Elisabetta Black ~ Bambina misteriosa

di AiMiyano
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un Detective Liceale ***
Capitolo 2: *** Tropical Land ***
Capitolo 3: *** Il caso ***
Capitolo 4: *** Il farmaco ***
Capitolo 5: *** Conan Edogawa ***
Capitolo 6: *** Il bambino rimpicciolito ***
Capitolo 7: *** Elisabetta Black ***
Capitolo 8: *** L'FBI ***
Capitolo 9: *** Il padre scomparso ***
Capitolo 10: *** Masami dove sei? ***
Capitolo 11: *** Akemi Miyano ***
Capitolo 12: *** Shiho ***
Capitolo 13: *** Ai Haibara ***
Capitolo 14: *** La verità ***
Capitolo 15: *** Abigail Uozuka ***
Capitolo 16: *** L'incubo ***
Capitolo 17: *** Heiji Hattori ***
Capitolo 18: *** Il ritorno ***
Capitolo 19: *** Shinichi Kudo ***



Capitolo 1
*** Un Detective Liceale ***


Shinichi Kudo aveva appena risolto un altro dei suoi casi. Stava ridacchiando verso l’entrata della scuola, mentre sentiva da una stazione radio due giornalisti parlare del suo successo.

Una ragazza gli tirò una borsa in piena testa.

“Diamine Ran! Ma che ti prende?” chiese, portandosi una mano sulla parte lesa.

“Nulla, non è colpa tua che mio padre non ha lavoro.” commentò la ragazza.

“Ran, lascialo perdere. Più si pavoneggia, più si rincitrullisce il cervello.” disse una ragazza dai capelli biondi, tinti, e gli occhi azzurri.

“Abigail. Grazie per la difesa. Dove sei stata questa settimana?” chiese ironicamente Shinichi.

“Tu eri a risolvere casi, io ero a Ingram al mare. Per quanto gelido. Bah non ho ancora capito perché dovevamo andare in vacanza in questo periodo freddo.” rispose la  ragazza, anche se un po' mentendo. Lei sapeva perché la vera ragione per cui la località della sua ‘vacanza’ era Ingram. Ma non avrebbe mai potuto dire la verità.

“E perchè non ai tropici? Non sarebbe andata male.” commentò Sonoko, appena arrivata

“Credo questioni economiche. Costa meno un viaggio a Ingram che ai Caraibi.”

“Mah, non credo che ne valeva comunque la pena.”

“No, dai. Non era così male. E comunque non ero l’unica della mia età. Quindi mi sono divertita.”

“Chi c’era?” chiese maliziosamente Sonoko.

“Una ragazza, mia coetanea, ma fidanzata con un altro.”

“Ah quindi niente ragazzi romantici?”

“L’uomo più giovane che c’era ha 11 anni in più di me. Come avrei potuto?”

“11 anni, cosa vuoi che sia? Soprattutto, era ricco?”

‘Si è ricco, ma è fidanzato ed è il migliore amico di mio fratello. Un pò fuori portata’ pensò la liceale, imbarazzata.

“Sonoko, basta - disse Shinichi, cogliendo l’imbarazzo di Abigail - andiamo in classe.”

“Shinichi! Non ti sei dimenticato di domani vero?” chiese Ran.

“Domani? Cosa c’è domani?”

“Come cosa c’è domani? Avevi promesso che mi avresti portata al Tropical Land dopo che mi hai fatto perdere il telefono!” sbottò lei.

“Sì, sì scusami Ran. Certo che lo ricordo.”

‘Tropical Land? Domani? Bene direi, spero che non incontri mio fratello…” pensò ironicamente Abigail.

 

Quella stessa sera, vicino al porto.

Un uomo era appena entrato in un bar. Era un bar praticamente vuoto, c’era solo un uomo con degli occhiali da sole al bancone.

“Accidenti, che pioggia terribile… Le previsioni meteo hanno mandato all’aria i miei piani. Prendo lo stesso di questo signore qui.” commentò l’uomo che si rivolse poi al barista, riferendosi all’uomo seduto al bancone.

L’uomo vestito di nero picchiettò il dito contro il tavolo. Allora lui tirò fuori dalla giacca una busta, che gli passò rapidamente.

“Sicuro di non voler dare un’occhiata prima?” chiese

“Se è un falso, pagherai con la tua vita.” rispose l’uomo in nero, porgendogli poi una busta con dei soldi.

“Io controllo sempre.” ribatté lui, mettendosi a fare come aveva appena detto.

“Contento tu.”

“Ok, tutto a posto.”

“Scusi per l’attesa.” Disse il barista, porgendogli un bicchiere da cocktail.

“Allora, il prossimo lavoro? Dovrei conoscere le basi, alla fine?” chiese, per poi quasi portarsi il bicchiere alla bocca.

“Allora le sai? - chiese di colpo un’altro uomo, anche lui vestito di nero con i capelli argentati, appena arrivato. - Sembra che ci siano un bel po' di ratti curiosi intorno all’Organizzazione, recentemente. Che ne pensi?”

“C-chi lo sa… Non so niente.”

“Davvero?”

“Quindi il mio prossimo lavoro è trovare questi ‘ratti’...”

“No… Ho già un’idea approssimativa di chi potrebbero essere questi ratti.”

L’uomo con la giacca blu si portò il bicchiere alla bocca, e bevve un sorso, dopo una piccola risata.

“Questo liquore è davvero buono! Qual è il nome di questo cocktail?”

“Rum. Cointreau. E un po' di succo di limone. - rispose di colpo l’uomo con i capelli argento, per poi guardarlo - X, Y, Z. Ovvero, ‘è la fine’.”

L’uomo con la giacca blu divenne pallido, ma fece finta di nulla. Si alzò

“A-Allora… non vedo l’ora di ricevere il prossimo lavoro.” disse, per poi uscire dalla porta. 

“Ne sei sicuro, capo? Lasciarlo andare così, senza dire niente… È quasi sicuramente un ratto” chiese l’uomo con gli occhiali da sole.

“Già… Nessun problema.” rispose ghignando.

Poco qualche minuto il telefono dell’argentato squillò.

“Sono io… Ricevuto, ce ne andiamo il prima possibile.” disse al telefono, mentre l’uomo con gli occhiali da sole ridacchiava

“Quindi, capo, cosa ne dovremmo fare? Dei documenti sul contrabbando d’armi” chiese poi, passandogli la busta.

“Non mi importa. Seguiamo il piano. Allora, i soldi che provano le nostre chiare intenzioni… sono stati preparati?”

“Sì, ma potrebbe essere una trappola.”

“Lo stabiliremo all’incontro, non è mai troppo tardi.”

“Già, infatti.”

“Inoltre… è quel genere di posto in cui ti pentiresti di non andare.”


E via si comincia! L'ultima volta che ho pubblicato la storia non ero per nulla sicura, e infatti l'ho altamente modificata ora!
Questo è il prologo della storia.
Spero che vi piaccia
AiMiyano

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Capitolo 2
*** Tropical Land ***


Il giorno dopo Ran e Shinichi entrarono dentro il parco divertimenti. Ran stava guardando dalla torre il parco quando sentì del freddo su una guancia. Shinichi ridacchiò porgendole una lattina di Coca.

“Tiene è per te. Devi avere sete no?” chiese poi sorridendo.

“Sì ti ringrazio.”

“Forza vieni!” le disse, trascinandola poi verso la fontana gigante che c’era nel parco

Shinichi iniziò a fare un countdown. Quando arrivò allo zero la fontana si attivò. I due vennero circondati dall’acqua.

Dopo un paio di ore decisero di andare sulla ruota panoramica. In quel momento arrivò un auto nera, da cui scesero 2 persone, vestite di nero.

Dopo la ruota, Shinichi e Ran andarono in coda per una giostra dei misteri. 

“Sai qual è la cosa più grandiosa di Sherlock Holmes? Quando ha conosciuto il suo assistente Watson ha capito subito che era stato un medico militare in Afghanistan soltanto stringendogli la mano. In questo modo.” spiegò, per poi stringere la mano a una donna che era lì vicino ai due.

“Tu pratichi la ginnastica artistica, vero?” chiese poi, rivolgendosi alla donna.

“Ma tu come fai a saperlo?” chiese lei, attonita.

“Che cosa? Hitomi, voi due vi conoscete?” domandò la sua amica.

“Mai visto prima.”

“Ti ho osservato la mano - spiegò Shinichi - una ragazza che ha tutti questi calli può essere soltanto una che si esercita alla sbarra.”

“Ma scusa, i calli possono venire anche con il tennis.” fece notare Ran.

“In effetti è vero. Prima quando il vento ha sollevato la sua gonna, ho potuto notare una cosa: ho visto un irritazione sulla coscia tipica di chi si allena alla sbarra della ginnastica. Beh, un bravo detective deve sapere di osservare in qualunque situazione si trovi” disse a Ran.

“Non hai niente di cui vantarti sai? Diciamo che hai barato se lo sapevi ancora prima di afferrarle la mano.”

Shinichi ridacchiò.

“Hey tu! Insomma la vuoi smettere di dare fastidio alle mie amiche?” chiese di colpo un uomo, abbracciato a una ragazza.

“Queste due persone sono insieme a voi?” chiese Shinichi alle due ragazze.

“Eh già.”

“Ah ma allora forse preferite fare un cambio di posto.” propose Shinichi.

“Grazie ma non è necessario.” rispose Hitomi.

“Inoltre ci sembrerebbe soltanto di disturbare.” continuò l’altra ragazza, accennando al bacio tra i due.

Uno degli addetti alla giostra annunciò che le prossime 8 persone sarebbero potute salire

Shinichi e Ran salirono.

“....Sì e poi quella volta Sherlock Holmes ha anche…”

Kudo non potè fare a meno di notare due uomini vestiti completamente di nero salire anche loro.

“...Tu hai capito vero? Sono sicure che è anche quello che Conan Doyle voleva dire e cioè che Sherlock Holmes…”

“ORA BASTA! NON NE POSSO PIÙ DI SENTIR PARLARE DI SHERLOCK HOLMES E CONAN DOYLE SEI VERAMENTE UN OSSESSIONATO!” tuonò Ran, ora abbastanza seccata.

“Sai Shinichi, io ero veramente molto contenta di potere passare la giornata con te oggi. Accidenti, ma non lo vuoi proprio capire che cosa provo…” ammise Ran, iniziando anche un pò a piangere

“A dire il vero io… anche io sai ecco…”

Ran scoppiò a ridere di colpo.

“Sei proprio uno stupido! Allora si può sapere perché ti agiti tanto? Ti stavo solo prendendo in giro!” disse la ragazza, facendo arrossire Shinichi

“Idiota.”

“Ah ci sei cascato. Diventerai proprio un bravo detective eccellente se ti fai prendere così per il naso.” lo canzonò lei, mettendogli una mano in testa arruffandogli i capelli.

La carrozza partì in quel momento.

“Comunque… non vedevo l’ora di essere qui con te.” disse Ran, che prese di colpo la mano di un Shinichi arrossito, il quale si accorse subito che stava per cominciare una discesa. A un certo punto nell’ultima galleria, si udì un gemito, poi di colpo dell’acqua troppo calda colpì i volti di Ran e Shinichi. 

“Che cos'è questa roba?” chiese spaventata Ran.

Appena usciti dalla galleria, Shinichi girò il minimo indispensabile la testa e vide che un uomo era stato sgozzato.

“Ma che cosa è successo?” chiese uno dei due uomini vestiti di nero. 

Dopo pochi secondi arrivarono alla fine dell’attrazione e uscirono tutti. Ran si aggrappò a Shinichi, spaventata.

Secondo capitolo! Tutte le scene qui tratte provengono dallo Special One. Non credo che ci sia nulla da aggiungere, tranne che non ho copiato ogni scena precedente, perché 1. il capitolo era troppo lungo e 2. non le consideravo importanti.

Spero che vi piaccia

AiMiyano

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Capitolo 3
*** Il caso ***


La polizia arrivò, e bloccò la zona con il nastro giallo. La fidanzata della vittima stava piangendo, disperata. Shinichi nel mentre stava controllando il corpo.

“Poveretto eh?” chiese uno dei due uomini in nero, quello più alto con i capelli argento.

“É stato un incidente, ahimè. Noi ce ne andiamo.” annunciò invece l’altro.

“No, fermi - lì bloccò Shinichi - Non è stato un incidente. Purtroppo… è un omicidio. L’assassino viaggiava sullo stesso veicolo della vittima. Ed è uno di noi sette.”

“Shinichi…” commentò Ran, preoccupata

“Stai scherzando, spero.” commentò invece l’uomo vestito di nero con gli occhiali da sole.

In quel momento arrivò la polizia, capeggiata dall’ispettore Megure, che riconobbe immediatamente Shinichi.

“Oh, Kudo! E insieme a te c’è anche Ran!” salutò.

“Buongiorno, ispettore Megure.”

“Kudo?” chiese l’uomo con gli occhiali da sole.

In quel momento la folla iniziò a mormorare.

“Oh! É il famoso studente detective di cui si parla su tutti i giornali!”

“Ho sentito dire che ha già risolto una marea di casi!”

“Il salvatore della polizia giapponese!”

“Su, presto, vieni a vedere! C’è Kudo, il detective!”

“Vedremo in diretta come fa!”

“Mi lusingate…” commentò Shinichi, imbarazzato.

“Che falso.” gli disse invece Ran.

Shinichi illustrò all’ispettore cosa fosse successo.

“Capisco. In effetti, niente sembra indicare che si sia trattato di un malfunzionamento. E considerate le circostanze, possiamo escludere che sia un suicidio.”

“Proprio così. - confermò Shinichi - Per questo, per me può trattarsi solo di un omicidio.”

“Però chi potrebbe averlo ucciso in quel modo?” si chiese l’ispettore.

Shinichi sussurrò qualcosa nell’orecchio dell’ispettore, che annuì.

“I passeggeri dell’attrazione sono pregati di restare qui. Tutti gli altri possono andare via.” annunciò l’ispettore, suscitando reazioni contrarie.

Nel mentre fuori dall’attrazione tre donne, di circa 20 anni una e 30 le altre, e un uomo sui 50 anni, stavano vedendo cosa stesse succedendo.

“Secondo voi sono coinvolti loro due?” chiese la donna castana.

“Se è così mi metto a ridere. Si mettono sempre nei casini.” rispose la più giovane.

“Sta di fatto che non possono perdere tutto il tempo possibile, devono concludere l’affare.” commentò l’uomo.

“Oh, lascia stare. Da quando importa?” chiese una delle due donne ramate, prendendo un pezzo di zucchero filato e mangiandolo.

“Non lamentarti più se hai il metabolismo lento però.” disse acidamente l’uomo.

Dopo che la maggior parte delle persone se ne erano andate l’ispettore riprese a investigare, con una piantina del veicolo.

“Il veicolo trasporta otto persone. Escludendo te e Ran restano cinque sospettati. Davanti c’erano le amiche della vittima, nel punto A e B. Nella terza fila, nel punto C, c’erano la vittima e la sua ragazza. Infine, nell’ultima file c’erano i due uomini in nero, nei punti D ed E. Tuttavia, va detto che essendo tutti legati ai loro sedili, l’unica che avrebbe potuto ucciderlo era la ragazza seduta accanto a lui. No, anche l’uomo dietro di lui…”

“Allora, diamoci una mossa! Non abbiamo tempo di vedervi giocare ai detective, mi sono spiegato?” sbottò l’uomo dai lunghi capelli argento, interrompendo i due.

“C-capo…” disse il suo collega, sorpreso.

“Mi spiace molto. Cercheremo di chiudere in fretta.” si scusò Megure.

“Chi è? Che sguardo gelido che ha. Lo sguardo di chi ha già ucciso numerose volte! C-chi potrà mai essere?” pensò Shinichi, allarmato.

“Ispettore!” Chiba chiamò Megure, interrompendo il flusso di pensieri di Shinichi.

“Cosa c’è, agente Chiba?”

“Nella borsa della ragazza… c’era questo!” spiegò l’agente, mostrando un coltello insanguinato dalla borsa della fidanzata della vittima.

“Ma quello… Non è possibile! Io non ne so nulla! Non è mio!” provò a difendersi lei.

“Oh, Aiko… come hai potuto fare una cosa del genere?” chiese una sua amica.

“M-ma no! Non sono stata io!”

“Io credevo che con Kishida fossi contenta! Perchè?”

“Devi credermi! Io sono innocente!”

“Bene, abbiamo stabilito che il colpevole è la ragazza. Che ne dice, ispettore, adesso possiamo andarcene?” chiese l’uomo con gli occhiali da sole.

Le persone iniziarono a commentare il tutto.

“Hanno trovato il responsabile molto più in fretta di quanto pensassi.”

"Anche io sospettavo che fosse la ragazza.”

“D’accordo! - disse l’ispettore - Portatela via come principale sospettato!”

“Forza, mi segua.” disse Chiba alla donna.

“Ma io non ho…”

“E per sicurezza, dovremo verificare tutte le identità di coloro che erano a bordo del veicolo insieme alla vittima.” annunciò l’ispettore, bloccando l’uomo dai capelli argentati a togliere il nastro giallo per potere uscire.

“Immagino che non sarà un problema.” chiese retoricamente, per poi avvicinarsi a loro.

L’uomo con i capelli argentati stava facendo il gesto di tirare fuori qualcosa dalla tasca, quando Shinichi intervenne.

“Fermo ispettore!”

“Che cosa succede, Kudo?” chiese Megure, curioso.

L’uomo rimise dentro la tasca la mano.

“Stiamo arrestando la persona sbagliata.” annunciò, suscitando lo stupore di tutti.

“La persona responsabile della morte del signor Kishida su queste montagne russe è lei!” esclamò Shinichi, per poi indicare la ginnasta.

“M-ma cosa stai dicendo?” chiese Megure sorpreso

“Non l’ho ammazzato io! Avete visto che Aiko aveva un coltello nella sua borsa” si difese lei.

“É praticamente impossibile decapitare una persona con un coltello. Soprattutto con la forza di una donna. Inoltre, se il colpevole fosse lei, avrebbe avuto parecchie occasioni per disfarsi dell’arma. Per quale motivo l’avrebbe avvolta in un pezzo di stoffa e tenuta con sé? E invece sei stata tu a mettere quel coltello nella sua borsa per far ricadere la responsabilità dell’omicidio su di lei, non è vero?”

“Andiamo, non essere ridicolo! Ti ricordo che io ero seduta due file davanti a lui. Dimmi, come avrei potuto tagliargli la testa seduta là? E poi lo hai detto tu stesso prima con la sola forza di una donna, sarebbe stato impossibile farlo!”

“Se ci basiamo sulla forza non è fattibile, già. Tuttavia, alla velocità a cui andavamo e usando un filo metallico sarebbe stato possibile.”

Poi si rivolse all’ispettore.

“Ispettore, posso chiedere aiuto ai suoi agenti per ricreare la scena del crimine?”

“Io reciterò la parte di Hitomi, la colpevole. L’ispettore Megure sarà il signor Kishida, la vittima” spiegò poi, dopo che i poliziotti presero posto nel vagone.

“Adesso, ancora prima di abbassare la sbarra, e ancora prima di sedermi, nascondo una borsa dietro di me e poi tirò giù la protezione. Per eseguire il delitto mi basta rimuovere la borsa e creare lo spazio per uscire. Facendo così, posso scivolare via - disse, mostrando come fare - Dopo tiro fuori un filo metallico, come la corda di un pianoforte, e la lego a un rampino per creare una fune.  Mi appoggio alla sbarra di sicurezza per avanzare verso le file dietro e la passo intorno al collo della vittima. Ovviamente, mi muovo quando c’è il buio totale. Per finire, prendo il rampino legato alla corda e lo attacco ai binari della montagna russa. A quel punto, la testa della vittima verrà tranciata di netto dallo scatto e dalla velocità del veicolo.”

“É assurdo - si difese lei - Come avrei potuto con il veicolo in funzione?”

“Beh tu sei una ginnasta, vero? Una normale persona non ci sarebbe riuscita ma avendo tu un enorme senso dell’equilibrio, avresti potuto fare tutto persino su un’attrazione in movimento.2

“Basta! - la difesa una sua amica - Queste insinuazioni…”

“Posso chiederti dove hai messo la collana? Quella che indossavi prima di salire sull’attrazione! Dov’è finita la tua collana di perle? Hai sostituito il filo della collana di perle con una corda di pianoforte e hai nascosto il rampino nella tua borsa, vero?”

“Hey, aspetta un momento! Se il metodo è quello che hai descritto, i due uomini dietro Kishida avrebbero potuto benissimo metterlo in atto!”

“Invece no. Sebbene abbiano un’aria sospetta, non hanno fatto niente. Non so cosa ci facessero su questa montagna russa, ed è strano che abbiano cambiato atteggiamento e volessero andare via appena è arrivata la polizia. Ma se fossero stati loro, avrebbero dovuto immaginare quello che sarebbe successo. L’omicida, infatti, sapeva che la vittima sarebbe morta. ecco perché ha pianto. Noi abbiamo scoperto l’omicidio pochi minuti prima della fine dell’attrazione. L’unica persona che avrebbe avuto qualche motivo per piangere durante il giro era l’assassino.”

“E perciò, questo significa che hai visto Hitomi piangere a bordo! Puoi forse dimostrarcelo?”

“Guarda le tracce delle lacrime sul viso. A meno di non essere a bordo di una montagna russa, le lacrime non scorrono mai di lato.”

Hitomi cadde a terra, piangendo.

“É tutta colpa sua! Non avrebbe dovuto lasciarmi!”

“H-Hitomi, ma allora è vero.. che tu stavi insieme a Kishida?”

“Esatto! Noi due eravamo innamorati da molto prima che voi vi conosceste all’università! Però lui… ha preferito Aiko!” sbottò lei, provando a tirando la borsa contro la donna, ma Chiba la bloccò.

“E allora… per questo… Io ho scelto l’attrazione del nostro primo appuntamento, la collana che mi aveva regalato e di addossare la colpa ad Aiko… Tutto questo solo per ucciderlo!” ammise lei.

Dopo il caso Ran stava continuando a piangere quando uscì.

“Dai, ora smettila di piangere.” provò a calmarla Shinichi.

“Come fai a essere così impassibile?” chiese invece lei.

“Beh, ormai sono abituato alle scene del crimine e ai corpi smembrati.”

“Sei orribile!” gli disse Ran.

“No, scusa… Ma dai, non pensiamoci più ora. Sono quelle cose che capitano spesso.”

“Non è assolutamente vero!”

Shinichi si accorse che l’uomo con gli occhiali da sole era vicino, da solo, al labirinto.

‘Quell’uomo… É uno dei tipi loschi che erano a bordo.’ pensò.

“Scusa, Ran, tu comincia ad andare.” disse alla ragazza.

Ran provò a inseguirlo, ma si dovette fermare a causa di una scarpa slacciata.

‘Non so perchè… ma ho avuto la sensazione… che non lo rivedrò per moltissimo tempo.’

Altro capitolo di passaggio, l’aggiunta è un micro dialogo a un certo punto.

Spero vi piaccia

AiMiyano

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Capitolo 4
*** Il farmaco ***


Shinichi arrivò in una zona scura del parco, alla ricerca dell’uomo.

“Cavolo. Ho perso le sue tracce.” imprecò.

“Mi scusi per l’attesa, direttore.”

Shinichi sentì improvvisamente la voce dell’uomo che stava cercando. Si avvicinò a dove proveniva la voce e vide l’uomo con gli occhiali con un uomo basso che teneva in mano una valigetta. 

‘É lui!’ pensò Shinichi.

“Io come da patti sono venuto solo!” disse spaventato il direttore.

“Sì. Lo so che è venuto da solo. Noi l’abbiamo osservato da in cima alle montagne russe.” spiegò.

“Si sbrighi allora!”

“Non abbia fretta. Prima il denaro.”

“Eccolo! È di suo gradimento?” chiese il direttore aprendo la valigetta e mostrando una quantità ingente di denaro. 

‘Caspita! Sono centinaia di milioni!’ si sorprese Shinichi

“Va bene! L’affare è chiuso!” disse l’uomo con gli occhiali.

“Ora mi dia i negativi.” ribatté il direttore.

“Ecco qua! Le foto e i negativi che dimostrano che la sua compagnia traffica armi. Eviti di mettersi nei guai in futuro.” disse l’altro, passandogli una busta.

"È un'inezia in confronto a quello che fa la vostra organizzazione.” ribatté lui.

Shinichi iniziò a fare delle prove, fotografando.

“Ehi! Che cosa credi di sapere sulla nostra organizzazione, eh?!” minacciò l’uomo con gli occhiali.

“Io…nulla!”

“Forse non hai afferrato che ti abbiamo risparmiato in cambio del denaro per gentilezza. Se sei una persona sveglia, vendi la compagnia e vattene da qua. Quello che interessa a noi è costruire un nuovo laboratorio su questo terreno.”

“Ok.” rispose spaventato il direttore.

‘La faccenda è molto seria’ pensò Shinichi.

In quel momento sentì dei passi avvicinarsi verso di lui. Si girò, colto di sorpresa e vide l’altro uomo, con i capelli argento.

“Ora basta… giocare ai detective!” disse minacciosamente l’uomo, tirando fuori un manganello di ferro, che colpì in testa Shinichi, che cadde a terra.

Il direttore scappò via spaventato.

“C-capo!” esclamò sorpreso l’uomo con gli occhiali.

“Scemo, ti sei fatto pedinare da un ragazzino.”

“Ma quello è il detective di prima! Lo faccio subito fuori!”

“No, fermo! Dopo l’incidente di oggi, è ancora pieno di poliziotti nel parco.” lo bloccò, prendendo la fotocamera di Shinichi.

“Cosa facciamo allora?”

“Gli daremo questo. - spiegò, mostrando un contenitore con delle pasticche. - L’ultimo veleno sviluppato dall’organizzazione. La sostanza non lascia alcuna traccia nel corpo della vittima. Per questo sarà il crimine perfetto.”

Inserì una pasticca nella bocca di Shinichi e gli fece bere dell’acqua.

“Il prototipo non era mai stato testato su un essere umano.”

Shinichi ricadde a terra.

“Hey, capo… è meglio andare ora!”

“Già. Ciao, ciao. Detective.”

I due uomini si allontanarono. Shinichi iniziò a tossire. Di colpo un dolore gli trafisse tutto il corpo, iniziando a urlare

‘Aiuto! Ho il corpo in fiamme! Le ossa… mi sembra che si sciolgano! Non ci credo… è la fine…”

Dopo un paio di ore Shinichi sentì delle voci.

“Ehi! Venite qua! C’è un cadavere!” urlò qualcuno.

‘Cosa? Allora, sono morto davvero.’ pensò Shinichi.

“No, respira ancora! Presto! Chiamate un’ambulanza!”

‘S-sono vivo? Quindi il veleno non funziona sugli essere umani! Che fortuna!’

“Poverino… Gli sanguina la testa.”

‘Poliziotti? E sono un mucchio. Perfetto! Racconterò loro quello che ho sentito prima.’

“Ehi, stai tranquillo. Ti aiuto ad alzarti io, piccolo.”

Shinichi si sorprese a sentirsi chiamato così.

‘Piccolo? Ma cosa sta dicendo? Io vado al liceo!”

“Ma come te la sei fatta, quella ferita?” chiese un poliziotto.

Shinichi si portò la mano alla testa.

‘Ferita? Ah, ora ricordo! Uno degli uomini in nero mi ha colpito da dietro. Ahi… eh? M-ma cos’è successo ai miei vestiti?’ si chiese, notandoli immensamente grandi per lui.

“Devi essere spaventato eh? Ora non hai nulla da temere. Siamo qui per te.” chiese il poliziotto, prendendolo in braccio.

‘Com’è riuscito a sollevarmi così facilmente?' si chiese, spaventato.

Shinichi venne portato all’infermeria, dove provò a raccontare il tutto ma nessuno gli credeva.

“Come potete non credermi? Ho visto tutto quanto! C’erano un trafficante d’armi e un uomo che lo stava ricattando! Poi il suo complice mi ha scoperto e mi ha dato una botta dietro la testa!

“Senti, piccolo, mi sa che guardi troppa TV.”

“Smettila di chiamarmi piccolo! Sono al secondo anno di liceo, io!”

I dottori e i poliziotti iniziarono a ridere

‘Strano qualcosa  non quadra. Le loro reazioni. I vestiti troppo grandi, e poi la mia voce… No… Non è possibile No. Per quanto improbabile sia, deve essere la verità!’

Shinichi notò uno specchio e si avvicinò. Quello che vide lo sorprese: era veramente diventato un bambino!

‘Cosa?! Non ci credo! Sono davvero ringiovanito?!’

“Secondo me, si è inventato tutto per non dover tornare a casa sua.”

“Quindi pensi che sia scappato di casa? Per ora avvisiamo la centrale. Poi lo lasceremo lì in custodia.”

‘La centrale?’

Shinichi scappò subito via dalla finestra, non sarebbe mai andato lì!

Capitolo molto di passaggio, e anche ben conosciuto, come il prossimo. Lo assicuro, tra due capitoli iniziano le novità!

Spero comunque che vi piaccia

AiMiyano

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Capitolo 5
*** Conan Edogawa ***


"Aspetta cosa? Hanno incontrato Shinichi stesso?” chiese Abigail.

“Beh sì, erano anche i sospettati di un omicidio.” rispose una donna con i capelli castani raccolti in una coda.

“Ma come hanno fatto?”

“Eravamo sullo stesso di giro di una psicopatica.” rispose di colpo il fratello maggiore di Abigail.

“Sab! Ma sei serio?”

“Abigail. Cosa posso dirti?”

“Ma c’era con Shinichi anche una ragazza di nome Ran?”

“Mi pare.”

“Bene.”

“Ora io devo andare.” disse la donna, interrompendo la conversazione tra i due fratelli.

“Ciao Hid!”

Shinichi, da poco rimpicciolito, stava correndo, inseguito dalla polizia, che riuscì abilmente a seminare. Ran lo chiamò in quel momento.

‘Ran? Ma certo! Posso chiedere a Ran di venire a prendermi! Però… con la mia voce e questo corpo da bambino… No! Ma posso scriverle! No… come le spiego quello che è accaduto?’ pensò lui

La polizia stava arrivando, quindi Shinichi ignorò tutto e corse via. Arrivò ben presto in città. Arrivato verso un ponte si fermò a riprendere fiato.

‘Sono già senza fiato, senza aver corso tanto. E poi, questo corpo… cosa mi è successo?’

Si ricordò di colpo quei minuti prima di perdere conoscenza.

‘Non sarà… a causa di quella pillola?’

Un clacson suonò: un camion si stava avvicinando troppo a lui, che era in mezzo alla strada. Shinichi si buttò a lato, mentre l’autista sterzò.

“Razza di idiota! Cosa ci facevi in mezzo alla strada, eh?!”

Shinichi camminò fino a casa sua. Mentre stava provando a scavalcare il cancello, ormai troppo alto per lui, cadde a terra. 

“Cavolo! Non riesco nemmeno a entrare in casa mia! - sbottò, frustato. - Non posso fare niente da solo!”

“Cosa?! Che disastro!” urlò una voce, seguita poi da un esplosione.

Un uomo dai capelli bianchi si ritrovò sulla strada, travolto dall'esplosione. Shinichi lo riconobbe subito: era Hiroshi Agasa, il suo vicino di casa.

“Professore!”

“E tu chi saresti?” chiese Agasa.

“Sono Shinichi! Mi guardi bene!”

“Che cosa? Sei imparentato con la famiglia di Shinichi? Adesso che ti osservo, assomigli a lui quando era bambino.”

“No, mi ascolti! Sono io Shinichi, insomma! Mi guardi! Sono lo studente del Liceo Teitan, Kudo Shinichi!”

Agasa suonò il campanello.

“Ehila, Shinichi! Sei a casa? C’è un tuo ospite qua fuori!”

“Perchè non mi crede? In questo caso, non mi lascia altra scelta! Parlerò di lei! Agasa Hiroshi. 52 anni. Lei è il bislacco inventore che abita accanto a me. Afferma di essere un genio, ma le sue invenzioni non valgono niente. E poi… ha un neo sul sedere.”

“Il neo.. Soltanto Shinichi ne è a conoscenza. Ti prego, non dirmi che lui… ha detto a tutti il mio segreto!”

“Non l’ho detto a nessuno! Come devo dirle che sono io! Mi hanno dato una pillola con una sostanza per ringiovanire!”

“Sostanza… per ringiovanire? Una pillola? Se esiste una cosa del genere mi piacerebbe proprio vederla!”

“Mi ascolti attentamente professore! Lei è andato a cena al ristorante Columbo, non è vero? E ci è andato correndo, eh?”

“T-tu come fai a saperlo?”

I suoi vestiti. Dietro è completamente asciutto mentre davanti è tutto bagnato per la pioggia! Dimostra che ha corso sotto l’acqua. E ha i pantaloni sporchi di fango. L’unica strada fangosa nei dintorni è quella in costruzione davanti a Columbo! E un'ultima cosa, la salsa speciale al ragù che ha mangiato al ristorante le ha sporcato tutti i baffi.” spiegò Shinichi.

“Ma allora tu sei davvero…”

“Tsk tsk! Elementare, mio caro Agasa.”

A quel punto Agasa riconobbe sul serio Shinichi e lo fece entrare a casa sua, per fargli cambiare i vestiti, mentre il nuovo bambino gli raccontava cosa fosse successo.

“Shinichi, non devi raccontare a nessun altro di quello che ti è successo! Sei ancora vivo! Se quegli uomini scoprissero che sei Kudo Shinichi, ti darebbero la caccia per ucciderti! E anche le persone a te care sarebbero sicuramente in pericolo. Il fatto che tu sia Kudo Shinichi deve rimanere un segreto tra di noi, intesi? Neanche a Ran puoi dirlo!" gli disse il professore.

In quel momento arrivò Ran.

Shinichi corse a nascondersi sotto la scrivania, trovando gli occhiali del padre, a cui dovette togliere le lenti, mentre Agasa stava distraendo Ran, che però si accorse del bambino.

“Chi è questo bambino?” chiese

Shinichi mise gli occhiali in fretta e furia, mentre Ran lo vide in faccia.

“Ma questo bambino… è così carino!” esclamò mentre Agasa tirò un sospiro di sollievo: non si era accorta di nulla.

“lui è un mio parente.” spiegò Agasa.

"Dimmi, quanti anni hai?” chiese Ran.

“Dicias… no sette!” si corresse al volo Shinichi.

“Vai in prima elementare, eh?”

“Sì!”

“Come ti chiami?”

Shinichi sbiancò e vide i due nomi di due autori nella libreria: Arthur Conan Doyle e Ranpo Edogawa.

“Conan! Io mi chiamo Edogawa Conan!”

Nuovo capitolo! Spero che ora possiate sempre capire di più chi sia Abigail! A parte la prima sezione, il resto è una delle ultime parti che prenderò dal primo episodio

Spero che vi piaccia

AiMiyano

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Capitolo 6
*** Il bambino rimpicciolito ***


“Conan? Ma che nome che strano hai.” chiese Ran, colta di sorpresa.

Shinichi, o meglio, Conan corse a nascondersi dietro il professor Agasa.

“M-mio padre è grande fan di Conan Doyle, tutto qua.”

“Che strano, assomiglia a Shinichi.” notò Ran

“Non potevamo metterci d’accordo prima? - chiese Agasa. - Sul serio, Conan?! Dovresti essere giapponese!”

“Non posso farci nulla. Non mi è venuto in mente un altro nome.”

“A-ascolta, Ran, non vorrei sembrare invadente, ma non potresti tenerlo a casa tua per un po’?” chiese Agasa di colpo.

“Non scherza…” provò a obbiettare Shinichi, ma Agasa gli tappò la bocca.

“I suoi genitori sono in ospedale a causa di un incidente e mi hanno chiesto di occuparmene, ma dato che sono celibe e vivo da solo…”

“A me non disturba affatto, ma dovrei chiedere a mio padre.” rispose Ran.

“Ma certo, ma certo! Allora siamo d’accordo.”

Agasa e Conan uscirono dalla stanza, per parlare.

“Cos’è questa storia? E se scoprissero chi sono mentre mi trovo da Ran?”

“Ascoltami bene. Prima o poi, gli uomini in nero scopriranno che il tuo cadavere non è mai stato ritrovato, è chiaro? Se rimani in questa casa, i loro sospetti ricadranno su di te i tuoi cari.”

“Beh, ma allora perchè non posso vivere a casa sua?”

“Se vuoi recuperare il tuo aspetto, devi prima di tutto trovare quelli che ti hanno reso così.”

“Immagino di sì…”

“E Ran abita in un’agenzia investigativa, no?”

“Ma è vero! Potrei recuperare delle informazioni su di loro.

“Esatto!”

“Tutto bene?” chiese Ran, raggiungendoli.

“Sì! Allora, posso venire a casa tua?” chiese allegramente Conan, abbracciandole le gambe.

“É adorabile!”

Alla fine Ran e Conan uscirono dalla casa Kudo e si avviarono verso l’agenzia investigativa.

“Senti, Conan…”

“Sì, Ran, dimmi pure.”

“Dimmi, tu sei innamorato? Non c’è una bambina che ti piace della tua scuola?”

“N-no, nessuna…”

“Beh, a me sì. Lui mi piace molto, sai.”

“Scommetto che è quel Shinichi che stavi cercando tanto prima, eh?” chiese divertito Conan.

“É lui!” ammise Ran, facendo imbarazzare al massimo Shinichi.

“Sai, mi fa sempre arrabbiare, e ha una vera e propria fissazione per le indagini… Ma quando ho bisogno di lui, c’è sempre. É molto coraggioso e disponibile. Eh sì! Shinichi mi piace davvero un sacco! Però promettimi di non dirglielo! Sei l’unica persona a cui l’ho detto, sai? Davvero, non dirlo a Shinichi, ok?” spiegò Ran.

“o-ok.”

“Quella è casa mia. Mi sembra come di avere un fratellino a cui posso dire qualunque cosa.”

‘Ran…’ pensò Shinichi

“Papà dovrebbe essere a casa. Vieni, te lo presento.”

“Ascolta, Ran… Beh… ecco, io…”

“Che c‘è?”

“In realtà io sono…”

“Ce l’ho fatta!” si sentì urlare.

Un uomo, sulla quarantina, corse giù dalle scale, felice come una Pasqua, inciampando e poi cadendo. Shinichi lo riconobbe. Era Kogoro, il padre di Ran.

“Che cos’è successo, papà?” 

“Finalmente è arrivato! Dopo mesi il mio primo lavoro è arrivato, sì!”

“Fai un po’ di attenzione! Quale tipo di lavoro?”

“Hanno rapito una ragazza di buona famiglia. Sono stati degli uomini in nero”

Conan sbiancò di colpo.

‘Degli uomini in nero?!’

Kogoro fermò un taxi, mentre Conan lo inseguì, deciso a capire tutta la faccenda per bene.

Aspettate, uomini in nero. Scoprirò dove vi nascondete, recuperò quella sostanza e quando riavrò il mio vero aspetto… rivelerò le vostre nefandezza al mondo!’ pensò Shinichi, determinato.

Nuovo capitolo, dal prossimo inizia la storia vera! Spero che vi piaccia

AiMiyano

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Capitolo 7
*** Elisabetta Black ***


Teitan Elementary School

"Ragazzi, sedetevi! - disse la maestra Kobayashi - oggi c'è un nuovo compagno di classe con noi: salutate tutti Conan Edogawa!"

I bambini salutarono tutti molto felicemente il nuovo arrivato.

"Ciao a tutti, io sono Conan Edogawa" si presentò il finto bambino.

Un compagno di classe chiese: "Scusa, ma che razza di nome è?"

"Senti, Conan è un nome inglese, Edogawa è un cognome giapponese." commentò una bambina dai capelli neri, gli occhi verdi e con i lineamenti completamente occidentali.

Il piccolo tentò di difendersi, mentre la bambina sbuffò, indispettita.

"Elisabetta, zitta - la rimproverò la maestra - Conan, va pure a sederti accanto a Elisabetta." Il ragazzo rimpicciolito fece come ordinato.

"Ciao, io sono Shin... scusa, Conan" si presentò, rischiando di confondersi nuovamente.

La bambina rispose: "Io sono Elisabetta Black"

La maestra decise di fare matematica per quell’ora: "Bambini ripetete: uno più uno fa..."

"Due" risposero i bambini, felici di fare matematica, a esclusione di Conan ed Elisabetta, la quale stava leggendo un libro.

Conan, curioso, chiese: "Cosa leggi?"

"Altri libri. Queste cose sono troppo facili..."

Shinichi si stupì: facili? Per lui, quando aveva sul serio quell'età, sembravano concetti astrusi!

"Dal tuo sguardo direi che sei sorpreso. La verità è che sono intelligente. Più del normale, anzi."

Conan era solo più stupito, ma decise di lasciar perdere.

A pranzo provò di nuovo a prendere Elisabetta di sorpresa: "Scusa, ma tu chi sei? le chiese, avvicinandosi pericolosamente a lei

"Elisabetta Black - rispose la bambina, per nulla sorpresa - e tu chi sei?"

"Come scusa?"

"Ti sei presentato con il nome Shin e poi ti sei corretto con il nome Conan."

"In realtà è un mistero" Conan decise di mettersi sulle difensive, per evitare che qualcuno scoprisse la sua verà identità.

Elisabetta sbuffò, indispettita dalla situazione.

Dopo la scuola.

"Forza Eli! Vieni!" disse un signore di 30 anni circa con i capelli lunghi nero pece a bordo di una Chevrolet.

"D'accordo, Shu. Ciao Conan!"

Conan salutò la bambina, preoccupato di scoprire ora la verità.

Il giorno dopo a scuola.

"Ora scopro cosa nasconde Elisabetta." pensò Conan, che si mise a frugare nello zaino di Eli, poichè notava che la bambina non lo apriva quasi mai, come se nascondesse cose importantissime (nonostante l'età) e trovò subito le foto delle persone che lo avevano rimpicciolito!

Proprio in quel momento arrivò Elisabetta. "Conan, che guardi? Ah, le foto di Gin e Vodka..."

Conan a quel punto decise di sapere tutto: "Chi sei tu in realtà?"

Elisabetta rifletté se dire la verità, ma alla fine si fidò: "Io sono Elisabetta Black e aiuto l'FBI. Mio zio è James Black, capo dell'unità contro una delle organizzazioni criminali più pericolose del mondo. Il signore che è venuto a prendermi ieri è Shuichi Akai, altro agente dell'FBI nonché il mio padrino."

Conan si sorprese veramente tanto: una bambina che aiutava l'FBI? Come era possibile? Che avesse preso anche lei quel farmaco?

"Chi sei tu?" chiese Eli a bruciapelo, sperando che lui ora fosse sincero, visto che gli aveva rivelato un grande segreto.

Conan, a quel punto, decise di dirle la verità: "Io sono Shinichi Kudo, il famoso detective liceale rimpicciolito da questi due pazzi." Si stava riferendo, naturalmente, alle due persone presenti in quelle foto che aveva ancora in mano.

"Ah così hanno usato l'APTX 4869." intuì la bambina.

Quei criminali non si smentivano mai. Ogni occasione era buona per provare a uccidere.

"Cosa?" chiese lui sorpreso.

"Beh è il farmaco che ti ha rimpicciolito." rispose lei, come se la cosa fosse ovvia.

"Ah va bene..."

Ayumi, nel mentre, raggiunse i due. Conan passò velocemente le foto ad Eli, che le mise subito nello zaino. Gli altri bambini non dovevano assolutamente vedere quelle foto, dovevano evitare di ricevere troppe domande e metterli in pericolo per nulla. Meglio non avere anche loro di mezzo nella lotta contro l’organizzazione.

E finalmente ecco il nuovo capitolo! Da qui in poi la storia inizierà sul serio!

Spero che vi piaccia

AiMiyano

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Capitolo 8
*** L'FBI ***


Alla fine della scuola.

"Ti accompagno all'FBI?" chiese Eli.

"D'accordo." rispose Shinichi.

Elisabetta e Conan andarono al vecchio hotel che l'FBI aveva preso e aveva sistemato come nuova base: si sentivano spari, sicuramente da una sessione di allenamento, e vedevano persone che facevano telefonate su telefonate. Conan si accorse che era veramente simile alla base dell'FBI che si vede nei film. I due salirono verso i piani alti dell'hotel, fino a quando Eli si fermò davanti a una porta.

"Ciao a tutti! Oggi c'è con me un mio compagno di classe che sa dell'organizzazione!"

"Ciao Eli." disse un signore con gli occhiali e i capelli grigi.

"Ciao Beth! E così hai un amico che conosce quelle persone..." commentò Akai Shuichi.

"Ciao! Come ti chiami piccolo?" chiese una donna dai capelli biondi, gli occhi azzurri e un paio di occhiali.

"Mi chiamo Conan Edogawa."

"Conan, poi ti faccio un quadro generale della situazione." gli sussurrò Elisabetta.

"Bene, Conan cosa sai dell'organizzazione?" chiese Shuichi.

"Allora... conosco solo Gin e Vodka, so che volevano fare uno scambio di centomila yen, ma non sono riuscito a fermarli." spiegò Conan.

"Non ti rammaricare, hai solo sette anni." lo tranquillizzò la donna.

'In realtà ne ho diciassette' pensò Shinichi.

"Conan vieni un secondo?" chiese Eli.

Il piccolo acconsentì. I due uscirono dalla stanza.

"Allora, James è mio zio e il capo dell'FBI. Akai è il nostro cecchino migliore e la nostra ex spia dell'organizzazione. Jodie è una delle poche agenti dell'FBI." spiegò Elisabetta.

"Ok - chiese Conan - ma dov'è il tuo ufficio?"

"Ufficio… Va beh, a chiamarlo così… Dai, vieni" Eli lo accompagnò in una piccola stanza lì vicino. Conan notò che Eli sembrava un bel po’ un'agente dell'FBI: c'erano schemi dell'organizzazione, foto dei membri dell'organizzazione con molte freccette. Oltre ovviamente ai libri di scuola. Conan era decisamente sorpreso.

"Lei è Curacao, il braccio destro di Rum, il numero due dell'organizzazione - Eli stava indicando le foto - lui è Gin, sai bene chi sia. Invece lei è Sherry, la creatrice del farmaco che ti ha rimpicciolito."

"Capisco."

"Conoscendoti hai delle domande."

“Rum sarebbe? Oltre al numero due dell’organizzazione.”

“Il fratello del capo. É anche il padre di Gin più anche della donna a capo del settore dei furti.”

“Come funziona l’albero genealogico?”

“Secondo Akai, Rum ha due figli: Gin e questa donna, mi pare che il nome in codice sia Anice. Il capo ha come figlia Vermouth.”

“Vermouth?” 

“Lei è anche la sua preferita. É anche l’assassina dei miei genitori e di quelli di Jodie.” disse lei, rabbuiandosi.

"Scusa…"

"Tranquillo. Oramai.”

“Qualche altro membro?”

“Beh ci sarebbe Scotch, ma è morto, fra l’altro era un NOC. Poi Pinga, ma non ho ancora ben capito chi sia.”

Improvvisamente si udì una voce femminile: "Ragazzi, siete qui?" era Jodie.

"Sì esatto." rispose Eli.

“Ok, va bene! Usciamo a prendere da mangiare?”

“Ok!” rispose Elisabetta.

Nuovo capitolo!

Finalmente si incontrano gli altri agenti dell'FBI, e abbiamo un'altra anteprima dei MIB.

Spero che vi piaccia

AiMiyano

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Capitolo 9
*** Il padre scomparso ***


Conan ci stava provando a continuare a essere un bambino e a far credere di questo Ran e Goro, ma gli sembrava impossibile. Fortunatamente quando era con il dottor Agasa ed Elisabetta poteva permettersi di comportarsi come gli veniva più spontaneo. I due ci misero un po' a farci l’abitudine, ma poi ci presero la mano. Conan aveva recentemente ricevuto dal dottore degli occhiali di inseguimento, decisamente utili, mentre da Eli un telefono dove potevano scriversi in caso di emergenza.

Un giorno all’agenzia.

“La prego, signor detective! Cerchi mio padre!” chiese una ragazzina, con degli occhiali da sole e delle trecce.

“Sì…” disse sorpreso Kogoro.

“Si è trasferito a Tokyo per lavoro ma in quest’ultimo mese non si è fatto più sentire… ha lasciato la compagnia di taxi per cui lavorava… e neppure la polizia è riuscita a trovarlo…” spiegò la ragazza.

“E sei venuta da me…”

“Sì… sono venuta da Yamagata, saltando la scuola… Lei è la mia unica speranza!”

“Ho capito… Accetto l'incarico!"

“Si chiama Kenzo Hirota…Ha 48 anni ed è alto un metro e settanta” spiegò lei, mostrando la foto del padre, mentre stava abbracciando un gattino.

“E questo gatto?” domandò Kogoro.

“Si chiama Kai, è suo… Papà adora i gatti. Ne ha altri tre: “Tei” “Go” e “O”...”

“Capisco… viveva con loro… Nessun altro particolare?” chiese poi.

‘Una persona scomparsa.. Niente che mi possa essere utile…  Se avessi addosso questa ricetrasmittente che mi ha dato il dottor Agasa te lo troverei in un battibaleno!’ pensò Conan, notando poi Ran che si stava avvicinando.

‘Ma sì! Mettiamola a Ran e vediamo come funziona!!’

Conan si avvicinò a Ran, che stava servendo il tè, quando inciampò e cadde addosso a Masami, la ragazza.

“Ancora lui…” borbottò Kogoro, mentre Conan si scusava.

‘Eh? E la ricetrasmittente?’ si chiese il bambino, mentre si accorgeva che la ricetrasmittente era sparita. Si accorse poi che era sull’orologio di Masami, che iniziava a piangere.

“La mamma è morta quando ero piccola… mio padre è tutta la mia famiglia… Se gli succedesse qualcosa, io…” disse lei, scoppiando poi a piangere.

Dopo che si era calmata Masami dovette andare.

“Sono nelle sue mani. La chiamerà tutti i giorni per sapere.” disse a Kogoro.

“C…Certo.”

“Andrà tutto bene, Masami! - la rassicurò Ran - Mio padre è un detective eccezionale! Lo troverà di sicuro!”

Dopo una settimana.

“Mi spiace davvero… Sì… Già per il momento non… sì…

Goro riattaccò.

“Di nuovo Masami?” chiese Ran.

“Già… Oggi è già la terza volta…”

‘Accidenti.. Non era un tipo molto socievole, neppure i suoi colleghi hanno idea di dove possa essere. Non sapevano neanche che avesse una figlia… Ho provato anche nei negozi di animali ma non sono riuscito a cavarne niente.”

Nel mentre c’erano le gare dei cavalli in corso. Il numero 5 si chiamava ‘Gokaiteio’.

‘Un momento… il nome dei gatti del signor Hirota… ‘Kai’, ‘Tei’, ‘Go’, ‘O’... se cambiamo l’ordine…”

Conan si accorse che risultava in  ‘Gokaiteio’. Anche Ran se ne accorse.

“Certo è così! Il signor Hirota è appassionato di cavalli! Perciò ha dato ai suoi gatti il nome di un cavallo! Andiamo all’ippodromo, forse lo troveremo lì!” disse al padre.

Una volta arrivati all’ippodromo.

“Cerchiamo il papà di Masami!” disse Ran.

‘Illusa, figurati se c’è’ Pensò Kogoro.

‘No è così semplice fare il detective’ pensò Shinichi.

“In mezzo a questa folla, poi, come speri…” disse suo padre.

“Eccolo!” disse Ran, trovando il padre di Masami, con stupore di Kogoro e Conan.

I tre decisero di seguirlo fino a quando non arrivarono a casa sua, per poi chiamare Masami e dirle di trovarsi all’agenzia.

“Grazie infinite, signor detective! È riuscito a trovare mio padre!” disse lei con il fiatone.

“Sì.. Caspita ci ha messo poco ad arrivare. L’ho chiamata pochi minuti fa!”

“Dalla gioia sono arrivata di corsa! E papà dov’è adesso?”

“In un piccolo appartamento a Nerina.”

“Ah! Allora è ancora a Tokyo.”

“Ma… Oggi è un po’ diversa dal solito, non ti pare?” chiese Conan a Ran.

"L'abbigliamento è più adulto, è anche truccata.”

“Di sicuro si è fatta bella per incontrare il padre!”

“Dici?”

Nerina.

Al signor Hirota cadde la borsa alla vista della figlia.

“Ti ho cercato… Ti ho cercato tanto.. papà!” esclamò Masami, piangendo, per poi abbracciare il padre.

“Grazie di tutto.” ringraziò Masami.

“Signor Hirota, non faccia più soffrire una così brava figliola….”

“Dovrai spiegarmi tutto papà!” disse poi lei.

“In mano mia un caso così è un gioco da ragazzi!” disse Kogoro.

‘Ma se tu non hai fatto niente’ pensò Shinichi.

Conan e Kogoro notarono un uomo guardarli, che se ne andò.

Quella notte un cadavere penzolava attaccato a un cappio, al collo, circondato da quattro gatti: il corpo del signor Hirota.

Ed eccoci qui con un nuovo capitolo! Finalmente anche questo caso viene scritto!

Spero che vi piaccia

Ai Miyano

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Capitolo 10
*** Masami dove sei? ***


Erano passati un paio di giorni da quando i tre trovarono il padre di Masami, ma di lei oramai non si avevano più notizie, e non rispondeva più a Ran, che si era preoccupata. La ragazza decise di andarla a cercare.

“É morto…?” chiese sorpreso Kogoro alla signora della palazzina.

“Si… l’ho trovato impiccato la scorsa notte… è stato orribile.”

“Oh no..” Ran iniziò a piangere.

“E dov’è la figlia di quell’uomo?” chiese Kogoro.

“Figlia?”

“Hirota Masami, la ragazza che lo stava cercando!”

"Perché, ha lasciato la sua famiglia? Nel senso… era molto strano… Ha pagato l’affitto di un anno in anticipo e mi aveva chiesto di non fargli domande…”

“L’affitto di un anno?”

“E ha pagato con banconote nuove di zecca. Pensavo avesse qualcosa di strano, ma non ne ero sicura… Ma se sua figlia è venuta a trovarlo.. Lei potrebbe averlo ucciso.”

“Lei? Ma Hirota non si è suicidato?”

“Quando l’ispettore è venuto a vedere il cadavere ha detto che si trattava di un omicidio.”

I tre andarono in centrale dall’ispettore Megure. L’ispettore confermò che Masami non era stata trovata, ma erano stati trovati i suoi occhiali, e quindi sospettavano che lei oramai fosse morta, e che bisognava cercare un cadavere. Sulla via del ritorno Ran era molto abbattuta.

“Ma potrebbe non essere morta! Potrebbe essere stata solamente rapita dall’assassino. E anche la polizia ci sta aiutando a cercarla, quindi non essere così negativa…” provò a rassicurarla Kogoro.

‘Proprio così Ran! Non devi ancora arrenderti! Se trovassimo Masami prima che sia troppo tardi… Ma cosa possiamo fare? Non ci sono abbastanza indizi… Se solo ci fosse qualche pista… Un attimo, quella volta nell’appartamento volevo  attaccare il trasmettitore per gli occhiali su Ran, ma io… ho finito per metterlo.. Sull’orologio di Masami! Accidenti! Non riesco a credere di essermi scordato una cosa del genere!’ pensò Shinichi, attivando subito gli occhiali.

‘Oh si sta muovendo… Forse Masami è ancora in vita. Il posto è a 4 km a Nord-Ovest a Shinjuku!’

Shinichi si mise a correre. Una volta arrivato non riuscì a credere a dove si trovasse.

“Un locale di Pachinko?! Masami si trova qui?! Cavoli! Sta finendo la batteria!”

Shinichi si mise subito a cercarla quando andò a sbattere contro un uomo molto alto. Le pile poi si scaricarono. Provando continuamente a cercarla, alla fine venne sbattuto fuori dal locale, in quanto troppo piccolo. 

“Dove diavolo eri andato a finire?!” gli chiese Kogoro, appena arrivò a casa.

“Uhm… in giro…” si giustificò Conan.

“Cos’ha Ran?” chiese poi.

“É così da quando siamo tornati a casa. Non mi presta attenzione quando le parlo. Dev’essere molto preoccupata per Masami.”

“Ehi, papà. - chiese Ran di colpo. - Quella persona si comporta in modo strano. Ci sta tenendo d’occhio da un sacco di tempo… L’uomo con gli occhiali da sole…”

Kogoro si sorprese.

“Vuoi dire quello? Quello è il tizio che stava girando intorno all’appartamento di Hirota! Quel tizio sospettoso! A proposito, l’ispettore ha detto che l’assassino è un uomo di grossa taglia..”

Quindi è lui quello che ha ucciso il padre di Masami!”

Kogoro e Shinichi provarono a prendere l’uomo, ma Ran aprì la finestra e saltò giù.

“Dove hai nascosto Masami?” chiese Ran, mentre l’uomo provò a scappare, entrando poi in auto.

Ran allora tirò un calcio contro il finestrino dell’auto, prendendo quindi il tipo.

“Hai avuto fegato a farti vedere, criminale! Credevi di potermi fregare?”

“N-non sono un criminale!”

“E allora cosa? Chi sei?”

“Sono come te… Sono anch’io un detective,,, e mi stavo chiedendo se avessimo ricevuto entrambi lo stesso incarico, poiché mi è stato chiesto di cercare il signor Hirota da quest’uomo.” disse mostrando poi una foto del suo cliente: lo stesso uomo a cui Conan era andato a sbattere.

“Quindi sei stato assunto pure tu per trovare Hirota Kenzo.”

“Sì. Ma quando ho localizzato il suo appartemento tu eri già lì. Basandomi sulla vostra conversazione, ho capito che tu ed io siamo stati assunti per lo stesso lavoro… C’è qualcosa di divertente riguardo la famiglia del signor Hirota.”

“La famiglia?”

“Questa è la persona che mi ha ingaggiato per cercare il signor Hirota. Quando mi ha affidato il lavoro mi ha detto che dovevo cercare suo fratello maggiore, che dal Kunshu era venuto a Tokyo e che era il suo unico parente!”

“Non credevo che il signor Hirota avesse altri parenti, oltre a sua figlia Masami.”

“Che strano però! - disse Ran - Masami mi disse che stava cercando il padre, che era di Yamagata!”

“Questo è decisamente strano… Non ci possono essere due signor Hirota.”

“C’è anche dell’altro. Un tassista della compagnia per cui il signor Hirota lavorava disse che ogni notte il signor Hirota guidava per lo stesso percorso, senza passeggeri ad alta velocità.

“Potrebbe essere solo per scaricare lo stress. Ma il fratello che tipo era.”

“Hirota Akira, di anni 28. Era un gigante, alto più di un metro e 90.”

“Un gigante! Gli hai detto dove si trovava il signor Hirota?”

“Sì… l’ho fatto. E poi Hirota è stato ucciso. Ho pensato che dovesse esserci dietro qualcosa…”

“É lui! Deve essere lui! É l’unico che ha potuto uccidere il signor Hirota!! E dopo ha portato Masami da qualche parte. Dov’è? Hai il suo indirizzo?”

“No. Sia l'indirizzo che il numero di telefono erano falsi.”

Quest'uomo è il tizio contro il quale ho urtato nella sala da pachinko. Ma perchè?! Sono arrivato alla sala seguendo il segnale dell'orologio di Masami. Perché lui e non lei? Se questo è davvero l’assassino come la pensa Mori… Se lui aveva l'orologio di Masami. Allora lei, ormai è già morta! Andrò prima dal dottore a caricare gli occhiali, e poi lo cercherò!’

Eccomi! Scusate il ritardo!
Spero che questo capitolo vi piaccia!
AiMiyano

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Capitolo 11
*** Akemi Miyano ***


Una volta che gli occhiali vennero caricati dal professore, Shinichi tornò in agenzia. Trovò Kogoro e l’altro detective a fare delle “prove da detective.” a detta di Ran.

‘Non mi saranno di nessun aiuto se non me li porto dietro…’ pensò, amareggiato.

I 4 presero un taxi e Conan lì portò nel luogo dove ci doveva essere quell’uomo, in un hotel.

‘Che è successo? L’obiettivo non si è mosso per un po’! Non sarà fuggito senza l’orologio? Dannazione!’ pensò Shinichi, iniziando a correre dentro l’hotel.

Una volta che scoprirono la camera si avviarono verso l’ascensore. Appena questo si aprì uscì una donna, a cui caddero le valige. Kogoro, Conan e il detective l’aiutarono, per poi salire in ascensore, diretti alla stanza 802.

“Ehy omaccione! Lo so che sei lì dentro! Vieni fuori!” sbottò Kogoro, tentando poi di aprire la porta, che era già aperta.

Entrarono e quello che video li sorprese: l’uomo era a terra, morto, con del sangue che gli usciva dalla bocca e una lattina rovesciata. Kogoro annusò l’odore.

“Dall’odore direi che è cianuro. Probabilmente si sentiva in colpa e si è suicidato.”

“E Masami?” chiese Ran.

“Prima di questo mi devo mettere in contatto con la polizia!”

‘L’orologio di Masami…. Quindi ha veramente rubato il suo orologio…’ pensò Shinichi, che poi notò delle valigie vuote.

'Valigie in duralluminio vuote. Perché sono qui? Aspetta… Due persone che cercano lo stesso uomo, le cui storie non coincidono…. Il percorso che Hirota Kenzo faceva ogni giorno nel suo taxi… E queste tre valigie…”

“Che cosa? Kenzo Hirota era uno scapolo?! Sì… Non ha mai avuto figlie… E c'è dell'altro, è nato e cresciuto a Tokyo!”

‘Capisco quindi è così… Due persone diverse che cercano contemporaneamente Hirota, quest’ultimo è stato ucciso. Dei due che cercavano Hirota uno è morto e l’altra è sparita, lasciando queste valige. Che però contengono la chiave per risolvere il caso. Adesso sappiamo che sono parenti, non c’è nessun elemento che li accomuni. A meno che non si provi a collegarli a qualche fatto accaduto di recente in tal caso tutto si spiega! Sono loro la banda dei tre del furgone dei valori! Dal numero di valigie, probabilmente i soldi erano qua dentro e il fatto che Hirota percorresse ad alta velocità tutti i giorni la stessa strada era per esercitarsi per la fuga. Il piano ha avuto successo ma Hirota se l’è filata con tutto il bottino. Tradendo i due compari, che si sono messi sulle sue tracce rivolgendosi a due detective diversi un falso nome e identità. Così hanno scoperto dove si nascondeva Hirota e l’hanno ucciso. L’assassino è probabilmente l’uomo, ucciso anche lui. A portare via il contenuto delle scatole è stata lei! Lei che diceva di essere la figlia di Hirota è probabilmente la mente di tutta la faccenda è proprio lei!’

Mentre aspettavano la polizia Conan si accorse di una cosa.

‘Il cadavere è ancora caldo… e il sangue non è ancora coagulato. Con 100 milioni da portarsi appresso l’assassino non può essere andato lontano! A proposito, quella donna che è uscita dall’ascensore… La pettinatura e lo stile erano diversi ma quella corporatura e il numero dei bagagli…. è lei!’

Disse per poi correre fuori dalla stanza.

“Co…Conan?” chiese Ran.

“So dov’è Masami!”

Fuori dall'hotel Conan vide quella donna entrare in un taxi.

“Troppo tardi…” sospirò la liceale.

“Ran presto!” disse Conan, entrato in taxi.”

“Hey ragazzino! Non vorrai saltare la fila?” chiese un uomo.

“Il corpo di nostro padre è a pezzi sepolto vivo sotto la neve in montagna, se non andiamo subito sarà troppo tardi!” tuonò Ran.

“Prego…”

“Segua quella macchina!” ordinò Ran al tassista.

‘Le cose stanno così. La seconda volta che l'abbiamo incontrata era diversa… Perché appena saputo che avevamo trovato Hirota si è precipitata senza preoccuparsi troppo del travestimento. E Hirota quando l’ha vista non era sorpreso per essere stato ritrovato dalla figlia. Era spaventato perché sapeva che avrebbe dovuto pagare per il tradimento! Accidenti perchè non me ne sono accorto prima?”

Masami era arrivata al porto.

“Hai fatto un buon lavoro, Masami Hirota… o meglio… Akemi Miyano!” disse un uomo dai lunghi capelli argentati, seguito da un uomo basso e tarchiato con gli occhiali da sole

“Posso sapere una cosa? Il sonnifero che ho dato a quell’uomo. Dopo averlo bevuto ha vomitato sangue e non si è più mosso. Cosa significa?”

“Uhmf… è il nostro modo di fare. Allora vuoi darci i soldi?”

“Non li ho qui. Li ho messi al sicuro. Prima voglio mia sorella! Lo avete promesso! Che finito questo lavoro avreste lasciato me e lei uscire dall’organizzazione. Portatela qui e vi dico dove sono i soldi.”

“Non è possibile. È troppo intelligente. A differenza tua, serve ancora all’organizzazione.”

“Allora voi… fin dall’inizio…”

L’uomo le puntò la pistola contro.

"È la tua ultima occasione. Dove sono i soldi?”

“Che sciocco… Se mi uccidi non sapete mai dove sono.”

“La sciocca sei tu. Sappiamo dove cercare. Te l’avevo detto, no? Che era la tua ultima occasione.”

Conan e Ran arrivarono dopo due minuti. Masami si accasciò in quel momento, iniziando a sputare sangue dalla bocca.

“Che ti è successo? Fatti forza!”

“Presto Ran,un’ambulanza! Chiama anche tuo padre! Sì vado.”

“É inutile… è troppo tardi…”

“Non parlare! La ferita si…”

Masami iniziò a tossire.

“Tu… sei il bambino… che era nell’ufficio del detective, vero? Come hai fatto a trovarmi?”

“La ricetrasmittente. L’ho applicata per caso al tuo orologio la prima volta che sei venuta in ufficio. Seguendo il segnale sono arrivato all’hotel e lì ci siamo scontrati. Vedendoti con tutte quelle valigie ho capito che stavi portando via i 100 milioni del furto.

“Ma tu chi sei?”

“Edogawa… No. Shinichi Kudo! Detective!”

“A quell’orologio avevi messo…”

“Però quell'orologio era dell’omone.”

“No, il suo si era rotto nella colluttazione con hirota quando in preda all’ira lo ha strangolato, così gli ho dato il mio. Ah ah. Il piano era perfetto, ma sono morti tutti. Sia Hirota, assoldato perché abile alla guida, sia quell’altro che ho scelto per la forza. Infine anch’io, per mano dell’organizzazione.”

“Organizzazione?”

“Una grossa organizzazione avvolta nel mistero. Io sono solo una pedina e l’unica cosa che so è il suo colore, il nero.”

“NERO?”

“Sì amano vestirsi così… tutti neri come dei corvi.”

‘Non è possibile…. gli uomini in nero?!”

“Ascolta… un’ultima cosa. I soldi li ho lasciati alla reception dell'hotel. Vai a prenderli prima che lo facciano loro. Non voglio che mi sfruttino anche da morta… Per favore… mio piccolo… dete..”

Masami si azzittì, e le cadde la mano. Conan non vide una persona lì vicino. Una donna, dai capelli quasi argento, di forse 25 anni, stava appoggiata a un capannone, osservando la scena.

“Jake… che diamine hai combinato?"

La polizia arrivò e constatò che Masami era veramente morta. Ari si allontanò, dopo aver scritto a una persona che il danno era stato fatto.

In quel momento una donna ricevette il messaggio di Ari.

“Shit.”

Un uomo la guardò sorpreso.

“Che succede?”

“Lascia stare. Takeshi! Dobbiamo andare.”

Un secondo uomo annuì, capendo subito cosa era successo.

“Georgji, lascia stare. Non è importante.” 

“Imprechi e poi mi dici che non è importante? Sicura?”

“Sì. A dopo.”

“Kat, sicura?”

“Успокойся. Увидимся завтра.” (Sì, tranquillo. Ci vediamo domani).

Kat e Takeshi si allontanarono e andarono in un palazzo di Tokyo. Lì trovarono una donna dai capelli scuri.

“Hey, alla fine Akemi è morta.” disse Kat.

“Tu ci speravi?”

"Beh, speravo che in qualche modo la situazione si risolvesse."

“Non prendermi in giro. Le possibilità erano zero.”

“Senti, lui trova sempre una soluzione.”

“Questa volta era impossibile e lo sappiamo entrambe.”

“Lo so, ora dirlo a lei sarà tosta.”

E il caso di Akemi è chiuso. Penso che la parte più importante sia alla fine. Ho aggiunto 5 nuovi personaggi (1 è il mio OC)

Spero che vi piaccia

AiMiyano

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Capitolo 12
*** Shiho ***


In un laboratorio una ragazza di circa diciotto anni, in lacrime, stava urlando contro l’assassino di Masami Hirota.

“PERCHÉ? ERA MIA SORELLA E TU.. TU…”

“Shiho ti prego…” intervenne una donna bionda.

“...Voi tutti sapevate? SAPEVATE CHI FOSSE STATO?” realizzò Shiho.

“Shiho…” intervenne Kat.

“STA ZITTA!” sbraitò Shiho, facendo cadere a terra dei contenitori, che andò quasi contro una donna dai capelli castani.

“Shiho per favore, stammi a sentire…” intervenne l’uomo.

“STA ZITTO!” disse tirandogli contro dei quaderni, che prontamente schivò. “NON HAI PROPRIO IL DIRITTO PER PARLARMI LO CAPISCI?”

“Shiho per favore…” chiese un uomo dai capelli biondi.

“MA NON PARLATEMI! LO CAPITE? SPARITE! TUTTI VOI!”

In quel momento un uomo con gli occhiali da sole entrò e fece segno alla castana di uscire. Lei fu la prima a uscire, seguita dagli altri, tranne l’assassino di Masami.

“Shiho…”

“Sherry. E non parlarmi. Mai più. Non osare.”

L’uomo uscì, raggiungendo gli altri più una donna sui sessant’anni, che stava piangendo.

“Cristo.”

“Jake. Piantala. Sapevamo quello che sarebbe successo.” commentò Kat

“Avremmo dovuto dirglielo.”

“E vederla in questo stato? Non per me. Susan, tranquilla…”

“Io ci… ci ho provato a convincere il capo… ma non mi dava retta.”

“É difficile che dia retta a qualcuno che non è suo parente di sangue. Lo dovresti sapere.” rispose la bionda.

“Sì, ma comunque. - intervenne Jake - Non ha senso. Al di là che Akemi era la nostra migliore ladra… anche Shiho, è a capo del dipartimento di scienziati, cioè… Pensava che Shiho reagisse come? ‘Va tutto bene chissene frega che mia sorella è morta?”

Shiho uscì di colpo.

“Me ne vado. Mi licenzio.” disse a loro, mentre andava verso l’ufficio del direttore.

“Shi…” Jake provò a inseguirla, ma venne bloccato dalla bionda.

"È tradimento se non me la fai fermare.”

“Non credo che la vogliano perdere così facilmente.”

Qualche giorno dopo Shiho fu condannata per tradimento. Doveva stare in una cella fino a quando non sarebbe arrivata la sua esecuzione.

“CAZZO!” sbottò Jake, incazzato a bestia.

“Dobbiamo solo pazientare.” rispose la castana.

“Cosa, la sua morte?”

“No. Ma almeno dobbiamo pazientare ancora per poco…”

“Sì, ma non cambia e…”

“Ragazzi.” intervenne l’uomo con gli occhiali da sole, appena arrivato.

“Sì?”

“Shiho è…”

Jake corse subito a controllare dove fosse la ragazzina.

“Merda.” imprecò.

Shiho non si trovava nella cella. La donna castana, appena arrivata, ricevette una chiamata.

“Yes? Oh, ok, perfect. Now, sorry, I’m going to call you back later.” disse in inglese.

“Che è successo?” chiese l’uomo

“Lei sta bene.”

“ORA LO DICI?”

“Gin, senti…”

“Stai zitta.”

Nuovo capitolo, corto ma che accenna a molte cose!

Sta a voi capire chi sono le persone, tranne Susan: lei è un mio OC, riapparirà tra un po' di tempo!

Spero che questo capitolo vi piaccia!

AiMiyano

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Capitolo 13
*** Ai Haibara ***


 

Qualche giorno dopo alla scuola elementare.

I bambini erano in fermento, visto che doveva arrivare un nuovo compagno di classe.

Dopo che presero posto, con Elisabetta accanto ad Ayumi, entrò la maestra con la nuova compagna di classe: una bambina dai capelli ramati e gli occhi azzurri. Mentre i bambini erano felici, Elisabetta e Shinichi si guardarono. 

Eli disse in inglese: “Penso di averla già vista…”

“Lo so. -  rispose Conan - Anche io.”

“Vi presento Ai Haibara, che da oggi sarà in classe con voi! Fate amicizia, mi raccomando!” disse la maestra Kobayashi.

Mentre la maestra stava cercando un posto per Ai, lei prese e si sedette accanto a Conan sorprendendo tutti.

Finita la scuola.

“Haibara! Andiamo a casa insieme!” propose Ayumi, sorridente.

La bambina però la ignorò.

“Dov’è che abiti? Hai appena traslocato, vero?” chiese Mitsuhiko.

“Non fare complimenti ti accompagniamo noi!” disse Ayumi.

“Beika 2 Chome al numero 22.” rispose lei.

“Strano. - disse Conan ad Elisabetta - Dovrebbe essere vicino a casa mia, ma non ricordo vicino nessun palazzo o una casa degli Haibara.”

Ai di colpo fece un mesto sorriso verso Conan, sorprendendo i due.

“Seguiamola e capiamo chi è.”

Ayumi, Genta e Mitsuhiko spiegarono ad Ai chi fossero loro, ovvero la squadra dei Giovani Detective. Aprendo i loro armadietti non trovarono nessuna busta per richiesta di casi. Però nella scarpa di Genta trovarono una busta, quindi andarono, trascinando anche Conan, Elisabetta e Ai.

Un bambino aveva cercato di contattarli perché suo fratello maggiore era scomparso improvvisamente, senza lasciare tracce. I bambini andarono a casa del bambino, per cercare nella camera di suo fratello. Elisabetta trovò un portafoglio, facendo quindi capire che il ragazzo non era scappato di casa.

Ayumi nel mentre cercava tra i quadri, e Ai notò che erano tutti di autori famosi, mentre il bambino spiegò che fossero del fratello maggiore, che era bravo a disegnare. Notarono poi un quadro di Natsume Soseki.

“Dal momento però che è la copia di una foto è stato criticato un sacco ma l’unica che lo ha lodato una strana signora,”

“Perché strana?”

“Aveva un cappello a tese larghe ed era vestita di nero dalla testa ai piedi.”

Conan sbiancò.

“Quand’è stato? Quando hai incontrato quella donna?”

“Una.. una decina di giorni fa.”

“Insieme a lei c’erano due uomini vestiti di nero?”

“Sì… due…”

'Impossibile…' pensò Conan, mentre Eli scosse la testa: Conan stava facendo lo stesso errore che fece lei tempo prima.

Conan decise di andare a cercare in giro, visto che l’abbonamento dei mezzi era nel portafoglio e la bici era davanti a casa. Il che significava che il ragazzo era uscito di casa a piedi.

Dopo tanto tempo a cercare i ragazzi non avevano ancora trovato nulla. Conan aveva anche deciso di separarsi, lui, Genta, Ayumi, Mitsuhiko e il bambino da una parte, Ai ed Elisabetta dall’altra. Ai stava guardando una stazione televisiva. Era in onda l’edizione della sera. Tra i presentatori c’era anche Rena Mizunashi.

Qualche giorno prima, all’organizzazione a Tokyo.

Shiho stava solo aspettando che oramai l’organizzazione decidesse la sua condanna. Una porta si aprì. Kir entrò nella stanza.

“Shiho, per favore. Possiamo parlare?”

“Lo sapevi! Sapevi cosa avevano fatto!”

“Shiho, per favore… Fammi parlare.”

“Kir. Taci. E basta.”

“Shiho…”

“Sherry. Non Shiho.”

Hidemi si sorprese e non poco. Sapeva che Shiho era arrabbiata ma non si aspettava questa freddezza.

“Shiho, se mi lasci spiegare capirai tutto.”

“Non c’è nulla da capire! L’hanno uccisa!”

“Shiho… per favore…”

“Fuori.”

“Shiho…”

“Kir! Sparisci!”

Rena dovette uscire.

Tempo presente.

‘Kir…’ pensò Ai vedendola sullo schermo.

“Ai, tutto bene?” chiese Elisabetta, notando Ai con lo sguardo fisso sulla televisione.

“Sì, sì, tutto bene.

Conan chiamò Elisabetta: a quanto pare il ragazzo era stato rapito per falsificare delle banconote, ed era stato imprigionato in una tipografia.

“D’accordo. Dammi l’indirizzo che vi raggiungiamo.”

I due riattaccarono. Elisabetta e Ai andarono dove si trovavano gli altri.

“Allora?” chiese Eli.

“Conan è andato un attimo via, e ci ha detto di stare lì.” spiegò Ayumi.

“Ok.” disse Ai.

“Io vado dentro!” decise Genta, mentre gli altri lo seguirono, per stare uniti.

Ai di colpo si fermò.

“Ai?”

“Niente…” disse lei, dopo aver visto una Bentley S1 per la strada.

Angolo autrice

Nuovo capitolo!

La Bentley S1 è abbastanza difficile di chi sia, ma non impossibile, almeno spero.

Spero che vi piaccia.

AiMiyano

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Capitolo 14
*** La verità ***


Gli altri erano andati in una stanza, che però era vuota. Ai ed Elisabetta li raggiunsero, e cercarono a lungo qualche indizio. Mitsuhiko trovò banconote appena stampate, ma Elisabetta notò un'errore della stampa.

"É un po' come le bambole Daruma Se il desiderio espresso si avvera ci si disegna anche l'altro occhio.." disse una donna vestita di nero, con una pistola puntata ai ragazzi.

"Cioè se quelle banconote false riescono bene.."

"To-Toshiya!" esclamò il fratello del bambino.

Nel mentre due scagnozzi bloccarono gli altri bambini.

"Non fate male ai bambini! Se no non farò più niente per voi." disse il fratello.

"Stai tranquillo. Tuo fratello lo terrò per ultimo. Portatemi la bambina con la fascia ai capelli."

"Cosa volete fare?"

"Dare una spinta al tuo lavoro. Se li elimino forte ti viene l'ispirazione."

Elisabetta nel mentre cercava fuori Conan, sperando che arrivasse.

"Cerchi il bambino con gli occhiali che gironzolava per le scale? Che peccato... è morto."

Elisabetta sbiancò di colpo. mentre la donna si preparava a sparare contro Ayumi la sua mano venne colpita e perse la pistola.

"Come le bambole Daruma dici? Non farmi ridere. L'occhio di Yukichi Fukuzawa non c'è perché l'incisore si è fatto male alla mano..."

"Cosa?"

"Il tipo con la barba bianca che ha i braccio al collo

Gli altri erano andati in una stanza, che però era vuota. Ai ed Elisabetta li raggiunsero, e cercarono a lungo qualche indizio. Mitsuhiko trovò banconote appena stampate, ma Elisabetta notò un'errore della stampa.

"É un po' come le bambole Daruma Se il desiderio espresso si avvera ci si disegna anche l'altro occhi.." disse una donna vestita di nero, con una pistola puntata ai ragazzi.

"Cioè se quelle banconote false riescono bene.."

"To-Toshiya!" esclamò il fratello del bambino.

Nel mentre due scagnozzi bloccarono gli altri bambini.

"Non fate male ai bambini! Se no non farò più niente per voi." disse il fratello.

"Stai tranquillo. Tuo fratello lo terrò per ultimo. Portatemi la bambina con la fascia ai capelli."

"Cosa volete fare?"

"Dare una spinta al tuo lavoro. Se li elimino forte ti viene l'ispirazione."

Elisabetta nel mentre cercava fuori Conan, sperando che arrivasse.

"Cerchi il bambino con gli occhiali che gironzolava per le scale? Che peccato... è morto."

Elisabetta sbiancò di colpo. mentre la donna si preparava a sparare contro Ayumi la sua mano venne colpita e perse la pistola.

"Come le bambole Daruma dici? Non farmi ridere. L'occhio di Yukichi Fukuzawa non c'è perché l'incisore si è fatto male alla mano..."

"Cosa?"

"Il tipo con la barba bianca che ha i braccio al collo lui il vero incisore? Si è fatto male proprio quando il lavoro stava per finire così avete dovuto sostituirlo con il fratello di Toshiya. Alla mostra avete visto cosa sa fare e lo avete attirato qui per tenerlo prigioniero e usarlo. Sulla scrivania di fianco alla macchina da stampa ci sono l'inchiostro da stampa e la polvere di ferro magnetica. se avete già preparato questa roba vuol dire che questa volta avete intenzione di fare un lavoro coi fiocchi, vero? Superare la prova della macchina rivelatrice di banconote false e scambiare nelle macchine automatiche delle banche, ippodromi e pachinko e simili una grande quantità di banconote difficili da essere scoperte a occhio nudo ed essere già spariti quando la cosa viene scoperta, è questo il piano vero? Signora dal cappello nero?"

"Chi diavolo sei tu?"

"Conan Edogawa... Detective!"

La donna in nero corse a prendere la sua pistola, ma venne preceduta da una bambina. Ai le sparò vicino alla testa, mancandola e colpendo il vetro. La polizia venne allertata da questo e l'ispettore Megure accorse. Egli spiegò che la donna era a capo di una banda, "Le Volpi d'Argento" ed era stata già in prigione . La donna disse poi che Ai aveva sparato.

"Non lo sai che è pericoloso?"

"Però... però..." Ai scoppiò a piangere, e l'ispettore chiese in fretta scusa.

Dopo che erano andati via, Ai continuava a piangere a causa della sgridata fattale dell'ispettore Megure. Eli sussurrò a Conan che poi sarebbero passati all'FBI.

"D'accordo." rispose Shinichi.

"Senti Ai - chiese Eli - abiti qui vicino?"

La bambina, senza smettere di piangere, annuì.

"Allora noi dobbiamo andare, a domani!" la salutò Conan.

Mentre i due bambini si avviarono verso la sede dell'FBI, Ai, come se non avesse mai pianto, disse un nome abbastanza particolare: "APTX 4869."

A Eli e Conan si gelò il sangue nelle vene: come faceva quella bambina a sapere il nome di quel farmaco?

"Di che parli?" chiese Shinichi.

"Molto semplice: è il nome del farmaco che hai preso, vero?"

"Ma io non ho preso nulla di questo tipo."

"Eppure sono sicura che è quello il nome, poiché l'ho creata io quella sostanza, per conto dell'organizzazione."

"Creata per... l'organizzazione? Ma una bambina come te... non è possibile..." chiese Conan, con la voce tremante.

"Anche io l'ho presa come te... Sai per un casuale effetto di auto riformulazione delle cellule, esclusi i tessuti del sistema nervoso. quelli delle ossa, dei muscoli, degli organi interni e dei capelli tornano alla condizione di quando erano nell'infanzia... è un effetto veramente miracoloso.

"Non dirmi che tu, Haibara..." chiese Eli.

"Ai Haibara non è il mio vero nome... mi chiamo Sherry - si presentò la finta bambina - Sorpresi? Shinichi Kudo ed Elisabetta Black?"

"Allora... tu fai parte parte della banda degli uomini in nero?"

"Non avete tempo di essere sorpresi, vero, tardoni?"

"Che cosa?!" urlarono gli altri due, spaventati e anche un pò arrabbiati.

"Avevo detto ad Ayumi che io abito a Beika 2-chome. al numero 22."

"Ma... ma... quella è la casa del dottor Agasa!" esclamò Conan

Shinichi compose il numero, ma il telefono suonava a vuoto.

"Dannazione! Dottor Agasa!"

"La cornetta è staccata e poi lui non è più su questa terra!" disse divertita Ai.

"Maledetta! Eli, corriamo dal professore!"

A casa del professore.

"Scusa, Shinichi! Non ho sentito il telefono!" si scusò il dottor Agasa.

"Sono a casa!" salutò Ai, con calma, come se nulla fosse successo.

"Ciao Ai! Tutto bene a scuola?" chiese il dottor Agasa.

"Ho trovato da divertirmi." rispose la piccola, con noncuranza, mettendosi ai fornelli.

"Quella peste ci ha fregato..." commentò Conan.

"È anche colpa tua che non ti ricordavi il mio indirizzo." ridacchiò il dottore

Shinichi sbuffò.

"Professore, scusi, ma cosa ci fa un membro dell'organizzazione a casa tua?" chiese Elisabetta.

"L'ho raccolta davanti alla casa di Shinichi."

"Davanti a casa mia? Perché?"

Ai spiegò, mentre continuava a cucinare: "Non lo sapevi? L'organizzazione ha mandato ben due volte qualcuno a casa tua a verificare la tua morte. Io, in qualità di creatrice del farmaco, ho dovuto essere presente alle ricerche. La prima volta era tutto nella norma, ma poi... la seconda no. I tuoi vestiti da bambino erano spariti. In laboratorio una sola cavia era rimasta in vita, ma rimpicciolita. Allora ho pensato che Shinichi Kudo era tornato bambino."

Conan pensò al peggio: "Allora... l'organizzazione..."

"Devi ringraziarmi. Ho scritto 'morte accertata'. Seri un prezioso elemento di ricerca." spiegò Ai.

"Non possiamo buttarla fuori! L'organizzazione la troverà!" commentò Agasa

"Mangiamo!" disse Ai, che aveva finito di cucinare.

Poco dopo

"Allora, mi volete buttare fuori?"

"Se cucini così bene, la risposta è no." rispose Eli.

Conan invece ci pensò a lungo: "Direi di no, se ti buttiamo fuori ci troveranno presto."

"E allora rimani qui!" commentò felicemente Eli.

"Ma come ti chiami?" chiese il dottor Agasa.

"Scusate, ma è un mistero" rispose misteriosamente Ai.

Conan chiese: "Possiamo sapere almeno il tuo nome in codice?"

"Sherry."

Ad Eli si attivò nella mente una lampadina: "Conosci un certo Rye?"

Ai sbottò: "Stai zitta! Lo odio! Mi ha privato di mia sorella! L'ha usata"

Elisabetta si scusò per evitare ulteriori litigi.

Dalla casa del dottor Agasa a quella di Conan Eli riassunse le informazioni che erano state date da Ai: "E così Ai è Sherry. Aspetta... Rye ha usato sua sorella, giusto? Probabilmente quindi stavano insieme... Ma Akai non ha mai 'usato' Akemi Miyano... Aspetta! Miyano! Così possiamo sapere il suo cognome, anche se il nome mi è ancora ignoto."

Conan sbuffò. Arrivati all'agenzia del Detective Goro, sentirono Ran chiamò Conan.

"Arrivo Ran!"

"Ciao Conan."

"Ciao Eli! A domani."

Elisabetta, decisa a scoprire la verità su Ai, andò all'FBI per fare delle domande a Shuichi, che sicuramente aveva le risposte che la bambina cercava.

"Shu, una domanda: qual è il vero nome di Sherry?"

Akai, nonostante la sorpresa rispose: "Shiho."

"Ok. E hai 'usato' Akemi Miyano?"

"Nonostante Sherry creda di sì, la risposta è no."

"Va bene."

Akai si insospettì: "Eli, come mai queste domande?"

"Pura curiosità."

"Comunque se ti interessa è anche la sorella della regina di Ingram."

"Oddio! Hai ragione!"

"Te ne eri scordata, vero?"

"Ehm... già!" commentò la bambina, divertita.

Angolo Autrice.
Nuovo capitolo! Finalmente viene rivelato chi è Ai, e aggiungo un piccolo collegamento con un regno da me inventato. Per chi si chiedesse da cosa ho preso spunto, mi riferisco all'OVA 4 di Conan.
Spero che vi piaccia
AiMiyano

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Capitolo 15
*** Abigail Uozuka ***


Il giorno dopo dopo la scuola Conan, Eli e Ai si avviarono verso il liceo Teitan, per raggiungere Ran e Sonoko. Una volta arrivati Ai si bloccò e sbiancò, afferrando Eli e mettendola davanti a sé.

“Cosa c’è?”

“Quella ragazza… non la posso incontrare.” spiegò, riferendosi alla ragazza bionda, con Ran e Sonoko.

Conan non si accorse subito della reazione di Ai.

“Perché?”

“La conosco e lei mi conosce come Shiho e…”

“Ho capito. Non puoi incontrarla. Tranquilla.”

Conan le raggiunse.

“Che succede?”

“Nulla.”

“Sicure?”

“Sì. Andiamo però.”

“Lui è Conan, giusto, Ran?” chiese Abigail.

“Sì, e loro sono due sue compagne di classe.” spiegò Ran.

Il sorriso di Abi si tramutò in terrore quando vide Ai. Ran e Sonoko non se ne accorsero.

“Shi…Shiho…” sussurrò la liceale, mentre Ai si fece piccola dietro ad Eli, che la nascose e mise la mano sulla pistola

“Cosa?” chiese Ran.

“N…no nulla…”

“Do you know her?” sussurrò Eli in inglese

“Yes. Vodka’s sister.”

“Oh.”

“Tutto bene?” chiese Ran, notando il silenzio che era sceso.

“Sì, tutto bene.” rispose Abigail.

Di colpo un auto strombazzò: una Dodge Viper. Ai sbiancò di più.

“Devo andare!” salutò Abigail, salendo poi in auto, impedendo al conducente di uscire.

“Parti. Ora, Kat. Andiamo da Jake. Subito.”

“Che ti prende?”

“Fallo.”

Kat guardò Takeshi, seduto accanto a lei, e partì.

I tre raggiunsero la base, dove si trovava Jake. Abigail corse alla sua ricerca.

“Abi aspetta!” disse Kat.

Abigail la ignorò e corse da Jake.

“So dov’è Shiho!”

“Abigail!” intervenne suo fratello.

“Cosa?”

“Non qui.” disse Jake, prendendola per un braccio e portandola nel suo ufficio.

“Spiegati.”

“Mi prendi per scema, ma fidati.”

“Dov’è?”

"È rimpicciolita. Al 100%.”

Jake scoppiò a ridere.

“Jake non scherzo! Quanti ramati ci sono in giro per il Giappone? Dai si contano su una mano! E curiosamente una bambina identica a Shiho tranne per l’età è qui in Giappone ed è sbiancata vedendomi, spaventandosi poi alla vista dell’auto di Katarina? Le possibilità?”

“Abi… Come può succedere?” chiese suo fratello.

“Non lo so, ma secondo me quella bambina è Shiho. Dovremmo indagare.”

“Non posso perdere tempo su questo così… una bambina… nessuno crederebbe a questo, sicuramente non mi daranno il permesso e…”

“Ha avuto il permesso per tutto quello che avete fatto negli ultimi quattro anni?”

“Abigail. Qui si parla di ordini del capo riguardo ai traditori.”

“LA SORELLA DI VODKA?” chiese sorpreso Conan.

Lui, Eli e Ai si trovavano nella casa di Ai e del professore. Conan ed Eli erano seduti su un divano, Ai sull’altro.

“Sì. Abigail è la sorella minore di Vodka. E mi conosceva come Sherry. Devo stare molto attenta a lei. Temo che però mi abbia già riconosciuta. Prima aveva detto un qualcosa simile al mio nome…” spiegò Ai.

“Dannazione. Cosa facciamo?”

“Aspettiamo che facciano loro una mossa sbagliata. A meno che tu, Ai, non voglia avvertire l’FBI e quindi ti metto sotto controllo?”

“No.”

“Invece….” provò Conan.

“No.”

“Avrà avvertito il fratello no?”

“Sì.” disse Eli.

“Come fai a dirlo?” chiese Ai.

“Se è imparentata e sa che ti danno la caccia… Arriveranno qui anche domani.”

Angolo Autrice
Nuovo capitolo!

Finalmente viene rivelato chi è Abigail, e anche probabilmente il fratello.

E nel mentre la minaccia dei MIB si avvicina sempre di più. Penso che alcuni possano anche aver riconosciuto oramai chi sono Katarina e Takeshi.

PS. Katarina è un nome russo, dovrebbe essere stato Ekaterina, ma scema io me ne sono accorta troppo tardi, quando oramai il capitolo dove lei appariva era già stato pubblicato.

Spero che vi piaccia

AiMiyano

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Capitolo 16
*** L'incubo ***


“Sarei più contenta se non mi avessi incontrato oggi!” sbottò Akemi, allontanandosi, lasciando Shiho sconcertata e preoccupata per sua sorella maggiore.

Ai si svegliò madida di sudore, per poi sedersi sul letto e rimuginare, cosa che oramai succedeva spesso.

Quelle furono le ultime parole che sua sorella le aveva rivolto, qualche giorno prima che Gin l’avesse poi uccisa quella dannata sera di dicembre.

Quando ci pensava iniziava sempre a piangere, si era pentita fin da quando aveva scoperto che era morta. Akemi era l’unica persona che l’aveva aiutata per la sua vita e che l’aveva cresciuta. E le sue ultime parole erano state per colpa di un litigio. Akemi, per colpa sua, aveva deciso di uscire dall’organizzazione ed era stata così uccisa da Gin. Fra tutti gli assassini possibili proprio lui. Gin. Perché aveva accettato? Non poteva rifiutarsi  o fallire l'incarico? 

Ai inspirò a pieni polmoni, provando a calmarsi, per poi andare in cucina a prendere un bicchiere d’acqua: ne aveva decisamente bisogno.

Quando poi torno in camera iniziò a piangere maggiormente: era stanca e provata da tutto quello che era successo nella sua vita recentemente, e non solo la perdita di Akemi e il cambio d'identità, ma anche il tradimento subito dai suoi unici amici, della sua famiglia non di sangue, di persone di cui lei si fidava completamente. E lei ne era sicura, sapevano tutti, persino chi non era in Giappone in quel momento, non si sarebbe minimamente sorpresa se avesse mai scoperto che i suoi pensieri erano corretti.

Provò a sdraiarsi ancora, ma non riusciva, l’aria era come si bloccasse ogni qualvolta che si sdraiava. Alla fine si sedette sulla sedia presente in camera, e si addormentò lì, con le lacrime che le rigavano ancora il viso e la testa appoggiata alla scrivania.

La mattina dopo Ai si svegliò con il collo che le faceva decisamente male, e anche la schiena. Dopo un po’ di tempo, chiamò Elisabetta al telefono.

“Eli… puoi passare a casa mia per favore?” chiese.

“Ai, tutto ok? Hai la voce rotta…” si preoccupò la bambina.

“Sì, tranquilla.” la rassicurò.

Elisabetta arrivò dopo una decina di minuti.

“Tutto bene? Hai dormito?” chiese l’americana, preoccupata per l’aspetto della sua amica.

“Sì, circa. Volevo dirti una cosa riguardo all’organizzazione.”

“Cosa?”

“Ecco… all’interno dell’organizzazione ci sono 10 persone che….”

Di colpo si sentì un’esplosione, che allarmò le due bambine.

“Dottore?” chiese Eli, mentre iniziarono a scendere per le scale per il laboratorio del professore.

Agasa uscì, tossendo e con della polvere addosso.

“Tutto bene?” chiese Ai, incrociando le braccia al petto.

“Sì… stavo arrivando a una nuova invenzione quando…”

“Quando di nuovo è andata in fiamme.” finì, intuendo, Ai.

“Beh ecco.. sì.” ammise.

“Dottore, perché continua con le invenzioni che poi vanno in fiamme?” chiese Eli.

“Perché possono essere decisamente utili!”

Angolo Autrice

Nuovo capitolo!

Qui ci sono degli indizi in più riguardo alla vera novità che si vedrà (prima o poi, mancano circa 2 casi e poi si scoprirà)

Spero che vi piaccia, ditemi che ne pensate se volete!

AiMiyano

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Capitolo 17
*** Heiji Hattori ***


Conan, Eli e Ari stavano tornando da scuola, mentre Conan continuava a starnutire.

“Ma Shinichi…. dovresti stare a casa a riposarti, no?” chiese Eli.

“Lo so, ma tanto…”

“Secondo me Eli ha ragione.” disse Ai.

“Piantatela.” I tre erano arrivati davanti a casa di Conan. Le due bambine lo salutarono, per poi avviarsi verso le rispettive case.

Conan entrò in ufficio di Kogoro, sentendo un gran vociare.

“Perché non lo fai uscire? Quel tipo… Shinichi Kudo!” era il cliente di Kogoro, probabilmente.

Conan starnutì.

“Oh, bentornato Conan! Raffreddato?”

“Già…”

“Sia Conan che Shinichi… forse c’è qualche virus in giro.”

“Kudo è raffreddato? Se non sai dove si trova, come fai a sapere che è raffreddato?”

“Mi ha telefonato ieri. Sembrava stare a pezzi.” spiegò Ran al tizio.

“Quindi è vero che sei la ragazza di Kudo.”

“SCUSA CHI TE L’HA DETTO?” si sorprese Ran.

“La tua amica Suzuki, dice che Kudo non va a scuola e che tu lo nascondi.”

“Dannata.”

“E di cosa parli con Kudo?”

“Del più e del meno, dell’ultimo giallo che ha letto, del campionato, di come va la scuola…"

“E di te?”

“Me?”

“Di Solito le persone non dicono cose del tipo ‘Come stai’ quando telefonano?”

"Ora che ci penso, Shinichi parla solo di se ma i me non chiede mai nulla.”

Il ragazzo aprì di colpo una delle grandi finestre dell’ufficio.

“Che stai facendo?”

“Non pensi che sia strano? Se chiama così spesso, significa che gli importi. Ma perché non chiede mai quello che fai? Specialmente se lui è lontano e non ti vede da parecchio tempo. C’è solo un motivo per fare una cosa simile. Kudo ti sta osservando! Forse è qua vicino!"

“C…cosa?”

‘Chi è? Questo tipo chi è?’ pensò Conan, terrorizzato.

“Oh, ancora non mi sono presentato. Mi chiamo Heiji Hattori. E sono un detective liceale, proprio come Kudo!”

“Detective liceale?” chiesero sorpresi Kogoro e Ran.

Conan starnutì ancora.

“Hey ragazzino! Hai davvero un bel raffreddore!”

“Credo di aver già sentito parlare di te. Un giovane detective del Kansai, anche abbastanza bravo…” disse Kogoro.

“Sì veniamo sempre paragonati. Ecco!” spiegò Hattori, porgendo a Conan un bicchiere con dentro qualcosa.

“E da Shinichi cosa vuoi?” chiese Ran.

“Niente. Volevo solo incontrarlo per vedere se è davvero paragonabile a me!”

Conan cadde a terra.

“Cosa gli hai dato?” chiese Ran.

“Paikal. É un liquore cinese. L’ho portato per voi, visto che resterò finché non avrò incontrato Kudo.” spiegò.

Di colpo qualcuno bussò alla porta.

“Come posso aiutarla?” chiese Kogoro, rivolgendosi alla donna appena entrata.

“Capisco…” disse, dopo un po’.

“Preoccupata per il comportamento della fidanzata di suo figlio.”

“Sì. Questa è una sua foto e la sua storia.” spiegò la donna, consegnandoli un fascicolo

“Qual è il problema con lei?” chiese Kogoro, non notando problemi.

“È troppo perfetta. - intuì Hattori - gli uomini sono creature sospettose e gelose. Se vedono la perfezione in qualcuno provano subito a trovare un difetto.”

“Le darò maggiori informazioni a casa mia. Anche mio marito vuole parlare.”

“Adesso? Perchè non siete venuti entrambi?”

“Mio marito è un diplomatico. Se lo vedessero entrare qui dentro… si potrebbe creare uno scandalo.”

“Che casa impressionante…” disse Kogoro, una volta arrivati.

“Entrate alla svelta.” disse la donna.

“Bentornata, signora.” li accolse un maggiordomo.

“Dov’è?”

“Credo che sia nello studio al secondo piano. Vi servo qualcosa?”

“Sì….”

“Mamma!” la interruppe qualcuno. Era la ragazza di cui parlava la signora

“Che ci fai qui?” chiese la donna, sorpresa.

“Papà non vuole incontrarla , così faccio in modo che lei incontri lui. Almeno non deve uscire dal suo studio.” spiegò il figlio della donna.

“E voi siete amici della mamma?” chiese lei.

“Non ti riguardo. E poi non chiamarmi mamma! Stai al tuo posto.” tuonò la donna.

Salendo le scale, incontrarono un signore anziano.

“Papà? Anche tu qui?” chiese la donna.

“Ma che dici, Kimie, sei stata tu a farmi venire qui per ascoltare le mie storie sulla pesca!”

“Oh… ora ricordo. Aspettami di là, torno subito.”

“Va bene.” disse lui, allontanandosi.

“Perché gli ha detto così.?” chiese Kogoro.

“Non se ne preoccupi. Se lo dimenticherà subito. Di recente inizia a dimenticarsi un po’ troppe cose.” disse la donna.

“Cosa ne pensi?” chiese l’uomo anziano al nipote, riferendosi al drappo che aveva con sè, rappresentante un pesce.

“Bello!” disse il nipote.

“Ma chi erano quelle persone con Kimie?” chiese al maggiordomo.

“Ha detto che andava a trovare Mori, un suo vecchio amico…” spiegò.

“Ma è un detective! Il detective Mori Kogoro!” intuì il nipote.

Nel mentre gli altri erano alla porta dello studio.

“Caro, siamo qui!” disse la donna.

“Che strano, forse non è dentro.” la signora aprì la porta con la chiave.

Il marito era seduto alla scrivania, addormentato.

“Ha acceso lo stereo e si è addormentato. Dai svegliati!”

L’uomo cadde di colpo a terra.

“Caro! Dimmi qualcosa!” disse la donna, in stato di shock.

Heiji controllò il battito cardiaco.

“Troppo tardi. È morto." annunciò lui.

Intanto arrivarono il maggiordomo e i due giovani.

“Non entrate! - intimò Kogoro- Finchè la polizia non arriva! E non si muova neanche lei, signora.”

“Cosa è successo?” chiese l’anziano, appena arrivato.

“È morto il padrone di casa, il signor Isao Tsujimura.” annunciò Kogoro.

“Cosa?” chiesero sorpresi.

“Devo chiamare la polizia, prendo in prestito il telefono.”

‘Il corpo è ancora troppo caldo… e le labbra stanno diventando violacee. Inoltre c’è un punto rosso vicino ai capelli.’ Notò Conan.

Venne però fermato da Heiji.

“Stupido ragazzino levati! - poi si rivolse a Ran - Controllalo di più! E poi non dovresti mostrare un morto ad un bambino!”

Angolo Autrice

Nuovo capitolo! Nulla di nuovo, preso dal manga anche questo, ma dovrebbe essere uno degli ultimi preso spudoratamente dal manga.

Spero che vi piaccia

AiMiyano

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Capitolo 18
*** Il ritorno ***


La polizia arrivò ben presto. Kogoro come sempre tentò la strada della morte naturale.

“Molto probabilmente è stato avvelen…”

“Quel tipo è stato avvelenato. - spiegò invece Heiji - guardando attentamente noterete un piccolo punto rosso vicino ai capelli, e accanto un ago Potrebbe trattarsi di suicidio, vero, ma quando l’abbiamo trovato era poggiato su un gomito, una posa innaturale per uccidersi. Possiamo assumere che qualcuno lo abbia ucciso usando quell’ago avvelenato. Le labbra e la punta delle dita sono violacee e ha del sangue agli occhi. Non è stato strangolato o soffocato, significa che qualcosa deve averlo paralizzato e causato il suo soffocamento, un veleno capace di uccidere con un colpo solo. E visto che il suo corpo è ancora caldo e non si è ancora irrigidito, devono essere passati una trentina di minuti dalla sua morte. È stato ucciso trenta minuti prima che noi arrivassimo, da qualcuno che era qui dentro!”

“E lui chi è?” chiese l’ispettore

“Un detective liceale, Heiji Hattori.” spiegò Kogoro.

“Ma certo - realizzò - il figlio di Heizo Hattori! Il capo della polizia di Osaka!

“E quindi? -  chiese Hattori, seccato - Questo tipo è stato ucciso da qualcuno che potrebbe essere scappato. Non sembra che sia entrato qualcuno dall’esterno, ma non è meglio controllare?”

“S…sì.”

‘In qualche modo Hattori è come Shinichi’ pensò Ran.

Una volta che la polizia verificò le finestre, era evidente che qualcuno dentro la casa era il colpevole.

“Signora, quante chiavi ci sono di questa stanza?”

“Solo due! Questa è la mia e mio marito ha l’altra la tiene sempre nella tasca dei pantaloni.”

L’ispettore controllò la tasca dei pantaloni, da cui uscì la chiave.

“Quindi?” chiese Kogoro.

“Non hai capito? Quando siamo entrati, la porta era chiusa! Quindi il criminale ha chiuso la porta quando è uscito. E visto che le uniche due chiavi sono una nella tasca della vittima e l’altra ce l’aveva la signora… è un omicidio impossibile! Un omicido a porta chiusa!”

“Ma non è possibile…” disse Kogoro.

‘Come pensavo. Non è questo tipo che risolve i crimini sul giornale. È Kudo Shinichi. È tutto merito suo! Avrà chiamato segretamente Kudo, chiedendogli consiglio… anche questa volta, ci scommetto. Bene!! Vediamo chi sarà a risolvere per primo questo mistero, Shinichi Kudo!’ pensò Heiji

“Siamo arrivati qui attorno alle 4. Significa che l’omicidio è avvenuto tra le 3.30 e le 4.00. Perché non chiediamo a tutti gli alibi?” chiese poi.

“Quindi il maggiordomo, Koike, stava parlando con un vicino all’ingresso tra le 3 e le 4. Mentre Takayoshi e Yukiko sono rientrati poco prima della moglie della vittima. Invece Toshimitsu è arrivato dopo le 2, mentre la signora è andata via prima dell’1.” riassunse l’ispettore, dopo gli interrogatori.

“Wow che collezione di CD.”

“Sì. Il signore adorava la musica classica.”

“Ispettore! La chiave della vittima ha qualcosa di strano. Il portachiavi è diviso a metà e dentro c’è del nastro adesivo.”

Heiji capì la soluzione ed uscì dalla stanza.

‘Ma certo! Ho capito! Devo sbrigarmi a scoprire tutto e mandare via questo dolore...’ pensò Conan, svenendo poi.

Ran lo prese in braccio e stava per uscire dalla stanza quando Heiji rientrò.

“Hattori?”

“Ho capito il trucco usato dall’assassino!” disse, sorprendendo tutti.

Ran uscì, portando Conan in un’altra stanza, mentre Heiji spiegò la sua teoria.

“Va tutto bene Conan, il dottore sarà qui presto.”

Shinichi iniziò a tossire violentemente.

Il dottore stava arrivando, Ran uscì a cercarlo. Quando tornarono Conan non c’era più. Ran iniziò a cercarlo.

“Ad uccidere mio figlio Isao sono stato io…” disse nel mentre l’anziano, accusato da Heiji dell’omicidio.

“No. È sbagliato.” annunciò un ragazzo appena arrivato: Shinichi Kudo.

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Capitolo 19
*** Shinichi Kudo ***


“Dove sei stato? - gli domandò Ran, in lacrime - Torni così all’improvviso quando pensavo che te ne fossi andato! Ero così preoccupata!”

“Non piangere, stupida!” la rimbeccò lui.

“Ma è proprio come ha detto lei, esci all’improvviso e dici ‘È sbagliato’? Vuoi dire che non sei d’accordo con me?”

“Aspetta solo un attimo, Ran. Farò in un attimo.”

“Rispondimi subito, Kudo!” sbottò Hattori, stizzito.

“Proprio così. Sto dicendo che la tua teoria è ridicola! È impossibile al 100%!”

“Che cosa?”

“Kudo - intervenne l’ispettore - Pensi che lui stia sbagliando, ma il suo ragionamento non fa una piega! L’ha anche fatto vedere con i miei pantaloni. Per prima cosa devi fissare con il nastro adesivo la parte di filo che non ha l’ago al portachiavi. Poi fai passare l’ago attraverso la tasca dei pantaloni. Poi, tenendo entrambe le estremità, esci dalla stanza, chiudi la porta e tiri la parte con l’ago. In questo modo il portachiavi finisce in tasca. Infine con uno strattone, il filo si libera dal nastro. Recuperi il filo e il trucco è nascosto!”

“La chiave entra per davvero?”

“Sì… La chiave era all’interno della tasca della vittima”

“Certo! - intervenne Hattori - Perché ho fatto passare il filo all’interno della tasca! Se pensi che stia mentendo, guarda!”

La chiave cadde.

“È impossibile. Ero convinto di aver fatto passare il filo all’interno della tasca! Perché la chiave non è entrata?”

“Perché l’ispettore era seduto.” spiegò Shinichi.

“Cosa?”

“Dato che era seduto, la tasca era piegata e così c’era meno spazio per far passare la chiave. Quindi il filo e il nastro si sono separati prima di arrivare alla tasca. Ancora di più se la vittima è grassa quanto l’ispettore!”

“Ora che ci penso - intervenne Megure - Quando ho messo la mano nella sua tasca…”

“Ma una volta ogni diecimila, no… ogni dieci almeno una volta…:” tentò Hattori.

“È sempre la stessa cosa. Cerca di ricordare! Il verso della chiave quando era all'interno della tasca.”

“Il verso?”

“Anche se riuscisse a entrare nella tasca per caso, lo farebbe solo il portachiavi. È impossibile che una chiave entri insieme al portachiavi in un posto così piccolo. Ma è stata trovata così. Quindi il criminale aveva messo la chiave nella tasca della vittima prima! Poi ha messo il nastro adesivo, tutto per farci credere di aver messo in scena un trucco!”

“E questo? - chiese Hattori, mostrando il filo - L’ho trovato nella sala giapponese!”

“Ancora un’altra trappola del criminale! Volevano solo incastrare il vecchio.”

"Ridicolo! Gli è stato chiesto di aspettare nella sala giapponese per caso! Come avrebbe fatto il colpevole a mettere il filo prima?”

“È andata così. Ecco una prova. - disse, per poi mostrare altri fili - Ne ho trovati altri cinque o sei. Tutti in stanze diverse di questa casa. Il colpevole lo aveva messo anche in altre stanze. In questo modo on sarbebe contato dove il vecchio si trovava al momento dell’omicidio.”

“Ma lui ha confessato ogni cosa!”

“È stato solo messo in trappola. Anche se non ne conosco il motivo.”

“E allora come ha fatto il colpevole a uscire dallo studio? Quando siamo entrati, la stanza era completamente sigillata! Non penserai che si tratta di suicidio?”

“Certo che no e il vero trucco usato dal criminale si nota ancora?”

“Vero trucco?”

“Ti sei dimenticato che c’era della musica d’opera quando il corpo è stato scoperto e i libri impilati di fronte a lui. L’opera serviva per coprire i rumori che la vittima avrebbe fatto una volta punta dall'ago e il libri per nascondere la faccia in caso avesse mostrato dolore.”

“Ma è ridicolo! E da quali orecchie e occhi il colpevole avrebbe dovuto nascondere il corpo?”

“Da te. Ma non solo. Anche da Ran e dal Detective Mori. Perché il crimine è stato commesso di fronte ai vostri occhi.”

“Eh?” chiese Ran sorpresa

“Significa che…”

“Il criminale è stato chi per primo si è avvicinato abbastanza alla vittima una volta entrato nello studio. La moglie!” accusò Shinichi.

“Q…quindi la vittima era ancora in vita?

“Sì. Dormiva solo sotto l’effetto di un sonnifero che la moglie gli aveva dato. E poi lo ha punto mentre fingeva di svegliarlo. Ma non è stato strano che nessuno l’abbia notato. Se il sonnifero era abbastanza forte, e il veleno mortale, avremmo pensato che fosse morto nel sonno. E la musica e i libri erano lì per evitare qualunque errore.”

“Ma se dopo avessimo trovato tracce di sonnifero il trucco…” intervenne l’ispettore.

“Non importa. - lo bloccò Heiji - Noi avremmo creduto che la vittima fosse già morta avvelenata da un ago mentre dormiva e che non fosse stata in grado di ribellarsi. E poi nessuno penserebbe mai di commettere un omicidio davanti agli occhi di un detective. Un falso omicidio a porte chiuse!”

“Esatto.” disse Shinichi

“La prova? - domandò Megure - Nessuno ha visto la signora estrarre qualcosa!”

“Esatto. Quando è entrata in stanza ha estratto l’ago senza farsi notare. Grazie alla chiave. I due portachiavi hanno lo stesso design. Lo ha aperto…” spiegò, aprendo il portachiavi.

L’ispettore prese le chiavi della donna, per aprirle come Shinichi aveva aperto le altre chiavi.

“Una scanalatura!”

“Era dove era custodito l’ago. In questo modo avrebbe potuto estrarlo velocemente una volta entrata in stanza. Questa è la prova finale che lei è l’assassino!”

“Ma perché?” domandò Megure, cercando un movente.

“La risposta è in questa foto!” mostrò Shinichi.

Era una foto ritraente una coppia sotto la torre Eiffel.

“È di quando era giovane….”

“Guardi bene. Non le sembra familiare?”

“Ma…. questa… La donna è la copia di Yukiko!”

“Certo che siamo simili… Infatti io sono la madre…” ammise la donna.

“Non… non puo’....”

“Yukiko è figlia del mio primo marito… È la figlia di Yamashiro Kenji, un diplomatico che 20 anni fa fu escudo dalla sua compagnia per la corruzione del mio attuale marito. Tsujimura Isao! L'obiettivo di Tsujimura era far fuori il suo diplomatico rivale, e conquistare me, che ero la moglie di quell’uomo. Non sapendo tutto questo, mio marito fu arrestato e mia figlia andò a vivere da un parente di mio marito. Approfittando della mia depressione mi disse che aveva divorziato sua moglie per me. Fui catturata dalle sue parole. Così sposai quel demone di uomo! La prima volta che capii ogni cosa fu quando Takayoshi ci portò la foto di Yukiko, la sua ragazza. All’inizio pensavo che stesse solo pensando alla somiglianza, ma Tsujimura si arrabbiò. Quindi gli chiesi delle spiegazioni e mi raccontò ogni cosa. Inoltre il padre lo aveva aiutato a mettere in atto il suo piano.”

“Mi dispiace, Kimie. A quel tempo commisi molti errori."

“Ormai è tardi, papà. Lui se ne è andato per un crimine che non aveva mai commesso. Takayoshi, non è compito io dirlo ma… Prenditi cura di Yukiko.”

La donna venne allontanata.

“Ho capito - disse Hattori - era così cattiva con la figlia in modo che nessuno potesse sospettare il loro rapporto. Quindi è stato commesso per la felicità di sua figlia e per vendicare l’ex marito.”

Shinichi si appoggiò alla libreria e iniziò a tossire.

“Stai bene?” chiese Ran.

“Sì…”

“Ma come facevi a sapere tutti i dettagli di questo caso? Quindi è vero che stavi osservando tutto…”

“Scemo. Il ragazzino con gli occhiali mi ha spiegato tutto al telefono. Mi ha detto che uno strano tipo era venuto da Osaka e che dovevo tornare al più presto. Ho concluso il caso e sono tornato con il primo treno.”

“Bugiardo! L’ha detto lui! È strano che non mi chiedi mai ‘Come stai’ al telefono! Mi stai spiando vero? Sono sicura che sei sempre vicino a me e ridi di come mi preoccupo. Perché mi fai questo?”

“Non sottovalutarmi. Di te posso capire ogni cosa dal tono della tua voce…” ammise, prima di iniziare a tossire fortemente.

“Vado a chiamare il dottore!” disse lei, allontanandosi.

“Quindi il mio ragionamento era sbagliato fin dal principio. - ammise Heiji - Sono stato io a perdere questa volta! Ottimo lavoro. Il tuo ragionamento era di gran lunga migliore del mio.”

“Stupido. Non ci sono né vincitori né perdenti in questo. Né superiori né inferiori. C’è sempre e solo la verità.” disse, per poi allontanarsi di nuovo.

Aveva capito che stava diventando ancora Conan. Incrociò Ran, che tentò di fermarlo. Shinichi cadde giù dalle scale, per poi lasciare lì la giacca e scappare.

‘Voglio solo dirle con la mia voce… solo qualche parola….’ pensò lui, chiuso in bagno.

Shinichi cacciò un urlo, e Ran aprì la porta del bagno.

“Conan?” chiese, sorpresa.

“Dove sei stato? Ti ho cercato ovunque! E quella camicia?”

“Ero sudatissimo! Così ne ho presa una nell’altra stanza!”

“Ha visto Shinchi?”

“Si è ricordato che doveva fare una cosa urgentissima. Si è cambiato ed è uscito da quella porta! Poi ha detto… che nessuno deve sapere… che lui… è stato… qui…” disse, per poi svenire.

Angolo Autrice

Spero che questo capitolo vi piaccia!

Il prossimo sarà una novità!

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