College di Ella_Sella_Lella (/viewuser.php?uid=61765)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Ron's Revelation ***
Capitolo 2: *** -On the train to Birmingham ***
Capitolo 3: *** The Room 613# ***
Capitolo 1 *** The Ron's Revelation ***
College
Bene io dico che con 3000000 .... (N Infinito) di FF cominciate scriverne un'altra sia sbagliato. Ma quando l'ispirazione chiama che altro puoi fare se non accoglierla.
Come già detto, parla delle avventure al collegge, di determinati personaggi. Spero vi piacia.
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!!!College!!!
*°*La rivelazione di Ron*°*
Erano alla Tana, nella camera di Fred, momentaneamente data
ad Harry, dove Ron dormiva quasi tutte le notti. Harry stava lì, fino al
momento in cui avrebbe avuto il coraggio di andare a casa di Sirius.
“Dimmi solo che non è stato alla modo di … << ‘‘Ti
amo!’’ le urli, mentre insegui il treno e lei affacciata al finestrino ti
saluta con il fazzolo bianco, giurandoti eterno amore! >> Ti prego Harry,
dimmi che non è stato così!” disse, Ron,anzi
supplicò Ron, incrociando le mani in una posa di preghiera, mentre pronunciava
quella frase, aveva usato un tono falsamente mieloso, il suo miglior amico, lo
fissò per qualche minuto, con un espressione assurda, restò zitto, poi incerto
rispose: “Assolutamente no. Ci siamo salutati con un bacio è basta!” bugia, si riconosceva da un Km, quando
mentiva, Harry Potter, il bambino sopravissuto due volte, non sapeva mentire,
non li riusciva proprio e il suo amico dalla chioma rossa lo sapeva. Ron alzò
un sopraciglio, poi serio disse: “È andata esattamente così …” scoppiando a ridere, mentre il suo amico, era
già pronto ad appellare una pala, scavarsi una buca e seppellirsi al suo
interno. Dai su infondo non era colpa sua se era così
dannatamente mieloso ed innamorato della sua ragazza? “Ok è andata
esattamente così!” confermò, giusto prima di sbuffare, Harry, mentre
affatturava silenziosamente suo cognato. Ron aveva capito tutto, lui era
un inetto per le sue cose, ma si lasciasse sfuggire un attimo quelle degli
altri … Ma che stava pensando? Ronald Bilius Weasley non capiva
mai un tubo di relazioni, ne degli altri ne delle sue, aveva la sfera
emotiva di un cucchiaino, come ricordava spesso Hermione. Eppure Harry
riusciva capirlo quasi sempre da quando erano cognati, quindi aveva
capito subito, come era stato il comportamento dell’amico verso sua sorella. Infatti
quella mattina Ginny era partita per Hogwarts, per il suo settimo anno e lui
l’aveva accompagnata insieme a George e Percy alla stazione ed alla fine era
andata esattamente come Ron aveva descritto.
Mentre chiacchieravano, o per lo meno Ron prendeva in giro
Harry,la porta si aprì.
Una ragazza dai capelli, ricci e castani, un sorriso
smaglianti, occhi castani, con indosso un vestito splendidamente colorato,
comparve sull’uscio, facendo oscillare una pesante borsa di pelle che portava
alla spalla. “Mione!” sussurrò Ron, alzandosi dalla poltroncina rossa e
indirizzandosi verso la sua fidanzata e stappandoli un bacio, “Ronny!” rispose
lei, dolcemente, stavano insieme, ma ancora non erano pronti a chiamarsi con
nomignoli amorosi. Anche se in pochi mesi avevano fatto passi da gigante,
considerando il carattere vergognoso di lei in queste cose e la sfera emotiva
di lui.
Harry sbuffò, la sua
dolce Ginevra era partita e vederli così li faceva uno strano effetto, infondo
loro erano Ron ed Hermione. “Ma voi non siete euforici per il College?” urlò la
ragazza su di giri, mentre saltellava a destra e sinistra per la stanza, Ron
risedutosi sul divanetto la guardava rammaricato, Harry era steso sul letto,
passandosi una mano tra i suoi spettinati capelli disse: “Peccato Herm, non
faremo ne la stessa facoltà ne la stessa università!” ricordandosi da quanto
tempo che andavano a scuola insieme, che studiavano insieme e che si scambiavano
gli appunti … E quanto la fine di queste
piccole azioni stesse arrivando alla fine. La prima volta che desiderò che la
scuola non cominciasse.
Ron tossì, i suoi amici si erano iscritti al college e lui?
Ron aveva l’intenzione di non farlo ed aiutare George ai Tiri Vispi Weasley,
l’unico problema e che alla fine non l’aveva fatto, o meglio l’ho aveva fatto,
aveva fatto la domanda di iscrizione per il college, lo stesso di Harry e anche
lui per la facoltà di Auror, l’aveva fatto e cosa ancora più incredibile,
l’avevano accettato, ora doveva solo dirlo alla sua ragazza e al suo miglior
amico. “Devo dirvi qualcosa!” biascicò, Hermione guardandolo e sedendosi sulla
sedia girevole, grande invenzione babbana rispose: “Certo dicci tutto!” fissandosi
nei suoi grandi occhi blu, che trovava meravigliosi. Il ragazzo deglutì,
infondo doveva solo dare una bella notizia, così balbettante rivelò: “Io … Io …
Mi sono isc … iscritto alla … Wizard Merlin University of Birmingham.
Facoltà Aurur!” Harry alzò la testa dal cuscino guardando il rosso. Ron era
iscritto nella suo stesso college? Hermione era senza parole, il suo
ragazzo si era iscritto all’università? Quanta gioia la riempiva, infatti, si
alzò e l’abbraccio, gioiosa, sarebbe stato più bello se si fosse iscritto con
lei nella stessa scuola Magic Morgan Academy of Manchester. Ma andava
bene anche così, l’importante e che avesse un istruzione completa e che
combinasse finalmente qualcosa nella sua vita, prima di risistemarsi in piedi,
concesse al rosso una cascata di baci, Harry a quelle scene affondava la testa
nel cuscino, chiedendosi perché Ginny non avesse un anno di più!
“Quindi andrò da sola!” constatò Hermione dopo qualche
secondo di silenzio, riflettendo che sarebbe andata da sola, senza nessuno dei
suoi più cari amici, anche se poi trattenne altri commenti, pensando che
Neville, Seamus e Hannah sarebbero andati con lei, così sorrise malinconica, aggiunse,
impedendo ai ragazzi di rispondere, un solo e semplice: “Mi mancherete
tantissimo!” Ron le sorrise, la prese per i polsi, costringendola a
caderle a dosso e baciandola, poi le sussurrò all’orecchio qualcosa che la fece
sorridere, anzi ridacchiare, Harry non espresse pareri, era palese che le
sarebbe mancata, era la sua migliore amica e poi ora aveva altro nella
testa, pensava solo a Ginny ad Hogwarts senza di lui.
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Capitolo 2 *** -On the train to Birmingham ***
College
Bene ero ormai convinta che
questa ff fosse pronta per il dimenticatoio invece continua, l'unico
Neo, che ci sarà è quello che dopo aver avuo una batosta
a Matematica e voti non troppo brilalnti a latino, italiano ed inglese,
mi concentrerò molto di più sulla scuola, quindi
impiegerò meno tempo alle ff ... (E poi mi è stato
bandito il Pc)
XDXD
Ringraziamenti ad :
Ysabel: Non è proprio isolato il trio, spero ti piaccia questo cap. Ps Chiamami EsL.
Perchè Ella significa Lei.
Sella sta appunto per una sella, quindi riferito ad uno zerbino(Molta fantasia)
e Lella, non è altro che una trasformazione di Leela, (La ciclope di futurama)
Ps- Questo non è un capitolo, è davvero troppo corto per esserlo.
******************
!!!College!!!
*°* Sul treno per Birmingham *°*
Hermione era partita da quasi una settima e Ron, aveva
appena cominciato a farsene una ragione, mentre Harry aveva dovuto salutare l’amore della sua vita
da due settimane o poco più.
“Com’è possibile? Siamo in ritardo ancora prima di partire!”
sbuffò Ron, mentre correva come un
matto, il suo migliore amico, trattenne il desiderio impellente di dirli che
era una cosa logichissima essere in ritardo prima ancora di partire, ma non lo
fece per due semplici motivi, la prima e che non voleva sostituire Hermione nel
correggerlo in ogni cosa e secondo erano, ma erano, veramente di fretta, il
treno magico per Birmingham, certo se ora l’avessero perso, avrebbero preso la
macchina nuova di Harry e l’avrebbero guidata fino all’università.
“Uuu. Il
treno è Lì!” urlò Ron, infilandosi
dentro il treno seguito da Harry, con le loro valigie pienissime, Dean
Thomas, seduto allegramente su un sedile, vedendoli li chiamò, “Dov’eravate
finiti?” domandò quando fossero sufficientemente vicini, i due ragazzi si
sederono sui posti di fronte a quello di Dean, quello di fianco al moro, era
occupato da un tipo, che aveva frequentato Hogwarts con loro, un ex corvo nero,
che leggeva un libro, “ Poseidon Andrew Luke Bolt! Chiamatelo Andrew”
indicandolo, capendo la curiosità nei volti dei due, il ragazzo alzò un braccio
salutandoli, non c’era bisogno di altre presentazioni. “Quindi Dean tu farai Magistrupedenza?”
domandò Ron, il ragazzo annui e rispose: “Si per i diritti ai Babbani, ai
Maganò e i nati babbani!” era più o meno la stessa cosa che faceva Hermione
solo con un aggiunta di altre mille aspettative, “Voi Auror! Poveri matti!”
aggiunse, facendo sghignazzare entrambi, il ragazzo dagli occhi verdi, punto il
suo sguardo su Bolt, che continuava a leggere un libro di letteratura, “Tu Andrew
cosa fai?” domandò guardandolo, il ragazzo concesse brevemente loro il consenso
di guardare quegli occhi vermigli, quasi inumani e pieni di se, “Filosofia - storia
della magia ed anche Magisprudenza!”
rispose, con molta nonchalance, Ron, guardandolo disse: “Questo è tosto,
altro che Auror!” ricevendo una botta da
Harry, il viaggio stava uscendo molto tranquillo non fosse stato per lei.
Una matta, con un fascino tipico dell’est Europa, Bulgara, era entrata nello
scompartimento senza ritegno e si era chiusa la porta alle spalle, scendendo
lenta e sedendosi, così che non si vedesse dal finestrino, aveva il volto
pallido, le labbra rosee, splendidi occhi verdi, con un leggero trucco bianco,
aveva un corpo da urlo, infondo aveva 18 anni ed era nell’età dello splendore,
anche se la cosa che più si notava, erano degli splendidi capelli neri, mossi e
lunghetti, ed uno splendido profumo di Cannella, aveva il fiatone. “Signorina?” domandò Harry,
guardandola, questa alzò gli occhi un attimo, arrossì, poi passo la mano tra i capelli e con un tono
basso sussurrò: “Scusate. Io sono Stephka Raspush!” tutti e quattro li sguardi si bloccarono,
Bolt sussurrò: “Come il portiere di Quiddich della Bulgaria?” la ragazza
divenne un attimo rossa, poi rispose: “Si come Dimitri Raspush! Mio fratello
maggiore!” ancora uno sguardo confuso, avevano nella cabina, una bella ragazza,
che era la sorella minore di una delle leggente del Quiddich, mondiale? Ok, il
college si presentava decisamente bene, poi Ron disse qualcosa come: “Si avevo
letto che aveva due sorelle minori, che tra loro erano gemelle!”, Stephka
alzando gli occhi al soffitto disse: “Certo Io e Inga!” continuò a fissarli, prima di fermarsi su i
due ragazzi a sinistra, Ron ed Harry, poi incredula, trattenne uno strepitio,
“Per i calzoncini a righe verdi e blu di Merlino. Voi siete Harry Potter e Ron Weasley!” aveva gli occhi che
luccicavano, non ci poteva credere, proprio nel loro scompartimento era finita?
Dean fissò qualche secondo Stephka, aveva qualcosa di decisamente diverso dal
solito, nessuna ragazza aveva quelle sue caratteristiche, tutti la stavano
fissando, “Si. Non sono una semplice strega!” disse la ragazza continuando a
vedere quei quattro fissarla, poi prima che potesse aggiungere altro, dei passi
felpati si fecero veloci e più vicini silenzio, Stephka poggio l’orecchio sulla
porticina che dava allo scompartimento. Si sentì una voce alta, femminile, “Steph!
Stephy! Stephka! Dove sei finita?” qualcuno chiamava, davanti alla porta
chiusa, che dava la finestra di vetro, comparve una ragazza, bella snella,
capelli lisci e neri, rilegati in una mezza coda, un volto pallido, valorizzato
da un trucco pesante quasi volgare, occhi azzurri, quasi ghiaccio e delle
labbra rosse, valorizzate da un rossetto vivace e luccicante, potevano vedere
solo il volto, il resto era coperto dalla porta, ma già da quello si vedeva una
grande somiglianza con Stephka, la bulgara, fece schioccare le dita catturando
gli sguardi dei quattro poi comincio a sillabare a bassa voce: “Quella è mia
sorella Inga … E io la evito. Quindi voi non mi avete visto!” poi chiuse gli
occhi, sperando che sua sorella non aprisse proprio quello scomparto, i quattro
dopo uno shock iniziale fecero finta di niente parlottando tra loro, la bulgara
aveva il fiato tiratissimo, ma quando sentì che sua sorella con i suo 7 cm di
tacco si allontanava insieme alla sua stridula vocina, lei si alzò e dolcemente
disse: “Chiedo scusa per il mio comportamento e per la mia poca educazione.
Spero di rivedervi tutti e quattro …” regalando uno splendido sorriso ad Harry
e Ron, poi uscì quatta dallo scompartimento e scappò nella direzione opposta
alla sorella.
“Deve avere qualche problema!” idealizzò Andrew, Harry in
effetti penso che il comportamento del ragazzo risultasse molto bizzarro, ma
infondo nei suoi precedenti anni ad Hogwarts aveva visto l’impossibile,
incarnarsi nelle cose più plausibili, da un cane a tre teste, a un ragazzo
appeso per le orecchie , a un salice che ti prende a ramate, ad affrontare un
drago, a una spontanea crescita di vischio, al momento perfetto, al sentir
Malfoy piangere nel bagno delle ragazze, con Mirtilla che lo consolava con il
finale di vedere i suoi due migliori amici baciarsi. Ormai nulla lo
stupiva. “Si ma forse voi non l’avete
vista!” urlò, un esclamazione ed un viso
scherzoso, a Ron si aprì uno sghembo sorriso, poi disse: “Era bella forte!”
aveva il volto rosso, Harry li tirò una botta con il gomito, per ricordarli di
Hermione e quanto tenesse a lei, “Erano belle forti!” sbottò Dean ripensando anche alla gemella.
Andrew stava ancora leggendo, quando spostò leggermente il libro aprì nuovamente bocca anche lui: “Belle ma strane.
Anche se Inga è una qualunque strega. L’altra Stephka ha qualcosa di veramente
unico!” un dannato sorriso strafottente, Andrew, meglio conosciuto come Andy,
aveva sempre avuto la fama di essere un
latin lover patentato e che quando puntava un ragazza, inevitabilmente
questa cadeva sua e Stephka era appena
comparsa sulla sua lista, “Qualcosa di diverso dalle altre c’è l’ha. Non ho
capito cosa … Però …” sussurrò Dean, prima di una brusca frenata, coraggio ne
mancavano solo altre cinque. Harry non
disse nulla, buttò lo sguardo sul finestrino per guardare la stazione e vedere
molte persone salire, anche se i suoi occhi si posarono su una ragazza dalla
pelle scura, forse una bianca troppo abbronzata o una nera molto chiara, occhi
scuri e capelli neri, ricci e con delle ciocche rosse, aveva una valigia e
stava salendo, era carina. Girò lo sguardo verso gli altri che ridevano, li
sembrava così strano stare su un treno, dritto per una scuola che non era
Hogwarts.
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Capitolo 3 *** The Room 613# ***
College
Bene prima di andare a fare i compiti di Latino ed Epica. E per ugurarvi un felice Halloween passato, vi presento questo Cap.
Ringraziamenti ad :
Ysabel: Lo so, è
triste. Bene questo capitolo i prossimi due capitoli sarannò
esilaranti, visto e condizionato che parleranno delle compagnie delle
stanze, che come ai nostri eroi(Vedrai) non è che siano finiti
assieme alle persone che adorano più a questo mondo. Ma
così dico troppo.
Ps-Anche questo capitolo è tremendamente corto. Mi ci esprimo meglio!!
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!!!College!!!
*°* La stanza 613# *°*
“R-o-n-a-l-d B-i-l-i-u-s W-e-a-s-l-e-y!” scandì bene Ron,
sotto il buco, fatto nella parete di vetro, dove dietro c’era una donna che
pareva più un gufo che una donna, dietro a lui in coda, c’erano Harry che stava
tranquillo, Dean preso dall’euforia, mentre per ultimo Bolt, che più che ha
pensare alla fila per le stanze, stava tranquillo a guardare la fauna femminile
del college. La donna-gufo-civetta
continua a spulciare tra schede ed archivi, poi scostandosi gli occhiali disse:
“Ripeta il cognome!” era solo la
quarantesima volta che li faceva questa domanda, “Weasley!”
ripeté nuovamente il rosso, battendo una mano sulla mezza scrivania di
legno, cortissima, la signora annui, poi prendendo una bacchetta e tirandola
verso uno scompartimento sul quale c’era scritto << Matricole
>> poi l’agitò con un colpo secco e disse: “Accio Weaslet Ronald Bilius!”
e dalla cassettiera saltò un fascicolo che cadde dritto in mano alla donna,
aprendolo trovò molte cose e allegra disse: “Hogwarts Grifond’oro. Uscito con
il 70% ai M.A.G.O. (Allora, lui,
Harry ed Hermione hanno deciso di dare comunque l’esame a fine settimo anno) Grande combattente nella guerra
magica!” poi spulciando bene il
fascicolo infilò una mano dentro ed estrasse una bustina bianca e la passò
sotto il vetro poi seria aggiunse: “Lì, c’è il suo orario a seconda dei corsi
che ha chiesto. Una mappa della scuola, dica semplicemente il luogo che vuole
raggiungere e comparirà la strada e la chiave della sua stanza 612#!” Ron
ringrazio spostandosi, lasciando spazio ad Harry, e agli altri.
Harry, si avvicinò tranquillo, guardando la donna, nei suoi
scintillanti occhiali fucsia, i capelli grigi raccolti in un tupè basso, era
vestita di un celeste pastello, molto acceso, gli occhi erano neri, aveva una
certa età e non aveva ne style ne classe, anche se a guardarla Harry non poté
che avere buoni sentimenti, bensì assomigliasse ad una civetta sembrava una
donna così gentile e buona, guardandola ebbe la stessa impressione che aveva
avuto guardando Silente quando aveva undici anni, di estrema tranquillità. La donna sorridendo e guardando il ragazzo,
muovendo appena gli occhiale e dolce disse: “Prego bel giovanotto. Mi dica il
nome …” mentre riprese a scribacchiare su due o tre fogli, Harry ispirò poi lentamente scandì:
“H-A-R-R-Y J-A-M-E-S P-O-T-T-E-R” la donna prese un espressione
stupefatta, poi con una punta d’allegria
proferì: “Il famoso Harry Potter! Ti avrei dovuto riconoscere. Sei totalmente
uguale a tuo padre!” prima di appellare la scheda del ragazzo, nel frattempo
Harry fissandola chiese: “Lei lo conosceva?”
ogni volta che conosceva qualcuno di nuovo, che aveva incontrato suo
padre, si riempiva di gioia, la donna allegra rispose: “In verità Signor Potter
… Ho insegnato ad Hogwarts per qualche anno. Difesa contro le arti oscure.
Mi manca essere la professoressa Elenoire Bailey Anche se ho frequentato Hogwarts e questa
stessa scuola con tuo nonno e Silente!” poi passò la bustina, gemella a quella di Ron,
dicendoli le stesse cose sulla mappa e l’orario e sulla camera 613# di fronte a
quella dell’amico, poi Harry lascò spazio a Dean.
(Per il corridoio delle camere)
“Allora io ho la 611#!” disse Bolt, guardando il portachiavi
numerati e il numero delle stanze, “Io ho la 612# come Ron!” urlò Dean,
trovando la porta, omonima a quella del Rosso, che urlo, di fianco più avanti
c’era quella di Andrew, mentre di fronte c’era a quella di Ron e Dean, c’era la
613# di Harry, che era già aperta,
dentro c’era un ragazzo che stava litigando con le sue cose, aveva i capelli
biondo cenere, quasi castani, occhi verdi come le foglie, pelle pallida ed un
volto nordico, anzi si vedeva era del nordest, era alto e slanciato, indossava
dei pantaloni neri ed una camicia bianca a righe celestine, mezza sfatta,
mentre cercava di bloccare quello che sembrava un cane della prateria alata, i
quattro ragazzi, guardavano da fuori la porta, nessuno aveva il coraggio di
entrare. “Paris! Calma!” disse il ragazzo,
riuscendo a calmare l’animale e rivelando così un accento tipico
dell’est Europa, si bloccò avvertendo che gli altri lo stavano fissando, ebbe un rossore primordiale sulle guancie
bianche e poi tornando pallido balbettò un: “S – Salve. Io sono Rolf
Scamandro!” poi muovendo il cane della
prateria alato, oscillando il povero animale, allegramente aggiunse: “Mentre
lei … È la mia dolce compagna di sventure Paris!Un vane della prateria
con le ali. Comunemente chiamati Cuccioli volanti.” Stringendola forte alla sua faccia, i quattro rimasero impalati, poi Andrew, da
bravo intellettuale qual’era disse: “Ma tu sei il nipote del grande magizoologo
Newton Artemis Fido Scamandro”
Harry riconobbe quel nome, come quel dello scrittore del suo libro sulle
creature magiche, il ragazzo con il cane della prateria annui, silenzio, Harry sorridente disse: “Tuo zio ha scritto
il mio libro della scuola. Io sono …”, “Harry Potter … So chi sei. So che lui è
Ron Weasley, Dean Thomas … Tu non so chi sei però sei un Bolt!” finì per lui ed
aggiunse anche Rolf, “Si mi chiamo Pois
… Andrew andrà bene lo stesso!” congiunse Bolt, continuando a guardarlo, il
castano allegro domandò: “Con quali fortunati dividerò la stanza?” indicando
due letti vuoti, Harry alzò la mano, dicendo un allegro: “Io!” il ragazzo ne
rimase sbalordito, dividere la stanza con il famoso Harry Potter? Cose
dell’altro mondo. Cose uniche. Cose da College.
“Giorno. Strani Tizi!” si sentì una voce fuori campo, dal
corridoio, un ragazzo dai capelli rossi, scompigliati anzi elettrizzati, tirati
su, con indosso un Kway, i 5 si ritrovarono a fissarlo, affianco a lui, c’era
un castano, con una frangetta lunghissima che arrivava poco sopra la punta del
naso, lasciando intravedere degli splendidi occhi verdi, paragonabili solo a
quelli di Harry, con un abbigliamento nero e oro, “Todd sei ancora vivo?”
domandò Andrew al ragazzo con la frangetta lunga, l’altro mosse appena la testa e con un tono
piatto, completamente vuoto, privo d’emozioni disse: “Si Drew sono ancora
vivo!” poi prese la sua chiava della 611# ed entrò. “Io sono Marcus Jacob Ros.
Il suo compagno di stanza!” disse lo
strano individuo con il Kway, “Sei anche mio compagno di stanza …” stava
dicendo Andrew, prima che l’altro scappasse nella stanza, Ron guardando l’ex
corvo, con una punta di sarcasmo chiese, retoricamente: “Strani quei due?”,
Dean ridacchiò, mentre Andrew rispose: “Ros non so. Ma Todd Malcom Dering
sicuro!È un ex tasso di Hogwarts!” poi ispirò ed entrò nella sua stanza, per
approfondire la conoscenza con i suoi compagni di stanza. “Andiamo anche noi?”
domandò Dean, solamente che ancora prima di finire la frase, Ron lo aveva già spinto dentro, visto che erano rimasti
solo loro due, aveva solo commentato qualcosa come: “Chi sa chi è il terzetto!”
Rolf ed Harry avevano trovato un comune punto d’accordo,
secondo Harry quel ragazzo sapeva tanto di Luna Lovegood, li avrebbe dovuti
presentare, infondo il ragazzo era uno sfegatato fan del Cavillo. Tra
chiacchiere ed altro, non si erano neanche accorti che non era arrivato
l’ultimo ragazzo della camerata, a cui avevano lasciato il letto all’estrema
destra a pochi centimetri dal muro, lontano dalla finestra e quasi
completamente isolato, letto scomodo, ma l’ultimo arrivato era mal
accontentato. Fino al momento in cui sentirono delle voci fuori dalle stanze,
c’erano due ragazzi che confabulavano delle stanze l’una di fronte alle
altre, Rolf non sembrava darci
importanza, mentre ad Harry sembravano famigliari, ma non ci fece neanche caso,
il futuro compagno di stanza si fece notare solo quando infilò la chiave ed
aprì la porta, quando lo vide … Harry si pietrificò, anche il ragazzo appena
entrato ebbe la stessa reazione. “Ciao. Io sono Rolf e lui ed Harry!” disse il bulgaro, non udendo risposte dal
ragazzo. Harry era rimasto paralizzato.
Tutti tranne lui.
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