Consiglio

di SilvanaFreesound
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Consiglio (Tsukishima Hinata) ***
Capitolo 2: *** Consiglio (Iwaizumi Oikawa) ***
Capitolo 3: *** Consiglio (Yachi Tsukishima) ***
Capitolo 4: *** Consiglio (Nishinoya, Tanaka e Tsukishima) ***
Capitolo 5: *** Consiglio (Miwa Kageyama, Tobio Kageyama) ***



Capitolo 1
*** Consiglio (Tsukishima Hinata) ***


“Ti do un consiglio!” Tsukishima lo squadra inflessibile dall’alto dei suoi 190 e passa centimetri, con lo sguardo assottigliato e le braccia conserte ”Vedi di seguire bene l’azione e soprattutto di stare al tuo posto quando te lo si richiede!”

“Scusate, scusate, scusatemi tutti!”

Il piccoletto balbetta con la sua voce più stridula del solito, inchinandosi ripetutamente al cospetto dei suoi compagni, le guance umiliate sono in fiamme e assumono lo stesso colore dei suoi capelli.

“Non fa niente, sono cose che possono succedere! Davvero, non starci a pensare, Hinata!” mugola il possente asso del Karasuno, portando entrambe le braccia in avanti, dispiegando i grandi palmi nella sua direzione.

“Non hai seguito gli schemi, sei stato d’intralcio ad Azumane-san e a rimetterci alla fine è stata tutta la squadra.”

Il biondo centrale glielo rimarca implacabile ed il suo rimprovero è di quelli che penetrano facilmente sottopelle, che si fanno largo tra i muscoli arresi, che scavano tranciando tendini e nervi, che segano le giovani ossa.

“Ok, adesso basta Tsukishima!” il capitano interviene prontamente, legittimando con fare autorevole il suo ruolo  “Credo che ora abbia capito la lezione, dico bene, Hinata?”

“Sì, sì, signor sì!”

Pel di carota è peggio di un disco incantato quando si dispera, annaspando nervosamente in aria mentre rivoli di sudore gli colano a fiumi lungo le tempie.

“Adesso riprendiamo il gioco!”

Sawamura batte vigorosamente le mani, richiamando immediatamente all’ordine tutti gli atleti, così come un buon capitano dovrebbe fare.

L’aria della palestra diventa inaspettatamente densa, i loro corpi sono tesi, gli angoli della bocca si inarcano verso il basso, i loro occhi si scrutano con velata diffidenza.

Tsukishima si rimette in posizione sotto rete ed ha come l'impressione che qualcosa stia cambiando inesorabilmente.

Il piccolo gigante, quello di cui gli raccontava Akiteru,   è ritornato – la storia si ripete -  ed ora è lì, in mezzo a loro, e lo sta aspettando a fauci spalancate, affamato di gloria, di vittorie e di medaglie.

Sistema velocemente gli occhiali che nel frattempo gli erano scivolati lungo il ponte del naso, digrigna impercettibilmente i denti, stringe forte i pugni fino a sentire le unghie conficcarsi nella carne mentre riaffiora nuovamente un  fastidio sordo che gli attanaglia prepotente la bocca dello stomaco.

Dentro di sé ha già deciso, anche se forse ancora non lo sa: no, non  vuole più perdere.


ANGOLO DELL’AUTRICE


Eccomi con una flash buttata giù in una decina di minuti, ispirata da questo prompt molto interessante proposto dal sito fanwritter “consiglio”.
Lo scontro in aria tra Hinata e Asahi al training camp di Tokyo è uno dei momenti che mi ha scosso di più, facendomi riflettere a lungo sulla repentina crescita del personaggio dalla cresta arancione.
In questa fase Hinata dichiara palesemente i suoi intenti: vuole appropriarsi del ruolo che al momento appartiene ad Azumane, vuole essere lui l’asso del Karasuno.
D’altro canto glielo aveva detto pure Liev, quando l’ha conosciuto la prima volta: l’asso è colui che fa più punti, per cui poco importa se si è etichettati o meno dagli altri in questo modo, anche l’esca più forte può essere un asso.

In questo racconto ho immaginato uno Tsukishima che non rimane indifferente all’accaduto.

Nell’opera, mentre si ristora  in un momento di pausa assieme al fido Yamaguchi fuori dalla palestra, chiede ad Asahi se avesse provato o meno fastidio sul fatto che Hinata gli volesse rubare l’alzata.

Secondo me questo momento ha contribuito a fare leva sulla crescita emotiva di Tsukishima.

Questo prompt è intrigante e potrei dare alla luce altri racconti incentrati su questo argomento, chi lo sa.

Intanto Vi ringrazio tutti per essere giunti fin qui.

A presto.
 

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Capitolo 2
*** Consiglio (Iwaizumi Oikawa) ***


Si dà il caso che tra poco sarebbe iniziato il torneo di qualificazione della prefettura di Miyagi e che il team vincente sarebbe approdato dritto dritto alle nazionali.

Si dà anche il caso che il Seijou non abbia mai avuto il privilegio di giocare all’Orange Court di Tokyo – soprattutto da quando un certo Wakatoshi Ushijima, capitano e asso indiscusso della Shiratorizawa nonché titolare della Under19, assieme alla sua brillante ditta finiva  puntualmente per rompere di volta in volta le uova nel paniere (e non solo quelle) alla succitata squadra dalla divisa verde acqua  - e che quella per i ragazzi del terzo anno sarebbe stata l’ultima occasione per tentare l’ardua impresa.

Si dà proprio il caso che a pochi  minuti  dal fischio d’inizio, Oikawa non aveva ancora messo un sol piede in campo, crogiolandosi beato fuori dal palazzetto, degustando dolci prelibatezze attorniato da bellissime fanciulle adoranti.

Si dà puramente il caso che quella moltitudine di gridolini aveva attirato l’attenzione di un tanto preoccupato quanto poi frastornato numero quattro di nostra conoscenza.

Si dà oltretutto il caso che in mezzo a quella graziosa accozzaglia di giovani ammiratrici, ce ne fosse una in particolar modo -  bionda, con i codini e con due poppe da urlo -  sulla quale il moro attaccante dell’Aoba aveva posato gli occhi già da tempo, fermamente convinto, non si sa come, che i suoi sentimenti potessero essere in qualche modo ricambiati.

(Bisogna obiettivamente ammettere che il qui presente aveva lavorato un po’ troppo di fantasia oltre che di mano amica).

Si dà infine il caso che una violenta pallonata sia stata accidentalmente sparata proprio sulla nuca del suo aitante capitano, in quel momento impegnato in amabili conversazioni sulla cottura dei lievitati e sulla perfetta friabilità delle frolle.
 
“Ahia, ma che cazzo fai? I miei capelli…sono un disastro! Ma tu lo sai quanto tempo ho impiegato stamattina per farmi la  piega?”

“Pezzo di idiota, la partita sta per cominciare  e tu stai qui ad ingozzarti come un pollo di biscottini. Vuoi per caso che ti serva una tazza di té, coglione?”

“Ma perché sei sempre così rude con me? Non è che è tutta invidia la tua?”

“Tra poco dobbiamo metterci in riga e tu non hai ancora fatto il riscaldamento!”

“Non serve, rilassati, giochiamo contro delle nullità, Iwa-chan! Sii fiducioso, il torneo ce l’abbiamo in pugno! Vedrai, il tuo capitano condurrà te e tutta la nostra squadra alla vittoria in men che non si dica.”

“Smettila di fare lo splendido e muoviti il culo, presto!”

“Ok, ok, ricevuto, non ti scaldare!  Tu, piuttosto, dovresti iniziare ad usare un buon contorno occhi, Iwa-chan, che se continui ad incazzarti per niente, a vent’anni ti ritroverai con la faccia tutta piena di rughe!”

“Vaffanculo te e i tuoi consigli del cazzo, Merdakawa!” 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE

Eccomi di nuovo con una Iwaoi calda calda.

Oikawa a parer mio è il personaggio più difficile da raccontare di tutta l’opera: basta poco per renderlo una macchietta o andare completamente OoC.
Non credo di avere le capacità di scrivere di lui dal punto di vista introspettivo, dovrei studiarlo davvero bene e a lungo per tentare questa strada, però quando si tratta di far bisticciare due personaggi, ormai mi conoscete, non mi tiro mai indietro.
Mi fa morire dal ridere quando fa il vanesio, soprattutto quando lo fa con il suo vecchio amico d’infanzia, il rude Iwaizumi.
Adoro il loro modo di interagire: solo Haijime, che lo conosce come le sue tasche, è davvero in grado di tenerlo a bada (santo subito).

Penso che in questo racconto il capitano del Seijou abbia davvero rischiato grosso: secondo me Iwaizumi non gli ha messo le mani al collo limitandosi a fanculizzarlo solo perché di lì a poco gli sarebbe servito durante le partite.

Oikawa poi nell’arte provocatoria non ha rivali.

A proposito di lui, vi consiglio di fare un salto ma di quelli seri nel profilo della mia cara amica Drkraven alla quale dedico affettuosamente questa flash (grazie di esistere) che scrive delle storie eccezionali, soprattutto delle Iwaoi imperdibili che vi esorto a leggere perché danno prova di quanto bene conosca il personaggio, così tanto complesso e pluri sfaccettato.
Non ve ne pentirete!

Grazie mille per essere giunti fin qui.

Alla prossima.
 

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Capitolo 3
*** Consiglio (Yachi Tsukishima) ***


Il primo giorno della tanto attesa Golden Week si era appena concluso e la piccola Yachi non stava più nella pelle dalla contentezza.

Aveva già partecipato in passato a diversi raduni nelle campagne sperdute di Tokyo dandosi un gran da fare, soprattutto durante la somministrazione dei pasti e collaborando attivamente assieme alle altre per la pulizia delle mense e degli alloggi, ma stavolta era diverso.

Non era più l’apprendista di Shimizu: era lei la nuova manager ufficiale del Karasuno e toccava a lei il gravoso compito per l’anno in corso e quello avvenire di prendersi cura dei ragazzi.

Aveva sentito che durante questi raduni, Kyoko soleva attardarsi fino a sera, preparando per loro deliziosi manicaretti: cibi gustosi e nutrienti  caratterizzati dal giusto apporto di proteine e carboidrati necessari per ristorare i corpi esausti e riparare le muscolature sottoposte a duro sforzo degli atleti.

Non volle essere da meno.

Mentre i giocatori stavano trangugiando gli ultimi bocconi di quella lauta cena, Hitoka volle stupirli, sfornando una profumata torta di mele che venne accolta nel clamore generale.

La giovane manager non seppe trattenere una smorfia di disappunto: per la preparazione aveva seguito passo passo le istruzioni e rispettato i tempi di cottura come indicato nella ricetta scovata in un famoso sito web.

Eppure la torta presentava alcune bruciature ai bordi: non era venuta male per essere la prima volta ma non era bella invitante come appariva in foto.

La cosa non parve scoraggiare  affatto quei corvi famelici che si avventarono come delle furie sul dolce via via che veniva porzionato.

Tanaka e Nishinoya furono i primi ad addentarlo senza fare troppi convenevoli.

Yamaguchi si limitò ad osservare a lungo con gli occhi a cuoricino  -  colmi di gratitudine e di chissà quale altro sentimento -  la fetta adagiata mollemente nel piatto.

Anche il biondo occhialuto  lì seguì immediatamente a ruota: era universalmente risaputo che avesse un debole per le leccornie zuccherate, in particolar modo per le torte di frutta.

Improvvisamente tutti piansero come bambini: calde lacrime velarono i loro occhi per poi cadere giù impietose, rigando i loro volti arrossati e Yachi non poté far altro che emozionarsi, orgogliosamente fiera del suo operato.

“Adesso basta, ragazzi! Vi prego, smettetela di piangere!” li implorò portando entrambe le mani alla bocca com’era suo solito fare spesso durante le partite “Così finirete per far commuovere pure me!”

Tsukishima fu il primo ad interrompere quel ridicolo piagnisteo.

Si alzò di scatto dalla sedia in sua direzione, tossì un paio di volte sentenziando solenne:

“Ti do un consiglio: la prossima volta vedi di leggere bene le etichette che ci stanno nei barattoli: questa torta è salata da fare schifo!”

“Oh, cazzo, non era lo zucchero, quello?”


 
ANGOLO DELL’AUTRICE

 

Rieccomi con un capitolo dedicato interamente alla dolce manager bionda.

Devo dire che inizialmente questo personaggio non mi piaceva affatto, in balia perenne di nevrosi e insicurezze. Via via che l’opera è andata avanti, ho cominciato ad apprezzarla.

Anche lei ha una sua crescita, si imporrà nei confronti di sua madre grazie all’aiuto di Hinata e all’affiancamento della silenziosa Kyoko che con lei finalmente riesce a parlare.

Ho immaginato una Hitoka al secondo anno, finalmente manager ufficiale a pieno titolo, alle prese con questa banda di scalmanati, fare del suo meglio per essere loro di aiuto.

Qualche pasticcio qua e là è da mettere in conto, tuttavia sono convinta che saprà ricoprire come si deve questo ruolo così fondamentale per la squadra.

Pasticci in cucina: chi non ne ha fatti mai?

Io tantissimi, soprattutto per distrazione, la maggior parte delle volte quando guardo Haikyuu o leggo le fanfiction ahahahahah.

Vi ringrazio infinitamente per essere giunti fin qua.

A presto.
 
 
 

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Capitolo 4
*** Consiglio (Nishinoya, Tanaka e Tsukishima) ***


PREFAZIONE:

Al liceo Karasuno le lezioni sono terminate e Hiroshi Mitamura, nuova recluta della squadra di pallavolo, rimane fermo davanti al cancello, osservando impalato tutti gli studenti passargli davanti mentre si avviano verso casa.

 
“Ohi, Mitamura, tutto Ok?”

Tanaka, da bravo senpai, lo riconosce tra la folla e gli va incontro, intrattenendosi un attimo con il giovane primino visibilmente in ambasce.

“Tutto a posto, non è nulla, davvero, Tanaka-san!”

 “No perché hai una faccia …. pare che hai visto un fantasma!”

Nishinoya li raggiunge in corsa, sorprendendo i due atleti alle spalle:

“Ti è andata buca, vero?”

La sua inesauribile energia ha dell’incredibile come pure la sua stretta al braccio: le sue piccole mani sono capaci di prese forti  ed il ragazzino è costretto a dimenarsi a lungo per liberarsi da quella morsa maldestra.

“Ma quando mai!” la matricola tenta di ricomporsi, allineando il bavero in disordine e stirando alla buona la giacca sgualcita “Voi due, ecco… vi sbagliate di grosso!”

“Seeee, come no!” il nuovo asso rincara la dose mollandogli una violenta manata in pieno petto che per poco non gli sfonda la cassa toracica.

“Sono tutte belle, amico mio, non c’è che dire! C’è solo l’imbarazzo della scelta!”

Yuu sa benissimo che frequentare il liceo Karasuno ha il suo bel tornaconto:  oltre ad essere ad un tiro di schioppo da casa sua ed avere un rinomato club di volley, per tre anni ha potuto indossare il gakuran nero (nero, rigorosamente nero, né blu né tanto meno tutte quelle improponibili declinazioni del color diarrea o altre tonalità altrettanto obbrobriose)  che abbinato a delle sneackers con la suola strategicamente rialzata e col ciuffo sparato in alto, che più in alto non si può, issato a dovere con un alchemico connubio di lacca e pasta modellante a quintalate, lo slancia e lo fa sembrare decisamente più figo (l’illusione ottica in alcuni casi fa miracoli).

Ma tornando a noi, o meglio a Nishinoya e a ciò che gli frulla continuamente in testa, il vantaggio che fra tutti occupa indiscutibilmente il primo posto della sua personale classifica  è senza ombra di dubbio quello di essere quotidianamente circondato da fiumi e fiumi di ragazze graziose ed avvenenti, strizzate in uniformi striminzite dal farfallino amaranto e dalle gonne a ruota più corte di quel che lecitamente dovrebbe esser consentito.

“Secondo me deve essere quella bionda con il cerchietto blu. Ci ho preso, Hiroshi?”

“Come diavolo hai fatto a capirlo, Noya-san?”

Il primino farfuglia qualcos’altro di incomprensibile, i suoi occhi precipitano di colpo verso il basso, incapaci di sostenere lo sguardo compiaciuto del libero; sulle sue guance si potrebbero cuocere direttamente un paio di uova in camicia, per quanto sono diventate incandescenti.

Nishinoya ride sguaiatamente,  reggendosi lo stomaco con entrambe le mani, gongolando stupidamente per averci azzeccato.

“Ehi, che ti credi? Ho una certa esperienza, io! Quando si tratta d’affari di cuore, non ce n’è per nessuno!”

“Certo che sei proprio una schiappa, Mitamura!”

Il pelato sghignazza divertito, stavolta la pacca gliela sgancia a palmo aperto nel bel mezzo della schiena.

“Con le ragazze, dici?”

“Con le ragazze oltre che con la pallavolo.”

“Ma come con la pallavolo! Sto lavorando sodo ed il capitano mi ha detto che se continuo così, presto sarò titolare. Mi ha promesso che chiederà al coach di mettermi a muro con Tsukishima.”

“Lascialo perdere a Ennoshita! Sei una schiappa, Hiroshi, dai retta a me, ma puoi sempre migliorare, basta seguire i consigli di noi senpai, dico bene, Tanaka-senpai?”

“Già, già, ascolta quel che ti dice Noya-senpai. Fidati, lasciati guidare dai tuoi cari senpai!”

Ryu punta fieramente entrambi i pollici verso sé stesso e le loro frasi straboccanti di sciocchi appellativi ossequiosi e reverenziali suonano ancor più ridicole e sconclusionate alle orecchie del giovane malcapitato.

“Per prima cosa, quando hai a che fare con una donna devi essere sicuro del fatto tuo!” gli suggerisce il piccolo Yuu andando dritto al sodo senza troppi giri di parole “Devi essere forte e deciso, come quando c’è da ricevere la super cannonata di Ushiwaka!”

“Ushi…chi?” domanda a voce alta il frastornato kohai.

“Già, già…” annuisce il nuovo asso del Karasuno portando pollice e indice sotto il mento, quasi a sorreggerlo “E poi mai tirarsi indietro, mai scoraggiarsi, devi scendere in campo e lottare fino alla fine come un vero eroe, come quando ti trovi davanti un muro a tre e lì in mezzo ci sono i gemelli Miya….”

“Miya?”

“Esatto,  il grigio topo  e quello dalla testa color piscio, i Miya. E tu gli spari dritta dritta una parallela bestiale quando loro invece sono super sicuri che è una diagonale.”

“Ehi, Mitamura!”

Tsukishima, che si trova nei paraggi assieme al suo fido amico Yamaguchi,  richiama da lontano l’attenzione dello sprovveduto novellino, caduto inconsciamente, suo malgrado, nella fitta rete di idiozie ed inutili divagazioni ordita dai due sempliciotti.

Tira fuori le mani dalle tasche, sfila le cuffie spente posizionandole alla base del collo mentre squadra tutti dall’alto in basso com’è suo solito fare.

Un ghigno sghembo affiora pericolosamente non presagendo nulla di buono.

“Il miglior consiglio che posso darti è quello di non seguire i loro consigli!”

“Che cazzo vuoi adesso, Tsukishima!”

“Perché tirarsela tanto quando si è dei poveri sfigati?”

“Ohi, sfigati a chi?”

Tanaka si infervora immediatamente, rimboccandosi le maniche in misto lana della giacca alla coreana.

Lo conosce da un bel po’, avrebbe dovuto imparare ormai da tempo a prendere le giuste misure, lasciandosi scivolare di tanto in tanto qualche piccolo affronto (è uno spocchioso di merda, è chiaro, ma è anche un ragazzo intelligente, molto intelligente, schietto e a suo modo sensibile, oltre ad essere un centrale da paura, bisogna darne atto) eppure volta per volta finisce per cedere ad ogni sua più insulsa provocazione.

Non c’è niente da fare, non può farne a meno, è  più forte di lui.

“Senti chi parla!” Nishinoya ribatte innervosito mentre addenta con voracità una barretta energetica, sputacchia in aria le briciole collose, costringendo l’inorridito occhialuto ad arretrare di qualche passo.  “Fino ad ora non ti ho mai visto in giro con una ragazza, Tsukishima!”

“Almeno io mi guardo bene dal dispensare a destra e a manca fallimentari consigli d’amore! Ci tengo troppo alla mia dignità.”

 
**********

E’ vero: benché se le ritrovasse praticamente ovunque, insistenti o timide, asfissianti o defilate, in uno stato di costante assedio, fino a quel momento Kei non aveva mai pensato seriamente alle ragazze.

Diciamo che a loro non ci pensava affatto.

Poche e semplici priorità gli bastavano per rendere felice la sua monotona vita: le sue amatissime letture scientifiche, una fetta di short cake alla fragola appena sfornata, le cuffie bianche da indossare al bisogno, la pallavolo e naturalmente, la duratura amicizia con Tadashi, non per forza tutto nel medesimo ordine.
 


ANGOLO DELL’AUTRICE

Avviso per i gentili lettori: questo capitolo non è del tutto frutto del mio sacco.

Mi spiego meglio: qualche giorno fa la mia carissima amica ciosa82, da poco presente nel fandom Haikyuu, autrice molto attiva nel fandom Capitan Tsubasa (buttate un occhio sul suo profilo, ne vale davvero la pena)  mi ha contattato in privato buttando giù un paio di idee simpatiche che ruotavano attorno al prompt “consiglio”.

Una di queste era quella di raccontare un esuberante Nishinoya che, cito testuali parole “prende da parte i primini per spiegare loro l’universo femminile e poi interviene qualcuno (Kei o Ennoshita)” che lo smonta.

Adoro da morire Nishinoya e lo adoro ancora di più quando è culo e camicia con Tanaka.

Comprendere l’universo femminile: bella storia!

Nel corso dei millenni è stato scritto davvero tanto sull’argomento ma nessuno è mai riuscito a sbrogliare questa matassa.

Anche quello maschile comunque non scherza mica!

Non potevo non introdurre sul finale quell’acidone di Tsukishima che non se ne fa passare una (secondo me si diverte un sacco a prendere i sempliciotti per i fondelli) anche se devo ammettere che anche Ennoshita, col suo savoir faire, sarebbe stato perfetto per rimetterli in riga. (lo amo).

Non dico altro, non vorrei influenzarvi con la mia visione (sono completamente persa e ne sono consapevole) e invece vi ringrazio tutti per seguirmi sempre così numerosi e affettuosi.

A presto.
 
Silvana.
 
 

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Capitolo 5
*** Consiglio (Miwa Kageyama, Tobio Kageyama) ***


E’ ora di cena: la sorella di Kageyama irrompe nella stanza buia del fratellino dopo averlo chiamato più volte invano.
Lo trova seduto sul letto, spalle contro il muro e gambe incrociate mentre con l’indice scorre alcune foto del suo iPhone fissandole intensamente.
 
 
“Ohi, nee-chan!”

“Mhm…”

“E’ una vita che ti chiamo! E’ pronto a tavola!”

“Un attimo che scendo.”

“Che diavolo stai  facendo qui al buio? Sempre a sbavare sulle foto del tuo ragazzo?”

“Non rompere, Miwa! Non è il mio ragazzo!”

“Mamma mia, quanto sei odioso! Non  c’è niente di male a guardare le foto del tuo ragazzo, ti mancherà un botto.”

“Non è il mio ragazzo, ti ho detto!”

“Ok, ok, dicevo così, per scherzare. Del tuo amico?”

“Ti sbagli, non siamo affatto amici.”

“Ah, no? Quindi, fammi capire…non è il tuo ragazzo e nemmeno tuo amico.”

“E’ solo un tizio a cui di tanto in tanto al liceo alzavo la palla.”

“Allora è vero che stai guardando le foto di Sho-chan!”

“Fatti i fatti tuoi!”

“Che ti credi, scemo, pure io lo seguo su Instagram e le ho viste le foto che ha pubblicato oggi. Sembra passarsela bene.”

“Buon per lui”.

“Chi sarebbe quel gran figo che è lì con lui?”

“Un coglione patentato.”

“Mi sembra di averlo già visto da qualche parte. Non è per caso quello che giocava con te alle medie? Il capitano?”

“Oika-san.”

“Ecco, Oikawa, ora mi ricordo. E che ci fa lì in Brasile?”

“Gioca in Argentina.”

“Mhm, ok ma l’Argentina e il Brasile non sono proprio vicini. Ascolta la tua sorellona, ti do un consiglio: prendi  il primo volo per Rio e riprenditelo.” 

“Ma che sei pazza? Scordatelo! Ho i miei impegni con la squadra, dopodomani riprendiamo gli allenamenti e poi il biglietto costa una cifra.” 

“Per quello non ti preoccupare, ho messo da parte abbastanza.”

“Sono i tuoi risparmi, ti devi sposare, non voglio che me li regali.”

“Quale regalo? Che ti salta in testa? Un prestito, si tratta solo di un prestito. Me li ridarai quando ce li avrai.”

 
 
**********
 

Respira a pieni polmoni l’aria che profuma di frutti tropicali e di salsedine,  affonda i piedi ossuti nella sabbia calda e dorata, le lunghe dita si insinuano tra i fluenti capelli rossi dalle punte scolorite, le labbra sottili si schiudono lentamente sulle sue, che sanno di sale e di burro cacao all'aroma di cocco.

“Mi sei mancato, Bakayama!”

“Zitto e baciami, CretHinata!”
 

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