Hymn

di Rota
(/viewuser.php?uid=48345)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Time ***
Capitolo 2: *** Birth ***
Capitolo 3: *** Pride ***



Capitolo 1
*** Time ***


Kougaiji 1
TIME





Benché lo senta, benché lo percepisca con ineluttabile precisione, quel maledetto tempo che scorre sulla pelle inesorabile, minuto dopo minuto, come una lama che incide tacche sulla mia pelle, ferendomi fino allo spasmo, fino a farmi boccheggiare stanco, non c’è minuto che io possa concedermi una pausa che ristori il mio corpo provato.
Non posso rallentare il passo, perché i minuti scanditi dal ritmo delle mie gambe possano passare senza soffermarsi su istanti.
Dolorosi o meno, non ha importanza, anche volendo mi sarebbe difficile pensarci.
Cinquecento anni… cos’è un attimo, alla fine, in confronto a quest’eternità? Una bazzecola, una virgola che appena stona tra verbo e soggetto, tra oggetto e predicato.
Anche il dolore è un attimo, e ciò che perdura alla fine diventa monotono, banale. Una cosa di cui non si sente neanche la presenza gravosa sulle proprie spalle. E alla fine, anche un colpo mortale allo stomaco sembra una carezza un poco vigorosa.
Vitalità, sto perdendo gocce di vitalità. Continuando così, proverò solo un’infinita voglia di farla finita; l’insensibilità è peggio della morte, perché tortura la coscienza con un’effimera esistenza opaca.
E’ il passo cadenzato della volontà che non vacilla, che non traballa a farmi camminare sempre. Quell’immagine candida nella mia mente che si staglia ogni qualvolta io abbia la tentazione di soffermarmi a malapena. Mia madre, che no, non lo sente il tempo maledetto, restando sigillata in quella pietra perenne, in quella roccia che non sente nulla e prova anche meno, è ciò che mi vincola alla vita.
Non posso arrestare il corso di questo passare vigoroso perché un mio tentennamento varrebbe la semplice sconfitta. Non sono responsabile solo della mia vita, questo la mia coscienza me lo ripete fin troppo spesso.
Passa, passa il tempo. Briciola dopo briciola, tacca dopo tacca.
E’ come se il sole non trovasse mai riposo dietro i monti, la luna mai sorgesse.
Se continuo a camminare a questo modo, rischierò di corrodere qualche osso, di consumare la materia bianca fino a farla diventare polvere.
Ma che senso hanno gli istanti, che ragione d’esistere, in un oceano sconfinato che forma il tempo?
Forse nel ricordare che il mare è fatto di gocce, il tempo di tanti, infiniti istanti, potrei provare ad arridere quanti sciocchi pensieri filosofici mi fanno sperare in un domani migliore.
Istante prima, istante dopo, ogni cosa muta ad una velocità sorprendente.
E le verità di 500 anni fa sono polvere e fango nel mio presente.











Time, tempo.
Ho pensato che per una persona che vive per più di 500 anni un simile argomento non deve essere facile da affrontare.
Torno a fare Nonsense, un genere che a me piace davvero tanto.
E torno a farlo in un nuovo, nuovissimo fandom per me.
Ho voglia di innovazione, ecco tutto.
Spero vi sia piaciuta <3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Birth ***


birth
Birth


Così com’è vero che ogni cosa è limitata, essa ha bisogno di un inizio e una fine.
Il tempo viene scandito in prima e dopo, attimo seguente e attimo precedente. Perché non esiste un presente sentito – quello è già passato irrimediabilmente.
La nascita, per questo motivo, si dipinge di bellezza sublime.
L’inizio di ogni cosa – di ogni esistenza pura e incontaminata – sobbarca la vita di enormi aspettative e ideali. Concentrandosi tutte in un punto, le idee si fanno corpo e spirito.
Pieno di energia, un essere è sempre in divenire, sempre in atto. In quel momento più che mai.
Ma non è solo la nascita di una vita, umana, demoniaca o animale. Anche la nascita di una semplice emozione, di una semplice intenzione arreca lo stesso moto entusiastico.
Ogni volta che vedo il volto di mia madre, fisso nel marmo che mi sovrasta il capo, nasce in me cotanto affetto che mi sento quasi opprimere. E’ forte, dannatamente forte quello che sento. E’ calda, e riscalda il cuore infermo.
Ma non c’è nascita che non sia legata alla morte, intrinsecamente. Se non ci si ponesse limiti, l’implosione dell’intero sistema sarebbe necessaria.
E che almeno questo mondo continui ad esistere.
Altrimenti davvero nulla avrebbe più senso.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Pride ***


hymn 3 *Autore: margherota
*Titolo: Pride
*Fandom: Saiyuki
*Personaggi: Principe Kougaiji
*Generi: Introspettivo
*Avvertimenti: Missing Moment, Flash fic
*Rating: Giallo
*Parole: 280
*Prompt COW-T: Orgoglio
*Note: Sono tornata in questi lidi, ebbene sì. Era da tantissimo tempo che non aggiornavo la raccolta, chi mi segue mi possa perdonare çWç Capitoletto corto, niente di ché, ma ci tenevo ad affrontare l'argomento con questo personaggio siccome, di per sé, è un argomento molto forte.





Pride




Certo, è facile parlar tanto quando si è sicuri della terra che si sta calpestando - del percorso che si sta percorrendo, da cima a fondo. Certo, è semplice guardare solo in avanti quando non si apprezza quel che rimane indietro - e si prova vergogna persino ad adocchiarlo, tanto risulta putrescente e osceno alla vista.
Ho detto che desideravo non avere rimpianti, e tutt'ora lo desidero: non rimpiangere nulla di quello che si trova e si troverà dietro le mie spalle. Eppure, la nobiltà degli intenti è ciò che rende un uomo, un essere vivente, degno del cielo azzurro. Allungare le mani in alto non è sufficiente, se non c'è la certezza di poter afferrare qualcosa con le dita.
Io ho sempre camminato in avanti, sorretto da una speranza di cui potevo solo intravedere i labili confini. Niente sotto i piedi, niente sopra la testa. Mi andava bene, perché non immaginavo a quanto potesse esserci in alternativa.
Rinchiuso in una prigione per secoli, ho semplicemente adorato la libertà, per me e per chi mi stava attorno. Senza pensare ad altro che a quello, come un animale che, a quattro zampe, arranca per terra.
Mi sono riscoperto uomo pian piano. Mi sono riscoperto principe attraverso un'epifania.
Non sono sicuro ancora di nulla se non di poche briciole - ma la mia presa si è fatta salda e non ho intenzione di mollare.
Sono un verme che striscia in mezzo ai vermi e senza elevarmi tanto in alto, senza distinguermi a forza dal resto della gentaglia che mi circonda, so di essere unico e so di essere vivo.
Finché non ho paura di guardare attraverso l'oscurità più profonda, dirigerò sicuro il mio passo.
Questo è il mio orgoglio.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=413585