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“Carter, fai quei rilevamenti e
torniamo a casa!” Jack dovette urlare per farsi udire sopra il rombo del vento.
Il pianeta su cui erano appena arrivati era spazzato da una violenta tempesta
di neve. Sam gli fece un cenno affermativo, evitando di parlare. Daniel si
stringeva le mani attorno a corpo, odiava il freddo e su quel pianeta nessuna
civiltà o reperto era visibile, quindi niente lo distraeva. Teal’c, infagottato
come gli altri nei pesanti abiti, scrutava i dintorni alla ricerca di minacce,
anche se la visibilità si riduceva a pochi metri. Sam si allontanò di pochi
passi e già cominciò a svanire ai loro occhi, era curva sui suoi strumenti
concentrata a combattere il vento e al contempo a ricercare la debole fonte di
energia che li aveva attirati lì. Jack, che non la perdeva di vista, segnalò le
sue intenzioni a Teal’c e a Daniel, intento ora a battere i piedi per terra e
la seguì. Appena la raggiunse vide il sorriso che le illuminava il volto, non
gli fu difficile, malgrado il suo volto fosse coperto dalla giacca, dal
cappello e dagli occhiali. Gli indicò il suo strumento, ma Jack vedeva solo una
lancetta che oscillava, alzò le spalle per indicare che non capiva e lei gli
sorrise ancora, chiaramente entusiasta. Jack cercò di capire quello che gli
diceva, ma il vento che aveva rinforzato, si portò via le sue parole.
Palesemente aveva scoperto qualcosa che la entusiasmava… ma cosa? Gli fece
ancora un cenno, poi riiniziò a camminare, gli occhi sempre fissi sul suo
analizzatore. Jack scosse la testa: scienziati! Prima di seguirla impugnò la
radio e la fece gracchiare due volte, Teal’c avrebbe visto, anche se non udito
e avrebbe capito che tutto andava bene. Si voltò verso Sam e non la trovò, per
un attimo rimase immobile, poi fece alcuni passi avanti velocemente, nella neve
c’erano le sue impronte, ma il vento e la neve le stavano già coprendo, pochi
minuti e sarebbero sparite. Scosse la testa e si mise velocemente a seguirla,
meglio non perdersi in quella tempesta!Pochi passi dopo si trovò sull’orlo di un fiume, se non fosse stato per
lo squarcio aperto nella neve ci sarebbe finito dentro! All’improvviso tutto il
sangue gli fluì al cervello, Sam! Era lei ad aver creato quello squarcio! Era
finita nel fiume gelato! Si guardò intorno freneticamente, urlando il suo nome,
sapeva che non sarebbe riuscita a sentirlo, ma in quel momento non era molto
razionale! Si mosse sulla riva correndo mentre già segnalava a Teal’c in morse
“grave pericolo accorrere”. Alla fine la vide, era aggrappata a qualcosa, il
cappuccio era volato via insieme agli occhiali, sul suo volto c’era il terrore,
era completamente bagnata, i capelli, che ricadevano sulla fronte, erano già
gelati, chiaramente si teneva ancorata solo con la forza di volontà. Jack corse
verso di lei, ma un minuto prima che la raggiungesse la vide chiudere gli occhi
e lasciare la presa affondando nel fiume, urlò e poi senza pensarci si tuffò a
sua volta nel fiume.
In addestramento era stato
preparato, ma tutto quello che aveva fatto fino ad allora era solo un pallido
esempio di ciò che provò in quel momento. In un solo istante tutto il suo corpo
divenne un fardello troppo pesante, in più in un attimo il gelo lo trafisse
togliendogli il respiro, era come se i suoi polmoni fossero trafitti da mille
aghi, ma lui non abbandonò, si immerse cercando freneticamente il corpo di Sam,
non era molto lontana ma non si muoveva, era sicuramente svenuta. Jack la
raggiunse con alcune poderose bracciate, la testa iniziava a fargli molto male,
la vista gli si annebbiava, ma lui continuò fino a che non ebbe tra le braccia
il corpo di Sam. Poi con un ultimo sforzo spinse entrambi verso l’aria, che
ormai mancava crudelmente ai suoi polmoni. Riemergendo ruppe la sottile crosta
di ghiaccio che ricopriva l’acqua, respirò avidamente l’aria, ma si rese anche
conto che non sarebbe riuscito ad uscire, aveva speso ogni briciolo di energia
e quella che gli restava la usava per rimanere a galla e nel contempo tenere la
testa di Sam fuori dall’acqua, iniziò a vedere nero ai bordi degli occhi, il
suo angolo di visione si stava restringendo, mentre il freddo era sparito. Non
sarebbe riuscito a salvarla. Nell’instante in cui credeva di perdere conoscenza
due forti braccia la afferrarono, lui non oppose resistenza, ma con gli ultimi
brandelli di forza strinse a sé Sam. La persona che l’aveva afferrato lo
estrasse dal fiume, Jack riuscì solo a vedere numerose sagome intorno a lui,
poi svenne.
Sam si svegliò con un terribile mal
di testa. Fece una smorfia mentre muoveva lentamente la testa per guardarsi
intorno. Il luogo gli era completamente sconosciuto. Quando si voltò per
osservare la sua destra sussultò nel trovare un uomo coricato accanto a lei. Un
perfetto sconosciuto! Solo allora, con grande imbarazzo, si rese conto di
essere completamente nuda, a coprirla c’erano solo quelle pesanti coperte.
L’uomo accanto a lei però sembrava addormentato. Sam ascoltò il suo respiro
regolare, che confermò la sua ipotesi. Il dolore alla testa non sembrava
diminuire, ma almeno era al caldo. Sì stupì a quel pensiero, perché era
importante che fosse al caldo? Ricordava solo un gran freddo. Sbatte le
palpebre più volte, non ricordava altro! L’uomo accanto a lei si svegliò in
quel momento, aumentando la sua confusione. Si voltò verso di lei, gli occhi
marroni si fissarono nei suoi, un largo sorriso gli apparse sulle labbra. Sam
sentì il proprio cuore fare un balzo, quell’uomo aveva un sorriso meraviglioso!
Poi, lo vide battere più volte le palpebre e voltarsi imbarazzato. Chiaramente
si era reso conto di essere nudo…
Jack aprì gli occhi, la testa
sembrava scoppiargli, si voltò e incontrò lo sguardo limpido di Sam. Sorrise,
era viva! Si mosse leggermente e sentì il contatto della coperta sulla pelle
nuda. All’improvviso fu preso da un atroce dubbio, immediatamente confermato,
era nudo a letto con Sam! Se non avesse avuto quel terribile mal di testa
sarebbe uscito a precipizio dal letto… no forse quella non sarebbe stata
comunque una buona idea! Si voltò di nuovo verso Sam, stava guardando il
soffitto, un rossore sospetto le colorava le guancie. Jack cercò di fare
astrazione, poi si guardò intorno. Ora che ci pensava non aveva la più pallida
idea di dove fosse, forse era il caso di chiedere a Sam e rompere così
quell’imbarazzante silenzio. Aprì bocca e tentò di parlare, ma gli uscì solo un
verso strozzato, aveva la gola in fiamme, evidentemente un altro effetto
collaterale della nuotatina a cui si era sottoposto. Dietro di lui si aprì una
porta, Jack volse lentamente la testa. Una vecchia donna, vestita con una
tunica, si avvicinò a loro con un sorriso sulle labbra, poi gli porse una
ciotola fumante. Jack storse la bocca poi si tirò su portando con sé più
coperte possibile, lo sguardo di Sam sembrava non volersi staccare dal
soffitto, annusò con aria circospetta la bevanda, poi incoraggiato dal piccolo
sorriso della vecchia ne bevve un sorso. Immediatamente il dolore alla gola si
attenuò così come quello alla testa, non era affatto sgradevole, anzi sapeva di
menta. Dopo il secondo sorso lo passò a Sam che ora lo fissava con una strana
espressione sul volto. “Non è male Carter…” Non era proprio la sua voce
normale, ma comunque non era niente male, sicuramente non giustificava la
sorpresa negli occhi di Sam, che provò a parlare, per poi portarsi con una
smorfia la mano alla gola. Jack le porse allora la tazza e lei la prese, poi
anche lei si alzò, tenendo, come lui, le coperte contro il corpo. Bevve un sorso,
poi un secondo, con più convinzione. Jack si volse allora verso la vecchia
“Dove siamo?” Lei scosse la testa, poi recuperò la tazza dalle mani di Sam e
con un sorriso, sempre in silenzio, uscì dalla stanza lasciandoli soli. “I
nostri vestiti!” Tentò di chiedergli Jack, ma ormai la donna era uscita. Si
stese di nuovo sotto le coperte, Sam l’aveva già preceduto. “Allora Carter che
facciamo?” Si voltò verso di lei che arrossì violentemente, solo allora lui si
rese conto del doppio senso della frase e strinse gli occhi con forza.
“Scusa… ma tu chi sei?” Jack riaprì
gli occhi incredulo, tuttavia, seppur roca, quella era la voce di Sam! “Andiamo
Carter! Non mi sembra il caso di scherzare!” Ma lei lo guardava, con i suoi
sconcertanti occhi azzurri, attendendo una risposta. “Carter sono io… O’Neill!”
Lei lo osservò ancora, poi scosse la testa. “Mi dispiace… non mi ricordo…
Carter è il mio nome?” Jack questa volta sgranò gli occhi sbalordito. Aveva
perso la memoria? Sapeva che poteva succedere dopo forti traumi, ma non era
assolutamente pronto per una simile evenienza. “No… Sì… voglio dire…” Sam lo
osservò e le sfuggì un sorriso nel vedere le smorfie che apparivano sul suo
volto, malgrado la situazione, non poteva fare a meno di sentirsi al sicuro
vicino a quell’uomo. “Il tuo nome è Samantha Carter… Sam per gli amici” “Allora
perché mi chiami Carter? Non siamo amici?” Jack cercò di sondare quei
penetranti occhi alla ricerca di una prova che lo stesse prendendo in giro, ma
trovò solo curiosità. “Sono il tuo superiore… siamo nell’esercito…” Lei non
batté ciglio, assimilando anche quell’informazione. La porta si aprì di nuovo e
questa volte apparve Daniel “Jack, Sam! Ci avete fatto morire di paura!” Jack
si voltò nel vedere entrare l’amico, tirando un sospiro di sollievo “Dove
diavolo siamo? E dove sono i nostri vestiti!” Daniel si sistemò gli occhiali
sul naso cercando di nascondere un sorriso divertito. Mettere Sam e Jack nello
stesso letto nudi non era stato un suo suggerimento, anzi aveva cercato di
spiegare che non era una buona idea, ma gli abitanti di quel pianeta sapevano
come trattare l’ipotermia dovuta al congelamento, ed avevano assicurato che
quello era il miglior modo per salvare entrambi. Ora che erano entrambi vivi e
vegeti, però, Daniel non poteva fare a meno di trovare la situazione alquanto
divertente. “Allora alla prima domanda è facile rispondere, siamo in un
villaggio sotterraneo, per sopravvivere ai rigori invernali di questo pianeta
gli abitanti hanno costruito i loro villaggi sottoterra. Credo che siano degli
antenati dei…” “Daniel! Ho un terribile mal di testa per favore!” Daniel fece
una smorfia poi continuò “Comunque, dopo che Teal’c vi ha tirato fuori, un
attimo prima che finiste tutti e due sotto, sono apparsi da dei tunnel
sotterranei e ci hanno guidato fino ad uno dei loro villaggi per poi prendersi
cura di voi… e, qui rispondo alla tua seconda domanda, non so dove sono i
vostri vestiti…” Jack emise un grugnito, poi si risistemò di nuovo sotto le
coperte, Daniel, vedendo che non parlava, sorrise verso Sam con intesa “Credo
che l’energia che avevamo rilevato provenga dal villaggio sotterraneo, non ho
ancora capito che forma di energia usino, ma sono sicuro che tu riuscirai…” Si
interruppe nel vedere l’aria smarrita assunta da Sam, sembrava a disagio,
insicura e gettava delle frequenti occhiata verso Jack “Daniel… Carter ha un
problemino di memoria in questo momento… credo che dovremmo portarla da
Fraiser, lei saprà cosa fare” Daniel sgranò gli occhi “Sam?” Lei gli fece un
piccolo sorriso “Mi dispiace, ma temo di non conoscerla… o meglio non la
ricordo…” Daniel si sistemò gli occhiali, “Oh… mi dispiace… ehm… sono il dottor
Daniel Jackson, ma ovviamente tu mi chiami Daniel…” Lei annuì sorridendogli di
nuovo. Daniel si rivolse allora a Jack “Chiamo Teal’c credo che potremmo
ripartire tra non molto… Hammond inizierà a preoccuparsi…” Poi si voltò ed uscì
dalla stanza. Tornò poco dopo con i loro vestiti asciutti. Glieli consegnò ed
uscì. Sam era alquanto confusa, aveva capito ben poco della conversazione tra
Daniel e O’Neill… Jack, come l’aveva chiamato l’altro uomo, ma era inutile
agitarsi, soffriva di una perdita di memoria, non sapeva come, ma probabilmente
aveva subito un trauma, Daniel aveva parlato di ipotermia… e sapeva anche che
spesso la memoria ritornava da sola… in realtà non sapeva affatto come sapesse
una cosa simile… ma ne era sicura. Si vestì, mentre Jack si voltava, per
lasciarle un minimo di intimità, poi lei fece lo stesso, avrebbe potuto uscire,
ma preferiva rimanere lì con lui. In questo momento, l’unica cosa che conosceva
era quella stanza e lui. “Bene Carter, sono pronto, usciamo?” Lei si voltò ed
incrociò i suoi occhi marroni, lui le sorrise e di nuovo il suo cuore fece un
balzo, mentre in risposta le sue labbra si incurvarono da sole. Jack si voltò
ed aprì la porta, all’esterno li aspettava un gigante con un simbolo in oro
inciso sulla fronte. Sam sgranò gli occhi e si fermò ma poi si rilassò nel
vedere un sorriso apparire sul volto dell’uomo, che inclinò la testa verso di
loro “Ehilà Teal’c! Grazie per averci recuperato!” “E’ stato un piacere
O’Neill” Jack gli sorrise, poi gli diede una pacca sulla spalla “Carter ti
presento Teal’c! E’ un Jaffa… beh è un po’ lungo da spiegare… ma è un nostro
amico” Teal’c, chiaramente informato, si inchinò di nuovo verso Sam con un
sorriso sulle labbra “Maggiore Carter spero che le torni la memoria al più
presto” Lei gli sorrise di rimando “Grazie… Teal’c” Non chiese cosa fosse un
Jaffa, avrebbe avuto tempo per le spiegazioni e poi magari la memoria le sarebbe
tornata tra poco, inutile porre domande di cui in fondo conosceva già la
risposta, si appuntò che era un maggiore, ogni informazione su di lei le
sembrava un nuovo tassello del puzzle, era sicura che se raccoglieva abbastanza
pezzi allora avrebbe visto l’insieme. Daniel arrivò in quel momento “Siamo
pronti, ci sono due guide pronte per accompagnarci allo Stargate” “Bene
andiamo” Jack aprì la strada e seguendo le guide furono condotti prima
all’esterno, dove la tempesta era leggermente scemata, poi fino allo Stargate,
non camminarono per più di dieci minuti ma già sia Sam che Jack avvertivano di
nuovo il dolore alla testa e un preoccupante senso di sfinimento. Daniel
compose le coordinate, quando lo Stargate si aprì Sam rimase a bocca aperta,
non era spaventata, ma stupefatta “Cos’è?” Si era avvicinata a Jack e gli aveva
urlato la domanda, lui le sorrise, poi la prese per mano “Lo facciamo sempre!
Fidati!” Aggiunse sentendola irrigidirsi, mentre la accompagnava più vicino.
Daniel, che intanto aveva inviato il codice, salutava le loro guide. Sam annuì,
si fidava, di quello era certa. Quando lui volle lasciarle la mano, però, lei
la strinse un po’ di più, trattenendola, lui si voltò stupito poi le sorrise e
con un saltello la tirò all’interno della pozza d’acqua. Daniel e Teal’c li
seguirono.
Sam93: Sì, hai ragione, domanda
retorica… è perché siamo delle sadiche! Un fiume… così oltre al freddo c’è
anche la corrente hihihi!
Mex: Beh si sa… Jack può anche fare
il duro, ma quando si tratta di Sam… non c’è fiume che tenga!
23jo: Grazie! Sei sempre
gentilissima! Per l’adrenalina, ti consiglio di fare tre volte il giro del
tavolo… dicono che così passa! Oppure aspettare il nuovo capitolo!
Ilaria8: Ma sì dai… non l’ho fatta
molto complicata… sono un piccolo problema di memoria…
Jolinar: Già… ce l’avevo pronta da
un po’… poi visto che sono riiniziati gli esami non ho potuto far a meno di un
piccolo svago… e quindi ecco la storia!
Kae: Come hai visto non sono tanto
misteriosi i salvatori…
Figurati… uno fa un po’ come può!
Nahid: In effetti l’idea mi è nata
immaginando Jack e Sam intenti a combattere contro l’ipotermia… Noi tutti
sappiamo qual è il miglior metodo! E quindi il ghiaccio era d’obbligo! Ma ora
il clima tornerà normale!
Kloe2004: Prestissimo no?! E… scherzi?
Beh no dai! Hihihi!
Sam si ritrovò in una sala in
cemento, sotto i piedi c’era ora una rampa di ferro e la temperatura era
decisamente migliore. Un uomo in divisa li stava aspettando, Sam notò che
dietro di lui c’erano altri soldati tutti armati, Jack tentò ancora di
lasciarle la mano, ma lei la trattenne, improvvisamente non era più affatto
sicura, aveva retto tutta la situazione, la perdita di memoria, il ritrovarsi
tra perfetti sconosciuti, ma questo era troppo. Strinse con forza la mano di
Jack mordendosi le labbra, gli occhi sgranati. Hammond si accigliò nel vedere
lo strano comportamento di Sam, prima che potesse porre domande però Jack
intervenne “Abbiamo bisogno di un equipe medica, Signore” Il generale fece un
cenno verso la vetrata un “Sì signore” risuonò nella stanza, poi Hammond si
voltò verso Jack “Cosa è successo?” Jack scese la rampa seguito da Daniel e
Teal’c, Sam sempre stretta alla sua mano, sentì la testa girare e appoggiò la
mano libera alla parete, Sam sembrava stare meglio, probabilmente lo shock le
dava energia, ma sarebbe crollata tra poco “Daniel per favore…” “Certo…
Generale, abbiamo avuto un incidente, Sam è caduta in un fiume ghiacciato e
Jack si è tuffato per recuperarla, quando Teal’c li ha tirati fuori erano
entrambi privi di sensi, per fortuna siamo stati soccorsi dalla popolazione
locale, che li ha curati. Sembra però che Sam abbia perso la memoria…” Hammond
ascoltò senza intervenire, ma alla fine sgranò gli occhi voltandosi verso Sam e
capendo solo ora l’espressione vicina al panico presente negli suoi occhi, era
chiaro che solo la sua grande forza di carattere le impediva di scoppiare a
piangere, il fatto poi che si aggrappasse in quel modo a Jack poteva derivare
dal fatto che era, insieme a Daniel e Teal’c, l’unica persona che non le fosse
totalmente estranea in quel momento. Allora le sorrise “Maggiore Carter io sono
il generale Hammond, qui è al sicuro, ci prenderemo cura di lei, è tra amici!”
L’equipe medica sopraggiunse in quel momento. Janet si avvicinò e prese in
carica i due ufficiali, non appena fu informata del problema. Sam, che ora
sentiva di nuovo gli effetti del congelamento seguì con lo sguardo la barella
su cui era steso Jack, quando vide che la mettevano al suo fianco si rilassò e
poco dopo si addormentò.
Quando si risvegliò, diverse ore
dopo, si sentiva nettamente meglio, si voltò verso la barella con Jack e ve lo
ritrovò intento a guardarla. Jack le sorrise, creandole quella sensazione di
farfalle nello stomaco a cui non riusciva ancora ad abituarsi “Buongiorno Carter…
dormito bene?” Lei annuì poi si volse su di un fianco copiando la sua
posizione, Fraiser arrivò in quel momento, prese la temperatura ad entrambi e
fece alcune analisi superficiali “Direi che state bene entrambi… Sam il tuo
problema di memoria non sembra essere fisico, quindi io non posso fare nulla
per te… in questi casi la memoria potrebbe ritornare da sola in pochi giorni
oppure, purtroppo, non tornare affatto… l’unica cosa che possiamo fare è
stimolare al massimo i tuoi ricordi” Sam annuì, era fiduciosa, sapeva che le
sarebbe tornata la memoria, la dottoressa aveva ragione, sarebbe bastato
stimolare in lei i ricordi! “Comunque non subito! Dovete riposare ancora…”
Aggiunse Janet, poi si voltò verso Jack “Anche lei colonnello!” “Ma dottoressa,
se dormiamo ancora finiremo in letargo!” Sam sorrise mentre Fraiser gli
lanciava un’occhiata che non accettava repliche, poi uscì alzando gli occhi al
cielo, O’Neill era senza dubbio il suo paziente più indisciplinato! Jack si
voltò di nuovo verso Sam “Allora Carter da dove inizio?” Lei lo guardò stupita
“Non capisco…” “Fraiser ha detto che devi rinfrescarti la memoria, no? Allora
cosa vuoi che ti racconti?” “Ma Jack… la dottoressa ha detto che dobbiamo
riposare!” Jack ebbe un leggero brivido lungo la schiena nel sentirsi chiamare
per nome, Carter lo aveva fatto in occasioni così rare! Nascose il suo
turbamento con un occhiolino che fece sorridere Sam “Ma Carter… io e te non
rispettiamo mai le consegne della dottoressa!” Sam rise ancora poi si fece
attenta “Puoi parlarmi dello Stargate?” Jack si morse le labbra e strinse gli
occhi “Ok… vediamo… avrei dovuto immaginarlo, quell’aggeggio attirerebbe l’attenzione
di chiunque figurarsi la tua!” Iniziò a spiegare tutto quello che sapeva, ben
presto si perse nel raccontare la loro storia, le missioni, i loro nemici e i
loro amici. Sam rimase incantata nell’ascoltarlo, se non avesse lei stessa attraversato
lo Stargate poche ore prima non avrebbe creduto ad una parola! Ovviamente fu un
racconto alla Jack: pieno di umorismo e, Sam non ebbe difficoltà a capirlo, con
notevoli tagli sulle azione eroiche compiute da quest’ultimo. Quando due ore
dopo Janet entrò in infermeria fu accolta dalla risata di Sam e da quella più
profonda di Jack. Si avvicinò e prima di fare la sua comparsa ebbe il tempo di
sentire Jack “Ti assicuro, indossavi un vestito azzurro con un velo!” La
giovane rideva “Non è possibile!” “Ma sì te lo assicuro, Daniel ti ha detto che
gli antropologi lo fanno sempre e tu gli hai risposto che se ti avesse mostrato
un antropologo con un vestito simile ti saresti mangiata il velo!” Janet entrò
in quel momento, Jack si voltò verso di lei con la sua aria più innocente e un
piccolo sorriso sulle labbra mentre Sam si tratteneva a stento dal scoppiare
dal ridere. “Carter non aveva sonno…” Janet guardò prima uno poi l’altro
scuotendo la testa “Visto che sembra che non riusciate a riposare vi dimetto.
Le ultime analisi sono molto buone, vorrei proprio sapere cosa hanno fatto su
quel pianeta per farvi riprendere così in fretta! Per quanto riguarda la tua
memoria abbiamo un’idea… potresti provare con l’ipnosi” Jack storse il naso, ma
Sam annuì immediatamente, “Se crede che possa funzionare…” “Sì, potrebbe, il
dottor Mackenzie è già stato avvisato, sarà qui tra poco” Sam annuì ancora.
“Bene allora vi lascio… sembra che io abbia interrotto un racconto
appassionante!” Detto questo uscì.
In effetti era proprio così, pensò
Sam, Jack le stava raccontando la sua vita, le sue avventure, ma per lei era
come ascoltare una favola, piena di avventura, ma che non riusciva proprio a
collegare a se stessa, aveva sperato in una specie di lampadina che si
accendesse, ma nulla, era il buio più totale. Ora però, almeno, sapeva chi
fossero le persone che la circondavano, conosceva il progetto Stargate e il
ruolo che lei aveva al suo interno, anche se era sicura che Jack avesse
esagerato! “Tutto bene Carter?” Sam si voltò verso Jack che la guardava
preoccupato, “E’ che non mi ricordo nulla… non riesco neanche a immaginare
quello che mi hai raccontato, figurarsi ricordarlo!” Jack si alzò dal letto
mettendosi seduto “Non ti devi preoccupare, se fosse facile non sarebbe
normale, no? Ehi ti ho raccontato di Cassandra?” Sam scosse la testa e Jack si
illuminò “Sono un completo disastro!” Poi iniziò il racconto, distraendo così
immediatamente Sam dai tristi pensieri.
Mex: Grazie! Beata? Santa
direttamente! Chi non vorrebbe avere certe balie!
23jo: Benissimo… l’hai presa ottimamente
la perdita di memoria! Già un piccolo e insignificante problemino… concordo!
Jolinar: Acc! Se lo dico alla mia
beta si uccide… oppure uccide me… è un errore che odia… grazie spero di
evitarlo le prossime volte! (Ma temo di non poterlo assicurare… sono troppo
presa quando scrivo e mi scappano questi assurdi errori!) Per la perdita di
memoria sì è solo cerebrale… il corpo ricorda ancora stra bene!
Ilaria8: Già! Crudele… non l’avevo
vista da questo punto di vista!
Sam93: Spero che troverai puccioso
anche questo capitolo… credo ci siano tutti gli elementi! ;)
Nahid: Assolutamente quel “…no” di
Jack è qualcosa di spettacolare! Sì faccio mea culpa… adoro combinarne a Sam…
ma sempre a fin di bene!
Il dottor Mackenzie si presentò
alcune ore dopo, Sam fu accompagnata da Jack in una stanza, ad attenderla
c’erano Daniel e Teal’c, Sam sorrise loro, cercando di vincere l’impressione di
estraneità che provava, aiutata anche dalle pittoresche descrizioni di Jack che
glieli aveva fatto conoscere. Hammond era nella sala insieme a Fraiser ed al
dottore. “Maggiore Carter, spero che questo tentativo abbia successo, la lascio
nelle mani del dottore.” Poi anche lui si allontanò con un ultimo cenno della
testa a Jack, che invece si appoggiò alla parete, di fronte a Sam, vedendo
quanto era tesa le fece un sorriso e poi una piccola smorfia riferita al
dottore che, essendo di spalle, non lo vedeva. Sam si rilassò immediatamente e
seguendo le indicazioni del dottore entrò in trans velocemente. “Maggiore
Carter ora ritorneremo su quel pianeta, cosa sente?” “Fa freddo, l’acqua è
gelida!” Sam iniziò ad agitarsi sulla sedia, ma il medico intervenne “Va tutto
bene maggiore, ora lei è al sicuro, prima di cadere in acqua, cosa ricorda?”
Sam rimase immobile, gli occhi chiusi, silenziosa, poi improvvisamente si agitò
di nuovo “Fa freddo! E’ tutto buio, l’acqua è dappertutto! Jack!” La donna
gettò la testa indietro e spalancò gli occhi. Era completamente senza fiato e
si agitava come se stesse ancora lottando nell’acqua. Jack non attese altro,
quando sentì il suo nome gridato con un simile terrore, si gettò in avanti e la
afferrò alzandola in piedi “Sam! Va tutto bene! Va tutto bene!” La strinse a
sé, mentre sentiva che stava riprendendo faticosamente a respirare, scossa dai
brividi. Gettò uno sguardo furioso al dottore che alzò le spalle scuotendo la
testa. Jack continuò a stringerla, mentre lei piano piano si calmava, il
respiro che tornava regolare. Il dottore uscì dalla stanza, seguito da Fraiser,
all’esterno attendevano Daniel, Teal’c e Hammond, tutti avevano sentito l’urlo
disperato della donna e solo la consapevolezza che O’Neill era nella stanza
aveva impedito a Teal’c e Daniel di precipitarsi all’interno. Vedendo l’aria
sconsolata di Janet non ebbero bisogno di ulteriori conferme, il dottore uscì e
si rivolse a loro “Mi dispiace generale, ma credo che il maggiore Carter abbia
eretto un muro, ed io non riesco a superarlo… il fatto che sia stata addestrata
a difendersi da simili interventi non ci aiuta, anzi, credo che la forza del
blocco sia in parte dovuto a quello, inconsciamente protegge le informazioni…”
Hammond annuì “Cosa possiamo fare?” “In questi casi le soluzioni sono due, la
prima è che i ricordi tornino da soli, magari sollecitando la memoria del
paziente con ciò che conosce, la seconda è un altro trauma, un altro scossone
emotivo, ovviamente questa seconda opzione non può essere indotta… certo un
tempo si usava l’elettroshock… ma direi che è un metodo superato!” Vedendo gli
sguardi tra il perplesso e il scandalizzato il dottore fece un piccolo sorriso
di scuse scuotendo la testa “Non posso fare di più…” “Va bene grazie dottore”
Mackenzie annuì poi se ne andò. Janet rientrò nella stanza, Sam era ancora tra
le braccia di Jack e lui la lasciò andare quando vide la dottoressa avvicinarsi
“Stai meglio?” Lei annuì “Grazie” Lui sorrise, poi si voltò verso Fraiser
“Allora qual è il piano B?” “Come avevo già suggerito dobbiamo aiutare Sam a
ricordare” Hammond entrò a sua volta nella stanza “Colonnello le dispiace
seguirmi?” Jack annuì poi uscì seguendo Hammond. Sam guardò verso coloro che
restavano nella stanza, Janet dopo averle controllato il battito era uscita
mentre Daniel e Teal’c erano rimasti, allora sorrise loro “Daniel, Jack mi ha
detto che sei un archeologo” Daniel si illuminò e, esattamente come aveva
previsto Jack, si mise a raccontarle di tutte le meraviglie che avevano scovato
girando la galassia.
“Di cosa vuole parlare signore?”
“E’ chiaro che nessuno passa più tempo di voi insieme a Sam, è quindi mia
intenzione affidarvela…” “Intendevo chiederglielo io, generale” “Bene allora lo
dirà lei al dottor Jackson e a Teal’c” Jack annuì poi, mentre usciva, Hammond
aggiunse “Riportatela da noi” Jack annuì, mordendosi le labbra “Sì signore” poi
uscì.
Sam93: E’ passata indolore?
L’ipnosi intendo…
Ilaria8: Mi sento ripetitiva… ma
chi non sarebbe interessata a Jack!? Poi Sam… lo sappiamo che ha buon gusto… no
forse no! (A parte Jack ovvio!)
23jo: Grazie mille! Recensione
interessante? Assolutamente fantastica direi!
Kloe2004: Sì direi che per certi
ricordi deve fare da sola… Jack non mi sembra molto chiacchierone… almeno su
quel fronte!
Nahid: Si può dire che mi sono
liberamente ispirata (alla francese) a quell’episodio… ma che ci vuoi fare è
troppo una bella scena! Direi che Jack deve ringraziare il fatto che Janet
abbia fatto il giuramento di Ippocrate altrimenti chissà così gli avrebbe già
messo nella flebo!
Quando Jack ritornò udì Daniel
spiegare come avessero trovato un luogo in cui le quattro razze più
tecnologicamente avanzate si incontrassero. Entrò sorridendo “Allora Carter,
che ti avevo detto?” Sam sorrise e Daniel interrotto bruscamente si voltò verso
Jack “A proposito di che cosa?” “Oh nulla Daniel…” Poi gli fece uno dei suoi
sorrisi più innocenti “Carter cosa ne dici di un giro della base?” “Molto
volentieri Jack!” Daniel rimase un attimo interdetto e non ebbe la possibilità
di replicare, perché già Sam e Jack uscivano dalla stanza, Teal’c inclinò
leggermente la testa nel sentire Sam chiamare il colonnello per nome, si voltò
verso Daniel “Non ho mai sentito il maggiore Carter chiamare O’Neill per nome,
Daniel Jackson” Daniel strinse gli occhi, poi si sistemò gli occhiali “Neanche
io Teal’c…”, poi uscirono anche loro, per partecipare alla visita guidata.
Visitarono i luoghi più importanti, poi Jack li guidò verso il laboratorio di
Sam. Prima di entrare però si mise davanti alla porta intimando l’alt “Allora
Carter, pronta?” Lei lo guardò stupita “Cosa c’è di più sorprendente della sala
Stargate e della sala controllo?” In effetti era rimasta almeno venti minuti in
sala controllo, aveva chiesto tutto su ogni computer presente nella sala, totalmente
affascinata. “Oh Carter… questo è il tuo antro segreto! Qui fai cose di cui io
non ho mai capito nulla!” Sam sorrise e Daniel intervenne “E’ il tuo
laboratorio” Jack lo fulminò “Daniel sei un vero guastafeste!” Poi riassumendo
la sua espressione di mistero spalancò la porta e aggiunse un “Da da da dan”
Indicando, con un semi inchino, a Sam di entrare per prima. Lei ridendo entrò
in quello che doveva essere il suo laboratorio. Si guardò intorno, nulla di
speciale, un computer, un tavolo, scafali, l’unica nota personale era una
piccola pianta. Rimase delusa, sperava di trovare se stessa, o almeno un po’ di
foto… ma nulla. I suoi compagni notarono il suo dispiacere e cercarono di
rimontarle il morale prendendosi in giro vicendevolmente… cioè Daniel e Jack
battibeccavano mentre Teal’c assunse la sua espressione di neutra
disapprovazione o incomprensione. Sam apprezzò il gesto e cercò di dimostrarsi
allegra. La visita finì in mensa per la gioia di Jack che si servì
abbondantemente di dolci. Per Sam non fu altrettanto facile, rimase ferma
davanti alla mensola chiedendosi cosa prendere, improvvisamente insicura sui
suoi gusti, Jack le si avvicinò e le passò, sempre chiacchierando con Daniel,
un bicchiere di gelatina blu. Lei lo ringraziò con un meraviglioso sorriso, che
fece perdere a Jack l’intero senso della frase di Daniel.
Quella sera andarono a casa di Sam,
sempre tutti e quattro, Sam era felice di avere amici così vicini, pronti a non
abbandonarla in un momento così difficile. Anche casa sua fu una delusione, era
chiaro che passava poco tempo lì, poté però finalmente guardare le foto della
sua famiglia, Jack le aveva detto che suo padre era diventato un Tok’ra, Teal’c
le aveva spiegato con chiarezza la situazione della galassia, con i Goa’uld
come falsi dei, i Jaffa incubatrici e soldati e i Tok’ra, la resistenza. Suo
padre però era in missione e malgrado i tentativi di Hammond non sarebbe stato
possibile contattarlo per molti mesi. Guardò le foto delle sue nipoti e di suo
fratello, ma ancora una volta nulla le tornò alla memoria. Alla fine Teal’c
ritornò alla base accompagnato da Daniel. Jack rimase ancora un po’ con lei,
era restio a lasciarla sola. “Grazie Jack…” “E di cosa?” Lei scosse la testa
abbassando gli occhi. Jack si morse le labbra, “Bene, direi che è ora di
dormire… altrimenti Fraisersi inventa
qualche procedura che prevede molte punture per punizione!” Sam sorrise, poi lo
accompagnò alla porta “Buona notte” Jack si voltò verso di lei, aveva appoggiato
la testa contro la porta, la luce, che era alle sue spalle, le metteva
leggermente in ombra il volto, creando, però, intorno alla sua testa un alone
luminoso, la immaginò sorridere, era bellissima. Si voltò di scattò agitando
dietro di sé la mano. “Domani passo a prenderti alle sette… Notte!” Sam lo
guardò allontanarsi, il suo cuore batteva all’impazzata, per un attimo aveva
scorto del desiderio in quegli occhi scuri, si chiese se non avesse sognato,
era sparito così in fretta! Rientrò in casa, avrebbe dovuto esplorare un po’ i
suoi armadi, così magari sarebbe riuscita a ritrovare una parvenza di calma!
Mex: Già una grande squadra! E’
quello il bello!
Sam93: Grazie, sì ce la metteranno
tutta! Contaci! J
Bomboletta: Grazie mille! Eccoti il
seguito…
Ilaria8: Sì dai se l’è cavata con
poco… anzi in fondo se l’è spassata!
Kae: Già infatti secondo me Teal’c
non si bagnerebbe nemmeno la manica! E farebbe il tutto senza il minimo sforzo!
E grazie per i complimenti!
Nahid: Se… se le tornerà la
memoria! Hihihi! (Risata malefica!)
Evviva i filmini mentali! Io li
adoro, sono una fonte inesauribile di idee e divertimento!
Il mattino dopo Jack venne, come
promesso, a prenderla, ma non si diresse, come lei si aspettava, alla base.
Quando lo interrogò lui non volle risponderle “Vedrai… è una sorpresa!” “Teal’c
e Daniel?” “Sono alla base, ci vediamo per pranzo…” Sam non aggiunse altro e si
concentrò sulla strada, magari un dettaglio qualsiasi avrebbe risvegliato
qualcosa in lei. Due ore dopo arrivarono ad una base militare. “Buon giorno
colonnello, maggiore, siete qui per sgranchirvi signori?” Jack sorrise al
sergente “Lo puoi ben dire!” Il sergente sorrise, chiaramente li conosceva.
Quando furono un po’ più lontano Sam si voltò verso Jack “Cosa significa sgranchirsi?”
In quel momento Jack svoltò l’angolo e alla loro vista apparve la pista di
decollo. Gli occhi di Sam si illuminarono “Voliamo?” Jack sorrise soddisfatto
dell’effetto che la sua sorpresa aveva su di Sam “Stai scherzando? Tu sai
pilotare senza nessun problema una di quelle meraviglie!” Poi indicò un F14 che
si preparava sulla pista. “Il dottore ha detto che una forte emozione avrebbe
potuto farti tornare la memoria… beh questo potrebbe funzionare e se non
funziona non importa, sarà un gran divertimento!” Mezzora dopo erano sulla
pista di decollo. Il cuore di Sam batteva all’impazzata, era al contempo
spaventata ed estremamente eccitata. Quando si trovarono finalmente in volo la
paura era sparita e solo la gioia rimaneva. Jack volò con moderazione i primi
minuti, ma osservando la faccia estasiata di Sam nello specchietto apposito, non
poté fare a meno di scatenarsi. Non solo Sam non si lamentò, ma anzi, quando
alla fine scesero di nuovo a terra fu alquanto dispiaciuta.
Mentre tornavano alla base in
macchina Jack continuò ad osservare Sam, che non sembrava riuscire a cancellare
il sorriso estasiato dal volto. “Allora, piaciuta la sorpresa?” Lei si voltò
verso di lui, gli occhi luminosi “E’ stato…” Prese il respiro e rimase in
silenzio, chiaramente a corto di parole “Wow!” Disse poi alla fine, usando
l’espressione che Jack conosceva così bene. Non aggiunse nulla di più, ma a
Jack non serviva altro, vederla felice gli bastava.
Passarono due settimane Sam lesse
tutti i rapporti dell’Sg1, ma nulla le tornò alla mente, sarebbe caduta nella
disperazione se non fosse stato per i suoi amici, che le erano sempre vicino e
che la tenevano costantemente impegnata, con attività di ogni genere,
dall’allenamento in palestra alla visita guidata dell’area 51 e di tutti i
reperti che avevano trovato e portato alla base.
Una sera Jack e Sam rimasero soli,
erano a casa di Jack e lei era particolarmente giù di morale, così aveva
preferito rimanere ancora un po’ in compagnia piuttosto che tornare subito a
casa e rimanere sola. Sospirò e Jack, che le stava raccontando quanto fosse
meraviglioso pescare, si interruppe “Tutto bene Carter?” Lei si voltò verso di
lui, un lampo le attraversò gli occhi “No! Non va bene! Non ricordo nulla! Non
so neanche chi sono e tu continui a chiamarmi per cognome!” Jack sgranò gli
occhi, ma lei era già in piedi, la vide afferrare la sua giacca e andare verso
la porta “Carter! Aspetta!” Lei si voltò, stringendo le labbra, Jack rimase
immobile, non aveva quasi mai litigato con Sam e in quelle poche volte lui era
sempre stato in una posizione di forza, ma ora era diverso… “Tu sei tu… non
importa come ti chiamo” Ok non era granché… “A me importa!” Lui si morse le
labbra poi chiuse gli occhi, quando li riaprì lei era ancora lì a fissarlo
“Sam… io so chi sei… sei coraggiosa, forte, dolce, estremamente intelligente,
gentile, un soldato ed un guerriero, ma anche una donna... e una scienziata…”
Fece una piccola smorfia poi continuò “Ami smontare il motore della tua moto,
ti piacciono le macchine sportive, adori andare in moto e adori volare! Passi
un sacco di tempo a risolvere problemi di cui io non capisco neanche la natura,
il tuo gatto si chiamava Schrödinger… ma l’hai regalato ad un alieno…” Di nuovo
fece una piccola smorfia “Adori la gelatina blu, dici che non sai cucinare ma
fai un ottimo soufflé, giochi ogni due sabati a scacchi con Cassandra…” non
ebbe la possibilità di finire, Sam gli si era avvicinata, mentre lui era troppo
infervorato per accorgersi dei suoi movimenti, ed ora posò le mani sul suo
torace e lo baciò delicatamente sulle labbra, per poi baciarlo con più
passione, mentre le emozioni che provava la sommergevano. Lui rimase
completamente senza fiato, una scossa lo attraversò dalla punta dei piedi a
quella dei capelli, era a malapena consapevole di quello che lo circondava,
solo le labbra di Sam, la sua lingua e la sensazioni che provocavano in lui,
contavano in quel momento. Con un enorme sforzo di volontà si separò da lei
dolcemente. “Sam… no per favore…” Lei lo fissò smarrita, confusa. Lui scosse la
testa “Sam non sai quanto lo vorrei… ma non possiamo, te ne pentiresti…” Lei lo
fissò, aveva creduto che la stesse respingendo perché non la amava, ma quello
che dicevano i suoi occhi era più che chiaro, sorrise “Non succederà mai…” Si
avvicinò di nuovo a lui, Jack non riuscì ad allontanarsi, ma la stinse tra le
braccia nascondendo il volto nel suo collo, non poteva guardarla, non poteva
vedere il desiderio nei suoi occhi e non voleva che lei vedesse il suo. Aveva,
però, fatto male i conti, il corpo di Sam stretto contro il suo non lo stava
affatto aiutando a ritrovare il suo leggendario sangue freddo! Sam si ritrovò
stretta contro di lui, ora poteva sentire il cuore di Jack, sorrise, stava
battendo all’impazzata, facendo eco al suo. Allora lentamente si avvicinò alla
sua orecchia “Ti amo Jack” Non disse altro, ma sentì il corpo di Jack
irrigidirsi contro il suo, poi sentì le sue labbra sul collo, le sfuggì un
gemito di piacere.
Jack sentì prima le labbra di Sam a
pochi millimetri dalla sua orecchia, il suo respiro caldo gli faceva venire la
pelle d’oca, poi udì quelle semplici parole, che ebbero il potere di far
crollare tutte le sue difese. Le baciò il collo e sentì il suo corpo reagire,
mentre un gemito le sfuggiva dalla labbra. Quel suono fu come un colpo in
testa. Non sarebbe più riuscito a fermarsi, nulla se non un no di Sam avrebbe
potuto indurlo ad allontanare da sé quella donna, la donna che amava. Ma quel
no non giunse affatto, anzi Sam sembrava nel suo identico stato, avevano
entrambi perso la testa, in quel momento solo il corpo dell’altro contava, solo
dare e ricevere piacere. Jack poté scoprire che un solo bacio dietro l’orecchio
di Sam bastava per farla rabbrividire di piacere, mentre lei scoprì che gli
occhi di lui potevano diventare quasi neri quando era in preda alla passione.
Quando furono infine travolti dal piacere per un attimo tutto si annullò e Sam
si perdette in quell’onda, nulla ebbe più senso se non l’intenso piacere che
provava, in un attimo capì che mai aveva provato nulla di simile, mai si era
avvicinata a simili vette, si sentì completa per la prima volte in vita sua e
quando riaprì gli occhi improvvisamente fu sommersa dai ricordi. Annaspò quasi
e chiuse gli occhi, mentre Jack senza fiato, come lei, le sussurrava
all’orecchio “Ti amo” Si aggrappò al corpo forte di Jack e nascose il volto nel
suo collo. Una lacrima le scese sul volto, mentre lentamente la consapevolezza
tornava insieme ai ricordi. Jack si spostò di lato per non schiacciarla e la
accolse tra le braccia, inconsapevole. Lei rimase in silenzio, poi quando sentì
il suo respiro diventare regolare, alzò di nuovo il volto, osservando la
serenità che sprigionava dal viso di Jack, accarezzò dolcemente quel volto, poi
si sistemò meglio tra le sue braccia “Buona notte signore” e si addormentò.
Bomboletta: Già Daniel è così
Daniel! Ma ci piace così no?
Mex: Scongelare? Sì direi che ci
hai preso in pieno!
Nahid: Pervertita? Ma no che dici!
Piaciuta la mia idea? Del volo intendo… ;-)
Ilaria8: Una delle cose che mi
piacciono di più di Jack è la sua capacità di tirare su il morale a tutti anche
nelle situazioni peggiori! In particolare quello di Sam!
23jo: Grazie mille! In verità a me
fa strano mettere “Jack” al posto di “signore” o “colonnello”! Ma che ci vuoi
fare se Sam non fosse un po’ strana non funzionerebbe la storia!
Martaxx: Ciao! Grazie per i complimenti,
fanno sempre un gran piacere! Spero che la storia continuerà a piacerti!
Sam93: Allora questo capitolo ti
piacerà! Alla fine è rimasto a dormire con lei no!?
Jack si svegliò con il sorriso
sulle labbra, ma un leggero senso di apprensione lo tormentava. Sam era ancora
tra le sue braccia, non ricordava esattamente come erano riusciti a raggiungere
il letto la sera prima, ma tutto il resto lo ricordava, si erano addormentati
esattamente in quella posizione e non si erano mossi di un millimetro, Jack
aveva come l’impressione che se avesse sciolto quell’abbraccio il suo cuore si
sarebbe spezzato per rimanere insieme a lei. Si diede da solo del vecchio sentimentale,
ma rimase comunque abbracciato a lei.
Non passò molto tempo che sentì
variare il respiro di Sam, era sveglia. “Sam?” Lei non si mosse e non parlò.
Una piccola fitta colse Jack al cuore, il suo sesto senso lo avvertiva che
qualcosa non andava. Sam continuava a rimanere stretta a lui, ma teneva il
volto nascosto e non sembrava volesse parlare. Improvvisamente un ricordo lo
fece quasi sussultare “Buona notte signore” Era questo che aveva sentito un
attimo prima di addormentarsi, mentre accoglieva Sam tra le braccia. Seppe
allora che lei ricordava. Era successo qualcosa che le aveva fatto ritornare la
memoria. “Carter?” La sentì trasalire, ma passarono parecchi secondi prima che
rispondesse “Ancora un minuto signore” Era un sussurro, una supplica. Il cuore
di Jack si spezzò, gli stava chiedendo di tenerla tra le braccia ancora un po’
perché, ora che ricordava, la loro storia finiva lì. Voleva assaporare quel
momento, almeno questo significava che non si pentiva, che non era arrabbiata
con lui… ma forse sarebbe stato meglio, sapere che lo amava, aver provato
quello che avevano provato passando la notte insieme per la prima volta,
rendeva ora insopportabile separasi.
Il minuto durò molto più a lungo,
Sam non riusciva ad alzarsi, sapeva che doveva farlo al più presto, ma il suo
corpo rifiutava di muoversi, il suo cuore le urlava che quello era il suo
posto, lì tra le braccia di Jack era finalmente completa. Mezzora dopo si alzò.
Non guardò verso Jack e portò con sé il lenzuolo per coprirsi, raccolse parte dei
suoi vestiti da terra, continuando ad ignorare l’uomo con la quale aveva
passato la notte d’amore più intensa della sua vita, ignorando l’uomo al quale
sapeva di aver lasciato il cuore nel momento stesso in cui si era separata
dalle sua braccia. Raggiunse il bagno e si gettò sotto la doccia. Cercando
disperatamente di dimenticare. Che ironia, aveva passato due settimane a
ricordare ed ora tentava di dimenticare la sua dolcezza, il suo sorriso, i suoi
occhi nocciola diventare neri, la sua passione. Semplicemente lui. Quando si
ritenne pronta uscì dal bagno. Jack era ancora a letto, lei non guardò verso di
lui, ma vedere il letto disfatto le riportò in massa i ricordi di quella notte,
il suo corpo reagì immediatamente e lei si ritrovò attraversata da un fremito,
un profondo desiderio si era di nuovo acceso in lei. Fuggì dalla camera e scese
le scale quasi a precipizio. Quando arrivò in fondo si arrestò, all’improvviso
era stata colpita da un’assoluta certezza. Non ce l’avrebbe fatta! Non sarebbe
mai più riuscita a vivere senza di lui, non dopo quello che aveva provato e non
solo fisicamente ma anche spiritualmente, non poteva rinunciare a quell’unione
perfetta! Un sorriso le apparve sulle labbra, poi fu attraversata da un
brivido, era stata ad un passo dal compiere il più terribile errore della sua
vita! Fece le scale a due a due e si precipitò nella stanza. Jack era chino su
se stesso la testa tra le mani. Sentendola arrivare alzò la testa, stupito, lo
stupore accrebbe quando vide il sorriso sul suo volto. Lei si bloccò davanti a
lui, si morse le labbra, aprì la bocca e la richiuse di nuovo, stropicciandosi
le mani. Lui rimase in silenzio a fissarla, Sam si fece coraggio e cercò i suoi
occhi “Non è cambiato niente…” Lui la guardò senza capire allora lei continuò
“Rispetto a ieri sera, non è cambiato niente… Jack… io ti amo… e nulla può
cambiare questa verità…” Sam abbassò gli occhi, ora non aveva più il coraggio
di sopportare lo sguardo di Jack. Sentì che si avvicinava e si rilassò solo
quando lui la prese tra le braccia e la strinse a sé “Non farmi mai più uno
scherzo del genere! Ho solo un cuore io!” Lei sorrise poi alzò lo sguardo per
vedere i suoi occhi. “Mai più!” Lui le sorrise, poi le baciò delicatamente la
fronte per poi scendere dolcemente lungo il viso fino all’orecchio, le baciò il
collo, Sam fremette di piacere e quello che Jack gli sussurrò all’orecchio ebbe
il potere di farle totalmente dimenticare che erano attesi alla base. “Non
permetterò che ci separino… ti amo Sam!” Un attimo dopo erano di nuovo uno tra
le braccia dell’altro, esattamente là dove avevano lasciato il loro cuore.
23jo: Beh… Grazie! I teletubbies…
no!
Ilaria8: Non solo ho capito il
senso… ma mi piace un sacco! Grazie!
Sam93: Già Sam e la sua testolina…
ma ci piace così no?
Mex: No no non può tornare tutto
come prima! Sono io che scrivo!
Martaxx: In effetti non avevo
pensato ad una Sam che finge… non sarebbe male… anche se non è da lei, troppo
fissata sul dovere! Però per Jack si può anche fare!
Kloe2004: Diciamo che la memoria le
è venuta un attimo dopo…
Nahid: Sì un giretto su un F14 deve
essere qualcosa di geniale! Per non dire pilotarne uno! Orecchia… si ammetto
orecchio è più bello, però si può dire anche così no? Comunque cercherò di
evitarlo! Chiedo umilmente perdono per i vari errori… sono un mio terribile
problema! Tradotto sono semi analfabeta!
Kae: Esatto proprio in quel
momento! Eh eh eh... ;-)
Borboletta: E’ no! Le cose non
possono che migliorare!