Guardian Who: The Road to the Thirteenth Guardian

di Sayman
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo Guardiano ***
Capitolo 2: *** Secondo Guardiano ***
Capitolo 3: *** Terzo Guardiano ***
Capitolo 4: *** Quarto Guardiano ***
Capitolo 5: *** Quinto Guardiano ***
Capitolo 6: *** Sesto Guardiano ***
Capitolo 7: *** Settimo Guardiano ***
Capitolo 8: *** Ottavo Guardiano ***
Capitolo 9: *** Nono Guardiano ***
Capitolo 10: *** Decimo Guardiano ***
Capitolo 11: *** Undicesimo Guardiano ***
Capitolo 12: *** Dodicesimo Guardiano ***
Capitolo 13: *** Una nuova vita ***



Capitolo 1
*** Primo Guardiano ***




Primo Guardiano
 

Benvenuti in questa storia!

Questa fanfiction è ispirata al fumetto "Le molte vite del Dottore". Ho pensato di creare la mia versione con il Guardiano. È giunto il momento di conoscere tutti i volti di questo avventuriero multiversale. Prima di iniziare, volevo solo informarvi che tutte le immagini dei personaggi originali che appariranno in questa storia le ho create io da zero utilizzando l'intelligenza artificiale. Vi piacciono?

 

Il Time and Space, un negozietto di antiquariato situato in una delle tante vie di Londra. Il proprietario era conosciuto da tutti per essere un tipo schivo e recluso, che preferiva le sue vecchie cianfrusaglie alla compagnia delle persone. Erik Roberts era il nome di questo strano individuo, ed Erik era morto, o meglio... si era rigenerato e ora la sua mente stava vivendo un vero e proprio caos.

All'interno della mente del Guardiano regnava il caos. La vecchia personalità stava morendo, lasciando spazio a quella successiva. Tuttavia, la coscienza è una cosa strana e il Signore del Tempo si ritrovò a rivivere scorci di tutte le sue vite passate. Forse era un modo per ricordare a se stesso chi era o forse era solo la sua mente delirante che gli stava giocando un brutto scherzo.

Si ritrovò dove tutto ebbe inizio: Gallifrey, la sua casa, il suo pianeta natale. In quel momento stava scappando da un gruppo di guardie armate che gli sparavano contro. Il corpo armato aveva l'ordine di catturarlo vivo, per poi essere processato in un tribunale fittizio, visto che ciò che aveva scoperto non poteva diventare di dominio pubblico.

Per il Guardiano, Gallifrey e la società dei Signori del Tempo erano tutto. Fin da piccolo era rimasto affascinato dalle sacre leggi del suo popolo e ne era diventato il principale sostenitore. Quando a otto anni fu esposto allo scisma non temperato, la sua fede per quella grande società lo rese quasi immune a quello spettacolo devastante. All'accademia era il primo della classe in tutto, eccelleva in ogni materia: non vi era nessuno più bravo di lui. Aveva una condotta esemplare e tutti i suoi docenti lo lodavano per questo. Durante i tempi dell'accademia non si fece mai nessun amico: non aveva tempo per gli amici se voleva essere il migliore. Uno dei ragazzi che guidava una gang di reclusi, Theta Sigma, l'uomo che in futuro sarebbe stato conosciuto come il Dottore, lo aveva invitato a unirsi a loro, ma lui aveva prontamente rifiutato. Per il Guardiano, Theta, Koschei e gli altri loro amichetti erano la vergogna dell'accademia e tipi da tenere alla larga.

Una volta conclusa l'accademia gli furono presentate diverse proposte di lavoro prestigiose e importanti, ma lui scelse quella di giudice. Il suo compito era punire chi trasgrediva le sacre leggi e soprattutto chi interveniva nella storia e faceva quello che non doveva. Venne soprannominato il Guardiano delle leggi da quanto era ligio e intransigente nel suo lavoro, nome che lui fece suo anche nel corso delle sue vite successive, anche se il significato cambiò drasticamente.

Un giorno però, tutto gli crollò addosso. Dopo aver processato l'ennesimo condannato, notò che c'era qualcosa che non andava. Il condannato si chiamava Ravan ed era un giovane Signore del Tempo, aveva solo 120 anni. Il Guardiano poteva vedere dal suo sorriso e dai suoi occhi che quel ragazzo era innocente, tuttavia le leggi erano sempre giuste, vero?

La verità era che era ancora giovane e inesperto, aveva ancora molto da imparare, nonostante il suo aspetto dicesse il contrario. Era un uomo di sessanta anni, con i capelli grigi e penetranti occhi azzurri. Era piuttosto magro e il suo volto era decisamente arcigno e scontroso. Indossava una lunga veste di un rosso vivace, colore che rappresentava il suo Capitolo di appartenenza, ovvero i Patrex, un ordine politico formato soprattutto da artisti ed esteti, non così importante nella politica della loro specie. Tutti eccetto il Guardiano, che aveva risollevato da solo il nome della sua "casata" e aveva un seggio non poco importante nel concilio, tanto è vero che era il prossimo in lista per diventare il nuovo presidente, o almeno così dicevano le voci.
 

 Tutti eccetto il Guardiano, che aveva risollevato da solo il nome della sua


Dopo aver processato il ragazzo, decise di indagare di sua iniziativa per vedere chi era quel giovane e quando lo fece, fu come ricevere una pugnalata nel petto. Ravan era davvero innocente, un semplice meccanico proveniente da una famiglia umile che era stato condannato da un senatore solo perché non aveva portato a termine entro i tempi prestabiliti il lavoro a cui era stato ingaggiato. Spaventato da questa scoperta, indagò su tutti gli altri casi che erano stati sottoposti alla sua giuria e rimase disgustato da se stesso. Quel giorno scoprì che Gallifrey era una bellissima mela dorata con una polpa marcia all'interno. Per la prima volta dopo secoli, provò disgusto per se stesso e per la sua società, arrivando a disprezzare tutto ciò che da piccolo idolatrava.

Voleva cambiare le cose, ovviamente, ma le sue indagini private erano state spifferate a tutti dalla sua stessa famiglia, sua moglie e i suoi figli. Lo avevano tradito per ottenere un posto nel senato. Lui li aveva cresciuti, dannazione, e lo avevano ripagato in questo modo?! Con il senno di poi, era stato un padre piuttosto assente, ma quella era la norma su Gallifrey.

E quindi ora eccolo qui, a correre per la sua vita per le vie della cittadella, inseguito come un criminale, come una persona che lui stesso in passato non avrebbe esitato due volte prima di condannare. Il karma sa essere un vero stronzo e travolge come un oceano in tempesta.

Tuttavia, non era spacciato. Non era lontano dal deposito dei TARDIS e, grazie ad alcune informazioni ricevute da Ravan, sapeva dove andare e quale TARDIS prendere. Una volta giunto nel deposito/officina dei TARDIS, ne poté vedere molti accostati alle pareti. Alcuni erano di forma rettangolare, altri di forma cilindrica, tuttavia entrambi avevano lo stesso colore argentato.

In mezzo a loro, ancora attaccato a dei cavi, vi era un cilindro identico agli altri, ma che aveva qualcosa di speciale. Era bellissimo e per il Guardiano fu amore a prima vista, tanto è vero che mantiene questo suo aspetto standard ancora oggi. Questo TARDIS era un prototipo che non solo viaggiava attraverso lo spazio e il tempo, ma anche attraverso il multiverso grazie al vortice dimensionale, un passaggio sicuro situato nel più ampio e pericoloso Maelstrom. Il Maelstrom era una meta-dimensione pericolosa, caotica, vecchia di millenni che offriva ai viaggiatori una scorciatoia tra i vari universi.

 Il Maelstrom era una meta-dimensione pericolosa, caotica, vecchia di millenni che offriva ai viaggiatori una scorciatoia tra i vari universi


Il Guardiano sapeva che se fosse rimasto nel suo universo, i Signori del Tempo prima o poi lo avrebbero localizzato. In altre realtà, invece, sarebbe stato più sicuro. Certo, il viaggio infradimensionale era già stato collaudato più volte sul suo mondo, ma non era ancora una cosa che si faceva tutti i giorni.

Dopo aver recuperato il libretto delle istruzioni e aver dato fuoco all'officina, in modo da bruciare tutti i progetti e le scoperte fatte, rallentando di fatto il lavoro, entrò all'interno del cilindro e si smaterializzò da lì. Una volta fatto ciò, e sentendosi più sicuro, decise di osservare meglio il luogo dove si trovava: la sala di controllo era bianca e spaziosa, con delle decorazioni rotonde e bianche sulle pareti. Al centro vi era la console di comando esagonale, ovviamente di colore bianco. Vi era anche un monitor che somigliava vagamente a una televisione del ventesimo secolo. Era semplice e bellissima e il Guardiano apprezzava la semplicità, soprattutto in quella vita.
 

Il Guardiano voleva rivedere Arcadia un'ultima volta, quindi decise di smaterializzarsi poco lontano dalla sua città natale


Il Guardiano voleva rivedere Arcadia un'ultima volta, quindi decise di smaterializzarsi poco lontano dalla sua città natale. Sapeva guidare alla perfezione quella meravigliosa macchina, visto che aveva superato a pieni voti gli esami di guida. Anche se doveva ancora imparare il viaggio multiversale, aveva recuperato tutte le guide per un motivo, quindi non era davvero un problema.
 

 Anche se doveva ancora imparare il viaggio multiversale, aveva recuperato tutte le guide per un motivo, quindi non era davvero un problema


Una volta uscito, osservò per l'ultima volta la città. Era cresciuto tra quelle vie intricate e metalliche, coperte da quella grande cupola illuminata dai due soli. Dietro la città vi era una catena montuosa, la neve brillava di luce propria. Il cielo color arancio bruciato trasmetteva un senso di quiete e immergeva il mondo in un eterno crepuscolo. Tutto intorno a lui vi era un campo di erba rossa e poco più in là svettava solitario un magnifico albero dalle foglie argentate. In lontananza poteva intravedere un grande deserto. Il Signore del Tempo osservò tutto quanto con un misto di nostalgia e rabbia avvelenata, ma sapeva che non sarebbe più tornato. Ormai non aveva più nessuno qui. Si voltò e una volta tornato nella sua macchina spaziale, scomparve nel nulla.

Il Guardiano mantenne la promessa e non tornò sul suo mondo per molto, molto tempo, fino a che la Guerra del Multiverso non lo riportò a casa.

 

 


 

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Capitolo 2
*** Secondo Guardiano ***




Secondo Guardiano
 
 

La rigenerazione: il "magico" potere con cui i Signori del Tempo potevano ingannare la morte. Il funzionamento era tanto semplice quanto doloroso: era necessario cambiare il proprio corpo diventando una persona totalmente nuova.

Il Guardiano ricordava ancora bene la sua prima rigenerazione. Per lui fu un processo nuovo e destabilizzante, certo. Conosceva la rigenerazione, l'aveva studiata all'accademia e ne conosceva il funzionamento e i rischi. Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare e nessuno lo aveva preparato al dolore fisico che questo fenomeno comportava. Bisogna partire dal presupposto che quando si vive tanto a lungo in un corpo ci si comincia ad affezionarsi a questo, soprattutto se si tratta del tuo primo corpo. La sfida psicologica nel sapere che diventerai qualcun altro è già di per sé stressante; se si aggiunge il dolore fisico, beh...

Tuttavia, nonostante tutto lo stress, ricordava con affetto la sua seconda vita. Era un uomo di colore sulla cinquantina, con la testa calva e gli occhi quasi neri. Indossava quasi sempre un vestito elegante nero con sotto una camicia bianca. La sua caratteristica distintiva era il suo bel sorriso, che sfoggiava quasi sempre. In questa versione era un uomo allegro e cordiale, ma poteva essere fin troppo serio se c'era qualcosa che non gli piaceva.

Il suo secondo se aveva trascorso una notevole quantità di tempo a Storybrooke, una cittadina americana che aveva un qualcosa di magico, letteralmente, visto che era abitata da personaggi provenienti da svariate fiabe. Era giunto in questa città dopo aver rivelato un'anomalia dimensionale. Una volta giunto aveva scoperto che la città era stata "invasa" da Topolino e i suoi strambiamici. Il loro mondo era stato alterato o distrutto e loro si erano ritrovati tutti lì. Il Signore del Tempo era intervenuto facendo da mediatore tra i locali e i personaggi animati, diventando il nuovo sindaco della città e da allora non se n'era più andato.

Il Guardiano adorava gli umani e la Terra e fu proprio in questa vita che cominciò a chiamare questo pianeta casa. La Terra era una casa lontana da casa, anche se non considerava più Gallifrey come tale.

Come sindaco aveva svolto numerosi compiti e indagato su numerose minacce, ma ce n'era una che avrebbe ricordato per sempre.

Era un giorno come tanti a Storybrooke quando Emma Swan, la Salvatrice e sceriffo della città (o meglio, una dei due), lo convocò. Dalla chiamata, Emma sembrava piuttosto agitata, così lui si precipitò da lei il prima possibile.

Al suo arrivo, trovò Emma che lo aspettava. Oggettivamente, Emma era davvero una bella donna: lunghi capelli biondi, uno sguardo determinato e una divisa che le stava d'incanto, esaltando le sue curve. Accanto a lei c'era un adorabile topo antropomorfo nero, con la faccina rosa e due grosse orecchie circolari. I suoi occhi, anch'essi sproporzionati rispetto al resto del corpo, erano tristi, segno che qualcosa lo preoccupava. Il topo indossava la divisa da poliziotto con la stella dello sceriffo, poco adatta a quel luogo, ma che lui aveva deciso di tenere in ricordo del suo vecchio lavoro nel suo vecchio mondo. A Topolino, Topolinia mancava ogni giorno e tutti lo rispettavano.
 

<< Ehi Guardiano, come va? >> lo salutò Topolino con un sorriso triste


<< Ehi Guardiano, come va? >> lo salutò Topolino con un sorriso triste. 

<< Questo dovresti dirmelo tu >> rispose lui, notando poi il volto di Emma, ancora più teso del solito. 

<< Che cosa è successo? >> chiese il Signore del Tempo. 

<< Belle è morta >> gli rispose lei, e lui si irrigidì. La morte della ragazza non era solo una brutta notizia, ma presagiva non pochi guai da parte del fidanzato di Belle: Tremotino. 

<< Come è potuto succedere? >> chiese lui, mentre il topo si limitava ad alzare le spalle.

 << Strangolata, nessuno sa come >> rispose Emma. 

<< Magia? >> chiese giustamente il Guardiano. 

<< No, Emma lo avrebbe percepito >> disse il Topo. 

<< Ho chiesto a Regina. Non esiste incantesimo che possa averlo fatto. Non credo sia magia. O almeno non del nostro tipo >> gli spiegò la bionda. 

<< Quindi credete che ci sia di mezzo il multiverso? >> chiese lui, e i due annuirono. In quella città, l'alieno era decisamente il maggior esperto del settore.

 << A malapena gestiamo Tremotino. Sinceramente, non possiamo occuparci di questo caso >> gli disse Emma. 

<< Io sono il sindaco, voi gli sceriffi, chi dei due si dovrebbe occupare del caso, in teoria? >> chiese lui ironicamente. << Comunque, indagherò, state tranquilli >>. 

<< È vero, ma solo il nostro tipo di magia può trattenere il Dark One... >> disse mesta Emma, e l'alieno annuì in accordo. Ora che ci faceva caso, poteva notare che la donna era esausta e aveva anche qualche graffio e livido sparso nel corpo. Tremotino non doveva aver preso bene la morte della sua amata.

In quel momento, un aeroplanino di carta blu atterrò accanto a loro. Il Guardiano lo raccolse e lesse a voce alta il suo contenuto:

L'assassino di Belle deve essere un nemico di Tremotino. È l'ipotesi più plausibile. Belle era simpatica a tutti e non aveva nemici conosciuti. I miei maggiori sospettati erano il rapper J-Time e il suo strano amico fatto di pezza Phil Phillips, ma Paperone mi ha dato informazioni che li scagionano. Killian non è stato: era con Emma e Rumple, ed è praticamente l'unico motivo per cui è ancora vivo. Regina e Zelena erano con loro, quindi non possono essere state. Per il resto, Tremotino ha molti nemici. Ho cercato di indagare, ma pochi hanno un alibi.

Detto ciò, tornerò ad indagare.

PK.


Il Guardiano conosceva personalmente l'eroe PK, o meglio Paolino Paperino. Erano amici e un giorno il papero gli aveva rivelato la sua identità segreta, cosa che il Guardiano aveva già intuito da solo: non ci voleva un genio per capire che i due fossero la stessa persona, per non parlare del fatto che il papero aveva anche una terza identità: l'agente segreto Doubleduck. La vita di quel papero era più incasinata della sua. Comunque, ora come ora, gli aveva fatto un favore, visto che l'eroe aveva indagato per loro.

<< Voglio analizzare il corpo >> disse l'alieno, e i due sceriffi lo accompagnarono all'obitorio. Durante il tragitto, il Guardiano cominciò a sentire uno strano dolore alla tempia destra, ma decise di ignorarlo: aveva ben altro a cui pensare.

Una volta giunti sul posto, trovarono un bell'uomo alto e ben piantato, con i capelli castani e un volto gentile. Con lui c'era quello che sembrava un gallo antropomorfo, con i capelli biondi, un particolare cappello verde, una camicia di flanella rossa e un gilet nero. I due erano David, conosciuto anche come il Principe Azzurro, e Archimede Pitagorico. Entrambi sembravano molto tristi.
 

Li aspettavano all'esterno dell'obitorio, visto che il Dottor Whale stava ancora ultimando l'autopsia sul cadavere della povera vittima


Li aspettavano all'esterno dell'obitorio, visto che il Dottor Whale stava ancora ultimando l'autopsia sul cadavere della povera vittima.

<< Cosa sapete dirmi sul corpo? >> chiese loro il Guardiano.

<< Strangolata da una corda. Non ha altre ferite. Non si è difesa. È stata colta di sorpresa, molto probabilmente da dietro >> spiegò David mesto.

<< Quindi può essere stato chiunque >> ipotizzò il Guardiano.

<< Non chiunque. I livelli di forza per dare una morte tanto rapida senza che reagisca devono essere sopra la media >> disse David.

<< Intendevo dire che può essere stato chiunque, di magico e non >> puntualizzò il sindaco.

<< Io avevo creato una televisione che può vedere nel passato. Se modificata da un Signore del Tempo, magari possiamo scoprire chi è stato >> Archimede attirò la loro attenzione proponendo questa soluzione. Il Guardiano rispettava lo scienziato piumato: era un vero genio e se lo diceva lui che era un Signore del Tempo, era tutto dire.

Dopo aver acconsentito, Pitagorico andò a prendere la sua invenzione, ma nemmeno dopo pochi minuti si sentì un urlo di donna. Una volta accorsi sul luogo, poterono vedere il volatile ucciso come la bibliotecaria della città.

In quel momento, il dolore alla tempia dell'alieno aumentò e cominciarono a venirgli i primi dubbi. Archimede era morto fin troppo velocemente, anche per gli standard di quel luogo, era come se il tempo fosse stato alterato. Prima, durante il tragitto verso l'obitorio, il Guardiano aveva utilizzato il suo cellulare per scannerizzare i suoi amici e i loro dispositivi elettronici per vedere se erano spiati da eventuali microchip e simili. Ai tempi non possedeva un cacciavite sonico, anzi, il cacciavite per lui era una cosa recente, non ne aveva mai avuto bisogno prima. Era troppo intelligente per usare quell'affarino. Tuttavia, doveva ammettere che in quel caso sarebbe stato comodo.

Comunque, aveva scoperto che non erano spiati né dalla magia, né dalla tecnologia. Inoltre, il tempo aveva una logica tutta sua, come nei... sogni! Si doveva essere così, doveva trovarsi in un sogno. Il dolore alla tempia era un chiaro segno dell'attacco dei Kantofarri. Sì, doveva essere così. Però vi era comunque un problema: i Granchi dei Sogni ti intrappolavano in un bel sogno e non in un incubo. Ma era anche vero... il multiverso è infinito e ci potevano essere infinite varianti di queste creature, alcune delle quali potevano avere metodi di caccia differenti. Oppure era un normale Kantofarro che era stato modificato. Ora come ora non importava, doveva svegliarsi. Chiuse gli occhi e si sforzò il più possibile. Al risveglio, si ritrovò sul suo letto con una disgustosa creatura in faccia. Dopo averla strappata, notò che il granchio divenne polvere.
 

Dopo essersi tolto dalla faccia lo schifo bavoso lasciatogli dalla creatura aliena, si ritrovò a riflettere


Dopo essersi tolto dalla faccia lo schifo bavoso lasciatogli dalla creatura aliena, si ritrovò a riflettere. Da dove proveniva quella creatura? Che ci faceva in questo universo? Era sola? Inoltre... era davvero quello il suo incubo peggiore? La risposta era sì: affezionandosi alla Terra e agli umani, aveva realizzato che sarebbe sopravvissuto a tutti loro. Come Signore del Tempo, la sua aspettativa di vita era di migliaia di anni molto più lunga di quella di un umano. Questo fatto lo rendeva triste: aveva davvero paura di perdere tutti quelli che amava, ma purtroppo non ci poteva fare niente, doveva solo accettarlo. La verità era che non ci era mai riuscito davvero.

Per distrarsi da questo pensiero cupo, si ritrovò a pensare al rapper J-Time e al fatto che gli aveva detto di aver smarrito una creatura da incubo. Stava forse parlando del Kantofarro? Inoltre, chi era davvero quel rapper? In lui c'era qualcosa di familiare, ma non riusciva proprio a capire cosa.

Sospirò e dopo essersi alzato, decise di andare nel suo ufficio. Ormai non aveva più sonno. Inoltre, i Time Lord dormivano davvero poco: l'ultima volta che lo aveva fatto erano diversi mesi fa, se non di più. Il lavoro non aspettava nessuno, nemmeno lui, soprattutto se si era il sindaco di Storybrooke.


Chi è J-Time? Beh, posso solo dirvi che è un personaggio che è già apparso in questa serie, ma non con queste fattezze^^ XD. Vediamo se indovinate.

 


 

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Capitolo 3
*** Terzo Guardiano ***




Terzo Guardiano
 
 

Era sempre stato un amante della scienza e della tecnologia. All'accademia era il migliore in questa materia e aveva raggiunto i migliori risultati. Tuttavia, il suo terzo sé aveva portato questa sua passione a livelli mai visti. Era un tipetto basso, cicciottello con una folta barba marrone. Vestiva in modo steampunk e la sua caratteristica più evidente era il suo strambo cappello marrone contornato da svariati orologi, che segnavano sempre l'ora giusta ed avevano anche altre funzioni strambe e utili allo stesso tempo. Vi era pure un cucù. Lo si poteva spesso vedere fumare una pipa.

Trascorse gran parte di questa vita da solo, tuttavia ricorda ancora bene i suoi primi compagni. Li conobbe in un particolare universo dove le anime degli umani si manifestavano sotto forma di animali parlanti.

Era giunto in quel mondo, quel multiverso, con l'obiettivo di studiare la Polvere. La Polvere aveva molti nomi, il più famoso era materia oscura.

La Polvere era una particella elementare responsabile della coscienza ed era, di fatto, essa stessa cosciente. La polvere gravita fortemente sulle specie senzienti, come gli esseri umani e attrae in particolare gli adulti.

La polvere veniva prodotta dagli esseri senzienti attraverso atti creativi, interessanti e introspettivi. Anche gli oggetti realizzati da specie senzienti attiravano la Polvere. Non era possibile vedere questa "sostanza" ad occhio nudo, almeno non per un Signore del Tempo, quindi il Guardiano si creò un monocolo molto particolare, utilizzando delle lenti create dalla resina di un albero molto particolare che cresceva solo nel mondo dei bellissimi e nobili mulefa.

Il Guardiano aveva sentito parlare di un famoso professore che studiava la polvere e voleva disquisire con lui, tuttavia, una volta giunto ad Oxford, più precisamente nel Jordan College, venne a scoprire che Lord Asriel era misteriosamente scomparso e forse deceduto. Deluso, si ritrovò a camminare per le strade della città, finché non giunse nel piccolo parchetto conosciuto come Botanic Garden. Lì seduta, vi era una giovane ragazza dai capelli castani e il volto serio e triste, molto triste. Con lei vi era una dolce martora dal pelo prevalentemente nero.
 

Il Signore del Tempo azionò il suo monocolo e poté vedere che la martora non era altro che il Daimon della ragazza, una creatura fatta di polvere


Il Signore del Tempo azionò il suo monocolo e poté vedere che la martora non era altro che il Daimon della ragazza, una creatura fatta di polvere. In parole più semplici, il dolce animaletto era l'anima della ragazza. In quel mondo era normale vedere persone accompagnate dai loro "animali": ecco perché accanto a lui vi era un gigantesco e grassoccio gatto persiano. Si chiamava Gilberto ed era molto probabilmente il gatto più pigro dell'intero multiverso. Tuttavia, il Guardiano gli voleva molto bene, anche perché gli ricordava la versione felina di se stesso: grassoccio e marrone.
 

 Tuttavia, il Guardiano gli voleva molto bene, anche perché gli ricordava la versione felina di se stesso: grassoccio e marrone


Decise di avvicinarsi alla giovane per vedere come stava e si sedette accanto a lei.

<< Mi scusi, quel posto è occupato >> gli disse lei.

Intanto la martora osservò Gilberto e disse:

<< Salve, io sono pantalaimon, Pan in breve, mentre lei è Lyra Linguargentina. Tu? >> tuttavia il gattone si limitò a sedersi e a miagolare stanco.

<< Non preoccuparti per lui, non è come te, è solo un tenero gattone >> disse bonariamente il Signore del Tempo, mentre si accendeva la pipa.

La ragazza e Pantalamon si guardarono stupiti, poi la ragazza chiese:

<< Sei di un altro universo? >> il Guardiano osservò gli occhi della ragazza e vi poté vedere curiosità e soprattutto speranza. La ragazza sapeva che se un umano non aveva un Daimon allora doveva per forza provenire da un'altra realtà.

<< Sì, noto con piacere che non sei nuova al multiverso, bene bene >> disse lui mentre soffiava del fumo dalla sua bocca con placida calma. In questa vita era fin troppo lento e calmo.

<< I portali tra i mondi sono stati tutti quanti chiusi, come sei arrivato qui? >> Gli domandò la martora. Era chiaro che i due non si fidavano di lui e che soprattutto ne avevano vissute di cotte e di crude, bastava guardare i loro occhi per capirlo. Tuttavia lui non gli rispose non subito, era troppo occupato a fare i grattini dietro alle orecchie al suo gattone. I due giovani si guardarono confusi e la ragazza lo scosse per la sua giacca di pelle marrone.

<< Oh, scusami mia cara, stavo solo analizzando il residuo dimensionale che si trova poco più in là >> le spiegò mentre le mostrava il suo monocolo. << Se volete sapere come sono arrivato qui, vi basta seguirmi >>. Detto ciò, si alzò a fatica e sbuffando fumo, per poi incamminarsi seguito dal gattone che stava miagolando irritato.

<< Lo so, lo so. Oggi abbiamo camminato fin troppo >>.

Curiosi, i due seguirono il pacioso omone fino ad arrivare vicino all'università dove studiava la ragazza. Sotto ad un albero vi era il TARDIS che se ne stava lì in attesa del suo pilota. L'università era davvero un posto bellissimo, circondata da svariati campi verdi che rendevano il tutto più vivo e luminoso.

Quando la ragazza e il daimon entrarono nel cilindro, furono stupiti da ciò che videro. I due ne avevano viste di tutti i colori, ma quella... quella era qualcos'altro.
 

L'interno era più grande dell'esterno, molto più grande


L'interno era più grande dell'esterno, molto più grande. Al centro vi era una console esagonale arrotondata che sembrava un misto tra l'antico, lo steampunk e il futuristico. Vi era anche quello che sembrava uno strano mappamondo, così come molte leve e pistoni. Nella console vi era anche un radar a forma circolare o era uno schermo? Le pareti erano di legno marrone rifinito e tutto intorno vi erano molti tavolini ricolmi di libri, ampolle, pozioni fumanti e tante altre diavolerie scientifiche.

Una lunga scalinata partiva dalla sua sinistra e andava in alto fino ad un balcone davanti ad una grande vetrata. La ragazza corse felice su per quelle scale e poté notare che si poteva vedere il mondo esterno. Si era una cosa ovvia, ma neanche tanto visto il contesto in cui si trovava. Dopo essersi attaccata alla ringhiera con gioia, chiese:

<< Chi siete voi signore? >>

<< Io sono il Guardiano, un Signore del Tempo del pianeta Gallifrey. Viaggio nel tempo, nello spazio e nel multiverso tramite questa grandiosa macchina in cui ci troviamo >> detto ciò, il barbuto azionò una leva e il paesaggio dietro la ragazza cambiò. Oxford era sparita e al suo posto vi era un tunnel cosmico che emanava mille colori vorticanti e accesi.
 

 Oxford era sparita e al suo posto vi era un tunnel cosmico che emanava mille colori vorticanti e accesi


<< Quello è il Vortice Dimensionale >> le disse l'alieno e lei gli sorrise.

<< È bellissimo! >> urlò estasiato Pan e la sua amica annuì.

Il paesaggio cambiò ancora una volta e davanti a loro si trovava nuovamente il Botanic Garden. Tuttavia, quello non era il giardino del mondo di Lyra, ma bensì quello della realtà di Will, il suo amore perduto.
 

 Tuttavia, quello non era il giardino del mondo di Lyra, ma bensì quello della realtà di Will, il suo amore perduto


Will era seduto su quella panchina con il suo Daimon felino Kirjava. La ragazza non perse tempo e corse da lui, lo abbracciò e lo baciò con passione. Successivamente, lo condusse all'interno del magico cilindro.

Sia Will che Kirjava osservarono con stupore quel luogo, così come il suo proprietario.

<< Sono Will Parry, signore >> si presentò gentilmente il ragazzo <<  lei invece? >>

<< Lui è il Guardiano >> gli raccontò Lyra, eccitata come una bambina. << Può viaggiare ovunque nello spazio, nel tempo e nel multiverso! >>

<< Non ci credo >> disse il dolce ragazzo di colore dai capelli ricci. << Lyra, ne abbiamo viste di tutti i colori, ma questo... è... è... >>

<< Guarda tu stesso >> lo interruppe il vocione dell'uomo, indicando la porta con una mano.

I due ragazzi uscirono e si trovarono davanti ad uno spettacolo più unico che raro, almeno per loro.
 

I due ragazzi uscirono e si trovarono davanti ad uno spettacolo più unico che raro, almeno per loro


Si trovavano su quella che sembrava una luna desertica di colore marrone. Nel cielo si poteva vedere quello che doveva essere il mondo oceanico attorno al quale la luna orbitava. Si intravedevano anche altre lune e un pianeta simile a Saturno. Un "uccello" volava nel cielo. La cosa più particolare era il serpente astronauta che si trovava proprio davanti a loro. Indossava una tuta spaziale bianca con un casco completamente trasparente che mostrava il muso della creatura. I suoi occhi arancioni osservarono curiosi i tre nuovi arrivati, chiedendosi, molto probabilmente, chi fossero e da dove provenissero quelle strane scimmie.

<< Quel serpente ha le braccia! >> esclamò Lyra.

<< Le sue braccia sono la cosa meno strana dato il contesto in cui ci troviamo >> disse Will, che ancora non credeva del tutto di essere davvero in quel posto.

Il Guardiano osservò i due con un placido sorriso, avendo già deciso che avrebbe mostrato il multiverso a questi due giovani ragazzi. Fu in questa vita che il Signore del Tempo si rese conto di avere un debole per i giovani in difficoltà. Tuttavia, fu la sua nona vita a portare questo fatto all'eccesso, tanto che i suoi giovani amici la chiamavano "La Tata", cosa che a lei urtava non poco.

 


 

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Capitolo 4
*** Quarto Guardiano ***




Quarto Guardiano
 
 

Molto spesso la personalità della rigenerazione successiva era una conseguenza di quella precedente. Se c'era qualcosa di una determinata vita che al Signore del Tempo non aggradava, tendeva a correggerla in quella successiva. Ovviamente non era sempre così e vi erano infiniti altri fattori che influenzavano l'aspetto di una determinata rigenerazione. Tuttavia, il Guardiano era convinto che il suo quarto sé fosse stato influenzato dal terzo. Laddove il terzo era un ometto cicciottello, abbastanza pigro e poco dinamico, il quarto era un'esplosione di energia. 

Aveva dei folti capelli neri e una barba dello stesso colore, anche se si incominciavano a vedere dei peletti grigi. Indossava quasi sempre una giacca verde, con sotto un vestito piratesco. Per lui l'avventura era tutto: adorava vivere sempre nuove avventure nello spazio, nel tempo e nel multiverso. Purtroppo, questo suo carattere sconsiderato, sfacciato e libertino lo faceva finire molto spesso nei guai.

Ancora ricorda di quella volta in cui salvò un regno del mondo conosciuto in altri universi come Codex Inverus, un mondo in cui le dimensioni magiche erano letteralmente crollate sopra il mondo materiale, dando vita a un universo davvero strano. Dopo aver sconfitto il mostro che terrorizzava il regno, il grassoccio Re organizzò una festa in suo onore, dove lui si era divertito un mondo. In quella vita adorava cantare e ogni tanto faceva il bardo: anche quella sera deliziò tutti con la sua voce.

Quella notte, fu svegliato da un forte rumore di due porte di legno che venivano sfondate. Subito dopo si ritrovò diverse lance puntate al collo.

<< Vostra maestà >> disse lui con un sorriso sornione << a cosa devo la vostra visita? >>
 

<< Vostra maestà >> disse lui con un sorriso sornione << a cosa devo la vostra visita? >>


Il volto del Re divenne rosso come un peperone e si contraeva per la rabbia.

Ovviamente l'alieno sapeva di trovarsi nudo nella camera reale con tre bellissime donne. La mora era la Regina, mentre la bionda era una duchessa di un qualche regno lontano. La rossa, invece, era la servitrice della Regina e molto probabilmente anche la sua amante. La sera prima la Regina aveva desiderato una sua esibizione privata e chi era lui per negarle un simile volere? Le altre due si erano unite a loro successivamente.
 

  Uno dei difetti di quella sua vita, che comunque non avrebbe mai ammesso all'epoca, era che non riusciva a tenere il suo

 
Uno dei difetti di quella sua vita, che comunque non avrebbe mai ammesso all'epoca, era che non riusciva a tenere il suo "cacciavite sonico" nelle mutande per più di due minuti. Adorava le belle donne, forse fin troppo.

<< Portatelo nelle segrete! >> ordinò il Re alle guardie che subito presero di peso il Signore del Tempo.

<< No! Vi ordino di non fargli del male! >> ordinò loro la regina.

<< Non temere mia regina >> disse con voce seducente il Guardiano. << Non mi faranno del male >> concluse con un occhiolino al quale lei arrossì, così come le altre due.

Mentre le guardie lo scortavano fuori dalla porta, scoppiò a ridere. Il Guardiano trovava la situazione assai divertente. Una volta in cella, si rese conto di un piccolo dettaglio: era nudo. Lui non ne era infastidito, ma non si poteva dire lo stesso degli altri, soprattutto del goblin che lo fissava stranito. La piccola creatura grottesca e verde era seduta nell'angolo della cella, giocando con i suoi stracci di pelle che fungevano da indumenti.
 

 La piccola creatura grottesca e verde era seduta nell'angolo della cella, giocando con i suoi stracci di pelle che fungevano da indumenti


<< Buon amico! Che cosa hai fatto per finire in questa cella? >> chiese il Guardiano. Un'altra cosa che adorava in questa vita era fare conversazione.

<< Ho rubato del denaro >> gli rispose il piccolo mostro con la sua voce gracchiante << tu invece? >>

<< Ho fatto sognare la Regina, la sua servitrice e la duchessa di un regno lontano >> rispose lui con un sorriso furbetto e il Goblin ridacchiò.

<< Il Re vorrà sicuramente la tua testa >>

<< Mio buon amico, metà dei mariti insoddisfatti del multiverso vogliono il mio scalpo, eppure sono ancora qui >> detto ciò, mostrò la mano destra dove teneva la chiave della cella. << Le guardie erano troppo disturbate dalla mia nudità per notare che stavo rubando loro la chiave >>. Aprì la serratura della porta e stordì la guardia con un tocco di due dita sulla fronte. Alcune volte era utile avere la telepatia dei Signori del Tempo.

<< Vieni? >> chiese l'alieno al Goblin, che non perse tempo e si precipitò dietro di lui.  << Allora... per quanto sia liberatorio girare nudo, vorrei riavere i miei vestiti. Secondo te dove potranno mai essere? >>

<< Io lavoravo qui e so dove il Re tiene i vestiti degli amanti della Regina. Li considera quasi come dei trofei >> disse il piccolo essere.

<< Strano e se lo dico io che sono il Re delle stranezze, è tutto dire >>.

I due vagarono per tutto il castello utilizzando i passaggi della servitù, vie quasi segrete che nessun nobile o guardia mai percorreva. Superato un portone in ferro, si ritrovarono in una sorta di cabina armadio medievale. Vi erano vestiti di ogni taglia, colore, sesso e ceto sociale.
 

<< Mi piacciono le donne con una mente aperta! >> esclamò il Guardiano con gusto


<< Mi piacciono le donne con una mente aperta! >> esclamò il Guardiano con gusto.

<< La regina ha ben altro di aperto >> borbottò sarcastico il Goblin e l'alieno scoppiò in una fragorosa risata.

Dopo essersi rivestito, le campane del castello suonarono all'unisono, chiaro segno che la sua fuga era stata scoperta.

<< È giunto il tempo di andarmene >> disse, e da una tasca tirò fuori un deltaplano. << Prima di andarmene promettimi una cosa, simpatico goblin. Mettiti al sicuro e proteggi anche la dolce serva della regina. La Duchessa, data la sua posizione, non subirà ripercussioni, ma lo stesso non si può dire della dolce rossa. Lo farei io, ma... potrei solo peggiorare la situazione >>.

<< Sarà fatto, e grazie per avermi liberato >> lo salutò il Goblin. L'alieno si buttò giù dalla finestra più vicina ridendo come un matto.

Atterrò ai confini della città, dove c'erano solo alcune casette di pietra e paglia. Si sentivano i versi degli animali notturni e il gracchiare delle rane, dato che poco più avanti un ponte di legno attraversava un fiume. La cosa più particolare era una piccola chiocciola che per superare una pozza d'acqua, si creò all'istante quattro zampe, per poi tornare normale una volta oltrepassata.
 

 La cosa più particolare era una piccola chiocciola che per superare una pozza d'acqua, si creò all'istante quattro zampe, per poi tornare normale una volta oltrepassata


<< Adoro visitare nuovi mondi! >> urlò estasiato, per poi dirigersi verso il ponte cantando:

<< Ogni bella donna del multiverso sa! Che un posto nei miei cuori sempre avrà! E un'avventura di una notte con me vivràaaa! >>

Oltrepassato il ponte, sentì uno scricchiolio sotto i suoi piedi e sprofondò in una buca. Era una trappola. Fu subito circondato da quelli che sembravano degli animali antropomorfi inferociti, ma... beh, quella era un'altra storia.

 


 

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Capitolo 5
*** Quinto Guardiano ***




Quinto Guardiano
 
 

Quando si viaggia per il multiverso, non è raro imbattersi in degli esuli. Gli esuli sono persone che per un motivo o per un altro, si ritrovano in un altro universo contro la loro volontà. Alcuni di loro provengono da un universo ormai deceduto, mentre altri no, come nel caso di Jen. Una ragazza che era caduta in un portale e si era ritrovata in un universo parallelo.
 

 Una ragazza che era caduta in un portale e si era ritrovata in un universo parallelo


Per fortuna che lui si trovava proprio dall'altra parte pronto ad aiutarla.

<< Mi prendete per il culo? >> imprecò la ragazza, non appena alzò la testa per guardare in alto, vide svariate navi volanti fluttuare nel cielo.

<< Tranquilla, ti aiuterò io >> la tranquillizzò lui con il suo accento vagamente indiano. Sì, in questa rigenerazione poteva essere benissimo scambiato per un umano proveniente dall'India, visto che ne aveva tutte le caratteristiche fisiche. Il suo volto, ricoperto da una barbetta, era gentile e affabile. I suoi capelli scuri erano quasi sempre coperti da un cappello blu, così come era blu la giacca che indossava.

Questa rigenerazione era la più gentile di tutte, tuttavia essere fin troppo gentili poteva essere un problema nel vasto multiverso. Tuttavia, all'epoca a lui non importava, riteneva che vivere con il sorriso e con i cuori sereni fosse un bel modo di vivere.

<< E tu chi cazzo saresti? >> gli chiese la rossa con tono sgarbato. Jen non era propriamente una bella ragazza, non era nemmeno brutta e il Guardiano poteva dire che aveva il suo fascino, ma la faccia troppo tonda e contrariata non aiutava affatto l'immagine della ragazza. Ovviamente a questa sua versione poco importava del suo aspetto: non era più il suo quarto sé che sbavava dietro ad ogni bella ragazza che incontrava. In questa vita era una persona per bene e rispettosa, inoltre Jen era fin troppo giovane per lui.

<< Io sono il Guardiano e posso riportarti a casa >> si presentò lui con un sorriso affabile.

<< Cosa? Io non ti conosco nemmeno, per quanto ne so potresti essere... no, hai lo stesso sguardo dolce e ingenuo della mia migliore amica. Va bene, ti seguo >> gli disse lei e lui si avviò verso il TARDIS che si trovava sotto l'albero lì vicino. Sì, parcheggiava fin troppo spesso la sua macchina del tempo sotto gli alberi.

Una volta entrata, Jen rimase a bocca aperta, estasiata da quello che vide. Beh, tutti i non Signori del Tempo e Ancestrali degli ultimi 12000 anni avevano reagito allo stesso modo e come poteva dar loro torto? Il suo TARDIS era bellissimo.
 

 Beh, tutti i non Signori del Tempo e Ancestrali degli ultimi 12000 anni avevano reagito allo stesso modo e come poteva dar loro torto? Il suo TARDIS era bellissimo


Il TARDIS del gentile indiano era molto spazioso. L'entrata era ampia e in legno. Vi era anche un armadio, comodo per metterci eventuali giacchetti, un vaso con una pianta ornamentale e un tappetto per terra. Già da lì si poteva notare la console esagonale, posizionata su un rialzamento tutto suo, decisamente spazioso. Vi si poteva arrivare tramite dei comodi scalini ricoperti da un tappeto verde. Il verde era il colore predominante, o più precisamente il verde mare e l'acquamarina. Nelle pareti si potevano notare svariati esagoni ornamentali di colore grigio e acquamarina, mentre altri esagoni ben più grandi e blu si trovavano sul pavimento in marmo giallastro. A destra e sinistra vi erano due corridoi di colore rosso che portavano chissà dove. Il particolare più spettacolare e evidente era la gigantesca vetrata decorata in stile arabo che si trovava in fondo. Era bellissima, luminosa e trasmetteva un senso di leggerezza e serenità, così come il suo proprietario.

<< Benvenuta nel TARDIS >> le disse il Signore del Tempo mentre allargava le braccia con un sorriso. << Time And Relative Dimension in Space o ancora più precisamente Time And Relative Dimension in Multispace >>.

<< Come può questo posto riportarmi a casa? >> gli chiese Jen.

<< Piuttosto facilmente, basta che tu posi la tua mano qui >> le disse indicando una sezione della console un po' più gelatinosa.

<< Ew! Devo proprio? >> chiese schifata lei.

<< Sì, tramite quella potrò analizzare la tua vibrazione e firma energetica e capire da quale universo provieni >> le spiegò lui. Lei fece quello che le era stato chiesto.

<< Aspetta, per vibrazione non intendi per caso una cosa legata al vibratore, giusto? >> A quella domanda l'alieno sembrò sia stordito che leggermente scandalizzato.

<< No, ciascun universo vibra a una frequenza diversa dagli altri che lo circondano. Questa è una delle infinite spiegazioni o leggi fisiche che controllano il multiverso. Tuttavia, ogni universo o multiverso tende ad avere delle leggi e regole proprie, quindi un viaggiatore multiversale deve essere bravo a conoscerle e identificarle. Nel tuo caso, siamo stati fortunati: oltre la porta troverai casa tua >> le rispose lui. Infatti, durante la spiegazione, aveva già guidato la macchina fino a destinazione. Non per vantarsi, ma lui il TARDIS lo sapeva guidare davvero bene.

Ovviamente Jen era confusa da tutta quella roba da spazio e altri mondi, quindi alzò le spalle e si avviò verso l'uscita, quando un forte ruggito la fece spaventare.

<< Tranquilla, è solo Saphira >> la tranquillizzò lui. << Lei e il suo Signore dei Draghi Eragon sono i miei attuali compagni di viaggio e ora si stanno allenando nell'arena >>.
 

Ancora più confusa di prima, la rossa decise che ne aveva abbastanza e uscì da lì. Non fece nemmeno in tempo a mettere piede fuori dal cilindro che fu placcata e abbracciata da tre persone: un maschio bianco dall'aria stordita e i capelli spettinati, un ragazzo dalle caratteristiche indiane con i capelli ricci e un volto leggermente stupido e infine una dolcissima bionda dallo sguardo gentile.
 

 Non fece nemmeno in tempo a mettere piede fuori dal cilindro che fu placcata e abbracciata da tre persone: un maschio bianco dall'aria stordita e i capelli spettinati, un ragazzo dalle caratteristiche indiane con i capelli ricci e un volto legger...


<< Jen! Dove eri finita? >> le chiese Carrie con fare preoccupato. << Quando sei caduta nel portale temevamo il peggio! >>

Jen guardò male il ragazzo riccioluto. << Ringrazia Kash se sono finita lì >>

<< È stato un errore! >> tentò di scusarsi lui.

<< Tutto è bene quel che finisce bene, no? >> chiese con fare impacciato Jizzlord, per poi sorridere al Guardiano. << Io sono Mister Schizzo, piacere di conoscerti >>. 

<< Ti chiami Mister Schizzo? >> chiese confuso il Guardiano. Viaggiando nel multiverso si era imbattuto in fin troppi nomi strani, ma questo lo era forse fin troppo.

<< È una lunga storia >> disse Jen, e lo era davvero.

Il mondo di Jen era interessante. Al compimento dei diciotto anni, gli umani di quella realtà sviluppavano un superpotere casuale, generando dinamiche sociali piuttosto intriganti. Purtroppo, la povera Jen non aveva ancora sviluppato il suo superpotere e questo l'aveva portata in un ciclo di disagi e strane avventure.

L'alieno fu invitato per il tè e ascoltò più che volentieri le strane storie di questi ragazzi. In cambio, fece loro visitare il TARDIS. I ragazzi rimasero stupiti nel vedere la piscina, il campo da calcio, il parco giochi, la biblioteca, la pista di pattinaggio e tante altre cose. Carrie fu quella del gruppo con cui legò di più: era tanto dolce quanto gentile e gli ricordava fin troppo una versione femminile di se stesso. Il più grande difetto della ragazza era che non sapeva farsi valere per paura di ferire i sentimenti di qualcuno. Lui le insegnò due o tre trucchetti su come sopperire a questo problema, inoltre le chiese se voleva viaggiare con lui, incuriosito dal suo potere spettrale. Lei rifiutò, perché voleva stare con i suoi amici. Ovviamente, lui li avrebbe portati tutti con sé, ma loro avevano delle vite.

Ad un certo punto, Kash provò a fargli uno scherzetto con i suoi poteri temporali, solo per fare una figuraccia visto che, essendo un Signore del Tempo, ne era immune

Tutto sommato, passò del tempo piacevole con questi ragazzi, ma alla fine giunse il tempo degli addii. Non prima di aver conosciuto il capo di Jen, una cinquantenne con l'aspetto di una dodicenne. Lei mostrò loro la foto di una bellissima bionda con un vestito da strega nero e una collana blu.
 

 Lei mostrò loro la foto di una bellissima bionda con un vestito da strega nero e una collana blu


<< Ha detto di chiamarsi Emily >> disse la "bambina" con aria altezzosa. << Dal suo aspetto posso solo dire che è una specie di diva e come tale deve essere trattata, ci siamo capiti? >> ordinò lei e Jen annuì sbuffando.

<< Posso avere la foto? >> chiese il Signore del Tempo e lei gliela diede.

Una volta osservata, realizzò due cose: uno, si sentiva stranamente protettivo verso questa donna e sapeva per certo di averla incontrata da qualche parte, le era fin troppo familiare; due, aveva adocchiato il calendario e non era Halloween, quindi o si era vestita per una festa in maschera oppure era una viaggiatrice del tempo. All'epoca questo fatto l'aveva confuso, ma ora poteva immaginare l'identità di questa viaggiatrice temporale. A quanto pare la sua bambina avrà un futuro interessante. Inoltre... che ci faceva Emily con il vestito della Necromante? E soprattutto... come ci era finito il vestito della Necromante nel negozio di quella strana cinquantenne?

Dopo aver dato la foto a Jen, lui salutò tutti e si smaterializzò via da lì.

<< Guardiano, chi erano quei ragazzi? >> gli chiese una giovane voce maschile, appartenete ad un ragazzo dalle fattezze elfiche e i capelli castani. Indossava un abito medioevale blu e portava una spada dello stesso colore nel suo fodero. Dietro di lui vi era la draghessa Saphira, blu e enorme. La sala della console era così spaziosa che la mole della dragonessa non rappresentava minimamente un problema.
 

 La sala della console era così spaziosa che la mole della dragonessa non rappresentava minimamente un problema


<< Solo dei nuovi amici. Se avete finito di allenarvi, vi voglio portare su uno dei mondi più belli del creato >> disse lui per poi abbassare la leva.

Dopo di che i tre andarono verso le porte e si trovarono davanti ad un panorama mozzafiato. Vi era una bellissima foresta che si affacciava su un oceano brillante. Sopra di loro svettava un gigantesco gigante gassoso azzurro e le altre lune che vi orbitavano attorno. Da lontano potevano vedere degli umanoidi alti e blu, con la coda robusta e le orecchie a punta. L'aria di quel mondo non era respirabile per i tre, ma per fortuna il TARDIS aveva già provveduto a proteggerli innalzando un campo di forza invisibile.
 

 L'aria di quel mondo non era respirabile per i tre, ma per fortuna il TARDIS aveva già provveduto a proteggerli innalzando un campo di forza invisibile


<< Benvenuti su Pandora Eragon e Saphira >>
 


In questo capitolo viene presentata ufficialmente la seconda versione di Emily!

Il mondo di Jen e degli altri ragazzi proviene dalla serie tv Extraordinary. Se siete amanti dei super poteri e del disagio, ve la consiglio vivamente! XD

Detto ciò, ci vediamo al prossimo capitolo!

 

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Capitolo 6
*** Sesto Guardiano ***




Sesto Guardiano
 
 

La sua sesta vita fu una novità. Era una donna, un'esperienza che per lui era totalmente nuova. Sapeva che la rigenerazione poteva cambiare anche il sesso, ma fino ad allora era sempre stato un uomo.

Essere una donna era... diverso, così come era diverso il modo con cui le persone la guardavano. Nonostante le prime ovvie difficoltà, si era abituata facilmente a quel corpo. Tuttavia, vi erano alcune epoche umane e umanoidi dove le donne venivano considerate inferiori agli uomini. Era più difficile far sentire la sua voce quando doveva dire la sua o salvare una determinata situazione. Aveva già affrontato una situazione simile quando era un uomo di colore, anzi, forse essere di colore era anche peggio che essere donna, ovviamente sempre in determinati contesti storici.

Tuttavia, lui ricorda ancora con affetto questa vita e deve dire che gli manca essere lei. Era una bellissima donna di mezza età dal volto luminoso. I suoi capelli biondi illuminavano l'aria e i suoi occhi erano gentili. Indossava una camicia bianca e dei jeans blu.

Il suo carattere rispecchiava a pieno il suo aspetto: era gentile, luminosa e soprattutto eroica. Era "nata" ad Arda, la patria degli eroi della letteratura moderna, quindi lei non poteva essere altrimenti.

Era più che convinta che per aiutare non bisognava necessariamente salvare persone, mondi e civiltà, ma anche compiere dei piccoli gesti che potevano portare il sorriso a una o più persone. Non era raro trovarla a dare la mancia a dei barboni o vederla dietro a un bancone di un rifugio per senza tetto a servire la cena, come stava facendo anche adesso in uno dei tanti rifugi di New York.
 

 Non era raro trovarla a dare la mancia a dei barboni o vederla dietro a un bancone di un rifugio per senza tetto a servire la cena, come stava facendo anche adesso in uno dei tanti rifugi di New York


Il grande bancone che la separava dai senza tetto era stracolmo di delizie create con il replicatore di materia del TARDIS. Ovviamente, nessuna delle sue colleghe sapeva da dove venivano quei prodotti sani e freschi e lei non aveva certo intenzione di dirglielo. Avrebbe solo creato problemi e domande a cui non voleva rispondere.

Dopo aver salutato con un caloroso sorriso l'ennesimo senza tetto e aver dato loro del cibo, si ritrovò distratta da un'esibizione davvero particolare. Dall'altro lato della grande sala, oltre le lunghe file di tavolini e letti, vi era un piccolo parco per i karaoke e un uomo di mezza età, con i capelli castani tirati all'indietro e un abito elegante color crema, cantava "Baby One More Time" mentre la gente batteva le mani a ritmo. Doveva ammettere che era davvero un grande cantante.
 

<<Vi conoscete?>> le chiese una gentile vecchina mentre faceva un cenno all'elegante cantante


<< Vi conoscete?>> le chiese una gentile vecchina mentre faceva un cenno all'elegante cantante.

<< Sì, è mio amico>> le rispose lei ed era vero. Quell'uomo era il suo attuale compagno di viaggio e non era affatto un uomo.

Enoch, era il nome di questo suo compagno di viaggio ed era il Guardiano dell'Omniverso. Di primo acchito, Enoch poteva sembrare un normale umano vestito elegante, ma in realtà era l'essere più potente della creazione, o almeno il secondo stando a quello che le aveva detto il damerino. Kósmos era il suo vero nome ed era un ancestrale, un essere più vecchio della realtà stessa. Al suo confronto, un Signore del Tempo millenario come lui era un neonato. Enoch possedeva una conoscenza infinita e un'infinita saggezza, alternata da momenti demenziali e comici. Sapeva fin troppo bene che il damerino si comportava in maniera stupida per nascondere il suo eterno dolore e anche per interagire meglio con i mortali.

Enoch era il suo più grande amico, nonché maestro e adorava viaggiare con lui, perché le insegnava sempre nuove cose. Ricorda che aveva più volte provato a stupirlo con uno strano mondo che solo lei conosceva, ma invano, visto che non esiste mondo che Kósmos non abbia osservato.

Una volta finita la sua esibizione e essersi inchinato davanti al suo pubblico, l'ancestrale andò da lei.

<< Amica, come vanno le cose? >> le chiese lui con un sorriso che lei ricambiò.

<< Molto bene, grazie, ho quasi finito di servire le ultime persone. Però ho notato che i broccoli e altre verdure sono finite e non possiamo permettere l'assenza di cibo sano da dare ai piccoli eroi, vero? Altrimenti come farebbero a combattere il male? >> disse lei con un sorriso materno, mentre osservava un bambino vestito da Superman che le si era avvicinato. Gli occhi del bambino erano vuoti e grigi, in contrasto con il volto sorridente che sfoggiava. Il piccolo era cieco ed era finito lì per sbaglio.

<< Le verdure fanno schifo! >> si lamentò il bambino

<< Le verdure fanno schifo! >> si lamentò il bambino.

<< Vero, ma fanno molto bene. Inoltre, credi che Clark Kent si lamenterebbe? Se fai il bravo, potrei raccontarti di quella volta in cui ho salvato il mondo con Superman >> inutile dire che in quella vita era proprio una mamma.

<< Quel tipo si mette le mutande sopra ai pantaloni, Spider-Man è un eroe più figo. Inoltre adoro Peter, tutti loro >> disse la sua Enoch e il bambino lo "guardò" male.

<< Superman è molto più forte e eroico! Lui sa volare! >> Lo difese il piccolo, nessuno poteva permettersi di parlare male del suo eroe preferito.

<< Saper volare non è una cosa poi così speciale, anche io so volare o almeno sapevo farlo, ma... comunque hai ragione tu >> si "arrese" l'entità mentre accarezzava la testolina del piccolo con fare paterno. << Vai a prendere le verdure, prendo io il tuo posto >> le disse e lei andò.

Una volta entrata nel magazzino batté le mani e il suo TARDIS le apparve davanti. Aveva deciso di metterlo in modalità invisibile per non destare sospetti. Una volta entrata osservò il posto, lo aveva già visto centinaia di volte, ma ogni volta era come la prima.
 

 Una volta entrata osservò il posto, lo aveva già visto centinaia di volte, ma ogni volta era come la prima


Appena entrati si veniva coccolati da un candido color crema che ricopriva il pavimento e le pareti. Davanti a sé vi erano due scalini azzurri che portavano ad un ripiano leggermente rialzato dove poco più in là vi era la console "esagonale". La console sembrava composta da onde bianche ricolme di pulsanti e leve. Il rotore temporale emanava una candida luce azzurra. Dietro la console vi era una scalinata, anch'essa azzurra, che portava in una balconata che si affacciava, dalla quale ci si poteva affacciare e vedere l'ingresso. Il soffitto sopra la balconata era viola, così come la colonna che la balconata circondava. La colonna sembrava un'estensione del rotore temporale. In alto a sinistra il soffitto veniva sostituito da una vetrata che mostrava un bellissimo cielo notturno. Tornando al piano terra verso destro vi era un corridoio che dava accesso al resto della struttura, mentre a sinistra, separato dal resto tramite una piccola parete con un grande schermo sopra, vi era un salottino caldo e accogliente. Si potevano notare svariate librerie in legno, una scrivania sempre in legno, con sopra lampade dalla luce arancione e invitante e svariate poltrone rosse. Quella era la zona preferita di Enoch, tanto è vero che passava la maggior parte del suo tempo lì a leggere e bere il tè. La merenda era praticamente sacra per l'ancestrale e a lei piaceva condividere storie con lui mentre si abbuffavano di gocciole.

Lei era convinta che il salottino fosse solo una piccola porzione della biblioteca più grande e fornita del TARDIS, messa lì dalla macchina stessa. Era anche convinta che Enoch ci dormisse su quelle poltrone, anche se non era certa se Enoch dormisse o meno; l'entità era un vero mistero.
 

Dopo aver creato altra verdura con quello che sembrava uno strano microonde gigante, tornò a servire la "clientela". Nel frattempo, Enoch era tornato a dare spettacolo, questa volta rivolto ai più piccoli. Aveva chiesto loro di disegnare ciò che volevano e, una volta fatto, il dio lanciò i fogli in aria. Tutti i disegni presero vita volando attorno ai bambini estasiati, che urlarono sorpresi e stupiti. Draghi, unicorni, farfalle, robot giganti e chi più ne ha più ne metta si misero a danzare accanto ai piccoli generando uno spettacolo unico e variopinto. Alla fine i disegni tornarono ad essere tali e tutti i bambini andarono ad abbracciare Enoch. Ovviamente anche gli adulti rimasero stupiti, ma gran parte di loro liquidò lo spettacolo come un banale gioco di prestigio e nulla di più.

Tuttavia, ciò che più la colpì non fu lo spettacolo del suo amico cosmico, ma la mamma del piccolo Superman che lo abbracciava piangendo. Lei riconobbe la donna come una delle sue colleghe che serviva il pranzo. La madre non era poi così vecchia, avrà avuto sì e no trentacinque anni. Fu abbandonata dal marito quando scoprirono che loro figlio era cieco. Lo stronzo, evidentemente, era un codardo che non voleva responsabilità. Per fortuna la poveretta poco tempo dopo conobbe un uomo meraviglioso che accettò nella sua vita lei e il figlio, divenendo di fatto il padre adottivo.

<< Tutto ok? >> le chiese avvicinandosi, onestamente si era preoccupata.

Di tutta risposta lei indicò gli occhi di suo figlio che non erano più spenti e grigi, ma marroni e pieni di vita. 

<< Mio figlio ci vede! È un miracolo! >> Pianse la donna, per poi guardare in cielo alla ricerca di qualche divinità che avesse compiuto quel bellissimo gesto, non sapendo che quella stessa divinità era solo poco più in là che giocava con gli altri bambini. Nonostante tutti i suoi difetti, il Guardiano sapeva che Enoch era un uomo buono. Infatti, dopo aver abbracciato madre e figlio, andò ad abbracciare anche lui.

<< Quello che hai fatto per quel bambino è stato bellissimo >> lei aveva quasi le lacrime agli occhi.

<< Non ho fatto nulla di che, sono un ancestrale, per me dare la vista ad un bambino è una cosa ordinaria e semplicissima>> purtroppo non era vero. Enoch era caduto ed era a conti fatti un "mortale" con qualche abilità in più. Aveva consumato un po' della sua preziosa energia per animare i disegni e ridare la vista al piccolo eroe. Quindi quello non era un gesto da niente e lei era più che grata di averlo come amico.

<> lì interrompe un uomo di colore vestito con un vestito elegante nero e bianco. Indossava degli occhiali da sole. << Ho visto lo spettacolino del gentiluomo e posso affermare che non è una cosa di questo mondo. Sono l'agente J e faccio parte del MiB, dovete venire con me >>.

 Sono l'agente J e faccio parte del MiB, dovete venire con me >>

I due sospirarono. Se si era il Guardiano, che sia dell'Omniverso o semplicemente un titolo, raramente si aveva un po' di pace. Doveva ammettere però che si erano divertiti a interpretare i panni degli agenti G e E.
 

Se volete conoscere meglio Enoch, vi consiglio di leggere le cronache di Enoch, dove lui è il protagonista^^.

Ci vediamo!

 


 

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Capitolo 7
*** Settimo Guardiano ***




Settimo Guardiano
 
 

Fu durante la sua settima vita che le cose iniziarono a precipitare. Fino ad allora aveva viaggiato per il multiverso con il cuore sereno, ma più il tempo passava più si era fatto notare, fino a che, un giorno, aveva pestato i piedi all'organizzazione sbagliata: la Divisione.

La Divisione era un'organizzazione segreta e oscura nata nell'antico Gallifrey. Il suo scopo era di interferire negli altri mondi per tornaconto personale. Più i millenni passavano più la Divisione assoldava agenti di altre specie e universi, compreso lui.

Sotto il loro comando aveva compiuto gesti che preferiva non ricordare, anche se aveva sempre cercato di raggirare gli ordini, almeno quando gli era possibile. Aveva scoperto che tentare di lasciare la Divisione era una condanna a morte, se non peggio. Inoltre, si era imposto l'obiettivo di distruggerla dall'interno e per farlo non poteva andarsene.

Ricorda ancora quando "interrogava" le persone per ottenere informazioni. L'agente Mobius M. Mobius della TVA fu uno di questi sfortunati. In questa vita lui era un serioso giapponese di mezza età, che indossava un elegante e grigio completo da agente. Il suo volto severo e inespressivo metteva soggezione a chi lo osservava, e i suoi lunghi silenzi facevano soltanto salire l'ansia dei suoi bersagli.

 Il suo volto severo e inespressivo metteva soggezione a chi lo osservava, e i suoi lunghi silenzi facevano soltanto salire l'ansia dei suoi bersagli


<< Sentite, io non so nemmeno cosa sia un Type O, e per giunta stavo per andarmene in vacanza, accidenti! >> si lamentò Mobius. << Ho proprio bisogno di una fetta di torta >>

Il Guardiano osservò in silenzio l'agente. Era un uomo di mezza età con i capelli grigi, il naso storto e due baffetti. Indossava un elegante completo marrone, con una camicia nera e una cravatta rossa. L'occhio destro era nero, in seguito a un colpo infertogli dal Signore del Tempo stesso.

Il poveretto era stato "adagiato" su una sedia in legno in una stanza in stile anni '70. L'alieno poteva osservare lo sguardo di delusione che Mobius lanciava al suo collega, o meglio, a uno dei due, più precisamente a Loki.
 

 L'alieno poteva osservare lo sguardo di delusione che Mobius lanciava al suo collega, o meglio, a uno dei due, più precisamente a Loki


Loki, il Dio Norreno degli Inganni della Terra-199999 , era stato resuscitato dalla Divisione, che lo considerava una risorsa utile. Era un uomo sulla trentina, con un volto pallido e i capelli neri tirati all'indietro. Indossava un elegante completo nero con una cravatta verde.

L'altro era il Dottore nella sua versione conosciuta come Ruth, una versione precedente alla sua nascita. In questa vita era una donna di colore sulla cinquantina, con lunghi capelli scuri intrecciati. Indossava una redingote di tweed blu scuro con sette bottoni d'argento sul lato sinistro e uno su quello destro, una camicia kente con volant ai polsini e al colletto alla coreana, sotto un gilet doppiopetto di tweed blu di Prussia con collo a scialle e sedici bottoni in bronzo.

A quanto pare, il Dottore era il Bambino Senza Tempo, un essere di un'altra dimensione dal quale la sua madre adottiva, Tecteun, aveva estratto la capacità di rigenerarsi. La rigenerazione è un processo assai doloroso e questo il Guardiano lo sapeva bene, perciò non osava immaginare l'angoscia e il dolore provati dal piccolo Dottore mentre sua madre lo costringeva a rigenerarsi più volte per studiarne l'abilità.

Il Guardiano già odiava i Signori del Tempo. Dopo la Divisione e questa scoperta, il suo odio si intensificò. La cosa triste era che il peggio doveva ancora arrivare: la Guerra del Multiverso era alle porte. Dopo di essa, si sarebbe vergognato di far parte di una razza tanto abietta, anche se continuava a definirsi un Signore del Tempo. Era la sua specie e non la si poteva cambiare. Inoltre, nel multiverso esistevano alcuni Signori del Tempo con i cuori nel posto giusto e lui era uno di loro, anche se non era un santo.

La loro missione era quella di trovare un TARDIS Type O o TARDIO (Time And Relative Dimension in Omnispace), una macchina così avanzata da potersi adattare a qualsiasi legge e energia dimensionale, permettendo di viaggiare tranquillamente nell'omniverso senza rischiare di rimanere a secco. Il suo TARDIS Type M o TARDIM (Time and Relative Dimension in Multispace) viaggiava meravigliosamente nel multiverso e nel megaverso, ma poteva incontrare problemi all'esterno. Con Enoch avevano cercato di ovviare al problema, con un certo successo, ma era comunque meglio rimanere entro i propri confini. Non aveva detto a nessuno di questa capacità della sua macchina, soprattutto agli agenti della Divisione, visto che il Type O era proprio un'invenzione di quest'ultima. A quanto pare, l'organizzazione voleva controllare anche i mondi lontani e lui non poteva permetterlo.

Questa spettacolare nave spazio-temporale era finita nelle mani di un'altra organizzazione multiversale: la TVA, Time Variance Authority. La TVA aveva rubato il Type O alla Divisione e loro lo volevano indietro, insieme a tutte le informazioni riguardanti l'organizzazione, con l'obiettivo di sottometterla e inglobarla.

Ruth stava controllando la situazione tramite un monitor di un PC sempre in stile anni '70. Varie immagini video mostravano i Minutemen della TVA, soldati pesantemente armati che brandivano il temibile Time Stick, un "bastone" in grado di rallentare il tempo del bersaglio oppure di "disintegrarlo". Tuttavia, nonostante la loro forza armata e le armi all'avanguardia, non poterono nulla contro il piccolo esercito che aveva radunato per invadere quel posto fuori dal tempo.

Nella sala controlli, piena zeppa di computer e altri macchinari, compreso un gigantesco monitor che mostrava quello che sembrava un grande albero, alcuni Signori del Tempo stavano smanettando sui computer in cerca di informazioni, mentre altri tenevano a bada i vari agenti.

 

Un Nono Dottore alternativo, con lo stesso volto aristocratico e serio della Grande Intelligenza, stava analizzando alcuni dati insieme alla sua versione del Maestro, ora un androide

Un Nono Dottore alternativo, con lo stesso volto aristocratico e serio della Grande Intelligenza, stava analizzando alcuni dati insieme alla sua versione del Maestro, ora un androide. Il corpo fisico del Maestro era stato distrutto dopo la lotta contro una razza di mostri che aveva distrutto Gallifrey.
 

Un'altra versione del Dottore, una bella donna di mezza età dai capelli bianchi e un vestito colorato, stava aiutando un'altra variante di se stessa

Un'altra versione del Dottore, una bella donna di mezza età dai capelli bianchi e un vestito colorato, stava aiutando un'altra variante di se stessa. Una versione alternativa del Terzo Dottore, con un volto diverso da quella che conosceva il Guardiano.
 

C'era anche il Corsaro, una bellissima donna vestita da pirata, e Iris Wildthyme , una donna di mezza età molto truccata


C'era anche il Corsaro, una bellissima donna vestita da pirata, e Iris Wildthyme , una donna di mezza età molto truccata. Iris indossava un largo cappello rosso e aveva un sorriso birichino. Con sé aveva una bottiglia di vino e il suo migliore amico Panda, una specie di panda pupazzo vivente. Iris era l'unica altra della sua specie che il Guardiano conoscesse che possedeva un Type M come lui. I tre stavano tenendo a bada i vari agenti, anche se entrambe le donne stavano palesemente flirtando tra di loro e con i poveretti che avevano preso in ostaggio. Il povero Panda aveva una zampa in faccia e un'espressione rassegnata.

Ruth cambiò nuovamente immagine e questa volta si poteva notare la grande città futurista di metallo che era la TVA.
 

Ruth cambiò nuovamente immagine e questa volta si poteva notare la grande città futurista di metallo che era la TVA

Numerose esplosioni squarciavano il cielo e diverse persone combattevano contro i Minutemen. Le immagini che si susseguirono mostrarono:

Killmonger/Black Panther, il Re di un Wakanda alternativo feriva con i suoi artigli di vibranio le gambe di molti soldati nemici, facendoli accasciare a terra

Killmonger/Black Panther, il Re di un Wakanda alternativo feriva con i suoi artigli di vibranio le gambe di molti soldati nemici, facendoli accasciare a terra. Killmonger li avrebbe volentieri uccisi, ma il Guardiano era stato chiaro: nessuna uccisione non necessaria.

 

Captain Carter, la bellissima eroina della seconda guerra mondiale, con lo scudo di vibranio e la divisa con i colori del Regno Unito, lanciava il suo scudo contro svariati nemici che caddero sotto i suoi colpi


Captain Carter, la bellissima eroina della seconda guerra mondiale, con lo scudo di vibranio e la divisa con i colori del Regno Unito, lanciava il suo scudo contro svariati nemici che caddero sotto i suoi colpi. Con lei vi era HYDRA Stomper alias Steve Rogers, un giovane biondo magrolino e gentile che utilizzava un'armatura ipertecnologica della seconda guerra mondiale. Lui copriva le spalle della sua ragazza dal cielo.
 

Superior Iron Man, un Tony Stark che aveva esagerato nel suo mondo e che ora era pieno di sensi di colpa

Superior Iron Man, un Tony Stark che aveva esagerato nel suo mondo e che ora era pieno di sensi di colpa. Il suo stile di combattimento era molto simile a quello di Steve, tranne per il fatto che la sua armatura bianca era molto più avanzata e efficiente, visto che era stata costruita dalle nanomacchine di Extremis. Quando Tony non utilizzava la sua armatura, la riponeva all'interno del suo corpo, più precisamente sopra le sue ossa.

 Quando Tony non utilizzava la sua armatura, la riponeva all'interno del suo corpo, più precisamente sopra le sue ossa

Supreme Strange, lo stregone che distrusse il suo universo per amore. Stephen aveva inglobato quasi tutti i soldati all'interno di uno mostro di slime che teneva precedentemente nel suo corpo. Sì, era un tipo davvero strano.

Hela, una dea un tempo malvagia, ma che aveva ritrovato la via del bene

Hela, una dea un tempo malvagia, ma che aveva ritrovato la via del bene. Con lei vi era il suo compagno Il Mandarino. La sua armatura attillata bianca si poteva notare a un miglio di distanza, così come gli anelli di Xu Wenwu , che stendevano qualsiasi Minutemen abbastanza coraggioso da affrontarli. Con i due vi era anche il loro gigantesco esercito.

Spider-Man 2099, Miguel O'Hara, sfrecciava di tetto in tetto falciando le gambe di chiunque gli si posasse davanti

Spider-Man 2099, Miguel O'Hara, sfrecciava di tetto in tetto falciando le gambe di chiunque gli si posasse davanti. Sembrava un personaggio dei cartoni animati e in effetti proveniva da un mondo che aveva proprio quella grafica. Doveva ammettere che trovava figo il suo costume da ragno vampiro, il teschio ragnesco rosso che aveva sul petto aveva il suo stile.
 

 Doveva ammettere che trovava figo il suo costume da ragno vampiro, il teschio ragnesco rosso che aveva sul petto aveva il suo stile


Infine, vi era l'Artista: una bellissima ragazza dai capelli blu e verdi, con piercing al naso e all'ombelico, che teneva scoperto. Il suo corpo era coperto di numerosi tatuaggi. Indossava una giacca di pelle nera sopra solo della biancheria intima dello stesso colore, ovviamente ben visibile. Completavano il suo outfit dei jeans strappati neri. Sulla schiena portava la sua amatissima chitarra, che usava anche come arma. Era una vera e propria ragazza trasgressiva e rocker.

Per il Guardiano, l'Artista era un vero mistero. Si era unita alla missione all'ultimo minuto e aveva creato più scompiglio che altro. Le aveva chiesto che cosa ci facesse lì, ma lei aveva semplicemente alzato il dito medio.

Mobius guardò con orrore le varie immagini. La sua amata organizzazione stava perdendo, ma aveva notato un dettaglio.

<< Non state uccidendo nessuno >> disse.

<< Ho ordinato loro di non fare vittime non necessarie >> rispose severamente il Guardiano << ma se non collaborerete, le cose potrebbero cambiare >>.

<< Vi ho già detto che... aspettate, forse so chi potrebbe aiutarvi. Se c'è qualcuno che potrebbe sapere dove si trova questo Type O, quel qualcuno è sicuramente Ouroboros. Vi ci posso portare >>.

<< Andrò da solo, so dove si trova >> disse l'agente mentre mostrava un telefono cellulare con le mappe del posto. << Tu resterai qui. Loki e il Dottore ti terranno d'occhio >>.

Detto ciò, uscì di lì e si diresse verso i sotterranei della TVA, dove si trovava l'officina di OB. Per la strada incontrò svariati soldati che lui prontamente azzoppò con le sue due pistole. Le adorava: erano letali, con proiettili composti da una lega di vibranio e adamantino. Le pistole potevano diventare anche due comodi coltelli, che uniti alle sue notevoli abilità marziali erano veloci e letali.

Giunto sul posto, non trovò nessuno. La scrivania di Ouroboros era un caos, con fogli e pezzi di macchine sparsi ovunque. Tutto intorno vi erano armadietti verdi. Sul soffitto si potevano notare dei tubi trasparenti che molto probabilmente servivano per trasportare piccoli oggetti e lettere. In fondo alla stanza vi era un armadietto verde con la porta socchiusa, da dentro si potevano sentire dei sussurri sorpresi.

Il Guardiano entrò nell'armadietto e trovò OB che analizzava la grande sala console che vi era all'interno. La sala era identica a quella che lui aveva all'inizio dei suoi viaggi, visto che quella tendeva ad essere il design standard dei TARDIS.
 

 La sala era identica a quella che lui aveva all'inizio dei suoi viaggi, visto che quella tendeva ad essere il design standard dei TARDIS


OB si girò a guardarlo, estasiato. Il Guardiano lo stese premendogli con la mano un nervo del collo. Non aveva tempo da perdere: doveva capire cosa fare di quella meravigliosa nave omniversale. Non voleva farla finire nelle mani dei suoi datori di lavoro, ma allo stesso tempo non sapeva dove nasconderla. Avrebbe potuto farla smaterializzare a caso in un mega lontano, ma non poteva essere sicuro che la Divisione di quel mega non lo avrebbe rintracciato. E se non loro, qualcuno di peggio.

In quel momento gli venne un'idea: decise di chiedere al TARDIS a chi fosse destinato. Vi era una teoria che queste macchine sceglievano fin da principio i loro piloti, essendo esseri atemporali. Per loro passato, presente e futuro erano la stessa cosa. In parole povere, in questo momento da qualche parte dello spazio tempo, lei e il suo pilota stavano volando tra le stelle.

Dopo aver pigiato alcuni pulsanti sulla console, sullo schermo apparve un nome: Artista.

<< Ci puoi scommettere il culo che questa bellezza sarà mia >> disse una bella e strafottente voce. Il Guardiano si girò e trovò l'Artista che lo osservava divertita e beffarda. Teneva la sua chitarra nera sulla schiena.

Dietro di lei poteva notare uno dei portali giallo sbiadito della TVA.

<< Quei portali sono più utili del previsto >> disse lei. << Ora togliti, vecchio. Da qui in poi ci pensiamo io e il mio collega >>.
 

Dopo aver schioccato le dita, dal nulla apparve un bel ragazzo castano dal volto serio


Dopo aver schioccato le dita, dal nulla apparve un bel ragazzo castano dal volto serio. Indossava una giacca di pelle nera e una collana con il simbolo di uno strano crocifisso. La sua particolarità erano le due grandi e maestose ali bianche che aveva dietro. Dopo aver fatto il classico gesto delle corna dei rocker, si sentì un potente battito d'ali e i due scomparvero insieme al Type O.

Onestamente, non ha mai scoperto chi fosse l'Artista, né quali piani avesse o quant'altro, ma alla fine non gli importava. Il Type O non era più un problema e forse, chissà... un giorno avrebbe risolto questo mistero.

 

Vista la quantità di personaggi e varianti presenti, ecco da dove provengono:

- Il Nono Dottore alternativo e il Maestro provengono dal webcast Scream of the Shalka.

- Il Tredicesimo Dottore alternativo proviene da Tenth Doctor (The Curse of Fatal Death).

- Il Terzo Dottore alternativo, conosciuto come Unbound Doctor, ha le sue storie narrate in vari audiolibri.

- Il Corsaro è un Signore del Tempo dell'universo canonico. La sua sesta versione, apparsa in questo capitolo, è presente nel fumetto Vecchi Amici.

- Iris Wildthyme è la Time Lady multiversale canonica. Le sue avventure sono narrate negli audiolibri.

- Captain Carter, HYDRA Stomper, Supreme Strange, Black Panther, Hela e il Mandarino sono i protagonisti della serie animata What If?

- Spider-Man 2099 è un personaggio dello Spider-Verse della Sony.

- Superior Iron Man è un personaggio che sarebbe dovuto apparire nell'ultimo film di Strange, ma è stato tagliato. Questa variante di Tony Stark è interpretata da Tom Cruise. L'Extremis utilizzato da Tony è tratto dai fumetti.

- Ruth è una versione segreta e passata del Dottore che conosciamo, mentre Loki è quello canonico dei film. Inizialmente avrei voluto utilizzare il Loki della serie TV, ma la seconda stagione ha modificato i miei piani, rendendoli incompatibili con la storia (avrei dovuto cambiare troppe cose!). 

- L'Artista è un mio personaggio originale. Non vi svelerò ancora la sua vera identità, ma i più intelligenti di voi ci saranno già arrivati^^ XD. 

- L'Angelo è... beh, lo scoprirete presto!

Detto ciò, ci vediamo!

 


 

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Capitolo 8
*** Ottavo Guardiano ***




Ottavo Guardiano
 
 

La Guerra del Multiverso, la guerra delle guerre, una battaglia così violenta e sanguinaria che al suo termine il multiverso ne uscì irrimediabilmente mutato. Interi universi, mondi e civiltà bruciarono per poi risorgere un attimo dopo, grazie alle continue manipolazioni temporali operate da entrambe le fazioni nemiche. A combattersi erano i Signori del Tempo e i Dalek, in un conflitto che rappresentava la fusione di molteplici Guerre del Tempo che si riversavano nelle altre realtà.

Malgrado la sua volontà, il Guardiano si ritrovò coinvolto in questo terribile conflitto, costretto a combattere in prima linea per la salvezza della creazione. Per sua fortuna, in questa rigenerazione possedeva un fisico da vero guerriero: un Ercole di colore alto due metri, la cui camicia nera faticava a contenere i muscoli da lottatore di wrestling. I suoi nemici temevano la sua forza bruta e la sua abilità di guerriero e generale, tanto da soprannominarlo il Guardiano della Guerra.

Durante questo periodo, fu richiamato a casa, la stessa che lo aveva deluso millenni prima. I Signori del Tempo tentarono di reclutarlo, ma la sua risposta fu un pugno in faccia, seguita da una "accettazione" della loro proposta solo di facciata. Ufficialmente, combatteva al fianco dei Signori del Tempo, in quanto i Dalek rendevano la scelta piuttosto facile. In realtà, la sua guerra era contro entrambe le fazioni: il conflitto aveva tirato fuori il peggio della sua specie e dei loro alleati, arrivando a ferire troppi innocenti. Il Guardiano combatteva per loro e non era solo.

Si era infatti creato un piccolo gruppo di ribelli, formato da Signori del Tempo e altri esseri che la pensavano come lui e che soprattutto, avevano motivi per nutrire rancore verso entrambe le fazioni, in particolare verso i Signori del Tempo.
 

Si era infatti creato un piccolo gruppo di ribelli, formato da Signori del Tempo e altri esseri che la pensavano come lui e che soprattutto, avevano motivi per nutrire rancore verso entrambe le fazioni, in particolare verso i Signori del Tempo


La prima ad unirsi al gruppo fu la Necromante, una strega di straordinaria bellezza con lunghi capelli corvini. Lei e il Guardiano avevano un passato in comune: un amore tormentato ai tempi in cui lui era una donna e lei un uomo. In questa rigenerazione, la Necromante era una donna affascinante che indossava un abito da strega completo di cappello a punta dello stesso colore. Un diadema blu abbelliva il suo collo. Questa potente strega proveniva da un Gallifrey alternativo dove la magia regnava sovrana al posto della scienza.
 

Il secondo membro era qualcuno che il Signore del Tempo non avrebbe mai desiderato in guerra: il Mago


Il secondo membro era qualcuno che il Signore del Tempo non avrebbe mai desiderato in guerra: il Mago. Un eccentrico uomo di mezza età con capelli e baffi grigi, indossava sempre un mantello rosso sopra un elegante abito vittoriano dai colori sgargianti. Viaggiava nello spazio e nel tempo alla ricerca di nuove magie e per intrattenere il pubblico, esibendosi nelle piazze cittadine con i suoi spettacolari poteri. Il Mago, il cui vero nome era Talassan, era figlio del Guardiano e della Necromante, anche se il Guardiano era solo la madre adottiva.
 

 Il Mago, il cui vero nome era Talassan, era figlio del Guardiano e della Necromante, anche se il Guardiano era solo la madre adottiva


Ravan il Meccanico era un altro membro fondamentale del gruppo. Il Guardiano ricordava bene il dolce Ravan, il gentile meccanico che lui stesso aveva ingiustamente processato. Proprio da quell'evento il Guardiano aveva preso coscienza della corruzione della sua civiltà. Ravan era parte integrante della sua genesi. Ma ciò che il Guardiano non sapeva era che Ravan non era un Time Lord, bensì un TARDIS. La macchina era stata costruita dal vero Ravan che dopo la sua morte ingiusta per mano dei politici, aveva deciso di assumerne l'aspetto e il posto per rendergli onore. Il Guardiano non sapeva se il Ravan che aveva processato fosse il vero o la macchina e in fondo non gli importava poi molto: il Meccanico "aveva" il cuore nel posto giusto e questo era ciò che contava. Ancora ricordava il gentile aspetto di Ravan: un giovane ragazzo castano con una giacca da aviatore marrone e due occhiali avanzati gialli.
 

 Ancora ricordava il gentile aspetto di Ravan: un giovane ragazzo castano con una giacca da aviatore marrone e due occhiali avanzati gialli


Super Gallifreyano, un Signore del Tempo in continuo stato di rigenerazione. Non ricordava esattamente la causa di questa condizione, se fosse naturale o imposta. Fatto sta che ricordava la sua enorme potenza. Era il Superman del loro team: l'energia rigenerativa lo rendeva forte e quasi invulnerabile e poteva volare in modo simile alla Torcia Umana.
 

 Era il Superman del loro team: l'energia rigenerativa lo rendeva forte e quasi invulnerabile e poteva volare in modo simile alla Torcia Umana


La Trasformista era un'anomalia genetica, nata con tutte le sue rigenerazioni già attive. Poteva cambiare forma e personalità in un attimo. Al Guardiano ricordava la Moltitudine, ma in modo molto diverso. Nonostante la sua natura, la Trasformista era una persona fondamentalmente buona. Era stata cacciata da Gallifrey perché considerata un mostro, motivo per cui odiava la sua razza.
 

 Era stata cacciata da Gallifrey perché considerata un mostro, motivo per cui odiava la sua razza

Blue Guardian. Una variante della sua quarta versione, con la pelle blu e due orecchie leggermente a punta. Era sostanzialmente il suo quarto sé, con lo stesso carattere, ma di colore blu.
 

 Era sostanzialmente il suo quarto sé, con lo stesso carattere, ma di colore blu

 
Infine, c'era Gallifrey il Pianeta Vivente. A differenza delle altre versioni di sé stesso che erano semplici pianeti, Gallifrey era vivo. Possedeva una propria coscienza e la capacità di viaggiare nello spazio e nel tempo. Questo gentile mondo era l'ultimo membro ufficiale del loro strambo gruppo e anche la tomba del Mago.

Ricorda ancora quel terribile giorno. Il gruppo era appena rientrato da una missione e aveva tutta l'intenzione di riposarsi quando Ravan si accasciò a terra.

<< Scappate! >> urlò lui, tenendosi il petto dolorante.

<< State indietro! >> ordinò il Guardiano, per poi correre a soccorrere il Meccanico. << Ragazzo, che ti prende? >>

<< Qualcosa mi sta facendo a pezzi! >> disse Ravan, mentre numerose crepe cominciarono a squarciare il suo corpo.

<< Devi farmi entrare dentro di te, magari posso aiutarti, aggiustarti! >> lo consolò il Guardiano, cercando di incoraggiarlo. Ravan annuì.

Tuttavia, prima che il Guardiano potesse fare qualsiasi cosa, Ravan esplose, scaraventandolo lontano. Il Guardiano era sicuro che sarebbe morto, ma poi notò che l'esplosione era stata contenuta dai due maghi del gruppo. Madre e figlio avevano innalzato una barriera magica per proteggere gli altri.

<< Fatemi passare, posso entrare senza problemi >> disse il super del gruppo, avvicinandosi ai due.

<< Potresti, ma l'energia sprigionata da un TARDIS è tale da distruggere un intero universo >> gli spiegò il Mago, per poi abbassare il volto rassegnato. << Madre, Padre, genitori miei adorati, promettetemi una cosa >>.

I suoi genitori si guardarono allarmati da quella richiesta, ma annuirono.

<< Vincete questa guerra >> detto ciò, con le ultime energie magiche a sua disposizione, aprì dei portali sotto i piedi dei presenti, spedendoli su un mondo a galassie di distanza.

<< No! >> urlò la Negromante, mentre stava per riaprire un altro portale, ma fu troppo tardi. Una gigantesca esplosione, pari a decine di supernove, squarciò il cielo illuminando l'aria.

Il Guardiano si accasciò a terra, per poi cominciare ad urlare e battere i pugni con foga sul terreno fino a spaccarsi le nocche. Aveva appena assistito alla morte di suo figlio, una cosa che nessun genitore doveva provare, mai, per nessun motivo. Eppure a lui era successo. Un attimo prima era vivo e quello subito dopo se n'era andato per sempre. A peggiorare la situazione fu il fatto che avevano perso anche Ravan e Gallifrey, due cari amici che ora non c'erano più. Con il senno di poi, non aveva più rivisto nessuno del gruppo dopo la guerra. Non sapeva che fine avessero fatto, ma molto probabilmente erano morti.
 

 Non sapeva che fine avessero fatto, ma molto probabilmente erano morti


Il Guardiano si rialzò da terra e bevve una fiala contenente uno strano liquido argentato. I suoi occhi brillarono e lanciò un urlo che squarciò il cielo. L'universo avrebbe scoperto che grave errore aveva fatto. Il War Guardian era pronto a lottare ancora una volta, e sarebbe stato un massacro.

 

Se vi interessa approfondire la versione blu del Guardiano, vi consiglio di leggere la one-shot del mio amico Ema_Forte, intitolata "La Pizia". Potete trovare questa storia su AO3.

 


 

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Capitolo 9
*** Nono Guardiano ***




Nono Guardiano
 
 

Gli eventi di questo capitolo si svolgono subito dopo Guardian Who: la furia del Gashadokuro (Halloween Special)


All'inizio della sua nona vita era una donna distrutta. La Divisione, la Guerra del Multiverso e la morte di suo figlio le avevano fatto perdere la voglia di vivere e di agire. Trascorreva la maggior parte del tempo ubriacandosi e vagando senza meta. Non era raro vederla ballare in qualche discoteca, come il Lux, il locale del Diavolo, beh, uno dei tanti.

In questa rigenerazione, era una donna straordinariamente bella e attraente, con lunghi capelli neri e occhi di un azzurro glaciale. Indossava una giacca di pelle nera sopra una canotta bianca, e dei jeans blu che facevano risaltare le sue curve. Sapeva intrattenere con la sua lingua d'argento tutte le persone che le stavano accanto.

<< Salve, sono Lucifer Morningstar, il proprietario di questo locale >> si presentò un bell'uomo alto e snello. Indossava un elegante abito nero sopra una camicia bianca. Lui era Lucifero, una delle tante versioni esistenti.
 

Il Guardiano ricordava che il Diavolo non se la passava proprio bene in quel periodo


Il Guardiano ricordava che il Diavolo non se la passava proprio bene in quel periodo. La detective lo temeva per aver scoperto la sua vera natura, suo fratello era insopportabile come sempre, le sedute dalla psicologa non davano frutti e una bellissima donna in canotta bianca ballava nel suo locale, attirando tutti i ragazzi e le ragazze carine. Ma che ci poteva fare? Se era uno schianto non era di certo colpa sua.

<< So chi sei e non mi interessi >> lo liquidò in malo modo la Time Lady.

<< Tutte le donne sono interessate a me, tranne una, ma tu non sei lei >>.

<< Sei sicuramente il Lucifero più noioso e non sei neanche carino come credi. Sparisci >> lo offese lei, continuando a ballare.

<< Io sono molto carino! >> si offese l'Arcangelo. << Ti sembrerà strano e surreale, ma non ci stavo provando in quel modo >>.

<< No? E dimmi allora, cosa volevi? >> chiese lei, già urtata.

<< Sapere che ci fai qui, Guardiano. Non voglio Dalek o altri alieni strani nella mia città >> la avvisò lui, che ovviamente conosceva la sua vera identità. Ormai si era fatta un nome sia nei mondi terreni che in quelli celesti.

<< Sei fortunato allora. Non ci sono più Dalek >> gli rispose lei con un sorriso quasi folle e ossessionato. Ovviamente sapeva di mentire sia a lui che a se stessa, ma era ubriaca e voleva solo divertirsi.

<< Se lo dici tu >> disse lui sospirando << divertiti nel mio locale >>. Detto ciò, se ne andò chissà dove. Onestamente, non ricordava molto di quella serata, ma ricordava fin troppo bene il brusco risveglio. I post-sbornia erano orribili, anche perché si conciava ogni volta decisamente male. I Time Lords erano molto resistenti all'alcol, tanto che non aveva effetto su di loro, almeno che non si esagerava o lo si correggeva con lo zenzero, allora sì che cominciavano i viaggi mentali.

Ricordava ancora di essersi ritrovata nuda, con un po' di bava alla bocca e i suoi vestiti sparsi un po' ovunque. Davanti a lei c'era Lucifer che la guardava tra l'urtato e il divertito.

<< È mattina uccellino! >> urlò Lucifer. << Stai dormendo nuda su un divano. Hai la bava alla bocca... o forse è vomito? >> disse con un sorriso malizioso. << Tuttavia, c'è una cosa che non tollero: essere derubato >>. Estrasse un libro nero dalla giacca di pelle dell'aliena.

La sera prima aveva cercato di rubare un libro dell'occulto al diavolo e onestamente non si ricordava il perché: era per resuscitare suo figlio? Capire meglio l'aldilà? Oppure solo per noia e sfida personale? Non era affatto stabile ai tempi.

<< Ora vestiti e vattene dal mio locale. Ho già fin troppi problemi >> sentenziò l'Arcangelo e il Guardiano, dopo essersi rivestita, se ne andò via urtata.

Una volta giunta fuori, si avviò verso dove aveva parcheggiato il suo TARDIS, ma quando arrivò non lo trovò. Si guardò intorno e trovò un cartello con scritto:

Alla signora ubriaca, ieri ti avevo avvisata che non potevi lasciare qui il tuo cilindro, quindi lo abbiamo rimosso. Se lo rivuoi, vieni a pagare la multa alla centrale di polizia.

Lei ringhiò irritata e imprecò contro l'umanità: che esseri irritanti! Dopo aver rubato una macchina, si avviò verso la centrale di polizia.
 

Lei ringhiò irritata e imprecò contro l'umanità: che esseri irritanti! Dopo aver rubato una macchina, si avviò verso la centrale di polizia


La centrale, come sempre, era gremita di poliziotti, agenti e criminali che andavano su e giù. I vari agenti avevano un piccolo ufficio separato dagli altri da un divisorio di ferro e vetro. In mezzo alla centrale, in tutto il suo splendore, c'era Lucifer.

<< Vedo che ti sei messa nei guai >> le disse con uno dei suoi soliti sorrisi sfacciati.

<< Rivoglio solo ciò che è mio, pennuto >> lo guardò male lei. << I primati hanno preso il mio TARDIS >>.

Dopo aver ridacchiato, il Diavolo si avvicinò a un agente e tirò fuori delle banconote. Poi tornò da lei.

<< Ho pagato la tua multa >> disse.

<< Grazie... >>

<< Prego, che poi non si dica che il diavolo non è generoso >> ridacchiò lui.

<< Solo tu >> disse secca lei.

<< Sì, gli altri me sono... eh... >> le rispose lui ripensando alle sue varianti, per poi prenderla per mano e portarla in un bar vicino.

<< Lo so che non sono affari miei, ma perché ti comporti così? Trovo le donne ubriache e autodistruttive molto sexy, ma tu sei tu e fuori di testa potresti essere un problema >> le chiese sinceramente preoccupato.

<< Come dovrei comportarmi? Ti aspetti che stia bene dopo la Guerra del Multiverso?! >>

<< Ah, quella... quindi sei appena uscita dal più grande conflitto del multiverso >> disse lui dispiaciuto. Ne aveva sentito parlare dalle numerose anime che erano finite nei suoi inferi, gran parte di loro brutalmente uccise dal Guardiano. Il Guardiano della Guerra era un incubo anche per i demoni.

<< Mi dispiace >> disse l'Arcangelo e il Guardiano annuì mesta. << Devo andare dalla Detective per risolvere un caso. Tu evita di fare danni >>. Dopo aver fatto uscire le sue maestose e bianchissime ali, sparì nel nulla.

Il Guardiano decise di fare una passeggiata per la grande e maestosa metropoli americana, anche se il sole unito al dopo sbornia non erano una buona combinazione. Senza neanche farlo apposta, si trovò sotto il gigantesco e famoso pontile di Santa Monica. Dal basso poteva vedere la ruota panoramica e qualche tetto delle bancarelle. Il mare era piuttosto calmo e poteva sentire le urla divertite dei bambini che si divertivano sulle giostre del pontile.
 

  Per fortuna che nei paraggi non vi fosse quasi nessuno, visto che davanti a lei, sotto il pontile, accanto a una delle maestose colonne in legno, c'era il cadavere di una giovane fanciulla dai capelli biondi

 
Per fortuna che nei paraggi non vi fosse quasi nessuno, visto che davanti a lei, sotto il pontile, accanto a una delle maestose colonne in legno, c'era il cadavere di una giovane fanciulla dai capelli biondi.

Data la sua fortuna, venne subito circondata dalla polizia. Tra di loro c'era anche Lucifero, che la guardò sorpreso e urtato.

<< Ma fai sul serio?! >> esclamò.

<< Lucifer, chi è questa donna? La conosci? >> gli chiese una bella agente dai capelli biondi raccolti in una coda di cavallo.
 

<< Lucifer, chi è questa donna? La conosci? >> gli chiese una bella agente dai capelli biondi raccolti in una coda di cavallo


<< Lei è una lunga storia, ti spiegherò dopo >> le rispose lui, per poi prendere il Guardiano da parte.

<< Questa è una scena del crimine, non il posto per smaltire la sbornia >> la rimproverò e lei alzò le mani disinteressata.

<< È una delle tue amichette? Mi sembra il tuo tipo >> chiese la bionda che si chiamava Chloe Decker.

<< In realtà no e comunque sei tu il mio tipo, Detective >> le rispose facendole l'occhiolino, facendola sbuffare.

<< Io e lui siamo solo vecchi conoscenti >> mentì il Guardiano.

<< In realtà no, lei conosce la mia fama e io la sua >> precisò il diavolo.

<< Lei è... come te? >> chiese la bionda, che era evidentemente ancora terrorizzata dalla vera natura del suo partner.

<< No, lei è un'aliena >>

<< Ora pure gli alieni...>> gemette la bionda.

<< Appunto, conoscenti... comunque, chi è la vittima? >> chiese il Guardiano, decidendo di cambiare argomento.

<< Che ne so, siamo arrivati dopo di te... Oh, per l'amor di papà e ora lui che vuole? >> sbuffò irritato Lucifer quando da lontano vide avvicinarsi un uomo con un lungo trench marrone, una cravatta rossa slacciata e una camicia bianca. Aveva i capelli biondo sporco spettinati e una faccia da schiaffi.
 

John Constantine sorrise ai tre beffardo e ubriaco, per poi osservare con interesse il cadavere


John Constantine sorrise ai tre beffardo e ubriaco, per poi osservare con interesse il cadavere.

<< Sei qui per il corpo? >> gli chiese la viaggiatrice del tempo e lui annuì con un sorriso sfacciato.

Dopo aver sbuffato, Lucifer scacciò via da lì tutti i poliziotti, irritando non poco la povera detective.

<< Ma fai sul serio?! >> esclamò lei.

<< Se lui è qui, questo non è un caso per la LAPD >> le disse lui.

<< Non ha alcuna autorità e nemmeno noi >> disse il Guardiano.

<< Non essere così formale, Guardiano. Inoltre, sai che fine fanno gli umani che interagiscono con il sovrannaturale >>.

<< Perfino io nel mio stato so che degli estranei non possono venire qui e interferire in un caso già aperto. Inoltre, non sono davvero cazzi miei >> sbuffò irritata lei.

<< Ho detto a tutti che ce ne occuperemo noi, ora il caso è mio >> disse Chloe.

<< Tecnicamente ho dei documenti dell'FBI. Questo è un caso federale >> disse John mentre mostrava i documenti.

<< Stai scherzando? >> gli chiese Chloe.

<< Sottovaluti le mie connessioni e le mie conoscenze, amore >>

<< Chloe, ti presento il Guardiano, un Signore del Tempo del pianeta Gallifrey e John Constantine, stregone, incantatore e via dicendo. Entrambi provengono da universi paralleli >> li presentò Lucifer.

<< Ah... >> ovviamente la povera donna era oltremodo scioccata e confusa.

<< I federali, davvero John? >> lo prese in giro il Guardiano e lo stregone alzò le spalle con un sorrisino.

<< Dio, mi manca la normalità >> sbuffò la bionda mentre alzava le mani.

John guardò Chloe << ufficialmente è un mio caso, ma la polizia locale e i federali a volte collaborano. Se vuoi partecipare, non c'è alcun problema >>

<< Va bene, cosa sai? >> accettò lei.

<< Ci sono stati casi simili. In tutto circa ottantasette. La maggior parte qui negli Stati Uniti. Alcuni all'estero. Questo è il primo qui in California >> spiegò loro lo stregone.

<< Stesso modus operandi? >> chiese il Guardiano. Onestamente non voleva davvero giocare alla piccola detective, ma come le era successo poche ore prima nel mondo dei Winchester, si era ritrovata invischiata in un caso, quindi tanto valeva risolverlo il più in fretta possibile.

<< Identico >>

<< Il movente? Sembra un omicidio molto brutale, ma magari aveva solo fame >> tirò ad indovinare la povera bionda.

<< Hai visto troppi film fantasy >> la prese in giro il suo celeste amico.

<< Sul serio Lucifer?! Tu sei letteralmente Satana! Lei è una Signora dell'Universo o quello che è, mentre l'altro è uno stregone! A questo punto ipotizzare che questa poveretta sia stata massacrata da un licantropo o una creatura simile non mi sembra un'opzione così assurda! >> sbraitò la detective che aveva perso la pazienza.

<< Non credo. Molte di quelle ferite sembrano brutali, ma sono troppo precise, quasi chirurgiche. Chiunque l'abbia fatte deve avere delle ottime conoscenze mediche >> disse il Guardiano mentre osservava il corpo.

<< Un serial killer quindi >> disse John e l'aliena annuì.

<< La vittima... chi è? >> chiese lei e lo stregone alzò le spalle.

<< Una strega, le vittime sono tutte streghe o legate al mondo soprannaturale. Alla fine sto indagando su questo >>

<< Quindi il killer è un cacciatore? >> chiese Lucifer che non voleva dei cacciatori nella sua città, visto che non aveva dei buoni rapporti con loro.

<< I cacciatori sono meno violenti e la maggior parte non è così stupida da lasciare un lavoro tanto palese >> disse il Guardiano.

<< Probabilmente un imitatore o peggio >> disse John.

<< Ci sono molti cacciatori che sono folli, ma questo mi sembra più un lavoro da Santa Inquisizione >> disse il diavolo ricordando i bei vecchi tempi della caccia alle streghe.

<< Uomini di Lettere britannici? >> chiese il Guardiano.

<< Nah, loro sono roba di un altro mondo e comunque è gente molto discreta che tiene al loro anonimato >> disse Lucifero.

<< Roba di un altro mondo un cazzo! Li ho combattuti durante la guerra >> disse lei ripensando al Due Lune, la marca di whisky che per la prima volta aveva scoperto in uno dei covi di questi inglesini stronzi.

<< Un demone o un angelo canaglia da queste parti? Voglio dire, non sarebbe la prima volta >> ipotizzò Jhon guardando Lucifero. 

<< E se fosse meno complicata? Magari è solo un semplice umano che ha subito un qualche torto da una strega e che quindi ora si sta vendicando >> propose la detective. 

<< Può essere, ma ottantasette vittime sparse per l'America e fuori? Sono molte >> disse l'aliena. 

<< Questo non sarebbe il mio primo caso di serial killer mondiali >> insistette la bionda. << Siamo a LA, qui ci arriva gente di tutti i tipi >>

<< Vediamo se il medico trova delle tracce di DNA >> disse Jhon. 

<< E le videocamere in zona? Dobbiamo ottenere un mandato >> aggiunse Clohe.

 Lucifer guardò il Guardiano. << Per le videocamere puoi aggirare il sistema e hackerarle >> 

<< Lucifer!! >> lo riprese la sua partner. 

<< Voglio dire... nessuno rintraccerà il suo TARDIS >>

<< Mi avete stancato, tutti voi! >> esclamò l'aliena, lanciando il telefono con disprezzo a Lucifer che lo raccolse al volo.

Le immagini della telecamera di sicurezza mostrarono chiaramente un uomo incappucciato che accoltellava la povera vittima con ferocia.

<<  Il Tipo sembra appartenere a una setta >> sbottò la donna.  << Ora andate ad arrestarlo e scoprite chi è. Oppure no, non mi interessa davvero. Questo è un vostro problema, non mio >> detto questo, si voltò e se ne andò con passo deciso.

Il diavolo e lo stregone riuscirono infine a ottenere giustizia per la povera ragazza, ma il Guardiano non partecipò alle idnagini. Non se la sentiva. Era un periodo buio per lei, non era stabile e temeva di essere solo un peso o un problema per gli altri.

Dopo alcuni giorni, la detective le propose un lavoro come collaboratrice scientifica presso l'LAPD. La donna accettò più per noia che per altro. Ci sarebbe voluto molto tempo e l'aiuto inaspettato di una conoscenza futura per farla tornare ad essere il Guardiano o come era conosciuta all'epoca, la Tata.

 


 

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Capitolo 10
*** Decimo Guardiano ***




Decimo Guardiano

 
 

Il numero dieci era una persona scazzata, non vi era altro modo per definirlo. Non era raro vederlo imprecare contro qualsiasi cosa, come quando finì in un mondo conosciuto come Zero 43.

<< Che cazzo ci facciamo qui eh?!! Porca puttana!! >> imprecò il Signore del Tempo mentre dava una zampata al suo cilindro. Il Guardiano sapeva guidare perfettamente la sua nave, tanto che era il miglior pilota di TARDIS in circolazione, ma vi erano alcune volte che la sua nave decideva da sola dove andare, come in questo caso. Il TARDIS era senziente e se sceglieva lui stava a significare che doveva portare il suo pilota da qualche parte per risolvere un determinato problema.

<< E voi che cazzo avete da guardare, eh?! >> si rivolse a svariate persone che lo stavano guardando spaventate. Onestamente ora come ora non poteva biasimare quei poveretti, visto che quella sua versione era un uomo di mezza età alto, con i capelli grigi e la barba nera tendente anch'essa al grigio. Indossava un lungo cappotto viola scuro, con sotto una camicia verde sbottonata in alto, dalla quale si potevano notare due collane di ferro. Il suo volto rugoso e incazzato metteva soggezione a tutti.

Di tutta risposta le persone scapparono spaventate e il Guardiano sbuffò. Decise di esplorare il posto: si trovava in un mercato alieno situato in un mondo futuristico. Tutto attorno ai giganteschi edifici dai tetti colorati e srotondati vi erano svariate bancarelle con i prodotti più vari provenienti da ogni angolo dell'universo. Molti individui di molte razze diverse riempivano le strade e compravano la mercanzia. Due individui di una razza insettoide simili a blatte gli avevano sputato più di una volta in faccia facendolo irritare oltremodo, anche se non aveva reagito perché ipotizzava che per loro quello fosse un saluto, inoltre le blatte se n'erano subito andate visto lo sguardo truce del Signore del Tempo.

<< Oh oh oh! Un Signore del Tempo, sembri diverso dagli altri >> disse una voce irritante e inquietante da dietro di lui. Il Guardiano si voltò e si ritrovò faccia a faccia con un Demone del Freddo bianco e blu. Il piccolo essere aveva due piccole corna sulla testa e per il resto era nudo. La sua coda sembrava avere vita propria. Le sue labbra blu erano appena incurvate da un leggero sorriso.
 

<< Cazzo vuoi?! >> gli chiese il Grigio, mentre si accendeva una sigaretta


<< Cazzo vuoi?! >> gli chiese il Grigio, mentre si accendeva una sigaretta. Sì, in questa vita aveva ripreso il vizio di fumare, anche se preferiva le sigarette alle pipe.

<< Io sono Zero, imperatore di mille galassie, parlami con rispetto scimmia con due cuori!! >> lo minacciò il piccolo demone.

<< Ma col cazzo piccolo nano cornuto... piuttosto dimmi, come conosci la mia razza? >> Il Guardiano sapeva bene che non vi erano Signori del Tempo in quella determinata realtà e che Zero non poteva conoscerli.

<< Lunga storia piccolo insolente >> disse lui con la sua vocina stridula.

<< Piccolo? >> il Guardiano lo guardò divertito << ti sei visto vero? >>

All'improvviso si aprì un portale nel cielo poco lontano da loro e comparve un ragazzo dall'aria seria e ferita. Il volto era serio e aveva numerosi tagli e ferite su tutto il corpo, nonostante ciò, sembrava piuttosto in forma. Il ragazzo era chiaramente un saiyan, visto che aveva i capelli neri così come gli occhi, un'armatura della sua specie verde e nera e una lunga coda marrone che teneva comodamente avvolta attorno al corpo a mo' di cintura.
 

 Il ragazzo era chiaramente un saiyan, visto che aveva i capelli neri così come gli occhi, un'armatura della sua specie verde e nera e una lunga coda marrone che teneva comodamente avvolta attorno al corpo a mo' di cintura


<< Hey nonno, sai dirmi dove sono finito? >> chiese il novo arrivato al viaggiatore del tempo.

<< Nonno?! Piccolo... >>

<< Ecco un'altra scimmia >> disse schifato il Signore dell'Universo. << Ti trovi su Zero 43, uno dei tanti mondi del mio grandioso e maestoso impero galattico >>

Il Saiyan, di tutta risposta, guardò storto il demone del freddo. Le due razze non erano mai andate troppo d'accordo, per ovvi motivi, inoltre i demoni tendevano ad avere comportamenti distruttivi e violenti, cosa che tutti sapevano fin troppo bene.

<< Toh guarda, un Time Patrol, se sei qui allora abbiamo veramente un problema... Uff che palle >> sbuffò il Guardiano che aveva notato il simbolo dell'organizzazione del ragazzo con la coda sulla sua armatura.
 

<< Esattamente


<< Esattamente... tu... >> gli puntò contro un bracciale << sei della stessa razza che ha creato questo casino... i Signori del Tempo sono finiti in questo mondo e lo stanno alterando. In più, attirano l'attenzione di creature che non è raccomandabile attirare. Hai idea del perché la tua razza si trova qui? >>. Almeno il Guardiano aveva capito come mai il suo TARDIS lo aveva portato in questa realtà. Dio... odiava davvero la sua gente!

<< Vedi di darti una calmata mocciosetto! >> esclamò << io non c'entro niente con questo casino. Da dove vengo io, la mia gente è quasi estinta in quasi ogni fottuto multiverso >>. Quando era atterrato, il suo TARDIS aveva avuto un "calo di corrente" per poi riaccendersi di colpo. Quello era un chiaro segno che era finito in un altro megaverso, una realtà lontana dalla sua, dove la sua nave aveva serie difficoltà a funzionare o almeno sarebbe stato così se non l'avesse modificato. Tuttavia, era ancora un lavoro "work in progress". Altro mega, altre storie. Qui la sua razza poteva essere benissimo ancora in vita, tuttavia, non tollerava un moccioso che lo accusasse senza prove e per di più in modo così volgare.

<< Dovrai darmi una mano. Li conosci, perché sono qui? >> gli chiese il giovane scimmiotto.

<< Beh, l'omniverso è grande, forse... bah! Tutto è possibile in questa cazzo di vita! >> sbraitò l'uomo con la sigaretta.  << Ragazzo della giungla, raccontami tutto dal principio, ma facciamolo dentro il mio TARDIS o almeno in un posto più appartato, visto che stiamo dando spettacolo in mezzo ad un cazzo di mercato! >> Per loro fortuna, la gente non li stava degnando di uno sguardo, visto che erano tutti a capo chino in segno di rispetto al loro imperatore e sommo signore Zero. Dopo aver sbuffato, il Guardiano si avviò verso dove aveva parcheggiato la sua nave. Una volta arrivato, però, notò che non vi era più.

<< Dove cazzo è finito il mio TARDIS?!!! >> chiese urtato come una faina e i due alzarono le spalle.

<< Ci penso io. Venite con me. Kaioshin riesce a sentirmi? Può portarci da lei? >> domandò il Saiyan mentre guardava in alto.

" Ti sento Beets, certo" rispose una dolce e eterea voce femminile all'interno delle loro teste. Dopo di che i tre si ritrovarono nel mondo dei Kaioshin di quell'universo. Il cielo era costellato da numerose lune, mentre tutto intorno a loro si estendeva un'infinita pianura verdeggiante. Il cielo assumeva una delicata tonalità di rosa, emanando una sensazione di calma e serenità.
 

Il Guardiano trovò curioso il fatto che Beets li avesse condotti lì e non alla base dei Time Patrol


Il Guardiano trovò curioso il fatto che Beets li avesse condotti lì e non alla base dei Time Patrol. Chissà per quale motivo? Molto probabilmente perché il suo capo, la Kaioshin del Tempo, si trovava in quel luogo a conversare con il Kibith di quell'universo. Il viaggiatore del tempo aveva sempre trovato interessante l'aspetto fisico dei Kaioshin: simili a degli elfi dai colori sgargianti, indossavano quasi sempre un lungo e raffinato abito di tonalità differenti. Azzurro nel caso del capo di Beets e rosso acceso per Kibith. Entrambi portavano all'orecchio i Potara, magici orecchini che permettevano la fusione tra due esseri.
 

 Entrambi portavano all'orecchio i Potara, magici orecchini che permettevano la fusione tra due esseri


<< Salve Kaioshin! Salve Kibith! Loro sono Zero e... come hai detto che ti chiami? >> chiese Beets, ma il Guardiano lo ignorò. I suoi occhi erano caduti su una familiare forma cilindrica poco più in là.

<< Ottimo lavoro ragazzina del tempo >> la "ringraziò". << Allora piccoletta, qual è il problema? >>

<< Il problema è la tua razza. Non dovrebbe essere qui... si sono stabiliti qui qualche anno fa per sfuggire a una guerra, credo... non lo so. Vorrei saperlo... comunque stanno portando disastri ovunque >> gli spiegò lei con gentilezza, ma con evidente preoccupazione.

<< La Guerra del Tempo quindi... devo andare a controllare una cosa >>. Detto ciò, entrò nella sua nave. Da fuori, gli altri poterono sentire così tante imprecazioni che nemmeno una flotta di marinai avrebbe potuto eguagliare. 

<< Come avevo già detto al tuo pupillo, io non c'entro nulla. Questa realtà non è nemmeno la mia, non è il mio megaverso. Tuttavia, ho analizzato questa dimensione e sembra che i Signori del Tempo siano fuggiti dalla Guerra del Tempo e siano venuti qui per salvare le loro rigide e affumicate chiappe >>.

<< Sono una razza ostile, hanno iniziato a diffondersi e conquistare altri mondi e questo non va bene. Il tempo è pericoloso da cambiare, lo dovresti sapere >> gli spiegò Beets. Il Guardiano alzò le spalle per niente sorpreso.

<< Il primate dice il vero >> sbraitò Zero. << Quei senatori boriosi hanno attaccato anche il mio impero, causando non poche vittime. Imperdonabile! >> Si ricordava ancora bene del suo amico Zero. Lui era diverso dagli altri della sua razza. Laddove i demoni uccidevano e provavano gioia nella distruzione, lui era un tipo più "pacifico". Non era un santo, era pur sempre un conquistatore di mondi e un signore della guerra, tuttavia non causava dolore non necessario e non umiliava i suoi avversari. Inoltre, i mondi sotto il suo dominio erano belli e pacifici. Zero aveva un ego grande come una galassia e adorava governare, ma era anche vero che era un ottimo imperatore.

<< Che du palle cazzarola >> disse il Guardiano, mentre si accendeva l'ennesima cicca per rilassarsi.

<< Non solo... tutto questo interferire attirerà la divinità della distruzione locale che distruggerà il pianeta e tutto ciò che gli sta attorno. Se tutto questo dovesse finire alle orecchie del grande Zeno... distruggerebbe tutta la linea temporale e l'intero universo >> disse spaventata la Kaioshin del Tempo.

<< Confortante, no? Comunque sia, avete dei vestiti di ricambio? >> chiese Beets.

<< Ci penso io >> disse Kibit. Gli rigenererò le ferite e gli ricreerò nuovi vestiti. Poi si girò verso il guardiano. << Hai idea di come possiamo fare per cercare di sistemare senza distruggere un universo? >>

<< Un cazzo di niente >> disse lui mentre sbuffava un po' di fumo. Gli altri lo guardarono sopresi. << Lo ha detto poco fa la nana, molto probamente ci penserà il Dio della Distruzione a fare il lavoro sporco >>

<< Sono la tua razza Guardiano >> disse con fare dolce la "ragazzina" << non li vuoi salvare? >>

<< Hanno smesso di essere la mia razza migliaia di anni fa, non me ne fotte un cazzo di loro, di ogni versione di loro >> le rispose lui urtato.

<< Li atomizzo io >> propose Zero con un sorrisetto, onestamente non vedeva l'ora di farli sparire dalla sua realtà.

<< Ehm... capisco che... ma i bambini? >> chiese Beets. << Voi Signori del Tempo fate figli, giusto? Anche loro sono colpevoli? Capisco che non vuoi salvare gli adulti, ma i piccoli non c'entrano nulla! >>

<< Non è così semplice Naruto! Se sapessi cosa... >> Il Guardiano fu interrotto dal suono di un allarme che proveniva dal suo telefono. Il telefono era direttamente collegato con il sistema centrale della sua nave e se c'era un problema lo avvisava subito. Le campane del chiostro erano fin troppo insistenti quando si presentava una minaccia.

Il Guardiano mostrò loro un video dove dal cielo si erano aperti dei portali dai quali sciamavano centinaia di milioni di creature demoniache.
 

Il Guardiano mostrò loro un video dove dal cielo si erano aperti dei portali dai quali sciamavano centinaia di milioni di creature demoniache

 

<< Porca troia... >> le cose si erano appena fatte molto più complicate.

 

Questo capitolo è un crossover con l'autore Son_Michael. Beets e il megaverso dove è ambientato questo capitolo sono suoi, eccetto Zero che è mio. In origine questo capitolo doveva essere una vera e propria storia, ma per vari motivi né io né Mike avevamo tempo o voglia di scriverla. Quindi, visto che vi è il Decimo Guardiano e visto che io non butto mai niente, ho deciso di inserirla qui. Se vi interessa scoprire di più sull'invasione dei demoni e di tutto ciò che ne deriva, vi consiglio la storia The New Age - Il risveglio del male.

Inoltre, anche se è già passato un po', ci tengo anche a salutare il grande maestro Akira Toriyama. Quest'uomo ha letteralmente plasmato la mia infanzia e quella di migliaia di persone. Senza di lui non avremmo mai potuto avere Dragon Ball e senza di lui non avrei mai potuto scrivere questo capitolo e molte altre storie. Riposa in pace Akira e grazie per averci fatto sognare!

Detto ciò, ci vediamo!

 


 

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Capitolo 11
*** Undicesimo Guardiano ***




Undicesimo Guardiano
 
 

La mente del Guardiano venne travolta da un'ondata di pensieri allegri e folli, ricolmi di dolci, unicorni, colori sgargianti e tante, ma tante canzoni. Era giunto il momento di ricordare la sua undicesima vita, la svampita e platinata bambolina con il vestito multicolore. Questa rigenerazione fu leggera e allegra, era come se fosse sotto effetto di acidi o quanto meno di zuccheri, data la quantità industriale di dolci che mangiava.

Adorava ballare e cantare con i suoi allegri compagni, come quella volta che aveva messo a tutto volume la canzone "Bad Feeling". 

Onestamente non ricordava il testo, ma ricordava ancora la filastrocca che citava gli Oompa Loompa. Lei adorava questa razza in tutte le loro varianti e adorava ancor di più il loro amico e capo umano: Willy Wonka. Willy in tutte le sue varianti era il suo principale fornitore di dolci. La versione che aveva invitato quel giorno a ballare con lei era il giovane Wonka, un Willy ancora in erba che aveva appena incominciato la sua attività. I due stavano ballando come due cretini attorno alla console esagonale e rosa del suo TARDIS.
 

 I due stavano ballando come due cretini attorno alla console esagonale e rosa del suo TARDIS


Il TARDIS era rosa e giocoso. Oltre al rosa, l'altro colore dominante era il bianco. La console con il rotore, anch'esso dello stesso colore, si trovava su un dislivello più in basso rispetto al resto della sala e lo si poteva raggiungere tramite degli scalini in legno marrone scuro, oppure tramite un simpatico scivolo giallo. Ovviamente, praticamente tutti utilizzavano lo scivolo ignorando gli scalini. Vi era un comodo sgabello direttamente collegato alla console e lo si poteva far girare tutto attorno ad essa. Poco più in là vi erano due divani eleganti di un colore rosso violaceo e accanto ad uno di essi vi era un distributore di bibite zuccherate tutto viola.

Nel vero piano terra vi si poteva trovare un organo marrone con una chitarra elettrica rosa appoggiata ad esso. Dall'altra parte vi era anche un gigantesco schermo che mostrava il famosissimo gioco Minecraft. Sullo sgabello davanti vi era seduto un simpatico omino arancione dai capelli verdi. L'Oompa Loompa era vestito con un abito elegante viola a righe e stava uccidendo dei polli con la sua spada in legno, quando qualcosa esplose dietro di lui facendolo spaventare.
 

 L'Oompa Loompa era vestito con un abito elegante viola a righe e stava uccidendo dei polli con la sua spada in legno, quando qualcosa esplose dietro di lui facendolo spaventare


<< I Creeper! >> urlò il Guardiano. << Adoro i Creeper, hanno una faccina così dolce e triste allo stesso tempo! Inoltre quelli marroni che danno i biscotti e quelli rosa con i cuori sono i miei preferiti! >>

<< Stai parlando come se fossero esseri reali e non di finzione >> le disse un giovane ragazzo con un bel sorriso e un cilindro marrone in testa. Il ragazzo indossava una giacca e pantaloni in velluto rosso e verde smeraldo, camicia in raso lavanda, cilindro marrone e accessori dorati. Il suo look era un'esplosione di colori e rifletteva la sua personalità eccentrica e fantasiosa.
 

<< Dolce Willy! Tutto è reale da qualche parte! >> gli rispose la svampita, mentre si guardava attorno


<< Dolce Willy! Tutto è reale da qualche parte! >> gli rispose la svampita, mentre si guardava attorno. << Ti ho trovata Miss Pinky! >> Detto ciò, si buttò in una vasca di palline colorate per bambini, perché sì, la caratteristica distintiva di quella versione del TARDIS era la grande piscina di palline che circondava la console. Vi era un altro scivolo che conduceva in quella zona, anche se lei preferiva tuffarsi.
 

<< Pika!! >> squittì un simpatico e dolcissimo roditore rosa che le saltò subito a dosso


<< Pika!! >> squittì un simpatico e dolcissimo roditore rosa che le saltò subito a dosso. Pinky era un Pikachu X, un Pokemon proveniente da un universo alternativo da quello considerato dai più come canon. Le femmine di questo Pokemon erano di tipo folletto, mentre i maschi di tipo suono. Il Guardiano adorava strizzare le gote rosse a forma di cuore della sua amica pelosetta e adorava spupazzarsela fino allo sfinimento.

Sapeva bene che dietro tutte le risate, i dolci, i giochi e le cose carine vi era ancora il trauma della Guerra del Multiverso. Lei cercava di dimenticarlo divertendosi come una matta e facendo la svampita, tuttavia era pur sempre il Guardiano e quella era solo una facciata. Non era il caso di farsela nemica o di sottovalutarla, poteva essere la disfatta di un suo qualsiasi avversario.

<< Willy! Ti voglio portare alla festa del non compleanno e farti conoscere dei miei amici che sono super simpatici! >> Detto ciò, ritornò su e si mise ad armeggiare con i comandi, per poi uscire da lì seguita dagli altri.

<< Io me ne resto qui a costruire una casa, divertitevi >> disse il piccolo gentiluomo mentre continuava a giocare.
 

Una volta usciti si ritrovarono davanti ad una casa folle a forma di capello che sembrava essere composta da un'unione di più stili architettonici


Una volta usciti si ritrovarono davanti ad una casa folle a forma di capello che sembrava essere composta da un'unione di più stili architettonici. Una volta entrati furono accolti da due simpatici gemelli rotondi, sproporzionati e tenerissimi: Pinco Panco e Panco Pinco. Con loro vi era un coniglio tutto bianco con un vestito elegante blu.
 

Più in là una bellissima ragazza tutta bianca, sia la sua pelle che i suoi vestiti erano bianchi


Più in là una bellissima ragazza tutta bianca, sia la sua pelle che i suoi vestiti erano bianchi. Lei era la Regina Bianca, sovrana di quelle terre e svampita tanto quanto il Guardiano, se non di più. Le due ragazze si sorrisero e si abbracciarono.
 

La pazza Lepre Marzolina stava discutendo con un cane parlante, mentre gettava il tè dalla sua tazzina praticamente ovunque


La pazza Lepre Marzolina stava discutendo con un cane parlante, mentre gettava il tè dalla sua tazzina praticamente ovunque. Sulle spalle di Wonka apparve uno strano gatto dai colori blu e verdi che fluttuava nell'aria. Il Guardiano ricordava con affetto lo Stregatto e il suo enorme sorriso che appariva sempre prima del resto del suo corpo.
 

 Il Guardiano ricordava con affetto lo Stregatto e il suo enorme sorriso che appariva sempre prima del resto del suo corpo


Il padrone di casa li osservò con un sorriso folle. Il Cappellaio Matto sembrava una versione più folle e psicopatica di Willy. Anche lui aveva un enorme cilindro in testa, sproporzionato rispetto al resto del corpo e pieno di aghi e altri strumenti utili per il suo lavoro. I suoi capelli arancioni erano spettinati e i suoi occhi avevano un colore verde. La pelle era bianco cadavere. Il folle sedeva a capotavola di un lungo tavolino che occupava gran parte del piano terra. La tavola, già disordinata, era ricolma di dolci e tante altre goloserie che fecero venire l'acquolina in bocca alla stramba Time Lady.
 

 La tavola, già disordinata, era ricolma di dolci e tante altre goloserie che fecero venire l'acquolina in bocca alla stramba Time Lady


<< Guardiano! Hai portato Willy? Non lo vedo... >> disse lui facendo il broncio.

<< Eccolo qua! >> urlò lei indicandolo con ambo le braccia.

<< Non è Willy! Lui mi somiglia, questo no! >> sbraitò lui, mentre il suo migliore amico leprotto annuiva in accordo. 

<< Magari è una sua variante, stupido! >> lo riprese un piccolo ghiro tutto bianco vestito con abiti eleganti. Lei era una prode spadaccina.
 

<< Esatto è così! Vi presento il giovane Willy! >> disse il Guardiano e il diretto interessato si presentò con un inchino e un sorriso, mentre abbassava il cappello


<< Esatto è così! Vi presento il giovane Willy! >> disse il Guardiano e il diretto interessato si presentò con un inchino e un sorriso, mentre abbassava il cappello.

Il non compleanno passò nel migliore dei modi, tra canzoni, risate, cibo e tanto divertimento. Eh sì, quelli erano proprio bei tempi.

 

 



 

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Capitolo 12
*** Dodicesimo Guardiano ***




Dodicesimo Guardiano
 
 

Il suo ultimo sé, la sua ultima vita e il suo sé attuale... o forse non era più così? Il Guardiano stava provando nuovi sentimenti verso se stesso e francamente, trovava ridicola la sua attuale versione vecchia e polverosa, chiaro segno che si era rigenerato ancora una volta. Si rese conto che ricordando tutte le sue vite passate, stava ricordando a se stesso chi era, cosa era stato e forse chi sarebbe stato.

Anche se trovava il suo sé passato ridicolo, doveva ammettere che non era poi così male: un uomo di mezza età dai capelli rossi e una barba ben curata dello stesso colore. Indossava un vestito piuttosto elegante, ovvero una giacca di velluto di vari colori con sotto una camicia bianca o nera. I pantaloni erano dello stesso materiale e colore del soprabito e le sue scarpe erano di pelle nera.

Eleganza, questa era la parola giusta per definire questo Guardiano. Adorava vestirsi elegante, mangiare in locali eleganti, ma soprattutto adorava l'antiquariato. Se si andava a passeggiare in un borgo antico, soprattutto italiano (nazione che lui adorava), lo si poteva quasi certamente incontrare mentre ammirava la facciata di una piccola chiesa o un quadro d'epoca.

Il suo periodo storico preferito era senza ombra di dubbio il Rinascimento italiano e la sua città preferita era Firenze. Fu qui, nel palazzo degli Uffizi che conobbe il suo amore: Vanessa della Rovere, una donna colta e raffinata. La sua eleganza non aveva eguali, così come la sua arguzia e gentilezza.
 

I Della Rovere erano una nobile famiglia originaria di Savona, il cui nome era legato soprattutto alle vicende del Ducato di Urbino


I Della Rovere erano una nobile famiglia originaria di Savona, il cui nome era legato soprattutto alle vicende del Ducato di Urbino. Vanessa, da piccola si trasferì a Firenze per essere educata sotto la tutela della famiglia Medici. Era chiaro che vi fosse un accordo politico non detto che le due famiglie si sarebbero dovute unire in matrimonio tramite lei e uno dei Medici. Vanessa, come ogni donna della sua epoca era molto devota e religiosa, una vera cristiana. Il suo patrono personale era l'Arcangelo Gabriele e a lui era molto legata, tanto da portare sempre con sé un ciondolo con il suo simbolo. 
 

Nonostante ciò, era anche una donna dalla mentalità molto aperta: trovava gli studi dello scienziato Galileo Galilei avvincenti e interessanti ed era sempre stata affascinata dalle stelle fin da piccola


Nonostante ciò, era anche una donna dalla mentalità molto aperta: trovava gli studi dello scienziato Galileo Galilei avvincenti e interessanti ed era sempre stata affascinata dalle stelle fin da piccola. Onestamente, come cristiana, non capiva perché la Chiesa provasse tanto astio verso le idee del povero Galileo; secondo lei fede e scienza non erano in contrasto, ma due facce della stessa medaglia. Come ogni donna raffinata ed elegante dell'epoca, teneva le sue idee e le sue considerazioni solo per sé e non ne parlava mai con nessuno, eccetto che con lui, un Signore del Tempo del pianeta Gallifrey che come lei amava osservare le stelle.

Per il Guardiano innamorarsi di lei fu facile, come avrebbe potuto essere altrimenti? All'inizio si stabilì con lei nella sua casa nobiliare a Firenze e trascorsero intere giornate a parlare di arte e poesia mentre passeggiavano per il bellissimo Giardino di Boboli che all'epoca era ancora agli inizi, visto che era l'anno 1550. Ovviamente Vanessa trovava strano il suo abbigliamento elegante e particolare, ma il Rinascimento era un'epoca di rinnovamento artistico e non fece molte domande o le tenne per sé come era solita fare. Un giorno però, le cose cambiarono.

Il Guardiano e la nobildonna erano seduti su un prato e lei teneva la testa appoggiata al suo petto. Lui le accarezzava i capelli castani con la mano destra mentre conversavano. Era bellissima, con il volto elegante e un abito verde chiaro.

<< Signor Guardiano, mi dica >> disse lei mentre lo osservava << come mai avete due cuori? >> Non era stupida e aveva sentito il suo doppio battito cardiaco.

<< Mia Signora, ci sono domande che potrebbero sconvolgere il vostro mondo >> rispose lui.

<< Ieri sera ci siamo dichiarati il nostro amore, quindi è giusto che io sappia chi sia l'uomo a cui ho donato il mio cuore >> disse giustamente lei << inoltre, se posso permettermelo, ho capito che Guardiano è il vostro titolo, ma qual è il vostro nome, se posso saperlo? >>

Di tutta risposta, lui le sussurrò il suo vero nome all'orecchio e lei fece un'espressione sorpresa.

<< Avete un nome davvero unico, come mai non lo utilizzate? >> chiese.

<< Perché mi ricorda casa, una casa che ho rinnegato migliaia di anni fa. Guardiano è il mio nome e il mio titolo ed è tutto ciò che serve sapere su di me >> le spiegò lui.

<< Dato il vostro nome, il vostro inusuale abbigliamento e i vostri due cuori, devo supporre che siate un uomo delle stelle, vero? >> chiese lei e lui le sorrise: quella donna era nata nell'epoca sbagliata, era fin troppo sveglia e intelligente. << C'è una cosa che però so per certo: siete vecchio, molto più vecchio di un normale mortale. I vostri occhi sono tristi e antichi. In essi vedo molta perdita e dolore, ma anche meraviglia >>.

<< Venite con me >> disse lui mentre si alzavano entrambi. La portò davanti a un cilindro argentato che aveva parcheggiato in qualche vicolo della città.
 

Una volta entrata la donna rimase a bocca aperta davanti a ciò che vide: una bellissima stanza, elegante e dai colori caldi


Una volta entrata la donna rimase a bocca aperta davanti a ciò che vide: una bellissima stanza, elegante e dai colori caldi. Il pavimento, fatta eccezione di una zona in vetro azzurro che dall'ingresso conduceva alla console in legno, era di un parquet scuro. Tutto intorno, erano disposte poltrone e divani rossi. Sulla parete destra si trovava una splendida libreria ricolma di libri, il tutto arricchito da diverse piante ornamentali e specchi. Attaccate alle pareti, delle scale conducevano a un piano superiore che circondava la stanza principale. Sul soffitto dei bellissimi lampadari arancioni emanavano una luce calda e accogliente che la faceva sentire protetta e al sicuro. La parte più stupefacente era la strana console in legno esagonale situata al centro della stanza. La console era ricoperta di pulsanti colorati che si accendevano e si spegnevano a ripetizione, come se avessero vita propria.

<< Mia Signora, forse è giunto il momento di presentarmi come si deve >> disse lui guardandola. << Sono il Guardiano, un Signore del Tempo del pianeta Gallifrey e questa bellissima stanza è solo una piccola parte della mia nave spazio temporale conosciuta come TARDIS. Con questa magnifica macchina il passato e il futuro sono a mia disposizione, così come tante altre realtà. Se vorrete venire con me, saranno anche a vostra disposizione >>.

<< Verrò solo se riuscirete a stupirmi. Mostratemi la città più elegante e bella del creato e accetterò la vostra richiesta. >> Il Guardiano sapeva che Vanessa aveva già accettato ancor prima di entrare nel TARDIS, ma sapeva anche che lo stava mettendo alla prova per stuzzicarlo un po'. Vanessa poteva essere dispettosa se lo voleva.

<< Nell'infinito multiverso ci sono infinite città eleganti, tuttavia ve ne è una che secondo il mio modesto parere è tra le migliori e vi toglierà il fiato. >> Dopo aver armeggiato sulla console, prese per mano la sua dama e la portò all'esterno.
 

<< Nell'infinito multiverso ci sono infinite città eleganti, tuttavia ve ne è una che secondo il mio modesto parere è tra le migliori e vi toglierà il fiato >> Dopo aver armeggiato sulla console, prese per mano la sua dama e la portò all'esterno


La vista era da togliere il fiato: davanti a loro si stagliava la bellissima e mitica città di Minas Tirith, capitale del rigoglioso e fiorente regno di Gondor. La città era bianca e maestosa e quel giorno, complice la bella giornata e il cielo sereno, la luce solare la illuminava facendola risplendere. Era costruita su sette livelli, ognuno circondato da mura concentriche fortificate. I livelli salivano verso l'alto culminando nella Cittadella Bianca, dove si trovava la Torre di Ecthelion, la dimora dei re di Gondor. I livelli erano interrotti da quello che sembrava un pezzo della montagna su cui la città era adagiata.

<< È bellissima... >> disse Vanessa con un soffio di voce.

<< Da vicino è ancora meglio >> rispose il Guardiano. Detto ciò, i due tornarono all'interno del cilindro per poi riapparire all'interno di uno dei tanti corridoi bianchi del "palazzo" reale.

I due furono subito raggiunti da un bell'uomo vestito con un abito elegante nero recante inciso il simbolo di Gondor, ovvero l'Albero Bianco. In testa aveva una corona argentata. Accanto a lui vi era un'elfa di straordinaria bellezza che indossava anche lei una piccola corona argentata che fungeva anche da fermaglio per capelli. Indossava una lunga veste elegante e bianca. I due erano Aragorn II Elessar e Arwen, Re e Regina di Gondor nonché vecchi amici del Guardiano.
 

<< Guardiano, da quanto tempo è un piacere rivederti >> disse il Re in elfico inchinandosi davanti a Vanessa che lo guardò sia confusa che affascinata da quella bellissima lingua


<< Guardiano, da quanto tempo è un piacere rivederti >> disse il Re in elfico inchinandosi davanti a Vanessa che lo guardò sia confusa che affascinata da quella bellissima lingua. Il Sindarin era bellissimo ed elegante, quindi aveva modificato il circuito di traduzione del TARDIS in modo che non lo traducesse mai.

<< Mio vecchio amico, mi duole dirti che hai sbagliato persona. So che mi ricordi come una bella signora bionda dal sorriso generoso, ma il Guardiano sono io. Lei è Lady Vanessa Della Rovere >> gli rispose lui sempre in Sindarin e Aragorn sorrise tra il divertito e l'imbarazzato.

Arwen si limitò a sorridere, visto che aveva capito fin da subito chi era chi << Mastro Gamgee vi cercava Guardiano. Vuole che andiate alla festa di compleanno di sua figlia >> disse l'elfa nella lingua degli uomini in modo che anche la loro ospite potesse comprenderli.

<< Vedrò di esaudire questa sua richiesta >> disse il Guardiano che ricordava con affetto il giovane e tenero Sam. << Non oggi però. Oggi sono venuto qui per esaudire la richiesta della mia dama che vuole deliziare i suoi occhi con una delle città più belle del multiverso >>.

Ovviamente al commento i due sovrani si inchinarono umilmente in ringraziamento. Era sempre bello sentire uno straniero lodare la bellezza della loro città.

<< Stavamo per andare a pranzo, volete unirvi a noi? >> chiese il Re e i due annuirono. Passarono il resto della giornata a visitare la città, rivedere vecchi amici e parlare dei bei tempi andati. Dopodiché... l'alieno decise che era arrivato il momento per i due reali di visitare qualche mondo alieno e Alpha la città dei mille pianeti, era la giusta prima meta.
 

 l'alieno decise che era arrivato il momento per i due reali di visitare qualche mondo alieno e Alpha la città dei mille pianeti, era la giusta prima meta


Vanessa restò con lui, abbandonando di fatto la sua epoca. Insieme viaggiarono nello spazio e nel tempo vivendo infinite avventure. La loro avventura più grande, però, fu quella di diventare i genitori della piccola, dolce e vivace Emilia.
 

I sogni deliranti post-rigenerazione cessarono di colpo e il Guardiano si risvegliò senza ricordarli affatto


I sogni deliranti post-rigenerazione cessarono di colpo e il Guardiano si risvegliò senza ricordarli affatto. I suoi occhi brillarono per un attimo di una luce dorata, poi si alzò di colpo dal letto con un sorriso. Aveva una lezione da tenere.

 


 

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Capitolo 13
*** Una nuova vita ***




Una nuova vita
 
 

Il Guardiano si trovava su un precipizio che si affacciava su una bellissima e maestosa foresta rigogliosa e verde. Da lontano si potevano vedere svariati uccelli multicolore che volteggiavano sopra gli alberi e fischiettavano felici.
 

L'alieno non era solo: alla sua sinistra c'era Emily, la sua bellissima figlia che guardava con un sorriso il panorama davanti a sé


L'alieno non era solo: alla sua sinistra c'era Emily, la sua bellissima figlia che guardava con un sorriso il panorama davanti a sé. 
 

Il Guardiano amava sua figlia e l'avrebbe protetta fino alla fine e al massimo delle sue capacità


Il Guardiano amava sua figlia e l'avrebbe protetta fino alla fine e al massimo delle sue capacità. Non poteva perdere un altro figlio. Alla sua destra, che si crogiolava sotto i raggi di quel sole alieno, c'era Angel il vampiro con l'anima. 
 

Al Guardiano Angel piaceva: aveva più volte protetto Emily ed era un buon amico


Al Guardiano Angel piaceva: aveva più volte protetto Emily ed era un buon amico.

Durante la sua lunga, lunghissima vita aveva perso tanto, forse fin troppo, ma guardava verso il futuro con una rinnovata speranza. Era un nuovo sé, il tredicesimo, l'ultimo sé. Il Guardiano voleva vivere questa sua nuova vita al meglio e nel mentre divertirsi.

I tre avventurieri si guardarono l'un l'altro con un sorriso, quando da sotto di loro apparve quello che sembrava un gigantesco cane verme marrone che spalancò le fauci per divorarli.
 

Il trio subito scappò verso il TARDIS che per loro fortuna era a pochi passi dietro di loro e il Guardiano si ritrovò a ridere: oh sì, questa vita sarebbe stata sicuramente divertente!


Il trio subito scappò verso il TARDIS che per loro fortuna era a pochi passi dietro di loro e il Guardiano si ritrovò a ridere: oh sì, questa vita sarebbe stata sicuramente divertente!

 

Finalmente questa storia è conclusa e possiamo tornare alla serie principale, perché sì, Guardian Who ha una serie principale XD. Secoli fa, quando creai il Guardiano, lo feci nella sua ultima e tredicesima vita. In contemporanea nacque anche il numero 12, visto che si doveva rigenerare in 13. Chi segue questa serie sa che la prima storia è la nascita del Tredicesimo Guardiano e che dopo uno speciale di Natale la trama non è andata più avanti. È arrivato il momento di farla proseguire, ma prima era obbligatorio mostrare tutte le precedenti vite del Guardiano. Anche se il protagonista sarà il Tredicesimo, vi prometto che questa non sarà l'ultima volta che vedrete le altre versioni di questo Signore del Tempo, visto che appariranno in altre mie serie o in qualche storia random XD.

Prima di salutarvi, vi voglio fare una domanda: qual'è il vostro Guardiano preferito?

Detto ciò, ci vediamo!

 


 

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