Sussurri - a chi piace il verde?

di Hita
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ciao!
Sono Roberta Mazzucchi e questo è il mio canale YouTube: un sacco enorme dove pubblico le cose che faccio, quelle che mi interessano, e faccio anche un po' di vlogging sulla mia vita e le mie attività. Date un'occhiata ai miei video, potreste trovare qualcosa di utile o che vi interessa.
Il mio scopo? Strapparvi un sorriso, intrattenervi ( anche con qualcosa di orrorifico ) o portarvi la mia esperienza, fallimenti compresi! Ho imparato di più dai miei errori che non dai miei successi.

Bene, questa è l'intestazione del canale "La Scatola In Soffitta", un mappazzone di contenuti a dir poco variegato. Ho guardato una buona quantità degli oltre 200 video che la ragazza ha postato in circa 4 anni e li ho trovati assolutamente noiosi. In mezzo a tutto il ciarpame c'è anche roba utile o divertente, quindi non tutto è da buttare via. Ponderando su questa riflessione, mi rendo conto che la coerenza con il nome del canale è altissima: nelle scatole in soffitta puoi realmente trovare tutta la varietà di cose utili e inutili che c'è qui.
Mi presento brevemente: sono Giacomo Pesavento e faccio il detective privato. I genitori di Roberta mi hanno assunto una settimana fa, dicendomi di trovare la loro figlia scomparsa. Roberta non rispondeva a messaggi e chiamate da almeno due settimane, il che porta a minimo tre settimane il conteggio dei giorni in cui è sparita. Con la mia esperienza in questo lavoro, non è un buon segno: sono praticamente certo che, se si trova qualcosa, sarà alla fin fine un cadavere abbandonato a marcire da qualche parte.
L'ultimo video postato sul canale è molto breve e lei sembra genuinamente spaventata da qualcosa che le sta accadendo intorno.

Ultimo video
L'inquadratura è mossa e pare fatto con un telefono piuttosto che una delle videocamere che ho trovato nella sua dimora. Ha gli occhi segnati e la voce rotta, si guarda intorno e sobbalza per dei deboli rumori in sottofondo [ rami smossi dal vento? ].

Ho verificato la posizione in cui è stato fatto il video e da lì si può facilmente guardare fuori in giardino. Singhiozza per tutti i due minuti della ripresa, biascicando malamente brevi parole.

Ultimo video
Aiutatemi. I sussurri non cessano, ormai li sento anche in pieno giorno. Mi stanno cercando e sono sempre più vicini. Non so cosa fare, qualcuno mi dica come posso liberarmi di quelle...cose... Resto in piedi solo grazie a caffè e medicinali e ormai non so più se i sussurri sono reali o allucinazioni indotte. Non mi fido a dormire e comunque NON POSSO dormire con quei sussurri costanti, sempre presenti anche quando spengo la musica con cui li copro. Ho paura [ piange ed il video finisce ]

Il video precedente era di uno scherzo, girato in Giugno, in cui lei simulava che avvenissero eventi sovrannaturali nel suo giardino. Impostato come una sorta di diario, descrive un periodo lungo un mese in cui lei stessa apporta le modifiche che poi filmerà il giorno dopo. Montato magistralmente, il video crea l'impressione che le cose stiano effettivamente accadendo mentre lei fa la sua ripresa quotidiana di quello specifico angolo di giardino. Tra gli ultimi due video c'è uno stacco di soli sei giorni, mentre per tutti gli altri upload c'è un intervallo di 3-5 settimane. La sezione commenti è spettacolarmente vuota ed il suo video di maggior successo [ un tutorial di makeup per halloween in cui c'è una buona visuale della sua scollatura ] ha 'solo' ottomila views. Ho notato video spazzatura con minimo venti volte il numero di persone che lo hanno aperto. Pochi subscribers, meno di cento. Possibile che abbia montato su quel video-scherzo per attirare un po' di gente e combattere la solitudine che provava? I genitori, pur se preoccupati per lei, non mi hanno dato l'impressione di persone particolarmente legate alla loro figlia.

Penultimo video
Ho deciso di iniziare una specie di diario giornaliero, in cui registro delle brevi clip in voiceover mentre inquadro il mio angolo preferito del giardino. Sì, proprio quello che confina con la boscaglia oltre la proprietà. Conto di pubblicare questo video-diario più o meno una volta al mese, in modo da avere un contenuto ricorrente. Questo esperimento durerà circa sei mesi, così che possa farmi un'idea di quanto vi interessa farvi gli affari miei.

Ahia. Con una premessa del genere, ha praticamente invitato dei perfetti conosciuti nella sua vita. Un errore che ho visto commettere spesso. Per le prime due settimane, i cambiamenti sono effettivamente sottili e ci vuole un occhio davvero attento per notarli: se non avessi trovato i suoi appunti, me li sarei senz'altro persi. Poi iniziano a saltare fuori sempre più evidenti: la composizione di sassi alla base del tronco, un fiocco rosa di stoffa che viene spostato sempre più lontano dal corpo dell'albero fino a fermarsi nel punto in cui il ramo si biforca. Dettagli così. All'inizio della terza settimana, Roberta 'se ne accorge' esplicitamente e fa davvero una recita magnifica nel fingersi sorpresa.
La voce è turbata e si vede inquadrata la ragazza che va in giardino a rimettere a posto gli oggetti spostati. Mentre si rialza, guarda qualcosa fuori campo e sparisce un paio di minuti. Non si sentono rumori particolari, ma sembra che abbia spostato qualcosa di pesante. Quando riappare, è in camera, vicina alla macchina da presa. Mormora distrattamente di come il vento debba aver spostato la carriola vicino allo sgabuzzino del cortile.

Penultimo video
Non capisco, davvero. Ero sicura di non aver toccato la carriola che uso per il giardinaggio in due settimane e ieri era esattamente dove l'avevo lasciata quando l'ho posata. D'accordo, c'è stato un sacco di vento, possibile che sia stato quello? Sporca è sporca, esattamente come quando ho finito di usarla, non ci sono segni di qualcuno che l'abbia toccata [ansima].

Uhm. Questo non è segnato da nessuna parte sui suoi appunti: o è qualcosa che sta improvvisando sul momento approfittando del fatto che nell'inquadratura non si vede nulla oppure ... oppure qualcosa è realmente successo. Da quel momento, la registrazione del video diario conferma la sensazione che stia succedendo qualcosa di non previsto, lì attorno: o è un'attrice da Oscar oppure è davvero spaventata anche se cerca di nasconderlo, per ora. All'ultimo giorno, il video mostra lei di spalle che guarda fuori, verso il giardino, e mormora "Ma chi sta sussurrando?"
Vado a fare un controllo in giro per casa e nel giardino.
L'interno dell'abitazione è accettabile: niente cose fuori posto, un po' di cibo andato a male nel frigorifero [ ma i suoi non si sono preoccupati di questo?], bagno in ordine, salotto diciamo vivibile e camera da letto chiaramente usata. Roberta non sembrava il tipo che si rifà il letto prima di uscire di casa. La stanza adibita a lavanderia puzza di muffa e l'origine sembra essere la lavatrice. Perfetto, tombola. Esco.
Il giardino esterno è decisamente più curato dell'interno della casa; se fossi uno psicologo, direi che questo la dice lunga su come Roberta si approcciava alla vita ed ai rapporti sociali. Ma non sono uno psicologo e per me la signorina stava solo badando alla sua seconda [ o prima? ] passione: le piante. Parte della recinzione, lungo il confine, è stata sostituita da un roveto spesso almeno due metri ed estremamente fitto. Appare impossibile passare lì dentro senza graffiarsi niente. In un altro lato, la staccionata messa lì solo per segnare il confine è invasa da una varietà di rose rampicanti in piena fioritura. I fiori sono di un bel rosso intenso, quasi ... sanguigno.
Finisco di fare il giro della proprietà e trovo lo sgabuzzino con la carriola vicina. Sembra tutto a posto. Non riesco a trovare impronte che non siano riconducibili a me o a lei nemmeno dopo una buona mezzora di esame più approfondito. Cosa può essere successo?

Video nel cellulare, mai postato su YouTube
Sono dappertutto, qui intorno, li sento. Sussurrano di continuo, senza mai smettere, giorno e notte. A volte sono più intensi di notte, altre di giorno. Non capisco più niente [piange] cosa posso fare? Mi sento terribilmente sola e non c'è nessuno di cui mi fidi abbastanza da dirgli quello che mi sta capitando senza che mi prenda per pazza. Che sta succedendo? Vorrei tanto sapere come farlo smettere, ma non so nemmeno come è iniziata, questa cosa! Ho solo spostato cose in giardino per un mese, non ho fatto un rito satanico finito male! Nemmeno al parroco posso rivolgermi!

Dagli appunti nel cellulare di Roberta
Volevo mettere su un finto video creepy, sapete, quella roba che fa intrattenimento col mistero e la paura. Volevo fingere di star registrando dei cambiamenti sottili nel mio giardino [ vivo in campagna e spazio ne ho in abbondanza anche fuori la proprietà. Vicino c'è un bosco ]: filma il giardino ogni giorno; ogni giorno, dopo la ripresa, cambia qualcosa; il giorno dopo, non dire nulla; alcuni giorni dopo, nota che c'è qualcosa 'che non va' nel giardino; e così via in un crescendo che dovrebbe portare all'ipotesi di uno stalker o di una creatura misteriosa che mi fa degli strani scherzi; dopo un mese di questa farsa, sono iniziati i sussurri ... ed ho iniziato ad avere paura...

La cosa richiede ulteriori approfondimenti. Torno domani, che per oggi ho raccolto abbastanza materiale su cui riflettere.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


IL GIORNO DOPO
Cosa diamine è successo qui, stanotte? La casa è sottosopra e sporca di terriccio in ogni stanza, il giardino sembra sia stato passato con l'aratro in più punti. Vado ad ispezionare la camera di registrazione dove ieri ho controllato il computer coi filmati ... e lo trovo fracassato. Come se qualcuno lo avesse preso a bastonate. Forse qualcosa è ancora salvabile, ma devo portarmi via tutto. Non trovo il cellulare dove l'ho lasciato; cerco come un ossesso finché non lo rinvengo nel capanno del giardino [ maccheccaz...]. Digito la password per controllare se il filmato è stato danneggiato e... errore? Password errata? Ma cosa diamine sta ancora succedendo, qui? Me lo metto in tasca, farò analizzare anche questo da un mio amico.
Ricontrollo il perimetro e le varie serrature: l'unico segno di effrazione è sulla porta sul retro, letteralmente buttata giù come se fosse stata colpita con un ariete. Perplesso è la parola che esprime meglio il mio stato d'animo: questo posto è stato ignorato per ben tre settimane ed i ladri decidono di fare irruzione proprio la sera stessa della mia visita di lavoro? Sapevo che la fortuna è cieca e che la sfiga ci vede benissimo, ma qui siamo a livelli record. Non può essere stato un caso.
In tasca mi squilla il telefono di lavoro: sono i genitori di Roberta, che chiedono già aggiornamenti. Spiego i miei progressi e li informo che sto andando alla Polizia a denunciare l'irruzione in casa di loro figlia. Il silenzio con cui accolgono la notizia è assordante. La madre borbotta qualcosa su dei vicini impiccioni che volevano mettere le mani sulla proprietà e che lei sospetta essere coinvolti nella sparizione di Roberta.
Trattenendo le imprecazioni, mi fermo accanto alla mia macchina con la netta sensazione di essere osservato e mi giro di scatto. Niente, solo le foglie di alberi e cespugli mosse da un filo d'aria. Il roveto sembra magnetizzare il mio sguardo: potete chiamarlo 'istinto da detective', ma qualcosa non mi torna, rispetto a ieri. Resto immobile per qualche minuto, poi mi scuoto e vado fino in Centrale.
Vi risparmio le ore di burocrazia necessarie per denunciare l'effrazione a casa di Roberta, il perché della mia presenza lì, eccetera, eccetera.
Pranzo fuori e riesco a tornare solo nel pomeriggio. L'intera proprietà ha un'aria più cupa, ora che il sole è girato ed il pezzo di giardino incriminato è avvolto nell'ombra. Torno a fissare il roveto e mi chiedo se quello che ho visto in mattinata fosse vero o solo un gioco di luci e ombre. Telefono ai genitori di Roberta e chiedo il permesso di dormire nella casa. Questionano alcune cose, vogliono assicurarsi di altre, ma alla fine acconsentono. Avviso il mio amico di passare qui e ritirare il materiale elettronico che ho preso questa mattina.
Quando arriva, ci facciamo una bella chiacchierata. Gli consegno la roba, recupero il mio sacco a pelo [ ho sempre uno zaino pronto per queste evenienze in macchina, vai a sapere quando può servire ] e mi preparo a passare la notte qui. Forse sarò (s)fortunato e sentirò quei famosi 'sussurri' di cui parlava Roberta e che la spaventavano tanto. Forse riuscirò anche a capirci qualcosa.
Ordino una pizza gorgonzola e salamino ed una lattina di birra, specificando che la voglio fredda. Mi sistemo in salotto, l'unica stanza rimasta che si possa chiudere a chiave, e scopro che il televisore è ancora funzionante. Ottimo.

Mi sveglio di soprassalto attorno alle 23, sentendo qualcosa muoversi all'esterno. Mi alzo e vado a controllare. Ho avuto il pomeriggio per memorizzare alla buona la posizione degli oggetti nelle stanze, quindi NON accendo nessuna luce. Là fuori, nel giardino, qualcosa passa davanti all'albero del video dello scherzo. Sembra una persona che si è scordata di pettinarsi ( prego?) ed è stata così veloce che non sono nemmeno riuscito ad intravedere cosa avesse addosso. I famosi vicini stanno venendo a controllare il risultato delle loro azioni? Non ci sono prove del coinvolgimento di terzi, o non avrebbero chiamato me per vederci chiaro sull'intera faccenda. Decisamente qualcosa non torna.
I rumori si ripresentano dalla porta sfondata sul retro, ed in tutto e per tutto sembrano dei legni fatti grattare per terra. In punta di piedi, respirando lentamente, mi sposto verso quella porta, facendo il possibile per non farmi notare: puoi avere tutto l'addestramento del mondo, ma alla resa dei conti ci siete solo tu e l'altra persona. Conta solo chi ha i sensi più affinati o il passo più silenzioso.
I rumori si stanno avvicinando e cerco un punto dove potermi nascondere: sto praticamente trattenendo il fiato e facendo volare mentalmente Madonne per non essermi portato dietro il cellulare con cui fare un video dell'intrusione.
La figura entra nel mio campo visivo: alta quanto una persona, ha un forte odore di prato ( maccos?) e ad ogni passo avanti viene accompagnata da scricchiolii come di ramoscelli secchi e calpestati. Poi realizzo: questa persona è FATTA di ramoscelli. La testa si gira intorno, scrutando il buio della stanza, poi l'intera figura si avvia verso il salotto, dove ho lasciato il mio sacco a pelo. Sporgendomi il più possibile cercando di non fare rumore, butto un'occhiata. È accovacciata ed il silenzio di questo momento minaccia di farmi scoprire. Sento il debole rumore della mia roba che viene smossa, assieme a quello di rametti e deboli schiocchi legnosi. Perché diamine l'istinto mi grida di NON usare di nuovo il sacco a pelo?
La figura si fa un giro della casa e sono ragionevolmente certo che abbia fatto una puntatina in bagno [ quella porta cigola in maniera unica ]; nel frattempo, io non oso muovermi dal mio nascondiglio, senza nemmeno sapere se sarà sempre buono quando scenderà e uscirà. Non credo passerà l'intera notte in casa, giusto? Infatti ecco che scende. Torna nei pressi del mio sacco a pelo e sento subito dopo un sonoro 'crack'. Dopodiché, se ne va, passandomi davanti senza notarmi. Credo.
Solo dopo che questa figura – arborea, mi pare si dica – ha lasciato la casa, ho avuto il coraggio di respirare normalmente. In punta di piedi, ancora, mi avvicino al mio sacco a pelo e basta un debole luccichio a farmi notare la superficie incrinata del mio telefono fracassato: come temevo. L'odore di prato è intenso in questo punto e di nuovo avverto l'impulso di NON dormire lì dentro. Dal naso mi sfugge uno sbuffo infastidito che soffoco rapidamente con la mano destra. Resto immobile per alcuni secondi, cercando di captare qualunque rumore possa indicarmi che quella figura è tornata qui, in casa.
Espiro.
Tutto ok.
Mi muovo nel buio della casa facendo affidamento solo sulle mie memorie del posto. Raggiungo la cucina e non sento quell'odore. Mi rilasso un po' e decido di accamparmi qui: slego i cuscini dalle sedie, recupero il mio cappotto e mi metto a dormire di nuovo dopo essermi barricato grazie alle sedie nella stanza.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


ALBA
Un sottile raggio di luce mi colpisce gli occhi, svegliandomi. Sono acciaccato per aver dormito male, ma nel complesso sono riposato. Poi ricordo il mio cellulare fracassato e sbuffo, grugnendo forte mentre mi passo una mano sul viso. Mi dirigo per prima cosa, però, verso il bagno: a certe necessità non puoi dire “aspetta 5 minuti”. La porta socchiusa manda un forte profumo di prato primaverile e vedo in giro per la stanza chiazze di muschio che ieri non c'erano. Resto fermo imbambolato a fissare il muschio per un bel po' di tempo, finché la necessità non mi spinge a prendere una decisione: stando ben attento a non toccare nessuna chiazza, sbrigo le mie faccende ed esco.
Una volta rivestito, recupero il poco che è rimasto del mio telefono e osservo il mio sacco a pelo: pieno di muschio. E intendo PIENO. Nel corso della notte, si è gonfiato così tanto da ricordarmi un cannolo strabordante di crema. Devo lasciarlo qui ed il paragone mi ha fatto venire fame. Faccio un rapido giro della casa, entrando in tutte le stanze e trovo facilmente quelle in cui è passata la creatura: muschio ovunque, eccetto uno sgabuzzino, le scale e la cucina. Tutti i posti che potevano essere usati come 'rifugio' per dormire, sono stati riempiti di muschio, la casa è più verde che altro, in questo momento.
Uscendo, passo davanti al roveto e qualcosa colpisce la mia attenzione. Decido di farmi una pausa sigaretta mentre osservo i dintorni e mi schiarisco le idee; finendo di girarmi, vedo che la mia macchina è attorniata da un cerchio muschioso spesso un braccio. Mentalmente, tiro giù dal Paradiso tutti i Santi che riesco a ricordare. Finisco la sigaretta, mi preparo le chiavi comode in una tasca e prendo la rincorsa per saltare verso il cofano: ce la faccio, più o meno. Atterro di faccia, ma sono riuscito a non toccare il muschio. Sto diventando paranoico verso un po' di verdura. L'interno dell'automobile sembra a posto, quindi faccio un paio di acrobazie per aprire la portiera ed entrare al posto di guida. Metto in moto e chiudo la portiera mentre parto e vado via; non nego di sentirmi decisamente stupido a comportarmi così, ma la cosa che si è aggirata per casa stanotte esula da qualunque esperienza io abbia mai fatto in vita mia.
Guido fino a casa dei genitori di Roberta e suono più volte prima che la signora si decida a rispondere. Spiego perché sono qui invece di aver chiamato e mi fanno entrare; dopo aver spiegato loro cosa è successo nella notte, si guardano e mi sollevano dall'incarico.
Mi. Sollevano. Dall'incarico.
Li guardo come si guarda un bambino che si è appena sporcato la faccia con la sua stessa cacca e chiedo spiegazioni che mi vengono bruscamente negate. Anzi rincarano la dose dicendo che se mi vedranno di nuovo nella proprietà di famiglia, mi denunceranno e mi intimano di riconsegnare le chiavi che mi avevano dato. Non faccio storie e riconsegno quanto richiesto. Non che ne abbia bisogno, con una porta sfondata: ho già deciso che sarei tornato stanotte per cercare di finire l'indagine. La curiosità uccise il gatto, dicono i vecchi detti popolari. Non specificano mai se il gatto è nero o no. Chiedo una loro dichiarazione sui motivi della chiusura dell'indagine, in modo da poterli trascrivere nelle mie pratiche e chiudere il fascicolo in maniera ufficiale. Storcono il naso e sembrano proprio sforzarsi di mettere insieme una motivazione che non sia una minaccia esplicita. Li ringrazio e torno a casa mia, per riposare un altro po', sentire una manciata di persone e mangiare come si deve: la notte sarà lunga ed io voglio essere fresco e riposato.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


NOTTE
Ho dormito come un sasso per tutta la mattina, ho sbrigato un paio di commissioni e chiuso il fascicolo Mazzucchi, ufficialmente. Quanto al fascicolo ufficioso, voglio un motivo un po' più coerente con la situazione che ho trovato, prima di chiuderlo; dalle minacce dei genitori di Roberta e da quello che ho trovato qui, SO che mi sto ficcando in un guaio grande come il paese.
Sorpresa sorpresa, la porta sul retro è stata fatta riparare già oggi pomeriggio, a quanto pare. Sto seriamente riflettendo se commettere io stesso un'effrazione per entrare, quando sento dei sussurri alle mie spalle.
Credo che mi siano ghiacciate anche le palle, dopo quello che il mio amico ha trovato scavando più a fondo nel pc e nel cellulare di Roberta. Non chiedetemi come ha fatto, ma è riuscito a recuperare un video, cancellato, in cui la signorina partecipava ad un qualche ritrovo nel bosco qui vicino, con un paio di amiche, candele verdi e la luna piena. Non si vede granché e per quello che ne capisco io non hanno combinato un bel nulla se non bere tra ragazze, accendere un falò e ballare seminude attorno al fuoco. Roba da streghe, se fossimo nel Medioevo. Le candele facevano da perimetro esterno. Non si vedeva bene cosa fosse successo, ma ad un certo punto le ragazze si sono fermate e zittite, una ha bisbigliato qualcosa in merito a dei sussurri, indicando una direzione, e poco dopo hanno abbandonato il posto in fretta e furia: solo il temporale seguente ha impedito lo sviluppo di un incendio, roba da matti. Data? Due anni fa.
Mi giro lentamente ed osservo meglio che posso lì nei dintorni: i sussurri sembrano originarsi dal roveto e fatico a mantenere la calma: sono snervanti e sembrano istigarmi. A fare cosa, non lo so, ma sembra esserci una sorta di compulsione ad agire. Sono nervoso, oltre che impaurito. Mi rendo conto che sto trattenendo il fiato: deglutisco ed espiro. Il roveto fruscia ed i sussurri si fanno più intensi: la stessa (?) figura di ieri sera emerge dagli arbusti e si dirige verso la porta sul retro. Verso di ME. Non riesco a muovermi, mi sento bloccato dalla paura. E come ciliegina sulla torta, il pensiero idiota: “ma perché non mi sono portato un'accetta?”. Si ferma esattamente a due passi da me, potrei dire che mi sta 'fissando'; alza il 'braccio' destro, me lo punta contro e subito dopo indica la mia macchina.
“Col cavolo!” sbotto “Voglio risposte! Cosa diamine è successo, qui?”
Mi risponde il silenzio, perfino i sussurri si sono zittiti, in questo momento. Poi un pugno mi colpisce con la violenza di un maglio e mi fa sbattere contro la porta di casa. Intravedo la figura ricomporsi, poi indicare nuovamente me e la mia macchina, in sequenza. Qualcosa mi avverte che non avrò altre possibilità di andarmene sulle mie gambe. Resto seduto, immobile, mentre cerco di decidere rapidamente il da farsi: non c'è modo di capire cosa possa mai provare una creatura del genere. Non ha lineamenti comprensibili e la postura non mi dà indizi, proprio un bel rompicapo.
Ma non farei questo lavoro se ogni tanto non avessi un'intuizione geniale [ o se non mi accompagnasse un po' di follia, fate voi ] e quindi, rischiando non poco, me ne esco con un sommesso:
“Roberta?”
La figura arretra, forse spiazzata. Mi alzo e proseguo, soppesando le parole in modo da trasmettere tutta la sincerità che una situazione del genere può permettere:
“Una spiegazione per me. Non verrà divulgata, te lo giuro su quello che ho di più caro” e con un ulteriore azzardo, sporgo la mano destra, col gesto di chi si aspetta una stretta di mano. Gente, me la sto facendo sotto.
I sussurri diventano una cacofonia pervasiva, giuro che mi sento osservato perfino dall'erba... e forse non sono così distante dalla realtà. Alle sue spalle, il roveto si apre, rivelando un sentiero che non esisteva fino ad un secondo prima. ORA sì che ho paura. Roberta(?) mi afferra il polso e mi conduce di forza verso quel sentiero; opporre resistenza sarebbe una stupidaggine, soprattutto ora. Mentre attraversiamo, mi sembra di oltrepassare una porta verso una sauna e mi si stappano le orecchie.

DIVERSI GIORNI DOPO
Vengo rilasciato nel medesimo punto in cui sono stato portato via. Loro hanno mantenuto la loro parola, io manterrò la mia. Non nego che sono rimasto sorpreso da quelle rivelazioni: il nostro mondo è tutt'altro che solo nostro, ma siamo diventati ciechi e sordi.
Una valanga di notifiche arriva al mio telefono: sarà una lunga giornata. Prima di andarmene, prendo il mio fazzoletto di cotone dalla tasca dei pantaloni, e lo annodo ad uno dei rami grossi del roveto. Poi, giro la schiena e torno a casa, consapevole che la mia vita è cambiata per sempre.



NOTE DELL'AUTRICE
Qualunque omonimia è totalmente casuale, così come qualunque sovrapposizione con fatti realmente accaduti. Ho preso spunto da un video di un canale horror dove veniva riportato il video di una ragazza [ con parlata inglese o americana ] che descriveva 'cose strane' appena trasferita nella sua nuova casa. Questa vicenda è totalmente inventata, così come nomi e ruoli dei personaggi.
Questo è anche un primo tentativo di scrivere qualcosa a capitoli, che è un impegno ben diverso dallo scrivere oneshot [ dalle drabble alle oneshot più lunghe ]
Grazie a chi ha speso un po' del suo tempo per leggere questa storia; se avete qualcosa da dirmi anche senza fare una recensione, vi leggo volentieri.

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