Dasao world - Oceania

di dragun95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1
 


Il mare era agitato da una violenta tempesta, la maggior parte delle navi a largo erano già tornate in porto. Ma alcune non erano state altrettanto fortunate, tra queste c’era la petroliera Sezer.
 
-Capitano la tempesta sta aumentando di intensità- lo informò uno dei marinai mentre l’uomo osservava le apparecchiature.
 
-Quanto manca alla costa più vicina?-
 
-Dieci miglia signore- una forte onda si abbatté sulla fiancata facendo quasi perdere l’equilibrio agli uomini. Il capitano sapeva che di quel passo, se il mare si fosse agitato di più avrebbe potuto rovesciare la petroliera. Sarebbe stato un disastro sia per il rischio delle vite del suo equipaggio che dal punto di vista ambientale.
 
-State calmi, dobbiamo cercare…- non finì la frase che la nave sembrò fermarsi di colpo proiettando in avanti tutti gli occupanti della stanza. Il capitano che aveva sbattuto contro i comandi emise un verso di dolore. Prima che potesse chiedere se gli altri stavano bene, una forte colpo fece scuotere la nave e una spia rossa si illuminò, segnalando che qualcosa non andava.
 
-Capitano c’è una falla nello scafo, perdita di petrolio in mare!-
 
-Cosa?- un’altra scossa fece finire tutto il personale a terra: -Ma che diavolo sta succedendo?- si chiese mentre la nave si ribaltava su un fianco, finendo per affondare e lasciando in superficie solo una grande macchia nera nella tempesta.
 
 
 
[Una settimana dopo]
 
Al largo delle coste delle Hawaii, una barca della divisione Oceanologica della Dasao. Stava facendo qualche esame di routine in quell’area come nell’ultimo mese. Alla cabina di guida il capitano Alexis stava controllando il radar. Non si sentiva molto tranquilla al momento.
 
-Tutto bene capitano?- la donna scosse la testa. Alexis era una ex marine, di costituzione forte e magra con dei capelli corti neri e degli occhi color mandorla. Il suo segno distintivo era che teneva sempre in testa un cappello da marinaio blu e bianco.
 
-Si, più o meno. Come vanno le analisi?- chiese rivolto al membro della squadra di ricerca.
 
-Il livello di sanificazione dell’acqua è aumentato, anche i coralli si stanno riprendendo- merito sicuramente di un Titano che si era stabilito in quella zona o che almeno la percorreva. Il motivo per cui la erano lì per fare ricerche.
Alexis era molto stupita. A causa dell’uomo la barriera corallina stava venendo distrutto. Ed ora un Enorme organismo terrestre non identificato, stava facendo quello che la sua specie non era riuscita a fare: La stava curando. In un certo senso era abbastanza ironico.
 
-A proposito…Rafael è ancora sotto?-
 
-Si Capitano-
 
Sott’acqua verso il fondo della barriera corallina. Rafael stava esaminando le rocce e i coralli in cerca di qualche indizio. Alzò la testa guardando da dietro la maschera i raggi solari che rimbalzavano sulla superficie dell’acqua, sentendo una sensazione di pace. Gli piaceva stare in immersione, lo faceva sentire libero e leggero, in contatto con l’elemento da cui tutto ebbe origine.
Prese il rilevatore dalla cintura, rilevando un’intensa carica statica residua in acqua. Quell’indizio era molto importante, voleva dire che lui era passato di lì. I segni del suo passaggio erano inesistenti, ma dopotutto un animale che nuotava non lascia tracce. Rimise l’apparecchio al suo posto pronto a tornare in superficie, quando vide qualcosa venire verso di lui. Era uno squalo martello.
 
Nonostante lo vedesse dirigersi verso di lui, non fece una piega. Prese un pezzo di pesce che aveva comprato al mercato e si tolse il respiratore trattenendo il respiro. Quando lo squalo si avvicinò tirò in alto il pezzo di pesce abbassandosi, così che lo squalo mangiasse l’esca e lui poté accarezzargli la pancia.
Lo guardò allontanarsi, prima di rimettersi la maschera prima di tornare in superficie e sulla barca.
 
-Trovato qualcosa?- lui si tolse l’apparecchio porgendolo al suo collega, prima di togliersi maschera.
 
-Ho rilevato dei residui elettromagnetici. Sicuramente è passato di qui!- Rafael era un bel ragazzo di più di venticinque anni dall’aspetto, aveva la carnagione scura bruciata dal sole con dei capelli marrone scuro e gli occhi verdi, con una piccola cicatrice sul mento.
 
-Bene, allora dire di tornare in porto. Riprenderemo domani in un altro settore della mappa- disse Alexis tornando ai comandi.
Rafael si slacciò la muta da sub, tirando fuori dalla muta la sua collana con appeso un dente di squalo, il suo piccolo porta fortuna. Lo teneva sempre quando doveva immergersi.
Prese uno dei tablet controllando i risultati dei dati raccolti sulla cura della barriera e le specie ittiche. Dopo gli eventi della Guerra per il trono i Titani risvegliati stavano curando il pianeta, anche se non tutti.
 
-Ehy Rafael, hai saputo l’ultima?- gli fecero vedere la notizia di una petroliera affondata a largo delle acqua delle Hawaii. La notizia riportava che lo scafo sembrava essere stato perforato da qualcosa di molto grande. Scosse la testa, non poteva essere stato lui, soprattutto perché non si nutriva di petrolio, ma era comunque preoccupante come notizia.
 
Ci vollero due ore per raggiungere il porto di Honolulu, per ormeggiare la barca. Sottocoperta il gruppo di ricerca stavano controllando i dati. Mentre Rafael preferì stare fuori sulla prua per fare un po' di stretching, gli spazi chiusi non li aveva mai potuti sopportare molto.
 
-Contenta di essere tornata in porto?- chiese guardando la capitana nella cabina di pilotaggio.
 
-Fammici pensare, SI!- disse secca guardando gli indicatori della barca per fare una stima del consumo di carburante per l’inventario. Lui ridacchio alla sua risposta. Capiva la paura di Alexis nell’eventualità di ritrovarsi davanti un Titano in mare aperto o anche sulla terra ferma. Dato la loro stazza mastodontica.
 
-Non azzardarti a ridere Raf!- dal tono usato era chiaro che la donna non voleva essere contradetta. Deglutì annuendo con un sorriso forzato, non voleva di certo farla arrabbiare.
Tornò sotto coperta per prendere la sua attrezzatura. Era certo che gli altri membri avranno già inviato i dati raccolti al resto della squadra a terra, così da poter tornare in albergo per riposarsi. Lui al contrario avrebbe voluto stare immerso ancora, ma sapeva che non poteva trattenere gli altri in mare solo per il suo richiamo dell’oceano.
 
-Rafael- si sentì chiamare da Lazzaro, un altro membro del team.
 
-Si, Laz. Ti serve qualcosa?-
 
-Ho al telefono Nakine, vuole parlare con te- forse voleva sapere i risultati di persona, anche se li avevano già inviati. Lui fece segno a Lazzaro di passarglielo e questi gli lanciò l’apparecchio che prese al volo.
 
-Ehy Capo, ha ricevuto i dati?-
 
<< Si li ho ricevuti Rafael, ottimo lavoro comunque >> disse la voce della donna: << Ma non è per questo che ti ho chiamato. Mi trovo vicino alla Baia di Hanauma, dov’è stato ritrovato il relitto della Sezer >>
 
-Ah la petroliera, ho visto la notizia che la riguardano…è stato uno di loro?- domandò infine per sapere se quello che i giornali avevano scritto era vero. Anche perché sapeva che potevano ingigantire la cosa per fare più scalpore.
Era stupido reputare subito l’affondamento della nave ad un Titano, magari era stato affondata per la tempesta e il carico si era riversato a largo. Poteva anche succedere alle navi migliori, non si deve mai sottovalutare la forza del mare.
 
<< Ti risponderei volentieri, ma preferisco che lo vediate con i vostri stessi occhi, tutto il team >> gli stava forse ordinando di raggiungerla, dove si era spiaggiata la petroliera.
 
-Per forza Capo?-
 
<< Si. Vi ho inviato le coordinate precise su dove si trova >> la risposta secca voleva di che dovevano andare laggiù per forza.
 
-Ho capito, comunico agli altri. Ci vediamo- rispose infine chiudendo la chiamata. Va bene che non voleva tornare ancora in albergo, ma almeno voleva fare qualcosa che lo facesse rilassare.
 
-Che ti ha detto?- gli chiese Lazzaro. Dall’espressione dell’altro gli sembrò chiaro che fosse infastidito.
 
-Dobbiamo andare dove si trova il relitto della petroliera Sezer-
 
-Ma siamo appena rientrati in porto- protesto qualcun altro del team, che voleva riposare dopo la mattina in mare. Lo stesso pensiero di tutti quanti.
 
-Guardate il lato positivo…- iniziò Rafael attirando l’attenzione: -Almeno non saremmo sull’acqua- tutti fecero scena muta, soprattutto perché non faceva per niente ridere. L’unica cosa che ottenne in risposta fu che un altro del team gli lanciò contro un asciugamano per dimostrare il suo disappunto.
 
 
 
 
 
Note dell’autore
 
Salve a tutti e benvenuti in questa nuova storia, sempre sulla mia serie The Dasao Research.
Qui facciamo la conoscenza della divisione di oceanoligia della Dasao e anche di uno dei suoi membri Rafael. Che subito viene chiamato a controllare per una nave affondata in modo misterioso.
Essendo solo il primo capitolo di introduzione, non aggiungo altro. Spero che con questo primo capitolo possa aver acceso la vostra curiosità.
A presto.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

 


La baia di Hanauma era distante circa dodici miglia da Honolulu, il modo migliore era raggiungerlo seguendo la strada interstatale. Sebbene tutti nel gruppo di ricerca preferissero la macchina ad una barca, Rafael era l’unica eccezione. Ad ogni curva al ragazzo sembrava che volesse tornargli su la colazione, anche per quello si era messo vicino al finestrino.
 
-Non capisco come tu faccia ad avere il mal d’auto, quando non hai problemi sulle barche?- gli chiese Martin che stava guidando.
 
-Sono due cose…diverse- si portò la mano alla bocca: -Quanto manca alla baia?-
 
-Siamo partiti da poco. Ci vorrà ancora un po'- non era la risposta che voleva. Fece un respiro per provare a farsi passare il mal d’auto. Chiuse gli occhi per concentrarsi maggiormente, immaginandosi su una barca cullata dalle onde dellìoceano. Ma dopo un po' la sensazione di malessere non smise comunque di tormentarlo.
 
-Non ce la faccio…accosta!- la macchina si fermò al bordo della strada. Il castano aprì lo sportello uscendo fuori come una scheggia e vomitando sul ciglio della strada. L’altra macchina con il resto della squadra li affiancò.
 
-Tutto bene?-
 
-Si…solo un problema di mal d’auto- rispose Martin indicando Rafael che si stava pulendo la bocca: -Andate avanti, ho il sospetto che ci metteremo più di voi- l’altro veicolo ripartì, mentre il castano tornava dentro allacciandosi la cintura. L’uomo al volante voleva chiedergli qualcosa, ma lui rispose soltanto con un pollice alzato per dirgli di proseguire.
 
Ci volle più tempo del previsto per arrivare a destinazione, ma finalmente Rafael poté ringraziare di avere nuovamente la terra sotto i piedi. Iniziando già a sentirsi meglio. Appena arrivarono qualcuno si avvicinò a loro.
 
-Siete in ritardo- disse Lihau, un uomo originario delle Hawaii che seguiva la dottoressa Nakine.
 
-Prenditela con il nostro subacqueo che non sopporta la strada- in risposta ottenne uno sbuffo infastidito dal diretto interessato.
 
-Non importa, andiamo- disse mentre tutti lo seguivano. La baia era una riserva naturale protetta, anche per quello era uno delle mete turistiche ideali per fare diving e lo snorkeling. Ma con il relitto della nave era stata chiusa al pubblico, ad esclusione delle autorità dell’isola. Sicuramente erano preoccupati per il possibile danno ambientale, dato il contenuto di petrolio che trasportava.
 
-Ora statemi vicini e se ve lo chiedono, facciamo parte di una branca federale per la salvaguardia dell’ambiente. E che siamo qui per accertarci del danno ambientale- spiegò velocemente Lihau. Tutti annuirono.
 
-Loro sono i rinforzi- disse ad uno degli agenti, davanti al nastro giallo della scena.
 
-Servono davvero così tante persone per degli accertamenti?- chiese l’agente.
 
-Il danno ambientale è una cosa seria, soprattutto in una riserva protetta. Se vogliamo stabilire i danni effettivi che può aver riportato, più menti ci sono e meglio è!- l’uomo non disse altro facendogli segno di poter passare.
La nave giaceva incagliata e semi inclinata, nella parte di barriera della baia. Ad occhio doveva trattarsi una petroliera della categoria: Aframax, in genere era capace di trasportare fino a 120.000 tonnellate di petrolio. La prima cosa che si notava erano dei grandi squarci sui fianchi che la bucavano da parte a parte. A Rafael gli si accapponò la pelle al solo pensiero che tutto liquido nero che trasportava fosse finito in mare.
 
-Dottoressa-
 
-Bene, siete arrivati- disse Nakine.
 
-Scusi il ritardo…qualcuno non soffre bene la macchina- Rafael in risposta fece il dito medio. La donna non diede peso invitandoli a seguirla.
 
-Che ne è stato del carico di petrolio?- chiese diretto il castano. Lei si aspettava quella domanda diretta da parte sua. In risposta scosse la testa, non aveva idea di che fine aveva fatto il carico.
 
-Il dipartimento ambientale ha cercato il contenuto nel punto in cui la nave ha lanciato S.O.S. Ma dopo una settimana ancora niente… è come se il carico fosse sparito nel nulla- ammise avvicinandosi ad un portatile per vedere i dati che stavano elaborando. La dottoressa era una donna sulla cinquantina di origini hawaiane, con dei capelli ricci di lunghezza media di colore nero e degli occhi marrone chiaro.
 
-Inviali ai dispositivi collegati alla base operativa e all’albergo- in quel modo anche alle persone rimasto da parte avrebbe potuto esaminarli. Anche il resto del gruppo arrivato si mise a lavoro aiutando ad analizzare gli squarci nel relitto e raccogliere campioni. Ma dovevano sbrigarsi prima che arrivassero i veri membri del dipartimento per la tutela ambientale.
Rafael era l’unico a non fare niente. Si limitava a guardare gli squarci con aria pensosa. Come a chiedersi cosa avrebbe potuto fare dei simili danni.
 
-Per caso la base ti ha comunicato gli spostamenti dai M.U.T.O?- usando l’acronimo della Monarch per: Massive Unidentified Terrestrial Organism.
 
-Abbiamo chiesto, ma finora tutti i Titani sotto monitoraggio sono tracciabili. Ci manderanno i file di quelli in quest’aria. Inoltre stanno anche tenendo d’occhio i Tunnel cavi - ma dato che non sapevano con certezza quanti tunnel per la Terra cava ci fossero, sarebbero potuti arrivare da uno non segnato.
 
-Cosa ti dice quello che vedi Rafael?- gli domandò Lazzaro. Lui era un esperto di oceanografica e delle specie ittiche. Di certo non uno zoologo, per quella laurea doveva ancora finire l’esame per ottenere quell’attestazione. Però guardandoli più da vicino, gli sembrava che il metallo fossero in parte squarciato e in parte corroso.
 
-Preferisco aspettare prima di rispondere- ma era quasi certo che Godzilla non c’entrasse nulla con quella faccenda.
 
 
֍֎֍֎֍
 
 
Rientrati in albergo i membri della squadra rimasti in mare tutta la mattina si fermarono a riposare. Invece Nakine tornò nella sua stanza adibita a piccolo centro di comunicazione con le loro basi operative.
Alle postazioni degli apparecchi elettronici c’erano i suoi due che stavano esaminando i dati.
 
-I dati sono stati inviati?- chiese lei, controllando quelli che il gruppo in mare gli aveva passato.
 
-Si, li abbiamo inviati alle basi della Dasao- rispose Benny, controllando il monitor. Era un uomo di trentacinque anni dalla carnagione chiara, capelli neri e occhi marrone scuro: -Ma per i campioni ci vorrà un po' per trasferirli- i dati digitali erano un conto, ma i campioni ci avrebbero messi un po' per viaggiare fino alla loro base.
 
“Lavoreremo con quello che abbiamo. Lihau dovrebbe metterci qualche ora a portare i campioni alla base sull’isola”
 
-Dottoressa, ci hanno inviato i file con allegato i dati richiesti- la chiamò la sua seconda assistente che aveva un leggero accento francese.
 
-Perfetto. Aprili Lucille- la ragazza che doveva avere sui vent’anni fece come gli era stato detto ed aprì la mail. I file contenuti riguardavano le informazioni che la Dasao aveva raccolto sui Titani catalogati. Nello specifico la dottoressa si era fatta mandare quelli con una biologia marina o anfibia, che erano stanziati in quella zona.
 
-È sicura che sia stato un Titano…a fare questo?- chiese Lucille, ma la ragazza sapeva già la risposta a quella domanda. Visto che una tempesta non avrebbe potuto fare quei danni.
 
-Di certo non sono state le onde- rispose Benny all’improvviso facendo sobbalzare la ragazza che annuì agitando i lunghi e mossi capelli biondi. Era una ragazza molto carina con un fisico ben proporzionato, gli occhi verdi si abbinavano ai capelli e delle lentiggini sul naso. Il suo collega si scusò subito per averla spaventata.
 
-Crede che possa essere opera di Dakuwaqa?- propose lei, ingrandendo la scheda del Titanus Carcarodon Dakuwaqa. Il dio squalo della mitologia Figiana.
 
-Non possiamo escluderlo- ammise Nakine avvicinandosi ad uno degli schermi e passando in rassegna le schede con le informazioni, piuttosto facile visto che erano meno di dieci. Tra cui c’era anche il file del Re dei mostri. Ma non credeva fosse stato lui. Perché avrebbe dovuto abbattere quella nave, sempre se non lo avessero provocato. Scosse la testa.
 
-Mi sembra che abbiamo un bel mistero per le mani- ammise il moro. Il silenzio che si creò nella stanza gli fece capire che anche le altre due donne la pensavano come lui. Di certo non sarebbe stata una matassa facile da sbrigliare.
 
-Secondo lei, qualunque cosa sia stato…lo farà di nuovo?- domandò Lucille deglutendo lievemente. Spaventata all’idea della creatura capace di far affondare una nave come quella.
 
-Con così poche informazioni non posso proprio risponderti, Lucille. Temo dovremmo continuare le analisi e attendere- anche se la cosa non piaceva molto alla dottoressa. E una parte di sé sperasse che quello sarebbe stato solo un caso isolato.
 
Il riflesso della parete del bagno sotto il velo dell’acqua, era l’unica cosa che Rafael inquadrava con il suo sguardo. Il suo passatempo era l’esercizio di apnea sott’acqua, dove cercava di restare più a lungo senza respirare contando i secondi.
Rimase a contare fino a che non dovette riemergere, guardando l’orologio posto sul lavandino a fianco della vasca. Ventisei minuti e quaranta secondi, un tempo relativamente poco per i suoi standard. Ma ottimo come metodo di rilassamento.
 
-Rafael hai finito? Sei lì dentro da quasi mezz’ora- gli gridò una voce battendo sulla porta del bagno. Lui si affrettò ad uscire dalla vasca completamente nudo, bagnando il pavimento.
 
-Si…ho quasi fatto- rispose velocemente togliendo il tappo allo scarico della vasca.
 
-Senti noi stiamo per scendere a mangiare. Quando sei pronto raggiungici- gli disse la persona dall’altra parte della porta. Il castano guardò l’orologio notando che effettivamente era arrivata l’ora di cena. E anche lui iniziava ad avere un po' di fame.
Prese un asciugamano per asciugarsi i capelli, per poi osservare allo specchio il suo fisico tonico e atletico come un surfista. Su di esso c’erano dei Pe’a, tatuaggi tribali delle isole Samoa. Presenti su entrambe le braccia fino ai polsi, comprese le spalle e i pettorali. Erano molto intricati e tra le linee che li formavano si poteva distinguere in parte la sagoma di uno squalo.
 
Uscì dal bagno dopo essersi finito di asciugare. Non c’era nessuno nella stanza ed era un bene. Si vestì velocemente con dei vestiti comodi tra cui sandali e una camicia hawaiana, prima di prende la sua collana con il dente di squalo ed indossarla. Ora si che era pronto poteva raggiungere gli altri per mangiare.
 
 
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[Avamposto 54 della Monarch – Castle bravo, Bermuda]
 
L’allarme risuonò nella stanza sotto al livello del mare, pensata così da poter osservare meglio Godzilla. In quel momento però il suono dell’allarme non riguardava il Re dei titani.
 
-Che succede. Godzilla si sta muovendo?- Guillerman, l’attuale direttore della Monarch, entrò nella stanza osservando tutto il personale in agitazione.
 
-Questa volta il nostro lucertolone non c’entra, per adesso almeno- rispose sarcasticamente Rick Stanton, bevendo dalla sua tazza di caffè.
 
-Allora perché l’allarme suona?- fu Ilene Cheng a rispondere alla sua domanda.
 
-Abbiamo rilevato un grande picco di energia da una delle nostre boe di segnalazione- l’uomo si sistemò gli occhiali da vista, guardando i risultati sullo schermo. I dati raccolti dai sensori rilevarono un alto picco di energia proveniente dai segnalatori di profondità collegati alla boa.
 
-Perché questi picchi così alto?- chiese Guillerman portandosi la mano al mento.
 
-Non sembrano opera di Godzilla. Si direbbe energia della Terra cava-
 
-Ah perfetto, qualcuno ha deciso di attraversare un portare e venirci a fare un salutino?!- la situazione era rischiosa. Se davvero l’energia era prodotta da un tunnel per la terra cava e qualcosa lo stava attraversando.
 
-È possibile sapere se è Godzilla che si sta spostando nei tunnel?- Cheng scosse la testa: -Va bene, ditemi il punto esatto e mandate degli elicotteri e navi a controllare cos’è uscito. Che ingaggino battaglia solo se necessario!- tutti si misero in azione, contattando subito la G-team. La divisione militare della Monarch.
 
Mentre tutti erano indaffarati. Un membro dello staff, si scusò per dire che doveva andare in bagno, per via della situazione movimentata e i troppi caffè. Appena chiuse la porta tirò fuori degli occhiali da sole indossandoli e premendo leggermente il lato destro.
Sulle lenti nere si aprì come un display di un computer. L’uomo usò i movimenti degli occhi per accedere alla mail protetta della Dasao. Prendendo a scrivere nel suo comunicato le sue scoperte e il possibile pericolo rilevato dalla Monarch.
 
 
 


 
Note dell’autore
 
Salve e benvenuti a questo nuovo capitolo della storia.
Qui vediamo nuove facce della Dasao e scopriamo che Rafael non sopporta il mal d’auto XD. Tra le nuove persone apparse vediamo la dottoressa Nakine già citata alla fine dello scorso capitolo e che è a capo della divisione Oceanografica.
E qui fa anche il suo ingresso il personaggio di Lucille. La quale è un personaggio non mio ma della mia amica Stardust94 che ringrazio di cuore per avermela prestata per la mia storia.
 
Se alla fine i membri della Dasao stanno finendo la giornata. Invece all’avamposto 54 della Monarch sono in allarme, per via di qualche creatura che potrebbe arrivare da un tunnel della Terra cava.
Ma per scoprire che Titano uscirà fuori temo dovrete aspettare il prossimo capitolo. Ringrazio chi è arrivato a leggere fin qui, sperando che la storia vi stia incuriosendo.
A presto.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

 


Finalmente dopo due ore di macchina era arrivato alla loro base sull’isola. Lihau si fece riconoscere dalle guardie per poi essere scortato all’interno. L’uomo portava una borsa rinforzata per il trasporto dei campioni che avevano raccolto. I quali erano molto importanti.
 
-Grazie ragazzi, da qui continuo da solo- conosceva quella struttura come le sue tasche, visto che non era la prima volta che ci andava. Seguì il corridoio che scendeva sottoterra fino ad una rete di stanze sotterranee. Si fermò davanti ad una di queste scannerizzando impronte e retina prima di avere l’accesso ad entrare.
All’interno del laboratorio, due persone in camice e mascherine stavano analizzando i campioni.
 
-Lihau ben arrivato- disse il più vicino e anche l’altro lo salutò quando lo vide: -Immagino siano i campioni presi dalla nave- disse alludendo alla valigetta. L’uomo annuì togliendosi lo borsa e consegnarla ai due.
Quello che era rimasto in disparte, lo prese per iniziare a tirarne fuori i campioni con dei guanti sterili.
 
-Grazie per averci portato i campioni. Potremmo già iniziare ad analizzarli, hanno la massima priorità-
 
-Bene. Ma devo anche parlare con Feruu, si trova nella sala di comando?-
 
-Più probabilmente è nel suo ufficio- ringraziò per questa informazioni ed uscì dal laboratorio, dirigendosi all’ufficio di chi era a comando della struttura. Arrivato davanti alla porta, bussando un paio di volte, aspettando di ricevere una risposta.
 
-Avanti- premette il pulsante al lato e la porta scorrevole si aprì con un suono metallico.
 
-Lihau, che piacere vederti-
 
-Ciao anche a te Feruu. Ho già portato i campioni in laboratorio e qui ci sono i rapporti- tirò fuori una chiavetta poggiandola sulla scrivania. L’altro la prese inserendola nella presa incorporata nel mobile e lo schermo olografico gli mostrò il contenuto. Si prese qualche momento per dare uno sguardo veloce agli ultimi file.
 
-Avete visto la petroliera?- il moro annuì: -L’opinione pubblica ci andrà a nozze se scoprono che potrebbe essere opera di un Titano. Siamo sicuri che non si tratti di Godzilla?- 
 
Era la domanda che con tutta probabilità tutti quanti del suo gruppo e della struttura si stavano facendo.
 
-I campioni raccolti dalla nave potranno dircelo. Ma dato cosa trasportava mi sentirei di escluderlo, che senso avrebbe per lui affondare una petroliera?- una bella domanda che non trovava risposta. Il lucertolone si nutriva di radiazioni, quella roba non l’avrebbe minimamente calcolata, a meno che non si fosse messa in mezzo per sbaglio alla sua traiettoria di nuoto.
Ma i segni lasciati non sembravano compatibili con lo scontro con una delle sue placche dorsali, visto che sarebbe stata letteralmente spezzata in due.
 
-Analizzeremo i campioni e manderemo i dati alla base operativa. Anche loro vorranno avere risposte- in quel momento la porta si aprì e un altro membro del personale fece il suo ingresso, visibilmente agitato.
 
-Signore, abbiamo appena ricevuto un messaggio dalla base operativa sull’Himalaya. Stando ad una loro fonte della Monarch, un Titano sta emergendo da un varco vicino alle Hawaii-
 
-Cosa?- entrambi gli uomini scattarono subito sull’attenti come se avessero sentito l’allarme antincendio. Un Titano non identificato che si dirigeva alle loro isole. Questo era qualcosa che non ci voleva.
 
-Abbiamo immagini satellitari?-
 
-Si, le trasmetto in questo momento- l’operatore usò il tablet per mandare sullo schermo olografico, l’immagine satellitare con il Titano in questione. Si poteva intravedere solo la testa e la sagoma del dorso sotto l’acqua. La testa sembrava l’incrocio tra quella di un elefante senza orecchie e di un coccodrillo, con una proboscide che teneva rizzata in alto e delle lunghe zanne che piegate verso il basso. La fronte era sormontata da un corno proprio sopra agli occhi.
 
-Dalle immagini abbiamo trovato un riscontro nel database: Titanus Mokele-Mbembe – dalle foto inoltre era chiaro che c’erano delle navi da guerra che ne seguivano la traiettoria. La Monarch si era mobilitata subito.
 
-Dovrebbe essere un Titano lacustre. Perché è in mare aperto?- Feruu era confuso.
 
-Non lo sappiamo. Ma tracciando la rotta che sta percorrendo, si sta dirigendo qui-
 
-La popolazione è già stata avvisata?- domandò preoccupato Lihau, se stava davvero arrivando ad Honolulu allora il governo avrebbe già dovuto dare l’allarme.
 
-Secondo le fonti, la Monarch sta per dare l’ordine di evacuazione. Quindi è solo questione di tempo- rispose l’operatore. Le ricerche avrebbero dovuto attendere fino al passaggio del Titano.
 
-Chiama subito la dottoressa Nakine per avvertirla e di loro di prepararsi a partire in caso diano l’ordine di evacuazione!- Lihau non se lo fece ripetere due volte e prese subito il telefono per chiamare la sua collega.
Ma un’altra questione però rimaneva. Se il Titano fosse arrivato a terra avrebbe potuto attirare l’attenzione di Godzilla, se quest’ultimo lo avesse percepito come minaccia. E questo avrebbe voluto anche dire che il Re dei mostri sarebbe entrato nel territorio di Dakuwaka.
 
 
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Ad un ristorante vicino all’hotel, il team di ricerca era impegnato a cenare. Ma la conversazione sulla bocca di tutti era solo di un carattere.
 
-Non credo che Dakuwaka possa aver affondato la nave- se ne uscì uno.
 
-Come fai a dirlo? Magari l’ha scambiata per una preda?- magari il Titano l’aveva ammazzata scambiandola per qualcosa di commestibile. Ma ci sarebbero voluti comunque i risultati per capire se i danni erano stati provocati dai suoi denti.
 
-Questa teoria potrebbe essere sensata- ammise Lazaro, mangiando un boccone dal suo piatto: -Tu che ne pensi Rafael?- rivolgendosi al castano che stava mangiando dello Spam musubi: uno snack a base di riso e carne in scatola.
Non capiva come facesse quel prosciutto in scatola a piacergli. Lui non l’avrebbe toccato nemmeno se fosse stato l’ultimo alimento sulla terra.
 
-Beh…- iniziò mandando giù il boccone a fatica aiutandosi con un sorso del suo cocktail: - Per quanto ne so, la Monarch lo ha classificato come un Titano Protettore…ma a mio avviso è più un Neutrale. Sempre se non lo fai incazzare, ma per il resto ha un’indole tranquilla-
 
-Quindi non pensi sia stato lui- concluse Elara, un altro membro del gruppo. In quel momento una cameriera si avvicinò e tutti si zittirono per non farsi sentire.
 
-Loco moco con doppio hamburger e doppio uovo fritto-
 
-È per me, grazie- la cameriera gli mise davanti il piatto e le papille gustative del ragazzo andarono in estasi alla sola vista di quel piatto che era una bomba calorica. Il castano prese forchetta e coltello iniziando a tagliare la carne, sotto lo sguardo degli altri suoi collaboratori.
 
-Ti sei appena fatto fuori tre porzioni di quel prosciutto in scatola…ed hai ancora fame?- gli domandò uno di loro, leggendo nella mente degli altri. Lui in risposta fece spallucce.
 
-Lo prendevo sempre dopo il surf e poi ho sempre una fame da squalo dopo un’immersione- ghignò lui mettendo in bocca un bel pezzo di carne. Gli altri dopo un po' ripresero la loro discussione riguardo a quale Titano potesse aver affondato la petroliera. Ma la pancia di Rafael gli diceva che il dio squalo non c’entrava niente con quel fatto. E lui si fidava della sua pancia.
 
La discussione però venne interrotta dalle sirene delle forze dell’ordine. Tutti i presenti si voltarono verso la strada vedendo un camion delle forze militari fermarsi e i soldati scendere.
 
“Che diavolo succede?” si chiese Rafael con la bocca piena. Mentre uno dei militari prendeva il megafono per farsi sentire.
 
-Attenzione, restate tutti calmi…è stato proclamato lo stato d’emergenza. Tutti i civili devono evacuare immediatamente. Ripeto…tutti i civili devono evacuare immediatamente- tutti si chiese d’istinto che stava succedendo per quell’allarme di evacuazione. Istintivamente però puntarono lo sguardo in direzione del mare. Come se avrebbero ottenuto una risposta.
 
 
-Si Lihao…lo sto sentendo. L’avviso di evacuazione è su tutti i canali- disse la dottoressa guardando l’avviso di emergenza sulla televisione.
 
  << È stata proclamata l’evacuazione obbligatorio a causa di un Titano che si sta dirigendo sull’isola. Si prega di mantenere la calma e di lasciare le abitazioni. Le forze militari scorteranno i civili in una zona sicura… >>
 
Proprio quello che ci voleva, un Titano che si stava dirigendo verso Honolulu. C’era qualcosa di superiore che voleva interferire con le loro ricerche.
 
<< Vi consiglio si andarvene di lì, il prima possibile >>
 
-Si Lihao. Ti richiamo quando saremo al sicuro- rispose velocemente riattaccando: -Preparate le cose, ce ne andiamo- disse ai suoi assistenti. Benny stava già scaricando i dati quando aveva sentito le sirene. Al contrario Lucille sembrava bloccata. La bionda si stringeva le spalle tremando, come una bambina spaventata.
Lei aveva grande paura dei Titani e sapere che uno di loro si stava dirigendo lì. L’aveva scioccata e spaventata. La francese sussultò emettendo uno squittio, quando sentì toccarsi la spalla.
 
-Lucille, calmati ora- sentì Nakine vicino a sé: -Fa un bel respiro e cerca di calmarti. Siamo qui- disse la donna cercando di rassicurarla.
 
-V...va bene…- deglutì in risposta cercando di calmarsi. La donna le sorrise stringendola a sé. Mentre Benny scollegava i monitor per riporli nei loro bagagli. Dovevano essere pronti ad andarsene in massimo dieci minuti.
 
-Dottoressa…so che Mokele-Mbembe e Dakuwaqa sono neutrali. Ma se uno di loro invade il territorio dell’altro- sapeva dove volesse andare a parare. Ma se lo scontro fosse avvenuto in mare, avrebbero avuto più tempo per andarsene.
 
 
Gli altri membri che si trovavano al ristorante, stavano venendo scortati dai militari insieme al resto delle persone verso dei rifugi appositi. Mentre procedevano, ricevettero una chiamata dalla dottoressa per avvisarli.
 
-Si, lo intuivamo che c’entrava un Titano. Stiamo seguendo i militari fino alla zona sicura-
 
<< Noi siamo su un convoglio per l’evacuazione. Ci stanno portando direttamente alla zona sicura, ci vediamo lì >> rispose la dottoressa. Martin annuì prima di riattaccare e guardare gli altri occupanti del mezzo.
 
-Un Titano sta venendo qui?- gli chiese uno dei suoi compagni.
 
-Si, ma non si tratta di Godzilla- rispose prontamente Martin. Era chiaro dalle loro facce che volevano sapere se il Re dei mostri fosse in direzione della loro isola.
 
-Ah…buona a…sapersi..- disse Rafael che stava assumendo un colorito pallido: -Forse…non dovevo man..giare tutta..q.quella roba….accosta, devo vomitare!-
 
-Scordatelo Raf, tira giù il finestrino e vomita fuori!- gli disse Alexis. Per niente al mondo si sarebbe fermato prima di raggiungere la zona sicura. Che diavolo c’era un Titano in arrivo.
 
-Tiene, usa questa!- gli lanciò una busta di carta. Il castano la aprì subito e rigurgitò dentro tutto quello che aveva mangiato. Quella era di certo una delle sue peggiori fini di serata.
 
 
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[Oceano pacifico – più o meno 50 kilometri alle isole Hawaii]
 
Il Titanus Mokele-Mbembe stava procedendo tra le acque dell’oceano. L’unica parte della creatura che affiorava dall’acqua era la grossa testa con la proboscide alzata verso l’alto. Ad affiancarlo c’erano almeno cinque navi U.S e degli elicotteri a sorvegliarlo dall’alto. Nonostante la presenza delle navi il Muto stava procedendo nella sua traversata, totalmente indifferente da chi lo affiancava.
 
-A che velocità, sta andando la creatura?- chiese il colonnello Diana Fosters.
 
-Almeno 60 nodi- rispose un operatore della nave.
 
-Di certo nuota veloce, per uno della sua stazza- ammise Jackson Barnes, soldato ed esperto di munizioni del G-team. Era stupito che un corpo così massiccio potesse fornire tutta quella spinta in acqua. Ma dalle loro informazioni era chiaro che fosse un Titano anfibio, per cui non doveva essere un problema spostarsi sia sulla terra ferma che in acqua.
 
-C’è poco da scherzare, Barnes- lo ammonì la sua superiora: -Base, come procede l’evacuazione?-
 
<< Colonnello, stiamo procedendo il più velocemente possibile. Ma ci sono ancora dei civili >> la donna strinse i denti per non lanciare un’imprecazione. Quei maledetti tunnel sottomarini per la Terra cava, rendevano il loro lavoro molto più difficile.
 
-Fate più in fretta che potete e tenetemi aggiornata- sperava che riuscissero ad evacuare in tempo. Perché altrimenti avrebbero dovuto provare a rallentare il Titano o a fargli cambiare direzione. Ma visto che al momento non sembrava ostile, avrebbe preferito evitare di farlo incazzare.
 
-Più che altro perché si sta dirigendo proprio alle Hawaii?-
 
-Magari si solo raggiungendo la terra più vicina- propose Jackson. Si sarebbe trattato di un gesto puramente istintivo.
 
-Istinto o meno, quello è il territorio di un altro Titano- non c’era bisogno di aggiungere altro per sapere cosa sarebbe potuto succedere. Le ultime mazzate tra mostri giganti erano diventati realtà da più di dieci anni. Jackson si portò la mano tra i capelli alzandosi per guardare fuori in direzione di Mokele Mbembe.
Da amante dei kaiju, si sentiva euforico a vedere quel Titano. Anche se lo trovava molto bizzarro, con la proboscide e il corno sulla fronte.
 
-Notizie di Big Guy ?- così chiamava Godzilla.
 
-L’Avamposto 54 lo sta monitorando. Ma per ora non sembra diretto qui. E questo è un bene- l’ultima cosa che voleva era avere anche lui a quella possibile rissa di mostri. Anche se con il suo titolo di Alpha, avrebbe potuto far smettere i due litiganti.
Una forte scossa fece oscillare la nave. Il Titano avevano iniziato a muovere la lunga coda spostando l’acqua ed emettendo dei versi acuti. Doveva aver sentito qualcosa.
 
-Che succede?-
 
-È evidente che qualcosa lo innervosisce- disse Barnes cercando di rimanere in piedi. Gli elicotteri che stavano seguendo il Titano si allargarono per controllare i dintorni in cerca di qualcosa di anomalo.
Ma nonostante i fari ad illuminare non riuscivano a vedere niente. Anche le altre navi cercavano di illuminare l’acqua per vedere meglio.
 
<< Supporto aereo, non vediamo niente. Controllate i sonar >> Diana si precipitò a vedere i sonar della nave. Sullo schermo era presente i punti del Titano e delle loro navi. Quando nello schermo apparve un altro punto che si stava dirigendo verso di loro.
 
-Oh merda. Preparate le armi, stato di allerta. Mandate il segnale a tutte le navi- a quell’ordine il personale fece come detto, mentre gli altri membri del G-team si prepararono ad un possibile scontro.
 
-È Godzilla?-
 
-Se vuoi la mia, ne dubito fortemente- rispose Barnes al posto del suo superiore.
 
Mokele intanto aveva smesso di agitarsi puntando la testa in direzione davanti a sé. La proboscide si mosse fiutando l’aria, sentendo qualcosa che non gli piaceva minimamente. Il Titano aprì la bocca esponendo i denti appuntiti, ruggendo e facendo guizzare la coda fuori dall’acqua e sbattendola di nuovo sotto, in segno di avvertimento.
Alle sue spalle dall’acqua uscì fuori un lungo tentacolo rossastro ricoperto da una corazza di osso e un pungiglione alla fine. Il Titano voltò la testa indietro per vedere l’arto pensile, guizzare per avvolgersi intorno a lui.
 
 
 
 
 
Note dell’autore
 
Dopo molto tempo finalmente riesco a far uscire il nuovo capitolo.
Sull’isola si è scatenato lo stato di emergenza, proprio mentre i membri della Dasao stavano mangiando. La sfortuna del momento. Alla fine vediamo, Mokele Mbembe procedere “scortato” dalle navi della Monarch e proprio in quel momento vediamo che qualcosa lo attacca.
Ma cosa sarà stato di preciso? Dovrete aspettare per scoprirlo. Per ora ringrazio chi ha letto fin qui e spero che il capitolo vi sia piaciuto.
A presto.

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