Due Cuori...Una Sola Anima di Sharel (/viewuser.php?uid=65131)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** [ Nascondersi ] ***
Capitolo 2: *** [ Dentro La Tana ] ***
Capitolo 3: *** [ Segreti ] ***
Capitolo 4: *** [ Un Passo Verso Di Te ] ***
Capitolo 5: *** [ Domanda A Tradimento ] ***
Capitolo 6: *** [ Passato & Presente ] ***
Capitolo 7: *** [ Ricordare ] ***
Capitolo 1 *** [ Nascondersi ] ***
nascondersi
Spero
che questa storia vi piacerà!!! E' la prima volta che scrivo un
FMA, e so che dovrei finire le altre storie, ma quando l'ispirazione
chiama che fai...gli volti le spalle??? CERTO CHE NO!!! Per cui non
siate clementi con le critiche, ma non ci andate neanche giù
pesante... Il titolo non c'entra niente per il momento, l'ho scitto
pensando al dopo... Fatemi sapere se vi piace!!!
( Edward l'ho fatto un po'
OOC...per questo l'ho interito come avvertimento...)
*buona lettura*
[ Nascondersi ]
Stava girando per Central City
già da un paio d’ore, aspettando colui che doveva
incontrare. Si erano dati appuntamento alla piazza principale della
città; il posto più caotico che vi era. Di sicuro,
lì non li avrebbe notati nessuno.
Dirigendosi sul luogo
dell’appuntamento, Edward si guardava intorno, riconoscendo ogni
posto dove era stato precedentemente con il fratello, quando ancora era
un Cane dell’Esercito. Quanto era passato dall’ultima volta
che aveva messo piede in quella città? Tre, forse quattro anni?
Chissà come, nulla di ciò che ricordava era cambiato: i
soldati ancora giravano per le strade, i bambini andavano i giro come
se niente fosse, scherzando e giocando in piccoli gruppi, gli adulti si
riunivano costantemente nel bar dietro casa, riempiendoli non poco.
Insomma, tutto ciò che ricordava, che la sua mente gli faceva
riaffiorare, non era cambiato. No, una cosa sola era cambiata; il reale
atteggiamento dei soldati: ora si aggiravano per le strade, consapevoli
di dover aiutare le persone, perchè l’Esercito è
per questo che esiste, per aiutare. Per cui era particolarmente colpito
di come, questi nuovi soldati si approcciassero in maniera diversa con
gli abitanti, intrattenendosi a parlare con loro, o a giocare con i
bambini.
Tutto questo, Edward lo sapeva
bene, era dovuto ad una sola persona: il Comandante Supremo Roy
Mustang. Quando, quattro anni prima, il ragazzo aveva lasciato
l’Esercito, il Colonnello aveva già raggiunto la carica di
Generale di Brigata; in questi anni, si era informato, il neo-Generale
era riuscito a mettersi in luce, riuscendo a ristabilire (sotto tutti
gli aspetti) la città di Reole, compito che il Comandante
Supremo di quel periodo, gli aveva affidato.
Roy…era tanto che non lo
vedeva, e Dio! quanto gli mancava! Ma aveva preso la sua decisione, e
fino a quel momento era riuscito a tirare avanti, seguendo un proposito
ben preciso. Non poteva tirarsi indietro certo adesso… E poi, da
quanto aveva capito, Roy se la cavava benissimo senza di lui. Era, di
fatto, venuto a sapere che l’uomo stava intrattenendo una
relazione stabile con il Sottotenente Hawkeye…
Era finalmente arrivato nella
piazza. Cercò distrattamente il suo conoscente, e quando
notò una zazzera di capelli castano chiaro, che si voltava a
destra e sinistra, aveva capito di averlo trovato.
-Ciao- disse solamente, arrivando
alle spalle della persona che lo stava ancora cercando.
Quest’ultima si voltò, osservando attentamente al di sotto
del cappuccio che Edward teneva sulla testa.
-Nii-san, non potresti togliertelo, almeno adesso?- chiese Alphonse, sorridendo al fratello.
-Al- fece Ed, con un sospiro.
–Lo sai che non posso. Sono l’ultima persona che si
aspetterebbero di trovare qui, ma non mi va di essere riconosciuto-
-Ma qui non ti conoscono i soldati, sono quasi tutti dei novellini, quelli che circolano per le strade…-
Perché ogni volta che si dovevano incontrare, Alphonse doveva tirare fuori quel discorso?
-Alphonse, se ogni volta che ci
dobbiamo vedere, devi dirmi sempre le stesse cose, mi costringi a non
venire più- e la sua non suonava affatto come una minaccia, ma
come una promessa.
Dopo tutto, non mi dispiacerebbe evitare di mettere piede ancora in questa città.
Alphonse sospirò, capendo di
non poter cambiare il fratello, in fondo aveva deciso lui il suo stato
di semi-latitanza…e lui chi era per farlo desistere? Sì,
certo, era il fratello, ma a quanto sembrava ad Ed questo poco
importava, da quel punto di vista. Quattro anni prima, Al era riuscito
a riottenere il proprio corpo grazie al fratello, ed anche Edward era
riuscito ad ottenere indietro il suo braccio e la sua gamba; ma dopo
quello, se ne era andato dal’Esercito, senza dire una parola a
nessuno, solamente lasciando l’orologio da Alchimista di Stato
sul tavolo del Colonnello. Inutile dire che ci erano rimasti tutti
male, quando ne erano venuti a conoscenza. Erano andati a chiedere
spiegazioni ad Al, ma lui non aveva saputo dire niente, anche lui
all’oscuro di tutto.
Poi, dopo poco più di un
anno, il Fullmetal si era rifatto sentire, mandando una lettera al
fratello, spiegando la situazione in cui si era trovato:
Ciao Al,
scusami se non
ti ho messo al crrente che avrei lasciato l’Esercito, ma quanto
ho fatto è stato solo perché ho ritenuto giusto agire
così. Mi trovo nel paese di Xing adesso, cercando di apprendere
l’alchimia di questo mondo…
So che per te
sarà difficile crederlo, ma posso dire quasi con sicurezza di
essere stato inserito nella lista dei ricercati. Il perché,
penso lo scoprirai presto, visto che sei entrato tra le file degli
Alchimisti di Stato, tuttavia preferirei parlarne con te.
Tuo, Ed
Dopo quella lettera si erano visti, ed era venuto a conoscenza di tutto.
-Mi raccomando Al, non dirlo a
nessuno. In questo momento è meglio che nessuno, te escluso,
venga a sapere quello che è successo-
Non aveva condiviso quel punto di
vista, aveva provato a controbattere, ma il fratello era stato
removibile. E allora come fare? Assecondarlo, solo e semplicemente
assecondare le sue intenzioni, che fino a quel momento, avevano dato
buoni risultati.
-Nii-san- chiese Al, osservando con
occhi distratti la folla che si avvicendava nella piazza. –Non
pensi che l’aiuto di Mustang possa servire?-
Ed mancò un battito, nel sentire pronunciato il cognome del Comandante, ma il suo volto rimase impassibile.
-Non posso, Al. Non è questo
il momento giusto…- rimaneva sempre sul vago, anche con il
fratello, e la cosa gli spiaceva non poco: ma non ne poteva fare a
meno, altrimenti lo avrebbe esposto troppo…
-Come sta Winry, Al?- era da molto che non vedeva l’amica di infanzia, e un po’ gli dispiaceva.
Alphonse osservò il
fratello, come se quella domanda celasse in realtà
un’altra cosa, ma Ed non batté ciglio, segno che la sua
domanda era innocua. Chissà, magari aveva sperato che un
sentimento particolare lo legasse alla loro amica…anche se non
ne sarebbe stato del tutto felice.
-Dopo che te ne sei andato,
è stata parecchio giù di corda. Ma si può dire che
ora sta meglio- disse semplicemente.
-Sono felice che tu le stia accanto, sei quello che le ci vuole per dimenticarsi di me-
Il minore arrossì non poco,
facendo ridacchiare Ed. –Fratellino, sei proprio ingenuo! Si vede
lontano un miglio che ti interessa Winry! Solo, sta attento anche alla
zia, oltre che alla tua ragazza- continuò Ed, senza smettere di
ridere. Inutile dire che Al diventava sempre più rosso, ad ogni
parola che il maggiore pronunciava. Tuttavia si incantò ad
ascoltare la risata cristallina del fratello; era tanto che non la
sentiva, e dire che gli era mancata era un eufemismo! La risata di Ed
è sempre stata molto simile a quella genuina che i bambini
posseggono da piccoli, di quelle che ti sciolgono al solo udirle.
Infatti, non erano poche le persone che si erano fermate ad ascoltarlo,
anche loro rapiti da quella figura incappucciata.
D’un tratto, Edward si bloccò, osservando attentamente la piazza.
-Alphonse, ci vediamo al più
presto- sussurrò solamente al fratello, senza dare spiegazione
di quell’improvvisa sparizione.
Senza dare molto nell’occhio,
si buttò in un vicolo oscuro, stando attento a non essere
seguito. Quello che aveva visto nella piazza era stato di certo il
Sottotenente Breda, uno dei subordinati di Mustang, e di certo una
delle ultime persone da cui voleva farsi vedere; da quello che gli
aveva detto Al, tutti quelli che conosceva (compreso il fratellino)
erano al diretto comando dell’ex-Colonnello. Non era
assolutamente una buona idea farsi vedere, con quella gente in giro.
Sempre senza farsi vedere,
sgusciò tra le strade di Central City, trovando un posto dove
nascondersi fino alla sera; con la complicità della notte, si
sarebbe di sicuro mosso più liberamente.
Entrò in un bar, di quelli
più “In” della città; uno di quelli dove gli
ufficiali erano la clientela più apprezzata. Prima di infilarsi
nel covo del lupo, aveva provveduto a mutare di poco l’aspetto di
capelli e vestiti, in modo da non farsi riconoscere, e più
consono al locale.
-Posso portarle qualcosa, signore?-
gli chiese un giovane cameriere, mentre finiva di asciugare un
bicchiere. Capelli castano scuro e occhi profondi, non doveva avere
più di venticinque anni.
-Un bicchiere di scotch- rispose
tranquillamente il biondino. Quello alzò un sopracciglio, ma
eseguì, senza fiatare.
Come il barista si allontanò
per prendere il liquore nel retro, Edward ne approfittò per
guardarsi intorno e cercare di individuare qualcuno di conosciuto.
Nessuno. Peccato, aveva quasi voglia di incontrare qualcuno che
conoscesse, ben consapevole che, forse, non lo avrebbe riconosciuto. Si
era alzato di parecchio in quei quattro anni, adesso sembrava persino
più grande di quanto non avesse effettivamente.
-Ecco a lei, signore- Il barista
gli posò di fronte il bicchiere, sorridendo quasi mellifluo. Ed
ricambiò, facendo addirittura gli occhi dolci, intuendo come,
quel ragazzo, si fosse “innamorato” del suo aspetto: dopo
tutto non era la prima volta, e di sicuro ne andava fiero.
-Posso sapere il vostro nome, signore?- fece il cameriere, avvicinandosi pericolosamente ad Ed.
Il biondo, continuando a sorridere, rispose con una certa ingenuità, volontaria. –Edward. E lei?-
-Marcus- sussurrò
l’altro, incantato dal volto di Edward. Stava per aggiungere
altro, ma una voce vicino loro, lo interruppe.
-Vorrei un bicchiere di whisky, per favore-
Edward sentì un brivido
attraversargli la spina dorsale, ma non si voltò per vedere
quell’uomo in volto; era inutile, conosceva già quella
voce. E come avrebbe potuto dimenticarla?
-Subito, Comandante- rispose
prontamente il giovane. –Ecco a lei- aggiunse poi, posando il
bicchiere di fronte l’uomo.
-Oggi è venuto prima, Signore- constatò Marcus, dando una veloce occhiata all’orologio.
-Già- disse solamente quello, per poi concentrarsi sul suo bicchiere.
Conclusi i convenevole, Marcus si
avvicinò nuovamente al ragazzo, sussurrandogli: -Ci vediamo
quando finisco il turno?- la sua voce si era fatta sensuale, gi occhi
maliziosi.
Edward sorrise tra sé e
sé, osservando il modo in cui quello lo guardava, ma non
rispose. Si sporse ulteriormente verso Marcus, fino a sentirlo
rabbrividire per il fiato del biondo sul suo collo.
-Oggi non posso; poi
vedremo…- sussurrò Ed, prima di voltarsi e passare di
striscio vicino il Comandante, avviandosi verso l’uscita.
-Arrivederci…Taisa- bisbigliò, all’indirizzo del moro, prima di allontanarsi, come niente fosse.
Di certo non poté vedere lo
stupore affacciarsi sul volto dell’ex-Colonnello, né tanto
meno i suoi occhi che si spalancavano sempre di più, prima di
voltarsi e vederlo uscire. Gli ci volle poco per alzarsi e fiondarsi di
corsa fuori dal locale.
Si guardò intorno, cercando
quel mantello nero che aveva visto poggiato sulle spalle del ragazzo,
ma non vide nessuno. Nessuno indossava mantelli nero o aveva capelli
biondi, lì intorno. Che si fosse immaginato la sua voce? Che
quel ragazzo non avesse pronunciato “Taisa”, ma qualche
altra parola?
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Capitolo 2 *** [ Dentro La Tana ] ***
tana
Ohhhh!!!!
Sono troppo felice che la storia vi stia piacendo!! >.< Veramente
tanto!!! Ringrazio quelli che hanno commentato, quelli che mi hanno
inserito tra le preferite/seguite, e anche coloro che leggono
solamente. Scusate se non dico di più, ma devo uscire di
corsa!!! I ringraziamenti seri sono rimandati al prossimo capitolo!!!!
Baci baci e continuate a commentare numerosi!!!^^
*buona lettura*
[ Dentro La Tana ]
E adesso che doveva fare? Aveva dato il via ad una ruota che non
doveva essere messa in azione…e perché poi? Per il suo
sciocco desiderio di rivedere il Colonnello; per poter osservare di
nuovo quegli splendidi occhi color pece, quei capelli neri come la
notte, il suo sorriso di scherno, le sue mani…oh! A chi voleva
darla a bere! Era innamorato cotto da sei anni di quel maledetto
Colonnello, e aveva rischiato di mettere la parola fine alla missione,
solo per un inutile desiderio egoistico!
-Ehi! Era ora che ti facessi vedere!- disse una voce alle sue spalle.
Era già mezzogiorno, ed il biondino era arrivato in stazione,
con l’intenzione di scovare una persona che aspettava; una
persona che gli doveva un carico particolare.
Si voltò verso quella voce. Apparteneva ad un uomo di mezza
statura, i capelli bianchi legato in un piccolo codino, baffi del
medesimo colore, occhi color sangue coperti da delle leggeri lenti al
contatto, in modo da farli apparire quasi gialli.
-Sono in orario- rispose solamente Edward. L’altro lo guardò con disprezzo.
-Solo perché tu sei un pezzo grosso all’interno
dell’organizzazione, non vuol dire che puoi permetterti di fare
il gradasso- sbottò quello, posando violentemente una valigia
per terra.
Ed si limitò ad osservarlo con un sopracciglio alzato.
–Quella valigia contiene oggetti fragili. Non la dovresti
manovrare in modo così violento… Senza contare che potrei
riferire questa tua mancanza al Gran Consiglio- la sua voce fu calma,
durante tutto il discorso; conscio, come suo solito, delle sue
potenzialità e della sua carica.
Il tizio, lo afferrò di colpo per la maglia nera, strattonandolo
malamente; ma Ed gli prese una mano, e senza fare una piega, gliela
rigirò. Quello proruppe in un urlo, che tutta la stazione
sentì: molti si voltarono, incuriositi. Altri si rigirarono
subito, pensando ad uno scippo sta di fatto che nessuno si
azzardò ad intervenire.
-Provaci un’altra volta- minacciò Edward, sibilando
nell’orecchio dell’uomo –e sarai un uomo morto. Con o
senza il consenso del Consiglio-
Detto questo, il biondino prese la valigia e si diresse verso
l’uscita, pronto ad andare nell’appartamento che il
fratello gli aveva affittato. Lui non poteva mettere nomi o firme da
nessuna parte; neanche false. Figurati affittare un appartamento per un
TOT di tempo…
Nell’appartamento, sistemò le poche cose che Al aveva
avuto il piacere di fargli trovare: qualche vestito e qualche cosa da
mangiare a lunga conservazione. Certo, era stato proprio felice
Alphonse di sapere che il fratellone si sarebbe fermato per un bel
po’ di tempo; aveva fatto letteralmente i salti di gioia! E come
dargli torto? Dopo quattro anni che vedi tuo fratello in incontri
sporadici, sapere che sarà di nuovo in città per un lasso
di tempo indeterminato è un vero e proprio motivo di festa.
Peccato che a lui, a Edward, questa permanenza nella città non
lo affascinava per niente. Era costretto a muoversi per lo più
di notte, con il favore del buoi; senza contare che quello poche
perlustrazioni che doveva eseguire di giorno, lo avrebbero costretto ad
adottare misure sempre diverse. Sarebbe stato una vera e propria
faticata! Ma il capo era stato irremovibile.
-Starai lì fino a che non si sarà risolto tutto- aveva detto la voce all’altro capo del telefono.
-E per quando devo sperare in questo miracolo?- aveva chiesto con sarcasmo il biondo.
-Capisco la tua “sofferenza” Fullmetal. Ma non
c’è altra soluzione; stai tranquillo, seguilo e cerca di
sapere il più possibile sulle persone che incontra- aveva
solamente aggiunto quello, prima di attaccare il telefono.
-Non mi chiamare Fullmetal- aveva detto Ed, rivolto ad una cornetta ormai muta, con un sussurro di rimpianto.
Beh, oramai la cosa era fatta. Avrebbe passato i prossimi sei mesi,
rinchiuso in quella città, senza avere scampo. Proprio il genere
di situazioni che lui odiava.
Dopo essersi, bene o male, sistemato nel piccolo appartamento il biondo
si fece una doccia e uscì, forte del tramonto che stava
arrivando.
Le strade di Central City, si susseguivano tutte monotone ed uguale,
quelle di periferia. Aveva chiesto a l fratello niente che fosse troppo
vicino al centro della città, in modo da non destare troppi
sospetti; di fatto, quando di trovi gente attiva e attenta come vicina
di casa, è un vero e proprio problema, visto che devi recitare
una parte costantemente, facendo vedere che la mattina esci e rientri
la sera. O che comunque, hai una vita abbastanza movimentata. Tutto il
contrario è la periferia: che tu esca o rimanga chiuso in casa
per una settimana, è del tutto indifferente; basta che paghi
l’affitto, sei il benvenuto.
Avvicinandosi sempre di più al centro, Edward aveva provveduto a
cambiare colore ai suoi capelli, grazie
all’alchimia…oramai gli era diventato normale, cambiare
colore di capelli, di modo da non rendersi riconoscibile a qualche
soldato che l’avrebbe potuto riconoscere. Con una certa
tranquillità, che in realtà non possedeva, si
avvicinò quatto quatto al Quartier Generale, stando attento ad
ogni passante che incontrava.
Senza farsi vedere, sgusciò dentro una porticina che, nessuno,
forse neanche quelli dell’Head Quarter, conoscevano. Lui ci era
capitato per caso, tempo fa’, quando ancora era uno State
Alchemist, e saggiamente aveva continuato a tenere a mente quel
particolare.
All’interno delle mura dell’HQ, non c’era nessuno a
gironzolare. Chi aveva da fare, chi pensava che nessuno si sarebbe
intrufolato lì, se non passando dal portone principale; sta di
fatto che per Ed fu molto facile entrarvi. Si ritrovò nella
vecchia ala dell’edificio, quella dove quattro anni prima
lavorava il Flame Alchemist insieme ai suoi subordinati.
Non sapendo bene da che parte andare, gli si illuminarono gli occhi
quando vide uno spiraglio di finestra aperta. Ci si infilò,
stando attento a non essere visto da nessuno. Erano quasi le sette
passate, di conseguenza erano pochi quelli rimasti al QG; giusto quelli
che ancora non avevano finito i loro doveri, ed i soldati più
seri. Osservò fuori della stanza, ascoltando se qualcuno stesse
passando…no…non era il caso di passare per i corridoi.
Avrebbe avuto più probabilità di essere beccato, e questo
il Gran Consiglio non lo avrebbe gradito. Dando un’occhiata
veloce alla stanza, vide in un angolo uno di quei condotti di areazioni
che intersecano l’intero edificio; ci si infilò, non certo
facilmente, ed iniziò a orientarsi tridimensionalmente, tenendo
a mente il luogo che doveva raggiungere. Ci mise non poco a trovare il
giusto modo di spostarsi; non era più così basso, quindi
non riusciva a passare bene come prima…che brutta cosa
rimpiangere la propria altezza!
Quando sentì delle voci, capì di essere arrivato. Scese
nella stanza accanto. Uscì in corridoio e, stando attento a non
fare rumore, si acquattò sotto la porta, cercando di udire le
voci all’interno.
-Non possiamo rimanere così. Dobbiamo fare qualcosa, rispondere in qualche modo!- diceva una voce profonda.
-Sì, ma cosa? Il Comandante non vuole impiegare troppe risorse;
non vorrebbe neanche dare il via alla cosa- rispose una voce di donna.
-E allora cosa dovremmo fare? Stare qui a guardare mentre quelli si
fanno la guerra? Ci sono arrivate notizie terribili, non si può
continuare a fare finta di niente!- sentì un pugno sbattuto su
un piano, mentre le voce iniziavano a urlare tra di loro, non
lasciandogli cogliere più nemmeno una frase di senso compiuto.
Poi, una pacca sulla spalla. Si irrigidì. Mi hanno scoperto,
pensò, consapevole di essere nei guai fino al collo; se qualcuno
lo avesse preso, doveva trovare tutti i modi per comunicare con il
Consiglio.
Si voltò, cercando di mantenere una certa calma apparente.
Quello che si trovò di fronte, furono due occhi neri, come la
notte circondati da un manto di capelli neri che leggeri gli
scivolavano dietro le dite; la divisa non era la solita con cui lo
aveva visto più e più volte quando era un Cane
dell’Esercito, ma anzi era ricoperta di medaglie e cianfrusaglie
varie, roba totalmente inutile, se non per fini cerimoniali.
Incatenò i suoi occhi ai suoi, mancando un battito. Era tanto
che non lo fissava; anche la sera prima, non lo aveva osservato negli
occhi, anche se quel senso di nostalgia si era fatto comunque sentire.
Ma niente in confronto a quel momento. Tutto il suo essere sembrava
vibrare per la presenza dell’altro. Lo guardò; fece
scivolare i suoi occhi su quelli dell’altro dalla forma
allungata, sul naso dalla linea perfetta, sulla bocca invitante…
Sospirò; proprio non voleva ritrovarsi lui davanti, in quel momento.
-Anche con un colore diverso, ti riconoscerei da per tutto, Fullmetal-.
A quel nome, gli occhi di Edward si socchiusero leggermente.
-Cosa ci fai qui, Edward?- chiese Roy Mustang, facendo un passo avanti. D’istinto, Ed ne fece uno indietro.
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Capitolo 3 *** [ Segreti ] ***
segreti
Scusatemi il madornale ritardo,
ma state tranquilli che non ho alcuna intenzione di interrompere la
storia così!!! Cercherò di postare ogni martedì,
almeno scrivo se mi do' dei termini... Tra esami e vacanze sono passati
più di due mesi dall'ultimo aggiornamento, direi che vi ho fatto
aspettare anche troppo...XDDD ^.- Sinceramente
volevo prima finire la storia su Naruto, ma vedendo che va un po' per
le lunghe ho deciso di riprendere in mano questa, per la gioia mia e
vostra (amo troppo Ed per lasciarlo nel dimenticatoio come stava
succedendo...). State sicuri che anche questa FF sarà abbastanza
lunghetta...spero che comunque qualcuno dei vecchi commentatori e
appassionati ci sia ancora!!!! Allora vi lascio subito alla lettura,
*buona lettura*
[ Segreti ]
-Cosa ci fai qui Edward?- chiese nuovamente l’ex Colonnello, infastidito dal mutismo dell’altro.
Era strano vederlo lì, dopo così tanto
tempo…veramente era proprio strano vederlo! In quei
quattro anni aveva pensato molte volte…no, anzi! Non aveva fatto
altro che pensare al motivo per il quale il suo biondino si fosse
allontanato da Central City senza una ragione, ma lasciando dietro di
sé solo l’orologio da Alchimista di Stato! Lo aveva
pensato così tanto, lo aveva sognato così tanto! La sua
scalata al potere sembrava così inutile senza la sua
pulce preferita; ma grazie a Riza, era riuscito ad inserire nuovamente
nell’ottica giusta il motivo del suo voler essere Comandante
Supremo: lo doveva a Meas, lo doveva alla gente di Ishibar barbaramente
uccisa dall’Esercito, lo doveva a tutte quelle persone morte a
causa degli Homunculus! Per questo doveva diventare Comandante Supremo!
E c’era riuscito; con fatica, ma aveva finalmente raggiunto il
suo scopo. Ed ora, proprio ora che era riuscito a far uscire il ragazzo
di fronte a lui dalla sua mente…ora doveva tornare, salutandolo
anonimo in un bar e facendosi trovare ad origliare proprio in quelle
stanze che una volta lo avevano ospitato. Le domande sulla sua assenza
cominciarono a riaffacciarsi nella sua mente, senza tuttavia
distoglierlo dai quesiti fondamentali.
Ma sebbene lui continuasse a fargli sempre la stessa domanda, Edward
non si decideva a rispondergli; limitandosi a guardarlo con sguardo di
sfida, cercando nel frattempo una via d’uscita.
-Non ho voglia di giocare, fagiolo. Dimmi cosa fai qui!- Il Comandante
aveva alzato di proposito la voce, usando l’appellativo con cui
era uso fare quando l’altro era ancora un Cane
dell’Esercito. Ovviamente Ed non era più un fagiolo, ma
era curioso della reazione dell’altro, che non ci fu. Roy
alzò un sopracciglio, contrariato da quella scoperta: il biondo
che non reagiva neanche per riflesso condizionato era strano.
E lui? Cosa doveva rispondere Ed? Come gli avevano insegnato, usando
qualche trucco sperando di fuggire, o semplicemente dirgli la
verità? No, dirgli la verità avrebbe messo in pericolo
troppe persone senza un vero motivo.
-Sono in missione- si limitò a dire, senza usare appellativi.
Il moro non poté reprimere un violento brivido lungo la schiena,
nel sentire quella voce calda e leggera, infantile e matura allo stesso
tempo. Cos’avrebbe dato in quegli anni poter sentire di nuovo
quella voce, poter vedere ancora quegli occhi?
-Per conto di chi?- Si accigliò il Comandante, sentendo quelle
parole. Edward apparteneva a lui, all’Esercito; come osava
lavorare per altri?!?!
L’altro si limitò ad un cenno di diniego: era una cosa che a Roy Mustang non era data sapere.
-Dove sei stato in questi anni, Fullmetal? –
-“Fullmetal” è morto quando vi è stato
riconsegnato l’orologio- rispose a tono il biondo. Il moro non
poté fare a meno di un leggero sorriso che gli era andato a
increspare le labbra; per lui “Fullmetal” non sarebbe mai
morto.
-Dove sei stato, Edward?-
-Xing- esalò, l’altro, guardando con sospetto il moro.
Stava dicendo troppe cose solo perché si trattava del Taisa,
anzi del Comandane Supremo, oramai!
Con circospezione Ed si rilassò sul posto, guardandosi
oziosamente intorno; l’altro che gli poneva un’ennesima
domanda.
-Cos’hai fatto in questi anni?-
Gli occhi ambra di Edward si posarono sulla figura ritta del militare
con indifferenza, ma guardandolo celando sapientemente la sua voglia di
rivelargli ogni singola cosa. Un sorriso di scherno si andò a
modellare su quelle labbra morbide ed invitanti.
-Il Comandante Supremo non riesce neanche a cercare informazioni su un
ex soldato? Affascinante- continuò in modo scherzoso; tono che
non piacque affatto a Mustang. Lo guardò in malo modo. -Tra le
risorse del Comandante Supremo, vi è anche quella di riuscire a
trovare qualsiasi persona, o qualsiasi informazione desideri. Se lei
non ha cercato, non le interessava- concluse serafico il giovane.
-Edward…- iniziò, seriamente arrabbiato Roy. Voleva
prendere per le spalle l’altro e scrollarlo, ma gli occhi
consapevoli del biondo lo stupirono.
-Molte mie azioni, non sono state coperte o fatte sparire. Cerchi bene,
magari riuscirò anche a terminare la mia missione prima del
previsto…Taisa-
Gli occhi tristi di Edward lo stupirono e lo ferirono; ma prima che
potesse dire qualsiasi cosa, il biondo aveva tirato fuori una pallina e
l’aveva lanciata a terra: un piccolo fumogeno, che creò il
perfetto espediente per fuggire. Roy ancora paralizzato dalle parole
che gli vorticavano in mente non lo seguì, ed Edward ormai
abituato a fuggire.
Dannazione! Era stato uno
stupido a farsi beccare proprio dal Colonnello! Porcaccia, possibile
che non aveva sentito il minimo rumore? È anche vero che era
troppo concentrato sulla conversazione, per ascoltare altro; oltre al
fatto che il moro non era diventato Comandante Supremo per niente.
Quando mise piede nel suo appartamento, Edward andò subito a
farsi una doccia, per poi chiamare il suo
“superiore”. Non poteva dirgli che era entrato in
contatto con Roy, lo avrebbe subito sostituito con qualcun altro, e lui
non voleva; senza contare che era il migliore in quello che faceva
(episodio di quel giorno a parte). Quando si era ritrovato il moro di
fronte, aveva pensato immediatamente di fuggire, poi al suono della sua
voce, aveva deciso inconsciamente si aspettare e vedere quali domande
avrebbe fatto; lui doveva limitarsi a stare in silenzio e non
dire niente, ma il suo cuore non aveva voluto sentire ragioni: voleva
che Roy scoprisse quello di cui andava in cerca, senza però
rompere il giuramento che aveva fatto.
La situazione nel suo paese e in quelli vicini si stava facendo
pesante, e se il nuovo Comandante non decideva da che parte stare, le
cose sarebbero andate peggiorando.
-Edward- lo chiamò la voce dall’altra parte della cornetta.
-Sì, signore- salutò il biondo.
-Come mai mi hai contattato?-
-Sembra che il Comandante Supremo stia vagliando le varie
possibilità. Non vorrebbe un troppo impiego di risorse
nell’aiutare uno dei due paesi-
Dall’altra parte del telefono si fu un attimo di silenzio, prima che il contatto riprendesse a parlare.
-Dobbiamo riuscire a portarlo dalla nostra parte. Edward, pensi di poter…-
-Entrare in contatto con lui, signore?- la voce irrigidita dalla possibile risposta affermativa.
-Esatto. Vorrei che tu ti avvicinassi a lui, Ed. So di chiederti molto
e che probabilmente non accetterai, ma abbiamo bisogno di quelle
risorse- la voce dell’altro si fece tesa, sebbene fino a quel
momento fosse stata leggera e quasi allegra.
-Se ho la possibilità di pensarci, signore, vorrei poterlo fare-
provò il biondo; gli serviva qualche ora per pensarci in santa
pace, visto che la sua situazione non era delle più facili.
-Fammelo sapere entro domani, Ed- rispose la voce. -Non abbiamo molto tempo-
-Non ci sono problemi. Per domani avrà la risposta, signore-
Ed fece per chiudere la comunicazione, quando una curiosità gli sorse spontanea.
-Signore, mi sta facendo seguire?- aveva quasi paura di quella
risposta. E se l’avessero visto parlare con Mustang? Non si
poteva permettere di essere pedinato, aveva bisogno della maggiore
libertà di movimento possibile.
-No, Edward. Lo sai che mi fido di te- lo rassicurò bonariamente
l’altro; dalla voce, Ed poté immaginare un sorriso sul
volto dell’uomo dall’altra parte dell’apparecchio.
-E…Ed? Te l’ho già detto: quando siamo solo noi
due, puoi chiamarmi Jack. A presto Edward- lo salutò caloroso.
-A presto…Jack- concluse la conversazione, Edward, rimettendo la cornetta al suo posto.
Si avvicinò cauto alla finestra, che dava su un piccolo cortile
interno dove alcuni bambini stavano parlando e giocando, grazie a delle
torce. Era tardi perché i ragazzini potessero uscire per le
strade, ma loro si divertivano anche solo stando in circolo a giocare
con le carte…e poi non facevano rumore.
Osservando quelle figure, Ed non riusciva a non pensare a quello che stava accadendo, e quello in cui era invischiato.
Che cosa sto combinando?
Dannazione! Che cosa era
successo a quel ragazzino che aveva conosciuto sei anni prima? Che
diavolo era successo, chi era diventato? Queste erano le domande che
vorticavano nella mente di Mustang, insieme a molte altre che, come
queste, non trovavano una risposta.
Quando la sera prima, il fumo della pallina si era diradato, aveva
trovato Riza, Havoc e Breda con le pistole puntate al vuoto. Avevano
subito fatto domande, ma per motivi a lui sconosciuti non aveva voluto
rivelare di aver incontrato Ed. Era tornato a casa e si era versato due
dita di scotch in un bicchiere; lo aveva portato con sé in
bagno, e se l’era scolato prima di fare una lunga doccia.
L’unica cosa cui era riuscito a pensare erano quei due occhi
d'ambra che per quattro anni gli erano mancati da morire. E la mattina
dopo?
La mattina dopo, idem! Non fece altro che pensare al suo Fagiolino, ai
suoi capelli sciolti di un altro colore quella sera, ma che di solito
lo incantassero quei fili biondi, che erano in grado di catturare ogni
raggio di Sole. Si chiuse nella sua stanza, all’ultimo piano
dell’edificio, facendo chiamare da Riza (sempre al suo fianco in
quegli anni) il Tenente Taylor.
-Ha chiamato Signore?- chiese con saluto militare quello, quando entrò nell’ufficio.
-Sì, Tenente. Lei può uscire, Tenente Hawkeye- fece poi alla donna.
Quando questa fu uscita, Roy si rivolse all’uomo di fronte a lui,
osservandolo. Era un uomo sulla cinquantina, i capelli corti ancora
miracolosamente scuri; il volto, dai lineamenti gentili, era coperto di
qualche ruga che lo rendeva più affascinante, in un certo senso.
Il fisico asciutto tipico di chi faceva ancora un’attività
fisica e non di quelli che lasciavano il fondoschiena appiccicato su
una poltrona. Era un tipo, si disse Mustang.
-Le devo chiedere un favore, Tenente. E vorrei contare sulla sua
indiscrezione, se possibile- iniziò il Comandante, fissando
l’altro negli occhi.
-Può contare su di me, Signore- rispose l’altro.
-Visto che lei può mettere mano su archivi e documenti TOP
SECRET, vorrei che cercasse una persona per me. In qualunque catalogo,
lista o archivio le venga in mente. Li deve rovesciare tutti fino a
quando non l’ha trovato- aggiunse il moro.
-Sì, Signore- si limitò a dire l’altro.
-Voglio che cerchi Edward Elric, e quando lo avrà trovato, deve
venire immediatamente da me a riferire. Ci sono domande?- chiese poi,
prima di congedarlo.
-No, Signore- rispose il Tenente.
Quando uscì dall’ufficio, si diresse subito agli archivi,
dando inizio a quell’insolita missione. Tutti sapevano chi era
Edward Elric, anche a distanza di tempo; quando entri a soli dodici
anni nell’Esercito, come Alchimista di Stato, per giunta, vuol
dire che sei destinato a diventare una leggenda. Chissà, magari
un futuro Fuhrer. Eppure quattro anni prima, il bimbo prodigio si era
dilegua nel nulla, senza lasciare nessuna traccia dietro di sé.
Il Comandante Supremo, a quei tempi ancora Colonnello, lo aveva fatto
cercare in lungo e in largo per l’intero paese; ma niente, non
era stato ritrovato. Neanche il fratello minore Alphonse ne sapeva
niente… Il grande Alchimista d’Acciaio era sparito
così com'era arrivato, lasciando dietro di sé il
fratellino ed un Colonnello ancora alla sua disperata ricerca.
Chissà cosa si aspettava che trovasse negli archivi, il
Comandante Supremo…
N.B. il Dannazione! di entrambi i protagonisti è deliberatamente voluto, non prendetemi per una che non sa cosa scrive...
Non so, mi sembra un po' cortino come capitolo, ma è anche vero che ho la scrittura fasulla, quindi...
Comunque, spero che vi sia piaciuto come capitolo e che sia abbastanza
intricata come storia...perché a volte neanche io ci capisco
molto...XDD no sherzo!!!! Fatemi sapere cosa ve ne pare e soprattutto
chi pensate che sia Jack o quello che sta succedendo!!!
Passando ad altro, ringrazio:
1 - Alex Elric
2 - crazyechelon
3 - emmychan
4 - giaggia
5 - ilary
6 - miao13
7 - Myriam Malfoy
8 - niwakun
9 - redangel250492
10 - rinslet
11 - rioki
12 - shikadance
13 - Skadi
-che m hanno inserita come Preferita;
1 - Ametista
2 - chamaedrys
3 - giaggia
4 - HPalessandra
5 - I love Mustang
6 - icaro smile
7 - inuyasha94
8 - last exile
9 - punk92
10 - sisi89
11 - Sparrow
12 - Steffa
13 - yami no tenshi
14 - _Music_Heart_
-che mi hanno messa tra le Seguite;
-chi ha solo letto la storia o la leggerà in futuro;
zeldaXroy:
spero la storia ti stia continuando a piacere, ma che soprattutto sei
ancora con me nell'evoluzione di questo casino a più atti^^
spero proprio che continuerai a leggere e, perché no? a
commentare!!!
emmychan:
scusa l'aggiornamento ritardato, ma spero che comunque come seguito ti
sia piaciuto!!! Mi auguro che sia abbastanza più intrigante,
rispetto a prima, un po' più di peperoncino!!XDDD Fammi sapere
che ne pensi, a presto!! *bacioni*
giaggia:
beh, mistero per mistero, le cose si fanno sempre più
scure...cosa nasconde Ed??? Chi è Jack??? Cosa stanno
combinando?? Bel mistero, eh?? se sei ancora con me, spero mi dirai
cosa ne pensi e cosa ti immagini succederà; chissà,
magari potrebbe prendere una piega diversa da quella che mi
immagino....a presto *bacioni*
Stefy_rin: ehi,
modalità preoccupata On...l'hai messa in Off o sta ancora
lì?? Sempre preoccupata? Beh, magari qui c'è qualcosa che
può aiutarti, anche se pure io mi sto iniziando a
preoccupare...MMM-.-'..... M'ama o non m'ama....questo è il
problema!!XDD Io dico che lo sai....^^ anche perché come fanno
quei due a non amarsi????O.O Ma prima che ci si arriva ci vorrà
davvero p.....OPS, non dovevo!! Basta, mi cucio le mani e le uso solo
per scrivere cose...intelligenti??....mmm.... Ok, mo mi ricompongoXDDD
ci sentiamo presto *kiss*
Skadi:
ispirazione dici, eh?? Ne hai una fiala? Ti do' tutti i soldi che
vuoi!!!!XDDD Scherzi a parte, riprendendola in mano, tutti i vecchi
spunti sono tornati in me, insieme a qualcosa di nuovo^.- quindi spero
che continuerai a leggere con passione e mi sopporterai come hai fatto
fino adesso!!^^ Mi auguro che questo nuovo capitolo sia stato di tuo
gradimento e superiore alle tue aspettative....al prossimo capitolo
allora!!! *kissoni*
Al prossimo capitolo
*baci*
|
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Capitolo 4 *** [ Un Passo Verso Di Te ] ***
Un passo
Bene!!
Ecco il nuovo aggiornamento per questa storia..."stupenda" (parere
vostro, cari appassionati^^)!!!!!! Che dire...le cose si stanno
iniziando a fare più chare e la storia sta entrando nel vivo
dell'azione. Naturalmente non so dove porterà...cioè, ho
tutta la storia delineata in testa, sì, ma non ho il finale
XD!!!! Sono proprio tra le peggio!!XDDD
Comunque, vi lascio a questo nuovo capitolo!!
*buona lettura*
[ Un Passo Verso Di Te ]
-D’accordo- disse solamente Edward, all’apparecchio telefonico.
-Bene, mi fa’ piacere saperlo- rispose divertita, la voce dall’altra parte.
-Non so cosa ti aspetti che succeda, Jack; ma sta tranquillo che non
accadrà niente, te lo posso giurare- Il divertimento
dall’altra parte si tramutò in una risata che toccava i
livelli massimi; Ed non aveva mai sentito una risata così
genuina e al tempo stesso piena di attese.
-Sono sicuro che qualcosa accadrà, Ed- fece per attaccare,
all’ultimo momento richiamò il biondo con una voce
così serafica da far prevedere il peggio.
-Tra due settimane sarò anch’io lì a Central City-
aggiunse Jack, prima di attaccare definitivamente la comunicazione.
Ed osservò la cornetta con sguardo tra lo spaventato e il
complice: insomma, due sentimenti che non potevano assolutamente
convivere insieme. Pensò disperato al suo futuro che si trovava
in bilico tra due forze contrapposte, il moro Comandante Supremo, e il
misterioso Jack. Niente di meglio, insomma! Agganciò sconsolato
il telefono, prima di prendere il cappotto e dirigersi a passo di
marcia verso l’appartamento del fratello: aveva bisogno di
qualcuno con cui parlare.
Ricordava vagamente dove Al gli aveva detto di abitare, ma con qualche
peripezia ci arrivò. Proprio mentre stava per entrare
nell’edificio, si accorse che degli ufficiali ne stavano uscendo,
seguiti a ruota proprio dal suo ex-Colonnello, diretto alla macchina
posteggiata dall’altra parte della strada. Gli ufficiali con lui
erano sempre gli stessi, tra cui risaltava la figura femminile del
Tenente Hawkeye. A quella vista, Ed non poté reprimere un moto
di rabbia, mista a gelosia, che gli stava risalendo le viscere dello
stomaco. No! Non doveva
pensarci, ormai il Colonnello era fuori dai suoi pensieri e dalla sua
mente; non lo doveva pensare, non lo doveva sognare, tecnicamente una
volta non gli doveva nemmeno parlare! Dannato Jack e le sue sadiche
idee! Lui voleva solo togliersi dalla testa il suo sogno
irraggiungibile, non fare in modo da avvicinarsi a lui, ci sarebbe
rimasto scottato un’altra volta. Ecchecavolo!
Quando vide che la macchina aveva svoltato l’angolo, si
azzardò a mettere il naso nell’edificio dove risiedeva Al.
Fece i piani di corsa e bussò frenetico alla porta. Quando si
aprì, sgusciò dentro e se la richiuse alle spalle, sotto
lo sguardo esterrefatto del fratello.
-Ed….ma cosa ci fai qui?- chiese sbalordito, senza distogliere gli occhi dal maggiore.
-Cosa ti ha chiesto il Comandante Supremo?- chiese conciso Ed, portando gli occhi finalmente in quelli del fratello.
-Dov’eri, se sapevo qualcosa di te, se mi avevi spedito qualche cosa- rispose il minore, andandosi a sedere sul divano.
-E cos’hai risposto? Gli hai detto qualcosa?- l’agitazione di Ed era palpabile.
-Ma dico, sei matto? Te l’ho detto che non ne facevo parola con nessuno-
Ed sospirò, sollevato; poi si sedette anche lui sul divano, vicino al fratello.
-Nii-san ti stai facendo del male gratuito- gli fece notare Al.
Ed abbassò gli occhi, colpevole. -Lo so- rise, per non piangere
di quell’assurda situazione che si stava andando a creare.
-Mi hanno anche chiesto di entrare in contatto con Mustang... ironica come cosa, non trovi?-
Il più piccolo sospirò. -Eh, sì. Più cerchi
di allontanarti da lui, più ti ritrovi inesorabilmente vicino a
lui-
Il maggiore fece una smorfia; certo che mettere il dito nella piaga non lo aiutava di sicuro!
-Cos’hai intenzione di fare ora, fratellone?-
Ed si alzò, senza dare una risposta al fratello, e si diresse verso la porta, pronto ad uscire dall’appartamento.
-Sarà lui a venirmi a cercare, Al. Se riuscirà a fare
bene il suo lavoro, non ci metterà molto a venirmi a scovare-
disse Ed, l’amarezza chiara nei suoi splendidi occhi
d’ambra, lo sguardo puntato a terra. A volte…anzi, da
quando Edward era tornato a Central City, Al lo aveva trovato cambiato:
più triste e in cerca di solitudine di quanto non lo fosse
quattro anni fa’, gli occhi sempre adombrati da uno strano
sentimento che non riusciva a comprendere. Lui lo sapeva che il
fratello era uno stupido, per quanto riguardava i suoi sentimenti per
l’ormai Comandante Supremo, ma stava entrando in un campo minato
da cui era difficile uscirne indenni. Ed era cresciuto sotto tutti i
punti di vista, non c’erano dubbi eppure sperava che un po’
della sua ingenuità gli fosse rimasta.
-Non è possibile!-
Il Comandante Supremo sbatté un pugno sulla scrivania di fronte
a lui, mentre l’altra mano reggeva i fogli che gli erano stati
consegnati dal Tenente Taylor pochi attimi prima. Aveva letto
velocemente ciò che non gli interessava e che reputava
superfluo, fino ad arrivare alla parte che attirò la sua
attenzione.
Nome: Edward Elric
Stato: ex Alchimista di Stato, col nominativo di Fullmetal
Stato Attuale:
traditore del suo paese, per aver passato informazioni al confinante
paese di Xing, e per far parte dei Desert’s Assassins con i quali
ha contribuito a far entrare nel paese spie, armi di contrabbando e per
aver attentato alla vita dell’ex Fuhrer
Condanna: arresto e pena di morte.
Edward nella lista dei ricercati! Era impossibile anche solo
immaginarla una cosa così! Lui, il più fedele alla sua
patria, che cercava di rivoltare il suo paese, per di più con
l’aiuto di banditi che avevano una fama peggiore della
Morte…no…questo non poteva certo essere l’Edward Elric che aveva conosciuto e imparato ad ammirare e ad am…
-È successo qualcosa, Signore?- chiese il Tenente Hawkeye,
entrando senza bussare sorpresa dall’esclamazione del superiore.
-No- rispose lapidario il
moro, schioccandole un’occhiata furibonda. -Non mi sembra di
averle accordato il permesso di entrare Tenente; o per lo meno non
l’ho sentita bussare-
Il tono acido del Fuhrer sorprese non poco la donna, che colta da una
strana sensazione, uscì dalla stanza, con un piccolo inchino.
Non le era mai capitato di vedere Roy Mustang così sconvolto da
qualcosa che doveva aver scoperto; era irriconoscibile rispetto alla
persona dolce e maliziosa che aveva imparato prima a rispettare e poi
ad amare.
Nella stanza, l’ex Colonnello continuava ad osservare rabbioso
quelle carte, certo che dicessero solo false accuse. Come voleva
riuscire a credere in una cosa del genere! Come voleva avere tra le
mani il suo fagiolino e chiedergli di screditare quelle informazioni!
Si passò le mani sul volto, facendo scivolare il viso verso il
basso, fino ad incastrare le sue dita nei corti capelli neri; il
sospiro che uscì dalle sue labbra era pesante e apprensivo. Cosa
doveva fare in quel momento? Come doveva comportarsi con Ed una volta
che lo avrebbe incontrato nuovamente, perché sicuramente lo
avrebbe rincontrato!
-Sembrate sconvolto, Comandante- lo sbeffeggiò una voce nella stanza.
Alzò gli occhi di scatto, sorprendendosi di scontrarsi con due
polle d’ambra che aveva incontrato dopo tanto tempo solo il
giorno prima. Quegli occhi ispiravano ironia, appoggiati da un ghigno
malizioso che non era abituato a vedere su quelle splendide labbra
morbide…
-Cosa ci fai qui, Ed?- domandò sorpreso, il più grande,
alzandosi velocemente dalla sedia per fare il giro della scrivania.
Il sorriso sulle labbra del biondo si trasformò in un mezzo broncio corrucciato.
-Mi aspettavo una domanda diversa da voi, Signore- continuò a prenderlo in giro il piccolo.
-Vuoi che ti chieda perché sei nella lista dei ricercati?- Il tono di Mustang era duro, e gli occhi sprizzavano fuoco.
-Dovreste sapere anche questo-
-Non ho voglia di scherzare Ed- lo apostrofò il maggiore,
afferrandolo per un braccio e sbatterlo a muro, prima di essergli
sopra. Il giovane Elric sgranò gli occhi per quel gesto, sebbene
se lo fosse aspettato. Abbassò gli occhi velati di tristezza;
non avrebbe mai voluto incontrare il suo Taisa in quelle circostanze,
né era felice di prenderlo in giro a quel modo. Voleva solo
poter stare in santa pace, magari ancora nell’Esercito,
così da potergli anche solo stare vicino!…ma quello era
solo un sogno, la realtà era ben diversa e lui aveva ceduto la
sua felicità in cambio di una vita migliore per il suo paese e
quelli confinanti.
-Mi vuoi spiegare perché sei nella lista dei ricercati? Perché fai parte di quella banda di assassini, i Desert’s Assassins?-
Il moro cercò di non far trapelare la preoccupazione, la paura e
la delusione dalla sua voce; ma quest’ultima fu l’unica
nota che arrivò alle orecchie del minore.
Era così che doveva andare: rimanere deluso da lui, per poi
riacquistare la sua fiducia e riuscire finalmente a portare a
compimento la sua missione. Eppure perché gli risultava
difficile fare quelle cose? Perché voleva farsi abbracciare da
lui e rassicurarlo che avrebbe fatto di tutto per non mettere in
pericolo lui e l’intero paese?
Alzò lo guardo, fino ad incontrare quello fermo e deciso
dell’altro. Entrambi si persero nelle iridi dell’altro,
ritrovando quel pezzo che in quegli anni credevano ambedue di aver
perduto. Come trascinato da una forza invisibile, il biondo si
sganciò dal muro e abbracciò di slancio Roy, mentre
questi rimaneva stupito dal gesto, e felice andò a ricambiare la
stretta. Il corpo tra le sue braccia era scosso da lievi sussulti,
senza che però dalle sue labbra uscisse neanche il più
piccolo suono. Gli accarezzò i capelli, cercando di farlo
calmare, e quando sentì che i tremiti stavano diminuendo, si
scostò leggermente dall’altro e lo osservò negli
occhi. Le guance rigate da lacrime silenziose.
-Era necessario che io facessi tutto ciò che mi era possibile per aiutare i Desert’s Assassins
nelle loro imprese; ero il solo…sono il solo che possa fare
queste cose- spiegò misterioso il piccolo; la voce un sussurro
roco.
-Mi devi spiegare molte cose, Fullmetal- gli sussurrò ad un
orecchio. L’altro fremette sotto quel soffio caldo, leggero e
tanto atteso. Ma il nome…fu quello a creargli una serie di
brividi lungo la schiena che si andarono ad incanalare nel basso
ventre. Sentirlo nominare in quel modo, gli aveva risvegliato
sensazioni che credeva di aver perso; non era stato come quando Jack lo
chiamava in quel modo per prenderlo in giro, non gli piaceva essere
chiamato così da lui. Invece detta da Roy, prendeva
tutt’altro significato, un significato nascosto nelle
profondità della sua anima.
-Sono felice di rivederti, fagiolino- continuò il moro. E quel
punto, vedendo le gote dell’altro imporporarsi, non poté
trattenersi: prese il volto del biondo tra le mani, e solo quando
l’altro lo osservò con occhi interrogativi, che si
chinò sul suo volto e baciò quelle labbra calde,
invitanti, morbide…di Ed.
Voglio assolutamente sapere
cosa ne pensate, quindi commentate che a tirare pomodori marci e
insalata andata a male ci penserete dopo!!!^.-
Tanto per cambiare, ringrazio gli appassionati di questo manga che
stanno seguendo questa FF solo leggendola, inserendomi tra le
Preferite/Seguite, e naturalmente le povere anime pie che commentano!!!!
Skadi:
che bello sapere che la storia continua ad entusiasmarti, anche con
tutti i ritardi degli aggiornamenti....XD Beh sì, devo dire che
i fili si stanno muovendo, ed io reputo anche nella direzione
giusta!!!!!^^ Niente fiale, eh...vabbè, mi arrangio in qualche
modo^.- ma tu continua a seguire, mi raccomando!!! A martedì
prossimo^^ ( e se ci riesco anche prima!!)
lovely_girl & chiby rie-chan:
<.....-.-'.....> ragazze, mi sa che il troppo caffè vi
faccia male....limitiamoci ad uno al giorno, d'accordo????XDD Mettendo
gli scherzi da parte, me contentissima di avere nuove leve tra chi
recensisce^^, quindi mi sa che mi devo rimboccare la mani e continuare
per forza questa FF....avevo quasi deciso di accantonarla...O.o...XDDD
kissoni ragazze mie, e al prossimo capitolo!!!!
Al prossimo capitolo a tutti voi!!
*baci*
|
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Capitolo 5 *** [ Domanda A Tradimento ] ***
domanda
Salve
raggaze mie appassionate di questo splendido Manga!!! Sono di nuovo con
voi ad annoiarvi con un nuovo capito^.-!!! se siete arrivate fino a qui
e siete riuscite a soppportarmi...beh, avete fatto un enorme lavoro^^!!
Vi lascio subito al capitolo, dicendovi che mi fa' sempre un enorme
piacere sapere che la FF vi piaccia!!!
*buona lettura*
[ Domanda A Tradimento ]
Che diavolo stava facendo!
Perché stava rispondendo a quel bacio? Non doveva; non poteva
rovinare una missione che durava da due anni solo per lasciarsi andare
ai sentimenti, quegli stessi sentimenti che gli permettevano di andare
avanti, nonostante tutto quello che avesse fatto. Doveva allontanarlo,
doveva staccarsi da Roy! Ma come poteva…gli era così
mancato in quegli anni che il solo averlo lì di fronte a lui,
gli aveva fatto battere il cuore come nient’altro era riuscito a
fare in quegli anni; pensava che molti suoi sentimenti fossero ormai
andati persi, invece eccoli che rispuntavano, come un coltello che lo
trafiggeva alle spalle, come qualcosa di improvviso. Sentiva un nuovo
calore percorrergli la pelle, come quel bacio si fece più
intenso. Mustang andò a leccare il suo labbro inferiore,
chiedendo tacitamente il permesso di entrare, e quando le loro lingue
si sfiorarono timide, per conoscersi, una forte scossa di brividi
sorprese entrambi andando a percorrere la loro schiena. Si baciarono
più avidi di scoprire ogni angolo di quell’antro caldo;
Roy iniziò a passare una mano tra i biondi capelli
dell’altro, arrivando al laccio che li teneva legati. Lo fece
scivolare via, mentre una cascata di fili d’oro si riversava
sulle spalle più larghe di Edward; l’altra mano gli
andò a scivolare lungo il fianco, creando altri brividi nel
Fullmetal. Anche Ed si andò ad ancorare ai capelli
dell’altro, trovandoli di una morbidezza sconvolgente; aveva
sempre sognato di poter scompigliare quei capelli sempre perfetti,
mentre facevano l’amore, ed ora quasi c’erano.
Il moro sciolse l’intreccio delle loro lingue, prendendo ad
osservare come l’altro aveva le guance imporporate e le polle
dorate erano dilatate dal piacere. Calò nuovamente sulla sua
bocca, andandone a pulire l’angolo, dov’era rimasta una
scia di saliva; poi prese a mordicchiare il collo del biondo, scendendo
fino alla clavicola che s’intravedeva dalla scollatura della
maglia. Si fermò li, prendendo a leccare, soffiare, mordere e
succhiare, fino a quando, osservando il suo operato, non fu soddisfatto
del succhiotto che aveva lasciato all’altro: segno che Edward era
una sua preda. Riportò gli occhi sul suo biondo, sentendone il
respiro corto, vedendone gli occhi liquidi, le labbra rosse e gonfie.
Non aveva mai visto una cosa più sensuale e divina di quel
ragazzo che teneva tra le sue braccia.
Ed si sentiva strano; vedeva tutto sfocato per via del piacere di avere
finalmente Roy tra le sue braccia. Quando il moro riprese possesso
delle sue labbra, ebbe uno sprazzo di lucidità e si
affrettò a mettere quanta più distanza possibile tra lui
e Mustang, che lo osservò tra l’incuriosito e lo scocciato.
-Che succede Ed?- chiese, facendo un passo verso di lui.
-È sbagliato- provò a dire il biondo, la voce resa roca
dai baci. Il sopracciglio dell’altro si curvò
pericolosamente.
-Non mi sembrava che ti dispiacesse essere tra le mie braccia un attimo
fa’- costatò il moro. Un altro passo verso la sua preda.
Ed scosse la testa, come a voler scacciare chissà quale pensiero dalla sua mente.
-Io non dovrei essere qui… O meglio, dovrei, ma per motivi totalmente diversi- confessò, infine.
Non diede tempo all’altro di replicare niente, che si
voltò verso la finestra dalla quale era entrato silenziosamente,
ed altrettanto silenziosamente sgusciò fuori lasciandosi cadere
sul prato sottostante. Poi prese a correre come un forsennato, come se
avesse un’orda di demoni alle spalle. Roy seguì per tutto
il tragitto, la figura del giovane che si allontanava, fino a quando
non lo scorse più. Sospirò, passandosi distratto la
lingua sulle labbra, per catturare il sapore dell’altro che
ancora le impregnava; quel ragazzo lo avrebbe fatto impazzire presto,
senza tralasciare l’erezione che si era venuta a formare nei suoi
pantaloni, quando aveva osservato la visione angelica dell’altro.
Eh sì! pensò il moro, Ed lo avrebbe fatto proprio impazzire…
Quando Edward Elric mise piede in casa, non si diede tempo per fare
niente, che si diresse di corsa in camera, si stese sul letto
coprendosi con il lenzuolo, e rimase così, a pensare.
Non poteva farsi distrarre in quel modo! Non poteva assolutamente
dimenticare ogni cosa grazie al semplice tocco di Roy
Mustang…voleva rivederlo dannazione!,
voleva sentirlo più vicino, voleva toccarlo, voleva sentirsi
riempito di lui, voleva essere tutt’uno con lui. Ma come faceva?
Come riusciva quell’uomo, così arrogante a volte, ad
entrare dentro di lui in quel modo? Come aveva fatto a diventare parte
di lui, in quel modo talmente profondo da fargli dimenticare
l’importanza della sua missione?
Si rannicchiò ancora di più su se stesso, rimanendo
così fino a quando, senza accorgersene si addormentò. Fu
lo squillo del telefono a risvegliarlo da quel tepore; si
stiracchiò, alzandosi, per sciogliere i muscoli da
quell’orribile posa che aveva assunto prima.
-Pronto?- disse con voce sveglia, come se non si fosse addormentato.
-Ciao Ed- rispose la voce squillante di Jack. Come mai lo chiamava in
quel momento? Possibile che non sapeva scegliersi i tempi giusti
quell’uomo?
-Cosa vuoi- rispose acido il ragazzo.
-Ehi! Non ti è andata bene con Mustang? Giornata a vuoto?- Perché suonava come se l’altro sapesse qualcosa?
-Può darsi Jack. Non capisco il perché di questa
chiamata. Cosa vuoi?- aggiunse il biondo, cercando di capire che
cos’avesse l’altro in mente.
-Non voglio arrivare e trovarti tutto stropicciato- disse con voce
greve l’uomo. -Quindi vedi che puoi fare. Ti ho detto di
avvicinarti a Mustang, ma mi fido del tuo giudizio, Fullmetal-
continuò quello, non cambiando tono di voce, ma anzi indurendola
di più.
-Non sono un tuo giocattolo, Jack- replicò Ed, gli occhi fissi nel vuoto. -Posso fare quello che mi pare-
-Non eri così combattivo prima. Ma ricorda: la missione prima di
tutto- precisò, con voce divertita. Il suo cambiamento di umore
aveva sempre preoccupato un po’ il biondo…
Quella sera, all’appartamento di Ed, il biondo si ritrovò
due persone in casa, persone che non dovevano trovarsi lì
insieme.
-Che cosa ci fate voi due qui?- esclamò, stupito.
Entrambi si sedettero sull’unica poltrona presente nella sala,
facendo spazio al centro, di modo che anche il biondo potesse prendere
posto. Ma quello, a dispetto della volontà degli altri due, si
sedette a terra, guardandoli ben attento.
-Al!- sbottò irritato verso il fratello. -Si può sapere che ci fai con lui?-
-Calmati, Fullmetal. Ho incontrato tuo fratello di sotto; mi ha solo
dato la conferma che tu abitavi qui- rispose il Comandante Supremo,
guardando divertito il suo biondo. Alphonse annuì di rimando.
-E invece lei che ci fa’ qui, di grazia?- inveì contro il maggiore.
-Mi avevi lanciato una sfida, qualche giorno fa’. E sebbene io
abbia scoperto molte cose, mi mancava il luogo dove vivevi in questi
tempi- spiegò con sufficienza l’ex Colonnello, come se la
cosa fosse normale.
-Fratellone, io penso sia meglio che me ne vada- provò a dire il
minore dei fratelli; gli occhi ben piantati sul pavimento, il volto
arrossato dalla vergogna di trovarsi in mezzo quei due fuochi viventi.
Voleva sgattaiolare via, in modo da dare tutta la libertà di qui
i due necessitavano.
-Sì, Alphonse, vai pure- disse Mustang, surclassando il povero
Ed, che, puntualmente, gli schioccò un’occhiata gelida.
-Sono io il padrone di casa, fino a prova contraria, vecchio!- Poi,
rivolto al fratello. -Sei sicuro, Al? Per me non ci sono
problemi…-
-No no! Vado via, così chiamo anche Winry che oggi non
l’ho ancora sentita- e si defilò, imbarazzato come non mai.
Due braccia forti circondarono la vita di Edward, quando il giovane
Elric uscì dalla porta. Le labbra del moro vicino
l’orecchio del biondo, rosso come un pomodoro per la vicinanza
dell’altro.
-Lo sai che devi sempre obbedire, pulce- sussurrò Mustang; il fiato che andò riscaldare il collo del giovane, facendolo rabbrividire.
-Chi è il pulviscolo di polvere che non si vede ad occhio
nudo…?- provò a dire Ed, cercando di dare a quelle parole
una parvenza di rabbia e offesa.
-Mmm...Ed…mi piace quando ti scaldi…- Il moro andò
ad annusare i capelli sciolti di Edward, cercando di immagazzinare quel
profumo di muschio ed erba mischiati insieme. Ovviamente Ed
arrossì, diventando un peperone vivente, per il doppio senso di
quella frase.
-È un pervertito, Taisa- sussurrò, girandosi in quella
specie di abbraccio, per andare ad incontrare le labbra del moro.
Il bacio che iniziò fu calmo, lento estremamente dolce quando Ed
chiese l’accesso al moro, cercando per una volta di prendere
l’iniziativa. Roy osservò con occhi divertiti il rossore
delle guance di Ed, concentrato a gustarsi il piacere di quella bocca.
Senza che il più piccolo se ne accorgesse, Mustang lo prese in
braccio e lo distese sul divano, senza mai staccare le loro labbra.
-Cosa vuoi fare, Roy?-
Il moro lo osservò, stupito e compiaciuto al tempo stesso. -È la prima volta che mi chiami per nome Ed-
Si riappropriò di quelle labbra dolci e sensuali, prima di separarsi di nuovo.
-Non lo immagini cosa voglio fare?- sussurrò sensuale, guardandolo con occhi maliziosi.
Ed arrossì di nuovo, capendo a cosa alludeva il moro. Piano,
l’ex Colonnello iniziò a passare le sue mani forti sui
vestiti dell’altro, scendendo lentamente verso il ventre. Quel
semplice tocco procurò all’altro un piacere che mai
avrebbe pensato.
Il moro sollevò la maglia che l’altro indossava, per
portarla fino alle spalle, ed iniziò a giocherellare con i
capezzoli del biondo; i piccoli gemiti che gli arrivavano erano
qualcosa di assolutamente indescrivibile e peccaminoso, alle orecchie
dell’altro, che lo invogliò a continuare in quella piccola
tortura, assaggiando entrambi quei bottoncini rosei, fino a quando non
furono turgidi e il respiro del compagno accelerò. Di lì,
scese più in basso, coprendo con la sua bocca ogni centimetro di
quella pelle bollente, soffermandosi a mordicchiare a leccare
l’ombelico di Ed, che scoprì essere uno dei suoi punti
sensibili. Persistendo in quel gioco, spostandosi ogni tanto verso i
fianchi e poi giù arrivando al bordo dei pantaloni, Roy
impegnò una mano nell’accarezzare l’eccitazione di
biondo da sopra i calzoni, imprimendo una leggere pressione alla mano,
in modo che anche Ed potesse sentire quel tocco focoso. Di fatto, i
gemiti del minore andarono aumentando, le mani che cercavano la testa
dell’altro, per baciarsi di nuovo, con più foga di quella
che avevano utilizzato poco tempo prima.
Mustang si prese del tempo per riuscire a slacciare quei dannati
pantaloni, che non facevano che limitare la sua possibilità di
percepire ogni più piccola cosa di quel corpo perfetto.
Calò giù, prendendo a baciare l’interno coscia del
ragazzo, senza andare a sfiorare l’erezione del biondo,
incastrata nei boxer.
-Roy…- ansimò Ed, in preda al piacere. Voleva che il moro andasse oltre, che loro andassero oltre.
-Sei stupendo Ed- sussurrò Mustang, facendo scivolare lentamente
i boxer dell’altro lungo quelle gambe sode e slanciate. Senza
pensarci due volte, prese il membro di Ed in bocca, iniziando subito a
pompare, sentendo compiaciuto il respiro dell’altro
interrompendosi improvvisamente per poi riprendere più veloce ed
affannoso di prima.
-Roy!- gemette affannato, cercando di tenere gli occhi aperti,
osservando quella zazzera nera, andare su e giù tra le sue
gambe, mentre il suo membro compariva e scompariva tra quelle labbra.
Solo quella visione lo portò vicino all’orgasmo, ma il
moro era in vena di giochi, per cui smise, quando sentì
lì eccitazione del biondo tremare. Si stacco, prendendo possesso
di quelle labbra e lasciandogli assaggiare il suo sapore dolce e
amarognolo allo stesso tempo. Una mano continuava ad accarezzare
quell’asta, sentendo quel corpo scosso da mille brividi.
-Roy…mmm!...ti prego…- gemette Ed, sotto l’ennesima carezza di quella mano.
-Cosa Ed?- La voce diabolicamente sensuale di Mustang, sparata nel suo
orecchio, non fece che aumentare il piacere, il desiderio,
l’eccitazione del biondo, mandandolo completamente in tilt; non
riusciva a mettere due parole di file, per cui, sebbene cercasse di
aprire bocca per dire qualcosa, poi era costretto a richiuderla per
trattenere la marea di gemiti che ne uscivano.
-Roy…- la voce rotta dal piacere, il bacino che cercava di
andare incontro quella mano maledetta. -Non…ce la…ugh!...non ce la faccio più…!!!- riuscì ad ansimare, dopo una carezza più lenta del solito.
E allora Roy si decise finalmente ad accontentare le deboli richieste
dell’altro. Riprese tra le sue labbra quel membro teso e duro, e
con più velocità di prima prese a farlo entrare ed uscire
dal suo antro; poche pompate e sentì Ed sotto di lui inarcarsi
ed irrigidirsi, prima di svuotarsi completamente nella bocca di Roy,
che felice prese tutto ciò che quel bel ragazzo aveva da dargli.
Mustang si avvicinò con il proprio volto a quello di Ed,
aspettando che questi lo guardasse negli occhi. Quando lo fece,
ripresosi leggermente da quell’ondata di piacere, Roy poté
osservare in quelle polle ambrate l’appagamento, il piacere, il
desiderio, la voglia di averlo completamente. Sorrise, guardandolo
negli occhi, e mentre quello ancora si riprendeva, il moro prese ad
accarezzargli dolcemente la guancia.
-Che ne dici di raccontarmi tutta la storia, Ed?-
Non valeva, pensò il biondo; dopo ciò che era successo, quella domanda arrivava a tradimento…
Siete arrivati a fine capitolo,
complimenti!!! Sappiate che la strada sarà in discesa nei
prossimi due capitoli, quindi immaginatevi di tutto e fatemi sapere,
chissà che non prenda spunto^.-!!!!! Triangoli a parte, visto
che non è difficile immaginarselo (questo a risposta delle
carissime lovely-girl e chiby rie-chan^^)!!! Come al solito mi auguro
che sarete in tanti a commentare e che questo finale vi sia piaciuto^^
Per finire, come al solito, ringrazio:
-I sedici che mi hanno inserito tra le Seguite e gli altrettanti che mi hanno inserito tra le Preferite.
-Ringrazio chi ha solo letto questa storia, o leggerà, augurandomi vivamente che gli piaccia^^
-E naturalmente le mie compagne di FF che commentano pazientemente questa FF!!!!!
lovely-girl e chiby rie-chan: vi
dico subito che a vederla finita la vedrete, non sono tipo che lascia
le cosa a metà, per mia fortuna devo dire^^ E state pur certe
che questa l'aggiornerò puntualmente (non come per quella di
Naryto che ho perso illuminazione!!!), a questa ci tengo troppo ("non
mi abbandonare!!" ndEd; "non ti preoccupare Ed, non ti
tradisco*accarezzandolo*" ndme). Per cui per adesso godetevi queste
piccole lemon ("*cough* non si scrivono certi spoiler!!" ndRoy;
"....-.-'...."ndme) e beh il triangolo...è OVVIO che ci
sarà *smile malizioso*; anzi, fatemi sapere come vi immaginate
Jack^.- *bacioni!!!*
emmychan:
cucciola!!! Scusami se non mi faccio viva su msn, ma prima devo
aggiustare alcune cosa con un'amica, sennò poi rompe proprio
lì^^; comunque torno presto:*!!!!! Se sei partita in quinta con
un fumetto tutto yaioso solo per una spintarella al muro, mi domando
adesso che filmino ti sia fattaXDXDXDXD!!!!!!!! Oi però non me
liconsumare troppo, che sennò poi io me li ritrovo tutti
sciupati^.-
Skadi:
ti prometti che se troverò intoppi per la pubblicazione,
inizierò a scrivere immediatamente one-shot per distrarvi dal
finale, così mi farò perdonare in parte^.-!!! Anche se,
mentre scrivevo questo capitolo qualche ruotina ha iniziato a girare e
qualche idea a venire a galla, quindi, prendi un po' qua prendi un po'
là, qualcosa di decente dovrà pur uscire fuori, no???
giaggia:
ehi! No problem se non riesci a recensire sempre, al massimo ne fai una
lunga quando riesci a leggereXDXD!!! Scherzi a parte, i padri sono un
vero problema, sempre paura dei virus!! Convincilo che ci sono buoni
antivirus in giro e che il pc ti serve per studiare, magari si riesce a
combinare qualcosa^^; e poi ti capisco, anche io ho dovuto penare per
il pc. Mi sono dovuta ritrovare con il fratello dall'altra parte del
mondo per poterlo avere.....comunque insisti, alla fine li prendi per
stanchezza^.- Sempre contenta che questa storia ti piaccia e continui a
seguirla!!!!!! *baci!!!*
Al prossimo capitolo
*baci*
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Capitolo 6 *** [ Passato & Presente ] ***
passato
Ecco
un altro capitolo!!!!!!! Dedico questo capitolo a Skadi, perchè
leggendo il tuo commento mi è venuta l'ispirazione per questo
capitolo. Grazie stellina, e sono felicissima di averti messo
allegria!!!!! Goditi questo capitolo tutto per te, magari ti rallegra un altro po'^^!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
*Bacioni* stellina!!!
*buona lettura*
[ Passato & Presente ]
Con ancora la sua virilità
esposta agli occhi dell’altro, Edward rivide passare nella sua
mente tutte le immagini immagazzinate dal suo cervello di quei quattro
anni di assenza. Ma come spiegare tutto a Roy? Così
comprometteva la sua missione; così diventava davvero un
traditore…
-Roy…- iniziò,
cercando lo sguardo del moro. -Io vorrei poterti dire qualcosa, ma la
mia missione me lo impedisce- La voce bassa chiedeva di essere
perdonato per quella piccola mancanza.
-Non ho intenzione di lasciarti
andare senza che tu mi abbia detto tutto, Ed. Ho capito che
c’entrano qualcosa gli scontri con gli altri paesi; ma non
capisco cosa c’entri tu in tutto questo!- Il Comandante a stento
riuscì a gestire la rabbia che provava in quel momento; al
diavolo la missione, al diavolo il suo titolo di Fuhrer! Voleva
solamente sapere cos’era successo al suo dolcissimo ragazzo!
-Io…- si ritrovò a balbettare il biondo, guardando gli occhi risentiti dell’altro. Al diavolo tutto!
-Dopo che sono riuscito a recuperare il corpo di Al e i miei arti,
avevo deciso di andare a Xing per scoprire quanto più possibile
sulle loro Arti Magiche. Mi sono stati tutti molto di aiuto, ho appreso
nuove cose, sempre di più e alla fine sono dovuto andare via:
non avevano più niente da insegnarmi- gli occhi si erano fatti
malinconici. Non era andata esattamente così…
Stava cercando
di mettere in pratica quello che il Gran Sacerdote gli aveva insegnato,
utilizzandolo sopra un cerchio alchemico di sua inventiva. Sembrava
andare tutto per il meglio, quando l’improvvisa presenza di un
bambino lo aveva deconcentrato destabilizzando il precario equilibrio
del cerchio; c’era stata come un’esplosione ed il ragazzino
si era ferito gravemente. Aveva fatto di tutto per aiutarlo, ma quando
era arrivato al villaggio, per chiedere soccorso, i medici non erano
riusciti a fare molto. Era morto un paio d’ore dopo.
A seguito di
quell’episodio, il Gran Sacerdote gli aveva chiesto di lasciare
il paese perché i suoi concittadini avevano avuto paura di
quello straniero in grado di utilizzare quel mostruoso potere.
Era fuggito verso il Paese
dell’Ovest. Al confine aveva incontrato lui, Jack, e ridotto
com’era Ed, quello lo aveva preso con se e gli aveva fatto
conoscere un bel po’ di cose.
Stava
viaggiando ormai da due settimane senza una meta precisa. Non voleva
tornare così presto nel suo paese, non voleva rivedere il
Colonnello sapendo che era solo uno stupido ragazzino che non sapeva
poi così tanto di Alchimia. Voleva viaggiare ancora, imparare
ancora nuove cose… Ma dove stava andando? Dov’era che i
suoi piedi lo stavano dirigendo?
Quando vide in
lontananza degli edifici, ringraziò il cielo per un po’ di
riparo, quella notte; non aveva intenzione di restare a lungo, ma le
terre di confine erano pericolose, ed era meglio se si stava al sicuro
almeno la notte. Provò a chiedere in giro per un riparo, anche
solo un cantuccio da qualche parte, ma nessuno sembrava volergli dare
retta, tutti facevano finta di non vederlo. Si spazientì, e
calciando una pietra, si mise seduto sulla fontana di un parco, dove
sicuramente avrebbe passato la notte.
-Ma guarda chi
abbiamo qui- fece una voce sconosciuta poco distante da lui. -Cosa ci
fa’ una bella signorina come te qui fuori tutta sola?-
-Sei cieco,
bestione? Non sono una ragazza!- rispose acido Ed; odiava quando gli
davano del nano, figurarsi se poi gli davano pure della ragazza!
-Oh!oh! la
nostra principessa sta affilando gli artigli!- lo canzonò
quello, ed Edward sentì chiaramente altre persone che ridevano
di quella stupida battuta.
-Ehi bestione, come mai con la banda? Hai paura che il tuo cervello possa cessare di funzionare?-
-Ragazzina
impertinente! Non ti permettere di dire certe cose- e sperando di
cogliere di sorpresa l’altro, si avventò contro Ed, con la
chiara intenzione di fargli male. Purtroppo per lui, Edward era
abituato a combattere contro bestioni peggiori; per cui,
nell’indifferenza assoluta, il biondo si scansò di poco,
così facendo, l’uomo cadde nell’acqua della
fontana, creando un silenzio di tomba intorno a lui.
-Oh! Un gorilla bagnato…- lo prese in giro Ed. -Cos’è, avevi caldo per caso?-
Nessuno osava
dire niente, nessuno osava agire. Tutti aspettavano che il loro
compagno dicesse qualcosa, e come videro che gli faceva segno di
attaccare, tutti si precipitarono sul ragazzino, pronto a farlo a
pezzi; ma Ed fu più veloce di loro: batté le mani e le
posò a terra, creando un cerchio alchemico. Subito si andarono a
creare delle crepe nel terreno che fecero cadere molti di quei bestioni
senza cervello; li altri li mise KO lui, grazie a qualche calcio e
qualche gancio di destro. Stava per avventarsi di nuovo su quello che
era finito nella fontana, quando una voce calma ma imperiosa li fece
smettere.
-Adesso basta, Karl. Non vedi che sati facendo una brutta figura contro un marmocchio?-
La solita vena
pulsò sulla fronte di Edward, mentre si girava ed osservare chi
aveva parlato. Si pietrificò, guardandolo. Dire che era bello,
era solo un eufemismo: aveva i tratti del viso decisi ma eleganti, la
mandibola accarezzata da una leggera barba; i capelli erano di un nero
senza fondo, sebbene contro la luce del lampione potesse intravedere
dei riflessi tra il blu scuro e il violetto, e gli scendevano scalati
fino a toccare le spalle, ma senza posarvisi sopra; gli occhi erano
indescrivibili, assomigliavano alle sfumature di grigio delle nuvole
cariche di tempesta, ma Ed era sicuro che alla luce naturale del Sole
sarebbero parsi di un argento cupo ma brillante. Erano profondi, quegli
occhi, e lo scrutavano come se volessero sapere ogni cosa di lui e
della sua anima, quasi si sentiva nudo, sotto quegli occhi…
Indossava una maglia bianca sopra muscoli che si intravedevano e si
immaginavano anche senza troppa fantasia; sopra la maglia, una giacca
di pelle nera; sotto, pantaloni neri che lo fasciavano benissimo, e ai
piedi degli anfibi sempre neri.
Ed non sapeva
cosa dire, rimase solo a fissare quella figura che gli ricordava tanto
una creatura dannata costretta a vagare senza fine; un Lucifero che
aveva il potere di tenerlo legato sempre a sé.
-Mi chiamo
Jack- disse l’angelo dannato. -Mi dispiace se i miei compagni ti
hanno offeso con i loro modi poco garbati; spero li perdonerai- e tese
una mano, come per chiedere all’altro di stringerla.
-Edward-
riuscì solamente a rispondere il biondo, andando a prendere
quella mano nella sua. Rimase incantato dal sorriso gentile, angelico e
malizioso allo stesso tempo dell’altro, mentre quest’ultimo
lo trascinava chissà dove.
-Quando ho incontrato i
Desert’s Assassins- continuò Edward, senza guardare
qualcosa di preciso -mi hanno subito messo al corrente del fatto che
loro stavano cercando di far insorgere il Paese, a causa del loro
Fuhrer incompetente. Volevano che mi alleassi con loro, e dopo che
hanno saputo che avevo fatto parte dell’Esercito, hanno voluto
che li aiutassi a far cadere Bradley-
-E cos’hai a che fare con i
conflitti tra Xing e il Paese dell’Ovest?- chiese Mustang,
cercando lo guardo schivo dell’altro.
Ed si morse il labbro inferiore,
non sapendo da dove incominciare. Quei conflitti erano stati
interpretati male dall’Esercito, per questo lo avevano messo
nella lista dei ricercati; oltre, ovvio, per l’attentato al
Fuhrer.
-Ci hanno accusato di aver
fomentato gli scontri lungo il confine dei due paesi, ma quei conflitti
già c’erano. Noi abbiamo solo cercato di sedarli,
intavolando una specie di trattativa; purtroppo alla fine sono arrivati
quelli dell’Esercito e hanno capito fischi per fiaschi,
così eccoci qui, tutti accusati di tradimento, quando cerchiamo
solo di mettere un po’ di pace-
-Qual è la tua missione Ed,
adesso?- Il Comandante voleva sapere il più possibile su quel
ragazzo, non solo come Roy Mustang, ma anche come Comandante Supremo.
Doveva assolutamente capire cosa stava succedendo.
-L’unica cosa che posso dire
è che deve assolutamente intervenire, Colonnello. E deve
scegliere la parte giusta, perché sennò tutto
crollerà come castelli fatti di carta-
La voce di Edward era greve; sapeva
cosa voleva l’altro, o per lo meno sapeva che non poteva dirgli a
cuor leggero della sua missione. Tuttavia doveva riuscire a mettere Roy
sulla buona strada per capire.
-Perché sei l’unico in
grado di fare questi lavori?- chiese ancora l’ex Colonnello,
scendendo a baciare e mordicchiare il collo scoperto del biondo. Ed
gemette sotto quelle attenzioni, e sebbene cercasse di non cedere alle
attenzione che l’altro gli stava dando, alla fine dovette
capitolare. Si lasciò andare, stringendo il volto di Roy tra le
sue mani, per baciarlo con passione; il moro stette al bacio,
ricambiandolo con egual sentimento, ma la faccenda non era chiusa
lì. Doveva solo aspettare che l’altro si sciogliesse un
po’.
Le mani andarono a sfilare la
maglia che il biondo indossava, lasciandolo a torso nudo; Roy
poté vedere molte piccole cicatrici solcare quel bellissimo
torace ambrato, oltre naturalmente quella che solcava la spalla, segno
dell’operazione. Calò su quel torace, più ampio di
quanto lo ricordava, iniziando a far scivolare su ogni centimetro di
pelle, soffermandosi soprattutto sulle cicatrici, la sua lingua
serpentina che sembrava voler da sola portare l’altro
all’apice del piacere.
-Allora Ed…mi rispondi?-
domandò sensuale all’orecchio del biondo, mentre una sua
mano scendeva inesorabile verso la sua virilità, già
bella sveglia, iniziandola a stimolare con gesti lenti e misurati.
-È solo questo che vuole, Signore?-
chiese acido il più giovane, sebbene non riuscisse a trattenere
i gemiti di piacere. -Se vuole solo scopare, Comandante, se le vada a
scegliere meglio le puttane-
-Eppure non sembra dispiacerti,
Fullmetal…- rispose con il solito tono di voce. -Lo sai che non
è solo questo quello che voglio, Ed; ma non mi dai altra scelta:
sei così testardo che solo in questi casi ti arrendi- fece un
sospiro, cercando di far capire all’altro quanto gli costasse
chiederle così, le cose.
-Tu mi farai impazzire, Ed-
sussurrò lascivo, aumentando la velocità di quella mano,
l’altra mano che stuzzicava diabolica quei dolci bottoncini rosei
sul petto dell’altro.
Il respiro di Edward si era fatto
più veloce ed affannoso, soprattutto dovuto a l’ultima
frase detta da Roy…“lo faceva impazzire”…e
allora perché non prendere la situazione in mano, per una volta?
Con un forte colpo di reni, che mai si sarebbe aspettato da se stesso
in quel momento, riuscì a buttare giù dal divano il
Colonnello, scivolando sopra di lui. Roy l’osservò
stupito, non capendo cos’avesse intenzione di fare il suo biondo.
Solo quando questi gli andò a slacciare la zip dei pantaloni, si
accese in lui un fuoco indomabile che lo fece eccitare come niente in
vita sua era riuscito a fare. Vedere quel corpo più piccolo
rispetto al suo, cercare di togliergli i pantaloni e poi scendere sui
boxer, era qualcosa di indescrivibile; non riusciva ad immaginare il
suo angelo personale assaggiarlo così a fondo, benché nei
suoi sogni più proibiti lo aveva desiderato tante volte.
Esitante in quei nuovi gesti, Ed
toccò con la punta della lingua l’apice
dell’eccitazione del moro sotto di lui, sentendolo fremere per il
contatto, ma sempre costretto in quel tessuto. Continuò a
giocare con Roy così, senta togliere i boxer, accarezzando i
testicoli con una mano, mentre l’altra massaggiava lenta il
membro teso e turgido.
-Ed…- supplicò Roy,
senza avere il fiato o la capacità di dire di più. Ma il
biondo comprese, e con entrambe le mani fece scivolare il tessuto lungo
le gambe del più grande, liberando quella virilità che
svettò maestosa tra le gambe del moro. Intimorito, Ed
calò di nuovo su quell’asta, facendo scorrerne la sua
lingua per tutta la lunghezza, il moro si tese sotto quel tocco,
inarcando la schiena in cerca di maggior piacere. Allungò una
mano sulla testolina dell’altro, incitandolo a fare di
più, e non ne rimase insoddisfatto. Infatti Ed prese quella virilità, facendola entrare ed uscire dalla sua bocca,
con sempre maggiore impeto e velocità, fino a quando, con
un’ultima toccatina alla fessura sopra quel membro, Roy venne,
facendo assaggiare il suo sapore al biondo, che avido lo gustò.
Di slanciò Roy prese il viso
del giovane, baciandolo con foga, in modo da assaggiare il suo stesso
sapore mischiato a quello di lui; quel gesto fece sì che le loro
virilità si toccassero, scatenando in entrambi brividi di
piacere che eccitarono di più il biondo e risvegliarono il moro.
-Ti va di andare avanti, Ed?- chiese, ansimando, il moro, puntando i suoi occhi in quelli liquidi di desiderio dell’altro.
Ed lo baciò sensuale, calmo,
profondamente, chiedendo tacitamente all’altro di più; ma
voleva anche che il moro glielo sentisse chiedere, che lo voleva…
-Ti voglio Roy…-
sussurrò nell’orecchio di quest’ultimo, che
rabbrividì di piacere, al suono di quella voce. -Fammi tuo…-
Quelle parole bastarono a Mustang,
per prendere il ragazzo sopra di lui e portarlo velocemente in camera e
adagiarlo sul letto, prima di impossessarsi di nuovo di quelle labbra
rosse, gonfie, e desiderabili come non mai.
Ammetto
che questo capitolo non l'ho rivisto, per cui i vari errori che ci sono
me li dovete passare. Per il resto spero che vi sia piaciuto questo
aggiornamento super-rapido!!!!^^ Mi scuso subito con lovely e Rie
perché Jack non è rosso rame e con la slim, ma beh
diciamo che il modello che avevo in mente era un tantino diverso...e
spero che siate lo stesso soddisfatte del risultato, anche
perchè io gli stavo per svenire tra le braccia a Jack
(però Ed non ve lo lascio=.="); comunque fatemi sapere!!!!^.-
emmychan
naturalmente ringrazio anche te per il commento!!!! sono sicura che
anche questo capitolo ti sarà piaciuto, quindi aspetto
ansiosa!!!!^^
Al prossimo capitolo (e non abituatevi ad aggiornamenti così rapidi!!^.-)
*bacioni*
http://zabszalma.freeblog.hu/files/hugh_jackman.jpg( Il mio Jack!!! *ç*)
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Capitolo 7 *** [ Ricordare ] ***
ricordare
Ciao
cari lettori!! Vi dico subito che mi dispiace per la brevità del
capitolo, ma sto avendo un po' di problemi e visto che la prossima
settimana non potrò aggiornare, ho deciso di mettere questo
capitolo di passagio anche se, ripeto, è abbastanza breve. Spero
che comunque vi piacerà, e nel frattempo avrei anche deciso di
sospendere un attimo per finire le varie storie che ho in sospeso, in
modo da postare poi regolarmente...ma fatemi sapere che ne pensate,
anche se non ci dovrei mettere tanto a finire la storia, visto che non
ho l'intralcio della scuola XP Allora vi lascio al capitolo^.-
*buona lettura*
[ Ricordare ]
Stava lì, fermo e pensava.
Come aveva fatto a cacciarsi in un guaio simile? Cavolo, era andato a
letto con il suo ex superiore mentre era incasinato in una missione di
cui non ne vedeva l’uscita. Non che la cosa non gli fosse
piaciuta, questo è da sottolineare, ma adesso che doveva fare?
Alzò gli occhi sul volto nivea dell’ex Colonnello,
osservando gli occhi dolcemente chiusi, le labbra leggermente
dischiuse, e ascoltando il respiro regolare e pensante di chi era
profondamente addormentato. Solo guadando quel volto capì
cos’aveva intenzione di fare: aveva passato quattro anni a
sognare Roy, ad invocare inconsciamente il suo nome mentre davanti
aveva il volto di un altro uomo; ed ora che ne aveva la
possibilità, non poteva certo sprecarla, anche se la sua
missione doveva essere portata a compimento lo stesso. Tornò ad
osservare quel volto candido, arrossendo immediatamente non appena le
azioni della serata passata gli tornarono in mente.
I baci che Roy
gli stava regalando in quel momento erano qualcosa di assolutamente
erotico e proibito, che lo portarono presto a disconnettere
definitivamente la sua mente da tutto ciò che non era il corpo
del moro. Quelle labbra roventi ripresero a scendere lungo il suo
corpo, fermandosi ancora una volta sui capezzoli, sull’ombelico,
sulla sua virilità, scesero ancora di più andando a
cercare quel piccolo pertugio ancora inviolato. Ad Edward mancò
il respiro quando sentì quell’organo fare piccoli
movimenti circolari intorno all’orifizio, per poi farsi spazio
dentro di lui in una maniera tanto lenta quanto eccitante e
sconvolgente. Il Comandante Supremo continuò a stuzzicare quel
piccolo muscolo, fino a scostare le proprie labbra per fare spazio ad
una falange che penetrò il biondo. Solo un piccolo fastidio
sfiorò i sensi di Ed, iniziando subito a spingere il bacino
contro quel singolo dito, facendo intendere all’altro di poterne
inserire un altro, e poi un altro ancora, andando sempre a leccare
quelle dita con la sua lingua serpentina, per dare maggior piacere al
biondo sotto di lui. Non riusciva mai ad essere abbastanza sazio di
quei gemiti e respiri che il ragazzo elargiva con così tanto
calore. Quando fu sicuro che Ed era sufficientemente pronto, fece
uscire lentamente le dita, sotto lo sguardo e i gemiti contrariati del
biondo; sorrise, assicurandogli silenziosamente di arrivare presto a
provare maggiore piacere e desiderio.
Il Flame
Alchemist avvicinò piano la punta della sua eccitazione
all’entrata del biondo, violandolo lentamente ma senza fermarsi,
dando così il tempo al ragazzo di abituarsi a
quell’intrusione. Vide Ed stringere spasmodicamente le lenzuola
sotto di lui, mentre piccole stille trasparenti scendevano lungo quelle
guance rosso fuoco, investite da dolore e piacere mischiati insieme.
Edward
cercò di respirare profondamente e rilassare i suoi muscoli, in
modo da non aver troppo attrito con quel membro che sentiva allargarlo
inesorabilmente. Iniziò a spingersi verso quell’asta,
piano e regolare, in modo da dare sollievo a Roy, e aspettando di
raggiungere quel piacere che tra poco sicuramente lo avrebbe invaso.
Mustang prese a velocizzare il ritmo delle sue spinte, calando a
baciare quelle rose che erano le labbra di Ed e stuzzicare ancora i
suoi bottoncini rosei sul petto glabro.
-R…Roy
più…più forte…Ahhh!!- esclamò il
biondo, quando l’erezione del moro andò a toccare quel
punto magico che lo faceva impazzire; il suo respiro si fece più
affannoso, cercava di tenere gli occhi aperti per osservare
l’espressione concentrata di Roy, le mani ancora strette sul
lenzuolo.
Mustang,
incitato da quell’urlo indecente ed eccitante, continuò
con quelle spinte, andando sempre a cercare quel punto, insistendo
voracemente.
Quando Ed
sentì un calore enorme salirgli alla testa, annebbiando
completamente la sua mente, capì di star raggiungendo
l’orgasmo; quasi si aspettava un qualche giochetto da parte del
Taisa, ma quello era troppo preso dal corpo caldo ed accogliente nel
quale si trovava per poter anche solo pensare di uscire del tutto e poi
rientrare. Sarebbe quasi stata una violenza verso se stesso.
-R…Roy!!!-
Esclamò
il biondo, venendo in un fiotto caldo che andò a bagnare i loro
toraci; mentre Roy, sentendo quel muscolo stringersi attorno al suo
membro, si lasciò andare ad un orgasmo spossante, liberandosi
all’interno del biondo. La sensazione di completezza che entrambi
provarono li portò a sfiorare le proprie labbra in un bacio
casto e calmo, in forte contrasto con la foga delle azione di poco
prima.
-Edward- disse
solamente Roy, accarezzando delicatamente quei fili dorati che
scendevano sudati lungo le spalle. Si sdraiarono l’uno di fianco
all’altro, continuando ad osservarsi negli occhi, senza
però avere il coraggio di rompere quel silenzio con
l’unica affermazione possibile; entrambi troppo in ansia per
quello che sarebbe potuto succedere dopo.
-Roy-
iniziò il biondo, stufo di avere quel sentimento dentro di
sé, pronto ad esplodere in qualsiasi momento. -Ti amo-
Il moro rimase
sorpreso da quelle parole, che si annidarono nel profondo del suo
cuore, liberando un enorme scarica di benessere che si espanse per
tutto il corpo.
-Anche io Ed. Ti amo anche io-
Edward
arrossì a quelle parole, che non credeva davvero di poter
sentire dalle labbra del suo Taisa. Lo abbracciò forte, subito
ricambiato, e si addormentarono così, l’uno stretto
all’altro, mentre Morfeo vegliava i loro sogni.
Come diavolo aveva fatto a dirgli
che lo amava? Dove aveva trovato il coraggio per fare una cosa del
genere? Propri non se lo riusciva a spiegare, eppure era talmente bello
quello che aveva provato dopo che Roy gli aveva confessato di provare
lo stesso sentimento! Arrossi ancora, avvicinandosi ad una colorazione
amaranto, tanto era il suo livello di imbarazzo.
-Ti dovresti vedere in questo
momento; assomigli veramente ad un peperone!- la voce scherzosa di Roy
lo raggiunse subito, facendogli spalancare gli occhi, stupito.
-Che ci fai sveglio?- sbottò
quello, ancora più rosso di prima, scatenando una maggiore
ilarità nel militare. A quella vista, Ed gonfiò le
guance, in una fantastica espressione offesa, alla quale però
Roy non poté resistere. Calò su quelle labbra,
stuzzicandole ed assaggiandole, facendo sparire quell’espressione
dal volto di ed, troppo impegnato a ricambiare il bacio, per mantenere
ancora quel broncio.
Impegnato in quello scambio di
effusioni, Ed non si dimenticò certo di pensare che da quel
momento…anzi, da quando aveva incontrato l’altro, la sua
vita stava prendendo una strana piega, e non poteva assicurare che la
cosa sarebbe andata liscia come niente. Sapeva che doveva dire a Roy
ogni cosa, e presto avrebbero dovuto affrontare quell’argomento.
Bene, come al solito vi lascio con i ringraziamenti. Ringrazio:
-i 16 che mi hanno aggiunto tra le Preferite;
-i 21 che mi hanno inserita tra le seguite;
-emmychan, skadi e lovely_girl
che commentano ogni capitolo, scusandomi che non riesco a ringraziare
come si deve, ma mi farò perdonare con il prossimo capitolo^.-
-tutti coloro che hanno solo letto, o che leggeranno questa FF senza pretese^^
Al prossimo capitolo, sperando che
non vada così di corsa la prossima volta (non ho neanche
controllato gli errori, quindi abbonatemeli^^)
*baci*
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