College

di Ella_Sella_Lella
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Ron's Revelation ***
Capitolo 2: *** -On the train to Birmingham ***
Capitolo 3: *** The Room 613# ***



Capitolo 1
*** The Ron's Revelation ***


College

Bene io dico che con 3000000 .... (N Infinito) di FF cominciate scriverne un'altra sia sbagliato. Ma quando l'ispirazione chiama che altro puoi fare se non accoglierla.

Come già detto, parla delle avventure al collegge, di determinati personaggi. Spero vi piacia.

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!!!College!!!

 

*°*La rivelazione di Ron*°*

Erano alla Tana, nella camera di Fred, momentaneamente data ad Harry, dove Ron dormiva quasi tutte le notti. Harry stava lì, fino al momento in cui avrebbe avuto il coraggio di andare a casa di Sirius.

“Dimmi solo che non è stato alla modo di … << ‘‘Ti amo!’’ le urli, mentre insegui il treno e lei affacciata al finestrino ti saluta con il fazzolo bianco, giurandoti eterno amore! >> Ti prego Harry, dimmi che non è stato così!”  disse, Ron,anzi supplicò Ron, incrociando le mani in una posa di preghiera, mentre pronunciava quella frase, aveva usato un tono falsamente mieloso, il suo miglior amico, lo fissò per qualche minuto, con un espressione assurda, restò zitto, poi incerto rispose: “Assolutamente no. Ci siamo salutati con un bacio è basta!”  bugia, si riconosceva da un Km, quando mentiva, Harry Potter, il bambino sopravissuto due volte, non sapeva mentire, non li riusciva proprio e il suo amico dalla chioma rossa lo sapeva. Ron alzò un sopraciglio, poi serio disse: “È andata esattamente così …”  scoppiando a ridere, mentre il suo amico, era già pronto ad appellare una pala, scavarsi una buca e seppellirsi al suo interno. Dai su infondo non era colpa sua se era così dannatamente mieloso ed innamorato della sua ragazza? “Ok è andata esattamente così!” confermò, giusto prima di sbuffare, Harry, mentre affatturava silenziosamente suo cognato. Ron aveva capito tutto, lui era un inetto per le sue cose, ma si lasciasse sfuggire un attimo quelle degli altri … Ma che stava pensando? Ronald Bilius Weasley non capiva mai un tubo di relazioni, ne degli altri ne delle sue, aveva la sfera emotiva di un cucchiaino, come ricordava spesso Hermione. Eppure Harry riusciva capirlo quasi sempre da quando erano cognati, quindi aveva capito subito, come era stato il comportamento dell’amico verso sua sorella. Infatti quella mattina Ginny era partita per Hogwarts, per il suo settimo anno e lui l’aveva accompagnata insieme a George e Percy alla stazione ed alla fine era andata esattamente come Ron aveva descritto.

Mentre chiacchieravano, o per lo meno Ron prendeva in giro Harry,la porta si aprì.

Una ragazza dai capelli, ricci e castani, un sorriso smaglianti, occhi castani, con indosso un vestito splendidamente colorato, comparve sull’uscio, facendo oscillare una pesante borsa di pelle che portava alla spalla. “Mione!”  sussurrò Ron,  alzandosi dalla poltroncina rossa e indirizzandosi verso la sua fidanzata e stappandoli un bacio, “Ronny!” rispose lei, dolcemente, stavano insieme, ma ancora non erano pronti a chiamarsi con nomignoli amorosi. Anche se in pochi mesi avevano fatto passi da gigante, considerando il carattere vergognoso di lei in queste cose e la sfera emotiva di lui.

 Harry sbuffò, la sua dolce Ginevra era partita e vederli così li faceva uno strano effetto, infondo loro erano Ron ed Hermione. “Ma voi non siete euforici per il College?” urlò la ragazza su di giri, mentre saltellava a destra e sinistra per la stanza, Ron risedutosi sul divanetto la guardava rammaricato, Harry era steso sul letto, passandosi una mano tra i suoi spettinati capelli disse: “Peccato Herm, non faremo ne la stessa facoltà ne la stessa università!” ricordandosi da quanto tempo che andavano a scuola insieme, che studiavano insieme e che si scambiavano gli appunti  … E quanto la fine di queste piccole azioni stesse arrivando alla fine. La prima volta che desiderò che la scuola non cominciasse.  

Ron tossì, i suoi amici si erano iscritti al college e lui? Ron aveva l’intenzione di non farlo ed aiutare George ai Tiri Vispi Weasley, l’unico problema e che alla fine non l’aveva fatto, o meglio l’ho aveva fatto, aveva fatto la domanda di iscrizione per il college, lo stesso di Harry e anche lui per la facoltà di Auror, l’aveva fatto e cosa ancora più incredibile, l’avevano accettato, ora doveva solo dirlo alla sua ragazza e al suo miglior amico. “Devo dirvi qualcosa!” biascicò, Hermione guardandolo e sedendosi sulla sedia girevole, grande invenzione babbana rispose: “Certo dicci tutto!” fissandosi nei suoi grandi occhi blu, che trovava meravigliosi. Il ragazzo deglutì, infondo doveva solo dare una bella notizia, così balbettante rivelò: “Io … Io … Mi sono isc … iscritto alla … Wizard Merlin University of Birmingham. Facoltà Aurur!” Harry alzò la testa dal cuscino guardando il rosso. Ron era iscritto nella suo stesso college? Hermione era senza parole, il suo ragazzo si era iscritto all’università? Quanta gioia la riempiva, infatti, si alzò e l’abbraccio, gioiosa, sarebbe stato più bello se si fosse iscritto con lei nella stessa scuola Magic Morgan Academy of Manchester. Ma andava bene anche così, l’importante e che avesse un istruzione completa e che combinasse finalmente qualcosa nella sua vita, prima di risistemarsi in piedi, concesse al rosso una cascata di baci, Harry a quelle scene affondava la testa nel cuscino, chiedendosi perché Ginny non avesse un anno di più! 

“Quindi andrò da sola!” constatò Hermione dopo qualche secondo di silenzio, riflettendo che sarebbe andata da sola, senza nessuno dei suoi più cari amici, anche se poi trattenne altri commenti, pensando che Neville, Seamus e Hannah sarebbero andati con lei, così sorrise malinconica, aggiunse, impedendo ai ragazzi di rispondere, un solo e semplice: “Mi mancherete tantissimo!”  Ron le sorrise,  la prese per i polsi, costringendola a caderle a dosso e baciandola, poi le sussurrò all’orecchio qualcosa che la fece sorridere, anzi ridacchiare, Harry non espresse pareri, era palese che le sarebbe mancata, era la sua migliore amica e poi ora aveva altro nella testa, pensava solo a Ginny ad Hogwarts senza di lui.

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Capitolo 2
*** -On the train to Birmingham ***


College Bene ero ormai convinta che questa ff fosse pronta per il dimenticatoio invece continua, l'unico Neo, che ci sarà è quello che dopo aver avuo una batosta a Matematica e voti non troppo brilalnti a latino, italiano ed inglese, mi concentrerò molto di più sulla scuola, quindi impiegerò meno tempo alle ff ... (E poi mi è stato bandito il Pc)
XDXD

Ringraziamenti ad :
Ysabel:  Non è proprio isolato il trio, spero ti piaccia questo cap. Ps Chiamami EsL.

Perchè Ella significa Lei.
Sella sta appunto per una sella, quindi riferito ad uno zerbino(Molta fantasia)
e Lella, non è altro che una trasformazione di Leela, (La ciclope di futurama)

Ps- Questo non è un capitolo, è davvero troppo corto per esserlo.

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!!!College!!!

 

*°* Sul treno per Birmingham *°*

Hermione era partita da quasi una settima e Ron, aveva appena cominciato a farsene una ragione, mentre Harry  aveva dovuto salutare l’amore della sua vita da due settimane o poco più.

“Com’è possibile? Siamo in ritardo ancora prima di partire!”  sbuffò Ron, mentre correva come un matto, il suo migliore amico, trattenne il desiderio impellente di dirli che era una cosa logichissima essere in ritardo prima ancora di partire, ma non lo fece per due semplici motivi, la prima e che non voleva sostituire Hermione nel correggerlo in ogni cosa e secondo erano, ma erano, veramente di fretta, il treno magico per Birmingham, certo se ora l’avessero perso, avrebbero preso la macchina nuova di Harry e l’avrebbero guidata fino all’università. 

“Uuu. Il treno è Lì!” urlò Ron, infilandosi  dentro il treno seguito da Harry, con le loro valigie pienissime, Dean Thomas, seduto allegramente su un sedile, vedendoli li chiamò, “Dov’eravate finiti?” domandò quando fossero sufficientemente vicini, i due ragazzi si sederono sui posti di fronte a quello di Dean, quello di fianco al moro, era occupato da un tipo, che aveva frequentato Hogwarts con loro, un ex corvo nero, che leggeva un libro, “ Poseidon Andrew Luke Bolt! Chiamatelo Andrew” indicandolo, capendo la curiosità nei volti dei due, il ragazzo alzò un braccio salutandoli, non c’era bisogno di altre presentazioni.  “Quindi Dean tu farai Magistrupedenza?” domandò Ron, il ragazzo annui e rispose: “Si per i diritti ai Babbani, ai Maganò e i nati babbani!” era più o meno la stessa cosa che faceva Hermione solo con un aggiunta di altre mille aspettative, “Voi Auror! Poveri matti!” aggiunse, facendo sghignazzare entrambi, il ragazzo dagli occhi verdi, punto il suo sguardo su Bolt, che continuava a leggere un libro di letteratura, “Tu Andrew cosa fai?” domandò guardandolo, il ragazzo concesse brevemente loro il consenso di guardare quegli occhi vermigli, quasi inumani e pieni di se, “Filosofia - storia della magia ed anche Magisprudenza!”  rispose, con molta nonchalance, Ron, guardandolo disse: “Questo è tosto, altro che Auror!”  ricevendo una botta da Harry, il viaggio stava uscendo molto tranquillo non fosse stato per lei. Una matta, con un fascino tipico dell’est Europa, Bulgara, era entrata nello scompartimento senza ritegno e si era chiusa la porta alle spalle, scendendo lenta e sedendosi, così che non si vedesse dal finestrino, aveva il volto pallido, le labbra rosee, splendidi occhi verdi, con un leggero trucco bianco, aveva un corpo da urlo, infondo aveva 18 anni ed era nell’età dello splendore, anche se la cosa che più si notava, erano degli splendidi capelli neri, mossi e lunghetti, ed uno splendido profumo di Cannella,  aveva il fiatone. “Signorina?” domandò Harry, guardandola, questa alzò gli occhi un attimo, arrossì,  poi passo la mano tra i capelli e con un tono basso sussurrò: “Scusate. Io sono Stephka Raspush!”  tutti e quattro li sguardi si bloccarono, Bolt sussurrò: “Come il portiere di Quiddich della Bulgaria?” la ragazza divenne un attimo rossa, poi rispose: “Si come Dimitri Raspush! Mio fratello maggiore!” ancora uno sguardo confuso, avevano nella cabina, una bella ragazza, che era la sorella minore di una delle leggente del Quiddich, mondiale? Ok, il college si presentava decisamente bene, poi Ron disse qualcosa come: “Si avevo letto che aveva due sorelle minori, che tra loro erano gemelle!”, Stephka alzando gli occhi al soffitto disse: “Certo Io e Inga!”  continuò a fissarli, prima di fermarsi su i due ragazzi a sinistra, Ron ed Harry, poi incredula, trattenne uno strepitio, “Per i calzoncini a righe verdi e blu di Merlino. Voi siete Harry  Potter e Ron Weasley!” aveva gli occhi che luccicavano, non ci poteva credere, proprio nel loro scompartimento era finita? Dean fissò qualche secondo Stephka, aveva qualcosa di decisamente diverso dal solito, nessuna ragazza aveva quelle sue caratteristiche, tutti la stavano fissando, “Si. Non sono una semplice strega!” disse la ragazza continuando a vedere quei quattro fissarla, poi prima che potesse aggiungere altro, dei passi felpati si fecero veloci e più vicini silenzio, Stephka poggio l’orecchio sulla porticina che dava allo scompartimento. Si sentì una voce alta, femminile, “Steph! Stephy! Stephka! Dove sei finita?” qualcuno chiamava, davanti alla porta chiusa, che dava la finestra di vetro, comparve una ragazza, bella snella, capelli lisci e neri, rilegati in una mezza coda, un volto pallido, valorizzato da un trucco pesante quasi volgare, occhi azzurri, quasi ghiaccio e delle labbra rosse, valorizzate da un rossetto vivace e luccicante, potevano vedere solo il volto, il resto era coperto dalla porta, ma già da quello si vedeva una grande somiglianza con Stephka, la bulgara, fece schioccare le dita catturando gli sguardi dei quattro poi comincio a sillabare a bassa voce: “Quella è mia sorella Inga … E io la evito. Quindi voi non mi avete visto!” poi chiuse gli occhi, sperando che sua sorella non aprisse proprio quello scomparto, i quattro dopo uno shock iniziale fecero finta di niente parlottando tra loro, la bulgara aveva il fiato tiratissimo, ma quando sentì che sua sorella con i suo 7 cm di tacco si allontanava insieme alla sua stridula vocina, lei si alzò e dolcemente disse: “Chiedo scusa per il mio comportamento e per la mia poca educazione. Spero di rivedervi tutti e quattro …” regalando uno splendido sorriso ad Harry e Ron, poi uscì quatta dallo scompartimento e scappò nella direzione opposta alla sorella.

“Deve avere qualche problema!” idealizzò Andrew, Harry in effetti penso che il comportamento del ragazzo risultasse molto bizzarro, ma infondo nei suoi precedenti anni ad Hogwarts aveva visto l’impossibile, incarnarsi nelle cose più plausibili, da un cane a tre teste, a un ragazzo appeso per le orecchie , a un salice che ti prende a ramate, ad affrontare un drago, a una spontanea crescita di vischio, al momento perfetto, al sentir Malfoy piangere nel bagno delle ragazze, con Mirtilla che lo consolava con il finale di vedere i suoi due migliori amici baciarsi. Ormai nulla lo stupiva.  “Si ma forse voi non l’avete vista!” urlò,  un esclamazione ed un viso scherzoso, a Ron si aprì uno sghembo sorriso, poi disse: “Era bella forte!” aveva il volto rosso, Harry li tirò una botta con il gomito, per ricordarli di Hermione e quanto tenesse a lei, “Erano belle forti!”  sbottò Dean ripensando anche alla gemella. Andrew stava ancora leggendo, quando spostò leggermente il libro aprì  nuovamente bocca anche lui: “Belle ma strane. Anche se Inga è una qualunque strega. L’altra Stephka ha qualcosa di veramente unico!” un dannato sorriso strafottente, Andrew, meglio conosciuto come Andy, aveva sempre avuto la fama di essere un  latin lover patentato e che quando puntava un ragazza, inevitabilmente questa cadeva sua  e Stephka era appena comparsa sulla sua lista, “Qualcosa di diverso dalle altre c’è l’ha. Non ho capito cosa … Però …” sussurrò Dean, prima di una brusca frenata, coraggio ne mancavano solo altre cinque.  Harry non disse nulla, buttò lo sguardo sul finestrino per guardare la stazione e vedere molte persone salire, anche se i suoi occhi si posarono su una ragazza dalla pelle scura, forse una bianca troppo abbronzata o una nera molto chiara, occhi scuri e capelli neri, ricci e con delle ciocche rosse, aveva una valigia e stava salendo, era carina. Girò lo sguardo verso gli altri che ridevano, li sembrava così strano stare su un treno, dritto per una scuola che non era Hogwarts.


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Capitolo 3
*** The Room 613# ***


College Bene prima di andare a fare i compiti di Latino ed Epica. E per ugurarvi un felice Halloween passato, vi presento questo Cap.

Ringraziamenti ad :
Ysabel:  Lo so, è triste. Bene questo capitolo i prossimi due capitoli sarannò esilaranti, visto e condizionato che parleranno delle compagnie delle stanze, che come ai nostri eroi(Vedrai) non è che siano finiti assieme alle persone che adorano più a questo mondo.  Ma così dico troppo.

Ps-Anche questo capitolo è tremendamente corto. Mi ci esprimo meglio!!

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!!!College!!!

 

*°* La stanza 613# *°*

“R-o-n-a-l-d B-i-l-i-u-s W-e-a-s-l-e-y!” scandì bene Ron, sotto il buco, fatto nella parete di vetro, dove dietro c’era una donna che pareva più un gufo che una donna, dietro a lui in coda, c’erano Harry che stava tranquillo, Dean preso dall’euforia, mentre per ultimo Bolt, che più che ha pensare alla fila per le stanze, stava tranquillo a guardare la fauna femminile del college.  La donna-gufo-civetta continua a spulciare tra schede ed archivi, poi scostandosi gli occhiali disse: “Ripeta il cognome!”  era solo la quarantesima volta che li faceva questa domanda,  “Weasley!”  ripeté nuovamente il rosso, battendo una mano sulla mezza scrivania di legno, cortissima, la signora annui, poi prendendo una bacchetta e tirandola verso uno scompartimento sul quale c’era scritto << Matricole >> poi l’agitò con un colpo secco e disse: “Accio Weaslet Ronald Bilius!” e dalla cassettiera saltò un fascicolo che cadde dritto in mano alla donna, aprendolo trovò molte cose e allegra disse: “Hogwarts Grifond’oro. Uscito con il 70% ai M.A.G.O. (Allora, lui, Harry ed Hermione hanno deciso di dare comunque l’esame a fine settimo anno)  Grande combattente nella guerra magica!”  poi spulciando bene il fascicolo infilò una mano dentro ed estrasse una bustina bianca e la passò sotto il vetro poi seria aggiunse: “Lì, c’è il suo orario a seconda dei corsi che ha chiesto. Una mappa della scuola, dica semplicemente il luogo che vuole raggiungere e comparirà la strada e la chiave della sua stanza 612#!” Ron ringrazio spostandosi, lasciando spazio ad Harry, e agli altri.

Harry, si avvicinò tranquillo, guardando la donna, nei suoi scintillanti occhiali fucsia, i capelli grigi raccolti in un tupè basso, era vestita di un celeste pastello, molto acceso, gli occhi erano neri, aveva una certa età e non aveva ne style ne classe, anche se a guardarla Harry non poté che avere buoni sentimenti, bensì assomigliasse ad una civetta sembrava una donna così gentile e buona, guardandola ebbe la stessa impressione che aveva avuto guardando Silente quando aveva undici anni, di estrema tranquillità.  La donna sorridendo e guardando il ragazzo, muovendo appena gli occhiale e dolce disse: “Prego bel giovanotto. Mi dica il nome …” mentre riprese a scribacchiare su due o tre fogli,  Harry ispirò poi lentamente scandì: “H-A-R-R-Y J-A-M-E-S P-O-T-T-E-R” la donna prese un espressione stupefatta,  poi con una punta d’allegria proferì: “Il famoso Harry Potter! Ti avrei dovuto riconoscere. Sei totalmente uguale a tuo padre!” prima di appellare la scheda del ragazzo, nel frattempo Harry fissandola chiese: “Lei lo conosceva?”  ogni volta che conosceva qualcuno di nuovo, che aveva incontrato suo padre, si riempiva di gioia, la donna allegra rispose: “In verità Signor Potter … Ho insegnato ad Hogwarts per qualche anno. Difesa contro le arti oscure. Mi manca essere la professoressa Elenoire Bailey  Anche se ho frequentato Hogwarts e questa stessa scuola con tuo nonno e Silente!”  poi passò la bustina, gemella a quella di Ron, dicendoli le stesse cose sulla mappa e l’orario e sulla camera 613# di fronte a quella dell’amico, poi Harry lascò spazio a Dean.

(Per il corridoio delle camere)

“Allora io ho la 611#!” disse Bolt, guardando il portachiavi numerati e il numero delle stanze, “Io ho la 612# come Ron!” urlò Dean, trovando la porta, omonima a quella del Rosso, che urlo, di fianco più avanti c’era quella di Andrew, mentre di fronte c’era a quella di Ron e Dean, c’era la  613# di Harry, che era già aperta, dentro c’era un ragazzo che stava litigando con le sue cose, aveva i capelli biondo cenere, quasi castani, occhi verdi come le foglie, pelle pallida ed un volto nordico, anzi si vedeva era del nordest, era alto e slanciato, indossava dei pantaloni neri ed una camicia bianca a righe celestine, mezza sfatta, mentre cercava di bloccare quello che sembrava un cane della prateria alata, i quattro ragazzi, guardavano da fuori la porta, nessuno aveva il coraggio di entrare. “Paris! Calma!” disse il ragazzo,  riuscendo a calmare l’animale e rivelando così un accento tipico dell’est Europa, si bloccò avvertendo che gli altri lo stavano fissando,  ebbe un rossore primordiale sulle guancie bianche e poi tornando pallido balbettò un: “S – Salve. Io sono Rolf Scamandro!”  poi muovendo il cane della prateria alato, oscillando il povero animale, allegramente aggiunse: “Mentre lei … È la mia dolce compagna di sventure Paris!Un vane della prateria con le ali. Comunemente chiamati Cuccioli volanti.”   Stringendola forte alla sua faccia,  i quattro rimasero impalati, poi Andrew, da bravo intellettuale qual’era disse: “Ma tu sei il nipote del grande magizoologo Newton Artemis Fido Scamandro  Harry riconobbe quel nome, come quel dello scrittore del suo libro sulle creature magiche, il ragazzo con il cane della prateria annui, silenzio,  Harry sorridente disse: “Tuo zio ha scritto il mio libro della scuola. Io sono …”, “Harry Potter … So chi sei. So che lui è Ron Weasley, Dean Thomas … Tu non so chi sei però sei un Bolt!” finì per lui ed aggiunse anche Rolf, “Si mi chiamo  Pois … Andrew andrà bene lo stesso!” congiunse Bolt, continuando a guardarlo, il castano allegro domandò: “Con quali fortunati dividerò la stanza?” indicando due letti vuoti, Harry alzò la mano, dicendo un allegro: “Io!” il ragazzo ne rimase sbalordito, dividere la stanza con il famoso Harry Potter? Cose dell’altro mondo. Cose uniche. Cose da College. 

“Giorno. Strani Tizi!” si sentì una voce fuori campo, dal corridoio, un ragazzo dai capelli rossi, scompigliati anzi elettrizzati, tirati su, con indosso un Kway, i 5 si ritrovarono a fissarlo, affianco a lui, c’era un castano, con una frangetta lunghissima che arrivava poco sopra la punta del naso, lasciando intravedere degli splendidi occhi verdi, paragonabili solo a quelli di Harry, con un abbigliamento nero e oro, “Todd sei ancora vivo?” domandò Andrew al ragazzo con la frangetta lunga,  l’altro mosse appena la testa e con un tono piatto, completamente vuoto, privo d’emozioni disse: “Si Drew sono ancora vivo!” poi prese la sua chiava della 611# ed entrò. “Io sono Marcus Jacob Ros. Il suo compagno di stanza!”  disse lo strano individuo con il Kway, “Sei anche mio compagno di stanza …” stava dicendo Andrew, prima che l’altro scappasse nella stanza, Ron guardando l’ex corvo, con una punta di sarcasmo chiese, retoricamente: “Strani quei due?”, Dean ridacchiò, mentre Andrew rispose: “Ros non so. Ma Todd Malcom Dering sicuro!È un ex tasso di Hogwarts!” poi ispirò ed entrò nella sua stanza, per approfondire la conoscenza con i suoi compagni di stanza. “Andiamo anche noi?” domandò Dean, solamente che ancora prima di finire la frase, Ron lo aveva  già spinto dentro, visto che erano rimasti solo loro due, aveva solo commentato qualcosa come: “Chi sa chi è il terzetto!”

Rolf ed Harry avevano trovato un comune punto d’accordo, secondo Harry quel ragazzo sapeva tanto di Luna Lovegood, li avrebbe dovuti presentare, infondo il ragazzo era uno sfegatato fan del Cavillo. Tra chiacchiere ed altro, non si erano neanche accorti che non era arrivato l’ultimo ragazzo della camerata, a cui avevano lasciato il letto all’estrema destra a pochi centimetri dal muro, lontano dalla finestra e quasi completamente isolato, letto scomodo, ma l’ultimo arrivato era mal accontentato. Fino al momento in cui sentirono delle voci fuori dalle stanze, c’erano due ragazzi che confabulavano delle stanze l’una di fronte alle altre,  Rolf non sembrava darci importanza, mentre ad Harry sembravano famigliari, ma non ci fece neanche caso, il futuro compagno di stanza si fece notare solo quando infilò la chiave ed aprì la porta, quando lo vide … Harry si pietrificò, anche il ragazzo appena entrato ebbe la stessa reazione. “Ciao. Io sono Rolf e lui ed Harry!”  disse il bulgaro, non udendo risposte dal ragazzo. Harry era rimasto paralizzato.

Tutti tranne lui.

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