Piccoli e teneri (si fa per dire)

di SeleneMarino
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sguardo dall’alto ***
Capitolo 2: *** Una scogliera ***
Capitolo 3: *** Domanda impertinente ***
Capitolo 4: *** Qualche cosa di bello ***
Capitolo 5: *** Troppo facile ***
Capitolo 6: *** Intuizione ***
Capitolo 7: *** Tagli di carta ***
Capitolo 8: *** Un fondo di crudeltà ***
Capitolo 9: *** Se nascondi gli occhi ***
Capitolo 10: *** La goccia non buca la pietra ***
Capitolo 11: *** Compagna di stanza ***



Capitolo 1
*** Sguardo dall’alto ***


Piccola premessa: questa è una serie di flash che tenta di raccontare le vicende di Annie quasi come se fosse un'unica storia composta da tanti piccoli pezzetti. I capitoli quindi sono in ordine cronologico e vi consiglio di leggerli così, se vi fa piacere, altrimenti si possono sempre prendere singolarmente. Vi avviso che li sto scrivendo e pubblicando in ordine un po' sparso, quindi abbiate pazienza se ogni tanto spunta fuori un capitolo nuovo in mezzo ad altri già pubblicati. Prometto che alla fine la cosa avrà una parvenza di senso compiuto e che Annie prima o poi ce la farà a capire che Armin le piace. Vi ringrazio tanto per essere qui e spero che questo piccolo esperimento possa piacervi. Un abbraccio gigante! ☺️



Sguardo dall’alto

 

Il biondino e la biondina non ce la fanno proprio: rimangono aggrappati goffamente a pochi palmi da terra, mentre tutti gli altri completano la salita. “Gemellini pappamolle! Non sapete nemmeno salire una pertica? Tornate nei campi, schiappe!” Li apostrofa un ragazzo calandosi giù al volo. È uno di quei figli di papà del Wall Sina che Annie prenderebbe volentieri a calci nei denti. La spilungona lentigginosa lo segue e gli molla un ceffone. “Christa, difenditi!” Sibila poi con impazienza girandosi verso la ragazza.
Annie è arrivata in cima fra i primi e osserva la scena dall’alto, le braccia appena irrigidite da un’ombra di fatica. Questi esercizi da scolaretti la mandano in bestia: quand’è che si inizia a fare sul serio? Non sopporta quella massa di sbruffoni idioti e vuole vederli mangiare la polvere.
Certo che però i due rammolliti lì sotto, in un campo di addestramento militare, non c’entrano proprio nulla. Quel tipo con la faccia da femmina ha lo sguardo di uno che non oserebbe far male a una mosca e l’altra ha sempre quell’aria da crocerossina fasulla. Che cosa ci fanno qui? Annie davvero non li capisce. Alza gli occhi al cielo e si lascia scivolare giù.

[08/04]

 

 
Nota
Grazie per essere qui!
Annie è un personaggio che mi incuriosisce molto e questa challenge mi è sembrata una bella occasione per provare ad approfondirla un pochino. Che cosa pensate di lei? 

One shot scritta in occasione della challenge "A character study" di aprile 2024 del gruppo facebook "Non solo Sherlock".

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Capitolo 2
*** Una scogliera ***


Una scogliera

È notte fonda, ma il caldo è ancora opprimente nella camerata femminile. Annie scivola giù dal letto, scende le scale e sgattaiola fuori. Finalmente si è alzato un po’ di vento e la luna quasi piena rischiara pallidamente il campo di addestramento e i boschi circostanti.

Annie resta in piedi sulla soglia e si guarda intorno: a destra, schiena al muro, una figura minuta è seduta a gambe raccolte. Sulle ginocchia ha un libro aperto: deve essere Faccia da femmina. Una folata più forte gli strappa dalle dita alcune pagine, portandosi via una striscetta di stoffa. Annie la afferra al volo, fa un paio di passi e con un gesto secco la allunga al ragazzo, che la prende e la infila veloce nel libro, mentre con l’altra mano si affretta a coprire l’illustrazione.

Non serve, perché Annie è riuscita a distinguervi una scogliera su un mare in tempesta. Strano: questa gente non dovrebbe avere idea di ciò che si trova al di là delle mura. Deve saperlo anche lui, perché sgrana gli occhi come implorandola di tacere, il che le fa erompere un fiotto di stizza dal basso ventre: figuriamoci cosa dovrebbe fregargliene, a lei, dei libri che legge quel rammollito. Gli dà un’occhiataccia, gira sui tacchi e torna di sopra. Anche stanotte non dormirà.

[09/04]
 


Note
Grazie per essere qui! 
Il prompt da cui si è sviluppata questa scena è “segnalibro”.

One shot scritta in occasione della challenge "A character study" di aprile 2024 del gruppo facebook "Non solo Sherlock".

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Capitolo 3
*** Domanda impertinente ***


Domanda impertinente


Se c’è una cosa che la annoia più delle sessioni di ginnastica per marmocchi viziati, sono le lezioni di strategia antigigante. Altro che demoni: quest’isola è abitata da un branco di rimbecilliti. 

Annie ammazza il tempo strangolandosi l’indice nel cordoncino della felpa, interrotta di tanto in tanto dalle gomitate di Reiner: “Potresti almeno sforzarti di essere credibile, Leonhart!” le borbotta puntualmente. Peccato che tu stia diventando un po' troppo credibile, pensa ogni volta Annie, ma lo sguardo addolorato di Berthold la mette a tacere. Dunque non le resta che fingere attenzione sbirciando pigramente la striscia di cielo alle finestre. Almeno le mura da qui non si vedono.

“Ho una domanda, signore.” Ci risiamo: di nuovo quella vocina saccente.

“Cadetto Arlert.” Sentendosi chiamare, Faccia da femmina scatta in piedi.

“Come si riproducono i giganti?” Avvampa, ma la sua postura non cede di un millimetro. “Voglio dire, signore, che se lo sapessimo potremmo trovare un modo per limitare il loro numero, signore.” Termina tutto d’un fiato.

L’istruttore lo scruta per qualche istante. “Questa è materia d'indagine del Corpo di Ricerca, cadetto. Pensa forse di poter sopravvivere fuori dalle mura, con quel fisico da invertebrato?”

“No, signore.”

“Allora si addestri come si deve, prima di fare domande impertinenti”.

“Certo, signore.”

Forse qualcuno qui dentro un cervello ce l'ha, pensa Annie. Le viene quasi voglia di sorridere.

[11/04]

 

  

 


Nota

Grazie di cuore a chi sta leggendo silenziosamente e ancora di più a chi sta lasciando qualche commento a queste piccole oneshot su Annie! È sempre bellissimo sapere che c'è un essere umano dall'altra parte dello schermo. Vi offro un caffè e un abbraccio 🧡



One shot scritta in occasione della challenge "A character study" di aprile 2024 del gruppo facebook "Non solo Sherlock".

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Capitolo 4
*** Qualche cosa di bello ***


Qualche cosa di bello

 

Dopo la prova di lotta corpo a corpo, Annie si sente sollevata: col punteggio che ha preso, dovrebbe riuscire a entrare nel corpo di Gendarmeria e a portare avanti il piano come previsto. Prende da bere e si siede a un tavolo defilato.
Passi esitanti alle sue spalle e il tremolio di un’ombra sottile le fanno irrigidire la schiena: che cosa vuole adesso da lei quel saputello piagnucoloso? Annie lo sbircia appena con la coda dell’occhio mentre lui si siede goffamente accanto a lei.
— Volevo ringraziarti. — Se si sdraiasse a pancia in su, nulla lo distinguerebbe da un cucciolo smanioso di carezze. Non sapendo se irritarsi o intenerirsi, Annie opta per la via più facile.
— Che c’è, pensi di dovermi qualche favore o cose del genere? Io per te non ho fatto niente; non voglio niente.
— No, non è questo, non è una questione di favori, o almeno non credo. — Faccia da femmina arrossisce come suo solito. Possibile che non sappia dominarsi neanche un poco?
— È per la lotta. Il fatto è che grazie a te ho capito come funziona, Annie! — Esclama lui riprendendo vigore. — Sono tutti movimenti curvilinei e il trucco sta nel non interromperli: la mossa dell’avversario si può neutralizzare davvero solamente assecondandola e piegandola ai propri scopi, mai respingendola direttamente. Se tu l’estate scorsa1 non mi avessi fatto capire questa cosa, oggi nel corpo a corpo non avrei ottenuto nemmeno un punteggio… — il ragazzo si fissa le mani intrecciate — accettabile.
Annie si gira a guardarlo e non sa cosa dire, perciò si limita a osservarlo per alcuni o per molti secondi, finché lui non alza gli occhi. Sono freschi e pieni di vita come il vento pungente di marzo, sono gli occhi di chi crede che qualche cosa di bello sia veramente possibile. Cosa, Annie non lo sa.
— Sei stato bravo, Armin. — Riesce a dirgli finalmente.

[16/04]

Grazie per essere qui! Spero che questo viaggetto in compagnia di Annie vi stia piacendo e vi offro una bibita fresca. ☺️🍹
Noticina al volo:
1. Riferimento a quest'altra oneshot, in cui Annie insegna ad Armin una tecnica di lotta: Non ci vuole tanta forza!

One shot scritta in occasione della challenge "A character study" di aprile 2024 del gruppo facebook "Non solo Sherlock".

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Capitolo 5
*** Troppo facile ***



Troppo facile

Correre oggi è fin troppo facile. Il prato non ha fine, l’erba è percorsa da onde lucenti, rapide quasi quanto lei. Le nuvole brillano su un cielo così nitido e magnetico che sembra voler risucchiare ogni cosa, serrarle il respiro nel petto.
Annie vorrebbe correre all’infinito, correre fino alle dune, correre fino alla spiaggia, nuotare e dimenticare. Lasciare per sempre quel corpo non suo. “Papà, sono tornata”, direbbe.
Poi vede i cavalli e il verde delle cappe che sbandierano con un accanimento cieco le ali della stupidità. “La libertà non esiste!”, vorrebbe gridare ai soldati, ma la gola del gigante non è fatta per parlare.
L’hanno vista. Ora punteggiano l’erba scappando, frenetici e piccoli come formiche: sarà troppo facile ucciderli. Ingoia il rimorso e fa il suo dovere.

 

[10/04]


Grazie infinite a chi legge in silenzio e a chi si ferma a scambiare due parole!
Per questa flash ho preso spunto dal prompt "Come si vede il mondo da dentro un corpo che non ti appartiene" proposto da drisinil.

One shot scritta in occasione della challenge "A character study" di aprile 2024 del gruppo facebook "Non solo Sherlock".

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Capitolo 6
*** Intuizione ***


Intuizione

Tra le formiche ammantate di verde, una le sguscia tra i piedi, indifesa e minuta. 
Annie sa che non dovrebbe, ma non riesce a impedirselo. Si accoscia e in punta di dita gli alza il cappuccio dal viso: piano, senza fargli male1, perché sa già che è lui. 
Un lampo misto a orrore gli illumina lo sguardo: come era ovvio, ha capito. Un soffio basterebbe per ucciderlo, un tocco per farlo tacere per sempre. 
Annie si sente stringere la gola; la sua, non del gigante: prima che il dovere prenda il sopravvento, si rialza e corre via. Sente i suoi occhi ancora su di sé: come può farle tanta paura?
 


Questo momento non poteva certo mancare, anche se in forma di drabble rapidissima! Spero che possa trasmettervi un po' di tenerezza in tanto orrore. 🩷
Noticina:
1. Se vi sembra familiare, è perché ho avuto la faccia tosta di rubare (quasi alla lettera) nientepopodimenoché da una delle poesie più strappalacrime di Pascoli (L'aquilone, v. 64).


One shot scritta in occasione della challenge "A character study" di aprile 2024 del gruppo facebook "Non solo Sherlock".  

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Capitolo 7
*** Tagli di carta ***


Tagli di carta

Sono come grossi taglierini fuori posto, perciò si è rifiutata di prenderle sul serio: più che spade le sembrano giocattoli in mano a degli illusi, che si affannano ad abbattere giganti su giganti come se questo potesse fermare chi gliene manda di nuovi ogni giorno. Soldatini che fanno i guerrieri con spade di latta, di legno, di carta. 

Il taglio della carta è il più insidioso: si insinua nella carne a tradimento, perché la sottigliezza del suo filo è in bilico perenne tra il cedevole e l’aguzzo. Un acciaio che ha la stessa consistenza infida e molle continua ad infliggerle tagli roventi, che irradiano brividi in tutti i quattordici metri della sua altezza. Mica male, per quelle armi ridicole. 

Insistenti come tafani, i soldati le volano intorno, tagliuzzano e arpionano i muscoli nudi, frenano i suoi movimenti. La nuca! Deve proteggersi. Indurisci la nuca! Giusto, ma come si fa? Cinque anni sono tanti e forse non ricorda. Forse la missione è già fallita, forse suo padre è già stato punito al suo posto. 

O forse non ancora. Annie indurisce, colpisce, rimargina; schiaccia e scaglia via un insetto molesto dopo l’altro. 

Dov’è finito quel cretino che non vede l’ora di morire?

[12/04]
 
Grazie a chi sta continuando a leggere e a chi ha un posticino nel cuore per questo personaggio così poco amato colto proprio nel momento in cui dà il peggio di sé!
Qui Annie è per forza di cose da sola e sappiamo benissimo cosa succede intorno a lei. Spero che i suoi pensieri e le sue sensazioni possano sembrarvi plausibili. 
Quello dei taglierini è uno sfizio che prima o poi dovevo togliermi! Le spade di AoT a me sembrano veramente dei taglierini giganti e non mi stupirei se l'autore si fosse divertito a trollarci un po' dando loro la forma di un oggetto banale che, chissà, forse aveva proprio sulla scrivania. 😜 Ok, sto proprio male, lo so! 

One shot scritta in occasione della challenge "A character study" di aprile 2024 del gruppo facebook "Non solo Sherlock".

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Capitolo 8
*** Un fondo di crudeltà ***


Un fondo di crudeltà 


 

“Chi sei?”

Eccolo. È rimasto.
I suoi passi sono i soli che non ha sentito andare, la sua l’unica voce a non aver lanciato insulti, né domande idiote.
Non saprebbe più rispondergli neppure se potesse, e lui deve averlo capito, perché le ripete la stessa domanda mentre continua ad avvicinarsi.

Lo fa per torturarla? 

Le sembra di vederlo: c’è un fondo di crudeltà nei suoi grandi occhi pietosi, e solo attraverso le palpebre chiuse Annie è riuscita a scovarlo.
Vorrebbe frantumare il cristallo che la avvolge, scuotere le spalle troppo strette del ragazzo, dirgli che lei, lui, loro due sono uguali.
Invece sente ancora la sua voce rimbombare: “Chi sei?”

 [26/04]


Vi ringrazio tanto per essere qui!
Sappiamo bene che Armin in fondo non è uno stinco di santo e Annie prima o poi doveva accorgersene.
Tanta cioccolata per tirarci su il morale! 🍫💛



One shot scritta in occasione della challenge "A character study" di aprile 2024 del gruppo facebook "Non solo Sherlock".

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Capitolo 9
*** Se nascondi gli occhi ***


Se qualcuno se lo stesse chiedendo, non sono sparita! Ci ho messo un po' a scrivere questa one shot, perché i commenti a quella precedente mi hanno messo qualche pulce nell’orecchio a cui ho voluto dare ascolto.
Il momento è sempre lo stesso, ma il punto di vista è invertito: Annie si è chiusa nel cristallo e ora la vediamo da fuori, con gli occhi di Armin.

Mi è sembrato che l'idea si prestasse a partecipare al contest “Tu cosa vedi quando chiudi gli occhi” indetto da Asmodeus sul forum Ferisce la penna. Prompt principale: “Immagine”. Citazione aggiuntiva: “E io ti vedo più nitidamente | Se nascondi gli occhi”.

 

Se nascondi gli occhi

 

È rimasto lì solo, a guardarla, ascoltando le voci degli altri svanire nell’umido del sotterraneo. Chissà se anche lei può sentirle?

“Chi sei?” Prova a chiedere. Non che si aspetti risposte. 

Come uno specchio deformante il cristallo gli rimanda un’immagine composita, grottesca: il suo corpo smilzo su quello di lei, i tratti del viso frammisti e confusi coi suoi, le ali sullo stemma sovrapposte all’unicorno. Armin si avvicina, apre le mani sulla superficie liscia, sprofonda nelle proprie iridi riflesse, guarda oltre; incontra in trasparenza, distorte vagamente, le palpebre di Annie. Chiude gli occhi e chiede ancora: “Chi sei?”. 

La sua mente continua a turbinare, mossa in un tormento senza tregua. 

Da quando? 

Armin... da quando hai iniziato a guardarmi con quegli occhi?1 

Da quando ha iniziato a sospettare di lei? Forse da sempre, a essere onesto. Ha sempre notato in quella ragazza qualcosa di avulso, di estraneo, di fuori contesto. Forse lo strano indumento sotto la giacca – È una felpa, che c’è da guardare? –, forse quel termine insolito con cui a volte si definiva – guerriera2. La vaga sensazione che le mura non fossero per lei che un fastidio temporaneo, i giganti incombenti là fuori solo uno scherzo della natura, non più orridi di qualche cavalletta troppo grossa. 

Non si è né stupita né indignata, quella notte del primo anno, scoprendo le immagini blasfeme del suo libro. E nemmeno le ha derise con il silenzio beffardo del suo sorrisetto: le ha colte e registrate come un semplice dato di fatto. Ogni cosa, per lei, è un dato di fatto, oppure un’idiozia. Le distese d’acqua e di fuoco ricadono nel primo caso, e questo vuol dire che Annie le ha viste, o almeno è sicura che esistano davvero, altrimenti le avrebbe derubricate senza pietà. Dunque lei viene da fuori: fuori dalle mura deve esserci qualcuno, oltre che qualcosa. Deve essere arrivata qui con uno scopo, e quasi certamente non da sola, ma presumibilmente con chiunque si nasconda nel Corazzato e nel Colossale. Forse chi è con lei sa come liberarla: altrimenti perché seppellirsi come un insetto nell’ambra? Perché una decisione così estrema? 

Non è meno folle che unirsi, come lui, al Corpo di Ricerca: la massima idiozia. Nemmeno di questa sua scelta Annie si è stupita, però ha abbassato lo sguardo; sembrava dispiaciuta. Hai preso la tua decisione, insomma.3 Dispiaciuta di che cosa? Solo del rimorso ipocrita di stare per commettere una strage, Armin si risponde con una scintilla di rabbia riflessa nel cristallo. Però non ha fatto del male né a lui, né agli altri del centoquattresimo. Ha lasciato che loro, fra tutti, sopravvivessero. 

Ma è viva, lei? Certo, per forza, perché obbedire a un ordine suicida sarebbe classificabile come idiozia, e qualcuno a darle ordini deve esserci, perché su una cosa Annie è stata molto chiara: Io non penso niente.3 Io non voglio niente. Come se lei stessa, in fondo, non si considerasse niente.

E tu, Armin? 

“Chi sei?”, chiede ancora, stavolta soltanto al proprio riflesso.

Perché hai taciuto, se hai sempre sospettato? Perché non l’hai detto prima, che lei stava usando il dispositivo di Marco? Che stupido. Si sente pizzicare gli angoli degli occhi, stringe le mascelle, sostiene lo sguardo nascosto di Annie come a sfidarla di nuovo ad entrare nel passaggio sotterraneo, a cadere in un tranello troppo stupido per lei, che è stata troppo scaltra e troppo idiota: troppo scaltra per cascarci, troppo idiota per uccidere il solo che nel corpo femminile del gigante avesse scorto lei.

Gli sembra di vederla più nitidamente4, così sospesa e inerte, quasi come un esemplare da studiare. Non riesce a vedere se stesso, però.


Note

1. cap. 31 del manga.

2. "I'm... a failure as a warrior", cap. 31 del manga.

3. cap. 21 del manga.

4. E io ti vedo più nitidamente | Se nascondi gli occhi (M. Bravi, “Se ci guardassero da fuori”).

Grazie per aver letto fin qui! Spero che questa incursione nella mente di Armin vi sia piaciuta e che gli vogliate bene anche voi. 🩵
Vi offro un caffè con biscotti! ☕️🍪

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Capitolo 10
*** La goccia non buca la pietra ***


La goccia non buca la pietra

 

 

Non c’è nessuno. 

L’eco recondita di un gocciolìo accompagna lentamente il pulsare del suo sangue. Non c’è nessuno.

Questa solitudine è diversa da quella che Annie ha sempre cercato. Però sa come affrontarla: è stata addestrata anche a questo. Sospendere i pensieri nel flusso impercettibile del corpo, ascoltare la pelle assorbire respiro e nutrimento dal cristallo. Esserci e non esserci. 

Non sempre ci si riesce. A volte la sua mente si risveglia all’improvviso, nei muscoli corrono spasmi, i polmoni risucchiano il vuoto. Nulla che si muova, tranne il cuore e quella goccia. Annie si concentra sul suono cadenzato e costringe i pensieri ad un senso compiuto. 

“Mi chiamo Annie Leonhart, guerriera di Marley, e sono prigioniera sull’isola di Paradis. Ho fallito nel recupero del Gigante d’Attacco; la copertura è saltata. Ho usato la procedura d’emergenza per non essere costretta a parlare. I miei compagni ne sono al corrente.” Fin qui, tutto vero. “Quando troveranno la Coordinata potranno liberarmi. Mi restano ancora degli anni: posso aspettare.” Queste, però, sono tutte illusioni. 

“Mi chiamo Annie Leonhart, recluta del Corpo di Gendarmeria, e sono prigioniera all’interno delle mura.” Vero, da un certo punto di vista. “Vengo dal centoquattresimo Corpo Cadetti e ho tradito i miei compagni.” Nemmeno Reiner ci crederebbe davvero. “Nessuno in questo posto sa come liberarmi.” A parte chi possiede la Coordinata. “Nessuno può uccidermi né torturarmi. Sono al sicuro.” Idiozie allo stato puro.

Annie ricomincia per la terza volta. “Mi chiamo Annie Leonhart e sono un fallimento come guerriera1.” È questo l’unico dato di fatto inconfutabile. 

La goccia continua a scandire il suo assenso, il cuore la accompagna fiaccamente.

Non c’è nessuno. Non c’è nessuno.

 


Noticina

1. Frase ripresa dal cap. 31 del manga, che in alcune traduzioni ha il termine "soldato", in altre "guerriera".


Grazie per aver letto fin qui!

Questa è arrivata così, senza cercarla, e non sono sicura che sia proprio tutto corretto. Ho supposto che incapsularsi nel cristallo sia una sorta di piano d’emergenza previsto dall’addestramento di Annie e che i guerrieri sappiano che è possibile annullare l’indurimento. Ho anche supposto che l’unico a poterlo annullare sia il Fondatore. Non ho ancora finito di leggere tutto il manga, quindi ho solo fatto qualche ricerca per vedere se il ragionamento filava, ma potrebbe benissimo essere sbagliato! Se notate errori, fatemeli notare, così evito di ripeterli nei prossimi capitoli della raccolta. 😉
In ogni caso, spero che dal punto di vista emotivo questo flash vi abbia trasmesso qualcosa, nonostante sia un po' deprimente. 
Per compensare la botta di solitudine, vi offro una pizza gigante da dividere con chi volete! 🍕🍕🍕

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Capitolo 11
*** Compagna di stanza ***


Compagna di stanza



“Perché?”
La voce di Hitch le arriva rifratta e moltiplicata come da un labirinto di specchi.

Annie, si può sapere perché non pieghi quei vestiti?
Non avrebbe avuto senso, e poi era bello farla arrabbiare.
Piantala di rigirarti nel letto, stai svegliando anche i muri! Perché non dormi, di notte?
E come poteva dividere il sonno con lei? Annie faceva ruotare l’anello sul dito: sarebbe bastato sfiorarne la lama per mettere fine alla sceneggiata, ma il peso delle coperte la riportava a se stessa: “Quel che si deve fare va fatto”, si ripeteva per ore, finché i merli non annunciavano l’alba cullandola in un oblio rarefatto.

Adesso invece il peso del cristallo che preme sul suo corpo da ogni parte le sembra pari a zero, come una bolla d’aria, ma sa che nemmeno un diamante potrebbe scalfirlo. Un pugno, due pugni, lo stridore delle unghie sulla superficie liscia: Hitch non sa più cosa dirle, e allora la assale come una gatta inferocita. Forse la odia, ma resta lì con lei, senza potersi aspettare risposte.

È divertente fare arrabbiare la propria compagna di stanza.

[25/04]


Grazie come sempre per essere qui e buon 25 aprile per chi leggesse oggi stesso! 
Questo è un piccolo aggiornamento non previsto, nato da un momento di ispirazione durante una passeggiata.
Ho messo momentaneamente da parte Armin per lasciare un po' di spazio a Hitch e al rapporto fra queste due singolari compagne di stanza. 
Vi offro una ciambella in onore di "Lost girls" 🍩
 

One shot scritta in occasione della challenge "A character study" di aprile 2024 del gruppo facebook "Non solo Sherlock".

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