Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

di Lara Rye
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il suo nome. ***
Capitolo 2: *** Il tocco ***
Capitolo 3: *** la sua emozione ***
Capitolo 4: *** Il burro d'arachidi e i ricordi ***
Capitolo 5: *** L'amore non capito ***
Capitolo 6: *** Solo uno sguardo ***
Capitolo 7: *** Ora di finire ***
Capitolo 8: *** La lettera ***
Capitolo 9: *** Amore ***
Capitolo 10: *** Il dolore vero ***
Capitolo 11: *** Il benessere di Andreas. ***
Capitolo 12: *** Vita ***
Capitolo 13: *** "Ti amo" ***
Capitolo 14: *** Speranza ***
Capitolo 15: *** "Mamma, devi lasciarmi andare." ***
Capitolo 16: *** Masochismo, Essere Umano ***
Capitolo 17: *** Certezze ***
Capitolo 18: *** Musica silenziosa. ***
Capitolo 19: *** La quasi perfezione. ***
Capitolo 20: *** Arrabbiatura ***
Capitolo 21: *** Indimenticabile ***
Capitolo 22: *** Freddezza. ***
Capitolo 23: *** Lasciarti. ***
Capitolo 24: *** Un ultimo ricordo d'amore per Syilve. ***
Capitolo 25: *** Piangere. ***
Capitolo 26: *** Preparazione ***
Capitolo 27: *** Addio mio Andreas. ***
Capitolo 28: *** Aids. ***
Capitolo 29: *** Ricongiungimento ***
Capitolo 30: *** Il presente del mio cuore. ***



Capitolo 1
*** Il suo nome. ***


andreas
~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo uno - Il suo nome.


Il suo nome, nella nostra piccola cittadina, era notevolmente conosciuto.
Io, ero una di quei ragazzi che erano cresciuti sentendolo, seppur non avendo mai visto il ragazzo.
Eravamo in tanti. Troppi, a dir la verità.
Il suo nome, dalle nostre parti, era come una leggenda reale, seppur essa implichi la fantasia.
Andreas.

Andreas era un ragazzo che, all'età di sette anni fu trovato a circolare per le strade del nostro sperduto paesino, con un biglietto in mano.
Andreas era un ragazzo di colore, l'unico nel nostro lontano paese.
Su quel biglietto c'era scritto, in un francese stentato, che era orfano di padre e di madre e malato di Aids dalla nascita.
Andreas era un ragazzo di colore malato di Aids, l'unico che io avessi mai conosciuto. L'unico di cui mi innamorai follemente.



La prima volta che sentìì il suo nome avevo sette anni.
Aveva qualsosa di magico eppure velato dalla sua celebrità.  
Su di me quel nome aveva uno strano effetto. Ne divenni inevitabilmente dipendente.
Era come impresso sulla mia pelle e probabilmente fu per questo che non mi lasciò più, mai più.
Sognai il suo viso continuamente senza sapere in realtà come fosse fatto.
Non conoscevo i tratti del suo viso, l'intensità della sua pella nera o dei suoi occhi, la delicatezza della sua voce o qualsiasi altra caratteristica di lui.
Al contrario, conoscevo esattamente l'effetto che il suo nome provocava in me.
Mi emozionava, distruggeva. Mi faceva sorridere per minuti e piangere disperatamente per ore.
Il suo nome era l'essenza della mia vita.  So che può sembrare banale o irreale, ma per me fu la realtà per dieci lunghi anni.
Perchè poi, la mia vita cambiò.     E fu lui e non più il suo nome a cambiarmela.


Tutti lo adoravano, per la sua gentilezza e riservatezza ma nessuno potè mai dire di averlo amato, tranne me, Syilve Claire Leornard.
Non che io o il mio amore per lui fosse speciale, no. Il fatto era che nessuno, tranne me, gli si era avvicinato tanto fisicamente da poter avere un qualsiasi rapporto con lui.
Io, invece.. lo amavo con tutta me stessa e credetemi, non era pena ma amore, quello vero.


***
Non ho la minima idea di come tutto questo mi sia uscito.
Volevo solo creare qualcosa di nuovo e, diverso.  E questo lo è, decisamente.   Non so cosa mi stia passando per la testa o cosa queste parole significhino.
So solo che continuerò la storia di Andreas e Syilve( si pronuncia sailv) e che la porterò a termine.

Si svolge all'incirca nei primi anni novanta, in un paesino sperduto e arretrato.
Non credo che la nazione sia importante, per me non lo è...   è solo un qualsiasi paese, decisamente lontano dalla città.

Spero che, questa storia, per quanto strana possa essere, vi possa piacere.
Lara.


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Capitolo 2
*** Il tocco ***


~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo due - Il tocco.

Una notte di dieci anni dopo, decisi di conoscerlo.
Non so perchè lo feci, non avevo nessuna buona ragione per incontrarlo eppure successe e da quella notte tutto nella mia vita cambiò.

Avevo diciasette anni e mi cimentavo nello scrivere.
Scrivevo diari, racconti e sopratutto scrivevo di lui, di come lo immaginavo anche se, per tutti quegli anni al suo nome non avevo dato un volto specifico perchè desideravo che quel vuoto fosse preso dal suo vero viso.
Desideravo immaginare Andreas esattamente come era, non come la mia mente avrebbe desiderato che fosse.
E quella notte tutto incominciò: nessuno sapeva nulla di lui da sei mesi e io non potevo sopportare di non sapere se stesse bene dato che inoltre, nessuno sapeva se fosse vivo o morto.
Il pensiero della sua morte non era solo probabile ma anche straziante proprio perchè possibile. 
Sarebbe potuto morire in qualsiasi momento e nessuno lo avrebbe saputo perchè lo avevano lasciato solo. Avevano lasciato un bambino di sette anni solo, dandogli talvolta cibo e acqua ed il pensiero della sua solitudine mi distruggeva completamente e mi rendeva fragile.

E così quella notte decisi di incontrare Andreas.
Camminai per quarantacinque minuti, allontanandomi dal centro della città e arrivai davanti alla porta di quella specie di albergo chiuso in cui l'avevano costretto a vivere.
La aprii, lentamente, senza far rumore e all'istante lo vidi.     Era seduto accanto al camino accesso, che lo illuminava pacamente, con le gambe accovacciate.
Lo guardai, scorgendo un attimo dopo l'altro un pezzo di Andreas. 
Poco dopo i nostri sguardi si incrociarono: mi vide, eppure non si mosse. Sorrise, alzando leggermente l'angolo sinistro delle labbra carnose.
Chiusi la porta, sbattendola volontariamente.         Poco dopo, ancora sorridendo disse: "Syilve Claire Leonard.  Non avrei mai pensato di vederti apparire da quella porta."
Tutto scoppiò. Il cuore, i pensieri.. le emozioni. Mi sentii terribilmente calda ed emozionata. "Conosci il mio nome?" aggiunsi poco dopo, incuriosita.
"Come se tu non conoscessi il mio..." 
"Tu sei famoso, Andreas." 
"Già. Sono famoso perchè ho l'AIDS."
"No, Andreas. Sei famoso perchè hai l'AIDS e sei nero."
Si alzò di scatto e si avvicinò a me, senza però toccarmi. Era vicinissimo a me, avrebbe potuto fare di tutto eppure restò fermo ed io sapevo esattamente il perchè.
"Perchè sei qui, Syilve?"  Lo guardai negli occhi per la prima volta. Ero abbastanza vicina a lui da poter vedere la loro intensità.
Erano neri, come l' oscurità più densa che avessi mai visto ed erano un tutt'uno con la pupilla. In tutta la mia vita non scorsi nient'altro che possedeva tanta profondità.    Me ne innamorai, totalmente.
Sostenni il suo sguardo e rimasi ferma, solamente ad osservarlo.    Ebbi la sensazione che anche lui si stesse addentrando nei miei occhi azzurri, chiarissimi rispetto ai suoi.
Fu l'istante più lungo della mia vita.    Ora lo potrei definire con il termine "magia."
"Volevo conoscerti. Volevo cercare di capire chi fossi."
"Perchè?"
"Perchè non voglio che tu stia solo, Andreas."
Capì immediamente che la mia frase l'aveva spiazzato notevolmente. Pensai di aver esagerato, di aver superato il limite eppure non me ne pentii minimamente.
Abbassò lo sguardo e si allontanò da me, sedendosi ancora accanto al fuoco. Rimasi a guardarlo dall'altra parte della stanza, osservando ogni sua minima caratteristica.
Ora conoscevo esattamente ciò che avevo sempre desiderato: i lineamenti del suo viso, la profondità dei suoi occhi e l'intensità del colore della sua pelle.
Eppure dopo quelle poche frasi, agognavo disperatamente conoscere realmente Andreas.  
Avevo bisogno di conoscere chi fosse in realtà perchè anche con quelle sue poche frasi, mi aveva reso dipendente.  Sentivo il bisogno ardente, dentro di me, di conoscere la sua storia e il suo io.

"
Andreas?"
Alzò lo sguardo verso di me e vidi le sue lacrime.  Capìì che era diverso da quegli uomini che avevo conosciuto, che era una persona che non conosceva l'affetto e che ne aveva bisogno.
Aveva bisogno di ricevere una qualsiasi forma d'amore, ed io ero lì proprio per quel motivo.       Ero lì per amarlo e questo l'avevamo capito entrambi.
Mi avvicinai a lui e mi sedetti proprio di fianco a lui. Mi osservò, eppure non capì.
"Quando è stata l'ultima volta che hai sentito il tocco di qualquno sulla tua pelle? Quando è stata l'ultima volta che qualcuno ti ha considerato umano?"
Tremò. Seppi di averlo colpito, distrutto, lacerato. Era estremamente fragile e delicato, come lo ero stata io da quando avevo sentito il suo nome per la prima volta.

"Non lo ricordo.." aggiunse poco dopo, abbassando lo sguardo.
Mi avvicinai a lui ancora di più e lentamente alzai la mano e la posi vicino alla sua, sfiorandola. Lo sentìì tremare violentemente, eppure non la scostò.
Così la toccai e secondo dopo secondo, il nostro contatto aumentò e poco dopo, le nostre due mani si intrecciarono.  
Vidi il suo sorriso aprirsi.  Era felice, probabilmente come non lo era mai stato. Lui alzò l'altra mano e ripetè il rituale fatto da me precedentemente.
Le nostre mani erano intrecciate, unite mentre lui sorrideva, felice. 
Da quel momento io e Andreas diventammo un unica cosa. 



***

Diamine, questa storia ormai è dentro di me. Mi sta togliendo tutte le forze, davvero.
Cerco di aggiornare presto, perchè da venerdi per due settimane non potrò aggiornare.  E si, sono passate poche ore.. eppure avevo una tale voglia di scrivere.
Spero vivamente di non aver deluso nessuno. Questo capitolo può risultare banale o no.  Spero che vi sia piaciuto e se non è cosi mi dispiace.
Ringraziamenti:
Grazie a Vale per la recens. Sono felice che ti sia piaciuta.. Beh, si è notevolmente diversa dal resto. Spero ti sia piaciuto anche questo cap. Fammi sapere.
A Fede, come sempre.. grazie.
Domani se ce la faccio, aggiorno i tuoi amati! 
Grazie anche a AlterSiby per averla messa trai preferiti.

Lara.

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Capitolo 3
*** la sua emozione ***


~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo tre
 - La sua emozione.

Da quel momento, ebbi difficoltà a riconoscermi.
Ero io, ancora io. I miei capelli rossi, gli occhi color ghiaccio, la pelle candida, il seno prosperoso. Ero li, accanto a lui.
Eppure sentivo che lui mi stava cambiando.
Non era una sensazione che avevo provayo precedentemente e non ne avevo neanche mai sentito parlare, era qualcosa di nuovo.. qualcosa che mi stava attraversando la pelle, gli organi e qualcosa che infine mi entrò nel cuore.
Ogni fibra del suo corpo, ogni sua minima caratteristica si incastrò in me, come il suo nome anni prima.
Sentivo di appartenergli e che lui apparteneva a me e tutto questo lo capìì attraverso il tocco, quello che cingeva le nostre mani unite da qualche attimo.
Lui mi guardava negli occhi, come cercando qualcosa o il più assoluto nulla. Non capìì mai cosa ci trovò, ma seppi che un qualcosa lo trovò perchè un secondo dopo, mi mostrò il sorriso più grande che riuscì a fare.

Andreas era felice ed io lo ero con lui, come non mai.
Avevo sentito parlare della felicità, ma fino a quel momento non l'avevo mai sentita dentro di me e poi, magicamente, Andreas ce la portò e fu la sensazione più intensa e calda, qualcosa che mi entrò dentro e che non mi abbandonò più.
Ci furono attimi di intensa disperazione però, dentro, sentivo sempre lui e la sua pelle nera che mi avvolgeva.
Sentivo il calore, grazie a lui.

Poco dopo, ci sdraiammo sul pavimento freddo, accanto al fuoco ardente, sui fianchi con le mani ancora strette. Mi guardò intensamente, e poi d'un tratto vidi i suoi occhi diventare lucidi.
Perchè piangi?”
Per questo.” E cosi dicendo, mi strinse le mani ancora più forte. In quel momento, scoppiai a piangere.
Non so perchè lo feci, forse solo per l'emozione di quel momento o dovuta a quello che la stretta con lui provocava in me.
Andreas lasciò la mia mano destra e mi asciugò le lacrime. Al tocco delicato delle sue dita sul mio volto, tremai.

Hai freddo?” mi chiese, continuando a passare le sue dita sotto i miei occhi.
No, sei tu.” dissi, quasi senza pensarci.
Quello che c'era tra noi non era leggero ma qualcosa di profondo, che andava al di là degli sguardi o delle parole carine. Il nostro legame lo sentivamo, ed era estremamente intenso.
Lui mi sorrise. Sapevo quanto fosse stato difficile per lui poggiare il suo dito sul mio volto. Lo vidi nei suoi occhi eppure non ebbe paura o distacco. Voleva conoscermi ed io desideravo conoscere lui e così incominciammo a parlare, animati dai nostri discorsi.

Come fai a sapere tutto queste cose? Non sei andato a scuola..”
Esistono i libri, Syil. Pensavi che fossi un indigeno o roba del genere?” Scoppiai a ridere.
In confronto a lui, ero una totale ignorante. Parlava di letteratura e fantascienza e nelle sue parole riuscìi a sentire la passione che provava, che lo coinvolgeva.

Mi piace la tua risata.” disse poco dopo, sorridendomi e poi scoppiò a ridere, capendo così di essere arrossita violentemente.
Risi anch'io, insieme a lui e poi, un altra volta, mi persi nei suoi occhi.


Qualche minuto dopo, guardai l'ora.
Dovevo andare. Dovevo andarmene da lui e lasciarlo solo, per quella notte.

"Andreas. Io.. io devo andare.” Vidi la delusione nei suoi occhi. Mi lascio la mano e mi guardò, tristemente.
Mi alzai, continuando a guardarlo. Non volevo lasciarlo andare, non dopo tutte quelle emozioni.
Si alzò però rimase lontano da me, forse pensando che se mi avesse toccato ancora non mi avrebbe lasciata andare.
Stavo aprendo la porta quando, guardandomi con fermezza mi disse: “grazie.”
Io annui, sorridendo lievemente. “Ci vediamo domani, Andreas.”
Fu sorpreso dalla mia frase, come se si aspettasse che non fossi tornata più da lui eppure abbandonarlo solo per qualche ora mi distruggeva. 
Ora che l'avevo trovato non avevo nessuna intenzione di lasciarlo andare.
Sapevo di amarlo.

Domani potrò abbracciarti?”
Puoi abbracciarmi anche ora, Andreas.”
Si avvicinò a me, lentamente, passo dopo passo e poi si fermo a qualche centimetro.
Aspettò qualche secondo e mi guardò, come sempre, poi mi strinse a sé, racchiudendomi tra le sue calde e forti braccia.
Fu emozionante, caldo, travolgente, intenso. Fu un insieme di emozioni contrastanti e vivissime.
Fu semplicemente straordinario. Sentì le sue lacrime cadere sul mio corpo, il suo corpo tremare e così lo strinsi ancora di più.
Mi lasciò andare dicendomi.. “Ciao Syilve.”

Ciao Andreas. Ciao..”





***
Non sono sicura di questo cap. Non lo so, forse è troppo romatico.. troppo pieno di emozioni continue. 
Non so.. Boh.   Spero che vi piaccia.
Ringraziamente a:
ChasingTheSun...  grazie mille. Spero che ti piaccia anche questo.
Fede.. grazie come sempre. Grazie anche per quella su Ben, sono contenta k ti sia piaciuto.  
La mia Emilie è una regular. E io la voglio vedereee..  pensa che ho iniziato a guardare Lost perchè c'era lei!
Al prossimo, credo domani...

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Capitolo 4
*** Il burro d'arachidi e i ricordi ***



~
Andreas, il ragazzo con l'AIDS.


Capitolo quattro - Il burro d'arachidi e i ricordi.

Avevo passato l'intera giornata a scrivere.
Raccontavo ogni cosa di lui sul mio blocco. Su quei fogli erano descritte le caratteristiche del suo corpo, il contrasto dei rispettivi colori, l'emozioni che lui mi provocava, i gesti e le parole di Andreas.
Su quei fogli c'eravamo noi.
Verso le cinque di pomeriggio decisi di andare da lui. Nessuno doveva vedermi, nessuno doveva capire.

Aprìì la porta ed entrai. All'interno era buio, illuminato docilmente dal fuoco acceso.
Di Andreas non c'era la minima traccia. Doveva esserci, sapeva che sarei venuta.

Allora non è stato un sogno.” Sobbalzai. Sulle scale, dietro di me, c'era Andreas.
Mi hai spaventata!” dissi, fingendo di arrabbiarmi. Si avvicino a me lentamente poi, mi sorrise e passo la sua mano su una delle mie due guancie rosse. Il suo tocco mi faceva esplodere, all'interno.
Lo sentivo entrare dentro di me, solo toccandomi e tutto ciò mi spaventava eppure desideravo che non si staccasse mai più da me. Desideravo lui, in ogni sua minima caratteristica, anche quella più orribile e marcia.

Hai fame?”
Si, dai. Che cos'hai?”
Lui ci pensò e poi arrossì. “Burro d'arachidi e gelato.” disse, tenendo il viso verso il basso.
Scoppiai a ridere. “é l'abbinamento più disgusto di cui io abbia mai sentito parlare.” Rise con me, e poi se ne andò, ricomparendo pochi istanti dopo con due barattoli di vetro.

Però ce l'ho sia salato sia dolce.”disse, allegro. Era convintissimo di aver fatto centro, di avermi conquistata con le due varianti. Risi ancora, non riuscendo a trattenermi.
Decisamente dolce!” dissi. Lui mi guardò torvo, come se avessi appena bestemmiato.
Scherzi? Fa schifo. Quello salato è... buonissimo.” disse, buttandosi sul divano accanto a me e dandomi il barattolo dolce. Io aprìì il vasetto e ci infilai il dito, lo immersi di burro e me lo leccai.
Andreas mi guardò e poi scoppiò a ridere. Pensai di aver appena fatto una cazzata. “Che c'è?”

Non lo vuoi allora il cucchiaino?” disse mostrandomi la posata e ridendo più forte.
Io divenni rossa. Non un colore tenue, ma al contrario uno tanto simile a quello del pomodoro.

Mi sa che sono io l'indigena, non tu.” Continuammo a ridere, su quel divano mangiando burro d'arachidi con le mani e parlando.


Poco dopo eravamo sdraiati sul divano e la mia testa era appoggiata sulle sue gambe, mentre lui accarezza e giocava con i miei capelli rossi.
Lo guardai. Intravidi nei suoi occhi qualcosa, un qualcosa che avrei scoperto presto.

Ricordi tua madre?” gli chiesi, sperando di non essere stata troppo sfacciata.
Lui annuì. “Lei era bellissima. Ricordo la sua bellezza con chiarezza. Aveva dei lunghi capelli neri che sosteneva con un bastoncino bianco e aveva un sorriso straordinario. Sorrise, persino, poco prima della sua morte.”

Tu, l'hai.. ?” Non riuscìi a finire la frase. Come gli potevo chiedere se aveva visto vedere la madre morire tra le sue braccia?
Si. É stato lento e.. atroce. Ha sofferto.”
Vidi i suoi occhi colmi di lacrime. “Andreas.. mi dispiace. Io non volevo, non dovevo..”
Lui mi sorrise. “No, non dispiacerti. Voglio che tu sappia tutto. Voglio che tu sia parte della mia vita.”
Mi alzai e mi sedetti sulle sue ginocchia. Eravamo distanti meno di quattro centimetri. I nostri sguardi si fissavano, immobili.
Tutto si appannò, intorno. Riuscivo a vedere solo lui, il suo viso e i suoi occhi. Mi accarezzo il viso, passandomi un dito sulle labbra.
Mi sentìì come spogliata dentro. Mi stava aprendo, scartando lentamente.
Mi lasciai andare a lui e alle continue e sconcertanti emozioni. Sentìì il suo viso avvicinarsi a me. Chiusi gli occhi.
Volevo solo sentire lui e la magia. Le sue labbra si appoggiarono sulle mie, sfiorandole. Tremammo insieme, e così lui mi baciò delicatamente. Mi baciò, assaporando lentamente prima il labbro inferiore e poi, entrambi.
Lo baciai, sentendo la sua carne dentro di me. Mi risucchiava, mi attraeva e infine mi ammaliava.
Restammo a baciarci, con gli occhi chiusi, sentendo l'altro e le lacrime di entrambi.

*** 

Si lo so, io sono ossessionata dal burro d'arachidi. Lo amo, semplicemente.
Spero che vi possa piacere anche questo.
Grazie a :
ChasingTheSun , quello che mi hai detto è bellissimo. Grazie, grazie grazie.
Fede: Come sempre grazie.. sono contenta che ti sia piaciuto.
Dolce Mony: sono contenta che ti piaccia, fammi sapere che ne pensi anche di questi.
Dovrei riuscire ad aggiornare entro doma mattina, dai.. ve lo prometto. Poi ci sentiremo il 22.
Lara.


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Capitolo 5
*** L'amore non capito ***


~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo cinque - L'amore non capito.

Calda, stretta dalle sue braccia muscolose e da quel bacio, mi sentìi completamente al sicuro, protetta, come se niente potesse scalpire me o noi.
Sentivo le sue labbra che mi ricercavano desiderose di appartenermi e ascoltavo il mio desiderio di ritrovare le sue e leccarle, venerarle, morderle lievemente. Le ricercai e le trovai.
Con lui, le sue labbra e quel bacio delicato mi sembrò di sentire il mondo.
Emozioni intense, profonde che mi coglievano di sorpresa, spaventandomi. Ogni volta che si allontanavano da me, avvertivo il bisogno e il desiderio di riaverle e sentirmi viva, ancora e ancora.
Poco dopo si staccò dalle mie labbra e mi guardò, sorridendo. Lo colsì di sorpresa e lo baciai ancora.
Le sue labbra erano diventate come una droga, per me. Andreas lo era da tantissimo tempo.
Una droga insana e piacevole, una dipendenza calda e rassicurante ma allo stesso tempo spaventosa.
Sentìi la sua lingua addentrarsi dentro di me e accarezzarmi, leccarmi. La raccolsi, la leccai e insieme iniziammo un qualcosa di profondo, delicato, immenso. A tratti mi lasciò andare, dandomi dei piccoli baci a stampo e poi ricominciò, accarezzandomi con la sua lingua.


Eravamo sdraiati sul divano da qualche ora, in silenzio, solamente coccolandoci ed ascoltando il battito dell'altro.
Era mieloso però magico. Era qualcosa che chiunque dovrebbe fare: ascoltare il cuore della persona amata.
A un certo punto mi disse: “ Syilve, credo che fra poco dovrai andare, no?”
Lo guardai negli occhi. “Tu vuoi che me ne vada?”
Scosse la testa. “Non dirlo neanche, io vorrei che tu restassi qua con me, lo sai..Lasciarti andare mi fa male.”

Allora questa sera starai bene.”
"Cosa?”
Posso restare, questa notte. Posso restare, se vuoi.”
Mi prese in braccio e mi baciò, mordendomi il labbro e sorridendo. “Non desidero nient'altro.”

Proprio nient'altro?”
Assolutamente no.”
Lo guardai. Avevo paura della domanda che gli stavo per fare. Più che altro, avevo paura della sua reazione però dovevo, avevo bisogno di sapere la risposta. Parte del nostro futuro, se ne avremmo avuto uno, sarebbe dipeso dalla sua risposta.
Aspettai qualche secondo, respirai profondamente e poi lo dissi. “Neanche vivere? Neanche la cura per l'AIDS?”
Mi sposto e si alzò, incazzato. Nei suoi occhi vidi il dolore, realmente.
Era vivo, nascosto dietro le sfumature nere dell'occhio eppure era presente e capì che era li da molto, moltissimo tempo. Pensai alla sua infanzia, a quello che gli avevano fatto, al dolore che aveva dovuto combattere in solitudine, senza neanche poter tenere la mano di un amico.
Aveva conosciuto il dolore, fisico e morale, nello stato peggiore di esso. Quello reale, crudele, atroce.. quello che ti cambia e ti rende morto, morto dentro.
Riuscìi a leggere questo nei suoi occhi, nelle lacrime viste fino a quel momento.

Come puoi chiedermelo, Syil?” lo disse prima piano poi, lo ripetè alzando leggermente la voce.
Come puoi anche solo pensare che io voglia ancora vivere, lottare dopo tutto quello che ho visto, dopo la vita che ho dovuto subire? Loro mi hanno ucciso, Syil. Non è stato l'AIDS, sono stati solo loro.”Aggiunse poco dopo.
Scoppiai a piangere a metà della sua frase. Con una sola frase mi aveva spezzato il cuore, completamente, senza lasciare un singolo pezzo ricomponibile.
Si avvicinò a me, cercando di calmarmi ma io lo respinsi ed incominciai a gridare. “E me? E noi? Non vuoi neanche vivere per noi, per me e te .. Andreas?”

Noi? Noi ci conosciamo da due giorni, Syilve. Due giorni.” Lo gridò.
Iniziai a correre verso l'uscita, piangendo. Mi aveva distrutta. Non importa da quanto ci conoscevamo, importava solo quello che avevamo e provavamo insieme.
Stavo aprendo la porta quando mi raggiunse e mi bloccò. Mi voltai verso di lui, guardandolo negli occhi.

Pensi che tutto questo non mi faccia impazzire? Sei entrata nella mia vita improvvisamente e mi hai sorpreso, mi hai reso incredibilmente vulnerabile e umano. Sai da quando non mi sentivo umano, Syil? L'ultima è stato a cinque anni, quando mia madre, prima di morire mi abbracciò e mi disse: “ti voglio bene. Lotta Andrè.” È stato l'ultimo momento in cui mi sono sentito un essere umano. E poi, dodici anni dopo sei arrivata tu e mi hai fatto capire che eri pronta ad amarmi, che eri lì per quello. Mi hai toccato e mi è sembrato di morire, Syilve. E nello stesso istante, ho sentito la vita. È cominciata quando sei arrivata tu. E io non capisco più un cazzo e ho paura perchè come si può amare una persona in due giorni? Come si può, Syilve?.."
Ascoltai le sue parole. Non conoscevo la risposta alle sue domande però conoscevo i miei sentimenti ed una cosa era certa: noi ci amavamo.
Continuai a piangere, davanti a lui, che mi teneva ferma contro la porta. “Non lo so,.. io.. io non lo so. So solo che ti amo. Io ti amo.”
Mi abbracciò, delicatamente. Mi strinse a sé, tremando.


Forse è meglio che per questa notte me ne vada..” dissi, poco dopo.
Syilve no, no.. ti prego. Resta qua con me.”
Non credo che sia una buona idea.. non questa notte, Andreas.”
E così uscìi dalla porta mentre lui mi guardava andare via, in lacrime.
Avevamo entrambi paura dei nostri sentimenti eppure, a volte, era impossibile respingerli.
Bisognava accettare l'amore e viverlo, anche non capendo il perchè e lui non era pronto per questo. Forse Andreas non era pronto ad amarmi.
Sentìì dei passi. Qualcuno stava correndo verso di me. Era lui che, mi prese, mi voltò verso di sé e mi baciò, tenendo il mio viso tra le sue grandi mani.
Mi lasciai andare, ancora una volta. Lui mi faceva sentire viva; come potevo resistere a quello?

Io ti amo. Ti amo e io non lo capisco... l'amore. Non ho mai provato amore e nessuno ne ha mai provato per me. Ed io ti amo da sempre, questo lo sento. E ho una fottuta paura di ferirti e di amarti, anche di amarti ma so che quando tu non ci sei, io sto di merda. So di amarti, Syilve.”
Lo baciai, piangendo ancora.



***

Quest cap mi piace, mi piace tantissimo a dir la verità. Credo k sia l'unico mio cap che mi sia mai piaciuto cosi tanto. Ci sono dentro a questo. Mi sono emozionata scrivendolo.
Lo trovo diverso dagli altri. E magari sarà quello che vi piacerà di meno! Spero di no, comunque.


Grazie a Vale.. sono felicissima che ti abbia trasmesso delle emozioni. É quello il mio scopo, grazie grazie.
Saluto Fede qua, al ventidue agostoo.. Mi mancherà aggiornare questa storia.
Grazie come sempre... spero di leggere le recens se ce ne saranno prima delle undici. Ciaooo!
Lara.


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Capitolo 6
*** Solo uno sguardo ***


~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo sei - Solo uno sguardo.

Dopo le parole che lui mi aveva detto, non ero riuscita a dire nient'altro.
Tutte le risposte possibili sarebbero state più che banali, inutili. Come si poteva rispondere all'immensità del nostro amore? E cosi mi lasciai cullare tra le sue braccia.
Entrambi però, sapevamo che non potevamo andare avanti vivendo solo di quelle emozioni trascendentali e tormentate presenti in noi perchè, alla fine sarebbero state proprio loro a spezzarci e dilaniarci, lasciando nient'altro che un inutile mucchio di amore immenso ma perduto.
Avevamo bisogno di razionalità.
Così, insieme, anche senza dire nulla, decidemmo di lasciarci per quella notte. Annuimmo insieme, capendo.
E così, mi incamminai, ascoltando il suono dei miei passi sulla ghiaia.
All'interno di me però, vidi l'inferno.
Lasciarlo andare, di mia volontà, mi lacerò dentro. Sentìì il dolore crescermi dentro e bruciare.
Il mio cuore si stava ribellando alle mie stesse scelte per il bisogno di lui, per l'amore che provavo e che non volevo lasciare andare neanche per un secondo.
E così successe ciò che non avrei immaginato.


Uno sguardo, solo uno sguardo.
Mi girai di scatto e lo guardai, incontrando i suoi occhi così oscuri.
Emozione.
Calda, paurosa, vibrante. Fu qualcosa che mi fece vibrare violentamente all'interno e mi spaventò notevolmente.
Fu come essere squartata viva, dai suoi occhi e dal suo sorriso. Mi guardava come se fossi una dea, la sua.
Ci stavamo amando solo attraverso uno sguardo e quello fu la nostra più grande prova d'amore.              Fu solo uno sguardo, ma fu quello che mi cambiò la vita.
Con quello imparai ad amare realmente, a credere nel puro significato della felicità e dell'amore vero, quello portato solamente dall'anima e dall'unione profonda.
Mi sentìì svuotata completamente da lui e poi, buttata in un mucchio di emozioni incomprensibili e sconcertanti, prive di qualsiasi nesso logico, eppure così simili alla felicità.

Probabilmente fu il significato di emozione.

***

Capitolo minuscolo, lo so. Ed è pure scritto malissimo.
La spiegazione è lunga.   Sono tornata dal mare, diversa e questa storia è cambiata con me.
Questo cap è autobiografico. é qualcosa che ho provato sulla mia stessa pelle e forse odierete questo capitolo ma io lo amo.
Lo amo perchè quel momento l'ho vissuto più volte con un ragazzo con cui non ho mai parlato. Solo sguardi.
Banale, sciocco, idiota? Probabile.  Eppure emozionante.     Ora capisco quando parlavano della magia di uno sguardo, quando dicevano che l'amore va oltre il grasso e l'esteriorità.
Questa storia è cambiata perchè ora credo realemente nell'amore, nella felicità.  E tutto solo a causa di uno sguardo. Uno che mi ha risollevato un intero anno di vita.
Ma questo non v'interesserà, quindi passo ai ringraziamenti.

Vale: Grazie. Grazie veramente.   Spero che ti possa piacere anche questo, anche se è diverso.

Dolce Mony: Grazie per i complimenti..   Scusa se non ho aggiornato ma sono tornata tre ore fa dal Friuli.

Fede: Non ti preoccupare. Lette appena sono tornata, mi ha fatto piacere. Grazie come sempre.
Il video lo vedo domani. Spero che ti possa piacere anche questa. Al prossimo cap il commento te lo faccio più lungo. Ora sono distrutta, scusa.

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Capitolo 7
*** Ora di finire ***


~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo sette - Ora di finire.

Non ci vedemmo per tre lunghi, interminabili giorni.
Cercai di lasciarlo solo per qualche giorno, per riflettere e cercare di capire un minimo i nostri sentimenti e il significato del nostro amore.
Ci pensai tanto, per lunghi giorni, restando sola, in silenzio, lontano dalle amiche. E poi, il terzo giorno ebbi la risposta che avevo cercato disperatamente così, alle quattro di pomeriggio di una domenica fredda, presi la bici ed iniziai a pedalare velocemente, ansiosa di vederlo.
Quando Andreas mi vide rimase fermo. Non mi corse incontro, non mi abbraccio o baciò, non mi salutò neanche.

Andre..” Lui abbassò lo sguardo, osservando il riflesso del fuoco.
Tre giorni, Syil. Non sei venuta per tre giorni.” La sua voce era lenta, scandita con attenzione. Accarezzava il gelo e lasciava il calore che aveva sempre rappresentato la voce di Andreas. Era sempre stata calda eppure, quella sera, era totalmente gelida.
Avanzai verso di lui ed intrecciai la sua mano sinistra con la mia.

Mi.. Mi dispiace.”
Lui si incazzò, terribilmente. Non poteva accettare quella frase.

Ti dispiace Syil?! Poteva esserti successo di tutto e io non ho modo di saperlo, cazzo.”
Lui gridò.
Alzò la voce così violentemente da impaurirmi.

Io dovevo capire.”
Cosa?”
Noi. Il nostro amore. Il nostro futuro.” All'ultima parola gli occhi di Andreas si illuminarono, come scossi dolorosamente.
Quella frase non poteva avere nulla a che fare con lui. Futuro. Poteva sperare ma lui non avrebbe mai avuto un futuro.

Futuro? Che cazzo di futuro pensi di avere con me, Syilve? Pensi che faremo l'amore e avremo tanti figli? Pensi di scappare in America e vivere in una bella villetta? Morirò, Syilve. Non mi resta neanche un anno, probabilmente.”
Non piansi, non gridai. Lo guardai solamente mentre mi diceva quelle parole.

Credi che non lo sappia? Credi che io speri in un miracolo? Non sono un ingenua, Andreas. Volevo solo capire ciò che siamo.”
Andreas si sedette sulla poltrona. Si mise le mani tra i capelli, sospirò e poi disse: “Credo sia ora di finirla.”

Finire cosa, Andreas? Ci conosciamo da sei giorni. Non abbiamo iniziato proprio un cazzo.”
Ci guardammo, con la consapevolezza che sarebbe potuta essere l'ultima.
Anche se ci amavamo, continuare sarebbe stato uno spreco di energie per Andreas e un eccessivo dolore per me. Io ero pronta a soffrire, ma lui aveva preso una decisione.
Andreas aveva deciso di non vivere quello che gli restava per me, per il nostro amore ed io ero pronta ad accettarlo proprio per l'amore che ci avrebbe sempre legato, anche dopo la sua morte.

***

Altro capitolo piccolo. Spero che comunque vi possa piacere.Gli ultimi due li sento inferiori agli altri.
Datemi un paio di giorni e riprendo l'abitudine.

Ringraziamenti:
Vale: Grazie mille.
Era ciò che desideravo, semplicemente descrivere la potenza di uno sguardo. Provandolo sulla propria anima, capisci il reale significato di quella frase. Grazie ancora.
Fede: Visti i video. Io amo amo amo Emerson! Fantasticoooo:... ^^, Bellissimo anche il locale!
Grazie per i complimenti sul cap... Felicissima che ti sia piaciuto. Ci tenevo tanto ai vosti pareri, specialmente al tuo. Quel capitolo è parte di me.
Volevo iniziare un altra originale su quello argomento. Magari ce la faccio. Boh, vedrò.
Juliet? Waaaaa. Non vedo l'oraaa!! <3

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Capitolo 8
*** La lettera ***



~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo otto - La lettera

Passarono dodici giorni prima di ricevere quella lettera.
Era una di quelle mattine spese a piangere, quando, davanti alla porta d'entrata vidi quella lettera con su scritto: “Syilve.”
La tenni in mano per ore, senza scartarla, sapendo da chi provenisse. Prima di aprirla ascoltai il profumo che ne usciva, assaporando ogni emozione che esso mi scaturiva.
Infine mi decisi di aprirla e leggerla. La prima cosa che notai furono le macchie bagnate posate sulla carta.
Andreas, mentre la scriveva aveva pianto.

Lasciarti andare è stata una scelta mia, Syilve eppure è stato come non essere nulla.
Tu mi hai dato vita e cancellarla solo per paura di avere un futuro, per quanto breve possa essere, è stupido.
Appena hai attraversato quella porta mi sono sentito debole, come se l'AIDS mi stesse togliendo tutte le forze però mi sbagliavo.
Non era stata la malattia ma bensì me stesso.
Vorrei poterti riportare da me eppure so che non posso.
Senza te niente ha più senso. So di averti ferita con quelle parole eppure vorrei averti accanto, ancora.
Ti amo Syilve.
Tuo, per sempre.

                    Andreas. “


Quelle parole non mi abbandonarono più, restarono con me per il resto della mia vita.
Per quanti sbagli facesse, per quante parole orribili mi rivolgesse, lui sarebbe sempre stato il mio tutto.


Mezz'ora dopo ero davanti a quella porta.
La aprìì lentamente e lo trovai sulla poltrona centrale della hole, situata davanti alla porta.
Quando mi vide, sobbalzò e poi, sorrise. Si avvicinò a me ma non eccessivamente, lasciando un metro circa di distanza tra i nostri corpi.

Mi.. mi dispiace.”
Sta zitto, Andreas.” Gli dissi immediatamente. Era il mio turno, ora.
Ero io che dovevo dirgli tutto, che dovevo spiegare. “Credi che questo sia facile per me? Credi che amarti e avere la consapevolezza che un giorno vicinissimo non ci sarai più non mi disintegri giorno dopo giorno? Credi che non vorrei smetterti di amarti? Eppure non posso, Andreas.
Tu sei la mia vita e questo niente e nessuno potrà cambiarlo, nemmeno la tua futura morte. Mi hai capita?”
Andreas annuì. Abbassai lo sguardo, sollevata. Mi era mancato visceralmente.

Ora cosa aspetti a baciarmi?” Gli dissi, sorridendo.
Lui mi prese in braccio e mi fece girare, sorridendo. Poi si abbassò sulle mie labbra e le sfiorò con le sue.
Gliele baciai, desiderosa di quel contatto che per me rasentava la perfezione.
Ero felice. Anche se quello che c'era davanti a noi era terribile, ero felicissima. Lui consisteva nella mia felcità.
Lo baciai più volte, abbandonandomi tra le sue braccia e labbra.

****


Questo capitolo mi piace.
A base emozionale( se cosi si dice) è basso, però è un capitolo decisivo e svela particolarmente chi è Syilve e a cosa è disposta.
Spero che vi sia piaciuto.
Grazie come sempre a Vale e Fede..
Ora commento quella su Juls.

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Capitolo 9
*** Amore ***



~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo nove - AMORE.

Credi che ce la faremo, Syil?”
Eravamo sdraiati da ore sul suo letto a guardare al soffitto quando, all'improvviso, si voltò verso di me e mi pose quella domanda.

Cosa?”
Prese tempo, come se cercasse le parole giuste da usare per poi dire solamente: “noi”
Lo guardai. Voleva realmente sapere il mio pensiero, come se dubitasse eccessivamente nei propri per crederci.

No. Non lo credo. Ne sono certa. Ce la faremo, Andre. Ce la faremo.”
Sorrise, anche se capìì che non ne era sicuro. Era molto preoccupato ed insicuro su noi e sulla nostra specie di relazione intensamente complicata.
Io, al contrario, ero sicura di noi perchè quei sentimenti indelebili e distruttivi dovevano esistere per un motivo ed ero certo che era quello di amarsi completamente, fino a rimanere senza forze.
Ero sicura che quell'amore non sarebbe mai potuto finire perchè noi eravamo una cosa sola eppure distinta.
Io ero forte, pronta a tutto, coraggiosa e coerente. Andreas invece era sempre stato un artista con un animo, a volte fragile, eppure meraviglioso. Eravamo diversi e grazie a queste nostre diversità, quando stavamo insieme, ci completavamo diventando un unico essere.
Ed era per questo che ero sicura di quello che saremmo stati.
Saremmo stati semplicemente amore eterno, indissolubile e lacerante ma dipendente. Quell'amore che non viene raccontato nelle favole ma che rimane custodito nei cuori di quelle poche persone che l'avevano vissuto.
Amore, semplicemente amore con l'A maiuscola.


Perchè? Perchè ne sei cosi sicura?”
Perchè quando ho incontrato il tuo sguardo per la prima volta ho capito il motivo della mia esistenza. Tu lo sei. Tu sei il motivo per cui io continuo a vivere.”
Andreas scoppiò a piangere e mi baciò. Sentìì le sue lacrime invadermi il viso e le mie piccole labbra.
Gli passai la mano sul viso, accarezzandogli la parte sottostante agli occhi, mentre lui si appoggiava a me, lasciandosi andare.
Ogni volta che si appoggiava a me, fidandosi del mio corpo, mi trasmetteva emozioni uniche.

Vorrei che tutto non finisse mai.” mi disse, accoccolandosi sul mio petto.
Cosa?”
Ogni bacio. Quando le nostre labbra si uniscono, formano qualcosa di perfetto e quasi irreale. Mi sembra magia. Ogni bacio è magia, Syilve.”
Quella frase mi colpì. Sapevo che per lui ogni tocco era complicato ed emozionante, ma non credevo che lo fosse in quel modo.
Quello era un altro motivo per cui lo amavo follemente.


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Capitolo 10
*** Il dolore vero ***



~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo dieci
- Il dolore vero.

Il resto della serata assomigliò all'inferno.
Andreas a volte mi aveva raccontato dei dolori atroci che l'Aids gli provocava ma sentirne parlare non è come vederli sotto i propri occhi e non poter far niente per alleviare il dolore altrui.
La mia vita, dopo quello che vidi, cambiò totalmente.
Non sarei mai più stata la Syilve di prima, allegra e spensierata, anche se avessi voluto perchè fu l'esperienza più dolorosa che io abbia mai visto.
In quel momento ebbi la consapevolezza di non avere mai visto o conosciuto il reale dolore precedentemente.
Andreas me lo mostrò e fu atroce.

Eravamo sdraiati sul letto. Aveva la testa appoggiata sul mio petto, quando, all'improvviso mi disse bruscamente: “Syilve, te ne devi andare.”
Il suo tono era duro, macchiato da sfumature di gelo. Lo guardai e non riuscìì a capire. 
Come poteva essere cambiato da un momento all'altro, lasciando quella meravigliosa serenità che ci avvolgeva?

Devi andartene subito.” Lo ripetè, marcando le parole maggiormente.
Andreas..”
Non puoi essere qua ora. Non devi vedere, Syilve. Non posso permetterlo.”
Sentivo nella sua voce il dolore. Desiderava avermi accanto, anche se non poteva permettere a se stesso di farmi vedere il suo dolore.

Io voglio starti accanto, Andreas. Non puoi mandarmi via. Io resto vicino a te.”
Questo lo dici adesso. Dopo cambierai idea.”
Io resto.” Gli feci capire che sarei stata coerente con le mie idee, anche se alla fine avrebbe avuto ragione lui. Non sarei più voluta restare fino alla fine.
Qualche minuto dopo si rannicchiò, avvolgendo le proprie gambe con le braccia.
Si dondolò leggermente, come se cercasse di distrarsi e rilassarsi e poi.. poi lui iniziò ad urlare.
Urli lenti e tenui seppur sempre urli. Si contorceva tenendosi e massaggiandosi le gambe.
Più tardi mi disse che i dolori peggiori per lui erano quelli alle gambe e allo stomaco.

Te ne accorgerai...” mi disse.
Mi accorgerò di cosa?”
"Ti accorgerai quando arriveranno i dolori allo stomaco. Sarà inutile chiedermelo perchè li vedrai.”
Gli tenni la mano come il primo giorno, intrecciata alla sua mentre lui continuava ad urlare e cercare di respirare correttamente e di conseguenza lentamente.
Mezz'ora dopo arrivarono i dolori allo stomaco e le urla si propagarono oltre a me e quella stanza.
Sentìì il mio corpo lasciarmi per qualche secondo, come se fosse spaventato dalle strette forti che Andreas dava talvolta, a scatti. In quei pochi secondi mi immobilizzavo dalla paura. Sapevo che quelle strette gli davano un minimo sollievo, allievando leggermente il dolore eppuro ero più impaurita di quanto lo fosse lui.
Si contorceva, urlava però non piangeva. Avevo visto Andreas piangere molte volte eppure quella sera, in preda al dolore, non aveva versato una singola lacrima. Io, al contrario, avevo pianto per tutto il tempo.
Ero impotente davanti al suo dolore e questo mi dilaniava.
Vedere una persona amata soffrire terribilmente e non poter fare assolutamente niente ti devasta, ti cambia interamente.

***

Questo capitolo, si, che fa schifo e mi scuso per questo.
Innanzitutto devo dire che io non conosco l' Aids..  e se qualche notizia è errata mi scuso. L'unica cosa che possiedo sono le informazioni.
La grammatica e l'ortografia in questo capitolo, credo che siano completamente errate ma scrivere del dolore provocato da una malattia è per me, tutt'ora, difficilissimo.
Purtoppo le mie emozioni non riesco ancora a farle uscire dalla mia scrittura.   Spero che comunque vi possa piacere, almeno un poco.
Ringrazio Vale e Fede, come sempre, grazie grazie grazie.
Per quanto riguarda Stefy .. beh, non so cosa dirti. Le tue parole mi hanno riempito il cuore. Grazie a ciò che hai detto mi sono sentita felice.. Non so dirti altro. Solo grazie.
Spero di non averti delusa su questo chap.
Al prossimo.

Lara.



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Capitolo 11
*** Il benessere di Andreas. ***


~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo undici
- Il benessere di Andreas.

All'incirca un ora dopo Andreas mi chiese come stavo.
Fu lui a chiederlo a me e non io a lui. Sembrerebbe ridicolo e alquanto superficiale da parte mia ma si rese perfettamente conto dell'impressione che il suo dolore aveva avuto su di me.

Syilve?”
Mhm..”
Avevo ragione?” Io annuìì, senza riuscire ad incrociare il suo sguardo, tenendo il volto bassò.
Lui mi passò un dito sotto il mento, accarezzandomelo e alzandomi il viso. Mi stava scrutando con quei suoi occhi scuri ma dolci in cui inevitabilmente mi persi, ancora una volta.
Mi prese la mano sinistra e la intreccio alla sua, stringendola piano. Con l'altra mano mi accarezzò il viso, fermandosi specialmente sulle curve della mia bocca.
Passò il dito più volte sul labbro inferiore, cancellando il mio rossetto pesca.

Sono così delicate..”
Io scoppiai a piangere. Non fu per quella frase o per l'emozione del suo tocco ma fu per quelle immagini del suo dolore che la mia mente continuava a propinarmi, dilaniando completamente il mio animo.
Mise le mani attorno ai miei fianchi, fermandomi e costringendomi a guardarlo direttamente negli occhi.

Princess..”Incominciò. Il suono di quella parola era meravigliosa e la sentivo completamente mia, solamente quando era lui a pronunciarla.
Non è colpa tua o mia. É cosi, semplicemente. So che non eri pronta e ho sbagliato a permettertelo. Dovevo impedirti di vedere, amore.”
Non devi proteggermi.” dissi io tra le lacrime. “Ho fatto le mie scelte, Andreas, e non le rimpiango. Io ti starò accanto sempre. Vorrei solo poterti aiutare.Vederti soffrire in quel modo e non poter fare assolutamente niente mi fa... paura.” aggiunsi poco dopo.
Andreas mi abbracciò, poggiandomi al suo petto e massaggiandomi con movimenti circolare i capelli.

Lo so, princess. Lo so.”


Vorrei solo farti stare meglio, in un qualsiasi modo. Farei di tutto per poterlo fare.” gli dissi, lasciandomi percorrere dai quei piccoli brividi che le sue mani sul mio corpo mi provocavano.
Tu lo fai.”
Cosa?”
Ogni volta, ogni singola volta che mi sei accanto io sto bene. Tu sei il mio benessere.”
Gli sorrisi. Era bellissimo ciò che mi aveva detto, semplice eppure intenso. Amavo le sue parole, i suoi gesti, le sue carezze, il fatto che mi considerasse la sua principessa.

Ero felice. Si, ero decisamente felice.

***

Pochissime parole, lo so.

Due motivi.
1- Sono appena tornata da una giornata sfiancante. Aggiornare domani? Nah. Avevo voglia di scrivere, anche se non riesco a tenere gli occhi aperti.
2- Non credo siano neccessarie molte parole per descrivere la semplicità di Andreas e Syilve in questo capitolo.
Devo dire che mi piace parecchio. Non è uno dei migliori però è diverso, credo. Altre parole.. altre emozioni scaturite in me. Spero che possa piacere tanto anche a voi.
Ringraziamenti:
Stefy: Grazie veramente. Ti ho messo i brividi? Cavolo.. è una cosa bellissima da sentirsi dire. Grazie veramente.
Vale: Hai perfettamente ragione. Non è più solo il dolore di Andreas, è il loro ormai.
Grazie ancora...
Fede:Vista quella su Ben ma non ho le forze di leggerla. Scusami.. Domani matt la commento.
Grazie, grazie, grazie. I miei intenti sembrano riusciti. *___*
Ah. Ho postato un originale introspettivo, decisamente complicata e.. difficile, forse.
Non so se l'hai notato o no o se hai voglia di leggerla o meno, io te lo dico solo...
A domani. Notte.. ehm, Ciao.
Grazie ancora.
Lara.


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Capitolo 12
*** Vita ***


~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo dodici
- Vita.

Resti questa notte?” Io annuìì. L'idea di andarmene da lui mi provocava nausea e dolore, specialmente dopo quello che era successo.
Era stato il momento più difficile nella mia via. Mi sentivo come se il mio cuore fosse stato trafitto da un coltello, con il sangue che continuava ad uscire ininterrotamente, lasciandomi pochi ultimi respiri di vita.

Non hai mai paura?” Gli chiesi, fissandolo. Le sue carazze si interruppero per qualche secondo e poi ripresero.
Lo vidi pensare, forse per cercare in sé la risposta. Qualche minuto dopo scosse la testa in segno di no.

Prima di conoscerti.. desideravo il dolore.” Andreas abbassò il tono, finendo la frase.
Come?”
Non mi sono mai sentito una persona nella mia vita, tantomeno vivo.
Il dolore era l'unica cosa che mi desse la certezza di essere vivo, seppur ogni volta mi lacerava il corpo e l'anima. Non sapevo chi io fossi.. prima, beh.. Syilve,
prima di conoscerti.
Mi strinsi di più al suo caldo corpo.


Voglio fare l'amore con te.” dissi, qualche minuto dopo.
Andreas mi guardò esterrefatto.
“Stai scherzando? Io non posso, Syilve. Noi no.”

Perchè?”
Perchè Syilve? L'Aids! Io te lo potrei trasmettere.. io non posso rischiare, amore.. no, non puoi chiedermelo.”
Capivo le sue ragioni eppure mi arrabbiai notevolmente.

E quando morirai? Quando morirai, pensi veramente che la mia sarà vita?! Tu e solo tu rappresenti la mia vita. Non ci pensi mai a me dopo la tua morte? Non me ne frega niente di prendere l'Aids!”
Vidi una lacrima solcare il suo volto, soltanto una.

A me interessa Syilve! Io morirò per tutto questo e il pensiero che anche tu possa.. No, Syilve. Io non posso.”
Gli accarezzai il viso, asciugandogli la lacrima solitaria.

Andreas.. ti prego. Io ti voglio amare, in tutti i modi. Fallo per me, ti prego. So di chiederti tanto, Andreas..”
Lui annuì, piangendo.

***

Capitolo beh, mmm, non so.
Forse inizia ad addentrarsi dentro il loro reciproco bisogno dell'altro.
Grazie come sempre, ragazze.

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Capitolo 13
*** "Ti amo" ***


~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo tredici - "Ti amo."

Quella notte tremammo dalla paura.
Non sapevo chi sarei stata dopo quello che sarebbe successo però sapevo che lo volevo. Volevo amarlo interamente, con ogni parte di me stessa, e conoscere il sapore del suo corpo sul mio e dell'amore fisico tra noi.
Lui non mi aveva detto niente ma sapevo che quando mi aveva detto che non gli mancava neanche un anno, mentiva.
Pensare che avesse un intero mese era eccessivo. Qualche settimana, si, forse si.
E non rimpiansi mai la mia idea. Volevo fare l'amore con lui, ad ogni costo.


Lo guardai negli occhi, accarezzandogli il viso.
Si avvicinò con il volto al mio, sfiorando i nostri nasi e baciandomi lentamente.
Passò la sua lingua lungo il mio palato, e poi la unì alla mia lingua, formando insieme ad essa movimenti circolari. Sentìì la sua saliva entrarmi dentro e fondersi con la mia.
Mi lasciai andare a quei movimenti bellissimi che mi trascinavano in una serenità meravigliosa e quasi dipendente.
Poco dopo mi mise le mani sui fianchi, e sorridendo, mi tolse il vestito di seta rossa.
Gli sorrisi e lo spinsi sul letto, mettendomi sopra di lui, seminuda.

Sicura?” Annuìì. Non ero mai stata così sicura in tutta la mia vita. Non stavamo scopando o facendo sesso, ma al contrario, stavamo rendendo il nostro amore.. fisico.
Mi sedetti sulle sue gambe e gli slacciai i bottoni dei jeans e poi glieli sfilai, osservando le curve delle sue gambe
Passai la mia mano destra su una delle sue gambe, partendo dal polpaccio fino ad arrivare sotto al bacino, all'attaccatura della gambe. Sentìì Andreas tremare al mio tocco.
Avanzai e gli tolsi la maglietta. Gli baciai i pettorali, mentre le sue mani mi tenevano i fianchi.
Lo guardai e lui annuì, capendo le mie intenzioni. Eravamo entrambi pronti, impauriti ma pronti.


Misi le mani sotto gli slip e glieli tolsi.
Respirai lentamente. Avevo paura, avevo una fottuta paura.
Lentamente mi spogliai reggiseno e slip. Eravamo entrambi nudi, io sopra di lui.
Mi chinai verso di lui e lo baciai, passionalmente, unendo le nostre lingue e poi lo sentìì entrare dentro di me, piano.
Fu doloroso ma bellissimo, colmo di un qualcosa di indescrivibile. Sapevo che eravamo un insieme, ma in quel momento ne ebbi la certezza. Nessuno sarebbe più stato capaci di separarci.

Poco dopo eravamo sdriaiati l'uno accanto all'altro, con le mani intrecciate.
Ti amo..” gli dissi.
Mi baciò la fronte e mi disse: “Anch'io, Princess. Anch'io ti amo.”
Mi lasciai andare tra le sue braccia e mi addormentai, mentre mi accarezzava i capelli.
Dormivo nuda fra le sue braccia dopo aver fatto l'amore per la prima volta con la persona che amavo completamente.
Niente avrebbe potuto rovinare quel momento. Assolutamente nulla.

***

Dire qualcosa su questo cap mi sembra eccessivo. Dice tutto da sè.
Forse è stato un mio errore farvi capire che Andreas avesse di più. Questa storia, purtroppo, non durerà ancora a lungo.
Spero che vi possa piacere anche questo. Grazie come sempre a Fede e Vale.
Su Claire ci sto provando.. ma fa tutto schifo. Ci proverò ancora.. promesso.

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Capitolo 14
*** Speranza ***


~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo quattordici - Speranza.

Perchè mi hai mentito?” gli chiesi, poco dopo essermi svegliata.
Lui non capì. “Perchè mi hai mentito quando mi hai detto che ti sarebbe rimasto un anno?” gli specificai.
Mi guardò per un secondo e poi si girò, guardando il soffitto, forse pensando.

L'ho fatto per me. Non volevo togliere ogni speranza a noi, alla possibilità di amarti ed essere amato..”
Capìì all'istante. “Sei incazzata, tesoro?”
Scossi la testa in segno di no, sorridendo.

Ti ringrazio per averlo fatto. Così, anche solo per un secondo, hai trasmesso quella speranza anche a me.”
Credendo che avessimo almeno un anno insieme avevo lottato per noi e per il nostro amore e quella fu la scelta più giusta della mia vita perchè con quello scelsi di amare Andreas e di non arrendermi mai.
Scelsi di vivere totalmente, senza dubbi o riserve.


Andreas?”
Lui mi guardò, attento.

Non chiedermi mai di andare avanti, di ricominciare con qualcun'altro.. dopo..dopo la tua morte, Andrè.” Balbettaì eccessivamente.
Una lacrima percorse velocemente il mio viso.
Avevo paura di quello che sarebbe successo dopo, di quello che il futuro mi avrebbe portato.
Solo di una cosa ero sicura, una consapevolezza che aleggiava da sempre in me.
Il futuro non mi avrebbe sicuramente portanto Andreas, anzi, più che altro, me lo avrebbe tolto brutalmente, uccidendolo.
Incominciai a piangere rumorosamente, disperatamente. Mi diede un bacio sulla fronte, probabilmente intuendo i miei pensieri.

***

Dio, che piccolo, che piccolo.
Assomiglia più ad una doppia drabbe che ad un cap di una longfic.
Scusateeee, ma avevo tante idee per il prossimo capitolo ma zero x questo.   Spero che vi possa piacere..

Cavolo, i vostri commenti mi hanno spiazziato. Non pensavo che fosse cosi bello quel chap. Lo trovavo solo un po' intenso.
Vi ringrazio infinitamente.. e per quanto riguarda Vale..
Innanzitutto il virus non è detto che venga trasmesso, è solo probabile e potrebbe rimanere nascosto per anni e anni.
E si, è stata una scelta egoistica da parte di Syilve. Chiederlo intendo. Ma è amore ed è irrazionale. Lui doveva farlo per lei perchè lui la lascerà sola per sempre...
Per vederla in un modo terribilmente malato..  se Syilve contarrà l'HIV avrà un pezzo di Andreas dentro di sé, che la ucciderà ma che la manterrà in vita allo stesso tempo.  È un pensiero malatissimo ed irrazionale e non è quello di Syil, però potrebbe esserlo..  
Facendo l'amore sono diventati un essenza pura, bellissima e sola. E per avere questo Syilve ha deciso di accettare tutto..  anche l'Aids.. la malattia che gli porterà via lui e solo lui.


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Capitolo 15
*** "Mamma, devi lasciarmi andare." ***


~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo quindici - "Mamma, devi lasciarmi andare."

Ha l'Aids!” L'urlo di mia madre si espanse per tutto l'isolato.
Avevano scoperto di me ed Andreas da qualche ora e la loro reazione era stata piuttosto violenta.
Un errore, una mia distrazione e tutto era crollato come polvere su una mensola di una vecchia casa abbandonata.
La mia guancia era rossa, ricoperta ormai dai segni lasciati dalle sberle di mio padre. Erano esterrefatti ma non sarebbero mai riusciti a dissuadermi, a battermi perchè io ero innamorata.
Alzai il viso, sicura di me, anche se sapevo esattamente quello che sarebbe capitato. Infondo un padre violento che non aveva avuto possibilità, ultimamente, di sfogarsi era un arma potente, terrificante secondo me.
Eppure non avevo paura.

Hai paura per l'Aids o ti schifa il fatto che la tua unica figlia sia innamorata di un nero?”
Lo schiaffo di mio padre mi voltò il viso dal lato opposto, lasciando il segno del dolore fisico che si faceva strada nel mio corpo.
Tutto quello, però, non era nulla inconfronto al dolore provato qualche sera prima.

Non osare mai più parlare in quel modo a tua madre! Noi ti vogliamo bene.. Lo facciamo per te.”
Risi di gusto. “Per me, papà? Mi hai picchiato per anni per il mio bene, paparino?” Non so perchè dissi quello.
Ero solo stanca di difendere la mia famiglia. Loro erano sempre stati la causa della mia solitudine e depressione.
Andreas era stata la mia unica vera famiglia. Solo e unicamente lui.
Le loro grida riniziarono ma non li ascoltai più. Non m'interessava da molto tempo ne il loro amore ne il loro disprezzo.
L'unica cosa di cui mi importasse era Andreas.


Mezz'ora dopo tutto ridivenne sensibile a me e al mio cuore.
Lo vidi entrare in casa mia, per la prima volta. “Lasciatela andare.” Il suo tono era stretto, duro, molto diverso dal solito.
Non era fragile, scosso dalle sue emozione ma bensì era sicuro di sé, in ogni gesto e parola. Aveva deciso di lottare per me e facendolo era stato disposto a scendere tra quella gente che lo aveva ripudiato per anni, per cui era solamente un mostro.
Corsi da lui, sfuggendo dalle mani di mio padre.
Andreas mi abbracciò. Il suo corpo era intensamente caldo e mi avvolgeva, tangendo in me una sensazione di protezione mai sentita prima.


Syilve!”
Mamma, devi lasciarmi andare.” Le mie lacrime cadevano lente.
Tutto ciò che desideravo era Andreas eppure rinunciare a quella donna mi faceva male. In diciassette anni aveva fatto poco per me eppure, infondo, a volte era stata un amica.
Una madre, no, non lo era mai stata eppure quelle poche volte in cui mi ero sentita bene, c'era lei accanto a me.
Le volevo bene, dopotutto.
I nostri occhi si incrociarono. Madre e figlia. Donna e donna.
Prese la mano di mio padre, dicendole solo: “Lasciala andare.” Mio padre la guarò, incazzato. Non era disposto a rinunciare a me.
Eppure mia madre mi lascio andare, rivolgendosi ad Andreas per la prima volta in vita sua: “Amala.”
Abbracciai mia madre, delicatamente. Sapevo che non sarei più potuta tornare da lei.
Stavamo rinunciando l'una all'altra, probabilmente per l'amore che l'una provava per l'altra.
E cosi me ne andai con la mia vera famiglia. .. Andreas.

***


Mi scuso per il ritardo e beh, per le mie parole... Ma oggi, dopo tre mesi di dubbi, ho abbassato il mio orgoglio amante dei vampiri di JossWhedon e ho comprato Twilight, sperando di non cadere nel fascino del tanto amato e odiato Cullen.
Letto centoventi pagine in due ore e mezza quindi sono abbastanza rincoglionita e il cap è quello che è.
Cullen mi ha distrutta per ora, tra l'altro.. e l'odio per Bella rimane deciso.( anche se non vi interessa.)
Comunqueee il prossimo agg non so quando sarà. Credo tra la pausa di Twilight e New Moon se vado avanti cosi.
Grazie come sempre a Fede e Vale.

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Capitolo 16
*** Masochismo, Essere Umano ***


~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo sedici - Masochismo, Essere Umano.

Quella giornata non fu una delle più serene della mia vita.
Appena tornati a casa, litigammo. Era arrabbiato. Avevo scorto quella rabbia nei suoi occhi fin da quando avevamo lasciato casa mia.

Perchè cazzo l'hai fatto?” disse, dando un calcio alla poltrona centrale della hole, quella vicino al camino.
Ero spaventata da quella reazione. Altre volte si era arrabbiato ma non avevo mai visto quella rabbia dentro di lui.
Quella era la rabbia che avevo visto per anni negli occhi di mio padre, per anni. Era rabbia malata, quella non comandata minimamente dalla razionalità.

Fatto cosa?”
Restai calma anche se la mia voce traballò, probabilmente a causa della mia paura.
Lui si avvicinò a me, ma non mi toccò. Restò distante, guardandomi solamente. “Perchè te ne sei andata, Syilve? Perchè?”
A quel punto, mi arrabbiai anche io. Come era possibile che non capisse?  L'avevo fatto solo per lui.

Scherzi Andreas? L'ho fatto per noi. Non ci avrebbero mai fatto stare insieme. Non avremmo più potuto amarci. Lui mi picchiava, Andreas.”
Non si fermò sulle mie parole. Non le calcolò neanche, come se non le avessi mai pronunciate.

E quando sarò morto?”
Sentìì il mio cuore annullarsi, come se si fosse improvvisamente ricoperto dal gelo, quello che lui mi aveva trasmesso.
Divenni, anche solo per un istante, insensibile a lui e al mio cuore.


Rimasi in silenzio, senza rispondere. Cercò una mia reazione attraverso i suoi occhi ma rimase insoddisfatto perchè non ne ebbi una.
L'indifferenza era l'unica cosa presente nel mio corpo e soprattutto nella mia anima.
Mi scosse, prendendomi i fianchi con le mani. “Syilve?” disse, leggermente preoccupato. Mi scostai da lui, riprendendomi.

Lasciami” gli dissi, usando tutto il disprezzo che potevo provare in quel momento.
Mi presi il volto tra le mani, stropicciandomi i capelli.

Cosa pensi che me ne freghi, ora?” Mi guardò, sbalorditò. Cercò di replicare ma glielo impedìì.
Sei vivo ora, cazzo!” Urlai. “ La pianti di parlare della tua morte, Andreas? Ho pochissimi giorni con te e.. tu.. osi dirmi che non dovevo, che io dovevo restare con loro. Come osi.. Come osi?”


Mi guardò, sconcertato.
Abbassò lo sguardo, osservando il pavimento chiaro. Restammo in silenzio per qualche minuto finchè lui non alzò lo sguardo, e con gli occhi rossi bagnati dalle lacrime, mi disse:

Ti sei innamorata di me perchè sono una causa finita, perchè moriro tra qualche settimana? Ti sei innamorata di me a causa del tuo profondo masochismo?”
Sentìì il mio cuore spezzarsi. Ogni certezza o sogno si spezzò.
Lo guardai e, con la voce spezzata, gli dissi: “Ti sei innamorato di me perchè sono l'unica che ti ha trattato come un essero umano, l'unica che ti abbia mai toccato, l'unica che è stata disposta ad amarti?”
Vidi il dolore nei suoi occhi. Ci eravamo distutti brutalmente a vicenda.

**

Questo capitolo mi ha spiazzato. è diverso da tutto.. è il punto a cui volevo arrivare sin dal primo capitolo.
Capire se stessi prima dei sentimenti per l'altro.  é un capitolo diviso in due parti, questa è la prima.
L'altro credo di postarlo domani. Adesso dovrei iniziare New Moon, farò una pausa x scrivere il cap credo, spero.

Spero che vi possa piacere.  Grazie come sempre a Vale e Stefy..
Il fascino di Edward mi sta distruggendo. Non lo avrei mai pensato..  Fiuu, Bella non mi piace.. comunque.




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Capitolo 17
*** Certezze ***


~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo diciasette - Certezze.

Volevo andarmene, scappare, correre lontano da lui.
Mi aveva preso il cuore per poi poggiarlo tra le sue grandi mani e disintegrarlo, lentamente, scolpendo ogni più piccolo pezzo.
Misi le mani sul mio petto, cercando di respirare lentamente. Sentivo l'aria abbandonare il mio corpo e lo spazio circostante, il mio cuore accellerare fino a scoppiare e l'odio crescere.
Lui mi aveva ferita brutalmente e poi, io avevo ferito lui.
Alzai il viso verso di lui, riprendendomi tutte le sicurezze. Io lo amavo. Dubitavo di tutte le cose della mia vita ma non dell'amore che provavo per Andreas.

E così.. vuoi lasciarmi, un altra volta?”
Lo sorpresi. I suoi occhi brillarono, per un secondo. Non era gioia o tristezza, al contrario, era qualcosa di caldo.. era disperazione viva.
Scosse la testa, velocemente, in segno di no. Disse solamente.. “Io.. no.”


Restammo in silenzio per tanto, tantissimo, tempo. A tratti incrociavamo i nostri sguardi e i colori contrastanti, azzurro e nero, dei nostri occhi, si mischiavano.
Non osava dire niente, forse per paura di perderci dentro le nostre insicurezza.
Come sempre, presi io la parola.

Tu vuoi proteggermi. Non vuoi vedermi soffrire ma io, Andreas, ho fatto una scelta.”
Mi guardò, attento alle mie parole. Forse, per una volta, avevo colto nel segno. “Quando ho deciso di amarti ho deciso anche di affrontare il dolore e l'amore insieme a te e ho accettato le conseguenze. Tutte le conseguenze.”Sottolineai. “Compresa la tua morte.. Sapevo cosa mi sarebbe aspettato.”
Respirai profondamente e continuai. “Tu ora puoi lasciarmi ma io non me andrò, Andreas. Potrei andare dove voglio. Non sono povera. Ho mille possibilità ma io ti starò accanto, fino al giorno della tua morte. Ti terrò la mano e ti vedrò andar via.
L'unica modo per far si che questo non succeda è che tu mi uccida.” Vidi aprirsi sul suo volto un tenue sorriso.

Io ti amo, veramente. Ti amo e non so il perchè. Può essere il mio masochismo, il fatto che tu morirai tra qualche settimana. Io non lo so.. Andre. Vorrei saperlo ma...” Mi interruppì, cercando qualche parola sensata. “Ti amo terribilmente e questo è ciò che importa.” finìì, guardandolo negli occhi.
Lui sospirò, guardandomi, probabilmente indeciso. Lo guardai e poi, aggiunsi: “Devi solo capire se tu mi ami.”
Lunghe lacrime continuarono a scendere sul suo viso, tracciando righe trasparenti sulla sua bellissima pelle nera.

Io ti amo, Syilve Claire Leonard.” disse, scandendo le parole.
Sorrisi ampiamenti. Sorrisi e basta.

***

Cinque recensioniii su un originaleeee!
Mi sento al settimo cieloo.. so che non è granchè ma per me è tanto, veramente tanto.
Grazie grazie grazie. Grazie.
Stavo iniziando Eclipse ma prima ho preferito aggiornare. Vi piace il capp?
Grazie come sempre a Fede, Stefy e Vale, a DolceMony( felicissima che sei ritornata a recensire :)) e ad Azury.
Grazie infinitamenteeeee.

Oh Fede.. per quanto riguarda Twilight abbiamo proprio gusti diversi.
Per me New Moon è stato un agonia. Non ho mai letto così in fretta.. dovevo riavere almeno uno dei Cullen. Che ingiustizia togliermeli così, specialmente Ed.
Gli ultimi capitoli sono stati spettacolari per me.. Mi era mancato troppo. E Jacob Black lo odio. Sul serio, lo odio infinitamente.
Oh, anche Bella naturalmente. Ma Edward me la fa passare.. lei e Jacob invece.. non riesco a sopportarli.
Scusa.. è che lui proprio non lo reggo. New Moon non mi è proprio piaciuto. Solo quando si è vista Alice, che adoro( come tutti i Cullen, trane Rose) è iniziato a piacermi.
Spero che Eclipse mi piaccia un po' di più. Ti dirò al prossimo agg..

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Capitolo 18
*** Musica silenziosa. ***


~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo diciotto - Musica silenziosa.

Il mio sorriso si propago fino a lui, cogliendomi di sorpresa.
Mi sorrise meravigliosamente, come se quelle parole tanto incisive e laceranti non fossero mai volate fra noi.
Mi amava. Lo capivo in quello sguardo micidiale, che mi rendeva semplicemente felice, ogni volta.
Potevamo litigare per ore e dirci frasi orrendi che ci ferivano ma questo era proprio parte del nostro amore. Eravamo totalmente irrazionali e probabilmente sarebbe sempre stato il nostro più grande limite ma avendo così poco tempo per amarci e per stare insieme, c
osa importava della razionalità?
L'unica conseguenza sarebbe stata la perdità di vita. Avremmo perso parte del nostro amore profondo, della nostra passione e del nostro animo.
Cosa sarebbe valso a fare?
Nulla.
Assolutamente nulla.

Corse verso di me e mi baciò, affondando le sue candida labbra tra le mie.
Si lasciò andare, ricordandosi solamente di muovere le sue labbra insieme alle mie.
Era passione, semplice e tagliente.
Mi desiderava totalmente e con me ogni singola parte del mio corpo.
Agganciai le mie gambe ai suoi fianchi, lasciandomi prendere in braccio.
Mi guardò e rise, dicendo: “Sesso da riconciliazione?”
Scoppiai a ridere, appoggiando la mia testa al suo maglione, e lasciandomi così trasportare in camera.
Mi poggiò in piedi sul letto. Si tolse le scarpe e sali anche lui, accanto a me. Mi mise le mani sotto la maglietta bianca e passò un dito sulla colonna vertebrale, facendomi venire un brivido fortissimo
Si avvicinò con la bocca al mio orecchio e disse: “Oggi sei mia.. s
olo mia.”
Sorrisi tenuamente. “Sono sempre solo tua.”
Mi fece ondulare leggermente il corpo, come se seguisse il ritmo di una lenta canzone d'amore meravigliosa.
Si avvicinò delicatamente con le labbra al mio collo e me lo baciò più volte e poi sospirò.

Che c'è?” chiesi, preoccupata.
Lui non mi guardò ma continuò a respirare sul mio collo, irregolarmente. “C'è che.. ti amo così tanto.” disse dopo poco.
Così, gli presi il volto tra le mani e lo baciai, accarezzando il suo labbro inferiore con la mia lingua, delicatamente e soprattutto lentamente.

Anche io.”
Continuammo a muoverci piano, dondolando i nostri corpi a ritmo della nostra canzone d'amore silenziosa, composta solamente dai nostri respiri irregolari.

***



Lo scopo di questo capitolo è la spensieratezza.
Dopo quello successo precedentemente ho voluto staccare e no, .. farvi capire la potenza del loro amore ancora di più
Spero che vi sia piaciuto. Una curiosità.. Percaso trovate odioso uno dei due personaggi? Non mi offendo, è pura curiosità.

Grazie come sempre a tutte.. Felicissima che il cap precedente vi sia piaciuto.
Per quanto riguarda Twilight..beh, ho appena finito Eclipse.
L'ho trovato intensamente spettacolare e credo che sia il mio preferito, per ora.. anche più di Twilight.
Amo Edward sempre di più e al contrario di ciò che pensa Fede lo trovo il personaggio più imperfetto della saga, appunto per questa sua finta perfezione. Lo constata appunto l'amore per quella cosa li..
Non smetterò mai di amarlo. Lo amo nella sua imperfezione.. e la scelta di non permettere di vedere Jake la trovo sensatissima.
Era semplice paura e alla fine aveva ragione Ed. Jacob lo odio infinitamente anche se capisco l'amore tra Bella e Jacob più di quanto capisca quello tra lei e Edward.
È un amore talmente difficile da raggiungere e così... irreale. Comuque adoro troppo Alice .. è troppo fantastica!
Adoro anche Jasper e Emmet...
Scusate per il papiro. Mi butto in Breaking...

Ah Fede, ho agg Claire.

Lara.

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Capitolo 19
*** La quasi perfezione. ***


19. La quasi perfezione 4/09

~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo diciannove - La quasi perfezione.

La mattina dopo, quando mi svegliai tra le sue braccia tutto sembrò perfetto.
L'emozione calda che scalpitava nel mio cuore era causata anche dalle sue braccia che mi legavano a sé, formando un contrasto grandissimo tra le nostre pelli. Nero e bianco, bianco pallidissimo.
Sfiorai con il voltò le sue braccia, assaporando il sapore del suo corpo.

Hei.. sei sveglia.” disse, baciandomi la fronte.
Mi girai verso il suo viso, probabilmente dandogli qualche spintone nel petto, ma la sua espressione rimase completamente serena.
Gli sorrisi con tutta la forza che avevo, accoccolandomi con il viso ancora di più, tra le sue braccia.
Lui mi guardò e scoppiò a ridere, sinceramente divertito. Sbuffai.

Che c'èè?” Il mio tono era sprizzante di gioia, forse anche eccessivamente. “Sei cosi buffa.” I suoi occhi si illuminarono.
Presi il cuscino e lo misi sopra il mio viso, sotterrandolo.
Lui si lamentò. “Hei..” disse, cercando di togliere il cuscino. Purtroppo vinse lui.
Lanciò il cuscino che cadde oltre la sponda del letto e si mise sopra il mio corpo. “Sei bellissima.” disse, sorridendo.

Arrossìì terribilmente. Era uno dei miei peggiori difetti.
Lui scoppiò a ridere, accarezzandomi la guancia. “Sei bellissima, veramente.” Desideravo che me lo ripetesse altri milioni di volte. Ero come una bambina viziata desiderosa di lui, delle sue parole, dei suoi complimenti e del suo corpo.
Desideravo Andreas in tutta la sua completezza.
Cercò le mie labbra rosse e inevitabilmente, le trovò.
Mi lasciai accarezzare da quella sensazione quasi perfetta, dal ritmo dei nostri battiti e dal reciproco calore che i nostri corpi emanavano.
Non volevo pensare al futuro, specialmente ai giorni difficili che ci aspettavamo.
Era egoismo ciò che mi attraversava il corpo ma dovevo vivere di quei momenti, di quelle emozioni perchè per il resto della mia vita non ne avrei avute più.
Andreas era tutta la mia stupida ed irrazionale vita.

Le sue labbra di chiusero, fermandosi.
Non capivo il perchè di quella fine. Prima era tutto così ..magico.
Mi passò un dito sotto il mento, alzandomi il viso. Tremai. “Non pensarci, Syil. Ti prego.. Non pensarci, non ora.”
Per un minuto sembrò che mi potesse leggere nel pensiero. A volte, semplicemente mi capiva perfettamente.
Non c'erano bisogno di parole o gesti. Eravamo solamente un unico essere. Ci capivamo, ci amavamo.
Annuìì, cercando di scacciare il pensiero del suo dolore fisico da me. Dovevo essere felice con lui. Volevo esserlo.


Balli con me?”
Ero sicura che stesse scherzando. Quella proposta era insensata per parecchi motivi.

Cosa? Andre, sono nuda. Siamo nudi.” Sottolineai l'ultima frase. Ero sicuro che fosse pazzo, totalmente.
Balliamo nudi..” Cercai di replicare ma non mi diede il tempo. Mi prese fra le braccia e mi appoggiò sul pavimento freddo.
Mi aggrappai con le braccia attorno al suo collo e ballammo, lenti.

Tu sei pazzo..” dissi, ridendo.
Mi sorrise felice. Tutto era quasi perfetto.
Io e Andreas completamente nudi che ballavamo. La musica inesistente. L'amore appena fatto. Il suo profumo sul mio corpo. I respiri e i battiti cardiaci irregolari.
Tutto era quasi perfetto. La perfezione non c'è mai. Ci sarebbe potuta essere se la sua morte non incombesse ogni istante nei miei pensieri.
La perfezione era per quell'amore eterno. Il nostro, purtroppo, aveva un termine terribilmente vicino.

***

Questo capitolo mi piace. Non so perchè però mi piace.
Devo avvertirvi che, non supererò i trenta capitoli..   quindi ancora dieci cap dovrebbero esserci.  Grazie a tutte, come sempre.

Riguardo Twilight .. sto adorando Breaking Dawn. Avevi ragione Vale..   è favoloso.
é il mio preferito, sperando che non mi deluda dopo. E devo ammettere che amo Jake. Mi ha fatto morire dal ridere..   Non mi piace con Bella.
Bella è solo di Edward però lo trovo carinissimo con Reenesme.  Sono arrivata  a quando Bella cerca di sgozzare Jacob..   fantastico!

Spero che il cap vi piaccia.  Lara.

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Capitolo 20
*** Arrabbiatura ***


~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo venti - Arrabbiatura.



Il suo respiro, quella mattina, restò attaccatto alla mia pelle.

Descrivere quella sensazione è praticamente impossibile ma fu come se il suo respiro si attaccasse alla mia pelle bianco latte per poi non lasciarla più.
Era come se il suo respiro, una di quelle piccole cose che gli permettevano di rimanere con me ancora un pò, volesse entrare in me, attraversare la mia pelle e entrarmi letteralmente dentro.
Andreas, dopo il nostro ballo, appoggiò il suo viso sulla mia pancia piatta e si addormentò, pacato.
Gli accarezzai i capelli ripetutamente, lasciando che le mie dita si increspassero in quei teneri ciuffi neri.

Gli posai un dito sulla sua guancia, accarezzandolo ripetutamente. Ogni contatto, anche il più minimo, era come ritornare al passato, in quel nostro meraviglioso e indelebile primo incontro.
Poco dopo si svegliò e la prima cosa che fece fu quella di sorridermi. Mi baciò e poi si mise accanto a me, pensieroso.
Non parlammo per parecchio tempo finchè, con lo sguardo perso nel vuoto, mi disse:"Se ti chiedessi di andartene, di non vedere.. lo faresti?"
Capìì immediatamente a cosa stesse alludendo e ciò non mi piaceva affatto. Capivo che aveva paura, che non voleva che lo vedessi in quello stato per l'ultima volta però conosceva già la mia risposta e sicuramente non ero disposta a cambiare opinione.
"No." risposi, in tono secco.
Si passò una mano sul volto, stropicciandosi gli occhi stanchi.
"Neanche se te lo chiedessi come ultimo favore, come un ultima volontà?" Abbozzò un tenue sorriso forzato.

Mi rannicchiai completamente, legando con le mani le mie gambe al corpo.
Come poteva chiedermelo? Ero disposta a fare tutto ciò che lui desiderava però, quello no.  Non l'avrei mai lasciato solo. No, assolutamente no. Il solo pensiero mi scaraventava per terra.
 Lo guardai, arrabbiata. Scossi la testa in segno di no, pensando che la mia voce si sarebbe potuta rompere.
"Tutto questo non può essere solo perchè .. mi ami."
Dopo quella frase mi incazzai veramente. A volte parlava del nostro amore come se fosse qualcosa di scontato ed inutile.
Mi alzai e mi vestìì immediatamente, di corsa. Non volevo litigare un altra volta. Ero stanca di farlo eppure.. sapevo che sarei scoppiata a minuti.
"Syilve?"
Non lo ascoltai. Non gli risposi.
Presi la borsa, pronta ad uscire da quella stanza. Poi mi fermai, riflettendo seriamente su quelle parole.
"Questo è proprio perchè ti amo, non solo perchè ti amo.   Puoi pensare che tutto questo sia superficiale. Pensalo, Andreas. Ma io non me andrò..  Resterò qua e non ti voglio più sentire parlare di questa storia perchè se no mi incazzo sul serio!"
Mi guardò, incuriosito, inclinando leggermente il viso.
"Allora ora non sei incazzata sul serio?"
"Si ma..  argh!" La voce si spezzò. Mi incamminai e sbattei la porta.
Lo sentìì ridere di gusto dall'altro lato della porta. Era divertito.
Con quella domanda mi aveva rilassato, togliendomi tutta la rabbia dal corpo.
Scoppiai a ridere anch'io e poi m'incamminai fuori dall'hotel.  Ero sicura che mi avesse sentito ridere.


***

Capitolo scritto in un momento di profonda tristezza, che ricalca uno degli argomenti principali del racconto, legandosi ai capitoli precedenti.
Oh, come sono professionale! Più che professionale, un idiota direi.  Emm, lasciamo stare!
Capitolo non bellissimo direi..  però proprio a scrivere robe mielose e romantiche.. non ce la facevo.  Il prossimo cap lo prometto, ci saranno.
So già come metterle giù, tra l'altro..   Apparte questo..  ringrazio come sempre tutte.
Ovvio che farò morire Andreas ma questo l'ho sempre specificato, no?  Comunque si, la sua morte sarà descritta.


Per quanto riguarda Twilight, BD è il mio preferito.  Ho finito la saga e.. mi manca!
Oggi non sapevo che fare.. dato che nei 5 giorni precedenti non ho fatto nient'altro oltre a leggere.  Uh, mi manca Ed..  Infatti ho già scritto qualcosa.
Amo molto di più BD perchè si allontana dal romantico triangolo e perchè i tempi, nei tre libri, erano molto molto lenti, troppi direi. Solo in Eclipse erano più veloci e il libro si staccava un pò sul romanticismo e toccava molto il sovrannaturale.. BD è un capolavoro secondo me, anche per la piccola Renesmee...  che è la mia preferita dopo Edward.
Oh, adoro troppo il suo nome.. Renesmee.. Renesmee, Renesmee.  Wuuu. Percaso avete notato che ho qualche problema con i nomi?
Poveri i miei figli, se mai ne avrò. Comunque ho anche scoperto che adoro Jacob..  quando se ne sta lontano da Bella. Lui e Renesmee sono fantastici! <3
Ringrazio Fede anche per la recensione sulla OneShot su papà e bimba.. sono felice che ti sia piaciuto.   Fra qualche ora dovrei postare una raccolta su di loro..  
So che odi Ed quindi non ti chiederò di seguirla, però mi piacerebbe.
Grazie ancora.
Lara.


 

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Capitolo 21
*** Indimenticabile ***



~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo ventuno - Indimenticabile.



Quando tornai, tutto era diverso.
Ero stata via qualche ora per distrarmi e per togliermi quella sensazione di piacevole e divertita incazzatura che Andreas mi aveva lasciato addosso e per dedicarmi allo shopping.
Era stato bello lasciarmi andare per qualche ora, non pensando al dolore e a quella sensazione orribile e tanto vicina. Era stato appagante in un certo senso, ma quando tornai da Andreas restai assolutamente sconvolta.


La prima cosa che vidi fu il suo meraviglioso sorriso.
Mi guardò, sorridendo e poi scoppiò a ridere, sempre guardandomi. Spostai la sguardo da lui alla hole.
Lui l'aveva cambiata, spostanto qualche mobile. Al centro, dove solitamente c'era il divano grigio, aveva messo un piccolo tavolo preparato.
Sopra di esso aveva posto due candele alla rosa che erano sempre state le mie preferite e poi aveva posto attorno alle candele un girasole, una rosa rossa e una calla.
Mi avvicinai alla tavola e vidi qualcosa di inconfondibile e così, scoppiai a ridere. Sul tavolo c'erano due barattoli di burro d'arachidi, uno dolce e uno salato e una scatola di gelato alla fragola e una alla pesca.
Sotto il tavolo c'era dei petali di rosa che seguivano e portavano alla porta del retro. Lo guardai, curiosa, senza dire niente.
Mi si avvicinò e si mise a qualche centimetro dal mio viso o meglio, dalle mie labbra.  
"Burro d'arachidi, gelato e fiori. Il modo perfetto per conquistarti."
Risi forte, appoggiandomi a lui per non cadere.  "Solo tu sai prendermi così." Lui mi si avvicinò ancora di più, dandomi un piccolo bacio, accarezzandomi solo le labbra con le sue.
Gli misi un braccio dietro la schiena, per non lasciarlo andare via e tenerlo stetto a me.
"Amore cosa c'è la fuori?" gli chiesi, indicando la fine del percorso composto dai petali.
"Adesso vediamo..  ma prima devi scegliere. Salato o dolce? Pesca o fragola? Rosa, calla o girasole?"
Pensai un secondo. Sui fiori ero terribilmente indecisa, erano i miei preferiti sin da quando ero piccola. "Allora, decisamente dolce, la pesca e il girasole."
Sorrise. Suppongo che avesse già intuito le mie scelte. "Perfetto,prendili." Mi abbassai sul tavolo a prendere le cose da me scelte e poi Andreas mi prese inespettatamente in braccio.
Scoppiai a ridere, sconvolta, non aspettandomi quel gesto. "E ora dove andiamo?"
"Ora, Principessa..  seguiamo i petali.." Seguì il percorso e attraversammò la porta. Erano circa le sette di sera e si vedeva perfettamente il laghetto posizionato nel giardino, dietro l'hotel.
Accanto ad esso c'era stesa una coperta rosa contornata dai petali e ad ognuno dei quattro angoli era posizionata una candela rosa accesa.
"Ti piace?"
Ero ancora tra le sue braccia, quando mi chinai verso di lui e lo baciai teneramente. "è cosi speciale..  è qualcosa di bellissimo."
Mi fece scendere e mi prese per mano, facendomi sedere sulla coperta.
"Questa sera volevo fare qualcosa di diverso, qualcosa di nostro. Volevo che tu ti sentissi bene. Vieni qua, Syilve."
Mi fece segno di sedermi tra le sue gambe e così feci poi prese il barattolo d'arachidi e ci immerse un dito. Capìì all'istante e risi.  Andreas inclinò leggermente il viso e così gli leccai il burro d'arachidi dal dito, sempre ridendo.
Prese il girasole, tagliò il gambo e poi me lo legò fra i capelli. "Così assomiglia a una dea, una solare e bellissima." Gli sorrisi e poi misi la testa sul suo petto, lasciandomi accarezzare dalle sue grandi mani.
Restammo lì fuori a guardare le stelle e a mangiare gelato e burro d'arachidi. Fu la serata più strana e romantica della mia vita e fu semplicemente indimenticabile.

***


Diamine, se sono stata mielosaaa.
Mi sa che sono andata un pò oltre al mio limite, però mi piace tanto questo cap.
Spero che sia così anche per voi.

Allora ringraziamenti:
Vale: Non ti preoccupare.  Sono felicissima che ti siano piaciuti!  La tua espressione è bellissima XD
Azury: Grazie mille..
Fede: OhGod. Apparte che sono contentissima che ti piaccia la mia raccolta su Ness e Ed, Jake mi piace, si, però l'attore non lo sopporto.
Apparte Robert e Ashley ho seri problemi con gli attori del film, mi sa.  Vabbè vabbè..  Non vedo l'ora di leggere quando posterai.
Per quanto riguarda la guerra si, me l'aspettavo però sin dalla visione di Alice temevo che Ed morisse. Non so perchè ma ero terrorizzata all'idea..e così alla fine non ci sono rimasta malissimo.
Il potere immenso di Bella mi ha lasciato parecchio sorpresa invece. Non amo che sia cosi potente.. sai già quanto adoro quella donna. Odiosa odiosa odiosa, anche se da vampira lo è molto meno.

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Capitolo 22
*** Freddezza. ***


~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo tredici - Freddezza.



"Grazie..."
"Per cosa?"
"Per aver reso tutto estremamente perfetto.. ogni minimo dettaglio, ogni gesto, ogni parola."
Guardò nel vuoto qualche secondo.

"Sei felice?"
Lo guardai, non capendo bene cosa intendesse.
"Ora, oggi.  Ti senti felice?"
Sorrisi leggermente e mi lasciai andare tra le sue braccia.
"Si"
"Perfetto.."

La sua voce cadde. Era gelida, come se fosse infastidito dalla mia presenza.
Gli passai un dito sulla guancia.
"Andreas.. che hai?"

Lasciò passare qualche secondo mentre il suo sguardo si perdeva nel paesaggio e mai, in me.
"Amore?"chiesi, cercando di capire.
Mi guardò per un secondo, lasciando cadere lo sguardo immediatamente.
"Syilve, forse dovremmo andare in camera."
"Perchè?"
"Perchè di si. Sarebbe.." Attese un secondo e poi finì la frase. "meglio."
Non replicai più. Lo presi per mano e andammo in camera.
Si sdraio sul letto e attese qualche secondo poi mi disse di chiudere la porta.
Andreas iniziò a sussultare e poi, un ora dopo, anche a gridare.

Forse era quello l'inferno di cui si parlava tanto.  Forse non si viveva dopo la morte, ma bensì prima di essa.
La mia morte era vicina, più di quanto lo fosse quella di Andreas.


***
Sto zitta. Dire qualcosa dopo questo capitolo sarebbe pressochè inutile.

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Capitolo 23
*** Lasciarti. ***



~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo ventitre - Lasciarti.






"Io ti amo."
Quando me lo disse, iniziai a piangere. Gli tenevo stretta la mano, assorbendo ogni sussulto che il suo dolore mi dava.
Sapevo che la fine non era poi tanto lontana.
Quella frase era orribile perchè probabilmente sarebbe stato il suo ultimo "Ti amo", perchè dopo non ci sarebbe più stato lui e per quanto tempo avessi passato a prepararmi, non sarei mai stata realmente pronta alla sua morte.
Infondo, Andreas era e sarebbe sempre stato la pura essenza della mia esistenza. Era il mio coraggio, la mia voglia di lottare e vivere, il mio amore.
Cercò di passare un dito sulla mia guancia per asciugare la lacrima ma glielo impedìì.  "Devi riposarti.."
"Fra poco mi riposerò tanto..   Fra poco non mi sveglierò più."
La sua voce si spezzò per qualche secondo. Fu la prima volta in cui avvertìì la paura che provava per la sua morte.
Sapevo che non temeva il fatto in sè, anzi, ne era contento perchè finalmente avrebbe smesso di soffrire a causa dell'Aids.
Più che altro aveva paura di lasciarmi sola.
Mi sdraiai accanto a lui, tenendolo stretto tra le mie braccia.

Un ora più tardi, Andreas incominciò a piangere disperatamente.
"Andre?"
"Io non voglio lasciarti." disse tra le lacrime.
Lo guardai negli occhi, alzandomi. Gli presi il volto tra le le mani, accarezzandogli leggermente la guancia destra poi mi abbassai verso di lui e gli sfiorai le labbra con le mie.
Baciai lentamente il labbro superiore, bagnandolo con le mie lacrime.
Mi sdraiai ancora accanto a lui, accarezzando la sua pelle.   "Andreas,.. tu non mi lascierai mai."


***
Doveva essere più lungo. Si, doveva esserlo.
Temo che questa storia si concili con le mie emozioni e che troppe parole siano eccessive.

Dal prossimo capitolo.. sarà tutto diverso.
Scusate per le mie poche parole anche qua ma.. è davvero difficile per me finire questa storia.
Grazie ancora.. per tutto.

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Capitolo 24
*** Un ultimo ricordo d'amore per Syilve. ***



~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo ventiquattro - Ultimo ricordo d'amore per Syilve.





"Amore,

Perdonami ma con te non ci posso più stare.
Vorrei così tanto cullarti ancora tra le mie braccia ma entrambi sappiamo che non ci è più permesso amarci.
Ma non esserne triste, te ne prego,mia Syil.  

L'amore, il nostro amore è qualcosa di così raro e bellissimo, qualcosa di solo nostro.
Ti ho amata in ogni istante, esattamente per il tuo essere così com'è, senza voler cambiare nulla.
Sei tutto ciò che la vita mi ha dato e posso dire con certezza che la mia è stato una vita meravigliosa.

Vorrei dirti di vivere, di andare avanti ma so che non lo farai e allora..
Custodisci il nostro amore, la nostra passione..
Ama quello che abbiamo trasmesso l'uno all'altro.
Vivi per ciò che siamo stati e che sempre saremo.

A proposito.. per quella domanda.. mia madre si chiamava Camille Rose.
L'amavo.    è stata l'unica persona, prima di te, per cui ho provato amore. Infondo era sempre mia mamma.

E tu.. tu sei stata il sole della mia vita.
Mi hai trasmesso fiducia, coraggio, lealtà, amore.  Mi hai fatto capire il senso della vita e dell'amore.
Con te, ho imparato ad amare realmente..

E, non smetterò mai.

                          Devo dirtelo.
                                   Addio amore mio.
                                                                          Ti amo, semplicemente...   TI AMO.


                                                      Tuo, Per sempre.
                                                                                   Andreas."


Quelle parole mi trafissero la pelle, lasciandomi perplessa e serena.
Se ne era andato da cinque giorni e la mancanza di lui la sentivo nel petto, ad ogni battito sforzato del mio cuore.
Quelle parole erano puro dolore e di conseguenza, amore.                

Quella lettera era il suo ultimo ricordo per me.  Un ricordo d'amore.




***





Terribilmente deluse?   Woo. Scusate, scusate.
Affrontare la morte di Andreas in quel modo non l'avevo mai pensato. Nei prossimi capitoli ci sarà li, descritta dai ricordi Syilve.
Lui ci sarà ancora però questo dovevo farlo.

Lui è queste parole.      Lui è l'ultimo ricordo d'amore di Syilve.


Vi ringrazio... come sempre siete gentilissime.
Ahaha Vale.. sarebbe bello! Uccidere un personaggio come Andreas è stato difficile o meglio, lo sarà nel prossimo chap.
Grazie Fede.. sono contenta che Farfalla ti sia piaciuta ma alla fine non l'hai commentata.. o sbaglio?
Grazia ancora.

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Capitolo 25
*** Piangere. ***


~Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo venticinque - Piangere.



Tenevo quelle parole chiuse tra le mie mani, mentre i ricordi dei giorni precedenti mi accompagnavano nella mente.
I dettagli di quelle giornate erano impressi dentro di me, precisi, come se non se volessero più andare.
La posizione dei cuscini, la candela rosa accesa sul mio comodino, la gente accalcata dietro la porta.
Persone sconosciute, visi mai visti prima, nomi docili.
Quando la notizia della morte di Andreas si era trasmessa, tutti divennero incuriositi e si posizionarono fuori dall'hotel, perchè, ovviamente non ero disposta a farli entrare.

Non sapevano nulla di lui. La maggiorparte di loro non l'avevano neanche mai visto e ora, ora che non c'era più, volevano vederlo.
Ora, il pericolo, il disprezzo era solo passato.  Ma per me era ancora presente.   Lui aveva vissuto, solo, senza nessuno accanto e io non sarei mai stata pronta a perdonarli.
Chiedevano di notizie su di lui. Un qualsiasi insulso ricordo di un ragazzo solo e triste.


Ma lui non era triste.  Lui era felice e innamorato di me.
Era morto sapendo di aver amato con il cuore, pienamente, senza riserve o dubbi.    Mi aveva amata incazzandosi ma pur sempre amandomi.

"Syilve?" Qualcuno mi chiamò, scrollandomi da quei pensieri.
"Cosa c'è, mamma?"   Mia madre mi era stata vicina, come non avrei mai osato pensare. Se potevo ancora reggere il mio corpo sulle gambe era solo merito suo.
"Perchè non piangi, tesoro?"
La sua domanda mi sorprese, effettivamente perchè avrei dovuto.
Sette giorni prima era stata l'ultima volta in cui le lacrime avevano rigato il mio viso, dopo avergli detto che lui non mi avrebbe mai abbandonato.
Due giorni dopo era morto ed io, non piansi. Lo tenni tra le mie braccia, per ore, senza lasciarlo andare ma il mio viso resto intatto, colmo di disperazione.
Non avevo paura. Lui se n'era andato e sarebbe stato in pace, senza dolore e atrocità.
Ero solo disperata perchè senza lui, senza il suo amore tutto era ignoto, senza senso.


Mia madre mi abbracciò, posando la mia testa tra le sue gambe e accarezzandomi i capelli.
"Tesoro..  devi buttare fuori tutto. Io sono qua, non preoccuparti."
Mi rannichiai e divenni piccolissima, come se fossi ancora una bambina e lei dovesse proteggermi dai mostri.
Appena chiusi gli occhi, vidi il suo volto e il suo sorriso per me.  Era li, ancora lì, solo ed esclusivamente per me.
Lo vidi un ultima volta, aprìì gli occhi e incominciai a piangere, forte, disperatamente,senza più riuscire a fermarmi.


**
MI sa che devo chiarire un paio di cose.
1- Andreas è morto e non risorgerà, essendo questa una storia di mia fantasia ma pur sempre basata sulla realtà.
    Siamo negli anni anni 90 e se la cura non esiste nemmeno ora, essendoci solo il cosidetto "cocktail", negli anni 90 c'era gran poco.  Andreas è vissuto diciassette anni ed era felice.
    Lui si che ha vissuto e non voleva continuare a vivere.  La morte era il suo desiderio.
   
Questa, d'altronde, è una storia d'amore a sfondo drammatico e la sua morte era sempre stata certa.
2-
Non ho detto che l'happy ending non ci sarà.
   Sicuramente non ci sarà per Syilve e Andreas ma per Syilve potrebbe ancora esserci.  Non ho detto che ci sarà, è solo una possibilità.
 
 Ma io non sono una fan del "vissero felici e contenti.."  lo trovo parecchio insulso.
3-Vi ringrazio come sempre perchè questa storia è mia ed è vostra.
   Adesso mi spiego.  Grazie a voi, è arrivata fino a qui..  e ci sono altri cinque capitoli.  è cresciuta anche grazie a voi..  e per questo vi ringrazio,
4-Scusate per l'aggiornamento veloce ma vorrei accellerare i tempi e.. lunedì inizierò la nuova scuola e i tempi sono quel che sono.

Spero che anche questo cap vi sia piaciuto. Vedere che siete così affezzionati ai miei personaggi è bellissimo.
Grazie ancora.
Lara
.


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Capitolo 26
*** Preparazione ***


Andreas, cap ventisei.
Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo ventisei - Preparazione.


Sei giorni prima.

Quella notte, purtroppo mi ero addomentata, presa dalla stanchezza e dal dolore.
"Amore?" Mi chiamò, riuscendo a stento a pronunciare quelle parole.
"Andreas?"
"Baciami."
"Cosa?"
"Baciami, amore. Biaciami per l'ultima volta."
Mi chinai sulle sue labbra e le baciai lentamente, assaporando il calore che quelle labbra sapevano ancora darmi.
Mi staccai un attimo e lui mi riprese, come la prima volta. Le cerco, le baciò per una bellissima ultima volta.
Lo guardai e gli sorrisi.. "Addio Syilve Claire Leonard.  Ti amo."  Andreas disse quelle parole con un immensa gioia dipinta sul viso.
"Anch'io Andreas.   Anch'io ti amo."
Mi sdraiai accanto a lui e vidi la sua anima andarsene.     Quella notte vidi l'amore della mia vita andarsene da me con il sorriso sul volto perchè mi amava.

***

Silenzio dentro di me.

Pace.

Solitudine - Amore dove sei?- Paura.

***

Lacrime d'aria.  Lacrime inesistenti perchè io la forza di piangere non ce l'ho più, proprio più.


-Amore, sei lì?  Ancora lì?-     Rispondimi.   Ti prego-


Rispondimiiiiii!!
Le mie urla scalpitano.  



Silenzio. C'è troppo silenzio, dentro di me.  Troppo, troppo silenzio.

***
Mi alzai dal letto, presi il telefono e composi quel numero.
"Mamma?" Mi accorsi, finalmente, di riuscire a respirare. "Si, mamma, sono Syilve. Andreas è morto. Non so chi devo chiamare, ... cosa devo fare."
La sua voce era piccola, così tenue. Mi era mancata un pò.  
"Puoi venire da me, mamma?"
In quei giorni fu la mia forza, il mio sostentamento.    In quei giorni scoprìì cos'era anche una madre.





Sei giorni dopo.
Mi svegliai sentendomi completamente riposata dopo giorni e giorni.
Mia madre, vedendomi alzata, mi si avvicinò e mi diede un piccolo bacio sulla guancia.
"Puoi dormire ancora un pò, una mezzoretta, prima di andare."
"No..   Devo essere bella oggi, mamma."
Lei annuì, capendo quell' assurdità che per me era terribilmente importante.   Presi il vestito nero dall'armadio e lo posai sul letto, guardandolo.
Avevo temuto il momento in cui avrei dovuto indossarlo ed ora..     era arrivato.
Lo indossai, stringendolo ai lati e facendolo aderire perfettamente al mio corpo. Legai i capelli rossi, formando uno chinon.

Mia madre mi guardò. "Sei bellissima, tesoro."
"Grazie mamma."
"Sei pronta?"

Annuìì.
Iniziammo a camminare, verso la chiesa.
Era veramente la fine..  l'ultimo addio.     Quello era il giorno del funerale di Andreas.


***

Scusatemi per gli aggiornamenti velocissimi, ma cerco di accellerare i tempi.
Questo cap.. è boh, diverso. Spero che vi possa piacere..  Il prossimo cap sarà difficile, molto.

Grazie a vale.
Hai ragione...  



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Capitolo 27
*** Addio mio Andreas. ***



Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo ventisette - Addio mio Andreas.




Tutto si appannò e poco dopo, divenne incredebilmente scuro.




***
Ti vedo tra loro, tra quelle duecento persone presenti in chiesa per te, ma infondo loro che ne sanno di te, del tuo sorriso?

Ti penso come se fossi qua, accanto a me, a dirmi che ti manco.   Ti vedo, sei qua..  Andreas.
Perchè non mi baci allora?    Fammi tua, ancora, ancora.

Senza te è tutto così difficile.


***

"Con che coraggio vi presentate qua?
Questo dovrebbe essere un addio, un ultimo saluto e voi.. voi non l'avete mai salutato.

Come osate?
Lui aveva paura di toccare me la prima volta che ci siamo visti.  Aveva paura della sensazione di un tocco, solo per colpa vostra.
Non l'avete amato, non gli avete dato un infanzia, un pò di affetto.

Cibo e una specie di casa secondo voi sarebbe stato abbastanza per non sentirvi in colpa?
Dovete sentire il senso di colpa crescere dentro di voi.
Con che coraggio vi presentate qua?

Siete...   ridicoli.

Lui vi avrebbe perdonati. L'aveva fatto da molto tempo ma purtroppo io non sono buona come lui.
Io non perdono e non dimentico.    Io ricordo il terrore nei suoi occhi.
Lui è stata l'unica persona che io abbia mai amato e che si sia aperta totalmente con me.
Lui era un uomo meraviglioso che sapeva dare un amore immenso, senza riserve.

Andreas era il mio amore.. e sempre lo sarà."


Mi avvicinai alla bara chiusa e diedi un piccolo bacio sulla bara.

"Addio Andreas.     Ti amo."

Camminai verso l'uscita, decisa, senza fermarmi. Tirai fuori le chiavi dalla macchina e me andai.
Lasciai quel paese per sempre, seppellendo tutto tranne l
ui.

Sarebbe stato atroce ma dovevo continuare a vivere, dovevo farlo per il mio Andreas.

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Capitolo 28
*** Aids. ***






Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo ventotto - "Aids."






"Aids.    Mamma, cos' è l'Aids?"

Il terrore crebbe in me, avvolgendo ogni centimetro del mio corpo.
Lei mi guardò con quei suoi occhioni dolci e neri, così terribilmenti uguali a quelli di suo padre.

"Mamma?"
Camille Rose Andrea Leonard,mia figlia, mi chiamo ancora, cercando di ricevere la mia attenzione.
Feci un lungo respiro.
"Cam, vieni qua." le dissi, prendendola tra le braccia e mettendola sul letto, sopra di me.
"Vedi, piccola..  l'Aids è ciò che ha ucciso il tuo papà e che hai nel tuo corpicino..  "


Camille sorrise.
"Ne sono felice.. mamma."
"Cam?   Perchè?!"
"Non m'interessa se sto male o se me ne andrò presto però almeno ho una parte del mio papà dentro di me. è come se mi avesse lasciato dentro di me qualcosa di sè."
L'abbracciai forte, coccolandola.

Era la nostra bambina.  Imperfetta, gentile e
piena d'amore.

***


Mi scuso per il ritardo eccessivo ma scuola mi sta togliendo tanto di quel tempo.  Scusateee.
Vi ringrazio come sempre.


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Capitolo 29
*** Ricongiungimento ***



Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo ventinove - "Ricongiungimento."



"
Papà,
 
Oggi è il mio diciottesimo compleanno. Mamma mi ha detto che ai diciotto non ci sei neanche arrivato.
 Infondo non ti sei perso niente di che perchè è tutto uguale .. ma forse, papà, qualcosa te lo sei perso.
 Ti sei perso me.
 Sono così arrabbiata con te, papà.  
Ho cercato di capire, ci ho provato ma non ci sono riuscita.

 Perchè papà?
 Perchè l'hai fatto sapendo della possibilità di me?    Tu mi hai lasciato sola, papà e questo.. questo non te lo perdonerò mai.
 
 Dell' Aids non mi è mai importato.

 Ha sempre fatto parte di me perchè tu sei la parte più profonda di me.  Senza di esso, non sarei così, ora.
 
 Ho provato ad odiarti, sai?
 Ci ho provato con tutto il cuore..
però l'amore che provo per te è così grande.
 Vorrei poterti odiare.       Lo vorrei veramente tanto.
 
 Infondo, però, so che, anche se non ti ho mai conosciuto, io ti voglio bene, un bene dell'anima.


                                                                                     Quindi..    ti perdono, Andreas.
                                                                                                                         La tua bimba.
                                                                                                                                   
                                                                                                                                     Camille Rose Andrea."

Lessi le parole di mia figlia, lentamente, davanti alla lapide di Andreas.
Mi sedetti su di essa, accarezzando le parole grandi, pitturate di nero.

"Spero che ora potrete vedervi e stare insieme fino all'eternità. Ti ha raggiunto oggi, amore mio.  Prenditene cura, te ne prego."
Mi scostai dalla lapide, guardandola per un ultima volta e muovendo le labbra, dicendo Ti amo.



***
Il prossimo è l'ultimo capitolo.
Merda.  Scusate ma ci sta. Non voglio finirla..  è cosi dentro di me questa storia.  Non voglio abbandonarla ma è arrivata l'ora.
Al prossimo cap, per l'ultima volta.

Grazie.

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Capitolo 30
*** Il presente del mio cuore. ***


ultimocapandreas Questo capitolo è dedicato a Federica, Valeria, Monica, Stefania, Chiara e Azury che mi hanno accompagnato, chi più chi meno, in questo viaggio..
Con Andreas e Syilve.

Dedicato a tutte voi.   Grazie, Infinitamente.


Andreas, il ragazzo con l'AIDS.

Capitolo trenta - "Il presente del mio cuore."




Piran, Slovenia.
"Signora?"
Le onde del caldo e denso mare mi stavano intorpidendo i piedi, giocando con il riflesso della mia pelle sull'acqua, quando qualcuno mi chiamò.
Mi voltai, osservando l'uomo davanti a me. Era il proprietario di un bar situato nei pressi della spiaggia, dove mi recavo a volte.
"Signora Leonard?"
"Si?"
"C'è una telefonata per lei."

Quella telefonata mi scosse profondamente, risvegliando in me quelle intense sensazioni che avevo rinchiuso accuratamente in un angolo del mio cuore.
La mia voce era flebile, tenue e fragile, come se si potesse rompere da un secondo all'altro. Sarebbe riuscita a reggere a tutto quello? Sarei riuscita io a rivivere lui, noi?
Il The Comet- l'hotel contenente tutto il nostro amore - stava per essere demolito. Un pezzo della mia storia, di quella più importante, se ne stava andando, per sempre.
Non oltrepassavo quella porta da più di vent'anni e il solo pensiero mi terrorizzava.

Lui, il mio Andreas, era racchiuso in quelle pareti.
Cuscini, lenzuola, candele, fiori, poltrone, mensole, stanze parlavano di lui, della sua vita, del suo mondo. In esse erano rinchiusi ricordi intensi di lui, della sua infanzia, del suo dolore e poi di me, di noi.
Demolire quel posto significava cancellare ogni oggetto o ricordo materiale che mi legasse a lui e non ero esattamente pronta per quello, però dovevo..
Dovevo andarci un altra volta, attraversare quel posto e quella marea esorbitante di ricordi per un ultima dolorosa volta.
Sarei stata capace di sopravvivere a quell' ultimo addio?
***

Respirai profondamente, ascoltando il silenzio che regnava ancora in quel piccolo paesino, che prima della Slovenia, era stata la mia casa.
Il terrore mi scavava nello stomaco, rendendomi sempre più minuscola davanti a quel vecchio hotel.
Spinsi la chiave nella fessura e lentamente la girai. Il rumore secco aprì automaticamente la vetrata.

Appena varcai quella porta mi sentìì incredibilmente felice.
Il suo profumo inebriava ancora quel posto, rendendolo il posto della mia vita, quello perfetto e ricercato, quello speciale ed unico.
Accarezzai lentamente il camino spento, colmo di polvere. Socchiusi gli occhi e..



"Amore?"
Andreas mi osservò, preoccupato, mentre guardavo le fiamme scaldarmi il corpo.
Non risposi, troppo presa da quel magico calore. "Amore?" riprovò, senza ottenere ancora una risposta.
Si sedette accanto a me, spostandomi una ciocca rossa dagli occhi.
Mi avvolse con le sue braccia, cullandomi leggermente.
"Andreas?"
"Mhm.."
"Sono incinta."
Le sue braccia mi lasciarono, intomirite. Mi guardò negli occhi mentre pensavamo le stesse cose.
Aids, aids, aids.
"Io lo terrò, Andreas. Sarà parte di me e te, anche se tu non ci sarai più. Sarà il nostro bambino."
Le sue braccia mi avvolsero ancora, anche se potevo sentire in esse il dolore e la tristezza.
Quel bambino, probabilmente, rappresentava la sua voglia di vivere. L'unica.



Era come se nulla fosse successo.
La morte di Andreas, quella di Camille, i vent'anni passati.  Potevo sentire ancora le sue braccia riscaldarmi e il terrore nella sua pelle.
Lui non se ne era mai andato, da quel posto e soprattutto da me.     Era ancora la mia costante, la mia eterna felicità, la mia essenza.
Salìì le scale ed entrai in camera, nella nostra vecchia stanza da letto.
Il letto era ancora perfetto, anche se coperto di polvere.  Mi sedetti su di esso, abbracciando il suo cuscino.
In quell'istante lo sentìì perfettamente.  Lui era li con me, ne ero certa.


Intrecciai le sue dita alle mie, cingendole perfettamente.
Mi baciò la fronte e poi passò all'orecchio, mordicchiandolo teneramente.
Io risi, divertita.
"Ti amo, cucciola."
"Ti amo anc'hio.. orsacchiotto."
Lui mi guardò, sbalordito.  "Orsacchiotto?"
"Certo..  Il mio bellissimo orsacchiotto da coccolare.."
"Oh, allora va benissimo.." disse, ridendo.  Lo baciai velocemente per farlo stare zitto e per il semplice fatto che lo amavo.


Quella mattina mi svegliai tra quelle lenzuola, serena e rilassata.
Non presi nulla. Lasciai tutto al loro posto e poì uscii, per l'ultima volta.
Quel posto era il nostro passato, il luogo del nostro amore ed era perfetto così, come noi l'avevamo lasciato.

Non sarei mai stata capace di dirgli addio perchè, anche se non c'era da vent'anni, Andreas aveva sempre rappresentato il presente del mio cuore.








***









The End.
Cavolo, quanto sono triste. Mi mancherà tutto questo, intensamente.
Andreas e Syilve sono parte di me e lo saranno per sempre.   Un grazie a voi perchè mi avete accompagnato in questa storia.. Grazie, veramente..
Cavolo Vale, casa editrice?
è un onore anche solo leggere l'idea. Sono senza parole.. Grazie come sempre.
Questa storia è anche merito vostro.

Un grandissimo abbraccio.
Lara.




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