The long night

di memi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** God Save the Rose ***
Capitolo 2: *** The Case of the Missing Map ***
Capitolo 3: *** The Big James ***
Capitolo 4: *** Something to Quarrel About ***
Capitolo 5: *** Who Framed Henri Toad ***
Capitolo 6: *** What I Hate About You ***
Capitolo 7: *** Scorpius Malfoy Must Die ***
Capitolo 8: *** In the Land of Hugo ***
Capitolo 9: *** The Day After Night ***
Capitolo 10: *** Along Came Albus ***



Capitolo 1
*** God Save the Rose ***


The long night

{A good night to forget}

 

 

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“McLaggen è in infermeria, perciò tu Rose farai la ronda con...

...Scorpius Malfoy.”

Merda.

 

 

I ~ God Save the Rose

 

 

Rose Weasley era un bravo Prefetto. Svolgeva i suoi compiti con diligenza, non alzava protesta per i suoi insensati turni di ronda e, cosa principale, sopportava la logorroica parlantina di Rufus McLaggen con invidiabile stoicismo. In sedici anni di onorata carriera scolastica non aveva mai fatto niente per cui meritasse una simile punizione, neppure quando a Pozioni aveva fatto ruzzolare il calderone a terra, imbrattando banco e abiti di una sostanza indefinita. Ma miseriaccia, lei odiava Pozioni!

Era una studentessa brillante in quasi tutte le materie, eppure bastava metterle davanti un pentolone per farla cadere in depressione. Poteva anche aver ereditato l’intelligenza di sua madre, ma rimaneva per metà figlia di Ron Weasley e pertanto doveva aver preso da lui ben più di una fame insaziabile a tavola. Ecco, l’essere negata in Pozioni era una di quelle cose che aveva ereditato dal ramo paterno dei suoi geni.

Il problema, comunque, era un altro e lei, armata del suo più spietato sangue freddo, era decisissima a porre fine a quella ridicola pagliacciata.

Lei non avrebbe fatto la ronda con quel pallone gonfiato di Scorpius Hyperion Malfoy, né ora, né mai. Il caro Caposcuola avrebbe fatto bene a convincersene e a capacitarsene, fino a che era in tempo, se non voleva una brutta sorpresa. Avrebbe preferito pattugliare corridoio per corridoio da sola fino a mattina inoltrata, se ce ne fosse stato bisogno, piuttosto che mettersi in coppia con quella specie di omuncolo ossigenato.

Arrivò alla Torre di Corvonero marciando, i piedi che sbattevano tanto sul pavimento duro da risuonare lungo le alte pareti che costeggiavano la sua avanzata. Ma Rose non vi diede troppo peso, lo shock per la notizia era ancora troppo vivido e la determinazione sul suo viso era un punto di forza inossidabile. Il suo unico rammarico era quello di non essere riuscita a stoppare tutta quella disdicevole faccenda prima, durante la riunione tra Prefetti, quando il gentilissimo Caposcuola aveva avuto l’ardire di annunciare la sua fine, armato di un inopportuno e fastidioso sorriso allegro stampato in faccia. Però il tempo di riprendersi dal logico sconvolgimento post-notizia, che già il Corvonero era scivolato via, risucchiato dalla calca di studenti di turno e accompagnato da quell’insana aria soddisfatta.

Non che di solito non fosse un tipo spensierato, ovvio. Eppure Rose era certa di non avergli mai visto un’espressione come quella, a metà tra il compiaciuto e il divertito, e la cosa, proprio perché non ne sapeva la causa scatenante, la irritava parecchio. Più che irritarla, in quel momento la offendeva quasi.

Che fosse così giulivo per la fenomenale idea avuta a sue spese?!

Rose non voleva e non poteva crederci.

Insomma, era lui, il ragazzo dal sorriso cordiale e dalla risposta pronta, quello gentile e affidabile, ma che in un modo del tutto inspiegabile sua cugina Roxanne trovava particolarmente detestabile. Lo stesso per cui aveva preso una sbandata stratosferica al suo primo anno, senza avere la benché minima intenzione di farglielo sapere. Colui che riusciva ad essere spiritoso e che aveva il buongusto di sopportare con incredibile nonchalance le trovate assurde di James e di Fred, portandoli alla ragione quando l’idea si rivelava più folle del previsto.

Per questo ed un’altra serie di motivi, Rose era assolutamente certa che doveva essere successo qualcosa. Qualcosa di grave, a giudicare dai sintomi. Magari qualcuno gli aveva tirato contro un Confundus, o peggio ancora si era divertito a rubargli i capelli e bevendo la Pozione Polisucco aveva preso il suo posto, lasciando il vero lui a marcire sul fondo di uno squallido baule tra calzini spaiati e abiti consunti.

Scosse la testa, con risoluzione.

-Basta pensarci!- Si disse, animata da un nuovo vigore. -Affronta il toro per le corna, Rosie! Prendi Merlino per la barba e metti fine a questo scempio.-

Era un buon piano. Sarebbe andata da lui, gli avrebbe mostrato uno sguardo intransigente e lo avrebbe...supplicato di cambiarle compagno per la ronda. Era un ottimo piano.

-Un attimo...- Sbatté più volte le palpebre la Grifondoro. C’era un problema di fondo, si ritrovò a constatare giunta dinanzi ad una porta senza maniglia, senza alcuna serratura da far scattare con un incantesimo.

“Ciao Rose!” La salutò distrattamente sua cugina minore Lucy, diretta verso l’entrata alla Torre di Corvonero.

“Lucy aspetta!” Scattò in avanti Rose, con una tale violenza che per poco non si spiccicò contro il fondo del pavimento.

Poco importava, comunque: aveva appena trovato la soluzione al più imminente dei suoi problemi.

“Sì?”

“Ehi Lucy, non è che potresti farmi un favore?”

“Certo!” Annuì subito l’altra, che non disdegnava mai l’opportunità di rendersi utile.

“Dovresti chiamarmi una persona.”

Neanche cinque minuti dopo la porta che dava alla Sala Comune di Corvonero si aprì dall’interno, rivelando l’oggetto delle sue invettive. Occhi sgranati, aria sorpresa e quel fastidioso sorrisetto di vittoria a delineargli le labbra, tanto insolito quanto funesto. Lucy doveva averlo beccato sul salotto in piena pennichella, a giudicare dal cipiglio disastrato con cui si era presentato, con i capelli paglierini sparati in tutte le direzioni, degni di fare concorrenza alla zazzera di James o alla chioma indomabile di Al.

“Che succede? Lucy mi ha detto che mi cercavi.”

Sembrava spaesato.

Rose in risposta assottigliò le palpebre e piazzò le mani sui fianchi. “Io la ronda con quello non la faccio.” Decretò, sperando di risultare abbastanza convincente da non costringerla a sistemare le cose tramite una Maledizione Imperius.

“Con chi?”

Lui era talmente intontito dal sonno da non riuscire a seguirla, nonostante gli sforzi, e la cosa riuscì in qualche modo a innervosirla ancora più di prima.

“Con Malfoy.” Sibilò tra i denti, masticando e sputando quel nome come se le bruciasse sulla lingua.

Ed in effetti era così, perché tra tutte le persone fastidiose che poteva conoscere, Scorpius aveva la straordinaria capacità di superare tutti nella top ten e di piazzarsi in pole position con incredibile sfacciataggine. A volta sembrava quasi temesse che qualcuno lo disarcionasse dal posto d’onore e, in quei giorni, era ancora più insopportabile del solito. Si era così affezionato alla medaglia d’oro, che non riusciva a viverne senza e doveva per forza disturbarle le giornate pur di tenersela bene stretta a sé.

“Oh.”

Oh? È tutto quello che hai da dire? Oh?” Ripeté scandalizzata Rose, ormai prossima ad una crisi di nervi.

Possibile che non riuscisse ad afferrare la gravità della situazione? Era un Corvonero, perbacco! Sarebbe dovuto arrivarci da solo, lei non avrebbe neppure dovuto chiederglielo, figurarsi a spiegargli i motivi di un simile rifiuto!

“A dire il vero...” Scrollò le spalle il ragazzo, con rischiosa trascuratezza. “...non capisco dove sia il problema.”

Sgranò gli occhi, esterrefatta. Lui non capiva? Stava scherzando, vero?? Okay, aveva capito. Dov’era James? Bello scherzo, c’era cascata in pieno, yu-hu, bravi loro...adesso potevano benissimo finirla con quella messinscena e rivelarsi. Coraggio, dov’erano gli altri? James? Al? Hugo?

“Rose? Rose mi senti? Ehi...?”

Una mano le sventolò dinanzi gli occhi, come una visione, cancellando in un colpo di spugna ogni altro pensiero per riapprovare alla dura realtà. Si guardò attorno, furtiva, e con un magone allo stomaco si accorse che no, non c’era traccia né di James, né di Al, né di suo fratello Hugo, né di nessun altro eccetto loro due. Il che poteva voler dire solo una cosa: non era una scherzo. Ma se non era uno scherzo, allora...

“Non farai sul serio!” Quasi gli si avventò contro Rose, imbufalita adesso.

“Fare cosa?” Di nuovo, il Corvonero non riusciva a dirigere i propri neuroni nella pista giusta a seguirla.

“Farmi questo, Lorcan! Io e Malfoy, la ronda, stasera! È...ridicolo!”

“Rose.” Sospirò in risposta il ragazzo, passandosi una mano nei capelli folti e scompigliandoli selvaggiamente.

Lorcan Scamander era sempre stato un ragazzo paziente (almeno fino a che non perdeva la calma), dal buon carattere (eccetto quella manica di volte in cui perdeva la testa) e dall’intelligenza attiva (salvo i minuti appena dopo un risveglio, dove il torpore inibiva talmente il suo raziocinio da avere meno cervello di un troll di montagna), tuttavia c’erano delle piccole, minuscole cose che, nonostante gli sforzi, non sapeva digerire.

Il venire svegliato di soprassalto da un sogno fantastico che includeva una certa Grifondoro dai modi sgarbati per dover fare fronte ai dilemmi esistenziali di una donna in piena crisi ormonale, di sicuro rientrava tra quelle tre o quattro sciocchezze.

“Senti, McLaggen è in infermeria e...” Sbadigliò sonoramente. “...e i Tassorosso hanno già fatto il turno di ieri, mentre i Corvonero hanno quello di...” Altro sbadiglio. “...di domani. Che altro potevo fare? E poi Malfoy non è così male...” Ci pensò su per qualche istante. “...in fondo.”

Quanto in fondo dovesse andare a scavare, ecco, era quello il problema.

“Ma-”

“Tanto è solo per una sera.”

“Beh-”

“E poi non è definitivo. Dovete fare solo una stupida ronda, no?”

“Sì, però-”

“Perciò è tutto apposto, giusto?”

“Io-”

“Bene, allora, tutto risolto! Fammi sapere come va!”

“Aspetta!”

Troppo tardi. Lorcan era scivolato via attraverso la porta senza maniglie, sussurrando di fretta la risposta all’indovinello di turno e scomparendo dentro la Sala Comune di Corvonero come se stare lì un altro minuto avesse potuto ucciderlo. Il tutto, chiaramente, senza darle il tempo necessario per formulare una frase di senso compiuto. Non le aveva dato neanche lo spazio di una parola, aveva stroncato sul nascere ogni sua obiezione e l’aveva fatto – doveva riconoscerlo – con la giuste dose di logicità.

Tuttavia nessuno di questi pensieri riusciva a distoglierla dal problema fondamentale.

Ronda. Lei. Con Malfoy.

Che poteva esserci di peggio?

“Weasley, avevo capito dovessimo fare il turno insieme, non ciondolare in giro per il castello!”

Lui, ovviamente.

Si girò, sbuffando come un mantice e lanciando sguardi di fuoco a chiunque le capitasse a tiro, animato o inanimato che fosse.

“Per tua informazione, non stavo ciondolando in giro per il castello, ma stavo discutendo di alcune, ehm, questioni con Lorcan.” Sciorinò, attenta a scegliere le parole che più si avvicinavano ad esprimere al meglio le sue intenzioni.

“Questioni che mi riguardano?” Alzò un sopracciglio Scorpius, assumendo un’aria vagamente incuriosita.

Cielo, ma come accidenti faceva ad essere sempre così dannatamente attraente?! Non che lei nutrisse particolari propensioni verso il ragazzo, certo che no, tuttavia era abbastanza matura da ammettere quando un ragazzo poteva essere reputato obiettivamente affascinante e, che lo volesse o meno, lui rientrava nella categoria. Non sarebbe potuto essere diversamente, d’altro canto, non con quell’aura selvatica che accompagnava ogni suo gesto e s’irradiava dal fondo di due profondi occhi grigi.

Non che lei fosse il tipo da notare certe sottigliezze quale il colore degli occhi, soprattutto se riguardavano un emerito beota quale il suo attuale interlocutore, ciò nondimeno l’avercelo dinanzi faceva sì che lo sguardo vi cadesse inavvertitamente sopra, ecco. Non era colpa sua. Non lo stava fissando per sua iniziativa, ma solo per educazione, sia ben chiaro.

“Suppongo che neppure un incontro ravvicinato con uno Schiopodo Sparacoda riuscirebbe a sgonfiare il tuo smisurato ego, Malfoy.” Decretò piuttosto che rispondere alla sua domanda, dottrinale e saccente quanto bastava per inimicarselo.

O forse no.

Scorpius, difatti, al contrario delle sue aspettative non appariva turbato, né offeso, quanto piuttosto colpito dalle sue parole.

“Così va a finire che mi monto la testa, Weasley.” La avvisò, ghignando selvaggiamente. “E comunque questo significa sì.”

“Ma di che parli?” Lo guardò diffidente Rose, che ben conosceva le sue toccate di testa.

“Sì, le questioni di cui dovevi parlarne con Scamander riguardano me.” Specificò in uno scintillio di trionfo lui.

Per tutta risposta, lei fece una smorfia, inorridita. “Nei tuoi sogni, Malfoy!” Sibilò oltraggiata, ma ormai il viso era virato in un rosso talmente acceso che sarebbe stato stupido credere di avergliela data a bere perciò pur di mettere fine a quell’infinito momento d’imbarazzo, Rose preferì passargli di fianco e superarlo.

“Dove stai andando adesso?”

Non aveva fatto nemmeno mezzo metro che già se lo ritrovò alle costole.

“Dove credi che stia andando?” Alzò gli occhi al cielo Rose, teatrale. “La parola ronda, ti ricorda qualcosa?”

Scorpius sghignazzò. “Certo, che dobbiamo farla insieme.”

La vide impallidire mortalmente e, magnanimo, decise di darle subito il colpo di grazia.

“Io e te...”

Respirare. Doveva solo respirare. Non era difficile.

Inspira. Espira. Inspira. Espira. Visto? Inspira. Espi-

“...per tutta la notte, Weasley.”

Oh Dio, perché non c’era mai un Dissennatore quando ce n’era bisogno?

 

 

 

 

 

{Il titolo del capitolo è un adattamento di God Save the Queen, inno nazionale britannico}

 

 

Disclaimer

I personaggi sono proprietà di Rowling, che li ha inventanti, e non sono da me utilizzati a scopo di lucro.

Alcuni personaggi di contorno che non avete trovato nei suoi libri e il banner di cui sopra, sono invece di mia invenzione e, dunque, mi appartengono.

L’idea di questa fanfiction è nata vedendo il film 2009 Nick & Norah: Tutto accadde in una notte. In realtà la mia storia non c’entra niente con la trama del film di per sé che prende altre vie e altre storie, ma vi si ispira per la sola idea di ambientare tutto in un’unica notte. Il riadattare titoli già noti per farli diventare i titoli dei miei capitoli, me l’ha invece suggerito il telefilm Gossip Girl, anche se nessuno degli arrangiamenti da me utilizzati sono stati ancora usati dal telefilm in questione.

Sotto ogni capitolo troverete il film/libro/telefilm/altro da cui ho preso lo spunto per il titolo.

 

 

A/N

Per chi segue il mio blog, già sapeva dell’arrivo di questa mia mini-long.

Ad ogni modo si tratta di 9 capitoli più un extra che provvederò a postare nel più breve tempo possibile, impegni permettendo.

Non so che altro aggiungere, se non...me lo lasciate un commentino? *-*

Baci.

memi

 

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Capitolo 2
*** The Case of the Missing Map ***


II ~ The Case of the Missing Map

 

 

“Andiamo Weasley, rallenta il passo, stiamo facendo una ronda, mica la maratona di New York!”

Per tutta risposta Rose sbuffò scocciata, senza tuttavia modificare la propria andatura nonostante fossero già a quota tre richieste del genere. Lo sapeva che era una cosa stupida e che la serata non sarebbe finita prima se lei avesse camminato più velocemente possibile, ciò nonostante non poteva farci niente, era una cosa che andava oltre la sua volontà. Aveva questa specie di sensazione per cui, se avesse rallentato, avrebbe dato adito ai reclami del ragazzo più egocentrico della terra e pertanto, pur di non incorrere in un simile rischio, era ben disposta a mettersi a correre, qualora si fosse reso necessario.

“Ti rendi conto che se andiamo appena un po’ più veloce, possiamo fare concorrenza ad un unicorno?”

“Questo è il mio passo, Malfoy. Vattene se non ti piace.” Ribatté piccata lei, assumendo un’aria da professoressina pedante, come non mancava mai di farle notare suo cugino James.

“Merlino, quanto sei suscettibile, Weasley!” Alzò gli occhi al cielo di controparte Scorpius, un ghigno divertito arricciava ancora le sue labbra perfette e non scomparve neppure dietro la nuova espressione maliziosa che si premurò di assumere. “Ci credo che non riesci a trovare nessuno...”

La buttò lì, quasi per caso, come se avesse appena fatto un’innocua osservazione sul tempo o qualcosa del genere.

Rose si accese all’instante, virando in una così intensa tonalità di rosso da combaciare con le fiamme della propria casata. Era così imbufalita che la sua mente geniale non riuscì a cogliere l’unica cosa d’importante in quel momento, ben nascosta (ma non invisibile) nel fondo grigio delle iridi del ragazzo. Qualcosa che, a ben vedere, poteva anche tradursi quale luccichio di cognizione di causa e che non sarebbe stato difficile descrivere come una studiata provocazione.

“Questo lo dici tu, Malfoy!” Sbottò difatti, fermandosi di scatto e girandosi per la prima volta verso di lui per gettargli dardeggianti occhiate di fuoco.

“Vuoi farmi credere che c’è qualcuno?”

Lui sembrava piuttosto sorpreso e – dannazione! – avrebbe dovuto essere intimorito, non sorpreso!

“Non voglio farti credere proprio niente!”

“Perciò c’è o no?”

“No! Cioè, sì! Sì, sì, certo che sì! E poi che accidentaccio te ne importa a te?” Lo scrutò torva, ormai viola per l’acceso scoppio di rabbia.

Al contrario, Scorpius era la perfetta riproduzione dell’immagine della calma piatta, con neanche un capello biondissimo scoperto fuori posto. L’unico barlume di emozione era dato dalla smorfia in cui si era arricciata la bocca, all’insù, rivelando un buonumore che la infastidiva non poco. Che diavolo aveva da sorridere, poi?! L’imbecille se la stava godendo un mondo e – Santo Godric! – lei non riusciva a capirne il motivo. L’oggetto della questione, invece, risultava essere terribilmente ovvio: lei.

“Niente.” Scrollò le spalle con invidiabile nonchalance Scorpius. “Assolutamente niente, Weasley. Non farti strane idee.” Sogghignò, studiandola con la coda dell’occhio e facendo particolare attenzione, senza essere visto, ad ogni minima reazione che si affacciava sul viso di lei.

Ma Rose sapeva essere davvero imprevedibile e, al contrario di ogni sua aspettativa, sembrò non notare neppure la cadenza sibillina impressa nella voce del ragazzo, per cui, anziché ribattere con una delle sue risposte taglienti, sorvolò oltre e si preparò a perlustrare un angusto corridoio laterale, dove normalmente ci si nascondeva un bel gruzzoletto di persone.

-Nulla da fare.- Sbuffò contrariata, cominciava ad averne abbastanza. Possibile che tra tanti studenti di Hogwarts, rimanevano in piedi soltanto lei e Scorpius Malfoy?! Le sarebbe bastato un piccolo diversivo, qualcuno su cui sfogare la propria rabbia repressa, qualcuno con l’unica sfortuna di farsi beccare al posto sbagliato nel momento sbagliato...accidenti, non chiedeva poi questa gran cosa tutto sommato!

Non che temesse di stare da sola con quel bellimbusto platinato, era solo che non sopportava il suo continuo sghignazzare, ecco. Né trovava tollerabile quel suo credersi tanto superiore giusto per quella discreta bellezza esteriore o per qualche apprezzabile azione durante una partita di Quidditch. Soltanto per quello e, per la cronaca, non c’entrava niente il modo in cui il suo cuore aveva preso a fare strane capriole e lo stomaco a contrarsi su se stesso, tanto meno l’inopportuna sensazione di calore e di eccitazione che il trovarsi da sola con lui sembrava suscitarle. Si trattava di sciocchezze, tutto qui. Di banali, insulse, stupide, innocue, insignificanti sciocchezze dovute più ad un certo astio che non ad altro. Perché non c’era nient’altro...no?

“Allora?” Volle sapere Scorpius, non appena lei fece ritorno dal cunicolo, le braccia conserte e la fronte aggrottata. “Nessun Grifondoro da sistemare?”

Rose gli lanciò un’occhiataccia. “Poteva esserci chiunque. Un Tassorosso, ad esempio, o...”

“O un Grifondoro.”

“...o un Corvonero, o...”

“Un Grifondoro.” Insistette lui, sagace.

“...o un Serpeverde.” Lo ignorò bellamente lei, non senza aver prima mostrato il proprio disappunto con sguardi al vetriolo che di certo non migliorò dinanzi al sopracciglio inarcato riservatole di rimando da Scorpius. “Anzi, sai che ti dico? Sarebbe stato sicuramente un Serpeverde. Avete una certa propensione a cacciarvi nei guai, voi. Cos’è? La routine quotidiana non è abbastanza eccitante? Avete bisogno di altre, ehm, distrazioni?”

“Credimi.” Sogghignò spudoratamente il biondo. “Di distrazioni, come le chiami tu, ne abbiamo anche a sufficienza noi. È di voi poveri Grifondoro che mi preoccupo...”

“Beh, fai male a preoccuparti per noi.” Lo redarguì subito Rose, le mani strette a pugni e lo sguardo impertinente.

“Davvero?” Scorpius non sembrava del tutto convinto, come diede ben a vedere la sua incredibile faccia da schiaffi. “Perché mi era parso di capire che non ci fosse nessuno...”

“Sì che c’è!” Si difese prontamente la ragazza, ormai violacea per il livello di frustrazione e di irritamento che quel bizzarro discorso le stava procurando.

“Ah sì? E chi sarebbe?” La fissò scettico Scorpius, con l’aria di chi la sa lunga in merito.

Rose strinse così forte i pugni che le nocche le impallidirono mortalmente e le unghie si conficcarono con forza nella carne morbida. Santo cielo quanto lo detestava! Come accidenti faceva suo cugino a sopportarlo e, addirittura, ad essergli amico? Meritava un premio, sul serio, per la pazienza ostentata. Una statua d’oro sarebbe stata l’ideale.

“Nessuno che ti riguardi!”

“Che è un modo per dire che non c’è.”

“Sì invece!”

“Allora dimmi chi è.”

“Non vedo perché dovrei farlo!”

“Perché non dovresti?”

“Perché non sono fatti tuoi!”

“Avevo ragione. Non c’è nessuno.” Sentenziò con un lungo sospiro di cospirazione Scorpius, le braccia incrociate all’altezza del petto e gli occhi fermi sul viso infiammato della Grifondoro già da diverso tempo, pieni di un certo insano diletto.

“Ti ho detto di sì! Oh, ma perché non puoi essere come le persone normali?”

“Perché cosa sono, secondo te? Un centauro?”

“No, uno stronzo!”

Per un istante, la frase rimase sospesa sopra le loro teste come un velo invisibile, prima di sprofondare a terra con la forza e l’intensità di un macigno. Scorpius sgranò gli occhi, appena, quasi impercettibilmente, il che era comunque già tanto per uno come lui, e Rose dovette mordersi la lingua per non ritrattare. Inspiegabilmente, qualcosa dentro di lei avrebbe voluto ingoiarsi tutto e non aver mai detto niente, eppure la parte raziocinante le diceva che non avrebbe dovuto importarle se anche si fosse offeso, perché dopotutto aveva esposto a parole soltanto la verità...no?

Ma poi, anziché, offendersi, lui fece una cosa del tutto inaspettata quale poteva esserlo lo scoppiare a ridere.

Ebbene sì, dinanzi ai suoi occhi, Scorpius Hyperion Malfoy si stava letteralmente sganasciando dalle risate, quasi non avesse udito mai in vita sua una barzelletta più comica di quella.

Al che potevano esserci solo due giustificazioni per spiegare una simile, inconcepibile reazione: era impazzito o...era impazzito, punto. Revocò. Una giustificazione.

“Parola mia, Weasley: sei uno spasso!” Decretò nei brevi rifiati concessi dallo scroscio di risate, mentre ormai si manteneva lo stomaco per il troppo ridere.

Doveva offendersi? Rose non ne era del tutto sicura, era ancora sconvolta dal suo comportamento, ma nel dubbio decise che poteva benissimo esserlo. Perciò, sferzando l’aria con la punta del naso, gli diede le spalle e, impettita, si apprestò a mettere quanta più distanza tra lei e quell’avanzo di galera.

Aveva appena superato un’anonima porta disposta alla sua sinistra, quando percepì un rumore sinistro che la fece scattare all’istante e recuperare, di fretta, la bacchetta.

“Che succede?”

Sobbalzò nell’udire una voce tanto vicina quando profonda accompagnata da un dispettoso solleticamento lungo l’orecchio, che capì doveva essere il respiro caldo di qualcuno, e il suo cuore le balzò fino alla gola quando si accorse di chi fosse quel qualcuno. Era Scorpius. Quando si era avvicinato?!

“N-Non lo so.” Balbettò, più impacciata di quanto avrebbe creduto.

Ingoiò e si sforzò di ritrovare una dose sufficiente di autocontrollo per gestire la situazione. Era colpa del rumore improvviso, per questo si sentiva agitata. L’incredibile vicinanza del Serpeverde non poteva in alcun modo essere imputata alle cause del suo stato attuale, ovvio.

“Controlliamo, allora.” Propose subito Scorpius, che intanto aveva sfoderato a sua volta la bacchetta, prima di mollare un calcio alla porta e farla aprire in un tonfo secco.

Rose si guardò attorno, spaventata dall’idea di poter essere scoperti, ma si diede della stupida seduta stante quando si accorse che infondo non stavano facendo proprio nulla di male e si concentrò sulla stanza. L’interno era poco illuminato, schiarito solo dai fiochi riverberi lunari che penetravano attraverso la finestra sulla parete, cosicché fu difficile ad un primo acchito stabilire l’origine del rumore. Ci mise un po’ ad abituarsi al cambiamento, ma una volta che i suoi occhi si furono abituati all’oscurità si accorse che ovunque spostasse lo sguardo poteva scorgere indistinti mucchi di cianfrusaglie dall’aria anche parecchio vecchiotta, talvolta.

“È l’ufficio di Gazza.” Stabilì ad alta voce, prima ancora di accorgersene.

“Già.” Annuì solo Scorpius, al suo fianco, risvegliando – senza saperlo – emozioni che lei per un istante aveva creduto domate. “Stammi dietro, Weasley.” Aggiunse poi, scansandola con un braccio e attirandola, come detto, dietro di sé.

Rose, come ovvio, non ci stette. “Non ho bisogno della balia.” Lo rimproverò, sfuggendo alla sua presa per piazzarsi proprio davanti a lui.

Mai a dirsi che un Grifondoro si faceva proteggere da un Serpeverde! Erano o non erano la Casa dei coraggiosi? Bene.

Prese un profondo respiro, cancellò ogni pensiero e, veloce, si infilò nella stanza.

Lumos!”

Dalla punta della bacchetta si accese una piccola luce, sufficiente comunque a sfamare la sua sete di curiosità e a rivelare molto più di quanto non riuscissero a fare i lievi bagliori lunari.

Expelliar- Rose?”

“James?!”

E poi, insieme...

“Che diavolo ci fai tu qui? Te l’ho chiesto prima io! No, io!”

“Facciamo che ve lo siete chieste entrambe e chiudiamola qua.” Propose pratico Scorpius, intrufolatosi a sua volta nella stanza, mentre riponeva la bacchetta nella tasca del pantalone ormai certo di non averne bisogno.

“E lui che c’entra?” Volle sapere subito James, gli occhi che mandavano ora scintille di fuoco all’indirizzo del Serpeverde ora sguardi di pura perplessità nel girarsi verso la cugina.

Rose sospirò. Avrebbe dovuto immaginare che c’entrava James, perché lui c’entrava sempre quando si trattava di ficcarsi nei pasticci. Quello che non riusciva minimamente a spiegarsi era il motivo per cui aveva dovuto beccarlo proprio nell’ufficio del vecchissimo custode, con le mani nel sacco a saccheggiare la cassettiera stracolma riposta nell’angolo per cercare chissà quale cimelio in particolare.

“Stiamo facendo la ronda.” Rispose, la voce modulata su una tonalità particolarmente isterica. “È una lunga storia.” Si vide costretta ad inserire poi, in un sospiro, notando l’aria confusa che ancora impregnava il viso del cugino.

“Rose, se ti piace questo damerino, giuro che lo dico allo zio Ron!” La avvisò, severo.

Non che nutrisse specifici risentimenti verso il giovane Malfoy, semplicemente non gli andava poi molto giù come persona, tutto qui. Era una specie di lotta per stabilire chi fosse il più degno portatore della corona di Hogwarts che andava avanti da quasi sei anni ormai e che aveva richiesto più sforzi del necessario, doveva ammetterlo. Tanto più che quel gran genio di suo fratello, finito miracolosamente proprio tra i Serpeverde, si rifiutava di dargli qualche dritta su quello che aveva nominato quale migliore amico, impedendogli così di raggiungere molto prima del dovuto l’agognata vittoria.

“No! No che non mi piace!” Si affrettò a scuotere la testa Rose, con una tale veemenza che James poteva giurare di vedergliela staccare da un momento all’altro.

“Allora perché state insieme?”

“È solo una stupida ronda, Merlino! Prenditela con Lorcan, l’idea è stata sua.”

“Sicuro che non ti piace?”

“Non dire assurdità!”

“Figuratevi, fate pure come se non ci fossi, eh.” S’intromise a quel punto Scorpius, la fronte corrugata e la bocca appena piegata in una smorfia d’insofferenza.

Ricordandosi solo in quel momento della sua presenza, come da copione, Rose avvampò seduta stante. –Porca paletta, che figura!- Si maledisse, rimproverandosi poi solo per aver pensato di doversene importare. Non aveva detto nulla di sbagliato, dopotutto. Lui non le piaceva...giusto?

-Giusto. Giustissimo. Anzi, ovvio!-

“Si può sapere perché sei qui?” Cambiò quindi argomento Rose, quasi avventandosi sul cugino, che, per istinto, fece un passo indietro.

“Cercavo una cosa.” Borbottò, ben conoscendo quanto pericolosa potesse essere la ragazza quando si arrabbiava.

E, in quel momento, era sicuramente arrabbiata.

“Cosa?” Lo aggredì con fervore lei, di nuovo.

“Una cosa, te l’ho...ehm, te l’ho detto!” Si difese subito James, guardandosi attorno con aria disperata, salvo poi illuminarsi alla vista di qualcosa in particolare. “Ah, ha! Lo sapevo che quel vecchio pazzo l’aveva messa qui! Trovata!” Declamò, afferrando una pergamena da un cumulo di ciarpame straripante da un cassetto.

“Cercavi un pezzo di carta bianco?” Alzò un sopracciglio Scorpius, vagamente incuriosito, nonostante da tempo immemore avesse capito che i Potter sapevano essere davvero strambi alle volte.

“No, chiaramente. Cercavo la Map-” Si morse la lingua e alzò gli occhi al cielo, rendendosi conto di essere stato ad un passo dal rivelare uno dei suoi più importanti segreti e, rapido, si apprestò a dirottare la conversazione. “Per la barba di Merlino, spegni quell’affare, Rose!”

“Eh?” Rose seguì lo sguardo del cugino e un leggero rossore le imporporò le guance quando si accorse di avere ancora la bacchetta accesa. “Oh. Nox.”

“Chi va là? Chi c’è?”

James guardò Scorpius, eloquente.

Scorpius annuì, d’accordo.

“Via di qui!” E, al suono terrificato della voce di James, lui e il Serpeverde afferrarono Rose per ambo le mani e partirono come forsennati per scappare all’arrivo funesto di Gazza, il più vecchio, arcigno ed intrattabile custode che Hogwarts avesse mai avuto la sfortuna di avere.

 

 

 

 

 

{Il titolo del capitolo è un adattamento di The Case of the Missing Will, racconto di Agatha Christie}

 

 

A/N

In questo secondo capitolo ecco fare la sua comparsa il nostro amato James. E come poteva presentarsi, se non invischiato in qualche pasticcio? ^.- Ah, povera Rosie, e pensare che siamo solo all’inizio...!

Velocemente (mi sento a pezzi, ieri ho passato la giornata a sbattermi a destra e a sinistra senza fermarmi un attimo, e oggi mi fa male la gola la testa le orecchie bla, bla, bla), passo a ringraziare le splendide persone cha hanno recensito lo scorso capitolo. Perciò un grazie di cuore và a Queen_of_sharingan_91 (il tuo commento mi ha fatto commuovere, davvero. Sono felicissima ovviamente che la storia ti sia piaciuta tanto e spero non ti deluderà andando avanti. Sono contenta anche che ti siano piaciuti tutti gli accorgimenti che ho fatto, ad esempio il banner mi ha impazzita ma mi sembrava che così si poteva avere un’idea abbastanza buona dei personaggi come li vedevo io. Perciò alla fine ne è valsa la pena. Che bello, qualcuno che condivide i miei stessi personaggi/attori! *-* Sì, l’ispirazione mi ha presa a fiumi con questa fanfiction, l’hai detto!), GrEEn (sono molto contenta che l’idea ti sia piaciuta. Io personalmente adoro le storie che si svolgono in un’unica ambientazione/scenario/momento. Per di più a quanto pare abbiamo la stessa concezione di Rose e Scorpius, no? ^-^ Mi fa un piacere immenso saperlo!), B_Green (grazie mille per le tue splendide parole, sul serio, non so che dire! ^//^ Ovviamente sono felicissima che la storia ti sia piaciuta e spero davvero che apprezzerai anche questo secondo capitolo. Ah, ti assicuro che in nove capitoli ne succederanno di tutti i colori! Tutto ai danni della povera Rose, chiaramente! U.U ), TittiGranger (se posso dirti la mia, le Scorpius/Rose sono una bella valvola di sfogo a livello creativo. Io li trovo perfetti e –qui qualcuno mi prenderà per pazza- anche molto comici insieme. Se un giorno ne scriverai una, verrò sicuramente a leggerla! ^.- Mi piace la coppia e mi piace come i diversi autori la rapportano. Beh, che mi dici di questo capitolo? Piaciuto?), Aurora_Cullen (devo ringraziarti due volte –forse persino di più- e cioè sia per la recensione stupenda, sia per il commento al blog. Ma che rompere‼ Figurati, sono contenta di sapere che le mie storie ti piacciano. Contentissima! *-* Per quanto riguarda Estetica...arriverà presto, non preoccuparti! E venerdì è dietro l’angolo, perciò...! ^.- Ma adesso dimmi: che te ne pare di questo secondo capitolo?), Sae (tex, il primo l’avevi letto, ma il secondo? Ti piace? *-* Devi assolutamente scrivere anche tu delle altre splendide fanfiction Scorpius/Rose come quelle che hai scritto -breve interruzione: correte a leggere le storie di Sae, gente, che sono stupende! *-*- e devi pubblicare anche quella sulla scommessa mi raccomando! Io aspetto, aspetto qui, va bene? Va bene! ^.-), _EpicLoVe_ (l’idea quando ho iniziato la stesura di questa fanfiction, era proprio quella di una storia soft e ironica al punto giusto. Perciò sono raggiante nel sapere che ti piace il mio stile! Vuol dire che sono riuscita nell’intento e questo non è affatto poco. Non sapevo che esistesse anche un libro, ma seguirò il tuo graditissimo consiglio e andrò a comprarlo! Ah, io adoro Michael Cera‼) e mAd wOrLd (felicissima di ritrovarti anche qui! Che mi dici? Che te ne pare fino ad ora? Grazie mille davvero per la recensione e perché continui a seguirmi, in qualsiasi storia mi butti. Grazie, grazie infinite!).

Vi chiedo perdono se non riesco a prolungarmi oltre, ma mi sento davvero uno straccio, però ci tenevo ad aggiornare oggi e perciò... La prossima volta comunque sarò più prolissa nel rispondervi, ve lo prometto! Al terzo capitolo, allora.

Baci.

memi

 

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Capitolo 3
*** The Big James ***


III ~ The Big James

 

 

“C’è...mancato...poco...” Farfugliò James tra gli ansimi, con la schiena ricurva e le mani poggiate sulle gambe nel disperato tentativo di riprendere fiato dopo la sfrenata corsa a cui si erano sottoposti per evitare un incontro troppo ravvicinato con l’anziano custode Gazza.

“Molto...poco...” Concordò a sua volta Scorpius, anche lui col fiatone ma con una postura impeccabile nonostante l’affaticamento.

Accanto al ragazzo, una Rose Weasley dall’aria visibilmente provata tentava con eccessivi sforzi di regolarizzare il ritmo cardiaco, oltre che il respiro, cose entrambe molto difficili per una non molto dedita allo sport come lei. Le faceva male la milza, avvertiva disarmanti dolori lungo il petto ed era abbastanza certa che le sarebbe venuto in infarto se quei due matti si fossero fermati appena qualche metro più in là. Ma perché non si era data malata?!

“Comunque...” Si sentì in dovere di aggiungere James poco dopo, quando aveva già quasi recuperato del tutto il controllo del proprio fisico. “...bello scatto, Malfoy.”

“Sì, neanche tu sei tanto male, Potter.” Aggiunse a sua volta Scorpius, con le labbra incurvate innegabilmente all’insù.

Per un istante, si ritrovò a considerare Rose, piegata in due per la fatica a cui l’avevano sottoposta, sembravano persino due persone normali.

“Ma non farti illusioni. La Coppa di Quidditch la vinciamo noi lo stesso!”

Per un istante, appunto.

“Tutto da vedere.” Gli rispose con il solito aplomb Scorpius, di rimando.

“Non ci credi?” James, come ovvio, non si lasciò scappare la possibilità di una bella disputa sulla rivalità tra le rispettive squadre.

“La verità?”

Okay, era troppo. Prima che quel botta e risposta potesse tramutarsi in un terrificante duello magico con tanto di inchino d’entrata e bacchette alla mano, Rose intuì che era il caso di intervenire. Perciò prese un profondo respiro e si preparò a sfoderare il miglior tono autoritario del suo repertorio.

“Basta...voi...due...”

O quasi.

Ma siccome sia James che Scorpius si erano degnati di azzittirsi per gettarle occhiate stupite, decise che poteva andare bene ugualmente pure così.

“Non è certo...il momento per...mettersi a discutere...di queste scemenze!” Aggiunse poi, appena un po’ più soddisfatta della sicurezza impressa nella sua voce, segno che il fiatone per lo sforzo precedente stava man mano dissolvendosi.

“Okay.” Approvò stranamente subito James, salvo poi inarcare con una dose preoccupante di malizia il sopracciglio destro. “Vogliamo allora parlare del perché la tua mano è ancora unita a quella di Malfoy, Rosie?”

Accorgendosi solo in quel momento della veridicità della cosa, non senza aver prima gettato un rapido sguardo all’intreccio di mani, Rose si affrettò a ritirare la proprio con una tale velocità da far pensare si fosse appena scottata con dell’acqua calda. Il viso era andato in fiamme e il cuore era un battito sordo che le riempiva le orecchie, feroce. Come se non bastasse, era anche abbastanza certa che lui la stesse fissando e, checché volesse negarlo, doveva per forza di cose ammettere di sentirsi a disagio, considerata la matassa di emozioni salita su all’improvviso.

“Tu non dovresti essere a nanna per la partita di domani?” Aggiunse poi James, subito dopo, rivolto al Serpeverde e riferendosi al match contro Tassorosso del giorno dopo.

“Non ti starai preoccupando per me?” Scorpius sembrava sorpreso “Tranquillo, la Coppa la vinciamo noi lo stesso.”

“Certo, come no...! E poi tu non mi hai risposto Rosie! Allora?”

“N-Non...” Scosse il capo, non sapendo di preciso che dire, scacciando con quel gesto la traccia più fresca d’imbarazzo. “E poi mi spiegate perché siamo dovuti scappare così?”

“Rosie, ma dove hai la testa?” Alzò gli occhi al cielo il cugino, teatrale, mentre con una mano andava ad arruffare i già ingestibili capelli scuri ormai del tutto dimentico dei dilemmi precedenti. “Stava arrivando Gazza!”

“E allora?” Si raddrizzò totalmente lei, ritrovando la stoica diligenza da Prefetto Perfetto.

“Stavamo rovistando nel suo ripostiglio.”

“Veramente eri tu che rovistavi nel suo ripostiglio.” Lo corresse prontamente Rose, rigida.

“Minuzie.” Sminuì con nonchalance James, avvezzo a quel genere di cose.

“Non saremmo dovuti scappare lo stesso così!” Insistette la cugina, che quando voleva sapeva essere davvero poco transigente sulle cose.

“Rosie, ti rendi conto che se quel vecchiaccio ci beccava, come minimo costringeva la McGranitt a spedirci tutti ai lavori forzati?!”

“Ma io non stavo facendo nulla di male!”

“Sì, vallo a spiegare a quel matto!” Alzò gli occhi al cielo James, in risposta, immaginandosi alla perfezione la scena che gli si sarebbe presentata nel caso ai suoi occhi.

“Potter ha ragione.” Approvò a sorpresa Scorpius, attirando all’istante gli sguardi dei due cugini interamente su di sé senza che la cosa potesse scuoterlo in alcun modo. “Ci sarebbero voluti secoli per fargli capire che stavamo facendo la ronda.”

Di rimando, Rose si concesse un lungo momento di tacita meditazione, con gli occhi ben incollati nelle iridi grigio perla del Serpeverde alla ricerca di un che di impreciso, prima di sbottonarsi in un ampio sospiro. Sistemò la bacchetta, tenuta fino ad ora stretta nella mano, nella tasca della divisa rosso-oro e si riassettò la gonna. Quindi passò ai capelli, che sapeva essere in condizioni disastrate, tuttavia lasciò perdere appena poco dopo nell’accorgersi che i suoi tentativi non riuscivano a riportarli ad un aspetto neanche lentamente decente.

“D’accordo. Ma adesso tu...” Ed indicò James. “...devi ritornartene di filato nella Torre di Grifondoro. Intesi?”

“Okay, mammina!” Le rivolse il saluto militare il moro, più ironico di quanto Rose era disposta ad apprezzare per quella sera.

“Ti accompagno.” Decise quindi, così, su due piedi.

Non si fidava affatto di James e, conoscendolo, era molto più probabile che si sarebbe andato a cacciare in qualche altro guaio piuttosto che ritirarsi nei dormitori di Grifondoro, la Casa in cui il Cappello Parlante lo aveva assegnato quasi sette anni prima. Voleva essere sicura di lasciarlo in un posto dove avrebbe almeno potuto limitare i danni e, come se non bastasse, avrebbe fatto una magra figura se avessero scoperto che James bighellonava impunito per i corridoi di Hogwarts mentre sua cugina aveva il turno di ronda. Avrebbe compromesso la sua integrità.

“Sai Rosie, credo di sapermela cavare a ritrovare la Torre di Grifondoro, grazie.” La sbeffeggiò sardonico il ragazzo in questione, divertito dal modo in cui lei riusciva a prendersi a cuore tutte le faccende, anche le più banali.

“Su questo non ho dubbi, ma temo quello che potresti combinare prima di arrivarci.” Spiegò pratica come sempre Rose, per nulla turbata dall’espressione malandrina del cugino.

“Okay.” Si arrese all’istante James, alzando le mani come a voler dire sei tu il capo! prima di imprigionarle la testa nel braccio e arruffarle dispettoso tutti i capelli. “Che bello, la mia cuginetta preferita mi accompagna a dormire!”

“Smettila subito James!” Tentò di divincolarsi, invano, Rose, capace di arrabbiarsi a morte quando si trattava della sua chioma selvaggia.

Doveva faticare la mattina per dargli una sistemata e alla fine non ne era mai abbastanza soddisfatta, se poi ci si aggiungeva anche quella testa quadra di suo cugino con le sue assurde maniere e quella sua odiosa abitudine di scompigliarli alla prima buona occasione, il risultato non poteva che essere catastrofico!

“Smettila o ti crucio!” Lo avvertì, minacciosa, avvilendosi però appena l’attimo dopo quando si accorse che l’unico effetto ottenuto era stato quello di far sghignazzare il cugino. “James!”

“Umpf, e va bene Rosie, hai vinto.” La lasciò finalmente libera il diciassettenne, non senza uno sbuffo scocciato.

“Ti odio quando fai così, davvero!” Lo fulminò con lo sguardo lei, in risposta, mentre tentava di sistemare in qualche modo il groviglio informe sulla sua testa.

Perché non aveva ereditato i capelli di suo padre? Rossi e lisci, non ci sarebbe stato giorno in cui non fossero andati bene. Ma lei no, ovviamente, aveva dovuto prendere quelli della madre, indisciplinati e arricciati, mentre a suo fratello Hugo tutte le fortune.

“E tu che hai da ridere?” Saettò su Scorpius subito dopo, sentendolo sogghignare apertamente al suo fianco.

Neanche lui, però, parve turbarsi particolarmente per la sua occhiata di fuoco e, con estrema nonchalance, scrollò le spalle in un gesto di studiata indifferenza. Possibile che nessuno la prendesse sul serio lì?! Cos’era, lo zimbello della situazione?

“Nulla, Weasley.” Alzò le mani, in un gesto che sarebbe dovuto essere di resa ma che, a lei che aveva il fumo agli occhi, risultò piuttosto una presa per i fondelli.

“Bene. Perfetto!” Dichiarò, isterica, mentre si avviava a grandi falcate verso la fine del corridoio. “Allora? Ti sbrighi?” Si girò ad incitare solo poco più avanti, resasi conto dell’assenza del cugino, il quale, con un sospiro, pensò bene di fare quanto detto per una volta.

Le si affiancò e, con un sorriso birichino, alzò il pollice destro nella sua direzione, dichiarandole così il proprio okay a proseguire. Rose alzò gli occhi al cielo e, con uno sbuffo inviperito, riprese la marcia verso la Torre di Grifondoro. Era così arrabbiata per la storia dei capelli e della corsa sfrenata a cui l’avevano costretta, che quasi non si accorse dell’ombra scivolata con agilità all’altro suo fianco, almeno fino a quando non la sentì parlare.

“Vedo che abbiamo ripreso a percorrere la maratona.”

Sussultò, colta del tutto impreparata all’udire il suono di quella voce.

Doveva ammettere di non aver prestato molto peso alle sorti di Scorpius, ma di sicuro in nessuna delle ipotesi che avrebbe potuto congetturare c’era presente la voce per cui lui si sarebbe unito a loro in quella camminata. Eppure, invece... Lui era lì, alla sua destra, con il passo silenzioso e sicuro di sempre a scortare lei e James fino alla Torre di Grifondoro.

Era una novità curiosa da accettare, a dire il vero. Certo, sapeva che Scorpius si divertiva un mondo a stuzzicarla, ma non aveva mai pensato che arrivasse al punto di preferire accompagnarla piuttosto che andarsi a sfogare su qualche povero malcapitato di turno. Da quando avevano iniziato il giro di ronda, era sempre stata della convinzione che lui lo facesse per obbligo e, dunque, non vedesse l’ora di poter evadere alla prima occasione buona. Ma se quando l’occasione capitava, lui non la prendeva...! Era strano...era molto strano.

“Non sei obbligato a venire.” Disse, e si accorse solo dopo averlo fatto della nota fin troppo gentile infiltratasi nella sua voce.

Si morse la lingua quando notò che, come ovvio, anche Scorpius se ne era reso conto e per questo aveva corrugato la fronte in un’espressione di mero stupore.

“Lo so, ma voglio venire lo stesso.” Rispose comunque poco dopo lui, abbassando la testa e rivelando un sorriso disarmante.

Non un ghigno, di quelli che era avvezzo a fare. Era proprio un sorriso. La cosa, per una ragione del tutto incomprensibile, le sciolse il cuore e le fece ritornare ad un tratto il buonumore creduto perduto, almeno per quella sera.

“O-Okay.” Balbettò, impacciata e piuttosto indecisa sulle parole migliori da utilizzare.

“Forse il serpentello è convinto che due Grifondoro non siano abbastanza svegli da ritrovare la strada.” S’insinuò senza essere stato invitato James, che non rischiava mai di perdere l’occasione quando si trattava di battibeccare con un Serpeverde, specie se di cognome rispondeva a quello di Malfoy.

Per un automatismo involontario, il braccio di Rose partì nella direzione del cugino mollandogli una gomitata dritto in mezzo alle costole. Figuriamoci, ci mancava solo che iniziassero a litigare di nuovo! Stava andando tutto bene fino a quel momento, perché James non poteva cucirsi la bocca una volta tanto?!

“Ahia! Ma che ti prende, Rosie?”

“Sta zitto, James.” Lo ammonì in un sibilo inflessibile, se non si fosse trattato di James Sirius Potter.

“Perché? Che ho detto di male?”

Come volevasi dimostrare...

“E poi anche Al è di Serpeverde.” Si ritenne in dovere di sottolineare Rose senza alcuna coerenza lampante, ricevendo all’istante un’occhiata colpita da parte di Scorpius.

Arrossì e distolse lo sguardo, puntandolo piuttosto sul cugino. Sapeva già cosa il biondo si stava chiedendo, non aveva bisogno di leggerglielo in faccia per capire che era rimasto impressionato da quella che, ad occhio e croce, aveva tutta l’aria di essere una forma di difesa per la Casa verde-argento. Meglio, una difesa per lui.

“Già, già, non mi ci far pensare...!” Stava nel frattempo dicendo James, roteando gli occhi con aria afflitta.

“Non sembra ti dispiaccia così tanto quando tenti di strappargli informazioni sul Quidditch!”

Il moro sembrò sconvolto dalla neanche tanto velata accusa. “Ma se sto pensando di diseredarlo!”

“Solo perché non vuole dirti niente.” Lo corresse Rose, saputa, mentre accanto a lei Scorpius mostrava un ghigno sardonico, all’apparenza molto interessato dal nuovo principale argomento di conversazione.

“Oh, eccoti qui finalmente!”

Prima ancora che James potesse anche solo pensare di aprire bocca per risponderle degnamente, una voce senza ombra di dubbio femminile si intromise tra loro, bloccandoli a pochi metri dal ritratto della Signora Grassa.

Rose voltò lo sguardo dal cugino alla ragazza che aveva appena parlato e, con suo enorme stupore, si accorse che dietro di lei ve ne erano appostate altre due, tutte con le braccia conserte e il viso immusonito a preannunciare funesti presagi futuri. La seconda cosa che la colpì, fu il colore delle loro divise. Blu e bronzo per la prima ad aver parlato, giallo e nero per la seconda e verde e argento per la terza. Il che significava che avevano a che fare rispettivamente con una Corvonero, una Tassorosso e una Serpeverde. Perciò, ricapitolando, poteva facilmente intuire che la situazione non era delle migliori. Affatto.

“Tu sei un bugiardo, Potter!” Dichiarò di punto in bianco la Corvonero, la più vicina a loro tre, prima di piazzare una poderosa cinquina sulla guancia sinistra del ragazzo.

Ciaff!

Rose strizzò gli occhi per istinto e alla sua destra sentì Scorpius trattenere un sospiro.

“Ahi.” Mormorò, neanche lo schiaffo lo avessero dato a lui.

“Un maledetto doppiogiochista!” Ne convenne subito dopo la Serpeverde – che Rose riconobbe come Emily Puddington, del suo stesso anno – intanto che accorciava la distanza da lei a James con poche grandi falcate.

Ciaff!

Arrivò così anche la seconda pizza, sempre sulla stoica guancia sinistra di James, il quale, di nuovo, non emise verbo né fiato.

Ancora, Rose chiuse gli occhi, rabbrividendo al rumore secco prodotto dallo schiaffo.

“Questa è stata dolorosa.” Le sussurrò all’improvviso la voce di Scorpius nel suo orecchio, facendola sussultare per la sorpresa.

Miseriaccia, era così vicino che poteva sentire il suo fiato bruciare come fuoco vivo sulla pelle del viso e la punta del suo naso cozzarle con gentilezza la guancia.

“Un bastardo!” Tagliò corto la Tassorosso, facendo sgranare gli occhi dei presenti per la sorpresa (ma i Tassorosso non erano quasi sempre garbati con le parole?!), disegnando a sua volta l’impronta della mano sul viso ormai bordeaux di James.

Ciaff!

Si fermò sulla sua guancia anche l’ultimo ceffone, andando ad unirsi e ad accompagnare i due che lo avevano anticipato, incurante del livido che con ogni probabilità, almeno a giudicare dalla preoccupante sfumatura violacea apparsa sulla parte lesa, gli avrebbero lasciato.

Rose era senza parole e con occhi sgranati scrutava ora il cugino, perfettamente immobile con il volto piegato verso destra e gli occhi ostinatamente chiusi, ora le tre ragazze, senza riuscire a capacitarsi di quanto appena veduto. Di sicuro se non si fosse trovata quale muta spettatrice e glielo avessero piuttosto riferito, non avrebbe creduto ad una sola parola, checché se ne dicesse dell’affidabilità della fonte. Una Corvonero, una Tassorosso e una Serpeverde che schiaffeggiavano James Sirius Potter davanti all’entrata della Sala Comune di Grifondoro? E qualcuno sperava addirittura che ci credesse?! Andiamo!

Eppure...

Eppure, che ci credesse o meno, le cose stavano esattamente a quel modo e lei aveva davvero assistito a tutta la scena. Lei e Scorpius Malfoy, ancora fermo alla sua destra con una controllata espressione di stupore nel viso mentre fissava con imperturbabile ostinazione il quadro capitatogli, senza alcun preavviso, dinanzi.

Poi, tanto improvvisamente quanto lo erano stati i loro gesti inconsulti, le tre ragazze alzarono il capo e, con una fierezza sconvolgente, sfilarono via, non mancando di assestare tre poderose spallate, a turno, nel passare di fianco al povero James, il quale si limitò ad incassare i colpi con un invidiabile stoicismo. Solo dopo un tempo indefinibile, durante il quale sia Rose che Scorpius erano ancora troppo inebetiti per provare a dire o fare qualsiasi cosa, si decise a prendere le redini della situazione. Con un unico fluido movimento, drizzò la testa e scrollò le spalle, ritrovando in un batter di ciglia persino il sorriso malandrino di sempre.

“Beh, il mio giro finisce qui.” Esordì, quasi non avesse appena ricevuto tre schiaffi in pieno viso e tre altrettanto dolorose spallate. “Buonanotte, ragazzi!” E così dicendo, non ritenendo opportuno dare la benché minima spiegazione, James Potter si ritirò nelle sue stanze, lasciando due più che confusi Rose Weasley e Scorpius Malfoy a fissare il ritratto della Signora Grassa, la quale, con ottimi risultati peraltro, tentava di riaddormentarsi dopo la breve interruzione.

 

 

 

 

 

{Il titolo del capitolo è un adattamento di The Big Lebowski, film del 1998}

 

 

A/N

Come promesso nel blog, il terzo capitolo di questa mini-long è online. A conti fatti, James ha avuto la sua bella parte nella serata di Rose e vi assicuro che nel prossimo gli sconvolgimenti non mancheranno. Ma parlando di questo...che ve ne pare?

Per quanto riguarda i ringraziamenti, stavolta voglio fare le cose come si deve. Innanzitutto un grazia di cuore va a tutte le persone che hanno speso minuti del loro tempo a recensire questa storia. Ovviamente sapere che la fatica fatta viene apprezzata, è un sinonimo di felicità per noi scrittori, me inclusa. Ma un grazie và anche a chi ha inserito la storia tra i preferiti, chi tra i seguiti e chi ha anche solo letto o sfogliato queste pagine. Grazie! *-* Scendendo nel dettaglio...

·         Queen_of_sharingan_91: mi fa sempre immensamente piacere trovare le tue recensioni. Tanto più che nei tuoi giudizi riesci ad essere molto assennata, il che riesce a farmi inquadrare per bene ciò che io scrivo visto da fuori. Chiaramente hai colto al volo la vena ironica che mi sono dilettata ad inserire nella storia, perché appunto volevo creare qualcosa di divertente e molto più soft rispetto ai miei soliti standard. E se pensi che Scorpius è già così irritante...oh, beh, mi costa ammettere che non è ancora niente rispetto a ciò che succederà! Io adoro Scorpius e con Rose riesco a fargli creare dei siparietti insospettabili. Nel prossimo capitolo ne vedrai delle belle, poco ma sicuro, e Scorpius ti sembrerà ancora più “Serpeverdoso” di quanto lo sia già da ora! ^.- Eh sì, anche su James mi trovi d’accordo. James è una sagoma vivente, riesci a tirargli fuori le idee più strampalate, solo che addosso a lui sembrano quasi geniali! O.o Assurdo, no? Anche se, come hai visto, anche lui ha i suoi momenti no, per così dire. Spero che il capitolo ti sia piaciuto come gli altri e che questa storia continuerà ad appassionarti! ^-^

·         TittiGranger: beh, come posso iniziare se non ringraziandoti delle splendide parole che mi hai lasciato? Sul serio, il tuo commento mi ha davvero toccata, soprattutto perché avevo paura che i siparietti tra Rose e Scorpius potessero apparire banali talvolta. Loro sono così: quando mi prende la mano riesco a scrivere pure un capitolo intero solo a farli battibeccare (non lo dico per dire, c’è davvero un capitolo così!). E volevo ringraziarti anche per la tua opinione sui personaggi: sono felice che la mia versione della nuova generazione sia di tuo gradimento e, avendo avuto a che fare con qualche tua storia, sono sicurissima che anche tu saprai gestirli al meglio. Perciò io aspetto che magari un giorno ti colga l’ispirazione e inizi a scrivere di questa fantastica coppia, che a mio avviso può essere interpretata in mille chiavi di lettura senza risultare mai scontata.

·         _EpicLoVe_: bene, con mia somma soddisfazione il secondo capitolo ti è piaciuto. Adesso che mi dici del terzo? Ho reso abbastanza giustizia a James S.? Sono contenta che il mio stile ti piaccia, io ci lavoro giorno e notte nella stesura di ogni singola fanfiction, cercando sempre di perfezionarmi. Eh sì, a volte tendo ad essere perfezionista. Ma il punto è che mi fa piacere sapere di non veder vanificare i miei sforzi e che c’è qualcuno che addirittura li apprezza. *-* Ah no, io di amore folle non ne parlo mai, specie con due caratteri antitetici quali Scorpius e Rose. Il loro è sempre un amore sopra le righe e stai sicura che neanche stavolta avranno vita facile. Devono sudare per stare insieme, questo è il mio motto! ^.- Sono davvero, davvero contenta che la mia fanfiction ti stia prendendo tanto, mi fa un piacere immenso. Sì, Michael Cera ha quei capelli... *-* E quella faccia da cane bastonato! XD Il tutto condito da ottime potenzialità quale attore, perciò non poteva non piacermi. Ad ogni modo, spero che questo capitolo sappia rispondere alle tue aspettative e, così, pure i prossimi. Grazie ancora!

·         Sae: tex, ci ritroviamo anche qui. Prima di risponderti, mi inginocchio ad implorarti di pubblicare altre R-S! Il mondo ha bisogno della tua scrittura, R-S hanno bisogno delle tue trovate fantastiche e io ho bisogno di te‼ Perciò tex, sappi che sono qui, che rimango qui e che aspetto, paziente. U.U Per risponderti, invece, ammetto che quello “stronzo” urlato mi è venuto fuori da solo, è stato Rose a chiederlo, te lo giuro! ^-^ E James è James più Sirius, perciò che ti potevi aspettare da uno come lui se non un qualche macello di proporzioni epiche?! XD Ma siamo solo all’inizio, tex. James non è che la punta dell’iceberg! XD Beh, sai com’è: James è uno che ci tiene a proteggere la virtù delle sue cugine! E poi ho sempre pensato che con Rose avesse un rapporto molto più stretto che con le altre, visto che i loro genitori sono anche migliori amici. Ma alla fine è di buon cuore, anche se una ne pensa e cento ne fa! Adesso però cerca di riprenderti, tex, così scrivi, pubblichi e mi fai contenta! ^.- Mi raccomando, ci conto!

·         B_Green: oh, la povera Rose non sa neanche minimamente cosa le aspetta‼ XD Certo è che avendo due cugini come James e Albus e un fratello come Hugo, c’è poco di cui stare tranquilla. Se poi ci si aggiunge anche Scorpius, il quadro è completo! A momenti la faccio diventare pazza nella storia, ma vabbè, la colpa è di Lorcan, mica mia! ^.- Dunque, dunque, dunque... Che mi dici di questo capitolo? Scriverlo mi ha divertita tantissimo, devo ammetterlo. L’ultima scena era una specie di chiodo fisso per me: dovevo scriverla! Spero solo sia venuta bene come l’avevo immaginata... Mi dispiace solo non aver potuto aggiornare prima, ma ti prometto che il prossimo capitolo non tarderà ad arrivare. Magari lo posto mercoledì stesso, o anche prima, chissà! ^-^

·         Aurora_Cullen: grazie. Davvero. Recensisci tutte le mie storie, ogni volta con rinnovato vigore... Cosa posso dirti per farti capire quanto mi faccia piacere questa tua attenzione?! *-* Venendo alla storia, hai proprio ragione: la nuova generazione è un connubio perfetto della precedente e dell’era dei Malandrini. Tanto più che James sembra la reincarnazione di quanto detto e io, ovviamente, non posso fare a meno di sfruttare questa cosa a mio vantaggio, nelle fanfiction! Di sicuro la notte riserverà ancora tantissime sorprese, specie per Rose. Anzi, mi sbilancerò nel dirti che la notte è ancora giovane a questo punto! XD Scorpius fa morire anche me, perché si riesce ad inserirlo al momento opportuno con una facilità disarmante! Mi fa piacere che l’idea dei titoli modificati ti piaccia. Come dicevo nel primo capitolo, l’idea viene direttamente da Gossip Girl, ma non i titoli, che sono invece il frutto del mio smanettare con Wikipedia e con i film/libri/telefilm più disparati! Se ti và, fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo, mi farebbe tanto, tantissimo piacere!

Bene gente, adesso è il caso che io vada prima che mi metto a scrivere un altro papiro di ringraziamenti dovuti e sentiti! Come ho già sottolineato in qualche risposta, vedrò di postare il prossimo capitolo tra martedì sera e mercoledì pomeriggio. Vediamo cosa riesco a fare!

Baci

memi

 

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Capitolo 4
*** Something to Quarrel About ***


IV ~ Something to Quarrel About

 

 

Rose non aveva idea del perché tre ragazze dall’aria così posata, appartenenti ognuna ad una Casa diversa, ce l’avessero tanto con suo cugino James, anche se poteva intuire da che parte della bilancia pendesse la responsabilità dell’accaduto, ma decise che no, non erano affari suoi comunque e pertanto avrebbe fatto meglio a non immischiarsi. Se conosceva abbastanza il ragazzo – e lo conosceva abbastanza – c’era da scommetterci che l’avrebbe trascinata con sé in qualche pasticcio e, in quel momento, era l’ultima cosa a cui ambiva. Anche perché non di rado i folli piani di James finivano per concludersi con un’amara punizione che, il più delle volte, avrebbe comportato anche spiacevoli riavvicinamenti con qualche animale pericoloso o pianta urticante.

“Dove stai andando adesso?”

Non si era neppure accorta di essersi mossa, almeno fino a quando non udì la voce strascicata di Scorpius farglielo notare. Ecco, uno dei principali problemi con lui, era proprio quel suo modo di parlare sempre così mellifluo e sfibrato... A volte aveva la sensazione che, se le rivolgeva la parola, era per farle un piacere e, come risaputo, Rose odiava ricevere piaceri. Non c’era un motivo particolare, preferiva solo di più farne che averne, perlomeno così non correva il rischio di sentirsi in dovere verso qualcuno. Era una specie di meccanismo di difesa il suo, pronto ad azionarsi al primo campanello d’allarme.

“Mi sembra ovvio, Malfoy. Finisco la ronda.” Dichiarò dunque, molto più saccente di quanto avrebbe voluto.

Si sentiva irritata e stanca neanche avesse percorso davvero la maratona di New York senza mai fermarsi. Aveva bisogno di una dormita. Di una lunga, riposante, appagante dormita e il mondo avrebbe riacquistato il suo colorito roseo. E, già che c’era, poteva approfittare del bagno dei Prefetti e concedersi un’oretta buona di ristorazione anche lì, prima di infilare pigiama e coperte per abbandonarsi alle rassicuranti braccia di Morfeo.

A volo decise che, non appena fosse finito quello schifo di turno – e mancava poco meno di un’ora a quel punto -, sarebbe corsa di filato nel bagno e poi da lì una via a nanna.

“Credevo dovessimo proseguire da questa parte.”

Si paralizzò sul posto. Poi, con estrema e disarmante lentezza (per chiunque eccetto che per lui, chiaramente), girò appena la testa nella sua direzione, imbattendosi così nel suo sorrisino sardonico (Dio, che voglia di levarglielo dalla faccia a forza di schiaffi!) e nel pollice alzato ad indicare l’imboccatura di corridoio che sbucava alla sua destra. Morgana ladra, come diavolo faceva a finire che ogni sacrosanta volta avesse sempre ragione lui?!

“Infatti.” Tagliò corto, soffiando la parola tra i denti come un gatto e facendo immediato retrofronte.

Gli passò di fianco e, pur senza sfiorarlo, avvertì l’irrefrenabile desiderio di baciar-

-Ammazzarlo. Volevi dire ammazzarlo, Rose. Vero?- Si corresse subito, mentre il suo stupido cuore accelerava il battito un po’ troppo violentemente per i suoi gusti. Merlino, perché non poteva avere il controllo del cuore almeno qualche volta? Come in quel momento, ad esempio, solo per spiegargli che – dannazione! – non c’era assolutamente nulla di cui agitarsi a quel modo, rischiando persino di provocarle un infarto se non si fosse calmato.

Miseriaccia, era solo Malfoy!

Era solo Scorpius, il ragazzo più arrogante mai annoverato sugli annali di Hogwarts!

Che cavolo di motivo c’era per battere tanto forte?!

-Nessuno. Nessuno. Nessuno!- Si ripeté tra sé e sé, con un tale impeto e una tale veemenza che, neanche a dirlo, le orecchie si infiammarono di un raccapricciante bordeaux. Giustamente non aveva potuto ereditare gli splendidi capelli di suo padre, ma arrossire in zona orecchie...beh, quello sì, aveva potuto prenderlo!

“Comunque avevo ragione io.” La avvisò la voce terribilmente vicino di Scorpius, di nuovo al suo fianco e al suo passo.

Rose sobbalzò. Ma come accidenti faceva ad essere così silenzioso quando camminava? Se non le fosse venuto un infarto prima della fine della ronda, sarebbe potuta morire di paura.

“Cioè?”

“Si trattava di un Grifondoro, no?” Alzò un sopracciglio lui, cosa che provocò una deliziosa increspatura della fronte, con l’aria di chi la sa lunga.

“Sarebbe potuto essere benissimo un Serpeverde.”

“Ma era un Grifondoro.”

“Era James!”

“Ed è un Grifondoro.”

“Okay.” Desistette probabilmente per la prima volta nella sua vita Rose. “Era un Grifondoro, contento adesso?”

Di rimando Scorpius ci pensò su a lungo, prima di annuire con un’espressione criptica.

“Sì, in effetti.”

Rose dovette seriamente stringere i pugni e i denti oltre che migrare quanto più possibile lontano da lui per non lanciargli contro una maledizione qualsiasi, la prima che le fosse venuta in mente, non aveva importanza quale fosse, basta che gli procurasse quanto più dolore possibile. Era insopportabile. Davvero. Non lo diceva solo per dirlo o per una forma di odio atavico, lo pensava davvero. Era assurdo e, cosa ancora più sorprendente, era che, per un assurdo caso del destino, riusciva ad avere la meglio in ogni discorso. Sempre.

Insopportabile, sul serio.

“D’accordo Weasley.” Sospirò ad un tratto alle sue spalle Scorpius. “Qual è il tuo problema?”

Rose si girò di scatto, a rischio anche di rimetterci l’osso del collo, totalmente basita. “Qual è...cosa?!”

“Il tuo problema.”

“Il mio problema?”

A quel punto dubitava potesse essere più esterrefatta di quanto già non fosse.

“Sì, Weasley.” Sospirò pesantemente Scorpius in risposta, neanche l’avessero appena costretto a ripetere per la decima volta la stessa lezione ad un bambino alquanto lento di comprendonio. “È tutta la sera che fingi di non vedermi neanche. Adesso voglio sapere qual è il tuo problema.” Insistette pacato, l’aplomb compassato che aveva da sempre contraddistinto la vetusta dinastia dei Malfoy.

“Io non ho nessun problema!” Lo mise al corrente Rose, isterica, il viso contratto in un’espressione di rabbia crescente.

“Ma davvero?” Come prevedibile e come lasciò bene ad intendere lo spigolo destro della bocca inarcato all’insù, lui non parve crederci affatto.

“Davvero!” Assicurò con maggiore intensità lei, salvo poi mordersi il labbro inferiore e ritrattare. “A parte tu, ovviamente.”

Nell’attimo stesso in cui lo disse, sentì di aver sorpassato la sottile linea del non ritorno e, con una vena di nervosismo in più, si accorse anche di pentirsene. Il che, come la sua brillante mente si affrettò traditrice a ricordarle, voleva dire che ci teneva alla faccenda molto più di quanto lasciasse intendere persino a se stessa. E, di sicuro, persino molto più di quanto fosse disposta ad accettare, almeno per il momento.

“Io?” Scorpius, d’altro canto, sembrava esserne sinceramente e spiacevolmente colpito. “Perciò sarei io il tuo problema?”

In tutta la sua vita Rose era abbastanza certa di non averlo mai visto così arrabbiato come in quel momento, con gli occhi grigi che mandavano lampi di fuoco e il viso spruzzato da una tenue colorazione rossastra, in netta opposizione con la carnagione pallida con cui si era sempre contraddistinto.

Deglutì, ma non riuscì a risparmiarsi, all’improvviso incapace di tirarsi indietro.

“Oh, ti prego, non fingere di non saperlo! Sono anni che non fai altro che prenderti gioco di me, o dei miei stupidi capelli, o delle mie odiosissime lentiggini, o del mio maledettissimo modo di vestire e...e miseriaccia, se non mi deridi per questo, è per qualcos’altro! Che noiosa la Weasley, e che buffa la Weasley, o anche che imbranata la Weasley! La Weasley, la Weasley e la Weasley! Sempre la Weasley! E come dimenticare quando mi chiami so-tutto-io?!”

“Perché alzi sempre, sempre la mano!”

Perché so la risposta!” Aveva urlato, ne era sicurissima, tuttavia non se ne curò.

Ad un tratto le pareti erano divenute sfuocate, le mattonelle di pietra inconsistenti e c’era grigio. Solo grigio. Sarebbe stato maledettamente facile affogare e perdersi in tutto quel grigio, eppure il pensiero non le faceva paura, non la terrorizzava come avrebbe potuto pensare. E lo sapeva – altroché se lo sapeva – che quel grigio, era il suo grigio.

“Lo vedi?” Si sforzò di continuare con maggiore calma ma sentendosi quasi nevrotica, nonostante il cuore che martellava nel petto e lo stomaco aggrovigliato. “Non riusciamo ad andare d’accordo. Anzi, non siamo mai andati d’accordo e probabilmente non ci riusciremo mai.”

“Già.” Stranamente Scorpius parve almeno su una cosa concorde con lei. “Hai ragione Weasley. Probabilmente non andremo mai d’accordo.” Abbassò il capo, perso in chissà quali pensieri, mentre il viso si arricchiva di un’ombra dal retrogusto amaro.

“Sì.” Annuì per un meccanismo involontario Rose, stordita dalla sua sorprendente reazione.

Era ovvio che avesse ragione...ma allora perché sembrava così sbagliato detto da lui? E perché lui sembrava tanto provato? Che gli – trattenne il fiato al pensiero, trovandolo stranamente confortante e sì, piacevole anche – dispiacesse?

Si diede della stupida da sola. Doveva smetterla con quelle stupidaggini, era praticamente impossibile che lui potesse provare qualcosa al di là della semplice curiosità per lei. Magari, ed era un gigantesco magari, poteva aver sviluppato addirittura una specie di affezione nei suoi riguardi per tutto il tempo che erano costretti a trascorrere insieme, tuttavia da qui a dire che fosse dispiaciuto per qualcosa di comprovato...oh, dovevano passarne di Ippogrifi!

“Mai in tutta la vita.” Rincarò la dose, più per rispondere alle sue mute conclusioni che non per altro.

“Mai e poi mai.” Asserì a sua volta Scorpius, mentre avanzava nel contempo nella sua direzione, scivolando un piede dietro l’altro, lo sguardo imperscrutabile cristallizzato negli occhi marroni di lei.

“Nemmeno in un’altra vita.”

Il cuore le batteva forte, fortissimo. Così forte che si aspettava di sentirne l’eco rimbombare per i corridoio da un momento all’altro. Così forte da riempirle le orecchie e la mente, da non riuscire a sentire più nient’altro e più lui s’avvicinava, più i battiti aumentano d’intensità. Sarebbe morta di tachicardia, se avesse mosso anche solo un muscolo. Ma perché poi lui era così dannatamente vicino? Perché non distoglieva lo sguardo e non allontanava da sé quegli incantatori occhi grigio perla? Perché la fissava come se volesse leggerle dentro, nel profondo e forse persino più giù?

“Nemmeno in altre cento vite.” Sussurrò, così vicino da stordirla con il suo selvatico profumo di menta.

E poi successe tutto in un istante, troppo in fretta perché Rose riuscisse a capirci davvero qualcosa.

La sua mano che le si adagiava sul fianco, sicura. Il sorriso sghembo che si apriva sulle sue labbra. Le iridi ghiaccio che la attiravano a sé lentamente, ma inevitabilmente. Il suo alito fresco sul proprio viso. I loro nasi, sempre più vicini. L’altra sua mano che le premeva la nuca e le sue labbra... Le sue dannate, calde, sensuali labbra sulle sue, fameliche e insaziabili in quel gioco praticato da un unico giocatore, desideroso solo di continuare l’avanscoperta della bocca di lei...

-Mi sta baciando. Scorpius Malfoy. Mi sta baciando.- Rose non fu sicura del momento esatto in cui ritrovò una buona lucidità da stemperare la nube di stupore che l’aveva avvolta, eppure il pensiero di quanto stesse in effetti accadendo bastò a riportarla brutalmente alla realtà. Non era una stupida allucinazione, lui la stava davvero baciando come se volesse assorbire tutto il suo essere in quel gesto.

Ma c’era qualcosa di errato in tutto quello, si ritrovò a considerare mentre fissava quel viso perfetto – la bocca di lui ancora avida della propria -.

-Oh santa Morgana! Malfoy mi sta baciando‼-

D’istinto puntellò le mani sul suo petto atletico e, con una forza che non pensava di possedere, lo spinse via di malagrazia.

Scorpius barcollò all’indietro, spaesato e disorientato dal cambiamento improvviso, e fu solo per un miracolo se anziché cadere rovinosamente a terra, finì solo per lo scontrarsi contro il muro di pietra alle sue spalle. La fissò, con la bocca ancora rossa per la violenta passione di poco prima e gli occhi sgranati dallo sbalordimento. Era evidente che non riuscisse a capire dove avesse sbagliato stavolta ma la cosa, piuttosto che snervarla, la fece infuriare ancora di più.

“Ti sei fottuto anche quei due neuroni che ti rimanevano, Malfoy?” Gli abbaiò contro inferocita, avvicinandosi quel tanto che bastava per puntellargli il petto con un dito, in un inquietante accanimento. “Azzardati di nuovo a fare una cosa del genere e giuro sulla barba di Merlino che ti faccio ingoiare lo sterco di un drago!”

A quel punto non è che Rose si aspettasse davvero di spaventarlo, eppure di sicuro non aveva preventivato che potesse invece scoppiare a ridere di buongusto a quel modo, come fece in effetti. Doveva divertirsi davvero un mondo quella specie di pallone gonfiato, visto come era diventato rosso per lo sforzo. Il che le fece dubitare sulla propria autorità per qualche istante, prima di impuntarsi in una sdegnosa indignazione.

Quel coso aveva pure osato baciarla? Beh, ovvio il perché, a quel punto. Per farsi una bella risata poi, no? Aveva fatto benissimo a respingerlo, anzi, avrebbe dovuto lanciarsi davvero qualche fattura. Se la meritava, quel bastardo viziato figlio di papà!

Piena di risentimento, Rose fece per girare i tacchi e piantarlo in asso con la sua stupida risata, ma una furia bionda le saltellò di fianco prima che potesse muovere un solo muscolo, per poi precipitarsi con enfasi sul fisico atletico del Serpeverde.

“Scorpius, ti ho cercato dappertutto!” Esordì la nuova venuta, già stretta attorno al braccio del ragazzo, mentre sbatteva con trasporto le ciglia lunghissime. “Devi venire immediatamente con me.”

Rose la conosceva e non solo perché era così schifosamente bella che era impossibile non notarla. Capelli color miele, molto più scuri di quelli biondissimi delle sue cugine Victoire e Dominique, simili ad un’infinita distesa di spighe di grano abbacinate dai primi raggi del sole all’alba. Occhi grandi, da cerbiatta, blu quanto il mare più cupo su di un viso dai tratti spigolosi, messi in risalto dall’abbondante uso di trucco. Fisico avvenente, ma non da maggiorata. Si poteva dire che avesse le forme giuste al posto giusto, neanche se le fosse disegnate personalmente addosso. Persino il nome, dal suono quasi musicale, sembrava fatto apposta per lei: Alfea Pavel.

“Con te?” Placatesi le risate di scherno di qualche secondo prima, Scorpius appariva davvero colpito da quell’improvviso richiesta, adesso.

“Sì!” Assicurò lei mordace. “Devo proprio farti vedere una cosa.”

Con un netto schiocco di lingua, a quelle parole, Rose si premurò di ricordare la propria presenza ai due Serpeverde, troppo intenti a confabulare tra loro per accorgersi che ci fosse anche lei, a quanto pareva. Ma lei non voleva essere di disturbo a nessuno e, cosa principale, non aveva bisogno di tanti inutili giri di parole per capire quando o dove non era richiesta. E ora, , non era la ben accetta come evidente dagli sguardi carichi di sottintesi che la biondina stava rivolgendo al bastardo.

“Bene, è ovvio che qui non serva la mia presenza. Perciò io vado.” Sentenziò, impettita, sfoderando quanto più poté la spilla sul petto e sforzandosi di risultare disinteressata al punto giusto, nonostante il magone strettosi proprio all’altezza dello stomaco.

Accorgendosi solo allora della sua presenza, Scorpius e Alfea si girarono a gettarle occhiate dal retrogusto opposto. Perplesse il primo, seccate la seconda. Era ovvio che lei non la volesse tra i piedi, meno ovvio era il motivo per cui Rose si sentisse ad un tratto tanto infastidita da ciò. Dopotutto che le importava? Non aveva nulla da reclamare, a ben pensarci. Solo perché lui le aveva strappato con l’inganno un bacio, non significava che volesse stare con lei. E andava assolutamente bene così, andava benissimo, era perfetto, okay?

“Aspetta, vengo con te.” L’affermazione di Scorpius la bloccò dal suo intento di voltarsi e andarsene quanto più velocemente possibile, inchiodandola sul posto con la forza invisibile del suo sguardo.

“Ma-” Tentò di protestare a quel punto Alfea, visibilmente contrariata.

“Di qualunque cosa si tratta, puoi mostrarla ad entrambe.”

Rose sgranò gli occhi, del tutto scioccata dalle parole e dall’espressione tremendamente seria apparsa sul viso di Scorpius per avere una qualche specie di reazione. Non che comunque ebbe il tempo di dire o fare alcunché. Con la sua solita calma degna di premio nobel, Alfea si era già ricomposta assumendo un’aria molto più professionale di quanto ne sarebbe servito.

“D’accordo, come vuoi Scorpius. Ma non voglio saperne niente dopo.” E così dicendo, percuotendo l’aria con la lunga chioma di miele, si avviò verso un punto imprecisato del castello, sicura che gli altri due la stessero seguendo.

Cosa che, in effetti, così fu nonostante una leggera avversione da parte di Rose di accondiscendere a quell’assurda richiesta senza saperne niente in merito. Ma era un Prefetto prima di tutto ed era pertanto suo dovere preoccuparsi che le cose filassero liscio, specie durante il proprio turno di ronda. Perciò, per quando l’idea non la entusiasmasse affatto, finse di non notare lo sguardo insistente di Scorpius su di sé, ricacciò indietro ogni tipo di emozione possibile e marciò dietro ad Alfea, l’aria di una generalessa pronta alla guerra.

 

 

 

 

 

{Il titolo del capitolo è un adattamento di Something to Talk About, film del 1995 con Julia Roberts}

 

 

A/N

Chiedo venia se non ho aggiornato questa storia prima, come promesso, e sono costretta a chiederne ancora se sarò spicciola, stavolta, ma devo davvero scappare. Prima di tutto questo, però, ci tenevo a precisare una cosa, che Queen_of_sharingan_91 mi ha fatto gentilmente notare. Dunque, per quanto riguarda il capitolo precedente, no, non mi sono ispirata a “La maledizione della Prima Luna” per scriverlo. A dire il vero non conoscevo neppure il film ma, appena ho letto la recensione, sono andata subito a controllare. A parte che il film mi è piaciuto tantissimo e che Jhonny Depp è un qualcosa *-*, alla fine ho trovato la scena dove due donzelle gli tiravano questi ceffoni e ci sono rimasta nel riscontrare effettivamente parecchie analogie con la mia storia. Quello che posso dire, è che la mia è stata buona fede, visto che non conoscevo il film in questione. Tanto più che nel caso in cui ne avrei tratto ispirazione, così come ho scritto per le altre cose nei Disclaimer al primo capitolo, non avrei avuto alcun problema a chiarirlo e a citare i dovuti credits.

Perciò non posso ripetere che davvero non lo sapevo, che quanto avete letto era il semplice frutto della mia fantasia e che in vita mia non mi sarei mai aspettata di scrivere qualcosa di così vicino ad un film!! O.o

Spero di aver chiarito la faccenda, comunque in caso sarei disposta anche a modificare la scena. Non so, ditemi anche voi.

Ringrazio velocemente Queen_of_sharingan_91 (grazie per l’informazione, davvero, e per avermi fatto scoprire così il film!), lolly puwerpull girl, TittiGranger, _EpicLoVe_, B_Green, Aurora_Cullen e infine ma non ultima la mia onnipresente (per fortuna!) best Sae. Scusatemi ancora se non mi soffermo nel specifico, ma tutte voi mi avete scaldato il cuore con le vostre recensioni e spero vivamente continuiate a seguire ancora questa storia. Prometto che il prossimo vedrò sul serio di postarlo prestissimo. ^.-

Baci.

memiQue

 

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Capitolo 5
*** Who Framed Henri Toad ***


V ~ Who Framed Henri Toad

 

 

Alfea dirigeva la corteo con la stessa severità di un comandante con i suoi soldati, il mento alto e lo sguardo fiero di una generalessa. Ad ogni movimento, la gonna sbatacchiava armoniosa sulle gambe slanciate, rivelando leggiadra la perfetta consistenza delle cosce senza mai eccedere nel volgare, e i capelli si divertivano a disegnare improbabili intrecci di linee e di forme stravaganti. Ma anche così Rose, che le camminava imbronciata al seguito, non poteva evitare di sentirsi dannatamente sciatta in confronto.

Sapeva di avere molto più cervello di lei, eppure per una volta il pensiero non riusciva a confortarla come avrebbe voluto.

Di solito non si soffermava a commentare la bellezza delle altre ragazze, interessata più all’acume che all’aspetto esteriore, e di certo non si metteva a confrontarsi con tali archetipi di fascino. Sapeva di non essere esteticamente nulla di sfolgorante, di non avere la perfezione delle forme di Dominique o la sinuosità di quella di Victoire. Persino Lily, più piccola di due anni, sembrava possedere quella dose di charme che distingueva le ragazze belle dalle ragazze normali.

Ecco, Rose era una ragazza normale. Non indossava abiti succinti durante le gite a Hogsmeade, non passava un’ora al giorno davanti allo specchio per coprirsi il viso con abbondanti dosi di trucco e non si preoccupava di risultare sempre impeccabile come invece facevano molte altre ragazze. Non aveva un fisico flessuoso da modella, perché nonostante mangiasse la bellezza di cinque sei volte al giorno il suo metabolismo le impediva di mettere su chilo, facendola dunque sembrare un chiodo dalle forme ancora maledettamente acerbe. Non aveva capelli da schianto, tant’è che a malapena riusciva a gestirli la mattina, senza contare le volte – come in quel caso – in cui ci si metteva quello stupido di James ad arruffarglieli ancora di più. Non aveva meravigliosi occhi di un azzurro splendente in grado di far innamorare di sé le persone al primo sguardo, ma due semplicissime e banalissime iridi di un marrone normale, con sfumature normali e un taglio altrettanto normale. Non aveva niente di particolarmente rivelante da mostrare, se non quella dose di astuzia ereditata da sua madre, ma questa era tutta un’altra faccenda.

Il punto era che lei, Rose Weasley, non avrebbe mai potuto gareggiare, in una sfida di bellezza, con una come Alfea Pavel. Il che le era andato sempre bene, insomma, non le era mai importato più di tanto concorrere in un concorso del genere con la Serpeverde. Aveva altre qualità, lo sapeva, che di sicuro superavano di gran lunga il mero aspetto fisico. Eppure in quel momento, notando il modo in cui lui fissava la figura perfetta di Alfea, non poteva fare a meno di preoccuparsi, per una volta, di quello che poteva essere se posta di fianco alla bionda.

Doveva sembrare insulsa come si sentiva ad uno sguardo esterno, era normale che Scorpius guardasse l’altra e non lei...

Scacciò quei pensieri con uno scatto isterico del capo, dandosi della stupida e rimproverandosi per quelle sciocchezze. Che accidenti le importava, dopotutto? Lui non era affar suo, per fortuna!

“Dove stiamo andando?”

Sobbalzò quando la voce melliflua e profonda di Scorpius sfaldò il silenzio sceso su di loro come una cappa invisibile, accorgendosi solo in quel momento di essere arrivati dinanzi alla porta d’ingresso del castello.

Davanti a loro, Alfea non dava segno di volersi arrestare. “Lo vedrete tra poco.” Stabilì solo, prima di agguantare la maniglia e tirare con forza.

Di nuovo, inspiegabilmente, Rose si ritrovò a sussultare. “Non possiamo uscire fuori!” Strepitò, guardandosi attorno con aria sperduta nell’evidente timore di essere beccati.

“Non venire, allora.” Fu la pronta e tagliente risposta che la Pavel le rivolse, con un’occhiata eloquente e altezzosa da sopra la spalla che la fece fremere dalla stizza.

Stava per risponderle per le rime anche a costo di mettersi a duellare con lei, se non fosse stato per il tempestivo intervento di Scorpius e della sua presa sicura sulla propria spalla.

“Facciamo subito.” La rassicurò, così comprensivo che Rose, poco abituata, proprio non riuscì a sostenere oltre quello sguardo e, con un gesto brusco, si sottrasse dalla sua stretta.

“Allora? Cosa c’è da vedere?” Domandò quindi, innervosita dalla piega che stava prendendo la serata.

Per come la vedeva lei, prima scoprivano la cosa che Alfea voleva mostrare loro, prima se la toglievano dai piedi, prima finivano la ronda e prima si concludeva quello schifo di giornata che stava mettendo tanto duramente alla prova il suo delicato equilibrio interiore.

Di rimando Alfea la scrutò per un lungo istante, prima di fare una smorfia di disappunto e distoglierle lo sguardo di dosso. “Da questa parte.”

La temperatura esterna era notevolmente più bassa rispetto a quella che impregnava il castello e il cielo era come al solito ricoperto da un’abbondante strato oscuro di nuvole dall’aria minacciosa, sul punto di scoppiare in uno scroscio intenso di tipica pioggia inglese. Mettendo piede sulla morbida erbetta del prato, Rose avvertì il vento colpirla in pieno viso come una frusta dolorosa, costringendola a socchiudere gli occhi arrossati dal repentino cambiamento di clima. Ci mancava solo che le venisse un malanno e si ritrovasse a condividere l’infermeria con McLaggen – si ritrovò a commentare particolarmente inacidita, mentre impettita tallonava la Serpeverde – per concludere in bellezza.

“Hai freddo?” Di nuovo Scorpius con il suo assurdo buonismo.

Che stava succedendo al mondo quella sera?! Era forse impazzito e non se ne era accorta? O una manica di alieni aveva preso il posto della maggior parte degli studenti di Hogwarts, tra cui chiaramente Malfoy e suo cugino James, sostituendosi a loro per attuare un piano di conquista globale?

“No.” Rispose tuttavia con rinnovata insofferenza nel ritrovare tutti i motivi per cui sentirsi frustata e indignata. “Sto benissimo, grazie. Non ho bisogno del tuo aiuto.” Asserì, nonostante i brividi a rivelare l’esatto contrario.

Era stata aspra, sgarbata e anche un filino maleducata, ne era al corrente, tuttavia il miscuglio di sentimenti che covava nel petto le impediva di porsi in altri modi. Per una strana, ignota e dissacrante ragione, la sua mente continuava a riproporle l’immagine di lui che fissava, con tacita eccitazione, le movenze leggiadre di Alfea e, per quanto si sforzasse di scacciare quegli stupidi pensieri, non poteva fare a meno di sentirsi depressa. Il fatto che poi l’avesse persino baciata, inoltre, non contribuiva di certo a risollevarle l’umore, al contrario era un modo per ricordarle quanto sciocca fosse stata a permettergli di usarla a quel modo solo per il gusto di farsi una sana risata di scherno.

Bene.” Sputò tra i denti Scorpius, contrariato.

Rose sapeva di averlo fatto arrabbiare ma, sebbene in cuor suo si sentisse tremendamente in colpa, reagì al fuoco con altro fuoco, come aveva sempre e solo saputo fare.

“Bene!” Ripeté difatti, in un’escalation di enfasi e rabbia.

“Perfetto!” Sentenziò in definitiva lui, per poi allungare il passo e affiancarsi ad Alfea, lasciandola volutamente indietro con il viso il fiamme e il cuore a pezzi.

Come se non fossero bastati il risentimento e la depressione accumulati, ci si aggiunge ad ingarbugliare ancora di più le cose anche un vago senso di malessere. Vederli camminare l’uno accanto all’altra, così tremendamente belli e biondissimi, le procurava uno strano bruciore al livello dello stomaco che le impediva di ignorare la questione come avrebbe voluto. Era come ricevere una pugnalata in pieno petto e avere la risata di malevole divertimento dell’aggressore a portata d’orecchi, pronta a rimembrarle il perché innamorarsi di uno come Scorpius Hyperion Malfoy non fosse mai auspicabile.

Non che lei fosse sul serio innamorata di uno così, comunque! Non ci pensava proprio a perdere il lume della ragione per nessuno, specie per quella specie di idiota patentato con un metro di giudizio direttamente proporzionale al suo status di adolescente in piena crisi ormonale. Uno che non sapeva distinguere un Lepricano da uno gnomo da giardino, ma esperto peggio di uno specialista nel riconoscere la taglia di seno di una donna.

Ecco, era a quel tipo di ragazzi che Rose aveva giurato ostilità eterna e non aveva intenzione di rimangiarsi la parola solo perché un Malfoy qualunque iniziava ad un tratto a comportarsi in maniera quasi civile.

Tutto il suo sfibrante sproloqui interiore, ad ogni modo, scemò come sabbia al vento nello scorgere, al limitare della Foresta Proibita, tre ragazzi di Serpeverde dall’aria familiare, che riconobbe all’istante. Augustus Higgs, stesso anno di James, Bradley Zabini e Jason McFarrell, del sesto. Rose li conosceva bene perché, oltre ad essere – specie gli ultimi due – compagni di casa di suo cugino Albus, erano in qualche modo persino suoi amici e, nonostante le continue divergenze sui rispettivi punti di vista, doveva ammettere che non erano poi così male. Ma in quel momento, con tutta la dose di frustrazione saggiata, non riusciva proprio a sentirsi ben disposta verso di loro. Anzi, verso nessuno.

“Che diavolo ci fate voi qui, eh?” Berciò dunque al loro indirizzo, superando con un movimento fluido Scorpius e Alfea per piazzarsi dinanzi ai tre. “Dovreste essere nei vostri dormitori!”

Bradley, il più sfrontato del gruppetto, non ci mise poi molto a superare lo shock e a farsi avanti, con il sorriso sibillino di sempre stampato su un viso dalle fattezze marcate.

“Grazie tante per avercelo fatto notare, Weasley.” Celiò, non senza aver lanciato un’occhiata d’ammonimento ad Alfea, che di rimando si limitò a scrollare le spalle e a sbuffare, come per dire non prendertela con me adesso, non c’entro niente con lei. “Avete sentito ragazzi? Dobbiamo andare a nanna!” Aggiunse poi, rivolto agli altri ragazzi, che ridacchiarono fastidiosi.

Rose strinse i pugni e affilò lo sguardo, il malumore accentuato da quell’evidente presa per i fondelli. Avrebbe voluto sentirsi arrabbiata e basta, ma non poteva negare la delusione apertasi come una voragine nel suo petto nel riscontrare il sorriso sghembo apparso sul viso di Scorpius. Stava ridendo di lei...

“Abbassa la coda da pavone, Zabini, non siamo al circo!” Lo rimbeccò, aspra peggio di un limone acerbo.

“Se vuoi ti ci porto...” Fu la pronta risposta di Bradley, il tono modulato su una tonalità molto più lasciva di quanto lei era disposta a tollerare.

“Se vuoi ti porto dalla preside.”

Zabini la fissò a lungo, poi sbuffò. “Ho capito. Facciamo un’altra volta, okay?” Propose, ammiccante e sfacciato quanto lo era stato il padre ai suoi tempi.

“E comunque non avete risposto alla mia domanda.” Ritornò subito alla carica Rose, sforzandosi di disinteressarsi ad Alfea che, dietro di lei, aveva approfittato della situazione per avvinghiarsi ad un imperturbabile Scorpius. “Che ci fate qui fuori a quest’ora?”

“Ehm, prendevamo aria?” Azzardò Jason, salvo ricevere uno sguardo di monito da Bradley.

“Abbiamo un problema.” Lo corresse quindi, consapevole di non poter nascondere le loro reali intenzioni ancora a lungo.

“Che genere di problema? Beh, a parte uno evidente...”

“Molto spiritosa. Ad ogni modo, il fatto è che il nostro caro Jason ha avuto la brillante idea di aprire la gabbia di Henri e-”

“Henri? Henri chi?”

“Oh vi prego!” S’intromise alle sue spalle Scorpius, molto più recettivo e perspicace di lei a quanto pareva. “Non ditemi che l’avete fatto sul serio alla fine!”

Sembrava scocciato, nonostante un accenno di sorriso a delineargli le labbra perfette. Labbra che, qualche istante prima, aveva avuto il piacere di saggiar- No! non doveva pensarci. Non doveva affatto pensarci, aveva alti problemi in quel momento per buttarvi dentro anche altre stupidaggini come lo pseudo bacio che lui le aveva dato.

Quasi fatto, se non fosse stato per l’intoppo con Jason.”

“Ehi, non l’ho fatto mica apposta!”

Scorpius non sentì neppure la debole protesta di McFarrell, l’attenzione tutta rivolta a Bradley che, calmo, si limitava a confermare o a smentire a seconda dei casi.

“Avete rapito Henri?”

“Già.”

“E adesso dov’è?”

“Te l’ho detto, Jason ha aperto la gabbia.”

“Quindi...?”

Accanto a lui, Alfea sbuffò. “L’hanno perso.” Rispose quindi, al posto dei tre responsabili, che dovettero limitarsi ad annuire. “Lì dentro.” Aggiunse poi, accennando con un dito alla selva minacciosa che li costeggiava.

Oh.” Fu tutto ciò che riuscì a dire Scorpius, all’improvviso fornito di una nuova consapevolezza.

L’unica che non sembrava aver afferrato appieno la questione, a quel punto, era solo Rose, la quale aveva assistito spaesato a tutta la conversazione senza cavarci un ragno dal buco. Rapito? Perso? E che c’entrava la Foresta Proibita? Ma, soprattutto, chi accidenti era questo Henri adesso?!

“Qualcuno vuole essere tanto gentile da farmi capire qualcosa? Grazie.” Sibilò dunque, tra i denti, snervata quel tanto che sarebbe bastato per radere a suolo l’intera boscaglia alla sua destra, mentre con orrore si accorgeva che il suo sguardo era di nuovo caduto sulle dita di Alfea sulla spalla scolpita di Scorpius.

Fu proprio quest’ultimo, con un sospiro desolato, ad accollarsi gli oneri del caso. “Henri è il rospo di Marcus Smith.”

“Marcus Smith di Tassorosso? Il Prefetto?”

“Esatto.” Confermò Scorpius, serissimo.

Uno spiraglio di luce stava man mano diradando la nebbia nella mente di Rose e, faticosamente, si andava formando la realtà dei fatti. Una volta che il quadro fu abbastanza completo da riuscire a scorgerlo nella sua interezza, spalancò la bocca e sgranò gli occhi, incredula. Incredulità che tuttavia trovò breve risposta, subito soppiantata da una malcelata collera.

“Avete rapito il rospo di Smith!”

Non era una domanda, ma un’accusa della quale, comunque, nessuno dei tre responsabili parve preoccuparsene più di tanto.

“Benarrivata...!” Fu il commento sarcastico che ne ricevette piuttosto da Alfea, che ancora non le aveva perdonato la sua inopportuna presenza.

Rose non le badò, la fronte aggrottata nello sforzo di racimolare quante più informazioni a disposizione. “Meglio, voi avete smarrito il rospo di Smith!”

“Beh, smarrito...” Alzò gli occhi al cielo Augustus Higgs, parlando per la prima volta. “Sappiamo dov’è, in effetti. È che non sappiamo il punto preciso dove trovarlo.”

La Grifondoro lo incenerì con un’occhiata al vetriolo. “Si può sapere che volevate farci con il rospo di Marcus Smith?” Chiese piuttosto, spicciola.

“Volevamo solo impartirgli una lezione!” Si difese subito Jason, giudicandosi una gomitata da Augustus e uno sguardi severo da Bradley.

“Lezione? Che lezione? Allora?” Insistette Rose, sempre più esasperata dall’intera faccenda. “Scorpius.” Mugugnò poi, intuendo che se voleva ricevere risposte doveva provare con altri sistemi.

Sentendosi chiamare in ballo, Scorpius roteò gli occhi al cielo ed assunse un cipiglio particolarmente spossato. “Smith è un idiota.” Sentenziò, come se quell’unica informazione fosse bastata a spiegare l’intera faccenda.

“Si crede chissà chi solo perché è un Prefetto.” Sbuffò al suo seguito Bradley, molto meno restio ad esporre i fatti ora che il suo amico aveva gettato la prima pietra.

“L’avremmo fatto penare per un po’, poi glielo avremmo ridato.” Annuì anche Augustus, riferendosi distintamente ad Henri il rospo.

“Ma questo gran genio se l’è fatto scappare prima.” Tagliò corto Alfea, in qualche modo rimasta impigliata dentro la questione, indicando con il capo il giovane McFarrell, che non poté fare a meno di arrossire imbarazzato.

Alla sommaria spiegazione, Rose si concesse un lungo istante per riflettere. Per quanto le dolesse ammetterlo, non poteva negare che Marcus Smith non fosse un idiota. Era sempre stato palesemente egocentrico e narcisista, ma da quando era divenuto Prefetto era addirittura peggiorato, sfoderando una pomposa arroganza che più di una volta l’aveva indotta, suo malgrado, ad intervenire dalla calca di studenti pronti a schiantarlo.

Alla fine, comunque, sotto cinque paia di occhi dall’espressione più o meno apprensiva, rilassò le spalle e liberò una nuvola di fiato in uno sbuffo sfinito.

“Perciò vi basta recuperare Henri per ritornare dentro?”

“Sì, esatto.” Confermò subito Bradley.

“Nelle vostre stanze senza fare storie?”

“Nemmeno una parola.”

Rose sospirò, per l’ennesima volta. “Okay, d’accordo. Facciamo così. Voi ritornate dentro adesso e io mi preoccuperò di recuperare Henri.”

Tutti e cinque i presenti, alle sue parole, non si premurarono di mostrarsi quanto meno allibiti. Poteva sentire lo sguardo di Scorpius sulla sua schiena, penetrante peggio di cento lame, ma il saperlo ancora stretto ad Alfea era più che sufficiente ad impedirle di rimangiarsi parola per parola. Aveva la netta sensazione che la Pavel stesse aspettando proprio la sua smentita e per niente al mondo voleva darle ragione, anche se il prezzo consisteva nell’affrontare i segreti nascosti nella Foresta Proibita.

“Lo recuperi...tu?” Alla fine fu, come prevedibile, Bradley il primo a riscuotersi e a parlare, alzando un sopracciglio con aria eloquente e arricciando le labbra con impertinenza.

Rose strinse i pugni, oltraggiata. “Sì, io. Perché, c’è qualche problema?”

“Nessun problema, ci mancherebbe! È solo che non credevo fosse posto per donne, quello.”

“Tu pensa a ritornare nella tua stanza, Zabini. A me ci penso benissimo da sola.”

“Oh, non ne dubito...!” Ridacchiò apertamente il ragazzo, riscuotendo per la seconda volta le risate dei presenti ad eccezione di Rose che, invece, se ne rimase impassibile a scrutarlo.

Beh, impassibile fuori. Dentro era un fuoco vivo di collera e indignazione. Pensavano che non poteva farcela? Che avesse paura di entrare nella Foresta? Bene, se era quello che volevano...

“Ehi, Weasley, aspetta!” La richiamò la voce di Bradley non appena lei si mosse verso la tetra boscaglia.

“Dai, stavamo scherzando!” Si aggiunse anche Augustus, tra le risate.

“Non vorrà entrare davvero!” Alfea sembrava a dir poco scandalizzata, il che, anziché farla desistere, la convinse a muoversi ancor più velocemente verso l’entroterra boschivo.

“È pericoloso!” Jason aveva ormai perso tutto il suo sorriso nello scorgere la schiena della Grifondoro scomparire tra gli alberi.

“Rose!” L’ultima voce che sentì prima di immergersi completamente all’interno della Foresta Proibita, fu quella di Scorpius, preoccupata e allarmata in un modo che, per un istante, le fece rimpiangere la sua decisione e rimbalzare il cuore fin nelle orecchie.

 

 

 

 

 

{Il titolo del capitolo è un adattamento di Who Framed Roger Rabbit, film del 1988}

 

 

A/N

Aggiornamento lampo! Con questo capitolo siamo a metà dell’opera e, se fin qui vi sembra che ne siano successe di cotte e di crude, vi assicuro che non è ancora niente rispetto a ciò che succederà nei prossimi capitoli. Detto questo, passiamo ai ringraziamenti, più che dovuti.

·         lolly puwerpuff girl: grazie per il sostegno e scusa se devo ancora venire a recensire la vostra storia, la sto seguendo davvero, solo che devo trovare il tempo per mettermi e stendere una buona recensione. Lo farò al più presto, garantito! ^-^ Ah, guarda, Alfea è un tipo piuttosto altezzoso, è normale non piaccia. A me tutti i personaggi OC tendono a piacere, forse perché ci metto sempre del mio meglio per dargli un certo spessore realistico. Spero ti piaccia questo capitolo e che continuerai a farmi sapere, se vuoi! ^.-

·         katia37: ti piace? *-* Sono contentissima! E anche molto imbarazzata per tutti questi complimenti, davvero. Io ci metto tutta me stessa nelle storie che scrivo, mi ci impegno perché sono fatta così, mi piace fare le cose per bene e ovviamente non posso che saltare sulla sedia dalla gioia quando vedo che i miei sforzi sono arrivati da qualche parte. Perciò grazie di cuore per i tuoi complimenti, sul serio! Per quanto riguarda i battibecchi tra Rose e Scorpius...beh, sembrerà strano, ma non sono neanche iniziati! XD E James... Che dire di lui? James è sempre James. U.U Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo, se ti va! ^-^

·         _EpicLoVe_: l’aspettavi? ^//^ Eh sì, il bacio è una cosa che Scorpius farebbe, sì. U.U Sai, credo che durante una ronda sia normale incontrare altri studenti, a parte i Weasley/Potter che sono più numerosi di uno sciame d’api. Per questo l’idea di inserire altri personaggi e poi l’idea di cui sopra ce l’avevo in mente da un sacco di tempo! Uno come Bradley mi serviva proprio. XD E anche una come Alfea, lo ammetto. Mi fa enormemente piacere sapere che il mio stile ti piace e coinvolge sempre, è un qualcosa di appagante visto quanto ci ho messo a “trovarlo”, per così dire. E grazie anche per il supporto morale sul capitolo tre, grazie di cuore!

·         mAd wOrLd: grazie!! Felice che questa storia ti piaccia e con essa anche lo scorso capitolo. Eh, la scena del bacio mi ha divertita un mondo scriverla! Ma con Rose e Scorpius è sempre così, d’altro canto. Grazie ancora per i complimenti, mi fai arrossire! ^//^

·         Aurora_Cullen: ci ritroviamo sempre, eh? Con mia immensa gioia, tra l’altro! ^-^ Beh, per quanto riguarda Alfea, adesso che mi ci fai pensare può ricordare molto Regina della serie di Estetica, almeno nella prima parte della saga. Regina comunque ha le sue ragioni, come avrai avuto modo di vedere con A Hogsmeade, Alfea invece è molto più superficiale e decisamente più altezzosa. D’altra parte, con la sua bellezza crede di poterselo ampiamente permettere! XD Anche a te piacciono i baci dopo un litigio? Io ultimamente sono ossessionata da questa cosa! E poi Rose e Scorpius ispirano proprio alle litigate e ai post-litigi con tanto di bacio mozzafiato. Non sei d’accordo? XP

·         Queen_of_sharingan_91: oh dai, le tue recensioni mi lasciano sempre a bocca aperta! Ma per la gioia, sia ben chiaro!! Ovviamente non posso che ringraziarti delle tue parole, non so se le merito tutte, ma mi fa un piacere enorme riceverle, tanto più da una fanwriter in gamba come te. Perciò, davvero, grazie. Alfea, come dicevo, è un tipo che sta sulle sue, bellissima e per questo ancor più convinta che il mondo non aspetti altro che un suo gesto. Ma ogni personaggio ha un suo perché e mi è dispiaciuto solo non poter approfondire anche su di lei. Certo, Alfea non ha tutto questo spessore, al contrario di Rose, che invece si fa sempre mille e uno problemi. Tanto più che la Rose generalessa di cui parli, era un’idea che mi ha sempre affascinata e aspettavo solo il momento più opportuno per inserirlo! XD Che mi dici, in questo capitolo si è capito di che pasta è fatta Rose Weasley?! Sì, davvero, il film mi è piaciuto tanto. Ma mi sa che c’è anche un seguito o no? Grazie per la dritta! ^.-

Come sempre, grazie anche a tutti gli altri (lettori, che hanno inserito la storia tra preferiti o i seguiti).

Ultimamente mi sto dedicando a una fanfiction a due mani con la bravissima HeRmIoNe LuNa, sempre a sfondo Scorpius/Rose naturalmente. Mi farebbe estremamente piacere se andaste a buttarvi un occhio, per farci sapere com’è, ecco. A me piace tantissimo scriverla e mi sto divertendo un mondo, per questo vorrei davvero tantissimo sapere il vostro parere a riguardo. Vi assicuro che neanche lì mancano le sorprese, nossignore! XD Vi lascio il link, comunque It’s a child’s play

Beh, detto questo non mi resta che salutarvi fino al prossimo aggiornamento. Non so quando posterò il capitolo sei, di preciso, ma prometto di non farvi attendere molto! ^.-

Baci.

memi

 

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Capitolo 6
*** What I Hate About You ***


VI ~ What I Hate About You

 

 

Man mano che la boscaglia si infittiva e la luce diveniva sempre più soffusa, Rose doveva ammettere che la sua non era stata una buona idea, affatto. Il sentiero, già piccolo di per sé, rischiava addirittura di scomparire procedendo verso l’entroterra e come se non fosse bastato ogni due per tre rischiava di ruzzolare a terra per colpa delle spesse radici dei grandi alberi che fuoriuscivano dalla terra. Senza contare che, ciò che aveva addotto a mera paranoia, era divenuta realtà nel momento in cui aveva colpito una fronda particolarmente bassa, segnale chiarificatore che sì, la flora iniziava a farsi sempre più stretta e pressante.

In quell’intricato aggroviglio di rami e spine, la speranza di ritrovare il povero rospo Henri incolume si riduceva drasticamente a numeri di molto contigui allo zero ma non sarebbe stata Rose Weasley se non avesse tentato lo stesso. Sua madre una volta le aveva raccontato che, durante il suo primissimo viaggio sull’Hogwarts Express, l’attuale professor Paciock aveva sperduto il proprio rospo Oscar e lei aveva setacciato l’intero treno pur di ritrovare la bestiola indifesa. Che poi quella fosse stata anche l’occasione per farle conoscere il suo futuro marito e il suo migliore amico, era tutto un altro paio di maniche.

Il problema era che quando s’intestardiva era peggio di sua madre e a quel punto niente o nessuno le avrebbe impedito di portare a termine un compito, se preso in custodia. Suo cugino Fred, figlio dello zio George e figlioccio di suo padre, le ripeteva continuamente di essere un più transigente per certe questione abbastanza futili a dire il vero, ma Rose non gli dava mai troppo retta e anzi il più delle volte lo sgridava di farsi i fatti suoi. Freddie non se la prendeva naturalmente. Lui non se la prendeva mai, specie con lei, la cugina femmina con la quale aveva passato più tempo di tutte grazie alle trovate improbabili di suo padre per seguire i Cannoni di Chudley.

Fatto stava che, dopo dieci minuti buoni di infruttuosa ricerca, con la divisa stropicciata e i capelli imbottiti di foglie, Rose dovette per forza di cose dar ragione a suo cugino e, in un impeto di generosa concessione, si appuntò di sfruttare di più il suo consiglio in futuro.

La luce intanto si faceva sempre meno densa, tanto che era difficile riuscire a distinguere con chiarezza le cose, ma aveva la netta sensazione che ricorrere all’incantesimo d’illuminazione non sarebbe stata una buona idea in quelle circostante. Chissà a quale santo avrebbe dovuto votarsi per quell’assenza ambigua di fauna, non voleva di certo rischiare di mandare all’aria la buona sorte solo per un brandello di luce in più! Perciò lasciò la bacchetta a riposare nella tasca e assottigliò le palpebre, decisa a ritrovare quel dannato rospo e ad uscire da lì il prima possibile.

“Henri? Piccolo Henri? Dove diavolo ti sei cacciato, eh?” Sussurrò a mezza voce, mentre levava via di forza i suoi capelli da un tralcio particolarmente dispettoso e il cielo esplodeva in un boato sinistro.

Doveva essere un disastro arrivata a quel punto. Si sentiva le gambe tagliate in più punti, le mani le bruciavano da impazzire e in più di un’occasione aveva udito il suono inconfondibile della stoffa che si strappa. Pur avendo sempre saputo dei pericoli celati dentro la Foresta Proibita, Rose non aveva mai mai immaginato che, entrando, si avrebbe avuti a che fare con una vegetazione tanto ostile e impenetrabile. Non osava neanche fantasticare sul tipo di animali che, di conseguenza, avrebbero potuto abitarla, sicurissima che la cosa non le sarebbe piaciuta per niente. Tanto più che suo padre non le aveva raccontato di un incontro ravvicinato con un’acromantula proprio lì, tra quelle fronde?

Rabbrividì al pensiero e, per ripicca, decise di concentrarsi solo sulla missione. Doveva ritrovare Henri. Doveva ritrovarlo al più presto.

Era così intenta a non-pensare che non si accorse neppure di essere finita in una specie di radura se non quando si ritrovò a fissare un dorso irsuto, con il centro solcato da profonde squame lunghe quanto una mano e due cosce allenate che davano l’idea di poter fare salti straordinari qual’ora l’avessero voluto. Il grosso animale, più alto almeno del doppio di lei, le dava le spalle, dando segno di non aver recepito la sua presenza, del tutto preso dall’oggetto che reggeva tra le zampe per pensare ad altro. Muoveva la schiena a scatti regolari in avanti, palesando così il gesto di chinarsi, ma fu solo quando sentì lo stridere dei suoi denti che capì che stava mangiando.

Ingoiò amaro e per un istante le parve che il respiro le si fosse bloccato in gola. Quella bestia identificata stava mangiando e solo lui poteva sapere che genere di cose mangiava. Rose non voleva neanche pensare che poteva trattarsi di essere umani...

Ma doveva mantenere la calma e trovare rapidamente un piano se ci teneva ad uscire da quella situazione indenne. –Ragione Rose. Avanti, non è difficile. Sta calma e ragiona.- Si ripeté tra sé e sé, timorosa persino di respirare per non farsi sentire da lui. Il piano migliore sarebbe stato quello di fare retromarcia e scappare da quella radura, ma se avesse beccato un rametto? Un singolo rumore e... No! Non doveva pensarci, non adesso almeno! Rischiava seriamente di deconcentrarsi e allora-

Uh!”

La bestia si girò di scatto, tra le zampe un osso sanguinolento, ma si disinteressò quasi subito nell’accorgersi che il posto era vuoto, se non fosse stata per la sua ingombrante presenza.

Quello che non poteva sapere era che, pochi metri più in là, un’oltremodo impaurita Rose stava rischiando l’infarto nel sentirsi trascinare via da due braccia robuste. Una mano le sigillava la bocca, impedendole così ogni altro rumore, e l’altra le si era stretta come una morsa attorno alla vita, al punto tale da sollevarla di peso da terra neanche si fosse trattata di una bimbetta. Era così terrorizzata che poteva sentire il battito cardiaco aumentare a dismisura d’intensità, riempiendole le orecchie con il suo ritmo folle e minacciandola di cedere da un momento all’altro se non avesse fatto qualcosa per regolarizzarlo.

Che situazione – si ritrovò a considerare in uno sprazzo pazzo di lucidità – veniva strappata di peso da una situazione potenzialmente mortale per esserne trascinata in un’altra altrettanto pericolosa dal suo stesso salvatore. Che aveva fatto di male per meritarsi una simile morte? Pregò con il cuore affinché i suoi genitori non soffrissero troppo per la prematura dipartita della figlia maggiore e sperò di cuore che Hugo non si cacciasse in guai seri senza la sua supervisione, mentre si sentiva trascinare sempre più lontano tra gli alberi inferociti.

“Promettimi che non urlerai se ti lascio andare.” Le intimò una voce alle sue spalle, che Rose, ancora troppo spaventata, non riuscì a riconoscere.

Annuì con la testa e si sforzò di non piangere, da coraggiosa Grifondoro qual’era.

“Bene.” Pochi secondi dopo, la stretta attorno alla sua vita era scomparsa e le sue labbra erano libere di muoversi come meglio credevano.

Rose roteò su un fianco, afferrò la bacchetta e, con uno scintillio di audacia negli occhi, la puntò sul suo sequestratore. “Stupeficium!”

Dalla bacchetta si levò un fascio di luce rossa che si precipitò a schiantare il suo presunto aggressore ma che, vuoi per la prontezza di riflessi di quest’ultimo vuoi per la sua mano maledettamente malferma, finì solo per riversarsi su un albero lì vicino, causando un tonfo secco che si disperse per tutta la Foresta Proibita.

“Sei impazzita Weasley?” Tuonò la stessa voce di prima che lei, stavolta, non poté non riconoscere, per quanto distorta da un crescendo di collera. “Io rischio la mia pelle per venire a salvare la tua e tu tenti di schiantarmi?!”

In tutta la sua selvatica bellezza, Scorpius Malfoy la guardava con espressione sdegnata quasi volesse incenerirla lì su due piedi se solo ciò non fosse andato contro il suo codice cavalleresco. Aveva i capelli arruffati e l’aria incavolata, con i lineamenti del viso induriti dall’indignazione e le mani strette a pugni lungo i fianchi. Come lei, anche il ragazzo aveva la divisa tutta sgualcita e la camicia fuori dai pantaloni, in un disordine non voluto ma che addosso a lui riusciva a dargli un aspetto ancor più attraente del solito.

Avvampò selvaggiamente e assunse presto un colore molto simile a quello di uno Schiopodo Sparacoda nel rendersi conto della natura dei suoi stessi pensieri. Aveva appena rischiato la vita e cosa si metteva a pensare? Al fascino di Malfoy?!

“Credevo fossi un aggressore!” Si difese prontamente la Weasley, con molta più veemenza per via del peso dell’imbarazzo.

“Beh, credevi male!”

“Grazie tante, adesso lo so!”

“Bene!”

“Bene‼”

Si guardarono in cagnesco a lungo dopo lo sfogo momentaneo che li aveva portati ad innervosirsi e ad alzare le voci più del necessario, prima che, sorprendentemente, Scorpius decidesse che rivolgere le proprie attenzioni sul posto in cui si trovavano avesse maggiori vantaggi che arrovellarsi le meningi nell’inutile tentavo di averla vinta con lei.

“Dove siamo di preciso?”

Rose si guardò attorno, sforzandosi di darsi una calmata. “Non lo so.” Sospirò alla fine, afflitta, rendendosi conto di non avere la più pallida idea di dove si trovassero.

Sopra le loro teste, a chilometri e chilometri di lontananza, la fitta coperta di nuvole sembrava sul punto di aprirsi in uno scroscio incontenibile di pioggia, come ben anticipavano i biechi gorgoglii che di quanto in quanto si levavano nell’aria rarefatta.

“Fantastico...” Sbuffò scocciato Scorpius, andando ad intaccare, senza volerlo, i già provati nervi della Grifondoro.

“Beh, potevi anche startene al castello se non volevi perderti!”

All’isterica affermazione, lui si voltò a guardarla a metà tra il seccato e lo stupito. “Scusa tanto se ho pensato di venire a darti una mano.”

“Nessuno te l’ha chiesto! Avrei potuto cavarmela benissimo da me!”

“Oh certo, come no! Te la stavi cavando perfettamente con quel bestione, vero? E dimmi un po’, come pensavi di batterlo? A forza di guardarlo?”

Era troppo. “Ma perché non te ne ritorni dai tuoi amichetti? Scommetto che Alfea gradirebbe la tua presenza!”

“Molto più di te di sicuro!”

“Perfetto, tornatene da lei! Avrete di sicuro molte cose da fare insieme!”

“Più di quanto immagini!”

Crack. Era stato il suo cuore, quello. Lui glielo aveva appena fatto a pezzi...

“Beh, buon per te!” Urlò dopo una manciata di secondi di silenzio, il tempo necessario affinché la freccia scoccata dal ragazzo potesse distruggere il suo povero cuore.

“Infatti!” Concordò di rimando Scorpius, salvo poi portarsi una mano alla fronte e scuotere con decisione la testa. “No, accidenti... Senti, non voglio litigare con te.”

“Pensavo lo stessimo già facendo.” Anche il tono di Rose era sceso su tonalità meno aspre e isteriche.

“Solo perché tu hai tirato in ballo Alfea.” Decretò lui, dandosi di nuovo dello stupido per riaver acceso la miccia.

E difatti... “Fantastico, difenditela pure adesso!” Se fosse stata abbastanza lucida da ponderarvi anche solo un minuto sulla questione, Rose avrebbe detto di esserne gelosa ma, ovviamente, una cosa del genere era del tutto impossibile oltre che assurda.

“Vedi? Continui a comportarti così!”

“Così come?”

“Come se fossi gelosa!”

“Che scemenza, io non...io non...” Boccheggiò un paio di volte Rose, insicura su cosa dire di preciso, troppo presa dal litigio per accorgersi di non aver più paura di niente, nonostante gli urli non mancassero di certo.

Possibile che fosse realmente gelosa? Di Alfea? –No, non di Alfea.- Le suggerì una vocina dispettosa nella sua testa. –Di Scorpius.-

“Tu no, cosa Weasley?” Lui intanto la fissava con cipiglio scocciato e l’aria di chi ha capito molte più cose di quanto non desse a che vedere, mentre paziente aspettava che pure lei arrivasse alle sue stesse conclusioni.

Rose s’irrigidì. “Non me ne frega un tubo di quello che fai con quell’oca di Alfea, se proprio vuoi saperlo! Trovo solo, ecco, sconveniente che ti metti a baciare altre ragazze quando ti piace chiaramente lei.” Le parole erano venute fuori da sole senza che lei potesse impedirlo, molto più nevrotiche di quanto avrebbe voluto, ma perlomeno non stavano urlando più.

“Ah.”

Quel tipo iniziava seriamente a starle sui nervi.

“Che vorrebbe significare?” Sbottò, irritata.

“Cosa?” Scorpius, al contrario, era il ritratto della calma.

“Quell’ah!”

“Niente.”

“Malfoy!”

Al tre lo avrebbe schiantato, era deciso. Uno, due e- Perché accidenti si stava avvicinando? E che aveva da sorridere tanto spudoratamente? Non si rendeva conto che quel sorriso era un attentato al suo cuore? Al diavolo, ma perché il suo stupido cuore doveva per forza fare tanto casino?!

“Che stai f-facendo?”

“Non mi piace.” Notificò piuttosto Scorpius, ignorando la sua domanda, ormai ad un palmo da lei. “Non mi è mai piaciuta Alfea.”

Il suo tono, poteva giurarlo, era cambiato notevolmente fino ad improntarsi di una venatura sensuale, così carica di passione che Rose, pur non volendo, si ritrovò a rabbrividire e a paralizzarsi dinanzi all’intensità con cui quegli occhi la studiavano. Una parte di sé, intanto, aveva preso a ballare la samba alla notizia che Scorpius Malfoy non fosse incline a cedere al fascino indecente di Alfea Pavel. L’altra parte, quella razionale e tendenzialmente disfattista, insisteva a chiederle il motivo di tanto clamore. Non aveva detto che non era affatto interessata a quel cavernicolo ossigenato? E adesso si metteva a festeggiare perché lui le dichiarava di non avere interesse per un’altra ragazza, così vicino che avrebbe potuto provocarle un arresto cardiaco da un momento all’altro?

La mano di lui si posò sulla sua guancia e Rose si sorprese del calore in grado di emanare, nonostante all’apparenza sembrasse sempre così freddo.

“Sei bellissima, Weasley.” Ridacchiò ad un tratto Scorpius, sempre più vicino, pugnalandola al petto con quelle poche parole.

Sbatté le palpebre e gli rivolse un’occhiata di odio puro che sortì l’effetto di bloccarlo da qualsiasi intenzione avesse avuto in mente di fare.

“Stammi lontana Malfoy, o giuro che inizio a dare di matto!” Lo avvertì, con il viso in fiamme per l’escalation d’irritazione. “Se pensi che mi faccia prendere in giro da te, ti sbagli di grosso, razza d’idiota platinato!”

Come prevedibile, le sue minacce ebbero l’effetto desiderato. Due secondi dopo, con un broncio degno di nota, Scorpius le distava non meno di due metri di lontananza, le mani nelle tasche e l’aria assolutamente scocciata.

“Sei assurda, ti ho solo fatto un complimento!” Protestò, indispettito.

“Come se ti credessi! E non osare baciarmi mai più o giuro che ti ammazzo!”

“Chi ti ha detto che l’avrei fatto?” Scorpius sembrava seriamente arrabbiato adesso, tanto che Rose ne ebbe persino paura per un istante, se solo non fosse stata tanto ostinata nel difendere quel briciolo di dignità rimastale dopo quell’assurda serata.

Un nuovo rombo sinistro, intanto, si era propagato nel cielo, segno evidente che l’acquazzone sarebbe arrivato da un momento all’altro.

“Meglio così, allora!”

“Infatti!”

Nonostante sapesse che urlare a quel modo poteva essere potenzialmente pericoloso in un luogo tanto minaccioso quale la Foresta Proibita, Rose non riusciva ad impedirsi di farlo. Sapeva essere davvero caparbia quando ci si metteva e, piuttosto che dargliela vinta, era disposta a fare calte farse. O a cambiare completamente discorso, come in quel caso.

“E poi scusa, chi ti ha detto di venire a cercarmi, eh? Perché sei venuto?” Incalzò, vivida per tutta la rabbia che stava provando.

“Perché ero preoccupato per te, dannazione!”

Qualsiasi frase pungente stesse per dire, andò morendo nella sua gola all’inaspettata dichiarazione di lui. Rose lo fissò, sconcertata e confusa oltre ogni dire, ma Scorpius aveva girato la testa dall’altro lato, rosso in viso come in poche rare occasioni si era mostrato, e ciò le impediva di cercare la verità in quei suoi occhi grigissimi. Il cuore aveva mancato qualche battito e il respiro le si era mozzato nel petto di nuovo, però non per la paura come prima. Si sentiva colpita. E turbata, anche, perché non riusciva a darsi una risposta a tutto quello che stava accadendo in un’unica serata. L’idea che lui potesse essere preoccupato per lei era tanto assurda che persino ripetersela senza interruzione non riusciva a conferirle quel sapore di concreto che meritava.

“E-Eri...” Udì la sua voce diffondersi insicura nella foresta solo dopo parecchi secondi di disarmante silenzio, più roca e bassa di come la ricordava. “...eri preoccupato per me?”

Aveva sentito male. Doveva aver sentito male. Era altamente impossibile che lui...

Scorpius fece uno schiocco con la lingua, sotto al palato, e di nuovo ritornò a posare le sue iridi perlacee in quelle caffè di lei. “Capisco che tu possa trovarlo intollerabile, ma che ti piaccia o meno è la verità, Weasley. Ero preoccupato per te, d’accordo? E a quanto pare facevo bene ad esserlo, visto la tua smania di misurarti con un animale come quello.”

“Io non smaniavo a misurarmi con-” Scosse il capo, decidendo lì per lì di lasciar perdere.

“E sai una cosa?” Ad ogni modo Scorpius non le diede il tempo per dire altro, perché, senza smetterla di fissarla, si era già riguadagnato le redini della conversazione. “Non capisco perché accidenti io continui a preoccuparmi per te, quando è evidente che la mia presenza ti infastidisce.”

“Non è vero!” Si affrettò a smentire Rose, sconvolta, nonostante non fosse riuscita a convincere neppure se stessa con la sua blanda protesta.

“Ah no? Weasley, ho dovuto pregarti per fare la ronda insieme!”

Beh, pregarla, adesso...

“Tu sei davvero la ragazza più insopportabile che io conosca. Sei saccente che neanche te ne accorgi e quando ti intestardisci per qualcosa, è praticamente impossibile farti cambiare idea. E Merlino mi mozzi la lingua se non sei irritante peggio di un vermicolo!”

L’aveva sul serio paragonata ad un...vermicolo? Rose s’incollerì seduta stante. Come si permetteva quel damerino da due soldi di darle del vermicolo?!

“Sei un bastardo arrogante figlio di papà!” Lo additò, inviperita.

“E tu una noiosa so-tutto-io!”

Croak! Si divagò il bubbolio dei tuoni nell’aria, sempre più cupi e roboanti.

“Allora vattene se sono noiosa!”

I tuoni rimbombavano, con veemenza.

“Non posso!”

“Perché no?”

Perché mi piaci, cazzo!”

Pata-Trac!

Una pioggia fitta e ghiacciata cadde giù dal cielo, feroce e incontenibile, mentre le parole di Scorpius rimanevano in sospeso nell’aria, prima di riempire ogni singolo spazio vuoto.

Sbagliava, o l’impeccabile Malfoy aveva appena detto cazzo?!

 

 

 

 

 

{Il titolo del capitolo è un adattamento di What I Like About You, telefilm con la Kelly di Beverly Hills 90210}

 

 

A/N

Un capitolo interamente dedicato ai battibecchi tra Scorpius e Rose, come avete potuto vedere. E, per chiunque se l’è chiesto, alla fine sì, Scorpius l’ha seguita nella foresta. Ovviamente. U.U Per quanto riguarda il motivo per cui Rose si sia infilata nella foresta, senza attendere all’indomani, è davvero molto semplice: Rose è un concentrato tra l’intelligenza di Hermione e l’istintività di Ron. Per questo motivo, pur di non tirarsi indietro, si è infilata tra la boscaglia infoltita con stoico coraggio. E poi non dimentichiamoci che è una Grifondoro! ^.-

Rapidamente passo a ringraziare le persone che, con il loro commento, mi danno la carica per andare avanti.

·         ElseW: grazie mille per i complimenti, sono contenta che il precedente capitolo ti sia piaciuto e spero che ti piaccia anche questo. Beh, a dirti la verità, anche io credo avrei reagito allo stesso modo di Rose. Anzi, senza il credo. L’avrei proprio fatto! XD

·         Aurora_Cullen: beh, ma sai che non ne ho la più pallida idea? Cioè, l’idea di una toccata e fuga nella Foresta Proibita c’è sempre stata, soprattutto la parte in cui lui segue lei. Trovare il motivo per cui Rose avrebbe dovuto infilarsi in una selva così minacciosa...oh beh, quella sì che è stata un’impresa! ^.- Come dicevo sopra, Rose è una testarda e anche un’istintiva, per questo si è tuffata a capofitto nella foresta. Per quanto riguarda Alfea, purtroppo per lei mi sa che non troverà tanto spazio nella mia fanfiction. Diciamo che “non ha saputo guadagnarselo” ecco. Pensa, anche Regina doveva essere una fugace apparizione, mentre invece adesso...! Per The photograph...vedrò di aggiornare presto, promesso!

·         lolly puwerpuff girl: finalmente sono riuscita a recensire la storia, anche perché mi sarebbe dispiaciuto non farlo visto che il capitolo mi aveva davvero colpita. Ad ogni modo, venendo a noi, mi fa un piacere enorme sapere che il capitolo precedente ti sia piaciuto. Augustus, Bradley e Jason sono tre matti, lo ammetto, ma mi piacevano e volevo inserirli nella storia. Spero ti piaccia anche questo capitolo, come vedi di Alfea non c’è più traccia (o quasi) e di Scorpius...l’ha seguita, no? XP

·         katia37: wow, grazie per i complimenti, davvero. ^//^ Sono entusiasta che le mie idee ti siano piaciute e mi piacerebbe sapere se continuano ancora a piacerti. Per quanto riguarda i motivi per cui Rose è entrata nella foresta, devo farti i miei complimenti, perché ci hai preso in pieno. Rose è una testarda nata, tale e quale a suo padre in questo, sì. Per sua fortuna c’è Scorpius accanto a lei, pronto a salvarla! XD Ed assomiglia al padre anche con la sua insicurezza cronica, che le impedisce di guardare più in là del suo naso e accorgersi di quello che sta succedendo... Beh, grazie ancora per la recensione, Rita, mi ha fatto tanto piacere leggerla! ^-^

·         TittiGranger: guarda, non preoccuparti se ti è scappato un capitolo. Io sono una rimbambita in questo senso, perciò ti comprendo benissimo. Beh, comunque posso dirti che l’audacia di Scorpius ha un suo perché, come verrà sciorinato per bene nei prossimi capitoli. Anche se credo che in parte si sia già capito qualcosa! Alfea a me piaceva, ma alla fine non ho potuto darle troppo spazio e comunque non è così profonda come Regina, per questo alla fine il suo ruolo è stato piuttosto limitato. Spero ti piaccia anche questo capitolo e spero, altrettanto vivamente, che aggiornerai presto la tua di storia! Muoio dalla curiosità, adesso!

·         Queen_of_sharingan_91: eh sì, Rose ha una scorza bella dura! XD Mi fa sempre piacere ricevere una tua recensione, perché riesci a trasmettermi cosa pensi realmente di quanto letto e, pertanto, non posso fare a meno di essere felice nel sapere che la mia descrizione di Rose e della storia in generale ti abbia colpito tanto. Anche io mi ritrovo in molti aspetti del temperamento di Rose e poi io sono una che ci tiene a legarsi quanto più possibile con il campo del verosimile, perciò sono doppiamente soddisfatta di scoprire che ci sono riuscita. Come suggeriva il titolo, questa notte è ancora dannatamente lunga e Rose dovrà affrontarne di cose prima di andare a coricarsi! Per rispondere alla faccenda Scorpius...oh dai, come avrei potuto non fargliela seguire?! ^.- Tanto più, come scoprirai più avanti...no, aspetta, mi sa che sto parlando troppo! Mi cucio la bocca! :-X A proposito, ne approfitto per dirti che sto aspettando un’altra tua bella Scorpius/Rose, mia cara. E anche per ringraziarti: ho visto tutti e tre i film di Pirati dei Caraibi...stupendi! *-*

Un grosso grazie và, come al solito, anche a tutti gli altri che, pur non dicendomi espressamente cosa pensano di questa mia storia, continuano a seguirla, facendomi lo stesso felice! ^-^

Alla prossima dunque, vedrò di aggiornare presto!

Baci.

memi

 

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Capitolo 7
*** Scorpius Malfoy Must Die ***


VII ~ Scorpius Malfoy Must Die

 

 

La pioggia scendeva giù in grandi gocce compatte che, a contatto con il suolo, si aprivano in larghe chiazze incolori, più fredde di un iceberg e certamente più penetranti del ghiaccio nell’infilarsi sotto gli indumenti e insinuarsi così nelle ossa. Ciò nonostante nell’aria permeavano, indelebili, le parole gridate con ferocia da Scorpius, come in una grande bolla di sapone sul punto di esplodere. E fu con uno scoppio che, alla fine, si ruppe, riversando il peso della sua confessione con la forza massiccia di un Troll di montagna.

Rose Weasley, zuppa da capo a piedi e con la divisa lacerata in più punti, fissava il suo interlocutore con la bocca spalancata e gli occhi sgranati, del tutto incapace di assimilare la notizia e ancor meno di metabolizzarla, ma con l’unico pensiero concreto di aver appena sentito fuoriuscire dalla sua bocca una parolaccia. E lui non diceva mai volgarità. Mai, neanche per sbaglio, mai. Era assolutamente inconcepibile una cosa del genere, faticava persino ad accettarla come probabilità, figurarsi quale dato di fatto. Per questo, forse, si ritrovò a scavare in quegli occhi grigi come mai aveva fatto in vita sua e, altrettanto, a dover arretrate dinanzi alla patina di veridicità contro cui dovette scontrarsi.

Cosa?” Il suo era stato un sussurro più che altro, appena percettibile nel fragore causato dal temporale in atto, ma era troppo scioccata per tentare di nuovo.

Scorpius, il ragazzo che si era imposta di detestare dal primo anno, il bastardo che si divertiva a prenderla in giro, il viveur per eccellenza, le aveva appena detto, anzi urlato che lei gli piaceva. Lei. A lui. Pensare di utilizzare anche solo un decibel in più, a quel punto, era vaneggiare. Il semplice fatto di essere riuscita ad articolare parola, in effetti, era da lodare.

Dal canto suo il ragazzo, seccato oltre ogni dire, reagì con uno sbuffo esasperato.

“Adesso lo sai, perciò...” Alzò gli occhi al cielo, neanche le avesse appena fatto un favore a dirglielo. “Hai intenzione di rimanertene lì a bocca aperta come un baccalà ancora a lungo, Weasley?”

Come accidenti facesse a risultare tanto irritante e strafottente anche dopo averle detto che gli piaceva, era un mistero, fatto stava che Rose dovette ricorrere a tutto il proprio autocontrollo per non avventarsi su di lui e prenderlo a pugni.

“Beh, scusa tanto se sono quantomeno sorpresa!” Si difese prontamente, incapace di trovare una risposta più consona alla sconcertante rivelazione.

“Non potresti essere sorpresa fuori di qui?” Contrattaccò di rimando Scorpius, scocciato, indicando con un gesto eloquente il luogo poco tranquillizzante in cui si trovavano.

“Tu allora? Potevi aspettare un altro momento per dirmelo!”

“La prossima volta ti porterò sopra la Torre di astronomia e mi inginocchierò per dirtelo, va bene?”

“Benissimo!”

“Perfetto!”

Rose sbuffò. Non poteva credere che stessero litigando sul serio anche per quello. O meglio, dopo quello. In quei romantici libri Babbani di cui sua cugina Lily andava pazza, non si leggeva sempre che quando il ragazzo professava i suoi sentimenti alla fanciulla di turno, questa non esitava neanche per un secondo a buttarsi tra le sue braccia e a giurare amore eterno? E lei invece che faceva? Si metteva a litigare con lui. Assurdo...

“Usciamo di qui. Non mi piace questo posto.” Proferì ad un tratto Scorpius e, una volta tanto, lei si ritrovò a concordare.

In un silenzio surreale, Rose lo tallonò tra gli anfratti della Foresta, facendo un enorme sforzo per evitare i rami più bassi e per cercare di non farsi prendere di sorpresa dalle radici più sporgenti, giacché il suo pensiero era costantemente rivolto a lui. Di quando in quando, saettava con lo sguardo sulla schiena possente di Scorpius, sulle spalle scolpite, sulla testa di un pallidissimo oro colato... Ed era strano, era come vederlo per la prima volta e sorprendersi dinanzi a questo o quel particolare che prima non si era mai sforzata di notare.

La pioggia, intanto, continuava ad infilarsi nei suoi vestiti sporchi di fango e fogliame, facendola rabbrividire senza sosta, mentre con ferocia le frustava il viso, instancabile. Il borbottio dei tuoni non sembrava essersi attutito neppure di poco e, gorgogliante, si faceva sentire prepotente sopra di loro. Ciclicamente, una serie di lampi dall’aria preoccupante rischiaravano il cielo stesso, una coperta indistinta di nuvole e nero, come tanti flash delle macchine fotografiche.

Ma Rose era troppo impegnata ad accorgersi dei mille sorprendenti particolari del ragazzo che le camminava davanti per fare caso allo straordinario fenomeno temporalesco che la natura aveva riserbato per loro quella sera, né i suoi stessi panni bagnati parevano occuparle più di qualche sporadico pensiero, nonostante sapesse che avrebbe potuto beccarsi un invidiabile malanno con tutta quell’acqua.

Era così presa dalla sua silenziosa contemplazione da non notare neppure il dosso provocato da una radice particolarmente in rilievo e ciò la porto, come inevitabile, a impicciarsi nei suoi tentacoli con i piedi prima ancora di rendersene del tutto conto. Due secondi dopo, Rose si ritrovò riversa di lungo sul suolo umidiccio, con il viso a stretto contatto con la fanghiglia creatasi e un dolore lancinante al ginocchio destro a ricordarle con insistenza quanto stupida fosse stata a non fare attenzione a dove metteva i piedi.

“Weasley!” Scorpius, dal canto suo, constatò subito che qualcosa non andava e, girandosi, fu facile appurare la veridicità dei suoi timori.

In men che non si dica le fu di fianco e, afferratola con saldezza per i fianchi, la issò quasi fosse fatta di aria.

“Che accidenti combini?” Le domandò, in un marcato rimprovero che aveva l’unico compito di celare la malcelata apprensione così palese dai suoi gesti. “Ti sei fatta male?”

“Al...al ginocchio.” Riuscì a farfugliare appena lei, ad un tratto come paralizzata dalla sensazione di calore che il tocco delle mani di lui sui suoi fianchi riusciva a provocarle.

Erano fuoco vivo, bruciavano sulla sua pelle nonostante i vestiti a proteggerla. Eppure, era sicura, Scorpius non era mai stato tanto caldo. La sua presa gentile ma decisa...da quando era così rassicurante?! Non ne aveva idea e il peggio era che non poteva averne, non con lui a così stretta vicinanza. Il che era maledettamente illogico, dopotutto! Insomma solo perché le aveva detto che gli piaceva, non significava che avrebbe dovuto cambiare anche il suo parere su di lui, no? Non avrebbe dovuto significare niente e basta, per lei, non dopo le mille volte in cui aveva giurato e stragiurato di detestarlo...

“Fammi dare un’occhiata.” Nel frattempo Scorpius l’aveva costretta a sedersi sulla stessa radici contro cui era inciampata e, chinatosi di fronte, iniziò a studiare con la premura di un dottore professionista il lungo taglio che solcava il suo ginocchio.

Le prese la gamba tra le mani, ne analizzò con attenzione lo stato e poi andò sfiorare con un dito la lesione, così gentile da essere quasi evanescente se non fosse stato per l’incendio che quel semplice gesto era stato in grado di generare solo sfiorandola. E Rose continuava a fissarlo, in trance, come se ad un tratto non potesse più vivere senza guardare quel viso. Non distolse lo sguardo neppure quando lui si concesse un secondo per gettarle un’occhiata a metà tra il perplesso e l’imbarazzato (imbarazzato?! Scorpius Malfoy? Ah, bene!), in un comprensibilissimo stato di confusione totale dovuto al sentire i suoi occhi tanto profondamente e tanto a lungo addosso.

Poi, semplicemente, lo disse.

Scorpius aveva appena richiuso il taglio con un incantesimo che la sua testa del tutto deconcentrata non aveva avuto premura di sentire, quando la sua bocca si mosse da sola.

“Mi piaci anche tu.”

Prendere consapevolezza di quanto ammesso fu, stranamente, molto più semplice del previsto. Con il più intramontabile tuffo al cuore, era bastato che lui piantasse i suoi incredibili occhi grigi in quelli di lei per capire che era vero. Che era vero vero e che era sempre stato lì, fermo in sospeso da qualche parte tra il cuore e i polmoni in attesa di poter venire alla luce senza essere scacciato brutalmente dal suo raziocinio nichilista.

Certo faceva un certo effetto sapere di averlo detto a voce alta, davanti a lui per giunta, ma a quel punto era inutile e impossibile tornare indietro, tanto più non ci teneva per nulla a farlo perché dubitava di poter ritrovare un giorno l’ardire per ridire una simile cosa. Per quanto veritiero potesse essere, Rose sapeva che la sua bocca aveva parlato soggiogata dal momento, dopotutto era sempre stata tremendamente riservata e disfattista per quelle cose. Ecco, come amava ripeterle Dominique, lei era il genere di persona per cui sarebbe stata meglio disposta ad un processo dinanzi al Wizengamot per un reato che non le apparteneva piuttosto che accettare e addirittura esprimere i suoi sentimenti. Lei era sempre quella che ammetteva i suoi sentimenti dopo aver avuto la certezza che fossero scemati e, dunque, non potessero più farle male.

Rivelarsi così, sotto una pioggia fittissima senza averne fatto i conti neppure con se stessa, era un po’ come andare ad un’interrogazione sapendo di essere impreparata.

Non era da lei, insomma.

Eppure non se ne pentì, neanche quando si ritrovò a sostenere lo sguardo decisamente costernato di Scorpius, nemmeno quando lui corrugò la fronte in un moto di scetticismo, quasi si a chiedersi se avesse sentito o meno ciò che pensava di aver sentito.

“Prego?” Alla fine fu il ragazzo a lacerare quell’infinito minuto di silenzio con la sua marcata incredulità, così intima da disegnargli lunghe rughe d’espressione all’angolo degli occhi.

Per tutta risposta Rose sbuffò, spazientita. “Hai sentito benissimo, Malfoy, non farmelo ripetere!” Lo minacciò quasi, più rossa dei capelli di suo fratello e molto più a disagio di che si fosse trovata dinanzi a quella famosa interrogazione senza aver aperto libro.

“Mi perdonerai se sono un attimo interdetto!” Fu la scocciata risposta di Scorpius.

 E come al solito – si ritrovò a pensare lei, esasperata e anche un tantino depressa – non potevano fare a meno di litigare!

“D’accordo, fa come ti pare!”

“Stupendo!” Quasi urlò il biondo, prima di prendere un lungo respiro, scrollarsi di dosso tutta la tensione e sfociare in un bellissimo quanto incomprensibile sorriso. “Quindi ti piaccio...”

Se prima il suo tono si era regolato su una frequenza quasi nervosa (quasi, perché era un Malfoy, il che significava contegno, aplomb, classe, eleganza, eccetera eccetera eccetera), adesso era smodatamente e maledettamente lascivo. Lei arrossì ancora di più, come inevitabile, ma non per questo demorse la presa. Il suo sguardo, nonostante il cuore battesse a tremila e le farfalle ballassero la salsa nello stomaco, era quello stoico di sempre.

“Non farti strane illusioni, adesso! Giusto un pochino.” Volle precisare, dandosi subito dopo della bugiarda.

Così come fece anche lui. “Certo, Weasley. Mettendo da parte la parte quantitativa del nostro rapporto...”

Wow. Perché era così eccitante sentirgli dire quella parola? Rapporto...era sicura non fosse mai stata tanto bella...

“...pensi che se io ti baciassi adesso, incorrerei nel rischio di mangiare lo sterco di un drago?” Pareva terribilmente serio, ma Rose non riusciva a non ridere mentre, audace, gli gettava con facilità le braccia attorno al collo.

“Ma sta zitto!”

“Dico davvero!” Si difese fintamente immusonito Scorpius, se non fosse stato per il sorriso sghembo che lo scopriva in pieno. “Se non erro, nella lista c’è anche la possibilità di morire all’istante se mi azzardo a baciarti di nuovo.”

Lei rise ancora più forte a quella sua riflessione, la pioggia che era ormai solo un vago ricordo, e alla fine riuscì a contagiarlo a sua volta, facendogli abbandonare il sagace sarcasmo per farlo cadere in quel mondo fatto di risate e divertimento.

“Baciami, stupido!” Lo intimò ebbra di una nuova traboccante felicità, sicura che il suo cuore sarebbe scoppiato da un momento all’altro tanta era la gioia che stava provando, intanto che rafforzava la presa attorno al suo collo e lo fissava con una disarmante intensità in quegli occhi che non erano stati mai tanto grigi.

E Scorpius non se lo fece ripetere due volte, comunque. Scivolò con una mano sul fianco di lei e con l’altra si aggrappò alla nuca castana, facendo leva su di questa per costringerla ad avvicinarsi e a riunire dunque le loro labbra in un altro bacio. Un bacio totalmente diverso dal precedente, perché sapeva di consapevolezza, di desiderio, di intenzionalità. Era un po’ come riunire due mondi in un unico gesto, due vite vissute su binari separati, ma sempre dannatamente collegati. Eccola, la verità: potevano fingere di detestarsi, di trovarsi insopportabili (e un po’ era anche vero), di non potersi vedere...ma alla fine Scorpius non c’era senza Rose. Scorpius non era niente senza Rose. Allo stesso modo Rose non aveva senso, non significava nulla senza Scorpius.

“Dai, andiamo dentro.”

Reticente, Rose gli strinse la mano che lui le porgeva e, facendosi per una volta tanto guidare completamente da lui, lasciò a Scorpius il compito di condurli al castello, lontano da tutta quella pioggia e dai lampi che venivano giù con maggiore violenza. Non si accorse neppure del momento in cui superarono la Foresta Proibita, perché il semplice contatto delle loro mani riusciva ad impegnarle la mente molto più di qualsiasi tema, ma fu con una leggera palpitazione che si rese conto che si sentiva sicura da molto più tempo rispetto a quando avessero superato la boscaglia magica. Sapeva che era merito della vicinanza di Scorpius, tuttavia ritrovarsi con prepotenza dinanzi alla verità fu lo stesso fonte di stupore per lei.

Di Alfea, Bradley, Augustus e Jason non c’era più traccia e, forse per la prima volta in vita sua, sentiva che non gliene importava un fico secco se anche non fossero tornati nei loro dormitori. Probabilmente era tutta la serata ad essere strana, non solo lei. Magari era merito di tutta quella rabbia, della rassegnazione, dello sbigottimento, della depressione e perché no anche della paura, ma era stata una ronda pazzesca e adesso sentiva che niente avrebbe potuto più sconvolgerla tanto.

-Niente.- Si ripeté, mentre Scorpius si fermava solo un istante per baciarla ancora, e ancora, prima di riprendere la camminata lungo il parco di Hogwarts, diretto al castello. Quando raggiunsero la porta, erano bagnati fradici dalla testa ai piedi, eppure sentivano che non potevano esserne più felici. Con il selfcontrol che tanto lo contraddistingueva, lui pronunciò un incantesimo non verbale e, in un attimo, erano entrambe completamente asciutti. Rose sapeva anche che quell’incantesimo non avrebbe giovato ai suoi indomiti capelli, eppure Scorpius non pareva farci caso e, tutto sommato, per una volta decise che avrebbe potuto anche lasciar correre.

“Spostiamoci da qui.” Mormorò piuttosto, indicando il maestoso portone d’ingresso alle sue spalle.

Scorpius annuì e di nuovo la sua mano si ritrovò a stringere con naturalezza quella di lei, mentre si inoltravano silenziosi tra gli androni deserti di Hogwarts. All’incirca ogni dieci passi, comunque, lui si fermava di botto e la spingeva contro il muro, con dolcezza, dove le loro labbra potevano ritrovarsi di nuovo. E Rose non poteva fare a meno di ridere, felice come una bambina alla sua prima cotta, mentre sentiva il buon sapore di lui invaderle la bocca, il palato, i sensi, in un gioco che nessuno dei due sembrava intenzionato a fermare.

Mentre passavano dinanzi ai bagni delle ragazze, tuttavia, le balenò il pensiero di fermarsi a darsi una rinfrescata – mera scusa per celare il fatto che necessitasse di quel paio di minuti di tempo da sola per riordinare le idee e regolarizzare il battito cardiaco – e così fece.

“Devo andare in bagno.” Buttò lì, quando Scorpius le gettò un’occhiata perplessa, mentre le sue labbra si arricciavano da sole in un sorriso raggiante.

“Non metterci tanto.” Mormorò in risposta il ragazzo, lasciandole la mano non prima di averle lasciato un altro lunghissimo e appassionato bacio.

Rose annuì e, con il cuore in gola per le troppe emozioni, si intrufolò nel bagno, richiudendosi distrattamente la porta alle sue spalle, troppo intenta a canalizzare il cumulo di novità per accorgersi della mancata chiusura della serratura. Si sentiva in fibrillazione, febbricitante come se avesse avuto la febbre a quaranta e non volesse saperne di scendere per nessun motivo al mondo. Il che era assolutamente inconcepibile se si pensava che la causa di tanto scalpore, era anche la stessa persona con la quale da più di sei anni si era giurata eterna inimicizia. Ma la verità era sempre stata un’altra, camuffata dietro a sguardi di rancore e frecciatine taglienti per non doverla affrontare e rischiare così di scottarsi.

Adesso, tuttavia, si rendeva conto che in fin dei conti sua cugina Dominique aveva sempre avuto ragione quando, con cipiglio pensieroso, si voltava a chiederle se per caso dietro tanta insofferenza non si nascondesse una cotta di proporzioni mastodontiche.

E sì, dannazione. ! Lei, Rose Weasley, era non solo cotta, era stracotta di lui, Scorpius Malfoy, il ragazzo più bello, impertinente e scaltro che avesse mai conosciuto.

Acqua. Decise che aveva bisogno di acqua per domare quella quantità industriale di rivelazioni. Anche la ragazza più eclettica del mondo avrebbe trovato qualche difficoltà a digerire in così poco tempo una mole di informazioni del genere. Insomma, non solo a uno come Scorpius piaceva lei, cosa di per sé già abbastanza destabilizzante, ma scoprire che anche lei covava simili sentimenti per lui...

“Acqua.” Si ripeté tra sé e sé, attribuendogli all’istante il ruolo di mantra personale.

Si sciacquò abbondantemente la faccia con una dose massiccia di acqua del rubinetto, prima di alzare il viso e inorridire dinanzi al riflesso che lo specchiò le rimandò. Occhi lucidi, viso in fiamme e disastrosa zazzera marrone. Non era certo l’immagine migliore di sé che avrebbe potuto mai vedere. Perciò, per quanto la voglia di stringere la mano di Scorpius e baciarlo la allettasse peggio di un cono gelato in piena estate, comprese che uscire da lì in quelle condizioni era a dir poco da escludere e, armata di santa pazienza, si preparò pertanto a darsi quantomeno una riassettata generale.

Aveva appena stretto i capelli sulla nuca in uno stretto chignon mantenuto solo dalle sue mani quando le parve di sentire una voce fuori dal bagno. Poi, quello che le parve quale il mero frutto della propria immaginazione, si trasformò in realtà nell’appurare che quella che stava udendo era la voce di Scorpius. Incuriosita lasciò perdere i capelli, che le si riversarono sulle spalle in una cascata ondulata, e si avvicinò alla porta con la seria intenzione di uscire, ma sul punto di farlo venne interrotta da una seconda voce che, con stupore, si accorse appartenere a suo cugino Albus.

“Perché invece di perdere tempo con queste sottigliezze, non inizi a dirmi com’è andata? Dopotutto me lo devi!” Stava dicendo, con il tono allegro che tanto lo contraddistingueva.

Per chissà quale ragione, Rose si sentì bloccare sulla porta. C’era qualcosa che non la convinceva di tutte quelle parole... Che significava che glielo doveva?!

“Bene.” Gli rispose telegrafico Scorpius, ma anche da lì lei poté giurare che stava sorridendo.

“Bene quanto? Vi siete messi insieme? Avanti, non farti pregare! È mia cugina e ho dovuto fare i salti mortali per organizzare tutto quanto, stasera! Come minimo devi dirmi cos’è successo!” Si lamentò Albus, sinceramente interessato, mentre senza saperlo sua cugina rimaneva gelata dietro la porta. “Devi raccontarmi tutto! Anzi no, non soffermarti sui particolari. È sempre mia cugina infondo! Dimmi solo questo: il piano ha funzionato?”

“Shh! Non urlare, idiota!”

Piano... Era tutto il frutto di un piano... Soltanto uno stupido piano...

Di scatto spalancò la porta, marciò fuori e si fermò dinanzi a Scorpius.

“R-Rose!” La chiamò spiazzato Albus, che evidentemente non si era aspettato di ritrovarsela davanti, mentre il suo migliore amico la fissava inquieto.

Ciaff!

“Sei uno stronzo, non voglio vederti mai più!”

“Rose, aspetta!” Ma lei era già scivolata via, lasciandosi dietro solo la scia invisibile delle sue lacrime amare.

 

 

 

 

 

{Il titolo del capitolo è un adattamento di John Tucker Must Die, film del 2006 con Brittany Snow}

 

 

A/N

Settimo capitolo, iniziato in modo dolce e finito...beh, decisamente meno dolce.

Devo dire che ho riso come una matta quando ho letto dalle vostre recensioni che siete rimasti colpiti dal fatto che Rose anziché soffermarsi sulla dichiarazione di Scorpius, si stupisce della sua parolaccia. XD Che dire, era il mio intento! No, a parte, è che io Rose la vedo proprio e ce la vedevo ad appuntare simile scemenze piuttosto che scontrarsi contro la realtà.

Detto questo, passo rapidamente a ringraziare le magnifiche otto persone che, con la loro recensione, hanno dato il loro prezioso contributo in una giornata già particolarmente ottimista.

·         TittiGranger: per un momento Scorpius (ed io implicitamente) è stato tentato di lasciare Rose nella Foresta! ^.- Beh, comunque non avrebbe avuto del tutto torto, a mio parere. Rose sa essere davvero intrattabile quando ci si mette! XD Ma per fortuna lui è un Malfoy, un patito della cavalleria, perciò non avrebbe mai potuto. U.U Okay, lo ammetto, le motivazioni al di là dei suoi gesti sono ben altre! ^//^ Mi ha fatto un piacere immenso sapere che hai percepito la venatura ironica di Rose che, nel capitolo scorso più degli altri, mi sono divertita ad inserire. E ti avviso: non ho problemi a prendermi tutta la COLPA per averti convertita allo Slytherin’s Rose! Tanto più che sto aspettando il prossimo capitolo della tua storia con trepidazione. U.U

·         katia37: figurati, macché presuntuosa! E quando verrà fuori il motivo principale dietro a tutta questa storia...diciamo solo che avrei modo di appurare che tutti i suoi gesti, le sue occhiate, le sue parole non sono gettate a caso. Comunque, come hai potuto vedere, Rose è un tipo difficile da gestire e la sua insicurezza cronica certo non aiuta. Ma vabbè, chi altro poteva volere Scorpius se non una ragazza così speciale quale Rose?! Per quanto riguarda la sorte di Henri...no, non me lo sono dimenticata! ^.-

·         lolly puwerpuff girl: grazie mille per i complimenti! ^-^ Beh, come dicevo, Rose è piuttosto insicura di se stessa, per questo non riesce a credere che lui le abbia confessato di piacerle. Tanto più che Scorpius non ha mai detto una parolaccia! XD Più che altro, come sviscerato in questo capitolo, lei non crede poi così tanto alle sue parole, perché appunto tende a non credere molto in se stessa. Per il povero Henri...ti dirò, la sua sorte si saprà, non preoccuparti. La pioggia credo ci stava. Insomma, quella si Scorpius è stata la rivelazione del secolo!! Comunque che mi dici di questo capitolo? Soddisfatta di Rose adesso?

·         musicmylife: innanzitutto grazie infinite per i complimenti, sono contenta tu abbia iniziato a leggere la storia e ancora di più che ti sia piaciuta. *-* Il capitolo scorso è stato un botta e risposta continuo, questo è più agrodolce, in un certo senso. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi, comunque, ne sarei davvero contenta! ^-^

·         ElseW: non te lo chiederò, tranquilla! ^.- Ma sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, perché a me ha divertito tantissimo scriverlo. Continuavano a venirmi in mente possibili battibecchi tra Scorpius e Rose (il che è anche abbastanza facile, visto che riescono a litigare su tutto!) e non riuscivo più a fermarmi! Quello che è venuto fuori, è stato un intero capitolo fatto di bisticci continui, con tanto di scoppio di fuochi finale. Spero solo che il continuo, e cioè questo capitolo, ti piaccia altrettanto, o quanto meno che non sia stato troppo inferiore al precedente. Mi farebbe un immenso piacere saperlo, se ti va!

·         Aurora_Cullen: hai detto bene, una persona normale, ma Rose è tutto, meno che questo. XP No, davvero, è che lei proprio non riesce a capacitarsi se viene fuori che qualcuno le viene dietro, figuriamoci se quel qualcuno è niente di meno che il latin lover per eccellenza, Scorpius Malfoy! E poi, diciamocelo, sarebbe stato da lei soffermarsi sulla parolaccia, piuttosto che sul contenuto! XD Ah, non sapevo neanche di essere riuscita a creare questo effetto cliffhanger al finire di ogni capitolo, io mi sono limitata a seguire il mio istinto e questo è quello che ne è venuto fuori. Ma sono contenta di sapere che ti sta piacendo! E aspetto il tuo aggiornamento, sappilo.

·         _EpicLoVe_: non preoccuparti, davvero, sono contenta piuttosto che la storia continua a piacerti. ^-^ Anzi, grazie infinite per la marea di complimenti che mi rivolgi ogni volta, con mia somma gioia e nonostante il rossore. Non so se li merito tutti, ma ti ringrazio lo stesso per le bellissime parole. ^//^ Ah, hai proprio ragione: Scorpius e Rose sono due testardi. Due cocciuti! Ma il bello di scrivere su di loro è proprio questo, d’altra parte, no? ^.-

·         Tatan: che dici, il bacio come si deve c’è stato? Vabbè, c’è stata anche la litigata, e lo schiaffo, e Rose che gli urla di non volerlo vedere mai più... Ma sorvolando su questi piccoli dettagli, direi che il bacio c’è stato, no? Più di uno, in effetti. Spero siano stati all’altezza! Purtroppo (o forse no) con questa coppia niente và mai dato per scontato ed io li adoro proprio per questo. *-* Grazie per la recensione e per i complimenti, mi hanno fatto un immenso piacere! *-* Spero continuerai a seguire questa storia, giunta ormai agli sgoccioli.

·         Queen_of_sharingan_91: ci credi? Stavo per aggiornare quando ho visto la tua recensione e, ovviamente, ho fatto un passo indietro! Perciò eccomi qui a ringraziarti, sentitamente, per le splendide parole che hai speso sulla mia storia. Sono entusiasta che ti piaccia questa mini-long, per quanto possano essere “mini” dieci capitoli di storia, e ancor di più che ci troviamo così tanto sulla visione di questa grandiosa nuova generazione. Non ho parole per dirti quanto mi faccia piacere sapere che lo scorso capitolo, in primis, ti sia piaciuto. Come ormai ho puntualizzato fino allo sfinimento, io ce li vedo troppo questi due a battibeccare anche per cose stupidi, e inutili, e a urlarsi di piacersi nel bel mezzo dell’ennesimo litigio, mandando a quel paese ogni brandello di autocontrollo. Ma d’altra parte io Scorpius l’ho sempre visto così, con Rose. Per me lei è l’unica in grado di sbottonarlo dall’aria compassata di sempre per rivelare parti di lui che ha sempre tenuto nascoste. La pioggia era l’elemento immancabile ad una dichiarazione così burrascosa, perciò alla fine è stata più che altro la tastiera ad esigerla! ^.- Davvero, non so come farti sapere che ti stimo tantissimo anche io (ti stimavo già da Naruto, con Scorpius e Rose poi...!) e che perciò i tuoi complimenti non possono che farmi felice. E sono contenta di sapere che stai lavorando alla prossima one-shot, io sarò qui buona e paziente ad attenderla, poco ma sicuro!

Se mi riesce, vedrò di postare il prossimo capitolo tra domani e dopodomani, così da non farvi attendere troppo. Speriamo di trovare il tempo! Ho una piccola anticipazione per voi: aspettatevi Hugo! ^.-

Baci.

memi

 

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Capitolo 8
*** In the Land of Hugo ***


VIII ~ In the Land of Hugo

 

 

La milza le mandava fitte lancinante a ricordarle che non era adatta né allenata per una simile corsa sfrenata, eppure Rose non poteva e non voleva fermarsi. Non era sicura che lui la stesse davvero seguendo, ma qualcosa le diceva di non rischiare a fermarsi e pertanto continuava a correre, così veloce che sarebbe potuta svenire da un momento all’altro per lo sforzo eccessivo. Non aveva importanza, le sembrava che niente più ne avesse ad un tratto.

Aveva solo voglia di rintanarsi nella Torre dei Grifondoro, laddove nessun Serpeverde – Scorpius – sarebbe potuto entrare e di lasciarsi tutta quell’assurda notte alle spalle, di addormentarsi magari e illudersi che non fosse mai esistita. Pareva come se ad un tratto le avessero risucchiato via tutta la felicità dal corpo, lasciandola inerme e vuota a fingere che fosse tutto come prima. Ma come poteva essere come prima, dopo aver provato un simile livello di felicità?

-Basta Rose! Basta con queste scemenze! È stato tutto un piano, era tutto programmato dall’inizio... Il bacio, la sua presenza...non era vero. Era una bugia. Era solo una bugia, adesso lo sai. Era solo una bugia, rassegnati Rose...-

Eppure...

Eppure era stato tutto così reale, per un istante... E simili emozioni non possono essere progettate, no? Forse sì, forse era solo un modo per...per cosa, poi? Oh, che importava tanto? Ormai era tutto finito, tutto.

-Si ritorna alla vita reale, Rosie.- Si disse, mentre si fermava col fiatone dinanzi al quadro della Signora Grassa, pronta a fornirle la parola segreta.

“Stai bene, cara?” Le domandò la donna nel ritratto non appena la vide, sorpresa di scorgere tutta una marea di sentimenti contrastanti in un viso pulito.

“Certo.” Si sforzò di sorriderle Rose, consapevole di essere riuscita solo a mostrare un ghigno di sofferenza. “Va tutto benissimo. Mi faccia entrare, la prego.”

“D’accordo.” Acconsentì dopo un lungo minuto di riflessione la Signora Grassa. “Ma prima ti dispiacerebbe dirmi la parola d’ordine?”

“Guazzabuglio.” Recitò lei impeccabile, facendo una smorfia nell’udire la sua stessa voce.

-Sì, un vero guazzabuglio.- Si ritrovò a pensare, con una punta d’amarezza che tentò invano di scacciare entrando a grandi falcate nel buco oltre il ritratto. La Sala Comune era pressoché deserta al suo ingresso e una calma surreale impregnava l’aria, facendo apparire ogni oggetto, dai grandi arazzi appesi alle pareti al magnifico tappeto disteso sul pavimento, come se fosse stato chiuso nel suo torpore.

Anche Rose, mettendo piede in quel mondo di pace così contrastante rispetto al caos esterno e del suo cuore ferito, sentì come una forza tranquillizzante investirla e portarsi via il rancore che una parte remota di sé sapeva di aver provato fino a qualche secondo prima.

Lentamente, con ingiustificata cautela, avanzò nella sala circolare come se i suoi piedi scivolassero sul tappeto anziché calpestarlo, sentendosi più silenziosa di quanto non lo fosse mai stata in tutta la sua vita, inclusi i momenti in cui in Biblioteca rimaneva talmente presa dal libro di turno da dimenticare persino di respirare. Il battito era ancora accelerato e le faceva male il petto, ma il fiato andava man mano regolarizzandosi e tanto bastava a farla illudere di poter superare con facilità la cosa.

Dopotutto – si disse in un impeto di coraggio – era una Grifondoro ed una Weasley prima di tutto, sorvolare su una serata del genere sarebbe stato un gioco da ragazzi. D’accordo, aveva ammesso che lui le piacesse e l’aveva persino baciato, magari ci sarebbe stata anche un po’ male, ma che Merlino la privasse di ogni potere se non l’avesse dimenticato al più presto! Era solo un ragazzo, anzi no, meglio, era solo Malfoy, il che voleva dire che non c’avrebbe messo poi più di tanto a farsi odiare da lei e si sa che quando odi una persona è più facile fingere che non sia mai passata dal tuo cuore e a quel punto...

Umpf...

A chi voleva darla a bere? Era ovvio, lampante persino, che lui le piacesse. Che le piacesse molto più di un po’. Che le piacesse decisamente molto di più per poter fingere di detestarlo ancora, non dopo la pazza serata che avevano trascorso insieme.

“Accidenti!” Grugnì prima ancora di rendersene conto, fugando il silenzio irreale della stanza in un batter di ciglia, mentre si batteva una mano sulla fronte e socchiudeva gli occhi sfinita.

“Rose!” Saltò su all’improvviso qualcuno, alla sua destra, tanto inaspettatamente da farla sobbalzare e strillare per lo spavento.

Una testa ramata era spuntata da oltre il divano vermiglio e muoveva a ritmi irregolari, quasi fosse impazzita, prima di girarsi del tutto verso di lei e rivelare così due sonnacchiosi occhi di un azzurro terso su di un volto dall’espressione giocosa.

“Hugo?” Rose era basita. “Sei impazzito? Mi hai fatto prendere un colpo!” Lo sgridò poi, risentita, ritrovando per un attimo un barlume dell’antico orgoglio.

“Tu allora?” Si difese prontamente il fratello, ancora mezzo intontito dai postumi del sonno. “Ti sei messa a urlare!”

“Non stavo urlando. E poi pensavo non ci fosse nessuno! Piuttosto, mi spieghi che cavolo ci fai ancora alzato?”

“Beh, tecnicamente non starei proprio alzato...” Iniziò Hugo, salvo lasciar correre all’occhiata in tralice che ne ricevette di rimando. “Comunque, volevo sapere com’è andata.”

Rose adesso era semplicemente incredula. Ma che avevano i maschi quella sera? Prima Albus con lui, adesso Hugo...

Un momento.

“C’entri anche tu con questa storia?” Lo guardò torva, studiandolo da capo a piedi alla ricerca di informazioni.

Sentendosi sotto esame, Hugo non poté fare a meno di avvampare seduta stante ma, con il suo solito modo di fare pressoché disinvolto, sciolse presto la tensione con una scrollata di spalle e facendo roteare gli occhi con esasperazione.

“Mi hanno incastrato.” Si ritrovò ad ammettere, più divertito di quanto Rose era disposta a tollerare, almeno per quella sera.

“Che significa incastrato?” Volle sapere difatti, scettica, incrociano le braccia sotto al petto con aria severa.

Il fratello arrossì ancora di più. “Niente...”

“Oh no. No. No, no!” Esplose all’improvviso Rose, pallida come un cencio e con gli occhi fuori dalle orbite.

Hugo si guardò attorno, allarmato. “Che c’è? Che succede?”

“Hugo!” Tuonò però la sorella, facendolo sussultare per la paura. “Non dirmi che è vero quello che penso!”

“Come faccio a saperlo? Mica sono nella tua testa!”

Allora perché era arrossito colpevole?

“Dimmi che non è per quello che credo, ti prego. Dimmi che la scopa che curiosamente hai ricevuto in regalo stamattina da un ammiratore segreto è davvero solo il regalo di un ammiratore segreto e basta. Dimmi che Malfoy non c’entra niente con te e con la scopa. Dimmelo, Hugo!”

“Ehm...Malfoy non c’entra niente con me e con la scopa?” Azzardò, abbassando il capo e scrutandola di sottecchi, ad un tratto non più tanto sicuro di aver fatto la scelta giusta a decidere di rimanere lì ad aspettarla anziché imitare James e gli altri e andare a dormire nel suo letto.

Rose lo guardò male, pestò i piedi a terra e sbuffò irritata, prima di circumnavigare il divano e lasciarsi andare con la grazia di un elefante su di esso. Che altro doveva ancora scoprire che non aveva saputo? Che McLaggen era malato per finta?

Il pensiero la colpì.

“Hugo.” Lo chiamò piano, girando la testa dalla sua parte con gesti artificiosi, quasi robotici.

S-Sì?” Il quattordicenne ormai stava sudando sette camicie, tanto che iniziava a capire sul serio quando suo padre gli diceva che le donne erano tutte matte psicolabili.

“Per caso ne sai qualcosa della strana malattia di McLaggen?”

Conoscendo sua sorella – e la conosceva – Hugo sapeva che era meglio starle lontano quando sfoderava quell’espressione, come in quel momento. O, nel caso in cui si fosse rimasti sprovvisti di vie di fughe come in quel caso, la cosa più saggia da fare sarebbe stata assecondarla. Il che, a quel punto, voleva dire solo una cosa: confessare.

“Ehm...beh, io...cioè, non è che...e poi lui...”

Confessare, balbettare, adesso...che differenza poteva mai fare?!

“Santo Godric, ma qualcuno di voi mi ha detto la verità stasera?” Non era una domanda, era più uno sfogo che Hugo, paonazzo e piccolo piccolo, non era sicuro di voler caldeggiare.

Rose sembrava veramente imbufalita adesso e la cosa non gli piaceva per niente. Albus aveva detto che ne avrebbero tratto tutti benefici da quella serata! Beh, a lui non pareva affatto di avere benefici in quel momento.

“Dovrei dirlo alla mamma.” Lo minacciò con improvvisa risolutezza lei, persa nel fluire dei propri pensieri per accorgersi del cipiglio allarmato apparso sul viso del fratello.

“No!” Urlò, guadagnandosi un’occhiata si sufficienza per questo. “Voglio dire, non è come pensi. Cioè, hai frainteso tutto, Rose. Sul serio!”

Sembrava disperato.

Era disperato.

“Frainteso? Vuoi dirmi che non è vero che tu hai dato chissà quale diavoleria a Rufus McLaggen per ricevere in cambio una scopa ultimo modello?” Rose, dal canto suo, era visibilmente scettica, oltre che un filino oltraggiata.

Chi altro aveva giocato alle sue spalle? Gazza? La McGranitt in persona?

“No, anzi sì!” Hugo si mordicchiò un labbro, nervoso, e con un ampio respiro s’impose di calmarsi. “È vero, ho dato una Pasticca Vomitosa a McLaggen e, ehm, diciamo che mi sono dimenticato di dargli l’antidoto. Ma l’ho fatto per una buona causa!” Si affrettò ad aggiungere, avvertendo lo sguardo di rimprovero di Rose su di sé.

“Certo, la scopa ultimo modello!”

“No. Vabbè, anche.” Ritrattò, colpevole. “Ma Rose, pensi davvero che l’avrei fatto se non avessi saputo che ti piaceva?” Sbuffò a quel punto, vagamente scocciato.

Nell’accordo con Albus e Scorpius non era prevista quella specie di confessione gratuita. Avrebbero dovuto pagargliela e anche molto cara. Magari un bel kit per occuparsi della sua nuovissima scheggia formato ramazza...

Di rimando, Rose era piuttosto sbalordita. “Cosa?”

Aveva sentito bene? Il suo ingenuo fratellino, quello che si divertiva come una peste a fomentare le brillanti idee dei suoi due cugini maggiori Fred e James, quello insensibile e con il tatto di un rinoceronte impazzito...quell’Hugo aveva seriamente detto ciò che credeva? O aveva le traveggole ed era tutto il frutto di un sogno assurdo?

“Malfoy, intendo.” Boccheggiò viola il ragazzino, più imbarazzato e impicciato che mai. “Mica sono stupido! Ti ho vista come lo guardi!”

“E come lo guarderei, sentiamo?”

“Come una che...oh, al diavolo! Come una cotta e stracotta, va bene?” Hugo adesso era arrabbiato, perché non gli piaceva fare quel genere di discorsi tanto più con la sorella maggiore di cui voleva in tutti i modi ignorare la parte di vita sentimentale.

Insomma era un ragazzo, certe cose gli sarebbero dovute essere escluse a priori. Già il fatto che Rose avesse una vita sentimentale era indecente, se poi doveva farle pure da cupido per costringerla ad aprire gli occhi con quella specie di ossigenato di un Malfoy...le cose iniziavano a scappargli davvero dalle mani! Ma almeno avrebbe dovuto preoccuparsi di un solo babbeo, con un volto ed un’identità precisa nel caso in cui avrebbe dovuto spaccargli la faccia. Era già molto meglio che dover scovare tra le varie possibilità di bastardi, con cui sua sorella sarebbe potuta stare, nel caso in cui questo avessero avuto la malsana idea di ferirla.

Andava bene farsi i fatti suoi, ma era pur sempre sua sorella quella e aveva un onore che andava conservato. Chi meglio di un fratello per questo?! Senza contare che suo padre glielo aveva chiesto esplicitamente di controllarla al suo primo anno, perciò, a quanto pareva, non aveva scampo.

“Cotta?!” Rose intanto continuava a ripetere le sue parole con l’aria di chi non ha ancora afferrato appieno il senso della frase. “Ma questa è...è una scemenza!” Sbottò poi, alla fine, più per orgoglio che non per altro.

Ormai lo sapeva anche lei che Hugo aveva ragione, tuttavia ammetterlo dopo aver scoperto che per baciarla il ragazzo per cui aveva preso una cotta aveva architettato un tale sordido piano...era tutto un altro paio di maniche, perbacco!

“Sì, certo, e a me piace tanto scrivere lunghi temi per Pozioni.” Sbuffò seccato Hugo, roteando gli occhi con l’aria di chi la sapeva lunga.

Rose arrossì, ma non aggiunse altro. Pure volendo contestare, non si sentiva in grado di farlo in quel momento. La delusione era ancora troppo vivida per interessarsi di certe sottigliezze, tanto più che escludeva la possibilità di fingere che nulla fosse successo a quel punto, visto che non riusciva a gestire neanche uno stupido batticuore.

“Perciò...” Riattaccò poco dopo bottone il rosso, con la curiosità che predominava su qualsiasi altra emozione. “...tu e Malfoy...”

“Non parlarmi di lui!” Fu la secca risposta che ne ricevette in merito e, almeno a giudicare dallo sguardo omicida impressole sul viso, Hugo ne dedusse che forse per il momento sarebbe stato meglio accantonare il discorso.

“Stasera ho battuto Lily a scacchi.”

“Sai che novità...!”

“Ma stasera è stato diverso!” Insistette il ragazzino, mentre la sorella sbuffava scocciata. “Sembrava davvero che stessi perdendo però sul più bello mi sono ricordato di avere ancora una torre in B-”

“E comunque a me non interessa un tubo di lui!” Sbottò all’improvviso Rose, interrompendolo nel clou della sua spiegazione con fin troppa veemenza per essere una disinteressata alla faccenda. “È solo un pallone gonfiato! Anzi sai che ti dico? Già ho dimenticato tutto. Cancellato, rimosso, chi s’è visto s’è visto! Vedi? Se mi piaceva davvero, dovrei starci male e invece sto sorridendo, no? Perciò sì, magari potrei, e sottolineo il potrei, trovarlo vagamente piacente, ma mi è già passato tutto. Beh, quel poco, pochissimo, minuscolo, insignificante granello che c’era da dimenticare s’intende.”

Nel dirlo tuttavia la sua voce si era incrinata in più punti e qualcosa si era asserragliata attorno al suo stomaco, impedendole ogni movimento.

Davvero bastava così poco per dimenticarsi di lui e di quanto erano stati bene insieme per un momento?

-Ha giocato con me, con i miei sentimenti! Non dovrei sentirmi così. Dovrei odiarlo, odiarlo a morte, dovrei...dovrei sul serio...-

Eppure, perché non ci riusciva? A parte la delusione e la disillusione, perché non sentiva di provare più niente? Perché non riusciva a detestarlo come meritava?

“Uhm...”

Rose si girò di scatto verso il fratello, gettandogli occhiate in cagnesco. Stava forse ridendo? Stava forse ridendo di lei?

“Smettila di ridere o ti faccio male!” Lo fulminò, inalberandosi all’istante per quella così palese mancanza di tatto.

Insomma, aveva pure aderito al piano perciò, per come la vedeva lei, era già un miracolo che continuasse a parlargli e lo doveva solo agli innegabili vincoli di sangue che li univano. In una situazione del genere c’era poco da fare lo spiritoso, ma se si metteva finanche a ridere allora voleva proprio farla imbestialire sul serio quella sera! Sì che il loro rapporto era sempre stato basato su un’affettuosa irriverenza reciproca, tuttavia da lì a riderle in faccia mentre si crucciava dei propri insormontabili problemi di cuore era troppo persino per un irrefrenabile Malandrino come lui!

“Hugo!” Chiocciò con una vocetta stridula quando si accorse che il fratello non aveva fatto il benché minimo sforzo per contenere le risate.

“È che...sei...così...buffa!” E giù di nuovo a sganasciarsi dalle risate, tra le lacrime agli occhi e l’aria indignata della sorella.

Stava giusto per alzarsi e andarsene a dormire, scandalizzata da una tale manifestazione di mancanza di rispetto, quando si accorse della parola con cui l’aveva appena definita. Buffa. Hugo aveva detto che era buffa. Scorpius diceva sempre che era buffa... Un secondo...Scorpius?! Oh andava bene! Lui ideava un piano per umiliarla e lei lo chiamava per nome?!

“Miseriaccia!” Sbuffò tra sé e sé, mentre Hugo tentava con ogni mezzo di ridarsi un tono.

“Senti, Rose.” Esordì ad un tratto, gli occhi ancora lucidi per le troppe risate e un sorriso divertito impresso sulle labbra. “Ammettiamo pure che io abbia sbagliato a lasciarmi incastrare in questa faccenda, anche se la scopa meritava davvero tutti i miei sforzi visto quant’è veloce e maneggevole e-”

“Hugo!”

“Okay, okay, vado avanti. Dicevo, ammettiamo per assurdo che io abbia sbagliato.” Continuò imperterrito il ragazzino, incurante dell’occhiata perplessa della sorella al suo per assurdo. “E diciamo anche che Malfoy avrebbe potuto benissimo evitare di mettere in piedi una simile messinscena, ma tu pensi sul serio che lui mi pagasse una scopa nuova e rischiasse di venire estromesso da scuola per i prossimi dieci anni per aver intossicato uno studente, se non gli fossi piaciuta così tanto? Andiamo, è Malfoy! Da quello che ne so io, non ha bisogno di tutti questi giri per avere una ragazza! Detto questo, siccome sono un maschio e sono pure tuo fratello, direi che il discorso può anche concludersi qui prima che inizi a degenerare.”

Era vero.

Cioè, era ovvio che era vero, tuttavia...

Non aveva mai pensato alla questione sotto quella prospettiva, ma doveva ammettere che Hugo aveva ragione una volta tanto. Lo Scorpius Malfoy che conosceva lei non si metteva ad architettare un piano del genere con il suo migliore amico – che tra l’altro avrebbe dovuto pagargliela molto, molto cara comunque – solo per baciarla e farsi magari qualche risata. Insomma, il semplice fatto che avesse chiesto l’aiuto di Hugo e avesse per giunta ceduto al suo ricatto spudorato, lasciava da che pensarci!

“Hugo!”

Sentendosi chiamare il quattordicenne, ad un passo da imboccare il dormitorio maschile, si fermò e ritornò in breve sui suoi passi.

“Che altro c’è adesso?” Si affacciò nella sua visuale. “Vuoi ancora sgridarmi per la storia della scopa? Guarda che ho capito la lezione, non serve che me la ripassi. Non accetterò mai più di entrare a far parte dei loschi piani di Al, né di qualsiasi altro Serpeverde, e giuro che-”

“Posso abbracciarti?” L’aveva detto tutto d’un fiato, come se ci fosse stato realmente qualcosa di male in quello, mordendosi il labbro subito dopo piena di fiducia e timore.

La mascella di Hugo a quella proposta sfiorò quasi il pavimento, tanto era lo stupore. Da quant’era che non si abbracciavano? Da quando lui era all’asilo forse?

Stava proprio per dirle di no quando si accorse dello scintillio di speranza illuminare gli occhi della sorella. Sbuffò, contrariato.

“E va bene, vieni qui.” Acconsentì dunque, quasi le avesse appena fatto un enorme favore, allargando le braccia in un gesto quasi grottesco.

Rose comunque non se lo fece ripetere due volte e, nonostante il rossore a delimitare le guance del fratello, lo stritolò come non faceva da secoli.

“Grazie, Hugh.” Mormorò piano, poco prima di lasciarlo andare, sorridendo dinanzi all’espressione sconvolta che gli vide in viso.

Per quanto le riguardava – si disse mentre si dirigeva con sicurezza nella sua camera – suo fratello aveva avuto la sua punizione dopotutto!

 

 

 

 

 

{Il titolo del capitolo è un adattamento di In the Land of Women, film del 2007 con Adam Brody e Meg Ryan}

 

 

A/N

Come promesso, in arrivo per voi l’ottavo capitolo di questa storia. Avrei voluto rispondervi ad uno ad uno, come sempre, e ringraziarvi per la costanza con cui continuate, instancabili, a seguirmi *-* , ma purtroppo ho davvero poco tempo a mia disposizione, tanto più che non ci sono stata tutto il giorno, perciò sono costretta ad essere quanto più concisa possibile. Dunque ringrazio sentitamente e di cuore ElseW, katia37, musicmylife, lolly puwerpuff girl, Aurora_Cullen, _EpicLoVe_, TittiGranger, Queen_of_sharingan_91 e la mia super best Sae per le stupende parole che mi avete rivolto. ^//^

Prima di scappare, volevo fare solo una piccola precisazione: mi rendo conto che Rose potrebbe aver reagito in maniera forse un po’ troppo “eccessiva”, ma per come la vedo io, lei è la classica tipa super insicura, il che significa che deve prima mettere la mano sul fuoco e bruciarsi per decidere che , quello è fuoco. Per questo motivo, quando sente Scorpius e Al parlare di un piano, si fa prendere dall’insicurezza e spara come una matta, senza lasciargli il tempo di spiegarsi. Ma questa è la mia personale rivisitazione, ovvio.

Beh, adesso devo proprio lasciarvi, gente e scusate se mi accommiato con queste quattro righe, vedrò di farmi perdonare al prossimo e ultimo capitolo. O quasi. Non dimentichiamoci del capitolo bonus!

Baci.

memi

 

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Capitolo 9
*** The Day After Night ***


IX ~ The Day After Night

 

 

“Avrei dovuto immaginarlo.” Sentenziò Rose quella mattina quando, uscendo fuori dalla Sala Comune, si ritrovò dinanzi suo cugino Albus che invocava pietà con gli occhi più verdi che avesse mai incontrato in vita sua.

Nonostante l’arrabbiatura le fosse passata già dalla sera prima, miracolosamente per merito di suo fratello Hugo, era intenzionata a non fargliela passare tanto liscia e tanto subito lo stesso. Che dietro ci fosse stata o meno una valida spiegazione, non precludeva il fatto che comunque l’avevano raggirata e, pertanto, Albus meritava la giusta dose di penitenza e lei era più che propensa a dargliela. Per quanto riguardava quel tinto di un Malfoy, invece, la faccenda diveniva molto più complessa e spinosa da gestire.

“E cosa avresti fatto? Saresti rimasta in camera per il resto dell’anno?” Stava nel frattempo dicendo Albus, un sopracciglio inarcato in segno di sfida.

Ecco, non riusciva proprio a farne a meno: era in difetto e continuava a mostrarsi sfrontato! Lo faceva impazzire quando si comportava a quel modo. Sì, ma di piacere, perché era semplicemente adorabile quando si atteggiava a gran sbruffone solo per prendersi gioco dei veri e numerosi gran pavoni.

“Sì, era un’idea.” Concesse Rose con uno sguardo altezzoso, prima di superarlo impettita come se non l’avesse visto neppure.

“Rosie, eddai!” La pregò subito Al, seguendola, che non si era minimamente accorto del sorrisino apparso sulle labbra della cugina.

I ragazzi sapevano essere davvero molto ingenui alle volte, si ritrovò a considerare mentre marciava verso la Sala Grande. Beh, almeno i maschi di casa Weasley e Potter, perlomeno. Possibile che non avesse ancora capito che era rientrato nelle sue grazie?!

“Non vorrai lasciarmi giocare sapendo che tu sei arrabbiata con me!” Si lamentò il moro, accennando alla partita che si sarebbe disputata quel dì tra Serpeverde e Tassorosso.

Rose fece una smorfia, mentre dentro se la rideva di gusto. Se quel tonto non aveva ancora capito di essere stato perdonato, non era suo intento rivelarglielo. Non subito comunque, prima doveva prendersi una piccola rivincita personale.

“Se tu non avessi architettato alle mie spalle, adesso staresti con la coscienza pulita, Albus Severus.”

“Oh no.” Inorridì all’istante il ragazzo, bloccandosi a metà del corridoio con espressione traumatizzata. “Ti prego tutto, ma questo no. Rosie, davvero! Picchiami, cruciami, schiantami...quello che vuoi! Ma il mio nome per intero mai!”

Rose sghignazzò.

E la Pluffa andava a...Grifondoro, che rischiava di stendere duramente la dignità dei Serpeverde a quel punto.

“Rosie, sul serio.” Albus la acciuffò per un polso, bloccandola, ad un tratto tremendamente serio. “Non volevo offenderti e non era neanche per prenderti in giro. Lo sai, non potrei mai fare una cosa del genere, specie alla mia cugina preferita. Volevo solo...”

“Aiutare un amico?” Concluse lei per lui.

“Già.”

Sembrava sinceramente dispiaciuto per l’andamento della serata precedente e continuava a fissarsi con insistenza le scarpe, atterrito. Rose sospirò. Sapeva che avrebbe dovuto tenerlo sulle spine ancora per un po’, ma era il suo migliore amico oltre che cugino e non ce la faceva a stare litigata con lui.

“Sei una palla al piede, Al.” Lo ammonì e da quelle parole il ragazzo capì di essere stato perdonato.

“Oh, ma sentitela la secchiona!” Si aprì in un ampio sorriso.

“Bada a come parli, Potter! Potrei sempre ripensarci.” Lo avvisò Rose, altezzosa.

“No, no, piuttosto mi cucio la bocca!” E mimò il gesto di cucirsela per davvero, facendola ridacchiare.

“Sei fortunato.” Dichiarò ad un tratto, quando le risate furono abbastanza domate da permetterle di parlare.

“Perché sono bello e intelligente?”

Rose alzò gli occhi al cielo. “No, stupido. Sei fortunato perché purtroppo ti voglio bene e non riesco a stare litigata con te troppo a lungo, anche se dovrei.”

“Sì.” Concordò Al a sua volta, dopo un’attenta analisi. “Mi sa che hai ragione.”

“Scemo!” Lo spintonò appena la cugina, prima di riprendere la marcia verso la Sala Grande.

Lui sorrise, sollevato, e la raggiunse in poche falcate. Rose aveva reagito bene, giusto? Perciò forse poteva anche...

“No, non lo perdonerò.”

“Cosa? Se non ho detto niente!” Albus era basito.

“Ma so quello che stavi pensando e la risposta è che non lo perdonerò.” Ripeté risoluta Rose, senza neppure fermarsi a guardarlo, decisa solo a raggiungere la Sala Grande e porre inizio a quella nuova giornata.

“Ma...perché? Insomma, hai perdonato me, e con questo non voglio dire che hai sbagliato sia chiaro! Perché con lui dovrebbe essere diverso?”

“Perché non è mio cugino, innanzitutto.”

-E perché mi ha distrutto il cuore.- Avrebbe voluto aggiungere, però finì per tenere il pensiero solo per sé. Bruciava ancora sapere che molto probabilmente lui non era così innamorato di lei come lei lo era di lui, soprattutto perché l’aveva portata a scoperchiare tutti i suoi sentimenti prima di disilluderla. Si sentiva usata e tradita, ma più di tutto si sentiva stupida e vuota. Non avrebbe dovuto permettergli di entrarle tanto dentro, infilandosi nel suo petto e nella sua testa per mettere su radici irremovibili, eppure sapeva anche che non era già troppo tardi, che il danno era fatto e che doveva solo sperare che un giorno le passasse, per quanto la vedesse dura e inverosimile al momento.

“Dagli almeno la possibilità di spiegarsi!” Stava nel frattempo dicendo Albus, accalorato. “Te lo giuro Rose, se ha fatto quello che ha fatto è perché aveva le sue buone ragioni.”

“E non puoi dirmele tu?”

“No. Dai... Fallo per me, Rosie. Lascialo solo spiegarsi e poi potrai decidere di non vederlo mai più, se lo vorrai.”

Maledizione, Albus sapeva essere terribilmente convincente quando voleva!

Sbuffò. “E va bene. Se capiterà l’occasione, lo lascerò parlare prima di affatturarlo, d’accordo?”

“Mi sembra un valido compromesso.” Capitolò Albus, sorridendo stranamente sibillino. “Perciò se ti dico che c’è un tipo biondo a pochi metri da noi con il bisogno urgente di parlarti, tu...”

Rose si fermò di scatto a quelle parole, alzò la testa e sgranò gli occhi. Davanti a lei, poggiato con le spalle contro il muro a braccia conserte, se ne stava Scorpius Hyperion Malfoy e la sua incredibile faccia tosta. Non poteva crederci, c’era cascata di nuovo!

“Mi hai incastrata!” Si lamentò, mandando occhiate di fuoco all’indirizzo del cugino, il quale tuttavia non fece una piaga.

“Me l’hai promesso.” Si limitò piuttosto a ricordarle, mordace.

Non aveva rischiato certo il linciaggio per vederli separati ancora più di prima!

Rose grugnì, si morsicò un labbro e roteò gli occhi al cielo. “Giuro, sei una palla al piede, Albus!” E così dicendo si avvicinò al biondo e, senza una parola, si infilò nell’aula alla sua destra, segno che doveva raggiungerla lì nel più breve tempo possibile se aveva qualcosa da dirle.

Sentì la porta richiudersi con calma alle sue spalle e, voltandosi, avvampò seduta stante di fronte all’espressione ostinatamente noncurante del Serpeverde.

“Allora? Ti conviene spiegarti nel giro di pochi istanti se hai qualcosa da dirmi!” Lo aggredì quasi, furente per quella sua finta indifferenza.

Ad un tratto si sentiva tremendamente delusa. Ma d’altro canto, che si era aspettata? Di vederlo soffrire come stava soffrendo lei? Era Scorpius Malfoy, quello. Chissà perché ultimamente tendeva spesso a dimenticarlo...

“Sei assurda Weasley. Riesci sempre a saltare alle conclusioni più sbagliate e non sei neanche disposta ad ascoltare.” Sbuffò contrariato lui, la voce melliflua di sempre e il tono di chi ti sta facendo un favore immane a parlarti.

Rose assottigliò le palpebre, imbufalita. “Perciò adesso sarebbe colpa mia? Mi sembra che io sia qui per ascoltarti adesso! Ma forse non hai nulla da dirmi, a parte offendermi, perciò...”

Fece per andarsene, salvo venire bloccata dalla presa del ragazzo attorno al suo polso. Per un istinto involontario si voltò per riversargli addosso tutto il proprio sdegno per quel gesto inappropriato, ma le parole le morirono in gola nello scontrarsi con i suoi assurdi occhi grigi. Scorpius la fissava con una tale profondità che Rose poteva quasi sentirlo dentro di sé e il cuore non poté fare a meno di battere più forte per questo, nonostante lei gli ordinasse di smetterla.

“Hai frainteso ogni cosa.” Esordì all’improvviso lui, senza sciogliere la presa dal suo polso, né quella sui suoi occhi.

Oh, fantastico! Perché continuavano a ripeterglielo? Che c’era da fraintendere poi, visto che era tutto così palese?!

“Perciò cosa? Non hai chiesto aiuto ad Albus e a mio fratello per sbeffeggiarti di me?” Lo guardò in cagnesco lei, per nulla propensa a perdonarlo.

Scorpius sospirò, paziente, il che gli stava richiedendo un enorme sforzo tra l’altro. “Non intendevo questo. È vero, ho chiesto aiuto ad Al e successivamente anche a tuo fratello. Ma non per quello che pensi. Sapevo che non sarei mai riuscito a convincerti da solo, per questo mi sono rivolto a loro.”

“A convincermi di cosa? Che sei un bastardo approfittatore? Bene, adesso lo so, grazie tante!” Sbottò irritata Rose, svincolando il suo polso dalla stretta in malo modo e seriamente intenzionata ad andarsene a quel punto.

-Beh, che volevi? Una dichiarazione a cielo aperto? Sei proprio una stupida!- Si disse tra sé e sé, accorgendosi in un moto di stizza di avere gli occhi ricolmi di lacrime. Ci mancava solo che scoppiasse a piangere davanti a lui e poi l’umiliazione era al completo!

“Ma perché devi essere sempre così impossibile!” Dal canto suo Scorpius adesso sembrava davvero irritato. “Se mi facessi parlare...”

“Per farti dire cosa? Merlino, hai organizzato tutto! Ti sei preso gioco di me, mi hai mandato nella Foresta Proibita e-”

“Ti sbagli, io non c’entro niente con questa storia.” La corresse stanco lui. “Non ne sapevo niente dello scherzo di Bradley e gli altri. Perlomeno non che l’avrebbero fatto davvero!”

“Perciò questo ti rende meno colpevole di prima?” Lo scrutò scettica Rose.

“Lo vedi? Devi sempre mettermi parole in bocca che non sono mie!” Si lagnò Scorpius a quel punto, seriamente sfibrato da quella conversazione.

“D’accordo, Malfoy, allora dimmi perché l’hai fatto, sentiamo! Sono proprio curiosa di saperlo adesso.” S’impuntò a quel punto lei, incrociando le braccia sotto al petto e alzando un sopracciglio con aria interrogativa.

Al voleva che lo ascoltasse? Bene. Ma gli conveniva sputare fuori il rospo subito, se voleva convincerla a rimanere un secondo di più.

“Io...” Scorpius sospirò pesantemente. “Ecco, io...” E di nuovo si ritrovò a bocca asciutta, con le parole che non volevano proprio saperne di uscire e il fiato corto per lo sforzo di combattere contro la sua stessa natura.

Rose annuì. “Bene.” Biascicò solo, prima di girare i tacchi ed andarsene, ringraziando il cielo che lui non l’avesse seguita visto come aveva iniziato a piangere appena fuori dall’aula.

Ma Rose era pur sempre Rose e un’invertibile testarda, perciò così come apparvero, con la manica della maglia dai colori rosso e oro scacciò via quelle stille di sale. Non avrebbe pianto per un ragazzo – si disse in un moto di stizza – soprattutto se rispondeva al nome di Scorpius Malfoy. Perciò via le lacrime, petto in fuori e-

“Rosie carissima!” Suo cugino James quasi non la fece inciampare su se stessa per la foga con cui la stritolò nel suo abbraccio. “Quale gioia rivederti, luce dei miei occhi!”

“Sei incorreggibile.” Sospirò di rimando lei, ritrovandosi però a sorridere lievemente nonostante la disfatta saggiata. “Come va con la guancia?” Domandò poi, ricordandosi dei tre ceffoni che il ragazzo aveva ricevuto la sera prima.

“Perfettamente!” Gli occhi gli brillarono. “Sta a vedere.” Aggiunse quindi, sciogliendo la stretta attorno alle sue spalle per raggiungere, appena poco più in là, le tre ragazze protagoniste del simpatico siparietto recitato a suon di sberle.

Rose, ferma sul posto, vide il cugino assumere un’espressione terribilmente mortificata, prima di prodigarsi in un inchino rispettoso.

“Sono enormemente dispiaciuto per quello che è successo, ragazze, ma lasciatemi dire che avete equivocato le mie buone intenzioni.” Lo sentì dire, con due occhioni da cane bastonato irresistibili.

“Vuoi farci credere che non sei uscito con ognuna di noi tre contemporaneamente?” Domandò la Corvonero, brillante come al solito, con le braccia conserte e un broncio invidiabile.

Le altre due, al suo fianco, annuirono concordi alla sua obiezione ma James non parve intimorito, né meno sicuro di prima.

“Certo che no! Lo ammetto, è vero, sono uscito con tutte e tre voi contemporaneamente.”

Rose era senza parole. Ma che stava facendo? Voleva prenderle sul serio? Non gli erano bastati gli schiaffi della sera precedente? Ne voleva degli altri?!

“Tuttavia se l’ho fatto è perché, prima di prendermi un impegno sincero con una di voi, volevo essere sicuro di essere abbastanza adeguato per trattarvi come meritate.”

“E quindi?”

Era una sua impressione, o la Corvonero si era addolcita?

“E quindi sono giunto alla conclusione di non poter scegliere tra voi tre.” James, a quella confessione spudorata, si beccò tre paia di sguardi di fuoco che ignorò bellamente. “Siete tutte troppo perfette e io non me la sento proprio di fare preferenze.”

A quel punto Rose era piuttosto certa che le tre si sarebbero prolungate in un’altra cascata di schiaffi sul viso impertinente del cugino e, pertanto, la mascella rischiò di staccarsi per toccare terra quando invece le scorse scambiarsi occhiati partecipi prima di stringersi a James. Tutte e tre, due da un lato e la Serpeverde dall’altro. Tutte e tre che lo fissavano con una dolcezza disarmante, in netto contrasto con gli sguardi omicidi di poco prima, pendendo letteralmente dalle sue labbra.

“Scusaci per averti schiaffeggiato.” Celiò la Tassorosso, rossa per la vergogna adesso.

“Non fa niente, posso capirvi.” Le concesse di rimando James, quasi stesse facendo uno sforzo eccessivo per perdonarle.

Rose era semplicemente esterrefatta e la situazione non migliorò neppure quando il cugino, approfittando di un momento di distrazione delle tre ragazze, si voltò per rivolgerle un occhiolino significativo. Possibile che in quella scuola fossero tutti matti? Per mille folletti della Cornovaglia, ma dov’era finita la giustizia a questo mondo?!

Continuò a chiederselo anche mentre faceva colazione, stretta tra il corpo flessuoso di Lily e quello da modella di Dominique, evitando nel frattempo con ogni mezzo di incrociare due pozze grigi che non avevano perso un solo istante senza fissarla. E di certo tali pensieri non l’abbandonarono neppure quando, con le cugini, si avviò verso il campo da Quidditch per veder disputare il match tra Serpeverde e Tassorosso. Tanto più che James aveva avuto la balzana idea di sedersi a qualche sediolino di distanza da loro, cosicché poteva benissimo sentire le risatine stridule che le tre nuove conquiste facevano ad ogni sua battuta, anche a quelle meno spiritose.

“Speriamo che questo schifo di partita finisca presto.” Protestò Roxanne poco più in là, particolarmente scocciata quella mattina, mentre Lysander, Cacciatore dei Tassorosso e fratello gemello di Lorcan Scamander, faceva il suo trionfale ingresso assieme al resto della sua squadra.

“Nervosetta?” Alzò un sopracciglio Molly, incuriosita, ricevendo in risposta solo uno sbuffo e nulla più. “A proposito, avete saputo? Pare che Marcus Smith avesse perso il suo rospo...”

Rose voleva morire. Poteva morire? Perché non c’era nessuno disposto ad ucciderla, umpf?

“...ma stamattina gliel’hanno ridato.”

“Chi?”

“Scorpius Malfoy. Pare l’abbia trovato che vagava da solo fuori il cortile.”

Rose a quel punto avrebbe voluto sotterrarsi (per Morgana, si era infilata nella Foresta Proibita quando quello stupido rospo se ne stava tranquillo giù nel cortile?!), o anche solo chiederle se ne fosse assolutamente certa, ma le parole le morirono in gola assieme al fiato perché proprio in quel momento un certo Serpeverde aveva deciso di farsi vedere per il campo, causando come al solito un’ondata di fischi e cori di ammirazione da parte delle sue numerosissime fan. Anche Albus, che lo tallonava, aveva la sua bella parte di ammiratrici, comunque. Qualcuno invocò a gran voce il suo nome, facendo ridacchiare i presenti e borbottare James.

“Che sbruffoncello...!” Si lamentò, abbastanza credibile se non fosse stato per il sorrisino inorgoglito apertosi sulle sue labbra.

Non molto tempo dopo, la partita era nel pieno dello spettacolo, con i Tassorosso incredibilmente più avanti dei Serpeverde a spadroneggiare. Anche da lì, tuttavia, Rose poteva vedere che c’era qualcosa che non andava nella squadra verde-argento. I ragazzi continuavano ad urlarsi l’un l’altro e Albus, che stava facendo i salti mortali per allontanare i Bolidi dai suoi compagni, non smetteva di prendersela con il suo migliore amico. A quel punto, per quanto si fosse giurata di fingere che non esistesse, Rose si vide costretta a cercare il ragazzo tra le fila di Serpeverde e il cuore per poco non le rimbalzò nel petto quando si accorse che Scorpius Malfoy se ne stava tranquillamente seduto sulla sua scopa a qualche metro di distanza da lei senza smettere di fissarla, del tutto incurante del match in corso.

“Che cavolo stai facendo?” Tuonò, avvicinandosi alla balaustra prima ancora di rendersene conto.

Mille domande le vorticavano la mente, eppure erano solo le più stupide a prevalere. Da quanto era lì? Come aveva fatto a non vederlo prima?

“Ho deciso una cosa.” La informò in risposta Scorpius, selvaggiamente calmo nonostante i richiami sempre più indiavolati di Al alle sue spalle. “Non mi muoverò da qui se prima non mi starai a sentire.”

Rose era allibita. “Ti sei rincoglionito del tutto Malfoy? Se non te ne fossi accorto c’è una partita dietro di te!”

Ma lui per tutta risposta scrollò le spalle, con noncuranza, e assunse un cipiglio come a dire sarà, ma non me ne frega niente comunque. A quel punto c’era una sola cosa da pensare: era impazzito. Senza contare che la maggior parte degli studenti li stavano fissando incuriositi e almeno la metà, soprattutto i Serpeverde, la scrutavano come se avessero voluto incenerirla seduta stante. Sicuramente dovevano aver pensato che era tutta colpa sua se quello stupido aveva deciso di rimandare a data da destinarsi la cattura del Boccino d’Oro. Oh, Morgana, l’avrebbero trucidata...!

“Okay, avanti, parla! Ti ascolto!” Capitolò infine, disperata, nell’estremo tentativo di convincere quel capriccioso sedicenne a ritornare ai suoi doveri.

“Scorpius, porta il tuo sedere qui all’istante se non vuoi morire giovane!” Stava nel frattempo dicendo Albus poco lontano, sempre più imbufalito con lui, facendo avvampare di vergogna la cugina piuttosto che il diretto interessato delle sue scomuniche.

“Ho convinto Al ad aiutarmi, ho corrotto tuo fratello e ho costretto Lorcan Scamander a farmi fare la ronda con te.” Ammise inaspettatamente Scorpius, quasi che non esistessero altri che loro due in quel momento. “Ma non si è mai trattato di un gioco, Weasley. Neanche adesso.”

Il cuore le batteva così forte da scoppiarle e le orecchie le fischiavano, eppure sapeva che c’era ancora qualcosa che doveva sapere. “Se non è per questo, allora perché...?”

“Non l’hai ancora capito?” La canzonò alzando gli occhi al cielo lui. “Perché malauguratamente si dà il caso che io mi sia innamorato di te, Rose Weasley. E giuro che non mi muoverò da qui fino a quando non accetterai di uscire con me.”

Rose era come paralizzata. Era abbastanza certa, dai sospiri emozionati uditi, che mezza scuola aveva sentito la dichiarazione che Scorpius non si era premurato di fare a bassa voce e non poté non sentirsi stranamente inorgoglita per questo. Il ragazzo più bello che le dichiarava amore davanti a tutti...beh, chi non lo sarebbe stato?

Scorpius‼” L’urlo quasi isterico di Albus, comunque, scansò via ogni traccia di romanticismo, riportandola bruscamente alla realtà e alla partita che, poco più in là, vedeva i Serpeverde sotto di svariati punti contro i Tassorosso.

“Scorpius, la partita! Devi andare!” Strillò quasi, rendendosi conto di ciò che stava succedendo e, soprattutto, delle invettive che parecchi le stavano rivolgendo contro.

“Non mi hai sentito? Non mi muovo fino a che non accetterai di uscire con me.” Ripeté con una tranquillità disarmante Scorpius, mentre il Boccino si fermava per qualche secondo sulla sua testa, così vicino che sarebbe bastato alzare la mano per acciuffarlo.

Trattenne il fiato e, per la prima volta in vita sua, si ritrovò a sperare che lo prendesse. Chiaramente lui non riusciva a percepire il rischio enorme in cui stava incorrendo continuando di quel passo. Certo che no, si ritrovò a rispondersi appena poco dopo quando il Boccino si librò libero nell’aria, saettando via dalla portata del ragazzo senza che questo avesse fatto nulla o ne mostrasse l’intenzione per acciuffarlo.

Rose stava iniziando ad andare in iperventilazione. Sentiva le incitazioni di Lily e di Molly che le dicevano di darsi una mossa, i richiami dei Serpeverde che le ordinavano di baciarlo prima che fosse troppo tardi e la pressione per la partita che si stava disputando in campo. Era indecisa, insomma, le aveva appena detto di essersi innamorato di lei! E lei? Che voleva lei?

“Per Salazar, vuoi sbrigarti a dire di sì o dobbiamo morire di vecchiaia, Rosie?” Come al solito fu Albus il più saggio della situazione e anche l’unico in grado di scuoterla in un momento come quello.

Prima ancora di rendersene conto, un sorriso le si era allargato sul viso e gli occhi luccicavano tanto si sentiva felice, come se l’ondata di gioia avesse appena deciso di investirla.

“Sì...”

“Come?”

“Sì.”

“Parla più forte!” Le mimò il gesto di non sentire Scorpius, ma sotto sotto se la stava godendo un mondo a vederla più rossa di un pomodoro maturo.

Sì, ho detto di sì miseriaccia!” Fu sufficiente perché subito il Serpeverde, non senza averle rivolto un sorriso talmente raggiante da far innamorare più di qualche cuore, si girò verso il campo e finalmente iniziò a giocare come si doveva.

In piedi come un baccalà, intanto, Rose continuava a fissare il vuoto con l’aria ebete, il viso in fiamme e il cuore a mille. Era successo davvero? Aveva accettato di uscire con Scorpius e lui le aveva detto di essersi innamorato di lei?!

“Che palle, adesso mi toccherà uscire con quell’idiota di Lorcan!”

“Roxanne‼”

“Beh?”

“Accidenti Rosie, ma non potevi aspettare che vincevano i Tassorosso prima di dirglielo?” Fu invece la domanda di uno scocciato James e, riscuotendo, Rose si accorse che rapido Scorpius aveva appena acciuffato il Boccino, aggiudicandosi così la vittoria e facendo perdere i soldi di una qualche scommessa al cugino.

Ciò nonostante, Rose sorrise. In fin dei conti, non aveva di che lamentarsi. Il sole era alto, la notte era passata e stava insieme a Scorpius Malfoy...che altro poteva volere di più?

 

 

The End

 

 

“Sul serio Malfoy, c’era bisogno di mettere in piedi tutta questa sceneggiata per chiedermi di uscire con te? Faccio così paura?”

“Molto più di quanto immagini, Weasley...”

Stupido.

 

 

 

 

 

{Il titolo del capitolo è un adattamento di The Day After Tomorrow, film del 2004 con Dennis Quaid}

 

 

A/N

Ed ecco finalmente l’ultimo capitolo di questa mini-long. L’unico non ambientato nella fatidica notte di Rose, doveva rappresentare una sorta di “risveglio” post-nottataccia e ristabilire l’equilibrio delle cose...beh, più o meno. Come avrete notato, questo capitolo ha segnato anche il ritorno di James, con le sue idee strampalate, ovvio! XD Devo dire che scriverlo mi è piaciuto tantissimo, specie la parte Scorpius/Rose della dichiarazione. ^-^

Bando alle ciance, passiamo ai ringraziamenti più che dovuti.

·         ElseW: eh già, per me Hugo si ostinerà all’infinito a voler eludere la parte di vita sentimentale della sorella, come è giusto che sia d’altro canto. Ma non dimentichiamoci che è un ragazzo, con una sorella, un padre quale Ron Weasley e un mentore quale James...l’onore prima di tutto! XD Grazie mille per i tuoi complimenti, ad ogni modo, sono contenta che il capitolo scorso ti sia piaciuto e spero di cuore che ti piaccia altrettanto anche questo! ^-^

·         katia37: oh dai, non deprimerti! Ti ho già detto che ci sarà un capitolo bonus?! XP In ogni caso, mi fa piacere sapere che la scena tra fratelli ti sia piaciuta e la parte dell’abbraccio...non ho saputo resistere, dovevo inserirla! Hai ragione, però, scriverlo non è stato molto facile, tanto più che noi in famiglia siamo solo sorelle, perciò non ho l’esperienza personale di un rapporto con un fratello. Ma adoro Hugo e non potevo non inserirlo, tanto più che ce lo vedevo troppo combattuto tra l’ignorare la vita sentimentale della sorella ed entrarci a forza per impedire che venisse ferita! ^.- Rose...beh, lei è la solita impulsiva, sì. Ma si è fatta perdonare, no?

·         _EpicLoVe_: sono contenta che il “mio” Hugo ti piaccia. Io lo immagino come una sorta di Malandrino, ma con la possessività di Ron ai suoi tempi con Ginny. E poi Hugo è troppo adorabile, è il fratellino che vorrei avere, lo amo! *-* Eh, Rose è una testona, sempre lì a saltare alle conclusioni sbagliate solo per non affrontare la verità, come hai detto tu. Una che preferisce mandare a monte tutto, piuttosto che accettare di avere una cotta ricambiata per il ragazzo che si è da sempre sforzata di odiare... Ma a noi piace proprio per questo, giusto? ^.- Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensi anche di questo (ultimo) capitolo, se ti va!

·         musicmylife: raggiante che il dialogo tra Rose e Hugo ti sia piaciuto! Ti dirò, all’inizio ero terrorizzata perché non sapevo bene cosa scrivere, ma alla fine le parole sono venute fuori da sole, forse perché ho bene impressi sia Rose che Hugo, o almeno per come li immagino io. Comunque sì, questo è l’ultimo...eccetto per un capitolo bonus! ^-^ Spero ti piaccia!

·         TittiGranger: mi sono accorta di essere rimasta indietro con i capitoli della tua storia... Una settimana senza internet si è fatta troppo sentire! Comunque non preoccuparti, recupererò! ^.- Venendo al capitolo, sono contenta che lo scorso ti sia piaciuto. Eh sì, i maschietti c’entrano molto più di quanto si poteva intuire all’inizio! XD Perché, come dici tu: mai fidarsi degli uomini! Anche se sono belli, biondi e sexy da paura! *-* Se vuoi saperne di più sul piano dei ragazzi...capitolo bonus! XP

·         Sae: tex mia! *-* Sono troppo contenta che ti piacciano Rose, Scorpius, Hugo e la storia! Troppo, troppo, troppo contenta! Sei la mia best, lo sai, no? Beh, Rose è come me, in parte. Due istintive e insicure croniche, ma ad avercelo uno come Scorpius tra le mani...! Ah, per fortuna che ci sono loro, i maschi di casa, i nostri diabolici James, Al, Hugo e combriccola a sistemare il tutto! XD Ti lovvo anche io tex, tanto tanto! Spdl!

·         Aurora_Cullen: oddio, Hugo è un ricattatore nato, sì! XD Della serie: cosa non si farebbe per una scopa ultimo modello...! Ebbene sì, questo è l’ultimo capitolo, con tanto di dichiarazione finale, come hai potuto ben vedere. Perché per i nostri Scorpius e Rose, niente è mai facile! ^.- A tal proposito, sappi che attendo ancora il seguito della tua storia. Dicevi di aver avuto dei problemi con la trama...beh, spero di cuore che tu li risolva presto, perché non vedo l’ora di sapere cosa succederà alla nostra amata New Generation e a Scorpius e a Rose in particolare, ovviamente!

Come ho già detto più volte, questo è davvero l’ultimo capitolo della storia. Ma, perché c’è un ma, ho buttato giù un ulteriore capitolo, che non è il seguito di questo, anzi piuttosto rappresenta l’inizio di tutto. Il famoso capitolo bonus, per così dire! Vedrò di postarlo il prima possibile, tranquilli. Vi darò una piccola anticipazione: Scorpius, Al e la nascita dei giochi! XD

Alla prossima gente!

Baci.

memi

 

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Capitolo 10
*** Along Came Albus ***


Extra ~ Along Came Albus

 

 

Dormitorio di Serpeverde, un giorno prima della ronda.

 

Scorpius era infuriato.

Era molto, molto infuriato.

Era così infuriato che avrebbe potuto buttare giù un intero muro con la sola forza dei suoi cazzotti.

Ma farlo avrebbe significato sporcarsi i vestiti e dopotutto Scorpius non era così infuriato, perciò anziché dedicarsi ad un’insana attività fisica, optò per un ragionevole andirivieni nella sua stanza. Doveva solo calmarsi – si disse in uno sprazzo di lucidità – e poi avrebbe potuto architettare la sua degna vendetta ai danni di quell’invertebrato con la puzza sotto al naso e la parlantina facile sennonché pure terribilmente pedante. Meglio ancora doveva calmarsi, elaborare un piano ed attuarlo a strettissimo giro di modo da scacciare via tutto il malumore che il semplice incontrare quella sottospecie di piattola gracchiante gli aveva messo addosso.

“Per la barba di Merlino, vuoi smetterla di fare avanti e indietro, Scorpius?” Sbottò ad un tratto la voce del suo migliore amico dal letto giù in fondo, sul quale si era buttato con molta poca grazia. “Mi sta venendo il mal di testa.”

“Non guardarmi allora!” Berciò inacidito il biondo, le braccia conserte e il mento poggiato su una mano con aria truce.

“Magari...! Ma purtroppo occupi tutta la mia visuale.” Ribatté prontamente l’altro, puntellandosi sui gomiti per scrutarlo con i suoi sarcastici occhi smeraldini. “Allora, qual è il problema?”

“Chi ti dice che ci sia?”

“Ehm...il fatto che continui a camminare in tondo da quasi un’ora?” Alzò un sopracciglio Albus, l’aria di chi ne sapeva molto di più di quanto non dicesse. “Vediamo, c’entra per caso McLaggen e una certa Grifondoro di nostra conoscenza col tuo malumore?”

Alla domanda Scorpius si bloccò a metà passo, al centro preciso della stanza, e con gli occhi grigi andò per un attimo a cercare quelli verdi dell’amico. Poi, così come era arrivata, la sensazione di stupore scivolò via, estromessa da una nuova ondata d’indignazione.

“Quell’Avvincino...” Borbottò, di nuovo imbufalito, mentre riprendeva la sua folle camminata per tutto il perimetro della stanza. “Ma comunque ti sbagli di grosso. Rose Weasley non c’entra niente con il mio malumore. Né lei né quell’altro mezzo Troll del suo ragazzo.”

Al per tutta risposta sogghignò, sbarazzino. “E chi ha parlato di Rose?!” Domandò, con l’espressione più ingenua e allo stesso tempo impertinente del suo repertorio.

Accortosi del fallo in cui si era cacciato da solo, Scorpius mandò tra sé e sé invettive non troppo ortodosse verso i folletti della Cornovaglia e la barba bianca di mago Merlino. –Ecco, vedi?- Avrebbe voluto obiettare se solo avesse avuto la tal Grifondoro tra le mani. –Mi sto rincitrullendo per colpa tua e dei tuoi pessimi, inammissibili gusti.-

“A parte il fatto che McLaggen non è e non sarà mai il ragazzo di Rosie.” Stava nel frattempo dicendo il secondogenito di casa Potter, messosi seduto compostamente sul letto per poter osservare il suo migliore amico in viso. “Penso seriamente che devi fare qualcosa per questa storia.”

“Tipo incantare McLaggen?” Propose subito Scorpius, particolarmente malefico.

“Sì. Cioè no.” Albus prese un profondo respiro e si sforzò di rimanere concentrato. “Intendevo con Rosie. Dovresti parlarle. Tanto l’hanno capito pure i muri che ti piace, eccetto lei, ma mia cugina non fa testo in questo campo.”

Parlarle... Scorpius fece una smorfia di disappunto a quella parola. Sì, come no, e magari farsi ridere in faccia da lei! Perché si dava il caso che era altamente improbabile, se non addirittura impossibile, che Rose Weasley credesse ad una cosa tanto surreale da sconvolgere lui per primo. No, aveva altri piani e a tal proposito...

“Io credo che dovremo pensare a McLaggen prima.” Sentenziò, con uno sguardo che non prometteva nulla di buono a conoscerlo.

“Vuoi minacciare McLaggen?” Albus, difatti, chissà perché iniziava a nutrire tetre visioni in merito alla questione.

“Sarebbe un’idea, ma no. Pensavo più a qualcosa per togliermelo dalle scatole.” Lo corresse Scorpius, pensieroso, che chiaramente stava decidendo le pedine migliori da utilizzare e le modalità per muoverle al fine di raggiungere il suo obiettivo.

“E cioè? Vuoi affatturarlo?” Al sembrava davvero molto scettico in merito ma, senza saperlo, la sua obiezione era riuscita a far venire un’idea al compagno di Casa.

“Tuo cugino possiede sempre quella scorta di Merendine Marinare, vero?” Gli occhi grigi di Scorpius scintillarono di malvagità per un istante e Al, che di solito era abbastanza sfrontato da non preoccuparsi di niente, stavolta se ne vide bene dal sottovalutarlo.

“Chi, Hugo? E che vuoi farci?”

L’altro ghignò. “Soltanto pensare a McLaggen.”

 

 

And I wanna build Build it high for you
But the cost like other costs I can't afford you
But I always take the wrong way
This is why this love can't stay

 

And I wanna change, change the way we always have
And to make different plans and try not to make desire
But I always choose another way
This is why this love can't stay

 

 

Corridoi di Hogwarts, un giorno prima della ronda.

 

“Continuo a pensare che sia un’idea assolutamente folle.” Non poté fare a meno di ripetere, forse per la ventesima volta, Albus mentre lui e il suo migliore amico, nascosti sotto al Mantello dell’Invisibilità, si dirigevano verso la Torre di Grifondoro. “Non puoi parlarle e basta?”

Per tutta risposta Scorpius alzò gli occhi al cielo con aria scocciata. “E tu pensi davvero che mi crederebbe?”

L’altro non dovette pensarci poi molto per sapere quale fosse la naturale risposta.

Sospirò. “Siete assurdi. Tutti e due.” Precisò, sfibrato. “Perciò qual è il piano? Mettiamo fuori gioco McLaggen e poi...?”

“Te l’ho già detto.” Sbuffò contrariato Scorpius, che odiava doversi ripetere due volte. “Prima ci sbarazziamo di McLaggen, poi provvederemo a Scamander.”

Albus a quel punto sembrava sinceramente confuso. “Fammi capire bene, che intendi per provvedere a Scamander? Vuoi mettere fuori gioco Lysander per la partita di domani? E che c’entra questo con Rosie, poi?”

“Ma quanto sei stupido?” Non era una domanda, solo una constatazione amichevole. “La partita non c’entra niente. Domani vinciamo con o senza Lysander Scamander.”

“Per forza, con un Battitore come me!” Pompò il torace Albus, dimentico di essere nascosto sotto un mantello che a stento riusciva a contenerli entrambe.

“Certo, come no...!” Roteò gli occhi solamente Scorpius, dando così voce ai propri dubbi in merito.

“Però questo non spiega che c’entra Lysander con Rosie.” Puntualizzò allora il moro, sempre più confuso.

Okay stregare McLaggen. Sì pure al rivolgersi a Hugo per questo. Ma che c’entrava Lysander? Non gli risultava che andasse dietro a sua cugina Rosie, anzi, non gli pareva fosse interessato a nessuna delle sue cugine e basta. Beh, magari c’era un certo feeling con Dominique, visto il modo con cui continuava a sbirciarla di nascosto, credendo di non essere visto e-

No, stava degenerando. –Concentrato Al! Rimani concentrato!- Si ammonì.

Dunque, ricapitolando, se Lysander non era interessato a Rosie, si poteva escludere la gelosia a suo sfavore. Ma se si escludeva la vendetta passionale... Perché cavolo dovevano avercela con lui, allora?!

“Infatti non c’entra.” Statuì in quel frangente Scorpius, attirando le sue complete attenzioni.

“Ah, bene. Volevo dire...! Ma allora...”

“Al, stavo parlando dell’altro Scamander.” Sbuffò esasperato il biondo, che a quel punto della sua vita iniziava seriamente a chiedersi chi cavolo gliel’avesse fatto fare di diventare amico con quell’ingenuo di un Potter.

Poi però, scansando un paio di ragazzine che giusto quella mattina gli avevano fatto andare di traverso la colazione con tutti quei baci mandati per aria, le quali non parevano aver affatto notato la sua presenza, si ricordò del Mantello e con questo anche del perché fosse ancora suo amico.

Beh, no. In verità era una bugia. Per quanto snervante ed esasperante potesse risultare, delle volte, Albus Severus Potter poteva considerarsi davvero un ottimo amico. Era sardonico quanto bastava a cancellare la noia, brillante più di quanto lui stesso si impegnasse a mostrare e aveva anche il singolare dono di saper capire le cose senza che queste gli venissero dette, il che, considerando il carattere estremamente riservato del suo migliore amico, era una gran qualità per lui.

“Lorcan?”

“Esatto.” Confermò Scorpius serissimo.

“Che dobbiamo farci con Lorcan?” Domandò incuriosito Al, salvo capirlo da solo appena l’attimo dopo. “Per le mutande di Merlino, ma dove le vai a pescare certe idee?”

Sarebbe dovuto essere un rimprovero il suo, eppure per una strana ragione non poteva fare a meno di sorridere, concitato. Oh, se non era diabolico quel dannato Malfoy! Se lo sentiva: sarebbero andati d’accordo per sempre!

“Finalmente...!” Alzò gli occhi al cielo di rimando l’altro, con un sorrisetto che voleva significare molto un ci sei arrivato, era ora.

“D’accordo, Scorpius. Facciamolo!”

 

 

Little by little
You gonna hear me cry (Hear me cry)
Why

 

But I wanna smell, smell the way you do
And to wear those clothes, the clothes your friends do
But I always choose another way
This is why this love can't stay

 

 

Serre, un giorno prima della ronda.

 

“Voi volete che io faccia cosa?” Dire che Hugo Weasley era allibito, incredulo e scettico, sarebbe stato minimizzare.

Hugo era esterrefatto, il che, per uno come lui che non si lasciava sorprendere mai da niente, equivaleva ad una bella conquista.

Dinanzi a lui suo cugino Albus mostrava l’espressione più sicura e convincente di cui era dotato, all’apparenza estremamente consapevole di quanto stava facendo per sospettare una qualche forma di Maledizione Imperius ai suoi danni.

“Tu hai la scorta di Merendine Marinare che ti ha lasciato Freddie, giusto?” Chiese instancabile, mentre accanto a lui Scorpius scrutava il Grifondoro con un tale accanimento da far pensare che volesse ipnotizzarlo e farlo collaborare con la sola forza del suo sguardo.

“Sssì.” Abbassò lentamente la testa Hugo, esitante come se a fargli la domanda fosse stata la McGranitt in persona.

“E sei anche compagno di Casa di Rufus McLaggen, no?”

“Da che ne sappia...” Annuì ancora il rosso, che non ci stava capendo davvero più niente.

Aveva appena finito una lezione di Erbologia, quando si era sentito trascinare da una forza invisibile ed essere catapultato nella serra più vicina, per ritrovarsi Al davanti senza il minimo preavviso, celato fino a qualche secondo prima dal Mantello dell’Invisibilità e accompagnato da un decisissimo Malfoy. Dopodiché, neppure lasciata a presagire dal minimo cenno, si era sbottonato nella complicata spiegazione di un piano dove lui, nel suo sbigottimento, era riuscito a recepire solo sporadiche parole. McLaggen, Merendine Marinare e qualcos’altro di indefinito, che non aveva avuto la prontezza di afferrare lì per lì.

“Quello che ti stiamo chiedendo, è di far ingoiare del tutto casualmente una delle tue Merendine a McLaggen per poter avere la serata libera domani.”

“Ehm, libera da cosa?” Chiese con maggiore insistenza Hugo, saettando come una pallina da pingpong ora sul cugino ora su Malfoy, come inebetito.

“Dalla ronda!” Chiocciò rapido Albus, un sorrisetto furbesco ad illuminargli il viso.

“In altre parole, io dovrei stregare Brufulus per-”

“Aspetta...come l’hai chiamato?” Il moro sgranò gli occhi, subito imitato da un più rigido Scorpius.

“Brufulus.” Ripeté con una scrollata di spalle Hugo. “Perché?”

“Questa è buona!” Scoppiò a ridere in risposta Al, sinceramente divertito. “Hai sentito Scorpius? Brufulus!” E giù a ridere di nuovo, mentre il suo amico si limitava a discreti sghignazzi.

“E scusa, tu come lo chiameresti un tipo del genere? È irritante peggio di svegliarsi la mattina e scoprire di avere un brufolo sul naso!”

“Questa è bella.” Se l’appunto divertito Scorpius, ricordandosi di mostrare molta più deferenza verso quel Grifone di quanto non avesse mai fatto in tutta la sua vita.

Conosceva poco il ragazzo e già gli era sembrato un tipo sveglio, ma adesso ne aveva addirittura la certezza. Sarebbero potuti andare veramente d’accordo, loro due, il che era un bene considerati i suoi piani per il futuro, no?

“Comunque.” Tagliò corto lo stesso Hugo poco dopo, vagamente innervosito dall’orario che torreggiava sulla sua testa.

Dopo l’ultima rimpatriata a casa, Rose aveva preso il vizio di controllargli lo stato dei compiti tutte le sere, prima di andare a dormire, di modo da avere un’idea generale su quanto lunga dovesse essere la strigliata stavolta. Ovviamente era stata la mamma a dirle di farlo e, altrettanto chiaramente, sua sorella non si era fatta pregare poi molto per assolvere ai suoi doveri con la rigidità di un caporale in piena guerriglia. Il risultato di tale diabolico accordo era stato uno solo, ad ogni modo: giocare sulla sua povera pazienza e sui suoi stremati nervi con la brutalità di un serial killer.

“Mi spiegate perché volete liberarvi di Brufulus? Che avete in mente?” S’infervorò, entusiasta alla prospettiva di poter unirsi alla combriccola se ce ne fosse stato bisogno.

D’altro canto non era certo una novità che dove c’erano i guai, c’era anche Hugo Weasley.

Alla domanda, stranamente, Al anziché rispondergli si limitò a fissare con intensità il suo amico Serpeverde, quasi volesse passargli una serie di informazioni direttamente con lo sguardo. Cosa che, alla fine, sembrò avvenire giacché, con uno sbuffo seccato, fu Scorpius a parlare per entrambe.

“Mi serve il suo turno di ronda.” Borbottò, telegrafico come sempre.

Hugo aggrottò la fronte. “Vuoi lavorare in più?” Era chiaro che non riusciva proprio a comprendere il motivo di una simile iniziativa, ma di nuovo dovette rimanere spiazzato dall’inaspettata reazione dell’altro.

Scorpius, difatti, contravvenendo al suo carattere arrossì lievemente sulle guance, andando perciò ad assumere un incarnato appena più colorito di quello pallido e latteo che aveva di solito. Quindi farfugliò qualcosa di assolutamente incomprensibile, che neppure se avesse avuto le Orecchie Oblunghe Hugo avrebbe potuto udire, tanto era stata massa la tonalità di voce utilizzata. A salvare la situazione, comunque, ci pensò grazie al cielo Al, rinsavito dal suo stato di estasi totale dinanzi all’imbarazzo dell’amico.

“Andiamo Hugo, ti sembra il tipo che si spacchi la schiena di fatica?” Roteò gli occhi, guadagnandosi all’istante uno sguardo di fuoco da parte dell’interessato.

“E allora perché?” Hugo, comunque, sembrava capirci sempre meno di tutta quella storia.

Chi fa la ronda con Brufulus?” Lo incitò dunque Al, che aveva trovato il soprannome troppo divertente per non usufruirne a sua volta alla prima buona occasione.

“Beh, di solito lui e Rose, se non è cambiato niente.” Sgranò gli occhi. “Per i calzini puzzolenti di Salazar!”

“Ehi, attento alle tue ingiurie, ragazzo!” Lo apostrofò fintamente offeso il cugino, salvo poi scoppiare a ridere di gusto nel constatare l’espressione basita di Hugo e quella ostinatamente indifferente che Scorpius si sforzava di sfoggiare. “Allora, ci aiuterai?” Domandò quindi di nuovo alla carica, dopo aver atteso solo il tempo necessario per fargli assimilare la notizia.

Alla richiesta, dimentico di tutto il sommo stupore provato, Hugo si rianimò seduta stante e nel fondo dei suoi occhi azzurri scintillò brillante una luce malandrina.

“Dipende. Che ci guadagno io?” Volle difatti sapere, stoicamente serio anche dinanzi all’aria stupita che i due Serpeverde gli rivolsero in cambio.

“Come?” Fu Scorpius il primo a parlare, il tono strascicato di sempre ma un sopracciglio ben alzato a sottolineare la propria incredulità circa le parole appena udite.

“Ipotizziamo che io vi aiuti, che lo faccia insomma. Voglio sapere che ci guadagno.” Spiegò conciso il Grifondoro, perfettamente a proprio agio nonostante il sostanziale ricatto appena formulato.

Al era atterrito. “Lo sapevo che tutto quel tempo passato con mio fratello non poteva farti bene!” Esclamò in un tono stridulo, inorridito al pensiero di chissà quali sparate era stato in grado di partorire quel gran genio di James per convincere Hugo a comportarsi allo stesso modo.

“Beh, non si fa niente per niente, giusto?” Non era una domanda, era una semplice constatazione.

A quel punto Albus stava già per mettersi in marcia alla ricerca del fratello per fargli una bella ramanzina quando, stupendo tutti per l’ennesima volta, sopraggiunse la voce calma di Scorpius, il quale – ne dedusse il moro in un misto di scetticismo e invidia – non doveva aver afferrato appieno la gravità della situazione per essere così tranquillo.

“Okay. Cosa vuoi in cambio?”

Hugo, che era il primo a non credere alle sue orecchie, dovette sforzarsi non poco per ritrovare la concentrazione necessaria per portare avanti la trattativa.

“La nuova Firebolt.”

“Eh?” Albus era interdetto, ma Hugo non dava segni di cedimento sulla sua proposta.

Prendere o lasciare, sembravano voler dire i suoi occhi e il guizzo di vittoria impresso in essi.

-Che razza di truffatore!- Si ritrovò a pensare invece Scorpius, nonostante una punta d’orgoglio malcelata nelle iridi grigie. Quel ragazzino gli piaceva di minuto in minuto, avrebbero potuto fare grandi cose insieme se rivolte verso un comune rivale.

“D’accordo.” Acconsentì dopo un lungo istante di silenzio Scorpius. “Avrai la tua scopa.” Ribadì, sorridendo compiaciuto.

“Affare fatto, allora.” Per quanto fosse evidente lo stupor di Hugo, che proprio non si era aspettato di vedersi accettare la propria richiesta, si mostrò molto professionale nell’allungargli una mano, ultimo atto a concludere l’insolita collaborazione.

Accanto a loro, Albus era semplicemente sconcertato. Beh, forse poteva pure sforzarsi di capire Hugo e la sua indole opportunista quando ci voleva, ma Scorpius?! Doveva essersi del tutto rincitrullito per accondiscendere ad una cosa del genere, perché l’amore non poteva ridurre le persone in quello stato...giusto?

“Dopotutto non sei così male, Malfoy.”

“Già, neanche tu per essere un Grifondoro, Weasley.”

 

 

Little by little
You gonna hear me cry (Hear me cry)
Why
And I know that it started somewhere
And I really like it now, Yes I really like it now
Like it now

 

I got a plan
A plan to get us out of here
If we only can use your money we can defiantly get get out of here
But I always screw it up some way
This is why this love can't stay

 

 

Entrata alla Sala Comune di Corvonero, qualche ora prima della ronda.

 

“Non pensate di fregarmi tanto facilmente, so perfettamente che siete stati voi a stregare McLaggen.”

Lorcan Scamander mostrava un cipiglio piuttosto severo quel giorno a due seccati Albus Potter e Scorpius Malfoy che, armati di una gran bella faccia tosta, avevano osato rivolgersi a lui con quei toni fintamente noncuranti per proporgli un aiuto del tutto disinteressato con il turno di ronda di quella sera. Turno di ronda dove, con un tempismo che aveva dell’incredibile, Rufus McLaggen si era visto costretto a declinare per un improvviso attacco di vomito inarrestabile, tanto simile alla reazione post-Merendina Marinara.

“Noi?!” Albus intanto era scoppiato in una risatina isterica che sarebbe dovuta essere convincente ad indurlo a credergli sulla loro innocenza in merito, ma che piuttosto contribuì a fomentare ogni sospetto. “Ma dai! Ti sembriamo forse i tipi da fare una cosa del genere?”

“Sinceramente?”

“Non hai le prove per accusarci!”

“Per favore Al, conosco Freddie da una vita e a memoria il catalogo del suo negozio. Pensi che io non sappia in cosa consista una Pasticca Vomitosa?”

Colpito e affondato.

“Vabbè, comunque il punto è un altro.” Tagliò corto il moro, che già aveva annusato l’aria di disdetta se avesse continuato di quel passo. “Casualità o meno, McLaggen è in infermeria, no? Perciò a conti fatti sei rimasto senza un Prefetto per la ronda di stasera.”

“Il che non dovrebbe interessarti.”

“Sì, ma-”

“Qual è il tuo prezzo?” La domanda inopportuna di Scorpius, buttata lì di punto in bianco, riuscì ad azzittire Albus e ad attrarre, per la prima volta dall’inizio del discorso, le attenzioni vive di Lorcan.

“Scorpius, sei impazzito?” Gli sussurrò subito all’orecchio il suo migliore amico, che stava iniziando a sudare sette camice per la riuscita di quel folle piano. “Se non te ne fossi accorto, lui è il Caposcuola! Il Caposcuola!”

“Respira Al, stai andando in iperventilazione.” Lo mise in guardia il biondo, pacato neanche avesse appena bevuto una pozione rilassante.

“Io...sì. Respiro. Respiro.”

“Allora?” Insistette quindi di nuovo Scorpius, che non aveva certo tutto quel tempo da perdere con Scamander.

Tanto più che la ronda ci sarebbe stata proprio quella sera e, dunque, doveva pure sbrigarsi se voleva che il suo piano andasse in porto. C’aveva già rimesso un bel po’ di galeoni il giorno prima dietro a quel calcolatore di Hugo Weasley, non aveva proprio voglia adesso di veder vanificare le sue finanze per nessun motivo. Neanche per il Caposcuola.

“Un appuntamento.” Anziché schiaffeggiarlo come aveva pensato Al, comunque, Lorcan si dimostrò piuttosto pratico nell’esternare il suo costo.

“Un appuntamento?” Si riprese in un nano secondo il secondogenito di casa Potter. “Davvero, non offenderti Lorcan, ma non sei affatto il mio tipo. Cioè, se un giorno cambio idea sei il primo a cui lo faccio sapere, eh, però per adesso-”

“Grazie mille per l’interessamento, ma neanche tu sei il mio tipo. Né lui.” Si affrettò ad aggiungere il Corvonero, intercettando l’occhiata partecipe che Albus aveva rivolto a Scorpius.

“Okay.” Ridacchiò incontrollabile Al. “Meglio così, allora, no?”

“Voglio un appuntamento con Roxanne.” Sciorinò dunque Lorcan, rapido e conciso come sempre, le sue qualità migliori.

“Roxanne? Parliamo della stessa Roxanne? Mia cugina Roxanne?”

“Quella Roxanne.” Confermò tranquillo l’altro, mentre Scorpius scrutava la scena soprapensiero.

“Lorcan, tu ti rendi conto che mia cugina non dirà mai di sì, vero? Ti odia.” A quel punto Albus sembrava sul punto di una nuova crisi di nervi, che andò ad aumentare in modo sproporzionato all’uscita del ragazzo.

“È quello che si ostina a ripetere. Ma d’altro canto...” E accennò con il capo al giovane rampollo dei Malfoy. “...le vie del destino sono infinite.”

“Io...tu...pensavo che neanche tu la sopportassi!” Al non voleva proprio capire quel giorno.

“Mera apparenza.” Si limitò tuttavia a scrollare le spalle Lorcan, con un sorrisetto sibillino che ben si adattava al suo viso furbesco.

“Fantastico...c’è qualcos’altro che non so?”

“Perciò.” Intervenne a quel punto Scorpius, riscuotendosi dai propri pensieri per mettere fine alla trattativa. “Se ti procuro un appuntamento con Roxanne Weasley tu farai in modo che fortuitamente io prenda il posto di McLaggen per la ronda?”

“Esatto.”

Malfoy ci pensò su solo un attimo, sotto lo sguardo sempre più confuso di Albus, prima di annuire.

“Intesi, allora.”

 

 

Little by little
You gonna hear me cry (Hear me cry)
Why
And I know that it started somewhere
And I really like it now, Yes I really like it now
Like it now

 

And we know it started yet, it started right there
And you were very loud yes you were very loud
But I really like that, very loud, like that yeah you were very loud

 

 

Entrata alla Sala Comune di Corvonero, la ronda.

 

Convincere Roxanne ad uscire con Lorcan si era rivelato molto più difficile del previsto ma alla fine, dinanzi alla prospettiva di poter essere d’aiuto alla nascita di una nuova coppia (perché sì, checché ne desse a vedere, era una romantica anche lei quando voleva, anche se come puntualizzato più di una volta lo faceva solo per il bene di Rose). Unica postilla, quella di saltare l’appuntamento con quell’idiota di un Corvonero qualora il piano non avesse funzionato. Scorpius non se l’era sentito di negarle questo diritto e, pertanto, avevano concluso l’accordo.

Tracciando il bilancio dei costi apportati dal suo piano e tirando poi una linea netta, era chiaro che fino a quel momento le cose non stavano andando a suo vantaggio.

Aveva sborsato un botto di galeoni per comprare l’ultimo modello di Firebolt in circolazione a quello stronzetto di un Grifondoro.

Aveva ceduto ai ricatti di un Corvonero, mettendosi a fare da cupido tra lui e una rossa piuttosto ostinata.

Aveva sfibrato tutto quello che c’era da sfibrare nel tentativo di convincere Albus a rimanersene in camera sua per quella sera, visto che dove c’era lui, succedevano sempre le peggio catastrofi e anche i migliori piani andavano a farsi benedire.

Adesso, o la Weasley si decideva ad ascoltarlo una buona volta, o si vedeva costretto ad utilizzare le maniere forti per costringerla a capire che no, non era pazzo e che , si era giocato anche l’ultimo neurone per essere caduto tanto in basso da orchestrare un simile piano solo perché si era malauguratamente innamorato di lei.

Come accidenti fosse potuto accadere, non ne aveva la benché minima idea.

Insomma, Rose Weasley c’era sempre stata nella sua vita da che ricordava e, con lei, le liti furiose in cui si accanivano. Ma come dal trovarla insopportabile fosse passato al reputarla carina e poi brillante, intelligente e tremendamente sensuale...oh, a quello non sapeva proprio dare una risposta. Fatto stava che un giorno si era alzato e si era accorto che la cugina sbadata di Al non era poi tanto male, infondo, e che lui era cascato nella trappola dell’amore proprio come un babbeo.

Comunque al momento quello che importava era di farle capire che era davvero innamorato di lei senza doversi veder rivolgere un sorriso di scherno poi. Cosa molto più a semplice a dirsi che a farsi, tra l’altro. Chi non conosceva la totale tendenza della ragazza a sminuirsi e a rifiutare categoricamente qualsiasi forma di complimento, per non parlare poi della sua reazione scettica dinanzi a qualsivoglia dichiarazione d’amore?

Figurarsi se a fargliela era niente di meno che lui, Scorpius Malfoy, la sua nemesi per eccellenza!

Ecco perché era stato necessario adottare un piano efficace. Un piano che gli permettesse di poter stare con lei da solo il tempo necessario a farle capire una volta per tutte che lei era degna del suo cuore. Era molto, molto più che degna.

D’altro canto Scorpius aveva capito sin dal loro primo incontro che Rose Weasley era una ragazza completamente diversa dalle altre, che era singolare, speciale. Probabilmente se ne era innamorato proprio per questo. Oltre al modo in cui riusciva a trovare sempre una risposta pronta per tutto, per come si spostava i capelli dalla fronte quando le ricadevano ribelli, o anche per come arrossiva impietosamente, vuoi per l’imbarazzo vuoi per la collera.

In effetti era anche troppo collerica.

Era abbastanza sicuro che se l’avesse fermata dicendole di trovarla irresistibile, lei l’avrebbe affatturato, per questo si era sempre guardato bene dal farlo.

E poi era un Malfoy, perbacco, non si prodigava a simili parate esplicite quando poteva ricorrere a mezzucci loschi e non proprio corretti...

-Ma dove si è andata a cacciare?!- Stava iniziando ad innervosirsi sul serio. Erano già dieci minuti buoni che la cercava invano, se non la trovava nel giro di poco avrebbe dovuto rispondere anche per quello!

Poi gli venne l’idea.

Conoscendola, Rose non doveva essersi arresa tanto facilmente all’idea di fare la ronda con lui – fece una smorfia di disappunto al pensiero – e quindi doveva essere ritornata alla carica con Lorcan per questo.

Sì, decise che ripartire la ricerca dalla Torre di Corvonero era un buon punto di partenza.

E difatti...

Rose se ne stava inebetita a fissare la porta senza serratura che dava alla Sala Comune blu e bronzo, i capelli arruffati e le braccia scese lungo i fianchi.

Se non era da togliere il fiato...!

“Weasley, avevo capito dovessimo fare il turno insieme, non ciondolare in giro per il castello!” Non poté tuttavia resistere, sorridendo poi compiaciuto nel vederla voltarsi accompagnata da scintille di fuoco e sbuffi sonori.

“Per tua informazione, non stavo ciondolando in giro per il castello, ma stavo discutendo di alcune, ehm, questioni con Lorcan.” Lo bacchettò di rimando lei, attenta ad ogni singola parola utilizzata, rossa quel tanto che bastava per fargli desiderare di baciarla seduta stante.

“Questioni che mi riguardano?” Domandò Scorpius, inarcando un sopracciglio e assumendo un’aria vagamente incuriosita.

La vide sbiancare, quindi boccheggiare e infine divenire pericolosamente inflessibile.

“Suppongo che neppure un incontro ravvicinato con uno Schiopodo Sparacoda riuscirebbe a sgonfiare il tuo smisurato ego, Malfoy.”

Merlino, amava quella donna!

 

 

 

 

 

{Il titolo del capitolo è un adattamento di Along Came Polly, film con Jennifer Aniston e Ben Stiller}

{La canzone è Very Loud, dei Shout Out Louds, colonna sonora del film Nick & Norah: Tutto accadde in una notte}

 

 

A/N

Infine l’ultimo. Ultimo ultimo, per davvero stavolta. Il titolo è un elogio ad Al, l’ultimo maschietto coinvolto nei folli piani di conquista di Scorpius miranti al cuore di Rose.

Un po’ mi dispiace lasciar andare questa fanfiction, mi sono divertita un mondo a scriverla e ancora di più a giocare sulla pazienza di Rose! XD Ma personalmente non avrei saputo trovarle altre finale se non quello che le ho dato, perciò ho dovuto dirle addio alla fine. Non senza essermi concessa prima quest’ultima dissertazione pre-storia, per così dire, dove appunto viene alla luce la nascita del piano di Scorpius. Come avete avuto modo di notare, niente era lasciato al caso, i gesti di Scorpius avevano un suo perché, così come il sorriso sibillino di Lorcan e la scopa nuova di Hugo!

L’ultimo pezzettino riprende parte del dialogo del primo capitolo, perché mi piaceva l’idea di ribaltarlo dalla visuale di Scorpius.

Un’altra cosa ancora, la canzone. Io la trovo semplicemente perfetta per questa storia in particolare e per Scorpius e Rose in particolare. Leggendo le parole, mi sono sembrate la giusta dichiarazione di lui che, pur sforzandosi di “costruire” per lei, alla fine riesce a prendere solo la strada sbagliata. Perché basterebbe dirglielo e basta, ma d’altra parte lei non è una qualsiasi, lei è Rose, il che significa che bisogna portarle la prova di tutto per convincerla a crederti. O almeno questa è la mia personalissima visione dei fatti.

Ritornando a noi, volevo ringraziare tutte le fantastiche persone che hanno seguito instancabili questa storia. Mi sto riferendo, ovviamente, a voi: Queen_of_sharinga_91, GrEEn, B_Green, TittiGranger, Aurora_Cullen, Sae (tex, mia tex), _EpicLoVe_, mAd wOrLd, lolly puwerpuff girl, katia37, ElseW, musicmylife, Tatan, maricuccia e _crazygirl. E grazie anche a chi l’ha semplicemente letta, chi l’ha inserita tra i preferiti, chi tra i seguiti e chi eventualmente mi lascerà una recensione, in futuro, giusto per farmi sapere se anche quest’ultimo capitolo bonus è stato di vostro gradimento o meno.

Quando l’ho iniziata a scrivere, avevo in mente una storia di massimo cinque, sei capitoli. E invece ne sono venuti fuori ben nove più uno! Incredibile... A mia discolpa posso dire che è stato troppo divertente torturate e provare la calma di Rose! XP E poi tra Scorpius, Al, James e Hugo...come potevo resistere?! ^.-

Detto questo levo le tende fino alla prossima, gente, e mi raccomando: fatemi sapere cosa ne pensate anche di quest’ultimissimo capitolo!

Baci.

memi J

 

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