Oblivion - Why I don't remember you?

di Danielle Petite
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***
Capitolo 10: *** Capitolo X ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII - End - ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Capitolo I


Durante l’estate tra il suo 5 ed il 6 anno ad Hogwarts la sua vita cambiò del tutto. Suo padre, Lucius Malfoy, venne arrestato e portato ad Azkaban per essersi unito ai Mangiamorte e ciò comportò per lui varie sciagure.
Quando sei bambino ed hai un padre come Lucius Malfoy capisci che il potere è tutto, soggiogare gli altri è tutto e soprattutto farsi rispettare è tutto. 
Crescendo e diventando man mano un adulto aveva capito molte cose delle arti oscure che prima non avrebbe potuto assolutamente sapere, ovvero: Le arti oscure hanno un caro prezzo da pagare. 
Il Manor dei Malfoy era diventato il covo dei Mangiamorte, ormai non ci faceva più caso alle persone incappucciate che entravano ed uscivano a qualsiasi orario, alle scie di sangue che si portavano dietro ed ai prigionieri che venivano chiusi nei sotterranei.
Quella sera era sceso nell’atrio, per nessun motivo particolare in realtà, ma sta di fatto che si trovò lì quando la porta di ingresso si aprì e all’improvviso ed entrarono un gruppo di persone zuppe di acqua visto l’acquazzone che c’era fuori. 
«Lestrange!» urlò uno di loro «Lestrange! Dove sei?»
Notò che l’uomo stava tenendo qualcuno stretto al collo, forse un altro prigioniero. Aveva un sacco nero che gli copriva metà corpo ma dall’altezza capì che doveva essere un ragazzino. Fece per tornarsene ai piani superiori volendo ignorare di proposito la situazione ma non ci riuscì quando sentì una voce familiare dire «E’ lei?»
Si voltò dalla sommità delle scale sul quale si trovava e vide sua madre e sua zia avvicinarsi ai Mangiamorte «Ottimo lavoro Roockwood, lasciala pure a me» disse sua zia Bellatrix afferrando il prigioniero per il collo e tirandolo verso di lei.
«Andatevene adesso! State sporcando tutto il pavimento!» disse sua zia con i suoi soliti modi bruschi.
«E la nostra paga?» disse l’uomo.
«E la nostra paga?» Bellatrix gli fece il verso e gli lanciò una manciata di galeoni che lui fu costretto a raccogliere con la magia. Se ne andarono sbattendo la porta.
Sua madre si avvicinò al prigioniero e gli sfilò il sacco.
Era una ragazzina dai capelli rossi. A primo impatto pensò si trattasse della Weasley ma guardandola meglio notò che il rosso non era pel di carota come il loro ma un pò più scuro.
«Come stai? Ti hanno maltrattata?» le chiese sua madre.
Draco era confuso. Normalmente i prigionieri li portavano direttamente nei sotterranei, sua madre non aveva mai voluto avere a che fare con quel genere di cose, ora perché stava parlando con quella ragazzina?
Lei non rispose, sembrava fosse terrorizzata. Aveva le mani legate con delle catene e indossava quello che sembrava un pigiama del tutto zuppo d’acqua.
«Aaaaaaaah che noiaaa i ragazzini!» urlò di nuovo Bellatrix «Te ne occupi tu di questa?»
Vide sua madre estrarre la bacchetta e asciugare la ragazzina «Certo, vai pure» e poi con un altro colpo di bacchetta le fece cadere le catene. 
«Vieni, non aver paura» le mise un braccio intorno alle spalle e la spinse verso le scale dove si trovava lui «Non ti uccideranno, sei sotto la mia protezione adesso…» poi alzò lo sguardo e lo notò «Draco!»
La raggiunse scendendo qualche gradino «Che succede madre?» chiese guardando lei e la ragazzina.
«Ti spiegherò tra un attimo, portiamola in camera tua»
«Cosa? In camera mia?» chiese stupito.
«Domani le farò preparare una stanza, ma per stanotte tienila nella tua stanza» 
Guardò la ragazzina. I capelli rossi le coprivano metà del viso ma si capiva che era sotto shock. I suo occhi scuri sembravano spenti e guardavano un punto fisso davanti a lei, non era nemmeno sicuro che li sentisse.
Accigliato seguì sua madre verso camera sua e quando entrarono finalmente parlò.
«Lei è la figlia di Lewis….Jane Lewis» 
Quando sua madre disse il suo nome si ricordò che la conosceva di vista, frequentava Hogwarts ed era nei serpeverde. Se non ricordava male era al suo stesso anno.
Non ci aveva mai parlato prima.
«E come mai è qui adesso? Che è successo?»
Sua madre fece un'espressione compassionevole «I suoi genitori hanno tradito il Signore Oscuro e…sono stati uccisi» strinse la spalla della ragazzina «Sono riuscita a convincere il Signore Oscuro a farla stare qui…ma…» poi lei si bloccò e non continuò il discorso.
«Avrà bisogno di un pò di tempo per metabolizzare tutto» poi si rivolse di nuovo a lei «Jane, lui è Draco, mio figlio. Stanotte dormirai su questo divano ma presto provvederò a darti una stanza tutta tua, dammi tempo per sistemare le cose ok?» disse dolcemente.
Jane di nuovo non disse nulla.
Sua madre sospirò «Ok, torno di sotto. Draco cerca di…»
Non finì la frase di nuovo ed uscì. La sua stanza era molto grande, aveva un letto a baldacchino da un lato e un divano con il camino dall’altro. In fondo alla stanza aveva un bagno personale.
Si udì un leggero eco quando disse «Lewis…puoi smetterla di tremare»
Lei si teneva un braccio con l’altro e sembrava come volesse occupare meno spazio possibile. Non aveva idea di quello che le fosse successo ma non voleva vederla così impalata nella sua stanza. I suoi problemi lo tormentavano già abbastanza e la vista di quella lì non migliorava la situazione «Hai sentito no? Mia madre ti proteggerà…» le afferrò un braccio e la tirò verso il divano per farla sedere.
Lei lo guardò fisso negli occhi «Tu-sai-chi mi ucciderà comunque!»
Draco si stupì che avesse parlato «Non lo farà. Non gli interessano i ragazzini come noi… per adesso»
Si voltò di nuovo verso di lei, stava tremando come una foglia. Cosa poteva mai dire a quella ragazza sconosciuta «Che ti è successo?» le chiese semplicemente.
Non rispose subito ma sembrò rivivere mentalmente quello che le era accaduto «Sono venuti a casa mia, erano in 4 o 5…» disse lei «e li hanno uccisi subito.…I miei volevano solo tirarsi fuori ma a quanto pare una volta che sei nei Mangiamorte non puoi più uscirne...» disse con le lacrime agli occhi.
«Lo so bene. Mio padre è ad Azkaban» fece una piccola pausa «Certo, è vivo…ma non so se sia meglio vivere per sempre ad Azkaban o morire»
Lei lo guardò con gli occhi lucidi «E mia madre cosa c’entra in tutto ciò? Perché sei arrivata qui?» continuò lui.
«Stavano per uccidere anche me…» poi fece una pausa «Solo che ad un certo punto è arrivato un gufo che ha portato una lettera per il mago che stava per uccidermi» fece un sospiro e poi terminò «Immagino che tua madre mi abbia comprata»
Draco si accigliò «Mia madre non ha mai fatto cose del genere» non aveva mai sentito parlare di traffici umani al manor.
«Non so perché ora sono qui e non ho capito perché abbia detto che sono sotto la sua protezione»
«Non hai altri parenti immagino…» chiese lui.
«Ancora In vita? Non credo» Draco si stupì del modo di parlare di quella ragazzina. Nonostante quello che avesse passato sembrava decisa e….fredda. 
Improvvisamente sentirono in lontananza i rintocchi di un orologio, era mezzanotte.
Draco si alzò «E’ tardi, cerca di dormire.» fece apparire una coperta di fianco a lei.
«Perchè a te è permesso fare magie fuori scuola?» chiese lei improvvisamente.
«Questo posto è pieno di maghi…non possono accorgersi chi ha fatto cosa…»
«Io non ho la bacchetta, me l’hanno tolta» si alzò di scatto «Pensi che potrò riaverla?»
«Non ne ho idea» disse poi alzando le spalle «Non che i mangiamorte normalmente seguano una logica…» con un gesto di bacchetta si mise il pigiama e andò verso il suo letto «Buonanotte» disse in fine spegnendo le luci.

La sentì piangere per tutta la notte ma non riuscì ad alzarsi per confortarla. 
Non aveva nulla di confortante da dirle.

 
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La mattina successiva Draco si alzò nonostante avesse dormito si e no due ore e trovò Jane seduta dove l’aveva lasciata. Si era messa le coperte sulla testa e guardava nel vuoto davanti a se. Non disse niente e andò in bagno ignorandola. Ne uscì lavato e vestito e fu lei la prima a rivolgergli la parola «Ti dispiace se vado anche io in bagno?»
«Vai pure…io adesso vado di sotto per la colazione…» poi si interruppe pensando che lei non sapesse come raggiungerli «No anzi, ti aspetto qui.» 
Almeno accompagnarla a colazione poteva farlo.
Uscì dal bagno che era tutta avvolta in un telo, poteva vederle solo il viso che notò solo in quel momento essere pieno di lentiggini «Scusa, non ho niente da indossare…Mi presteresti una camicia e un pantalone qualsiasi?» suggerì lei.
Giustamente non poteva andare in giro nuda. Le diede una camicia ed un pantalone nero «Chiederò a mia madre di comprarti qualcosa..»
«Ti ringrazio» prese il completo e tornò nel bagno.
«Ok, possiamo andare…credo» aveva risvoltato sia il pantalone che la camicia varie volte ma almeno era coperta.
Quando andarono nella sala da pranzo fu proprio sua madre a dire «Tranquilla Jane, oggi ti procurerò anche dei vestiti» poi si rivolse verso di lui accarezzandogli leggermente la guancia «Grazie figliolo»
Sul tavolo c’erano molte pietanze ma entrambi mangiarono poco. Soprattutto quando entrò Bellatrix smisero completamente «Buongiorno ragazzi!»
«Buongiorno zia» rispose Draco pulendosi la bocca con il tovagliolo educatamente.
Bellatrix prese una sedia e si mise di fronte a Jane «Allora piccoletta…iniziamo l’allenamento?»
A Jane cadde la forchetta di mano e fissò Bellatrix terrorizzata. Sua zia invece sembrava trionfante «Molto bene…andiamo adesso» l’afferrò per il braccio e la trascinò via sotto lo sguardo preoccupato di sua madre.
L’ allenamento di cui parlava Bellatrix si basava sui duelli, anche lui l’aveva dovuto seguire per anni e tutt’ora, se lei ne aveva voglia, lo portava in una stanza nei sotterranei insonorizzata dalla magia. Lì dentro potevi urlare a squarciagola e nessuno ti avrebbe mai potuto sentire «Dunque anche lei dovrà diventare una mangiamorte?» chiese Draco con tono quasi sarcastico.
Sua madre si alzò e cercò di sporsi per vedere dove stesse portando Jane «Non ho più il controllo su nulla.» disse poi con le lacrime agli occhi.
«Mamma» disse sottovoce immaginando cosa stesse pensando «Non è colpa tua» 
«L’ho portata qui per salvarle la vita. I Lewis erano amici di famiglia e per quanto mi è stato possibile ho provato a fare qualcosa. Il Signore Oscuro ha acconsentito solo perché in futuro renderà anche lei una mangiamorte…» si asciugò gli occhi con il lembo di un tovagliolo.
Draco ingoiò a vuoto «Come me.»

 
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Passarono i giorni e lui passava tutto il giorno tutti i giorni nella biblioteca del Manor per studiare fatture e pozioni per tentare di continuare a vivere quella vita. Jane gli capitava di vederla solo negli orari di pranzo e cena perché sua madre le aveva dato una camera qualche porta oltre la sua e lei non usciva mai di sua volontà. Inoltre aveva notato che ogni tanto andava di sotto con Bellatrix per qualche ora ed una volta tornata si chiudeva di nuovo nella sua stanza.
«Draco puoi fare qualcosa?» disse per la millesima volta sua madre a cena, una delle tante a cui Jane non era presente «Cerca di esserle amico, avete la stessa età!»
Per lui quella ragazzina era del tutto indifferente. Entrambi avevano lo stesso problema di dover vivere una vita scelta dagli altri e accollarsi anche i suoi problemi peggiorava la sua condizione mentale.
«Va bene madre, dopo cena vado a parlarci» rispose per accontentarla.  
Dopo cena, molto lentamente e senza molta voglia, si diresse verso la porta della camera di Jane con un vassoio datogli da sua madre con qualche pietanza per lei. Bussò tre volte «Ehi, ti ho portato la cena!» disse per annunciarsi.
Dopo qualche secondo lei aprì la porta. Aveva gli occhi rossi ed il viso scavato ed indossava una camicia da notte bianca che la faceva sembrare un fantasma con i capelli rossi. Lei prese il vassoio dalle sue mani e fece per chiudere la porta.
«Possiamo parlare?» chiese lui prima che la porta si chiudesse del tutto. Lei la aprì e fece spallucce andando verso l’interno della camera invitandolo ad entrare.
La camera era identica alla sua, cambiava solo il colore della tappezzeria che era viola invece che verde. Draco si richiuse la porta alle spalle e la vide appoggiare il vassoio sul comodino e sedersi sul letto a mangiare spostandosi tutti i capelli su un lato della spalla.
«Che vuoi?» disse lei con un tono duro prima di immergere il cucchiaio nel brodo.
«Sta calma. Volevo solo chiederti come stai…» disse lui.
«Ti conosco, non ti è mai importato di nessuno se non di te stesso» rispose lei senza nemmeno guardarlo.
Non stava capendo perché tutt'un tratto sembrava avercela con lui «Tu mi conosci?» disse lui ridendo «Sei qui da poco più di una settimana e ci siamo parlati solo una volta!»
La vide fare un ghigno «Dimentichi i 5 anni passati ad Hogwarts? Sono anche io nei Serpeverde genio!»
«E quindi?» fece lui incrociando le braccia. 
Lei posò il piatto e si alzò di scatto andando verso di lui con il suo viso ad un palmo dal naso.
I suoi occhi erano marroni ma con il riflesso dei suoi capelli che le incorniciavano il viso sembravano rossi anch’essi. Notò che anche le sue ciglia erano rosse e molto lunghe. Il viso era pieno di lentiggini e sembrava davvero furiosa «Sei un viziato del cazzo» 
Lui non si mosse.
«Tutti quelli di Serpeverde ti conoscono, tutti sanno delle ragazze che ti porti in dormitorio, della tua ricchezza e che puoi avere tutto quello che vuoi con uno schiocco di dita» disse lei facendo un passo indietro «Ma non credevo che la tua famiglia potesse comprare addirittura le vite altrui!»
«Che intenzioni hai?» continuò lei dopo aver ripreso aria «Vuoi usarmi anche tu?» disse lei ormai fuori controllo.
Draco rimase colpito dalle sue parole. Sapeva di avere una certa reputazione a scuola ma non credeva che pensassero di lui cose così cattive.
«Capisco perché la pensi così…» disse lui abbassando le braccia «Ma non sono un mostro fino a questo punto» disse seriamente. Pensava davvero che era capace di fare certe cose alle ragazze? 
Lei si asciugò gli occhi «Vai fuori di qui!» gli ordinò.
Draco si iniziò a scaldare «Per quanto tu possa sentirti disperata…non devi rivolgerti a me in questo modo…soprattutto a casa MIA»
«Se avessi avuto la mia bacchetta…»
Stavolta fu Draco a scattare verso di lei «Che avresti fatto? eh?» le disse letteralmente in faccia.
Lei sostenne il suo sguardo «Ti avrei fatto secco!»
Draco rise «Tu?» 
Le ghignò di nuovo «Secondo te cosa faccio con tua zia? Pensi che mi faccia pettinare le bambole?»
Draco imitò il suo ghigno «Pensi di essere l’unica a seguire l’addestramento di mia zia? Sei solo l’ultima arrivata…non credere di essere così speciale»
Stavolta fece lei un passo indietro.
«Piccola Lewis….siamo sulla stessa barca» Draco si sistemò la manica della sua giacca «Ci stanno allenando per diventare Mangiamorte e non abbiamo scelta.» poi aggiunse: «E sappi che mia madre non ti ha comprata, ha solo pagato Rookwood per farti portare qui.» 
Draco si voltò e andò verso la porta ma si ricordò di aggiungere un'ultima cosa prima di andarsene «Ah! Tutte le ragazze che sono venute nel mio dormitorio erano consenzienti. Non sono quel tipo di uomo che tu immagini»
Chiuse la porta quasi sbattendola.


Circa una settimana dopo…

«Draco, portala giù, fa presto!» disse sua madre mentre orde di persone incappucciate entravano in una stanza segreta nei sotterranei del Manor dei Malfoy. Era raro che il Signore Oscuro facesse quel tipo di riunioni ma quella sera erano stati richiesti tutti. 
Draco corse al piano di sopra e bussò forte alla porta di Jane.
Lei aprì e lo vide «Che vuoi?»
«Muoviti, dobbiamo scendere di sotto. Lui è qui.» disse senza mezzi termini.
Jane, visibilmente terrorizzata fece per chiudergli la porta in faccia ma Draco infilò giusto in tempo un piede tra la porta e riuscì ad aprirla.
«Cazzo Lewis! Dobbiamo andare! Non hai nessuna scelta!» disse lui nervosamente.
«No, io non voglio…ho troppa paura di lui..» disse lei arretrando. Per quanto in quel momento la odiasse non poteva farle trasgredire le regole, soprattutto perché era sotto il suo stesso tetto.
«Neanche io voglio andarci! Ma siamo costretti!» con la bacchetta fece apparire due mantelli neri e si coprì sia lui che Jane.
«Non devi fare niente, stai solo ferma e ascolta quello che dirà» la prese per il braccio di forza e la trascinò.
«Draco ho paura…ti prego non farmi questo…» disse lei piangendo.
Draco si fermò di botto e lei fu costretta a sbattergli addosso «Jane, forse non ti è chiaro che io non ti farei proprio niente ma non decido un cazzo in questa casa. Io cerco solo di sopravvivere e far sopravvivere te. Ma se non vuoi non mi interessa, anzi, se riesci a scappare da qui sono solo contento per te»
Draco avanzò da solo ma si accorse dopo poco che lei aveva preso a seguirlo di sua spontanea volontà. Pensò che almeno non era una stupida.
Scesero nei sotterranei e videro intorno a loro gli altri Mangiamorte e sua zia Bellatrix.  Lei era la più felice di essere lì tanto che saltava e gesticolava per salutare le persone che conosceva, nemmeno fosse una festa.
Jane si avvinghiò intorno al suo braccio e tremava come una foglia «Staccatii!» cercò di sussurrargli ma lei era pietrificata.
Le afferrò il cappuccio e glielo abbassò il più possibile, meno di facevano notare meglio era.
Il Signore Oscuro comparve improvvisamente al centro di quella stanza e tutti si inchinarono di fronte a lui. Draco tirò giù Jane di forza.
Si accesero delle torce che apparvero fluttuando intorno a loro.
«Bene signore e signori, sono felice di vedervi tutti qui sani e salvi» disse lui con voce serpentina.
Parlò per dieci minuti spiegando loro le prossime mosse, elencò i vari infiltrati al ministero e fu sorpreso quando disse che Piton, che era di fianco a lui in quel momento, avrebbe insegnato Difesa Contro le arti oscure ad Hogwarts. Per quanto ne sapeva, Silente, non aveva mai voluto dargli quel posto. 
«…Bene, ora potete andare» appena disse queste parole tutti i Mangiamorte cominciarono ad andare via ma lui per qualche motivo non ci riusciva.
«Che succede…» disse lui provando a muovere le gambe ma sembravano pietrificate.
«Draco andiamocene…» sussurrò Jane tirandogli il mantello.
«C’è qualcosa che non va…non riesco a…» si guardò intorno e notò che erano rimasti solo loro due «Lewis, se tu riesci a muoverti, vattene!»
Voldemort li fissava con la bacchetta puntata verso di loro sorridendo «Tranquillo Draco…sono io che ti sto bloccando»
Sentì Jane che lo stringeva sempre di più, era terrorizzata. E anche lui non se la passava bene in quel momento.
«Mio Signore» disse cercando di non tremare chinando il capo e lui ne approfittò per fargli abbassare il cappuccio. Fece lo stesso anche a Jane.
«Ah, sei tu la figlia dei Lewis» disse rivolto a lei «Vedo che hai gli stessi capelli di tuo padre…»
Jane fece sì con la testa continuando a stringere il suo braccio. Avrebbe tanto voluto che lo mollasse in quel momento.
«Bravo Draco» gli diede una pacca sulla spalla con le sue mani affilate notando il loro legame «Saresti stato un ottimo fratello maggiore» 
«G-grazie Signore» rispose lui cercando di mostrarsi sicuro.
Puntò improvvisamente la bacchetta sotto il mento di Jane e la scrutò per un pò «E’ ancora troppo acerba…» disse poi sibilando.
L’avrebbe uccisa lì davanti a lui? Cosa aveva intenzione di fare? Cosa doveva fare?
Mentre pensava a tutto e a niente contemporaneamente vide Voldemort alzare la bacchetta e sentire il suo cuore fermarsi per lo spavento. Per quanto non gli importasse nulla di quella ragazza non voleva vederla morire davanti ai suoi occhi «Mio Signore…» la voce di Piton li interruppe. Draco non si rese conto che era rimasto anche lui fino a quel momento, riusciva a sentire i battiti del suo cuore nelle orecchie fracassargli i timpani «Posso suggerirle di continuare a mandarla a scuola…tanti dei nostri stanno cadendo e ci serviranno nuove leve in futuro...» poi guardò Jane come se fosse un cucciolo bastonato.
Voldemort lo guardò «Non hai tutti i torti Severus…» disse con la sua voce sibilante «Voi mi servirete più avanti» disse guardandoli negli occhi prima di sparire nello stesso modo come era venuto.
Sentì Jane allentare la presa sul suo braccio.
«Grazie professore…io…» balbettò Draco.
«Ci rivedremo a scuola» tagliò a corto lui «Ora andatevene»
«Si professore» dissero in coro Draco e Jane. Uscirono dai sotterranei senza dirsi una parola e per tutta la strada Jane gli fu attaccata al braccio ma vista la situazione appena accaduta non se la sentì di scrollarsela di dosso.
Tornarono nel corridoio delle loro stanze e finalmente Jane si staccò da lui.
Entrambi fecero un respiro profondo e si guardarono negli occhi uno di fronte all’altro.
«Ho pensato ti facesse fuori» le disse in faccia. 
«Anche io» rispose lei.
«Se non ci fosse stato Piton penso che l’avrebbe fatto» aggiunse lui sedendosi sul pavimento. Era troppo agitato per fare ogni cosa in quel momento. Gli tremavano sia le gambe che le braccia.
«Vogliono che diventiamo Mangiamorte contro il nostro volere…» Jane si lasciò andare sul pavimento accanto a lui.
«Benvenuta nel mio mondo!» disse lui sarcastico. Prese a sfregarsi le mani per il nervosismo.
Lei lo fissò in silenzio ma dopo qualche minuto parlò «Scusa»
«Per cosa ti stai scusando?» chiese.
«Per quello che ti ho detto la scorsa volta.» fece una pausa e distolse lo sguardo da lui «Credevo di essere prigioniera qui, che mi avrebbero torturata e poi uccisa in qualche modo.»
«Potevi chiedere come stavano le cose, no?»
«Cerca di capire, hanno ammazzato la mia famiglia e mi hanno portata qui incappucciata e ammanettata. Poi tua madre mi ha portata in camera tua, ho pensato di tutto…»
Draco si accigliò e rimase di stucco. Vedendo la situazione dal suo punto di vista quello che aveva pensato era del tutto normale!
«Hai pensato che mia madre ti avesse comprata per soddisfare i miei bisogni…intimi?» dirlo ad alta voce lo fece ridere.
Lei si voltò per non farsi vedere in faccia ed alzò solo le spalle.
«Certo che sei scema!» continuò a ridere e la cosa lo fece rilassare.
«Smettila! Ero traumatizzata quella notte!» disse lei.
Draco smise di ridere «Si, scusa.»
Lei sospirò e guardò il soffitto «Quindi ora che farò? Dovrò vivere qui? Diventare mangiamorte e morire per una causa di cui non mi interessa?»
Sospirò «Mi faccio le stesse domande da quando Lui è tornato.» 
«Hai provato a scappare?» gli chiese lei continuando a guardare il soffitto.
«No. Io ho la mia famiglia qui, mia madre. Non potrei mai abbandonarla»
Stavolta lei si girò a guardarlo «Ti stai rivelando una brava persona. Non l’avrei mai detto» disse lei con un mezzo sorriso.
«Non credevo di avere una reputazione così brutta a scuola…»
Jane ghignò «Grazie al tuo bel visino pensano che sei un manipolatore di prim’ordine, soprattutto con le ragazze»
Draco ci pensò su «Ora che mi ci fai pensare nessuna ha mai rifiutato una mia avance» 
Jane rise «Non ne dubito» 
Sentirono la voce di sua madre «Ragazzi siete qui?»
Draco si alzò e lei lo imitò «Che è successo? Ho sentito Bellatrix parlare dell’incontro»
«Si madre…» Draco le raccontò tutto quello che si erano detti.
«Jane stai bene?» chiese poi a lei dopo il racconto.
«Si…» rispose quasi in un sussurro. Sua madre le accarezzò la schiena «Stai tranquilla, ad Hogwarts starai bene vedrai…» poi guardò lui «Quindi a te non ha detto nulla riguardo…» 
«No, nulla» rispose prima che finisse di parlare.
«Forse è meglio così» lei guardò di nuovo entrambi «E’ molto tardi…cercate di dormire…»
«Signora Malfoy» disse Jane improvvisamente «Grazie»
Quella era la prima volta che le rivolgeva la parola di sua spontanea volontà. 


I giorni che seguirono trascorsero abbastanza normalmente, per quanto normale potesse essere la loro situazione. Jane si unì a Draco in biblioteca per studiare di tanto in tanto e parlarono di più sia tra di loro che con sua madre. Potevano quasi sembrare una famiglia normale, cinque minuti al giorno.

 





Spazio Autrice

Ciao a tutti! Sono qui dopo svariati anni ancora a scrivere fanfiction su Draco Malfoy! Purtroppo o per fortuna (dipende dai punti di vista) è il mio personaggio preferito su cui inventare storie. Ci tengo a precisare che il mio Draco non ha niente a che fare con l'attore o il personaggio della Rowling, mi ci sono basata ma l'ho stravolto del tutto come vedrete più avanti, non ho ritenuto però di doverlo segnalare come ooc.
I capitoli penso di volerli tenere abbastanza lunghetti in modo da non creare 1000 capitoli mini (cosa che odio delle storie che leggo) ma datemi un giudizio a riguardo.
Sono indecisa sui tempi di pubblicazione dei capitoli, potreste darmi un suggerimento? Potete scrivermi o in privato o qui sotto dopo aver recensito il capitolo.
Spero di leggere qualche vostra recensione! Vi auguro un buon proseguimento e...alla prossima!

Ps. Se volete leggere altro di mio vi ricordo che basta cliccare sul mio profilo =)

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Capitolo II

1 Settembre

Jane quella volta aveva un baule con tutti gli accessori e vestiti nuovi di zecca. La Signora Malfoy aveva provveduto a procurarle ogni cosa, e finalmente aveva riavuto la sua bacchetta!
«Grazie mille» continuava a dire mentre lei le mostrava tutti i suoi acquisti. Camicette, gonne, vestiti, calze. Per fortuna lei non era mai stata un tipo pretenzioso o alla moda quindi apprezzò ogni cosa.
«Ora un'ultima cosa» con un colpo di bacchetta sistemò tutto di nuovo nel baule e lo chiuse. Da che prima sorrideva ora aveva uno sguardo completamente serio. Aveva gli stessi occhi di Draco «Lo sai che quest’anno sarà dura con i tuoi compagni?»
Jane ci aveva pensato per tutta l’estate, da quando le dissero che sarebbe tornata a scuola. Ormai tutti sapevano tramite i giornali che la sua famiglia era stata sterminata e sapevano, probabilmente, che ora lei era ospite dei Malfoy che a loro volta non erano visti tanto bene a causa di Lucius Malfoy chiuso ad Azkaban. 
«Si» rispose lei semplicemente.
«In altre circostanze ti direi di stare vicino a Draco ma…non so nemmeno se sarà in grado di badare a se stesso»
«Non si preoccupi, se la caverà come ha sempre fatto» disse lei convinta.
Narcissa le sorrise «Fatevi forza a vicenda»
«Certo…» prese il suo baule e seguì la Signora Malfoy al piano di sotto dove trovarono Draco pronto ad aspettarle.
Lui indossava come al solito un completo nero e notò che aveva sistemato il taglio dei capelli. Li aveva accorciati leggermente e tirati verso dietro come li portava sempre quando era a scuola. Usarono una metropolvere speciale e si ritrovarono direttamente al binario 9 e ¾.
Il treno era pieno come al solito e disse in fretta un «Arrivederci» alla Signora Malfoy prima di salire sul treno a cercare il posto mentre Draco la salutava. 
Per il momento era felice di allontanarsi dal Manor, non avrebbe più visto Bellatrix per un bel pò. Aveva addosso ancora delle ferite nascoste sotto i nuovi vestiti e forse qualche cicatrice l’avrebbe portata con sé per sempre.
Si trovò un posto libero vicino ai suoi compagni di scuola «Buongior…» ma appena entrò nello scompartimento gli altri ragazzi presero le loro cose e se ne andarono. 
Jane sospirò. Lo sapevano tutti. 
Si sedette e guardò fuori dal finestrino notando che stava per salire Agatha, la sua compagna di dormitorio. Lei era sempre stata sua amica, dal primo anno, e le sorrise agitando la mano quando si accorse che l’aveva vista. Lei non rispose al saluto ma salendo sul treno si fermò davanti al suo scompartimento e ci infilò appena la testa per dirle «Ciao Jane…io…ecco….ti volevo dire che…non saremo più compagne di dormitorio…mi hanno spostata…ci si rivede in giro ok? Ciao» disse tutto d’un fiato richiudendo subito la porta come se lei fosse un’appestata da tenere alla larga.
Non pianse. Non voleva darla vinta a nessuno di loro. Guardò Draco salire sul treno e sperò per un attimo che si sedesse accanto a lei per farle compagnia ma lui andò nella direzione opposta.
Fece tutto il viaggio da sola fino ad Hogwarts pensando a come comportarsi con quelle persone. Quando scese dal treno insieme a tutti gli altri si guardò intorno per cercare di capire la situazione. Qualcuno la additava e sussurrava qualcosa all’amico, qualcun altro invece la salutò senza problemi. 
Notò che anche Draco non se la passava bene, intorno a lui c’erano solo 3-4 persone mentre negli anni precedenti gli stavano tutti intorno. Lo vide salire sulla carrozza insieme a Tiger, Goyle, Zabini e la Parkinson, il suo gruppetto più stretto. Lei salì sulla carrozza successiva insieme ad alcuni Tassorosso che non le rivolsero la parola solo perché non la conoscevano e a lei stava bene così.
Non aveva mai avuto problemi di socializzazione, era sempre stata bene con tutti. In Sala Grande si sedette in fondo al tavolo perché sfilando per la navata aveva visto vari sederi spostarsi per non farla entrare nel posto libero. Nessuno la voleva vicino.
Mangiò praticamente da sola e appena possibile andò nel suo dormitorio dove fu stupita di trovare solo il suo baule. Tutte le altre ragazze si erano fatte spostare, non solo Agatha che almeno aveva avuto la decenza di dirglielo in faccia.




La mattina successiva, a colazione, si presentò con i capelli corti fino sotto al mento con una frangia anch’essa corta che le metteva in mostra le sopracciglia rosse come il resto della sua capigliatura, rossetto marrone che era in tinta con le sue lentiggini ed era riuscita anche a mettere l’eyeliner uguale su tutti e due gli occhi. Aveva aggiunto al look, sotto la gonna della divisa, due fasce di cuoio a mo' di giarrettiere su cui c’erano due fondine: Sulla coscia destra quella per la bacchetta e sulla sinistra una per una daga (un piccolo pugnale che le aveva generosamente donato Bellatrix). I babbani avrebbero detto che era un look punk.
Decido io se voglio far paura.
Di nuovo sfilò per la navata ma questa volta, con tutti gli occhi addosso, si infilò di forza tra due persone «Occhio che se mi toccate verrete trasformati in piscio di troll» disse volgarmente facendo scappare i due mal capitati. Poi prese il pugnale dalla sua fondina, lo fece roteare tra le dita e lo conficcò su una mela che c’era nel cestino al centro del tavolo «Bè che avete da guardare?» disse ai ragazzi intorno a lei che la fissavano sbalorditi «Non vi hanno insegnato che è maleducazione fissare chi sta mangiando?» disse addentando la mela che teneva infilzata con la daga come se fosse un lecca lecca.
Notò alcune persone che bisbigliavano qualcosa a Draco Malfoy e lui sembrava non voler rispondere a nessuno di loro. 

Qualche giorno dopo, durante la prima ora di Pozioni che condividevano con i Tassi…

«Buongiorno a tutti! Io sono il nuovo insegnante di Pozioni, mi chiamo Horace Lumacorno e sono felicissimo di fare la vostra conoscenza!»
Questo nuovo professore sembrava molto allegro e simpatico e sembrava stonare un pò con l’ambiente scuro intorno a loro. 
«Bene! Sedetevi a coppie e cominciamo subito! Oggi creeremo una pozione soporifera, è molto semplice…»
Jane non si mosse dal suo banco visto che già era sola e attese che qualcuno si mettesse vicino a lei. 
Sentì qualcuno sbuffare. Si voltò per vedere cosa stesse succedendo e vide che la Greengrass era rimasta da sola e la guardava male.
«Qualcosa non va?» chiese il professore dispiaciuto.
Jane si guardò intorno e non potè crederci. Non volevano nemmeno lavorare insieme per le lezioni!
«Facciamo a cambio» disse Draco dal fondo dell’aula con un tono scocciato «Daphne stai tu con Blaise» 
Jane lo vide venire verso di lei al primo banco con un sottofondo di brusiii da parte delle ragazze Tassorosso e si accomodò di fianco a lei.
Il professore cominciò la lezione spiegando i vari passaggi e lei in quel momento approfittò per sussurrargli «Perchè l’hai fatto?»
«Tu perché hai cambiato look e allontani tutti?» rispose lui con un’altra domanda.
Lo guardò negli occhi e vide i suoi occhi azzurri squadrarla da capo a piedi. 
Il professore prese a girare per i banchi e non potè rispondergli. Con l’aiuto del libro iniziarono la preparazione  e fu piacevolmente sorpresa dal fatto che Draco era molto serio e quasi professionale in quel frangente. Ignorava le ragazze dal lato opposto al loro che cercavano di attirare la sua attenzione ed era concentratissimo sul lavoro da fare. Non voleva darla vinta a nessuno di loro quindi si impegnò tantissimo anche lei. Prese la sua daga dalla fondina e con tagli decisi affettò la radice di valeriana, uno degli ingredienti principali della pozione e l’aggiunse nel calderone un po alla volta «Ottimo taglio signorina Lewis» disse il professore che si avvicinò al loro banco «Malfoy anche lei sta facendo un ottimo lavoro con quel fuoco»
Jane si voltò verso il loro calderone e vide Draco estremamente concentrato nel mantenere le fiamma a quella temperatura. Gli si avvicinò e versò l’ultima parte di valeriana tritata finemente nel calderone che come reazione cambiò colore come doveva essere.
«Ragazzi! Siete lenti, la signorina Lewis sta già aggiungendo la valeriana…su, su!»
«Sei meglio di Blaise come compagna di lavoro…a saperlo prima…» commentò Draco sottovoce.
«Sono brava con i coltelli, l’ha detto anche tua zia» rispose lei ruotando la daga tra le dita «Questo me l’ha dato lei»
«Davvero?» disse lui stupito «Devi piacerle proprio» poi prese il mestolo e seguì le istruzioni per il completamento della pozione. Jane si chiese se era un bene o meno che Bellatrix Lestrange l’avesse in simpatia.
A fine lezione si fecero i complimenti a vicenda «Ma Draco, tu sei sempre andato bene in Pozioni, Piton ti riempiva di complimenti…»
Draco sorrise «E’ vero ma…» sentirono un colpo di tosse provenire dalle loro spalle e si voltarono entrambi.
«Draco, andiamo?» disse Pansy con le braccia incrociate. Accanto a lei c’erano Blase e Daphne che guardavano male lei.
Jane fece per andarsene ma Draco la bloccò per un braccio «Sto parlando con lei non vedi?»
«Tzè!» Pansy uscì a passo svelto seguito dagli altri due.
Draco tornò a guardare lei «Perchè ce l’hanno così tanto con te?»
«Non ne ho idea. Immagino sia a causa dei giornali» prese la sua borsa e uscì dall’aula. Ora avevano due ore con la McGranitt quindi si aspettò che Draco la seguisse visto che dovevano andare nella stessa direzione.
«Stupida stiamo nella stessa classe, non puoi evitarmi» le disse dietro «E poi sono l’unico che ti parla»
Jane, a malincuore perché aveva ragione, si fermò «Cosa vuoi?»
«Spiegami perché hai fatto questo cambio look» chiese lui fermandosi davanti a lei.
Jane sbuffò «Ma che ti importa?»
«A me personalmente nulla, ma se lo hai fatto per allontanare le persone vorrei capire il motivo»
Draco sembrava veramente preoccupato per lei.
«Non stai prendendo troppo sul serio la questione di fare “il fratellone”?» disse lei ridendo ma poi aggiunse con un tono più serio «Appena arrivata hanno deciso tutti di tenermi alla larga. Ho deciso che se volevano aver paura di me avrei dato loro un motivo valido e per mia scelta»
Lo sguardo di Draco si fece più duro «Tutti? E le tue compagne di stanza?»
Jane rise «Non ho più delle compagne di stanza. A quanto pare prima dell’inizio della scuola hanno fatto TUTTE richiesta di cambio stanza. La cosa positiva è che ho il dormitorio tutto per me»
«Che cosa?» disse Draco sorpreso.
Jane fece spallucce «Ma non mi interessa. Ormai sto bene da sola» 
Draco non rispose e insieme continuarono il percorso verso l’aula della Mcgranitt.
Di nuovo si sedette in prima fila da sola senza problemi. 
Nessuno doveva decidere per lei. 

 

______________________


Qualche settimana dopo Draco ricevette una lettera da sua madre con il permesso firmato di andare ad Hogsmade e per un attimo si chiese come mai ce ne fossero due ma poi si ricordò di Jane. 
Erano a colazione e lei era seduta come sempre alla fine del tavolo, da sola «Jane, questo è per te» le disse porgendole il foglio. Lei alzò lo sguardo verso di lui e dopo un pò prese il foglio «Grazie».
Poi per qualche motivo rimase lì a fissarla fino a quando la vide abbassare la tazza e posizionarla delicatamente sul suo piattino «Meglio che ti allontani da me» disse lei. 
Draco si guardò intorno e vide che stavano spettegolando guardando nella loro direzione. Jane si alzò, rimise a posto la daga nella fondina che aveva sulla coscia e fece per andarsene.
Draco non aveva ignorato del tutto lei e la sua situazione ma ammise che non sapeva se e come aiutarla. Aveva sentito i discorsi dei suoi compagni di casata, sapevano quasi tutti ormai che lei era orfana e che viveva con i Malfoy. C’erano voci secondo cui lei voleva approfittarsi dei Malfoy per rubare le loro ricchezze e sciocchezze simili. Ovviamente nessuno sapeva che condividevano lo stesso destino, quello di diventare Mangiamorte sostituendo i loro genitori.
«Non andartene» le disse sicuro. 
La vide sgranare leggermente gli occhi contornati di nero «Il belloccio della scuola in mia compagnia? Pensaci bene» disse infine quasi in un sussurro.
«Io passo il tempo con chi mi pare. E poi l’onore di stare con me è tutto tuo» rispose sorridendo.
Jane gli sorrise a quella battuta. Nonostante fosse in quella veste “punk” ammise che era molto carina.
«In effetti» disse poi lei «Un tempo eri inarrivabile…si è detto di tutto su di te»
A Draco scappò un mezzo sorriso «Voglio proprio sapere cosa dicevano di me» disse lui sedendosi sulla panca e facendole segno di sedersi di nuovo al suo posto.
«Contento tu» disse lei assecondandolo.
Fecero colazione insieme e Draco scoprì che…

«CHE COSA? Cosa avrei fatto?»
«L’anno scorso avresti messo sotto imperio la Parkinson per procurarti qualche ragazza da scoparti» rispose Jane mentre andavano alla lezione di creature magiche.
«A parte che so perfettamente procurarmi una ragazza da solo…»
«Oh, su questo non ho dubbi…»
«Esatto» disse lui dandole ragione «E poi perché dovrei usare proprio Pansy? Sanno tutti che mi sbava dietro dal primo anno…»
Jane fece spallucce «Forse proprio perché ti sta sempre appiccicata»
«Poi che altro dicevano di me?»
Jane ci pensò su «Erano tutte cose a che fare con le ragazze. I posti dove l’hai fatto….»
«No ferma!» 
Jane si fermò sul ponte di legno che portava alla capanna di Hagrid «Cosa c’è?»
«Dimmi questi posti» Draco sembrava davvero sconvolto da quelle rivelazioni.
«Non è che mi interessava sapere queste cose…non mi ricordo bene…»
«Fai uno sforzo! Voglio sapere se sono state le ragazze a parlare o sono solo pettegolezzi»
«Mmm…se mi verrà in mente qualcosa te lo dico…ora è tardissimo andiamo a lezione» 
Presero a correre ed arrivarono per ultimi ma appena in tempo.
Nell’ultimo periodo passavano molto tempo insieme, non si cercavano ma se si incontravano in giro per il castello per caso non mancava occasione di fare due chiacchiere. E per Jane era un toccasana. Passava giorni interi da sola e stava iniziando ad accusare la situazione. I ragazzi delle altre casate raramente interagivano con i Serpeverde ed era sempre stato così. 
«Sto iniziando ad impazzire» gli confessò una sera in sala comune.
«Ma perché non li affronti? In altre circostanze mi sarebbe bastato parlare con qualcuno di loro per sistemare la faccenda…Ma stavolta penso che se mi intrometto è peggio»
Jane gli diede un colpetto affettuoso sulla mano su cui portava tre anelli d’argento belli grossi  «Grazie per il pensiero ma non te l’avrei permesso comunque. Ormai per me è diventata un questione di principio e di orgoglio.»
«Come vuoi» lui si alzò e si stiracchiò «Vado a dormire, buona notte»
Si alzò anche lei «Vado anch’io…’notte» 



La mattina della gita ad Hogsmade si incontrarono per puro caso nella sala comune «Buongiorno» disse Draco vedendola. Intorno a lui, Tiger, Goyle e Pansy si allontanarono di qualche passo.
«Buongiorno» rispose lei fermandosi vicino a loro.
Draco guardò i suoi amici con espressione accigliata «Ma siete seri?»
Tiger e Goyle si guardarono come due inebetiti mentre Pansy fu l’unica a parlare «Se la evitano tutti ci sarà un motivo no?» disse lei decisa.
«Jane vuoi unirti a noi per la gita?» disse Draco ignorandola del tutto.
«Non penso che la Parkinson qui sia d’accordo» poi fece un passo verso di lei «Vuole averti solo per lei» disse con un mezzo sorriso sfacciata come al solito. Pansy le si fiondò addosso e le coprì la bocca con la mano.
«Zitta!»
Risero tutti. Era da una vita che Draco non rideva così tanto.
«Andiamo a fare colazione che è tardi» disse spingendo leggermente Jane verso l’uscita.
«Draco non è vero quello che ha detto Jane…» disse poi Pansy rivolta a lei avvolgendola con un braccio intorno alle spalle.
«Ok..» rispose lui senza troppa convinzione. 

Jane quella mattina d’inverno, dopo tanto tempo, mangiò in compagnia di qualcuno. Quella combriccola era molto strana, Tiger e Goyle si facevano trasportare da Draco senza avere la minima personalità o idea personale, Pansy era palesemente innamorata di Draco e tutte le sue attenzioni erano rivolte verso di lui. L’unico che sembrava un minimo più interessante degli altri era Blaise Zabini. Si era unito a loro in Sala Grande e dopo averla squadrata da capo a piedi si comportò più o meno normalmente fino a quando...
«Come mai lei è qui con noi adesso?» disse lui rivolto a Draco accennando a lei.
«Puoi chiederlo direttamente a me sai?» come tutte le mattine prese la sua daga e si affettò una mela. La mattina mangiava sempre la frutta.
Zabini si rivolse a lei «Ok…Perchè sei qui?».
«Perchè non ti fai i cazzi tuoi?» 
Zabini si guardò intorno, forse per cercare supporto che non ebbe «Fino all’anno scorso eri una pecorella, perché tutt’un tratto sei diventata una stronza?» disse lui posando la forchetta.
Davvero lui non lo sapeva? «Forse perché l’estate scorsa hanno ammazzato tutta la mia famiglia?» fece una piccola pausa «Che dici, potrebbe essere per questo?» 
Lo aveva messo in difficoltà «S-scusami….io non lo sapevo…cioè…credevo che tutti ti evitassero per….»
«Per cosa?» chiese lei sinceramente interessata.
«Si dice che è colpa tua che la tua famiglia è morta, che tu sei maledetta» disse lui a bassa voce. Persino Tiger e Goyle si guardarono tra di loro a disagio.
«Allora non è vero…» disse Pansy sussurrando e avvicinandosi a lei «Che hai ucciso tutta la tua famiglia? E che vuoi far fuori anche i Malfoy?»
«Ma quante stronzate state dicendo?» guardò Draco che aveva circa la sua stessa espressione.
«La mia famiglia è stata uccisa dai mangiamorte! I Malfoy mi hanno salvata! Ma che cazz…»
«Sono tutti convinti che sei portatrice di una maledizione» disse Pansy.
Draco fissò Pansy per un attimo «Perchè non avete chiesto a me la verità?» si alzò lui sconvolto.
«Draco il fatto è che noi…credevamo fosse questa la verità» disse Blaise visibilmente dispiaciuto.
«Chissà chi ha iniziato a mettere questa voce in giro…» disse Jane ad alta voce mentre lo pensava.
«Ok basta così. Visto che la cosa è stata chiarita non parliamone più.» disse Draco deciso «Muoviamoci adesso»
Andarono a Hogsmade tutti insieme ma Jane si sentiva lo sguardo di Zabini addosso.
Ad un certo punto Draco disse «Andiamo a bere qualcosa?»
«Si certo!» rispose Pansy immediatamente come se l’invito fosse rivolto solo a lei. Vide Pansy trascinarlo lontano da loro e Tiger e Goyle a quel punto si allontanarono senza dire nulla.
Era rimasto solo lui con lei «Zabini, vuoi dirmi qualcosa?» fece lei subito affrontandolo.
«Eh?» fece lui preso alla sprovvista.
«Ho l’impressione che tu mi voglia dire qualcosa da quando abbiamo lasciato Hogwarts» gli si piazzò davanti e incrociò le braccia «Allora?»
Blaise Zabini era un ragazzo molto bello e popolare a scuola, forse allo stesso livello di Draco Malfoy. Infatti molti studenti di Hogwarts, intorno a loro, presero a fissarli. 
«Prima ti ho chiesto scusa…ma non mi hai detto se accetti» rispose lui tranquillamente. Sembrava non essere più ostile nei suoi riguardi quindi Jane abbassò le braccia «Ok, accetto le tue scuse»
Lui sorrise «Ok, allora da questo momento siamo amici.» le porse la mano «Chiamami Blaise»
Jane afferrò la sua mano e la strinse «D’accordo, allora tu chiamami Jane»
Era da tanto tempo che non si sentiva così leggera
. Era incredibile come un semplice gesto come quello alleviasse tutto il peso che si sentiva addosso.
Per un’oretta girarono insieme e parlarono del più e del meno, e scoprì che avevano delle cose in comune. A nessuno dei due piaceva il Quidditch ed entrambi odiavano la burrobirra.
«Non so come facciano a berla, è davvero disgustosa!» disse Jane.
«Pienamente d’accordo! Chissà chi ha pensato di unire la birra con il burro» si fermarono di fronte alla sala da tè di Madama Piediburro e Blaise disse «Ti va un tè?»
Jane fu sorpresa di quell’invito perché quel locale era famoso per gli appuntamenti romantici. Chiunque ad Hogwarts avesse avuto un primo appuntamento era successo in quel locale. Le sembrò maleducato rifiutare ma lo mise in guardia «Starmi vicino porta un sacco di stupidi pettegolezzi. Penseranno che voglio uccidere anche la tua famiglia, no?»
Blaise rise «Non è giusto quello che è successo e per me non è un problema se pensano che usciamo insieme» le prese improvvisamente la mano e la portò nel locale. 
La sala da tè, come sempre, era arredata in maniera principesca, fiori ovunque, tovaglie di seta, centrotavola con cuoricini e rose rosse. Ci era già stata con delle amiche l’anno prima ma ora sembrava ancora più un posto per coppie.
«Va bene qui Jane? Ti piace?» le chiese Blaise scegliendo un tavolino.
«S-si….certo» leggermente a disagio si sedette dove le aveva indicato lui e si guardò intorno. Come si aspettava c’erano alcune coppiette “famose” come Ginny Weasley e Dean Thomas e li fissavano tutti. Sicuramente con il suo look creava un certo contrasto in quel luogo però immaginava che per loro la cosa più strana era vedere Blaise Zabini insieme a una come lei.
«Buongiorno ragazzi» disse la proprietaria venendo al loro tavolo «Cosa posso portarvi?»
Lei era una donna molto bella, Jane le aveva invidiato non poco i suoi lunghi capelli argentati che portava in una treccia laterale. Aveva notato che molto velocemente il suo occhio l’aveva squadrata da capo a piedi soffermandosi sulla daga che portava sulla coscia.
«Per me Tè nero, con i soliti pasticcini» disse Blaise. Poi si voltò per guardarla.
«Anche per me lo stesso, grazie» ordinò lei.
«Bene, arrivo subito» disse Madame Piediburro scrivendo sul suo taccuino.
Quando lei si fu allontanata Blaise parlò di nuovo «Davvero ti piace il tè nero?»
«L’unico tè che non mi piace è quello verde. Lo trovo amaro» rispose lei sinceramente.
Blaise sorrise «Abbiamo gli stessi gusti…» si appoggiò meglio sullo schienale della sedia e poggiò entrambe le mani sul bordo del tavolo «E chi se lo aspettava» 
La guardò con uno sguardo che non gli aveva mai visto prima, forse poteva definirlo malizioso.
A disagio cercò di cambiare discorso «Chissà gli altri dove saranno andati» fece finta di guardare fuori attraverso la vetrina che dava sul viale principale. Neanche a farlo apposta passò di lì in quel momento Draco con Pansy e Daphne al seguito che forse avevano incontrato in giro. Lui camminava davanti con entrambe le mani tasca e le due ragazze dietro di lui che parlottavano tra di loro. A vedere la scena, Jane immaginò che stessero litigando per chi dovesse stare sotto al suo braccio. 
«Parli del diavolo…» disse Blaise sbracciandosi per farsi vedere da Draco. Lui li vide e si fermò a guardarli. Jane notò che fissò prima Blaise, poi lei e poi l’insegna del locale.
Jane arrossì. Come sospettava, tutti avrebbero pensato che usciva con Blaise o che ci fosse qualcosa tra loro.
Blaise fece cenno di entrare per unirsi a loro e Jane sperò che accettassero. Per fortuna così fecero e presero posto tutti e tre ad un tavolo vicino.
«Che avete fatto di bello?» chiese Blaise sorridendo verso di loro.
«Siamo stati da Zonko….abbiamo fatto un giro…» poi Draco si interruppe per sbadigliare.
La proprietaria portò i loro tè con i pasticcini e poi prese le ordinazioni ai nuovi arrivati.
«Voi due che ci fate qui insieme?» chiese Pansy maliziosamente.
«Oh…noi…» Jane fece per rispondere ma forse la sua indecisione portò Blaise a dire «Ci stiamo conoscendo. Abbiamo scoperto di avere tante cose in comune»
Draco si accigliò ma gli sorrise con il suo solito ghigno «Non credevo ti piacessero le ragazze come lei»
Jane si sentì arrossire.
«Intendi capace di cavarti un occhio?» disse Daphne ridendo e facendo ridere anche Pansy.
«Hai anche qualche frustino nel tuo baule?» aggiunse Pansy tra le risate.
Jane decise di stare al gioco «Certo, se vuoi ti insegno ad usarle. Sicuramente fare sesso con te diventerebbe più divertente» stavolta furono Draco e Blase a ridere.
Tutto sommato passarono una giornata divertente. Le due ragazze, capito che con lei non si poteva scherzare più di tanto, non la presero più in giro. 


«Jane! Dai vieni, sbrigati!» la chiamò Daphne nel corridoio mentre lasciavano l’aula di difesa contro le arti oscure dopo una lezione durata due ore.
 «Arrivo!» urlò lei mentre prendeva le ultime penne che erano sul suo banco e gettandole alla rinfusa nella sua borsa. Raggiunse la sua amica e seguirono Blaise e gli altri verso la prossima lezione.
«Ciao ragazzi, qualcuno ha notizie di Draco?» chiese Pansy unendosi al gruppo «Neanche oggi è venuto a lezione» 
Blaise si voltò e le rispose «Non so, con me non parla. Sta succedendo qualcosa ma non riesco a farlo parlare.»
«Ma almeno viene a dormire in dormitorio?» chiese Pansy preoccupata palesemente che passasse la notte con qualche ragazza in giro per il castello.
«Sparisce spesso» continuò lui «Stanotte però l’ho sentito entrare e poi andarsene subito. Forse gli serviva qualcosa…non so»
«Jane nemmeno tu sai nulla? In fin dei conti è come se fosse il tuo fratellastro adesso» chiese Pansy rivolta a lei.
«Guarda che non sono stata adottata dai Malfoy, sono solo un ospite» puntualizzò lei «E comunque credo che la persona più vicina a lui sia proprio Blaise» era risaputo che i due erano migliori amici da sempre.
«Già» dissero Pansy e Daphne quasi in coro.
Jane non poté fare a meno di pensare che le sue sparizioni c’entrassero qualcosa con i Mangiamorte ma non lo disse ad alta voce. Fingeva di non pensarci ma tutte le volte che usciva l’argomento “Draco” tornava l’ansia. Aveva immaginato di tutto e di più, che Piton avesse un modo per far uscire Draco dal castello, come una metropolvere speciale o cose simili oppure che esistesse un passaggio segreto in grado di portarti in un posto dove potersi smaterializzare. 
Passarono nel cortile di trasfigurazione che era ormai innevato ed entrarono in aula.
Essendo gli ultimi arrivati i posti erano già quasi tutti occupati. Pansy e Daphne si sedettero vicine come sempre mentre lei prese posto di fianco a Blaise che le spostò la sedia per farla accomodare «Prego» disse lui accompagnando il gesto.
Jane non si era ancora abituata ai suoi modi galanti. Blaise era gentile con tutti, ma aveva quel modo un po teatrale quando flirtava con una ragazza.
«Grazie» rispose lei accomodandosi.
Le persone ridevano nel vederli insieme perché mentre lui sembrava un principe d’altri tempi, lei si mostrava con il suo look un pò punk. Aveva ammorbidito leggermente i tratti del makeup ma si era abituata a vedersi in quel modo e si piaceva.



Spazio Autrice
Ciao a tutti! Ho deciso di pubblicare subito un altro capitolo per vedere se in questo modo vi creo un pò di curiosità sulla storia visto che, attualmente, 95 persone hanno letto il capitolo 1 e solo una persona mi ha lasciato una recensione (mia amica anche, quindi non vale XP)
Che vi costa scrivere due righe per farmi sapere com'è? Il senso di pubblicare una storia è quella di proporla agli altri e ricevere feedback.
Volete subito altri capitoli? Ditemelo.
C'è qualcosa che per voi non ha senso? Ditemelo.
Vi fa schifo ed è meglio che non la pubblico? Ditemelo.
Per favore.


 

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Capitolo III


Era quasi la fine di Novembre quando finalmente quel cazzo di armadio aveva cominciato a funzionare. Draco dall’inizio dell’ anno, di nascosto , aveva trascorso svariate ore nella stanza delle necessità a cercare di riparare un armadio magico chiamato Armadio Svanitore. Era collegato al suo doppione che si trovava al Manor e che doveva permettere il passaggio di persone da un luogo all’altro. In quel momento era riuscito a far passare una mela e si rallegrò del fatto che significava che prima o poi avrebbe funzionato completamente e che forse era salvo.
Nessuno lo sapeva a parte sua madre, ma lui aveva ricevuto una missione segreta da Voldemort in persona e quasi certamente mirava a farlo suicidare o comunque a farlo morire in una maniera brutta. Forse con quell’armadio poteva far passare qualcuno che lo avrebbe sostituito in quella missione suicida. Era tutto un forse ma era la migliore idea che avesse avuto.
Guardò un orologio a pendolo che era lì nell’ammasso di cianfrusaglie di quella stanza e si accorse che era quasi mezzanotte. Non aveva cenato, era lì da quella mattina e per pranzo aveva mangiato solo un tramezzino ed il suo stomaco iniziò a brontolare.
Appena uscì dalla stanza delle necessità gli venne un colpo che quasi cacciò un urlo «Jane! Sei impazzita?»
Lei si era piazzata perfettamente davanti alla porta «Finalmente sono riuscita a beccarti ad uscire da qui!» disse lei guardando la porta dietro di lui che stava sparendo.
«Che ci fai qui? Mi hai seguito?» Draco stava iniziando a pensare ad una scusa sul motivo per cui era li.
«Che posto è questo? Come hai fatto a farla apparire?» lei ignorò del tutto la sua domanda continuando a guardare la parete.
L’afferrò rudemente per un braccio e la fece allontanare «Lascia stare, andiamocene o Gazza ci scopre»
«Sono settimane che ti vedo sparire dietro quella porta, che succede?» chiese lei con voce seria.
Draco le lasciò il braccio «Perché mi hai seguito?»
«E’ qualcosa che riguarda Loro vero?»   
Draco non ne poteva più, era già nervoso per l’armadio e la fame. La spinse contro il muro e le disse scandendo bene le parole «PERCHE’. MI HAI. SEGUITO.» 
«ATTENTO a quello che fai» disse lei facendogli notare che gli stava puntando il pugnale tra le costole. 
«Tzz» era in gamba, non se n’era accorto che lo aveva estratto «Molto bene Jane» si allontanò di un passo «Che cazzo vuoi da me? Perché mi hai seguito» ripeté lui.
Lei ruotò il pugnale tra la mano e lo ripose sulla coscia «Ti ho seguito perché ogni tanto sparisci e non dici a nessuno dove vai. Ho pensato che la cosa ha a che fare con i mangiamorte»
«Si, e quindi?» fece lui tranquillamente.
«Quindi?» lei fece un espressione come per dirgli di parlare.
«Jane…» scosse la testa e si tirò indietro i capelli «…sono terribilmente stanco e sto morendo di fame…evita»
Lei aprì la bocca come per replicare ma poi la richiuse. Nel silenzio del settimo piano si sentì la sua pancia gorgogliare «Anche io ho fame» ammise lei «Sono stata tutta la giornata qui fuori perché stavolta volevo beccarti uscire da li»
Draco si accigliò «Tu hai qualche serio problema» fece per andarsene ma arrivato sulle scale la chiamò visto che non si era mossa da lì «Dai muoviti!»             
Decise di andare a prendere qualcosa dalle cucine che si trovavano nei sotterranei e silenziosamente camminarono nei corridoio ed al buio «Chi altro sa di quella stanza? Non voglio che si sappia in giro»
 «Nessuno, ho deciso io di seguirti» rispose lei. Che l’avesse scoperto lei e non qualcun altro era un bene, almeno poteva esserne certo che non lo avrebbe rivelato a nessuno
Quando superarono l’ingresso della sala comune Jane gli chiese «Dove stiamo andando?»
«Non sei mai stata qui?» le chiese indicando il quadro con la cesta di frutta.
Lei fece no con la testa un pò perplessa. Toccò la pera nel quadro ed entrò nel piccolo tunnel che aveva svelato.
«Benvenuta nelle cucine di Hogwarts» le disse non appena lo raggiunse. Il posto era l’esatta copia della Sala Grande con i quattro lunghi tavoli ed era pieno di elfi domestici.
«Due panini» ordinò Draco ad uno di loro che in un battibaleno gli servì due panini su un piatto d’argento.
«Ah, funziona così? Puoi venire qui ed ordinare come se fosse un ristorante?» chiese Jane sorpresa.
«In realtà credo sia vietato entrare qui…ma lo fanno tutti» le passò un panino con un'alzata di spalle «Andiamo in sala comune a mangiare»     
«Grazie!» disse Jane agli elfi prima di rientrare nel tunnel. 
«Sono elfi, non occorre ringraziarli» le fece notare.
«Stiamo mangiando fuori orario, è carino ringraziarli»
«Carino?» poco prima gli aveva puntato un pugnale contro ed ora trovava carino ringraziare gli elfi domestici. Sorrise divertito tra sé e sé. 
In sala comune trovarono Pansy e Blaise in pigiama «Ehi ragazzi, che ci fate ancora qui?» chiese lui appena li vide.
«Jane?!» disse Blaise sorpreso vedendola entrare dopo di lui.
«Blaise! Che paura! Per un attimo ho pensato fossi il prof!»
Draco squadrò tutta la scena e capì cosa stessero pensando «Non è successo niente, volevamo solo mangiare qualcosa…» alzò la mano con il panino e si rese conto che vista da fuori era abbastanza equivoca come scena. Se era vero che Jane si era appostata fuori la porta del settimo piano quando lo aveva visto entrare, mancavano entrambi da quella mattina. Blaise gli si avvicinò e quasi lo sovrastò nonostante fosse circa della stessa altezza «Spostati» lo spinse di lato con una spallata e poi si rivolse direttamente a Jane «Che hai fatto tutta la giornata con lui?» lo disse come se si stesse riferendo a lui come un sacco dell’immondizia e la cosa lo stava facendo imbestialire. Poteva capire la sua gelosia ma fino ad un certo punto perché lo conosceva bene, non ci avrebbe mai provato con la sua ragazza.       
Aspettò la risposta di Jane che arrivò subito e tagliente come suo solito «Non sono tenuta a risponderti»
«Non sei tenuta a rispondermi?» ripeté lui scioccato da quella risposta.
«Stiamo insieme da quanto? Una settimana? Se già all’inizio non hai fiducia in me la soluzione è solo una!»
«Ti vedo tornare qui passata la mezzanotte con lui dopo una giornata che siete spariti entrambi. Una spiegazione me la devi!»
Jane si accigliò «Blaise, ma lo sai che io vivo con lui vero? Passerò le vacanze di Natale e quelle estive con lui a casa sua e dureranno più di un giorno»
«C-cosa» rispose lui in un sussurro. Draco purtroppo non riuscì in nessun modo a trattenersi e rise a tutta forza. Blaise aveva dimenticato quel piccolo particolare.
Si girò di scatto e si rivolse a lui afferrandolo per il colletto della camicia «Che intenzioni hai?»
«Ho intenzione di mangiare questo panino. Seduto su quella sedia» rispose lui dicendo la pura verità. Blaise lo mollò furioso e se ne andò nei dormitori sbattendo la porta. Pansy era rimasta in disparte e disse solo «Buonanotte Draco» andandosene verso i dormitori femminili. 
Lui sospirando per la stanchezza si sedette sulla sedia e cominciò a mangiare il panino mentre Jane fece altrettanto ma sedendosi su una poltrona davanti al camino. Non parlarono e non si guardarono. Dalla posizione in cui sedeva Draco riusciva a vedere Jane di profilo rivolta verso il fuoco che rendeva i suoi capelli ancora più infuocati «Non sei turbata per quello che è successo con Blaise?» le chiese improvvisamente appena finì il panino.
Lei fece no con la testa tenendo il panino in bocca.
Draco rifletté «Sai, è la prima volta che mi accusa di una cosa del genere»
«Era solo arrabbiato. Vedrai che domani ti chiederà scusa» rispose lei buttando giù il boccone.
«Tu sei strana, lasciatelo dire» si alzò dalla sedia e si sedette sul divano, di fianco alla poltrona di Jane. 
«Perchè scusa?» chiese lei perplessa.
«Dicendo quella cosa che abiti con me non lo hai rassicurato per niente» le disse sinceramente.
«Bhè è la verità. Poi se non si fida di nessuno dei due non è un problema mio» rispose lei serenamente.
Non poteva darle torto «Però così dai l’impressione che non ti importi di lui»
Jane rise «L’ultima cosa che potevo aspettarmi da te era che mi dessi consigli sull’amore» 
Rise anche lui rendendosi conto di quello che stava dicendo «Hai ragione»
Lei era davvero particolare e stava cominciando a intrigarlo con i suoi ragionamenti ed i modi di fare. 
«Se proprio vogliamo parlarne» cominciò lei ma si interruppe «è un discorso complicato, non so se lo reggi a quest’ora»  disse poi guardandolo.
Lui si sdraiò sul divano e chiuse gli occhi «Ti ascolto e mi riposo allo stesso tempo»
«Ok..» sentì la sua voce «Il fatto è che ho accettato che morirò giovane ed ho capito che non voglio andarmene senza che nessuno si ricordi di me»
Draco aprì gli occhi e si rimise seduto. Non era un discorso da poter essere ascoltato in quel modo «Continua.»
«Eh…bhè…il fatto è che…» si grattò le testa imbarazzata «Sembra che Blaise sia l’unico che mi abbia dato questa possibilità…anche se forse…» sembrò rifletterci su e poi riprese «Forse hai ragione nel dire che non mi importa di lui. Forse lo sto solo usando per appagare il mio desiderio di essere ricordata…» improvvisamente si mise a piangere in maniera silenziosa. Vide le sue lacrime rigarle il viso e gocciolare sulle sue ginocchia. 
In un primo momento non seppe cosa dirle ma vederla in quello stato e capendo perfettamente quello che provava, gli fece sbloccare qualcosa in lui. 
Disse «Ti rendi conto che a questi discorsi noi non dovremmo nemmeno pensarci? Non l’ho mai detto ad alta voce ma…anche io ho paura di morire…io…sinceramente io penso…di non arrivare vivo all’anno prossimo…» dicendo quell’ultima frase si rese conto che anche i suoi occhi cominciarono a lacrimare
«Draco!» Jane, con tutto il trucco sciolto sotto gli occhi , si alzò e lo abbracciò e lui ricambiò condividendo la disperazione. Rimasero lì davanti al fuoco abbracciati a singhiozzare sfogando entrambi tutto quello che avevano dentro.
«Non voglio morire»
«Non voglio uccidere nessuno»
«Non voglio morire da sola»
«Non voglio fare la fine di mio padre»



La mattina successiva Draco si svegliò così tardi da perdere la colazione e per fortuna non avevano lezione essendo domenica, altrimenti avrebbe saltato almeno le prime due ore. Fu sorpreso di vedere Blaise seduto sul suo letto accanto a lui «Buongiorno Blaise» gli disse facendo finta che non fosse successo niente la sera precedente.
«Tieni» disse lui lanciandogli un sacchetto con una brioche «Questo è per scusarmi per ieri sera.»   
«Grazie….» non sapeva bene cosa dirgli anche perché in quel momento si sentiva in colpa per aver abbracciato Jane.
«Quando sparisci…è qualcosa che ha a che vedere con la tua famiglia? Per questo non puoi parlarmene?» chiese lui pacificamente.
A Blaise aveva sempre raccontato tutto ma quello non poteva assolutamente dirglielo «Si, esatto. Ma stai tranquillo per Jane, non ci proverei mai con la tua ragazza» 
Lui fece un verso che non riuscì a interpretare e poi disse «Stamattina mi ha spiegato tutto»
Draco si sfregò gli occhi per sembrare meno stupefatto «Cosa ti ha detto di preciso?» pensò per un momento che gli avesse raccontato che presto sarebbero diventati mangiamorte.
«Che hai dei problemi che non puoi dirmi e che lei ti starà vicino visto che la tua famiglia l’ha salvata» poi rise «e che se non me ne farò una ragione posso andarmene a cagare»
Rise anche lui «Ma come fai a stare con una come lei…a te sono sempre piaciute le ragazze con un certo fascino…»
«Anche lei ha il suo fascino. Mi piace che quando parla non lascia intendere niente, è diretta e onesta. Mi sorprendo a non  averla conosciuta prima, ce l’ho avuta sotto il naso per tutto questo tempo e non l’avevo mai notata» risse lui con il classico sorriso da innamorato.
A Draco un pò dispiaceva per lui perché non sapeva nulla. Jane, si era onesta, ma aveva di proposito evitato di raccontargli il suo destino. Decise di non immischiarsi.
«Perchè non vai da lei ora? Io penso che mi rimetterò a dormire» disse lui stendendosi di nuovo.
«D’accordo. Ma non dimenticare che domani sera ci sarà la festa di halloween, devi ancora farti un costume»  
Tutti gli anni avevano avuto il permesso del preside per fare una festa di Halloween nella loro sala comune a cui ovviamente potevano partecipare solo i serpeverde. C’erano delle regole che puntualmente non venivano mai rispettate: 
  1. Niente alcolici
  2. Niente fumo
  3. Niente droghe
Draco aveva perso la cognizione del tempo «Vuol dire che mi vestirò da me stesso»
Blaise rise uscendo dal loro dormitorio «Anche Jane ha detto la stessa cosa!»
Non diede peso a quella frase fino a quando, la sera successiva, scese in sala comune con addosso solo un mantello nero che lo ricopriva completamente come un mangiamorte «Salve ragazzi!» disse ai suoi amici.
Pansy e Daphne si erano vestite da vampire come l’80% delle ragazze, Tiger e Goyle erano due zombie mentre Blaise era Frankenstein.
«Non hai fatto nessun costume?» chiese Pansy delusa «Mettersi solo un mantello addosso è banalissimo»
«Senti chi parla» disse una voce familiare che si avvicinò a loro «Tu hai solo messo un rossetto rosso e dei denti a punta!»
Anche Jane si era vestita da mangiamorte.
«Toh…eccone un’altra…fantasia zero!» commentò Pansy.
«Anche gli altri non è che si siano impegnati così tanto» rispose lei guardandosi attorno. Qualcuno aveva indossato la divisa della scuola macchiandola con un po ' di sangue finto e fatto degli strappi.
Draco buttò il braccio intorno al collo di Blaise «Cosa c’è da bere?»
Blaise rise «Abbiamo fatto un cocktail potentissimo, vieni…»



Jane osservò i due allontanarsi insieme per andare in uno dei dormitori dove probabilmente avevano preparato gli alcolici «Quei due diventeranno due stracci tra non molto»
Pansy rise «Come tutti gli anni…»
«Noi su cosa ci buttiamo?» chiese Daphne ad entrambe eccitata.
Era risaputo che a quella festa c’era un po ' di tutto. Tutto quello che in genere era illegale. Però, siccome c’erano anche bambini di 11 anni, se si voleva qualcosa da adulti c’erano persone specifiche a cui chiedere.
«Andiamo da Arthur, vediamo cosa ha…» propose Pansy.
Arthur era un ragazzo del settimo anno che non si sa come era capace di far entrare qualunque cosa ad Hogwarts. Jane e Daphne la seguirono verso i dormitori maschili e trovarono Arthur vicino alla porta dei bagni «Ciaoooo!» esclamò Pansy appena lo vide «Forte il tuo costume…»
Si era vestito da mummia.
«Salve ragazze! Cosa vi porta qui da me?» fece lui con la sua voce da sballato.
Stavolta parlò Daphne «Cosa hai di buono quest’anno?»
«Le solite cose…pozioni sballanti, merendine illusorie…» frugò in una borsa che aveva lì vicino «Forse potrebbero interessarvi queste, sono babbane» mostrò loro delle pillole bianche «L’effetto dura per qualche ora, giusto per la serata. Ricordate però che qualunque cosa scegliate di prendere dovete farlo qui dentro, mentre qui fuori deve rimanere tutto PULITO»
«Interessante…quanto vuoi?» le chiese Pansy prendendole.
«Facciamo 5 galeoni per tutte e tre.» rispose lui sorridente.
Pansy guardò entrambe che annuirono. Generalmente Jane non era attratta da quel genere di cose, ma visto che la sua vita poteva finire da un momento all’altro decise di prendersi tutto quello che il resto della sua vita aveva da offrirle. Inoltre non pensava che una pillola babbana poteva farle chissà cosa. Divisero il costo ed ognuna di loro ne prese una.
«Prego!» disse Arthur aprendo loro la porta del bagno. I bagni maschili erano identici a quelli femminili, al centro c’erano i lavabi intorno ad un'enorme colonna di marmo collegata al soffitto e tutt’intorno le cabine doccia e wc. In quell’occasione era diventata una sorta di festa parallela per adulti. 
Pansy inciampò in un piede «Ehi Goyle! Togli queste zampacce da qui!»
Jane dubitò avesse capito quello che aveva detto visto che era seduto su un water a fissare il nulla. Nel bagno di fianco al suo sentirono delle persone ansimare ed in quello dopo ancora qualcun’altro che invece vomitava.
«Ma è sempre stato così? Tutti gli anni?» chiese Jane curiosa. 
«Arthur ha creato questo posto al suo quinto anno ma noi non potevamo partecipare all’epoca, solo dai 15 anni in su si può entrare qui»
«La festa di Halloween la facciamo proprio per coprire questa» aggiunse Daphne indicando intorno a lei.
Jane aveva sempre saputo di quel posto ma non ci aveva mai trovato interesse nel partecipare.
«Ma quando queste persone usciranno da qui in questo stato non desteranno sospetti quando il professore verrà a dirci di andare a dormire?» chiese indicando Goyle che era appena caduto a terra.
«Vedi quello?» disse Pansy indicando un ragazzo corpulento vicino la porta da cui erano entrate e che lei non aveva notato visto tutto quel fumo intorno a loro «Lui non farà uscire nessuno fin quando l’effetto delle sostanze non passa»
«Ottima organizzazione» commentò lei sorpresa. Presero tutte e tre la pillola bianca in contemporanea bevendo l’acqua dal rubinetto e cominciarono a parlare del più e del meno aspettando che facesse effetto. Jane non ci trovò nulla di speciale in quella pillola «Voi sentite qualcosa?» chiese lei non sapendo bene cosa dovesse provare.
«Io mi sento solo leggermente stordita» rispose Daphne «E tu?» chiese all’altra.
«io mi sento più rilassata» rispose Pansy accendendosi poi una sigaretta. Fecero per uscire ma il ragazzo all’ingresso disse loro di aspettare ancora un pò e quindi si sedettero sui lavabi a conversare ancora. 
«Si hai ragione hahahah…» disse Pansy quasi urlando «La scorsa estate sono stata a letto con lui, niente male!»
«Ma di chi parli?» chiese Jane ridendo.
«Di Blaise no? Di chi stiamo parlando?» rispose lei con gli occhi rossi.
«Ah si…Blaise…» commentò lei stordita. Forse in un’altra situazione avrebbe chiesto di più sul fatto che fosse andata a letto con Blaise, il suo attuale ragazzo, ma in quel momento non ci pensò. Si sentiva molto leggera. Daphne infatti si era addormentata ai piedi dei lavandini.
«E Draco com’è?» le chiese Jane essendo quasi certa che oltre Blaise fosse andata a letto anche con Draco.
Pansy strizzò gli occhi e poi rispose «Lui non ha mai voluto venire a letto con me» disse quasi in un lamento «Si è fatto praticamente tutta la scuola ma con me non ha mai voluto»
Jane nonostante fosse su di giri si sorprese «Accidenti, che stronzo!»
«Sì è vero…» disse lei sbadigliando «Che stronzo» si distese accanto a Daphne e si addormentò anche lei. Jane un pò traballante scese dal lavabo e si guardò intorno. C’era un tizio che stava vomitando che lei riconobbe come Blaise ma non gli si avvicinò. Non si chiese nemmeno se avesse ascoltato la loro conversazione, aveva perso la cognizione del tempo e non sapeva da quanto tempo era lì dentro. Notò che il tizio vicino alla porta non c’era ed approfittò per uscire. La festa non era ancora terminata e guardando l’orologio sulla parete capì che erano solo le 23, quindi aveva passato si e no due ore nel bagno. Notò un gruppo di persone riunite vicino ad un divano e si avvicinò spinta dalla curiosità.
C’era Draco anche se lo vedeva sdoppiato e stava parlando a voce alta.
«…e poi…ha detto: Draco, dovrai uccidere Silente per la fine dell’anno.» disse con fare teatrale a quelle due persone che risero come se avesse fatto una battuta comica. Aveva creduto che fossero un gruppo di persone ma ora che li vedeva da vicino notò che erano solo due.  
Aspetta, ma cosa aveva detto? Uccidere Silente?
Jane si stropicciò gli occhi e cercò di focalizzare meglio quella scena surreale.
Draco era ubriaco e stava parlando con il divano, non c’era nessun altro intorno a lui. Poi si voltò di nuovo e vide che l'orologio che aveva appena visto ora segnava le 3 di mattina. 
Qualcosa la spinse a pensare che dovevano andare a dormire subito. Prese Draco per un braccio e lo trascinò fino al suo dormitorio o così credeva.
Nella sua testa il corridoio fino a camera sua era quello di casa Malfoy e pensava di aver sistemato Draco in camera sua, quella con la tappezzeria verde.
Per qualche motivo sconosciuto la mattina successiva era nuda accanto a lui nello stesso letto.  


Draco si svegliò di soprassalto perché sentì qualcuno muoversi accanto a lui. Appena aprì gli occhi vide una chioma rossa che lo fissava scioccato quanto lui.
Si guardò intorno e vide che non era il suo dormitorio, non c’erano altre persone intorno a loro. Sugli altri letti erano sparsi degli oggetti. Ci mise un pò ma capì che quello era il dormitorio di Jane. Tornò a guardare lei che notò essere nuda e poi guardò se stesso e disse «Cazzo!»
«Oddio!» esclamò lei tirandosi i capelli.
«Che ci faccio qui? Non mi ricordo niente» disse Draco coprendosi meglio le parti basse con il lenzuolo.       
Jane lo fissò coprendosi anche lei e fece no con la testa «Io ricordo solo di aver passato tutto il tempo nei bagni»
«Hai preso qualcosa da Arthur?» le chiese e lei fece si con la testa.
«Ottimo, tu eri fatta ed io ubriaco.» l’unica cosa che stava pensando in quel momento era Blaise.
«Ehm…dici che abbiamo solo dormito?» chiese lei titubante.
«Se avessi avuto una compagna di stanza forse avremmo potuto chiederlo a lei» disse lui sarcastico. Ma anche sforzando la memoria non riusciva a ricordare cosa fosse successo.
Lei fece per alzarsi e dandogli le spalle notò parecchie cicatrici dietro la schiena.
Ebbe un flash e ricordò di averla accarezzata e baciata su tutta la schiena. Sperò di essersi fermato li.
«Quelle cicatrici…chi te le ha fatte?» le chiese seriamente. Alcune erano davvero profonde.
Lei infilò una maglietta ed una mutandina «Bellatrix» rispose. Con lui sua zia non aveva mai usato violenza fisica, forse perché sua madre le aveva vietato di fargliene. Poi la vide osservare il suo baule chiuso e bloccarsi. Anche Draco guardò quel baule ed ebbe un altro flashback di lei seduta li mentre…
«Cazzo!» la sentì esclamare. Forse aveva ricordato anche lei che non avevano solo dormito insieme.
Draco si distese nuovamente, aveva ancora mal di testa «Se Blaise lo verrà a sapere mi ammazza prima di…»
«Aspetta!» esclamò di nuovo Jane «Una cosa la ricordo bene, hai detto che il Signore Oscuro ti ha ordinato di uccidere Silente»   
Lo aveva davvero detto? Che idiota! Poteva solo usare la scusante di essere stato ubriaco.  
«Dopo quello che è successo stanotte ti concentri sulle cazzate che ho detto da ubriaco?» disse lui come per rimproverarla. 
«Quello che è successo è successo, non possiamo fare niente per cancellare le cose no?»
«Mi sorprende come sei riuscita subito ad accantonare la cosa» provò di nuovo a mettersi seduto ma gli girò la testa.
«Non ricordo nulla ma spero almeno di essermi divertita» disse lei raccogliendo le cose sparse sul pavimento.
Draco esplose in una risata fragorosa «Sei uno spasso Jane»
«Che dici di alzarti adesso?»
«Ho mal di testa da post sbronza. Inoltre ho dolore in ogni muscolo del corpo, devo essermi dato parecchio da fare stanotte»
Jane gli lanciò addosso le sue scarpe «Idiota! Muoviti! Esci di qui e vai in infermeria»    
Riluttante e dolorante si alzò e si vestì mentre lei fingeva di sistemare la stanza. Draco pensò che forse la cosa l’aveva colpita abbastanza ma non voleva darlo a vedere. Tentò di togliersi i capelli che gli ricadevano sul viso ma non aveva il suo prodotto modellante per cui tornarono di nuovo davanti agli occhi.
«Quindi che vuoi fare con Blaise?» chiese lui prima di andare via.
«Tu non fare o dire niente. Me ne occupo io» rispose lei con un tono un pò triste.
«Stai bene vero?» chiese lui.
«Fingiamo che non sia successo niente, ok?» disse lei guardandolo negli occhi. 
Si ritrovò a pensare che era carina anche senza trucco, in fin dei conti sarebbe potuto capitare di peggio, se si fosse svegliato nel letto di Pansy...
«Ok» rispose lui con una scrollata di spalle.                  
Draco uscì di soppiatto e per fortuna nessuno lo vide uscire dai dormitori femminili, visto l’orario erano tutti a pranzo. Dato che aveva davvero il mal di testa passò veramente in infermeria per farsi dare qualcosa e poi tornò nel suo dormitorio a dormire.                   
 

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Capitolo IV



Jane si prese un pò di tempo per gestire la sua relazione con Blaise. In realtà aveva tentato di lasciarlo in un paio di occasioni ma con scarsi risultati. Non tanto per quello che era accaduto con Draco e di cui non ricordava nulla, ma perché come aveva capito tempo fa, non provava un sentimento forte nei suoi confronti e voleva smettere di usarlo se era quello che stava facendo.
Quando tornarono al castello dopo una gita ad Hogsmade si diedero tutti la buonanotte in sala comune ma Blaise la trattenne «Posso parlarti un momento Jane?»
Jane si chiese cosa le volesse dire in quel momento visto che avevano parlato tutta la giornata.
«Certo, dimmi» rispose lei avvicinandosi.
«Non volevo dirlo davanti agli altri, perché sai…mi prendono in giro perché faccio parte di quel club….Il 20 Dicembre il professor Lumacorno darà una festa di Natale e possiamo portare un accompagnatrice»
Jane sollevò entrambe le sopracciglia in un espressione di meraviglia «C-cosa? Io?» chiese stupidamente.
Blaise rise «Sei la mia ragazza, era ovvio che lo chiedessi a te»
Si sentiva a disagio. Non credeva fosse così difficile lasciare qualcuno «Senti Blaise…io…» cominciò a dire ma lui la interruppe prendendole la mano e baciandola «Ok, ok, mi hai convinta!»
Cazzo! pensò nella sua testa. 
Lui sorrise radioso «Ok, Buonanotte allora» la baciò sulle labbra e se ne andò verso i dormitori maschili.
«’notte» rispose lei andando verso il suo.
Quando si richiuse la porta alle spalle fece un lungo sospiro «Che cazzo sto combinando!» disse al nulla.




Quella sera sarebbero andati alla festa di Lumacorno, Jane aveva accettato di andarci e quindi mantenne la parola data. Ma si costrinse a promettere a se stessa che l’avrebbe lasciato prima di partire per le vacanze di Natale. Scelse uno dei vestiti che le aveva comprato la Signora Malfoy, un vestito verde acido a tubino, molto semplice. Era completamente accollato senza maniche, la particolarità era la stoffa che era leggermente lucida e dava un tocco un pò luminoso al tutto. Per l’occasione lisciò i capelli che, notò solo in quel momento, le erano cresciuti parecchio. Tanto che la frangia era diventata una frangia normale che le arrivava a coprire le sopracciglia e si truccò con molto meno nero azzardando un rossetto rosso tanto per cambiare un pò. Scese in sala comune e trovò Blaise e il suo gruppo di amici ad aspettarla.
«Stai benissimo!» disse Pansy quando la vide «Qualche volta me lo presti questo vestito?»
«Certo!» rispose lei sorridendo.
Blaise le fece il baciamano «Sei bellissima» le disse quasi in un sussurro. Blaise indossava un completo giacca e cravatta, banale ma sempre elegante. A nessun uomo poteva stare male un completo elegante.
Salutarono il gruppo e andarono alla festa nell’ufficio di Lumacorno. Appena entrati rimasero accecati dalla quantità di luce che emanava quella stanza. C’erano teli sparsi tutti intorno sulle pareti, sembrava di stare in una tenda da circo, poi specchi, giochi di luce e festoni.
Il professore era di spalle e stava parlando con altri ragazzi agitando il bicchiere di champagne che aveva in mano «Buonasera professor Lumacorno» salutò Blaise. Il professore si voltò verso di loro e sorrise «Benvenuti ragazzi! Signorina Lewis è incantevole stasera!»
«Grazie professore!» rispose lei sorridendo «Le faccio i miei complimenti per le decorazioni, veramente deliziose!» disse lei gonfiando i complimenti per essere gentile.
«Modestia a parte, le feste sono la mia specialità!» disse lui gonfiando il petto d’orgoglio «Su, su, favorite!» tirò un ragazzo che riconobbero come Neville Paciock vestito da cameriere che portava un vassoio con dei calici.
«Alla sua salute!» disse Blaise brindando con lei ed il professore. Con un colpo al cuore incrociò lo sguardo con il preside Piton che a quanto pare era stato invitato anche lui. Distolse lo sguardo e si guardò intorno.
Jane notò che a quella festa c’erano parecchi studenti del suo anno. Vide in primis Harry Potter, la sua amica Granger, poi la Lunatica Lovegood e altri di cui non ricordava il nome. Blaise le aveva spiegato che il professor Lumacorno adorava circondarsi da persone influenti nel mondo magico anche se lei non capiva la presenza di alcuni di loro.
Jane si impegnò per tutta la serata a conversare con le persone e ad essere gentile ma ad un certo punto si sentì sfinita. Stava per dire a Blaise che voleva andarsene quando ad un certo punto Gazza portò dentro Draco Malfoy trascinandolo per un orecchio «Professore!» disse Gazza richiamando l’attenzione di Lumacorno «Questo ragazzo ha tentato di imbucarsi alla sua festa! Cosa ne facciamo?»
Jane lo osservò. Non stava indossando nessun abito elegante, anzi, aveva quello che indossava tutti i giorni e non aveva nemmeno sistemato i capelli all’indietro come suo solito. Non sembrava uno che volesse partecipare ad una festa. Mentre i prof discutevano della sua punizione si avvicinò a lui «Psss»
Draco si voltò verso di lei e sembrò fare uno sforzo per riconoscerla «Jane? Che ci fai qua?» sussurrò lui.
«Lascia perdere questo…che è successo?»
Lui provò a rispondere ma fu strattonato di nuovo da Piton che lo portò fuori. Qualcosa le diceva che la sua presenza lì aveva a che fare con qualcosa che c’era in quella stanza del settimo piano.
Tornò da Blaise che era fuori ad uno dei balconi a chiacchierare con un ragazzo e non aveva assistito alla scena con Draco «Ehi, io vado via ma tu rimani pure»
Lui si accigliò «Cosa? E’ successo qualcosa?»
«No, nulla tranquillo. Sono solo un pò stanca» lo disse velocemente ed allontanandosi in modo da non lasciargli modo di replicare. Non si fermò nemmeno a salutare il professore perché con tutta la gente che c’era dubitava che si accorgesse della sua assenza. Uscì nel corridoio e cercò di captare qualche suono per capire da che parte fossero andati Piton e Draco. Forse sentì un suono alla sua sinistra quindi andò in quella direzione. Camminò per un bel pò nei corridoi del sesto piano senza successo, infatti ad un certo punto si arrese e fece per tornare in sala comune. Decise di parlare con lui il giorno seguente e, se ci riusciva, voleva farsi dire cosa combinava in quella stanza magica.
Mentre camminava andando verso la scalinata principale si sentì afferrare per la vita e si ritrovò a sbattere con il viso contro il petto di qualcuno mentre nello stesso tempo sentiva le spalle al muro. Alzò lo sguardo spaventata e Draco le mise un dito sulle labbra per farla stare zitta. Lei fece per opporsi ma sentì dei passi poco dietro di lei che la costrinsero a rimanere ferma.
Accanto a loro passò Gazza che non si accorse minimamente dei due nascosti dentro una delle nicchie decorative che c’erano ovunque ad Hogwarts. Fu contenta che in quell’occasione non si fosse portato dietro la sua gatta, lei li avrebbe percepiti immediatamente a quella distanza.
Draco la teneva stretta a sé con un braccio intorno alla vita ed i suoi capelli biondi le facevano il solletico su una guancia tanto che era vicino. Dopo che vide Gazza sparire per le scale si voltò a guardare Draco che, non si rese conto fino a quel momento, la stava fissando. Incrociò i suoi occhi e per qualche motivo non riuscì a distogliere lo sguardo. I suoi occhi avevano molte sfumature di azzurro che potevano essere viste solo a quella distanza. Perché la stava fissando in quel modo? Gazza ormai era passato, perché non la lasciava? Sembrava che il tempo stesse scorrendo a rallentatore mentre loro si guardavano soltanto. Jane sentì i battiti del suo cuore accelerare 
Erano nell’ombra, non potevano essere visti da nessuno.
Jane non osò muoversi fino a quando lui lasciò la presa interrompendo quello strano momento.
«Che è successo? Non volevi imbucarti alla festa, vero?» chiese lei sussurrando imbarazzata cercando di far tornare tutto normale tra di loro.
«Già. Gazza mi ha visto al settimo piano e per non farmi scoprire ho detto che volevo andare alla festa» 
Non si toccavano ma erano comunque vicinissimi e Draco insisteva nel guardarla dritto negli occhi.
«Un giorno me la racconti questa storia del settimo piano?» disse lei sempre sussurrando.
«Non parlarmi così…» Draco sembrava non essere capace di sbattere le palpebre. Era molto strano quella sera, non lo riconosceva.
«In che modo ti starei parlando?» chiese lei perplessa.
Draco poggiò una mano sulla sua testa e la tirò a sé in modo da parlarle direttamente nell’orecchio facendole il solletico con il suo fiato «E’ meglio che ti allontani da me adesso» fece una pausa e poi riprese «Conto fino a cinque»
La sua voce era così sexy che non aveva per niente voglia di allontanarsi da lui. Forse in altre circostanze avrebbe usato la testa, ci avrebbe riflettuto. Ma da quando aveva accettato la morte sembrava non volersi tirare indietro da nulla.
«Uno» cominciò lui.
Lei alzò leggermente il mento e si accorse di stare ad un soffio dal suo collo.
«Due» sentì la sua mano destra sfiorarle la vita.
Jane aveva capito cosa stava per succedere e si chiese “Io voglio andarmene?” 
“No” fu la risposta.
«Tre» stavolta lo sussurrò lei e sentì la mano che aveva in testa scendere verso il suo viso riuscendo a percepire anche il metallo freddo dei suoi anelli
Lui ghignò «Quattro» le alzò il mento per poterla guardare di nuovo negli occhi come prima.
«Cinque» disse lei affondando le labbra sulle sue. 
Draco la spinse ancora di più contro il muro e le afferrò una coscia per tirarla su. 
Rimasero lì nascosti per un tempo indefinito a pomiciare fino a quando lui disse «Andiamo da un’altra parte» facendo intendere che volesse andare oltre.
«Camera mia?» propose lei visto che non c’era nessuno.
Draco fece un mezzo sorriso «Ci vuole troppo ad arrivare laggiù, ho un’idea migliore»
la prese per mano e la portò sulla scalinata principale, poi salì al settimo piano.
“Vuoi davvero andare a letto con lui?” si chiese di nuovo Jane mentre lo seguiva.
“Si, voglio fare più cose possibili prima di morire. Non ho paura delle conseguenze” si rispose stringendo la sua mano.
Jane si chiese se la stesse portando in quella stanza misteriosa e fu accontentata. Le lasciò la mano e disse «Aspetta qui» poi lui fece avanti e indietro 3 volte davanti la parete ed apparve la porta, anche se le sembrava diversa dalla volta scorsa.
La prese di nuovo per mano e la spinse dentro ma…
«Cosa…» disse Jane stupefatta.
Draco chiuse la porta e fece la sua stessa espressione «Ma che…»
La stanza era una camera matrimoniale ma era arredata come se ci vivesse anche un bambino. Oltre agli arredi classici come un letto ed un armadio c’era una culla, un fasciatoio e un cavallo a dondolo.
«Chi ci vive qui? Che posto è questo?» chiese lei incuriosita. Cosa faceva tutto il giorno in quella stanza quindi?
Draco si guardò intorno e osservò accigliato tutto quello che c’era in quella stanza. Lo vide aprire i cassetti dell’armadio da cui spuntarono dei pannolini, poi ne aprì un altro da cui uscirono dei calzini piccolissimi. Sembrava fosse la prima volta che entrava in quella stanza.
«E’ roba per neonati…» affermò lei «Chi vive qui?» chiese di nuovo.
«Non ci vive nessuno…» disse Draco continuando ad aprire i mobili sempre più velocemente «Questa è una stanza magica, si trasforma in tutto quello che serve. Qualsiasi cosa ti serva la stanza te lo mette a disposizione.» spiegò lui fermandosi all’improvviso in mezzo alla stanza e fissando il soffitto.
Jane era sorpresa, non credeva esistesse una cosa simile «In base a chi la apre si trasforma?» chiese camminando e guardandosi attorno.
Draco le dava le spalle ma lo vide poggiare una mano sul fianco mentre l’altro si massaggiava gli occhi «Si trasforma in base a quello che le chiedi. Io le ho chiesto una stanza per noi due» poi si voltò verso di lei e la fissò.
«Una stanza per noi?» poi si guardò intorno «E perché ci sono queste cose per bambini?»
Draco sospirò «Ti sto per fare una domanda, so che è personale ma ti prego di rispondermi sinceramente.» 
Jane si accigliò «Ok»
«Stai con Blaise da un paio di mesi giusto? Ci sei mai andata a letto?» glielo chiese con una serietà che le fece quasi venire i brividi.
«N-no…cioè lui voleva ma io no…» rispose lei «Mi dici che ti prende?»
«Quindi sei stata solo con me? La notte di Halloween…» chiese lui massaggiandosi di nuovo gli occhi. All’improvviso sembrava disperato e lei non stava capendo quello che stava succedendo.
«Si…anche se direi che non vale visto che non ce lo ricordiamo nessuno dei due»
«Cazzo!» esclamò lui piegandosi sulle ginocchia. Prese a urlare improvvisamente, poi si alzò e prese a calci un pallone fatto di stoffa che era sul pavimento.
«Draco! Draco!» lo afferrò per un braccio e lo fermò «Che ti è preso improvvisamente?»
Lui aveva gli occhi lucidi e stava respirando affannosamente, come se avesse appena finito una maratona.
Nel casino aveva tirato un cassetto e rovesciato tutto il contenuto sul pavimento. Erano tutti test di gravidanza.
Jane fece due più due. 
Aveva detto che la stanza aveva fornito ciò di cui avevano bisogno.
«No…» disse lei decisa «No. Assolutamente no.» fece un passo indietro e calpestò un ciuccio  di gomma «No, no» si toccò la pancia e non sentì niente di strano.
«Ci deve essere un errore…»
Jane ebbe una reazione peggiore di Draco. Passò circa un’ora ad urlare che non poteva essere possibile, che le mestruazioni erano sempre state irregolari e che sarebbero arrivate a giorni, che la stanza era rotta, si sbagliava o era tutto uno scherzo. Draco era rimasto dov’era a fissare cose a caso senza fermarla o dirle nulla. Erano il quadro della disperazione.
Ad un certo punto, dopo un interminabile lasso di tempo e quando esaurirono ogni lacrima Draco parlò «Sarebbe utile se facessi un test» disse lui dal pavimento «Questi dicono anche il giorno del concepimento, no?» disse raccogliendo un bastoncino da terra.
Jane, con i capelli all’aria, il trucco sciolto e gli occhi rossi rispose «Se sono incinta sei per forza TU il padre» si alzò bruscamente e gli strappò dalla mano il test. Andò verso l’unica altra porta della stanza oltre l’uscita e si chiuse in bagno. I test di gravidanza delle streghe erano uguali a quelli babbani ma solo che non potevano sbagliare. Infatti ne bastava solo uno in genere, ma la stanza aveva deciso di fargliene avere in abbondanza.
Fece pipì sul bastoncino e istantaneamente le diede il risultato. 
INCINTA dal 31/10/1996
Uscì dal bagno e glielo lasciò cadere sulle gambe «Contento?»
Lui nemmeno lo raccolse. 
«Cosa faccio adesso?» chiese lei disperata «Cosa faccio?»
Draco si alzò e cercò di sistemarsi alla meglio «Cosa FAREMO vuoi dire. Prendiamoci un’attimo di tempo per assimilare la cosa»
«Faremo? Guarda che non sarai tu a dover partorire» disse lei piangendo.
«Calmati» disse lui alzandosi «Jane respira…» l’afferrò per le spalle e la scosse.
Lei obbedì e fece dei lunghi respiri profondi fino a quando si sentì più calma «Ok…sto meglio» disse sincera.
«Per ora non diciamo nulla a nessuno» disse lui calmo «Ne riparleremo a casa.» a giorni sarebbero cominciate le vacanze di Natale e quindi tornavano al Manor.
«Si, ok ma..» fece per lamentarsi ma Draco la fermò.
«Penserò io ad un modo per risolvere la situazione, tu però…forse dovresti lasciare Blaise senza dirgli…»
«Ovvio!» lo interruppe subito «Era già mia intenzione prima di sapere che…» poggiò le mani sulla pancia e non riusciva a credere che stava crescendo una persona dentro di lei in quel momento. Era troppo assurdo.
Prima di scoppiare a piangere di nuovo disse «Torno in dormitorio» si voltò e letteralmente scappò via. Corse senza fermarsi fino a chiudersi in camera sua a piangere.



Draco era rimasto nella stanza delle necessità, da solo. Non aveva voglia di tornare in dormitorio e guardare negli occhi Blaise. Tra loro c’era sempre stato quel patto implicito di non provarci con la ragazza che piaceva all’altro ed ora non solo quella notte ci aveva provato ma aveva anche scoperto di averla messa incinta.
Le aveva detto che avrebbe trovato una soluzione ma a parte l’aborto non ne trovava altri. Anche se avessero deciso di tenerlo, loro due erano destinati a morire, lui probabilmente alla fine dell’anno. Non vedeva come potevano mai crescerlo un figlio loro due. 
Si distese sul letto e si mise a fissare il soffitto.
L'idea di avere un erede stuzzicava la sua immaginazione. Chissà se ora quel feto aveva già la forma di un minuscolo essere umano, vista la data di concepimento doveva essere di un mese e mezzo circa. Durante le vacanze natalizie l’avrebbe accompagnata da un medimago, questo l’aveva già deciso senza nemmeno ascoltare la sua opinione. Il problema era farlo di nascosto da sua madre e sua zia.
Se qualcuno dei Mangiamorte avesse sospettato qualcosa non aveva la minima idea di cosa potevano fare a Jane.
Ucciderla per estinguere tutti i Malfoy? 
L’avrebbero fatta partorire e poi uccisa per tenersi loro il bambino da crescere a sua volta come Mangiamorte?
Draco scattò in piedi nervoso. Non l’avrebbe mai permesso.
Capì che la prima cosa da fare era discutere con Jane la possibilità di abortire e poi da lì iniziare a creare un piano.
Raccolse da terra il test di gravidanza fatto da Jane e lasciò quella stanza sparire nel vuoto in cui era.



Jane il giorno dopo affrontò Blaise. Aveva dormito pochissimo e si sentiva distrutta «Buongiorno Blaise!» disse lei bloccandolo prima che uscisse dalla sala comune per andare a fare colazione «Aspetta, devo parlarti…»
Lui si fermò e tornò verso di lei «Buongiorno…che ti è successo?» le spinse i capelli dietro le orecchie «Sei bianchissima»
Lei gli prese le mani e gliele abbassò «Ascoltami per favore, senza interrompermi»
Blaise si accigliò «Ok…dimmi tutto»
Jane si guardò intorno e vide che nessuno prestava loro attenzione quindi cominciò il discorso che si era preparata «So di essere una ragazza particolare, so che non sono facile e che è complicato avere a che fare con me. In primis ti ringrazio per tutto il tempo che hai voluto passare con me, sono stata davvero bene in tua compagnia.» Blaise tirò le mani «Si…ti sto lasciando.»
«Ci sono arrivato da solo. Ma grazie per averlo specificato» lui non sembrava arrabbiato.
«Però vorrei che capissi che tu non hai fatto nulla di male, sei sempre stato gentile con me. Sono io quella strana…»
«Tranquilla Jane…non ci sono rimasto male» poi lui sospirò «La nostra storia non si stava evolvendo. Non sono stupido, lo capisco anche io quando le cose non vanno»
Jane si sentì un pò più leggera «Si, è stata colpa mia. Ho bloccato ogni tuo tentativo di andare avanti inconsapevolmente»
Lui fece spallucce «Almeno, la cosa positiva è che ce ne siamo resi conto subito in modo da non soffrire»
«Si. Giusto» disse lei accennando un sorriso.
«Andiamo a fare colazione adesso…da amici» disse lui invitandola ad andare insieme.
Continuava ad essere gentile ma non se la sentiva in quel momento «Ti ringrazio ma ho già fatto colazione. Mi sono svegliata prestissimo stamattina» mentì lei.
«Ok, allora ci vediamo a lezione!» disse lui salutandola e andandosene.
Jane si lasciò cadere sulla poltrona della sala comune. Era andata mille volte meglio di come aveva immaginato. Una cosa era risolta.
Non aveva la minima idea di come risolvere la questione della gravidanza. Essendo ancora minorenne, anche se per pochi mesi ancora, era difficile abortire perché avrebbe dovuto chiedere alla sua tutrice di far partire le pratiche per l’aborto. Ed era Narcissa Malfoy, la nonna di quel bambino. Quante possibilità c’erano che, per quanto fosse gentile con lei, l’avrebbe aiutata ad uccidere suo/a nipote? Zero.
Anche volendo aspettare il suo compleanno per sbrigare la burocrazia da sola il bambino sarebbe diventato troppo grande per poterlo fare.
Inoltre c’era un’altra questione che la preoccupava. Cosa comportava portare dentro l’erede dei Malfoy?
Jane fu portata di nuovo alla realtà da qualcuno che le toccò una spalla «Come mai non sei venuta a colazione?»le chiese Draco offrendole un sacchetto.
Jame sospirò vedendolo. Certamente era un bel ragazzo ma non avrebbe mai immaginato che sarebbe successo tutto quel casino con lui. «Grazie» disse accettando il sacchetto «Come puoi immaginare sono un pò angosciata e non ho molto appetito» all’interno c’era una mela. 
Jane lo guardò «Hai notato che faccio colazione con la frutta?»
Lui si accomodò di fianco a lei «Blaise mi ha raccontato…» disse ignorando la domanda «Stai bene?»
Prese la mela ed estrasse la sua daga affettandola «Si. Piuttosto, lui come sta? Come ti è sembrato? Con me ha fatto il gentiluomo come sempre»
Lui si sporse in avanti appoggiando gli avambracci sulle ginocchia e girandosi gli anelli con le dita «Non lo dà a vedere…ma credo sia rimasto deluso»
Jane annuì in silenzio masticando la mela.
Draco era rimasto in quella posizione a fissare il vuoto con i capelli che gli ricadevano davanti agli occhi un pò spettinati. Era sempre stato un tipo precisino soprattutto con il suo  aspetto ma immaginò che aveva altro per la testa in quel momento «Tu come stai?» gli chiese senza guardarlo in faccia.
«Poco fa ho chiesto a Piton di continuare ad insegnarmi l’occlumanzia» rispose lui. Jane era confusa e glielo fece capire con lo sguardo. 
«Tu sai chi può leggerci la mente ed usare i nostri segreti contro di noi. Iniziai le lezioni l’anno scorso ma non volli continuare» si tirò indietro i capelli «Ora credo che debba proprio imparare»
«Intendi nascondere…» non poté dirlo ad alta voce perché la sala comune era comunque affollata ma poggiò una mano sulla pancia per fargli capire di cosa parlava.
«Decisamente! A tutti, compreso mia madre» lo disse con una fermezza che le fece capire che non si poteva discutere.
Non riusciva a capire cosa aveva in mente «Dobbiamo parlare, ma non qui» disse in fretta «Possiamo andare nel mio dormitorio? Salteremo la prima ora però…»
«Si. Non me ne frega niente adesso delle lezioni…»
In fretta per non farsi vedere da nessuno entrarono nel suo dormitorio e chiusero la porta a chiave. Quando le porte dei dormitori erano chiuse a chiave venivano isolate dai rumori esterni.
«Accomodati» disse lei indicando uno dei letti vuoti. Durante la notte, non riuscendo a dormire, aveva sistemato tutto il dormitorio.
«Avrei voluto aspettare ancora un pò prima di parlarne ma non ce la faccio» disse Draco «Abbiamo troppi problemi da risolvere»
Jane lo capiva benissimo. Si sedette di fronte a lui «Non posso abortire visto che non ho ancora 17 anni» gli disse buttando fuori il primo problema.
«Quand’è il tuo compleanno?» le chiese. 
«Il 3 Giugno» rispose lei.
Lo vide contare con le dita «Cazzo! Troppo tardi! Quando compirai 17 anni sarai all’8 mese. Fino a quando si può fare?» chiese lui.
«Preciso non so…ma sicuramente non all’8 mese.» disse lei. Parlare con lui la faceva rilassare in quel frangente, era come se stessero sbrogliando delle lucine di natale insieme.
«Credi che tua madre firmerebbe le carte dell’aborto? Essendo mia tutrice potrebbe farlo…»
Draco fece no con la testa «Mia madre non deve sapere nulla di questa storia»
«Draco ma che senso ha? Prima o poi si vedrà la pancia e lo scopriranno tutti»
«Senti Jane…io ho pensato ad una cosa.» lui si alzò facendo capire che la questione era della massima importanza e lo imitò. «Se il Signore Oscuro venisse a sapere di un erede dei Malfoy…»
«Mi farebbe fuori?» chiese subito lei.
«Ho pensato di tutto. Potrebbe ucciderti per non farlo nascere per ripicca a mio padre. Potrebbe farlo nascere e poi uccidere te subito dopo. Potrebbe prendervi in ostaggio per farmi stare al suo servizio per sempre. Non lo so che potrebbe fare ma non voglio che vi tocchi»
Jane fu colpita dalle sue parole. Stava parlando come se ci tenesse a lei e al bambino.
«Oddio Draco…tu stai pensando davvero di tenerlo?» fece lei impanicata «Come pensi che potremmo crescerlo da morti?»
«Se lo dessimo in adozione? Ovviamente in segreto. Nessuno dovrà sapere che è un Malfoy»
Non aveva pensato all’adozione. Non era una cattiva idea «Mettiamo il caso che scegliamo questa strada. Come faccio a nascondere la gravidanza? Tra un pò dovrebbe iniziare a gonfiarsi» disse indicando il suo ventre «Posso fingere di essere solo ingrassata ma non durerà a lungo questa menzogna»
Draco si sedette di nuovo sul letto e si mise a pensare.
«Quindi pensi che l’essere un Malfoy non basta a salvare almeno lui o lei?» pensò e disse ad alta voce questa frase.
Draco alzò lo sguardo verso di lei «Non ho ancora capito che intenzioni hai. Prima hai parlato di aborto ed ora vuoi salvarlo?»
Jane si massaggiò gli occhi «Hai ragione. Non so nemmeno io quello che voglio» si lasciò andare sul letto dietro di lui «Tu cosa vuoi?»
Lo sentì sospirare ma non lo vide perché aveva gli occhi puntati sul tetto del letto a baldacchino. Poi lo vide entrare nel suo campo visivo e si stese accanto a lei ma dal lato opposto in modo che le loro teste erano vicine «Posso essere sincero?» disse lui.    
«Devi» disse lei girando la testa verso di lui per guardarlo negli occhi.
«Forse questa cosa mi ha dato una motivazione a non arrendermi a loro»
Di nuovo Jane rimase colpita dalle sue parole «Tu non sei affatto come tutti ti immaginano» gli disse dal cuore «Potresti benissimo ignorare tutta la faccenda e lasciami da sola al mio destino ma invece sei qui a dirmi che addirittura potrei essere importante per te» poi si corresse «Cioè intendevo lui o lei»
«Anche tu lo sei» disse lui «Ti ricordo che non sono un mostro»
Jane, addolcita dalle sue parole, alzò una mano e gliela appoggiò sulla guancia che era sottosopra e con il pollice lo accarezzò «Lo so»


            
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Le ultime lezioni prima dell'inizio delle vacanze natalizie terminarono e fecero tutti i bagagli per tornare a casa. Jane non viaggiò nello stesso scomparto di Blaise e Draco, ma decise di fare il viaggio in solitaria lasciandoli parlare tra di loro. Per quanto lei e Blaise si fossero lasciati in modo amichevole non voleva imporre la sua presenza tra loro. Ogni tanto Pansy e le altre andavano da lei, poi tornavano da Draco…insomma facevano avanti e indietro creando un po ' di trambusto nel treno. A King’s Cross si diedero gli auguri di Natale e si separarono, Jane seguì Draco con la sua borsa e presero la metropolvere che li portò direttamente al Manor.
«Bentornati!» la Signora Malfoy li accolse andando loro incontro «Sono felice di rivedervi»
Jane appena la vide non poté fare a meno di pensare che nasconderle il nipote sarebbe stata una cosa molto difficile. Per quanto quell’ambiente fosse oscuro e frequentato da persone cattive come sua sorella Bellatrix, lei era l’unica che emanava un pò di luce positiva. Quella donna l’aveva salvata da morte certa senza nemmeno conoscerla e gliene era davvero riconoscente.
Draco abbracciò sua madre e vide che le sussurrò qualcosa nell’orecchio.
Lesse il labbiale di lei che gli rispose «E’ tutto ok» dandogli una pacca sulla spalla come per rassicurarlo. Di cosa parlavano?
Abbracciò anche Jane «Hai tagliato i capelli? Stai molto bene»
«Grazie signora Malfoy» rispose lei sorridendo.
«Andate pure a darvi una rinfrescata adesso, la cena sarà pronta tra un’ora, va bene?» disse lei sciogliendo l’abbraccio.
«Certo» rispose Draco andando a passo svelto verso le scale.
Jane fece per seguirlo ma la mano della Signora Malfoy la trattenne per il polso. La vide osservare il figlio allontanarsi e poi rivolgersi a lei «Come è andato questo primo periodo a scuola?» 
Cosa voleva che le dicesse? «Draco ha solo perso un pò di popolarità, io me la cavo benissimo da sola e per tutto il resto va alla grande» lo disse con un tono leggermente ironico e sperò che lei non se ne fosse accorta.
«Non ha detto o fatto cose strane?» chiese lei dubbiosa.
Jane avrebbe voluto riderle in faccia a squarciagola dicendole “mettermi incinta rientra nelle cose strane?” ma non potè e quindi si trattenne «No, nulla di particolare»
Lei le sorrise e la lasciò andare. Andò al piano di sopra e superò la camera di Draco per entrare nella sua un paio di porte più avanti. Era identica a come l’aveva lasciata.
Disfò la borsa con le poche cose che aveva deciso di portare e si cambiò per la cena. Guardando le cose che aveva pensò che forse doveva cominciare a cambiare di nuovo look e vestire un pò oversize per cominciare a nascondere il corpo. Bussarono alla porta e pensò che era presto per la cena, un’ora non era ancora passata. Andò ad aprire ed era Draco che entrò subito chiudendosi la porta alle spalle «Muffilato» disse facendo l’incantesimo intorno a loro.
Jane si preoccupò pensando che avesse da dirle qualcosa di urgente «Quando parleremo di queste cose utilizziamo sempre questo incantesimo» disse lui e lei annuì «Domani mattina andrò alla Gringott di nascosto e preleverò del denaro e appena possibile andremo da un ginecologo, sei d’accordo?»
Jane sapeva che prima o poi sarebbe dovuta andare da un medimago «Si ma…» fece per fargli notare che erano minorenni entrambi ma lui l’anticipò «Comprerò dei documenti falsi, così non ci daranno fastidio per l’età e per il mio cognome»
Si vedeva che aveva pensato a questo piano per tutto il tempo «Ok e cosa diremo a tua madre quando ci vedrà uscire insieme?»  
«Poi ci penseremo»     
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Il giorno di Natale Jane era di pessimo umore. Era venuta a sapere che sarebbero venuti a pranzo tutti i parenti dei Malfoy e dei Lestrange e che non solo doveva essere presentata a tutti come l’orfanella che viveva lì, ma avrebbe anche dovuto intrattenere conversazioni con molti di loro. Secondo la Signora Malfoy era comodo avere qualcuno di loro dalla sua parte essendo quasi tutti Mangiamorte di un rango abbastanza alto da poterla proteggere. Con zero voglia scelse il vestito più natalizio che aveva (o meglio, che la signora Malfoy le aveva comprato) e lo indossò. Era un abito a maniche lunghe di velluto bordeaux con la gonna a ruota che le arrivava poco sotto le ginocchia. Sotto indossò le calze nere  con le sue immancabili “giarrettiere” di cuoio con le fondine che venivano nascoste dalla gonna. In fin dei conti era un pranzo tra Mangiamorte, poteva accadere di tutto. Infoderò la daga e con un colpo di bacchetta fece la coda ai capelli e si truccò copiando il makeup che aveva fatto alla festa di Lumacorno. In altre occasioni forse si sarebbe impegnata di più ma non aveva proprio voglia, infatti mise degli anfibi fregandosene dell’eleganza. Camminando davanti allo specchio si accorse che di profilo si vedeva un leggero accenno della pancia, ma per quanto ne potevano sapere loro era solo un pò di pancetta da cibo. 
Jane da quando aveva scoperto di essere incinta aveva considerato la questione solo come un problema da risolvere, per il momento non provava nessuna emozione a riguardo. Non aveva paura di partorire, del corpo che sarebbe cambiato o di nascondere la gravidanza, sembrava aver allontanato da lei quei pensieri.
Uscì dalla sua stanza e fece un lungo sospiro prima di scendere di sotto. Gli invitati erano già arrivati e si sorprese nel vedere che il salotto era stato decorato. C’era un grande albero di natale pieno di palline bianche e nere illuminato da candele magiche che colavano cera sul pavimento tutto intorno ad esso e sui rami creando quasi un effetto neve. La lunga tavola era piena di piatti e vassoi d’argento già pieni di cibo preparati dagli elfi ed al centro c’era un grande vaso di vetro con dei fiori che ricadevano a cascata sulla tavola che non aveva mai visto prima.
«Jane! Vieni!» La Signora Malfoy la chiamò verso di se e la vide parlare con una coppia. Inspirò forte con il naso e si avvicinò a lei «Rabastan ti presento la figlia dei Lewis, Jane» la accolse con un braccio intorno alle spalle e la spinse verso l’uomo. Jane allungò la mano verso quell’uomo «Piacere di conoscerti Jane, io sono Rabastan Lestrange»
«Piacere mio» rispose lei timidamente.
«Lui è il cognato di Bellatrix…a proposito ma dov’è?» disse la signora Malfoy guardandosi intorno. Jane notò che l’uomo aveva ancora gli occhi posati su di lei e per rompere l’imbarazzo decise di presentarsi da sola all’altra persona che era una donna, scoprendo che era sua moglie ed aveva tutta l’aria di chi volesse essere a tutt’altra parte.
La signora Malfoy tornò su di lei e la presentò ad altre persone anche se continuava a sentirsi gli occhi addosso.
Quando fu presentata più o meno a tutti finalmente la lasciò andare. Avevano un sacco di parenti e lei non ricordava nemmeno un nome. Dopo un pò arrivò Bellatrix urlando e salutando tutti alla sua maniera, era palese che tutti fossero abituati ai suoi modi di fare perché nessuno si voltò a guardare chi facesse tutto quel baccano. Mentre Jane camminava tra le varie persone per arrivare al buffet aveva ascoltato stralci di conversazioni e quasi tutti parlavano di affari o di politica. A casa sua le cene di Natale erano state semplici cene di Natale. Tutta la famiglia riunita intorno al tavolo a mangiare insieme e divertirsi. Cercando di non farsi prendere dalla nostalgia si mise in un angolo e si mise a mangiare le tartine che aveva preso al buffet. 
All’improvviso notò Draco tra le varie persone vestite i nero, lui stranamente non indossava la giacca come al solito ma solo una camicia bianca ed aveva lasciato di nuovo i capelli liberi di muoversi davanti al viso. Che stesse facendo un cambio look anche lui?
Mentre lo raggiungevano due ragazze che se lo stavano mangiando con gli occhi, Jane sentì di nuovo gli occhi di qualcuno puntati addosso. La sala era piena di persone ma non vide nessuno che la fissava. Ignorando la cosa posò il piattino d’argento e si avvicinò a Draco. Quando la vide interruppe il discorso che stava facendo e la guardò da capo a piedi.
«Che carina! Ha i capelli rossi come il vestito!» esclamò una bambina che le passò accanto mano nella mano con sua madre.
«Grazie! Anche tu sei molto carina» le rispose salutandola con la mano e lei le sorrise tutta contenta.
«Ciao Jane» disse Draco richiamando la sua attenzione.
«Ciao…» vide che le presunte cugine di Draco la guardavano con un'espressione sconvolta.
«Loro sono delle amiche di famiglia, Loren Manson e Jessica Van Berg» le presentò le due ragazze «Lei invece è Jane Lewis» 
Jane allungò la mano verso di loro ma non la presero, anzi, sembravano davvero schifate.
Draco si accigliò ma Jane aveva già capito tutto «Oddio Draco, altre spasimanti gelose? Che noia» tirò la mano indietro e poi si rivolse direttamente a lui «Possibile che tutte le ragazze ti cascano ai piedi?»
Lo vide sorridere mentre le due ragazze se ne andarono indignate «Ciao eh» disse loro dietro salutandole con la mano come fece con la bambina.
Draco la guardò con un mezzo sorriso e poi le mise la mano dietro al collo facendole sentire un brividino «Andiamo a mangiare qualcosa»
Lei annuì leggermente ipnotizzata da lui e lui abbassò la mano posandogliela dietro la schiena e spingendola delicatamente verso il tavolo del buffet. Riguardo alla domanda che gli aveva posto prima, ovvero «Possibile che tutte le ragazze ti cascano ai piedi?» lei si rispose con un deciso «Si!»
Si riempirono due piattini di varie pietanze e si misero in disparte a mangiare e chiacchierare insieme «Poi ho conosciuto quel tizio che ha un negozio di cose oscure a Nocturn Alley…» disse Jane facendo mente locale «Il signor….» mise un boccone in bocca «Cazzo non me lo ricordo!»
Lui rise tenendo ancora il cucchiaino in bocca, poi lo estrasse e leccò la cioccolata che era rimasta vicino «Forse dici il signor Sinister?»
Jane annuì vigorosamente «Davvero inquietante»
Un quartetto d’archi fece la sua apparizione e cominciò a suonare. Da quel momento in poi non riuscirono più a parlare e Jane ne approfittò per andare in bagno «Puoi tenermi il piatto? Vado in bagno» disse a Draco che annuì. Lasciò la sala del ricevimento e andò al piano superiore per usare il bagno della sua camera. Era quasi arrivata fuori la sua porta che all’improvviso si sentì colpire da dietro e lei finì stesa a terra con la schiena dolorante. In un primo momento pensò che fossero state quelle ragazze a colpirla per vendicarsi ma voltandosi si ritrovò Rabastian Lestrange ad un passo da lei «Cosa….cosa vuole da me?» disse lei dolorante rialzandosi lentamente. 
Sentì improvvisamente una fitta sotto la pancia e dentro di lei si sbloccò qualcosa come un ingranaggio, ed ebbe una paura improvvisa che fosse successo qualcosa al bambino. Per quanto razionalmente perderlo sarebbe stata la soluzione al problema in quel momento della sua vita, qualcosa di più forte di lei le disse di proteggerlo e salvarlo a tutti i costi.
Sollevò la gonna ed afferrò sia la bacchetta che la daga mettendosi in posizione di difesa «Perché mi ha attaccata signor Lestrange?» ripeté cercando di non far capire che fosse dolorante.
Lui non rispose ma l’attaccò di nuovo e lei stavolta riuscì a respingerlo. Presero a duellare ma il dolore sotto la pancia stava diventando più acuto per cui cominciò seriamente a preoccuparsi di aver perso il bambino. Dalla rabbia con la mano sinistra scagliò la daga contro l’uomo che gli procurò un lungo taglio lungo la guancia. Poi con la bacchetta richiamò la daga e la afferrò per lanciargliela di nuovo contro. Lui la bloccò e la gettò a terra «Questo te l’ha insegnato mia cognata vero?» disse lui quasi divertito «Questo è proprio nel suo stile»
«PERCHÉ MI STA ATTACCANDO?» gli chiese di nuovo furiosa.
«Nessun motivo in particolare, avevo solo voglia di farlo» disse lui ridendo e sparendo all’improvviso in una nuvola nera.
Jane recuperò la daga e corse in camera sua sigillando la porta, poi corse in bagno e controllò la situazione. Aveva avuto delle perdite. Di nuovo fu sopraffatta dalla paura di perdere il bambino e tremante ed in lacrime fece l’unica cosa che l’istinto le disse di fare: andò da Draco. Non corse ma andò a passo svelto per non peggiorare le cose ammesso che non fosse troppo tardi, scese le scale lentamente e andò direttamente nella sala cercando Draco con lo sguardo. Era dove lo aveva lasciato e gli andò incontro asciugandosi le lacrime «Jane che è successo…» disse lui poco prima che scoppiasse a piangere tra le sue braccia.


Draco lasciò cadere i piatti che aveva in mano e rivolse tutta la sua attenzione a Jane che lo stava stringendo per la vita piangendo disperata «Jane…» la chiamò di nuovo. Si guardò intorno e vide tutti gli occhi puntati su di loro «Jane ci stanno guardando tutti…cosa è successo? Perché stai piangendo?» abbassò la testa per avvicinarsi al suo viso e lei come un fulmine lasciò andare la sua vita per aggrapparsi al collo. Poi gli sussurrò nell’orecchio «Di sopra…sono stata attaccata…ho duellato…ora ho mal di pancia…le perdite…»
Draco si immobilizzò sul posto assimilando quelle parole. Le sue paure si erano concretizzate troppo presto. Le afferrò i polsi per sciogliere l’abbraccio «Chi?» le chiese guardandola negli occhi. Chiunque fosse lo avrebbe ammazzato.
Lei lo guardò per qualche secondo poi disse quasi a supplicarlo «Non importa adesso…devo andare da un dottore. Adesso.»
Capì che la cosa era davvero grave. Era il giorno di Natale e nessun dottore era disponibile privatamente per una visita e al San Mungo non potevano andare perché avrebbero chiesto i loro documenti ed i falsi non erano ancora pronti «Jane, non mi viene altro in mente se non di andare in un ospedale babbano»
«Va bene, andiamoci subito» rispose lei senza esitazione.
«Andare dove?» fece la voce di sua madre alle sue spalle. Draco si voltò e la vide spostare lo sguardo da Jane che piangeva a lui.
«Mamma ti fidi di me?» chiese lui disperato. Stavolta non aveva detto Madre, ma Mamma e forse fu proprio per questo motivo che lei disse dopo qualche secondo «Si»
«Non chiederci nulla e lasciaci andare» disse lui deciso. 
«Per favore» aggiunse Jane piangendo.
Lei diede un ultimo sguardo a entrambi e disse «D’accordo ma state attenti»
Lasciarono la sala quasi di corsa ignorando tutti gli sguardi dei curiosi ed una volta all’ingresso, vedendo che Jane si trascinava le chiese «Riesci a camminare?»
«Credo di si» rispose lei titubante «Vuoi andare a piedi?»
«Dobbiamo uscire fuori dal manor e poi mi potrò smaterializzare» aprì la porta e con un colpo di bacchetta fece arrivare i loro cappotti che indossarono subito. In fondo al vialetto si vedeva il cancello nero.
Jane camminava stringendo la mano sul suo ventre, stava evidentemente soffrendo «Mi dici chi ti ha fatto questo per cortesia?» le chiese mentre camminavano.
«Te lo dirò dopo la visita, ora concentrati solo su questa cosa» rispose lei «Ho visto il tuo sguardo prima, saresti capace di far saltare la villa per aria»
Non ebbe nulla da replicare «E’ perché hanno scoperto che sei incinta? Questo puoi dirmelo almeno»
Lei fece no con la testa «Non credo proprio, neanche si vede la pancia»
Draco aprì il cancello ed una volta fuori si smaterializzarono tenendosi per mano.
 
 
SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti! Ringrazio tutti quelli che stanno leggendo (vi vedo nelle visualizzazioni) e mi hanno messo tra i seguiti! Vorrei però ricordare di nuovo che lasciarmi la vostra opinione non costa nulla a voi ma aiuta me a migliorarmi. Grazie per il supporto! Vi segnalo che nel primo capitolo ho inserito delle foto di Jane e Draco generati con l'AI, se siete curiosi tornate indietro a vederle!

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Capitolo V

La portò al paese più vicino e una volta fuori all’ospedale babbano si misero d’accordo su quello che dovevano dire «Dirò che sono caduta dalle scale»
«Si, ottima idea…ricordati l’età, per i babbani la maggiore età è 18 anni» disse lui ricordandosi quel particolare.
Lei annuì e poi si chinò alzandosi la gonna, per un attimo Draco aveva pensato che si volesse sfilare le mutandine ma invece notò che stava togliendo le fondine «Cosa? Avevi questi sotto la gonna?» disse afferrando la daga e la bacchetta che gli stava passando.
«Se non li avessi avuti ora non saremmo qua a parlare» rispose lei «Nascondili»
Prima di farli evanescere con la sua bacchetta notò che la daga era sporca di sangue, doveva aver tenuto testa a chiunque l’avesse attaccata.
Entrarono al pronto soccorso e vennero accolti da un infermiera che chiese a Jane cosa fosse successo. Lei spiegò che era incinta di due mesi e che era caduta dalle scale «Lui è il suo ragazzo?» chiese indicando lui mentre appuntava le cose su una cartellina. Jane lo fissò per un attimo e poi disse «Si…lui è il padre».
Che sensazione strana.
«Ok, può entrare con lei» aprì la porta dietro di lei e la seguirono per un corridoio bianco e azzurrino. Draco non era mai stato in un ospedale babbano e quasi gli venne la nausea sentendo quegli odori chimici. L’infermiera svoltò improvvisamente a destra, in una stanza e loro la seguirono in silenzio. 
«La dottoressa Watson è la ginecologa di turno oggi, si occuperà lei di voi» disse presentando la donna che avevano davanti. Era una donna di mezz’età con gli occhiali tondi e dalla faccia simpatica. Prese la cartellina dalle mani dell’infermiera e si mise a leggere «Hai perdite copiose Cara?» chiese a Jane mentre l’infermiera usciva chiudendoli dentro.
«Copiose non direi…prima ho controllato ed ho visto qualche macchia…»
Draco era rimasto fermo vicino alla porta. Si sentiva veramente nervoso ad essere lì. La vide sfilarsi le mutandine e stendersi sul letto strano che c’era lì dentro sotto le direttive della dottoressa. Il letto aveva degli aggeggi appositi dove poggiare le gambe in modo da tenerle aperte e la vide trafficare li sotto.
«Il suo compagno è più spaventato di lei a quanto vedo» disse la donna guardandolo.
«Si…lui….in effetti….in verità è la prima volta che faccio una visita» riuscì a dire Jane tremante. «Ora controlleremo il battito ma state tranquilli» la vide sfilarsi i guanti «Qui sotto sembra tutto ok»
Quasi in sincronia Draco e Jane sospirarono. Draco si azzardò a fare un passo verso di lei.
La fece sdraiare normalmente e poi le avvicinò un grande macchinario con uno schermo davanti. Poi le fece scoprire la pancia e ci spruzzò sopra del liquido trasparente su cui poi ci strofinò un altro aggeggio.
«Ahi!» disse Jane quando la dottoressa spinse l’aggeggio sulla pancia.
«Hai i muscoli contratti, per questo senti dolore» disse la donna guardando lo schermo che ora mostrava delle immagini in bianco e nero «Vediamo un pò…» disse premendo dei bottoni sul macchinario. Improvvisamente si sentì un bip. Poi un altro. Poi altri ancora di seguito.
«Questo è…» cominciò Jane.
«Si, questo è il suo cuoricino, sta bene» disse la donna sorridendo.
Draco non se ne rese conto ma era arrivato di fianco a Jane e stringendole la mano si sentì alleggerito di un quintale. 
«Questo è il corpo» descrisse la dottoressa indicando nello schermo delle macchie nere «Queste sono le gambe del feto e questa qui che si vede è una manina»
Ora che lei glielo aveva mostrato riusciva a vederlo. Ebbe i brividi. La dottoressa premette dei pulsanti e dei lunghi fogli uscirono da quella macchina.
«Ecco, potete tenere l’ecografia» la dottoressa passò il foglietto a Jane e lei si commosse. Quel foglietto era come una foto del loro figlio prima ancora di nascere. Incredibile che i babbani erano capaci di ciò.
«Puoi rivestirti, abbiamo finito. Ti prescriverò dei rilassanti muscolari, ma dovrai stare attenta. Un’altra caduta sarebbe pericolosa per vostro figlio.»
Scrisse su un foglietto quello che aveva detto e glielo passò «Dovrai andare a controllo ogni mese…Buon Natale!»
«Si…la ringrazio dottoressa…Buon Natale anche a lei» disse Jane sorridendole.
«Buon Natale» disse anche lui.
Non chiesero loro documenti o altro per cui se ne andarono senza problemi.
«Non ci hanno chiesto nemmeno i soldi» disse Jane sorpresa.
«L’infermiera all’ingresso ha detto che ci arriverà la fattura da pagare all’indirizzo di casa. Ma l’indirizzo che abbiamo dato è falso.»
«Mi dispiace però…» fece lei continuando a guardare la foto del bambino.
«Farò una donazione anonima per quell’ospedale. Così siamo pari» disse lui per farla contenta.
Jane gli sorrise «Ottima idea!»
Stavano camminando per strada senza una vera meta. Era la sera di natale e non c’era nessuno per strada. 
«Neanche tu hai voglia di tornare a casa?» gli chiese lei guardando il cielo.
«Già» rispose lui. Quello che era appena accaduto in quell’ospedale era stato talmente forte che si sentiva stordito, si chiese se anche per lei fosse lo stesso.
«E’ carino qui, vero? Come si chiama questo posto?»
«Credo si chiami Marlborough» disse guardandosi intorno. 
«Draco…» fece lei fermandosi di botto come se non lo avesse sentito «Credi che potremmo crescerlo noi?»
Gli venne un groppo allo stomaco «Jane» le prese una mano «Vorrei tantissimo, credimi, ma…» si interruppe non sapendo come dirglielo.
«Devi davvero uccidere Silente, vero?» lo anticipò lei.
Aveva sempre saputo che non era una stupida, non aveva bevuto il fatto che quella volta l’avesse detto solo perché era ubriaco. Era giusto che a quel punto fosse messa al corrente di tutto «…entro la fine dell’anno scolastico» aggiunse lui.
«C-cosa?» Jane spalancò gli occhi «Io dovrei partorire a Luglio…»
Gli vennero le lacrime agli occhi «Probabilmente non lo vedrò nemmeno nascere» concluse lui tristemente. Dirlo ad alta voce faceva terribilmente male, quasi come una pugnalata al petto.
«No, non esiste!» Jane cominciò ad agitarsi e come uno stupido non aveva pensato che quello era il momento sbagliato per darle quella notizia.
«Jane, ti prego, Jane!» l’afferrò e la strinse a se «Calmati adesso…ti prego….scusa non dovevo dirtelo adesso…» lei pianse e si lasciò trascinare «Sccchh» continuava a dirle nell’orecchio accarezzandole la testa cercando di calmarla.
«No, tu non morirai» disse tra le lacrime «T-troveremo un modo!»
«Ok…ma adesso calmati» le disse asciugandole lacrime. 
Rimasero abbracciati fino a  quando lei smise di singhiozzare, poi finalmente, dopo un pò si calmò «Troveremo il modo» ripeté lei decisa.
Decise di parlarle in un altro momento del suo piano di far entrare i mangiamorte ad Hogwarts.
«D’accordo. Ora andiamo a casa, voglio che ti metti a letto a riposare» le disse preoccupato.
Lei annuì con gli occhi ancora arrossati e lui si smaterializzò con lei tra le braccia. 
«Eccoci» disse Draco fuori al cancello del Manor. Jane si allontanò di scatto da lui e la vide sparire in mezzo alla siepe per vomitare.
«Posso aiutarti in qualche modo?» chiese lui titubante.
Lei a stento rispose «No, stai lì!»
Cos’altro doveva passare quella ragazza quella sera? Draco si sentiva terribilmente in colpa.
Dopo circa altri 10 minuti Jane si riprese «Ok, possiamo andare adesso. Non ho più niente nello stomaco»
Era davvero pallida in quel vestito di velluto rosso. Ora camminava davanti a lui di un passo, a testa alta e non potè fare a meno di ammirarla. Aveva perso tutta la sua famiglia, costretta a diventare mangiamorte si era ritrovata a vivere dai Malfoy e per di più ora doveva portare in grembo uno di loro. Ed eccola lì pronta ad affrontare il resto.
«Senti…forse dovremmo fingere di litigare» disse lei quando arrivarono al portone d’ingresso.
«Eh?» disse lui confuso.
Jane sospirò «Scusa per quello che è successo» disse improvvisamente.
Per cosa si stava scusando? 
«Se avessi avuto il sangue freddo non avrei fatto quella scenata davanti a tutti.» aggiunse lei guardandosi i piedi imbarazzata «Ora penseranno tutti che stiamo insieme»
Non ci aveva pensato. Più lontano era da lei nei pensieri delle persone meglio era. Forse l'idea di litigare non era male. «D’accordo. Su cosa vuoi litigare?» disse sorridendo.
«Bo…una cosa plausibile sarebbe un tradimento o qualcosa di simile» disse lei con un ghigno malizioso.
Draco sbuffò e roteò gli occhi «D’accordo, basta che ora vai a dormire» poi mise la mano sulla maniglia e si bloccò di nuovo «Ora mi dici chi è stato?» disse in un sussurro ed in maniera seria.
Jane alzò lo sguardo verso di lui «Non ricordo come si chiama…E’ un Lestrange…comunque è  il cognato di Bellatrix»
«Rabastian?» chiese accigliato. Non aveva mai avuto nulla a che fare lui con i Malfoy, per quale motivo aveva attaccato Jane? 
«Si, mi ha attaccata alle spalle nel corridoio e mi ha fatta fare un volo di qualche metro. Poi mi sono alzata ed abbiamo cominciato a duellare…gli ho chiesto perché mi stesse attaccando ma non mi ha risposto. E’ riuscito a smaterializzarsi da casa tua, solo i mangiamorte possono vero?» scrollò le spalle «Quando tua madre ci ha presentati mi ha fissato tutto il tempo e forse anche dopo…ma non gli ho dato peso»
«Quindi credi ti abbia seguita e colpita di proposito….comunque si, chi ha il marchio nero può materializzarsi e smaterializzarsi qui dentro» disse lui continuando a pensare a cosa poteva averlo spinto a fare una cosa del genere. Per quanto ricordasse quell’uomo era sempre stato innocuo.
«Si era ovvio. Sono stata io stupida a non accorgermene. Ho abbassato troppo la guardia stasera, non succederà più»
Non succederà più perché non ti perderò più di vista nemmeno un secondo pensò Draco.
«Sei pronta?» le chiese prima di aprire la porta.
Quando entrarono trovarono i pochi invitati rimasti nell’androne della villa dove probabilmente si stavano salutando per poi andare via, e di nuovo avevano tutti gli occhi puntati addosso.
Improvvisamente si sentì urtare una spalla e vide Jane camminare a passo svelto e decisa davanti a loro fendendo il gruppo di persone. Non stava capendo che voleva fare fino a quando ad un certo punto si voltò verso di lui e urlò «Non osare seguirmi! Tra noi è finita!»
Gli occhi di tutti passarono da lei a lui che improvvisò «Figurati, chi ti segue.» disse lui con nonchalance poi decise di rincasare la dose «Ne trovo altre mille come te!»
Dovette ammettere che Jane era una brava attrice, sembrava davvero offesa. Voltò i tacchi e se ne andò mimando un pianto.
«Draco!» lo rimproverò sua madre che aveva assistito alla scena «Che hai combinato?»
Si mise le mani in tasca e fece spallucce «L’ho mollata, no?»
Si beccò un ceffone in piena regola davanti a tutti. Cazzo se faceva male. L’unica consolazione era che nessuno avrebbe più avuto dubbi sulla loro relazione e l’avrebbero lasciata in pace.
O così credeva.

Quella stessa notte mentre era a letto il suo cervello non accennava a volersi riposare ma invece sembrava voler essere più attivo che di giorno. Pensava, pensava e non riusciva a risolvere niente. Ammesso che superava l’anno senza morire, come e dove avrebbero cresciuto il bambino? Mica potevano portarlo ad Hogwarts per il settimo anno?  E poi dovevano comunque tenerlo nascosto al mondo. Che casino, non riusciva a uscirne in nessun modo. L’istinto gli diceva di parlarne con un adulto per farsi aiutare ma non aveva in mente nessuno. Se non fosse stato il suo obiettivo sarebbe andato dritto da Silente. Si immaginava mentre glielo chiedeva «Sa professore, siccome a fine anno probabilmente lei mi farà fuori, mi chiedevo se può nascondere Jane e mio figlio o mia figlia ai mangiamorte»
Oppure a sua madre «Ho messo incinta Jane per sbaglio, non te l’ho detto prima perché avevo paura che ti leggessero la mente e scoprissero tutto»
Pensò al ceffone che gli aveva dato poco fa, e non osava immaginare in quel caso cosa poteva fargli.
Un’altra persona poteva essere Severus Piton ma per lui non immaginò nulla di ridicolo.
Bussarono alla porta e lui sobbalzò, a quell’ora chi se non Jane poteva venire a bussare alla sua porta? Che stesse male? 
Si alzò di scatto e corse alla porta spalancandola «Che è successo?» chiese preoccupato.
Jane gli fece segno di stare zitto e lo spinse dentro chiudendo la porta «Sei impazzito a urlare a quest’ora?» Con un colpo di bacchetta accese le candele della stanza e si illuminò.
A vederla stava bene. Indossava un pigiama quasi identico al suo, sua madre non aveva molta fantasia. «Stai bene?» le chiese.
«Si, è solo che…» si grattò la testa imbarazzata «Non riuscivo a dormire. Prima tua madre è venuta a parlarmi in camera mia» fece una pausa «Mi ha detto che ti ha dato uno schiaffo»
Draco per istinto si coprì la guancia, non aveva controllato se gli era rimasto il segno. 
«Siamo stati convincenti a quanto pare» affermò lui.
«Già.» disse lei continuando ad essere imbarazzata.
«Non è da te fare così…dimmi!» la fissò dall’alto in basso e incrociò le braccia aspettando una risposta.
«Posso dormire qui?» disse indicando il divano «So che se ne andato Rabastian però…»
«Hai paura?» disse lui facendo cadere le braccia.
Lei annuì senza guardarlo.
«D’accordo ma vai tu nel letto, dormirò io sul divano» la trascinò vicino a letto e la fece stendere. Sentiva un forte istinto di protezione verso di lei. Si accertò che stesse comoda con i cuscini e poi andò sul divano e spense le luci. 



Draco aveva spento le luci. Era stato davvero gentile da parte sua cedergli il posto però non era quello che voleva. Aveva paura di Rabastian? Non tanto. Era andata da lui perché voleva dormire insieme? Si. 
Nonostante tutto aveva capito che si era innamorata di lui e forse era diventato così importante per lei che quella finta sceneggiata l’aveva colpita un pò. Forse era il momento di chiarire la loro relazione? 
Potrei morire giovane, dovrò partorire tra 8 mesi circa e non so che farò della mia vita. 
Ma che mi importa, lo faccio! 
«Draco» lo chiamò.
«Mmmh» fece lui dal divano.
«Posso dirti una cosa importante?» disse lei nel buio assoluto fissando sopra di lei dove sapeva ci fosse il tetto del letto a baldacchino.
«Parla» disse lui stanco.
«Ti amo.» fece una pausa di un secondo e poi riprese «E spero che un giorno mi amerai anche tu così magari potremmo essere una vera famiglia e vivere insieme per sempre»
Non li sentì i passi mentre si avvicinò ma lo sentì quando salì sul letto e si mise sopra di lei a cavalcioni per non schiacciarla. Aveva appoggiato la fronte sulla sua e sentiva le sue lacrime che cadevano sulle sue guance «Che hai?» gli sussurrò senza muoversi.
Lui non riusciva a parlare, stava singhiozzando. Jane alzò le mani, gli spinse indietro i capelli e gli accarezzò il viso cercando di asciugare le lacrime ma ne uscivano davvero tante. Non aveva mai visto nessuno piangere in quel modo «Ho detto qualcosa che non va?» chiese lei ingenuamente.
Lui fece solo no con la testa. Si gettò di lato per stendersi accanto a lei e poi la strinse a se. Jane si sentiva davvero in paradiso, quel posto era perfetto. Si addormentò quasi subito.
___________________


Qualche giorno dopo ricevettero i documenti falsi che aveva comprato Draco e andarono di nascosto ad una visita medica, ma stavolta da un medimago. Draco si camuffò leggermente indossando un cappello e dei finti occhiali da vista, i suoi tratti tipici da Malfoy potevano insospettire qualcuno visto che erano comunque una famiglia magica famosa e suo padre aveva conosciuto mezzo mondo. Non uscirono di casa insieme, in modo da non far insospettire sua madre di nuovo ma l’aspettò nascosto tra le siepi «Ok, sono pronta. Spero di non vomitare stavolta, ho appena finito la colazione»
«Forse era meglio evitare di farla» disse lui preoccupato «Ma ormai..» le porse la mano ma lei non l’afferrò subito ma gli chiese «Come hai imparato a smaterializzarti illegalmente?» Era illegale usare la smaterializzazione senza licenza che si poteva prendere esclusivamente dai 17 anni in su.
«Indovina?» disse lui facendole capire che era una domanda sciocca. Come minimo un mangiamorte doveva sapersi smaterializzare.
Non rispose e gli diede la mano. 
La visita era molto diversa da quella babbana, lei non si dovette spogliare ed il mago passò solo la bacchetta sopra la sua pancia recitando formule magiche. Disse su per giù quello che disse la dottoressa babbana e se ne andarono con solo la raccomandazione di tornare ogni mese.
Non potevano andare ogni mese. 
Perché presto sarebbero tornati ad Hogwarts e Jane non poteva uscire dal castello. La prossima visita l’avrebbe potuta fare durante le vacanze di Pasqua.
«E’ stato inutile venire qui, la dottoressa babbana mi sta più simpatica» disse lei quando uscirono dallo studio privato. 
«Non credevo che l’avrei mai detto ma anche a me» Stavano camminando sotto braccio ed in quel momento potevano sembrare una coppia normale.
«Senti ma tua madre non se ne accorgerà che stai usando i soldi di famiglia?» chiese lei incuriosita. Aveva pagato quel medimago un bel po ' di galeoni ed i documenti gli erano venuti a fare più del doppio.
«Prima o poi si, ma non abbiamo alternative» disse lui facendo spallucce «Mi inventerò qualcosa quando se ne accorgerà»
«Sai, delle volte mi chiedo se la mia famiglia aveva un conto segreto o cose simili. Non ho mai sentito parlare di un conto alla Gringott però è strano che non ne avessero uno…non trovi?»
«Tuo padre lavorava al Ministero?» le chiese e lei annuì «Se ne avevano uno quando compirai 17 anni sarà tuo»
Lei si fermò «Dici sul serio?»
«Si, anche la casa passerà a te se era di vostra proprietà» disse lui semplicemente.
«Si…la casa era nostra» disse lei pensierosa.
«Non pensare ai soldi, quelli sono l’ultimo dei nostri problemi.» disse lui riprendendo a camminare «Dobbiamo trovare un modo per nascondere la pancia nei prossimi mesi. La storia che sei ingrassata non reggerà»
«Stavo pensando di usare l’incantesimo Diminuendo e localizzarlo solo sulla pancia…».
Diminuendo era un incantesimo usato principalmente nei duelli che generalmente diminuiva le dimensioni della persona o dell’animale colpito per disorientarli. 
«No, non va bene. Potresti ucciderlo così.» disse lui pensando a qualcos’altro.
«Non so…esiste qualche pozione che può creare l’illusione della pancia piatta?» disse lei scherzando ma gli fece venire in mente un'idea.
«Vieni, ho un’idea» la prese per mano e si smaterializzarono. 
Andarono a Nocturn Alley e a passo svelto e con i cappucci alzati si infilarono in un negozio che sembrava una farmacia a tutti gli effetti. C’erano ovunque boccette con animali morti o parti di animali, teche con insetti e larve vive e una parete intera dedicata agli uccelli.
«Buongiorno signori» disse una voce dietro al bancone. Era un folletto dall’aspetto mal ridotto, aveva un occhio bendato e il viso sfigurato. Draco era già entrato parecchie volte in quel negozio e sperò che il folletto non lo riconoscesse. Cercò di modificare la voce «Buongiorno, ho bisogno di qualche intruglio per lei. E’ incinta e suo marito non deve saperlo» fece lui cercando di essere burbero. Sapeva che cose del genere erano all’ordine del giorno da quelle parti.
«Intende qualcosa per abortire?» chiese il folletto e Jane rispose immediatamente con un «No!» secco. Draco le strinse la mano per farle capire che doveva stare zitta.
«Pensavamo a qualcosa per nascondere la pancia temporaneamente…sa com’è, ci vuole il tempo per il divorzio…» inventò lì sul momento.
«Capisco» disse il folletto tranquillamente. Si voltò e sparì in una porta alle sue spalle per qualche minuto. Quando tornò mise una bottiglia verde acido sul bancone e li fissò.
«Cos’è?» chiese Draco visto che lui non accennava a spiegarglielo.
«Questa è una pozione snellente, la comprano molte ragazze pensando che serva a dimagrire ma invece crea solo l’illusione.» rispose con la stessa voce tranquilla di prima.
«Quindi..» Jane si intromise di nuovo «Se la bevessi il mio corpo rimarrebbe sempre lo stesso ma agli occhi degli altri sarebbe…insomma non si vedrebbe che sono incinta?»
«Non devi berla, devi spalmarla sul corpo dove vuoi creare l’illusione snellente»
«Quanto dura l’effetto?» chiese Draco.
«Ogni applicazione dura un paio d’ore.» rispose lui.
«Prezzo?»
«30 galeoni a bottiglia»
Era davvero tantissimo calcolando che sarebbe servito per altri sette mesi ed inoltre non aveva dietro soldi per pagarne più di una.
«Sarebbe possibile comprare la ricetta?» chiese di nuovo Jane.
Il folletto sorrise «Sei furba ragazza.»
Aveva ragione. Lui non aveva pensato minimamente alla ricetta e alla possibilità di prepararla da soli.
Il folletto si piegò sotto il bancone ed estrasse un grosso libro polveroso, sembrava che fosse lì sotto fermo da anni. Lo aprì e con la magia andò alla pagina che cercava «La ricetta costa 50 galeoni»
Ed era tutto quello che gli era rimasto in tasca.
Tornarono a casa e fuori al cancello Jane disse «E questa è risolta» leggendo la ricetta.
«Com’è? Fattibile?» chiese Draco incuriosito.
«Si…una volta procurati gli ingredienti ci vuole una settimana per prepararla. Penso che con questa dose vengono due bottiglie come quella che voleva venderci il folletto» gli passò la pergamena e lesse anche lui

1. Mettere nel mortaio 2 misurini di Ortiche secche e 3 occhi di Pesce Palla;
2. Frantumare fino ad avere una polvere medio-fine;
3. Versare 2 misurini della polvere nel calderone;
4. Scaldare a temperatura media per 5 giorni.
5. Lasciar fermentare 2 giorni.
6. Trascorso il tempo necessario, aggiungere nel calderone la milza di Pipistrello e girare 4 volte in senso anti-orario per concludere la pozione;


«Pensavo molto peggio, invece è semplice» disse meravigliato «Ci fanno un sacco di soldi con queste cose» arrotolò di nuovo la pergamena e gliela diede. Lei la nascose sotto la gonna insieme alla daga.
Entrarono in casa in momenti diversi e nessuno scoprì cosa avevano fatto quella mattina.
___________


Il 31 Dicembre, l’ultimo che dovevano passare al manor prima di tornare ad Hogwarts
«Buongiornooo» urlò Bellatrix entrando nella sala colazione. 
Lei non si faceva mai vedere se non quando…«Andiamo a giocare un po' con le lame? E’ da parecchio che non lo facciamo»
Jane posò il cucchiaio che aveva in mano e guardò Draco di sottecchi.
Bellatrix la afferrò per un braccio come faceva sempre e la trascinò via sotto gli occhi di Draco e sua madre.
«Conosco la strada» le disse facendo in modo che liberasse il braccio.
Bellatrix rise «Giustooo».
Bellatrix non ci andava piano con quei coltelli, non era un semplice allenamento, la mirava per davvero. L’aveva trafitta un sacco di volte all’inizio e l’aveva anche curata per rimetterla in piedi ma ora…se avesse mirato alla pancia o quelle zone limitrofe…
«Ehi Zia Bella!» Draco le raggiunse a passo svelto nel corridoio del sotterraneo «Perchè a me non hai mai insegnato ad usare le lame? Che ha questa qui di speciale?»
Che stesse cercando di prendere il suo posto?
«Mi piccolo nipotino» Bellatrix gli afferrò le guance con una mano e strinse forte creando una buffa smorfia sul viso di Draco «Le lame potrebbero sfigurare questo bel faccino…tua madre me la farebbe pagare cara»
«Tra poco compirò 17 anni, decido io per me stesso. Lascia perdere lei e insegna a me» la prese per un braccio e la strattonò lontano da loro come se fosse un elfo domestico.
Bellatrix rise di nuovo «Mi hai convinta!» ma afferrò di nuovo il braccio di Jane e la tirò nella stanza dove si allenavano.
La stanza era come la ricordava, una stanza illuminata solo da qualche candela e da una sola finestra, troppo piccola per stare lì. Le pareti erano piene zeppe di lame di ogni forma e dimensione. C’erano teche con delle spade e tanti altri oggetti contendenti di cui Jane non conosceva neanche il nome ma conosceva il dolore che procuravano. 
La prima volta che l’aveva portata lì dentro aveva aperto un cassetto, ci aveva infilato la mano e ne aveva estratto una piccola daga grande quanto un tagliacarte. Le disse che avrebbe dovuto usare solo quella e la bacchetta contro di lei e non capì in che modo fino a quando non glielo mostrò direttamente addosso.
«Voglio farlo io, perché l’hai portata» disse Draco quando entrò. Sulla sua faccia aveva letto la sorpresa di vedere quel posto per la prima volta «Zia…è il tuo arsenale privato questo? Non è dove portavi me…»
«Possiamo dire che è il mio ufficio.» rispose lei semplicemente posizionando Jane al centro della sala come le altre volte «Tuo padre ha pensato che questo buco fosse abbastanza per me» aggiunse disgustata.
«Che stai facendo? Cos…»
Bellatrix si mise in posizione e Jane immediatamente si preparò alzando la gonna e afferrando il necessario in entrambe le mani.
«Stai indietro Draco, per la tua prima lezione osserva solo» disse Bellatrix rivolta verso Draco e prima ancora di voltarsi verso di lei aveva già fatto partire un paio di coltelli che riuscì a evitare per un soffio spostandosi di lato.
Bellatrix si mise a ridere a squarciagola ed un altra serie di coltelli partirono da un'altra direzione, uno lo scansò colpendolo con la daga che aveva nella mano sinistra mentre l’altro lo rimandò indietro con la magia. 
Lo scopo di quell'allenamento era quello di riuscire almeno a ferire Bellatrix ma finora non ci era mai riuscita.
Tirò la sua daga mirando al petto di Bellatrix ma lei si trasformò in fumo nero e riapparve a lato di dove si era conficcata la daga.
Usando l’incantesimo accio la daga tornò nella sua mano sinistra e ricominciarono a duellare. Più passava il tempo e più armi usava, prendendo sempre quelle più grandi e pesanti. 
Non seppe da quanto tempo stavano andando avanti ma il sudore gli colò da un sopracciglio e il fiato stava cominciando a mancarle. Tutto quello non era affatto buono per il bambino. Non era riuscita in nessun momento a buttare un occhio a Draco per capire se fosse preoccupato o cosa, talmente che gli attacchi di Bellatrix erano veloci e casuali che non poteva perdere la concentrazione nemmeno un momento. Si era procurata solo qualche graffio sulla gamba e uno sul braccio, ma se non fosse stata troppo presa a proteggere il suo ventre non avrebbe avuto nemmeno quelli.
«Brava, brava» disse Bellatrix applaudendo e mandandole contro uno spadone di quelli che si tenevano a due mani.
«Protego!» quello si fermò come se avesse urtato una barriera e cadde ai suoi piedi.
«Ora il gran finale!» tutte le armi che erano sul pavimento si alzarono in aria contemporaneamente arrivando fino al soffitto.
Jane sapeva cosa stava per succedere, l’aveva allenata anche per quello.
Si preparò facendo un movimento di polso con la bacchetta e da quella fuoriuscì una frusta di fuoco mentre tutte le punte delle spade e dei coltelli iniziarono a girare per puntare tutti contro di lei. In un attimo, a tutta velocità piombarono tutte su di lei e con un movimento rapido di frusta la fece girare tutta intorno al suo corpo mandando a terra tutte le spade. Solo un coltello si conficcò in una spalla perché si era mosso in ritardo rispetto agli altri.
Bellatrix era davvero contenta, tanto che saltellava «Brava! Brava!» si avvicinò a lei saltellando e senza troppe cerimonie le estrasse il coltello dalla spalla. Lei trattenne un gemito di dolore «Ti sei fermata subito con la frusta, ricorda che non devi mai abbassare la guardia, ok?» disse lei fingendo di non notare che le faceva male la spalla e che stava perdendo un sacco di sangue.
«Ora guariscila» 
Entrambe si voltarono verso Draco che aveva detto quelle parole come se fossero un ordine. Era fermo, pietrificato vicino quella parete con gli occhi iniettati di sangue.
Bellatrix lo fece, puntò la bacchetta sulla spalla e il sangue prese a fluire al contrario rientrando nel suo corpo e richiudendo tutto. Non stava più ridendo.
Che cosa era appena successo?
«Jane, vai in camera tua» ordinò di nuovo Draco con quella voce che le mise i brividi. I suoi occhi di ghiaccio erano fermi su Bellatrix. In altre occasioni gli avrebbe risposto a tono ma ora stava succedendo qualcosa di così strano che decise di obbedire.
Corse via e filò direttamente in camera sua. Aspettò che il fiato si regolarizzasse prima di andare in bagno per farsi una sciacquata veloce. Si toccò la pancia e per fortuna sembrava stare bene a parte la stanchezza. Appena fece per uscire dal bagno la porta di ingresso si spalancò ed entrò Draco ricoperto di sangue «DRACO!» urlò Jane vedendolo «Che ti è successo?». Aveva schizzi di sangue sia sul viso che sui capelli, per non parlare della camicia che aveva una grossa macchia sul petto. Che Bellatrix lo avesse infilzato?
«Jane, prendi subito le tue cose e scappa» disse Draco «Muoviti fa presto!» lo vide afferrare la sua borsa che stava sul divano e buttarci dentro tutte le sue cose.
«Sei ferito? Che è successo?» insisté lei.
«Non sono ferito…non è mio questo sangue» disse lui senza guardarla in faccia continuando ad infilare le cose nella sua borsa.
Se il sangue non era suo, allora «Hai…ucciso Bellatrix?» disse lei coprendosi le mani con la bocca sconvolta.
«No, l’ho solo trafitta con una delle sue spade….si riprenderà presto….MUOVITI» le ficcò tra le mani la borsa e la spinse fuori «Devi andartene da qui SUBITO!»
Lei non era mai riuscita a procurarle un graffio in tutti quei mesi, come ci era riuscito lui visto che era solo la prima volta?

«Dove vuoi che vada, non ho altri posti dove andare!» chiese lei sconvolta.
Draco infilò una mano nella tasca e ne estrasse qualche moneta «Tieni, chiama il nottetempo e fatti portare a Londra. Domani prendi il treno e vai ad Hogwarts. Qui non dovrai tornarci mai più, ne parleremo a scuola ora CORRI!» le diede un’altra spinta e lei spaventata a morte eseguì di nuovo. Prima di prendere le scale che portavano al piano di sotto si voltò per un’ultima volta verso Draco che lo vide accasciarsi al muro e piangere. Resistette all’impulso di tornare indietro da lui e scappò via. Qualunque cosa avesse fatto era chiaro che era per salvare lei ed il bambino e non voleva rendere vano quello che aveva fatto. Corse per il viale ed appena fuori il cancello alzò la bacchetta per prenotare la fermata. Potevano volerci pure delle ore, per cui si nascose tra le siepi dove qualche giorno prima aveva vomitato. Di giorno non veniva mai nessuno al Manor ma era meglio nascondersi comunque. Mentre attese l’autobus si fece prendere dal panico e pianse. E se ora gliela facevano pagare per aver ferito Bellatrix? Se venivano ad Hogwarts a prenderla? In fin dei conti Narcissa Malfoy era la sua tutrice e poteva farlo. Pensando a Narcissa le si alleggerì un pò il cuore, lei non avrebbe mai permesso che succedesse qualcosa a suo figlio in casa sua.
L’autobus viola a tre piani apparve improvvisamente davanti a lei che si alzò subito. Un ragazzo dai capelli rossi scese dall’autobus e cominciò la solita tiritera «Sono Stan Picchietto e sono il vostro bigliettaio per….» Jane entrò in fretta e furia spingendolo dentro «Si, so già chi sei, non è la prima volta che uso il vostro servizio. Chiudi le porte e andiamo!» disse in fretta al ragazzo che obbedì anche abbastanza volentieri. Forse era stufo di dover dire sempre le stesse cose ad ogni fermata «Devo andare alla stazione di King’s Cross, quant’è?»
«10 falci» rispose lui facendole il biglietto. L’autobus partì a tutta velocità e lei si sedette al volo su uno dei sedili più vicini per non cadere a terra. «Ah scusa, non ti ho chiesto se hai un treno da prendere a King’s Cross. Noi dobbiamo proseguire prima il giro verso sud e poi saliremo verso Londra, vero Ernie?» urlò all’autista che non gli rispose.
Il suo treno partiva il giorno dopo alle 11, per cui non aveva nessuna fretta «A che ora pensi che arriveremo?» gli chiese Jane.
«Forse in nottata, giusto Ernie?» chiese di nuovo all’autista che non rispondeva.
«Non è un problema, non ho fretta» rispose lei guardando il panorama sfrecciare fuori dal finestrino. Nonostante gli scossoni si addormentò un paio di volte. Fortuna volle che il nottetempo fece un giro più lungo per soccorrere altre persone in difficoltà per cui si trovò alla stazione alle 7 del mattino successivo ed era riuscita anche un pò a dormire su quelle brandine che di notte apparivano sull’autobus. 
Scesa dall’autobus si stiracchiò tutta dolorante, un po ' per il lungo viaggio durato praticamente un giorno ma anche perché si era sforzata durante il duello con Bellatrix.
Vista l’ora passeggiò un po nella zona babbana per far passare il tempo fino a che, finalmente, alle 11 partì sull’Espresso per Hogwarts. Ovviamente la prima cosa che fece era cercare Draco, ma scoprì amaramente che lui non era sul treno.



SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti! Grazie per aver letto questo capitolo! Allora che ne pensate? Cerco in tutti i capitoli di spingervi a darmi un feedback ma non riesco proprio purtroppo. Comunque sia volevo dirvi che la ff è completa e quindi verrà pubblicata tutta (ergo, non dovrete aspettare che la scriva).
Ci "vediamo" al prossimo capitolo, buona lettura!
 

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


Capitolo VI



Passarono circa due settimane e Draco non era ancora tornato a scuola. 
Jane a quel punto fu costretta; andò da Piton nel suo orario di ricevimento «Signorina Lewis, cosa ci fa qui? I suoi voti sono più che discreti direi» disse lui quando la vide entrare nel suo ufficio. Nonostante avesse cambiato materia, il suo ufficio era rimasto quello nei sotterranei, buio e ordinato come sempre. Scaffali di libri e pozioni ricoprivano tutte le pareti.
«Mi scusi professore» avanzò verso di lui chiudendo la porta alle spalle «Mi chiedevo…se sapesse cosa è successo a Draco Malfoy» disse decisa guardandolo negli occhi. Percepì una microespressione nelle sue sopracciglia che non riuscì a interpretare.
«Questo non è il luogo» rispose lui con tono duro.
«Le chiedo scusa se insisto ma l’ultima volta che l’ho visto ha detto che ci saremmo rivisti a scuola ed invece…»
«Le faccio prima io una domanda» Mise le braccia dietro la schiena e si mise perfettamente dritto davanti a lei «Lei sa cosa stava facendo Draco nella stanza del settimo piano?»
Jane fu sorpresa dalla domanda sia per come gliel'aveva posta e sia perché sapeva che lui aveva trafficato in quella stanza. Lei sapeva che era qualcosa a che fare con la sua missione di uccidere Silente ma non sapeva di preciso né come si trasformasse la stanza per lui, né cosa ci facesse all’interno. «Mi dispiace, con me non parla molto» rispose lei.
«Eppure mi è giunta voce che siete stati molto vicini ultimamente…e non parlo come fratello e sorella» lo vide portare le mani di nuovo davanti incrociandole sul petto e notò la bacchetta che teneva stretta in una di esse. Improvvisamente si pentì di essere andata da lui; lui era il miglior legilimens del paese e se ora le leggeva la mente e scopriva del bambino…«Si è vero. Ma le giuro che non mi ha mai detto nulla di quello che fa in quella stanza. Una volta l’ho seguito ma la porta si è chiusa e non sono riuscita ad entrare» forse vedendola così naturale riusciva a convincerlo a non usare l’incantesimo su di lei «Se vuole posso provare a scoprirlo quando tornerà.» aggiunse speranzosa.
«Si, sarebbe un’ottima idea signorina Lewis» lo vide riporre la bacchetta nella manica del mantello «Ho bisogno di questa informazione»
Trattenne un sospiro e disse «D’accordo. Ma tornerà? Cosa è successo?»
Piton le diede le spalle e tornò dietro la sua scrivania e senza guardarla in faccia rispose «Ora serve il Signore Oscuro, è impegnato in una missione.» 
Il suo cuore mancò un battito «Significa che…»
«E’ stato marchiato» concluse lui.
Jane usò tutto l’autocontrollo che aveva per non piangere o trasmettere alcuna emozione attraverso lo sguardo «Capisco. Quindi a breve toccherà anche a me?»
«Non credo, il piano era di reclutarvi dopo il diploma ma lui ha mostrato segni di...precocità.. se così possiamo dire» si mise a sistemare i fogli che aveva davanti.
L’aver quasi ucciso Bellatrix gli aveva fatto guadagnare il marchio nero a 16 anni? Questo le stava dicendo?
«Ok…quindi, non tornerà più ad Hogwarts?» chiese temendo la risposta.
«Tornerà sicuramente perché ha delle cose da fare anche qui…ma non so quando»
Jane riuscì solo ad annuire con la testa e si congedò educatamente.
Certo che doveva tornare per forza…per uccidere Silente.
Dopo aveva lezione di incantesimi ma non ci andò perché si sentiva davvero molto male, infatti quando entrò nel suo dormitorio corse in bagno a vomitare. Ormai era entrata nel terzo mese ed aveva già cambiato il modo di vestirsi per coprire la pancia anche se accennata, appena fosse diventata più evidente avrebbe cominciato ad usare la pozione snellente. Fu davvero felice di non condividere il dormitorio con le altre ragazze, quelle voci su di lei e la maledizione che portava erano state davvero provvidenziali vista la situazione.
Appena si sistemò sul letto, cominciò a pensare a Draco sporco di sangue di Bellatrix ed iniziò a piangere. Lui ora era a tutti gli effetti un mangiamorte e lei lo sarebbe diventata tra un paio di anni: il bambino/a non potevano tenerlo. Forse darlo/a in adozione in modo che non avesse nulla a che fare con loro due era l’unica via di salvezza che aveva. Pianse fino a che si addormentò sfinita.


Draco tornò a scuola una mattina a Marzo inoltrato con un finto certificato medico. Quando entrò in Sala Grande per la colazione sorprese tutto il tavolo Serpeverde. Jane scattò in piedi, aveva dimenticato che aveva la pancia (anche se invisibile in quel momento) e urtò il piatto che aveva davanti. Quando lo vide e per poco non si commosse. Ma lui non la degnò nemmeno di uno sguardo. Erano 3 mesi che non riceveva sue notizie, non le inviò nessuna lettera per dirle che stava bene e nemmeno per chiedere lei come stesse. Ora averlo ad un passo da lei la riempiva di gioia ma sentiva che qualcosa non andava.
Sembrava calmo e sereno a guardarlo così mentre si sedeva di fianco a Blaise, qualche posto più avanti del suo, e scambiarsi un abbraccio amichevole. Forse non si era avvicinato a lei perché non voleva generare pettegolezzi intorno a loro due? Aveva senso. Jane si convinse di questa cosa ed aspettò che fossero soli per parlare. Durante le lezioni di quella giornata scoprì che Draco doveva fare dei compiti in classe per recuperare i tre mesi persi ma finirono lì le sue scoperte. Lui non la guardò nemmeno per un secondo, se provava ad avvicinarsi sembrava che lui facesse di tutto per evitarla e dopo cena se ne andò subito nel suo dormitorio. Jane era sconvolta. Non stava capendo.
Il giorno successivo fu uguale e quello dopo anche. Anche Pansy si accorse che qualcosa era diverso «Ehi Jane! Ma è successo qualcosa tra te e Draco? Percepisco dell’attrito tra di voi»
«Ciao Pansy» disse lei senza fermarsi mentre andavano alla lezione di Cura delle Creature Magiche «Tutto bene, credo solo che si sia scocciato di avermi tra i piedi» poi fece un finto sorriso «Credo non abbia mai voluto avere una sorella»
Anche Pansy sorrise «Beh immagino che trovarsi una sorella per casa tra capo e collo non sia una cosa carina»
Si Pansy, pensala così.
La vide avanzare il passo e mettersi di fianco a Draco. Che avrebbe dato per camminare spensierata accanto a lui e parlare normalmente come stava facendo lei.
Aveva pensato tante volte di costringerlo a parlare con lei ma non conoscendo a fondo le sue intenzioni non poteva farlo. Se lo stava facendo per i pettegolezzi bastava non farsi vedere insieme e nel castello era facile vedersi in segreto visto quanto era grande. Il problema era che sembrava proprio volerla evitare a tutti i costi, appena entrava nel suo campo visivo lui girava la testa o cambiava direzione.
Dopo una settimana dal suo ritorno ad Hogwarts Jane provò a bloccarlo mentre usciva dal bagno «Ehi dobbiamo pa..» fece per afferragli il braccio ma lui la colpì con un incantesimo sulla mano che la costrinse a ritirare il braccio.
«Stammi. Lontano» disse lui con uno sguardo così furioso che non sembrava da lui. Anche se non era la maniera come l’aveva immaginato quella fu la prima volta che le aveva posato gli occhi addosso da quando era tornato. Voltò la testa e se ne andò lasciandola lì ancora più confusa di quanto non fosse stata poco prima.
Eh no. Con lei le cose non funzionavano così, almeno una spiegazione gliela doveva. Corse verso la sua direzione e per fortuna lo vide entrare nella biblioteca. Lo seguì in silenzio e quando lo vide entrare nello spazio tra due scaffali abbastanza lontani da tutti si palesò di nuovo «Devi spiegarmi che sta succedendo!» gli disse decisa.
Lui fece uno scatto e la afferrò per il collo bloccandola con la schiena contro lo scaffale «Tra noi è FINITA, ti ho già detto di STARMI LONTANO»
Draco non aveva mai parlato con quel tono e soprattutto calcando in quel modo le parole. Inoltre non aveva senso dirle che era finita perché la loro relazione non era nemmeno iniziata. Poi notò che non le stava affatto stringendo il collo come per farle male.
Draco con la mano libera estrasse la bacchetta e gliela puntò al centro della fronte «Sai, ho imparato un nuovo incantesimo, si chiama LEGILIMENTS» fece una pausa «Posso leggerti la mente per VEDERE cosa hai fatto mentre eravamo INSIEME e scoprire quante volte mi hai tradito»
Jane stava iniziando a capire. Non era per i pettegolezzi che la evitava ma perché se gli leggevano la mente potevano scoprire di lei. Cazzo, era un enorme problema. 
Aveva intenzione di chiedergli se stesse imparando l’occlumanzia  e sperò che capisse «Posso imparare l’OCCLUMANZIA e non farti vedere proprio niente!»
«Potrei essere troppo forte per te» poi fece una piccola pausa e aggiunse «E poi scommetto che hai troppe cose da nascondermi non è vero? Più cose mi nascondi più facile sarà per me scoprirle» le lasciò il collo e la guardò un ultima volta «Ora sparisci, non voglio più vederti ronzarmi intorno, hai capito? Ora che ci penso, perché non sparisci anche da casa mia?» A Jane scesero delle lacrime perché aveva capito tutto. Con l’occlumanzia riusciva a nascondere solo fino ad un certo numero di ricordi a Voldemort ma se i ricordi di lei aumentavano non ce la faceva. La stava supplicando per non rendergli la cosa ancora più difficile.
«D’accordo Draco. Non mi farò più vedere né da te né al Manor. Riuscirò a cavarmela da sola vedrai» gli disse dietro mentre lui camminava a passo svelto per andarsene.



Draco non era mai stato così male in vita sua. Se ne andò da quella biblioteca a passo svelto sentendo di poter vomitare da un momento all’altro. 
Da quando era tornato ad Hogwarts aveva lottato contro l’istinto di guardare Jane un miliardo di volte e lei non gliel’aveva resa facile cercando invece di incontrarlo e parlare, giustamente. Da quando lo avevano marchiato avevano cercato più volte nella sua mente tracce di debolezza, scoprirono che sua madre era un punto debole perché le voleva bene, ma riuscì miracolosamente a schermare ogni ricordo di Jane.
Era quasi certo che Jane avesse capito quello che le aveva detto tra le righe ma vederla così e soprattutto doverla trattare così fu davvero straziante. Non doveva piangere. 
Quando gli leggevano la mente potevano vedere materialmente il ricordo, cioè quello che vedeva e sentiva con le orecchie ma non potevano sentire i suoi stessi sentimenti, quindi anche se ora stava morendo dentro loro non lo potevano vedere.
Jane doveva cavarsela davvero da sola, sia per la sua vita che quella della loro prole. Avrebbe dovuto affrontare tutto da sola, le visite mediche, il parto e l’affidamento. 
Cercò di togliersela dalla mente per non creare qualche falso ricordo per sbaglio e si tuffò nella stanza delle necessità per dedicarsi al suo progetto.

 
__________________________


Jane durante il resto dell’anno scolastico continuò ad usare la pozione snellente nascondendo il pancione che sembrava voler esplodere verso la fine. Qualcuno si accorse che camminava strano ma lei inventò che aveva un problema alla schiena e riuscì a cavarsela. Quando compì 17 anni le arrivò una lettera dalla Gringott con una chiave dicendole che il conto della sua famiglia era passato a lei come anche la proprietà della casa. Draco aveva ragione. Pianse di gioia perché ora aveva un pò di soldi per cavarsela. Era tutto pronto. Aveva deciso l’istituto dove avrebbe lasciato il/la bambino/a e preparò tutti i documenti per l’adozione. 
Sarebbe dovuta/o nascere a Luglio ma Jane partorì il 30 Giugno 1997 ad Hogsmade, nella stanza da letto di Madama Rosmerta che l’accolse quando fuggì da Hogwarts durante la notte in cui le si ruppero le acque. Il bambino era un maschietto e quando le chiese come volesse chiamarlo usò l’Oblivion su di lei cancellandole le ultime ore dalla testa. Era dolorante e a pezzi ma usò tutte le forze che aveva per alzarsi e smaterializzarsi altrove con il suo bambino mentre ad Hogwarts Silente moriva per mano di Piton.
Jane andò a casa sua temporaneamente per riprendersi dal parto e fu proprio lì che scoprì tramite la Gazzetta del Profeta che Silente era stato ucciso ad Hogwarts. Si chiese se fosse stato Draco ma non veniva menzionato il nome del carnefice in quell’articolo. Alexander Lewis, questo è il nome che aveva dato a suo figlio, gli somigliava in maniera impressionante e non riuscì a portarlo in istituto. Da quando Madama Rosmerta gliel’aveva messo tra le braccia si innamorò all’istante di lui, e giurò in quello stesso momento di proteggerlo da tutti e da tutto. Sapeva che doveva nascondersi e scappare per non farsi trovare dai mangiamorte e per questo motivo, dopo appena una settimana dal parto, fece i bagagli e se ne andò con l’amore della sua vita dagli occhi azzurri tra le braccia.
Non potendo tornare ad Hogwarts per l’ultimo anno si trovò un lavoro dove potesse portare anche suo figlio perché non poteva lasciarlo a nessuno, e per fortuna ne trovò uno in un asilo nido per maghi. Era un asilo privato e la direttrice la prese a cuore vista la sua situazione da giovane mamma single, le permise di usare una stanza a casa sua dove dormire e di lavorare al piano di sotto con i bambini come maestra. Non guadagnava moltissimo visto che veniva ripagata anche in vitto e alloggio ma almeno per il primo anno di vita di Alexander andava benissimo. Non provò in nessun modo a contattare Draco fino a quando «Ehi Jane! Vieni a vedere, presto!» disse Bernardette, la sua amica e direttrice, dal giardino di casa sua.
Jane la raggiunse con Alexander tra le braccia «Che succede Benny?»
Lei era euforica «Tu-sai-chi è stato sconfitto!» le passò il giornale e c’era in prima pagina la foto del cadavere di Voldemort in una location che riconobbe come «Ma qui è a Hogwarts!» esclamò scioccata.
«Si! Pare ci sia stata una battaglia la notte scorsa, l’articolo dice che tu-sai-chi voleva qualcosa ad Hogwarts…comunque abbiamo vinto!» esultò lei felice.
Jane non riusciva a crederci, era libera. «Benny…non posso crederci» disse commossa asciugandosi una lacrima. Alexander prese a piangere forse vedendo lei in quello stato «Noo Alex…la mamma è felice» disse abbracciandolo «Siamo liberi!»
«E’ un bel regalo questo per il tuo primo compleanno, vero piccolo?» Benny prese Alex in braccio permettendo a lei di godersi un’attimo il momento. Non le avrebbero dato più la caccia, poteva finalmente uscire da quel paesino in cui si era rifugiata da un anno. Il posto non era male ma non era casa sua. Casa sua. Adesso poteva tornarci!
«Andrai a cercare suo padre ora?» le chiese Benny improvvisamente.
«E’ vero…ora posso vederlo!» si rese conto come una stupida.
 Colta da un’improvvisa voglia di vederlo prese carta e penna e gli scrisse un messaggio. Aveva sempre desiderato farlo ed ora le tremavano le mani:

Caro Draco come stai? Noi stiamo bene, sai tuo figlio si chiama…

Si interruppe e pensò. Non sapeva ancora la sua situazione com’era, non poteva dare troppe informazioni per posta. Strappò la pergamena e ne scrisse un altro:

Come e dove stai? Possiamo vederci? J.

«Così dovrebbe andare» piegò il biglietto, scrisse il nome di Draco sopra 
e chiamò il gufo postino della zona dalla finestra. Mise uno zellino nel borsello che portava al collo e volò via per consegnare la lettera. Sperò che non tornasse indietro con la sua lettera, perché in quel caso significava che lui non esisteva più.


 
_____________



Draco si trovava al San Mungo, l’ospedale per malattie e ferite magiche, dopo la battaglia ad Hogwarts. Non aveva ferite gravi ma sua madre aveva insistito che si facesse controllare. Era disteso sul letto in una stanza privata che aveva una finestra enorme che dava sulla strada babbana. Non riusciva a credere che fosse tutto finito. Si guardò il braccio dove aveva il marchio e lo vide completamente sbiadito, come se fosse vecchio di 50 anni. 
Sentì picchiettare sulla finestra e notò un gufo «Posta per me?» disse lui aprendo il vetro. Il gufo lasciò cadere il biglietto a terra e rimase lì ad aspettare. 
Lo raccolse e lo lesse: 
Come e dove stai? Possiamo vederci? J.
«J?» fece mente locale e cercò di ricordare qualcuno che avesse un nome che iniziasse con la J ma vuoto assoluto.
Era sicuro che fosse per lui perché sulla busta c’era scritto il suo nome.
«Boh…» piegò la lettera e la ripose nella sua borsa, ci avrebbe pensato più avanti.
Proprio in quel momento bussarono alla porta ed entrarono sua madre e suo padre.
Lucius Malfoy evitò l’incarcerazione ad Azkaban per la seconda volta grazie a sua moglie che mentendo al signore Oscuro riguardo la morte di Harry furono ritenuti non colpevoli.
«Come ti senti figliolo?» disse Lucius appena lo vide alzato.
«Bene» rispose secco Draco «Possiamo andarcene da qui allora?»
«Non ancora» rispose sua madre. Entrambi i suoi genitori avevano l’aspetto emaciato, nell’ultimo periodo se l’erano vista brutta «Il dottore vuole tenerti un’ altra notte in osservazione, se non ci sono problemi domani torni a casa» lo spinse di nuovo sul letto.
«Mamma sto bene! Ho solo qualche bruciatura e qualche graffio!» disse scrollandosela da dosso. 
Draco sapeva che non era il modo di comportarsi con i suoi genitori ma non riusciva a fare a meno di pensare che tutte quelle disgrazie che aveva avuto erano state a causa loro, soprattutto di suo padre. 
«Blaise dov’è? L’hai trovato?» chiese lui cambiando argomento.
«Si, hanno portato qui anche lui…è nella stanza 407, qualche porta più avanti» rispose sua madre dolcemente.
«Come sta?»
«E’ nelle tue stesse condizioni» rispose suo padre questa volta «Posso sapere come avete fatto ad evocare l'Ardemonio?»
«E’ stato Tiger, non credo sapesse quello che faceva…» rispose lui ripensando al momento in cui il suo amico fu risucchiato dalle fiamme per sempre.
«L’importante è che stai bene» disse sua madre.
Passarono il pomeriggio con lui e verso sera finalmente lo lasciarono da solo. 
Uscì dal San Mungo il giorno dopo.

__________

Passò poco meno di un anno dalla Battaglia di Hogwarts durante il quale la sua vita tornò quasi alla normalità. Si era diplomato terminando così il suo percorso di studi,  frequentava  una ragazza con la quale sembrava andare tutto bene e usciva con gli amici ogni tanto. Sembrava tutto perfetto fino a quando una sera Blaise lo invitò a mangiare con lui in un pub in un paesino non molto lontano da Londra. Avevano deciso che quella doveva essere una serata solo uomini e quindi lasciarono le proprie ragazze a casa per quella sera. Il pub era il tipico pub inglese, stile taverna, rustico tutto in legno. Il barista era un centauro e spiccava non poco in quel posto, anche perché lui li aveva sempre immaginati nelle foreste a predire il futuro e a parlare in versi. Questo qui invece parlava anche in dialetto.
«Benvenuti! Accomodatevi pure qui..» indicò loro un tavolo a due posti e loro si accomodarono «Ehi Jane! C’è da prendere le ordinazioni, me ne occupo io qui» disse il centauro dietro una tendina alle sue spalle.
«Ok Reg!» uscì una ragazza dai capelli lunghi, arruffati e rossi che si stava abbottonando il grembiule.
«Cazzo! Ma quella è Jane!» esclamò Blaise scioccato.
«La conosci?» chiese lui incuriosito.
Blaise si accigliò «Mi prendi in giro?»
«Ciao ragazzi cosa prend…..» la ragazza si avvicinò al loro tavolo con carta e penna e si immobilizzò quando lo vide.
«Ciao Jane!» Blaise si alzò e l’abbracciò. Sembrava si conoscessero da tempo nonostante la ragazza era titubante.
«Blaise…ciao.. da quanto tempo!» disse lei. Notò che ogni tanto buttava gli occhi su di lui, forse lo conosceva? Draco si sforzò di ricordare dove potesse averla vista ma non gli veniva in mente nulla. Era molto carina, aveva gli occhi scuri da cerbiatta e i capelli rosso scuro mossi che la facevano sembrare una leonessa.
Blaise attaccò subito «Sono felice di rivederti! Sei sparita dopo il sesto anno, sinceramente pensavo fossi…»
«Morta?» disse lei sorridendo imbarazzata «Era quello che volevo infatti…» poi finalmente si rivolse a lui «Draco…»
Lui si alzò per educazione e le porse la mano «Piacere di conoscerti…sono Draco Malfoy»
Sia lei che Blaise lo guardarono accigliati «Che avete?»
«Draco, davvero non ti ricordi di lei?» disse Blaise. Era chiaro che aveva fatto una grossa figuraccia.
Draco la guardò di nuovo «Scusami…io non mi ricordo proprio di te…dove ti ho già conosciuta?»
«No. Sta scherzando…non è possibile…» fece Blaise a lei.
La ragazza fece cadere la penna ed il blocchetto di fogli che aveva in mano «Blaise…» fece una pausa e poi riprese «C’è altro che non ricorda?»
«Cosa? In che senso?» chiese lui confuso.
«Da quando me ne sono andata da Hogwarts, hai notato che ha dimenticato qualcos’altro oltre me?»
Blaise guardò lui poi tornò su di lei «No»
Hogwarts? Era stata ad Hogwarts e se n’era andata? Perché non la ricordava affatto?
«Che succede?» chiese lui.
Jane raccolse le cose che le erano cadute e la vide scrivere qualcosa «Tieni, leggilo quando sarai a casa» gli passò un biglietto piegato a metà.
«Blaise, lascia perdere questa storia. Cosa vuoi ordinare?» fece lei con fare professionale tutt’un tratto.
«Ehm…» confuso Blaise prese il menù «Prendo del fish and chips»
«Tu?» gli chiese lei.
«Lo stesso» rispose lui turbato. Non aveva per niente fame in quel momento. Teneva ancora quel biglietto in mano e lo stava stringendo così forte che forse lei lo notò.
«D’accordo, da bere va bene birra?» fece lei.
«Si» risposero in coro. Jane girò i tacchi e se ne andò.
«Draco che cazzo ti è preso?» disse Blaise non appena lei fu lontana.
«Blaise!» battè un pugno sul tavolo «Non sto scherzando, non me la ricordo!»
«Ha vissuto a casa tua per qualche mese, dicevamo che era la tua sorellastra. E’ stata anche la mia ragazza per un breve periodo. Come fai a non ricordartela!»
Se non fosse stato che li aveva appena visti interagire avrebbe giurato che Blaise gli stesse facendo uno scherzo.
«Perché avrebbe vissuto a casa mia? Se mi stai prendendo in giro giuro che…»
Blaise cambiò espressione «I mangiamorte sterminarono la sua famiglia e lei venne accolta da tua madre a casa vostra…»
Draco si voltò e la cercò con lo sguardo, stava pulendo un tavolo in fondo al locale «Se questa storia ha a che fare con i Mangiamorte…devono avermi obliviato»
Blaise annuì «E’ la stessa cosa che stavo pensando io…ma perché avrebbero dovuto farlo?»
Draco era sconvolto. Si era appena ricordato di quel messaggio che aveva ricevuto al San Mungo firmato J. quasi un anno prima. Lei aveva provato a incontrarlo.
«Ecco a voi, buon appetito» Jane tornò per servirli ma non si accorsero di lei tanto erano presi dai loro pensieri.
Draco agì d’istinto e le afferrò un braccio per non farla andare via «Aspetta…vorrei parlarti»
«Non qui.» disse lei seriosa «Parleremo. Ho un sacco di cose da dirti, ma non è il momento» strattonò il braccio e prima di andarsene disse di spalle «E non perdere il biglietto stavolta!»
Draco notò che aveva un certo carisma, era sicura di sé e per qualche motivo sentiva un'attrazione verso di lei che non si basava solo sull’aspetto fisico.
«Blaise quando l’ho nominata per l’ultima volta?» disse lui sedendosi di nuovo. Non si era accorto di essersi alzato per afferrarla.
Blaise ci pensò su «E’ difficile ricordarlo. Durante l’ultimo anno con i Carrow avevamo altri pensieri per la testa»
«Già…vorrei capire quando è successo» prese una forchetta e prese a giocherellare con il cibo, non aveva per niente appetito mentre Blaise si, tanto che mangiò anche la sua porzione.
Tutte le volte che Jane passava accanto a loro Draco non poteva fare a meno di guardarla. Cercava ogni particolare che poteva aiutarlo a ricordarsi di lei, le mani, le lentiggini, quei capelli rossi. Si chiese se si potessero recuperare i ricordi obliviati.
«Non le hai tolto gli occhi di dosso nemmeno per un secondo» disse Blaise tutt’un tratto con un mezzo sorriso sul volto «Ti devo ricordare che hai una ragazza?»
Meggie. Era la figlia del Primario del reparto Lesioni da Incantesimo del San Mungo, un pezzo grosso. Stavano insieme da sette mesi e quello per lui era un record personale, la sua più lunga relazione.
«Hai finito?» fece lui cambiando discorso «Possiamo andare?»
«Sei impaziente di leggere quel biglietto scommetto» fece lui spingendo il coltello nella piaga.
«Da morire» ammise lui alzandosi. Blaise si pulì la bocca con un tovagliolo e lo seguì per pagare il conto. Non videro più Jane, forse stava lavorando nelle cucine «Ci saluti Jane per favore, siamo Blaise e Draco» disse Blaise al cassiere.
«Certamente» rispose lui sorridente dandogli lo scontrino «Alla prossima!»
Uscirono dal locale e si salutarono «Allora mi aggiornerai su questa storia?» disse Blaise porgendogli la mano.
«Certo, mi raccomando non farne parola con nessuno, soprattutto con Christy» afferro la sua mano stringendola.
«Tranquillo, so che quelle due spettegolano sempre insieme» disse ridendo «Buonanotte!» lasciò la sua mano e si smaterializzarono. Draco tornò al Manor e andò diritto in camera sua per poter finalmente leggere quel biglietto.

Se non hai più problemi con Tu-sai-chi vieni Giovedì alle 7pm al 22 Kennet Pl, Marlborough. 

La mattina successiva si svegliò ancora più confuso. Aveva passato la notte sui libri a cercare un modo per recuperare i ricordi persi dall’incantesimo oblivion ma scoprì che era veramente raro che succedesse a qualcuno. A colazione i suoi genitori si accorsero del suo stato «Hai dormito stanotte?» gli chiese suo padre.
«Certo» rispose lui con tono secco «Come mai questa domanda?» chiese fulminandolo con gli occhi.
Suo padre prese il giornale che era sul tavolo e si nascose dietro.
«Hai gli occhi gonfi…» gli fece notare sua madre.
«Si. Ho letto» finì lui il discorso. Mangiò la sua colazione e poi chiese «Mamma ti ricordi di Jane?»
«Jane Lewis? Certo che me la ricordo» rispose lei decisa.
Perché era l’unico che non si ricordava di lei?
«Sai che fine ha fatto?» chiese lui per farsi dare qualche informazione.
«So che si è nascosta dai Mangiamorte ed ovviamente non l’ho mai cercata. Non ho mai ricevuto notizia del suo assassinio quindi suppongo sia ancora viva»
«Parlate della figlia dei Lewis?» disse suo padre abbassando il giornale.
«Si, la ragazza che avevo preso in custodia…» poi sua madre si rivolse di nuovo a lui «Come mai mi hai chiesto di lei?»
Ne ha parlato normalmente, quindi non sapeva nulla dell’oblivion «Curiosità» disse alzando le spalle.
«Oggi ti vedi con Maggie?» chiese sua madre mentre lui fece per alzarsi.
«Probabilmente si» rispose lui senza particolare enfasi lasciandoli li da soli.
Giovedì era tra due giorni e gli sembrava lontanissimo.
Quella sera si vide con Maggie e andarono a fare una passeggiata in centro a Londra, lei si era vestita di tutto punto con un abito aderente e tacchi a spillo, la guardavano tutti mentre passeggiavano. Aveva tirato su i suoi capelli neri in un elegante chignon e truccato i suoi grandi occhi azzurri, non potè fare a meno di dire «Sei bellissima»
«Grazie, anche tu» rispose lei allungando una mano e spostando una ciocca dei suoi capelli biondi dietro l’orecchio aspettandosi un bacio che arrivò subito. Andarono a cena in un ristorante lussuoso della zona dove iniziarono a parlare del più e del meno «La prossima estate vorrei andare a New York, dicono che anche la zona babbana è spettacolare»
«Si, ne ho sentito parlare anche io» rispose lui.
«Mio padre ci va almeno una volta l’anno per lavoro, li fanno dei corsi di formazione importanti»
Draco ebbe un’illuminazione. I libri sul quale aveva cercato informazioni erano testi comunque vecchi, e suo padre era un medico importantissimo che si occupava delle lesioni da incantesimo «Sai, a proposito di tuo padre, avrei una curiosità da chiedergli»
«Curiosità su cosa?» chiese lei interessata.
«L’incantesimo Oblivion, sono curioso di sapere se negli anni hanno trovato un modo per annullarne gli effetti» disse lui con nonchalance.
«Interessante! Glielo chiederò!» rispose lei.
Draco, sorpreso che la cosa avesse funzionato, le sorrise e lei gli prese la mano «Stanotte ti va di dormire con me?» le chiese maliziosamente.
«Certo» rispose lei quasi in un sussurro.
Presero una camera in un hotel e passarono lì la notte a divertirsi insieme.
 

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Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


Capitolo VII



Finalmente Giovedì alle 7 di sera andò all’appuntamento con Jane. Era un posto molto carino, c’erano tante villette e un fiumiciattolo che girava tutt’intorno alle case caratteristiche di quel posto. Si guardò intorno ma in quel momento non c’era nessuno. Non gli aveva scritto a quale porta bussare, quindi attese passeggiando su quella stradina avanti e indietro che si facesse vedere lei.
«’Sera Signor Malfoy» disse lei alle sue spalle.
Draco si girò di scatto e per un motivo che non seppe spiegare il suo cuore cominciò a battere all’impazzata. Che senso aveva se non ricordava minimamente chi era?
«Buonasera…Jane» rispose lui.
«Visto che sei venuto…ne deduco che non hai più niente a che fare con i mangiamorte»
Jane aveva indossato un foulard che le teneva su tutta la massa di capelli facendola sembrare una pin up degli anni 50.
«Si, me ne sono liberato se così si può dire»
Lei si avvicinò di un passo e lo guardò fisso negli occhi. Sembrava volesse vederlo dentro «Non hai lasciato nemmeno un briciolo di ricordo di me» poi si allontanò di nuovo e fece una smorfia dicendo «Sei stato bravo»
«Sono stato bravo a fare cosa?» il cuore continuava a battere forte.
«Vieni, passeggiamo. Ti racconterò tutto.» allungò la mano verso di lui e lui la prese senza esitazione, in quel momento, senza conoscerne il motivo, l’avrebbe seguita in capo al mondo.
Il posto era davvero molto bello, sulle sponde del fiume c’era un parchetto per bambini e delle panchine e la luce del tramonto rendeva il tutto molto più romantico e suggestivo.
«Da dove comincio…» fece lei. 
Draco percepiva il suo nervosismo e cercò di aiutarla «Blaise mi ha detto che hai vissuto a casa mia per un breve periodo, poi che non sei tornata ad Hogwarts per l’ultimo anno» disse lui. 
Lei annuì «Ho vissuto a casa tua dall’estate dopo il 5 anno fino a Natale. Poi non sono più tornata al Manor»
«Perchè? E’ successo qualcosa?» chiese incuriosito.
«Si ma…te lo racconterò in un secondo momento.» fece una pausa e poi chiese «Ti ricordi che hai quasi ucciso tua zia Bellatrix?» 
Draco si accigliò e fece mente locale. Ricordava un evento, forse era un duello con lei nei sotterranei della villa «Ho un vago ricordo» rispose infine.
«L’hai attaccata a causa mia.» disse lei fermandosi e mettendosi di fronte a lui «Tua zia era solita allenarmi alla sua maniera….sai con le lame…quella volta hai assistito ad un allenamento e hai dato di matto»
Se Draco avesse avuto una mascella smontabile ora sarebbe caduta a terra «Mi stai dicendo che stavamo insieme?»
Forse Jane arrossì ma con il buio che stava avanzando non ne era sicuro.
«Non proprio…noi non avevamo stabilito niente in realtà»
«Jane, se ho quasi ucciso mia zia per te direi che non eri una qualunque, non trovi?» sentiva che stava impazzendo. Si tolse la giacca visto il caldo che sentiva e cominciò a camminare avanti e indietro con foga. Sapeva che lei non stava mentendo, se lo sentiva. «Come faccio a riavere i miei ricordi? Perché non li ho più?»
Lei sospirò «Alla prima domanda non posso risponderti. Ma alla seconda forse si.» rispose lei «Li hai cancellati tu i tuoi ricordi, per proteggerci»
Draco si fermò di botto «Cosa?»
Lei scosse la testa «Tu…mi facesti capire che i Mangiamorte usavano il legiliments su di te per scovare i tuoi punti deboli.»
Si, questo se lo ricordava «Almeno una volta al mese mi sottoponevano a quell’incantesimo»
«Ora non so di preciso cosa ti sia successo, forse stavano per arrivare a noi e tu hai pensato di obliviarti»
Draco stava cercando di mettere in moto il cervello all’ennesima potenza «In questo caso forse te l’avrei detto prima di farlo….no? Non è più probabile che sia stato obliviato da qualcun altro?»
Lei scosse la testa «Sono sicura che l’hai fatto tu, altrimenti ci avrebbero dato la caccia e non l’hanno fatto»
Draco notò il plurale «Ci?»
Jane fece un lungo sospiro che lo fece preoccupare «Una cosa alla volta…penso che per ora basti così»
«Dimmi tutto quello che devo sapere!» disse lui.
«Ti dirò tutto, ma a tempo debito. Te lo prometto» si girò e alzò la testa verso il cielo che era ormai scuro. La luce della mezzaluna che era su di loro la illuminava debolmente e notò delle piccole lentiggini che aveva sul tutto il viso.
Chissà cosa aveva passato con lei. Voleva sapere di più.
«Bene! Ora è tempo di tornare a casa» disse lei improvvisamente. 
«Quando mi racconterai di più?»
«Lavoro in quella taverna tutte le sere tranne il giovedì. Quando vorrai fare due chiacchiere sai dove trovarmi» Fece qualche passo verso il punto da dove erano venuti ma Draco la bloccò per un braccio.
«Cosa mi ferma dall’usare il legilments qui ed ora per scoprire tutto?»
Jane fece un mezzo sorriso «Me lo aspettavo da te.» si voltò verso di lui ed aprì le braccia «Fallo pure»
Draco non se lo fece ripetere, si fece scivolare la bacchetta che aveva nella manica e disse puntantola «Legiliments!»
Vide se stesso davanti a se che pronunciava l’incantesimo, poi il ricordo sfumò e vide lui e Blaise alla taverna…molti dei ricordi li stava nascondendo con l’occlumanzia! Vide dei ricordi sparsi di lei che faceva cose giornaliere e poi fu stesso lei che spinse in avanti dei ricordi, quelli di Hogwarts. 
Era il suo sesto anno, lei lo guardava da lontano, si nascondeva con le lacrime agli occhi.
Poi, come prima, andò ancora più indietro alla festa di Natale al Manor. Vide lei che duellava con Rabastian Lestrange nel corridoio fuori la sua stanza, lui le aveva fatto un agguato. Vide del fumo bianco, gli stava nascondendo qualcosa fino a che rivide lei che gli andò incontro e stringerlo a se nel bel mezzo della festa. Vide il suo sguardo preoccupato nel vederla in quello stato. Di nuovo fumo e gli fece vedere un corridoio buio e deserto di Hogwarts. Entrambi erano nascosti e si stavano baciando con foga, poi vide se stesso prenderla per mano e portarla altrove. Il ricordo si interruppe e lo portò di nuovo a casa sua al Manor. Lei era incatenata, e guardava sua madre che la accoglieva a casa sciogliendole le catene, Rockwood se n’era appena andato.
Draco interruppe l’incantesimo ansimando.
Jane lo afferrò per le spalle «Scusa forse era troppo…stai bene?»
Si sentiva così confuso e stordito che decise di sedersi su una delle panchine che erano lì.
Lei si sedette accanto a lui ma non disse nulla, lo osservò solo tremare.
«Sei brava in occlumanzia» disse lui dopo un pò cercando di smorzare la tensione.
«Non è vero. Sei tu che non hai insistito troppo per abbattere le mie barriere» la vide stringere le mani «La prossima volta ti farò vedere altro se vuoi. Ma ti consiglio di farlo un pò alla volta, sei pallido come un fantasma»
Quell’incantesimo non era una passeggiata e venire a sapere della sua vita attraverso un’altra persona era un duro colpo.
«Ora è meglio che vai a riposare» suggerì lei.
«Si…» 
Lei si alzò di scatto «Buonanotte Draco»
Si alzò anche lui «Buonanotte»
Lei, decisa, si incamminò verso il punto dal quale era venuta e lui la osservò da lontano fino a che, rimasto solo, si smaterializzò.


Il giorno dopo non andò alla taverna e nemmeno quello successivo. Capì che Jane aveva ragione, doveva recuperare i ricordi un pò alla volta altrimenti rischiava di impazzire.
Tentò di comportarsi normalmente sia a casa che con la sua ragazza ma loro si accorsero che qualcosa lo turbava.
«Che ti prende? Sei così silenzioso oggi» disse sua madre una sera a cena.
«C’è qualcosa che ti turba? Puoi parlarcene?» aggiunse suo padre.
Draco sospirò «Ve ne parlerò a tempo debito» disse usando le stesse parole di Jane.
Per fortuna non insistettero e dopo cena decise di andare nei sotterranei.
Da quando tornò a casa dopo la rivelazione di Jane decise di passare del tempo in vari luoghi di casa sua sforzando la memoria per poter ricordarsi di lei. Quella sera stessa rimase nel corridoio fuori la sua stanza per qualche ora, dove Jane aveva duellato con Rabastian ma non gli venne in mente niente. La sera successiva invece si mise nell’ingresso dove l’aveva vista incatenata, ma nulla anche lì. Quella sera aveva deciso di andare nei sotterranei, precisamente nel vecchio ufficio di Bellatrix. Se quella volta l’aveva quasi fatta fuori per Jane doveva avere dei ricordi forti li dentro. Con le mani in tasca entrò in quella stanza. Era rimasta come se la ricordava solo con della polvere in più e qualche ragnatela. Intorno a tutta la stanza c’erano delle teche piene di armi come spade e pugnali e vari attrezzi da tortura. Fece qualche passo ascoltando l’eco dei suoi passi e si mise al centro della stanza. Cercò di ricordare quando aveva colpito sua zia.
Chiuse gli occhi.
Quella volta lui era davvero furioso, stringeva la bacchetta così forte da sentire dolore. Vedeva Bellatrix davanti a se e sentiva di volerla proprio uccidere, di farle provare dolore. Prese uno dei tanti pugnali sparsi sul pavimento, lo lanciò in aria e con la magia lo diresse addosso a lei affondandoglielo nel braccio. Lei urlò ma non si mosse, lo guardava spaventata. Poi si avvicinò a lei e afferrò quel pugnale tirandolo fuori dal braccio e schizzandosi con il sangue.
Perché l’ho fatto?
A quel punto improvvisamente affiorò un nuovo ricordo, come se stesse vedendo un filmino a ritroso vide Jane apparire davanti a Bellatrix con un pugnale ficcato nel braccio.
Draco aprì gli occhi di colpo e quasi cacciò un urlo. 
Quello era stato del tutto inaspettato. Stavolta non era un ricordo di Jane ma era suo.


 
_________


Jane temette che Draco non si facesse più vedere. Dall’ultima volta che si videro passò quasi una settimana e tutte le sere guardava bene tutti i clienti del locale per cercare di scorgerlo. Poteva capire di averlo sconvolto ma continuava a pensare a come poteva prendere la notizia di avere un figlio. Quel mercoledì finalmente si fece vedere ed era solo.
Lasciò tutto quello che stava facendo per avvicinarsi al suo tavolo quasi raggiante.
«Bentornato! Cosa ti porto oggi?»
«Solo una birra. Possiamo parlare un pò?»
«Certo.» rispose seriosa. Posò il suo taccuino nella tasca del grembiule e andò a prendere la birra avvisando Reg che si prendeva una pausa.
Gli mise il boccale davanti e si sedette di fronte a lui «Come stai?»
Draco bevve un sorso della sua birra continuando a fissarla «Non molto bene devo ammettere» poi si leccò le labbra «Ho dei continui mal di testa»
«Stai cercando di forzare la memoria vero?» chiese lei per niente stupita. Sapeva che lei avrebbe fatto lo stesso nella sua situazione.
Lui annuì soltanto, poi dopo qualche secondo disse «Sono pronto a scoprire il resto, quando vogliamo farlo?»
«Ma hai appena detto che non stai bene…»
«Si ma le cose non cambieranno se continuerò ad aspettare. E’ da una settimana che continuo a pensare a te, non posso più vivere così»
Il suo cuore mancò dei battiti ma cercò di non darlo a vedere «D’accordo. Domani sera, stesso posto stessa ora, ok?»
«Ok» 

 
__________


Draco quella sera si era presentato all’appuntamento un’ora prima. Aveva provato a distrarsi tutto il giorno ma non riusciva più ad aspettare. Fu contentissimo di vedere anche lei presentarsi all’appuntamento prima dell’orario prestabilito.
«Sei in anticipo» fece lui.
«Già…anche tu» lei si fermò di fronte a lui.
«Sei pronta?» disse lui estraendo la bacchetta.
«Aspetta. Prima di farlo preferisco raccontarti prima a voce. Poi dopo potrai usare il legiliments» disse lei dolcemente. Sembrava agitata come lui.
«Ora siediti» gli disse quasi come un ordine indicandogli una panchina a due passi da loro.
«Sono agitato adesso, non voglio sedermi! Dimmi quello che devo sapere!»
«Ed io ti ho detto che devi sederti!» lo afferrò per un braccio e lo forzò a sedersi.
«Che caratterino» commentò lui.
«Ok sei pronto?»Si stava strofinando le mani agitatissima.
«Pronto a cosa? Jane mi sto preoccupando…»
«Ti prego, non svenire» disse lei quasi supplicandolo. Non si accorse della persona alle sue spalle che si avvicinò e che passò a Jane tra le braccia un bambino.
«Lui è Alexander, nostro figlio»



«Lui è Alexander, nostro figlio»
Mancò un soffio che non svenisse. Forse rimase per ore a fissarli entrambi ma lo shock non glielo fece percepire. Quel bambino….Alexander aveva detto?...Aveva i capelli biondi così chiari da sembrare bianchi come anche le ciglia e le sopracciglia. Ed inoltre i suoi occhi erano terribilmente i suoi. «S-spiegati..p-p-per favore» 
Jane fece un sospiro diverso da quello precedente, quasi come liberatorio. Forse pensava che il peggio era passato.
«Sono rimasta incinta alla festa di Halloween del sesto anno. Io ero su di giri per delle pillole babbane e tu ubriaco, nessuno di noi due si ricordava cos’era successo quella sera. Lo abbiamo scoperto poco prima di Natale. Durante la festa di Natale dai tuoi invece sono stata attaccata dal cognato di Bellatrix e ci siamo preoccupati per delle perdite che avevo, tu mi portasti in un ospedale babbano e lì abbiamo sentito per la prima volta il suo battito» Mise una mano in tasca e ne estrasse un foglietto che gli diede «Questa è un'ecografia babbana, la sua prima foto»
La foto non era in movimento ma si vedevano distintamente le braccia. Gli tremavano le mani perché sapeva di averla già vista.
Guardò di nuovo il bambino che aveva lei in braccio e non potè fare a meno di piangere «S-scusami…..dammi un m-minuto» si alzò e si allontanò di qualche passo avvicinandosi al fiumiciattolo davanti a loro. 
Aveva un figlio.
Un figlio.
Guardò la fotografia tremante ed ebbe un flash ricordandosi di alcuni suoni, dei “bip” costanti che sembravano un battito cardiaco.
«Cazzo!» gli scappò mentre si inginocchiava a terra tenendosi la testa dal dolore.
«Draco…vai a casa a riposare…è stato troppo per te…» disse lei avvicinandosi.
«No!» rispose lui deciso rimettendosi in piedi «No…posso farcela» si asciugò il viso e si voltò verso loro due. Il bambino era identico a lui.
«Non sforzarti» disse lei con le lacrime che le scorrevano.
Si sedette di nuovo sulla panchina, in piedi non riusciva a stare. Cercò di respirare a fondo e di ragionare «Quindi…non sei tornata ad Hogwarts per occuparti di lui? Hai fatto tutto da sola?»
Si ricompose anche lei e rispose «Si, ho partorito a casa di Madama Rosmerta, ad Hogsmade. Il 30 Giugno mi si ruppero le acque e scappai via da Hogwarts, lei mi soccorse e mi aiutò a partorire. L’ho obliviata dopo il parto, non ha ricordi di noi»
«Il 30 Giugno? Io lo sapevo?» chiese lui ormai a pezzi tra le lacrime. Quel giorno lo ricordava bene, era quando tentò di uccidere seriamente Silente e che poi morì per mano di Piton.
«No, non l’hai mai saputo. Io avrei dovuto partorire a Luglio ma lui ha fatto prima.» disse accarezzandogli la testa.
«Quindi ora ha quasi due anni?»
Lei annuì con la testa.
«Hai provato a contattarmi dopo la battaglia per dirmi questo vero?» disse cercando di non singhiozzare.
«Si, ci avrei anche riprovato ma non conoscevo la “situazione mangiamorte”, non potevo rischiare di mostrarmi a te senza sapere se eri libero»
Disse l’unica cosa sensata che gli venne in mente «Scusami per averti abbandonata»
Stava piangendo anche lei «Tu non mi hai abbandonata, mi hai protetta. Non ho mai pensato che mi avessi abbandonata»
Alexander si sporse verso di lui allungando le braccia «Vuoi andare da papà?»
Draco si sentì strano ad essere chiamato papà ma qualcosa dentro di lui gli suggeriva che era ok.
Jane lo mise con i piedi a terra e tenendogli le mani lo accompagnò verso di lui. Alexander fece dei passi verso di lui sorridendo, poi lasciò una mano di Jane e l’allungò verso di lui che la prese. Lasciò anche l’altra mano di Jane e per istinto lo prese tra le braccia e lo strinse. Draco non aveva più lacrime «Ciao…Alexander» riuscì a dire soltanto mentre lo stringeva.
Anche Jane stava piangendo.
«Scusami, io non sapevo di te. Ho fatto un casino.»
«L’importante è che sei riuscito a sopravvivere» disse Jane asciugandosi il viso con le maniche del cappotto «Credevo che non ti avrei più rivisto»
Draco sentiva di averla amata ma non riuscì a dirle altro che «Mi dispiace Jane»

Passò il resto della serata a giocare con lui fino a quando si addormentò tra le sue braccia.
«Dallo a me, lo porto a casa» disse Jane prendendo Alex tra le braccia.
«Abiti qui?» chiese lui.
«Si, abito in questa casa ma sarà ancora per poco. Visto che siamo liberi posso andare a casa mia adesso» si avviò verso una delle case alle loro spalle, era una villetta a schiera su due piani.
Draco non sapeva se seguirla o meno «Ti aspetto qui?»
«No, vieni pure. Sarai affamato vista l’ora, mangiamo qualcosa insieme, ti va?» disse lei gentilmente.
«Ok» rispose lui. Anche se aveva accettato quella situazione si sentiva stordito da tutte quelle informazioni.
Jane bussò alla porta e aprì una donna sulla trentina «Oh dorme?» disse lei appena li vide «Prego entrate»
«Draco, lei è la mia amica Bernadette, ci ha ospitato qui per tutto questo tempo» disse Jane presentandoli.
«Finalmente vi siete ritrovati» disse la donna afferrando la sua mano e stringendola forte «Sono davvero felice!»
Jane andò al piano di sopra per mettere Alex a letto mentre lui rimase di sotto a chiacchierare con la donna «Allora come ti senti? Jane mi ha detto che non ricordi nulla» disse lei.
«Si, mi sento stordito in effetti» rispose lui sinceramente. Si guardò intorno e notò che era tutto nei colori pastello, sulle pareti c’erano dei disegni da bambini, dei numeri e delle parole. Sembrava un parco giochi per bambini.
«Accomodati pure, ti posso offrire qualcosa?» Draco non se lo fece dire due volte e si sedette sul divano «Solo dell’acqua andrà benissimo»
Jane tornò da loro «Benny ho portato gli avanzi dalla taverna, possiamo cenare con quelli se vi va»
Draco annuì e Bernadette rispose «Io ho già mangiato, penso che andrò a dormire adesso. Inoltre credo abbiate tante cose da raccontarvi» disse lei facendo l’occhiolino.
Jane le sorrise e Draco capì che stava dando loro un po ' di privacy.
«Buonanotte ragazzi» toccò la sua spalla e salì al piano di sopra.
«Lei è un angelo.» si sedette e fece apparire sul tavolo panini e patatine.
«Raccontami come ci sei finita qui» chiese lui. Voleva sapere tutto.
«Inizialmente, in accordo con te, dopo il parto avrei dovuto dare in adozione il bambino.»
Draco si accigliò «Avevamo deciso di darlo via?»
Jane afferrò il panino e lui la imitò, aveva un certo languorino «Ci stavano addestrando per diventare mangiamorte, avevamo deciso di fargli vivere una vita diversa dalla nostra. Solo che dopo il parto l’ho visto e…beh non ce l’ho fatta.»
«Sei scappata con lui» ragionò lui «Quindi probabilmente volevano scoprire se sapessi qualcosa di te…forse a quel punto devo avermi obliviato tutti i ricordi che avevo di te»
«Immagino di si» disse lei prendendo una patatina.
«Chissà se è reversibile» disse tra se e se. 
«Non credo. Comunque sia sono arrivata qui perché in questa città c’è l’ospedale dove mi portasti tu la prima volta. Mi piaceva qui ed ho cercato lavoro. Benny è la direttrice di un asilo privato e lavoro per lei da allora»
«Quindi fai un doppio lavoro?» chiese lui stupito.
«Si, la mattina qui si trasforma in un asilo» disse indicando intorno a lei.
Ora capiva la scelta stilistica di quell’arredamento.
«Benny è stata dolcissima ad ospitarci qui, così ho potuto lavorare tenendo Alex con me»
«Menomale. Sono contento che non te la sia vista brutta» disse lui sinceramente.
«Si, hai ragione. Tutto sommato sono felice della mia vita, anche se ho un doppio lavoro non mi pesa niente. Alex sta bene ed è questo che conta.»
Draco finì il suo panino «Ora che so di voi ovviamente vi aiuterò»
Jane fece no con la testa «Non ci occorre nulla. Ti ho detto di lui perché dovevi saperlo, non per i soldi. Inoltre nessuno sa che è un Malfoy, quindi puoi stare sereno nel nasconderlo alla tua famiglia»
Draco fu sorpreso. La ragazza davanti a lui parlava come un’adulta nonostante avesse a stento 19 anni. Stava avanti anni luce da lui che ancora se la spassava con le ragazze, non aveva mai lavorato e nemmeno aveva intenzione di farlo.
«Riguardo alla mia famiglia, ci penserò su sul dafarsi. Sono un pò confuso in questo momento» ammise lui.
«Sai Draco» terminò anche lei il panino e si pulì le mani su un tovagliolo «Credevo sarebbe stato più difficile parlare con te e raccontarti tutto. Avevo immaginato che non avresti creduto ad una parola di quello che ho detto»
Draco sospirò «A parte che Alexander è identico a me e non ho dubbi sul fatto che sia mio figlio»
Jane si sciolse in una risata «Hai visto quanto è dannatamente te? Incredibile, di me non ha preso nulla!»
«E’ un peccato» disse lui senza pensarci troppo.
Ci fu un momento di silenzio imbarazzato che lui interruppe «Ha perfettamente senso tutto quello che mi hai raccontato. Ma avrei solo una domanda, giusto per concludere il cerchio»
«Dimmi»
«Come hai nascosto la gravidanza a scuola? Blaise non ha nominato il tuo stato interessante»
Jane rise di nuovo «Pozione snellente, nessuno ha visto la mia pancia a scuola. Nessuno sapeva che fossi incinta, tranne te»
«Quindi io non…»
Lo interruppe subito «No, non mi hai mai vista con il pancione» 
«Capisco.»
«Posso farti io qualche domanda adesso?» chiese lei.
«Certamente»
«Come te la sei cavata per la storia di Silente? I giornali hanno scritto che è stato Severus Piton»
Le aveva detto pure della missione segreta dunque «Quella notte toccava a me ma non ci sono riuscito. Gli ho puntato la bacchetta contro ma non ce l’ho fatta fino in fondo e Piton mi ha sostituito»
Lei annuì facendo capire che stava ascoltando e continuò «Non mi hanno punito ma sono stato al loro servizio con la mia famiglia quasi fino alla fine. Solo che non abbiamo partecipato alla battaglia ad Hogwarts, siamo scappati…ma siamo ancora vivi» alzò le spalle «Grazie a questo e a mia madre che ha aiutato Potter ci hanno evitato Azkaban»
«Tu invece te la sei vista brutta» disse lei con espressione sconvolta.
«Quando lui è morto mi si è tolto un peso enorme dalle spalle.»
«Ti capisco benissimo, anche io quando ho letto la notizia mi sono sentita leggera»
Draco annuì e le mostrò il marchio sbiadito sul braccio «Mi è rimasto questo però. Sarà qui per sempre a ricordarmi che sono stato uno di loro»
Jane fissò il marchio e con due dita lo toccò «Quando ho saputo che ti avevano marchiato non volevo crederci. Ricordi perché è successo?»
Draco ricordava solo che ad un certo punto lo avevano convocato per un incontro con Il Signore Oscuro e che in quel momento lo marchiò «C’è un motivo per cui è successo?» chiese lui accigliato.
«Questa è una mia supposizione…o meglio era quella di Piton. Lui mi disse che ti marchiarono dopo quell’episodio con Bellatrix, come se tu avessi dato prova di coraggio o qualcosa di simile»
«Ah. Ecco perché» disse lui nuovamente scioccato. 
«Come ti senti a ricevere tutte queste informazioni che non ricordi minimamente?» chiese lei ritirando la mano.
«Mi ci vorrà del tempo per assimilare tutto»
«Comprensibile» rispose Jane guardando l’orologio «E’ tardi, non ti trattengo oltre.» si alzò e lui la imitò «Scusa non ti ho chiesto niente di te, ho parlato solo io. Non ti ho chiesto se hai una ragazza, magari ti aspettava per cena ed io…scusa non ci ho pensato»
Draco fece no con la testa «Nessuno mi aspettava per cena» poi aggiunse «Ho una ragazza ma non le ho detto che venivo qui»
Lei sembrò delusa. «Avrei dovuto chiedertelo subito, non dovevo invitarti a cena.» farfugliò lei «Le dirai di Alexander?»
«No, no..non ancora.» disse lui deciso «Devo prima metabolizzare io la cosa»
«Ok …vai pure adesso» fece un passo verso la porta inciampando nella sedia e facendola rovesciare. Si era palesemente agitata alla notizia che aveva una relazione. Quella ragazza era trasparente come l’acqua, forse provava ancora qualcosa per lui. Come avrebbe voluto recuperare i suoi ricordi in quel momento!
«Posso tornare qualche volta?» chiese lui fuori la porta «Per vedere Alexander» aggiunse.
«Per Alexander, certo certo» stavolta la vide arrossire anche se era buio «Puoi venire tutte le mattine dal lunedì al venerdì, puoi stare con lui mentre lavoro qui.»
«Ok, grazie. Vuoi che ti mandi un gufo prima?» chiese lui sorridendo appena a quel suo imbarazzo.
«Non è necessario, se vieni ti vedrò da quella finestra» disse indicandogli la finestra del piano terra dove c’era il salotto.
«D’accordo. Buonanotte allora»
«Buonanotte Draco» tentennò nel chiudere la porta ma alla fine lo fece.
Draco si infilò la giacca e camminando all’indietro si smaterializzò.



«Ma che deficiente che sono!» sussurrò appena chiuse la porta. Si era comportata da vera babbea dopo che aveva saputo che era fidanzato. Era ovvio che uno come lui non poteva essere single a lungo, soprattutto poi non ricordandosi nemmeno di lei e di suo figlio. Nella sua mente aveva dato per scontato per qualche motivo che lui l’avesse aspettata. In fin dei conti non si erano mai scambiati nessuna promessa, solo lei gli aveva detto di amarlo ed ora lui non lo ricordava nemmeno.
Sbirciò dalla finestra e non lo vide più, se n’era andato.
Sospirò e andò al piano di sopra aspettandosi il terzo grado da Benny che infatti la stava aspettando «Com’è andata?»
«Tutto bene, forse anche troppo bene» rispose lei dando un occhio ad Alex che stava dormendo nella sua culletta.
«In che senso?» chiese lei.
«Non ha avuto il minimo dubbio che gli stavo raccontando la verità e non so come questo sia possibile. Si, Alex è identico a lui però…»
«Però cosa? Ti aspettavi ti chiedesse il test di paternità? Qualche prova di qualcosa?»
«In verità si. Credevo volesse usare di nuovo il Legiliments ma non l’ha fatto»
Benny l’abbracciò «Rilassati. E’ andato tutto bene»
Jane sospirò a fondo «Hai ragione, forse sto esagerando»
«Comunque è proprio bello, complimenti!» aggiunse poi lei facendole l’occhiolino.
Jane sorrise «Già, talmente bello che è impossibile potesse essere single…infatti ha detto che ha la ragazza»
«Ah!» esclamò lei delusa «Peccato»
Jane scrollò le spalle «Non possiamo farci niente, l’importante è che ora conosce la verità e questa situazione è risolta»
«Non vedevi l’ora di rivederlo Jane…puoi piangere adesso»
Sentirselo dire innescò in lei un pianto disperato che durò quasi per tutta la notte. Finalmente dopo due anni lo aveva rivisto e ci aveva potuto parlare liberamente.  



Spazio Autrice

Vorrei ringraziare pubblicamente 
crich66 e Malandrino 01 per aver recensito nel capitolo precedente e per la loro gentilezza nell'avermi capita. 
Questo weekend pubblicherò un altro capitolo (sperando non mi dimentichi xD) Alla prossima ciao!!
 

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


Capitolo VIII

 
La mattina seguente Jane e Benny cominciarono a lavorare con i bambini dalle 8 di mattina come di consueto. Alex era sul seggiolone e guardava i bambini poco più grandi di lui che facevano volare una pallina «Ernie! Non devi usare la magia!» lo rimproverò Benny «Devi passare la pallina con le mani, vedi? In questo modo»
Jane invece era alle prese con un gruppetto di bambini sui 5 anni a cui stava insegnando le lettere «Si scrive così la S, come un serpente»
In totale avevano 8 bambini dai 3 ai 5 anni.
Jane continuava a buttare l’occhio fuori la finestra sperando di vedere Draco. Non aveva la certezza che già il giorno dopo il loro incontro lui avesse voglia di rivedere Alex ma ci sperava. Dopo la notte passata in bianco a pensare a lui aveva capito che era ancora innamorata di lui, forse anche più di prima. Era cambiato, era cresciuto ed era molto più bello di come lo ricordava. Si sentiva come una ragazzina alla sua prima cotta.
Più o meno verso le 10, ora in cui i bambini facevano lo spuntino, Draco apparve nel loro giardino.
Jane sussultò e cercò di trattenere un sorrisone. Lui l’aveva vista e l’aveva salutata con la mano. Stava indossando un lungo cappotto nero che faceva spiccare la sua testa bionda e i suoi occhi azzurri in maniera incredibile. Forse lo stava guardando con gli occhi dell’amore ma per lei era davvero perfetto.
Si alzò di scatto «Benny, c’è Draco. Torno subito» Prese Alex dal seggiolone, lo coprì per bene ed uscì.
«Buongiorno» disse lei cercando di non tradire nessuna emozione.
«Buongiorno!» rispose lui con un sorriso.
Non guardarlo troppo, non guardarlo troppo.
«Alex guarda chi c’è?» disse lei indicandogli Draco «Papà è già venuto a trovarti!»
Alex lo guardò e sorrise. 
«Ciao Alex! Vuoi venire con me?» Draco allungò le braccia e lui di nuovo gli si gettò addosso. Alexander era sempre stato socievole, non aveva mai avuto problemi a stare con persone nuove ma, forse offuscata dai suoi sentimenti, lo vedeva molto più felice tra le braccia del padre.
«Tu stai lavorando, giusto?» chiese Draco. Alex gli afferrò una ciocca di capelli e tirò «Ahi! No, no, no…» Jane ridendo lo aiutò a fargli aprire la manina.
«Si, finisco alle 12, dopo che i genitori vengono a prendere tutti i bambini» rispose quando i suoi capelli furono liberi.
«D’accordo. Io rimango nelle vicinanze, non ho mai tenuto un bambino…non so se…»
Jane sorrise «Alex non piange quasi mai. Gli ho già dato da mangiare il suo spuntino quindi….se si divertirà non piangerà» gli fece un occhiolino per fargli intendere che stava scherzando.
Draco guardò Alex che aveva tra le braccia «Ok, proviamoci! Ho visto un parchetto qui vicino, andiamo a farci un giro?» poi guardò lei «A tra poco, noi andiamo»
«Ciao ciao, fai il bravo!» si avvicinò e baciò suo figlio sulla guanciotta, poi diede un colpo alla spalla di Draco «Buon primo appuntamento!»
Draco sorrise di nuovo «Credimi, ho più ansia da prestazione adesso che con qualunque ragazza abbia mai avuto un appuntamento»
Jane rise «Vai, vai, rilassati» fece dei passi indietro e poi si voltò per tornare dentro. Osservò dalla finestra i due che andavano verso il parchetto. Era la prima volta che lasciava andare via Alex con qualcuno e cercò di combattere l’ansia da separazione che aveva cominciato a farsi sentire. In fin dei conti doveva abituarsi al fatto che suo padre l’avrebbe voluto con lui ogni tanto. Si concentrò sul lavoro e cominciò a giocare con i bambini.
Alle 12 e 10, quando tutti i genitori portarono via i bambini Benny chiese «Non sono ancora tornati?»
«Già. Si vede che Alex non ha fatto nessun capriccio» disse lei alzando le spalle. 
«Vai a cercarli, sistemo io qui, stai tranquilla» Benny le diede una piccola spinta verso la porta.
«Ok, a dopo!» prese la giacca, sciolse i capelli che portava legati in una coda bassa mentre lavorava e andò verso il parco. Li trovò seduti su una panchina e si fermò. Draco lo teneva sulle gambe e gli stava leggendo quello che sembrava un libro per bambini. Alex guardava davanti a lui il libro che Draco gli stava tenendo aperto davanti e sembrava parecchio interessato. Decise di non rovinare quel momento e rimase lì nascosta dietro un albero a guardarli da lontano fino a quando Draco guardò il suo orologio e chiuse il libro. A quel punto Jane si avvicinò fingendo che fosse appena arrivata «Ciao ragazzi! Come va?» disse sorridendo. Alex vedendola allungò le braccia verso di lei che lo prese in braccio.
«Scusa Jane, non mi sono accorto che si è fatto tardi» disse Draco alzandosi dalla panchina. Jane notò che era più alto di lei di tutta la testa «Tranquillo, non è un problema. Com’è andata?»
«Non ha pianto, quindi direi alla grande!» disse lui sorridendo.
Era al settimo cielo. Sembrava averla presa benissimo il fatto di essere padre.
«Ottimo!»
«Senti, mi chiedevo…è un problema se vengo tutti i giorni?» chiese lui improvvisamente.
«Ehm…no, non è un problema…» si sorprese di quella domanda «Scusa se te lo chiedo ma non hai…come dire…la tua vita da vivere?» avrebbe voluto aggiungere “con la tua ragazza” ma non lo disse.
«Si….forse hai ragione…è un pò troppo tutti i giorni…» disse lui imbarazzato.
«Per me puoi stare qui quanto vuoi!» disse lei con forse troppa veemenza «lo dico per te…se occupi la maggior parte del tuo tempo per lui poi per te non ne rimane niente.» poi rise «Guarda me, ormai la mia vita gira intorno a lui!»
«Non sei stata con nessun ragazzo dopo di me?» chiese lui.
Jane si sentì strana a sentirsi fare quella domanda. Per lei era stato istintivo aspettare il padre di suo figlio «No!» disse lei fingendo che non l’avesse colpita quella domanda «E chi ne ha avuto il tempo! Se non fosse per il lavoro alla taverna non incontrerei mai nessuno»
«Che ne pensi se stabilissimo dei turni per tenere Alex? In modo che anche tu puoi uscire e vivere la tua vita. Non è giusto che finora te ne sia occupata da sola.»
Ma era davvero così perfetto? Stava sognando?
«Possiamo provarci, certamente. Ma sai tenere un bambino per una giornata intera?»
«Effettivamente no. Insegnami!» poi fece una pausa «Oggi posso stare con voi? Io sono libero, mi puoi mostrare tutto quello che devo sapere»
Era felice che Draco si stava dimostrando così volenteroso di imparare ma non se la sentiva di portarlo in casa di Bernadette di nuovo. Per quanto fossero amiche non voleva invadere troppo la sua casa. Le venne in mente un’idea «Ascolta, se dopo domani sei libero potresti venire con me. Andrò a casa mia a sistemare un pò prima di trasferirmi e porterò anche Alexander. Se vieni potresti occuparti di lui mentre io faccio le faccende e intanto ti mostro come prenderti cura di lui»
Draco sembrò pensarci su ma accettò «Ok, mi pare un’ottima idea.»
«D’accordo allora, ci vediamo dopo domani qui in questo parco alle 9 di mattina. Ci smaterializzeremo qui»  essendo abitato da maghi non c’era problema.
«Ok…Ciao Alex, ci vediamo dopo domani allora» si avvicinò e gli diede un bacio sulla testa avvicinandosi terribilmente anche al suo viso. Resistette all’impulso di baciarlo pensando che lui era fidanzato.
«Ciao, sii puntuale» disse lei scherzosamente.
«Sempre!» si alzò il colletto del cappotto e si smaterializzò.
Jane sospirò sentendo per un attimo il suo profumo che era rimasto nell’aria e poi Alex la riportò alla realtà facendole capire che aveva fame.

 
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Draco era davvero su di giri. La scoperta di avere un figlio lo aveva stravolto ma qualcosa dentro di lui gli diceva che era pronto. Forse, prima di usare l’oblivion, aveva già accettato di diventare padre e questo pensiero era entrato dentro di lui fino al punto che ora, nonostante non ricordasse niente, si sentisse pronto. Questa era l’unica spiegazione che si era dato perché ora si sentiva perso senza di lui. Lo aveva lasciato da circa un’ora e già non vedeva l’ora di rivederlo. La mattina insieme a lui era stata fantastica, era un bambino davvero sveglio. Gli aveva parlato di lui, gli aveva spiegato chi era e parlato della sua famiglia e lui lo aveva guardato tutto il tempo interessato, quasi come se avesse capito quello che stava dicendo. Gli aveva portato un libro per bambini perché non sapeva cosa gli potesse piacere e forse aveva fatto bingo perché lo aveva sfogliato tutto per almeno 3 volte prima che lui cominciasse a leggerglielo.
Lo adorava.
Bussarono improvvisamente alla sua porta facendolo tornare con i piedi per terra «Avanti!»
Era sua madre «Draco, sei in ritardo per il pranzo, dove sei stato?» chiese lei.
«Mamma ti ho mai detto dove vado?» chiese lui inviperito come al solito.
«No…però…» poi fece una pausa «Il pranzo è in tavola» aprì la porta ed uscì di nuovo.
Draco sbuffò. 
Per un momento immaginò Alex che lo trattava in quel modo e si pentì subito. Quando scese per il pranzo si avvicinò a sua madre e le disse «Scusa per prima. Non dovevo risponderti in quel modo.»
Sua madre si sorprese «Tranquillo tesoro» fece una pausa come se volesse trovare le parole giuste «So che stai attraversando un periodo della tua vita particolare, dopo tutto quello che è successo»
«Si. Quello che è successo mi ha segnato. Ma non devo più prendermela con te» poi aggiunse con un pò di insicurezza «…e con papà»
Lui era stato l’artefice di tutto, lui aveva deciso di seguire Lord Voldemort ma si era anche pentito di averlo fatto. Forse infierire ancora non era la scelta giusta.
Sua madre gli sorrise di cuore ed era da molto che non le vedeva sul viso un sorriso simile «Grazie.» disse lei mentre suo padre gli fece un gesto con il capo.
All’improvviso il maggiordomo si annunciò «Chiedo scusa signori Malfoy, la Signorina Mountbatten è appena arrivata.»
Meggie? Se quella ragazza aveva un difetto era quello di presentarsi a casa sua in qualunque momento e negli orari più improbabili.
Anche i suoi furono sorpresi «Falla accomodare subito e aggiungi un posto a tavola» rispose sua madre. Il maggiordomo si chinò ed eseguì.
«Buongiorno signori Malfoy!» Meggie entrò nella sala da pranzo come se stesse sfilando «Chiedo scusa per non aver preannunciato il mio arrivo, spero non sia un problema» tolse gli occhiali da sole e li ripose nella sua borsetta da un centinaio di galeoni.
«Non ti sei mai preannunciata» le fece notare Draco salutandola con un bacio.
«Vero!» disse lei sorridendo.
«Tranquilla cara, puoi venire qui in qualsiasi momento tu voglia» rispose sua madre gentilmente salutandola. In realtà sapeva che sua madre odiava non essere pronta ad accogliere un ospite.
«Sei sempre la benvenuta in casa nostra» aggiunse suo padre salutandola a sua volta. 
Si sedettero tutti intorno alla tavola e cominciarono a pranzare e a chiacchierare del più e del meno.
«…e la settimana prossima andrò a Parigi» disse Maggie ad un certo punto «Draco, verrai con me?» chiese lei con un bel sorriso.
Draco aveva intenzione di passare più tempo possibile con Alex, inoltre voleva iniziare a stabilire con Jane i turni per tenerlo «Non posso, ho degli impegni improrogabili» rispose lui.
«E cosa devi fare?» chiese lei accigliata. Notò che anche i suoi lo guardarono strano 
«Devo…devo vedermi con Blaise per degli affari importanti.» inventò lui sul momento.
«Ma se non sbaglio Blaise e Christy vanno in Scozia da sua madre settimana prossima…» disse lei pensandoci.
Cazzo! «Si, ti sbagli»
Doveva assolutamente vedere Blaise e raccontargli tutto. Doveva coprirlo.
Fece finta di guardare l’ora «Sono già in ritardo, devo vedermi con lui tra poco» poi si alzò «Scusatemi, ma devo andare»
«Non sapevo che oggi fossi impegnato» disse Maggie in imbarazzo. 
«Hai ragione, non te ne ho parlato. Io e Blaise stiamo…» cercò qualcosa di sensato da dire «….Cercando un lavoro» buttò lì generico.
«Di queste cose si parla a cose fatte» disse suo padre all’improvviso «Porta sfortuna parlarne prima»
Draco lo fissò per un attimo cercando di capire se stesse facendo sul serio o volesse solo coprirlo. Fatto sta che la cosa aveva funzionato perché Maggie sorrise e disse «D’accordo, a Parigi ci andremo un’altra volta»
«Certamente» si chinò per baciarla e la salutò «Vado, non aspettatemi per cena» aggiunse diretto ai suoi.
«Certo, in bocca a lupo!»
«Grazie» rispose lui andandosene. Era quasi certo che Meggie sarebbe rimasta lì per almeno altre due ore a cercare di farsi amica sua madre.
Draco andò direttamente da Blaise interrompendo qualunque cosa stesse facendo «Devo parlarti urgentemente» disse non appena entrò nella sua sala da pranzo. Lo vide seduto su una poltrona a fumare un sigaro con suo padre «Ehm…certo…andiamo nel mio studio» rispose lui spegnendo il sigaro. 
«Che diavolo è successo?» gli sussurrò facendogli strada verso il suo studio.
«Devo raccontarti di Jane» rispose «Devi aiutarmi»
Blaise si accigliò e chiuse subito la porta dietro di loro. Lo studio era una stanza con due grandi finestre che davano sul boschetto che c’era dietro casa sua. Era tutto arredato finemente in legno massello e dettagli in oro.
«Accomodati» disse indicandogli un piccolo salottino formato da un divanetto e due poltrone.
«Blaise è un casino» cominciò subito lui «Non so da dove cominciare»
«Comincia da un punto a caso e poi vai avanti» suggerì lui.
Draco prese alla lettera le sue parole perché disse «Ho un figlio di due anni»
Blaise batté le palpebre perplesso un paio di volte prima di dire «Cosa?» 
«Io e Jane abbiamo un figlio, si chiama Alexander»
Blaise sbatté ancora di più le palpebre «COSA?»
Gli spiegò tutto quello che gli aveva detto Jane ma lei aveva omesso di dirle un particolare perché Blaise ad un certo punto disse «Mi aveva tradito quindi! Stavamo insieme in quel periodo!»
«Eh? Stava con te quando….» fece lui ma Blaise gli diede un colpo alla spalla.
«Bastardo sei andato a letto con la mia ragazza!»
«Senti Blaise, non ricordo le cose come sono andate, ma lei mi ha detto che nessuno dei due era al 100% quella notte. Non sarei mai andato a letto con la tua ragazza consapevolmente» disse lui serioso.
Blaise sospirò «Lo so. Ricordo che quella notte mi sono ridotto male anche io a causa dell’alcool.»
Sembrava essergli passata la rabbia «Mi aiuterai quindi?»
«Come dovrei aiutarti?»
«Poco fa ho detto a Meggie che settimana prossima sono impegnato con te per un lavoro. Voleva che andassi con lei a Parigi ma devo sistemare prima alcune cose con Jane»
«Ma io settimana prossima devo andare in Scozia…» poi lo fissò e forse il suo sguardo disperato gli fece dire «Ok, mi inventerò qualcosa per non andarci.»
«Grazie! Ti devo un favore enorme» disse stringendogli la mano.
«Incredibile, non ti ci vedo come padre» disse lui ridendo «Com’è il bambino?»
«Te lo farò conoscere. Ma per ora non dirlo a nessuno, devo sistemare una cosa per volta»
«Capisco. Però mi piacerebbe parlare con Jane. Secondo te accetterebbe?»
Draco sapeva di aver combinato un casino dicendogli quando era andato a letto con lei ma ormai era fatta «Glielo posso chiedere.»


Due giorni dopo Draco andò al parchetto vicino casa di Jane ed attese il suo arrivo. Lei arrivò qualche minuto dopo con Alex e un borsone «Buongiorno Draco, sei puntualissimo!» fece lei sorridente. Anche questa volta aveva tirato su i capelli con un foulard.
«Pa pa, pa pa» disse Alex vedendolo.
Draco fu talmente sorpreso nel sentirlo parlare che esclamò «Aaaah! Ha parlato! Ha parlato!»
Jane rise di gusto «Si, qualche sillaba sa dirla ma parla poco in genere.» disse passandoglielo.
Draco lo prese subito e lo abbracciò «Mi sei mancato!» gli disse abbracciandolo.
«Anche tu gli sei sei mancato» disse Jane «Ieri l’ho messo seduto sul seggiolone davanti la finestra, credo ti stesse aspettando.»
Draco si commosse nel sentirlo «Tranquillo Alex, ci vedremo più spesso, vedrai» lo strinse di nuovo a se e guardò Jane che gli sorrideva. 
«Andiamo?» disse Jane allungandogli la mano. Si smaterializzarono e Jane li condusse a casa sua. 
La sua casa era una villetta che si sviluppava su un solo piano, aveva una recinzione in legno con un piccolo cancello. Quando l’attraversarono notò che l’erba era incolta ed il vialetto pieno di erbacce. C’era un bel lavoro da fare. L’interno della casa invece era ben messo ma scoprì poco dopo che era solo perché lei ogni weekend andava lì a sistemare «Voi potete stare qui, io comincerò a pulire le stanze da letto, è pieno di doxy e penso ci sia anche un molliccio da qualche parte» disse lei posando il borsone in quello che era il salotto. C’era un caminetto, un divano e due poltrone, una libreria e un tavolino con due sedie vicino alla finestra che dava sul retro della casa.
«D’accordo, allora noi ci sistemiamo qui ma se hai bisogno di una mano…» non lo fece finire di parlare che disse «Ma no figurati, stai pure con lui» poi la vide aprire il borsone «Qui ci sono i pannolini, la crema per il culetto, un cambio nel caso ce ne fosse bisogno…Ho portato dei giocattoli, questo è il latte lo metto in frigo» prese un biberon e lo portò nella cucina che era di fianco al salotto «Questo è un frullato di frutta, glielo fai mangiare verso 10» disse estraendo un vasetto con un cucchiaino.
Alex gli afferrò di nuovo i capelli «Ahi! Alex mi fai male così!»
Jane si avvicinò ridendo «Dovresti portarli legati quando stai con lui» disse indicando il suo foulard «Se li portassi sciolti mi farebbe rimanere senza un capello in testa, vero tesoro?»
Estrasse la bacchetta e la puntò alla sua nuca legandogli i capelli in una coda «Grazie»
Lei li guardò un attimo e poi disse «Ok, vado. Utilizzerò il muffilato, Alex ha paura dei rumori forti. Quindi se mi vuoi chiedere qualcosa dovrai venirmi a chiamare.»
«Ok!» rispose.
Draco passò tutta la mattinata da solo con Alex, aveva pianto, aveva riso, aveva fatto un pò di capricci per un gioco ed era riuscito anche a cambiargli il pannolino. Non era sicuro di averlo messo bene però.
«Che dici, andiamo a chiedere alla mamma se va bene?» disse prendendolo in braccio.
Attraversò il corridoio e aprì le varie porte per capire in che stanza fosse Jane. A vederla da fuori non sembrava così grande ma aveva contato almeno sei porte fino a quel momento. Ora aprì l’ultima e fu invaso dalle urla di Jane. Davanti a lui c’era Jane sul pavimento che piangeva sul suo cadavere e quello di Alex. Era un molliccio!
«Jane!» la chiamò forte «Jane! Non lasciarti ingannare! E’ un molliccio!» 
Jane lo sentì e si voltò verso di loro «Draco!» 
Draco le andò incontro e le mise in braccio Alex mentre si interpose tra lei ed il molliccio. Si trasformò e per lui divenne Voldemort. Vederselo lì davanti in carne e ossa lo fece impressionare parecchio. Non era la prima volta che lottava contro un molliccio, estrasse la bacchetta e disse «Riddikulus!» facendolo trasformare in un clown. Il clown dalle sembianze di Voldemort prese a colpirsi la testa con un bastone di gomma e Draco rise riuscendo ad eliminarlo.
Si voltò verso Jane che era china sul pavimento abbracciando Alex «Jane…» si inginocchiò accanto a lei «E’ tutto finito…»
Lei gli si gettò al collo «E’ stato terribile, sono stata una sciocca!» 
Draco la strinse a se abbracciando anche Alex senza dire una parola. La più grande paura di Jane era di vederli morti entrambi e la cosa lo colpì non poco.
Di nuovo rimpianse il fatto di non ricordare nulla.
«Sono una sciocca!» continuava a dire lei disperata.
«E’ tutto ok adesso, vieni, alzati…» l’aiutò ad alzarsi riprendendo Alex che intanto piangeva anche lui spaventato dalla situazione «Alex…» lo cullò un pò e lui sembrò calmarsi.
«Sto bene Alex, non preoccuparti» disse Jane con gli occhi ancora pieni di lacrime. 
«Da quanto tempo sei qui dentro» chiese lui continuando a cullare Alex.
«Forse un’ora…non saprei…» rispose lei asciugandosi le ultime lacrime.
Draco allungò il braccio libero intorno alle sue spalle e la strinse a se. Era stata tutto quel tempo a piangere sul loro cadavere, non poteva crederci.
Jane lentamente alzò le braccia e lo cinse in vita.
«Vorrei tanto ricordarmi cosa c’è stato tra di noi, mi dispiace Jane» disse lui in un sussurro.
Jane si staccò da lui lentamente e con un mezzo sorriso disse «Non importa, va bene così» con gli occhi bassi prese Alex ed uscì da quella stanza.
Draco la seguì e tornarono nel soggiorno «Ora preparo il pranzo» disse Jane dandogli le spalle.
Pranzarono in silenzio, Jane gli fece vedere come dare da mangiare ad Alex, cosa e come preparargli il cibo e come cambiarlo.
Verso le 5 del pomeriggio si salutarono e Draco notò che il suo umore era davvero a terra 
«Allora ciao, spero ti abbia fatto piacere passare la giornata con lui» disse lei senza alcuna emozione.
«Si, grazie per…le lezioni… la prossima volta saprò cosa fare» poi fece una pausa «Quando sarà la prossima volta?»
Jane alzò lo sguardo «Vuoi provare a tenerlo da solo?»
«Mi piacerebbe» ammise lui.
Jane guardò prima lui e poi Alex «D’accordo. Se per te va bene potresti tenerlo domani.» poi fece una pausa per guardarsi intorno «Così potrei cominciare a portare le mie cose qui»
«Vuoi iniziare il trasloco?» chiese lui.
«Si» poi si imbarazzò «Benny sta frequentando  un uomo adesso e voglio lasciarle la sua privacy»  
Draco annuì «Capisco, se ti serve una mano io…»
«No, mi aiuti già tenendo lui, tranquillo.» abbassò di nuovo lo sguardo.
Capì di doversene andare, era talmente tesa che forse lo percepì anche Alex.
«D’accordo allora, passo a prenderlo domani mattina e te lo riporto verso quest’ora» si mise il cappotto.
«Ok…Alex saluta papà» l’aiutò con la manina a salutarlo e lui ricambiò.


Draco non riuscì a chiudere occhio quella notte, continuava a pensare a Jane disperata sul suo cadavere.

 
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Passarono svariate settimane, Jane si era trasferita a casa sua e Draco andava a prendere Alex a giorni alterni. Lo aveva portato in vari parchi in giro per Londra, alle giostre, al lago, allo zoo. Aveva imparato a prendersi cura di lui e a conoscerlo tanto che ora riusciva anche a distinguere i vari tipi di pianto.
Fu proprio quando cominciò a piangere per la stanchezza che successe l’imprevedibile.
Prima sentì dei passi su tacchi a spillo e poi una voce che disse «Draco?» 
Lui si voltò e trovò Maggie che lo fissava a braccia incrociate «Ehi…» fece lui stupito «Ciao amore!»
Lei abbassò lo sguardo su Alex che stava nel passeggino a piangere «Che ci fai con un bambino?»
Draco abbassò di scatto la capannella del passeggino per nasconderlo «Nulla!» rispose lui come un imbecille. Cosa poteva inventarsi? Nei paraggi non c’erano altre persone per poter far finta che non fosse suo. Maggie lo guardò accigliata.
«Pa-pà» disse Alex tentando di alzare la capannella «Pa-pà!»
Era finita. 
Fece un respiro profondo e lo prese in braccio per farlo smettere di piangere. Maggie era inorridita «Maggie, lui è Alexander…mio figlio» 
«COSA!?» urlò prima di svenire.


Jane stava preparando il pranzo quando bussarono alla porta «Chi può essere?» disse al nulla mentre si puliva le mani con uno strofinaccio. Andò ad aprire e trovò Draco, Alex ed una ragazza così bella da mozzare il fiato.
«Scusaci Jane, c’è stato un imprevisto» disse Draco facendole cenno con gli occhi verso la ragazza. Era la sua ragazza? 
«Prego, accomodatevi» disse lei gentilmente.
«Lei è Maggie Mountbatten, la mia ragazza» la presentò prima che entrasse «Maggie, lei è Jane Lewis, la madre di mio figlio»
Jane fu sorpresa. Draco non le aveva detto che aveva parlato di Alex con qualcuno.
«Piacere di conoscerti Maggie, vieni, entra pure e fai come se fossi a casa tua» disse lei gentilmente.
Lei entrò ma non disse una parola. Guardò lei dalla testa ai piedi e poi la casa con viso inespressivo.
«Scusala, è un po sotto shock adesso» disse Draco liberando Alex dal carrozzino e mettendolo nel box che Jane aveva messo nel salone.
«Ah» Jane la guardò, aveva appena scoperto di Alex dunque «Non so cosa dire»
Perché l’aveva portata lì? 
«Non devi dire niente, è tutto ok.» poi sospirò «A questo punto dovrò parlarne anche ai miei»
Draco era davvero agitato anche se stava fingendo che fosse tutto ok.
Maggie lentamente si sedette sul divano «Quanti anni ha il bambino?» disse quasi in un sussurro.
«Quasi 3 anni» rispose Draco «A fine mese sarà  il suo compleanno»
Meggie si voltò verso di lei «Perchè l’hai tenuto nascosto per tutto questo tempo?» lo aveva detto con un tono davvero brutto a parer suo.
«Questa è una domanda personale, non posso risponderti» rispose lei. Non sapeva cosa le avesse raccontato Draco e non era tenuta a rispondere a tutte le domande di quella ragazza.
«L’hai avuto giovane, eh?» disse lei con quello stesso tono di prima.
«Si, a 17 anni» rispose.
«Sei sicura sia di Draco? A quell’ età è facile confondersi»
Jane si arrabbiò «A quell’età? Sono passati solo due anni e mezzo! Inoltre non accetto questa insinuazione che stai facendo!» disse furiosa.
«Oh beh. Chiedevo» rispose lei alzando le spalle «Quindi ora che vuoi? Il mantenimento?»
«Maggie stai esagerando!» disse Draco.
«Non voglio niente di tutto ciò.» poi glielo chiese «Di preciso perché sei venuta qua?»
Lei si alzò e la sovrastò in altezza grazie anche ai suoi tacchi a spillo e guardandola dall’alto in basso disse «Volevo vederti in faccia» poi sorrise «Ma a quanto pare non ho nulla di cui preoccuparmi» aggiunse alludendo a lei.
Jane furiosa fece per risponderle ma Draco afferrò Meggie e la portò via «Scusa Jane» disse prima di smaterializzarsi con lei.
Chiuse la porta trattenendosi dallo sbatterla per non far agitare Alex. Quella tipa era venuta solo per insultarla! Che nervi! Tanto bella quanto perfida!
Smise di pensare a lei solo quando si concentrò sul fatto che ora Draco doveva parlare di loro ai suoi, soprattutto a Narcissa. Cosa avrebbe pensato di lei che le aveva nascosto la gravidanza sotto il naso, che non le aveva chiesto aiuto, che aveva partorito suo nipote praticamente per strada e che si erano nascosti per tutto quel tempo? Doveva aspettarsi una reazione come quella della ragazza di Draco? Li avrebbero accettati? O meglio, avrebbero accettato lei come madre del loro primo nipote?
Quella sera portò con lei Alex a lavoro, lo mise nelle cucine seduto nel suo passeggino mentre lei sbrigava le faccende per il locale. Per fortuna Reg, il centauro, le aveva permesso di tenerlo lì per quel turno «Reg non accadrà più, ho avuto un imprevisto»
«Tranquilla Jane, per questa sera va bene, meno male che è un bambino tranquillo» rispose lui facendolo giocare con un mestolo che stava facendo levitare. 
Jane cominciò a lavorare prendendo le varie ordinazioni e si sorprese quando si trovò Blaise da solo seduto ad un dei tavoli.
«Ciao Blaise!» disse lei «Cosa ti porta qui da solo?» chiese lei estraendo il blocchetto per le ordinazioni.
«Ciao Jane, in verità sono qui per parlarti» disse lui con sguardo serio.
«Scusami ma sto lavorando…» disse accigliata «di cosa vuoi parlarmi?»
«Draco non te l’ha detto?» le fece cenno di avvicinarsi «Mi ha detto di vostro figlio» disse in un sussurro.
«No, non mi ha detto nulla» chi altro sapeva di loro? Doveva preoccuparsi o era tutto ok? «Alle 22 faccio una pausa di quindici minuti, puoi aspettare?»
«Certamente! Intanto ordino un fish and chips, qui lo fanno davvero ottimo!» esclamò cambiando tono.
«Molto bene, te lo porto subito»
Gli servì la cena e dopo un’oretta andò in pausa.
«Scusa per l’attesa» gli disse accomodandosi di fronte a lui.
«Tranquilla non è un problema, non devi scusarti» rispose lui.
«Di cosa volevi parlarmi?» chiese andando subito al sodo «Purtroppo non ho molto tempo»
«Se mi avessi spiegato tutto quello che ti stava succedendo avrei potuto aiutarti. Perché non mi hai detto niente? Non mi sono accorto che fossi incinta a scuola»
Jane si stupì da quello che sapeva e del modo come gliel’aveva detto «Blaise…come potevo dirti che ero incinta di Draco?» fece un mezzo sorriso «Ti ho lasciato io, per me eri l’ultima persona che avrebbe dovuto saperlo»
Blaise sospirò «Ammetto che probabilmente all’inizio avrei dato di matto…ma dopo ti avrei aiutata!»
«Non ti volevo far soffrire ulteriormente. Blaise…» fece una pausa e con un pò di coraggio glielo disse «Purtroppo il concepimento è accaduto quando eravamo ancora insieme. Anche se non è accaduto in maniera consapevole tecnicamente ti ho tradito» abbassò lo sguardo aspettandosi un insulto o qualcosa del genere.
Invece Blaise inaspettatamente le prese la mano «Questa è una cosa che ho sempre apprezzato di te. L’onestà.» tirò indietro la sua mano «Draco si è fatto scappare il dettaglio che è accaduto alla festa di Halloween quando eravamo un pò tutti…fuori di testa?... quindi conoscevo già la verità ed il fatto che tu me ne abbia parlato adesso spontaneamente mi fa passare sopra a tutta la faccenda.»
Jane era sorpresa al massimo. Era venuto a parlare con lei per sentirsi dire proprio quella cosa?
«Quindi non ce l’hai con lui? O con me?» chiese per sicurezza.
«No, affatto. Ti ripeto che mi dispiace solo che non ti sei fatta aiutare» fece una pausa nel quale fece un sorso della sua birra «A proposito di ciò. Come hai nascosto la gravidanza? Sono curioso»
«Ho usato la pozione snellente, nessuno se ne accorto ma avevo un pancione enorme» fece il gesto con il braccio per fargli capire le dimensioni «Ho rischiato varie volte di urtare qualcuno per sbaglio»
«Incredibile!»
Jane gli sorrise.
«Draco ora si è fissato sul fatto di voler recuperare i suoi ricordi, ho paura che faccia qualche sciocchezza»
«Cosa? Che ha intenzione di fare? Con me non ne ha mai parlato!»
Dal suo sguardo capì che non ne sapeva molto «Ha comprato un sacco di libri sullo studio della memoria…Poi ha fatto domanda al Ministero della Magia per lavorare nel Quartier Generale degli Obliviatori» disse scrollando le spalle «Non ha mai voluto lavorare ma ora è talmente ossessionato da quell’incantesimo che non vede l’ora di cominciare»
«Jane!» Reg la chiamò dal bancone e gli indicò Alex che gli piangeva tra le braccia.
«Scusa un secondo» disse a Blaise alzandosi e andando a prendere Alex.
«Alexander ti presento zio Blaise!» appena vide Blaise smise di piangere e lo guardò incuriosito «Blaise lui è…»
«Palesemente il figlio di Draco!» disse lui sconvolto «E’ lui in miniatura!»
«Eh già» ammise lei «Nove mesi dentro di me e poi è tutto suo padre»
Blaise rise «Draco lo adora alla follia, non fa che parlare di lui quando siamo soli» allungò la mano verso di lui e lui gli prese le dita per giocarci.
«Sono contenta» ammise lei.
«…e di te» aggiunse lui guardandola negli occhi.
Sentì il cuore accelerare «Ti parla anche di me?»
Blaise rise «Sei cotta di lui»
Jane si sentì avvampare, era così trasparente?
Blaise sospirò e le dedicò uno sguardo dolce e triste allo stesso tempo «L’hai aspettato per tutto questo tempo e lui non si ricorda nemmeno di te. Deve essere terribile»
Blaise la stava leggendo come un libro aperto e non riuscì a rispondere.
«Scusa se ti ho messa in imbarazzo, ho esagerato» disse lui scusandosi.
«No. Hai ragione su tutto.» prese le manine di Alex e le baciò «Per lui posso sopportare tutto, anche dover vedere suo padre con un’altra. Va bene così»
«Sarai sicuramente una mamma bravissima Jane» prese dal suo portafoglio un biglietto da visita e glielo lasciò «Qui ci sono i miei recapiti, per qualsiasi cosa puoi chiamarmi, siamo amici adesso ok?»
Jane osservò il bigliettino da visita «Sei un auror? Congratulazioni!»
«Si, ti ringrazio. Ora ti lascio tornare al tuo lavoro, penso che la tua pausa sia quasi finita purtroppo» entrambi si girarono a guardare l’enorme orologio di legno che c’era sulla parete.
«Si, devo proprio, ora porto Alex nel carrozzino…»
«A proposito ma stasera non doveva tenerlo Draco?»
«Si ma c’è stato un imprevisto con la sua ragazza. Pare abbia scoperto per caso di Alex e ha dato di matto»
Blaise si irrigidì «Aaah che guaio! Forse dovrei andare da lui a salvarlo…» fece lui.
«Beh io devo proprio andare adesso, grazie di tutto Blaise!»
Li salutò con la mano e Alex ricambiò.
Tornò al lavoro e per la fine del turno trovò Alex che dormiva in groppa a Reg dietro alla cassa «Come ci è finito lì?»
«Stavamo giocando e all’improvviso si è addormentato» lo prese delicatamente e glielo mise tra le braccia «E’ proprio carino tuo figlio, anche se non ti somiglia per niente» disse ridendo.
«Vero, me lo dicono tutti, è tutto suo padre!»
Reg si rattristò improvvisamente «Scusa se te lo chiedo…suo padre è presente per voi?»
Jane capiva che la sua preoccupazione era di tipo paterna nei suoi riguardi «Per lui si.» rispose facendogli intuire il resto.
Lui gli mise una mano sulla testa «Capisco. Va pure adesso, portalo a letto. Per il resto me ne occupo io con i ragazzi»
Jane gli sorrise «Grazie, sei un amico oltre che il mio capo»
Lui rise e le fece cenno con la mano di andare. 
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Draco quando lasciò casa di Jane con Meggie si materializzò fuori il cancello del Manor Malfoy «Si può sapere che diavolo ti è preso? Perché le hai detto quelle cose?» le disse arrabbiato appena misero piede a terra.
«Hai un figlio!» disse lei furiosa «Come credi che mi senta?»
Draco si immedesimò in lei e potè capire «Sei sconvolta e ti capisco. Ma non è giusto il modo in cui hai trattato Jane a casa sua.»
Lei si morse il labbro inferiore «Non puoi capire come mi sento!»
Draco si incamminò verso casa con lei appena più dietro «I miei non lo sanno ancora, non dire niente fin quando non sarò io a parlarne»
«Ok ma non essere freddo nei miei riguardi!» esclamò lei cominciando a piangere.
«Scusa sono solo nervoso» l’abbracciò e cercò di calmarla «Devo pensare a come dirlo ai miei, soprattutto a mia madre»
Meggie smise subito di piangere e disse «Perchè non la porti qui e glielo dite insieme?»
«Chi? Jane?» chiese lui confuso.
«Certo e chi se no? Non mi sembra che il piccolino sappia ancora parlare»
Draco disciolse l’abbraccio «Ho capito quello che mi stai suggerendo» disse lui duramente. «Stai pensando di far ricadere tutta la colpa su Jane in modo da farla ripudiare insieme a mio figlio?»
Vide i suoi occhi allargarsi «Non ho minimamente pensato ad una cosa del genere» disse lei.
«Ok perché non accadrà mai» disse lapidario.
«Scusa non volevo farti arrabbiare…era solo un’ idea»
Fece finta di non aver sentito «Ti dispiace se per adesso mi lasci solo con i miei? Devo prepararmi un discorso e preferirei stare da solo»
Quella era la prima volta che le chiedeva di andarsene da casa sua ed infatti lei non la prese benissimo «Non vuoi che stia con te in un momento così delicato?»
«Esatto. Preferirei parlare con loro da solo»
«Ok…certo…» gli diede un bacio sulla guancia che lui non ricambiò e a passo incerto andò verso l’uscita per potersi smaterializzare.
Aveva conosciuto un lato di lei che non aveva mai visto prima. Aveva provato a manipolarlo.
Si prese qualche minuto prima di entrare e dopo un grande sospiro lo fece.


Chiese ai suoi di riunirsi in salotto e dopo aver versato un bicchiere di scotch ad entrambi ed averli fatti sedere sul divano cominciò il discorso «Devo parlarvi di una cosa che ho scoperto circa un mese fa» li guardò entrambi e capì di avere la loro totale attenzione.
«Probabilmente dopo aver ricevuto il marchio nero ho cancellato una parte dei miei ricordi» decise di cominciare da quel punto.
I suoi si accigliarono «Ti sei obliviato?» chiese suo padre.
Lui fece si con la testa e si sedette di fronte a loro su una poltrona appoggiando i gomiti sulle ginocchia «E’ difficile dirvi questa cosa»
«Cosa hai rimosso?» chiese sua madre.
Draco sospirò «Ho cancellato tutti i ricordi di Jane. Jane Lewis.» specificò per suo padre.
«Non sto capendo..» fece suo padre che fu zittito immediatamente da sua madre «Racconta»
Di nuovo Draco sospirò e senza guardarla in faccia disse «Ovviamente non ricordo nulla ma…penso di aver avuto una storia con lei. Per proteggerla dai mangiamorte devo aver deciso di cancellarla dalla mia testa»
«Oh mio Dio» disse sua madre coprendosi la bocca «Come l’hai scoperto?»
«L’ho incontrata. Ma c’è un altra cosa che devo dirvi.» si preparò a dare loro il colpo di grazia «Quando decisi di obliviarmi lei era incinta.»
Suo padre lo guardò con gli occhi spalancati mentre sua madre non fece nessuna espressione.
Visto che non parlavano continuò lui «E’ un bambino, ha quasi tre anni adesso, si chiama Alexander»
Ci fu qualche secondo di silenzio fino a quando «A-abbiamo un n-nipote?» disse suo padre sconvolto.
«No, fermati!» sua madre si alzò di scatto e al contrario di suo padre sembrava furente «Mi stai dicendo che dopo 3 anni questa ragazza si fa vedere di nuovo con un bambino affermando che sia tuo figlio? E che tu non lo ricordi nemmeno?»
«Si è andata circa così»
Lei sbuffò quasi divertita «E tu le credi? Sei sicuro che non sia stata proprio lei a cancellarti la memoria per creare tutta questa messa in scena?»
Vide suo padre alzarsi e prenderle il braccio ma non disse nulla.
Draco si alzò «Le ho offerto il mantenimento. L’ha rifiutato.» disse per chiarire subito quella faccenda.
«Hai fatto il test del dna?» sputò quasi lei.
Draco ghignò «Non occorre» disse quasi ridendo. Avrebbe scommesso tutto quello che aveva che se anche loro l’avessero visto non avrebbero avuto dubbi.
«Ma lo senti?» disse rivolta a suo padre «E’ impazzito! Ecco perché ora vuole lavorare con gli Obliviatori!»
Finalmente suo padre parlò «Invece di litigare, perché non la invitiamo qui e ci facciamo raccontare come sono andate le cose? In fondo la cosa è risolvibile con un pò di Veritaserum»
«Cosa?» disse lui.
«Ottima idea!» disse invece sua madre.
«E’ illegale usare il Veritaserum!» fece notare lui.
«Se permetti vorremmo assicurarci che tu non venga raggirato da una ragazzina!» disse sua madre quasi urlando. Era raro vederla in quello stato.
«Io raggirato? Quando vedrai Alex ti rimangerai tutto quello che hai detto!» si avvicinò a lei e quasi la minacciò «E chiederai scusa a Jane»
Lei cercò di sostenere il suo sguardo ma la vide in difficoltà «In quel caso lo farò!»
«Bene!»
«Invitala qui, domani a pranzo.» Suo padre si interpose tra i due «Ovviamente se non ha altri impegni»
«Glielo chiederò stasera» girò sui tacchi e se ne andò nervoso lasciandoli li.

Si chiuse in camera sua e cercò di calmarsi fumando una sigaretta. Per qualche motivo aveva creduto che le parti fossero state invertite, ovvero che suo padre non avrebbe creduto ad una parola perché, in fin dei conti, non aveva mai conosciuto Jane mentre sua madre avrebbe accettato di più la cosa. Era scioccato da come erano andate le cose. Poi quella storia del veritaserum l’aveva turbato non poco, se lei non volesse berlo? Oppure peggio, gliel'avrebbero fatto bere di nascosto?
Lui non aveva dubbi sulla sua versione dei fatti però in fondo aveva un pò di paura. Se lei si fosse opposta e non avrebbe voluto più avere a che fare con lui? O peggio che non gli avrebbe più fatto vedere Alex?


Spazio autrice
Buonasera a tutti! Come promesso vi ho pubblicato anche questo capitolo. Se mi seguite avrete notato che pubblico un paio di capitoli a distanza ravvicinata e poi lascio passare un pò di tempo per vedere come vanno le interazioni con voi.
Ringrazio crich66 di nuovo per aver lasciato una recensione!
Alla prossima! Fatemi sapere che ne pensate, grazie!

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Capitolo 9
*** Capitolo IX ***


Capitolo IX


Jane tornò a casa dopo il lavoro e si sentiva stranamente contenta per merito di Blaise ma anche turbata. Quella chiacchierata avuta con lui l’aveva fatta un po' sfogare ammettendo i suoi sentimenti per Draco ma nello stesso tempo le mise un pò di preoccupazione per il fatto che stesse cercando di recuperare i ricordi. Per quanto ne sapeva sperimentare con la mente era pericolosissimo. Mise Alex nel lettino e dopo una doccia veloce sentì bussare alla porta. Era mezzanotte passata, chi poteva essere?
Con i capelli ancora bagnati prese la bacchetta e andò alla porta sbirciando dall’occhiello. Era Draco!
Aprì la porta «Draco! Che è successo?» chiese preoccupata.
«Scusa il disturbo, ma volevo parlarti urgentemente» fece lui notando i capelli bagnati.
«Entra, accomodati» fece lei.
«Non ci metterò molto» fece lui rimanendo dov’era «Prima ti volevo chiedere scusa per quello che è successo con Maggie e per averti cambiato i piani con Alex, avrei dovuto tenerlo io stasera mentre tu avevi il turno al pub»
Jane fu piacevolmente colpita «Se venuto fin qui per questo? Ma figurati, avevo capito che avevi altro per la testa oggi»
«Non sono venuto solo per questo. Ho raccontato ai miei di voi.» sembrava come se volesse dirle tutto il prima possibile.
Jane sospirò «Ah ecco…e com’è andata?»
Con lo sguardo le fece capire che non era andata alla grande «Se non hai impegni sei invitata domani a pranzo. Vogliono parlarti e ti avviso che non saranno simpatici»
A Jane scappò un mezzo sorriso «Simpatici come Meggie?»
«Mi dispiace» disse lui «Ti chiedo in anticipo scusa per quello che ti diranno domani»
«Mi chiederanno di fare il test del dna ad Alex, vero?» disse lei sicura.
«Quando lo vedranno cambieranno idea» rispose lui.
Aveva immaginato mille volte il discorso che avrebbe fatto ai Malfoy riguardo quella faccenda quindi si sentiva pronta. 
«D’accordo, domani verrò a pranzo da voi ma dopo l’asilo»
Nonostante avesse cambiato casa aveva continuato a lavorare di mattina con Bernadette e la sera al pub.
«Ok, vi verrò a prendere dopo le 12, ok?»
«Va bene»
«Buonanotte»
«Buonanotte, a domani» lo vide allontanarsi e si smaterializzò.
Jane chiuse la porta e andò direttamente a letto preparandosi mentamente alla giornata successiva.

 
_______________


Jane si svegliò presto come al solito, preparò Alex e andò da Benny a lavoro. Le raccontò dell’incontro con i genitori di Draco «Cosa? E perché sei venuta qui oggi!» esclamò lei mentre teneva a bada due bambini che litigavano per un giocattolo.
«Che razza di domanda è? Ci lavoro qui!» rispose mentre dipingeva una tela con altri due bambini.
«Dovevi prenderti il giorno libero e dedicarti a questa cosa!.....Basta Joe! Vai a giocare con la palla!....Sai già cosa dirgli?» disse lei tra la confusione.
«Dirò la verità» rispose semplicemente Jane.
«Beh si…in effetti non hai niente da nascondere. Però sarà difficile farti accettare da loro immagino…»
«Più che altro sarà difficile farmi credere visto che Draco non può confermare nulla della mia storia»
«Quell’oblivion è davvero un bel problema…» Benny stava parlando tenendo le mani indaffarate a giocare con i bambini.
«Ho saputo da un amico che Draco sta cercando un modo per riottenere i suoi ricordi. Dici che è possibile?» disse lei tutt’un tratto ricordandosi di quel particolare.
«Ho un vago ricordo delle nozioni apprese a scuola…mi pare che in rarissimi casi qualcuno è riuscito a ottenere i suoi ricordi. Ma non ricordo affatto le modalità»
La bambina con cui stava dipingendo le rovesciò addosso il vasetto della pittura gialla «Scusa maestra, non volevo!»
«Tranquilla Anne, si pulisce subito! Ma stai attenta la prossima volta» estrasse la bacchetta e pulì tutto all’istante.
Improvvisamente sentì Alex piangere dal suo seggiolone «Ehi tesoro che c'è?» gli disse avvicinandosi.
Ebbe un colpo quando vide fuori dalla finestra Draco che li stava salutando con la mano. Ricambiò «Ah ecco! Piangi perché vuoi andare da papà?»
«E’ venuto qui?» sussurrò Benny sorridendo maliziosamente.
«Gli porto Alex, torno subito…» fece lei.
«Sei diventata un pomodoro appena l’hai visto» la prese in giro Benny continuando a sussurrare.
«Smettila scema!» passando le lanciò contro un palloncino.
Uscì fuori e Draco le andò incontro «Buongiorno, non ti aspettavo così presto» gli disse appena fu a portata d’orecchio.
«Si, mi annoiavo ed ho pensato di venire a giocare un pò con Alex visto che ieri l’ho dovuto lasciare»
Jane glielo passò «Di la verità, sei nervoso per oggi?»
Draco la fissò per un momento prima di dire «Tu sei tranquilla invece?»
«Non dovrei?» chiese lei.
La fissò ancora più intensamente di prima «E’...è che…» sembrava in imbarazzo nel doverle dire qualcosa «Ho paura che….»
Alex prese a tiragli i capelli come al solito ma lui sembrò ignorarlo «Potrebbero farti bere del veritaserum» disse lui tutto d’un fiato.
Addirittura volevano darle la pozione della verità?
«Hai paura che mi facciano bere del veritaserum?» chiese lei per capire meglio.
Liberò i suoi capelli dalle mani di Alex «Jane non ho chiuso occhio stanotte, ho paura che ti allontanerai di nuovo da me e che non mi permetterai più di vedere Alex!» disse con voce tremante.
Jane si sciolse «Ti ho aspettato per tutto questo tempo, credi davvero che un incontro con i tuoi genitori possa cambiare le cose? Possono anche insultarmi se vogliono ma questo non allontanerà tuo figlio da te fin quando sarai un bravo padre. Il vostro rapporto non dipende da quello mio con i tuoi…o quello mio con te.»
I muscoli del suo viso sembrarono rilassarsi «Mi sento un cretino adesso»
Appena finì quella frase sentirono un frastuono provenire dall'asilo, probabilmente i bambini avevano fatto cadere il cavalletto con la tela.
«Scusa devo tornare a lavoro adesso, ci vediamo dopo!» Jane corse dentro e trovò Benny distesa a terra con tutti i colori addosso.
«Che è successo?» disse appena la vide.
«Questi marmocchi…mi hanno fatta inciampare!»


Verso l’una, dopo essere tornati a casa per cambiarsi d'abito, andarono dai Malfoy. Jane indossò un abito blu a maniche lunghe che le arrivava alle ginocchia ed aveva tirato su i capelli in uno chignon cercando di domare la sua chioma rossa selvaggia. Ad Alex aveva fatto indossare un completo salopette e camicia bianca che lo faceva sembrare un piccolo principino «Ma sei bellissimo!» gli disse scherzosa.
«Papà! Braccio!» disse lui allungando le braccia verso Draco mentre erano nel vialetto del Manor.
«Li farai cadere ai tuoi piedi i nonni così» disse lui prendendolo tra le braccia.
«Nonni?» ripeté lui
«Nonno Lucius e Nonna Cissy. Tra poco li conoscerai» Draco notò che Jane era rimasta di qualche passo indietro a scrutare la villa «Stai bene?» le chiese.
La vide stringersi un braccio «L’ultima volta che sono stata qui mi hai detto di scappare. Ed eri ricoperto di sangue»
Draco non aveva pensato che quel posto poteva rievocarle dei brutti ricordi «Intendi quando ho quasi ucciso mia zia?»
Jane si bloccò «Te lo ricordi?»
Draco annuì «Sto cercando di provocarmi dei flashback, diciamo così»
«Non è pericoloso?» chiese lei.
«Non ci pensare adesso. Se non te la senti di stare qui torniamo indietro»
«Tranquillo, ce la faccio» gli diede due colpetti sulla mano per rassicurarlo «Togliamoci il pensiero»
Avanzò e fu lei stessa a bussare al campanello. Draco ammise che era davvero una persona ammirevole.
Aprì il maggiordomo che li fece accomodare «Prego, i signori Malfoy vi attendono in sala da pranzo»
Alex tra le sue braccia si guardava intorno meravigliato, tra i vari quadri, gli affreschi, le scale di marmo i suoi occhi non sapevano dove appoggiarsi. Anche Jane si guardò intorno ma la vide sbiancarsi.
Lo precedette verso la sala da pranzo e questo gli fece capire che ricordava bene casa sua, si fermò solo un attimo prima di aprire la porta dicendo «Augurami buona fortuna»
«Buona fortuna» le disse con tutto il cuore.
La porta si aprì completamente ed entrarono insieme.
Vide suo padre alzarsi di scatto dalla sedia su cui era seduto e sua madre andargli incontro quasi di corsa.
Non si aspettava che ci fosse anche Meggie «Tu che ci fai qui?» le disse immediatamente.
«Buongiorno Signori Malfoy, chiedo scusa per l’ora così tarda, ho finito di lavorare poco fa» disse Jane appena i suoi si avvicinarono a lei. «Piacere di conoscerla signor Malfoy, sono Jane Lewis, è la prima volta che ci incontriamo»
«Il piacere è tutto mio signorina Lewis» gli occhi di suo padre caddero su Alex.
«Nonno Ucius?» gli chiese Alex indicandolo.
Draco sorrise dimenticandosi di Meggie «Si, lui è nonno Lucius»
«Posso?» suo padre, super emozionato, fece cadere il suo bastone da passeggio e lo prese in braccio «Lui è…»
«Identico a te» concluse la frase sua madre con le lacrime agli occhi. Notò che aveva del tutto ignorato Jane per guardare suo figlio.
«Si…lui è Alexander, vostro nipote» disse Jane presentandolo ufficialmente «Se volete fargli il test del dna vi posso firmare l’autorizzazione anche subito»
«No. Non occorre» rispose sua madre asciugandosi gli occhi con un fazzoletto che fece apparire dal nulla 
«Ma come!» si intromise Maggie indignata.
«Ripeto, tu che ci fai qui?» le chiese Draco di nuovo.
«Devo ricordarti che sono la tua fidanzata?» fece lei «Ho tutto il diritto di presenziare a questo pranzo!»
«Certo che devi esserci anche tu!» disse Jane con fin troppa enfasi per essere sincera «Scusalo, è un pò nervoso per questa situazione» le diede due colpetti affettuosi sul braccio «Come stai Meggie? Passato lo shock?» Palese la stesse prendendo in giro visto come l’aveva trattata il giorno prima ma lui non osò dire altro.
I suoi presero a passarsi Alex ogni 10 minuti anche mentre mangiavano fin quando Jane lo riprese per farlo dormire dopo pranzo. Lo sistemò sul divano con una copertina che fece apparire con un colpo di bacchetta e tornò da loro dicendo «Bene, ora sono tutta vostra, chiedetemi quello che volete»
Vide i suoi sorpresi da quella dichiarazione ma sua madre cominciò subito «Perchè scappasti da qui?»
L’atmosfera cambiò del tutto.
Jane rispose prontamente «Gli allenamenti con Bellatrix erano troppo violenti ed io ero incinta. In realtà fu proprio Draco a dirmi di scappare»
«Perchè sei tornata solo adesso?» continuò lei. Sembrava un vero e proprio interrogatorio.
«In realtà io ho provato a contattare Draco subito dopo la battaglia di Hogwarts ma non ho ricevuto risposta. In quel messaggio gli chiesi se si era liberato dei mangiamorte…dunque ho interpretato il suo silenzio come un no»
«Io ricordo di aver ricevuto quel messaggio» aggiunse lui «Quando ero al San Mungo ricordate? Ma non ricordandomi di lei ho ignorato il messaggio»
«Perchè non si ricorda di te?» chiese suo padre stavolta.
«Verso la fine del sesto anno, quando lui ricevette il marchio nero, mi fece capire di dovermi allontanare e nascondere da lui perché lo controllavano con il legiliments. Avevamo paura che se avessero scoperto di Alex l’avrebbero ucciso per fare un torto a lei signor Malfoy. Siccome non ci hanno mai dato la caccia vuol dire che non hanno mai scoperto di noi e deve essere perché…»
«Ho cancellato i miei ricordi per proteggerli» concluse lui. «E sono sicuro che è una cosa che avrei potuto fare»
«Quando eri qui eri incinta? Perché non mi hai detto niente? Avrei potuto aiutarti, consigliarti…»
«Si ero incinta. Ma non potevamo metterla in difficoltà più di quanto già lo era ed inoltre non sapevamo se controllavano anche lei con quell’incantesimo…»
«Avevi solo sedici anni…» asserì sua madre massaggiandosi le tempie «Come hai fatto a fare tutto da sola?»
«Dovevo, non avevo scelta. Ma ammetto che è stato molto difficile» disse lei.
«Hai sopportato la morte della tua famiglia, quei duelli assurdi con le spade di mia sorella, quante volte ti ha infilzata?»
«Abbastanza» 
«Dove hai partorito?» chiese improvvisamente Maggie «Potremmo chiedere il certificato di nascita all’ospedale»
«Non ho partorito in ospedale, ero ancora a scuola quando è successo. Scappai da scuola quando mi si ruppero le acque e partorii ad Hogsmade con l’aiuto di una signora. L’ho registrato al ministero una settimana dopo chiamandolo Alexander Lewis, non potevo dargli il cognome Malfoy in quel periodo»
«Basta così» disse suo padre «penso che possa bastare adesso»
«Io vorrei chiedere ancora qualcosa, prima che passi l’effetto» disse Maggie con un mezzo sorriso.
Effetto? Guardò i suoi e li vide fare no con la testa verso Maggie.
«Le avete messo del veritaserum nel bicchiere?» disse Draco alterato appena capì la situazione. Jane aveva parlato normalmente e forse nemmeno lei si era accorta di essere sotto il veritaserum visto che si era voltata verso di lui con sguardo rassegnato.
«Draco» Jane lo guardò «Non fa niente, me lo aspettavo.»
Non era giusto trattarla così. Lei era stata onesta dal primo momento.
«Vuoi i suoi soldi?» chiese Meggie a bruciapelo.
«No, faccio due lavori, guadagno abbastanza da sola» rispose Jane.
«Vuoi che tuo figlio ottenga il cognome Malfoy per avere dei vantaggi nella società?»
«No. Se Draco vorrà dargli il suo cognome lo accetterò ma non la ritengo una cosa necessaria.» rispose lei tranquillamente.
«Basta Meggie!» si intromise di nuovo lui.
«Ok l’ultima. Vorresti tornare ad essere la sua ragazza? Lo ami ancora?»
Purtroppo non riuscì a fare a meno di voltarsi verso di lei a quella domanda e la vide per la prima volta dall’inizio del suo racconto in difficoltà per cercare di mentire.
Portò le mani alla bocca cercando di non parlare, divenne rossa cercando di trattenere il respiro e per di più cominciò a tremare «S-si» disse lei in lacrime «Io non…non ho mai smesso di amarlo»
«BASTA!» urlò a quel punto «ORA DEVI ANDARTENE!» disse a Maggie mentre strinse Jane tra le braccia nascondendo il suo viso rosso agli altri. Lui lo sapeva, lo aveva capito, ma farglielo ammettere in quel modo era stato davvero maligno, soprattutto perché immaginò come dovesse sentirsi lei a dichiararsi a lui che non ricordava nulla della loro storia.
Alex si svegliò e sua madre andò subito da lui mentre suo padre disse «Draco, porta Jane di sopra a calmarsi un attimo, io accompagno Maggie alla porta»
Non avrebbe mai pensato di poter adorare di nuovo suo padre come in quel momento.
Trascinò con sé Jane fino in camera sua in silenzio e quando si chiuse la porta alle spalle le chiese «Come ti senti?»
«Terribilmente in imbarazzo» rispose lei.
«Sei ancora sotto l’incanto della pozione?»
«Si»
«Mi dispiace per tutto questo»
«A me dispiace che ti sei messo con quella lì, è proprio una stronza» disse lei cercando di coprirsi di nuovo la bocca con la mano
«Hai ragione» disse sorridendo.
«Non farmi parlare fin quando non passa l’effetto per favore» chiese lei imbarazzata.
«Ti lascio qui da sola, forse è meglio. Vado da Alex» disse lui.
«Ok, io aspetto un pò qui e poi vi raggiungo.» rispose lei sedendosi sul divano.
Ebbe un dejavù guardandola seduta su quel divano in quella posizione. 
Uscì da camera sua e tornò in sala da pranzo dove trovò entrambi i suoi genitori che parlottavano tra loro «Maggie se ne è andata?» chiese subito lui.
«Si» rispose suo padre «Jane come sta invece?»
«Tra quanto passa l’effetto? E quando gliel’avete fatta bere la pozione?» disse lui cercando di non sembrare troppo arrabbiato.
«Durante il dolce, era nello champagne» rispose sua madre «Le chiederò scusa appena si sarà ripresa.»
«Potevate chiederle di berla invece di dargliela di nascosto!» sbottò lui prendendo in braccio Alex che era tra le sue braccia.
«Ora che conosciamo le sue vere intenzioni non dubiteremo più di lei.» poi fece una piccola pausa «E vorrei chiedere scusa anche a te. Ti ho trattato come un ragazzino ma invece ti sei dimostrato un vero uomo.»
«Chiederemo scusa anche per Maggie, anche se non so…» aggiunse suo padre.
Maggie. Che fare con lei? Poteva capire lo shock per tutta la situazione ma il suo comportamento verso Jane? Era davvero confuso a riguardo .
«Papà,  sonno» disse Alex improvvisamente stropicciandosi gli occhi e facendogli dimenticare immediatamente Maggie.
«Vuoi che ti leggo uno dei nostri libri?» disse portandolo di nuovo sul divano e facendolo distendere sotto la copertina.
«Si, quello dei cavalieri!» disse lui.
«Ottima scelta!» estrasse la bacchetta e fece apparire uno dei libri per bambini che gli aveva comprato «C’era una volta…»
I suoi genitori rimasero lontani ad osservare la scena.



Jane rimase nella camera di Draco per circa un’ora, suppose che l’effetto della pozione dovesse essere passato quando decise di uscire. In quel lasso di tempo continuò a rivivere mentalmente la scena di lei che dice davanti a tutti di amare Draco. Voleva sparire dall’imbarazzo.
Si fece coraggio e scese al piano di sotto andando direttamente nella sala da pranzo.
C’erano Draco e sua madre seduti al tavolo, non più apparecchiato, mentre Alex era sul divano con suo nonno a giocare.
Quando la videro entrare i Malfoy si alzarono e Narcissa le andò incontro a metà strada tra la porta di ingresso ed il tavolo «Jane, ti chiedo scusa per averti fatto bere il Veritaserum di nascosto. La mia intenzione era di scoprire la verità per proteggere mio figlio. So che non è un’attenuante ma capirò se non vorrai perdonarmi»
La pozione era l’ultimo dei suoi problemi in quel momento «Sono madre anch'io adesso. Probabilmente avrei fatto la stessa cosa per Alex.» rispose.
Le si addolcì il viso e poi aggiunse «Non serviva darti il veritaserum, hai detto la verità dal primo momento.»
«E’ vero. Non mi sono resa conto della pozione fino a che Maggie…» interruppe la frase ripensando per l’ennesima volta a quella scena.
«Vorrei che sapessi che lei non avrebbe dovuto presenziare a questo pranzo, lei è venuta qui all’improvviso stamattina dicendo che voleva esserci e non ho potuto dire di no. Non era premeditato quello che è successo. Ti chiedo scusa anche per quello che è successo con lei»
«Non preoccuparti» disse improvvisamente Draco a voce alta alle sue spalle senza guardare nessuno «Non dirà più nulla a riguardo»
Jane, Narcissa e Lucius si guardarono a vicenda senza dire una parola.
Cosa stava intendendo? Che l’avrebbe lasciata? Dallo sguardo forse se lo stavano chiedendo anche i Malfoy.
Lucius si affiancò a sua moglie  «Jane, ci tengo anche da parte mia a farti le mie scuse.»
Jane li guardò entrambi negli occhi «Accetto le vostre scuse.»
Si rilassarono un pò tutti e Jane buttò gli occhi su Draco che continuava a guardare davanti a lui il nulla. Forse con la sua dichiarazione lo aveva destabilizzato.
Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto parlarci ma non sapeva come affrontare l’argomento in quel momento.
Alex le corse incontro e la prese per mano «Mamma! Voglio giocare a Chiddic!»
Jane sorrise capendo che volesse dire Quidditch «Oh davvero? In che ruolo?»
Alex ovviamente non conosceva la risposta ma si voltò verso Lucius come aspettando un suggerimento «Il nonno ti ha parlato del Quidditch?»
«Siii!» rispose lui felice.
A Lucius brillavano gli occhi «Gli ho mostrato uno dei nostri libri sul quidditch e pare gli piaccia»
«Alex adora tutti i tipi di libri a quanto pare» disse Draco alzandosi e unendosi a loro «La prossima volta che ci sarà una partita lo porterò»
«Mi sembra un'ottima idea!» aggiunse lei «Magari potreste andarci tutti insieme, così potrà conoscervi meglio»
«E’ una bellissima idea» disse Lucius guardando prima sua moglie e poi Draco «Ma credo che dobbiamo prima decidere come spiegare di lui ai nostri conoscenti»
Jane non aveva pensato al fatto che erano una famiglia conosciuta nel mondo magico e che giustamente dovevano spiegare da dove provenisse quel bambino all’improvviso.
«Capisco» rispose lei.
Narcissa si chinò verso Alex sorridendo e disse «Ti va di stare con i nonni qualche volta?»
Non rispose subito, ma guardò prima lei «Si qualche volta! Giochiamo a quidditch!»
Tutti si misero a ridere. Passarono il resto del pomeriggio a giocare con Alex fino a che fu il momento di tornare a casa «Arrivederci signori Malfoy» salutò Jane «Grazie per averci ospitati oggi»
«Non devi ringraziarci, dopo quello che ti abbiamo fatto soprattutto…» Narcissa si lasciò andare dandole una leggera carezza sul viso «Sei cresciuta bene nonostante tutto»
Jane sorrise «Ho fatto del mio meglio»
«Vi accompagno» disse Draco mettendosi il cappotto.
«Non occorre» disse lei temendo il momento in cui avrebbero dovuto parlare.
«Tranquilla mi fa piacere» rispose lui impedendole di dire altro.
Tesa come una corda di violino uscì dalla porta principale con Alex in braccio che continuava a salutare i nonni.
Il suono del pietrisco sotto le scarpe sembrava molto più rumoroso del normale in quel momento. Si sforzò di non guardare al suo fianco dove stava camminando Draco ma la sua ombra continuava a punzecchiarla facendo sentire la sua presenza.
Erano quasi arrivati al cancello oltre cui avrebbero potuto smaterializzarsi quando lei non riuscì più a trattenersi «Mi dispiace che hai dovuto sentirmi dire che ti amo in quel modo» disse piantando i piedi a terra «Se fosse stato per me non lo avresti mai saputo» aggiunse.
Draco si voltò verso di lei con uno sguardo indecifrabile «Jane» fece una piccola pausa «L’ho capito dal giorno che ci siamo rivisti che provi qualcosa per me»
Rimase pietrificata sul posto. Era così trasparente a tutti?
«Poi quel molliccio che si è trasformato nel mio cadavere mi ha dato la conferma» aggiunse lui quasi prendendosi gioco di lei.
«Ah già. Io….io avevo rimosso quel particolare» scommise tutto quello che aveva che era diventata rossa come un pomodoro. Che cretina.
«Mi dispiace che l’hai dovuto dire davanti a tutti. Dev’essere stato imbarazzante»
Stavolta Jane gli fece uno sguardo tagliente «Potresti evitare di mettere il dito nella piaga? Grazie.»
Draco rise prendendo Alex in braccio visto che stava allungando le braccia verso di lui.
«Scusa.» le disse facendo salire Alex sulle spalle «Forse ti ho amata pure io in passato. Non lo so.»
A Jane vennero in mente tutti i momenti passati con lui «Tu non me lo hai mai detto. Sei uno che lo dice di solito?»
Ripresero a camminare «Beh….si» disse lui indeciso
«Allora non mi hai amata» disse lei cercando di non essere troppo seria nascondendo la sensazione di vuoto in fondo allo stomaco.
Lui non disse più niente. Oltrepassarono il cancello e si smaterializzarono toccandosi per il braccio.
«Grazie per averci accompagnati a casa» disse Jane velocemente fuori la porta di casa sua.
«Grazie a te per aver sopportato la mia famiglia oggi» disse lui mettendo Alex a terra.
«Tutto sommato è andata bene con i tuoi, mi aspettavo di peggio sinceramente» ammise lei.
«Riguardo i miei sono rimasto sorpreso, hanno accettato subito di essere nonni»
Jane annuì felice «Così Alex potrà crescere avendo anche i nonni!»
«Sperando che siano dei nonni migliori rispetto a come sono stati genitori per me»
«Non mi sembra che tu sia venuto su così male dopotutto» gli disse dandogli un colpetto sul braccio.
Draco fece un mezzo sorriso dei suoi e stava per dire qualcosa quando Alex li interruppe «Andiamo a dormire?»
«Si, subito! Domani si va a scuola!» Jane aprì la porta «Saluta a papà»
Alex lo abbracciò e lui lo strinse forte a se «Ci vediamo presto, fai il bravo»
Quanto diamine avrebbe voluto farlo entrare e rimanere con loro per sempre.
«Siii» rispose lui correndo in casa.
«Buonanotte Draco»
«Buonanotte Jane»

 
___________



Draco un po ' alla volta riuscì a sistemare le cose nella sua vita. Diede il suo cognome ad Alex ma in comune accordo con Jane decisero di mantenere anche Lewis, quindi divenne Alexander Lewis Malfoy.
Stabilirono che un giorno a settimana lo avrebbe passato con i nonni mentre per il resto si sarebbero divisi i giorni in base agli impegni.
Maggie, inizialmente esclusa dalla sua vita da padre, aveva accettato suo figlio e riusciva anche a stare nella stessa stanza con lui, diversamente invece per Jane. Arrivò alla conclusione che doveva evitare di farle incontrare.
Jane dal canto suo non cercò di opporsi, anzi, facilitò l’allontanamento da lei «.. Purtroppo non posso venire a cena con voi, devo lavorare. Riporteresti tu Alex dopo?»
«Certamente. Dopo il turno te lo riporto, finisci alle 22?» chiese sull’uscio della sua porta. 
Da quando era successo il casino con Maggie quasi un anno prima lui non aveva più messo piede nella casa di Jane, ma le aveva sempre parlato fuori la porta, per rispetto di entrambe.
«Si, ma se dorme non svegliarlo. Nel caso verrò a prenderlo io domani mattina per portarlo a scuola»
«D’accordo, in quel caso allora te lo faccio trovare pronto per le 8, io vado a lavoro prima ma ci penserà mia madre a prepararlo»
Draco era riuscito a ottenere il lavoro da Obliviatore al Ministero ed oltre occuparsi dei vari incidenti magici tra i babbani aveva la possibilità di studiare un mare di fascicoli e documenti archiviati negli uffici riguardo la memoria umana. Inoltre aveva anche la fortuna di poter discutere dell’argomento con un medimago, il padre di Maggie. A parte per risolvere il suo caso, trovava l’argomento estremamente interessante. 
Alex arrivò correndo con il suo zaino sulle spalle «Sono ponto papà! Andiamo!»
Jane incrociò le braccia «Come mai così di fretta Alex?»
«Papà ha detto che mi compra una scopa per giocare a Chiiddich!»
«Cosa?? Hai solo 4 anni adesso!» sbottò lei guardando lui.
«Ovviamente intendevo una scopa giocattolo» specificò lui «Non è pericolosa»
«Se diventa viziato è colpa tua, ricordatelo» gli disse puntandogli il dito contro.
Alex gli tirò la mano «Andiamo papà dai!»
«Ok, ma saluta la mamma per bene!» gli disse e lui immediatamente l’abbracciò e le diede un bacio sulla guancia «Ciao mamma»
«Ciao amore, fai il bravo» disse scompigliandogli i capelli mossi biondo platino. Crescendo i capelli notarono una caratteristica fisica che poteva ricordare vagamente Jane, ovvero il mosso dei capelli. Jane andava fiera di quella cosa.


Draco dunque era riuscito a trovare l'equilibrio perfetto per fare convivere le due situazioni ma non durò per sempre. 
Andò tutto a rotoli, in buona parte, per colpa sua.
 

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Capitolo 10
*** Capitolo X ***


Capitolo X




Durante la festa di Natale tenuta al Manor quello stesso anno fecero le cose in grande invitando tantissime persone proprio per Alexander. Avevano organizzato tutto per il suo debutto in società ma MAI Draco avrebbe pensato che a quella festa Jane si sarebbe presentata con il suo nuovo compagno. Sapeva che si stava frequentando con qualcuno ma vederselo sbattere davanti provocava in lui sensazioni che non avrebbe dovuto avere. Lui aveva Maggie. E Jane era solo la madre di suo figlio, nonostante con lei sapeva di aver vissuto situazioni molto importanti anche se non le ricordava.
Quando entrarono dalla porta Alex dava la mano a entrambi e quel ragazzo gli somigliava non poco. Era biondo anche lui e con gli occhi azzurri, e non poté fare a meno di pensarlo come suo sostituto. Razionalmente sapeva che Jane aveva tutto il diritto di avere una relazione amorosa con chicchessia ma qualcosa dentro di lui lo rifiutava. Jane alzò lo sguardo e lo vide «Buon Natale Draco!» disse salutandolo con la mano. Alex gli corse subito incontro mentre il ragazzo lo fissò squadrando tutto. 
«Alex stai crescendo troppo in fretta» disse Draco prendendolo in braccio e abbracciandolo continuando a sostenere lo sguardo del nuovo arrivato.
Jane e il compagno si avvicinarono e lei sorridente lo presentò «Buon Natale! Draco ti presento Matthias, il mio compagno»
Lui cambiò sguardo e sorrise a 32 denti «Piacere di conoscerti Draco» gli strinse la mano molto forte.
«Il piacere è tutto mio» mentì lui spudoratamente.
Dal piano superiore sentirono una voce «Benvenuti a tutti!» Meggie si era messa in tiro più del solito ed era veramente bellissima. Indossava un vestito lungo nero leggermente brillantinato con scollo a cuore e dei lunghi guanti che le arrivavano oltre il gomito. I capelli erano tutti portati di lato perfettamente arricciati.
Scese le scale di marmo sotto gli occhi di tutti e si infilò sotto il suo braccio.
«Ciao Jane, Buon Natale» disse lei rivolta direttamente a Jane.
«Buon Natale Maggie.» rispose sorridendo prima di presentarle Matthias che le fece il baciamano.
Maggie sembrava raggiante nello scoprire che si fosse fidanzata. 
«Papá mettimi giù!» disse Alex che fino a quel momento aveva assistito a tutta la scena in braccio a lui.
«Ehi Alex non mi saluti?» disse Maggie fingendosi offesa.
«Si, ciao Meggie!» disse prima di mettersi a correre verso i cugini che stavano entrando in quel momento.
«Alex mi raccomando! Fai il bravo e non dare fastidio agli adulti!» disse Jane cercando di farsi sentire.
Lui non rispose perché prese per mano il cugino e lo trascinò nella sala da pranzo.
«Allora!?» Maggie prese per mano Jane e Matthias e li trascinò in soggiorno «Raccontatemi di voi, come vi siete conosciuti?» disse tutta contenta. Draco sapeva che Maggie andava matta per i gossip però non pensava potesse interessarle la vita di Jane. 
Jane infatti sembrò a disagio «Noi…beh…»
Rispose Matthias al suo posto «Ci siamo conosciuti alla Taverna, io ero un cliente fisso. In realtà andavo solo per vedere lei…»
Jane si imbarazzò e arrossì.
Lo stomaco di Draco faceva le capriole.
«E poi ti sei dichiarato?» chiese Maggie.
«Le ho chiesto di uscire e poi…beh…ci siamo innamorati ed ora siamo qui insieme»
Jane gli prese la mano e la strinse affettuosamente.
«Aaaah che carini! Vero Draco?»
Preso alla sprovvista staccò gli occhi dalle loro mani e borbottò qualcosa che somigliava a «Si, molto bene» poi approfittò del cameriere che passava lì vicino con un vassoio di drink e ne afferrò uno al volo.
Lo guardarono tutti un po' strano ma Maggie riprese il discorso «Sono veramente contenta che vi siete trovati, formate una bella coppia!»
«Grazie» risposero in coro.
Non aveva più voglia di sentire quelle storie «Scusate, devo andare a salutare gli altri ospiti» poi noto che indossavano ancora i soprabiti «Volete darmi i vostri soprabiti?» 
«Oh…si…certo» rispose Matthias togliendo il suo e aiutando Jane. Matthias aveva un completo nero giacca e cravatta mentre lei un abito verde oliva che le arrivava appena sopra le ginocchia con degli stivali lunghi con tacco alto. Era di un altro tipo di bellezza rispetto a Maggie. Se in una favola Maggie era la classica principessa bellissima, Jane era la ragazza  della porta accanto che non sapeva di esserlo.
Fece evanescere i loro cappotti e andò in Sala da pranzo cercando di ignorare del tutto quei due.
«Tutto bene?» gli chiese Maggie che lo aveva seguito.
«Si, perché questa domanda?» la guardò e vide i suoi occhi azzurri scrutarlo intensamente.
«Mi sembri turbato. Sei geloso di Jane forse?» disse lei senza peli sulla lingua.
«No.» rispose lui senza guardarla «Lui è una persona che vivrà sotto lo stesso tetto di mio figlio, ci sta che sia titubante no?»
«Ah si...certo… capisco.» rispose lei «Scusami, pensavo ancora che…»
«Ti ho già detto un milione di volte che per me Jane è solo la madre di mio figlio» disse quasi sbuffando. Maggie sorrise e si strinse sotto il suo braccio «Ti amo tanto!»
La cena di Natale passò senza troppi problemi, Alex fu presentato a tutti come suo figlio avuto da una precedente relazione e sua madre non si staccò un attimo dal suo nuovo compagno.

 
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Draco continuò a lavorare al Ministero della Magia come Obliviatore, il lavoro non era nulla di complicato di per se, riceveva comunicazione di qualche babbano che aveva assistito a magie accidentali o che aveva visto creature magiche e lui si recava sul posto per cancellargli la memoria. Stava già iniziando a stancarsi e magari ad ambire a qualche carica più alta (grazie anche a suo padre) ma un giorno accadde qualcosa che lo fece preoccupare.
Quella mattina a lavoro trovò solo il suo capo che appena lo vide esclamò «Eccoti finalmente! Ma che ti è successo?»
Draco guardò l'orologio e vide che era in perfetto orario «Niente» rispose accigliato «Che è successo a te piuttosto…»
«Non hai ricevuto il mio gufo? Ieri notte è successo un putiferio ad Harrow…un branco enorme di Schiopodi Sparacoda ha invaso il centro, la squadra ha lavorato tutta la notte»
Draco si accigliò ancora di più «Non ho ricevuto un bel niente!»
«Forse è meglio così, oggi ci sei solo tu» prese tre o quattro fascicoli e glieli passò «Devi lavorare da solo»
«Ok parto subito….ma come è successo?» 
«Gli Auror stanno indagando, forse c’è di mezzo qualche faida tra maghi, non so… » tornò a lavorare in mezzo ad una pila di fogli alta un metro e lo lasciò stare.
I primi tre casi erano stati semplicissimi, una babbana che aveva visto un mago smaterializzarsi, due bambini che avevano visto uno snaso, e un’anziana che aveva assistito alla trasformazione di un animagus. In meno di due ore li aveva sistemati tutti.
L’ultimo caso riguardava una coppia di babbani che aveva detto a tutto il vicinato che i maghi e le streghe vivevano tra di loro. Si avviò a passo svelto verso una delle metropolvere che conduceva a Londra e in un batter d’occhio arrivò all’indirizzo stabilito dell’ultimo caso della giornata. Il palazzo era di recente costruzione, era in un grande parco recintato pieno di verde. Aprì il portone con la magia senza nemmeno utilizzare la bacchetta e si recò all’ultimo piano come dicevano i dati sul fascicolo. Tutte le porte avevano una targa con un numero e lui doveva trovare la 26B. Non aveva nessuna paura o ansia particolare, doveva solo trovare la coppia, interrogarla e obliviarla, cosa che aveva già fatto molte altre volte.
Suonò il campanello, cosa che trovava sempre strano fare, e attese. Il protocollo stabiliva di aspettare che i babbani aprissero la porta di loro volontà e di suonare fino a tre volte prima di fare irruzione. Suonò la seconda volta ma di nuovo non aprì nessuno però riuscì a sentire un rumore all’interno. Probabilmente avevano paura di aprirgli, quindi estrasse la bacchetta e prese dalla tasca il suo distintivo trasfigurandolo in quello della polizia londinese e mettendolo davanti allo spioncino della porta «Sono della polizia, c’è nessuno all’interno?»
«Sei un poliziotto?» disse una voce femminile da dietro la porta.
«Si esatto. I suoi vicini dicono che vi è successo qualcosa…potete aprirmi e parlarmene?» disse gentilmente.
La porta fece uno scatto e si aprì lentamente. Era stata la donna ad aprire ma alle sue spalle c’era suo marito ed entrambi lo guardavano con uno strano sguardo.
«Avanti» disse l’uomo spostandosi per farlo passare.
Draco entrò senza esitare con il distintivo finto ancora tra le mani e dette subito uno sguardo in giro per vedere se c’erano tracce di magia ma non vide nulla di particolare. L’ingresso dava subito sul soggiorno/cucina ed aveva solo un balcone che dava sull’esterno.
«Dunque, cosa avete visto?» disse voltandosi verso di loro. In quello stesso momento entrambi si lanciarono su di lui facendolo cadere a terra e immobilizzandolo sotto il loro peso. Preso alla sprovvista rimase pietrificato e riuscì solo a urlare «Lasciatemi!»
L’uomo si mosse sopra di lui sedendosi sul suo petto soffocandolo «Muori Malfoy!»
«Si! Uccidilo!» disse sua moglie che gli teneva le gambe ferme.
Draco, quasi privo di sensi, usò le ultime forse per richiamare la sua bacchetta e dire «Stupeficium!»
L’incantesimo colpì solo l’uomo ma nell’urto colpì anche sua moglie e li mise k.o. insieme.
Draco ci mise un pò a riprendersi, gli mancava l’aria. Legò i due coniugi con delle corde che fece apparire e uscì sul balcone slacciandosi la cravatta e assaporando ogni atomo di ossigeno.
Come facevano a conoscere il suo nome quei due? E perché volevano ucciderlo?
Per puro caso guardò in basso verso la strada e vide un uomo con un trench blu che guardava verso di lui. Quando distolse lo sguardo per controllare quei due l’uomo sparì.
«Mmmmm» la donna si era già svegliata.
Draco andò verso di lei con la bacchetta tesa «Chi siete voi?»
Lei guardò prima la bacchetta e poi lui «L’Ordine di Salazar!» esclamò lei con rabbia «Muori Malfoy! Muori!» Urlò forte.
«L’Ordine di Salazar? Cos’è?» che diavolo stava succedendo?
«Il nuovo signore oscuro è tra noi!  Aaaaaah!» sia l’uomo che la donna presero ad urlare simultaneamente bloccandosi per qualche secondo.
«Che è successo? Stai bene Diana?» chiese l’uomo a sua moglie con un tono ed uno sguardo completamente diverso.
«Si…Che è successo? Chi sei tu?» chiese la donna a lui.
Erano stati sotto imperio.
«Io…» il suo cervello lavorava freneticamente. Signore oscuro? Ordine di Salazar? «Sono della polizia, mi hanno detto che c’è stata una fuga di gas…» fece sparire le corde alla svelta e aiutò la donna ad alzarsi.
«Mi sento…stordita…» lei barcollò e il marito, con fatica, l’aiuto a sedersi sul divano.
«Mi scusi signore, siamo confusi…forse dovremmo andare in ospedale» disse l’uomo sedendosi accanto a sua moglie.
«Ho già chiamato l’ambulanza, stanno arrivando» fece una piccola pausa e continuò «Qual’è il vostro ultimo ricordo?» Doveva assolutamente scoprire di più.
Si guardarono entrambi e rispose la donna «Io ricordo solo di essere andata a letto»
«Si…anch’io ricordo di essermi messo a letto» poi guardò fuori «Ma che ore sono? Quanto tempo siamo stati svenuti?»
Draco capì che così non ne ricavava nulla, quindi prese la bacchetta e disse «Legiliments!»
Andò a ritroso nei ricordi dell’uomo fino ad arrivare alla sera precedente. Dopo che entrambi si misero a letto qualcuno bussò alla loro porta.
«Ma chi potrà essere a quest’ora?» disse l’uomo alzandosi.
Draco lo seguì nel suo ricordo e andò all’ingresso con lui «Chi è?»
La porta si spalancò da sola e riuscì a vedere solo per un istante la sagoma di un uomo con una bacchetta in mano ma notò un piccolo dettaglio, sulla giacca portava una spilla che raffigurava un serpente che beveva da una coppa. Dopo di che, il nulla.
Draco rilasciò l’incantesimo e sconvolto obliviò quei due prima di filarsela via.
Se i mangiamorte erano tornati suo figlio era in pericolo. Doveva parlare con gli auror.
Saltò il pranzo e andò diretto verso il secondo piano all’ Ufficio applicazione della legge sulla magia. Come sempre era affollato di gente e promemoria volavano dappertutto ma per fortuna trovò subito chi cercava «Blaise!» 
Lui era dietro una scrivania e alzò subito lo sguardo verso di lui quando lo sentì «Ehi Draco…scusa ma ho da fare adesso, non posso venire a pranzo con te»
«Non sono qui per questo» si avvicinò e nell’orecchio gli chiese «Sai qualcosa di un certo Ordine di Salazar?»
Blaise si alzò di scatto «Tu cosa sai? Doveva essere top secret…» lo afferrò per un braccio e si guardò intorno «Se qualcuno scopre che sai qualcosa di questo ordine penseranno subito che te l’ho spifferato io»
«Ho scoperto oggi della sua esistenza» abbassò di più la voce «Ha a che fare con tu sai chi?»
Blaise annuì «Cosa è successo?»
«Sono stato attaccato da dei babbani sotto imperio, volevano farmi fuori» 
Blaise spalancò gli occhi «Devi parlare con Potter»
«Cosa? E perché dovrei?» non erano mai stati simpatizzanti uno dell’altro. 
«Hanno affidato a lui il caso»
«Cosa? Quindi ora è il tuo capo?» chiese lui come a prenderlo in giro.
«Non rompere e vacci a parlare!» disse indicandoglielo. Non lo aveva visto prima ma Harry Potter era in fondo alla stanza che parlava con Wealsey.
«E’ l’unico che sa qualcosa di questa storia?» chiese sperando di non doverci andare a parlare.
«Si. E credo anche che debba sapere quello che ti è successo» rispose Blaise incrociando le braccia e facendogli capire che se non lo faceva glielo avrebbe riferito lui.
Draco sbuffò e si aggiustò la giacca.
«D’accordo. Se non ho altra scelta…» con passo deciso andò verso Potter e Weasley.
Ron Weasley era di spalle quindi fu prima Harry a notarlo «Malfoy…cosa ti porta qui?»
«Potter» fece un cenno con il capo come per salutarlo e fece altrettanto con «Weasley…non sapevo che anche tu fossi diventato un auror…hai ripetuto i M.A.G.O?»
«Malfoy…vedo che non sei cambiato affatto» rispose il rosso «Il tuo ufficio è al piano di sopra, forse hai sbagliato a leggere?»
Draco lo ignorò, aveva cose più urgenti da fare «Potter devo parlarti…in privato»
Vide Potter osservarlo con attenzione e poi fare un cenno al rosso per mandarlo via «Cosa ti porta qui da me? Deve essere una cosa importante»
«Esatto, ma vorrei parlarne altrove, qui c’è troppa gente» disse lui alludendo al fatto che tutti li stessero guardando. Loro due erano famosi per i loro litigi a scuola.
«Hai ragione» lo vide estrarre la bacchetta e dire «Muffilato!». Si creò una bolla intorno a loro che li isolò del tutto dal resto del mondo.
«Va bene anche così suppongo» rispose lui «Vado al sodo. Oggi ho obliviato una coppia che era sotto imperio, dicevano di far parte dell’Ordine di Salazar» fece una pausa e notò la reazione di Harry, aveva tutta la sua attenzione «Avevano l’ordine di farmi fuori, mi hanno chiamato per nome»
«Cosa?» Harry era sconvolto «Siediti e parti dal principio» gli indicò la sedia davanti la sua scrivania.
«Dimmi prima cos’è questo Ordine, voglio sapere se è quello che penso io…»
Harry prese un dossier con su scritto Top secret «Per parlarti di questo devo inserirti nella mia squadra, è il protocollo. Devo parlare con il tuo capo e vedere se è disposto a…»
«E’ disposto! Con lui me la vedo io! Se è quello che penso…mio figlio è in pericolo!»
«Molto bene, dammi solo un minuto» prese un’altro foglio con una lista e aggiunse il suo nome. Conosceva bene il protocollo di cui parlava Potter, quella lista era stata incantata in modo che nessuno potesse parlare ad altri del caso in questione, quindi per parlargliene era stato costretto ad inserirlo. Apprezzò non poco il fatto che lo avesse inserito subito senza fare troppe polemiche, questa sua versione “professionale” non gli dispiaceva.
Lo vide timbrare dei fogli e finalmente parlò «L’Ordine di Salazar è nato un’anno fa circa, è composto da ex mangiamorte ma negli ultimi mesi stanno reclutando nuove leve»
Draco diede un pugno sul tavolo «Lo sapevo! Non è possibile!»
«Parlami della tua situazione. Perché ti vogliono morto?» continuò lui.
«Hai dimenticato che sono fuggito alla fine della battaglia? E che mia madre ti ha protetto?» disse alzando la voce.
«Non l’ho dimenticato!» rispose lui a tono «Ma non posso aiutarti se non mi dici i dettagli. Perché dici che tuo figlio è in pericolo?» fece una pausa e poi aggiunse «E poi da quando hai un figlio?»
Draco sospirò «Si vede che non leggi la pagina dei gossip sulla Gazzetta del Profeta»
«Infatti leggo solo le cose importanti»
«Lasciamo perdere…» sospirò di nuovo «Ho un figlio di quattro anni e l’ho tenuto nascosto proprio a causa dei mangiamorte» decise di omettere i dettagli della sua storia «Ora che l’ho presentato al mondo scopro che sono tornati…»
«Dici che potrebbero prendersela con tuo figlio per fare un torto a te?»
«Esatto»
«Metterò un auror a protezione di tuo figlio se mi dici dove…»
«Non occorre, per la sua protezione me ne occupo io. Voglio solo che mi dai le informazioni. Chi sono? Hai già trovato qualche membro?»
Harry riluttante gli passò il dossier «Per ora stiamo tenendo d’occhio questi…ma ce ne uno che ci sfugge sempre»
Le foto che aveva davanti erano di molte persone che conosceva, alcuni erano anche suoi parenti alla lontana ma uno in particolare attrasse la sua attenzione. Era la foto di un uomo con un trench blu ed un cappello che gli copriva completamente il viso «Questo chi è?»
«Questo è quello di cui ti parlavo, non riusciamo mai a vederlo in faccia»
«L’ho visto stamattina» cercò di mettere a fuoco il viso dell’uomo che aveva visto dal balcone «Era sotto la casa dei due babbani di stamattina….e credo che sia lo stesso che li abbia messi sotto imperio»
«L’hai visto in faccia? Riesci a fare un identikit?» chiese Harry raggiante.
«No…era vestito come in questa foto, aveva un cappello che gli copriva il viso»
«Accidenti!» esclamò mordendosi un labbro «Ho il sospetto che sia proprio lui il capo dell’Ordine»
«Il sostituto di V-voldemort?» per lui era ancora difficile pronunciare il suo nome per bene.
«Lo sospetto…In realtà le loro intenzioni sono ancora buie per no»
Draco finì di sfogliare il dossier ma si fermò sull’ultima pagina dove c’era un disegno di un serpente che beveva da una coppa «Questo è il loro simbolo?» chiese per conferma.
«Si, lo abbiamo trovato su dei manifesti a Nocturn Alley, erano per reclutare nuove leve…»
«Hanno dei marchi neri anche loro?» voleva sapere il più possibile.
«Per ora non abbiamo arrestato nessuno, non hanno ancora fatto nulla contro la legge»
«Ma come? Sapete chi sono e non fate niente?» chiese sconvolto.
«Per ora sappiamo solo che si riuniscono in segreto in varie parti della Gran Bretagna ma non hanno ancora agito. Per questo li stiamo tenendo sotto controllo»
«E quello che è successo a me oggi?»
«Sei il primo che ha avuto a che fare direttamente con loro. Inoltre c’è un altra cosa che mi preoccupa» lo fissò negli occhi «Hai detto che erano sotto imperio…perché a noi non è arrivata la segnalazione?»
Le maledizioni senza perdono erano tracciate dal ministero, quando venivano evocate gli auror venivano a saperlo immediatamente.
«Avranno trovato il modo per evitare il tracciamento» ragionò Draco.
«Esatto e dobbiamo capire come è stato possibile»
«Dobbiamo?» ripetè lui.
«Ora fai parte della squadra, anche se non potrai essere un operativo»
Essere operativo significava poter agire e uscire sul campo e lui non essendo un auror non poteva farlo.
«Certo come no» rispose «Secondo te io resto qui a non fare niente mentre mio figlio potrebbe essere in pericolo»
Harry ragionò «Tu fai parte della squadra della cancellazione magia accidentale, giusto?»
«Si»
«Sei esperto di magie sulla mente quindi?»
«Si»
«Perfetto, sarai il mio consulente per quanto riguarda la lettura dei ricordi, così potrai seguirmi in campo»
Draco si accigliò. Voleva davvero lavorare con lui? «Hai raggirato le regole, sicuro di poterlo fare Potter?»
«L’ho già fatto» disse appuntando il suo nome in un altra lista «Ora vai a sistemare le cose con il tuo capo ed è fatta»
«Bene» si alzò «Aspetto tue notizie quindi»
Si alzò anche lui e gli tese la mano «Certo, alla prossima»
Draco l’afferrò e la bolla intorno a loro scomparve «Alla prossima» rispose andandosene a passo svelto.
Lui che lavorava con Potter. Incredibile.



Jane stava vivendo il periodo più bello della sua vita. Era felice come non lo era da tempo, la sua si stava trasformando in una vera famiglia e non chiedeva altro. Lei e Matthias avevano deciso di vendere la casa per comprarne una a Marlborough, poco lontano da Bernadette ed il suo asilo. Jane non lavorava più per lei, aveva deciso di lasciare più tempo per la famiglia e Benny, ormai, era parte della sua. Bernadette aveva assunto un’altra ragazza per l’asilo e conviveva con il suo compagno da circa un anno e mezzo motivo per cui una sera, mentre erano a cena tutti e quattro insieme…
«Jane guarda qui!» Bernadette le mostrò la sua mano su cui spiccava un anello con un diamante.
«Cooooosa!? George ti ha fatto la proposta??» disse lei quasi urlando come se George non fosse lì a due passi da loro. George era un uomo di 38 anni, poco più grande di Bernadette, che lavorava in una bottega che produceva cappelli per maghi di ogni tipo, forma e colore. Era un tipo molto amorevole.
«Ci sposeremo il mese prossimo!» Aggiunse Benny «Sarai la mia damigella d’onore vero?»
Jane si stupì ma fu felicissima di accettare «Siiiii!»
«Matthias, noi intanto andiamo a prendere un drink» disse George portando gli occhi al cielo per la confusione che stavano facendo quelle due.
Jane li guardò andare verso il bar e poi portò tutta l’attenzione su Benny «Come ti senti?»
«Felice» rispose lei con gli occhi da innamorata «Mi ha chiesto di sposarlo in ginocchio, quando siamo andati al lago la settimana scorsa»
«E’ una cosa romanticissima!»
«Si è vero…» Benny guardò l’orologio da polso «Jane! Sono le 21, devi andare a prendere Alex!»
Jane le sorrise «Tranquilla, va sempre Matthias a riprenderlo alla villa Malfoy» guardò verso di lui facendogli segno di guardare l’ora.
«Come mai va sempre lui? E’ successo qualcosa?»
«Niente di che in realtà…» fece una piccola pausa ricordando l’ultima volta che era stata dai Malfoy «Meggie si è trasferita lì, e voglio evitarla»
Benny sorrise «Non sei mai riuscita ad andarci d’accordo eh?»
«Da parte mia c’è sempre stata buona volontà…ma lei pare avercela sempre con me…» si sentì toccare la spalla e si girò verso Matthias e George che erano tornati al tavolo «Scusami Jane» mostrò la lettera che aveva tra le mani che aveva appena ricevuto «E’ appena arrivata, c'è stato un problema a lavoro e devo proprio andare»
Matthias lavorava fuori città, si occupava del trasporto su nave di articoli magici di vario genere.
«Oh…ok! Allora vado io a riprendere Alex» disse alzandosi.
«Mi dispiace tanto, so che odi andare in quel posto» disse lui accarezzandole il braccio.
«Tranquillo amore, posso sopravvivere per una volta» lo salutò con un bacio. Poi salutò anche Benny e George con un abbraccio ed entrambi si smaterializzarono per andare in direzioni diverse.
Jane si materializzò fuori il cancello del manor Malfoy e prima di fare un passo avanti fece un grande sospiro sperando che non ci fosse Meggie. Quando si sentì pronta aprì il cancello e in quello stesso istante si materializzò accanto a lei qualcun altro che ansimava. Erano due persone, riconobbe per primo Harry Potter che aveva il braccio sotto le ascelle di Draco per aiutarlo a camminare visto che aveva una gamba rossa da cui uscivano fiotti di sangue.
«Draco che ti è successo?» disse spaventata da quella scena. Era ovvio che erano appena fuggiti da qualche duello.
«Jane…che ci fai qui…» disse staccandosi da Harry barcollando.
«Idiota, non ti reggi in piedi vedi?» Harry lo riafferrò al volo e Jane scattò mettendosi dall’altro lato sotto il suo braccio.
«Vattene Potter» gli disse Draco «Anche tu non sei messo bene…» in effetti Harry perdeva sangue dal naso e dal sopracciglio.
Harry la guardò con gli occhi al cielo «Lo mollo a te, scusa»
«Me ne occupo io, tranquillo» rispose estraendo la bacchetta per fermare il sangue che fuoriusciva dalla ferita alla gamba.
Harry e Draco si lanciarono uno sguardo e lui sparì.
«Sei un auror adesso?» chiese subito Jane rialzandosi cercando di sostenerlo.
«Non esattamente» Erano così vicini che quasi le loro punte del naso potevano toccarsi e Jane sentì un certo imbarazzo. Era bello come sempre.
«Che è successo allora?» chiese cominciando ad avanzare verso l’ingresso del Manor al chiaro di luna per non doverlo guardare in faccia.
«Non posso dirtelo, è Top secret» disse zoppicando.
«Se c’è di mezzo Harry Potter deve essere una cosa importante» disse pensando ad alta voce.
«Perché tutti pensano che quel deficiente sia forte? Fa solo il suo lavoro mediocre»
«Questa rivalità con lui al giorno d’oggi è ridicola, lasciatelo dire…»
«Sembri Blaise…hai usato le sue stesse parole»
«Blaise è intelligente, tu no»
«Ti devo ricordare che l’hai mollato per me?»
«Ma se tu non te ne ricordi nemmeno, idiota!»
«Beh ma l’hai fatto…»
Jane sorrise «Ti vorrei rispondere dicendoti che è stato un errore» fece una breve pausa «Ma non è vero, lo rifarei. Senza Alex ora non saprei vivere»
Draco si bloccò a due passi dalla porta d’ingresso e quando Jane si voltò verso di lui notò che era molto teso.
«Ehm…ho detto qualcosa che non va?» che lo avesse offeso?
«Lo proteggerò io. Sempre» disse lui tutto d’un fiato con le mani serrate a pugno.
Il suo comportamento era un pò strano, forse era un pò sconvolto per quel duello «Grazie…Lo farò anche io» rispose lei.
Entrarono in casa rompendo quella strana atmosfera che si era creata e subito Draco chiamò un elfo domestico ordinandogli di preparare una pozione rigenerante per la sua ferita «Non dire a nessuno che sono ferito»
«Si, mio signore» rispose l’elfo con voce acuta. Jane si chiese come mai avesse tutti quei segreti.
«Aleeeex!» urlò Draco «C’è qui la mamma!»
«Mamma?» disse lui spuntando dalle scale «Come mai sei venuta tu?» stava volando su una scopa giocattolo.
«Matthias doveva andare a lavoro stasera» notò che era vestito diversamente rispetto a quella mattina «Che hai fatto ai vestiti?»
Alex atterrò esattamente davanti a lei «Oh…Meggie mi ha regalato questo completo, ha detto che sono più adatti per un Malfoy»
Era un completo pantalone e giacca con dei ricami elfici sui polsini, non erano affatto economici. 
Le stava sbattendo in faccia che non gradiva come vestiva suo figlio «A te piacciono?» gli chiese.
Lui si guardò e poi squadrò suo padre vestito in maniera simile «Sssi….credo…» disse poco convinto.
«Ok, domani andrai a scuola vestito così?» 
Conosceva suo figlio. A lui piaceva correre e sporcarsi nei prati e giocare alla lotta di fango con i suoi compagni e quel nuovo look da principino non gli si addiceva per niente.
Lui sembrò pensarci su «No mamma, non mi piace più»
Jane sospirò «Dai, salutiamo i nonni e andiamo…»
«Vi raggiungo tra un attimo…» disse Draco cercando qualcosa nelle tasche interne della giacca. Gli cadde un foglio che Alex raccolse per ridarglielo e Jane, nonostante Draco subito lo afferrò per nasconderlo, notò che era uno scarabocchio di un serpente attorcigliato intorno ad un calice.
«Andiamo mamma, i nonni sono in soggiorno» lasciarono Draco lì e Alex la portò dai nonni.
«Jane! Che piacere rivederti!» Narcissa la salutò affettuosamente dandole un bacio sulla guancia.
«Piacere mio…»
Lucius si avvicinò e nell’abbracciarla le sussurrò «Meggie non c’è ora» facendole anche l’occhiolino.
A quanto pare era chiaro a tutti il motivo per cui non si faceva più vedere al Manor.
«Grazie per aver badato ad Alex oggi…e ringraziate anche Meggie per i nuovi vestiti» fece una pausa guardando suo figlio vestito come un pagetto «E ditele anche che non doveva»
«Lei non bada a spese» disse Draco entrando in soggiorno camminando normalmente, Jane suppose che era andato a bere la pozione.
«Papà, la prossima volta andiamo al parco? Avevi detto che ci saremmo andati oggi!» esclamò Alex interrompendo la loro discussione.
«Hai ragione, ho avuto problemi a lavoro…la settimana prossima ci andiamo, promesso!» disse allungandogli la mano che Alex afferrò subito.
«Ok! L’hai promesso, ricordatelo!» Risero tutti e poi si salutarono.
Mentre erano sul vialetto Alex cominciò a raccontarle della giornata «Stamattina siamo andati a mangiare un gelato a Diagon Alley e dopo siamo subito tornati a casa perché papà si sentiva stanco. Meggie voleva andare in un ristorante e hanno litigato»
Jane era tutta orecchie «Quindi per questo ora non c’era? Perché hanno litigato?»
«Anche l’altra volta hanno litigato. Litigano sempre»
«Capisco…e tu poi che hai fatto?»
«Niente, mi sono messo a esplorare il Castello» Alex chiamava la villa “il castello” perché secondo lui somigliava a quello delle sue favole preferite sui cavalieri.
«Ti sei divertito molto allora!» gli allungò la mano visto che dovevano smaterializzarsi.
«Si, ho trovato l’ufficio segreto di papà! Ma non dirglielo! Scccch!» lui afferrò la sua mano ma non si smaterializzò. Draco aveva un ufficio segreto?
«E come è fatto questo ufficio segreto? Sono curiosa» gli chiese cercando di stare al gioco e invogliarlo a parlare.
«Nella sua stanza se giri la lampada si apre una porta segreta dietro uno specchio, dentro però è noiso»
«Noioso? Perché dici così?»
«Ci sono un sacco di foto appese e carte da tutte le parti, non c’è nessun tesoro!»
Foto appese? Che fossero foto di ricercati? 
«Le persone delle foto com’erano?»
«Avevano tutti dei numeri in mano» poi sbadigliò «Andiamo a casa?»
Perché Draco aveva un ufficio segreto? Forse era entrato in qualche squadra speciale degli auror?
«Si, andiamo» si smaterializzarono e in un batter d’occhio erano a casa.
Mise a letto Alex e lei rimase a fissare il soffitto fino a che in un momento di dormiveglia sentì Matthias tornare a casa in mattinata…zoppicando.


Quando Jane si svegliò il giorno dopo per portare Alex a scuola sentiva uno strano presentimento, provava una strana sensazione simile all’ansia ma non ne capiva il motivo. Aveva pensato di svegliare Matthias per parlargliene ma dormiva come un sasso e non se la sentì di disturbarlo visto che aveva fatto molto tardi.
«Andiamo mamma?» chiese Alex stranamente pronto prima di lei quella mattina.
«Si, eccomi» prese al volo la borsa e la bacchetta prima di uscire alla svelta di casa. Casa di Benny era a dieci minuti da casa loro per cui nonostante fossero lievemente in ritardo si godettero la passeggiata inspirando l’aria fresca di quella mattina. 
«Hai fatto i compiti ieri? Mi sono dimenticata di controllare» disse Jane.
«Si, li ho fatti con Meggie ieri mattina» rispose Alex. Jane non potè fare a meno di sbuffare e nello stesso istante le sembrò di sentire un rumore dietro di loro che la fece girare di scatto.
«Che hai mamma?»
«Niente» rispose guardandosi intorno «Credevo di aver sentito qualcosa»
Ormai si era già messa in testa di essere seguita da qualcuno «Dai, sbrighiamoci che è tardi! Corriamo!» in una mano stringeva quella di Alex e nell’altra la bacchetta.
Con il cuore in gola e senza darlo a vedere lasciò Alex a scuola «Allora divertiti, fai il bravo e non far arrabbiare la maestra Benny»
«Me lo dici tutte le mattine! Sei noiosa, ho capito!» Lui la lasciò sulla porta correndo dai suoi amichetti. In un altro momento l’avrebbe rimproverato per come le aveva risposto ma ora aveva altro per la testa. Con la bacchetta pronta e nascosta nella manica fece la strada a ritroso cercando di capire se ci fosse qualcuno o meno ma non trovò niente e nessuno. Concluse che si fosse immaginata tutto.
«Devo cercare di dormire meglio la notte» disse a se stessa scompigliandosi i capelli. Tornò a casa e recuperò il giornale dal gufo che l’attendeva sulla cassetta della posta prima di entrare in casa. La casa era un disastro, c’erano i giocattoli di Alex ovunque e le stoviglie del giorno prima ancora nel lavello che, con un colpo di bacchetta, cominciarono a lavarsi da sole. Cominciò a raccogliere da terra dei pennarelli che Alex aveva lasciato sparpagliati sul tappeto all’ingresso quando notò delle gocce rosse che potevano sembrare sangue. Si ricordò che nel dormiveglia aveva sentito Matthias camminare zoppicando e quindi andò subito di sopra, in camera da letto, a controllare che stesse bene. Lui stava ancora dormendo e lentamente si avvicinò per alzare la coperta per scoprirgli le gambe ma vide che era tutto a posto.
«Mmm…ehi Jane…che fai? Fa freddo…» Matthias parlò con voce assonnata tirandosi le gambe sotto la coperta.
«Scusa amore, pensavo ti fossi ferito» rispose dandogli un bacio sulla tempia 
«Come mai hai pensato questo?» chiese con tono diverso.
«Ho visto delle gocce rosse a terra nell’ingresso, pensavo fosse sangue…devo essermi sbagliata, sarà stato Alex con il pennarello rosso»
Matthias le sorrise accarezzandole una guancia «Sei carina a preoccuparti per me» 
I suoi occhi azzurri la facevano sempre sciogliere «Scusa se ti ho svegliato…oggi mi sento un pò strana»
«Come mai? E’ successo qualcosa ieri sera dai Malfoy?» chiese facendole capire di volerla vicino. Jane si sdraiò accanto a lui poggiando la testa sulla sua spalla e cingendogli il petto con il braccio «Non è successo nulla, » rispose nascondendogli il “nuovo lavoro” di Draco.
«Capisco..» si girò verso di lei e la baciò.




«Accidenti!» esclamò Harry Potter quella stessa mattina all’ingresso del Ministero «Hai visto il giornale Ron?»
«Si, ne stavo parlando con Blaise poco fa…come hanno fatto?» rispose il rosso passandogli uno dei 6 caffè che stava trasportando. Il giornale di quel giorno parlava dell’attacco avvenuto il giorno prima tra gli auror e i nuovi mangiamorte.
«Non ne ho idea…io non ho visto nessuno ieri, si saranno nascosti molto bene» 
Draco arrivò nel bel mezzo di quella conversazione «Parli dei giornalisti?»
«Buongiorno Malfoy» disse Ron sprezzante passando di malavoglia un caffè anche a lui «Gradisci un caffè?»
«In altre occasioni rifiuterei» afferrò rudemente la tazza in cartone «Ma non ho dormito per niente» lo buttò giù in un solo sorso.
«Sai? Mi fai quasi pena in questo stato…» Ron cambiò tono «Tuo figlio tutto bene?»
Rispose schifato da quel caffè «Si, gli ho messo una guardia del corpo…»
«Malfoy, visto che la cosa è stata scoperta dobbiamo stare molto attenti, soprattutto tu» disse Harry puntandolo con il dito.
«Lo so bene…» nella mano sinistra strinse il giornale su cui c’era il titolo “I Mangiamorte sono tornati, paura nello Yorkshire”






Spazio autrice
Ciao a tutti! Ci stiamo avvicinando alla conclusione, che ne pensate? Vi sta piacendo? Cosa vi aspettate che accada adesso? Scrivetemi!
 

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Capitolo 11
*** Capitolo XI ***


Capitolo XI


A Jane, quella sensazione di essere seguita, non si era tolta. Aveva ripreso a indossare il coltello sotto gli abiti legato alla coscia con la solita fondina che aveva da anni. Non era nemmeno riuscita a parlare della cosa con Matthias perché ultimamente era sempre a lavoro e riuscivano a stento a parlarsi prima di andare a dormire quando lui non aveva il turno di notte. Inoltre quella storia dei nuovi mangiamorte di cui tutti parlavano non aiutava la situazione.
Quella mattina, dopo aver accompagnato Alex a scuola con la solita sensazione di essere seguita, decise di andare a parlare con Draco di questa storia dei mangiamorte. Andò al Ministero della Magia e sperò con tutto il cuore che riuscisse ad avere un appuntamento con lui quello stesso giorno, non aveva voglia di andare a casa sua e incontrarlo per caso per strada era altamente improbabile visti i precedenti.
«Salve, lei è?» chiese l’uomo alla reception.
«Jane Lewis. Chiedo un incontro urgente con il signor Malfoy Draco»
Lui aprì un taccuino che aveva davanti e spulciò i nomi «Malfoy Draco, ufficio obliviatori»
«Si, è lui!» esultò lei.
L’uomo la guardò dalla testa ai piedi «Devo compilare la richiesta di incontro….mi dia un documento e mi dica il motivo della richiesta»
«Posso vederlo oggi?»
«No…il primo giorno disponibile e' Martedì prossimo»
Non voleva aspettare oltre per parlargli «Lasci stare, andrò a casa sua e…» non finì la frase che lo vide sfrecciare oltre la reception verso le metropolveri seguito da una decina di persone tra cui riconobbe Blaise e Harry.
«Draco!» urlò per farsi sentire ma lui continuò a correre. Non lo aveva mai visto così spaventato, che stava succedendo? 
Urlò più forte «DRACO!»
Lui si fermò e si voltò verso di lei «JANE!» vide gli altri quasi andargli addosso.
Draco urlò di nuovo «VIENI! MUOVITI! ALEX E’ IN PERICOLO!»
A quelle parole il sangue le si gelò nelle vene. Le gambe si mossero da sole e raggiunsero Draco e il gruppo, afferrò la mano di Draco che le stava tendendo e fu inghiottita dalle fiamme verdi della metropolvere.
Apparvero in una sala circolare e Jane non ebbe nemmeno il tempo di capire bene dove fosse che il gruppo prese a correre all’esterno «Draco che sta succedendo?» gli chiese correndo continuando a tenergli la mano.
«Abbiamo ricevuto…una segnalazione…la scuola di Alex…è stata attaccata» aveva l’affanno ma non accennava a volersi fermare. 
Jane si guardò intorno e riconobbe il posto, erano nel suo quartiere! «Draco posso smaterializzarmi, conosco questo posto!»
Draco si fermò di botto «Fallo subito!» lo vide mettere una mano sulla spalla di Harry Potter e trascinarlo con se nella smaterializzazione congiunta che stava facendo. Jane si concentrò e si materializzò direttamente di fronte la porta di ingresso di Bernadette.
Ma la porta di ingresso non c’era più. C’era un uomo a terra fuori in giardino e Draco gli si avvicinò subito «Gary! Che diavolo è successo?»
Jane li ignorò «Benny!» esclamò subito Jane entrando nel buco dove prima c’era la porta «Benny dove sei?»
Dentro era tutto saltato in aria, i bambini erano tutti legati da corde invisibili sotto il tavolo e piangevano disperati.
Alex non c’era. E non vedeva nemmeno Benny o George.
«Dov’è Alex?» chiese Draco ai bambini raggiungendola «Era con voi stamattina, no?»
I bambini piansero ancora più forte spaventati da lui «Draco, sono bambini….calmati» gli disse Harry.
«Noi siamo auror, è tutto finito…» disse Harry con più calma tranquillizzando i bambini e liberandoli quando Jane si fiondò al piano di sopra, nella stanza di Bernadette «Oh mio dio Benny, stai bene?» l’aveva trovata legata e imbavagliata a letto e la liberò subito.
«Jane! Mi dispiace, mi dispiace! Ho fatto quello che ho potuto…» disse piangendo disperata «L’hanno portato via! Hanno portato via Alex!»
Se quello era un incubo voleva essere svegliata subito 
«C-chi è stato?» chiese una voce spezzata dietro di lei.
 Jane non si voltò ma dall’espressione di Bernadette capì «M-m-mi dispiace D-draco…i-io non sono riuscita a p-proteggerlo…volevano lui e nessun altro!»
«Legiliments!» la voce di Draco tuonò e quando Harry Potter entrò nella stanza sembrava essersi ammutolito anche lui.
Bernadette tra le sue braccia tremava «Draco! Ci stai andando troppo pesante! L’ammazzi così!» capiva benissimo il suo stato d’animo ma non voleva che se la prendeva con Bernadette. Sembrò andarci più cauto e finalmente l’incantesimo si sciolse.
Draco aprì gli occhi e disse «Sono loro»


La squadra degli auror si completò e ognuno si diede da fare. Ron Weasley si occupò dei genitori dei bambini, Blaise accompagnó Bernadette al San Mungo chiamando anche George che era a lavoro quella mattina in modo anche da mettere in verbale la sua dichiarazione e altri ripararono la casa di Benny. Harry e Draco invece discutevano sulle prossime mosse davanti a Jane.
«Gary è un mio uomo, ed è uno dei migliori! L’ho messo a protezione di Alex ed è stato sconfitto, cosa pensi di fare adesso?» disse Draco.
«Se la donna riesce a fare un identikit di almeno uno di loro…»
Jane aveva capito perché si era sentita seguita per tutto quel tempo, Draco aveva messo una guardia del corpo.
«Dobbiamo catturarli tutti!» insisteva Draco «Ci faremo dire da loro dove si trova il loro capo…»
«Perchè non mi hai detto nulla? Dovevi informarmi!» si intromise Jane «Dovevi dirmi che era in pericolo!»
Rispose Harry per lui «Non eravamo sicuri che potesse essere preso di mira il bambino, la guardia del corpo era solo una precauzione» rispose Harry calmo, era tutto l’opposto di Draco in quel momento.
«Mi muoverò da solo allora! Non mi interessa essere licenziato…» rispose 
«Non fare sciocchezze, non puoi combattere da solo contro tutti loro…»
«Loro chi?» si intromise finalmente Jane in lacrime «Chi ha preso mio figlio?»
«Dille tutto» disse Draco «Me ne assumo l’intera responsabilità»
Harry si passò le mani tra i capelli «Non posso! Già abbiamo detto troppo davanti a lei! Capisco che a te non importa un fico secco del lavoro ma a me si!»
«DITEMI SOLO CHI HA PRESO MIO FIGLIO!» disse disperata.
Harry fece un lungo sospiro «Ce ne occuperemo noi, ti prometto che lavoreremo giorno e notte fin quando non avremo recuperato vostro figlio»
Jane fece un passo indietro «Sono stati i mangiamorte, VERO?»
«Jane…» Draco l’afferrò per le spalle «Lo riporterò a casa, fidati di me!»
Jane non rispose. Lui non ricordava niente di lei, non sapeva che era stata addestrata da Bellatrix Lestrange, non sapeva che era in grado di duellare ed era in grado di uccidere con un pugnale. Era sicura che lui avrebbe fatto tutto il possibile ma lei non sarebbe rimasta a casa ad aspettarlo. Si scrollò le braccia di Draco dalle spalle e si smaterializzò.

«Dov’è andata?» chiese Harry a Draco.
«Qualcosa mi dice che non è andata a casa» rispose sospirando.
«Di lei ce ne occuperemo dopo, diamoci da fare adesso» Harry estrasse la bacchetta e Draco lo imitò. Dovevano trovare tracce dei rapitori «Intanto raccontami cosa hai visto nella mente della maestra»
«Ha sentito dei rumori all’esterno, si è affacciata ed ha visto due uomini duellare. Quindi Gary l’ha intercettato prima che lui attaccasse la scuola» rispose cercando con la magia tracce di altri incantesimi.
«Hai capito chi era l’uomo? Qualcuno del dossier?» chiese Harry ascoltando ogni parola.
«Aveva il viso coperto da una maschera»
«Dannazione! Siamo a un passo da loro ma non riusciamo a identificarli!» 
«Ehi Malfoy!!» lo chiamò Ron «C’è una cosa che dovresti vedere…»
Uscirono entrambi all’esterno dal giardino sul retro quasi di corsa e si girarono verso il punto indicato da Ron. Sul retro della casa, scritto con dell’inchiostro rosso c’erano le seguenti parole.
“Ciao Malfoy, la prossima sarà Meggie”
A Draco quasi uscirono gli occhi dalle orbite.
«Chi è Meggie?» chiese Ron.
«La mia compagna» disse tra i denti fuorioso come non mai.
«Ormai è chiaro che il loro bersaglio sei tu» disse Ron come se la cosa non fosse già chiara a tutti.
«Dove si trova adesso?» chiese Harry «Deve essere sorvegliata anche lei»
Draco si sentiva uno straccio. Diede l’indirizzo e i recapiti ad Harry e si sedette su una panchina nel parchetto di fronte la casa, dove aveva passato del tempo insieme ad Alex.
Avevano preso suo figlio.
Jane probabilmente era andata da sola a caccia di quegli individui.
Meggie era in pericolo.
Che doveva fare? Gli auror erano legati alla legge magica e nonostante la buona volontà di Potter erano ancora lontani da loro.
Agire da solo era da stupidi, secondo il loro dossier L’ordine di Salazar era composto almeno da una ventina di persone ed era un suicidio.
Non si rese conto di stare piangendo fin quando qualcuno toccò la sua spalla. Si asciugò le lacrime prima di voltarsi, era Matthias.
«Ho appena saputo» disse lui «Jane è tornata a casa e ha dato di matto»
«Che ci fai qui?» disse alzandosi. Vedere quel tipo non lo faceva stare meglio «Voglio dire…questa zona è sotto sequestro, non puoi stare qui»
«Ho detto loro che ti conoscevo» rispose Matthias indicando gli auror alle loro spalle.
Non aveva voglia di discutere con lui anche perché era perfettamente a conoscenza dello stato d’animo di Jane e sapeva che non poteva fare nulla per lei se non trovare Alex «Mi occuperò di Jane appena posso, sono un attimo indaffarato adesso» 
«Capisco» disse lui serioso «Pensavo volessi sapere che è andata a casa tua» 
Draco si accigliò «A casa mia? A fare cosa?»
Matthias scrollò le spalle «Forse pensa che siete stati voi a prendere suo figlio? Non saprei, te l’ho detto che è impazzita»
Forse pensava c’entrassero i suoi genitori? Ce l’aveva con loro? Lo mollò lì e si smaterializzò.
Quando arrivò al Manor trovò la porta di ingresso spalancata e corse all’interno «Jane!» chiamò «Jane sei qui?»
Il maggiordomo gli corse incontro tutto spaventato «Signor Malfoy, la signorina Lewis e i suoi genitori sono al piano di sopra in camera sua!»
Draco corse al piano di sopra ed entrò in camera sua pensando di tutto ma invece trovò sua madre seduta sul letto con le mani a coprire le lacrime mentre Jane e suo padre erano nel suo ufficio segreto. Aveva creato quel posto nella parete per tenere nascosti tutti i dossier e le cose riguardo al suo lavoro di consulente per gli auror e si chiese come avessero fatto a scoprirlo.
«Jane! Papà!» li chiamò appena entrò. La stanza era molto piccola, c’era solo una scrivania al centro e tutto intorno armadi e cassetti in ferro contenenti le documentazioni.
«Draco! Che significa tutto questo?» disse Lucius appena lo vide.
«Voi come avete fatto a scoprire questa stanza?» chiese Draco sconvolto.
«Jane ha…» fece suo padre ma Jane lo interruppe «Alex ti ha visto entrare qui dentro, mi ha detto lui come aprire la porta» rispose mentre sfogliava le foto dell’Ordine di Salazar «Quindi sono loro? L’Ordine di Salazar?» chiese lei.
«Questa roba è Top Secret non posso…»
«Lo so che non puoi, per questo sono venuta qui per scoprirlo da sola»
Aveva sempre saputo che lei era una persona in gamba, era riuscita immediatamente a risolvere il problema dell’incantesimo di segretezza ed a scoprire quello che voleva.
«Ora che sai tutto cosa vuoi fare?» chiese conoscendo già la risposta.
Lei fece evanescere il dossier «Mi riprendo mio figlio»
Uscì a passo svelto sfiorandogli una spalla e prima di cominciare a seguirla disse a suo padre «Papà, tu e la mamma dovete nascondervi da qualche parte. Hanno già preso Alex ed hanno dichiarato che la prossima sarà Meggie.»
«Cosa?» disse lui scioccato.
«Ci sono gli auror a proteggerla ma io ora devo andare con Jane»
Suo padre annuì soltanto e lui raggiunse Jane ignorando sua madre che continuava a piangere.
«Cosa vuoi fare? Verrò con te» le chiese appena la raggiunse, stava andando verso l’uscita.
«Nei sotterranei c’è ancora l’ufficio di Bellatrix?» chiese lei ignorandolo.
«Mmm…sì credo…» rispose confuso.
La seguì nei sotterranei e in un primo momento fu sorpreso di vedere come conoscesse quel luogo però poi si ricordò che era lui che non ricordava che lei aveva vissuto lì.
«Alohomora» aprì il lucchetto che teneva chiusa la porta ed una volta all’interno prese la maschera di ferro che aveva indossato sua zia quando era mangiamorte.
«Cosa vuoi fare con quella?»
«Vogliono imitare i vecchi mangiamorte? Gliene faccio vedere uno originale»
Draco la guardò negli occhi «Anche io ho ancora una di quelle» disse indicando la maschera.
Jane sostenne il suo sguardo «Tu lavori al Ministero, se ti scoprono…»
«Come ho già detto non mi interessa del lavoro» estrasse la bacchetta e fece apparire la sua vecchia maschera da mangiamorte. Rivederla gli fece venire un colpo al cuore ma per Alex lo fece: Indossò la maschera e fece apparire il mantello nero che lo ricoprì interamente.
Jane lo imitò e decisi uscirono allo scoperto.


Qualche giorno dopo, al quartier generale degli auror…


«Questo è già il terzo che si costituisce…» disse Blaise portando un componente dell’Ordine di Salazar nella stanza degli interrogatori.
«Qualcuno ha trovato Malfoy?» chiese Harry leggendo il giornale di quella mattina su cui c’era un enorme foto che ritraeva il marchio nero nel cielo sopra Londra.
«No, neanche Lucius Malfoy sa che fine ha fatto» rispose Ron «Stessa cosa per Jane Lewis, il suo compagno non la vede da due giorni»
«Guarda caso tornano i mangiamorte quando quei due spariscono e questi si fanno arrestare» disse Harry.
«Credi che siano loro i “veri” mangiamorte?» chiese Ron.
«E’ palese che lo siano…» rispose Harry «Avrei voluto che invece di fare di testa loro avessero collaborato con noi per via legale»
Blaise lo interruppe «Harry, permettimi dire una cosa» si avvicinò al suo orecchio «Se non in questo modo…come avremmo mai potuto arrestarli per interrogarli?»
Anche Harry abbassò la voce «Lo capisco ma…evocare il marchio nero? Sai che è illegale? Se dovessero farsi scoprire andrebbero direttamente ad Azkaban senza nemmeno un processo!» 
«Direi…che sta a noi scoprirli…o meno» Blaise gli fece l’occhiolino.
«Non so Blaise…» Harry sospirò «Per ora interroghiamo questo signore, poi capiremo che fare con loro.»
Harry entrò nella stanza seguito da Blaise che aveva precedentemente ammanettato l’uomo alla sedia.
«Dunque, lei è il signor Edmund Smith» Harry guardò l’uomo palesemente spaventato «Dica si o no»
«Si!» disse subito l’uomo.
«Lei ha confessato stamattina di far parte dell’Ordine di Salazar, conferma?»
«Si!» confermò l’uomo.
«Bene, ci racconti. Come mai questa confessione improvvisa?» prese appunti mentre l’uomo parlava.
«Stanotte sono stato attaccato dai  Mangiamorte, uno di loro era sicuramente un fantasma!»
«Un fantasma? I fantasmi non possono attaccare gli esseri umani» affermò Blaise.
«Doveva esserlo per forza! So per certo che doveva essere morta…»
«Chi? si spieghi meglio» incalzò Harry.
«Bellatrix Lestrange!»
Ad Harry venne un colpo «Sta dicendo che uno dei mangiamorte è Bellatrix Lestrange?»
«Si! Ne sono sicuro! Duellava proprio come faceva lei, inoltre potrei riconoscere la sua maschera a distanza di anni!»
Harry fece due più due. Draco e/o Jane stavano imitando Bellatrix per mettere paura ai vecchi mangiamorte e farli uscire allo scoperto. Ammise che c’era del genio.
«E quindi…questa Bellatrix…le ha detto di costituirsi?»
«Ha detto che L’Ordine non deve permettersi di mischiarsi a loro e che…se non fossi venuto qui a costituirmi mi avrebbero fatto fuori» lo disse ingoiando a vuoto.
«Ok…ci parli ora dell’Ordine di Salazar, ci dica tutto quello che sa»
«Cosa mi garantite se parlo?» disse l’uomo tremando.
Stavolta parlò Blaise «La proteggeremo da Bellatrix Lestrange»
L’uomo parlò e disse per filo e per segno i loro progetti. Alla base di tutto c’era Draco da dover eliminare. Avevano cominciato dal piccolo Malfoy per poter poi arrivare a Draco e suo padre. Lui sapeva che il bambino era ancora vivo ma non sapeva dove si trovava, era in mano al loro capo che confermò essere il tipo con il cappotto blu. 
«Quindi il fine ultimo dell’Ordine di Salazar quale sarebbe?» chiese Harry alla fine.
«La razza pura no?» disse l’uomo improvvisamente scocciato.
«I Malfoy sono purosangue, capisci che c’è qualcosa che non va nei vostri principi?»
Lui sembrò pensarci su «In effetti…però sai, il capo sembra tenerci molto a far fuori i Malfoy…»
Harry e Blaise uscirono dalla stanza dell’interrogatorio.
«Questo tipo ha fatto loro il lavaggio del cervello» disse Blaise indicando “cappotto blu” in foto.
«Si, deve essere un bravo manipolatore. Ha messo loro in testa che prima di concentrarsi sul loro obiettivo, cioè far fuori i mezzosangue, devono prima togliere da mezzo Draco»
Harry ci pensò su «A questo punto potrebbe esserci sotto solo un movente personale»
«Cioè credi che Cappotto Blu stia usando queste persone solo per il suo scopo personale di far fuori Draco?»
«Gli altri due arrestati ieri hanno detto circa le stesse cose, però secondo me la questione è solo su Draco e non tutti i Malfoy»
«Ma hanno preso il piccolo…non aveva senso prendersela con lui direttamente?»
«Ci hanno provato ma non ci sono riusciti» disse Harry ragionandoci «Non sono nemmeno così forti come abbiamo immaginato noi» Harry si fermò «Gli abbiamo affibbiato troppo potere, Cappotto Blu deve essere un imbecille che si crede forte»
«Beh non direi visto che ha fatto quasi saltare in aria l’asilo del bambino»
Harry rise «Non è stato lui. Si è circondato da vecchi mangiamorte per usare il loro potere. Lui è solo il cervello in tutto ciò»
«Dobbiamo avvisare Draco» affermò Blaise.
«Se riesci a trovarlo fai pure» se Harry conosceva un minimo Draco sapeva che non era così stupido da farsi trovare facilmente da loro «Intanto continueremo ad arrestare i membri dell’ordine che ci procureranno i “veri mangiamorte”» disse virgolettando con le dita «Fino a quando Cappotto Blu non resterà da solo e costretto ad uscire allo scoperto»

 
_________


«Jane ho preso del cibo, tieni» Draco le passò un panino preso poco lontano da quella caverna dove si stavano nascondendo.
«Grazie» lo afferrò e lo mangiò velocemente mentre leggeva i suoi appunti seduta a terra. Stavano localizzando tutti i membri presenti sul dossier e li stavano pedinando per conoscere la loro routine, come era stato insegnato loro in passato.
«Questo qui è facile comunque» disse Jane passandogli il foglio «Vive da solo e non usa nessuna protezione per la casa»
«Si, infatti. Ci andrò da solo qui…tu vai da quella così facciamo prima» disse indicando il foglio successivo.
«Ok» rispose lei sbadigliando.
Entrambi non riposavano bene da due giorni e Jane si stava consumando davanti ai suoi occhi «Senti, perché non torni a casa per un pò? Questi due posso farmeli da solo, hai bisogno di riposare» 
«Tranquillo, sto bene» rispose guardandolo negli occhi «Tu non dovresti andare da Meggie per proteggerla?»
«Ci pensa Potter a lei» rispose lui voltandosi per darle le spalle «Ti vorrei ricordare che anche tu hai un compagno»
La sentì sospirare alle sue spalle «Immagino che sarà preoccupato»
«Torna da lui per un pò, posso occuparmi io di questi due» ripetè lui.
«Tu non sai imitare tua zia come faccio io però…» si voltò perché immaginò che l’avesse detto sorridendo per schernirlo ma non era così, il suo volto era triste come sempre in quegli ultimi giorni.
«Mi inventerò qualcosa, tu vai» poi aggiunse «Ci rivedremo qui tra due giorni, ti aggiornerò se dovessi scoprire qualcosa»
«Ci rivedremo domani sera…» rispose lei alzandosi «Due giorni sono troppi, dobbiamo trovare Alex al più presto possibile»
«Ok, allora a domani»
«A domani» lo salutò alzando la mano prima di smaterializzarsi.


Jane tornò a casa di mala voglia ma aveva veramente bisogno di una doccia e di riprendersi un minimo, entrò in casa trascinandosi e urlò «Matthias ci sei?»
 «Santo cielo! Finalmente sei tornata!» lui gli corse incontro e l’abbracciò stretta. Stare tra le sue braccia la fece rilassare a tal punto da cominciare a piangere e realizzare cosa stesse succedendo.
«Hanno rapito Alex! Non so dove sia, non sono riuscita a trovarlo!» Matthias la strinse ancora di più.
«Lo so amore, ho parlato con gli auror, lo stanno cercando giorno e notte. Dove sei stata tutto il tempo?»
Jane non voleva ancora dirgli quello che stava combinando con Draco e i mangiamorte quindi rispose solo «L’ho cercato in tutti i posti che mi sono venuti in mente»
«Capisco» si allontanò da lei giusto per poterla guardare in faccia «Mi hanno detto che anche Draco è sparito, non era con te?»
Ovviamente gli auror avevano già collegato la loro sparizione «Non so nulla, immagino che anche lui sta facendo le sue ricerche» rispose asciugandosi le lacrime.
«E quando sei andata dai Malfoy hai scoperto qualcosa?» 
Jane alzò lo sguardo verso di lui. Aveva l’espressione della curiosità, non sembrava ne dispiaciuto e nemmeno preoccupato per quello che stava succedendo. Jane sentiva che c’era qualcosa di strano. 
«Niente» rispose.
«Sei davvero a pezzi» disse lui guardandola bene «Hai bisogno di dormire come si deve»
Jane annuì soltanto e accompagnata da lui andò in bagno a farsi una doccia e poi a letto.
Matthias l’aveva coccolata tutto il tempo ma dormì a tratti, non riusciva a pensare altro che a suo figlio in mano a chi sa chi.
Si era pentita di essere tornata a casa, almeno con Draco poteva discutere del da farsi. Lo immaginò sdraiato a terra in quella fredda grotta che non aspettava altro che l’alba per poter agire.
«Non riesci proprio a dormire, vero?» le sussurrò Mattihas al suo fianco che a quanto pare si era accorto di tutto.
«N-no» rispose lei.
«Che stai pensando?» le chiese spostandole i capelli dietro un orecchio dolcemente.
«A tutti quelli che potrebbero avercela con i Malfoy»
Mattihas sospirò «Faresti prima a dire chi non ce l’ha con loro»
«Perchè dici così? Tutti sanno che non hanno partecipato alla Guerra Magica e…»
«…E comunque nessuno di loro è simpatico, soprattutto Draco» disse lui calmo.
«Che a te non piaccia Draco è un’altro discorso» Jane si mise a sedere.
«Si e non l’ho mai nascosto.» si mise a sedere anche lui «Scusa se te lo dico ma…non è che è stato lui a rapire Alex?»
Jane sbottò «Ti pare che possa rapire suo figlio?».
«Ho pensato che forse l’ha fatto rapire per tenerselo tutto per se»
Se solo lui sapesse dov’era ora e cosa stava facendo Draco…
«Pensi male!»
Lui alzò le mani «Scusa non volevo farti arrabbiare…erano solo supposizioni»
«Non mi sembra proprio il caso di fare supposizioni in questo momento» disse tirandosi indietro i capelli esaurita.
«A me sembra che ogni volta che parlo male di Draco tu inizi a dare di matto» fece lui cominciando a scaldarsi.
Jane si voltò di scatto verso di lui «In questo momento ti sembra che sono in vena di parlare della tua gelosia nei confronti di Draco? Mi interessa solo mio figlio adesso!»
«Non sono geloso!»
Jane si alzò dal letto «Credi che non l’abbia mai notato? Che cerchi sempre di imitarlo?» Non glielo aveva mai detto prima che pensava questo di lui, forse il nervosismo che provava in quel momento glielo fece dire ad alta voce. Aveva notato che ogni tanto, fintamente, provava a ricreare il mezzo sorriso (o ghigno)  tipico di Draco. 
«Stai divagando adesso, sei stanca, dormi!» fece lui burbero.
«Nessuno mi deve dire quello che devo fare!» sbottò lei.
Mattihas si alzò e si mise di fronte a lei «Bene! Allora cosa vuoi fare? Litigare?»
«Tu hai voglia di litigare! Hai messo in mezzo Draco…»
«Sei tu che ti scaldi se qualcuno te lo tocca…ammettilo che sei ancora innamorata di lui e falla finita»
Non aveva mai sentito Mattihas parlare in quel modo «Ma che problemi hai adesso con lui?»
«Adesso?» si mise a ridere in un modo che non aveva mai visto «Ce l’ho con lui da una vita!»
Jane si accigliò «Di che stai parlando?»
Fece un grosso sospiro «Lascia perdere, ti basti sapere che non lo sopporto. Punto» si voltò e andò verso l’armadio «Ora vai a riposare, io esco, vado a lavoro»
«Alle 4 del mattino?» chiese al nulla. Lo vide aprire l’armadio e prendere un cappotto blu da cui cadde qualcosa ma lui non se ne accorse.
Da quando aveva quel cappotto blu? Non l’aveva mai visto prima, somigliava molto a quello di…
«Buonanotte» disse seccamente e poi uscì di casa. 
Jane non si mosse fin quando non sentì il suono della smaterializzazione, rimase com’era, ferma, senza muovere nessun muscolo. Poi raccolse da terra la cosa che aveva visto cadere e quasi urlò. Era una spilla con il simbolo dell’Ordine di Salazar.
Matthias era “cappotto blu”.
Tremante si sedette sul letto e ragionò, poteva veramente essere lui?
Che odiasse Draco non era mai stato un mistero ma Jane aveva sospettato che fosse solo per il fatto di essere un suo ex, ma ora aveva buttato fuori dell’altro. Perché l’odiava?
Inoltre lei non gli aveva mai nascosto che Alex fosse suo figlio, se davvero l’odiava perché aveva scelto lei come compagna sapendo che per suo figlio avrebbe dovuto averci a che fare?
E se l’avesse scelta di proposito per arrivare a lui?
Conosceva Matthias da circa un anno e non aveva mai sospettato nulla.
Si alzò di scatto e si vestì alla svelta, si rese conto che l’alba era vicina e doveva parlare con Draco prima che partisse.
Uscì di casa e si smaterializzò per tornare alla caverna. Era buio ma lei sapeva benissimo dove si trovava anche se era nascosto con la magia. Si sentiva malissimo, aveva le vertigini e la nausea.
Draco era disteso a terra che dormiva e, felice di averlo trovato, lo svegliò subito «Draco! Draco!»
Lui sussultò e lei vomitò mancandolo per un pelo «Jane stai male? Che è successo?» 
Lui dovette aspettare che lei terminasse quel poco che aveva nello stomaco per scoprire che «Credo che Cappotto blu è Matthias» e gli mise tra le mani la spilla.
Draco la guardava con gli occhi sgranati «Che cazzo stai dicendo?»
Jane si sedette a terra esausta: «Poco fa l’ho visto andare via con un cappotto blu, quello della fotografia!» riprese fiato «Inoltre gli è caduta quella spilla»
Draco fece no con la testa «Non ha senso…perché dovrebbe…»
«Sono stordita e confusa, aiutami a ragionare ti prego» fece lei come a supplicarlo.
 Draco si sedette di fronte a lei «Il mio istinto mi dice di andare subito da lui e ammazzarlo, solo perché ci sei tu qui adesso mi sto contenendo»
Jane notò che aveva i pugni serrati a tal punto da avere le nocche bianche. Poggiò la sua mano sulla sua.
«Pensaci, gli hai fatto qualcosa in passato? Qualcosa per cui potrebbe odiarti?» fece lei cercando di essere lucida «Sospetto che mi abbia usata per arrivare a te» disse con le lacrime agli occhi.
«Che stai dicendo? Ci avrò parlato si e no 3 volte da quando me l’hai presentato» fece lui sconvolto.
Jane fece no con la testa «Ha detto che ti odia da una vita. Forse non lo ricordi? Fa parte dei ricordi che ti sei obliviato?»
Draco sgranò gli occhi e sembrò paralizzato «Se mi dici così potrebbe essere»
Jane sospirò, non riusciva ad uscirne.
«Qual'é il suo cognome? Credo che non me l'hai mai detto»
Forse era vero, l'aveva sempre chiamato per nome «Rosier, Matthias Rosier»
Vide Draco pensarci qualche secondo fino a quando disse «È il figlio di Evan?»
«Non conosco i nomi dei suoi genitori, mi ha detto che e' orfano fin da bambino…» rispose lei.
Draco si alzò di scatto «Se è lui ha senso.» prese a camminare avanti e indietro «Come ho fatto a non riconoscerlo!» si buttò indietro i capelli.
Si alzò anche Jane, era chiaro che non riuscivano a stare fermi nessuno dei due «Dai spara! Cosa ti sei ricordato?»
«Da piccoli capitava che le nostre famiglie ci portassero in gita e volevano che diventassimo amici. All’inizio tutto normale ma dopo un pò prese a imitarmi sia nell’apparenza che nel modo di parlare. Comunque cominciai a trattarlo male perché mi infastidiva.»
«Capisco ma…arrivare a questo per una cosa da bambini mi sembra un pò…» fece Jane ma Draco la interruppe.
«Anche la sua famiglia era nei mangiamorte. Quando mi marchiarono a 16 anni era presente anche lui e capiì dallo sguardo che avrebbe voluto essere al mio posto. Inoltre…» fece una pausa «Suo padre è ad Azkaban perché ce l’ho mandato io»
«Quindi non è orfano come mi ha raccontato…»
Draco fece no con la testa e poi aggiunse «Ma come è arrivato a te? Nessuno sapeva di noi…o sbaglio?»
Jane ci pensò e ricollegò tutto «Lui si avvicinò a me poco dopo il nostro incontro» 
«Ci ha visti…avrà visto Alex e collegato tutto» finì lui per lei.
«Esatto…avrà pensato che mettersi con me lo avrebbe avvicinato a te per forza di cose» poi le balenò in mente un’altra cosa «Ti ricordi quando ci incontrammo fuori casa tua con Potter?»
«Si, dopo il duello con lui…»
«Lo feristi anche tu ad una gamba?»
«Forse Potter…non ricordo bene…»
Jane si diede un pugno sul palmo «Mattihas quella notte entrò a casa zoppicando e mi ha nascosto la ferita»
Draco sospirò «Ok è lui, non ci sono dubbi»
«Cosa facciamo? Ora ha detto che andava a lavoro…» si tirò di nuovo i capelli indietro «Ammesso che è vero che abbia un lavoro a questo punto»
«Pensi che possa fare del male ad Alex?» chiese Draco preoccupato.
«Non è mai stato violento in alcun modo, anzi…era sempre molto dolce con noi» riprese a piangere «Sono una cretina»
Draco l’abbracciò e lei ricambiò stringendolo a se «E’ solo colpa mia. Dopo tutto quello che è successo alla fine non sono riuscito a proteggervi» disse sopra la sua testa.
«No, è colpa mia.» si allontanò da lui «Ti amo e tu lo sai. Non ho mai provato a farti innamorare di me. Non appena ti ho ritrovato ti ho lasciato andare e per di più ho cercato di sostituirti con qualcun altro. E questo è stato il risultato»
«Lo so che mi ami e proprio per questo è colpa mia! Non ho mai provato a ricominciare, mi sono sempre fossilizzato sul recupero dei miei ricordi, senza pensare che avrei potuto crearmene di nuovi con te e con Alex!»
«Stai cercando ancora un modo per riottenerli?» chiese stupita. Erano passati circa due anni da quando ci fu la rivelazione.
«Il modo l’ho trovato, mi manca solo una cosa» poi guardò l’orologio «Ne riparleremo, ora devo pensare un modo per vedermi con Potter per aggiornarlo su quello che abbiamo scoperto»
Jane recuperò la concentrazione e mise da parte tutta quella valanga di sentimenti che stava provando simultaneamente «Certo, mi occupo io di quei due da stanare»
«Stai attenta» disse accarezzandole una guancia con un pollice.
«Vado» uscì dalla spaccatura nella pietra e appena fuori gli incantesimi di protezione si smaterializzò. Draco fece la stessa cosa poco dopo.


Intanto al Ministero della Magia…

«Dovete dirmi dove si trova Draco! Immediatamente!» continuava a ripetere Maggie agli auror.
«Signorina, lei non potrebbe stare qui in realtà…» disse l’omino che cercava di riprendere il proprio posto dietro la scrivania che Meggie stava occupando dal lato sbagliato.
«E’ ancora qui?» fece Ron sussurrando a Harry in fondo alla stanza.
«Già…anche se fastidiosa è meglio tenerla qui comunque» rispose Harry.
«Cosa le è stato raccontato?» chiese il rosso «E’ molto bella comunque…»
Harry ignorò l’apprezzamento «Le hanno detto che è fuori per lavoro…per ora che sia sparito non è stato ancora reso pubblico»
«Capisco…quindi che si fa con lei?»
«Tratteniamola qui il più possibile» disse mentre la sua assistente le porgeva la posta di oggi «Occupati tu di lei, non so, portala a pranzo fuori, fai tu» 
«Uscire con la ragazza di Malfoy? Scherzi?» fece lui.
«Non devi uscirci per davvero!» notò una lettera anonima che aprì subito «Vai adesso!»
Ron fece spallucce e si allontanò. Nella lettera diceva: Dobbiamo parlare da vicino. Entrata babbana. D.M. 
Dopo aver finito di leggere la carta si bruciò tra le sue mani senza fargli male.
Draco per rischiare in quel modo doveva aver scoperto qualcosa. Capì di dover andare all’entrata babbana del ministero e ci andò a passo svelto cercando di evitare di parlare con le persone che lo fermavano durante il tragitto «Scusami, sono di fretta, ci sentiamo dopo ok?» continuava a ripetere a chicchessia.
 Uscì dall’uscita principale e poi fece a ritroso la strada passando nella strada babbana, all’ingresso nelle toilette. A quell’ora non c’era quasi nessuno visto che era orario di lavoro e quando entrò fu immediatamente trascinato dentro un bagno dalla magia.
Draco era di fronte a lui ed essendo in una toilette quasi si toccavano. Notò che era di poco più alto di lui e il suo aspetto non era quello solito, era smagrito.
«Sei venuto da solo? Mi aspettavo che ti portassi tutta la squadra dietro» fece lui quasi in un sussurro.
«Sai che ti stiamo cercando allora» rispose lui.
«Perchè mi state cercando?» 
«Ufficialmente solo perché sei sparito…ma io sospetto che ci sei tu dietro i due mangiamorte che stanno facendo uscire allo scoperto quelli dell’Ordine»
«Ti facevo più stupido»
«Anche io» rispose lui «Usare il fantasma di Bellatrix, bella mossa. Jane, giusto?»
«Lasciala stare, quando sarà finito tutto mi prenderò io tutte le responsabilità» disse lui serio.
«Non occorre, non ho messo questa cosa a verbale. In fin dei conti non ho prove di ciò» disse facendogli l’occhiolino.
Lui fece uno dei suoi soliti mezzi sorrisi e poi sparò «So chi è cappotto blu»
Harry lo guardò stupefatto: «Cosa? Come?»
Draco gli passò una spilla con il simbolo dell’Ordine «E’ Matthias Rosier, l’attuale compagno di Jane. Ho scoperto che è un mio nemico ed ha architettato tutto ciò solo per me»
Ciò confutava tutte le sue teorie e chiudeva il cerchio «Quindi l’Ordine non ha niente a che fare con la storia di Voldemort o la razza pura…»
«Credo di no, ma la sicurezza non posso dartela fin quando non ci parlo»
«Cosa? Non ci hai ancora parlato? E come hai fatto a scoprirlo….ah giusto…Jane» fece lui collegando le cose.
Draco fece sì con la testa «Stamattina dovrebbero costituirsi altri due…»
«Ottimo, quale sarà la prossima mossa ora che sappiamo chi è?» disse lui cercando di pensare ad un possibile piano.
«Non lo so ancora» si vedeva che Draco ci aveva pensato tantissimo «Devo capire dove si trova Alex»
Harry subito gli diede un’informazione che poteva essergli utile «Quello che ho interrogato ieri ha detto che il bambino lo tiene lui, cappotto blu» poi aggiunse «Dalle mie indagini lui è solo la mente, poi fa fare tutto ai vecchi mangiamorte che ha reclutato manipolandoli. Quanti ne sono rimasti della lista?»
«Escludendo i due di oggi ne mancano una decina» rispose lui sospirando.
Non potevano fare tutto da soli «Facciamo così. Lascia perdere quelli della lista, di loro mi occupo io. Tu pensa solo a Rosier e…cerca di evitare i marchi neri nel cielo, è stato un caos quando l’hai fatto»
«Bellatrix era solita farlo spesso…dovevo essere realistico» rispose lui quasi abbozzando un sorriso.
«Capisco però…evita eh?» ripeté pensando alla marea di scartoffie che aveva dovuto correggere e firmare per far passare la cosa come una bravata di qualche ragazzino.
«D’accordo» poi fece una pausa «Grazie» disse allungando la mano, di poco visto che erano vicinissimi.
Mai avrebbe pensato di arrivare a sentirsi dire un grazie da Draco Malfoy.
Harry l’afferrò «State attenti e tieni d’occhio Jane»
«Jane non ha bisogno di essere tenuta d’occhio, dovresti vedere come duella, è più forte di me e di te messi insieme » rispose tirandosi la mano, per entrambi il loro tocco era durato abbastanza.
«Mi è stato raccontato come duella…» fece una pausa e poi aggiunse «Ah! In ufficio c’è la tua compagna che continua a sbraitare da stamattina che vuole sapere dove sei»
«E’ venuta qui?» chiese lui stupito «Sta bene quindi»
Qualcosa gli diceva che quei due non erano una vera coppia «Si.»
«Ora vado, mi sono trattenuto qui fin troppo» fece lui.
«Sai dove cercarmi, ciao» rispose Harry prima che lui si smaterializzasse.
Ora doveva tornare in ufficio ed organizzare un gruppo di sorveglianza per tutti i membri dell’Ordine rimasti in giro per permettere a Draco e Jane di duellare soli contro Matthias.
 
 
SPAZIO AUTRICE
Il prossimo sarà l'ultimo capitolo! Spero vi stia piacendo, vi invito nuovamente a lasciarmi una recensione per farmi capire cosa ne pensate!

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Capitolo 12
*** Capitolo XII - End - ***


Capitolo XII




«Hai parlato con Potter?» disse Jane non appena tornò nel loro nascondiglio gettando a terra la maschera di Bellatrix.
«Si, a te come è andata?» chiese Draco passandole da mangiare.
«Nessun problema, come da manuale» disse lei afferrando un cappuccino e un cornetto.
«Mentre mangi ti aggiorno» cominciò lui «Abbiamo finito di dare la caccia a questi» disse sventolando il suo dossier «Se ne occuperà Potter di loro»
«Ottimo.» disse lei mangiando velocemente.
«Ho pensato ad un piano, dimmi che ne pensi» continuò lui «Andiamo a casa tua e quando torna Mattihas…»
«Lo torturiamo finchè non ci dice dov’è Alex?» disse lei interrompendolo.
«Credimi, lo farei più che volentieri…ma non vorrei bruciarmi l’occasione che ci porti lui stesso da Alex»
«Lo so…dobbiamo stare al suo gioco fin quando non riusciamo a seguirlo al suo nascondiglio» disse lei gettando la spazzatura in un angolo «Dobbiamo approfittare del fatto che non sa che lo abbiamo scoperto»
«Esatto…tu sei in grado di recitare al suo fianco? Senza accoltellarlo intendo.» fece lui con un ghigno.
«Per Alex posso fare tutto» rispose lei decisa «Andiamo!»
«Ferma!» disse lui bloccandola per un braccio «Non devi fare pazzie, devi stare calma.»
«Stai imparando a conoscermi vedo…»
Lui annuì con la testa «A che ora pensi possa “tornare dal lavoro” lui?»
«Di solito torna per pranzo e poi torna a lavoro verso le 4…ma ultimamente i suoi orari sono stati randomici»
«Eh certo, aveva da fare per attuare i suoi piani…dai andiamo!» uscirono dalla caverna e si smaterializzarono.
Apparvero poco lontani da casa di Jane e fecero un tratto a piedi «Mi raccomando, quando gli piazzi l’incanto tracciante non devi farti sentire»
«Ho capito Draco! So come si fanno queste cose!» rispose lei scocciata dalle mille raccomandazioni che le stava facendo.
«Io starò nascosto fuori, per qualunque cosa lancia il segnale e io ti…»
Alzarono entrambi lo sguardo verso la porta di casa di Jane e ci trovarono Meggie con le braccia incrociate e Ron Weasley.
«Visto? Che ti dicevo che era qui con lei?» sbottò Meggie a Ron del tutto sorpreso da quella scena.
«Che cosa ci fate qui?» disse Jane avvicinandosi a casa sua.
Meggie si avvicinò a testa alta con il sottofondo del rumore dei suoi tacchi e non appena fu alla sua portata gli mollò uno schiaffo che probabilmente Draco non lo avrebbe mai più dimenticato
«Ero sicura che fossi qui con lei! Sapevo che mi mentivi! Tutte le volte!»
Draco non osò risponderle. Lei non stava piangendo, era solo furiosa e probabilmente non vedeva l’ora di schiaffeggiarlo di nuovo.
Jane fece per parlare «Ma di che stai parlando…tutte le volte cosa…»
Draco le fece segno di stare zitta ma la cosa continuò «Jane Lewis! Alla fine sei riuscita a riprendertelo…sei contenta?»
«Ma…io…»
Alle sue spalle e quelle di Ron che era rimasto dov’era comparve Matthias «Che sta succedendo qui?»
Draco e Jane si guardarono per un secondo. Stava andando tutto a rotoli.
«Oh Mattihas giusto?» Meggie lo coinvolse subito «Sapevi che Jane e Draco hanno una tresca?»
«Cosa?» fece lui «Jane…che sta succedendo?» disse lui spiazzato.
Per fortuna Jane agiì subito e gli corse incontro abbracciandolo «Meggie è impazzita! Ci ha visto insieme e crede che Draco l’abbia tradita»
Mattihas guardò prima lei e poi lui e con quello sguardo dolce che ora sapevano essere finto disse «Avete trovato Alex?»
Draco avrebbe voluto cruciarlo in quello stesso istante. Fu Jane a rispondere «Non ancora…purtroppo»
Meggie, non avendo avuto il supporto da Mattihas, disse «Bene, tieniti le corna, io non ci sto! Addio per sempre Draco!» e si smaterializzò.
Rimasero tutti in silenzio per qualche secondo fino a che fu Mattihas a parlare per primo «Non vai da lei a chiarirti?»
«No» rispose subito lui. In quel momento non gli fregava niente di Meggie, non era mai stato così furioso con qualcuno come in quel momento…o forse si.
Estrasse la bacchetta mentre camminava verso di lui e disse «Stupeficium!»
Lui parò il colpo, a quanto pare anche lui aveva la bacchetta pronta «Cosa vuoi? Perché ora mi colpisci?»
«FIGLIO DI PUTTANA RIDAMMI MIO FIGLIO!»
Tutto accadde in un attimo, Mattihas spinse di lato Jane che rotolò a terra e si smaterializzò sparendo nel nulla.
«CAZZO!» imprecò appena si rese conto di aver mandato tutto all’aria.
Jane si rialzò aiutata da Ron «Ma sei impazzito? L’abbiamo perso adesso! Non lo ritroveremo più!» 
«Lo so, lo so! Non so cosa mi sia preso, non sono riuscito a ragionare!» gli stavano per uscire le lacrime dagli occhi e stava tremando.
«Cosa facciamo, cosa facciamo!» Erano entrambi nel panico.
«Io…» finalmente Ron parlò «Io gli ho piazzato addosso un incantesimo tracciante…non mi ha visto, io ero alle sue spalle…»
Jane appena si rese conto di quello che aveva detto gli si gettò al collo.
«Weasley…» disse Draco tornando a respirare «Non sono mai stato così contento della tua presenza come in questo momento»
«Harry mi ha aggiornato…sapevo chi era. Dai non piangere in questo modo!» Jane era disperata «Grazie! Grazie!»
«Portaci da lui adesso!» disse Draco avvicinandosi a lui.
Gli porse la mano e con Jane ancora al suo collo si smaterializzarono.
Si trovavano in un sotterraneo o qualcosa del genere, era tutto buio intorno a loro tranne per un corridoio in lontananza dove potevano vedere una torcia.
«Malfoy, ora che ho visto questo posto posso portare qui gli auror» disse Ron guardandosi intorno per memorizzare il posto.
«Si, vai subito. Io cerco mio figlio»
«Se incontrate Mattihas cercate solo di immobilizzarlo, cercate di non duellare»
«Certo» rispose Jane fremendo per andare a cercare Alex.
Draco fece un cenno con la testa e Ron sparì. In quello stesso istante sia Jane che Draco corsero verso il corridoio illuminato e non appena videro una porta si fiondarono dentro facendola saltare in aria ignorando del tutto le raccomandazioni di Ron.
«Mamma! Papà!» esclamò Alex appena li vide. La cella, se poteva essere chiamata in quel modo, era stata incantata con la magia e riproduceva esattamente la camera di un qualsiasi bambino della sua età. 
«Alex!» Jane subito l’abbracciò stretto «Come stai? Ti hanno fatto del male?»
«Sto bene mamma, a te come sono andate le vacanze?»
«Vacanze?» fece lei.
«Mattihas ha detto che sei andata a fare una vacanza con papà, per questo mi ha fatto stare a casa sua»
Jane e Draco si guardarono «Non ti ricordi che sei stato rapito da scuola?»
«Cosa? No…» fece lui confuso.
«Comunque ora andiamo a casa, poi ne riparliamo ok?» disse Draco. Con quell’esplosione avevano sicuramente attirato l’attenzione.
«Incantesimo tracciante eh?» fece una voce familiare alle loro spalle «Dovevo aspettarmelo»
Jane e Draco si voltarono con le bacchette tese.
«Come avete fatto a capire che ero io?» disse lui non più con lo sguardo dolce che aveva sempre mostrato loro. Anche in quell’occasione sembrava che lo stesse imitando.
«Rosier non perdiamo tempo, è me che vuoi no? Lascia andare via loro e facciamoci un bel duello come si deve»
Mattihas rise «Oh bene, finalmente ti sei ricordato di me…Malfoy»
«Già..scusa se ci ho messo un pò» rispose sempre con la bacchetta tesa.
«Mattihas» Jane li interruppe «Perchè hai fatto tutto questo? Stavi con me solo per arrivare a lui?» vide che cercava di tappare le orecchie al piccolo.
«Jane, tesoro mio…mi dispiace molto….ma si» ammise lui «Sei bellissima e questo mi ha aiutato a starti vicino ma…sei troppo difficile»
«Potevi rivelarti subito a me! Perché usare lei?» disse Draco furioso.
«Volevo fartela pagare per quello che mi hai fatto»
«Cosa avrei fatto?»
«Non hai mai voluto essere mio amico, mi trattavi come un essere inferiore…io volevo tanto essere il tuo migliore amico!»
«Mi dispiace! Da ragazzino non ero molto socievole…»
«Si…e mi piaceva quella parte di te. Eri così misterioso, introverso e forte. Ti bastava uno sguardo per mettere paura agli altri. Ti ammiravo molto. Fino a quando non hai deciso di mandare tutta la mia famiglia ad Azkaban»
«Loro sono mangiamorte!»
Mattihas si arrabbiò e con la bacchetta puntata direttamente sulla sua faccia disse «Anche tu!» con la mano libera gli strappò la manica della camicia mostrando il marchio nero.
«Tu sei pazzo» disse Jane alzandosi e mettendosi davanti ad Alex «Sei completamente pazzo»
«Forse» poi rise di gusto «Ma non ti dispiaceva stare con me…o sbaglio?» fece lui con malizia.
«Sei un bravissimo attore, questo te lo concedo»
Poi guardò Draco negli occhi «Almeno lei te l’ho presa»
«Sei un pezzo di merda!» urlò Draco lanciando un incantesimo.
Mattihas lo scansò per un pelo «Ma dove diamine sono finiti!» disse guardandosi intorno.
«Se aspetti i rinforzi scordateli» disse Draco «Li abbiamo intercettati tutti prima di venire qui»
Mattihas impallidì «Quindi in questi ultimi tre giorni che siete spariti….siete voi quindi….Bellatrix e co?»
«Siamo stati bravi eh?» continuò Draco «Ora per te é finita!»
Non lo finì di dire che incantesimi volarono dappertutto, Jane faceva da scudo ad Alex sia con il corpo che con la magia mentre lui teneva testa a Mattihas. Non era così scarso come aveva supposto Potter, se la sapeva cavare molto bene invece.
«Muori!» urlò lanciandogli un Avada Kedavra ma per fortuna Draco riuscì a scansarlo. Lanciando quella maledizione doveva per forza aver allertato il ministero, o almeno così pensava.
Non seppe dire per quanto tempo si tennero testa ma le cose precipitarono quando arrivò qualcuno in suo soccorso, qualcuno che forse non era nella loro lista. L’altro prese di mira Jane che non potè più proteggere Alex. Entrambi ora stavano duellando mentre Alex era in fondo alla stanza paralizzato dalla paura e con la coda dell’occhio cercavano di parare gli incantesimi diretti su di lui. Draco dovette subire più di un paio di incantesimi per assicurarsi di proteggere Alex e Jane invece cominciò ad usare anche la sua lama stando attenta a non colpire nessuno di loro due.
Ad un certo punto si invertirono gli avversari e nella confusione Draco riuscì a mettere KO il nuovo arrivato con un colpo alla testa. Rimaneva solo Mattihas e Jane ci stava dando dentro. In qualche modo aveva duplicato il suo pugnale ed ora sfrecciavano tutti e due contro Matthias «Sei proprio sicura di volermi uccidere?» fece lui tornando ad usare quella sua espressione da angioletto.
«Certo!» rispose Jane mentre le lame stavano andando a segno.
Inaspettatamente e magistralmente Mattiahas eseguì un perfetto incantesimo di scambio ed i loro posti si invertirono.
Jane venne colpita al petto da entrambe le lame.
«NOOOOOOO» urlò Draco disperato.
Jane rimase dov’era, si guardò il petto e poi tossì del sangue. Draco non riusciva a capire precisamente se le lame l’avessero presa al cuore ma se non era così c’erano vicinissime.
Matthias si avvicinò a lei. Draco non riusciva a muoversi, avrebbe voluto impedirglielo, avrebbe voluto colpirlo in quel momento ma era completamente sotto shock e immobilizzato. Neanche il pianto disperato di Alex riusciva a farlo tornare alla realtà.
«Peccato, non avrei voluto che finisse così» disse Matthias ad un passo da lei «Doveva esserci Draco al tuo posto»
«S-sai una cosa….Matthias» disse lei con fatica allungando la mano sull’elsa del pugnale che aveva nel petto «è meglio c-così…sai perché?»
«Perché?» chiese lui ingenuamente fissando il pugnale che stava tirando fuori dalla sua carne.
«P-perché lui n-non sa fare q-questo» 
Un pugnale cadde dall’alto e si conficcò direttamente nella testa di Mattihas finendolo sul colpo.
Era riuscita a tenere quel pugnale sospeso in aria di nascosto nonostante tutto quello che era successo.
Draco si mosse subito e corse verso di lei per sorreggerla appena si lasciò andare «Jane! Oh mio dio Jane che sei riuscita a fare» guardò la sua ferita da cui sgorgava sangue
«L-lascia perdere m-me…oblivia Alex, n-non voglio c-che si ricordi di q-questo scontro» disse sussurrando e sputando sangue.
In quel momento arrivarono Harry e gli altri auror. Stordito si lasciò togliere dalle braccia Jane e corse da Alex a fare quello che Jane gli aveva chiesto di fare. Lui era sotto shock.
«Oblivion» disse entrando nella sua mente e cancellandogli gli ultimi dieci minuti.
«Portiamo anche lui al San Mungo, ok?» disse qualcuno al suo fianco che prese anche Alex.
«Draco! Draco!» Forse lo stava chiamando Harry ma non riusciva a vedere dove fosse «Draco stai bene?»
Poi il buio.

 
____________


Draco si svegliò al San Mungo trovando al suo capezzale i suoi genitori e «Papà! Finalmente ti sei svegliato!» Alex gli saltò al collo e lo strinse.
«Alex» disse dolcemente stringendolo a se «Che bello rivederti»
Lui sembrava stare bene per fortuna.
«Cosa mi è successo? Da quanto tempo sto dormendo?» chiese ai suoi mentre lo abbracciavano.
«Solo da ieri, dovevi recuperare le forze» rispose sua madre.
Fece mente locale di quello che era successo e si ricordò tutto «Jane come sta?»
«E’ in terapia intensiva» rispose suo padre questa volta.
«Mamma sta male, forse non si sveglierà più» disse Alex sconvolgendo tutti.
«Non dire così!» lo ammonì la nonna «Si risveglierà sicuramente, dalle tempo»
Alex annuì in silenzio.
Draco si alzò e si tolse tutto quello che aveva attaccato alle braccia «Dov’è?»
«Te l’ho detto, è in terapia intensiva. Non ci fanno entrare»
«Dove sono i medimaghi allora? Voglio parlare con loro» andò in corridoio con solo il camice addosso seguito da Alex e si mise a cercare. Non aveva ancora recuperato del tutto le forze ma non importava.
«Da questa parte» disse Alex precedendolo «So qual’è la porta di mamma ma non mi hanno fatto entrare»
«Ci penso io, dimmi dov’è» disse Draco prendendolo per mano.
Lo portò davanti ad una porta verde su cui c’era scritto appunto Terapia Intensiva e la spinse. La porta era allarmata con la magia quindi richiamò tutti i medimaghi nei dintorni.
«Signore, lei non può entrare»
«Dove? Qui non posso entrare?» disse spingendo la porta più forte anche se stava cercando di opporsi.
I medimaghi provarono a tirarlo via ma in qualche modo riuscì a far entrare Alex e con un ultimo sforzo riuscì a entrare anche lui scrollandosi tutti di dosso.
Jane era distesa sul letto coperta fino alla pancia da un lenzuolo bianco e dal busto in su da delle bende. Aveva un tubo che le usciva dalla gola e sembrava morta.
«Mamma! mamma!» urlò Alex avvicinandosi al suo letto «Svegliati! Mamma svegliati!»
Un medimago o due afferrarono Draco per le braccia «Signore, questa è la terapia intensiva non potete stare qui!»
«Come sta? Perché non si sveglia? Ditemi la verità» disse inespressivo Draco.
«Aveva i polmoni entrambi perforati» rispose uno di loro «Quindi per qualche minuto il suo cervello non ha ricevuto ossigeno» poi fece una pausa «Dobbiamo solo aspettare e vedere se si riprende»
«Per favore» disse Draco quasi in un sussurro senza togliere gli occhi da Jane «Lasciateci stare due minuti con lei»
Probabilmente i due medimaghi alle sue spalle discussero ma non li sentì. Si avvicinò al letto e delicatamente le accarezzò la fronte.
«P-papà» disse Alex piangendo stringendo la mano di sua madre «Non si sveglierà più, vero?»
«Non lo so» rispose più sinceramente possibile «Non lo so Alex, mi dispiace»
«Mamma! Se ti svegli ti prometto che sarò bravo! Non ti farò più arrabbiare!»
A Draco scesero le lacrime e accarezzò la testa di suo figlio «Ti dispiace se le dico anche io qualcosa?»
Fece no con la testa e si spostò lasciandole la mano.
Draco si inginocchiò al lato del letto, le prese la sua mano tra le sue e la baciò «Jane, ti amo. Per favore svegliati e torna con noi» fece una piccola pausa e poi aggiunse «Non te l’ho voluto dire prima ma…ho recuperato tutti i miei ricordi con te» 
Sospirò e poi continuò «Se ti sveglierai ti spiegherò come ho fatto, ok?»
Proprio in quel momento furono interrotti dai medimaghi che li portarono fuori di peso «Lasciatemi stare! Voglio stare vicino a mamma!» urlò Alex.
«Lo so piccolo..abbi pazienza, è qui dentro perché la stiamo curando! Non è una punizione!» gli disse uno dei medimaghi ma lui stava ancora cercando di divincolarsi.
«Alexander, abbiamo fatto quello che potevamo» affermò Draco «Ora basta»
Il bambino immediatamente si fermò «Va bene papà»
Uscirono dalla terapia intensiva e tornarono nella stanza di Draco. I suoi genitori non si erano mossi da lì «Portate a casa Alex per favore, si è fatto tardi»
«Si, hai ragione caro…Alex andiamo? Torniamo domani mattina» sua madre prese Alex e si avviò mentre suo padre si trattenne per chiedergli «Allora come sta?»
«Non è cosciente e non respira da sola» rispose lui tristemente «Dobbiamo solo aspettare»
Lucius sospirò «Spero che si riprenda» poi si ammutolì e lo fissò.
«Che c’è papà?» gli chiese sdraiandosi sul letto. Si sentiva una pezza.
«Perchè non mi hai parlato del tuo nuovo lavoro? Credevo che il nostro rapporto fosse abbastanza buono adesso»
«In realtà…» si sistemò meglio nel letto. Aveva sempre raccontato tutto a suo padre fin da bambino, tranne il periodo in cui era rinchiuso ad Azkaban per ovvie ragioni. Questa volta nemmeno ci aveva pensato a parlarne con lui, aveva sentito fin dall’inizio che era una cosa solo sua da dover sistemare «Non ho cambiato lavoro, ho chiesto io a Potter di lavorare con lui a questo caso. Dovevo sapere il più possibile sull’Ordine»
«Lo capisco perfettamente ma…se lo avessi saputo avrei potuto aiutarti! Lo sai, ho molte conoscenze…»
«Avresti dovuto avere a che fare di nuovo con i mangiamorte, non mi sembrava il caso visto i trascorsi» gli rispose «Comunque scusami, sono stanco.»
Lui fece per dire qualcosa ma si interruppe «Vado via, riposati»
«Grazie» rispose lui.
«Sono fiero di te» disse prima di chiudersi la porta alle spalle.
Quella era la prima volta che gli aveva sentito dire quelle parole e ne fu felice.


Jane era intrappolata nel suo corpo.
Aveva ascoltato i medici che l’avevano intubata ed aveva ascoltato tutto quello che avevano detto Alex e soprattutto Draco. Avrebbe voluto stringergli la mano che lui le aveva tenuto, alzarsi, baciarlo ma non ci riusciva in nessun modo. 
Vagava nella sua mente e nei suoi ricordi “Svegliati Jane!” continuava a dirsi “Svegliati”. Apriva porte, cercava uscite ovunque ma ogni volta cambiava solo il paesaggio e/o il ricordo “Fatemi uscire di qui” urlò ancora dopo giorni o anni o qualunque fosse il senso del tempo in quel posto.
Sfinita e disorientata cominciò ad arrendersi, forse non poteva tornare indietro in nessun modo. 
«Forse sono morta» disse ad alta voce. 
In quel momento si trovava sulla riva del lago nero ad Hogwarts e tutto era immobile come se fosse una fotografia. Non sentiva uccellini, grilli o qualunque altro suono che normalmente doveva esserci, era il crepuscolo e Jane abbattuta si lasciò andare sull’erba. Il lago era immobile come uno specchio.
«Cosa devo fare?» disse al nulla. L’unica cosa che successe è che alle sue parole si increspò leggermente la superficie del lago.
«Prova» disse lei e successe di nuovo.
Provò ad alzare il volume della voce «Aaaaah!» e l’acqua si mosse più velocemente.
Fino a quel momento quella era stata l’unica reazione avuta con quel mondo, si alzò di scatto e provò a toccare l’acqua con una mano ma quando la immergeva l’acqua rimaneva comunque immobile e lei non sentiva la sensazione che la mano fosse bagnata.
L’unica cosa che funzionava era la voce «Cosa devo fare per uscire di qui?»
L’acqua si mosse ancora e lei fece un passo avanti «Voglio andarmene!» disse decisa notando che l’acqua vicino ai suoi piedi si comportava come se non volesse toccarla, quindi avanzò ancora fino a quasi immergersi ma l’acqua si scostava da lei, come se avesse addosso una sorta di barriera «Cosa devo fare!» disse cominciando ad infuriarsi. L’acqua di nuovo reagì e creò intorno a lei come una bolla e trascinandola in fondo al lago. Jane respirava normalmente ma era confusa da quella situazione, che stava succedendo?
Arrivati ad un certo punto la bolla si fermò e lei era bloccata in fondo al lago nero al buio «Cosa dovrei fare qui sotto?» chiese di nuovo al nulla.
Stavolta non successe niente.
Jane cominciò a battere contro la parete della bolla cercando di salire in superficie ma era come se fosse fatta di cemento. Era in trappola.
«FATEMI USCIRE DI QUI! DEVO TORNARE A CASA!» Poi pianse disperata continuando a cercare di fa scoppiare la bolla inutilmente «Devo tornare da mio figlio! Lui mi sta aspettando…e anche Draco! Devo tornare da loro, SONO I MIEI AMORI!»
La bolla si dissolse improvvisamente e Jane si sentì affogare vedendo i suoi capelli rossi galleggiarle davanti al viso. 
Jane morì. 
In quel mondo.



Jane si risvegliò al San Mungo con un dolore fortissimo alla gola, non riusciva a respirare perché aveva qualcosa in bocca.
Con un enorme sollievo vide qualcuno vicino a lei liberarle i polmoni e quando riuscì inspirò a fondo l’aria per qualche minuto prima di riprendersi e mettere a fuoco dove fosse.
«Signorina si è svegliata! Avviso subito i medimaghi!» disse una ragazza che suppose fosse un'infermiera.
La stanza era semplicissima, c’era solo lei in una stanza bianca senza finestre. Avrebbe tanto voluto alzarsi ma non riusciva a muoversi, si sentiva debolissima.
Ci fu un via vai di medici che la visitarono e forse passò un oretta quando finalmente qualcuno di loro disse «Portiamola fuori dalla terapia intensiva così i parenti possono incontrarla»
«Parenti?» ripeté lei confusa.
«Suo marito e suo figlio la stanno aspettando»
«Alex!» esclamò lei riprendendo coscienza di questa realtà «Come sta mio figlio?»
«Sta bene ma…» fece un medimago «Non deve agitarsi, è stata in coma per quasi tre anni»
Che cosa? Tre anni? «Sta dicendo che…ho dormito 3 anni? Ma che giorno è oggi?»
Con un enorme sforzo si mise a sedere e solo in quel momento notò che aveva la schiena ricoperta dai suoi capelli perché ci si sedette sopra. Quindi il tempo era veramente passato, non riusciva a crederci. L'ultima cosa che ricordava era il duello con Mattihas e i pugnali che l'avevano colpita al petto. Si toccò istintivamente.
«Oggi è il 12 Aprile 2005 e lei ha 25 anni adesso» rispose l’infermiera che le aveva tolto il tubo dalla bocca. In quel momento le passò uno specchio con un manico per permetterle di specchiarsi. Jane tremante lo prese e si guardò. Magra e con i capelli lunghi, per il resto non notò nulla di diverso da prima. Le lentiggini erano sempre dove erano  però si guardò le braccia e si toccò le cosce sentendo che non aveva più massa muscolare, stando ferma nel letto per tre anni non aveva più muscoli.
Jane si guardò le mani sottili e tremanti notando che indossava un anello d’oro. Non ricordava di averlo mai avuto prima.
«Prima ha detto…» disse Jane ripensandoci «Che fuori mi aspetta mio marito?»
«Si…lo abbiamo chiamato appena lei si è svegliata, penso csia già arrivato…»
«La porto da lui» disse l’infermiera facendo apparire una sedia a rotelle. La presero in braccio e la misero seduta.
Jane si sentiva stranissima e stordita.
La spinsero fuori e dopo nemmeno qualche metro si sentì chiamare «Mamma!»
Jane si girò verso la voce che non conosceva, aveva lasciato suo figlio che aveva 4 anni ed ora «A-Alexander» si mise la mano davanti alla bocca «Oh mio dio, sei cresciuto così tanto!»
Draco in miniatura di circa 7 anni si avvicinò e l’abbracciò stretta «Finalmente ti sei svegliata mammina!»
Jane lo strinse «Amore mio»
Era bellissimo, alto e il suo visino da bambino mostrava già i segni di come sarebbe diventato da grande. Essersi persa la sua crescita la faceva stare malissimo «Scusami, scusa se non sono riuscita a svegliarmi prima»
«Mi sei mancata tanto»
«Anche tu! Tantissimo» si staccò da lui e si asciugò le lacrime. Stava provando un'emozione indescrivibile. Quanto era strana quella situazione.
«Andiamo in stanza, così potete parlare quanto volete!» li interruppe l’infermiera.
«Papà è lì» disse Alex
«Hai vissuto al Manor con papà tutto questo tempo?» chiese Jane mentre si incamminarono, lei sulla sedia a rotelle e lui affianco a lei tenendole la mano.
«Si e con i nonni»
«Mi venivi a trovare ogni tanto?» chiese affettuosamente.
«Tutte le domeniche. Papà invece veniva più spesso, ora che ti vedrà darà di matto!»
Jane era sconvolta che quel giovanotto fosse il suo Alex, non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
«La sua stanza è questa» disse l’infermiera davanti una porta. Alex le lasciò la mano e aprì la porta. I suoi occhi bruciarono dalla luce che c’era in quella stanza. Ci mise qualche secondo a focalizzare quell’ambiente.
La stanza era enorme ed aveva due finestroni ad angolo che inondavano tutto di luce. 
Draco era davanti uno di essi e si era appena rivolto verso di lei quando disse «Lasciateci soli per favore» con tono serio.
Draco era circa come lo ricordava tranne per i capelli che gli arrivavano sulle spalle e un pò di barba. L’infermiera e Alex uscirono e si chiusero la porta alle spalle.
Jane fu la prima a parlare «Scusami se ci ho messo tanto, non riuscivo a svegliarmi»
Draco corse verso di lei e l’abbracciò sollevandola dalla sedia «Finalmente» disse lui tra le lacrime.
«Scusa se ci ho messo tanto…hai dovuto…crescere Alex da solo…io…» Draco la zittì con un bacio passionale. Con un braccio intorno alla vita la teneva in piedi mentre l’altra l’aveva affondata nel mare di capelli che ora aveva. Jane era felice come non lo era mai stata.
«Ti amo» riuscì a dirgli in un attimo di pausa.
«Non sai quanto ho sognato di sentirtelo dire» disse lui accarezzandola con gli occhi lucidi.
«Mi sento davvero…strana» disse lei cercando di tenersi in piedi da sola senza successo. Draco la adagió di nuovo sulla sedia e lui si inginocchiò tenendole le mani «Ho tante cose da dirti» disse toccando l'anello d'oro che ora portava all'anulare.
«Da quando siamo sposati?» chiese lei anticipandolo. 
Lui sembró sorpreso «Avevo preparato tutto un discorso per dirtelo e invece…»
«Oh…scusa» rispose lei.
«Prima di tutto vorrei che sapessi che nel caso volessi divorziare subito, mi occuperò io di tutte le pratiche e…»
«Mi hai sposata mentre ero in coma…assurdo» disse lei sorridendo.
Lui si fece serio di nuovo «Non sapevo se ti saresti mai più svegliata. Io volevo farlo e Alex ha approvato subito.»
«Giusto…Potevo anche non svegliarmi…» disse prendendo bene coscienza di questa cosa.
«Non ho mai perso le speranze» disse lui stringendole le mani.
Jane cominció a piangere «M-mi hai aspettata tutto questo tempo»
«E ti avrei aspettata ancora ma per fortuna ora sei sveglia»
«Oh Draco!» stavolta fu lei a stringerlo a sé e ad accarezzargli i capelli «Ah devo dirti una cosa!» esclamò ricordando quel particolare «Ti ho sentito quando mi hai detto che mi amavi…e che hai recuperato la memoria»
Draco strabbuzzó gli occhi «Ti parlavo sempre!»
«Purtroppo ho sentito solo quella volta, era come se fossi intrappolata in un altro mondo…» gli raccontò circa quello che aveva vissuto ma si rese conto che man mano quei ricordi stavano sparendo mentre li stava esponendo «Ora tocca a te, raccontami come hai fatto a recuperare la memoria»
Draco fece un respiro profondo «Poco più di tre anni fa ormai…mentre cercavo alcuni miei appunti di scuola nel mio vecchio baule di Hogwarts, mi ricordai che avevo creato un doppio fondo per nascondere tutte le cose proibite a scuola e quando lo aprii trovai il tuo test di gravidanza» si fermò aspettandosi una reazione che avvenne un istante dopo.
«Cosa? L’avevi tenuto?» fece lei sorpresa. Ricordava di averglielo gettato addosso in un momento d’ira.
«Si e menomale che l’ho fatto. Quando l’ho toccato mi sono riaffiorati tutti i ricordi che avevo di te»

-flashback-
Draco si trovava in camera sua e stava cercando delle ricette di alcune pozioni che gli aveva dato Severus Piton anni e anni addietro. Prima aveva cercato in una libreria dove aveva riposto tutti i libri di scuola ma nulla, quindi gli venne in mente del doppio fondo che aveva creato nel suo vecchio baule scolastico, dove nascondeva tutte le cose proibite che portava ad Hogwarts. Recuperò il baule ed una volta portato in camera lo disfò e aprì il doppio fondo. Sorrise trovandoci delle merendine marinare, delle gobbiglie truccate e riviste da adulti. Trovò anche un sacchetto nero ma non ricordando cosa ci fosse dentro lo prese e lo aprì.
Era un bastoncino bianco, un test di gravidanza su cui c’era scritto INCINTA dal 31/10/1996 e non appena lo toccò sentì come se fosse stato colpito da un fulmine direttamente al centro della testa e urlando di dolore si ricordò tutto riguardo Jane. 
La sera che arrivò a casa sua, quando Bellatrix la portava nei sotterranei e lei era impaurita, le lezioni a scuola che lei seguiva da sola perché nessuno le voleva stare vicino, la festa di Halloween e loro due che si svegliarono nello stesso letto, quando scoprì nella stanza delle necessità che lei era incinta e quando….e quando decise di obliviarsi.
Severus Piton insisteva «Perché continuo a trovare Jane Lewis nella tua mente? Il signore Oscuro è molto più forte di me, se non vuoi farlo arrivare a lei devi essere più forte!»
«NON CI RIESCO!» urlò lui. Draco riusciva a fermarlo in tempo, non era ancora riuscito a scoprire che lei era incinta di suo/a figlio/a ma stava diventando sempre più dura man mano che i mesi passavano perché continuava a pensare a come potessero stare entrambi. Più la evitava e più soffriva. Non riusciva più a sopportare il fatto di doverli nascondere.
Quella stessa sera, qualche giorno prima del momento stabilito per mettere fine alla vita di Silente, davanti lo specchio si guardò e disse «Oblivion Jane Lewis!»
-fine flashback-

Draco la fissava come se fosse ipnotizzato da lei «Che hai?» gli chiese ad un certo punto.
«Voglio portarti a casa» rispose lui.
Jane gli sorrise e proprio in quel momento Alex bussò alla porta «Posso entrare adesso?»
Entrambi risero «Vieni!»
Lui entrò e di nuovo abbracciò sua madre «Alex, sei diventato proprio un bel giovanotto» disse Jane stringendolo di nuovo a se. 
«Sono anche bravo a scuola, sono il primo della classe!» disse lui orgogliosamente con Draco alle sue spalle che annuiva.
«Davvero? Sono orgogliosa di te»
«Ora tornerai a casa con noi?» chiese lui.
«Si, resterò per sempre con voi.»



Jane recuperò la sua forma fisica dopo qualche mese di riabilitazione, l’unica conseguenza che ebbe dopo essersi risvegliata dal coma e le ferite al petto era l’asma che ogni tanto le procurava problemi ma tutto sommato stava bene. Decisero di sposarsi di nuovo, con una cerimonia questa volta, e vissero tutti e tre insieme nella casa di Jane che ristrutturano a dovere aumentando gli spazi. Draco a lavoro si trasferì definitivamente al quartier generale degli auror come specialista della memoria e collaborava a tutti i casi in cui fosse richiesto di scavare a fondo nella mente dei criminali, l’unico problema era che significava che doveva lavorare sempre con Potter ma…non era così male dopo tutto.
Alexander ricevette la sua lettera per frequentare Hogwarts ad 11 anni e non fu una sorpresa quando fu smistato a Serpeverde.

Nella Sala Grande, appena dopo lo smistamento….
«Malfoy! Malfoy!» si sentì chiamare Alex. Si voltò verso le voci e vide che erano un gruppetto di tre ragazzine, forse Grifondoro, che si agitarono quando lui incontrò i loro sguardi.
Alex sbuffò spostandosi i lunghi capelli ondulati e biondi che gli ricadevano davanti agli occhi azzurri e tornò a rivolgersi verso i suoi nuovi amici David e Arnold «Papà mi aveva avvisato che sarebbe successo»
Gli altri due lo guardarono a bocca aperta «Siamo qui da nemmeno un’ora e già hai le fan!»
Alex scrollò le spalle e camminò verso l’uscita visto che era ora di andare a dormire «David, Arnold andiamo? Abbiamo cose più importanti a cui pensare»
I due lo raggiunsero subito «Cosa?» chiesero in coro.
Alex ghignò «C’è una certa camera segreta da trovare…»

 

The End



 
Spazio autrice
Ed eccoci arrivati alla fine di questa Fanfiction! Incredibile che mi ci sia voluto un anno per scriverla e solo qualche settimana per pubblicarla! Spero vi sia piaciuta!
Vi lascio una piccola chicca creata con l' AI: Signori e Signore, a voi,  Alexander Lewis Malfoy


 
 
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