo che tu sia cascato dalle nuvole. Va tutto bene? >
L'uomo non riuscì a rispondere, troppo concentrato sulla coppia Oscar – André.
Non riusciva a sopportare che quell'uomo gliel'avrebbe per sempre portata via ma il suo sguardo compiaciuto lo spingeva a credere ad un destino diverso.
< Allora, Alain? Sei con noi o cosa? >
< Va tutto bene, Diane. Davvero. >
< Ah sì? Lo voglio sperare... Peccato che noi non possiamo essere felici come Oscar e André. >
< Che intendi dire? >
< Non li vedi? Guarda come sono felici. Loro sì che sarebbero una bella coppia. >
A quel punto Alain trattenne tutte le emozioni per non prendere a schiaffi la sua stessa sorella per placare le sue ire, concentrandosi sul ballo che l'avrebbe potuto distrarre.
< Io non direi proprio così. Ci sono altre belle coppie come loro. >
< Ad esempio? >
< Ad esempio noi due, sorellina. Vuoi venire a ballare con me? >
< Davvero mi stai invitando? Non aspettavo altro! > rispose Diane con entusiasmo prendendo la mano di suo fratello e trascinandolo in mezzo alla sala così che i due potessero essere vicini alla coppia del momento.
Alain non smetteva di fissare quell'avvicinamento che André aveva per Oscar.
“Preparati, André. Il tuo tempo è ormai segnato.”

 

 

Mentre il suono della musica risuonava in quella sala gremita le gente, le guardie reali capitanate da Girodelle, fecero eruzione nel salone interrompendo la festa.
< Girodelle, ma cosa sta succedendo? >
< Oscar, mi dispiace tanto interrompere la festa. Ma non posso fare altrimenti. >
< Comandante Girodelle, spero che abbiate una valida ragione per irrompere qui. >
< C'è l'ho, Signor Jarjayes. E riguarda il vostro scudiero. >
< Come dite? >
< André Grandier, vi dichiaro in arresto per l'omicidio della Contessa Polignac. >
< L'omicidio della contessa di Polignac? Ma cosa state dicendo? >
< Portatelo via. >
Mentre lo sconforto e l'incredulità s'impadronì di Oscar ma soprattutto di André, l'uomo non poté davvero credere che sarebbe stato sbattuto in prigione mentre su di lui pendeva un'accusa tanto grave che l'avrebbe potuto portare alla morte.
La triste sorte di un amore che non sarebbe stato sancito da un lieto fine mentre tutti i presenti rimasero a guardare interdetti.
< André! André! >
< Oscar, io sono innocente! Non sono un assassino. Non so nemmeno chi è la Contessa di Polignac. >
Ma quelle parole al vento mentre la paura più grande di non rivedere più la sua Oscar stava prendendo il sopravvento, portarono lontano in un luogo molto sicuro il giovane scudiero che, scortato dalle guardie reali di Francia, lo scortarono in quella notte buia non alla Fortezza della Bastiglia come si poteva credere, ma in un isolotto nel punto più lontano di tutta la Francia.
E quella solitudine mischiata a tale ingiustizia, avevano fatto in modo che André non riuscisse a dichiararsi in tempo, perdendo quell'amore profondo che aveva saputo coltivare dentro di sé per tutta la sua esistenza.

 

Angolo autore lmpaoli94

Salve a tutti!
Vi invito a leggere questa storia che sembra segnata per il povero André ma, sotto sotto non sarà così.
Il suo amore per la sua Oscar lo porterà a covare una vendetta che lo scuoterà per ogni suo singolo giorno.
Come penso avrete capito, prenderò dei piccolissimi spunti sul Conte di Montecristo, ma voglio fermamente che le idee che ho su questa storia vengano solo dai miei pensieri.
Quindi non vi auguro altro che seguirmi e spero nei vostri commenti per sapere che cosa ne pensiate di questa storia visto che dal primo capito, ne sono molto legato.
Alla prossima

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Capitolo 2
*** Solo contro tutti ***


André vedeva solo il buio dinanzi a sé.
Spinto lontano dalla dimora dei Jarjares per un'accusa di omicidio che non lo riguardava affatto.
Ma come poteva dimostrare la sua innocenza se si ritrovava da solo contro tutti.
Cavalcare nel bel mezzo della notte mentre era circondato dalle guardie reali, rendevano André nervoso, ma non impaurito.
< Comandante Girodelle, vi prego di spiegarmi. >
< Non posso, André. Anche se siete un fedele amico di Oscar, non posso minimamente aiutarvi. Anzi, dovrei anche impedirvi di parlare. >
< Ma che diavolo è questa ostentazione nei miei confronti? >
< Quello che avete sul vostro capo d'accusa è molto grave. Si tratta della Contessa di Polignac, una figura ben nota alla corte francese. E sapete meglio di me cosa succede se i nobili vengono eliminati in maniera misteriosa. >
< Ma io non conoscevo quella donna! Dovete credermi! >
< Lo deciderà un giudice, André. Io non posso fare niente. >
< Almeno potete dirmi dove stiamo andando? >
< Lo scoprirete molto presto. >

 

 

Senza riuscire a dormire minimamente, la carrozza in cui André era imprigionato si fermò dinanzi ad una grande dimora che l'uomo non aveva mai visto.
< Non so se dirtelo ma... benvenuto a Mount Saint – Michel. >
< Mi avete prelevato dalla festa di Oscar per portarmi fin qui? E perchè? >
< Non posso dirvelo, André. Non insistete. >
André aveva subito capito che qualcuno stava facendo di tutto per imprigionarlo e incastrarlo in una morte assurda.
Trascinato contro la sua volontà, André si ritrovò dinanzi ad un giudice senza che nessuno potesse difenderlo.
Le catene gli premevano i polsi e la sua voglia snodata di libertà mischiate ad alcune grida soffocate, non potevano che compromettere ancora la sua posizione.
> Io se fossi in voi eviterei di comportarmi come un ribelle. Il giudice Robespierre non ama la gente come voi. >
Entrando in aula, il giudice fissò in maniera accigliata il povero André dall'alto verso il basso.
< In piedi. >
André, distrutto per la grande traversata, si reggeva a malapena in piedi.
< Allora comandante Girodelle, chi mi avete portato? >
< André Grandier, scudiero della famiglia Jarjayes e accusato di omicidio della Contessa Polignac. >
< Comandante, mi può dire come si sono svolti i fatti? >
< Il corpo della donna è stato trovato non molto lontano da Parigi e abbiamo rinvenuto una lettera che potrebbe essere una prova schiacciante contro l'imputato. >
Il comandante, in versione di avvocato accusatore verso colui che aveva sempre rispettato, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di fare rispettare la legge:

 

 

In data 12 luglio, io scrivo qui le mie poche memorie che pretendo vengano ascoltate.
Sono una donna sola e possiedo poche ricchezze ma il mio più grande amore verso André Grandier mi spinge a passare i momenti di questa mia vita come se fosse l'ultimo.
Io amo profondamente quell'uomo e farei qualsiasi cosa per lui.
Ho giurato il suo amore mentre l'uomo privilegiava le mie ricchezze, ma il mio amore mi rendeva troppo cieco.
Anche se sono malata di solitudine, voglio ricordarmi immensamente di quell'uomo e del modo in cui mi aveva fatto sentire.
Ora non mi sento più sola, a meno che la morte venga a bussare alla mia porta.
Io mi sento ancora ricca e potente, ma di fronte ad un uomo imprevedibile, i miei occhi sono niente dinanzi al mio cospetto.
Non voglio che mi si faccia del male, ma non voglio nemmeno morire in solitudine.
Spero che André possa capire i miei desideri.
Io lo amo più di qualsiasi altra cosa e che farei qualsiasi cosa per lui.
Con tanto affetto
Contessa di Polignac.

 

 

André non poteva credere a quelle parole scritte nero su bianco.
< Non è vero! Queste parole sono soltanto bugie! >
< Vedete voi stesso, se vi conviene. Ma la povera Contessa è stata trovata morta in data 25 luglio in evidente stato di decomposizione, ovvero dodici giorni dopo che ha scritto questa lettera. Cita il vostro nome e cognome,
E alcuni testimoni giurano che vi hanno visto molte volte aggirarvi nella dimora della signora.
Avete sempre cercato di nascondere il vostro amore malato perchè nessun nobile avrebbe mai permesso che uno scudiero potesse mischiare il sangue con un nobile. E voi l'avete uccisa a sangue freddo per cosa? Per la sua modesta ricchezza! >
< No! Non è vero! >
< Signor Grandier, tale prova schiacciante mi spinge a credere che la vostra fine è giunta. >
< Cosa? >
< Non credevate davvero che l'avreste fatta franca... Gli occhi della povera gente non mente e posso portare a testimoniare tutti coloro che saranno necessari. Ma non penso che servirà minimamente. È finita, Signor Grandier. >
André sembrava spacciato con quelle parole.
La sua libertà era stata tolta per sempre e sarebbe stato sbattuto a morire in una prigione o peggio ancora venire decapitato in mezzo alla folla.
< Io ripeto a gran voce che non conosco quella donna e non ho mai avuto a che fare con lei. Qualcuno mi sta incastrando! >
< Se ciò fosse vero, avreste davvero molti nemici che vogliono la vostra fine... Ma come pensate di dimostrarlo? >
< Non me ne date minimamente atto, vostro onore. Mi sento solo e abbandonato. Ma quando la famiglia Jarjayes scoprirà che sarò rinchiuso qua dentro... >
< Ma loro non lo sapranno mai > replicò il giudice con tono solenne < Nessuno saprà mai che fine avreste fatto. Pregate soltanto che con il passare dei giporni, possiate vedere l'alba del giorno dopo. La vostra esistenza è appesa ad un filo. Portatelo via! >
Dopo che il giudice diede l'ordine di rinchiudere il povero André, nemmeno il Comandante Girodelle poté niente contro di lui.
< Comandante Girodelle! Vi prego! Vi supplico! Aiutatemi! >
Vedere il fedele scudiero di Lady Oscar trascinato via in malo modo, non destò minimamente in lui in minimo di pietà contro la spietatezza del giudice Robespierre.
< Congratulazioni, comandante. Assicurare l'ennesimo rivoltoso alla giustizia di Francia vi renderà un uomo ben visto alla Corte di Versailles. >
< Ma io non volevo tutto ciò. >
< So bene del vostro legame con madamigella Oscar, ma certe volte dobbiamo intraprendere scelte che non ci piacciono minimamente. >
< Quell'uomo è innocente. E non abbiamo fatto niente per appurarlo. >
< Oh su via, Comandante. Chi mai poteva aiutarlo? Voi? E mettere in discussione la vostra posizione? Non vi sarebbe convenuto. Pensateci bene: quell'uomo avrebbe solo portato nient'altro che guai... Arrivederci, Comandante Girodelle. Spero che possiamo rivederci in un futuro come questo. >
Ma prima che il giudice se ne potesse andare, tutto il disprezzo del comandante ebbe il sopravvento.
< Spero per me di no. E chiunque abbia corrotto la vostra dannata anima, sappiate che riceverà il giusto castigo. >
< Se solo voi sapeste, comandante. Quel ragazzo si è messo in un guaio indicibile e nessuno potrà aiutarlo. Verrà gettato nelle celle di Mount Saint – Michel. E sarà già tanto se l'alta marea non farà affogare il suo corpo. Vi posso solo promettere che il ragazzo sarà onorato di tutti i riguardi. Finché non morirà. E vi confesso che accadrà molto presto. >
< Voi siete solo un meschino che pensa solo a sé stesso e ai soldi. >
< Altrimenti come potrei andare avanti in questa vita, comandante? Ve lo ripeto: non mettetevi contro gli uomini più potenti. Non vi conviene. >
E nel dire ciò, il comandante Girodelle fu gettato nel più totale sconforto e nel più totale rinniego con la consapevolezza di aver consegnato ad una giustizia malata il destino di un uomo innocente.

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Capitolo 3
*** Muoversi nell'ombra ***


Alain non poteva che essere soddisfatto per come il futuro di André aveva preso la sua piega prediletta.
Mentre la famiglia Jarjayes si era rinchiusa nel riservo più totale, per il soldato era giunta l'ora di placare il cuore e l'animo ferito di Oscar, se non fosse per l'irruzione di sua sorella che non lo lasciava minimamente in pace.
< Un vero scandalo l'arresto di André Grandier > fece Diane irrompendo nella stanza che i Jarjayes avevano fatto preparare per Alain, ormai ai loro occhi un amico di famiglia < Come si può uccidere una donna nobile come la contessa di Polignac? Quell'uomo voleva solo arricchirsi. Te lo dico io. >
< Ma cosa ne vuoi sapere tu, Diane? Saranno le guardie reali a fare le dovuti indagini. A noi non ci deve minimamente riguardare. Anzi, meglio non parlarne in presenza dei Jarjayes. Non sappiamo come potrebbero prendere tali voci da altri che non facciano parte della famiglia. >
Diane fu molto sorpresa nel vedere suo fratello preoccupato per tale famiglia, anche se nel corso degli anni, Alain si era guadagnato la fiducia.
< Alain, se non ti conoscessi, penserei che provi qualche sentimento indecifrabile nei confronti di Oscar. Per non dire precisamente quale. >
< Ma cosa stai vaneggiando?! Sei una sciocca a pensare questo. >
< Alain, io sono tua sorella. E non c'è nessuno meglio di me che ti conosca. >
Ma la giovane ragazza non conosceva del tutto suo fratello.
Non poteva mai credere a dove si poteva spingere quell'uomo,
Il sangue maledetto mischiato ad un amore non corrisposto, spingerà l'uomo in quel muro innalzato da Oscar che doveva distruggere a tutti i costi se voleva conquistare il suo amore.
Ma Diane non doveva sapere. Per il suo stesso bene e per la sua incolumità.
< Diane, sarebbe meglio che tu vada. Ho molte cose da fare oggi. >
< Del tipo? >
< Non sono affari tuoi. E ti pregherei di pensare a te stessa e di cercarti un uomo che davvero ti ama. Io so badare a me stesso molto meglio di chiunque tu creda. >
< Io non ne sarei così sicura. Ma cercherò di ascoltare il tuo consiglio > rispose la ragazza con sorriso sincero < Pranziamo insieme oggi? Potremmo andare a mangiare nella locanda qui vicino, così non disturberemo la famiglia Jarjayes. >
< Sì. Ottima idea. >
< Benissimo. Ci vediamo tra qualche ora. >
La spensieratezza e la felicità di sua sorella non poteva che riempire il cuore malato di Alain.
Ma l'uomo non poteva farsi distrarre da inutili sciocchezze, anche se si trattava della sua stessa sorella, soprattutto se doveva ben guardarsi dai suoi possibili nemici.
Soprattutto non riusciva a fidarsi del giudice Robespierre, anche se aveva accolto di buon grado il piano ingegnato proprio da Alain.
La furbizia di quell'uomo mischiata alla sua intelligenza, non rendevano minimamente calmo Alain che aveva paura che quell'uomo lo potesse mettere di mezzo in ogni momento.
Entrando come se fosse a casa sua, Robespierre spiegò all'uomo che l'intera famiglia sembra assente nella sua dimora, capendo il motivo molto delicato.
< Non dovevate venire fin qui. Sarei stato io a farmi sentire, giudice Robespierre. >
< Ci tenevo a dirvi che il vostro piano è andato a buon fine. Adesso quell'André Grandier non sarà più un pericolo. >
< Fate silenzio! > tuonò Alain chiudendo la porta della sua stanza < Siete impazzito? Volete che qualcuno vi senta? >
< Voi siete troppo impaurito. Non c'è nessun pericolo come vi ho detto. André morirà di stenti in una delle prigioni più orribili. È solo questione di tempo. >
< Che cosa?! Perchè non avete decretato la sua condanna a morte?! >
< Perchè soffrire è la migliore morte. State tranquillo, Alain. Quell'uomo... >
< Io non mi fido! Finché sarà in vita, potrà sempre celarsi il pericolo dietro l'angolo. Quell'uomo può avere dei piani che noi non comprendiamo. >
< Ma quali piani? Evadere dalla prigione di Mount Saint – Michel è praticamente impossibile. Voi vi state fasciando la testa prima di rompervela. Quell'uomo è completamente spacciato. In che lingua ve lo devo dire. >
Alain si sentiva abbattuto e furioso contro colui che aveva corrotto.
Anche se l'uomo non faceva parte di una buona famiglia, era sempre riuscito a guadagnare bene riciclando opere preziose di ogni genere e antefatti antichi, grazie anche all'aiuto dei suoi compagni di gendarmeria che per far tacere insinuazioni e crimini, aveva eliminato ad uno ad uno, arricchendosi sempre alle loro spalle.
Ma anche se Alain viveva in un'ansia perpetua per la paura che i suoi piani non andassero a buon fine, fidarsi degli altri era sempre stato impossibile per lui.
< Alain Soisson, possa morire in questo istante se io verrò meno alla parola che vi ho dato. Vi prometto che tale piano verrà eseguito nei vostri ordini e non ci sarà bisogno che quell'uomo possa evitare di soffrire nel corso del tempo. >
< Credevo di essere stato ben chiaro nel volere quell'uomo eliminato il prima possibile. >
< Il fatto che ho impedito di difendersi, fa' capire che non sono un uomo così accondiscendente. Qui non parliamo minimamente di giustizia. >
< Non m'interessa, giudice Robespierre. Pregate ogni giorno che quell'André non possa tornare improvvisamente in vita, altrimenti vi cercherò anche in capo al mondo per uccidervi. Mi sono spiegato? >
< Non ho paura dei vostri avvertimenti. Se ho fatto tutto ciò è perchè lo credevo giusto. E non sta a voi obbligarmi in tali misfatti, anche se mi avete pagato bene bene. >
< Come osate?! >
Se fosse stato per Alain, avrebbe ucciso quel giudice con le sue stesse mani, ma macchiarsi di un altro crimine, l'avrebbe per sempre compromesso agli occhi di Oscar e di tutta la sua famiglia.
< Andatevene immediatamente se avete cara la pelle e vi avverto: non fatevi vedere mai più. Lasciate Parigi il prima possibile. Sono stato chiaro? >
< Credo che tutto ciò sia impossibile visto che devo guidare un popolo verso la rivolta dei suoi oppressore. E uccidere la Contessa di Polignac è un ottimo punto di partenza dove i nobili non rimarranno a guardare. La mia strategia del terrore spingerà quei dannati bifolchi a scomparire uno ad uno così che noi possiamo guidare la Francia come è giusto che sia. >
< Voi siete un traditore della corona Robespierre e non oso pensare che cosa mi potrebbe succedere qui in vostra compagnia. >
< Nessuno saprà di noi: è l'ultima promessa che vi faccio. >
Scomparendo nel nulla come era riapparso, adesso Alain poteva addentrarsi in quel confine burrascoso che il suo amore era riuscito a crearsi in maniera così veloce e determinata mentre gli sporchi propositi dell'uomo si muovevano ancora in quell'ombra densa senza che nessuno potesse fermarlo.

 

 

Giunto al cospetto di Oscar, Alain descrisse tutto il suo rammarico per quello che era successo la sera precedente al povero André.
< Oscar, come state? >
< Distrutta dal dolore. Non ho parole per descrivere questo momento. >
Oscar avrebbe preferito rinnegarsi nella sua solitudine e non vedere nessuno, ma vedeva nel cuore e negli occhi di Alain quel qualcosa di diverso che l'avrebbe profondamente cambiata.
Oscar era sempre cresciuta con l'immagine di André che gli rimaneva accanto in tutti i passi della sua vita.
I due giovani si erano promessi fedeltà eterna, quella fedeltà e quel rispetto che non poteva essere minimamente rovinata da sentimenti come la compassione e l'amore, o almeno questo pensava Oscar.
Non si era mai gettata in sentimenti che non riusciva a comprendere.
Quei sentimenti che l'avrebbero cambiata per sempre e quel modo di essere irriconoscibile di fronte agli occhi di chi conosceva, la rendevano imbarazzante. E inerme.
Tutto ciò Oscar non voleva sentirsi.
I suoi profondi ideali verso quel servigio che era la Francia, l'avevano spinta a preferire i suoi ideali che la sua stessa vita e la sua stessa famiglia.
Ma non volendosi minimamente immischiare in quei sorrisi lascivi dove André la guardava incessantemente, prorompeva in lei il sentimento di soldato e quel muro sentimentale che nessuno mai avrebbe oltrepassato o peggio ancora distrutto. Nemmeno Alain.
< Oscar, se posso fare qualcosa per voi... >
< Credo che sia fermamente inutile dirvi di riportarmi indietro André e di illustrarmi in questo dannato presente in cui io mi sento debole e inerme nell'approfondire questa verità. Com'è possibile che André abbia ucciso quella donna! Per giunta nobile! Qualcuno vuole la sua fine. E io scoprirò chi. >
Alain si sentiva inerme e interdetto da quelle parole, come se la sua stessa paura potesse prendere il sopravvento.
Sapeva molto bene dove Oscar si sarebbe spinta e vederla così determinata lo rendeva debole.
< Oscar, lasciate fare alla giustizia. >
< La giustizia non ha tempo di occuparsi delle faccende di uno scudiero. André morirà in una delle tante prigioni di questa nazione. E io non posso permetterlo. >
< Non sappiamo nemmeno dove si trova. >
< Ed è questo che non mi fa' stare tranquilla! > gridò a gran voce la donna battendo il pugno destro sul tavolo < Come posso aiutarlo se non so nemmeno dove è rinchiuso? Per questo ho bisogno dell'aiuto di tutti. Purtroppo non posso contare sul Comandante Girodelle essendo troppo coinvolto. E poi non voglio assolutamente che la sua vita possa essere messa in pericolo. I nobili di Francia farebbero qualsiasi cosa per uccidere o far sparire chiunque possa uccidere un nobile. >
< Ma allora perchè voi continuate a tenervi fedele a loro. Non se lo meritano! >
< Ho fatto un giuramento, Alain. Ma voi non potete saperlo. >
< Oscar, vi prego di essere accondiscendente... >
< Gli unici fidati vicino a me siete voi e la mia stessa famiglia. Senza il vostro aiuto io non posso fare niente. Quindi vi prego. Vi scongiuro... Aiutatemi a trovarlo. >
Dal cuore suo e dalle tenebre più profonde, Alain avrebbe fatto buon viso a cattivo gioco dinanzi agli occhi della sua amata.
Non avrebbe mai mischiato i sentimenti più profondi proprio in quel momento.
Ma continuare a muoversi nell'ombra era l'unico modo per rimanere accanto a lei, mediante la sua amata pensasse continuamente ad André.
Quel sentimento forte che legava quei due: un sentimento che però la donna non riconosceva in un amore dichiarato e sincero, ma in una profonda devozione di rispetto e amicizia, due sentimenti che Oscar avrebbe onorato fino alla fine dei suoi giorni.
Ma quel tempo che passava incessantemente, per Alain era solo una prova ad ostacoli che non finiva mai.
E dopo che le sue trame più profonde mischiavano il suo vero essere di dannato, toglieva di mezzo tutte le possibile prove che potevano provare la sua colpevolezza.
Come ad esempio il giudice Robespierre che a detta sua, non volendo lasciare la capitale francese, il suo corpo nuotava in fin di vita in mezzo a quella nebbia, a quel freddo e a quel silenzio di una delle tanti notti d'inverno.
Alain non avrebbe mai più legato il suo destino verso Mount Saint – Michel, credendo fermamente che André era stato eliminato grazie al corso degli eventi e dalla sua malnutrizione.
Non poteva riuscire a guardarlo negli occhi e mentre Alain dormiva beatamente tutte quelle notti pensando alla sua Oscar, gli occhi scavati dall'ingiustizia del povero André fissavano quei raggi lunari mentre il suo momento sarebbe presto giunto.
Ma anche se ogni giorno si sentiva sempre più debole, il suo spirito si rafforzava sempre di più, portandolo sempre avanti.
Doveva solo coltivare la sua vendetta.
Una vendetta celata per troppi anni.
E mentre gli incubi di Alain e di André erano accomunati da un destino che non accennava ad incrociarsi, quelle notti turbolenti venivano soffocate.
Alain dall'amore di una donna che non lo corrispondeva.
André dalla voglia di una vendetta troppo grande da poter darla vinta alla morte che ogni giorno sembrava che bussasse alla sua porta.

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Capitolo 4
*** Il mio volto irriconoscibile ***


10 anni dopo

 

 

André non dormiva da giorni.
Ormai era diventato inutile continuare a vivere.
L'uomo con la barba lunga e il viso scavato dal tempo e dalle notti insonne continuava a guardare quel cielo cercando delle rispose che non sarebbero mai arrivate.
Il ricordo di quella donna poteva essere stato cancellato, ma per André quel ricordo era ancora vivido, come tutti i suoi sogni che riguardavano la sua Oscar.
Bella senza tempo con il suo sguardo enigmatico mentre si baciano sotto lo sfondo di una favola che in quel preciso momento non si sarebbe mai avverrata.
Le continue notti vaneggiavano nella mente di André una fervida immaginazione che non poteva fermare in nessun modo.
In tal caso, era l'unica cosa che era rimasta al povero André.
Ormai non aveva più neppure la forza di piangere.
Ormai tutto sembrava scritto in quel futuro e in quella fine ingloriosa che lo avevano intrappolato.
André non riusciva a scordarsi del Comandante Girodelle che gli aveva voltato le spalle e di come il suo sguardo non era stato troppo attento verso le persone che lo circondavano.
Qualcuno che voleva la sua fine l'aveva reso un ingenuo e pensare di marcire in quella prigione, lo rendevano ancora più rabbioso.
Le sue mani distrutte cercavano di staccare le grate della cella che lo tenevano stretto.
Il cuore che poteva cessare di battere da un momento all'altro.
Ma quei ricordi vividi. Quei mo,menti magici erano l'unica medicina che avevano lasciato in vita il povero André dopo tutti quegli anni.
Per non dimenticare di un compagno di cella che per i suoi crimini efferati contro la monarchia francese, l'aveva spedito in un inferno terrestre.
< Non puoi continuare a vivere così, André. La tua sofferenza non ha eguali. >
< Io devo continuare a vivere, Bernard Chatelet > replicò André con tono lieve < E' l'unica cosa che mi spinge a vivere... >
< Dimenticala. E' l'unico modo. >
< Perchè dovrei fare una cosa del genere?! >
La sua furia era implacabile.
La sua ira stava esplodendo ancora una volta mentre i tuoi e la tempesta che stavano colpendo quel luogo avevano rotto il silenzio e cercato di sopprimere le continue grida del povero prigioniero.
Ma mentre la tempesta sembrava essersi scatenata per il suo volere, André avrebbe fatto di tutto per scappare da quella prigione, anche a costo di morire quella stessa notte.
< Devo andarmene da qui. Stanotte. >
< Non c'è modo di fuggire da questo posto. Tu lo sai bene. >
< Io credo in un futuro diverso. Un futuro che mi avrebbe spinto lontano da qui. Ed ho bisogno del tuo aiuto per cercare di andarmene. >
< Siamo rinchiusi nella cella più alta del castello e come se non bastasse, questo luogo è sorvegliato da centinaia di soldati che non ci penserebbero due volta a sparare ad un prigioniero. Anzi, non riesco ancora a credere come un uomo abbia potuto sopravvivere in queste celle per più di dieci anni. È impossibile. >
< Nulla è impossibile, Bernard. Nemmeno evadere. >
Aspettando il momento in cui una delle guardie sarebbe passato proprio nelle vicinanze di quella cella, André avrebbe fatto di tutto per attirare la sua attenzione.
> Guardia! Aiuto! Ho fame! >
< André faceva di tutto per fare confusione in mezzo a quel marasma di tuoni, facendo inquietare la guardia.
< Torna a dormire, prigioniero. E spera che l'indomani tu possa aprire gli occhi per vedere il tale degrado di cui ti sei circondato.
André non avrebbe mai permesso una simile ingiuria, scaricando la sua ira proprio conto il povero Bernard.
< Se non mi portate subito del cibo, mangerò questo povero Cristo dinanzi ai vostri occhi. >
André sembrava fuori di sé:
Non riusciva a placare la sua ira e la sua pazzia.
< Fai quello che vuoi. Tanto io non aprirò questa cella. >
Mentre André stava provando ad uccidere realmente Bernard con le sue mani, la guardia si allontanò sotto lo sguardo indifferente e con quelle lacrime che inondarono il suo viso.
< No! Non può finire così!>
E mentre la tempesta cresceva di forza, i tuoni e i lampi squarciarono il cielo, ma un forte boato attirò l'attenzione dei presenti.
< Che succede?! >
Un lampo aveva colpito le pareti decadenti di quella cella, creando un passaggio verso il vuoto dove l'unica possibilità era gettarsi in mare.
André credette che quell'immaginario fosse un segno divino di liberazione.
Un segno che avrebbe potuto cambiare il corso della sua fine.
Ormai l'uomo non aveva più niente da perdere e la voglia di fuggire da quel luogo tenebroso prese ormai il sopravvento.
< Andiamo, Bernard! È la nostra ora! > gridò André.
Ma l'uomo non aveva nessuna intenzione di seguire il suo compagno di cella, ben sapendo che si sarebbe dovuto buttare a troppi metri d'altitudine.
< Fermati, pazzo! Così ti ucciderai appena toccherai il suolo! >
< Mi butterò in mare. E quando la tempesta si sarà placata... >
< Morirai affogato. Non ci sarebbero chance per te! >
< Fermatevi voi due! Non vi muovete! > tuonò la guardia cercando di trovare la chiave per aprire la cella.
Ma André non aveva nessuna intenzione di fermarsi.
Ormai era giunto il suo momento.
O la vita o la morte.
< Bernard, se non vuoi seguirmi... >
< André, pensaci bene. >
< Ho riflettuto. Per troppi anni. Ora è venuto il momento di agire. . >
< Ma così ti ucciderai! >
< Almeno avrò tentato di porre fine alle mie sofferenze che mi attanagliano... Addio! >
E mentre la guardia tentò un vano grido di un secondo avvertimento dopo aver aperto la cella, André si gettò nel vuoto illuminato dai quei lampi accecanti che sembravano gli potessero illuminare il cammino.
Tutto in una manciata di secondo mentre quel futuro avrebbe sancito una corsa contro il tempo verso la sopravvivenza.
E mentre André cercava di trovare tutte le forze necessarie che il suo spirito aveva custodito in tutto quel tempo, le onde altissime che l'oceano si alzava dirompente, aveva chiuso gli occhi ancora una volta a quel prigioniero che sembrava tutto d'un tratto aver trovato la pace necessaria circondato da un sogno a cui non voleva sottrarsi: lui e la sua Oscar. Insieme una volta per tutte.

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Capitolo 5
*** Continui passi in quella tenebrosa desolazione chiamata cammino ***


“Correvo in un prato.”
Era bellissimo sentire l'ebrezza di quella giornata di primavera mentre il sole illuminava il suo cammino.
Era spensierato e felice. Lo era.
Sentiva che in questo mondo tutto gli apparteneva.
Il suo tocco misto ai suoi baci erano divenuti indimenticabili per cercare di sopravvivere.
Momenti lucidi di una vita altalenante dove il destino nefasto si era messo in mezzo e non mi aveva tolto per sempre la mia felicità.
Eppure i suoi tocchi sono sempre vividi per me.
Non riusciva a dimenticarla. Non riusciva a stare senza i suoi tocchi.
Il suo viso gli era mancato per troppo tempo.
E adesso, che aveva una voglia matta di tornare a vivere, André non riusciva a risvegliarsi dal suo incubo.
Si sentiva bagnato. Si sentiva abbandonato da questo mondo che non voleva più riconoscerlo.
Ma allora come avrebbe fatto a vivere?
Chi mai poteva aiutarlo?
“Oscar... Aiutami. Ancora una volta.”

 

 

Appena riaprii gli occhi, André vide il soffitto di una casa calorosa che subito lo aveva avvolto.
Non riusciva a capire dove si potesse trovare, ma era estremamente certo che era salvo.
Non ero più rinchiuso in una prigione ostile in attesa di tornare ad essere polvere.
Ora poteva incominciare a vivere lontano da quell'incubo.
Alzandosi da quel letto di paglia, a malapena l'uomo si reggeva in piedi mentre il fuoco del camino scoppiettava in quell'ambiente che dava una luce diversa alla sua vita.
< Finalmente ti sei svegliato > fece una voce ferrea e decisa.
Girandosi di scatto spaventato, André vide un uomo con il viso scavato dove la vita e la fatica l'avevano ridotto ad un mendicante.
< Hai dormito per quasi due giorni. Pensavo che tu fossi morto e invece... Sono contento di vedere che sei vivo. Non so da dove provieni, ma sono certo che non sei una cattiva persona. >
André non riusciva a dire nemmeno una parola, ancora sorpreso da come quello sconosciuto l'avesse potuto aiutare.
< Quale è il tuo nome, ragazzo? > gli domandò il mendicante.
< Mi chiamo André. Questo è l'0unica cosa di cui io ricordi della mia... >
Non riusciva ad andare avanti nella sua spiegazione.
La sua voce rotta e i suoi incubi impressi ancora nella sua mente, lo rendevano ancora impaurito.
< Piacere di conoscerti André. Il mio nome è Armand... Cose sei finito svenuto in riva al fiume? Per caso hai fatto una nuotata e per poco hai finito per affogare? >
André non sapeva se sera consigliabile raccontare al giovane uomo la sua fuga da Mount Saint – Michel.
Ma sapeva anche che non aveva niente da perdere e che il minimo aiuto per ritrovare e rincontrare la sua Oscar era necessario.
< Sono fuggito dalla prigione che non nominerò nemmeno. Imprigionato per tutti questi anni contro la mia volontà e senza il potere di potermi difendere.
Mi hanno voltato tutti le spalle e senza accorgermene mi sono ritrovato da solo.
Pensavo di morire, ma la buona sorte forse mi ha dato una nuova possibilità.
Una possibilità che non posso farmi sfuggire.
Il tutto lo devo pure a te, giovane uomo che mi hai salvato e accolto nella tua casa.
Se solo io potessi essere riconoscente, non mi farò pregare nel ringraziarti a dovere. >
Armand non sapeva cosa dire.
Sembrava come essere catturato dalle parole di quel giovane fuggitivo dove la vita gli aveva voltato le spalle e lo avevano trasformato in un miserabile.
Il suo istinto e il suo gran cuore, avevano fatto capire ad Armand che poteva davvero fidarsi di quel ragazzo e che ogni suo aiuto sarebbe stato cruciale nella rinascita di André.
< Chi è stato a farti questo? >
< Ricordo solo un nome e il suo volto.
Un volto amico che sembrava accondiscendente e sicuro in quella mia famiglia e in mezzo a tutte quelle feste che organizzavamo ogni sera: Alain De Soisson. >
Armand non aveva mai sentito il nome di quell'uomo che André aveva confessato, ma aveva in cuor suo una conoscenza nella corte francese che gli sarebbe potuta servire ad André per risorgere dalla sua miseria.
< Caro André, forse tu mi vedi come un mendicante povero, ma in fondo non sono così.
Mi sono ritirato nella campagne per sfuggire al volere dei nobili e a quelle ricchezze che mi avrebbero fatto gettare nella perdizione più totale.
Io, in cuor mio, voglio provare a fidarmi di te.
Sembra un ragazzo ammodo che ha sofferto le pene dell'inferno e se tu mi giurerai la fedeltà necessaria senza attentare alla mia vita e senza farmi alcun torto, tornerai nel posto dove meriti.
Naturalmente non sarai più l'André che un tempo tutti conoscevano. Dovremmo trovare un nome adatto a te. >
< Un nome diverso da cui io contraddistinguermi? >
< Esatto. Non vorrai mica essere catturato immediatamente una volta che tornerai a corte spero... La tua storia di Mount Saint – Michel mi ha colpito molto,. Sei fuggito come un giovane rapace alla ricerca di quella agognata liberazione che finalmente sei riuscito a trovare. Ed ecco il motivo per cui tu scalerai nell'ombra per tornare in cima.
Da questo momento il tuo nome sarà Conte Saint – Michel, il rapace della libertà. >
< Ma io non so... >
< Vedi di fidarti di me, giovane ragazzo. Sono sicuro che andrà tutto bene.
Se eseguirai tutti i miei consigli, nessuno potrà farti del male.
Sarai protetto dalla tua intelligenza e dal tuo modo di essere regale e spietato.
Ma non farai il tuo ritorno a conte senza essere una persona influente.
Vieni con me, voglio mostrarti una cosa. >
E nel dire ciò, il giovane Rapace di Mount Saint -Michel cominciò la sua scalata, con la consapevolezza che non sarebbe rimasto mai più solo.

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Capitolo 6
*** La ricchezza: un mezzo maledetto che l'uomo usa per vivere in una vita di peccati ***


André, dal canto suo, si guardava sempre intorno con circospezione.
Dopo essere evaso da quella prigione maledetta che lo avrebbe percettibilmente condannato ad una fine ingloriosa, non riusciva ancora a fidarsi di nessuno, nemmeno di quell'Armand.
E' vero che non poteva dimenticare che egli stesso l'aveva salvato da una fine certa dandogli vitto e alloggio senza che la corrente del fiume lo potesse portare via, ma perchè un uomo che dalle sue vesti e da quelle parole poteva essere un umile contadino benestante, avrebbe messo in gioco sé stesso per aiutare uno sconosciuto come André?
Il giovane ragazzo rimase visibilmente allerta, fino a quando la promessa di Armand non divenne reale dinanzi ai suoi occhi.
< Vieni con me, André. Ormai manca poco. >
Camminava incessantemente da quasi un'ora, e per poco l'impazienza di André divenne reale.
Di fronte a lui un casolare abbandonato non poteva mostrare all'interno niente di nuovo, ma quando Armand divenne sempre più nervoso, il giovane André divenne sempre più curioso.
< Spero per te che tu non mi menta sul più bello > fece André con tono pacato.
< Perchè ti dovrei mentire? >
< Non lo so. Forse perchè potresti essere una spia o un fedele servitore di colui che nemmeno nominerò. >
Tali parole fecero indignare e impazzire il povero Armand che non trovava dentro il cuore di André quel legame che tanto agognava dopo anni rimasto sempre da solo.
< Non ti permetto di fare simili insinuazioni sul mio conto, giovane ragazzo che ha avuto solo fortuna se oggi si trova vivo dinanzi a me > lo minacciò l'uomo puntandogli un coltello alla gola < Non permetto a nessuno che si metta in dubbio un simile destino che potrebbe reinserirti senza alcun problema nell'alta società francese per riprenderti quello di cui ti hanno sottratto. Devi solo attendere ancora pochi minuti e vedrai che poi ti fiderai ciecamente di me. Anzi, sarai in debito con me tutta la vita. >
< Io non voglio avere nessun debito! Nemmeno con uno sconosciuto! >
< Allora fuggi. Vattene da qui finché sei in tempo! Torna nella tua miseria e scala la tua gerarchia a mani nude. E vedrai che troverai al tua fine quando meno te l'aspetti. >
< Per molti sono già finito. Ma non darò questo piacere a nessun altro. Potessi ribaltarmi nella tomba. >
< Caro André, sei troppo impaziente e spietato per covare ancora vendetta. Tale sentimento ti sta consumando. Lo vedo da come vorresti agire. Vorresti uccidere tutti coloro che ti si presentano davanti. Ma devi ancora pazientare. Il tempo sarà dalla tua parte. >
< E' facile parolare. Vorrei vedere te al mio posto. >
< Ti prego, André. Non rendermi tutto ancora più difficile. >
Cercando di rimanere in silenzio seguendo Armand con tale disinvoltura e impazienza, alla fine la verità sarebbe stata scoperta dinanzi alla sua sorpresa.
Aprendo uno scrigno simile ad un baule decadente ma che teneva quei segreti grazie ad un lucchetto d'acciaio,. Armand scoprì dinanzi a quell'impazienza tutto quello che André poteva aver bisogno.
Gioielli, soldi, monete d'oro, diamanti e altre pietre preziose di ogni tipo si manifestarono dinanzi a quell'impazienza che si placò immediatamente.
André non riusciva a trovare le parole adatte, nemmeno quel segno di irriconoscenza che Armand prediligeva dentro il cuore di André, non si manifestò affatto.
< Come può un uomo come te godere di tale ricchezza? Ai miei occhi saresti più ricco del Re di Francia. >
Magari potrei davvero esserlo... >
< Vedi di non continuare a prendermi in giro, Armand. La mia pazienza è finita. >
< Invece credo che la tua pazienza cominci proprio adesso. Tutte queste mie ricchezze sono tue. Facci ciò che vuoi. Riprenditi la tua donna soffiandola a quei bifolchi9 che hanno cercato di ucciderti. Solo così potrai definitivamente riconquistare la tua felicità. Questa ricchezza non può che aiutarti. >
< O maledirmi > fece con dissidenza André.
< Che cosa vorresti dire? >
< Andiamo Armand, come potrò mai nascondere tali ricchezza dinanzi ai curiosi? Non farebbero altro che farmi un sacco di domande. Ed ilo uomo solo. Non riuscirei a schivare tutti quegli occhi addosso. >
< Mi stai forse dicendo che hai bisogno del mio aiuto? >
< Ormai sei entrato di prepotenza nella mia vita. Donandomi tale beneficio, non puoi tirarti indietro adesso. E poi, dai tuoi occhi, so molto bene che anche tu hai bisogno di ritornare nell'alta società francese, che ti ha escluso che efferatezza mandandoti in povertà. Ma tu sei riuscito a rubare tale ricchezze e a nascondere tutto in un luogo sicuro... Ma adesso una domanda mi sorge spontanea: perchè hai fatto tutto questo? >
Armand attese qualche secondo prima di rispondere, facendo un respiro profondo prima di raccontare la sua breve storia.
< Avevo anch'io una donna da amare. Una donna giusta che mi aveva dato tutto nella mia vita: una casa, campi da coltivare, una grande famiglia e una felicità immensa che ogni giorno questa famiglia mi dava.
Ma ciò non potevo nascondermi dai miei nemici.
Nemici che mi sono fatto nel corso degli anni nonostante la mia voglia vertiginosa di giocare a carte.
Sì, mio caro André, ho avuto problemi con il gioco d'azzardo che mi hanno definitivamente rovinato.
Alcuni uomini più potenti di me hanno ingaggiato alcuni sicari senza scrupoli che hanno dato fuoco alla mia abitazione uccidendo i miei tre figli e la mia povera moglie. Non potrò dimenticare quegli occhi pieni di dolore che hanno intravisto il mio sguardo inerme mentre mi trovavo riversato a terra.
Dopo aver lottato con coraggio, non ho potuto fare niente contro coloro che erano una decina.
Mi hanno tappato la bocca per sempre, gettandomi nella Bastiglia in attesa di venire ucciso e impiccato in mezzo a quella gente che non faceva altro che divertirsi vedendo la gente potente morire.
Un divertimento macabro dove il prossimo spettacolo sarei stato io.
Non avrei mai immaginato di potermi inemicare gente senza scrupoli con il piacere di vederli rovinati per la mia semplice goduria.
In fondo per me era solo un gioco di carte. Un gioco che prediligevo senza rendermi conto che stavo rovinando un sacco di persone.
Una tale ricchezza smisurata che ho fatto in modo di nascondere in un luogo nascosto e inaccessibile a tutti. Tranne che a me.
E nel mentre la buona sorte ha fatto in modo che io potessi fuggire da quella dannata prigione grazie ad alcuni cuniculi sotterranei, ancora vedo la mia testa appesa su vecchie pergamene mentre la mia ricerca non accenna a diminuire. >
< Quindi sei ricercato in tutta la Francia? >
< Sì, André. Ma dieci anni sono troppi anche per quegli uomini che ormai mi crederanno morto da chissà quanto tempo.
Nel corso del tempo ho cambiato il mio volto e il mio corpo, dilettandomi a passare il tempo con la consapevolezza che quei potenti hanno avuto quello di cui avevano bisogno: togliermi di mezzo.
Ma non ho mai placato tale vendetta.
Non ho mai smesso un solo giorno di pensare alla mia famiglia che innocentemente non centrava niente in questa mia dannazione.
Mia moglie mi ha pregato tante volte dicendomi di smettere, ma io non ho voluto mai ascoltarla.
La voglia di sentirmi vivo e la mia dipendenza ha fatto in modo che io potessi rovinarmi da solo.
In fondo, se ci penso bene, non posso dare la colpa a quegli uomini che mi hanno rovinato.
Devo solo prendermela con me stesso.
Con me stesso che non ho ascoltato l'unica donna che davvero voleva il mio bene.
Ed io, che con la vendetta assopita sono andato avanti per più di dieci anni, ecco che adesso si presenta la possibilità di tornare nel mondo in cui il mio essere si è rovinato, cercando di avere quella possibilità di far sapere a tutti che Armand, volgare pittore e contadino dei sobborghi di Parigi, è invece un uomo potente e assetato di sangue che cova da troppo tempo la sua rivincita.
E sarai tu caro il mio André la mia rivincita.
In questa maniera ripaghi la tua fedeltà in un'alleanza che gioverà a tutti e due, e non potrai minimamente tirarti indietro. >
< Ma tu... chi sei veramente? >
< Lo vuoi davvero sapere, André? Non è ancora il momento, ragazzo mio. Prenditi queste ricchezze e ascolta i miei consigli e stai attento alle tue mosse. Tornerai nel posto dove meriti. La tua amata ti sta aspettando. >

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Capitolo 7
*** Un cuore infelice ***


I suoi occhi color cristallo rivolti verso lo specchio.
Uno sguardo troppo enigmatico per essere capito.
Una felicità che è rimasta troppo lontana da quell'essere che viveva di ogni gioia quando c'era il povero André.
André, la figura del suo amato ancora vivida in quello sguardo mediante siano passati troppi anni.
Nessun ballo di gala, nessuna festa, nessun compleanno e nessun altro giorno che poteva scandire il cuore di quella ragazza infelice potevano ridargli un sorriso perso per sempre.
E questo lo sapeva benissimo anche Alain.
< Oscar, ci stanno aspettando alla festa > fece l'uomo entrando in camera e vedendo l'ennesimo sguardo triste disegnato sul volto della sua amata.
< Tu vai avanti. Io non mi sento troppo bene > rispose Oscar con tono lieve e calmo.
< Che cosa ti succede adesso? >
Alain cercò di avvicinarsi a lei dandogli quella carezza che poteva far passare quel dolore, ma era tutto inutile.
Quando Oscar era più triste del solito o inorridita, difficilmente si faceva toccare.
< Alain, ti prego. Non essere insistente. Ho bisogno di stare da sola. >
< Oscar, ti prego. Non puoi continuare così. >
< Tu non vuoi proprio capirmi, Alain. >
< Oscar, sono anni che io desidero vederti felice. Anni ormai. Perchè non apri il tuop cuore a me e pensi al nostro futuro insieme? >
< Perchè non ce la faccio. E tu lo sai bene! >
Oscar passava le sue giornate a piangere oltre che immersa nei suoi ricordi.
Non sapendo che fine avesse fatto il suo amato, rendeva l'esistenza di Oscar inutile e priva di significato.
< Lui è là fuori che mi sta aspettando. Ed io sono qui in rinchiusa in questa gabbia d'oro e tu che cerchi di ripagarmi del tuo amore. Non vuoi capire che tutto ciò è inutile? >
< No, Oscar. Amore mio... Io non mi darò mai per vinto. Perchè so bene che tu mi ami. Capisco che vuoi essere compresa, ma non c'è niente al mondo che mi potrebbe portare lontano da te. Io ti amo. >
Oscar non sapeva come poter ricambiare un amore così grande.
Tante volte ha cercato di fuggire dalla sua esistenza, ma suo padre e tutto il resto della sua famiglia hanno sempre fatto in modo di proteggerla e di tenerla rinchiusa nella sua abitazione, anche a costo di minacciarla di finire in un manicomio guardata a vista da persone che solo Alain e suo padre potevano fidarsi.
Ma una decisione drastica non aveva ancora conosciuto l'alba di un inizio folle, ancora troppo preso da quella donna che vedeva in lei la sua unica felicità.
< Oscar, tu hai bisogno d'aiuto. E chi meglio di me può dartelo? >
< Smettila, Alain! Subito! >

oscar gridava come se fosse impazzita.
Prese tutto quello che aveva nei dintorni e lo distrusse con le sue stesse mani.
Sembrava posseduta dal demonio.
Un demonio che non accennava ad abbandonarla.
E mentre Alain si precipitò verso di lei dicendogli di farla finita, ecco che il padre della ragazza irrompe nella sua camera.
< Che cosa sta succedendo? >
< Niente, Signore. Va tutto bene. >
ma il disastro che i suoi occhi videro, non gli diedero tale rassicurazione.
Oscar intanto piangeva dalla disperazione, cercando di uscire da quella camera per rifugiarsi altrove.
Ma suo padre da indole ferrea e rispettosa, fece in modo che la ragazza non uscì.
< Dove stai andando? >
< Me ne voglio andare, padre. Vi prego di lasciarmi andare. >
< Non se ne parla. Di sotto c'è una festa e ti stanno tutti aspettando. Ti prego di non farmi perdere la pazienza o lo sai bene cosa ti succede? >

< Adesso volete minacciarmi? >
< Se non la smetti con questo tuo modo indegno, sai bene dove finirai rinchiusa. >
< Signore, io non vi permetterò mai... >
< Fate silenzio, Alain” questi non sono affari che vi riguardano! > gridò il padre di Oscar.
< E invece sì che mi riguardano. Si tratta della mia amata. >
< Una vostra amata che non siete nemmeno riuscito a conquistare dopo tutti questi anni... Adesso uscite da qui. Ho bisogno di parlare con mia figlia. Da solo. >
Alain, che si sentiva come un burattino nelle mani di quel padre che non l'aveva mai accettato, uscì da quella stanza con la rabbia che ribolliva nelle sue vene, mentre le lacrime di Oscar non accennavano a finire.
< Oscar, vedi di prendere la decisione giusta per noi. Ti scongiuro. Siamo ormai arrivati all'esasperazione. E una volta superato tale limite, non potremmo mai più tornare indietro. >

oscar guardò con attenzione Alain dopo quelle frasi che l0avevano toccata nel profondo ancora una volta.
Se fosse stato in un momento diverso della sua vita, Oscar l'avrebbe preso a schiaffi o magari sfidato a duello.
Ma vedendo la distruzione che la stava consumando dentro, la donna si limitò a rispondere a tono con parole molto precise.
< Vuoi che prenda la decisione giusta per noi... O solo per te? Alain Soisson, tu non mi incanti con le tue parole. E la tua lealtà che hai nei confronti della mia famiglia non potrà durare in eterno. Mettitelo bene in testa. >
Il disprezzo che Oscar provava per quell'uomo non accennava ad affievolirsi con il tempo, anzi cresceva sempre di più.
E quell'amore che la stava consumando dentro l'avrebbe portata all'autodistruzione, senza che nessuno poteva davvero stargli accanto.

 

 

< Ora che siamo soli, sei libera di parlare. >
Ma Oscar, rimanendo sola con suo padre, non riusciva a trovare le parole adatta di quella situazione.
< Padre, ho finito le parole. Dopo tutto quello che il mio cuore ha dovuto sopportare... >
< Ti prego Oscar, basta con queste parole! André è morto! Non puoi sperare in un futuro diverso! >
< André non è morto, padre! > gridò inviperita la donna < Finché non vedrò il suo corpo morto dinanzi ai miei occhi, non crederò mai ad una notizia del genere. >_
< Sarà stato spedito in quache prigione con quell'accusa diffamante che ormai l'ha macchiato per sempre. E ormai sarà diventato polvere... Non ti rendi conto di quanto tempo sia passato? Dieci anni! >
< Non m'importa, padre. Non smetterò mai di credere che lui stia aspettando il momento adatto per tornare. Per tornare da me. >
< Oscar, se si facesse davvero vivo, finirebbe impiccato. Le sue accuse... >
< Accuse infondate, padre! Non vi rendete conto che l'hanno solo incastrato?! Non ho ancora capito il motivo, ma un giorno di questi lo scoprirò. Qualcosa mi dice che dietro tutta questa storia ci sia Alain. Ma quel suo sguardo docile e da cane bastonato mi spinge a diffidare del mio istinto. Anche se in tutto questo tempo non si è mai sbagliato. >
< Non riesci a fidarti di lui, vero? >
< Ancora non capisco che cosa ci faccia nella nostra famiglia, padre. Voi cosa mi dite sul suo conto? >

< E' un uomo rispettoso che ti ama profondamente, Oscar. Per tuo rispetto non ho mai voluto dargli la tua mano in sposa, ma credo proprio che il momento del lutto sia ufficialmente finito. >
< Non lo dite nemmeno per scherzo, padre. Io non lo sposerò mai! >
< Oscar, non rendermi le cose più difficili di quello che sono... >
< Allora lasciatemi vivere la mia vita, padre. Non vi chiedo altro. >
< Finché sarò vivo, sono io l'artefice della tua esistenza. O finirai di pensare al passato che ti attanaglia, o sarò costretta a rinchiuderti in un manicomio per farti fare il lavaggio del cervello. Mi hai capito?! >
Oscar non poteva credere alle parole del padre.
Si sentiva da sola. Sola più che mai.
E continuare a combattere in quel presente orrido e pieno di ingiustizie, l'avrebbe solo portata alla rovina.
< Padre, non potete dirmi questo... >
< Allora vedi di agire con giudizio. Non tollererò un altro tuo colpo di testa. Sono stato chiaro? >
< Voi non mi avete mai amata... Fin da quando sono nata, voi mi avete sempre guardata con disprezzo. >
< Ma cosa dici?! Sono solo bugie! >
< Se non volete vedermi felice, allora agirò di conseguenza. E dopo non potremmo più tornare indietro. >
< Che cosa vuoi dire? >
Fuggendo da quella stanza, Oscar si era resa conto che Alain era rimasto per tutto il tempo ad origliare la conversazione con suo padre, inorridendola ancora di più.
< Nessuno può e vuole la mia felicità. Io non rimarrò rinchiusa in questa gabbia dorata che mi sta opprimendo. Ormai il tutto sta per finire, Alain. E nessuno potrà salvarmi. >
< Che cosa vuoi dire con questo? Oscar! >
Correndo con tutta la forza che aveva in corpo, Oscar scomparve sotto gli occhi inermi di Alain e di suo padre, maledicendo quel presente pieno di troppi ricordi che gli facevano ancora troppo male.

 

 

< Signore, dobbiamo salvarla! Al più presto! >
Dopo Oscar, Anche Alain sembrava perdere il lume della ragione.
< Fate silenzio, Alain. È tutta colpa vostra se mia figlia si sta comportando come una ragazzina ribelle e senza cervello. >
< Ma cosa dite, Signore? Io non ho fatto altro che dargli il mio amore in tutti questi anni. E lei? Non mi ha mai accettato! >
< Perchè voi non siete stato in grado di stargli vicino in modo opportuno. Anche a distanza di dieci anni, il ricordo di André è fin troppo vivido. E così la sta uccidendo. La mia povera bambina. >
< Vi prego di non parlarmi di quel maledetto. Non lo sopporto > rispose Alain con tono di indignazione.
< Vedete? Anche per voi il passato è fin troppo vivido. Non riuscite a cancellarlo... E oltre a non essere mai felici, finirete per autodistruggervi se non ponete fine a questa storia. >
< Io vorrei tanto, Signore! Ma vostra figlia... >
< Meglio se gli state vicino e non l'assillate. Fate quello che vi dice. È l'unico modo per provare a far breccia nel suo cuore. Anche se ormai credo che sia impossibile. >
< Mi state forse dicendo di mollare tutto senza combattere? >
< Avete forse un'idea migliore, Alain? Voi siete stato sempre fedele alla mia famiglia. Ma quello che vi tiene qui è solo l'amore non corrisposto per Oscar, dove cercate in tutti i modi di conquistarla, ma lei non vi vuole affatto. >
< Non dite così! >
< Eh, lo so bene quanto può essere crudele la verità dei fatti... Ma non possiamo farci nulla. E adesso quello che vi chiedo è di pensare cosa può essere la decisione migliore per voi e della mia famiglia... E se siete intelligente, sarà la decisione adatta che accomunerà i nostri futuri. Pensateci molto bene. >
E dopo aver detto quelle parole così forti e coincise, Alain rimase nel silenzio più totale, attendendo la sua prossima mossa che lo avrebbe portato alla decisione più drastica.

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Capitolo 8
*** Non può finire così ***


la disperazione era dipinta sul volto di Oscar.
Troppo era quel dolore che doveva assorbire e troppa era la solitudine in cui stava cadendo.
E se il fato avrebbe condotto la povera Oscar verso una fine indegna, ecco che il volto irriconoscibile del destino si fionda verso di lei tendendogli quella mano che da troppi anni aveva bisogno.

 

 

Qualche ora prima

 

André aveva troppe domande da rivolgere ad Armand.
Non sapendo del suo passato e di come potesse avere una simile fortuna, il giovane francese non faceva altro che guardarsi intorno in silenzio.
Il primo passo per tornare davvero nel suo mondo era agire nell'ombra senza far scoprire a tutti la sua vera identità.
< André, sei sicuro che dopo tutti questi anni non ti riconosceranno? >
La domanda di Armand sembrava quasi una sorta di sfida che il giovane francese prese con stizza.
< Arman, se davvero mi riconoscessero, vuol dire che non sarei minimamente credibile. Sono passati troppi anni. Adesso sono un uomo mentre dieci anni fa' ero un ragazzino. >
< Sì ma il tuo viso... >
< Non puoi minimamente credere come potessi essere io. E adesso, che sto per tornare nel mio mondo, tenderò la mano alla mia amata confessandogli tutto. >
Ma Armand non era d'accordo con le parole di André.
Credeva fermamente che era troppo presto per confessare tutto, predicandogli calma e attenzione.
< André, è troppo pericoloso > Fece Armand prendendolo per un braccio prima che montasse a cavallo < Tu ti farai beccare e io non potrò fare niente per aiutarti. >
< Tu sei folle, Armand. La mia vendetta mi aiuterà nella mia riuscita. >
< La tua vendetta ti sta solo rendendo cieco. Ricordati bene: se ti beccheranno, non accenneranno ad ucciderti. >
< Prima devono farlo. >

< Questo non è un gioco, André. >
< Lo so benissimo! > gridò spazientito André < So cosa sto per fare. Quindi, se vuoi aiutarmi, sei bene accetto, altrimenti farò tutto da solo. >
< E come pensi di fare? >
< Non lo so. Farò in modo di incontrare Oscar e conquisterò la sua fiducia come quando eravamo bambini. Ma essendo da solo, mi ci vorrà troppo tempo. Per questo confido in te. >
< E fai bene. >
La sicurezza di Armand era disarmante per André.
Fidandosi improvvisamente di quell'uomo così misterioso, André lo guardò di sottecchi, cercando quella verità ancora troppo celata.
< Conosco il vecchio Jarjayes. Lui ci aiuterà nella riconquista di sua figlia. >
< Ma cosa dici? >
< Te l'ho detto che devi fidarti di me, ma purtroppo ti risulta troppo difficile, André. >
< Non so del tuo passato e non comprendo le tue intenzioni per il futuro. Non posso ancora fidarmi. >
< In altri casi ti avrei detto che avresti fatto bene, ma se dobbiamo rimanere uniti, devi imparare a fidarti di me. >
< Allora parlami e spiegami come conosci il padre di Oscar. >
< Vuoi davvero che ti ricordi chi ero io prima? >
< Ma ciò tu... hai intenzione di bussare alla sua porta facendo finta che tu sia un suo vecchio amico? >
< Hai un'idea migliore in mente? >
Rimanendo in silenzio, André si accinse a montare a cavallo preceduto da quell'uomo pieno di mille sorprese e con una sicurezza davvero disarmante.

 

 

Giungendo in prossimità della proprietà dei Jarjares, André rimase ammutolita nel vedere che nel corso del tempo non era mutato niente ai suoi occhi.
“Ecco, qui respiro la mia infanzia e i giorni felici di una vita che pensavo di aver dimenticato.”
André non riusciva ad essere sé stesso e sembrava davvero che i suoi ricordi potessero avere il sopravvento.
Ma soprattutto, vedere quei domestici soliti che il tempo li aveva fatti invecchiare. Per poco il suo sangue non si gelò appena video Reyner, padre di Oascr.
Il vecchio uomo che il corso del tempo aveva mutato in un uomo dallo sguardo truce e silenzioso, come André aveva previsto, non riconobbe il furbo Armand.
< Reyner, è bello rivedervi. >
Abbracciando l'uomo come se niente fosse, Armand gli spiegò delle battaglie al fronte e di come la loro gioventù fosse così spensierata.
< Non riesco a ricordare simili momenti > spiegò il vecchio uomo con tono calmo < Ma in fondo al mio cuore avevo un amico che inspiegabilmente è sparito per sempre dalla mia vita. E voglio credere che siate voi, Armand. >
André non riusciva a capire come l'uomo potesse usare la sua verà identità.
“E se fosse tutto un gioco per Armand? Ma chi diavolo sei veramente?”
preso ancora dai profondi pensieri, André non era riuscito a conferire nemmeno una parola.
Non era nemmeno riuscito a salutare il padrone di casa, manifestando un segno di maleducazione che poteva benissimo evitare.
< Andrè. André! > gli gridò sottovoce Armand per riportarlo alla realtà < Smettila di vivere nel vuoto e concentrati sul momento. >
< La fai facile tu. >
< Se allora non te la sentivi, dovevi confessarmelo subito. Adesso non possiamo più tornare indietro. >
< Ma io non voglio nemmeno tornarci indietro! >
< Ascoltami bene, ragazzo mio: se davvero ti scoprissero per quello che nascondi, io e te finiremo impiccati o uccisi in un'altra maniera. Ed io non volevo aiutarti per poi finire ucciso così malamente. Mi hai capito? >
< Non morirai, Armand. La tua falsa identità ti proteggerà da ogni evenienza. >
Guardandolo storto facendogli capire che lo stava mettendo in pericolo, Reyner fece accomodare i due ospiti dopo aver parlato con la servitù.
La visita dei due uomini non passò inosservato ad Alain Soisson, rimasto ancora nella dimora dei Jarjares per cercare di ripianare la distanza con Oscar.
André, dal canto suo, fu il primo a presentarsi al suo acerrimo nemico, stringendo quella mano con veemenza mentre il sangue gli ribolliva nelle vene.
< E' un vero piacere conoscervi > si limitò a dire André prima di fare posto ad Armand < Ho sentito molto parlare di voi. >
< Spero in bene > ribatté divertito l'ex soldato.
< Ho sentito parlare del vostro coraggio. La vostra fama vi precede. >
< Vi ringrazio, buon uomo. Ho capito a mie spese che il miglior modo di servire la Francia era a servizio dei potenti, anche se certe volte la mia famiglia e la povera gente mi reclama. >
“Non ho dubbi. Chissà quante persone hai tradito togliendoli di mezzo.”
I pensieri fuorvianti di André dovettero continuare a tacere per non finire nei guai, cercando di spostare la sua attenzione prima che Alain potesse domandargli il suo nome.
< Signor Jarjares, ho sentito che avete una figlia. Mi piacerebbe davvero conoscerla. >
André cambiò argomento così repentinamente che spiazzò il vecchio uomo, mentre Alain non aveva mai smesso di fissare il giovane ospite.
< Non ne ho la più pallida idea. È solo una ragazza ribelle che non accenna a migliorare il suo carattere irascibile. >
< Ragazza? Ormai è una donna, Signor Jarjares > replicò Alain con sapienza.
< Peccato che si comporta come tale, mandandomi in bestia ogni volta che parlo con lei... E tu, caro il mio Alain, non fai niente per rassicurarmi sotto questo aspetto. >
Alain, sentendosi attaccato, rispose in maniera stizzita al vecchio, senza preoccuparsi di come avrebbe reagito.
< Non è colpa mia se la “ragazza”, come la definite voi, si comporta come una ribelle. Non cerchiamo di rivangare ricordi inutili che aprirebbero ferite che fino ad oggi si era rimarginate. >
< Che cosa vorresti dire?! >
< Lasciate perdere, è meglio. >
Ma nel mentre gli animi si stavano scaldando seriamente, ecco che un grido di un servitore scuote gli animi dei presenti, soprattutto quelli di André.
< Mio Signore... vostra figlia... vuole buttarsi dalla finestra della sua camera. >
< Che cosa?! >
Spaventati per quello che sarebbe successo, i quattro uomini si precipitarono verso la camera di Oscar, ma visto che la donna non aveva nessuna intenzione di aprire la porta, Alain pensò bene di sfondarla.
< No, Alain, così finiremo per spaventarla > fece Armand con tono serio.
< Avete forse un'idea diversa dalla mia? >
< Andiamo in cortile. È l'unico modo. >
< Per fare cosa? >
< Per provare a farla ragionare e a non spaventarla. >
< Ormai quella donna ha perso completamente il lume della ragione! > sbottò Alain.
André, inviperito da quelle parole, per poco non mollò un pugno all'ex soldato.
< Fate quello che vi dice il Conte > replicò André prendendo le difese del suo amico < La signorina non può morire in questo modo. E faremo di tutto per impedirglielo... Sempre che voi che aiutiate. >
Fissando con astio io giovane André, Alain volle sapere tutto su di lui.
> Ma chi siete voi? E come osate parlarmi così? >
< Chi sono io non è importante in questo momento. Abbiamo una vita da salvare e non possiamo perdere tempo. >
< Il ragazzo ha ragione, Reyner. Dobbiamo agire > replicò Armand.
< Sì. Forza! Tutti con me. >
ma facendo in modo di rimanere indietro per disperdersi dal gruppo, André tornò dinanzi alla camera di André cercando di farla ragionare.
Il giovane uomo non parlò forte in maniera che potesse essere sentito, ma con una voce soave e rassicurante che Oscar non udiva da molto tempo.
< So come vi sentite. So quello che provate... Ma pensate alle persone che tengono a voi veramente. Non potete farla finita in questo modo. Fareste soffrire... >
< Nessuno mi vuole! Nessuno ascolta le mie grida disperate! Voi non sapete quello che davvero provo! > gridò Oscar dal bancone.
< Allora spiegatemelo, madamigella. Non tenetevi tutto dentro. Se avete bisogno di sfogarvi, io sono qui che vi ascolto, ma vi prego, prima apritemi la porta. >
< Ma chi siete voi veramente? >
< Colui che vi aiuterà e vi tenderà una mano nel vostro oblio in cui vi siete gettata. Vi prego di concedermi tale grazia in modo che voi siate salva. Non potrei sopportare che voi... Non potete morire in questo modo. >
Dopo tali parole, seguirono alcuni minuti di un silenzio surreale, fino a quando il rumore della serratura che teneva rinchiusa Oscar, non fece capire ad André che finalmente era riuscito a convincerla.
Nei pochi attimi dopo mentre Oscar aprì la porta lentamente non sapendo ancora chi aveva dinanzi, il cuore di André mancò un battito appena il suo sguardo incrociò quello della sua amata-
Un attimo terminabile mischiato al folle bisogno di abbracciarla e baciarla.
Un momento scandito da quel ritrovo mentre le grida di verità volevano venire fuori di prepotenza.
Ma André doveva ascoltare le parole di Armand.
Doveva attendere. Per il bene suo e della sua amata.
< Sono contento che voi mi abbiate ascoltato. >
E mentre Oscar continuava a fissarlo senza la minima indiscrezione, l'unica domanda che gli venne in mente fu quella di conoscere la sua identità.
< Ma voi... chi siete che mi parlate come se mi conosceste già? >
E nell'udire tali parole, André doveva trovare una scusa valida, atta a non rivelarsi per non gettare in pericolo lui stesso e la sua amata.

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Capitolo 9
*** Quel ballo ricercato ***


André aveva tutti gli occhi addosso dal momento che aveva varcato la proprietà dei Jarjares.
Prima gli occhi di quel vecchio che aveva salvato sua figlia, continuando a ripetergli che era in debito con lui a vita.
Poi c'era la gelosia nascosta negli occhi oscuri di Alain, ancora frustato per come era giunto André nella sua vita.
< Stasera ci sarà un ballo di riconciliazione > fece il padre di Oscar con tono fermo prendendo la mano della figlia < Io e Oscar abbiamo bisogno di sentirci vicino. Come una famiglia. >
Il padre e la figlia avevano finalmente appianato la loro voglia di rivalsa, ritrovando quella pace che in dieci anni era sempre rimasta assente.
Tutta colpa di un giovane uomo che era entrato nelle loro vite.
< Splendido > fece Armand esprimendo tale cordoglio < Io e il Conte dovremmo cercare l'abito adatto. Purtroppo non avevamo messo in conto di rimanere qui a lungo, né soprattutto che saremmo stati invitati alle vostre feste, Signore. >
< Sarete i miei ospiti d'onore, oltre che la luce di questa festa sarà la mia Oscar. Preparerò tutto a dovere, non vi preoccupate. >
< In un solo giorno, padre? >
< Ho voglia di rinascere, Oscar. E se tu vorrai, mi starai vicino come un padre ha bisogno di sua figlia. >
< Senz'altro, padre. Fidatevi di me. >
E mentre Oscar e suo padre si alzarono per dare ordini ai loro domestici, Alain volle sapere ancora di più sul conto dei due misteriosi ospiti.
> Dunque, siete tutti e due dei conti. >
< Come, scusate? Domandò André confuso.
> E' questo quello che il vostro amico Armand ha detto. O forse si è sbagliato. >
< Conti di Saint – Michel, mio caro > preciso Armand < Non conosco però tutta la vostra curiosità. Credete che possiamo essere altro? >
< Assolutamente no, buon uomo. Perchè pensate questo? >
< Perchè ho conosciuto molti uomini come voi... Uomini che non si fidano di niente e di nessuno, soprattutto delle persone giuste. >
< E voi vi definireste tale? >
Armand e Alain si fissavano a vicenda con sguardo truce, scatenando quasi un litigio inutile.
< Un giorno magari potreste venire con noi a visitare le nostre terre > replicò André prendendo in disparte Armand < Voi siete mai stato in Normandia? >
< No, mio caro. E credo che declinerò il vostro invito. La Normandia è una regione troppo fredda e ventosa, per non parlare di quella prigione dove i poveri cristi vengono abbandonati a loro stessi. >
< Già... Un crimine inaudito, non trovate? > gli fece Armand.
< Forse è quello che si meritano. Non trovate? >
Sentendo quelle parole, André capì che doveva andarsene in disparte per evitare che la sua pazienza e la sua identità potesse essere messo a dura prova.
< Uomini gettati in quell'inferno e affogati nell'alta marea per estirpare i crimini di cui si sono macchiati in questa vita... Mi sa tanto che ho cambiato idea, sapete? Dovrei fare un salto in Normandia. Per vedere davvero come trattano i prigioniera e congratularmi con loro. Sarebbe fantastico. >
Cercando di opprimere la sua voglia di prenderlo a pugni, André prese con sé Armand dicendogli che si sarebbe fatto tardi se non si fossero preparati, lasciando Alain immerso in quel suo sorriso beffardo e divertito.

 

 

< Non lo sopporto! Quell'uomo non lo sopporto! > gridò André in mezzo al giardino dei Jarjares in modo che nessuno potesse sentirlo.
< Calmati adesso. È inutile agitarsi. >
< Mi sono trattenuto a stento nel strangolarlo. Non posso soffrire quell'uomo. Deve pagarla alla svelta. >
< E come pensi di farlo? >
< Ucciderlo. Ucciderlo il prima possibile, >
< Prioma devi cercare di farlo soffrire, André. Solo così puoi servire la tua vendetta e appianare i tuoi animi. Sei rimasto rinchiuso in quella cella per dieci anni a soffrire dei tuoi ricordi. Davvero vuoi condurre quell'uomo verso una morte rapida e indolore. >
Sentendo le parole di Armand, André cercò di placare la sua furia pensando a come avrebbe potuto togliere di mezzo il suo acerrimo nemico.
< Hai ragione Armand. Ma ogni volta che vedo quell'insulso individuo, mi viene voglia di impazzire. Devo placare la mia collera. >
< Al momento opportuno, André. Non farti fregare dai tuoi sentimenti. Hai mantenuto il tuo sangue freddo fino ad ora e dovrai continuare a farlo. >

< Non sarà facile. >
< Per questo io sono qui. Per aiutarti > cercò ancora di rassicurarlo Armand < Adesso pensiamo al vestito di questa sera. Dovremmo essere impeccabili. >

 

 

Una volta che le luci del giorno fecero spazio all'oscurità della notte illuminata anch'essa da un cielo limpido e pieno di stelle, il suono della musica in casa Jarjares era lo specchio di una serata tranquilla che avrebbe potuto far riallacciare i rapporti tra André e la sua amata.
Una volta rientrato nella sua dimora, André vide come quelle persone invecchiate con il tempo erano dei suoi vecchi amici.
“Non riesco a ricordare i loro nomi, ma sapendo che per me non hanno fatto niente per liberarmi, li dipingono come miei nemici. E come uomini maledetti.”
Ancora una volta la rabbia stava prendendo il sopravvento, fino a quando Armand non lo prese con sé sotto braccio.
< A cosa stai pensando, André? >
< Che non sarei sicuramente bene accetto qui se qualcuno mi riconoscesse. >
< Ma tutto ciò non accadrà se tu mantieni il tuo segreto. >
< Credi davvero di essere riuscito a trasformarmi in una persona diversa? >
< Come adesso, non ti vedi allo specchio? Sembri un damerino elegante e raffinato. E sono sicuro che le tue parole non ti indurranno in un covo di serpi. >
< Covo di serpi dici? Ci sono già, caro il mio Armand. >
< Hai forse riconosciuto qualcuno del tuo vecchio passato? >
< Tutta questa gente... Una volta era fedele alla mia famiglia, ma dopo che sono stato arrestato, incredibilmente mi hanno voltato tutti le spalle. E' uno schifo questa dannata società. >
< Forse perchè non volevano macchiarsi del loro onore. >
< Al diavolo il loro onore, Armand. Per tutti loro la famiglia Garnier è morta. E adesso, la fenice rapace di Saint – Michel sta per scoprire una nuova luce che accecherà tutti loro. >
< Vedi di mantenere la calma, André. Non so quante volte devo ancora ripetertelo. >
< Non abbastanza. >
Cominciando la serata bevendo alcuni calici di champagne, André si mise sempre in disparte per non venire scoperto, attendendo l'arrivo di Oscar.
< Non è ancora arrivata. >
Sentendo una voce dietro alle sue spalle, André si girò di scatto.
< Di chi parlate, Alain? >
< Ma di Oscar. È lei il diamante di questa sera. Un diamante grezzo che ha bisogno di brillare dopo tutti questi anni. >
< E' una donna piena di orgoglio e di tristezza. Ha bisogno di ritrovarsi. >
< Già... E credo che voi ce l'abbiate fatta incredibilmente. Ogni volta che vi vede, sorride. Sembra che sia rinata da un momento buio e interminabile.
“E non è forse così, dannato bastardo?”
< Mi gratifica sentire ciò > replicò André con sorriso tirato.
< Ciò nonostante, vorrei avvertirvi che io e Oscar siamo promessi sposi e dobbiamo solo sistemare alcuni cavilli per fare in modo che il nostro rapporto sia unito grazie alla volontà di Dio. >
< Mi compiaccio nel sentire tutto ciò. Le mie più sentite congratulazioni. >
< Vedete di evitare di fingere, caro Conte. Ho visto il modo in cui guardate la mia promessa sposa. Ma non posso darvene una colpa vedendo la sua bellezza sconfinata. Ma cercate di rimanere al vostro posto. >
Nel sentire quelle parole di avvertimento, André fece tutto il possibile per rimanere in silenzio e fare in modo che Alain potesse sentire l'unica risposta certa di cui poteva godere.
< Sono solo un ospite di passaggio. Tra qualche giorno tornerò in Normandia e magari non sentirete più parlare di me. >
< Al contrario! Vorrei tanto visitarla. >
< Magari con il mio amico Armand. Lui conosce molto meglio la zona di me. E poi è un'ottima guida nel spiegarvi tutto. >
< Ne sono convinto. >
Facendo di tutto per attirare la sua attenzione, Armand prese ancora con sé André, dicendogli che lo aveva cercato dappertutto.
< Buonasera, Signor Alain. Lieto di rivedervi. >
< Il piacere è tutto mio, Armand. Il vostro amico, di cui ignoro ancora il suo nome, mi ha detto che non rimarrete ancora per molto qui a casa Jarjares. Magari fino al momento del mio matrimonio che spero tanto, non sarà una notizia ritardata. >
< Matrimonio? E con chi? >
< Ma con madamigella Oscar, caro il mio Armand. >
< Ah, giusto... Spero che realizzate il vostro sogno > rispose frettolosamente Armand < Vieni. Voglio presentarti uan persona. >
Ma prima che André si allontanasse, sfidò ancora con i suoi occhi l'onnipotenza di Alain che se fosse stato per lui, si sarebbe sgretolata all'istante.
> Potrete chiamarmi Rapace di Saint – Michel. Perchè io vivo nell'ombra e agguanto tutto quello che voglio con le mie unghie, ferendo tutti coloro che osano mettersi contro di me. >
Tale parole lasciarono di stucco Armand e Alain.
Quest'ultimo non ebbe nemmeno il tempo di rispondere, vedendo l'ospite allontanarsi sotto i suoi occhi.
< Ma che diavolo ti è preso, André?! Sei impazzito?! >
< Se l'è meritato. Vuole portarmi via Oscar per sempre. Ed io questo non posso permetterlo. >
< Sapevi benissimo che prima o poi avrebbero legato quei due. Anzi, dovresti essere sorpreso nel sapere che dopo tutti questi anni non si sono ancora sposati. >
< Per questo devo agire. Al più presto. >
< Non stasera, André. Non vorrai scatenare una diatriba nel nostro primo giorno qui a casa Jarjares. >

André si rese conto che non avere con sé la sua amata, lo rendeva pazzo e senza lucidità.
Ma appena la vide scendere quegli scalini per dirigersi verso il salone, Oscar aveva tutti gli occhi addosso.
Il suo vestito ricoperto da diamante e di un azzurro celestiale, illuminava quel salone che fino a quel momento sembrava rimasto al buoi.
Aveva assoluto bisogno della sua luce e André aveva assolutamente bisogno della sua amata.
< Davvero bellissima > fece Armand cercando di riscuotere André dai suoi pensieri.
La giovane donna stava danzando con suo padre, e nel mentre attendeva la fine di quella musica soave, André avrebbe voluto ricercare quel ballo con lei che per troppo tempo gli era mancato.
Sguizzando via dalla prese di Armand, André si diresse verso di lei e verso suo padre.
< Buonasera, Conte. Sono lieta di vedervi qui questa sera. >
Il suo sorriso era splendente e i suoi occhi avrebbero ipnotizzato chiunque.
< Buonasera a voi, Oscar. Siete bellissima. Non ho parole per descrivere altro. >
< Vi ringrazio. >
< Mi chiedevo se potessi avere l'onore di ballare con voi questa sera. Ne sarei estasiato. >
Prima che Oscar potesse rispondere, suo padre non aveva mai smesso di guardare quella coppia che a pensiero suo, poteva essere quella coppia ricercata che il vecchio agognava da tanto tempo.
E mentre Alain si avvicinava, Oscar acconsentì a quella richiesta senza capire che una simile richiesta, avrebbe avuto delle ripercussioni irreversibili.

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Capitolo 10
*** Il richiamo del duello ***


Alain ribolliva nella sua rabbia più feroce nel vedere il Rapace di Saint – Michel danzare con la sua amata.
Sentire quell'astio di Oscar nei suoi confronti e l'unica sua ragione di vita portata via con indignazione sotto i suoi occhi, aveva spinto l'ex soldato a fare tutto da solo.
Una furia prolungata nella sua mente che avrebbe rovinato quel momento romantico sotto gli occhi di tutti gli invitati.
Le danze soventi in quel vento di festa furono interrotte da quell'ira così funesta in cui lo sguardo di Alain andò a posarsi sotto gli occhi fuorvianti prima di Oscar e poi di André.
< Alain, che cos'hai in mente? >
< Fai silenzio, Oscar. È una questione tra me e questo dannato Rapce. >
< Rapace? Ma a chi ti riferisci? >
< Non posso permettergli di portarti via da me. Non lo posso consentire. >
< Ma che diavolo stai dicendo, Alain? Ti stai rendendo ridicolo davanti a tutti. >
ma mentre André aveva capito tutto quello che balenava nella testa del suo rivale, André lo fissava con quel disprezzo velato e quella rivincita che da tutta una vita aveva atteso.
< Alain, non sarete geloso per un ballo di poco conto, spero. >
< Smettetela di prendermi in giro e parlate chiaro una volta per tutte. Dite chi siete veramente e basta con questi sotterfugi. >
André lo fissava ancora divertito sotto gli occhi degli altri invitati senza proferir parola.
< Ma lo sapete bene chi sono: un umile ospite che è venuto a ritrovare una vecchia conoscenza del Conte Armand. >
< Voi mentite! > gridò Alain con tutto il fiato che aveva in gola < Voi mentite a me e a tutta questa gente. Soprattutto ad Oscar. >
< Lei non centra niente. E lo sapete bene. Se il vostro amore che provate per lei non viene minimamente ricambiato, io non posso farci nulla. >
Alain continuava a venire deriso constantemente.
La rabbia che provava verso quell'uomo era così ripugnante che se fosse stato per lui, l'avrebbe ucciso davanti a tutti quegli invitati.
Ma mentre Oscar era sconvolta nel vedere quello che stava succedendo, fu il Generale Jarjares a prendere il sopravvento trascinandolo fuori dal salone.
E mentre le danze e la festa si erano interrotte, toccò improvvisamente ad Armand richiamare tutti all'attenzione in modo che tutto ciò potesse andare avanti.
< Avanti, gente! Siamo qui per festeggiare. Allora festeggiamo! >
La musica riprese il suo ritmo come se fosse lui il vero padrone di quella villa.
E mentre André si sentiva come se avesse vinto il suo primo round di una battaglia andata avanti per troppi anni, ci pensò Armand a riportarlo con i piedi per terra.
< Io non riderei se fossi in te, André. >
Guardandolo storto come faceva di consueto, André non aveva nessuna intenzione di discutere.
< Devo tornare da Oscar. Siamo stati interrotti e questo non lo permetto. >
< Tu non eliminerai Alain così facilmente... E ciò mi fa' capire che quel soldato abbia capito realmente chi sei. >
< E anche se fosse? Non ha nessuna prova. >
< Devi stare molto attento, André. Non so più come dirtelo. >
inorridito dai consigli di Armand, André lo avvertì dicendogli che avrebbe fatto tutto da solo piuttosto che avere un continuo bastone in mezzo, capace di ritardare quella rinascita e quella confessione che aspettava da tempo.
< Chissà quale colpo al cuore avrebbe la tua Oscar se sapesse chi sei in realtà... >
< Che cosa vuoi dire, adesso? >
< La farai ancora soffrire di più, mentre i tuoi nemici non aspettano altro che tu salti fuori allo scoperto. Se sto facendo tutto questo per te, è perchè non voglio vedere navigare il tuo corpo nella Senna, o peggio ancora, ghigliottinato. Sarebbe una fine alquanto perversa, non trovi. >
< E tu non vuoi capire che io ho la situazione tutta sotto controllo. Oscar mi amerà come faceva in passato. Sono assolutamente certo che non mi ha dimenticato e... >
< Continuerai a prenderla in giro. È questo quello che vuoi? >
< No. Ed è per questo che ho un assoluto bisogno di dirgli chi sono veramente. Non posso più aspettare. >
E mentre il cuore di André continuava a parlare per sé senza che Armand potesse dire nulla, ritornò verso Oscar cercando di fargli capire tutto, ancora ammaliata per la brutta figura che aveva dovuto assorbire per colpa di Alain.
< Oscar, che cosa state facendo? >
< Scusate, ma non mi sento tanto bene. >
< Vi porto qualcosa? Avete bisogno di qualcosa? >
< NO. Ho bisogno di rimanere da sola. Scusatemi. >
E mentre quel momento di felicità se n'era andato via per sempre, André aveva capito che si era fatto sfuggire una situazione in cui l'amore l'avrebbe potuto far rinascere una volta per tutte.

 

 

Scaraventato fuori dalla villa sotto lo sguardo inquisitorio di Reyner Jarjares, Alain era pronto a confessare il tutto al padre di Oscar sulla reale identità di quei due conti.
< Alain Soisson, non avreste mai dovuto... >
< Vi stanno prendendo in giro, Signore. Perchè non vi rendete conto come me di quello che vi stanno facendo? Perchè non riuscite ad aprire gli occhi? >
< Aprire gli occhi? Su chi? >
< Dsu quei due Conti che da quando sono arrivati vi stanno prendendo in giro. E quel dannato Rapace, come lui vuole farsi chiamare, vuole portarmi via Oscar. >
Inviperito da quelle parole, Reyner ci tenne a sottolineare ancora una volta che sua figlia non era proprietà di nessuno.
< Ascoltatemi bene una volta per tutte: se oserete fare una simile scenata così in casa mia, vi giuro che finirete nel posto più remoto che questa nazione ha da offrire. Mi sono spiegato. >
> Quel Rapace! È André Garnier! >
< André Garnier è morto! Mettitelo bene in testa. >
< No, Signore. I suoi occhi... il suo portamento... quel legame che ha lui con vostra figlia... Si guardano come due innamorati... >
< Magari quel ragazzo può provare dei sentimenti reali verso mia figlia, ma non può essere davvero André. Sono passati troppi anni... >
< Non abbastanza, Signore. E se solo voi mi potreste aiutare, lo smaschereremo insieme... >
Ma il padre di Oscar non aveva nessuna intenzione di mettersi in gioco sotto aspetti astratti dove le prove vacillavano sempre di più.
< Cercate di placare la vostra sete di gelosia e pensate lucidamente. Solo così potreste avere una possibilità con mia figlia. >
Rimasto visibilmente senza alleati mentre la voglia di ricercare la verità verso il rapace di Saint – Michel andava ben oltre la sua stessa vita, Alain prese una decisione tanto agognata quanto l'unica possibilità per tornare ad avere la sua Oscar tutta per sé.
< Signor Jarjares, non mi resta altro che sfidare il Rapace di Saint – Michel ad un duello. Solo così potrò riconquistare il mio onore oscurato da quel dannato damerino. >
< Che cosa fareste? >
< Ed io accetto la vostra richiesta, Alain Soisson. >
la voce roboante di André andava a mischiarsi verso l'incredulità che Armand provava per questa decisione.
< André, tu sei completamente impazzito > gli fece sottovoce Armand.
< Non chiamarmi così, Conte Armand... Da questo momento il mio onore e la mia voglia di rivincita prenderà il sopravvento. Una volta per tutte. >
E mentre quegli sguardi concitati andavano a squarciare quella notte di musica e di festa, Alain e André avrebbero ricevuto la loro gloria e il loro onore eterno, mentre il vincitore avrebbe continuato a vivere nell'esistenza di quell'amore ricercato che solo Oscar poteva consegnargli.

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Capitolo 11
*** Una mano che scalda il cuore ***


< Vuoi proprio farti ammazzare! > tuonò Armand contro André.
< Non ho avuto scelta. Ho la possibilità di uccidere Alain una volta per tutte. E non mi farò sfuggire questa opportunità. >
< Ma lui è molto più bravo di te con la pistola. >
< Questo non puoi saperlo, Arman. E poi potremmo fare un duello di spade. Non abbiamo ancora deciso. >
< Non ti rendi conto di quale dispiacere colpirai la tua amata Oscar appena saprà del tuo scontro con Alain? >
< Così finalmente potremmo vivere felici assieme. Ed io confesserò finalmente chi sono veramente alla mia Oscar. >
Armand era convinto che André stava correndo troppo frettolosamente in quella nuova vita che lo stava contraddistinguendo.
Non aveva ancora capito che i nobili avevano sempre un asso nella manica da giocare pur di rimanere in vita, anche cercando di barare.
< Tu non credi fermamente in me, Armand. Mi toccherà combattere da solo. >
< Che cosa vuoi dire? >
< Che tu non mi farai da padrino. Non voglio nessuno che non creda in me. Non lo potrei sopportare. >
< Mi stai forse dando il benservito? >
< Chiamalo come vuoi. Ma adesso lasciami in pace. Ormai mancano pochi giorni a quel duello che il povero Alain non avrà tempo per ricordare. >
Indignato per tale decisione compiuta, Armand lo minacciò di togliergli tutte le ricchezze che gli aveva prestato e lo aveva avvertito che la sua testa calda sarà il preambolo per una caduta rovinosa dove non si sarebbe mai rialzato.
< Vattene via! Non ho bisogno delle tue ricchezze! Non ho bisogno di nessuno! > gridò André fuori controllo distruggendo tutto quello che gli capitava tra le mani < Ho solo bisogno di ritrovare quell'amore perduto. Una volta per tutte. >

 

 

Andando a bere in una locanda la sera prima per prepararsi al duello, André aveva affogato i suoi dispiacere in bicchieri continui di vino, sperperando i pochi soldi che Armand gli aveva lasciato.
< Ehi, locandiere. Un altro, per favore. >
Rimasto completamente da solo in mezzo a quella landa di ubriaconi e in quel locale malfamato e poco illuminato, André non poteva minimamente aspettarsi di una visita improvvisata.
< Voi... Non è possibile. >
Quello sguardo di speranza.
Quel tocco familiare che André prediligeva come se fosse la mano venuta dal cielo per salvarlo e per fargli cambiare idea, gli fecero passare l'ubriachezza per farlo ragionare lucidamente come meglio credeva.
< Oscar, voi... >
< Ssh, vi prego >: fece la donna mettendogli l'indice davanti la sua bocca < Evitate di dire il mio nome. Non vorrei suscitare qualche scandalo trovandomi qua. >
< Che cosa ci fate? Infatti questo non è luogo per voi... >
< Sono venuta fin qui per farvi ragionare, André. La sfida che avete accettato contro Alain è al limite dell'inverosimile. Lui vi ucciderà senza pietà. >
< Che ci provi. Non sa ancora contro chi si è messo. >
< Nemmeno voi lo sapete! >
La voce dura e alta di Oscar fece in modo di far girare verso la sua direzione tutti quegli ubriaconi che avevano smesso improvvisamente di bere e di danzare.
< Meglio se usciamo di qui, André. Saremo più al sicuro. >
André si reggeva a malapena in piedi a causa di tutto l'alcol che aveva assunto e mentre per poco stava crollando verso Oscar, quest'ultima fece di tutto per prenderlo con sé.
< State attento. Così vi farete del male. >
Gli occhi di due si incrociarono ancora una volta, portando André ad emettere suoni di una prigionia che per troppo tempo lo stavano tenendo legato ad una vita che non gli apparteneva.
< Oscar, io non sono quello che voi credete... >
< Che cosa volete dire con ciò? >
< Io ho bisogno... di voi. Non posso essere solo contro Alain. Ho bisogno della vostra forza. >
< Sapete bene come io posso aiutarvi. Annullate questa follia. È per il vostro bene. >
< Mettendo così in gioco il mio onore? Non se ne parla proprio. Io devo riconquistarvi, oscar. È passato troppo tempo e quell'uomo non vi merita. >
< Riconquistarmi? Ma cosa stai dicendo? >
Esausto per la giornata e per l'accumularsi di tutte le cose, André cadde a terra distrutto mentre Oscar faceva una grande fatica nel farlo rialzare.
“Rapace di Saint – Michel, che cosa mi nascondete?”
< Oscar... Oscar, vi prego. Portatemi con voi. >
E nell'udire quelle ultime parole, Oscar portò André al sicuro nonostante il giorno dopo avrebbe per sempre sancito il destino di tutti, mentre domande senza risposte avrebbero attanagliato il presente di quella donna sulla reale identità di quell'uomo misterioso.
“Rapace... Chi siete veramente? In voi c'è qualcosa a me molto familiare, ma non posso confere tutto ciò con il mio amore che ho tenuto nel mio cuore tutto questo tempo. Voi forse non potrete mai capire.”

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Capitolo 12
*** Sei tu la mia follia ***


La notte era ancora oscura nel presente di Oscar e André.
Caricandosi l'uomo sulle spalle e poi sul suo cavallo, Oscar non poteva portare l'uomo a casa Jarjares, onde evitando di scatenare l'ira di suo padre o moltitudini di domande che la giovane donna non avrebbe potuto rispondere.
Oltre a ciò, poteva accadere che la donna si sarebbe imbattuta in Alain, cosa che non desiderava affatto.
Quell'uomo che aveva portato il Rapace nella perdizione e rischiare di perdere la sua stessa vita aveva spinto la donna a prendere quelle difese ritardate senza essere arrivata prima per fermare tutta quella follia.
Più Oscar guardava quell'uomo, più si rendeva conto che il suo amore della sua vita non era stato così vicino prima di allora.
Un forte legame che spingeva la donna a credere nell'impossibile e nell'incredulità.
E nel vedere quella disperazione che la stava improvvisamente abbandonando, la stavano spingendo a cavalcare più forte il suo cavallo per cercare quel riparo tanto agognato.
Fermandosi nel mezzo della notte mentre il freddo pungente sferzava le anime della coppia, alla fine la donna si fermò in una piccola capanna posta in mezzo al bosco.
Aprendo la porta e cercando di essere veloce per scaldare quella piccola abitazione accendendo un fuoco con le legna che erano nascoste sotto il caminetto.
In tutto ciò, il Rapace non si era ancora svegliato, ma sentendo lo strepitio e il calore che si stava emanando nella stanza, l'uomo domandò dove si potesse trovare.
< Adesso siete al sicuro. State tranquillo. >
Nel sentire quelle parole, André capì subito che quella voce non era nient'altro che quella di Oscar e quel calore tanto confortante gli fece capire di essere in paradiso.
< Che cosa è successo? >
< Diciamo che avete bevuto un po' troppo. Volevate dimenticare la vostra inutile follia? >
< Oscar... siete voi? >
< L'unica che davvero vi poteva salvare. Il vostro amico Armand dove si trova, lo ricordate? >
< L'ho trattato male. Aveva il vostro stesso e identico pensiero su questo duello: una pura follia. >
< Oltre a capire i vostri errori in ritardo vi potrei dire che siete alquanto sciocco. Ma non mi sembra il momento adatto per infierire su di voi. Avete bisogno di aiuto. E solo io e Armand possono darvelo. >
< Avete ragione. >
Alzandosi dal pavimento dove Oscar l'aveva adagiato e coperto, l'uomo stava cercando di riprendere quella lucidità perduta mentre Oscar non finiva di fissarlo.
< Oscar, non so quanto esservi grato per avermi salvato. >
< Dovere. Voi avreste fatto altrettanto. >
< Assolutamente. Avrei dato la mia stessa vita pur di salvarvi. >
< Anch'io avrei fatto ciò, sapete? Anche se non vi conosco appieno. >
< Davvero? Ma cosa vi spinge a credere... >
André si interruppe nel vedere gli occhi languoranti di Oscar che non facevano altro che fissarlo in tutto il suo essere.
Nel vederla, percepiva il dolore di quegli anni, il mancato amore e quella distanza maledetta che li aveva divisi per sempre.
André credeva in sé per sé che Oscar stava capendo tutto di lui, ma non si azzardò minimamente a confessargli chi fosse veramente.
< Sapevo che avevate il cuore di ghiaccio, madamigella Oscar > fece il Rapace con tono lieve e rassicuratorio < E pensare che mi avete aiutato, addolcisce di più il vostro cuore. >
< Credete davvero che io non abbia un cuore? >
< No. In verità avete un carattere forte in cui non cercate mai di spingervi oltre... >
< Voglio solo aiutare coloro che se lo meritano. Tutto qui. E poi voi... mi ricordate una persona a me molto cara... >
< Ah sì? Di chi si tratta? >
Oscar non riusciva a tenere nascosto i suoi veri sentimenti.
Sentiva dentro il suo cuore che quell'uomo non era altro che il suo amore perduto di un tempo.
Un amore che non era e che non aveva assolutamente voglia di dimenticare tutto ciò.
E mentre quella notte buia e fredda avrebbe portato quel calore agognato in quella casetta di legno, Oscar cercò quell'abbraccio tanto agognato verso lo specchio di quello sconosciuto che si faceva chiamare Rapace.
Mentre piombò verso André per cercare quel legame perduto, il suo viso andò ad incontrare quello di un sorpreso André prima che le sue labbra toccarono le sue.
Fu un bacio profondo e appassionato di quella donna che per troppo tempo aveva atteso il ritorno del suo cavaliere.
E anche se non aveva tutte le prove necessarie per capire se era veramente lui, André rimase in silenzio per assaporare quel momento e rimanere in sua compagnia tutta la notte per cercare quelle carezze che da troppo tempo gli erano mancate.
“André. Tu sei la mia benedizione. Ti ho aspettato per tutto questo tempo. E adesso che siamo da soli, ho voglia di sentirti tua mentre il tuo corpo mi protegge dalle intemperie e dalle maledizioni della vita.”

 

 

Mentre il calore del camino si era dissipato nella notte e le prime luci dell'alba cominciarono ad illuminare quella casetta. André credette fermamente di risvegliarsi in compagnia di Oscar.
Ma vedendo che tutto ciò non fu così, inizialmente credette che quegli abbracci, quei baci e quella notte d0amore furono solo un sogno che sarebbe rimasto nella sua testa.
Ma vedendo una lettera su un tavolinetto non molto distante da lui scritta proprio dalla sua Oscar, capì fermamente che non si era trattato di un sogno:

 

 

Ho passato la notte più bella della mia vita.
Non potrò mai dimenticare quello che i nostri sentimenti hanno provato nel nostro presente burrascoso.
E adesso che il momento della resa dei conti verso i nostri nemici è iniziato con le prime ore dell'alba, sono sicuro che vi farete trovare pronto e che vincerete la nostra guerra e tutta la lontananza che nel corso degli anni ci ha fatto allontanare.
Sì, André. Non c'è stato bisogno che tu mi confidassi chi sei.
Chi realmente tu fossi dinanzi a me.
La notte che ci ha accompagnati insieme mi ha fatto capire tutto e mentre mi svegliai rilassata e con il sorriso in volto, i tuoi tocchi non poterono che essere inconfondibili.
Mi sei mancato tantissimo ed è giunto il momento che gridiamo il nostro amore a tutti coloro che ci hanno voluto male.
Ho scritto queste parole per farti capire che non ti lascerò mai più andare e che non permetterò a nessuno che ti faccia del male.
Ecco perchè io ucciderò Alain per te.

E quando leggerai questa lettera, sarà troppo tardi.
Non potrai mai fermarmi, anche perchè sarà troppo tardi.
Tu non sai dove io possa trovarmi.
Mi farò viva io quando tutto ciò sarà finito e non ci sarà più nessuno che ostacolerà il nostro amore.
Con Affetto
La tua Oscar

 

André, in un primo momento, sentì il suo cuore sciogliersi nel vedere scritta quella dichiarazione d'amore che aveva sempre sognato.
Ma dall'altro lato, sapeva fermamente che Oscar era in pericolo di vita e non avrebbe mai permesso in nessun caso che si macchiasse di un crimine ignobile solo per colpa del suo egoismo e del suo onore.
Doveva riuscire a salvarlo correndo contro il tempo in quella landa boschiva completamente disabitata, cercando un aiuto impareggiabile che solo una persona poteva dargli.
Ma doveva correre.
Correre in mezzo a quella nebbia continuando a soffrire l'indicibile realtà del suo presente.

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Capitolo 13
*** Sarò io ad ucciderti ***


rientrando a casa Jarjares, la prima persona che André incontrò sul suo cammino era nient'altro che Armand.
< Cosa stai facendo? >
< Me ne torno tra la povera gente > spiegò l'u0omo < Questo mondo non mi appartiene. Ed io che credevo di riuscire ad avere un valido amico più che un valido servitore. Ti auguro il meglio in questo duello. >
André non poteva credere che Armand se ne stesse andando.
< Non puoi andartene adesso. >
< Perchè no? Adesso hai bisogno di me? >
André distolse lo sguardo da Armand, pentendosi di come lo aveva trattato in precedenza.
< Ti devo chiedere scusa... Io, non so cosa mi sia successo. Io devo credere in te e non posso rimanere da solo. >
< Credo che ormai sia troppo tardi, ragazzo mio. Hai scatenato una guerra irreversibile contro di te. E quando Alain scoprirà davvero chi sei, non potrai fare niente per sfuggire al tuo destino. >
< Armand, tu non puoi lasciarmi in valiade del mio destino. >
< E tu non dovevi lasciarmi da solo. >
Chiamando i servitori di casa Jarjares, Armand si fece scortare fuori mentre André era rimasto immobile e inorridito.
< Armand! Ho passato la notte più bella della mia vita con la donna che amo più di me stesso. E adesso che sta cercando di prendere i miei peccati al mio posto, non posso lasciarla da sola. Dimmi almeno dove si trova Alain. >
< Dietro il parco di questa villa. Troverai lì Alain che si sta allenando... Il mio tempo qui è finito. >
Andandosene verso l'ignoto e lasciando André ancora una volta interdetto, André intravide Reyner Jarjares intento a preparare le armi per il duello.
< Rapace. Sono contento di rivedervi. >
< Signore, sapete dirmi dove si trova vostra figlia? >
< Credo che sia impossibile ragazzo mio visto che non la vedo da giorni. Quella donna è come un aquila libera nel cielo in attesa di attaccare la sua preda. >
< E credo proprio che farà questo, mio Signore. >
< Che intendete dire? >
< Vuole uccidere Alain al posto mio. Non posso permettere che si macchi di un simile crimine. >
< Ma cosa dite? >
< Mi ha scritto una lettera questa mattina quando questa notte io e lei... >
Ma André si interruppe improvvisamente fissando lo sguardo pieno di irritazione dell'uomo.
< Che cosa avete fatto voi e lei... >
< Una notte d'amore assieme. Per coronare il nostro sogno d0amore ritrovato dopo tanti anni. >
< Ma cosa vuoi dire con ciò? >
E fu in quel momento che il Rapace confessò la sua identità.
> Sono incredulo che voi, un uomo di tale arguzia e ingegno, non mi abbiate riconosciuto... >
< Io invece l'ho fatto, André. >
Sentendo la voce di Alain avvicinarsi ai due uomini, il cuore di André sentiva solo ripulsione e quella voglia di vendicarsi che stava ancora una volta prendendo il sopravvento.
< Ti ho atteso per molto tempo. E adesso, che posso ucciderti con le mie stesse mani, posso finalmente vedere strisciare il tuo sangue ignobile in questa vita. >
< Non riuscirai mai ad uccidermi. >
< Davvero? Voglio rendere interessante il nostro ultimo e fatidico incontro sfidandoci a spada. Voglio vedere una tua lenta e dolorosa morte. >
Sguainando la sua spada e attaccando André per ferirlo sulla spalla, il padre di Oscar si mise in mezzo per placare questa ingiustizia ignobile.
< Non potevate attaccarlo! Non ne avevate il diritto! >
< Voi tacete una volta per tutte! >
Ferendo anche il padre di Oscar, Alain aveva atteso per troppo tempo tale momento.
< Voi, Signor Jarjares, siete un nemico di questa nazione come mio acerrimo nemico. Mi avete messo il bastone tra le ruote per troppo tempo. Prima mi avete negato l'amore che provavo per Oscar e adesso... volete aiutare il mio acerrimo nemico. Mai e poi mai potrete continuare a distruggermi. >
< NO! >
Sguainando la spada del Generale Jarjares, il duello tra Alaine e André si consumò con atrocità e vendetta repressa.
Ferito a causa dell'attacco a tradimento subito, André cercava di difendersi con lealtà mentre il dolore alla spalla aumentava sempre di più.
< Che voi siate dannato, Alain! >
< Non posso permettere che qualcuno si frapponga tra me e Oscar. E se io non posso averla, non la potrà avere nessun altro! >
Mentre l'ira diventava sempre più incontrollabile, Alain ferì ancora una volta André sulla sua spalla dolorante.
L'uomo non riusciva più ad alzarsi, mentre Reyner Jarjares era ancora tramortito a terra,
< Una fine più onorevole da parte vostra visto che la prigione non vi ha fatto diventare polvere. >
< Uccidermi non sistemerà niente nella vostra vita, Alain. >
< Non potete saperlo. E adesso, morirete! >
Ma prima che Alain potesse dare il colpo di grazi al suo nemico, venne colpito mortalmente alla schiena da un colpo di pistola sparato da Oscar. >
< Oscar, voi... >
< Ci avete fatto soffrire per molto tempo, Alain. Adesso è venuto il momento che vi meritate la morte più cruenta. >
< Io... volevo solo conquistare l'amore per voi... Io non posso credere che preferiate questo uomo. >
< André è l'unico uomo che è riuscito davvero a capirmi. E voi e la vostra gelosia ci avete quasi distrutto la nostra esistenza. E anche se la vostra morte sarà molto più rapida del previsto, è giusta questa fine per voi. >
< Non finché riuscirò ad alzarmi! >
E per ripagare i colpi ricevuti, fu André a recare il colpo di grazia verso Alain, colpendolo al cuore e uccidendolo all'istante.
Il dolore di quel combattimento misto al dolore di tale lontananza, ora poteva mostrarsi alla luce del sole una volta per tutte.
E mentre l'amore era più forte di qualsiasi altra cosa, il dolore fisico non poté condurre il povero André ancora tra le braccia della sua amata.

 

 

Risvegliandosi con la fasciatura alla spalla, al suo capezzale, oltre che alla sua amata Oscatr, ci fu il suo fidato amico Armand.
< Alla fine ce l'hai fatta. >
< Sei tu, Armand. Sono davvero contento di rivederti. >
< E a me dispiace motlo averti abbandonato, ma in fondo la situazione era tutta sotto controllo. Finalmente hai tolto dimezzo quell'uomo. Ma cosa ancora più importante è che tu e Oscar possiate rimanere insieme per l'eternità. >
< E non avrei potuto esaudire il mio unico desiderio senza il tuo aiuto. >
< L'ho fatto con piacere. Perchè tu ti meriti un presente diverso dal mio passato. >
< Che cosa vuoi dire? >
< Che è inutile rivangare il mio passato di nobile... E ora che posso davvero vederti felice, mi hai restituito tutto quello che mi hanno tolto. >
E nel vedere Oscar ancora felice per come il suo amore non aveva mai smesso di battere per André, Armand capì che era il momento di andare.
< Ci rivedremo, André. Qui o in un altra vita. Chissà. >
E lasciandoli da soli, Oscar non perse tempo nel dare quell'amore perduto ad André.
< Ti amo, Oscar. >
< Ti amo anch'io, André. Per ora e per sempre... In questa vita che ci ha dato solo dolore e solitudine. >
< Ma il continuo della nostra storia d'amore è solo l'inizio di un futuro assieme. Per tutta la vita. >
< Ora e sempre per sempre > disse infine Oscar addormentandosi abbracciato in quel legame con André che da troppo tempo aveva atteso.

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