Un Sogno Indimenticabile

di Lord Ace
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Secondo ***
Capitolo 3: *** Capitlo Terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quarto ***



Capitolo 1
*** Capitolo Primo ***


Quello era stato un giorno come tutti gli altri, e non certo dei migliori; infatti a scuola mi avevano recapitato l’ennesimo cinque, voto di cui oramai ero letteralmente sommerso. Sembrava che niente potesse migliorare quella triste giornata, perché quando la malinconia mi assaliva, tutto diventava grigio ai miei occhi e ogni cosa perdeva la felicità. Fu così che mi diressi a casa, dove sapevo che nessuno mi stava aspettando, perché i miei  erano al lavoro e mia sorella a scuola. Decisi che il modo migliore per scacciare la malinconia era una bella dormita, alla fine della quale avrei cominciato a studiare per cercare di recuperare anche quel cinque. Non ricordo di essermi mai addormentato così velocemente, ne così profondamente.

Fu il freddo a svegliarmi, un freddo che all’inizio di Settembre era semplicemente impensabile e inconcepibile. Schiusi un occhio per controllare se avevo lasciato la finestra aperta, ma quello che vidi riuscì a sconvolgermi. Ero davanti ad un palazzo! Di notte! Come poteva essere? Non riuscivo a capire. Giravo la testa in ogni direzione per cercare qualcosa che mi potesse essere familiare, ma niente di niente. Ero in un posto che non conoscevo e non comprendevo il come potessi esserci arrivato. Provai a pensare anche alla teoria del sogno, ma non reggeva perché mi sentivo più sveglio che mai, cosa che di solito non mi succede durante i sogni. Un'altra folata di vento mi fece rabbrividire, faceva troppo freddo per stare là fuori, così decisi di entrare all’interno del palazzo. Alzandomi, mi misi ad osservare meglio il luogo dove ero capitato. Mi trovavo  su una piccola isola, che ospitava solamente l’immenso palazzo davanti ai miei occhi e null’altro. L’immensa struttura davanti ai miei occhi ricordava vagamente San Pietro, e questo forse mi diede una sorta di sicurezza. Pensai che all’interno avrei sicuramente trovato qualcuno che mi avrebbe aiutato, e sarei tornato a casa in un batter d’occhio.

La mia paura crebbe quando mi avvicinai alle porte, immense, nere, con strane incisioni di un drago che le ricoprivano totalmente. Tentai di bussare per attirare l’attenzione sulla mia presenza, ma appena avvicinai la mano le porte si aprirono automaticamente con un aria sinistra e carica di mistero. Deglutii dal nervosismo, e sentii i brividi crescermi dalla pianta dei piedi. Ormai era chiaro che avevo una paura folle di quel posto, ma il buon senso mi suggeriva di andare avanti comunque se non volevo morire congelato. Fu così che con un paio di passi fui finalmente all’interno del palazzo. Le porte si richiusero dietro di me, e nello stesso tempo alcune candele attaccate alle pareti si accesero, mostrando quella che scambiai per una Chiesa; infatti aveva alcuni aspetti in comune: la lunga navata e l’altare. Sfortunatamente però, dietro l’altare troneggiava su tutta la navata la più grande statua che avessi mai visto. Era di color nero e rappresentava un drago incatenato, sembrava molto sofferente e i suoi occhi erano rossi come sangue. Avanzai per cercare di guardarla meglio, arrivai addirittura fino all’altare, spinto da una forza invisibile che attraeva la mia curiosità.

Ancora non sapevo che stavo andando incontro al mio destino con quei passi così sicuri e spavaldi, che mi avevano fatto dimenticare la paura. Quando fui davanti all’altare, ebbi la possibilità di leggere ciò che c’era scritto sul lato che stavo guardando.

“Il liberatore salverà tutti noi dalla tirannia e riscatterà il nome di Zanna Nera”

-Zanna Nera-

Sussurrai il nome quasi senza accorgermene. Notai che sopra il Drago c’era un buco nel soffitto solo quando un fulmine lo usò per colpire la statua, scatenando un inferno. Prima sopraggiunse il terremoto, che mi fece scattare vicino ad una colonna per paura che qualcosa mi crollasse in testa. Poi vidi che lentamente la statua si stava crepando e lentamente si sgretolava, lasciando vedere cosa avesse nascosto per tutto quel tempo. Un drago nero, un immenso drago nero! La statua dunque racchiudeva quel drago. Mi nascosi dietro la colonna, per fare in modo che non mi scoprisse. Sfortunatamente il destino aveva qualcos’altro in serbo per me; infatti furono le catene che prima tenevano il drago legato a trovarmi. Fui imprigionato per  le braccia e poi sollevato in aria, infine lentamente portato al cospetto del drago nero. Ero esattamente davanti al suo volto, ed ero terrorizzato, talmente terrorizzato da non riuscire ad emettere un grido per cercare aiuto. Fissavo i suoi occhi rossi, e mi sentivo incapace di guardare altro, come se mi stesse ipnotizzando. Improvvisamente sul volto del drago si delineo un sorriso.

-Ti stavo aspettando Liberatore, ti stavo aspettando da tempo-

Il drago aveva parlato! Il drago aveva parlato! Non ci potevo credere, non ci volevo credere, era impossibile, impossibile, impossibile. Dopo alcuni secondi di silenzio giunse la calma, una calma innaturale che mi avvolse e mi permise di rispondere

-Zanna Nera?-

Al drago bastò annuire con la testa per affermare ciò che avevo detto. Mi trovavo dunque al cospetto del drago Zanna Nera, colui che doveva essere riscattato dal Liberatore. Ma lui mi aveva chiamato proprio così! Fortuna che ero sopraffatto da quella calma innaturale, quasi magica, perché altrimenti non sarei riuscito a mettere due parole in fila.

-Perché mi hai chiamato Liberatore?-

-Perché è quello che sei-

-Ossia? Sono nuovo di qui e non mi sono ancora ambientato-

-Molto bene dunque, ti racconterò chi sono e dove siamo, per giungere a chi sei tu. Ci troviamo nella terra di Mur, un immenso continente in una dimensione parallela alla tua. Questo continente è stato creato da un antico sciamano, che manipolando la luce e le tenebre creò un mondo dove la sua gente potesse vivere in pace e armonia, visto che il loro mondo non gli accettava più. Alla morte di quello sciamano però, le forze che lui aveva dominato fino a quel momento tornarono libere, e Luce e Ombra si trovarono a combattersi per il destino di questo mondo. La Luce creò per difendere gli umani tre draghi guardiani, con il compito di insegnare come proteggersi dall’Ombra. Fu questa la nostra origine, intendo di mia sorella, di mio fratello e mia: Zanna Nera, Ala Rossa e Occhio Blu. Ci affrettammo ad insegnare agli umani come utilizzare gli spiriti della natura per combattere le ombre, un’arte che chiamammo Sciamanesimo. Padroneggiando al meglio questa arte, l’Ombra venne sconfitta, e si ritirò. Venne così inaugurata una grandissima era di pace e prosperità, nella quale l’arte dello sciamanesimo divenne potentissima e molto utile per la protezione della pace. Questa pace durò per tre secoli. Io e i miei fratelli avevamo esaurito il nostro compito, così ci dedicammo alla supervisione degli uomini. Facemmo fondare tre grandi città, le più grandi di tutto il continente di Mur, nelle quali avremmo potuto renderci utili. Nerona fu il nome che scelsi per la mia città, Rubinia era la città di mia sorella Ala Rossa e Zaffira la città di Occhio Blu. Ovviamente ogni città aveva un suo campo di specializzazione, e le altre non erano gelose esattamente come io non ero geloso dei miei fratelli. Zaffira aveva sviluppato uno sciamanesimo molto basato sul combattimento, formando in poco tempo una classe guerriera dalla potenza incontrastabile. Rubinia si specializzò nell’utilizzo dello sciamanesimo per scopi medici e scientifici, riuscendo addirittura a donare a pochi eletti, dopo anni e anni di studio, il potere sufficiente a riportare in vita i morti. Infine Nerona, che divenne la città più grande in assoluto di tutto il continente di Mur per le sue leggi, il suo commercio e i suoi palazzi, si occupava di cultura. Era a Nerona che tutti i neofiti andavano per imparare la pratica base dello sciamanesimo, e poi se volevano continuare a coltivarlo in forma generale vi restavano, altrimenti si spostavano nelle altre città e si specializzavano. Tutto sembrava andare per il meglio, e quindi  tutti abbassammo la guardia, godendoci la nostra vita. Fu proprio allora che l’Ombra tornò, più astuta e forte che mai; infatti riuscì a suscitare la gelosia nel cuore di Occhio Blu, portandolo a dichiararci guerra. Le sue forze militari erano troppo potenti, così io e mia sorella decidemmo di affrontarlo in privato. Lui però aveva previsto quello scontro e così si era assicurato un maggior potere. Grazie all’Ombra aveva soggiogato completamente un essere umano, rendendolo suo schiavo, poi si era ucciso, diventando così uno spirito. Grazie all’arte dello sciamanesimo era diventato lo spirito del suo schiavo, e controllandolo si era assicurato una libertà e un potere che non potevamo eguagliare. La sconfitta costò la vita di mia sorella e la mia prigionia in questo luogo; infatti per evitare che io potessi utilizzare Ala Rossa come arma contro di lui, Occhi Blu mi rese una statua, e mandò nel mondo degli spiriti Ala Rossa, in modo che non potesse più essere recuperata. Ma non finì qui il suo malvagio piano, per assicurarsi che io non venissi liberato, incolpò me della fine di Ala Rossa, costruendo il suo regno sulla fiducia mal riposta che gli umani gli donarono. Solo un piccolo manipolo di uomini di Nerona, quelli a me più fedeli, venne in questo luogo a pregare la Luce di liberarmi, e un giorno per risposta la Luce con un fulmine scolpì quell’incisione che tu hai letto poco fa. Questa speranza però non rese felice Occhi Blu, che prese i pochi seguaci del mio culto e li arse vivi, come esempio per chi venerava un traditore. Questa è la mia storia, e ora veniamo a te, mio Liberatore. Sei stato mandato dalla Luce per contrastare il potere dell’Ombra, grazie a te il sortilegio si è spezzato e io ora sono in grado di combattere di nuovo mio fratello. Priva di fare questo però, anche io dovrò morire e tu mi utilizzerai come spirito per riportare la pace-

-Stai dunque dicendo che mi dovrai insegnare l’arte dello sciamanesimo per permettermi di utilizzarti?-

-Non ti insegnerò solo questo, ma una tecnica ancora più potente, che ho sviluppato in questi anni di prigionia, essa ti permetterà di controllare più spiriti in una volta sola, e in questo modo diventerai semplicemente inarrestabile. Sfortunatamente non c’è alcun modo in cui io possa insegnarti lo sciamanesimo in così poco tempo, poiché questo posto è controllato dagli uomini di Occhi Blu, ma possiamo unire le nostre menti, così potrò trasmetterti le mie conoscenze-

-In che modo metteremo in comune le nostre menti?-

Chiesi improvvisamente spaventato, non mi fidavo ancora completamente di Zanna Nera, quindi era meglio essere molto cauto sulle decisioni da prendere.

-Non ti preoccupare, lascia fare a me e non ti spaventare-

Disse mentre le catene cominciavano a farmi avvicinare ancora di più a lui, spalancando le fauci avrebbe potuto divorarmi in un attimo, ma cercai di allontanare questo pensiero perché mi spaventava troppo. Improvvisamente lui appoggiò il suo muso sulla mia fronte, e io sentii come una forte pressione, seguita da un gran mal di testa, tanto forte che non riuscivo neanche a pensare, ma solo a lamentarmi dal dolore. Poi improvvisamente il dolore scomparve, e una strana sensazione di benessere mi invase. Era naturale, dopo un dolore così forte, anche la normalità è molto simile ad un sollievo.

“Mi senti?”

Improvvisamente sentii una voce nella mia testa, come se ricevessi pensieri non miei, era una sensazione strana, ma in un certo senso mi sentivo il solo a capire quel linguaggio

“Sei tu Zanna Nera?”

“Si, vedo che il collegamento è riuscito senza difficoltà”

“Senza difficoltà? Mi hai quasi distrutto la testa!”

Ridacchiai per quella discussione, stava diventando quasi comica

“Non è così semplice violare una mente, è come barare sul tempo, ma noi ne avevamo bisogno”

Improvvisamente, sentimmo delle voci arrivare da fuori. Zanna Nera pensò che fossero dei soldati, e quindi anche io mi ritrovai a pensare la stessa cosa. Dovevamo fare in fretta, così aiutai Zanna Nera a trovare il coraggio necessario per il gesto estremo, togliersi la vita. Non fu facile convincerlo, ma proprio quando stava per compiere il gesto, le porte si spalancarono e dodici guardie fecero irruzione nella struttura. Sembravano molto sorprese di quello che videro, ma poi scattarono subito nella mia direzione, evocando i loro spiriti. Le loro intenzioni erano chiare, ma per fortuna Zanna Nera fu più veloce di loro e si frappose fra me e loro, ricevendo tutti i colpi che invece erano destinati a me. La sua morte fu dunque molto rapida anche se abbastanza dolorosa. Fortunatamente sentivo ancora i pensieri della sua anima, che giusto in quel momento cominciava ad abbandonare il corpo. Mi chiedevo come avrei fatto a vederla, visto che solo uno sciamano poteva vedere gli spiriti, ma per fortuna Zanna mi passò le informazioni necessarie per compiere il rito e diventare a tutti gli effetti uno sciamano

“Bada che potrebbe non funzionare subito”

“Non abbiamo tempo Zanna, avrò una sola opportunità!”

Cominciai a recitare molto attentamente le parole che costituivano il fulcro del potere di uno sciamano, una specie di incantesimo lanciato su se stesso e sull’anima che si voleva evocare.

- Sopravvivi alla morte e diventa un mio alleato, io ti chiamo come mio spirito, vieni a me Zanna Nera!-

Non successe niente, e i soldati cominciarono a ridere e a schernirmi, non ce l’avevo fatta a quanto pare, ma non appena ricominciai a dire la formula, i soldati mi furono addosso con i loro attacchi. Per paura mi coprii gli occhi con il braccio, aspettando che la morte mi accogliesse, ma a quanto pare non successe niente, dopo alcuni secondi tolsi il braccio e scoprii il perché. Zanna Nera era davanti a me, come se non fosse mai morto, e aveva fermato il colpo degli sciamani respingendoli. Era fatta, ero riuscito ad evocare Zanna Nera come mio spirito ed ero diventato a tutti gli effetti uno sciamano. Adesso l’unica cosa che dovevo fare era attaccare e sconfiggerli.

“Ordinami di attaccare”

Eseguii subito il comando che Zanna nera mi aveva donato

-vai Zanna Nera, attacca con la Fiamma Oscura!-

Non scorderò mai quel momento, un momento in cui trionfai sul male per la prima volta. Il drago che con i miei nuovi poteri avevo materializzato, aveva appena sputato fiamme completamente nere, incenerendo gli spiriti degli altri sciamani e facendoli scomparire. Avevo vinto e ora quegli uomini appartenevano a me. Mi avvinai a loro, sempre con il mio fedele spirito che mi faceva da guardia e dissi

-Avete due opportunità, o vi arrendete adesso oppure morirete prima di poter battere ciglio, a voi la scelta-

Codardi, non si potevano definire in nessun’altro modo; infatti dopo pochi secondi si buttarono ai miei piedi piangendo perché li risparmiassi. Decisi che avrei esaudito la loro richiesta

-Andate pure e dite a Occhi Blu che lo saluta il Liberatore-

 

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Capitolo 2
*** Capitolo Secondo ***


Quei codardi mi lasciarono solo con Zanna Nera, il mio nuovo spirito nonchè il primo. Avevamo vinto la nostra prima battaglia, e ci eravamo ormai annunciati al nemico, quindi bisognava in fretta stabilire la prossima mossa per sorprendere Occhi Blu prima che riuscisse a schierare una contromossa abbastanza forte da fermarci.

“Ora cosa faremo Zanna?”

“Ora dobbiamo muoverci per andare a recuperare Ala Rossa è ovvio”

Mi girai stupefatto, mi era sembrato chiaro dal racconto che non poteva essere recuperata, perché era andata nel mondo degli spiriti.

“Come faremo a recuperare uno spirito che è tornato nel suo regno?”

“La risposa è molto semplice se rifletti due secondi, basta solamente aprire la porta del mondo degli spiriti e viaggiare per esso finchè non ritroveremo la nostra alleata, una volta ottenuto anche il suo spirito ti insegnerò come combattere con due spiriti in una sola volta, sarà questa a nostra arma segreta contro Occhi Blu”

“ E immagino che tu conosca un modo per aprire la porta del mondo degli spiriti!”

“Bhe in realtà no, ma conosco il posto dove possiamo trovare la formula. Dobbiamo andare nella città fondata da Ala Rossa e riuscire a trovare nella sua grande biblioteca  la formula giusta. Sono abbastanza convinto che se iusciamo a penetrare nella grande biblioteca riusciremo di certo a trovare la formula che fa al caso nostro”

Bene, avevamo una rotta, dovevamo andare nella grande Rubinia e penetrare in una biblioteca, sembrava un’impresa che non avremmo mai potuto affrontare ma dovevamo comunque provarci. Senza ulteriori indugi, salii in groppa a Zanna Nera e aprendo la porta del palazzo dove era stato rinchiuso per tantissimo tempo, finalmente potemo assaporare la libertà che solo il volo poteva dare. Ero stato tante volte in aereo, ma volare su un drago dava sicuramente una sensazione diversa. Non sapeva quanto distava la città di Rubinia, ma ero sicuro che non sarebbe stata lontanissima volando.

“Quale è il tuo vero nome Liberatore? Credo che chiamarti sempre in questo modo rischi di essere una cosa troppo formale, invece dobbiamo fidarci l’un l’altro adesso che condividiamo le nostre menti, quindi mi interessa chiamarti con un nome che ti sia comodo”

“Non ci avevo mai fatto, ma è vero, comunque puoi chiamarmi Simox, è il nome con cui mi piace essere chiamato,  ed è un nome mio esattamente come la mia anima”

“Ok Simox, mettiti comodo e rilassati perché prima del nostro arrivo dovrai sapere qualche piccola tecnica che gli sciamani provetti sanno e che usano per combattere. Quindi apri bene la testa e impara in fretta, quando atterreremo dovremo essere pronti a tutto”

Passammo a studiare le formule più comuni che uno sciamano doveva sapere per tutto il tempo del volo. Volammo per ben due ore, al termine delle quali avevo le gambe tutte indolenzite per la ripetuta postura scomoda. Eravamo atterrati fuori dalle mura della città, vicino ad una piccola foresta, in modo che potessi per il momento sciogliere l’evocazione dello spirito ed entrare nella città come se nulla fosse. Grazie ad una piccola formula che Zanna mi aveva insegnato riuscii a camuffare i miei vestiti con un bel mantello nero, in modo che non dessi nell’occhio. Per fortuna stava sorgendo il sole, e speravo di poter approfittare del senso di stanchezza che coglieva le guardie per riuscire ad intrufolarmi in biblioteca senza essere fermato e controllato. Le porte della città erano praticamente incustodite, e mentalmente Zanna Nera si lamentò di come erano cadute in basso le ronde delle guardie, perché ai suoi tempi trovavi guardie sempre scattanti sia di mattina che di notte. Passando per tutte le vie secondarie ed evitando le grandi arterie principali, riuscii ad arrivare davanti alla grande biblioteca senza che nessuno notasse la mia presenza. Non era ancora orario di apertura della biblioteca, ma visto che l’entrata alla biblioteca era sempre stata sorvegliata, bisognava entrare prima che arrivassero le guardie. Anche in questo caso una piccola formula riuscii a soddisfare la mia esigenza di entrare. L’interno della biblioteca era buio, poiché erano i bibliotecai che accendevano le varie luci utilizzando la magia e allo stesso tempo controllavano tutti i volumi che venivano consultati.

Mancava un’ora soltanto all’apertura ufficiale, e in quell’ora saremmo dovuti entrare e uscire senza che nessuno riuscisse a scoprirci. Mi diressi con passo sicuro verso il reparto dell’arte sciamanica, in particolare dove si trattava l’argomento degli spiriti. Ovviamente il mio navigatore era Zanna Nera, che sembrava ricordarsi ancora perfettamete dell’ubicazione di ogni sezione. Mi ricordo ancora di come mi parlava con entusiasmo di Ala Rossa e di quando avevano costruito la biblioteca, erano bei tempi allora mi ritrovai a pensare. Finalmente, dopo tanto girare, riuscii a trovare lo scaffale giusto, e mi misi a ispezionare volume per volume. Fu al settimo volume che accadde la svolta, purtroppo non avevo ancora trovato quello che mi serviva, ma venni sorpreso dalle guardie!

Maledizione, una luce improvvisamente mi accecò gli occhi e mi ritrovai circondato da guardie in armatura che mi intimavano di fermarmi e di non muovere un muscolo. Dovevo scappare alla svelta se non volevo rimetterci la vita, ma in che modo potevo farlo se ero circondato da almeno una dozzina di guardie? E se avessi resistito sicuramente ci sarebbe stato il panico, seguito da un allarme generale che avrebbe attirato ancora più guardie, e non mi serviva niente di tutto questo.

Decisi che mi sarei arreso per il momento, perché era più che necessario aspettare una buona occasione per tentare la fuga. Sfortunatamente neanche Zanna Nera aveva idee su come avremmo potuto tagliare la corda, e allo stesso tempo tutti e due dovevamo toglierci da quell’impiccio. Fu allora che apparve lui. Aveva i capelli bianchi e gli occhi azzurri, tipico tratto di una persona albina pensai. Aveva un lungo vestito blu e portava una katana al fianco, si presentò a me con queste parole

-E così tu sei il Liberatore? Non mi aspettavo un ragazzino che non sa neanche  come entrare in una biblioteca senza essere scoperto. Come abbiamo fatto ti starai chiedendo, bhe è stato semplice, il potere del tuo spirito  è troppo grande e tu non sai ancora come dissimularlo bene, quindi ti abbiamo individuato subito-

Detto ciò estrasse la spada e me la puntò al collo, avevo paura e nei suoi occhi azzurri si leggeva il ghiaccio, solo ghiaccio, non c’era traccia di pietà e non c’era nessunissima traccia di emozioni. Era come se quel corpo non fosse realmente lì, eppure c’era e mi stava per uccidere.

-Sai chi sono Liberatore? Zanna Nera non ti ha parlato di me?-

In quel momento un sussulto del mio spirito mi fece capire di chi stava parlando, avevo davanti a me niente di meno che Occhi Blu, il nostro nemico, colui che aveva posseduto l’umano che doveva diventare il suo padrone ma invece era diventato il suo schiavo. Avevo davanti la causa delle sofferenze del continente di Mur. Provai rabbia e l’istinto mi diceva di provare ad aggredirlo, ma non c’è ne fu il tempo.

-Occhi Blu-

Queste furono le parole che dissi, prima che quest’ultimo mi staccasse la testa con un solo colpo di spada. Successe così in fretta che non riuscii a sentire assolutamente niente, ero morto senza neanche accorgermene e la mia storia sarebbe finita così. Pensai davvero che fosse finita così, pensai davvero che non ci fosse lieto fine per questa storia. Ma a quanto pare non avevo fatto i conti con il destino. Io ero il Liberatore, e dovevo arrivare nel mondo degli spiriti, l’unica cosa che non avrei mai immaginato, è che ci sarei arrivato proprio come uno di loro.

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Capitolo 3
*** Capitlo Terzo ***


Non avrei mai immaginato che morire fosse un esperienza simile a cadere.  Dal momento in cui il mio spirito si staccò dal corpo, ebbi come la sensazione che stessi cadendo. Improvvisamente tutto finì, e venni assorbito in una sensazione di pace assoluta, e nessuno avrebbe potuto desiderare qualcosa di meglio. Mi svegliai in un bel giardino  in fiore, un giardino smisuratamente lungo di cui non riuscivo a vedere la fine. Cercai Zanna Nera, la nostra connessione mentale doveva essere ancora attiva, e io speravo che così fosse, perché altrimenti sarei stato spacciato, condannato a vagare per la terra dei morti.

“Eccomi Simox, sai dirmi dove sei?”

Domanda stupida pensai, molto stupida.

“Nella terra dei morti ti piace come risposta?”

“Non fare lo sciocco e descrivimi l’ambiente che ti circonda”

“Hai presente un immenso giardino?”

“Allora ti trovi nei giardini bianchi, molto bene vuol dire che la tua anima è stata considerata pura al momento del giudizio, io invece mi trovo nel piano degli eroi. Prima che tu mi faccia qualche domanda, aspetta che io ti descriva come è strutturato il mondo dei morti. Immaginati una piramide, nella quale i morti vengono divisi in base alle loro colpe. In questo momento tu sei nel vertice della piramide, i giardini bianchi, il luogo dove le anime prive di macchia vengono per riposare in eterno nella pace assoluta. Al secondo gradino c’è il mondo degli eroi, dove riposano quelli che hanno compiuto atti impuri ma a fin di bene come nel mio caso. Nel centro vengono tenuti i criminali di ogni sorta, destinati a farsi del male tra loro in eterno. Al quarto gradino della piramide si trovano i traditori, che ricevono la tortura peggiore, rivivere la loro morte in maniera lenta e dolorosa. L’ultimo piano è la casa del re degli inferi, colui che sarà il nostro prossimo obbiettivo. Il suo nome è Mefisto, conosciuto anche come il senza sentimenti o il Dio della morte. “

“In che senso sarà il nostro obbiettivo?”

“Nel senso che adesso dovremo cercare innanzi tutto di riunirci, in seguito dovremo arrivare fino al quinto livello e convincere Mefisto a permetterci di lasciare il mondo dei morti. Si prospetta un impresa impossibile quindi tieniti pronto a tutto. Tieni presente che in ogni piano c’è una creatura magica con il compito di sorvegliare che nessuno salga o scenda  da un piano all’altro. Dovrai combatterli e vincerli tutti se vuoi arrivare da Mefisto. Ma non ti preoccupare, ecco una buona notiza per te che nessuno apparte Mefisto conosce”

“ E tu come fai a saperla?”

“Sono in contatto con la Luce, credevo di averti detto che veniam o direttamente da lei”

“E non puoi chiederle di tirarci fuori di qua?”

“Se fosse così semplice a qeust’ora saremmo già fuori no? Questo mondo è una prigione fatta per tener dentro i suoi detenuti e a parte Mefisto non c’è autorità che valga qualcosa qua. Comunque ecco il segreto di Mefisto, questo mondo appartiene a chi ha la volontà più ferrea, solo volendolo puoi riuscire a fare qualunque cosa in questo mondo, quindi nervi saldi e vienimi a prendere”

Detto ciò si allontanò dalla mia mente, probabilmente perché stava aspettando che arrivassi. Maledizione! Dovevo assolutamente riuscire a raggiungerlo, insieme saremo stati molto più forti e allo stesso tempo anche molto più sicuri della vittoria. Decisi che stare a piangermi addosso non mi sarebbe servito a niente. Zanna Nera aveva detto che la volontà poteva fare qualsiasi cosa  nel mondo dei morti, per cui bastava solamente desiderare.

Nella mia mente cominciai a formare l’immagine di una scala, tanto grande da potermi permettere di scendere al piano inferiore. Il progetto non fu molto lungo, a se dovevo desiderare che qualcosa comparisse, dovevo dare più particolari possibili. Impiegai altri cnque minuti per riuscire a finire il progetto e poi pronunciai le semplici parole

-Scala per il piano inferiore-

Ordini, ecco cosa intendeva Zanna Nera, bastava ordinare che qualcosa avvenisse perché accadesse. Doveva essere un mondo davvero fantastico.

-Ehi Tu! Dove credi di andare?-

Avevo dimenticato un dettaglio fondamentale, in ogni piano c’era un controllore che doveva tenere buoni gli spiriti. Mi girai lentamente per permettermi di guardarlo meglio. Avevo davanti a me un ragazzo, di circa vent’anni, capelli biondi e occhi azzurri. Se considerate che aveva anche le ali, capirete perché lo consideravo un angelo.

-E’ una lunga storia ma credimi se ti dico che devo andare da Mefisto-

-E tu credimi se ti dico che non c’è alcuna possibilità che tu ci arrivi, se avrai fortuna un giorno egli ti apparirà e avrai l’onore di parlargli, ma se non dovesse succedere non c’è alcun modo in cui tu possa scendere-

-E se ti dicessi che devo insistere?-

-In quel caso sarei costretto ad affrontarti e sicuramente perderai, perché io sono un angelo e tu un semplice spirito-

Sorrisi, sperando che sembrassi sicuro di ciò che stavo per fare

-Mi spiace per te! Ma io non sono un semplice spirito, io sono il Liberatore! Compari Zanna Nera-

Speravo che la mia tattica avesse successo, se fossi riuscito ad evocare Zanna Nera solamente basandomi sulla mia volontà, probabilmente avrei dimostrato al guardiano che sapevo il fatto mio, e lo avrei convinto a non attaccarmi. Come previsto, Zanna Nera comparve al mio fianco, pronto a combattere. Sfortunatamente, questo non bastò ad impressionare il guardiano, che senza neanche dire una parola fece comparire una lunga lancia e si mise in posizione di guardia.

-Approposito Liberatore, il mio nome è Febo, e sono il guardiano del primo piano!-

Detto ciò ognuno caricò contro il suo avversario, la nostra lotta era appena cominciata! Una serie di scambi reciproci bastarono per farci capire l’un l’altro che l’avversario era formidabile. Non pensavo di poter avere difficoltà con questo Febo; infatti dopo circa cinque minuti di lotta, esplose una rabbia selvaggia in me. Era strano che mi lasciassi prendere dalla rabbia, ma sapere che avevo difficoltà e non ero neanche arrivato a Mefisto mi stava facendo letteralmente impazzire. In poco tempo cominciai a spingere sempre di più con gli affondi. Ma Zanna Nera non riusciva a sconfiggerlo, sfortunatamente non riusciva maledizione! Avevo bisogno di un arma superiore se volevo batterlo, avevo bisogno di un arma principalmente! Zanna Nera combatteva ma era un drago, quindi i suoi attacchi erano prevedibili, avevo dunque bisogno di un arma come una spada o qualcosa del genere. Non sapevo se avrebbe funzionato, ma improvvisamente mi venne un’idea che mi parve geniale, anche se sicuramente Zanna Nera non avrebbe approvato.

Ordinai a Zanna Nera di attaccare con le spalle, in modo da spingere lontano il mio avversario. Egli non perse tempo ovviamente e tornò alla carica. Fu allora che attuai il mio piano, dovevo per forza sconfiggerlo e passare al piano successivo.

-Zanna Nera trasformati in una katana adesso!-

Diedi l’ordine e in pochi istanti Zanna Nera si trasformò in una spada, leggevo nella mente la sua scomodità ma per il momento lo ignorai e partii all’attacco. Era chiaro che avessi preso di sorpresa Febo, perché non seppe come reagire, e quando gli venne in mente qualcosa era troppo tardi. Fu un affondo diretto al cuore a metterlo fuori gioco. Cadde a terra e si dissolse lentamente. Prima di sapere cosa stavo facendo corsi in direzione delle scale, e le scesi in fretta e furia.

Ero finalmente arrivato al secondo piano.

“Cosa ti è saltato in mente di trasformarmi in una spada!!!”

“Ha funzionato no? E poi avevo bisogno di un arma, solo con te non sarei mai riuscito a sconfiggerlo mi dispiace, era ora che anche io facessi qualcosa, spetta a me salvare Mur ricordi?”

Non aspettai risposta e ricominciai a camminare, feci qualche passo e ricominciai lo stesso procedimento di prima; infatti  dopo qualche secondo apparve anche il secondo guardiano. Il suo nome era Atlan e il suo potere consisteva nel saper manipolare la terra. Sfortunatamente il mio nuovo avversario non era intelligente quanto il primo, e bastò ristrasformare Zanna Nera in un drago improvvisamente per sopraffarlo.

Inutile dire che tutti gli altri ebbero stessa sorte, Mefisto li avrà pure creati potenti ma sicuramente molto stupidi e senza riflessi sviluppati. Li avevo fregati tutti dal primo all’ultimo con il solito giochetto della trasformazione. Quando anche il quarto guardiano fu caduto, ebbi un attimo di delusione. Non era possibile che Mefisto fosse così debole, ma allora perché creare servitori così inetti?

In compenso ero riuscito nella prima parte del piano, ero arrivato davanti alle porte del palazzo di Mefisto, nel quinto piano. Era un castello completamente nero, al quale facevano da contorno le urla di ogni singolo dannato che veniva condannato a stare in quel posto. Fu inutile bussare, perché le porte si aprirono subito e venni accolto da quello che credevo fosse un magiordomo scheletro. Aveva un lungo vestito nero e si presentò come Arturo, il magiordomo di Mefisto. Mi accompagnò per tutto il grnde orridoio che portava alla sala da pranzo, nonché la sala dove il suo signore riceveva gli ospiti.

-A dire la verità signore, lei è il primo a far visita al mio padrone, non riceve visita tanto spesso sa? Molti dicono che ha un caratteraccio e quindi lo evitano, ma con gli ospiti si è sempre comportato in maniera corretta, anche se ha rifiutato di schierarsi dalla parte della Luce o dell’Ombra, le ha sempre trattate con la massima ospitalità fino a quando erano nel suo regno. Una persona straordinaria il signor Mefisto, ha creato questo regno tutto da solo dopo la sua morte. So cosa sta pensando e ha ragione, il padrone è il creatore dell’intero continente di Mur. Quando era vivo, era un grandissimo sciamano che decise di far fuggire il suo popolo in una terra nuova, ma non trovandola decise di crearla lui stesso. Come ho detto, è una persona straordinaria-

Eravamo arrivati, e Arturo si affrettò ad aprire la porta che conduceva alla stanza da pranzo

-Prego signore, si accomodi-

Eseguii subito la sua richiesta, ed entrai nell’immensa sala da pranzo. Era un enorme sala circolare, completamente rossa sulle pareti, sul soffitto a cupola e sul pavimento. Risaltava in questo modo il bianco della grande tavola che era apparecchiata al centro della sala per due persone. La tavola era rettangolare ed era tremendamente lunga, ad un capo c’era il posto vuoto, dall’altro il mio ospite, il signore dei morti Mefisto. Egli si alzò e si avvicinò, tendentomi la mano.

-Benvenuto Liberatore, Febo mi ha avvertito delle tue intenzioni prima che lo uccidessi, non ti preoccupare non c’è alcun rancore, era soltanto una marionetta creata dai miei immensi poteri per tenere sotto controllo i dannati. Allo stesso tempo, è molto importante che tu mi porti rispetto, come io ne porterò a te, e in questo modo andremo molto d’accordo. Ora ti prego di sederti, così cominceremo il nostro pranzo d’affari-

Strinsi la mano di quell’uomo dal vestito bianco, stranamente vestiva in giacca e cravatta, e ciò mi creò qualche dubbio. Come poteva sapere dell’esistenza di un abbigliamento simile?

-Ti riferisci  al mio abbigliamento? Ho frugato nella tua mente non appena hai ucciso Febo, e ho trovato che nel tuo mondo questo è un abbigliamento consono ad una visita formale, quindi ho deciso di adattarmi-

Detto ciò, entrambi ci sedemmo e cominciammo a mangiare. Pollo Arrosto con patate al forno, un piatto semplice ma molto d’effetto dovetti ammettere. Era un grande ospite devo ammettere, e io non sarei stato da meno. Finimmo di mangiare, scambiandoci solo qualche parola per sapere se entrambi avevamo gradito il pranzo. Vicino al tavolo da pranzo c’era un altro piccolo tavolo, vicino al camino. Fu lì che iniziammo la nostra conversazione, di fronte ad un bel bicchiere di sidro appena aperto. Non avevo mai assaggiato il vino di mele, ma era molto più buono di come me l’aspettassi. Ovviamente avevo sentito parlare del sidro nel mio mondo, e mi sorpresi quando mi spiegò che era una grande bevanda nel continente di Mur.

-Bene Liberatore, adesso direi che possiamo passare agli affari-

Era strano che Mefisto parlasse di affari, dato che io non avevo la più pallida idea di cosa avrei dovuto chiedergli. Così cominciai col raccontargli tutta la mia storia, fino al momento in cui ero arrivato da lui. Conclusi con una richiesta

-Quindi sono qua per ottenere il permesso a tornare nel mondo reale come un vivo e il permesso di poter prendere Ala Rossa come spirito-

-E in cambio cosa vorresti offrirmi?-

-Niente mi piacerebbe molto come idea-

Mefisto scoppiò a ridere, dovevo aver detto qualcosa di molto divertente.

-Non abusare della mia ospitalità Liberatore, tu mi stai chiedendo di poter partire con tre anime dal mio mondo senza ricevere niente in cambio? Ti posso assicurare che non funziona così il gioco-

Poi si zittì improvvisamente, come se stesse pensando a qualcosa, qualcosa che poteva chiedermi come pedaggio per il passaggio di tre anime. Maledizione, chissà cosa mi avrebbe chiesto, avevo paura, molta paura che mi chiedesse qualcosa che non potevo dargli, perché in quel caso avrei dovuto combatterlo, e quasi sicuramente avrei perso contro di lui.

-Sai Liberatore, mi sono annoiato a stare sempre da solo, voglio divertirmi un po’, per questo motivo se vorrai ancora continuare la tua impresa, dovrai affrontare una piccola prova che io ti imporrò, e se la supererai non solo ti lascerò andare, ma ti rivelerò anche parte della verità che Zanna Nera non conosce, non per sua colpa è ovvio, allora cosa mi dici accetti?-

-In cosa consisterà la prova?-

-Dovrai affrontare e battere Arturo-

-Solo questo?-

-Solo questo-

-Accetto-

Mi pentii subito di quelle parole, ma volevo sembrare risoluto al mio ospite, cercando di innervosirlo con la mia innaturale sicurezza, che non era altro che un misero bluff. Era chiaro che Arturo non era quello che sembrava, altrimenti Mefisto non me lo avrebbe proposto come avversario, ma ormai avevo dato la mia parola e dovevo assolutamente rispettarla.

Il tavolo venne appositamente spotato dal mio stesso sfidante, che rivelò una forza sovraumana in quell’occasione. Bene, sapevo almeno una parte dei suoi poteri, ossia una forza magica. Maledizione! Probabilmente avrebbe avuto altri trucchetti. Quando ci posizionammo per la lotta e sfoderammo le spade, in quel momento la mia volontà sembrò vacillare. Poi partimmo all’unisono l’uno contro l’altro.

La battaglia fu lunga, molto più lunga di quella che mi sarei aspettato. Era come se Arturo stesse giocando con me, dato che non attaccava ma si limitava a difendersi da ogni attacco.  Capii che la spada non era la via per batterlo, dato che sembrava preverderne la traiettoria, ma forse con una bestia avrei potuto batterlo. Sfortunatamente, sembrava che anche la vera forma di Zanna Nera non potesse abbatterlo! Stavo cominciando ad innervosirmi, perché se c’era una cosa che non avevo, quella era la pazienza. Poi mi venne in mente. Era ovvio che solo con la pazienza sarei riuscito a batterlo. Dovevo costringerlo ad attaccare, in modo da farlo scoprire e finirlo con un colpo solo. Perché solo con un colpo ben preciso e tempestivo avrei potuto salvare la pelle e vincere la sfida. Non appena smisi di attaccare, con un solo secondo di intermezzo, fu Arturo a passare all’offensiva, come pensavo era caduto nella mia trappola, e ciò dimostrava che combatteva senza una logica, ma solo per fare piacere al padrone. Ecco con cosa lo avrei battuto, con la strategia. Mefisto aveva fatto un solo errore nel dare i poteri ad Arturo, doveva dargli un cervello e meno abilità con la spada. Da quel momento in poi fu semplice. Capii solamente osservandolo che Arturo attaccava secondo uno schema prefissato. Uno schema che gli era stato dettato dai poteri di Mefisto, ma che si basavano sulla velocità e la potenza ma non sulla strategia. Una volta memorizzato lo schema, fu semplice reagire e mettere in atto il mio piano. Per prima cosa finsi di parare male un attacco che mi era stato inferto, quindi il cervello di Arturo reagì con l’istinto dell’affondo diretto e risolutivo. Fu in quel momento che agii, evitai il suo affondo, e trasformando Zanna Nera con la spada la infilzai all’interno della vesta di Arturo. Il mio avversario si bloccò, come se avessi premuto un tasto che lo aveva fatto fermare. Per questo motivo, preso dalla paura estrassi la spada e mi allontanai in fretta.

Non appena mi fui allontanato, Arturo ricominciò a muoversi come se non fosse successo niente.

-Complimenti signore, siete riuscito a sconfiggermi-

-Veramente bravo Liberatore, hai i miei complimenti-

Mi girai giusto in tempo per vedere Mefisto che batteva le mani. Dovevo aver combattuto veramente bene se mi ero guadagnato addirittura un bell’applauso.

-Allora? Potrò avere ciò che ho chiesto?-

-Una promessa è una promessa Liberatore, sei libero di andartene con chi vorrai-

-E per quanto riguarda la parte di verità che mi dovevi dire?-

-Ah già, forse per quella è meglio che ti siedi e che lasci libero Zanna Nera nella sua vera forma-

Obbedii al suggerimento e mi sedetti al tavolo dove prima avevamo discusso. Evocai Zanna Nera subito dopo, i due si scambiarono un solenne saluto con un semplice

-Solenne Drago-

-Solenne Creatore-

Poi Mefisto cominciò a parlare

-Bene, ciò che sto per dirvi riguarda Occhi Blu e l’essere mano che sta possedendo in questo momento. Il suo nome era Molax ed era il generale supremo delle truppe di Occhi Blu, nonché probabilmente la persona di cui più si fidava. Sfortunatamente per lui, il suo generale era invidioso del potere di voi draghi e si schierò dalla parte dell’Ombra, lasciandosi possedere. Mosse poi contro Occhi Blu, che però riuscii a sconfiggerlo solo a costo della vita. A questo punto l’Ombra si impossessò dello spirito di Occhi Blu, che venne completamente soggiogato nel giro di pochi secondi. Per cui è questa la verità, Occhi Blu non ha tradito ne Ala Rossa ne te Zanna Nera, è solo una povera vittima dell’ombra, che lo ha dominato e costretto ad affrontarvi. Questo è tutto-

Zanna Nera sembrava sconvolto dalle rivelazioni di cui era appena entrato in possesso, era veramente strano. In fondo però lo capivo, aveva passato innumerevoli anni a meditare vendetta contro un innocente, e adesso sentiva il peso del suo odio alleggerirsi. Era strano, molto strano come fatto. Comunque lasciai che Zanna Nera esprimesse il suo giustificato dolore senza interferire, anche perché non me la sentivo in alcun modo di commentare quella rivelazione che per lui doveva essere stata assurda. Fu così che comprendemmo la verità su Occhi Blu

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Capitolo 4
*** Capitolo Quarto ***


Ci fermammo soltanto un’altra ora presso Mefisto, un’ora nel quale lui ci diede consigli e nuove formule per combattere e contrastare l’Oscurità. Eravamo finalmente pronti alla battaglia finale contro Occhi Blu, ma sapevamo ancora meglio che per poter arrivare a lui avremmo dovuto causare una guerra, che facesse da sfondo alla nostra grande battaglia. Ma Mefisto aveva dato delle indicazioni molto vaghe, quindi per prima cosa saremo dovuti andare dove c’era lo scontento, esaltarlo in modo da causare una guerra civile e infine sfidare Occhi Blu e sconfiggerlo, in modo che L’ombra potesse essere rinchiusa per sempre.

Ero nervoso, e non potevo fare niente per calmarmi. Per questo decisi di pensare solamente alle piccole cose per adesso, un passo alla volta era la tecnica giusta per non farsi prendere dal panico. Quindi la prima cosa da fare era recuperare Ala Rossa, che sotto ordine di Mefisto, ci raggiunse immediatamente dopo il racconto. La nostra presentazione fu abbastanza formale, e per lo più parlo Zanna Nera, felice di aver visto sua sorella dopo tantisismo tempo. Adesso avrei dovuto improvvisamente imparare una tecnica che nessuno sciamano era in grado di compiere, perché inventata dallo stesso Zanna Nera, ossia combattere con due spiriti contemporaneamente. Bisognava avere un grandissimo controllo e non perdere mai la gestione dei propri poteri, o si rischiava di impazzire per sempre.

Alla fine di quell’ora finalmente Mefisto aprì la porta per il mondo reale, e io rientrai in possesso di un nuovo corpo, nuovo e in piena forma, come quello vecchio, con l’unica eccezione che questo la testa ce l’aveva ancora. E’ stata una strana sensazione abbandonare il mondo dei morti, perché mi ero abituato a poterlo comandare a mio piacimento, mentre il mondo dei vivi aveva le sue leggi, e anche io dovevo sottostarne. Ricomparimmo in un angolo buio di Rubinia, dove immediatamente recitai la formula per nascondere i miei due spiriti a controlli indiscreti. Così avrei potuto mimetizzarmi tra la gente e trovare gente disposta a ribellarsi ad un tiranno che si spacciava per sovrano illuminato. Sapevo che non sarebbe stato facile, ma dovevo provarci e in qualche modo ci provai!

Mi nascosi in una locanda, presso la periferia della città, dove giravano briganti, ladri e assassini e tutto il genere di feccia di cui avevo bisogno per organizzare una rivolta. Grazie ai consigli di Mefisto, fu facile manipolare come allocchi quegli stupidi. Gli raccontai chela settimana a venire era stata stabilita una grande rivolta da parte di un gruppo di rivoluzionari, e che al più presto avrebbero dovuto trovare compagni e lo stesso giorno insorgere anche loro, per cogliere le guardie di sorpresa e abbaterle per numero. Girando per le altre locande, fu facile raccontare la stessa storia e far germogliare il seme della rivolta. Benissimo, la città di Rubinia era ormai pronta per la rivoluzione, adesso mancava solamente Nerona e poi le due di tre città influenti sarebbero state pronte per la rivolta. A Zaffiria non ci avrei neanche provato, erano tutti troppo fedeli a Occhi Blu per tentare la rivolta. Ma se avessi avuto fortuna, tra una settimana il nemico si sarebbe lasciato prendere dal panico per la rivoluzione e avrebbe lasciato il suo re senza protezione.

Lasciare Rubinia fu ancora più facile che entrarci, perché le guardie non prestavano la minima attenzione a chi usciva, ma solamente a chi entrava. Sfortunatamente non potevo usare nessuno dei due draghi altrimenti Occhi Blu mi avrebbe individuato subito, quindi dovevo accontentarmi di andare a piedi. Fu un lungo viaggio di tre giorni, e per fortuna le conoscenze di Zanna Nera mi permisero di fare il percorso più breve e non le vie princiapali, che potevano essere sorvegliate. Purtroppo, per tutto il viaggio mi dovetti sorbire il litigio di Zanna Nera e Ala Rossa con l’argomento “Decadentismo di Rubinia”. Potrete capire che due draghi vecchi di secoli si accapiglino sulle minime cose, se aggiungete che sono fratello e sorella, ne verrà fuori il caos più assoluto. Nerona era decisamente conservata molto meglio che Rubinia, a detta di Zanna Nera, sembrava come se non l’avesse mai lasciata. Era impossibile trovare a Nerona una locanda malfamata abbastanza da trovare dei criminali. E quindi mi misi a cercare letteralmente ovunque, ma proprio ovunque, finchè non intravidi due uomini armati di coltello dirigersi verso l’entrata alle fogne. Ebbi l’immensa fortuna di trovarmi nel bel mezzo di una riunione di almeno un centinaio di briganti, dove la fortuna decise di sorridermi; ebbi infatti l’occasione di perorare la mia causa e di acquistare degli alleati importanti, che mi consentirono di considerare anche Nerona ormai pronta per la rivoluzione. Sfortunatamente Zanna Nera non era minimamente soddisfatto di quella situazione; voleva infatti cercare maggiori alleati a Nerona. Ma il mio timore era che calcando troppo la mano, ci saremmo esposti prima del tempo agli occhi delle guardie e avremmo rivelato il nostro piano. Ovviamente su questo argomento discutemmo a lungo, e alternavamo le discussioni accese ai nostri allenamenti, perché volevamo assolutamente essere pronti per il grande giorno. Non nego che fu una settimana difficile, ma alla fine riuscii ad avere la meglio sul mio caro spirito. Probabilmente la cosa più difficile di quella settimana fu riuscire a imparare la tecnica della doppia evocazione, e forse proprio per questo nessuno prima di me ci aveva mai provato.

Ma, contro tutte le probabilità, al termine della settimana eravamo pronti a sferrare un attacco diretto e letale al nostro nemico. Sfortunatamente, più ci concentravamo sull’obbiettivo, più ci ritornava in mente la storia che Mefisto ci aveva raccontato. Era una storia triste ma alla quale non potevamo pensare subito, perché gli scrupoli non potevano interrompere il nostro piano di liberazione.

Il piano era stato molto bene elaborato. Le rivolte sarebbero scoppiate contemporaneamente nelle due città dopo che sarebbe stato dato loro il segnale da parte nostra, ma con un picco a Nerona. In questo modo Occhi Blu avrebbe mandato il grosso delle sue forze e lui stesso a combattere nella città più in difficoltà, e lì lo avremmo battuto. Ci dirigemmo a Nerona giusto in tempo per dare il segnale d’attacco. Non avevamo idea che tutta la città avrebbe aiutato i ribelli non appena la figura di Zanna Nera fosse apparso nel cielo. Sentii il mio spirito sussultare, la città non lo aveva dimenticato e a distanza di tantissimi anni gli era ancora fedele. Straordinario a vedersi, uomini, donne e bambini che combattevano uniti contro gli uomini del tiranno. Fu in quel momento che Zanna Nera fece l’errore più grosso, che non ci eravamo augurati di fare.

“Simox, non posso credere che questa gente verrà uccisa solo per aprirci un varco verso Occhi Blu, li stiamo sfruttando!”

“E’ necessario se vogliamo arrivare all’obbiettivo con meno difficoltà possibili!”

“Mi spiace ma non ci stò!”

“Come? Hai deciso proprio adesso che siamo ad un passo dalla vendetta, dalla giustizia e dalla libertà di tirarti indietro?”

“Si può mettere in questo modo, non ti aiuterò a ottenere la mia vendetta se ciò comporterà la morte della mia città”

“E cosa vuoi fare allora? Ormai la battaglia è iniziata! Non possiamo tornare indietro”

“Combattiamo anche noi, abbiamo abbastanza potere per salvare la popolazione quindi usiamolo”

“Ma potremmo perdere energie prima del combattimento finale, cosa faremo una volta che ci ritroveremo esausti mentre Occhi Blu sarà fresco e più potente che mai?”

“Non lo so, ma sento che è la cosa giusta Simox”

Sbuffai rumorosamente, non mi piaceva quel cambiamento al piano, era molto più rischioso per tutti, meno che per la popolazione. Non riuscivo a capire il sentimento che legava Zanna Nera alla sua popolazione, non ero mai stato un leader e quindi non avevo mai provato l’affetto per qualcuno che dovevo proteggere. Comunque non riuscivo a contraddire Zanna Nera, perché gli dovevo molto e ormai lo consideravo come una parte di me a cui dare ascolto.

-Maledizione arriviamo!-

Dissi prima di lanciare il drago in picchiata verso la città. Evocai anche Ala Rossa, che insieme a Zanna Nera crearono il panico nel nemico.  Le fiamme dei miei spiriti contribbuirono a distruggere ogni resistenza che le guardie potevano opporre, e tutto sommato non fu una lunga battaglia quella all’interno della città. Sfortunatamente la storia non fu la stessa per la battaglia all’esterno delle mura. L’armata di rinforzo arrivò poco dopo la fine della prima contesa. Era probabilmente composto da almeno mille uomini, tutti con armatura nera e con gli spiriti già pronti per la battaglia. Mi pentii subito di aver aiutato la popolazione, ma in qualche modo il desiderio di proteggerla aveva aizzato ancora di più i due draghi. Senza ulteriore indugio ci lanciammo all’attacco, in cerca di Occhi Blu. I primi problemi sorsero quando ci accorgemmo che lui non era venuto a Nerona con le truppe, le aveva mandate sole!

Il nostro piano stava crollando lentamente, e ciò suscitò una rabbia feroce nella mia squadra. Perché non era venuto? Ala Rossa e Zanna Nera erano sicuri che non si sarebbe lasciato scappare l’occasione di affrontarmi, ma perché non era venuto? Perché?

Senza rendercene conto, ci trovammo a combattere contro la maggior parte dei soldati nemici. Anche se gli tenevamo testa ampiamente, sapevo che stavo costringendo il mio corpo e i miei spiriti ad un duro sforzo spirituale. Sentivo la stanchezza avanzare a grandi passi, ma la rabbia la respingeva, come se in me ci fosse  stata un’altra battaglia. Per sfogare la nostra rabbia, avevamo consumato la maggior parte delle nostre forze, e senza rendercene  conto, avevamo fatto il gioco di Occhi Blu. Scoprimmo solo alla fine della battaglia che lui si era nascosto tra le fila dei suoi uomini. Combattendo come un soldato per tutto il tempo ci aveva letteralmente fregato; infatti quando si rivelò, riuscii a sopraffarci in pochissimo tempo e a spingersi a tutta violenza contro le porte della città.

Non credevo che il ferro potesse accogliere il mio corpo con tanta durezza da farmi dimenticare la stanchezza per accogliere il dolore. Credevo di essermi rotto qualche cosa, ma non potevo assolutamente permettermi di perdere quella battaglia. C’era in gioco troppo per poter considerare l’idea della sconfitta e io ero intenzionato a vincere, costasse quel che mi costasse. Dovevo a Zanna Nera tutto quello che era successo in quei giorni, perché per la prima volta la mia vita aveva uno scopo! Non so chi di voi capirà il significato di aver scoperto il senso della propria vita, proprio nel momento in cui era al suo abisso più profondo. No, assolutamente avrei portato a termine il mio destino, anche se ciò avesse richiesto la vita era un sacrificio che ero pronto a fare.

Quando la fredda terra accolse le mie doloranti membra avevo già deciso che mi sarei rialzato. Non sapevo se c’era un modo per vincere in quelle condizioni, ma sicuramente avrei provato ogni cosa possibile per abbattere  il mio nemico. Come promesso a me stesso mi rialzai, zoppicavo vistosamente verso il mio nemico, che a sua volta si avvicinava camminando. Lentamente sentii il sangue cominciare a scorrermi davanti agli occhi, probabilmente perché sbattendo contro la porta mi ero procurato un taglio sulla fronte, e adesso avevo gli occhi quasi oscurati. Fu in quel momento che capii che Occhi Blu non poteva essere sconfitto, non con la fora; infatti era chiaro che se gli avessi dato l’opportunità mi avrebbe ucciso, quindi non dovevo assolutamente permettere che lui mi raggiungesse.

La risposta mi parve immediata, ma non era tanto facile da realizzare. Se Occhi Blu era davvero posseduto dall’Ombra, soltanto la Luce avrebbe potuto sconfiggerlo, ma era impossibile evocare il massimo bene senza i tre draghi, e forse era proprio per quello che l’Ombra ne aveva preso uno. Fu in quel momento che capii il reale significato dell’ultima formula che Mefisto mi aveva insegnato. Mi aveva liquidato dicendo che al momento opportuno questa formula mi sarebbe servita per fare qualcosa di impossibile. Non l’avevo memorizzata bene, quindi mi ci volle qualche minuto per ricordarla. Non sapevo se avrebbe avuto successo, ma era l’ultima carta che potevo giocare, quella che avrebbe decretato vita o morte per me e per tutti.

- La Luce si divise in tre, io la ricompongo!-

Niente, non successe niente. Ma non potevo scoraggiarmi, Occhi Blu si avvicinava e la morte veniva pari passo con lui.

-La Luce si divise in tre, io la ricompongo!-

Niente anche questa volta. Perché non funzionava? Mefisto mi aveva promesso che con questa avrei fatto qualcosa che pareva impossibile. Dove stavo sbagliando? Perché non riuscivo? Non ero forse io che avrei dovuto liberare Zanna Nera? Non ero forse io che avrei dovuto sconfiggere Occhi Blu ? Non ero forse sceso all’inferno per ottenere il potere necessario a sconfiggerlo? Perché allora la fortuna non mi sorrideva dopo tutto questo?

Non c’era tempo per dare risposta alle domande, perché ormai riuscivo a guardare negli occhi il mio nemico, e potevo vedere la sua spada che lentamente veniva sguainata, una spada che ben presto avrebbe assaggiato il mio sangue un’altra volta e probabilmente non avrebbe risparmiato niente di me. Era tutto finito ormai, non c’era più possibilità di vincere contro il mio nemico. O forse no? Forse c’era ancora una speranza, dopo tutto non ero ancora morto, e avevo ancora una possibilità di riuscire a salvarmi. Liberai gli spiriti dal mio controllo, in modo da avere il cento per cento del mio potere a disposizione e infine ci riprovai per l’ultima volta. Ero esausto e non riuscivo quasi a parlare, ma almeno dovevo provarci

-La…. Luce… Si… Divise… In… Tre… Io…. La… RICOMPONGO!-

Sprofondai nelle tenebre dell’incoscienza dopo quell’ultimo grido disperato. Ero stato vinto dalla stanchezza e dal dolore, e se non fosse stato per gli abitanti di Nerona, sicuramente sarei morto.

Ma a quanto pare il destino aveva  deciso qualcosa di diverso per me ancora una volta. Mi risvegliai il giorno dopo in un letto soffice e morbido. All’inizio pensai di essere morto, ma poi quando aprii gli occhi, riuscii a vedere le numerose bende che coprivano il mio corpo. A confutare la teoria della morte fu però il dolore, che acuto attraversò il mio corpo. Ero vivo, ero vivo!

Nello stesso momento in cui realizzai questa verità, la mia mente fu invasa di domande. Che cosa era successo? Dov’era Occhi Blu? Dov’era Zanna Nera? Dov’era Ala Rossa? Avevamo vinto? Avevamo perso? Semplicemente quelle domande erano troppe per riuscire a stare tranquillo, e per fortuna la prevvidenza fece sopraggiungere i pensieri confortanti del mio spirito

“Ti sei svegliato finalmente! Abbiamo creduto che dovessi morire da un momento all’altro, è un vero miracolo che tu sia vivo”

Sentivo che era euforico, perché i suoi pensieri lasciavano trasparire una certa eccitazione.

“Cos’è successo Zanna?”

“Una cosa che non puoi neanche immaginare, abbiamo vinto, anzi hai vinto! Con la tua ultima formula sei riuscito a liberare Occhi Blu e a farci ricostituire la Luce, con la quale abbiamo sconfitto l’Ombra rinchiudendola nel centro della terra, hai fatto un miracolo! Hai fatto l’impossibile!”

Il dolore si faceva sempre più forte ogni momento che passava, e anche se non posso provarlo, sentivo la fine scivolarmi accanto. Il mio destino si era compiuto, e adesso sarei potuto morire in pace. Realizzai quanto ero cambiato in quel viaggio, nel quale avevo conosciuto il sacrificio, la pazienza, la riflessione e l’amicizia più sincera, la perseveranza. Peccato che tutto dovesse finire proprio con la mia morte. In un momento sentii la stanchezza essermi addosso e chiusi gli occhi. Dormii come non avevo mai dormito, dormii con la serenità di aver fatto qualcosa per la quale molta gente sarebbe stata orgogliosa di me. Riposai perché me lo meritavo davvero.

EPILOGO

Mi svegliai nella mia stanza, le ferite erano scomparse e le energie erano tornate, ma non era sparito il ricordo delle mie avventure. Era stato un sogno? Era stato reale? Non potevo dare risposta a queste domande, ma volevo dimostrare di avere imparato qualcosa durante il mio viaggio. Quel giorno, la mia vita cambiò radicalmente. Quel giorno, decisi che avrei tramandato la mia storia.

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