Tu sei la mia anima

di Ladylilla
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tu sei solo mio ***
Capitolo 2: *** Tu sei solo mio ***
Capitolo 3: *** Dolorante è il cuore ***
Capitolo 4: *** Amor mio ***
Capitolo 5: *** Cuore mio ***
Capitolo 6: *** Sei al sicuro ***
Capitolo 7: *** Passione ***
Capitolo 8: *** Dentro di me ***
Capitolo 9: *** Dentro di me - Seconda parte ***



Capitolo 1
*** Tu sei solo mio ***


Aveva gli occhi scuri arrossati e un po' lo diventarono anche le guance. Nelly gli scostò un ricciolo nero come il carbone dalla fronte, ma lui si ritrasse bruscamente, orgoglioso com'era, non amava essere toccato.

«Heatcliff! Ma tu hai la febbre alta, ragazzo mio» disse, tristemente, osservandolo con compassione. «Devi metterti subito a letto!»

«Non guardarmi così, Nelly, sto benissimo e che non sappia nulla Cathy!»

«Mettiti a letto suvvia. Ti porto una minestra calda»

«Non posso restare qui, quel maledetto di Hindley si trova in casa»

«Dorme ubriaco fradicio sulla panca accanto al fuoco. Non si sveglierà fino a domani e Joseph è fuori a spalare la neve, poi dovrà pulire la stalla. Puoi star sereno, nessuno si accorgerà della tua assenza»

«E Cathy dov'è?»

«Era da basso poco fa, accanto al fuoco. C'era anche Linton, ma adesso deve essere andato via a causa di questa tormenta, non credo si farà vedere tanto presto, il signorino»

Heatcliff strinse i pugni e si sentì bruciare di rabbia, imprecando tra i denti.

«Spero che abbia a nevicare per almeno un mese Nelly, così che quel bamboccio non venga più a Wuthering Hights»

Nelly non rispose, ma fece cenno a Heatcliff di mettersi sotto le coperte. Lui obbedì e lei con affetto, gliele rimboccò.

«Ho detto che non devi toccarmi, Nelly»

«Smettila col tuo comportamento da cagnaccio crudele, chi ha così tanto orgoglio nel cuore, riceverà tante pene e nessuno lo sa meglio di te»

Heatcliff ringhiò qualcosa di incomprensibile.

 

Cathy, informata da Nelly salì nella sua stanza e gli posò un bacio sulla fronte.

«Heatcliff, ma come scotti! Hai un brutto febbrone, mi ha detto Nelly, ma non preoccuparti, sono certa che passerà molto presto»

«No, Cathy, non ho niente» disse orgogliosamente. «Io non sono debole come quell'idiota di Linton»

«Ma davvero? Allora, vieni con me, e corriamo insieme nella landa, sarà bellissimo sotto questi fiocchi di neve» scoppiò a ridere.

«sto scherzando ovviamente» aggiunse «dai Heatcliff, non guardarmi in questo modo, io posso riempirti di baci, sono sicura che ti guariranno»

Gli posò tanti baci sulle guance, non smettendo mai di fissargli le labbra e questa volta lui non si ritrasse.

«Se resti qui, Cathy, ti contagerò, è meglio se torni accanto al fuoco. Non voglio che ti ammali»

«Ma io voglio contagiarmi, così soffriremo questa pena insieme, e poi così malato potrò averti per più tempo con me. Ne sono felice!»

 

«Allora resta qui con me e non far venire Linton domani. Fagli dire da Nelly che sei impegnata»

«E perchè mai? Solo per un po' di febbre? Dai Heatcliff, sai che vali molto più di lui»

«E allora perchè trascorri del tempo con lui e la sua odiosa sorella?»

«Perché sono stati gentili con me ed è buona educazione ricambiare alle gentilezze ricevute»

«Tu scacci via me, per educazione, Cathy?»

«D'accordo, Heatcliff cattivo! Se pretendi così tanto da me, anche io voglio qualcosa da te»

«Che cosa?» chiese perplesso, ma con una certa soddisfazione sul volto per aver impedito che Linton venisse l'indomani.

«Tu sei un ragazzo... Io, vedi... Non ho mai visto il corpo di un ragazzo» lo guardò in modo malizioso, come non lo aveva mai guardato, del resto lei aveva già quindici anni e pensava spesso a come potesse essere fatto Heatcliff, immaginando cosa ci fosse sotto quei vestiti rozzi da contadino. Si era tolto la maglietta molte volte in estate, ma sempre restando distante da lei, e coprendosi in fretta, come se lui, al di sotto, potesse celare segreti inconfessabili.

«Non farò venire Linton a patto che tu mi faccia vedere come sei fatto»

Heatcliff intuì qualcosa, ma uno strano rossore gli prese le guance e non era dovuto alla febbre. La guardò sospettosamente, come non l'aveva mai guardata.

«Non capisco che vuoi dire Cathy» mentì.

«Mi piacerebbe se ti spogliassi, voglio guardarti senza nulla addosso»

«Ma Cathy! Cosa stai dicendo? Non sta bene, se entrasse qualcuno? Solo una moglie può vedere il marito senza vestiti e poi...»

«Per me sei molto più di un marito. E poi? Perchè non vuoi? Avanti dimmi la verità»

Non rispose.

«Hai segreti con me? Su sbrigati, Heatcliff qual è il problema?»

«Mi vergogno, Cathy» cedette alla fine, abbassando gli occhi scuri come la notte.

«Allora farò venire Linton domani, sono certa che lui mi accontenterà» disse, facendo finta di andarsene.

«Aspetta Cathy» ringhiò Heatcliff «Farò quello che vuoi» disse imbarazzato.

«Ho sempre desiderato vedere un corpo maschile, Heatcliff»

Heatcliff abbassò il capo arrossendo ancora di più. Non sembrava neppure più lui orgoglioso e sprezzante com'era sempre con tutti, tranne che con lei.

Si sollevò piano la maglia fino a scoprire un po' l'addome, magro e ben fatto.

«Di più» incitò lei, senza staccargli gli occhi di dosso.

«In che senso?»

«Toglila Heatcliff, voglio vedere il tuo petto nudo»

Heatcliff obbedì, come sotto un incantesimo e lentamente si tolse la maglia, scoprendo il corpo slanciato e forte, bello come quello di un principe indiano.

«Come sei bello, Heatcliff» sussurrò, incantata.

Lui la fissò, provando una felicità mai provata a quel semplice commento, che in tutta la vita non aveva mai ricevuto. Lei allungò dolcemente una mano sui suoi pettorali, carezzando delicatamente i margini dei suoi capezzoli, scese con le dita, esplorando quella pelle proibita, come peccato. A ogni tocco leggero, lui non poteva fare a meno di tremare, né di staccare gli occhi da quelle mani, che con quelle carezze lo dilaniavano, torturando la sua anima di doloroso desiderio.

«Va bene, Cathy? Posso rivestirmi?» disse, tremante, con una voce sottile, che non sembrava la sua. Fragile, vulnerabile, spogliato della sua maschera fatta di rabbia e ritrosia.

«No, voglio di più» Audacemente Cathy abbassò ancora la coperta. Aveva dei pantaloni marroni, quelli che usava quando andava nei campi. La sua mano si allungò ai margini, sfiorando i bottoni all'incastro e strappando un gemito al suo compagno.

«Fermati, Cathy, te lo ordino. Non andrai oltre» si ribellò.

«Tu osi ordinare?» scoppiò a ridere «Se ti sentisse mio fratello.

Non mi ordinerai nulla, caro Heatcliff, sono io che do ordini a te. E ti dico che non mi soddisfa quello che mi hai mostrato»

«No» disse allontanando quella mano.

«Osi disobbedirmi Heatcliff?»

«Non sta bene che una signorina veda nudo un ragazzo che non è suo marito»

«Tu vorresti sottostare a quelle stupide convenzioni sociali?»

«Ma Cathy!» la rimproverò.

«Sono io che faccio le regole, Heatcliff» disse e chinando il volto sul suo petto, iniziò a posargli dei teneri baci, prima dolci, sfiorando appena la pelle con le labbra morbide, poi, bollenti utilizzando la lingua. Partì dall'alto, dalle spalle, poi scese lentamente ai capezzoli rosei, scendendo ancora e ancora lungo la linea del suo ombelico e portandosì ai margini dei pantaloni. Heatcliff era senza fiato e sentì il suo desiderio esplodere, non potendo più trattenersi, cercò di nascondere i gemiti. Ma non poteva con lei, lei che conosceva ogni frammento della sua anima, adesso voleva esplorare ogni minuscolo pezzo del corpo, e per quale motivo lui non avrebbe dovuto permetterglielo?

«Ti prego, Cathy, basta» la pregò, tra i gemiti, come fosse stata un angelo dannato.

Ma lei non si fermò. E sbottonò i pantaloni, lasciando scoperta la sua biancheria di un tessuto di bassa qualità. Niente a che vedere con la biancheria di pregiata seta che stava indossando lei in quel momento. Lui appariva povero e scarno, eppure lei sapeva che la sua anima era la sua, perchè allora non avrebbe dovuto rubare anche il suo corpo? Anche il suo corpo era qualcosa di intimamente suo, che le apparteneva, essendo lei, Heatcliff stesso.

Heatcliff le prese la mano, scostandola, ma lei non si arrese e abbassò un poco i pantaloni.

«Toglili tu, Heatcliff, io resterò qui a guardarti. Non immagini neppure quanto mi renda felice vederti così. Resterei qui per sempre. Esaudisci il mio desiderio. Togli... Tutto. Voglio che tu sia spogliato di ogni cosa e mi mostri come sei realmente»

«Chiudi a chiave la porta, Cathy» ordinò e lei obbedì, portando nuovamente lo sguardo su di lui.

Con le mani tremanti Heatcliff si tolse i pantaloni, restando solo con la biancheria da quattro soldi. Niente a che vedere con quella elegante che poteva indossare quando era vivo il signor Earnshow.

Cathy sorrise, ammaliata «Amo come sei fatto, Heatcliff. Sì, sei davvero bello» ripetè.

Questa volta, si dipinse sul volto di lui una felicità sincera, e le sue sopracciglia per la prima volta si rilassarono, il viso si fece sereno come non gli accadeva da quando era bambino. Nacque sul suo volto un sorriso spontaneo.

Era evidente il suo turgore. Strinse le cosce per non farsi vedere da lei, ma era troppo esposto. Non avrebbe potuto nascondere più nulla. Ogni frammento ormai era suo.

«Togli la biancheria, Heatcliff, te lo ordino. Subito»

«Non puoi chiedermi anche questo, Cathy» si negò ancora.

»Invece, te lo chiedo, anzi te lo ordino»

«Aspetta, Cathy, sento dei passi»

«Non aspetterò neppure un minuto» rise lei, dominante.

«Ma qualcuno sta venendo qui» disse in agitazione.

«La porta è chiusa a chiave, se stiamo zitti penseranno che stai dormendo. Dai, Heacliff, caro, mostrami tutto di te. Non avrai con me alcun segreto»

Lentamente Heatcliff si sfilò la biancheria restando completamente nudo.

«Ecco, io devo poter vedere ogni parte di te, senza alcun imbarazzo»

Cathy si stese accanto a lui e lo coprì ancora di baci frenetici e veloci.

E lo fissò come l'essere più prezioso, anche se era vestito di cenci, anche con la biancheria di pessima fattura, anche con l'aspetto sprezzante e orgoglioso. Lui restava la cosa più bella che lei avesse mai visto. Il ragazzo abbassò gli occhi, avendo perduto l'orgoglio, la rabbia e l'espressione furiosa. Lei era riuscita a spogliarlo di tutto, e ciò che restava era un ragazzo vulnerabile.

«È Nelly! Sta bussando. Devo rivestirmi, Cathy!» disse sottovoce, in agitazione estrema.

«Voglio guardarti ancora così» sussurrò tra i baci.

«Ma c'è Nelly!»

«Non parlare. Restiamo in silenzio e se ne andrà»

Restarono in silenzio finchè Nelly non disse che avrebbe lasciato la minestra calda su una sedia e la sentirono scendere. Cathy rise, divertita.

«Adesso mi rivesto, Cathy. Ti ricordo che ho la febbre e che fa freddo»

«Ma non eri tu quello forte? Che non teme niente?» lo baciò ancora e gli accarezzò i riccioli scuri. Lui si rivestì velocemente e quando ebbe finito, Cathy pose la guancia accanto alla sua, mentre gli accarezzava la fronte calda. All'improvviso, lui chiuse gli occhi e si addormentò, stremato dalla febbre e dalla lunga giornata di lavoro nei campi, allora di nascosto, lei potè baciarlo sulle labbra. Poi pianse.

«Non saprai mai quanto ti amo, Haetcliff e anche se te lo confessassi, forse non capiresti neppure questo genere di sentimenti. È colpa di Hindley, che ti ha ridotto e degradato peggio di uno schiavo. Ma io sono te. E senza di te, il mio mondo sarebbe completamente estraneo»

E lo baciò ancora al di sopra del tessuto da pochi soldi che indossava, proprio dove si trovava il cuore, la sede dell'anima.

 

 

Ciao a tutti, cuoricini, ho scritto questa fanfiction perchè ho sofferto molto: avrei tanto voluto vedere almeno un bacino tra loro quando erano adolescenti; se non un qualcosa di più. Mi sarebbe piaciuto anche solo leggere più parti in cui loro parlano, quando solo soli e insieme, avrei tanto voluto vedere cosa si dicevano quando erano soli nella brughiera, ma non c'è quasi nulla :'(, per questo ho scritto questa fanfiction, spero che vi piaccia e che si senta almeno un po' la carica erotica ( sto cercando di migliorare la mia scrittura ) ringrazio di cuore chiunque leggerà e lascerà un commentino anche breve, grazie e buonanotte

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Capitolo 2
*** Tu sei solo mio ***


Catherine lo lasciò così: mentre dormiva a labbra dischiuse e i riccioli scuri e ribelli come lui, erano tutti scompigliati e sudaticci, appiccicati alla fronte per via dell'aumento della sua temperatura corporea. Lo coprì come meglio poteva, sorridendogli in modo dolce e donandogli un ultimo bacio sulla guancia. Aprì la porta e trovò la minestra di Nelly ormai divenuta fredda. Andò in camera sua, ma non riuscì a chiudere occhio. Si assicurò che Hindley non fosse rinvenuto dalla sua ubriachezza e che tutte le candele fossero spente per esser certa che anche Joseph e Nelly fossero andati a letto.

Era ormai notte fonda e lei tornò da Heatcliff. Gli baciò ancora la fronte e si accorse che scottava molto di più rispetto alla sua visita precedente. Si preoccupò.

- Heatcliff! - lo scosse per un braccio - Heatcliff, svegliati, su! - ma lui non si svegliò.

  • Oh no! Non farmi preoccupare, ti prego rispondimi – lo supplicò. Prese delle stoffe e una bacinella d'acqua fredda. Ne fece degli impacchi che mise sulla sua fronte, mentre piangeva. Poi, andò in camera di Nelly per chiedere aiuto.

  • Nelly, svegliati, su, svegliati – sussurrò.

  • Signorina Catherine – disse, stropicciandosi gli occhi assonnati – Perché mi svegliate nel cuore della notte? -

  • E' per Heatcliff! Sono preoccupata, sta molto male -

  • Che cosa gli è accaduto? - disse, mezza addormentata.

  • Credo che la febbre sia salita ancora, lui non risponde – disse Cathy, scoppiando in lacrime. - C'è bisogno di un dottore, vai a chiamarlo subito, ti prego -

  • Ma signorina, vostro fratello piuttosto che chiamare un medico lo obbligherebbe a farsi passare la febbre a suon di frustate da parte di Joseph! Sapete quanta avversione nutre per lui -

  • Lo so, ma è molto grave, Nelly, ho paura. Hindley non lo saprà, è ancora privo di sensi dalle bevute di ieri. -

  • D'accordo, io posso pure correr a Gimmerton a prendere il medico, ma come pensate di pagarlo? -

  • Io non ho denaro Nelly, lo sai che Hindley non mi permette di avere monete – disse tristemente.

  • Certo, e come pensate di pagare? Il medico non verrà di certo gratis e vostro fratello lo scoprirebbe se dovesse farvi credito -

  • Aspetta, ho un'idea – Cathy corse in camera sua e frugato velocemente nell'enorme cassettiera, ne estrasse un braccialetto d'oro e tornò come una freccia da Nelly.

  • Ecco, useremo questo come pagamento, è d'oro. Mi è stato donato dal mio papà. -

  • Ma signorina! Non potete, questo braccialetto è il più prezioso che avete e vostro padre ve lo ha regalato con tutto il cuore prima che morisse, è un suo ricordo! Come potete solo pensare di disfarvene? -

  • Heatcliff è la sola cosa preziosa che ho. Quindi, obbedirai, Nelly e lo venderai. -

  • Ma come posso venderlo in piena notte e poi, le famiglie di qui sono povere, signorina. Dovrò svenderlo a un prezzo molto più basso del suo valore. -

  • Puoi andare dai Linton e venderlo a loro -

  • Ma come posso andare in piena notte, signorina?! -

  • Vai, dì loro che è un'emergenza, che ti mando io o in alternativa, puoi cederlo al medico come pagamento -

    Nelly sbuffò, indignata.

 

- Prima che commettiate questa follia, voglio assicurarmi che Heatcliff sia davvero così malato come dite. Posso curarlo, io sapete? Ricordate quanto era grave quando aveva il morbillo? Ebbene sono stata io a salvarlo -

  • Sì, ma è stato il medico a darti le medicine -

  • D'accordo. - sbottò e si alzò dal letto.

    Andò in camera di Heatcliff, gli toccò la fronte e lo chiamò ripetutamente, senza ottenere risposta.

  • Heatcliff, Heatcliff, svegliati ragazzo mio, suvvia – provò a muoverlo, ma senza risultato.

  • Visto Nelly? - pianse Cathy-

  • Sembra davvero grave. D'accordo, signorina, vado subito -

  • Fai piano. Joseph non deve scoprirlo o lo dirà a mio fratello che lo farà punire e punirà anche me -

 

 

Dopo circa due ore, Nelly tornò col medico, facendo la massima attenzione a non svegliare nessuno. Ma proprio mentre salivano al piano superiore, Joseph si svegliò sentendo delle voci che bisbigliavano. Le condizioni di Heatcliff erano gravi, ma con l'iniezione che il medico gli aveva fatto, si era svegliato dopo un po' e la temperatura era già scesa.

  • E' affaticato dal troppo lavoro. Il ragazzo è vestito in modo troppo leggero, e qui è tutto ghiacciato. Avrebbe bisogno di una camera riscaldata, perchè non accendete il fuoco in questa stanza? Deve fare pasti sostanziosi e almeno dieci giorni di riposo assoluto, oltre a prendere le medicine che ho portato con me. Ecco, prendete -

  • Non accendiamo il fuoco perchè mio fratello vuole risparmiare il carbone. Non lo tratta come una persona, lo fa lavorare come un mulo con la neve, il gelo, la pioggia e spesso lo manda a letto digiuno o ordina a Joseph di frustarlo. - disse Catherine, piangendo.

  • Vostro fratello dovrebbe mostrare più compassione, il ragazzo ha bisogno di essere curato -

 

Il medico se ne andò. Catherine e Nelly restarono con lui. Nelly aveva acceso un fuoco in camera, preparato una tazza di latte caldissimo e sia lei che Catherine avevano ceduto a lui le loro coperte più calde.

  • Come ti senti, Heatcliff, caro?- disse Cathy tra le lacrime, riempiendolo di baci.

  • Bevi questo latte, ti farà bene – disse, portando il cucchiaio alla bocca di lui. Ne prese un po' ma era stordito e si riaddormentò subito.

 

Joseph che aveva scoperto tutto, la mattina seguente aveva rivelato ogni cosa al padrone, che con una serie di maledizioni aveva detto che lo avrebbe tirato giù dal letto a suon di vergate, se non fosse andato a lavoro come al suo solito.

  • Ma signor Hindley! Heatcliff è molto grave, il medico ha detto che deve stare a riposo assoluto, al caldo e nutrirsi bene – spiegò Nelly.

  • Ordinerò a Joseph di frustarlo, se non va subito nei campi -

  • Non può signore, è molto malato – insistette Nelly.

  • Allora sarà la frusta di Joseph a fargli passare tutto. Joseph, Joseph! - lo chiamò.

  • Sì, padrone? -

  • Vai a dare subito una lezione a quel cane rognoso, frustalo fino a quando non avrà cambiato idea sulla sua malattia! -

  • Con molto piacere, padrone, i malvagi devono pagare per i loro peccati -

 

Joseph si presentò con la frusta.

  • Allora, vuoi andare a lavorare? O ti faccio assaggiare questa? -

  • Non puoi Joseph, è malato! Anche un cane riceverebbe un trattamento migliore, vattene! - gridò Cathy, difendendo l'amico.

    Joseph diede un colpo di frusta a Heatcliff, ma Cathy gli si parò davanti velocemente restando ferita al posto suo -

  • Non lo toccherai, lui è mio – gridò la signorina. Mentre gocce di sangue apparivano sul suo polso.

    Heatcliff non ci vide più e con le poche forze che aveva, diede uno spintone al vecchio, che barcollò fino a cadere per terra.

    Esaminò la ferita di Cathy, che dal polso arrivava al dorso della mano. Heatcliff la prese e la baciò, facendo attenzione a non sfiorare la ferita con le labbra.

  • Non posso permettere che ti venga fatto del male Cathy, non posso sopportarlo. Vado nei campi -

  • Ma Heatcliff, sei grave! Morirai! - gridò.

  • Meglio morire piuttosto che vedere te frustata al posto mio. -

    Cathy si parò davanti alla porta per non farlo passare.

  • Non ti permetterò di andare Heatcliff, dovrai passare sul mio cadavere. Io non posso perderti – pianse – Tu sei mio, solo mio. Sei la sola persona che in questa vita... - si bloccò. Lui guardandola con ammirazione e tenerezza per tutta la sua forza, la sollevò e la spostò per passare. Ma le forze subito lo abbandonarono e barcollò. Non cadde perchè si aggrappò velocemente alla sedia.

    Cathy piangeva disperatamente, supplicandolo di non andare in quella tormenta gelida, ma lui decise di obbedire per amor suo, nonostante le vertigini, la tosse e la febbre che continuava a salire.

  • Vedo che la frusta di Joseph ti ha fatto passare ogni malattia – rise Hindley, quando Heatcliff fu da basso.

    Heatcliff lo maledisse sottovoce e si avviò nella tormenta di neve. Cathy, assicurandosi che nessuno la vedesse, uscì dalla finestra e lo seguì.

  • Heatcliff, sono qui con te, per proteggerti, in caso ti sentissi male -

  • Torna subito a casa, Cathy – disse, senza fiato, soffocato dalla tosse e dal vomito – O ti ammalerai anche tu e io non potrei sopportarlo. Ucciderei Hindley e Joseph con le mie mani se solo ti accadesse qualcosa. Quindi, se tieni a loro e non vuoi che io mi macchi di questo peccato, torna subito dentro -

  • Mai. Non ti ascolterò. Sono io che comando e verrò con te. -

  • Allora no, Cathy, tornerò con te, mi prenderò la frustate di Joseph, almeno tu sarai a casa al sicuro -

  • Ma Heatcliff! -

  • Bene, se non vuoi che io ceda, torna dentro. Non mi accadrà nulla di male, se so che tu sarai al sicuro -

    Cathy pianse e pianse ancora e alla fine decise di accettare che Heatcliff si prendesse le frustate, almeno non avrebbe rischiato la vita nella bufera, essendo già malato.

Ma mentre tornavano a casa, videro una donna. Aveva i capelli ricci, lunghi e neri come la notte. Era incantevole, vestita in modo tanto elegante da sembrare una principessa indiana.

 

  • Buongiorno, scusate, sto cercando un ragazzo -

  • Ci lasci in pace, siamo di fretta – sbottò Cathy, sostenendo Heatcliff e abbracciandolo mentre camminavano.

  • Vi prego. È molto importante. Si chiama Heatcliff e il curato mi ha detto che vive qui, in questa casa. -

    Heatcliff alzò gli occhi esterrefatto, guardando la donna con sospetto e lo stesso fece Cathy. Qualcosa li colpì: la donna aveva lo stesso sguardo altèro e superbo di Heatcliff, la stessa carnagione, i capelli e gli occhi dello stesso colore.

  • Si chiama Heatcliff – ripetè – Lo cerco da tanti mesi, ditemi che è qui. -

 

Ciao a tutti, cuoricini, vi sta piacendo? Immaginate chi potrebbe essere questa donna? Commentate se vi va, grazie mille a tutti coloro che leggeranno! bacini

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Capitolo 3
*** Dolorante è il cuore ***


Heatcliff aggrottò le sopracciglia, non cercando in alcun modo di nascondere il suo fastidio. I due ragazzi notarono che c'era una carrozza proprio davanti al basamento della casa, con due cavalli e un cocchiere, vestito anch'egli in maniera molto elegante. Heatcliff guardò la donna più a fondo: aveva i capelli scuri ricci, raccolti in un'elaborata acconciatura coperta per bene da due piume di uno splendido cappello. Il vestito che indossava era raffinato. Di un colore bianco dorato, di seta probabilmente. Heatcliff pensò che la donna dovesse essere ricca per poter vestire in quel modo.

  • Sono io – disse lui, con aria corrucciata, perchè il mal di testa gli spaccava in due il cranio e il freddo e la debolezza lo mordevano come gli incisivi di un mastino. - Sono io, Heatcliff -

  • Cosa? - domandò la donna e nei suoi occhi apparvero numerose emozioni, prima lo stupore, poi la gioia e infine alcune lacrime le caddero giù per le guance. La donna si portò le mani alla bocca.

  • Oh, Heatcliff! - esclamò – Il mio Heatcliff – non fece nulla per nascondere la sua contentezza e in un movimento troppo veloce, per il genere di ragazzo schivo e sprezzante che aveva di fronte, si slanciò su di lui per abbracciarlo. Fu subito respinta bruscamente da una mano di Heatcliff, che nonostante avesse poche forze e una tosse tale da spaccare in due la gola, non aveva perso per nulla il suo temperamento violento.

  • Heatcliff, caro – ripetè, piangendo.

    Il volto di Catherine sembrò a sua volta corrucciarsi. Guardò in modo malevolo la donna, mossa anche da una certa gelosia, per il modo morboso in cui si era slanciata sul suo amico.

  • Non so lei chi sia, ma lasci in pace il mio amico Heatcliff o dovrà vedersela con me, io sono la figlia del padrone – disse, e la sua voce divenne più nera dei capelli di lui. La donna la squadrò, poi li osservò entrambi e vedendo il modo civile in cui era abbigliata la ragazza, convenne che doveva davvero essere una signorina appartenente alla borghesia, quanto a lui, il ragazzo, era vestito di stracci e appariva alla sua vista sporco e molto poco curato. Inoltre, era evidente che era malato. Tutto in lui diceva che era un servo.

  • Ragazzi, non voglio in alcun modo importunarvi, né essere per voi causa di dispiacere – iniziò. - Mi presento, il mio nome è Charlotte Doover e vengo da Londra, come già detto stavo solo cercando Heatcliff... - si bloccò.

  • É una storia un pochino lunga, credo che sarebbe meglio discorrerne davanti a un thè, i fatti che sono venuta a comunicare sono molto tumultuosi. E non converrebbe né a me, né al mio interlocutore che siano trattati con leggerezza -

    Heatcliff imprecò.

  • Ci sta già importunando, se ne vada. Il mio compagno è malato e ha bisogno di cure. Lei ci sta facendo perdere tempo. -

  • No, aspettate allora... Heatcliff, caro, fatti guardare... Ti ho cercato tanto, tanto, bambino mio, come sei cresciuto. – disse, esplodendo in un pianto violento e disperato. La donna si lasciò andare ai singhiozzi e perfino il cappello le cadde dal capo. Le piume finirono nella neve.

  • Sei così bello, figlio mio, sapessi quanta angoscia, quanta disperazione da quando ti persi per le strade di Liverpool. Ti ho cercato per tutta la vita, ma tu fuggisti da me e io non fui più in grado di ritrovarti. - si avvicinò per stringerlo a sé, ma Heatcliff imprecò ancora, scacciandola. Il ragazzo rimase esterrefatto, sentì il suo cuore battere così forte che pensò stesse per forargli lo sterno.

    Quella donna era sua madre, la donna che lo aveva abbandonato. La guardò con odio estremo, che subito di trasformò in una rabbia feroce.

  • Lei è mia madre? Non prova vergogna? Mi ha abbandonato per strada quando ero solo un bambino ricoperto di stracci – sbottò.

  • Non ti ho abbandonato, Heatcliff, ti persi e non potei più ritrovarti – le sue pupille ardevano di disperazione.

  • Non si vergogna neppure un po' a presentarsi qui, dopo sedici anni? Lei è un mostro. Heatcliff ha sofferto per tutta la vita, è stato umiliato, picchiato e trattato come uno schiavo, solo perché non aveva una famiglia, un nome, delle origini – la accusò Catherine.

  • Non è come credi tu, io posso spiegare tutto, ma chi ha osato trattare il mio ragazzo così? – disse la donna tentando di discolparsi.

  • E adesso lei viene qui e pretende che lui le dia ascolto, dopo averlo così vilmente rinnegato? - la guardò con rabbia.

  • Vieni, Heatcliff, entriamo, allontaniamoci da questa pazza – disse Cathy.

    I due ragazzi entrarono e all'ingresso trovarono Hindley seduto al tavolo con in mano una bottiglia di cognac, che ormai era già a metà.

  • Tu, maledetto marmocchio, perchè non sei nei campi? -

  • E' malato, Hindley, si è sentito male – intervenne Cathy.

    La donna che era stata scacciata, sentendo le urla e le imprecazioni dell'uomo e vedendo la porta aperta, mossa da coraggio, entrò. Vide l'uomo ubriaco tentare di colpire suo figlio con un vetro rotto. Il bicchiere giaceva per terra a pezzi, ma un pezzo più grande e tagliente era nella sua mano e lo stava usando per minacciare Heatcliff, suo figlio.

  • La smetta immediatamente o il mio servo Steve la colpirà con la sua pistola. La donna lo chiamò e subito un uomo dalla carnagione scura accorse. Aveva nella mano una pistola e la puntò in direzione di Hindley, che spaventato, lasciò cadere il vetro tagliente e fece per allontanarsi, dopo aver gridato una sfilza di ingiurie e maledizioni.

  • No, non se ne andrà, vigliacco, prima parleremo – disse la donna rivolta al padrone.

  • E di cosa potremmo mai discorrere, io e lei, signora? -

  • Di Heatcliff e del trattamento barbaro che gli riserva. L'ho appena visto con i miei occhi. Sappia che non resterà impunito -

  • Vuole uccidermi? Graziosa signora? Ma sa che mi fa soltanto un favore – rise, ubriaco.

  • Quel ragazzo che lei tanto difende è soltanto un cane rognoso, un essere abietto e violento, ha raggirato il mio povero padre. Lei non lo conosce affatto, ha portato lo scompiglio nella mia famiglia -

  • A me, invece, sembra il contrario – la donna lo sfidò.

I due ragazzi approfittando di questa distrazione di Hindley erano saliti nelle camere, dove Heatcliff aveva potuto finalmente trovare un po' di ristoro alle sue sofferenze. Cathy gli aveva portato una tisana calda e lo aveva coperto per bene, utilizzando due dei suoi mantelli di lana migliore. Heatcliff non tossiva più. Nelly era stata subito chiamata per ravvivare il fuoco e subito il ragazzo acquistò un po' di colore.

  • Come ti senti? - domandò Cathy, posandogli una mano sulla fronte, che poi scese sulla guancia per accarezzarlo.

  • Sto meglio, Cathy – disse, aveva lo sguardo basso e se ne era stato in silenzio per tutto il tempo.

  • Quel mostro dice di essere tua madre. Non posso perdonarla Heatcliff, inoltre hai visto il modo in cui ti guardava? Non può presentarsi qui e pretendere il tuo affetto, dopo essere sparita per così tanto tempo. Io la odio. Odio il modo in cui ti ha parlato e il suo volerti toccare a ogni costo. Solo io devo toccarti, nessun altra – ringhiò Cathy.

  • Sono d'accordo con te, Cathy. - disse, pensieroso.

I due non parlarono per un po', Cathy aveva un'espressione accigliata, ma dopo un po' Heatcliff domandò.

  • Cathy, hai visto com'era vestita? Aveva un servo e una carrozza, dovrebbe essere molto ricca -

  • Cosa? - lo guardò storto. - Come puoi pensare ai soldi dopo tutto quello che ti ha fatto? -

 

 

Ciao a tutti, cuoricini, vi aspettavate che la madre di Heatcliff tornasse e lo reclamasse? Spero che questa storia vi stia incuriosendo, mi piacerebbe tantissimo ricevere un commentino anche breve per sapere cosa ne pensate. Grazie mille a tutti voi che la state leggendo. Bacini

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Capitolo 4
*** Amor mio ***


Capitolo 4

 

  • Ma potremmo vendicarci di Hindley più in fretta. - disse il ragazzo.

  • Non voglio ascoltare questi discorsi, dimentica lei, la sua carrozza e il suo denaro, Heatcliff. Non parlarne mai più – ordinò Catherine.

    Heatcliff le promise che non ne avrebbe più parlato, ma dentro di sè continuava a meditarci silenziosamente, senza lasciar trasparire nulla con la sua compagna.

    I due restarono in silenzio per un po', fino a quando non arrivò Nelly, che annunciò l'arrivo di Edgar Linton e Heatcliff imprecò.

  • Come sarebbe, Cathy, perché quell'idiota è qui? Mi avevi promesso che oggi l'avresti trascorso con me! -

  • E' così, Heatcliff, ero sicura che non venisse dato il maltempo. E avevo ordinato a Nelly di dire che non avrei potuto riceverlo. -

  • Allora perché è qui? - sbottò lui.

  • Non lo so. È una sorpresa anche per me – Catherine strinse le labbra e Heatcliff la guardò con sospetto, aggrottando le sopracciglia, con la rabbia che gli saliva lungo lo stomaco, come bile.

  • Signorina Cathy, vuole scendere? Il signorino Linton dice che deve vederla urgentemente, per questo ha affrontato la tormenta -

    Heatcliff non parlò, ma nei suoi occhi era apparso un'odio profondo e una gelosia sorda che lo attanagliava come una piaga.

  • Non lo riceverai, Cathy – disse perentorio, e le lanciò uno sguardo minaccioso. Lei fece lo stesso e incrociò le braccia al petto, stizzita.

  • Come ti permetti di rivolgerti a me in questo modo? Io posso ricevere chi mi pare e piace, sono la sorella del padrone e questa è casa mia, mentre tu... - si interruppe.

  • Mentre io... Avanti Cathy continua, continua pure -

  • Tu sei solo... -

  • Sono solo un servo, un orfanello senza nome e ricoperto di stracci, che parla poco e che non ti diverte abbastanza, non è vero? Non mi importa. Non mi scaccerai per il tuo stupido amico – la minacciò – Oggi voglio stare con te e ci starò, sono anche malato. Non puoi trattarmi sempre così male -

 

  • E quando ti avrei trattato male? Ti ho accudito meglio di una balia, Heatcliff. E no, non asseconderò questo tuo capriccio, vado da lui che parla benissimo, mi racconta tante cose, ha viaggiato molto. E sì, è molto più divertente discorrere con lui, piuttosto che con te, che non sai niente e non mi racconti niente -

  • Cathy, non mi avevi mai detto che ti dispiaceva la mia compagnia – disse, ferito.

    Heatcliff diede un pugno sulla parete e le nocche si spaccarono, ricoprendosi di sangue.

    A quella vista, negli occhi di Cathy apparve un lampo di tristezza mista a compassione.

  • Dai, Heatcliff, non prenderla così – riprese più dolcemente, avvicinandosi per accarezzarlo, ma lui la respinse

  • Edgar è mio amico, ha affrontato una tempesta di neve per me, nonostante gli avessi espressamente detto che non avrei potuto riceverlo perchè ero impegnata. Deve dirmi qualcosa di urgente, altrimenti non sarebbe venuto. Non sarebbe un buon comportamento da parte mia ignorarlo per starmene qui, lo capisci? -

  • Lui ha affrontato solo un po' di neve. Io sono stato frustato tante volte per stare con te, sono stato mandato a letto senza mangiare. Sono stato picchiato, chiuso a chiave in camera il giorno di Natale a digiuno, dopo aver subito le percosse di Hindley -

  • Anche io ho subito tante punizioni per stare in tua compagnia -

  • Non come le mie, Cathy – sussurrò amaro. Abbassando il viso e voltandosi verso il camino per non guardarla negli occhi.

  • Erano comunque punizioni. -

  • Se ora vai da lui, non le voglio più le tue carezze Cathy, né i tuoi baci, né le tue lacrime. Per te sembra che ogni cosa sia un gioco -

     

  • Come ti permetti di trattarmi così? Dopo tutto quello che mio padre ha fatto per te, non mi avevi mai mostrato questo lato odioso del tuo carattere. Edgar mi sta aspettando, non ho più tempo. Fatti passare la rabbia per quando tornerò questa sera e io farò finta di dimenticare le tue offese – disse e scese da basso.

    Heatcliff si sedette accanto al fuoco, bruciando di rabbia e con un desiderio viscerale di vendicarsi di quel bamboccio. Pensò che per Cathy fosse tutto solo un gioco, che lei non avesse minimamente compreso i suoi sentimenti, solo perchè parlava poco o non conosceva argomenti interessanti come Linton. Non aveva viaggiato, né aveva un modo di discorrere da gentiluomo come lui. Diede altri tre pugni contro la parete e il petto gli andava su e giù in modo convulso. Ricordò tutte le umiliazioni che aveva subito, sempre trattato come il peggior schiavo. Era tutta colpa di quella donna, che lo aveva rinnegato, privandolo di tutto. All'improvviso sentì bussare alla porta, ma non rispose. Era troppo orgoglioso e carico di rabbia dopo il litigio con Cathy.

  • Heatcliff, posso entrare? -

 

Era quella voce, la voce di quella donna che in quel momento odiava più di ogni altro essere umano.

  • Sono Charlotte Doover, tua madre – lui non rispose, ma lei con audacia, entrò in camera timidamente. Lui la guardò in modo truce, desiderando con ogni fibra del suo corpo di vendicarsi anche di lei oltre che di Hindley e di Linton.

  • So che è tardi, ma è mia premura e desiderio prendermi cura di te, ragazzo mio. Ecco. - La donna le tese delle banconote e lui sembrò non capire -

  • Sono ventimila sterline, Heatcliff, sono solo un piccolo inizio. So che col denaro non posso comprare il tuo perdono, ma... Riconosco la tua sofferenza, sei trattato come uno schiavo, vestito di cenci e costretto al duro lavoro nei campi. Ma è mia intenzione prendermi cura di te, provvederò personalmente a farti recapitare un guardaroba nuovo, a permetterti di avere un precettore e di farti studiare. Ma nel mio cuore, preferirei che tu venissi ad abitare con me, ho come programma un viaggio in Europa. Io posso darti qualunque cosa e liberarti dalla condizione di schiavitù cui sei costretto. -

    Heatcliff non rispose, continuò a guardarla con astio, il suo orgoglio non avrebbe mai potuto accettare.

  • So che forse non potrai mai perdonarmi per non esserti stata accanto in tutti questi anni, per non averti potuto veder crescere – pianse.

  • Ma ti prego - allungò la mano per prendere la sua, ma subito lui la ritrasse – permettimi di rimediare nel modo in cui posso. Inizia con l'accettare questo denaro, poi te ne farò avere dell'altro, gli abiti e... Quando sarai pronto di venire ad abitare con me, nella mia residenza a Londra... -

    Heatcliff non parlò, si alzò pronto ad andarsene, ma poi, uno strano pensiero gli balenò in mente: si ricordò di quanto avesse desiderato vendicarsi di Hindley e di Linton. Di quanto avesse desiderato avere i capelli biondi come i suoi, di essere istruito e ricco come lui. Di avere dei gradi altolocati nella società e non essere più chiamato da tutti: il povero orfanello o il cattivo ragazzo che bestemmia.

    Col denaro di quella donna avrebbe potuto uscire dalla sua condizione subalterna di servo ignorante e avere una posizione anche più elevata di quella di Linton, perché il denaro è potere. Non se ne andò, ricordando il modo infernale in cui anche Cathy lo aveva appena trattato, preferendo Linton a lui, per il suo conoscere tante cose ed essere interessante, per il suo saper parlare con raffinatezza e aver viaggiato tanto.

    - Come vuole lei – cedette, essendo grezzo, abbrutito e non sapendo come rivolgersi a una signora della sua classe.

    La donna si slanciò su di lui e lo abbracciò forte, bagnandogli i vestiti con le sue lacrime. Non lo lasciò per almeno cinque minuti, in cui Heatcliff non fece resistenza e non si staccò.

  • Ma tu scotti così tanto, amor mio – si asciugò il naso con un fazzoletto.

  • Mettiti a letto, piccolo mio, ti curerò di persona. Non c'è una domestica che possa aiutarmi? Non importa, io stessa ti preparerò qualcosa di caldo. Hanno chiamato il medico? -

  • Sì – Heatcliff indicò delle medicine sul comò e la donna subito corse a prendere dell'acqua. Prese il farmaco e glielo diede, dopodichè gli baciò la fronte.

  • Hai freddo? Prendi il mio mantello di lana e il mio soprabito -

    Il cuore di Heatcliff iniziò a battere in modo violento, non aveva mai conosciuto le cure materne, né così tante attenzioni in tutta la sua vita. Gli apparvero come qualcosa di estraneo, di sconosciuto, come delle smancerie inutili alle quali non era avvezzo, ma intuì che la preoccupazione della donna era completamente sincera. Era sempre stato trattato come un animale repellente, di cui tutti cercavano di sbarazzarsi il prima possibile. Gli unici che gli avevano mostrato amore erano stati il signor Earnshow, Cathy e qualche volta Nelly.

    Non disse nulla, non ringraziò e neppure fece il cenno di un sorriso, non sapendo come rispondere a quei baci. Il suo volto era sempre schivo e freddo. Alla fine, avendo tante domande, parlò.

  • Qual è il mio cognome? Da dove provengo?

  • Siamo americani, il tuo vero cognome è Doover, il cognome di tuo padre, che è venuto a mancare molto presto. - disse tristemente.

 

 

Ciao a tutti cuoricini, il mio cuore soffriva tanto per il fatto che nessuno avesse mai coccolato un po' Heatcliff :'( così in questo capitolo ho voluto dargli le coccole materne che tanto gli sono mancate e anche dei vestiti nuovi che gli arriveranno nel prossimo capitolo. Ho sempre desiderato vedere un capitolo dove qualcuno lo amasse e lo trattasse bene. Grazie a tutti voi che state leggendo

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Capitolo 5
*** Cuore mio ***


Capitolo 5

 

Heatcliff non disse nulla, abbassò solo il viso, pensieroso. Non volle fare altre domande, perché la rabbia che provava era troppa.

  • Come ti senti? Hai dolori? -

  • No – mentì.

  • Se mi permetterai di starti accanto, io ti riempirò d'amore. Adesso alloggio nel Kensington, in un lussuoso residence, in attesa di tornare a Londra. Ma trascorrerò la notte qui con te, il padrone è cascato a terra ubriaco e pagando una piccola somma a Joseph, l'ho convinto ad acconsentire a farmi restare – spiegò.

    Heatcliff la guardò senza battere ciglio, con le sopracciglia ancora aggrottate.

  • So che hai delle cicatrici sulla schiena per via delle frustate di Joseph, di questi giorni scorsi, Nelly mi ha dato un unguento e mi ha detto di spalmartelo. Ho chiesto per la cena e mi ha detto che se ne sarebbe occupata lei -

    Heatcliff continuava a fissarla senza rispondere e si ricordò che presto Cathy sarebbe salita.

  • Il ragazzo biondo era ancora da basso? - domandò con rabbia.

  • Sì, era con la ragazza che era con te poco fa. Posso spalmarti l'unguento? -

  • No – disse lui, freddamente.

  • Insisto, piccolo mio, togli la maglia -

  • Preferisco di no, signora -

  • Mi piacerebbe se tu potessi chiamarmi... - la donna si bloccò vedendo la ferita evidente che si allargava negli occhi di Heatcliff.

  • Ma di certo non sei pronto a chiamarmi mamma. Non importa, va bene così. Io voglio solo che tu stia bene. -

    La donna aveva con sé un libro, che doveva aver preso dalla biblioteca.

  • Ho preso in prestito questo libro, vorrei leggertelo per aiutarti ad addormentarti, cosa ne pensi? -

    Heatcliff, questa volta, era esterrefatto, perché nessuno si era mai prodigato così tanto per lui.

    Ma lui aveva perso ogni curiosità per la letteratura e vedendo l'ardente desiderio di quella donna di compiere delle azioni concrete, non potendo restarsene con le mani in mano senza soffrire, decise di sottomettersi alla sua volontà. -

  • Va bene, mamma, se lei insiste così tanto, può spalmarmi l'unguento. Così non dovrà farlo Nelly, che ha già molto lavoro. -

    Alla parola mamma la donna scoppiò a piangere e lo riempì ancora di baci. Heatcliff, scaltro com'era, decise che avrebbe usato ogni mezzo a sua disposizione per ottenere ciò che aveva sempre voluto.

    Quella donna le stava offrendo tutto su un piatto d'argento e chiamarla mamma era solo un piccolo sforzo per lui, ma sapeva che in cambio avrebbe avuto qualsiasi cosa.

  • Non c'è bisogno che mi dai del lei, Heatcliff! -

     

    La donna le spalmò l'unguento sulla schiena e nonostante lui sentisse dolore, non emise neppure un lamento. Era paziente, freddo e forte come sempre. Tuttavia, la donna rimase molto addolorata vedendo quei lividi e capì che avrebbe dovuto portarlo via di lì il prima possibile. Non appena sarebbe guarito.

  • Quando sarai guarito che ne dici di partire con me? -

  • Perché aspettare. Partiamo adesso – disse lui, glaciale.

  • Ne sei davvero sicuro, tesoro? Devi avere ancora la febbre, e non dev'essere prudente uscire con questa tormenta per la tua salute. -

  • Non si preoccupi, il suo mantello è molto caldo, mi copre per bene. Sono certo che grazie alle sue premure potrò guarire più in fretta. -

     

    La donna sembrò molto compiaciuta da quelle parole e ordinò al suo servitore di preparare la carrozza. Heatcliff le chiese espressamente di partire di nascosto, in modo che né Nelly, né Cathy potessero scoprirlo. Così avevano controllato che nessuno fosse nei paraggi prima di scendere da basso.

    Ma Nelly sbucò dal salone e lo scorse proprio mentre stava salendo in carrozza, coperto con lo spesso mantello della donna.

  • Heatcliff! Ma dove state andando! Signora mi meraviglio di lei! Suo figlio è malato, non può lasciare questa casa fino a quando non sarà guarito! -

  • Ma è coperto per bene e ha insistito lui per partire -

  • Heatcliff, non hai neppure salutato Catherine, la farai piangere! -

  • Nelly, per favore spiegale tu la situazione, dille che vado a stare per un po' con mia madre e che presto le scriverò. -

  • Ma le si spezzerà il cuore! -

  • Tornerò a farle visita molto presto. Dille anche questo: che niente è cambiato tra noi e che ho già dimenticato il nostro litigio di oggi. -

    La carrozza partì e Heatcliff dormì per tutto il viaggio.

    L'alloggio era perfetto. Un enorme lampadario, più bello di quello dei Linton, adornava la camera, che era ampia e molto calda. Heatcliff si sistemò sul letto e subito la donna mandò a chiamare un servo. Ordinò che corresse subito a chiamare il sarto, affinchè l'indomani sarebbe venuto a confezionare dei vestiti nuovi per Heatcliff. Un altro servo fu mandato, invece, in città a comprare degli pigiami di lana per la notte. La cena fu molto abbondante: carne arrostita e brodo di verdure e prima di coricarsi, sua madre portò a Heatcliff del latte caldo con miele personalmente.

    Al ragazzo venne il mal di stomaco, non essendo abituato a mangiare così tanto, perchè a Wuthering Heights i suoi pasti erano sempre scarsi, dato che il padrone voleva risparmiare sul companatico dei servi.

  • Come ti senti, piccolo mio? Ti fa male qualcosa? Vuoi che ti faccia un massaggio? O vuoi chiacchierare? -

  • Se per lei non è un disturbo, può leggermi un libro e accomodarmi le coperte – disse, guardandola, in modo furbo.

  • Ma no, amore mio, è un piacere – gli sorrise lei.

    Per la prima volta, Heatcliff era in una stanza super riscaldata e non sentiva più i dolori per il troppo freddo. Aveva cenato abbondantemente e non aveva i morsi della fame. Anche il suo viso si rasserenò, date le numerose premure e carezze di quella donna. Sorrise e si rese conto che forse non la odiava così tanto. Si rese conto che il litigio con Cathy non era nulla che non potesse essere perdonato: anzi presto sarebbe diventato più elegante e istruito di Linton e allora sì che avrebbe potuto ottenere la sua vera vendetta.

La donna lesse per lui per più di un'ora, poi gli occhi del ragazzo iniziavano a chiudersi per il sonno. La donna se ne accorse e gli baciò la fronte per controllare se scottasse. Era freddo: un pasto abbondante, un stanza calda e un pizzico d'amore avevano fatto passare la febbre.

 

  • Non scotti più, piccolo mio -

    Alla parola piccolo mio che la donna pronunciava con sommo affetto, a Heatcliff veniva da ridere, avrebbe voluto insultarla per la sua stupidità, ma sapeva che non sarebbe stata una mossa furba.

  • Penny! – la donna chiamò. - Vieni qui! -

    Una deliziosa signorina sui quindici anni, con i capelli scuri e gli occhi nerissimi si presentò e fece un inchino.

  • Lui è mio ragazzo, Heatcliff, il tuo nuovo padrone. Sarai la sua dama di compagnia e dovrai obbedire a ogni suo ordine, come obbedisci a me -

  • Hai qualche richiesta, tesoro? - si rivolse al figlio.

    Heatcliff era sempre più sbalordito e pensò che fossero due idiote, tuttavia decise che avrebbe approfittato di quella stupidità il più possibile.

  • Vorrei avere della carta e un calamaio, devo scrivere una lettera e chiedo che venga recapitata domani mattina presto a Wuthering Heights, alla signorina Catherine Earnshow, se posso – disse, guardando negli occhi la madre per cercare un consenso.

  • Ogni tuo desiderio è un ordine, amore mio. Penny, porta subito l'occorrente per scrivere al signorino Heatcliff -

  • Grazie Penny – disse Heatcliff, con una risatina malevola. Il divertimento che stava provando in quel momento gli fece tornare in mente le buone maniere, per questo aveva ringraziato.

  • Domani verrà il sarto tesoro, per prenderti le misure per confezionarti degli splendidi abiti degni di un principe, che è quello che sei, non solo per il mio cuore. Poi, se non ti piaceranno andremo di persona in una boutique di alta moda e sarai tu stesso a sceglierli. - disse la donna al figlio.

  • La ringrazio, mamma -

  • Non devi ringraziarmi. Oh, piccolo mio, vedo che fai fatica a tenere gli occhi aperti, sei molto stanco, vero? Le ferite sulla schiena ti dolgono ancora? -

  • No -

  • Credo sia ora di andare a coricarci. Non vorrei mai lasciarti e resterei tutta la notte a guardarti, sei così bello figlio mio, i tuoi occhi sono così profondi e il tuo volto così grazioso, che potrei ammirare la tua bellezza da principe per ore e ore – disse, commossa.

  • Vado a letto, amore mio, ma prima vorrei darti il bacio della buonanotte, se ti fa piacere, o forse sei troppo cresciuto per questo?

    Heatcliff lottò per trattenere il riso per la stupidità di quella signora, e pensò che sarebbe stato molto semplice ottenere tutto quello che voleva da quella scema. Se anche lui le avesse dato un bacio, lei si sarebbe sciolta e avrebbe acconsentito a ogni cosa.

  • Non sono troppo cresciuto, anzi anche io le devo un bacio, mamma. - disse, sorridendo malevolo, senza farsi vedere.

 

 

Ciao a tutti cuoricini, spero che vi piaccia, un bacio.

 

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Capitolo 6
*** Sei al sicuro ***


Capitolo 6

 

Heatcliff le diede un bacio sulla guancia e lei gli rimboccò le coperte.

  • Ecco fatto, piccolo mio, allora ti senti bene -

  • Sì -

  • Oh, aspetta tesoro, voglio donarti una cosa -

    La donna scomparve per un attimo, ma subito tornò, aveva tra le braccia un orso gigante di peluche, ricoperto di velluto bianco, con degli occhi e un naso nerissimi.

  • Questo era mio, tesoro, e nelle notti più fredde, in cui avevo paura mi teneva tanta compagnia... -

    Heatcliff si sentì prima inorridito, inarcando le sopracciglia, sgomento, poi lottò per non scoppiare a ridere e si coprì la bocca con la coperta. Quanto poteva essere idiota quella donna? Pensò.

  • Voglio regalartelo, ti terrà compagnia quando ti sentirai solo, non sei troppo cresciuto per un peluche, non è vero? -

    Heatcliff dovette fare uno sforzo notevole per evitare che lei vedesse il suo riso di scherno, sapendo che non avrebbe in alcun modo dovuto contraddirla. Abbassò la coperta per parlare cautamente.

  • No, non sono troppo cresciuto, anzi, lei è davvero molto premurosa con me, mamma. E io la ringrazio: sono certo che mi terrà compagnia, è bello avere un amico di pezza. – mentì.

  • Ne sono felice – disse, guardandolo con tenerezza – Sai, sono felice che andiamo d'accordo e che ami tutto ciò che ti propongo e ti dono. È bello che amiamo lo stesso genere di oggetti. Ah, amor mio, domani però devi fare il bagnetto, adesso non hai più la febbre. -

  • Sicuro – disse, Heatcliff, questa volta cercando di celare il fastidio. Quella signora che gli dava ordini stava diventando petulante.

  • Se vuoi posso aiutarti anche a lavarti, immagino che dopo la febbre tu ti senta ancora debole. -

    Heatcliff sembrò nauseato, ma scaltro com'era lo nascose.

  • No, posso farcela anche da solo. -

  • Se avrai bisogno, mi chiamerai, vero? -

  • Sì -

  • Bene, buonanotte, piccolo, a domani -

    La donna spense il lume e se ne andò. Rimasto solo Heatcliff scaraventò quell'orribile orso per terra.

  • Idiota. - sbottò. Ma poi subito lo raccolse, temendo che, svampita com'era, la donna sarebbe potuta rientrare o perché si era dimenticata qualcosa o perché ossessionata com'era, sarebbe potuta entrare di nascosto in camera per osservarlo mentre dormiva. Vedere l'orso per terra, le avrebbe dato un dispiacere. L'unica soluzione era dormire con quel coso. Sbuffò a questo pensiero. Poi, si ricordò di Cathy, riaccese il lume, si sedette al tavolino e le scrisse una lettera.

 

Cara Cathy, sono da mia madre, nel suo residence nel Kensington, immagino per te sia stato un dolore non trovarmi, per questo: perdonami.

Non ho dimenticato il trattamento che mi hai riservato questo pomeriggio, tuttavia sono propenso a mantenere i nostri rapporti inalterati, se tu sarai d'accordo.

Heatcliff.

 

La lettera fu spedita di mattina presto, fu Penny in persona a consegnarla al postino. Poi la madre ordinò al ragazzo di fare subito il bagno, come prima azione della giornata e lui imprecò, sussurrando una serie di maledizioni sottovoce. La donna le fece avere lei stessa dei pigiami puliti che il servo aveva acquistato la sera prima e di lì a poco sarebbe arrivato anche il sarto.

Heatcliff fece un abbondante colazione, mangiando cibo squisito e dopo sua madre lo chiamò in giardino d'urgenza.

  • C'è una sorpresa per te, amore – aveva gridato dall'anticamera. Lui si era lavato, pettinato ed aveva un colore roseo. Si recò in giardino e subito la donna le diede il bacio del buongiorno. Tra l'erbetta ben curata c'era un uomo dai capelli bianchi aveva tre cavalli con sé, tre purosangue bellissimi, tutti neri.

  • Buongiorno, tesoro, vedi quell'uomo? È qui solo per te. Voglio farti un regalo, questi sono i suoi cavalli più forti, scegli quello che ti piace di più. -

    A Heatcliff si illuminarono gli occhi. E dopo averli osservati per bene, scelse quello centrale, gli sembrava avesse gli occhi più fedeli, spiegò. La donna pagò l'uomo e Heacliff salì sul suo nuovo dono, serenamente. Poi venne il sarto e gli prese le misure, ma portò con sé anche uno scatolone enorme che conteneva abiti già pronti, eleganti, raffinati, degni di un principe. La donna acquistò tutti quelli più belli e ne fece confezionare altri su misura.

  • Ne faremo fare degli altri. Solo che sei troppo magro, devi mangiare di più, amore -

    Heatcliff avrebbe voluto ribellarsi, ma poi la donna incalzò.

  • Non me lo dai un bacio, piccolino? -

    Heatcliff pensò che fosse un prezzo irrisorio da pagare per tutti i regali che aveva ricevuto, così le diede quel bacio.

    Un uomo bussò alla porta e subito Penny andò ad aprire, era un uomo dai capelli bianchi, con degli occhiali e l'aria saccente, aveva tre libri sottobraccio.

  • Oh, Heatcliff, tesoro, ti presento il signor Andersin, sarà il tuo precettore, ti insegnerà tutte le materie. - l'uomo gli tese la mano cordialmente.

  • Come stai, ragazzo? - domandò l'uomo.

  • Bene -

  • Piacere di conoscerti, sono lieto di prendermi cura della tua istruzione. Si nota già dal tuo volto che sei un ragazzo intelligente. Sono certo che insieme lavoreremo molto bene. -

    Questa per Heatcliff fu una sorpresa gradita, data la sua sofferenza, causata da Hindley, di esser stato costretto ad abbandonare gli studi. Qualcosa dentro di lui si mosse e provò uno strano sentimento, diverso dal solito nei confronti di quella donna. Di certo, non era più la rabbia feroce che aveva provato solo poche ore prima.

 

Ciao a tutti, cuoricini, spero che vi stia piacendo, mi sto divertendo tantissimo a coccolare Heatcliff, baci.

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Capitolo 7
*** Passione ***


Capitolo 7

 

Nel giro di cinque giorni, il cambiamento di Heatcliff era divenuto notevole: non era il più il ragazzo abbrutito, sudicio e repellente; ma era diventato un signorino pulito, ben vestito e anche la sua dizione – dopo poche lezioni col precettore Andersin - era migliorata tantissimo. Iniziava a imparare come esprimersi, come camminare, come diventare un perfetto damerino raffinato ed elegante. Questo gli attirò le attenzioni della giovane Penny, che non faceva altro che lanciargli occhiate languide, mentre gli serviva una tazza di latte con orzo, gli stirava gli abiti e consegnava le sue lettere alla signorina Catherine, per quale, anche senza conoscerla, provava un'evidente avversione. Heatcliff accortosi di questi sguardi e di queste attenzioni dolci, non se ne dispiacque, anzi, una sera, mentre lui si stava cambiando d'abito, dopo una cavalcata col servo Steve, lei entrò in camera sua. Dapprima Heatcliff la scacciò, come si fosse trattato di un insetto, ma poi il divertimento ebbe la meglio e la giovane che sembrava sempre più infatuata riuscì a strappargli un bacio.

Nel frattempo, la corrispondenza con Catherine continuò, ma una mattina accadde l'improbabile.

Il tempo era più mite, la brusca tormenta aveva lasciato il posto a una pioggerella molto fitta e quella mattina, in particolare, Cathy con i vestiti inzuppati, i riccioli spettinati, che le ricadevano per metà sciolti sulla spalla, si presentò nella residenza Doover, dove Heatcliff alloggiava con sua madre. Fu proprio Penny ad aprirla e sentito il suo nome, la guardò con una ferocia, che non avrebbe mai potuto appartenere al suo visino così dolce e pacato.

 

  • Sono Catherine Earnshow, ho fatto una lunga cavalcata sotto la pioggia, ma poi il mio cavallo vinto dalla stanchezza, ha iniziato a ribellarsi, così ho proseguito a piedi, per questo non sono presentabile e il mio abbigliamento è indecente. - spiegò. La ragazza, infatti, aveva il vestito di pizzo inzuppato d'acqua, che metteva il risalto le forme del corpo, in particolare i seni e il bacino, ed essendo di una stoffa di un colore azzurro chiaro, risultava quasi trasparente. Si potevano intravedere dei frammenti di pelle nuda.

    Penny la squadrò da capo a piedi e il suo volto delicato si riempì di disgusto, infatti, storse le labbra.

  • Che hai da guardare, imbranata! Vai subito ad annunciarmi, sono la signorina Catherine Earnshow e voglio vedere Heatcliff, subito. Sbrigati. - disse, indignata.

  • Come faccio a sapere che lei è davvero la persona che afferma di essere, e non una ragazza di strada per il modo indecente in cui si presenta? -

  • Ma come osi! Dov'è Heatcliff? Non appena gli dirò come mi hai trattata te la farà pagare cara! Ti licenzierà, anzi gli dirò io di farlo. Dubitare della mia parola, di una signorina di buona famiglia come me, ma chi ti credi di essere?! -

  • In ogni caso, la padrona non è in casa in questo momento e io non posso far entrare nessuno senza il suo consenso. -

Nonostante il rimprovero, Penny non si mosse, così Cathy iniziò a gridare il nome di Heatcliff.

  • Heatcliff, Heatcliff, caro! Dove sei? Fammi entrare! Questa fastidiosa stupida non mi lascia passare, e levati di mezzo! - disse, dando una spinta a Penny, che sconvolta, arretrò. Heatcliff fu subito all'ingresso, riconoscendo la voce dell'amica.

  • Cathy! - la guardò con gli occhi pieni di sgomento e osservò il suo abbigliamento indecente, che le metteva in evidenza il corpo e deglutì, non riuscendo a smettere di guardarla. Quando lei lo vide rimase incantata dal suo cambiamento e lo fissò a lungo, come fosse il principe più bello ed elegante della terra. Non aveva quasi più niente della rozzezza e dell'abbrutimento di soli pochi giorni prima. Era vestito elegantemente, profumava di una fragranza che sapeva di miele e muschio, i riccioli erano perfettamente in ordine e aveva perso il cipiglio crudele di sempre, le sopracciglia che si abbassavano al centro per la rabbia.

  • Oh, Heatcliff – le mancò il respiro, trovandolo bellissimo – Come sei cambiato e quanto sei bello! Sei sempre stato bello, ma adesso... - non riuscì a terminare la frase, tanto era folgorata e lo divorò con gli occhi, osservando ogni parte di lui da capo a piedi con un indicibile desiderio di toccarlo, di stringerlo a sé e di riempirlo di baci e carezze. Si slanciò su di lui per abbracciarlo, ma quando stette in procinto di baciarlo, lui la respinse, spostando il capo con eleganza.

  • Heatcliff! – si ritrasse lei, ferita dal suo movimento e indietreggiò di qualche passo.

  • Heatcliff! Ma perchè mi respingi! Credevo che le cose tra noi fossero sistemate, in seguito alla nostra disputa, allora perchè fai così? -

  • Di sicuro, Cathy, sono sistemate, ma se ben ricordi ero stato chiaro su un punto: non avrei più accettato i tuoi baci e le tue carezze, se tu fossi scesa da Linton, ebbene, tu hai fatto la tua scelta -

    Cathy lo guardò esterrefatta.

  • Che cosa significa questo tuo nuovo atteggiamento, Heatcliff! Ti confesso che quando sono giunta qui ero furibonda ed ero venuta per vendicarmi. Sì, hai capito bene, caro. Sono rimasta molto addolorata per il fatto che tu abbia deciso di partire con quella megera di tua madre, senza neppure salutarmi! Mi hai fatto piangere tutta la notte. Di mattina, non ti ho più trovato e mi si è spezzato il cuore. Tu me lo hai spezzato, Heatcliff crudele e senza pietà! - ringhiò.

  • Non meno di te. Anche tu sei stata senza cuore e mi hai trattato in modo infernale, quando ti avevo chiesto di restare con me, quel pomeriggio che avevo la febbre alta. Voglio che tu sappia una cosa. Ho sempre resistito ogni tortura solo per te, Cathy: le frustate, le vergate, le punizioni del digiuno, l'essere sempre trattato come uno schiavo, costretto a un duro lavoro, con poco cibo e senza fuoco. Solo per te, perchè speravo comprendessi i miei sentimenti, ma tu, solo perchè ero sporco e brutto, senza un nome e senza denaro, hai preferito andare da Linton. Ma adesso, come puoi vedere, la situazione si è ribaltata: ora sono io quello ricco, quello ben vestito, quello che ha un precettore e ha potuto riprendere gli studi. Nelle nuove circostanze, posso decidere di non trascorrere il mio tempo con te, o meglio trascorrerne solo una parte e il resto riservarlo a nuove amicizie. Come hai fatto tu con Linton. Ognuno è libero di scegliere di trascorrere il proprio tempo con chi più lo aggrada, non ti sembra? - disse, truce.

    Lei lo guardò esterrefatta.

  • Sei crudele, Heatcliff, come puoi parlarmi in questo modo?! Io ho sempre avuto cura di te, ti sono stata accanto, ho costretto Nelly a chiamare subito il medico quando eri malato e ho dato il mio braccialetto, quello donatomi da mio padre come pagamento, ma tu non lo sai!-

     

    Dopo questa rivelazione, a Heatcliff mancò il respiro, ma subito di riprese e la rabbia che nutriva per Cathy riemerse.

  • Credi che non mi sia accorto che mi hai trattato male? E credi che qualche parola dolce e un braccialetto possano cancellare tanti mesi di sofferenza e schiavitù e di sentimenti non ricambiati solo per il mio aspetto e la mia estrazione sociale? - Heatcliff le lanciò uno sguardo amaro, che denotava una ferita profonda e insanabile. A quel punto, Catherine, ormai sconfitta verbalmente, vinta dalla gelosia, dal modo in cui lui si stava rivolgendo a lei e non avendo più energia per ribattere, scoppiò a piangere.

  • Quindi, io non sono più nulla per te, Heatcliff? Ora che sei un vero principe, hai trovato nuove amicizie, mi hai dimenticata, non è vero? Quindi, è questo tutto l'affetto che nutrivi per me? Non mi hai mai amata, Heatcliff, se basta una semplice discussione a renderti così crudele! Non posso crederci che tu ti stai rivolgendo a me in questo modo! Solo perché adesso sei ricco e credi di avere potere! -

  • Anche tu, quando ero povero facevi lo stesso con me. Ti vergognavi di me, della mia rozzezza e tentavi di spedirmi nei campi, affinchè i tuoi penosi amici non mi trovassero. - disse, amaro.

     

  • Non è vero! Volevo mandarti nei campi solo perchè temevo che Joseph ti scoprisse e Hindley ti avrebbe fatto frustrare di nuovo! Non mi sono mai vergognata di te. Tu adesso ti stai vendicando con crudeltà, per qualcosa che ti hanno fatto altri, non io. Ingrato, malvagio, Heatcliff. Solo perchè ho trascorso un pomeriggio con Linton e ne sei stato geloso, che brutta persona che sei! -

  • Non si tratta di un solo pomeriggio, ma di tanti. Hai trascorso più pomeriggi con lui che con me e mi hai detto che non ti divertivo, che non ti raccontavo niente di interessante e che stare con me era come stare con un muto o un bebè. Ricordo a memoria ogni tua cattiveria. Sappi che adesso, sto imparando a parlare per bene e sto ampliando il mio vocabolario. -

  • Basta – sbottò, tra le lacrime – Ho capito, non mi provi più nulla per me. Me ne vado, volevi umiliarmi come tu sei stato umiliato da Hindley, complimenti, Heatcliff, ci sei riuscito. Non mi sono mai sentita così ferita. - si voltò per andarsene. Ma qualcosa dentro Heatcliff si mosse e lo spinse ad andarle vicino.

  • Cathy – sussurrò. -Aspetta, non andare.-

  • Mi hai uccisa con queste parole così crudeli, perché dovrei restare ancora qui, a farmi umiliare da te? Solo perché adesso sei di un rango superiore al mio? -

  • Sappi che non è mia intenzione umiliarti, né vendicarmi di te -

  • Però lo stai facendo. -

  • Non posso sopportare le tue lacrime o che tu vada via ancora – disse, ferito.

  • E perché mai?! Non vuoi i miei baci, non vuoi le mie carezze, sei di evidente cattivo umore, e perchè io dovrei sottostare ai tuoi soprusi? -

    La ragazza si avvicinò e gli diede un pugno al centro del petto.

  • Questo è per quello che mi hai detto poco fa. - sbottò, dandogli un altro pugno – Quest'altro è per aver detto che preferisci altre amicizie. - lo colpì ancora e ancora con pugni e schiaffi sul tutto il corpo. Alla fine, lui le prese le mani e le bloccò.

     

    Le afferrò con slancio il viso e la baciò in bocca con tutta la foga, la violenza e il desiderio represso per tanto tempo. Un bacio passionale, lungo, e crudele. Come lo era stato lui... Come lo erano stati entrambi.

 

 

Ciao a tutti, cuoricini, spero davvero che vi stia piacendo, e che il primo vero bacio tra Heatcliff e Cathy vi abbia in qualche modo emozionato. Mi piacerebbe molto ricevere un commentino, anche piccolo piccolo di qualche riga, per sapere se vi sta piacendo. Ringrazio comunque con tutto il cuore voi lettori silenziosi, so che ci siete e mi rendete felice. Grazie di vero cuore.

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Capitolo 8
*** Dentro di me ***


Capitolo 8

 

Catherine si divincolò da quella stretta feroce, carica di passione, senza fiato, col cuore che aveva un battito violento e incessante. Lo guardò negli occhi, sgomenta, leggendo la lieve aria di sfida che questi mal celavano. Non disse nulla, ma ricambiò quello sguardo malevolo e soddisfatto, di dispettoso gioco che voleva creare. Eppure il tormento nel suo cuore le stava dicendo qualcosa di diverso.

Con tutta la forza che Cathy aveva, gli diede uno schiaffo in pieno viso, tanto che Heatcliff, non aspettando una mossa del genere, si ritrasse involontariamente e, questa volta, la guardò storto.

Umiliato e ferito, proprio da lei.

Lei lo afferrò di nuovo per il viso pallido e profumato e spinse le sue labbra sulle sue, poi la lingua, con foga, disperazione e tormento, mettendo in atto dei movimenti violenti con quella di lui, per divorarlo, assaggiarlo, farlo suo, desiderando ogni frammento di lui come nettare dolce. Quando si staccò, questa volta, fu lei a prendere la parola, nonostante lui la guardasse ancora con'aria di ripicca: il carnefice che ha ottenuto vendetta, con un semplice bacio.

 

  • Heatcliff! Mi hai appena baciata come un marito bacia sua moglie. Come hai potuto farlo?! - disse, fingendo di essere offesa, anche se i suoi occhi ardevano d'amore e desiderio.

  • L'ho fatto principalmente per ferirti, Cathy, così che tu possa capire cosa significa essere baciata e desiderata come se fossi realmente la mia promessa sposa. E so che questo bacio ti dannerà. Ti consumerà, perché non te ne darò mai più. È la mia vendetta. -

  • Non posso crederci! Quando sei divenuto così diverso, così crudele! Mi hai baciata per farmi una ripicca? Affinchè questa felicità mi dilani?-

    Heatcliff non rispose, la fissò in silenzio: la soddisfazione muta di un nemico che ha appena vinto la guerra era in lui.

    Ma Cathy non si diede per vinta e chiusa la porta dietro di sé. Si slacciò lentamente il mantello, poi passò all'abito di seta elegante, aprendo i bottoni con lentezza estrema. Il vestito le cadde ai piedi, lasciando scoperta la pelle nuda e pallida delle braccia, del petto, coperto da uno spesso corpetto e delle gambe bianchissime. Catherine si slacciò anche il corpetto, continuando a sfidarlo con gli occhi. Il ragazzo era senza fiato, non aveva mai visto Cathy senza vestiti.

    Lei rimase solo con la biancheria intima e afferrate entrambe le mani del compagno, le portò sui suoi seni.

  • Io ti dannerò Heatcliff, ti torturerò con la sofferenza più dolce che esista. Ti farò impazzire con la vendetta più bella. Voglio donarti me stessa. - disse, con voce sensuale. Heatcliff deglutì, poi tossì con forza, diventando pallido, ma senza mai smettere di guardare quella bambola bellissima, che con addosso solo la biancheria, gli stava portando via ogni briciolo di lucidità mentale.

    Sentì il desiderio esplodere tra le sue gambe a quella semplice vista, a quel semplice tocco leggero, come quello di un angelo. Anche se quella ragazza, non aveva nulla di angelico.

  • Ti dono me stessa, Heatcliff, come una moglie si dona al marito. Andiamo nella tua stanza. -

  • No, questo non accadrà. - disse, con un filo di voce, anche se ogni parte di lui desiderava il contrario.

  • Da che parte è la tua camera, Heatcliff? - gli sussurrò, alitandogli intorno alle labbra. E lui si sentì mancare. Non lasciò la sua mano e in un attimo, trascinato da lei, furono in una stanza, che non era quella di Heatcliff, ma il letto era perfettamente ben fatto.

  • Vieni qui, mio schiavo.- gli disse sottovoce – - Non hai mai visto com'è fatta una ragazza, non è vero, Heatcliff? - lo stuzzicò, vedendo che lui arrossiva e tentava di distogliere lo sguardo perchè lei aveva messo le sue mani all'interno del suo reggiseno.

  • Sei così timido, adesso non ringhi più, non sei più crudele e vendicativo? - rise.

    Lui non rispose.

  • Ho vinto, come vedi. Io ti dono me stessa, Heatcliff come fossi la tua sposa, accetta questo dono, su, che aspetti? -

  • Non posso, non posso! - gridò, in un combattimento interiore, desiderando di giacere con lei, ma conoscendo le conseguenze. Non avrebbe mai potuto disonorare Cathy, sarebbe stato troppo, una crudeltà troppo grande: portare via la purezza a una fanciulla, solo per vendetta. Sarebbe stata rovinata, non avrebbe più trovato marito, a meno che non sarebbe stato lui stesso a sposarla.

    Un lampo malevolo gli corse negli occhi. E salito sul letto iniziò ad accarezzarle la pelle nuda del collo, poi scese, lasciandole una lenta e dolorosa scia di baci sul collo, sul petto, giocando con i suoi seni, come fossero dei gioielli, stuzzicandole i capezzoli, mordendo dolcemente la pelle tenera e profumata di erica selvatica. Gli vezzeggiò la pancia, la baciò, e le diede dei piccoli morsi risalendo lungo il contorno del petto. E Cathy non era mai stata così felice come in quel momento, desiderando con ogni frammento della sua anima che loro fossero presto una cosa sola. Poi, il pensiero che lui non avrebbe mai saputo quanto in realtà lei lo amava, le fece scendere una lacrima, perché lei non stava facendo tutto questo per vendetta, come gli aveva fatto credere, ma per amore.

    Heatcliff si fermò all'istante, vedendo le lacrime cadere da quei bellissimi occhi.

  • Non possiamo, Cathy, no, non posso essere così crudele, non con te. Non posso mancarti di rispetto così. Perdonami. - fece per rialzarsi, ma lei lo bloccò.

  • Non mi manchi di rispetto, voglio donarti me stessa e pretendo che anche tu mi doni te stesso. Continua ti prego, e non badare ad altro. -

  • Ma tu stai piangendo. -

  • Piango solo perché vorrei che fossimo subito un'unica anima. E devo guardarti negli occhi quando accadrà. -

    Heatcliff le sfilò la biancheria che le copriva l'intimità e lei fece lo stesso con lui. Poi, la guardò come per cercare un consenso definitivo.

  • Quest'atto sarà irreversibile per te, Cathy. Ne sei sicura? - disse, tra i fremiti.

  • Sì, ti voglio dentro la mia anima. E dentro il mio corpo. Sbrigati, non voglio aspettare neppure un minuto. -

    Heatcliff si era bloccato.

  • Perché ti sei fermato? -

  • Ho paura di farti del male. - disse, vulnerabile e disarmato.

  • Preferirei morire piuttosto che farti del male.- aggiunse.

  • Mi farai del male solo se adesso mi rifiuterai, non potrei mai perdonartelo. -

  • Se sentirai dolore, dimmelo, mi fermerò immediatamente.-

    Cathy non rispose. Heatcliff si spinse delicatamente nel suo tessuto chiuso e Cathy gridò per il dolore e piccole lacrime nacquero nei suoi occhi. Heatcliff sbiancò, terrorizzato e si fermò all'istante, finchè lei non gli donò un dolce bacio sulle labbra.

  • E' normale – gli sussurrò senza fiato. - Per tutte le ragazze è così la prima volta, ma tu continua, ti prego.-

  • No, non sopporto di farti del male. Me ne vado, Cathy. -

  • Se non mi farai male tu, me lo farà qualcun altro. Se devo ricevere del dolore, preferisco averlo da te. Non da Linton, né da nessun altro. Ti prego, Heatcliff... -

    Heatcliff sembrò calmarsi e la sola idea che Linton potesse essere al suo posto, lo avrebbe portato a compiere azioni nefaste. Così, con più coraggio, entrò in lei, che trattenne il fiato e le lacrime per non spaventarlo. Strinse i denti e restò in silenzio nonostante la trafittura e il dolore del tessuto che si lacerava. Una macchia di sangue si allargò sul lenzuolo candido, e per la prima volta Heatcliff la guardò con una dolcezza che non era mai apparsa su quel volto crudele e orgoglioso.

  • Come stai? - le chiese dopo un po', col viso pallido e preoccupato, stringendola a sé con impeto, coprendola di baci frenetici sul viso e accarezzandole i lunghi capelli.-

  • Sto bene, non fermarti, Heatcliff -

  • Ma tu provi dolore, non lo farò. Preferisco tenerti così tra le mie braccia. -

 

Continua.

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Capitolo 9
*** Dentro di me - Seconda parte ***


Capitolo 9

 

Heatcliff la strinse più forte, come la creatura più preziosa della terra e lei lo baciò ancora, con passione e veemenza, in un modo così possessivo e viscerale, che lo fece fremere e poi girargli la testa.

  • Continua ti prego – gli sussurrò sulle labbra.

  • Ti voglio, Heatcliff – lo incitò ancora con voce seduttiva, strappandogli ancora baci e carezze.

  • Come stai? - ripetè, preoccupato – Sei sicura di non sentire troppo dolore? -

  • Sto bene, non preoccuparti. -

     

    Il ragazzo entrò di nuovo il lei, che trattenne il fiato. Lui continuò senza fermarsi sino a raggiungere il culmine del piacere.

    Entrambi ansanti si lasciarono andare, ma solo per poco. Cathy appoggiò subito la testa sul suo petto. Sentì il calore sulle guance e il petto che andava su e giù. Heatcliff non aveva mai provato delle emozioni così intense, quegli attimi in cui i loro corpi erano divenuti una cosa sola gli fecero dimenticare ogni cosa: le frustate, il desiderio di vendetta e la vita percepita come qualcosa di ostile ed estranea. Esisteva solo lei: la sua anima. Perchè lui era Cathy. Si appartenevano si possedevano in un modo quasi morboso.

    Heatcliff continuava a guardarla e a scoccarle baci famelici, ma anche carichi di dolcezza e passione.

  • Heatcliff – iniziò lei, scostandogli alcuni riccioli dalla fronte con delicatezza. - Ho tanta voglia di confidarti un segreto ora che mi sono donata a te, ma tempo che tu...-

  • Che io? -

  • Che tu non possa comprendere. -

  • E perché mai?-

  • Tu... Sai che cosa significa provare dei sentimenti per altre persone, non è vero? Non i soliti sentimenti che nutri sempre, come la rabbia, il desiderio di vendetta o l'odio, sentimenti... Diversi. -

    Heatcliff si sentì ferito da quella domanda, e pensò che non avrebbe dovuto porla dopo quello che avevano appena fatto.

  • Mi consideri una bestia grezza, Cathy? Solo perchè non riesco a esprimermi come tu vorresti? - il suo tono non era arrabbiato, questa volta, ma neutrale.

  • Il problema è che tu non ti esprimi affatto. - disse lei, con un filo di voce.

  • Parlo troppo poco, vero? È quello che mi rinfacci ogni volta – disse, non guardandola più negli occhi, ma rivolgendo lo sguardo al soffitto.

  • Se ti spiegassi una cosa, tu... Pensi che potresti capire? Perchè vedi... Tu non hai mai usato parole d'amore o parole gentili o dolci... -

     

    In risposta, lui la guardò velocemente negli occhi.

  • Io capisco tutto, Cathy, ho sempre compreso ogni cosa e se me ne sono stato in silenzio, sopportando ogni crudeltà, anche i tuoi baci, che prima di oggi mi erano così dolorosi, è stato solo per te. Solo perchè ti sembro grezzo e abbrutito, anch'io provo gli stessi sentimenti. So cosa provi per me. - la fissò, aggrottando le sopracciglia e non nascondendo per niente uno sguardo ombroso e di sfida.

  • Dici davvero? - trasalì lei. - Quindi sai che... Se oggi ho deciso di fare l'amore con te, non è stato per vendetta? -

  • Lo so, altrimenti non l'avrei fatto. Ho scelto di farlo per lo stesso tuo motivo. Se mi sono ritratto dai tuoi baci, sono sfuggito alle tue parole dolci e alle tue carezze quando siamo cresciuti è stato solo perchè le tue carezze erano troppo dolorose perfino per me da sopportare. Perchè sapevo di non poterti avere, di non meritarti, per lo stato di degrado in cui versavo, per l'abbrutimento e l'isolamento cui sono stato condannato. E non avrei potuto farci niente, se non far altro che sentire tanta disperazione. Vuoi sapere se ho sofferto? Sì, Cathy. Avevo più motivi di te, di soffrire. Tu eri la signorina, io lo schiavo sporco e grezzo della stalla, dei campi e mai avrei potuto neppure pensare di alzare gli occhi su di te, l'unica speranza che mi restava era la vendetta, il mio unico riscatto e se Hindley si fosse ucciso con l'alcool, allora saremmo potuti stare insieme. Adesso è tutto cambiato, mi sento quasi alla tua altezza, anche se so che tu sei superiore. Sei superiore a qualunque altro essere al mondo. Oggi sono riuscito a mostrarti solo pochissimo di quello che realmente provo. -

    Cathy era in lacrime, devastata da quella rivelazione, perché lui aveva sempre saputo ogni cosa, e aveva sofferto in silenzio, provando gli stessi sentimenti, desiderandola, ma senza poterla toccare. Se stava in silenzio o parlava poco, se le sfuggiva o era scostante era solo per il suo inconscio senso di inferiorità.

  • Allora posso confidarti il mio segreto. -

  • Sì -

  • Io ti amo, Heatcliff, e l'amore che nutro per te è perenne, immortale come le rocce profonde e robuste delle montagne, nessuno potrà mai scalfirle o distruggerle. Nemmeno il tempo potrà in alcun modo cambiarle. Ti amo come... Come amo l'erica selvatica, che è come te, cresce nella tempesta, nelle condizioni più avverse eppure non perde la sua bellezza e la sua anima. Io sono te, Heatcliff e niente e nessuno potrà mai farmi smettere di amarti. Ti amo come una sposa ama il suo sposo, non ti ho mai potuto guardare in modo diverso e quella sera che avevi la febbre alta, fu la prima volta che ti baciai sulle labbra, piangendo, perchè ero sicura che tu non avresti mai saputo quanto ti amassi o che tu non avresti potuto comprendere sentimenti come l'amore, dato che non ti ho mai visto compiere neppure un singolo gesto di gentilezza o compassione. A volte pensavo che l'amore ti fosse estraneo, che non lo conoscessi e che non avresti mai capito cosa significa. Sei sempre stato così riservato e paziente anche. Hai sempre sopportato tutto, lo so, anche se a volte eri crudele anche tu. Ma io amo tutto di te, la tua crudeltà, i tuoi silenzi, il tuo parlare così poco, anche se spesso dico il contrario – disse.

    Piccole lacrime erano nate negli occhi di Heatcliff, quando lei gli aveva detto ti amo. E sapeva che era sincera. La strinse a sé con una passione estrema, e la baciò ancora in bocca con violenza, strappandole dei gemiti. Lei gli tirò i capelli e se lo strinse più forte.

  • Tu non mi dici niente, Heatcliff, amore? -

    Lui la guardò negli occhi, malizioso.

  • Sposami, Cathy. - gli disse sulle labbra.

    Le mancò il respiro e lo guardò sgomenta.

  • Dici davvero?! -

  • Sposami – insistette. - Io te lo ordino -

  • Tu non puoi ordinarmi nulla, amore mio, io do ordini a te. La mia risposta è sì - gli sorrise e lo baciò ancora sul petto.

    La guardò con occhi innamorati e non seppe dire più nulla per l'emozione che stava provando. Aveva vinto.

  • Ma amore, dovrai comprarmi tanti vestiti e gioielli d'oro. I più belli che ci sono, voglio essere la più bella signora della contrada. E voglio poter fare l'amore con te ogni volta che ne ho voglia. -

  • Quello che mio è tuo, Cathy, avrai tutto ciò che vuoi. -

    All'improvviso, la maniglia della porta si abbassò e Cathy trattenne il fiato, nascondendosi velocemente sotto la coperta, vergognandosi della sua nudità.

 

 

Ciao a tutti, cuoricini, spero che la prima volta di Heatcliff e Cathy vi sia piaciuta, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate anche con un commentino piccolo piccolo, ve ne sarei grata. Mi dispiace solo se sto distruggendo il capolavoro di Emily Bronte, ahah, grazie a tutti per la lettura

 

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