Destini

di Elodar76
(/viewuser.php?uid=1041968)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Le strade di Parigi mi fanno orrore, sporche e maleodoranti sono piene di pezzenti, guardo con una smorfia di disgusto dal finestrino della carozza la via che stiamo percorrendo.

Il ricordo degli abiti che ho appena ordinato da Rose Bèrtin, la modista da cui si veste anche la Regina , mi rallegrano per un attimo.

Sono ben sessantacinque solo per questo mese! Ma io sono molto in vista, quasi quanto la Regina Maria Antonietta e devo essere sempre perfetta.

Comunque non mi devo preoccupare di nulla, la mia nobile amica mi ricopre d'oro solo per avere la mia amicizia per lei speciale.

Mentre sono assorta in questi pensieri futili,

improvvisamente un' urto fortissimo fa vacillare la carozza , poi uno schianto

seguito da un' urlo di dolore disumano.

Madreeeee, cosa vi hanno fatto? madre miaaaa

Dal finestrino della carozza intravedo una ragazza bionda ed esile vestita di stracci, poco più di una bambina , chinata sul corpo della madre.

I nostri occhi si incontrano per un' istante che mi sembra eterno.

Non potrò mai dimenticare quello sguardo pieno d'odio annegato tra le lacrime dei suoi grandi occhi chiari.

Mi fissa e mi urla in faccia parole come pugnali

che voi siate maledetta! L'avete uccisa! avete ucciso mia madre .

Io non avrò pace finché non mi vendicherò!

Un ragazzo alto dai capelli scuri la strattona per un gomito cercando di farla ragionare, e lì propio nell' udire quelle parole, lì in quel preciso momento ha inizio il mio calvario.

Accorrete la signora Lamòrliere è stata uccisa da una carozza nobile! Rosaliè ti prego calmati! non puoi metterti contro di loro lo sai bene!

Quel nome mio Dio!

Il destino infame si fa gioco di me, mi ritrovo tremante a pregare in silenzio.

"Oh mio Signore! sprofondami all'inferno in questo momento perché lo merito. La mia anima è impura, le mie mani sporche di sangue innocente"

Riesco solo a balbettare un' ordine al cocchiere , sono nella confusione più totale e sento gravare un' enorme peso sul petto , il battere vorticoso del sangue nelle tempie mi destabilizza.

via, andiamo via... subitooo!

Mentre la carozza a gran velocità prosegue verso Versailles ,lasciandosi dietro un drappello di persone piangere la sventurata ,prendo a tremare convulsamente mentre la nausea sale sento il sapore aspro della bile nella bocca.

Il fazzoletto di batista premuto sulle labbra, riesce a bloccare un conato, sudo freddo mentre mi sento quasi mancare.

Io Yolande Martine Gabrielle duchessa de Polignac, bella e sfacciatamente ricca , favorita della Regina di Francia , avevo appena ucciso colei che mi salvò nel momento della mia più cupa disperazione.

Ella non era una donna qualunque, il nome scandito dal ragazzo non poteva trarmi in inganno!

Era la donna a cui avevo affidato la mia primogenita , nata quando avevo solamente quindici anni.

Amavo suo padre , un nobile che scoprìi troppo tardi fosse già sposato.

Egli dopo avermi avuta completamente, perse presto il suo interesse nei miei confronti, il mio sogno d'amore si infranse ,ed io scoprìi presto di essere rimasta in stato interessante e nascosi a tutti la mia colpa.

Appena nacque la bimba, la abbandonai alle cure di questa popolana che prestava servizio propio nel palazzo di lui.

Anche lei aveva una bimba piccolina dai boccoli neri, mi sembra di ricordare si chiamasse Jeanne....oh la mia testa! Sembra esplodermi dal peso dei ricordi.

La mia Rosaliè.

Lei , quel piccolo corpicino pieno di furia cieca...mia figlia!

Sento ancora nelle orecchie le sue urla e il suo pianto inconsolabile.

Incrocio le mani in preghiera fortemente, finché le nocche diventano bianche, sulla bocca tremante una preghiera muta...

"Signore abbi pietà di me".

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Questa notte la luna è magnificamente piena e luminosa, rischiara con la sua fredda luce ogni cosa nel fitto bosco in cui ci troviamo.

L'agguato che avevo studiato da tempo è andato a buon fine, perfettamente propio come avevo calcolato.

Ora lei è qui in piedi davanti a me...Yoland de Polignac .

La pistola è pesante, la tengo saldamente con entrambe le mani, le braccia in linea retta dinanzi a me mirando contro di lei.

La vedo arretrare con gli occhi sbarrati dal terrore, ed io non provo nessuna pena per lei , propio come lei non ha avuto pena della mia povera madre.

Mia madre non siete voi...duchessa di Polignac! Mi avete partorita, ho il vostro sangue nelle vene questo è vero! ma non lo siete mai stata veramente e non lo sarete mai per me, mai per il mio cuore

Un odio viscerale mi sale e mi avvolge come nebbia i pensieri intorbidendoli.

Ora vi ucciderò come voi avete fatto con mia madre

La mia mira è buona, madamigella Oscar mi ha insegnato tutto sulle armi e su come usarle senza sbagliare.

Oscar è stata l'unica che mi ha compreso profondamente dopo avermi accolta nella sua casa, una sera in cui vagavo stremata propio per cercare questa donna e compiere la mia vendetta .

Oscar mi ha trattata come una di famiglia, mi ha insegnato tanto e avevo quasi perso la speranza quando un giorno scoprìi per caso il nome di quella che in realtà era la mia vera madre .

Allora tutta la rabbia che sembrava svanita si fece vampa come fuoco appena soffocato sotto la fine brace, ed ora sono qui e fisso negli occhi il mio passato beffardo.

Ti prego Rosaliè, io non voglio morire ...non voglio!

Ti prego perdonami per il dolore che ti ho arrecato , sei mia figlia...io non sapevo cosa fare... ero così giovane

Il dito sul grilletto trema un poco, ma è solo un piccolo cedimento, poi ritorno sicura di me.

La mia voce scandisce ogni parola con voce chiara e netta, nessun cedimento né rimorso.

Non meritate di vivere, siete una persona abbietta, non vi siete fatta scrupoli di abbandonarmi in fasce, ma per questo credo di dovervi ringraziare, sono cresciuta nella povertà delle cose ma il vero amore non mi è mai mancato!

Il giorno dell'incidente potevate fare qualcosa invece siete scappata, è per questo che dovete pagare con la vostra vita...ora

Le gonne sollevate con le mani mentre cerca di correre via urlando in preda al panico, la vedo come al rallentatore correre di schiena mentre sparo un colpo secco.

La vedo cadere in terra.

Lacrime cocenti mi bagnano le gote quando sento delle braccia afferrarmi e stringermi.

È madamigella Oscar! Piango affranta sul suo caro petto, mentre André controlla il corpo della duchessa stesa a terra completamente immobile.

Ho sparato Oscar...avevo tanta rabbia dentro che mi stava soffocando, il braccio si è mosso da sé singhiozzo.

Oscar mi guarda negli occhi, quei suoi occhi che sanno essere ghiaccio e fuoco , vedo che guarda André e gli fa un cenno col capo, ritorna a guardarmi dolcemente e mi stringe a sé.

Sono una vigliacca Oscar ...ho sparato alla luna...alla luna!

Vedo la duchessa riprendersi tra le braccia di André, e in fondo ne sono sollevata...non avrei potuto togliere la vita ad una persona...non io.

Ed Oscar lo sapeva , mi ha seguito ma non ha interferito perché sapeva .

Sapeva che io non sono una vera Polignac, non lo sarò mai.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4073054