Dimenticati, Indimenticabili. (Dieci leggende di piccoli eroi)

di ToraStrife
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - In The End Of Time. ***
Capitolo 2: *** Prima Leggenda: Armatura d'Assalto Turrican ***
Capitolo 3: *** Inter-Ludus: Super Sayan Bros ***



Capitolo 1
*** Prologo - In The End Of Time. ***


Dimenticati, Indimenticabili - Dieci piccoli eroi Fine del tempo: una speciale epoca che come tempo non prevede una data precisa, quanto piuttosto il simbolo di infinito.

Questo "luogo", o meglio, questo "tempo" era laddove in qualche modo si erano rifugiati un manipolo di eroi. E questi ultimi non erano certe delle mezze calzette.

Ma una cosa alla volta.

In questo luogo vi risiedeva un tranquillo e gentile signore,  vestito come un amabile signore d'altri tempi, con indosso un vecchio impermeabile e una curiosa bombetta, e il volto adornato da una soffice barbetta bianca come la neve. Lo stesso uomo, tutto il tempo, se ne stava perennemente appoggiato al suo bastone da passeggio, sotto la luce fioca di un lampione, al centro di una piccola piazzetta circondata da un recinto di inferriate e spogliamente adornata da un paio di aiuole fiorite.

Ad essere sinceri, quella piazzetta era essenzialmente tutto ciò che rappresentava la Fine del Tempo, se si escludono un paio di corridoi comunicanti rispettivamente con una navicella, adibita a trasporti temporali, e una stanza contigua, della stessa dimensione della piazzetta, ove si aprivano in continuazione diversi portali per varie epoche storiche.

Questo luogo apparirà familiare a coloro che hanno preso in mano almeno una volta nella vita un joypad in mano e il cui nome "Chrono Trigger" suonerà familiare, e saranno anche in grado di associare al vecchietto il nome di Gaspar, e il suo ruolo di  "Guru del Tempo".

Ma la priorità, nella mente dei (pochi) lettori che si saranno avventurati fin qui, verterà sicuramente sul manipolo di eroi citato prima, piuttosto che su un vecchietto sconosciuto ai più.

Beh, il manipolo di eroi, era un manipolo di veri eroi, i più amati dai bambini di oggigiorno.
Vi era il coraggioso ragazzo ninja nel quale era rinchiuso lo spirito di una volpe a nove code, pieno di entusiasmo e di coraggio, mai disposto ad arrendersi: avrete sicuramente riconosciuto in lui il fantastico Naruto.
Vi era l'essere più forte di tutto l'universo conosciuto, eroe di ieri e di oggi, e probabilmente, anche di domani: nientemeno che Goku l'Immortale.  
Vi era il pirata di gomma, con un sogno da realizzare e tanta insofferenza verso le ingiustizie: il supermolleggiato Rufy.  
Vi era una ragazzina che era stata capace, con le sue lacrime e il suo coraggio, a dare esempio a centinaia di coetanee: la paladina Sailormoon.
Vi era l'Alchimista per eccellenza, un po' suscettibile sulle sue caratteristiche fisiche, ma sempre cosciente sul fatto che non puoi avere senza dare: l'inconfondile Edward Elric.
Vi era persino, nonostante tutto, qualcuno che proprio eroe non si poteva definire, ma la cui intelligenza diabolica lo avevano reso popolare presso i giovani di oggi: un aspirante dio, un perfetto scrittore di un  mondo perfetto: il mefistofelico Light Yagami.
Inoltre c'era un ragazzetto insieme al suo pokemon preferito, gli inconfondibili Ash e Pikachu.
Per conto suo, potevamo riconoscere il Sergente Sosuke Sagara, anima militare del gruppo, con preparazione alla Rambo e capacità alla Actarus.
Così simile, eppure così opposto, come il focoso rosso contro l'oscuro blu, vi era Dante Sparda, amato cacciatore di demoni che si preoccupava che ogni cosa che facesse gli riuscisse abbastanza "stilysh".
E per ultimo, passionale e al contempo compassionevole, vi era Inuyasha, la perfetta sintesi tra istinto e umanità.

Una task force niente male, vero? Ma che ci facevano tutti assieme, vi chiederete.

Beh, senza stare troppo nel drammatico, se avete presente i fastidiosi Heartless di Kingdom Hearts, avrete già capito la minaccia che continuava da tempo a divorare mondi ed epoche.
Il buio, il vuoto degli Heartless, l'assenza di emozioni, un enorme buco nero che si nutriva e cancellava tutto.... si, proprio quella stessa natura che vent'anni fa, a Fantasia, Atreyu, la Regina Bambina e Sebastian chiamavano "Il Nulla".
Quel fastidioso buco nero che si nutriva di sentimenti, quell'avvolgente buio che ingoiava i cuori.
Riconosciamo che la situazione non era delle più originali, lo ammettiamo, ma questa storia della Luce contro il Buio, buio in questo caso non inteso come emozioni negative, ma della morte stessa delle emozioni, non era certo una novità, speciemeno che agli occhi di Gaspar.
Gaspar, Guru del tempo e supervisore di quanto succedeva in tutte le epoche e in tutte le dimensioni, era testimone costante delle perenni battaglie che vedevano contrapposte da tutte le parti Bene contro Male.
E ogni tanto, appariva anche questo ciclico problema, quello del "Nulla".
Vi era già l'apparente prescelto, Sora, ma le strade del suo destino seguivano già le vie di Anthem e di altri personaggi, le cui strade non erano destinate a incrociarsi.
Ma la battaglia contro il "Nulla" andava combattuta su più fronti, ed ecco spiegato il raduno di tante celebrità.
Il gruppo non si chiese neppure perché o per cosa fossero stati riuniti: vigeva solo la consapevolezza che qualcosa di superiore li accomunava, e la sopravvivenza di ognuno dei loro mondi dipendeva dalla loro collaborazione.

- Voi tutti siete stati chiamati in questa battaglia contro qualcosa che non conoscete, ma che da soli non potreste mai affrontare - Spiegò Gaspar ai presenti. - e ognuno dei vostri mondi rischia di sparire, se non agiamo per tempo. E' per questo che è stato deciso di selezionare i dieci... -

- Pika!- Protestò un mostriciattolo giallo.

- .... Undici tra i più forti e conosciuti esponenti del Multiverso, in  questa battaglia che deciderà le sorti dello stesso. -

- Non dovrebbero esserci particolari problemi - Assicurò ottimista Goku - Ho già fatto missioni del genere, in passato. E non è certo la prima volta che faccio parte di una di queste 'squadre speciali' -.

- Però non capisco cosa c'entri io - domandò Light Yagami, il temutissimo Kira - Io sono un semplice umano, e per di più, non sono neppure un 'eroe' come chiunque di questa stanza. -

- Non importa chi tu sia o cosa tu faccia - intervenne Sailormoon, anche lei non nuova a questo genere di eventi, anche se non aveva la stessa esperienza di Goku - l'importante è che tu dia tutto te stesso per riuscire, e per amore di quello che devi proteggere -

- Appunto, discorsi senza senso, almeno per uno come me. Io posso solo dispensare la morte. "Proteggere" non fa parte del mio vocabolario - concluse sarcastico Kira.

- Ideali o no, una missione è una missione, e come tale va portata a termine - Aggiunse, sempre ligio al dovere, il Sergente di Ferro Sosuke Sagara.

Gaspar riprese le redini del discorso. - Non importa sapere i criteri con cui sei stato scelto. Ti basti il fatto che sei qui tra i presenti, oggi. E se vuoi che l'idea del 'tuo mondo migliore' non finisca..... divorata dal Nulla, sai bene cosa è meglio fare. -

- Me ne rendo conto - rispose Kira - Ma sia ben chiaro che non sono un uomo d'azione. -

- Non ti preoccupare, non ce ne servono. Bastiamo quei pochi che siamo - commentò ironicamente Dante.

- Lasciate fare a me! - aggiunse Inuyasha, alzando la Tessaiga infoderata.

- Molto bene - sorrise soddisfatto il Guru del Tempo. - Nel frattempo, chi volesse allenarsi un pò, nell'altra stanza c è il signor Spekkio che sarà felice di farvi da Sparring. Non preoccuparti Goku, può reggere anche i tuoi colpi. -

Il combattente si trasformò subito in Super Sayan dall'entusiasmo. Naruto e Rufy non si fecero attendere e si alzarono per seguire lo scimmione.

- A mangiare e combattere, quei tre sono sempre assieme - commentò Ash Ketchum, che si alzò con Pikachu, ripromettendosi l'intenzione di osservare solamente il modo di combattere degli altri.

Dante preferì sedersi con le gambe distese e la schiena appoggiata all'inferriata, per schiacciare una veloce pennichella.

Sailormoon si fece condizionare da un moto di appetito, e aprì un cestino da pranzo, preparatogli preventivamente da Sailor Jupiter. Inuyasha gli era già a fianco, stuzzicato dal profumo dei manicaretti.

Light ed Edward erano impegnati a squadrarsi l'un l'altro, cercando di studiarsi a vicenda.

Ne rimaneva solo uno, che si avvicinò a Gaspar e...

- Signor Guru del Tempo? -

- Oh, il sergente Sosuke. Il guerriero con l'armatura gigante, non è vero? -

- Si chiama A.S. ed è una macchina senziente, per quanto pilotabile. -

- Beh, non me ne intendo molto, di quel genere di roba del futuro. Ma cosa desideri? -

- A quanto è venuto fuori dal discorso, questa non è la prima volta che persone come noi vengono scelte, non è vero? -

- Proprio così. -

- Beh, mi chiedevo, tutti coloro che sono stati scelti a loro tempo.... perché non loro? Perché sempre diversi? E perché ci sono invece persone come Goku, che vengono chiamate più volte? -

- Eh, ragazzo, sono scelte che variano con i tempi. Ci sono eroi che vanno e vengono. Voi siete quelli scelti questa volta. -

- E in passato? Altri eroi avevano combattuto? Usciti vittoriosi o sconfitti? Chi erano? -

- Quante domande, ragazzo, quante domande, hehehe! - ridacchiò pacato il Guru del tempo. -

- Chiedo scusa, signore, ma sono semplicemente curioso. Potrebbe aiutarmi a capire su cosa abbiamo di speciale noi... cercare di comprendere cosa avevano di speciale loro. -

- Beh, visto che abbiamo tempo prima della lotta che vi attende, potrei ingannare il tempo parlando di qualcuno di loro. L'idea ti alletta? -

- Mi farebbe molto piacere! - rispose il sergente.

- D'accordo, d'accordo! - si arrese Gaspar. - Spero di non annoiare troppo, dopotutto, queste sono le semplici parole di un vecchio che osserva le cose da sempre, e per sempre.... -

- La prego, racconti! - Supplicò il sergente, mettendosi seduto per terra a gambe incrociate.

- Va bene. Uno di questi eroi, tra l'altro, era anche lui, come te, un moderno cavaliere con un'armatura del tutto particolare. Il suo nome era.....



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Capitolo 2
*** Prima Leggenda: Armatura d'Assalto Turrican ***


Tuta D'Assalto "Turrican". Da qualche parte, in mezzo alle galassie siderali, in un lontano punto dell'universo.

Sulla superficie di  un pianeta morente senza nome, era possibile osservare  la desolazione di un paesaggio simile a  un deserto, pieno di canyon e burroni.

Tuttavia, in quel momento, la parola "deserto", non sembrava la più appropriata.

In mezzo a quei crepacci, infatti, a contrasto di un ambiente così solitario, vi erano segni di grande movimento: in lontananza, si potevano osservare i bagliori intermittenti e imprevedibili di una battaglia.

In realtà, avvicinandosi ad osservare meglio, più che una battaglia, forse era meglio definirla una impari lotta per la sopravvivenza.

La differenza delle forze che si fronteggiava era addirittura spietata: da una parte un intero esercito, dall'altra... un solo individuo.

Una figura antropomorfa stava saltando di roccia in roccia, braccato da un enorme stormo di volatili meccanici che lo assediavano senza tregua.

Quest'umanoide, illuminato dal tramonto di un sole lontano, rifletteva come uno specchio la calda e abbagliante luce di quella fredda stella, risaltando la lucentezza del metallo con in quale era rivestito.

Il contrasto del colore freddo dell'armatura, una corazza che lo ricopriva dall'elmo fino ai piedi, al pari dei cavalieri delle romanze medievali, con il colore caldo del sole, risaltavano il contrasto e di conseguenza la bellezza peculiare della scena.

Il solitario guerriero stava imbracciando un fucile adeguato all'aspetto futuristico e contemporaneamente classicheggiante dell'armatura.

Continuando i suoi balzi da una roccia e all'altra, il soldato stava cercando di mettere a segno qualche colpo contro lo stormo di inseguitori.

Dalla bocca del suo fucile uscivano raggi di plasma, che, una volta a segno, mietevano continuamente vittime tra gli uccelli, anche non abbastanza da riuscire ad attenuare gli attacchi da parte dell'intero stormo.

Il soldato provò a balzare su un lastrone più grosso degli altri, ma appena atterratovi su, la colonna di roccia si sbriciolò sotto il suo peso, e la superficie gli venne a mancare da sotto i piedi.

Il guerriero, senza esitare, tenendo stretto il suo fucile con il braccio destro, allungò quello sinistro, dal quale venne sparato un rampino attaccato a una corda metallica, che si andò ad aggrappare alla colonna di roccia più vicina.

L'umanoide così appeso al cavo, si dondolò avanti  e indietro, e infine sfruttò lo slancio per catapultarsi verso un ciglio di roccia solido che potesse permettere anche un lungo tratto a piedi.

Lo stormo di creature alate intanto non lo lasciava in pace.

L'umanoide cambiò la modalità del suo fucile, e la regolò su "Raggio congelante".

Successivamente puntò il fucile verso lo stormo, e premette il grilletto.

Dal fucile uscì un flusso continuo e ininterrotto di quello che sembrava un laser di natura congelante, e prese ad agitare il fucile,  come un mitra a raffica continua o un idrante puntato all'interno di un incendio, spostando avanti e indietro il raggio nel grosso dello stormo.

La tattica sembrò funzionare: molti volatili, congelati all'istante, si irrigidivano come pezzi di ghiaccio in aria, e cadevano giù dalle pareti della parete di roccia.

Ma il guerriero non ebbe in tempo a gioirne, che una nuova minaccia lo minacciava, questa volta via terra.

Si stava avvicinando inesorabilmente un piccolo esercito di droidi bipedi; fondamentalmente delle scatoline montate su due gambe come quelle lunghe delle cavallette:  per rendere meglio l'idea, potreste pensare all'ED-209 di Robocop o gli AT-ST  di guerre stellari; fortunatamente questi erano relativamente piccoli, che non superavano il metro di altezza.

Tuttavia, il loro nutrito numero non era da sottovalutare, ed inoltre, da dietro, il soldato era ancora braccato dagli uccelli robot.

Per la prima volta il soldato dimostrò di contenere qualcuno, dentro quella armatura, muovendo la bocca, l'unica parte del suo corpo non coperta da corazza, per dare un comando.

- Modalità Giroscopio. -

Il soldato si inginocchiò, e in quel momento accadde qualcosa di incredibile.

L'intera conformazione dell'armatura si piegò su se stessa e si accartocciò, e in meno di un secondo al posto del soldato vi era una una specie di ruota dentata, o girandola, che stava rotolando in direzione dell'esercito di bipedi.

La nuova forma permise al guerriero di distanziarsi dagli uccelli, e di passare agilmente in mezzo ai bipedi, in mezzo ai quali prese inoltre a depositare mine, continuando a farlo anche dopo aver oltrepassato la piccola armata.

I bipedi, fondamentalmente stupidi, si giravano in direzione del loro bersaglio, andando incontro a morte sicura con il campo minato improvvisato rilasciato dal "Giroscopio".

Lo stesso, intanto, continuava a rotolare e a distanziare i suoi inseguitori. Era finita finalmente. O almeno, era quello che il guerriero credeva.

Un gigantesco raggio laser, sparato da chissaddove,  si schiantò sul terreno, mancandolo di qualche metro.

L'impatto con la superficie, comunque, fu tale che la vibrazione fece sbalzare in aria il Giroscopio, che rimodificò la sua conformazione, prima di atterrare in piedi, quelli della sua precedente forma umanoide.

Il soldato si guardò intorno, per individuare la fonte di un colpo di tale potenza. Non ci volle molto ad individuarlo.

Davanti a lui si erigeva un grosso robot dalla forma umanoide, grosso quasi quanto un palazzo di due piani; per molti versi era simile a lui, solo in formato gigante.
Non poteva che essere stato lui, la causa di quel raggio laser: dopotutto, quel fucile gigante che teneva in mano, ancora fumante, non lasciava adito a dubbi.

- Davide contro Golia, eh? - Commentò ironicamente il soldato. Intanto il gigante si stava apprestando a un secondo, devastante colpo.

La bocca del piccolo soldato, tuttavia, mutò in un breve sorriso. Il Gigante sparò la seconda bordata. Un'enorme esplosione sbriciolò il terreno, e fece un cratere del posto dove prima vi stava il lillipuziano soldatino.
Di questi, tuttavia, nessuna traccia.

Poteva essere stato vaporizzato dall'esplosione.
Il gigante tuttavia non parve convinto da quella ipotesi, e passò in rassegna il paesaggio con i suoi sensori ottici, alla ricerca del bersaglio... o dei suoi resti.

Dopo una prima scansione negativa, il behemotiano mostro di ferro si accorse che la sua preda era più vicina di quanto pensasse.
Proprio lì, in piedi sopra la canna del suo mostruoso fucile.

Il soldatino sorrise. Proprio come Davide contro Golia, l'astuzia poteva più che la forza.  Mosse qualche passo per avvicinarsi alla testa di quella montagna di ferro, e pronunciò una sola parola.

- Nuke. -

Una enorme esplosione, come se una mini atomica fosse stata fatta esplodere, si levò dal corpo del piccolo guerriero, che tuttavia non pareva subirne gli effetti. Insieme a questa esplosione, sempre dall'armatura del soldato, due enormi barriere di luce azzurra si elevarono fino al cielo,  per poi allontanarsi, devastando tutto ciò che toccavano al proprio passaggio.

Dell'enorme Golia di ferro, coinvolto in quella micidiale esplosione, non rimasero alla fine che le gambe, ancora erette, immobili come due colonne di pietra.

Il guerriero, rimasto solo e vincitore dopo quel fatidico scontro, avvertì improvvisamente tutta la stanchezza accumulata, lasciò cadere il fucile per terra, si porse le mani sulla testa, e si tolse finalmente l'elmo.

Tutto sudato, si intravide finalmente una testa umana, in mezzo a tutti quegli strati di lamiera; un volto dai tratti relativamente giovani, dal mento pronunciato e, accarezzati dal vento che stava soffiando in quel momento, dei particolari capelli color ametista.

La battaglia era stata vinta; tuttavia, l'espressione dell'uomo non mostrò alcun segno che indicasse soddisfazione. Il motivo si spiegò quando pronunciò freddamente..

- Non è neanche su questo pianeta. -


In quest'epoca
 che per alcuni di voi
 potrebbe sembrare un futuro distante
la Galassia è un luogo di pace e libertà
Noi abbiamo prestato giuramento
di dedicare noi stessi e le nostre vite
per proteggere questo equilibrio
e debellare qualsiasi minaccia
 possa metterlo in pericolo.
Noi siamo la U.S.S. Freedom Forces
ed io ne sono l'attuale comandante.
Il mio nome è Bren Mc Guire
e questa è la mia storia.


Nello spazio siderale, l'astronave conosciuta come Avalon 1 stava solcando il cosmo.

L'equipaggio era stato convocato d'urgenza in sala sul ponte. Bren, a quel tempo, era uno dei tanti cadetti che si erano arruolati spinto da un ideale e tanti sogni.

La voce del Comandante spiegò una situazione immediatamente seria.

- Abbiamo ricevuto una richiesta di aiuto da parte del pianeta Katakis. Pare che un'orda di forze sconosciute abbia cominciato un'invasione su vasta scala. -

- Esattamente, quanto è grande l'entità dell'attacco? - si apprestò a domandare uno dei cadetti.

Il comandante fece un momento di pausa, e rispose.

- Stando a quanto ci hanno comunicato da Katakis, tutti e trentasei i pianeti di quel settore sono stati espugnati. Ipotesi convalidata dal fatto che abbiamo praticamente perso i contatti con tutti quanti. -

Un animato vociare si alzò tra le fila dei cadetti.

- E come mai  abbiamo ricevuto un messaggio da Katakis? -

- Katakis è il pianeta più esterno di quel settore. Può darsi che la sua posizione li abbia messi in condizione di poter lanciare l'S.O.S.  Come Nave Ammiraglia della USS Freedom Forces, abbiamo il dovere di raccogliere la richiesta di aiuto, ed andare in soccorso di Katakis. -

Altre obiezioni si levarono tra le fila dei cadetti.

- Comandante, ma se non sappiamo la portata dell'invasione, corriamo il rischio di trovarci in svantaggio numerico. -

- Ho già fatto richiesta ai pianeti limitrofi per mandare dei contingenti di supporto, ma prima di allora abbiamo il dovere di intervenire prima che sia troppo tardi. -

Fu la prima volta che, insieme ai suoi compagni, Bren indossò quel meraviglioso gioiello tecnologico come l'Armatura d'Assalto Turrican: a tutti gli effetti un piccolo esoscheletro che potenziava la muscolatura di chi la indossava, e ne garantiva un incremento di velocità e resistenza. Inoltre, era in grado di proteggerlo da granate o colpi d'arma da fuoco che avrebbero, in circostanze normali, sciolto come il burro anche un carro armato.


Tre squadre di Turrican furono fatte uscire con altrettante navicelle. Bren poteva vedere la maestosità della Avalon 1, mentre, con insieme il resto della squadra, si allontanava per la sua prima missione.
Senza immaginare, quel fatidico giorno, di come sarebbero andate le cose....

Fu la volta che conoscemmo
la vera potenza delle orde oscure
di quel gigantesco umanoide meccanico
che avremmo chiamato negli anni successivi
semplicemente come
"La Macchina".
Ricordo ancora
quando tra i rottami della mia navicella
io, unico sopravvissuto
risparmiato chissà per quali ragioni volute dal destino
fui testimone impotente
di qualcosa che cambiò per sempre la mia vita.
Ricordo ancora
quelle due navicelle inghiottite senza speranza da quel buco nero
e l'Avalon 1
quella immensa nave, vanto e orgoglio
delle USS Freedom Forces
al quale avevo scelto di dedicare la mia vita
distrutta in meno di due minuti
dal più spaventoso degli eserciti
nel quale percepivo la più assoluta malvagità
e ricordo ancora di più
la figura della "Macchina"
il cui sguardo gelido e spietato
mi aveva paralizzato dal terrore e dalla disperazione
prima che provvidenzialmente,
i sensi mi abbandonassero....



Passarono diversi anni.

Bren era ormai diventato il leader della USS Freedom Forces, ed aveva votato la sua esistenza a liberare il cosmo dalla minaccia de La Macchina e del suo infinito, viscido e spietato esercito.


- Comandante, abbiamo ricevuto una richiesta d'aiuto.  Una invasione sul pianeta Denaris da parte delle forze del "La Macchina"! -

- Rotta immediata su Denaris. Questa volta li annienteremo! -

E dicendo questo, Bren diede una lunga occhiata all'armatura, che lo stava chiamando per la prossima, difficilissima missione.

Per affrontare l'ultima sfida.

Per la libertà.


L'avventura, era appena cominciata...


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Capitolo 3
*** Inter-Ludus: Super Sayan Bros ***


Dimenticati, Indimenticabili - Goku -  ... Combattere per la libertà ... - Sosuke stava ancora rimuginando su quella storia. - Ineccepibile. Un vero, valoroso soldato. -

- Si ma.... tutta questa violenza.... - obiettò Sailormoon, che si era messa ad ascoltare distrattamente il racconto, ma ne era stata tamente rapita da aver dimenticato per un attimo la fame. Inuyasha a fianco invece non aveva affatto dimenticato il languorino, e stava silenziosamente lanciando occhiatacce di protesta alternativamente a Sailormoon e al  cestino. La biondina non gli badò e continuò la sua frase.

- Morti, distruzione. Che mancanza di eleganza. Il mio Milord è differente. -

- Anche la mia banca. - si intromise con una battutaccia Goku, che in cuor suo aveva sempre accarezzato l'idea di fare il comico. Per fortuna nostra, non lo fece mai.

Sailormoon anziché ridere (ci mancava che lo facesse) accolse invece il Sayan con una espressione terrorizzata: poichè conosceva bene alcune caratteristiche di Goku, si affrettò istintivamente a nascondere il cestino per il pranzo, con gran disappunto del demone canino a suo fianco.

- Non credo neppure che tu sappia cosa sia, una banca. - ironizzò acutamente Light nei confronti del Sayan, dimostrando, nella sua aria annoiata, di aver allungato comunque un orecchio al discorso.

Goku dovette arrendersi all'evidenza.

- Beh, ammetto che non ne so molto. Però so che ci si tengono i soldi. - Si giustificò goffamente l'alieno.

- Goku! In pausa dall'allenamento? - Lo accolse Gaspar.

- Eh, in un certo senso, nonnino. Diciamo che mi hanno mandato via. -

- Mi domando cosa tu abbia potuto combinare, nella tua ingenuità - intervenne, senza spostarsi dalla sua posizione rilassata, Dante.

- Avevi ragione sai, nonnino? Spekkio è un ottimo incassatore! A un certo punto volevo trasformarmi in Super Sayan ma.... -

- Ti hanno cacciato via. - tagliò corto freddamente Light. - Che stupido. -

- Beh, Goku, cerca di capire. - spiegò il Guru. - Spekkio è un ottimo incassatore, è vero. Ma la Fine del Tempo è una dimensione relativamente piccola. Se scatenassi qui la tua energia di Supersayan, qua rischierebbe di collassare tutto, con noi dentro. -

Goku si mise una mano sulla nuca, in una risata imbarazzata,

- Ah, davvero? Che peccato però, così non posso allenarmi come vorrei -

- Come se ne avessi bisogno, di allenarti. - Lo rimproverò Sailormoon. - Qua dentro sei talmente forte che potresti sostituirci, tutti e dieci! -

- Nooo, suvvia, non sono poi così forte! Devo sempre tenere testa a Vegeta! -

- Chi è Vegeta? - fu la domanda di Inuyasha.

- Vegeta? Mh, fammi pensare....  è un individuo che quando si arrabbia diventa tremendo, a volte diventa persino odioso e in qualche modo ce l'ha sempre a morte con me. -

- Uhm, una specie di Sesshomaru.... - commentò il demone cane.

- Chi è Sesshomaru? - chiese candidamente Sailormoon.

- Il mio fratellastro... ma non ne vado affatto orgoglioso - disse corrucciato Inuyasha - Anzi, ogni volta cerca sempre di uccidermi. Come io con lui, del resto. -

- Fratelli coltelli, eh? Allora abbiamo qualcos'altro in comune, botolo, oltre a un padre non umano. - fu il commento semi annoiato di Dante, sempre immerso nel suo rilassamento.

- Anche un mio .... diciamo 'amico' ha un fratello vorrebbe ammazzare. - Questa volta fu Naruto a intromettersi nel discorso, di ritorno dall'allenamento.

Sailormoon si assicurò segretamente che il nascondiglio del cestino fosse abbastanza celato.

- Io in effetti avevo un fratello, di nome Radish. - l'espressione di Goku si fece seria per un attimo - Ma era freddo, spietato, non conosceva umanità o compassione... No, decisamente mi rifiuto di chiamarlo 'fratello'! - mentre disse questo, strinse i pugni in un piccolo moto di rabbia.

- Ehy, non tutti i fratelli sono dei bastardi! - protestò, per la prima volta, l'Alchimista d'Acciaio.

Sailormoon schioccò le dita per aver ricordato una cosa - Ce ne parlò, in occasione della scorsa 'missione', anche quell'uomo muscoloso con le sette cicatrici sul petto, vero Goku? Anzi, lui era letteralmente pieno di fratelli potenti e pericolosi -

Goku annuì.

- Il mio invece, è formidabile! E' fortissimo! Manipola il fuoco e può distruggere flotte intere! Beh, anche io però non sono da meno! -

Questo entusiasmo apparteneva a Rufy, anche lui desideroso di un "break" dalla sessione con Spekkio.

Sailormoon cominciò a sudare freddo, e cominciò a coprire il nascondiglio del cestino con il suo stesso corpo, sentendosi (ma era vero o era atterrita dalla paranoia?) come se fosse su una zattera in mezzo a un fiume infestato da famelici piranha.

Goku, nella sua beata ingenuità, si accorse del nervosismo della paladina.

- Sailormoon, che hai? Sei tutta rossa e sudata. -

-E-ehm, dev'essere il caldo, già! Beh tornando al discorso anche io ho un fratellino insopportabile! Anche se, a dire il vero, non lo vorrei mai morto, ehm.... -

Goku, sempre nel suo benedetto candore, chiese - Quella bambina dai capelli rosa? -

- No! - corresse imbarazzata la bionda - quella in... in teoria sarebbe mia... mia figlia... -

- EEEEH??? - cadde dalle nuvole Goku.

- Oh, via, è una lunga storia, sia tratta di futuro, passato, viaggi nel tempo, non è vero Guru? -

Il Guru soffocò una risatina divertita, e annuì.

- Del resto chi può saperlo meglio di me? - confermò con una punta di vanità.

-  E poi ha parlato di un fratello, scemo d'un Goku - rimproverò Naruto.

- Allora sono l'unico qua, che ha una sorella? - Intervenne nel suo solito sarcasmo Light Yagami - Anche se la mia almeno è una normale sorella, niente a che vedere con psicopatici, assassini o megalomani -

Nessuno dei presenti ribattè, ma si formarono delle gocce di sudore sulla nuca di ognuno di loro, mentre in silenzio, tutti pensavano la stessa cosa:

"Light, proprio te, parli".

Sosuke rimaneva in silenzio a ispezionare con la mente la storia della sua vita, e sul vago significato che la parola "famiglia" avesse mai significato per lui.

Ash era l'unico che mancava all'appello, probabilmente impegnato in una gara di Pokemon con Spekkio (anche se è a noi ignoto, se Spekkio potesse in effetti avere dei Pokemon).

Il Guru approfittò dell'atmosfera creatasi, per intervenire.

- Quindi la maggior parte di voi ha i rapporti con la famiglia abbastanza travagliati, dico bene? -

I due mezzo demoni del gruppo annuirono in special modo.

Gaspar riprese.

- Questo mi riporta alla mente quella storia di due fratelli, anzi, meglio, due gemelli, legati dallo stesso destino, ma anche loro, oltre a mille battaglie contro comuni nemici, dovettero, in qualche caso, affrontare anche loro stessi. Questa è la storia di due guerrieri, anzi, meglio, due dragoni... due dragoni gemelli.... -




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