Due punti di vista sullo stesso amore

di Lale loves vampires
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un solo sguardo. Lei ***
Capitolo 2: *** Un solo sguardo. Lui ***
Capitolo 3: *** Fate. Lei ***



Capitolo 1
*** Un solo sguardo. Lei ***


Un solo sguardo.Lei



Camminavo tranquilla tra le grandi vie di Roma fermandomi ogni tanto a guardare le vetrine che attiravano la mia attenzione. Come al solito la mia testa era altrove, come al solito ero distratta e come al solito andai a sbattere contro qualcuno, cadendo a terra. Fu un attimo: bastò uno sguardo del ragazzo che gentilmente mi tendeva la mano per mandare in fumo il mio cervello. Tutto ciò che era intorno a lui si annebbiò, tutti i rumori si affievolirono. Sentivo che dentro di me era cambiato qualcosa; non sapevo perchè e non sapevo come; sentivo soltanto che non sarei più riuscita a dimenticare quel viso.
Chiusi gli occhi, cercando di ricompormi.
Quando li riaprii lui era lì, ancora pronto ad aiutarmi. Fissai il suo sorriso abbagliante; i suoi occhi verdi,accesi e profondi; i suoi capelli scuri, scompigliati ma allo stesso tempo perfetti. Perché la gente non ne restava affascinata come me? Come potevano vederlo come un ragazzo normale? Forse a nessuno faceva lo stesso effetto, forse ciò che a me sembrava perfetto (cioè tutto in lui), agli altri sembrava normale, banale. Afferrai la sua mano. Nell’istante in cui toccai la sua pelle sentii il fuoco ardermi le dita, poi la mano, il braccio e così in tutto il corpo. Non era una fiamma che provocava dolore, no, ciò che provavo era qualcos’altro, un sentimento che non riuscii a decifrare.
Una volta in piedi raccolsi la mia borsa, senza smettere di fissarlo. Era più forte di me, non riuscivo a distogliere lo sguardo dai suoi occhi, che a loro volta non lasciavano i miei. Era come se delle catene invisibili ci unissero, delle catene che entrambi non volevamo spezzare.
Volevo scusarmi e ringraziarlo per il suo aiuto, ma non riuscivo ad aprire bocca.
Fu lui a parlare:”Tutto bene?”chiese.
Feci un respiro profondo e risposi: “Si, grazie. Mi dispiace per ciò che è successo è solo che sono molto distratta ed ero assorta nei miei pensieri e non ti avevo visto e…” mi bloccai. Stavo decisamente parlando troppo. La sua espressione era divertita ,ma comunque dolce. “Non ti preoccupare. Mi dispiace ma ora devo proprio scappare, sono in ritardo.” Disse,dispiaciuto.
“Ehm, certo e grazie ancora.”
Guardai la sua figura allontanarsi. Come era possibile che un suo sguardo avesse cambiato così tante cose in me? Come poteva una persona mai vista prima sconvolgermi la vita in quel modo?
Una folata di vento gelato mi fece ritornare alla realtà. Misi le mani in tasca e mi incamminai verso casa, con una gran confusione in testa. Non avevo mai creduto all’amore a prima vista ma in quel momento dovetti ricredermi. Sapevo che avrei rincontrato quel ragazzo, prima o poi, e così cominciò la mia attesa, l’attesa del giorno in cui avrei rivisto il misterioso ragazzo che con un solo sguardo mi aveva fatta innamorare.

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Capitolo 2
*** Un solo sguardo. Lui ***


Un solo sguardo.Lui



Tristezza.
Era tutto ciò che sentivo da due mesi. Da quando mio padre era morto.
Ogni volta che provavo a distrarmi una mano invisibile mi afferrava facendomi ricadere nel buio, facendomi affogare in un freddo lago nero. L’acqua mi soffocava, togliendomi il respiro, e questa debolezza permetteva alla mia mente di ricordare il motivo per cui ero triste. Allora il lago spariva, lasciandomi solo con i miei pensieri e le mie lacrime.
Ormai niente mi divertiva, niente mi interessava e poteva considerarsi un miracolo se le mie labbra si incurvavano in un sorriso.
Camminavo senza una meta precisa, guardando i volti sorridenti delle altre persone, invidiandole, chiedendomi perché loro non erano destinate a provare ciò che io stavo provando. Ma un viso attirò la mia attenzione: era una ragazza, con un’espressione persa, che sarebbe sembrata normale se solo non avesse avuto quei caldi, profondi, e bellissimi occhi color cioccolato. Nonostante lo sguardo smarrito quegli occhi spiccavano sul viso chiaro, dal quale mi era ormai impossibile distogliere lo sguardo. La ragazza avanzava verso di me e continuava a camminare non accorgendosi che stava per venirmi addosso. La folla non mi permetteva di spostarmi e quindi lei mi urtò, inciampando e cadendo a terra. Subito mi girai verso il suo corpo steso sul marciapiede e con un sorriso gentile tesi la mano per aiutarla ad alzarsi.
Un attimo…stavo sorridendo? Si, sorridevo senza che nessuno me lo chiedesse, senza che nessuno provasse in tutti i modi a farmi ridere.
Sorridevo solo perché lo volevo. Effettivamente da quando i miei occhi erano stati fatti prigionieri da quelli di lei, il peso che perennemente avevo sul cuore si era alleggerito, come se un’altra mano, completamente diversa da quella che mi attanagliava per portarmi nel buio, lo stesse lentamente sollevando. E potevo permettermi di pensare ad altro, potevo permettermi di sorridere, di respirare a pieni polmoni e di distrarmi, essendo sicura che niente avrebbe potuto farmi affogare di nuovo nell’acqua di quel lago che tanto odiavo.Perso nei miei pensieri non mi ero accorto che la ragazza mi aveva fissato per qualche secondo, poi aveva chiuso gli occhi. Dopo un respiro profondo li aveva riaperti e aveva afferrato la mia mano. Il contatto con la sua pelle provocava una scossa elettrica, che piano si espandeva in tutto il corpo senza provocare dolore: era un tocco caldo e allo stesso tempo gelido, come se ghiaccio e fuoco si fossero fusi, creando un nuovo elemento, magico, unico. Anche mentre raccoglieva la borsa non staccava gli occhi da me. Dopotutto come avrebbe potuto? Era come se delle catene invisibili ci unissero, delle catene che entrambi non volevamo spezzare.
I secondi passavano, sembrando minuti, oppure ore. Ma che importanza aveva? Ormai mi ero perso nei suoi occhi, quelle profondità che non avrei mai potuto dimenticare.
Ero sempre stato bravo a nascondere i miei sentimenti, e nonostante in sua presenza fosse molto più difficile, riuscii a riprendermi e parlare.
“Tutto bene?” chiesi.
“Si, grazie. Mi dispiace per ciò che è successo è solo che sono molto distratta ed ero assorta nei miei pensieri e non ti avevo visto e…” si bloccò, probabilmente si era accorta che stava parlando troppo velocemente.
Il suo viso mi faceva ridere ma emanava un a dolcezza insostenibile. Faceva tenerezza. Ma era veramente troppo.Come era possibile che un suo sguardo avesse cambiato così tante cose in me? Come poteva una persona mai vista prima sconvolgermi la vita in quel modo?
In un certo senso ne ero spaventato. E questa parte di me, terrorizzata dal legame improvviso che si era creato tra me e quella ragazza, mi diceva di andare via.
Così le dissi: “Non ti preoccupare. Mi dispiace ma ora devo proprio scappare, sono in ritardo.” Dette quelle parole però la parte di me era attratta da lei si fece sentire e mi pentii subito di aver parlato.
Nonostante questo mi girai e me ne andai, non potevo più resistere al suo sguardo così dolce. Camminando pensavo al periodo di infinita tristezza che avevo passato e dentro di me ringraziavo quella ragazza.
Il destino, che ci aveva fatti incontrare, sarebbe stato così crudele da non farci più vedere? No, non era possibile.
Sapevo che avrei rincontrato quella ragazza, prima o poi, e così cominciò la mia attesa, l’attesa del giorno in cui avrei rivisto la dolcissima ragazza che con un solo sguardo mi aveva fatto innamorare.



Ringrazio Bex Vampire e Nlc che hanno commentato il primo capitolo. Inoltre volevo informarvi che dedico questa fic a Bex Vampire: senza di lei non l'avrei mai scritta e tantomeno pubblicata; questo è un modo per ringraziarla di tutto.

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Capitolo 3
*** Fate. Lei ***


Fate. Lei



“Non lo rivedrò più Meg! Come puoi continuare a domandarmi ogni giorno se l’ho incontrato dopo averti detto miliardi di volte che non lo rivedrò?Ora ne sono sicura.
Il destino è crudele, ma è lui che decide, e noi possiamo solo stare qui ad aspettare, guardandolo dal basso e pregandolo di accontentaci.
Dopotutto gli uomini sono stupidi.
Perché non hanno ancora capito che il fato non si può pregare o corrompere.
Ma loro sperano e provano.
E Piangono.
E poi però sperano di nuovo, anche quando le lacrime sembravano esaurite.
Ma non capiscono che finiranno per implorare a vuoto e piangere per sempre”.
Naturalmente Meg non poteva ascoltare una sfuriata in silenzio e cominciò a raffica con le domande:” Perché pensi che non lo rivedrai? Fino alla settimana scorsa andavi in giro con gli occhi a cuoricino pensando soltanto al tuo tipo misterioso! Perché hai perso le speranze? E poi da quando credi nel destino e nel fato? E da quando pensi che la speranza sia una cosa per stupidi? Prima di incontrarlo credevi che l’amore fosse per rammolliti, poi sei passata alla fase 'io penso solo a lui' e ora pensi che l’amore esista, ma solo per far soffrire la gente! A cosa sono dovuti questi cambianti?”
Fece una pausa per riprendere fiato.
“Che ti prende?”
Davvero belle domande.
Era un peccato che neanche io sapessi rispondere.
Sapevo solo che la voce nella mia testa che mi diceva che l’avrei incontrato ancora aveva smesso di parlare. E di lui non mi rimaneva più niente.
Fino a qualche giorno prima ero del tutto convinta che fosse il ragazzo giusto per me e che il destino ci avesse fatti incontrare. Ma perché il destino avrebbe dovuto accontentarmi solo adesso?
Avevo visto l’amore morire troppe volte, anche quando meritava di restare vivo.*
E avevo visto la gente piangere troppe volte, anche quando non lo meritavano.*
Perché con me sarebbe dovuto essere diverso?
Perché proprio io sarei dovuta essere accontentata, quando il cinquanta per cento della gente comincia ad amare e finisce per soffrire e il cinquanta per cento pensa di amare invece non si accorge che dentro di sé soffre?
Finito il mio dialogo interiore alzai le spalle in risposta alle domande di Meg e cominciai ad incamminarmi verso il parcheggio della scuola. Volevo tornare a casa più in fretta possibile.

Comunque ormai non avevo più dubbi.
Sapevo che il destino mi aveva fatto uno scherzo di cattivo gusto.
Ed io c’ero cascata in pieno.
Per questo avevo chiuso il mio cuore in una lastra di vetro.
Per non permettergli più di ingannarmi.

Mi chinai a prendere lo zaino.
Alzai gli occhi.
Lo vidi. E la lastra si frantumò.

* Frasi prese da "Emergency" dei Paramore, e modificate da me per adattarle al testo.

Eccomi di nuovo. Mi scuso per la lunga assenza ma purtroppo non avevo né tempo né ispirazione, quindi non vi assicuro che la ff sarà aggiornata più spesso ora.
Ringrazio chi ha recensito e chi ha aggiunto la fanfiction tra i preferiti e/o seguiti.
Alla prossima,
Lale

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