Una settimana per crescere

di Anime_mia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo I ***
Capitolo 3: *** capitolo II ***
Capitolo 4: *** capitolo III ***
Capitolo 5: *** capitolo IV ***
Capitolo 6: *** Piccolo extra ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Kasumi stava preparando il pranzo quando li sentì rientrare. - Come ogni giorno stanno litigando... – commentò tra sé e sé sorridendo.

- Maledizione, aspettami! - gridava Ranma, mentre si toglieva le scarpe all’ingresso di casa cercando di raggiungere una Akane irritata che fingeva di ignorarlo.

Raggiuntala nella sala continuò a incalzarla - Quando fai così sei insopportabile! Non sei per niente carina! -

A quel punto lei si voltò e gli rispose – E perché dovrei essere carina con un’idiota come te? D’altronde, ci pensa già Shan Pu! -

- Accidenti! Ma io che c’entro? L’hai visto pure tu, è saltata fuori all’improvviso!-

- Io ho visto solo come ti stava avvinghiata!- e si girò dall’altra parte.

- Per caso sei gelosa? -

Akane stava prendendo fiato già pronta a dirgliene quattro, quando a porre fine alla discussione ci pensò Kasumi, entrando in sala con il pranzo servito su un vassoio con due ciotole.

- Ma non mangiamo tutti insieme?-

- No Akane. Papà e il signor Saotome sono ad una riunione di quartiere, il maestro Happosai è via per qualche giorno e Nabiki come sai si è dovuta fermare a scuola. Io invece ho già mangiato. Ma vi ho preparato uno dei vostri piatti preferiti con una piccola sorpresa!- disse con un dolcissimo sorriso che rabbonì all’istante gli animi dei due. - Vi ho fatto la zuppa e ci ho messo anche un funghetto a decorazione! -

Ranma e Akane spalancarono gli occhi entusiasti, e subito assaggiarono i rispettivi funghi.

Appena li mandarono giù Kasumi aggiunse - Sapete, li ho trovati qui fuori in giardino ed erano solo due quindi ho pensato di darli a voi. Non dovrebbero essere velenosi, più sicuri di così! - (non è vero!! non mangiate mai i funghi raccolti per strada!)

I due ragazzi impallidirono improvvisamente, sentirono il loro cuore fare “thump”, poi uno “sha-bang” e poi si fece tutto buio.

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Capitolo 2
*** capitolo I ***


Akane aprì gli occhi lentamente, la luce le dava fastidio e non riusciva a muoversi bene, come se i suoi vestiti fossero troppo pesanti.

Riconobbe la sua stanza, ma c’era qualcosa di strano. Ma certo! Sembrava tutto più grande!

Girò lo sguardo e si trovò due vispi occhioni blu a distanza ravvicinata che la fissavano dubbiosi – Akane, ti senti bene? Sei tutta rossa – schizzò seduta e si accorse di essere nel suo letto.

Ranma era seduto di fronte a lei con le gambe incrociate e le spiegò – Mi sono svegliato anche io poco fa, credo che Kasumi ci abbia portato qui dopo che siamo svenuti. A giudicare da come siamo messi dovremmo avere circa 6 anni. Forse qualche spora dei funghi dell’età portati da Ryoga quella volta, è caduta in giardino… -

La bambina lo guardava ammutolita. Appena realizzato ciò che era successo cominciò a tremarle il labbro inferiore, gli occhi le si inumidirono e scoppiò a piangere a dirotto.

Ranma cominciò ad agitare le braccia preso dal panico – AAAhhh! Non piangere, ti prego! - non sapeva come fermarla.

Per fortuna in quel momento entrò in stanza Kasumi – Mi dispiace così tanto! Scusatemi! Per farmi perdonare ho recuperato i vecchi vestiti di Akane così almeno potrete cambiarvi. -

- Ma Kasumi, guarda come ci siamo ridotti, come faremo ora ad andare in giro? Non potremo andare a scuola… Dove troveremo altri funghi per crescere? Riusciremo mai a tornare normali? - chiese la piccola senza smettere di piagnucolare. A quel punto, anche Ranma ebbe un momento di sconforto a sentire tutte quelle disperate domande e seguì a ruota la fidanzata nel piagnisteo.

Kasumi si sedette sul letto in mezzo ai due, mise loro un braccio intorno alle spalle e cercò di rassicurarli – Non vi preoccupate, penserò a tutto io. Ho già chiamato gli altri e spiegato la situazione, le vacanze sono vicine e perderete solo pochi giorni di scuola. Domani cercheremo in giardino altri funghi e li metteremo da parte finché non saranno cresciuti il giusto, come abbiamo fatto la scorsa volta. Andrà tutto bene, ve lo prometto. – A quelle parole i due bambini si calmarono.

 

Più tardi il resto della famiglia rincasò, inscenando il solito teatrino di reazioni eccessive: Soun inondò di lacrime la sala facendo anche trasformare Ranma che in quel momento, data la sua statura, si era sfortunatamente ritrovato sotto quella cascata di preoccupazione genitoriale – Buaaaaahhh! Bambina mia! Sei bellissima come quando eri piccola, ma ora come farete a sposarvi! A questa età mi pare un po’ presto! Come faremo? Buaaaahhh!-

- Veramente sarebbe presto anche a sedici anni, papà! - rispose Akane piccata.

Genma, temendo che quella situazione potesse comportare lo scioglimento del fidanzamento e la perdita dell’ospitalità da parte dei Tendo, richiamò il figlio – Ranma, comportati da uomo! Beh, intanto ritorna uomo… - Per fortuna Kasumi si era già presentata con la solita teiera di acqua calda fumante e la stava versando sulla bambina dai capelli rossi.

- Bene – riprese Genma – Dicevo, figliolo, bisogna subito trovare una soluzione. Vuoi di nuovo partire per un viaggio d’allenamento di dieci anni? - Non aveva la minima intenzione di fare qualcosa del genere, ma sapeva che in quel modo avrebbe dato uno scossone al figlio.

Ranma lì per lì rabbrividì, e stava per rispondere al padre quando il futuro suocero lo prese in braccio e partì lo strofinamento dei baffi – Non resisto, sei così tenero! - poi lo posò a terra e si trasformò nel solito Oni dalla testa gigante e la lingua biforcuta – Ma vedi di salvare la mia bambina o te la vedrai con me! - faceva più paura del solito, pensò Ranma. E come sempre se l’erano presa tutti con lui, fu il suo secondo pensiero.

Nabiki invece corse a prendere la macchinetta fotografica, quella situazione le avrebbe fruttato un sacco di soldi. Aveva già perso molti scatti interessanti solo assistendo a quella scenetta.

 

La cena trascorse con non poche difficoltà perché non era facile tenere a bada quei due che si punzecchiavano continuamente a vicenda. All’ennesima provocazione di Ranma, Akane aveva cacciato da chissà dove un martelletto di plastica rosso e giallo e gliel’aveva suonato in testa (in tutti i sensi, visto che emetteva anche un simpatico squittìo). Anche se finto, gli aveva lo stesso fatto spuntare un bel bernoccolo.

 

 

Il mattino seguente, dopo la colazione, Nabiki andò a scuola mentre tutti gli altri iniziarono a cercare i funghetti nel giardino di casa Tendo, partendo dal punto in cui li aveva trovati Kasumi.

Dopo tre ore di ricerche senza grandi risultati, i bambini cominciarono a spazientirsi e la maggiore delle sorelle propose loro di uscire un po’, in attesa che fosse pronto il pranzo – Ma senza allontanarvi troppo – si raccomandò.

I due protestarono animatamente – Ehi, noi abbiamo sedici anni! - e se ne andarono pestando i piedi.

Riuscirono ad arrivare solo fino al parco vicino casa perché quelle gambette corte li avevano fatti stancare subito. Si buttarono sul prato all’ombra di un ciliegio, uno di fianco all’altro.

Ranma lanciò un rapido sguardo ad Akane senza farsi notare e lesse la preoccupazione nei suoi occhi. - Che hai? - chiese intimorito.

- Niente… E’ solo che… Ho già avuto sei anni e quest’età non è legata a bei ricordi per me… - rispose, con un velo di tristezza nella voce. Ranma colse perfettamente il riferimento: proprio quell’anno lei perse la madre e lui poteva capirla benissimo visto che, nello stesso periodo, aveva appena intrapreso il suo lungo viaggio d’addestramento lontano dalla sua, di mamma.

Tentò di rincuorarla e, per una volta, riuscì a trovare le parole giuste. - Anche io non ho dei bei ricordi dei miei sei anni, ma questa volta non mi dispiace poi tanto averli di nuovo... s-se li ho insieme a t-te... -

Lei sorrise dolcemente continuando a guardare il cielo, gli era grata per quelle parole che le avevano rivelato quanto lui tenesse a lei. Fece scivolare il braccio sull’erba a cercare la manina di lui e la strinse forte. Ranma avvampò e ricambiò. Rimasero così, imbarazzati e in silenzio per diverso tempo.

 

Era quasi ora di andare a mangiare, sulla strada di ritorno per casa decisero di fare una corsa sfidandosi a chi arrivava per primo.

Nel correre però Akane inciampò e cadde rovinosamente sull’asfalto, sbucciandosi un ginocchio. Ranma, con la sua solita delicatezza, la canzonò – Ah! Sei la solita goffa! Figuriamoci, se lo sei a sedici anni, a sei non puoi che peggiorare!- l’idillio era finito.

Con suo sommo stupore, però, lei non ebbe la reazione che si aspettava: non si arrabbiò, non lo insultò, non lo picchiò. Con la testa bassa e gli occhi coperti dalla frangia, Cominciò a tirare su con il naso pronta a esplodere in un pianto.

Aveva davvero intenzione di piangere per un ginocchio sbucciato? Conosceva la sua scorza dura, l’aveva vista resistere a colpi ben più forti! Fece un altro tentativo - Ora ti metti pure a frignare? Non è da te, maschiaccio! - Ora sicuro lo aspettava un volo panoramico sui cieli di Nerima!

Lei lo guardo in cagnesco, si bloccò un attimo, e poi aprì definitivamente i rubinetti – Sei cattivo, Ranma! -

“Sei cattivo??” Ma che risposta era quella? Sembrava una risposta degna di, degna di… una bambina…

Qualcosa non tornava.

Alla fine, però, Ranma sospirò sconsolato - Avanti, sali, ti porto a casa - la caricò sulla schiena. Poteva sentire le sue piccole braccia cingergli il collo e la sua testolina appoggiata sulla spalla mentre la sua maglia veniva bagnata dalle lacrime di lei. Si sentì in colpa e le mormorò uno “scusa”.

 

- Forse è meglio che tu ti faccia medicare dal dottor Tofu, Akane. Questa ferita mi sembra piuttosto profonda. – commentò Kasumi al loro rientro.

- Sì, ma ci accompagna Nabiki! Tanto è tornata, no? – si affrettò a chiedere Ranma. Non voleva certo che il dottore rischiasse di rompere una gamba alla sua fidanzata, preda dei soliti deliri che la vista della maggiore delle Tendo gli causava!

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Capitolo 3
*** capitolo II ***


Nabiki portò in braccio la sorella, scortata da Ranma che, per stare al passo della sua falcata, era costretto a correre.

Quando li vide il dottore rimase allibito – Entrate pure, ragazzi! Ma… ma voi siete... Identici a Ranma e Akane! - esclamò, mentre si sistemava meglio gli occhiali come per vederci meglio.

- Perché siamo noi, dottore! - rispose il bambino già innervosito. La pazienza non rientrava tra le sue doti, purtroppo.

Il gruppetto spiegò brevemente la situazione al dottor Tofu e lui, durante il racconto, si bloccò per un attimo mentre disinfettava la ferita di Akane, poi si riprese e le applicò un cerotto.

Quando ebbe finito, guardò negli occhi la bambina – Sei stata molto brava Akane! - attese un commento che non arrivò. Lei si limitò ad arrossire e sorridere di rimando.

Allora Tofu azzardò – Vuoi un lecca lecca? - Le si illuminarono gli occhi – Sìì!! -

Poi si voltò verso Ranma, aveva uno sguardo innocente e lo guardava con ammirazione. - E tu lo vuoi un lecca lecca? - Rispose con un timido – Sì... -

- Bene, ora bambini, andate a mangiarli qui fuori perché io devo parlare un momento con Nabiki – Quest’ultima aveva assistito a tutta la scena non senza un intimo stupore, ma all’esterno aveva mantenuto la sua solita maschera di ghiaccio.

Mentre i due bambini si gustavano i dolcetti sgambettando seduti sui divanetti della sala d’attesa, nell’ambulatorio, con un’espressione seria il dottore cominciò a parlare – Nabiki, conosco questi funghi dell’età, ma quando li hanno mangiati? -

- Ieri a pranzo, dottore – rispose lei.

- Bene, abbiamo qualche minuto prima che tornino in sé. Ora Ranma e Akane sono tornati a tutti gli effetti bambini. Vedi, c’è un effetto, diciamo, collaterale di questi funghi che devi conoscere: dal momento dell’assunzione il cervello lentamente comincia ad adattarsi al corpo che lo ospita. Ciò significa che può maturare o regredire a seconda della grandezza del fungo. In questa seconda ipotesi, però, progressivamente si perdono connessioni neurali. In sostanza, se ora Ranma e Akane hanno sei anni solo fisicamente, allo scadere del tempo utile li avranno anche mentalmente. Questo processo può essere invertito solo se riusciranno ad assumere i funghi della loro età entro una settimana, basta tardare anche solo di un giorno e si rischia di avere due adolescenti con la testa di due bambini! -

- Gulp… - ora cominciava a leggersi un po’ di preoccupazione sul volto di Nabiki – e come funziona questo processo? E i loro ricordi? -

- Come hai visto poco fa, per ora hanno solo dei momenti che durano pochi minuti, ma gradualmente le loro “regressioni” diventeranno sempre più frequenti e durature. E’ possibile che negli ultimi giorni trascorrano quasi l’intera giornata da bambini a tutti gli effetti.

Per quanto riguarda i ricordi posso dirti che, per ora non si rendono conto e non ricordano quando regrediscono. Probabilmente non ricorderanno nulla dell’intera vicenda neanche quando torneranno adolescenti. Qualora però non dovessero riacquistare la loro età per tempo perderanno anche tutti i ricordi precedenti a questa triste situazione -

- Grazie per le spiegazioni Dottor Tofu - Nabiki comprese che bisognava sbrigarsi. Uscì dallo studio, prese i due bambini che ancora degustavano i lecca lecca per mano – Quanto siete appiccicosi! - e si diresse verso casa.

Decise di non dire nulla agli interessati per non farli preoccupare più del dovuto, tanto nel caso in cui non fossero riusciti a tornare adolescenti, avrebbero dimenticato comunque il fatto di essere stati grandi e di essersi già conosciuti. Preferì però avvisare gli altri membri della famiglia.

 

 

Il giorno seguente ripresero le ricerche, impossibile che non ci fossero altri funghi sparsi in giardino!

Ranma era determinato nella ricerca, ma anche molto assonnato, un po’ per la preoccupazione un po’ perché era stato svegliato diverse volte dal padre che, in versione panda, rischiava spesso di schiacciarlo mentre dormiva. Akane lo trovò che sonnecchiava beatamente sotto l’albero vicino al laghetto – sempre il solito scansafatiche… - borbottò – Qui abbiamo una missione importante da compiere e lui… Oh, una faffallina! Vieni qui faffallina! - ed era partita pure Akane…

Genma e Soun si guardarono sconsolati prima di proseguire le ricerche da soli.

 

Non trovarono nulla neanche quel giorno. Nel pomeriggio, Akane propose al fidanzato di allenarsi insieme nel dojo, giusto per mantenersi in forma e farlo distrarre un attimo.

Lo aveva visto preoccupato già dal giorno precedente, quindi prima di iniziare voleva anche parlargli – Ti vedo un po’ pensieroso da ieri, per quanto tu possa essere in grado di pensare... - provò a provocarlo. Nessuna risposta - E’ successo qualcosa in particolare, Ranma? -

- Tu Akane ricordi cosa è successo ieri quando stavamo tornando a casa? - chiese invece lui.

- Quando sono caduta? -

- Esattamente. Poi ricordi come hai reagito? -

- Come dovevo reagire? Mi sono sbucciata un ginocchio, niente di che. Siamo tornati a casa. Beh? -

- Ecco. Non ricordi di aver pianto? -

- Pianto? Io? Ma quando mai! -

- Invece hai pianto come una bambina e di quelle più piagnucolone! - ed ecco di nuovo la martellata con squittìo inclusa. - La pianti? Sto cercando di capire cosa ci sta succedendo e tu mi picchi! Il solito maschiaccio violento… -

Akane cercò di trattenere la rabbia con l’intento di sfogarla di lì a breve durante l’allenamento, ma intanto rispose - Senti, quando l’altra volta è successo a te e Ryoga di mangiare i funghi dell’età, vi ho ritrovati in lacrime su una panchina. Tutti e due a frignare, te lo ricordi? -

- Mmh… a dire il vero no. -

- Ecco, vedi! Forse siamo bambini e abbiamo reazioni da bambini, sarà un effetto collaterale di questi funghi. Ma si sistemerà tutto prima o poi, come è successo l’altra volta. Dai, ora alleniamoci, voglio fartela pagare per quel “maschiaccio violento” di prima! -

 

Kasumi aveva recuperato anche i primi ji di Akane, quindi indossarono le divise e iniziarono l’allenamento. Ranma, anche in versione mini, rimaneva il solito sbruffone, era una scheggia nei movimenti, ma come sempre si limitava a schivare i colpi di Akane. Quest’ultima si stava irritando sempre di più, sperava che ora che erano fisicamente quasi alla pari, lui combattesse più seriamente. - Maledetto, impegnati!- urlò sferrando l’ennesimo colpo a vuoto. Lui era già scattato in aria e, con un sorrisino beffardo, aveva volteggiato sopra di lei atterrando alle sue spalle. Akane si voltò improvvisamente con gli occhi infuocati e lo spinse a terra. - Ahi, mi hai fatto cadere! Stupida! - disse Ranma mentre si massaggiava il sedere dolorante. A quel punto si accese la scintilla anche negli occhi di lui e partì la zuffa.

Quando Nabiki aprì la porta del dojo per avvisarli che la cena era pronta, con un’espressione allibita, scattò una foto alla scena che gli si era presentata: Akane era per terra a pancia in giù, urlava e cercava di divincolarsi da Ranma che, seduto sopra di lei a gambe incrociate le allargava la bocca pizzicandole le guance e le intimava – Tanto non ti lascio andare finché non lo dici! Dillo! Ranma è il più forte combattente di tutti i tempi! - (click)

Inizialmente Nabiki era divertita dalla situazione, ma poi pensò che Ranma non si sarebbe mai comportato così, non aveva mai alzato un dito su Akane. Quelli non erano loro, erano semplicemente due bambini che bisticciavano. Le tornarono in mente le parole del dottor Tofu: ora cominciava a notare gli effetti della regressione.

Poi si riprese – Ma cosa state combinando? La cena è pronta, andiamo! -

- E’ stata lei a cominciare, mi ha spinto per terra e poi mi ha tirato il codino! Maschiaccio! - Akane, per tutta risposta, gli fece la linguaccia.

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Capitolo 4
*** capitolo III ***


In un buio assordante si stagliava la sua figura. Era sempre bello, come lo ricordava. Una lacrima gli rigava il viso
- Akane, mi dispiace, io... non posso sposarti… -

- Cosa stai dicendo? Perché??? -

- Tu sei troppo piccola per me e io non posso aspettarti… Mi sposerò con una delle mie altre fidanzate… -

Aveva allungato una mano per cercare di afferrarlo, di trattenerlo, ma non c’era riuscita. Il suo braccio era troppo corto, la sua mano troppo piccola, lei era ancora una bambina.

- No, aspetta, Ranma! Ti supplico, aspettami! Io… Io posso crescere! Noooo! -

 

SCIAFF

 

- Ahia! - Akane si risvegliò da quell’incubo grazie all’intervento di Ranma che era sgattaiolato nel suo letto nella notte e adesso ancora dormiva beatamente a quattro di spade.

- Idiota! Mi hai fatto male! Svegliati! - lo scosse violentemente e lui lentamente aprì gli occhi.

- Che ci fai nel mio letto?? Pervertito! - a quest’ultima parola lui si svegliò del tutto

– Pervertito?? Ma dai Akane, abbiamo sei anni, cosa mai potrei farti? Figuriamoci! E poi sei racchia pure a quest’età! - lei strinse i pugni imbufalita e dopo poco uscì dalla sua camera lasciando un Ranma pieno di bernoccoli e privo di coscienza.

 

Dopo la colazione ripresero le ricerche per il terzo giorno di fila. Si cominciavano a perdere le speranze, quei maledetti funghi non si vedevano e Ranma cominciava a vagliare l’ipotesi di partire per cercarli nel bosco. Certo, se era difficile trovarli nel giardino di una casa, figuriamoci in un posto tanto ampio, ma valeva la pena tentare!

D’un tratto si ripresentò dinanzi al gruppo in tenuta da viaggio: salopette giallo canarino con un pulcino stampato sul davanti e zainetto in spalla, pronto a partire. Soun e Genma cercarono di farlo desistere, ma quel testone sembrava così determinato – Basta! Non posso stare qui con le mani in mano, se qui non ci sono altri funghi stiamo solo perdendo tempo! Devo andare e cercar- Uh, guadda Akane! Un pesciolino rosso! - e si avvicinò al laghetto accucciandosi sul bordo.

Akane era già partita in quarta – Ma sei scemo? Dove vorresti andare in queste condizioni? - ma non continuò la sfuriata perché fu costretta ad afferrarlo dallo zaino per impedirgli di cadere nello stagno. - Hai forse perso il lume della ragione? Prima vaneggi cose senza senso e ora non sei neanche più in grado di tenerti in equilibrio da solo? Oggi sei proprio strano… - lo voltò e lo guardò in faccia per parlargli meglio, ma rimase colpita dal suo sguardo.

Un pensiero le balenò nella mente: era questo che intendeva Ranma il giorno prima…? Loro stavano diventando bamb-

- Mi piace il pulcino sulla tua tutina perché mi piace il giallo! Dove vai con lo zaino, a scuola? -

- Io… Non lo so… Forse sono tornato ora… Vuoi giocare a nascondino? -

- Sììì!! Tu conti e io mi nascondo! - e andarono avanti a rincorrersi per un’ora abbondante prima di rinsavire.

Soun e Genma tirarono un sospiro di sollievo e fecero sparire lo zaino del bambino, per evitare ulteriori idee balzane. Nello stato in cui era Ranma, sicuramente non si sarebbe potuto avventurare all’esterno, men che meno in bosco.

 

Ormai era quasi l’ora di pranzo stavano ancora perlustrando il giardino quando si sentì suonare alla porta. Ranma, insospettitosi, afferrò Akane e, rotolando, entrambi andarono a finire nello spazio sotto la casa all’altezza della veranda. Lo stesso posto in cui lui si era rifugiato quella volta che voleva mangiare quegli orribili dolcetti fatti dalla sua fidanzata per vedere se spuntavano anche a lui i petali di ciliegio sul viso.

Nel frattempo anche Soun e Genma, percependo il pericolo, si sbrigarono a farsi trovare nella loro classica posa: seduti alla scacchiera.

- Ranma, ma che fai? Guarda, mi hai fatto sporcare tutto il vestito! - protestò Akane.

- Ssshh! - le mise un dito sulla bocca e lei arrossì – Non ci dobbiamo far vedere da nessuno in queste condizioni, potrebbero approfittare della situazione – aveva paura che qualcuna delle sue pazze spasimanti potesse fare del male ad Akane e lui in quel momento non era in grado di proteggerla.

Dal nascondiglio i due sentirono dei passi sopra le loro teste e riconobbero la voce di Ukyo accolta dalla sempre amabile Kasumi che la stava facendo accomodare e si stava dirigendo in cucina per offrirle il solito té. Mentre attendeva, la fidanzata carina fu raggiunta da Nabiki, tornata da poco dall’ultimo giorno scuola prima delle vacanze estive.

- Sono venuta per sapere se Ranma sta bene, ha perso questi ultimi giorni di scuola… E anche Akane… -

La sorella furba approfittò prontamente – Sì, se vuoi sapere che fine hanno fatto sono 3000 yen. -

Si sentì un frusciare di banconote - Ranma e Akane sono fuori città per una settimana, per sapere dove sono altri 2000 – silenzio. Poi altro frusciare di soldi.

- Li abbiamo spediti alle terme a Kyoto per farli avvicinare un po’ con la scusa di una sorta di missione. Che tonti! -

E qui Nabiki si complimentò con sé stessa: non solo aveva appena guadagnato 5000 yen, ma più tardi probabilmente li avrebbe raddoppiati facendosi ricompensare per il favore appena fatto ai due fidanzatini, oppure poteva ricattarli con la scusa di rivelare agli altri dove fossero realmente… Va beh, in ogni caso avrebbe incassato altri soldi.

Ukyo, irritata da quella scoperta, ringraziò e se ne andò bofonchiando anatemi contro la mediana delle Tendo.

Ranma, incassato l’insulto della futura cognata, pensò però che quella succhiasoldi di Nabiki si era rivelata come al solito perfidamente geniale: la voce di quella frottola si sarebbe presto diffusa anche agli altri impiccioni e tutti si sarebbero tolti dalle scatole per una settimana, considerato quanto ci voleva per andare a Kyoto, scoprire la verità e tornare da lì.

 

Passato il brivido dell’essere scoperti, Ranma si girò a guardare Akane, le teneva ancora il dito sulla bocca per zittirla, lei era arrabbiata, guardava in basso pronta ad esplodere aveva gonfiato le guance paffute, era un po’ sporca di terra in viso, i capelli arruffati con qualche ciuffo d’erba incastonato… Era così buffa, ma anche così carina! E prima che potesse iniziare ad urlare e a picchiarlo decise di provare a disinnescare la bomba

– Scusa per questa notte, è che sono due giorni che non chiudo occhio perché con questo corpo non riesco a contrastare la mole di quello stupido panda di mio padre e non sapevo dove andare… Volevo salire sul tetto, ma non riesco a fare dei balzi sufficientemente alti, quindi ho pensato che potevo mettermi ai piedi del tuo letto, ma forse dormendo mi sono spostato… -

Akane a quelle parole si calmò leggermente, chi meglio di lei poteva capire la sensazione di impotenza che stavano provando in quei giorni? Insomma, anche per farsi il bagno dovevano essere sempre aiutati perché non riuscivano ad entrare nella vasca da soli!

- Ma me lo potevi chiedere! Ero convinta di dormire da sola! Invece mi hai fatto svegliare di soprassalto! E poi… - s’interruppe improvvisamente sgranando gli occhi, il suo sguardo fissava qualcosa dietro il suo fidanzato – Ranma… Ma quelli sono funghi… - lui si voltò e li vide, lì, in fondo. Erano proprio loro, ce n’era un piccolo gruppetto e un paio erano piuttosto grandicelli. Erano salvi!

Uscirono di corsa dal nascondiglio per avvisare gli altri. Kasumi prese due ciotoline e vi sistemò i funghetti con un righello accanto per misurarne la crescita, entrambi raggiungevano già gli undici centimetri circa. Poi incaricò Nabiki di portarli in soffitta, serviva un ambiente umido e buio per favorirne la crescita.

Quando li poggiò a terra, nell’angolo più scuro e nascosto della stanza, la ragazza pensò che quello era il luogo giusto. Lì sarebbero stati al sicuro da quei due, che pian piano stavano diventando sempre più bambini.

Ora non restava che aspettare che crescessero, avevano ancora qualche giorno, poi glieli avrebbe fatti mangiare, qualsiasi dimensione avessero raggiunto! Non aveva intenzione di occuparsi ulteriormente di quei due marmocchi! Ma per il momento ci si poteva rilassare.

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Capitolo 5
*** capitolo IV ***


Fortuna che la situazione si andava sistemando e la scuola era terminata, perché i due infanti si mostravano sempre meno adulti man mano che i giorni trascorrevano…

Ora Kasumi e Nabiki dovevano proprio badare a loro, ma c’era di positivo che quei due, solitamente iracondi e litigiosi, non si azzuffavano più, anzi, andavano stranamente molto d’accordo. Erano diventati inseparabili, giocavano insieme spensierati.

Erano sempre più rari e brevi i momenti in cui tornavano normali. In uno di questi, Akane era rinsavita proprio nell’istante in cui, correndo, era di nuovo caduta e Ranma, nel pieno della sua innocenza, l’aveva derisa – Ah ah! Ti si vedono le mutandine! Sono rosa! -

Lei, non rendendosi minimamente conto di avere a che fare con un fidanzato marmocchio, gli aveva assestato uno dei suoi potenti pugni sul grugno, di quelli che generalmente lo spediscono a diversi isolati da casa. Fortunatamente, la sua forza era quella di un’adorabile fanciulla di sei anni, quindi l’inerme malcapitato non uscì dai confini di casa Tendo, rimase invece appeso su un ramo dell’albero vicino al laghetto.

 

Quella notte Ranma si era di nuovo infilato nella stanza di Akane, ma questa volta era rimasto sulla porta, avvolto nel suo pigiamino a tutina verde con dei piccoli panda disegnati, e le aveva prima chiesto il permesso di dormire con lei.

Akane aveva accettato e lo aveva fatto accomodare ai piedi del letto come lui stesso aveva fatto la sera precedente, ma gli aveva dato anche un cuscino e una coperta per farlo stare più comodo e al caldo.

Ciò non toglie il fatto che il mattino seguente Ranma si fosse ritrovato a metà letto con un piede della fidanzata in faccia. (click)

Dopo colazione Akane aveva chiesto a Kasumi di prenderle qualche giocattolo perché lei e Ranma si annoiavano e volevano giocare. Questa richiesta preoccupò non poco la maggiore delle Tendo, ma si tranquillizzò quando si accorse che i due sembravano non rendersene conto. E comunque, a breve, sarebbe tornato tutto come prima. Quasi le dispiaceva, si stava abituando a quei due paia di piedini che scorrazzavano per casa.

Genma, nella sua forma animale, aveva trascorso tanto tempo a giocare con loro, forse per distrarli o forse per passare qualche momento spensierato con il figlio come non faceva da tanto.

A Soun sembrava di essere tornato indietro nel tempo, ogni scusa era buona per prenderli in braccio, farli volteggiare, stringerli; cominciavano anche ad apprezzare lo strofinamento di baffi! Ridevano come pazzi!

Quel pomeriggio, quando Nabiki li aveva portati al parco, i due avevano avvicinato un gattino e Ranma l’aveva addirittura accarezzato! (click)

 

 

Penultimo giorno di attesa. Procedeva tutto bene, Nabiki appena sveglia era salita in soffitta per controllare la crescita dei funghi: quasi 15 centimetri.

Ranma aveva di nuovo dormito con Akane, ma questa volta si era presentato in compagnia: stringeva a sé un orsacchiotto che lei aveva ritrovato tra i suoi vecchi giochi. Lui era rimasto folgorato da quel peluches (forse perché non ne aveva mai avuto uno, “non è da uomini” gli avrebbe risposto suo padre) e la bambina aveva deciso di regalarglielo. Questa volta Akane aveva scostato le coperte e gli aveva fatto spazio accanto a sé.

La mattinata l’avevano trascorsa a giocare in giardino, avevano totalmente dimenticato la storia dei funghi, si stavano divertendo, quando, giocando con le pistole ad acqua, Akane spruzzò Ranma innescando la trasformazione.

Lei si fermò sbigottita e lo fissò – Che hai fatto? Sei diverso! - lui era allibito, non capiva cosa stava succedendo.

Poi la bambina si avvicinò , lo guardò meglio negli occhi e, battendosi il pugno sulla mano, ebbe l’illuminazione – Ma certo! Ora anche tu hai la patatina! -

Ranma impallidì, poi rispose arrabbiato – Non è vero! Io sono un maschietto! Tu invece sei un maschiaccio! - e gli fece la linguaccia.

Akane non si scompose, sollevò un sopracciglio e replicò – allora vediamo – infilò un ditino nell’elastico dei pantaloni di lui, tirò verso di sé ed entrambi si affacciarono a verificare (click).

Ranma scoppiò subito a piangere, aveva paura e si vergognava. La fidanzata, spaesata da quella reazione, lo prese per mano e cominciò a trascinarlo – Vieni, andiamo dalla mamma, lei saprà sicuramente aiutarti. Maaamma! -

Kasumi sbarrò gli occhi sentendosi chiamare in quel modo. In un primo momento provò un po’ di tristezza, le riaffiorarono i ricordi di quando era piccola e la madre era ancora con loro. Erano anni che non sentiva la sorellina pronunciare quel nome perché erano anni che non c’era più una mamma da chiamare.

Poi però si intenerì e fu contenta di essere stata considerata la loro mamma in quel breve periodo. In fondo tutti e due avevano sentito la mancanza di quella figura nelle loro vite e, quel pasticcio, che lei stessa aveva combinato, ma che non le era stato mai rinfacciato, aveva deciso di trasformarlo in una sorta di seconda possibilità per loro di essere coccolati e accuditi.

Quando i bambini la raggiunsero, erano mano nella mano e Ranma versione bambina si asciugava le lacrime con la mano a pugnetto

– Vieni tesoro della mamma, ci penso io -

 

 

Quella mattina Nabiki si era svegliata impaziente, era salita in soffitta ancora in pigiama: 16 centimetri tondi tondi!

Mentre scendeva per dare a Kasumi la bella notizia si era affacciata in camera della sorellina per guardare un’ultima volta quei due teneri mocciosi: dormivano entrambi raggomitolati, uno di fronte all’altra e Akane si stava anche succhiando il pollice! Ah, che carini!!! (click)

E quanti soldi gli avrebbe spillato a suon di ricatti finita questa storia! (parliamo sempre di Nabiki, eh!)

Ormai erano tornati puri e innocenti, non c’era malizia nei loro atteggiamenti, tanto che la sera precedente gli avevano fatto il bagnetto insieme e lei gli aveva fatto praticamente un servizio fotografico mentre giocavano con le paperelle gialle in mezzo alla schiuma.

Poi Kasumi li aveva messi a letto in camera di Akane e gli aveva raccontato una favola.

Prima di raggiungere di sotto la sorella maggiore, però, Nabiki ebbe un’idea. Voleva ricordare ancora meglio quei giorni, quindi corse nella sua stanza a prendere una cosa.

 

Mentre Kasumi preparava il pranzo “speciale” di quel giorno, i due bambini giocavano come al solito in giardino. Akane indossava un vestitino bianco con dei minuscoli fiorellini azzurri, Ranma un pantaloncino di jeans e una maglietta rossa.

Nabiki premette il tasto rec. della videocamera giusto in tempo prima di assistere a una scena che aveva dell’incredibile.

Ranma si stava dirigendo verso Akane con il braccio steso in avanti e la manina che stringeva un fiorellino appena raccolto nel prato

– Sei simpatica, mi piaci tanto, da grande ti voglio sposare! Tu mi vuoi sposare? -

Lei, con la testa un po’ inclinata in basso e le guanciotte rosse, lo guardava mentre dondolava a destra e sinistra imbarazzata. Prese il fiore dalla sua mano e pronunciò un timido – Sì -

 

Quel video Nabiki lo avrebbe tenuto per sé fino al momento giusto, probabilmente le avrebbe fruttato somme da capogiro!

O forse sarebbe stato il suo regalo di nozze per quei due testoni, un domani... In fondo, non era poi così cattiva.

 

Dall’interno della casa una dolce voce li stava chiamando - Bambini venite, è pronto il pranzo! Vi ho preparato il vostro piatto preferito: la zuppa, con una piccola sorpresa! -

 

Fine

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Capitolo 6
*** Piccolo extra ***


- Come ti sei fatta quella cicatrice? non l’avevo mai notata… -

 

Era un mite giorno d’estate, la scuola era chiusa da un paio di settimane e Akane si godeva la fine di quella giornata seduta sul bordo della porta che affacciava sul giardino. Le gambe nude accavallate ciondolavano ad accompagnare il flusso dei suoi pensieri interrotti da quella domanda.

- Eh? -

- La cicatrice che hai sul ginocchio, quando te la sei fatta? - chiese Ranma, mentre prendeva posto accanto a lei.

- Ah, questa? L’ho notata anch’io qualche giorno fa. Credo di essermela fatta da piccola, forse una caduta... -

Si avvicinò per guardarla meglio - Guarda Akane che mi sembra piuttosto recente, è ancora rosa... – e nel parlare, lentamente, ne seguì la linea con l’indice.

 

Un brivido percorse entrambi, poi un’immagine, la stessa per tutti e due: una manina che gioca con un codino.

 

- Che fai? Adesso mi guardi pure le gambe? Sei sempre il solito pervertito, Ranma! -

 

E si torna a planare sui cieli di Nerima.

 

 

Dall’interno una voce scaltra la chiamava – Sorellina! Quando torna Ranma passate in camera mia! Ho qualcosa di interessante da farvi vedere! -

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