200 Days of Kings and Queens

di Allen Glassred
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Morso ***
Capitolo 2: *** Ansia ***
Capitolo 3: *** Di fretta ***
Capitolo 4: *** Antidoto ***
Capitolo 5: *** Faro nella notte ***
Capitolo 6: *** Inverno ***
Capitolo 7: *** Piano C ***
Capitolo 8: *** Buio pesto ***



Capitolo 1
*** Morso ***


MORSO
Storia: Pink Lightnings and Red Cobwebs 


Zenitsu entra in quella che è la sala del trono, allarmato: non sa bene spiegarsi che cosa sia successo. Tutto quello che sa è che, nel belmezzo della notte si è destato di soprassalto a seguito di un brutto presentimento e, dopo nemmeno un istante l’aroma di un sangue che ben riconosce è giunto alle sue narici. Senza pensarci su un secondo il re rosa si è precipitato fuori dalle sue stanze, senza nemmeno curarsi di indossare le pantofole. Ed ora eccolo lì: è giunto alla sala del trono, trovandosi di fronte ad una scena alla quale mai avrebbe voluto assistere. “ Tu… “. Mormora solamente, mentre un altro giovane vampiro lo osserva con sguardo di chi sa di aver la vittoria in tasca e stringendo ancora a sè la giovane che, a causa del forte dolore dato dal morso è svenuta. Già, il morso: Zenitsu capisce ogni cosa nel giro di un istante e la cosa lo manda su tutte le furie. Colui che non è altri che suo fratello maggiore Rui ha in fine morso Aya, trasformandola in vampiro. “ Avverto la presenza di due vampiri, oltre a me! Lui! Che diavolo hai fatto ad Aya?! “. grida furioso il re quarzo, mentre a quella domanda l’altro estrae dal collo della giovane le proprie zanne affilate, senza tuttavia mollare la presa sulla fanciulla e stringendola maggiormente a sè.
 

“ Perchè? Non si vede? Eppure, fratellino mio , dovresti avvertire l’intenso odore del suo sangue e come hai detto, oltre a te in questa sala sono presenti due vampiri “. Continua il giovane dalla chioma argentata, la sua bocca è ancora sporca di sangue e non intende ritirare le zanne: è come se così volesse incutere timore al minore che tuttavia, invece di paura avverte solamente la collera salire e crescere in lui. La gibbosa crescente si tinge rapidamente di rosa, Zenitsu stringe così forte i pugni da farseli sanguinare mentre anche nei suoi occhi passa una luce del tutto uguale a quella emanata dalla sua luna.
 

“ Rui! Come hai potuto fare una cosa simile?! “. Grida infuriato il figlio minore di Re Derek e della Regina Allison, mentre suo fratello non sembra affatto pentito del proprio gesto. “ Già il morso di per sè, per noi vampiri equivale ad uno stupro se dato o ricevuto senza il consenso! Ma addirittura trasformare una persona contro la sua volontà…! Sei… sei un essere abominevole! “. Si infuria il biondo, ma a quelle parole il maggiore non sembra affatto intimidirsi. Lecca il sangue presente sulle proprie labbra con fare provocatorio, per poi riprendere parola di lì a poco e senza mai smettere di stringere Aya a sè.

 

“ Perchè? Avresti voluto farlo tu, fratellino? “. Chiede, mentre quella sottile provocazione accende solamente un’ira maggiore nel re rosa. “ Oh! Avresti voluto affondare tu le zanne nel suo collo? Avresti voluto essere tu a bere per primo il suo sangue? Avresti voluto essere tu, colui che le avrebbe portato via la sua umanità? “. Continua a provocarlo il più grande, mentre la sua vedova nera si posa sulla sua spalla come se nulla fosse. “ Spiacente, ma sei arrivato tardi: ora, la cara e dolce Aya mi appartiene. Come vampiro sono stato io a darle la vita, sono il suo padrone e sicuramente, quando si sveglierà sarà il mio sangue che desidererà. Il mio, non il tuo “. Continua ma, a quest’ultima uscita l’altro non ci vede più.

 

“ Chiudi quella bocca! “. Grida alterato il nipote di Anaìs, mentre un fulmine rosa sfiora di un soffio Rui. Solo grazie alla sua prontezza di riflessi infatti, il Principe di Deisian riesce a spostarsi ed evitare che l’ira del fratello lo colpisse sotto forma di quel…

 

“ Il fulmine rosa… “. Mormora solamente, mentre Zenitsu ansima pesantemente: non sa come ci sia riuscito, ma in quel momento di forte collera è riuscito a scagliare un fulmine rosa al fratello. Proprio come gli ha detto Takashi, pensa: la sua collera ha attivato il potere insito nel suo sangue, quel potere che sicuramente è un’eredità del padre e dei precedenti re di Deisian ma che ancora il re rosa non riesce a controllare a pieno. “ Brutto bastardo… “. Sibila solamente l’argento, notando come il suo morso stia agendo su Aya: la giovane sta iniziando a soffrire parecchio e si lamenta malgrado sia incosciente. La trasformazione sta evidentemente iniziando, sempre ammesso che il corpo non rigetti il morso e con ciò porti delle gravi conseguenze per la figlia maggiore di Takashi e Noshiko.

 

“ La pagherai molto cara, per ciò che hai fatto ad Aya! Il tuo gesto non rimarrà impunito “. Assicura ad un certo punto Zenitsu, mentre suo fratello si volge di scatto verso di lui. Poi un’idea gli balena in mente: un morso. Sarà un morso pensa, a risolvere i suoi problemi. Infatti pensa, sa perfettamente che con il morso e bevendo il sangue di una persona si possono assorbire la sua Zydrate ed i suoi ricordi, oltre ai suoi poteri. Il suo sguardo si fa folle per un istante, mentre guarda in direzione del fratello.

 

“ Fatti avanti, fratellino! Fatti avanti… “. Sogghigna, mentre la sua vedova nera si allontana improvvisamente da lui. Ma dove sia diretta, solo ella stessa ed il suo padrone lo sanno.

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Capitolo 2
*** Ansia ***


ANSIA
Storia: La leggenda del re dei vampiri 

 

Garsendiss cammina su e giù per il corridoio, accanto a lui sua moglie Bridget. La donna non riesce a rimanere seduta, così com’è per il marito. “ Ma perchè nessuno ci dice nulla?! “. Chiede ad un certo punto il maggiordomo, mentre la bionda lo osserva ma non dice nulla: come può pensa, dargli una risposta che non ha? Come può dirgli perchè il dottore non è ancora uscito dalla stanza in cui è ormai chiuso da ore, perchè non sia ancora venuto a dar loro notizie. “ Perchè non ci dice nessuno se sia andato tutto bene o no?! “. Continua l’arancione, mentre lei gli poggia una mano sulla spalla.

 

“ Non lo so… “. Mormora solamente, in ansia e trattenendo le lacrime: in quel momento pensa, deve essere forte anche per suo marito. “ Ma se il Pilastro Argento non trema né è caduto, dovrebbe essere un buon segno… “. Prova a soffocare l’ansia e la paura che prova, ma in quel momento le risulta pressoché impossibile anche solo convincersi delle proprie stesse parole. È la voce del  marito a riportarla alla realtà: Garsendiss guarda per un istante la sua sposa, per poi sospirare pesantemente. Senza dir nulla la stringe forte a sè, per poi prendere parola solamente dopo alcuni istanti.

 

“ Perdonami! Invece di pensare a te e a come ti sentivi, ti ho solo buttato addosso tutta la mia ansia. Ma in fin dei conti, chi ora sta lottando per la vita in quella stanza è tuo fratello, prima di essere il mio migliore amico ed il mio padrone. Sono stato insensibile, perdonami “. Si scusa, mentre a quelle parole Bridget Rosa Rossa non riesce più a trattenersi: scoppia in un violento pianto, stringendo forte la presa sulla giacca del marito e mentre lui la stringe forte a sè: doveva succedere, pensa. Bridget doveva sfogarsi, prima o poi: ha accumulato tantissima ansia in quei giorni e non si è mai liberata di essa in nessun modo, era chiaro che prima o poi sarebbe esplosa in quel pianto violento per potersene liberare.

 

“ Ma com’è potuto succedere, Garsendiss?! Come?! Avevamo già vinto! Nostro zio era stato sconfitto, mio fratello aveva riavuto il trono! Poi… “. I flashback di quella battaglia passano nella mente di entrambi, come fossero le pellicole di un film: la battaglia con Edoardo e la loro vittoria, il tiranno sconfitto ma la sua vita risparmiata dal nipote. Poi…

 

“ Edoardo è stato subdolo e crudele, amore mio: nessuno lo poteva prevedere, men che meno noi “. Ammette, ricordando di come l’usurpatore abbia chiesto un abbraccio al nipote come a siglare un nuovo inizio, questo aveva detto. Salvo poi colpirlo a tradimento con un pugnale di platino: il solo che può seriamente danneggiare, se non uccidere chi appartiene al clan della luna argento, visto che solo su di loro quest’ultimo metallo non ha il minimo effetto.

 

“ Che ne sarà di Costaluna, se mio fratello non dovesse farcela? Che ne sarà della sua famiglia, che ne sarà di me?! Come potrei andare avanti, senza di lui? Già una volta ho rischiato di perderlo! Ed ora… “. Continua, mentre il marito tenta vanamente di calmarla.

 

“ Strauss è forte! Ha sconfitto suo padre una volta ed ha spezzato da solo la maledizione del Cigno nero che Dracula gli aveva scagliato! Non si farà mai battere da un pò di platino! “. Continua, cercando di convincere anche sè stesso che le sue parole sono veritiere. Che il suo re non è in pericolo e che tutto andrà bene, che Strauss non morirà, non ora che ha riavuto la sua famiglia ed il suo trono! “ Lui non morirà, amore mio. Non morirà “. Continua, eppure quell’ansia opprimente non sembra per nulla volerlo abbandonare. Tutt’altro: si fa ancora più forte e pesante, anche se Garsendiss non riesce a capirne la ragione. Ed ovviamente il sentimento è fiutato anche da sua moglie, che non riesce in alcun modo a calmarsi e malgrado le parole del marito.

 

“ Allora spiegami, se la pensi davvero così perchè sei così in ansia? “. Mormora solamente la donna, mentre la Luna Argento compare improvvisamente nei cieli di Costaluna e mentre l’arancione punta lo sguardo su di essa, una volta accortosi della sua presenza.

 

“ La Luna Argento… “. Mormora solamente, mentre un lieve terremoto scuote il regno: ora sì, il Pilastro Argento ha tremato ed entrambi sono consapevoli del perchè. La vita del suo re è in pericolo. Ed a questa consapevolezza, l’ansia di entrambi non può far altro che salire, così come la voglia di entrare in quella stanza e vedere con i loro propri occhi le reali condizioni di Strauss e soprattutto, per poter capire se il re argento possa farcela o meno.

 
 

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Capitolo 3
*** Di fretta ***


DI FRETTA
Storia: Luna di nebbia e ( come flashback ) la diciottesima luna

 

Un nuovo terremoto scuote il regno di Avalon. Re Giyu si deve aggrappare al proprio maggiordomo, che a sua volta lo sorregge prima che finisca a terra, davanti a loro un uomo in alta uniforme: un’uniforme che richiama i colori dell’indaco e tutte le sue sfumature, con dettagli dorati. “ Ma cosa sta succedendo…? “. Mormora solamente il re indaco, mentre colui che non è altri che Murata, suo capitano della guardia reale, risponde a quella domanda di lì a poco.
 

“ Qualcosa non va: il vostro pilastro sta tremando… “. Sussurra solamente, mentre a quelle parole è il maggiordomo a prendere parola.
 

“ Ma non è possibile! Re Giyu è ancora vivo e vegeto e la sua pietra è nelle sue mani, allora come… “. Fa per chiedere, ma a quelle parole l’altro uomo dalla chioma corvina prende parola di lì a poco.
 

“ Non lo so, Cole! Non ti so rispondere, ma una cosa è certa… “. Lascia a metà la frase, mentre Giyu lo osserva stranito: cos’ha in mente il suo capitano delle guardie? Perchè lo sta osservando con quello sguardo determinato, si chiede? D’altro canto invece, il militare gli si avvicina e per la prima volta osa toccarlo senza permesso, ponendogli entrambe le mani sulle spalle. “ Maestà, so che sarà dura ma dovrete ascoltarmi attentamente, fare tutto quello che vi dico. È per il vostro bene e soprattutto, per quello della Principessa Melody “. Sentenzia, mentre l’altro lo osserva decisamente stranito.
 

“ Mia figlia? Cosa c’entra adesso lei? “. Chiede, ancora sporco di sangue: il sangue della sua amata Margherita, morta solo qualche momento prima per mano del loro nemico. Lui si è salvato solo per pura fortuna, grazie all’intervento di Cole e Murata che, accorgendosi che il loro re era in pericolo si sono precipitati in sua difesa ed hanno impedito a Muzan, il re giallo, di fargli del male. Lo hanno trascinato via a forza e di fretta, ed ora sono nascosti in un’area isolata del palazzo. “ Io devo tornare dalla mia Margherita! Devo portarla via dalla sala del trono, prima che… “. Ma Murata stringe maggiormente la presa sulle sue spalle, per poi scuotere il capo.

 

“ Maestà! Ora dovete soltanto pensare al bene della principessa ed al vostro! vi prego! Purtroppo, per la nostra amata regina non c’è più nulla da fare… “. Mormora, mentre l’altro si irrita: i suoi occhi sono bagnati dalle lacrime e per la prima volta mostra le proprie emozioni davanti ad estranei, mentre scuote il capo con veemenza.

 

“ E allora?! Vorresti forse che lasciassi la salma di mia moglie in balia del fratello?! Che gli permetta di portarsela via e fare ciò che vuole?! “. Chiede, mentre a quelle parole è Cole a prendere parola.

 

“ Giyu, per favore cercate di calmarvi e ragionate: è per via della vostra collera che il vostro pilastro sta tremando, ricordate che voi ed il pilastro indaco siete una cosa sola e voi siete la sua incarnazione vivente. Che ciò che accade a voi accade a lui e viceversa “. Spiega, mentre l’altro lo osserva sconcertato: ma come fanno quei due ad essere così calmi, si chiede? “ E’ doloroso per tutti, anche per me e Murata! Noi amavamo la regina Margherita ed amiamo voi e la principessa Melody! Ed è per questo che ora dovete darci ascolto e fare tutto quello che vi diremo. E dovrete farlo in fretta, prima che Re Muzan ci trovi! Vi prego! Vi supplico, fate che non dobbiamo perdere anche voi e la nostra amata principessa! “. Anche il maggiordomo ha le lacrime agli occhi, così come Murata che di lì a poco attira a sè il suo re e lo abbraccia: no pensa, no: ora non c’è bisogno di rispettare le formalità. Ora non sono un re e due servitori, ora sono tre uomini che stanno cercando di salvarsi a vicenda e soprattutto, di mettere in salvo la sola speranza del regno: la principessa Melody, unica figlia di re Giyu e della Regina Margherita.

 

“ Vi prego: dovete scappare! Scappate da qui! “. Fa solamente Murata, shoccando letteralmente il suo re.

 

“ Cosa? Dovrei abbandonare il mio regno e voi? E la mia Margherita?! No! “. fa solamente, ma l’altro lo scuote con veemenza un paio di volte.

 

“ Dovete farlo! “. fa solamente, mentre l’altro scuote il capo con enfasi. “ umanizzate vostra figlia, poi io e Cole ci incaricheremo di portarla in salvo in un luogo in cui re Muzan non potrà mai trovarla. State tranquillo! Proteggeremo noi la Principessa, al costo della vita “. Lo rassicura, mentre l’altro continua a scuotere il capo ed a ripetere che non può farlo. “ Vi prego! vi supplico, fatelo! E facciamolo in fretta, prima che Muzan si accorga di qualcosa o ci trovi! Vi supplico! Lo so che è un dolore indicibile, seppur io non sia ancora padre so bene cosa debba significare separarsi dalla propria figlia, specie dopo aver perso la moglie. Ma se Melody rimarrà vampira, sarà in grave pericolo “. Sentenzia, mentre Cole prende parola dio lì a poco.

 

“ Provate solo a pensare cosa le farebbe suo zio, se mai la trovasse: Melody è la copia vivente della madre con i vostri capelli ed occhi, cosa credete che le farà Muzan se la trovasse? Tutti sappiamo della sua folle ossessione per la sorella, ed ora che la regina non c’è più… “. Giyu scuote il capo, non volendo nemmeno osare pensare a cosa potrebbe succedere alla sua bambina nella sciagurata ipotesi in cui suo zio la trovasse.

 

“ Quel folle potrebbe sfogare i suoi più bassi istinti su vostra figlia, rivedendo in lei la sorella. Non permettetegli di farlo, vi supplico “. Fa, mentre osserva per un istante lo sguardo del suo re. “ Non temete! Noi, io e Cole proteggeremo Avalon al costo della vita e così faranno anche le guardie reali ed i nobili che si sono uniti alla lotta: il vostro segno non sarà un territorio di facile conquista, nemmeno per il re topazio. Ora, voi dovete solo pensare a voi stesso ed a vostra figlia “. Sussurra solamente il corvino. Sun seguito avverte le emozioni del suo re e, per la seconda volta lo attira a sè e lo abbraccia nuovamente.

 

“ Murata, io… “. Mormora solamente il re indaco, mentre l’altro scuote il capo un paio di volte.

 

“ Vi voglio bene, maestà. vi giuro che proteggerò la vostra casa, voi pensate alla vostra famiglia “. Sussurra, mentre finalmente l’altro ricambia l’abbraccio, annuendo lievemente seppur riluttante al solo pensiero di doversi separare dalla sua amata figlia. Ma lo sa bene, questo è necessario. Per il suo bene e per quello del regno stesso.

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Capitolo 4
*** Antidoto ***


ANTIDOTO
Storia: Pink Lightnings and Red Cobwebs 

 

Anaìs poggia l’ennesima pezza bagnata sul capo di un’incosciente Aya, che d’altro canto continua a star male. Febbricitante, la fanciulla ansima pesantemente e fatica a rimanere cosciente. “ Ho freddo, madame Anaìs… “. Mormora tra l’incoscienza e la coscienza, mentre la donna la guarda affranta e le accarezza dolcemente il viso.

 

“ Mi dispiace tesoro, mi dispiace… purtroppo non so che altro fare, per alleviare questa tua sofferenza… “. Sussurra, mentre un potente dolore fa inarcare la schiena ad Aya, talmente tanto che per un istante Anaìs teme se la sia spezzata. “ Aya! “. La chiama solamente, mentre i capelli della ragazza si allungano ulteriormente ed in seguito tornano alla loro tipica lunghezza. L’urlo straziante della ragazza segue uno svenimento, mentre i suoi capelli tornano lunghi e ricadono sul cuscino. Anaìs la accarezza preoccupata, mentre il giovane dalla chioma bionda presente nella stanza da un forte pugno al muro.

 

“ Maledizione!! “. Grida furioso re Zenitsu, i suoi occhi bagnati di lacrime di collera e un fulmine che circonda la sua mano. Anaìs si volge verso di lui, anch’ella con le lacrime agli occhi.

 

“ Vostra maestà Zenitsu… “. Sussurra solamente, mentre la ragazza continua d’altro canto a respirare in modo irregolare ed a stare male, sempre peggio. “ Io… io non so più cosa fare! La situazione sta peggiorando e nessuna medicina fa effetto. Temo che il corpo di madame Aya stia rigettando il morso che ha ricevuto da vostro fratello… “. Mormora solamente, ben consapevole di cosa comporti il rigetto del morso. Ovviamente lo è anche Zenitsu: i suoi occhi si iniettano di luce rosa, mentre punta lo sguardo alla corvina che d’altro canto non riesce a trattenere le lacrime.

 

“ Mio fratello pagherà per ciò che ha fatto ad Aya! Giuro che lo farò pentire amaramente per questa azione deplorevole! “. Fa solamente il biondo, mentre l’altra accarezza il viso di Aya.

 

“ Santo cielo, è bollente… la febbre non accenna ad abbassarsi “. Sussurra, mentre d’altro canto il suo re scuote il capo con enfasi e si avvicina. Zenitsu stringe la mano di Aya, avvertendo come proprio il suo grande dolore e sussultando, avvertendo addirittura delle fitte in tutto il corpo: sono le stesse che la donna sente, ma ovviamente lei le sente moltiplicate. “ Zenitsu! State bene? “. Lo soccorre immediatamente Anaìs, mentre lui continua a stare male.

 

“ E’ questo dunque… “. Sussurra solamente il re rosa, portando una mano accanto al cuore e mentre le sue lacrime bagnano il viso di Aya. “ E’ questo il dolore che lei deve sopportare…? “. Mormora solamente, mentre Anaìs annuisce semplicemente e cerca di staccarlo dalla ragazza. Ma Zenitsu non sembrerebbe intenzionato a farlo, anzi: stringe maggiormente la mano della sua amata, per poi guardare Anaìs. “ Anaìs! La dobbiamo aiutare! “. fa solamente, mentre la donna lo osserva stranita.

 

“ Lo vorrei tanto anche io, ma come…? “. Sussurra, mentre lui si stacca lentamente dalla presa della donna ed al tempo stesso lascia la mano di Aya, cercando qualcosa in un cassetto. “ Maestà? “. Chiede solamente la più anziana, mentre lui prende parola di lì a poco tempo.

 

“ C’è un antidoto, Anaìs: un antidoto molto potente, un antidolorifico, chiamatelo come volete. Ma sono sicuro che nelle dosi giuste, avrà l’effetto desiderato e calmerà i dolori di Aya. E forse arresterà il processo di rigetto “. Sentenzia, mentre la donna lo osserva e cerca di capire a che cosa si stia riferendo il suo re. Ma non ha tempo di chiedergli nulla: lui estrae dal cassetto un oggetto che ben conosce, mentre l’altra sgrana gli occhi sconvolta. “ Ma che cosa…? “. Chiede solamente, mentre lui le da spiegazioni di lì a poco tempo.

 

“ La Zydrate di un re funge da droga, antidoto o veleno, confido che anche voi lo sappiate “. Fa, mentre l’altra annuisce: certo che è a conoscenza di questa cosa, ma ora? Cosa c’entra tutto ciò, si chiede? “ Non guardatemi così: immagino abbiate capito cosa voglio fare “. Fa solamente il re quarzo, ma a quelle parole l’altra scuote il capo.

 

“ E’ una follia! Come faremo a capire la giusta dose? Potremmo avvelenarla, lo sapete! “. Fa, ma lui le si avvicina e le pone la siringa tra le mani, chiudendogliele su di essa ed obbligandola a stringerla.

 

“ Mi fido di voi, Anaìs! “. Sentenzia solamente l’erede di Derek ed Allison, mentre la più anziana lo guarda sconvolta. “ Vi prego! So bene che eravate una dottoressa a corte, prima della morte di mio padre. So che avete sufficienti conoscenze mediche, quindi vi prego! Vi supplico, aiutatemi a salvare Aya! Aiutatemi a salvare la donna che amo! “. Sussurra poi il biondo, mentre lei riflette un momento: è vero che era il medico di corte, ma si chiede, riuscirà a fare questa cosa che comunque non ha mai fatto? Un conto è curare le persone, un conto è fare ciò che Zenitsu ha in mente.

 

“ Vi farà molto male, maestà. In oltre, se sbagliassi dose… “. Ma lui non esita un solo istante: slaccia il polsino della propria camicia, per poi scoprire il braccio e porgerlo ad Anaìs.

 

“ Mi fido di voi e del dolore non mi importa niente: farei qualsiasi cosa, darei la mia vita per Aya. E quando si sveglierà, perchè che io sia dannato se non lo farà, glielo potrò finalmente dire “. Fa, mentre l’altra s convince: sa che è rischioso, ma sa anche che la Zydrate rosa è il solo antidoto da poter somministrare ad Aya. Il solo ed unico antidoto che potrebbe arrestare il processo di rigetto e farla trasformare senza dolori. La corvina annuisce lievemente, mentre lui ricambia con un lieve sorriso.

 

“ Sapete Zenitsu, assomigliate veramente tantissimo a vostro padre, Re Derek… “. Fa solamente l’ex dottoressa di corte, mentre l’altro mantiene quel lieve sorriso che a quelle parole, non può che divenire più radioso.

 

“ Grazie… “. Sussurra solamente il decimo pilastro, la quarta luna inferiore, mentre Anaìs si prepara a quello che forse, darà il compito più difficile di tutta la sua intera vita: estrarre la Zydrate di Zenitsu ed iniettarla, in dosi ovviamente giuste, ad Aya. La vita della ragazza è nelle sue mani esattamente come, anni prima, lo fu quella di re Derek. Ma se con l’uomo purtroppo fallì, pensa la donna, con la ragazza non intende commettere il minimo errore: la salverà, pensa. La salverà, a qualsiasi prezzo.

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Capitolo 5
*** Faro nella notte ***


FARO NELLA NOTTE
Storia: La diciottesima luna 

 

La battaglia tra Vanitas ed Ace è appena finita, vedendo come vincitore il re zaffiro. Per la prima volta dopo tanto tempo la pioggia cade incessante nell’intero regno di Sabrie, con quelle nubi che oscurano persino la luna cremisi che lentamente, sta tornando ad essere rossa. Ma a qualcuno non sembrerebbe importare molto: il giovane dalla chioma corvina osserva il mare di fronte a lui, la sola luce del faro nella notte attira la sua attenzione mentre si accende quella che sarà… la terza? La quarta sigaretta? Non lo sa e nemmeno gli importa: queste cose pensa, non gli fanno male dopotutto. In fin dei conti pensa, non è un umano ed il suo corpo non è fragile come uno di essi: anche se dovesse ammalarsi guarirebbe, non ha motivo di porsi un limite. Ed in oltre pensa, anche se così non fosse non gli importa più nulla. “ E così, sono stato sconfitto… “. Mormora solamente, ripensando alla batosta subita da Vanitas: il suo ex migliore amico gli ha dato una lezione memorabile, una di quelle che difficilmente scorderà. “ Eh si… io, la prima luna superiore, sconfitto dalla seconda… “. Mormora poi, abbracciandosi le ginocchia con le braccia e seppellendo il viso in esse. “ Mi chiedo a cosa sia servito tutto questo…? “. Chiede più a sè stesso, per poi tornare a fissare il faro nella notte e riprendendo a fumare, come se in quel modo i suoi pensieri potessero svanire come il fumo nell’aria. Come da accordi ha dato la sua Zydrate per salvare Kevin, ed ora il braccio gli fa un pò male nel punto in cui è stata estratta. In seguito ha deciso di andarsene da palazzo, volendo rimanere un pò solo ed avendo modo di accettare la sua più clamorosa sconfitta. Come re, come amico, persino come uomo pensa, Vanitas gli è stato superiore in ogni campo. E volente o nolente, prima o poi dovrà accettare questa cosa.

 

Poco distante, una giovane donna dalla chioma corvina lo sta osservando silenziosamente. Poco dopo gli si avvicina, coprendolo con il proprio ombrello e chinandosi leggermente, per poi afferrare la sigaretta che stava fumando e sospirando pesantemente. “ Ti fa male, fumare così tanto. Perchè immagino che non sia la prima, vero? “. Chiede perentoria la fanciulla con l’abito blu, mentre l’altro punta il suo sguardo oceano in quello zaffiro di lei.

 

“ Cosa ci fai qui? Non dovresti essere insieme al tuo re, a Veritas? In fondo, ora avete ottenuto ciò per cui siete venuti: la mia Zydrate “. Sussurra solamente il re rubino, ma Ivy Hikari scuote il capo un paio di volte: senza dargli una risposta ed infischiandosene di sporcare il bellissimo abito, si siede sulla sabbia assieme a lui, l’ombrello copre parzialmente entrambi e li lascia parzialmente scoperti, non essendo abbastanza grande per due persone. Ma a loro non sembra importare, non ora almeno.

 

“ Non abbiamo avuto esattamente tutto quello che volevamo, in verità “. Ammette, mentre lui la osserva stranito: ora è lei ad osservare la luce del faro nella notte, per poi riprendere parola di lì a poco tempo. “ Tu e Vanitas eravate amici, Ace: era il tuo migliore amico ed ha sofferto parecchio, dopo la vostra rottura. Credimi: gli dispiace molto per quanto successo anni fa, non era sua intenzione ferirti in quel modo con la spada di ghiaccio. Voleva solamente proteggere i Pilastri e le porte dei Re, credimi! Non aveva nulla contro di te, anzi: si è pentito per tutta la vita di averti quasi ucciso. Da quando è successo quel disastro, non ha mai più rievocato la sua arma per anni ed anni. Ti prego: cerca di andare avanti, così come ha fatto lui “. Sussurra poi la corvina, mentre lui sospira pesantemente.

 

“ Certo, avermi lasciato lì a morire e grondante sangue davanti alla porta dei Baskerville non depone a suo favore… “. Mormora, mentre lei sta per parlare nuovamente. Ma lui la interrompe di lì a poco. “ Ma forse hai ragione tu, dopotutto… “. Lascia la frase a metà, mentre lei lo osserva in attesa che prosegua. “ Forse dovremmo semplicemente andare avanti. Sempre che anche tu mi abbia perdonato, per quello che ho fatto a te “. Sussurra solamente il re rosso, mentre la giovane sospira pesantemente: certamente pensa, il re rubino non si è comportato nel migliore dei modi con lei. Tuttavia pensa, deve essere lei a dare il buon esempio, deve essere lei la prima a perdonare per ristabilire la pace tra il re rosso e suo marito.

 

“ Certo che ti perdono “. Fa solamente la corvina, mentre lui la guarda senza dire nulla. “ Vanitas lo ha fatto, perchè non dovrei farlo io? “. Chiede, mentre lui non smette un momento di guardarla, per poi sospirare pesantemente.

 

“ Perchè non mi pento di quello che è successo: cioè, mi pento dei miei modi ma non dei risultati. Perchè se mi chiedessero di fare le cose diversamente ma ottenendo il medesimo risultato, lo farei senza esitazione. E non è molto carino pensare queste cose, no? “. Chiede solamente, mentre lei rimane da prima sorpresa. In seguito sospira pesantemente, entrambi osservano la luce del faro nella notte per lunghi istanti.

 

“ Dovresti dar priorità alla tua luna consorte, Ace: Alexis ti ha assecondato, ma non credo sia felice di sapere che vorresti una seconda sposa. Lei ti ama e tu ami lei, devi pensare solo a lei ed ai vostri figli. Al tuo, al vostro regno. E vedrai che piano piano le cose si sistemeranno, inclusi i rapporti con gli altri re “. Fa, mentre lui annuisce lievemente.

 

“ Forse hai ragione… “. Mormora solamente, per poi cambiare posizione senza il minimo preavviso: si sdraia, infischiandosene di sporcare abiti e mantello, nemmeno di sporcare i capelli gli importa. Posa il capo sul grembo di lei, chiudendo gli occhi qualche istante.

 

“ Ma che fai? “. Fa solamente la regina zaffiro, mentre lui sospira pesantemente e non accenna a voler riaprire gli occhi.

 

“ Niente: voglio solo riposare un pò. La battaglia è stata dura, dopotutto “. Mormora solamente, proseguendo di lì a poco. “ Non ho secondi fini, ma ti prego: rimaniamo così per un pò, solo io e te. Per favore… “. Sussurra solamente il re rubino, mentre lei sospira lievemente ed in seguito si arrende, annuendo.

 

“ E va bene… “. Fa solamente, posando semplicemente una mano tra i suoi capelli ed accarezzandoli lievemente, avvertendo dalle sue emozioni che si sta lentamente rilassando. “ Ma solo per un pò, eh? “. Conclude poi, mentre lui annuisce quasi impercettibilmente. Lei lo osserva qualche istante, in seguito il suo sguardo torna nuovamente sulla luce del faro nella notte ed un silenzio quasi irreale cala, squarciato solo dallo scrosciare incessante della pioggia.


 

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Capitolo 6
*** Inverno ***


INVERNO
Storia: Soledad

 

È una fredda notte d’Inverno a Sabrie: l’intero regno è ricoperto da un manto bianco e gelido, mentre un eterno giovane dalla chioma argentea osserva in silenzio i fiocchi di neve cadere. “ La neve, già… proprio come quella volta… “. Mormora solamente un giovanissimo Kevin Baskerville, sedendosi contro il tronco di un albero ed infischiandosene di bagnare il mantello o i vestiti: dopotutto pensa, lui non sente freddo. Non in questo momento specifico, almeno. Ironico, pensa l’erede maggiore di Rin e Juri: Sabrie è conosciuta anche come il regno del fuoco, raramente i suoi abitanti hanno sperimentato il freddo essendo, di norma, un regno molto caldo dato l’elemento dominante della luna sotto cui è nato. “ Ironico… “. Mormora poi il giovane dalla chioma argentea, per poi osservare i suoi abiti sporchi di sangue e mentre la brezza invernale sferza il suo viso e muove i suoi lunghi capelli, ma nulla di ciò sembra importargli. “ Ironico come proprio stanotte, dopo anni ed anni sia nuovamente tornato l’Inverno su Sabrie… “. Continua il proprio monologo, mentre la sua mente torna a solo qualche momento prima. Alla casa da cui è scappato, la casa in fiamme in cui ha lasciato a morire una giovane donna ed una bambina, in cui ha lasciato che il fuoco che anche lui domina togliesse la vita a ben due persone. Eppure pensa Kevin Baskerville, nonostante si sia appena macchiato di quel terribile crimine non si sente affatto in colpa. Da prima osserva il sangue rimasto sui vestiti, poi quello sulle mani ed in fine si lascia andare ad una risata da prima nervosa, in seguito più fragorosa ma nervosa al tempo stesso. “ Quella puttana e la sua bastarda hanno avuto ciò che si meritavano! Hai fatto ciò che dovevi, Kevin! Non hai nulla da rimproverarti… “. Continua, cercando forse di convincere sè stesso e sicuro che entrambe, sia madre che figlia, siano morte. Ma certo pensa, non può essere altrimenti: ha morso lui stesso quella donna fino a dissanguarla, non attivando il processo di trasformazione ma facendo si che soffrisse le pene dell’inferno fino all’ultimo istante della sua vita. Per quanto riguarda la neonata invece, la cosa è stata differente: l’avrebbe eliminata in un sol colpo con la sua spada, ma le cose presero una piega inaspettata. “ Non capisco perchè, nel momento fatidico, non sono riuscito a far fuori quella piccola bastarda con le mie mani… “. Sussurra poi il neo re degli esiliati, riflettendo: aveva puntato la spada a colei che ha scoperto essere sua nipote e non sua figlia, era pronto a chiudere i conti anche con lei. Era pronto ad uccidere la figlia del fratello oltre alla sua amante, era pronto ad affondare la spada ed a macchiarsi del sangue della neonata che, in parte, comunque è anche il suo essendo lei per metà una Baskerville. Era pronto a farlo, davvero. Ma qualcosa lo ha trattenuto: era come se la spada fosse bloccata, anzi era come se la sua stessa mano ed il suo stesso braccio lo fossero. Poi accadde: il suo sguardo incontrò quello della piccola Alexis, il suo unico occhio incontrò quelli innocenti della piccola che, dal canto suo, non sembrò affatto intimorita da lui. Non pianse, piuttosto gli sorrise e, forse inconsciamente o forse di proposito, strinse un legame infrangibile con suo zio. “ Un imprinting con quella bastarda… “. Mormora solamente il precedente custode del potere delle tenebre, per poi scuotere il capo con enfasi. “ Ora basta! Quella puttana ingrata di Soledad e la sua bastarda sono solo un ricordo! Un ricordo che le fiamme avranno sicuramente cancellato, completamente! “. Continua il fratello maggiore di Allen, prendendosi la testa tra le mani e non potendo fare a meno di pensare agli istanti che precedettero la sua uscita da quella dannata casa.

 

La donna dalla chioma bionda tossisce, probabilmente a causa del fumo causato dalle fiamme. Non ha forza di alzarsi, ma a stento si trascina fino al punto in cui desidera arrivare e, una volta giunta, afferra il mantello del giovane uomo con tutta la forza che le è rimasta in corpo. “ Kevin… “. Mormora solamente, mentre lui si volge di scatto verso di lei. Sta per parlare, ma lei prosegue il discorso di lì a poco. “ Prenditi cura… di lei… “. Sussurra la bionda, mentre lui la osserva decisamente strabiliato: lui l’ha praticamente uccisa e lei che fa? Gli chiede un favore? “ Alexis… la mia bambina… “. Prosegue la donna, mentre lui si volge di scatto verso la culla in cui c’è ancora la nipotina neonata. “ Prenditi cura di lei… “. Ripete Soledad, mentre lui si stacca bruscamente dalla sua presa.

 

“ Tu sei pazza! Io ho già ucciso te, cosa ti fa pensare che lascerò viva la tua bastarda?! “. Chiede alterato, mentre l’altra tossisce nuovamente: per un’umana come lei, stare in una casa in fiamme ed in quello stato non è esattamente la cosa più appropriata. Ma non ha scelta, non ha la forza neanche per trascinarsi fuori di casa: il morso di Kevin la sta dissanguando rapidamente, per lei non c’è più scampo.

 

“ Proteggila… proteggi… tua nipote… da lui… “. Continua insistentemente Soledad, mentre l’altro ancora non riesce a capire. “ Proteggila… da Rin… “. Continua la donna, prima di svenire ma senza mollare la presa sul mantello di Kevin, che la osserva qualche istante e quasi sotto shock, senza sapere come interpretare esattamente la richiesta della donna e soprattutto, senza sapere perchè l’abbia fatta proprio a lui.

 

Che quella donna avesse dunque capito, si chiede il giovane dalla chioma argento? “ Che avesse capito dell’imprinting…? “. Sussurra, mentre l’aria gelida continua a far muovere i suoi lunghi capelli argentei e mentre, di lì a poco, sospira pesantemente. “ Non importa… tanto, molto presto di quelle due bastarde non resterà che un brutto ricordo… solo questo… ci penseranno le fiamme della luna rossa a finire ciò che io ho iniziato e mio fratello soffrirà, esattamente come ho dovuto soffrire io a causa sua… “. Prosegue, portando una mano dove un tempo stava il suo occhio destro e mentre, di lì a poco, si lascia andare ad una nuova ed isterica risata. “ Va tutto bene, Kevin! Va tutto bene! Non devi temere nulla… “. Rassicura sè stesso, mentre l’Inverno infuria più che mai sul regno di Sabrie e mentre, nonostante la bufera, una bellissima luna cremisi fa la sua comparsa nel regno del fuoco.

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Capitolo 7
*** Piano C ***


PIANO C
Storia: La leggenda del re dei vampiri 

 

L’uomo dalla chioma arancio cerca ancora una volta di far ragionare colui che, oltre ad essere il suo signore è anche suo cognato. Si alza dalla sedia su cui era seduto e cerca di avvicinarsi, ma l’altro non pare aver idea di fermarsi a dargli retta: continua a camminare su e giù per la stanza come fosse inseguito dal diavolo in persone, il nervosismo non gli consente nemmeno di sedersi su una sedia. “ Strauss… “. Lo chiama ancora una volta, nessuna risposta. “ Strauss, ascoltami… “. Fa per concludere, ma l’eterno giovane dalla chioma azzurra non pare proprio intenzionato a prestare ascolto alle sue parole.

“ Ci dev’essere un modo. Ci dev’essere un altro modo per distruggere quel tiranno di mio zio “. Sibila. Colui che si rivela essere Garsendiss torna a sedersi sulla sedia di poc’anzi: non riuscirà a farsi dar retta, pensa. “ Ci dev’essere per forza “. Continua il legittimo Re di Costaluna, ma a quella frase il cognato e maggiordomo lo guarda con rassegnazione.

“ E quale? Le abbiamo provate tutte, ma non è servito a nulla: abbiamo esaurito ogni idea “. Fa, ma le sue parole fanno sbroccare il maggiore dei figli di Dracula.

“ E tu cosa proporresti di fare, eh?! “. Chiede, facendo sussultare l’altro. “ Ci arrendiamo?! Ti ricordo che mio zio ha nelle sue mani anche tua figlia, Lucia! Mia nipote! E in oltre, ha preso anche mio figlio e mia moglie incinta! Ora dimmi: dovrei rimanere inerte?! Dovrei semplicemente lasciarlo fare?! “. Chiede. Garsendiss non sa cosa rispondere, se non una frase che gli viene spontanea.

“ Sarò io ad affrontare Edoardo: porterò a casa Tea, Liuva e Lucia sani e salvi. Che faccia di me ciò che vuole, ma almeno avrò salvato la mia bambina ed il resto della mia famiglia. È il solo piano che abbiamo, l’ultima carta che ci resta da giocare “. Fa, recuperando determinazione. “ Ti chiedo solo una cosa: non dir nulla a tua sorella. Non finché non sarò già partito. Conosco Bridget: non me lo lascerebbe mai fare “. A quella frase lo sguardo del suo re si fa furente: per la prima volta si è arrabbiato con lui e, senza alcun preavviso e con uno scatto fulmineo afferra l’altro per la camicia, stringendo la presa e costringendolo così ad alzarsi.

“ Tu non vai da nessuna parte: se morirai, sarò io a doverti seppellire! Sarà mia sorella a soffrire, pensi che possa permetterlo? Pensi che possa accettare il tuo sacrificio in nome della mia battaglia?! Non credevo fossi così sciocco, non credevo proprio che pensassi che per me, tu contassi così poco da lasciarti sacrificare in questo modo senza fare nulla per evitarlo “. Le sue parole costringono l’altro ad abbassare lo sguardo: non era sua intenzione offendere il suo Re.

“ Mi dispiace: non volevo dire che a te non importa, ti sto dicendo che non c’è altra scelta: Edoardo ci ha sconfitti ogni volta, abbiamo esaurito tutti i piani B! cos’altro possiamo fare? “. Chiede l’uomo, in apprensione: teme per la sua famiglia ed anche per il suo signore, teme voglia fare dei colpi di testa e, proprio per evitare questo ha deciso di esporsi in prima persona, al suo posto. Ma a quella frase Strauss lo guarda qualche momento, poi scuote il capo in gesto di diniego.

“ Questa è la tua ultima opzione, non la mia “. Sentenzia, non allentando la presa sulla camicia del cognato che, a quella frase lo guarda stranito.

“ Cosa intendi dire? “. Chiede. A quella domanda non segue un’immediata risposta: Strauss sposta lo sguardo qualche momento, come stesse riflettendo su una cosa. In seguito torna a guardare Garsendiss per poi finalmente dare una risposta al suo quesito.

“ Ti sto dicendo che, se abbiamo esaurito i piani B useremo un piano C. e stavolta, sarà definitivo “. Quella sicurezza nello sguardo del turchino spaventa un po' l’arancione, che tuttavia non lo interrompe ed attende che termini la frase. “ Sarò io il piano C “. Quelle parole stanno per fare avere un mancamento a Garsendiss che, istintivamente scuote il capo come avesse intuito le intenzioni del suo Re.

“ No! No, questo non lo puoi fare, non… “. Ma la forte stretta sulla sua camicia lo obbliga al silenzio, preso da un’improvvisa e strana soggezione.

“ Si, invece! “. Grida il maggiore del fratelli Rosa Rossa. “ Io sarò il piano C, io sarò il mezzo grazie al quale voi riuscirete ad introdurvi a palazzo e liberare Tea, Liuva e Lucia: sarò io l’esca “. Sentenzia determinato. Garsendiss scuote il capo con enfasi.

“ No! “. Fa semplicemente, non accettando una cosa simile: sa benissimo quanto Edoardo voglia mettere le mani su Strauss, se ora lui si esporrà in quel modo non c’è garanzia di proteggerlo. E se qualcosa andasse storto? Non osa nemmeno pensarci.

“ Invece si! “. La voce dell’altro lo riporta bruscamente alla realtà, mentre alcune lacrime gli rigano il viso. “ Invece si, e tu mi aiuterai: insieme libereremo la nostra famiglia. Mio zio non avrà mai ragione di noi, ma dobbiamo essere uniti: credimi, non ho voglia di farmi ammazzare da quel bastardo. Non mi farò cogliere impreparato: ci stai? “. Chiede poi, l’altro non può fare a meno, seppur riluttante, di annuire: non tradirebbe mai il suo signore, anche se quel piano C non gli piace farà di tutto affinché vada a buon fine, di tutto perché Strauss possa eliminare Edoardo e riavere il suo trono ed il suo palazzo. Di tutto.

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Capitolo 8
*** Buio pesto ***


BUIO PESTO
Storia: Violent Yellow

 
Il giovane non saprebbe dire quanto tempo sia passato: un’ora, un giorno, una settimana? Non lo saprebbe dire: nulla gli consente di scandire il passaggio del tempo, in quella stanza è il buio pesto a regnare come sovrano indiscusso: lo stesso sovrano indiscusso che un giorno, pensa il principe Muzan, diventerà anche lui. Non gli importa nulla di ciò che dice suo padre e non gli importa quanto cerchi - a suo dire - di rieducarlo, le cose andranno comunque esattamente come lui ha previsto. Non sa cosa prova, il giovanissimo principe Muzan Tsukinami: normalmente e secondo la logica, dovrebbe provare rabbia verso suo padre che lo ha rinchiuso lì e paura per il buio pesto che lo circonda, tuttavia così non è. Il buio non gli fa paura ed è completamente apatico nei confronti del genitore. “ Non ho tempo per sciocchezze come il provare paura o essere triste per ciò che mio padre mi ha fatto. Ho ben altro a cui pensare… “. Borbotta solamente il futuro sovrano del regno di Emperia. Ed in effetti pensa, ha molto altro a cui rivolgere i suoi pensieri: al fatto che ben presto sarà lui ad essere sovrano di Emperia, che erediterà il posto del padre in un modo o nell’altro e che diventerà lui l’ottavo Pilastro, il lower rank eight. Già, anche questa cosa è da risolvere pensa il corvino, immerso nella più totale oscurità: la luna gialla è molto forte, ma è ancora un lower rank e questa condizione va sistemata quanto prima. “ Molto presto sconfiggerò una luna superiore, così che la mia luna possa diventare un upper rank… “. Sibila solamente il primogenito di re Lionel, per poi pensare all’altra questione che proprio non gli va a genio. La spina nel fianco che deve togliersi quanto prima, prima che diventi un’infezione insanabile: suo padre e sua madre intendono dare sua sorella Margherita in sposa ad un altro re, mentre per lui vogliono una sposa dalle nobili origini, così che possa divenire la sua luna consorte e dargli dei figli forti, in grado di sostenere e tramandare il potere immenso della Luna Gialla. “ Non lo tollero… “. Sibila tra i denti il ragazzo, stringendo lievemente i pugni in ira. “ Lei dev’essere mia! “. Prosegue, nei suoi occhi brilla per un istante un bagliore giallo mentre un raggio del medesimo colore squarcia il buio pesto della stanza, infrangendosi sulla parete e corrodendola parzialmente. “ Lei sarà mia, che loro lo vogliano o meno. Anche il suo parere è irrilevante: nessuno può rifiutare un mio ordine, anche se si tratta di mia sorella o dei miei stessi genitori “. Commenta solamente l’erede di Lionel e Leonie, pensando all’umiliazione subita quando, con nonchalance, i genitori gli annunciarono il fidanzamento della sorella, a cosa provò lui, alla collera così potente e travolgente che, se fosse già stato un pilastro, se già fosse stato il re del clan del clan della Luna Gialla, avrebbe comportato una scossa molto potente al Pilastro giallo. All’odio provato per i genitori stessi, alla voglia di trascinare via Margherita dalla sala del trono in quello stesso istante e farla sua, prima che qualcun altro potesse solo osare a metterle un dito addosso prima di lui. Questo pensiero sembra far impazzire il maggiore dei fratelli Tsukinami, che si porta entrambe le mani al capo, che scuote leggermente. “ Giuro che non permetterò che una cosa simile accada… “. Sibila solamente Muzan, i quali occhi non smettono di brillare di un’intensa luce gialla e mentre il suo intero corpo trema, in preda ad una collera sempre crescente. “ Non permetterò mai che qualcuno tocchi ciò che è mio: non amo condividere con alcuno ciò che mi appartiene e le mie sorelle rientrano in questa categoria “. Continua il proprio monologo, scuotendo lievemente il capo. “ No! Che io sia dannato se succederà una cosa simile! “. Prosegue, mentre quella luce gialla che brilla nei suoi occhi non accenna a volersi spegnere. “ Padre, mi avete fatto un grosso favore a rinchiudermi qui… “. Mormora, come se effettivamente il padre fosse li e potesse rispondergli. “ In questo buio pesto, potrò meditare sul mio piano perfetto. E quando uscirò da questa stanza, non sarò affatto rieducato come dite voi. Questa punizione è servita soltanto a segnare la fine del vostro regno e l’inizio del mio, dopo che avrò perfezionato il mio piano. E quando sarò re, anche le mia amate sorelle non potranno più lasciare questo regno e saranno mie. Per sempre “. Precisa poi, lasciandosi andare ad una lieve e crescente risata, che lentamente diventa isterica e posando il capo al muro, pensando che il suo piano è davvero perfetto. Esattamente pensa, perfetto come lo è lui.
 

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