Cuori Puri

di KushinaKurosaki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vecchi Ricordi ***
Capitolo 2: *** Regalo ***
Capitolo 3: *** Dichiarazione ***



Capitolo 1
*** Vecchi Ricordi ***


Era passato qualche anno ormai ma molte cose erano cambiate. Da quando suo padre era stato arrestato con l'accusa di aver messo a repentaglio la pace fra Ostania e Westalis, la sua famiglia era caduta in rovina. Economicamente no, grazie ai gruppi di sua madre ma  il suo cognome non era più rispettato come un tempo…anche a scuola aveva perso popolarità e da un lato ne era felice. Ora però dovevano traslocare. Quella villa era piena di ricordi principalmente negativi ma era affezionato a quel posto.  «Lord Damian, sua madre vuole sapere a che punto si trova con i bagagli » la voce familiare dell'anziana cameriera lo fece sospirare. « Ho quasi terminato » rispose passandosi la mano fra i capelli verdastri. Da quando suo fratello si era trasferito per tener sotto il più rigido controllo le cento aziende, già le industrie belliche avevano dovuto chiudere, la servitù aveva iniziato a trattarlo come se fosse il padrone di casa. Aveva tredici anni, voleva essere trattato come un ragazzino ma sua madre non riusciva a comprenderlo. I suoi occhi smeraldini si sgranarono nel notare sul fondo del cassetto una fotografia un po’ ingiallita dal tempo. I suoi lineamenti duri si ammorbidirono permettendo ad un sorriso di spuntare timido sul suo volto. Quella foto risaliva al ricevimento del primo anno dell'Eden College, ormai tenutosi sette anni prima. Ricordava bene la lotta agguerrita per ottenere un ballo con lui, e a vincere alla fine era stata proprio lei. Non sapeva perché ma il loro rapporto era iniziato in una maniera decisamente strana per poi finire in un modo completamente diverso. Il primo giorno di scuola aveva sperimentato il suo portentoso destro, poi lei si era scusata ed in quel momento qualcosa nel suo petto si era mosso. L'imbarazzo che provava incontrando i suoi occhi verdi, il cuore che accelerava il ritmo battendo forte nel petto… Anya Forger lo aveva stregato ma più di tutte ad averlo ammaliato era stata la sua sincerità. Se chiudeva gli occhi rivedeva dinanzi a sé il viso serio della fanciulla. I loro corpi si muovevano automaticamente al ritmo di quel valzer viennese e, benché la loro attenzione non era rivolta alla musica, nessuno dei due aveva più pestato piedi dell'altro.  

 

«Non stavi scherzando Anya? »Aveva fatto un passo falso nel confessare al secondogenito la sua abilità speciale. Era stata spontanea quella confessione, fra loro non voleva ci fossero segreti di mezzo. Ma lui…non aveva pensato neanche per un'istante che fosse un mostro, anzi l'aveva abbracciata stretta. Era dalla partita a palla avvelenata che aveva iniziato a vedere il ragazzo sotto un'altra luce. Lo ammirava, lui aveva qualcosa di speciale. Nel caso del dirottamento dell'autobus, era diventato il suo eroe personale, certo lei era tranquilla perché grazie alla telepatia sapeva fossero esplosivi finti ma lui no. Non aveva esitato neanche un istante. Parlandone con suo padre non aveva capito cosa le stesse accadendo, finita l'operazione Strix il W.I.S.E aveva deciso di sfruttare ancora la maschera di Loid Forger, sua madre le aveva fatto intendere che fosse normale…Tuttavia il pensiero che lei e il secondogenito si baciassero o formassero una coppia non le dispiaceva. Guardò il pacco sulla scrivania, avvolto nella carta regalo blu pavone, all'interno vi era un piccolo pensiero fatto con le sue stesse mani. Fra le mani si rigirava la lettera ancora bianca in attesa del lampo di genio. « Bond, secondo te cosa dovrei scrivere?» chiese voltandosi a pancia in giù e dondolando le gambe alla ricerca delle parole giuste. Non era così facile come immaginava ma al contempo farsi aiutare da qualcun altro rendeva il regalo meno personale. In tutta risposta il cagnolone dal bianco pelo abbaiò indicando la cornice sulla scrivania. Era stato suo padre a fare quella foto, l'aveva immancabilmente mostrata al rampollo di casa Desmond e lui gliel'aveva strappata dalle mani. Chissà se conservava ancora il ricordo del loro primo ballo insieme, sorrise facendo scorrere la penna stilografica sul foglio.


Angolo Autrice:
È la prima storia che posto su questo fandom,
inizialmente doveva essere una One Short ma 
è diventata più lunga di quel che pensavo e perciò per comodità l'ho suddivisa in capitoli.

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Capitolo 2
*** Regalo ***


Il giorno successivo Becky sorrise accomodandosi vicino ad Anya, impaziente che giungesse il momento della ricreazione, quando l’aula si sarebbe svuotata la sua amica avrebbe agito. Al suono dell'ora le ragazze uscirono per ultime dall’aula, recandosi in mensa sotto l'attenzione dell’House Master che sorrise. Era il responsabile del loro padiglione e coordinatore della loro classe, era normale notare ogni piccolo gesto. Aveva visto quei due semini sbocciare in germogli, e quel sentimento che lentamente aveva iniziato a mutare il loro rapporto, lì stava tramutando in fiori splendenti. Ma era l’eleganza di quei gesti disinteressati, di quelle rapide occhiate che si inviavano l'un l'altro e del loro reciproco aiutarsi a vicenda fin dal primo anno. Nonostante il pugno, il signorino Damian l’aveva protetta dalle bulle invidiose anche se non l'aveva dichiaratamente ammesso e Anya aveva impedito che venisse incastrato da un altro studente. E quel sentimento puro era il  valore più grande che l’Eden College cercava di difendere e trasmettere ai giovani. La signorina Anya  e il signorino Damian  non erano certo l’unica coppietta che iniziava a crearsi ma fra tutte era la sua preferita. 

 

«Sono una totale imbecille. » realizzò Anya posando la forchetta nel piatto. « Anya cosa ti prende? » domandò curiosamente l'amica pulendosi il viso. Anya aveva abbassato il capo portandosi le mani si rosei capelli per poi mordersi un labbro, facendo sorridere leggermente la fanciulla castana. Il lato ancora puerile di Anya era in realtà molto divertente anche se forse doveva iniziare a crescere leggermente. « Ho dimenticato di firmare il biglietto. » Sua madre si era raccomandata più volte firmarlo che alla fine le aveva risposto di averlo fatto, ancor prima di iniziare a scrivere il primo rigo. « Anya sei incorreggibile, sei sbadata sembri una bambina.»  “In realtà lo sono”  pensò la ragazzina. Restare nell'orfanotrofio a lungo poteva essere uno svantaggio dato che c'era il rischio che quegli scienziati la trovassero e quell'uomo non ne voleva sapere nulla. Perciò aveva mentito sulla sua età, non era stato facile all'inizio frequentare un prestigioso college alla tenera età di quattro anni ma…il suo passato da cavia le era tornato utile. « Lo so, spero solo che non sia già in classe. » la campanella mise fine alla ricreazione e pertanto tutti gli studenti dovevano velocemente entrare in classe.

 

« Signorino Desmond, oggi ricorre qualche occasione speciale? » chiese con un sorriso mentre il ragazzo dai capelli biondi seduti al suo fianco alzò la mano rispondendo al posto dell’amico concentrato sul regalo. « Cosa aspetta ad aprire quel regalo? Non vorrà scontentare qualcuno. » Becky guardò Anya che era diventata rossa, complice il fatto che lo sguardo del professore era tutto rivolto al ragazzo, a lei e al suo regalo mentre si complimentava per la discrezione e per almeno altri tre o quattro motivi per cui la trovava “Elegant”, per dirlo a parole sue.

 

I compagni osservarono curiosamente il ragazzo che aveva in viso l'espressione più imbarazzata che avesse mai potuto delineare il suo volto. Mentre i bambini non ci fecero caso, l'insegnante non poté fare a meno di sentirsi un po' in colpa dato che stava contraddicendo il suo credo

 La curiosità era il suo difetto. Damian estrasse la sciarpa verde e se la mise al collo contento. I compagni di classe iniziarono a ridere data la pessima manifattura ma lui li fulminò con lo sguardo. Era perfettamente consapevole del fatto che Anya si era sforzata per farla con le sue mani e lo aveva capito dai cerotti che aveva sulle dita, doveva essersi punta ricamando il suo nome con quel filo dorato che spiccava maggiormente.

 Fiatò un grazie generico per poi fare cominciare la lezione chiuse gli occhi sapendo che Anya avrebbe sicuramente reagito sentendo il suo nome nei suoi pensieri. Ricordava bene la conversazione affrontata sull’argomento. Lei odiava stare in mezzo alle folle perché non era in grado di concentrarsi sui suoi pensieri. Non riusciva ancora a controllare perfettamente i suoi poteri ma non era un problema per lui, almeno non finché non lo faceva di proposito e “Gambe Tozze” non sapeva mentire. 

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Capitolo 3
*** Dichiarazione ***


Gli alunni dell'Eden College uscirono per tornare finalmente a casa, Anya salutò Becky per poi allontanarsi verso il giardino. Oggi toccava a lei innaffiare le piante del clan di giardinaggio, quindi sarebbe rincasata più tardi. “Anya grazie, non dovevi” affermò rosso più di un peperone.

“È stato un piacere” esclamò lei felice.

“Ti dò una mano con le aiuole” precisò andando avanti per precederla.

 

Secondogenito,

Ti chiedo scusa ma non sono molto

brava con le parole e non ho mai scritto una lettera.Volevo ringraziarti, nonostante io ti abbia rivelato il mio segreto tu l'hai mantenuto senza esitazione e mi hai dato innumerevoli volte una mano nel momento del bisogno. Ogni volta che ti vedo il tuo sorriso mi scalda il petto e mi dà una gioia immensa, il mio cuore accelera il suo ritmo quando volesse uscire dal petto. Non so perché ti sto dicendo queste cose nè so se riuscirò a far sì che tu la legga, ma ho rivisto la nostra foto. Mi sono sempre impegnata per raggiungerti eppure tu sei sempre un passo davanti a me, non importa quanto io dica o faccia tu sei il migliore in tutto.

Grazie per i momenti indimenticabili che mi regali, spero il mio dono ti sia piaciuto.

 

Tua Gambe Tozze

Si, secondogenito mi sono firmata seriamente così 

C'è la foto del ballo in caso tu l'abbia persa.

 

Anya aveva messo in busta la famosa foto, come se avesse mai potuto fare una cosa simile. L'aveva riposta vicino al letto affinchè potesse facilmente afferrarla ed averla vicino. Però il problema erano le parole,  perché non riusciamo a dirle quello che provava? Non era poi nemmeno molto diverso da quel che provava la piccola Forger nei suoi confronti. « La foto la conservo ancora, non l'ho persa. » iniziò lui mentre la ragazzina alzò il capo.

Damian continuava allegramente a innaffiare i fiori per evitare di incontrare lo sguardo di Anya, altrimenti le parole le sarebbero morte in gola.

« Secondogenito? » chiese curiosamente guardandolo con occhi confusi. Voleva comprendere cosa gli stesse passando per la testa ma non voleva leggergli il pensiero.« Anya tu mi piaci. »  Ce l'aveva fatta, quelle parole erano finalmente uscite dalla sua bocca. Anya sgranò gli occhi portandosi le mani al petto.

Damian le aveva seriamente detto quelle parole? Fu un gesto istintivo, ma il ragazzo dai capelli smeraldini si ritrovò stretto nel suo abbraccio. Damian si sentì sopraffatto dall'abbraccio di Anya, il suo cuore batteva così forte da sembrare un tamburo nella sua testa. Ricambiò l'abbraccio con delicatezza, avvolgendo le braccia intorno alla vita di Anya. Il tempo pareva fermo.

 

Anya sollevò lo sguardo verso Damian, i suoi occhi castani brillavano di gioia mista a stupore. «Damian, non sapevo... non sapevo che provassi lo stesso per me», sussurrò, le parole appena udibili mentre cercava di capire il significato di quel momento. Damian annuì, incapace di trovare le parole per esprimere la profondità dei suoi sentimenti. « Anche io non lo sapevo fino a poco fa... leggendo la tua lettera ho capito che non potevo più nascondere quello che provo» ammise con sincerità, sentendosi leggero.  L'orologio rintoccò le quattro e a malincuore Anya si allontanò da Damian, era tardi e sua madre si sarebbe preoccupata.

 

 

 



 

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