Kintsugi

di fraanythings
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Combinazioni ***
Capitolo 2: *** Under my skin ***
Capitolo 3: *** Troublemaker ***
Capitolo 4: *** E allora faccio così ***
Capitolo 5: *** Lasciati andare ***
Capitolo 6: *** Non dirmi altro ***



Capitolo 1
*** Combinazioni ***


È appena iniziata la primavera e a Simone questa cosa non piace poi tanto, gli ricorda l'avvicinarsi del suo compleanno. 
A Simone il suo compleanno non piace, per ovvi motivi, gli ricorda troppo l'assenza di Jacopo. Come puoi essere felice sapendo che tuo fratello, gemello per giunta, non è lì con te a festeggiare? Che è stato strappato alla vita troppo presto? Simone ci pensa di continuo e in certi giorni il dolore è così forte che si sente soffocare. 
Ha trovato un buon compromesso con i suoi cattivi pensieri, però. O meglio un modo per scacciarli via almeno un po' durante la giornata, il modo consiste in una corsetta intorno ai pressi della villa di mattina presto. Presto perché poi gli piace far colazione una volta tornato, è un po' il suo momento, quello in cui si rilassa per iniziare bene le giornate. 
Con il rugby ha smesso prima della maturità e non ha più ripreso ma lo sport è sempre stato importante per lui, un modo per scaricare la tensione ed è grato che la vita universitaria gli lasci spazio per fare questa corsa quasi ogni giorno, anche se quando ci sono le lezioni di mattina non riesce mai.
 
"Buongiorno Simone" dice Dante seduto in verenda.
"Buongiorno pà"
 
"Già sveglio?"
"Si, lo sai che mi piace correre di mattina presto quando posso"
 
"E io ti invidio, non so dove trovi tutta questa forza" 
"E pà, senza offesa, ma tu sei un po' un rottame"
 
"Grazie figlio, sempre gentile"
"Quando vuoi"
 
"Comunque stavo pensando..." 
"A cosa?"
 
"È che quando inizia a fare caldo e ti vedo a giro manica mi cadono sempre gli occhi su quel tatuaggio"
"Pà, ce l'ho da sette anni. Non ti sei ancora abituato?"
 
"No macché, certo che mi sono abituato. È che è bruttino, posso dire?" 
"Puoi puoi. Manuel era alle prime armi, capisci, no?"
 
"Certo, certo ma non ti andrebbe di sistemarlo se ti piace così tanto?"
"Non lo so, sinceramente non ci ho mai pensato"
 
"Se vuoi io conosco uno studio di tatuaggi"
"Tu?" chiede Simone sorpreso.
 
"Eh io, io. Ci lavora un mio amico di infanzia, si chiama Pantera"
"Cioè scusa, com'è che si chiama?"
 
"Ma Simone, per scherzo! È un soprannome che gli abbiamo dato un sacco di tempo fa, il suo vero nome è Gaetano"
"Ah ecco, mi pareva strano"
 
"Comunque so pure che ha un apprendista da poco, ci siamo visti due settimane fa"
"Guarda, solo per il nome e per vedere questo tizio dal vivo ci andrei"
 
"È un tipo forte, te l'assicuro"
"Ci credo, ci credo. Poi dammi l'indirizzo"
 
"Certo, quando vuoi Simone"
"Ora corro a farmi una doccia e a fare colazione"
"Vai vai"
 
 
Dopo qualche giorno effettivamente Simone guardandosi allo specchio ci pensa davvero al tatuaggio. Di per sé non gli dispiace, gli piace il significato di quella formula però poi ripensa a ciò che è successo con Manuel e vorrebbe cancellare anche quella traccia di lui, anche se probabilmente si farebbe solo sistamare le lettere perché lui non è un tipo da tatuaggi e non si farebbe mai qualcosa di grande solo per coprire quello. Ringrazia che per fortuna l'università in questo periodo gli stia dando un po' di respiro, il primo anno di magistrale in matematica è tosta però a lui piace tanto ed ora è periodo di lezioni quindi per gli esami ha più tempo. Così animato di curiosità verso questo famigerato Pantera si fa dare l'indirizzo dello studio dal padre e un pomeriggio, dopo quella mattinata ad esaminare il suo tatuaggio, corre per le strade di Roma con il suo motorino per raggiungerlo.
 
 
"Salve" fa per entrare nello studio e l'acchiappa sogni sopra la porta fa rumore.
 
"Salve, come posso aiutarla?"
Gli risponde un uomo dalla corporatura robusta, occhi verdi, capelli lunghi chiari e barba e tantissimi tuatuaggi, soprattutto sulle mani. Intuì che si trattasse del famoso Pantera. Simone nella sua testa inizia un processo di pensieri del tipo; oh, ma guarda mio padre che amici interessanti e boni che ha per poi riprendersi e rispondergli a modo.
 
"Eh sì salve, sono Simone Balestra. So che siete un amico di mio padre" 
 
"Ma che piacere conoscerti finalmente!" e l'uomo gli porge la sua mano, tutta tatuata, per stringerla alla sua. 
 
"Piacere mio, mio padre dice che lei è uno dei suoi più cari amici"
 
"Anche per me Dante lo è. Sai? Gli somigli molto fisicamente"
"Me lo dicono in tanti" fa spallucce Simone.
 
"Allora, come mai sei qui?"
"Per un tatuaggio"
 
"Ah e vieni che ti presento Mimmo e ti facciamo vedere un po' di robe"
"Nono, cioè il tatuaggio lo ho già ma è brutto e volevo sapere se si potesse fare qualcosa per sistemarlo"
 
"Beh, di solito i tatuaggi che non piacciono più si coprono, no?"
"Vero però non sono un tipo da tatuaggi molto grandi"
 
"Non ti preoccupare, adesso vediamo insieme. Seguimi"
"Certo"
 
 
Sente Pantera urlare "Mimmo abbiamo un cliente" prima di avvicinarsi di più alla porta di questo tatuatore che a quanto pare si chiama Mimmo. Forse il diminuitivo di Domenico? Questo ancora non lo sa ma lo intuisce. 
"Arrivo" risponde di rimando lui. 
 
 
"Buonasera, piacere Domenico ma puoi e devi chiamarmi Mimmo" e il ragazzo allarga un sorriso sulle labbra e gli porge la mano stringendogliela con decisione. 
 
"Piacere, io sono Simone" facendo la stessa cosa. 
 
"Allora, cosa abbiamo qui?" chiede sempre Mimmo con il sorriso.
 
"Il ragazzo vuole sistemare o coprire un tatuaggio che ha già" interviene Pantera.
 
"Ah, quindi niente tatuaggio nuovo" afferma Mimmo. 
 
"No no, non sono un tipo da tanti tatuaggi" risponde Simone.
 
"Fai vede', allora" dice Mimmo con di fianco Pantera che annuisce. 
 
"Certo" Simone si toglie la felpa che aveva e alza leggermente la maglietta a mezza manica per far vedere il tatuaggio. 
 
Mimmo e Pantera si guardano contemporaneamente negli occhi e quasi scoppiano a ridere, in tutto ciò Simone li guarda impalato in attesa di una risposta. 
 
"Ma scusa, ma chi te lo ha fatto?" chiede Mimmo.
 
"Un mio amico alle prime armi" risponde Simone.
 
"Mai fidarsi degli amici alle prime armi" risponde con tono fermo ma anche divertito Pantera.
 
"Decisamente no, guarda qua che bruttino. Con tutto il rispetto, eh" ribatte Mimmo mettendo le mani avanti.
 
"Per fortuna non ha fatto veramente il tatuatore" risponde Simone stando al loro gioco. 
 
"Comunque secondo me si può sistemare, magari ripassando le lettere e facendole leggermente più robuste. Che dici Pantè?"
chiede Mimmo mentre struta sia il tatuaggio sia lo sguardo del suo superiore. 
 
"E bravo Mimmo, stai facendo tanti progressi. Comunque sono d'accordo, sempre se a Simone va bene" Pantera fa un cenno a lui.
 
"Si, la mia idea era proprio quella di sistemarlo perché altrimenti non saprei con cosa coprirlo" risponde convinto Simone.
 
"Perfetto" dicono i due tatuatori ad uniso.
 
"Ma lo fate ora? O devo passare un altro giorno"
"Oggi non è proprio possibile perché tra 15 minuti abbiamo due clienti" risponde Pantera e Mimmo accanto a lui annuisce.
 
"Va bene, non c'è problema. Ero passato solo per informarmi prima, ditemi voi quando posso passare"
 
"Possiamo fare dopo domani, mercoledì, alle 16" 
 
"Va benissimo, grazie. Siete stati gentilissimi" 
 
"A mercoledì, ciao Simone" gli dice Mimmo prima di scomparire di nuovo nel suo studio mentre Pantera lo accompagna alla porta. 
 
"Salutami tuo padre"
"Sarà fatto, a mercoledì" e sale sul motorino per andare via.
 
 
"Ciao pà"
"Oh Simone, com'è andata?"
 
"Bene, cioè abbiamo solo parlato perché avevano altri clienti. Mi hanno fissato l'appuntamento per mercoledì pomeriggio"
 
"Aah, ho capito. Beh, allora come ti è sembrato Pantera?"
"Un bel tipo, interessante. Non ti ci immaginavo amico di uno come lui"
 
"A volte riesco anche a sorprenderti"
"Una volta ogni cinque anni ma sì"
 
"Comunque mi diceva che ci sta anche questo nuovo ragazzo con lui"
"Ah sìsì, un certo Mimmo"
 
"Lui non ha mai preso mai tanti giovani a lavorare con lui in questi anni ma di questo ragazzo me ne parla benissimo"
 
"Ah, devo dire che sembra un tipo solare. Forse anche troppo. Comunque forse sarà proprio lui a sistermarlo" 
 
"Speriamo che sia bravo allora"
"Sì, speriamo anche perché la paura degli aghi non mi è passata del tutto"
 
"Meglio qualche ago che quel tatuaggio, non credi?"
"Assolutamente. Comunque salgo a studiare qualcosa adesso"
"Va bene Simone"
 
Una volta su col cazzo che Simone si mette a studiare davvero. Si poggia sul letto e inizia a scrollare ossessivamente la tl di twitter mentre ripensa agli occhi di Mimmo il tatuatore. Non che non ci abbia pensato appena lo ha visto o anche fino a due secondi fa ma ora, nel silenzio, si sente più legittimato a farlo. Tra l'altro non ha solo gli occhi belli ma è proprio bello tutto, con i capelli un po' biondi e leggermente lunghi, qualche tatuaggio qua e là ed è alto, anche se non come lui. Simone non vorrebbe giudicare solo l'aspetto fisico ma per ora conosce solo questo quindi che male c'è ad andare un po' in cortocircuito di fronte a quel ragazzo con gli occhi più azzurri che abbia mai visto? Spera che lui non si sia accorto di questa cosa.
Il pensiero che verrà tatuato da lui tra due giorni lo fa un po' tremare e non solo per la paura degli aghi. 
 
Nel frattempo Mimmo e Pantera hanno abbassato finalmente la saracinesca dello studio.
 
"Kebab e biretta?" propose Pantera.
"Kebab e biretta" accetta Mimmo.
 
[Mimmo in Pantera non solo aveva trovato un datore di lavoro paziente e amorevole ma anche un ottimo amico, si trovava davvero bene con lui. Gli stava insegnando il mestiere per cui aveva tanto faticato a raggiungere e lo portava ad uscire fuori quasi tutte le sere perché ad entrambi scocciava di cucinare. 
Era grato anche a Roberto, il suo educatore dell'IPM che ha sempre visto il buono in lui e lo ha aiutato a tirarsarne fuori il prima possibile. 
Mimmo era appena diventato maggiorenne quindi doveva subito essere trasferito così dopo neanche un anno in IPM si ritrovò nel carcere degli adulti a Roma. Lì rimase solo per molto tempo e furono mesi molto difficili finché un giorno di quattro anni fa non si presentò proprio Roberto ad uno dei colloqui dicendogli che lo avevano trasferito lì e che ora se voleva poteva contare su di lui. 
Se voleva? Mimmo non vedeva l'ora, si era sentito così solo in quei mesi che non vedeva più una via d'uscita ormai. Dopo l'arrivo di Roberto le cose cambiarono così dopo solo due mesi riuscì a far avere la semilibertà a Mimmo, lo impiegò in una piccola libreria al centro di Roma. 
Mimmo si era letteralmente innamorato di Roma, ogni volta che metteva il muso fuori si innamorava di quella città e finalmente dopo tanto tempo si sentiva sereno. 
Vicino alla libreria vedeva sempre tanta gente tatuata che entrava e usciva da questo studio. A lui questa cosa affascinava un sacco perché gli è sempre piaciuto disegnare, le maestre alle elementari gli dicevano sempre che aveva talento così ogni tanto, quando nessuno poteva vederlo, disegnava e molto. 
 
Ogni giorno, mentre vedeva quella vetrina, il desiderio di poterne sapere di più diventava sempre più forte così si fece coraggio e chiese a Roberto qualcosa in più. 
Lui, gentile e amorevole com'era, gli disse che se voleva fare un corso di tatuaggi si poteva fare, o meglio prima doveva finire l'anno in libreria e poi potevano chiedere informazioni su questo. 
Un anno era tanto tempo ma a Mimmo piaceva comunque lavorare anche in libreria quindi aspettò paziente, senza mai smettere di disegnare. 
Effettivamente dopo un anno e con la mobilitazione di Roberto gli diedero il permesso di frequentare questo corso e la notizia più bella non fu solo questa perché forse dopo due anni e mezzo lo avrebbero fatto uscire da lì. Mimmo tra sé e sé si ripeteva quasi ogni giorno, in questo periodo ancora di più:
"Santo Roberto, grazie per essere venuto in mio soccorso un anno e mezzo fa". Infatti il corso lo continuò una volta fuori da lì perché, dopo la notizia, avevano aspettato un altro mese per farlo uscire definitivamente. Ora, non solo era libero di andare al corso senza permessi, ma anche libero in generale. 
Era una sensazione bellissima e i primi mesi non poteva proprio crederci che fosse fuori da lì e che stesse facendo qualcosa di concreto per il suo futuro. 
Roberto lo ospitò nel suo appartamento per tanto tempo, lo trattava come il suo fratellino minore e Mimmo si sentiva coccolato come non mai. 
Il corso di tatuaggi è durato un anno e alla fine di esso c'era da fare un tirocinio più l'esame. 
Anche stavolta santo Roberto gli presentò Pantera. Non capì subito come si erano conosciuti, Roberto gli disse solamente che quando lui fu trasferito a Roma aveva bisogno di una casa e aveva visto l'annuncio di una stanza in una casa ed è così che ha conosciuto Pantera, facendo il suo coinquilino.
Mimmo piacque subito a Pantera e promise all'amico che lo avrebbe preso una volta che avrebbe preso l'attestato e infatti fu proprio così. 
Anche se lavorava ancora come apprendista lui era lì già da un po' o meglio era lì dal tirocinio che doveva fare per prendere effettivamente la sua qualifica.]
 
"Certo che siamo proprio pigri Gaetà"
"Mimmù ma seriamente, chi cazzo ha voglia di cucinare la sera?"
"Tieni ragione"
 
"Comunque" inizia Pantera.
"Comunque?" fa di rimando Mimmo.
 
"Il ragazzo che è venuto per sistemare il tatuaggio, Simone, è il figlio di un mio amico di infanzia"
"Ah, non me lo avevi detto ancora"
 
"È che poi abbiamo avuto gente e mi è sfuggito. È figlio di Dante"
"Ah si, me ne hai parlato ogni tanto"
 
"Fisicamente gli somiglia tanto ma caratterialmente proprio no" 
"Sembra un po'...
un po' timido"
"Si, molto"
"Secondo me ha pure paura degli aghi"
 
"E tu fagliela passa Mimmù" Geatano gli fa l'occhiolino.
"Jaaaa Gaetà, non pazziare" gli dà una spinta amichevole come risposta. 
 
"Dico solo la verità, ho visto come lo guardavi"
"Beh, è bel ragazzo. Che male c'è?"
 
"Nessuno infatti però fossi in te ci proverei"
"Ma magari è etero"
 
"E tu fallo un tentativo"
"Si ok, ma mo finiscila. Vabbuò?"
"Agli ordini Bruni" 
 
 
Dopo aver salutato Pantera Mimmo torna a casa a riposare dopo una lunga giornata, finalmente. Pantera sicuramente gli ha messo la pulce nell'orecchio ma anche lui effettivamente non riesce a smettere di pensare a Simone. A quel ragazzo dai capelli ricci e bruni, a quegli occhi grandi color cioccolato e alle sue braccia quando ne ha scoperta una per far vedere il tatuaggio. Notò un fisico un po' muscoloso e dovette fermarsi a non pensare altro perché era già andato decisamente i limiti, infondo era un quasi sconosciuto e soprattutto un cliente. Si domandò come avrebbe fatto a tuatuarlo mercoledì con una mano ferma e salda. 
 

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Capitolo 2
*** Under my skin ***


Mercoledì è arrivato in fretta, d'altronde è andato in studio lunedì quindi è normale che il tempo sia passato velocemente. Simone inizia ad avere un po' l'ansia, a pentirsi di aver dato ascolto a questa assurda idea di suo padre. Ma poi cosa gliene frega del suo tatuaggio? Mica ce l'ha lui sulla sua pelle.
 
"Pà, io sto andando" si affaccia Simone sull'uscio della porta del suo studio, Dante stava correggendo dei compiti.
"Va bene, cerca di stare tranquillo" gli risponde il padre. 
"Ci proverò" dice Simone prima di chiudere la porta e scendere in giardino per prendere il motorino. 
 
"Buonasera" dice Simone una volta aperta la porta dello studio. 
"Ciao Simone" gli risponde Mimmo con il suo solito sorriso.
 
"Vieni pure, ti stavo aspettando" dice Mimmo facendogli segno di seguirlo nello stesso studio dell'altro giorno.
"Pantera non c'è?" Simone si trova a chiedere mentre segue i suoi passi.
 
"No, è uscito a fare delle commissioni e ti tuatuerò io" 
"Aah, va bene" risponde Simone un po' freddo. Mimmo lo guarda strano e infatti gli chiede "che c'è? Non ti fidi?" intanto gli fa segno di sedersi sulla apposita poltrona.
 
"No, non è per te. Ho un po' paura degli aghi" Simone inizia a sdraiarsi lentamente. 
"E lo immaginavo, lo avevo già capito" gli dice Mimmo guardandolo negli occhi con quel sorrisino, Simone sentì la testa girare. 
Riprende a parlare Mimmo. 
 
"Comunque devi stare tranquillo, sarà una cosa che durerà poco" 
"Ci provo ma non prometto nulla" Simone si fa scappare una piccola risata nervosa che non passa inosservata a Mimmo che ricambia con una smorfia divertita mentre prepara tutto l'occorrente. 
 
"Alza la manica fino a che puoi" poi dice a Simone. 
"Così va bene?" 
 
"Certo, magari la fisso un po' con una pinza. Aspè" 
Dice Mimmo che si gira per cercarla lì intorno e fissare meglio la maglia più in alto. 
Stava diventando complicato.
 
"Forse era meglio se mi mettevo qualcosa a giro manica" dice Simone dopo qualche secondo di silenzio un po' imbarazzante. O almeno per lui lo è visto che per una sua svista stavano perdendo tempo.
 
"Non ti preoccupare, nessun problema" gli risponde Mimmo invece, con il suo solito tono dolce e cauto. A Simone già trasmette tranquillità. 
 
Tranquillità che viene subito sostituita da un altro tipo di emozione. Simone improvvisamente vede Mimmo, spazientito di non aver trovato altro in giro, togliersi una forcina dai suoi capelli rigorosamente legati e fissarla sulla manica della sua maglia. 
Il fermaglio serviva a mantenere su dei ciuffi di capelli più corti che ora gli cadono sul viso. 
Simone sta per sentirsi seriamente male e non per l'ago che da lì a poco gli avrebbe punterellato la pelle. 
Mimmo è veramente bello con quei suoi capelli quasi biondi e gli occhi azzurri e poi ha un tocco leggero e delicato che a lui fa venire la pelle d'oca e al tempo stesso lo rilassa.
 
"Scusami, spero di non averti fatto male" dice Domenico dopo avergli posizionato la forcina sulla manica, riportando alla realtà.
"Ma che male anzi mi dispiace che ora devi lavorare con i capelli davanti" risponde Simone.
 
"Non fa niente, ogni tanto lavoro anche con i capelli sciolti. Allora, sei pronto?"
"Vai" risponde Simone di nuovo con una risata nervosa.
 
 
Simone non è sicuramente il solo a sentirsi attratto da Mimmo perché anche lui fa fatica a mantenere un contatto fisico con quegli occhioni marroni che l'altro ragazzo si ritrova o quel braccio un po' muscoloso che ora sta toccando per tatuarlo.
Sta cercando di mantenere la calma e tatuarlo con delicatezza e precisione, sa che Simone sta soffrendo e vuole che finisca subito. 
Simone dal canto suo invece si gira spesso a guardarlo. È proprio bello tutto concentrato mentre gli massaggia il braccio e gli ripassa il tatuaggio, ha un tocco delicato anche in questo. 
Dev'essere proprio un talento pensa Simone se dopo un anno di lavoro è già così bravo da farti sentire poco o nulla il dolore, Simone gliene è grato. 
 
"Ti stai facendo assai male?" gli domanda Mimmo.
"No anzi, pensavo peggio"
 
"Visto, te lo avevo detto"
"Sto sentendo quasi il nulla, ti giuro"
 
"Questo perché io sono bravissimo" gli dice facendogli l'occhiolino. 
"Poco modesto, mi dicono" ribatte Simone guardandolo divertito. 
 
"Ma è una formula matematica?" chiede curioso Mimmo.
"È una formula fisica, di Einstein" 
 
"Studi fisica?"
"No, faccio il primo anno di magistrale in matematica"
 
"E vabbuò, allora un po' scienziato ci sei davvero" risponde Mimmo. 
"Vedremo tra trent'anni se diventerò famoso" risponde sarcastico Simone. 
 
"E il significato? Cioè perché te la sei tatuata?"
"Praticamente dice che l'amore sovrasta le altre forze perché è la più potente che ci sia"
 
"Ah, non conoscevo questa formula. Molto romantica"
"Poi c'è anche la parte più scientifica ma te la risparmio"
 
"E quando te lo sei fatto?"
"Al liceo da un mio amico"
 
"Quindi ce l'hai da tanto"
"Sisi, ed è per questo che mi sono convinto a volerlo sistemare"
 
"Quindi è ancora importante per te questo tatuaggio?"
"Si, diciamo di sì"
 
"Scusami, non volevo essere invadente"
"Macché, non ti preoccupare"
 
"Comunque ho quasi finito"
"Non pensavo ci volesse così poco"
 
"Ho fatto del mio meglio per non farti soffrire" glielo dice con quel suo solito sorriso dolce.
"Grazie..." risponde invece Simone leggermente imbarazzato.
 
 
"Allora ti piace?" chiede Mimmo mentre stanno davanti allo specchio. 
"Moltissimo, adesso si che sembra un vero tatuaggio" risponde Simone con un sorriso raggiante.
 
"Mi fa piacere che sei contento del risultato" 
"Sei davvero bravissimo, mi piace il tuo stile"
Stavolta è Simone a cogliere un leggero imbarazzo nel suo sorriso quando si volta a guardarlo. 
 
"E allora devi venire a trovarmi per qualche altro tattoo" glielo dice con quel solito sorrisino dolce. 
"Ci penso ma non ti prometto niente" Simone risponde divertito. 
 
"Allora tutto chiaro per la guarigione?" chiede poi Mimmo.
"Sìsì, sei stato chiarissimo" afferma Simone. 
 
"Mi dispiace ma ora devo salutarti perché ho dei clienti in arrivo" dice Mimmo e Simone sembra quasi aver intravisto del vero dispiacere nei suoi occhi mentre pronunciava queste parole. 
"Non ti preoccupare anzi, ti ho rubato fin troppo tempo" 
 
"Ma va, a me ha fatto piacere parlare con te"
"Anche a me. Allora ci si vede?" chiede Simone.
 
"Si, certo, per qualsiasi cosa puoi contattarmi sulla pagina instagram dello studio"
"Va benissimo, grazie. Buona serata e ancora grazie di tutto"
 
"Grazie a te Simò, a presto"
 
 
È relativamente presto così Simone manda un messaggio a Chicca e Luna per un aperitivo e infatti Luna accetta subito. 
I quattro si sono dati appuntamento ad un bar vicino al centro di Roma. 
Con Luna e Chicca non era mai stato così tanto amico, qualche chiacchiera da compagni di classe ma nulla più però negli ultimi anni aveva riallacciato i rapporti con loro. Luna e Chicca si sono innamorate due anni dopo il liceo, dopo essersi frequentate molto come amiche. Simone sapeva che prima o poi sarebbe andata a finire così e lui è grato di averle di nuovo nella sua vita come amiche perché con loro si sente veramente sé stesso.
 
 
"We Simò" 
"Ciao ragazze, come va?"
"Bene, tu?"
"Bene anche io, sono stato a farmi sistemare il tatuaggio"
"Fa vedeeeè" dice subito Chicca seguita da Luna.
 
"Molto bello davvero" fa Luna.
"Si, davvero bravo sto tipo, lo ha sistemato davvero bene" risponde Chicca mentre osserva con attenzione, anche perché pure lei disegna e sogna di lavorare con la sua arte. 
 
"Anche a me piace moltissimo come lo ha sistemato e poi ci credete che non ho sentito quasi nulla? È stato delicatissimo"
"Oh, se ci dobbiamo fare qualche tatuaggio andiamo lì allora" fa Chicca a Luna.
 
"Poi non solo è bravo ma pure bello" fa dopo poco Simone. 
"Ma guarda te, lo ha già adocchiato" dice Chicca guardando sia Luna sia Simone.
 
"Beh, gli occhi per guardarlo ce li ho pure io"
"Possiamo vederlo?" chiede Luna. 
 
"Mi ha dato il contatto della pagina ig, forse magari troviamo qualche sua foto"
"Vai vai" fa entusiasta Luna. 
 
"Eccola, ho trovato una foto" mettendo il telefono al centro per far vedere le foto alle sue amiche. 
"Bel tipo, biondo" inizia Chicca.
"Occhi azzurri" finisce Luna. 
 
"E dal vivo vi assicuro che quegli occhi sono illegali e poi oggi aveva i capelli legati ma si è tolto una forcina per fissarmi meglio la manica della maglia in alto sennò gli dava fastidio quindi poi aveva questi ciuffi biondi caduti sulla fronte. Mi sono sentito un manaico ogni volta che lo guardavo"
 
"Abbiamo perso Simone amò" fa Chicca a Luna.
"Ormai sta già sotto diecimila treni" risponde la ragazza. 
 
"Va be' ma figurati se uno che fa i tatuaggi, con quei capelli non è etero"
"Madonna mì Simò, quanti pregiudizi" dice Luna dandogli una piccola spinta sul braccio.
 
"Comunque mi ha anche detto tipo "se vuoi passare a trovarmi" dopo che gli ho fatto i complimenti per il tatuaggio, cioè ma magari me lo ha detto solo per invogliarmi a farmi un altro tatuaggio" 
 
"Può essere, come può anche essere che ci conti davvero di rivederti perché ti vuole conoscere meglio" dice Luna mentre Chicca annuisce.
"Non sono abituato a queste cose, a persone che vogliono conoscermi" fa Simone. 
"E invece dovresti, te lo meriti Simò" fa Chicca. 
 
"Ah e all'ultimo anche lui mi ha chiamato Simò e non Simone. Mi sono sentito male"
"Madonna Simò stai già messo così?" chiede Luna.
 
"Eh Lù, non puoi capire...
Ha un voce rilassante e l'accento napoletano. L'unica cosa che mi fa storcere un po' il naso è che sorride di continuo, sembra sempre felice" 
"Ma magari lo è davvero" dice Luna.
 
"Magari sì però a volte è irritante" disse Simone. 
"E ma tu stai sempre co quer broncio là, te servirebbe uno così" risponde Chicca. 
 
"No, comunque tu lo devi conoscere assolutamente" dice Luna infine.  
 
"Stavo pensando di fare magari una storia con il tatuaggio e taggare la pagina facendogli i complimenti, anche perché fa questo mestiere da poco e ha bisogno di recensioni positive. No?"
"Mi sembra un ottimo inizio Simò" dice Luna e Chicca annuisce contemporaneamente. 
 
"Facci sapere poi"
"Certo, la faccio domani però. A quest'ora staranno chiudendo e lo disturberei"
 
"Ottimo ottimo, io e Luna mo dobbiamo andà però" dice Chicca. 
"Ci vediamo e ci sentiamo presto, ok?"
"Va bene, Simò. Bacini" dice Chicca mano nella mano con Luna mentre si incamminano verso la fermata della metro.
 
Questa sera niente compagnia di Pantera per Mimmo che è tornato a casa da solo, stavolta gli tocca davvero cucinare qualcosa per non morire di fame. Alla fine opta per delle lasagne già pronte da cuocere in forno, top pensa tra sé e sé. 
 
Mentre il forno fa il suo lavoro inizia a scrollare la home di instagram e i suoi pensieri cadono di nuovo su Simone. Può chiamarlo colpo di fulmine? Probabilmente sì. Lo ha visto solo due volte ma (oltre all'aspetto fisico) gli ispira proprio come persona, così timido, riservato e con quegli occhioni marroni profondi. Ha già perso la testa per la sua vena sarcastica ed è partito a mille con i filmini mentali. Ma sicuro è etero o magari fidanzato, che sia con una donna o con un uomo. Impossibile che una persona bella come lui al momento sia single e che sopratutto noti uno come lui, il tuatuatore che ha visto solo due volte nella vita.
Prima del bip del forno però inizia a sperare fortemente che Simone gli scriva davvero sulla pagina, ormai è già irrecuperabile.
 
Anche Simone continua a pensare a Mimmo per il resto della serata. La sensazione delle sue mani sulla sua pelle, la sua dolcezza e gentilezza gli fecero sentire qualcosa sullo stomaco, sensazioni che non provava da tempo. 
Pensa anche a quel "Simò" o "allora devi venire a trovarmi". Trovarmi, non a trovarci escludendo immediatamente Pantera da quella affermazione. Sta per prendersi un'altra cotta non ricambiata? 
Probabilmente ma si addormenta facendo un piccolo sorriso pensando al modo in cui invece sorride Mimmo, forse non gli dà più così fastidio quell'aspetto di lui. 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Troublemaker ***


Quella mattina Simone si sveglia con un solo pensiero in testa, anche se in realtà deve anche iniziare a studiare per la prossima sessione però prima vuole togliersi il dente e fare una foto al tatuaggio e metterla su instagram come da programma. Non sa neanche lui perché si sente così in ansia per una stupida foto eppure non riesce a calmarsi. 
Inizia a sentirsi nuovamente in difetto quando pensa che forse si sta prendendo un'altra cotta che non avrebbe portato da nessuna parte se non a farlo soffrire. Cerca di smettere di pensare a cose negative e cerca invece una posizione adatta per fotografarsi.
Dante non c'è, è orario scolastico perciò deve cavarsela da solo anche se quel punto non è facile da fotografare da solo. Dopo qualche tentativo è soddisfatto del risultuto e già che c'è si mette anche la crema per la guarigione con uno strato di pellicola per proteggere il tatuaggio.
 
 
"Ok, adesso faccio questa storia e poi studio, lo giuro" dice Simone tra sé e sé, pensando anche alle parole giuste da scrivere. 
 
Alla fine opta "Grazie al talento e alla bravura di @mimmobrunitattoo ho ridato vita ad un tatuaggio che non mi piaceva più. Potete trovarlo allo studio @panteratattooandpiercing" 
 
Una volta inviato fa un sospiro di sollievo e prende i libri per mettersi a studiare, o almeno è questa la sua intenzione ma la sua mente è altrove e tutto questo per una storia instagram, Simone è imbarazzato di sé stesso. Magari avrebbe iniziato a studiare una volta che Mimmo gli avrebbe risposto. 
 
 
Sia Mimmo che Pantera hanno l'accesso alla pagina ig e infatti arriva ad entrambi la notifica. Mimmo è un attimo impegnato mentre Pantera la vede subito. 
Si sposta nello studio affianco dove Mimmo sta preparando l'occorrente per iniziare una nuova giornata di lavoro.
 
"Oi Mimmo, Simone ci ha taggato in una storia"
"O' ver fai?"
 
"Si, guarda sulla pagina"
"Apro subito"
 
"Secondo me questo ci sta a provà"
"Ancora co sta storia Gaetà?"
 
"È stato molto gentile ma non ha scritto niente di che"
"Se lo dici tu"
 
"Gli rispondo io comunque" lo guarda dritto negli occhi.
"E certo, il tatuaggio glielo hai fatto tu"
 
"Comunque se ci aumentano i clienti poi lo dobbiamo ringrazià" dice sarcastico Pantera dopo qualche secondo di silenzio.
"E si, magari gli diamo una percentuale" fa Mimmo con la stessa ironia. 
 
 
Una volta solo Mimmo si siede e contempla di nuovo la storia prima di trovare il coraggio di rispondere. Ma quando mai lui ha l'ansia di rispondere a dei complimenti? Però Simone glieli ha fatti più e più volte e si sente leggermente in imbarazzo. Si sente anche molto stupido pensando al fatto che già sta messo così male. 
 
Alla fine opta "grazie mille Simò, sei sempre così gentile anche se mi conosci da poco. Mi fa davvero troppo piacere che tu abbia apprezzato il mio lavoro" 
 
La risposta di Simone non tarda ad arrivare, anche lui per un po' fissa l'anteprima per cercare di rispondere al meglio e alla fine gli scrive "solo la verità, magari presto tornerò con un'amica a cui piacciono i tatuaggi perché è da tempo che se ne vuole fare uno"
 
Mimmo stavolta risponde quasi subito.
 
"Certo, quando volete potete passare basta che mi fai sapere qui in pagina e le do un apputamento"
"Va bene allora, a presto Mimmo" 
"A presto Simò" 
 
Una volta morta la conversazione Mimmo inizia a credere seriamente a quello che gli dice Pantera e rimane immobile per cinque minuti a sorridere come uno scemo, prima di tirarsi uno schiaffetto da solo e ritornare sul pianeta terra. 
 
 
Simone sorride anche lui dopo aver finito di conversare però poi dopo qualche minuto si rende conto di aver detto una cazzata. È vero Chicca vuole un tatuaggio, anzi forse più di uno ma non ha mai fatto menzione di volerselo fare in questo periodo. Ora la sua missione non resta altro che riuscire a convincerla, le manda un messaggio. 
 
"Oi Chicca, ti va se stasera usciamo insieme? Ovviamente anche con Luna" 
"Oi Simò, certo. Sushi e poi cocktail?"
 
"Ottimo, a stasera" 
Si sente un po' stronzo e in mala fede con Chicca sapendo che piano sta escogitando per rivedere al più presto Mimmo.
 
 
Simone, dopo forse un'ora a perdere tempo al cellulare, inizia veramente a studiare così come anche dopo pranzo ma qualcosa interrompe la sua pausa merenda, un messaggio di Manuel. 
 
Gli prende quasi un colpo a vedere quella notifica perché lui e Manuel ormai si sentono di rado, tipo due volte l'anno e a Simone neanche questo fa tanto piacere. Dopo la fine della storia tra suo padre e sua madre e le loro vicende personali si sono allontanati sempre di più.
Manuel ha scelto di andare all'università fuori, grazie all'aiuto di suo padre Nicola quindi ormai a Roma viene poche volte l'anno mentre Simone ha preferito rimanere nella sua città.
Non si vedono da più di un anno ed è anche passato molto dall'ultima volta che si sono sentiti per questo Simone è sorpreso di aver ricevuto un suo messaggio. 
Poi la sua mente torna alla foto del tatuaggio che ha postato stamattina e capisce il motivo per cui gli ha scritto. 
 
"Ciao Simò"
"Ciao Manuel"
 
"Come stai?"
"Bene dai e tu? Come te la passi a Firenze?"
 
"Molto bene, tu con l'università?"
"Bene, sto giusto in pausa studio al momento"
 
"Capito. Ho visto la tua storia, ti sei fatto ripassare il tatuaggio?"
"Si, perché? Qualche problema?"
 
"Hai proprio voluto cancellare tutto di me"
"Non sono io quello che ha fatto lo stronzo e comunque il tatuaggio era pessimo"
 
"Anche tu sei stato un po' stronzo, altro che no. Ma come mai ti è venuta questa idea?"
"Mio padre mi ci ha fatto pensare" 
 
"E certo il filosofo pensa sempre"
"Guarda se mi hai scritto per litigare e farmi alterare puoi anche non farlo più"
 
"Guai a chi ti tocca Dante"
"Hai ragione, mio padre è un po' una merda ma sta cercando di migliorare soprattutto con me"
 
"Me fa piacere però ha sempre tradito più e più volte mia madre"
"E lo sai che di questo mi dispiace però io non c'entro nulla. Mi devi dire altro?"
 
"Il tatuaggio è brutto comunque"
"Sempre gentile. Buona serata Manuel" 
 
Gli lascia il visualizzato e Simone urla contro il telefono "vaffanculo".
 
Dopo quella conversazione sbruffa e lascia il telefono sulla scrivania prima di buttarsi sul letto in preda ad una crisi di nervi, Manuel ha ancora troppo potere su di lui, purtroppo. Dopo cinque minuti si cambia, prende di nuovo il telefono, le cuffie e va a farsi la solita corsetta. Il rimedio perfetto per rilassare i nervi tesi prima di cambiarsi e uscire con Luna e Chicca.
 
 
"Ciao Simò"
"Ciao ragazze" 
 
"Ci siamo visti solo ieri, come mai sei così di cattivo umore?" chiede Luna.
"Oggi mi ha scritto Manuel" risponde lui.
 
"Sto fetente, che voleva?" chiede invece Chicca. 
"Ha visto la storia del tatuaggio e mi ha scritto dicendomi che ho cancellato proprio tutto di lui. Poi ha messo in mezzo la storia dei nostri genitori e mi sono innervosito" risponde Simone. 
 
"Lascialo perdere Simò, non ne vale la pena starci così male" dice Luna. 
"Lù vorrei tanto ma quando lo vedo o mi scrive mi sale il nervoso al cervello" ribatte Simone. 
 
"Ti sei scansato un fosso credime Simò, con me si comportava uguale. T'ho ricordi?" chiede Chicca.
"Si, certo che me lo ricordo anzi fa la morale a mio padre ma anche lui ha tradito te per esempio. Scusa se ti metto in mezzo"
 
"Non ti preoccupare, è acqua passata ma veramente. Non potrei essere più felice di come sono ora" e si gira a guardare con un sorriso enorme Luna che ricambia subito. 
 
"È che c'è stato in un periodo della mia vita in cui sicuramente avrei avuto bisogno di altro tipo di persone. Lui mi ha offeso e ferito, anche quando siamo stati insieme per un po' non è mai stato affettuoso"
 
"E hai ragione Simò, lo abbiamo visto anche noi anche se come persone esterne alla cosa. Tu meriti molto ma molto di meglio, qualcuno che ti metta al primo posto e che non ti faccia sentire in difetto" dice Luna che poggia una mano su quella di Simone per carezzarla. 
 
"La mia fidanzata ha proprio ragione e sono sicura che questa persona non tarderà ad arrivare" dice Chicca poggiando anche lei la mano sulle loro. 
 
"Ma cambiando argomento sennò qui ci tagliamo le vene, la storia del tatuaggio ha avuto i suoi frutti?" chiede Luna con un sorrisino furbo. 
"Diciamo di sì, mi ha risposto tutto carino e gentile come sempre solo che gli ho detto una bugia per cercare di rivederlo ancora" ammette Simone.
 
"Che hai combinato Simò?" chiede Chicca.
 
"Ma niente, gli ho solo detto che a te piacciono i tatuaggi e che presto te ne vuoi fare uno proprio nel suo studio" dice con gli occhi bassi per non farsi guardare da Chicca.
 
"SIMONE" eslamano ad unisono Luna e Chicca. 
 
"Che c'è? Non ho fatto niente, ho solo omesso qualche piccolo dettaglio" 
"Tipo che non so se ho i soldi per farlo e cosa farmi?" chiede Chicca.
 
"Ma sono sicuro che troverei qualcosa, sei piena di idee" 
"Questa me la paghi Simone Balestra"
 
"Vi offro la cena stasera e anche una prossima volta, più di questo non posso fare"
"Tirchio" risponde Luna. 
 
"Lo sapete che sono un semplice studente universitario" risponde sarcastico Simone.
"Paraculo" ribatte Chicca facendogli la linguaccia.
 
"Oh, comunque a me piacerebbe farmi un piercing" dice Luna.
"E lì fanno anche piercing" ribatte Simone con un sorriso soddisfatto.
 
"Ao Luna, non glie mettere strane idee in testa che sta già fuori come un balcone" risponde Chicca. 
 
"Sisi, magari ci possiamo andare una terza volta molto più in là" risponde entusiasta Simone. 
"Lo vedi cosa hai creato Lù?" chiede Chicca alla sua ragazza.
 
"Dai Chì magari questa è la volta buona per Simone" risponde Luna. 
 
"Io ve lo dico, lui secondo me è etero però voglio comunque rischiare anche facendo la figura dello stalker" 
"Nahh dai, secondo me hai buona possibilità e lui sarà felice di vederti ancora" dice Luna con affianco Chicca che annuisce.
 
"Dite?" fa dubbioso Simone. 
"Diciamo, diciamo. Sei troppo bello per passare innoversato" dicono le due facendo imbarazzare Simone.
 
"Allora poi ci organizziamo per il tatuaggio così gli scrivo" 
"Certo Simò, ormai l'hai combinata" ribatte Chicca mentre Simone ridacchia affianco a lei.
 
La serata tra chiacchiere e qualche drink di troppo fa dimenticare tutto il malumore a Simone.
 

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Capitolo 4
*** E allora faccio così ***


Sono passate due settimane da quei messaggi di Simone e Mimmo crede davvero che non lo rivedrà più e che abbia mentito, anche se di certo non vuole arrendersi e lasciare andare la cosa così. Vuole almeno provare a conoscerlo davvero e a non soffermarsi alle apparenze. Quello che non sa è che finalmente Chicca, l'amica di Simone, si è decisa a fare il tatuaggio e che da lì a poco avrebbe ricevuto un messaggio di Simone. 
 
È tardo pomeriggio, Mimmo è senza clienti e si concede di guardare il telefono che fin'ora aveva silenzioso. Trova una notifica sulla pagina "simone.balestra ti ha inviato un messaggio" e inizia a sorridere a trentadue denti. 
Proprio quella mattina sembrava rassegnato all'idea che probabilmente Simone mentiva e che, se voleva conoscerlo, doveva iniziare lui a fare qualche passo. 
Apre la notifica e inizia a leggere:
 
"Ciao Mimmo, spero che tu stia bene. Volevo solo dirti che finalmente la mia amica si è decisa per il tatuaggio. Dimmi tu quando puoi darle un appuntamento così le riferisco"
 
"Ciao Simò, io sto bene e spero anche tu. Ah, benissimo! Allora, ho controllato l'agenda e posso farla venire tra tre giorni, giovedì alle 17. Va bene?"
 
"Va benissimo, allora ci vediamo giovedì"
 
"Perché vieni anche tu?"
 
"Certo, so dov'è lo studio e lei vuole che stia con lei"
 
"Ah, bene dai. Sono contento, a giovedì"
 
"A giovedì" 
 
Mimmo gli ha appena scritto "sono contento". Cioè Mimmo è contento perché rivedrà lui? Onestamente non ci crede, non è possibile eppure dopo questo scambio di messaggi rimane immobile a sorridere finché un rumore non lo distrae. 
Mimmo, dal canto suo, sorride per tutta la giornata e anche dopo a casa. Ha invitato a cena Pantera, ovviamente nessuno dei due ha cucinato e stanno aspettando le pizze. 
 
"Mimmù ma che è sto sorriso?"
"Mi ha scritto Simone, giovedì viene con una sua amica che deve farsi un tatuaggio"
 
"Cioè abbiamo un appuntamento nuovo e tu me lo dici così?"
"Si, scusa, mi so scordato di avvisarti"
 
"E ci credo, guarda come stai messo per un messaggio"
"Ma comunque scusa, tu sei amico di Dante da una vita e sapevi che ha un figlio e non mi hai detto niente?"
 
"E che te dovevo dì? Quasi tutti gli adulti hanno figli"
"Si, ma nessuno bello e interessante come Simone"
 
"Attento che se prendi il palo farà molto male in fronte"
"E madonna Gaetà quanto si pessimista. Poi ci penso"
 
"Ovviamente deduco che le farei tu il tatuaggio"
"Ovvio, così faccio pratica no?" gli chiede Mimmo facendogli l'occhiolino e Pantera sorride divertito. 
 
 
Il giovedì è arrivato, sia Mimmo che Simone non vedono l'ora di rivedersi. Ci si può innamorare di una persona in così poco tempo? A loro sta succedendo, si sentono inspiegabilmente attratti come se ci fosse una forza superiore capace di farli avvicinare e attrarre sempre di più. 
 
"Simò, ma stai più agitato de me" gli dice Chicca. 
"Hai ragione, è che non lo vedo da tanto tempo"
 
"Simò, so due settimane. Non fare il drammatico"
"Parla colei che non può stare un giorno senza di Luna"
 
"Ti sbagli, ci sono stare benissimo"
"Ma se stavi a piagnucolare che oggi non poteva venire con te"
 
"Questo è un po' vero però due persone che ti accompagnano per un semplice tatuaggio non so un po' imbarazzanti?"
"In effetti hai ragione" dice Simone ridendo. 
 
"E poi se tu quello che voleva venì, non fà l'altruista"
"Touche" le fa Simone e Chicca sorride soddisfatta. 
 
 
"Buonasera" fa Mimmo, tutto sorridente, appena li vede entrare. 
"Ciao Mimmo, lei è Chicca" dice Simone con lo stesso sorriso. 
 
"Piacere" fa lei. 
"Piacere, Mimmo" e mentre lo dice sorride ancora. Chicca inizia davvero a pensare che Simone non stesse scherzando mica quando ha detto che "sorride sempre". 
 
"Seguitemi" fa Mimmo e li porta nello studio dell'altra volta. 
 
Chicca ha scelto da sola un tatuaggio, ispirato alla fioritura dei ciliegi in Giappone. 
 
"Complimenti, è un bellissima scelta e i colori sono stupendi" dice Mimmo. 
"Grazie, un giorno spero di vederli dal vivo ma per ora mi accontento del tatuaggio" e Mimmo le sorride annuendo.
 
"Dove lo facciamo?"
"Stavo a pensà sul polso magari in un quadrato. Non vorrei una cosa troppo grande ma che venga colorata di rosa proprio come il colore della fioritura" 
"Si, adesso magari ti faccio uno schizzo ma credo di aver capito" fa Mimmo. 
 
Simone si intromette. 
"Mimmo devi sapere che pure Chicca ama molto il disegno e sta studiando all'accademia delle belle arti"
 
"Wa che bello, allora qualche volta devi farmi vedere qualche tuo disegno" si rivolge a Chicca. 
"Ma non sono niente di che e poi comunque la mia aspirazione rimane quella di creare quadri"
 
"In questo paese è molto difficile ma te lo auguro, mal che vada fai la tatuatrice anche tu" riprende a parlare Mimmo. 
"Grazie, sei gentile" gli risponde Chicca con un sorriso. 
 
"Così ti piace?" le chiede Mimmo dopo aver finito il suo schizzo.
"È perfetto, proprio come lo volevo io"
"Allora vado"
 
Simone e Mimmo, mentre lui tatua, si lanciano occhiate imbarazzanti. Simone crede, anzi è sicuro, di avere le guancie rosse e se Mimmo continua a guardarlo in quel modo non pensa uscirà con le sue gambe da quello studio. 
 
"Da quando vi conoscete?" chiede poi Mimmo a Simone e Chicca. 
"Dal liceo ma prima non ci potevamo vedere molto, solo negli ultimi anni del liceo ci siamo ritrovati"
"Confermo" dice Simone.
 
"Che poi davvero, non mi aspettavo mica di diventare così amica di Simone" esclama Chicca.
"Perché?" chiede divertito Mimmo. 
 
"Perché al liceo con quell'aria da secchione mi stava un po' sul cazzo e poi eravamo gelosi l'uno dell'altra" dice lei. 
"Sappi che la cosa era reciproca cara" risponde Simone, quasi interrompendola.
 
"Ah, in effetti Simone l'aria da super studioso ce l'ha" dice Mimmo facendogli la radiografia mentre pronuncia quella frase con un sorrisetto beffardo. Simone, nel frattempo, si è immobilizzato e non riesce più a connettere il suo cervello. 
 
"Come mai eravate gelosi l'uno dell'altro?" parla di nuovo Mimmo, troppo curioso di sapere. 
 
"Simò, lo posso dire?" chiede Chicca. 
"Simò, ci sei?" chiede di nuovo, vedendo l'amico non rispondere. 
 
"Si, scusami" dice lui, ancora piacevolmente scosso dal fatto che Mimmo lo ha guardato dalla testa ai piedi con quell'espressione. 
 
"Ci piaceva la stessa persona" poi se ne esce Simone, senza dare il tempo di spiegarsi a Chicca. Chicca lo guarda con aria confusa ma poi capisce e gli rivolge un piccolo sorriso comprensivo. 
 
"Cose che capitano al liceo" risponde con un tono più divertito Mimmo. Simone è tentato di rispondergli "non c'è un cazzo da ridere" ma non lo fa, cosa ne sa effettivamente Mimmo della vita di Simone? Niente, appunto.
"Tu comunque non sei di qua" dice Chicca. 
"No, sono di Napoli ma ormai vivo a Roma da diversi anni" fa Mimmo. 
 
"E ti piace Roma?" chiede poi Simone. 
"Tantissimo, anche se comunque il mio cuore rimane a Napoli però sta città è fantastica" risponde entusiasta Mimmo, con gli occhi quasi che gli brillano. Simone pensa che è bellissimo vederlo emozionato per queste piccole cose. E pensa anche che inizia ad essere imbarazzante stare così per una persona che ha visto solo tre volte.
 
"Roma è Roma" risponde Chicca con un accento fortissimo.
"Marò che bello il vostro accento" fa Mimmo sorridendo mentre Simone si annota mentalmente che a Mimmo piace l'accento romano. Perfetto. 
 
"Comunque tu mi stai molto simpatica" dice Mimmo a Chicca. 
"Oh ma grazie, anche tu sei un tipo interessante" fa Chicca. 
 
"Grazie per la considerazione" risponde Simone guardando tutti e due con un'espressione offesa ma molto finta. 
 
"Ma..." inizia a parlare Mimmo, che lo ha preso sul serio ma viene interrotto subito da Chicca che gli risponde:
"Ma quanto sei permaloso Simò" con un tono scherzoso. 
Mimmo capisce e inizia a ridere anche lui, alternando lo sguardo tra Chicca e Simone. 
 
Dopo quaranta minuti tra chiacchiere e risate, il tatuaggio è finito. Chicca ne rimane affascinata e non riesce a smettere di sorridere per quanto è contenta, il colore rosa che richiama i ciliegi è fatto veramente bene e anche Mimmo, vedendola così felice, quasi si commuove. 
Soprattutto pensando che lui fino a cinque anni fa stava in carcere e ora invece sta costruendo il suo futuro con un lavoro che ama. Cerca di riprendersi dai suoi pensieri e di prestare attenzione ai suoi clienti, o amici? 
 
"Non sai quanto sono felice di vedere che ti piaccia così tanto" dice Mimmo. 
"È veramente bellissimo" si intromette Simone.
Mimmo lo guarda e lo ringrazia, arrossendo un pochino. Simone lo trova adorabile. 
 
"Dire che mi piace è riduttivo, sappi che verrò ancora qui a tuatuarmi" dice Chicca. 
"Quando vuoi, io ti aspetto" risponde grato Mimmo. 
 
"Guarda che non sta scherzando, lei si farebbe tutto il corpo pieno di tatuaggi" dice Simone rivolgendosi a Mimmo. 
"Nessun problema così fatturiamo" risponde Mimmo scherzando e infatti Simone ride seguito da Chicca.
 
Dopo cinque minuti e il pagamento Mimmo li accompagna alla porta. 
 
"Ragazzi, è stato un vero piacere passare del tempo con voi" dice Mimmo sulla soglia della porta.
"Anche per noi" dicono entrambi, quasi insieme, ed escono rivolgendo un sorriso a Mimmo che ricambia all'istante. 
 
 
"Simò, avevi proprio ragione, è bravissimo"
"Si, pensare che fa sto mesterie da poco"
 
"Farà grandi cose allora, io comunque ci tornerò davvero"
"E se ti serve un accompagnatore posso venire io" 
 
"Guarda spero che almeno pe quando me ne farò un altro voi due starete già insieme così almeno posso avere qualche sconto"
"Ruffiana"
 
"Senti chi parla, mi hai fatto fare un tatuaggio solo per vedere la tua cotta"
"Non mi pento di nulla e poi hai visto Chi?"
 
"Che dovevo vedè Simò?"
"Mi ha guardato spesso, non hai visto?"
 
"Si, a volte alzava lo sguardo in effetti ma può darsi che stava a fissà il soffitto"
"Scema"
 
"Comunque hai ragione a dire che è molto bello e che ha dei bei occhi"
"Hai visto?" 
 
"Ho visto Simò, gli occhi li ho anche io eh"
"Lo voglio conoscere"
 
"Mi pare già bello propenso, no?"
"Dici?"
 
"Dico, sembra davvero che tu gli stia simpatico"
"Un modo in effetti devo trovarlo, non posso mica andare allo studio ogni due per tre"
 
"Ecco, sennò sembri uno stalker"
"Qualcosa mi inventerò"
 
"Mi dispiace che stasera non possiamo stare insieme ma Luna non può venire"
"Ma tranquilla Chi, siamo stati insieme tutto il pomeriggio"
 
"Ci vediamo domani o dopo domani allora?" chiede Chicca.
"Certo...
E ancora grazie" risponde Simone e Chicca si volta per fargli un sorriso prima di salire in casa. 
 
 
Simone dopo cena sale in camera ma non riesce a smettere di pensare a quel lasso di tempo che ha passato con Mimmo. Vorrebbe fare qualcosa per conoscerlo ma si sente troppo impacciato, anche perché sa già che non gli basterebbe averlo come amico. Per distrarsi accende il pc e decide di guardare una delle nuove puntate di "primo appuntamento", quel programma è il suo guilty pleasure. 
 
Mimmo, invece, stasera si concede il solito Kebab con biretta insieme a Pantera. Hanno chiuso alle 20 e nessuno dei due ha voglia di cucinare, anche se si trattasse di roba da cuocere in microonde. 
 
"Allora, com'è andata con l'amica di Simone?" chiede Pantera, che era assente quando c'erano loro in studio. 
"È andata molto bene e ho amato fare questo tatuaggio" risponde entusiasta Mimmo. 
 
"Cosa ha fatto?" 
"Praticamente ha voluto, in un piccolo riquadro, la fioritura dei ciliegi in Giappone quindi ho usato anche molto colore. È stato troppo bello, t'ho giuro"
 
"Sentirti così appassionato è molto bello, magari fossi ancora io così"
"Ma che dici Gaetà che tu sei ancora nu leone" 
 
"Ma prima o poi abbandonerò la nave e so già che tu sarai un degno sostituto"
"E ja, mica sei così vecchio"
 
"Non ancora ma tu sei già sulla strada buona per rubarmi il lavoro, ragazzì" dice Pantera con tono sarcastico.
"Ti ho già sottratto due clienti" risponde Mimmo con lo stesso tono. 
 
"E con Simone com'è andata?" chiede Pantera e per poco Mimmo non si strozza con la birra.
"Non è che abbiamo avuto modo di parlare però è stato carino, anche molto simpatico più delle altre volte"
"Magari sarà stata la presenza dall'amica a tranquillizzarlo"
"Si, penso di si perché mi sembra un tipo un poco timido. Poi ad un certo punto hanno detto che prima non si sopportavano perché gli piaceva la stessa persona"
 
"Ah ma quindi proprio un confessionale" dice Pantera. 
"Si, ma almeno non siamo stati in silenzio"
 
"Sarebbe stato comunque impossibile con te vicino, sei troppo logorroico" dice Pantera con tono scherzoso. 
"E ja dillo che senza di me in quello studio ci sarebbe un mortorio" 
 
"Devo concedertelo in effetti" fa infine Pantera. 
"Comunque secondo te Gaetà ma questa persona è maschio o femmina?"
 
"E lo sapevo che il tuo pensiero fisso di oggi sarebbe stato questo" 
"Ma se l'hai scoperto dieci minuti fa"
 
"E ma io ti conosco troppo bene ormai"
"Vedi che succede ad essè troppo trasparenti" sospira Mimmo. 
 
"Comunque può essere tutte e due le opzioni però posso dire che secondo me le vibes gay ce l'ha?" 
"Ma Gaetà come siamo fatti giovani con questi termini" lo sfotte Mimmo.
 
"Ao, vedi che non so un vecchio decrepito ancora e poi passo la maggior parte del mio tempo con un 25enne, è normale"
"Ti farò qualche altra lezione allora" risponde divertito Mimmo. 
 
"Magari potrei chiedere al padre anche se con Dante non usciamo da un bel po'"
"Ma che sei impazzito? Non voglio invadere così la sua privacy" 
 
"Giusto giusto e allora devi ricorrere ai social" 
"È quello che ho intenzione di fare, mal che vada costruiamo una bella amicizia, no?"
 
"Certo, così poi facciamo le uscite a quattro con Dante" 
"Wa perché no, sono curioso di conoscere questo Dante"
 
"Magari diventa tuo suocero molto presto" lo prende in giro Pantera. 
"Non mi fà illudere Gaetà"
 
Mimmo torna a casa verso le 22.15 e corre quasi subito a letto perché la stanchezza si fa sentire. Prima però si concede un ultimo giro sui social e si sente un po' un cretino quando va a cercare nell'archivio la storia in cui lo aveva taggato Simone due settimane fa. Clicca sul nome ed è deciso a seguirlo, la tachicardia inizia a farsi sentire così senza pensarci clicca sul "segui" alla velocità della luce. Un secondo dopo blocca il telefono e chiude gli occhi, in attesa di una nuova e positiva notifica. 
 
Simone è ancora davanti al pc a vedere primo appuntamento con il telefono vicino ma non vede subito la notifica perché lo ha silenzioso. 
La vede solo 10 minuti dopo quando decide di chiudere il pc e mettersi a letto, i suoi occhi dopo due ore davanti allo schermo non ce la fanno più ma qualcosa improvvisamente gli fa passare il sonno. 
 
"mimmobrunitattoo ha iniziato a seguirti"
Simone sblocca velocemente il telefono con il cuore a mille e in un secondo accetta il segui. Poi pensa che Chicca non lo ha potuto taggare perché non ha pubblicato ancora nulla sul tatuaggio e che quindi probabilmente Mimmo lo ha cercato o è andato a ritroso nelle storie della pagina dello studio solo per cercare il suo nome. 
Il suo cuore inizia ad accelerare ancora più forte di qualche secondo fa, prima di avere questa consapevolezza. 
Forse Mimmo allora non è etero, pensa tra sé e sé Simone. Il problema sarà come approcciarsi a lui adesso che non ha più scuse per andare nel suo studio, poi pensa che se Mimmo ha iniziato a seguirlo magari farà lui il primo passo? 
Simone spera di sì.
 
Mimmo si è mezzo assopito quando la notifica del cellulare lo sveglia. 
"simone.balestra ha ricambiato il follow" 
Il cuore gli si fa improvvisamente più leggero e spera di non essere sembrato un maniaco nei pensieri di Simone. 
Il passo lo ha fatto, non ha idea di cosa farà adesso però almeno è riuscito in questa piccola impresa. 
Mimmo si sente andare lo stomaco in fiamme ed è la prima volta, dopo tanto tempo, che una persona gli fa questo effetto. Se sarà bello o sofferto questo sentimento lo deciderà a data da destinarsi. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Lasciati andare ***


Simone si è sbagliato evidentemente perché Mimmo non ha iniziato a fare nessun passo, forse lo ha iniziato a seguire solo per cordialità e simpatia perché è passata una settimana ma ancora non è successo niente. Infondo non gli è dovuto nulla, è lui che si sta illudendo che possa nascere qualcosa di più tra loro. 
 
Gli vibra il telefono ed egoisticamente spera sia un messaggio di Mimmo invece è Luna che gli chiede se gli va di andare a pranzo con lei e Chicca, Simone accetta subito. Verso le 12 esce di casa per raggiungere le ragazze in centro.
 
 
"Ciao ragazze"
"Ciao Simò" e le due si sporgono per dargli un bacio sulla guancia. 
 
"Come va?"
"Noi stiamo bene e tu?"
"Anche io dai" risponde Simone. 
 
"Non sei credibile Simò" gli fa Luna. 
"Si vede così tanto?" gli domanda dubbioso Simone. 
"Ammazza oh" risponde Chicca. 
 
"Sempre delicata come un camionista amò" risponde Luna e aggiunge, rivolgendosi a Simone, "dai, sputa il rospo"
"E che devo dirvi ragà? Sono stressato per l'uni" 
 
"Non ti crediamo e poi che c'entra, anche noi andiamo all'uni ma come vedi siamo sempre raggianti. Vero Lù?" Chicca fa un cenno alla sua ragazza che ricambia subito. 
"Ma voi siete un caso da studiare infatti, siete due aragoste inseparabili come Ross e Rachel"
 
"Belli loro ma noi preferiamo i Mondler" dicono le due divertite dalla piaga che ha preso la conversazione. 
"Non avevo dubbi, io invece mi sento un po' come Joey" dice Simone. 
 
"Niente novità con il tuo bel tatuatore?" chiede poi Luna. 
"No, mi ha seguito su ig ma non mi ha mai contattato"
 
"Magari aspetta che sia tu a farlo" risponde Chicca.
"Ma mi ha seguito lui per primo"
 
"Madò Simò ma pure su questo ti fermi a pensare? Tu ci tieni a parlare con lui?" chiede Luna.
"Si, certo" 
 
"E allora non perdere l'occasione" dice Luna.
"Si, ma io non so cosa scrivergli. Non lo conosco, non abbiamo praticamente niente in comune da quel che ne so"
 
"Da quarche parte devi pure comicià Simò" fa Chicca. 
"Non me la sento ancora, aspetto che magari si svegli lui" dice infine Simone.
"E daje Simò però, così se fa notte" risponde di nuovo Chicca. 
"La puoi far stare zitta un attimo Lù? Non la sopporto più. Ecco magari non con un bacio perché mi sento già abbastanza single" dice Simone con le mani incrociate a mo' di preghiera. 
 
"Eccoti accontento" fa Luna dopo aver dato un colpetto sulla coscia di Chicca che si è girata a guardarla malissimo poi però aggiunge "anche se ha ragione Simò"
"Voi due ormai siete le mie peggior nemiche" risponde Simone. 
 
"E allora vai, esci con quel tuo amico Alessandro se non ti piace la nostra compagnia" dice Chicca facendo una smorfia. 
"Alessandro in effetti è un po' noioso ma almeno è l'unico sano di mente in facoltà"
 
"Oh, finalmente lo hai ammesso" fa Luna.
"Si, ma non diteglielo, porello"
"Manteremmo il segreto, tranquillo" dice infine Chicca. 
 
"Ma quindi non c'è nessun modo per farti cambiare idea sul farti avanti con Mimmo?" domanda Luna.
"No Lù, giuro che ci penso ma per ora non penso farò qualcosa"
 
"Va bene dai, non insistiamo"
"Ecco, brave"
 
Dopo qualche altra chiacchierata e il caffè si salutano e ognuno prende la propria strada, con la promessa che si rivedranno nei giorni successivi. 
Simone ha constatato che, anche se a volte sono insopportabili, ha bisogno di vederle almeno due volte la settimana per sentirsi bene. Di conoscenti ne ha tanti ma di amici veri e propri può contare solo Luna, Chicca e Alessandro. Vorrebbe socializzare di più ma ultimamente non gli riesce molto bene e l'università gli toglie tanto tempo così preferisce passare quei ritagli di tempo libero con persone che sa che non lo giudicano e che lo fanno sentire a proprio agio. 
 
 
Anche Mimmo, nella sua testa, fa questi pensieri da circa una settimana eppure non riesce proprio a scrivergli a Simone. Si vergogna troppo ed è la prima volta che gli succede con qualcuno che gli piace perché di solito si butta alla prima occasione ma quell'aria di riservatezza nei gesti e nelle parole di Simone lo stanno frenando. 
È un venerdì e ha deciso di fare pausa pranzo a casa stavolta perché di pomeriggio aprono alle 17.30 anziché alle 16.30. Dopo il caffè decide di fare una bella telefonata a Roberto. Il suo educatore all'IPM ma non solo, la sua figura paterna insieme a Pantera. È stato trasferito, di nuovo, da pochi mesi e quindi non ha più la possibilità di vederlo a Roma. 
Ha proprio voglia di sentire una voce famigliare che gli scaldi l'umore e non c'è persona migliore di Roberto in questo. 
 
"Ciao Robè"
"Oi Mimmo, che piacere sentirti! Come stai?"
 
"Sto molto bene e tu?"
"Anche io, a Lecce mi trovo bene ed è una bella città"
"È sempre l'aria del sud"
"Tieni ragione. E tu come va con Pantera? Lo studio? Dimmi un po'"
 
"Geatano è sempre issu e allo studio mi trovo benissimo, ultimamente abbiamo avuto molti clienti e questo lavoro mi piace sempre di più"
"Non sai quanto so felice di sentirti dire queste cose"
 
"Senza di te lo sai, non sarei mai arrivato fino a qui"
"Ho fatto solo il mio lavoro"
 
"No, tu cu me hai fatto molto ma molto di più di quello che ti era dovuto"
"Ti ho preso a cuore, che ci posso fà?"
 
"Infatti è impossibile non volermi bene"
"Come siamo modesti"
 
"Ma tu invece lo senti mai Gaetano?"
"Poco però anche lui quando sono arrivato a Roma mi ha fatto sentire accolto. Dovrei sentirlo più spesso"
 
"Tranquillo, ci parlo io con quella capa e' cazz" 
"Ma mi hai chiamato così giusto per o mi devi dire qualcosa?"
 
"No, così per sentirti dopo tanto tempo"
"Ma sicuro Mì? Guarda che mi puoi dire tutto"
 
"Sicuro sicuro, avevo bisogno di sentire la voce di qualcuno che mi vuole bene"
"Sai che puoi chiamarmi quando vuoi e se c'è qualcosa di cui mi vuoi parlare, puoi farlo"
 
"Grazie, u sacc. Comunque niente, è una cazzata"
"E tu dimmela lo stesso"
 
"Je m' 'o ssento, me stong annammurranno"
"E chista sì che è una bella notizia"
 
"E non so se è veramente buona perché comunque lo conosco da un mese scarso, è venuto a ripassare un tatuaggio in studio"
 
"Ah, ma quindi un cliente"
"Eh sì, è venuto anche una seconda volta con un'amica che si doveva un tatuaggio"
 
"Hai capito, già due volte"
"Tre, se contiamo quando è venuto a chiedere informazioni. Tra l'altro è il figlio di quell'amico di Gaetano, Dante"
 
"Ah si, ne ho sentito parlare anche io quindi hai anche l'aggancio. Che aspetti Mimmù?"
 
"Un sacc manco io, vorrei essere sicuro che io possa interessargli in quel senso e poi comunque ci conosciamo da troppo poco"
"Tempo al tempo, sono sicuro che se anche lui vuole conoscerti si farà vivo a breve" 
 
"E ho anche paura che mi giudichi per il mio passato, anche se sai che a me non m'ha mai fatto paura sta cosa"
"E allora mi sa che ti stai prendendo una bella cotta caro mio" 
 
"Sono imbarazzante, vè?"
"Ma che dici, io sono sempre felice quando mi racconti cosa fai e cosa vivi"
 
"Ti voglio bene Robè"
"Anche io, adesso devo staccare che devo rientrare al lavoro però ma ci sentiamo presto"
 
"Vieni a Roma qualche volta"
"T'ho prometto, ciao Mì"
 
 
Dopo aver chiuso la telefonata con Roberto Mimmo si sente molto più leggero e confortato soprattutto. Non ha ancora idea di che potere abbia quell'uomo ma ci riesce ogni volta, anche se sono distanti. 
Si è preso qualche altro giorno per pensarci ma è deciso a buttarsi e vedere dove lo porterà la conoscenza di Simone. 
 
 
Nel pomeriggio rientrando a lavoro accade qualcosa di inaspettato, anche se Mimmo scoprirà la vera sorpresa solo tra qualche giorno. 
Gli arriva un messaggio sulla pagina da parte di una ragazza che chiede quando sia possibile fare un piercing. Mimmo si consulta con Pantera per sapere bene gli orari della loro piercer, Valeria, e dopo cinque minuti risponde dandole appuntamento per martedì alle 18.
 
Luna e Chicca, dopo aver ricevuto l'ultima conferma da parte dello studio, si guardano complici e si battono il cinque a vicenda.
 
"Dici che stiamo a fà una cazzata?" chiede poi Chicca. 
"Magari ci odierà all'inizio ma poi ci perdona" risponde Luna. 
 
"Nel frattempo io mi preparo psicologicamente" risponde la sua ragazza. 
"E comunque io volevo farmi l'helix da tanto, ho solo colto un'occasione" fa Luna.
 
"Ecco vedi, siamo due anime innocenti" risponde Chicca divertita.
"Simone non ci odierà"
"No, non ci odierà"
 
Si autoconvincono le due ragazze mentre scrivono già a Simone di tenersi libero martedì per uscire insieme, Simone le risponde subito dicendo che ci sarà senz altro, ignaro di cosa hanno appena creato le sue due più grandi amiche. 
 
 
Martedì è arrivato. Simone non vede l'ora di uscire a prendere un po' di aria e staccare dai libri, non sa che invece ciò che sta per succedere lo manderà ancora più in allarme. 
 
"Ma quindi dov'è che andiamo?" chiede Simone. 
"A prendere un aperitivo" ribattono Luna e Chicca. 
 
"Ma in questa zona non usciamo mai. Perché proprio qui?" domanda Simone. 
 
"Ha aperto un nuovo locale e una collega di facoltà mi ha detto che fanno un aperitivo da urlo a poco prezzo" risponde Luna. 
"Ah dai, non lo sapevo" fa Simone. 
 
"È proprio qui dietro l'angolo" fa Chicca. 
 
Una volta arrivati Simone si rende conto di essere vicino alla traversa dello studio di tatuaggi di Mimmo e Pantera.
 
"Chicca, Luna dovete dirmi qualcosa? Qui non c'è nessun locale"
"Ma che dici, è qua a destra alla fine del marciapiede" fa Chicca. 
 
"Siamo vicino allo studio di Mimmo, ci sono venuto tre volte. Okay che sono rincoglionito a volte ma non così tanto, mi ricorderò pure la via dell'unico posto in cui posso reperire la mia crush. Che avete combinato?" chiede Simone con le braccia incrociate.
 
Luna e Chicca si guardano, abbassano lo sguardo e iniziano a confessare. O meglio, prima parte Chicca ma poi si ferma e fa continuare Luna. 
"Ho prenotato per farmi l'helix e ho pensato che ti faceva piacere venire con noi per rivedere Mimmo"
 
"Mi avete aggirato allora?" 
"In un certo senso, una piccola omissione" fa Luna. E aggiunge "ha detto che la piercer è una ragazza e quindi me lo farà lei" 
 
"Lo abbiamo fatto per farti sveglià Simò" dice Chicca. 
"Voi andate, io mi fumo una sigaretta e magari poi mi faccio vedere" fa Simone. 
 
"Ma che sei incazzato con noi?" chiede Luna. 
"Ma no Lù, anzi alla fine avete fatto un gesto carino ma mi è salita l'ansia e devo calmarmi un pochino"
 
"Bel modo di calmarsi intossicandoti Simò" fa Chicca.
"Senti chi parla, colei che fuma come un turco" 
Chicca gli fa la linguaccia e poi entra nello studio con Luna, lasciando Simone fuori ad accendersi la sua sigaretta-calmante. 
 
 
La piercer è in uno degli studi ma ad accorgliere le due ragazze è proprio Mimmo che riconosce subito Chicca. 
 
"Oh ciao, che piacere rivederti qui"
"Ciao Mimmo, anche per me è un piacere"
 
"Ma sei tu che hai prenotato per il piercer?"
"Nono, io sono solo qui per compagnia anche se mi piacciono. Comunque ha prenotato la mia ragazza, Luna"
 
"Piacere, sono Luna"
"Piacere mio, Mimmo. Siete quindi entrambe amiche di Simone"
"Sisi, anzi lui in realtà è fuori a fumare" 
 
"Allora venite, vi accompagno da Valeria e stai tranquilla Luna, è solo un pizzico"
"Ci proverò, grazie Mimmo"
"A dopo" 
 
E Luna si gira verso Chicca facendole un'espressione tipo "che tipo gentile e carino" e Chicca annuisce perché anche lei lo pensa. 
Mimmo invece si fionda a fumare anche lui con il cuore a mille al pensiero di rivedere Simone dopo quasi due settimane. 
 
 
"Ciao Simò, che bello vederti" gli dice con il suo solito sorriso che 
Simone essendo girato dietro non nota e per un attimo sussulta. 
"Oi, ti ho spaventato?" chiede poi Mimmo.
 
"Ehi ciao Mimmo. Nono, ero io distratto" fa Simone e poi aggiunge "anche per me è bello vederti"
 
"Non sapevo che la ragazza che ha prenotato fosse tua amica"
"Guarda, neanche io lo sapevo che aveva deciso di farsi questo piercing. L'ho scoperto poco fa" dice Simone con lo sguardo basso per evitare di imbarazzarsi qualora Mimmo lo guardasse a sua volta. 
 
"Ah" risponde Mimmo compiaciuto. 
 
"Sennò se avessi saputo ti avrei scritto come di consueto io" dice poi Simone.
"Ma tranquillo, vi dobbiamo pagare una percentuale per tutti gli appuntamenti di questo mese" risponde sarcastico Mimmo. 
"Ma alla fine sono solo tre" risponde semi-serio Simone. Proprio nel suo stile, Mimmo lo guarda comunque incantato. 
 
"Ma scusa se mi faccio gli affari tuoi" inizia Mimmo. 
"Dimmi" dice con tutta calma Simone. 
 
"Quindi Chicca e Luna stanno insieme?"
chiede titubante Mimmo. 
"Si, stanno insieme da due anni e mezzo. Prima erano solo amiche e anche con Luna ci conosciamo dal liceo"
 
"Ahh che bello, si vede che siete un gruppo unito"
"Grazie, in effetti con loro mi sento veramente me stesso"
"È una cosa bella questa che hai detto" dice Mimmo e poi aggiunge "Vuoi?" offrendogli un'altra sigaretta.
 
"Si, grazie" per la sua salute Simone avrebbe dovuto rifiutarla visto che ne ha spento una due minuti fa ma quando gli ricapita, pensa tra sé e sé.
 
Mimmo gliela passa, dopo essersi portato alle labbra la sua. Poi prende l'accendino, fa un pochino di ombra con l'altra sua mano e gliela accende. 
Simone rimane immobile per tutto il processo di questo piccolo momento ed è a tanto così da sentirsi cedere le gambe. Restano in silenzio un po' e Mimmo dopo essersi acceso la sua si gira in direzione di Simone, ancora mezzo imbambolato e gli sorride. 
Simone gli sorride a sua volta ma ha seriamente bisogno di un appoggio al più presto perché nel giro di cinque minuti ha visto sorridere Mimmo almeno dieci volte, lo ha visto fumare e per di più ha acceso anche la sua sigaretta. Simone si sente bruciare lo stomaco proprio come la cicca della sua sigaretta che è giunta quasi al termine. 
Mimmo invece sembra così tranquillo, pensa Simone dentro di sé ignaro che anche lui sta sentendo miliardi di farfalle nello stomaco. 
 
Mimmo, tra un tiro e l'altro, preso da uno slancio gli chiede:
"Senti ma che ne dici se ci scambiamo il numero? Così se hai ancora bisogno di me mi puoi contattare più facilmente"
 
"Ma certo, anche se non penso avrò ancora bisogno" risponde con una piccola risata Simone.
 
"Beh, non si sa mai metti caso ti venga voglia di farti un altro tatuaggio"
"Impossibile però sicuramente mi piacerebbe conoscere meglio te" dice Simone quasi con lo sguardo basso.
 
"Anche a me" risponde Mimmo con due occhi che brillano quasi più del sole, Simone non riesce a guardarli per più di dieci secondi altrimenti si sente male. 
 
Mimmo poi aggiunge "Cioè mi stai un sacco simpatico" con un sorrisino imbarazzato.
"Gra...
Grazie, anche tu" risponde Simone con le guancie arrossate. 
 
"Eccoti il numero, fammi uno squillo che poi memorizzo anche io il tuo" gli dice Mimmo dopo averglielo memorizzato sul cellulare lui stesso. 
"Certo" 
 
"Mi sa che le tue amiche hanno finito, sono alla cassa a pagare"
"Hanno fatto presto" fa Simone.
 
"I piercing sono più sbrigativi. Comunque allora ci sentiamo?" chiede Mimmo.
"Ma certo, a presto" risponde Simone. 
 
Lo vede rientrare e salutare cordialmente Chicca e Luna mentre gli lascia la porta aperta per farle uscire. 
Simone guarda fisso alla porta per almeno un minuto e poi inizia scuotere la testa per capire se ciò che ha appena vissuto è vero. 
 
 
"Ao Simò, te sei incantato?" gli fa Chicca. 
"Mi sa che ha funzionato" fa Luna. 
 
"Voi non capite che mi ha acceso la sigaretta a millimetri di distanza, mi sono sentito sposato cit."
"Comunque è proprio gentile e anche molto bellino" fa Luna, che non lo aveva ancora visto dal vivo. 
 
"Si, è bellissimo" risponde Simone ancora nel mondo dei sogni. 
"Beh, non mi chiedi niente del piercing?" chiede Luna.
 
"Hai ragione, scusami. Ti ha fatto male?"
"No, pochissimo. Non è bello, vè?"
 
"Ti sta molto bene"
"Moltissimo, la mia fidanzata è la più bella del mondo" dice Chicca avvolgendole un braccio intorno al collo per lasciarle un bacio sulla guancia. 
Simone si rende conto solo ora che non gli ha detto la notizia più bella e importante.
 
"Ah, comunque Mimmo mi ha dato il numero" sgancia ad una volta. 
"Cosa? E ce lo dici così?" chiedono quasi urlando Chicca e Luna.
 
"Sono ancora frastornato da questo momento, capitemi"
"E allora devi scrivergli adesso, non hai più scuse"
 
"No infatti stasera, appena arrivo a casa, gli scrivo"
"Hai visto che abbiamo fatto bene?" chiedono le due con uno sguardo al limite dell'irritante.
 
"Ve lo concedo, siete perdonate ma ora muoviamoci che tra poco voglio tornare a casa" dice Simone. 
Lui gli dà una piccola spinta sulle spalle ad entrambe per farle accelerare ma loro si fermano a guardarlo malissimo. Simone scoppia a ridere e loro con lui, si incamminano di nuovo verso il centro ridendo come tre ragazzini del liceo ancora non del tutto cresciuti. 
 
 
"Gaetà, Gaetà" dice Mimmo urlando a chiusura studio. 
"Mimmo ma che cazzo ti urli?" chiede lui. 
 
"Pomeriggio è tornato Simone, o meglio è venuto con l'amica del tatuaggio e la ragazza che ha prenotato il piercing. Cioè in pratica ste due sono fidanzate e Simone è venuto per un'ulteriore compagnia e ci siamo scambiati i numeri e mi ha detto che gli farebbe piacere conoscermi" dice tutto ad un fiato Mimmo.
 
"Attento che ora te cade la mascella per quanto stai sorridendo" dice Pantera. 
"E ja ma poi non ho capito una cosa. Cioè stavolta non mi ha contattato lui e mi ha fatto intendere che non sapeva nulla di questo appuntamento, cioè le amiche glielo hanno fatto di proposito?" si interroga Mimmo. 
 
"Azz, qui la cosa si fa interessante. Loro lo hanno portato qui senza farglielo sapere perché magari lui ti vuole conoscere meglio ma non ha avuto il coraggio di scriverti nei giorni passati"
"Esatto Gaetà, esatto. Ti rendi conto?" chiede Mimmo con un sorriso a trentadue denti.
 
"Secondo me stasera ti scrive, ormai si è buttato" dice Pantera. 
"Speram Gaetà, sto aspettando solo questo e infatti corro a casa" 
 
"Attento a non inciampare da qualche parte mentre cammini" gli dice Pantera"
"No no, tranquillo" ignaro che prima di aprire la porta ci stava quasi sbattendo contro. 
Pantera lo guarda uscire e ride, come uno di quei papà che sentono trasferita su di essi la propria felicità dei loro figli. Solo Mimmo riesce a tirare fuori questo lato di sé. 
 
 
Mimmo si è spaparanzato sul divano con il suo poké ordinato una mezz'ora fa e guarda ossessivamente il cellulare. La tv a fargli di sottofondo perché fondamentalmente non gliene frega niente di quello che sta sentendo e poi finalmente il suono di un messaggio. 
Posa il contenitore del poké, ormai vuoto, e si fionda a prendere il cellulare. 
È Simone e già sorride come un idiota. 
 
"Ciao Mimmo, sono Simone :)"
"Ciao Simò, poi non ho più avuto tempo al lavoro ma adesso mi salvo il numero :)"
 
"Non ti preoccupare, anzi forse stando fuori con me ti ho fatto perdere ancora tempo"
"Ma va, ero in un momento libero e tu hai reso più piacevole la mia pausa sigaretta :)" 
 
Mimmo si rende conto di aver detto una cosa da super sottone ma onestamente non gli interessa perché ha aspettato anche troppo questo momento. 
 
Simone quasi sviene, anche se è sdraiato sul letto a dire la verità, alla vista di quel messaggio e pondera bene come rispondere. 
 
"Mi fa piacere che tu gradisca la mia compagnia" risponde infine e si maledice perché gli sembra un tono così serio e freddo. Non può vederlo ma Mimmo sta sorridendo lo stesso. 
 
"Perché? C'è qualcuno che non la gradisce?" 
"Diciamo che era da un po' che non mi capitava"
 
"Esci poco?" chiede poi Mimmo ma se ne pente subito dopo. 
"Scusami, non volevo essere invadente, ignorami :/"
 
"Ma va, tranquillo :) 
Comunque esco spesso ma sempre con Luna e Chicca e pochi altri amici" 
"E io invece esco spesso con Pantera, pensa tu" 
 
"Ahahah però Pantera sembra un tipo interessante"
"Molto, sai non pensavo fosse amico di tuo padre"
 
"Ah guarda, io fino a un mese fa neanche"
"Comunque non sembra ma è anche un tipo divertente"
 
"Ti credo, ti credo"
"Adesso conoscendoci possiamo variare un po' di conoscenze, no? ;)"
Simone si gongola sul letto e si sente andare a fuoco per una faccina da boomer con l'occhiolino. 
 
"Certo, mi piacerebbe uscire con te e non solo parlare per messaggi" 
Risponde lui con la sua solita serietà. Si odia un pochino. 
 
"Anche a me, oggi mi ha fatto proprio piacere vederti" 
"Non era in programma in realtà"  
 
"Lo avevo immaginato, meno male che mi hai beccato in un momento libero"
"Si, per fortuna perché altrimenti sarei rimasto fuori a fumare altre dieci sigarette"
 
"Ma sono troppe! Almeno ne hai fumata una sola e pure con la compagnia migliore che potessi avere ;)"
Simone vorrebbe cavarsi gli occhi perché si immagina Mimmo che gli fa l'occhiolino ripetutamente con quei suoi occhioni azzurri. Gli serve un bicchiere d'acqua e anche di corsa. 
 
"Siamo molto modesti vedo ;)"
Simone si sente scemo a mettere quella faccina ma invia lo stesso sperando che faccia effetto a Mimmo. Lui in tutta risposta si butta a peso morto sul divano con una paralisi facciale, o quasi. 
"È che mi voglio molto bene" 
 
"Comunque hai una foto veramente bella" gli risponde Simone cambiando argomento. E in effetti Mimmo ha una foto di lui tutto concentrato mentre tatua, con il cappellino messo all'indietro da dove escono i suoi capelli biondi, una t-shirt verde e il braccio scoperto dove si intravedono i tatuaggi. Simone pensa che ne diventerà ossessionato anche se il suo viso e i suoi occhioni non si vedono bene. 
 
"Ma grazie :) alla fine non è niente di che. Mi piaceva però avere qualcosa sul mio lavoro che amo"
"Si vede la tua passione, sei tutto bello concentrato" 
Simone si pente di aver inserito quel "bello" perché sa che potrebbe essere frainteso e da una parte ci spera pure. 
Mimmo sente andare le sue guancie a fuoco e si sente un gattino a cui hanno appena fatto le coccole contemporaneamente. 
Poi gli risponde. 
 
"Grazie, anche tu stai molto bene nella tua" 
Simone ne ha una a metà faccia, sdraiato sull'erba del giardino della villa, il sole in faccia che gli illumina i capelli e l'occhio color nocciola. Mimmo si è trattenuto con quel "stai molto bene" perché nella sua testa il pensiero era più un "a ra facc do cazz" 
 
"Grazie mille" risponde lui. Mimmo percepisce la sua timidezza fino a qui. 
 
Iniziano a chiacchierare di altro finché Mimmo non crolla sul divano verso le 23 e qualcosa, Simone aspetta un altro po' la sua risposta ma poi sente anche lui il peso del sonno.
 
Mimmo si addormenta con il cellulare sul petto e con piccolo sorrisino. Simone prima di addormentarsi invece guarda di nuovo la chat ma vede che Mimmo non ha ancora risposto, ormai starà dormendo pensa tra sé e sé. 
Dopo stasera Simone vorrebbe non illudersi, come al suo solito, ma questi messaggi con Mimmo non glielo rendono facile anche perché non gli sembrano proprio l'inizio di una semplice amicizia. 
 

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Capitolo 6
*** Non dirmi altro ***


Simone la mattina dopo si sveglia ad un orario che potrebbe definire illegale, per fortuna sua nonna non gliene fa una colpa quando si alza solo per scendere giù a pranzare dopo essersi vestito. 
I suoi pensieri però rimangono fissi alla chat con Mimmo, gli sembra ancora assurdo che abbia il suo numero e che ieri sera abbiano flirtato un po'. 
Sta seriamente pensando di fare una
statua a Luna e Chicca perché probabilmente senza la loro iniziativa non gli avrebbe scritto così presto. Chissà cosa sta pensando Mimmo del fatto che le sue amiche si siano messe d'accordo per farli incontrare e senza accorgersene gli si colorano le guancie. 
Mimmo, però, non gli ha ancora risposto e gli sembra strano. Forse non sa come continuare la conversazione? Forse non ha avuto tempo tra il lavoro e le altre cose? 
Un po' ci resta male e un po' vorrebbe scrivergli, di nuovo, ma non sa cosa. 
Gli sembra idiota iniziare una conversazione con "ciao, come stai?" anche se è la prassi. 
Durante la giornata cerca di distrarsi come può ma neanche con lo studio riesce concludere molto, l'unica cosa di cui ha bisogno è una pausa e un po' di aria di fuori. 
Si porta il pc e le cuffie, ha intenzione di guardarsi qualcosa di comfort che gli faccia risalire l'umore e decide di guardarsi una puntata random di una delle sue serie preferite. Nel frattempo scrive a Chicca e Luna, hanno un gruppo in comune:
 
Simone: Forse non vi odio più
Chicca: Hai visto amò @luna? 
Luna: Mi sento meno in colpa adesso. E quindi??
 
Simone: E quindi niente, ci siamo scritti un po' ma ora non risponde da ieri sera e non so se inviargli un messaggio
Chicca: Sempre il solito paranoico
Luna: Ma chi ha lasciato il visualizzato?
 
Simone: Lui
Chicca: Ma ancora a ste cose state a pensare 
Luna: Si amò. Comunque io direi di aspettare un altro po' magari ti riscrive lui
 
Simone: Aspetto la fine della serata, magari dopo il lavoro si fa vivo
Chicca: Brà
Luna: Aggiornarci, mi racc
 
-
 
Simone dopo una lunga pausa in cui ha perso tempo al cellulare e al pc si sforza di cercare di studiare qualcosa. 
 
-
 
Mimmo, invece, al lavoro è poco concentrato e si sente anche un perfetto idiota a stare così per una persona che ha visto tre volte in vita sua. Ne parla con Pantera che in realtà è un po' pieno di subirsi i suoi scleri quasi adolescenziali.
 
"Oi Gaetà, ieri io e Simone ci siamo scambiati il numero e abbiamo iniziato a parlare"
"Oh finalmente quindi adesso mi lasci stare?" 
 
"E no, anzi, adesso mi serve la tua esperienza"
"E sentiamo, che esperienza ho?"
 
"Ma dai, non fare il fintotondo che ogni donna over 40 e anche le ragazze più giovani ti sbavano dietro quando entrano in studio"
"Beh, non hai tutti i torti anzi anche gli uomini lo fanno"
 
"Ecco appunto, fai proprio na strage"
"E quindi questo Simone sembra interessante come appare?" chiede Pantera con un un sopracciglio leggermente alzato.
 
"Abbiamo parlato poco ma ho tutta l'intenzione di scoprirlo"
"Io so già molte cose sul suo conto grazie a Dante ma aspetterò sia lui a dirtelo"
 
"E ja però adesso mi hai incuriosito"
"Ma non ti posso dire niente, non sarebbe rispettoso. Ma comunque, vi siete già organizzati per uscire?"
 
"No, in realtà no. Non volevo essere precipitoso e abbiamo iniziato a parlare tardi e infatti in realtà..." Mimmo fa rimanere la frase in sospeso e inizia a gesticolare. 
"In realtà?" incalza Pantera.
 
"In realtà non gli ho più risposto perché mi sono addormentato e non so che dirgli, mi imbarazzo"
"Mimmù, stiamo messi male se già non sai cosa dirgli dopo un giorno. Trova qualcosa di carino" prova a consigliargli Pantera.
 
"Qualcosa di carino?" e glielo chiede con un tono decisamente troppo alto. 
"Eh sì, quelle che cose che vi mandate voi giovani" 
 
"Non ho capito molto bene ma ok" risponde scettico Mimmo.
"Tu fai fai" 
 
"Okay ma mo che dobbiamo fà?"
"Tra poco arriva un mio cliente, se vuoi tu puoi assistere"
"E certo che assisto, non ho appuntamenti"
 
 
Mimmo mentre osserva il grande tatuaggio che deve eseguire Pantera rimugina alla conversazione di poco fa. Che cazzo significa "qualcosa di carino"?
Si allontana per un po' dallo studio per fare uno spuntino e fumarsi una sigaretta, verso le 16.30 ha sempre bisogno di questo quarto d'ora altrimenti non vive bene. 
 
Inizia a scrollare la home di instagram dove segue moltissimi tuatuatori e nella sezione dei "miei per te" trova effettivamente ciò che stava cercando e comprende anche cosa voleva dire Pantera. "Qualcosa di carino" si riferiva ai meme e infatti Mimmo ha appena trovato un meme perfetto da mandare a Simone.
 
Un breve video di un ragazzo che chiede alla tatuatrice "scusi, come posso coprire questo tatuaggio?" E la tatuatrice per tutta risposta gli abbassa di nuovo la felpa per coprire il tatuaggio ad altezza polso. Mimmo ha riso un po' troppo per questa cazzata e proprio per questo decide di mandarlo a Simone, anche per scusarsi di essere sparito.
 
-Ciao Simò, innanzitutto mi scuso per essere sparito ma stamattina mi so svegliato tardi e so dovuto correre a lavoro immediatamente che avevo un appuntamento con un cliente. Comunque ho trovato questo meme e ti ho pensato, siamo proprio noi ahahah.
Spero tu tutto bene 🫶
 
Simone, che ovviamente, non aspetta altro da questa mattina gli risponde subito. 
 
-Ciao Mimmo, non ti preoccupare 🫶 
Io tutto bene e spero che la tua giornata di lavoro stia andando bene. Ti pregoooo ho riso moltissimo, è troppo accurato 😭 in effetti era talmente fatto male che tu non riuscivi a guardarlo senza ridere 
 
Nessuno dei due lo sa ma entrambi stanno sorridendo come due perfetti idioti davanti al cellulare. 
 
Mimmo: Si, tutto bene, grazie 🫶
No ma veramente, era uno scempio anche se meno peggio di quelli che vedo a volte
Simone: Posso solo immaginare
 
 
Mimmo: Poi magari ti racconto qualche aneddoto divertente qualche volta
Simone: Ci conto, eh
 
Mimmo: Ma visto che nell'ultimo mese mi hai portato due clienti, facciamo tre con te, che ne dice se mi sdebito con un caffè? 
Simone: Non c'è bisogno di sdebitarsi ma un caffè con te lo accetto volentieri
 
Mimmo: Ti va bene domani alle 18? Io non ho più clienti dopo le 17 quindi sono libero
Simone: Certo, va benissimo 
 
Mimmo: E il posto?
Simone: Guarda, per me è indifferente, anche vicino al tuo studio va bene 
 
Mimmo: Perfetto, allora poi vediamo 🥰
Simone: Certo 🫶
 
-
 
Simone non si aspettava un invito così presto, okay alla fine è solo un caffè ma sta già iperventilando al pensiero. Mimmo invece si domanda cosa spinge Simone ad apprezzare uno come lui in preda a mille complessi di inferiorità. 
 
Simone, dal canto suo, invece informa subito Chicca e Luna dell'uscita a cui rispondono molto entusiaste. E nonostante abbiano già concordato tutto per l'uscita Simone continua a scriversi per quasi tutta la sera con Mimmo, inviandosi meme stupidi e condividendo aneddoti divertenti sui clienti disperati che vanno a tuatuarsi da lui. 
 
-
 
La mattina Mimmo arriva in studio con un sorriso smagliante. 
 
"Ma che hai fatto? La pulizia ai denti?"
"Ma va Gaetà, i dentisti a quest'ora so ancora chiusi"
 
"E quindi? Che è successo?"
"Niente, ieri sera ho chiesto a Simone se gli andava di prendere un caffè insieme oggi e mi ha detto subito si"
 
"Oh, finalmente facciamo progessi"
"Si, non esco con qualcuno che mi piace e con cui spero di avere possibilità da un anno. Non so più come se fa"
 
"So sicuro che ti scioglierai subito anche perché è difficile farti stare zitto"
"Quindi tu mi odi?" gli chiede Mimmo per scherzare.
 
"Si, abbastanza" risponde divertito Pantera. 
"Ah, comunque gli ho dato appuntamento alle 18"
 
"Alle 18? Ma siamo ancora aperti"
"Si ma io dopo le 17 non ho nessun cliente e se viene qualcuno per me passerà qualche altra volta"
"Adesso ti odio veramente" risponde Pantera. 
 
-
 
Quello che Mimmo non sa è che anche Simone non prova queste sensazioni da un po'. In verità in amore gli è sempre andata male e si è innamorato delle persone sbagliate. Ed ora è davvero la prima volta, dopo tanto tempo, che spera non diventi subito tutto un disastro. Anche perché qui non c'è mai stata l'intenzione di essere solo amici sin dalle prime volte, anzi è scattato proprio il colpo di fulmine da entrambe le parti. Simone si sente lusingato e spera di non deludere le aspettative che si è creato Mimmo. 
 
-
 
"Oi pà, io sto uscendo" fa Simone al padre davanti l'uscio del suo studio. 
"Esci con Chicca e Luna?" chiede lui.
 
"Nono, in realtà sto andando a prendere un caffè con Mimmo"
"Ah si, l'apprendista di Pantera"
 
"Si, lui"
"Non sapevo foste diventati amici"
 
"Ci parliamo da un po' e siccome gli ho portato in studio anche Luna e Chicca vuole sdebitarsi"
"Ah, capito" risponde dubbioso Dante. 
 
"Tu non esci mai ultimamente invece"
"No, troppo da fare con la scuola però forse settimana prossima riesco ad uscire proprio con Pantera"
 
"Ah, bene dai. Comunque Mimmo sembra molto simpatico" aggiunge Simone non sapendo cosa dire.
"Allora vai dai, non farlo aspettare"
 
-
 
Mimmo ha mandato la posizione a Simone e lo sta aspettando già al bar cinque minuti in anticipo perché non si sa mai. 
 
"Ciao Mimmo, scusa per il ritardo ma c'era troppo traffico" fa Simone una volta arrivato. 
"Ciao Simò, non ti preoccupare" si salutano con due baci sulla guancia. 
Simone ha già caldo e Mimmo è felice di essere già a mezza manica, anche se è solo la fine di marzo. 
 
"Come stai?" chiede Simone. 
"Molto bene e tu?" replica Mimmo, con quel suo solito sorriso. 
 
"Io molto stressato per l'università ma in generale sto bene"
"Devi dare molti esami?"
 
"In questa sessione no, solo due ma sono belli tosti"
"Aia, immagino"
 
"Non posso lamentarmi, ho scelto io questa vita" risponde Simone ridendo.
"Chist è pure vero"
 
"A te non ti sarebbe piaciuto studiare?"
"Si e no, storia lunga"
 
"Se ne vuoi parlare io sono qui"
"Magari un'altra volta" risponde Mimmo abbassando un po' lo sguardo.
 
"Assolutamente, quando ti va" 
"Comunque vedià il tatuaggio se è guarito bene"
 
"Si, te lo faccio vedere subito" Simone ha indosso una camicia sopra la t-shirt quindi se la leva per alzare l'altra maglietta. Mimmo deve guardare altrove perché non è abituato a così tanta bellezza.
"È perfetto, lo hai curato benissimo"
 
"Grazie, è che in realtà sono un po' paranoico su queste cose, non volevo mi venisse un'infezione" lo dice quasi a bassa voce per la vergogna.
"Aah ma tranquillo Simò, anche io so così e soprattutto raccomando ad ogni cliente di disinfettare bene"
 
"Infatti senza tua guida probabilmente avrei fatto un disatro" ride Simone e Mimmo già si bea di quella visione, sperando che sia la prima delle tante. 
"Ma adesso me la racconti la storia dietro questo tatuaggio?" chiede titubante Mimmo. 
 
"Certo, certo..." risponde con tono basso Simone, poi vede Mimmo sorridergli e fargli un cenno con la testa e inizia a spiegare. 
"Allora in realtà l'ho fatto con una scusa solo per passare più tempo con una persona"
 
"E questa persona ti piaceva?"
"In realtà ero andato lì proprio per capire se fosse possibile anche questa cosa e quel pomeriggio ho capito che sì; mi ero innamorato sul serio. Così ho pensato la prima cosa che mi è venuta in mente e me la sono fatta tuatuare, anche perché da matematico adoro questa formula, cioè alla fine non è senza significato"
 
"E con questa persona poi è andata a finire bene?"
"No, cioè c'è stato qualcosa ma è finita presto"
 
"Ah, mi dispiace"
"Non dispiacerti, non era l'uomo giusto per me evidentemente" risponde Simone mettendo l'accento sulla parola uomo e infatti Mimmo si ritrova ad alzare leggermente gli occhi e ad annuire. 
 
"Sai, anche io non sono mai stato fortunato in amore anche se si dice che chi è bisessuale ha doppie possibilità. Io aggià pigliato solo pali"
Adesso è Simone quello ad essere sorpreso e Mimmo quello compiaciuto di averlo impressionato. 
"Ti capisco benissimo Mimmo, anzi io sono rimasto troppo toccato da questa esperienza che ti ho raccontato e non sono mai riuscito a godermi quelle poche storielle che ho avuto dopo" 
 
"Strano però che non hai la fila dietro cioè volevo dire che comunque sei un bel ragazzo" risponde Mimmo in modo goffo e imbarazzato. Simone lo trova adorabile e probabilmente è appena diventato rosso ma non importa. 
"Gra...zie. Beh, anche tu non sei da meno" si schiarisce la voce Simone mentre Mimmo è sul punto di svenire perché Simone Balestra gli ha fatto un complimento. 
 
"Come mai sei rimasto così toccato da quell'esperienza? Se posso chiedere" dice Mimmo mentre sorseggia il suo caffè. 
"Si, certo. Allora..." inizia col dire Simone ma gli si forma un groppo in gola. 
 
"Cioè Simò, non voglio forzarti. Solo se te la senti" e si avvicina per sfiorargli un avambraccio, Simone rabbrividisce piacevolmente a quel tocco. 
 
"No, voglio" risponde lui deciso per poi continuare:
"Lui è stato il ragazzo che mi ha fatto capire di essere gay e in quel periodo stavamo diventando amici, prima non ci potevamo vedere molto. Io non ho capito subito che provavo altro oltre all'amicizia ma più ci passavo del tempo più quelle sensazioni erano forti così, con non poche difficoltà all'inizio, ho capito di essere gay. Poi una sera è successo che lui era veramente giù per cose sue e io gli sono stato vicino più che mai e lui improvvisamente si è avvicinato e mi ha baciato, stavamo andando anche oltre ma poi ci siamo fermati. Io pensavo che da lì in poi sarebbe cambiato tutto, che anche lui si era innamorato di me e invece dopo pochi giorni ha rinnegato tutto facendomi sentire usato e gettato via. Io avevo appena scoperto di essere gay, sentirmi dare del "frocio" o "tu per me manco esisti" dopo aver creduto di star instaurando un rapporto bellissimo è stata una mazzata per la mia sanità mentale"
Simone glielo racconta mentre, per lo stress, si è ritrovato ad accartocciare almeno tre tovagliolini.
 
"Che pezz di merda" risponde solo Mimmo che si avvicina di nuovo a Simone per accarezzargli il lato esterno del polso. Simone alza lo sguardo e incrocia quei due occhi azzurri enormi che lo stanno guardando con apprensione e non gli dispiacerebbe se ci fosse Mimmo al suo fianco in momenti così. 
 
"E poi non è finita" riprende Simone. 
"Ah" dice solo Mimmo facendogli segno di continuare. 
 
"Poi dopo poco questo nostro disguido, chiamiamolo così, mio padre che è divorziato ha iniziato a frequentare sua madre" 
"E come la conosceva?"
 
"Mio padre fa l'insegnante e Manuel, così si chiama, era un suo alunno quindi ai colloqui vedeva sua madre e si sono innamorati così anche se poi ho scoperto che si conoscevano già da molto tempo"
"Che intrecci Simò"
 
"Quindi poi loro si sono messi insieme e io e Manuel siamo diventati tipo fratelli, per un periodo hanno vissuto anche da noi"
"Immagino che sia stata dura vivere anche con lui dopo quello che è successo"
 
"Molto. Poi mio padre per un periodo si è ammalato e io stavo malissimo, lui mi è stato di nuovo di conforto e io mi ci sono aggrappato con tutte le forze ma anche lì dopo un bacio mi ha rifiutato"
"Doppia botta quindi... E ora lo senti ancora?
 
"Tre volte l'anno tipo perché anche lui studia fuori però ho perso abbastanza i contatti perché mio padre e sua madre si sono lasciati" 
"Meglio così Simò, fidati. Le persone che ti hanno fatto male in questo modo meno si vedono meglio è" gli rivolge un sorrisino che Simone ricambia all'istante. 
 
"Hai ragione e infatti ormai ci penso sempre meno, anche se l'altra volta mi ha contattato dopo aver visto il suo tatuaggio modificato da te e si è alterato perché dice che ho cancellato l'unica cosa che ci legava tipo"
"Ma che soggetto Simò, scusa la franchezza"
 
"Fai pure Mimmo"
"Ora capisco perché ci stai ancora male, è comprensibile"
 
"Alcuni, tra cui mio padre, dicono che devo superarla e ci sto provando veramente"
"Secondo me sei già sulla buona strada"
 
"E tu? Sei stato impegnato, sei impegnato?" chiede Simone tastando il terreno. 
"No, no, solo storie passeggere anche io."
 
"Mi sento in colpa perché ho parlato solo io fino ad ora, adesso tocca a te" 
"Ma figurati, ti ascolto sempre volentieri. Comunque è una storia molto lunga, magari te la dico un altro giorno quando usciremo di nuovo"
 
"Va bene, quando vuoi" 
"Un caffè è troppo poco per ricordare tutti i guai della mia vita" ironizza Mimmo, Simone gli accenna un sorriso comprensivo.
 
"Quindi ci sarà una prossima volta?" chiede incerto ma anche speranzoso Simone.
"Ma certo" risponde immediatamente Mimmo allargando un sorriso e poi aggiunge:
"A te non va?" 
 
"Certo che mi va" si affretta a dire Simone. 
"Bene bene" Mimmo si sofferma a guardare Simone e lui anche se con la testa bassa percepisce tutta l'intensità del suo sguardo.
 
"Stasera farai qualcosa?" chiede Simone.
"C'rè, mi vuoi invitare già stasera?" chiede Mimmo con un espressione furba in volto. 
 
"Nono, per chiedere" si schiarisce la voce Simone. 
"Mah, comunque penso che starò un po' con Pantera e tu?"
 
"Io penso che studierò ancora un altro po' stasera"
"E allora buono studio, ci vediamo in questi giorni. Spero" gli dice Mimmo. 
 
"Grazie, va benissimo" risponde timidamente Simone. 
Poi entrambi si alzano dal tavolino, Simone insiste per pagare e dopo non poche storie Mimmo lo lascia fare. 
 
"Allora grazie per aver pagato e per la compagnia, sono stato veramente bene Simò" 
"Ma figurati e anche io sono stato veramente bene in tua compagnia"
 
"A presto"
"A presto" e si lasciano con un bacio sulla guancia. 
 
 
Simone una volta tornato a casa è costretto a mettere uno stop ai suoi pensieri perché suo padre dal divano lo accoglie come se stesse aspettando solo che rientrasse. È quasi ora di cena e solo solo loro due, nonostante il rapporto con suo padre sia migliorato Simone sente sempre una certa pressione e soggezione a rimanere con lui da solo per tanto tempo.
 
"Hai fatto tardi" gli dice.
"Sai com'è quando si parla" gli dice Simone gesticolando un po' nervosamente. 
 
"E allora com'è questo Mimmo?"
"Ma che è pà? Un interrogatorio?"
 
"Ma Simone, ho fatto solo una domanda. Io sono felice per te se ti fai nuovi amici"
"Comunque è molto simpatico e gentile, penso che usciremo altre volte. Contento?"
 
"Molto. Resti con me a cena?
"Non lo so pà, forse vado da Chicca e Luna"
 
"Aah va bene, tranquillo"
 
Simone infatti, mezz'ora dopo, esce di casa per andare da Luna che è insieme a Chicca. 
 
"Ciao Simò"
"Ciao ragà"
 
"Beh, non ci dici niente? Com'è andata con Mimmo?" chiedono ansiose le due. 
"È andata molto bene, mi sono trovato a mio agio e lui da vicino è ancora più bello" risponde entusiasta Simone. 
 
"Stai già con gli occhi a cuoricino, vedo" constata Chicca mentre Luna concorda con lei. 
"Molto, anche se poi come sempre mio padre mi ha rovinato un po' l'umore"
 
"Perché?" chiede Luna. 
"Perché ha iniziato a farmi quasi un interrogatorio su Mimmo e mi ha dato un po' fastidio"
 
"Lo sai com'è fatto Simò, non farti rovinà l'umore" dice Chicca. 
"No infatti anche perché con Mimmo sono stato benissimo e già vorrei rivederlo, anche se mi ha raccontato poco di sé"
 
"Ha fatto il misterioso, dunque" dice Luna. 
"Si, mi ha detto tipo che un caffè è troppo breve per conoscere tutto di lui e io ora sono ancora più curioso"
 
"E ci credo o magari è solo strategia" dice Chicca. 
"Non credo sai? È sembrato veramente sincero e anche lui ha detto che è stato benissimo con me" 
 
"Secondo me siete già cotti entrambi" risponde Luna. 
"Ma poi è super carino, mi ha detto di scrivergli una volta arrivato a casa e anche in serata ci stiamo scambiando qualche messaggio"
 
"Veramente un gentleman" risponde Chicca. 
"Si ma poi raga, ha un senso dell'umorismo pazzesco, mi ha fatto ridere troppo" 
 
"Ti abbiamo perso Simò?" chiede Luna.
"Abbastanza" risponde Simone abbassando la testa imbarazzato. 
 
 
"Quando vi vedrete?" chiede Chicca. 
"Non abbiamo deciso ma spero presto, magari in questi giorni e stavolta voglio chiederglielo io di uscire" 
 
"Bravo Simò, sicuramente gli farà piacere" risponde Luna. 
"Stasera invece lui si vedeva con Pantera, il titolare dello studio, avete presente?"
 
"Si, lo abbiamo intravisto prima che uscisse"
"Ecco, sapere che probabilmente lui saprà dell'uscita mi imbarazza anche perché è amico di mio padre e potrebbero dirsi qualcosa alle nostre spalle. Anche se pensandoci Mimmo lavora con lui da più di un anno e mio padre non lo conosceva affatto"
 
"In effetti è strano che tuo padre non si sia impicciato" fa Chicca. 
"Magari ha imparato a farsi i cazzi suoi" risponde sarcastico Simone. 
-
 
Dopo essere rimasto a chiacchiere con Chicca e Luna ancora un po' Simone le saluta e torna a casa relativamente presto per i suoi standard. 
 
Mimmo invece è ancora in compagnia di Pantera, a cui ovviamente ha raccontato tutto del caffè con Simone. 
 
"E quindi? A lui pensi di piacere?" chiede Pantera.
"Credo proprio di sì, anche se è solo un caffè e ci dobbiamo conoscere meglio io sento che potremmo trovarci veramente d'accordo. Oggi non siamo stati zitti neanche un secondo"
 
"Beh, non è facile avere una certa sintonia sin da subito e voi invece l'avete"
"Ja Gaetà, non mi ci fà cridare" 
 
"Ah no, sei tu che ti stai illudendo sin dall'inizio Bruni"
"Da vicino è ancora più bello e poi sembra così sensibile e gentile" dice Mimmo con gli occhi sognanti. 
 
"Ormai a te non te recupera manco il padre eterno" risponde Pantera divertito. 
 
-
 
A fine giornata, dopo gli altri messaggi che si sono inviati, Simone gliene invia un altro. 
 
"Grazie ancora per il tempo passato insieme, buonanotte 🫶"
"E anche io ti ringrazio tantissimo per la stessa cosa, buonanotte 🫶"
 
Entrambi, una volta risposto, si portano il telefono in corrispondenza del petto e invasi da una bellissima sensazione di calore e familiarità si addormentano con un sorriso, il primo dei tanti che sperano di condividere.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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