Two weeks notice

di RobyLupin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Giorno I- Annuncio alla sede dell’Host Club ***
Capitolo 3: *** Giorno II- Lasciate a se stesse, le cose tendono ad andare di male in peggio ***
Capitolo 3: *** Giorno III, p. I- Ogni soluzione genera nuovi problemi ***
Capitolo 5: *** Giorno III, P. II- Quando non può andar peggio di così, lo farà ***
Capitolo 6: *** Giorno IV – I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedirgli di nuocere ***
Capitolo 7: *** Giorno V – Se le cose sembrano andar meglio, c'è qualcosa di cui non stiamo tenendo conto. ***
Capitolo 8: *** Giorno VI - Ricordi, punti di vista & succo d’arancia ***
Capitolo 9: *** Giorno VII, P. I – Risvegli ***
Capitolo 10: *** Giorno VII, P. II- Iris ***
Capitolo 11: *** Giorno VIII- Fratelli ***
Capitolo 12: *** Giorno IX- Umi ***
Capitolo 13: *** Giorno X – Fratelli (II) ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Piccolo annuncio provvisorio per i nuovi lettori! I capitoli "Giorno III, Parte I" e "Giorno III, Parte II" devono essere provvisoriamente selezionati direttamente dalla barra, causa problemi tecnici. Non tentate di accedervi con le freccine, perchè non li troverete. Scusate il disagio. Confido che il problema si risolverà al più presto. ^^


Two weeks notice

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Allora... Questa storia è nata da una frase detta dal padre di Kyouya alla fine dell'anime (e cioè che avrebbe voluto che Haruhi sposasse suo figlio in futuro). Dalla reazione che ha avuto il padre di Tamaki, ho capito che per Haruhi si prospettavano tempi duri con quei due, perciò ho voluto immaginare (in chiave totalmente demenziale, s'intende) un possibile sviluppo della faccenda.

Ultimissima cosa, poi vi lascio andare, promesso: questa è la prima storia in cui inserisco termini giapponesi. In fondo al capitolo troverete una piccola legenda sul significato. Ditemi se la cosa risulta chiara o meno, ok? ^^

Bene, buona lettura. Ci vediamo in fondo al cappy! ^^


Prologo


Tadaima!Haruhi chiuse la porta alle sue spalle, allentando leggermente la cravatta della sua uniforme. “Otou-san, sei in casa?”

“In salotto, Haruhi!”

La ragazza aprì la porta scorrevole del salotto, per poi richiuderla subito dopo, chiudendo gli occhi.

Non era possibile, doveva aver visto male. Decisamente male. Probabilmente era un’allucinazione dovuta alla fame, ad un calo improvviso di zuccheri, ad un botta in testa che aveva preso senza accorgersene. O, magari, era dovuto a qualche strana sostanza che i gemelli le avevano messo nel the quel pomeriggio. Sì, decisamente doveva essere andata così. Ora avrebbe riaperto la porta e avrebbe trovato suo padre tranquillamente seduto al tavolo a bere il the, il caffè, o qualunque altra cosa gli fosse venuta il mente.

Inspirò profondamente, facendosi coraggio, e riaprì la porta.

Poi, semplicemente urlò.

“Lei… Lei… Lei…” Balbettò indicando shockata uno degli imprevisti ospiti. “E… E… Anche lei…” Aggiunse indicando il secondo. “Voi… Voi…” Concluse indicandoli entrambi.

Questi le sorrisero cordialmente, ignorando deliberatamente i balbettii incoerenti della giovane.

“Oh, Haruhi, non essere maleducata. Accogli come si deve i nostri gentili ospiti.” La riprese il padre, guadagnandosi un’occhiataccia da sua figlia che lo fece iniziare a sudare freddo.

Uno dei due, vestito di un’elegante completo bianco, prese a ridere.

“Non si preoccupi, Fujioka-san, è normale che sia sorpresa.” Disse piuttosto bonariamente.

“Fujioka-san non si aspettava certamente la nostra visita improvvisa.” Aggiunse l’altro uomo lisciandosi il pizzetto. “Come, del resto, io non mi aspettavo di imbattermi in te…” Concluse poi rivolgendosi al suo compare, che scoppiò a ridere di nuovo.

“Non avrai sul serio creduto che ti lasciassi campo libero, vero?”

“Credevi te lo avrei lasciato io?”

“Ehm… Sumimasen… Ootori-san, Suoh-san… Come mai siete qui?”

I due uomini d’affari fissarono Haruhi negli occhi, facendola arrossire leggermente.

“Vedi, Fojioka-san…” Iniziò Suoh. “… Credo proprio che abbiamo avuto la medesima idea…”

“Già, ed essendo noi uomini d’affari, conoscendo l’uno le intenzioni dell’altro, abbiamo deciso di non perdere tempo, cercando di battere l’altro sul tempo.”

“E così, ci siamo ritrovati entrambi qui. Stavamo giusto iniziando a discutere della faccenda con tuo padre quando sei tornata, Fujioka-san.”

“Faccenda…?” Chiese lei sorpresa, spostando lo sguardo su suo padre, che si limitò a scuotere la testa, ignaro quanto lei.

Confusa, si sedette accanto a Ranka, aspettando che uno dei due uomini si decidesse a continuare il discorso: che uno dei suoi sempai avesse combinato qualcosa? No, era escluso. Insomma, si fosse trattato solo di Suoh-san, avrebbe potuto credere che Tamaki avesse provocato uno dei suoi soliti danni, ma se anche Ootori-san era lì, doveva esserci un altro motivo: dubitava che Kyouya avrebbe potuto fare qualunque cosa in modo meno che perfetto.

Il padre di Tamaki si schiarì la voce, richiamando la sua attenzione.

“Vedi, Fujioka-san, il motivo per cui siamo qui è per parlare del tuo futuro…”

“Il mio… Futuro…?”

Il padre di Kyouya annuì.

“Esattamente. Sai, abbiamo entrambi grandi progetti per te, Fujioka-san. Dato però che sono contrastanti, abbiamo convenuto che sarete tu e tuo padre a prendere la decisione finale…”

“Vorrei ben vedere…” Pensò la ragazza senza parole di fronte alla considerazione praticamente nulla con cui era stata trattata la sua libertà personale. “Stupidi ricchi…”

“Sono sicuro che prenderete la decisione migliore…” Aggiunse il preside.

“Sicuramente…” Convenne Ootori-san guardando di traverso l’altro.

Una muta sfida passò tra i due, facendo istantaneamente abbassare la temperatura della stanza.

“E… Ehm… Esattamente, cosa intendete per progetti…?” Intervenne Haruhi.

I due uomini la guardarono sorridendo in modo strano, facendo subito pentire Haruhi di averli incontrati.

“Vedi Fujioka-san…” Iniziò Ootori-san.

“… Entrambi siamo rimasti molto colpiti dalla tua intelligenza e dalla tua personalità…”

“Molto, molto colpiti…”

Haruhi annuì: che stessero per proporle di lavorare in una delle loro società una volta finita la scuola? Magari di diventare il loro rappresentante legale?

“… Per questo, volevamo proporti un ottimo affare, in grado di apportare numerosi benefici ad entrambe le parti interessate.”

Poi, entrambi, si volsero verso un sempre più confuso Ranka.

“Per questo però, servirà anche il suo consenso, Fujiaka-san.”

“Di… Dite…” Balbettò il padre di Haruhi colto alla sprovvista.

Entrambi i due uomini d’affari si chinarono rispettosamente davanti a padre e figlia.

“Sarei onorato se sua figlia acconsentisse a sposare mio figlio!” Urlarono all’unisono.

Haruhi, stavolta, non urlò.

Semplicemente, svenne.



Quando rinvenne, Haruhi non riaprì subito gli occhi, terrorizzata dall’idea di trovare di fronte a lei i padri dei suoi sempai.
Dopo qualche secondo, però, si costrinse a riaprirli lentamente.

Sospirò di sollievo nel vedere il viso di suo padre chinato su di lei.

“Otou-san, meno male, sei tu…” Si rialzò lentamente a sedere, massaggiandosi le tempie. “Credo di aver avuto un incubo. Ho sognato che i padri dei miei sempai venivano a casa nostra e mi chiedevano in moglie. Assurdo, vero?”

“Ehm, Haruhi…” Iniziò Ranka.

“Sì, Otou-san, lo so che è pazzesco, non so…” Le parole, però, le morirono in gola non appena alzò lo sguardo: Othori-san e Suoh-san la fissavano dall’altra parte del tavolo. “Papà…” Aggiunse voltandosi verso il genitore. “… Sto ancora sognando, vero?” Ranka scosse mestamente la testa. “Ma… Ma…”

“Allora, la tua risposta?” Chiesero all’unisono i due uomini.

Haruhi li fissò qualche istante.

“No.”

“Come?!” Urlarono i due.

“No.”

“Inaccettabile.” Sbottò Ootori-san. “Devi operare una scelta, Fujioka.”

Si sporsero sul tavolo.

“Quale vuoi?” Urlarono all’unisono.

“Nessuno.”

I padri di Tamaki e Kyouya la fissarono inebetiti per qualche istante. Poi, Souh-san sorrise, come illuminato da una qualche verità innegabile.

“Ma certo, ho capito!” Haruhi lo guardò diffidente: non sapeva cosa aspettarsi dal padre di uno come Tamaki. “La verità, Fujioka-san…” Continuò puntandole contro un dito sotto lo sguardo allibito di tutti. “… È che i nostri figli sono entrambi così meravigliosamente pieni di qualità che non sai quale scegliere!”

“Oh…” Fu il commento di Ootori-san. “Ma certo!” Si voltò di nuovo verso Haruhi, sorridendo furbo. "Sei più astuta di quanto pensassi, Fujioka-san. Ma non posso darti torto: è ovvio che devi sincerarti accuratamente della scelta migliore da compiere per assicurarti un ottimo futuro. Degna della famiglia Othori..."

"Così come della famiglia Suoh... Hai un vero talento per gli affari, Fujioka-san..."

“Ma… Veramente…” Tentò di intervenire la ragazza. Inutilmente, visto che Suoh-san e Ootori-san erano troppo impegnati tra loro per darle retta.

“Propongo una sfida, Ootori!” Annunciò Suoh-san. “Avremo due settimane di tempo per convincerla a scegliere uno dei nostri figli! Chi vincerà, avrà Haruhi!”

“Accetto!” Concluse il padre di Kyouya stringendo la mano che gli era stata offerta. “Ma non credere che ti lascerò vincere, Suoh.”

“Lo vedremo…”

Haruhi, dal canto suo, guardò la nascita della rovina della sua ancor giovane vita.

Un urlo di ragazza risuonò per il quartiere, quella sera.

“ARIENAI!”




LEGENDA:

- Tadaima: Sono a casa

- Otou-san: Papà

- "-san": Signore/a. è un titolo onorifico sia femminile che maschile.

- Sempai: Studente più grande.

- Sumimasen: Scusa (si usa anche per chiedere informazioni).

- Arienai: Impossibile



Allora, spero che il prologo abbia attirato la vostra attenzione.

Ho già in mente quale sarà la coppia che si formerà alla fine, ma non verrà svelata (spero) fino alla fine di tutto, perciò spero di leggere le vostre congetture in proposito (mi diverto troppo tanto)! Con chi si metterà Haruhi, secondo voi? ^^

Ora vi saluto. Spero mi direte che ne pensate... ^^

Baci^^

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Capitolo 2
*** Giorno I- Annuncio alla sede dell’Host Club ***


Documento

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Dedico questo capitolo alla mia beta Hachi (alias calcifer85), che si è masochisticamente offerta di betarmi questa fiction nella sua intierezza, a suo totale rischio e pericolo (e anche mio, se ciò dovesse influire sulla sua già precaria sanità mentale... XD). Questo cappy è per te, Hachi! ^^



(...)= Discorsi di Hikaru

*...*= Discorsi di Kaoru *(...)*= Discorsi dei gemelli

[...]= Discorsi di Haruhi

+...+= Discorsi di Mori

@...@= Discorsi di Honey

$...$= Discorsi di Kyouya (da notare il simbolo usato, per niente scelto a caso... U_U)

#...#= Discorsi di Tamaki



L'ANGOLO DELLA POSTA

Presentano RobyLupin & The Host Club

R: Ciaoz! ^^ Benvenuti a questo sprazzo di pazzia generale che costituirà l’Angolo della Posta di questa FF.

Ha: Era proprio necessario?

R: Ovvio che sì, Haru-chan! ^^

Ha: Haru-che?! >-<

R: Zitta e subisci. Vuoi che ti elimini dalla storia?

Hu: Sinceramente?

R: Era una domanda retorica… Non stressare la gente, Haru-chan, o ti do in pasto a Kyouya appena sveglio…

Hu: O_O’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’’

R: Appunto… U_U

Ha: Ehm.. Ok, ma… perché loro sono qui?

Hi *Abbracciandola stile cucciolo*: Haruhi…

K *Come sopra…*: … Non ci vuoi qui con te?

Ha: E’ un’altra domanda retorica, vero? -.-

T: Haruhi, dovresti essere più gentile con i tuoi fratelli…

Ha *Battendosi una mano sulla fronte*: Ma perchè proprio a me?

Ky *Scrivendo sul suo block-notes*: Per otto milioni di buone ragioni...

Ha: Era un'altra domanda retorica questa, Kyouya-senpai. Non c'era bisogno che mettessi il dito nella piaga... -_-

R: Ma com'è che oggi siete fissati con le domande retoriche? E' una cosa monotona, mi fate annoiare i lettori! è_é

Hi&Ka: Guarda che la colpa è tua, stupida scrittrice!

R: Ringraziate che vi adoro, voi due, altrimeti avrei già pronta una tortura cinese da provare su di voi... *_*

Ho *Tirando Haruhi per la giacca e ignorando completamente la sottoscritta*: Ne, Haru-chan, non ti piace rispondere ai lettori? *Sorridendo e circondato da fiorellini* A me piace tanto! ^o^

R *Abbracciando Honey e coccolandolo*: Come sei carinooooo!!! >.<

Mo *Sbucando da dietro all'improvviso*: Mitsukuni...

R *Sfuggendo per un soffio ad un triplo infarto*: Uaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

Ho *Sorridendo e saltando in braccio a Mori*: Takashi! ^o^

Hi&Ka *Pungolando la sottoscritta per verificare se sono viva*: Stai bene?

R *Ridandosi un contegno*: Ehm, ehm... Ma certo! E ora, sotto con le risposte... I lettori si staranno annoiando con le nostre chiacchiere inutili! U_U

Hi&Ka: E allora perchè le hai scritte? -.-

R *Come se fosse ovvio*: Per fare scena. U_U

Tutti: -_-

- Artemis_e_Claude: Be', se i due malati mentali - alias i due padri idioti dei senpai - ti sono piaciuti nel Prologo, credo proprio che in questo capitolo li troverai particolarmente... scatenati! ^^ (Secondo me sono troppo scatenati... U_U) *Già, troppo... U_U* Che volete, mi sono sfuggiti di mano... Soprattutto il padre di Tamaki... E' come se avessero preso vita e io non potessi fermarli... O.o''' $Ciò denota una mancanza di professionalità preoccupante... U_U$ Kyouya, ti ci metti anche tu, ora? $Hai trasformato mio padre in un pazzo. Posso commentare la cosa?$ Non l'ho fatto diventare un pazzo... Non ancora, almeno... U_U $-.-$ ^^ Comunque, sono contenta che la storia interessi anche ad una slasher convinta... è realizzante come cosa! XD Sono anche contenta che la legenda sia utile, visto che le parole giapponesi da usare non mancheranno di certo! *.* $Andresti d'accordo con Tamaki su questo punto... U_U$ #Io adorooooo la cultura giapponese, sai Roby? ^^# No, Tamaki, tu ne sei ossessionato, che è ben diverso direi... U_U #ç_ç# Comunque, spero ti piacerà anche questo capitolo! Baci^^

- totoby: Eccoti accontentata. Spero ti piacerà anche questo capitolo! Grazie per il commento! ^^ #Sì, grazie!! ^o^#

- Hinata707: Ehm... Hinata, ho una buona notizia e una cattiva per te, mi sa... Da quale parto, ragazzi? *(E che c'importa a noi?)* $Non vedo erchè dovrebbe interessarmi...$ Siete crudeli e insensibili! Stupidi ricchi viziati! >.< [Parti dalla cattiva, è meglio...] #Oh, Haruhi, la tua dimostrazione di saggezza plebea è ammirevole! ç_ç# [E' solo buon senso... -_-] Già, certo... U_U Comunque, Hinata, la cattiva notizia è che, da quel che ho letto, non è prevista una seconda serie di Host Club. L'anime è stato prgettato per 26 episodi, e tali resteranno. Anche per il semplice fatto che, essendo il manga ancora in proseguimento, non c'è abbastanza materiale per un seconda serie. Anche io ci speravo, invece... ç_ç Non ci resta che sperare che, finito il manga, i produttori decidano di finire l'anime visto che, effettivamente, quella dell'anime è una non-fine... -.- @Quindi non ci sarà una seconda serie con noi protagonisti? ç_ç@ No, Honey, mi spiace... ç_ç @Ueeeeeee! T_T@ -Abbracciandolo e coccolandolo- Su, Honey, stai tranquillo ora... C'è sempre il manga, in fondo... ^^ @Hai ragione! ^o^@ E, a proposito, la buona notizia: se ti interessa, posso consigliarti un sito da cui scaricare il manga, ma è in inglese, perciò dimmi tu. ^^ Grazie ancora per il commento, spero ti piacerà l'aggiornamento... Baci^^

- calcifer85: Hachi!! Visto che, alla fine, ho aggiornato? Scusa se ci ho messo tanto dopo che mi hai rimandato il cappy, ma ci metto più a scrivere queste artistiche... *(Intendi stupide, vero?)* ... Chiudete il becco! è_é Dicevo... Queste artistiche recensioni, che il capitolo... Sorry... ^^'' Per consolarti, se vuoi ti offro Kyouya a un prezzo scontato! Ne, Kyouya? ^^ $Quanto ci guadagno?$ Farai felice una ragazza e io non morirò spellata viva... ^^''' $Quanto?$ Mi spiace, sono al verde... ç_ç $Allora scordatelo.$ Cattivo... ç_ç $U_U$ Senti, Hachi, non è che ti va bene anche Tamaki? #Eh? Si parla di me?# Esatto, Tamaki! Non è che vorresti far felice una ragazza? ^^ #Ma certo! ^o^# Perfetto! Hachi, te lo spedisco con posta prioritaria! In un paio di giorni te lo ritrovi a casa, contenta? ^^ Baci, ci becchiamo domani! ^^

- simply_me: Volevi sapere la reazione dei due pargoli? Eccola qui! Spero ti soddisferà abbastanza! XD $Potevi farmi dire più battute...$ E io che ci guadagnavo? U_U $Non rubarmi le battute!$ Denunciami... U_U $-Prendendo il cellulare- Pronto...? Vorrei denunciare un'autrice molesta per appropriazione indebita. Sono Kyouya Ootori...$ Ehi, che stai facendo? O.o''' -Gli strappa il cellulare dalle mani- Sei fuori di testa? O.o? (Avresti dovuto prevederlo...) *Mai dare cattive idee a Kyouya-senpai...* Sì, ma... @Kyo-chan prende sempre alla lettera certi suggerimenti... U_U@ L'ho notato... O.o''' $Allora?$ -Sconfitta inesorabilmente- Ti restituisco le battute. Non oserò mai più rubartele, Kyouya... $Bene. Per quanto riguarda il risarcimento danni morali...$ Che? O.o?? Scherzi? $-Sorridendo candidamente- Certo che no. ^^$ ç_ç Possiamo discuterne dopo? $D'accordo. -Tira fuori una calcolatrice- Devo fare due conti, nel frattempo$ Ho paura... ç_ç

- Lan: Thanks, sono contenta che ti sia piaciuta! Come vedi ho aggiornato! Spero che ti piacerà anche questo capitolo! ^^ #E se vuoi buttarti nella fiction, non hai che da chiedere! L'Host Club è sempre lieto di accogliere nuove clienti! ^^# Tamaki, smettila con la pubblicità gratuita! Mi sembri Kyouya! è_é Grazie di nuovo! ^^

- kri-chan: [Ma se non vuole immaginare, perchè legge?] Haru-chan, è solo un modo di dire... In realtà è curiosa. Prendi sempre tutto troppo alla lettera, tu... U_U #Graaaazie kri, per fare il tifo per me! Tu si che hai gusto... ^o^# *(Lord, stai forse sminuendo Kyouya-senpai come rivale? XD)* $*_*$ #O.o'''# Che tristezza... -.- [Concordo... U_U] #Haruhi,anche tu sei cattiva col tuo Otou-san? ç_ç# [-_-''] Oddei... -.- Comunque... Sai, Kri? La tua idea di Honey-senpai non è poi così male... Potrei anche farci un pensierino, sai?XD


R: Bene, l'Angolo della Posta finisce qui... ^^

Ho: Ma Takashi non ha avuto battute! ç_ç

Mo: ...

R: Be', Honey, mica posso costringerlo ad aprire bocca, ti pare? U_U

Ho: ç_ç

R: Dai, la prossima volta gli faccio dire qualcosa, ok? ^^

Ho *Sorridendo, circondato da fiorellini*: Ok ^o^

R: Come sei cariiinoooo!! >.< *Rivolta ai lettori* Vabbé, ora vi saluto, gente! Buona lettura! ^^



Giorno I- Annuncio alla sede dell’Host Club

“Ittekimasu!”

“Itterashiai, Haruhi!”

Haruhi uscì dalla porta d’ingresso, scendendo le scale di corsa. La sera prima, a causa dello shock provocatole dai padri dei suoi senpai, non era riuscita a chiudere occhio; sarebbe stato un miracolo se fosse riuscita ad arrivare puntuale a scuola.

“Haru-chan!” La ragazza si bloccò all’istante, chiudendo gli occhi, spaventata all’idea di ritrovarsi davanti il proprietario di quella voce. Lentamente li riaprì, voltandosi. “Haru-chan! Che aspetti? Vieni qui e abbraccia il tuo Oji-san!”

Il padre di Tamaki le si avventò contro, tentando di stritolarla in quello che avrebbe dovuto essere un abbraccio del buongiorno, ma che si rivelò essere una trappola mortale per la povera Haruhi.

“Suoh-san… Come… Come mai è qui?” tentò di chiedere l’assalita, mentre cercava di divincolarsi.

Il preside la lasciò andare e, estraendo dalla giacca una rosa rossa, si inchinò di fronte a lei come un lord d’altri tempi.

“O-j-i-s-a-n!” scandì lentamente lui. “ovviamente, sono qui per portarti a scuola, Haru-chan!” rispose indicando la limousine nera dietro di lui.

‘Haru-chan?!’ pensò infastidita la ragazza.

“… non avrai pensato che il tuo Oji-san - che tra poco diventerà sicuramente il tuo Otou-san - ti lasciasse arrivare a scuola a piedi, spero!”

“Non correre, Suoh”, lo raggelò un’altra voce dietro di lui, “non sei l’unico ad avere avuto quest’idea”, concluse Ootori scendendo dalla sua limousine.

“Fujioka-san…” S’inchinò leggermente di fronte ad Haruhi, “…credo sia meglio partire, o farai tardi, non credi?”

“Ma… ma veramente…”

“Che credi di fare, Othori?! Sono arrivato prima io a prendere Haru-chan!”

“Haru-chan?! Non trovi sia un tantino sfacciato, Suoh?”

L’altro arrossì, prendendo ad urlare.

“Non dire sciocchezze, Ootori! È normale che, da buon Oji-san, le dia confidenza! E ad Haruhi va sicuramente benissimo!”

‘Tale e quale a Tamaki-senpai…’ rifletté Haruhi, fissandolo basita.

Intanto, attorno a loro si era formato un piccolo gruppo di curiosi, attirati dalle limousine e dal chiasso che i due uomini d’affari stavano facendo. Il direttore dell’Ouran, accortosi di ciò, si affrettò a ricomporsi.

“Cof, cof… comunque, Ootori, non ti permetterò di portare con te Haru-chan! Sono arrivato io per primo, perciò oggi è il mio turno di accompagnarla!”

“Scordatelo, Suoh! Come futuro membro della famiglia Ootori, è naturale che Fujioka-san sia accompagnata da me!”

“Ma… Veramente…” tentò nuovamente d’intromettersi Haruhi. Inutile dire che i due, indaffarati nelle loro beghe, non le prestarono la minima attenzione.

“Haru-chan verrà con me!”

“Ti ho detto di scordartelo, Suoh!”

“Con me!”

“No, con me!”

“Me!”

“Me!”

“Me!”

“No!”

“SARO’ IO AD ACCOMPAGNARLA!” urlarono insieme, alla fine.

Si squadrarono in cagnesco, ansimando.

“Fujioka-san!”

“Haru-chan!”

“CON CHI VUOI VENIRE?” strillarono all’unisono voltandosi verso di lei.

Solo in quel momento, si accorsero che, nel punto in cui prima stava la ragazza, c’era ora una donna cicciottella di mezza età che li guardava lusingata.

“NANI?!” fecero, guardandosi intorno.

In lontananza, scorsero la figura di Haruhi che correva verso la stazione.

“Gomennasai!” urlò la ragazza verso i due, “farò tardi!”

E si voltò definitivamente, lasciando dietro di sé un Ootori e un Suoh completamente senza parole. Era già scomparsa in lontananza quando le ritrovarono.

“Suoh…?”

“Sì, Ootori?”

“Ti ho già detto, vero, che non mi lascerò sfuggire così facilmente quella ragazza?”

“Sì, Ootori. E io, ti ho già ribadito la mia posizione?”

“Sei stato cristallino, Suoh…”

“Bene. Che vinca il migliore, quindi”, concluse rientrando in macchina.

“Ovvero io, Suoh…” ribatté l’altro partendo verso il suo ufficio.

Haruhi non sapeva ancora che, scappando a quel modo, non aveva fatto altro che aggravare la condanna che già pendeva sulla sua giovane vita. Perché, se c’era una cosa che i due uomini avevano in comune era, purtroppo per lei, quella di amare le sfide.

Esattamente come lei…




AULA DI MUSICA N° III, h 14.58 - RIUNIONE STRAORDINARIA DELL’HOST CLUB

“Tamaki-senpai…”

“Dimmi, Haruhi”, la incitò allegramente il giovane.

“Mi sembrava di aver specificato, nel messaggio che ho inviato a te e a Kyouya-senpai, che si trattava di una questione riservata…”

“Infatti, Haruhi.”

“E allora, mi vuoi spiegare perché loro sono qui?!” sbottò spazientita lei, indicando i gemelli – che facevano dondolare le sedie su cui erano seduti con un sincronismo perfetto – Honey – che divorava l’ennesima torta insieme al suo Usa-chan – e Mori - che controllava, come al solito, che Honey non si strozzasse con il dolce –.

“Te l’avevo detto che non avrebbe approvato, Tamaki…” osservò pacatamente Kyouya bevendo il suo the.

“Ma Haruhiiiii…” piagnucolò il King, “come puoi essere così crudele con la tua famiglia?”

‘Famiglia?!’ pensò scoraggiata la ragazza battendosi la fronte con una mano.

“Non c’è niente che Otou-san nasconderebbe loro. Vero, Okaa-san?”

“Hai…” rispose atono Kyouya.

“Visto?!” concluse Tamaki con le lacrime agli occhi, come se avesse dovuto spiegare la cosa più ovvia di questo mondo alla sua stupida figlia. La quale, per inciso, lo fissò senza parole.

‘Ma perché deve sempre essere così melodrammatico?’

“Comunque…” intervenne Hikaru annoiato, “perché siamo qui?”

“Ma è semplice, caro Hikaru…” iniziò Tamaki spostando teatralmente un ciuffo di capelli dal viso, “devi sapere che Haruhi e io…” Pausa ad effetto per aumentare la suspance… “… CI SPOSIAMO!”

“NANI?!”

Quello che seguì fu abbastanza confuso: Hikaru e Kaoru, che stavano bellamente sorseggiando il loro the, finirono per sputarlo completamente addosso al loro Lord, che si trovava sulla traiettoria; Honey sbiancò, dimenticandosi perfino del pezzo di torta che stava per infilare in bocca; Mori… Mori niente, se ne stette zitto. Strano, eh?

Kyouya, dal canto suo, si limitò ad una semplice occhiata in direzione di Tamaki, già perso nelle sue fantasie senza senso.


TEATRINO NELLA MENTE DI TAMAKI


Una pioggia di petali di rose rosse cade nella navata in cui Haruhi, vestita di bianco, cammina lentamente verso di lui, vestito di un completo scuro.

Haruhi *Shining version mode *: Tamaki-senpai…

Tamaki *Shining version mode *: Haruhi…

H: Tamaki-senpai, Haruhi è così felice…

T: Lo so, Haruhi, lo so… vedrai, ti proteggerò io d’ora in poi…

I due si avvicinano per scambiarsi un bacio appassionato.

H: Oh, senpai…

T: Haruhi…


“YADA!”



TEATRINO NELLA MENTE DI TAMAKI BRUSCA
MENTE INTERROTTO DALL’INTERVENTO DI HARUHI


“Tamaki-senpai!” lo aggredì lei, “sii serio! Questa cosa non ha senso! Dobbiamo fare qualcosa per far cambiare idea ai vostri padri!”

“Padri…?” domandò timidamente Honey stringendo più forte Usa-chan.

“I padri di Tamaki-senpai e di Kyouya-senpai sono venuti a casa mia ieri, e mi hanno entrambi chiesta in moglie.”

“Povera Haru-chan!” gemette commosso il lolito dell’Host Club, “e tu hai scelto Tama-chan come marito?”

“No!” si affrettò a replicare lei, “io ho rifiutato entrambi! Ma i loro genitori…” sbottò indicando i due figli, “non l’hanno ancora capito! E ora si sono sfidati ad una gara di due settimane per convincermi, dopo le quali io dovrei scegliere uno di loro!”

“Pazzesco…” Fu il commento di Hikaru.

“…Sapevo che il padre del Lord non aveva tutte le rotelle al posto giusto, ma non pensavo che anche il padre di Kyouya-senpai fosse… diciamo… leggermente suonato…” Convenne il gemello.

“Infatti! Questa situazione non ha senso! Vero, senpai?” sbottò fiduciosa in direzione del biondo, “ora devi farlo capire anche a tuo padre!”

“Haruhi…” iniziò Tamaki avvicinandosi a lei con le lacrime agli occhi, “stai dicendo che non ti piacerebbe diventare mia moglie? Non mi vuoi bene?” domandò sgranando gli occhi in un’espressione degna di un cucciolo bastonato.

“Ma, Lord…” iniziò Hikaru cingendo le sue spalle con il braccio, “Haruhi non era come una figlia, per te?”

“Già. Sai che si tratterebbe di incesto?” continuò Kaoru imitando il fratello.

“Che schifo!” conclusero all’unisono fingendosi sdegnati.

“Da che pulpito!” sbottò Tamaki arrossendo, “E poi…” continuò terribilmente serio, riprendendo il controllo di sé, “come padre è mio preciso dovere assicurarmi che la mia cara e preziosa bambina non finisca tra le grinfie di nessun maniaco depravato, e che conservi intatta la sua purezza.”

“Stai dicendo che Kyouya-senpai è un depravato?” osservò divertito Kaoru.

Tamaki, sentendo provenire dalla direzione in cui si trovava il moro ondate di energia maligna, rabbrividì, accucciandosi in un angolo profondamente depresso.

“Ma… Ma… Non vale… Nessuno mi capisce…”

Haruhi, shockata, sospirò scoraggiata; con Tamaki era inutile, avrebbe dovuto capire da subito che era una causa persa in partenza.

Con quel poco di ottimismo che le restava, si voltò verso l’altro ragazzo coinvolto, sperando di trovare finalmente una persona ragionevole.

“Almeno tu, Kyouya-senpai, converrai che è una cosa assurda! Che vantaggio potresti avere, tu, sposandomi?”

Quello alzò gli occhi su di lei, poggiando sul tavolo il suo the.

“A dire il vero, Haruhi, la tua intelligenza potrebbe farmi molto comodo in futuro. Inoltre, questa situazione potrebbe portare a risvolti interessanti ed estremamente divertenti -per me, ovviamente-. Perciò…” continuò incrociando le braccia dietro la testa e accavallando le gambe con un sorriso strafottente in viso. “credo che assisterò allo sviluppo della faccenda come spettatore privilegiato. Mal che vada, potrò dire di aver assistito ad uno spettacolo a dir poco insolito…”

“Diabolico…” Fu l’unico pensiero di Haruhi con le lacrime agli occhi, mentre l’aura maligna del suo senpai la raggiungeva in tutta la sua potenza.

La ragazza crollò a peso morto sulla sedia prontamente posizionata dietro di lei dai gemelli, prendendosi la testa tra le mani.

“Ma… Ma…”

“Su, Haruhi, non fare così…” Fecero i gemelli stringendola e iniziando a coccolarla come un cucciolo.

“Haru-chan…” Iniziò Honey unendosi all’abbraccio di gruppo, “guarda il lato positivo: due settimane non sono poi molte…”

“Ma che succederà dopo?” domandò lei sconsolata.

Honey ci pensò un momento.

“Beh, diventerai la moglie di Kyo-chan o di Tama-chan! Sarete una famiglia vera…” disse tutto allegro.

Haruhi, come realizzando solo in quel momento che sarebbe successo davvero, alzò sconvolta lo sguardo. Fissò un attimo i suoi sempai, l’uno ancora nel suo angolino in stato di depressione avanzata, l’altro che scriveva qualcosa sul suo block-notes con un sorriso diabolicamente soddisfatto in faccia.

Un urlo risuonò per l’Ouran, quel pomeriggio.

“ARIENAI!”




LEGENDA:

Ittekimasu: Esco

Itterashiai: Buona giornata

Oji-san: Zio (è diverso da Oji-san – con la “i” lunga –, cioè nonno)

Nani: Cosa

Gomennasai: Scusa

Otou-san: Papà

Okaa-san: Mamma

Hai:

Yada: No (in teoria si dice Iie, ma negli anime ho trovato anche questa negazione, e nella narrazione mi sembrava stesse meglio – rende bene la reazione di Haruhi, no? ^^ – , perciò ho usato questo. Penso sia scritto giusto, in caso contrario scusatemi… ^^’’’)

Arienai: Impossibile (se qualcuno non l’avesse capito, questa parola comparirà spesso nella fiction, per il semplice motivo che adoro come suona! ^^ - sì, lo so, non sono molto a cento… Ne, Hachi? =_=’’’ - )




Grazie infinite per aver letto questo capitolo! [Più che altro per non essere scappati a gambe levate per la sua bruttezza... U_U] Haru-chan, sai che la minaccia della tortura cinese vale anche per te? -.- [Guarda che ti denuncio per minacce... U_U] Anche tu? - Andando a fare compagnia a Tamaki nell'angolino - Nessuno mi capisce... ç_ç [Ho capito, oggi tocca a noi salutare... -_-''' - Si guarda intorno - Ehi, ma... Dove sono tutti? O.o?] @Sono andati a pranzo. Dicevano di aver fame... ^o^@ [Ti pareva... Tutti a me i compiti ingrati... -_-] @Eheh! ^o^@ [Vabbé... Un grandissimo saluto dall'Host Club. Tornate a trovarci! ^^] @Eheh! ^o^@ Sì, vi aspettiamo numerosi! ^^ [Non eri depressa?] Mi sono ripresa... ^^ [-_-''] $Ehi, tu...$ Ma non eri a pranzo? $Ora ci ritorno... Ma non credere che io mi sia dimenticato del risarcimento...$ Non mi è mai nemmeno passata per la testa una simile speranza... ç_ç $Bene, non si sa mai... U_U Vado a mangiare... U_U$ Qualcuno mi salvi... ç_ç [Consolati, poteva andarti peggio...] E come? ç_ç [Potevi rompere un vaso da otto milioni di yen, per esempio... -.-] In effetti... ^^''' [-.-] Vabbé, ora vi saluto davvero... ^^

Baci^^

Roby & The Host Club ^^

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Capitolo 3
*** Giorno II- Lasciate a se stesse, le cose tendono ad andare di male in peggio ***


Two Weeks notice

Two Weeks notice

Heading 2

Normal

(...)= Discorsi di Hikaru

*...*= Discorsi di Kaoru *(...)*= Discorsi dei gemelli

[...]= Discorsi di Haruhi

+...+= Discorsi di Mori

@...@= Discorsi di Honey

$...$= Discorsi di Kyouya (da notare il simbolo usato, per niente scelto a caso... U_U)

#...#= Discorsi di Tamaki



L'ANGOLO DELLA POSTA

Presentano RobyLupin & The Host Club

R: Ciao! Scusate il ritardo con gli aggiornamenti, so che è da un po' che aspettate...

Ta: A dire il vero, qui non c'è nessuno...

R *Prendendo Tamaki per il colletto e guardandolo con occhi assassini*: Qualcuno ti ha detto di aprire bocca, per caso?! *Tamaki si ritira nel suo angolino a deprimersi.*

Hi: Non hai esagerato?

R: Così impara a farmi notare certe cose rigirando il coltello nella piaga... u_u

Ka: Ma non ti serve per la storia?

R: Doh! Hai ragione! *Fissa Tamaki, ormai perso nella disperazione, incapace di riprendersi* Vabbé, vorrà dire che cercherò una controfigura... Ehi, Hikaru, ti andrebbe di metterti una parrucca e sostituirlo?

T *Riprendendosi di colpo*: NON OSARE FARLO!

R *Ridendo sadicamente*: Beneeee, vedo che ti sei ripreso, alla fine... Dopo avermi fatto rischiare di non finire la storia per mancanza di uno dei personaggi principali... *_*

T: O.O'''''''''''

R: °_°

T: Okaa-saaaaaan! Mi fa pauraaaaaaaa!

Ky *Leggendo un libro*: A cuccia.

R *Ritirandosi nella sua cuccia*: Non mi posso mai divertire, uffa... =_=

Ha *Chinandosi per guardare nella cuccia*: Perchè sei qui dentro?

R: Perchè non avevo soldi per pagare Kyouya... Così ora sono il suo cagnolino... =_=

Ha *Pensando*: Non è possibile... *Rivolto a Kyouya* Fino a quando dovrà fare così?

Ky *Con un sorrso bastardamente candido*: Finché non mi avrà risarcito i danni morali.

Ha: Quasi mi dispiace per lei... -_-

R: Quasi?! è_é

Ha: Tu mi hai cacciata in una situazione assurda... -_-

R: Così almeno ti distrai un po'... Ingrata... U_U

Ha: -_-?

R: E smettila di fare quella faccia!

Ha: -_-

R *Girandosi dall'altra parte*: Ora basta, io mi faccio un pisolino!

Ho: E chi risponde ai commenti, oggi?

R *Indifferente*: Fatelo voi! Quella lì mi ha fatto passare la voglia!

Ka: Sul serio? E abbiamo carta bianca? *Grugnito indistinto in risposta* Bene! *Rivolgendosi ai lettori* Ragazzi, per risparmiarvi questa storia inutile (in cui mi sto annoiando a morte, data la mia scarsa presenza scenica), ho deciso di rivelarvi il finale! *Roberta drizza le orecchie preoccupata* Allora, dovete sapere che Haruhi, alla fine... Ahiooooooooooooooo! *Cerca di scrollarsi Roberta dalla mano in cui ha affondato i denti tipo cane rabbioso* Dannazione, staccati!

R *Staccandosi*: IDIOTA! COME TI PERMETTI DI ROVINARMI IL FINALE?!

Ka: Ma mi annoio!

R *Gli da in mano un Tamagochi*: Tieni. Giocaci. Cerca di farlo sopravvivere fino a cena. *Kaoru prende il Tamagochi e comincia a giocarci*

Hi: Ehi, e io?

R: Tu mi aiuti qui. *Hikaru sbuffa* Ehi, mi serve almeno uno dei due per le risposte! La prossima volta giochi tu, d'accordo? *Sbuffo di risposta* Bene... Iniziamo, ora...

- Elisahq: Un'altra che vuole Kyouya? Wow, hai successo, ragazzo mio! $Tuo? Posso esserlo per §§§§§§§§§§§§§§§§ ¥. - cifra censurata per motivi di pubblico pudore poichè scandolasamente scandalosa-$ E' solo un modo di dire... Mazza se sei caro... = _ ='''$U_U$ Comunque sono felice che la fiction ti piaccia! [Non capisco come sia possibile... U_U] Haru-chan, non iniziare anche tu... [Non mi chiamare Haru-chan! è_é] Vuoi che chiami Suoh-san e ne riparliamo con lui? [NO! O.O] E allora chiudi il becco, Haru-chan! [-_-] Besos, Elisa! Continua a seguirci, ok? ^^

- Lan: Due pazzi squilibrati, dici? Allora non voglio nemmeno immaginare cosa penserai dopo questo capitolo... -.- #Tuuuuuuuuu, hai trasformato mio padre in un mostro!# Ehi, guarda che tuo padre sta letteralmente facendo quello che vuole. A volte mi fa paura... O_o'' #-.-# Comunque, noto leggermente (ma solo leggermente, ne) che tifi per Kyouya... #Traditrice! Io sarei scontato?! Buaaaaaaaaa, nessuno mi capisce! - si ritira nel suo angolino -# Tamaki, sei noioso... -.- #ç_ç# $Io, invece, direi che la ragazza ha buon gusto. U.U$ Tu non fai testo Kyouya... -.- $Vuoi che ti mandi a letto senza pappa?$ NO! O.o Scherzavo, Kyouya, sei il migliore, senza dubbio... ^^'''''' $Mi pareva...$ ^^''''' [-_-]

- Hinata7 07: Eh, già già, Kyouya è sempre il solito... $Problemi?$ No, no, figuarti... ^^''''' $Bene...$ Sì... Bene... -_- Coooomunqueeee... Ti è arrivata la mail col sito? Ti va bene? Funge allo scopo? [La smetti di scocciarla?] Haru-chan, se non vuoi che te la tagli, tieni a freno la lingua, per favore. U.U (Però ha ragione... U.U) Grazie del sostegno morale, Hikaru... =_= (Niente, figurati... ^^) Per quanto riguarda i gemelli, invece... (... Che si annoiano a morte... -_-) ... Chissene... Dicevo: per i gemelli, ti ricordo che, con tutto il bene che gli voglio, non sono molto svegli in queste cose. Giusto, Hika-chan? ^^ (-_-) Comunque, per maggiori dettagli, ti rimando alla fine di questo capitolo, ok? ^^ Besos... ^^

- calcifer85: Uh, mi hai pure lasciato il commento? Non dovevi, bastava leggessi la dedica! ^^ (Secondo me non l'ha nemmeno letta... U_U) Hikaru, perchè mi smonti sempre? -.- (Perchè mi obblighi a star qui mentre Kaoru può giocare! >.<) -.- Comunque, Hachi, fossi in te avrei paura: quando Kyouya ha letto "lo pago io" ha iniziato a usare la calcolatrice per calcolare la somma. Ebbene, la calcolatrice ha fuso. Ora usa un computer. (Ah, è quello che sta facendo da una settimana?) Sì. (Be', condoglianze, calcifer! ^^) -.- [A proposito, perchè la chiami Hachi? O.O] Eh, non puoi capire, Haru-chan... è una cosa tra me e lei... U_U [-.-] ^^ Vabbé Hachi, ci becchiamo doma in uni, okappa? ^^

- totoby: Ma to', un'altra che è per la Kyouya/Haruhi! ^^ #Traditrici... ç_ç# Oh, andiamo Tamaki, non esagerare... U_U #T_T# -.- (XD) Hikaru, non essere crudele... -.- (Proprio tu parli...) Perchè? Quando mai sono crudele io? O.o? (Ehi, guarda che ho letto le tue fic demenziali su Aquarion. Lì non sei crudele, sei sadica. è_é) Esagerato... Faccio solo ciò che è giusto e bene... U_U (-.-) ^^ Grazie ancora per il tuo commento, spero che questa pazzia continuerà a piacerti. Besos^^

- Rosy_chan: To', una fan di Tamaki! ^^ #Finalmente qualcuna che mi capisce.. ç.ç# Ti ha pure chiamato King... O.O #Lei sì che è intelligente... Sono commosso... ç_ç# Intendi che io non lo sono?! Sai che la tua vita è nelle mie mani, Tamaki... Potrebbe casualmente scapparmi di scrivere della tua morte precoce... è_é #O.O'''''# U_U Comunque grazie Rosy, sono contenta che la storia ti piaccia! ^^ (Mi chiedo come possa...) [Già... U_U] Ehi, vi ci mettete anche voi, ora? ç_ç #Com'è che loro non li minacci? Passi Haruhi, ma Hikaru... -.-# -Abbracciando Hikaru che tenta di divincolarsi- Perchè Hikaru è Hikaru! ^^ #-.-# Sorry, Tamaki... ^^ #ç_ç# Besos Rosy, spero continuerà a piacerti sté cosa chiamata fanfiction... ^^ (Scappa finché hai ancora la tua sanità mentale!) [Sì, fallo, almeno tu che puoi farlo!] E basta ora! è_é

- kri-chan: [Cioè, sul serio ti piace questo teatrino dell'assurdo che è la l'Angolo della Posta?] @Eheh!@ Oh, Honey, mi chiedevo dove fossi finito! -Lo abbraccia e inizia a coccolarlo- @Eheh, ero con Takashi. Sta facendo l'allenamento di kendo... ^o^@ Davvero? Che tenero che sei a tenergli compagnia! ^^ @^o^@ Per quanto riguarda Hika-chan e Kao-chan... Be', come ho già detto a Hinata707 , i due figlioli non sono mai stati particolarmente svegli, in certe cose... Comunque, per maggiori dettagli, ti rimando a fine capitolo, d'accordo? (Non puoi dirglielo e basta?) Ovviamente no. Sennò che serve a fare la suspance? U_U (-.-) [-_-] @^o^@ Besos^^

- Laica-chan: Wei gemy, che bello beccarti pure in sté sezione!! ^^ [Ci credo, le hai rotto l'anima con sté fic... -_-] -_- $-Sorridendo- Una nuova cliente?$ Non Kyouya, lei non scucirà un soldo, perciò non pensarci nemmeno. -_- $Peccato... U.U$ @E' la tua gemellina? ^o^@ Oh Honey, come sei puccio! *.* -Lo prende e lo coccola ancora un po'- Sì stellina, è la mia gemy! ^^ @Eheh! ^o^@ Ci sentiamo gemy, mi racco, dimmi che ne pensi del cappy, okappa? ^^


R: Ma com'è che la posta è più lunga del capitolo? O.O?

Hi&Ha: Perchè sei logorroica. -_-

R: Non è vero! Voglio solo rispondere come si deve ai lettori! Non capite niente voi! ç_ç *Si rifugia nell' "angolino depressione"*

Hi: -_-'''

Ha: Ho capito che dobbiamo rimandare noi i lettori a fondo pagina. Autrice incompetente! -_-

Ho:Ci vediamo dopo, d'accordo? ^o^




Giorno II –
Lasciate a se stesse, le cose tendono ad andare di male in peggio

Un occhio solitario sbucò dalla fessura apertasi tra la porta e la parete di casa Fujioka, quella mattina.

Un’occhiata veloce per assicurarsi che la via fosse libera, poi la ragazza, chinandosi per non farsi vedere da dietro il parapetto del pianerottolo, corse fino in fondo alle scale. Un ultimo sguardo in giro per sicurezza, poi sospirò di sollievo: forse, quella mattina era salva.

Appena il tempo di voltarsi sulla strada, però, che dovette miseramente ricredersi.

“Haru-chan!”

“Fujioka-san!”

‘Dannazione…’ fu l’unico pensiero che la scoraggiata Haruhi riuscì a formulare, mentre un abbraccio letale la raggiungeva alle spalle.

“Haru-chan! Dove credevi di andare senza il tuo Oji-san?”

“A scuola?” provò debolmente lei.

“Oh, Haru-chan, ma lo sai che il tuo Oji-san non vede l’ora di accompagnarti!”

“Datti una calmata, Suoh.” lo apostrofò gelidamente Ootori.

Yo-chan, perché sei così cattivo con me?

All’udire il diminutivo, ad Haruhi parve di trovarsi davanti a Kyouya invecchiato di trent’anni, in uno dei suoi momenti bui .

“YO-CHE?!”

“Forse ‘Yo-chan’ non ti piace? Ma è così carino! E poi, ormai ci frequenteremo a lungo; non trovi che sia tropo formale chiamarci per cognome, Yo-chan?”

Poi, il suo viso si illuminò in modo preoccupante, “e tu potresti chiamarmi Yu-chan! Sembreremo due amici per la pelle, Yo-chan (*)!” concluse liberando Haruhi per saltargli al collo.

In quel momento, la ragazza notò una vena solitaria pulsare pericolosamente in mezzo alla fronte di Yo-ch… cioè, di Ootori, cosa che la fece arretrare spaventata.

“NON CI PENSO NEMMENO PER SCHERZO DI CHIAMARTI YU-CHAN, BAKA!” Come conseguenza alla forza d’urto di quelle parole, il povero padre di Tamaki si ritrovò sbattuto malamente a terra. “NOI SIAMO RIVALI, RAZZA DI MICROCEFALO! COME CREDI CHE POTREI ANCHE SOLO PENSARE DI CHIAMARTI YU-CHAN?! E NON OSARE MAI PIÙ CHIAMARMI IN QUEL MODO RIDICOLO, O TI SPEDISCO AL POLO A FAR COMPAGNIA AI PINGUINI! A CALCI!”

Intanto, Yuzuru lo fissava con le lacrime agli occhi.

“Yo-chan, sei cattivo… Come puoi fare questo al tuo tomodachi…?”

“Ma da quando saremmo tomodachi, noi due?! E non chiamarmi Yo-chan, ti ho detto!”

“Ma Yo-chan, perché ti concentri su questi dettagli insignificanti? Sniff, sniff… Sei un insensibile…” Ululò soffiandosi teatralmente il naso.

Haruhi fissava la scena basita: in confronto a suo padre, Tamaki le sembrava ormai quasi normale. Quasi…

Ootori, invece, si batté una mano sulla fronte, ormai privo di ogni speranza: quando Suoh si metteva in testa qualcosa, era più testardo di un mulo. Certo, avrebbe anche potuto eliminarlo fisicamente, ma non era certo di poter coprire un omicidio… Purtroppo…

“Comunque sia,” riprese con un sorrisino esasperato, tremando visibilmente di rabbia, “non sono qui per discutere con te, Suoh. Sono qui per portare Fujioka a scuola.”

“Oh no, Yo-chan, ti sbagli di grosso! Sarò io a portare Haru-chan a scuola.” Si voltò verso la ragazza. “Ne, Haru-chan?”

Quello che si presentò ai due uomini quando si voltarono, li fece trovare d’accordo per la prima volta nella giornata.

“DI NUOVO?!”

Un fantoccio gonfiabile con le sembianze di Haruhi li guardava nel punto in cui ragazza si trovava prima. In mano aveva un cartello: “Devo andare a scuola. Gomennasai!”

“È TUTTA COLPA TUA, BAKA!” urlò Ootori.

Ma l’altro non l’ascoltava, troppo preso a disperarsi in modo fin troppo melodrammatico.

“HARU-CHAAAAN! PERCHÉ FAI QUESTO AL TUO OJI-SAN?”

Intanto, sul treno che l’avrebbe condotta all’Ouran, Haruhi fissava sconsolata il paesaggio che sfrecciava davanti a lei.

‘Ma che ho fatto di male nella vita per meritarmi questo?!’



CLASSE 1°, SEZIONE A – PAUSA PRANZO

“Dou shita no, Haruhi?”

Haruhi alzò lo sguardo fino ad incontrare quelli dei gemelli, che la fissavano confusi.

“Iie, nandemonai.” Sospirò la ragazza lasciando cadere la testa sul banco.

I gemelli si guardarono perplessi, poi si sedettero ai suoi lati.

“Ne, Haruhi…”

“… Ti abbiamo forse fatto arrabbiare per qualcosa?”

Haruhi si voltò da una parte e poi dall’altra, notando che erano realmente preoccupati di essere la causa del suo malumore. Sospirò.

“Iie, Hikaru, Kaoru… Sono solo stanca, tutto qui…”

“Stanca…?” domandarono insieme.

“Hai… Suoh-san e Ootori-san si sono presentati di nuovo davanti a casa mia, stamattina. Ho anche rischiato di perdere il treno… Non so se riuscirò ad andare avanti per altre due settimane, di questo passo…”

Kaoru la guardò dispiaciuto, per poi cercare con lo sguardo il gemello che, però, sembrava rimuginare qualcosa fissando assorto la ragazza. Il più giovane degli Hitachiin sospirò poi, illuminandosi, attirò l’attenzione dell'altro, guardandolo complice. In risposta, gli arrivò uno sguardo perplesso, che lo fece sospirare di nuovo. Di rassegnazione, stavolta.

“Haruhi…”

“Hai…?”

“… Gomennasai, ma mi sono ricordato che io e Hikaru abbiamo un affare urgente da sbrigare…”

Hikaru lo fissò inebetito per un istante.

“Affare…?”

“Hai, Hikaru, non dirmi che non te lo ricordi? Sei sempre il solito…” lo prese in girò alzandosi e avvicinandosi a lui.

“Ehi, ma che diavolo…?!” tentò di protestare Hikaru.

Kaoru lo prese per un braccio e iniziò a trascinarselo dietro.

“Ja ne, Haruhi!” la salutò Kaoru.

“Matte, Kaoru…!” urlò Hikaru mentre il gemello chiudeva la porta dietro di sé e lo trascinava verso l’uscita.

“Kaoru… Chotto matte!” strillò nuovamente una volta fuori dalla scuola, riuscendo a liberare il braccio dalla stretta dell’altro.

“Ma che ti salta in mente?!”

Kaoru non lo guardò subito, fissando gli occhi per terra.

“Ne, Hikaru, credo che questa storia non si risolverà facilmente.”

“Eh…?”

Kaoru lo guardò negli occhi.

“Lo sai…”

“Non ti capisco.” Insistette il gemello distogliendo lo sguardo.

Kaoru sorrise appena, di un sorriso indulgente.

“Credo che i genitori di Tamaki-senpai e Kyouya-senpai facciano sul serio…”

Hikaru abbassò gli occhi e strinse i pugni.

“Lo credo anch’io…”

Kaoru alzò lo sguardo al cielo, affondando le mani nelle tasche dei pantaloni della divisa.

“Credo che dovremmo iniziare a pensare a qualcosa. Ne, Hikaru?”

“Che hai in mente?” chiese mogio l’altro.

Kaoru sorrise.

“Oh, lo vedrai… Ora andiamo, o faremo tardi. Abbiamo un appuntamento, ricordi?” concluse trascinando con sé il gemello, più confuso che mai.



AULA DI MUSICA N°III – L’HOST CLUB È APERTO

“Ne, Haru-chan, Haru-chan, dove sono Hika-chan e Kao-chan?” Domandò Honey salandole in braccio.

“Non ne ho idea…” fece debolmente lei.

“Comunque sia, non la passeranno liscia. Riceveranno una multa per la loro assenza ingiustificata…” Sancì Kyouya prendendo appunti sul suo block-notes.

“Haruhi!” iniziò Tamaki facendo per abbracciarla. Uno sguardo raggelante della ragazza, lo convinse però a desistere dall’intento. “È successo qualcosa, Haruhi?”

“Tamaki-senpai, Kyouya-senpai” sospirò Haruhi, “onegai, non potreste almeno convincere i vostri padri a non piombarmi davanti a casa la mattina? È già il secondo giorno che rischio di arrivare in ritardo…”

“Ma Haruhi,” si lamentò Tamaki, “Otou-san è così felice all’idea di portarti a scuola! Pensa, ogni mattina, quando esce di casa, mi dice ‘Tamaki, sono così contento di poter essere utile ad Haru-chan!’, e saltella in macchina tutto sorridente come un bambino.”

‘Non c’è limite al peggio…’ Concluse scoraggiata Haruhi.

Intanto, Kyouya le si avvicinò, posando le mani sulle sue spalle, sorridendole incoraggiante ed emanando una luce calda e rassicurate.

“Kyouya-senpai…?” fece lei speranzosa.

“Haruhi… Quanto mi offri per fare un tentativo?”

“EH?!” sbottò lei shockata.

Lui si limitò ad alzare le spalle e a sedersi con un libro in mano.

“Mi credi davvero così ingenuo da faticare gratis?”

“Ma… Ma…”

La fissò gelido.

“Allora?”

Lei chinò la testa demoralizzata.

“Sono al verde…”

“Come immaginavo,” continuò lui indifferente, “avrei faticato inutilmente.”

“Kyouya!” intervenne Tamaki puntandogli contro il dito, “come puoi essere così freddo e meschino con la tua – possibile – futura sposa?”

Lui lo guardò impassibile.

“Per questo motivo dovrei diventare uno stupido?”

“Ma dovresti essere più gentile…”

“Sciocchezze. Non è una bambina, deve imparare a gestire certe situazioni…”

“Hai la sensibilità di un ghiacciolo, Okaa-san!”

“Semplicemente non sono uno sprovveduto…”

“Insinui che io lo sia?!”

Kyouya lo guardò fisso negli occhi.

“Sì.” lo gelò.

“Sei cattivo… nessuno mi capisce…” mormorò Tamaki rifugiandosi nel solito angolino.

Kyouya, ignorandolo bellamente, tornò a concentrarsi nella sua lettura, mentre Haruhi li fissava sconcertata.

‘Cose da pazzi…’

“Ne, Haru-chan, hai già iniziato a pensare chi dei due sceglierai?” Chiese Honey con voce squillante.

Haruhi si voltò minacciosa, costringendo il povero Honey a rifugiarsi terrorizzato tra le braccia di Mori.

“Takashiiii! Haru-chan mi fa paura! Ueeeeeeee!”

”Mitsukuni…”

Haruhi sospirò, alzando la manica della giacca per vedere l’orologio.

“Io vado a casa.” Si congedò debolmente.

“Ja…” la salutò Kyouya.

“Haruhi…” cercò di trattenerla il King tendendo le braccia verso di lei con le lacrime agli occhi.

La ragazza, ignorando deliberatamente il teatrino del King - che, di conseguenza, aumentò ancora di più il volume dei lamenti -, chiuse la porta alle sue spalle.

Non era sicura di riuscire a sopportare quei due a scuola e i loro genitori fuori, ma non riusciva a trovare vie d’uscita. Forse, lasciando passare il tempo, si sarebbero stancati da soli di tentare di convincerla, e avrebbero lasciato perdere…

‘Fortuna,’ pensò uscendo dal portone d’ingresso. ‘che per il momento li vedo solo la mattina. Ci manca solo che inizino ad aspettarmi fuori da scuola…’

Nemmeno il tempo di finire l’infausto pensiero, che venne agguantata per le braccia da due uomini in completo nero.

“Soggetto intercettato.” Disse uno di loro all’auricolare.

Una limousine nera si fermò davanti a loro, provocando nella mente di Haruhi un flashback di quella volta che l’avevano portata alla piscina tropicale di Kyouya.

“Cho… Chotto matte!” tentò di ribellarsi la ragazza.

I due man in black, però, la caricarono in macchina senza troppi complimenti, chiudendo la portiera dietro di lei.

Un autista in completo grigio la squadrò dallo specchietto retrovisore mentre accelerava, conducendo chissà dove la povera Haruhi.

“MA PERCHÉ TUTTE A MEEEE?!” Urlò a nessuno in particolare. “ARIENAI!”







(*) Il padre di Kyouya si chiama Yoshio, quello di Tamaki, Yuzuru. Da qui i nomignoli Yo-chan e Yu-chan! (sì, lo so, sono fuori! XD)



LEGENDA:

- Ne:Ehi

- Baka: Stupido

- Oji-san: Zio

- Ja/Ja ne: Ci vediamo

- Dou shita no: Che ti succede

- Iie […] nandemonai: Non è niente

- Matte/Chotto matte: Aspetta un momento

- Tomodachi: Amico/i

- Iie: No

- Hai:

- Gomennasai: Scusa

- Onegai: Per favore

- Arienai: Impossibile (comincia un po’ a stufarmi questa parola… mi sa che non comparirà più per un po’… -.- Che volete, sono una persona volubile… U_U)




Rieccoci qui! ^o^ [Ma che, ti sei già ripresa?] Certo, sono veloce io. ^^ [-_-] Ciemmecu - da leggersi cmq- per la felicità di Hinata 707 e kri-chan, i gemellini... (Gemeche?!) ... si sono parzialmente svegliati fuori, e hanno realizzato che non è uno scherzo. Chissà che succederà d'ora in poi... XD (Ho paura. O.o Kaoru, ho paura... Kaoru? KAORU?!) *-Che sta giocando col tamagochi- Un attimo, Hikaru. Sto cercando di capire perchè non si muove più...* Fa un po' vedere... - Prende il tamagochi, poi spalanca gli occhi, shockata - Kaoru...? *Sì?* Gli hai dato DA MANGIARE, vero? *Perchè? Non dovevo solo fargli fare i salti della morte su uno skateboard facendolo passare per un cerchio di fuoco?* NO! KAORU, L'HAI FATTO CREPARE! E CE L'HAI DA 20 MINUTI! VERGOGNATI! >.< *Ahhhhh... Ecco perchè continuava a farmi gli occhioni e a mostrarmi la ciotola vuota!* -_-''' *^^* No comment. -_- @Ne, ne, Roby-chan! ^o^@ Dimmi gioia! @Non è giusto! Perchè Takashi non dice battute né nel capitolo, né nei commenti?@ Ma, a dire il vero, stellina, una battuta la dice... @Dice sempre e solo "Mitsukuni"! Non è una battuta! ç_ç@ No, ti prego, non piangere, Honey! O.O''' @ç_ç@ Ti prometto che gli troverò battute! O.O''' @Davvero? ç_ç@ Giuro! O.O''' @Bene! ^o^@ (Dì la verità, l'hai fatto apposta, vero Honey-senpai?) @Eheh! ^o^@ Doppia faccia! -_- @Ora salutiamo i lettori? ^o^@ Certo!

Saluti e baci ^^

Roby & The Host Club^^

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Capitolo 3
*** Giorno III, p. I- Ogni soluzione genera nuovi problemi ***


Two Weeks notice

Two Weeks notice

Heading 2

Normal

(...)= Discorsi di Hikaru

*...*= Discorsi di Kaoru *(...)*= Discorsi dei gemelli

[...]= Discorsi di Haruhi

+...+= Discorsi di Mori

@...@= Discorsi di Honey

$...$= Discorsi di Kyouya (da notare il simbolo usato, per niente scelto a caso... U_U)

#...#= Discorsi di Tamaki



L'ANGOLO DELLA POSTA

Presentano RobyLupin & The Host Club

R: Konnichiwa, minna-chan! ^o^

Ha: Abbassa la voce! Mi fa male la testa...

R *Avvicinandosi*: Ohoh, Haru-chan, non mi dire che ieri hai fatto le ore piccole... Dimmi, con chi eri? Spero fosse un bel ragazzo...

Ta, Hi, Ka *Drizzando le orecchie, shockati*: NANI?!

Ta *Prendendo le mani di Haruhi*: Haruhi, mente, non è vero? Sei sempre a mia bambina pura e ingenua, vero? Vero?

Ha *Rivolgendosi a me*: Potresti evitare certe battute in sua presenza? =_=

R: Perché? E' così divertente vederlo in questo stato...^^

Ta *Dandomi una martellata in testa*: Non dire mai più certe cose! Ci sono che si possono dire e altre no, a questo mondo! è_é

R *Massaggiandosi la testa*: Ehi, come ti permetti? Vuoi che ti faccia investire da un camion nel corso della storia?!

Ta: Okaa-san!

Ky *Alzando lo sguardo e lanciandomi un'occhiata gelida*: Non esagerare...

R *Rabbrividendo*: O... Ok... *Pensando* Sarà anche affascinante quell'aria di bello e misterioso (molto, molto affascinante), ma quell'aria gelida che emette fa venire i geloni... O.O'''*Riprendendosi* Comunque, volevo solo sapere come mai non stava bene, brutti ingrati... Tzé tzé, in più che mi preoccupo della vostra salute... Il fatto che, se vi ammalate, poi non potete più andare avanti con la fic, non influisce minimamente sul mio interesse... U_U

Hi, Ka, Ha, Ta: =_='''

Ta *Riprendendosi e iniziando a scuotere Haruhi per le spalle*: Haruhi, stai male? Cos'hai? Vuoi un medico? Kyouya, prenota una stanza in uno dei tuoi ospedali, Haruhi sta male!

Ha *Pizzicando la mano di Tamaki per farsi lasciare*:Ho solo mal di testa. Kyouya-senpai, non chiamare nessuno.

Ky *Continuando a leggere*: Non ne avevo la minima intenzione.

Hi: Come mai hai mal di testa?

Ha *Indicandomi*: Per colpa di quella pazza sclerotica.

R *Guardandosi intono*: Chi? *Poi, indicandosi* Oh, parli di me, Haru-chan?

Ha: Sì.

R *Con le lacrime agli occhi*: Cattiva... E io che mi preoccupavo per la tua salute... ç_ç *Si ritira nell' "Angolino Depressione"* Nessuno mi capisce, buaaaaaaaaaaaa! T_T

Ha: Se ti preoccupi della mia salute, chiudi questa fiction e non ripresentarti mai più al mio cospetto. -.-

R *Riprendendosi*: Questo è da escludersi, Haru-chan! Sennò chi li sente i lettori? ^^

Hi: Perchè, ci sono ancora dei lettori che ti seguono?

R: Che ci seguno, vorrai dire, Hika-chan. ^^ Comunque sì, ci sono.

Ka *Accendendo la macchina fotografica digitale*: Wow...

R: Kao-chan, che stai facendo? O.o?

Ka: Preparo la macchina fotografica, mi pare ovvio...

R: Questo lo vedo, tesorino. La domanda è: perchè lo fai?

Ka *Sorridendo*: Per i lettori. Non ho mai visto dei kamikaze dal vivo. E loro devono esserlo per forza per continuare a leggere. Voglio fotografarli! ^^

R: Ma non potevo prendere del personale normale?! -_-

Ho: Roby-chan, Roby-chan! ^o^

R *Abbraccaindolo*: Dimmi tesoro!

Ho: Rispondiamo ai commenti? ^o^

R: D'accordo gioia!

Ho *Sfoderando i suoi occhioni da cucciolo*: E farai parlare anche Takashi, vero? Me l'avevi promesso...

R: Ehm... Farò del mio meglio, Honey... ^^''''

Ho: Eheh! ^o^

Hi: L'ha fregata di nuovo... Forse dovremmo impare anche la sua tecnica "mancanza d'affetto", ne, Kaoru?

Ka: Mmmh... Ma credo funzioni solo se sei piccolo e tenero...

Hi&Ka *Guardandosi*: Proviamo?

Hi *Avvicinandosi con gli occhi lucidi*: Ne, Roby...

Ka *Avvinandosi dal lato opposto*: Possiamo chiederti un favore?

R *Estasiata per essere accerchiata da loro due*: Dite...

Hi&Ka *Facendo le facce da cucciolo*: Ci lasci il giorno libero?

R *Che si riprende*: No.

Hi&Ka *Che non si arrendono*: Perchè?

R *Scansandoli*: Perchè questa storia è sacra, e voi ne fate parte. Non posso permettermi di perdere una giornata intera. *Girandosi verso di loro con aria di superiorità* Peccato, stavate quasi per fregarmi... Ma avreste dovuto prevedere che non vi avrei fatti allontanare dal set della fiction, facendomi spendere tempo e denaro. Dovevate chiedermi qualcos'altro... Sapete che odio l'idea di andare in perdita...

Hi, Ka, Ha: Brrr... Assomiglia sempre più a Kyouya-senpai...

R: E ora basta. Dobbiamo rispondere a quei poveri martiri dei lettori... Si saranno rotti della nostre chiacchiere inutili...

- kri-chan: Sentito Kyouya? Attento a come mi tratti, o ti sguinzaglio contro i lettori inferociti. *_* $Mi state forse minacciando? Devo chiamare la mia guardia di sicurezza privata? è_é$ Naaaaa, ma che vai a pensare? ^^''' $Bene. Perchè, sennò, andavi a letto senza cena, cucciolo cattivo!$ ç_ç @Dai, Kyo-chan! Sii più buono con Roby-chan! ^o^@ $Buo-che? Non conosco il significato di questa parola...$ Perchè non mi pare strano, tutto ciò? -_- @^o^''' Vabbé, io c'ho provato. Ne, Kri-chan, me la dai lo stesso la torta? ^o^@ Sei senza vergogna, Honey... -_- @Eheh! ^o^@ Comunque... Kyouya, senti, mi presenti Tachibana? $La mia guardia del corpo? Perchè?$ Perchè è ovunque! Voglio sapere come fa! *.* $Pagando si può tutto...$ Rinuncio. Crudele... ç_ç $U_U$ Vabbé, ti saluto, kri. Grazie per l'offerta di protezione contro Kyouya! Non sai che significhi sapere che non sono sola contro questo demone dalla pressione bassa! ç_ç #Ora rubi pure le battute?# Certo che sì. U_U #Bah, ti perdono solo perchè sono di buon umore! Grazie kri! sono contento che qualcuno tifi per me! *.*# Effettivamente, le tue quotazioni sono molto in ribasso, Tamaki. Se fossi in te, inizierei a preoccuparmi... #No! Sono sicuro che i lettori mi amano ancora!# Sarà... #Buaaaaa, cattiva! ç_ç -si rifugia nell' "Angolino depressione"-# [Ma perchè lo tratti così male] Perchè è divertente, Haruhi! ^^ [Sadica... -.-] E me ne vanto! ^o^

- totoby: Ehi, mettiamo le cose in chiaro: in questa ff non sono presenti sostanza stupefacienti! Se per caso qualcuno avesse notato i messaggi subliminali che vengono inseriti in ogni nuovo capitolo, be', essi non sicono "Leggi questa ff" per 15.500 volte condizinando così i cervelli altrui, ok? O.o Oh, cappio, ho parlato... Kyouya, aiutami! $Veditela da sola... U_U$ ç_ç +Mitsukuni...+ Oh, Mori, per fortuna che ci sei tu! Distrai totoby, in modo che si dimentichi quello che le ho detto! +...+ Mori... +...+ Un po' di fantasia, per favore... -.- +Mitsukuni...+ Ho detto fantasia... +Ho fame. Voglio del nabe...+ Non ci credo! Ha detto una frase intera! E di senso compiuto! O.O #Incredibile!# *(Non era mai successo prima!)* #Kyouya, bisogna festeggiare! Ordina del nabe per tutti! E del sushi con tonno pregiato!# [Evvai! *.*] Tamaki, ricordati la tempura! #Giusto! Kyouya, anche la tempura!# +...+ @E i dolci!@ #E la torta di fragole per Honey!# @Eheh!@ $-Irritato dalle spese impreviste- Che diamine...$ Mmmh, si mangia! Ci sentiamo, totoby, grazie per il commento! E per quanto riguarda il discorso genitori... Be', se i due padri ti sono piaciuti, allora adorerai questo capitolo, credo... XD #Ho paura...# Tranquillo Tamaki, tu non c'entri... ^^ Besos totoby, buona lettura! ^^

- Lan: Trank, si nota appena appena che adori Kyouya... Non da molto nell'occhio... -Finge di non notare i poster e i cartelloni pubblicitari inneggianti a Kyouya e firmati Lan- Ehm... Comunque, vuoi sapere che hanno fatto i Men in Black? [Sinceramente, gradirei saperlo anche io...] Be', questo capitolo contiene la risposta alla tua domanda. Spero ti soddisferà... E, parlando di genitori, ho idea che, se quelli di Tamaki e Kyouya ti sono piaciuti, questo capitolo ti piacerà! [Devo spaventarmi?] Tu sì, Haru-chan. E' meglio che inizi a tremare... ^^ [O.O'''] Besos, Lan, buona lettura! ^^

- Laicachan: Che hanno in mente i gemelli? Eh, gemy, sorry, ma non posso rispondere a questa domanda, altrimenti, poi, dovrei ucciderti... XD @Nooo! Perchè vuoi uccedere la tua gemellina? ç_ç@ E' solo un modo di dire, Honey. Mica lo faccio sul serio... ^^'' @Davvero?@ Certo... @Mh! Per un attimo, temevo che l'influsso di Kyo-chan ti avesse traviato del tutto... ^o^@ $Ehi! Non è che sono sordo... è_é$ ^^''' @Eheh! ^o^@ Vabbé... Ci sentiamo gemy, ok? E fammi sapere come procede la scrittura del primo capitolo dell'altra fic, ok? Besos^^

- Calcifer: Ma perchè dici queste cose? Poi mi fai incuriosire i lettori! [Cioè, fammi capire: lei sa come finirà? Che fine farò io?! E io, la diretta interessata, non lo sa?!] E mi fai anche innervosire i personaggi, ovviamente... -.- Ma cosa devo fare con te, Hachiko? Guarda che non ti compro più la pappa, eh... Ah, queste beta... U_U Comunque, come ti ho già accennato in precedenza, Kyouya ha fuso pure il computer ed è passato all'abaco. Dice che quello non si autodistruggerà... Forse... $Sì, tranquilla, funziona alla perfezione... ^^$ Che culo che hai, ne, Hachi? ^^''' Vabbé, ci becchiamo domani, ok? ^^

- Hinata707: Non ti arrivata? Io avevo usato l'opzione "contatta" di efp... Vabbé, ti ho già spedito un'altra mail. Fammi sapere, ok? ^^ Comunque, grazie per i complimenti! Sei troppo buona! ^^ [Già, troppo... -.-] Che intendi dire, Haru-chan? è_é [Quello che ho detto. E poi, devo dire che ha centrato il punto, nella sua recensione: CHI diavolo è stato a rapirmi?! è_é] Eh, sapessi, Haru-chan... La risposta alla vostra domanda è in questo capitolo... Ma mica posso dirlo così, sennò che sorpresa sarebbe? Tanto varrebbe dire direttamente che succederà alla fine, a questo punto... *(Noi lo sappiamo! Possiamo farlo? *.*)* No. *(Cattiva... -.-)* [Ehi, perchè loro lo sanno e io no?] Perchè per sbaglio hanno letto la mia scaletta. Cioè, in realtà me l'hanno rubata, ma questi sono dettagli... Comunque, grazie a ciò, ora la scaletta è ben sorvegliata da tre iene affamate. Anche io non riesco quasi ad avvicinarmi... U_U [-.-] ^^ Vabbé, ciao Hinata! Spero il capitolo ti piacerà! Besos^^

- Lely1441: "Stupenda"... Wow, mi piace questa parola... *.* [E' perchè non l'ha letta bene. Probabilmete era ubriaca quando ha scritto la recensione...] Haru-chan, non offendermi i lettori! Sennò con che vi pago poi, io?! [Perchè, ci paghi? O.o?] No, ma non è questo il punto. Non devi offenderli e basta. U_U [-.-] E poi, non offendere chi t'invidia... Tra parentesi, Lely, hai ragione: anch'io la invidio! Voglio andare all'Host Club! *.* Comunque, Mori-senpai può essere tuo se vuoi... @Noooo! Perchè vuoi mandare via Takashi? ç_ç@ Dai Honey, calmati, scherzavo... Non lo mando via, tranquillo... ç_ç @Promesso...? ç_ç@ Sisi, tranquillo... ç_ç @Bene allora... ^o^@ *(L'ha fregata ancora... -.-)* Che volete, ho il cuore tenero... ^^ *(-.-)* ^^ Vabbé, spero continuerai a leggere questa pazzia di ff, Lely! Besos^^

- fleacartasi: "Geniale"... Anche questa mi piace, di parola... XD [-.-] Tranquilla se l'hai scoperto solo ora, l'importante è che tu l'abbia fatto, no? ^^ [Se non le importa di seguire gli scleri di una pazza... -.-] Haru-chan! è_é Comunque, detto fatto, ho aggiornato! [Purtroppo... -.-] Tu non sai proprio cosa sia la collaborazione, vero? -.- [-.-] Tra l'altro, abbiamo tra noi un'altra estimatrice di Kyouya... $Ovviamente...$ #Traditrice! ç_ç# Suvvia Tamaki, non esagerare... U_U (Ne, Lord, se vuoi noi abbiamo un modo per incrementare la tua popolarità!) #Davvero? Quale?# (-Tirando fuori un costume da coniglio rosa- Indossa questo e cammina sulle mani!) *Già, alle ragazze piace un ragazzo che le fa ridere!* Oddei! Ti prego, Tamaki, indossalo! Voglio una foto di te vestito da coniglio! *.* #Davvero piace?# [Tamaki-senpai, non essere ridicolo... -.-] #Che? Dici che è ridicolo, Haruhi?# [Mi pare ovvio... -.-] #-Iniziando a seguire i gemelli- Se vi prendo vi uccido!# Uffi, niente foto... Non potevi evitare di dirglierlo Haru-chan?>.<[=_=] Vabbé, ti saluto, flea -Posso chiamarti flea, vero? ^^-. E se vuoi sapere chi sceglierà... Be', continua a seguirci, ok? Besos^^


R: Uh, già finite le recensioni a cui rispondere? Peccato, ci stavo prendendo gusto...

Ha: Se incontentabile...

R: Pignola... U_U Vabbé, buona lettura a tutti! Ci vediamo in fondo al capitolo! ^^




Giorno III, Parte I-
Ogni soluzione genera nuovi problemi


CASA FUJIOKA, h 9.30

Una limousine nera si fermò davanti al palazzo plebeo, affiancandosi ad un’altra pressoché identica. Un uomo in completo beige scese, guardandosi attorno come se fosse alla ricerca di qualcosa o qualcuno. Improvvisamente, s’illuminò d’immenso.

“Yo-chan!” urlò, gettandosi al collo dell’uomo appena sceso dall’altro veicolo.

Un manipolo di curiosi era già accorso a guardare la scena.

“Yo-chan! Sapevo che ti avrei trovato qui! Si vede proprio che siamo due amici amicissimi!”

Una vena solitaria iniziò a pulsare pericolosamente sulla fronte di Othori.

“Suoh”, ringhiò, “chiamami un’altra volta a quel modo, e ti regalo un viaggio di sola andata per l’altro mondo!”

L’altro s’illuminò, se possibile, ancora di più.

“Oh, Yo-chan, sono commosso: mi vuoi fare un regalo! È meravigliosamente meraviglioso! È la prova inconfutabile che la nostra amicizia non conosce confini!” concluse, asciugandosi le calde lacrime di commozione.

Othori, invece, dovette far ricorso a tutto il suo autocontrollo per non mettere in atto i suoi propositi non esattamente legali.

Stringendo i pugni, inspirò profondamente più volte poi staccò con decisione le braccia di Suoh dal suo collo, si voltò e prese a salire le scale della palazzina.

Suoh, allora, si accasciò a terra, le lacrime agli occhi.

“Yo-chaaaaaaaan, dove vai? Perché mi abbandoni così?”

Othori non si voltò nemmeno.

“Sono qui per Fujioka, baka! Non ho tempo per te!”

Suoh si riprese all’istante.

“Hai ragione, Yo-chan! Haru-chan mi starà attendendo con ansia!” disse mettendosi a correre per raggiungerlo. “D’altronde, sentirà certamente la mancanza del suo adorato Oji-san!”

Othori, notando che ormai stava per superarlo, prese a correre a sua volta.

“Non ci provare, Suoh! Sono arrivato io per primo!”

“Oh, no, no, no, no, Yo-chan! Tocca a me stare con Haru-chan, oggi!”

“Scordatelo!”

“Lo vedremo!”

Si voltarono per suonare il campanello dell’abitazione, quando notarono un biglietto di Ranka affisso alla porta. Suoh lo prese, leggendolo a voce alta:

“ ‘Cari Yo-chan e Yu-chan,’ …”

“COME DIAVOLO FA A SAPERE DI QUESTI STUPIDI SOPRANNOMI?! GLIELO HAI DETTO TU, BRUTTO BAKA CHE NON SEI ALTRO?!”

… ‘- vi ho sentiti chiamarvi così ieri mattina! Che teneri che siete! Si vede che vi solete tanto, tanto, tanto bene! -‘ …”

Othori si passò una mano sulla faccia, shockato: se andava avanti così, quel soprannome sarebbe diventato di pubblico dominio; doveva necessariamente trovare un sistema per eliminare il problema alla radice, ne andava della sua reputazione, dannazione!

… ‘Ho pensato che fosse giusto avvisarvi che sono partita per le Hawaii con delle colleghe di lavoro! Haruhi non c’è! Tranquilli, è in buone mani! Ci vediamo tra dieci giorni, carissimi! Kiss kiss, Ranka!’

Seguivano la faccia di Ranka e Haruhi che facevano ciao ciao con la manina.

Solo una parola uscì all’unisono dalla bocca dei due uomini.

“NANI?!”



CASA SCONOSCIUTA, CAMERA DEGLI OSPITI, h 9,43

Haruhi aprì svogliatamente gli occhi, schermandoli per proteggerli dal sole mattutino. Si alzò lentamente a sedere, guardandosi intorno con gli occhi ancora impastati di sonno. Ci mise qualche secondo per ricordare gli avvenimenti della sera precedente e riconoscere così la stanza in cui si trovava…


~ FLASHBACK- CASA SCONOSCIUTA, LA SERA PRECEDENTE… ~

L’autista che aveva scarrozzato Haruhi decise finalmente di fermarsi davanti ad una villa che lei non aveva mai visto. Scese quindi dalla macchina, andandole ad aprire la portiera e facendole segno di dirigersi verso l’ingresso. Con un sospiro rassegnato Haruhi ubbidì, fermandosi davanti alla porta. Finalmente avrebbe saputo chi l’aveva prelevata in quel modo da scuola.

Non fece però nemmeno in tempo ad appoggiare la mano sulla maniglia, che la porta si aprì di scatto e due braccia la strinsero in un abbraccio letale.

“Haru-chan!” urlò la proprietaria delle braccia.

“NANI?!”

“Ti aspettavamo con ansia, Haru-chan!” continuò la donna allontanandosi leggermente da lei per osservarla meglio, consentendo così alla ragazza di tornare a respirare. Poi la prese per un braccio e la trascinò in casa.

“Non vedevo l’ora di incontrati! Mi hanno parlato molto di te, sai, Haru-chan? Sei perfino più kawai di quello che mi dicevano, sai?”

Haruhi si chiedeva come facesse a parlare così tanto e così velocemente, ma, soprattutto, si domandava chi diavolo fosse.

Che fosse la madre di Tamaki lo escluse a priori per motivi già noti. Allora, forse, era la madre di Kyouya? Pensandoci, lei non sapeva assolutamente nulla della signora Othori, ma certamente Kyouya e i suoi fratelli non erano spuntati da sotto un cavolo! Né, ovviamente, potevano essere frutto di qualche esperimento di laboratorio! Certo, non si poteva mai sapere con Kyouya, però… Insomma, poteva essere la madre, no?

Mentre veniva trascinata per il corridoio e l’altra continuava a parlare ininterrottamente, provò ad osservarle il viso cercando una qualche somiglianza con Kyouya, ma senza successo. Certo, questo contava poco: lui assomigliava già molto a suo padre; non era così insolito che un figlio somigliasse più ad un genitore che ad un altro. Certo era che, più la guardava, più le pareva di scorgere la somiglianza con qualcun altro… Ma no, era impossibile. Decisamente impossibile.

Si impose di scacciare quello strano ed illogico pensiero, sforzandosi di trovare anche solo la minima somiglianza tra Kyouya e la donna che doveva averlo messo al mondo.

La sconosciuta si voltò nuovamente verso di lei, sfoderando un sorriso enorme e trascinandola verso una porta scorrevole spalancata. Si ritrovò così in un salotto che definire sfarzoso è un eufemismo.

“Oh,” brontolò la signora poggiando le mani sui fianchi, “sono proprio dei gran maleducati! La loro amica viene a trovarli e loro non vengono nemmeno ad accoglierla come si deve!”

“Lo… Loro…?”

“Haruhi!” urlarono due voci in contemporanea, mentre i proprietari le saltavano al collo.

“Eh?!” sbottò lei shockata.

“Hikaru, Kaoru, smettetela subito! Così infastidite Haru-chan!”

‘Da che pulpito…’ si ritrovò a pensare la ragazza.

“Eh? Demo, mama…”

“… Anche noi vogliamo salutare Haruhi!”

“Iie, Hikaru, Kaoru, siate educati!”

I due gemelli sbuffarono, lasciando andare la ragazza.

“E poi, basto io per salutare come si deve Haru-chan!” concluse la signora Hitachiin sostituendo i figli.

“Ecco, lo sapevamo!”

“La verità è che la vuoi solo per te!” protestarono tentando di separarle.

“Demo, Haru-chan è così kawai!” insistette la donna serrando ancora di più la presa attorno al collo, rendendo Haruhi cianotica.

“Ora basta voi tre.”

Madre e figli si calmarono subito, sollevando gli occhi verso un uomo alto, vestito elegantemente e dall’aria pacata.

“Demo, Shin-chan,” tentò di impietosirlo lei mettendo il broncio.

“Iie, Yuzuha (*). Così soffocherai la nostra ospite.” ribadì lui con un sorriso.

“Oh, Shin-chan, come sei kawai quando sorridi così!” urlò lei gettandoglisi al collo.

L’uomo chiamato Shin-chan - che, per forza di cose, doveva essere il padre dei gemelli (**)- guardò la moglie sorridendo.

“Hikaru, Kaoru…”

Anche i gemelli, controvoglia, la lasciarono andare, cosicché Haruhi poté tornare a respirare normalmente.

“Gomen, Haru-chan…” fece la madre dei gemelli avvicinandosi di nuovo a lei. “Non volevo farti male…”

“Iie, nandemonai…” biascicò lei senza fiato.

“Hikaru! Kaoru!” li rimbeccò poi.

“Gomen…” borbottarono controvoglia.

“Iie,” ripeté. “Demo… Hikaru, Kaoru, perché mi trovo qui?”

Il silenzio totale accolse queste parole.

“Hikaru! Kaoru! Significa che lei non sa niente?!” chiese la madre dei gemelli con fare minaccioso.

I due distolsero lo sguardo.

“Se vogliamo proprio metterla su questo piano…”

“MI AVEVATE DETTO CHE ERA D’ACCORDO!” urlò la donna, iniziando ad inseguire i figli per la stanza.

'Ora capisco da chi hanno ereditato il loro carattere...' rifletté la ragazza, allibita.

“Sono shockanti, vero?” fece il signor Hitachiin affiancandosi a lei, sorridendo tranquillo. “All’inizio, quando conobbi Yuzuha, pensai che solo un pazzo avrebbe potuto sposarla. Era impertinente, iperattiva, si annoiava facilmente e quello che faceva, lo faceva solo per interesse personale. Alla fine, però, il pazzo mi sono rivelato io, a quanto pare.”

Si voltò verso di lei, tendendole la mano.

“Shinici Hitachiin,il padre di Hikaru e Kaoru. Yoroshiku.”

“Ha… Hai…” balbettò lei prendendo la mano, non sapendo cosa dire. Poi, riuscì a riprendersi. “Atashi… Atashi wa, Fujioka Haruhi desu. Douzoyoroshiku.

Il padre dei gemelli rise.

“Tranquilla, Fujioka-san, tranquilla.”

In quel momento, un brontolio sordo sovrastò tutti gli altri rumori. Haruhi arrossì leggermente, imbarazzata.

I gemelli e la loro madre, invece, si bloccarono di colpo per poi avventarsi su di lei.

“Dou shita no, Haruhi?”

“Hai fame, Haru-chan? Vuoi che ti prepari qualcosa con le mie manine?”

“Iie, mama! Vuoi che Haruhi muoia giovane?!”

“Hikaru, come osi parlare così della tua mama?!”

“Ma non voglio che Haruhi muoia!”

“Hikaru!”

“Haruhi, mentre loro litigano, andiamo a cena io e te?”

“Kaoru, non ci provare nemmeno!” urlarono gli altri due facendolo arretrare.

“Scherzavo!”

“E poi, al massimo sarò io a portare Haru-chan a cena!”

“Iie, mama!”

“Ehm, ehm…”

I tre contendenti si bloccarono di colpo, voltandosi verso il signor Hitachiin.

“Avrei già fatto preparare la tavola per Fujioka-san, se per voi non è un problema…”

“Oh, Shin-chan, suogoi desu!”

“Hai! Papa, sugoi! Sugoi!” le fecero eco i gemelli.

Haruhi sospirò, sollevata di non essere più l’oggetto dell’attenzione dei tre Hitachiin.

Poco dopo, Haruhi si ritrovò seduta alla grande tavola della sala da pranzo, circondata degli sguardi di tutti gli altri quattro. Lei però, quasi non se ne accorse, intenta com’era a fissare deliziata tutte le prelibatezze con cui la tavola era imbastita.

Poi, finalmente, tagliò un pezzo di carne, infilandoselo in bocca con espressione beata, commuovendo così madre e figli.

“Oh, Haru-chan, sono così felice che tu possa mangiare così di gusto…”

I gemelli annuirono.

“A proposito,” si riprese Haruhi, “sumimasen, Hitachiin-san, ma ancora non so il motivo per cui sono qui.”

“Oh, hai ragione, Haru-chan,” fece la signora sorridendole, “gomen, ma pensavamo che Hikaru e Kaoru te ne avessero parlato, questa mattina…” continuò, scoccando ai figli uno sguardo truce.

“Non ne abbiamo avuto il tempo…” si difesero loro.

“Vedi, Fujioka-san, Hikaru e Kaoru ci hanno parlato di quello che sta accadendoti a causa di Othori-san e Suoh-san…”

“Quei due psicopatici... Dovrebbero crescere un po’…” borbottò convinta la donna, incrociando le braccia e mettendo il broncio.

'Da che pulpito...' si ritrovò a pensare Haruhi.

“Hai, hai, Yuzuha,” commentò pazientemente il marito. “Comunque, Fujioka-san, vista la situazione abbiamo pensato di farti stare con noi per qualche tempo, in modo che non possano disturbarti almeno quando sei a casa…”

“Eh?! Demo, Hitachiin-san, io non posso…”

“Oh, Haru-chan!” ululò la signora commuovendosi. “Hikaru e Kaoru ci hanno raccontato di come quei due bruti ti tormentano! Non preoccuparti, non ti abbandoneremo al tuo destino! Oggi loro due hanno parlato con tuo padre, che si è trovato subito d’accordo. Abbiamo anche pensato che fosse meglio anche per lui stare un po’ lontano dalla città. Ora è in viaggio per le Hawaii con delle amiche…”

‘Ah, ecco perché era d’accordo… È sempre il solito, quello…’

Poi, il messaggio parve raggiungere il cervello ancora sconvolto della ragazza.

“Eh? Quindi il vostro impegno di oggi era con mio padre?!”

“Beccati…” rise Kaoru. “Gomen, Haruhi, è stata una cosa improvvisata. E comunque non potevamo parlartene, altrimenti non avresti mai accettato.”

“E c’era bisogno di farmi praticamente rapire di fronte alla scuola?!”

“Oh, tranquilla, Haru-chan, riceveranno una severa punizione per questo…”

“Demo, mama…”

“Iie, Hikaru, Kaoru, questa volta non la passerete liscia!” Si alzò in piedi minacciosa, indicandoli con l’indice. “Niente dolce per una settimana! Inoltre, dirò a Yuki-chan – il nostro maggiordomo – di non comprarvi per un mese lo shampoo al tamarindo che vi piace tanto!”

“Yada, mama!” protestarono i gemelli in coro.

Haruhi rimase senza parole: meno male che doveva essere una punizione severa…

“Comunque, Hitachiin-san…”

“Chiamami pure Yuzuah, Haru-chan! Non essere così formale; mi fai sentire vecchia, e io sono ancora così giovane…” rise la donna.

“Ha… Hai… Demo, Yuzuah-san, sono onorata, ma non posso proprio restare qui…”

“Eh? Nande, Haru-chan?” chiese la donna con le lacrime agli occhi.

“Non posso disturbare… E poi, la scuola…”

“Eh? Di che parli, Haruhi? Oggi era l’ultimo giorno. Lunedì iniziano le vacanze estive, non ricordi?”

“Ben detto, Hikaru! Inoltre, Haru-chan, la tua presenza non sarà mai un disturbo per noi…”

“Hai. L’amica dei nostri figli è sempre la benvenuta in questa casa…” confermò Shinichi.

“Demo…” tentennò Haruhi ancora poco convinta.

“Bene, allora è deciso! Haru-chan si ferma da noi per un po’!”

“Haaaai!” festeggiarono i due gemelli in coro.

“Yuzuah…” la chiamò all’ordine il marito.

“Hai… ?”

“Sono quasi le nove…”

“Ah, hai ragione, Shin-chan!” rispose lei abbracciandolo di slancio. Poi si voltò verso Haruhi.

“Gomen, Haru-chan, ma noi due ora dobbiamo partire.”

“Eh?!” fece lei shockata.

“Hai. Un viaggio d’affari urgente. Honto ni gomen!” continuò lei prendendo la borsa. “Hikaru e Kaoru ti mostreranno la stanza. Per qualunque cosa, chiedi a Yuki-chan, ti procurerà qualunque cosa.” Si avvicinò, dandole un bacio sulla fronte. “Torneremo domenica, ne, Haru-chan?” poi si rivolse ai figli. “Hikaru, Kaoru!”

“Hai!” fecero loro in coro, scattando sull’attenti.

“Fate i bravi! Se scopro che avete fatto disperare Haru-chan in questi due giorni vi diseredo!”

“Hai, mama!”

Il signor Hitachiin rise. Haruhi, invece, li guardava senza parole: come potevano seriamente lasciarla sola con quei due?!

“Ja ne! E, Haru-chan, magari, quando torniamo, organizziamo un viaggetto da qualche parte, che ne dici?” fece la donna uscendo dalla sala da pranzo senza attendere la risposta, subito seguita dal marito.

Haruhi li guardò uscire con le lacrime agli occhi. Poi, quando furono definitivamente usciti e sentì la macchina risalire il vialetto, si voltò lentamente verso i gemelli, che la fissavano divertiti.

“Com’è possibile che sia successo davvero?” chiese. Non era sicura di volere veramente una risposta.

“Su, su, Haruhi, non fare così…” iniziò Hikaru circondandole le spalle con un braccio.

“Già, tranquilla. Sei al sicuro qui con noi, Haruhi…” concluse Kaoru imitando il gemello.

I sorrisetti dei due, però, non consentirono ad Haruhi di tranquillizzarsi. Deglutì sonoramente, preparandosi al peggio.

“I miei vestiti?” si arrischiò a chiedere.

“Oh, tuo padre ti ha preparato la valigia. Ora è nella tua stanza”, la informò Kaoru.

“Vieni, te la facciamo vedere!”

“Chotto matte, Hikaru!” gli urlò lei mentre veniva trascinata dal ragazzo fuori dalla stanza e poi su per le scale. Kaoru li seguì a ruota, sorridendo divertito dell’entusiasmo del fratello.

“Ecco qui! È la nostra migliore stanza per gli ospiti. Che te ne pare, Haruhi?” disse Hikaru aprendo una porta e accendendo la luce della stanza.

Haruhi si guardò intorno, notando di sfuggita il suo borsone sul letto.

‘Qui dentro ci potrebbe comodamente entrare tutta la mia casa… Ma è normale?!’

“La nostra stanza è qui davanti, Haruhi; se ti serve qualcosa, chiama noi o Yuki-chan, ne?"

“Be’, ora ti lasciamo riposare. Ne, Hikaru?” fece Kaoru appoggiandosi allo stipite della porta.

Il fratello si voltò verso di lui, sorridendo. A quanto pareva, ragionò Haruhi, quello che si divertiva di più, al momento, era proprio Hikaru.

“Hai, Kaoru.”

Poi saltò al collo di Haruhi, coccolandola, subito imitato dal gemello.

Oyasumi, Haruhi!

Quando uscirono, Haruhi si guardò nuovamente intorno: ma come diavolo ci era finita in quella situazione assurda? Che aveva fatto di male, nella sua vita precedente, per meritarsi tutto questo? Aveva forse fatto una qualche strage? Era stata una serial killer? Dannazione al karma e a tutti gli annessi e connessi!

Sospirando, si andò a sedere sul letto. Sul borsone, notò una busta con su scritto ‘Per Haruhi’ ; la scrittura era sicuramente quella di suo padre: solo lui era capace di usare fiorellini e cuoricini intorno al suo nome a quel modo. A parte, probabilmente, Tamaki e Honey…

‘Carissima Haruhi…’ ” diceva la lettera. “ ‘… gomen per la mia partenza improvvisa, ma quei due angioletti dei tuoi amici…’ ” Haruhi, alla parola angioletti, fece una smorfia: si vedeva che suo padre non conosceva bene Hikaru e Kaoru, altrimenti quella parola non l’avrebbe usata nemmeno sotto tortura. “ ‘… mi hanno assicurato che saresti stata più tranquilla a casa loro, e mi hanno fatto un’offerta così generosa che non ho davvero saputo rifiutare. Sono sicurissima che ti divertirai e che starai benissimo! Io sono alla Hawaii per i prossimi dieci giorni – che gentili che sono stati, ad offrire il viaggio a me e alle mie colleghe! – fai la brava, in mia assenza! Kiss kiss, il tuo Otou-san!’ ” seguiva la faccia di Ranka, con gli occhiali da sole, che faceva ciao ciao con la manina. Poi, notò un post scriptum. “ ‘PS: I due angioletti mi hanno detto che la loro madre avrebbe voluto farti provare – e regalarti – alcuni pezzi della sua nuova collezione, perciò ho messo solo lo stretto necessario nella borsa. Ancora kiss kiss, Haruhi!’

La ragazza, fissò le ultime due righe, poi spostò lo sguardo sul borsone: ora che ci faceva caso, era un po’ floscio…

Lentamente, aprì la cerniera; quello che vide, la lasciò basita.

Dentro la borsa, c’erano solo quei pochi indumenti che suo padre adorava vederle addosso - ergo, solo quelli più scomodi, che lei non avrebbe mai e poi mai indossato volontariamente -, la camicia da notte rosa, e l’occorrente per il bagno. Fine.

Sospirò pesantemente, mentre si spogliava e indossava la camicia da notte. Probabilmente era meglio mettersi a dormire; almeno, la mattina dopo, avrebbe avuto la mente lucida.

Si stese, guardandosi bene attorno: doveva ammettere che quella stanza era veramente bella, e il letto comodo. Beh, almeno non avrebbe dovuto lamentarsi dell’ambiente in cui doveva vivere. Forse, solo il letto era troppo grande per i suoi gusti ma, in fondo, era un dettaglio irrilevante.

Si rannicchiò per bene sotto le coperte. Pochi minuti dopo, si era già addormentata.

~ FINE FLASHBACK~


Haruhi sbatté le palpebre, mentre riconosceva la sua nuova stanza. Si alzò, andando ad aprire le tende ancora tirate poi si voltò verso la sveglia.

Quello che vide, non le piacque affatto…





(*) La madre dei gemelli si chiama veramente Yuzuha Hitachiin, ho trovato l’informazione su Wikipedia, nella pagina in inglese dedicata ad Host Club. Lo ricordo qui, anche se penso lo sappiate: il cognome Hitachiin viene da lei, non dal marito; inoltre, Yuzuha è la Capofamiglia degli Hitachiin. Infine, so che, tecnicamente, nel manga Haruhi la incontra, nel volume 6, ma nell'anime la scena non compare; visto che questa è la continuazione dell'anime, non del manga, ho voluto immaginare così il loro primo incontro.

(**) Ho controllato: né nel manga, né nell’anime viene mai nominato il nome del padre dei gemelli. Perciò, mi spiace, ma ho dovuto inventarne uno io. Ho cercato un po’ di nomi maschili giapponesi, e ho finito per scegliere Shinici, visto che:

1. Trovo sia un bellissimo nome!

2. Si presta molto bene ai nomignoli che la madre dei gemelli (da pazza qual è) gli darà (Shin-chan è bellissimo, non trovate? E anche Shi-chan, per il futuro! *.*)



LEGENDA:

- Baka: Stupido

- Nani: Cosa

- Kawai: Carino

- Demo: Ma

- Mama: Mamma (i gemelli non usano Okaa-san, ma quest’altra parola)

- Papa: Papà (idem come sopra)

- Gomen: Scusa

- Yoroshiku: Piacere di conoscerti

- Hai:

- Iie: No

- Iie, nandemonai: Non è niente

- Atashi wa, Fujioka Haruhi desu. Douzoyoroshiku. : Sono Haruhi Fujioka. Piacere di conoscerla. (“Douzoyoroshiku” è la forma cortese di “Yoroshiku”. “Atashi” significa “io”; in giapponese, ci sono diversi modi per dire “io”, e “atashi” è una forma usata generalmente solo dalle donne.)

- Dou shita no: Che ti succede

- Shin-chan, suogoi desu: Shin-chan, sei fantastico (in particolare, “sugoi” significa fantastico, mentre “desu” è il verbo essere)

- Sumimasen: Scusa (si usa anche per chiedere un’informazione)

- Ja ne: Ci vediamo

- Yada: No (ho scoperto che si scrive così. Ho già corretto nel prologo, dove lo dice Haruhi)

- Ne: Hei (ma può essere usato anche per chiedere la conferma di qualcosa. Vale quindi anche come “D’accordo?”)

- Chotto matte: Aspetta un momento

- Oyasumi: Buona notte

- Nande: Perché

- Honto ni: Davvero



Allora, complimenti a fleacartasi che aveva indovinato i rapitori di Haru-chan! (Non era molto difficile... -.-) Dettagli... U_U *Però ora ci annoieremo di meno, ne, Hikaru? Finalmente anche noi abbiamo una parte attiva nella storia!* (Già! Ma il Lord non mi pare molto contento della cosa...) #-Indicando me- Tuuu! Come hai osato affidare Haruhi alle mani di quei due? La mia povera bambina... è_é# [Ti ho già detto che di padre me ne basta uno... -.-] #E poi, che fino ho fatto, io?! Sono uno dei protagonisti e non compaio! è_é# -_- (A me il capitolo soddisfa in pieno... ^^) *Sì, anche a me piace! ^^* @Anche a me, Roby-chan! Anche se non compaio! ^o^@ +Ah...+ Oh, ragazzi, grazie... -Li abbraccia tutti.- Non so come farei senza il vistro sostegno... Sono commossa... ç_ç *(Quindi ora possiamo prenderci una vacanza?)* -Lasciandoli andare.- No. Non credete di potermi fregare così, voi due... U_U *(Dovevamo mandare Honey. Con lui ci cascava... -.-)* @Non credo... Io non compaio in questo capitolo, ma quando gli ho chiesto il giorno libero mi ha guardato male male... Mi ha fatto paura... ç_ç@ *(-Guardandomi impauriti, facendo comunella con tutti gli altri tranne Kyouya- L'influsso del re nell'Ombra si fa sentire... O.O'')* $Come... ?$ *(No, niente... ^^''')* Ah proposito, è arrivata la cena per festeggiare la frase di Mori? [-Aprendo la porta- Giusto ora. Di chi era la tempura?] MIA! Vi saluto, ragazzi, il dovere -ovvero la pappa- mi chiama! Ehi, Hikaru, guai a te se mi freghi il gambero!

Saluti e baci ^^

Roby & The Host Club^^

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Capitolo 5
*** Giorno III, P. II- Quando non può andar peggio di così, lo farà ***


Two Weeks notice

Two Weeks notice

Heading 2

Normal

(...)= Discorsi di Hikaru

*...*= Discorsi di Kaoru *(...)*= Discorsi dei gemelli (In generale: più simboli insieme= più personaggi)

[...]= Discorsi di Haruhi

+...+= Discorsi di Mori

@...@= Discorsi di Honey

$...$= Discorsi di Kyouya (da notare il simbolo usato, per niente scelto a caso... U_U)

#...#= Discorsi di Tamaki



L'ANGOLO DELLA POSTA

Presentano RobyLupin & The Host Club

Hi&Ka: Buonseeeeera!

Ha: Hoe? Hikaru, Kaoru, dove si è cacciata Roberta?

Hi&Ka *Alzando le spalle*: Sta addobbando la sala per la festa di Capodanno! Così ci ha lasciato campo libero coi lettori, oggi... Tranne che per possibili spoiler: se ne facciamo, scriverà la nostra morte...

Ka: ... Lenta e dolorosa, ha detto...

Ha: Ah... -.- E dite che sta lavorando? Spontaneamente? Ma, soprattutto, gratuitamente?

Hi: Yes!

Ha *Riflettendo*: Mmh... è sospetto, non trovate?

Ka *Avvicinandosi*: Perchè?

Ha: Ragionate: in questo periodo assomiglia sempre più a Kyouya: è diventata una schiavista senza scrupoli, dedita solo ai suoi interessi personali. E ora voi mi dite che distribuisci favori senza ricevere nulla in cambio?

Hi&Ka: Hai ragione... O.O

*Si voltano tutti e tre verso di me che appendo del vischio sotto una porta e rabbrividiscono*

R *Voltandosi verso di loro sorridendo*: Sì? Qualcosa non va?

Ka,Hi&Ha *Rabbrividendo*: Nonononono!

R *Continuando a sorridere*: Bene. ^^ *Ricomincia ad addobbare*

Ha *Sussurrando a Hikaru e Kaoru*: Mi fa paura...

Hi&Ka *Sussurrando*: Anche a noi.

Ha: Non capisco perchè dovrebbe aiutarci con gli addobbi... Ok che parteciperà al party, ma addirittura appendere le decorazioni... O.O

Ho *Che passava di lì per caso*: Magari è diventata più buona perchè è festa! ^o^

Hi *Commosso*: Ah, beata ingenuità...

Ka:Però non si sa mai... Proviamo... *Si volta verso di me e urla* Ehi, Roby, ci lasci la gionata libera, oggi?

R *Con una faccia come quella di Kyouya appena sveglio*: No.

Ka *Traumatizzato*: Ma... Ma...

R: Vi ho già lasciato il Natale libero, quando avrei dovuto farvi lavorare. Ringraziate e statevene zitti. Oggi lavorate. *Riprende ad addobbare*

Ho: Come non detto... ç_ç

Hi: Tutta colpa di Kyouya-senpai...

Ky: Come?

Hi: Nienteeeeeee, Kyouya-sepai...

Ky: Se vi chiedete il motivo per cui lavora, non chiedetelo a me. *Sorridendo* Il lato positivo è che, più lei lavora, meno io spendo per la manodopera, dato che la sua è gratis, in quanto invitata. Meraviglioso, vero? ^-^

Hi: Ceeerto...

Ha: Però, Kyouya-senpai, non pensi che la fanfiction fallirà? Insomma, lasciare tutto nelle mani di quei due... *Indica i gemelli con un cenno* ... non è molto intelligente, non trovi? Non che a me dispiaccia se questa buffonata finisce, però...

Ky *Ragiona*:Mmmh, Hikaru&Kaoru che coordinano=perdita clienti; perdita clienti=diminuzione guadagni; diminuzione guadagni=bancarotta... *Ad alta voce* Quell'idiota... *Mi si avvicina e mi prende per il collare rosso festa* Sbrigati e torna al lavoro, scrittrice da strapazzo...

R *Cercando di liberarsi*: Noooo! Voglio continuare ad addobbare! Vischio, serve altro vischio!

Ky *Costringendola a sedersi su una sedia*: Zitta e lavora! Non voglio finire in bancarotta a causa tua! Lasciare Hikaru e Kaoru da soli a badare alle lettrici... Idiota!

R *Mettendo il broncio e incrociando le braccia*: Ma io voglio dare una manoooo! Voglio appendere altro vischio! Altrimenti poi come faccio a tendere imboscate a voi che ci passate sotto, durante la festa?

Ha *Pensando*: Ah, ora capisco tutto... -.-

Ta *Apparendo da chissà dove e indicandomi col dito*: Ahah, allora è così! Quindi non era vero che volevi darmi una mano per dar prova del tuo grande spirito umanitario!

Hi,Ka,Ha,Ky&R: Perchè, ci avevi davvero creduto?! -_- *Pensando* È davvero più stupido di quando credessi...

Ta: Sei cattiva... Cattivissima... ç_ç *Si deprime nell' 'Angolo Depressione'*

R *Scoraggiata dall'imbecillità dilagante*: Bah, Tamaki-baka... -_-

Ho: Ora rispondiamo ai lettori?

R: E va bene... Ma solo perchè tanto di vischio ne ho già messo dappertutto, ormai... -_-

Ho: Eheh! ^o^

- Laicachan: Ed ecco a noi un'altra estimatrice di Tamaki! #-Ripresosi dalla depressione- Evvai! Lo sapevo che c'era ancora gente con gusto, a questo mondo! ^o^# Zitto, Tamaki-baka. -.- #Ma perchè sei così cattiva con me? ç_ç# Non sono cattiva. Se lo fossi farei di peggio fidati... U_U #ç_ç# Comunque sono contenta che i genitori ti piacciano! Sai, sono i personaggi la cui caratterizzazione mi rende più fiera! E, soprattutto, sono quelli che mi fanno divertire di più quando scrivo. XD #TU, HAI ROVINATO MIO PADRE!# Naaa. Si era già rovinato da solo da molto tempo, fidati... U_U Grazie ancora per i complimenti, gemy! Ci sentiamo presto, ok? ^^

- Fleacartasi: Sìììì! Yuzuah ha fatto colpo! Sapevo che quella donna non avrebbe deluso le mie aspettative! XD *Hikaru, la ragazza ci adora!* (Si vede che hai gusto, Flea!) *(Se vuoi ti facciamo un servizio gratuito! Un'ora solo noi tre completamente gratis!)* Non esageriamo ora, eh... -_- $E poi che significa 'gratis'? -.-$ Tranquillo, Kyouya, faranno i bravi. Sennò li lego a qualche palo. U_U $Mmh.$ Comunque non preoccuparti per Yo-chan e Yu-chan, staranno bene. ^^ (Fin troppo, direi... -.-) *Già... -.-* Su, su, non fate quell faccine tristi, tra poco si fa festa! ^^ *(Haaaai!)* Bravi cuccioloni! ^^ Grazie per il commento, Flea! Spero che questo capitolo sia di tuo gradimento! Besos^^

- Totoby: Ed ecco a noi la prima tifosa di ben due personaggi maschili! ^^ (Ma insieme a Kyouya-senpai? -.-) $Qualcosa in contrario?$ (Noooo! ^^'''') $Mmh, bene...$ (-.-) Su, Hika-chan, considera il lato positivo: è stata la prima a prenderti in considerazione come possibile vincitore. ^^ (Mmh... -.-) Ecco, bravo, così si fa! ^^ Comunque, totoby, se vuoi sapere che ha visto mai Haruhi, be', non ti resta che leggere! Anche se penso che ci rimarrai un pochetto male all'inizio... Ma solo all'inizio, promesso! Vedrai, ne succederanno delle belle in questo capitolo! XD [Aiuto...] Fai bene ad avere paura, Haru-chan... Muahahahahah! Besos totoby, spero rimarrai soddisfatta del capitolo!^^

- Kri-chan: Ma certo che puoi chiamarmi Roby-chan, carissima! Ci mancherebbe altro! ^^ @Anche lei ti chiama così, visto, Roby-chan? Vuol dire che sono bravo? ^o^@ -Abbraccaindolo e coccolandolo- Tu sei sempre bravo, Honey! Anche se dovessi distruggermi lo studio! *_* @Posso davvero? ^o^@ -Diventado seria improvvisamente- Certo che no. Le riparazioni costano, non lo sai? -.- @Uffi! ç_ç@ Su, dai, non ti affliggere! Pensa alla torta di dodicimila piani che ci ha promesso kri-chan! @Oooh, Kri-chan ti voglio tanto tanto bene, lo sai? ^o^ Ma perchè vuole le fragole di Taashi? O.O@ Ehm, te lo spiego quando sarai più grande, Honey. Tieni, mangia la torta. -Gli da una fetta di torta al cioccolato- @-Inizia a mangiare- Evviva! ^o^@ Besos, Kri. E prepara al torta: Honey è sempre affamato, lo sai, no? ^^

- Lely1441: 'Promessi Sposi'? Vade retro, Manzoni! O.O [Scusa, eh, ma stai parlando di un capolavoro della tua letteratura...] Lo dici perchè non hai dovuto studiarlo, Haru-chan! Prova tu a sorbirti un numero imprecisato di pagine fitte dei patemi d'animo di una nanetta -casso, tra l'altro- che tutti vogliono -per qualche misteriosa ragione-. L'ho sempre detto: l'unica persona intelligente, in quel libro, è la Monaca di Monza, perchè è l'unica che da una botta di vita all'ambiente. U_U [-.-] Spero che ti sia andato bene il compito, comunque. Consolati: prima o poi la tortura finirà! ^^ [Bah... -.-] Rompiscatole! Coooomunque,tornando a cose serie: mi piace l'espressione 'ti adoro'! Grazissime, Lely! Sono contenta che ti sia piaciuto il rapimento! ^^ [Beata lei che si diverte... -.-] Su, su, Haru-chan, sai quante ragazze ti stanno invidiando, in questo momento, per essere a casa dei gemelli, nonché a pochi metri dalla loro stanza? [Vogliono far cambio?] Probabilmente sì, ma non si può. La Hatori ha disegnato te, perciò adeguati. U_U [-.-] ^^ Comunque, se vuoi sapere come la prenderà Tamaki-baka alla notizia, non ti resta che leggere. Prometto che ne varrà la pena. O, almeno, lo spero... ^^

- Lan: [Videocamera?! O.O] Diamine, Lan, hai ragione! Non ci avevo pensato! *_* [Ehi, perchè fai quella faccia? Mi fai paura! Ha ragione lei: sei completamente pazza! O.O] L'hai capito solo ora, Haru-chan? ^^ [No, ma speravo di sbagliarmi... O.O] ^^ Comunque fidati, Lan: ci sarà da divertirsi con quei due! ^^ (Non credo ne dubitasse...) Mi piace precisarle, certe cose... ^^ Besos, lan, e prepara la telecamera: ne vedrai delle belle! XD

- Artemis_e_Claude: Yeah, ho catturato nella mia rete anche una slasher! Pensa un po', pensavo fossi sparita, e invece... Sono contenta che la storia ti tia piacendo -assomiglia alle puntate vere? Svengo... *_* <-- Cosa molto, molto positiva^^-, e che i personaggi siano IC. Mi faccio sempre un sacco di paranoie perchè ho paura di finire OOC... ^^ (Stai attenta, l'OOC è sempre dietro l'angolo...) Crudele... Perchè devi sempre smontarmi così... ç_ç -Si rifugia nell' 'Angolo Depresisone'- @Ne, ne, Roby-chan, non abbatterti. Pensa che le tue Legende sono utili@ -Riprendendosi- Hai ragione, Honey! Allora le mie ricerche suoi modi di dire non sono totalmente inutili! Ai lettori piacciono! E le piacciono anche i genitori! -Inizia a ballare la rumba per festeggiare- (Comunque sia, com'è che sono tutti preoccupati del fatto che siamo soli con Haruhi?) *Già, due angioletti come noi...* Ripensate a quello che avete detto che pentitevi. -_- @[#$-Annuiscono convinti-$#]@ *(-_-)* Stai tranquilla, comunque, prometto che Haru-chan uscirà viva da questa convivenza. Più o meno... ^^ [Più o meno...?! O.O] Tranquilla, Haru-chan. Non ti fidi di me? ^^ [Devo rispondere?] No, era una domanda retorica.^^ [-.-] Ad ogni modo, hai indovinato per i titoli! Sei la prima ad averlo notato, e io mi dimentico sempre di dirlo nei miei commenti -l'età avanza inesorabile...-: uso come titoli le Leggi di Murphy il più possibile, trovo che si adattino perfettamente alle situazioni che Haruhi si ritrova sempre ad affrontare in ogni capitolo. E poi, ammetto che stanno diventando un po' la mia filosofia di vita; in parole povere, le adoro. *.* Grazie per averlo notato -e per avermi fatto notare che ancora non l'avevo annunciato a tutti; d'ora in poi me ne devo ricordare... Thanks. Ah, non è che tu conosci il titolo esatto del libro? Se sì, me lo potresti dire? Io le leggi le ho trovate su internet, ma non so come si chiama il libro...^^'''-. Spero continuerai a seguirci. Besos^^

- Lumi: Ed ecco qui un'altra super-fan dei gemellini! Ragazzi, riscuotete successo, sapete? ^^ *(Perchè, c'è da stupirsi?)* Modesti come sempre, eh... ^^''' Vabbé... Sono contenta che la storia ti piaccia così tanto, Lumi, ti ringrazio moltissimo! Cosa faranno Yo-chan, Yu-chan, i loro figlioli e i gemelli? Leggi e lo scoprirai. Posso solo dirti che la pazzia dilagherà anche in questo capitolo. Strano, eh? ^^ [HELP!] A cuccia, Haru-chan, non spaventarmi le lettrici... U_U [ç_ç] Besos, Lumi. Al prossimo capitolo.^^

- SoleDincht: Ehi, un'altra vostra fan! (Carissima!) *Siamo contenti che sia tu venuta... ^^* #Ma perchè l'hanno sempre vinta loro? ç_ç -si ritira nell' 'Angolo Depressione'-# Su Tamaki-baka, smettila di cotivare funghi a quel modo; li odio... #ç_ç# Comunque sia ti ringrazio, Sole -posso chiamarti così, vero? ^^- sono contenta che i miei gemelli ti siano piaciuti. Spero continuerai a seguirci. Besos^^

- Sora89: Davvero do' quest'impressione coi gemelli? Sarà perchè li adoro, forse. Così come adoro Kyouya del resto -ah, il fasciono del male in incognito... *.*- e tutti gli altri -sì, anche Tamaki-baka, anche se lo maltratto sempre; diamine, sembra fatto apposta, del resto! XD- (Davvero ci adori?) *Allora ci lascia la giornata libera?* Ho detto che vi adoro, non che sono rincitrullita improvvisamente... -.- *(Dannazione... -.-)* Comunque sia, sono contenta che la trama ti abbia incuriosita e che tu sia rimasta soddisfatta; spero continuerà a piacerti, come storia. [Fossi in te scapperei...] Haru-chan, finiscila! è_é Besos Sora, spero di risentirti! ^^

- Hinata707: PREGO, PREGO, PREGO e PREGO! ^^ [Ti si è rotto il disco?] Lei mi ha ringraziata quattro volte, e ricambio altrettante. ^^ [-.-] Scherzi a parte, Hinata, non c'è problema: io sono per la diffuzione incontrastata di questo anime/manga, perciò per qualunque cosa chiedi pure. Più gente conosce Host Club, meglio sarà. Chissà che così MTV non lo trasmetta, un giorno... Ah, che sogno... *_* (Ci siamo, è partita...) *Già, è nel suo mondo, ormai. Per un po' staremo tranquilli, almeno. Ehi, magari riusciamo a scappare per oggi...* -Riprendendosi- Scordatevelo! Non sono così stupida, sapete? *-_-* Sono contenta che la madre dei gemelli ti piaccia: adoro quella donna! E anche Shin-chan! è così teneroso... *.* (Giù le zampe da nostro padre...) Tranquilli, non mi piacciono così avanti negli anni... ^^ (-_-) Ad ogni modo, se vuoi sapere la reazione di Tamaki, non ti resta che leggere, Hinata. Besos, e grazie per gli auguri. Anche se in ritardo, ricambio in pieno! ^^

R: Ehi, Hikaru?

Hi: Yes?

R: Tu dormi in boxer, vero? Mentre Kaoru con i pantaloni del pigiama...

Hi: Sì, ma come diavolo fai a saperlo?

R: Puntata 15.

Hi: E perchè me l'hai chiesto?

R: Mi serviva una conferma...

Hi: Perchè? O.O

R *Sorridendo*: Tranquillo. Ti fidi di me, no? ^^

Hi: Dovrei... ?

R: Non preoccuparti, gioia. Ora lascia che i lettori inizino a leggere in pace. ^^ Ci vediamo in fondo alla pagina, gente! ^^



Giorno III, Parte II- Quando non può andar peggio di così, lo farà

(Primo corollario alla seconda Legge di Chisholm- Dalle Leggi di Murphy)

…Haruhi sbatté le palpebre, mentre riconosceva la sua nuova stanza. Si alzò, andando ad aprire le tende ancora tirate, poi si voltò verso la sveglia.

Quello che vide, non le piacque affatto…

CASA HITACHIIN – h 9,45

“WAAAAAAAAAAAA!”

L’urlo improvviso si propagò per tutta la villa degli Hitachiin, svegliando un ancora assonnato Hikaru.

Il ragazzo si alzò a sedere stropicciandosi gli occhi ancora gonfi, chiedendosi di diavolo l’avesse svegliato in quel modo. Spalancò gli occhi, ormai completamente sveglio, quando riconobbe il – o meglio, la – proprietaria dell’urlo.

Subito si precipitò giù dal letto, travolgendo suo fratello e inciampando rovinosamente nelle lenzuola, per poi rialzarsi e correre fino alla porta della stanza di fronte alla sua.

“Dou shita no, Haruhi?” disse precipitandosi all’interno della camera.

Non fece però in tempo ad entrare, che si bloccò sulla soglia.

Ci mise qualche secondo per rendersi conto che qualcosa non andava.

Ancora qualche secondo, e capì che Haruhi si stava cambiando.

Altri secondi gli occorsero per registrare che indossava solo i pantaloni della divisa e che, prima che lui entrasse, si stava per infilare la camicia.

Altri secondi ancora e comprese che la stava fissando da un lasso di tempo imprecisato e che lei lo stava guardando a sua volta, sorpresa quanto lui.

Abbassò quindi gli occhi, accorgendosi di star indossando solo il paio di boxer con cui era solito dormire.

Finalmente, arrossendo vistosamente fino alla punta delle orecchie, si voltò, sbattendo la porta dietro di lui senza dire una parola e si accasciò a terra, shockato e imbarazzato.

Nella stessa identica posizione lo ritrovò Kaoru, accorso anch’egli al grido.

“Dou shita no, Hikaru? Haruhi sta bene?”

Nessuna risposta.

“Hikaru… ?” fece lui abbassando lo sguardo sul gemello.

“Hikaru, dou shita no?” chiese inginocchiandosi accanto a lui. Hikaru abbassò gli occhi, fissando il pavimento come se fosse la sua sola ancora di salvezza.

“Ne, ne, daijôbu?” insistette il gemello al suo silenzio.

Quando nuovamente non ricevette risposta, Kaoru si accigliò, per poi fissare la porta a cui Hikaru era appoggiato.

Un’idea lo colpì all’improvviso.

Spostò lo sguardo dalla porta a Hikaru, poi di nuovo dal fratello alla porta, e comprese.

“Ne, Hikaru, per caso sei entrato?” Decise di interpretare quell’ostinato silenzio come un sì.

“Demo, ti sei ricordato di bussare, vero?”

Di nuovo lo stesso silenzio imbarazzato.

“Si stava cambiando, magari?”

Il rossore si intensificò sul volto di Hikaru, arrivando a comprendere nuovamente anche le orecchie.

“E lei ti ha visto in mutande?”

Fu il colpo di grazia. Il ragazzo si coprì la testa con le braccia, ancora più in imbarazzo. Poi sentì uno strano rumore provenire dall’altro.

“Pfff…”

Hikaru, confuso, alzò lo sguardo, e vide suo fratello che si teneva una mano davanti alla bocca nel tentativo, malriuscito, di restare serio.

“Pfff… Gomen… Gomen, Hikaru… Pfff… AHAHAHAHAH!” Scoppiò, abbandonando tutti i suoi buoni propositi.

“Ahahahahah, Hikaru, non ci posso credere! Ahahahah!” Continuò scivolando con la schiena lungo la porta fino al pavimento.

“Iamete, Kaoru!”

“Demo, Hikaru, è troppo… troppo assurdo…” Riuscì a ribattere l’altro tra una risata e l’altra.

“Non posso… non posso credere che tu… che tu…” Ma non riuscì a continuare, troppo preso a tenersi la pancia per il troppo ridere.

Hikaru strinse i denti, arrabbiato: che succedeva a suo fratello? Avrebbe dovuto tirarlo su, non prenderlo in giro a quel modo!

Sempre più irritato dalle risate dell’altro si alzò in piedi, senza nemmeno rivolgere un solo sguardo a Kaoru, ostentando l’atteggiamento più offeso che poteva.

“Mette, Hikaru…”

Il ragazzo si fermò: finalmente, il fratello si era pentito e stava per chiedergli scusa.

“… dove pensi di andare conciato a quel modo?” E ricominciò a ridere.

Hikaru abbassò lo sguardo, ricordandosi di essere ancora in mutande. Stringendo i pugni si voltò, dirigendosi verso la loro stanza, aprì la porta e la sbatté dietro di lui.

Kaoru lo osservò divertito; poi inspirò più volte, costringendosi a tornare serio. Con gli ultimi echi delle risa si alzò in piedi, inspirò profondamente per calmarsi del tutto, poi bussò alla porta di Haruhi.

“Haruhi, posso entrare?”

“Hai.”

Kaoru aprì leggermente la porta, affacciandosi appena con gli occhi chiusi.

“Sei vestita, vero?” chiese; data l’indifferenza che mostrava verso il suo essere ragazza, non si poteva mai sapere…

“Hai, Kaoru.”

Il ragazzo aprì prima un occhio per sbirciare poi, verificato che era realmente vestita, li dischiuse entrambi ed entrò nella stanza, richiudendo la porta dietro di sé.

“Ti chiedo scusa per Hikaru, Haruhi. Non siamo abituati ad avere ospiti in casa. Credimi, non voleva metterti in imbarazzo.”

Sapeva bene che quella era solo una frase di rito: l’unico ad essersi imbarazzato tra i due probabilmente era Hikaru; Haruhi aveva uno strano concetto di cosa fosse o no imbarazzante. La questione Bossa Nova-cchi (*)– o meglio, “lo scampato pericolo Bossa Nova-cchi”, come lo avevano ribattezzato loro - ne era la prova…

“Iie, Kaoru, nandemonai.”

‘Da copione.’ Si ritrovò a pensare Kaoru.

“Comunque, dou shita no, Haruhi? Perché hai urlato?”

“Ho visto la sveglia. Siamo in ritardo, Kaoru! Perché nessuno mi ha svegliata?” ribatté stranamente irritata, annodandosi la cravatta.

Solo in quel momento Kaoru notò l’abbigliamento di Haruhi.

“Haruhi, nande la divisa?”

Lei lo guardò male.

“Kaoru, che domande fai? Dobbiamo andare a scuola! Perché non l’hai ancora indossata?” chiese severa.

Lui continuava a guardarla incerto.

“Ehm… Haruhi… ti ricordi, per caso, che giorno è oggi?”

“Che domande fai, Kaoru? È venerdì, ovviamente…”

“E quindi… ?” chiese lui ridacchiando.

“Kaoru, che stai dicendo? Siamo in ritardo!”

“Haruhi…” Insistette lui avvicinandosi e poggiandole le mani sulle spalle per calmarla.

“Haruhi, mi sai dire che venerdì è, oggi?”

“Nani?” chiese lei guardandolo.

Kaoru sospirò.

“Haruhi… oggi è il primo giorno delle vacanze estive.”

Haruhi congelò sul posto.

“Oh.” Ci pensò su qualche secondo.

“Hai ragione…”

Come diamine aveva fatto a dimenticarselo non lo sapeva; ora che ci pensava, glielo avevano anche ricordato la sera prima, per convincerla a rimanere. Forse era stato per la confusione di quei giorni; senza contare il suo trasferimento improvviso in casa dei gemelli…

Scostò una ciocca di capelli dagli occhi, confusa: di solito, quello che si dimenticava le date era suo padre, non lei.

“Già.” Rise lui.

“Credo sia meglio che ti cambi, Haruhi. Non vorrai stare tutto il giorno in divisa, spero.” Continuò allontanandosi leggermente.

“Oh.” Fece lei guardandosi.

“Forse hai ragione…”

“Bene. Ti consiglio di fare in fretta; io e Hikaru volevamo portarti in un posto speciale, oggi…”

“Posto speciale… ?” chiese lei iniziando a preoccuparsi.

“Hai!”

“Qua… Quale posto speciale?”

Kaoru sorrise e Haruhi si spaventò.

“Iie, Haruhi. È una sorpresa.”

“Ha… Hai. Allora, va bene… credo…” acconsentì lei incerta.

“Ehm, Kaoru?” Riprese poco dopo.

“Hai?” rispose lui sorridendo.

“Ti spiacerebbe uscire? Posso fare da sola, sai…”

Lui parve accorgersi solo in quel momento che la stava ancora guardando.

Ridacchiando, prese ad indietreggiare imbarazzato, fino ad arrivare alla porta. La aprì e, con un’ultima occhiata a Haruhi, uscì dalla stanza.

Una volta fuori, si appoggiò alla porta, scuotendo la testa: si prospettavano dieci giorni molto lunghi, con quei due in casa.

Beh, rifletté, almeno si sarebbe divertito. Forse.

Sospirò, pregando che tutto andasse bene almeno mentre i suoi genitori erano in viaggio: la prospettiva di essere diseredato non lo attirava, e sua madre gli era sembrata fin troppo seria la sera prima.

Guardò l’orologio: le dieci; ormai suo fratello doveva essersi già cambiato e sceso per la colazione.

Le mani in tasca, si decise a raggiungerlo. Non gli piaceva l’idea che fosse ancora arrabbiato con lui. E poi, diamine, stava morendo di fame.

Haruhi guardò Kaoru sorriderle un’ultima volta prima di scomparire dietro la porta bianca.

Sospirò: a quanto pareva, sarebbero stati dieci giorni più duri del previsto.

Lentamente prese a slacciarsi la cravatta, dandosi della stupida per essersi scordata che giorno fosse, poi la lanciò sul letto e osservò la sua borsa. La possibilità che suo padre vi avesse messo vestiti anche solo vagamente normali era a dir poco inverosimile così, sospirando, si avvicinò all’armadio, chiedendosi che tipo di abiti la madre dei gemelli le avesse messo a disposizione.

Arretrò leggermente quando si rese conto che quella donna e suo padre avevano gusti pericolosamente simili.

Iniziò a scorrerli distrattamente, la mente rivolta alla parole di Kaoru sul loro programma giornaliero: più ci pensava, però, più le parevano una minaccia, più che una promessa…

Grattandosi la testa in preda allo sconforto, decise che, visto che proprio doveva, forse era meglio provare ad adeguarsi alla situazione. Forse non sarebbe sopravvissuta, ma almeno ci avrebbe provato. E, magari, sarebbe pure riuscita a rivedere la sua casa.

O, almeno, così sperava.

“Ne, Hikaru, sei ancora arrabbiato?”

Hikaru continuò imperterrito a spalmare il burro sulla sua fetta di pane appena sfornato.

Kaoru, però, non era tipo da desistere facilmente; iniziò quindi a pungolare il braccio di suo fratello con l’indice.

“Ne, ne, Hikaru, perché non mi perdoni? Ne, ne, koishii nii-chan, perché fai così col tuo ototo-chan?

Hikaru lo guardò male per un attimo.

“Kaoru, mi dai fastidio se fai così.”

“Così come?” chiese lui facendo finta di non capire.

“Il dito, Kaoru.” Specificò Hikaru irritato.

“E che fai se non smetto? Mi mordi? Non essere… WAAAAAA!” urlò Kaoru, scuotendo la mano nel tentativo – inutile – di far staccare i denti di suo fratello – dannatamente resistenti, doveva ammetterlo – dal suo indice.

“Che state facendo?”

Haruhi guardò stranita i due gemelli che si bloccavano di colpo e si voltavano a guardarla.

Subito, Hikaru arrossì e mollò la presa, distogliendo immediatamente lo sguardo, ma suo fratello nemmeno se ne accorse, preso com’era a fissare la ragazza.

‘Kawaii! Chou, chou kawaii!’ pensarono all’unisono i due.

Lei, confusa, prese a guardarsi da tutte le angolazioni.

“Ho qualcosa che non va?”

“Iie, Haruhi”, iniziò Kaoru, “solo che… Beh, non ci aspettavamo che indossassi un vestito di nostra madre già dal primo giorno…”

“Hoe? Gomen, mi pareva che me li avesse messi a disposizione… se volete mi cambio…”

“Iie!” fece subito Kaoru mettendole una mano sulla spalla ed accompagnandola al tavolo.

“Non pensarci nemmeno.”

“Sicuro?”

“Sicuro, Haruhi. Credimi, non c’è assolutamente bisogno che ti cambi…” insistette lui aiutandola a sedersi.

Lei guardò ancora dubbiosa il suo vestito.

“Se lo dici tu… però mi sento strana vestita così…” continuò lisciandosi il vestito arancione.

“Stai benissimo, credimi…” le assicurò lui, guardando il semplice vestito al ginocchio annodato dietro il collo e stranamente privo di particolari fronzoli. Che, però, le stava davvero bene…

‘Fin troppo… Non dovevi farlo, mama! Lasciargli vestiti così kawaii… Vuoi forse vedere morti i tuoi figli?’ pensavano infatti entrambi, sincronizzati anche nei pensieri.

Facendosi coraggio, Hikaru si alzò dal cantuccio in cui si era rintanato quando lei era entrata: all’imbarazzo dell’averla vista cambiarsi, si era aggiunto provocatogli da lei con indosso quel vestito dannatamente kawaii.

“Ha… Haruhi…” iniziò incerto.

“Hai, Hikaru?” rispose lei alzando lo sguardo.

“Per… Per prima… Gomen…” borbottò.

Lei sorrise.

“Iie, nandemonai. Può capitare.”

Lui le sorrise appena.

“Demo… Hikaru, Kaoru che stavate facendo prima?”

Hikaru sobbalzò alla domanda, mentre suo fratello colse la palla al balzo.

“Haruhiiii!” urlò tenendosi la mano. “Hikaru è cattivo! Mi ha addentato il ditino senza alcuna ragione!”

Le saltò al collo, mostrandole la parte lesa.

“Mi ha fatto la bua, Haruhi! Mi dai i bacini, così guarisce?”

“Kaoru, iamete!” urlò Hikaru tentando di staccarlo da lei.

“Yiada, Hikaru! Sei cattivo! Voglio che Haruhi mi guarisca la bua!”

“Iie!” insistette l’altro.

“Haruhi, aiutami!”

Haruhi, troppo occupata ad essere sballottata da un parte all’altra dai due gemelli, non sprecò fiato in parole che, comunque, nessuno dei due avrebbe sentito, indaffarati com’erano tra loro.

‘Perché io? Dannato karma!’

“Ehm, ehm…”

Hikaru e Kaoru si bloccarono di colpo, consentendo ad Haruhi di liberarsi abbastanza dalla loro presa per spostare lo sguardo su un uomo piuttosto anziano che lei non aveva mai visto.

“Nani, Yuki-chan?” chiesero in coro i gemelli.

‘Così questo è il maggiordomo’, considerò lei. A prima vista, sembrava che almeno lui fosse normale.

“Sumimasen, Hikaru-sama, Kaoru-sama, demo credo che ci sia una visita per voi.”

Hikaru e Kaoru si guardarono.

“Visita… ?”

“Hai.”

“Chi è?”

“Non saprei; il binocolo non mi ha permesso di vedere il soggetto. Demo, credo stia per atterrare in giardino.”

“Atterrare in giardino… ?” chiesero confusi i gemelli.

“Hai. Fareste meglio ad uscire per accoglierlo.”

Hikaru e Kaoru annuirono poi guardarono Haruhi che alzò le spalle, confusa quanto loro.

Si diressero quindi verso la porta vetri che dava sul giardino; una volta fuori, alzarono lo sguardo verso il cielo, schermandosi gli occhi con la mano per proteggerli dal sole estivo.

All’inizio non videro niente, ma un fracasso assordante li colpì.

Ci volle loro qualche secondo per riconoscere il rumore di un elicottero.

Voltandosi lo videro avvicinarsi velocemente: un elicottero piuttosto grande, con una familiare striscia blu sul fianco…

“Ho l’impressione di averlo già visto da qualche parte…” commentò Haruhi.

I gemelli annuirono distrattamente, mentre il mezzo di avvicinava sempre più. Una persona si era sporta fuori dal portellone spalancato.

Una persona con un megafono rosso in mano che conoscevano molto, molto bene…

“HARUHI, OTOU-SAN E OKAA-SAN SONO QUI PER SALVARTI! HIKARU, KAORU YURUSANAI!”

Tamaki.

Ecco dove aveva già visto l’elicottero, rifletté Haruhi; il giorno in cui le erano tutti piombati a Karuizawa tra capo e collo.

Avrebbe dovuto prevederlo: l’avevano trovata allora, l’avevano trovata anche stavolta. Beh, almeno quei due erano da soli…

“HARU-CHAN!” continuò un’altra voce, anch’essa ampliata dal megafono, “ANCHE IO E USA-CHAN SIAMO QUI PER TE! NE, TAKASHI?”

“HA.

D’accordo, non erano soli. Però, rifletté, almeno non avrebbe dovuto sorbirsi i loro genitori anche lì…

“HARU-CHAN, NON PREOCCUPARTI, ANCHE IL TUO OJI-SAN È AL TUO FIANCO! NE, YO-CHAN?”

“NON CHIAMARMI YO-CHAN, BAKA!”

Era ufficiale: doveva smetterla di pensare.

Hikaru e Kaoru, intanto, le circondarono le spalle, cercando di sostenerla.

“Gomen, Haruhi, credo che ti abbiano trovata.”

“Ha… Hai…”

“Credo che dovremo rimandare la nostra gita, ne?”

“Ha… Hai…”

“Tranquilla, Haruhi, andrà tutto bene.” La consolò Kaoru iniziando a coccolarla.

“Non permetteremo che ti portino via.” Concordò Hikaru imitando il fratello.

Haruhi guardò ormai senza parole l’elicottero che stava atterrando in giardino.

Chissà perché, ciò che le avevano appena detto Hikaru e Kaoru non l’avevano tranquillizzata, anzi: sempre più, le erano sembrate una minaccia.

Di morte precoce. Sua, ovviamente.

Un solo pensiero affollava la sua mente in quel momento, e non era riferito ai suoi senpai o ai loro pazzi genitori che erano riusciti a rintracciarla. E nemmeno a Hikaru e Kaoru, che continuavano a coccolarla. No, erano rivolti a qualcosa di decisamente più infido. Per lei, almeno.

‘Dannato karma!’

CASA HITACHIIN, SALOTTO – h 12,25, DOPO LA LAVATA DI CAPO AI GEMELLI

“Haruhi, sei sicura di stare bene? Non ti hanno fatto niente questi due figli degeneri, vero?”

“Hai, Tamaki-senpai, come ti ho detto un migliaio di volte in queste due ore, sto bene. Ora, per favore, scendi dalle mie gambe, sei pesante.”

Tamaki sgranò gli occhi, nel tentativo di convincere Haruhi a lasciarlo rimanere accucciato sulle sue ginocchia; un’occhiata raggelante della ragazza, però, lo costrinse a desistere.

“Sei cattiva, Haruhi. Il tuo Otou-san voleva solamente coccolarti per consolarti della tua condizione…”

“Non è mica finita all’inferno…” Gli fecero notare ironicamente Hikaru e Kaoru.

Tamaki si voltò immediatamente verso di loro.

“ZITTI VOI DUE, NON AVETE VOCE IN CAPITOLO! RAPIRE LA MIA POVERA E DOLCE FIGLIOLETTA PER I VOSTRI SPORCHI GIOCHETTI! VERGOGNATEVI!”

‘Sporchi giochetti?’ pensarono i gemelli.

“Haru-chan!” trillò Honey saltandole in braccio.

“Ne, ne, Haru-chan, come ti trovi qui da Hika-chan e Kao-chan? Vi state divertendo? È successo qualcosa di interessante?”

“Qualcosa di interessante… ?” borbottò Haruhi pensierosa.

I gemelli sentendo quelle parole sbiancarono completamente: se Haruhi raccontava al Lord del piccolo incidente di quella mattina, sarebbe stato capace di eliminarli. Fisicamente.

E Haruhi dava così poca importanza a questo genere di cose, che avrebbe potuto tranquillamente vuotare il sacco.

“Ahahah, ma che dici, Honey-senpai?” Intervenne allora Kaoru, iniziando a dare poderose pacche sulla schiena di Haruhi, mozzandole il fiato.

“Già, che vuoi che sia successo? Ci siamo appena svegliati…” Continuò Hikaru imitando il fratello. Honey li guardò perplesso, poi scambiò uno sguardo d’intesa con Mori: era lampante che qualcosa era effettivamente successo.

Fortunatamente per loro, Tamaki, Suoh-san e Othori-san non sembravano essersene accorti, e Kyouya era troppo preso dal suo taccuino per notare qualunque altra cosa.

“Hikaru, Kaoru, iamete!” Intervenne Tamaki allontanandoli dalla schiena di Haruhi.

“Non osate mettere le mani addosso alla mia bambina!”

“Demo, Lord…”

“Iie! Non osate toccarla! E ringraziate che non vi ho legati alla poltrona, dopo quello che avete fatto!”

“Non l’hai fatto solo perché è casa loro.” Intervenne Kyouya. “Sarebbe stato inopportuno.”

“Dettagli insignificanti, Kyouya. Costoro hanno osato rapire Haruhi!”

“Piuttosto, direi che, a causa di questa loro bravata, ho ricevuto due telefonate che mi hanno buttato giù dal letto praticamente all’alba. Il primo giorno delle vacanze estive, per inciso.” Commentò, lanciando un’occhiata gelida a Tamaki e a suo padre che rabbrividirono.

“Demo, Kyouya”, iniziò Tamaki, “ti ho telefonato alle nove e mezza…”

“Devo ripetere il concetto?” chiese lui glaciale.

Tamaki iniziò a sudare freddo.

“Demo, non eri preoccupato della sorte di Haruhi?”

Altra occhiata congelante.

“Kyouya, Tamaki-kun ha ragione,” commentò Othori-san

“Come tua futura sposa, è tuo dovere preoccuparti di Fujioka-san.”

Kyouya iniziò a tremare di rabbia: tutto, ma la paternale no. Non dopo che lo aveva brutalmente svegliato ad un orario osceno come quello!

“Non esagerare, Yo-chan! Haruhi sceglierà sicuramente mio figlio!”

“Continua a sognare, Suoh!”

“Y-U-C-H-A-N! Quante volte devo ripetertelo di chiamarmi così, Yo-chan?”

“NEMMENO TRA MILLE ANNI POTREI CHIAMARTI A QUEL MODO, BRUTTO BAKA CHE NON SEI ALTRO!”

“YO-CHAN, SEI CATTIVO! NON TI VOGLIO PIÙ BENE, ECCO!”

“Fosse vero…” Commentò l’altro spazientito.

“Buaaaaaaa, Kyouya, il tuo Otou-san è cattivo con me! Buaaaaa!” Scoppiò allora Suoh fiondandosi al collo di Kyouya.

Troppo abituato ai comportamenti bizzarri di Tamaki, Kyouya fece finta che il suo direttore non esistesse. Honey, invece, iniziò a girargli attorno come se si trovasse di fronte ad un nuovo esemplare di scimmia.

“Ne, Takashi, dici che i miei me lo lascerebbero portare a casa?”

Mori scosse la testa, e a Honey vennero i lacrimoni agli occhi.

“Comunque sia, Tamaki”, continuò Kyouya come se niente fosse, “dopo avermi svegliato e aver verificato che era qui e perciò relativamente al sicuro, che bisogno c’era di venire facendomi perdere altro tempo prezioso?”

“Demo, Kyouya, come puoi essere così insensibile? Non capisci che è nostro preciso dovere salvare Haruhi dalle grinfie di quei due mostri?”

“Chi sarebbero i due mostri?” chiesero offesi Hikaru e Kaoru.

“Tamaki-kun ha ragione, Kyouya. Dobbiamo portare Haruhi via da qui.”

“COME?!” sbottarono i gemelli abbracciando Haruhi.

“Scordatevelo! Haruhi non si muove di qui!”

“Nani?!” fece Tamaki tentando di separarli.

“La mia bambina non rimarrà nelle grinfie di voi due, figli degeneri!”

“Yiada!” insistettero i gemelli.

“Bravo, Tamaki, così si fa. Ora potrei anche permetterti di chiamarmi Otou-san, quando siamo in privato!” disse Suoh facendo il tifo suo figlio.

“Kyouya, che stai facendo? Vai ad aiutare Tamaki-kun! Vuoi che si prenda tutto il merito e che l’abbia vinta con Fujioka-san?”

“E perché dovrei scomodarmi, Otou-san?” commentò disinteressatamente Kyouya.

“So già come finirà.”

Othori lo guardò stranito.

“E come?”

“IAMETE!”

“Così”, rispose semplicemente il figlio.

Incuriosito, Othori si voltò per vedere Haruhi che, liberatasi dalle prese dei suoi compagni, se ne stava in piedi tra loro guardandoli severa.

“Tamaki-senpai, Hikaru, Kaoru, ora basta. Comportatevi da adulti, per favore.”

“Gomen, Haruhi…” borbottarono tutti e tre facendole gli occhioni da cucciolo per farsi perdonare.

Haruhi sospirò, poi si rivolse ai due genitori.

“Suoh-san, Othori-san, sumimasen, ma non ho intenzione di andarmene via di qui.”

Hikaru e Kaoru esultarono, subito frenati da un’occhiataccia della ragazza.

“Ma, Haruhi, doushite?” le chiese Tamaki, subito zittito da un’occhiata congelante di Haruhi.

“Vede, Suoh-san, ho in qualche modo promesso a Yuzuah-san e Hitachiin-san di fermarmi da loro per ora, perciò non posso andarmene.”

“Oh, Haru-chan”, iniziò ammirato Suoh, “che determinazione nei tuoi modi. Che capacità di controllo.”

“Sei riuscita a tenere a bada quei tre baka così abilmente, Fujioka-san! Sei proprio degna della famiglia Othori!”

“Della famiglia Suoh vorrai dire, ne, Yo-chan?!”

“So bene quello che ho detto, baka! Lei è degna solo della famiglia Othori!”

“La vedremo!”

“Puoi scommetterci!”

“Bene, direi che per oggi è finita.” Commentò Kyouya alzandosi dalla sua sedia e ignorando i due adulti.

“Non vi fermate a pranzo, Kyouya-senpai?” chiese Hikaru.

“Iie. Per noi non ci sarebbe problema, ma credo che quei due continuerebbero fino a sera. Perciò…”

“Hai, non c’è problema. Voi, Mori-senpai e Honey-senpai? Vi fermate?”

“HAI!” squillò Honey, “Solo se cucina Haru-chan, però!”

Haruhi sospirò.

“Hai, hai. Ma non assicuro prelibatezze, ne?”

Una scarica aveva intanto attraversato le menti di Hikaru, Kaoru, Tamaki e dei due uomini d’affari.

‘Cucina lei?’

“Ehm, ehm, Suoh, forse dovremo lasciare perdere le nostre divergenze, per qualche ora.”

“Sono d’accordissimo, Yo-chan. Direi di suggellare questa tregua fermandoci a pranzo qui, che ne dici?”

“Hai, sono assolutamente d’accordo con te. Kyouya, non è un problema, vero?”

Kyouya tornò a sedersi.

“Ha…”

“Niente in contrario, vero, Tamaki?”

“Iie, Otuo-san!”

“Per te sono ‘Preside’.”

“Perché sono tutti cattivi con me?!” si lamentò suo figlio deprimendosi nell’angolo della stanza.

“Ne, Haru-chan, ti dispiace se il tuo Oji-san e quel buono a nulla di suo figlio si fermano a pranzo?” chiese Suoh prendendole le mani tra le sue.

“Iie, Suoh-san.”

“Oh, yasashii desu, Fujioka-san… Honto ni, honto ni yasashii!” disse Othori commuovendosi profondamente per la bontà d’animo della sua – forse – futura nuora.

“Iie, Othori-san, non è niente di che…” ribatté lei imbarazzata.

“Iie, Haru-chan, Yo-chan ha ragione. Assaporare i deliziosi manicaretti che ci preparerai con tanto amore ci renderà così felici…”

“Ha… Hai… Demo, forse è meglio che ora vada in cucina… Dove si trova Hikaru, Kaoru?”

Kaoru schioccò le dita.

“Yuki-chan!”

“Hai!” scattò il maggiordomo comparendo dal nulla – e causando un principio d’infarto ad Haruhi.

“Yuki-chan ti accompagnerà in cucina. Ganbatte ne, Haruhi?

“Hai”, rispose lei seguendo il maggiordomo.

“Ecco la cucina, Fujioka-sama. Per qualunque cosa, Matsuko-san, lo chef, è qui per aiutarla”, l’informò Yuki-chan davanti alla porta, per poi voltarsi e andarsene.

Haruhi entrò in cucina con un sospiro; il cuoco, Matsuko, era indaffarato intorno a quello che doveva essere il frigorifero, ma che a lei sembrava più un’intera cella frigorifera.

‘Speriamo bene…’ pensò prima di chiudersi la porta alle spalle.

CASA HITACHIIN, SALA DA PRANZO – h 14,30, FINITO DI MANGIARE…

“Ahhhh, sono sazio…”

“Divino il ramen, Haruhi.”

“Haru-chan, Haru-chan, posso avere un’altra fetta di torta alle fragole?”

“Hai, Honey-senpai. Te la vado subito a prendere.”

Haruhi fece per alzarsi ma la mano di Mori sulla sua spalle glielo impedì.

“Vado io.”

Haruhi sorrise.

“Oh, domo, Mori-senpai.”

‘Arghhh, avrei dovuto pensarci io!’ fu il pensiero dei gemelli e Tamaki.

“Haru-chan!”

“Hai, Suoh-san?”

“Un ottimo pranzo, complimenti! Il tuo Oji-san è molto soddisfatto!”

“Hai. Arigato, Suoh-san…

“Hai, hai. Sono certo che sarai una moglie perfetta per quell’impiastro di mio figlio!”

“Otou-san!”

“ ’Preside’.” Lo raggelò.

“C’è l’hanno sempre tutti con me…” commentò Tamaki tornando a deprimersi nell’angolino buio della stanza.

“Demo, Suoh”, iniziò Othori pulendosi la bocca col tovagliolo.

“Come ti ho già detto, ti sconsiglierei di dare per scontata la tua vittoria. Sono certo che Fujioka-san farà la scelta migliore optando per la nostra famiglia. Ne, Kyouya?”

Kyouya, al momento più interessato al suo computer, si limitò ad un’alzata distratta di spalle.

“Kyouya, potresti mostrare un po’ più d’entusiasmo, per favore?” Lo criticò il padre.

Kyouya alzò lo sguardo.

“Sto lavorando.”

Il gelo assoluto calò nella stanza a quella frase.

“Ehm, ehm, comunque”, riprese Suoh facendo finta di niente.

“Yo-chan, ti ricordo che Haruhi vuole molto, molto bene al suo Oji-san, perciò è ovvio che vincerò io.”

“Te lo puoi anche scordare, baka!”

“Lo vedremo!”

“Hikaru, Kaoru, credo che la situazione stia per degenerare”, sussurrò loro la ragazza.

“Tu dici, Haruhi?”

“Hai. Credo sia meglio fare qualcosa.”

Hikaru e Kaoru si guardarono sorridendo.

“Lascia a noi, Haruhi”, le dissero prima di uscire dalla stanza.

Haruhi, vedendoli uscire, fu colta da una pessima sensazione e si pentì di non aver fatto testamento, il giorno in cui era entrata all’Ouran.

Intanto, i genitori di Kyouya e Tamaki continuavano a litigare, con Honey e Mori che li guardavano interessati. O meglio, Honey li guardava interessato mentre si mangiava la torta; Mori li guardava e basta. Anche Kyouya li stava fissando; probabilmente, rifletté Haruhi, stava valutando se era il caso di far pagare un biglietto ad Honey e Mori per l’intrattenimento. Probabilmente non lo valutò un affare conveniente, perché si stancò presto della cosa e riprese a lavorare al portatile.

Intanto, tra i due uomini si stava mettendo sempre peggio.

“Yo-chan, ora basta! Regoliamo la faccenda come si fa tra uomini veri!” sbottò ad un tratto Suoh rimboccandosi le maniche.

“Come vuoi, Suoh!” rincarò l’altro imitandolo.

“TA-DAAAAAN!”

“WAAAAAA!” urlarono spaventati Suoh e Othori abbracciandosi per lo spavento.

L’imbarazzo li colse quando capirono che, a spaventarli, erano stati i due gemelli, che li guardavano con sguardo furbo, sorridendo.

“Che volete voi due?” domandò il padre di Kyouya sistemandosi la cravatta.

Il sorriso dei due Hitachiin si allargò. Haruhi, che osservava la scena a debita distanza, deglutì.

“Othori-san, Suoh-san, che ne dite di fare un gioco?”

“Un… gioco… ?”

“Hai, direttore.”

“Che… che tipo di gioco?”

I gemelli sorrisero, tirando fuori teatralmente, da dietro la schiena, una scatola.

“Mahjong!” (**)

“Chi vincerà, avrà un premio speciale.” Intervenne Kyouya fiutando l’opportunità di divertirsi alle spalle altrui. Dal nulla, tirò fuori un quaderno.

“Questo è il primo quaderno di Haruhi; risale alla prima elementare. L’inizio del genio di Haruhi è qui dentro; una reliquia inestimabile.”

Tutti i presenti guardavano il quaderno con avidità palpabile. Tutti, tranne Haruhi. E Mori, ma fin qui niente di nuovo…

“Chotto matte, Kyouya-senpai”, intervenne la ragazza, “come hai fatto ad averlo?”

Kyouya sorrise.

“Ranka-san è sempre molto disponibile, Haruhi…”

“De… Demo…” protestò.

“Troppo tardi, Haruhi”, disse lui continuando a sorridere verso un punto dietro di lei.

Haruhi si voltò, gelando sul posto.

Tutti, compreso Tamaki, ripresosi miracolosamente dalla depressione, e Mori che dava man forte a Honey, erano seduti attorno al tavolo a giocare a Mahjong, divisi in piccole squadre.

Proprio in quel momento, Suoh-san stava dando un pugno in testa al figlio, reo di avergli fatto fare una mossa sbagliata. Hikaru e Kaoru intanto, se la ridevano, così come Honey, mentre Othori sogghignava: la mossa sbagliata di Suoh era andata a suo vantaggio, a quanto pareva.

‘Beh, almeno non si scannano’si ritrovò a pensare Haruhi.

“Haru-chan, vieni anche tu!” le urlò Honey.

“Hai, Haruhi, unisciti a noi!” rincarò Hikaru.

Haruhi sorrise e si avvicinò al tavolo.

Forse, poteva anche essere divertente.

CASA HITACHIIN, GIARDINO – h 21,05

“Ja ne, Haru-chan!” la salutò Honey saltandole al collo.

“Ja ne, Haru-chan! Il tuo Oji-san ti penserà, prima di addormentarsi!” lo imitò Suoh.

“Otuo-san, lascia stare Haruhi!”

“‘Preside’.”

“Nessuno mi vuole bene…” si depresse Tamaki, accucciandosi accanto all’elicottero.

“Suoh, ci dai un passaggio, vero?”

“Hai, hai, Yo-chan. Peccato per il quaderno, ne?”

“Hai…” convenne Othori.

Tutti si voltarono verso Honey, ora in braccio a Mori, che sventolava il quaderno come un trofeo: era stato grazie alle mosse di Mori se avevano vinto ma, ovviamente, lui non ne era interessato e l’aveva subito consegnato a Honey.

L’invidia degli altri partecipanti al gioco era ancora palpabile, nonostante fossero passate delle ore dalla vittoria – o sconfitta, dipendeva dai punti di vista.

In seguito il tempo era passato con una rivincita al gioco e una discussione su presunte irregolarità dei gemelli, e avevano finito per cenare di nuovo insieme, stavolta con una cena preparata dal cuoco.

“Ja, Haruhi”, la salutò Kyouya aggiustandosi gli occhiali.

Haruhi, ricambiando il saluto, si ritrovò a pensare che forse Kyouya, nonostante fosse l’unico a non essersi nemmeno avvicinato al tavolo da gioco, era quello che più si era divertito quel pomeriggio.

‘Diabolicamente astuto...

“Ja ne, Haruhi”, disse Tamaki abbracciandola da dietro. “Ci vediamo domani.”

“Eh, domani?” chiese lei pizzicandogli il braccio per farlo staccare.

“Hai, Haru-chan. Pensavamo di venirti a trovare anche domani. Ne, Takashi?” fece Honey salendo con gli altri sull’elicottero, subito seguito da Mori, che la salutò con un cenno della mano.

“Impossibile! Decisamente impossibile”, sancirono Hikaru e Kaoru posizionandosi ai lati di Haruhi.

“Doushite?” tuonò il King, l’unico ad essere ancora a terra.

“Doushite, Lord, domani Haruhi è impegnata con noi.”

“Nani?!”

“Hai. Ce l’ha promesso. Ne, Haruhi?”

“Ha… Hai...” balbettò lei, maledicendosi di aver acconsentito, quella mattina, a rimandare la gita invece di cancellarla direttamente.

“Visto?” Sorrisero i gemelli.

“E dove volete portare la mia bambina?!”

I gemelli gli fecero la linguaccia.

“Segreto!”

“Nani?!”

“Hai. È un posto per soli amici, Lord. Non per senpai”, ribatterono con sguardo maligno, abbracciando ancora di più Haruhi.

“NANI?!”

“Haaai!” risposero i due.

Poi lasciarono Haruhi e fecero voltare a forza il Lord, spingendolo fino all’elicottero e chiudendo il portellone dietro di lui.

“JA NE!” urlarono sventolando la mano in direzione dell’elicottero ormai in volo.

Gli parve di scorgere, quando ormai l’elicottero si era alzato di diversi metri, la figura di Tamaki che tentava di aprire il portellone, probabilmente per lanciarsi di sotto, trattenuto da diverse braccia, ma non ne furono sicuri.

Poi, quando finalmente se ne furono tutti andati, si voltarono verso Haruhi, sorridendo.

“Ne, Haruhi, sono le nove e un quarto.”

“Che ne dici di guardare un film?”

“Ha… Hai…”

“Hikaru, Kaoru?” chiamò poi, sedendosi sul divano.

Non aveva mai visto uno schermo televisivo così grande…

“Hai?” risposero i gemelli sedendosi ai suoi lati a circondandole le spalle con le braccia.

“Dove volete andare domani, esattamente?”

I due la guardarono sorridendo furbi.

“Sorpresa.”

“Be… bene… credo… ”

“Tranquilla, Haruhi, fidanti di noi.”

“Già, che motivi puoi avere per preoccuparti?” concordò Kaoru facendo partire il film.

“Ha… Hai…” balbettò lei incerta.

Nonostante il film dei gemelli fosse decisamente bello – in fondo, ‘I Pirati dei Caraibi’ non le dispiaceva poi tanto – Haruhi non riuscì proprio a concentrarsi su Johnny Depp e Orlando Bloom a caccia di un forziere fantasma; chissà perché, tutto quello a cui riusciva a pensare era che, probabilmente, il giorno seguente sarebbe stato anche l’ultimo della sua vita.

Pregò che almeno la bara in cui avrebbe riposato per l’eternità sarebbe stata comoda.

LEGENDA:

- Dou shita no: Che ti succede?

- Daijôbu: Stai bene?

- Demo: Ma

- Gomen: Scusa

- Iamete: Smettila

- Matte: Aspetta

- Ha/Hai:

- Iie … nandemonai: Non è niente

- Nande: Perché

- Nani: Cosa

- Koishii Nii-chan: Amato fratello maggiore (“Nii-”, diminutivo di "Onii-", indica il fratello maggiore, parlando della propria famiglia; “koishii” invece significa amato)

- Ototo-chan: Fratello minore

- Kawaii: Carino/a

- Chou: Molto

- Iie: No

- Hoe: è una semplice esclamazione di sorpresa (confesso: l’ho ripresa da CCS, ma credo che anche Haruhi la usi ogni tanto, nell’anime)

- Ne: Hey

- Mama: Mamma

- Sumimasen: Scusa (anche per chiedere informazioni)

- Otuo-san: Papà

- Okaa-san: Mamma

- Yurusanai: Imperdonabili

- Oji-san: Zio

- Baka: Stupido

- Doushite: Perché

- Yasashii desu: Sei gentile (“Yasashii” significa gentile; “desu” è il verbo essere)

- Honto ni: Veramente

- Gambatte: Fai del tuo meglio

- Domo: Grazie

- Arigato: Grazie

- Ja ne/ Ja: Ci vediamo

(*) I gemelli nell’anime chiamano veramente Kasanoda, “Bossa Nova-cchi”.

(**) Il Mahjong è un gioco di origine cinese molto diffuso in Giappone (e ultimamente anche negli USA). Si gioca in quattro giocatori (nel capitolo, i ragazzi si sono divisi in tre squadre da due – Tamaki e suo padre, i gemelli, Mori e Honey; non so se si possa fare, però mi piaceva l’idea e poi, altrimenti, che facevano gli altri mentre giocavano? – e una da uno – Othori; andiamo, ce lo vedere Kyouya a giocare? –). Si tratta di un gioco di tessere, che presenta alcune analogie con qualche gioco di carte occidentale. I giocatori guadagnano punti creando opportune combinazioni di tessere e rimuovendole dal gioco. La composizione dell'insieme di tessere utilizzate, e le regole di attribuzione dei punti, variano leggermente a seconda della regione; i concetti fondamentali del gioco rimangono però sostanzialmente gli stessi in tutte le varianti del gioco. (Grazie a Wikipedia per le informazioni. Io non avevo idea di come si giocasse a Mahjong, se si esclude il fatto dei quattro giocatori… ^^)



Rieccoci qui! ^o^ *Sì, certo, però forse è meglio se inizi a correre.* Perchè? O.o? (TUUUUU!) *Ecco perchè...* Hikaru, tesoro, che hai? ^^''' (-Prendendomi per il collare- TU! MI HAI RESO RIDICOLO DI FRONTE A TUTTE!) -Facendo la finta tonta- Ridicolo? Io? Ma cosa mi dici mai? ^^''' (Mi hai fatto vedere i mutande! Da tutte le lettrici! è_é) Ma tesoro, ti hanno già visto tutte quanto in mutande durante la puntata 15... (Dettagli! è_é) Piuttosto... Hai visto dove siamo? (-Mi guarda stranito- Eh?) -Indiacando in alto- Mira il frutto del mio lavoro... (-Spaventandosi- Oh mamma...) -Sorridendo- Esatto caro! Vischio! Sai che si fa sotto il vischio? (O.O) ^^ (Kyouya-senpai! Mi spaventa!) $Finché non ti uccide, la cosa non mi riguarda. Se ti dovesse uccidere, la farò sopprimere dal veterinario, d'accordo?$ (EH?! O.O) Muahahahah! *_* è inutile, Hikaru, la tradizione parla chiaro: sotto il visch... Ehi, ma dove diavolo è finito il vischio?! O.O (-Hikaru alza gli occhi- Non c'è più...) Dannazione, chi diavolo è stato a toglierlo? -Si guarda intorno e vede Haruhi togliere un'altro rametto poco lontano- [Olé, fatto. Questo era l'ultimo.] -La prende per il bavero della camicia- TUUU! COME HAI OSATO?! SAI QUANTO CI HO MESSO PER ATTUARE QUESTO INCREDIBILE PIANO?! [Ma... ma... Il vischio è natalizio, non c'entra con Capodanno... ^^'''] E CHI SE NE FREGA? @Su, su, Roby-chan, non arrabbiarti. Dai, andiamo di là, è quasi ora della festa! ^o^@ -Lasciando andare Haruhi- E va bene, ma ricordati, Haruhi: l'unico motivo per cui non sei defunta è che sei la protagonista e mi servi. U_U [Glom... O.O]#-Chiamadoci- Su, che aspettate? è quasi ora!
# @Roby-chan? Che desideri hai per l'anno nuovo?@ Be', finire sté storia, ovviamente. E poi... @Poi? ^o^@ -Facendogli l'occhiolino- Segreto. @Eheh! ^o^@

TUTTI INSIEME: Meno dieci...

nove...

otto...

sette...

sei...

cinque...

quattro...

tre...

due...

uno...

... BUON ANNO NUOVO A TUTTE QUANTE!

ROBY & THE HOST CLUB

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Capitolo 6
*** Giorno IV – I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedirgli di nuocere ***


Two Weeks notice

Two Weeks notice

Heading 2

Normal

(...)= Discorsi di Hikaru

*...*= Discorsi di Kaoru *(...)*= Discorsi dei gemelli (In generale: più simboli insieme= più personaggi)

[...]= Discorsi di Haruhi

+...+= Discorsi di Mori

@...@= Discorsi di Honey

$...$= Discorsi di Kyouya (da notare il simbolo usato, per niente scelto a caso... U_U)

#...#= Discorsi di Tamaki



L'ANGOLO DELLA POSTA

Presentano RobyLupin & The Host Club

R: Konbanwa minna! ^o^

Hi: Come mai così esaltata?

Ka: Hai bevuto?

R: Perché ho appena finito di vedere il drama di “Kimi wa Petto” e, in più, gioia e tripudio, ho vinto la scommessa!

Hi: Che scommessa?

R: Quella con Tama-baka! Ne, Tama-baka? ^o^

T: T^T

R: ^o^

Hi *Voltandosi verso Tamaki*: Hai scommesso con lei?! Ma sei stupido, Lord?

T: T^T

Ha: Che avete scommesso?

R *Con sguardo assatanato*: Muahahahahah, questo baka ha promesso, nel caso avessi vinto, che si sarebbe fermato qui a pulire il set tutti i giorni e che mi avrebbe assicurato vitto e alloggio vita natural durante… *_*

Hi&Ka: Come sei materialista… -_-

R: Hei, bisogna pur vivere nella vita, eh… U_U

Ha: Mica scema… -_- Ma su cosa avevate scommesso, esattamente?

R: Sulla coppia finale, che non dirò per non fare spoiler a chi è interessato a vedere il drama o a leggere il manga. Comunque sia, Tamaki è stato così stupido da scommettere con me, e così… ^^

Ho: Non sapevo che voi due guardaste gli stessi drama… O.O

R: Eh, sai Honey-chan, io lo stavo guardando e lui mi ha beccata. Mica potevo cacciarlo via, non sono così crudele… -.- Ora ci stiamo guardando insieme “Liar Game”… Anche qui c’è in ballo una scommessa, non vedo l’ora che finisca per riscuotere… *_*

T: O_O

R: *_*

T: Okaa-san, ho pauraaaa! O.o’’

Ky: Avete messo tutto per iscritto, non posso impugnare quel contratto, spiacente…

T: Ma… ç_ç

Ky: Così la prossima volta che ti dirò di non firmare, mi ascolterai…

R: Muahahahah, da Kyouya si impara sempre qualcosa. Ricordatene sempre, Tama-baka… *_*

Hi&Ka&Ha&Ho: O.o’’’’

T: T_T

Ho: Ehm… *Mi tira una manica della giacca* Roby-chan, che ne dici di cambiare discorso? Così mi fai aura...

R: *_* *Vede Honey coccoloso; lo abbraccia* D’accordo, Honey-chan! Che vuoi fare?

Ho: Rispondiamo ai lettori? ^o^

R: Certo stellina mia! Iniziamo!

- Laicachan: Hikaru, c’è un’altra ammiratrice per te… (Che ti devo dire… Il mio fascino incredibile colpisce sempre nel segno… ^^) Ceeeeertooo, come no... U_U (>.<) #E poi, Hikaru, ti faccio notare che tifa per me...# (Solo perchè io non ci sono... XP) #Ma tifa comunque me... u_u# Esaltato… Per ora, fa il tifo per te… Chi ti dice che non accadrà qualcosa che le farà cambiare idea? *_* #O_O# *_* #Okaa-san!# $A cuccia…$ Mai che possa giocare in pace… -_- Comunque, nel caso di un matrimonio, Ranka si metterà il tubino, ovvio… Ce lo vedo troppo tanto col tubino! *_* [Povero papà… -_-] Muahahahah, me genio del male... *_*

- SoleDincht: Sìììì, un'altra che mi dice che Tamaki depresso è fantastico! ^o^ #Ma perchè gli dite certe cose che poi mi tormenta? ç_ç Buaaaaaa, nessuno mi vuole beneeeee... -Si rifugia nel suo angolino a deprimersi-# Bravo Tamaki, continua così! Il pubblico lo gradisce! ^^ #ç_ç# Comunque, Sole, ricordo anch'io la scena del criceto... Fantastica! *.* Anch'io adoro Tamaki depresso... ma lo preferisco quando coltiva funghi, è più divertente secondo me... xD Besos Sole, spero che anche questo capitolo ti piaccia... ^^ Se non ti piace, prometto che faccio deprimete Tama-baka per tutta la prossima puntata... Muahahahahahahah! *_* #O_O#

- totoby: Grazissime, totoby! ['Grazissime'?! O_O] Sì, Haru-chan, problemi? ^^ [Perchè odi l'italiano? -.-] Io non odio l'italiano, anzi... Ma è carino ocme neologismo, non trovi? ^^ [-_-] ^^ [-_-] ^^ Ora basta però... Dicevo... Grazissime, totoby, Kyouya rigrazia per l'appoggi morale. Purtroppo ora sta calcolando i costi che dovrà affrontare Tama-baka per il mio mantenimento, perciò è piuttosto impegnato -Guarda con la coda dell'occhio Kyouya che sta per fondere la calcolatrice... di nuovo..- Sono contenta che ti piacciano i gemellini... Anche a me piacciono... *ç* (Kaoru, sta ricominciando...) *Tanto si attaccherà a te, che problema c'è?* (Traditore... è_é) *ç* *Proviamo così... Tamaki-senpai sta tentando la fuga!* -Drizza le orecchie- CHEEEE?! -Prende Tamaki per il colletto e lo appende al muro- Pensavi di bigiare la puntata, eh? Guai a te se ci provi, baka! #Ma... Ma io... T_T -S ritira nell'Angolino depressione- Buaaaaaaaaa, nessuno mk vuole beneeeee... T_T# Tzé, tzé, non ci sono più gli attori di una volta... Vabbé, ci sentiamo, totoby. Besos^^

- Lely1441: Buone le tartine al salmone... *ç* [Voglio il sushi col tonno pregiato... *ç*] io la tempura... *ç* (Ma altri piatti non li conoscete?) -Insieme io e Haruhi- No! *ç* $Ho capito -Ti ra fuori il cellulare- Stasera si mangia fuori. Altri ordini oltre al sushi e alla tempura?$ Il ramen! Non ho mai assggiato il ramen! *ç* $Altro?$ [(#*@ -Si affollano intorno a Kyouya per ordinare...- @*#)] Sì, vabbé... -.- Coooomunqueeee... Non posso credere che tu ti sia illuminata come Haruhi davanti al sushi... -Si figura la scena- It's incredible, don't it? XD Sono contenta che la storia ti piaccia così tanto... Ti immagini le tavole di Hatori-sama? Svengo... *-* Spero che anche questo capitolo non ti deluderà, Lely-chan. ^^

- caporalez: Be', Tama-baka viene bistrattato perchè... be', perchè mi fa morire dalle risate quando si deprime! E poi, sembra fatto apposta per essere affettuosamente bistrattato, no? XD #-Allontanandosi da Kyouya che ha finito di ordinare la cena- 'Affettuosamente'? Allora vuol dire che mi vuoi bene? *-*# Certo, Tama-baka. In fondo, in fondo, in fondo, in fondo, un pochettino-ino-ino te ne voglio... Credo.. xD #ç_ç# Ah, che soddiasfazione bistrattarti... xD (Questa qui ci ha rubato il passatempo... -.-) *Già... -.-* Che volete, ragazzi... è la vita... ^^ Ora ti lascio rosicare nell'atteso del verdetto finale di Haru-chan, caporalez. Spero contiuerai a seguire questa sottospecie di pazzia fatta fanfiction... ^^

- Lan: Ah dire il vero, i genitori sono così al naturale... Il che non è molto positivo, a pensarci bene... O.o'' Che bello, però, che abbiano così successo! xD #Psicotica... -.-# Esagerato... Sno solo dotata di una discreta nonché pazza fantasia... U_U Comunqueeee... Oddei, non fai sconti a Kyoya, eh? xD Tranquilla, Lan, arriverà anche il momento di Kyouya, prima o poi, ma mica si può trasformare in un cantore di serenate, no? -Si figura Kyouya che canta una serenata.- Oddei! xD Quasi quasi provo davvero a scrivere una scena del genere... xD $Dovrai passare sul mio freddo cadavere... -_-$ Mai che mi lasci divertire, eh? U_U $-_-$ Cattivo... U_U $Certo, certo... Piuttosto che sparar cavolate, inizia a lavorare e scrivi. Di chi credi che sia la colpa del mio calo di gradimento?$ Ehm... Del mercato internazionale che sta passando dei momenti bui? $No, baka, è tua. Ora sbrigati e cerca di far risollevare le mie quotazioni, o ti spedisco al canile...$ No, il canile no! $E allora lavora. $ Uff... -_- Ci sentiamo, Lan-chan. Purtroppo, lo schiavista mi schiavizza... Spero che il capitolo ti piaccia... Besos^^

- kri-chan: Finalmente qualcuno che mi capisce... ç_ç Hai ragione, con tutti l'impegno che ci avevo messo per rubare la carta di credito di Tama-baka per acquistare tutto quel vischio, Haru-chan ha rovinato tutto... ç_ç #Ah, ecco dov'era finita la mia platinum card... Ce l'avevi tu! è_é# Perchè, avevi avuto qualche dubbio, baka? Secondo te dove avevo preso il vischio? Da Babbo Natale? -_- #Ma... Ma... O.O# *_* Comuuuunque... che ti dicevo, Hika-chan? Tutta la situazione ti ha fatto guadagnare appoggio, dopotutto... ^^ (Tu zitta, non hai diritto di parlare...) Oh, andiamo, solo perchè ti ho fatto vedere in mutande da qualche lettrice? Già ci aveva pensato Hatori-sama... ^^ (Mostrami nudo, allora, già che ci sei... -.-) Bell'idea... *_* (O_O) *Hikaru, ma sei scemo a darle idee del genere?!* (Ma... ma. io... O_O) Muahahahah! *_* (Non lo farai, vero...? O_O) Vedremo... Muahahahah... *_* (Sono finito... ç_ç) *_* @Roby.chan, mi fai paura... ç_ç@ No, Honey tesoro, tranquillo... Ora torno carina e coccolosa, d'accordo? ^^ *-A Hikaru- E da quando lei è carina e coccolosa?* Ti ho sentito... Vuoi ritrovarti nudo come un verme anche tu? è_é *O_o'''* @Roby-chan... ç_ç@ Scusa Honey, ora torno brava, ok? Visto? ^^ @^o^@ Besos kri-chan, spero il capitolo ti piaccia! ^^ @Eheh! ^o^@

- fleacartasi: 'Sotterrato'? Credimi, più che sotterrarsi lui, avrebbe voluto sotterrare me... ^^''' (Non considerarti in salvo, tu. Sto solo aspettando di trovare un modo per coprire il tutto, poi finirai tre metri sotto terra...) Ma tesoro mio, non vedi che hai fatto tanta tenerezza a tutte? ^^ (Due parole: in mutande.) Dettagli insignificanti. U_U Non farci caso, flea, quando si rispolvera l'argomento 'mutande' si scalda sempre un po'... Solo perchè non sa cosa lo aspetta prossimamente... Muahahahahah! *_* (Come sarebbe a dire? Io ho visto la scaletta! Io so tutto! O_o) Non tutto, Hika-chan... Le vostre figuracce non erano presenti nella scaletta... Quelle sono tutte nella mia testolina... *_* (O_O) Parlando piuttosto di Kyouya e della sua apparente freddezza, credo che, a tal proposito, qualche scena di questo capitolo ti piacerà particolarmente... (Ma che, fai spoiler, ora?) No, no, ho concluso... ^^ (Peccato... Speravo di poter dire il finale della storia...) Scordatelo... (Uff, non mi fai mai divertire, eh?) Puoi giocare con Tama-baka se vuoi... (Davvero?) Certo... ^^ (Evviva! -Va a tormentare Tamaki nell'Angolino Depressione-) Ah, questi bambini... U_U Baci flea, e mi raccomando: fammi sapere se questo nuovo capitolo ti aggrada! ^^

- Sora89: Ma sai che anche io, appena sveglia, sembro molto Kyouya? Ah, le coincidenza della vita... xD *Piuttosto, io mi preoccuperei della prima frase... Quell'ora non ti lascio più' fa molto minaccia... O_O* -Tirando fuori il martellone di Rossana e dandogli una martellata in testa- Kao-chan, non offendere i lettori! è_é *Uffi... Ma mi annoio!* -Gli da un bastoncino- Vai ad aiutare tuo fratell a tormentare Tama-baka, allora. U_U *Evvai! -Corre ad aiutare il fratello-* [Povero senpai...] Esagerata, ma se si diverte pure lui... [Dici? -Guarda scettica Tamaki depresso e i gemelli che si divertono- A me non sembra...] Ehm... ^^'''' Ma perchè stiamo andando così fuori discorso? Stavamo parlando a Sora-chan, no? ^^''' [-_-] Comunque sia, devo ammettere, Sora-chan, che hai ragione, ora che mi ci fai pensare: eroe ed eroina sono gli sventurati per eccellenza. Ma, in fondo, anche Hatori-sama li affligge abbastanza nel manga, no? Pensa alla povera Haru-chan rapita fuori da scuola per andare ad una piscina tropicale, o alle depressioni quasi giornaliere di Tamaki. Ho solo imparato dalla mia sensei preferita, in fondo... XD [Fin troppo, direi...] #Mi hai appena dato dell'eroe romantico? *-*# Ma non eri depresso, tu? #Mi hai fatto riprendere con le tue parole! *-*# Punto uno: lo ha detto Sora, non io; punto due: tu hai definito te stesso eroe romantico e Haruhi eroina durante la puntata tre, perciò io non ti ho fatto proprio nessun complimento o simili. U_U #ç_ç -Torna nell'angolino- Non mi vuole bene... ç_ç# [Sei crudele...] Sadica, Haru-chan. Usa i termini corretti, d'accordo? ^^ [-_-] Concludendo, Sora-chan, mi spiace, ma non sono riuscita a mettere la traduzione accanto alle frasi giapponesi; sarebbe stato disastroso per lo scorrimento del testo. Però -Ebbane sì, c'è un però- ho ridotto al minimo le espressioni, eliminando le frasi intere e usando solo parole singole o espressioni abbastanza conosciute, come "Iie, nandemonai" & co. Spero che, in questo modo, tu riesca a seguire meglio... ^^ Besos e fammi sapere^^

- Hinata707: Anch'io adoro quando i gemelli la fanno disperare... *-* [Non si era notato... -.-] Da quando usi l'ironia, Haru-chan? [Da quando ho avuto la sventura di conoscerti... -.-] Ah, bene.^^ Per quanto riguarda l'Host Club che segue Haru-chan e i gemellini in gita... be', non ti resta che leggere questo capitolo per scoprirlo, no? ^^ [Segui il mio consiglio, non farlo. -.-] Chiudi il becco, Haru-chan, o ti faccio finire con Usa-chan. Sareste una bella coppia, non trovi? ^^ [Rischieresti una sollevazione popolare, lo sai? O_O] Naaaa, credo che le lettrici si farebbero quattro risate dandomi del genio del male. Quindi, se non vuoi finire a fare coppia fissa con un peluches, chiudi la ciabatta. ^^ [O_o''''] Concludendo: prego ogni giorno che la Mediaset non acquisti i diritti. Ti immagini che fine farebbe, che so, Ranka? Diventerebbe, probabilmente, la matrigna di Haruhi, la donna che suo padre ha sposato in seguito alla morte della prima moglie; lui, ovviamente, non sarebbe presente per 'impegni lavorativi' e comparirebbe solo nella puntata in cui ha la barba e va alla Lobelia per salvare la figlioletta... E i dialoghi completamete cambiati... Ho i brividi... Che scempio per il mio amato Host Club... T_T @Roby-chan, per favore, non dire più queste cose... mi fai paura... ç_ç@ Mi spiace, Honey, ma è quello che potrebbe succedere se la Mediaset vi acquisterà... ç_ç @Io pensavo che la mamma mi prendesse in giro quando mi diceva: "coportati bene, o la Mediaset ti censurerà" ç_ç@ Invece è a realtà, Honey... La dura e triste realtà televisiva italiana... T_T @Ho pauraaaaaa.. Takashi! T_T@ +Mitsukuni...+ Preghiamo insieme, Hinata-chan, per evitare questo infausto avvenimento... Piuttosto ad MTV, sperando che le voci siano decenti... U_U @Speriamo...@ Già già... Vabbé, ora ti lascio al capitolo, non voglio annoiarti con i miei scleri... ^^ [Troppo tardi per questo, non pensi?] Solo una parola: Usa-chan. [Ehm... ok, sto zitta...] Brava bimba. Bye bye, Hinata-chan! ^^
- Artemis_e_Claude: No, tranquilla, non avevo piani di scrittura in merito al libro... Anzi, sul serio non mi ricordavo mai di dire da dove traggo molti dei titoli... xD (Questo insegna, cara lettrice, che la vecchia che avanza è una brutta bestia...) Chiudi la boccuccia, Hika-chan, o potrei considerare l'ipotesi di darti in pasto ad Honey appena sveglio... (O_O'') ^^ Comuuuunque.... Grazie mille per i complimenti, mi fai arrossire ^///^ *Bugiarda... Eri tutta esaltata fino a cinque minuti fa...* Kaoru! -Gli da un martellata sulla testa- Vuoi smetterla di aprire e chiudere quella bocca inutilmente? *Cattivaaaa!* U_U Comunque ho avuto ragione di esaltarmi... insomma, paragonare il capitolo ad una puntata dell'anime completa di sigla finale... Ahhh, svengo... *-* [Probabilmente ha recensito la storia sbagliata...] Simpatica come sempre, Haru-chan... -.- [^^] Ora ti lascio alla lettura, Artemis; spero di non sforare nell'OOC durante la narrazione... Confesso di averne un po' paura questa volta... ^^''' Besos^^

R: E anche stavolta sono finite le recensioni...

Ho: Ora le lasciamo alla storia?

R: Direi di sì, Honey. Buona lettura, ragazze! Spero che il capitolo vi soddisferà! ^^

GIORNO IV – I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedirgli di nuocere.

(Ottavo corollario alla Legge di Murphy)

CASA HITACHIIN, STANZA DI HARUHI – h 8.15

Due ombre furtive entrarono nella stanza buia. Lentamente, con circospezione, si avvicinarono al letto in cui una ragazza dormiva profondamente. La circondarono silenziosi come gatti, andando a posizionarsi ai due lati del letto. Un’occhiata d’intesa appena accennata, poi un sorriso identico sui volti speculari e il salto.

“HARUHIIIII!” urlano in coro.

“WAAAAAAAA!”

Haruhi si alzò di scatto, cercando di liberarsi dal peso dei due gemelli che grava sul suo stomaco e dalle coperte che la imprigionavano. Quando finalmente ci riuscì, ruzzolò fuori dal letto, finendo sedere a terra sul freddo pavimento di marmo.

La luce si accese nello stesso momento, consentendo ad Haruhi di vedere i due gemelli che la guardavano divertiti dal suo letto.

“Hikaru, Kaoru, non potevate essere più delicati?” li rimproverò.

Kaoru, che aveva acceso la luce, si stese pancia in giù sul materasso affiancandosi al fratello; entrambi presero a osservarla con un identico sguardo felino.

“Demo, Haruhi, così non sarebbe stato divertente.”

“Il risveglio non dovrebbe essere divertente, Kaoru.”

“Demo, questo doveva proprio esserlo, Haruhi” insistette Hikaru “per iniziare in modo onorevole la giornata che ti abbiamo preparato.”

Haruhi sospirò pesantemente.

“Detto così sembra quasi una minaccia…” borbottò lei debolmente.

Il sorriso dei gemelli si allargò; Haruhi rabbrividì: quel sorriso non le piaceva affatto…

La porta dietro di lei si aprì lentamente, attirando lo sguardo dei ragazzi. Haruhi si voltò incuriosita, e sobbalzò: davanti a lei stavano le due cameriere gemelle che l’avevano aggredita nel sonno a Karuizawa obbligandola a vestirsi in modo assurdo. Spaventata che l’esperienza potesse ripetersi, Haruhi indietreggiò fino al letto, sperando di non essere notata.

Obocchama,” dissero in coro guardando fisso i gemelli “la colazione è pronta”

“Hai, Nadeshiko, Barako, veniamo subito” (*)

“Hai” replicarono le due perfettamente sincronizzate tra loro.

Haruhi sospirò di sollievo: per fortuna non cercavano lei…

“Haruhi,” iniziò Kaoru sporgendosi verso di lei sulla destra “la colazione è pronta, dovresti cambiarti”

“Mi raccomando, Haruhi, che siano vestiti comodi; dovremo camminare parecchio oggi.” concluse Hikaru imitandolo sul lato opposto.

“Hai, hai…” sospirò la ragazza alzandosi lentamente.

Lo sguardo dei gemelli fu istintivamente attratto dalla camicia da notte rosa di Haruhi, la stessa che aveva indossato quando erano andati al mare; arrossirono leggermente entrambi quando si accorsero di starla fissando e distolsero ostentatamente lo sguardo. Haruhi, intanto, aveva aperto il borsone e ci stava frugando dentro.

“Alla fine hai trovato qualcosa che ti piace, Haruhi?” le domandò Hikaru curioso.

Haruhi annuì senza voltarsi.

“Hai. La prima sera ho cercato qualcosa da mettermi per dormire, così ho visto che mio padre non ha messo solo vestiti completamente scomodi.”

“Per dormire?” Kaoru parve stupito “non c’era niente nell’armadio?”

“Hai. C’era qualcosa, ma era scomodo. Vostra madre è stata molto gentile, ma ho preferito vestirmi come al solito”

“Oh” commentò laconico Hikaru “e dicci Haruhi, come mai era scomodo?”

“Be’, sai, la coda e le orecchie da gatto possono risultare fastidiose quando ci si stende…”

Un solo pensiero scaturì dalla mente dei due Hitachiin a quelle parole.

‘Gatto… ?’

“Haruhi… che intendi per ‘gatto’, esattamente?” chiese cauto Kaoru.

Con un gesto vago della mano, Haruhi indicò la sedia della scrivania nell’angolo della stanza, proprio sotto la grande finestra. Il ragazzo si alzò curioso, subito seguito dal fratello; giunto davanti alla sedia, prese in mano il pigiama bianco che vi stava sopra: la casacca era lunga, completa di cappuccio fornito di orecchie da gatto nere e una coda dello stesso colore in fondo, che sfoggiava un fiocco rosso e un sonaglio sulla punta; il tutto era completato da un paio di pantaloncini larghi e neri (**). La stessa identica immagine prese forma nella mente dei gemelli: Haruhi che sorrideva con indosso quel pigiama; nello stesso momento, le loro guance si colorarono di rosso.

“Kawaii… Chou, chou kawaii…” pensarono in coro, chiedendosi perché diavolo la loro sadica madre doveva rifornire la ragazza con degli abiti che la facevano diventare così dannatamente kawaii anche nei loro pensieri; probabilmente voleva davvero la loro morte…

“Ha… Haruhi…” iniziò lentamente Hikaru prendendo il pigiama dalle mani del gemello.

“Hai… ?” rispose lei voltandosi.

Hikaru la raggiunse, le braccia tese.

“Indossalo”

“Eh?!”

“Indossalo” insisté lui “Dobbiamo verificare una cosa”

Kaoru annuì da dietro la sua spalla.

“Hai, Haruhi, è assolutamente necessario che tu lo indossi; è un esperimento"

“Esperimento… ?” fece lei dubbiosa.

I gemelli annuirono.

“Che tipo di esperimento, scusate?”

I ragazzi si guardarono, cercando una scusa qualsiasi: non potevano certo dirle che volevano verificare l’esattezza dell’immagine nelle loro menti…

“È un esperimento puramente scientifico top secret, Haruhi” disse allora Kaoru.

“Già. Se te lo dicessimo, dovremmo ucciderti”

Lei li guardò scettica, loro le sorrisero angelici.

“Non ti fidi di noi, Haruhi?”

“Iie” rispose lei perentoria, voltandosi e riprendendo a cercare qualcosa da mettersi.

I due gemelli gelarono sul posto.

“Haruhi,” ricominciò Kaoru tirando la camicia da notte della ragazza per richiamarne l’attenzione “per piacere, puoi provarlo… ?” la supplicò tendendole l’indumento.

Lei guardò prima il pigiama, poi i gemelli, poi ancora il pigiama: non sapeva che avessero in mente, ma non voleva stare ai loro giochetti strani.

“Iie” concluse con tono definitivo.

I gemelli si guardarono, comunicando con il solo sguardo come facevano sempre: avevano provato con le buone, non restava loro che tentare con le cattive. Si sorrisero: erano perfidamente astuti.

“Haruhi,” sussurrarono in modo sinistro; la ragazza, spaventata, osò girarsi nuovamente: i gemelli avevano uno sguardo a dir poco diabolico “sei sicura di non volerlo mettere?”

“Che… Che vi prende… ?”

Haruhi si ritrovò ad indietreggiare con i gemelli che la seguivano.

“Haruhi, dovresti sapere che i ‘no’ non sono ammessi con noi…” le dissero.

Haruhi si ritrovò improvvisamente con le spalle al muro; un ghigno soddisfatto si dipinse sul viso dei due ragazzi che tenevano ancora in mano il pigiama.

“PRESA!” urlarono, balzandole addosso.

Senza sapere bene come, Haruhi riuscì ad evitarli, iniziando a fuggire per la stanza; senza perdersi d’animo, i gemelli iniziarono l’inseguimento: avrebbero visto Haruhi con addosso quel pigiamone da gatto, non importava se avrebbero dovuto immobilizzarla e vestirla con la forza.

Non avevano però considerato la quantità di rumore che l’inseguimento avrebbe comportato. Rumore che, ovviamente, attirò l’attenzione di metà del personale di servizio in casa Hitachiin. Ora, se la maggior parte di loro non vi prestò eccessiva attenzione – da che mondo è mondo, i due padroncini avevano sempre avuto un comportamento piuttosto vivace – ci fu qualcuno che, intuendo la fonte della confusione, si preoccupò di andare a controllare; non tanto per i danni materiali che l’abitazione avrebbe potuto subire – le spese di riparazione per i danni dei figli venivano ammortizzate con un conto bancario creato appositamente dai signori Hitachiin – quanto per i danni psicofisici che la loro giovane ospite avrebbe potuto subire a causa dei giochi dei due signorini, e Yukito – questa l’identità dello zelante membro del personale – aveva avuto il preciso ordine dalla signora di occuparsi il meglio possibile della ragazza. O, almeno, di assicurarsi della sua incolumità.

Per questo motivo, Yukito prese a salire le scale e si avviò verso la camera degli ospiti principale. Provò a bussare, ma gli rispose solo il rumore soffocato di corpi che cadevano. Con un sospiro, Yukito aprì la porta e vi si affacciò; subito, venne colpito in pieno viso da un cuscino lanciato da Haruhi nello strenuo tentativo di difendersi dai due amici. Abituato a ben di peggio dopo tanti anni a servizio della famiglia, il maggiordomo non batté ciglio e cercò con lo sguardo i responsabili del caos che regnava in quella stanza. Non ci mise molto a raggiungere il suo obiettivo: i gemelli erano sul pavimento, ai piedi del letto, e tenevano la signorina bloccata a terra, uno strano indumento con delle orecchie e una coda tra le mani. Sorridevano compiaciuti mostrandolo la ragazza, mentre lei li guardava accigliata.

“Ehm, ehm” tossicchiò il vecchio maggiordomo per attirare la loro attenzione.

I tre ragazzi si voltarono simultaneamente verso di lui.

“Hai, Yuki-chan?” chiesero i gemelli.

“Sumimasen, Kaoru-sama, Hikaru-sama, demo la limousine è quasi pronta e la colazione si sta raffreddando” rispose lui imperturbabile.

“Demo…” si lamentò Hikaru guardando il pigiamone che tenevano ancora in mano.

“… non abbiamo ancora visto Haruhi con il costume…” concluse Kaoru per lui.

Entrambi avevano uno sguardo estremamente deluso.

“Sumimasen,” insisté il maggiordomo “demo se non vi sbrigate farete tardi”

“Hai” dissero in coro i due con tono abbattuto.

Sospirando, si alzarono da terra, consentendo ad Haruhi di muoversi e di sollevarsi a sua volta.

“Ehm, ehm,” riprese di nuovo Yukito; i due ragazzi lo guardarono curiosi “sumimasen, obocchama, demo non avete niente da dire a Fujioka-sama?” silenzio; i gemelli lo guardarono confusi “Vostra madre non sarebbe stata d’accordo nel trovarvi a importunare la vostra amica" precisò.

Hikaru e Kaoru sospirarono appena, poi si voltarono verso Haruhi.

“Gomen ne, Haruhi; forse abbiamo esagerato…”

‘Forse… ?’ rifletté la ragazza alzando un sopracciglio.

Poi, capendo che era impossibile pretendere di più da loro due, sospirò.

“Iie, nandemonai” concesse.

I gemelli sorrisero in modo esagerato e si voltarono verso il maggiordomo che annuì, apparentemente soddisfatto.

“Ima, credo sia meglio lasciare Fujioka-sama sola perché possa cambiarsi”

“Hai, Yuki-chan!” dissero in coro Hikaru e Kaoru.

“Ja, Haruhi. Ti aspettiamo giù” conclusero uscendo.

Non appena furono rimasti soli, il maggiordomo chinò rispettosamente la testa.

“Gomennasai per il loro comportamento, Fujioka-sama. Hikaru-sama e Kaoru-sama a volte esagerano con i loro scherzi, ma sono due bravi ragazzi e non lo fanno con cattiveria”

Haruhi, sorpresa ed imbarazzata dal comportamento dell’uomo, si affrettò a scuotere la testa.

“Iie, nandemonai, Yuki-san. Anzi, per il suo aiuto, arigato

Il maggiordomo alzò la testa e le sorrise.

“Ima, è meglio che la lasci sola, Fujioka-sama” concluse volandosi.

L’uomo aprì la porta, voltandosi sulla soglia per chinare di nuovo la testa e uscire.

Haruhi, finalmente sola, sospirò: la convivenza si stava rivelando più difficile del previsto ma, forse aveva un alleato in quella casa. Non era una gran consolazione, ma magari in questo modo sarebbe riuscita ad arrivare all’indomani, quando i signori Hitachiin sarebbero tornati dal loro viaggio d’affari. Non era sicura se ciò fosse un bene o un male, rifletté mentre toglieva dalla borsa i vestiti prescelti: infondo, Yuzuah-san e suoi figli erano spaventosamente simili; però Hitachiin-san le era sembrato abbastanza tranquillo, perciò magari sarebbe stata al sicuro.

Sospirò di nuovo mentre si sfilava la camicia da notte: quel che sarebbe stato, sarebbe stato; preoccuparsi prima del tempo era inutile. O, almeno, così pensava.

LIMOUSINE DEGLI HITACHIIN – h 9.02

“Allora, dove stiamo andando di preciso?”

Hikaru e Kaoru sorrisero furbi.

“Segreto” ribadirono per l’ennesima volta sporgendosi verso di lei.

Haruhi sospirò, tornando a guardare fuori dal finestrino. Erano in macchina da circa dieci minuti; pochi per chiunque, ma non per lei, che andava incontro all’ignoto. O, meglio, incontro all’ignoto preparatole dai gemelli, cosa non esattamente tranquillizzante per chiunque fosse anche solo lontanamente sano di mente.

Dopo altri cinque minuti circa, sentì un fruscio dietro di lei. Preoccupata, si decise a voltarsi, trovandosi di fronte Kaoru con un foulard in mano che si stava sporgendo verso di lei.

“Ti devo bendare, Haruhi” le spiegò.

Lei lo guardò male.

“Tranquilla, Haruhi, è solo per non rovinarti la sorpresa” rise Hikaru vedendo la sua espressione “Promettiamo di non farti nessuno scherzo, ne, Kaoru?”

“Haaai!”

Haruhi, ancora incerta, decise di stare al gioco: non aveva niente da perdere, no?

Continuò così bendata il breve viaggio, finché non sentì la macchina fermarsi e il motore spegnersi.

Il “Siamo arrivati, Haruhi” di Hikaru fu solo una conferma, più che un annuncio.

Subito dopo udì una portiera aprirsi, seguita da dei passi al di fuori dell’auto; poi, la portiera accanto a loro venne aperta.

“Forza, Haruhi, scendi anche tu!” le ingiunse Kaoru dietro di lei.

Haruhi riuscì ad emergere dalla macchina a tentoni e grazie all’aiuto di un esaltato Hikaru, che continuava a ridere; divertito da cosa, Haruhi ancora non poteva saperlo.

Poi, li raggiunse la voce servizievole dello sconosciuto autista.

“Vi verrò a riprendere per le sei, obocchama”

“Hai, Kirio-chan” Risposero in coro i gemelli.

Poi Haruhi sentì dei passi allontanarsi, una portiera sbattere e la limousine partire, lasciandola definitivamente sola con quei due, che le circondarono le spalle con le braccia. Subito la voltarono.

“Ora, Haruhi, puoi toglierti la benda” le dissero allontanandosi da lei.

Con calma, Haruhi tolse la benda, sobbalzando leggermente quando si ritrovò i visi dei gemelli a due centimetri dal suo che le ostruivano la vista; entrambi sorridevano soddisfatti.

“Haruhi,” annunciarono allontanandosi e spalancando teatralmente le braccia “Benvenuta all’ ‘Okane Mochi no Yuu en Chi’!”

“Hoe? Un parco dei divertimenti… ?” commentò Haruhi quasi delusa; si era aspettata qualcosa di più fantasioso da loro due.

I gemelli sorrisero, guardandosi con la coda dell’occhio.

“Sai, Hikaru, tanta mancanza di fiducia mi offende”

Hikaru annuì, poi entrambi si avvicinarono di nuovo a lei, continuando a sorridere.

“Haruhi,” dissero in coro “questo non è un parco dei divertimenti, ma il parco dei divertimenti”

“Hoe?”

Il sorriso dei gemelli si allargò di fronte alla sua perplessità.

“Il nostro parco dei divertimenti”

Haruhi fissò inebetita l’entrata del parco, poi alternativamente Hikaru e Kaoru; infine, le loro parole parvero raggiungerla in tutta la loro grandezza.

“HOE?!”

Il sorriso dei gemelli si allargò; a quanto pareva, la reazione scioccata di Haruhi era riuscita a soddisfarli.

“In che senso nostro?”

Hikaru e Kaoru raddrizzarono le schiene, osservandola compiaciuti dall’alto.

“Sarebbe a dire, Haruhi” iniziò Kaoru “che per oggi, l’ ‘Okane Mochi no Yuu en Chi’ è a nostra completa disposizione”

“Esattamente” proseguì Hikaru con lo stesso tono saputo: stupire a quel modo Haruhi era sempre un divertimento e una soddisfazione per loro.

“Per oggi potremo esplorare e utilizzare il parco come meglio crediamo. Tutto completamente gratis. Voi plebei adorate le cose gratis, vero?”

Haruhi ignorò l’ultima frase.

“Demo, come è possibile?”

“Vedi, Haruhi, questo è il nuovo parco di un vecchio cliente di nostro padre” le spiegò Kaoru “verrà inaugurato solo tra un mese. Nel frattempo, dato che il proprietario è anche un amico di famiglia…”

“… Che ci adora…”

“… Ci ha dato il permesso di venirci quando e come vogliamo, chiedendoci anche di fargli avere le nostre più sincere impressioni” concluse il più giovane degli Hitachiin.

“Oh, il nostro caro Oji-chan…” cinguettò Hikaru fintamente commosso “è sempre così gentile con noi. Ne, Kaoru?”

“Hai, Hikaru.” Proseguì il gemello imitandolo.

“Lui non è sposato, e noi siamo come dei figli per lui…” spiegò poi davanti alla faccia confusa di Haruhi “Che tenero vecchietto. Sai, Hikaru, quasi mi sento in colpa per la colonia di formiche rosse che gli ha accidentalmente invaso la casa, qualche anno fa…”

“Già. Avremmo dovuto usare qualcosa di più carino, come delle rane… Ah, povero il nostro Oji-chan, non ha mai capito come sia potuto accadere…”

“E non avemmo nemmeno dovuto allagargli la casa facendo incolpare quella cameriera cafona, quella volta che ci annoiavamo, due anni fa”

“E anche quell’altra volta…”

Hikaru e Kaoru continuarono a ricordare i bei tempi andati, mentre Haruhi li guardava allibita: quel poveretto aveva davvero il coraggio di amare quei due demoni come dei figli? O forse il suo era tutto un piano per liberarsi di loro facendolo passare per un incidente? Guardò il parco: meglio stare alla larga dalle montagne russe, quel giorno…

“… non trovi anche tu, Haruhi?”

Haruhi si riprese dai suoi pensieri.

“Hoe? Cosa hai detto, Kaoru?”

“Ho detto, non trovi anche tu che il nostro Oji-chan sia davvero gentile?” le ripeté il ragazzo.

“Oh, ha… hai. Davvero molto, molto gentile”

I gemelli la guardarono confusi.

“Tutto bene, Haruhi?” chiese Hikaru poggiandole una mano sulla fronte “Non ti starà venendo la febbre?”

Haruhi si scostò leggermente.

“Iie, Hikaru, sto bene; ero solo sovrappensiero”

I due gemelli la guardarono dubbiosi.

“Entriamo?” chiese lei cercando di cambiare discorso.

Il tentativo andò a buon fine, perché i due ragazzi risero prendendola a braccetto e la trascinarono verso l’ingresso.

Nessuno di loro aveva avvertito quattro paia d’occhi osservarli da dietro i cespugli al di là della strada…

OKANE MOCHI NO YUU EN CHI – h 15.00

“Haruhi, che ne dici di andare sulle montagne russe?”

“Iie, Haruhi, non ascoltarlo! Andiamo sulla nave dei pirati! La nave dei pirati, Haruhi!”

Haruhi sospirò mentre veniva sballottata da una parte all’altra dai gemelli; era tutto il giorno che giravano per il parco dei divertimenti, provando ogni giostra che capitasse loro a tiro. Si erano a malapena fermati per il pranzo, e solo perché Haruhi aveva trovato molto carina l’idea di sedersi sotto un albero particolarmente grande della pineta – grande all’incirca come il parco dell’Ouran – per mangiare. Matsuko si era veramente superato nel preparare il pranzo al sacco degli amati padroncini; Haruhi si era sorpresa una volta di più di come il personale di servizio fosse affezionata ai due gemelli: forse era perché erano sopravvissuti a sedici anni dei loro tiri, ma tenevano veramente a loro.

“… Ne, Haruhi?”

“Hoe?” disse lei ridestandosi per la seconda volta in poche ore dai suoi pensieri.

Hikaru la guardava crucciato.

“Vieni sulla nave dei pirati, ne, Haruhi?”

“Hikaru, non è giusto! Prima siamo andati sui gommoni come volevi tu! Tocca a me decidere, ora!”

“Me prima ancora siamo andati al cinema dinamico come volevi tu, Kaoru. Siamo pari!”

“Non è vero! Prima del cinema…”

Haruhi sorrise debolmente mentre li vedeva discutere: la verità era che entrambi l’avevano trascinata in giro tutta la mattina, e lei era distrutta.

“Ehm… Hikaru, Kaoru, non c’è bisogno di fare così” i gemelli la guardarono dubbiosi “Ora io devo andare in bagno; voi intanto pensateci bene, d’accordo?”

Entrambi borbottarono un “Hai” appena udibile, come se fossero rimasti delusi da qualcosa che lei non riusciva proprio ad afferrare. Alzando impercettibilmente le spalle, Haruhi si voltò e si diresse verso il bagno più vicino, lasciando soli i due ragazzi che la guardarono allontanarsi.

“Ne, Hikaru, visto che non c’è, mettiamoci direttamente d’accordo” iniziò Kaoru distogliendo lo sguardo da lei “cos’hanno che non va le montagne russe? Sono divertenti!”

Al silenzio di Hikaru, mise il broncio.

“Oh, andiamo, Hikaru. Facciamo come dico io, per una volta! Poi andremo sulla nave, contento?”

Altro silenzio; Kaoru, irritato, si voltò verso il gemello.

“Insomma, Hikaru, mi stai ascoltando? Dobbiamo deci…”

Ma si bloccò quando vide il fratello fissare un punto impreciso per terra.

“Hikaru… ?” era preoccupato; suo fratello era strano perfino per i suoi standard.

“Ne, ne, Hikaru, daijobu?”

Hikaru sbatté le palpebre un paio di volte, come ridestandosi improvvisamente.

“Gomen, Kaoru, ero sovrappensiero”

“L’avevo notato”

“Ha. Che stavi dicendo?”

Kaoru sorrise.

“E tu a che stavi pensando?” chiese appoggiandosi alla parete dietro di loro.

Hikaru non rispose subito; si guardò brevemente intorno, come per scegliere le parole giuste. Poi, un bagliore attirò la sua attenzione poco distante da loro. Si chinò, raccogliendo l’orologio di Haruhi e rigirandoselo poi tra le mani. Infine, si voltò verso il gemello, che lo fissava serio.

“Ne, Kaoru,” buttò lì leggermente imbronciato “credi che Haruhi si stia divertendo?”

Kaoru spalancò gli occhi.

“Perché me lo chiedi?”

Hikaru guardò qualche istante l’orologio: era azzurro, semplice, discreto e tutt’altro che prezioso, ma a lui piacque.

“Non so, Kaoru, mi pare strana oggi.”

Kaoru guardò il gemello; lo fissava stranamente serio. Lui sorrise leggero.

“Non preoccuparti, Hikaru, Haruhi sta bene”

“Non sono preoccupato” ribatté lui sulla difensiva; Kaoru lo guardò comprensivo.

“È normale preoccuparsi per i propri amici, Hikaru”

Per tutta risposta, lui evitò il suo sguardo.

“Ti dico che non lo sono, Kaoru” insistette “Solo, mi da fastidio che non si diverta con noi. Siamo i suoi amici, no?” sembrava seccato.

“Hikaru…” Kaoru si avvicinò, studiando il gemello che ancora si ostinava a fissare il cielo invece che lui, poi si allontanò sospirando e si cacciò le mani in tasca.

“Sono sicuro che si sta divertendo, Hikaru. E che non ha niente. Probabilmente è solo scombussolata per la situazione; non dev’essere facile, non trovi?”

Hikaru grugnì un sì, Kaoru gli si avvicinò di nuovo; sorrideva, questa volta.

“Ora riuscirai a tornare a sorridere? È da un po’ che sei troppo serio, per i miei gusti”

Hikaru arrossì.

“Gomen,” esordì “è che sono nervoso”

“Nervoso… ?” chiese l’altro curioso.

Hikaru indicò un punto dietro le sue spalle e il fratello si sporse per vedere cosa c’era; un attimo dopo scoppiò a ridere.

“Iamete, Kaoru!” sembrava offeso.

“Go… Gomen, Hikaru, demo…” balbettò tra una risata e l’altra “com’è possibile che… che quelli… ti… ti irritino… Ahahah…”

Hikaru arrossì e si voltò verso il motivo del suo disappunto: subito dei pupazzi giganti rappresentanti le quattro mascotte del parco si dileguarono, come se si fossero sentiti scoperti.

“Quei pupazzi sono strani, Kaoru, mi danno fastidio. E poi non dovrebbero essere qui; Oji-chan ci aveva assicurato che ci saremmo stati solo noi al parco, oggi”

Kaoru lo guardò comprensivo, smettendo di ridere.

‘Ora hai paura di dividere Haruhi anche con loro, ne? Certe volte ragioni ancora come un bambino, Hikaru…’ a volte dimenticava la possessività del fratello. Gli circondò le spalle con un braccio.

“Non crucciarti inutilmente, Hikaru; si vede che Oji-chan pensava di farci un piacere mandandoli a lavorare oggi. Comunque non credo che ci disturberanno; in fondo, non si sono mai nemmeno avvicinati a noi. Non credo che abbiano molta voglia di lavorare”

“Mmh…”

“Bene, direi che ora tutto è risolto, ne?”

Hikaru annuì.

“Allora, direi che possiamo decidere la nostra prossima destinazione…”

E iniziarono di nuovo a discutere su quale attrazione dovessero salire una volta che Haruhi fosse tornata.

Tutto normale, insomma. O quasi.

Dietro la parete a cui i gemelli stavano appoggiati, Haruhi sospirò. Stava tornando indietro dopo aver notato la scomparsa del suo orologio, quando li aveva sentiti parlare.

“Ne, Kaoru, credi che Haruhi si stia divertendo?”

Sentendo che parlavano di lei, si fermò istintivamente.

“Perché me lo chiedi?”

“Non so, Kaoru, mi pare strana oggi.”

Haruhi si accigliò, dubbiosa: strana? A lei pareva di comportarsi normalmente.

“Non preoccuparti, Hikaru, Haruhi sta bene.”

“Non sono preoccupato.”

“È normale preoccuparsi per i propri amici, Hikaru.”

“Ti dico che non lo sono, Kaoru. Solo, mi da fastidio che non si diverta con noi. Siamo i suoi amici, no?”

Haruhi si fissò le scarpe, assorta.

“Hikaru…” piccola pausa “Sono sicuro che si sta divertendo, Hikaru. E che non ha niente. Probabilmente è solo scombussolata per la situazione; non dev’essere facile, non trovi?”

Sentì Hikaru grugnire e lo interpretò come un ‘sì’. Alzò lo sguardo mentre li sentiva continuare.

“Gomen,” stava dicendo Hikaru “è che sono nervoso.”

“Nervoso… ?”

Qualche istante dopo sentì Kaoru iniziare a ridere, e Hikaru ingiungergli di smetterla, infastidito. Le parole successive di Kaoru andarono perse, soffocate dalle risate del ragazzo.

“Quei pupazzi sono strani, Kaoru, mi danno fastidio” Haruhi comprese che si riferiva alle mascotte del parco che li avevano seguiti a debita distanza per tutto il giorno “E poi non dovrebbero essere qui; Oji-chan ci aveva assicurato che ci saremmo stati solo noi al parco, oggi.”

“Non crucciarti inutilmente, Hikaru; si vede che Oji-chan pensava di farci un piacere mandandoli a lavorare oggi. Comunque non credo che ci disturberanno; in fondo, non si sono mai nemmeno avvicinati a noi. Non credo che abbiano molta voglia di lavorare.”

“Mmh…”

“Bene, direi che ora tutto è risolto, ne? Allora, direi che possiamo decidere la nostra prossima destinazione…”

Mentre i gemelli iniziavano a discutere, Haruhi si allontanò silenziosamente, diretta nuovamente verso un bagno. Mentre camminava, rifletteva su quello che aveva sentito: era davvero così strana, quel giorno? Si rispose di no: si comportava come al solito, niente di più, niente di meno. E allora, forse doveva provare ad entrare nello spirito dei luna park? Ammetteva che non si era dimostrata poi molto entusiasta fino ad allora. Si sentì leggermente in colpa: in fondo, quei due dovevano averci pensato davvero a lungo prima di decidere di portarla lì, pensando di aver trovato un posto che sarebbe piaciuto anche a lei. E, effettivamente, non avevano avuto tutti i torti: a lei i luna park piacevano, come a chiunque altro del resto. Forse aveva semplicemente la testa piena di troppi pensieri in quei giorni, come aveva detto Kaoru: la confusione che si era creata da cinque giorni a quella parte, l’aveva scombussolata completamente. Lavandosi le mani dopo essere uscita dal bagno, si guardò alla specchio e decise che doveva riprendere il controllo della situazione: non era giusto far preoccupare gli altri solo perché era confusa; non era nel suo carattere caricare gli altri coi suoi problemi. Si sciacquò la faccia, si asciugò le mani e uscì; era il momento di calarsi nell’atmosfera giusta: era o no, all’ ‘Okane Mochi’, dopotutto? Tanto valeva provarci. Mal che andasse, sarebbe riuscita a distrarsi per qualche altra ora.

“Hikaru, Kaoru!” urlò Haruhi raggiungendoli di corsa; sorrideva, notarono i gemelli.

“Finalmente, Haruhi,” la rimproverò Kaoru bonario “ci stavamo chiedendo che fine avessi fatto”

“Gomen,” disse lei con le mani giunte davanti al viso “mi sono quasi persa, non trovavo il bagno”

“Eheh, allora anche tu sbagli ogni tanto, ne, Haruhi?” la prese in giro Hikaru.

Haruhi si limitò ad alzare le spalle, poi notò l’orologio in mano al ragazzo.

“Hoe? Dove l’hai trovato, Hikaru?” chiese indicando la sua destra.

“Oh, questo” riprese lui ricordandosi improvvisamente dell’oggetto “l’avevi perso per terra prima. Dovresti stare più attenta alle tue cose, Haruhi” concluse dondolandoglielo davanti al viso.

Lei lo afferrò.

“Arigato

Lei sorrise grata mentre lo rindossava, lui arrossì impercettibilmente.

“Allora, avete deciso dove volete andare?”

I gemelli si guardarono negli occhi.

“Be’, veramente…”

“… noi avremmo deciso di far decidere a te, Haruhi. In fondo, è tutto il giorno che ti trasciniamo qua e là.”

Haruhi fece una strana faccia stupita, poi sorrise, guardandosi attorno indecisa. Improvvisamente, s’illuminò.

“Quella!” esclamò indicandone una non molto lontana da loro. Hikaru e Kaoru seguirono il suo dito; subito, arrossirono furiosamente fin alle orecchie, e la loro temperatura corporea parve alzarsi di una cinquantina di gradi.

‘Il tunnel dell’amore?!’ pensarono entrambi.

Kaoru si voltò a scatti verso la ragazza.

“Ha… Haruhi…”

“Nani?”

“Sei sicura di voler salire proprio lì?”

Lei lo guardò senza capire.

“Perché?”

Lui la guardò stranito.

“Haruhi, sai che attrazione è quella?”

Lei sorrise, loro arrossirono.

“Non è un tunnel di cigni?”

Entrambi gli Hitachiin finirono stesi a terra, scioccati: sapere che non conosceva il tunnel dell’amore era comunque uno trauma, anche se si trattava di Haruhi.

“Non… non esattamente, Haruhi” balbettò Kaoru; Hikaru fissava insistentemente il cemento sotto di loro.

“Hoe? Allora non volete salirci?”

Sembrava delusa; Kaoru ebbe una fitta dalle parti dello stomaco e sospirò: non ce la faceva a vederla con quell’espressione. Si costrinse a sorridere come se niente fosse.

“Iie, Haruhi, certo che veniamo”

Lei ricambiò il sorriso, Hikaru lo guardò sconvolto: di certo non aveva sentito bene, perché era impossibile che suo fratello avesse realmente accettato di entrare in quel tunnel con Haruhi. E per tutti e due, per giunta.

Lo prese per il colletto, tirandoselo vicino in modo da potergli parlare nell’orecchio.

“Kaoru,” bisbigliò per non farsi sentire dalla ragazza “stai scherzando, vero?”

Lui lo guardò.

“Allora diglielo tu che non vuoi andarci. Io non ci riesco, spiacente”

Hikaru lo guardò male, poi lo lasciò andare e si alzò in piedi: certo che lo avrebbe fatto. Che pensava suo fratello, che fosse un codardo?

“Haruhi”

“Hai, Hikaru?” si voltò sorridente; Hikaru tentennò.

“Senti, Haruhi, per quanto riguarda il… ehm… il ‘tunnel dei cigni’…”

Si bloccò. Lei lo guardava in attesa, contenta e a lui mancò il coraggio.

“Ehm… che… che stiamo aspettando ad andarci?”

La loro condanna era stata emessa.

A debita distanza da loro, quattro paia d’occhi guardavano la scena attraverso i fori per gli occhi presenti nei costumi delle quattro mascotte del parco.

“Dove credete che stiano andando?” domandò il coniglio rosa.

“Non saprei. A occhio e croce, si direbbe… No, impossibile. Haruhi non entrerebbe mai in quel posto…”

“Dove?” chiese una voce con malcelato distacco.

“Tama-chan,” disse la mascotte più bassa con la stessa voce da bambino, guardando nella stessa direzione dell’orso gigante “si direbbe proprio che si stiano dirigendo proprio là” Scosse una delle maniche dell’alto topo grigio accanto a lui “ne, Takashi? Non pensi anche tu?”

“Ha.” Rispose quello.

“Vo… volete dire che…” balbettò l’orso incoerente.

Subito, una volpe rossa lo affiancò, curiosa.

“Così sembrerebbe, Tamaki”

“Kyo… Kyouya,” riprese quello afferrando il costume della volpe e strattonandolo “intendi dire che la mia povera bambina…”

“Sta per entrare nel tunnel dell’amore con i gemelli? Così sembrerebbe…”

Un urlò disperato si propagò per il parco, facendo voltare anche Haruhi e i due ragazzi che l’accompagnavano.

“Che cos’era?” chiese la ragazza.

“Boh” rispose Hikaru alzando le spalle “sembrava quasi un animale ferito"

“Mah…” commentò Haruhi fermandosi davanti ai cigni disposti ordinatamente nell’acqua prima del tunnel.

Un uomo dall’aria gentile l’aiutò ad accomodarsi sul sedile del primo della fila, facendo poi oscillare lo sguardo da Hikaru a Kaoru cercando di capire chi dei due dovesse salire. I due ragazzi si fissarono incerti.

“Be’, che aspettate?”

Haruhi li fissava confusa dalla barchetta di legno intagliato e dipinto a mano a forma di cigno bianco.

“Ha… Haruhi…”

“Hai?”

“Sei… sei sicura di voler salire proprio qui, vero?”

“Hai, Kaoru”

I due gemelli si guardarono di nuovo e sospirarono poi, stupendo l’addetto alla giostra – che, probabilmente, non aveva mai visto un trio salire su una giostra di quel genere – salirono posizionandosi ai lati di Haruhi, stringendosi appena per starci tutti e tre. Il cigno iniziò a muoversi, facendo precipitare Hikaru e Kaoru nel panico più totale: se avessero saputo che Haruhi avrebbe scelto quell’attrazione, non le avrebbero mai proposto di scegliere da sola; diamine, era imbarazzante. E, se volevano restare in vita, era meglio che il Lord non venisse mai a saperne niente…

Improvvisamente, la barchetta sobbalzò e barcollò, facendo quasi perdere loro l’equilibrio, poi si bloccò di colpo. I tre ragazzi si guardarono confusi intorno; l’addetto che li aveva fatti salire li raggiunse immediatamente.

“Gomennasai!” urlò inchinandosi davanti a loro “Non so cosa sia successo! Vado subito a controllare, voi aspettate pure qui” e corse via.

Hikaru lo guardò per un attimo, poi si rivolse al fratello.

“Ne, cosa credi che sia successo?”

Kaoru alzò le spalle, voltandosi verso di lui.

“Chi lo sa; si sarà guastato...”

Haruhi sospirò pesantemente.

“Oh, su Haruhi, non rimanerci male” la pregarono loro “vedrai che ripartirà presto”

Poco dopo, l’addetto fu di ritorno.

“Gomennasai, l’impianto elettrico è andato in corto. Ci vorrà qualche ora per ripararlo. Gomannasai!” ripeté inchinandosi profondamente.

“Iie, non è colpa sua” dissero i gemelli, voltandosi ansiosi verso Haruhi.

“Haruhi…” sembravano dispiaciuti.

Haruhi abbozzò un sorriso: non era preoccupata per la giostra; se doveva essere sincera, aveva indicato quella perché era la prima che le era capitata sotto tiro – non era preparata alla proposta di scegliere – e, dato che i cigni le piacevano, si era detta di essere stata fortunata a trovarla. Si era stupita della reazione dei due ragazzi, ma non ci aveva fatto molto caso; ora, invece, le pareva che qualche demone ce l’avesse con lei, dato che anche quando faceva un tentativo di divertirsi c’era qualcosa che andava storto.

“Iie, nandemonai, davvero”

I gemelli si sporsero verso di lei.

“Sicura, Haruhi?”

“Hai”

I gemelli si guardarono un attimo, poi si sorrisero e si alzarono in piedi, scendendo poi dalla barchetta.

“Hoe?” fece Haruhi; Kaoru le porse una mano.

“Forza, Haruhi”

Lei la afferrò.

“Che volete fare?” domandò alzandosi; con un piccolo saltello fu finalmente fuori dal cigno.

“Ovvio, Haruhi, andiamo da qualche altra parte” le sorrisero “Forza scegli tu”

Haruhi sorrise a sua volta. Dopotutto, poteva davvero essere divertente.

Poco dopo che il cigno si era fermato e prima che l’addetto si dirigesse verso la cabina dell’impianto elettrico dell’attrazione, una figura era uscita circospetta da lì. Con passi felpati era riuscita a raggiungere i suoi compagni dietro a degli alberi, uno dei quali era steso a terra, tremante. Silenziosamente alzò il pollice, decretando la riuscita della sua missione. Una volpe rossa ricambiò il gesto, e un coniglio gli saltò al collo.

“Takashi! È andato tutto bene?”

“Ha” ripose lui.

“Visto Tamaki?” prese a dire la volpe avvicinandosi al ragazzo. Nel farlo, urtò la propria testa di peluche, abbandonata lì in attesa che servisse di nuovo. Il vestito dell’orso, zuppo d’acqua, era abbandonato poco distante al sole, in attesa che asciugasse.

“Non era necessario tuffarsi in acqua per cercare di bloccare i cigni; una visitina all’impianto elettrico sarebbe stata sufficiente”

Tamaki alzò lo sguardo.

“Potevi dirmelo prima che mi tuffassi, no?” sbottò con aria imbronciata.

Kyouya si aggiustò gli occhiali sul naso.

“Se tu mi avessi fatto parlare prima di tuffarti, l’avresti saputo”

Tamaki lo guardò con le lacrime agli occhi.

“Okaa-san, perché sei così dura con me? Ho rischiato di annegare!”

“Se ti fossi tolto il costume, invece di agire d’impulso come al tuo solito, non avresti rischiato di farti trascinare sul fondo dal peso dell’abito bagnato. Fortunatamente per te, Mori-senpai ha degli ottimi riflessi”

Tamaki mise il broncio: non gli piaceva che lo rimproverassero.

“Comunque sia,” riprese Kyouya “ora il pericolo ‘tunnel dell’amore’ è superato, Tamaki. Che vuoi fare? Vuoi tornare a casa?”

Tamaki rifletté attentamente sul da farsi: dopo che, grazie alle conoscenze di Kyouya, avevano scoperto dove sarebbero andati Haruhi e i gemelli, si erano subito precipitati al parco; trovare quei costumi da mascotte era stato un vero colpo di fortuna. Li avevano pedinati per tutto il giorno, aspettando il momento giusto per intervenire, e quello alla fine era arrivato: dovevano impedire che entrassero in quel tunnel; non poteva permettere che la sua adorata bambina finisse nelle mani di quei due figli degeneri!

“Hikaru, Kaoru, come avete potuto convincere la mia bambina ad entrare in quel postaccio?” aveva sbraitato cercando di raggiungerli per dargli una lezione. Solo grazie a Kyouya, che lo tratteneva per il colletto del costume, erano riusciti a rimanere nascosti.

“Demo, Tama-chan, a me pare che sia Haruhi quella che li guida; loro non sembrano molto entusiasti…”

Tamaki si era subito calmato a quelle parole.

“Iie, Honey-senpai, si vede che sei troppo ingenuo” Honey l’aveva guardato senza capire “Sicuramente Hikaru e Kaoru sono riusciti a convincere Haruhi con una delle loro recite; sono convinto che non vedano l’ora di essere lì dentro con Haruhi per approfittarsi di lei”

Convinto di aver centrato appieno l’intenzione dei gemelli, si perse l’occhiata profondamente dubbiosa di Honey a Mori e il sospiro rassegnato di Kyouya. Così, preoccupato di quello che sarebbe potuto accadere alla sua bambina in quel tunnel, si era precipitato fuori dal loro nascondiglio e, prima che chiunque potesse fermarlo, aveva raggiunto l’uscita del tunnel e si era tuffato in acqua: cosa avrebbe fatto non lo sapeva, ma non avrebbe permesso che quel cigno entrasse lì dentro. Peccato che, quasi subito, si era sentito trascinare verso il fondo, ricordandosi solo in quel momento che aveva ancora addosso l’ingombrante costume da orso. Annaspò per qualche secondo, sentendosi trascinare sempre più in basso, finché non riuscì più a riemergere. Il rumore attutito di un tuffo, poi una mano che lo afferrava e lo trascinava verso l’alto; Mori-senpai lo portò in superficie, dove tossì l’acqua ingerita. La mano di Kyouya arrivò quasi subito per aiutarlo ad uscire.

“Baka,” gli stava dicendo mentre gli tendeva una mano “pensa, prima di fare sciocchezze”

Il suo tono era duro, lo stesso che usava quando era preoccupato per qualcosa. Tamaki la strinse e fu issato sul bordo.

“Mori-senpai, noi lo portiamo dietro quegli alberi; pensa tu al resto”

“Ha”

E il piano di Kyouya aveva funzionato: il tunnel dell’amore era fuori gioco, avevano protetto Haruhi e la sua innocenza.

“Allora?” ripeté Kyouya.

Tamaki lo guardò.

“Allora andiamo avanti. Non posso permettere che succeda qualcosa alla mia bambina”

Kyouya lo fissò per un attimo.

“Bene,” rispose alla fine “ma allora sarà meglio che ti sbrighi a rimetterti quel costume, dato che sono già spariti di nuovo”

“NANI?!”

Tamaki balzò in piedi guardandosi intorno, poi fece per scattare verso l’esterno del loro nascondiglio. Una mano sulla sua spalla, però, lo trattenne.

“Tamaki,” disse Kyouya “se non vuoi che Haruhi, non appena ti dovesse vedere, ti scambi definitivamente per un depravato in mutande, faresti meglio ad indossare il tuo costume”

Tamaki si bloccò.

“Oh, è vero” commentò voltandosi e prendendolo dalle mani dell’altro.

Honey, felice di essere un coniglio, non se l’era mai tolto, mentre Mori aveva già rindossato il suo costume da topo. Anche Kyouya si infilò la testa della volpe, mentre Tamaki si travestiva di nuovo da orso.

“E ora,” annunciò una volta finito “Andiamo a salvare Haruhi!”

Da parte sua, Haruhi non aveva nessun bisogno di essere salvata.

Dopo la disastrosa scelta del tunnel, infatti, aveva optato per salire su giostre, per così dire, normali. I gemelli si erano così ritrovati prima sulle tazze rotanti – che, dato il parco in cui si trovavano, erano fatte di vera ceramica dipinta a mano con morbidi sedili in pelle rossa –, poi sulla giostra dei cavalli – i cui crini sembravano veri e, molto probabilmente, lo erano davvero – e, infine, Haruhi li aveva portati sulle montagne russe e sulla nave dei pirati; i due ragazzi si erano quasi commossi quando avevano sentito la sua richiesta. Tra una attrazione e l’altra si erano ormai fatte le cinque passate.

“È quasi ora di tornare, credo” buttò lì la ragazza guardando l’orologio.

I gemelli la imitarono storcendo il naso: non era possibile che fosse già ora di rientrare. Si guardarono negli occhi: di tornare non se ne parlava, e poi mancava ancora una giostra da provare. Si sporsero verso di lei.

“Haruhi”

“Hai?”

Indicarono qualcosa alle loro spalle.

“Saliamo sulla ruota panoramica?”

“Hoe? Ma è tardi. Il vostro autista sarà qui tra poco…”

Le circondarono le spalle con le braccia.

“Un ultimo giro non farà male a nessuno, Haruhi”

“Già,” confermò Kaoru “e a Kirio-chan non dispiacerà aspettarci per cinque minuti, se fosse necessario”

Haruhi li guardò dubbiosa.

“Onegai, Haruhi…” la supplicarono sgranando gli occhi.

Haruhi arretrò leggermente con la testa: non era molto convinta. Poi però pensò che, in fondo, non c’era niente di male ad accontentarli, perciò annuì lentamente. I gemelli esultarono rumorosamente, trascinandola verso la ruota. L’addetto aprì loro la porta della prima cabina, e loro sfrecciarono dentro, quasi avessero paura che la ragazza potesse cambiare improvvisamente idea. La porta si chiese dietro di loro e i tre si sedettero sui comodi sedili imbottiti.

Haruhi si affacciò quasi subito ai finestrini: si erano alzati solo di poco rispetto al diametro della ruota – letteralmente monumentale, come ci si poteva aspettare da un parco di ricchi per ricchi – ma già dominavano tutto il parco e, ben presto, anche il bosco e il lago che lo circondavano. Finalmente, Haruhi poté esaminare la zona in cui il parco si trovava, abbastanza distante dalla città ma non troppo, in modo da assicurare la tranquillità e, contemporaneamente, evitare viaggi troppo lunghi ai clienti; il lago, pur non essendo molto grande, era uno spettacolo, e il bosco di conifere era una cornice che gli calzava a pennello. Improvvisamente, fu grata ai gemelli per averla portata fin lì e sorrise, serena come non lo era da giorni.

Hikaru e Kaoru, seduti sul sedile di fronte al suo, sorrisero a loro volta: finalmente, Haruhi era tornata normale; per tutto il giorno era stata strana, e i suoi sforzi di divertirsi non erano bastati ad ingannarli. Entrambi avevano notato segnali, come sospiri stanchi e occhi rivolti ad altro, che magari, normalmente, non avrebbero notato, specialmente Hikaru; ma dopo la loro conversazione vicino al tunnel dell’amore, avevano iniziato ad osservarla con attenzione, captando i segnali. Invece, ora, sembrava davvero contenta, e di questo furono felici.

Erano ormai arrivati al punto più alto del giro; scrutando bene il paesaggio sottostante avrebbero potuto vedere anche la loro villa, ma i gemelli continuarono a fissare il volto sereno di Haruhi. La ragazza, forse sentendo su di sé i loro sguardi, si voltò; aprì la bocca per parlare, ma uno scossone le impedì di farlo. Tutti e tre barcollarono, rischiando di cadere dai sedili. I tre ragazzi si aggrapparono ai loro braccioli per non cadere, e si guardarono attorno spaesati quando la ruota si bloccò.

“NANI?” sbottarono di colpo i due gemelli.

“Si è fermata”

Kaoru si alzò, guardando in basso: alcuni uomini si stavano riunendo ai piedi della ruota.

“Che facciamo, Kaoru?”

Kaoru si voltò verso il fratello. Sospirò.

“Direi che dobbiamo solo aspettare. Non ci metteranno molto a farla ripartire, vedrete” si sforzò di sorridere in modo rassicurante, ma non fu sicuro di esserci riuscito.

Per un po’, nessuno di loro disse niente. Poi, lo squillo di un cellulare li fece sobbalzare.

“Pronto?” ripose Hikaru. “Kirio-chan?!”

Kaoru spalancò gli occhi, imitato da Haruhi; osservarono Hikaru annuire meccanicamente e rispondere a monosillabi, per poi dire un “Wakatteru” e chiudere la conversazione.

“Era Kirio-chan” spiegò agli altri due.

“Questo l’avevamo capito, Hikaru. Che ti ha detto?” ribatté Kaoru; Hikaru storse il naso.

“Ci stavo arrivando. Ha detto che c’è stato un piccolo problema con l’impianto elettrico e che ci potrebbe volere un po’. Mi ha anche detto che stanno cercando i responsabili; dicono che hanno trovato un pezzo di un costume marrone che sembrava da orso vicino alla cabina elettrica”

“Orso? Come la mascotte?”

Hikaru annuì.

“Te l’avevo detto che quei dannati pupazzi giganti mi innervosivano” Decretò.

“Hai, hai. Avevi ragione, contento?”

Hikaru sorrise soddisfatto.

“E ora, che si fa?” chiese.

“Aspettiamo” rispose Haruhi “Aspettiamo e speriamo che facciano presto, ne?”

I gemelli annuirono senza troppa convinzione e ripresero tutti a guardare il panorama fuori dal finestrino. Man mano che il tempo passava, il cielo assumeva sempre più la sfumatura rosata del tramonto, che rendeva il paesaggio circostante a dir poco splendido. La soddisfazione di Haruhi per aver accettato la proposta dei gemelli, seppur con la conseguenza di rimanere bloccata in cima ad una ruota panoramica incredibilmente alta, aumentò. Fu quasi con rimpianto che accolse, dopo quelli che a lei parvero pochi minuti, ma che in realtà furono alcune ore, il ripristino del funzionamento della giostra. Hikaru e Kaoru, invece, che erano stati stranamente silenziosi per tutto il tempo, lo accolsero con un sospiro sollevato; lei non lo sapeva – e non doveva saperlo – ma il tempo che per lei era trascorso tanto velocemente, a loro era sembrato un’eternità: l’avevano passato tutto cercando invano di concentrarsi sul panorama, quando i loro sguardi si dirigevano ostinatamente verso di lei, cosa che non faceva che aumentare l’imbarazzo che già li avvinghiava a causa della situazione in cui si trovavano. Nel momento in cui toccarono finalmente terra, l’ansia dei due ragazzi si placò improvvisamente, consentendo ad entrambi di tornare a respirare normalmente; perché diavolo si comportavano così, proprio non riuscivano a capirlo.

Subito, il loro autista saltò loro al collo piangendo di gioia.

“Kirio-chan!”

“Ohhh, obocchama, come sono felice di rivedervi! Ero talmente preoccupato quando mi hanno chiamato per dirmi che eravate bloccati!”

I gemelli gli diedero delle leggere pacche consolatorie sulla schiena.

“Iie, Kirio-chan, va tutto bene, ne?”

Un uomo sulla cinquantina in giacca e cravatta li raggiunse.

“Gomennasai, Hitachiin-sama” proclamò inchinandosi profondamente “Sono il direttore. Ci scusiamo per il disagio, ma non temete, i quattro colpevoli sono già stati presi”

“Bene” sbottarono i gemelli irritati: sentivano che li avrebbero presi a calci se avessero potuto; avevano rovinato la giornata speciale che avevano programmato con Haruhi, non dovevano passarla liscia “Speriamo che quei quattro sabotatori finiscano al fresco”

“Gomannasai, demo non ho ancora chiamato la polizia”

“Nani?!”

“Ecco, Hitachiin-sama, quei quattro farabutti sostengono di conoscervi e continuano a chiedere di vedervi. Per questo ho aspettato, per verificare le loro parole”

I tre ragazzi si guardarono perplessi, poi seguirono il direttore del parco fino ad un ufficio vicino all’ingresso del parco. Dentro stavano, allineati su quattro sedie, le quattro mascotte. Solo che ora si erano tolte le teste, rivelando i volti di quattro ragazzi che conoscevano fin troppo bene.

“Senpai?!”

A sua difesa, Tamaki poteva dire che non credeva che le cose sarebbero andate in quel modo; se lo avesse saputo, probabilmente si sarebbe limitato a deprimersi nel suo angolino preferito, coltivando nuove specie di funghi. Insomma, come avrebbe potuto prevedere che Mori-senpai, che era stato così capace a mandare in corto il pannello elettrico del tunnel dell’amore, ci avrebbe messo così tanto a fare lo stesso con quello della ruota panoramica? Certo, la prima volta lui non gli era gironzolato intorno facendo domande su quel che faceva e distraendolo, come poi Kyouya gli aveva fatto notare, ma quello era solo un dettaglio irrilevante. Così come anche il fatto di aver strappato accidentalmente il suo costume da orso durante la fuga per non farsi scoprire, cosa che aveva irrimediabilmente messo le guardie di sicurezza sulle loro tracce, come Kyouya gli aveva premurosamente ricordato, era solo un particolare privo di significato. Insomma, non poteva certo lasciare che la sua adorata figlioletta salisse sulla ruota panoramica insieme a quei due diavoli travestiti da esseri umani! Era suo dovere di padre assicurarsi che non corresse nessun rischio, no? Certo era che il suo incredibilmente intelligente piano era andato completamente per il verso sbagliato: non solo li avevano presi e portati in quell’ufficio minacciando di chiamare la polizia, costringendoli a rivelare la loro amicizia con i gemelli - nemmeno i loro documenti, che provavano la loro relazione con le famiglie più importanti del Paese, erano riusciti a convincerli a lasciarli andare: avevano messo in pericolo gli adorati nipotini del proprietario, era solo quello a contare - ma, cosa ben più importante, avevano bloccato sulla ruota Haruhi con i gemelli, e ora stavano, presumibilmente, venendo lì. Perfino Honey, che di solito non perdeva mai il buonumore, era depresso: continuava a ripetere che Haru-chan si sarebbe sicuramente arrabbiata con loro e magari non gli avrebbe più rivolto la parola; aveva i lacrimoni agli occhi e nemmeno Takashi riusciva a tranquillizzarlo. Kyouya, da parte sua, era nero. Letteralmente. Non aveva mai sentito una tale quantità di aura maligna provenire da una persona come in quel momento. Tamaki si sentì incredibilmente in colpa; era stata una sua idea pedinare quei tre.

“Gomen” disse alla fine.

Gli altri tre si voltarono verso di lui.

“Iie, Tama-chan” disse Honey tirando su col naso “non ti preoccupare, non è colpa tua; eri solo preoccupato per Haru-chan, in fondo”

“Ha”

Tamaki li guardò con le lacrime agli occhi; una coda gli spuntò dal nulla, e prese a scodinzolare come un cucciolo.

“Oh, Honey-senpai...”

“Già, Tamaki, non è colpa tua se siamo quasi stati arrestati, in fondo”

Le parole di Kyouya lo colpirono coma una doccia fredda, facendolo sprofondare nella depressione più nera. Kyouya sorrise appena.

“Demo, suppongo che sa anche colpa mia, in fondo” Tamaki lo guardò con gli occhi sgranati “Sapevo che avrei dovuto fare più attenzione a quello che facevi; sei senza controllo, baka”

Tamaki gli saltò al collo: sapeva che quello era il modo di Kyouya per dirgli che, in fondo, non ce l’aveva con lui. Non troppo, almeno.

L’idillio – sì, be’, più o meno – del momento fu interrotto dalla porta che si apriva per far entrare cinque persona, tre delle quali fin troppo conosciute.

“Senpai?!”

ESTERNO DEL PARCO – h 20,15

Tamaki, Honey, Mori e Kyouya guardarono Haruhi e i gemelli avviarsi verso la loro macchina. La ragazza emanava calma, ma dai due Hitachiin si propagava ancora una rabbia che, se in Kaoru si era molto attenuata, in Hikaru era ancora fin troppo palese. Certo, mai come quando erano entrati in direzione poco prima…

INIZIO FLASHBACK

In quel momento, la temperatura della stanza si era improvvisamente alzata, mentre i gemelli avevano preso a fumare di rabbia.

“Senpai!” avevano tuonato.

Tamaki aveva fatto un balzo indietro per lo spavento, mentre Kyouya e Mori li fissavano tranquilli. Honey, invece, individuata Haruhi, le era subito saltato in braccio.

“Haru-chan, gomen ne!” le disse con le lacrime agli occhi “Non volevamo rovinarti la giornata!”

Haruhi lo fissava senza sapere cosa dire mentre i gemelli, che si erano disposti ai suoi lati, fissavano Honey con rabbia crescente. Mori, fiutato il pericolo esplosione, decise saggiamente di recuperare il cugino.

“Senpai,” iniziò Haruhi “che ci fate voi qui?”

Tamaki le si avvicinò con aria colpevole.

“Haruhi” iniziò “credo sia tutta colpa mia…”

I gemelli si posizionarono alle sue spalle, facendolo voltare; le loro espressioni diaboliche spaventarono il povero King.

“In che senso, senpai?”

“Ve… Vedete…” balbettò quello “stamattina ho chiamato casualmente Kyouya e gli ho chiesto se, per caso, sapeva come rintracciarvi. Così, una volta saputo dove stavate andando…”

I gemelli parvero farsi improvvisamente enormi.

“CI AVETE SEGUITO?!”

Tamaki, spaventato, saltò al collo ad Haruhi che, abituata alle sue stramberie, lo ignorò.

“Demo, Kyouya-senpai, perché siete venuti tutti qui?”

Kyouya la guardò aggiustandosi gli occhiali.

“Haruhi, ormai conosci anche tu i suoi metodi persuasivi, no?”

Haruhi pensò ai suoi famigerati occhioni supplicanti da cucciolo bastonato e bisognoso d’affetto, e annuì solidale.

“E poi, Tama-chan era davvero preoccupato, Haruhi, non potevamo certo lasciarlo solo”

Haruhi sospirò, i gemelli continuarono a guardare Tamaki con rabbia.

“Preoccupato… ?” gli domandarono con voce cavernosa.

Tamaki tirò su col naso, aggrappandosi ancora di più al collo di Haruhi.

“È colpa vostra!” li accusò “Siete stati voi a non dirmi dove volevate portare la mia bambina! Io ero preoccupato che potesse farsi del male!”

I gemelli sorrisero diabolici.

“Ed è per questo che hai sabotato il tunnel e la ruota? Perché temevi che si facesse del male?”

Tamaki li guardò mordendosi il labbro.

“Non volevo che salisse con voi su attrazioni pericolose per la sua innocenza” si difese.

I gemelli lo guardarono a metà tra l’offeso e l’incredulo.

“Pericolose per la sua innocenza?” ripeterono perplessi.

“Hai! So benissimo che avreste immediatamente approfittato della situazione!”

Haruhi lo guardò dubbiosa.

“Ed è per questo che ci hai bloccato sulla ruota nel punto più alto per ore? Per proteggere la mia innocenza?” disse in tono piatto.

Tamaki gelò, poi andò a deprimersi nell’angolino più buio della stanza.

“È stato un incidente...”

Tutti i membri dell’Host Club lo guardarono scioccati; era chiaro che con lui dovevano perdere ogni speranza residua.

“Ehm, sumimasen, Hitachiin-sama” i gemelli si voltarono verso il direttore che si sfregava le mani indeciso “devo dedurre che conoscete i presenti?”

Hikaru e Kaoru guardarono i loro senpai, poi si scambiarono un’occhiata.

“Iie” decretarono indifferenti; ancora non gli perdonavano tutto l’imbarazzo che avevano provato su quella ruota.

Il silenzio calò nella stanza; Tamaki li fissò shockato.

“Hikaru, Kaoru” li riprese Haruhi “non siate crudeli”

“Demo, Haruhi, ci hanno seguito per tutto il giorno” protestò Kaoru.

“Si meriterebbero una punizione” rincarò la dose Hikaru.

Haruhi sospirò.

“So che hanno fatto una cosa orribilmente meschina e infida che prova una mancanza di fiducia oscena ” le frecce del rimorso colpirono i colpevoli; la malizia involontaria di Haruhi aveva effetti distruttivi su tutti loro “Ma non è un buon motivo per essere così cattivi, ne?” completò come se niente fosse.

Tamaki l’abbracciò raggiante.

“Oh, Haruhi, tu si che sei una brava bambina”

Lei gli pizzicò il braccio per farlo staccare.

“Non esagerare” lo rimproverò.

I gemelli sospirarono,

“Wakatteru, wakatteru” dissero in coro.

“Ne, Umikotsu-san” continuarono, leggendo il cartellino col nome del direttore “li lasci andare, non creeranno altri problemi”

“Ha… Hai.” rispose quello sconvolto dallo scambio di battute dei ragazzi: i nipoti del suo capo e i loro amici erano veramente strani…

FINE FLASHBACK

Haruhi sospirò pesantemente prima di salire sull’auto dei gemelli.

“Sicuri di non volere un passaggio?” stava chiedendo Kaoru agli altri; l’arrabbiatura sembrava essergli un po’ passata, al contrario di Hikaru, che se ne stava seduto in auto, offeso.

“Hai” ripose Kyouya guardando il cellulare; sembrava sollevato di non indossare più il costume da volpe “il nostro autista sta per arrivare, non c’è ne bisogno”

“Come volete” borbottò facendo un cenno con la mano a mo’ di saluto.

“Haruhi” mormorò Tamaki avvicinandosi di nuovo a lei “Haruhi, mi perdoni?”

Haruhi sospirò.

“Hai, Tamaki-senpai” borbottò infine “demo ora lasciami il braccio, per favore” concluse indicando quello destro a cui lui si era aggrappato con forza.

Fu Kyouya a venire, per una volta, in suo soccorso,

“Su, Tamaki, è ora di tornare a casa”

Tamaki annuì distrattamente e lasciò andare Haruhi.

“Ja ne, Haruhi” mormorò allontanandosi con Kyouya, che borbottò un “Ja” di saluto.

Honey le saltò in braccio.

“Ja ne, Haru-chan!” le disse sfregando la guancia contro la sua.

Mori le fece un cenno della mano mentre prendeva sulle spalle Honey, dirigendosi verso una limousine appena arrivata dietro la loro.

Haruhi li salutò con la mano, poi salì in macchina e chiuse la portiera dietro di lei. Subito, Kirio mise in moto e partì.

Per un po’, nessuno parlò; poi, quando ormai il parco era scomparso dietro di loro, Hikaru ruppe il silenzio.

“Haruhi, gomen” le disse guardandola di sottecchi.

Lei lo guardò sorpresa.

“Hoe?”

Lui abbassò lo sguardo.

“Volevamo che fosse una giornata perfetta, invece è stata un disastro”

Kaoru, accanto a lui, chinò il capo a sua volta. Haruhi li fissò sconcertata, poi scoppiò a ridere.

“Go… Gomen…” disse di fronte alle loro facce confuse; inspirò un paio di volte, calmandosi.

“Per la bella giornata, arigato.

I gemelli la guardarono stupiti mentre Haruhi riprendeva a guardare fuori dal finestrino, poi due enormi sorrisi si allargarono sul loro viso.

“Ne Haruhi,” la chiamarono i gemelli; lei si voltò “visto che sei contenta, quando saremo a casa indosserai per noi il pigiama a gatto?”

Si guardarono per un solo attimo prima di scoppiare a ridere tutti e tre poi, scuotendo la testa divertita, Haruhi tornò di nuovo a guardare fuori. Guardando il paesaggio che sfrecciava accanto a loro, Haruhi ringraziò di nuovo i suoi amici, senpai compresi. In fondo, era molto divertente.

CASA SUOH, UFFICIO – NELLO STESSO MOMENTO

Yoshio guardò Suoh posare il ricevitore del telefono e ispirare una boccata del sigaro che aveva in mano.

“Allora?” era impaziente e si sentiva.

Yuzuru espulse con calma il fumo.

“È per domani” ripose “Domani sera a quest’ora”

L’altro annuì, si alzò dalla poltrona su cui sedeva e si avvicinò all’uscita. Aveva già una mano sulla maniglia quando l’altro lo fermò.

“Non ve la lascerò, Yoshio”

Alzò lo sguardo.

“Nemmeno io, Suoh”

E uscì.

Yuzuru fece voltare la poltroncina girevole su cui stava, guardando le prime stelle far capolino in cielo. Inspirò un’altra boccata e sorrise; gli erano sempre piaciute le sfide impossibili.

LEGENDA:

- Demo: Ma

- Obocchama: Padroncino/i

- Hai:

- Kawaii: Carino

- Chou: Molto

- Iie: No

- Sumimasen: Scusa

- Gomennasai/Gomen/Gomen ne: Scusa

- Iie … nandemonai: Non è niente

- Ima: Ora

- Ja/Ja ne: Ci vediamo

- Arigato: Grazie

- Ne: Hei

- Okane Mochi no Yuu en Chi: Parco dei Divertimenti dei Ricchi (in particolare: Okane Mochi = uomo ricco; Yuu en Chi = Parco dei Divertimenti; no = possessivo –sì sì , lo so, che fantasiona, eh? ^^’’’-. Se l’espressione non è corretta, dato che la traduzione l’ho fatta io, scusate… ^^’’’)

- Oji-chan: Zietto

- Daijobu: Stai bene?

- Iamete: Smettila

- Nani: Cosa

- Okaa-san: Mamma

- Baka: Stupido

- Onegai: Per favore/Ti prego

- Wakatteru: Ho capito

(*) Allora, dato che non ho la più pallida idea di come si chiamino queste due (se qualcuno lo sapesse, è pregato di farmelo sapere), ho scelto di utilizzare i nomi delle due gemelle protagoniste di “Love Egoist”, un’altra opera della Hatori-sama che viene pubblicata in fondo ad alcuni dei volumi del manga di Host Club. Sono entrambi nomi di fiori (come dice Hatori-sama stessa in non-mi-ricordo-che-volume) ma non saprei dirvi che fiori siano esattamente, sorry…

(**) Come modello per questo pigiama, potete tranquillamente pensare a quello di Shia in Pita Ten (QUESTO, per chi non conoscesse il manga; Shia è quella coi capelli neri); è da quando l’ho visto che voglio quel pigiama! È fantastico! *.*

E pure sto’ capitolo è concluso. Devo dire che mi ha soddisfatto, molto più che quello precedente, almeno. ^^ (Ovvio, ci siamo quasi solo noi.) Be’, non esagerare ora. Ho dato spazio anche a Tamaki-baka e ho fatto intravedere un pochettino-ino-ino dell’umanità insita in Kyouya, in fondo. È però vero che ho quasi completamente dedicato il capitolo a voi e al vostro rapporto con Haruhi, ma non ti montare troppo la testa, Hika-chan: piano, piano lo farò con tutti… ^^ #Anche con me? *.*# Sì Tamaki-baka, perfino con te. Forse… *_* #Tu non mi vuoi neanche un po’ bene, vero? ç_ç# Esagerato. In fondo,in fondo, in fondo, un pochettin-ino-ino te ne voglio. Forse… XD #ç_ç# XD #Kyouyaaaa, è cattiva!# $A cuccia.$ Cattivo. Non mi fai mai divertire… ç_ç #-facendomi le linguacce- Gnegnegnegnegne!# –tenta di morderlo- #-facendo un balzo- WAAAAA!# Così impari… U_U #ç_ç# Comunque sia, sono esaltata! @Come mai?@ Perchè domani vado alla fiera del fumetto a Milano. è la mia seconda fiera, sai? ^o^ @Sembra divertente!@ Lo è... Inseguire i cosplay è divertente! XD Spero ci sia qualcuno vestito da voi... *_* @La gente si veste da noi? O.O@ Lo spero, Honey... XD (Ah, il nostro fascino irresistibile... U_U) *Già, già... U_U* Modesti... Piuttosto, non è ancora arrivata la cena? [Giusto ora...] Tama-baka, paghi tu, vero? #Eh?# Sì sì, certo, bravo... -Lo spinge fino al fattorino- Noi intanto cominciamo, eh... #ç_ç# Buon appetito, gente! ^^

Baci e a presto,

Roby&The Host Club

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Capitolo 7
*** Giorno V – Se le cose sembrano andar meglio, c'è qualcosa di cui non stiamo tenendo conto. ***


Two Weeks notice

Two Weeks notice

Heading 2

Normal

(...)= Discorsi di Hikaru

*...*= Discorsi di Kaoru *(...)*= Discorsi dei gemelli (In generale: più simboli insieme= più personaggi)

[...]= Discorsi di Haruhi

+...+= Discorsi di Mori

@...@= Discorsi di Honey

$...$= Discorsi di Kyouya (da notare il simbolo usato, per niente scelto a caso... U_U)

#...#= Discorsi di Tamaki



L'ANGOLO DELLA POSTA

Presentano RobyLupin & The Host Club

R: GOMEEEEEEEEEEN! T_T

Ha *tappandosi le orecchie*: Ma che le prende?

Hi: E' in un ritardo scandaloso.

Ka: Ha paura di essere defenestrata, torturata, eliminata fisicamente.

R: Mi uccideranno. Lo so che lo faranno... Quattro mesi... Mi vergogno... T_T

Ha: Tranquilla, non se ne saranno nemmeno accorti... U_U

R: Speriamo... T_T

Hi: Se ti ammazzano che ci lasci?

R: Come?

Hi: Massì, l'eredità...

R: Hika-chan, il tuo maggiordomo è, probabilmente, più ricco di me al momento. Quando sarò vergognosamente ricca come voi, allora potrò pensare di lasciare i miei averi a qualcuno, ma non sarete certo voi a goderne... -_-

Hi: -.-

Ky: Tranquillizzati: non ti uccideranno, per ora.

R: Come fai ad esserne così sicuro? ç_ç

Ky *con sguardo angelico*: Se sono così autolesioniste da leggere questa roba, uccidendo in questo modo i pochi neuroni che sono rimasti loro, vorranno anche sapere come finisce, no? ^^

Tutti *pensando*: Il Re nell'Ombra! O_O

Ho *tiando la maglietta per attirare la mia attenzione*: Ne, ne, Roby-chan, oggi Takashi parlarà?

R *Guardando Mori, riflettendo*: Mmmh... In molte mi hanno chiesto, nel corso dei capitoli, di farlo parlare e intervenire. Magari, se lo faccio, le terrò buone... *Rivolta a Honey* Lascia fare a me... *__*

Ho: Eheh! ^o^

R: Vero che parlerai, Mori? *__*

Mo: ...

R: Vero che parlerai? -_-

Mo: ...

R *Lo prende per il colletto e lo scuote forte*: PER IL BAKA HAI PARLATO FLUENTEMENTE NEL VOLUME SEI! E DI COSE BAKAMENTE BAKA! PERCHE' NON MI DAI UN CONTENTINO? >.<

Mo *Impassibile*: Ha.

R *Sbalordita*: Ha parlato? Ha parlato veramente? SONO UN GENIO! *__*

Mo: Ha, Tamaki. Non preoccuparti, riparo io il tavolo, domani.

R *Gelando*: Ta...ma...ki...? *Si volta a scatti; Tamaki è dietro di lei che annuisce verso Mori; le viene un tic all'occhio* Tamaki?!

Ta: Grazie mille, Mori-senpai. ^^

Hi *A Kaoru*: Diecimila yen che lo uccide.

Ka: Diecimila yen che lo tortura crudelmente per due ora, prima di ucciderlo.

Ky: Diecimila yen che non riuscirà nemmeno a sfiorarlo.

Hi&Ka: Andata!

*Roby parte all'attacco ma, improvvisamente, quando è a pochi centimetri da Tamaki, un guinzaglio la costringe a bloccarsi*

Ky *ai gemelli, mostrando l'estremo in mano sua*: Guinzaglio in fibra di titanio rinforzato. Sapevo che prima o poi sarebbe successo qualcosa del genere. *Hikaru e Kaoru sganciano i soldi di malavoglia; Haruhi sospira sulla stupidità dei ricchi* E ora, stupida scrittrice, vedi di rispondere ai lettori, prima che levino le tende e se ne vadano.

R *Di malumore perchè le hanno rovinato la festa*: Uff, schiavista... -_-

- Soledincht: Che carini i criceti! Io adoro i criceti! *__* Peccato che mia madre odi i roditori... -_- [Oddei, ricomincia... -.-] Ma scusa, ti pare giusto? Sono così carini e coccolosi! >.< [Rassegnati: niente roditori in casa. -.-] Uffa... -_- E sappi che anch'io voglio quel pigiama! E' da quando ho letto Pita-Ten che lo voglio! E bellissimo! *ç* [E scomodo... -.-] Dettagli irrilevanti. Che ci devi fare? U_U [Dormire? -.-] Pignola... U_U [-.-] Comunque sia, sai che non avevo pensato alla somiglianza con l'episodio sette? Giuro! xD Grazie mille per il commento, sole! Spero questo capitolo ti piaccia! Besos^^

- Sora89: Be', in fondo, QUALE altro animale si sarebbe adattato a Kyouya? XD [Già... -.-] E tranquilla, la struttura del capitolo non è stata granché modificata alla fin fine: l'importante è che risulti il più chiaro possibile; la storia dei termini giapponesi è nuova anche per me, quindi se c'è qualcosa di poco chiaro è meglio saperlo subito, no? ^^ Per quanto riguarda Mori... Be', spero anch'io di riuscire a farlo parlare, ma quello da' retta solo al baka! T_T +...+ Vedi?! T_T Honey-chan, ti prego, aiutami tu! T_T @Takashi, fai il bravo, ne? ^o^@ +Ha, Mitsukuni.+ Ma aggiornare un po' il vocabolario no? -.- +...+ Quest'uomo mi odia... -.- +...+ E neanche si preoccupa di smentire! T_T +...+ Ok, basta, per piacere. Ho un minimo di dignità da mantenere. -Sgranocchia un osso per cani; lo sputa- Kyouya, ti avevo detto niente manzo! Solo pollo! $*Ignorandomi* Sisi, d'accordo.$ -_- Ok, no comment, please. -.- Grazie mille per il commento, sora-chan! Spero il capitolo nuovo ti piaccia, ne? ^-^

- Totoby: Eh, Tamaki che quasi affoga ha riscosso successo quasi tanto quando Kyouya vestito da volpe. Credo ripeterò l'esperienza, in futuro... #Ehi! O_O# xD Ok, seriamente, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto tanto. Questo non è all'altezza del precedente, ma spero ti soddisferà comunque almeno un po'. Besos^^

- Lan: Tranquilla, Lan-chan, anche il momento di Kyo e Haru arriverà, prima o poi xD (Più poi che prima, con questo ritmo...) Uffi, ho già chiesto scusa per il ritardo! >.< E poi non è vero: ancora pochi capitoli... forse... xD (Sadica infame... -.-) Lo so, caro; è il mio mestiere, in fondo... U_U (-.-) XD Comunque, sappi che i pazzi fumati torneranno, in questo capitolo... povere gioie, mi odieranno profondamente prima o poi xD (Tranquilla, lo fanno già...) Ahahahah, molto divertente. -.- (^^) -.- Evitiamo l'argomento, va'... -.- Grazie mille per il commento, Lan! Scusa se ti ho fatto aspettare un po' più di un mese, stavolta! Spero che il capitolo ti piacerà... Per quanto riguarda l'avvisarti: di poteri telepatici ancora non dispongo, ma mi sto organizzando. Appena ci riesco ti avverto, ok? XD Besos^^

- Lely1441: Kyo-chan, ma sai che il tuo costume è quello che ha avuto più successo tra il pubblico? Non sei contento? *__* $-Indifferente- Una pasqua...$ Mai che tu mi dia soddisfazione, eh... -.- $Si, si, d'accordo. Ah, chiamami di nuovo Kyo-chan e ti chiudo a chiave nella cuccia, d'accordo?$ O_o $U_U$ Dunque, Lely cara, come sta la copia di Siry? E' da un po' che non me ne parli... xD (Patetico tentativo di cambiare argomento.) *Già, patetico u_u* Non rompete voi... -.- Ok, ho capito l'antifona... Grazie mille per il commento Lely. Fa la brava, ok? XD Besos^^

- Fleacartasi: Eh, Kyouya-volpe è diventato un must, ormai... xD (Solo perchè noi non ci siamo travestiti... U_U) *Altrimenti avremmo fatto strage U_U* Allora posso travestirvi? *__* *(O_O'' Scherzavamo...)* Uffi... E io che avevo già pronti i costumi da gatto da farvi indossare... -.- *(-Tirano un sospiro di sollievo-)* Comunque, flea cara, che domande fai? Ti pare che Yoshio non abbia un piano per suo figlio e Haruhi? Mi deludi cara, sisi... U_U Ok, ok, sto seria, giuro xD Ovviamente, Yoshio farà qualcosa, così come Yuzuru, del resto.. Quei due sono imprevedibili, sul serio. Personalmente, avrei paura a restare sola con loro. Non so se riuscirei ad uscirne viva! xD [Togli il 'se'. Io ne so qualcosa, ricordi? E chissà di chi è la colpa... -.-] Ma come, Haru-chan? Non ti stai divertendo? Io si xD [-.-] Ehm... ^^'' [-.-] Si, ok... ^^''' -Tenta di sviare il discorso- Ti saluto, flea! Grazie per il commento. Besos^^ [-.-] Haru-chan, basta! >.<

- Laicachan: Guarda, gemy, non importa se non recensisci, lo sai. L'importante è che leggi. xD (Uh Kaoru, una nostra fan!) *Eheh...* Zitti voi, sto parlando, io... U_U Per quanto riguarda questi due, beh, che ti posso dire... leggi il capitolo e saprai. xD *(-.-)* Eheh XD Besos gemy, ci sentiamo!

- Kri-chan: Povero Kyouya, a lei non piaci proprio, eh? XD $Chissà di chi è la colpa...$ Osi insinuare che è mia? -_- $Io non faccio mai insinuazione. Io rivolgo accuse precise.$ -_- Non è vero: tu insinui spesso. Fin troppo, in effetti... -_- $Dettagli...$ -_- [Dateci un taglio, voi due. La questione vera è un'altra: come faceva a sapere quello che stavo pensando? O_o] Haru-chan, mi stai dicendo che tu, con davanti questi quattro idioti travestiti da peluches, pensavi veramente agli sconti del supermercato? -.- [Si, perchè?] -_- (E' Haruhi. Che ti aspettavi, scusa?) Non questo. [Perchè?] No comment. -_- [O_o] Evitiamo i commenti, va'. -.- Grazie mille per la recensione, kri-chan! Sai che sono sempre le benvenute quelle chilometriche! Spero che questo capitolo ti piacerà. Besos^^

- Pukka: Grazie mille per il commento. @Si, grazie! ^o^@ Spero continuerai a seguirci. Besos^-^

- Hinata707: Guarda, anch'io mi chiedo il motivo per cui quest'ingrata non mi abbia ancora innalzato una statua d'oro massiccio a grandezza naturale, dopo averle concesso tante di quelle fortune da bastare per una vita intera... -.- [fotune? Quali fortune, scusa?] No comment. -_- [O_o] Sono contenta che le mie legende siano utili. Non pensavo che sarebbero state così apprezzate all'inizio, giuro xD Beh, meno male^^ Grazie mille per il commento, come sempre bevenutissimo. Besos^^

- Artemis_e_Claude: A dire il vero, avevo paura per altri motivi con l'OOC, ma vabbé, dettagli xD per quanto riguarda Tamaki: guarda, scrivere di lui è fin troppo naturale, affogamenti e depressioni in primis. Povero baka... xD #Tu mi odi, vero? ç_ç# Ma no che non ti odio, baka mio, ma è così divertente tormentarti impunemente! XD #Sadica donna! -_-# Puoi scommetterci, baka! XD #Kyouya, è cattivaaaaa! T_T# $Smettila, o inonderà la sala con le sue lacrime.$ Uffi... -_- Comuuunqueeee... Anch'io adoro Pita-Ten! XD E' stato il primo manga che ho letto, per cui ci sono particolarmente affezionata. Personalmente, anch'io preferivo Misha a Shia, ma quel pigiamone è troppo carino... Diablos, lo voglio anch'io! >.< Infine, per quanto riguarda i due vecchi psicotici... #Ehi!# E' la verità, baka: oseresti forse affermare che tuo padre è una persona razionale e normale? U_U #...# Ecco, bravo... Dicevo, per quanto riguarda loro, saprai tutto in questo capitolo. Besos, Artemis, e grazie per il commento! Compreso quello per "Oji-san?!" sei stata molto gentile a leggerla. Sono contenta ti sia piaciuta! ^^

- Hachi88: Prima di tutto, grazie mille per i commenti positivi che mi hai lasciato, davvero. ^^ @Sii, grazie mille! ^o^@ Per quanto riguarda Kyouya e i gemelli... Beh, voglio vedere che dirai dopo questo capitolo. XD Grazie mille di nuovo, hachi. Spero continuerai a seguirci! Besos^^

- Kura92: Oddei, credo che quelle parole abbiano colpito un po' tutti, alla fin fine. Erano troppo ispirevoli, no? XD [Bah... -.-] Haru-chan, qualcosa non va? ^^ [Mi chiedo solo perchè sono sempre io che ci rimette, con le tue ispirazioni... -.-] Dimentichi il baka, Haru-chan. U_U Comunque, non vedo di cosa tu ti possa lamentare: qualunque lettrice darebbe la mano destra per essere al tuo posto, sai? U_U [Se vogliono far cambio, io ci sto. Anche senza il sacrificio della mano. *_*] Scordatelo, Haru-chan. La sensei ha creato te, e tu continuerai la storia. U_U [-.-] Grazie mille per il commento, kura. Anche per quel che mi dici riguardo ai caratteri dei personaggi: è uno dei complimenti più belli che un lettore possa farmi, sul serio. ^^ Spero continuerai a seguirci. Besos^^

- Lady Hawke: Ricordati, Lady: se tu mi pesti, Honey mi difende. Ne, Honey? ^^ @-Mangiando una torta insieme ad Usa-chan- Ho tante torte da mangiare, io... ^o^@ Honey, mi difenderesti da lady con una mazza da baseball in mano, vero? T_T @-Con un sorrisone- Eh sai, ho tante torte da mangiare... ^o^@ Traditore... T_T @^o^@ No comment, davvero... -_- Comunqueeee, Lady cara, sono contenta che la storia ti piaccia... [Probabilmente era sotto effetto si sostanze illegali, quando l'ha letta... -.-] Haru-chan, ti spiace evitare di smontarmi impunemente ogni volta che qualcuno mi fa un complimento? -.- [Ti spiace evitare di farmi finire sempre più nei guai ad ogni capitolo? -.-] ... Ok, smontami pure impunemente. Sopravvivrò. ^^ [Io temo che non sarò così fortunata, invece... -.-] Esagerata. Non ti fidi di me? [Domanda retorica, giusto?] Sì. ^^ [-.-] Vabbé, dicevo... sono contenta che la storia ti piaccia: creare situazioni imbarazzanti, con loro come protagonisti, è fin troppo facile; e credimi se ti dico che ne ho in mente ancora alcune che farà desiderare loro di sparire per sempre dalla faccia della terra... *__* ($@#+* O_O'''' *+#@$) Eheh *__* ($@#+* O_O''''''' *+#@$) Ora ti lascio leggere in pace. Grazie mille ancora per il commento, spero continui a farti divertire. Besos^^

R: Bene, anche per stavolta è tutto, direi. Buona lettura! ^^

Hi: Come se fosse possibile. -_-

R: Hika-chan, vuoi finire tre metri sotto terra? -.-

Hi: Un'altra volta, magari.^^

R: Allora chiudi il becco. -.-

Hi: Uff... -.-

R: Ci vediamo a fondo pagina. Besos^^



Giorno V –
Se le cose sembrano andar meglio, c'è qualcosa di cui non stiamo tenendo conto.

(Corollario alla seconda Legge di Chisholm – Leggi di Murphy)

Casa Hitachiin, corridoio primo piano – h 9,15

Casa Hitachiin non era mai stata una casa tranquilla. Un po’ per il carattere fuori dalla norma dei padroncini, un po’ per la signora che somigliava molto ai figli sedicenni, i domestici avevano fatto l’abitudine a tutte le possibili stramberie che potessero capitare a questo mondo. Per questo motivo, nessuno di loro fece molto caso all’ombra solitaria che vagava senza meta nella residenza, quella mattina. O, meglio, che sembrava non avere una meta. In realtà, quell’ombra aveva in mente un qual certo obiettivo; più precisamente, pareva dirigersi verso una certa porta in una certa stanza al primo piano.

La aprì silenziosamente, sorridendo sorniona: ci era riuscita. Ora, non rimaneva che l’ultimo assalto per completare il suo piano. Non fece però in tempo a completare questo pensiero, che…

SPLASH!

Il secchio, prima in bilico in cima alla porta, cadde rovinosamente a terra mentre l’ombra veniva investita dall’acqua gelida che conteneva. Due ragazzi uscirono dall’ombra, sorridendo diabolici.

“Ah ah, lo sapevamo che saresti venuta qui, Mama."

“Già, sapevamo che non avresti perso tempo e avresti subito puntato ad Haruhi…”

“Vergognati, tentare un assalto mentre ancora dorme…”

Yuzuha, tremante di rabbia, alzò lo sguardo verso i suoi figli.

“Hikaru, Kaoru, come avete potuto… ?”

I gemelli si sporsero verso di lei, allargando il sorriso strafottente.

“Così impari a tentare di aggredire Haruhi.”

“Solo noi possiamo farlo!” conclusero all’unisono, facendole la linguaccia.

“VOI DUEEEEEEEE!”

Yuzuha parve ingigantirsi a dismisura dalla rabbia prima di iniziare a inseguire i figli come una furia per la stanza. I due pargoli, nel frattempo, iniziarono con le linguacce, strafottenti.

“Tanto non ci prenderai, Mama!”

“Già, non puoi vincere contro due ragazzi giovani e veloci.”

“INSINUATE FORSE CHE SONO VECCHIA?!”

I gemelli aumentarono le loro risate alla vista della furia materna, aumentando la velocità per sicurezza: prendere in giro la madre era divertente, ma anche potenzialmente suicida.

“CHE STA SUCCEDENDO QUI?!”

I tre Hitachiin si fermarono istantaneamente, voltandosi verso il letto in cui Haruhi stava riposando. O, almeno, in cui avrebbe dovuto riposare. La ragazza, infatti, ora era in piedi sul materasso, i capelli scompigliati e occhi ancora gonfi di sonno, e li fissava a metà tra l’allibito e il furioso. L’insieme di tutti questi elementi, con l’aggiunta della graziosa camicia da notte della ragazza, fece in modo che gli occhi di madre e figli s’illuminassero d’immenso nel constatare quanto kawaii potesse essere anche appena sveglia e sconvolta. Lei, invece, alzò un sopracciglio, sempre più irritata.

“Ehm, ehm…”

Yuzuha parve riprendersi.

“Oh, gomen, Haru-chan,” esclamò correndo ad abbracciarla “non volevo svegliarti. È tutta colpa di quei due figli degeneri che mi ritrovo…”

“Non mentire, Mama! Se non fosse stato per noi, Haruhi, ti avrebbe aggredito nel sonno!” rivelarono.

Haruhi, per tutta risposta, li guardò inespressiva: qual era, esattamente, la differenza con quanto era appena successo? O, ancora meglio, con quello che avevano fatto loro il giorno prima?

“Fatemi capire bene,” iniziò massaggiandosi le tempie “siete entrati in camera mia di nascosto mentre dormivo, preparando una trappola che avrebbe sicuramente fatto andare vostra madre – di cui voi siete il ritratto vivente – su tutte le furie, in modo che io potessi dormire tranquilla?”

“Yes, girl!” esclamarono all’unisono loro, felici che avesse colto facilmente l’essenza di quanto era successo; di contro, Haruhi li fissò basita: possibile che, quando cercava di essere un minimo sarcastica, nessuno cogliesse le sfumature?

“Hikaru, Kaoru, siete due insensibili!” stava intanto dicendo Yuzuha con le lacrime – palesemente fasulle – agli occhi “come potete essere così crudeli con la vostra dolce, cara e innocente Mama?”

Mentre osservava la scena madre, Haruhi si ritrovò a pensare che, in alcune persone, la mancanza di pudore aveva dell’incredibile.

I gemelli stavano già per ribattere quando la ragazza, volendo evitare un susseguirsi ininterrotto di scambi di battute, si decise ad intervenire.

“Ehm, sumimasen Yuzuha-san, demo potrebbe lasciarmi andare? Vorrei cambiarmi…”

La donna la liberò dalla sua stretta a malincuore, sotto gli sguardi trionfanti dei gemelli. Poi, improvvisamente, parve rendersi conto di qualcosa e mise il broncio.

“Haru-chan” disse con voce rotta "nande non indossi il pigiama che ti ho preparato con tanta cura?”

Haruhi gelò sul posto, non sapendo cosa rispondere: non poteva certo dirle che la sua creazione, preparata appositamente per lei, era scomoda oltre l’inverosimile!

Cercò i gemelli con lo sguardo, inviando loro una silenziosa richiesta d’aiuto; loro, però, si limitarono a rivolgerle un sorriso diabolico e lei, istantaneamente, seppe anche il perché: nonostante la sera prima avessero insistito fino all’esaurimento – nervoso; suo, ovviamente – lei non aveva ceduto e non l’aveva indossato per loro. Era chiaro come il sole che, ormai, pensavano di aver vinto la partita.

Haruhi li guardò astiosa, poi tornò con gli occhi sulla donna davanti a lei, ancora in attesa di una risposta; i suoi occhi sgranati le ricordarono, ad un tratto, quelli di Tamaki.

“Ehm, vede, Yuzuha-san,” balbettò incerta “è che… che io…” poi, l’illuminazione “io non volevo rischiare che si rovinasse prima di averlo mostrato al mio Otou-san. Sa, sono sicura che rimarrebbe estasiato se me lo vedesse addosso, e vorrei che fosse il primo a vedermi con la sua creazione.”

Era una scusa dannatamente debole, lo sapeva, ma era stata la prima a venirle in mente. Trattenne il respiro mentre lo sguardo dell’altra parve passarla da parte a parte. Poi, inaspettatamente, quella sorrise.

“Oh, Haru-chan, come sei dolce!” la abbracciò con forza “devi volere così tanto bene al tuo Otou-san! Sei proprio kawaii!”

Sotto la morsa letale di Yuzuha, Haruhi tirò un sospiro di sollievo rendendosi conto ch la sua patetica scusa aveva, miracolosamente, funzionato. Con lo sguardo intercettò Hikaru e Kaoru, che la guardavano ammirati. Alzarono entrambi i pollici nella sua direzione, mimando un “nice idea!” con le labbra. Lei li fulminò con lo sguardo.

In quel momento, qualcuno bussò alla porta e Yukito entrò.

“Sumimasen, demo la colazione è servita.”

“Hai, Yuki-chan!” disse Yuzuha con enfasi.

“Haru-chan” continuò sciogliendo l’abbraccio “noi iniziamo a scendere. Fai pure con calma, ne?”

“Hai” rispose lei incerta.

I tre uscirono dalla stanza seguiti dal maggiordomo, lasciandola finalmente sola.

Haruhi sospirò pesantemente mentre apriva l’armadio: promemoria, mandare un cesto di fiori al maggiordomo. In fondo, se era ancora viva e in salute al suo terzo giorno in quella casa, era solo merito del suo tempismo.

“Allora Haru-chan, come sono andati questi due giorni senza di noi?”

Haruhi alzò gli occhi dall’omelette di riso che stava mangiando per portarli sulla donna a capotavola.

“Oh, bene direi.”

“Siamo andati al Luna Park, Mama” l’informò Kaoru.

“Oh, il parco di Dai-chan?” chiese interessata “E com’è, Haru-chan? Ti sei divertita?”

“Hai, Yuzuha-san. C’è stato qualche contrattempo ma mi sono divertita molto.”

“Contrattempo… ?”

“Beh…”

“Diciamo che abbiamo avuto una visitina, Mama…” finì Hikaru per lei; dal tono era palese che fosse ancora infastidito.

“Hoe? Visitina?”

“Hai. O meglio, quattro visitine. Doveva essere una gita solo per noi tre, ma i nostri senpai ci hanno seguiti…” spiegò in risposta allo sguardo confuso di lei.

Yuzuha alzò un sopracciglio mentre esibiva un broncio infastidito.

“Che maleducati! Auto invitarsi in questo modo agli appuntamenti altrui!”

“Hoe? Demo, Yuzuha-san, non era un appuntamento” protestò Haruhi debolmente.

Ma quella, ormai, era troppo presa dalle sue teorie mentali per prestarle attenzione.

“Intromettersi nel romantico incontro di tre poveri ragazzi è imperdonabile. Decisamente inammissibile…”

“Ho detto che non era un appuntamento, Yuzuha-san…”

“… Rovinare così in modo irreparabile il ricordo dei dolci momenti del loro primo appuntamento , che azione spregevole…”

“Non sprecare fiato, Haruhi” le sussurrò Kaoru quando lei aprì nuovamente la bocca per ribattere “quando Mama inizia a far così non puoi più fermala. Lasciala fare, prima o poi smetterà da sola” e si ficcò in bocca un grosso boccone di uova, continuando a mangiare come se niente fosse.

Haruhi lo imitò dubbiosa, continuando a lanciare occhiate di sottecchi a volte a Yuzuha, che continuava a chiacchierare ininterrottamente, altre ai gemelli, che non l’ascoltavano affatto, limitandosi ad annuire a casaccio ogni tanto e, infine, altre ancora al marito, che sorrideva affabile guardando la moglie; se poi l’ascoltasse anche, Haruhi non avrebbe proprio saputo dirlo.

“… Insomma, è davvero inconcepibile” concluse dopo un monologo di dieci minuti buoni.

“E si può sapere che hanno fatto poi?”

“Uh?” Hikaru si ricosse, smettendo di tormentare gli avanzi che aveva nel piatto “che hanno fatto?” ripensò a quanto era successo il giorno prima su quella ruota e arrossì visibilmente mentre spalancava gli occhi completamente; Kaoru, dall’altro lato di Haruhi, lo imitò nella stesso istante. Yuzuha, notandolo, sorrise sorniona.

“Niente di particolarmente grave,” stava intanto spiegando Haruhi ignara delle reazioni di quello strambo trio “hanno solo manomesso il tunnel dei cigni e ci hanno bloccato per un po’ sulla ruota panoramica” concluse servendosi un’altra omelette.

Il sorriso di Yuzuha si allargò ulteriormente.

“Honto ni, Haru-chan?” chiese con una nota d’entusiasmo nella voce “e per quanto tempo?”

Haruhi parve rifletterci per qualche istante.

“Beh…”

“Yuzuha,” la interruppe Shinici notando l’espressione sconvolta sul viso dei suoi figli “stavo pensando: che ne diresti di una nuotata, questo pomeriggio?”

La donna s’illuminò, dimenticando momentaneamente il suo interrogatorio.

“Oh, Shi-chan, che idea meravigliosa hai avuto!” esclamò alzandosi e correndo ad abbracciarlo. I gemelli sospirarono sollevati, ringraziando mentalmente il padre per aver accolto la loro silenziosa richiesta d’aiuto.

Haruhi, intanto, li fissò confusa.

“Nuotata… ?”

“Hai, Haru-chan!” intervenne Yuzuha senza lasciare il collo del marito.

“Oh. E dove, esattamente?”

La donna la fissò confusa.

“Qui, ovviamente. I ragazzi non ti hanno mostrato la piscina?”

“Piscina?!” esclamò lei scioccata: allora era proprio vero che i ricchi avevano sempre una piscina in casa! Pensandoci bene, capì che, effettivamente, era ovvio che ci fosse: considerando le dimensioni monumentali dell’abitazione, si diede mentalmente della sciocca per non esserci arrivata prima.

“Hai, Haruhi,” le stava intanto spiegando Kaoru improvvisamente entusiasta “abbiamo una piscina privata nell’ala est della casa. Ti va, vero?”

I gemelli sgranarono gli occhi, supplicanti.

“Ehm, non ho un costume con me…” tentò di svicolare: l’idea non la entusiasmava per niente, ad essere sinceri.

“Oh, ma questo non è un problema” ribatté invece Hikaru sporgendosi verso di lei “Ne, mama?”

“Hai” confermò “nell’armadio ti ho lasciato qualche costume da bagno adatto a te, Haru-chan. Sono tuoi, quindi puoi scegliere quello che preferisci. Anzi, ho un’idea: ti aiuterò personalmente a sceglierne uno!”

“De… demo…” tentò di resistere.

Improvvisamente, senza sapere bene come, al posto di Kaoru si ritrovò di fianco Yuzuha che, prese le mani tra le sue, la fissò con occhi supplicanti.

“Onegai, Haru-chan. Voglio proprio vederti con indosso una mia creazione!”

Haruhi deglutì mentre ripensava istintivamente al pigiama a gatto e al fatto che le aveva mentito meno di un’ora prima. Il senso di colpa le attanagliò lo stomaco: on aveva poi molta scelta, no?

“Hai” decretò quindi demoralizzata. Subito, tre paia di braccia la strinsero simultaneamente, rendendola cianotica.

Shinichi, dall’altra parte del tavolo, sorrise silenziosamente.

Casa Hitachiin, esterno – h 14,15

La limousine si fermò esattamente davanti alla porta principale dell’enorme villa. Un autista in divisa nera scese subito, andando ad aprire la portiera posteriore. Scesero in quattro, probabilmente tre modelli ed un bambino. Quello biondo, il primo della fila, si tolse gli occhiali da sole e prese a fissare assorto l’abitazione.

“Ne, ne, Tama-chan,” il bambino gli tirò un lembo della maglietta per attirare la sua attenzione “credi che Kao-chan e, soprattutto, Hika-chan ti faranno entrare dopo ieri?”

“Mi chiedo perché proprio tu abbia tanto insistito per venire a trovare Haruhi dopo la disastrosa giornata di ieri,” rincarò la dose il ragazzo moro dietro di lui, sistemandosi gli occhiali sul naso.

“Sai come sono fatti i gemelli” continuò “probabilmente saranno ancora arrabbiati.”

“Ha” confermò atono l’ultimo dei quattro.

“Demo,” protestò Tamaki accorato, voltandosi verso gli interlocutori “è proprio per questo che sono qui! Voglio spiegare di nuovo le mie ragioni ad Haruhi! Inoltre, mi ha detto il mio Otou-san che proprio oggi sono di ritorno i genitori di quei gemelli indemoniati, e voglio assolutamente smentire le falsità che avranno sicuramente raccontato loro, spiegando le mie ragioni da genitore a genitore…”

Una voce, dietro di lui, lo interruppe.

“Tanta fiducia nei nostri confronti è commovente. Ne, Hikaru?”

Tamaki sobbalzò, girandosi a scatti verso Hikaru e Kaoru che lo fissavano inespressivi dall’ingresso.

“Oh. Eravate… eravate qui?”

“Ti abbiamo sentito gridare dal salone, Lord. Sei rumoroso, sai?” risposero loro alzando le spalle come se fosse una cosa ovvia.

“Oh.”

“Eh.”

“Oh.”

“Eh.”

“Ne, ne, Hika-chan, Kao-chan” li interruppe Honey, tentando di variare la conversazione da monosillabica a plurisillabica “come mai siete in accappatoio?” chiese, indicando con l’indice i due identici accappatoi arancioni che indossavano.

I gemelli li fissarono confusi.

“È per il costume” risposero con ovvietà.

“Costume?! ”

“Hai, senpai. Costume. È un concetto semplice, mi pare” lo canzonò Hikaru; Tamaki, ancora preoccupato, lo ignorò.

“E perché mai dovreste…” ma non riuscì a finire la frase, perché la voce di una donna li raggiunse da dentro l’edificio.

“Hika-chan, Kao-chan, che fate sulla porta?” chiese Yuzuha abbracciando i figli da dietro di slancio, rischiando di farli finire a terra.

“Mama!” protestarono loro. Inutilmente, ma questo è scontato, no?

Ignorandoli completamente, infatti, Yuzuha alzò lo sguardo sugli altri ragazzi presenti, tutti improvvisamente arrossiti alla vista dell’accappatoio che anche lei indossava. Subito, un lampo birichino attraversò gli occhi della donna, passando però inosservato a quelli dei presenti.

“Non sapevo che avremmo avuto ospiti, darlings. Potevate avvisarmi.”

“Come facevamo a farlo, se nemmeno noi lo sapevamo?” ribatterono scocciati.

Yuzuha fece una risatina, spingendo verso il basso le teste dei figli a mo’ di inchino.

“Gomen da parte loro, ragazzi. Non so chi abbia insegnato loro queste maniere da principini viziati.”

Il silenzio totale e allibito accolse le parole pronunciate dalla madre dei due principini viziati.

Improvvisamente Yuzuha, come illuminandosi per improvvisa rivelazione, scansò i figli, raggiungendo gli altri ragazzi che indietreggiarono sorpresi.

“Ho un’idea: volete unirvi a noi, oggi?”

“Eh?” protestarono i gemelli in coro “demo, Mama, oggi doveva essere una giornata in famiglia!”

Yuzuha si voltò, alzando il sopracciglio.

“Demo, in questo modo Haru-chan si divertirà certamente di più! In fondo, in piscina più si è e più ci si diverte, no?”

Le deboli proteste dei gemelli si persero nel vuoto; da parte sua Tamaki, improvvisamente illuminato dalla consapevolezza che, con la signora Hitachiin presente, non poteva impedire che Haruhi venisse vista in costume da tutti, aveva maturato un’importante decisione: se loro l’avessero vista, lui non avrebbe potuto essere da meno.

Per questo motivo si fece avanti verso la signora, le prese le mani tra le sue e le assicurò, con il suo solito charme francese, che nulla sarebbe stato loro più gradito che accettare la sua generosa offerta. Yuzuha parve soddisfatta della risposta e sorrise ambigua; ambiguità che fu colta solo da Kyouya, che si voltò verso di lei proprio in quel momento. Sorridendo, il terzogenito di casa Ootori si chiese che avesse in mente la donna, e si preparò a qualche sorpresa: in fondo, dalla madre dei gemelli ci si poteva aspettare qualunque cosa, no?

Questi ultimi avevano appena finito di mugugnare qualcos’altro in protesta, quando Honey si ritrovò a chiedere innocentemente “che fine avesse fatto Haru-chan.”

“Oh, si sta cambiando,” spiegò sorridente Yuzuha “Ho chiesto a Yuki-chan di venirmi a chiamare quando sarà pronta.”

Nemmeno il tempo di finire la frase che Kaoru si sporse al di là della madre.

“Si parla del diavolo…”

Anche gli altri si girarono verso la sfarzosa scalinata di marmo che portava ai piani superiori e osservarono il sopracitato maggiordomo avvicinarsi lentamente e composto alla sua padrona, annunciandole che Fujioka-sama era pronta e che la attendeva nella sua stanza.

Yuzuha si illuminò.

“Bene, la raggiungo subito. Tu intanto, Yuki-chan, mostra ai nostri ospiti dove possono trovare dei costumi per oggi.”

Il maggiordomo chinò appena la testa mentre Yuzuha si avviava verso la scalinata, poi fece cenno ai ragazzi sulla porta di seguirlo. Non avevano però mosso un passo, che Kaoru e Hikaru li bloccarono.

“Iie, Yuki-chan, non preoccuparti. Ci occupiamo noi dei nostri senpai.”

Yukito guardò i suoi padroncini incerto, come se il senso del dovere e la consapevolezza del danno che essi avrebbero potuto procurare stessero combattendo dentro di lui. Alla fine, però, fu il primo ad avere la meglio: con i signori a casa, in fondo, non potevano combinare niente di distruttivo, no? O, almeno, niente che richiedesse una ristrutturazione anticipata della villa…

Si decise quindi a congedarsi con un inchino dopo aver lanciato un’occhiata preoccupata agli amici dei signorini; i gemelli, dopo che fu sparito dietro lo porta che conduceva al salotto, si voltarono verso i senpai ancora fermi sulla porta e sorrisero maligni.

“Da questa parte, senpai” dissero all’unisono.

I quattro li guardarono preoccupati; improvvisamente, Tamaki desiderò non aver accettato la proposta della signora Hitachiin. Solo il pensiero di Haruhi completamente sola con loro gli impedì di girarsi e precipitarsi di nuovo nella limousine; trasse quindi un profondo respiro mentre avanzava dietro di loro. Sperò di riuscire a rivedere la sua bambina prima di finire all’altro mondo a causa loro.

“Hikaru, Kaoru, esigo una spiegazione!”

I gemelli, impegnati a gustarsi due gelati sdraiati comodamente su due lettini da piscina, alzarono lentamente gli occhi sul loro senpai. Quello biondo, per intenderci.

“Nani, senpai?” chiese il minore dei due alzando appena gli occhiali da sole per vedere meglio.

Tamaki alzò il sopracciglio, indicando se stesso con enfasi.

“Notate niente di strano?”

I gemelli lo squadrarono per bene, poi esibirono il loro migliore sguardo angelico, trattenendo a stento una risata.

“Niente di niente, senpai” ribatterono serafici.

Tamaki aggrottò la fronte.

“Il mio costume!” specificò allora.

Stavolta, i gemelli non poterono – o non vollero – nascondere un ghigno.

“Davvero un bel costume, Lord” risposero, trattenendosi a fatica dallo scoppiare a ridere.

Tamaki, da parte sua, li guardò accigliato e gonfiò le guance, indispettito.

“Non è bello! È ridicolo!” ribatté indicandolo con l’indice: era azzurro bebè con le paperelle gialle e più simile ad una muta da sub che ad un costume.

I gemelli si scambiarono un’occhiata prima di alzarsi in piedi e circondarlo.

“Ma come, Lord? Questo modello è stato creato appositamente per te da Mama!” disse Hikaru.

“Già,” rincarò la dose Kaoru, notando i primi segni di cedimento “non vorrai che si offenda, vero? Ha pensato espressamente a te quando l’ha realizzato.”

Sembrarono valutarlo con occhio critico per qualche istante, prima di dire all’unisono.

“Sembra quasi che ti sia stato cucito addosso.”

Si guardarono quindi negli occhi, aspettando l’esplosione che, sapevano, sarebbe ben presto arrivata: nessuno con un minimo di attività cerebrale si sarebbe mai bevuto quella storia da due soldi. Certo, qui si parlava di Tamaki, ma nemmeno lui poteva essere così stupido…

“Ma certo, è così chiaro!” la voce del Lord fece loro spalancare gli occhi mentre si voltavano a guardarlo, imitati dal resto del club “Mi pare così ovvio! D’altronde, come poteva la dolce signora Hitachiin non venire ispirata dalla mia sublime bellezza?”

“Dolce? Ma stiamo parlando della stessa persona?” si ritrovarono a pensare Hikaru e Kaoru.

“È una creazione veramente unica, degna dell’uomo a cui Dio ha donato cotale incredibile aspetto e carattere…” continuò rimirando nuovamente il costume che, ormai, era passato da ‘orribile’ a ‘meraviglioso’.

Mentre il suo sproloquio continuava, i ragazzi attorno a lui lo fissarono inebetiti; un solo pensiero risuonava nelle loro menti come un ritornello.

“È un idiota!”

Tamaki stava giusto annunciando come non vedesse l’ora di ringraziare la signora dal più profondo del suo cuore quando, improvvisamente, si zittì, fissando un punto davanti a lui.

Ora, era risaputo da chiunque che quando iniziava a cianciare sulla sua suprema bellezza, Tamaki non si zittiva nemmeno per sbaglio. A meno che, ovviamente, Haruhi non lo smontasse completamente con una battuta tanto involontaria come ben piazzata.

Non bisogna quindi stupirsi se, davanti all’inusuale silenzio che era calato tra di loro, tutti i membri dell’club avessero alzato la testa e si fossero voltati verso il punto fissato da Tamaki, sinceramente incuriositi.

Subito, i gemelli arrossirono e Kyouya sorrise appena quando notarono che, effettivamente, anche questa volta era merito di Haruhi, anche se per tutt’altro motivo: la ragazza si stava infatti avvicinando insieme alla signora Hitachiin, tormentando con le mani la frappa azzurra appena sotto il colletto giallo chiaro del costume. Da bagno. Haruhi indossava realmente un costume da bagno. E in pieno stile Hitachiin, rosa pastello e asimmetrico, con i fiocchetti sparsi un po' dovunque sulla parte superiore e quella inferiore, e un oblò d'ottone a congiungere le due metà. Era ovvio che la ragazza non l'avrebbe mai e poi mai indossato volontariamente, ma i ragazzi parvero apprezzare comunque.

“Kawaii!” pensarono tre diverse persone, mentre Haruhi li raggiungeva insieme a Yuzuha che portava un costume identico – blu scuro nel suo caso –.

“Yuzuha-san,” le stava dicendo “sono proprio necessari i fiocchetti?” chiese indicando quelli sul seno.

“Hai, Haru-chan” rispose la donna con decisione, facendole fare un giro su se stessa e mostrando ai presenti anche quelli posteriori “Perché, non ti piacciono? Eppure sono così kawaii!”

Haruhi alzò un sopracciglio, scettica, mentre l’altra la fissava con sguardo imbronciato.

“Hika-chan, Kao-chan” chiamò “vero che i fiocchetti fanno molto kawaii?”

I gemelli che, detto sinceramente, avevano in quel momento tutt’altro in testa che i fiocchetti e la loro posizione, parvero tornare improvvisamente al presente, e iniziarono ad annuire meccanicamente; se poi sapessero il motivo per cui dovevano farlo, era un dettaglio insignificante.

Tamaki, da parte sua, era arrossito vistosamente, e aveva preso a fissare un punto ben definito del pavimento.

Andò avanti così, con i gemelli annuenti e Tamaki versione pomodoro maturo, almeno finché Honey non saltò entusiasticamente al collo di Haruhi, iniziando a lodarla ripetendole quanto fosse kawaii con quel costume addosso. A quel punto, infatti, i tre parvero ridestarsi dallo stato catatonico in cui erano sprofondati e si avventarono su Honey, cercando di staccarlo; ovviamente, l’unico risultato concreto fu quello di rendere cianotica la povera Haruhi, sballottata da una parte all’altra da tre diverse paia di braccia.

Nella confusione che ne derivò, nessuno notò il sorriso scaltro che si era allargato sul viso di Yuzuha.

“Su, su, ragazzi,” disse lei poco dopo “siamo qui per divertirci tutti insieme, no?”

I ragazzi si calmarono, lasciando andare la ragazza, improvvisamente grata alla padrona di casa per il suo intervento. Troppo presto, avrebbe dovuto saperlo.

Yuzuha infatti, non appena anche Honey si fu staccato da lei a malincuore, le saltò al collo di slancio.

“Haru-chan” dichiarò tra le proteste dei ragazzi ingannati “giochiamo a pallavolo?”

Haruhi sospirò mentre annuiva rassegnata: l’idea non la entusiasmava, ma aveva forse altra scelta?

Domanda retorica, ovviamente.

Casa Hitachiin, piscina interna dell’ala ovest – h 17,48

Haruhi crollò sulla sdraio, esausta: era tutto il pomeriggio che non riusciva a fermarsi, trascinata da tutte le parti dai gemelli e da Tamaki, che sembravano fare a gara per intrattenerla. Ora, invece, poteva starsene un po’ in pace per conto suo. Quasi non le sembrava vero…

“Haru-chan!”

Infatti.

‘Giuro che non penserò mai più nulla in vita mia!’

“Hai, Honey-senpai?” disse rassegnata, voltandosi verso il proprietario della voce.

Quello le saltò al collo, sistemandosi in braccio e mostrandole una fetta di torta gelato con una fragola in cima.

“Haru-chan” esclamò tutto contento, la faccia completamente sporca di panna “vuoi anche tu una fetta di torta? La mamma di Hika-chan e di Kao-chan ne ha fatto preparare alcune dallo chef! Sono buonissime!” sorrise entusiasta, i fiorellini che gli danzavano attorno, e le offrì una forchettata di pan di spagna ricoperto di panna.

Haruhi sorrise debolmente, rinunciando definitivamente alla tranquillità che tanto desiderava. Stava già per rispondergli che si, certo che voleva una fetta di torta, quando capitarono molte cose nel giro di pochi secondi.

Qualcosa di non meglio identificato venne lanciato verso di loro ad una velocità spaventosa; Honey lo notò con la coda dell’occhio, spingendo via Haruhi e balzando in aria per evitarlo. Ma non fu abbastanza veloce da salvare anche il piattino contenente al fetta di torta, che fu colpito e scagliato malamente a terra, dove si infranse in mille pezzi.

Il silenzio calò improvvisamente nella piscina, mentre Honey atterrava a fissava la torta sul pavimento, il viso coperto dai capelli. Improvvisamente, Haruhi fu felice di non riuscire a distinguerne l’espressione, spaventata da quello che avrebbe potuto scorgervi; mentalmente, pregò per l’anima del responsabile dell’avventato gesto: chi poteva mai essere, il pazzo autolesionista?

La risposta le arrivò subito dopo aver pensato alla domanda, e si diede della stupida per non averci pensato prima. In mezzo alla tensione palpabile, infatti, una voce le giunse chiara all’orecchio.

“Haru-chan!” urlò Yuzuru dirigendosi verso di lei, seguito a ruota da Yoshio; sembrava stessero facendo a chi la raggiungeva per primo. Entrambi gli uomini rallentarono visibilmente quando notarono che nessuno si era voltato verso di loro, ignorandoli completamente.

“Haru-chan!” riprese il padre di Tamaki, scuotendole le spalle con forza e gonfiando le guance, indispettito “Haru-chan, perché mi ignori così?”

Ma Haruhi nemmeno lo ascoltò, impegnata com’era ad osservare Honey, che ora stava anche tremando di rabbia. Con la coda dell’occhio, notò che a Yuzuru mancava una scarpa e comprese, definitivamente, chi era l’aspirante suicida.

“Suoh-san! Ma che ha fatto?!” disse a nessuno in particolare.

“Ma Haru-chan,” ribatté l'altro “io tentavo di proteggere la tua innocenza dagli approcci dei ragazzi troppo audaci!”

Ma Haruhi già non lo ascoltava più, impegnata a controllare le mosse di Honey e preparandosi alla fuga.

“Mitzukuni” mormorò Mori, avvicinandosi a Honey, la mano tesa come per richiamare a sé un gattino arrabbiato “Mitzukuni, stai calmo.”

Presi com’erano a fissare il lolito del club, tutti dimenticarono di sgranare gli occhi dalla sorpresa per la lunga frase detta da Mori.

Anche Yuzuru e Yoshio avevano iniziato a fissare l’erede degli Haninozuka, e stavano iniziando a preoccuparsi; il primo, in particolare, iniziò a chiedersi se non avrebbe dovuto iniziare a raccomandare la sua anima ad un qualche dio, così, tanto per restare più tranquillo.

Quando Honey, infine, si mosse, voltandosi verso Haruhi, la ragazza sobbalzò, spaventata.

Ed ecco che Honey alzava la testa, rivelando gli occhi colmi di… lacrime?

“Haru-chaaaaan!” urlò, saltandole in braccio disperato “Haru-chaaan, la mia tortaaaaa!”

E si strinse ancora di più, piangendo disperato.

Un sospiro di sollievo uscì dalle bocche dei presenti, e Haruhi iniziò a dargli dei colpetti sulla schiena, tentando di consolarlo. Impegnata com’era a rallegrarsi per la strage sventata in extremis, non si accorse dell’occhiata di maligna vendetta che il più anziano tra i ragazzi lanciò al direttore e al suo compare; i due rabbrividirono cogliendo il chiaro messaggio: vi ho fregati. Provate a staccarmi, ora.

Tremanti di rabbia, i due uomini fissarono il piccolo senpai dei loro figli, riflettendo quali implicazioni avrebbe causato una sua improvvisa... scomparsa, diciamo.

“Non ci riuscireste mai,” borbottò Kyouya da dietro di loro, scarabocchiando sul suo block-notes con un sorrisetto ironico in volto; anche stavolta, il messaggio era a dir poco limpido: meglio che la smettiate se non volete ritrovarvi in ospedale; Honey-senpai è tremendamente vendicativo, quando si arrabbia.

Deglutendo impercettibilmente, suo padre si sistemò la cravatta e si schiarì la gola, subito imitato dal collega.

“Oji-san, Otuo-san” li chiamò Tamaki, cercando di spostare l’attenzione dei presenti altrove “come mai siete qui? Anche voi a fare il bagno?”

Yuzuru guardò suo figlio.

“E' 'Preside', per te.”

“Nessuno mi capisce…” borbottò Tamaki, deprimendosi accanto al chiosco dei gelati vicino.

Haruhi, ignorando completamente il suo senpai in piena depressione, si rivolse ai due nuovi arrivati.

“Demo, Suoh-san, Ootori-san, come mai siete qui?” il tono sospettoso non sfuggì a nessuno dei presenti.

“Oh, Haru-chan!” le rispose Yuzuru avvicinandosi; solo la presenza minacciosa di Honey, ancora aggrappato ad Haruhi, gli impedì di appendersi al suo collo “siamo qui solo per recuperare quell’impiastro di mio figlio e gli altri tuoi amici” alla parola 'impiastro', varie frecce di disperazione si infilzarono in profondità nel povero Tamaki, ancora depresso nell’angolo “mi offendi, sai? Come puoi anche solo minimamente pensare che potrei avere in mente qualcosa?”

Haruhi alzò un sopracciglio, scettica; la mancanza di vergogna di certa gente era veramente assurda.

“Yo-chaaaan!” ululò allora l’uomo, fiondandosi al collo del compare “Haru-chan non mi crede! Non crede più al suo Oji-san! Yo-chan, la nostra piccola è in fase di ribellione!”

Yoshio si ritrovò a pensare che, primo, la prossima volta che quel baka avesse usato un possessivo plurale che prevedesse un ‘noi’, l’avrebbe preso a calci da lì al polo sud; secondo, che la prossima volta che l’avesse chiamato con nomignoli ridicoli non si sarebbe limitato ai calci e sarebbe passato alle bombe al plastico sotto casa sua. In fondo, era bravo a far sparire le prove. Aveva già aperto bocca per ribadire questi fondamentali concetti, quando una voce femminile lo interruppe, facendogli desiderare di sprofondare nel terreno fino all’inferno: lì, almeno, avrebbe potuto starsene tranquillo. Forse.

“Oh, che soprannome adorabile, Suoh-san!” intervenne Yuzuha, saltellando fino a loro; sembrava in estasi “Non credevo foste tanto amici!”

Yuzuru, contento di quell’attenzione insperata, sorrise.

“Hai! Io e Yo-chan siamo amici amicissimi! Ne, Yo-chan?”

L’interessato, volendo evitare di commettere omicidi di fronte a così tanti testimoni oculari, rimase zitto. Pessima mossa, ovviamente.

“Visto?” disse infatti Yuzuru, raggiante “Anche lui è d’accordissimo! Noi due, Yo-chan e Yu-chan, siamo due amicissimi!”

A Yuzuha brillarono gli occhi.

“Oh, quanto vi invidio! Sono soprannomi così kawaii!”

Yuzuru parve illuminarsi di luce propria mentre lasciava il suo… amico per prendere le mani della donna tra le sue.

“Unisciti a noi!”

“Come?!” fu l’urlo scioccato che uscì nello stesso istante dalle labbra dei gemelli; i due adulti, però, li ignorarono.

“Unisciti a noi!” ripeté Yuzuru entusiasta “e formiamo un 'Trio di Veri Amici'!”

“Dici sul serio, Yu-chan?” Yuzuha sembrava risplendere di luce propria.

“Hai!”

Poi parve riflettere attentamente su qualcosa, il mento nella mano.

“Però come ti chiamiamo? Yu-chan è già preso.”

“Hai ragione…” rispose l’altra, demoralizzata, riflettendo anch’essa.

“Trovato!” disse all’improvviso Yuzuru, battendo il pugno nella mano; si voltò verso Yuzuha, gli occhi accesi dall’entusiasmo “D’ora in poi sarai Yuzu-chan!”

Un sorriso enorme si allargò sul volto di Yuzuha; poi, i due si presero per mano, iniziando a saltellare allegramente, mentre i presenti – anche Tamaki, ripresosi immediatamente dalla depressione – li fissavano senza parole, eccezion fatta per il signor Hitachiin, ormai abituato alle stranezze della moglie.

“Yu-chan!” esclamò quindi la donna, smettendo per un attimo di festeggiare rumorosamente “che ne dite di festeggiare di là, in salotto? Beviamo un tè!”

Yuzuru sorrise e annuì, e anche Yoshio, fattosi improvvisamente attento, acconsentì.

Subito, Yuzuha indossò l’accappatoio, annunciando che andava a cambiarsi e invitando il marito – che era in tenuta sportiva, non in costume – ad accompagnare gli ospiti nel salotto dell'ala nord, quello più piccolo e intimo. Shinici le sorrise e fece segno ai due uomini di seguirlo.

“Haru-chan, ci vediamo dopo!” annunciarono Yuzuru e Yuzuha, saltandole al collo. Honey si ritrovò così schiacciato addosso alla ragazza ma, ancora scioccato per lo spettacolo di poco prima, non trovò la forza di protestare.

Poi i due si staccarono, salutandola con la mano e inondandola di parole d’affetto. Il signor Ootori, da parte sua, si limitò ad un breve inchino verso di lei, mentre il signor Hitachiin le sorrise con calore.

Una volta rimasti soli, i ragazzi sospirarono sollevati.

“Hikaru,” annunciò Kaoru “credo che ormai Mama sia perduta per sempre.”

Hikaru annuì mestamente.

“Che potevamo aspettarci, d’altronde, col padre del Lord in giro? In fondo, la stupidità è congenita, non lo sai?”

Mentre Tamaki, furioso, iniziava l’inseguimento dei gemelli, e Kyouya si sedeva ad un tavolino con un bicchiere in mano, Haruhi sospirò nuovamente, rassegnata: almeno, per questa volta, lei era salva.

O, almeno, così credeva.

CASA HITACHIIN, SALOTTINO PRIVATO DELL’ALA NORD – h 18.06

“Allora, innanzitutto, grazie per essere venuti qui, stasera.”

Yuzuru alzò il calice di vino verso la padrona di casa, indirizzandole un brindisi col sorriso sulle labbra; Yoshio, invece, chinò appena il capo in segno di assenso. Nessuno notò il breve sguardo furtivo che in quel momento Shinici lanciò alla porta.

“E grazie per aver fatto divertire tanto i nostri bambini, due giorni fa. Yuki-chan ci ha raccontato della bella giornata che avete passato insieme, e capite che per una madre…”

“Perché ci ha chiesto quest’incontro, Hitachiin-san?”

Yuzuha sventolò un mano, infastidita.

“Oh, Yo-chan, non usare certe formalità. Sono ancora giovane, io.”

Il signor Ootori si morse il labbro per non ribattere, e Yuzuha sorrise vittoriosa.

“Comunque sia,” riprese come se niente fosse “vi ho chiesto di passare, ovviamente, per parlare di affari.”

I due uomini la guardarono confusi, mentre Shinici, che osservava la moglie attentamente, rimase impassibile.

“Mmmh, forse ‘affari’ non è la parola giusta. Suona male in questo contesto, ne Shi-chan?”doveva essere una domanda retorica, perché non aspettò che il marito rispondesse “Forse è meglio dire che siete qui per parlare di Haru-chan.”

I due interlocutori, prima confusi, ora si fecero attenti.

“Che intendi dire?”

“Ma Yu-chan caro, è ovvio” sorrise divertita “voglio entrare.”

Il silenzio accolse le parole di Yuzuha.

“Yuzu-chan,” disse Yuzuru in tono fintamente leggero “puoi ripetere, per favore? Credo di aver inteso male le tue parole.”

“Ma cosa dici, Yu-chan?” ribatté lei con un sorriso angelico “Credo tu abbia inteso benissimo. A meno che, certamente, l’età non ti abbia annebbiato la mente.”

Suoh decise di ignorare l’ultima parte e aggrottò appena la fronte.

“Voglio entrare nella scommessa” ribadì Yuzuha; le braccia sui braccioli della poltrona, incrociò le gambe, assumendo un tono professionale.

“Vedete, cari amici, ho osservato bene quella ragazza in questi giorni e, per motivi che non vi riguardano, sono arrivata a pensare che sarebbe perfetta per Hikaru o Kaoru. Decisamente perfetta. E non ho alcuna intenzione di lasciarla ad uno di voi. Per questo motivo ho deciso di entrare a mia volta nel gioco. Ovviamente, i termini saranno gli stessi, e io mi accontenterò di nove giorni invece che di quattordici.”

Sorrise.

“Ridicolo” sbottò Yoshio “perché mai dovremo lasciartelo fare?”

“Perché, Yo-chan caro” disse lei voltandosi per guardarlo negli occhi “domani noi tutti partiremo per una breve vacanza. Ovviamente, dato che suo padre è in viaggio a nostre spese, Haru-chan verrà con noi come ospite. Penso che staremo via una decina di giorni” continuò con tono leggero “magari qualcosa di più. Il che, purtroppo, non permetterà né a voi né ai vostri figli di vederla fino alla fine dei termini della scommessa. Che peccato, vero?” l’ironia non sfuggì agli altri due.

“Andiamo, pensate veramente che non saremmo in grado di trovarvi, volendo?” chiese Yoshio sarcastico.

“Andiamo, pensate veramente che non sia in grado di far perdere le mie tracce, volendo?” gli fece verso lei “Credo tu sappia bene, Yo-chan caro, che ne sarei tranquillamente capace.”

“Ma perché unirti a noi? Perché non sparire semplicemente con la ragazza senza di noi in mezzo?”

Yuzuha fece una smorfia, lanciando una fugace occhiata a suo marito prima di parlare.

“Per molti motivi, Yu-chan. Prima di tutto, non voglio costringere Haru-chan a far nulla contro la sua volontà, e limitare la sua scelta a sole due persone sarebbe troppo restrittivo. Inoltre, più è ampia la possibilità di scelta, più sarò certa che i miei bambini non soffriranno in futuro” fece una smorfia, come se fosse convinta lei per prima dell’assurdità di queste sue affermazioni: ai due fu chiaro che, fosse stato per lei, quel giorno sarebbero già spariti chissà dove; Shinici, dall’altro lato della stanza, sorrise compiaciuto.

“Inoltre,” concluse Yuzuha con un sorriso furbo in viso “adoro giocare. E sono sicura che questo gioco mi divertirà molto.”

Se c’era una cosa che Yoshio Ootori odiava, era la fastidiosa sensazione di essere bellamente preso per i fondelli. E in quel momento, sentendo parlare Yuzuha Hitachiin, non poteva fare a meno di innervosirsi cordialmente.

Storse perciò il naso, pensando a quale risposta dare senza essere troppo sgarbato e rovinare così tutto il suo lavoro fino a quel momento, oltre che i buoni rapporti con la famiglia: un ‘scordatelo, piccola impudente’ sarebbe andato più che bene.

Stava già per aprire la bocca quando, a sorpresa, parlò Suoh.

“D’accordo, Yuzu-chan. Sei dei nostri.”

D’accordo, forse non aveva sentito bene: non poteva aver veramente sentito Suoh ammettere una nuova avversaria in una sfida che era già abbastanza incasinata di per sé.

Si sistemò quindi gli occhiali, fissandolo con sguardo impenetrabile.

“Come dici, Suoh?”

“Yo-chan caro, non avrai paura di perdere contro di me, spero” lo prese in giro lei; Ootori si morse il labbro, ma non disse nulla, Yuzuha sorrise.

“Mi chiedo però quali siano le tue condizioni, Yuzu-chan” intervenne Suoh “O devo forse pensare che ti sia rammollita?”

Yuzuha assottigliò gli occhi, sostenendo la testa con una mano.

“Niente di particolare, in fondo” disse divertita “Partiremo domani mattina presto, per una località scelta da me; niente di spettacolare, non temete: sarà un luogo riposante e intimo, solo noi.”

Yuzuru annuì lentamente, Yoshio sbuffò.

“Ah, un’altra cosa.”

“Cosa?” chiese Yoshio, scocciato.

“Oh, tranquillo, è solo una cosuccia da niente” sorrise “Haru-chan non ne dovrà sapere nulla.”

Il silenzio accolse le sue parole. Poi, una risata ruppe il silenzio.

“Spero vivamente che tu non creda che te lo permetteremo davvero, Yuzuha” le disse Ootori tra una risata e l’altra “Perché mai darti un vantaggio così grande?”

Quella sospirò.

“Yo-chan caro, sapevo che avresti protestato” sembrava vagamente seccata; gonfiò le guance, indispettita, ma subito si riprese.

“Mi sembra ovvio.”

“Parto con cinque giorni di svantaggio, Yo-chan caro. Non credi che debba avere un qualche... incentivo?”

“Nessuno ti obbliga a gareggiare.”

“Nessuno mi obbliga a non portare immediatamente Haru-chan in qualche luogo sperduto. Dopotutto, suo padre l’ha affidata a me” sottolineò pesantemente l’ultima parola, lo sguardo di fuoco.

“Avete vissuto con lei per tre giorni.”

“Di cui due in cui non eravamo presenti” precisò lei con foga “e in cui, a quanto mi risulta, la vostra presenza e quella dei vostri figli non è mai mancata.”

“Due giorni” intervenne allora Yuzuru con voce pacata “Ti concediamo due giorni, come risarcimento.

Yuzuha parve riflettere sulla possibilità di strappar loro un’offerta migliore. Vide di sfuggita lo sguardo contrito di Ootori, poi incrociò gli occhi del marito, che annuì appena.

“D’accordo” decise infine “ma sarò io a scegliere come informarla e quando.”

“Nell’arco dei due giorni” precisò lui.

“Nell’arco dei due giorni” convenne lei.

Yoshio sbuffò, poi annuì leggermente, rassegnato: tanto non avrebbe perso comunque, chiunque fosse stato l’avversario.

“Alla nostra, allora” disse Yuzuha, alzando il calice pieno di vino; gli altri due la imitarono “e che vinca il migliore.”

Si sorrisero, studiandosi l’uno l’altro. Shinici lanciò un’ultima occhiata alla porta prima di andare a sedersi sul bracciolo della poltrona di Yuzuha, prendendole la mano.

Ora non restava che attendere e vedere come sarebbe andata.

Dall’altra parte della porta, Kaoru stava immobile, lo sguardo fisso sulla maniglia d’oro antico.

Una gran confusione in testa, la fissava assorto, con più di un accenno di panico nello sguardo; la mano alzata, immobile, era in attesa di scendere per aprire e permettergli di entrare nella stanza. Lentamente, l’abbassò e la strinse a pugno, poi si allontanò in silenzio, strisciando appena le ciabatte da piscina sul parquet.


LEGENDA:

- Mama: Mamma

- Kawaii: Carino

- Gomennasai/Gomen/Gomen ne: Scusa

- Sumimasen: Scusa (anche per chiedere informazioni)

- Demo: Ma

- Nande: Perché

- Otou-san: Papà

- Hai:

- Onegai: Per favore/Ti prego

- Iie: No

- Oji-san: Zio/Zietto

Oddei, che schifo davvero questo capitolo. -_- *(Noi te lo diciamo sempre, ma tu non ci ascolti mai.)* Grazie, sempre molto gentili, eh... -.- *(^^)* -.- Vabbé, divevo: gente, scusatemi per questo capitolo orrido, soprattutto dopo la lunga attesa, ma era un passaggio obbligatorio per entrare nella seconda parte della storia, quella decisiva. [Quel 'decisiva' mi piace poco... O_o] Tranquilla, Haru-chan, potrei mai farti del male? [Devo rispondere? O_o] No. ^^ [O_o] Stavo dicendo, che ora che anche i gemelli sono entrati in gioco, le cose si faranno più interessanti, ve lo prometto. Muahahahah! *__* [O_o] Ah, e sappiate, tanto per farmi un po' perdonare questo ritardo osceno, che non sono stata esattamente con le mani in mano, tutto questo tempo; ho infatti scritto la scena finale -ebbene sì gente, esiste! xD- e altre due importanti per lo svolgimento della trama: i primi due eliminati, tanto per chiarire. Quindi, tranquille: questa storia procede e finirà pure, prima o poi. xD [Per fortuna... -.-] Eheh *__* [O_o] Ma Haru-chan, che fine hanno fatto gli altri? O_o [Sono tornati a fare il bagno. Si annoiavano. -.-] ANDIAMO ANCHE NOI! *_* [Che?!] -L'afferra per il braccio e iniza a trascinarla- Voglio fare il bagno con i gemelli! *__* [Ah, ecco... -.-] Ci sentiamo, gente!

Baci e a presto,

Roby&The Host Club

PS: No, non mi sono dimenticata di rispondere ai commenti di "Oji-san". Purtroppo, però, in questo momento non ho proprio tempo, quindi rimando al prossimo capitolo, ok? Sorry!

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Capitolo 8
*** Giorno VI - Ricordi, punti di vista & succo d’arancia ***


Two Weeks notice

ATTENZIONE: Ho scoperto, in data 25 settembre 2008, che mi è stata data la traslitterazione sbagliata del nome del signor Hitachiin: non 'Shinici', ma 'Shinichi'. L'errore è minimo e fondamentalmente trascurabile perciò, sinceramente, ero stata tentata di far finta di nulla, dato che come scrittura preferisco la versione che ho usato finora. La stessa fonte che mi ha segnalato l'errore, però, mi ha informato di una cosa che non posso fare a meno di condividere col mondo: il nome Shinichi, scritto con determinati ideogrammi, significa "Prima Verità" (da 'Shin'= 'Verità' e 'Ichi'= 'Uno/Primo'). Ora, l'idea di aver dato al padre dei gemelli un nome con un significato del genere, ignorando completamente la cosa, mi ha esaltato parecchio. Ma davvero, davvero parecchio, perchè trovo che si adatti terribilmente bene al personaggio così come l'ho creato io (perchè sul suo carattere, se non sull'aspetto, reclamo i diritti, dato che la Hatori a malapena gli fa dire due frasi nel manga; per lei è una macchietta, per me è un mito U.U). Per questo motivo ho deciso di modificare la scrittura del nome da qui in avanti, e ho già provveduto alla correzione dei capitoli precedenti. Un grazie grandissimo a Chiara che me lo ha fatto sapere; mi pare quansi obbligatorio, dopo questa cosa, dedicarle l'intero capitolo, che tra l'altro mi ha anche pazientemente corretto. xD



(...)= Discorsi di Hikaru

*...*= Discorsi di Kaoru *(...)*= Discorsi dei gemelli (In generale: più simboli insieme= più personaggi)

[...]= Discorsi di Haruhi

+...+= Discorsi di Mori

@...@= Discorsi di Honey

$...$= Discorsi di Kyouya (da notare il simbolo usato, per niente scelto a caso... U_U)

#...#= Discorsi di Tamaki



L'ANGOLO DELLA POSTA

Presentano RobyLupin & The Host Club

R: Buondì gente! ^o^

Ha: Buono per te, magari. -_-

R: Oh, insomma Haru-chan! Che hai da lamentarti ancora? U_U

Ha: Data la tua assurda lentezza, speravo di essermi liberata di te. Invece, a quanto pare, mi sbagliavo. -_-

R: Sogna, Haru-chan. Non ti libererai mai di me. *___*

Ha: E' proprio questa la mia paura... -.-

R: Anzi, più sono lenta, più lungo e pieno è il capitolo in cui devi comparire: io punto su questo particolare per evitare il linciaggio popolare, che credi? Muahahah! *___*

Ha: Diavolo... -.-

R: *___* A proposito di lavoro... Gli altri dove sono? O.o

Ha: Credo siano andati a cena fuori.

R: COME?! è_é SENZA DI ME?! ò-ò E CON LO SPETTACOLO DA MANDARE AVANTI?! ò-ò

Ha: Hanno detto che, se per qualche strano miracolo ti svegliavi e volevi andare in scena, dovevo darti queste. *Tira fuori delle marionette con le sembianze degli host*

R: Ma che spiritosi, eh... -_-

Ha *Fissa le marionette*: Non ti piacciono?

R: Non è questo, ma come diamine posso andare in scena con queste cose? *Le prende in mano, le fissa e storce il naso* Ora basta! Mi sentiranno quei traditori infami! ò-ò *Tira fuori il cellulare; compone il numero* Kyouya? Sono io. Che diavolo ti è preso per aver permesso a quei mentecatti di uscire a cena stasera? No, non hai capito, qui si deve andare in scena... Ma non posso lavorare con delle marionette, scapperebbero via tutte le clienti! Sì, hai capito, marionette... E che ne so chi le ha lasciate! L'avrà fatto Tamaki. Di solito è lui che fa danni...

Ha: A dire il vero è stato Hikaru a farlo...

R *Tappa il ricevitore*: Chiudi il becco per favore, Haru-chan. Sto parlando di affari, non interrompermi, grazie.

Ha: Ma... -.-

R *La ignora*: Dicevo... Kyouya, a me non interessa nulla: sai quanto andremo in perdita se non li riporti qui? Sì, esattamente, in perdita. *Si illumina* Bene, ti aspetto qui allora. *Chiude la comunicazione* Muahahah! *___*

Ha: L'hai convinto a tornare?

R: Ovviamente: niente fa capitolare Kyouya più della parola 'perdita'. *__*

Ha: Diavolo; io speravo ancora nella vacanza. -_-

R: E invece no, caVa. *___*

Ha: -_- E che facciamo nel frattempo? -_-

R: Rispondiamo alle lettrici, mi pare ovvio. Bisogna ottimizzare il tempo, qui. U_U

Ha: Da che pulpito... -.-

R: Susu, cominciamo, Haru-chan. U///U

- Laicachan: Sì, finalmente quel dannato costume è entrato in scena! Diavolo, come mi ha fatto penare l’infame! >.< [Di che ti lamenti, scusa? Mica hai dovuto indossarlo tu... -_-] Sì, ma crearlo non è stato per nulla semplice, Haru-chan. Mettersi nei panni di Yuzu-chan non è affatto facile, che credi? U_U [Oh, sono certissima che per te non ci sono eccessivi problemi, in tal senso.] Grazie, Haru-chan, troppo gentile. ^^ Un attimo... Ma questo significa che potrei conquistare Shin-chan? *ç* [Oltre al figlio, pure il padre? -_-] Ma Shin-chan ha fascino! *ç* [L'hai creato tu, idiota... -.-] E l'ho creato bene... *çç* [-_- No comment. -_-] *ççç* [Andiamo avanti: grazie mille, Laica, per la tua solidarietà: credimi, con questa pazza in giro, se sopravvivrò sarà un miracolo.] Esagerata... Perché mai dovresti temere per la tua vita? *___* [O.O Devo rispondere? o_O] Naaa, era una domanda retorica. ^^ [-.-] XD Besos gemy, spero che questo capitolo sia di tuo gradimento. ^^

- Lely1441: Accidenti, mi hai beccato! E io che speravo di aver sviato i sospetti da Honey! ò-ò [Stai scherzando, vero? O_O] Chissà, Haru.chan... *___* [Ti prego, dimmi che stavi scherzando. o_O] Muahahah... +__+ [Confesso di provare una lieve paura... O_O] E pecchè mai? +___+ [Mah, non so. Una sensazione, direi... O_o] +___+ Cambiando argomento: ami Yuzuha e Shin? *__* Anch'io! *______* [Non l'aveva capito nessuno, guarda... -_-] Shin-chan, poi, me lo sposerei. *____* [E ridaglie: tu sei una maniaca.] Direi più una 'Hitachiinomane'. Rende meglio l'idea. *çç* [Ma che mi tocca sopportare... -_-] *çç* E comunque, io non definirei la decisione di Yuzuha 'inquietante'... [Ah no? E come, di grazia? -_-] Non lo so con precisione, ma direi che 'inquietante' è riduttivo. ^^[Sadica. -_-] E ne vado fiera, Haru-chan.^^ [Non avevo dubbi a tal proposito. -_-] ^^ [-_-] x°D Besos Lely, buona lettura; oh, ti faccio un anticipo: guarda un po' che c'è in fondo al capitolo, oltre tutte le note? Ultima riga della pagina. Vola e guarda, caVa XD

- Lady Hawke: Beh, Haruhi in costume ci voleva. xD Insomma, un soggiorno in una supervilla da ricchi e nemmeno un bagno in piscina? Scherziamo? XD [A me non sarebbe dispiaciuto poi tanto, eh... -_-] Questo perché tu non sai divertirti, Haru-chan. Per questo ci sono io: qualcuno dovrà pur movimentarti la vita, no? ^^ [... Non ho parole. -_-] ^^ [Questa lady non può portarti via da me, vero? -_-] No. ^^ [Accidenti. -_-] Pensi sul serio che sarebbe così facile liberarti di me, Haru-chan? ^^ [No, ma ci avevo sperato. -_-] Illusa. U_U [Comincio a crederlo anch'io... -_-] Eheh *___* [O.O] x°D Vabbé, ti saluto lady cara. Goditi il capitolo e dimmi che te ne pare, ok? XD Besos^^

- Krichan: [Oddei, non ci avevo pensato! O___O] A cosa, Haru-chan? [-La prende per il collare- DIMMI CHE QUEI DUE NON HANNO SCATTATO FOTO MENTRE DORMIVO!] Ehm... O/////O [L'HANNO FATTO?! O___O] Beh, diciamo che, dato che le tue foto si vendono bene, ultimamente, e dato che molte clienti danno per scontato che non arriverai intera alla fine della storia, beh, potrei casualmente aver detto ai gemelli di scattarne un paio, ecco... U//U [O___O Sono morta. -_-] Macché! -Pacca sulla spalla- Dai che il 2% è tutto per te! ^^ [Embé, se è il 2% magari mi posso permettere la villa al mare... -_-] Vedi? Brava, Haru-chan! Così ti voglio: positiva! ^^ [-_-] ^^ [-_-] Coooomunqueeeee... Gomen, kri-chan, per questa nuova attesa così lunga... però stavolta non sono stati 4 mesi, giusto? E guarda che bel capitolo lungo-lungo vi ho preparato...^^'''' [Tenti di svicolare? -_-] Si nota molto? ^^'''' [Sì. Ti consiglio di tagliare il discorso per conservare il minimo0 di dignità che ti rimane.] ^^''' Allora besos, krichan. Spero che ti piacerà il nuovo capitolo. ^^

- Lan: Sì, cara, finalmente le cose hanno iniziato a muoversi. Vedrai che combinerò a questi poracci... *o* [Io ho paura... O-o] E fai bene... *___* Fidati, Lan, tra i gemelli, Tamaki, Kyouya e quei quattro pazzi che dovrebbero essere gli adulti della situazione, se ne vedranno della belle, d'ora in poi... +___+ [O_O] +_____+ [O_O] x°D Besos, Lan; spero che il capitolo ti basti per rimediare alla lunga attesa che, a quanto pare, tu mal sopporti. XD

- Totoby: Grazie mille: sì, i gemelli finalmente sono entrati nel gioco; ora inizia la seconda parte della storia, quella movimentata. Almeno in teoria, poi starà a voi decidere se vale o meno. XD Besos totoby, grazie mille per il commento. ^^

- Sora89: Finalmente qualcuno che capisce la mia lentezza spasmodica... *o* [Ma vergognati... -_-] Crudele, Haru-chan... ç_ç [U_U] Oh beh, sopravvivrò a questo shock tremendo.. U_U [Donna falsa... -_-] Comunque... come sarebbe che Hika-chan è insopportabile? T_T Pecchè? T_T Povero tesssoro mio... T_T [Povero ad essere il tuo tesoro... -_-] -.- Vuoi finire con Honey, Haru-chan? -.- [Sto zitta. O_O] Ecco, brava... -.- Dicevo, beh, sì, Kaoru e le porte hanno un legame tutto particolare, non esattamente simpatico ma tant'è... Vedrai ora come continuerò... Come sua fan, credo che dopo questo capitolo vorrai la mia testa, ma vabbé... ^^''' Grazie mille per il commento, Sora; ora ti lascio leggere in pace. Besos^^

- Artemis_e_Claude: Eh sì, ho notato che la reazione di Honey è stata colta dalla sorpresa generale: per fortuna, era proprio l'effetto che speravo di suscitare. XD [Io avevo paura; non farlo mai più, stupida pazza che non sei altro. -_-] Eheh +___+ Per quel che riguarda i genitori: beh, lo stile boss nell'ombra era il minimo, mi pare. Insomma, sono uomini d'affari, dopotutto, e quando si tratta di affari il passaggio pazzi-scatenati/boss-mafiosi è presto fatto, purtroppo per Haru... XD [Aiuto... O_O] E poi, una scena stile Padrino volevo scriverla da secoli. +___+ [Sadica... O_O] x°D Invece, parlando di Kao e Kyo... Beh, sì, diciamo che loro sono i più riflessivi tra i ragazzi in gioco, ma fossi in te non sottovaluterei gli altri: credo che alcuni di loro potrebbero sorprenderti, andando avanti. ^^ Besos Artemis, spero che questo capitolo ti aggradi. ^^

- Fleacartasi: Dei, era davvero così chiaro che i gemelli avrebbero partecipato al gioco? XD [A quanto pare...] Oh beh, pazienza. Tanto ormai ci sono xD Comunque no, credo che senza una spintarella da parte di mamma, i gemelli non sarebbero mai entrati nella sfida: Hikaru è... beh, Hikaru, non esattamente il massimo dell'intraprendenza sentimentale. XD E Kaoru non avrebbe mai osato per paura di scombinare i rapporti con -e tra- gli altri. Alla fine, penso che buttarceli dentro di forza fosse l'unico modo per farli partecipare... [Grazie mille, eh... -_-] Figurati, Haru-chan. Sono qui apposta, io. ^^ [-_-] A proposito, anch'io adoro Shin-chan. Tanto, anche. *ç* E non sarà sempre sempre invisibile; diciamo che ho in mente alcuni momenti di gloria anche per lui. Poi mi dirai che ne pensi. xD [Non rovinarmelo, ti prego. Fai conservare la sanità mentale almeno a lui... -.-] Eheh *__* [-_-] Infine: certo che non gliela mandi proprio a dire al baka, eh? XD Povero, se fosse qui con noi, chissà che depressione... XD [Come dire che ti dispiacerebbe... -.-] Mai detto ciò, Haru-chan. ^^ [-.-] xD Grazie mille per il tuo commento, Flea. Spero gradirai il capitolo. Besos^^

- bic: Eheh, immaginavo che ci saresti entrata con tutte le scarpe, bic. Chi incontra Host Club, poi non può più farne a meno... +___+ [Malata... -.-] Puoi dirlo forte, Haru-chan. +___+ [Ma perché nessuno coglie mai il mio sarcasmo? -_-] +___+ Grazie mille per il tuo commento bic, mi ha fatto molto piacere. Spero che il capitolo ti piacerà; chissà se, andando avanti, la tua teoria troverà conferme. xD Besos^^

- Hinata707: Ehi, Shin-chan inizia ad attirare parecchia attenzione in giro, eh? XD [Meglio lui che io. u_u] Se Shin-chan sa che uno dei sui figli era dietro la porta? Mah, penso che solo lui lo sappia... Certo, è anche vero che sono poche le cose che gli sfuggono, eh... xD [Non è una vera risposta, questa...] Non voleva esserlo, Haru-chan. XD [Bah...] Per sapere la reazione di Kao, invece, credo ti toccherà aspettare questo capitolo e i successivi. Vedrai che il mistero si dipanerà al più presto, promesso. ^.- [Ho idea che sarò io a rimetterci comunque... -.-] Uff, che malfidata sei, Haru-chan. U_U [Chissà perché... -.-] Boh. Se non lo sai tu... ^^ [-.-] Tamaki è Tamaki: ingenuo, imbranato, influenzabile... ma è per questo che ci piace, no? XD Depressioni a parte, intendo. XD Besos Hinata. Grazie mille per il commento!^^

- Kura92: Grazie mille, kura! scusa se anche stavolta ci ho messo molto, ma il capitolo è lungo e pieno, credimi. XD E, dato che a quanto pare lui ti interessa assai, ti dico che vedrai anche l'inizio della reazione di Kao. Non tutta tutta, ma in parte sì. Spero ne rimarrai soddisfatta, e che non mediterai attacchi terroristici nei miei confronti, dopo. Sai, preferirei conservarmi viva e integra il più a lungo possibile... ^^''' Buona lettura; poi in futuro mi dirai se la tua teoria troverà conferma, ok? ^^

- Smemo92: Prima di tutto: che il lupo crepi sotto un tir in autostrada. U_U Secondo: uhuh, un'altra estimatrice di Hikaru tra noi. Sai che siete davvero tante? [Davvero.. o-o] Patti chiari, eh: tifa quanto vuoi, ma lui è sentimentalmente legato a me. Certo, lui tecnicamente ancora non lo sa, ma così è. u.u [Mi pareva strano che non specificassi nulla... -.-] Per quel che riguarda Yuzuha... Beh, un motivo quello che ha fatto ce l'ha; spero che questo capitolo te la faccia rivalutare: è un personaggio che amo molto, mi spiacerebbe se a qualcuno non piacesse per quello che le faccio fare... ^^''' [Che le fai fare a me, vorrei sottolineare. -.-] Dettagli. U_U [-_-] Infine, sono contenta che la storia ti piaccia: il fatto che la gente continui a leggerla e ad apprezzarla non sai che soddisfazione mi dà. ^^ Grazie mille, quindi; spero che questo capitolo ti piaccia. Besos^^

- Elychan: Yeah, un'altra caduta nella rete dell'HC! Siiiii! Questo anime deve diffondersi ovunque! Io lo voglio vedere sbarcare in Italia! *___* [Non alla Mediaset, eh. o.o] Ovviamente, Haru-chan. Piuttosto che vederlo rovinato dalle censure piazzo una bomba sotto la sede. ^^ [Meno male.... U_U] Dicevo... Allora, c'è qui tra noi una sostenitrice sia di Hika che di Tama... Sai che sei una specie rara? Di solito la scelta è netta: o uno o l'altro. XD [Perchè nessuno mi dice mai: voglio Haruhi single? Perchè?! ç_ç] Perché altrimenti non leggerebbero questa storia. U_U [Dettagli. -_-] ^^ Per quanto riguarda Yoshio... Beh, diciamo che ho cercato di estremizzarne il lato comico in questa storia [Ma va'?] soprattutto basandomi su due cose: prima di tutto, deve avere costantemente a che fare con Yuzuru e -d'ora in poi- con Yuzuha e credimi, quei due farebbero uscire di testa chiunque. Comprendo fin troppo bene le reazioni sclerotiche del povero Ootori. xD Secondo: Yoshio corre per vincere; non c'è mezzo che, da buon Ootori, non userebbe per farcela. La combinazione di questi due elementi, ha dato vita al carattere che vedi; spero sia più giustificato anche ai tuoi occhi, ora che ho spiegato il motivo per cui è così. ^^ Per il resto, grazie mille per tutti i complimenti che mi hai fatto: sentirmi dire dai lettori che i personaggi sono davvero loro, sotto tutti gli aspetti, è uno dei complimenti più belli che mi si possa fare. ^^ Ora ti lascio alla lettura del capitolo. Besos^^

- AliDiPiume: Grazie, grazie, grazie! 'Adoratori di questa fanfiction' è un po' esagerato, forse, ma grazie mille davvero. Ogni volta che leggo che apprezzate quello che scrivo, la motivazione per continuare cresce in modo esponenziale, quindi GRAZIE. ^^ [E' perchè non si rendono conto che, leggendo, i loro neuroni si atrofizzano definitivamente. U_U] Haru-chan, quante volte ti ho detto di non distruggermi moralmente i lettori? Poi chi lo sente Kyouya se ne perdiamo un po’ per strada? [Diavolo, hai ragione! O.o] Ovvio. Io ho SEMPRE ragione, Haru-chan. u.u [Certo, certo, come no... -_-] -.- Comuuuunqueeee... Cavalli? Sai che non ci avevo mai pensato? xD [E io sarei l'acquirente? Non posso uscirne?] No. U_U [Uff... -.-] The show must go on, Haru-chan. Adattati. u.u [-.-] Tra parentesi: oddei, farla finire con ENTRAMBI i gemelli? XD [Ali, dimmi la verità: che ti ho fatto di così grave per odiarmi tanto? T_T] Tranquilla, Haru-chan, non sono così sadica da piazzarti con entrambi. X°D [Meno male... u.u] Scusami, Ali, ma con entrambi proprio non potrei mai vederla: a parte lo sclero di sopportare sentimentalmente quei due demoni insieme, ma i menage a trois non sono il mio genere, sorry. X°D [Grazie al cielo... u.u] Ti resta sempre Kyouya da tifare, dai. xD Per quanto riguarda Kao... Beh, diciamo che in questo capitolo ti sarà più chiaro il motivo della sua depressione. Ora ti saluto; spero che anche questo capitolo ti piacerà. ^^ Besos^^

R: E anche stavolta i commenti sono finiti.^^

Ha: Ascoltatemi gente: per la salute dei vostri neuroni NON LEGGETE!

R: Haru-chan, la smetti di demoralizzarmi i lettori? -.-

Ha: Ma io lo dico per il loro bene!

R: -_- La tentazione di farti realmente finire con Usa-chan al momento è forte, sai? -_-

Ha: O_O Ok, sto zitta.

R: Bene^^ Piuttosto: dove sono quegli impiastri? Lo spettacolo deve continuare!

Hi, Ka, Mo, Ho, Ta *Entrando in quel momento*: Eccoci!

R: Ammettetelo: l'avete fatto apposta per lavorare di meno. -_-

Hi, Ka, Mo, Ho, Ta *Sorridendo -tranne Mori-*: Chi? Noi? Ma che dici mai? ^^

R: Tanto me la pagate, poi. -.- Kyouya dov'è?

Hi: Arriva subito, tranquilla. Ha detto di iniziare, è qui fuori a discutere un attimo con Renge sulla vendita di alcune foto di Haruhi che abbiamo scattato lo scorso capitolo...

Ha:Le vendi a Renge?! O_O

R: Ehm... O////O Cominciamo!

Ha: -_-

R: Arrivederci a fondo capitolo, gente!



GIORNO VI – Ricordi, punti di vista & succo d’arancia

Zona non meglio specificata della Prefettura di Hokkaido (*) – h 12.45

Haruhi guardava fuori dal finestrino del pullman privato extra-lusso dei signori Hitachiin, lo sguardo imbronciato.

“Haru-chan, Haru-chan”, la chiamò Yuzuha con entusiasmo, sporgendosi dal sedile davanti al suo e sorridendo radiosa “hai visto che paesaggio meraviglioso?”

Per tutta risposta, Haruhi sbuffò. Yuzuha, in preda allo sconforto, si tolse gli occhiali da sole e iniziò a dondolarli distrattamente, mettendo il broncio.

“Oh, Haru-chan, perché fai così? Non sei contenta, forse? Eppure pensavo che ti avrebbe fatto piacere un viaggio…”

Haruhi guardò la madre dei gemelli, accigliata.

“Yuzuha-san, non è il viaggio il problema.”

“Honto ni?” il sorriso le illuminò il volto.

“Hai” confermò lei “Il vero problema è: capisco perché noi siamo qui. Il punto è: che ci fanno loro, invece?” chiese, indicando col dito prima Tamaki e Kyouya, poi i loro padri e, infine, Mori e Honey, che guardava eccitato fuori dal finestrino con i fiorellini che gli danzavano allegramente intorno.

“Oh, Haru-chan, come sei kawaii!” fece Yuzuha commossa “So che avresti voluto passare del tempo sola con me,” Haruhi alzò un sopracciglio, scettica, ma rimase zitta “Ma cerca di capire: è un’occasione unica per festeggiare la nascita del nostro ‘Trio di Veri Amici’!” si voltò di scatto verso Yuzuru, al suo fiaco, e si diedero il cinque “Nee, Yu-chan?”

“Hai, Yuzu-chan!”

Haruhi li fissò allibita, mentre Honey lasciava perdere il panorama e le si avvicinava, salandole in grembo e guardandola con occhioni afflitti.

“Nee, Haru-chan,” chiese con voce umida “Non sei contenta che io e Takashi siamo venuti con voi? Non ci vuoi bene?”

Haruhi deglutì: ora che gli diceva? Che avrebbe voluto starsene a casa senza che nessuno le gironzolasse intorno? Che avrebbe preferito isolarsi dal mondo vivendo da eremita per secoli e secoli?

“Iie, Honey-senpai. Sono contenta di questa vacanza tutti insieme” si ritrovò infine a rispondere, mentre Honey la stringeva in un abbraccio gioioso; seriamente, stare al passo di quei pazzi non era per niente un lavoro facile.

A conferma di tale fatto arrivò nuovamente Yuzuha, che rideva spensierata e si complimentava con se stessa per la scelta azzeccata di portare con sé anche il piccolo Haninozuka e il silenzioso Morinozuka. Ad Haruhi non sfuggì lo sguardo scocciato di Ootori all’affermazione, e capì quanto poco si fosse trovato d’accordo nel concedere ai due senpai di suoi figlio di unirsi alla comitiva. Dato però che si trattava del cottage degli Hitachiin, suppose che avesse dovuto adattarsi alle strambe richieste della proprietaria.

“Haru-chan, Haru-chan!”

Proprietaria che, ovviamente, la stava chiamando.

“Hai, Yuzuha-san?” si ritrovò a rispondere Haruhi con un sospiro.

Yuzuha si sporse ancora di più verso di lei, radiosa.

“Mi stavo dimenticando il tuo regalo!”

“Regalo… ?”

“Haaaai!”

Sorrise, tirando fuori dal nulla un piccolo pacchetto rosso e porgendoglielo esultante. Haruhi lo prese, rigirandoselo tra le mani pensierosa. C’era davvero da fidarsi?

Indaffarata com’era a riflettere se correre il rischio di accettare o meno, non si accorse dell’occhiata della donna verso Yoshio, che frenò la protesta che gli stava già nascendo dalla bocca.

“Arigato, Yuzuha-san, ma non ce n’è bisogno…”

“Iie, Haru-chan” la bloccò, puntandole un indice contro “non puoi rifiutarlo, è da parte di tutta la famiglia. Nee, darlings?”

Hikaru, dall’altra parte del pullman, annuì sfoderando il suo miglior sorriso compiaciuto mentre Kaoru, accanto a lui, fece a malapena un cenno, poi riprese a guardare fuori. Era tutto il giorno che stava in quello stato, si ritrovò a considerare la ragazza; anzi, dal giorno prima, a pensarci bene. Era tornato in piscina che loro stavano uscendo, esibendo un’allegria che aveva ingannato quasi tutti. Lei, però aveva notato come il suo atteggiamento fosse insolitamente forzato, e l’aveva osservato per tutta la sera, cercando di capirne il motivo. O, almeno, ci aveva provato: le insistenti attenzioni di Suoh-san e di Ootori-san, che tentavano in tutti i modi di averla per sé – o, meglio, per i loro figli – le avevano impedito di comprendere cosa fosse successo. Aveva però escluso un eventuale litigio col gemello: Hikaru era allegro, chiassoso e impertinente come sempre; solo qualche volta l’aveva scorto lanciare occhiate confuse verso il fratello, come se cercasse di capire che gli stesse succedendo. Era quindi andata a dormire, pensando che una buona dormita risolve sempre tutto, alla fine. Il vecchio detto si era però rivelato sbagliato, e Kaoru non era migliorato. Anzi: non appena sedutosi al suo posto sul pullman, si era completamente isolato, guardando pensieroso il paesaggio che sfrecciava loro accanto. Ora iniziava a preoccuparsi sul serio.

“Haruhi, Haruhi!” la voce di Tamaki la riportò alla realtà; sbatté le palpebre un paio di volte, fissando lo sguardo sul suo senpai che fissava il pacchetto nelle sue mani con evidente curiosità.

“Haruhi, non lo aprì?”

La sua impazienza era così palese che Haruhi si decise infine a scartare la scatolina. Lentamente e con cura, rimosse il nastro scarlatto, poi la carta di un tono più chiara; spalancò gli occhi, sorpresa, quando fu svelato il contenuto. Aprì la scatola di cartone e si rigirò il l’oggettino di metallo tra le mani: colore a parte – il rosa shocking non era esattamente il suo colore preferito – e ghirigori dorati che lei riteneva superflui, era veramente bello. E piccolo: lungo quanto il suo indice e largo nemmeno due dita.

“Yuzuha-san…”

“Ti piace, Haru-chan? L’azienda di Shin-chan li metterà in produzione tra qualche mese; quello è un prototipo.”

Haruhi alzò gli occhi sul volto della signora Hitachiin, la bocca spalancata in una ‘o’ silenziosa: dalla sua espressione, capì che la sua reazione l’aveva non poco soddisfatta.

“Ohh, Haru-chan” squittì Honey, avvicinando il viso al piccolo oggetto che teneva in mano “un Mp3! Tu non lo avevi, nee?”

“Non è solo un Mp3, Honey-chan. Puoi anche vedere i video, sentire la radio e, premendo questo tasto,” lo indicò “puoi fare filmati. Incredibile nee, Haru-chan?”

Haruhi si rese istantaneamente conto di tenere in mano un oggetto che, allo stato attuale delle cose, probabilmente valeva più di quanto lei si sarebbe mai potuta permettersi – o concedersi – di spendere.

“Demo, Yuzuha-san, è troppo. Non posso accettare.”

“Come non puoi, Haru-chan?” chiese lei per nulla sorpresa, sfoderando un proverbiale labbro tremulo “ma è stato realizzato apposta per te! Guarda dietro, c’è anche scritto il tuo nome!”

Haruhi, titubante, girò l’oggettino e vide scritto, a chiare lettere, ‘Fujioka Haru-chan, da parte della tua Yuzu-chan, di Hika-chan, Kao-chan e Shin-chan’.

Alzò di nuovo gli occhi.

“Ma non lo so usare…” tentò di svicolare: valore commerciale a parte, era sinceramente preoccupata dall’idea di ricevere regali dagli adulti presenti sul quel mezzo; tranne dall’autista, forse, ma non ci avrebbe scommesso la pelle.

Yuzuha decise quindi di ricorrere alla sua infallibile arma letale: gli occhi lucidi da mamma incompresa.

“Haru-chan,” mormorò afflitta “non mi vuoi bene, Haru-chan?”

“Iie, Yuzuha-san, non è ques…”

“E allora perché, Haru-chan, non vuoi accettare il regalo che ho scelto con tanta cura esclusivamente per renderti felice?”

Sottolineava dolorosamente ogni singola parola che diceva, e ad ogni singhiozzo appena accennato la volontà di Haruhi perdeva terreno.

Alla fine, come la signora Hitachiin aveva previsto, cedette su tutta la linea.

“Arigato, Yuzuha-san” borbottò quindi Haruhi, chinando il capo sconfitta “è un regalo magnifico e lo accetto con gioia.”

“Oh, Haru-chan, sono così contenta che tu lo abbia accettato subito e volontariamente!” esultò, sporgendosi pericolosamente in avanti nel tentativo di abbracciarla. Suoh, accanto a lei, borbottò infuriato qualcosa come “Perché non ci ho pensato prima io…”

Haruhi si lasciò strapazzare per un po’, poi Yuzuha, forse in un attacco improvviso di misericordia suprema, si decise a lasciarla respirare normalmente, e la lasciò momentaneamente libera. Con la coda dell’occhio, Haruhi vide Hikaru ridere di gusto della scena. Tamaki, invece, guardava l’Mp3 con sguardo sperduto, succhiandosi un dito per l’occasione perduta per fare un regalo alla sua adorata figlioletta.

“Yuzu-chan, Yuzu-chan” la chiamò Honey, che si era adattato rapidamente al cambio di stile del nome della sua ospite “avete già inserito della musica?”

“Hai, Honey-chan” rispose quella, fiera “Hika-chan l’ha inserita personalmente, e anch’io ho contribuito.”

Haruhi lanciò uno sguardo preoccupato al suo compagno di classe.

“Tranquilla, Haruhi” la rassicurò quello “ho fatto qualche ricerca e ho scelto soprattutto canzoni molto popolari tra le ragazze. Più qualcosa di mio, ovviamente.”

Forse fu il sorriso felino che Hikaru le mostrava, forse fu solo questione di buon senso, ma quelle parole non ebbero per nulla il potere di tranquillizzarla. Improvvisamente, guardò l’oggettino come se fosse un demone particolarmente pericoloso.

“A-Arigato” disse incerta.

“Su, su, Haru-chan, ascolta qualcosa!” la incoraggiò Honey curioso.

Lentamente, con una solennità che avrebbe fatto invidia ad una cerimonia religiosa, Haruhi si mise le cuffie bianche e lo accese. Subito, partì la prima traccia.

“Kiss kiss, fall in love!”

Haruhi sbatté le palpebre un paio di volte; quella canzone la conosceva.

“Sembra la suoneria del mio cellulare” borbottò, più a se stessa che ad altri; Hikaru scoppiò a ridere.

“Ci speravo, Haruhi, che avresti ascoltato quella per prima” rise, ma Haruhi lo guardò scettica; Hikaru si alzò dal sedile e le si avvicinò “Quella che hai tu è la versione per archi; questa è la versione originale” allargò il sorriso, indicandole il titolo sullo schermino: ‘Sakura Kiss’, vi si leggeva. “ È una canzone piuttosto popolare ultimamente.”

Haruhi spalancò leggermente gli occhi, vagamente sorpresa di sapere che la sua suoneria era una canzone famosa.

“Oh.”

“Eh. Ti avevo detto che avevo fatto delle ricerche, no?”

“Hika-chan è inaspettatamente gentile oggi. Nee, Takashi?”

“Ha.”

Hikaru, inaspettatamente, non rispose, limitandosi ad arrossire appena. Poi, borbottando qualcosa di incomprensibile tornò a sedersi al suo posto; Kaoru, in fondo al pullman, riprese a guardare il bosco che stavano attraversando dopo essersi distratto per guardare il fratello dopo la battuta di Honey. Stranamente, invece di aprirsi nel sorriso che aveva colto tutti gli altri per la reazione di Hikaru, il suo viso si era rabbuiato ancora di più. Haruhi, notandolo, si chiese per l’ennesima volta che gli stesse succedendo.

Sospirò, lasciandosi cadere sullo schienale del sedile; in quel momento era inutile pensarci: gli avrebbe parlato non appena ne avrebbe avuta l’occasione. Così, chiudendo gli occhi e cullata dalle prime note di una ballata, tornò con la mente a quella mattina, quando aveva bruscamente scoperto dove avrebbe passato i successivi dieci giorni.

~ FLASHBACK- CASA HITACHIIN, QUELLA MATTINA… ~

Il piccolo e relativamente insignificante particolare di non riuscire ad avere un risveglio normale in casa Hitachiin, aveva portato Haruhi a sospettare un qual certo disegno karmico nella faccenda. Era anche giunta alla conclusione che, in una sua vita precedente, doveva essere stata per forza una serial killer, o una divoratrice di bimbi innocenti, oppure una Kyouya versione donna, perché altrimenti proprio non riusciva a spiegarsi il motivo per cui, oltre ai suoi soliti guai giornalieri, quel dannato karma se la prendeva con lei anche mentre era addormentata e assolutamente indifesa.

Come quella mattina, quando una massa informe e con un peso non esattamente indifferente le era molto finemente piombata sullo stomaco, svegliandola allo stesso modo in cui avrebbe potuto solo un’esplosione nucleare piuttosto potente. La ciliegina sulla torta, in particolare, era stato quell’ “Haruuuuuu-chaaaaaan!” sparato direttamente nelle sue povere – e ancora beatamente addormentate – orecchie.

Decisamente, non era stato il suo ideale inizio di giornata.

Schermandosi gli occhi dalla luce che entrava dalle tende già spalancate, cercò di alzarsi a sedere quel tanto che il conosciuto peso, che non accennava minimamente a spostarsi, le consentiva.

“Haru-chan!” continuava intanto a parlare Yuzuha – questa era, infatti, l’identità del peso misterioso – “Haru-chan, sei sveglia?”

“Ora sì,” biascicò la ragazza, la voce ancora impastata di sonno; sobbalzò appena quando vide il naso della donna a pochi centimetri dal suo viso: la signora Hitachiin pareva al settimo cielo, e un sorriso enorme a trentadue denti le andava da un orecchio all’altro.

“Yuzuha-san, che succede?”

Qualunque cosa fosse, ragionò, non era sicuramente nulla di buono, per lei.

“Partiamo, Haru-chan!”

Per Haruhi, la sua dichiarazione fu un colpo al cuore.

“Co-come sarebbe a dire ‘partiamo’?”

Yuzuha alzò lo sguardo su Haruhi, massaggiandosi il fondoschiena dolorante; si ritenne fortunata, in parte, per aver attutito con quello la caduta dal letto provocata dall’improvviso scatto in piedi della ragazza: se avesse saputo di spaventarla tanto, con la sua entrata a sorpresa, forse avrebbe optato per una semplice sveglia. Si appuntò di usare quella a gallo che aveva nella sua stanza, la prossima volta.

“Che ce ne andiamo di qui, Haru-chan,” spiegò lei, sorpresa “Staremo via dieci giorni, più o meno.”

Haruhi la fissò con tanto d’occhi per qualche secondo, poi si accasciò lentamente sul materasso, le gambe scomposte e lo sguardo perso di fronte a lei. Ormai era ufficiale: era morta.

L’unica cosa che la teneva in vita in quella casa era la presenza del signor Hitachiin e del maggiordomo; quest’ultimo se la poteva anche cavare da solo per un paio di giorni, ma per dieci… Per gli dei tutti, che ne sarebbe stato di lei?

“Haru-chan?” Yuzuha si chinò su di lei, preoccupata: non aveva mai visto Haruhi comportarsi così. Né nessun’altro, ad essere sinceri.

Le sventolò la mano davanti agli occhi, pronunciando più volte il suo nome per farla svegliare da quello stato semi-catatonico in cui era sprofondata.

Dopo due minuti buoni, Haruhi non si era ancora ripresa. Yuzuha non si preoccupò: andò semplicemente nel panico più totale.

“SHIN-CHAAAAAAN!”

Nel corso della sua ancor breve vita, il signor Hitachiin si era sempre vantato di poter mantenere un controllo impeccabile in ogni situazione. C’erano state, ovviamente, delle eccezioni in cui era andato nel panico più totale ma, ringraziando gli dei, fino a quel momento erano rimasti dei casi isolati.

Lo stesso non si poteva però dire per la sua gentile consorte. Yuzuha Hitachiin, erede della facoltosa famiglia Hitachiin, che vantava ascendenze illustri risalenti addirittura al periodo Edo (**), era infatti, come il marito amava definirla affettuosamente, incredibilmente melodrammatica.

Per questo motivo non era cosa rara vederla vagare nella residenza principale – e non solo – alla disperata ricerca del marito per i più svariati motivi: dal lavandino che perdeva, alla costruzione che uno dei bambini aveva accidentalmente ingoiato, subito imitato dal fratello per spirito d’emulazione. Fatto, quest’ultimo, che si era risolto con una corsa con l’elicottero fino alla clinica Ootori più vicina e la promessa solenne che mai, per nessuna ragione al mondo, ai bambini sarebbe stato permesso di giocare di nuovo con le costruzioni; meglio agli indiani: il rischio maggiore, lì, era l’incendio della villa, in fondo.

Il vero problema, però, era che la maggior parte delle chiamate della signora riguardavano fatti di secondaria importanza, che solo l’illimitata pazienza e l’infinito amore – perché questo c’entrava per forza – del marito potevano aver sopportato per quasi un ventennio senza subire danni.

Per questo quella mattina nessuno del personale si era minimamente impensierito per l’urlo che si era propagato per la casa ad un orario decisamente mattiniero. In fondo, quel “Shin-chan” rendeva il destinatario della chiamata decisamente chiaro. Nessuno, eccezion fatta per pochi elementi scelti: Yukito, il più fedele dei servitori di casa Hitachiin, che arrivò al punto di alzare la testa dalla lista degli ultimi acquisti per l’imminente partenza; Kaoru che, steso sul letto fingendo di dormire, alzò appena la palpebra sinistra prima di riabbassarla, apatico; Hikaru che, davanti al computer in cerca di canzoni utili, si tolse momentaneamente le cuffie, curioso; Shinichi che, placidamente seduto nel suo studio per una telefonata, abbassò momentaneamente la cornetta e sospirò con rassegnazione. Di tutti loro, soltanto quest’ultimo alla fine lasciò la propria occupazione – scusandosi sol povero Mr. Westwood, loro cliente newyorkese, per l’improvvisa interruzione causata da affari urgenti e non rimandabili – si alzò, uscì dall’ufficio e si diresse verso la probabile fonte dell’urlo: la camera degli ospiti del primo piano. Quella di Fujioka, insomma.

Shinichi si fermò un attimo solo davanti alla porta chiusa, prima di abbassare la maniglia ed entrare.

Quello che trovò una volta dentro fu ragione di non poco stupore nel controllato e razionale signor Hitachiin: la giovane Fujioka era seduta scompostamente sul letto, voltata verso sua moglie, che sembrava essere sull’orlo delle lacrime.

“Shin-chan!” ululò quella, tendendo le braccia verso di lui; Shinichi si avvicinò velocemente, ricambiando l’abbraccio e lasciando che la moglie affondasse il viso nel suo petto. Voltò quindi il viso verso la ragazza, che ancora non si era mossa.

“Yuzuha,” iniziò quindi con cautela “perché Fujioka-san è in questo stato?”

La moglie biascicò qualcosa di incomprensibile, e Shinichi sospirò appena.

“Yuzuha,” disse allora, accarezzandole dolcemente la testa “Ora stai calma e dimmi cos’è successo.”

Lei scosse la testa con forza.

“Yuzuha.”

La moglie si allontanò quindi leggermente da lui, gli occhi lacrimanti.

“Shin-chan, credo di aver ucciso Haru-chaaaaaan!” e scoppiò a piangere, rituffandosi contro di lui.

Shinichi dovette far ricorso a tutto il suo autocontrollo per non scoppiare a ridere.

“Calmati ora,” disse, prendendola per le braccia e allontanandola appena in modo da guardarla in faccia “Dimmi che è successo ora, nee?”

Yuzuha tirò su col naso un paio di volte.

“Io sono venuta qui per svegliarla; ho pensato che le avrebbe fatto piacere essere svegliata con dolcezza da me, no?”

Shinichi decise di evitare di approfondire il concetto di “svegliata con dolcezza” e le fece segno di continuare.

“Sì, beh, io l’ho svegliata, poi le ho detto che dovevamo partire, e lei sembrava sorpresa, così le ho detto che saremmo stati via per una decina di giorni, e poi…” si morse il labbro con forza “Poi… Oh, Shin-chan, non si è più mossa! Ho ucciso Haru-chaaaaan!” e si lanciò di nuovo contro di lui, facendolo quasi cadere all’indietro per contraccolpo.

La reazione dell’uomo fu molto, molto semplice: scoppiò a ridere senza vergogna.

“Shin-chan!” esclamò scandalizzata la donna, emergendo finalmente dalla camicia ormai macchiata del marito “Come puoi ridere in un momento come questo?!”

“Ma Yuzuha cara,” prese a dire lui, continuando a ridere “Tutto questo è oltremodo divertente.”

“Haru-chan è morta e tu lo trovi divertente?!” Yuzuha era sinceramente scioccata: non sapeva di aver sposato un essere umano così sadico!

Le risate di Shinichi aumentarono.

“Iie, Yuzuha. Fujioka-san non è morta.”

“Nani?” chiese lei, raddrizzandosi: forse, allora, non tutto era perduto?

Shinichi si limitò ad annuire.

“Osserva ora.”

Si alzò, senza essere perso di vista dalla moglie, ancora ansiosa; quindi, si sedette accanto ad Haruhi, ancora immobile e sotto shock.

“Fujioka-san,” iniziò quindi a sussurrarle all’orecchio “Guarda che partiamo tutti. Compresa tu.”

Per Haruhi fu come essere svegliata da un lungo sogno. Le parole del signor Hitachiin raggiunsero in fretta i suoi centri nervosi che, esultanti, propagarono la notizia al resto della sua coscienza: forse poteva sopravvivere.

Voltò quindi la testa verso di lui con uno scatto deciso.

“Nani?”

Il signor Hitachiin le sorrise; sembrava divertito. Cosa ci trovasse di tanto divertente in quella situazione, solo lui lo sapeva, dato che lei non riusciva proprio a spiegarselo.

“Vieni anche tu.”

I suoi occhi s’illuminarono improvvisamente.

“Honto ni?”

“Hai.”

Haruhi esultò interiormente: voleva forse dire che non avrebbe dovuto affrontare da sola i gemelli, i suoi senpai e quei pazzi scatenati del suo direttore e del padre di Kyouya? Cielo, allora il karma non la odiava così tanto!

Stava già per ringraziare ad alta voce il latore di tale meravigliosa notizia, quando qualcosa le si lanciò al collo, facendola sprofondare all’indietro nel materasso.

“Oh, Haru-chaaaaan! Ero così preoccupataaaaaaa!” ululò Yuzuha nelle orecchie, spaccandole definitivamente i timpani “Temevo… Temevo che fossi mortaaaaaaaa!”

“Iie, Yuzuha-san, non si preoccupi, sto bene.”

Yuzuha la guardò begli occhi.

“Honto?”

“Honto.” confermò la ragazza “Ora però, Yuzuha-san, onegai, può scendere dal mio stomaco? Non dico che sia pesante, però…”

La donna, al settimo cielo per aver verificato quanto lei stesse effettivamente bene, si alzò di nuovo.

“Benissimo, Haru-chan!” esclamò con palese entusiasmo “Noi siamo quasi pronti. Ti aspettiamo giù appena sei pronta, nee?”

Haruhi annuì: il lato positivo era che, dato che era arrivata solo due giorni prima, il suo bagaglio era pressoché pronto e ci avrebbe messo relativamente poco a completarlo.

Fece per avvicinarsi al posto in cui lo teneva di solito, ma non lo trovò. Confusa, si guardò intorno, ma del suo borsone nessuna traccia.

“Yuzuha-san, sa dov’è la mia borsa?”

La donna, che stava ormai uscendo dalla stanza, si fermò sulla soglia, riservandole un sorriso splendente.

“Oh, quella è già all’ingresso; credo che Kirio-chan la stia caricando proprio ora sul pullman.”

“Pullman?”

“Hai, Haru-chan. Non temere, te l’ho preparata io personalmente: nessuno dei ragazzi ha visto la tua biancheria.”

Ancora concentrata sulla parola pullman – uno intero per cinque persone sole? Certo che i ricchi erano davvero strani – Haruhi nemmeno si preoccupò di ricambiare l’occhiolino che la signora le aveva fatto.

Aspettò quindi che uscissero, prima di iniziare a cambiarsi con i pochi vestiti che le erano rimasti nell’armadio.

Ora che ci pensava, non sapeva nemmeno dove sarebbero andati.

“Oh beh, purché sia un luogo irraggiungibile da quelle calamità naturali, va bene tutto, in fondo. Forse, la fortuna sta iniziando a girare…”

O, almeno, così credeva lei.

Non le ci sarebbe voluto molto, infatti, per scoprire che i signori Hitachiin avevano allargato gli inviti anche ad altri soggetti, comprendenti nel particolare ogni membro dell’Host Club con relativi genitori. Momentaneamente, i signori Haninozuka e i signori Moriozuka avevano declinato gentilmente l’invito, ma non si potevano escludere incursioni improvvise durante il soggiorno. I figli, al contrario, avevano aderito entusiasticamente alla proposta, così come il resto della combriccola sopra citata. Ma il peggio era che, a quanto pareva, uno dei suoi alleati principali alla sopravvivenza, il maggiordomo, sarebbe presumibilmente rimasto a casa a badare alla villa. Pregò Buddha che bastasse la presenza del signor Hitachiin a tenerla al sicuro. O, almeno, a mantenerla intera.

~ FINE FLASHBACK ~

“ROCK THAT BODY BODY! MOVE YOUR ASS OVER!”

Haruhi si svegliò con un sobbalzo. Sbatté le palpebre un paio di volte, ascoltando le parole della canzone, decisamente ben diverse dalla ballata con cui si era assopita.

“SLAP THAT NAUGHTY BODY! MOVE YOUR ASS DON’T STOP!”

Stropicciandosi gli occhi, guardò il titolo della canzone: “Slap that Naughty Body”. Infame gemello, non dovevano essere tutte canzoni tranquille ed innocue come la ballata precedente? Ora capiva il senso di quel “qualcosa di mio”.

Con gli occhi cercò Hikaru, con la vaga intenzione di rimproverarlo usando quel minimo sarcasmo che possedeva. Lo trovò che stava mettendo delle cannucce nel naso di un addormentato Tamaki, un ghigno che definire sadico era un eufemismo in volto. Sospirò, rinunciando istantaneamente al suo proposito iniziale: sarebbe potuto andarle peggio, no? In fondo, era pur sempre Hikaru: qualche tiro mancino era inevitabile, giusto?

Abbassò il volume della musica, sistemandosi meglio nel sedile e riprendendo a guardare fuori dal finestrino: chissà, magari un giorno sarebbe riuscita di nuovo a svegliarsi senza rischiare un mezzo infarto per il tipo di sveglia. Forse.

“Haru-chan! Haru-chan!”

Haruhi si tolse le cuffie, voltando il capo verso Yuzuha. Istintivamente, arretrò la testa: a quanto pareva, la signora Hitachiin aveva preso il vizio di avvicinarsi troppo col naso alla sua faccia.

“Hai, Yuzuha-san?”

“Siamo quasi arrivati, Haru-chan!” annunciò tutta orgogliosa; poi unì le mani in segno di preghiera “Onegai, Haru-chan, mi faresti un favore?”

“Ha… Hai.”

“Potresti evitare di guardare fuori dal finestrino? Vorrei che la tua prima impressione della casa l’avessi una volta scesa da qui.”

Haruhi fu quasi felice che la richiesta della donna fosse così semplice.

“Hai, Yuzuha-san. Non c’è problema.”

Yuzuha le regalò l’ennesimo sorriso entusiasta.

“Preparati a rimanere senza fiato, Haru-chan!” e si eclissò, presumibilmente ad avvisare i suoi figli e il resto della combriccola di tenersi pronti.

Haruhi sospirò, iniziando a prendere lo zainetto che si era portata sul pullman e infilandovi il regalo della signora Hitachiin poi, traballando appena per il movimento del mezzo, si alzò in piedi. Proprio in quel momento, il pullman si fermò, e lei rischiò di cadere lunga distesa a terra.

Il suo fondoschiena si salvò solamente grazie a Tamaki, che le stava dietro e che riuscì a bloccare la caduta senza rischiarne una a sua volta.

“Daijobu, Haruhi?” chiese preoccupato “Non ti sei fatta male, vero?”

“Iie, senpai. Arigato.” gli disse sorridendo, mentre alzava gli occhi su di lui.

Senza saperne esattamente il motivo, Tamaki si ritrovò ad arrossire vistosamente; si sfregò quindi il naso, ancora arrossato per lo scherzo di Hikaru, con l’indice, e spostò lo sguardo verso il soffitto del pullman nel tentativo, nemmeno troppo riuscito, di far tornare la sua temperatura corporea, al momento decisamente elevata, a livelli pressoché normali. Yuzuru, lanciandogli un’occhiata da davanti allo sportello, sorrise soddisfatto.

Da parte sua, Haruhi lo fissò per qualche secondo confusa; fu solo quando sentì da dietro di loro le proteste di Hikaru – quello scocciatissimo “Vi sbrigate o no?” era inconfondibilmente suo – che si decise a riscuotersi e si fece avanti, accodandosi al signor Ootori. Pochi secondi ed era fuori a schermarsi gli occhi dalla forte luce del sole d’agosto.

Quello che vide, la lasciò senza parole.

Prefettura di Hokkaido, residenza di montagna estiva degli Hitachiin – h 14.45

“Vuoi altro tè, Haru-chan?”

“Iie, Yuzuha-san. Va benissimo così.”

Yuzuha le sorrise radiosa, riponendo la teiera sul vassoio. Decisamente, rifletté Haruhi sorseggiando il tè, la signora si stava divertendo un mondo: in quella residenza, presentatagli come la più modesta e intima delle tante, riservata ai momenti di relax dei due coniugi e perciò totalmente priva di personale, la donna poteva dare libero sfogo alla sua parte di moglie che, durante l’anno, per ovvi motivi rimaneva repressa dentro di lei. E, diciamocelo, non senza ragione: nel poco tempo che finora avevano trascorso alla villa, Yuzuha si era limitata a preparare un semplice tè. Questo, però, non le aveva impedito nell’ordine di: rovesciare la prima teiera di acqua – bollente – addosso a Tamaki, che aveva iniziato a saltellare dolorante per la casa, urlando al vento quanto si fosse fatto male; devastare la scatola di pasticcini d’alta classe che aveva portato appositamente per l’occasione, sotto lo sguardo scioccato di Honey, che aveva passato i tre quarti d’ora successivi a piangere per quei poveri dolcetti caduti in guerra; riempito la cucina di farina – il perché l’avesse tirata fuori per fare del era ancora un mistero –; rovesciato tutto il latte nel lavandino, nel tentativo non esattamente riuscito di versarlo nel bricco. Senza contare le tazzine rotte e lo zucchero finito a far compagnia al latte. Alla fine, Shinichi aveva finalmente fatto capolino in cucina e, viste le condizioni della stessa, era entrato tranquillamente e aveva fatto sedere la moglie. Dopo averle detto qualche parola all’orecchio e averle pulito il naso sporco di farina con un lembo della camicia facendola ridere, si era rimboccato le maniche e aveva pulito tutto. Aveva quindi ripreso in mano la teiera, l’aveva sciacquata e aveva preparato il tè, tirando fuori da una valigetta una seconda scatola di pasticcini: qui, tutti avevano capito che la situazione doveva essere perfettamente nella norma, se lui era riuscito a prevedere l’esatto svolgersi dei fatti ed era corso ai ripari.

Alla fine, erano riusciti finalmente a prendersi un meritato tè, trasferendosi per l’occasione nella terrazza anteriore della residenza.

Qui, Yuzuha si era nuovamente scusata con i suoi ospiti per le piccole dimensioni della casa in cui avrebbero dovuto alloggiare e, di nuovo, Haruhi trovò pressoché impossibile comprendere il motivo di quelle parole; pur non essendo paragonabile alla dimensioni della villa principale, infatti, l’aveva trovata fin dal momento in cui aveva posato piede a terra, enorme: il basamento in pietra, il tetto di legno spiovente tipico dei cottage di montagna, solo la terrazza in cui si trovavano ora era grande come il suo appartamento. Osservando di sfuggita le finestre che provavano l’esistenza di tre piani diversi più mansarda, Haruhi aveva quindi attraversato la radura in cui la casa si trovava, evidentemente usata come parco privato: sui lati del sentiero che stavano percorrendo per raggiungere l’ingresso si trovava un filare di fiori di campo, che solo la perfetta simmetria tradiva una cura quasi maniacale della forma. Accanto alle scale che portavano alla porta principale, si trovavano dei cespugli di rose canine importate, a detta della proprietaria, direttamente dall’Italia. Il resto del parco era, invece, puro prato all’inglese, che Antoinette, la cagna di Tamaki, aveva subito iniziato ad esplorare con gioia.

Avevano quindi aspettato che Kirio, l’autista, trasportasse le valige all’interno dell’abitazione – provocando in Haruhi non pochi sensi di colpa, dato la mole delle stesse – e si erano quindi divisi le stanze e i piani: dato che la camera da letto dei signori Hitachiin e il loro salottino privato erano al terzo piano, si propose di utilizzare le altre due stanze presenti per i signori Othori e Suoh; il secondo piano, venne invece distribuito tra i vari pargoli. Le due camere più grandi vennero assegnate per comodità a Honey, Mori e ai gemelli, mentre le più piccole – in senso relativo, ovviamente – vennero ripartite tra gli altri tre. Fu con una spettacolare manovra tattica che Yuzuha riuscì ad ottenere che Haruhi, essendo l’unica ragazza, si prendesse la più “spaziosa e arieggiante”, casualmente dirimpettaia a quella dei suoi figli, con grande scorno di Yoshio e Yuzuru: il fatto che nessuno fosse a conoscenza del loro accordo si stava rivelando più fastidioso del previsto, dato che non potevano attaccare frontalmente la donna e le sue macchinazioni.

Più dolce fu comunque il boccone ingoiato da Suoh, che ebbe almeno la consolazione di vedere il figlio alloggiato nella camera accanto a quella della ragazza. Le proteste di Yoshio furono presto abbattute dall’assoluta indifferenza con cui il suo terzogenito accolse la decisione.

“Se non verrà accontentato, Tamaki inizierà a sfoderare i suoi occhioni da cucciolo indifeso, Otou-san. A quel punto, potrebbe ottenere qualunque cosa da chiunque in questa casa, quindi è meglio evitarli il più possibile. L’assegnazione delle stanze non è un valido motivo per permettergli di usare la sua arma numero uno, non trovi?” spiegò poi Kyouya al padre; a malincuore, Yoshio fu costretto ad ammettere che suo figlio non aveva per niente tutti i torti, e salì più soddisfatto del previsto nella sua stanza, lasciandolo a complimentarsi con se stesso per la sua abilità di manovra.

Una volta ultimata la sistemazione dei bagagli Kirio, con le lacrime agli occhi e vari fazzoletti usati nel cestino, aveva abbracciato e salutato padroni e padroncini; vari minuti erano accorsi per consolarlo e rassicurarlo che in quei dieci giorni se la sarebbero cavata benissimo da soli, poi l’autista li aveva lasciati, non senza aver abbracciato con slancio anche Haruhi: ormai si era affezionato a quella strana ragazzetta che aveva il potere di tenere relativamente a bada i padroncini, in fondo; gli sarebbe mancata.

E ora eccoli lì, nella terrazza a prendere un tè ridendo e scherzando. Cosa che ad Haruhi, che avvertiva distintamente le auree tese e maligne che i vari genitori protendevano l’uno verso l’altro sotto quei sorrisi degni della pubblicità di una dentifricio, sembrava a dir poco surreale.

Si chiese se, in fondo, i suoi pronostici di sopravvivenza si sarebbero avverati. Dato il suo sadico karma, non si poteva mai sapere.

Bisogna però dire, ad onor di cronaca, che non tutti se ne stavano a prendere il tè in totale allegria. C’erano infatti tre persone che disertavano questa descrizione: e se una, nella vesti di Shinichi, era giustificato dalla conclusione della telefonata d’affari del mattino, le altre due non lo erano affatto. Perché la verità era che Hikaru e Kaoru non erano decisamente nelle condizioni psicologiche ideali per essere della compagnia.

Certo, c’è da dire che almeno uno dei due si stava impegnando a mostrarsi al meglio: Hikaru rideva, scherzava, prendeva in giro il Lord e saltava al collo di Haruhi come se tutto andasse per il meglio. La mente era però rivolta altrove, e più precisamente al fratello, chiuso nella mansarda: era dal giorno precedente, quando era tornato in piscina dopo essere sparito momentaneamente, che Kaoru era, in una parola, strano. All’inizio aveva cercato di non darlo a vedere a nessuno, ma non per nulla erano gemelli: Hikaru conosceva a memoria ognuna della mille espressioni del fratello, anche le più insignificanti, per il semplice motivo che erano anche le sue. Era una cosa che avevano sempre condiviso, così come l’odio per gli aghi e per la marmellata di lamponi. E Hikaru non si era lasciato ingannare. Aveva atteso che andassero a letto, aspettandosi che il gemello gli parlasse e gli spiegasse come al solito che gli fosse preso: lo facevano sempre, non c’era cosa di uno che l’altro non sapesse, e si era quindi aspettato che Kaoru mantenesse questa sorta di loro accordo silenzioso. Nemmeno il tempo di uscire dal bagno, però, che era già sparito sotto le coperte, il lenzuolo ben tirato sopra la testa in segno di chiusura totale. Hikaru era abbastanza intelligente per cogliere il segnale, quindi aveva sospirato, incassando il colpo, e si era steso a sua volta. Era la prima volta che dormivano schiena contro schiena e non rivolti l’uno verso l‘altro, ed Hikaru si spaventò per questo. Ma era il maggiore in fondo: era suo dovere aspettare che fosse Kaoru a parlargli, no? Si era perciò detto di essere forte, e di aspettare che fosse lui a fare il primo passo. Questo anche perché una parte di lui era fermamente convinta che, con una buona dormita alle spalle, suo fratello avrebbe finalmente deciso a parlargli di quello che lo preoccupava.

Perciò grande era stata la sua sorpresa quando, il mattino, si era svegliato e aveva trovato Kaoru ancora girato dall’altra parte. Aveva provato a chiamarlo, ma lui aveva continuato a dormire. O meglio, a fingere di dormire: Hikaru non era così sprovveduto da non riconoscere una recita, per quanto ben fatta, quando ne vedeva una.

Stava già per sbottare qualche frecciatina che, ne era certo, lo avrebbe fatto scattare in piedi, quando Yuzuha entrò in stanza, annunciando che stavano tutti per partire per un viaggetto. Hikaru l’aveva guardata confuso, senza accorgersi che, alle sue spalle, la schiena di Kaoru si irrigidiva appena.

Sua madre però non aveva dato ulteriori spiegazioni, limitandosi a chiedere al figlio maggiore a che punto fosse con l’Mp3 che gli aveva consegnato un paio di giorni prima: rassicurata sul fatto che ormai aveva quasi terminato di sistemarlo, Yuzuha era uscita, raccomandandosi di fare in tempo per la partenza prevista per le dieci e mezza. Senza una parola, Hikaru si era alzato e messo al computer, buttando di tanto in tanto un’occhiata all’orologio e al fratello. Era stato però solo alle dieci che Kaoru, con sbadigli e stiracchiamenti degni del miglior attore di Hollywood, si era alzato. Da quel momento erano stati entrambi troppo impegnati a preparare loro stessi e i rispettivi bagagli per parlare di alcunché, e anche sul pullman che li avrebbe condotti fino alla villa di montagna in cui non andavano da anni, il minore dei gemelli si era premurato di sedersi il più lontano possibile da chiunque.

Hikaru non l’avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto la più orrida tortura cinese, ma il fatto che Kaoru, l’unica persona con – e per – cui aveva vissuto per quasi tutta la vita, lo considerasse parte di quel ‘chiunque’, lo aveva ferito.

Fatto stava, comunque, che aveva deciso di stare al gioco: lui lo ignorava? Bene, Hikaru avrebbe fatto altrettanto. Per questo, durante tutta il viaggio, aveva riso, scherzato e chiacchierato; aveva cercato tutti, ma non lui, anche se era l’unico di cui avesse davvero bisogno. Sapeva che si trattava di un comportamento profondamente infantile anche per i suoi standard, ma tant’era: Kaoru non gli parlava; essere infantile, alla luce di questo, non era poi quella gran cosa.

E anche quando, una volta giunti alla villa, Kaoru si era defilato, Hikaru non aveva detto una parola. Certo, sapeva bene dove si era cacciato il gemello: ogni volta in cui erano stati in quella casa coi loro genitori, infatti, la mansarda era sempre stato il loro rifugio preferito. Vi si rinchiudevano per ore, progettando gli scherzi che avrebbero fatto insieme, provando le loro recite o, più semplicemente, stendendosi sul pavimento di legno impolverato o sul letto a parlare, lamentarsi, confidarsi. Non ci volevo certo un genio per capire dove si fosse rifugiato Kaoru. Lo stesso, Hikaru si era rifiutato di seguirlo: si era detto che, in fondo, non gli importava. Si era detto che sarebbe dovuto essere Kaoru a venirlo a cercare, a scusarsi per il comportamento assurdo che stava avendo nei suoi confronti. Non toccava certo a lui. No, decisamente no.

Questa convinzione, tuttavia, non gli aveva impedito di rivolgere la totalità dei suoi pensieri a quella dannata mansarda.

Mai come quel pomeriggio Hikaru si era sentito tanto idiota: era offeso col fratello ma, allo stesso tempo, sentiva il bisogno di salire di sopra e parlargli. Di qualunque cosa. Si sarebbe ridotto persino a parlare di scuola, se così fosse riuscito a scucirgli anche un misero “ciao”.

Suo fratello gli mancava, ecco la verità. Ma era abbastanza orgoglioso – ‘cocciuto’, avrebbe detto Haruhi – da impedire a chiunque di saperlo. Persino a Kaoru. Soprattutto a Kaoru.

Non aveva però tenuto conto un di paio d’occhi che l’avevano osservato per bene per tutto il pomeriggio, decisamente più acuti degli altri. Probabilmente, perfino dei suoi. Anzi, di sicuro.

Uno dei grandi pregi di Haruhi era quello di saper intuire i pensieri degli altri. Ovviamente, quando non erano rivolti verso di lei; in quel caso, diventata così cieca, che definirla una talpa era un mero eufemismo.

Quando poi si trattava dei pensieri di uno dei membri del club – dei suoi amici – i sensi le si acutizzavano particolarmente: non per nulla, era l’unica che potesse tenere a bada sia Tamaki che i gemelli. Il suo era, in breve, un vero e proprio un dono.

Per questo, quella mattina, non le era minimamente sfuggito lo strano comportamento dei due Hitachiin.

Certo, rimanendo obiettivi non era proprio difficile notare che Kaoru aveva qualcosa che non andava. Supponeva che perfino Tamaki avesse colto il fatto che sembrasse in uno stato di depressione nera.

Era però certa di essere stata l’unica ad accorgersi che anche Hikaru, all’apparenza assolutamente normale. nascondesse qualche problema. E credeva di aver anche intuito quale fosse quello principale tra i tanti.

Ora, Haruhi non poteva certo dirsi un’esperta di rapporti interpersonali, ma si era detto che almeno un tentativo, con quei due, doveva farlo. Per questo si era momentaneamente concentrata su Hikaru, l’unico che era certa di aver compreso appieno e che sapesse rintracciare al momento. Per tutto il tempo del tè, quindi, si era chiesta come dovesse comportarsi con lui: inutile dire che non aveva cavato un ragno dal buco.

Anche quando tutti si erano alzati dal tavolo in terrazza, e perfino dopo, quando mancava davvero poco alla cena, Haruhi ci aveva pensato, senza capire cosa potesse fare. Sentiva che, ben presto, in casa ci sarebbe stata un’altra depressa: quando si trattava di relazionarsi con gli altri, si trasformava in una completa incapace.

Sospirò, entrando in cucina con l’intenzione di prendersi un bicchiere di succo d’arancia. Non le era ben chiaro il motivo, ma il succo d’arancia aveva il potere di aiutarla a ragionare: quando non sapeva che fare, se ne versava un bicchiere abbondante, si rilassava, e ricominciava a ragionare; quasi sempre, poi, riusciva a sgarbugliare la matassa e a trovare una soluzione valida al problema di turno.

Anche questa volta, quindi, prese un bicchiere dal lavello e aprì il frigorifero, gettando un’occhiata di striscio al signor Hitachiin, intento a cucinare. Le pareva ancora a dir poco strano come un uomo cresciuto nel lusso fosse in grado di essere a suo agio tra i fornelli; forse, rifletté, data la genetica incapacità della moglie a cucinare alcunché, in questi ritiri privati aveva dovuto, volente o nolente, imparare ad arrangiarsi.

“Vuole una mano?” chiese; non che l’avesse esattamente programmato, ma d’altra parte, con Yuzuru che le aveva annullato i compiti delle vacanze – “Devi pensare a divertirti, Haru-chan; parlerò io con i tuoi professori: niente compiti per te!” – non aveva nulla di meglio da fare, e lei odiava starsene con le mani in mano. E poi, quell’uomo era l’unica oasi di normalità tra quelle pareti: stargli appiccicata non poteva farle che bene.

Shinichi si voltò verso di lei, un sorriso rassicurante in volto.

“Se vuoi,” e le indicò il riso da lavare (***).

Anche questa era una della qualità di quell’uomo che apprezzava sul serio: era, decisamente, un uomo di poche parole; e, quando parlava, non era mai per caso.

“Qualcosa ti preoccupa, Fujioka-san?”

Appunto.

Haruhi non alzò gli occhi dal riso.

“Forse.”

Shinichi rimase in silenzio, aspettando che riprendesse a parlare.

“È che mi sento inutile.”

“Inutile?”

“Hai,” rispose lei, mentre l’acqua pian piano perdeva biancore.

Per qualche secondo, nessuno dei due disse nulla.

“C’è una domanda che vuoi farmi, Fujioka-san?”

Haruhi sobbalzò appena a quella domanda, e le guance le si imporporarono leggermente, ma annuì.

“In realtà, Hitachiin-san, volevo chiederle un parere su una questione;” riprese a guardare l’acqua che scorreva nel lavello “Se un suo amico avesse un problema di cui non vuole parlarle, ma lei volesse fare comunque qualcosa per lui, come si comporterebbe?”

Ad essere del tutto sinceri, Haruhi non avrebbe dovuto parlargli in modo così diretto; d’altronde, sapeva bene che quell’uomo era abbastanza intelligente per capire i riferimenti sottintesi ad almeno uno dei suoi figli. Tuttavia, era alla ricerca disperata di un consiglio, anche il più stupido, e Il signor Hitachiin era veramente l’unica persona di buonsenso che le fosse capitata a tiro. Una vera manna dal cielo, insomma, e Haruhi si mise in impaziente attesa di una risposta che non venne subito e, quando giunse, fu piuttosto inaspettata.

“Fujioka-san, tu ti senti mai demoralizzata?”

Haruhi storse il naso.

“Ovviamente.”

“E cosa fai nel caso?”

“Succo d’arancia,” rispose con sincerità, alzando le spalle “Ma che c’entra?”

Shinichi poggiò il coltello che stava usando e si voltò verso di lei.

“Credo che a questo tuo amico basterebbe un gesto come un altro per tirarsi su;” sfoderò un sorriso incoraggiante “A volte, una piccola cosa che ti fa capire di non essere solo, conta più di molte parole inutili.”

“Hai, demo…” iniziò Haruhi; poi, però, parve illuminarsi e, ricambiato il sorriso, si sciacquò le mani e corse a prendere il bicchiere che aveva riempito in precedenza.

Stava già uscendo per andare in terrazza, quando si bloccò, voltandosi.

“Arigato, Hatichiin-san.”

E sparì dietro la porta, sotto lo sguardo divertito dell’uomo.

“Disturbo?”

Hikaru si girò appena, per poi tornare a fissare il vuoto. Haruhi gli si avvicinò, appoggiandosi di schiena alla balaustra su cui stava anche lui. Rimasero in silenzio per un po’, mentre Haruhi si rigirava il bicchiere tra le mani, fissandolo ancora dubbiosa; poi sospirò, girandosi verso l’amico e porgendoglielo.

“Succo d’arancia?”

Hikaru nemmeno si mosse; lei aggrottò la fronte e sbuffò interiormente, scocciata. Ma diciamocelo, se si fosse veramente arresa per così poco, non sarebbe stata Haruhi, no? Fece quindi l’unica cosa che le venne in mente: mettere in atto uno dei rari consigli utili che Tamaki le elargiva. Certo, essendo il consiglio venuto da lui, c’era la concreta possibilità che non riuscisse a raggiungere lo scopo, ma male non poteva fare, no?

Per questo si chinò appena, sporgendosi verso di lui e inclinando all’insù il viso: angolazione dal basso; con le clienti funzionava sempre per attirare la loro attenzione, no?

“Succo d’arancia?” ripeté.

Hikaru girò la testa, già pronto a risponderle decisamente male, quando notò la posizione in cui erano: angolazione dal basso a parte, i loro visi erano tremendamente vicini. Troppo, vicini. Sicuramente, al di là della distanza minima sindacale tra ragazzo e ragazza, almeno secondo lui. Possibile che lei non si rendesse minimamente conto di quello che stava causando al suo povero cuore che pareva ormai partito per la tangenziale? E d’accordo, forse Hikaru non poteva definirsi un esperto in relazioni interpersonali, ma diavolo, perfino lui sapeva che la distanza minima sindacale era da rispettare! Era come ad Halloween, in quella rete: possibile che solo lui, tra i due, si rendesse conto che la cosa non era normale?

Chiuse quindi gli occhi e scostò il volto, girandolo di scatto dall’altra parte per mascherare il rossore che gli stava, chissà per quale stupida e insensata ragione, invadendo le guance.

“Non ne vuoi davvero, quindi?” chiese lei.

Contro ogni buonsenso, Hikaru si ritrovò a socchiudere un occhio, e quindi anche l’altro, gettando un’occhiata alla ragazza: aveva il broncio e pareva delusa. Per qualche assurda ragione, questo lo colpì quasi più della vicinanza a cui si erano ritrovati solo qualche minuto prima.

Storse il naso, prendendo una decisione che, sperò, gli avrebbe tolto quella fastidiosa sensazione allo stomaco.

Con uno scatto deciso, le sfilò il bicchiere dalla mano, stravaccandosi meglio sulla balaustra.

“Ho sete,” sperò che come giustificazione bastasse, perché altre non avrebbe saputo dargliele.

Haruhi guardò il ragazzo un paio di secondi, poi si mise a ridere. Di gusto. In modo insistente, sottolineerei. Hikaru pensò che fosse impazzita definitivamente. Probabilmente, la loro influenza era tutt’altro che positiva, per lei.

“Che ti prende, ora?”

“Go-Gomen,” mormorò tra una risata e l’altra; era chiaro ad entrambi che, in realtà, era tutt’altro che dispiaciuta.

“Baka” fu l’unica cosa mormorata da Hikaru, prima di darle un leggero colpo sulla nuca e unirsi alla risata; stranamente, ora si sentiva più leggero di prima. Forse era proprio vero che ridere era liberatorio. O, forse, era il fatto che non era solo; non avrebbe saputo dirlo con esattezza.

L’abbaiare sempre più vicino di Antoinette li fece tornare alla realtà; Haruhi guardò il prato, in cui la cagna correva, inseguendo un frisbee.

“Hoe? Tamaki-sanpai?” borbottò Haruhi, sporgendosi in avanti per guardare meglio. Ora che ci faceva caso, infatti, era davvero il suo senpai quello che usciva dai primi alberi del bosco da cui Antoinette era appena sbucata. Haruhi sorrise, e Hikaru si ritrovò inspiegabilmente arrabbiato; con chi o che cosa non lo sapeva, ma lo era. Molto, anche.

In quel momento, Tamaki li notò e alzò un braccio in segno di saluto, e fu con lo stesso sorriso che Haruhi rispose al gesto. Improvvisamente, Hikaru sentì che era troppo, per lui.

Con sguardo truce, si diede un lieve spinta all’indietro, poi fece qualche passo. Senza nemmeno guardarla o salutarla, entrò veloce in casa, lasciando Haruhi stupita e confusa dietro di lui. Probabilmente, si sentiva anche ferita.

Inspiegabilmente, Hikaru si sentì un vero schifo.

Kaoru abbassò le palpebre, passandosi al contempo una mano tra i capelli. Le cose si stavano complicando, probabilmente più di quanto gli altri si potessero aspettare. Certo, questo punto gli era stato perfettamente chiaro sin dal giorno precedente, ma ora stava diventando tutto decisamente più difficile.

Dalla piccola finestra circolare della mansarda aveva visto tutto ciò che era successo quel pomeriggio in terrazza, dal tè in compagnia a suo fratello che, solo, rifletteva con lo sguardo perso nel vuoto. Ora, invece, tutto quello che poteva vedere era Haruhi che fissava il punto in cui il Hikaru era sparito. Aveva osservato attentamente tutta la scena, e ciò non aveva fatto altro che preoccuparlo ancora di più: il comportamento del gemello era stato, se possibile, più estremizzato di quanto si attendesse; e Kaoru dubitava che Hikaru avesse capito la motivazione di fondo dei suoi gesti. D’altronde, era ancora troppo immaturo per riuscire a ragionare da quel punto di vista. E questo rendeva tutto più difficile anche per lui.

Passò la stanza con lo sguardo, soffermandosi un attimo di più sul letto che occupava lo spazio accanto a lui: nessuno stava stabilmente in quella stanza ma ancora quando erano bambini, avendo tentato senza risultati di convincere i figli a giocare in un’altra zona dell’abitazione, Yuzuha aveva pensato bene di metterne uno, in modo che non si stendessero sul pavimento e potessero stare più comodi. Era l’unico arredo della stanza, per il resto completamente deserta; l’unico cambiamento negli anni si era ridotto alle dimensioni dello stesso, nonostante i gemelli non frequentassero la casa da circa quattro anni e mezzo. Kaoru era in un certo qual senso sorpreso della cura della madre per quel particolare.

“Ho pensato che, nel caso foste tornati, vi sarebbe piaciuto stare comodi.”

Kaoru alzò gli occhi sulla madre che gli sorrideva dalla porta. Senza dire nulla, tornò a guardare il letto; Yuzuha sospirò, poi si iniziò ad avvicinarsi; accarezzò la coperta rossa con la punta delle dita.

“Nee Darling, oboiteru? Quando tu e Hikaru eravate bambini e vi nascondevate qui sopra non appena entrati dalla porta d’ingresso. Non riuscivamo mai a staccarvi da questa stanza; ricordo che Shin-chan penava parecchio per farvi scendere almeno per i pasti e per dormire. Quando alla fine scoprì il trucco di prendere di peso uno di voi in modo che l’altro lo seguisse subito dopo, ricordo che tirò un sospiro di sollievo. Tra l’altro, non ho mai capito come poi, nonostante chiudessimo a chiave la stanza per la notte, nove volte su dieci vi scoprivamo qui a dormire il mattino dopo. Decisamente, questo letto è stato l’investimento migliore della casa: vi ha risparmiato più raffreddori e mal di gola di quanti potreste contarne, stanne certo.”

L’aveva detto con il suo solito tono scanzonato, ma non riuscì comunque a strappare nemmeno un sorriso al figlio.

“Rimanevate svegli anche tutta la notte a parlare, ne sono sicura,” riprese allora, lasciando vagare i ricordi di cui la stanza era piena “Di cosa poi doveste parlare anche di notte, solo voi potete saperlo, suppongo: con tutto il tempo in cui lo facevate di giorno, non so proprio come poi potessero rimanervi argomenti inesplorati. Credo che i momenti trascorsi qui dentro fossero gli unici in cui ve ne stavate tranquilli, o, almeno, in cui non tentavate di distruggermi la casa con le vostre trovate. Ricordo anche che, ogni tanto, quando vostro padre cucinava, io salivo qui sopra e mi sedevo fuori dalla porta chiusa ad ascoltarvi.” si voltò verso il figlio con un sorriso luminoso “Anche se, probabilmente, non avrei dovuto farlo.” Rise “ma era così bello starvi ad ascoltare, mentre progettavate uno scherzo o parlavate di come far disperare la tata di turno. Certo, forse avrei dovuto fermarvi, ma come avrei potuto? Eravate così presi dai vostri progetti che non ce l’avrei mai fatta; preferivo vedere una domestica piantarci in asso per l’ennesima volta, che i vostri bronci, sul serio… Però mi raccomando, Kaoru, che rimanga tra noi, eh. Credo che Hikaru si arrabbierebbe molto se…”

“Ti piacciono così tanto i segreti, Mama?”

Yuzuha si bloccò di colpo, cercando di capire dove il figlio volesse arrivare; lui non si fece attendere e riprese, la voce un po’ arrochita dall’inutilizzo.

“A me per niente. I segreti comportano menzogne, inganni in una qualcerta misura, e a me non piace mentire ad Hikaru, lo sai. A dire il vero, lo odio; e molto anche.”

“Kaoru…”

“Tu puoi essere brava a mantenerli, Mama, ma io no. Mi fanno impazzire, te lo giuro.”

Yuzuha si morse il labbro.

“Kaoru, che ti sta succedendo?”

Kaoru sorrise, ironico.

“Ho solo sentito un segreto di troppo. Credo di aver preso la tua indole a origliare dietro le porte chiuse.”

Yuzuha alzò le sopracciglia, capendo improvvisamente.

“Oh, Darling…” batté delicatamente la mano sul letto, facendogli segno di sedersi accanto a lei. Kaoru la raggiunse lentamente, ubbidendo. Quindi, Yuzuha si sporse su di lui, prendendogli il viso tra la mani.

“Mi spiace che tu sia venuto a saperlo così, Darling.”

“Non è quello di cui dovresti dispiacerti maggiormente, Mama. Il punto principale non è che non dovresti giocare con le nostre vite a tuo piacimento?”

Yuzuha assottigliò gli occhi davanti al tono con cui l’aveva detto, ma riprese subito il suo sorriso.

“Darling, a te piace Haru-chan, nee?”

Le guance di Kaoru si imporporarono, e Yuzuha annuì.

“E, sinceramente, cosa pensi che provi tuo fratello?”

Di nuovo, Kaoru non rispose e Yuzuha annuì.

“Sto cercando di fare il meglio per voi, Kao-chan. Indicare il cammino ai figli è il compito di ogni madre, e io sto cercando di prepararvi la strada migliore che posso. E quella ragazza è quanto di meglio possa offrirvi da questo punto di vista. Questa pagliacciata della sfida è necessaria per questo, Kao-chan: quei due vecchi pazzi sembrano dei mastini in attesa di avventarsi sulla preda; devo giocare secondo le loro regole per toglierli di mezzo. Una volta che avranno perso la sfida, voi e Haru-chan non avrete più nulla da temere da quei due.”

“Sembri molto sicura di te, Mama.”

“So come giocare, Kao-chan, e io ho puntato sui cavalli vincenti.” gli fece l’occhiolino, ma Kaoru non ricambiò.

“Perché ci hai fatto questo, Mama? Perché non lasciarci andare avanti tranquillamente come sempre? Avresti potuto portarci via tutti quanti con Haruhi, tornando solo a scuola iniziata…”

Yuzuha storse il naso.

“Certo, avrei potuto. Diciamo che, dopo averci riflettuto, ho pensato che non sarebbe stato giusto: si gioca sempre secondo le regole, Darling, ricordatelo, altrimenti non si vince. In palio c’è la vostra felicità, credi sul serio che rischierei di mandare tutto a monte solo per semplificare le cose?”

Kaoru non rispose ma abbassò gli occhi; Yuzuha lo abbracciò.

“Daijobu, Darling. Non temere, ci penserò io a far andare tutte le cose al posto giusto.” si allontanò appena, poggiando la fronte contro la sua “È per questo che io sono la Mama, no?”

Gli schioccò un baciò sulla fronte.

“Domani spiegherò tutto anche ad Haru-chan e a Hika-chan, Darling. Si sistemerà tutto, vedrai.”

Poi si alzò, accarezzandogli una guancia, e raggiunse la porta; lì si bloccò, voltandosi di nuovo.

“Oh, Shin-chan mi ha detto di avvisarti che la cena è quasi pronta; dato che preferirebbe evitare di doverti trascinare giù di peso, chiede se ci raggiungi volontariamente o no” e gli fece l’occhiolino. Kaoru sorrise appena.

“Scendo subito.”

Yuzuha annuì, poi scese, fischiettando una vecchia canzone. Prima di seguirla, Kaoru gettò un’ultima occhiata all’esterno: capiva che sua madre lo faceva per loro. Lo capiva, perché sapeva che li amava davvero molto: se non fosse stata certa di fare il loro bene, non si sarebbe mai imbarcata in una situazione simile. Era sicura che, in questo modo, loro sarebbero stati felici.

"Demo Mama, non capisci che, in questo modo, uno di noi due soffrirà in ogni caso?"






(*) Hokkaido è una prefettura giapponese, che occupa l'intera isola di Hokkaido. Si tratta di una particolare prefettura costituita da un insieme di 14 sottoprefetture.

Hokkaido è la più settentrionale delle 4 isole principali dell'arcipelago giapponese e la meno sviluppata. L'isola è caratterizzata da una natura selvaggia e da inverni rigidi; Hokkaido attira amanti della natura e degli sport invernali nei mesi più freddi, ciclisti, campeggiatori ed escursionisti da giugno a settembre. Tutta l'isola è un'unica prefettura. Il suo capoluogo è Sapporo.

(Fonte: Wikipedia)

(**) Il periodo Edo (o Tokugawa; 1603 - 1867) indica quella parte della storia del Giappone in cui la famiglia Tokugawa detenne, con lo shogunato, il massimo potere politico e militare nel paese. Si concluse con la caduta dello shogunato e la restaurazione Meiji, ovvero l'assunzione del potere politico da parte dell'imperatore (dopo che per molti secoli gli imperatori giapponesi erano rimasti figure solo simboliche, prive di ogni potere reale).

(Rivisitazione dei dati di Wikipedia)

(***) Prima dell’utilizzo del riso, ad esempio per gli Onigiri, i giapponesi sono solito lavarlo con l’acqua per eliminare l’amido, che conferisce al liquido un colore bianco fino al suo esaurimento.

(Fonte: Me XD)

Un particolare che ancora non avevo specificato: l'espressione "Trio di Veri Amici" non è mia, ma un omaggio all'omonimo trio di Fruits Basket, altro manga che io amo molto: ovviamente, parlo di Shigure, Aya e Hatori. ^^ La differenza, ovviamente, è che in questo gruppo, manca una figura seria ed equilibrata: purtroppo, io non ho la capacità di crearne, sorry XD

Infine, ultima nota: Tutte le canzoni citate nel capitolo esistono davvero, il mio Mp3 ne è la prova. In particolare, 'Sakura Kiss' è di Chieco Kawabe ed è la opening dell'anime di Host Club, come ben sapete; la ballata con ci si rilassa Haruhi, invece, anche se non è specificato è 'Endless Story' di Yuna Ito, che chi ha visto i film di NANA conoscerà come interprete di Reira; 'Slap that Naughty Body' invece, è di Anna Tsuchiya, che molti di voi conosceranno per aver dato la voce a NANA nell'omonimo anime ('Rose' & co sono sue). Ascoltatele, se avete tempo, sopratutto la seconda: è davvero, davvero bellissima. *-*

LEGENDA:

- Kawaii: Carino/a

- Honto ni: Davvero.

- Hai: Sì.

- Nee: Vero/Hei. (sì, ho scoperto che si scrive con due ‘e’ XD)

- Iie: No.

- Arigato: Grazie.

- Nani: Cosa.

- Onegai: Per favore/Ti prego.

- Daijobu: Tutto bene.

- Gomen: Scusa.

- Baka: Stupido/Idiota.

- Oboiteru: Ricordi (verbo, non sostantivo, specifichiamo)

- Mama: Mamma.

E con questo capitolo, iniziò 'L'arco di Kaoru', come piace chiamarlo a me.^^ *TU MI HAI FATTO DIVENTARE UN DEPRESSO! ò-ò* Evita di urlarmi nella orecchie, Kao-chan. Vorei conseravare l'udito. *MA SONO UN DEPRESSO! ò-ò* Esigenze di scena, caro. Adattati. U_U *Ma... ma... ç_ç -Si butta addosso ad Haruhi, versando lascrime amare-* [E ti pareva se non ci finivo di mezzo io? -.-] Zitti voi due, che devo dire due paroline hai lettori. [*-_-*] Allora, prima di tutto, voglio spezzare una lancia a favore di Yuzuha; vorrei specificare che lei è seriamente convinta di star facendo il meglio per i suoi figli: vuole che siano felici, e pensa che Haruhi potrebbe aiutarli in questo senso, quindi agisce di conseguenza. Diciamo che ha una visione un po' ristretta della situazione, non ha sott'occhio il quadro completo; il che può essere un lato negativo, ma che ha anche i suoi lati positivi: i suoi figli sono al primo posto sempre, a qualunque costo. E' questa una delle cose che apprezzo di più di Yuzuha, anche se le conseguenze non sono sempre buone o giuste. $Finita l'arringa difensiva, avvocato della malora?$ Sì, noioso. -.- $Bene, perchè il tempo stringe: questa pagina è troppo lunga. Taglia.$ Ma... Io devo rispondere a 'Oji-san' e 'Friends'... ç_ç $Al prossimo capitolo; ora aggiorna e chiudi il becco.$ Despota. -.- $Grazie, molto gentile da parte tua. ^^$ -_- $^^$ -.- Ok, ho capito l'antifona. Hai vinto. -.- $Bene. ^^ -Torna al suo computer-$ @Roby-chan, Roby-chan! Salutiamo qui i lettori, quindi?@ Sì, Honey. Mi sa di sì... -_- #Ehi, ma io non sono nemmeno intervenuto! ò-ò# Anche Mori non ha parlato oggi, baka, ma non mi pare che lui se ne lamenti, giusto? -.- +...+ #Ma...# Baka, sono stanca. E' l'una di notte, Kyouya mi ha messa di cattivo umore e devo aggiornare. Ti spiace se procedo? -.- #Sei cattiva... ç_ç# Sopravviverò allo shock di questa scoperta. U_U (-Sussurra ad Haru e Kao- Certo che sembra tanto Kyouya-senpai quando è stanco ora, vero?) [Tanto... o-o] *Bah. Chi se ne frega, mi ha fatto diventare un depresso. -.-* Notte a tutte, ragazze. Spero che il capitolo vi sia piaciuto; volevo anche avvisarvi che entro venerdì 3 ottobre inizierò a pubblicare due piccole storie su Host Club: una è una piccola raccolta, un esperimento, diciamo; l'altra è una piccola long-fic a carattere puramente demenziale. Un modo come un altro per rendere più leggera l'attesa del nuovo aggiornamento di questa, dato che manca giusto un capitolo e ho concluso entrambe. Spero vorrete darci un'occhiata.^^ Ah, dimenticavo: guardate il PS qui sotto poi, ok? It's important! XD

Baci e a presto,

Roby&The Host Club



PS: Dato che qualcuna mi ha chiesto di mostrarle il progetto che ho fatto per il cottage degli Hitachiin, ho deciso di postarlo qui, in modo che tutte lo possiate vedere. Premetto che non sono né voglio diventare un architetto, le misure non sono precise, ecc..., quindi abbiate pietà in tal senso. ^^ Semplicemente, questo vuole essere uno stumento per visualizzare meglio il posto in cui si svolgeranno le vicende d'ora in avanti. Spero vi piaccia; io ne sono, nonostante le misure sballate e tutto il resto, molto, molto fiera.^^

Primo Piano
Secondo/Terzo Piano (La piantina in alto è del secondo piano, l'altra del terzo)
Mansarda+Soffitta (La massa informa in soffitta sono cianfrusaglie, eh... XD)

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Capitolo 9
*** Giorno VII, P. I – Risvegli ***


(...)= Discorsi di Hikaru

*...*= Discorsi di Kaoru *(...)*= Discorsi dei gemelli     (In generale: più simboli insieme= più personaggi)

[...]= Discorsi di Haruhi

+...+= Discorsi di Mori

@...@= Discorsi di Honey

$...$= Discorsi di Kyouya (da notare il simbolo usato, per niente scelto a caso... U_U)

#...#= Discorsi di Tamaki



L'ANGOLO DELLA POSTA

Presentano RobyLupin & The Host Club

R: Ciao ragazze, sono tornataaaaaaaaa! X°°D
Ha: Purtroppo -_-
R: Oh, sentimi Haru-chan, taglia. Tanto oggi non puoi dmeolirmi! ^o^
Hi: Come mai allegra? O.o
R: Non lo so. Sono solo esaltata. ^o^
Hi: Ah. o.o
R: Eh. ^o^
Hi: Kyouya, Robvy mi spaventa... *Indica Roby che balla il trenino insieme a Honey e Tamaki* Credo sia malata gravemente... O_O
Ky *Indifferente*: Sarà ancora l'aria delle feste. Ignorala. U_U
R: A, e, i, o, u, ipsilon! ^o^
Hi: Ci proverò... O_O
Ha: Ehi, ma questo... significa che siamo liberi fino a nuovo ordine? *____*
Ka, Hi: Hai ragione! *_____*
Ky *Prende un telecomando e schiaccia un pulsante rosso; una scossa parte dal collare di Roby, tramortendola*: Lavora, autrice inutile. Non voglio andare in passivo con le entrate, io.
R *Riprendendosi un po'*: Ma... Ma... E il trenino? ç_ç
Ky: Hai avuto le vacanze, per farlo.
R: Ma... Ma... ç_ç
Ky *Massaggiandosi le tempie*:Quando avrai finito di lavorare potrai tornare al trenino. Ma ora sbrigati.
R: *o* *Guarda gli host* Voi, al lavoro! Ora! ò-ò Baka, Honey, poi continuiamo la festa! ù-ù
Ta, Ho: Ok! *o*
Hi, Ha, Ka: Schiavisti infami. -_-
R: ù-ù

- Totoby: [Un'altra che mi da della serial killer -_-] Beh, Haru-chan, evidentemente ispiri omicidi, che ti devo dire. ^^ [No comment, davvero. -_-] XD Grazie mille per la recensione, totoby: sempre fleice che la storia piaccia. ^^ Besos^^
- Elychan: Eh sì, sei decisamente specie rara. XD Il WWF avrà buona cura di te, non temere XDComunque sì: impossibile non essere conquistate dai gemelli: Hika-chan... *ç* (Oh no, ha ricominciato... -.-)   *Susu, vedrai che ora la smetterà u.u* *ç* ... Ehm, sì, ok, ora mi ripiglio XD Dicevo, sono contenta che la scena del succo ti sia sembrata in stile Ouran. Shinichi a sempre buoni consigli, davvero. xD Peccato che Hikaru sia un tipo suscettibile. XD Waaa, che casino questi ragazzi. XD [Chissà perchè siamo incasinati... -.-] Insinui, Haru-chan? [Chi, io? Io non insinuo: io rivolgo accuse precise ù-ù] Pallosa. U_U [-.-] XD Grazie per la recensione, ely. Spero ti piacera anche questo capitolo. XD Besos^^
- Lady Hawke: Allora, per spostare la soffitta nella tua magione non c'è problema, basta che ti ricordi che una delle stanze è mia. Come tua -unica- nipote mi pare il minimo, no? ù-ù @Roby-chan, ma perchè tua zia vuole trasformare Haru-chan in un peluche? o.o@ Eh, Honey, il discorso è complicato: diciamo che si intenerisce facilmente con i personaggi maltrattati della ff. U_U @Oh. o.o E Haru-chan viene maltrattata? ò-ò@ Nah. Solo che la sua incolumità è messa a dura prova da eventi esterni. Niente di preoccupante, comunque. ^^ @Ok ^o^@ ^^ [-_-] Non fare quella faccia, Haru-chan. Arriverai viva a fine ff, non temere: sostituire l'eroina sarebbe troppo complicato, e io sono pigra. ^^ [Yu-uuuuh! =_=] Brava, così ti voglio: allegra e pimpante! ^^ [=_=] xD Contenta che la storia ti interessi, zia. XD Ti lascio andare ora . XD Besos^^ XD
- Kura92: Niente attacchi terroristici causati da un Kaoru depresso? Oh beh, meglio per me, direi XD [Speriamo in Hitachiin-san, va'. -.-] Ma lui mi vuole bene, Haru-chan. Non corro rischi con lui. ^^ [Forse. Ma almeno mi proteggerà da te. u.u] Non contarci troppo: io muovo i filo, ricordi? Sono una burattinaia. Muahahah! +___+ [o_O''] +___+ Grazie mille per la recensione, Kura: sono contenta che la storia ti stia piacendo. ^^ Besos^^
- Krichan: Allora, prima di tutto: wow!, che recensione! o.o La adoro! *___* *Oddei, è ripartita con l'esaltazione da recensione dettagliata. -.-* (Noiosa... -.-) Zitti voi. Lasciatemi esaltare. Io adoro le recensioni come questa! *___* *(-Sono annoiati-)* [massì, lasciatela fare: più parla con lei, meno stressa noi. -.-] Qui ci vuole una bella risposta kri, quindi mettiti comoda. ^^ Iniziamo da Hika e Kao: sì, decisamente per loro si prospettano tempi duri, e Kao è terrorizzato da questo. Diciamo che è in piena riflessione, ora come ora. Ma non dico altro, i prossimi capitoli si spiegheranno da soli, credo. ^^ Passando ai "dettagli apparentemente insignificanti" sappi che quasi nulla di quello che trovi scritto in un capitolo è messo per caso. Mi piace che i gesti, le espressioni e le parole possano offrire indizi dell'interiorità dei personaggi ai lettori, per questo faccio descrizioni il più possibili dettagliate di quello che "vedo" nella mia testa. Se sia un'evoluzione del mio stile o meno non so, lascio giudicare a voi, ma sono contenta che tu -e sicuramente altri, ma qui parliamo di te XD- sia riuscita a cogliere questo aspetto; sinceramente, a volte mi chiedo se i dettagli che metto vengono poi colti o meno. Mi consola sapere che riesco a raggiungere lo scopo. XD Infine, goditi tutto il merito per le foto di Haruhi in mano ai gemelli: finché tu non ne hai accennato nella recensione, io non ci avevo pensato, giuro X°D [ALLORA E' COLPA SUA! O_O] Ops... [Ma che ti ho fatto di male, scusa? ç_ç] Su, Haru-chan, non fare così... ^^''' [Crudeli... ç_ç] Uff, noiosa... -.- [Certo, parli facile tu. ç_ç] Bah. U_U Ora ti saluto, Kri. Grazie di nuovo per la recensione e per i complimenti. E sappi che le recensioni a critica d'arte mi piacciono, molto. X°D Besos^^
- Smemo92: Ok, direi che il capitolo scorso ti è piaciuto XD Lieta che la scena tra Haruhi e Hikaru ti sia piaciuta: devo dire che è stata molto apprezzata, mi fa piacere XD Ii gemelli, come ribadisce sempre anche la sensei, sono uguali ma diversissimi, e spero di riuscire a sottolineare sempre meglio la diversità che li contraddistingue. Shinichi è Shinichi: lo adoro gente, ormai lo sanno anche i muri! x3 Sopporta Yuzuha -Yuzuru è il padre di Tamaki XD- perchè è innamorato, semplicemente. XD Adoro questa coppia, giuro! x3 -A ridaglie X°D-. E adoro Yuzuha, mi spiace che a te non piaccia. Vabbé, de gustibus... XD E sì, qualcuno alla fine rimarrà ferito, ma credo sia normale: è impossibile che tutti ne escano indenni, in un modo o nell'altro. Ma fa parte della crescita anche questo, quindi è giusto che accada, per quanto mi spiaccia. E credimi, mi spiace davvero molto... -.- Grazie di nuovo per il tuo commento. Besos^^
- Fleacartasi:Beh, Shin-chan è Shin-chan: sa sempre più di quello che fa intendere agli altri, quello. Ah, quanto sono fiera di lui... *___* (Ehi, giù le zampe da nostro padre. ò-ò) Bah... U_U Yuzuha, invece, non è decisamente svampita in quel senso: non sottovalutarla mai, è piena di risorse. X°D  [Fin troppo... -.-] X°D Che adori i gemelli l'avevo vagamente notato, ma solo un po' XD Per scoprire le reaizoni dei due all'annuncio, però, temo dovrai attendere ancora un capitolo: te lo dico in anticipo, ma questo giorno ho dovuto tagliarlo a metà, era troppo lungo e pieno. XD Grazie mille, besos^^
- Laicachan: *Ehi, perchè questa mi da dell'emo? O_O* E che ne so, io. U_U *Guarda che sei tu che scrivi! Non sono mai stato così offeso in vita mia! Rimedia! ò-ò* Noioso. U_U Gemy no, Kao non è emo, grazie agli dei. X°D E sì, Haru-chan non sa apprezzare le sue fortuna... [Ah, si chiamano così ora? -.-]. Che dire, c'è gente ingrataa a questo mondo U_U [-_-] XD Non scusarti nemmeno per scehrzo per il ritardo. Anzi, grazie per aver letto e recensito. ^^ Besos^^
- Lan: Povero Kyo, non hai proprio pietà di lui, eh? x°D [E nemmeno di me, pare... -.-] XD Tranquilla Lan. Qualcosa mi dice che Kyo non rimarrà inattivo ancora a lungo. xD A buon intenditor... X°D Spero tu non abbia di nuovo perso le speranze di rivedere un capitolo nuovo. Semplicemente, il mio tempo scarseggia, e questi capitoli si fanno smepre più lunghi. XDBuona lettura, spero. ^^ Besos XD
- AliDiPiume: Primo: Grazie mille. ^^ Secondo: Belle le fiere di cavalli. *___* Piacerebbe pure a me andarci. X°D $Lascia perdere i cavalli, autrice idiota. Hai notato il resto del punto 2? -.-$ Certo che si, e perciò ripeto quel che ho detto a Lan qui sopra: qualcosa mi dice che Kyo non rimarrà inattivo ancora a lungo. Trai tu le tue conclusioni. XD $Tu spoileri troppo.$ Non è vero! Facico solo propaganda. Mi pare giusto, no? ù-ù $Bah -.-$ Terzo: spero che il tuo sonno non ne abbia risentito troppo X°D Quarto: posso dire ocn orgoglio che questa storia è la prima per cui tutto è già stato deciso al momento della sua creazione, ovvero più di un anno fa, ormai. XD La scena finale è già stata scritta. Il massimo che invento al momento sono alcune delle gag, ma le scene importanti e i passaggi sono già tutti nella mia testolina da secoli. XD Quinto: Belli i pugnali. Tienili lontano da me però, d'accordo? XD Grazie mille per la tua recensione, Ali. Besos^^
- Artemis_e_Claude: Beh, artemis, meglio tardi che mai, no? XD Prima di tutto, sono contenta che la location ti piaccia: ci ho lavorato come un mulo a quella dannata casa, sono cntenta che sia piaciuta. XD Secondo, Kyo poco evidenziato avrà vita breve, purtroppo per te: dopotutto, come dici anche tu Kyo non è nuovo ai giochi nell'ombra, no? XD Yuzuha... sì, lei adora Haruhi, ma la vuole per i figli, questo è chiaro a tutti. Quello che invece pensano gli altri due non saprei dirti, per ora. Credo si rivelerà con esattezza solo andando avanti con la storia, no? ^^ [Ti rendi conto, vero, che questa non è una vera risposta?] Oh, andiamo Haruhi: non vorrai che riveli tutto a tutti, no? U_U [Bah...] Shinichi è Shinichi: sempre con il consiglio giusto. E' un personaggio di cui sono molto fiera, sono contenta che ti piaccia. ^^ Se la sveglia di Yuzuha ti ha fatto ridere... beh, credo che questa, di sveglia, ti piacerà ancora di più XD Lieta anche che il litigio dei gemelli ti sia sembrato realistico... *Sono un depresso! ç_ç* ... così come che la storia ti piaccia. ^^ Spero di ritrovarti anche con questo capitolo. ^^ Besos^^
- Lely1441: Allora, dato che sono una persona buona e gentile -ridi e ti sparo XD- non farò ulteriori cenni al... malinteso. XD E non dire che non sono mai brava, eh. XD Passiamo alla vera risposta... [Alleluja, la poveretta si annoiava... -.-] -_- Dicevo... Tutti intrallazzati? Addirittura? XD Oh beh, lo vedrai da te, credo. XD -Ebbene sì, in realtà io shippo Mori/Haru +___+- [+O_O+] x°°D Per concludersi, la storia si concluderà. Abbi fede. U_U ... X°D Intanto, come vedi ho aggiornato. Sarai contenta ora, no? XD Ciao tappa, buona lettura, spero. XD Besos^^

 

R: Bene, finito! Ora posso tornare al trenino? *Fissa Kyo*

K *Indifferente*: A fine storia.

R: Schiavista. -_-

K: U_U

Ho: Roby-chan, niente trenino? ç_ç

R: Per ora no, Honey ç_ç

Ta: Non è giusto ç_ç

R: Lo so, baka. Ma non temere, a fine capitolo ce la faremo! ç_ç

T&Ho: *o*

R: Su, al lavoro! ò-ò A dopo, gente! Comunico che il capitolo copre solo metà giornata: stava diventando troppo lungo e pieno, così ho preferito spezzarlo in due. Spero di postare il resto il prima possibile. BesosXD

 

 

 

 

 

GIORNO VII, Parte I - Risvegli  

 

RESIDENZA ESTIVA DEGLI HITACHIIN- h 8.15

Chiunque dotato di un minimo di materia grigia era perfettamente cosciente del pericolo costante che si correva in presenza di certi elementi dell'Ouran e rispettive famiglie. Quando infatti si era in compagnia dei membri dell'Host Club - al gran completo ma non solo - c'era sempre il rischio che qualcosa di imprevisto accadesse, poco importava se si trattava dell'esaurimento delle scorte dolciarie di Honey o, peggio ancora, di una trovata del King in persona. Trovata che, c'era poco da fare, portava sempre alla catastrofe. In presenza dei relativi genitori, poi, i guai si moltiplicavano misteriosamente in modo esponenziale.

Chiunque dotato di tale materia grigia, dicevamo, considerava ormai il pericolo un vero e proprio postulato matematico, non necessitante di dimostrazioni di sorta.

C'era però qualcuno che, nonostante fosse dotato di non pochi neuroni funzionanti e fosse per di più un frequentatore assiduo dei soggetti in questione, ancora non era riuscito a capire le fondamenta di questo piccolo, insignificante, sacrosanto concetto.

Credo sia inutile sottolineare che questa persona era nientepopodimenoche Haruhi Fujioka, genio indiscusso della prima classe, sezione A dell'Ouran, nonché membro effettivo dell'Host Club da... beh, da tanto. Sembrava quasi incredibile, quindi, che Haruhi potesse fare un errore da principiante come osare sottovalutare la mente malata non solo dei suoi amici, ma - addirittura! - anche quella dei loro genitori. 

Eppure era stata proprio lei che, una volta entrata nella sua camera per la prima volta il giorno prima e avendo constatato che, all'apparenza, tutto era nella perfetta norma di una qualunque camera da letto, aveva tirato un sospiro di sollievo e si era stesa comodamente sul letto, incrociando le braccia sotto la testa e ritenendosi fortunata per le dimensioni della stanza. Era addirittura arrivata a ringraziare sentitamente la signora Hitachiin per la comoda sistemazione, una volta a cena. Insomma, Haruhi abbassò la guardia una volta di troppo e questo fu il suo primo, madornale errore.

Perché mai - mai, bisognava abbassare la guardia in casa Hitachiin. Soprattutto con la padrona di casa presente.

Nonostante questo preciso dogma esistenziale, Haruhi quella sera era andata tranquillamente a dormire, nella sua stanza, senza sospettare alcunché.

Peccato che le apparenze spesso e volentieri ingannino.

Quella mattina, infatti, mentre la ragazza si rigirava comodamente sotto le coperte e il sole si era alzato da poco tra le montagne, qualcosa si mosse nella camera: un piccolo pannello nascosto nella parete su cui poggiava il letto si alzò, scoprendo due occhi nascosti nell'ombra.

L'essere avanzò di un passo verso la stanza, appena illuminata dalla fessura tra le tende; si guardò intorno, incerto, finché non vide qualcosa muoversi sul grande letto che gli stava accanto. Subito, l'essere balzò sul materasso, avanzando leggero verso la ragazza. Le zampe unghiate non lasciavano che pochi segni sulle coperte morbide; in men che non si dica, si ritrovò sopra il corpo addormentato. Continuò ad avanzare, imperterrito, fino a fermarsi a pochi centimetri dal volto della ragazza.

Fu in quel momento che Haruhi, forse avvertita da un poco sottile istinto di sopravvivenza, pensò bene di svegliarsi.

Lentamente, socchiuse prima un occhio e poi l'altro, alzandosi quindi a sedere mentre si strofinava gli occhi. Ancora intontita dal sonno, si accorse comunque del peso che dal suo stomaco si spostava forzatamente sulle sue gambe.

‘Per favore, per favore, fa non siano di nuovo quei pazzi dei gemelli o la loro madre.' fu il suo primo pensiero.

Lentamente, come una condannata al patibolo prima dell'esecuzione, osò alzare gli occhi. Li spalancò, incontrandone un paio a pochi centimetri dalla sua faccia.

Due urli ben versi si propagarono quella mattina in casa Hitachiin.

"WAAAAAAAA!"

 "CHICCHIRICHIIII!"



Quella mattina, Hikaru si era svegliato presto. Certo, ‘svegliato' non è esattamente il termine che lui avrebbe utilizzato; in fondo, per svegliarsi bisognava aver dormito, no? E lui non aveva propriamente riposato quella notte. No, decisamente no.

Cercò di non pensare troppo a quello che lo aveva tenuto inevitabilmente sveglio, ma gli era difficile: in sedici anni, lui e Kaoru avevano condiviso ogni momento della loro vita, dagli incubi quando avevano tre anni ed erano costretti a sorbirsi ogni puntata di X-Files con la madre, ai piani per combinare qualche nuovo, inaspettato disastro in casa. E ogni notte, quando andavano a dormire, ne approfittavano per continuare i loro discorsi segreti, parlando e ridendo fino a che, esausti, non si addormentavano l'uno di fronte all'altro. Questa tradizione non era andata persa nel corso degli anni, al contrario si era rafforzata sempre di più; perfino quando Hikaru aveva preso gli orecchioni, a otto anni, Kaoru sgattaiolava nella stanza di nascosto, la notte, per fargli compagnia. Parlava solo lui, finché il gemello non si addormentava, sfinito, e lui poteva imitarlo. Hikaru ricordava ancora la reazione di sua madre quando, inevitabilmente, il fratello si era ammalato a sua volta; ne ridevano ancora, di quando in quando.

C'erano state solo poche, uniche eccezioni.

La prima era avvenuta la notte precedente quando, per la prima volta da che erano al mondo, i gemelli avevano dormito dandosi la schiena a vicenda, ignorandosi completamente l'un l'altro.

La seconda, invece, era stata quella stessa notte, quando Kaoru non era tornato in camera dopo cena.

Hikaru l'aveva aspettato a lungo, steso sotto le coperte per non fargli capire che era ancora sveglio quando fosse rientrato. Aveva voluto conservare un minimo di dignità, per non fargli credere di essere così disperatamente dipendente dalla sua presenza. Certo, era vero, ma non era il caso di sbandierarlo ai quattro venti, no?

Invece, contro ogni aspettativa razionale, Kaoru non era arrivato.

Scosse la testa, scocciato: se il giorno prima era preoccupato per il comportamento di Kaoru, al momento ne era completamente terrorizzato; che poteva essere successo di tanto grave, da cambiare in questo modo suo fratello? Che gli aveva fatto lui? Per quanto provasse a pensarci, proprio non riusciva a capire.

Scosse la testa, passandosi una mano tra i capelli: al diavolo, non aveva forse deciso, il giorno prima, di ignorarlo e aspettare che il neurone che aveva in testa si rimettesse a funzionare? E così avrebbe dovuto continuare a fare!

Svogliatamente, prese dei vestiti a caso dall'armadio, infilandoseli: era in piedi, ormai; tanto valeva scendere a far colazione. Suo padre si svegliava sempre presto, probabilmente aveva già preparato qualcosa. Non che avesse fame, al momento, ma preferiva tenersi occupato in qualche modo.

Era già alla porta quando, inaspettatamente, due grida colpirono le sue orecchie. E una delle due apparteneva ad una voce che conosceva decisamente bene.


"HARUHI!"


Uno dei problemi maggiori di Hikaru era, senza alcun dubbio, il fatto di non saper imparare dai propri errori. Kaoru lo prendeva spesso in giro per questo, sottolineando sempre come dovesse sbattere il naso in qualcosa almeno una mezza dozzina di volte prima di capire la lezione. Di solito, a questo punto Hikaru storceva il naso, vagamente offeso, mentre Yuzuha se la rideva poco distante. E allora veniva il suo turno, ricordando al fratello che anche lui non era decisamente da meno: aveva forse dimenticato che erano gemelli identici, e che i tratti di uno erano, spesso e volentieri, anche quelli dell'altro?

Provava una soddisfazione immensa e segreta quando Kaoru, a questo punto, non trovava di che ribattere.

Questo però non toglieva il fatto che il gemello avesse ragione. Hikaru lo sapeva, ma non sapeva che farci: era fatto così, punto. Non chiedeva certo che gli altri lo approvassero, no?

Certo era che questo aspetto del suo carattere, che lui si ostinava così tanto a non voler nemmeno tentare di cambiare, lo cacciava spesso e volentieri in situazioni, diciamo, imbarazzanti. Molto, molto imbarazzanti.

Tanto per fare un esempio, l'esperienza di qualche giorno prima - quando era entrato improvvisamente in una qualcerta camera da letto, trovandosi davanti la proprietaria mezza svestita - avrebbe insegnato ad una persona normale una semplice lezione di vita: mai, per nessuna ragione, entrare senza bussare nella camera di una ragazza.

Si dava però il caso che Hikaru non fosse esattamente una persona normale, e non solo perché era ricco sfondato, né perché era un gemello, tantomeno perché aveva un concetto tutto suo del divertimento. Nah, niente di così banale. Semplicemente, Hikaru non imparava la lezione.

Se ci fosse riuscito, infatti, quella mattina non si sarebbe fiondato fuori dalla porta della stanza, in un esatto replay della mattina del fattaccio, né si sarebbe aggrappato con forza alla maniglia della porta bianca davanti alla sua, pronto ad abbassarla con forza per entrare e controllare.

No, decisamente non l'avrebbe fatto.

Fortuna - sua - volle però che nel preciso momento in cui stava per aprire, avvenne qualcosa che glielo impedì. Nella fattispecie, la porta si aprì, e un oggetto piccolo, solido e urlante gli si fiondò addosso, facendolo cadere lungo disteso all'indietro.

Hikaru imprecò a mezza voce mentre l'essere si sollevava da lui facendo leva con le braccia. Stava già per dire cose decisamente poco carine al suo indirizzo quando, aprendo gli occhi, si rese conto di una cosa sconvolgente. Per lui, almeno.

Era Haruhi.

Haruhi che si massaggiava la testa dolorante dopo lo scontro.

Haruhi che si massaggiava la testa dolorante dopo lo scontro a pochi centimetri dalla sua faccia e ancora cavalcioni su di lui dopo la caduta.

E che, per tutte le divinità che conosceva, indossava solo la camicia da notte rosa che le aveva regalato suo padre!

Hikaru pregò che il suo povero cuore potesse reggere il colpo.

Ad aiutare il suo muscolo cardiaco ultimamente molto provato, ci pensò proprio la causa di tutto: Haruhi, infatti, spalancò improvvisamente gli occhi, come se si fosse ricordata qualcosa d'importante, quindi si voltò, colpendo molto poco carinamente lo stomaco di Hikaru con il ginocchio e mancando di poco la sua mandibola col piede nudo. Come se ne andasse della sua vita, quindi, gattonò fino alla porta da cui era uscita, chiudendola di scatto. Solo allora sospirò, rassicurata.

Meno rassicurato era però Hikaru.

"Haruhi..." mormorò con voce addolorata.

Lei parve accorgersi solo in quel momento con cosa si fosse scontrata e voltò il busto.

"Hikaru...?" chiese.

Lui annuì, trattenendo dolorosamente il respiro con una smorfia.

"Haruhi, non che tu sia pesante o altro, sia chiaro. E per me puoi anche scegliere di rimanere qui anche tutto il giorno, se proprio ci tieni. Però potresti almeno spostare il ginocchio destro un po' più di lato? Sai, credo che il mio stomaco sia giunto al suo limite..."

Haruhi lo fissò, quindi spostò lo sguardo sul ginocchio incriminato; le guance le si imporporarono leggermente per la colpa quando si rese conto che, in effetti, non aveva scelto una posizione felice.

Subito quindi si alzò, inciampando leggermente nelle gambe dell'amico, che trattenne coraggiosamente gli improperi che gli erano saliti alla bocca all'ennesimo scossone. E che nessuno si azzardasse a dire che non era un gentiluomo, eh!

Quando Haruhi si fu spostata, Hikaru riuscì finalmente a mettersi seduto, massaggiandosi la testa. Stranamente, nonostante prima avesse parlato in tono leggero solo per sdrammatizzare, si rese conto che una parte di lui era effettivamente dispiaciuta dal fatto che la ragazza si fosse alzata. Altrettanto incredibilmente, si rese conto che a quella stessa parte non avrebbe avuto niente da ridire a capitombolare di nuovo a terra con Haruhi, anche a costo di una nuova ginocchiata nello stomaco. Avrebbe perfino accettato una testata, se fosse stato necessario.

Inutile dire che questa rivelazione portò la sua temperatura corporea spaventosamente in alto, facendo arrossire dall'imbarazzo anche le punte delle sue orecchie.

Cercando di ignorare questa stupidissima sezione della sua mente, Hikaru cerco di concentrarsi nuovamente su Haruhi, in piedi davanti a lui col capo chino, che continuava a scusarsi.

"Gomen, Hikaru!" stava infatti dicendo, le mani giunte come in preghiera "Non volevo investirti in quel modo! È tutta colpa di quello stupido animale..."

"Animale...?" mormorò lui incuriosito, segretamente felice di avere qualcosa su cui spostare l'attenzione.

Haruhi interruppe immediatamente le sue scuse, irrigidendosi. Indicò la stanza dietro di lei con l'indice.

"C'è... qualcosa... lì dentro che mi è saltato addosso, svegliandomi. Credo fosse una specie di uccello. Mi ha spaventata a morte..."

"Un animale?" ripeté lui.

"Sì... All'inizio pensavo ad un sogno, ma era troppo concreto per esserlo, così..." la sua voce si spense, leggermente in imbarazzo. Quanto stupida doveva sembrare la sua versione dei fatti, dall'esterno?

Hikaru la guardò in silenzio per qualche secondo, poi parve illuminarsi di comprensione.

"Oh, parli di Pochi?"

"Po... Pochi?" domandò Haruhi, sinceramente confusa.

"Ma certo, dev'essere lui! Dici che ti ha svegliato, no?"

"S... sì..."

"Allora deve per forza essere Pochi. Mama l'ha addestrato apposta."

"A... Addestrato?"

Hikaru sorrise candidamente.

"Esatto!" replicò, felice che avesse colto subito il succo del discorso. Per tutta risposta, Haruhi lo guardò basita.

"Chi sarebbe esattamente Pochi?"

Il sorriso di lui si allargò.

"La nostra sveglia a gallo!"



Il silenzio che seguì la strana rivelazione di Hikaru fu breve, ma al ragazzo parve durare un'eternità. Haruhi lo fissava allibita, come se non potesse credere alle proprie orecchie.

"Sveglia a gallo?" riuscì infine a mormorare.

Hikaru annuì.

"Mama l'ha fatto addestrare alla scuola che ha preparato anche i nostri cani da guardia. Ogni mattina Pochi si sveglia, tira una cordicella con il becco e spalanca un passaggio nel muro. Quindi, se nota un occupante ancora addormentato nel letto, lo sveglia a modo suo. Geniale, vero?"

Haruhi lo fissò senza parole: ma che era, un gallo transgenico?!

"Quindi tu mi stai dicendo che sono stata traumatizzata da un gallo-sveglia?"

"Esatto!"

Haruhi si appoggiò con la schiena alla porta per farsi sorreggere: ma perché - perché non poteva trovarsi degli amici normali, con famiglie normali, e che usavano sveglie normali? Perché?!

Hikaru si era intanto alzato in piedi, avvicinandosi a lei e chinandosi all'altezza del suo viso; quindi le aveva dato un colpetto con l'indice sulla fronte.

"Haruhi, non mi dirai che ti ha spaventato davvero?" chiese, divertito "Proprio tu, che non hai mai paura di nulla, spaventata a morte da un povero gallo innocente e, a quest'ora, probabilmente anche traumatizzato?" e ghignò.

"Beh, scusa tanto se, dopo essere stata svegliata in quel modo, mi sono spaventata un pochino..." replicò lei, leggermente stizzita. Dato che in quel momento fissava il pavimento con il broncio stampato in faccia, non si accorse che quella di Hikaru era diventata improvvisamente di un bel rosso evidenziatore a causa proprio di quell'espressione che, nella mente del ragazzo, la rendeva dannatamente kawaii anche per i suoi soliti standard.

"Comunque sia, Haruhi," riprese quindi lui voltandosi di colpo e dandole una pacca sulla nuca "Credo ti convenga cambiarti ora. Mio padre avrà già preparato la colazione a quest'ora. Ti aspetto giù..."

Stava già avviandosi verso le scale, quando si sentì tirare per la manica. Rimase sorpreso nel constatare che era effettivamente Haruhi a trattenerlo.

"Nani?"

Haruhi, con lo sguardo sempre rivolto verso il basso, indicò la sua stanza con la mano libera.

"E se è ancora lì?" chiese con tono titubante.

"Eh?"

"Pochi," rispose lei "Se è ancora lì?"

Le costava un enorme sforzo di volontà dire quelle parole, ma Haruhi stava ormai imparando che con la signora Hitachiin di mezzo l'orgoglio era più un impedimento che altro. E se quella pazza avesse progettato anche altro, oltre che la gallo-sveglia?

Certo, ora avrebbe dovuto subire prese in giro a non finire ma, diavolo, meglio queste che la morte certa, no?

"Pff... pfff..."

Appunto.

"Ahahah, Haruhi... non ci posso credere... povero... povero Pochi..." e continuò bellamente a ridere.

Haruhi non alzò nemmeno lo sguardo, in attesa che le prese in giro terminassero. Probabilmente, avrebbe dovuto aspettare a lungo ma tant'è, ormai era fatta, no?

Si stupì non poco sentendo improvvisamente il silenzio attorno a sé.

Osò alzare gli occhi, pronta ad una scarica ininterrotta di sfottò, ma li spalancò quando vide Hikaru che, chino in avanti, la guardava come se fosse stata una bambina di cinque anni particolarmente senza speranza.

"Baka," le disse, senza smettere di sorridere "Pochi sarà già tornato al suo posto, ormai. Quando l'occupante della stanza si sveglia lui torna a dormire."

Pur nell'imbarazzo che stava provando, Haruhi non poté fare a meno di sbuffare, considerando quanto fosse ipocrita quel dannato gallo-sveglia.

Hikaru però dovette interpretare diversamente la sua reazione, perché sospirò, rassegnato, le scompigliò i capelli e si raddrizzò, facendosi avanti.

"Baka," ripeté tra sé e sé, mentre abbassava piano la maniglia. Quindi si voltò verso di lei, un ghigno ironico in volto, e le arruffò i capelli "Vedrai che ora il gallo cattivo non ci sarà più, Usako."

"Mi hai preso per Sailor Moon?" replicò la ragazza, scansandosi. (*)

"Nah, solo per un coniglio fifone."

Haruhi storse la bocca alla presa in giro ma non commentò, limitandosi a guardare Hikaru che apriva la porta e accendeva la luce: conoscendolo, si era aspettata decisamente di peggio. Meglio evitare di sfidare la buona sorte che, per un istante, le aveva arriso.

Hikaru face un passo all'interno della camera, continuando a ridacchiare divertito, e accese la luce. Haruhi lo seguì a ruota, ben attenta a rimanere dietro la sua schiena per sicurezza: con un gallo-sveglia della signora Hitachiin in giro, non si poteva mai sapere.

Presa com'era da questi particolari, nemmeno s'accorse del colore che imporporò le guance dell'amico quando si appoggiò alla sua schiena, pronta a scattare all'indietro al minimo segno di pericolo.

Rassicurata dal silenzio e dalla (almeno apparente) tranquillità che veniva dalla stanza, Haruhi osò finalmente far capolino da dietro l'amico, controllando per bene tutt'intorno. Sospirò, rassicurata, quando constatò che non c'erano altri potenziali pericoli per la sua incolumità, e decise quindi di esporsi.

Nel momento stesso in cui si scostò, Hikaru si fece istintivamente da parte; lo guardò confusa, ma lui si limitò a sogghignare, facendo un passo indietro.

"Vedi, Usako? Niente galli-sveglia in agguato," un altro passo verso la porta "Ora direi che puoi cavartela da sola." altro passo "Scendo a far colazione, ci vediamo." Hikaru si voltò, salutandola con un cenno della mano; sembrava quasi sollevato per qualcosa.

"Hikaru... ?"

Hikaru si bloccò, come rassegnato per qualcosa che Haruhi non riusciva proprio ad afferrare. Esitò, capendo che non poteva certo chiedergli che gli stesse prendendo così, come se nulla fosse: ormai aveva imparato che, con un ragazzo, soprattutto con quelli appartenenti al Club, quello era il modo migliore per fargli fare dietro front e svignarsela.

"Nani?" chiese lui, curioso. Subito, Haruhi cercò una scusa plausibile.

"Ehm... Sei sicuro che se ne sia andato, vero?" chiese, guardandosi nervosamente intorno. Aveva appena finito di pronunciare quella frase quando si morse la lingua: diavolo, una scusa meno umiliante no?

Lui la guardò stupito per qualche secondo prima di scoppiare a riderle in faccia.

"Sei proprio un usako, nee Haruhi?" annunciò, scoppiando a ridere e scompigliandole nuovamente i capelli. Stavolta, Haruhi sopportò in silenzio e non si scostò: a che sarebbe servito spostarsi, in fondo? Certo, non a indorarle la pillola.

Sentì Hikaru sospirare rassegnato, per poi aggiungere: "Ti aspetto fuori allora."

Alzò gli occhi giusto in tempo per vedere la porta chiudersi dietro di lui. Haruhi sospirò, dirigendosi verso l'armadio; aprì un piccolo spiraglio, controllando che al suo interno non ci fosse un qualche gatto-stilista pronto ad aggredirla fisicamente per farle indossare chissà che. In fondo, non è che si sentisse proprio tranquilla, in quella casa; quella di prima era stata una scusa, d'accordo, ma non esattamente priva di fondamenti.

Verificato che almeno per il momento il pericolo era scampato, sospirò nuovamente, iniziando a cercare qualcosa da mettersi.

Sperò solamente che ci fosse anche qualcosa di pratico, in quel marasma di stoffa chiamato guardaroba.



Hikaru chiuse la porta dietro di sé con un sospiro. Vi si appoggiò, portando una mano sul petto, zona cuore: dei, quanto era idiota! Perché diamine si stava comportando così stranamente, in quei giorni?

Sì, d'accordo, non era una cosa esattamente recente, a ben pensarci: era tempo che, quando si parlava di Haruhi, i suoi comportamenti erano, per dirlo con un termine eufemistico, bizzarri. Di solito riusciva a non darci peso, soprattutto quando riusciva a distrarsi combinando nuovi tiri al Lord, o coalizzandosi per qualcosa con suo fratello.

Quel che lo faceva più arrabbiare però era che, ultimamente, pensava più alla sua amica che al suo gemello, e questo era grave. Anche in quel momento, per esempio, avrebbe dovuto continuare a riflettere sul motivo per cui Kaoru ancora non si era fatto vedere; questa cosa, in fondo, lo preoccupava più di quando volesse dare a vedere a chicchessia. Il problema era che non lo stava facendo; si stava invece preoccupando del motivo per cui, negli ultimi giorni, si stava comportando ancora più del solito da idiota con Haruhi. Iniziava seriamente a pensare di soffrire di schizofrenia (**); forse avrebbe dovuto suggerire a sua madre di spedirlo da uno psicologo, una volta tornati a casa.

Sbuffò, grattandosi la testa, cercando di pensare ad altro mentre Haruhi si cambiava. Scoprì che la colazione poteva essere una buona distrazione, se si impegnava abbastanza: passò il tempo a riflettere su che cosa avesse potuto preparare suo padre; di solito, quando erano tra loro cucinava omelette e pancetta ma, data la folla che era radunata in casa, probabilmente il menù sarebbe cambiato. Peccato.

Guardò l'orologio: le otto e mezza. Chissà se sua madre dormiva ancora o si era svegliata. E chissà come intendeva passare il suo tempo in montagna: le pause per lei erano rare, e Hikaru non riusciva mai veramente ad immaginare come potesse tenersi occupata. Fu allora che gli venne in mente che, magari, era per avere qualcosa da fare che aveva organizzato una compagnia così numerosa per questa vacanza. Forse, alla fine, anche lei aveva voluto cambiare abitudine e movimentare un po' le ore che, di solito, trascorreva sola col marito. Sì, probabilmente era cosi.

Era ancora immerso nei suoi pensieri quando la porta a cui era poggiato si aprì improvvisamente. Fu solo grazie a degli insperati e pronti riflessi che Hikaru evitò di franare a terra per la seconda volta nel giro di mezz'ora. Riuscì infatti ad aggrapparsi allo stipite con la punta delle dita, mantenendo a stento l'equilibrio.

"Haruhi! Stai più attenta!" sbottò, voltando la testa.

Haruhi si limitò a guardarlo sorpresa.

"Gomen, Hikaru. Demo, perché appoggiarti alla porta e non al muro? Sapevi che sarei dovuta uscire, no?"

Hikaru voltò la testa di scatto, raddrizzandosi per bene ed evitando che si notasse quanto la logica ferrea con cui Haruhi si era rivolta a lui l'avesse fatto irritare.

"Dettagli. Dovresti stare più attenta comunque."

"Sei illogico, sai?"

"E tu una fifona, Usako." Ribatté, voltandosi e tamburellando con l'indice la sua fronte, il solito ghigno sarcastico in volto. "Allora, il brutto gallo cattivo ti ha aggredita di nuovo? O è stata la volta di un gatto-killer?"

Haruhi lo fissò inespressiva.

"Ah. Ah. Ah. Molto, molto divertente, Hikaru."

Il ghigno sarcastico si allargò ulteriormente.

"Non è colpa mia se sei una fifona." La prese in giro "Ma non temere, Haruhi: paurosa fa kawaii, non lo sapevi?"

Il volto di Haruhi non accennò a cambiare espressione.

"Se lo dici tu..."

Rimasero così, l'uno a ridacchiare divertito, l'altra in preda all'esasperazione, finché qualcosa dietro di loro non attirò l'attenzione della ragazza. Riconosciuto il soggetto, Haruhi non si lasciò sfuggire l'occasione per portare altrove il discorso.

"Hoe, Tamaki-senpai?"

Hikaru si voltò, solo vagamente sorpreso dalla comparsa del suo senpai. Fu molto più sorpreso dal ritrovare dentro di sé la stessa irrazionale irritazione del giorno prima. Odiava questa sensazione. Registrò solo vagamente il fatto che Tamaki fosse sorpreso quanto loro dalla chiamata: probabilmente, nemmeno lui era ansioso di farsi vedere, in quel momento.

"Oh, Haruhi, Hikaru," squillò "Ohayo!"

"Buongiorno, senpai," ribatté Haruhi, sorridendo. L'irritazione di Hikaru sembrò crescere istantaneamente, come la sua sensazione di essere un completo imbecille.

"Ohayo, Haruhi," stava intanto dicendo Tamaki, mostrando un sorriso che ad uno scocciato Hikaru sembrò palesemente posticcio. Certo, non si fidava abbastanza dei suoi giudizi per poterlo affermare con certezza, al momento.

Haruhi, invece, parve non notare nulla, perché continuò a parlare normalmente.

"Eri giù uscito, senpai?"

"Hai, mi piace svegliarmi presto," spiegò, sempre sorridendo "L'alba è un bello spettacolo, soprattutto qui in montagna. E poi, Antoinette adora correre nel primo mattino."

"Oh, capisco." ribatté lei; sembrava piacevolmente sorpresa, e Hikaru non poté fare a meno di storcere la bocca in una smorfia: per qualche motivo, quel sorriso gli pareva decisamente sbagliato "Quindi stai tornando ora dalla passeggiata?" chiese intanto lei.

"Hai. Volevo andare a fare colazione, ma mi sono ricordato di aver dimenticato il telefono in camera, così..."

"Potevi almeno toglierti le scarpe, Lord" Hikaru sobbalzò interiormente: aveva solo immaginato l'acidità delle sue parole, o l'aveva usata davvero? Sperò vivamente nella seconda ipotesi.

Tamaki si guardò i piedi, visibilmente imbarazzato.

"Ops..." mormorò, arrossendo; Hikaru sospirò con rassegnazione.

"Toglile ora. Noi ti aspettiamo giù," sbottò Hikaru; una parte di lui si odiò enormemente per il tono seccato che stava usando, ma un'altra - la maggior parte, in effetti - stava incitandolo a continuare così "Stavamo giusto scendendo a mangiare..."

"Hikaru, non credo sia un gran problema aspettare il senpai, no?" ribatté Haruhi, leggermente confusa dal suo strano modo di fare, così poco inerente al contesto.

"Iie, Haruhi," rispose Tamaki a sorpresa "Hikaru ha ragione. Devo anche fare una telefonata urgente, quindi è meglio che mi precediate; potrei metterci un po'."

Sempre più confusa dallo strano comportamento dei due ragazzi, Haruhi annuì poco convinta e si avviò giù dalle scale. Hikaru salutò il suo senpai con un cenno della mano e la seguì, odiandosi profondamente per come si era comportato fino ad un attimo prima. Si odiò ancora di più notando che, una volta lasciatosi Tamaki alle spalle, la rabbia irrazionale stava scemando velocemente.

Decisamente aveva bisogno di quello psicologo. E alla svelta, anche.



C'era da dire che Tamaki non aveva mentito. Non su tutto, almeno.

Nelle sue parole c'era di vero che amava sul serio alzarsi presto per vedere sorgere l'alba, così come amava guardare il cielo stellato la sera: in qualche modo gli pareva che così sua madre fosse più vicina di quel che fosse in realtà. Quando era piccolo, infatti, avevano preso l'abitudine di farlo assieme alla finestra della sua camera. Pensando che anche lei avesse guardato le sue stesse cose, anche se in momenti diversi della giornata, rendeva Tamaki terribilmente sereno.

E anche quella mattina non aveva mancato a quel'appuntamento col suo passato: aveva preso Antoinette, che dormiva con lui, e l'aveva lasciata libera nella radura che li circondava mentre guardava il sole che sorgeva. Le montagne come fondale gli avevano fatto pensare che nemmeno in Francia aveva visto un'alba così bella. Certo, sua madre lo era decisamente di più, ma quello non contava, no?

Il sole non era ancora sorto del tutto e Antoinette aveva appena trovato una scia interessante da seguire nell'erba, quando Tamaki l'aveva sentito: un urlo ben distinto proveniente dalla casa, appartenente ad una persona che conosceva bene.

"Haruhi!"

Alzarsi dal prato e correre verso la villa era stata una reazione praticamente istintiva e immediata. Salì i gradini d'ingresso due a due, spalancò la porta con forza e non si preoccupò nemmeno di togliersi le scarpe. Sfrecciò su per la scalinata di legno che portava al piano superiore, pronto a correre in aiuto della sua bambina. Si fermò però in cima alle scale, quando sentì una voce maschile dire:

"Haruhi, non che tu sia pesante o altro, sia chiaro. E per me puoi anche scegliere di rimanere qui anche tutto il giorno, se proprio ci tieni. Però potresti almeno spostare il ginocchio destro un po' più di lato? Sai, credo che il mio stomaco sia giunto al suo limite..."

Hikaru.

Ah, doveva immaginare che quel demonio travestito da figlio c'entrasse in qualche modo! Ma questa volta non l'avrebbe certo passata liscia: qui urgeva una sonora sculacciata. Come padre di famiglia, gli parve suo preciso dovere.

Stava già per salire gli ultimi gradini che lo separavano dal pianerottolo, quando gli giunse anche la risposta della ragazza.

"Gomen, Hikaru! Non volevo investirti in quel modo! È tutta colpa di quello stupido animale..."

Animale? Quindi un animale aveva aggredito la sua piccola? Ma scherzavano?!

Questo fu il suo pensiero per circa un millesimo di secondo, ovvero finché il resto della frase lo colpì: investirti?! Oddei, Haruhi quindi era caduta addosso a... Rischiò di svenire sul colpo, ma riuscì a fare gli ultimi gradini che gli rimanevano, incespicando. Si sporse, già pronto a correre in soccorso della sua piccola, quando notò che era in piedi, davanti al maggiore dei gemelli. Sollevato, poggiò la schiena alla parete, passandosi una mano tra i capelli. Per un attimo aveva avuto la sensazione tangibile che il suo povero e disgraziato cuore si bloccasse, per lo spavento che si era preso.

Silenziosamente, si ritrovò ad ascoltare i discorsi dei suoi due kohai (***): a quanto pareva, la signora Hitachiin aveva come hobby l'addestramento di galli-sveglia particolarmente fastidiosi.

"Quindi tu mi stai dicendo che sono stata traumatizzata da un gallo-sveglia?"

"Esatto!"

Fu naturalmente immediato per Tamaki decidere l'eliminazione fisica dell'animale fedifrago: come si permetteva di spaventare a morte la sua adorata Haruhi?!

Riprese quindi ad ascoltare, mentre decideva il metodo migliore per far sparire il colpevole. Ascoltò Hikaru prendere in giro l'amica, e una strana sensazione di fastidio lo colse: certamente, ad Haruhi non dovevano far piacere le parole del gemello; e lui, a quel pensiero, non poteva fare a meno di storcere il naso.

Infine, Hikaru riuscì a dire qualcosa che catturò veramente la sua attenzione.

"Credo ti convenga cambiarti ora. Mio padre avrà già preparato la colazione a quest'ora. Ti aspetto giù..."

Stranamente, Tamaki si sentì incredibilmente sollevato: finalmente poteva dirsi veramente d'accordo su qualcosa detta da quel diavolo di gemello.

Quindi si raddrizzò, pensando che avrebbe fatto meglio a non farsi trovare lì: non voleva certo essere preso per un impiccione, in fondo. Stava già per scendere a sua volta in sala da pranzo, quando fu costretto a bloccarsi di nuovo.

"E se è ancora lì?"

Tamaki si sentì improvvisamente nervoso: perché Haruhi lo aveva fermato?

"Eh?"

"Pochi," rispose lei "Se è ancora lì?"

Oh, allora aveva paura. Gli sembrava assurdo che Haruhi - la sua coraggiosa Haruhi - potesse aver paura di un gallo. Ricordava bene come fosse stato difficile trovare qualcosa che la spaventasse, quando avevano fatto quello stupido gioco al mare.

Tamaki scosse la testa, sorridendo intenerito al ricordo: il fatto che ad Haruhi facessero paura proprio i temporali gli ricordava molto lo spauracchio classico degli shojo manga. Contando che lei era l'esatta antitesi del genere, la cosa lo aveva oltremodo divertito, alla fin fine.

Si riscosse improvvisamente quando Hikaru smise di ridere senza ritegno, tossicchiando leggermente.

"Ti aspetto fuori allora."

Fu strano per Tamaki rendersi conto di star stringendo i pugni senza un motivo preciso, così come lo fu constatare che si era come congelato nella sua posizione. Chiuse e riaprì gli occhi un paio di volte, solo per controllare di non essere caduto in stato catatonico senza accorgersene, quindi inspirò ed espirò profondamente, cercando di calmarsi. Si sarebbe chiesto dopo del motivo per cui si stava comportando così da... da idiota; per il momento, l'importante era calmarsi.

Però, miseria, perché lui la stava aspettando? Che senso aveva? Non poteva controllare che la bestiaccia non fosse più in giro e poi andarsene? Perché...

Tamaki scosse la testa, dandosi qualche leggero schiaffo in faccia: che diavolo stava pensando? Era l'Otou-san, lui. Avrebbe dovuto essere contento, rassicurato che suo figlio si prendesse buona cura della sua sorellina. Non avrebbe dovuto sentirsi... infastidito?

"Haruhi! Stai più attenta!"

Lo scambio di battute tra i due attirò nuovamente la sua attenzione, così si sporse appena in fuori per sentire meglio.

"Gomen, Hikaru. Demo, perché appoggiarti alla porta e non al muro? Sapevi che sarei dovuta uscire, no?"

"Dettagli. Dovresti stare più attenta comunque."

"Sei illogico, sai?"

"E tu una fifona, Usako. Allora, il brutto gallo cattivo ti ha aggredita di nuovo? O è stata la volta di un gatto-killer?"

Inspiegabilmente, Tamaki si sentì molto meglio quando notò che l'atmosfera era tornata la solita: Hikaru che prendeva in giro Haruhi; normalmente avrebbe voluto gridare a Hikaru di smetterla immediatamente, ora avrebbe voluto abbracciarlo.

"Non è colpa mia se sei una fifona." La prese in giro "Ma non temere, Haruhi: fifona fa kawaii, non lo sapevi?" stava dicendo lui in quel momento.

"Se lo dici tu..."

Tamaki sospirò di nuovo, stavolta sollevato, sentendo Hikaru ridacchiare e Haruhi sbuffare infastidita. Decisamente, tutto pareva tornato alla normalità. Ora poteva anche scendere a fare colazione, fingendo di essere appena rientrato dalla passeggiata mattutina, e...

"Hoe, Tamaki-senpai?"

... E ovviamente Haruhi lo aveva visto, dannazione alla sua imbranataggine.

Resistette appena alla tentazione di far finta di nulla e di svignarsela alla chetichella per le scale: ormai era stato visto; peggiorare la situazione avrebbe solo fatto più danni.

"Oh, Haruhi, Hikaru," squillò, uscendo dal suo nascondiglio e facendosi loro incontro "Ohayo!"

"Ohayo, senpai," ribatté Haruhi, sorridendo. Nonostante l'imbarazzo che provava al momento, Tamaki si ritrovò stupidamente a ricambiarla, mentre una strana sensazione di calore gli si diffondeva vicino allo stomaco.

"Eri giù uscito, senpai?"

"Hai, mi piace svegliarmi presto. L'alba è un bello spettacolo, soprattutto qui in montagna. E poi, Antoinette adora correre nel primo mattino" rispose, rasserenato dal fatto che gli aveva posto una domanda dalla risposta semplice.

"Oh, capisco." Continuò lei "Quindi stai tornando ora dalla passeggiata?"

Ed eccola lì, la domanda che Tamaki avrebbe decisamente preferito evitare. E ora che le diceva? Che li aveva spiati fino a quel momento?

"Hai. Volevo andare a fare colazione, ma mi sono ricordato di aver dimenticato il telefono in camera, così..."

"Potevi almeno toglierti le scarpe, Lord."

Il commento di Hikaru lo interruppe. Era solo una sua impressione, o suonava decisamente acido? E stava solo immaginando l'irritazione che, a sua volta, stava prendendo piede in lui?

Decise di ignorare entrambe le sensazioni e si ritrovò a guardarsi i piedi per non pensarci, per poi passarsi una mano tra i capelli, imbarazzato.

"Ops."

Sentì Hikaru sospirare e arrossì, più per il fastidio che per il disagio.

"Toglile ora. Noi ti aspettiamo giù, stavamo giusto scendendo a mangiare..."

Improvvisamente, Tamaki desiderò che se ne andassero il prima possibile. Sentiva una strana rabbia dentro di sé che non gli piaceva affatto e voleva evitare di fare cose di cui poi avrebbe potuto pentirsi.

Questo strano risvolto del suo carattere lo spaventava a morte.

"Hikaru, non credo sia un gran problema aspettare il senpai, no?"

"Iie, Haruhi" disse quindi "Hikaru ha ragione. Devo anche fare una telefonata urgente, quindi è meglio che mi precediate; potrei metterci un po'" e lì salutò scuotendo la mano, un ampio sorriso sulle labbra.

Hikaru, che gli pareva avere la sua stessa urgenza di andarsene, fece un cenno con la testa, avviandosi per le scale. Haruhi, invece, lo guardò dubbiosa, fece qualche passo all'indietro poi, rassegnata, alzò la mano e gli fece un cenno, sparendo a sua volta dietro l'angolo.

"Finalmente solo," fu il sollevato pensiero di Tamaki mentre si abbandonava si peso alla parete dietro di lui.

Quando si rese conto di quel pensiero, la prima reazione che ebbe fu di orrore: da quando passare del tempo con i suoi amici gli costava fatica? La seconda cosa che gli venne in mente fu quella di parlarne con qualcuno. Qualcuno che potesse effettivamente aiutarlo, senza dargli false rassicurazioni ma solo la pura e semplice verità.

Sperò solo che si fosse già svegliato.


 

Ovviamente, quando Tamaki giunse alla stanza incriminata, il proprietario ancora dormiva pesantemente. Non che avesse veramente sperato nel contrario, ma una parte di lui amava continuare ad illudersi.

Tamaki sospirò pesantemente: che fare ora? Svegliarlo subito e rischiare di essere eliminato fisicamente in modo lento e doloroso, oppure rimandare il suo discorso al pomeriggio? Quanto era urgente?

Tamaki scoprì che era davvero molto, molto urgente. Le sue reazioni interne di poco prima lo stavano ancora spaventando. Se ne vergognava, lui che era l'Otou-san e che quindi certe cose non avrebbe dovuto nemmeno immaginarle, figuriamoci provarle. Capire come fare perché non si ripresentassero di nuovo era diventata una priorità, ormai. Era semplicemente terrorizzato dall'idea che succedesse.

Per questo Tamaki si fece coraggio e bussò tre volte alla porta. Ovviamente, nessuno rispose. Inspirò quindi profondamente, abbassò la maniglia e osò infilare la testa in una fessura, sbirciando all'interno: silenzio assoluto. E una sagoma che si alzava e si abbassava ritmicamente sotto le coperte, profondamente addormentata.

Tamaki chiuse gli occhi, facendosi forza, quindi strisciò all'interno della stanza, chiudendo piano la porta dietro di lui. Si avvicinò al letto, chinandosi sul ragazzo al centro del letto. Bloccò il braccio a mezz'aria, ancora dubbioso della sua scelta.

"Andiamo Tamaki," pensò "Ora o mai più." Quindi poggiò un ginocchio sul  materasso e si avvicinò ancora un poco, posando una mano sulla spalla che sporgeva dalle coperte e iniziando a scuoterla con forza. Sperò di non morire nell'impresa che si accingeva a compiere.


 

Se c'era una cosa che Kyouya non riusciva proprio a sopportare, più ancora del perdere denaro inutilmente, era l'essere svegliato presto al mattino. Anzi, a dire il vero, era l'essere svegliato. Punto.

Tutte le persone attorno a lui erano perfettamente a conoscenza di questo piccolo particolare che poteva costare la loro incolumità, e si tenevano ben alla larga da lui almeno fino a mezzogiorno durante le vacanze. Certo, c'era stata un'eccezione quando tutto l'Host club era comparso per portarlo in quello stupido centro commerciale per plebei, ma era stata la prima e l'ultima volta che un essere vivente aveva osato svegliarlo. Fino a quel momento, almeno.

Era infatti qualche minuto che sentiva una presenza fastidiosa, anzi, snervante, che lo scuoteva e gli urlava contro qualcosa per svegliarlo.

"Kyouya," diceva la presenza snervante "Kyouya, svegliati! Devo parlarti!"

Lui rispose con un mugugno indistinto, tentando di scostare l'essere fastidioso da sé. Essere che conosceva bene, a giudicare dalla voce e dall'insistenza.

"Kyouya," ripeté Tamaki con più decisione, aggiungendo anche l'altra mano e scuotendolo forte "Devo parlarti! Su, svegliati! È urgente!"

Urgente o no, Kyouya sentiva crescere dentro di sé la voglia impellente di strangolarlo.

Si alzò a sedere, lo sguardo basso, l'aura maligna che si espandeva attorno a lui con una consistenza quasi solida. Sentì molto chiaramente Tamaki sobbalzare e arretrare velocemente verso il muro.

"Kyo... Kyouya," lo sentì dire "Ohayo!"

Kyouya voltò lentamente la testa verso di lui, senza alzare lo sguardo. Poteva quasi sentire fisicamente la paura di Tamaki. Gli sfuggì un ghigno, e sentì l'amico deglutire.

"Spero che tu abbia un'ottima e, soprattutto, sensata ragione per svegliarmi a quest'orario osceno..."

Sentì Tamaki ridacchiare nervosamente, per poi aggiungere: "Suvvia, Kyouya. Non vorrai dormire tutta la mattina quando siamo in un posto così bello, spero..." altra risatina nervosa "Sono già le otto e quarantatre, ormai..."

Fu esattamente all'espressione ‘otto e quarantatre' che Kyouya si decise finalmente ad alzare lo sguardo: dall'espressione terrorizzata di Tamaki, capì che la sua faccia non esprimeva niente di buono, al momento. Sperò che non svenisse prima di averlo spedito all'altro mondo; non sarebbe stato per nulla divertente, altrimenti.

"Prega Buddha," iniziò, accorgendosi solo vagamente che la sua voce pareva venisse direttamente dall'oltretomba "Che il motivo della tua comparsa qui sia molto più che ottimo e sensato, allora."

Fu la parola successiva detta da Tamaki, o meglio il tono strano con cui lo disse, a costringere Kyouya a infilarsi gli occhiali per metterlo meglio a fuoco. E quello che vide non gli piacque. Per nulla. Fece persino sbollire la rabbia che contava di lanciargli addosso di lì a qualche secondo, appena sentita la sua ultima - e stupida - trovata. Non ci sarebbe comunque stato gusto, non con Tamaki che gli pareva improvvisamente... fragile?

"Haruhi."

Kyouya dovette trattenersi dall'alzare gli occhi al cielo: ovviamente si trattava di Haruhi. D'altronde, avrebbe dovuto capirlo subito: da qualche mese a quella parte, lei era il solo argomento che riuscisse a farlo entrare seriamente in crisi. E gli dei solo sapevano quando Tamaki non avesse bisogno di ulteriori argomenti per entrare in crisi esistenziale.

Per questo Kyouya alzò un sopracciglio, invitandolo silenziosamente a continuare.

Tamaki fece quindi un sospiro rassegnato, scivolando lungo il muro fino a sedersi per terra a gambe incrociate. Si afferrò i piedi con le mani, iniziando a giocare con i lacci delle scarpe che ancora indossava: improvvisamente, quel gioco parve richiedere tutta la sua attenzione.

"Wakarimasen, Okaa-san," disse quindi "Pensavo di essere un buon Otou-san per lei e gli altri, ma credo di star fallendo" un sorriso tirato "Pensavo di poter proteggere la nostra famiglia anche ora, con questa specie di gara in corso, ma credo di star fallendo. È diventato tutto... strano, ecco. Mi sento strano, diverso, in un modo che non mi piace affatto. Soprattutto con Haruhi. E con Hikaru, a volte. Per qualche ragione che non capisco, con lui sono ancora più strano che con gli altri. E non capisco il perché," alzò la testa, inclinandola all'indietro fino ad appoggiarla al muro e inspirò profondamente. Quindi ridacchiò, e fissò Kyouya divertito "Sono pazzo, eh?"

Lui si limitò a guardarlo serio, quasi duro, e Tamaki si rassegnò ben presto a riprendere a parlare per riempire il silenzio.

"Forse farei bene a tornarmene a casa. In fondo, credo che mio padre potrebbe tranquillamente lasciare che..."

"Oh, chiudi il becco!" lo interruppe all'improvviso Kyouya. Tamaki alzò gli occhi verso di lui, sorpreso.

"Kyouya...?"

Kyouya gettò le coperte completamente di lato, si alzò dal letto e iniziò a cambiarsi.

"Seriamente, Tamaki," riprese intanto, l'irritazione nella voce "Smettila di comportarti come un bambino e cerca di crescere; questa storia della famiglia inizia a stufarmi, sai?" fissò distrattamente i pantaloni nel suo armadio, cercando di scegliere quali indossare.

Quando ebbe terminato di vestirsi si allontanò verso la porta, la aprì e si fermò sulla soglia. Solo allora si voltò indietro, fissando negli occhi un quanto mai confuso Tamaki.

"Ah, solo per fartelo sapere, a me piace Haruhi, Tamaki" lo vide spalancare gli occhi dalla sorpresa, il viso senza espressione apparente "E, fossi in te, non dimenticherei che questa è una sfida e che quando io gioco, lo faccio per vincere. Sempre. Ti consiglio di iniziare a giocare seriamente: non voglio annoiarmi contro di te."

Fece per uscire, poi si fermò di nuovo e aggiunse, stavolta senza voltarsi.

"E, sempre se fossi in te, terrei gli occhi ben aperti: non credo che le sorprese siano finite. Potrei non essere l'unico contro cui dovrai vedertela."

E uscì dalla stanza, lasciando dietro di sé un Tamaki più confuso che mai.

 



LEGENDA:

             - Gomen: Scusa

-        - Mama: Mamma

-        - Kawaii: Carino

-        - Nani: Cosa

-        - Baka: Stupido

-        - Nee: Vero/Ehi

-        - Demo: Ma

-        - Hai: Sì

-        - Wakarimasen: Non capisco

-        - Okaa-san: Mamma

          - Otou-san: Papà

 

(*) Usako, letteralmente, significa 'piccolo coniglio/coniglietto' (da usagi= coniglio e -ko= piccolo). Da qui la presa in giro di Hikaru. È però anche il nomignolo con cui in ‘Sailor Moon' Mamoru (Marzio nell'edizione italiana) chiama Usagi (Bunny) quando stanno insieme, utilizzando un gioco di parole. Da qui la risposta di Haruhi.

(**) La schizofrenia è una malattia psichiatrica caratterizzata dalla persistenza di sintomi di alterazione del pensiero, del comportamento e dell'emozione, con una gravità tale da limitare le normali attività della persona. A voi il capire perchè Hika pensa di esserne affetto. XD (rielaborazione delle informazioni tratte da Wikipedia)

(***) Il kohai è uno studente più giovane affidato alle cure di un senpai.




Allora... Non molto da dire su questo capitolo. Credo parli da solo. XD Solo una precisazione: Pochi si legge alla giapponese, quindi "Poci". Adorabile quel galletto, non trovate? *o* [Moltissimo, davvero... -_-] Tu non conti: sei prevenuta, si sa. U_U [Chissà perchè... -_-] Secondo: forse, si potrebbe trovare Kyo leggermente OOC quando si arrabbia con Tamaki. Io non credo, ma suppongo che per molti sarà più chiaro man mano che la storia procederà. ^^ Vi chiedo quindi di non giudicare fino a che non sarà tutto più chiaro. ^^ E ora... -Prende i mano un paio di maracas- A, e, i, o, u, ipsilon! Via col trenino! ^o^ @#Yeah! ^o^#@ -Lei, Tama e Honey si mettono a ballare; gli altri li guardano scioccati- [Direi che oggi chiudiamo noi, eh? -.-] (Credo sia meglio -.-) *Già -.-* $Che idioti -.-$

 

Saluti e baci,

Roby&The Host Club

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Capitolo 10
*** Giorno VII, P. II- Iris ***


Two Weeks notice


(...)= Discorsi di Hikaru

*...*= Discorsi di Kaoru *(...)*= Discorsi dei gemelli (In generale: più simboli insieme= più personaggi)

[...]= Discorsi di Haruhi

+...+= Discorsi di Mori

@...@= Discorsi di Honey

$...$= Discorsi di Kyouya (da notare il simbolo usato, per niente scelto a caso... U_U)

#...#= Discorsi di Tamaki



L'ANGOLO DELLA POSTA

Presentano RobyLupin & The Host Club


*Roby entra in stanza con un essere non meglio identificato sottobraccio; Haruhi fa un salto di tre metri*
Ha *Nascondendosi dietro Mori*: Che ci fa quello qui?! O_O""
R *Mostrando Pochi in tutto il suo splendore*: E' la nuova mascotte della storia! Ccoccolossissimo, non trovate? *o*
Hi&Ka: 'Nsomma...
Ha: Non è coccoloso! E' un potenziale serial killer! ò-ò
R *Spupazzandosi il gallo*: Ma se è così tenero! x3 *Impegnata nello spupazzamento, si perde l'occhiata assassina che Pochi lancia ad Haru*
Ha: O_O
R *A Kyouya*: Vero che lo teniamo? Le lettrici lo adorano! *-*
Ky *Indifferente*: Per me puoi farne quello che ti pare: mettilo in padella, adottalo, come preferisci.
R: *____* Adottato! *____*
Haru: Infido karma. =_=
Hi&Ka: Possiamo giocarci un po'? *o*
R *Gelida*: No. -_- In mano a voi due tornerebbe spennato e cotto al forno. -_-
Hi&Ka: Bella fiducia. -_-
R: Mica sono così scema. -_-
Ta: Allora posso giocarci io? *o*
R: No! U_U
Ta: Perchè? ç_ç
R *Indica i gemelli*: Quanto pensi ci meterrebbero a togliertelo dalle mani, Baka? =_=
Ta: T__T
Hi&Ka: Uff, mai che ci lasci giocare in pace. -_-
R *Dando loro un bastoncino a testa*: To', pungolate il Baka. E poi non dite che non vi faccio mai divertire. U_U
Hi&Ka: Yes! *___*
Ta: T_T
Ho: Rispondiamo alle lettorici ora? *o*
R: Yes +___+

- Lady Hawke: Vinto? Perchè, chi recensisce per prima vince qualcosa? o.O $Ti pare che abbia soldi da sprecare in questo genere di cose?$ Kyo, tu sei ricco. Potresti pulirti il sedere con le banconote da 500 €... -__- $-Sbuffa e allunga una foto- Tieni, dalle questa e non te ne lamentare. E che non venga usato come precendente, ok? ù-ù$ -Fissa la foto- Ma... è una foto di Pochi appena nato! o.o $Esatto. u.u$ Ma... Ma... Che senso ha?! o.o $Dice di volere un peluche a forma di Pochi. Per ora ha la foto. Non le basta?$ Bah... -_- $U_U$ Comunque sia, Pochi a parte, è ovvio che Hikaru non potrà mai fare due più due. E' un idiota, ricordi? XD (Ehi! ò-ò) Che c'è? E' vero, Hika-chan. ^^ Ma non temere, è anche per questo che ti amo alla follia. x3 (Perchè la cosa non mi rassicura? -_-) Boh. Che ti si siano riattivati un paio di neuroni? *Nah, probabilmente ha la febbre e straparla.* Ahhh... (=_=) Ora ti saluto, zia -il gioco della famiglia imperversa ovunque ormai, eh? XD-. Besos^^
- Elychan: *Povero senpai, che ingrato compito gli è stato assegnato... -_-* #Ma... ç_ç# (Già, povero, dover far capire qualcosa al Lord sarà snervante per lui... -_-) #Ma... Ma... ç_ç# [Lo sarebbe per chiunque... -_-] #Haruhi, anche tu?! T___T# Insomma ragazzi, dovreste ringraziarmi per aver risparmiato voi e sacrificato lui. U_U #T________T# *([-Ci riflettono sopra- Grazie! ^^])* ^^ $-___-$ #T_____________T# Vabbé, comunque... Grazie mille per il commento, ely. Spero che anche questo capitolo ti piacerà. ^^
- Smemo92:
Uh, quante considerazioni XD Allora, contenta che Kyo sia IC anche per te, dato che anch'io lo penso, ma mi sono abituata a mettere sempre le mani avanti. XD Tamaki e Hikaru sono due teste di legno, è questa la verità. Mi ci vuole un sacco di tempo per far entrare i concetti più elementari nelle menti di quei due baka. Non sai il lavoraccio... xD $Zitta e lavora, tu.$ E che sto facendo, scusa? o.o $Sproloqui.$ -_- $U_U$ Bah. -.- Per quanto riguarda Haru e i ragazzi... Beh, non posso parlare molto senza spoilerarmi la storia, quindi ti dico solo di continuare a leggere se vuoi scoprire che succederà. XD [Ma questa non è una risposta. -_-] Lo so, Haru-chan, ma altro non posso aggiungere. ^^ [Bah -_-] E comunque non è vero che tutti sono innamorati di lei: Honey e Mori sono immuni al suo fascino. U_U Per ora, almeno. U_U ['Per ora'?! Come sarebbe, 'per ora'?! O_O] XD Tranquilla, Haru-chan, è solo un modo di dire. XD Cielo, vederti con Honey sarebbe grottesco. XD @Sono grottesco? ç_ç@ o.o -lo abbraccia e se lo spupazza- Ma no, tu sei coccoloso! x3 -indica Haru- E' il vederti fare coppia con lei che è grottesco. ^^ [Per fortuna mia... -.-] @-Ci pensa su- Ok allora! ^o^@ ^^ Ora ti saluto, Smemo. Spero continuerai a seguirci. ^^ Besos^^
- AliDiPiume:
-Si guarda intorno, vede un pezzo di carne fresca- Tié. Qui c'è un sacco di sangue fresco. Battezza pure la tua lama se proprio ci tieni. ^^ [Ehm... E' solo una vaga impressione, eh, ma non credo che intendesse quello con l'espressione 'battesimo del sangue'... O-o] Zitta Haru-chan. Evita di compromettere la mia incolumità in modo definitivo, grazie. ^^ [-_-] E comunque stavolta non potrà dirmi nulla: 17 giorni! 17 giorni e sono tornata! Sono fiera di me! *o* [-_-] Tornando serie -?- ebbene sì, il tuo morellino ha fatto la sua prima mossa. E non sarà nemmeno l'ultima, credimi. ^^ [Ho paura... O_O] ^^ Ora però mi cucio la bocca e ti saluto, cara. ^^ Buona lettura -spero XD- ^^
- Lan:
E me stessa tornò di nuovo, stavolta in anticipo. Contenta? XD [Segui il mio consiglio: vattene e non tornare più! Salvati, tu che puoi!] -_- Cuciti la bocca, Haru-chan, o potrei rivedere le mie posizioni su un futuro accoppiamento con Honey. In fondo, il grottesco può anche piacere, no? ^^ [Muta. O_O] Brava ^^ Dicevamo, Lan... Grazie mille per aver aspettato con pazienza il mio ritorno, sono contenta che ne sia valsa la pena. XD (E che ti aspettavi? Lei tifa Kyouya e lui ha fatto una mezza dichiarazione... -.-) Dettagli. XD (Esaltata. -_-) Di brutto! *__* *([-_-])* xD Ti saluto ora, Lan. Spero che anche questo capitolo ti piacerà. Perlomeno, è arrivato presto, no? XD Besos^^
- Lely1441:
Prima di tutto, io no lancio le sedie: troppa fatica. Pesano, che credi? U_U Secondo, un gatto-killer a te? Stai scherzando, vero? Non ti manderei nemmeno un'unghia di un gatto simile, figurati uno intero. XD [E' così pericolosa? o.o] Letale, Haru-chan. Non troverei altra definizione che le si adatti. U_U [Peggio di te, quindi? O_O] Oh beh, qui ci sarebbe una bella lotta. Diciamo 50 e 50, dai. X°D [O_O] Terzo, ebbene sì, il baka è sopravvissuto al Re nell'Ombra appena sveglio. Scioccante, vero? *__* #Questo significa che mi vuoi bene, giusto? ^O^# Più che altro, non potevo far morire uno dei protagonisti a metà storia. Sai, sarebbe stato un problema non indifferente. U_U #ç_ç# Quarto: la centesima! Bravissima Kronk! *o* Come premio, tieni il biscottino! ^o^ -lascia il biscotto al cioccolato; Lely lo prende al volo- x°D Contenta che la frase figa di Kyo ti sia piaciuta, sorellina. XD E anche Pochi. Quel gallo è diventato il mito di molte, noto. XD E no, 'Pochi' non è il 'Fido' giapponese. Quello è 'Hachiko'; 'Pochi' non chiedermi da dove è uscito fuori, è un mistero anche per me. XD Ora ti lascio a questo nuovo capitolo. Contando che è lungo come il precedente, ti auguro buona lettura, sorellina. X°D -E la sedia arrivò in testa a lei. XD-
- Fleacartasi:
Prima di tutto, come vedi Pochi è ancora in vita, quindi no, da Kyo non c'è stato. XD E' infatti un omaggio di Yuzuha ad Haruhi sola, piazzato nella sua stanza appositamente per svegliarla con... dolcezza. XD [Alla faccia della dolcezza. -.-] Dettagli, Haru-chan. xD E poi dai, Pochi è dolcioso! x3 [Certo, certo, come no... -.-] ^^ Per sapere se le parole di Kyo hanno un fondo di verità o meno, temo dovrai aspettare ancora a lungo. XD Ma tutto si chiarirà, giuro. XD [Yuhuuu! -_-] Brava Haru-chan: entusiasmo! ^o^ [-_-] Buona lettura Flea. Spero ti piacerà anche questo capitolo. ^^ Besos^^
- Kura92:
Se posso darti un consiglio, fossi in te eviterei di spiegare qualcosa al baka; rischi un esaurimento nervoso prima chelui riesca a comprendere che parli con lui e non con il tuo amico immaginario. ^^ #Ehi! ò-ò# Che c'è? E' vero, Baka. Il fatto che tu abbia rischiato la vita per svegliare Kyouya la mattina presto ne è una prova. U_U #ç_ç Okaa-san! E' cattiva! ç_ç# $Stavolta ha ragione. Io. Stavo. Dormendo. Baka. -_-$ Visto? *__* #Cattivi... ç_ç# Lo sho! *o* [Ma è senza vergogna! -_-] Perspicace, Haru-chan. Potevi capirlo prima, però. ^^ [-_-] XD Dicevo, Kura...Vuoi sapere che fine ha fatto Kao? Beh, è presto detto: leggi il seguente capitolo e lo scoprirai. ^^ [Tu non darai mai una risposta precisa, vero? -_-] Nah. Con che mi divertirei, sennò? ^^ [-_-] Buona lettura ora, Kura. Spero che questo capitolo ti soddisferà. ^^ Besos^^
- Sorika:
Uh, una nuova leva! *-* Benvenuta tra noi! ^o^ (Sì, benvenuta in questo covo di idiozie immense...) *... Creato da un'autrice demente...* [... Con una elevata predisposizione genetica al sadismo immane. -_-] ... Siete dei pessimi PR voi tre, lo sapete, vero? -_- *([Siamo sinceri. Osi fose negare una qualunque di queste cose? U_U])* No, ma i PR non dicono mai la verità, non lo sapete? U_U Dovete avere più inventiva, figlioli... U_U *([-_-])* Comunque, grazie mille per i bei complimenti, Sorika. Spero di continuare a meritarmi il tuo sostegno in futuro. ^^ A cominciare da questo capitolo. ^^ Alla prossima! Besos^^
- Krichan:
Ti dirò: anche Honey sarebbe stato papabile, ma l'idea della sveglia a gallo di Yuzuha mi ispirava troppo per non metterla in atto. xD E poi, Pochi è coccoloso! x3 [Vedo che voi due vi divertite con le mie disgrazie. -_-] Non sai quanto, Haru-chan! *o* [-_-] Kyouya che striglia Tamaki ha avuto un sacco di successo, sai? Adesso bisogna vedere cosa farà lui e cosa farà il baka. XD [Come se tu non lo sapessi già... -_-] Che c'entra questo, Haru-chan? Io rispondo solo alla sua domanda. ^^ [No, tu non rispondi. Tu istighi. -_-] L'istigazione è l'anima della pubblicità, e la pubblicità è quella del commercio, quindi fondamentale per noi. Non lo sapevi? ^^ [Senza vergogna. -_-] Concetto già affermato ampiamente, Haru-chan. E ne sono fiera! *o* [-_-] XD Per quanto riguarda Mori, invece, giuro che prima o poi avrà anche lui parte all'azione. Non ora, ma prima o poi sì. XD Aspetta con pazienza, quindi. XD Ora ti saluto e ti lascio al nuovo capitolo. Visto che stavolta ci ho messo poco? *o* Sono stata brava, eh? Eh? *o* x°°D Besos kri, alla prossima. XD
- Red Robin:
Allora, qui devo andare con ordine. Ti avviso che la risposta sarà molto lunga, Robin, quindi mettiti pure comoda. ^^ Comincio col dire che ti darò della lei per vari motivi che non spiego perchè risulterei noiosa; spero non ti dispiaccia.^^ E ora veniamo al tuo commento. XD Iniziamo dalle parole giapponesi: per scriverle ho due fonti principali, ovvero un frasario e un dizionario tascabile, più un altro paio che utilizzo meno. Inoltre, la trasposizione dagli ideogrammi al nostro alfabeto può variare, ti basti pensare i vari modi in cui puoi trovare scritto il nome di 'Kyouya' -che trovi anche come 'Kyoya'-. Quindi fidati, le parole che mi dici vanno bene come le scrivo. ^^ Se poi noterò degli errori perchè sono una baka rimedierò, ma quelle sono a posto. ^^ Anche perchè ho chi mi darebbe una mazzata sulla testa se sbagliassi davvero. XD Per quanto riguarda la parola 'mamma'... Sinceramente, non ho mai sentito la parola che usi tu. o.o Io conoscevo solo 'Okaa', 'Mama' e "Haha" -utilizzata quando si sta parlando della propria famiglia- più i vari titoli onorifici. La tua non la consoco, sorry. ^^'' Inoltre, 'sumimasen' è un modo per scusarsi usato soprattutto per chiedere informazioni, mentre 'gomen' è inteso proprio come 'scusa', ma anche questi sono intercambiabili volendo, almeno da quello che ho notato nei vari anime. ^^ Chiudendo la questione 'termini giaponesi', in basso, sotto la legenda, troverai una piccola spiegazione sui titoli onorifici e sui termini che indicano fratello e sorella maggiori e minori. Scusa se non lo faccio qui, ma ho pensato che almeno così sarà utile anche a chi non leggerà la tua risposta, che tra l'altro sta diventando un papiro. XD Inoltre, mi spiace, ma non credo che sposterò le risposte ai lettori sotto la storia, né la legenda altrove, soprattutto per una questione di comodità: preferisco infatti rispondere ai lettori prima che essi leggano il nuovo capitolo. Fissa mia, lo so, ma ho sempre preferito così. ^^ E credo che mettere la legenda a inizio capitolo o altrove non abbia molto senso, mi spiace. ^^'' Se ti può parzialmente consolare, comunque, sappi che sei tutt'altro che obbligata a leggere tutta la spataffiata del mio teatrino delle risposte. xD Io lo faccio per far divertire i lettori -una sorta di omake messo all'inzio al posto che alla fine- ma non è obbligatorio sorbirselo. Puoi tranquillamente leggere la tua risposta e passare oltre, non mi offendo, tranquilla. ^^ Concludo la risposta più lunga che abbia mai fatto ringraziandoti per i complimenti che mi hai fatto. ^^ Ti prometto che prima o poi Honey avrà i suoi momenti di gloria, ma non ora, mi spiace. XD In compenso, spero di scrivere ancora di Dark Honey, perchè confesso che è estremamente divertente. X°D E ora ti lascio leggere in pace. Ci sentiamo. ^^
- Laicachan:
E pensare che quello non è nemmeno il capitolo più lungo che ho scritto. XD -Si perde nei ricordi- Le 17 pagine del IV Giorno rimarranno nei miei annali. X°D E comunque, consolati: vedendo quanto mi è venuto lugo questo che stai per leggere, ho capito di aver fatto bene a tagliare in due la giornata, altrimenti arrivavo almeno a 20 pagine. Lì sì che sarebbe stato un suicidio per i lettori. XD [Sembra che il pensiero ti diverta, sai? -_-] Beh... +__+ [Psicopatica. -_-] Lo sho! *o* [-_-] xD Comunque gemy, ti prometto che se troverò un Pochi non ancora adottato te lo spedisco. E' così coccoloso! *o* [Certo, certo... -_-] Ah, e Hikaru non è emo! ò-ò Credo almeno... o.o -Guarda Hika- Ehi, tu non sei emo, vero? o-o (-_- No, idiota. -_-) Ah, bene allora. ^^ Visto gemy, non lo è mica! ^^ (-_-) Ora ti lascio. Grazie ancora per il commento. XD Besos^^



R *Gioca con Pochi*: Su bello, vai a prendere il bastoncino! *Lancia il bastoncino; Pochi la fissa come per capacitarsi della sua patologica mancanza di neuroni funzionanti* Ma perchè non giochi? ç_ç
Ky: Lascia in pace quel gallo e andiamo avanti col capitolo nuovo.
R: Cinque minuti!
Ky: Senti, per una volta che non hai impiegato tre mesi ad aggiornare, cerca di finire il tuo lavoro. Giocherai più tardi col gallo. -_-
R: Crudele. ç_ç
Ky: Fila! ò-ò
R: Ok... Dittatore... ç_ç

GIORNO VII, Parte II- Iris

RESIDENZA ESTIVA DEGLI HITACHIIN, TERRAZZA- h 16.10

Haruhi si sedette comodamente sulla sedia accanto alla balaustra e vi incrociò le braccia, osservando pacata il paesaggio circostante. La radura era deliziosamente rilassante, con Antoinette che correva in mezzo al prato. Ipnotica, quasi. Cercò di non badare all’istinto di assopirsi mentre la brezza le scompigliava i capelli e il sole la riscaldava. Cominciava a suonare ripetitiva forse, ma il signor Hitachiin non era presente al momento e quella casa le pareva decisamente pericolosa senza lui nelle vicinanze.

“Haru-chan!”

… Ma anche l’esterno lo era, a quanto pare.

Haruhi si tirò su appena in tempo perché qualcosa che ormai ben conosceva le si appendesse al collo, rischiando di soffocarla.

“Yuzuha-san,” fu la semplice constatazione della ragazza.

Yuzuha la strapazzò un po’, poi si allontanò appena, continuando a sorriderle raggiante.

“Haru-chan! Haru-chan! Che stai facendo?”

Lei alzò le spalle, per quanto il peso della donna glielo consentisse.

“Guardavo il panorama,” spiegò, vaga. Yuzuha parve al settimo cielo per la notizia, e Haruhi si chiese solo vagamente come potesse essere così entusiasta per una cosa tanto nella norma: ormai aveva smesso di cercare di sondare la mente di quella donna. Semplicemente, le pareva impossibile riuscirci.

“Ti piace qui allora, Haru-chan?”

Haruhi annuì, per quel che poteva.

“Hai. Molto, Yuzuha-san. È davvero… rilassante, ecco.”

Quella fece il suo solito sorriso enorme, strizzando gli occhi e arretrando di qualche passo. Haruhi tornò finalmente a respirare in modo normale.

“E dimmi, Haru-chan, ti piacerebbe tornarci un giorno?”

Haruhi la guardò incerta.

“Beh, suppongo di sì,” rispose alla fine “Se non creassi disturbo, ovviamente.”

Il sorriso di Yuzuha, se possibile, si allargò ancora di più.

“Nee, Haru-chan,” riprese “Che cosa diresti, se ti proponessi di tornare qui da proprietaria?”

Haruhi spalancò appena gli occhi, leggermente confusa: non poteva intendere veramente quello che stava pensando, giusto? D’accordo che era chi era, e che era anche a dir poco fuori di testa, ma non così tanto, vero?

“Yuzuha-san, forse ho capito male – anzi, spero di averlo fatto – ma non credo di poter accettare.”

Yuzuha parve a dir poco delusa. Si sporse verso di lei e disse con enfasi:

“Ma perché, Haru-chan? Non capisco: perché no?”

Haruhi distolse gli occhi e iniziò a girarsi i pollici, a disagio.

“Beh, Yuzuha-san, non è che lei non mi piaccia, sia chiaro. Solo che, beh, non posso veramente accettare una casa come regalo…”

L’espressione delusa di Yuzuha sparì, sostituita prontamente da una confusa.

“Regalo, Haru-chan?”

“Hai. Seriamente, sarebbe troppo. Non riuscirei mai nemmeno a concepirlo davvero, figuriamoci ad accettarlo…”

Fu allora che successe una cosa che fece preoccupare ancora più del solito Haruhi sulla sanità mentale della madre di due dei suoi più cari amici: si mise a riderle in faccia di gusto, arrivando a singhiozzare a causa del fiato corto. Rise per un tempo interminabile, durante il quale fece in tempo a scivolare seduta a terra, le gambe scomposte e le mani sul ventre dolorante per le convulsioni.

Decisamente uno spettacolo molto poco edificante per l’autostima di Haruhi: insomma, che aveva detto di così stupido?

“Yuzuha-san, onegai, può riprendere il controllo? È imbarazzante.”

Yuzuha rise ancora qualche secondo, poi prese a respirare profondamente, cercando a fatica di calmarsi. Ci mise un po’, ma finalmente riuscì a tranquillizzarsi abbastanza per alzare la testa verso la ragazza, un’espressione divertita ancora stampata in volto.

“Haru-chan, non temere: non ho alcuna intenzione di regalarti questa casa” e ridacchiò di nuovo. Haruhi sospirò sollevata.

“Meno male, Yuzuha-san. Mi aveva spaventata, sa?”

Quindi, colta da un dubbio, alzò un sopracciglio e si chinò su di lei.

“Guardi che non ho nemmeno intenzione di comprarla, eh. Nemmeno vendendo la mia vera casa potrei permettermela, e di certo non ne ho bisogno…”

Yuzuha la fissò per alcuni altri, interminabili secondi, prima di ricominciare a ridere di gusto.

“Oh Haru-chan,” riuscì a dire tra una risata e l’altra “Che kawaii che sei!” prese qualche respiro profondo, cercando di calmarsi il più possibile, quindi aprì gli occhi e li puntò su di lei.

“Haru-chan,” iniziò “Io ti adoro, davvero, ma non ho mai pensato di cederti la casa in quel senso, non temere. Detto tra me e te, ci sono troppi bei ricordi perché io possa darla a qualcun altro.” Le fece l’occhiolino, indicandole di abbassarsi. Haruhi ubbidì, inginocchiandosi in modo da avere il viso alla sua stessa altezza. Yuzuha le scompigliò i capelli con fare materno.

“Vedi, Haru-chan,” disse “Quando intendevo ‘da proprietaria’ intendevo tutt’altra cosa, decisamente.”

All’occhiata sempre più confusa che Haruhi le lanciò, Yuzuha sospirò rassegnata: sul serio, amava quella ragazza, ma a volte la sua incapacità di cogliere certi semplici concetti la preoccupava. E la faceva morire dalle risate, anche.

Decise di risolvere la questione in modo che non potesse proprio fraintendere: le prese le mani tra le sue con sguardo complice, e ammiccò verso di lei.

“Haru-chan,” disse “Ti andrebbe di tornarci come mia figlia?”

Yoshio Ootori guardava la scena sulla terrazza dalla finestra della sua camera. Storse il naso, infastidito, mentre Yuzuha afferrava le mani di Haruhi: sicuramente, stava cercando di rigirare la sporca faccenda, come la chiamava lui, a suo vantaggio. Quella piccola impudente!

Certo, questo era esattamente quello che anche lui avrebbe fatto al suo posto: trarre sempre il massimo vantaggio dalle cose, in fondo, era il suo motto da sempre. Ciò però non toglieva che Yuzuha e il suo mettergli sempre i bastoni tra le ruote lo irritava. Molto, anche.

“È tutta colpa tua Suoh. Lo sai, vero?” sbottò, voltandosi verso l’uomo poggiato alla parete dietro di lui. Yuzuru si massaggiò le tempie, esausto.

“Quante volte hai ancora intenzione di ripetermelo, Yo-chan? Mi fai venire il mal di testa…”

Yoshio sbuffò, avvicinandosi.

“Per tutte le volte che sarà necessario, vecchio idiota. Hai consegnato nelle mani di quella donna un’arma che non avrebbe nemmeno dovuto sognarsi!”

Yuzuru alzò gli occhi al cielo.

“Per il grande Buddha, Yo-chan: hai così paura di lei?”

Quello gonfiò le guance, punto sul vivo.

“Non è questo il punto, baka! Non capisci che così quella donna può rigirare le cose come più le fa comodo? A quest’ora potrebbe aver convinto Fujioka a sposarsi domani con uno dei suoi marmocchi infernali!”

Suoh sospirò pesantemente, quindi di sedette alla poltrona accanto alla finestra. Intrecciò le dita tra loro, poggiando il mento sulle mani, quindi fissò lo sguardo sull’altro.

“Seriamente, Yoshio,” iniziò quindi a dire “Tu vedevi qualche altra via d’uscita?”

Quello borbottò qualcosa, ma Yuzuru scosse la testa e sospirò, esasperato.

“Anche ponendo il caso che fossimo riusciti a trovare un posto abbastanza sperduto da riuscire a nasconderla – cosa di cui personalmente dubito, data la cocciutaggine della nostra padrona di casa – non saremmo mai riusciti a portarla via con noi da quella casa. Dovresti saperlo anche tu questo, Yoshio.”

Lui sbuffò, contrariato: era più che certo che, se si fossero impegnati seriamente, una soluzione più accomodante avrebbero potuto trovarla. In questo modo, invece, avevano gettato Fujioka nelle fauci di uno squalo, e le loro possibilità di vittoria erano miseramente calate.

Stava già per ribattere qualcosa in modo da sfogare la sua frustrazione, quando Yuzuru parlò di nuovo, impedendoglielo.

“E comunque fossi in te non mi agiterei così tanto: può darsi che questa mossa le si rivolti contro, in fondo. Non sappiamo ancora cosa ne pensi Haru-chan, e anche i suoi figli potrebbero riservarci sorprese, no? Insomma, sono così prevedibili e immaturi: improbabile che possano trasformarsi in una minaccia concreta, non pensi?”

Yoshio storse il naso.

“Non ti facevo così baka da sottovalutare quella donna, Yuzuru. Se è voluta entrare nella sfida avrà avuto le sue motivazioni, non credi?”

Yuzuru lo guardò.

“Ovviamente, Yo-chan. Non sono così ingenuo. Sto solo dicendo che non è detto che la questione diventi un problema serio,” allungò le braccia dietro la testa e incrociò le gambe “Rilassati, Yo-chan caro. In fondo, ti ricordo che il miglior stratega della situazione l’hai tu. Fossi in te non sottovaluterei Kyouya-kun: quel ragazzo riserva sempre più sorprese di quel che ci si potrebbe aspettare.”

“Come se non lo sapessi, baka. È mio figlio, dopotutto.”

Yoshio sorrise sornione, riprendendo ad osservare la scena sotto di loro. A quanto pareva, la rivelazione era stata fatta, perché Fujioka ora guardava smarrita Yuzuha.

Improvvisamente, le possibilità di suo figlio non gli parvero più tanto labili.

Hikaru aprì il frigo e ci ficcò la testa in cerca di qualcosa di commestibile. Passò a setaccio ogni ripiano con minuziosa attenzione, scartando sistematicamente ogni cosa che attirasse la sua seppur vaga attenzione: pomodori, mozzarelle, mele, un paio di fette d’anguria… qualunque cosa. Stava già per chiudere lo sportello con uno sbuffo contrariato, quando notò qualcosa con la coda dell’occhio che lo bloccò e lo fece sorridere. Non era propriamente definibile come cibo, forse, ma tirò comunque fuori il cartone incriminato, fischiettando sovrappensiero. Stava ancora versando il succo d’arancia nel bicchiere quando suo padre entrò in cucina. Gettò appena un’occhiata al maggiore dei suoi figli, sorridendo appena mentre si dirigeva verso il lavello.

“Sei diventato un salutista all’improvviso, Hikaru?”

Quello alzò gli occhi su di lui, arrossendo lievemente, quindi alzò le spalle.

“Ho sete,” borbottò, portando il bicchiere alle labbra.

Un lampo di divertimento passò negli occhi di Shinichi mentre apriva il frigorifero. Indicò le bottiglie di Coca Cola presenti al suo interno, quindi si rivolse di nuovo al primogenito.

“E da quando ignori le bibite per bere del succo di frutta?”

Altra alzata di spalle e intensificazione del rossore sulle sue guance. Il sorriso di Shinichi si fece leggermente sghembo; Hikaru odiava quel sorriso: di solito compariva quando suo padre era in possesso di una qualche informazione, generalmente più che certa, che gli davano un qual certo potere sulla persona con cui stava conversando. Gli capitava spesso di vederlo durante le riunioni d’affari a cui a volte assisteva da bambino con Kaoru, nascosti nell’ufficio paterno. A quei tempi lui si entusiasmava tutte le volte che lo vedeva, a meno che non fosse rivolto a uno di loro due: la verità era che lo riempiva d’orgoglio l’idea che suo padre fosse così bravo nel suo lavoro da essere sempre un passo davanti agli altri. In un certo senso, a ben vedere, lo era ancora; quale figlio non lo sarebbe stato? In quel momento, però, Hikaru si sentì insolitamente messo alle strette da quel sorriso, come se volesse annunciargli la sua prossima sconfitta davanti alla logicità dei ragionamenti paterni. Per certi versi, sapeva anche dove sarebbe andato a parare.

“Sai Hikaru, ieri ho visto Fujioka-san scappare sulla terrazza con un bicchiere simile. L’hai incontrata, per caso?”

Appunto.

Hikaru quasi si strozzò con il sorso che stava bevendo. Si batté più volte il petto con una mano e tossì, cercando di liberare i canali respiratori dal liquido. Quando riuscì a ridarsi un qual certo contegno, si voltò verso suo padre con un broncio scocciato stampato in faccia.

“Che c’entra Haruhi, Papa?”

Il sorriso sghembo si allargò, e Hikaru distolse istintivamente gli occhi.

“Oh, nulla di che,” riprese suo padre; il sorriso tornò quello rassicurante di sempre, e Hikaru si rilassò appena, ancora sul chi va là “So che era preoccupata per un amico, e pensavo volesse offrigli qualcosa da bere per tirarlo su di morale. Ma se non l’hai vista non importa, giusto?” si voltò di nuovo verso il frigo, tirandone fuori dei pomodori e dell’insalata, quindi li portò al lavandino, iniziando a sciacquarli. Passarono ancora alcuni secondi prima che riprendesse a parlare.

“Chissà se è poi riuscita a parlargli. Spero di sì. E spero che il vostro amico stia meglio, ora. Tu ne sai qualcosa, Hikaru? ”

Hikaru sussultò appena nell’essere chiamato in causa, poi borbottò qualcosa sul fatto che non aveva proprio idea di cosa stesse parlando. Shinichi sospirò appena.

“Oh beh, immagino che non sia possibile che voi sappiate sempre tutto l’uno dell’altro.”

Per un po’, nessuno dei due disse nulla. Hikaru prese a far ondeggiare il liquido arancione nel bicchiere, pensieroso. La frase successiva di suo padre lo colse di sorpresa.

“Kaoru non è ancora sceso?”

Hikaru dovette far ricorso a tutta la sua capacità di concentrazione per impedirsi di far cadere il bicchiere a terra. Alzò appena gli occhi su suo padre per verificare se avesse o meno notato il turbamento che l’aveva colto a sentir nominare il fratello, ma per fortuna gli dava ancora le spalle: per nulla al mondo voleva che lui o chiunque altro lo vedesse preoccupato. Non in quel momento.

Si impose quindi di riprendere il controllo di sé, prima di rispondere.

“Iie,” disse “Si vede che non ne ha voglia.” Sperò di essere riuscito a dare un tono normale alla sua voce nel parlare.

Forse, rifletté, c’era riuscito veramente: suo padre continuava a pulire le verdure tranquillamente, e non accennava a dire altro. Forse era riuscito veramente a recitare la sua parte senza farsi scoprire.

Fu probabilmente in quel momento che decise di averne abbastanza, per il momento.

Silenziosamente, poggiò il bicchiere sul tavolo e fece qualche piccolo passo indietro, fino a raggiungere la porta. Un’ultima occhiata al padre, quindi uscì, richiudendo senza far rumore la porta dietro di lui.

Decisamente, in quel momento aveva bisogno di restare solo.

Nei molti anni del suo matrimonio, un po’ per istinto di sopravvivenza, un po’ per senso paterno, i sensi di Shinichi si erano ormai acuiti abbastanza da capire quando uno dei suoi figli lasciava una determinata stanza. Spesso e volentieri ciò accadeva anche con sua moglie, ma non stiamo a sottilizzare. Fatto sta che, anche quella volta, non gli fu necessario voltarsi per capire che Hikaru aveva lasciato la cucina.

Smise di lavare le verdure e si girò verso la porta, poggiandosi al lavandino: probabilmente quello che gli aveva detto l’aveva confuso ulteriormente, lo sapeva. Non per questo, Shinichi si pentì di aver parlato: suo figlio maggiore era come un bambino, e serviva dargli una qualche scossa per farlo crescere un po’. Sapeva che Fujioka cercava lui, il giorno prima. Solo un completo idiota non ci sarebbe arrivato, dopotutto, e Shinichi non lo era di certo. No, decisamente no. Ma sapeva anche che le cose non erano andate come lei sperava. Non che li avesse spiati; sinceramente, aveva abbastanza orgoglio da non abbassarsi a certi giochetti, soprattutto con suo figlio. Aveva però visto Hikaru risalire piuttosto nervosamente le scale poco dopo che la ragazza aveva lasciato la cucina, e aveva poi notato anche lei sulla terrazza, decisamente di malumore. Era chiaro che la sua opera di consolazione non era andata esattamente come si era immaginata, e Shinichi conosceva abbastanza entrambi per sapere a causa di chi. Sospetti confermati poi dalla rumorosa entrata in casa del giovane Suoh. Shinichi si era ritrovato a sospirare una volta di più davanti all’assoluta incapacità di suo figlio di gestire normalmente un rapporto umano.

Per questo motivo aveva smesso di aspettare che la scossa arrivasse da qualcun altro e si era deciso di dargliela lui. O, almeno, di iniziare. Si asciugò le mani in uno straccio, quindi se ne passò una tra i capelli: il colpo finale, quello che forse sarebbe riuscito a farlo riflettere seriamente su se stesso e sulle sue relazioni con gli altri, non sarebbe certo venuto da lui. Sospettava però che non sarebbe tardato ancora molto ad arrivare, se conosceva bene chi gli stava intorno.

Istintivamente, il suo pensiero corse a Kaoru: era dal giorno prima che se ne stava rinchiuso in mansarda, e non accennava a voler abbandonare il suo isolamento volontario. Si massaggiò la base del naso, sentendosi in colpa: forse non avrebbe dovuto lasciare che Kaoru sentisse il discorso tra Yuzuha e gli altri, due giorni prima. Forse, quando si era accorto che era dietro quella porta, avrebbe dovuto cercare una scusa plausibile per uscire e allontanarlo dal salottino, magari riportandolo in piscina con gli altri e lasciando che si divertisse. Forse.

Scosse il capo, allontanando una sedia dal tavolo e sedendosi. Sapeva bene che, in quel momento, aveva fatto la cosa migliore: era giusto che Kaoru sapesse, che si preparasse. Sapeva che gli sarebbe occorso tempo per rielaborare la cosa, e che avrebbe dovuto riflettervi bene e a lungo. Kaoru era sempre stato il più sensibile tra i gemelli, quello più riflessivo e che necessitava di più tempo per abituarsi alle novità. Hikaru, invece, era sempre stato il più impulsivo e sapeva che, tra i due, in questo caso quello che avrebbe avuto bisogno di una spinta in più per poter riflettere sarebbe stato proprio lui. Kaoru, invece, era abbastanza autonomo da questo punto di vista, e la sua reazione gliel’aveva confermato.

Lo stesso, come padre non poteva fare a meno di preoccuparsi.

Notò in quel momento il bicchiere abbandonato al centro del tavolo. Lo afferrò quasi senza accorgersene, facendo girare il liquido arancione con un movimento appena percettibile del polso. Anche Fujioka lo preoccupava, per certi versi. Certo, lei tra loro tre era quella con più la testa sulle spalle, quella più concreta e affidabile, ma la competizione di cui era il centro la poneva in una situazione certo non facile per una ragazzina di quell’età. Sperò sinceramente che riuscisse a cavarsela. Allo stesso modo, forse egoisticamente, si augurò che riuscisse a far qualcosa anche per quei testoni dei suoi figli: era tutt’altro che cieco e sapeva quello che passava per la testa di Hikaru e Kaoru, e sapeva che quella ragazza avrebbe giocato un grosso ruolo nella loro crescita. Non sapeva se, alla fine di quella vacanza, si sarebbe ritrovato con una futura nuora in più, ma era certo che difficilmente i suoi figli sarebbero stati gli stessi di prima. Quei due avevano sempre vissuto in una simbiosi perfetta: ogni situazione in cui si erano trovati nella loro vita non aveva fatto altro che rafforzare il legame esclusivo che li univa, come se non potessero far altro che continuare su questa linea per sempre. Solo loro due, e il resto del mondo fuori a far da spettatore. Compresi lui e Yuzuha, che erano i loro genitori. Compresi anche i loro compagni del club. Shinichi si era reso conto da tempo che le cose dovevano cambiare, se volevano diventare adulti. Se volevano instaurare dei rapporti veri con le altre persone, compresi i membri del loro club. Se volevano degli amici, e non dei passatempi. E Shinichi era sinceramente convinto che, a sedici anni, fosse giunto il momento di iniziare a cambiare. Si augurava di averci visto giusto, e che Fujioka riuscisse ad aiutarli. Da parte sua, lui avrebbe fatto il tutto il possibile per dare una mano.

Quando Hikaru uscì in terrazza la trovò completamente deserta. Sbuffò, lasciandosi cadere a braccia incrociate sulla balaustra. Si distrasse per qualche minuto osservando Honey e Mori che si allenavano nel prato: si chiese vagamente quanto addestramento ci fosse dietro alle loro mosse precise e minimali, e si stupì una volta di più di come Honey, così piccolo e apparentemente innocuo, potesse essere così letale. Ma anche questo lo annoiò ben presto.

Si voltò, scocciato, rimanendo appoggiato al parapetto con la schiena, quindi incrociò le braccia e alzò gli occhi al cielo. Nuvole; probabilmente, si stava preparando un temporale. Sperò che non fosse uno di quelli con i tuoni, o Haruhi ne sarebbe stata terrorizzata. Non ne capiva bene il motivo, ma a Hikaru dava profondamente fastidio quando Haruhi era spaventata seriamente per qualcosa. Sarebbe quasi arrivato a dire che lo odiava, in effetti.

Improvvisamene, si ritrovò a dover ignorare un’insistente vocina che gli suggeriva di armarsi di cavallo bianco e correre in suo soccorso in quelle occasioni. Così sarebbe riuscito a tranquillizzare lei e avrebbe avuto qualcosa in meno da odiare; avrebbe perfino potuto imparare ad attendere con trepidazione quei momenti.

Hikaru arrossì vistosamente mentre relegava la fastidiosa vocina su piani meno in luce della sua mente, cercando qualcos’altro da pensare. Decisamente, doveva smettere di frequentare il Lord; i suoi filmini mentali iniziavano a contagiarlo, e ciò era un male. Un grosso, imbarazzante male.

Come collegate all’argomento a filo doppio, gli tornarono in mente le allusioni ben poco velate di suo padre. Storse il naso, scocciato: non ci voleva un genio per capire che lui sapeva.

Sapeva che Haruhi era andata da lui, il giorno prima. Sapeva che c’era qualcosa che non andava, nonostante tentasse in ogni modo di nasconderlo. Sapeva che le cose con Kaoru stavano cambiando, e probabilmente sapeva anche come e perché. Certo, di quest’ultimo punto non poteva essere sicuro, dato che mai, per nessuna ragione al mondo, si sarebbe mai abbassato a chiederglielo direttamente. Era però vero che suo padre era un osservatore abbastanza attento da comprendere sempre più di quanto volesse dare a vedere agli altri, quindi le probabilità che conoscesse le ragioni di Kaoru erano elevate.

Hikaru si sentì estremamente furioso a quel pensiero: perché suo padre sapeva e lui no? Con Kaoru le cose erano sempre state estremamente semplici: da una parte loro, dall’altra gli altri. Suo padre, fino a prova contraria, faceva parte dei secondi eppure, in quel momento, capiva Kaoru meglio di lui. Hikaru trovava tutto questo incredibilmente ingiusto. Gli pareva quasi che il fratello l’avesse tradito in qualche modo.

Si sentì un vero imbecille, quando se ne rese conto.

Si passò una mano sulla faccia, cercando di pensare a cosa potesse fare per distrarsi: sinceramente, era stufo di pensare a Kaoru, a suo padre e ad Haruhi. Erano pensieri decisamente troppo incasinati per i suoi gusti, soprattutto l’ultimo. Voleva soltanto tornarsene a casa e riprendere la vita di tutti i giorni, come prima che iniziasse quell’orrenda estate. Gli venne quasi da ridere, ricordandosi che era appena al principio.

‘Fantastico!’ pensò, sarcastico.

Scosse la testa, ricordandosi di come la mattina avesse trattato male il Lord. Si chiese dove fosse: forse poteva raggiungerlo e stuzzicarlo un po’. Non tanto, giusto quel poco che bastava per far riprendere il normale corso degli eventi: l’avrebbe preso in giro, pungolato e lui si sarebbe arrabbiato, iniziando a inseguirlo per tutta la casa come un ossesso. Era certo che si sarebbe sentito meglio, ripristinando l’equilibrio delle cose anche senza suo fratello. E poi, si sarebbe fatto quattro risate alle spalle del Lord, elemento da non sottovalutare mai nel prendere una decisione.

Ghignò, dandosi una spinta e dirigendosi verso l’ingresso. Fu però costretto a bloccarsi vedendo sua madre in piedi al centro del passaggio, un grosso sorriso stampato in volto.

“Hika-chan,” disse “Devo parlarti di una cosa. Ti spiacerebbe ascoltarmi per cinque minuti?”

RESIDENZA ESTIVA DEGLI HITACHIIN, SOFFITTA- h 18.34

Haruhi si fregò con forza i capelli ancora bagnati con un asciugamano, cercando di liberarsi dalle goccioline d’acqua che colavano al di sotto della canottiera che indossava. Improvvisamente si ritrovò a sbuffare, abbandonando la presa e lasciando che la salvietta rimanesse abbandonata sopra la sua testa. Si lasciò cadere all’indietro sul materassi del letto, osservando il soffitto per qualche minuto, quindi si alzò di scatto. Prese una felpa dall’armadio, ringraziando il buon senso di suo padre che l’aveva messa nel suo borsone, e decise che non aveva nessuna voglia di restare in camera: quattro passi prima di cena l’avrebbero sicuramente distratta, e lei non chiedeva altro al momento.

Si affacciò silenziosamente dalla porta, guardandosi intorno per assicurarsi di non venire assalita da qualche senpai pazzo o dai relativi genitori; una volta verificata la relativa tranquillità del momento, sospirò appena e uscì, decidendo di esplorare i piani superiori dell’abitazione.

Salì una rampa di scale, guardandosi attorno curiosa quando raggiunse il relativo piano, ma le voci provenienti da una delle stanze da letto la convinse, per la sua salute fisica e mentale, a lasciar perdere l’esplorazione di quella parte della casa. Velocemente, sperando che gli occupanti della camera non uscissero improvvisamente, sgattaiolò fino al piano superiore, dove le avevano detto esserci la soffitta e la mansarda.

Arrivò sul pianerottolo con un leggero fiatone per la corsa, quindi notò le due porte parallele. Indecisa, optò per aprirne una a caso.

Si ritrovò in uno spazio ampio. Il sole, che filtrava attraverso una finestra sul lato e da una circolare e piuttosto grande sul fondo, davano all’ambiente un’atmosfera soffusa, illuminando anche i granelli di polvere che mulinavano in sospensione nell’aria. Fece qualche passo all’interno senza accendere la luce, stando attenta a dove metteva i piedi.

Non c’era veramente molto lì dentro, a dire il vero: vecchi giocattoli rotti, un dondolo dall’aria antica e un paio di bauli piuttosto grandi. In fondo, alcuni mobili ormai inutilizzati e un manichino dall’aria dimessa con accanto un portaspilli e un metro da sarta. Qua e là, altri oggetti non meglio identificati.

Haruhi curiosò un poco, evitando i bauli per non impicciarsi troppo: una parte di lei, quella con più buon senso probabilmente, le continuava a ripetere di uscire dalla soffitta e di smetterla di curiosare ovunque come una vecchia pettegola; dopotutto, come diceva un vecchio proverbio, ‘la curiosità uccise il gatto’, mentre lei meditava di sopravvivere ancora a lungo, pazzi permettendo.

La parte più irrazionale di lei, però, si sentiva estremamente attratta da quel solaio polveroso: per qualche ragione strana, le venne voglia di fermarsi lì dentro a lungo, sedendosi sul dondolo con in mano un buon libro senza altri fini.

Dovette fare forza su se stessa per girare i tacchi e dirigersi verso la porta: alla cena non mancava molto, e voleva finire il giro dell’ultimo piano prima di dover scendere di nuovo. Ma il soggiorno prolungato lì sopra era solo rimandato, si promise. Aveva altri sette giorni da passare in quella casa, e avrebbe saputo sfruttare per bene il tempo che vi avrebbe trascorso. Pazzi permettendo, ovviamente.

Chiuse l’uscio dietro di sé con un sospiro rassegnato, quindi si voltò verso l’altra porta. Afferrò saldamente la maniglia dorata, quindi l’aprì, fermandosi sulla soglia quando vide che la stanza era già occupata.

“Hoe, Kaoru?”

Kaoru aveva passato la giornata a riflettere. Aveva osservato quello che facevano gli altri in giardino per un po’, cercando di intravedere dal suo punto di osservazione esterno l’evolversi della faccenda. Il pranzo era stato il momento in cui aveva potuto farlo meglio: per esempio, aveva notato una certa freddezza nel comportamento di Kyouya nei confronti di Tamaki. E non era il solito distacco che il senpai dimostrava a qualunque essere umano minimamente degno della sua attenzione. Manteneva una distanza netta che Tamaki, pur provandoci in modo piuttosto evidente per qualunque buon osservatore, non riusciva a colmare: era come se si trovasse davanti ad un muro che non poteva scalare, almeno finché Kyouya non gliel’avesse permesso. Aveva storto il naso, notandolo: Kyouya non chiudeva mai fuori il Lord, anche quando combinava casini così assurdi che doveva passare un’intera nottata insonne per potervi rimediare. Doveva esserci qualcosa sotto, se si comportava così. Constatato ciò, decise che l’unica cosa che potesse fare era attendere e vedere come sarebbe finita: avrebbe potuto dubitare – e non a torto – di un piano architettato da Tamaki, ma Kyouya non sbagliava mai quando si impegnava in qualcosa. Questa era esattamente una di quelle volte.

L’attenzione del ragazzo si era quindi spostata sui padri dei suoi senpai, che litigavano per chissà quale motivo. Seriamente, erano peggio di due bambini. Nemmeno lui e Hikaru litigavano così, quando erano piccoli!

Kaoru sorrise impercettibilmente: oh beh, effettivamente, lui e Hikaru non avevano mai litigato. Non c’era confronto, in questo senso.

Fu a dir poco istintivo per lui cercare il gemello con gli occhi, così come fu immediato il trovarlo: Hikaru stava giocherellando con un tappo sul tavolo, la testa poggiata ad una mano e un’espressione profondamente scocciata in volto. Notò che gettava occhiate alternativamente ad Haruhi e al Lord, di tanto in tanto. Kaoru socchiuse gli occhi: era successo qualcosa, era evidente. Conosceva troppo bene il gemello per non accorgersene o per non comprenderne la causa: Haruhi. E il Lord, a giudicare dello sguardo.

Kaoru odiava quella situazione: non sapeva esattamente in che modo, ma le cose stavano iniziando a muoversi senza che se ne fosse reso conto. Nel suo esilio volontario per riflettere e capire quello che lo aspettava, aveva trascurato un dettaglio fondamentale: suo fratello.

La sera precedente, prima che sua madre lo raggiungesse in mansarda, aveva capito che Hikaru aveva iniziato a non poter più gestire il precario equilibrio del suo rapporto con Haruhi e il Lord. Dubitava – anzi, era certo – che non ne avesse ancora compreso la causa, ma era ormai giunto al limite e aveva ricominciato ad imporre le proprie emozione agli altri senza pensare. Kaoru aveva sperato che, dopo Karuizawa, Hikaru fosse riuscito a crescere abbastanza da non ricascare in quel vecchio giochetto da bambini, ma era evidente che il passo non era ancora stato compiuto a dovere.

Kaoru si era massaggiato la base del naso, sbuffando, ed era quindi tornato a sdraiarsi sul letto. Da quel momento in poi non aveva fatto molto.

Era riuscito a distrarsi ascoltando a tutto volume l’Mp3, in modo che le parole e le musiche potessero farlo pensare ad altro per un po’. Ci era riuscito, per certi versi, sentendo gli ultimi successi particolarmente rumorosi di alcuni gruppi americani che nemmeno ricordava di avere in memoria. Era ridicolo, ma aveva funzionato. Fino a quando non era arrivata quella.

Kaoru non conosceva il gruppo che la cantava, non fosse per quella canzone che era finita nella sua playlist. E, se avesse saputo che gli sarebbe tornata tra i piedi proprio in quel momento, probabilmente non l’avrebbe mai fatto. Perché diciamocelo: ‘Iris’ era davvero una gran bella canzone, ma non esattamente adatta a tirarlo su di morale in quel momento.

E, come sempre succedeva quando la si voleva dimenticare, la canzone aveva continuato a tormentarlo tutto il pomeriggio, facendo da sottofondo, nella sua testa, alle altre che scorrevano. Alla fine, Kaoru aveva gettato l’Mp3 in fondo alla stanza, sicuramente danneggiandolo. Non se ne preoccupò minimamente, e si passò invece le mani sul volto, stufo di più o meno tutto. Gli venne da ridacchiare pensando che Haruhi l’avrebbe certamente rimproverato nel vederlo così, lui che aveva tutto e riusciva comunque a lamentarsi di qualcosa. Probabilmente l’avrebbe guardato malissimo, aggrottando la fronte e borbottando qualcosa come “Stupidi ricchi”. Sarebbe perfino riuscita a farlo sentire in colpa.

Haruhi.

Si rigirò sul letto, stendendosi a pancia in giù e stringendo un cuscino. Non si sorprese molto quando la mente tornò al solito argomento, ormai aveva imparato a conviverci.

Non ce l’aveva con la madre: era giunto da tempo alla conclusione che, qualunque cosa facesse, tentava sempre di farla in modo da rendere loro la vita più facile. Il fatto era che non sempre ci riusciva. Anzi, quasi mai a dire il vero: di solito, combinava così tanti pasticci che poi era un’impresa riuscire a rimediare. Certo, questa volta era diverso; qui non si parlava di giocattoli distrutti, bagni allagati o di un principio d’incendio della cucina per qualche folle esperimento. Qui si parlava di lui, di suo fratello, di Haruhi e dei suoi senpai.

“Un bel casino stavolta, Mama.”

Kaoru non era uno sprovveduto, né tantomeno era suo fratello o il Lord. Lui sapeva esattamente cosa provava per Haruhi: gli dei erano riusciti a dotarlo di abbastanza sinapsi attive da fargli capire quando considerava una persona sua amica e quando no. E Haruhi, semplicemente, non era un’amica. Non solo, almeno.

Che Haruhi gli piacesse era un dato di fatto, non una semplice supposizione, e lo aveva capito da tempo. Il fatto che cercasse in tutti i modi di non mostrarlo era un fattore secondario dettato più dalla necessità che da altro: forse Hikaru e il Lord era degli idioti che non capivano nulla di loro stessi ma, ringraziando gli dei, come già detto Kaoru non era loro. Kaoru aveva osservato e analizzato, e aveva tratto le giuste conclusioni. Niente di più, niente di meno. Solo uno gli sfuggiva, ma non se n’era stupito: Kyouya non amava mostrare quello che provava agli altri, a meno che non lo volesse per trarne qualche vantaggio. Probabilmente, se avesse fatto trapelare qualcosa sarebbe stato solo per sviarli o per raggirarli in qualche modo. Non gliene aveva a male per questo: era fatto così, tutti quanti l’avevano accettato da tempo.

Il vero problema, come stavamo dicendo, erano gli altri due: Honey e Mori vedevano certamente Haruhi come una sorta di sorellina da coccolare, ma a Tamaki e Hikaru era palese che piacesse. E molto, anche. Probabilmente, solo loro due non se ne erano accorti, al club.

E qui iniziavano i casini: perché Kaoru sapeva che, per come stavano le cose al momento, un’eventuale scelta di Haruhi avrebbe compromesso il già precario equilibrio su cui si reggevano i rapporti tra loro tutti. Avrebbe significato un cambio totale di rotta delle loro vite, e non era sicuro di voler anche solo prendere in considerazione l’idea.

Il fatto era che Kaoru odiava i cambiamenti: non gli era mai stato facile subirne uno, soprattutto dopo che aveva appurato di star decisamente bene nel vecchio stato delle cose. Questo era esattamente uno di quei casi.

Una parte di lui, quella più infida probabilmente, gli diceva di approfittare della situazione: dichiararsi ora, quando i rivali erano troppo confusi o testardi per poterlo imitare. C’era la possibilità concreta di riuscire a stare con Haruhi come ragazzo e ragazza e non come amici, se riusciva a battere gli altri sul tempo. L’altra parte di lui inorridiva al pensiero di essere tanto sleale con i suoi amici e suo fratello, ma non riusciva ad esserlo abbastanza da zittire la prima. Poteva davvero fare questo a Hikaru? Sarebbe riuscito a guardarlo ancora in faccia, dopo questo? E lui, sarebbe ancora riuscito a rivolgergli la parola? E Haruhi? Come avrebbe reagito, lei? Probabilmente l’avrebbe messa a dir poco alle strette. Ugualmente, la sua parte egoista non mollava la presa.

Fu più o meno in quel momento che la porta di aprì cigolando appena, facendo entrare una delle ultime persone che Kaoru avrebbe voluto vedere in quel momento.

“Hoe, Kaoru?”

Lui si sollevò lentamente a sedere, voltando piano la testa verso la ragazza. Per certi versi, era come se si vedesse dall’esterno mentre la fissava. Temette vagamente che il non aver zuccheri in corpo gli stesse giocando un brutto tiro.

Intanto, Haruhi gli aveva sorriso, richiudendo la porta dietro di sé.

“Ah Kaoru, finalmente ti trovo. Ero preoccupata, sai?”

Il cervello di Kaoru registrò l’informazione e inviò un messaggio ai muscoli facciali per consentirgli di mettere insieme almeno l’imitazione di un sorriso decente.

“Pure Hikaru è preoccupato, anche se cerca di non darlo a vedere. Come se non si vedesse che si comporta in modo strano…” scosse la testa e sbuffò. Senza nemmeno che se ne accorgesse, il sorriso che Kaoru aveva abbozzato svanì. Abbassò gli occhi: beh, che si aspettava? Che gli dicesse che aveva scoperto di non poter vivere senza la sua presenza costante? Era questo che sperava di sentirsi dire? Siamo seri…

“Comunque Kaoru,” stava intanto dicendo lei, dopo avergli gettato un’occhiata dubbiosa “Ho parlato con tua madre, e credo di aver capito che ti sta succedendo. È per la faccenda della scommessa, vero?” gli si avvicinò di qualche passo, incrociando incerta le gambe e intrecciando le mani dietro la schiena.

“Nee Kaoru, so che la cosa ti mette a disagio, ma non c’è problema, davvero. Cioè, immagino tu sia preoccupato per quello che tua madre potrebbe combinare attuando qualche suo strano piano, ma non è niente di che, sul serio. Sono solo altri sette giorni, in fondo. Credimi, possiamo cavarcela tranquillamente, anche senza che tu faccia l’eremita qui sopra per tutto il viaggio. I tuoi genitori sono preoccupati, e anche Hikaru. E anche noialtri. Kaoru, sul serio, penso che dovresti…”

In seguito, Kaoru non seppe mai determinare l’istante esatto in cui decise di non volerla lasciar finire di parlare. Sapeva soltanto di avere una gran confusione in testa, forse dettata dallo stress di quegli ultimi due giorni, a cui si sommava il dannato ritornello di quella dannata canzone che continuava a rimbombargli nella testa e che sembrava descrivere quasi alla perfezione la sua incasinatissima situazione.

“And I don’t want the world to see me,

‘Cause I don’t think that they’d understand”

Il che era vero: non era forse due giorni che si nascondeva dagli altri? Certo, lo faceva per riflettere, ma avrebbe mentito a se stesso se avesse negato che lo faceva anche perché non voleva lo compatissero. Kaoru sapeva che il caos interiore che stava provando era difficile da comprendere per chi non vi fosse implicato in prima persona. Certo, sapeva anche che avrebbe trovato chi fosse disposto a farsi coinvolgere per aiutarlo, ma voleva davvero permetterlo? Non era forse questa la perenne, grande contraddizione dei fratelli Hitachiin? Voler essere capiti e non volerlo allo stesso tempo: Kaoru pensava di averlo superato, ormai, ma a quanto pareva non era così. Sembrava proprio che non fosse poi così maturo come voleva far credere. Kaoru odiava essere così contradditorio, ma non riusciva a farne a meno; lo confondeva, ma per certi versi lo salvava.

E quella dannata canzone che non voleva saperne di spegnersi non lo aiutava di certo, al momento!

Fu allora che Kaoru si alzò improvvisamente in piedi, prese per le spalle Haruhi e la spinse contro il muro, sovrastandola di tutta la testa. Sentì appena la lieve protesta della ragazza quando si scontrò con il legno, preso com’era dai suoi ragionamenti caotici.

“When everything’s made to be broken”

Era vero: tutto prima o poi finisce. È un processo naturale: si nasce, si sta un po’ in questo mondo pazzo e poi si finisce inevitabilmente per morire. Fa parte della natura delle cose, inutile girarci attorno. Lo stesso, anche le cose nate dall’uomo erano destinate ad esaurirsi, prima o poi. Forse, era giunto il momento che anche i rapporti tra loro, così com’erano, conoscessero la loro fine. Non ci sarebbe stato nulla di strano vedendo le cose dall’esterno, anche se ciò non fosse avvenuto nel migliore dei modi. Se avesse dovuto comportare delle rotture tra loro sei. Anzi, sette.

Bloccò Haruhi su entrambi i lati con le braccia tese, osservandola con distacco; era davvero bassa, ora che ci faceva caso. E minuta: lui era tutt’altro che un colosso, eppure la sovrastava senza problemi. Era una strana ragazza, intelligente, ingenua e un po’ distratta, ma rimaneva comunque piccola e, per certi versi, delicata. Si rese conto che non gli ci sarebbe voluto nulla per baciarla: doveva solo chinarsi appena e colmare la già breve distanza che li separava.

Magari gli avrebbe tirato uno schiaffo, dicendo che stavolta aveva esagerato.

Più probabilmente avrebbe imputato questo suo momento di intraprendenza ad una forma influenzale fuori stagione.

Ma c’era un angolino della sua mente che cercava di fargli presente come ci fosse anche un’altra possibilità, che Kaoru temeva sinceramente di considerare. Si morse il labbro inferiore mentre un’insistente vocina gli faceva presente che c’era anche la possibilità che lei lo ricambiasse.

Kaoru sapeva che se lo avesse fatto sarebbe inevitabilmente tutto cambiato: il Lord ne sarebbe probabilmente rimasto scioccato, al di là di tutte le sue chiacchiere sulla ‘famiglia’. Lo stesso, Kaoru non riusciva a distogliere la sua attenzione da quel pensiero. La stessa idea di dichiararsi e liberarsi di quel peso gli pareva molto più che sensata. L’avrebbe quasi definita benefica.

“I just want you to know who I am.”

Rimase perfettamente immobile per un tempo indefinito; gli pareva quasi di essere caduto in uno strano stato di trance, come se si fosse trovato in una sorta di equilibrio che non gli permetteva né di chinarsi veramente, né di tirarsi indietro. Ci fu però un nome che riuscì a spezzare di netto la staticità del momento: Hikaru.

Kaoru spalancò leggermente gli occhi, mordendosi il labbro: probabilmente a lui sarebbe ben più che dispiaciuto, se l’avesse fatto davvero. Poteva davvero fare questo al suo gemello?

Kaoru sapeva che, nel caso, la reazione di Hikaru non sarebbe stata essenzialmente dissimile da quella del Lord. Sarebbe solo cambiato il suo modo di esprimerla. Si sarebbe infuriato. Nel tentativo di imporre i suoi sentimenti agli altri, poi, avrebbe urlato cose di cui magari in seguito si sarebbe potuto pentire. Più di tutto, però, sapeva che si sarebbe sentito tradito da suo fratello. Probabilmente non gli avrebbe parlato a tempo indeterminato. Era davvero certo di volerlo permettere?

‘Non è detto che finisca così. Magari, sopravvaluto quello che prova. Magari si scoprirà improvvisamente maturo e non gliene importerà.

Certo, come no.’

“Kaoru?”

Sobbalzò. Per qualche ragione, si era dimenticato di essere ancora lì in mansarda con Haruhi.

“Kaoru, tutto bene?” chiese lei, preoccupata.

Alzò leggermente lo sguardo per incontrare il suo: Haruhi lo fissava attenta, i grandi occhi castani preoccupati per lui. Li studiò attentamente, come per cercare di leggervi altro, ma inutilmente: erano occhi di una persona semplicemente preoccupata per un suo amico. Niente di più, niente di meno.

“Kaoru…?”

Il ragazzo chiuse gli occhi un istante, poi si spinse indietro e sorrise.

“Gomen, Haruhi,” disse, arretrando “Credo di non sentirmi molto bene oggi.” Rise forzatamente, mentre Haruhi lo guardava con un sopracciglio alzato, per nulla convinta.

“Davvero?”

“Hai,” confermò, cercando di ignorare il tono scettico che l’altra aveva usato “Gomen se mi sono comportato in modo strano. Probabilmente sto covando un’influenza fuori stagione.”

Il sopracciglio di Haruhi svettò ancora più in alto, ma non disse nulla. Kaoru si grattò la nuca, continuando a ridacchiare.

“Puoi dire tu a Papa che non scendo a cena, stasera? Preferisco riposarmi un po’.”

Haruhi aggrottò la fronte, ma annuì.

“Wakatta,” disse, voltandosi e raggiungendo la porta. Kaoru si ritrovò a sospirare di sollievo. Lei però si bloccò sulla soglia, voltandosi appena.

“Nee, Kaoru?”

“Hai?”

Haruhi gli sorrise.

“Gambatte, nee?” e uscì, richiudendosi la porta alle spalle.

Kaoru rimase in piedi ancora qualche secondo, quindi gli sfuggì un vero sorriso divertito: diavolo, quella ragazza non finiva mai di sorprenderlo. Probabilmente era soprattutto questo che gli piaceva di lei.

“I just want you to know who I am.”

Ora doveva solo pensare a cosa fare.

Fu non molto tempo dopo che Kaoru sentì di nuovo la porta della mansarda aprirsi con un cigolio. Si alzò a sedere sul materasso, appoggiando il peso alle braccia tese. Non si stupì di vedere Hikaru sulla soglia.

Non gli fece domande: aveva l’aria abbastanza smarrita da poter immaginare perfettamente cosa gli fosse successo. Senza dire una parola, Kaoru si fece di lato e si ridistese. Hikaru esitò solo un attimo prima di avvicinarsi e imitarlo, prendendo a fissare assorto le travi di legno sopra di loro.

Qualche piano sotto di loro, Shinichi stava in terrazza con il cellulare alla mano. Sorrideva: non si era aspettato di ricevere una telefonata del genere. E sì che avrebbe dovuto aspettarselo, a ben pensarci, conoscendo chi stava all’altro capo del telefono.

“Domani?” disse Shinichi, voltandosi a guardare la casa “Nessun problema. Sai che non ti negherei mai un letto, e nemmeno Yuzuha.” Rise a qualcosa che l’altro gli aveva detto “Sai che non è vero: è sempre felice di vederti.” Rise di nuovo “A domani allora. Ja.”

Shinichi chiuse la comunicazione, alzando lo sguardo verso il primo piano, verso le camere dei ragazzi. Era curioso di vedere come avrebbero reagito alla sorpresa che li attendeva il mattino dopo.

LEGENDA:

- Hai:

- Onegai: Per favore/Ti prego

- Kawaii: Carino/a

- Baka: Stupido

- Papa: Papà

- Iie: No

- Gomen: Scusa

- Hai:

- Wakatta: Capito

- Gambatte: Metticela tutta

- Ja: Ci vediamo

Piccolo schema sui titoli onorifici (della serie: potevo anche pensarci prima, ma vabbé XD):
-san: Equivale al nostra "signor/a/ino/ina" e viene usato con con chi non si ha molta confidenza o con persone più grandi.
-chan: Si utilizza con i bambini, le ragazze o con le persone con cui si ha molta confidenza. E' il più confidenziale, e può essere sostituito anche con suffissi come -rin, -cchi (Come bossanova, ricordate? I gemelli lo chiamano Bossanova-cchi. XD),
-pin, ecc... (Tsubasa Crhonicle insegna in questo caso XD)
-kun: Molto simile a -san, viene utilizzato solo per i ragazzi.
-sama: E' il più formale. Si usa con i superiori o con gli sconociuti a cui si vuole mostrare il massimo rispetto.

Ovviamente, queste non sono regole assolute. Ho sentito negli anime ragazze appellate con "-kun" (come Renge), o frateli e sorelle maggiori (con cui, in teoria, un po' di confidenza la si dovrebbe avere) appellati con il "-sama" in segno di rispetto. Diciamo che queste sono le regole generali, poi le abitudini dei singoli cambiano. ^^
Altra specificazione, dato che ho notato che è una credenza diffusa: i titoli onorifici di per sé non determinano la maggiore o la minore età di una persona. Per esempio, dire 'Onii-chan' e 'Onii-san' non cambia sostanzialmente nulla se non sul piano della formalità con cui ci si rivolge al proprio fratello maggiore ('Onii'): 'Onii-chan' non indica quindi il fratello minore, dato che per farlo si usa un termine completamente diverso, 'Ototo'. Stessa cosa, ovviamente, vale per i termini che indicano la sorella maggiore ('Onee') e minore ('Imouto'), ecc... ^^



Ci tengo a specificare che ‘Iris’, la canzone che accompagna la narrazione, è dei Goo Goo Dolls e degli altri aventi diritto (case discografiche, produttori... insomma, loro! XD). Io la utilizzo solo per rompere le scatole all’Host Club e a voi povere martiri che leggete, e non ci guadagno sopra nemmeno un centesimo. XD Almeno finché Kyo non trova il modo di raggirare le leggi sui diritti d’autore, ovviamente… $___$ Nel frattempo, QUI potete trovare il testo completo, mentre QUI la potete ascoltare per intero. xD

Rieccomi qui! Spero vi sia piaciuto questo capitolo, ragazze. ^^ (Sono diventato anch'io un depresso! Ti odio! ç_ç) Ma tu non sei un depresso, Hika-chan. Non ancora, almeno. +__+ (Infame ç_ç) Lo sho! *o* [Chi se ne frega della sua depressione: chi diavolo è che sta per arrivare? O_O] Paura, Haru-chan? +__+ [Sì! ç_ç] Fai bene... +__+ [ç_ç] A suo tempo saprai tutto... +__+ [E' questo che mi fa paura... ç_ç] +___+ @Noi non abbiamo parlato nemmeno stavolta... Non è giusto! ç_ç@ -Sotto sotto commossa- Su, Honey, prima o poi anche tu e Mori avrete spazio, non temere... ^^"" @Sicura sicura? ç_ç@ Ma certo! ^^"" @Va bene allora! ^o^@ -_- Sì, d'accordo. Comunque... Ora vi lascio andare, ragazze. Vi ho trattenute fin troppo a lungo. ^^ Alla prossima! ^^

Saluti e baci,

Roby, Pochi&The Host Club

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Capitolo 11
*** Giorno VIII- Fratelli ***


AVVISO: Fin'ora non avevo pensato di chiedervelo esplicitamente ma, avendo notato un paio di spoiler qua e là nelle recensioni, vorrei chiedervi, per favore, di non farne più in futuro. ^^ Lo dico sia per me - che so poco o nulla dei capitoli inediti in Italia e che ci tengo tanto tanto a restare nella mia meravigliosa ignoranza - sia per gli altri lettori - che, suppongo, non amino vedersi spoilerare avvenimenti futuri mentre adocchiano le recensioni altrui. Faccio il mea culpa per non averlo specificato prima, e spero che d'ora in poi la cosa sia chiara a tutti. ^^ Grazie per l'attenzione. Conto su di voi, gente! ^-^

(...)= Discorsi di Hikaru

*...*= Discorsi di Kaoru

[...]= Discorsi di Haruhi

+...+= Discorsi di Mori

@...@= Discorsi di Honey

$...$= Discorsi di Kyouya (da notare il simbolo usato, per niente scelto a caso... U_U)

#...#= Discorsi di Tamaki

Più simboli insieme = più personaggi

L'ANGOLO DELLA POSTA

Presentano RobyLupin, Pochi & the Host Club

*Roby sta tranquillamente giocando a riporto con Pochi quando un'obra la coglie di sorpresa alle spalle.*

R *Sussultando e abbracciando spaventata Pochi*: WAAAA! UN DEMONE! O_O

Ky: ... Qualcuno mi ricordi perché lavoriamo ancora con quest'idiota, prego. =_=

Ha: Perché qualcuno... *Occhiata accusatrice a Tamaki*... Ha firmato un contratto a tempo indeterminato a nome di tutti da cui ancora non siamo riusciti a liberarci. =_=

Ky: Ah, già. =__=

R *Riprendendosi e ignorando lo scambio di battute*: Ragazzi! Qual buon vento vi porta qui? ^o^

Ky *Indicandogli con una bacchetta un grafico*: Le nostre azioni stanno calando, autrice degenere! E, indipendentemente dal motivo per cui devo restarmene qui, non posso accettare l'idea di essere in perdita. Soprattutto per colpa tua. =_=

R *Lanciando la pallina a Pochi*: Sì, sì, come vuoi. Più tardi, ok? ^^

Ha: Wow, da quando è diventata così pigra? o_o

R *Alza le spalle*: Sarà la primavera. ^-^

Ky *Tirando il guinzaglio e rischiando di strozzarla col collare a strozzo*: Non mi importa se è la primavera o chissà che. Vedi di rimediare al disastro che stai combinando standotene a far nulla!

R *Offesa*: Ehi, io ho scritto un sacco in questo periodo, che credi! ò-ò

Ky: Non mi importa del resto. Rimedia o spenno il pennuto!

*Pochi salta terrorizzato in braccio a Roby*

R: NO! POCHI NO! ç__ç

Ky: Allora ubbidisci. =__=

R: Crudele... ç_ç

Ky: =_=

R *Lancia un fischio*: Su, ragazzi, tutti a raccolta! Si deve lavorare oggi. =_=

HiKa *Indicando il Lord accucciato in un angolino e loro con dei bastoncini in mano*: Ma stavamo giocando! ò-ò

R *Gettando via i bastoncini*: Giocherete più tardi. Ora su, cominciamo. =_=

HiKa: =_=

- Elychan: Beh, ‘Iris' è una canzone commovente. Non mi stupisco che tu ti sia comm... (Bah, ragazze. =_=) *Si commuovono con niente, ecco la verità. =_=* -Tira una martellata in testa ad entrambi- Dunque, dicevo... -Occhiata truce ai gemelli che si massaggiano la testa- ... Sono contenta che tu abbia trovato la canzone adatta al capitolo, cara. ^^ Shin è Shin, un genio incontrastato in una casa di pazzi sclerati. ù-ù *(=_=)* E Kao... beh, il nostro Kao-chan è diventato grande ormai... -Si asciuga una lacrimuccia, commossa- Che teneroso. ç_ç *Cielo, è partita definitivamente. =_=* -Se lo abbraccia- Kao-chan, che coccoloso, che sei! X3 *=_=* XD Sono contenta che la scelta di non lasciargli baciare Haru ti sia piaciuta: effettivamente sarebbe stato troppo in quel momento: avrebbe lasciato sul campo troppi feriti e troppi casini in più che ho preferito evitare. (Strano, tu di solito nei casini ci sguazzi che è un piacere. =_=) [Soprattutto quando c'entro io... =_=] Eh, lo so, ma mica posso demolirvi completamente a metà storia, vi pare? U_U ([Ah, ecco. =_=]) Concludendo, ti auguro una buona lettura, Ely. Spero ti piacerà anche questo capitolo. Besos^^

- Red Robin: La recensione originale si era salvata, a dire il vero, ma tra quelle del Prologo. XD Poco male, trovata lo stesso, mi baso su quella per rispondere XD E tranquilla, non ti ho preso per Cappuccetto Rosso XD Anche perché in inglese si dice in tutt'altro modo, perciò... X°D Guarda, le ragioni non sto qui ad elencartele, ma la principale è che sono pigra, e darti del lei come a tutte le altre lettrici mi è molto, molto più comodo. ^^ (Ed ecco svelato l'arcano =_=) Zitto, tu! Lei non vuole teatrini, dileguati! ò-ò (Crudele... ç_ç) Uff, dicevamo... No, sul serio, non me la sono presa perché non vuoi il teatrino. XD Come ho detto è solo un pensiero per i lettori, ma è tranquillamente evitabile. XD L'unica cosa che ti chiedo di leggere sono note a fondo storia e avvisi, perché quelli di solito sono seri e potrebbero interessarti. XD Anch'io ho la fissa degli anime sottotitolati: la maggior parte dei termini che conosco li ho imparati prima da lì che da dizionari e frasari vari. XD Ti ringrazio di nuovo e sono felice che la storia ti stia piacendo. ^^ Buona lettura -spero-. ^^

- Kura92: Eh, sorry per il tempo di attesta, Kura. Spero che la curiosità ti abbia dato tregua. XD Sull'identità del nuovo venuto non faccio spoiler, così come non posso dirti che fine farà il club alla fine, temo. XD [Ma che razza di risposta le hai dato? Non potevi evitare direttamente e glissare da subito? -_-] Uff, che guastafeste. =_= Dicevo, prima che qualcuno mi interrompesse... Sì, Yuzuha l'ha detto ad Haru, alla fine. XD E sì, lei all'inizio aveva pensato seriamente che volesse adottarla... [Cielo, che infarto...]... Ma poi ha chiarito. XD Shin è adorabile, lo so -sguardo di madre orgogliosa-, quanto a Hika... Beh, leggi e vedrai, suppongo. XD [Di nuovo ‘ste risposte inutili... -_-] Che stress, Haru-chan... =_= Concludo prima che qualcuno -sguardo accusatore ad Haru- mi interrompa di nuovo... Continua pure con i tuoi poemi, Kura: io adoro le recensioni-poemi. XD Besos^^

- Fleacartasi: Sì, decisamente ‘Iris' è una canzone adorabile x3 Grazie mille, Flea. XD Spero che ti piacerà anche questo capitolo. X3 Besos^^

- Smemo92: Un'altra che adora ‘Iris'... XD Oh beh, chi non l'adora? X3 Però... Come puoi odiare Pochi? ç__ç -se lo stringe al petto con fare protettivo- È cosssì coccoloso... ç_ç [Coccoloso come un serpente, guarda... =_=] Tu sei di parte, Haru-chan! Non fai testo! ù-ù [E meno male che sono la protagonista... =_=] Per quanto riguarda Hika e Haru... Beh, lo scopriremo solo vivendo, no? ^^ [Odio queste tue risposte. =_=] Uff, monotona. ù-ù Dicevo, Shin è Shin: sa ma non può dire. XD Sennò sarebbe troppo facile, non credi? Poi con che andrei avanti io? XD [Sadica =_=] Grazie Haru-chan! ^o^ Kyouya è Kyouya: ha sempre qualcosa in mente. XD Papà Tama e Papà Kyo torneranno in scena, non temere. XD Che altro dire.. Grazie mille per il commento, Kura. Spero di non deluderti con questo nuovo capitolo. ^^ Besos^^

- Lely1441: Sì! A me piace incasinare sempre tutto! Tanto tanto tanto! ^o^ [Credo fosse una domanda retorica... =_=] Eh, ma rispondere è comunque buona educazione, non lo sai? U_U [=_=] (Lascia perdere quello! Piuttosto, ‘sta tizia ha ragione: i filmini mentali stile Lord sono da brivido! Protesto vivamente! ò-ò) -Alza le spalle- Sai che me ne frega, tanto sono io a muovere i fili. ^^ (ò-ò) Quanto alle complicazioni... Beh, alla fine ‘sti figlioli stanno crescendo, e gli incasinamenti vari fanno parte della crescita per imparare ad affrontare il mondo, quindi... [E il fatto che tu ti diverta ovviamente non c'entra, vero? =_=] Ovviamente, Haru-chan. Non sono mica così sadica... ^^ [*(-Sguardo scettico-)*] =_= Bah... =_= Il quasi bacio di Kaoru è piaciuta a molti, vedo. XD Meglio così. XD Ma sì, alla fine per Kao è ancora più importante il fratello del resto, quindi era impossibile che la baciasse sul serio. XD Infine... uff, com'è che tutti mi danno della sadica, qui? -_- [Perché lo sei? =_=] Pignoli. ù-ù [=_=] Comunque, dicevo... Nah, credo che il nuovo ospite sia la sorpresa meno sadica che aspetta ‘sti poveri disgraziati, a dire il vero. XD [Dovrei esserne felice? =_=] Fossi in te imparerei a gioire di queste piccole cose, Haru-chan. ^^ [=_=] Vabbé va XD Buona lettura, sorellina. XD Spero non mi picchierai a sangue dopo questo capitolo. XD Besos x3

- Lan: *O* [Cielo, perché fa così? O_O] (Non lo so, ma ho paura. O_O) *Tanta, tanta paura. O_O* Ho un nuovo potere! *O* [Ovvero?] RIESCO A MANOVRARE I GUSTI SHIPPOSI DELLE LETTRICI! *O* *([... L'abbiamo persa. =_=])* Grazie della notizia, Lan: è tremendamente esaltante, sai? *-* [Come se avessi bisogno di altre scuse per esaltarti... -_-] Scherzi a parte, sono contenta che la scena ti sia piaciuta così tanto XD Spero solo di continuare a meritare il tuo sostegno, andando avanti. XD Tra parentesi, non c'entra una mazza, ma... sei veneta o giù di lì, per caso? O-o -Sì riferisce allo ‘sio bonin'- X°D Grazie mille nuovamente, Lan. ^^ E Buona -spero- lettura. ^^ Besos^^

- Krichan: -Mostra Pochi in tutto il suo splendido splendore- Oh beh, che vuoi farci. Adoro questo pennuto coccoloso! *-* [Bah -_-] Prevenuta. ù-ù [=_=] Comunque... *-* Grazie! Grazie! Grazie! *-* Sono felicissima che i vari passaggi ti siano piaciuti! X3 E che la storia continui a interessarti! X33 Spero solo di non rovinare tutto con qualche idiozia delle mie... -_- $-Sguardo di ghiaccio- Provaci.$ o-o Ok, scherzavo. O-o Mi raccomando, Kri continua a seguirmi! Tremo al solo pensiero di cosa ‘sto qui potrebbe farmi, in caso contrario... O-o Besos x33

- Yukino-chan: Uhhh, benvenuta, oh nuova leva! Fa sempre piacere averne di nuove, sai? ^^ [Povera cara, anche lei entrata nel tunnel... ç_ç] Se. Grazie eh. -_- Comunque... Anch'io adoro i gemelli. X3 Soprattutto Hika-chan *-* Infidamente adorabile! X3 Sono contenta che la storia ti stia piacendo, Yuki -Ti spiace se ti chiamo così? È più breve XD- e grazie mille per la recensione: spero di rivederti. ^^ Besos^^

- _Maddy_: [-Trema- Perché questa vuole che mi metta con tutti? Mi odia? O_O] Nah, non temere, Haru-chan. Poi, ha detto anche ‘con nessuno', mi pare. XD [Eh, quello sarebbe già meglio. *-*] Pazza. =_= [*-*] Vabbé, sorvoliamo va... Il bacio effettivo con Kaoru l'ho evitato come la peste, a dire il vero: troppo casino a metà storia sarebbe stato controproducente, temo. Più che altro, mi avrebbe demolito psicologicamente metà dei personaggi. Poi chi lo sente Kyouya? XD Grazie mille per la recensione, Maddy. Spero continuerai a seguirci. ^^ Besos^^

R: Ok, e qui abbiamo finito. Ora sotto col capitolo, d'accordo?

Ha: Yuhuuu! =_=

Hi&Ka: Ma noi vogliamo pungolare il Lord! ò-ò

R: Più tardi! Ra a lavorare, viziati! ò-ò

Hi&Ka: Uff =_=

R: A dopo, gente! X3

Giorno VIII- Fratelli

RESIDENZA ESTIVA DEGLI HITACHIIN, CAMERA DI HARUHI - h 8.15

Il pannello di legno che nascondeva Pochi alla vista si alzò, puntuale come un orologio svizzero. Il gallo emerse dal suo rifugio notturno, entrando silenziosamente nella stanza buia e guardandosi attentamente intorno. Notò qualcuno ancora sotto le coperte, profondamente addormentato. Si ricordò improvvisamente della ragazzina che il giorno prima si era permessa di spaventarlo a morte con le sue urla disumane. Fu questione di un istante, per lui, decidere che gliel'avrebbe fatta sentitamente pagare: non si trattava un gallo di rara eleganza e dal pedigree che avrebbe fatto impallidire qualunque cane di razza in quel modo. Soprattutto, non se il gallo era Pochi!

Gli bastò un salto per essere sopra il materasso. Fece qualche silenzioso passo in avanti sulla liscia coperta di cotone. Improvvisamente, sentì qualcosa di ruvido sotto una zampa, ma non vi badò: era troppo vicino al suo obiettivo per fermarsi. Una altro passo, poi un altro ancora. Aveva già spalancato il becco e allargato le ali, quando avvenne qualcosa che non aveva previsto: si sentì tirare verso l'alto con uno strattone, mentre una rete si chiudeva intorno a lui, intrappolandolo.

Subito, la luce della stanza si accese, e una figura minuta corse verso di lui, balzando sul letto.

"Fregato!" fu quello che disse.

Pochi sentì in quel momento di non aver mai odiato nessuno come quella ragazzina guastafeste. Decise che, prima o poi, Haruhi Fujioka gliel'avrebbe pagata cara.

Tra le altre cose, Haruhi aveva passato il giorno precedente a cercare un modo efficace per impedire a quel dannato gallo di averla vinta un'altra volta. Che diamine, non aveva certo intenzione di passare un'altra settimana con una sveglia da trauma in libera circolazione!

La soluzione al dilemma l'aveva trovato essenzialmente per caso, poco prima di andare a letto. Stava ripensando distrattamente alla giornata appena trascorsa, quando le venne in mente una cosa che aveva notato in mezzo alle cianfrusaglie della soffitta e che nemmeno si ricordava di aver registrato. Era quindi sgattaiolata fuori dalla stanza e aveva salito silenziosamente le scale. Aveva indugiato qualche secondo davanti alla porta oltre la quale sapeva stavano i gemelli. Era soprattutto per Kaoru che era preoccupata: il suo amico era strano, su questo non ci pioveva, e se pensava di averla convinta con quella pagliacciata dell'influenza fuori stagione... beh, si sbagliava. Si era dispiaciuta a pensare che la conoscesse così poco da poter pensare che fosse veramente così ingenua, ma non per questo avrebbe fatto finta di nulla. Quanto a Hikaru... beh, era un altro bel rompicapo. A cena non era sceso, e lo conosceva abbastanza da sapere che, al momento, era col fratello dall'altra parte di quella porta. Probabilmente ora stavano dormendo, ma la tentazione di entrare comunque era forte. Ci aveva pensato ancora a lungo, poi aveva sospirato e si era voltata: non era certo svegliandoli nel cuore della notte che li avrebbe aiutati. Avrebbe cercato un modo il giorno successivo, quando fossero stati entrambi riposati e, magari, più di buonumore. Era quindi entrata nell'altra stanza; non ci aveva messo molto a trovare quello che cercava.

Era tornata velocemente in camera sua senza far rumore e aveva preparato la sua trappola. Certo, grazie alla sua grande agilità aveva quasi rischiato di cadere dalla sedia che stava usando e di rompersi qualcosa, ma questi sono dettagli. Insignificanti, se si pensa al grande traguardo raggiunto alla fine.

Haruhi fissò gli occhi in quelli di Pochi; poteva scorgere chiaramente una luce assassina brillarvi dentro, ma non poté evitare comunque di sorridere vittoriosa mentre ignorava deliberatamente il brivido freddo che le aveva attraversato la schiena.

"E ora che me ne faccio di te?" gli chiese, massaggiandosi distrattamente la testa.

Era l'unico particolare a cui non aveva pensato. Si sedette sul materasso, senza spostare gli occhi dall'animale, riflettendo. Riportarlo alla signora Hitachiin poteva essere una soluzione, ma la conosceva abbastanza da immaginare la sua probabile reazione: un piangente "Haru-chaaaan, non ti piace il mio regalo?" sparato direttamente nelle sue povere - e già duramente provate - orecchie, corredato ovviamente del solito abbraccio stritolante e dalla proverbiale occhiata da ‘cucciolo-bastonato-e-bisognoso-d'affetto', anche detto da ‘mamma-incompresa'. Sospirò, escludendo mentalmente di restituire il gallo alla madre dei gemelli. Incrociò le braccia e mise il broncio, pensierosa: e ora?

Un lieve bussare la distolse dai suoi ragionamenti. Voltò appena la testa, incuriosita: non si era aspettata che ci fosse ancora qualcuno, in quella casa, che le chiedesse il permesso di entrare in camera sua.

"Avanti," disse quindi, incuriosita. Sorrise istintivamente quando la porta si aprì, svelando l'arcano: Mori stava fermo sulla porta, guardandosi attorno silenziosamente.

"Ohayo, Mori-senpai."

Lui la guardò, quindi accennò un sorriso in sua direzione a mo' di saluto. In quel momento, Honey balzò sulle spalle del cugino.

"Haru-chan, ohayō!" le fu accanto in un attimo, quindi le saltò al collo, facendola cadere all'indietro. Sollevò la testa e si sporse verso di lei, ridendo contento.

"Ohayo, Honey-senpai," fu l'incerta risposta della ragazza, mentre si alzava sulle braccia. Honey si spostò sul materasso, sempre continuando a ridere, consentendole di tornare a respirare normalmente. Haruhi sospirò, sollevata.

Alzò allora gli occhi sui suoi due senpai, pronta a chiedere loro cosa li portasse nella sua camera a quell'ora del mattino, ma dovette bloccarsi: entrambi guardavano un punto preciso sopra la sua testa, l'uno col solito sguardo impenetrabile, l'altro con curiosità.

"Haru-chan," disse Honey, alzando l'indice "Mi dici perché c'è un gallo imprigionato in una rete appesa al lampadario?"

"Oh." Fece lei, alzando a sua volta il naso. Pochi continuava a fissarla con odio "Beh, ecco, senpai... diciamo che ho spento la sveglia." Honey alzò un sopracciglio e la fissò, confuso; Haruhi sospirò, passandosi rassegnata una mano tra i capelli. "Lunga storia, senpai. Diciamo che Yuzuha-san mi ha fornito un ottimo aiuto per riuscire ad alzarmi la mattina."

Il piccolo Haninozuka sbatté gli occhi un paio di volte, quindi riprese a fissare l'animale intrappolato.

"Oh."

"Eh."

Con la coda dell'occhio, Haruhi vide che Mori non aveva ancora levato lo sguardo dalla rete, imperscrutabile come al solito.

"Siete qui per qualche motivo preciso?" chiese alla fine al più anziano. L'attenzione del senpai tornò su di lei, facendolo ridacchiare.

"È pronta la colazione, Haru-chan!" annunciò, tutto contento e con i fiorellini danzanti intorno. "Hitachiin-san dice che ci sono le frittelle con lo sciroppo di fragole!"

Ecco finalmente una cosa normale in mezzo alle stramberie che avevano iniziato a riempirle la vita nell'ultimo periodo: Honey che andava in visibilio per i dolci e le fragole. Stranamente, la cosa era rassicurante ogni oltre previsione.

Prima però che potesse rispondergli che sarebbe scesa entro pochi minuti, giusto il tempo di cambiarsi, avvenne qualcosa che decisamente non si aspettava. E che mandava in frantumi la poca calma acquisita negli ultimi minuti.

Mori attraversò silenziosamente la camera, raggiunse l'animale appeso e, con un gesto rapido, lo liberò e lo prese in braccio.

Haruhi spalancò gli occhi, terrorizzata, mentre Pochi la guardava con una luce vendicativa negli occhi.

"Mo-Mori-senpai..." balbettò, sgattaiolando velocemente indietro fino alla testa del letto. Serrò con forza gli occhi e afferrò saldamente un cuscino, parandoselo davanti per usarlo come arma almeno vagamente utile contro l'imminente assalto piumato.

Aspettò.

Aspettò.

Non accadde nulla.

Aprì titubante un occhi e poi l'altro, aspettandosi di vedere il famigerato volatile osservarla circospetto in attesa dell'attacco finale, ma ciò che vide la stupì. O meglio, la scioccò.

"Mori-senpai... ?" balbettò, sporgendosi leggermente in avanti e spalancando la bocca: Pochi era in braccio al ragazzo, e lo guardava con occhi... adoranti?! "Ma... Ma che...?" Era forse finita in un universo parallelo?

"A Takashi piacciono tanto gli animali!" la informò Honey, ridacchiando contento. Un paio di fiorellini si impigliarono tra i suoi capelli, ma lui non ci fece caso. "E loro gli vogliono tanto, tanto bene!"

Osservò basita Pochi che sfregava affettuosamente il becco contro il torace del suo senpai, e vide lui che si esibiva in una dei suoi rari sorrisi soddisfatti. Non poté credere che quella serenità fosse merito di quel dannato gallo.

Poi, l'illuminazione; Haruhi sorrise soddisfatta.

"Mori-senpai?" quello si voltò, sbattendo le palpebre per segnalarle che aveva la sua attenzione. "Ho una proposta da farti che, date le premesse, penso proprio ti piacerà."

Tamaki si tolse le scarpe all'ingresso e si appoggiò al muro per mantenere l'equilibrio mentre infilava le pantofole. Antoinette, accanto a lui, scodinzolò allegramente e si alzò sulle zampe posteriori nel tentativo di leccargli la faccia, facendogli perdere rovinosamente l'equilibrio.

"Ah ah, buona, Antoinette!" riuscì a dire tra le risate, cercando di ripararsi il viso. "Fermati! La faccia no, dai!"

Antoinette si fermò improvvisamente, voltando il muso verso le scale, e Tamaki lasciò cadere la testa all'indietro, continuando a ridere. Se conosceva l'animale, la tregua avrebbe avuto vita breve. In effetti, era strano che si fosse fermata: quando iniziava a far le feste a qualcuno, di solito continuava per secoli e secoli, senza permettere alla vittima di turno - solitamente lui, ovviamente - di svignarsela in qualche modo.

Contro ogni sua aspettativa, invece, sentì le zampe di Antoinette staccarsi dal suo torace con una leggera spinta e i suoi passi allontanarsi sul parquet.

"Auch." Protestò qualcuno all'improvviso. Nonostante il tono molto basso usato, a Tamaki bastò il sussurro per riconoscere la persona in questione. E, detto sinceramente, non era molto convinto di volerla vedere, al momento.

"Haruhi?" disse, aprendo gli occhi e voltandosi verso di lei. Sbatté le palpebre un paio di volte, mentre osservava Antoinette leccare la faccia alla ragazza, caduta a terra durante l'assalto dell'animale. Improvvisamente, scoppiò a ridere.

"Potresti anche aiutarmi, senpai!" lo rimproverò lei, riuscendo a scostare il muso della cagna dalla sua faccia per qualche secondo. "Non riesco a liberarmi!"

Tamaki ridacchiò di nuovo; per forza non ci riusciva: era talmente piccola che Antoinette, complice la sua esuberanza canina, poteva sovrastarla senza eccessivi problemi.

Si alzò in piedi, continuando a ridacchiare divertito, e afferrò il collare della cagna per spostarla. Antoinette protestò mugolando per l'interruzione e, alla fine, alzò il naso in aria e andò in salotto, offesa. Tamaki sghignazzò di nuovo, tendendole la mano per aiutarla. Haruhi sbuffò spazientita, ma gliela afferrò lo stesso. Stranamente soddisfatto e improvvisamente accaldato senza un motivo particolare, tirò leggermente e lei fu in piedi. Ci dovette aver messo un po' troppa energia però, dato che per mantenere l'equilibrio appena ritrovato, Haruhi fu costretta ad appoggiarsi a lui. Subito, sentì il calore aumentare e avvertì distintamente le sue guance imporporarsi senza un motivo apparente. Si allontanò all'istante da lei, distogliendo lo sguardo.

"Arigatou, senpai."

Tamaki si concesse di guardarla di sottecchi, e vide che sorrideva. L'imitò d'istinto.

"Nandemonai." Rispose, alzando appena le spalle. Si passò una mano tra i capelli, imbarazzato senza alcun motivo apparente.

Cadde il silenzio per alcuni lunghi, lunghissimi minuti. Tamaki si guardava attorno senza sapere cosa fare: per l'ennesima volta in quei giorni - anzi, a voler essere totalmente onesti, in quei mesi - non riusciva a capire le reazioni del suo corpo, e lui odiava non riuscire a capire qualcosa. Soprattutto quando c'entravano i suoi amici. Soprattutto quando c'entrava Haruhi.

A toglierlo dall'imbarazzo ci pensarono Honey e Mori, che scendevano in quel momento le scale. Tamaki sentì di non aver mai voluto loro così bene come in quel momento, anche con Honey che saltava allegramente al collo di Haruhi e l'abbracciava stretta.

Il piccolo senpai sfregò la guancia contro quella della ragazza a mo' di saluto, quindi voltò il viso sorridente verso di lui.

"Ohayo, Tama-chan!"

"Ohayo, senpai." Sorrise Tamaki. Imitò il cenno di saluto di Mori per ricambiare il buongiorno. Stava per proporre loro di andare a fare colazione, ma fu Honey ad interromperlo.

"Haru-chan! Haru-chan! Abbiamo sistemato Pochi-chan nella nostra stanza!" annunciò allegramente. "Si è appollaiato sul letto di Takashi e non si è più mosso. Ora non dovrai più avere paura di lui!" Mori confermò annuendo.

"Oh, arigatou, senpai," sospirò sollevata Haruhi. "Non avrei proprio saputo cosa farmene di lui, altrimenti."

La sorpresa di Tamaki a quello scambio di battute durò appena un istante, sostituita da un qualcosa di non meglio specificato.

"È successo qualcosa?" chiese, preoccupato: la sua bambina si era trovata nuovamente in pericolo e lui non era presente? Ma che razza di padre di famiglia era?

Haruhi invece fece un gesto vago con la mano, per sottolineare come la cosa fosse priva d'importanza. Inutile dire che questo non lo tranquillizzò affatto.

"Ho solo teso un agguato a Pochi e, dopo averlo catturato, l'ho affidato a Mori-senpai, dato che ho notato come entrambi apprezzassero la reciproca compagnia."

"Già, già." Confermò Honey, ridacchiando e spargendo fiorellini attorno a sé. Tamaki alzò un sopracciglio, contrariato: perché non l'avevano chiamato? Insomma, era lui il papà! Non era forse suo dovere proteggere la figlioletta dagli assalti improvvisi di bestie strane e potenzialmente letali?

Gli altri tre non dovettero però notare la sua reazione, perché Honey si sporse oltre una delle spalle di Haruhi e allungò il braccio, eccitato.

"Profumo di frittelle, Haru-chan!" squittì, estasiato, spostandosi sulla sua schiena e aggrappandosi come un koala. "Andiamo, Haru-chan? Eh? Andiamo? Ho taaanta fame!"

Haruhi sospirò, rassegnata.

"Hai, hai, senpai." Sospirò, sistemando le braccia sotto le sue gambe per sorreggerlo meglio. Quindi si voltò verso Tamaki e gli sorrise. "Vieni anche tu, senpai?"

Tamaki sobbalzò leggermente e arrossì senza nemmeno accorgersene. Si passò nuovamente una mano tra i capelli e ridacchiò senza motivo.

"Due minuti, Haruhi. Credo che Antoinette si sia offesa prima. Vedo a far pace con lei e vi raggiungo."

Lei lo guardò in modo strano per qualche istante, poi gli sorrise dolcemente.

"D'accordo, senpai. Ti aspettiamo di là, allora." E seguì Mori fuori dall'ingresso, mentre Honey lo salutava allegramente con la mano.

Non appena furono spariti oltre la porta, Tamaki sospirò e si passò una mano sulla faccia, pensieroso: era un idiota. Un incredibile, fenomenale, indubbio idiota. Ah, e stava probabilmente uscendo di testa, non dimentichiamoci questo particolare.

"Che mi sta succedendo?" borbottò: era stranamente esausto, al momento, così come erano strani i suoi sbalzi d'umore. Se non fosse stato certo che fosse impossibile, si sarebbe detto incinto.

Si massaggiò la base del naso, riflettendo: a quanto pareva, il suo umore ballerino ruotava intorno ad Haruhi. Per questo avrebbe preferito evitarla, prima. Lo stesso, non appena l'aveva vista si era sentito... sereno? Sì, probabilmente quello era il termine giusto.

"Sto impazzendo." Decise. "Sto innegabilmente, definitivamente impazzendo." Posò una mano sulla fronte con fare teatrale. "Dev'essere la punizione divina per essere così incredibilmente pieno di doni. Ah, me tapino..."

Rimase qualche attimo in silenzio, in attesa della freddura che, certamente, Kyouya gli avrebbe scoccato dopo questa sua ennesima uscita folle. Era quasi una tradizione, dopotutto: quando lo sentiva, lo demoliva con una battuta delle sue, diretta e precisa. E, per qualche strano motivo, Kyouya lo sentiva sempre, anche quando non sarebbe dovuto essere presente. Aspettò qualche minuto in completo silenzio, quindi si guardò attorno, confuso; solo allora si ricordò che Kyouya non gli parlava.

Abbassò gli occhi sul parquet, mordendosi il labbro: mai come in quel momento avrebbe voluto vedere il suo amico scendere le scale per andargli incontro per parlargli di quello che gli stava succedendo. Sapeva che Kyouya l'avrebbe ascoltato in silenzio, magari fingendo un completo disinteresse, per poi guardarlo con aria di sufficienza e dirgli:

"Baka. Ti pare il caso di farne un dramma?" e avrebbe saputo spiegargli per filo e per segno i motivi che stavano dietro alle stranezze di quel periodo, perché Kyouya era straordinariamente acuto quando si trattava di quello che gli capitava. Ma il muro che si era innalzato tra di loro il giorno prima ancora non gli consentiva di farlo. Non aveva nemmeno idea del perché si fosse creato, a dire il vero; doveva essere per qualcosa che lui aveva fatto, ma non riusciva a capire cosa e non sapeva come rimediare. Poteva solo rimanere fermo ad aspettare; si odiava per questa sua inutilità.

"Uh, Tama-chan?"

Tamaki sobbalzò leggermente, preso alla sprovvista, e si voltò. Yuzuha gli sorrise gentilmente, le mani unite dietro la schiena.

"Oh. Ohayo, Yuzuha-san." La salutò, ricambiando il sorriso.

"Ohayo." Replicò lei, avvicinandosi. "Ma chiamami pure Yuzu-chan: anche Honey-chan lo fa, dopotutto."

Tamaki ridacchiò.

"Hai, come vuole lei."

Yuzuha sbuffò, mettendo il broncio.

"Mmmh, suppongo dovremo rimediare anche a questo ‘lei'." Gli si avvicinò, assottigliando gli occhi e puntandoli nei suoi. "Mi consideri forse vecchia, Tama-chan?"

"Iie..." rispose, iniziando a temere dove volesse andare a parare. Un brivido gli corse lungo la schiena, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime.

"E allora perché mi tratti come tale parlandomi in modo così distaccato?"

L'istinto di host insito in Tamaki protestò vivamente con la parte razionale del suo cervello: una donna che piangeva a causa sua? Inaudito! Gli host dovevano portare felicità alle donne, non tristezza! Doveva porvi rimedio, dannazione! E che si sbrigasse!

Tamaki tossicchiò appena, tirando fuori tutto lo charme francese che sapeva di possedere.

"Madame," iniziò, prendendole la mano tra le sue. "Mi perdoni per averle dato un'impressione del genere. Come potrei mai considerare vecchia una tale bellezza ancora nel fiore degli anni? La prego vivamente di perd..."

Stonk!

Tamaki si massaggiò la nuca nel punto leso, voltandosi verso l'aggressore. Sobbalzò nel ritrovarsi uno dei gemelli a pochi centimetri dalla faccia che lo guardava con un sopracciglio alzato, palesemente irritato.

"Ti prego, Lord, contieniti. Va bene tutto, ma è pur sempre mia madre! Abbi pietà per il mio povero cuore di figlio!" e si diresse senza un'altra parola verso la cucina, mentre lui continuava a fissarlo basito e vagamente offeso nell'orgoglio. Dietro di lui, sentì la padrona di casa sghignazzare divertita.

"Povero Tama-chan," disse, cercando di soffocare le risatine con una mano sulla bocca. Fece qualche passo fino a che non gli fu a fianco. Gli scompigliò i capelli con fare materno, continuando a ridacchiare. "Ho dei figli proprio maleducati, temo." Lui alzò un sopracciglio, e lei rise apertamente. "Oh non guardarmi così, Tama-chan. Te lo sei meritato, dopotutto."

"Nande?"

Sorrise in modo furbo.

"Perché, mentre tentavi di ammorbidirmi col tuo meraviglioso discorso, ti sei dimenticato di smetterla di darmi del lei." Gli picchiettò la fronte con l'indice, enfatizzando così ogni sua parola. "D'ora in poi vedi di evitarlo, chiaro?"

Lo prese a braccetto, conducendolo verso la sala da pranzo e iniziando a chiacchierare del più e del meno. Cercando di tenere il filo del discorso, Tamaki smise di pensare alle stranezze di quei giorni; quando se ne accorse, ne fu immediatamente sollevato.

Ficcandosi in bocca un generoso boccone delle frittelle coperte di sciroppo di fragole che il signor Hitachiin aveva preparato per colazione, si disse che, in fondo, quelle vacanze potevano ancora rivelarsi meno orrende del previsto.

"Non ti piace, Hika-chan?"

Il ragazzo alzò svogliatamente gli occhi dal piatto, tentando un sorriso.

"Iie, Honey-senpai. È buono. Ero solo sovrappensiero." E riprese a guardare dentro al suo piatto, raccogliendo prontamente un boccone e infilandoselo in bocca.

Honey lo guardò indeciso ancora qualche istante, quindi riprese a mangiare la sua colazione, lanciandogli ogni tanto delle occhiate di sottecchi. Discretamente, Mori prese dello zucchero a velo dal centro tavola e gliene mise un altro po' sulle frittelle, guadagnandosi un sorrisone grato da parte del cugino.

Takashi non era mai stato un tipo di molte parole: semplicemente, trovava che a volte un gesto fosse molto più esplicativo di un lungo discorso. E poi, spesso le parole lo mettevano più a disagio che altro. Questa era una delle caratteristiche di base che lo univa così tanto con Mitsukuni: si compensavano l'un l'altro, rendendo l'equilibrio della loro amicizia pressoché perfetto. Quando lui aveva qualche problema, Mitsukuni riempiva le pause con le sue chiacchiere e le sue considerazioni fino a che non era pronto a parlargli di quel che gli passava per la testa; quando era Mitsukuni ad aver bisogno di pensare, Mori gli concedeva il silenzio in cui riflettere tranquillamente e due buone paia di orecchie sempre pronte a prestargli attenzione quando avesse finito e avrebbe avuto bisogno di sfogarsi.

Certo c'erano momenti in cui avrebbe desiderato essere dotato di una buona parlantina, come Tamaki. Magari più di buon senso, ma non stiamo a sottilizzare. Quei giorni potevano essere tranquillamente considerati uno dei quei momenti.

Come tutti gli altri, Mori amava l'Host Club. Certo, forse inizialmente aveva aderito solo per stare con Mitsukuni e tenerlo d'occhio, ma ben presto aveva iniziato a divertirsi. Non era mai stato un tipo molto socievole, e di solito a quelli come lui si davano ben poche chance di fare veramente amicizia. Certo, era un campione di kendo ed era popolare, soprattutto tra le ragazze, ma la popolarità non faceva automaticamente di lui una persona piena di amici. Si era però pian piano reso conto che i suoi compagni di Club non gli chiedevano la socievolezza; gli chiedevano, molto semplicemente, di essere se stesso. A loro non importava che riempisse il silenzio con conversazioni senza capo né coda; importava che si divertisse con loro sinceramente. Forse perché era un'accozzaglia di persone completamente diverse tra loro, il Club era un posto in cui era facile non dare importanza alle differenze caratteriali. Ciò che normalmente veniva considerato dagli altri come un difetto, qui diventava una risorsa da utilizzare per aumentare la qualità del servizio e la popolarità della loro iniziativa. Arricchiva, invece che impoverire. Per questo, non gli ci era voluto molto per imparare ad amare i pomeriggi che vi passava, e per considerare i suoi compagni come amici. Era per questo motivo che, al momento, avrebbe tanto voluto possedere il dono della parola.

Forse per compensare il suo silenzio e la sua tranquillità, Takashi aveva scoperto fin da bambino di essere un ottimo osservatore. Non che ci volesse un genio per capire che le cose stavano andando male, ultimamente: Kaoru sparito chissà dove, Kyouya che ignorava beatamente Tamaki, quest'ultimo che aveva drasticamente ridotto il suo livello di idiozia. Nella mente di Takashi, tutto ciò era riassumibile con un unico concetto di sole due parole: Apocalisse imminente. Per l'Host Club, ovviamente.

Lanciò un'occhiata al gemello dall'altra parte del tavolo, che ora aveva iniziato a lanciare molliche di pane a Tamaki. Per chiunque non avesse l'occhio un minimo allenato, al momento il comportamento di Hikaru sarebbe stato perfettamente nella norma. Leggermente sottotono, forse, ma non tanto da destare preoccupazione. Peccato che gli occhi di Takashi fossero perfettamente allenati a cogliere le lievi differenze.

Per esempio, lo sguardo: a prima vista pareva divertito, ma mancavano la malizia e quel qualcosa di scanzonato che lo contraddistinguevano di solito. Poi, le lievi ombre sotto gli occhi, che non era riuscito ad eliminare nonostante il correttore e che sottolineavano come fosse rimasto sveglio quella notte. Il giocare continuamente con la forchetta, come se non vedesse l'ora di andarsene da lì. Se avesse guardato sotto il tavolo, poi, era certo che avrebbe visto i piedi muoversi nervosamente come in attesa di fuggire.

Prese in mano il bricco del latte e lo versò nel caffè, chiedendosi una volta di più perché i padroni di casa fossero così fissati con l'idea della colazione occidentale; che aveva di male quella tradizionale giapponese? Mah...

Si voltò verso Haruhi, che sedeva accanto a lui con lo sguardo perso nel vuoto.

"Ne vuoi?" chiese.

Lei sussultò appena, forse non aspettandosi un suo intervento, quindi sorrise e scosse la testa.

"Già messo, senpai."

Lui le sorrise di rimando e posò di nuovo al suo posto il bricco. Era dispiaciuto per lei: ritrovarsi al centro di una competizione manovrata dagli uomini più potenti del Giappone non doveva essere semplice, senza contare i cambiamenti continui che vedeva accadere attorno a lei. Proprio ora, fissava insistentemente un punto imprecisato tra Tamaki e Hikaru, riflettendo su chissà cosa mentre beveva lentamente il suo caffè.

Lui e Mitsukuni avevano discusso proprio la sera prima su cosa potessero fare per rendere le cose più semplici ai loro amici.

All'inizio avevano deciso di restarne fuori: sembrava loro un'intromissione eccessiva, e ritenevano che Haruhi potesse tenere a bada tranquillamente Tamaki, Suoh-san e Ootori-san. Kyouya sarebbe stato un po' più problematico nel caso avesse iniziato a competere seriamente, ma avevano preferito vedere come si sarebbe comportato e decidere di conseguenza se ce ne fosse stato bisogno.

Poi, il giorno prima, le cose erano precipitate all'improvviso: prima, il gelo tra Tamaki e Kyouya, quindi Mitsukuni che sentiva la signora Hitachiin mentre parlava a Hikaru del loro coinvolgimento in quella sottospecie di gara. Non aveva fatto apposta, per carità: Mitsukuni era curioso, non un impiccione. Non aveva però potuto ignorare l'oggetto della discussione, e la sera l'aveva comunicato anche a lui.

Non che potessero fare molto, a dire il vero: teoricamente, loro erano solo due ragazzini che avrebbero dovuto rimanere estranei alla faccenda. Teoricamente. Praticamente, invece, si sentivano il dovere di impicciarsi per aiutare i compagni: che razza di amici sarebbero stati, altrimenti?

Avevano quindi convenuto di dimostrare il loro supporto con discrezione, senza dare nell'occhio, aspettando il momento migliore per dare un contributo più sostanziale.

Versando altro sciroppo di fragole sulle frittelle di suo cugino, sperò di riuscire a rendersi davvero utile, in qualche modo.

RESIDENZA ESTIVA DEGLI HITACHIIN, CAMERA DI HARUHI - h 17.32

Haruhi sbuffò, ciondolando un piede di fianco al materasso; fuori aveva iniziato a piovere a dirotto, e lei si annoiava. Niente temporale, fortunatamente, ma il brutto tempo non permetteva di uscire all'aperto, e a lei mancavano i compiti delle vacanze: studiare le piaceva e non era mai stato un peso; ritrovarsi improvvisamente senza nulla da fare non le piaceva affatto. Senza contare che, data la notte in bianco che aveva passato, rischiava di addormentarsi da un momento all'altro, e non le pareva il caso a poca distanza dall'ora di cena.

Si diede una leggera spinta e si alzò a sedere, quindi si infilò le pantofole e uscì dalla stanza: se ricordava bene, il signor Hitachiin le aveva parlato di una piccola biblioteca all'interno del suo studio che era libera di utilizzare a proprio piacimento, se lo desiderava. E, al momento, Haruhi lo desiderava eccome.

Salì gli scalini senza fretta, evitando così di far rumore ed essere assalita da una valanga di genitori ansiosi di tenerle compagnia per evitare che si annoiasse troppo. Giunta al piano superiore si guardò nervosamente attorno: la porta della camera di Suoh-san era socchiusa, ma lui sembrava preso in una discussione con qualcuno, quindi lui avrebbe dovuto essere al sicuro. Guardò anche nell'altra direzione, e vide che anche la porta del padre di Kyouya era ben chiusa: avrebbe dovuto fare in fretta ad attraversare il corridoio, ma avrebbe dovuto farcela senza inconvenienti. Forse.

Sgusciò silenziosamente fino all'ingresso dello studio privato del signor Hitachiin, socchiuse la porta e vi si infilò, tirando un sospiro di sollievo mentre richiudeva la porta.

"Buongiorno, Fujioka-san."

Haruhi sobbalzò e trattenne a fatica l'urlo di sorpresa che già le stava uscendo dalla bocca.

"Hi-Hitachiin-san," mormorò. "Mi ha spaventata."

Lui ridacchiò.

"Oh, gomen." Le disse, da dietro la sua scrivania.

"Iie. Piuttosto, spero di non averla disturbata." Rispose, indicando il cellulare che aveva in mano. Lui le sorrise.

"Non ancora. Stavo per chiamare un cliente, ma non è un problema rimandare. Qualche problema?"

Haruhi scosse la testa, indicando i libri con un vago cenno della mano.

"Ero venuta a prenderne uno," spiegò. "Mi aveva detto di servirmi pure se l'avessi voluto, così..." si interruppe, chiedendosi se prendendo l'iniziativa a quel modo non fosse sembrata troppo sfacciata. Non doveva però essere così, perché il sorriso che le aveva rivolto in precedenza si allargò.

"Prego, Fujioka-san. Sono a tua disposizione, prendi pure quelli che vuoi."

Rassicurata, scorse con lo sguardo le file di libri. Fu stupita di trovare in mezzo a volumi enormi anche romanzi di vario genere, ma poi si disse che era normale, in fondo: quella era l'unica libreria della casa; probabilmente c'erano anche i libri della signora e dei gemelli. Scovare un titolo conosciuto in mezzo al resto fu quindi meno arduo del previsto; trovato quello che cercava, ringraziò con un inchino l'uomo e se la svignò alla chetichella, lanciando prima un'occhiata all'esterno per controllare che non vi fosse nessuno in giro. Doveva risultare veramente buffa vista dall'esterno, perché fu quasi sicura di sentire il signor Hitachiin ridacchiare prima di chiudere la porta dietro di sé.

Si bloccò sul ciglio delle scale: non aveva molta voglia di tornare nella sua stanza, a dire il vero. Era bella, per carità, e anche comoda, ma aveva voglia di cambiare. Con la coda dell'occhio, osservò la rampa di scale che portava al piano superiore: lì c'era la soffitta. E lei amava le soffitte polverose; le davano sempre l'impressione di avere una qual certa storia dietro di sé. Senza contare che in quella c'era anche una sedia a dondolo; una comoda, rilassante sedia a dondolo.

Le bastò un attimo solo per decidere che, anche quel pomeriggio, aveva voglia di darsi all'esplorazione. Salì i gradini due a due, raggiungendo ben presto l'ultimo piano. Lì rimase in silenzio, cercando di captare qualche segno di vita proveniente dalla mansarda in cui stavano i gemelli, ma non ci riuscì. Storse il naso e si avvicinò alla porta, fissando insistentemente la maniglia, indecisa: entrare o non entrare?

Fece un passo indietro, quindi un altro ancora, sempre senza voltarsi; le richiese una buona dose di autocontrollo girarsi ed entrare in soffitta. Si sentì in colpa: per certi versi, si sentiva come se li stesse abbandonando per la seconda volta in meno di ventiquattr'ore. Sapeva che non era così: ci aveva pensato a lungo, ed era giunta alla conclusione che, prima di poter intervenire in qualunque modo, doveva essere certa che i gemelli si fossero prima chiariti tra di loro. Erano legati da un rapporto esclusivo in cui non permettevano intrusioni e, nonostante per certi versi lei fosse un'eccezione in questa estromissione forzata del resto del mondo, on era certa di non poterci contare questa volta: rischiava di rompere l'equilibrio che si era creato tra loro tre, di chiuderla fuori con gli altri, e al momento non poteva permetterselo. Ora come ora, quindi, poteva solo aspettare. Come due giorni prima, si sentì completamente inutile, e si odiò per questo.

Entrare in soffitta fu un sollievo: l'aria polverosa ebbe il potere di riscuoterla da quei pensieri nefasti, e la luce che filtrava dalle finestre creava un'atmosfera accogliente che la fece sorridere. Chiuse la porta dietro di sé e si sedette sul dondolo, sistemandosi bene tra i cuscini mentre apriva ‘Alice nel Paese delle Meraviglie' e iniziava a leggere. Non era però nemmeno arrivata alla comparsa del Bruco che, complice il tepore del tardo pomeriggio e la stanchezza accumulata, le palpebre le si chiusero e si addormentò profondamente contro lo schienale della sedia, il libro in bilico sulle ginocchia.

In quella stessa posizione la ritrovò, qualche ora dopo, Tamaki.

Lui e gli altri erano stati mandati in missione speciale per cercarla, dato che la cena era quasi pronta, e a lui era toccato perlustrare l'ultimo piano. Era la zona più facile da controllare, a dire il vero: solo due stanze, di cui una occupata dai gemelli che non volevano intromissioni di sorta nella loro area privata. Certo, non si era aspettato di essere lui a trovarla.

Fece qualche passo all'interno della stanza, dopo aver degnato di appena un'occhiata la porta oltre la quale stavano Hikaru e Kaoru. Non era certo di volerli vedere, al momento, e questo lo faceva sentire un po' in colpa. La verità era che la novità sul ruolo nei gemelli in quella stupida competizione l'aveva lasciato scombussolato. Certo, ora aveva più chiara la frase di Kyouya del giorno prima, quando gli aveva detto che ci sarebbero state altre sorprese. Non lo stupiva che avesse già capito tutto, in quel momento; d'altronde, era sempre stato molto sveglio, soprattutto quando qualcosa lo riguardava da vicino. Non l'avrebbe sorpreso sapere che aveva già una qualche strategia per affrontare al meglio la situazione. Lui, invece, doveva ancora metabolizzare il tutto. Era proprio un disastro, non c'era altro da dire.

Haruhi mosse appena la testa nel sonno, riportandolo al presente. Si abbassò sulle ginocchia, osservandola sorridendo per qualche minuto. Scoprì che osservare la sua figlioletta dormire gli piaceva: era serena, rilassata, e pareva che nulla al mondo la potesse turbare. Era certo che non gli sarebbe importato rimanere così ancora a lungo, semplicemente guardandola dormire.

Avvenne in quel momento. Senza nemmeno rendersene conto, Tamaki si alzò e si avvicinò velocemente alla ragazza ancora profondamente addormentata. Si fermò davanti a lei poi si chinò, baciandola sulla guancia appena sopra l'angolo delle labbra.

Parve rendersi conto solo in quel momento di quello che aveva fatto: si rialzò di scatto, inorridito dal suo comportamento e arrossendo vistosamente. Questo. Non. Era. Bene. Non sapeva il perché l'avesse fatto, ma Tamaki era più che certo che non fosse un motivo sensato. Ed era anche sicuro che come padre avrebbe dovuto vergognarsi di sé.

Arretrò di qualche passo, senza riuscire a staccare gli occhi da Haruhi. Un rumore, dietro di sé, lo fece voltare di scatto: Kyouya lo fissava appoggiato allo stipite della porta. Lo sguardo freddo e distaccato gli impedì di scattare verso di lui per chiedergli aiuto; lo fece sentire ancora più in colpa, per certi versi.

"Il signor Hitachiin mi ha chiesto di salire a ricordarti che la cena è pronta." Disse, in tono piatto. "Faresti meglio a sbrigarti a svegliarla e a scendere." E si voltò, scendendo verso la sala da pranzo.

Tamaki tornò a guardare Haruhi, ancora addormentata, e si passò una mano dei capelli, sospirando.

"Che casino!"

RESIDENZA ESTIVA DEGLI HITACHIIN, MANSARDA - h 21.26

Hikaru osservò sovrappensiero il tovagliolo in cui aveva avvolto qualcosa da mangiare quel mattino. Non aveva molta voglia di fare colazione, a dire il vero, ma Kaoru non mangiava da due giorni ormai, ed era preoccupato. Per questo era sceso e aveva rimediato qualcosa, odiando sinceramente ogni secondo trascorso in mezzo agli altri: era confuso, stressato, e l'ultima cosa che voleva era stare con qualcuno che non fosse suo fratello. Oh, beh, d'accordo, la compagnia di Haruhi l'avrebbe accettata, ma non quella degli altri. Era consapevole di essere odioso facendo così, ma proprio non poteva farne a meno.

Si mise a guardare la pioggia che cadeva all'esterno, sforzandosi di trovarla anche solo vagamente interessante.

"Nee, Hikaru? Pensi che io sia un buon fratello?"

Hikaru lasciò perdere e spostò lo sguardo sul fratello, steso accanto a lui. Alzò un sopracciglio.

"Daijobu, Kaoru?"

Quello non smise di fissare pensosamente il soffitto.

"Certo che lo sei," rispose quindi Hikaru. "Il migliore. Avevi forse dei dubbi?"

Di nuovo nessuna risposta; Hikaru decise si interpretarlo come un assenso. Fece una smorfia.

"Sei l'unico che ho. Come potevi averne?" lo prese in giro.

Kaoru però sospirò, alzandosi a sedere. Hikaru lo guardò preoccupato. Si inginocchiò accanto a lui, posandogli esitante una mano sulla spalla.

"Nee, Kaoru, mi stai spaventando. Che ti succede?"

Kaoru si voltò verso il gemello e abbozzò un sorriso.

"Lascio."

Kaoru vide il fratello sbattere le palpebre più volte, cercando di registrare la dichiarazione.

"Non credo di aver capito bene." Disse, infine.

"Lascio," ribadì. "Mollo, rinuncio, mi ritiro... Scegli la tua versione, ma il concetto è lo stesso: io mi chiamo fuori."

Si alzò, iniziando a passeggiare per la stanza sotto lo sguardo incredulo del gemello.

"Demo, Kaoru... Io credevo che a te piacesse Haruhi."

Kaoru sorrise di nascosto: era davvero un attore così pessimo da venire smascherato anche da Hikaru?

"Non credo che questo c'entri, ora."

"Non dire idiozie, Kaoru!" sbottò. "Come sarebbe a dire che non c'entra? Sei diventato stupido come il Lord, per caso?"

Kaoru sogghignò, voltandosi verso il fratello con le mani nelle tasche.

"Nee, Hikaru, tu che mi dici? Cosa provi per Haruhi?"

Hikaru sobbalzò, preso in contropiede, quindi arrossì visibilmente ma non distolse lo sguardo.

"Non cambiare discorso, Kaoru. Stiamo parlando di te, no?"

Il ghigno di Kaoru si allargò. Vide un sopracciglio di Hikaru alzarsi, in attesa.

"Bene, allora ti faccio un'altra domanda: cosa faresti se ti dicessi che ieri sera ho quasi baciato Haruhi?"

Hikaru assottigliò gli occhi, ma non si mosse.

"Non dire idiozie, Kaoru."

"Non sto mentendo," ribatté noncurante, senza perdere il contatto visivo. "Proprio qui in mansarda, poco prima che arrivassi tu. Era entrata solo per parlarmi, ma io l'ho spinta contro il muro e l'ho bloccata. Poi mi sono chinato verso di lei, e..."

Non poté concludere. Senza quasi che se ne accorgesse, Kaoru si vide afferrare per il colletto e si sentì spingere indietro. Avvertì il forte urto della sua schiena contro la parete più vicina, ma non protestò, come se in qualche modo se lo fosse aspettato. Non parve sorpreso nemmeno di vedere un Hikaru furioso a pochi centimetri dalla sua faccia, la mano libera alzata a pugno e pronta a colpire.

Sorrise senza allegria.

"Hai altre domande stupide per me, Hikaru?"

Lui allargò gli occhi, abbassando lo sguardo sulla mano che teneva bloccato il fratello. La guardò inorridito, quindi lo lasciò di scatto e fece qualche passo indietro per allontanarsi. Abbassò gli occhi, colpevole.

"Non dovresti mettermi alla prova, Kaoru." Borbottò, risentito. Il gemello si allontanò dal muro, le mani in tasca e sempre quello strano sorriso stampato in volto.

"Gomen," si scusò. "Demo, ora è chiaro perché mi faccio da parte, no?"

La risposta che ebbe fu un ostinato silenzio.

"Se mi chiedi se mi piace Haruhi, la mia risposta è sì."

"Ma allora perché... ?"

"Tuttavia," continuò, ignorandolo. "Se tu mi avessi detto di averla baciata - non di esserci andato vicino, bada, ma di averlo proprio fatto - non avrei mai reagito come te. Non dico che ne sarei stato felice, chiariamoci, ma non ti avrei mai messo le mani addosso. Non mi sarebbe nemmeno passato per la testa!"

Hikaru abbassò di nuovo lo sguardo.

"Mi spiace per quello che ho fatto, Kaoru."

Quello sospirò.

"Non è questo il punto, Hikaru, lo sai." Lo interruppe. "Non mi pare che sia difficile da capire. È semplicemente una questione di priorità, se così le vogliamo chiamare: credo che amare qualcuno ponga quella persona davanti a tutto il resto. Io con Haruhi non posso farlo: la verità è che tengo più a te che a lei. Tu, invece, ci riesci. Non fraintendermi: non ti sto né rimproverando né accusando di qualcosa." Aggiunse, vedendolo rabbuiarsi. "È normale ed è giusto così. Prima o poi sarebbe successo comunque. Il fatto che sia accaduto prima a te è solo un caso." Sorrise di nuovo, sperando che non risultasse posticcio: che Hikaru avesse trovato qualcuno che valesse così tanto per lui era certamente positivo e lo rendeva felice per lui. Lo stesso, Kaoru non poté fare a meno di sentirsi in qualche modo lasciato indietro.

"Demo..." Kaoru attese pazientemente che continuasse; aveva previsto che ci sarebbero state delle proteste, in fondo. "Potresti anche aver ragione su di me, Kaoru. Demo, come la metti con Haruhi?"

Lui sbatté gli occhi, sorpreso.

"Hikaru... ?"

"Potrebbe anche voler stare con te, Kaoru; hai pensato a questo? Non puoi decidere anche per lei."

Dovette ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non rovinare il momento abbracciandolo stretto e gridandogli come si sentisse fiero di lui: si stava dimostrando molto più maturo di quanto avesse immaginato.

Si voltò in fretta per nascondere un sorriso orgoglioso.

"Non credo che il problema di porrà."

"Non ne puoi essere certo." Protestò l'altro. "Quello che stai facendo è sleale, Kaoru, lo sai anche tu. Lo è verso di te, di me e di Haruhi. A noi non dai voce in capitolo, e costringe te stesso a rinunciare a causa mia. È sleale." Ribadì.

Lui si voltò di nuovo, fissandolo seriamente per qualche secondo. Velocemente, ripensò al modo in cui Haruhi lo aveva guardato la sera prima. Sorrise amaramente.

"Haruhi non mi vede in quel modo, Hikaru. Per lei sono un amico. Un buon amico, certo, ma niente di..."

"E se ti sbagliassi?" insistette l'altro. "Che faresti?"

Kaoru abbassò e chiuse gli occhi per qualche secondo, riflettendo. Cautamente, permise a se stesso di esplorare quella possibilità: immaginò Haruhi che gli sorrideva e lo guardava come lui avrebbe voluto, e se stesso fare altrettanto. Non l'avrebbe mai e poi mai ammesso, ma fu più difficile di quanto avesse previsto tornare alla realtà. Eppure, non aveva scelta: se voleva che almeno il fratello avesse una possibilità, doveva interpretare la sua parte alla perfezione. Quando si sentì sicuro, aprì gli occhi e fissò il gemello.

"Come ti ho già detto, Haruhi non è così importante per me."

Hikaru assottigliò gli occhi.

"La scaricheresti?"

"Sì." Parlò in un tono che non ammetteva repliche, e sperò di essere riuscito a sembrare convincente.

"Soffrirebbe."

"Sarebbe meglio se le mentissi e poi la lasciassi?"

A questo, Hikaru non seppe che ribattere. Abbassò lo sguardo silenziosamente e si lasciò cadere seduto sul materasso; Kaoru cantò mentalmente vittoria, quindi sorrise dolcemente, chinandosi fino ad essere alla sua stessa altezza.

"Nee, daijobu, nii-chan." Lo rassicurò, abbracciandolo. "So che al momento ti sembra che tutto faccia schifo, ma non temere: ci sono io ad aiutarti."

Con gli occhi chiusi e il viso rivolto davanti a sé, non si accorse dello sguardo assente del fratello, ma poté sentire distintamente il suo mormorio:

"Demo, chi aiuterà te, Kaoru?"

All'esterno dell'abitazione un autista in uniforme scura si avvicinò con l'ombrello aperto alla portiera posteriore di una Rolls-Royce nera e la aprì, consentendo al passeggero di uscire senza bagnarsi e di lanciare un'occhiata critica alla casa. Ciò che vide dovette soddisfarlo, perché annuì lentamente e si incamminò verso la porta d'ingresso, sempre scortato dal fedele autista. Suonò il campanello con una mano guantata di bianco, provocando un piccolo subbuglio all'interno dell'abitazione lo fece sorridere divertito. Pochi secondi dopo, Shinichi aprì la porta, per nulla sorpreso.

"Konbanwa." Disse solamente.

"Konbanwa."

"Pensavo arrivassi prima."

"Ho dovuto sistemare un paio di faccende prima," replicò, sorridendo. Shinichi annuì e si fece da parte, permettendogli di entrare. Quasi tutti i presenti in casa affollavano l'ingresso; Yuzuha era in disparte e aveva gli occhi spalancati dalla sorpresa, mentre qualcuno che ben conosceva l'inatteso ospite stava scendendo in quel momento le scale.

"Umi?!"

Legenda:

- Ohayo: Buongiorno

- Arigatou: Grazie

- Nandemonai: Di nulla

- Iie: No

- Nande: Perché

- Gomen: Scusa

- Daijobu: Tutto bene

- Demo: Ma

- Nii-chan: Fratello (maggiore)

- Konbanwa: Buona sera

Nota: Il libro ‘Alice nel Paese delle Meraviglie' non mi appartiene, in quanto scritto da tal Lewis Carroll. Specifico anche, per chi avesse dei dubbi, che nel libro il famoso Brucaliffo Disney viene chiamato semplicemente ‘Bruco'.

*Si ripara dietro Tama per nascondersi dalla folla inferocita di lettrici* Prendete lui ma non me! Sono troppo giovane per morire! Vi prego! ç_ç (Non che non approvi la tortura libera al Lord, ma... che hai? O-o) Evito le lettrici che vorranno certamente farmi fuori, stavolta. O_O (*o* Posso assistere? *o*) No, brutto infame. =_= Piuttosto, mi serve Kaoru! Dov'è Kaoru? ò-ò (-Indica il gemello che saltella felice lì intorno-) Povero caro... L'ho distrutto dopo questo capitolo... ç__ç (-Osserva Kaoru fare le capriole- Sicura? No, perché io lo trovo bene... o-o) Ma certo! È solo scena, non vedi? In realtà è devastato interiormente... ç_ç (-Lo guarda spargere coriandoli tutto intorno- Mah, se lo dici tu... o-o) Ovvio che ho ragione! -Lo raggiunge e lo abbraccia stretto- Kao-chan, non temere! Io non ti abbandonerò al tuo destino! *Prego? o-o* Non ti relegherò a ruoli di secondo piano! *Ma io veramente...* -Lo ignora- Ho già in mente una storia incentrata su di te! *Ma... ma io sto benissimo così... ç__ç* -Continua ad ignorarlo- E anche qui non ti abbandonerò. Continuerai a partecipare attivamente, non temere! +___+ *ç____ç -Si deprime e si ritira nell'Angolino Depressione-* #Ehi, quel'Angolo è mio! ò-ò# (Su, lascialo fare, lord. Non vedi che è distrutto?) #Uff... -.-# -Continua ad esaltarsi- Yes! *-* [-Impietosita dalle condizioni di Kao- Chiudiamo qui? Credo non si senta molto bene...] Ok... +__+ *ç__ç*

Saluti e baci!

Roby, Pochi & The Host Club

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Capitolo 12
*** Giorno IX- Umi ***


(...)= Discorsi di Hikaru

*...*= Discorsi di Kaoru

[...]= Discorsi di Haruhi

+...+= Discorsi di Mori

@...@= Discorsi di Honey

$...$= Discorsi di Kyouya

#...#= Discorsi di Tamaki

Più simboli insieme = più personaggi

L’ANGOLO DELLA POSTA

Presentano RobyLupin, Pochi & the Host Club

R: Buonaseeeeeera! ^O^

Ky *continuando a scrivere sul suo block notes*: Evita i plagi alle pubblicità, prego.

R: Non è un plagio, malfidato. È una citazione dotta. u-ù

Ky: Come ti pare. Fossi in te, però, perderei meno tempo e risponderei di più ai lettori.

R: Ti ho mai detto che sei uno schiavista? =_=

Ky: Tante volte, e non sei la prima.

Ka: Vero, il Lord l’ha fatto giusto ieri. *Indica Tamaki tutt’ora sotto shock*

R *Pungolandolo senza ottenere reazioni*: Ma che gli hai fatto? O_O

Ky: Ovviamente niente.

R: Alla faccia, non reagisce. O_O

Ka&Hi: Possiamo giocare anche noi? *O*

R *Fa spallucce e passa loro il rametto*: Prego, tanto così on è divertente. =.=

Ka&Hi: Yeah! *O*

Ha: Ma avrai fatto bene? Non è che così si deprimerà ancora di più? O-o

R *Fa spallucce*: Finché riesce a lavorare, amen. u-u

Ha: =___=

R: Rispondiamo ai lettori, ora? ^^

Ha: =__=

- Kura92: Ohhh, un altro poema! *-* -Parte per i flip mentali- (-Le getta una secchio d’acqua addosso- Ripigliati, prego. Non ho voglia di fare il tuo lavoro. -.-) –Starnutisce per il freddo improvviso- Infame! ò-ò (Sì, sì, ora continua con lei, prego. ^^) =_= Vabbé, dicevo… Se i galli possano o meno provare rancore non ne ho idea; Pochi però può per divina –ovvero mia- concessione. u.u XD Haruhin on aveva paura, comunque: voleva soltanto poter riposare in pace. XD Mea culpa, comunque: colpa mia che non ho spiegato al meglio la cosa. XD (Inetta.) Zitto tu. u-ù Comunque… a Mori ho tentato tante, tante volte di convincerlo a parlare, ma nada. =_= Honey dice che si diverte a star qui, comunque. [Contento lui…] Appunto. ^^ Spiacente che il quasi-bacio TamaHaru non ti torni troppo, ma come il resto, era necessario ai fini della trama. xD Si capirà tutto più avanti, comunque. XD Su Kyo, invece, non commento: le risposte arriveranno fn troppo presto, in quel senso. XD La maturazione di Hika piace molto anche a me, a dire il vero, e viva la modestia. XD Sarà che è una delle scene che ho più amato/odiato scrivere: amato perché amo il rapporto tra i gemelli, odiato perché Kao mi fa una tenerezza infinita. D’altronde, però, i bimbi stanno crescendo e certe scelte le devono pur fare, no? –Sguardo da madre orgogliosa- Quindi, lietissima che la scena ti sia piaciuta. ^^ Infine, Umi… Nah, non ti dico nulla. Sarà tutto quanto chiarito in questo capitolo, tanto. XD A presto, Kura. Spero ti piacerà anche questo capitolo.^^ Besos x3

- _Maddy_: Purtroppo le esigenze tecniche –leggasi: bisogno di creare suspance– richiedevano una troncatura in quel punto, Maddy. Ma non temere: in questo capitolo si scoprirà chi è Umi *O* [Non credo che le interessi poi tanto…] *Massì, avrà voluto fare scena.* =_= Odiosi ingrati. =_= *Sinceri, prego. U.U* =_= -Li ignora- Comunque… Spiacente anche per Kaoru, ma purtroppo, come si dice, ‘the show must go on’ e ‘sta storia la devo finire, prima o poi. XD Già è difficile farlo senza far trasparire troppo, se poi mi rimangono tutti in mezzo addio… X°D Anche se mi è spiaciuto tanto tanto eliminarlo… ç___ç *A me no *O* * -Lo abbraccia- Su, Kao-chan, non devi essere forte solo per non ferirmi. Vedrai che ti riprenderai, prima o poi… ç___ç *-Rischia il soffocamento-* [Ehm… Forse è meglio se lo lasci… o-O] (Kaoru… ç__ç) –Lo spupazza ancora un po’, poi lo molla di colpo facendolo schiantare al suolo- Oh beh, pazienza. Sono certa che ce la farà. ^^ *([=__=])* Prendo nota delle tue preferenze e ti lascio, Maddy. Spero che questo capitolo ti piacerà. ^^ Besos^^

- YukinoChan: (Sogni pornosi? O_O) *Con entrambi? O_O* *(-Fissano Roby- ‘sta qui è peggio di te, sai? O_O)* Eh, che devo dirvi, figlioli: si vede che ispirate. u.u *(O_O)* Tornando a noi Yuki, aggiornare ho aggiornato, seppur lentamente. Spero gradirai comunque. XD ‘Alice nel Paese delle Meraviglie’, a dire il vero, non l’ho letto: sono ancora traumatizzata per l’Alice disneyana, che odio profondamente insieme alla sua vocetta stridula. Prima o poi rimedierò, comunque. XD Ti lascio andare, ora. ^^Spero troverai soddisfacente l’identità di Umi. X°D Besos x3

- Red Robin: Bene, l’iportante è che le note vengano lette, il resto amen. XD Contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto; spero gradirai anche quest’altro. ^^ Besos ^^

- Lan: Che bel miscuglio sei, Lan! –L’invidia un po’; lei è bergamasca pura XD- *___* Eh, pure a me dispiace tanto per Kao-chan, il mio tesssorino… ç__ç *-Si allontana alla chetichella per evitare altri abbracci stritolanti-* ma purtroppo la scena era necessaria. ç__ç Ma non temere, Kao-chan: anche tu continuerai ad essere ben presente nella storia. *-* *E chi si preoccupava, scusa? =_=* -Lo ignora bellamente- *-* Il baka tè sembrato normale? Davvero? O.o -Lo guarda ancora depresso nell’Angolo Depressione- Mah, a me pare sempre il solito idiota. o-o Mori-senpai vede sempre tutto. Lo adoro proprio per questo. *___* Oltre al fatto che sia un bel pezzo di figliolo, ovviamente. X°D Grazie mille di nuovo per il tuo intervento, Lan. Spero gradirai anche questo capitolo. ^^ Besos x3

- Smemo92: Eh, i gemelli sono due diavoli travestiti, ma sono così tenerossssi! *-* XD No, seriamente, sono contenta che ti sia piaciuto il modo in cui ho trattato il loro rapporto. Le parti simil-introspettive sono sempre difficili da trattare con gli Host; è facile finire OOC. X°D Contenta che non sia successo. XD *E io contento di essere libero! Finalmente! *O* * Sogna pure, tesoro caro. ^^ *Schiavista. =.=* Yeah! *O* L’inizio della presa di posizione di Mori è piaciuta molto, vedo; spero solo di non deludere le aspettative. XD Tama è Tama: un baka. È già tanto che sappia dov’è girato. XD [Lo stai facendo deprimere sempre più, sai?] Ehi, stavolta non è colpa mia se è depresso! prenditela con Kyouya! ò-ò [=_=] u-ù Dicevo… Beh, se Haru si fosse svegliata. Probabilmente lui sarebbe morto d’imbarazzo e lei non avrebbe capito ‘na mazza. Come sempre, del resto. u.u –Ci riflette- Diavolo, perché non c’ho pensato? =.= $Perché ti serviva la mia entrata in scena per andare avanti.$ Ah già. XD Peccato però, l’alternativa era carina come idea. *-* $Sono certo che l’umanità sopravvivrà comunque.$ Dici? o-o $Dico, dico.$ -Fa spallucce- Oh beh, meglio così. ^^ Ora ti lascio andare, Smemo, così protrai scoprire chi è Umi. XD Besos x3

- Krichan: -Stringe in un abbraccio Pochi- Mai! Pochi non te lo darò mai! È il mio ammmore, lui! ù-ù XD Passando alla risposta seria: mia sa che mi sono spiegata male, chiedo venia XD Haruhi non è terrorizzata, ma non riposa come si deve da… inizio ff, temo, ed è esausta. XD Dato che al momento è Pochi il problema principale in tal senso, decide di… sistemarlo, diciamo. XD Di nuovo, chiedo venia, avrei dovuto rendere meglio la cosa. ^^ [Anche perché questo è il tuo lavoro. ^^] Haru-chan, chiudi il becco o Pochi tornerà presto a trovarti. ^^ [=_=] ^^ Dicevo…Sì, il tempo del racconto è rallentato. La storia perde un po’ di freschezza, ma se devo giungere al punto prefissato è necessario. Purtroppo, per certi versi, perché i botta e risposta veloci mi mancano alquanto, a dire il vero. XD Se può consolarti, comunque, il prossimo capitolo è abbastanza leggero. Poca introspezione, finalmente. XD Mi sa che sarà l’ultimo di questo tipo, ma vabbé, accontentiamoci entrambe. XD Sono contenta, comunque, che la storia continui a piacerti. ^^ Spero di riuscire a corrispondere alle tue aspettative. ^^ Besos x3

- Laicachan: Pochi è mio e mio soltanto, mettitelo bene in testa. u-ù Al massimo, posso accordarti visite un paio di volte al mese. u-ù XD Grazie mille per essere passata, gemy. X3 A presto x3

- Fleacartasi: Pochi inquietante? Davvero? –Osserva il gallo che ha un’espressione particolarmente psicolabile- Non l’avrei mai detto… o-o Insomma,, è così coccoloso! *O* -Se lo spupazza un po’- [Dei del cielo… =_=] *o* [Ripigliati, prego. =_=] Rompiscatole =.= -Lascia andare di malavoglia Pochi- Dicevo… -.- Ti è piaciuta una scena TamaHaru? Sul serio? *__* [Contieniti, prego. -.-] Zitta, Haru-chan. ‘Sta qui è HikaHaru e KyoHaru e le è piaciuta una scena TamaHaru; è praticamente un avvenimento più unico che raro. *O* [Guarda che le è piaciuta più che altro perché Kyouya-senpai era dietro a spiare e a far sentire in colpa Tamaki. =_=] Dettagli insignificanti. *-* [=.=]Per quanto riguarda i gemelli, invece… eh, pure a me è dispiaciuto per Kao-chan… ç__ç *A me no! *O* * … Spero solo che si riprenda, prima o poi. ç__ç *Ma io sto benissimo! *O* * -Lo guarda- Che tenero che sei a cercare di non farmi sentire in colpa, Kao-chan… ç__ç *-Non la ascolta perché impegnato a ballare la samba-* [Kaoru sapeva ballare la samba? O-o] (Alquanto pare… O-o) Grazie mille per il tuo commento comunque, Flea. Spero che la storia continuerà a piacerti. ^^ Besos x3

- Kimly: Aggiornato, anche se non tanto presto. XD Grazie per la recensione. ^^

- Principessa Purosangue: Mai avuto intenzione di lasciarla a metà. XD Solo, sono moooolto lenta negli aggiornamenti. XD Spero che questo capitolo ti soddisferà, comunque. ^^ Besos^^

- Alejandra Wammettara: -Guarda gli Host- Ragazzi, io ho una fama su efp? o_o (Ah boh. O-o) [Sconvolge anche me la cosa, a dire il vero… o-o] *Ma sì sarà un modo carino di dire che fai pena. ^^* =__= Kao-chan, ringrazia che di coccodrilli in Giappone non ce ne sono, altrimenti ci saresti già finito in pasto. =_= *^^* =_= -Lo ignora- Comunque, Ale –Non ti spiace se abbrevio, vero? XD- ti ringrazio per il commento entusiastico. ^^ (Anche se ‘genio’, riferito a lei, è una parola un po’ grossa…) *Un po’ tanto grossa, eh…* =_= Grazie mille di nuovo, Ale. ^^ Spero che la storia continuerà a piacerti. ^^

R: Bon, finito. Ci sentiamo a fondo pagina, gente. ^^ Vi lascio alla scoperta dell’identità del misterioso nuovo personaggio. *Parte la musichetta di X-Files* XD Besos x33

Giorno IX – Umi

RESIDENZA ESTIVA DEGLI HITACHIIN, CAMERA DI HARUHI – h 8.45

Haruhi si mosse lentamente sotto le coperte, registrando il raggio di sole che la colpiva al viso; eppure era convinta di aver chiuso le tende, la sera prima. Sfregò il viso sul cuscino e si stiracchiò, mugolando beata: cielo, erano giorni che non dormiva così bene! Niente Pochi, niente genitori et similia psicolabili che le saltavano addosso a tradimento…

“HARUHI!”

Come non detto. Maledì la sua sfortuna congenita quando sentì il materasso affondare improvvisamente accanto a lei, e si tirò velocemente le coperte sopra la testa, cercando di ignorare il nuovo venuto. Che, di contro, rise apertamente.

“Haruhi, sai che mi potrei offendere? Dopo giorni e giorni passati da eremita, speravo come minimo in un ‘Okaeri’ entusiasta!”

Fu sentendola per la seconda volta che, finalmente, il cervello di Haruhi riuscì a collegare la voce al legittimo proprietario. La ragazza spalancò gli occhi, rizzandosi a sedere di scatto e cozzando la testa contro quella dell’amico. Le sfuggì un debole lamento e la mano corse a massaggiarsi il punto leso, mentre alzava lo sguardo verso di lui.

“Kaoru?!”

Lui ridacchiò e si sedette con uno scatto a gambe incrociate di fronte a lei.

“L’unico e solo,” annunciò, indicandosi il viso sorridente. “Ripresosi completamente da una strana influenza fuori stagione, per di più.” Contrasse uno dei bicipiti e lo pungolò con l’indice. “Visto? Perfettamente in forma. Non merito un abbraccio di bentornato?”

Haruhi nemmeno gli rispose, limitandosi a fissarlo intensamente e ad alzare scetticamente un sopracciglio: seriamente, era davvero convinto di liquidare la questione con due frasi? E, soprattutto, di ingannarla tranquillamente come se fosse stata la prima venuta? Ma per piacere…

Lo notò irrigidirsi e lo vide indietreggiare lievemente con la schiena, come per mettere più distanza possibile tra loro, e si ritrovò a considerare un volta di più come quei testoni dei suoi amici fossero dannatamente complicati: metterlo con le spalle al muro sarebbe servito solo a fargli chiudere definitivamente le barricate anche con lei, e Haruhi era pienamente cosciente di non poterglielo permettere. Fu per questo motivo che sospirò lievemente e si sedette a sua volta a gambe incrociate, sospirando pesantemente.

“Baka.” Disse semplicemente, guardandolo esasperata. Kaoru rise di riflesso.

“Fingerò che tu mi abbia accolto con calore ed affetto d’accordo?” fu il suo commento, iniziando a dondolarsi avanti ed indietro. “Piuttosto, ho saputo che sono arrivati ospiti, ieri sera.” Haruhi lo guardò stupita, e lui ridacchiò di nuovo. “Ho visto arrivare la macchina.”

“Oh.” Beh, almeno, nonostante le stranezze degli ultimi giorni, la curiosità Hitachiin era rimasta integra. Haruhi non seppe se trovare ciò preoccupante o consolante.

“Sai, non mi aspettavo una comparsata da parte di quella donna. È uno sviluppo interessante, non trovi?”

‘E potenzialmente letale per la sottoscritta,’ avrebbe voluto aggiungere, ma si morse la lingua e si limitò ad alzare le spalle.

“Non saprei, sinceramente,” disse, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Diciamo che non me l’aspettavo, ecco.”

Kaoru rise al tono della sua voce.

“Perché? Credevi fosse nato sotto un cavolo per caso?”

“Sotto un cavolo no, ma da un qualche strano esperimento genetico, sì.” Rispose placidamente, voltandosi per scendere dal letto. Kaoru rise di gusto.

“Prega che non ti senta mai, Haruhi.”

“Perché? Che ho detto?” chiese lei candidamente, facendo scoppiare di nuovo a ridere l’amico.

“Nulla Haruhi, non temere.” Lei lo guardò di sbieco un attimo, e lui si voltò e scese dal materasso, guardando l’orologio.

“Che dici, scendiamo a fare colazione? Ormai dovrebbe essere pronta.”

“Hai.”

Per un paio di minuti nessuno dei due disse nulla; gli occhi di Kaoru spaziavano per la stanza, improvvisamente a disagio. Fu Haruhi a spezzare il silenzio.

“Ehm, Kaoru?”

“Hai?”

Rimase bloccata per un attimo per il tono di… attesa?, che l’amico aveva utilizzato, quindi scosse lievemente la testa e continuò come se nulla fosse.

“Dovrei cambiarmi.”

“Uh, bene.”

Haruhi ridacchiò nervosamente, quindi indicò la porta dietro di lui.

“Ti spiacerebbe uscire, nel frattempo?”

“Oh. Oh!” Kaoru arrossì furiosamente, rendendosi conto solo in quel momento che intendesse dire. “Gomen, Haruhi.” ridacchiò nervosamente a sua volta e indietreggiò, passandosi una mano sulla nuca. “Io vado avanti, allora.” Afferrò la maniglia da dietro la schiena, aprì la porta e fece un passo fuori dalla stanza, sporgendo solo la testa all’interno. “Ci vediamo più tardi, d’accordo? Bye, bye.”

“Kaoru!”

Il ragazzo si bloccò, voltandosi con sguardo interrogativo. Haruhi sorrise.

“Okaeri.”

Lui ridacchiò, quindi la guardò dolcemente.

“Tadaima, Haruhi.” E chiuse l’uscio, sparendo dalla sua vista.

Con un sospiro, Haruhi aprì l’armadio e vi frugò distrattamente dentro in cerca di qualcosa di comodo da mettere. Kaoru si sbagliava di grosso se pensava che avrebbe lasciato perdere così facilmente. In fondo, erano amici, no? E gli amici avevano il dovere di impicciarsi nei reciproci affari, se qualcosa non tornava loro, che si rassegnasse. Lo stesso, Haruhi sentiva che non sarebbe stato affatto facile. Quasi, rimpiangeva i bei tempi andati delle medie, quando il maggior problema dei suoi amici di allora era avere abbastanza soldi per il karaoke. Quasi.

Si sistemò meglio il colletto della camicetta che aveva indossato, uno dei tanti vestiti che la signora Hitachiin le aveva regalato. Ora che ci pensava, quando Umi era arrivata non pareva averla presa troppo bene. Con quel pensiero, fu istintivo, per lei, tornare con la mente alla sera precedente.

~ FLASHBACK – RESIDENZA ESTIVA DEGLI HITACHIIN, LA SERA PRECEDENTE ~

"Konbanwa."

"Konbanwa."

"Pensavo arrivassi prima."

"Ho dovuto sistemare un paio di faccende prima," replicò, sorridendo. Shinichi annuì e si fece da parte, permettendole di entrare. Quasi tutti i presenti in casa affollavano l'ingresso; Yuzuha era in disparte e aveva gli occhi spalancati dalla sorpresa, mentre qualcuno che ben conosceva l'inatteso ospite stava scendendo in quel momento le scale.

"Umi?!"

Umi alzò la testa, sistemandosi una ciocca corvina cadutale davanti agli occhi.

“Konbanwa, Yoshio caro.” Disse, sorridendo. Yoshio continuò ad osservarla sorpreso, mentre Kyouya, accanto a lui, sospirò appena e scese lentamente le scale, fermandosi davanti alla donna e baciandole una guancia.

“Okaa-san, che bella sorpresa.” Disse, allontanandosi e sorridendo cortesemente. “A cosa dobbiamo l’indubbio onore del tuo arrivo?”

Umi ricambiò il sorriso, quindi fece una cosa che Haruhi pensava che nessun essere umano avrebbe mai osato: lo riprese. E sì, d’accordo, era la madre, ma conoscendo Kyouya la cosa la sorprese lo stesso.

“Non sai che usare la sottile ironia con i genitori è da maleducati, Kyouya? Pensavo di averti educato meglio, sai?”

Subito, scese un silenzio tombale; Haruhi si guardò attorno, senza sapere cosa aspettarsi e cercando di registrare il flusso di informazioni che l’aveva colpita in quei pochi secondi: d’accordo, la sconosciuta aveva un nome, un presunto cognome e, a quanto pareva, era la madre del suo senpai. Fin qui era tutto chiaro. Le cose che le rimanevano da capire erano, fondamentalmente, due: perché era lì? E, soprattutto, era forse un’altra pazza psicopatica che le avrebbe fatto rischiare la vita durante tutta la sua permanenza?

Qualcosa, dentro di lei, le diceva che la risposta erano, nell’ordine: ‘per lei’ e ‘decisamente sì’. Santo Buddha, quanto odiava il suo dannato karma.

A interrompere il silenzio fu nuovamente la nuova arrivata che, senza smettere di guardare il figlio, iniziò a ridacchiare di gusto. Quindi, stupendo Haruhi una volta di più, l’abbracciò.

“Anch’io sono felice di rivederti, Kyouya.”

D’accordo, questo era strano. Decisamente. Che il mondo si fosse capovolto improvvisamente?

“Fuyumi-Nee-san sta bene?”

“Oh, perfettamente.” Rispose lei, staccandosi appena e sorridendogli. “Ho anche una bella notizia da darvi, appena tuo padre smetterà di fare la statua e si deciderà ad accogliermi come si deve. Nee, Yoshio?”

Haruhi vide il signor Ootori riscuotersi, sistemarsi il colletto della camicia che portava e scendere dignitosamente le scale fino alla moglie.

“Konbanwa.” Ad Haruhi parve abbastanza freddo come saluto, ma il sorriso sempre presente sul viso della signora le fece intuire che, probabilmente, non si era aspettata nulla di diverso. Forse, al signor Ootori non piacevano molto le entrate a sorpresa. E, conoscendo il tipo, non ne era nemmeno tanto stupita.

Qualche istante dopo erano tutti il salotto – Haruhi non avrebbe saputo dire quando e come, esattamente, avevano deciso di spostarsi – chi seduto compostamente, chi in piedi, con l’attenzione completamente rivolta alla nuova arrivata.

“Allora, Umi-san,” ruppe il ghiaccio la signora Hitachiin. Aveva un tono estremamente teso, notò Haruhi, come se stesse trattenendo a fatica l’irritazione. “A cosa dobbiamo l’onore della tua visita?”

Quella batté le mani, come ricordandosi improvvisamente di una cosa fondamentale.

“Oh, hai ragione, Yuzuha-chan.” Haruhi vide pulsare pericolosamente una vena alla tempia di Yuzuha. “Sumimasen per esserti piombata in casa così all’improvviso, ma avevo una notizia urgente da parte di Fuyumi.”

“Fuyumi-Nee-san sta bene, Oba-san?” intervenne in quel momento Tamaki che, fino ad allora, era rimasto perfettamente in silenzio. Quasi troppo per un tipo logorroico come lui, ora che ci pensava.

“Oh, decisamente sì, Tamaki-kun.” Rispose, allegra. “Vedi, aspetta un bambino.”

Haruhi spalancò appena gli occhi: non sapeva che Kyouya-senpai avesse una sorella, sposata per di più. Si chiese vagamente che tipo di persona potesse essere, contando le persone con cui condivideva il patrimonio genetico, tutte decisamente strane. Gettò uno sguardo a Kyouya, per valutarne la reazione: era impassibile come al solito, ma un lieve movimento dei muscoli del viso le fece supporre che si potesse definire, se non felice, almeno contento per la notizia. Chissà che tipo di rapporto lo legava alla sorella.

“Fuyumi-chan è incinta?” intervenne in quel momento Yuzuru, sorpreso.

“Hai,” rispose Umi che in quel momento, rifletté Haruhi, sembrava galleggiare sopra un mondo di zucchero filato. “E di quasi tre mesi. Akito e Hideaki lo hanno già saputo, e voleva a tutti i costi che venissi qui a riferirlo al resto della famiglia.”

“Ovviamente…” mormorò Yuzuha; Haruhi la notò gettare un’occhiata di traverso al marito prima di aggiungere: “Ti fermi con noi a lungo?”

“Oh, mi piacerebbe molto, grazie.” Rispose quella, senza notare – o scegliendo d’ignorare – il messaggio sottinteso ("ma anche no") dell’altra. “Il soggiorno è quasi alla fine, in fondo; passare qualche giorno in vostra compagnia mi farebbe molto piacere.”

“Immagino…”

Scese un silenzio profondo che durò alcuni minuti, quindi il signor Hitachiin si schiarì la gola, attirando l’attenzione generale.

“Beh, direi che è ormai ora di dormire.” Si alzò, facendo un breve cenno del capo in direzione dei coniugi Ootori e di Kyouya. “Congratulazioni di nuovo.” Umi rispose con un largo sorriso, mentre Yoshio si limitò ad un cenno. Apparentemente soddisfatto, Shinichi si diresse verso l’uscita della stanza.

“Probabilmente è meglio andare, concordo. Umi-san, lascio che sia Yo-chan a mostrarti la vostra stanza.” Gli fece eco la moglie. Ad Haruhi non sfuggì che il sorriso del signor Hitachiin si era fatto improvvisamente tirato a queste parole, né che i movimenti si erano fatti lievemente più rigidi. In silenzio, uscirono dal salotto.

Uno ad uno, anche gli altri fecero altrettanto, e Haruhi si ritrovò ad accompagnare mano nella mano nella sua camera un Honey-senpai particolarmente vivace e sprizzante fiorellini a causa del nipotino in arrivo.

“Chissà se somiglierà a Kyo-chan? Tu che ne pensi, Haru-chan?”

“Non saprei, senpai.” Trovò superfluo aggiungere che di un’altra cosa era pienamente sicura: i suoi guai avrebbero decisamente subito un’impennata.

~ FINE FLASHBACK ~


Haruhi sospirò, finendo di spazzolarsi alla bene e meglio i capelli. Oh beh, ormai era in ballo, no? Tanto valeva iniziare le danze, sperando di non rompersi una gamba nel tentativo.

Fu con questo estremamente incoraggiante pensiero che uscì dalla stanza, pronta ad iniziare una nuova giornata. Oh beh, più o meno.

Quando scese al piano inferiore per la colazione, Umi si ritrovò davanti una scena che le parve quasi comica: Shin – quello che da giovane giurava che sua moglie sarebbe stata una cuoca provetta e una donna di casa eccellente – agghindato con un grembiule da cucina evidentemente fatto dalla consorte per se stessa, rosa confetto e con tanto di pizzo lungo i bordi. Se non avesse voluto contare sull’effetto sorpresa, sarebbe scoppiata a ridere.

Chiuse piano la porta dietro di sé, avvicinandosi di soppiatto all’uomo, intento a cucinare qualcosa che, dall’odore, si sarebbe detta una frittella. Senza fare il minimo rumore gli si piazzò dietro, pronta a prenderlo per i fianchi ed urlare per farlo spaventare, quando…

“Ohayo, Umi.” Disse, pacatamente, facendo saltare la frittella nella padella. “Dormito bene?”

Lei gelò sul posto, colta in fallo, quindi rise, passandosi una mano sulla nuca con aria nemmeno lontanamente colpevole.

“Come hai fatto a capire che ero io?”

“Yuzuha ha un passo più pesante del tuo, e altre persone che farebbero questo scherzo non ci sono, in questa casa. Non al cuoco, almeno.” Spiegò tranquillamente, senza distogliere gli occhi dai fornelli.

“Prevedibile, sì.” Ammise lei, affiancandosi. “Avrei dovuto pensarci, ma che vuoi farci: la nostalgia fa brutti scherzi, a volte.”

Lui la guardò con la coda dell’occhio, ironico.

“Pensavo che quella fosse la vecchiaia, Umi.”

Lei gonfiò le guance, indispettita, quindi gli diede un leggero pugno sul braccio.

“Sei diventato proprio un maleducato, sai? E pensare che una volta eri così adorabile…” si perse nei ricordi, quindi lo guardò di sbieco. “E non mi chiamavi mai in modo così diretto. (*) Sei proprio cambiato, sai?”

Lui ridacchiò.

“Oh beh, anche tu se è per quello.” Fece saltare nuovamente la frittella, quindi ricambiò l’occhiata. “Ne era passato di tempo, vero, Nee-san?”

Lei fece un enorme, ampio sorriso, e gli si gettò alla vita con slancio, abbracciandolo stretto e rischiando di fargli perdere l’equilibrio.

“Troppo, marmocchio che non sei altro. Dovresti venirmi a trovare, ogni tanto.”

“Non credo che Yoshio ne sarebbe granché entusiasta.” Ridacchiò, prendendo un piatto e lasciandovi scivolare dentro la frittella.

“Come se non fosse mai in viaggio,” replicò lei. “Di là verità: ormai la tua vecchia Nee-san non è più di tuo interesse, vero?” Lui nemmeno le rispose e lei sbuffò, osservandolo versare altro impasto nella padella. “Sai, sei diventato bravo in cucina.” Commentò, sovrappensiero. “L’ultima volta che ti ho visto farlo hai torturato impunemente diverse omelette, prima di farne una decente per la vista.”

“Istinto di sopravvivenza, diciamo. Di qualcosa dobbiamo pur vivere quando siamo qui, no?”

Lei rise di nuovo, affondando il viso contro il suo fianco. Le erano mancate le loro chiacchierate leggere; decisamente, dovevano evitare di far passare altri anni, prima di rivedersi.

“Fujioka-san,” disse all’improvviso lui, facendo scivolare nel piatto l’ennesima frittella della mattina e voltandosi verso la porta con calma; Umi si voltò istintivamente. “Se ora potessi entrare e portare la colazione anche ai ragazzi, fuori, sono certo che farà loro molto piacere.”

Quando Haruhi era scesa per la colazione, non si era certo aspettata di trovare il suo ospite e la madre di Kyouya in rapporti così… amichevoli. Si parlavano con una scioltezza che la sera prima non aveva notato, e quando aveva sentito il signor Hitachiin chiamare la donna ‘Nee-san’ si era decisamente stupita: non aveva davvero idea che Kyouya e i gemelli fossero imparentati tra loro. Con la mente, cercò di trovare qualche somiglianza tra i ragazzi, ma nonostante le faccine di tutti e tre le ballassero allegramente davanti agli occhi – quelle dei gemelli, avrebbe potuto giurarlo, le facevano anche l’occhiolino – non riuscì a trovarne nessuna. C’era qualcosa che non andava in quella storia, decisamente.

E poi era stata scoperta – non che si stesse nascondendo o spiando, sia chiaro.

Entrò in cucina con un sorriso imbarazzato in volto, mentre il signor Hitachiin e la signora Ootori la guardavano tranquilli e sorridenti. Qualcosa di indefinito dentro di lei le suggerì che forse aveva sbagliato a considerarli gli unici sani di mente, lì dentro.

Il signor Hitachiin le mise un piatto carico di frittelle in una mano e dello sciroppo nell’altra.

“I ragazzi sono fuori.” Le disse con cortesia, indicandola con una cenno del capo la terrazza. “Buon appetito.”

“Hai,” rispose automaticamente, indietreggiando fino alla porta. Salutò con un cenno rispettoso del capo, quindi uscì e se la chiuse alle spalle. Ebbe l’impressione di sentire una risatina divertita provenire dall’interno, ma non ne fu certa. Osservò la porta per qualche istante, poi fece spallucce e si avviò verso la terrazza: contando con chi si trovava in vacanza – se così si poteva ancora definire – era meglio evitare di indagare troppo approfonditamente. Anche perché, comunque, qualcosa le diceva che la risposta – qualunque fosse esattamente la sua domanda – non sarebbe tardata ad arrivare.

All’esterno trovò gran parte dei suoi amici. Honey fu il primo ad accorgersi della sua presenza: si alzò di scatto e le corse incontro, saltandole al collo e facendole rischiare di far cadere quello che portava in mano. La salutò con un gioioso “Haru-chaaan!” che la fece ridacchiare, prima di regalarle un sorriso enorme. “Sai, Haru-chan, che Pochi si trova davvero bene con Takashi? Stanotte ha dormito tutto il tempo con lui, appollaiato sul cuscino. Gli animali ti adorano proprio, nee, Takashi?” concluse, voltandosi allegramente verso il cugino, intento a bere un sorso di caffè. Mori annuì, riponendo la tazza, e Haruhi sorrise.

“Meno male, senpai. Temevo che vi avesse dato disturbo. Stamattina, invece? Non ha cantato presto, vero?” L’aura gelida proveniente da Honey la colse impreparata: l’aveva detto senza pensarci, credendo che Pochi se ne fosse stato buono perché con Mori ma, a quanto pareva, le cose non erano andate esattamente così.

“Lui… è stato… cattivo, stamattina.” Haruhi rabbrividì di fronte al piccolo e dolce senpai in versione Dark. “Ho dovuto punirlo…”

“Come sarebbe ‘punirlo’, senpai?” chiese, improvvisamente preoccupata.

“Io…”

Proprio in quel momento, però, Mori prese il cugino in braccio e lo sollevò, tenendolo davanti a lui e guardandolo dritto negli occhi.

“Mitsukuni.”

“Sì?” chiese lui, sempre con voce gelida.

“Non senti nulla?”

Ci furono un paio di secondi di silenzio, poi Honey alzò la testa, e:

“TORTA!” urlò, con gli occhi brillanti e i fiorellini che gli svolazzavano intorno. “SENTO ODORE DI TORTA, TAKASHI!” Mori lo lascò andare, e lui corse entusiasta all’interno dell’abitazione, del tutto dimentico della conversazione precedente. Haruhi era senza parole.

“Mori-senpai, ma che…”

Lui, stranamente, non rispose; si limitò a posarle velocemente una mano sulla spalla e a seguire il cugino all’interno; Haruhi era sempre più stranita.

“Ma…”

“Haruhi!” Kaoru la chiamò con voce squillante, facendola voltare automaticamente; aveva il volto imbronciato e il braccio alzato per attirare la sua attenzione. Lei ridacchiò: quando faceva così lo trovava decisamente buffo, non riusciva proprio ad evitarlo. Anche lui fece un mezzo sorriso, quindi continuò come se nulla fosse. “Haruhi, sono un giovane in piena fase di crescita e ho fame!”

Lei sbuffò, borbottando un “Viziato” chiaramente udibile, ma in qualche modo fu contenta che si fosse ripreso abbastanza da stare in mezzo a tutti, qualunque cosa avesse avuto.

“Finalmente!” sbottò Kaoru con occhi luminosi, versando sciroppo in abbondanza sulle frittelle. Ne addentò un grosso boccone e sorrise con fare estatico. “Stavo morendo di fame. E tenere un piatto pieno in bella vista di un uomo morto di fame è sadico e crudele, sai Haruhi?”

“Tu hai voluto fare l’eremita, Kaoru, tu paghi pegno.” Ribatté lei tranquillamente, guardandolo mangiare.

“Crudele…” ribadì lui, con le lacrime agli occhi. Haruhi sospirò appena e si guardò attorno.

“Hikaru?”

“Oh, sta ancora dormendo.” Disse a bocca piena. Haruhi alzò scetticamente un sopracciglio, ma lui l’ignorò bellamente, continuando a mangiare come un disperato. Dopo qualche secondo, la ragazza si voltò verso Kyouya, intento a scribacchiare qualcosa sul suo inseparabile block notes.

“Tamaki-senpai?” Lui rispose con un vago cenno della mano, e Haruhi intuì che non lo sapeva, o almeno che non ne voleva parlare. Che gente contorta.

“Sapete che è successo a Pochi, per caso?” chiese quindi, per cambiare discorso: in fondo – parecchio in fondo, ma dettagli – si sentiva lievemente in colpa nei confronti di quel gallo; non aveva previsto la reazione che avrebbe avuto Honey-senpai di fronte al suo non proprio delicato modo di svegliare la gente.

Inaspettatamente, Kaoru scoppiò a ridere.

“Pochi sta benissimo, Haruhi.” Rivelò, riprendendo fiato. “Honey-senpai l’ha semplicemente chiuso in gabbia fino a nuovo ordine – che, conoscendo Mori-senpai, sarà stasera al massimo.”

“Oh, io quasi pensavo che ce lo saremmo trovato come portata principale del pranzo di oggi.”

“Nah, Papa non lo farebbe mai. A Mama si spezzerebbe il cuore, se lo venisse a sapere.”

“Oh.” Rimase un attimo in silenzio, quindi li guardò alternativamente. “A proposito…”

Kaoru abbassò per un attimo la forchetta e la guardò, curioso.

“Cosa?”

“Voi due siete parenti, per caso?” chiese, indicandoli a turno con l’indice.

Kaoru sbatté perplesso gli occhi un paio di volte, quindi si rivolse all’altro ragazzo.

“Noi due siamo parenti, Kyouya-senpai?”

“Non che mi risulti.” Rispose pacatamente quello, continuando a scrivere chissà cosa.

Quindi Kaoru sorrise ironico e si voltò verso di lei.

“Nah.”

“Oh.”

“Come sei giunta a questa conclusione?” chiese, interessato.

“Beh, prima ho sentito tuo padre che la chiamava ‘Nee-san’, quindi non sapevo se fossero effettivamente fratello e sorella o no.”

“Oh, quello!” Kaoru rialzò la forchetta e si mise un grosso boccone in bocca. “Papa e la Mama di Kyouya-senpai sono amici d’infanzia; da piccoli vivevano praticamente insieme.” Aggiunse, dopo aver inghiottito.

“Ah. Quindi anche voi siete amici d’infanzia?” chiese, stupita: anche questa le giungeva nuova.

“Iie,” rispose Kyouya, continuando nel suo lavoro. “Da quando sono sposati si sono visti molto poco.”

“Come mai?”

“Perché Otou-san non sopportava la vista del signor Hitachiin, e la signora Hitachiin non sopportava la vista di Okaa-san. ” rispose tranquillamente Kyouya.

Kaoru ridacchiò.

“Andiamo, Kyouya-senpai, dire così è esagerato.” Si sporse verso di lei e si mise un dito sulla bocca, indicandole che doveva rimanere tra loro. “Mama ha un lieve complesso d’inferiorità verso la signora Ootori, per questo le dà leggermente sui nervi.”

“Onto?”

“Hai. Io e Hikaru lo abbiamo saputo da fonti certe.”

“Ovvero?”

Kaoru sorrise.

“Abbiamo letto il suo diario del liceo.”

Haruhi lo guardò senza parole.

“Sai che è immorale, vero?”

Lui sembrò improvvisamente ammirato.

“Forte! È la stessa cosa che ci ha detto Papa ai tempi!”

Haruhi lo fissò sconcertata.

“Ma Otou-san non sopporta veramente il vostro.” Ribadì Kyouya in quel momento, riscuotendola, mentre faceva scorrere gli occhi sulla pagina. Kaoru ridacchiò di nuovo, nervoso. Fu allora che la signora Ootori uscì in terrazza, salvando il momento.

“Ohayo, Minna!” annunciò, allegra. Quindi vide il figlio e si accigliò appena. “Kyouya, lavori anche in vacanza?”

“Hai.”

“Una vacanza presuppone rilassamento, sai?”

“Hai.”

“Dovresti lasciare giù quei fogli.”

“Hai.”

“È maleducazione non guardare gli altri negli occhi quando si sta facendo conversazione.”

“Hai.”

“Mi hai almeno ascoltato?”

Kyouya sospirò appena, levandosi gli occhiali e chiudendo il block notes, quindi la guardò.

“Hai.”

Umi lo valutò un attimo, quindi sbuffò.

“Riaprirai quel blocco nell’esatto momento in cui io mi sarò allontanata, vero?”

Kyouya fece un mezzo sorriso.

“Hai.”

Umi lo fissò un altro attimo, quindi ridacchiò divertita; da parte sua, Kyouya bevve un sorso di caffè e riprese da dove aveva lasciato solo un minuto prima. Haruhi si limitò a guardarli, perplessa.

Umi lanciò un’ultima occhiata al suo ultimogenito, inaspettatamente dolce per una Ootori si ritrovò a considerare Haruhi. Al contempo notò una lieve somiglianza col suo senpai, più che altro nel taglio degli occhi e nella bocca, ma per il resto confermò l’impressione iniziale che Kyouya fosse la fotocopia paterna. La donna aveva lineamenti meno affilati, era poco più alta di lei e aveva un’aria decisamente materna. Di nuovo, si chiese come fosse invece la sorella di Kyouya, e a chi somigliasse dei due genitori.

Più o meno in quel momento, Umi si voltò verso di lei.

“Haruhi-san?”

“Hai?”

Si chinò verso di lei, fissando gli occhi neri nei suoi e facendola indietreggiare istintivamente con la schiena.

“Potresti farmi un favore oggi?”

“Quale?”

Giunse le mani davanti a sé.

“Potresti passare il pomeriggio con me?”

“Nani?!”

“Ma, Umi-san,” intervenne Kaoru, dubbioso. “Non vorrà tenersi Haruhi solo per sé, mi auguro…”

“Oh, un pomeriggio tra donne non la ucciderà, non temere, Kaoru-kun.” Ribatté, facendogli l’occhiolino.

“Però…”

“Tu che dici, Haruhi-san? Ti spiace?”

Haruhi la guardò dubbiosa: allarme rosso. Haruhi pregò i suoi neuroni di fornirle una scusa – una scusa qualunque – che le consentisse di evitare rischi inutili. Peccato che, com’è risaputo, quando le idee servono non arrivano mai.

“Suppongo di no…” si arrese, infine.

“Magnifico!” La donna fece un saltello e batté allegramente le mani, mentre Haruhi si chiedeva una volta di più se avesse fatto bene ad aver accettato di passare la giornata con una sconosciuta madre di Kyouya. Forse avrebbe fatto bene a redigere un testamento prima di mezzogiorno.

Presa da quei pensieri, non si rese conto dell’occhiata penetrate che Kyouya lanciò loro di nascosto.

RESIDENZA ESTIVA DEGLI HITACHIIN, CAMERA DEGLI OOTORI – h 14.15

“Hai ancora molto?”

Umi spostò lo sguardo dal grande specchio del bagno e guardò il marito, in piedi sulla soglia e con le braccia incrociate al petto. Gli sorrise con calore.

“Ho quasi finito.” E riprese a sistemarsi i capelli che le erano sfuggiti dallo chignon fatto la mattina.

“Passi il pomeriggio con Fujioka oggi?” chiese lui qualche secondo dopo.

“Uh-uh.” Si sistemò una forcina e controllò che fosse tutto in ordine.

“Non rovinare tutto, Umi.”

Lei lo guardò stupita.

“E perché dovrei, Yoshio caro?”

“Non lo so, ma hai in mente qualcosa.”

“E cosa te lo fa pensare?”

Lui si accigliò.

“Il fatto che tu abbia sempre in mente qualcosa.”

Umi uscì dal bagno, sbuffando appena, e recuperò una stola sul letto. Mettendosela sulle spalle, lo guardò con la coda dell’occhio.

“Sai benissimo che non sono fatta per i complotti, Yoshio caro.” Lui sbuffò, scettico, ma lei l’ignorò. “Voglio solo conoscere meglio la ragazza che, un giorno, potrebbe diventare mia figlia (**). Mi pare il minimo, no?”

“Non potrebbe. Sarà.”

Lei fece spallucce e si diresse verso la porta.

“Motivo in più allora per farlo allora, non trovi?” si voltò verso il marito e gli sorrise un’ultima volta prima di sparire al di là di essa, ignorando il suo ennesimo sospiro rassegnato.

Poco dopo era davanti alla porta della camera di quella ragazza con il pugno alzato, pronta a bussare. Esitò: non si stava forse immischiando troppo? Qualche giorno prima, quando aveva scoperto della partenza improvvisa del marito con Shin, non aveva impiegato molto a fare due più due e comprenderne il motivo. Conosceva da abbastanza anni il marito per comprendere perfettamente il modo in cui ragionava: sapeva che la piccola Fujioka l’aveva in qualche modo colpito durante il loro primo incontro, così come era certa che la volesse nella sua famiglia, perché solo i migliori entrano a far parte degli Ootori. Il fatto che avesse fatto tutto di nascosto da lei l’aveva fatta adirare non poco, ma avrebbe anche potuto sorvolare se non avesse messo in mezzo Kyouya.

Bussò alla porta, e la voce della ragazza la invitò ad entrare.

“Haruhi-san!” la salutò cordialmente, richiudendo l’uscio dietro di lei. “Grazie di nuovo per aver accettato di stare con me, oggi pomeriggio.”

“Oh, nessun problema, Ootori-san. Tanto, visto che Suoh-san mi ha esentata dai compiti delle vacanze, non ho praticamente nulla da fare.” Rispose lei, richiudendo la porta. Umi la guardò stupita per qualche secondo, quindi ridacchiò: perlomeno, la ragazza era un tipo sincero; probabilmente sarebbe stato divertente stare un po’ con lei.

“Quello che non capisco è il perché voglia passare del tempo con me.” Riprese Haruhi dopo qualche secondo, inclinando la testa di lato e guardandola con interesse. “Non mi conosce nemmeno.”

“Appunto per questo, Haruhi-san, ci tengo particolarmente a farlo.”

La ragazza parve rifletterci attentamente qualche secondo.

“Non credo di essere così interessante.” Concluse, infine. Umi sorrise: al contrario di ogni pronostico fatto quando l’aveva vista la prima volta, iniziava a trovare quella ragazzina particolarmente interessante.

“Potresti diventare mia figlia un giorno, e credo sia un ottimo motivo per conoscerci meglio; tu no?”

Haruhi si limitò a sbattere le palpebre, confusa.

“Mi sta dicendo che è rimasta a soggiornare qui solo per questo, dopo aver riportato il messaggio di sua figlia?”

Umi si stupì di nuovo, quindi sorrise: era anche intelligente; dopotutto, forse Yoshio aveva scelto bene.

“È un interessante punto di vista, Haruhi-san.” Concesse. Haruhi ridacchiò appena. “Nani?”

“Parla come Kyouya-senpai, sa?”

Il sorriso di Umi si allargò ulteriormente: era sincera, intelligente e sapeva capire le persone con cui si rapportava. Sì, decisamente interessante.

“Un altro interessante punto di vista.” Ripeté, sedendosi sul letto e guardandola cortesemente. “Ora, che dici di iniziare a conoscerci un po’ meglio?” Aspettò che prendesse posto accanto a lei, quindi le prese le mani nelle sue e aggiunse: “E, onegai, chiamami Umi.”

Al piano di sopra, Shinichi poteva vedere chiaramente, nella sua mente, Yuzuha che camminava nervosamente per la stanza, tormentandosi un’unghia con i denti preparandosi alla battaglia, oppure nella sua versione pensierosa sul balcone. Poggiò la testa alla porta del bagno, riflettendo: la sera prima aveva finto di dormire e, in qualche modo, aveva funzionato. La mattina si era svegliato presto per la colazione, e di nuovo aveva potuto evitare la sicura sfuriata che lei gli avrebbe fatto per non averle detto nulla dell’arrivo – e della permanenza – di Umi. Al contrario del detto ‘non c’è due senza tre’, Shin era pienamente consapevole che non sarebbe riuscito a scamparla una terza volta, ed era certo che una delle due versioni precedenti lo stesse aspettando. Sospirò appena, riprendendo a frizionarsi i capelli con l’asciugamano, quindi aprì la porta e tornò in camera da letto: se tutto andava bene, avrebbe evitato la pura sfuriata; in fondo, era passato abbastanza tempo perché riuscisse a calmarsi quel tanto che bastava per contenersi. Forse.

Si guardò attorno, non vedendola, quindi la notò sul balcone che fissava il bosco intorno a loro. Sembrava la quintessenza della tranquillità, ma Shinichi sapeva benissimo che, dentro di lei, fumava di rabbia. Le si portò dietro, poggiando il mento sulla sua nuca.

“Sono furiosa.”

“Lo so.”

“Non mi chiederai scusa, vero?”

“Dovrei aver fatto qualcosa di male per farlo, quindi no.”

Poté vedere benissimo, nella sua mente, la smorfia contrariata che stava facendo.

“Avresti almeno potuto avvisarmi.”

“E a che pro?”

“Avrei potuto organizzarmi ad accoglierla. Ora, invece, dovrò aspettare che sia lei a muoversi per prima.”

Shinichi ridacchiò.

“Ne parli come se fosse una tua opponente.”

“Una pericolosa opponente, prego.” Precisò lei, riflettendo; Shinichi alzò gli occhi al cielo senza farsi notare. “Mai sottovalutare una madre, Shin-chan; sarebbe un grosso, grossissimo errore.” E riprese a rimuginare su chissà che. Shinichi la strinse meglio, fissando le montagne intorno a loro.

Se la conosceva bene – e così era – non aveva ancora concluso.

“Shin-chan?”

“Mmh?”

“Fammene un’altra del genere e ti ritroverai sul divano a tempo indeterminato.”

“È un modo per dirmi che sono perdonato?”

Lei si divincolò da lui, stiracchiandosi per bene e incamminandosi verso la stanza. Si fermò sulla soglia, gettando un’occhiata dietro di lei e dicendo:

“Non contarci troppo. Ti ci vorrà almeno un week end a Parigi, per sperarci.”

Shinichi rise, seguendola: qualcosa gli diceva che ne sarebbero successe ancora molte, durante quegli ultimi cinque giorni.

RESIDENZA ESTIVA DEGLI HITACHIIN, CORRIDOIO DEL PRIMO PIANO – h 19.15

Kyouya attendeva tranquillamente appoggiato al muro davanti alla stanza di Haruhi. Era quasi ora di cena, e sapeva che almeno una delle due donne dentro quella stanza non avrebbe amato fare tardi. Ovviamente, si riferiva ad Haruhi. E infatti, pochi secondi dopo, la porta davanti a lui si aprì e ne uscì Haruhi seguita da sua madre. La ragazza sbatté stupita gli occhi quando lo vide.

“Senpai, come mai non sei giù?”

“Stavo solo aspettando mia madre, Haruhi. Avrei una cosa di cui parlarle in privato.”

Haruhi lo guardò incerta, facendo passare lo sguardo tra lui e Umi, ma quella sorrise radiosa.

“Haruhi-san, puoi, per cortesia, scendere e avvisare che arriveremo tra poco? Sono certa che Kyouya farà in fretta.”

Sempre dubbiosa, Haruhi annuì e si diresse verso le scale, salutando entrambi con un breve cenno del capo. Appena fu sparita dalla loro vista, Kyouya si rivolse nuovamente verso la madre.

“Spero tu ti sia divertita, oggi.”

“Oh, molto.”

“Che avete fatto?”

“Chiacchierato, più che altro.” Rivelò, picchiettandosi l’indice su una guancia. “Spero non ti spiaccia, ma dato che tu a casa non racconti mai nulla, ne ho approfittato per aggiornarmi sulle vostre vicissitudini scolastiche e non. È vero che ti sei perso in un centro commerciale, Kyouya?”

Kyouya sorrise, frenando il tic nervoso all’occhio che – lo sentiva – stava per coglierlo: dopotutto, data l’assoluta mancanza di malizia di Haruhi, aveva messo in conto che avrebbe raccontato più del necessario. Dove, naturalmente, ‘il necessario’ stava per ‘nulla’.

“Diciamo di sì.”

Umi ridacchiò.

“Cielo, e io che pensavo che riuscissi a gestire Tamaki più che bene.”

“Dubito che qualcuno possa contenerlo fino al punto di impedirgli di fare sciocchezze.” Replicò, calmo. Seguì qualche secondo di silenzio, quindi fu Umi a riprendere a parlare.

“Haruhi-san è davvero una cara ragazza, sai? È intelligente, gentile, dolce, simpatica, diretta e completamente senza secondi fini.” Elencò, contando sulle dita. “Pecca d’ingenuità, ma le dona un certo fascino. Mi piace.”

“Ha superato l’esame, quindi?”

Umi rise.

“Uh, era così evidente?”

“Diciamo che conosco sia te che Fuyumi-Nee-san. Prevedevo un’incursione, prima o poi.”

“Chissà perché questo non mi stupisce, Kyouya. D’altronde, sei sempre stato più intelligente dei tuoi fratelli.” Kyouya chinò il capo in segno di modesto ringraziamento. “Oh, andiamo, Kyouya. Sono tua madre, con me potresti evitare di mostrare modestia quando non serve.”

“Pensavo che una madre amasse tutti i suoi figli allo stesso modo.”

“Siamo anche noi essere umani, Kyouya, e come tutti abbiamo le nostre preferenze. Dovresti saperlo, ormai; che tu sia meno sveglio di quel che pensassi?”

Stavolta, Kyouya fece un piccolo ghigno. Ci fu qualche secondo di silenzio, quindi la donna sospirò appena.

“Fuyumi avrebbe tanto voluto accompagnarmi, sai? Era curiosa anche lei di vedere Haruhi-san, e le manchi. È rimasta a casa solo per evitare sforzi con il bambino, ma mi chiede di riferirti che ti abbraccia.”

Kyouya fece un mezzo sorriso, registrando le sue parole, quindi alzò di nuovo gli occhi.

“Non mi hai risposto.”

Umi ricambiò, incrociando le braccia al petto.

“Diciamo di sì. Se ti piace davvero, io non muoverò obiezioni.”

“Sai che non è corretto testare gente inconsapevole, vero?”

“Come se bastasse così poco per fermare i membri di questa famiglia.” Replicò, ironica, per poi guardarlo dolcemente. “Ripeto, se ti piace davvero io ti appoggerò, Kyouya. Evita di pensare alle aspettative di Yoshio e pensaci attentamente; qualunque cosa sceglierai, per me andrà bene.” E si voltò, dirigendosi verso le scale.

A questo punto, qualunque figlio normale avrebbe forse risposto qualcosa, ma Kyouya si limitò a un mezzo sorriso mentre la madre scendeva al piano inferiore. Perché non aveva bisogno di dire che sapeva già perfettamente quello che doveva fare; in fondo era certo che sua madre, questo, lo sapesse bene.

Fu poche ore dopo che decise di mettere in atto la sua decisione: in fondo, il momento gli pareva giusto, tanto più che mancavano solamente altri cinque giorni al loro ritorno a casa. Anzi, ormai erano solo quattro.

Per questo, quando prima di andare a letto incontrò Haruhi da sola in corridoio, le si fermò davanti, sorridendo in modo relativamente spontaneo.

“Haruhi?”

“Hai, Kyouya-senpai?”

“Hai impegni per domani?”

Lei ci rifletté sopra qualche secondo, quindi scosse la testa.

“Iie, non mi pare. Nande?”

Il sorriso relativamente spontaneo si trasformò in un ghigno, e la vide rabbrividire istintivamente.

“Che ne dici di uscire con me?”

“Hoe?”

Piccolo e Insignificante Disclaimer: Al contrario degli altri personaggi presenti nella storia, Umi è di mia totale invenzione, dalla punta dei capelli alle relazioni interpersonali che intrattiene. Siete quindi pregati di non utilizzarla altrove senza il mio esplicito permesso, potrei diventare parecchio stron- ehm, cattiva.

Hideaki, invece, è il nome che ho assegnato al primogenito degli Ootori, di cui non si conosce quello vero; considerate il nome un omaggio all'Asaba di Lui&Lei. ^^ Akito, invece, è il nome reale del secondogenito. ^^

(*) Ovviamente, qui Umi si riferisce scherzosamente alla mancanza di titoli onorifici.

(**) In Giappone, dopo il matrimonio, la sposa ‘lascia’ la propria famiglia e entra legalmente a far parte di quella del marito. Meno frequentemente viene fatto anche il contrario, in genere se la famiglia della sposa è particolarmente importante e priva di figli maschi.

Legenda:

- Okaeri: Bentornato a casa (qui, ovviamente, è inteso in senso lato come “bentornato tra noi”; ho sempre amato questo termine con la relativa risposta intesi in questo senso *-*)

- Baka: Stupido/Idiota

- Hai:

- Gomen: Scusa

- Tadaima: Sono a casa (di nuovo, qui inteso nel senso più ampio di “tra voi”)

- Konbanwa: Buonasera

- Okaa-san: Mamma

- Nee: Ehi

- Sumimasen: Scusa

- Oba-san: Zia

- Ohayo: Buongiorno

- Nee-san: Sorella maggiore (contrazione di ‘Onee’+titolo onorifico)

- Papa: Papà

- Mama: Mamma

- Otou-san: Papà

- Onto: Davvero

- Minna: Tutti (nel senso di “tutti voi/la gente”)

- Nani: Cosa

- Onegai: Per favore

- Iie: No

- Nande: Perché

-Rilegge attentamente quello che ha scritto- Nah, non mi piace. -.- Haru-chan, perché mi hai fatto pubblicare ‘sta schifezza? -.- [Che c’entro io, scusa? Sei tu che scrivi. o-o] Sì, ma tu sei quella razionale del gruppo; avresti potuto fermarmi. -.- $Troppo tempo senza aggiornamenti, sarebbe stato inaccettabile. Poi, tua zia ha dato il suo assenso.$ =__= Tralasciando un attimo la zia… Intendi dire che hai messo i guadagni prima della mia credibilità? =__= $-Alza un sopracciglio- Ovviamente. Anche perché tu non hai credibilità.$ Crudele… ç__ç –Si rifugia nell’Angolino Depressione insieme a Tama- [E ti pareva. =_= Chissà a chi toccherà chiudere oggi? =_=] (Uh, io lo so! Io lo so! A te, vero? *O*) [Ma va’? =_=] (Che genio sono! *O*) [=__=] *Ignoralo e chiudi, Haruhi. Ho sonno e fame!* [Sese… -.- Allora, un saluto a tutti, gente. Ci risentiamo presto col prossimo capitolo.] *Ma se è lenta come una lumaca a scrivere. o-o* [Sì, ma per me è sempre troppo presto. -.-] *Aaah! ^^*

Saluti e baci!

Roby, Pochi & The Host Club

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Capitolo 13
*** Giorno X – Fratelli (II) ***


*Si guarda attorno dubbiosa, quindi sospira ed entra in scena*

Allora, prima di tutto mi scuso per - er, chiamiamolo immenso ritardo (anche se l'espressione non rende nemmeno un po' l'idea) con cui questo capitolo viene postato. Un anno è oscenamente lungo, lo so, e vi chiedo scusa ma, sinceramente, sono passata in un periodo non esattamente felice che mi ha tolto per parecchio la voglia di scrivere, ad uno relativamente buono ma con un blocco scrittorio a singhiozzo scandaloso. L'iscrivermi ad un paio di concorsi  ha contribuito a levarmelo dai piedi (quando vi partecipo scrivo per principio), ma comunque ci è voluto più tempo di quanto mi sarei aspettata per uscirne; spero sinceramente che non me ne capitino altri - non così lunghi, almeno - perché è orrendo mettersi davanti al pc e non riuscire a cavare fuori una parola manco pregando cinese. ò_ò

 

Comunque sia, spero che questo capitolo vi piacerà. Non risponderò alle recensioni, dato il tempo trascorso da quando le avete lasciate, ma sappiate che vi ringrazio sinceramente tutte per averle lasciate: non avete idea di quanto tirino su di morale e motivino, durante i blocchi scrittori. XD Ringrazio anche tutte coloro che hanno messo questa storia tra le Preferite, le Seguite e le storie da Ricordare: siete davvero troppe da citare, al momento, ma siete tutte meravigliose. *-* E prima della fine di questa storia lo farò - citarvi tutte, intendo XD - contateci. :3

Unica cosa: chiederei a Kya10 di comunicarmi se la mia mail di risposta le è arrivata, dato che il form contatta di EFP non sempre funziona e mi chiedeva un permesso specifico.

Quanto alle altre, l'Host Club tornerà a farmi compagnia nel prossimo aggiornamento, promesso. ;3

 

Infine, ringrazio la mia beta, LadyHawke, per aver fatto tutto il lavoro di correzione stasera, permettendomi di pubblicare al volo. XD Ci sentiamo a fondo pagina! :3

 

 

 

 

 

Il capitolo è dedicato a Lely1441, perché è semplicemente lei e si meriterebbe molto di più, ma al momento questo aggiornamento è l'unica cosa a mia disposizione che so che le piacerà e le risolleverà il morale. :3 Ti voglio bene, nanetta <3

 

 

 

 

Giorno X - Fratelli (II)

 

RESIDENZA ESTIVA DEGLI HITACHIIN, PRIMO PIANO - h 09.15

Kaoru era fermo sulla soglia della stanza, stranito: il letto era già stato perfettamente rifatto, le tende erano tirate e le finestre spalancate. Controllò nuovamente l'orologio, quindi scandagliò la stanza per l'ennesima volta e fece qualche passo al suo interno. Qualcosa non tornava: secondo i suoi attenti calcoli, Haruhi avrebbe dovuto essere a letto per almeno un'altra mezz'ora; perché diavolo la sua stanza era vuota, allora?

Sobbalzò quando, da dietro di lui, lo raggiunse la voce di Tamaki.

"Kaoru? Che ci fai tu nella stanza della mia bamb-"

Un attimo di silenzio, in cui Kaoru era certo che il suo senpai stesse elaborando qualche assurda teoria sulla sparizione di Haruhi che lo coinvolgevano direttamente nella parte del cattivo. "Diavoli gemelli! Come avete potuto rapire la mia bambina?!" Urlò, infatti, precipitandosi nella stanza e iniziando a cercarla ovunque.

Quando iniziò a gettare in aria alla rinfusa i contenuti dei cassetti, Kaoru decise che, forse, sarebbe stato il caso di fermarlo.

"Ehm, senpai..." tentò, allungando un braccio per fermarlo. "Credo sarebbe meglio se la smettessi, sai?"

"Aaaaah! La mia bambina è sparita di nuovo! Dov'è? Dov'è?" urlò nuovamente l'altro, mettendosi le mani tra i capelli, disperato. Si voltò verso di lui, con gli occhi spiritati, quindi gli si avvicinò e lo afferrò per il colletto della camicia. Kaoru iniziò a chiedersi se quella di afferrarlo in quel punto stesse diventando una nuova moda tra i suoi conoscenti.

"Dove l'avete portata, diavoli di gemelli? So che l'avete nascosta voi! Dove l'avete messa?"

"Ehm, senpai, per favore, potresti lasciarmi il colletto? Sformerai la camicia."

"Dove?"

"Senpai, nonostante di solito mi divertirei molto a vederti perdere la testa, confesso che stavolta sono lievemente impensierito anch'io. Ora, se volessi lasciarmi e posare la biancheria di Haruhi che hai tirato fuori dai cassetti che hai ribaltato - cosa che gioverebbe al buon gusto, oltre che alla mia sanità mentale - potremmo cercarla insieme."

Tamaki si immobilizzò e si guardò le mani e le mutandine che non si era nemmeno reso conto di aver preso, quindi divenne improvvisamente rosso mattone, le lanciò a terra come se fossero qualcosa di infetto e si ricompose in una perfetta posa cool.

"Ehm, magari è già scesa a far colazione."

"È la prima cosa sensata che hai detto finora, sai?" ribatté Kaoru, con un piccolo ghigno sulle labbra.

L'altro lo ignorò, uscendo dalla stanza e aspettando in corridoio che lo seguisse. Pochi minuti dopo erano in cucina, dove trovarono Honey intendo a scodinzolare allegramente attorno al signor Hitachiin e beandosi del profumo di frittelle che permeava la stanza.

"Haruhi non è nemmeno qui?" domandò Kaoru, guardandosi attorno insieme a Tamaki.

"L'ho vista uscire mezz'ora fa." Annunciò Honey, guardandoli senza smettere di annusare l'aria circostante.

Tamaki si precipitò fuori dalla stanza, e Kaoru si tranquillizzò, dandosi dell'idiota per essersi preoccupato inutilmente. A ben pensarci, dopotutto, non lo stupiva che Haruhi, stufa di essere svegliata ogni mattina con metodi decisamente poco ortodossi, avesse iniziato a svegliarsi prima come autodifesa. Gli pareva anzi strano che non avesse iniziato a farlo prima.

"Kaoru, apparecchia in sala da pranzo, per favore." Domandò Shinichi senza voltarsi; lui lo guardò stranito.

"Hoe? Ma è una bella giornata," disse, indicando la finestra con l'indice. "Perché restare chiusi in casa?"

"Tra poco ricomincerà a piovere, meglio stare dentro oggi."

Kaoru lo fissò stranito, ma non fece commenti: inutile dire che quella era una tipica situazione in cui suo padre ci azzeccava sempre, manco fosse collegato direttamente con un satellite meteorologico. Non che la cosa non fosse effettivamente possibile, pensandoci bene...

Pochi minuti dopo la tavola era pronta e lui, Honey e Mori stavano già sedendosi a far colazione, quando Tamaki entrò correndo e in preda al panico; non ci voleva un genio per capirne il motivo.

"Haruhi non è in giardino!" annunciò, infatti, guardandosi attorno frenetico. "La mia bambinaaaa! Dove sarà finita? Perché fa preoccupare così tanto il suo Otou-saaaaan!"

Kaoru spalancò gli occhi, sorpreso, mentre l'ansia tornava a farsi largo dentro di lui. Il tintinnio di una forchetta posata attirò la sua attenzione, e se non fosse bastato il Lord col suo annuncio a far capire che la situazione era preoccupante, Honey che abbandonava la colazione sarebbe stata una ragione più che sufficiente. Quasi inquietante, in effetti, considerando che non aveva nemmeno toccato né la panna né le fragole della sua fetta di torta.

"Magari è ancora in soffitta, no, Tama-chan?" buttò lì il più anziano dei presenti, voltandosi verso Takashi in cerca di una conferma.

"Ma certo, la soffitta!" esclamò Tamaki, improvvisamente di nuovo fiducioso. "Si sarà nuovamente addormentata lì, è ovvio!"

"Lì non c'è," lo disilluse subito Kaoru, alzandosi a sua volta e dirigendosi verso l'uscita della stanza. "L'avrei sentita nello scendere."

"Sei forse entrato?"

"No."

"Allora non puoi saperlo, no?" rettifica: Tamaki che diventava irascibile per la preoccupazione era inquietante. In confronto, Honey che abbandona una torta pareva quasi nella norma. Kaoru aggrottò le sopracciglia, decidendo di lasciar correre, per quella volta: dopotutto, non era esattamente in sé, ed era comprensibile, per certi versi.

"Hai mai sentito Haruhi dormire, Lord? Io sì," Ghignò, sapendo bene che la risposta alla sua domanda fosse ‘no'. D'altronde, gli aveva dato sinceramente sui nervi col suo tono, e non aveva mai detto che non gli avrebbe lanciato frecciatine, no? "E russa. Se fossi passato a fianco della stanza in cui dormiva me ne sarei accorto." Concluse, incrociando le braccia sulla nuca.

"Magari era sveglia."

"Il libro che sta leggendo era in camera sua. Che avrebbe potuto fare in soffitta da sola il mattino presto? Contare i granelli di polvere?"

I due ragazzi si fissarono in silenzio per qualche secondo, astiosi, mentre Honey si metteva tra loro a braccia tese, come per far mantenere loro una certa distanza, spaventato.

"Credo sia meglio cercare Haru-chan ora, nee, Tama-chan? Kao-chan?" il piccolo senpai guardava ora uno ora l'altro, cercando di riportare la tranquillità e, possibilmente, un po' di buon senso in quelle testacce dure che si ritrovavano.

Kaoru scosse la testa e si passò una mano tra i capelli, rendendosi conto di essere ancora un bambino: poteva magari avere un pizzico di perspicacia in più del fratello quando si parlava di sentimenti, ma per il resto era immaturo come lui. Doveva esserci qualcosa che non andava nel loro DNA a quel punto, per forza.

"Gomen, senpai," disse, abbassando gli occhi. "Mi sono lascito prendere la mano."

"Iie, Kaoru, è colpa mia." Replicò Tamaki, arrossendo vistosamente per la vergogna. "Non so cosa mi sia preso, mi spiace."

Honey ridacchiò, prendendo le loro mani e unendole, felice che la situazione si fosse risolta così in fretta. I due ragazzi si sorrisero lievemente, quando Mori aprì bocca per la prima volta in quella mattina.

"Non ci stiamo dimenticando qualcuno?"

Tamaki e Kaoru sbatterono le palpebre, confusi, quindi spalancarono gli occhi.

"Haruhi!" urlarono, voltandosi per correre fuori dalla sala e cercarla ovunque. Si scontrarono però alla soglia col signor Hitachiin, che portava ulteriore cibo alla truppa di adolescenti in fase di crescita che aveva in casa.

"Gomen, Papa, ma non possiamo fermarci: dobbiamo trovare Haruhi!" proclamò Kaoru, accorato.

"Ma Fujioka-san è uscita." Ribatté lui, fissandoli.

"In giardino non c'è!" rivelò Tamaki, in attesa di una reazione consona. Al contrario, Shinichi si limitò a fissarli confuso.

"Ma certo che non è in giardino."

"Come?!" proruppero i presenti - Mori escluso - colti di sorpresa.

"Oh? Non lo sapevate?" continuò, avanzando e poggiando i piatti sulla tavola. "Oggi Fujioka-san è uscit-"

"Questo l'hai già detto, Papa!" lo riprese Kaoru. "Dove è andata?"

"Come stavo dicendo prima che mi interrompessi," riprese, scoccandogli un'occhiata eloquente. "Fujioka-san è fuori con Kyouya-kun, oggi." Il silenzio che seguì la rivelazione lo convinse ad essere più specifico. "Per un appuntamento."



Crack.

Questo fu quello che Tamaki sentì nell'esatto momento in cui il padre dei gemelli usò la parola ‘appuntamento'. Tentò di guardarsi attorno per verificare cosa si fosse rotto con esattezza, ma il collo era stranamente bloccato, così come anche i suoi muscoli facciali. Se fosse stato in grado di recepire bene le reazioni attorno a lui, avrebbe potuto chiaramente notare lo sguardo a metà tra l'incuriosito e il preoccupato che i presenti attorno a lui gli lanciarono. E, forse, ciò gli avrebbe fatto capire che il crack proveniva da lui.

"Tama-chan?" Honey gli si avvicinò titubante, poggiandogli una mano sul braccio. "Tama-chan?" ripeté. "Daijobu?"

Finalmente, Tamaki riuscì a sbattere le palpebre un paio di volte e quindi a voltarsi verso il suo decisamente in ansia senpai, che lo fissava con occhi luccicanti di lacrime di preoccupazione appena trattenute. Sorridere in modo rassicurante fu istintivo anche se un po' difficile.

"Hai, Honey-senpai." Disse, chinandosi per scompigliargli i capelli. "Sto bene, naturalmente; perché mai dovrebbe essere altrimenti? Ero in pena perché non la trovavamo da nessuna parte, no? Ma, dato che è con Kyouya, sono certo che non ci saranno problemi e tornerà a casa sana e salva." Honey lo guardò dubbioso, ma lui non parve farci caso. Si stiracchiò platealmente, quindi il sorriso divenne raggiante e si voltò. "Credo andrò a vedere come sta Antoinette, ora. Povera, l'ho trascurata in questi ultimi giorni..." e uscì dalla stanza, canticchiando una vecchia canzone enka.

Antoinette gli venne incontro sulle scale, saltandogli addosso e rischiando di farlo cadere a causa del suo solito entusiasmo. Lui scoppiò a ridere, scivolando a sedere sul gradino e iniziando ad accarezzarla sulla testa: davvero, non riusciva a capire perché Honey-senpai sembrasse così preoccupato per lui. In fondo, non era successo nulla di particolare, no? Haruhi era una ragazza, ed era normale che le figlie decidessero di trascorrere più tempo con le loro madri, raggiunta una certa età. Anzi, era strano che questa voglia non si fosse manifestata prima: forse era stata colpa di Kyouya, che per certi versi mancava di istinto materno; chissà perché, poi.

Con un moto di shock, si rese conto che a quel pensiero gli occhi iniziavano a pizzicargli in maniera preoccupante: che fosse questo che provava un padre vedendo crescere la sua bambina? Suppose di sì: che altro motivo poteva avere per avere voglia di piangere, in fondo?

Si portò una mano agli occhi, sfregandoseli; il gesto improvviso provocò un immediato attacco di leccate in faccia di Antoinette a suo danno, e Tamaki si ritrovò a ridere - forse più amaramente del solito, visto dall'esterno, ma lui non ci fece caso. E, mentre normalmente avrebbe forse cercato di fermarla, se non altro per riuscire ad abbracciarla meglio e magari portarla fuori a giocare, quella volta la lasciò fare: in fondo, anche lei aveva diritto al suo momento di gloria, no?

Alzandosi in piedi per raggiungere la sua camera da letto, subito seguito dalla cagna, riuscì perfino a convincersene davvero.



Kaoru fissò la porta della mansarda, assorto. Erano passati venti minuti da quando il Lord si era ritirato nella sua stanza, e sapeva di dover dare la notizia anche al fratello. Avrebbe voluto farlo immediatamente, ma si era costretto a non cedere alle emozioni e fare come se nulla fosse, in modo da prepararsi al meglio al suo compito. E aveva fatto bene, perché quei venti minuti - un niente, confrontato ai giorni di patemi mentali che aveva patito da quando quell'assurda storia aveva avuto inizio - gli avevano dato modo di calmarsi, mettere l'emotività da parte e riflettere, cosa in cui Kaoru era stato sempre particolarmente bravo e che, anche stavolta, lo aveva portato a un'unica, ovvia conclusione.

Per Kyouya, Tamaki era quello che Hikaru era per lui. In modo molto meno morboso, forse, ma la sostanza era la stessa: era suo fratello. Di conseguenza, Kaoru era pressoché certo che non avrebbe mai fatto alcunché che avrebbe potuto far del male al Lord. Nella fattispecie, portargli via Haruhi avrebbe equivalso a prendere il suo cuore, farlo a pezzetti con un coltello mal filato e quindi cuocerli su una piastra rovente; ergo, qualunque cosa avesse portato Kyouya a chiederle di uscire, non era di natura sentimentale. O, almeno, questo era quello di cui era riuscito ad auto convincersi negli ultimi venti minuti; se avesse fatto un errore di valutazione... beh, allora si poteva dire che quella storia avrebbe lasciato più morti sul campo di battaglia del previsto.

Ovviamente, poi, se anche avesse avuto ragione questo non significava che non dovesse preoccuparsi: ogni piano di Kyouya aveva, in fondo, la preoccupante tendenza ad andare a buon fine. Dato che il beneficiario, se non fosse stato lui stesso, sarebbe comunque stato il Lord, Kaoru aveva deciso che era ora che anche suo fratello si desse una mossa, perché il tempo era agli sgoccioli.

Kaoru fece un ultimo respiro profondo, quindi drizzò la schiena e spalancò la porta. Hikaru dormiva ancora profondamente, e lui fece quello che la preparazione psicologica degli ultimi minuti l'avevano predisposto a fare: si gettò sul letto che condividevano, svegliandolo e scaraventandolo a terra senza tanti complimenti.

"Ma che diavolo... ?" sbottò l'altro, massaggiandosi il sedere dolorante e lanciandogli un'occhiataccia. Kaoru lo fissò con uno sguardo serio e concentrato che riuscì ad attirare la sua attenzione, mentre si chinava verso di lui.

"Succede che sono le dieci passate, Hikaru, e tu dormi ancora!" sbottò, tirando fuori dal nulla un enorme ventaglio di carta e dandoglielo in testa. "Che ti salta in testa, baka? Il mondo là fuori continua a girare a velocità supersonica e tu dormi? Baka!" ripeté, e lo colpì di nuovo. Hikaru lo fissò rabbioso.

"Ma che diavolo ti prende, Kaoru? Hai bevuto? E smettila di colpirmi!" urlò, quando la terza sferzata gli raggiunse la testa.

"Smetterò quando ti deciderai a cambiarti e ad uscire da questa stanza, Hikaru! Dobbiamo darci una mossa!"

"Prima di tutto, sei l'ultima persona che può farmi la predica sul dove passo le mie giornate, visto il tempo che ci hai trascorso tu qui dentro." Attaccò l'altro, esasperato.

"Quello non c'entra nulla, baka! Non è importante, dimenticatene! Qui la situazione è grave!" continuò imperterrito, sporgendosi ancora di più verso il gemello. Hikaru alzò un sopracciglio, confuso.

"Kaoru, mi stai spaventando, sai? Se devi dire qualcosa, fai in modo che il messaggio sia chiaro, per favore. Non ci sto capendo nulla!"

Kaoru lo fissò quindi dritto negli occhi e si preparò mentalmente alla reazione che avrebbe avuto perché, lo conosceva bene, non l'avrebbe presa affatto bene.

"Kyouya-senpai e Haruhi sono usciti. Insieme. Per un appuntamento."

Silenzio. Gli occhi del gemello di dilatarono enormemente mentre la notizia raggiungeva il cervello, e Kaoru deglutì automaticamente. Quindi, Hikaru si passò una mano tra i capelli, scosse la testa e quindi la alzò, sorridendo mestamente.

"Kyouya-senpai, eh?" chiese, con voce incerta.

"Hai!" Kaoru lo fissò con decisione dritto negli occhi.

"Oh."

Kaoru aspettò qualche secondo, in attesa, quindi sospirò. "Devi muoverti, Hikaru. Lo sai, vero?" Non aveva bisogno di altre spiegazioni, sapeva che il gemello aveva capito perfettamente quello che intendeva dire.

Aspettò ancora un paio di minuti, quindi sospirò di nuovo, si passò una mano tra i capelli e si alzò, dando all'altro una sonora pacca sulla schiena che gli mozzò il respiro.

"Ora muoviti, cambiati e vedi di scendere: farai colazione e poi indiremo un consiglio di guerra. Se Kyouya-senpai intende fare sul serio, ci serve una strategia." Si mosse verso la porta. "Hai dieci minuti, dopo di che spedisco su Mama a chiamarti, ti avverto." Si fermò sulla soglia, voltandosi e fissandolo da sopra la spalla. "Tu non vuoi che la coinvolga, vero?"

"Come?" fece Hikaru, riscuotendosi da chissà quali pensieri; Kaoru gli sorrise con calore .

"Niente, niente." Si girò di nuovo e uscì dalla stanza. "Dieci minuti." Gli urlò, chiudendo la porta dietro di sé.

La nuova manche era iniziata; sperò vivamente che tutta la loro esperienza bastasse a dare loro un possibilità concreta in quel pazzo, sconclusionato gioco che era diventata la loro estate.



Più o meno nello stesso momento, in un punto imprecisato a nord della casa, Haruhi e Kyouya stavano passeggiando tranquillamente; il ragazzo aveva tra le mani un cesto da pic-nic, mentre Haruhi non mancava di lanciare occhiate confuse ora a quello, ora al suo senpai.

Dire che era rimasta sorpresa dall'invito della sera precedente era poco: in effetti, Haruhi ancora trovava difficile credere che non si fosse trattato più di un sogno ad occhi aperti che della realtà vera e propria. Quel "Che ne dici di uscire con me, domani?" l'aveva colta così impreparata che non era nemmeno riuscita a rispondere in modo decente, e Kyouya ne aveva subito approfittato per rallegrarsi che avesse accettato così di buon grado la sua proposta e le aveva comunicato che sarebbe passato a prenderla nella sua stanza alle otto e mezza, per poi girare i tacchi e lasciarla impalata in mezzo al corridoio senza avere la più pallida idea di quel che era successo. Seriamente, a volte quel ragazzo era incomprensibile. Non che le pesasse particolarmente passare del tempo con lui, ovviamente.

Anche in quel momento Haruhi non era esattamente sicura di quello che stesse succedendo. La vista del cesto da pic-nic aveva almeno chiarito il suo dubbio su cosa aspettarsi da un appuntamento nel bel mezzo del montuoso nulla in cui si trovavano, ma le perplessità sull'esatto scopo della giornata ancora restavano. Senza contare le grosse nuvole grigio scuro che poteva intravedere tra gli alberi ogni volta che alzava gli occhi al cielo; sperava intensamente che non iniziasse un temporale mentre erano all'aperto, o non aveva sinceramente idea di cosa avrebbe fatto. Ma il senpai non avrebbe potuto scegliere un altro giorno - uno qualunque - per mettere in pratica uno dei suoi soliti piani machiavellici? Tra l'altro, camminavano già da un'ora buona, ormai; quanto poteva mancare ancora a destinazione?

Gettò l'ennesima occhiata dubbiosa al ragazzo davanti a lei, che non aveva ancora detto una parola da quando avevano varcato l'uscita della casa. Ora, Haruhi non era una grande esperta, ma le chiacchiere delle ragazze che intratteneva al club erano chiare a tal proposito: durante un appuntamento si parlava - per conoscersi meglio, per passare il tempo... insomma, si comunicava tanto. A meno che... Ora che ci pensava, nessuno aveva mai parlato di appuntamento, giusto? Kyouya le aveva semplicemente chiesto di uscire, ma non aveva accennato ad alcunché di romantico, no? Ma certo, era evidentemente così! Erano state le continue chiacchiere su fidanzamenti degli ultimi giorni a farla subito saltare alla conclusione sbagliata! Che stupida...

A questo punto, però, il dubbio sullo scopo di quell'uscita non faceva che aumentare. 

Persa com'era nei suoi ragionamenti, Haruhi non s'accorse che, nel frattempo, il ragazzo s'era bloccato in mezzo al sentiero, finendo così per schiantarsi contro la sua schiena.

"Kyouya-senpai?" mormorò, massaggiandosi il naso.

"Bene, siamo arrivati." Annunciò lui.

Si trovavano in una piccola radura di forma vagamente circolare, tappezzata di piccoli fiori di montagna viola chiaro. Sulle sinistra intravide dei cespugli di quelle che a prima vista le parvero more, affiancati da uno di lamponi che si ripromise di visitare prima di tornare indietro, tempo atmosferico permettendo. Se ci fosse stato il sole, era certa che sarebbe stata molto più graziosa, ma anche così non era male come posto.

"Come l'hai trovata, senpai?" chiese, facendo qualche passo in avanti e chinandosi ad osservare meglio i fiori: non era un'esperta - anzi, diciamo che le interessavano decisamente poco in generale - però avevano un buon profumo.

"Via satellite." Rispose, semplicemente.

"Come?"

"La nostra compagnia ne ha alcuni in zona; io ne ho semplicemente sfruttato uno per farmi un'idea più precisa del posto."

Haruhi lo fissò allibita, ma lui parve non accorgersene: d'accordo, sapeva che i ricchi erano... strani? Pazzi? Completamente fuori di testa? In fondo, frequentava l'Host Club da abbastanza tempo da conoscere i loro modi. Era arrivata perfino al punto di arrivare a credere di non potersi più sorprendere di nulla di quel che facevano. Ma usare addirittura un satellite per una semplice uscita in mezzo ai monti... questo non sarebbe mai riuscita ad immaginarselo, lo ammetteva.

Dopo qualche secondo di silenzio, in cui Haruhi trovò piuttosto interessante sedersi sui talloni e dedicarsi allo studio di un'ape posata su un fiore intenta a farsi i fatti suoi, Kyouya pensò bene di andare a sedersi sotto un albero, abbandonando il cestino a terra e fissandola assorto. Quando Haruhi alzò il viso e ricambiò lo sguardo, lui alzò un sopracciglio e Haruhi indietreggiò istintivamente con la schiena.

"Cosa?"

Il ragazzo indicò il cestino a terra, da cui fuoriusciva un lembo di coperta a scacchi bianca e rossa - la tipica coperta da pic-nic di uno shojo manga, insomma.

Il messaggio era chiaro: se pensi seriamente che io possa sporcarmi anche solo metaforicamente le mani preparando la tavola, sei una povera illusa. Io ho portato il cestino fino ad ora e ho trovato questo posto; adesso tocca a te fare qualcosa. Quel ragazzo sapeva essere snervante come pochi quando voleva. 

Sapendo che tentare di discuterne avrebbe solo portato una rilevante perdita di tempo, dato che era praticamente certa che Kyouya sarebbe riuscito a rigirarsi la faccenda come più gli fosse convenuto, Haruhi sbuffò e si alzò in piedi, dando leggeri colpi al vestito - azzurro bebé, con una sbarazzina gonna al ginocchio e, ovviamente, pieno di merletti e made by Yuzuha - per togliersi eventuali residui d'erba e quindi si avvicinò all'albero. Preparare il posto per il loro pranzo richiese pochi minuti, durante i quali sentì il costante sguardo di del ragazzo sé. Lo trovava un po' inquietante, a dirla tutta, ma rimase zitta.

Il pranzo non durò molto: il signor Hitachiin aveva preparato loro dei tramezzini, un'insalata di patate, alcuni onigiri e della torta di fragole e panna come dolce. Mentre stava stesa sul prato con le mani sullo stomaco pieno, Haruhi si ritrovò a perdersi nella contemplazione di grossi nuvoloni sempre più neri e sempre meno rassicuranti. Più per distrarsi dalla prospettiva di tuoni e fulmini che per effettivo bisogno di dar aria alla bocca, si rizzò quindi a sedere, sostenendosi all'indietro con le braccia e incontrando lo sguardo di Kyouya.

"Qualcosa non va?" chiese, controllandosi il vestito: che si fosse macchiata da qualche parte?

"Iie. Riflettevo."

"Oh." Inclinò la testa di lato, fissandolo per qualche secondo in attesa che continuasse. Quando fu chiaro che non era sua intenzione farlo si guardò intorno, a disagio.

"Per cosa usate i satelliti, in compagnia?" chiese.

"Spionaggio industriale, più che altro." Fu la pronta risposta.

"Come?!" Sbottò Haruhi voltandosi velocemente di lui e incontrando la sua solita espressione indecifrabile. "Ma è una cosa ill-" Si bloccò a metà frase vedendolo ghignare pericolosamente; improvvisamente decise che, in fondo, non lo voleva davvero sapere. Per nulla. Soprattutto perché quel ‘più che altro' non prometteva nulla di buono. Alzò il palmo della mano, arrendendosi, e il ghigno di Kyouya si accentuò.

"Sai, Haruhi, è sempre divertente passare del tempo te."

Lei inclinò la testa di lato, sorpresa e, in fondo, anche un po' compiaciuta.

"Sai, senpai, credo sia la cosa più simile ad un complimento che tu mi abbia mai fatto da che ci conosciamo."

"Credevi forse che concedessi parte del mio tempo ad un mio debitore assolutamente privo di conoscenze nel mondo finanziario per beneficienza, Haruhi?"

"Sinceramente non ci avevo mai pensato." Rispose lei, riflettendoci su. "Credo considerassi la cosa come inevitabile, dato che passiamo molto tempo insieme nella stessa stanza ogni giorno. Però, in effetti, ora che ci penso la cosa è poco probabile: in qualche modo saresti riuscito ad evitarlo, se avessi voluto."

Kyouya si limitò a sistemarsi meglio gli occhiali sul naso, chinando leggermente il capo come per assentire, e Haruhi storse la bocca in un ghigno.

"Quindi questo significa che un qualche guadagno lo hai anche con me, senpai?"

Di nuovo, Kyouya ghignò.

"Chissà..."

Un venticello leggero ma freddo iniziò a soffiare nella radura, e Haruhi si strinse meglio nella felpa che si era portata dietro la mattina. Guardò di nuovo il cielo, e Kyouya la imitò; quindi il ragazzo si alzò in piedi,si sistemò gli occhiali e le tese una mano.

"Credo sia meglio rientrare, ora. Siamo stati fuori abbastanza."

Haruhi afferrò la mano e si tirò su, per nulla dispiaciuta di tornare a casa prima che iniziasse a diluviare o, peggio ancora, a tuonare.

Raccolse i piatti e i contenitori vari, quindi passò a ripiegare velocemente la coperta, infilando tutto nel cestino che Kyouya prese automaticamente sotto braccio. Si guardò attorno, controllando di non avere lasciato nulla in giro, e l'occhio le ricadde sui cespugli di more e lamponi che aveva visto appena arrivata e di cui aveva finito per dimenticarsi. Gettò un'occhiata al cestino, incerta sul da farsi: certo, i frutti di bosco erano buoni, e un po' di frutta appena colta non avrebbe schifato nessuno in casa; Honey, probabilmente, le sarebbe saltato al collo e sbaciucchiata tutta per la felicità di averne con un po' di panna montata. E, magari, lei si sarebbe unita. Si morse il labbro, quindi sospirò, cedendo all'istinto.

"Senpai?" lui si voltò in sua direzione, alzando un sopracciglio per invitarla a continuare, e lei si avvicinò, aprendo il cesto e tirando fuori una vaschetta di plastica piuttosto grande e munita di coperchio che aveva contenuto gli onigiri. All'occhiata perplessa di Kyouya si limitò a indicare i cespugli con l'indice, fissando lo sguardo a terra e aspettando che il sarcasmo arrivasse a colpirla. Per una volta, però, la sorprese:

"Oh beh, dovevo aspettarmelo, suppongo." Fu infatti l'unica cosa che disse; Haruhi sorrise leggermente, quindi corse veloce verso i cespugli, e Kyouya la seguì lentamente.

Svuotare completamente i due arbusti le portò via solo pochi minuti. Stava per raddrizzarsi e dire al suo senpai che aveva finito quando, con la coda dell'occhio, ne notò un terzo a poca distanza, punteggiato di piccoli ribes rossi. Gettò un'occhiata alla vaschetta: era piena per tre quarti; teoricamente avrebbe anche potuto bastare, ma completare la raccolta aggiungendo altra frutta non avrebbe certo fatto male, no?

Chiuse la vaschetta con forza, quindi fece un paio di passi per attraversare il sottobosco verso il nuovo obiettivo.

"Haruhi? Che stai facendo ora?"

"Ci sono dei ribes laggiù." Lo informò, voltandosi un attimo. "Ci metto un minuto."

Sentì il suo senpai sbuffare appena, ma ormai era partita. Il sottobosco era buio e si vedeva poco e male: evitò all'ultimo secondo delle ortiche, ma non fu abbastanza fortunata da evitare una radice appena rialzata dal terreno ancora scivoloso per la pioggia dei giorni precedenti: cadde a terra in avanti, ma ebbe almeno i riflessi pronti per allungare le mani, proteggendosi così il viso. E data la pietra che si vide proprio in corrispondenza del naso, ringraziò il cielo di non essere una totale imbranata.

"Haruhi?"

"Tutto bene, senpai. Sono solo inciampata."

Lo sentì distintamente sospirare, come se fosse ormai rassegnato ad essere circondato da imbranati cronici. Saggiamente, decise di ignorarlo; si guardò attorno, in cerca della vaschetta di frutta che le era scivolata di mano, e la ritrovò accanto al cespuglio di ribes: il coperchio ermetico aveva tenuto, quindi il lavoro dell'ultimo quarto d'ora non era andato sprecato.

Meno soddisfatta fu quando, tentando di rialzarsi, un dolore lancinante le partì dalla caviglia, costringendola ad appoggiarsi ad un albero per non cadere di nuovo: una storta. Fantastico.

Si mordicchiò nervosamente il labbro, tentando di poggiare nuovamente il piede a terra. Quando vide che riusciva a farlo senza troppo dolore, provò a muovere un paio di passi, concentrandosi per non poggiare troppo peso sulla caviglia malandata: faceva male, ma era tutto sommato sopportabile se stava attenta e andava piano.

"Haruhi?"

"Ancora un attimo, senpai."

Cercando di evitare di zoppicare, raggiunse la vaschetta e la raccolse. Fissò il cespuglio un paio di secondi, riflettendo se fosse il caso di caso di completare l'opera o fosse meglio tornare direttamente indietro.

‘Oh beh, in fondo sono già qui... Tanto vale fare quello per cui sono venuta, no?'

Riempì velocemente il contenitore fin quasi all'orlo, lo richiuse per evitare nuovi incidenti e se lo mise sotto braccio. Quindi prese un fazzoletto pulito, vi mise un'altra manciata di frutti e lo richiuse.

Kyouya l'aspettava poggiato ad un albero a braccia incrociate e con espressione imperturbabile. Si voltò verso di lei sentendola arrivare.

"Finito?"

Lei annuì, infilando la vaschetta nel cestino e posandole accanto il fazzoletto.

"Quindi possiamo andare, ora? Il tempo peggiora, e gradirei essere di nuovo al riparo prima che inizi a piovere."

"Fai strada, senpai."

Per i primi dieci minuti nessuno dei due parlò. Haruhi, qualche passo indietro rispetto a Kyouya, si sforzava di mantenere un'andatura più regolare possibile. E, a dirla tutta, nonostante di solito avesse le capacità fisiche di un bradipo impedito, se la stava cavando piuttosto bene. O, almeno, così ritenne fino a quando non vide Kyouya fermarsi di colpo, sospirare rassegnato e poi voltarsi a guardarla quasi con sufficienza.

"Ti fa male la caviglia, per caso?"

Haruhi piegò di lato la testa, confusa: come diavolo era possibile che se ne fosse accorto?

"C-Come?"

"Ti fa male la caviglia?" ripeté.

"Iie..." tentò lei, cercando di suonare convincente. Non che sperasse davvero di farla franca con Kyouya, beninteso.

Infatti non fece in tempo ad aggiungere nulla che lo vide alzare scetticamente un sopracciglio per poi fissarsi sul suo piede. Haruhi lo tirò indietro per istinto, come se questo bastasse a far finta che non fosse successo nulla; ovviamente, Kyouya lo considerò una conferma.

Si girò di  nuovo, abbassandosi sulle ginocchia e portando le braccia indietro.

"Sali."

"Eh?"

"Sali, ho detto."

"Grazie, senpai, ma no. Preferisco continuare a camminare."

"E io preferirei arrivare prima che inizi a piovere o, almeno, entro un orario decente. Dato che la storta che presumo," - ghigno che lo fece suonare più come un ‘so precisamente che', a cui Haruhi rispose alzando platealmente gli occhi al cielo - "Tu ti sia presa ci rallenta, evita di fare storie e sali. Anche perché sai esattamente come finirebbe una discussione tra noi."

Gonfiò le guance, indispettita. Certo che lo sapeva, si disse: in qualche modo, quel ragazzo impossibile sarebbe riuscito a rigirarla come più gli conveniva e l'avrebbe spuntata. Era decisamente irritante a volte. D'accordo, più che a volte. Quasi sempre, in effetti.

"Davvero, senpai, non è il caso." Ritentò, debolmente.

"Haruhi."

"... Hai?"

"Sali."

Sospirando rumorosamente, Haruhi si arrampicò goffa sulla sua schiena; poi, con un colpo secco, Kyouya si tirò su e sistemò meglio le gambe tra le sue braccia.

"Peso troppo?"

"Tzé," sbottò lui, sistemando anche il cestino al gomito e iniziando a camminare. "Per caso ricordi con chi stai parlando?"

"Con un Ootori?"  Sospirò lei.

"Con me." Ribatté lui. "Cerca di tenerlo sempre bene in mente, Haruhi."

La ragazza fissò in silenzio la nuca del suo senpai: era tutt'altro che stupida, e aveva colto il sottinteso di quel che aveva detto. Kyouya le stava dicendo che non era semplicemente ‘un Ootori'; era, senza false modestie, il più intelligente tra i suoi fratelli, il più determinato e il più ambizioso. In una parola, era il migliore della sua famiglia, e se gli Ootori erano davvero il meglio del meglio, come pareva dire la fama che li circondava, ciò faceva di lui l'ultima persona al mondo da sottovalutare. Quel ragazzo era decisamente immodesto e narcisista, sì. Che novità.

Per un po' nessuno dei due disse nulla. Haruhi si stava quasi appisolando sulla schiena del suo senpai, quando sentì una, due, tre gocce sulla faccia. Sollevò lo sguardo al cielo, mentre la pioggia iniziava a cadere sempre più; di bene in meglio, era proprio il caso di dirlo. Anche Kyouya l'imitò, alzando la testa.

"Dannazione." Fu il suo unico commento prima di iniziare a correre - per quanto avere un'adolescente sulla schiena glielo permettesse, ovviamente. Haruhi si ritrovò ad essere sinceramente sollevata di essere così minuta altrimenti, Kyouya o non Kyouya, dubitava seriamente che avrebbe avuto la forza per sostenerla a velocità sostenuta e costante.

Improvvisamente il ragazzo scartò di lato, facendola sobbalzare.

"Tutto bene, senpai?" Lui non rispose e continuò a guardare davanti a sé, ignorandola. "Senpai?"

"Haruhi, abbiamo già discusso a proposito del sottostimare le mie capacità, se non erro. Ergo, evita di farmi sprecare fiato con ovvietà e lasciami fare."

La ragazza storse il naso, indispettita, ma non ribatté: come già detto in precedenza, sarebbe comunque stato totalmente inutile, tanto valeva lasciar perdere dal principio.

Mentre la pioggia diventava sempre più fitta, Haruhi notò un'apertura sulla parete della montagna, nascosta alla bene e meglio dal folto degli alberi e, con una nota di stupore, si rese conto che era proprio quella la loro destinazione. Di certo, Kyouya sapeva essere insopportabile quando voleva, ma era anche sorprendentemente pieno di assi nella manica.

Una volta all'interno della grotta la fece scendere e le fece segno di aspettare un attimo, quindi recuperò la coperta che avevano usato quel pomeriggio e la dispiegò accuratamente sul terreno. Solo allora allungò il braccio per autorizzarla a sedersi.

"Hoe? Non ce n'era bisogno, senpai. Mi sarebbe andato benissimo anche sedermi per terra, non sarebbe stato un problema."

"Avendoti io chiesto di uscire mi pare il minimo che mi assicuri anche che tu ti senta il più confortevole possibile; è una mia responsabilità."

"Sei proprio un gentiluomo, vero senpai?" disse, sorridendo.

"Mi pare ovvio, Haruhi." Rispose, sedendosi accanto a lei e poggiandosi alla parete di roccia.

"Talento naturale o acquisito?"

"Tu che dici?"

"Mmmh... Un po' e un po', direi." Rifletté ad alta voce, picchiettandosi il mento con l'indice. "Probabilmente Madre Natura ti ha donato una naturale predisposizione che l'educazione dei tuoi genitori ha perfezionato."

"Ragionamento interessante, direi."

"Senza contare l'apporto che Tamaki-senpai ha certamente dato: passare tanto tempo insieme ti avrà condizionato, in fondo. Fortunatamente, sembra che tu non abbia risentito dei suoi lati irritanti."

Come faceva spesso, anche stavolta Kyouya non rispose, limitandosi ad un sorrisetto enigmatico che Haruhi non riuscì a decifrare. Storse il naso: per fortuna non aveva acquisito anche gli aspetti irritanti di Tamaki; quel ragazzo ne aveva decisamente già abbastanza di suo.

Dopo qualche minuto di silenzio, Haruhi si ricordò del fazzoletto pieno di frutti di bosco che aveva preso per il viaggio di ritorno. Si allungò verso il cestino da picnic, lo aprì e iniziò a trafficare col suo contenuto; pochi secondi dopo un sorriso enorme annunciò al mondo che era riuscita a scovare quel che cercava. Si risedette e aprì l'involto, mettendosi in bocca alcuni ribes: deliziosi. Lo porse quindi a Kyouya, che la stava osservando quasi con curiosità. Quasi.

"Prego."

Kyouya li osservò qualche secondo, dubbioso, quindi ne prese una manciata e li mise in bocca. Haruhi sorrise soddisfatta quando il senpai ripeté la sequenza quasi immediatamente: in fondo, dati i suoi standard, era come se stesse ammettendo che erano buoni.

La pioggia fuori dalla grotta continuava a scrosciare fitta, riempiendo il silenzio che si era nuovamente creato tra loro. Non che fosse male, a dirla tutta: in effetti, era piuttosto rilassato, con loro due che mangiavano i frutti rossi in tranquillità; non c'erano tensioni, né imbarazzi di sorta. Quasi si stupì nel considerare che, in effetti, ci si trovava completamente a proprio agio.

Non fosse stato per il rumore della pioggia, ovviamente: non poteva evitare di collegarlo a filo doppio alla possibilità che i tuoni facessero la loro comparsa e il pensiero la disturbava enormemente. Aveva bisogno di distrarsi, decisamente.

Si guardò attorno in cerca di qualcosa da dire, quando si ricordò di una domanda che voleva fargli da tutta la giornata, ma che non aveva ancora trovato occasione di porgli.

"Senpai?"

"Hai?"

"Siete ancora in lite per qualche motivo strano?" chiese, inclinando la testa di lato e fissandolo attentamente. Non c'era bisogno di fare nomi perché capisse esattamente a cosa si riferiva. E infatti Kyouya ricambiò con uno sguardo ambiguo che le fece storcere la bocca.

"Era un ‘sì', per caso?" gesto vago con la mano che la confuse ancora di più. Sospirò pesantemente, massaggiandosi la caviglia dolorante e gettandogli un'occhiata di sottecchi. "Voi stupidi ricchi siete assurdamente contorti, sai?" Per tutta risposta, Kyouya chiuse gli occhi e fece spallucce. Decisamente poco collaborativo, non trovate anche voi?

Haruhi si guardò attorno, rinunciando all'idea di fare conversazione con un individuo così maldisposto al riguardo. Almeno finché non le parve di sentire, in lontananza, l'eco di un tuono. Rabbrividì involontariamente, spalancando gli occhi per la paura e guardandosi nervosamente intorno.

"Te lo sei solo immaginata." Intervenne Kyouya; sorpresa, la ragazza si girò verso di lui: aveva ancora gli occhi chiusi e, a vederlo appoggiato così alla parete rocciosa, pareva addirittura addormentato.

"Cosa mi sarei immaginata, senpai?" domandò, cercando di sembrare normale.

"Il tuono." Rispose, semplicemente.

"Anche ammettendo che sia preoccupata che questa pioggia diventi un temporale, come fai ad essere sicuro di aver ragione?"

"Conosci la risposta, mi pare."

"Senpai, posso farti una domanda?" continuò lei qualche secondo dopo, cercando di mantenere viva quel minimo di conversazione che si era instaurata. Decise di interpretare il silenzio dell'altro come un ‘sì' - più per comodità che per reale convinzione, a dirla tutta. "Perché ti sei prestato a questa storia della scommessa?"

"Devi essere davvero alla frutta se hai bisogno di farmi domande, o sbaglio?"

Lei arrossì appena, punta sul vivo.

"Sai essere insopportabile a volte, sai?"

Lui aprì per un attimo gli occhi, fissandola strafottente, e fece un gesto vago con la mano. Era già rassegnata a restarsene in silenzio, quando lui parlò di nuovo. "Non è ovvio, comunque?"

Stupita, ci mise un attimo in più del normale per comprendere che stava rispondendo alla sua domanda.

"Sinceramente? No. Insomma, posso capire che tu riesca a trovare piacevole la mia compagnia, nonostante a sentirti parlare non si direbbe affatto, ma che possa arrivare a metterti in competizione con Tamaki-senpai e gli altri... no, davvero non capisco come sia stato possibile."

"E se ti dicessi che corro per mera volontà paterna?"

"Significherebbe che ti sopravvaluto, perché dubito fortemente che tu prenda davvero ordini da qualcuno. In un modo o nell'altro, se non avessi voluto partecipare avresti trovato un modo per tirartene fuori uscendo comunque vincitore agli occhi di tuo padre. Ergo, la ragione deve essere un'altra."

"Touché." La fissò negli occhi, inclinando leggermente la testa di lato, e sorrise appena. "E se ti dicessi che sono innamorato di te?"

Haruhi si stupì, ma non si scompose; lo scrutò attentamente: pareva inquietantemente serio - e forse lo era davvero.

Alla fine scosse la testa, scostandosi un ciuffo di capelli dagli occhi.

"Se tu fossi innamorato di me avresti già fatto fuori la concorrenza molto tempo fa, senpai." Rispose, circondando le gambe con le braccia e tirandosele al petto. "In senso metaforico, possibilmente, ma non ci giurerei: voi ricchi sapete essere estremamente drastici, quando volete."

Kyouya ghignò. "Sai, Haruhi, a volte mi chiedo come una persona così tremendamente sveglia abbia potuto distruggere un vaso da otto milioni di yen indebitandosi fino al collo e facendosi schiavizzare da un club scolastico." Una freccia di crudele sarcasmo la colpì in pieno petto; il sorriso sinistro di Kyouya, invece, si allargò. "Potresti avere ragione, sai?"

"Potrei?"

"Hai. Potresti." Ribadì, sistemandosi gli occhiali sul naso.

"Suppongo che ciò significhi che non avrò mai una risposta chiara da te, o sbaglio?"

"Probabilmente."

"Ragazzo contorto."

"Ragazza procione."

Lei alzò un sopracciglio, confusa. "Da quando fai battute?"

"Da quando non ci sono testimoni in grado di riportare il fatto."

"E io chi sono?"

"Una che potrebbe casualmente ritrovarsi il proprio debito triplicato."

"Questo è sleale da parte tua, senpai."

Kyouya chiuse di nuovo gli occhi, sistemando meglio la schiena contro la roccia.

"Oh, sono certo che sopravvivrò."

Cadde di nuovo il silenzio, interrotto solo dal picchiettare della pioggia tra gli alberi e, rifletté Haruhi, probabilmente era molto meglio così.



"Haruhi." Kyouya si avvicinò lentamente alla ragazza, inginocchiandosi davanti a lei. Si era addormentata da circa un'ora, e lui non gliel'aveva certo impedito; dopotutto, non aveva molto da dire, e non era tipo da sprecare tempo in chiacchiere inutili, senza un adeguato compenso dietro. Ora che stava smettendo di piovere e qualche raggio di sole iniziava ad intravedersi tra le nuvole, però, trovava decisamente opportuno svegliarla e rientrare velocemente a casa mentre il tempo reggeva.

La osservò assorto per qualche istante, riflettendo attentamente su quanto era accaduto poco più di un'ora prima: a conti fatti, non poteva non dire di essere stato bellamente rifiutato, nonostante non avesse avuto la benché minima intenzione di dichiararsi. Né l'aveva fatto, a conti fatti.

Vide Haruhi muoversi nel sonno, stringendosi meglio le braccia attorno al petto e mormorando qualcosa di incomprensibile.

Se avesse dovuto definire quel che provava per lei, probabilmente Kyouya avrebbe utilizzato la parola ‘attrazione'. Haruhi era carina, schietta, semplice e per certi versi ingenua. Soprattutto, però, Haruhi aveva un'indubbia e vivace intelligenza che lo attraeva come poche altre cose: non dava mai nulla per scontato, aveva una capacità di ragionamento che poche altre volte aveva visto nelle persone e spesso e volentieri riusciva a sorprenderlo con le sue conclusioni. E, diciamocelo, stupire Kyouya era una cosa più unica che rara.

Dall'altra parte, però, c'era Tamaki.

Kyouya non avrebbe saputo definire con esattezza il momento in cui aveva iniziato a pensare al ragazzo come ad un amico, anziché come all'erede Suoh. Probabilmente, la nascita ufficiale della loro amicizia era fissata nell'istante in cui avevano litigato per la prima volta parlando del suo ruolo di terzogenito. Ma Kyouya era perfettamente consapevole che il processo per cui quell'amicizia era nata non era esattamente così semplice da definire. Restava il fatto, però, che Kyouya aveva davvero poche persone al mondo che stimasse o amasse tanto quanto lui, anche all'interno della sua stessa famiglia: al di là della madre e della sorella - che con la questione della successione avevano avuto molto poco a che fare - il rapporto con i suoi fratelli era sempre stato improntato sulla competizione, e Kyouya era sempre andata bene così, in fondo; d'altronde, nella famiglia Ootori, in cui primeggiare sugli altri era l'unico modo per mettersi in mostra abbastanza dal superarli, difficilmente potevano instaurarsi rapporti d'altro genere. Spesso si ritrovava anche a pensare che era un bene che fosse così: una famiglia ‘normale', per così dire, sarebbe stata terribilmente noiosa e priva di stimoli per una mente come la sua.

D'altronde, però, dopo aver conosciuto Tamaki non aveva potuto fare a meno di pensare che avere una famiglia normale non doveva poi essere orrendo. Non troppo, per lo meno. Era perfino arrivato a ritenere che un fratello normale, con cui non esistesse competizione, non sarebbe poi stato così male. Dopo aver formulato quel pensiero, gli erano serviti solo alcuni secondi a rendersi conto che, per certi versi, un rapporto del genere era decisamente simile a quello che, alla fine, era riuscito ad instaurare con quel baka che si ritrovava per amico. Se non fosse stato Kyouya Ootori, probabilmente la realizzazione l'avrebbe sconvolto.

Inclinò la testa di lato, guardando la ragazza davanti a lui arricciare il naso nel sonno e quindi rigirarsi nervosamente, infastidita da chissà cosa. Avrebbe mentito spudoratamente a se stesso - cosa che Kyouya non faceva mai per principio - se avesse fatto finta di non notare come Tamaki fosse palesemente innamorato di Haruhi; probabilmente - anzi, sicuramente, l'unico a non essersene accorto era proprio lui.

Aggrottò la fronte, sbuffando interiormente al pensiero di quanto fosse ottuso Tamaki quando ci si metteva; e dire che si era prestato a quella pagliacciata della scommessa, partecipandovi attivamente e dando prova delle sue indiscutibili doti recitative - indubbiamente parte integrante del DNA di famiglia, considerandone i membri - col solo scopo di aprirgli gli occhi. Perché, se come abbiamo detto era indubbio che Haruhi esercitasse una qual certa attrazione su di lui, era altrettanto vero che non sarebbe mai riuscito a ferire Tamaki in quel modo. Sapeva che, se si fosse impegnato, Haruhi avrebbe finito per innamorarsi di lui, indipendentemente dalle sue inclinazioni attuali. Ne era praticamente certo, perché non c'era cosa che non riuscisse ad ottenere, quando la desiderava davvero. Il punto era che la cosa, semplicemente, non gli interessava quanto la felicità di quel testone del suo migliore amico.

Sbuffò: detta così gli pareva l'ennesima idiozia sentimentale propinata da Tamaki ad una cliente. Una della serie ‘l'amore vince ogni cosa' et similia. Forse passavano troppo tempo insieme.

Si tolse gli occhiali per massaggiarsi stancamente gli occhi: se Tamaki non fosse stato Tamaki, si sarebbe accorto molto tempo prima dei sentimenti non esattamente filiali che provava per Haruhi. In quel caso, forse Kyouya non avrebbe esitato a provarci a sua volta ma, per come stavano le cose al momento, non poteva proprio lasciare quell'idiota a se stesso.

L'unica cosa che sperava, al momento, era che questa sottospecie di appuntamento - decisamente sotto gli standard del genere ma pazienza, Tamaki avrebbe pagato anche per la sua reputazione di impeccabile accompagnatore ormai rovinata - lo scuotesse abbastanza da farlo svegliare. In caso contrario... beh, sarebbe dovuto passare al piano B, direi. In fondo, c'è sempre un piano B, no?

"Kyouya-senpai?" il ragazzo abbassò gli occhi per incontrare quelli sonnolenti di Haruhi, che lo fissavano vagamente curiosi. "Tutto bene?"

"Perfettamente," rispose lui, aggiustandosi gli occhiali in un gesto che ormai - si rese conto - stava diventando un cliché. Bah. "La tua caviglia?"

Haruhi se la tastò con circospezione per qualche secondo, quindi mosse il piede avanti e indietro un paio di volte e annuì.

"Dovrebbe essere a posto."

Si puntellò con le braccia alla parete dietro di lei e si alzò lentamente poi, mordicchiandosi la lingua per la concentrazione, provò a fare un passo. Per un momento parve che il piede ferito stesse effettivamente meglio, ma bastò che la ragazza spostasse parte del suo peso sulla gamba incriminata perché cedesse; solo le braccia di Kyouya, che la afferrarono al volo, evitarono al suo naso uno spiacevole incontro ravvicinato con il pavimento di roccia.

"D'accordo, forse la caviglia ha ancora qualche piccolo problema."

"Non l'avrei mai detto." Commentò solamente, guardando sovrappensiero all'esterno della grotta, dove la pioggia battente si era ormai trasformata in una pioggerella leggera. Facendo mente locale, calcolò che non doveva esserci più di mezz'ora di cammino per arrivare a casa e, contando la velocità con cui il tempo cambiava in montagna, era meglio non rischiare di non avere un'altra occasione per muoversi. Un'occhiata ad Haruhi bastò a confermargli che anche lei la pensava allo stesso modo.

Si chinò per permetterle di salirgli nuovamente sulla schiena; la ragazza esitò appena un paio di secondi prima di sospirare, rassegnata, e circondargli il collo con le braccia. Immaginò che iniziasse a considerarla un'operazione di routine quel giorno, e si chiese anche se le ricordasse una qualche vecchia storia tipica degli shojo manga che piacevano tanto alle ragazze, della serie ‘il principe dal cavallo bianco che salva la principessa ferita e la riporta a casa sana e salva'. Ridacchiò interiormente al pensiero del ribrezzo che probabilmente Haruhi avrebbe provato nel leggere una sciocchezza del genere; era più probabile che lo facessero le sue compagne di classe. Si appuntò di utilizzare l'idea con le clienti una volta che l'Host Club avesse riaperto, a settembre; sarebbero impazzite. Senza contare che le vendite dei suoi gadget sarebbero aumentate vertiginosamente, ma questo era ovvio, no?



Tamaki fissava il bosco dalla finestra del soggiorno, tormentandosi nervosamente l'unghia del pollice. Particolare, quest'ultimo, che dimostrava il suo attuale livello di preoccupazione, considerando che non lo faceva da quando rifletteva sulla proposta della nonna di trasferirsi in Giappone.

"Non preoccuparti, Tamaki, è solo un po' di pioggia e sta anche già scemando." Lo riportò sulla terra Yuzuru, mentre sfogliava una rivista. "Kyouya-kun non è uno sprovveduto, si saranno riparati da qualche parte e ripartiranno appena si sarà schiarito per bene. Non c'è nulla di cui allarmarsi."

Tamaki lo guardò scioccato: non allarmarsi? Con la sua bambina perduta chissà dove in quell'immenso bosco pieno di bestie pericolose, pazzi assassini armati di ascia e chissà che altro? Ma stava scherzando?!

"Mio figlio è in grado di far fronte a questione ben più serie;" rincarò la dose Yoshio, entrando nella stanza con un mezzo sorriso soddisfatto sulle labbra. "Non saranno certo quattro gocce di pioggia a metterlo in difficoltà."
Tamaki iniziò a chiedersi seriamente se si fossero messi tutti d'accordo per innervosirlo: e se si fossero messi a piovere fulmini? E se avesse preso a tuonare come - se non peggio - era successo a Karuizawa? E se Kyouya si fosse ferito e fossero saltati fuori lupi affamati pronti ad approfittare di quello e del terrore della sua bambina?

C'erano decisamente troppi ‘e se' per i suoi gusti, altroché. Sarebbe andato a cercarli, fosse stata l'ultima cosa che faceva!

"Io vado a cercarli."

No, non era stato lui a dirlo, anche se l'altro l'aveva preceduto solo di pochi, insignificanti secondi; Hikaru era seduto accanto al gemello, e guardava i presenti come sfidandoli a fargli cambiare idea.

"Starai scherzando, spero, Hika-chan." intervenne Yuzuha, stiracchiando un sorriso; apparentemente, l'idea di suo figlio in mezzo ad un bosco con quel tempaccio non le piaceva granché. Tamaki non poté evitare di trovarla lievemente ipocrita: cosa avrebbe dovuto dire lui, allora, con Kyouya e Haruhi là fuori da soli?

"Io vado con lui." Dichiarò, guadagnandosi un'occhiata a dir poco stupita del padre; l'ignorò, scambiandosene invece una con Hikaru, evidentemente grato del sostegno ricevuto.
"Ma non dire sciocc-"

"Io pure." Aggiunse Kaoru, sorridendo appena.

"Andiamo anche noi! Vero, Takashi?" Mori annuì, facendo squittire allegro il cugino, come sempre arrampicato sulla sua schiena. 

Tamaki li fissò uno ad uno con orgoglio: forse non avevano alcun legame di sangue, ma era chiaro come il sole che la loro era decisamente una famiglia. Una splendida famiglia, con legami che non si sarebbero mai spezzati.

Ignorò deliberatamente la vocina nella sua testa che gli faceva notare come quell'assurda situazione con i loro genitori stesse seriamente rischiando di compromettere tutto quello che avevano costruito. Avrebbe potuto pensarci dopo aver trovato i due dispersi, ora non aveva tempo da perdere.

"Bene, allora. " Istintivamente, the King  prese il comando. "Ci divideremo in due gruppi per coprire la maggior parte di territorio possibile; i gemelli, che conoscono la zona meglio di tutti, saranno i capi gruppo. Mori-senpai, procura le torce per tutti; Hikaru, Kaoru, gli impermeabili e gli stivali da pioggia; Honey-senpai, ricetrasmittenti."

"E tu cosa farai esattamente, Lord?"

"Procurerò i lanciarazzi per le segnalazioni di posizione, ovviamente. E ora, andiamo!"

"Hai!" tuonarono quattro voci distinte, prima che i proprietari scattassero a svolgere i propri compiti sotto gli sguardi ancora sconvolti dei rispettivi genitori.

Meno di dieci minuti dopo erano tutti davanti all'ingresso, vestiti di tutto punto e in fila come ad una parata militare. Tamaki, perfettamente calato nel ruolo di comandante in rassegna delle truppe, passò loro davanti con passo marziale, per poi fermarsi e fissarli con decisione. 

"Allora," esordì. "Hikaru coprirà il settore nord insieme a Honey-senpai e Mori-senpai."

"E Usa-chan!" aggiunse Honey, alzando il coniglio ben avvolto da un impermeabile giallo fatto su misura e completo di cappellino in tinta. "Anche lui è preoccupato per Haru-chan e Kyo-chan."

"E Usa-chan." confermò Tamaki. "Io e Kaoru, invece, andremo a sud. Avete tutti l'equipaggiamento completo?"

"Hai!"

"Ricordatevi: se li trovate e sono feriti, sparate un razzo di segnalazione per indicare la loro posizione e l'altro gruppo arriverà all'istante." Li fissò uno ad uno, serio. "Buona fortuna a tutti. E ora, rompete le righe! Che l'operazione ‘Salvataggio di mezzanotte' abbia inizio!" concluse, ispirato. Forse troppo.

"Ehm, Lord?" intervenne puntualmente Kaoru, chinandosi in avanti per guardarlo meglio. "Ti rendi conto che sono solo le cinque del pomeriggio, vero?"

"E che non siamo le Forze Speciali..." continuò Hikaru, canzonatorio.

Per un attimo, nell'ingresso calò il silenzio, quindi Tamaki si voltò di scatto verso la porta, tossicchiando con tutta la nonchalance francese che possedeva, e l'aprì di slancio.

"Ritrovo tra due ore. Buona fortuna a tutti! E vediamo di ritrovarli entrambi!"

"Troppo tardi." Replicò una voce decisamente familiare: Kyouya lo guardava con un sorriso sarcastico stampato in volto, il cestino ad un braccio e la sua povera figlioletta in groppa, che lo guardava incuriosita. Tra tutti i pensieri che avrebbero potuto colpirlo in quel momento - che erano sani e salvi, che erano a casa, che Kyouya gli aveva di nuovo rivolto la parola dopo giorni e giorni - quello che gli si affacciò nella mente fu decisamente il meno ortodosso: il suo tempismo nei salvataggi faceva davvero schifo. E, sotto lo sguardo attonito dei presenti - eccezion fatta per quello rassegnato di Kyouya, che si limitò ad alzare gli occhi al cielo e a sospirare pesantemente - si piegò su se stesso e scoppiò a ridere di cuore, rilasciando finalmente tutta la tensione che gli si era accumulata dentro in quegli ultimi giorni. Forse non sarebbe stata una giornata completamente da buttare.



"E poi l'hai portata in spalle fino a qui?"

Kyouya annuì.

"Volevo evitare che riprendesse a piovere." Si limitò a dire, mentre suo padre osservava la caviglia di Haruhi per verificare i danni. Nonostante le malelingue insinuassero che anni e anni passati in ufficio a governare il suo impero finanziario l'avessero arrugginito, Kyouya sapeva che il capofamiglia Ootori non aveva nulla da invidiare a qualunque altro medico fresco d'università.

"Ahia!"

"Fujioka-san, sei pregata di rimanere in silenzio. Non sopporto i pazienti che si lamentano."

D'accordo, forse mancava di tatto, ma almeno era competente.

"Si rimetterà, Oji-san? Guarirà completamente? Non dovremo amputarle la gamba o qualcosa del genere, vero?" intervenne Tamaki, in preda all'ansia.

Bevendo la cioccolata calda che gli avevano preparato -che, a quanto pareva, era quella classica da preparare a chiunque fosse stato disperso anche solo per mezz'ora nel freddo (?) agosto giapponese; l'ennesimo cliché che gli propinavano durante quella vacanza, in pratica - Kyouya dovette ammettere che il ragazzo aveva preso piuttosto bene la ferita di Haruhi: una volta accortosi si era limitato a urlare disperato che la sua bambina si era rotta una gamba - anche mentre cercava di dirgli che era al massimo una storta - e aveva quasi chiamato una delle loro cliniche private perché inviassero una tac e un'equipe chirurgica nel caso fosse stato rilevato qualche danno interno da riparare al momento. Tutto questo, ovviamente, su un solo elicottero, per evitare di togliere l'elisoccorso a chi fosse servito. Decisamente fattibilissimo, certo.

Ringraziando Buddha erano riusciti a convincerlo che l'esperienza di Yoshio Ootori come medico sarebbe stata più che sufficiente per un primo controllo, soprattutto quando gli avevano promesso libertà totale di visita nel caso Haruhi avesse dovuto passare qualche tempo in ospedale. Caso che, ovviamente, era a dir poco impossibile che s'avverasse, ma questi sono dettagli che Tamaki era meglio non sapesse.

"... Kyouya-kun? Mi hai sentito?"

Il ragazzo si riscosse, distogliendo lo sguardo dalla scena e riportando la sua attenzione verso il signor Hitachiin, che gli sorrideva gentilmente. Si trattenne dallo storcere il naso: quell'uomo non gli piaceva affatto. Che avesse in mente qualcosa gli era palese, ma finché non fosse riuscito a capire esattamente cosa non c'era certo bisogno che sapesse che lo teneva d'occhio, no?

"Come, prego?"

Il sorriso si accentuò.

"Forse faresti meglio a riposarti, Kyouya-kun. Devi essere ben stanco, sono certo che qualunque cosa tu debba dire a chicchessia possa aspettare domani mattina." Disse, con il tono di chi ha capito tutto - tutto cosa, poi?

Una vena iniziò a pulsargli sulla tempia: forse non era solo per gelosia che suo padre non sopportava quell'uomo, ma anche per il suo essere così... così...  semplicemente irritante.

"La ringrazio del consiglio, Hitachiin-san; credo lo seguirò subito."

Traduzione: ‘Haruhi sta bene e potrò parlare con Tamaki anche domani, dato che non credo che per stasera si allontanerà da lei tanto facilmente; grazie del consiglio inutile, comunque.'

Sospirò appena, alzandosi e poggiando la tazza ancora mezza piena sul tavolo basso davanti a lui. Si congedò velocemente dai presenti e uscì dalla stanza, chiudendo la porta dietro di sé proprio mentre suo padre diceva:

"Come aveva già detto mio figlio, è solo una storta, Fujioka-san. Tieni il piede fermo per qualche giorno e guarirà senza nessun problema. Mi potete portare delle bende per fasciarle la caviglia, per favore?"

Un sorrisetto saputo gli spuntò sul volto, ma non commentò; invece, si affrettò a salire le scale verso la sua stanza. Una volta arrivato, gettò la giacca su una sedia senza troppa cura, stimando di avere tempo almeno fino a cena per starsene un po' tranquillo per conto suo. Stranamente, stavolta si sbagliava.

Si era steso solo per pochi minuti quando sentì dei passi veloci in corridoio, diretti verso l'altro lato del piano. Pensando che stessero accompagnando Haruhi nella sua camera vi fece a malapena caso, ma quando, nel tornare indietro, una persona raggiunse la sua porta e bussò quasi timidamente, si ritrovò a chiedersi chi diavolo potesse essere. Sua madre l'aveva già placcato non appena entrato in casa, esaminandolo da capo a piedi per controllare che stesse perfettamente bene con una perizia che non avrebbe mai tollerato da altri. Suo padre, forse? Possibile. magari voleva sapere com'era andato il suo appuntamento, informandosi sulla tattica che era intenzionato a seguire da lì in avanti.

Si alzò quindi svogliatamente a sedere, borbottando un "Avanti" con voce abbastanza alta perché lo si sentisse da dietro la porta di legno. Quando, invece di suo padre, si ritrovò davanti Tamaki, però, non poté evitare che la bocca gli si spalancasse appena per la sorpresa. Il fatto che Kyouya odiasse lasciare trasparire le emozioni che provava dovrebbe bastarvi per intuire quanto inaspettata fosse per lui quella visita: pensava che l'amico non si sarebbe staccato dal capezzale di Haruhi almeno fino all'ora di andare a dormire, e solo perché obbligato; che si allontanasse dalla ragazza per andare da lui... beh, questo non l'avrebbe mai detto, doveva ammetterlo.

Ripreso il controllo della sua mascella, lo fissò qualche secondo senza dire nulla: sembrava imbarazzato, come se non fosse proprio certo di essere il benvenuto. Non che potesse dargli torto, dopo il modo in cui lo aveva trattato negli ultimi giorni, ma gli venne spontaneo chiedersi come potesse essere possibile che gli fosse venuto nemmeno il minimo sospetto che si fosse trattato solo di una farsa a suo beneficio. Poi, gli venne in mente la straordinaria ingenuità con cui viveva i suoi rapporti, e sorrise involontariamente.

"Ecco..." esordì l'altro, passandosi nervosamente una mano tra i capelli. "Scusa se disturbo, Kyouya, ma volevo sapere come stavi..."

Kyouya sbuffò.

"Sai, sei sempre stato un pessimo bugiardo." Tamaki sbatté le palpebre, perplesso, e l'altro continuò: "Sai perfettamente che sto bene. Se proprio vuoi venire a chiedermi qualcosa, fallo senza inventarti scuse; non ti riesce per niente bene."

Gli occhi del ragazzo scattarono verso l'altro, e un accenno di sorriso comparve sul suo volto.

"Mi hai parlato!" esclamò.

"La tua perspicacia mi stupisce."

Invece di offendersi, Tamaki parve entusiasmarsi ancora di più davanti al suo sarcasmo.

"E sei tornato normale!"

Kyouya non poté trattenersi dall'alzare gli occhi al cielo - né pensò di provarci, ad onor del vero.

"È bello riaverti, sai?"

"Certo che sì."

Tamaki ridacchiò, quindi sospirò e riprese a fissare il parquet della stanza.

"Sai, Kyouya, non credevo che Haruhi ti interessasse. Non in modo non-materno, intendo. Ti rendi conto che si tratta di incesto?"

Stavolta, riuscì a trattenersi dal passarsi una mano sulla faccia, snervato.

"Tamaki, a volte mi chiedo se tu sia così ottuso di natura o se semplicemente ti diverta a farmi saltare i nervi." All'occhiata confusa dell'altro, Kyouya levò gli occhiali e si massaggiò stancamente gli occhi. Rimise quindi le lenti e lo fissò serio, sperando di riuscire a far breccia in quel mare di neuroni atrofizzati.

"Rifletti un attimo e sii sincero: quando pensi ad Haruhi, la consideri veramente come tua figlia?"

Tamaki parve spiazzato.

"Come altro dovrei vederla, scusa?"

Un idiota. Il suo migliore amico era un completo idiota. Ma bene.

"Tamaki," tentò, con calma forzata. "So che abbiamo già fatto questo discorso, una volta, ma ti prego, permetti che mi ripeta: tu capisci che Haruhi non è veramente tua figlia, vero?"

"Non capisco, Okaa-san." Rispose, inclinando la testa di lato come un cucciolo che viene rimproverato dal padrone.

"Tamaki, ti rendi conto che Haruhi è figlia di Ranka e la sua defunta moglie?" L'altro sbatté gli occhi, ma non replicò, e Kyouya decise che era il momento migliore per insistere. "Ti sei mai chiesto il perché tu ti stia ostinando a chiamare Haruhi ‘figlia' quando sai perfettamente che ciò non è possibile? Non ti è mai venuto nemmeno il più piccolo dubbio?"

"Io n-"

"Haruhi è una ragazza, Tamaki. Assomiglia ad un procione e si veste da ragazzo, ma lo è. Forse non te ne rendi conto, ma c'è chi lo fa, e non sono me da rinunciarvi senza particolari rimpianti; se non ti darai una mossa qualcun altro te la porterà via da sotto il naso. Vuoi veramente che succeda?"

Si fissarono in silenzio per svariati minuti: Tamaki pareva sconcertato, e Kyouya avrebbe potuto giurare di sentire gli ingranaggi del suo cervello che lavoravano incessantemente per rielaborare quello che lui aveva detto. Perlomeno, pensò, era un buon inizio.

Si alzò dal letto, si stiracchiò e quindi si incamminò verso la porta.

"Mi è venuta fame," annunciò, fermandosi con la mano sulla maniglia. "Ti unisci a me?"

Tamaki si riscosse, accennò un sorriso e annuì, facendosi avanti.

"Mi è venuta voglia di gelato alla fragola! A te no?" annunciò, saltellando.

"Gelato? Ormai è ora di cena, quello non è contemplato. Baka..." borbottò, uscendo dalla camera seguito a ruota da Tamaki, che rideva di cuore.

"Sai, mi sei davvero mancato, Kyouya."

Per la seconda volta in quella giornata, Kyouya si ritrovò a sorridere sinceramente e pensò, con un certo divertimento, che se si fosse saputo in giro che era successo grazie ad un idiota non ci avrebbe creduto nessuno. A volte, la vita era davvero, davvero assurda. Ma, dopotutto, non era poi così male.




Legenda:

-          Otou-san: Padre

-          Gomen: Scusa

-          Iie: No

-          Papa: Padre

-          Daijobu [...]?: Tutto bene?

-          Hai:

-          Baka: Stupido/Idiota



 

Allora, prima che le fan KyoHaru mi lincino in massa, sia chiara una cosa: io sono una scippatrice convinta della KyoHaru XD È la mia coppia preferita, e se questa storia fosse nata un paio d'anni dopo sarebbe stata sicuramente una KyoHaru. Peccato che mi sia appassionata della coppia solo all'inizio dell'anno scorso, scrivendovi sopra per un concorso. Sinceramente, ho anche il sospetto che l'eliminazione della coppia da questa storia sia uno dei motivi per cui il blocco si sia protratto così a lungo, ma vabbé, ormai è andata.

Il lato positivo, però, è che ora potrò pubblicare le KyoHaru che giacciono nella memoria del mio pc da tempo immemore. È quasi tutta roba dell'anno scorso, tranne una shot scritta per un concorso questa estate, ma aspettavo di scrivere questa parte della storia per far loro vedere la luce anche qui su EFP. Le pubblicherò a scaglioni a partire dalla prossima settimana, probabilmente. Spero vi piaceranno. *-*

Detto questo, non credo di avere altro da aggiungere. Al prossimo capitolo! :3

 

Roby

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