Le Mirabolanti Indagini Di Terenzio Collina

di Swan Song
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Mistero del Rubino Scomparso ***
Capitolo 2: *** La Strega delle Caramelle ***
Capitolo 3: *** Il Caso della Luna Scomparsa ***
Capitolo 4: *** Il Caso del Dipinto Maledetto ***
Capitolo 5: *** Il Caso del Fantasma del Teatro ***
Capitolo 6: *** La Notte delle Lanterne Rosse ***
Capitolo 7: *** Il Fantasma della Vecchia Biblioteca ***
Capitolo 8: *** I Folletti del Bosco ***
Capitolo 9: *** Terenzio Collina vs Barbanera ***
Capitolo 10: *** Il Mistero del Diamante Blu ***
Capitolo 11: *** Terenzio Collina e le Sirene ***
Capitolo 12: *** Terenzio Collina va a Gubbio ***



Capitolo 1
*** Il Mistero del Rubino Scomparso ***



Il Mistero del Rubino Scomparso








In un tranquillo villaggio ai piedi delle colline, Terenzio Collina pedalava tra le strade lastricate di pietra. Il suo cappello a tesa larga gli proteggeva gli occhi dal sole, mentre la pipa tra i denti emanava un profumo di tabacco dolce.
Un giorno, la signora Bianchi, proprietaria della locanda “La Luna Rossa”, si avvicinò a Terenzio con un’espressione preoccupata «Signor Collina...» disse «Il nostro rubino è scomparso! Era esposto nella vetrina della locanda, e ora è sparito nel nulla.»
Terenzio alzò un sopracciglio «Un rubino, dite? Interessante.»
Si mise a pedalare verso la locanda, seguito dai curiosi del villaggio.
All’interno, Terenzio esaminò la vetrina vuota «Qualcuno ha forzato la serratura.» disse «Ma chi avrebbe interesse a rubare un rubino qui?»
La signora Bianchi annuì «Forse il conte Malatesta. Ha sempre avuto un debole per le pietre preziose.»
Terenzio si mise ad indagare. Pedalò fino al castello, dove trovò il conte Malatesta intento a lucidare una spada antica «Conte!» proruppe il detective in bicicletta «Io necessito di parlare con voi riguardo ad un rubino.»
Il conte alzò un sopracciglio «Un rubino? Non so di cosa state parlando.»
Terenzio sorrise «Ho visto il riflesso rosso nei vostri occhi quando avete menzionato il rubino. Dov’è?»
Il conte ammise tutto «È vero. Ho rubato il rubino per pagare i debiti di gioco. Ma ora mi pento.»
Terenzio restituì il rubino alla signora Bianchi e pedalò via, lasciando il conte Malatesta con il suo rimorso.
E così, Terenzio Collina risolse il mistero del rubino scomparso, dimostrando che anche un detective in bicicletta può essere un eroe. Il villaggio lo salutò con gratitudine, e Terenzio sorrise mentre il vento gli scompigliava i capelli.








Angolo Autrice:

Cari lettori, benvenuti in questa nuova, delirante raccolta xD
Raccolta nata sia perché mi sto esercitando nelle storie brevi, sia perché, da grande appassionata di gialli, lo sapevo che prima o poi avrei dovuto far entrare in scena un Don Matteo 2.0 XDXD
Il nome è ispirato proprio a Terence Hill XD

Avviso che le storie sono leggere di proposito, si leggono velocemente anche con il cervello spento e non hanno pretesa alcuna. In sostanza, sono molto semplici. ^^
Ogni capitolo avrà una fiaba diversa in base all'ispirazione del momento. 
E sì, avete capito bene: il detective si sforza molto per risolvere i crimini XD Talmente tanto, che spesso si risolvono da soli! 

Grazie se siete arrivati fin qui e a presto :)

Dedico la raccolta a Milly Sunshine, perché lei SA che un detective in bici ci mancava! XDXD

SwanXSong


 

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Capitolo 2
*** La Strega delle Caramelle ***



La Strega delle Caramelle




 


Nel tranquillo villaggio di Collinaville, tra le colline verdeggianti, viveva una strega misteriosa. La chiamavano Zaffira, a causa dei suoi occhi azzurri come il cielo. 
Ma dietro quella bellezza si nascondeva un oscuro desiderio: rubare le caramelle ai bambini del villaggio.
Ogni notte, quando la luna era alta nel cielo, Zaffira usciva dalla sua capanna diroccata. Vestita di nero, con un cappello a punta e una scopa di sambuco, si avventurava tra le strade silenziose. I bambini dormivano nei loro letti, sognando dolci avventure.
Terenzio Collina, il detective in bicicletta, aveva sentito voci sulle caramelle scomparse. Si mise a pedalare verso la casa di Zaffira, con il suo taccuino e la sua pipa. Era un uomo curioso, con un intuito acuto ed un amore per i dolci.
Zaffira lo accolse con un sorriso enigmatico «Cosa volete, detective?»
Terenzio alzò un sopracciglio «Ho sentito parlare delle caramelle scomparse. Sapete qualcosa?»
Zaffira annuì «Le caramelle sono la mia unica gioia. Ma sono stufa di rubarle. Ho bisogno di aiuto.»
Terenzio si sedette sulla sua bicicletta «Perché rubate le caramelle?»
Zaffira sospirò «Sono sola, Terenzio. Non ho mai avuto una dolce infanzia. Le caramelle mi ricordano i giorni felici.»
Terenzio la guardò negli occhi «Non dovete rubare. Possiamo condividere le caramelle insieme.»
E così, Terenzio Collina e Zaffira divennero alleati. 
Ogni notte, invece di rubare, Zaffira faceva apparire caramelle magiche per i bambini del villaggio. Le caramelle erano fatte di sogni e risate, e nessuno sapeva da dove venissero.
Da allora, Zaffira non fu più la strega delle caramelle. Era diventata la fata delle dolcezze, e il villaggio la amava.
E così, tra le colline verdeggianti, la magia delle caramelle unì il cuore di una strega solitaria e un detective in bicicletta.







Un altro mistero dove il detective si è impegnato parecchio! XD
Grazie a tutti! <3










 

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Capitolo 3
*** Il Caso della Luna Scomparsa ***



Il Caso della Luna Scomparsa







Un freddo mattino d’inverno, Terenzio Collina si svegliò con un senso di inquietudine. La luna, solitamente luminosa nel cielo notturno, era scomparsa. Nessuna traccia, nessun bagliore argentato. Era come se qualcuno l’avesse rubata.
Terenzio indossò il suo cappello a tesa larga e si mise in sella alla sua bicicletta. La pipa tra i denti, pedalò verso la collina più alta del villaggio. Lì, tra gli alberi spogli e la neve fresca, incontrò la Fata delle Stelle.
La Fata era disperata «Terenzio.» disse con voce tremante «La luna è stata rubata! Senza di lei, le stelle sono tristi e il mondo è buio.»
Terenzio annuì «Dove possiamo trovarla?»
La Fata indicò una grotta nascosta tra le rocce «Lupo Mannaro.» sussurrò «È lui il colpevole.»
Terenzio si addentrò nella grotta.
Lupo Mannaro, con gli occhi gialli e i peli arruffati, teneva la luna tra le zampe.
«È mia!» ringhiò «La luna mi rende potente.»
Terenzio non esitò. Estrasse il suo taccuino e iniziò a scrivere enigmi complicati.
Lupo Mannaro si grattò la testa, confuso «Cosa stai facendo?»
Parlava così per scelta autoriale, perché avete mai sentito un Lupo Mannaro usare il “Voi”?
«Un indovinello.» rispose Terenzio «Se rispondi correttamente, la luna tornerà al suo posto.»
Quindi anche il detective in bicicletta si risparmiò il “Voi”.
Lupo Mannaro si concentrò. Terenzio gli fece la domanda: «Qual è la cosa che cresce quando la condividi?»
Lupo Mannaro sbuffò «La risposta è ovvia. È la felicità.»
Terenzio sorrise «Esatto.» e con un gesto rapido, prese la luna dalle zampe di Lupo Mannaro e la rimise nel cielo.
La Fata delle Stelle danzò di gioia «Grazie, Terenzio! Ora il mondo tornerà a splendere!»
Terenzio riprese il viaggio sulla sua bicicletta, la pipa tra i denti. Aveva risolto un altro mistero, e il suo cuore era leggero come la luna nel cielo.

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Capitolo 4
*** Il Caso del Dipinto Maledetto ***



Il Caso del Dipinto Maledetto








Terenzio Collina, il detective in bicicletta, si trovava a Laguna, la città dei canali e dei segreti. Era una giornata nebbiosa, e le gondole si muovevano silenziose lungo l’acqua. Terenzio aveva ricevuto una lettera anonima che lo aveva condotto al Museo d’Arte Contemporanea.
All’interno del museo, c’era un dipinto che aveva attirato la sua attenzione: “La Donna con gli Occhi di Fuoco”.
Il volto della donna ritratta sembrava vivo, con occhi che brillavano come brace ardente.
Ma c’era qualcosa di inquietante in quegli occhi.
Il custode del museo, un uomo anziano con baffi grigi, si avvicinò a Terenzio.
«Signore, quel dipinto è maledetto.» disse «Chiunque lo guardi troppo a lungo, scompare nel nulla.»
Terenzio alzò un sopracciglio «Scompare nel nulla? Come può essere?»
Il custode annuì «Non lo sappiamo. Ma molti visitatori sono svaniti nel nulla dopo aver fissato gli occhi di quella donna. Dicono che il dipinto sia stregato.»
Terenzio decise di indagare. Si sedette su una panchina di fronte al dipinto e lo osservò attentamente. La donna sembrava quasi parlare con lui attraverso gli occhi di fuoco. Terenzio sentì un brivido lungo la schiena.
Decise di cercare indizi. Andò alla ricerca del pittore, un uomo eccentrico di nome Lorenzo Bellini. Scoprì che Bellini era scomparso anni prima, poco dopo aver completato il dipinto. Nessuno sapeva cosa gli fosse successo.
Terenzio visitò la vecchia casa di Bellini, un edificio fatiscente vicino al canale. Lì, trovò un diario nascosto sotto il pavimento. Le pagine erano piene di simboli e incantesimi. Bellini aveva cercato di svelare il segreto del dipinto.
Una notte, Terenzio tornò al museo. Con l’aiuto del diario, decifrò gli incantesimi e pronunciò le parole magiche.
Il dipinto si animò. La donna con gli occhi di fuoco scese dal quadro e si materializzò davanti a lui.
«Terenzio Collina...» disse la donna con voce melodiosa «Sono prigioniera in questo dipinto da secoli. Ho bisogno del tuo aiuto per spezzare l’incantesimo.»
Terenzio ascoltò la sua storia. La donna era una strega che aveva cercato di creare un’opera d’arte eterna. Ma l’incantesimo era andato storto, intrappolandola nel dipinto. Ora doveva trovare un modo per liberarsi.
Terenzio si immerse nel mondo degli enigmi e delle magie. Seguì le tracce di Bellini, risolvendo indovinelli e rivelando segreti nascosti. Alla fine, scoprì che l’unico modo per liberare la donna era dipingere un nuovo quadro, uno che raccontasse la sua vera storia.
Con pennelli e colori, Terenzio creò un dipinto che mostrava la strega nel suo splendore e nel suo dolore. Quando il pennello toccò la tela, la donna con gli occhi di fuoco si dissolse nel nulla, lasciando dietro di sé solo un sorriso di gratitudine.
Terenzio tornò alla sua bicicletta e pedalò via, sapendo di aver risolto un mistero che sfidava la logica e la realtà.
Con la sua pipa tra i denti, si diresse verso la prossima avventura.








Grazie a tutti. <3

 

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Capitolo 5
*** Il Caso del Fantasma del Teatro ***



Il Caso del Fantasma del Teatro








Terenzio Collina si trovava nella grande città della nebbia e dei misteri. Era una sera di pioggia, e le strade erano illuminate dalle luci dei lampioni.
Terenzio aveva ricevuto una chiamata urgente: al Teatro dell’Opera, un fantasma infestava le prove di una nuova produzione.
All’interno del teatro, Terenzio incontrò il direttore, un uomo nervoso con gli occhi cerchiati «Signor Collina.» disse «Il nostro spettacolo è maledetto. Ogni notte, il fantasma appare sul palco e fa scomparire gli attori.»
Terenzio mangiucchiò la pipa «Dove si nasconde il fantasma?»
Il direttore indicò un vecchio camerino «Là dentro. Ma nessuno ha mai osato entrarci.»
Terenzio aprì la porta. Il camerino era buio e polveroso. Un vecchio specchio era appeso al muro. Terenzio si guardò riflesso: il suo cappello a tesa larga sembrava ancora più misterioso.
Il primo indizio era una nota sul tavolo:

“Il fantasma si nasconde tra le maschere. Trova quella che sorride e scoprirai la verità.”

Terenzio esaminò le maschere appese al muro. Alcune erano tristi, altre arrabbiate. Ma una sola sorrideva: una maschera dorata con occhi di smeraldo.
Terenzio la prese e la girò. Dietro di essa, trovò una chiave.
Il secondo indizio era un biglietto sotto il cuscino:

“La chiave apre la porta del passato. Segui il suono del violino e troverai il fantasma.”

Terenzio seguì il suono del violino. Lo portò al balcone del teatro.
Lì, vide una figura eterea: il fantasma.
Indossava un abito da ballerina e danzava tra le gocce di pioggia. Terenzio si avvicinò.
«Chi siete?» chiese.
Il fantasma sospirò «Sono Isabella, una ballerina di Ere passate. Amavo il palcoscenico, ma un giorno scomparve il mio amato violino. Senza di esso, morii di tristezza.»
Terenzio capì. La chiave apriva la porta del passato. Andò nel sotterraneo del teatro, dove si trovava l’archivio.
Lì, trovò il violino di Isabella, nascosto tra vecchi spartiti.
Tornò al balcone e consegnò il violino al fantasma.
Isabella sorrise «Grazie, signor Collina. Ora posso riposare in pace.»
E così, il fantasma scomparve, lasciando dietro di sé solo una melodia malinconica.
Terenzio tornò alla sua bicicletta e pedalò via, sapendo di aver risolto un mistero che sfidava la logica e la realtà.








Grazie a tutti!

 

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Capitolo 6
*** La Notte delle Lanterne Rosse ***



La Notte delle Lanterne Rosse







Nella città di Luminaria, una volta all’anno, si celebrava un festival magico noto come “La Notte delle Lanterne Rosse”.
Era una tradizione antica, tramandata da generazione in generazione, e ogni abitante della città aspettava con ansia questo evento speciale.
La festa iniziava al crepuscolo, quando il sole si nascondeva dietro le montagne e il cielo si tingeva di sfumature calde di rosa e arancione. Le strade si riempivano di gente, ognuno con una lanterna rossa in mano.
Le lanterne erano fatte di carta sottile e legno, e all’interno brillava una piccola candela. Quando venivano accese, sembrava che stelle cadenti danzassero tra le mani delle persone.
Le lanterne venivano lanciate in cielo, una dopo l’altra. Si alzavano lentamente, portando con sé i desideri e le speranze di chi le aveva create. Le strade si riempivano di luce, e la città sembrava galleggiare su un mare di stelle rosse.
Durante il festival, mentre le lanterne fluttuavano sopra la città, qualcuno fu trovato senza vita nella sala delle antichità del museo.
Era un uomo anziano, con gli occhi fissi e le mani strette intorno ad un antico papiro. La sua morte sembrava collegata alle lanterne e ai segreti nascosti tra le pareti del museo.
Terenzio Collina, il detective in bicicletta, si immerse nell’indagine. Esaminò gli indizi, interrogò i testimoni e scrutò i geroglifici sul papiro.
Cosa aveva scoperto l’uomo? E perché qualcuno lo aveva ucciso proprio durante il festival?
Le lanterne rosse brillavano fuori dalla finestra del museo, mentre Terenzio seguiva il filo dell’enigma.
Scoprì che il papiro conteneva una mappa segreta, un percorso che portava ad un tesoro nascosto.
Ma il tesoro non era fatto di oro o gioielli; era la conoscenza stessa, la verità che avrebbe cambiato la storia.
Con la sua bicicletta accanto, Terenzio si inoltrò nei corridoi bui del museo.
Le ombre danzavano lungo le pareti, e il vento sussurrava parole dimenticate.
Dove lo avrebbe portato il percorso?
La Notte delle Lanterne Rosse si trasformò in una corsa contro il tempo.
Terenzio decifrò gli indizi, risolse gli enigmi e si avventurò nelle profondità della storia.
Alla fine, trovò il tesoro: un manoscritto antico che rivelava la verità sulla fondazione di Luminaria e il destino della sua gente.








Grazie a chi legge! <3

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Capitolo 7
*** Il Fantasma della Vecchia Biblioteca ***



Il Fantasma della Vecchia Biblioteca










Nel cuore di Luminaria, tra le strade acciottolate e gli edifici antichi, sorgeva la Vecchia Biblioteca. Era un luogo di sapere e mistero, con scaffali polverosi e libri ingialliti. Ma c’era qualcosa di più nella Vecchia Biblioteca: un segreto che si nascondeva tra le pagine e le ombre.
Terenzio Collina, il detective in bicicletta, aveva sentito parlare del fantasma che infestava la biblioteca. Si diceva che apparisse solo di notte, quando la luna era alta e il silenzio avvolgeva i corridoi. Terenzio, che per ovvie ragioni credeva ai fantasmi, quella notte decise di indagare.
Entrò nella biblioteca con passo felpato.
Le luci tremolavano e il legno scricchiolava sotto i suoi piedi. I libri sembravano custodire segreti, e gli scaffali sembravano nascondere storie dimenticate.
Terenzio si diresse verso la sala principale, dove si diceva che il fantasma apparisse.
La stanza era fredda, e l’aria sembrava carica di echi del passato. Terenzio scrutò le pareti, cercando indizi.
Fu allora che lo vide: un’ombra, appena visibile, che si muoveva tra gli scaffali. Sembrava un uomo anziano, con gli occhi profondi e la barba grigia.
«Chi siete?» chiese Terenzio.
L’ombra si voltò verso di lui «Sono il custode delle antiche conoscenze.» rispose con voce roca «Ho vissuto tra queste pareti per secoli, e ho visto storie nascoste e verità dimenticate.»
Terenzio si avvicinò «Perché siete qui? Cosa volete?»
L’ombra sorrise «Ho bisogno del vostro aiuto.» disse «C’è un libro, un antico tomo che contiene la chiave per risolvere l’enigma della mia morte. Dovete trovarlo e decifrare gli indizi.»
Terenzio annuì. Era un enigma che coinvolgeva il passato e il presente, e lui era determinato a risolverlo.
Seguì l’ombra attraverso i corridoi, tra i libri e le parole scritte. Ogni pagina sembrava contenere un segreto, ogni parola un indizio.
Alla fine, trovò il libro: un manoscritto ingiallito con geroglifici e simboli.
L’ombra gli sussurrò le parole da decifrare, e Terenzio si immerse nella storia.
Scoprì che il fantasma era stato tradito da un amico, e la sua morte era stata mascherata come un incidente.
Con la sua bicicletta accanto a lui, Terenzio seguì gli indizi fino a una tomba segreta nel cortile della biblioteca. Lì, trovò il corpo dell’amico traditore, e il fantasma finalmente poté riposare in pace.
E così, nella Vecchia Biblioteca, tra libri e ombre, Terenzio Collina aveva risolto un enigma che andava oltre il tempo.
Il fantasma lo ringraziò e si dissolse nell’aria, lasciando dietro di sé solo il sussurro delle parole scritte.








Grazie a tutti i lettori! <3

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Capitolo 8
*** I Folletti del Bosco ***



I Folletti del Bosco







Terenzio Collina, il detective in bicicletta, si trovava nel cuore del bosco antico. Le foglie scricchiolavano sotto le ruote della sua bicicletta, e il sole filtrava tra i rami, creando giochi di luce e ombra. Ma qualcosa non andava: il silenzio era opprimente e gli alberi sembravano nascondere segreti.
Terenzio si fermò vicino ad un grande faggio.
Notò che qualcosa mancava: la sua pipa preferita, quella che portava sempre con sé. Era sparita, e i segni sul terreno indicavano che qualcuno l’aveva presa.
I folletti, pensò Terenzio. Erano noti per rubare oggetti preziosi e nasconderli tra le radici degli alberi.
Deciso a recuperare la sua pipa, s’inoltrò nel bosco. Seguì le tracce dei folletti tra le foglie e i cespugli.
Ogni tanto, sentiva risate sommerse e il fruscio di ali invisibili. I folletti erano veloci e astuti, ma Terenzio non si arrese.
Arrivò ad una radura, dove i raggi del sole illuminavano una piccola cascata.
Lì, tra le pietre, vide i folletti. Erano piccoli, con occhi scintillanti e vestiti di foglie. Avevano la sua pipa e la stavano utilizzando come flauto, suonando una melodia incantata.
«Restituite la mia pipa!» gridò Terenzio.
I folletti si voltarono e lo guardarono con malizia «Solo se risolvi il nostro enigma!» dissero «Dovrai indovinare quale albero custodisce il nostro tesoro segreto.»
Terenzio accettò la sfida. Esaminò gli alberi intorno a lui. Uno di loro sembrava diverso dagli altri: aveva radici intrecciate e foglie dorate. Era l’albero più antico del bosco.
«Quell’albero.» disse Terenzio, puntando il dito.
I folletti si scambiarono sguardi ed annuirono. Si avvicinarono all’albero e tirarono fuori la pipa «Hai indovinato.» sbuffarono «La tua pipa è salva.»
Terenzio prese l’oggetto e lo mise in tasca «Grazie.» disse «Ma ora voglio sapere: qual è il vostro tesoro segreto?»
I folletti sorrisero «La conoscenza.» risposero «Nascondiamo storie ed enigmi tra le radici degli alberi. Solo chi ha occhi attenti e un cuore aperto può trovarli.»
E così, Terenzio Collina, il detective in bicicletta, imparò una lezione preziosa: la verità è spesso nascosta tra le foglie e le ombre, e solo chi è disposto a cercarla può trovarla.








Grazie a tutti! <3

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Capitolo 9
*** Terenzio Collina vs Barbanera ***



Terenzio Collina vs Barbanera








Terenzio Collina, il detective in bicicletta, si ritrovò in un’atmosfera densa di mistero. Le onde del mare s’infrangevano contro le rocce, l’aria profumava di sale e avventura.
Aveva ricevuto una lettera cifrata, con un sigillo di cera rossa.
Il mittente? 
Il temuto pirata Barbanera.
Barbanera era famoso per le sue scorribande nei mari, per il suo occhio bendato e la sua risata rauca. Aveva sequestrato navi, saccheggiato villaggi ed accumulato tesori.
Ma ora sembrava che avesse un nuovo obiettivo: un antico manoscritto, custodito in una grotta segreta a Isla del Tesoro.
Terenzio si mise in sella alla sua fedele bicicletta, con il cappello calato sugli occhi e la pipa tra i denti. Seguì le tracce lasciate dalla lettera, attraversando la foresta e raggiungendo la spiaggia. Lì, vide la nave di Barbanera all’ancora, con la bandiera nera che sventolava.
Il detective si nascose tra le rocce, osservando i pirati che scaricavano casse e barili.
Barbanera stesso scese a terra, seguito dai suoi uomini.
Terenzio si avvicinò silenziosamente, cercando di decifrare il codice della lettera.
Le parole sembravano danzare davanti ai suoi occhi, ma finalmente la chiave si rivelò: “La stella guida il cammino”.
Terenzio s’inoltrò nella grotta, illuminando il buio con la sua lanterna. Trovò il manoscritto, coperto di polvere; conteneva una mappa, con una stella disegnata proprio sopra l’isola. Era la chiave per trovare il tesoro nascosto.
Ma Barbanera non era lontano. Il pirata irruppe nella grotta, la spada sguainata.
Terenzio afferrò il manoscritto e si lanciò sulla sua bicicletta.
La corsa fu frenetica, tra le rocce e la sabbia. Barbanera lo inseguiva, ma Terenzio aveva un vantaggio: il suo amato mezzo di trasporto.
Alla fine, raggiunse la spiaggia e pedalò verso la nave. Barbanera lo seguì, ma Terenzio si gettò in acqua, nuotando verso la sua barca. Mentre il pirata urlava e brandiva la spada, Terenzio si allontanò, il manoscritto al sicuro.
E così, Terenzio Collina aveva sconfitto il pirata e preservato il segreto dell’isola del tesoro.
Si sedette sulla sua bicicletta, recuperata non si sa come, guardando il sole tramontare sull’orizzonte.
La sua pipa si spense, ma il suo spirito di avventura bruciava ancora.








Grazie di cuore! <3

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Capitolo 10
*** Il Mistero del Diamante Blu ***



Il Mistero del Diamante Blu








Era una notte tempestosa quando il detective Terenzio Collina ricevette una telefonata urgente. La voce dall’altro capo della cornetta era ansiosa e sussurrante.
«Detective Collina, ho bisogno del vostro aiuto.» disse l’ignoto «Sono il capitano Jack “Zanna di Squalo” O’Leary, il più temuto pirata dei Sette Mari. Ho scoperto un segreto che potrebbe cambiare il destino del mondo intero.»
Terenzio Collina si mise il cappello a tesa larga e si avvolse nella sua lunga mantella.
Salì sulla sua bicicletta e si diresse verso il porto. Lì, tra le barche dondolanti e le luci tremolanti, incontrò il capitano O’Leary.
Il capitano gli consegnò una mappa logora «Guardate qui, detective.» disse, indicando un punto nel bel mezzo dell’oceano «L’Isola del Diamante Blu. Si dice che là si trovi il più grande tesoro mai visto: un diamante azzurro, luminoso come il cielo al crepuscolo.»
Terenzio Collina scrutò la mappa «E cosa c’entra tutto questo con me?» chiese.
«Perché, detective,» rispose il capitano «l’isola è maledetta. Nessuno che vi abbia messo piede è mai tornato indietro. E ora ho bisogno che voi andiate là e troviate il diamante. Solo un uomo coraggioso come voi può farlo.»
Terenzio Collina accettò la sfida.
Salpò con il capitano O’Leary sulla sua nave, la “Tempesta Selvaggia”. Attraversarono mari infestati da mostri marini, navigarono tra scogli affilati e superarono tempeste furiose. Alla fine, giunsero all’Isola del Diamante Blu.
L’isola era avvolta da una nebbia densa. Terenzio e il capitano sbarcarono sulla spiaggia, armati di spade e coraggio.
Seguirono gli indizi lasciati da pirati del passato: enigmi scritti su foglie di palma, mappe nascoste sotto rocce e trappole mortali.
Alla fine, raggiunsero la grotta del diamante.
Lì, nel buio, brillava il Diamante Blu. Era più grande di una palla da cricket e risplendeva come il cuore di un amante innamorato.
Ma c’era un prezzo da pagare. Il diamante era protetto da un guardiano: un fantasma di un antico pirata.
Terenzio e il capitano combatterono contro il fantasma, risolvendo l’enigma finale. Il diamante si staccò dalla roccia e brillò ancora più intensamente.
Terenzio Collina tornò a terra con il Diamante Blu.
Il capitano O’Leary lo ringraziò e sparì nell’oscurità.
Terenzio decise di nascondere il diamante, perché sapeva che il suo potere poteva essere pericoloso.
Così, il detective in bicicletta divenne il custode del Diamante Blu.
Ogni notte, pensava alle avventure che l’avevano portato lì.
E chissà, forse un giorno anche tu, caro lettore, troverai un enigma da risolvere e un tesoro da scoprire.








Grazie a tutti, sono felice che ci sia qualcuno all'ascolto! <3

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Capitolo 11
*** Terenzio Collina e le Sirene ***



Terenzio Collina e le Sirene








Nel cuore di una notte senza luna, Terenzio Collina, il detective in bicicletta, si trovava sul lungomare deserto.
Le onde del mare s’infrangevano con un sussurro contro gli scogli e l’aria era densa di mistero. Terenzio aveva ricevuto una strana segnalazione: le sirene erano tornate.
Le sirene, creature mitiche che affascinavano i marinai con le loro voci melodiose, erano state dimenticate da secoli. Ma ora, sembrava che qualcosa le avesse risvegliate. Terenzio sapeva che doveva indagare.
Pedalò attraverso le strade deserte, seguendo il richiamo. La loro musica era diversa da quella che aveva sentito nei racconti antichi. Era più triste, più disperata.
Le sirene non erano più creature maliziose che attiravano i marinai alla morte; sembravano piuttosto spaventate, in fuga da qualcosa di oscuro.
Terenzio raggiunse la scogliera, dove le onde colpivano con violenza. Lì, vide le sirene: tre figure eteree, con code di pesce e capelli che brillavano come l’argento. Si tenevano per mano, tremanti.
«Chi siete?» chiese Terenzio, la sua pipa tra i denti.
Le sirene si voltarono verso di lui, gli occhi pieni di paura «Siamo le custodi del mare.» disse la prima «Qualcosa di terribile sta arrivando. Qualcosa che minaccia l’equilibrio del mondo.»
Terenzio annuì «E cosa dovrei fare?»
La seconda sirena si avvicinò «Dovete trovare la conchiglia d’oro. È l’unica cosa che può fermare ciò che viene.»
Terenzio si alzò dalla sua bicicletta «Dove posso trovarla?»
La terza sirena indicò un’isola lontana, appena visibile all’orizzonte. «Là. Ma attenzione, Terenzio. La conchiglia ha un prezzo. Chiunque la tocchi sarà legato al mare per sempre.»
Terenzio sorrise «Non ho paura dei legami, sirene. Andrò a cercare la conchiglia.»
E così, con il richiamo delle sirene ancora nelle orecchie, Terenzio Collina salpò verso l’isola. La sua bicicletta era stata trasformata in una piccola barca a remi, e il mare lo accolse con un fruscio di benvenuto.
La conchiglia d’oro era lì, nel cuore di una grotta sommersa.
Terenzio la prese tra le mani, sentendo il suo potere. E mentre il mare lo avvolgeva, sapeva che la sua vita sarebbe stata per sempre intrecciata con il mistero e la magia.
E così, Terenzio Collina, il detective in bicicletta, divenne il guardiano del mare, protettore delle sirene e dei segreti nascosti sotto le onde.
La notte, quando il vento soffia dal mare, puoi ancora sentire il richiamo delle sirene. E se ascolti attentamente, forse sentirai anche il ticchettio delle ruote della sua bicicletta, mentre Terenzio pedala verso un nuovo enigma.








Grazie a tutti, non mi aspettavo questo successo! xD <3 <3

 

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Capitolo 12
*** Terenzio Collina va a Gubbio ***



Terenzio Collina va a Gubbio







Terenzio Collina, il detective in bicicletta, si trovava a Gubbio, una pittoresca cittadina umbra.
Le strade strette ed acciottolate si snodavano tra antichi palazzi e torri medievali, creando un’atmosfera magica e misteriosa.
Terenzio aveva ricevuto una chiamata urgente: un enigma da risolvere che coinvolgeva un antico manoscritto custodito nella biblioteca del monastero di San Francesco.
Arrivato a Gubbio, Terenzio si diresse verso la biblioteca.
Il bibliotecario, un uomo anziano con gli occhi vivaci, lo accolse con un sorriso «Benvenuto, signor Collina. Sono Padre Lorenzo. Il manoscritto che cercate è custodito nella sala delle antiche pergamene.»
Terenzio si immerse nella lettura del manoscritto. Le parole scritte a mano erano indecifrabili, ma sapeva che nascondevano un segreto. Mentre scrutava le pagine ingiallite, notò il disegno di una rosa stilizzata. Era un simbolo che gli era familiare, ma non riusciva a ricordare dove l’avesse visto.
Decise di indagare ulteriormente. Si recò al mercato locale, dove incontrò una vecchia signora che vendeva erbe e spezie.
«Buongiorno, signora Rosa.» disse Terenzio «Ho bisogno del vostro aiuto. Conoscete questo simbolo?» mostrò il disegno della rosa.
La signora Rosa prese il foglio ed annuì «È il simbolo della Confraternita delle Rose.» disse «Un’antica società segreta che proteggeva conoscenze proibite. Si dice che il manoscritto contenga la chiave per trovare il Calice di Gubbio, un oggetto leggendario che concede l’immortalità.»
Terenzio era affascinato. Si mise sulle tracce della Confraternita delle Rose, seguendo indizi nascosti nei vicoli e nelle chiese della città.
Scoprì che il Calice di Gubbio era nascosto nel sottosuolo del monastero di San Francesco, protetto da trappole mortali e guardiani invisibili.
Con abilità e intuito, Terenzio superò gli ostacoli e raggiunse la cripta segreta.
Lì, trovò il Calice di Gubbio, una coppa d’argento incisa con rose e foglie intrecciate.
Quando lo sollevò, sentì un calore diffondersi nel suo corpo. Aveva scoperto il segreto dell’immortalità.
Ma Terenzio non era interessato all’immortalità. Decise di lasciare il Calice dov'era, per proteggerlo dai malintenzionati.
Tornò alla luce del sole, la pipa tra i denti e il cappello a tesa larga. Gubbio aveva rivelato i suoi misteri, e Terenzio Collina era pronto per la prossima avventura.
E così, il detective in bicicletta continuò a pedalare attraverso boschi incantati e città misteriose, risolvendo crimini impossibili e custodendo segreti antichi.
La sua fama si diffuse, e la gente cominciò a chiamarlo “Don Matteo 2.0”.
Ma Terenzio sapeva che era molto di più: era un custode dei segreti dell’universo, un viaggiatore del tempo e uno spirito libero.





 
FINE.







 
Angolo Autrice:

Che ci volete fare...tutto ciò che ha un inizio, ha anche una fine, come disse l'Oracolo di Matrix.
E' stato bello, rilassante, emozionante e divertente scrivere questa raccolta sul detective in bicicletta, al limite del nonsense.
E' stato bello avervi come lettori...per queste storie ne prevedevo all'incirca 1. XDXD 2 per clemenza XD
E invece ci siete, e la cosa non può che farmi piacere. E' la dimostrazione che i gusti sono gusti: c'è chi ama le store lunghe ed elaborate, chi quelle brevi e meno impegnative.
Io, da brava autrice rompi...ahem, esploratrice, amo provare un po' di tutto, vari generi e stili. Probabilmente mi troverete ovunque, tranne che in sezione Horror, dove mi sento particolarmente negata.

Arrivederci, cari lettori.
E W la bicicletta. Sempre.

SwanXSong

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