Due Cuori...Una Sola Anima

di Sharel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** [ Nascondersi ] ***
Capitolo 2: *** [ Dentro La Tana ] ***
Capitolo 3: *** [ Segreti ] ***
Capitolo 4: *** [ Un Passo Verso Di Te ] ***
Capitolo 5: *** [ Domanda A Tradimento ] ***
Capitolo 6: *** [ Passato & Presente ] ***
Capitolo 7: *** [ Ricordare ] ***



Capitolo 1
*** [ Nascondersi ] ***


nascondersi Spero che questa storia vi piacerà!!! E' la prima volta che scrivo un FMA, e so che dovrei finire le altre storie, ma quando l'ispirazione chiama che fai...gli volti le spalle??? CERTO CHE NO!!! Per cui non siate clementi con le critiche, ma non ci andate neanche giù pesante... Il titolo non c'entra niente per il momento, l'ho scitto pensando al dopo... Fatemi sapere se vi piace!!! ( Edward l'ho fatto un po' OOC...per questo l'ho interito come avvertimento...)
*buona lettura*




[ Nascondersi ]


Stava girando per Central City già da un paio d’ore, aspettando colui che doveva incontrare. Si erano dati appuntamento alla piazza principale della città; il posto più caotico che vi era. Di sicuro, lì non li avrebbe notati nessuno.
Dirigendosi sul luogo dell’appuntamento, Edward si guardava intorno, riconoscendo ogni posto dove era stato precedentemente con il fratello, quando ancora era un Cane dell’Esercito. Quanto era passato dall’ultima volta che aveva messo piede in quella città? Tre, forse quattro anni? Chissà come, nulla di ciò che ricordava era cambiato: i soldati ancora giravano per le strade, i bambini andavano i giro come se niente fosse, scherzando e giocando in piccoli gruppi, gli adulti si riunivano costantemente nel bar dietro casa, riempiendoli non poco. Insomma, tutto ciò che ricordava, che la sua mente gli faceva riaffiorare, non era cambiato. No, una cosa sola era cambiata; il reale atteggiamento dei soldati: ora si aggiravano per le strade, consapevoli di dover aiutare le persone, perchè l’Esercito è per questo che esiste, per aiutare. Per cui era particolarmente colpito di come, questi nuovi soldati si approcciassero in maniera diversa con gli abitanti, intrattenendosi a parlare con loro, o a giocare con i bambini.
Tutto questo, Edward lo sapeva bene, era dovuto ad una sola persona: il Comandante Supremo Roy Mustang. Quando, quattro anni prima, il ragazzo aveva lasciato l’Esercito, il Colonnello aveva già raggiunto la carica di Generale di Brigata; in questi anni, si era informato, il neo-Generale era riuscito a mettersi in luce, riuscendo a ristabilire (sotto tutti gli aspetti) la città di Reole, compito che il Comandante Supremo di quel periodo, gli aveva affidato.
Roy…era tanto che non lo vedeva, e Dio! quanto gli mancava! Ma aveva preso la sua decisione, e fino a quel momento era riuscito a tirare avanti, seguendo un proposito ben preciso. Non poteva tirarsi indietro certo adesso… E poi, da quanto aveva capito, Roy se la cavava benissimo senza di lui. Era, di fatto, venuto a sapere che l’uomo stava intrattenendo una relazione stabile con il Sottotenente Hawkeye…
Era finalmente arrivato nella piazza. Cercò distrattamente il suo conoscente, e quando notò una zazzera di capelli castano chiaro, che si voltava a destra e sinistra, aveva capito di averlo trovato.
-Ciao- disse solamente, arrivando alle spalle della persona che lo stava ancora cercando. Quest’ultima si voltò, osservando attentamente al di sotto del cappuccio che Edward teneva sulla testa.
-Nii-san, non potresti togliertelo, almeno adesso?- chiese Alphonse, sorridendo al fratello.
-Al- fece Ed, con un sospiro. –Lo sai che non posso. Sono l’ultima persona che si aspetterebbero di trovare qui, ma non mi va di essere riconosciuto-
-Ma qui non ti conoscono i soldati, sono quasi tutti dei novellini, quelli che circolano per le strade…-
Perché ogni volta che si dovevano incontrare, Alphonse doveva tirare fuori quel discorso?
-Alphonse, se ogni volta che ci dobbiamo vedere, devi dirmi sempre le stesse cose, mi costringi a non venire più- e la sua non suonava affatto come una minaccia, ma come una promessa.
Dopo tutto, non mi dispiacerebbe evitare di mettere piede ancora in questa città.
Alphonse sospirò, capendo di non poter cambiare il fratello, in fondo aveva deciso lui il suo stato di semi-latitanza…e lui chi era per farlo desistere? Sì, certo, era il fratello, ma a quanto sembrava ad Ed questo poco importava, da quel punto di vista. Quattro anni prima, Al era riuscito a riottenere il proprio corpo grazie al fratello, ed anche Edward era riuscito ad ottenere indietro il suo braccio e la sua gamba; ma dopo quello, se ne era andato dal’Esercito, senza dire una parola a nessuno, solamente lasciando l’orologio da Alchimista di Stato sul tavolo del Colonnello. Inutile dire che ci erano rimasti tutti male, quando ne erano venuti a conoscenza. Erano andati a chiedere spiegazioni ad Al, ma lui non aveva saputo dire niente, anche lui all’oscuro di tutto.
Poi, dopo poco più di un anno, il Fullmetal si era rifatto sentire, mandando una lettera al fratello, spiegando la situazione in cui si era trovato:

Ciao Al,
scusami se non ti ho messo al crrente che avrei lasciato l’Esercito, ma quanto ho fatto è stato solo perché ho ritenuto giusto agire così. Mi trovo nel paese di Xing adesso, cercando di apprendere l’alchimia di questo mondo…
So che per te sarà difficile crederlo, ma posso dire quasi con sicurezza di essere stato inserito nella lista dei ricercati. Il perché, penso lo scoprirai presto, visto che sei entrato tra le file degli Alchimisti di Stato, tuttavia preferirei parlarne con te.
                                                                                                Tuo, Ed


Dopo quella lettera si erano visti, ed era venuto a conoscenza di tutto.
-Mi raccomando Al, non dirlo a nessuno. In questo momento è meglio che nessuno, te escluso, venga a sapere quello che è successo-
Non aveva condiviso quel punto di vista, aveva provato a controbattere, ma il fratello era stato removibile. E allora come fare? Assecondarlo, solo e semplicemente assecondare le sue intenzioni, che fino a quel momento, avevano dato buoni risultati.
-Nii-san- chiese Al, osservando con occhi distratti la folla che si avvicendava nella piazza. –Non pensi che l’aiuto di Mustang possa servire?-
Ed mancò un battito, nel sentire pronunciato il cognome del Comandante, ma il suo volto rimase impassibile.
-Non posso, Al. Non è questo il momento giusto…- rimaneva sempre sul vago, anche con il fratello, e la cosa gli spiaceva non poco: ma non ne poteva fare a meno, altrimenti lo avrebbe esposto troppo…
-Come sta Winry, Al?- era da molto che non vedeva l’amica di infanzia, e un po’ gli dispiaceva.
Alphonse osservò il fratello, come se quella domanda celasse in realtà un’altra cosa, ma Ed non batté ciglio, segno che la sua domanda era innocua. Chissà, magari aveva sperato che un sentimento particolare lo legasse alla loro amica…anche se non ne sarebbe stato del tutto felice.
-Dopo che te ne sei andato, è stata parecchio giù di corda. Ma si può dire che ora sta meglio- disse semplicemente.
-Sono felice che tu le stia accanto, sei quello che le ci vuole per dimenticarsi di me-
Il minore arrossì non poco, facendo ridacchiare Ed. –Fratellino, sei proprio ingenuo! Si vede lontano un miglio che ti interessa Winry! Solo, sta attento anche alla zia, oltre che alla tua ragazza- continuò Ed, senza smettere di ridere. Inutile dire che Al diventava sempre più rosso, ad ogni parola che il maggiore pronunciava. Tuttavia si incantò ad ascoltare la risata cristallina del fratello; era tanto che non la sentiva, e dire che gli era mancata era un eufemismo! La risata di Ed è sempre stata molto simile a quella genuina che i bambini posseggono da piccoli, di quelle che ti sciolgono al solo udirle. Infatti, non erano poche le persone che si erano fermate ad ascoltarlo, anche loro rapiti da quella figura incappucciata.
D’un tratto, Edward si bloccò, osservando attentamente la piazza.
-Alphonse, ci vediamo al più presto- sussurrò solamente al fratello, senza dare spiegazione di quell’improvvisa sparizione.
Senza dare molto nell’occhio, si buttò in un vicolo oscuro, stando attento a non essere seguito. Quello che aveva visto nella piazza era stato di certo il Sottotenente Breda, uno dei subordinati di Mustang, e di certo una delle ultime persone da cui voleva farsi vedere; da quello che gli aveva detto Al, tutti quelli che conosceva (compreso il fratellino) erano al diretto comando dell’ex-Colonnello. Non era assolutamente una buona idea farsi vedere, con quella gente in giro.
Sempre senza farsi vedere, sgusciò tra le strade di Central City, trovando un posto dove nascondersi fino alla sera; con la complicità della notte, si sarebbe di sicuro mosso più liberamente.

Entrò in un bar, di quelli più “In” della città; uno di quelli dove gli ufficiali erano la clientela più apprezzata. Prima di infilarsi nel covo del lupo, aveva provveduto a mutare di poco l’aspetto di capelli e vestiti, in modo da non farsi riconoscere, e più consono al locale.
-Posso portarle qualcosa, signore?- gli chiese un giovane cameriere, mentre finiva di asciugare un bicchiere. Capelli castano scuro e occhi profondi, non doveva avere più di venticinque anni.
-Un bicchiere di scotch- rispose tranquillamente il biondino. Quello alzò un sopracciglio, ma eseguì, senza fiatare.
Come il barista si allontanò per prendere il liquore nel retro, Edward ne approfittò per guardarsi intorno e cercare di individuare qualcuno di conosciuto. Nessuno. Peccato, aveva quasi voglia di incontrare qualcuno che conoscesse, ben consapevole che, forse, non lo avrebbe riconosciuto. Si era alzato di parecchio in quei quattro anni, adesso sembrava persino più grande di quanto non avesse effettivamente.
-Ecco a lei, signore- Il barista gli posò di fronte il bicchiere, sorridendo quasi mellifluo. Ed ricambiò, facendo addirittura gli occhi dolci, intuendo come, quel ragazzo, si fosse “innamorato” del suo aspetto: dopo tutto non era la prima volta, e di sicuro ne andava fiero.
-Posso sapere il vostro nome, signore?- fece il cameriere, avvicinandosi pericolosamente ad Ed.
Il biondo, continuando a sorridere, rispose con una certa ingenuità, volontaria. –Edward. E lei?-
-Marcus- sussurrò l’altro, incantato dal volto di Edward. Stava per aggiungere altro, ma una voce vicino loro, lo interruppe.
-Vorrei un bicchiere di whisky, per favore-
Edward sentì un brivido attraversargli la spina dorsale, ma non si voltò per vedere quell’uomo in volto; era inutile, conosceva già quella voce. E come avrebbe potuto dimenticarla?
-Subito, Comandante- rispose prontamente il giovane. –Ecco a lei- aggiunse poi, posando il bicchiere di fronte l’uomo.
-Oggi è venuto prima, Signore- constatò Marcus, dando una veloce occhiata all’orologio.
-Già- disse solamente quello, per poi concentrarsi sul suo bicchiere.
Conclusi i convenevole, Marcus si avvicinò nuovamente al ragazzo, sussurrandogli: -Ci vediamo quando finisco il turno?- la sua voce si era fatta sensuale, gi occhi maliziosi.
Edward sorrise tra sé e sé, osservando il modo in cui quello lo guardava, ma non rispose. Si sporse ulteriormente verso Marcus, fino a sentirlo rabbrividire per il fiato del biondo sul suo collo.
-Oggi non posso; poi vedremo…- sussurrò Ed, prima di voltarsi e passare di striscio vicino il Comandante, avviandosi verso l’uscita.
-Arrivederci…Taisa- bisbigliò, all’indirizzo del moro, prima di allontanarsi, come niente fosse.
Di certo non poté vedere lo stupore affacciarsi sul volto dell’ex-Colonnello, né tanto meno i suoi occhi che si spalancavano sempre di più, prima di voltarsi e vederlo uscire. Gli ci volle poco per alzarsi e fiondarsi di corsa fuori dal locale.
Si guardò intorno, cercando quel mantello nero che aveva visto poggiato sulle spalle del ragazzo, ma non vide nessuno. Nessuno indossava mantelli nero o aveva capelli biondi, lì intorno. Che si fosse immaginato la sua voce? Che quel ragazzo non avesse pronunciato “Taisa”, ma qualche altra parola?

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Capitolo 2
*** [ Dentro La Tana ] ***


tana Ohhhh!!!! Sono troppo felice che la storia vi stia piacendo!! >.< Veramente tanto!!! Ringrazio quelli che hanno commentato, quelli che mi hanno inserito tra le preferite/seguite, e anche coloro che leggono solamente. Scusate se non dico di più, ma devo uscire di corsa!!! I ringraziamenti seri sono rimandati al prossimo capitolo!!!! Baci baci e continuate a commentare numerosi!!!^^
*buona lettura*



[ Dentro La Tana ]

E adesso che doveva fare? Aveva dato il via ad una ruota che non doveva essere messa in azione…e perché poi? Per il suo sciocco desiderio di rivedere il Colonnello; per poter osservare di nuovo quegli splendidi occhi color pece, quei capelli neri come la notte, il suo sorriso di scherno, le sue mani…oh! A chi voleva darla a bere! Era innamorato cotto da sei anni di quel maledetto Colonnello, e aveva rischiato di mettere la parola fine alla missione, solo per un inutile desiderio egoistico!
-Ehi! Era ora che ti facessi vedere!- disse una voce alle sue spalle.
Era già mezzogiorno, ed il biondino era arrivato in stazione, con l’intenzione di scovare una persona che aspettava; una persona che gli doveva un carico particolare.
Si voltò verso quella voce. Apparteneva ad un uomo di mezza statura, i capelli bianchi legato in un piccolo codino, baffi del medesimo colore, occhi color sangue coperti da delle leggeri lenti al contatto, in modo da farli apparire quasi gialli.
-Sono in orario- rispose solamente Edward. L’altro lo guardò con disprezzo.
-Solo perché tu sei un pezzo grosso all’interno dell’organizzazione, non vuol dire che puoi permetterti di fare il gradasso- sbottò quello, posando violentemente una valigia per terra.
Ed si limitò ad osservarlo con un sopracciglio alzato. –Quella valigia contiene oggetti fragili. Non la dovresti manovrare in modo così violento… Senza contare che potrei riferire questa tua mancanza al Gran Consiglio- la sua voce fu calma, durante tutto il discorso; conscio, come suo solito, delle sue potenzialità e della sua carica.
Il tizio, lo afferrò di colpo per la maglia nera, strattonandolo malamente; ma Ed gli prese una mano, e senza fare una piega, gliela rigirò. Quello proruppe in un urlo, che tutta la stazione sentì: molti si voltarono, incuriositi. Altri si rigirarono subito, pensando ad uno scippo sta di fatto che nessuno si azzardò ad intervenire.
-Provaci un’altra volta- minacciò Edward, sibilando nell’orecchio dell’uomo –e sarai un uomo morto. Con o senza il consenso del Consiglio-
Detto questo, il biondino prese la valigia e si diresse verso l’uscita, pronto ad andare nell’appartamento che il fratello gli aveva affittato. Lui non poteva mettere nomi o firme da nessuna parte; neanche false. Figurati affittare un appartamento per un TOT di tempo…
Nell’appartamento, sistemò le poche cose che Al aveva avuto il piacere di fargli trovare: qualche vestito e qualche cosa da mangiare a lunga conservazione. Certo, era stato proprio felice Alphonse di sapere che il fratellone si sarebbe fermato per un bel po’ di tempo; aveva fatto letteralmente i salti di gioia! E come dargli torto? Dopo quattro anni che vedi tuo fratello in incontri sporadici, sapere che sarà di nuovo in città per un lasso di tempo indeterminato è un vero e proprio motivo di festa.
Peccato che a lui, a Edward, questa permanenza nella città non lo affascinava per niente. Era costretto a muoversi per lo più di notte, con il favore del buoi; senza contare che quello poche perlustrazioni che doveva eseguire di giorno, lo avrebbero costretto ad adottare misure sempre diverse. Sarebbe stato una vera e propria faticata! Ma il capo era stato irremovibile.

-Starai lì fino a che non si sarà risolto tutto- aveva detto la voce all’altro capo del telefono.
-E per quando devo sperare in questo miracolo?- aveva chiesto con sarcasmo il biondo.
-Capisco la tua “sofferenza” Fullmetal. Ma non c’è altra soluzione; stai tranquillo, seguilo e cerca di sapere il più possibile sulle persone che incontra- aveva solamente aggiunto quello, prima di attaccare il telefono.
-Non mi chiamare Fullmetal- aveva detto Ed, rivolto ad una cornetta ormai muta, con un sussurro di rimpianto.

Beh, oramai la cosa era fatta. Avrebbe passato i prossimi sei mesi, rinchiuso in quella città, senza avere scampo. Proprio il genere di situazioni che lui odiava.
Dopo essersi, bene o male, sistemato nel piccolo appartamento il biondo si fece una doccia e uscì, forte del tramonto che stava arrivando.
Le strade di Central City, si susseguivano tutte monotone ed uguale, quelle di periferia. Aveva chiesto a l fratello niente che fosse troppo vicino al centro della città, in modo da non destare troppi sospetti; di fatto, quando di trovi gente attiva e attenta come vicina di casa, è un vero e proprio problema, visto che devi recitare una parte costantemente, facendo vedere che la mattina esci e rientri la sera. O che comunque, hai una vita abbastanza movimentata. Tutto il contrario è la periferia: che tu esca o rimanga chiuso in casa per una settimana, è del tutto indifferente; basta che paghi l’affitto, sei il benvenuto.
Avvicinandosi sempre di più al centro, Edward aveva provveduto a cambiare colore ai suoi capelli, grazie all’alchimia…oramai gli era diventato normale, cambiare colore di capelli, di modo da non rendersi riconoscibile a qualche soldato che l’avrebbe potuto riconoscere. Con una certa tranquillità, che in realtà non possedeva, si avvicinò quatto quatto al Quartier Generale, stando attento ad ogni passante che incontrava.
Senza farsi vedere, sgusciò dentro una porticina che, nessuno, forse neanche quelli dell’Head Quarter, conoscevano. Lui ci era capitato per caso, tempo fa’, quando ancora era uno State Alchemist, e saggiamente aveva continuato a tenere a mente quel particolare.
All’interno delle mura dell’HQ, non c’era nessuno a gironzolare. Chi aveva da fare, chi pensava che nessuno si sarebbe intrufolato lì, se non passando dal portone principale; sta di fatto che per Ed fu molto facile entrarvi. Si ritrovò nella vecchia ala dell’edificio, quella dove quattro anni prima lavorava il Flame Alchemist insieme ai suoi subordinati.
Non sapendo bene da che parte andare, gli si illuminarono gli occhi quando vide uno spiraglio di finestra aperta. Ci si infilò, stando attento a non essere visto da nessuno. Erano quasi le sette passate, di conseguenza erano pochi quelli rimasti al QG; giusto quelli che ancora non avevano finito i loro doveri, ed i soldati più seri. Osservò fuori della stanza, ascoltando se qualcuno stesse passando…no…non era il caso di passare per i corridoi. Avrebbe avuto più probabilità di essere beccato, e questo il Gran Consiglio non lo avrebbe gradito.  Dando un’occhiata veloce alla stanza, vide in un angolo uno di quei condotti di areazioni che intersecano l’intero edificio; ci si infilò, non certo facilmente, ed iniziò a orientarsi tridimensionalmente, tenendo a mente il luogo che doveva raggiungere. Ci mise non poco a trovare il giusto modo di spostarsi; non era più così basso, quindi non riusciva a passare bene come prima…che brutta cosa rimpiangere la propria altezza!
Quando sentì delle voci, capì di essere arrivato. Scese nella stanza accanto. Uscì in corridoio e, stando attento a non fare rumore, si acquattò sotto la porta, cercando di udire le voci all’interno.
-Non possiamo rimanere così. Dobbiamo fare qualcosa, rispondere in qualche modo!- diceva una voce profonda.
-Sì, ma cosa? Il Comandante non vuole impiegare troppe risorse; non vorrebbe neanche dare il via alla cosa- rispose una voce di donna.
-E allora cosa dovremmo fare? Stare qui a guardare mentre quelli si fanno la guerra? Ci sono arrivate notizie terribili, non si può continuare a fare finta di niente!- sentì un pugno sbattuto su un piano, mentre le voce iniziavano a urlare tra di loro, non lasciandogli cogliere più nemmeno una frase di senso compiuto.
Poi, una pacca sulla spalla. Si irrigidì. Mi hanno scoperto, pensò, consapevole di essere nei guai fino al collo; se qualcuno lo avesse preso, doveva trovare tutti i modi per comunicare con il Consiglio.
Si voltò, cercando di mantenere una certa calma apparente. Quello che si trovò di fronte, furono due occhi neri, come la notte circondati da un manto di capelli neri che leggeri gli scivolavano dietro le dite; la divisa non era la solita con cui lo aveva visto più e più volte quando era un Cane dell’Esercito, ma anzi era ricoperta di medaglie e cianfrusaglie varie, roba totalmente inutile, se non per fini cerimoniali.
Incatenò i suoi occhi ai suoi, mancando un battito. Era tanto che non lo fissava; anche la sera prima, non lo aveva osservato negli occhi, anche se quel senso di nostalgia si era fatto comunque sentire. Ma niente in confronto a quel momento. Tutto il suo essere sembrava vibrare per la presenza dell’altro. Lo guardò; fece scivolare i suoi occhi su quelli dell’altro dalla forma allungata, sul naso dalla linea perfetta, sulla bocca invitante…
Sospirò; proprio non voleva ritrovarsi lui davanti, in quel momento.
-Anche con un colore diverso, ti riconoscerei da per tutto, Fullmetal-. A quel nome, gli occhi di Edward si socchiusero leggermente.
-Cosa ci fai qui, Edward?- chiese Roy Mustang, facendo un passo avanti. D’istinto, Ed ne fece uno indietro.

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Capitolo 3
*** [ Segreti ] ***


segreti Scusatemi il madornale ritardo, ma state tranquilli che non ho alcuna intenzione di interrompere la storia così!!! Cercherò di postare ogni martedì, almeno scrivo se mi do' dei termini... Tra esami e vacanze sono passati più di due mesi dall'ultimo aggiornamento, direi che vi ho fatto aspettare anche troppo...XDDD   ^.-   Sinceramente volevo prima finire la storia su Naruto, ma vedendo che va un po' per le lunghe ho deciso di riprendere in mano questa, per la gioia mia e vostra (amo troppo Ed per lasciarlo nel dimenticatoio come stava succedendo...). State sicuri che anche questa FF sarà abbastanza lunghetta...spero che comunque qualcuno dei vecchi commentatori e appassionati ci sia ancora!!!! Allora vi lascio subito alla lettura,
*buona lettura*






[ Segreti ]

-Cosa ci fai qui Edward?- chiese nuovamente l’ex Colonnello, infastidito dal mutismo dell’altro.
Era strano vederlo lì, dopo così tanto tempo…veramente era proprio strano vederlo!  In quei quattro anni aveva pensato molte volte…no, anzi! Non aveva fatto altro che pensare al motivo per il quale il suo biondino si fosse allontanato da Central City senza una ragione, ma lasciando dietro di sé solo l’orologio da Alchimista di Stato! Lo aveva pensato così tanto, lo aveva sognato così tanto! La sua scalata al potere sembrava così inutile senza la sua pulce preferita; ma grazie a Riza, era riuscito ad inserire nuovamente nell’ottica giusta il motivo del suo voler essere Comandante Supremo: lo doveva a Meas, lo doveva alla gente di Ishibar barbaramente uccisa dall’Esercito, lo doveva a tutte quelle persone morte a causa degli Homunculus! Per questo doveva diventare Comandante Supremo! E c’era riuscito; con fatica, ma aveva finalmente raggiunto il suo scopo. Ed ora, proprio ora che era riuscito a far uscire il ragazzo di fronte a lui dalla sua mente…ora doveva tornare, salutandolo anonimo in un bar e facendosi trovare ad origliare proprio in quelle stanze che una volta lo avevano ospitato. Le domande sulla sua assenza cominciarono a riaffacciarsi nella sua mente, senza tuttavia distoglierlo dai quesiti fondamentali.
Ma sebbene lui continuasse a fargli sempre la stessa domanda, Edward non si decideva a rispondergli; limitandosi a guardarlo con sguardo di sfida, cercando nel frattempo una via d’uscita.
-Non ho voglia di giocare, fagiolo. Dimmi cosa fai qui!- Il Comandante aveva alzato di proposito la voce, usando l’appellativo con cui era uso fare quando l’altro era ancora un Cane dell’Esercito. Ovviamente Ed non era più un fagiolo, ma era curioso della reazione dell’altro, che non ci fu. Roy alzò un sopracciglio, contrariato da quella scoperta: il biondo che non reagiva neanche per riflesso condizionato era strano.
E lui? Cosa doveva rispondere Ed? Come gli avevano insegnato, usando qualche trucco sperando di fuggire, o semplicemente dirgli la verità? No, dirgli la verità avrebbe messo in pericolo troppe persone senza un vero motivo.
-Sono in missione- si limitò a dire, senza usare appellativi.
Il moro non poté reprimere un violento brivido lungo la schiena, nel sentire quella voce calda e leggera, infantile e matura allo stesso tempo. Cos’avrebbe dato in quegli anni poter sentire di nuovo quella voce, poter vedere ancora quegli occhi?
-Per conto di chi?- Si accigliò il Comandante, sentendo quelle parole. Edward apparteneva a lui, all’Esercito; come osava lavorare per altri?!?!
L’altro si limitò ad un cenno di diniego: era una cosa che a Roy Mustang non era data sapere.
-Dove sei stato in questi anni, Fullmetal? –
-“Fullmetal” è morto quando vi è stato riconsegnato l’orologio- rispose a tono il biondo. Il moro non poté fare a meno di un leggero sorriso che gli era andato a increspare le labbra; per lui “Fullmetal” non sarebbe mai morto.
-Dove sei stato, Edward?-
-Xing- esalò, l’altro, guardando con sospetto il moro. Stava dicendo troppe cose solo perché si trattava del Taisa, anzi del Comandane Supremo, oramai!
Con circospezione Ed si rilassò sul posto, guardandosi oziosamente intorno; l’altro che gli poneva un’ennesima domanda.
-Cos’hai fatto in questi anni?-
Gli occhi ambra di Edward si posarono sulla figura ritta del militare con indifferenza, ma guardandolo celando sapientemente la sua voglia di rivelargli ogni singola cosa. Un sorriso di scherno si andò a modellare su quelle labbra morbide ed invitanti.
-Il Comandante Supremo non riesce neanche a cercare informazioni su un ex soldato? Affascinante- continuò in modo scherzoso; tono che non piacque affatto a Mustang. Lo guardò in malo modo. -Tra le risorse del Comandante Supremo, vi è anche quella di riuscire a trovare qualsiasi persona, o qualsiasi informazione desideri. Se lei non ha cercato, non le interessava- concluse serafico il giovane.
-Edward…- iniziò, seriamente arrabbiato Roy. Voleva prendere per le spalle l’altro e scrollarlo, ma gli occhi consapevoli del biondo lo stupirono.
-Molte mie azioni, non sono state coperte o fatte sparire. Cerchi bene, magari riuscirò anche a terminare la mia missione prima del previsto…Taisa-
Gli occhi tristi di Edward lo stupirono e lo ferirono; ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, il biondo aveva tirato fuori una pallina e l’aveva lanciata a terra: un piccolo fumogeno, che creò il perfetto espediente per fuggire. Roy ancora paralizzato dalle parole che gli vorticavano in mente non lo seguì, ed Edward ormai abituato a fuggire.

Dannazione! Era stato uno stupido a farsi beccare proprio dal Colonnello! Porcaccia, possibile che non aveva sentito il minimo rumore? È anche vero che era troppo concentrato sulla conversazione, per ascoltare altro; oltre al fatto che il moro non era diventato Comandante Supremo per niente.
Quando mise piede nel suo appartamento, Edward andò subito a farsi una doccia, per poi chiamare il suo “superiore”.  Non poteva dirgli che era entrato in contatto con Roy, lo avrebbe subito sostituito con qualcun altro, e lui non voleva; senza contare che era il migliore in quello che faceva (episodio di quel giorno a parte). Quando si era ritrovato il moro di fronte, aveva pensato immediatamente di fuggire, poi al suono della sua voce, aveva deciso inconsciamente si aspettare e vedere quali domande avrebbe fatto; lui doveva limitarsi a  stare in silenzio e non dire niente, ma il suo cuore non aveva voluto sentire ragioni: voleva che Roy scoprisse quello di cui andava in cerca, senza però rompere il giuramento che aveva fatto.
La situazione nel suo paese e in quelli vicini si stava facendo pesante, e se il nuovo Comandante non decideva da che parte stare, le cose sarebbero andate peggiorando.
-Edward- lo chiamò la voce dall’altra parte della cornetta.
-Sì, signore- salutò il biondo.
-Come mai mi hai contattato?-
-Sembra che il Comandante Supremo stia vagliando le varie possibilità. Non vorrebbe un troppo impiego di risorse nell’aiutare uno dei due paesi-
Dall’altra parte del telefono si fu un attimo di silenzio, prima che il contatto riprendesse a parlare.
-Dobbiamo riuscire a portarlo dalla nostra parte. Edward, pensi di poter…-
-Entrare in contatto con lui, signore?- la voce irrigidita dalla possibile risposta affermativa.
-Esatto. Vorrei che tu ti avvicinassi a lui, Ed. So di chiederti molto e che probabilmente non accetterai, ma abbiamo bisogno di quelle risorse- la voce dell’altro si fece tesa, sebbene fino a quel momento fosse stata leggera e quasi allegra.
-Se ho la possibilità di pensarci, signore, vorrei poterlo fare- provò il biondo; gli serviva qualche ora per pensarci in santa pace, visto che la sua situazione non era delle più facili.
-Fammelo sapere entro domani, Ed- rispose la voce. -Non abbiamo molto tempo-
-Non ci sono problemi. Per domani avrà la risposta, signore-
Ed fece per chiudere la comunicazione, quando una curiosità gli sorse spontanea.
-Signore, mi sta facendo seguire?- aveva quasi paura di quella risposta. E se l’avessero visto parlare con Mustang? Non si poteva permettere di essere pedinato, aveva bisogno della maggiore libertà di movimento possibile.
-No, Edward. Lo sai che mi fido di te- lo rassicurò bonariamente l’altro; dalla voce, Ed poté immaginare un sorriso sul volto dell’uomo dall’altra parte dell’apparecchio. -E…Ed? Te l’ho già detto: quando siamo solo noi due, puoi chiamarmi Jack. A presto Edward- lo salutò caloroso.
-A presto…Jack- concluse la conversazione, Edward, rimettendo la cornetta al suo posto.
Si avvicinò cauto alla finestra, che dava su un piccolo cortile interno dove alcuni bambini stavano parlando e giocando, grazie a delle torce. Era tardi perché i ragazzini potessero uscire per le strade, ma loro si divertivano anche solo stando in circolo a giocare con le carte…e poi non facevano rumore.
Osservando quelle figure, Ed non riusciva a non pensare a quello che stava accadendo, e quello in cui era invischiato.
Che cosa sto combinando?

Dannazione! Che cosa era successo a quel ragazzino che aveva conosciuto sei anni prima? Che diavolo era successo, chi era diventato? Queste erano le domande che vorticavano nella mente di Mustang, insieme a molte altre che, come queste, non trovavano una risposta.
Quando la sera prima, il fumo della pallina si era diradato, aveva trovato Riza, Havoc e Breda con le pistole puntate al vuoto. Avevano subito fatto domande, ma per motivi a lui sconosciuti non aveva voluto rivelare di aver incontrato Ed. Era tornato a casa e si era versato due dita di scotch in un bicchiere; lo aveva portato con sé in bagno, e se l’era scolato prima di fare una lunga doccia. L’unica cosa cui era riuscito a pensare erano quei due occhi d'ambra che per quattro anni gli erano mancati da morire. E la mattina dopo?
La mattina dopo, idem! Non fece altro che pensare al suo Fagiolino, ai suoi capelli sciolti di un altro colore quella sera, ma che di solito lo incantassero quei fili biondi, che erano in grado di catturare ogni raggio di Sole. Si chiuse nella sua stanza, all’ultimo piano dell’edificio, facendo chiamare da Riza (sempre al suo fianco in quegli anni) il Tenente Taylor.
-Ha chiamato Signore?- chiese con saluto militare quello, quando entrò nell’ufficio.
-Sì, Tenente. Lei può uscire, Tenente Hawkeye- fece poi alla donna.
Quando questa fu uscita, Roy si rivolse all’uomo di fronte a lui, osservandolo. Era un uomo sulla cinquantina, i capelli corti ancora miracolosamente scuri; il volto, dai lineamenti gentili, era coperto di qualche ruga che lo rendeva più affascinante, in un certo senso. Il fisico asciutto tipico di chi faceva ancora un’attività fisica e non di quelli che lasciavano il fondoschiena appiccicato su una poltrona. Era un tipo, si disse Mustang.
-Le devo chiedere un favore, Tenente. E vorrei contare sulla sua indiscrezione, se possibile- iniziò il Comandante, fissando l’altro negli occhi.
-Può contare su di me, Signore- rispose l’altro.
-Visto che lei può mettere mano su archivi e documenti TOP SECRET, vorrei che cercasse una persona per me. In qualunque catalogo, lista o archivio le venga in mente. Li deve rovesciare tutti fino a quando non l’ha trovato- aggiunse il moro.
-Sì, Signore- si limitò a dire l’altro.
-Voglio che cerchi Edward Elric, e quando lo avrà trovato, deve venire immediatamente da me a riferire. Ci sono domande?- chiese poi, prima di congedarlo.
-No, Signore- rispose il Tenente.
Quando uscì dall’ufficio, si diresse subito agli archivi, dando inizio a quell’insolita missione. Tutti sapevano chi era Edward Elric, anche a distanza di tempo; quando entri a soli dodici anni nell’Esercito, come Alchimista di Stato, per giunta, vuol dire che sei destinato a diventare una leggenda. Chissà, magari un futuro Fuhrer. Eppure quattro anni prima, il bimbo prodigio si era dilegua nel nulla, senza lasciare nessuna traccia dietro di sé. Il Comandante Supremo, a quei tempi ancora Colonnello, lo aveva fatto cercare in lungo e in largo per l’intero paese; ma niente, non era stato ritrovato. Neanche il fratello minore Alphonse ne sapeva niente… Il grande Alchimista d’Acciaio era sparito così com'era arrivato, lasciando dietro di sé il fratellino ed un Colonnello ancora alla sua disperata ricerca. Chissà cosa si aspettava che trovasse negli archivi, il Comandante Supremo…







N.B. il Dannazione! di entrambi i protagonisti è deliberatamente voluto, non prendetemi per una che non sa cosa scrive...

Non so, mi sembra un po' cortino come capitolo, ma è anche vero che ho la scrittura fasulla, quindi...
Comunque, spero che vi sia piaciuto come capitolo e che sia abbastanza intricata come storia...perché a volte neanche io ci capisco molto...XDD no sherzo!!!! Fatemi sapere cosa ve ne pare e soprattutto chi pensate che sia Jack o quello che sta succedendo!!!
Passando ad altro, ringrazio:
1 - Alex Elric
2 - crazyechelon
3 - emmychan
4 - giaggia
5 - ilary
6 - miao13
7 - Myriam Malfoy
8 - niwakun
9 - redangel250492
10 - rinslet
11 - rioki
12 - shikadance
13 - Skadi 
-che m hanno inserita come Preferita;

1 - Ametista
2 - chamaedrys
3 - giaggia
4 - HPalessandra
5 - I love Mustang
6 - icaro smile
7 - inuyasha94
8 - last exile
9 - punk92
10 - sisi89
11 - Sparrow
12 - Steffa 
13 - yami no tenshi 
14 - _Music_Heart_
-che mi hanno messa tra le Seguite;

-chi ha solo letto la storia o la leggerà in futuro;

zeldaXroy: spero la storia ti stia continuando a piacere, ma che soprattutto sei ancora con me nell'evoluzione di questo casino a più atti^^ spero proprio che continuerai a leggere e, perché no? a commentare!!!
emmychan: scusa l'aggiornamento ritardato, ma spero che comunque come seguito ti sia piaciuto!!! Mi auguro che sia abbastanza più intrigante, rispetto a prima, un po' più di peperoncino!!XDDD Fammi sapere che ne pensi, a presto!! *bacioni*
giaggia: beh, mistero per mistero, le cose si fanno sempre più scure...cosa nasconde Ed??? Chi è Jack??? Cosa stanno combinando?? Bel mistero, eh?? se sei ancora con me, spero mi dirai cosa ne pensi e cosa ti immagini succederà; chissà, magari potrebbe prendere una piega diversa da quella che mi immagino....a presto *bacioni*
Stefy_rin: ehi, modalità preoccupata On...l'hai messa in Off o sta ancora lì?? Sempre preoccupata? Beh, magari qui c'è qualcosa che può aiutarti, anche se pure io mi sto iniziando a preoccupare...MMM-.-'..... M'ama o non m'ama....questo è il problema!!XDD Io dico che lo sai....^^ anche perché come fanno quei due a non amarsi????O.O Ma prima che ci si arriva ci vorrà davvero p.....OPS, non dovevo!! Basta, mi cucio le mani e le uso solo per scrivere cose...intelligenti??....mmm.... Ok, mo mi ricompongoXDDD ci sentiamo presto *kiss*
Skadi: ispirazione dici, eh?? Ne hai una fiala? Ti do' tutti i soldi che vuoi!!!!XDDD Scherzi a parte, riprendendola in mano, tutti i vecchi spunti sono tornati in me, insieme a qualcosa di nuovo^.- quindi spero che continuerai a leggere con passione e mi sopporterai come hai fatto fino adesso!!^^ Mi auguro che questo nuovo capitolo sia stato di tuo gradimento e superiore alle tue aspettative....al prossimo capitolo allora!!! *kissoni*
Al prossimo capitolo
*baci*

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Capitolo 4
*** [ Un Passo Verso Di Te ] ***


Un passo Bene!! Ecco il nuovo aggiornamento per questa storia..."stupenda" (parere vostro, cari appassionati^^)!!!!!! Che dire...le cose si stanno iniziando a fare più chare e la storia sta entrando nel vivo dell'azione. Naturalmente non so dove porterà...cioè, ho tutta la storia delineata in testa, sì, ma non ho il finale XD!!!! Sono proprio tra le peggio!!XDDD
Comunque, vi lascio a questo nuovo capitolo!!
*buona lettura*








[ Un Passo Verso Di Te ]

-D’accordo- disse solamente Edward, all’apparecchio telefonico.
-Bene, mi fa’ piacere saperlo- rispose divertita, la voce dall’altra parte.
-Non so cosa ti aspetti che succeda, Jack; ma sta tranquillo che non accadrà niente, te lo posso giurare- Il divertimento dall’altra parte si tramutò in una risata che toccava i livelli massimi; Ed non aveva mai sentito una risata così genuina e al tempo stesso piena di attese.
-Sono sicuro che qualcosa accadrà, Ed- fece per attaccare, all’ultimo momento richiamò il biondo con una voce così serafica da far prevedere il peggio.
-Tra due settimane sarò anch’io lì a Central City- aggiunse Jack, prima di attaccare definitivamente la comunicazione.
Ed osservò la cornetta con sguardo tra lo spaventato e il complice: insomma, due sentimenti che non potevano assolutamente convivere insieme. Pensò disperato al suo futuro che si trovava in bilico tra due forze contrapposte, il moro Comandante Supremo, e il misterioso Jack. Niente di meglio, insomma! Agganciò sconsolato il telefono, prima di prendere il cappotto e dirigersi a passo di marcia verso l’appartamento del fratello: aveva bisogno di qualcuno con cui parlare.
Ricordava vagamente dove Al gli aveva detto di abitare, ma con qualche peripezia ci arrivò. Proprio mentre stava per entrare nell’edificio, si accorse che degli ufficiali ne stavano uscendo, seguiti a ruota proprio dal suo ex-Colonnello, diretto alla macchina posteggiata dall’altra parte della strada. Gli ufficiali con lui erano sempre gli stessi, tra cui risaltava la figura femminile del Tenente Hawkeye. A quella vista, Ed non poté reprimere un moto di rabbia, mista a gelosia, che gli stava risalendo le viscere dello stomaco. No! Non doveva pensarci, ormai il Colonnello era fuori dai suoi pensieri e dalla sua mente; non lo doveva pensare, non lo doveva sognare, tecnicamente una volta non gli doveva nemmeno parlare! Dannato Jack e le sue sadiche idee! Lui voleva solo togliersi dalla testa il suo sogno irraggiungibile, non fare in modo da avvicinarsi a lui, ci sarebbe rimasto scottato un’altra volta. Ecchecavolo!
Quando vide che la macchina aveva svoltato l’angolo, si azzardò a mettere il naso nell’edificio dove risiedeva Al. Fece i piani di corsa e bussò frenetico alla porta. Quando si aprì, sgusciò dentro e se la richiuse alle spalle, sotto lo sguardo esterrefatto del fratello.
-Ed….ma cosa ci fai qui?- chiese sbalordito, senza distogliere gli occhi dal maggiore.
-Cosa ti ha chiesto il Comandante Supremo?- chiese conciso Ed, portando gli occhi finalmente in quelli del fratello.
-Dov’eri, se sapevo qualcosa di te, se mi avevi spedito qualche cosa- rispose il minore, andandosi a sedere sul divano.
-E cos’hai risposto? Gli hai detto qualcosa?- l’agitazione di Ed era palpabile.
-Ma dico, sei matto? Te l’ho detto che non ne facevo parola con nessuno-
Ed sospirò, sollevato; poi si sedette anche lui sul divano, vicino al fratello.
-Nii-san ti stai facendo del male gratuito- gli fece notare Al.
Ed abbassò gli occhi, colpevole. -Lo so- rise, per non piangere di quell’assurda situazione che si stava andando a creare.
-Mi hanno anche chiesto di entrare in contatto con Mustang... ironica come cosa, non trovi?-
Il più piccolo sospirò. -Eh, sì. Più cerchi di allontanarti da lui, più ti ritrovi inesorabilmente vicino a lui-
Il maggiore fece una smorfia; certo che mettere il dito nella piaga non lo aiutava di sicuro!
-Cos’hai intenzione di fare ora, fratellone?-
Ed si alzò, senza dare una risposta al fratello, e si diresse verso la porta, pronto ad uscire dall’appartamento.
-Sarà lui a venirmi a cercare, Al. Se riuscirà a fare bene il suo lavoro, non ci metterà molto a venirmi a scovare- disse Ed, l’amarezza chiara nei suoi splendidi occhi d’ambra, lo sguardo puntato a terra. A volte…anzi, da quando Edward era tornato a Central City, Al lo aveva trovato cambiato: più triste e in cerca di solitudine di quanto non lo fosse quattro anni fa’, gli occhi sempre adombrati da uno strano sentimento che non riusciva a comprendere. Lui lo sapeva che il fratello era uno stupido, per quanto riguardava i suoi sentimenti per l’ormai Comandante Supremo, ma stava entrando in un campo minato da cui era difficile uscirne indenni. Ed era cresciuto sotto tutti i punti di vista, non c’erano dubbi eppure sperava che un po’ della sua ingenuità gli fosse rimasta.

-Non è possibile!-
Il Comandante Supremo sbatté un pugno sulla scrivania di fronte a lui, mentre l’altra mano reggeva i fogli che gli erano stati consegnati dal Tenente Taylor pochi attimi prima. Aveva letto velocemente ciò che non gli interessava e che reputava superfluo, fino ad arrivare alla parte che attirò la sua attenzione.

Nome: Edward Elric
Stato: ex Alchimista di Stato, col nominativo di Fullmetal
Stato Attuale: traditore del suo paese, per aver passato informazioni al confinante paese di Xing, e per far parte dei Desert’s Assassins con i quali ha contribuito a far entrare nel paese spie, armi di contrabbando e per aver attentato alla vita dell’ex Fuhrer
Condanna: arresto e pena di morte.

Edward nella lista dei ricercati! Era impossibile anche solo immaginarla una cosa così! Lui, il più fedele alla sua patria, che cercava di rivoltare il suo paese, per di più con l’aiuto di banditi che avevano una fama peggiore della Morte…no…questo non poteva certo essere l’Edward Elric che aveva conosciuto e imparato ad ammirare e ad am…
-È successo qualcosa, Signore?- chiese il Tenente Hawkeye, entrando senza bussare sorpresa dall’esclamazione del superiore.
-No- rispose lapidario il moro, schioccandole un’occhiata furibonda. -Non mi sembra di averle accordato il permesso di entrare Tenente; o per lo meno non l’ho sentita bussare-
Il tono acido del Fuhrer sorprese non poco la donna, che colta da una strana sensazione, uscì dalla stanza, con un piccolo inchino. Non le era mai capitato di vedere Roy Mustang così sconvolto da qualcosa che doveva aver scoperto; era irriconoscibile rispetto alla persona dolce e maliziosa che aveva imparato prima a rispettare e poi ad amare.
Nella stanza, l’ex Colonnello continuava ad osservare rabbioso quelle carte, certo che dicessero solo false accuse. Come voleva riuscire a credere in una cosa del genere! Come voleva avere tra le mani il suo fagiolino e chiedergli di screditare quelle informazioni!
Si passò le mani sul volto, facendo scivolare il viso verso il basso, fino ad incastrare le sue dita nei corti capelli neri; il sospiro che uscì dalle sue labbra era pesante e apprensivo. Cosa doveva fare in quel momento? Come doveva comportarsi con Ed una volta che lo avrebbe incontrato nuovamente, perché sicuramente lo avrebbe rincontrato!
-Sembrate sconvolto, Comandante- lo sbeffeggiò una voce nella stanza.
Alzò gli occhi di scatto, sorprendendosi di scontrarsi con due polle d’ambra che aveva incontrato dopo tanto tempo solo il giorno prima. Quegli occhi ispiravano ironia, appoggiati da un ghigno malizioso che non era abituato a vedere su quelle splendide labbra morbide…
-Cosa ci fai qui, Ed?- domandò sorpreso, il più grande, alzandosi velocemente dalla sedia per fare il giro della scrivania.
Il sorriso sulle labbra del biondo si trasformò in un mezzo broncio corrucciato.
-Mi aspettavo una domanda diversa da voi, Signore- continuò a prenderlo in giro il piccolo.
-Vuoi che ti chieda perché sei nella lista dei ricercati?- Il tono di Mustang era duro, e gli occhi sprizzavano fuoco.
-Dovreste sapere anche questo-
-Non ho voglia di scherzare Ed- lo apostrofò il maggiore, afferrandolo per un braccio e sbatterlo a muro, prima di essergli sopra. Il giovane Elric sgranò gli occhi per quel gesto, sebbene se lo fosse aspettato. Abbassò gli occhi velati di tristezza; non avrebbe mai voluto incontrare il suo Taisa in quelle circostanze, né era felice di prenderlo in giro a quel modo. Voleva solo poter stare in santa pace, magari ancora nell’Esercito, così da potergli anche solo stare vicino!…ma quello era solo un sogno, la realtà era ben diversa e lui aveva ceduto la sua felicità in cambio di una vita migliore per il suo paese e quelli confinanti.
-Mi vuoi spiegare perché sei nella lista dei ricercati? Perché fai parte di quella banda di assassini, i Desert’s Assassins?- Il moro cercò di non far trapelare la preoccupazione, la paura e la delusione dalla sua voce; ma quest’ultima fu l’unica nota che arrivò alle orecchie del minore.
Era così che doveva andare: rimanere deluso da lui, per poi riacquistare la sua fiducia e riuscire finalmente a portare a compimento la sua missione. Eppure perché gli risultava difficile fare quelle cose? Perché voleva farsi abbracciare da lui e rassicurarlo che avrebbe fatto di tutto per non mettere in pericolo lui e l’intero paese?
Alzò lo guardo, fino ad incontrare quello fermo e deciso dell’altro. Entrambi si persero nelle iridi dell’altro, ritrovando quel pezzo che in quegli anni credevano ambedue di aver perduto. Come trascinato da una forza invisibile, il biondo si sganciò dal muro e abbracciò di slancio Roy, mentre questi rimaneva stupito dal gesto, e felice andò a ricambiare la stretta. Il corpo tra le sue braccia era scosso da lievi sussulti, senza che però dalle sue labbra uscisse neanche il più piccolo suono. Gli accarezzò i capelli, cercando di farlo calmare, e quando sentì che i tremiti stavano diminuendo, si scostò leggermente dall’altro e lo osservò negli occhi. Le guance rigate da lacrime silenziose.
-Era necessario che io facessi tutto ciò che mi era possibile per aiutare i Desert’s Assassins nelle loro imprese; ero il solo…sono il solo che possa fare queste cose- spiegò misterioso il piccolo; la voce un sussurro roco.
-Mi devi spiegare molte cose, Fullmetal- gli sussurrò ad un orecchio. L’altro fremette sotto quel soffio caldo, leggero e tanto atteso. Ma il nome…fu quello a creargli una serie di brividi lungo la schiena che si andarono ad incanalare nel basso ventre. Sentirlo nominare in quel modo, gli aveva risvegliato sensazioni che credeva di aver perso; non era stato come quando Jack lo chiamava in quel modo per prenderlo in giro, non gli piaceva essere chiamato così da lui. Invece detta da Roy, prendeva tutt’altro significato, un significato nascosto nelle profondità della sua anima.  
-Sono felice di rivederti, fagiolino- continuò il moro. E quel punto, vedendo le gote dell’altro imporporarsi, non poté trattenersi: prese il volto del biondo tra le mani, e solo quando l’altro lo osservò con occhi interrogativi, che si chinò sul suo volto e baciò quelle labbra calde, invitanti, morbide…di Ed.  





Voglio assolutamente sapere cosa ne pensate, quindi commentate che a tirare pomodori marci e insalata andata a male ci penserete dopo!!!^.-
Tanto per cambiare, ringrazio gli appassionati di questo manga che stanno seguendo questa FF solo leggendola, inserendomi tra le Preferite/Seguite, e naturalmente le povere anime pie che commentano!!!!
Skadi: che bello sapere che la storia continua ad entusiasmarti, anche con tutti i ritardi degli aggiornamenti....XD Beh sì, devo dire che i fili si stanno muovendo, ed io reputo anche nella direzione giusta!!!!!^^ Niente fiale, eh...vabbè, mi arrangio in qualche modo^.- ma tu continua a seguire, mi raccomando!!! A martedì prossimo^^ ( e se ci riesco anche prima!!)
lovely_girl & chiby rie-chan:  <.....-.-'.....> ragazze, mi sa che il troppo caffè vi faccia male....limitiamoci ad uno al giorno, d'accordo????XDD Mettendo gli scherzi da parte, me contentissima di avere nuove leve tra chi recensisce^^, quindi mi sa che mi devo rimboccare la mani e continuare per forza questa FF....avevo quasi deciso di accantonarla...O.o...XDDD kissoni ragazze mie, e al prossimo capitolo!!!!

Al prossimo capitolo a tutti voi!!
*baci*

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Capitolo 5
*** [ Domanda A Tradimento ] ***


domanda Salve raggaze mie appassionate di questo splendido Manga!!! Sono di nuovo con voi ad annoiarvi con un nuovo capito^.-!!! se siete arrivate fino a qui e siete riuscite a soppportarmi...beh, avete fatto un enorme lavoro^^!! Vi lascio subito al capitolo, dicendovi che mi fa' sempre un enorme piacere sapere che la FF vi piaccia!!!
*buona lettura*







[ Domanda A Tradimento ]


Che diavolo stava facendo! Perché stava rispondendo a quel bacio? Non doveva; non poteva rovinare una missione che durava da due anni solo per lasciarsi andare ai sentimenti, quegli stessi sentimenti che gli permettevano di andare avanti, nonostante tutto quello che avesse fatto. Doveva allontanarlo, doveva staccarsi da Roy! Ma come poteva…gli era così mancato in quegli anni che il solo averlo lì di fronte a lui, gli aveva fatto battere il cuore come nient’altro era riuscito a fare in quegli anni; pensava che molti suoi sentimenti fossero ormai andati persi, invece eccoli che rispuntavano, come un coltello che lo trafiggeva alle spalle, come qualcosa di improvviso. Sentiva un nuovo calore percorrergli la pelle, come quel bacio si fece più intenso. Mustang andò a leccare il suo labbro inferiore, chiedendo tacitamente il permesso di entrare, e quando le loro lingue si sfiorarono timide, per conoscersi, una forte scossa di brividi sorprese entrambi andando a percorrere la loro schiena. Si baciarono più avidi di scoprire ogni angolo di quell’antro caldo; Roy iniziò a passare una mano tra i biondi capelli dell’altro, arrivando al laccio che li teneva legati. Lo fece scivolare via, mentre una cascata di fili d’oro si riversava sulle spalle più larghe di Edward; l’altra mano gli andò a scivolare lungo il fianco, creando altri brividi nel Fullmetal. Anche Ed si andò ad ancorare ai capelli dell’altro, trovandoli di una morbidezza sconvolgente; aveva sempre sognato di poter scompigliare quei capelli sempre perfetti, mentre facevano l’amore, ed ora quasi c’erano.
Il moro sciolse l’intreccio delle loro lingue, prendendo ad osservare come l’altro aveva le guance imporporate e le polle dorate erano dilatate dal piacere. Calò nuovamente sulla sua bocca, andandone a pulire l’angolo, dov’era rimasta una scia di saliva; poi prese a mordicchiare il collo del biondo, scendendo fino alla clavicola che s’intravedeva dalla scollatura della maglia. Si fermò li, prendendo a leccare, soffiare, mordere e succhiare, fino a quando, osservando il suo operato, non fu soddisfatto del succhiotto che aveva lasciato all’altro: segno che Edward era una sua preda. Riportò gli occhi sul suo biondo, sentendone il respiro corto, vedendone gli occhi liquidi, le labbra rosse e gonfie. Non aveva mai visto una cosa più sensuale e divina di quel ragazzo che teneva tra le sue braccia.
Ed si sentiva strano; vedeva tutto sfocato per via del piacere di avere finalmente Roy tra le sue braccia. Quando il moro riprese possesso delle sue labbra, ebbe uno sprazzo di lucidità e si affrettò a mettere quanta più distanza possibile tra lui e Mustang, che lo osservò tra l’incuriosito e lo scocciato.
-Che succede Ed?- chiese, facendo un passo verso di lui.
-È sbagliato- provò a dire il biondo, la voce resa roca dai baci. Il sopracciglio dell’altro si curvò pericolosamente.
-Non mi sembrava che ti dispiacesse essere tra le mie braccia un attimo fa’- costatò il moro. Un altro passo verso la sua preda.
Ed scosse la testa, come a voler scacciare chissà quale pensiero dalla sua mente.
-Io non dovrei essere qui… O meglio, dovrei, ma per motivi totalmente diversi- confessò, infine.
Non diede tempo all’altro di replicare niente, che si voltò verso la finestra dalla quale era entrato silenziosamente, ed altrettanto silenziosamente sgusciò fuori lasciandosi cadere sul prato sottostante. Poi prese a correre come un forsennato, come se avesse un’orda di demoni alle spalle. Roy seguì per tutto il tragitto, la figura del giovane che si allontanava, fino a quando non lo scorse più. Sospirò, passandosi distratto la lingua sulle labbra, per catturare il sapore dell’altro che ancora le impregnava; quel ragazzo lo avrebbe fatto impazzire presto, senza tralasciare l’erezione che si era venuta a formare nei suoi pantaloni, quando aveva osservato la visione angelica dell’altro. Eh sì! pensò il moro, Ed lo avrebbe fatto proprio impazzire

Quando Edward Elric mise piede in casa, non si diede tempo per fare niente, che si diresse di corsa in camera, si stese sul letto coprendosi con il lenzuolo, e rimase così, a pensare.
 Non poteva farsi distrarre in quel modo! Non poteva assolutamente dimenticare ogni cosa grazie al semplice tocco di Roy Mustang…voleva rivederlo dannazione!, voleva sentirlo più vicino, voleva toccarlo, voleva sentirsi riempito di lui, voleva essere tutt’uno con lui. Ma come faceva? Come riusciva quell’uomo, così arrogante a volte, ad entrare dentro di lui in quel modo? Come aveva fatto a diventare parte di lui, in quel modo talmente profondo da fargli dimenticare l’importanza della sua missione?
Si rannicchiò ancora di più su se stesso, rimanendo così fino a quando, senza accorgersene si addormentò. Fu lo squillo del telefono a risvegliarlo da quel tepore; si stiracchiò, alzandosi, per sciogliere i muscoli da quell’orribile posa che aveva assunto prima.
-Pronto?- disse con voce sveglia, come se non si fosse addormentato.
-Ciao Ed- rispose la voce squillante di Jack. Come mai lo chiamava in quel momento? Possibile che non sapeva scegliersi i tempi giusti quell’uomo?
-Cosa vuoi- rispose acido il ragazzo.
-Ehi! Non ti è andata bene con Mustang? Giornata a vuoto?- Perché suonava come se l’altro sapesse qualcosa?
-Può darsi Jack. Non capisco il perché di questa chiamata. Cosa vuoi?- aggiunse il biondo, cercando di capire che cos’avesse l’altro in mente.
-Non voglio arrivare e trovarti tutto stropicciato- disse con voce greve l’uomo. -Quindi vedi che puoi fare. Ti ho detto di avvicinarti a Mustang, ma mi fido del tuo giudizio, Fullmetal- continuò quello, non cambiando tono di voce, ma anzi indurendola di più.
-Non sono un tuo giocattolo, Jack- replicò Ed, gli occhi fissi nel vuoto. -Posso fare quello che mi pare-
-Non eri così combattivo prima. Ma ricorda: la missione prima di tutto- precisò, con voce divertita. Il suo cambiamento di umore aveva sempre preoccupato un po’ il biondo…

Quella sera, all’appartamento di Ed, il biondo si ritrovò due persone in casa, persone che non dovevano trovarsi lì insieme.
-Che cosa ci fate voi due qui?- esclamò, stupito.
Entrambi si sedettero sull’unica poltrona presente nella sala, facendo spazio al centro, di modo che anche il biondo potesse prendere posto. Ma quello, a dispetto della volontà degli altri due, si sedette a terra, guardandoli ben attento.
-Al!- sbottò irritato verso il fratello. -Si può sapere che ci fai con lui?-
-Calmati, Fullmetal. Ho incontrato tuo fratello di sotto; mi ha solo dato la conferma che tu abitavi qui- rispose il Comandante Supremo, guardando divertito il suo biondo. Alphonse annuì di rimando.
-E invece lei che ci fa’ qui, di grazia?- inveì contro il maggiore.
-Mi avevi lanciato una sfida, qualche giorno fa’. E sebbene io abbia scoperto molte cose, mi mancava il luogo dove vivevi in questi tempi- spiegò con sufficienza l’ex Colonnello, come se la cosa fosse normale.
-Fratellone, io penso sia meglio che me ne vada- provò a dire il minore dei fratelli; gli occhi ben piantati sul pavimento, il volto arrossato dalla vergogna di trovarsi in mezzo quei due fuochi viventi. Voleva sgattaiolare via, in modo da dare tutta la libertà di qui i due necessitavano.
-Sì, Alphonse, vai pure- disse Mustang, surclassando il povero Ed, che, puntualmente, gli schioccò un’occhiata gelida.
-Sono io il padrone di casa, fino a prova contraria, vecchio!- Poi, rivolto al fratello. -Sei sicuro, Al? Per me non ci sono problemi…-
-No no! Vado via, così chiamo anche Winry che oggi non l’ho ancora sentita- e si defilò, imbarazzato come non mai.
Due braccia forti circondarono la vita di Edward, quando il giovane Elric uscì dalla porta. Le labbra del moro vicino l’orecchio del biondo, rosso come un pomodoro per la vicinanza dell’altro.
-Lo sai che devi sempre obbedire, pulce- sussurrò Mustang; il fiato che andò riscaldare il collo del giovane, facendolo rabbrividire.
-Chi è il pulviscolo di polvere che non si vede ad occhio nudo…?- provò a dire Ed, cercando di dare a quelle parole una parvenza di rabbia e offesa.
-Mmm...Ed…mi piace quando ti scaldi…- Il moro andò ad annusare i capelli sciolti di Edward, cercando di immagazzinare quel profumo di muschio ed erba mischiati insieme. Ovviamente Ed arrossì, diventando un peperone vivente, per il doppio senso di quella frase.
-È un pervertito, Taisa- sussurrò, girandosi in quella specie di abbraccio, per andare ad incontrare le labbra del moro.
Il bacio che iniziò fu calmo, lento estremamente dolce quando Ed chiese l’accesso al moro, cercando per una volta di prendere l’iniziativa. Roy osservò con occhi divertiti il rossore delle guance di Ed, concentrato a gustarsi il piacere di quella bocca. Senza che il più piccolo se ne accorgesse, Mustang lo prese in braccio e lo distese sul divano, senza mai staccare le loro labbra.
-Cosa vuoi fare, Roy?-
Il moro lo osservò, stupito e compiaciuto al tempo stesso. -È la prima volta che mi chiami per nome Ed-
Si riappropriò di quelle labbra dolci e sensuali, prima di separarsi di nuovo.
-Non lo immagini cosa voglio fare?- sussurrò sensuale, guardandolo con occhi maliziosi.
Ed arrossì di nuovo, capendo a cosa alludeva il moro. Piano, l’ex Colonnello iniziò a passare le sue mani forti sui vestiti dell’altro, scendendo lentamente verso il ventre. Quel semplice tocco procurò all’altro un piacere che mai avrebbe pensato.
Il moro sollevò la maglia che l’altro indossava, per portarla fino alle spalle, ed iniziò a giocherellare con i capezzoli del biondo; i piccoli gemiti che gli arrivavano erano qualcosa di assolutamente indescrivibile e peccaminoso, alle orecchie dell’altro, che lo invogliò a continuare in quella piccola tortura, assaggiando entrambi quei bottoncini rosei, fino a quando non furono turgidi e il respiro del compagno accelerò. Di lì, scese più in basso, coprendo con la sua bocca ogni centimetro di quella pelle bollente, soffermandosi a mordicchiare a leccare l’ombelico di Ed, che scoprì essere uno dei suoi punti sensibili. Persistendo in quel gioco, spostandosi ogni tanto verso i fianchi e poi giù arrivando al bordo dei pantaloni, Roy impegnò una mano nell’accarezzare l’eccitazione di biondo da sopra i calzoni, imprimendo una leggere pressione alla mano, in modo che anche Ed potesse sentire quel tocco focoso. Di fatto, i gemiti del minore andarono aumentando, le mani che cercavano la testa dell’altro, per baciarsi di nuovo, con più foga di quella che avevano utilizzato poco tempo prima.
Mustang si prese del tempo per riuscire a slacciare quei dannati pantaloni, che non facevano che limitare la sua possibilità di percepire ogni più piccola cosa di quel corpo perfetto. Calò giù, prendendo a baciare l’interno coscia del ragazzo, senza andare a sfiorare l’erezione del biondo, incastrata nei boxer.
-Roy…- ansimò Ed, in preda al piacere. Voleva che il moro andasse oltre, che loro andassero oltre.
-Sei stupendo Ed- sussurrò Mustang, facendo scivolare lentamente i boxer dell’altro lungo quelle gambe sode e slanciate. Senza pensarci due volte, prese il membro di Ed in bocca, iniziando subito a pompare, sentendo compiaciuto il respiro dell’altro interrompendosi improvvisamente per poi riprendere più veloce ed affannoso di prima.
-Roy!- gemette affannato, cercando di tenere gli occhi aperti, osservando quella zazzera nera, andare su e giù tra le sue gambe, mentre il suo membro compariva e scompariva tra quelle labbra. Solo quella visione lo portò vicino all’orgasmo, ma il moro era in vena di giochi, per cui smise, quando sentì lì eccitazione del biondo tremare. Si stacco, prendendo possesso di quelle labbra e lasciandogli assaggiare il suo sapore dolce e amarognolo allo stesso tempo. Una mano continuava ad accarezzare quell’asta, sentendo quel corpo scosso da mille brividi.
-Roy…mmm!...ti prego…- gemette Ed, sotto l’ennesima carezza di quella mano.
-Cosa Ed?- La voce diabolicamente sensuale di Mustang, sparata nel suo orecchio, non fece che aumentare il piacere, il desiderio, l’eccitazione del biondo, mandandolo completamente in tilt; non riusciva a mettere due parole di file, per cui, sebbene cercasse di aprire bocca per dire qualcosa, poi era costretto a richiuderla per trattenere la marea di gemiti che ne uscivano.
-Roy…- la voce rotta dal piacere, il bacino che cercava di andare incontro quella mano maledetta. -Non…ce la…ugh!...non ce la faccio più…!!!- riuscì ad ansimare, dopo una carezza più lenta del solito.
E allora Roy si decise finalmente ad accontentare le deboli richieste dell’altro. Riprese tra le sue labbra quel membro teso e duro, e con più velocità di prima prese a farlo entrare ed uscire dal suo antro; poche pompate e sentì Ed sotto di lui inarcarsi ed irrigidirsi, prima di svuotarsi completamente nella bocca di Roy, che felice prese tutto ciò che quel bel ragazzo aveva da dargli.
Mustang si avvicinò con il proprio volto a quello di Ed, aspettando che questi lo guardasse negli occhi. Quando lo fece, ripresosi leggermente da quell’ondata di piacere, Roy poté osservare in quelle polle ambrate l’appagamento, il piacere, il desiderio, la voglia di averlo completamente. Sorrise, guardandolo negli occhi, e mentre quello ancora si riprendeva, il moro prese ad accarezzargli dolcemente la guancia.
-Che ne dici di raccontarmi tutta la storia, Ed?-
Non valeva, pensò il biondo; dopo ciò che era successo, quella domanda arrivava a tradimento






Siete arrivati a fine capitolo, complimenti!!! Sappiate che la strada sarà in discesa nei prossimi due capitoli, quindi immaginatevi di tutto e fatemi sapere, chissà che non prenda spunto^.-!!!!! Triangoli a parte, visto che non è difficile immaginarselo (questo a risposta delle carissime lovely-girl e chiby rie-chan^^)!!! Come al solito mi auguro che sarete in tanti a commentare e che questo finale vi sia piaciuto^^ Per finire, come al solito, ringrazio:
-I sedici che mi hanno inserito tra le Seguite e gli altrettanti che mi hanno inserito tra le Preferite.
-Ringrazio chi ha solo letto questa storia, o leggerà, augurandomi vivamente che gli piaccia^^
-E naturalmente le mie compagne di FF che commentano pazientemente questa FF!!!!!
lovely-girl e chiby rie-chan: vi dico subito che a vederla finita la vedrete, non sono tipo che lascia le cosa a metà, per mia fortuna devo dire^^ E state pur certe che questa l'aggiornerò puntualmente (non come per quella di Naryto che ho perso illuminazione!!!), a questa ci tengo troppo ("non mi abbandonare!!" ndEd; "non ti preoccupare Ed, non ti tradisco*accarezzandolo*" ndme). Per cui per adesso godetevi queste piccole lemon ("*cough* non si scrivono certi spoiler!!" ndRoy; "....-.-'...."ndme) e beh il triangolo...è OVVIO che ci sarà *smile malizioso*; anzi, fatemi sapere come vi immaginate Jack^.- *bacioni!!!*
emmychan: cucciola!!! Scusami se non mi faccio viva su msn, ma prima devo aggiustare alcune cosa con un'amica, sennò poi rompe proprio lì^^; comunque torno presto:*!!!!! Se sei partita in quinta con un fumetto tutto yaioso solo per una spintarella al muro, mi domando adesso che filmino ti sia fattaXDXDXDXD!!!!!!!! Oi però non me liconsumare troppo, che sennò poi io me li ritrovo tutti sciupati^.-
 Skadi: ti prometti che se troverò intoppi per la pubblicazione, inizierò a scrivere immediatamente one-shot per distrarvi dal finale, così mi farò perdonare in parte^.-!!! Anche se, mentre scrivevo questo capitolo qualche ruotina ha iniziato a girare e qualche idea a venire a galla, quindi, prendi un po' qua prendi un po' là, qualcosa di decente dovrà pur uscire fuori, no???
giaggia: ehi! No problem se non riesci a recensire sempre, al massimo ne fai una lunga quando riesci a leggereXDXD!!! Scherzi a parte, i padri sono un vero problema, sempre paura dei virus!! Convincilo che ci sono buoni antivirus in giro e che il pc ti serve per studiare, magari si riesce a combinare qualcosa^^; e poi ti capisco, anche io ho dovuto penare per il pc. Mi sono dovuta ritrovare con il fratello dall'altra parte del mondo per poterlo avere.....comunque insisti, alla fine li prendi per stanchezza^.- Sempre contenta che questa storia ti piaccia e continui a seguirla!!!!!! *baci!!!*
Al prossimo capitolo
*baci*

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Capitolo 6
*** [ Passato & Presente ] ***


passato Ecco un altro capitolo!!!!!!! Dedico questo capitolo a Skadi, perchè leggendo il tuo commento mi è venuta l'ispirazione per questo capitolo. Grazie stellina, e sono felicissima di averti messo allegria!!!!! Goditi questo capitolo tutto per te, magari ti rallegra un altro po'^^!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! *Bacioni* stellina!!!  
*buona lettura*





[ Passato & Presente ]

Con ancora la sua virilità esposta agli occhi dell’altro, Edward rivide passare nella sua mente tutte le immagini immagazzinate dal suo cervello di quei quattro anni di assenza. Ma come spiegare tutto a Roy? Così comprometteva la sua missione; così diventava davvero un traditore…
-Roy…- iniziò, cercando lo sguardo del moro. -Io vorrei poterti dire qualcosa, ma la mia missione me lo impedisce- La voce bassa chiedeva di essere perdonato per quella piccola mancanza.
-Non ho intenzione di lasciarti andare senza che tu mi abbia detto tutto, Ed. Ho capito che c’entrano qualcosa gli scontri con gli altri paesi; ma non capisco cosa c’entri tu in tutto questo!- Il Comandante a stento riuscì a gestire la rabbia che provava in quel momento; al diavolo la missione, al diavolo il suo titolo di Fuhrer! Voleva solamente sapere cos’era successo al suo dolcissimo ragazzo!
-Io…- si ritrovò a balbettare il biondo, guardando gli occhi risentiti dell’altro. Al diavolo tutto! -Dopo che sono riuscito a recuperare il corpo di Al e i miei arti, avevo deciso di andare a Xing per scoprire quanto più possibile sulle loro Arti Magiche. Mi sono stati tutti molto di aiuto, ho appreso nuove cose, sempre di più e alla fine sono dovuto andare via: non avevano più niente da insegnarmi- gli occhi si erano fatti malinconici. Non era andata esattamente così…

Stava cercando di mettere in pratica quello che il Gran Sacerdote gli aveva insegnato, utilizzandolo sopra un cerchio alchemico di sua inventiva. Sembrava andare tutto per il meglio, quando l’improvvisa presenza di un bambino lo aveva deconcentrato destabilizzando il precario equilibrio del cerchio; c’era stata come un’esplosione ed il ragazzino si era ferito gravemente. Aveva fatto di tutto per aiutarlo, ma quando era arrivato al villaggio, per chiedere soccorso, i medici non erano riusciti a fare molto. Era morto un paio d’ore dopo.
A seguito di quell’episodio, il Gran Sacerdote gli aveva chiesto di lasciare il paese perché i suoi concittadini avevano avuto paura di quello straniero in grado di utilizzare quel mostruoso potere.

Era fuggito verso il Paese dell’Ovest. Al confine aveva incontrato lui, Jack, e ridotto com’era Ed, quello lo aveva preso con se e gli aveva fatto conoscere un bel po’ di cose.

Stava viaggiando ormai da due settimane senza una meta precisa. Non voleva tornare così presto nel suo paese, non voleva rivedere il Colonnello sapendo che era solo uno stupido ragazzino che non sapeva poi così tanto di Alchimia. Voleva viaggiare ancora, imparare ancora nuove cose… Ma dove stava andando? Dov’era che i suoi piedi lo stavano dirigendo?
Quando vide in lontananza degli edifici, ringraziò il cielo per un po’ di riparo, quella notte; non aveva intenzione di restare a lungo, ma le terre di confine erano pericolose, ed era meglio se si stava al sicuro almeno la notte. Provò a chiedere in giro per un riparo, anche solo un cantuccio da qualche parte, ma nessuno sembrava volergli dare retta, tutti facevano finta di non vederlo. Si spazientì, e calciando una pietra, si mise seduto sulla fontana di un parco, dove sicuramente avrebbe passato la notte.
-Ma guarda chi abbiamo qui- fece una voce sconosciuta poco distante da lui. -Cosa ci fa’ una bella signorina come te qui fuori tutta sola?-
-Sei cieco, bestione? Non sono una ragazza!- rispose acido Ed; odiava quando gli davano del nano, figurarsi se poi gli davano pure della ragazza!
-Oh!oh! la nostra principessa sta affilando gli artigli!- lo canzonò quello, ed Edward sentì chiaramente altre persone che ridevano di quella stupida battuta.
-Ehi bestione, come mai con la banda? Hai paura che il tuo cervello possa cessare di funzionare?-
-Ragazzina impertinente! Non ti permettere di dire certe cose- e sperando di cogliere di sorpresa l’altro, si avventò contro Ed, con la chiara intenzione di fargli male. Purtroppo per lui, Edward era abituato a combattere contro bestioni peggiori; per cui, nell’indifferenza assoluta, il biondo si scansò di poco, così facendo, l’uomo cadde nell’acqua della fontana, creando un silenzio di tomba intorno a lui.
-Oh! Un gorilla bagnato…- lo prese in giro Ed. -Cos’è, avevi caldo per caso?-
Nessuno osava dire niente, nessuno osava agire. Tutti aspettavano che il loro compagno dicesse qualcosa, e come videro che gli faceva segno di attaccare, tutti si precipitarono sul ragazzino, pronto a farlo a pezzi; ma Ed fu più veloce di loro: batté le mani e le posò a terra, creando un cerchio alchemico. Subito si andarono a creare delle crepe nel terreno che fecero cadere molti di quei bestioni senza cervello; li altri li mise KO lui, grazie a qualche calcio e qualche gancio di destro. Stava per avventarsi di nuovo su quello che era finito nella fontana, quando una voce calma ma imperiosa li fece smettere.
-Adesso basta, Karl. Non vedi che sati facendo una brutta figura contro un marmocchio?-
La solita vena pulsò sulla fronte di Edward, mentre si girava ed osservare chi aveva parlato. Si pietrificò, guardandolo. Dire che era bello, era solo un eufemismo: aveva i tratti del viso decisi ma eleganti, la mandibola accarezzata da una leggera barba; i capelli erano di un nero senza fondo, sebbene contro la luce del lampione potesse intravedere dei riflessi tra il blu scuro e il violetto, e gli scendevano scalati fino a toccare le spalle, ma senza posarvisi sopra; gli occhi erano indescrivibili, assomigliavano alle sfumature di grigio delle nuvole cariche di tempesta, ma Ed era sicuro che alla luce naturale del Sole sarebbero parsi di un argento cupo ma brillante. Erano profondi, quegli occhi, e lo scrutavano come se volessero sapere ogni cosa di lui e della sua anima, quasi si sentiva nudo, sotto quegli occhi… Indossava una maglia bianca sopra muscoli che si intravedevano e si immaginavano anche senza troppa fantasia; sopra la maglia, una giacca di pelle nera; sotto, pantaloni neri che lo fasciavano benissimo, e ai piedi degli anfibi sempre neri.
Ed non sapeva cosa dire, rimase solo a fissare quella figura che gli ricordava tanto una creatura dannata costretta a vagare senza fine; un Lucifero che aveva il potere di tenerlo legato sempre a sé.
-Mi chiamo Jack- disse l’angelo dannato. -Mi dispiace se i miei compagni ti hanno offeso con i loro modi poco garbati; spero li perdonerai- e tese una mano, come per chiedere all’altro di stringerla.
-Edward- riuscì solamente a rispondere il biondo, andando a prendere quella mano nella sua. Rimase incantato dal sorriso gentile, angelico e malizioso allo stesso tempo dell’altro, mentre quest’ultimo lo trascinava chissà dove.  

-Quando ho incontrato i Desert’s Assassins- continuò Edward, senza guardare qualcosa di preciso -mi hanno subito messo al corrente del fatto che loro stavano cercando di far insorgere il Paese,  a causa del loro Fuhrer incompetente. Volevano che mi alleassi con loro, e dopo che hanno saputo che avevo fatto parte dell’Esercito, hanno voluto che li aiutassi a far cadere Bradley-
-E cos’hai a che fare con i conflitti tra Xing e il Paese dell’Ovest?-  chiese Mustang, cercando lo guardo schivo dell’altro.
Ed si morse il labbro inferiore, non sapendo da dove incominciare. Quei conflitti erano stati interpretati male dall’Esercito, per questo lo avevano messo nella lista dei ricercati; oltre, ovvio, per l’attentato al Fuhrer.
-Ci hanno accusato di aver fomentato gli scontri lungo il confine dei due paesi, ma quei conflitti già c’erano. Noi abbiamo solo cercato di sedarli, intavolando una specie di trattativa; purtroppo alla fine sono arrivati quelli dell’Esercito e hanno capito fischi per fiaschi, così eccoci qui, tutti accusati di tradimento, quando cerchiamo solo di mettere un po’ di pace-
-Qual è la tua missione Ed, adesso?- Il Comandante voleva sapere il più possibile su quel ragazzo, non solo come Roy Mustang, ma anche come Comandante Supremo. Doveva assolutamente capire cosa stava succedendo.
-L’unica cosa che posso dire è che deve assolutamente intervenire, Colonnello. E deve scegliere la parte giusta, perché sennò tutto crollerà come castelli fatti di carta-
La voce di Edward era greve; sapeva cosa voleva l’altro, o per lo meno sapeva che non poteva dirgli a cuor leggero della sua missione. Tuttavia doveva riuscire a mettere Roy sulla buona strada per capire.
-Perché sei l’unico in grado di fare questi lavori?- chiese ancora l’ex Colonnello, scendendo a baciare e mordicchiare il collo scoperto del biondo. Ed gemette sotto quelle attenzioni, e sebbene cercasse di non cedere alle attenzione che l’altro gli stava dando, alla fine dovette capitolare. Si lasciò andare, stringendo il volto di Roy tra le sue mani, per baciarlo con passione; il moro stette al bacio, ricambiandolo con egual sentimento, ma la faccenda non era chiusa lì. Doveva solo aspettare che l’altro si sciogliesse un po’.
Le mani andarono a sfilare la maglia che il biondo indossava, lasciandolo a torso nudo; Roy poté vedere molte piccole cicatrici solcare quel bellissimo torace ambrato, oltre naturalmente quella che solcava la spalla, segno dell’operazione. Calò su quel torace, più ampio di quanto lo ricordava, iniziando a far scivolare su ogni centimetro di pelle, soffermandosi soprattutto sulle cicatrici, la sua lingua serpentina che sembrava voler da sola portare l’altro all’apice del piacere.
-Allora Ed…mi rispondi?- domandò sensuale all’orecchio del biondo, mentre una sua mano scendeva inesorabile verso la sua virilità, già bella sveglia, iniziandola a stimolare con gesti lenti e misurati.
-È solo questo che vuole, Signore?- chiese acido il più giovane, sebbene non riuscisse a trattenere i gemiti di piacere. -Se vuole solo scopare, Comandante, se le vada a scegliere meglio le puttane-
-Eppure non sembra dispiacerti, Fullmetal…- rispose con il solito tono di voce. -Lo sai che non è solo questo quello che voglio, Ed; ma non mi dai altra scelta: sei così testardo che solo in questi casi ti arrendi- fece un sospiro, cercando di far capire all’altro quanto gli costasse chiederle così, le cose.
-Tu mi farai impazzire, Ed- sussurrò lascivo, aumentando la velocità di quella mano, l’altra mano che stuzzicava diabolica quei dolci bottoncini rosei sul petto dell’altro.
Il respiro di Edward si era fatto più veloce ed affannoso, soprattutto dovuto a l’ultima frase detta da Roy…“lo faceva impazzire”…e allora perché non prendere la situazione in mano, per una volta? Con un forte colpo di reni, che mai si sarebbe aspettato da se stesso in quel momento, riuscì a buttare giù dal divano il Colonnello, scivolando sopra di lui. Roy l’osservò stupito, non capendo cos’avesse intenzione di fare il suo biondo. Solo quando questi gli andò a slacciare la zip dei pantaloni, si accese in lui un fuoco indomabile che lo fece eccitare come niente in vita sua era riuscito a fare. Vedere quel corpo più piccolo rispetto al suo, cercare di togliergli i pantaloni e poi scendere sui boxer, era qualcosa di indescrivibile; non riusciva ad immaginare il suo angelo personale assaggiarlo così a fondo, benché nei suoi sogni più proibiti lo aveva desiderato tante volte.
Esitante in quei nuovi gesti, Ed toccò con la punta della lingua l’apice dell’eccitazione del moro sotto di lui, sentendolo fremere per il contatto, ma sempre costretto in quel tessuto. Continuò a giocare con Roy così, senta togliere i boxer, accarezzando i testicoli con una mano, mentre l’altra massaggiava lenta il membro teso e turgido.
-Ed…- supplicò Roy, senza avere il fiato o la capacità di dire di più. Ma il biondo comprese, e con entrambe le mani fece scivolare il tessuto lungo le gambe del più grande, liberando quella virilità che svettò maestosa tra le gambe del moro. Intimorito, Ed calò di nuovo su quell’asta, facendo scorrerne la sua lingua per tutta la lunghezza, il moro si tese sotto quel tocco, inarcando la schiena in cerca di maggior piacere. Allungò una mano sulla testolina dell’altro, incitandolo a fare di più, e non ne rimase insoddisfatto. Infatti Ed prese quella virilità, facendola entrare ed uscire dalla sua bocca, con sempre maggiore impeto e velocità, fino a quando, con un’ultima toccatina alla fessura sopra quel membro, Roy venne, facendo assaggiare il suo sapore al biondo, che avido lo gustò.
Di slanciò Roy prese il viso del giovane, baciandolo con foga, in modo da assaggiare il suo stesso sapore mischiato a quello di lui; quel gesto fece sì che le loro virilità si toccassero, scatenando in entrambi brividi di piacere che eccitarono di più il biondo e risvegliarono il moro.
-Ti va di andare avanti, Ed?- chiese, ansimando, il moro, puntando i suoi occhi in quelli liquidi di desiderio dell’altro.
Ed lo baciò sensuale, calmo, profondamente, chiedendo tacitamente all’altro di più; ma voleva anche che il moro glielo sentisse chiedere, che lo voleva…
-Ti voglio Roy…- sussurrò nell’orecchio di quest’ultimo, che rabbrividì di piacere, al suono di quella voce. -Fammi tuo…-
Quelle parole bastarono a Mustang, per prendere il ragazzo sopra di lui e portarlo velocemente in camera e adagiarlo sul letto, prima di impossessarsi di nuovo di quelle labbra rosse, gonfie, e desiderabili come non mai.





Ammetto che questo capitolo non l'ho rivisto, per cui i vari errori che ci sono me li dovete passare. Per il resto spero che vi sia piaciuto questo aggiornamento super-rapido!!!!^^ Mi scuso subito con lovely e Rie perché Jack non è rosso rame e con la slim, ma beh diciamo che il modello che avevo in mente era un tantino diverso...e spero che siate lo stesso soddisfatte del risultato, anche perchè io gli stavo per svenire tra le braccia a Jack (però Ed non ve lo lascio=.="); comunque fatemi sapere!!!!^.-
emmychan naturalmente ringrazio anche te per il commento!!!! sono sicura che anche questo capitolo ti sarà piaciuto, quindi aspetto ansiosa!!!!^^
Al prossimo capitolo (e non abituatevi ad aggiornamenti così rapidi!!^.-)
*bacioni*



http://zabszalma.freeblog.hu/files/hugh_jackman.jpg( Il mio Jack!!! *ç*)

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Capitolo 7
*** [ Ricordare ] ***


ricordare Ciao cari lettori!! Vi dico subito che mi dispiace per la brevità del capitolo, ma sto avendo un po' di problemi e visto che la prossima settimana non potrò aggiornare, ho deciso di mettere questo capitolo di passagio anche se, ripeto, è abbastanza breve. Spero che comunque vi piacerà, e nel frattempo avrei anche deciso di sospendere un attimo per finire le varie storie che ho in sospeso, in modo da postare poi regolarmente...ma fatemi sapere che ne pensate, anche se non ci dovrei mettere tanto a finire la storia, visto che non ho l'intralcio della scuola XP Allora vi lascio al capitolo^.-
*buona lettura*









[ Ricordare ]

Stava lì, fermo e pensava. Come aveva fatto a cacciarsi in un guaio simile? Cavolo, era andato a letto con il suo ex superiore mentre era incasinato in una missione di cui non ne vedeva l’uscita. Non che la cosa non gli fosse piaciuta, questo è da sottolineare, ma adesso che doveva fare? Alzò gli occhi sul volto nivea dell’ex Colonnello, osservando gli occhi dolcemente chiusi, le labbra leggermente dischiuse, e ascoltando il respiro regolare e pensante di chi era profondamente addormentato. Solo guadando quel volto capì cos’aveva intenzione di fare: aveva passato quattro anni a sognare Roy, ad invocare inconsciamente il suo nome mentre davanti aveva il volto di un altro uomo; ed ora che ne aveva la possibilità, non poteva certo sprecarla, anche se la sua missione doveva essere portata a compimento lo stesso. Tornò ad osservare quel volto candido, arrossendo immediatamente non appena le azioni della serata passata gli tornarono in mente.

I baci che Roy gli stava regalando in quel momento erano qualcosa di assolutamente erotico e proibito, che lo portarono presto a disconnettere definitivamente la sua mente da tutto ciò che non era il corpo del moro. Quelle labbra roventi ripresero a scendere lungo il suo corpo, fermandosi ancora una volta sui capezzoli, sull’ombelico, sulla sua virilità, scesero ancora di più andando a cercare quel piccolo pertugio ancora inviolato. Ad Edward mancò il respiro quando sentì quell’organo fare piccoli movimenti circolari intorno all’orifizio, per poi farsi spazio dentro di lui in una maniera tanto lenta quanto eccitante e sconvolgente. Il Comandante Supremo continuò a stuzzicare quel piccolo muscolo, fino a scostare le proprie labbra per fare spazio ad una falange che penetrò il biondo. Solo un piccolo fastidio sfiorò i sensi di Ed, iniziando subito a spingere il bacino contro quel singolo dito, facendo intendere all’altro di poterne inserire un altro, e poi un altro ancora, andando sempre a leccare quelle dita con la sua lingua serpentina, per dare maggior piacere al biondo sotto di lui. Non riusciva mai ad essere abbastanza sazio di quei gemiti e respiri che il ragazzo elargiva con così tanto calore. Quando fu sicuro che Ed era sufficientemente pronto, fece uscire lentamente le dita, sotto lo sguardo e i gemiti contrariati del biondo; sorrise, assicurandogli silenziosamente di arrivare presto a provare maggiore piacere e desiderio.
Il Flame Alchemist avvicinò piano la punta della sua eccitazione all’entrata del biondo, violandolo lentamente ma senza fermarsi, dando così il tempo al ragazzo di abituarsi a quell’intrusione. Vide Ed stringere spasmodicamente le lenzuola sotto di lui, mentre piccole stille trasparenti scendevano lungo quelle guance rosso fuoco, investite da dolore e piacere mischiati insieme.
Edward cercò di respirare profondamente e rilassare i suoi muscoli, in modo da non aver troppo attrito con quel membro che sentiva allargarlo inesorabilmente. Iniziò a spingersi verso quell’asta, piano e regolare, in modo da dare sollievo a Roy, e aspettando di raggiungere quel piacere che tra poco sicuramente lo avrebbe invaso. Mustang prese a velocizzare il ritmo delle sue spinte, calando a baciare quelle rose che erano le labbra di Ed e stuzzicare ancora i suoi bottoncini rosei sul petto glabro.
-R…Roy più…più forte…Ahhh!!- esclamò il biondo, quando l’erezione del moro andò a toccare quel punto magico che lo faceva impazzire; il suo respiro si fece più affannoso, cercava di tenere gli occhi aperti per osservare l’espressione concentrata di Roy, le mani ancora strette sul lenzuolo.
Mustang, incitato da quell’urlo indecente ed eccitante, continuò con quelle spinte, andando sempre a cercare quel punto, insistendo voracemente.
Quando Ed sentì un calore enorme salirgli alla testa, annebbiando completamente la sua mente, capì di star raggiungendo l’orgasmo; quasi si aspettava un qualche giochetto da parte del Taisa, ma quello era troppo preso dal corpo caldo ed accogliente nel quale si trovava per poter anche solo pensare di uscire del tutto e poi rientrare. Sarebbe quasi stata una violenza verso se stesso.
-R…Roy!!!-
Esclamò il biondo, venendo in un fiotto caldo che andò a bagnare i loro toraci; mentre Roy, sentendo quel muscolo stringersi attorno al suo membro, si lasciò andare ad un orgasmo spossante, liberandosi all’interno del biondo. La sensazione di completezza che entrambi provarono li portò a sfiorare le proprie labbra in un bacio casto e calmo, in forte contrasto con la foga delle azione di poco prima.
-Edward- disse solamente Roy, accarezzando delicatamente quei fili dorati che scendevano sudati lungo le spalle. Si sdraiarono l’uno di fianco all’altro, continuando ad osservarsi negli occhi, senza però avere il coraggio di rompere quel silenzio con l’unica affermazione possibile; entrambi troppo in ansia per quello che sarebbe potuto succedere dopo.
-Roy- iniziò il biondo, stufo di avere quel sentimento dentro di sé, pronto ad esplodere in qualsiasi momento. -Ti amo-
Il moro rimase sorpreso da quelle parole, che si annidarono nel profondo del suo cuore, liberando un enorme scarica di benessere che si espanse per tutto il corpo.
-Anche io Ed. Ti amo anche io-
Edward arrossì a quelle parole, che non credeva davvero di poter sentire dalle labbra del suo Taisa. Lo abbracciò forte, subito ricambiato, e si addormentarono così, l’uno stretto all’altro, mentre Morfeo vegliava i loro sogni.

Come diavolo aveva fatto a dirgli che lo amava? Dove aveva trovato il coraggio per fare una cosa del genere? Propri non se lo riusciva a spiegare, eppure era talmente bello quello che aveva provato dopo che Roy gli aveva confessato di provare lo stesso sentimento! Arrossi ancora, avvicinandosi ad una colorazione amaranto, tanto era il suo livello di imbarazzo.
-Ti dovresti vedere in questo momento; assomigli veramente ad un peperone!- la voce scherzosa di Roy lo raggiunse subito, facendogli spalancare gli occhi, stupito.
-Che ci fai sveglio?- sbottò quello, ancora più rosso di prima, scatenando una maggiore ilarità nel militare. A quella vista, Ed gonfiò le guance, in una fantastica espressione offesa, alla quale però Roy non poté resistere. Calò su quelle labbra, stuzzicandole ed assaggiandole, facendo sparire quell’espressione dal volto di ed, troppo impegnato a ricambiare il bacio, per mantenere ancora quel broncio.
Impegnato in quello scambio di effusioni, Ed non si dimenticò certo di pensare che da quel momento…anzi, da quando aveva incontrato l’altro, la sua vita stava prendendo una strana piega, e non poteva assicurare che la cosa sarebbe andata liscia come niente. Sapeva che doveva dire a Roy ogni cosa, e presto avrebbero dovuto affrontare quell’argomento.







Bene, come al solito vi lascio con i ringraziamenti. Ringrazio:
-i 16 che mi hanno aggiunto tra le Preferite;
-i 21 che mi hanno inserita tra le seguite;
-emmychan, skadi e lovely_girl che commentano ogni capitolo, scusandomi che non riesco a ringraziare come si deve, ma mi farò perdonare con il prossimo capitolo^.-
-tutti coloro che hanno solo letto, o che leggeranno questa FF senza pretese^^
Al prossimo capitolo, sperando che non vada così di corsa la prossima volta (non ho neanche controllato gli errori, quindi abbonatemeli^^)
*baci*

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