L'amuleto nero

di Princess of the Rose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Autore: Princess of the Rose
Titolo: L’amuleto nero
Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Sakura Haruno, Tsunade, altri.
Genere:Commedia,Introspettivo
Avvertimenti:Shounen-ai,OOC, What if (E se…)
Note Autore: Avevo in mente questa idea da un po’ di tempo, e devo dire che questo contest mi ha dato il pretesto per scriverla. Mi sono un po’ ispirata ad una vecchia leggenda rumena, secondo cui un amuleto era capace di cambiare totalmente il carattere di una persona. Mi è stata raccontata quando sono andata in gita su una delle isole sul delta del Danubio, ma non credo che la storia possa interessarti. La descrizione dell’amuleto e della pietra sono inventate in quanto non mi è stato raccontato il loro aspetto , e quindi, ho dovuto improvvisare un po’. Tanto per essere originale, Sasuke è tornato a Konoha, ma diciamo che non è tutto rose e fiori, come si suol dire.
PS: non mi andava di fare un Naruto puccioso e coccoloso, però credo che così ho esagerato. Che dici?

Naruto sospirò mestamente, mentre scaricava un altro pacco su una delle bancarelle del mercato. “Una missione più noiosa di questa non poteva esserci” pensò, sbuffando sonoramente. Lanciò un’occhiataccia all’anziana signora che impartiva ordini a destra e a manca, come un dittatore. Anzi, no: un dittatore sarebbe stato molto meglio di Sae Kaname, la ricca signora che aveva richiesto una scorta di ninja per una traversata di sette giorni dal villaggio della Foglia a quello del Vento- negli ultimi tempi erano aumentati in modo esponenziale gli attacchi alle carovane dei mercanti, anche se, durante il viaggio, non avevano incontrato particolari difficoltà.
Per avere più di ottant’anni, Sae-san ne aveva di energie, specie se doveva comandare, oltre ad essere insopportabile: era difficile riuscire a convivere per una intera settimana con una persona che, ogni secondo, vi insulta, vi riprende per ogni piccola cosa, vi dice “Ho speso un mucchio di soldi per dei fannulloni” e altri gentili commenti come questi.
Alcuni avevano addirittura iniziato a pensare che Kaname-san fosse pazza, a causa del suo carattere non proprio tranquillo, ma altri dicevano che era solo un “po’ ” isterica. Per quanto riguarda Naruto, lui era dalla parte di coloro che pensavano che quella donna avesse qualche rotella fuori posto: ne aveva avuto la conferma qualche sera prima, quando l’aveva trovata a fissarlo e si era messa a ridere. Da allora, quel ghigno maledetto se lo ritrovava in tutti i suoi incubi. Una visione davvero inquietante, a suo parere, oltre che molto strana e singolare; ma, in fondo, una donna che andava in giro con un kimono bianco, con degli spruzzi di tinta rossa qua e la di una tonalità molto simile al sangue, che lei amava definire “Adatto ad esprimere la mia personalità”, come poteva essere considerata normale?
-Ehi tu, biondino- ecco appunto: parli del diavolo, e spuntano le corna.
-Si, Sae-san?- disse senza nascondere una certa scocciatura, che l’anziana sembrò non notare, o almeno ignorò deliberatamente.
-Non hai letto cosa c’è scritto su quel pacco?
L’altro la guardò interrogativo, per poi osservare con più attenzione la scatola che aveva posato a terra: sopra, a caratteri cubitali, c’era scritto”FRAGILE: MANEGGIARE CON CURA”
-S-Si, perché?
-Ti sembra quello il modo di maneggiare della roba fragile? Se ho chiesto aiuto a dei ninja non l’ho fatto solo per farmi difendere da dei banditi da strapazzo, ma anche perché mi servivano persone attente nelle loro missioni, di qualunque tipo esse siano. Santa pace, riuscite a sbaragliare un gruppo di uomini armati, e non siete capaci di maneggiare delle stupide casse che contengono dei vasi? Ma dove andremo a finire!?- disse la donna portandosi una mano alla fronte rugosa, massaggiandosela leggermente.
Il biondo la guardò indispettito, senza però trovare il coraggio di replicare alle accuse dell’anziana donna. Semplicemente le porse le proprie scuse, accompagnate da un leggero inchino, e riprese il suo lavoro.
-One-chan, non essere sempre così scontrosa- disse Yae Kaname, la sorella gemella di Sae.
Viaggiando insieme, quasi tutta la scorta si era stupita nel notare come, caratterialmente, le due sorelle fossero così straordinariamente diverse. Yae era tutto il contrario dell’altra: dolce e gentile, tenera come un budino, sembrava non avere nulla del carattere scontroso e della “leggera” cattiveria della gemella. Trattava tutti come dei nipoti, senza esagerare, ed era sempre pronta a difendere le persone dalla sorella.
-Mi dispiace per mia sorella- disse con un piccolo inchino- ma, vedi, è un po’ nervosa a causa dei clienti troppo insistenti.
-Oh, ma non si preoccupi, non è successo nulla di grave- disse Naruto sorridendo. Non poteva fare a meno di provare una certa tenerezza nei confronti della donna, quando si scusava per Sae-san- oltre anche ad una certa dose di pietà.
-Questo lo dici tu- disse l’altra donna mettendo le mani sui fianchi- la merce va trattata con delicatezza.
-Sae!!- la rimproverò l’altra, per poi rinnovare le scuse al biondo, il quale, un po’ imbarazzato, tentava di alleggerire la tensione- aveva notato le occhiate di fuoco che le due si erano scambiate in pochi secondi, e non gli andava che ha causa di uno stupido pacco, le due signore Kaname litigassero.
Sae-san storse il naso, per poi allontanarsi senza aggiungere altro, ma sorrise internamente. Aveva in mente un bel piano per insegnare l’educazione a quel ragazzino biondo e a tutta la sua combriccola. Da una delle pieghe del suo kimono bianco, prese il prezioso oggetto, e lo pose in un piccola astuccio viola. Si guardò intorno, per essere sicura di non essere osservata dalla sorella- sicuramente avrebbe fatto fuoco e fiamme, se avesse visto quello che aveva in mente di fare; infine, lo nascose dentro un piccolo armadio di legno pregiato, vecchio cimelio di famiglia.
Quella sera, alla cena offerta da Yae alla scorta, avrebbe consegnato il suo personalissimo regalo d’addio. Non riuscì a trattenersi, e rise diabolicamente. O si, sarebbe stata una bellissima vendetta. Per una volta ringraziò l’eccessiva gentilezza della sorella, altrimenti non avrebbe mai avuto l’occasione per attuare il suo piccolo piano.

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What about OCC?"

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Ringrazio Happy_Pumpkin per il benner ^^. Il giudizio lo posterò nell'ultimo capitolo. Rinnovo le mie congratulazioni alle partecipanti e... spero vi piaccia
Bey!!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Tutto andò come Sae aveva previsto.
La cena era stata organizzata in un prestigioso ristorante del villaggio del Vento, con un sacco di gustose- e costose- specialità locali, il tutto ovviamente pagato dalle due gemelle Kaname. Yae era felice di poter in qualche modo sdebitarsi per il prezioso aiuto della scorta, Sae un po’ (molto) meno pensando ai soldi che stavano gettando al vento.
Ma alla fine, quest’ultima dovette riconoscere che era stata una bella serata e che, in fondo, quei ragazzini non erano poi così male: grazie alle varie scenette che erano avvenute quasi ogni minuto, la vecchia aveva riso come non faceva da tempo, più precisamente da quando il suo povero marito Masumi era andato all’altro mondo. Specie quelle due ragazze, Sakura e Karin dovrebbero chiamarsi, erano state capaci di grandi siparietti comici, grazie ai loro caratteri completamente incompatibili- le due, infatti non potevano vedersi senza scannarsi dopo due secondi. Ma il lieto andamento della serata non la distolse dal suo perfido piano.
Con la scusa di andare in bagno, Sae-san uscì dalla sala privata, andò a prendere il piccolo astuccio dall‘armadio, e lo mischiò insieme agli altri regali per i ragazzi della scorta che Yae aveva pensato di fare come ulteriore ringraziamento, per averle aiutate a mettere la roba sul banco del mercato. Guardò l’orologio da parete li vicino, e sorrise. Doveva solo aspettare qualche minuto, e poi avrebbe dato inizio allo spettacolo.

-Però, è un bel po’ che Sae-san è via, o è una mia impressione?- chiese un ragazzo moro con un’espressione totalmente annoiata sul volto.
-Shikamaru ha ragione- disse un altro- non vorrei che le fosse accaduto qualcosa.
-Non preoccuparti, Chouji-kun- disse Yae-san sorridendo- mia sorella impiega sempre molto tempo in bagno. Probabilmente, si starà sistemando i capelli.
Infatti, poco dopo, una Sae sorridente fece ritorno nellTutto sembrò andare bene, almeno fino al momento del dolce. A quel punto, infatti, Yae si alzò e, dopo aver fatto cenno ad un servo, richiamò l’attenzione su di se facendo tintinnare un cucchiaino contro un bicchiere. Quando fu certa che tutti la stessero guardando, iniziò a parlare. -Prima di tutto, spero che la cena sia stata di vostro gradimento.
-Oh, non si preoccupi, riguardo quello, è stato tutto molto buono- disse Kakashi sorridendo da dietro la maschera.
-Vorrei ben vedere, dopo tutto quello che abbiamo sborsato- borbottò acidamente tra sé Sae, poco prima di gemere di dolore quando la raggiunse un calcio della sorella.
-Sono contenta che sia stato tutto di vostro gusto- continuò, anche se si notava perfettamente il suo nervosismo dovuto al comportamento dell’altra- ma non è di questo che volevo parlarvi. Oltre ad aver fatto un ottimo lavoro come scorta, difendendoci dai banditi, ci avete anche aiutato ad organizzare il mercato, senza che vi chiedessimo qualcosa. Per questo, oltre a ringraziarvi di nuovo, mi sono permessa di farvi dei piccoli doni.
Batté le mani, e un servo entrò portando un carrello con dei regali sopra, tutti incartati in fine carta verde acqua, che prese a distribuire ad ogni ninja.
-Spero vi piacciano- terminò Yae-san sorridendo, prima di dirigersi verso i bagni per sistemarsi i capelli.
I regali erano tutti molto preziosi: si andava da una collana di perle ad un maglia di seta pregiata, da un set di kunai ad una katana da samurai molto antica.
Era facile capire che il valore di quelle cose fosse altissimo, e alcuni pensarono di restituire i regali, imbarazzati al solo pensiero di quanti soldi dovessero essere costati.
Solo Naruto era un po’ perplesso sul suo dono: per carità, non che non lo avesse gradito o che non lo trovasse grazioso ma… di solito, non erano le ragazze ad indossare le collane?
-Ma che bello!!!- esclamò Sakura, che gli era seduta vicina, non appena vide quello che sembrava un antico cimelio, che era stato dato all’amico. Ed effettivamente, era davvero un bell’oggetto: attaccato ad una catenina dorata, c’era un piccolo amuleto nero, di forma triangolare, al cui interno era incastonata una pietra rossa dalla quale sembravano scaturire degli inquietanti ma bellissimi riflessi oscuri, che parevano danzare a seconda della loro prospettiva di luce.
-Ti piace?
I due saltarono sul posto, non appena la voce, sinistramente divertita, di Sae-san gli raggiunse alle spalle.
-Eh… Oh, ehm… Si, è davvero carina questa collana- disse il biondo, cercando di darsi un contegno e mantenere quel poco di dignità che gli era rimasta da mostrare alla donna.
-Oh, ma quella non è una collana ragazzo- disse l’altra sorridendo- è un amuleto.
-Un amuleto?
-Si, Sakura, ed è anche molto prezioso, non solo da un punto di vista economico.
-In che senso?- chiese Naruto, incuriosito.
-Secondo una vecchia leggenda- iniziò la donna, sedendosi tra i due- quel ciondolo è capace di mutare, in meglio, il carattere delle persone. Si narra che tantissime guerre, grazie ad esso, siano terminate, e tante famiglie si siano riappacificate, sempre grazie al suo influsso benefico.
-Davvero?- chiese il ragazzo stupito, per poi tornare a guardare la collana. A dire il vero, gli risultava un po’ difficile che potesse avere degli effetti così miracolosi, anche perché, ad essere sinceri, non aveva un aspetto molto rassicurante, per quanto affascinante.
-Oh si, e ti dirò di più: oltre ad essere passato nelle mani dei più famosi ninja della storia, il suo valore economico di aggira attorno ai…
Non appena Sae-san disse il prezzo, tutti gli sguardi delle persone attorno al tavolo puntarono nella sua direzione, più precisamente sul piccolo amuleto nero nelle mani dell’Uzumaki.
-S-Sta scherzando, vero?- chiese il biondo, completamente sconvolto.
-Assolutamente no- rispose la signora Kaname, soddisfatta da tanto sgomento- non c’è da stupirsi, sai? Infondo, è stato indossato da persone illustri, e la pietra che vedi è unica nel suo genere. Se vuoi un parere personale, credo porti anche molta fortuna.
Tacque per qualche istante. Avendo fatto per anni la mercante, Sae sapeva perfettamente come conquistare l’attenzione delle persone, anche dei più scettici, per convincerli a comprare la propria merce. E questa situazione non era molto differente da un normale mercanteggio: Naruto era ingenuo, la sua giovane mente facile da manipolare; non sarebbe stato difficile convincerlo ad accettare quel dono. L’importante era che Yae non la scoprisse. Fortunatamente, in quel momento era in bagno e, se la conosceva bene, anche lei ci avrebbe messo un bel po’.
-Perché non lo provi?- disse Sakura al biondo, curiosa di vedere se quella misteriosa pietra possedesse davvero gli effetti elencati dalla mercante.
-Ma, veramente…
-E dai, non farti pregare.
-La tua amica ha ragione- Sae-san non perse tempo nel dare man forte alla rosa- sono curiosa di vedere come ti sta.
Anche se ancora un po’ perplesso, l’Uzumaki decise di indossare il ciondolo. Sfiorò la pietra con le dita, che cadeva poco più sopra della collana donatogli da Tsunade. Al tatto, notò che, sui contorni e all’interno del triangolo, c’erano dai ghirigori in rilievo, formati da parole scritte in una lingua che non conosceva. Lo avvicinò agli occhi, ma erano talmente piccoli che era impossibile riuscire a leggerli, ma era sicuro che non fossero kanji giapponesi. Portò lo sguardo sulla pietra, e rimase nuovamente affascinato dai suoi riflessi oscuri. Da vicino, notò anche delle pagliuzze ambrate riflettersi sulla sua superficie.
-E’ davvero molto bello- disse, per poi lasciarlo cadere suo petto.
-Vero? E ti sta anche molto bene!- esclamò allegra la signora Kaname, orgogliosa di aver concluso l’ennesimo “affare”. Mancava solo l’ultimo tocco, e poi…
-Io credo, invece, che non ti doni affatto- disse un ragazzo moro seduto di fronte a Naruto. Quest’ultimo, un po’ indispettito, si voltò verso colui che aveva appena parlato.
-Non mi sembra che qualcuno abbia chiesto il tuo parere, sai?- disse, per poi togliersi l’amuleto, senza accorgesi dell’espressione improvvisamente tesa della signora Kaname.
-Ehi, aspetta!- disse con un certa urgenza- lasciatelo al collo, no? Ormai è inutile che te lo tolga.
Il ragazzo la guardò perplesso, per poi sorridere gentilmente.
-Ah, ho capito.
Sae iniziò a sudare freddo. Che cosa? Come poteva quel ragazzino aver capito il suo piano? No, non poteva essere, quei ninja non erano così svegli, specie quello che gli stava davanti. Che si fosse sbagliata?
-Non si preoccupi, Sae-san, il regalo mi è piaciuto, non lo butterò di certo. E poi, sarebbe un peccato, visto quanto vale.
Per poco, Sae non cadde all’indietro. Allora aveva visto giusto: quel ragazzino era davvero scemo. Si rimise a sedere, sollevata. Poi si girò verso il ragazzo moro, e si accorse che la stava scrutando in maniera quasi sospettosa. Non si fece intimorire, era abituata a certi sguardi inquisitori- sempre grazie al lavoro di mercante, dove un tuo “nemico” poteva arrivare a mettere in dubbio la qualità della tua merce, a costo di vendere il più possibile.
-Di un po’- gli disse, con tono falsamente gentile- Sasuke, giusto? Come mai credi che quel ciondolo non gli doni?
-E’ troppo vistoso, non è nel suo genere.
-E tu che ne sai se questo è il mio genere o meno?- chiese Naruto, intromettendosi nella conversazione. Sasuke si voltò a dare un’occhiata al biondo, poi all’amuleto, poggiato sul tavolo, poi di nuovo al biondo. No quel coso non gli donava per niente. Inoltre, il comportamento stranamente gentile di Sae-san dava da pensare non poco.
-Ancora non mi hai risposto- disse l’altro, incrociando le braccia al petto.
-Non ti dona- ripeté, afferrando fulmineo il ciondolo, tant‘è che Naruto fece un lieve sobbalzo quando vide il proprio regalo sparire dalla sua visuale. Il moro lo osservò attentamente: prima cercò di decifrare i caratteri sparsi sul triangolo, poi osservò la pietra rossa al centro. Senza dubbio era un oggetto molto pregiato, e anche di ottima fattura. Eppure c’era qualcosa che non lo convinceva.
-Ehi, da qua!!!
Il moro non protestò quando l’Uzumaki gli strappò l’amuleto dalle mani, ma si limitò a fissarlo inespressivo. Naruto lo scrutò con astio, l’amuleto stretto nella mano sinistra.
-Che ti importa del mio regalo, pensa al tuo- disse, riferendosi alla bella katana blu che era stata donata al moro. Quest’ultimo diede un’occhiata al manico, decorato con due serpenti azzurri intrecciati, che sbucava da sotto il tavolo.
-Effettivamente- disse- è decisamente più bello di quell’amuleto. O, almeno, più adatto ad un ragazzo.
Il biondo si irrigidì, stringendo ancora di più il pendaglio nella mano, quasi a volerlo rompere in mille pezzi. Sae osservò la scena un po’ scocciata. Se solo quel ragazzo avesse indossato il ciondolo in quel preciso istante…
-Che cosa vorresti dire con questo? Che non sarei abbastanza virile per poter avere una spada?
-Bé calcolando le misure del tuo- la frase di Sai venne bloccata da un pugno di Sakura, che fino a quel momento era rimasta a guardare
-Ma no, Naruto- disse la rosa, cercando di calmare sul nascere una tempesta che si stava preannunciando molto violenta- sono sicura che…
-Ma allora non sei così usurantonkachi come ricordavo, sei cresciuto un po’.
A quelle parole, il biondo scattò in piedi, dagli occhi si capiva perfettamente che fosse furioso.
Sae rimase completamente immobile, lo sguardo passava dall’Uzumaki all’Uchiha con fare divertito. Non gli aveva mai visti bisticciare, e doveva ammettere che non erano male, anche se meno comici delle due ninja medico. Sperava solo che quel povero amuleto non andasse in mille pezzi, data la presa ferrea che lo avvolgeva. Sentì vagamente un:- Adesso scappa la rissa- divertito provenire da uno dei ragazzi in fondo al tavolo, probabilmente era quello dai denti strani.
-Tu, brutto t- il biondo si bloccò, stringendo i pugni. Per un attimo, Sasuke corrugò le sopracciglia, quando notò che l’altro si stava trattenendo dall’insultarlo, ma poi ritornò impassibile, anche se dentro provò un certo fastidio. Fastidio che aumentò quando vide l’altro ritornare seduto, prendere un bel respiro, e ringraziare nuovamente Kaname-san per il regalo con una allegria così finta da risultare vomitevole.
Ignorò completamente gli sguardi basiti attorno a lui, tra cui quello di Sakura che, meravigliata, chiese al biondo se si sentisse bene.
-Si- rispose quello stupito- perché me lo chiedi?
-No, niente. E’ che…
-Scusate il ritardo- esordì Yae-san, rientrando nella saletta privata- non riuscivo a trovare il mio fermaglio. Allora, mi sono persa qualcosa?
-Oh, non preoccuparti, one-chan, in questi bagni si perde di tutto. Comunque tranquilla, non ti sei persa un gran che- disse Sae alzandosi in piedi. Si mise accanto alla sorella, mettendole una mano dietro le spalle, per poi sussurrarle qualcosa all’orecchio. L’altra annuì, per poi sorridere dolcemente ai ragazzi ancora seduti a tavola.
-Bene, miei cari, se non vi dispiace, noi andremmo in albergo a riposare. E’ stata una dura giornata, e purtroppo io e mia sorella non siamo più molto giovani, eheh.
-Credo proprio che verremo con voi- disse Kakashi, alzandosi a sua volta- qui siamo tutti un po’ siano stanchi- “Dopo tutta quella roba che abbiamo scaricato…”
-Meglio così. Allora iniziamo ad avviarci.
Mentre tutti si alzavano, prendendo i loro regali, gli sguardi di Naruto e Sasuke si incrociarono, anche se per pochi secondi. Il biondo lo guardò inespressivo, per poi abbassare gli occhi, mettere in tasca l’amuleto, e correre per raggiungere Sakura e Ino, che stavano litigando per decretare quale, fra il fermaglio in smeraldi della rosa e collana di perle della bionda, fosse il più bello.
Il moro rischiò di perforarsi la pelle con le unghie, quando strinse le mani con forza. Non riusciva ad accettare che il biondo lo stesse ignorando in questo modo. Ma come, prima lo rivoleva indietro, e poi non gli rivolgeva una sola parola? Arrabbiato, si incamminò verso l‘albergo, ignorando deliberatamente Karin che cercava di iniziare una qualsiasi conversazione. Non notò lo sguardo amareggiato che il suo, forse oramai, ex-rivale gli aveva rivolto.

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E fuori anche il secondo capitolo. Bien bien, passiamo ai ringraziamenti:

kokuccha: grazie ^^. Complimenti anche a te per il 3° posto (a proposito, hai postato la tua, sono curiosa di leggerla). Spero che arrivati alla fine, sarai soddisfatta ^^.

beat: grazie.

marynana89: spero che questo capitolo ti sia piaciuto come il primo, allora ^^.

ryanforever: grazie^^.

Capitatapercaso: grazie ^^. Per la descrizione del kimono devo ringraziare la Tecmo, che mi ha suggerito l'idea (in un videogioco, c'era questo kimono con macchie rosse, che poi erano farfalle).

Grazie ancora! Ci vediamo al prossimo capitolo.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Il mattino seguente, era ora di tornare a Konoha. L’intera scorta, formata da team 7, team 9 e il team di Sasuke, con l’ausilio di Kakashi e Yamato, si stava preparando per il viaggio di ritorno che, con ogni probabilità, e salvo imprevisti dell’ultimo minuto, sarebbe durato cinque giorni.
-Siete sicuri di non voler rimanere un altro po’? La fiera durerà una settimana, e non ci sarebbero problemi per me e per mia sorella pagarvi l’alloggio nell’albergo- disse Yae con la solita aria gentile.
-Parla per te- disse, invece, Sae con la sua solita aria truce.
-Ci piacerebbe, ma purtroppo abbiamo degli impegni al villaggio, e prima torniamo, meglio è- disse Yamato, mentre si sistemava meglio il proprio zaino sulla schiena.
-Capisco- disse la signora Kaname assumendo un’aria triste.
-Oh, andiamo Yae, se devono andare, devono andare. Non puoi costringerli a stare qui.
-Si direbbe che tu non veda l’ora che se ne vadano, sai?- disse l’altra, guardando la sorella con sospetto.
-Ma no, che dici- Sae sbuffò sonoramente, anche se, in realtà, la sua gemella non aveva tutti i torti.
-Ti conosco, one-chan. Sei davvero insensibile a volte, sai?
-Ma per favore. Esageri, come al solito. Sei troppo sospettosa.
-Ehi, porta rispetto, sono più grande di te.
-Di otto minuti e venti secondi. E comunque, siamo troppo vecchie perché tu possa usare ancora la scusa del “Sono più grande di te e per questo mi devi portare rispetto”.
Mentre le due discutevano, il povero Yamato cercava di farsi prestare un po’ di attenzione, giusto per avvertire che stavano partendo, inutilmente.
-Lasci stare, Yamato-san- gli suggerì uno dei servi- quando Sae-sama e Yae-sama iniziano a litigare, è inutile provare a parlargli, rischiereste solo di essere insultato.
Il ninja accettò saggiamente il consiglio dell’uomo, e gli chiese di avvertire al suo posto le signore Kaname della loro partenza. L’altro annuì e, con un inchino, si congedò.

-Allora, possiamo andare?- chiese Kakashi quando Yamato comparve davanti a lui in una nuvola di fumo.
-Si, ci penserà un servo ad avvertire le signore Kaname- disse il moro, per poi guardarsi attorno perplesso- ma i ragazzi dove sono?
-Sono andati avanti- disse il copy-ninja come se fosse la cosa più normale del mondo- non gli andava di aspettarti.
Il moro alzò un sopracciglio, perplesso.
-E tu gli hai lasciati andare?
-Si, non ci vedevo nulla di male. Sarei andato anch’io, ma poi non ci sarebbe stato nessuno ad avvertirti. Comunque, non credo siano andati molto lontano, probabilmente sono solo qualche chilometro da qui. Se ci incamminiamo ora, dovremmo raggiungerli entro una mezz’oretta.
Sfortunatamente, i due sensei impiegarono un po’ di più di “una mezz’oretta” per raggiungere i ragazzi che, per aspettare i due uomini, decisero di fermarsi in una piccola radura.
Tanto per passare il tempo, ognuno di loro iniziò a rimirarsi i propri regali, discutendo su quanto uno fosse più bello e utile di un altro. E, ovviamente, non mancavano le gelosie.
-Queste perle sono rarissime, non lo vedi? Chissà da quanto verranno lontano.
-Ma le perle valgono molto meno degli smeraldi. E poi non sono nemmeno pietre preziose.
-Yae-san ha sbagliato a regalargli oggetti di tale valore, non gli sanno apprezzare- mormorò Karin, mentre ripiegava la bella maglia di seta azzurra e la posava delicatamente nello zainetto.
-Certo, perché tu sapresti come dargli il loro giusto valore, no?- chiese scettico Suigetsu mentre lucidava la propria spada.
-Ovvio. Sono sicura che quella collana mi stia da dio, esattamente come quel fermaglio. Comunque, a te che ha regalato?
L’albino conficcò la Taglia Teste nel terreno, prese la propria borsa e ne tirò fuori uno yukata bianco, decorato con un drago grigio che spiccava sul tessuto grazie a dei brillanti azzurrini, che contornavano ogni scaglia. A prima vista, doveva essere stato fatto tutto a mano. La rossa dovette ammettere che era davvero molto bello, ma figurarsi se l’avrebbe mai ammesso.
-Mpf, carino- disse semplicemente, per poi girarsi e andare da Sasuke.
-Dovresti smetterla di prenderla sempre in giro- gli disse Juugo.
-Nah, è troppo divertente farla arrabbiare- gli rispose l’altro, riprendendo a lucidare la propria arma- piuttosto, com’è il tè che ti ha regalato Yae-san?

-Ehi, Sasuke-kun, che fai di bello?- chiese Karin allegramente, mentre gli si sedeva vicino. Non ottenne risposta.
Esattamente come la sera prima, il moro non le stava prestando la minima attenzione, troppo occupato a pensare a quell’usurantonkachi che si ritrovava come ex compagno. Ora che ci faceva caso, erano passati sei mesi da quando era tornato, e Naruto non gli aveva mai rivolto veramente la parola, se non per salutarlo e altre cose di poca importanza. Le volte che avevano litigato si contavano sulle dita di una mano, e il biondo non l’aveva mai insultato come faceva quando erano più piccoli. Era diventato stranamente remissivo, e ogni scusa era buona per stargli lontano. Era decisamente infastidito dal comportamento del biondo, perciò decise che la questione dovesse essere risolta, e in fretta anche.
Intanto, il fulcro dei pensieri dell’Uchiha stava comodamente sdraiato sotto un albero, la testa poggiata sullo zaino. Ogni tanto, lanciava qualche occhiata a Sai, il quale stava disegnando il paesaggio circostante con i suoi nuovi pennelli, e a Chouji, che leggeva avidamente il libro di ricette regalatogli da Yae-san.
Si mise seduto, per poi prendere l’amuleto nero da una delle tasche della sacca. Lo esaminò nuovamente con attenzione, cercando un particolare che potesse spiegare la sua inquietudine, che compariva ogni volta lo prendeva in mano. Ma, a parte le parole scritte nella lingua sconosciuta, non c’era altro che potesse farlo sembrare pericoloso.
E’ un bell’oggetto sai, mi sembra strano che te l’abbiano regalato.
Il ragazzo non fece nemmeno caso alla voce della volpe, ipnotizzato dai riflessi oscuri della pietra rossa. Provò un infrenabile impulso di indossarlo, ma si trattenne, limitandosi a rigiralo ogni tanto tra le mani.
Oh, andiamo cucciolo. Non credo che, per quanto semi-pazza fosse, quella donna ti regalerebbe qualcosa che possa nuocerti. O forse si? Sai com’è, con i matti non si può mai stare tranquilli.
“Allora anche tu senti che c’è qualcosa sotto.”
Più o meno. Ma credo che quel tuo sensei con lo Sharingan lo avrebbe notato se ci fosse stato qualcosa di anomalo, no?
Il biondo non rispose.
Proprio in quel momento, Kakashi e Yamato fecero la loro comparsa sul limitare della radura, stanchi per la corsa.
-Una mezz’oretta, vero Kakashi-san?
L’altro non rispospreferì non replicare; semplicemente, si sedette su un tronco, cercando di riprendere un po’ di forze prima di ripartire.
-Kakashi-sensei, Yamato-sensei, vi sentite bene?
-Si Sakura, non preoccuparti- rispose il copy-ninja- solo che abbiamo dovuto correre per potervi riprendere. Meno male che vi siete fermati.
Aspettarono altri dieci minuti prima di incamminarsi di nuovo; dieci minuti in cui Naruto fu praticamente certo di avere lo sguardo dell’Uchiha sempre piantato addosso.

Quando il gruppo tornò a Konoha, dopo sei giorni di cammino, era ormai sera inoltrata.
Dopo i vari saluti, Naruto si diresse, allegro, verso casa sua ma non andò molto lontano: si sentì afferrare brutalmente per un braccio, e tirare indietro. Subito, con una mano andò a prendere un kunai dalla sacca delle armi, ma si bloccò quando davanti a lui, invece di un criminale, si ritrovò Sasuke Uchiha, con uno sguardo non proprio amichevole- era anche vero che il moro non aveva mai avuto un’aria molto rassicurante.
-Dobbiamo parlare.
Naruto registrò in ritardo la frase del moro, ancora sorpreso per quella comparsa; alla fine, fece un sorriso tirato.
-Non potremmo farlo domani? Sai, sono un po’ stanco e…- ma gli bastò uno sguardo per capire che non si ammettevano repliche. L’unica cosa che poté fare fu annuire, anche se sbuffò sonoramente, manifestando così tutta la sua contrarietà.
Sasuke lo guardò impassibile, la mano stretta ancora attorno al braccio del biondo.
-Potrei sapere- iniziò- il motivo per cui mi stai ignorando?
-C-chi, io?- chiese il biondo sgranando gli occhi- No no, guarda che è una tua impressione.
-Ah si? E’ da quando sono tornato che non mi rivolgi la parola.
-Non è vero- disse il biondo, sostenendo perfettamente lo sguardo che l’altro gli aveva puntato contro.
-Non contano i vari “Buongiorno”, “Buonanotte”, “Come stai” e altre cazzate simili. Mi vuoi dire che problema hai con me?
-Nessuno, è una tua impressione. E adesso lasciami il braccio mi stai facendo male- disse il biondo, cercando di allentare la presa dell’altro, che si era fatta molto serrata e dolorosa. Ma il moro non lo ascoltò: non se ne sarebbe andato prima di aver avuto una risposta.
-Dobe, sai che non amo ripetermi. Perciò, ti consiglio di parlare, e in fretta anche.
Naruto strinse i pugni, ma non parlò. Distolse lo sguardo dagli occhi neri dell’Uchiha, per poi dare uno strattone col braccio e liberarlo dalla sua presa.
-Non c’è niente da spiegare, ci vediamo- e iniziò a correre verso casa sua ignorando la voce di Sasuke che gli diceva di fermarsi.
L’Uchiha strinse i pugni dalla rabbia. Stava per rincorrerlo, ma proprio in quel momento comparve Karin.
-Ehi Sasuke-kun, non vieni a casa?- gli chiese la rossa avvicinandosi al lui.
Il moro la fulminò con lo sguardo, ma quando si voltò, dell’Uzumaki non c’era più traccia. Decise che ci avrebbe pensato domani, ormai era tardi per continuare a discutere. Si avviò verso il quartiere Uchiha, con Karin che gli camminava vicino, stranamente silenziosa.

Dopo aver fatto una doccia ed essersi cambiato, Naruto si buttò letteralmente sul letto, cercando di dimenticare la conversazione avvenuta con l’Uchiha. Ma Kyuubi sembrava non volergli dar tregua.
A dire il vero, nemmeno io ho capito il motivo per cui stai ignorando il piccolo Uchiha, sai? chiese, sinceramente incuriosita.
“Non lo sto ignorando.”
Oh, andiamo, perfino i muri si sono accorti che ti comporti in modo strano quando stai con lui.
Il biondo si rigirò nel letto, tappandosi le orecchie col cuscino. Si augurava che, così facendo, la voce della volpe si zittisse. Speranza vana.
Non lo vuoi dire nemmeno a me?
“Hai rotto Kyuubi”
Ah forse ho capito. Hai paura che niente torni come era prima e così preferisci non badargli affatto, vero?
A quella affermazione, Naruto scattò seduto sul letto, sgranando gli occhi.
A giudicare dalla tua reazione e dai battiti del tuo cuore, direi che ci ho preso in pieno, eh? affermò divertita.
“No, ti sbagli!” .
E invece ho ragione io, mio caro. Non è che ti stai pentendo di averlo riportato indietro?
“NO!!!”
Strinse le lenzuola tra le dita e digrignò i denti, mentre una rabbia incontrollabile iniziava montargli dentro. Intanto, Kyuubi rideva, divertita dalla reazione del suo contenitore.
Guarda che non c’è nulla di male nel pentirsi delle proprie scelte. Infondo, hai sprecato quasi quattro anni della tua vita ad andargli dietro, è normale che tu sia arrabbiato con lui. Ma ormai quel che è fatto è fatto, è inutile che ci rimugini sopra. Te l‘avevo detto di lasciarlo stare, ma tu niente, hai continuato a fare di testa tua.
“Non è per quello, è che…”
Che cosa? Allora forse credevi che la gente ti avrebbe ammirato una volta che lo avresti riportato indietro? O che qualcuno, magari quella ragazzetta coi capelli rosa, ti avrebbe ringraziato? Accidenti, non ti facevo così ingenuo.
“Sta zitta” la pregò Naruto, premendo le mani ai lati del capo. Improvvisamente, avvertiva dolorose fitte alla testa.
La gente è ipocrita cucciolo, specie quella di questo misero villaggio. La tua “Sakura-chan” sputò quel nome imitando con voce stridula quella dell’Uzumaki
non fa eccezione: ti ha usato come meglio credeva, per poi buttarti via. Probabilmente, nemmeno si ricorda di quella promessa.
“Sta zitta” ripeté il biondo, raggomitolandosi sul letto, in posizione fetale. Kyuubi rise sommessamente, ma decise di smetterla. C’era sempre domani, infondo.
Ok cucciolo, ma ricorda quello che ti ho detto. Io posso capirti, più di quanto immagini. Infondo, siamo la stessa cosa, no?
Ma il biondo era già caduto addormentato.

-One-chan.
-Si, nee-chan.
-Naruto-kun ha dimenticato qui il suo regalo- disse Yae, prendendo il piccolo pacco verde acqua e mettendolo davanti alla sorella. Questa sorrise malignamente, prendendolo e scartandolo.
-Poco male- disse Sae, per poi prendere il bracciale d’oro e metterlo tra le cose che sarebbero andate vendute al mercato- ci ricaveremo un bel gruzzoletto domani.

Il giorno dopo, l’umore di Naruto era pessimo: non aveva chiuso occhio tutta la notte, nervoso com’era a causa della discussione della sera precedente, avvenuta con Kyuubi.
La situazione peggiorò visibilmente quando: non poté fare colazione perché il latte era scaduto da una settimana; si accorse di non avere più soldi per poterlo andare a comprare; rischiò di ammazzarsi col pavimento bagnato del bagno; c’era una macchia sulla giacca della sua tuta estiva; avrebbe dovuto indossare una maglietta nera quando fuori facevano almeno trentotto gradi perché si era dimenticato di fare la lavatrice due settimane prima.
Arrabbiato come poche volte lo era stato nella sua vita, si mise davanti allo specchio, cercando di sistemarsi i capelli, che quel giorno sembravano non voler stare al loro posto neanche a pagarli oro. Alla fine, lanciò il pettine contro il muro, per poi cercare di darsi una calmata. Chiuse gli occhi, e prese un profondo respiro, poi un altro, e poi un altro ancora. Evidentemente stava funzionando, visto che si sentiva decisamente più rilassato.
Nervoso cucciolo? gli chiese la volpe, ridendo.
“NON. TI. CI. METTERE. ANCHE. TU!!!!” tuonò il biondo, mandando all’aria tutti i suoi tentativi di calmarsi.
Proprio in quel momento, il suo stomaco decise di fargli notare quanto fosse affamato. Arrossì di botto, sia dalla vergogna che dalla rabbia, mentre la volpe rise ancora più forte, ma non infierì più di tanto, decidendo, per una volta, di avere pietà per il povero umano. Naruto frugò nelle tasche, alla ricerca di un buono per l’Ichikaru, quando avvertì qualcosa pungergli la mano. In quel momento, si ricordò che nei pantaloni aveva ancora il ciondolo che gli era stato donato da Sae-san. Lo prese tra le mani, guardandolo con fare assente. Decise poi di indossarlo, magari avrebbe risollevato un po’ il suo pessimo umore. Così, legò la catenina dorata dietro il collo, per poi controllare l’orologio vicino allo specchio.
-Cazzo, sono in ritardo- disse, per poi correre veloce verso la porta, diretto verso uno dei campi di addestramento dove avrebbe dovuto incontrare Kakashi, Yamato e Sai per una speciale sessione di allenamento.
Se non fosse andato così di fretta, forse avrebbe notato che, per un momento, i suoi occhi avevano avuto la stessa tonalità rosso scuro della pietra incastonata nell’amuleto.

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Fuori anche il tre. Ringrazio di cuore:

kokuccha: chissà poi perché sono sempre i più acidi a piacere XD. Comunque, grazie.

marynana89: ehehe, i tuoi dubbi verranno svelati nel prossimo capitolo ^^.

Chibi Rye-chan: grazie per il commento ^^.

Capitatapercaso: vedrai vedrai... credo che qui l'Uchiha farà quasi pena.

ryanforever: grazie. E anche per te: vedrai vedrai...

Ringrazio chi ha messo la storia tra seguiti e preferite. Al prossimo capitolo. Bye

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Quando arrivò al campo di allenamento, Naruto era in ritardo di un’ora. Perfino Kakashi era stato puntuale- nei suoi limiti, ovvio.
-Finalmente sei arrivato- gli disse Yamato, quando se lo trovò di fronte, trafelato a causa della corsa.
-La prego di non fare commenti o prediche di alcun genere. Questa giornata è iniziata nel modo più orrendo possibile- gli disse il biondo, senza preoccuparsi di trattenere la rabbia.
L’altro sgranò leggermente gli occhi, ma decise di non aggiungere altro: se il suo allievo era così nervoso, era meglio evitare di infierire.
-Che c’è, hai misurato il tuo pene e hai realizzato quanto sia piccolo?- gli chiese Sai, alzando lo sguardo dal foglio su cui stava disegnando e sorridendogli falsamente. L’Uzumaki non gli rispose a tono, come faceva di solito, ma gli lanciò uno sguardo terribilmente iroso- tanto che, sebbene si trattasse di Naruto, il moro non poté fare a meno di provare una sorta di inquietudine.
-Vedi di fare meno lo spiritoso, Sai.
-Oh, andiamo, la mia era solo un’osservazione, non mi sembra di aver fatto nulla di male- rispose l’altro, mentre rimetteva a posto i pennelli. Il biondo strinse i pugni, lanciandoli uno sguardo molto poco rassicurante. Yamato si aspettava che saltasse addosso al compagno di squadra da un momento all’altro, ma il biondo si limitò a sorridere, anche se non nel solito modo.
-Hai ragione.
A quelle parole, perfino Sai non poté fare a meno rimanere sorpreso, anche se non lo diede a vedere.
-Ho esagerato, scusa- disse Naruto, continuando a sorridere. Yamato e Kakashi si scambiarono un’occhiata, ma rimasero in silenzio.
Cucciolo, ti senti bene? gli chiese Kyuubi, anche lei stupita dalla sua reazione, troppo calma per gli standard del Jinchuurichi.
“Mai stato meglio” gli rispose l’altro, ma la volpe sentì che c’era qualcosa che non andava, ma preferì non indagare oltre.
-Bé, che ne dite se iniziamo l’allenamento?- chiese Kakashi chiudendo il libro che stava leggendo per poi poggiarlo su di un masso.
-Concordo- disse l’Uzumaki, dirigendosi al centro del campo di allenamento, seguito a ruota da Sai. Quest’ultimo, però, sentiva qualcosa di anomalo provenire dal biondo, ma scelse di non dare retta a quel qualcosa che gli suggeriva di non combattere.
Quando furono uno di fronte all’altro, Kakashi si preparò a dare il segnale che avrebbe dato il via libera al combattimento.
-Solo Taijutsu, per ora, va bene?
-Si Yamato sensei- dissero i due in coro, mettendosi in posizione di combattimento.
Il moro annuì, ed il copy-ninja fece dare inizio alla battaglia.
“Kyuubi”
Si, ragazzo?
“Ricordi il nostro patto? Tu stai nel mio corpo in cambio di un po’ di chackra?”
Si, e allora?
Vedendo che l’altro rimaneva immobile, Sai scattò in avanti, già pronto a sferrare un pugno contro l’avversario. Notando che l’artista si era deciso ad attaccare, Naruto sorrise.
“Bé, oggi ritiro l’affitto. Dammene un po’ più del solito però”.
Kyuubi sgranò gli occhi sorpresa, ma decise di accontentarlo lo stesso. In fondo, poteva essere divertente vedere cosa avrebbe combinato il ragazzo.
Sai non riuscì a fermarsi in tempo, quando vide gli occhi dell’amico diventare rossi.

Quel giorno, Sasuke aveva deciso di uscire di casa un po’ prima, in modo da non aver appresso Karin che gli faceva il terzo grado su dove andasse e con chi si vedesse, o dover assistere all‘ennesimo litigio tra la ragazza e Suigetsu.
Purtroppo, a quell’ora non c‘era molto da fare. Aveva pensato di andare dal dobe, ma poi aveva cambiato idea, decidendo di vedere cosa offriva il mercato- molto probabilmente stava ancora dormendo, ed era inutile disturbarlo.
Girovagò tra le bancarelle, ma non trovò nulla che riuscisse a destare il suo interesse. Ignorò la gente che gli lanciava occhiate ostili e coppie di donne che parlavano sottovoce ogni volta che passava. Quei cretini erano convinti che bastasse qualche occhiata storta per metterlo sottopressione e, così facendo, mandarlo via dal villaggio. Aveva passato decisamente di peggio.
Stava per tornare a casa, quando sentì la voce di Sakura chiamarlo. Si voltò, e vide che la rosa era accompagnata da Ino Yamanaka e Kiba Inuzuka. Anche se scocciato, decise di aspettarli. Una volta che il trio gli fu davanti, fu l’Haruno a parlare per prima.
-Allora, Sasuke-kun, anche tu a fare compere?- gli chiese sorridendo, cercando di fare un minimo di conversazione. Nonostante fosse tornato da sei mesi, non aveva mai avuto l’occasione di fare un discorso decente. Purtroppo, ogni tentativo andava in fumo, visto che si sentiva rispondere sempre con un “Mh”, come in quel caso. Mentalmente sospirò, frustrata da quei monosillabi senza il ben che minimo significato. Le cose non erano molto cambiate da quando erano piccoli.
-Sempre molto comunicativo, eh Uchiha?- disse Kiba, infastidito dalla presenza, a suo dire, ingombrante del moro.
-Kiba- lo rimproverò Ino, dandogli una gomitata sul fianco. L’altro la guardò interrogativo, come a chiedergli: “Che ho fatto di male?”. La bionda lo guardò offesa, ma preferì non fargli una ramanzina vera e propria: sarebbe stato completamente inutile, conoscendolo.
-SAKURA!
La rosa si voltò, per poi osservare perplessa Hinata Hyuuga correre verso di lei. Doveva essere avvenuto qualcosa di grave, visto che il volto della mora era il ritratto della preoccupazione.
-Hinata che è successo?- le chiese quando la giovane si fermò davanti a lei, ansimando a causa della corsa.
-S-Sakura… s-si tratta di Sai-kun…
-Sai?- disse l’Haruno sorpresa. Quel giorno Sai aveva un allenamento speciale con Kakashi, Yamato e Naruto. Che poteva essere successo?
-E’ all’ospedale… N-Non so cosa è accaduto, p-però è ferito gravemente. C’è anche Kakashi-sensei con lui.
Kiba e Ino spalancarono gli occhi dalla sorpresa. Sasuke, invece, rimase impassibile: per quanto lo riguardava, quell’artista da strapazzo poteva anche morire tra le più atroci sofferenze, non gliene sarebbe importato niente.
-Chi è stato?- chiese la Yamanaka preoccupata.
-N-Non lo so. A-A me hanno detto solo di v-venire a chiamare Sakura.
-Vado subito in ospedale- disse la rosa, incamminandosi.
-Veniamo con te- disse Ino, prendendo per un braccio Kiba e trascinandoselo dietro.
-Ehi aspetta, io che centro, lasciami!- protestò lui, ma ben presto fu costretto a seguirla e ad accelerare il passo, visto l‘andamento con cui procedeva la bionda.
Anche Sasuke decise di andare con loro, più per vedere cosa era accaduto che per preoccupazione verso Sai.

Quando Sakura entrò nella stanza d’ospedale, trovò il suo compagno di squadra sdraiato su di un lettino, con la testa fasciata e il viso coperto di graffi. Ad aspettarla c’erano l‘Hokage, visibilmente preoccupata- il che le fece temere per le condizioni del suo compagno, e Kakashi, il quale aveva un braccio ingessato. La battaglia doveva essere stata dura, visto che perfino il suo sensei era rimasto ferito.
-Tsunade-sama cosa è successo?- chiese quando si trovò di fronte a loro.
La Gondaime esitò un momento, prima di parlare. Quando lo fece, la rosa notò quasi una nota di incredulità nella voce della sua insegnante.
-Credo che sia meglio che glielo racconti tu Kakashi- disse la bionda- io non saprei da dove iniziare.
L’albino annuì, per poi rivolgere lo sguardo dietro le spalle della sua allieva. Questa si voltò, vedendo che Ino, Kiba, Hinata e Sasuke l’avevano seguita fin li. Non si era nemmeno accorta della loro presenza.
-Allora, prima di tutto- iniziò il copy-ninja- Sai sta bene. Certo, non è nella forma migliore, ma non è in pericolo di vita.
Dentro di se, Sakura tirò un sospiro di sollievo.
-Mentre Sai e Naruto si stavano allenando, è successo, come dire, un imprevisto.
-A proposito, ma Naruto dov’è?- chiese Kiba, notando solo ora lì’assenza del biondo.
-Ecco appunto…- si grattò la testa, nervoso- è stato Naruto ad attaccare Sai e a ridurlo così.
Tutti i presenti, tranne Tsunade, sgranarono gli occhi, increduli.
-C-Come scusi?- chiese Sakura, sgomenta. Guardò il volto di Sai, sfigurato da dei graffi, fortunatamente non troppo profondi, e la testa fasciata. Non volle sapere come era ridotto il resto del corpo.
Kakashi sospirò. Capiva perfettamente la sua allieva e, nonostante l’avesse visto con i propri occhi, faticava a credere a ciò cui aveva assistito.
-Avevamo deciso di allenarci nel Taijutsu, giusto per riscaldarci un pochino. Non so cosa gli sia scattato in testa, ma Naruto ha attivato il potere della volpe. Prima che Sai potesse fermarsi, Naruto era già arrivato ad una coda completa. Io e Yamato, colti completamente di sorpresa, non siamo riusciti ad intervenire in tempo e…- lanciò un’occhiata al ragazzo steso sul letto.
L’Haruno si impose di mantenere la calma e di ragionare a mente fredda. Doveva esserci una spiegazione logica per quanto accaduto. Sapeva che quei due si azzuffavano spesso, a causa di commenti poco carini del moro, però in fondo erano amici. Possibile che il biondo lo avesse attaccato per una delle classiche battute dell’artista?
-Yamato-sensei dov’è?
-Sta controllando Naruto- rispose Tsunade- pensiamo che la volpe abbia preso il sopravvento su di lui. Questa è l’unica spiegazione plausibile, visto che non attingerebbe mai ai poteri di Kyuubi di sua spontanea volontà. Per ora non avviserò il consiglio, ma non ci vorrà molto perché si venga a sapere di questo incidente.
Calò il silenzio. Hinata era semplicemente sconvolta. Mai si sarebbe aspettata un comportamento simile da un ragazzo come Naruto. Stesso discorso valeva per Kiba ed Ino. Anche Sasuke era piuttosto sorpreso. Sicuramente c’era lo zampino di Kyuubi, però sentiva che non si poteva dare la colpa solo a lei.
-Kakashi sensei, come si è rotto il braccio?- chiese Ino, notando solo in quel momento il gesso che gli avvolgeva l‘arto superiore.
-Quando io e Yamato abbiamo provato a fermarlo, Naruto ha attaccato anche noi. Sono caduto contro un albero- rispose quello sorridendo da dietro la maschera.
Sakura strinse i pugni, mentre sentiva la rabbia farsi strada dentro di lei. Uscì dalla stanza, sbattendo la porta, per poi mettersi a correre, diretta verso casa di Naruto.
-Promettimi che non userai mai più i poteri della volpe a nove code. Mai, mai più. Anche se vedessi che sono in punto di morte, non gli devi usare chiaro?!
-M-Ma Sakura-chan, io…
-PROMETTILO!
-… E va bene… te lo prometto!

“Me lo avevi promesso, baka!!!” pensò la rosa, una volta arrivata a destinazione. Batté violentemente sulla porta tre volte, ma vedendo che nessuno veniva ad aprire, decise di andare all’Ichikaru, l’unico posto dove poteva essere il biondo a quell’ora.
Veloce, arrivò nella via principale di Konoha, per poi arrivare davanti al locale. Quando entrò, trovò Teuchi intento a preparare l’impasto per gli spaghetti. Sembrava piuttosto nervoso. Tossì un paio di volte, per attirare l’attenzione.
-Oh Sakura- disse l’uomo, non appena si accorse della sua presenza- sono contento di vederti, come stai?
-Bene grazie- rispose lei- senta, ha per caso visto Naruto?
La rosa vide gli occhi di Teuchi scurirsi di colpo, e non poté non rimanerne sorpresa.
-E’ passato poco fa. E’ venuto qui, arrabbiato come mai l’ho visto da quando lo conosco, e ha ordinato un piatto di ramen. Io ovviamente gliel’ho dato e, vedendolo nervoso, ho pensato che gli fosse capitato qualcosa. Così gli ho chiesto cosa avesse. E sai cosa ha fatto? Mi ha detto di farmi gli affari miei e di non immischiarmi. Poi si è alzato, ha preso la ciotola di ramen e me l’ha tirata addosso. Dopodiché ha iniziato ad insultare le mie doti culinarie, e se ne è andato senza nemmeno pagare. Non so cosa gli sia successo, ma puoi stare certa che non metterà più piede qui dentro per un bel po’.
Sakura ascoltò tutta la storia, mentre la sua incredulità cresceva parola dopo parola. Qualunque cosa avesse il biondo, doveva essere grave se arrivava addirittura ad offendere Teuchi e il ramen che faceva. Doveva vederci chiaro.
-Sa per caso dove è andato?- chiese non appena l’altro finì il suo racconto.
-Credo al mercato- rispose grattandosi la testa, come se questo lo aiutasse a ragionare meglio- come mai lo cerchi?
-E’ una storia lunga- disse la rosa- bé, la saluto. Arrivederci.
-Ciao, e se vedi Naruto, digli che dovrà pagare un conto molto salato.
La ragazza annuì., per poi dirigersi in fretta e furia alla strada piena di bancarelle. Subito, iniziò a guardarsi attorno, cercando la famigliare zazzera bionda tra la folla, senza riuscirci. Imprecò mentalmente contro la massa di persone che le impediva di avere una visuale completa della via.
-Sakura, che ci fai qui?
La kunoichi sussultò leggermente, per poi voltarsi di scatto: si ritrovò davanti Naruto intento a mangiare un gelato. Internamente esultò per essere riuscita finalmente a trovarlo, ma la gioia si tramutò subito in rabbia. Caricò un pugno, per poi prendere in pieno la guancia del biondo che, per il colpo, venne scaraventato qualche metro più in la.
-Ma sei matta?! Ma che ti è preso, si può sapere?!- domandò l’altro, massaggiandosi la parte lesa con una mano, mentre osservava la maglia nera completamente sporca di gelato al cioccolato- cavolo no! Non ho altre magliette da mettermi.
-Tu baka- Sakura prese il biondo per il colletto, sollevandolo- come ti è venuto in mente di attaccare Sai e Kakashi-sensei con il potere della volpe, eh? Ti rendi conto che Sai è addirittura finito all’ospedale?!
-Se l’è meritato- gli rispose il biondo, dopo una breve pausa- sono stufo essere preso per il culo da quello li.
-E per questo lo mandi all’ospedale?!- gli urlò lei, mentre preparava un altro pugno- E comunque, cosa c’entravano Kakashi-sensei e Yamato-sensei?!
-Se non si fossero messi in mezzo, non gli sarebbe accaduto nulla- protestò il biondo, cercando di sfuggire dalla presa dell’altra- e adesso mollami.
-Quindi sarebbe colpa di Kakashi-sensei se gli hai rotto il braccio, vero?
-Ti ho detto di lasciarmi.
-Rispondimi prima!!!
-SAKURA HARUNO LASCIAMI IMMEDIATAMENTE!- le urlò l’altro, spazientito dall’insistenza della ragazza. Quest’ultima lasciò la presa, stupita dalla reazione così violenta dell’amico.
Naruto si rimise in piedi, massaggiandosi leggermente il collo. Si guardò in giro, notando che attorno a loro si era radunata una piccola folla di persone. Innervosito da tanta curiosità, si incamminò verso casa sua, ma Sakura gli si parò davanti, decisa a non lasciarlo andare.
-Che altro vuoi, non ti basta avermi rovinato la maglietta?- disse Naruto, cercando poi di sorpassarla, ma lei non lo lasciò passare.
- Testa quadra, ma ti senti quando parli?
-Certo che mi sento. E ora scusa, ma devo andare.
Fu troppo: Sakura tirò un pugno contro il biondo, decisa a fargli male il più possibile. Con sua grande sorpresa, però, l’altro non solo schivò il colpo, ma riuscì anche ad afferrarle un polso immobilizzandola e, veloce, le diede una ginocchiata in pieno stomaco, mozzandole il respiro. La ragazza cadde a terra, piegata in due dal dolore ed ansimante.
-Non c’è niente da vedere- disse l’Uzumaki, rivolto alla gente che lo stava guardando tra lo stupore e l’ostile. Lanciò un’occhiataccia alla rosa, sorrise e si inginocchiò vicino a lei.
-Vedi, se non ti impicciavi, non facevi questa fine- le disse, per poi voltare le spalle e tornarsene verso casa.

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Ecco il quarto capitolo! Ebbene, ecco che il nostro amuleto inizia ad avere i suoi effetti sul carattere del nostro biondino (io credo di aver esagerato...). Che ne pensate? E' troppo poco?

kokuccha: grazie. Ma povera Sakura XD. Dai, nello Shippuden non è male (se non fosse così permalosa...)

Capitatapercaso: sono contenta che questa mia interpretazione di Kyuubi ti sia piaciuta^^. Si, effettivamente è meno aggressiva, ma perché non ci sono lotte all'ultimo sangue, quindi mi sembrava fuori luogo ^^. E poi credo che in fondo, mooolto infondo, ma veramente molto molto molto infondo, si affezionata a lui.

marynana89: grazie^^

ryanforever: e ora... questo! Spero che il capitolo sia risultato gradevole^^.

Chibi Rye_chan: ecco che è successo. Ed è solo l'inizio, muahahaha!

Ok raga, ci vediamo al prossimo capitolo, bye!^^

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Da allora passò una settimana, e le voci sull’improvviso cambiamento di Naruto si diffusero in tutto il villaggio.
La maggior parte delle persone pensava che la causa di comportamenti così violenti risiedesse nella volpe a nove code, che stava prendendo il sopravvento sulla mente del suo contenitore. Ciò, indusse gli abitanti ad allontanare il giovane, esattamente come accadeva quando quello era più piccolo; ma questa avversione non fece che altro che alimentare il già alto nervosismo del Jinchuurichi.
Intanto, la notizia dell’incidente di Sai era arrivata alle orecchie del consiglio, il quale aveva iniziato a fare pressioni sull’Hokage affinché risolvesse in qualche modo la situazione. Tsunade si vide costretta ad intervenire, e così decise di convocare il ragazzo per discutere della situazione.

- Veniamo subito al dunque- disse la donna, facendo cenno all’altro di accomodarsi su una delle poltrone davanti alla scrivania - il consiglio è venuto a conoscenza dell’incidente con Sai.
- E allora?- chiese il ragazzo, alzando un sopracciglio, perplesso.
-Vorrei sapere il motivo di tanto accanimento contro di lui. Insomma, per quanto le sue battute possano non piacerti, mi sembra esagerato provocargli una commozione celebrale, non credi?
L’altro alzò le spalle con noncuranza.
- Se l’è meritato. Sono stufo di essere preso in giro da quell’idiota, e così l’ho voluto punire.
Tsunade aggrondò le sopracciglia, indecisa sul da farsi. A dire il vero, si aspettava una risposta del genere, visto quello che era accaduto con Sakura qualche giorno prima - la ragazza aveva raccontato tutto alla sua maestra, stufa delle frequenti domande sul perché di quel livido sullo stomaco.
- Ascolta Naruto - disse in fine, guardandolo negli occhi- qui non si tratta solo di Sai. Mi è giunta voce, che hai fatto a botte con Kiba Inuzuka, dopo aver insultato pesantemente Hinata. Confermi anche questo?
-Si. Quello stupido di Kiba voleva fare tanto il bellone davanti ad Hinata, ma ne ha ricavato solo una figuraccia: ti giuro oba-chan, ne ha prese come mai in vita sua- disse il biondo allegramente, fiero di quella rissa.
-Mi sembra che ne abbia ricavato anche un naso rotto e un braccio lussato.
-Oh bè, questi sono miseri particolari- disse l’altro, mettendo le mani dietro la nuca.
Tsunade spalancò gli occhi incredula nel sentire quelle parole. “Miseri particolari? Per poco non rende inutilizzabile il braccio di uno dei suoi migliori amici, ed è un misero particolare?”
- Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo?
-Ovvio. E adesso scusami, ma ho delle commissioni da fare- disse Naruto, per poi alzarsi e dirigersi verso la porta.
-Naruto Uzumaki, ti proibisco di varcare quella porta!- gli disse la Gondaime, sbattendo i pugni sul tavolo, per poi scattare in piedi. Il ragazzo si fermò, per poi scoppiare in una breve risata.
-Oh, ma che paura. Una nonnina decrepita vuole affrontare il portatore della volpe a nove code- si voltò verso Tsunade, sul viso un sorriso ironico- sto tremando dal terrore. Chi mi salverà da una vecchia porta sfiga di cinquant’anni suonati?
L’altra rimase impassibile a quelle parole, ma dentro ribollì di rabbia. Aveva capito perfettamente che quella battuta alludeva alle sue esperienze passate.
L’Uzumaki le sorrise, per poi aprire la porta ed uscire. Non degnò di uno sguardo Shizune, che aveva origliato tutta la conversazione, e andò dritto a casa sua.
L’assistente dell’Hokage prima guardò il ragazzo allontanarsi, poi sbirciò dentro la stanza. Trovò Tsunade completamente immobile, il viso coperto dalle ciocche bionde e i pugni stretti. Preferì lasciarla da sola, le avrebbe chiesto dopo delle spiegazioni.
-Shizune.
La ragazza sussultò, per poi tornare indietro e posizionarsi davanti alla porta, senza però entrare dentro l’ufficio.
-Hai visto il ciondolo che ha Naruto al collo?
Sbatté gli occhi un paio di volte, confusa.
-S-Si, di sfuggita. Quello nero con la pietra rossa al centro, no?
-Voglio che tu faccia una ricerca su quell‘amuleto- disse Tsunade, guardando la sua assistente con sguardo indecifrabile- mi sembra di averlo già visto, da qualche parte. Se è quello che penso, siamo nei guai.

Quando l’Uzumaki uscì dall’ufficio dell’Hokage, era quasi il tramonto.
Incredibile cucciolo disse Kyuubi, meravigliata da quel improvviso cambiamento avvenuto nel suo contenitore sei diventato davvero perfido.
“Lo prenderò come un complimento” le rispose Naruto sorridendo, mentre passeggiava per le strade di Konoha. Guardò di sottecchi le persone che gli rivolgevano sguardi ostili, esattamente come quando era piccolo. Storse il naso, infastidito, e accelerò il passo. Tutta quella gente non faceva altro che innervosirlo.
Arrivò fino ad uno dei campi di allenamento. Si sdraiò sull’erba, chiuse gli occhi, e si beò del fresco venticello che portava via un po’ dell’afa che stava attanagliando il villaggio da settimane. Sospirò appagato.
Stava così bene, che non sentì i passi di qualcuno che si stava avvicinando. Ne avvertì la presenza soltanto quando quel qualcuno si posizionò sopra di lui, facendogli un po’ di ombra. Aprì gli occhi di scatto e, senza nemmeno mettere a fuoco l’immagine di chi aveva davanti, balzò in piedi, prese un kunai dalla sacca delle armi- ultimamente, la portava spesso con sé, per sicurezza- e lo lanciò.
-Naruto fermo!- esclamò Shikamaru, ma ormai il kunai lo aveva colpito al braccio. Portò una mano sulla ferita, togliendo prima il piccolo pugnale, conficcatosi nella carne, cingendosi il taglio per fermare la fuoriuscita di sangue.
-Ah, sei tu- disse l’Uzumaki, tornando tranquillo e non passandogli nemmeno per la testa di aiutare l’amico che lui stesso aveva ferito.
-Ma sei impazzito?!- gli urlò contro Ino, dopo essere sbucata da dietro un cespuglio, seguita a ruota da Sakura, Chouji, Rock Lee e Kiba. Quest’ultimo portava il gesso al braccio lussato.
-Che ci facevate nascosti lì dietro?- chiese Naruto, perplesso. I ragazzi non gli risposero subito. Prima si guardarono, indecisi su come replicare a quella domanda del tutto legittima. Poi Sakura prese la parola.
-Ti stavamo osservando. Sai, ultimamente il tuo comportamento è… come dire… strano.
-Strano? Perché?
-Oh, andiamo amico, ti rendi conto che negli ultimi sette giorni non hai fatto altro che insultare e malmenare la gente che incontravi?- esclamò Kiba ma, nell’impeto, mosse il braccio lussato, provocandosi così una fitta estremamente dolorosa lungo tutto l’arto.
-Ah, è per quello- disse l’Uzumaki, grattandosi la testa- non mi sembra che stia facendo nulla di male, sai?
-Nulla di male?- Ino scattò in piedi- si era chinata per curare Shikamaru- gli occhi fiammeggianti di rabbia- Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo?
-Senti Ino, mi ha già fatto la predica oba-chan. Non ti ci mettere anche tu- le disse stizzito Naruto, ma ciò non fece altro che innervosire ancora di più l’altra.
-E invece io continuo, bastardo. Ti rendi conto di quello che fai alle persone? Della gravità di quello che hai fatto a Sakura?- disse, puntando il dito sulla ragazza- non poteva accettare che la sua migliore amica venisse umiliata in quel modo.
Il ragazzo guardò la rosa di sfuggita, per poi ribattere:- Io gliel’avevo detto di farsi gli affari suoi, ma lei non mi ha dato retta. E poi, perché non dovrei picchiarla? Mi sembra che lei mi abbia preso a pugni migliaia di volte, e nessuno si è mai lamentato. Ora, per un misero calcio, mi venite tutti a dire che sono un bastardo?
L’Haruno sussultò a quelle parole. Ripensandoci bene, Naruto non aveva tutti i torti ad essere arrabbiato con lei, se era quello il motivo.
-Però non hai protestato, o sbaglio?- disse Shikamaru.
-Hai ragione, infatti sono stato così cretino da essermi preso una cotta per quella li. Ripensandoci adesso, mi sembra di aver sprecato inutilmente cinque anni della mia vita. Come ho fatto ad innamorarmi di una tale palla al piede, non lo so. Per fortuna non mi piace più, se no a lungo andare sarei potuto anche morire.
-Naruto, ma che stai dicendo?- esclamò Rock Lee, letteralmente incredulo. Il ragazzo che conosceva lui non avrebbe mai detto parole del genere.
-La verità- si mise davanti ad una Sakura pallidissima, e non poté non compiacersi di tanto sgomento. Avvicinò il volto a quello della rosa, la quale aveva sgranato gli occhi quando si era resa conto dell‘eccessiva vicinanza.
-Che c’è, non mi picchi stavolta?
-Naruto smettila- gli disse Chouji, ma il suo appello rimase inascoltato.
-Nonostante tutto quello che ho fatto per te, non mi hai mai ringraziato. Neanche quando io e Sasuke siamo tornati al villaggio, mi hai detto qualcosa. L’unica cosa che hai fatto, è stato piangere, come una poppante. Eri davvero ridicola.
La ragazza tremò leggermente allo sguardo pieno di sadismo misto ad accusa del biondo, ma non per timore, come si poteva pensare, bensì dalla rabbia. Rabbia mista a disperazione, perché l’altro non sbagliava a recriminarla in quel modo.
-Naruto basta!
-Sei inutile. Obbiettivamente, non ho mai avuto realmente bisogno del tuo aiuto, mentre te eri perennemente nei guai. Il bello era, che se ero io a salvarti, mi riempivi di botte. Come se questo non bastasse, mi hai sempre trattato alla stregua di uno straccio.
L’Haruno sgranò gli occhi, sconvolta dalle parole del ragazzo e dalla loro cattiveria. Si trattenne dal piangere e dal picchiarlo a sangue, ma era difficile, visto il tono arrogante dell’altro.
-Potresti anche guardarmi quando ti parlo sai? O ti faccio così schifo che non vuoi nemmeno vedermi?
-Naruto!
-Di un po’, hai già aperto le gambe per Sasuke, o ti spacci ancora per santarellina.
Fu troppo. Sakura gli tirò un pugno in piena faccia, colpendolo con una forza tale da scaraventarlo lontano dal gruppo. Ma l’Uzumaki sparì in una nuvola di fumo.
-Una copia?- esclamò Shikamaru, sorpreso, si guardò intorno, ma non vide da nessuna parte la zazzera bionda dell’amico, o comunque un qualcosa che potesse indicargli la sua posizione.
-Shikamaru, Ino, dietro di voi.
Ma l’avvertimento di Rock Lee arrivò tardi: Naruto aveva colpito la Yamanaka alle spalle, e la stessa sorte stava per capitare al castano, ma quest’ultimo era riuscito a spostarsi in tempo, evitando l’attacco. Quando alzò lo sguardo verso il biondo, vide che i suoi occhi erano diventati rossi.
“Accidenti”, pensò, per poi immobilizzare l’amico grazie la sua tecnica d’ombra, ma Naruto, liberando un’ingente quantità di chackra della volpe, riuscì a svincolarsi dall‘attacco. Prese due kunai dalla sacca e li lanciò, uno contro Rock Lee e l’altro contro Chouji, poi creò quattro copie per intrattenere Sakura, che aveva provato a bloccarlo da un lato, e una per Kiba- il castano, con un braccio ferito e senza Akamaru, non poteva fare molto.
Rock Lee, dopo aver schivato il kunai, si era lanciato verso l’Uzumaki, ma, purtroppo per lui, il potere di Kyuubi aveva aumentato decisamente i riflessi di quest‘ultimo: non solo ogni pugno del moro andò a vuoto, ma venne anche colpito duramente allo stomaco da un calcio.
-Sopraciglione, è questo tutto quello che sai fare? Sei scarso- chiese il biondo, con voce giocosa. Lo sollevò per il colletto e lo scaraventò contro Shikamaru, che stava riprovando ad immobilizzarlo. Stavolta non riuscì ad evitare il colpo e entrambi caddero a terra.
-Ciccione, vuoi farti avanti?- disse rivolgendosi a Chouji, sicuro che una furia a forma di pallone gigante si sarebbe abbattuta su di lui: ma questo, al contrario delle sue aspettative, non reagì alla provocazione. Il ragazzo, infatti, aveva preso ad osservare il ciondolo nero dell’amico, che splendeva al sole in tutta la sua bellezza. Ma non era quello ad averlo stupito, bensì la pietra al centro: ricordava perfettamente il suo rosso brillante, che aveva tanto colpito e affascinato le persone radunate alla cena indetta da Yae-san; adesso però, la pietra aveva cambiato colore, diventando nera come la pece! Sbatté un paio di volte le palpebre, chiedendosi se fosse solo la sua immaginazione, o se si ricordasse male l’aspetto dell’amuleto.
-Ehi, guarda che dico a te, scemo!- disse l’Uzumaki, mettendo infastidito le mani suoi fianchi. L’Akimichi lo guardò con uno sguardo indecifrabile, ma non disse nulla. L’altro strinse i pugni, per poi ghignare maligno.
-Tsk, sono stufo di stare qui in mezzo a voi idioti, me ne vado che è meglio- fece sparire le cinque copie, che avevano sfinito Sakura e atterrato Kiba, si voltò ed sparì in mezzo al bosco.

“Stupidi!…Mi hanno fatto perdere tempo inutilmente” pensò infuriato Naruto, mentre camminava sulla strada che portava dritto a casa sua. Ormai era sera e quasi tutti erano tornati nelle proprie case, per questo poteva permettersi di procedere spedito senza rischiare di andare a sbattere contro qualcuno- se in quel momento una persona avesse commesso il grosso errore di venirgli addosso, come minimo sarebbe tornata a casa con le ossa rotte.
-Nervoso dobe?
Si fermò di colpo, riconoscendo perfettamente la persona che aveva dato voce a quell’insulto. Strinse i pugni e si voltò, trovandosi davanti Sasuke che lo guardava dall’alto in basso divertito.
-Fatti gli affari tuoi, Uchiha!- gli ringhiò, rivolgendogli uno sguardo terribilmente iroso.
Il moro ghignò, ma ritornò serio subito dopo. Naruto alzò un sopraciglio, perplesso da quell‘improvviso cambio di umore.
-Vorrei riprendere il discorso di una settimana fa- gli disse, deciso, stavolta, a non lasciarlo andare. L’altro lo guardò perplesso, per poi ricordarsi della discussione di sette giorni prima, quella che non gli aveva fatto chiudere occhio per un’intera notte.
-Lo sai che dopo quella conversazione ho passato un’intera nottata in bianco?- gli disse, mettendo le mani sui fianchi, stizzito.
-Non cambiare discorso. Perché mi eviti?
Sasuke vide l’altro abbassare il capo, in modo da impedirgli di vedere il volto. Passarono cinque minuti buoni, in totale silenzio. Poi vide le spalle alzarsi ed abbassarsi convulsamente, la schiena piegarsi leggermente in avanti. Alla fine, Naruto non riuscì a trattenersi, e scoppiò a ridergli in faccia.
-Che c’è di così divertente?- gli chiese con un certo fastidio. Naruto continuò a ridere per un po’, per poi lanciargli uno sguardo pieno di… malizia?!
-E poi sarei io il dobe?- gli chiese, avvicinandosi a lui e circondare il collo del moro con le braccia, sul volto un sorrisino divertito. Avvicinò lentamente i loro volti, fino a che le labbra si sfiorarono, senza però andare oltre e accarezzò il petto del moro, su e giù, con una mano, lascivamente, mantenendo il contatto visivo.
-Davvero non l’hai capito, uhm?- disse, mentre iniziava ad accarezzargli i capelli dietro il collo, grattandolo piano. L’Uchiha rimase impassibile, ma dentro di se era piuttosto confuso.
-Mi spieghi cosa stai facendo?- gli domandò quando l’altro prese a sfiorargli la giugulare prima col naso, poi con le labbra, mandandogli brividi lungo tutta la schiena.
-Sei proprio un teme- gli disse l’Uzumaki, nascondendo poi la testa nell’incavo del collo del moro, il quale, alla parola “teme”, aveva sgranato gli occhi. Solo in quel momento si era reso conto che erano sei mesi che non lo chiamava così. Girò un poco il capo, e il profumo di agrumi dei capelli biondi lo investì in pieno. Era buono, rilassante.
Ad un tratto, sentì la presa attorno al suo collo diventare più forte. Sasuke alzò un sopracciglio quando sentì uno strano rumore, simile ad un… singhiozzo? Perplesso, lanciò un’occhiata al ragazzo, e vide le sue spalle alzarsi ed abbassarsi convulsamente.
-Dobe?- lo chiamò, ma non ricevette risposta. La presa attorno al suo collo aumentò di intensità, così come i singulti, malcelati contro il suo collo. Non sapendo cosa fare, poggiò le mani sui fianchi dell’altro, in una specie di abbraccio. Rimasero così per parecchi minuti, nei quali Naruto continuava a singhiozzare, e Sasuke gli carezzava i fianchi ogni tanto, cercando di calmarlo.
Alla fine, calò il completo silenzio. L’Uzumaki alzò di poco la testa, quel tanto che bastava perché la sua bocca fosse allo stesso livello del padiglione auricolare del moro.
Quest’ultimo avvertì un brivido scendergli lungo la schiena, quando avvertì il fiato dell’altro dritto dentro l’orecchio. Lo sentì prendere un profondo respiro, come se si stesse preparando a dire qualcosa di difficile. Alla fine Naruto parlò, o meglio, gli urlò.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Sasuke si staccò di colpo dall’altro, massaggiandosi l’orecchio, dove ora sentiva un fastidiosissimo fischio. L’altro, invece, era scoppiato a ridere: era bastato fingere un piagnisteo per intenerire l’Uchiha e fargli un bello scherzetto. Faceva tanto il duro, ma alla fine era un vero allocco.
-Ma sei diventato matto?- gli chiese, vergognandosi un po’ per essersi fatto abbindolare in quel modo. L’Uzumaki continuò a ridere a crepapelle, e quando si calmò era passato un quarto d’ora.
-Sei davvero uno scemo- disse al moro, ancora sorridendo, ma poi la sua espressione cambiò di colpo, diventando piena di rancore. Sasuke capì che doveva stare in guardia, quello sguardo non gli piaceva per niente.
-Vuoi sapere perché ti evito? Ebbene- gli si avvicinò, guardandolo dritto negli occhi con una rabbia intensissima- sappi che io ti odio.
Per un breve momento, Sasuke sgranò gli occhi, colpito dalla sincerità di quelle parole.
-Io ti odio per due motivi: uno, perché sei cambiato, invece di maturare, sei diventato ancora più infantile di quando eravamo ragazzini. Tu non chiedi, pretendi, ed è una cosa che odio nel carattere di una persona.
-Non mi stai dicendo nulla di nuovo- gli disse il moro, mentre pensava che, se questi erano i motivi, allora poteva stare tranquillo: il dobe non sarebbe mai cambiato.
-FAMMI FINIRE!!!! Due, perché mi hai fatto penare per tre anni della mia vita, in cui avrei potuto tranquillamente infischiarmene di te e realizzare i miei sogni, ma sono stato così idiota da pensare che se non ti riportavo indietro, io non valevo niente. Inoltre, mi sono illuso che infondo anche tu volessi tornare, e invece, se non ero io a trascinarti, ti saresti anche lasciato morire.
L’Uchiha si scurì in volto, assottigliando lo sguardo.
-Così, mi stai dicendo che ti penti di avermi riportato indietro?
-SI! Farti ritornare a Konoha è stato il più grosso errore di tutta la mia vita!
Naruto sorrise nel vedere gli occhi dell’altro spalancati, che fosse per lo stupore o per altro non gli interessava. Finalmente, si era liberato di un peso che portava ormai da sei mesi, e si sentiva straordinariamente leggero.
Il moro, invece, era rimasto scioccato: si era aspettato di tutto, dal fatto che, crescendo, si era persa la complicità, al fatto che il biondo aveva dimenticato il rapporto che avevano prima e che si vergognasse di ammetterlo; ma era completamente impreparato ad una risposta del genere, specie dopo tutto quello che aveva fatto per farlo tornare indietro. E stranamente, sentiva come se qualcosa si fosse spezzato dentro di lui.
L’Uzumaki si avvicinò, portandosi a poca distanza dal suo volto, continuando a sorridere.
-Avrei fatto molto meglio a lasciarti morire, sai? Almeno avrei rispettato la tua volontà da moribondo.
Quella affermazione fece scattare l’orgoglio del moro: si rimise dritto e prese Naruto per il colletto della maglietta, guardandolo con astio.
-E allora spiegami: mi hai salvato per pietà o cos’altro?
-Credo pietà- disse Naruto, poco prima di ricevere un pugno dritto nello stomaco. Si piegò in due, dolorante e tenendosi la pancia. Ma non finì li: una gomitata lo raggiunse dietro il collo e un calcio sul fianco, dopo di che venne sollevato per i capelli. Si aspettò un pugno, che non arrivò. Azzardò ad aprire gli occhi, e si trovò davanti lo Sharingan del moro, in tutto il suo splendore.
-Bastardo- gli disse, cercando di divincolarsi dalla presa dell’altro, inutilmente. Gemette di dolore quando sentì alcuni capelli staccarsi dallo scalpo. Sasuke, infatti, aveva aumentato la stretta, incurante dei fili dorati che gli rimanevano tra le mani.
-Hai ancora voglia di fare lo spiritoso?- gli chiese, strattonandolo con forza. Vide le pupille del ragazzo allungarsi verticalmente, e l‘iride diventare rosso sangue, ma non ne rimase per nulla intimorito.
-Volevi delle risposte…E io te le ho date. Non è un problema mio se non le accetti.
L’Uchiha non fece in tempo a ribattere, che si sentì sollevare e scaraventare lontano dal ragazzo biondo- non si era accorto che l’altro aveva creato una copia.
Naruto non perse tempo: gli si avvicinò e gli riservò lo stesso trattamento che lui aveva subito. A lavoro finito, i suoi occhi erano tornati azzurri.
-Mi hai rovinato la vita- gli disse ad un certo punto. Sasuke, intanto si era rialzato, asciugandosi un rivolo di sangue che gli era colato dalla bocca con il polso.
-Sei tu che ti sei messo in testa di venirmi a cercare, non puoi prendertela con me.
-Hai ragione, infatti ce l’ho anche con me stesso. Ma prova a pensarci: se per una volta avessi badato agli altri invece che pensare solo a te stesso, tutto quello che abbiamo passato, sarebbe accaduto?! Ti rispondo io: NO! Saremmo stati tutti felici. Ma tu hai dovuto fare lo stronzo e fare di testa tua! Bè, sai che ti dico? Fai quello che ti pare, tornatene a vagare per i boschi assieme a quei tre deficienti che ti porti sempre appresso, fatti Sakura e tutte le ragazza che trovi, non me frega assolutamente niente!! Tu con me hai chiuso!- disse voltandosi dall’altra parte, per tornarsene a casa e non ripensare più a questa assurda giornata
-Naruto, fermo- disse l’Uchiha, inseguendolo e prendendolo per un braccio. Sapeva che, con quelle parole, Naruto aveva voluto mettere fine ad un legame che lui stesso aveva voluto spezzare. Eppure, non sapeva neanche perché, non riusciva ad accettarlo: non voleva che il loro rapporto finisse li, non voleva che diventassero due estranei.
-Non abbiamo più nulla da dirci- gli disse il ragazzo, voltandosi e dandogli uno schiaffo sulla guancia talmente forte che da far girare la testa del moro-sparisci dalla mia vista, rifiuto umano!
Detto ciò, Naruto tornò dritto a casa sua, incurante dell’effetto devastante che le sue parole avevano avuto sul moro. Quest’ultimo non mosse un muscolo, fino a quando l’altro non sparì dalla sua visuale. Sentiva ancora la guancia colpita pulsare dolorosamente, così come il fianco sinistro e le altre parti in cui era stato ferito, ma non gli importava. In quel momento, non gli importava di niente. Sentiva solo freddo.
-Sasuke-kun?
Neanche si voltò: aveva riconosciuto la voce di Sakura che lo chiamava e non ci mise molto a capire che aveva assistito a tutta la scena. Dietro di lui, avvertì anche qualche altra presenza, segno che la ragazza non era sola.
-Sasuke-kun, io…- non sapeva come continuare la frase. Quello a cui aveva assistito, le parole che aveva udito, l’avevano sconvolta.
L’Uchiha non gli badò neanche, non voleva la pietà dell’ex compagna o di chiunque ci fosse dietro di lui. Se ne andò, lasciando nuovamente dentro Sakura una sensazione di impotenza.

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Eccoci qui. E qui ho sbagliato, perché purtroppo Naruto non è l'unico OOC. Pure Sasuke: troppo arrendevole. Il fatto è che non ho avuto tempo di modificarlo (maledetta ispirazione che viene SEMPRE in ritardo, neanche fosse Kakashi o il mio prof di matematica >__Che dite, ho esagerato a fare Naruto così violento (violento... cattivo è meglio, va)? Comunque, ringraziamo:

kokuccha: ah, non preoccuparti per le recensioni. Piuttosto, spero che il capitolo sia stato di tuo gradimento.

ladyash: ecco cosa è successo con il nostro male/adorato teme. Grazie per la recensione ^^

Capitatapercaso: si, più o meno è così. Diciamo che ho creato una antitesi del carattere di Naruto, visto che pucchoso non lo volevo CATEGORICAMENTE fare.

marynana89: Si, Sasuke le ha prese. E pure tanto mi sa. Grazie per il commento ^^

ryanforever: diciamo che dal prossimo capitolo le cose degenerano, ma non nel senso che potresti aver pensato (ma si è capito quello che ho scritto? Bo...)

Bien bien, se vedemo alla prossima. Bye!!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Il giorno dopo, l’Hokage convocò tutti i ninja che avevano fatto da scorta alle signore Kaname con un certa urgenza. Alcuni di loro, però, più precisamente Naruto e Sasuke, decisero di non presentarsi, uno perché non interessato, l’altro perché troppo occupato a pensare ad altro.
Tsunade non se ne preoccupò più di tanto, visto che aveva già le informazioni che aveva. E forse fu anche meglio che l’Uzumaki non fosse presente.
-Penso che tutti voi abbiate notato il cambiamento avvenuto in Naruto in questa settimana- disse, non appena fu certa che non dovesse venire più nessuno.
-Eccome- disse Suigetsu, anche lui vittima del pessimo umore del ragazzo- non fa altro che andare in giro a malmenare chiunque incontri.
-Amici compresi- disse Ino, incrociando le braccia davanti al petto, ancora offesa per il giorno prima.
-E’ irriconoscibile, Hokage-sama- Sakura strinse i pugni, amareggiata- non ho la più pallida idea di cose gli sia successo.
-Io, invece, credo di sapere il perché del suo umore nero- disse la Gondaime, sotto lo sguardo esterrefatto dei presenti, tranne di Shizune, Yamato e di Kakashi, che erano già conoscenza della situazione. Subito, venne tempestata di domande come “Davvero?”, “E’ malato?”, “Quella è una spia travestita da Naruto, vero?” e simili.
-Niente di tutto questo.
-E allora ci vuole dire che cosa ha?- chiese Karin, spazientita.
-Ricordate la sera della cena, quando Yae-san vi ha regalato quegli oggetti?
I presenti annuirono, anche se non riuscivano a capire che collegamento ci fosse tra quei doni e il cambiamento del loro amico.
-Ebbene, a Naruto è stato regalato un amuleto, come voi ben sapete. Il problema è che quell’amuleto è un po’ particolare.
-Secondo le mie ricerche- disse Shizune- quel ciondolo proviene da una terra molto lontana, a noi sconosciuta, e ha il potere di influenzare il carattere delle persone.
-Questo lo sapevamo già- la interruppe Sakura- ce lo ha detto Sae-san che ha degli effetti molto positivi sull’umore di un uomo.
-Infatti si è visto, sprizza felicità da tutti i pori- disse Suigetsu; ma quella battuta fece riflettere i ragazzi, che capirono al volo. Si voltarono, increduli, verso Tsunade, che annuì.
-Non mi dirà che…
-Esatto Shikamaru- Tsunade poggiò la testa sulle mani- è colpa di quell’amuleto se Naruto è diventato così crudele.
Nessuno parlò per vari secondi, tale era lo stupore per quella notizia.
-Non ci posso credere, non pensavo che Yae-san potesse fare una cosa del genere, sembrava così buona- disse Chouji, sinceramente colpito da quella scoperta.
-Bé, del resto lei e Sae-san sono gemelle, non mi sorprenderebbe sapere che dietro quell’aria tranquilla si nasconde un genio del male. Non mi sono mai piaciute quelle donne.
-Non mi sembra la pensassi così quando ti hanno regalato quella maglia di seta- le disse Suigetsu con un sorriso sornione sul volto, per poi ricevere un pugno in piena faccia da Karin.
-Ci siamo fatti abbindolare dalle parole di Sae-san come degli scemi
-Bè, a dire il vero, Shikamaru, Sae-san non ha mentito, non del tutto almeno- disse Kakashi- quel ciondolo ha davvero la capacità di mutare il carattere delle persone in meglio, ma per fare ciò, devono esserci delle condizioni ben precise.
-Cioè?- chiesero in coro i ragazzi.
-L’effetto ciondolo cambia a seconda dei pensieri che la persona ha prima di indossarlo.
-Per fare un esempio- si intromise Yamato- Sai, ti ricordi che, quando è arrivato, Naruto ha parlato di una giornata iniziata malissimo?
Il moro, che aveva ancora delle fasce che gli avvolgevano la fronte, annuì.
-Bene. Quel giorno, Naruto aveva quel’amuleto al collo. Quando l’ha indossato, probabilmente i suoi pensieri dovevano essere negativi, e il ciondolo ha mantenuto il suo cattivo umore fino a quando non l’ha tolto. Ma probabilmente, è dalla settimana scorsa che lo porta al collo.
-Il problema di quel ciondolo- proseguì Tsunade- è che più lo si tiene addosso, più i suoi effetti aumentano. In questo caso, la rabbia che Naruto ha nei confronti di tutti noi sta raggiungendo livelli vertiginosi e…
-Mi scusi Tsunade-sama, ma perché Naruto dovrebbe essere arrabbiato con noi? O almeno, perché con gente che non gli ha mai fatto nulla?
-Vedi Sakura- le spiegò Kakashi- bene o male, tutti noi proviamo antipatia per una persona. Può essere anche il tuo migliore amico, ma c’è sempre un qualcosa in lui che non ti piacerà mai. Per Naruto è lo stesso, e il ciondolo ha amplificato quella antipatia, fino a renderla pericolosa.
-Pericolosa?
-Come penso abbiate notato, Naruto usa i poteri della volpe a nove code che risiede dentro di lui quando qualcuno che non gli aggrada lo infastidisce- disse Tsunade, scurendosi in volto- la mia paura è che il potere del ciondolo risvegli in lui l’odio che provava per il villaggio quando era piccolo, visto che la gente non faceva altro chiamarlo mostro quando lo vedeva. E se ciò accadesse…
-Pensa che potrebbe arrivare a risvegliare completamente i potere del demone?- chiese Shikamaru, mentre provava ad immaginarsi le conseguenze che un fatto del genere avrebbe potuto avere sul villaggio, e l’unico scenario che riusciva a figurarsi era un posto pieno di macerie.
Tsunade annuì.
-Ovviamente, è solo un’ipotesi. Non sappiamo se il potere di quell’oggetto sia così influente sulla volontà di Naruto, ma è meglio non rischiare. Yamato e Kakashi andranno a parlare con le signore Kaname, che adesso sono in viaggio per il villaggio della Sabbia, quindi non dovrebbe impiegarci molto. Intanto, affido a tutti voi la missione togliere il ciondolo a Naruto. Potrete chiedere aiuto a più persone, se lo volete.
Il gruppo annuì. “E che ci vuole”, pensarono.
Le ultime parole famose.

Tentativo nr1:
Anche quel giorno, Naruto si era svegliato di pessimo umore. Un’altra notte in bianco, sempre per colpa di quel maledetto Uchiha.
Dovresti prenderti una tisana, sai? Rischi di avere un esaurimento nervoso se continui così
.
“Sta zitta, volpaccia, non ho tempo per le tue stupide chiacchiere” disse Naruto, mentre si vestiva in fretta e furia, per poi uscire di casa sbattendo la porta. Una volta fuori, fece un profondo respiro, tentando di calmarsi, inutilmente. Dopo di che, arrabbiato più di prima, decise di fare una passeggiata per la via commerciale, tanto per vedere cosa aveva da offrire. Quel giorno, però, la trovò inspiegabilmente quasi vuota.
-Naruto-kun!
Il ragazzo riconobbe subito che la voce di chi lo stava chiamando era di Sakura, ma decise di continuare per la sua strada, ignorandola. In quel momento non aveva voglia di parlare con lei. E poi, magari, stava chiamando un altro ragazzo omonimo a lui, che ne poteva sapere.
-Naruto-kun, sono io, Sakura!
Sbuffò infastidito, pensando che fare un bella piazza pulita delle persone petulanti come la ragazza che era dietro di lui sarebbe stata la cosa migliore per tutti. Si voltò verso di lei, già pronto a dover sopportare i suoi pugni, dovuti alle parole del giorno prima…e rimase completamente basito da quello che gli si presentò davanti: la rosa, infatti, indossava un abito corto, nero e attillato, che risaltava perfettamente tutte le forme del suo corpo da giovane donna, e sul volto un trucco leggero, giusto per allungare un po‘ la forma degli occhi e rendere le labbra più carnose. Era davvero molto bella.
L’Uzumaki, dopo lo stupore iniziale, dovuto più alla sorpresa di vedere l’amica così agghindata che per altro, era rimasto un po’ perplesso.
-Che cosa…?
-Che ne dici? Non pensi che mi doni?- gli chiese, facendo un giro su se stessa, in modo che lui potesse avere una visione completa del vestito- e di come esso cadesse perfettamente sui fianchi, delineandoli alla perfezione.
-A dire il vero, penso che tu sia troppo piatta per un abito del genere- disse senza peli sulla lingua. Sakura, a quella affermazione, iniziò ad avere un tic nervoso, ma non perse il sorriso, anche se era divenuto un po’ tirati.
-T-Tu dici?
Naruto annuì deciso, quindi le chiese il motivo di tutto quell’agghindarsi.
-Bé ecco… pensavo che oggi, visto che non avevamo missioni, potevamo… sai no… uscire un po’… io e te… da soli- disse lei, fingendosi timida, come quando da piccola chiedeva un appuntamento a Sasuke.
Il piano era semplice: approfittando della cotta che Naruto aveva per Sakura, quest’ultima avrebbe lo distratto, mentre Suigetsu, con una tenaglia, avrebbe tagliato la catenina del ciondolo. L’albino, infatti, era a qualche metro di distanza dai due, assieme a Shikamaru e Chouji, che controllavano la situazione.
-Quale parte di “Non mi interessi più” non ti è chiara?- le chiese scocciato.
L’Haruno rimase impassibile, si aspettava una risposta del genere. Non aveva dimenticato cosa era accaduto il giorno prima, e per questo si era accuratamente preparata.
-Lo so- gli disse, avvicinandosi a lui e prendendogli una mano- però… però, io vorrei riprovarci. Voglio conquistarti di nuovo!
L’altro spalancò gli occhi, stupito dalla sincerità che trapelava dallo sguardo di lei, ma poi la scostò brutalmente da se.
-Mi spiace per te, ma è una causa persa in partenza. Non sono più un masochista, perciò non ho più motivo di farmi picchiare da te.
Sakura abbassò lo sguardo, mentre pensava ad un modo per poterlo ancora intrattenere.
-Credo che Sakura sia in difficoltà- disse Suigetsu, vedendo che la ragazza non parlava più.
Shikamaru aggrondò le sopracciglia, indeciso se continuare a lasciarla provare o passare al piano B. Alla fine, decise di utilizzare la seconda opzione, e fece un cenno dall’altra parte della strada.
Poco dopo, Naruto si sentì arpionare il braccio in una stretta ferrea. Si voltò, e vide una massa di capelli rossa poggiata contro il suo povero arto.
-Ma guarda che sorpresa, Naruto-kun! Ti vedo in forma.
-K-Karin?
-Si. Come stai, caro?- gli chiese maliziosa, strusciandosi leggermente contro di lui.
Sakura capì che Shikamaru doveva aver interpretato il suo silenzio come una difficoltà, e aveva mandato l’altra in suo soccorso. Sbuffò stizzita, ma decise di non arrabbiarsi più di tanto e di attenersi al piano.
Intanto, Naruto guardava la rossa come se stesse osservando una pazza. Provò a staccarsela di dosso, inutilmente.
-Karin, sei sicura di stare bene?- le chiese, infine.
-Assolutamente- disse la giovane, per poi lanciare un’occhiata a Sakura- oh, ciao fronte spaziosa.
-Ciao, quattrocchi- le rispose, capendo al volo cosa l’altra le aveva comunicato con lo sguardo: fare finta di litigare per l’attenzione del biondo. Cosa semplicissima, visto che già non si sopportavano.
Karin iniziò a recitare la sua parte: lasciò il braccio del ragazzo e si mise davanti a lui, un sorriso provocante adornava il bel volto- ti va se facciamo compere insieme?
-A dire il vero, Naruto-kun e io avevamo un impegno- disse, spintonandola via.
L’Uzumaki guardava le litiganti con fare perplesso, ma poi, infastidito, tossì un paio di volte, attirando l’attenzione delle due.
-Allora, punto primo, mi sembra di averti già detto che tu non mi interessi più, e che quindi è inutile che continui ad assillarmi- disse rivolto a Sakura, poi parlò alla ragazza con i capelli rossi- e tu, mi spieghi perché vieni a rompermi le scatole? Perché non lo chiedi a Sasuke di uscire con te?
-Sasuke? Oh, lui non mi interessa più. E’ troppo freddo per i miei gusti- disse lei con semplicità.
La risposta di Karin lasciò completamente basito Naruto, mentre Sakura dovette ammettere che la ragazza era stata molto convincente, e che lei non avrebbe saputo fare di meglio.
Intanto l’Uzumaki, sicuro di aver sentito male, stava per chiederle di ripetere ciò che aveva detto, ma lei non gliene diede il tempo: lo prese per mano e lo portò in giro per le bancarelle, seguita dall’Haruno.
Qualche metro dietro di loro, Shikamaru e Suigetsu controllavano la situazione- Chouji era andato a controllare che Juugo, rimasto assieme ad Ino, non avesse avuto uno dei suoi lapsus omicidi.
-Non pensavo che Karin sapesse recitare così bene- disse sinceramente sorpreso l’albino.
-Già, nemmeno io. Comunque, è meglio seguirgli, non voglio perderli di vista- ribatté il castano, per poi fargli cenno di muoversi.

I due aspettarono un po’ prima di agire, tanto per essere sicuri che nulla si intromettesse nella riuscita del loro piano. Appena li videro fermarsi davanti ad un negozietto, Shikamaru si preparava ad usare la sua tecnica d’ombra, che in caso di bisogno avrebbe tenuto fermo l‘oggetto della loro missione, mentre Suigetsu si avvicinava a Naruto con passo felpato, in mano le pinze.
-Che ne pensi di quel vestito, Naruto-kun?- chiese Karin, indicando un abito viola, decorato con ghirigori in argento e lungo fino a metà coscia.
-E’ orrendo. Comunque, mi volete spiegare perché mi state così appiccicate? Sul serio, state iniziando a darmi fastidio. Sembrate due oche in calore.
Le due ragazze dovettero mantenere tutto il loro autocontrollo per non picchiare a sangue il ragazzo che si trovavano di fronte. Dovevano farlo per la riuscita del piano e per la sicurezza del villaggio, anche se a Karin non gliene fregava assolutamente niente.
Suigetsu ormai gli stava a due passi. Provò le pinze un paio di volte, assicurandosi nuovamente che fossero in buone condizioni, e si apprestò ad afferrare delicatamente la catenina dorata. Ma proprio in quel momento, Naruto aveva deciso di piantare in asso le due ragazze, che si erano messe a litigare per una gonna, e di andarsene.
Shikamaru imprecò internamente, ed attivò immediatamente la tecnica del controllo dell’ombra, in direzione di Naruto; purtroppo, davanti a lui si fermò un carro carico di frutta, che gli impediva di vedere in che direzione stesse andando la tecnica! Cercò subito un buco che riuscisse a fargli vedere qualcosa, senza successo.
Intanto Suigetsu, vedendo l’Uzumaki voltarsi, si affrettò a nascondere la pinza dietro la schiena, ma non riuscì a muoversi. Shikamaru, infatti, non riuscendo a vedere dove indirizzare la sua tecnica, era dovuto andare a caso; ma, invece che prendere l’ombra del ragazzo biondo, aveva preso quella dell’albino!
Quando Naruto si voltò, si trovò davanti Suigetsu con il braccio alzato, in mano la tenaglia, e un’espressione allucinata sul volto. Dopo un primo attimo di perplessità, l’Uzumaki sentì la rabbia salirgli dentro.
-Potrei sapere- ringhiò con una chiara nota d’ira nella voce- perché volevi colpirmi con una pinza?
-Ehm… No no, guarda che c’è un equivoco, io…
Ma non finì la frase, perché Naruto aveva caricato un montante, prendendolo sotto il mento.
-Dovevo aspettarmelo- disse, mentre il viso dell’albino si ricomponeva goccia dopo goccia. Lanciò a Karin e a Sakura un sguardo pieno di rabbia, tanto che le ragazze si sentirono gelare il sangue, e poi se ne andò.
Non appena Naruto fu abbastanza lontano, la rossa iniziò ad insultare in tutti i modi possibili i due ragazzi.
-Razza di deficienti, avete rovinato tutto!!! Ce l’avevamo quasi fatta, maledizione!!!
-Ehi guarda che non è colpa mia! E’ stato lui- e indicò Shikamaru- a sbagliare la mira. Io non centro niente!
-Potevi sbrigarti, baka! Mentre i due continuavano a litigare, Sakura e Shikamaru decisero che era ora di passare al secondo piano B.

Tentativo nr 2:
Naruto era furioso. Come osavano quel pesce mezzo lesso e quella testa di pomodoro ambulante organizzare un attacco alle sue spalle, per di più con l’aiuto di Sakura?!? E in un luogo pubblico!
Le possibilità sono due cucciolo gli disse la volpe o sono degli scemi, o qualcuno gli ha mandati su commissione. Io propenderei per la seconda, sai? Forse è stato il piccolo Uchiha. Dopo quello che gli hai detto ieri, sembrava piuttosto arrabbiato
“No, è troppo orgoglioso per fare una cosa del genere. Se doveva farlo, lo faceva di persona. Comunque, più tardi andrò da oba-chan per denunciare Karin e Suigetsu. Chissà, forse gli cacciano dal villaggio”.
Secondo il protocollo di Konoha, perché delle persone possano chiedere asilo politico, devono passare un anno di prova, in cui dimostrano le loro buone intenzioni e la volontà di diventare onesti cittadini. In caso contrario, vengono cacciati.
Naruto già si pregustava il momento. Forse sarebbe riuscito anche a mandar via Sasuke- visto che quei due erano componenti del suo team, era automatico pensare che anche lui fosse implicato.
A un tratto, sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla e tirarlo contro il petto di qualcuno.
-Naruto, amico mio, come stai?!- esclamò allegro Kiba, che lo teneva a se utilizzando il braccio sano. Dietro di lui c’erano Sai, con il suo classico sorrisetto, e Rock Lee.
-Bene, prima che mi stritolassi il braccio. E adesso mollami, cane pulcioso- disse l’altro, ma l’Inuzuka sembrava intenzionato a non lasciarlo andare così facilmente. Infatti, continuava ad avere sul viso un sorriso gioviale, nonostante fosse stato appena chiamato con uno degli appellativi che più detestava.
-Noi stavamo andando a mangiare qualcosa all‘Ichikaru- disse Rock Lee, pendendolo sotto braccio dall’altra parte- vieni con noi?
-No- rispose, ma venne comunque trascinato a forza verso il locale.
Una volta arrivati, vennero accolti da un Teuchi sorridente e da quattro piatti di ramen fumante.
-Oh, guarda un po’ chi c’è qui oggi, il mio cliente preferito insieme ai suoi amici- esclamò allegro- venite venite! Oggi offre la casa.
Naruto esaminò con attenzione i volti che gli stavano sorridendo affabili, alla ricerca di un indizio che gli confermasse che c’era qualcosa sotto, ma non trovò nulla. Decise di sedersi vicino al muro, in modo da avere solo una persona a fianco, ma Rock Lee fu più veloce e lo occupò prima di lui.
-Andiamo Naruto-kun, siediti vicino a me- gli disse con un sorriso a trentasei denti. L’altro sbuffò, ma accettò comunque l’invito.
-Come faceva a sapere che saremmo venuti in quattro?- chiese, osservando le ciotole davanti a lui. Teuchi trasalì leggermente.
-Bé, queste sono quattro nuove ricette, e pensavo di farle assaggiare ai primi clienti che avrei avuto- si affrettò a dire.
Naruto annuì, sospettoso. Poi iniziò a mangiare, in silenzio, ignorando deliberatamente Kiba e Rock Lee che tentavano di iniziare un qualsiasi tipo di conversazione. Intanto, il proprietario del locale preparava altri piatti di ramen- conoscendo il suo cliente, non ne sarebbero bastati dieci per soddisfarlo.
-Allora, com’era?- chiese quando vide la ciotola vuota.
-Un po’ sciapo- rispose quello, per poi prendere la seconda porzione.
Intanto, con molta attenzione, Rock Lee si era avvicinato alla catenina dorata, con l’intento di slacciarla. Sai osservava i movimenti di Naruto, in modo da avvertire il moro nel caso dovesse fermarsi e aspettare, mentre Kiba distraeva il biondo con le chiacchiere.
-Allora, di un po’ come è andata l’ultima missione?
-Mi hai già fatto questa domanda almeno un migliaio di volte. La risposta non è cambiata, sai?
-Si lo so, però…
L’Uzumaki bevve il brodo dalla ciotola, posò le bacchette, e fece per alzarsi. Rock Lee rimise subito giù le mani.
-Naruto, dove vai?
-Ad allenarmi, almeno faccio qualcosa di interessante, invece che stare qui a non fare niente.
-Ma no, perché? Rimani un altro po’. Hai mangiato solo due ciotole di ramen- disse Teuchi, porgendoli in fretta e furia un altro piatto- ecco, questa è un’altra ricetta nuova, fatta con delle erbe molto rare. Vorrei un tuo parere.
-No- disse, ma sia Rock Lee che Kiba lo presero per una manica e lo tirarono giù. Naruto sbuffò pesantemente, per poi riprendere le bacchette e iniziare a mangiare.
Sai lo osservò attentamente, assicurandosi che l’altro non facesse movimenti bruschi e che fosse impegnato a gustarsi il ramen, poi fece un cenno al ninja vestito di verde. Questo annuì, e riportò le mani vicino al collo del ragazzo biondo.
L’Inuzuka, intanto, aveva ripreso a parlare, stavolta di una missione che aveva compiuto qualche giorno prima, quando il braccio destro non era ancora lussato. Incredibilmente, Naruto sembrò interessato, visto che ogni tanto gli lanciava qualche occhiata, gesto che prima non faceva.
Ormai, Rock Lee era vicino al compimento della missione: era riuscito ad afferrare il gancetto della catenina. Adesso, doveva solo riuscire ad aprirlo e…
Ma quel giorno, la sfortuna sembrava perseguitare i ninja della foglia: Naruto si alzò di colpo e il moro fu costretto a mollare la presa dalla catenina per evitare di essere scoperto.
-Ehm, dove vai?- gli chiese Kiba, non appena lo vide in piedi.
-Ad allenarmi- gli rispose, alzando la tendina del locale- sono stufo di stare qui.
-Va bene, allora andiamo- disse Sai, mettendosi in piedi anche lui.
-No, vado da solo.
-Ma no, dai, è brutto allenarsi da soli- gli disse Kiba- veniamo anche noi.
-E voi due cosa vorreste fare? Tu hai il braccio lussato e Sai è appena uscito dall’ospedale.
“Chissà di chi è la colpa” pensò l’Inuzuka, continuando però a mantenere un‘aria spensierata. Il biondo fece una smorfia, disgustato.
-Volete smetterla di sorridere? Cos’è, avete una paralisi facciale? Posso capire Sai, ma voi due sembrate degli squilibrati.
“Naruto non sa quello che dice. Naruto non sa quello che dice. Naruto NON sa quello che dice” si ripeté mentalmente il giovane, cercando di mantenere la calma, già precaria in un tipo come lui.
-Allora vengo io con te! Sono sanissimo e…
-Quale parte di “VOGLIO ALLENARMI DA SOLO” non è giunta al tuo cervello?- chiese a Rock Lee con gli occhi incandescenti di rabbia. Il moro, che si era messo in una delle sue classiche pose, indietreggiò leggermente verso il muro.
-Vabenevabenevabene, non parlo più.
L’Uzumaki assottigliò lo sguardo, minaccioso, per poi girarsi e andarsene.
-Maledizione- disse Kiba, sbattendo la testa sul tavolo- se continuiamo così non ce la faremo mai. Spero che almeno Ino e Chouji riescano a levargli quel coso.
-Dubito che ci riusciranno- disse Sai, per poi indicare un punto sulla strada. L’Inuzuka volse lo sguardo dove indicato, e venne colto una nuova ondata di disperazione: la Yamanaka e l’Akimichi stavano venendo verso di loro, lui portando sulle spalle Juugo, che era svenuto.
-Ha avuto un lapsus omicida- disse la ragazza prima che qualcuno potesse chiedergli qualcosa.
-Abbiamo dovuto portarlo fuori dal centro abitato, altrimenti avrebbe fatto un macello- disse Chouji, poggiando il ragazzo su una sedia li vicino- meno male che è passato Sasuke, altrimenti non oso immaginare cosa sarebbe successo. Com’è andata qui?
-Male- rispose Sai, alzando semplicemente le spalle.
Kiba sospirò amaramente.
-E dire che di occasioni ne abbiamo avute.
-Oh, andiamo, non vi scoraggiate- esclamò Rock Lee, mostrando l’ok- sono sicuro che riusciremo a far tornare Naruto allegro e spensierato. Basterà continuare a tentare.
In quel momento, arrivarono anche Sakura, con Karin, Suigetsu e Shikamaru, che raccontarono con poche parole il loro tentativo, anch’esso fallito.
Il gruppo di ragazzi fece un triste sospiro, ma poco dopo l’Haruno ebbe l’ispirazione.
-Ragazzi, se non funzionano le buone- disse, mettendosi seduta- useremo le cattive. Ho un piano, state a sentire.

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Signore, e non so se c'è qualche signore, ecco il penultimo capitolo. Finalmente, questa storiella sta per terminare. Si si, lo so che siete disperati *in lontananza si vedono i lettori stappare bottiglie di champagne*, ma manca ancora un capitolo. Passiamo ai ringraziamenti:

Capitatapercaso: bè, grazie ^////^. Effettivamente, sbloccare i freni inibitori è forse la definizione più esatta. Il fatto è che mi ha sempre dato l'idea di trattenersi, a volte stento, dal mandare a quel paese le persone, e che nessuno se n'è mai accorto, nonostante fosse palese (e li dico "Ma c'hai le fette di salame sugli occhietti belli? O sei semplicemente rinco"). Direi che quello che volevo esprimere lo hai detto tu, quindi vuol dire che il mio messaggio è arrivato. Sono contenta^^.

ryanforever: nell'ultimo capitolo tutto l'intreccio si scioglierà. Non resta che aspettare ^^.

Elie91: grazie :)

Sarhita: grazie anche a te ^^. Spero che adesso potrai recensire con più calma.

ladyash: povera Sakura non le vuole bene nessuno XD. Allora spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento

marynana89: grazie ^^

Alla prossima volta ^__^ . Bye!!!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Naruto si dirigeva a passo sostenuti verso i campi di allenamento, dentro di lui una rabbia enorme e a stento trattenuta.
Interessante disse la volpe, ironica una specie di tentato omicidio e tre dei tuoi amici che diventano psicopatici. Si vede che la scemenza a Konoha è contagiosa.
Naruto neanche le badò. Sentiva un’enorme bisogno di sfogarsi, di prendere a pugni qualcosa… o qualcuno.
Ormai arrivato al campo di allenamento, decise di iniziare con un po’ di riscaldamento: andò contro uno degli alberi a cui era attaccato un vecchio materasso e iniziò a colpirlo con forza.
-Ma guarda un po’ chi si vede.
L’Uzumaki non si fermò, deciso ad ignorare completamente Sasuke, che si era appoggiato contro un albero li vicino.
-Anche tu sei venuto ad allenarti?- gli chiese dopo una decina di minuti passati in totale silenzio. L’Uchiha lo osservò per qualche istante, per poi ghignare leggermente.
-Si, ti va di farmi da partner?- chiese, avvicinandosi a lui. L’altro lo guardò vagamente stupito.
-Che richiesta insolita, per uno come te- disse infine, sorridendo sghembo- stai ammettendo pubblicamente di avere bisogno d’aiuto?
-No, mi serve solo qualcuno che mi faccia da cavia. Devo testare la forza di una nuova tecnica che ho creato.
-E perché dovrei farmi ammazzare?- gli chiese Naruto, alzando un sopracciglio. Sentiva che c’era qualcosa si strano sotto.
-Non è detto che sia mortale.
-Ma non ne hai le certezza.
-Stai facendo storie inutilmente, è solo una normale sessione di allenamento- disse il moro, dirigendosi verso uno dei campi battuti li vicino, ma si voltò verso di lui poco dopo- o forse hai paura di qualche graffio?
Colpire l’orgoglio del biondo fu la mossa giusta: infatti, questo assottigliò lo sguardo, per poi superare l’Uchiha e dirigersi verso il l‘area di allenamento.
Quando si trovarono l’uno di fronte all’altro, Sasuke osservò attentamente il ciondolo nero che adornava il collo del suo avversario. Solo ora notava che la pietra aveva cambiato colore, diventando nera come il carbone. Si ricordò dell’incontro di quella mattinata con Ino, Chouji e Juugo. Quest’ultimo aveva avuto uno dei suoi attacchi, e ovviamente era dovuto intervenire lui. Casualmente, aveva ascoltato la conversazione che era avvenuta tra la Yamanaka e il suo amico: stavano discutendo della missione di togliere il ciondolo a Naruto, prima che fosse troppo tardi. Non fece domande particolari, ma aveva intuito che avesse qualcosa a che fare con il cambiamento avvenuto nel ragazzo. Se non aveva capito male, quel ciondolo doveva semplicemente essere tolto. Sarebbe bastato un momento di distrazione durante il combattimento per riuscire a togliere la catenina, l‘importante era che lo facesse prima ce l‘altro attivasse il potere di Kyuubi.
L’Uzumaki, intanto, pensava a tutte le notti in bianco passate a causa dell’Uchiha, e decise di vendicarsi. In fondo, aveva già mandato all’ospedale Sai e Kiba, non c’è due senza tre, no?
Bastò uno sguardo tra i due per capire che quello non sarebbe stata una normale sessione di allenamento.
Passarono vari secondi in cui nessuno dei due si mosse di un millimetro. Alla fine, spazientito, fu il biondo ad attaccare per primo: scattò in avanti, con il pugno già pronto a colpire. Mossa fin troppo prevedibile, e l’Uchiha non faticò a schivarlo, così come i successivi due calci. Alla fine decise di contrattaccare, bloccandogli un braccio e caricando un sinistro dritto verso il viso. Ma appena lo toccò, si rivelò essere una copia.
Per nulla sorpreso, estrasse due kunai dalla sacca delle armi, e gli lanciò uno contro un cespuglio, dove era nascosta un’altra copia, e un altro alla sua destra, dove lo stava per attaccare un altro falso. Attivò lo Sharingan, e individuò subito il vero Naruto nascosto dietro un albero, assieme ad altre nove copie sparse qua e la. Aspettò che una di esse partisse all’attacco: schivò i suoi colpi, la afferrò per le spalle e la lanciò contro i due che gli erano venuti incontro da dietro. Diede una gomitata ad un’altro che aveva provato ad attaccarlo di lato e ne eliminò altri quattro usando degli spilli avvelenati. Ne rimanevano due, compreso quello vero.
All’improvviso, dalla terra sbucò l’ultima copia rimasta, che lo tenne immobilizzato per le gambe, mentre il vero Naruto spuntò da un albero, nella mano destra il rasengan di un colore stranamente vermiglio. Sasuke non riuscì a schivarlo, e venne colpito in pieno.
L’Uzumaki esultò internamente, ma rimase sbigottito quando si accorse che l’altro aveva attivato la tecnica della sostituzione. L’Uchiha apparve sopra di lui, dandogli una gomitata tra le scapole. Il ragazzo biondo urlò dal dolore, per poi cadere rovinosamente a terra, rimanendo sdraiato.
Si sentì rigirare a pancia in su, e un peso gravargli sullo stomaco. Aprì di poco gli occhi, diventati rossi, e vide il volto dell’Uchiha a pochi centimetri da suo. Non capì le intenzioni del moro, fino a quando quello non lo baciò.
Rimase sconvolto, anche se per pochi secondi. Fu più che sufficiente affinché l’Uchiha riuscisse a strappare la catenina dal collo dell’altro e a buttare il ciondolo da qualche parte, lontano da loro.
Naruto, all’improvviso, si sentì stranamente sorpreso, come se si fosse svegliato di colpo da un sonno lunghissimo. Solo in un secondo momento si ricordò di avere le labbra del moro ancora attaccate alle sue. Arrossì vistosamente, ma non fece nulla per scostarlo. Non tanto perché gli piacesse quel contatto, ma perché era troppo sorpreso ed intontito per fare qualsiasi cosa.
Sasuke, dal canto suo, avrebbe anche potuto scostarsi, ormai aveva compiuto la missione, ma preferì continuare a mantenere qual contatto ancora un po’ a lungo.
Quando si staccò, trovò il volto di Naruto completamente rosso, gli occhi spalancati, probabilmente dallo stupore, e le labbra leggermente socchiuse. Lo osservò per un po’, per poi lasciargli i polsi e posizionare le mani ai lati della testa del ragazzo sotto di lui.
A ogni gesto, l’imbarazzo che provava l’Uzumaki aumentava a dismisura. Non capiva cosa fosse successo, perché si fosse svegliato in un prato con Sasuke che lo baciava, e perché di quella posizione assurda. L’unica cosa che sapeva, era che se ne voleva andare. Per questo, quando vide il volto dell’altro avvicinarsi nuovamente al suo, agì d’istinto, dandogli uno schiaffo talmente forte che Sasuke venne scaraventato a un metro di distanza da lui.
-Ma allora è un tuo vizio darmi gli schiaffi- disse Sasuke, massaggiandosi la guancia lesa. Si alzò in piedi, mentre l’altro inveiva contro di lui.
-TU, TU- gridava completamente rosso in volto a causa dell‘imbarazzo, indicandolo con un dito- CHE COSA MI HAI FATTO!?! NON MI RICORDO NIENTE!!!!
-Non ricordi?- gli chiese stupito. L’altro negò con la testa.
“Se è vero” pensò il moro “allora non ha in mente quello che è successo ieri sera”.
-SCOMMETTO CHE E’ TUTTA COLPA TUA!! MALEDETTO TEME MANICO!!!!!
Sasuke sgranò gli occhi, quando l’altro lo chiamò con quell’appellativo. Sorrise internamente: in fondo, gli era mancato sentirsi chiamare così. Si avvicinò al compagno, che ancora era per terra, e gli tese la mano. L’Uzumaki lo guardò senza capire il motivo di quel gesto.
-Alzati dobe. L’allenamento è finito.
-A-Allenamento?- chiese il ragazzo, ancora più confuso di prima- e quello lo chiami allenarsi? T-Tu mi… Mi stavi baciando!
Sasuke non fece in tempo a rispondere, perché in quel momento, dal fondo della foresta, comparvero Sakura, Shikamaru e tutto il gruppo che componeva la scorta e non.
-Naruto, non preoccuparti- gli disse Rock Lee, mettendosi in posa- adesso ti aiutiamo noi!
-Eh?- gli chiese, confuso. Non ci stava capendo più nulla.
-Ascolta Naruto- gli disse Sakura, con un sorriso che, in teoria, doveva essere rassicurante- non vogliamo farti del male. Dobbiamo solo toglierti la collana che ti ha regalato Yae-san.
-L-La collana che mi ha regalato Yae-san?- chiese perplesso, per poi toccarsi il collo e scoprire che il ciondolo non era più al suo posto.
-Ehi, ma dov’è finito?!
Approfittando di quell’attimo di smarrimento, Sakura, Rock Lee e Karin gli saltarono addosso, tenendolo fermo, mentre Ino cercava l‘amuleto, sicura che fosse da qualche parte dentro la maglietta.
Juugo, che ormai si era ripreso, notò che il ciondolo era proprio ai suoi piedi e, vedendo che anche Sasuke era li, non ci impiegò molto a capire che era stato l’Uchiha a compiere la missione. Provò ad avvertire Karin che l’Uzumaki non aveva più il ciondolo al collo, senza successo. Alla fine, seguì il consiglio di Suigetsu: prese l’amuleto, se lo mise in tasca, e andò a fare rapporto all’Hokage.

Qualche giorno dopo, si venne a sapere la verità: Sae-san aveva scambiato il vero dono di Naruto con quel ciondolo maledetto per fare uno scherzo. Non aveva assolutamente intenzione di creare tanto scompiglio, anche perché non era a conoscenza della vera identità del biondo. Oltre a porgere le sue scuse, dovette pagare anche un risarcimento danni piuttosto consistente, e lasciare l’amuleto nelle mani dell’Hokage.
Intanto, Naruto venne a sapere di quello che aveva fatto mentre era sotto l’influenza dell’amuleto, anche se in minima parte- Sakura non gli aveva voluto dire tutta quanta la verità, per non farlo penare più di quanto stesse facendo in quel momento.
L’Uzumaki andò di persona a porgere le scuse ad ogni uomo, donna, bambino che avesse offeso, e ne ricevette a sua volta da Sae-san qualche giorno dopo.
Sembrava che ormai tutto fosse sistemato, ma il ragazzo sapeva che c’era ancora una cosa che doveva fare.

Si era dato appuntamento con Sasuke vicino al fiume, alle nove e mezzo di sera. Naruto sapeva perfettamente cosa dirgli, se lo era ripetuto migliaia di volte con Kyuubi, ma quando vide l’Uchiha avvicinarsi, tutto il suo coraggio si sciolse come neve al sole.
Cucciolo, non entrare nel panico gli disse la volpe, per tranquillizzarlo, inutilmente.
-Dobe- lo salutò il moro quando gli fu davanti. L’altro rispose con un cenno della testa, mentre un improvviso groppo alla gola gli impediva di parlare chiaramente.
-Allora, che mi dovevi dire?
L’Uzumaki già si immaginava la scena: lui che iniziava a sviare l’argomento principale, e Sasuke che se ne andava, senza aver risolto nulla.
Quando, parlò, però, si stupì nel notare che la sua voce risultava stranamente decisa.
-Hai ragione, io ti evito- disse, guardandolo fisso negli occhi-e, quando ti ho detto quelle cose, io non stavo propriamente mentendo. Il fatto è che… mi sono reso conto che nulla potrà essere come prima, indipendentemente da quanto mi sforzi.
L’Uchiha si meravigliò nel sentire parole così sincere provenire dalla bocca dell’altro. Probabilmente, si era preparato il discorso.
-Io… Ti chiedo scusa per il modo troppo diretto col quale ti ho detto quelle cose. Vedi, sono felice di essere riuscito a farti tornare, non fraintendermi- E’ che credevo che sarebbe tornato tutto a posto. Ma, non penso che riusciremmo a tornare affiatati come un tempo. Sono passati troppo anni.
-Mi stupisce che tu dica una cosa del genere, dopo tutto quello che hai fatto.
-Lo so, e in effetti mi stupisco anch’io di quello che sto dicendo. Ma, la verità è che… io non riesco più a fidarmi di te.
Calò un breve silenzio, in cui Naruto aveva abbassato lo sguardo, conscio che non sarebbe riuscito a reggere gli occhi d’ossidiana dell’altro, e quest’ultimo che elaborava il discorso che aveva appena ascoltato.
-E quindi, non pensi che io e te riusciremmo a tornare amici, no?
Il biondo annuì, scuro in volto. Non si aspettava una reazione plateale, a dire il vero. Però, era contento di essere riuscito a chiarire con l’Uchiha.
-Concordo quasi con tutto quello che hai detto, compreso il fatto che non riusciremmo mai a recuperare quel rapporto che avevamo prima.
Naruto annuì nuovamente, anche se aveva sentito il suo cuore frantumarsi in mille pezzi- in fondo, c’era sempre stata in lui la speranza di poter recuperare il rapporto con Sasuke.
-Per quanto riguarda la questione fiducia…
Alzò lo sguardo, e rimase basito nel vedere il sorriso divertito dell’altro. “Che accidenti ha da ridere?”
-Sei e rimani un dobe senza speranza- gli disse, per poi voltarsi e andarsene.
Naruto rimase fermo, felicemente sorpreso da quello che era riuscito a capire da quel gioco di sguardi.
“Tanto ti riconquisterò prima o poi.”

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Ed eccoci alla fine... quasi. Diciamo che, forse, potrei mettere un capitolo speciale. Ditemelo voi, lo volete?
Comunque, passiamo ai ringraziamenti_

Kurachan: vabbè dai, meglio tardi che mai XD. A dire il vero, io sono partita col presupposto di non fare un Naruto pucchoso. Non lo volevo, però credevo di aver esagerato così. Invece è piaciuto, sono contenta ^^.

beat: Oh bè grazie ^///^. Spero che il finale sia piaciuto, anche se a me non soddisfa per niente -__-'

marynana89: ecco che il principe blu è arrivato! Spero che il capitolo sia stato di tuo gradimento.

Sarhita: grazie. Spero che anche questo sia piaciuto come il precedente.

Capitatapercaso: il Principe Blu del Paese del Culo di Papera è arrivato XD! Purtroppo non avevamo il cavallo bianco, ed è dovuto andare a piedi, ma va bene lo stesso XD. Spero che il capitolo finale sia piaciuto.

ladyash: grazie per il commento ^^.

ryanforever: ecco chel'intreccio si è sciolto, e spero che sia stato di tuo gradimento.

Ringrazio anche le 25 persone hanno messo la storia tra le preferite, e le 19 persone che l'hanno messa tra le seguite.
Allora, basta che mi dite se volete il capitolino extra, che non riguarderà Naruto. In teoria, doveva essere immesso assieme alla storia e spedito al concorso, ma poi non ho avuto tempo di correggerlo.
A questo punto, vi ringrazio tutti e... Alla prossima ^^! Bye!

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