Ciaoooooooooooooooooooo!
Raga come vi va la vita? Io?Beh, insomma.... ho pochissimo tempo per
aggiornare sia per I controlli che per I compiti, che per la
palestra, che per il catechismo, che per le feste, che per le amiche,
insomma un pò per tutto. Comunque oggi sono qui per
aggiornare, e vedrete che questo capitolo vi piacerà, parola
di detective sayan, ma fatemelo sapere recensendo!
A
dopo,
Videl241097
Capitolo
quattro: Heiji s' innamora
Kazuha
era appena sparita all' orizzonte. Heiji si girò stufato
verso
il punto in cui era la ragazza, perché fino a pochi secondi
prima si era girato a prendere una cosa nello zaino.
“Kazuha?”,
chiamò seccato.
“Kazuha,
eddai, non ho voglia di giocare a nascondino!”,
continuò
gridando. Attese una risposta che non arrivò.
“Kazuha
se ti trovo ti spacco la faccia capito? Aspetta che ti trovo e giuro
che ti dovrai rifare il naso!”, gridò cominciando
a cercare
la ragazza.
Ma
all' improvviso vide all' orizzonte un camion.
E
dentro, uomini vestiti di nero che sghignazzavano.
“Oh,
no! Kazuha!”, pensò Heiji. Ormai era tutto
chiaro.Avevano
rapito Kazuha perché aveva fatto tornare Shinichi normale.
Ma
cosa diamine ci faceva una telecamera su un albero? Mah. Lui e
Shinichi si erano scervellati per trovare una risposta, ma niente da
fare... come cavolo facevano quelli a sapere dov' erano loro?
Intanto
il camion accelerava.
Come
il cuore di Heiji, che correva veloce, senza fermarsi, spinto da uno
strano vuoto nello stomaco, mentre gli occhi verdi di Kazuha gli
incendiavano la mente, ma perché poi?
Perché?
Perché all' improvviso?
“Ora
capisco cosa intendeva Kudo con amore... e anche che è vero
che ti accorgi di amare una cosa solo quando la perdi... ma io non ti
perderò, Kazuha. Te lo prometto. Dovesse anche costarmi la
vita, io ti salverò. Che la mia fama di detective possa
scomparire, se non ci riesco. E ce la farò,
perché...
io ti amo, Kazuha.”, pensò Heiji, ma... un
attimo... aveva
davvero pensato a quelle due paroline o se l' era sognate?
Eh,
no: era davvero cotto.
Passò
mezzora, forse di più, ma il camion non si fermava e Heiji,
un
mezzo morto e annaspante Heiji, neanche, testardo com' era.
Finalmente
l' estenuante (per Heiji) corsa terminò. Il detective di
Osaka
si nascone dietro un albero, dove riprese fiato.
Una
casa abbandonata, e vicino la vecchia insegna di un negozio.
Scrisse
in fretta un messaggio a Shinichi: doveva scappare al più
presto, se continuavano così l' avrebbero preso di sicuro.
Fatto
questo, aspettò che gli uomini in nero entrassero nella casa
e
poi cercò una finestra da dove entrare.
Dopo
aver fatto il giro della casa ne trovò una, con un vetro
rotto. Guardò dentro, Kazuha e un tipo stavano discutendo.
“Ma
insomma cosa vi ho fatto io?”
“Stai
zitta ragazzina, avrai un bel posto qui dentro.”
“E
che tipo? Io voglio tornare subito dai miei amici!”
“Sai,
il capo vorrebbe conoscerti... ha intenzione di farsi amare da
te...”
“Che
cosa!? No! Io... io amo già una persona!”
“Non
ci interessa, tu d' ora in poi sarai la ragazza del capo.”
Heiji
sentì il cuore infiammarsi. Come potevano costringere la sua
Kazuha ad amare qualcuno?
“No!”,
la ragazza si alzò in piedi dalla sua posizione di seduta, e
gli mollò un ceffone. Il tipo sorrise malefico.
Schioccò
le dita e due uomini la presero dalle braccia, la buttarono seduta a
terra accanto a un palo e poi le legarono I polsi a quello.
Allora
uno dei due cominciò a picchiarla, e presto le sue guancie
divennero rosse dagli schiaffi.
In
quel momento Heiji sentì un fruscìo provenire da
dietro
di lui e mal volentieri dovette scappare.
Tornò
tutti I giorni per una settimana, ma quell' uomo odioso stava sempre
lì.
Heiji
non ne poteva più, diamine, Kazuha stava lì
dentro con
quei tipacci e lui? Lui stava lì a non fare niente.
Prese
un ramo robusto e grosso di un albero, si avvicinò all' uomo
e
glielo tirò in testa prima che quello potesse accorgersi di
quello che stava accadendo.
Poi
tornò alla finestra con il ramo ancora in mano, aveva
intenzione di rompere la finestra.
Per
poco, però non gli si spezzò in due il cuore:
Kazuha,
con i capelli sciolti, la mini gonna strappata come la camicetta a
cui erano saltati i bottoni, le raccia e le gambe piene di lividi, le
guance rosse per gli schiaffi, e lacrime le rigavano il viso.
“Allora?
Ora vuoi andare dal capo o vuoi un' altra passata di
schiaffi?”,
chiese un uomo sghignazzando di gusto.
“Adesso
basta!”, gridò Heiji entrando dalla finestra.
Un
uomo portò subito Kazuha in un' altra stanza, capendo subito
che il ragazzo voleva lei.
“Oh
oh, ma guarda chi si vede, Heiji Hattori, il grande detective di
Osaka...sei venuto per la ragazza, vero? Anche il capo è
interessato a quella...”, disse l' uomo che prima
sghignazzava.
“
“Quella”
si chiama Kazuha e
non vi permetterò mai di sfiorarla con un solo dito,
capito?!”
“Si,
si, certo... allora provaci. Provaci. Sfida il capo. Se vinci lui, ti
prendi la ragazza. Se perdi, muori, e prima vedrai la tua ragazza
baciare il capo. Va bene?”
Heiji
non se lo fece ripetere due volte.
“Certo”,
affermò sicuro.
E,
lo avrebbe giurato sulla sua vita, non era mai stato così
sicuro.
E
così poco dopo Heiji e il capo degli uomini in nero si
fronteggiarono.
Spinto
non si sa da cosa, Heiji riuscì miracolosamente a farlo
svenire, e gli uomini dovettero rispettare la loro promessa, dicendo
che però non sarebbe finita lì.
“Dov'
è Kazuha?”, chiese gridando arrabbiato Heiji.
“Cercala,
è in questa casa.”, rispose uno degli uomini.
Heiji
cominciò a cercare in ogni stanza, fino a quando in una buia
ed umida vide una sagoma femminile, con due lacrime che luccicavano
su quelle che erano probabilmente le guance di Kazuha.
Accantò
a sè trovò l' interruttore della luce,
così l'
aprì e Kazuha chiuse gli occhi a causa della luce.
Sentì
dei passi, ebbe paura.
Poi
sentì qualcuno che le slegava le corde alle caviglie e poi
quelle ai polsi.
Aprì
piano gli occhi.
“Kazuha...
sono qui...”, sussurrò Heiji, di fronte a lei, con
un
sorriso appena abbozzato sulle labbra.
Kazuha
si sedette sulle ginocchia come lui e lo abbracciò
piangendo,
lui ricambiò un pò stordito l' abbraccio.
“Heiji,
Heiji mi hai salvata, ed io che credevo che...”,
mormorò, ma
le parole le morirono in gola soffocate dai singhiozzi.
Rimasero
così, abbracciati.
Heiji
avrebbe voluto che quell' istante durasse in eterno, ma sapeva che
non era possibile, dovevano scappare ora, scappare lontano, lontano
dall' Organizzazione...
Ciao!
Ci vediamo al prossimo chappy! Recensite!
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