MINETAXMELISSA - MI ACCETTERAI?

di Kyulia03
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO I. ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO II. ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO III. ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO IV. ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO V. ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO VI. ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO I. ***


- Hey amico! Non ti vedo da un po'!- esclamo, vedendo Denki entrare nel bar.
- Sono stato parecchio occupato con Jirou, ma stasera è con le sue amiche, perciò sono tutto per te!- ribatte lui, sorridendo e sedendosi.
- E i tuoi amici?- gli chiedo.
- Sero ha il turno serale, così Kiri e Bakubro ne stanno approfittando per fare un po' di sport in giro per casa- ride.
- Cavolo, fortunati loro!- esclamo. Intanto, preparo un drink a Denki e glielo passo.
- Grazie. Vuoi anche tu un ragazzo con cui fare sesso?- mi chiede.
- Macché ragazzo! Vorrei una bella ragazza, formosa possibilmente, che mi avvolga con le sue cosce e...-.
- Ok amico, calma le tue fantasie: sai che condivido, ma sentirtelo dire mi rovina le immagini- commenta lui.
- Pensi alla tua bella Jirou eh? Ancora non ci hai fatto niente?-.
- Ha bisogno dei suoi tempi, ed io sono disposto a darglieli- afferma.
- E a darle anche qualcos'altro-.
- Prima o poi sicuro!- esclama, facendomi ridere.
- Tu ancora niente eh?- mi chiede. Scuoto la testa.
- Le ragazze puntano più ai miei baristi che a me. Quando scoprono che sono il proprietario ogni tanto qualcuna mi rivolge la parola, ma per qualche motivo scappano tutte- mi lamento.
- Qualche motivo eh? Non ti spieghi proprio come mai?-.
- No. Parliamoci chiaro: è vero che sono basso, e che il mio naso sembra un triangolo. Ma pensavo che le ragazze amassero i ragazzi ricci!- esclamo.
- Amico, non penso che il problema sia il tuo aspetto...- mormora lui.
- Se fossi un fustaccio di un metro e novanta riderebbero tutte alle mie battute- ribatto.
- Non posso negare che molte badano solo all'aspetto. Ma sono certo che incontrerai anche tu una ragazza che riuscirà ad andare oltre e apprezzarti- continua.
- Io non sono te. Dove pensi possa esistere una ragazza simile? Tu la conosci?-. Lui non risponde.
- Ecco, appunto- mormoro in tono disperato. Non riuscirò mai ad avere una ragazza, morirò vergine e senza aver mai potuto toccare delle tette senza venire picchiato.
- Hey, forse una c'è!-.
Alzo di scatto la testa.
- Jirou mi ha parlato di una sua amica che sembra andare d'accordo con tutti e che non giudica nessuno dall'apparenza- mi racconta.
- Ma...?-. Lui inarca un sopracciglio.
- Ci deve per forza essere un ma?- mi chiede. Lo fisso negli occhi: una ragazza del genere sarebbe troppo perfetta per me, non può essere così semplice.
- Ma non è interessata ad uscire con qualcuno- sbuffa alla fine.
- Visto, che ti avevo detto? Morirò vergine!- appoggio la testa sul bancone.
- Su amico, non abbatterti: troveremo una soluzione, va bene?-.
- Impossibile, ho il potere della verginità immortale- mormoro.
- Non penso esista. Ora devo andare, ma tornerò a trovarti presto. Tu cerca di stare su: c'è una ragazza niente male alla fine del bancone-.
Alzo di scatto la testa mentre lui si alza; lo saluto distrattamente mentre fisso la data che mi ha indicato. In effetti, non è niente male.
Ma come tutte le altre, non mi degnerà mai di uno sguardo: anzi, deve essersi accorta che la stavo fissando, perché si è alzata con un'espressione disgustata e se n'è andata.
Sospiro e decido di tornare a concentrarmi sul mio lavoro. È inutile, per quanto ci provi posso solo rimanere a guardare: non troverò mai l'amore. Per quelli come me, in questo mondo non c'è alcuna speranza di essere accettati.

 

- Melissa, mi passi quella chiave?-.
- Eccola papà- gli allungo l'attrezzo, poi torno a concentrarmi sui miei studi.
- Ma non hai appena finito gli esami? Sei già di nuovo sui libri?- mi chiede mio padre, avvicinandosi a me e sbirciando quello che sto leggendo.
- Mi tocca: ultimamente mi sono persa in un progetto e sono rimasta un po' indietro. Non voglio arrivare a fare tutto all'ultimo- rispondo.
- Brava la mia bambina responsabile. Ma esci anche qualche volta, sei giovane dovresti divertirti!- esclama.
- Tranquillo papà, l'uscita si sabato mi terrà attiva per un po'- gli sorrido.
Quella gita al bar mi è bastata per almeno un paio di settimane... Impiego un po' a riprendermi.
Mina mi chiede spesso di uscire con lei, dato che le sue amiche sono fidanzate e Jirou non ama le discoteche. Così quando vuole andare a caccia di ragazzi ripiega sulla sottoscritta, ed in qualche modo riesce sempre a convincermi... Ma sa bene anche lei che ho bisogno del mio tempo tra un round e l'altro.
E poi l'ultima volta mi sembrava distratta, magari anche lei rimarrà ferma per qualche tempo.
Sento il mio cellulare squillare.
- Torno al lavoro- annuncia mio padre, allontanandosi, mentre io prendo l'apparecchio.
- Ciao Uraraka!- saluto, rispondendo.
- Ciao Melissa, come va?-.
- Sai, solito stress da studio, ma per il resto tutto a posto. A voi?- allungo l'orecchio, nel tentativo di captare i rumori in sottofondo.
- Noi dobbiamo ancora sostenere gli esami, quindi siamo parecchio impegnate... Be' tranne Jirou, lei li ha fatti con te-.
- Anche se già dobbiamo ricominciare a metterci sotto- sospiro.
- Ti è mai capitato di studiare con Jirou? Momo mi ha detto che ultimamente la vede meno e si chiedeva se stesse con te-. Corrugo la fronte: ho visto Jirou per sistemarle la chitarra, ma per il resto non siamo così unite.
- In realtà no-.
- Mhhh capisco-. Sento qualche mormorio in sottofondo.
- Scusami, ore devo andare; ho un appuntamento con Deku. È stato bello sentirci; ci vediamo al prossimo concerto!-.
- A presto!- chiudo la chiamata.
Un appuntamento con Deku... Già, ormai stanno insieme da qualche anno. Ho conosciuto Uraraka e le altre proprio grazie a lui dopotutto, anche se la prima volta che me ne ha parlato non sapevo... Stessero insieme.
Sospiro: non sono mai stata particolarmente interessata ai ragazzi; ho conosciuto Deku perché mio padre è amico del suo capo, e lui mi è sembrato subito diverso dagli altri.
Solare, gentile, disponibile, intelligente... Eppure, non ho mai avuto speranze contro Uraraka.
A lui interessa solamente lei.
Continuo a ripetermi che un giorno incontrerò qualcuno che mi accetterá, qualcun altro di cui innamorarmi che già non stia con un'altra persona.
Forse è per questo che quando esco mi lascio sempre andare... Anche fin troppo. E poi finisco per pentirmene.
- Bene, torniamo a studiare-. Concentrarmi sul mio futuro e le mie passioni è l'unica cosa che posso fare per evitare di pensare alla cosa che rischia di farmi soffrire di più al mondo: l'amore.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO II. ***


- Ci vediamo ragazze!- saluto.
Le tre mi lanciano un'occhiataccia, poi si allontanano ridacchiando tra di loro.
Sospiro: almeno per stasera è quasi finita.
Amo lavorare come barista: ho il giorno libero, tutto ciò che faccio è preparare drink e posso guardare tutte le tette che voglio.
Però, non ricevere mai un gesto di gratitudine o qualche sorriso mi fa sentire uno schifo.
Osservo gli ultimi ospiti uscire dal bar. Mentre i miei dipendenti iniziano a pulire la sala, io ritiro le varie bottiglie.
- Salve; lei è Minoru Mineta, il propietario?-.
Alzo lo sguardo: un ragazzo dai capelli viola, alto, vestito in modo elegante è davanti a me e mi sta fissando.
Il suo sguardo è gentile, e ha i capelli viola, quindi mi sta simpatico.
- Si, sono io- rispondo.
- Io sono Hitoshi Shinsou. Mi piacerebbe lavorare qui come barista- afferma.
Aggrotto la fronte.
- Ne sono lusingato, ma al momento sono a posto con il personale... Certo, a meno che si tratti di una bella ragazza formosa! Ma non mi sembri corrispondere alla descrizione- commento. Sento il mio sguardo fisso nel mio.
- No ma... Ho molti contatti. Anche molte belle ragazze; ho già fatto il barista, e ho clienti fidate che mi seguono ovunque. E sono disposte a tutto pur di avere un po' di sconto-.
- Affare fatto. Sei assunto. Inizi domani sera-. Con tipe del genere anch'io ho una speranza: e anche se non ci fosse, potrò comunque godere di una bellissima vista.
Shinsou mi sembra un ragazzo di classe, quindi sicuramente è di parola; e le ragazze che lo seguono saranno per forza delle strafighe. Non posso certo rinunciare ad una miniera d'oro come lui.
- Sono felice che tu abbia accettato- fa un piccolo sorriso.
- Studio psicologia, ed ho la capacità di capire di cos'abbiano bisogno le persone. Se mi dessi una lista dei clienti abituali, potrei iniziare a pensare ai drink perfetti per loro- continua. Corrugo la fronte.
- Clienti abituali? In effetti ce n'è qualcuno. Il gruppo di Denki, per esempio; il suo amico Bakugou beve a tutto spiano ogni volta che lo accompagna- ridacchio.
- Be', è un inizio-.
- Però non ho niente su di loro qui... Te li presenterò la prossima sera che vengono. Anche se ultimamente accade meno, ora che quel traditore si sta trovando la ragazza- borbotto.
- Parli di quel Denki?-. Annuisco.
- Si è innamorato di una; personalmente l'avrei scelta con più tette, ma almeno scopa. No aspetta, penso non l'abbiano ancora fatto; almeno è felice- commento.
- Non dovrebbe abbandonare i suoi amici ora che ha la ragazza-.
- Ah, non ce l'ho con lui: continua ad essere mio amico, sono a posto così. E poi Jirou mi sembra simpatica... E quelle che sembrano più santarelline solitamente sono una bomba a letto!- esclamo.
Lui per un attimo non risponde.
- Shinsou, ti senti bene?-.
- Si, stavo pensando alla tua riflessione: penso tu abbia ragione. Se è così, quel Denki sarà fortunato a portarsela a letto- sussurra. Sta sorridendo, ma non ne capisco il motivo; magari anche lui, come me e Denki, è un grande ammiratore delle ragazze.
- Be', è stato un piacere conoscerti: vieni qui domani sera alle 18:00 per il tuo primo turno. Ti faccio un periodo di prova, giusto per essere sicuro delle tue capacità- affermo.
- Perfetto, allora a domani-. Ci salutiamo ed il ragazzo se ne va.
Riprendo a sistemare: magari, con un nuovo cameriere simili riuscirò davvero a combinare qualcosa.

- Dammi anche questi e... Questi!-.
- Ecco a te-.
- Grazie mille Sato-. Ho passato due giorni a studiare e basta; ho proprio bisogno dei suoi dolci.
- Ci vediamo presto- saluto ed esco dalla pasticceria.
Decido di fare un giro mentre mi gusto alcuni biscotti appena sfornati, giusto per muovermi un po'. Non sono un'amante dello sport, ma riconosco che stare sempre seduti non giova alla salute.
Mentre cammino, un locale attira la mia attenzione: se non sbaglio, è quello dove hanno suonato le ragazze qualche settimana fa.
Sbircio all'interno: è praticamente deserto. Mi hanno detto che è un locale principalmente notturno, e ora sono passate da poco le sei, per cui è normale che non ci sia quasi nessuno.
Dietro al bancone, c'è un ragazzo basso, dai capelli ricci viola, che sta dando delle indicazioni ad alcuni camerieri.
Vedo una ragazza vestita in modo sexy passargli davanti ed il ragazzo smette di passare per fissarla. Sorrido: dev'essere il proprietario, Mina mi ha raccontato che non l'ha guardata negli occhi per un solo istante mentre parlavano.
Però, alla fine i ragazzi come lui sono quasi i più semplici da conquistare: amanti delle belle donne ma insicuri. Tutto il contrario di quelli di cui mi innamoro di solito... Insicuri di certo, ma ci vuole molto di più di un vestito attillato per farli tuoi.
Non che questo sia un difetto, ovviamente; alla fine, quando due persone sono innamorate l'aspetto non conta. Però a volte non è male essere apprezzate, no?
Sono quasi tentata di entrare per vedere com'è all'interno, ma una voce mi blocca.
- Ciao Melissa!-. Mi volto di scatto, trovandomi di fronte il volto sorridente si Deku.
- Deku, che coincidenza!- esclamo.
- Finito il turno sono andato da Sato e mi ha detto che eri andata via da poco, così sono passato di qui per vedere se ti avrei incontrato- mi spiega.
Il mio cuore inizia a battere all'impazzata: è qui per me. Voleva vedermi.
- Hai avuto veramente un pensiero gentile! Vuoi un biscotto? Sono davvero ottimi- gli allungo il sacchetto.
- Volentieri!-. Per un attimo le nostre mani si sfiorano, e spero non stia notando il mio imbarazzo.
- Wow, sono buoni come al solito!- esclama. Il suo sguardo si sposta sul locale alle mie spalle.
- Non è quello dove hanno cantato le ragazze qualche giorno fa?- mi chiede.
- Io non ero riuscita a venire, ma è questo- rispondo. Mi viene poi in mente una cosa.
- Alla fine avete scoperto cos'è successo quando è stato attaccato Ojiro?- gli chiedo. Lui scuote la testa.
- Stiamo ancora indagando-. Vedo che continua a fissare il bar.
- Ti va di entrare a bere qualcosa? Stasera pensavo di prendermi una pausa dallo studio- gli chiedo.
- Scusami, devo incontrarmi con Uraraka- i suoi occhi si illuminano quando nomina la sua ragazza.
- Oh, capisco. Allora ci vediamo un'altra volta- gli sorrido.
- Volentieri. A presto!- mi saluta e si allontana.
Sorrido: Deku è una persona fin troppo gentile. Mi ha cercata, ma lo farebbe con tutte le persone a cui tiene; io sono solo una delle sue amiche. Non mi amerà mai. Non mi accetterá mai per come sono.
- Meglio andare a casa, prima di fare qualche altra cavolata- mormoro.
Mi infilo in bocca un altro biscotto e riprendo a camminare.
 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO III. ***


Ascolto distrattamente i discorsi tra Denki, Kirishima, Sero e Shinsou.
Ormai sono giorni che il biondo si rifugia nel mio bar la sera: rimane attaccato al bancone, tutto il tempo a lamentarsi della sparizione della sua ragazza. Inoltre è sempre accompagnato da Kirishima o Sero, e pare stia facendo amicizia anche con Shinsou.
Che, tra parentesi, è veramente bravo con i drink e ad attirare ragazze; ma nonostante questo, ancora non sono riuscita a parlare con nessuna di loro! Mi ignorano tutte e si concentrano su di lui o sugli altri baristi; ogni tanto mi degnano di qualche sguardo quando scoprono che sono il proprietario, ma per il resto per loro sono praticamente inesistente.
Quando Shinsou mi aveva parlato di tante ragazze mi ero gasato, ma avrei dovuto pensare prima al fatto che comunque per me non sarebbe cambiato niente. Anzi, sono ignorato da sempre più persone.
Però posso vedere molte ragazze prosperose strette in vestitini molto sexy, per cui alla fine mi consolo in qualche modo.
- Capo, c'è una ragazza fuori che ha urgenza di entrare- mi richiama un cameriere.
- Arrivo!- mi fiondo verso di lui. Mi indica l'entrata del bar, dove una ragazza bionda sta parlando con il buttafuori. Ritiro tutto: niente vestitino sexy. Peccato, perché non mi sembra per niente messa male; anche se qualcosa mi dice che non è qui per divertirsi.
Mi sistemo meglio la camicia ed apro la porta, andando verso di loro.
- Salve, sono il proprietario. Che succede?- chiedo, con il tono più serio che conosco.
La ragazza porta lo sguardo su di me e la osservo meglio: si, anche se indossa dei vestiti semplici è sexy.
- Ho bisogno di entrare e parlare con Denki Kaminari; è una questione urgente- mi spiega. Mi irrigidisco; quel piccolo traditore...
- Falle il timbro e falla entrare- ordino al buttafuori, che annuisce. Torno velocemente all'interno del bar.
- DENKI KAMINARI!- tuono, e lui si volta.
- C'è una biondina fuori che sta chiedendo se sei qui-.
- Una biondina?- chiede, con aria confusa.
- Si; con delle tette magnifiche. Con quante ragazze intendi uscire alle mie spalle?- mi lamento.
- Ma io non sto uscendo con nessuna bionda...- mormora.
- Ah sì? Allora chi è quella che è appena entrata?- ribatto. Si volta e spalanca la bocca.
- Melissa?- si alza.
- Denki! Per fortuna sei qui!- esclama lei, fermandosi di fronte a lui.
- Non la conosci eh?- sibilo.
- È un'amica di Jirou- risponde, per poi tornare a concentrarsi sulla ragazza.
- Che succede? Va tutto bene?-.
- Jirou. Ha deciso di lasciare la band-. Denki spalanca gli occhi. Cavolo, mi sa che la situazione è più seria di quanto pensassi...
- Cosa?!- urlano in coro i tre.
- Mi ha chiamata Uraraka poco fa; Jirou è tornata a casa. Sta facendo i bagagli e ha detto che si trasferirà e che vuole lasciare la band-.
- Grazie per avermelo detto. Mineta, offrile qualcosa per tranquillizzarla; Sero, mi serve il tuo furgone- ordina Denki, per poi correre fuori dal locale.
Spalanco la bocca: mi ha veramente affidato questa ragazza? Scapperà non appena la guarderò!
- Tu sei Mineta, il proprietario, giusto?- mi chiede. Aspetta, una ragazza mi ha appena rivolto la parola? Volontariamente?
- Shinsou, portale qualcosa da bere- ordino, per poi voltarmi verso la ragazza. La sua aria da studiosa fa contrasto con i doni con cui madre natura l'ha fatta nascere.
- Si, sono io. Ti chiami Melissa giusto?-.
- Si; scusami se sono piombata nel tuo locale, ma era un'emergenza- mormora. Cavolo, non sono mai arrivato a questo punto: ora cosa dovrei dire?
- Comprendo- rispondo semplicemente, mentre Shinsou le mette davanti un drink.
- Grazie- dice lei.
- I suoi occhi sono più su- mi avvisa il ragazzo, e lei ride.
Lo fulmini con lo sguardo; maledetto Shinsou... Tu hai già la ragazza, non mi rovinare le cose.
- Si ma la bellezza si trova anche da un'altra parte- la frase mi esce prima che possa pensarci. Ok, in realtà non penso mai molto prima di parlare: ma ora potrei aver esagerato. Mi sa che sarà la prima e ultima volta che parlerò con lei.
- Prospettiva interessante-. Spalanco gli occhi: non mi ha preso a schiaffi?
La osservo: sta sorridendo, ma ha lo sguardo basso e l'espressione triste.
- Vuoi andare a vedere se ci sono novità?- le chiedo.
- Non so se sarebbe giusto, non siamo così tanto unite...- mormora.
- Dove cazzo è il mio ragazzo?!-. Alzo lo sguardo: Bakugou è appena entrato nel locale.
- Penso di aver appena trovato una buona scusa per andare-.

 

Mi rigiro nel letto, stringendo il cuscino; mi sta esplodendo la testa.
La sveglia non ha ancora suonato, per cui potrei continuare a dormire ancora un po'... Ma prima ho bisogno di prendere una Tachipirina.
Apro lentamente gli occhi, ma non riconosco la stanza in cui sono.
Mi tiro su di scatto: no, non può essere successo di nuovo, no...
Avverto qualcosa muoversi al mio fianco e mi volto. Quasi cado all'indietro quando vedo chi ho di fianco: Mineta sta dormendo sull'altro lato del letto, senza la maglietta addosso. Guardo in basso, e noto che anch'io non la indosso.
Cazzo. Ok Melissa, pensa un attimo a quello che è successo.
Ieri sera sono andata al bar per cercare Denki, poi ho bevuto qualcosa. Ricordo che mi sentivo leggermente a disagio; dopotutto, l'ultima volta che ero stata fuori dal suo bar avevo mezzo spiato Mineta, e per qualche motivo non riuscivo a stare tranquilla.
Quando è arrivato Bakugou, l'abbiamo praticamente usato come scusa per andare all'appartamento delle ragazze; siamo saliti sulla macchina di Mineta, e Kirishima ha chiamato Bakugou, permettendoci di sentire la conversazione che stavano avendo con l'ispettore.
Quando siamo arrivati lì ho chiesto a Mineta di accompagnarmi a casa, ma a metà strada non me la sono sentita di rimanere sola. Mi ha proposto di andare a casa sua, e gli ho detto di sì. Dopo ricordo solo di avere bevuto. E l'alcool ha veramente un pessimo effetto su di me... Soprattutto dato che avevo appena visto Deku insieme ad Uraraka.
Devo agire come al solito: andarmene e fare finta che non sia successo niente. Solo che questa volta, al contrario delle altre, lui sa chi sono, non gli ho dato un nome falso o simili.
Non penso comunque abbia intenzione di rintracciarmi... O almeno lo spero. Forse vedendo che me ne sono andata capirà; è stato uno sbaglio che non si dovrà ripetere.
Mi alzo: per fortuna c'è della luce che entra dalla finestra, per cui riesco a guardarmi intorno. La mia maglietta non è qui, e neanche la mia borsa e le mie scarpe. Non ho neanche i pantaloncini... Dopo questa avventura, devo ripromettermi di non bere più per un po'.
Cercando di fare meno rumore possibile, esco dalla stanza.
Trovo i miei vestiti e la borsa in soggiorno, per terra, vicino ad un tavolino con sopra due bicchieri.
Sospiro e mi rivesto; mentre indosso le scarpe, mi sembra di sentire un rumore proveniente dalla camera.
Temendo che si sia svegliato, vado ad affacciarmi alla porta della stanza; per fortuna, il ragazzo si stava solamente girando di lato.
Sorrido: ha veramente un aspetto tenero mentre dorme.
Torno in soggiorno e mi guardo intorno, finché non trovo una biro e dei post It. Ne prendo uno e vi scrivo sopra un mese, dopodiché afferro la mia borsa ed esco di casa, pronta a dimenticarmi quello che è appena successo.

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Capitolo 4
*** CAPITOLO IV. ***


- Mineta. MINETA!-. Alzo lo sguardo sentendomi chiamare. Mi trovo di fronte il volto di Denki, preoccupato.
- Dimmi. Vuoi un altro caffè?- mormoro. Lui annuisce.
- Anche, ma vorrei sapere cosa c'è che non va. Sei silenzioso da tutta la serata- commenta. Serro le labbra e mi volto per preparargli il secondo caffè della serata. A quanto pare è rimasto sveglio tutto il giorno a cercare Jirou; si è fermato qui a fare una pausa prima di rincominciare.
- Allora? Posso ordinarti anche cinque caffè da quanto sono stanco, quindi non pensare me ne andrò tanto presto- mi informa.
- È imbarazzante- mormoro.
- Ti è andata male con Melissa?-. Annuisco, appoggiandogli davanti il caffè.
- Però questo è normale per te, quindi perché dici che è imbarazzante?-.
- Grazie per la considerazione che hai di me- borbotto, e lui sorride.
Distolgo lo sguardo.
- A meno che tu abbia avuto un colpo di fulmine- continua.
- No. C'è, è veramente una ragazza bellissima e molto dotata. Ma non è quello il punto- rispondo.
- E qual'è?- insiste.
- Cosa penseresti se ti dicessi che... Ho avuto l'opportunità di fare sesso ma non ho voluto?-. Lui per poco non si soffoca con il caffè.
- Tu, Minoru Mineta, la cui unica passione nella vita sono le ragazze, hai rinunciato a perdere la tua verginitá con una figa?!- lo sta praticamente urlando, ma dato che la musica è alta lo sento solo io.
E Kirishima, di ritorno ora dal bagno, che a giudicare dalla sua espressione sconvolta lo ha sentito.
- Il mondo sta per crollare- afferma il rosso, sedendosi di fianco all'amico.
- Raccontaci che è successo- mi incoraggia Denki. Sospiro.
- Quello che sto per dire, per me è quasi più imbarazzante che essere rifiutato tutti i giorni. Per cui non dovrete raccontarlo ad anima viva, chiaro? Il tuo ragazzo cicloso ed il vostro amico postino compresi-. Loro fanno cenno di chiudersi la bocca con una cerniera. Continuano a fissarmi, in attesa, quindi non ho molta altra scelta.
- Ieri sera, mentre l'accompagnavo, mi ha chiesto se potesse fermarsi un attimo a casa mia. E lì abbiamo bevuto; lei più di me. Ad un certo punto ha iniziato a spogliarsi, dicendo che aveva bisogno di divertirsi. All'inizio ho pensato "wow, finalmente la mia verginità immortale sparirà!" e infatti mi stavo già levando la maglietta. Però non so... Non mi è sembrato giusto. Be', ho approfittato per dare qualche toccatina, sono più sempre un maschio. Ma era molto fragile, stava quasi per piangere e non me la sono sentita di andare oltre-.
- Mineta, ti sei comportato da vero uomo; sono quasi commosso- commenta Kirishima.
- Cos'è successo dopo?- mi chiede Denki.
- L'ho portata a letto, e si è addormentata quasi subito. La mattina dopo se n'è andata-.
- Senza dirti niente?- Denki sembra sorpreso.
Annuisco.
- Mi sono svegliato che si stava rivestendo, ma ho fatto finta di star dormendo. Mi ha lasciato un biglietto con scritto "Mi dispiace, meriti di meglio": probabilmente era un modo per dirmi che non ci rivedremo mai più- alzo due dita, come in segno di vittoria, solo per evitare di avere una crisi isterica.
- Non capisco- afferma Denki.
- È semplice: era ubriaca, si è fatta prendere la mano e quando se n'è accorta ha voluto scaricarmi in modo carino- riassumo.
- Però ti ha scritto "meriti di meglio", non pensi possa significare qualcosa?- mi chiede Kirishima.
- Sarà stato un modo per spingermi a non cercarla. Fidatevi ragazzi, non la rivedrò mai più- affermo. Loro si scambiano uno sguardo poco convinto.
- Perché l'hai lasciata andare via se eri sveglio?- domanda Kirishima.
- E che potevo fare? Se l'avessi fermata, c'erano due possibilità: o mi prendeva a schiaffi, o si inventava qualche scusa per sparire. Fingere che non sia accaduto niente è il modo più rapido e indolore per dimenticarsi di questa storia- affermo.
- Per dimenticarti del fatto che ti sei preso una cotta?-.
- No, caro biondino, del fatto che avevo una bomba sexy nel mio letto e non me la sono fatta. Nient'altro- ribatto.
- Raccontalo a qualcun altro. Il rosso qui è andato dietro ad uno che come prima frase gli ha detto "hai dei capelli di merda" ed io sono alla ricerca della mia ragazza scomparsa da settimane; ci accorgiamo quando qualcuno ha una cotta- afferma Denki.
- Si, ma io non sono un figo alto e muscoloso come voi- gli faccio notare.
- Grazie per il complimento; ma a Melissa non importa del tuo fisico, ne sono certo-.
- Allora perché se n'è andata?-. Silenzio. Ecco, appunto.
- Però è stata la prima ad essere gentile con te. Non pensi valga la pena provare a cercarla?- mi chiede Kirishima.
- Per farmi rifiutare definitivamente? No, grazie-. Però è vero che si è comportata in modo diverso dalle altre... Ma questo non significa che potrebbe essere in grado di accettarmi davvero.
- Caro Mineta, secondo me devi solo trovare il coraggio di ammettere che ti interessa: non guardi le ragazze che stanno entrando nel bar da tutta la serata- mi fa notare Denki.
- Sono solo stanco- borbotto.
- E cotto- aggiunge Kirishima.
- Io sono un'amante delle donne, non sono fatto per una relazione- ribatto.
- Ne riparleremo quando inizierai a disperarti per non averla cercata; perché fidati, presto te ne pentirai. Ma intanto, preparami un altro caffè-.

 

- Sicura di stare bene, tesoro? Non hai una bella cera- mi fa notare mio padre.
- Solo un po' di mal di testa per lo studio- gli faccio un sorriso. Per fortuna l'altra mattina sono rientrata prima che lui si svegliasse, quindi non sa che ho passato la notte fuori. Ed è meglio così.
Ormai è passato un giorno, mi sono bevuta un bel po' di caffè e continuo a mangiare cracker, ma ancora il mal di testa non sparisce. E neanche la sensazione di aver fatto qualcosa di orribile.
Insomma, non è la prima volta che mi capita di finire a letto con uno sconosciuto per colpa dell'alcool; però mi dispiace che questa volta sia toccato a Mineta. Lui è stato così gentile e disponibile con me... Avrà pensato che sono una stronza.
Dato il suo carattere, non dev'essere facile per lui avere a che fare con le ragazze; non vorrei che il mio gesto l'avesse ferito più del dovuto.
È vero che gli ho lasciato un biglietto di scusse ma... Mi sento comunque in colpa.
- Hai bisogno di qualcosa, papà?- gli chiedo. Solitamente studio in officina mentre lui lavora, ma oggi volevo evitare i rumori forti e mi sono rifugiata in camera mia. È raro che lui venga qui.
- È venuto un ragazzo in officina, ti cerca: ha detto di essere un amico di Denki Kaminari. Lo conosci?-. Sento il mio cuore perdere un battito, ma provo a mantenere una certa compostezza.
- È il ragazzo di Jirou- mormoro, alzandomi.
- Magari ha bisogno di aiuto con qualche strumento- commento, uscendo dalla mia stanza.
Cerco di mantenere un'andatura normale: magari non è lui. Insomma, potrebbe anche essere Sero che ha bisogno di qualche consiglio su Mina; oppure Kirishima o Bakugou, con qualche informazione su Jirou.
Esatto, non deve per forza essere... Oh cavolo, è lui.
Faccio un respiro profondo, mi stampo un sorriso in volto e vado verso il ragazzo.
- Ciao Mineta; che piacere averti qui. Hai bisogno di qualcosa?-. Lo vedo fissarmi le tette per un attimo prima di rispondere.
- Hai dimenticato questo a casa mia- mi allunga qualcosa: un rossetto. Con la coda dell'occhio guardo se sta arrivando mio padre, ma siamo soli.
- Grazie, non mi ero neanche accorta mi fosse caduto!- esclamo, afferrando l'oggetto. Lui continua a fissarmi.
Abbasso la testa, sentomi leggermente a disagio: mi sa che gli devo una spiegazione.
- Ecco, per l'altra notte... Ti prego di scusarmi. Ero molto scossa e non ho retto la tensione; non volevo... Venire a letto con te e poi lasciarti li, è stato...-.
- Non abbiamo fatto sesso-. Spalanco gli occhi e lo fisso.
- Dici sul serio?-. Lui annuisce.
- Insomma, non che l'intenzione non ci fosse. Ma mi sembravi troppo sconvolta- mi spiega.
Sento un enorme peso sollevarsi dal mio petto, e mi sembra che anche la mia testa sia più leggera.
- Grazie al cielo! Temevo di aver fatto un'altra cavolata- sospiro. Poi mi rendo conto che la mia frase potrebbe essere male interpretata.
- Cioè, non lo dico perché sei tu, è solo che non mi piace trovarmi in quelle situazioni e poi non averne memoria e...-.
- Tranquilla, ho capito. Io vado, ho fatto ciò che dovevo- si volta, dirigendosi verso l'uscita.
Sospiro: come temevo, ha frainteso quello che intendevo. Era inevitabile dopotutto. Però...
- Mineta- lo richiamo. Lui si volta.
- Grazie mille. Per tutto- gli dico con un sorriso.
- Sappilo, questa volta ti è andata bene, ma la prossima non sfuggirai al grande donnaiolo Mineta!- esclama, puntandomi il sito contro. Scoppio a ridere, e lui sembra sorpreso dalla mia reazione.
- Allora ti va se passo al bar, ogni tanto? Così potrò vederlo in azione-.
Il ragazzo annuisce.
- Allora ci vediamo presto!- esclamo.
- Ciao- mormora lui, per poi uscire dall'officina.

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Capitolo 5
*** CAPITOLO V. ***


- Ci sono solo due possibilità. O è un robot, o qualcuno l'ha mandata a farmi uno scherzo- affermo, suscitando l'ilarità di Denki.
- Cosa te lo fa pensare?- mi chiede.
- Sta venendo ogni sera al bar, da una settimana, per me. Insomma, si siede, beve e parla con me. Con me. Una ragazza. E non mi picchia se faccio battute a sfondo sessuale!- esclamo. Non può essere una ragazza vera, ci dev'essere qualcosa sotto.
- O, semplicemente, pensa ci sia qualcosa sotto quell'aria da sottone donnaiolo con cui vai in giro- azzarda il biondo. Lo fisso.
- Io. Che non penso altro che alle donne. Io. Qualcos'altro sotto. Ma ti senti quando parli?-. Lui ride ancora più forte.
- Amico, dovresti avere un po' più di fiducia in te stesso- afferma, poi si china leggermente verso di me e abbassa la voce.
- Jirou mi ha detto che Mina le ha detto che secondo lei Melissa ha una cotta per il ragazzo di Uraraka-.
- Ah, ecco perché era sconvolta- mormoro.
- Sta tornando-. Mi ricompongo all'avviso di Denki.
- Scusatemi, c'era coda in bagno; di che stavate parlando?-.
- Delle tette di quella ragazza laggiù- affermo, indicando una ragazza sdraiata sul divanetto poco di fianco.
Melissa si volta a guardare.
- Ci credo che si nota, probabilmente in topless sarebbe più vestita- ridacchia. Rivolgo uno sguardo sconvolto a Denki, come a dirgli "visto? Non è possibile che sia umana" e lui ride sotto i baffi.
- A proposito Kaminari, sai quando suoneranno di nuovo le ragazze?- chiede Melissa.
- Per ora sono in pausa; Jirou ha ancora bisogno di riprendersi e le altre sono nel mezzo degli esami- risponde il biondo.
- Peccato... Mi sarebbe piaciuto se ci fossimo andati insieme-. Mi accorgo che sta parlando con me solo perché mi stanno fissando entrambi.
- Potete andare da qualche altra parte, tipo al cinema- propone Denki. Mi sta organizzando un appuntamento...? Il mio PRIMO appuntamento?!
- Perché no? Sarebbe divertente! Ho bisogno di staccare dallo studio. Che ne dici?- mi chiede Melissa.
- Che il buio della sala è l'ideale per palpare le tette alle ragazze senza che se ne accorgano- affermo. Lei scoppia a ridere.
- Lo prendo per un sí. Facciamo pomeriggio? Così poi la sera possiamo venire qui?- mi chiede.
- Ehm, sì certo-.
- Perfetto! Ora devo andare, ma ci vediamo domani. Fammi sapere poi l'orario- ci saluta e si allontana.
- Amico, hai un appuntamento!- esclama Denki.
- È una tragedia! Non so come ci si comporti ad un appuntamento! Dovrò capire come vestirmi, controllare il cinema, sgattaiolare in giro per la sala per palpare le ragazze...-.
- Per il film controllo io, mi farò dare una mano da Jirou. Vestiti con qualche camicia, ma non troppo elegante. E se riesci a contenere i tuoi istinti per un paio d'ore, dopo forse potrai palpare un paio di tette senza venire schiaffeggiato- afferma.
- Sei il miglior amico del mondo!-.
- Modestamente, sono perfetto- conferma lui.
- E comunque, quella ragazza è strana. Prima vuole portarmi a letto, poi scappa perché pensa che abbiamo fatto sesso, e quando scopre che non è stato così...-.
- Ci prova con te?-. Sospiro.
- Non dirlo, porta sfortuna: ti ricordo che nessuna ragazza ci ha mai provato con me-.
- Melissa non è un robot-.
- Non potró saperlo finché non la vedrò completamente nuda- affermo. Lui scoppia a ridere.
- Forza e coraggio, amico mio: sento che questa è la volta buona-.

 

Osservo il ragazzo di fianco a me: sembra nervoso da tutto il film. Ogni tanto lancia qualche occhiata al mio seno, ma per il resto balbetta ogni volta che gli parlo.
- Non ti piace il film?- gli chiedo.
- No, è molto bello- risponde, dandomi un'altra occhiata. Lo osservo.
- Non è che è il tuo primo appuntamento?- gli chiedo. Lui diventa leggermente rosso.
- Ma che dici, ne ho avuti a decine io! Nei miei sogni-. Rido, anche se non troppo forte per non disturbare gli altri.
Il film finisce poco dopo, così ci dirigiamo ad un bar lì vicino.
- Mi sembri pensieroso; valutavi il seno di quelle in sala?- gli chiedo.
- Quello ho impiegato un attimo: il migliore era il tuo- risponde. Faccio un piccolo sorriso.
- Adulatore. Quindi, a che pensi?-.
- Ti ha inviata qualcuno o sei un robot?-. Sbatto velocemente le palpebre, confusa.
- In che senso?-.
- Nel senso che non è possibile che una ragazza bella e dotata come te voglia uscire con me. È per fare ingelosire quello dai capelli verdi? Non penso funzionerà, neanche ci conosciamo-.
- Perché pensi che non potrei voler uscire con te?-. Lui mi indica, poi indica sé stesso.
- Mi sembra palese- afferma. Sospiro.
- Per me non lo è. E comunque Deku non c'entra con questo- mormoro.
- È vero, in passato ho fatto parecchie cavolate perché mi piaceva lui. Sono finita a letto con molti ragazzi, e non ne vado fiera. Quando ho detto che ero felice di non averlo fatto anche con te, era perché mi sarebbe dispiaciuto "usarti" solo per una notte. Sei un bravo ragazzo- affermo.
- E tu sei un robot-.
- Perché?-.
- Nessuna ragazza mi ha mai detto che sono un bravo ragazzo. Neanche mia madre-. Scoppio a ridere.
- Felice di essere la prima a non sbagliarsi su di te- commento.
- Ma se il mio unico argomento di conversazione sono le tette-.
- Abbiamo parlato di molto altro-.
- Perché io?-. Sospiro.
- Non sono il genere di ragazza che pensa solo al sesso, ma quando bevo inizio a non ragionare più molto...-.
- Tu dici?-. Sorrido al suo commento.
- Mi sono trovata più volte in situazioni in cui da sobria non mi infilerei. Però mi sento comunque sola, perché il ragazzo che mi piace da anni è innamorato di un'altra. Per te è un po' l'opposto, perché vorresti stare con qualcuna ma nessuna ti parla. A parte me intendo; e credo che questo ti faccia soffrire. Le nostre sofferenze sembrano opposte, ma penso che in realtà la solitudine che proviamo sia molto simile-.
- Quindi ti faccio pena-.
- No, penso solamente che non sia giusto che tu rimanga solo-.
- Quindi non ti dà fastidio la mia fissazione per le ragazze? E mi contengo eh, al Liceo ero molto peggio- mi informa.
- Penso che tutti almeno una volta siamo stati attratti da una persona solo per il suo fisico. La differenza è che tu lo ammetti. È vero, magari alle dirette interessate può non fare piacere, ma non ci vedo nulla di male se scherzi con i tuoi amici no? E poi, sono convinta che se tu ti innamorassi veramente, saresti un ragazzo magnifico- sorrido.
- Si, sei decisamente un robot-. Rido di nuovo.
- Però grazie- mormora. Distoglie lo sguardo.
- E per quanto riguarda quel Deku... È un idiota a preferire un'altra a te-.
- Uraraka è una ragazza fantastica- affermo.
- La cantante con le tette enormi?!-.
- Proprio lei-. Mi fissa per un attimo.
- Nah, le tue sono meglio-.
- Ti ringrazio per il compimento- sorrido.
- Si, sei un robot-.
- Ti piacciono tanto i robot?- ridacchio.
- Se hanno il tuo corpo sí-. Sorrido, poi sento il mio cellulare squillare. Aggrotto le sopracciglia vedendo che si tratta di mio padre.
- Pronto?-.
- Melissa, scusa se ti disturbo mentre sei con le tue amiche, ma potresti venire a darmi una mano in officina? Sto avendo qualche problema- mi chiede.
- Arrivo- rispondo, poi chiudo la chiamata.
- Devi andare?- mi chiede Mineta. Annuisco e mi alzo.
- Mio padre ha bisogno di una mano. Scusami, devo proprio andare; ci rifaremo un'altra volta- vado verso di lui e gli dò un bacio sulla guancia, per poi correre fuori dal bar.

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Capitolo 6
*** CAPITOLO VI. ***


- Quindi sta andando bene tra di voi eh? Ringraziami!- esclama Denki.
- Per ringraziarti di avermi fatto finalmente limonare, ti offrirò un drink gratis- affermo. Poi ci penso un attimo.
- Aspetta, mi hai portato via un valido barista; ci ho ripensato-.
- Hey, non è colpa mia se era un terrorista psicologico! E poi lui non ti ha procurato un appuntamento- mi ricorda.
- Hai ragione... E va bene, ma solo uno gratis- affermo, mettendogli davanti un drink.
Ormai è qualche settimana che io e Melissa usciamo insieme... Ancora faccio fatica a crederci.
- Ti piace?- mi chiede Denki.
- Ovvio, hai visto che poppe?!-. Lui scoppia a ridere.
- E la risposta seria?-. Mi mordo il labbro.
- Non so, è la prima ragazza per cui provo qualcosa di più di un semplice "voglio palparle le tette". Quindi non ne sono molto esperto-.
- Eh già, non ti capita tutti i giorni. Ma guarda il lato positivo! Stai uscendo con una ragazza!- esclama.
- Batti qui!- ci diamo il cinque.
- Oh, eccola- la ragazza sta entrando nel locale proprio in questo momento. Ormai i bodyguard la conoscono, per cui la fanno passare senza problemi.
- Ciao ragazzi!- saluta.
- Ciao-. Si allunga oltre il bancone per darmi un bacio.
- Lo sapevi che le ragazze hanno le labbra molto morbide?- chiedo a Denki.
- Da molto più tempo di te, ma felice che anche tu abbia fatto questa scoperta- afferma lui, ridendo.
- Come va la ricerca della casa con Jirou?- chiede la bionda al ragazzo. Intanto, io le preparo qualcosa da bere.
- Abbiamo praticamente deciso per quella che le ho fatto vedere un paio di giorni fa; domani contatterò l'agente immobiliare- risponde lui.
- Sapevo che eri quello giusto!- esclama lei.
- Ovvio, sono perfetto-.
- Idiota- borbotto, mentre metto un drink davanti alla ragazza.
- A proposito, sai che la casa di Mineta è abbastanza grande per due?- Denki mi guarda divertito.
- Vuoi organizzarmi anche la convivenza? Non intendo rinunciare alle riviste porno, sappilo- la informo.
- Nessun problema. Oh guarda, c'è Mina! Vado a salutarla-.
- Non mi importa se è un robot, mi va decisamente bene così- affermo, facendo ridere Denki.
- È incredibile che non le diano fastidio le tue battute- commenta poi.
- Ha detto che non devo trattenermi ed essere semplicemente me stesso, altrimenti non riuscirò mai ad amare davvero. Finché mi limito a guardare le va bene- gli spiego.
- Una ragazza veramente saggia- commenta lui.
- Scommetto che Jirou ti ucciderebbe se lo facessi- ridacchio.
- Che tu ci creda o no, non mi viene neanche da guardarle le altre ragazze da quando sto con lei- afferma.
- Quindi se a me capita vuol dire che non mi piace davvero?-.
- Non pensavo mi avresti mai rivolto questa domanda. Ma comunque, secondo me apprezzare altre persone non significa che non la ami. A volte Sero e Mina commentano i culo delle ragazze insieme; l'importante è trovare un accordo-. Lo fisso per un attimo.
- Tu da quando sei così saggio?-.
- Da quando una bassista mi ha completamente fritto il cervello-.
- Cos'avrei fritto io?- la diretta interessata dei nostri discorsi compare alle spalle di Denki.
- Il mio cervello, il mio cuore e anche il mio corpo quando...-.
- Dillo. Provaci-.
- ... quando balliamo insieme. Ti va di andare in pista? Questa canzone è fantastica- Denki si alza, prende la sua ragazza per mano e si allontana con lei.
- E così mi abbandonó...- borbotto. Poi sposto lo sguardo sull'entrata; a quanto pare, Jirou arrivando si è portata dietro Hagakure, Ojiro, Uraraka e... Deku. E Melissa sta arrivando dall'altra parte.
Sento qualcosa agitarsi dentro di me, un sentimento che non ho mai provato, ma sono certo sia gelosia.
Dopotutto, Melissa è stata innamorata di Deku per anni... Magari lo è ancora.
- Benvenuti ragazzi!- esclama la bionda, andando verso il gruppo.
Vorrei sentire quello che dicono, ma proprio adesso un gruppo di persone si è piazzato davanti al bancone pretendendo da bere.
Come se fossi il barista... Ah, aspetta. Lo sono. Cavolo.
Inizio a servire i drink richiesti, più velocemente possibile; ogni tanto guardo in direzione dei ragazzi appena entrati, ma non riesco a vederli per colpa del gruppo di ragazzi.
Anzi, magari se ne sono anche già andati in un altro punto del locale... E Melissa sarà sicuramente con loro.
Ma non dovrei stupirmene dopotutto... Nessuna potrebbe mai accettarmi veramente.
- Wow, quanti clienti in un colpo solo; ho avuto paura di non riuscire a vederti per qualche ora-. Alzo di scatto la testa sentendo la risata di Melissa.
- Non sei con i tuoi amici?- le chiedo.
- Non mi andava di lasciarti solo- afferma.
- E Deku? Poteva essere un'occasione per stare con lui- le faccio notare.
- No grazie, stare con te è più divertente. Preferisco la compagnia di qualcuno che mi accetta davvero- sorride, e istintivamente sorrido anch'io.
Forse, per qualche strano motivo che non comprendo, in questo mondo c'è qualcuno anche per me.
E se io, nonostante il mio carattere faccia schifo quasi quando il mio aspetto, potrò riuscire ad essere felice, allora chiunque potrà farlo.

- Ci fermiamo a casa tua? Tanto papà non è a casa stasera, per cui posso anche tornare più tardi- propongo.
- Tenterai di assalirmi come l'ultima volta?- mi chiede, accendendo la macchina.
- Forse-.
- Allora andiamo!-. Rido mentre il veicolo parte.
- Sai, pensavo che davvero dovrei trovarmi una casa mia- mormoro.
- Ti stai autoinvitando?- mi chiede, strappandomi un'altra risata.
- Era una considerazione generale, tranquillo- affermo.
- Comunque, se avrai bisogno di un rifugio, casa mia è sempre aperta per te- dice. Sorrido.
- Grazie mille-. Non riesco a fare a meno di pensare a quanto mi trovi bene con lui. Sono sempre sembrata una ragazza seria, la promettente figlia di un famoso scienziato, e per questo tutti i ragazzi con cui sono uscita mi hanno sempre trattata con i guanti. Mi faceva piacere, ovviamente, che avessero cura di me; ma allo stesso tempo mi sembrava che si sentissero trattenuti da qualcosa.
Deku è stato il primo a parlarmi tranquillamente, ma nel suo caso era diverso: lui non è mai stato interessato a me in quel senso, per lui è semplicemente normale essere gentile.
Mineta invece mi ha trattata normalmente sin dall'inizio, come una ragazza, senza badare ad altro.
Non ho potuto non notare, sotto alla sua maschera di provetto donnaiolo, lo stesso desiderio che ho sempre avuto io di essere accettata per quella che sono.
- Siamo arrivati- annuncia, fermando la macchina di fronte a casa sua.
Scendiamo entrambi e ci dirigiamo all'interno dell'edificio.
- Vuoi qualcosa da bere?- mi chiede mentre chiude la porta a chiave. Scuoto la testa e mi volto verso di lui, per poi chinarmi e dargli un bacio.
- Questa volta, intendo essere più che sobria- affermo.
Ed è così che è iniziata quella che all'apparenza sembrava la storia più improbabile di tutti: un ragazzo che pareva pensare solo alle bellezze del coro femminile ed una ragazza in carriera rifiutata dal ragazzo che amava. Ma in fondo, entrambi sapevano di volere solo una cosa: venire accettati. E sarà proprio una persona che sembra così diversa da loro a fargli provare questo amore.
 
 
~~~
 
Siamo giunti alla fine anche di questo Spin Off! Grazie mille per averlo letto, spero vi sia piaciuto!
 

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