I'can't live without you -Ho bisogno di te 2-

di Ryta Holmes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutto è cambiato ***
Capitolo 2: *** Dolci ricordi ***
Capitolo 3: *** Quello che faccio per lei ***
Capitolo 4: *** Basta poco ***
Capitolo 5: *** Io, senza di lei ***
Capitolo 6: *** Io, senza di lui ***



Capitolo 1
*** Tutto è cambiato ***


CAPITOLO
1
TUTTO
E’ CAMBIATO





Lou
era tornato. Kanata e Miyu non credevano ai loro occhi, eppure lui era lì
davanti a loro; era cresciuto davvero tanto: per essere un ragazzo di 15 anni
era piuttosto alto, ma il suo viso, anche se più sfilato non era cambiato, e
aveva conservato quell’espressione dolcissima a cui Miyu non poteva resistere.
-
Siete voi?… mamma… papà?-
-
Certo che sono loro, signorino Lou, non li riconosce più?- Baumiau era sbucato
dalle spalle di Lou. Per Miyu e Kanata non c’erano più dubbi.
-
Lou, piccolo mio!!!- Miyu, permettendo alle lacrime di rigarle il volto, accolse
il ragazzo che correva verso di lei per abbracciarla e darle un bacio, che aveva
atteso con impazienza e sognato durante tutto il tragitto. Poi si rivolse a
Kanata:- Ciao papà!-, e abbracciò anche lui. Mentre si compiaceva
dell’abbraccio forte del padre, non notò che una bambina, confusa per quello
che accadeva, gli tirava i pantaloni, per attirare l’attenzione. Quando se ne
rese conto, esclamò:- Ma… questa chi è?-
Miyu
si asciugò le lacrime, e con soddisfazione presentò la piccola a Lou.
-
Questa… è Mai, tua sorella!-
-
M-ma allora siete diventati davvero dei genitori.- Miyu e Kanata arrossirono
imbarazzati: dopotutto anche se il loro aspetto fisico era cambiato, i loro
caratteri erano rimasti sempre gli stessi!!!
Lou
continuò:- Baumiau mi ha raccontato quello che non ricordavo, praticamente
tutto… perciò adesso conosco l’intera storia, e… vi voglio
ringraziare, perché siete stati degli ottimi genitori nonostante foste
solo dei ragazzi. Voi per me rimarrete per sempre i miei secondi genitori… è
anche per questo che ho affrontato questo viaggio per rivedervi, e poi…-
Kanata e Miyu erano molto contenti delle parole di loro figlio…- ecco io
vorrei…restare a vivere un po’ qui sulla terra!!-
-
Eh? Ma Lou, dici sul serio? E i tuoi genitori cosa ne pensano in proposito?e…
e non ti mancherà il pianeta Otto?-
-
No mamma, non mi mancherà. Comunque ho il permesso dei miei genitori, che sono
stati ben contenti che io vi venissi a trovare! Non dimenticheranno mai quello
che avete fatto per me! E poi qui ci siete voi, e io avevo così tanta voglia di
rivedervi… il nostro addio non è stato dei migliori a quanto pare!- Miyu
abbassò lo sguardo: ricordava ancora con dolore gli strilli di Lou e lei che
non lo aveva neanche degnato di uno sguardo. Il ragazzo si rese conto della
reazione della madre, e tentò di tirarle su il morale. Intanto Kanata,
stranamente, fremeva.
-
Non ti preoccupare mamma, oramai sono qui, e potremo vivere di nuovo insieme!!!-
Un
sorriso illuminò il volto di Miyu, dopo di che abbracciò Lou.
-
Avanti, rientriamo in casa, davanti ad una tazza di the ci racconterete tutto…
a proposito, Baumiau tu come mai lo hai seguito? Mi sembra che Lou sia
abbastanza grande per avere ancora un alien-sitter!!!-
-
Beh, ecco… la Terra mi mancava tanto, e poi… avevo una voglia matta di dango,
così…-
-
Lo immaginavo, sei sempre il solito Baumiau!!!-
L’alien-sitter
era arrossito, e Miyu era esplosa in una risata, che fece quasi spaventare la
piccola Mai, la quale non aveva mai visto la madre ridere così… peccato che
se non rideva più tanto spesso c’era un motivo…
-
Miyu, Lou… scusate ma io devo proprio scappare. Ho un appuntamento di lavoro,
ciao!- Kanata corse via salutandoli a stento con la mano. Miyu s’incupì, e
Lou se ne accorse: qualcosa non andava.
Miyu
si voltò di scatto e disse con voce grave:- Entriamo in casa -.
Mentre
sorseggiavano il the, Lou chiese a Miyu il motivo del comportamento di suo
padre.


-
Vedi Lou… Kanata ora lavora… fa il traduttore, pensa! Il suo lavoro consiste
nel tradurre in inglese incontri di lavoro e non, ed è molto importante; lo
tiene molto occupato come vedi…-


-
Questo non è un buon motivo per andarsene senza neanche salutarti!- Baumiau era
rimasto molto sorpreso dal comportamento di Kanata, e non si spiegava un tale
cambiamento da parte sua. Miyu, a quella affermazione sospirò, e ciò
significava solo che lei già da tempo era angustiata per questo motivo.


Tanto
per cambiare discorso, Baumiau propose a Lou di andare a fare un bel bagno, così
Miyu si ritrovò da sola. Seduta in camera da pranzo, con Mai sulle gambe che
giocava, ripensò al suo passato, e ai giorni felici che aveva trascorso con suo
marito.





Continua

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Capitolo 2
*** Dolci ricordi ***


CAPITOLO 2 DOLCI RICORDI

 

Quando finalmente si erano dichiarati, tutto era cambiato. Kanata si era rivelato più dolce con lei, e questo li aveva portati anche ad accettare la partenza di Lou. Questo perché in ogni momento di tristezza, si facevano forza l’un l’altro, e con il passare degli anni, il dolore si era a tal punto affievolito, da non consistere più un peso nelle loro vite.

Ovviamente la loro dichiarazione aveva portato non poco scompiglio nel loro gruppo. All’inizio non lo avevano rivelato a nessuno, per timore di una reazione troppo violenta di Chris, ma il cambiamento che ricevettero, insospettì non poco i loro amici, che, andando più a fondo nella faccenda, scoprirono la verità. Ovviamente tentarono in tutti i modi di nascondere la faccenda a Chris, inventando scuse quando essi mancavano, o quando li sorprendevano più vicini. Ma come ogni segreto, alla fine anche questo uscì allo scoperto. Successe tutto un giorno d’estate. Stavano per iniziare le vacanze estive, e l’ultimo giorno a scuola c’era un’aria di festa e di allegria. Nessuno aveva voglia di studiare, e persino i professori, avevano deciso di anticipare la fine delle lezioni. Nella loro classe, tutti erano intenti a chiacchierare, e il prof. Kinku, si avvicinò a Miyu.

- Allora Kozuki, perché non hai portato tuo fratello, si sarebbe sicuramente divertito oggi che non stiamo facendo lezione!!!-

Miyu, che ancora soffriva per la sua recente partenza, sentì le lacrime che stavano salendo agli occhi. Con voce grave, e  con fare sbrigativo, disse che era tornato in America dai suoi genitori, e dopo un po’ chiese di uscire. Non resistette più, e appena chiusa la porta scappò in giardino per piangere. Non si era accorta che Kanata l’aveva seguita. Quando lui la chiamò, lei si gettò tra le sue braccia e gli disse:- Amore mio, ti prego, aiutami tu…-

Kanata la strinse più forte a sé. Proprio in quel momento, per il corridoio che si affacciava sul giardino, Chris stava camminando, e vide tutta la scena. La reazione che tutti si aspettavano non avvenne. Infatti, invece di urlare e di cercare di uccidere Miyu, incominciò a piangere, e scappò via, non facendosi più rivedere per l’estate intera.

Quando finalmente ricominciò la scuola, tutti la trovarono cambiata, anzi, non appena rivide Miyu, le saltò al collo e … l’abbracciò.

La felicità di Miyu e Kanata, fu messa alla prova 5 anni più tardi.

Lei aveva deciso di diventare una pediatra, e i suoi genitori le consigliarono di andare in America per laurearsi. Miyu era combattuta tra il restare con Kanata e il suo futuro, ma alla fine fu proprio lui a spronarla a partire. Passarono quindi sei interminabili anni senza vedersi, e comunicando per lettera o attraverso telefonate lunghe ore; fu molto dura per i due ragazzi, ma ciò servì anche ad avvicinarli ancora di più. Miyu ricordava perfettamente il giorno in cui si ritrovò all’aeroporto di Tokyo. Finalmente avrebbe potuto rivederlo dopo tanto tempo… niente più lettere, niente più telefonate… solo loro due… Ed ecco che voltandosi se lo ritrovò davanti, ma rimase a bocca aperta, non appena lo vide: in sei anni il suo aspetto era cambiato notevolmente, ed era bello come non mai. Anche il suo viso, sebbene avesse conservato le stesse espressioni, era quello di un uomo. Dal canto suo, anche Kanata rimase senza fiato, appena vide davanti a lui una donna. Quel tanto sbeffeggiato corpo infantile, aveva ceduto il posto ad un corpo slanciato e provocante, e il suo viso era molto più maturo e affascinante. In un attimo furono uno davanti all’altra, e si unirono in un abbraccio così tenero e passionale allo stesso tempo, che avrebbe commosso chiunque.

Quando si staccarono i loro volti erano vicinissimi. Ma prima che le loro labbra si sfiorassero, Kanata, con un’audacia esercitata per ben due giorni, tentò di dire quello che non era mai stato capace di dirle.

- Io… ecco, io… ti amo…- Miyu non credeva alle proprie orecchie. C’era riuscito! Non era mai stato capace di dirle chiaramente quello che provava per lei, ma Miyu non si era mai lamentata di questo, perché lo esprimeva diversamente; eppure dopo che era riuscito a trovare il coraggio di dire quelle paroline così semplici, e così difficili, la ragazza si sentì al colmo della gioia. Accarezzò prima la testa del ragazzo, spostandogli la folta frangetta, e poi la guancia calda per il rossore. Poterlo toccare era quasi un sogno dopo tanti anni, e Miyu provò una sensazione piacevolissima con quel contatto. Ormai non servivano più parole. Quelle di Kanata erano già abbastanza, perciò dopo avergli rivolto uno sguardo dolcissimo, accolse il bacio che lui le rivolse, un bacio dolce e tenero, che sembrò cancellare il ricordo di quel lungo distacco. Da allora non si separarono più.

Da quando Miyu era tornata, sembrava che Kanata avesse sempre qualcosa da dirle, ma, o per un modo, o per un altro, non ci era mai riuscito. Gli ci vollero tre settimane per decidersi a parlare, e in quell’occasione, mentre passeggiavano nel parco dopo una cena romantica, Kanata si inginocchiò, tanto da sorprendere perfino lui, e con titubanza chiese a Miyu se voleva sposarlo. Kanata fu quasi preso da un infarto, quando ebbe la risposta dalla donna.

- No, non lo voglio – disse - … lo desidero!!!-

La cerimonia era stata molto semplice, con rito buddista. Però Miyu in quell’occasione indossò l’abito bianco, e a Kanata mancò il fiato, quando, aspettando davanti all’altare, la vide arrivare splendida come non mai. Al tempi Saionji, quel giorno fu uno dei più felici: tra i pianti di gioia continui del sig. Kozuki, e quelli di disperazione di Kurita e delle fans di Kanata, e le improvvise crisi di gelosia, anche se si definirebbero meglio “esplosioni” di gelosia, di Chris, non del tutto guarita dalla cotta per Kanata, quello fu anche un giorno molto movimentato. Quell’agitazione, era da tempo che non accadeva a casa Saionji, e ciò rese gli sposi molto più felici di quanto non lo fossero già.

In seguito avevano continuato a vivere nel tempio, anche perché, negli ultimi tempi, i viaggi del padre erano diventati più frequenti, e il santuario era sempre trascurato. Due anni più tardi, nacque la piccola Mai, rallegrando completamente la loro vita. Il pensiero di Lou, era sempre vivo nei loro cuori, ma poter avere di nuovo un bambino nella loro casa, era meraviglioso. Mai poi, era molto vivace e sveglia, e il suo carattere era molto simile a quello di Lou. La loro felicità durò però, solo fino per pochi mesi, cioè quando Kanata riuscì a trovare un lavoro fisso. Si era molto appassionato all’inglese, era sempre stato molto bravo, ma trovare un impiego fisso, era molto difficile; poi, finalmente era stato ingaggiato da una compagnia. Miyu si sentì molto più sollevata, perché non le piaceva il fatto che fosse solo lei a lavorare. Ma ben presto, non appena il suo capo vide in lui tutte quelle buone qualità che lo distinguevano, lo spronò a fare carriera. In soli due mesi, sembrava che Kanata si fosse scordato di avere una moglie ed una figlia! A casa tornava raramente, e sempre stanco, e non riempiva più di attenzioni la sua famiglia, anzi, quasi non la calcolava più. Miyu, era perennemente in conflitto tra il rimproverargli il suo comportamento, e tacere, per amor suo: sapeva quanto lui ci tenesse, e sapeva anche che lui, pur essendo impegnato continuava ad amarla con la stessa intensità del passato. Eppure quell’allontanamento, la faceva soffrire sempre di più, e il suo unico conforto era rappresentato dalla sua bambina.

Ora però c’era anche Lou, non si sarebbe sentita più così sola, avrebbe reagito, e, soprattutto, aspettato che Kanata raggiungesse il suo scopo, e tornasse quello che era un tempo.

Quando si riprese dai suoi pensieri, Miyu sorrideva, ma una telefonata, le portò una nuova ondata di depressione.

Non appena sentì squillare il telefono, andò a rispondere, con la speranza che fosse Kanata.

- Pronto, qui casa Saionji, chi parla?-

- Buongiorno, sono la signorina Smith, sto cercando il signor Saionji, Kanata Saionji. Sono una sua cliente, e gli dovrei parlare.- non appena sentì il cognome di quella donna, una fitta di gelosia si impadronì di lei. Miyu non sopportava quella donna: era una cliente si Kanata, ma era più appiccicosa della carta moschicida! Adesso era persino arrivata a cercarlo a casa!!! Miyu rispose con un tono mooolto freddo, diciamo pure raggelante!

- Mi dispiace, ma Kanata in questo momento non è in casa, ma io sono la moglie, se vuole può dire a me quello che…- dall’altro capo del telefono, ebbe una risposta piuttosto maleducata.

- No, va be’, non mi interessa lei, io voglio Kanata, non saprebbe dirmi quando torna?- ora Miyu aveva perso il controllo di se stessa.

- NO, NON LO SO QUANDO TORNA, E SE HA BISOGNO DI LUI, SE LO CERCHI DA UN’ALTRA PARTE!!!- dopodiché, abbassò la cornetta con forza, e se ne andò sbraitando in cucina. Baumiau, incuriosito dalle urla di Miyu, si affacciò, e assistette alla scena, alquanto preoccupato. Quando rientrò nella stanza, trovò Lou, che si asciugava i capelli, anch’egli preoccupato.

- Baumiau, cosa sta succedendo tra mamma e papà? La mamma non è felice come vuole far credere… me ne sono accorto prima quando eravamo in cucina, sembra così triste…-

- Non lo so, signorino Lou, ma credo che sia colpa del signorino Kanata, che stupido, lo chiamo ancora signorino, eppure è un uomo ormai!-

- Allora proprio perché è un uomo non dovrebbe far soffrire così la mamma!!! Mi sembra che sia abbastanza grande per capirle certe cose! Da quello che mi hai raccontato tu, quei due hanno sempre litigato, ma alla fine, tutto si concludeva con una tregua. Adesso, invece, in questa casa si respira un’aria così tesa e pesante, che mi sento soffocare. E’ strano, ma non mi sembra di aver mai provato in questa casa una sensazione così brutta. Mi sbaglio?-

- No signorino Lou, non si sbaglia… ma… adesso che ci siamo noi, potremo aiutarli, che ne dice signorino?-

- Dico che è un’ottima idea, quei due hanno davvero bisogno di aiuto!!!-

 

Continua…

 

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Capitolo 3
*** Quello che faccio per lei ***


CAPITOLO 3 QUELLO CHE FACCIO PER LEI

 

Un’auto, percorreva la via deserta, che portava verso la collina dove si trovava il tempio. Kanata, che era alla guida, guardava con occhi stanchi la strada, e pensava ai fatti successi in quel giorno. Credeva di aver lavorato abbastanza per tutta la mattinata, ma, evidentemente, non era così; infatti, nelle prime ore del pomeriggio, era stato chiamato per un impegno di lavoro. Miyu l’aveva pregato così tanto di rimanere ancora per qualche minuto al tempio, perché vedesse la piccola Mai che muoveva i primi passi. Quando lo aveva fatto per la prima volta se li era persi, e quel pomeriggio stava per accadere di nuovo. Era stata una fortuna che non lo avevano rimproverato, quando era arrivato tardi!

E poi… era ancora incredibile, solo a pensarlo, ma Lou era finalmente tornato. Poterlo rivedere era stata una gioia immensa, e il solo pensiero che si sarebbe fermato per un po’ di tempo, ridava a Kanata tutte le forze. D’altronde era partito così improvvisamente, e il vuoto che si era venuto a creare era stato colmato solo dall’amore per Miyu, ma nonostante tutto il ricordo di quel piccolo alieno non si era per niente affievolito. I pensieri di Kanata, si spostarono su Miyu. Negli ultimi tempi era apparsa piuttosto strana; sembrava triste e depressa, e Kanata sapeva bene che la causa della sua depressione era proprio lui. Il lavoro lo impegnava più del necessario, e così spesso era costretto ad estraniarsi dalla vita di lei e di sua figlia, ma non era certo questo quello che voleva: avrebbe preferito assistere alla crescita della propria bambina piuttosto che star dietro ai suoi clienti, ma il lavoro era indispensabile, e lui non voleva che la sua famiglia dovesse soffrire per mancanza di denaro o di lavoro. Da quando Miyu si era ritirata per un po’ dal suo lavoro, dopo la nascita di Mai, era lui che doveva mandare avanti la situazione economica familiare, e non voleva essere da meno. Per la loro felicità aveva rinunciato a vivere egli stesso un vita serena. E poi, comunque il lavoro gli piaceva: fin da ragazzo l’inglese era sempre stata la sua materia preferita, e poter utilizzare quelle sue capacità, lo faceva sentire completo.

L’auto si fermò davanti alla scalinata. Dopo aver chiuso lo sportello, iniziò a salire speditamente, non vedendo l’ora di godersi la tranquillità familiare che tanto amava, e per poter chiacchierare con Lou. Quando arrivò in cima, però, si rese conto che tutte le luci erano spente. Quando entrò, sembrava che la casa fosse vuota. Si diresse in cucina, ma non c’era nessuno, poi nella stanza di Mai, e la vide che dormiva. Dopo averle rimboccato le coperte, e averle dato un bacio in fronte, si diresse nella sua stanza, sperando che Miyu fosse ancora sveglia. Quando entrò, però, trovò la luce spenta, e Miyu che dormiva. Deluso da quell’accoglienza, in silenzio, si preparò per la notte.

- Era ora che tu tornassi…- la voce fredda di Miyu si percepì anche da sotto le coperte.

- N-non mi sembra tanto tardi… sono appena le nove!- Miyu si mise a sedere sul letto, e Kanata dalla poca luce che proveniva dalla finestra, si accorse che la sua espressione era grave.

- Credevo che mi avessi aspettata alzata… almeno tu…-

- Io invece credevo che fossi in giro ancora con quella Smith!- Miyu accese la luce della lampada per vedere meglio la reazione di Kanata.

- Eh!?! E per quale motivo io dovrei essere in giro con Jinny?… non avrà telefonato!?!-

- Bene vedo che adesso la chiami anche per nome… e dimmi, che altro fate di così intimo voi due?- la voce di Miyu era piuttosto irritata, e Kanata, sentendosi così attaccato, non potè non stizzirsi anche lui.

- M-ma Miyu, ti ha dato di volta il cervello!?! E poi non hai ancora risposto alla mia domanda. Lei ha chiamato qui?-

- Certo che ha chiamato qui!!! Per quale motivo le hai dato il nostro numero di telefono, non voglio che rompa anche in casa nostra, non basta che ti vuole tutto per sé!-

- Miyu il numero di telefono deve esserselo preso da qualche altra parte, perché io non gliel’ho dato! E poi non capisco perché ti scaldi tanto. E’ la figlia del mio datore di lavoro, che presto gli succederà, ed è normale che mi cerchi se ha bisogno di me!-

- E chissà perché ti cerca sempre quando non sei al lavoro, o hai chiesto un permesso!!! E poi si è comportata anche da maleducata… mi ha fatto saltare i nervi!!!- Kanata si fece più preoccupato, cosa che fece mandare in collera ancora di più Miyu.

- E… e che cosa le hai fatto?-

- E’ semplice, le ho risposto per le rime, le ho fatto capire che non doveva più impicciarsi a chiamare qui, e le ho chiuso il telefono in faccia!!!-

- Ma… ma io dico sei impazzita!?! Quella mi può licenziare se solo lo volesse!!!- Miyu si alzò in piedi, perché Kanata gli stava dando fin troppo sui nervi, e non capiva perché non le dava ragione, e difendeva invece quella donna.

- Appunto, non lo vuole, perché ti sta sempre attaccata, e non vede l’ora di levarmi tra i piedi, così ti avrà tutto per sé!!!-

- Miyu stai davvero esagerando, parli come una vecchia moglie gelosa!!!-

- Beh, mi sembra di avere tutto il diritto di esserlo!!! Kanata adesso basta, io sono stufa di quella maleducata, perciò non voglio più che chiami in casa mia!!!-

- BEH, SE E' PER QUESTO, NON MI SEMBRA CHE QUESTA SIA CASA TUA!!!- Miyu si fermò di colpo, e intanto si sentì la piccola che piangeva nell’altra stanza: le urla dovevano averla svegliata, e Miyu ne approfittò per uscire dalla stanza, prima che Kanata vedesse le sue lacrime che scendevano sul viso. Kanata tentò di fermarla mentre scappava via, ma non ci riuscì, e la vide uscire e correre verso la camera di Mai, dove si chiuse sbattendo la porta. Kanata non voleva dirle quelle cose, non voleva ferirla in quel modo, ma l’aveva fatto, e ancora scosso attese invano che lei tornasse in camera fino al mattino.

 

Continua…

 

E’ inutile che fate quelle facce (anche se non le vedo, me le immagino!), Kanata si è comportato veramente da stupido, non doveva dirle quelle cose!!! Ma tanto è inutile che mi scaldo tanto, dopotutto l’ho scritto io così!!! Lo so che questi capitoli sono tristissimi, ma se non si crea un po’ di suspance, che storia è? Abbiate pazienza, e vedrete che alla fine tutto si aggiusterà, solo che non vi immaginate proprio come, perché ho deciso che Lou ci metterà il suo zampino, perciò aspettatevi di tutto, in perfetto stile Ufo Baby!!! Ciaooo

Ryta Holmes

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Capitolo 4
*** Basta poco ***


CAPITOLO 4 BASTA POCO

 

La mattina seguente, Kanata fu svegliato dal suono della sveglia. Mentre aspettava che Miyu tornasse, si era addormentato, e al suo risveglio, si rese conto che lei ancora non c’era. Si preparò per andare al lavoro, e si diresse in cucina. Quando entrò, vide che Lou era intento a fare colazione e Baumiau che aiutava Miyu davanti ai fornelli. Come lei si accorse di Kanata, lasciò tutto quello che stava facendo, affidò la piccola Mai all’alien-sitter, e uscì dalla stanza. Kanata rimase molto colpito da quell’atteggiamento, ma invece di chiedere spiegazioni, preferì non rinunciare al suo orgoglio e sembrare indifferente.

- Allora, la mia colazione?- peccato che non riuscì a prevedere la reazione di Miyu.

- Mi dispiace, ma non è pronta. Sei vuoi preparatela da solo. Io adesso devo andare a pulire la tua casa!- e si allontanò con aria indifferente, lasciando Kanata senza parole.

Baumiau cercò di salvare la situazione, per evitare che i due esplodessero in una discussione già di primo mattino.

- Signor Kanata… se vuole gliela preparo io la colazione…- Kanata gli rivolse uno sguardo tetro.

- No Baumiau, grazie. Non ho fame. Io devo andare adesso, ci vediamo più tardi. Ciao!- Kanata si voltò, ma dovette fermarsi nuovamente a causa di Lou.

- Ehm, papà…- Kanata si voltò, e con titubanza Lou continuò - questo pomeriggio mamma mi ha promesso che saremmo andati a trovare i vostri amici, perciò… ti volevo chiedere se volevi venire anche tu…- Kanata sorrise.

- Va bene, allora aspettatemi, così dopo pranzo vi accompagnerò. Ciao!- Lou si sentì molto più sollevato dopo aver visto Kanata sorridere, perciò continuò a fare colazione tranquillamente.

Kanata uscì di casa, e si diresse nel suo ufficio. In pochi minuti arrivò a destinazione, e velocemente fece il resoconto degli impegni della giornata.

- Bene, per l’ora di pranzo mi potrò liberare…- senza perdere tempo, si immerse nel lavoro.

Era quasi ora di pranzo, quando Jinny Smith si avvicinò a lui.

- Complimenti Kanata, l’incontro di ieri è andato proprio come desideravo!!! Grazie al tuo inglese la compagnia di Londra accetterà volentieri le nostre richieste!!!-

- La ringrazio…- Kanata cercò di essere il più cordiale possibile, ma le parole di Miyu della sera precedente, lo portarono ad essere più distante, e Jinny se ne rese conto.

- C’è qualcosa che non va, Kanata?-

- No… no, niente…- Jinny fece un sorriso smielato.

- Benissimo!!! Allora se non c’è niente che non va, accompagnami a pranzo!!!-

- Ma veramente…-

- No, niente “ma veramente”. Dobbiamo discutere riguardo l’appuntamento di domani con quella ditta americana, e più importante dei tuoi impegni!!!- era molto difficile combattere contro l’insistenza di quella donna, e l’impresa era ardua persino per uno come Kanata.

- Va bene, ma lasci almeno che avvisi a casa che non rien…-

- Su avanti, non credo che ce ne sarà bisogno!!! Se non ti vedranno tornare, capiranno che stai ancora lavorando, no? E poi non c’è tempo, dobbiamo andare!!!- Jinny trascinò con forza Kanata fuori dall’ufficio, verso la sua auto.

Mentre guidava, con la coda dell’occhio osservava l’uomo, che guardava fuori dal finestrino,  il quale evitava di intavolare una discussione, e di incrociare il suo sguardo. Ma Jinny non si preoccupava per questo: presto sarebbe stato solo suo, e allora sì che non avrebbe potuto più scollarle gli occhi di dosso!

Jinny Smith era una donna molto affascinante. Era figlia di un noto imprenditore inglese, e di una donna di buona famiglia, giapponese. Il padre aveva trovato la sua miniera d’oro nel commercio giapponese, e da diversi anni, risiedeva a Tokyo assieme alla famiglia. Molti avevano chiesto la mano della sua bellissima figlia, ma era sempre lei stessa a rifiutare ogni possibile candidato, perché era convinta che nessuno fosse alla sua altezza. Alta e magra, con la capigliatura corvina, gli occhi da gatto di un azzurro intenso, e cultrice del senso estetico, amava circondarsi di ogni cosa splendida esistente. Ed era proprio per questo motivo che come compagno aveva scelto Kanata. Fin dalla prima volta che suo padre glielo aveva presentato, indicandolo come un ragazzo pieno di buone qualità, aveva deciso che sarebbe stato suo. Ovviamente avrebbe dovuto togliere di mezzo sua moglie, quella Mayu, o Miyu, se ne ricordava bene il nome, e la cosa non sarebbe stata difficile, perché fino a quel momento, ancora non si era fatta avanti, perciò ipotizzò che non dovessero essere molto combattiva. Immaginava già che i due sposi litigassero da un po’ e sperava che continuando ad allontanare Kanata dalla sua famiglia, con la scusa del lavoro, potesse portare ad un litigio più grave, per dividerli definitivamente. Poi avrebbe pensato lei a consolare il “povero marito abbandonato”.

Per il momento avrebbe fatto in modo che perdesse tutta la giornata con lei… chissà se avrebbe funzionato…

Kanata rientrò a casa verso sera, stanco della presenza e delle chiacchiere inutili di quella donna. Quando entrò in casa, capì subito che tutti dovevano essere ancora fuori con i loro amici, perché non vide nessuno. Ma si sbagliava…

- Vedo che alla fine è tornato, signor Kanata.- Kanata trasalì quando sentì la voce fredda di Baumiau alle sue spalle.

- Ah, Baumiau… credevo che fossi fuori con gli altri…- l’alien-sitter continuava ad essere piuttosto freddo con Kanata.

- Infatti lo ero, ma sono dovuto tornare a casa per dare alcune comunicazioni sul diario di bordo. A quest’ora le comunicazioni fino al pianta Otto viaggiano più in fretta, e così…-

- Ah, ho capito…- Kanata non sapeva cosa dire: Baumiau era molto strano, e il suo sguardo esprimeva severità. Infatti poco dopo, la sua voce si fece dura e irritata.

- Si vergogni signor Kanata, lo sa che il signorino Lou è rimasto molto male? Non si è nemmeno scomodato ad avvisare!!! La signora Miyu e noi altri l’abbiamo aspettata per due ore, e alla fine visto che eravamo in un ritardo tremendo siamo dovuti andare da soli, a piedi!!! Questo da lei non me lo sarei proprio aspettato, mi ha veramente deluso!!!-

- Non è colpa mia, Baumiau!!! Sono dovuto andare ad un pranzo di lavoro per discutere…-

- E mi dica… quanti eravate?-

- Eh? Io e Jinny, ma questo che cosa centra?-

- Ma mi scusi, ma lei lo fa apposta per ferire la signora Miyu, oppure è così impegnato da non rendersene conto?-

- Guarda Baumiau che io non so proprio dove vuoi arrivare…-

- Ma non capisce che la signora Miyu soffre per quella donna!?! Se lei continua a frequentarla così assiduamente, non migliorerà certo la sua situazione!!!-

- Baumiau io non ci posso fare niente, se lei mi obbliga. Devo sottostare, perché sono un suo dipendente!!! Non credere che me ne importi molto di lei, e poi dovresti saperlo che sono molto legato a Miyu, non dovresti nemmeno alzare queste polemiche!!!-

- Ma allora perché queste cose non le dice anche a sua moglie!?! Da quando io e il signorino Lou siamo qui vi abbiamo sentito solo litigare, e mi creda, di certo non come 14 anni fa! Adesso la sento solo ferire la signora Miyu!!! Non se ne rende conto!?!- Kanata rimase stupito. Baumiau gli aveva parlato con una severità e una rabbia che non gli aveva mai visto. Ma adesso che ci rifletteva era vero. Lui non aveva fatto altro che ferire Miyu, e non aveva deposto il suo orgoglio una sola volta! Possibile che era stato così stupido, da comportarsi a quel modo? Ma ormai come poteva rimediare?

- Mi… mi dispiace, io non volevo arrivare a questo…- con lo sguardo basso, si voltò e uscì di casa, per poter schiarire le sue idee e la confusione che aveva in testa. Baumiau lo lasciò andare, comprendendo il disordine che aveva in testa, e quando Miyu tornò le riferì la discussione avuta con Kanata. Miyu, dal canto suo, fu ben felice che suo marito avesse compreso il suo sbaglio, ma ancora irritata, decise di non andarlo a cercare e di lasciarlo a se stesso almeno per una notte. Baumiau, un po’ scoraggiato dalla poca collaborazione avuta anche da Miyu, si rassegnò, e decise di aspettare la mattina seguente per convincerla a cambiare idea. Poi, accompagnò Lou a dormire, e lo rassicurò dicendogli che suo padre avrebbe voluto accompagnarlo, ma era stato costretto contro la sua volontà, così il ragazzo recuperò il suo buonumore e si addormentò più tranquillo, pensando ad escogitare qualcosa per far riavvicinare i genitori.

La mattina seguente, Miyu faceva colazione in silenzio. Erano appena le sette del mattino, e tutti ancora dormivano. Durante la notte non aveva chiuso occhio per via della discussione avuta con Baumiau la sera precedente. Lei gli aveva detto che non sarebbe andata a cercare Kanata almeno per quella notte, ma fino a che non si era alzata dal letto, non aveva fatto altro che pensare a lui. Immaginava che fosse andato a passare la notte nel suo ufficio, ma comunque non potè fare a meno di non pensarlo solo e confuso. Miyu voleva che tutto si sistemasse, ma era ancora troppo in collera con lui. Adesso si stava godendo la tranquillità e il silenzio del mattino, prima di prepararsi ad affrontare una nuova giornata, con tutti i suoi problemi. Baumiau, ruppe quel silenzio all’improvviso.

- Si è già svegliata, signora Miyu - la donna sorrise, e verso un po’ di caffè in un'altra tazza, per l’alien-sitter.

- Buongiorno Baumiau… vieni, fammi un po’ di compagnia!- Baumiau si sedette di fronte a lei, pronto a riprendere il discorso lasciato a metà la sera precedente.

- Allora, adesso che è mattina, perché non cerca di chiarire ogni cosa?-

- Mi piacerebbe Baumiau, ma sono ancora arrabbiata per quello che è successo, e sono convinta che anche lui sia nervoso. Se parliamo finiremo per discutere un’altra volta!-

- Ne è davvero convinta?- Miyu guardò Baumiau con aria interessata. Non capiva dove voleva arrivare, ma voleva farlo. Baumiau continuò.

- Secondo me, se deponete tutta la rabbia e il vostro orgoglio, e magari parlaste con calma, forse che tutto si risolverebbe! Dopo tutto non ci vuole molto per fare pace. Basta chiedersi scusa a vicenda e tutto si sistema. Qualche semplice parola, non è poi difficile da dirsi, mi sbaglio? Voi esseri umani siete davvero strani! Basta così poco per essere felici, ma lo evitate finché è possibile!!!- Miyu sorrise, Baumiau aveva centrato perfettamente il problema.

- Allora signora Miyu, perché adesso non lo raggiunge? Penserò io alla piccola Mai, non si deve preoccupare!-

- D’accordo, adesso mi vesto e corro subito da lui! Grazie Baumiau!!!- Miyu dette un bacio sulla guancia a Baumiau, che arrossì vistosamente, e poi corse in camera senza perdere tempo. Quando uscì di casa, Lou chiamò l’alien-sitter.

- Baumiau, io la seguo, voglio vedere se andrà tutto bene. Non mi fido di quei due!-

- Va bene signorino Lou, ma veda di non farsi scoprire, mi raccomando!- Lou lo guardò con aria decisa.

- Solo se non ce ne sarà bisogno!!!- rivolgendo un sorriso d’intesa, uscì di casa in silenzio pronto a pedinare sua madre.

Kanata si era finalmente alzato dal divano del suo studio che aveva usato come letto. In realtà non era riuscito a dormire per tutta la notte, e adesso, anche se era più stanco della sera precedente, e aveva un doloroso mal di schiena, era pronto a chiarire la questione con Miyu. Mentre cercava le chiavi di casa che aveva distrattamente lanciato sulla scrivania, si sentì chiamare di spalle.

- Buongiorno Kanata… come mai sei qui?- Kanata si voltò.

- Oh, salve Jinny!- la donna si rese conto che Kanata aveva trascorso la notte in ufficio, perciò mostrandosi stupita e piuttosto comprensiva, si avvicinò a lui.

- Ma che ti è successo… non avrai passato la notte la notte qui, spero…- Kanata annuì, per niente felice di discutere con lei. Jinny le mise una mano sulla spalla, e lo avvicinò a sé.

- Se… se ci sono problemi, sappi che ci sono sempre io che ti posso dare una mano… ti puoi anche confidare se ti va…- la sua voce era molto sensuale, e questo a Kanata dette molto fastidio. Quella donna ne stava approfittando della situazione per provarci spudoratamente con lui. D’un tratto le ritornarono alla mente le parole di Miyu e si convinse sempre di più che doveva chiarirsi con lei. Prese la mano di Jinny, e la staccò violentemente dalla sua spalla.

- Mi dispiace, ma no ho bisogno della sua compassione. E poi non c’è nessun problema. Ho solo dimenticato la chiave di casa e non sono potuto entrare questa notte, e dato che mia moglie non c’era…-

- Non dire stupidaggini Kanata, si capisce benissimo che tu e quella stupida di tua moglie siete in rotta!!!- Kanata si seccò molto di più, ma quella donna non si arrendeva molto facilmente.

- Non le permetto di insultare in questo modo mia moglie! La smetta per favore! Io…- rimase impietrito quando Jinny, con fare molto possessivo, lo tirò a sé e lo baciò, ma subito dopo la spinse in avanti perché si staccasse. Non ebbe il tempo di parlare che sentì una voce dietro di sé.

- Che stupida che sono stata… mi ero proprio illusa…- la voce era familiare, e a Kanata gelò il sangue. Quando si voltò vide Miyu davanti alla porta che era rimasta aperta, sconvolta e si vedeva che tratteneva a forza le lacrime. Jinny, con tranquillità e con un sorriso a trentadue denti, uscì dalla stanza, quasi saltellando dalla gioia.

- Oh, come mi dispiace… adesso vi lascio soli, ci vediamo dopo caro!- mandò un bacio con la mano a Kanata e se ne andò guardando trionfante Miyu, la quale, mentre si avvicinava a Kanata, “distrattamente” dette un calcio sullo stinco di Jinny, e la guardò dispiaciuta.

- Oh, come mi dispiace…- dopodiché si girò con aria minacciosa verso suo marito. In quel momento Jinny si rese conto che si era sbagliata sul conto di Miyu: quella donna doveva essere molto più combattiva di quanto dava vedere. Ma non disperò e uscì dall’ufficio pregustando la sua vittoria. D’un tratto, però si sentì la terra mancare sotto i piedi, e poi non vide più nulla…

- Bene, ti devo fare proprio i complimenti. Eri quasi riuscito a convincermi, ma sai, ti facevo più sveglio!!! L’unica cosa che più mi dà fastidio è che hai preso in giro il povero Baumiau, si era impegnato tanto!!!-

- Miyu non è come credi…-

- Non c’è bisogno che usi la classica frase del marito infedele, ormai ho capito tutto. La colpa non è tua, ma di quella donna che ti ha circuito, fino a farti cadere nella sua trappola…-

- Ma si può sapere come parli!?! Cosa credi che io sia uno scemo!?!-

- Adesso più di prima!!!- la discussione stava diventando pesante, e le voci si alterarono parecchio.

- IO MI SONO ILLUSA CHE TU MI AMASSI, CHE NIENTE AVREBBE MAI FATTO VACILLARE IL NOSTRO LEGAME, MA EVIDENTEMENTE MI SBAGLIAVO, perché E’ BASTATA UNA SCIACQUETTA DA QUATTRO SOLDI PER METTERE IN  CRISI TUTTO…-

- Bada a come parli che potrebbe sentirti…-

- E CHE MI SENTA, INVECE, perché E’ LA VERITA’, ED E’ ORA CHE SE NE RENDA CONTO!!!… IO MI SONO STUFATA, ADESSO ANCHE LA DIFENDI, KANATA IO NON SOPPORTO più QUESTA SITUAZIONE, E NON SOPPORTO più NEMMENO TE!!!-

- SE E’ PER QUESTO LA COSA E’ RECIPROCA!!! ANZI, A DIRE LA VERITA’ IO NON HO MAI AVUTO BISOGNO DI TE!!!- Miyu si fermò un secondo, provando una terribile fitta al cuore, quando Kanata le rivolse quelle parole, ma per non essere da meno, continuò subito dopo.

- HAI RAGIONE, FORSE ERA MEGLIO SE NON TI AVESSI MAI INCONTRATO, LA MIA VITA SAREBBE STATA MOLTO più FELICE!!!-

- PER UNA VOLTA SIAMO D’ACCORDO ENTRAMBI!!! ANCH’IO SAREI STATO MEGLIO SENZA DI TE!!!-

Non appena Kanata concluse la frase, ci fu un grosso bagliore, e la confusione s’impadronì delle loro menti; continuarono a vedere milioni di immagini in pochi secondi, e poi più nulla… l’oscurità li avvolse…

 

Continua…

 

Che cosa è accaduto ai nostri amici? Possibile che entrambi siano dovuti arrivare a tanto? E adesso come si evolverà la situazione? Continuate a seguire questa storia (e vi prego, recensitela anche!), e arrivederci al prossimo capitolo! Attendo con ansia il vostro giudizio e i vostri commenti!!!!

Ciaoooo

Ryta Holmes

 

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Capitolo 5
*** Io, senza di lei ***


CAPITOLO 5

IO, SENZA DI LEI

 

Quando Miyu aprì gli occhi, non capì più dove si trovava. Aveva la testa in una tale confusione che non si era nemmeno resa conto di essere stesa a terra. Si rialzò cercando di connettere quello che era successo, tutte quelle immagini che si erano susseguite così velocemente, e poi quella strana sensazione di nausea che ancora la accompagnava. Meccanicamente cercò Kanata, ma non lo trovò. Solo allora si rese conto che si trovava davanti all’entrata del tempio.

- Ma… ma come ho fatto ad arrivare sin qui!!!- C’era qualcosa di strano nella sua voce, ma non se ne rese conto, perché in quel momento era troppo impegnata a spiegarsi come mai era ritornata sino a casa, perciò entrò sperando di poterci capire qualcosa.

- Baumiau!!! Lou!!! Dove siete?- nessuno rispondeva. Miyu entrò nella cucina e vide il signor Hosho che trafficava ai fornelli, e rimase molto colpita di vederlo lì. Il padre di Kanata era in viaggio in quel momento, e per un attimo pensò ad un’improvvisata, infatti conosceva molto bene il carattere un po’ matto del suocero. Pensò, quindi, di accoglierlo e di salutarlo.

- Bentornato Hosho!!!- Miyu rimase ferma per qualche secondo alle sue spalle, ma lui non si muoveva.

- Ehm… Hosho? Mi senti?- niente, l’uomo continuava a cucinare tranquillamente. Poi, d’un tratto si voltò, e come se niente fosse camminò dritto verso Miyu e la trapassò. Lei si spaventò parecchio, e si mise ad urlare. Non riusciva capire per quale motivo il signor Hosho l’avesse trapassata come un fantasma.

- M-m-ma non è p-possibile!!! S-s-sono un f-fantasma!?!- era ancora confusa e impaurita, quando l’occhio le cadde sul calendario. Rimase a bocca aperta, quando si rese conto che era di 14 anni prima!!!

- M-ma è incredibile!!! Questo vuol dire che… che sono ritornata nel passato… ma allora oggi… ma certo, questo è il giorno in cui sono arrivata a casa Saionji!!!- Miyu ancora non riusciva a capire come mai fosse tornata nel passato, ma la cosa la rallegrava parecchio.

- Vediamo… se non mi sbaglio tra poco arriverà Kanata, e aprirà la porta del bagno!!! Andiamo a vedere!!!- con una corsa raggiunse il bagno e attese molto divertita. Dopo qualche minuto sentì la porta di casa che sbatteva e i passi e la voce di Kanata.

- Ciao!!!- Miyu attese con un sorrisino pungente, che aprisse la porta del bagno, e quando avvenne rimase di stucco. Il giovane Kanata, senza fermarsi, entrò nel bagno vuoto e richiuse la porta. Ancora con la bocca aperta, a Miyu ritornarono alla mente le parole della discussione che prima aveva fatto con Kanata.

- Era meglio se non ti avessi mai incontrato… allora…-

Miyu guardò tristemente, Kanata e suo padre cenare in silenzio, da soli. La quiete venne rotta solo dallo squillo del telefono.

- Questa è la chiamata che ricevette per andare in pellegrinaggio…- difatti, dopo aver chiuso la comunicazione, questa volta tranquillamente, il signor Hosho salutò il figlio e partì, lasciando Kanata da solo. La cosa che colpì molto Miyu, fu lo sguardo triste del ragazzo. Questi, però scrollò velocemente le spalle e andò nella sua stanza.

- Ora… ora lui è solo…- Miyu si sedette sul divano, e cominciò a riflettere. I suoi pensieri furono interrotti bruscamente, quando sentì un forte rumore provenire dalla porta d’ingresso.

- Questo… deve essere Lou!!!- Miyu accorse, e vide che anche il giovane Kanata era arrivato davanti alla porta.

- Ma che cavolo sta succedendo!!!- l’ufo, volò ancora e si portò nel tempio. Kanata lo seguì, e cercò di capire di cosa si trattava.

- E’ ovvio che abbia combinato tutto quel macello!!! Quella volta io me ne volevo andare, e aprimmo la porta… e adesso come farà?- Lou uscì dall’ufo, e volò verso Kanata.

- E.. e tu chi sei!?!- per lui era incredibile, solo che adesso non sapeva come fare, perché non c’era Miyu che gli avrebbe fatto notare che aveva bisogno di mangiare, e poi non appena il piccolo si era reso conto che c’era soltanto lui, incominciò a piangere, chiedendo di sua madre. Miyu cercava in tutti i modi di richiamare l’attenzione del piccolo e di Kanata, ma non ci riusciva. Lei non esisteva, e non poteva fare niente. Vide Kanata disperato e ne soffrì parecchio. Poi, per fortuna, Baumiau, sentendo le urla del piccolo, si svegliò prima del previsto, e uscì allo scoperto. Dopo le presentazioni, finalmente la situazione migliorò, anche se spesso Lou scoppiava a piangere perché chiedeva disperatamente la madre. Ormai aveva riconosciuto Kanata come suo padre, ma mancava qualcosa, e quel qualcosa era proprio Miyu.

- Se solo ci fossi io… le cose sarebbero diverse…-

La vita dei tre trascorreva tranquillamente. Miyu assisteva con una punta di malinconia alle loro vicende. Non riusciva a spiegarsi il perché, ma riusciva a vedere solo le tappe più importanti, le situazioni più particolari; in pratica il tempo si fermava solo in quelle occasioni, diversamente si muoveva molto velocemente, e Miyu passava da uno stato di tristezza, ad uno di nausea, per lo spostamento del tempo. Ogni volta notava che le loro avventure erano molto diverse da quelle trascorse insieme, e che Kanata si era affezionato parecchio al piccolo Lou, molto più di quando c’era anche lei. Forse era dovuto al fatto che fosse completamente solo, e l’unico conforto era rappresentato da quel bambino così piccolo. Naturalmente, senza di lei, né Chris, né Kurita, e nemmeno sua sorella Momoka, fecero mai la conoscenza di Lou. Perciò la vita di Kanata si divise completamente tra quella scolastica, dove doveva sopravvivere ogni giorno alle sue fans, e quella di casa, dove trovava il calore e l’affetto di Lou e di Baumiau.

Anche molte delle loro avventure, non furono mai vissute dai tre: a cominciare dal pericolo rappresentato da Seya Yaboshi, e poi il mondo delle favole, la festa a casa di Chris, l’esplosione del carburante della navicella, i tentativi di conquista di Hikarigaoka, e tante altre ancora. La loro vita senza Miyu era molto più tranquilla, ma lei sentenziò che fosse anche troppo monotona. Anche se, infatti, spesso avevano corso dei pericoli, e avevano avuto dei grandi timori, alla fine quell’anno con Lou lo avevano conservato sempre nei loro cuori, come qualcosa di speciale.

Miyu capì di essere ormai arrivata alla fine, quando si rese conto che presto i genitori di Lou sarebbero arrivati. Nessuno aveva festeggiato il suo compleanno, perciò la presenza di Lou rimase segreta fino alla fine. Quando i suoi veri genitori lo portarono via, Miyu vide Kanata farsi forza, e salutarlo con il sorriso sulle labbra, ma quando la loro navicella volò via, credeva che se ne sarebbe entrato in casa, con le mani in tasca, sospirando e dicendo che finalmente, era tutto finito, invece lo vide solo e abbattuto. Lo vide sedersi sul portico del tempio, mettersi le mani sul viso e cominciare a piangere. Miyu rimase di stucco. Non era vero che lui avrebbe vissuto meglio da solo, era una bugia dettata dalla rabbia!!! Miyu piangeva assieme al giovane Kanata, seduta di fianco a lui, e sperava che in qualche modo, sentisse la sua vicinanza; poi, come le era già capitato più di una volta, le immagini si offuscarono e si susseguirono velocemente. Questa volta, però sparirono all’improvviso, lasciando l’oscurità. Miyu si alzò in piedi, e iniziò a preoccuparsi per quel buio così opprimente. In quel momento, l’unica cosa che le venne in mente, era che voleva a tutti i costi poter abbracciare il suo Kanata. D’un tratto sentì una voce provenire verso una direzione imprecisata. Provò a seguire quella voce, e intanto sperava ardentemente che appartenesse alla persona di cui in quel momento aveva più bisogno…

 

Continua…

E adesso che farà Miyu? Riuscirà a ritrovare Kanata? E lui, dove sarà finito? Questo ed altro, lo saprete nel prossimo ed ultimo capitolo di questa fanfic, intitolato “IO, SENZA DI LUI”. Mi raccomando, mandatemi i vostri commenti, e fatemi sapere cosa ne pensate!!! Ciaooooo

Ryta Holmes

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Capitolo 6
*** Io, senza di lui ***


CAPITOLO 6

 

IO, SENZA DI LUI

 

Kanata aprì gli occhi intontito. Da quando aveva avvertito quella forte sensazione di nausea, non aveva capito più niente. La terra gli era mancata sotto i piedi, e in preda alla confusione aveva visto milioni di immagini scorrergli davanti agli occhi, come impazzite. Ora, cercava di coprirgli, perché un sole accecante gli annebbiava la vista. Quando, finalmente, riuscì a distinguere le forme e i colori, si rese conto di trovarsi nel viale di un’abitazione.

- Ma… ma cosa ci faccio qui!?! Che strano… la mia voce sembra anormale, è come se… rimbombasse!!!- Kanata non capiva nulla di quello che gli era successo, e, rialzatosi, si era messo a vagare sbandando per il viale. Giunto fino alla porta, era in procinto di suonare, quando sentì una voce familiare, provenire dall’interno dell’abitazione.

- Che? A…America!?!… Un momento! Volete traslocare in America e lasciarmi qui?-

- Esatto… non c’è altra soluzione, Miyu. Ieri tua madre…- la conversazione continuò, proprio come Kanata se la ricordava. Miyu gli aveva raccontato mille volte quella famosa discussione, e lui la conosceva molto bene.

- Ma… ma… non è possibile!!! Sono tornato indietro nel tempo!!!- si accostò alla porta per sentire meglio, ma quando vi si appoggiò, la trapassò cadendo a terra ed entrando in casa Kozuki.

- Ahio!!! Ma come cavolo ho fatto a trapassare la porta!!!- Kanata si massaggiò la guancia che aveva toccato terra, poi si rialzò e si diresse dove provenivano quelle voci. Si rese conto di essere invisibile, perciò si avvicinò di più alla famiglia che discuteva, e attese che Miyu si rassegnasse all’idea di dover andare a vivere nella sua casa. Ma con sua grande sorpresa, Miyu non demorse.

- No mamma, io a casa di questo vostro amico non ci vado!!! Sono sempre stata sola, anche qui, perciò perché non potrei esserlo anche in America!!! Per lo meno lì saprei di trovarvi sempre a casa la sera, no? Ve lo chiedo per favore, portatemi con voi!!!- l’espressione di Miki si fece più seria.

- Ma Miyu, se vieni in America, dovrai cambiare ambiente, scuola e amici, te la senti?-

- Lo dovrei fare anche se rimango in Giappone, se non mi sbaglio. Io sono pronta, e sento che non me ne pentirò!!!- i signori Kozuki sospirarono.

- E va bene, è deciso. Verrai con noi!-

- Ma non doveva andare così!!!- Kanata era in preda all’agitazione.- In questo modo io non la incontrerò mai!!!- queste ultime parole, rimbombarono come un martello. Nella sua mente, riaffiorò il ricordo delle ultime parole che aveva scambiato con Miyu, e capì.

- Allora è così che sarebbero andate le cose, se lei non mi avesse mai conosciuto!!! Dice che non se ne pentirà!!! Lo spero per lei!!!- la rabbia lo colse, ma ad un tratto non capì più nulla, perché di nuovo le immagini iniziarono a correre velocemente.

Si trovò in una villa, che lui aveva già visto.

- Ma certo, questa è la loro casa in America!!!-

Kanata assistette, imperturbabile alla diversa vita di Miyu, ma ogni giorno, ogni momento, ogni anno che passava, in cui lui si trovava, vedeva Miyu ogni giorno più triste, sempre più sola.

I suoi genitori, spesso non tornavano a casa per giorni, e lei viveva lottando contro il silenzio opprimente della sua casa vuota, e la solitudine. In America si era fatta qualche amico, ma nessuno era stato in grado di renderla felice, perché dopo la scuola, o in estate, quando tutti andavano in vacanza, lei rimaneva sola, senza un amico, o qualcuno che le stesse vicino. Col tempo, la rabbia di Kanata si era tramutata in tristezza, e perfino in compassione, per quella povera ragazza, spesso abbandonata da tutti. Vide ogni giorno Miyu chiudersi sempre più in se stessa, e perdere quel suo carattere allegro, e questo lo fece soffrire sempre di più.

Arrivò a non poterne più, quando assistette impotente a ciò che accadde a Miyu due anni dopo la sua partenza dal Giappone.

Come al solito era rientrata a casa, dopo la scuola, e si era messa a preparare la sua cena. Credeva di essere sola, come sempre, ma si sbagliava. Un ladro si era intrufolato nella casa, approfittando del buio, ed era rimasto bloccato quando era entrata Miyu. Cercando di scappare, si era trovato costretto a colpire la ragazza alle spalle. Kanata aveva tentato in tutti i modi richiamare la sua attenzione, ma lui non esisteva, perciò rimase impotente a vedere Miyu che, colpita alla testa, con le poche forze che le rimanevano, cercava di chiamare un’ambulanza, prima di svenire a terra.

Ancora una volta, le immagini si velocizzarono, e Kanata si trovò in un ospedale. Vide i genitori di Miyu che si disperavano, in preda ai sensi di colpa, per averla lasciata da sola, e lei in un letto, in coma. Si avvicinò al suo capezzale soffrendo terribilmente, vedendola in quello stato, e maledicendo le sue parole. Non era vero che lei avrebbe vissuto meglio senza di lui, e che non ne aveva avuto bisogno. Se loro non si fossero mai conosciuti, le loro vite sarebbero state un totale fallimento.

- E adesso che cosa posso fare? VOGLIO ANDARE VIA DI QUI!!!- Quasi come se le sue parole fossero state esaudite, l’oscurità lo avvolse, e il silenziò piombò sulla sua testa. Iniziò a camminare, non sapendo dove andava, ma in quel momento sperava in tutti i modi che potesse rivedere la sua Miyu. Senza rendersene conto, iniziò a chiamarla. Urlò il suo nome, sperando che anche lei fosse rimasta vittima di quella situazione. Proprio quando stava per arrendersi, sentì la sua voce che proveniva da un punto nel buio…

 

- KANATA!!! DOVE SEI!!!!- Kanata sentiva la voce di Miyu sempre più vicina, ma non sapeva dove stava andando, e correva come un ossesso.

- Miyu non so dove sei!!! MIYU!!!!!- nell’oscurità scorse una luce. Si diresse dritto quella fonte, e man mano che si avvicinava, si rese conto che in realtà era una chioma bionda e lucente, quella di Miyu.

- Miyu sono qui!!! Miyu!!!- e finalmente lei lo vide. Si corsero incontro, e senza pensare all’affanno per la lunga corsa, si unirono in uno strettissimo abbraccio. Era una liberazione poter essere di nuovo uniti!

- Kanata mi dispiace, io non volevo…-

- Shhhh…- Kanata la zittì con la mano, e la guardò dolcemente negli occhi.

- Ti chiedo scusa anch’io, però adesso basta! Quello che abbiamo passato serve a spiegare tutto… ti chiedo solo una cosa… io ho un terribile bisogno della tua presenza, non posso stare senza di te! Tu, mi vuoi restare sempre accanto? Non mi abbandonare, ti prego!- Kanata era molto serio, e aveva paura che lei potesse rifiutare. Miyu, invece sorrise, e abbracciandolo, gli sussurrò nell’orecchio:- E come potrei non volerlo. Io non vivo senza di te!- Kanata non sperava che dicesse altro. La baciò appassionatamente, e in quel momento avrebbero potuto rimanere in quell’oscurità per sempre, perché ormai erano insieme, e niente, nemmeno una donna come Jinny, avrebbe potuto più dividerli.

Quando si staccarono per riprendere fiato, e aprirono gli occhi, erano ritornati nell’ufficio di Kanata, però si resero conto di non essere soli.

- Se non ci fossi stato io chissà cosa avreste combinato!!!- Miyu e Kanata si voltarono continuando a rimanere stretti l’uno all’altra.

- Lou!!! Era impossibile che non ci fosse il tuo zampino in questa faccenda!!! Lo sai che…- Kanata si avvicinò a Lou con un’espressione severa, ma non appena fu davanti a lui, lo prese per una spalla, e gli sorrise dolcemente.

- Grazie!- Miyu lo abbracciò, e insieme uscirono dall’ufficio, scavalcando Jinny, che si trovava stesa a terra, svenuta. Kanata, però, prima di andare via, le poggiò una lettera sul grembo.

- Che cos’è?- Miyu lo guardò con aria preoccupata.

- E’ semplice!!! La mia lettera di dimissioni!!!- Miyu fece uno dei suoi più bei sorrisi, abbracciò Kanata, e insieme a lui, tornò nella sua casa, dove Baumiau e la piccola Mai, attendevano il loro ritorno.

 

*   *   *

 

- Mi dispiace, ma è ora di andare…-

- Lo so, Lou… fatti abbracciare ancora!- Miyu strinse forte a sé Lou. Erano trascorsi due anni, e il ragazzo si era trattenuto più del previsto. Adesso doveva fare ritorno sul suo pianeta. Quei due anni erano stati meravigliosi. Avevano vissuto insieme come una famiglia, e solo il pensiero dei suoi veri genitori, fece decidere Lou a tornare a casa. Dopo il licenziamento di Kanata, tutti si erano prodigati per trovargli un nuovo lavoro, e in pochissimo tempo, era riuscito ad entrare ad insegnare in una scuola privata. Poter insegnare ai bambini era una cosa che lo rendeva veramente felice, e in più adesso poteva stare molto più tempo con la sua famiglia. Col tempo la piccola Mai si era affezionata di più a suo padre, che l’accudiva, quando Miyu era impegnata con il suo lavoro, lasciando anche a Baumiau, più tempo libero. Mai adorava Lou, e lo considerava a tutti gli effetti come un fratello. Adesso che doveva andare via, piangeva aggrappandosi a suo padre.

- Forza Mai, Lou deve tornare dai suoi genitori! E te non mancherebbero mamma e papà se non li vedi da due anni?- la piccola mostrò il visino che nascondeva dietro la spalla di Kanata.

- Sì… però…- Lou si avvicinò a Mai e l’accarezzò.

- Ascoltami Mai, ti prometto che tornerò. Adesso starò un po’ con i miei genitori, ma ti prometto che fra qualche anno tornerò! Tu però mi devi dare la tua parola che non piangerai più finché non tornerò! Allora, me lo prometti?- Mai annuì, e dette una bacio sulla guancia al ragazzo.

- Va bene, ma torna presto!!! Ciao!!!- Lou salutò Kanata e abbracciò ancora Miyu, che a fatica tratteneva le lacrime.

- Ti ringrazio Lou, senza di te ora non saremmo così uniti!!!-

- Era solo mio dovere. Addio, anzi, arrivederci!!!- Lou entrò nella sua astronave, seguito da Baumiau, che piangeva disperato.

- Buaaaaa!!!… arrivederci…. Buaaaaaa!!!!-

La famiglia Saionji continuò a scrutare il cielo, finché l’astronave non sparì all’orizzonte. Lou era arrivato nel momento più difficile, e aveva portato la serenità nella loro famiglia, e di questo Miyu e Kanata, e in seguito, anche Mai gliene furono grati.

 

Adesso vi potrei dire che Lou anni dopo è tornato sulla Terra, ma questa è un’altra storia…

 

FINE

 

Allora, vi è piaciuta? Per tutti coloro che stanno pensando che scriverò “HO BISOGNO DI TE3”  se lo scordi!!! Oramai la loro storia si conclude così. Però adesso che ho letto il numero 9… ho deciso che scriverò un probabile NUOVO UFO BABY!!! Io già me lo immagino, e voi?

Ciaooooo

Ryta Holmes

 

 

 

 

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