Tu sei me, e io sono te.... di Pacci (/viewuser.php?uid=52222)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un favore non voluto ***
Capitolo 2: *** Ruoli invertiti ***
Capitolo 3: *** Bentornato a casa ***
Capitolo 4: *** Scoperte ***
Capitolo 5: *** Guai ***
Capitolo 6: *** Incentivo ***
Capitolo 7: *** Possibili soluzioni ***
Capitolo 8: *** Collegamenti ***
Capitolo 9: *** Azioni e Reazioni ***
Capitolo 10: *** Chiarimenti ***
Capitolo 11: *** Suggerimenti ***
Capitolo 12: *** Il grande giorno ***
Capitolo 1 *** Un favore non voluto ***
Un
favore non voluto
Era
una mattina soleggiata a Forks e Jacob Black, fu felice di essere
svegliato da
uno dei suoi raggi. La sera prima, era tornato molto tardi dal suo giro
di
ronda e non vedeva l’ora di andare a casa sua per farsi una
lunga dormita. Ma
prima doveva passare a dare la buonanotte alla sua cara Nessie.
Anche
se erano passati anni dallo scontro con i Volturi, Bella e Edward non
si erano
ancora abituati all’idea del suo imprinting. Durante quel
periodo avevano
cercato in tutti i modi di trovare una soluzione, ma vedendo quanto
questo
facesse soffrire la loro figlia, avevano rinunciato. Almeno questo
valeva per
Bella.
Edward
gli sondava i pensieri ogni volta che lo incontrava e Jacob era
diventato un
asso a mascherarli, anche se capitava alle volte di non riuscirci del
tutto,
per via della stanchezza.
Naturalmente
il vampiro era supportato da Rosalie. Il suo odio nei confronti del
lupo, invece
di scemare con il passare degli anni, si rafforzava sempre di
più.
Così
quella notte dovette prestare più attenzione. Nessie
l’aveva avvertito che
Edward era ritornato dalla caccia e, per evitare che li vedesse, gli
disse che
si sarebbero incontrati in una radura vicino alla grande casa bianca.
Jacob
si era guardato attorno per cinque minuti buoni, prima di azzardarsi a
ritrasformarsi. Aveva appena finito di vestirsi quando Nessie
sbucò da dietro
un cespuglio.
“Jake!”
esclamò sollevata, togliendosi le foglie che erano rimaste
impigliate tra i
suoi lunghi capelli bronzei.
“Piccola
Nessie” la salutò Jacob con un gran sorriso
caloroso e vide la ragazza
accigliarsi.
“Non
sono piccola!” sbottò lei inarcando un sopraciglio.
“Tecnicamente
sei una bambina… Quanti anni hai? Cinque, sei?”
“Come
se tu non lo sapessi…” ridacchiò
Nessie, alzando gli occhi al cielo. Quella era
una delle tante cose che aveva preso da Edward.
“Ma
io non lo so… Davvero, quanti anni hai?”
“Jacob
Black!” gridò lei e Jacob scoppiò a
ridere di cuore.
Si
avvicinò a lei con movimenti fluidi e veloci e, prima di
darle il tempo di
scappare, la strinse tra le sue braccia forti e muscolose. Renesmee
tentò di
liberarsi, ma poi vedendo lo sguardo giocoso di Jacob, si arrese e
appoggiò la testa
sul suo petto, chiudendo gli occhi.
Rimasero
lì a cullarsi a vicenda, fino a quando un raggio di luna non
li illuminò e
Renesmee vide la stanchezza sul volto di Jacob.
“Jake,
da quanto tempo sei sveglio?”
“Un
paio di giorni…” borbottò Jacob non
guardandola negli occhi.
“Ieri
mi hai detto che hai dormito” disse a bassa voce Renesmee,
corrugando la
fronte.
Jacob
sospirò e le accarezzò la fronte per farla
rilassare. Ci riuscì, ma poteva
leggere sul suo volto un’espressione infastidita.
“Dai
Nessie! Sono rimasto sveglio più a lungo! Non ti
preoccupare, non ti crollerò
tra le braccia!” sussurrò Jacob sorridendole e
mascherando il desiderio di
poterlo fare realmente.
Non
aveva avuto ancora il coraggio di dirle che la amava profondamente.
Renesmee
conosceva la natura magica dell’imprinting ma Jacob non
voleva farle pressioni.
Voleva che fosse lei a sceglierlo, senza nessun obbligo.
Nessie
sbuffò e si allontanò da lui, per sedersi su un
masso posto tra due grandi
querce. Jacob mascherò subito il suo dispiacere e la
seguì, accomodandosi
vicino a lei. Le prese la mano e iniziò a giocherellare con
le sue dita. Sapeva
che l’aveva fatta arrabbiare, ma adorava stuzzicarla.
“Jake?”
lo chiamò osservando il suo volto ambrato.
“Dimmi
piccola Nessie…”
“Perché
continuate a fare le ronde? Capisco che alcuni vampiri possono venire a
farci
visita, ma dopo quello che è successo otto anni fa, non
abbiamo più avuto
nessun problema” disse Renesmee osservando la sua mano
nascosta da quella di
Jacob.
“Non
si sa mai. Anche se i tre psicopatici…”
“I
Volturi?” lo interruppe Nessie ridendo.
“Sì,
quei tre. Anche se loro non ci infastidiscono più, possono
esserci altri che
sono interessati a te. Tu sei speciale!” affermò
Jacob fissando intensamente i
suoi occhi cioccolato. “ Non posso permettere che ti succeda
qualcosa. Lo
capisci?”
“So
difendermi da sola! Lo zio Jasper e lo zio Emmett mi stanno
insegnando!”.
“Sei
riuscita a batterli?”
“Oggi
per poco non mettevo al tappeto lo zio Emmett…”
rispose imbronciata Nessie.
“Solo che mi ha distratto…”
“Ti
ha distratto? E come?” volle sapere Jacob sorridendo.
“Non
posso dirtelo!” sbottò Nessie arrossendo come
faceva Bella quando era ancora
umana. Jacob si meravigliava sempre di quanto le assomigliasse.
“Riguarda
me?” indagò lui, insistendo.
“Non
sei il centro del mio universo, Jacob Black!”
“Bé,
tu lo sei per me” confessò Jacob con emozione.
Avvertì
il suo cuore accelerare il battito, ma non era l’unico. Il
cuore di Nessie
sembrava che stesse per prendere il volo.
“Scusa…”
si affrettò a dire Jacob, notando il silenzio imbarazzato di
Renesmee. “Non
avrei dovuto dirlo!”
“Mi
fa piacere quando lo fai… solo che…”
“Nessie…”
sospirò Jacob e, appoggiandole una mano sulla guancia, le
fece voltare la testa
verso di lui. “Non né parliamo anche stasera
d’accordo? Se no tuo padre si
fionda qui in un lampo, e sono troppo stanco per
affrontarlo…” tentò di
scherzare Jacob e, quando vide il sorriso sghembo di Nessie,
capì di esserci
riuscito.
“Alle
volte sarebbero bello che tu e lui andaste d’accordo come
facevate quando ero
piccola. Sembravate così uniti…”
“Ma
lo siamo!” si affrettò a dire Jacob.
“Jacob
Black non sai mentire… Almeno non a
me….”
“Mi
hai scoperto” mormorò lui atteggiando il suo viso
solare in un buffo broncio.
Un
ululato scosse l’aria intorno a loro e Nessie si
voltò preoccupata verso il
suono. Jacob si alzò e le fece cenno di seguirlo. Le
offrì la mano e Nessie la afferrò.
“è
meglio che ti riaccompagno a casa…” disse Jacob
inoltrandosi nel bosco.
“Jacob,
c’è mio padre a casa!”
“Non
è un problema, smetterò di
pensare…”
“Ah,
perché sai pensare?” le domandò lei
incuriosita.
“Te
l’ha suggerita la vampira bionda questa battuta?”
Renesmee
scoppiò a ridere e Jacob le rispose con il suo sorriso
solare. S’incamminarono
tra il fitto degli alberi, per poi sbucare vicino alla sua casetta. Le luci erano spente e
Jacob guardò
interrogativo Nessie in cerca di una spiegazione. La ragazza si strinse
nelle
spalle e lo trascinò verso la porta d’ingresso.
“Nessie,
forse sono dentro casa…”.
“No,
quando sono svegli, accendono le luci. È
un’abitudine umana che hanno
mantenuto…”.
Jacob
arrossì nel buio e Nessie se ne accorse.
“Non
stanno facendo quello che stai pensando!” esclamò
all’improvviso Renesmee,
avvampando di colpo.
“Io
non penso, ricordi?” ribatté Jacob divertito.
Nessie
sbuffò e alzò gli occhi al cielo. Aprì
la porta d’ingresso e invitò Jacob a
entrare, ma il lupo rimase sulla soglia.
“Meglio
non rischiare…”
“Jake!”
disse lei prendendolo per un braccio e spingendolo dentro. “
Non ci sono!
Saranno alla loro radura…”
Jacob
fiutò la stanza e, anche se quell’odore che gli
bruciava il naso aleggiava in
tutta la casa, non percepì la presenza di Bella e Edward.
“Nessie,
devo comunque andare… Era Quil, prima…”.
“Se
era qualcosa di grave, ti avrebbe già richiamato, no? Dai
Jake, per favore.
Rimani!”
Per
un momento Jacob rivide Renesmee da bambina, con quei lunghi boccoli
che lo
pregava di stare con lei. Non avrebbe mai potuto dire di no,
così annuì e si
accomodò sul divano ma Nessie lo fece alzare e lo
portò in camera sua.
Il
cuore di Jacob ringhiò nel suo petto e cercò di
tenerlo a freno, per evitare
che Renesmee se ne accorgesse.
La
camera era esattamente come se la ricordava. Era da tempo che non ci
entrava,
visto il divieto che Edward gli aveva imposto.
Il
letto a baldacchino troneggiava in mezzo alla stanza e le pareti erano
completamente ricoperte da poster e fotografie. Una più
grande delle altre
attirò la sua attenzione.
L’avevano
scattata anni prima sulla spiaggia di La Push.
Jacob si ricordava benissimo quel giorno. Erano andati
lì il giorno del
quarto compleanno di Nessie. Si erano divertiti tanto a giocare sulla
sabbia in
compagnia di Quil e Claire.
Nessie,
nel frattempo, lo stava spingendo verso il letto e Jacob
puntò i piedi.
“Dai,
Jake!” sbuffò affaticata Nessie.
“Che
cosa hai in mente?” chiese lui terrorizzato.
Non voleva essere lì quando Edward avrebbe
scoperto che era solo con lei
nella sua camera.
“Voglio
farti dormire un po’!”
“No!”
esclamò Jacob sgusciando via da Renesmee.
Renesmee
lo guardò, per poi rivolgergli il suo sorriso sghembo
più smagliante. Jacob
seppe che non avrebbe più potuto protestare, ogni volta che
la sua Nessie
sfoderava quel sorriso per lui, era la fine.
“Dai
Jake! Cinque minuti!”
In
effetti, l’idea si riposarsi non era così male,
Jacob scrollò le spalle e si
arrese. Renesmee ridacchiò, lo spinse sul letto e lo
coprì con una coperta.
Jacob scoppiò a ridere e indicò la coperta.
“Credi
che io ne abbia bisogno?” le domandò con tono
ironico.
“Tu
lo facevi sempre con me” rispose Renesmee arrossendo.
“ Volevo ricambiare il
favore!”
Jacob
vide la sua espressione dispiaciuta e riprese la coperta, sistemandola
sul suo
corpo.
“Scoppierò
di caldo, ma se per te è importante…”.
“Grazie,
Jacob…” sussurrò Nessie e gli diede un
bacio sulla fronte calda.
“E
questo?” chiese Jacob sentendo bruciare quel punto.
“Facevi
anche questo quando ero piccola…”
“Ti
leggevo anche le fiabe, anche se eri capace di farlo da
sola…” disse Jacob e il
ricordo di quelle notti riaffiorò nella sua mente.
“Ma
tu le rendevi uniche. Facevi passare il lupo cattivo per un innocente
agnellino…” ribatté lei sedendosi di
fianco a lui.
“Dovevo
difendere la categoria…” borbottò Jacob
e sentì il sonno avvolgerlo.
“Buonanotte,
mio Jacob…”
“Buonanotte,
piccola Nessie…” mormorò, prima di
riaddormentarsi.
Così
quando il raggio di sole lo svegliò, capì di
essere nei guai. Si guardò intorno
e notò Renesmee dormire sul suo petto.
S’incantò a guardarla e sistemò meglio
la coperta addosso a lei. Fece un respiro profondo e percepì
l’odore di Edward
varcare la soglia di casa.
Jacob
tremò, facendo svegliare Nessie, e guardò
impaurito la porta.
“Merda…”
mormorò.
“Cosa?”
fece la voce di Nessie ancora mezza addormentata. Poi sgranò
gli occhi stupita
quando vide Jacob nel suo letto.
“Jake,
scappa!” esclamò lei.
Jacob
si alzò di scatto, e stava per aprire la finestra per
scappar quando la porta
della camera fu spalancata con violenza.
Il
lupo si voltò e vide Edward e Bella sulla soglia, che lo
stavano fissando
furiosi.
“Mamma,
papà ciao!” esclamò Renesmee
avvicinandosi ai due vampiri.
Bella
aveva la bocca spalancata, ma Jacob aveva più timore nei
confronti di Edward.
Il vampiro era mezzo acquattato e stava ringhiando con forza.
“Ciao
Renesmee, dormito bene?” le chiese Edward con tono gentile.
“Sì,
papà” disse Nessie sforzandosi di alleggerire la
situazione.
“Jacob,
che cosa accidenti ci fai in camera di mia figlia?”
domandò Bella riacquistando
la parola.
“Niente,
stavo andando…” borbottò Jacob,
mascherando il tremore che annunciava la sua
trasformazione. Il suo istinto di lupo stava prendendo il sopravvento.
“Fermo
lì!” tuonò Edward.
“No,
Edward. Mi dispiace ma ho un impegno!”
E
detto questo, Jacob saltò fuori dalla finestra e si
trasformò, facendo a
brandelli i suoi vestiti.
Sapeva
che Edward l’avrebbe rincorso, così
aumentò l’andatura e richiamò con la
mente
i suoi compagni.
L’unico
che trovò fu Seth e quando il lupo più giovane
lesse nella sua testa quello che
era successo, cominciò a ululare dal ridere.
Prima
o poi Edward ti farà fuori!
gli disse Seth raggiungendolo.
Mi
sono solo addormentato! Non
abbiamo fatto niente! Non voglio obbligare Nessie a fare niente che non
voglia
fare! sbraitò
Jacob aumentando la corsa.
Seth
rise ancora.
Che
cosa è successo ieri sera,
comunque? Ho sentito Quil.
Ha
avvertito uno strano odore, ma
quando siamo andati a controllare, quello era sparito rispose
Seth con tono più serio.
Strano.
Va a chiamare gli altri. Ci
troviamo a casa mia!
Agli
ordini, lupo alfa.
Jacob
ringhiò e si avviò verso casa sua.
Trovò suo padre Billy ad attenderlo vicino
alla porta d’ingresso con un gran sorriso sulle labbra.
Stupito, si ritrasformò
e si fiondò subito in camera sua per indossare qualcosa.
Quando uscì, suo padre
era nel corridoio sempre con quel sorriso divertito in volto.
“Allora?
Bella nottata?” domandò Billy.
Jacob
si fermò un istante per osservarlo e capì che
Billy era a conoscenza del fatto
che aveva trascorso la notte da Renesmee.
“Come
fai a saperlo?” domandò brusco.
“Ha
chiamato Bella. Era un po’ agitata… Allora, ti sei
dichiarato?”.
Jacob
lo oltrepassò e si diresse in cucina per pescare qualcosa
dal frigorifero.
Sentì il cigolio della sedia a rotelle di Billy che lo
seguiva e, sbuffando, si
sedette al piccolo tavolo.
“Allora?”
ripeté per la terza volta suo padre.
“Billy,
Nessie sa quello che provo…”
“No
che non lo sa” lo corresse suo padre.
“Come
sarebbe a dire? Ha capito fin da subito che cos’era
l’imprinting…”.
“Un
conto è capirlo, un conto è
dirglielo…”
Jacob
alzò gli occhi al cielo e strappò un morso dalla
mela.
“Quindi
stanotte non è successo nulla?”
“Niente”
rispose Jacob scocciato. Se fosse successo qualcosa, lo avrebbe gridato
al
mondo. “Mi sono solo addormentato. Nessie doveva svegliarmi,
ma la piccola è
crollata” e un sorriso dolce si disegnò sulle sue
labbra.
“Edward
lo sa?”
“A
quest’ora Nessie gliel’avrà
già spiegato…” mormorò Jacob
finendo la mela e
buttando il torsolo nel cestino.
“Giusto”
fece Billy. “ Ma vorrà lo stesso parlarti. Quando
ho beccato Rachel con Paul,
ho dovuto sopprimere il mio istinto omicida”.
“Se
è per quello, anch’io…”
aggiunse Jacob ridendo.
Billy
rise anche lui e spinse la sedia a rotelle in modo tale da portarsi
vicino a
suo figlio. Gli appoggiò una mano sul braccio e gli disse:
“Non smettere di
sperare Jacob!”
“Non
lo farò mai…” disse Jacob sorridendogli.
Billy
annuì e si portò lontano da lui, per poi
dirigersi in camera sua.
Appena
la porta della camera di Billy fu chiusa, Jacob avvertì il
suo branco
aspettarlo fuori nel garage.
Uscì
di casa e fece una breve corsa.
Quil
ed Embry erano spaparanzati sul piccolo divano che Jacob aveva messo
poco tempo
prima, mentre i due fratelli Clearweater erano appoggiati sulla sua
Golf.
Seth
gli rivolse un gran sorriso, al contrario della sorella che aveva
assunto
un’espressione infastidita.
“Sei
vivo” gli disse a mo’ di saluto.
“Spero
che non te né dispiaccia…”
ribatté Jacob.
“Ah,
amico. Hai rischiato molto per niente!” esclamò
Embry facendogli l’occhiolino.
“
Non si fa così, Jacob…” aggiunse Quil
sorridendo.
“Quil
aspetta ancora qualche anno, poi mi dirai…” lo
rimbeccò Jacob dandogli una
pacca sulla testa.
“Dai
Jake! Stiamo scherzando…” si affrettò a
dire Embry.
“Sì,
e poi io non avrò questo problema. I genitori di Claire non
sono vampiri…”
affermò Quil divertito.
“Ma
ha un cugino acquisto che ha la tendenza, a trasformarsi in un lupo
gigante”
gli ricordò Seth, e Quil si rabbuiò.
“Già…”
“Vogliamo
arrivare al dunque!” sbottò Leah incrociando le
braccia.
“Per
una volta sono d’accordo con te” disse Jacob.
“Forza, Quil. Parlami di
quell’odore che hai trovato…”.
“è
strano, Jake. È la prima volta che lo sento…
è dolce come quello dei vampiri,
ma non mi brucia il naso.”.
“Dove
l’ha sentito?”
“A
ovest, vicino alla scogliera di Bella!”
“Scogliera
di Bella?” chiese Seth curioso.
“Sì,
è dove si è gettata” rispose Embry al
posto di Quil.
“Piantatela!”
gli sgridò Jacob furioso. Anche se era passato del tempo,
ogni volta che ci
ripensava, provava una sofferenza assoluta.
“Scusa,
capo…” mormorarono Quil ed Embry
all’unisono.
“Bene,
c’è dell’altro?”
domandò il lupo alfa.
“No,
che cosa proponi di fare?”
Jacob
si perse a guardare un momento fuori. Non percepiva del pericolo, ma
aveva come
la strana sensazione che quella presenza dall’odore dolce
fosse ancora lì. Si
voltò e osservò i suoi lupi, in trepida attesa
degli ordini.
“Continueremo
a fare i turni di ronda. Se dovesse capitare di nuovo, avvertiremo
anche Sam.
Non mi va di dirglielo subito, visto le condizioni di
Emily…”.
Con
la coda dell’occhio vide Leah irrigidirsi e abbassare la
testa. Si diede dello
stupido, ma non poteva cambiare il loro modo di affrontare queste
situazioni
per un amore non più corrisposto.
“Va
bene!” disse Embry scattando in piedi. “Andiamo
nanetto, tocca a noi…”
“Ehi!”
esclamò Quil arrabbiandosi."Non sono un nanetto, sei tu che
hai problemi
di crescita!”
I
presenti si guardarono per un secondo e poi scoppiarono a ridere di
gusto.
Anche Leah si lasciò sfuggire un sorriso, ma riassunse
subito la sua maschera.
“Forza
Seth! Andiamo. Mamma si starò chiedendo che fine abbiamo
fatto!” disse lei a
suo fratello.
“Non
credo. Da quando si è sposata con Charlie, è
più tranquilla” fece Seth, ma si
alzò per raggiungere sua sorella fuori dal garage.
“A
dopo, Jacob. E non litigare con Edward quando verrà a
parlarti!”.
“Secondo
te verrà qui?” chiese incredulo Jacob, osservando
Seth.
“Ci
puoi scommettere che verrà. Stiamo parlando di sua figlia
alla fine!”
Jacob
uscì dal garage e vide i suoi fratelli entrare nel bosco.
Sentì l’aria
incresparsi e capì che si erano già trasformarti.
Sbuffando, ritornò dentro e
decise di dare un’occhiata alla sua macchina. Era troppo
presto per chiamare la
sua Nessie, sicuramente stava ancora parlando con Edward e Bella ed era
meglio
non rischiare. Si tolse la maglietta e aprì il cofano
dell’auto.
Stava
per controllare il motore, quando sentì l’odore
bruciante e dolce del vampiro. Non
diede segno di accorgersene e continuò a trafficare, ma
quando lo avvertì sulla
soglia del garage, sospirò e alzò lo sguardo.
Edward
era appoggiato al muro e lo fissava con fredda tranquillità.
“Jacob…”
“Edward.
A cosa devo l’onore?”
“Lo
sai il motivo della mia visita….”
“Sì.
Ma credo che tu sappia che la situazione tra me e Nessie non
è cambiata”.
“Renesmee
mi ha spiegato tutto, ma non si può andare avanti
così! Sono venuto a chiederti
le tue intenzioni nei suoi confronti”.
Jacob
alzò nuovamente lo sguardo e vide il vampiro avvicinarsi a
lui. Dovette
reprimere la sua natura da lupo, ma un ringhio salì dalla
sua gola.
“Vuoi
attaccarmi?” chiese Edward gentilmente.
“No,
ma non capisco cosa vuoi dirmi Edward”.
“Voglio
sapere che cosa vuoi fare con mia figlia. Ormai Renesmee è
cresciuta. Non ha
più bisogno della tua protezione. Io e la mia famiglia siamo
più che in grado
di prenderci cura di lei.”.
Jacob
strinse le mani a pugno e, guardandole, domandò:
“Vuoi
che mi faccia da parte?”
“Fino
a quando non prenderai una decisone, sì Jacob. È
esattamente quello che voglio”
rispose il vampiro.
“Non
posso farlo!” gridò Jacob furioso.
“Prova a metterti nei miei panni? Io non
voglio che Nessie decida di stare con me solo perché io ho
avuto l’imprinting
con lei… non sarebbe giusto. E poi solo il pensiero di non
vederla…”
“Jacob,
io sono suo padre. Prova tu a metterti nei miei panni”
ringhiò Edward perdendo
la calma.
Il
lupo e il vampiro si squadrarono a lungo. Jacob tentò di
tenere a freno i suoi
pensieri, ma vide lo stesso Edward impietrirsi. Non poteva
permetterglielo,
sarebbe morto dal dolore se gli avesse impedito di vedere Nessie.
A
un tratto un odore dolce e fresco li fece voltare verso
l’ingresso del garage. Un
ragazzo sui vent’anni stava varcando la soglia. I capelli
erano lunghi e biondi
e gli occhi di un azzurro glaciale. Sul suo volto delicato
c’era un bellissimo
sorriso e si muoveva con una grazia che neanche un vampiro poteva avere.
Jacob
e Edward si scambiarono una breve occhiata, mentre il ragazzo si
avvicinava a
loro.
“Salve
Jacob. Salve Edward!”
“Chi
sei?” chiese Jacob.
“Sono
colui che vi aiuterà…”
“Aiuterà?”
ripeté Edward confuso.
“Sì,
non è vostro desiderio provare a stare nei panni
dell’altro?”
Jacob
si lasciò sfuggire una risata vuota e Edward fece il suo
sorriso sghembo, ma
poi il suo viso s’irrigidì.
“Che
cosa c’è?” gli chiese Jacob notando il
suo cambiamento.
“Non
riesco a leggergli nella mente…”
sussurrò il vampiro.
“Che
cosa?”
Il
ragazzo si era fermato davanti a loro e alzò le mani, le
quali emanavano uno
strano bagliore dorato.
“Siete
pronti?” domandò educato.
“Aspetta,
pronti a cosa?” fece Edward cauto.
Il
ragazzo rise e batté le mani. La luce dorata li avvolse,
accecandoli, mentre la
risata del ragazzo aleggiava intorno a loro. Jacob si portò
una mano davanti
agli occhi, ma non servì a niente.
Quando
riacquistò la vista, il ragazzo era sparito. Si
voltò verso Edward e rimase
impietrito.
Non
era Edward che stava guardando, ma il suo corpo che lo stava osservando
nello
stesso modo allarmato.
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Capitolo 2 *** Ruoli invertiti ***
Ruoli
invertiti
L’arsura
alla gola lo colpì con una violenza inaudita. Jacob
portò le sue mani bianche e
ben curate al collo per tentare di placarla. Smise addirittura di
respirare per
tentare di soffocare la sete che provava. Adesso poteva farlo, essendo
nel
corpo di Edward.
Ma
che cosa è successo?
Un
pensiero non suo gli trafisse la testa e, quando alzò lo
sguardo, vide il suo
volto osservarlo terrorizzato. Edward stava pensando a molte cose
contemporaneamente e Jacob non riusciva a stargli dietro. Emise un
ringhio,
diverso da quello a cui che era abituato.
“Edward,
maledizione. Mi stai confondendo!” sbottò Jacob
con la voce musicale e
vellutata di Edward.
Mi
legge nel pensiero?
“Sì,
Edward. Se non l’hai notato, sono nel tuo corpo!” e
Jacob fu costretto a
respirare per accumulare aria. In quel momento sentì un
forte odore sgradevole
e capì, finalmente, quello che gli dicevano in continuazione
i Cullen. Lui
puzzava.
“Cavolo!
Edward allontanati…”
“Perché?”
“Perché
puzzi!” disse Jacob.
Edward
scoppiò a ridere, anche se i suoi occhi scuri erano attenti.
“A
me brucia il naso. Non sapevo di avere un profumo così
dolce”.
“Non
fa ridere Edward! Dobbiamo cercare quel ragazzo! Subito!”
Edward
iniziò a tremare, e lui capì cosa sarebbe
accaduto se non lo avesse fermato. Si
sarebbe trasformato e non voleva che il suo branco scoprisse quello che
era
accaduto. Si fiondò su Edward e strinse con le sue nuove
braccia granitiche il
suo corpo. Non aveva tempo di pensare a quanto fosse strano tutto
questo.
“Edward,
respira a fondo! Pensa a qualcosa che ti faccia calmare. Non puoi
trasformarti!”
“Non…
è… facile…”
ringhiò Edward gettando la testa all’indietro.
“Lo
so! Ma come pensi che reagiranno gli altri se dovesse scoprirlo.
Penseranno…”
Che
sia un trucco dei Volturi?
Jacob
annuì al pensiero di Edward e vide il suo corpo cessare di
tremare. Edward
aveva il respiro affannato, ma sembrava essersi calmato. Jacob lo
osservò a
lungo e, a un cenno dell’ex vampiro, lo lasciò.
Edward
si lasciò cadere a terra e si prese la testa tra le mani.
Jacob l’aveva visto
così disperato solo quando Bella era incinta. Si
guardò intorno, ma del ragazzo
nessuna traccia. Stava per uscire dal garage, quando la sua voce roca e
bassa
lo richiamò.
“Jacob,
c’è il sole!”
“E
allora? Tu come sei venuto prima?”
“Sono
passato per la foresta. Tu non puoi andare in giro a cercare quel
ragazzo per
le strade di Forks. Ci faresti scoprire!”
“E
cosa proponi di fare succhiasangue?”
Alla
parola “sangue”, la sua gola riarse più
minacciosa di prima e Jacob scosse la
testa per scacciare quel pensiero ma Edward se ne era accorto. Si
alzò e si
diresse verso Jacob. Abbassò la testa e vide i suoi occhi
diventare scuri.
“Jacob
devi andare a caccia…” disse Edward serio.
“Non
posso! Dobbiamo cercare quel ragazzo!”
“Se
non vai subito a caccia, c’è il rischio che tu
possa mordere qualcuno!
Ascoltami, per favore”.
Ma
Jacob aveva smesso di farlo. L’unico suono che attirava il
suo udito, era il
costante battito di un cuore non troppo lontano da lui. Si accorse con
disgusto
di volere mordere suo padre.
“Hai
ragione. Portami a caccia!” esclamò Jacob.
Edward
annuì e si fiondò fuori dal garage. Non avrebbe
mai creduto che anche un
licantropo potesse essere così veloce e agile. Jacob si
affrettò a seguirlo e,
molto presto, si ritrovarono nel territorio di caccia dei Cullen.
Jacob
sentì subito l’odore di un cervo vicino a lui e,
senza dar retta ai consigli
che Edward li stava dando, si acquattò e lo
attaccò. Provò repulsione per
quello che stava facendo, ma, appena il sangue cominciò a
scorrere lungo la sua
gola, sospirò e continuò a bere. Poteva avvertire
Edward dietro di sé che
ridacchiava.
Mi
sta sporcando la camicia. Alice
mi ucciderà… o ucciderà lui?
“Divertente
Edward!” ironizzò Jacob, lasciando la presa sul
cervo.
“Perdonami,
ma tutte queste emozioni umane sono difficili da gestire”
disse Edward
sbattendo gli occhi.
“Stai
per crollare dal sonno. Non vorrei che cadessi!”
“Quello
che sto sentendo è sonno?” domandò
incredulo Edward.
Fu
il turno di Jacob a ridere, notando come Edward cercasse di combattere
contro
la sonnolenza.
“Sì,
e se senti una stretta allo stomaco, vuol dire che hai fame!”
spiegò Jacob,
facendo una smorfia quando si osservò la camicia bianca di
Edward. Il colore
originale era completamente
ricoperto dal sangue del cervo.
“Non
avrei mai creduto che dopo anni avrei provato di nuovo queste
sensazioni”
mormorò Edward, per poi portarsi sorpreso una mano al cuore.
“ Ma batte!”
“Al
contrario di te, io sono vivo!” precisò Jacob
alzando gli occhi al cielo.
“Jacob
la tua ironia non ci sarà d’aiuto!”
ribatté Edward aggrottando la fronte.
“Andiamo
a cercarlo o no?” chiese Jacob brusco.
“Sai
cucciolo, credo che tu abbia ragione!”
“Perfetto,
io vado a est e Edward cerca di non trasformati! Se hai bisogno, pensa.
Io ti
raggiungerò!”
“E
tu cerca di non esporti alla luce del sole!” disse Edward.
“D’accordo,
signor Cullen…”
Jacob
voltò le spalle al suo corpo e
s’inoltrò tra gli alberi. Iniziò a
fiutare in
cerca di quell’odore dolce, ma dovette trattenersi. Aveva
già percepito degli
umani in zona, così decise di seguire il suo nuovo istinto
da vampiro. Correre
e saltare senza portarsi addietro una folta pelliccia, era una
novità
piacevole. Ma dopo pochi minuti si rese conto che era inutile. Quel
ragazzo era
sparito nel nulla. Com’era riuscito a fare questo a lui e a
Edward?
Si
fermò e si ritrovò vicino alla scogliera, dove
Bella si era gettata. Quil gli
aveva detto che l’odore era comparso lì la prima
volta, ma quel punto era
esposto al sole e Jacob dovette rimanere nell’ombra.
Rimpianse il fatto di non
poter comunicare telepaticamente con Edward. Avendo il suo corpo, lui
poteva
esplorare la zona intorno alla scogliera. Si acquattò e
aspettò che il ragazzo
si rifacesse vivo.
Jacob!
Sono nella radura, dove hai incontrato
Laurent!
Jacob
sussultò e capì che Edward aveva bisogno. Si
diresse velocemente lì e trovò
Edward accucciato vicino a un albero. Stava esaminando il terreno, e
Jacob s’infastidì
quando vide delle rughe sul suo volto.
“Edward,
puoi smetterla di aggrottare la fronte!”
“Jacob,
abbiamo altri problemi. Vieni a vedere…”
Edward
era dall’altra parte e Jacob fu costretto a uscire alla luce
del sole. Appena i
raggi iniziarono a far luccicare la sua pelle bianca, si
fermò a guardarli
incantato. Non lo aveva mai sopportato, ma adesso, notando il riflesso
sfaccettato della sua nuova pelle, cominciò ad apprezzarlo.
“è
la prima volta che faccio quell’espressione ebete!”
scherzò Edward sorridendo.
Jacob
sbuffò e lo raggiunse. Si acquattò vicino al suo
corpo e storse il naso per via
dell’odore.
A
terra c’erano delle orme di piedi. Jacob allungò
le lunghe dite bianche di
Edward e toccò la parte. Erano glaciali, ma allo stesso
tempo bruciavano.
Guardò Edward, ma il nuovo lupo alzò le spalle.
“Chi
è, secondo te?”
Che
cos’è?
“Dai
Edward. Hai capito!” sbottò Jacob alzandosi.
“Scusa,
non sono abituato. Di solito, sono io a leggere nel pensiero degli
altri. Devo
dire che la pace che regna nella tua mente è estremamente
riposante!”.
“Per
adesso, anche la tua…”
“Aspetta
di tornare a casa!” esclamò Edward sorridendo.
“A
casa?” ripeté Jacob confuso.
Non
starà mica pensando che io
torni da Bella conciato così?
“Ehi!”
“Scusami
Jacob!” disse Edward sospirando.
“Che
cosa facciamo?” chiese Jacob rintanandosi
nell’ombra. Cominciava già a sentire
la mancanza del sole, ma soprattutto il battito del suo cuore. Aveva
portato
una mano sul cuore di Edward, e si era impietrito quando non aveva
sentito
niente.
“Dobbiamo
aspettare che si faccia rivedere” iniziò Edward,
cercando di soffocare uno
sbadiglio.
“E
cosa diremo agli altri?”
“Niente!”
“Come
sarebbe a dire niente? Edward, io ho un branco di cui
occuparmi!”.
“Ed
io della mia famiglia!” esclamò Edward
arrabbiandosi e il tremore ricominciò.
“Certo che il tuo corpo è instabile!”
“E
il tuo è immobile come una pietra!” lo
rimbeccò Jacob, ancora fermo nella sua posizione.
Edward
fece un profondo respiro e continuò come se niente fosse.
“Dobbiamo
scambiarci. Tu riesci a farti passare per me?”
“Non
ci vuole mica un genio. Basta che parlo in maniera strana e bevo
sangue!”.
Jacob
avrebbe voluto rabbrividire, ma il corpo di Edward non glielo
consentiva. A
essere sincero con se stesso, non si sentiva così in forma
da anni.
“Molto
spiritoso, Jacob. Devi anche imparare a non rispondere ai pensieri
degli altri.
È molto difficile. Io ho impiegato un po’ di tempo
a farlo.”
“Se
resto sempre con Bella, non dovrei avere problemi. Alla fine, questa
è una cosa
temporanea…”
Lo
spero…
“Edward
un pochino più di ottimismo non guasterebbe!”
commentò Jacob ridendo
nervosamente.
“Jacob,
sto parlando seriamente. Dobbiamo stare molto attenti!”
“Ma
il problema principiale non sono io! Sei tu, succhiasangue”
“Come
sarebbe a dire?”
Jacob
fece un sorriso sghembo e Edward s’irrigidì a
vederlo.
“Io
devo solo bere sangue, non rispondere ai pensieri e non espormi alla
luce del
sole. Tu, invece, devi cercare di trattenere le tue emozioni.
C’è il rischio
che tu possa trasformarti!”.
“Sono
un vampiro, Jacob Black. I vampiri sono essere freddi!”
“Puoi
essere freddo quanto vuoi, ma adesso sei nel mio corpo ed io nel tuo.
Purtroppo, avrai a che fare con i miei fratelli. Dobbiamo pensare a una
giustificazione per evitare di trasformarti davanti a loro!”.
Basta
che li dico che ho rinunciato
alla natura di lupo…
“Non
ti azzardare!” ringhiò minaccioso Jacob.
“ Mi farai invecchiare così! E poi il
mio branco lo sa che non voglio farlo!”.
“Perché
non vuoi farlo?” domandò curioso Edward.
“Per
Nessie. Lei è immortale. È l’unico modo
per stare con lei!”
Mi
sono sbagliato su di lui.
Jacob
fece finta di non ascoltare quel pensiero e riprese da dove si era
interrotto.
“Possiamo
dirgli che devo stare a casa Cullen per un certo periodo. Siamo a
conoscenza
del fatto che il nostro odore aumenta con la trasformazione,
così possiamo
farlo passare per un mio atto di gentilezza nei vostri
confronti”.
“Molto
nobile…” ironizzò Edward sbattendo gli
occhi. Se non si fosse messo a dormire
subito, sarebbe crollato lì.
“Hai
in mente un’altra scusa?” chiese Jacob rabbuiandosi.
“No.
Ma non credi che io debba dar loro un motivo”.
“Puoi
dirgli che si tratta di Nessie. Non faranno domande!”
spiegò Jacob sospirando.
“D’accordo.
C’è altro?”
“Sì,
comportati il più umanamente possibile!” disse
Jacob e scoppiò a ridere di
gusto.
Edward
sbuffò, ma sul suo volto si aprì il sorriso
solare di Jacob. A un tratto
sentirono uno squillo, e Jacob si guardò intorno prima di
capire che proveniva
dalla tasca dei pantaloni. Tirò fuori lentamente il
cellulare e fece per
passarlo a Edward, ma quello scosse la testa.
“Devi
rispondere tu. In questo momento sei Edward Cullen!”
Jacob
annuì e avviò la comunicazione.
“Pronto?”
“Come
sarebbe a dire pronto?”
La
voce di Alice gli trapanò l’orecchio e
notò Edward ridacchiare di gusto.
“Alice?”
domandò Jacob in tempo. Stava per chiamarla piccola
succhiasangue.
“Chi
altri? Sei ancora con il cucciolo? Perché non riesco a
vederti!”
Jacob
si accigliò e rispose leggermente irritato: “ Il
suo nome è Jacob!”
“Lo
so come si chiama. Sei ancora con lui?”
“In
un certo senso, sì!” rispose il nuovo vampiro,
osservando con invidia il suo
corpo.
“Hai
intenzione di tornare presto? Te lo dico, perché Bella ha
intenzione di
raggiungerti!”.
“No!
Bella, no!” esclamò Jacob allarmato.
Edward
strabuzzò gli occhi e dovette trattenersi dallo strangolare
Jacob. Dovette ripetersi
molte volte, che se l’avesse fatto, si sarebbe ammazzato con
le sue stesse
mani.
“Edward
sei sicuro di star bene? è successo qualcosa?”
“Assolutamente
niente!” disse Jacob e scoppiò a ridere.
“Se
lo dici tu. Comunque muoviti! Il tuo piano per trattenere Renesmee non
sta
funzionando!”
“Piano?”
ripeté scoccando uno sguardo duro verso Edward, il quale si
limitò a
sorridergli.
“Sì,
per impedirle di andare dal cane…”
“Jacob…”
la corresse lui infastidito.
“Edward
torna a casa. Ora!” disse Alice prima di chiudere la
comunicazione.
Jacob
osservò il cellulare, lo mise in tasca e iniziò a
ringhiare.
“Che
piano?”
A
quanto pare Alice e Rosalie sono
già tornate dal giro di shopping con Renesmee.
“Nessun
piano…” mentì Edward spostandosi
leggermente da lui.
“Edward
devo ricordarti che leggo nel pensiero?”
Merda…
“Esatto!
Nessie doveva venire qui a trovarmi e tu gliel’hai
impedito?”.
“Jacob,
cerca di capirmi. Sono suo padre!”
“In
questo momento no! Io sono te, e tu sei me…” gli
fece notare Jacob, e lo prese
in giro indirizzandogli il suo famoso sorriso sghembo.
“Jacob
Black. Attento…” lo minacciò Edward,
scattando in piedi.
“Se
no? Non mi fai paura succhiasangue!”
“Se
fai qualcosa che non dovresti fare, incontrerai la mia
furia!” esclamò Edward
iniziando a tremare.
Jacob
gli sorrise e alzò le spalle.
“Forse
è meglio che vada!” disse Jacob voltandogli le
spalle.
La
sua mano saettò per fermarlo e si ritrovò a
guardare Edward dritto negli occhi.
“Lo
so che ce l’hai con me. Ma so anche, che tu non faresti del
male a Bella e a
Renesmee. Ti chiedo solo il favore di non fare niente di avventato e,
quando
questa storia si risolverà, te ed io potremmo continuare il
discorso lasciato
in sospeso”.
Per
favore, non posso proteggerle
così…
Jacob
si vergognò per il suo scatto e annuì in
direzione di Edward. Il nuovo lupo
sospirò dal sollievo e lasciò la spalla del suo
corpo.
“Ci
vediamo stasera, d’accordo?”
“D’accordo,
Jacob…” disse il nuovo vampiro, con il suo sorriso
sghembo.
“A
dopo, Edward…” e il nuovo lupo gli sorrise solare.
Salve
a tutti…. Grazie mille per aver letto il primo capitolo.
Quest’ultimo che ho
scritto è un po’ più corto, ma spero
che vi possa piacere lo stesso.
Angolo
risposte
recensioni:
Cullenuzza:
Ciao, grazie per i complimenti! Tranquilla i pairing sono proprio
quelli:
EdwardxBella, JacobxNessie. Grazie ancora. anche
se tecnicamente sono invertiti, almeno
credo ahahah)
Lalaland_girl:
Grazie mille… spero che questo capitolo non ti faccia
cambiare idea!
Alla
prossima!
|
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Capitolo 3 *** Bentornato a casa ***
Bentornato
a casa
Quando
Jacob vide la grande casa bianca venirgli incontro, si fermò
un istante per
tentare di soffocare tutti i pensieri che l’avevano colpito.
Naturalmente la
vampira bionda non aveva dei bei pensieri su di lui, tanto che Jacob fu
costretto a stringere una mano intorno a un albero per impedirsi di
entrare e
farla fuori. Si chiese come faceva Edward ad andarci
d’accordo.
All’improvviso,
vide Nessie sgattaiolare furtiva dalla porta sul retro e Jacob sorrise.
“Nessie!”
la chiamò a voce alta e vide la ragazza paralizzarsi e
voltarsi verso di lui.
Accidenti!
È già tornato! Ma quello
è sangue? Oddio ha ucciso il mio Jacob!
Jacob
sgranò gli occhi, stupito per quel pensiero Non era abituato
a essere trattato
così da Nessie, e si accigliò quando lei si
avvicinò a lui chiaramente seccata
e leggermente impaurita.
“Ciao”
disse Renesmee mogia, adocchiando il sangue sulla camicia.
“Ciao
Nessie, dove stai andando?” chiese Jacob sorridendole.
Renesmee
lo osservò confusa, per poi alzare gli occhi al cielo.
“Sto
andando da Jacob! E tu non potrai impedirmelo! Sono grande, ormai.
Papà…”
“Papà?”
ripeté Jacob stranito. “Oh, sì!
È vero! Sono tuo padre…” aggiunse
subito dopo,
scoppiando in una risatina nervosa.
“Sì,
lo sei…” disse Renesmee guardandolo attentamente.
“ papà ma quel sangue di chi
è?”
“Questo?”
chiese Jacob alzando i bordi della camicia. “ è di
un cervo!”
Di
un cervo? No, è impossibile!
Nemmeno io da bambina, mi conciavo così!
“Era
bello grande!” si giustificò Jacob alzando le
braccia per descriverglielo.
“Bello
grande?” ripeté Nessie ridacchiando.
“Enorme!”
“Ok…”
disse Renesmee cauta. “ Io vado da Jacob!”
“Sì,
Nessie. Vai pure!”
Renesmee
si bloccò e si voltò lentamente verso di lui
stupita.
“Tu,
Edward Cullen, vuoi che vada da Jacob Black?”
Jacob
la osservò confuso, ma poi la sua mente gli diede un
allarme. Se Nessie fosse andata,
avrebbe visto il suo corpo, ma dentro c’era Edward. Di sicuro
il vampiro
avrebbe detto o fatto qualcosa che lo rendesse agli occhi di Nessie un
poco di
buono. Se non fosse stato dentro il corpo di un vampiro, era certo che
gli
sarebbe arrivata una forte emicrania.
“No,
Nessie! Fila a casa!” ordinò Jacob, ridacchiando
dentro di sé.
“Che
cosa?”
“Mi
ha capito! A casa, ora!” ripeté Jacob,
trattenendosi dal ridere. Stava
iniziando a divertirsi.
“Non
puoi farlo!” strepitò Renesmee, arrabbiandosi.
“Perché
no?”
“Perché
non l’hai mai fatto!”
“C’è
una prima volta per tutto. A casa!”
Aveva
ragione Jacob.
Jacob
la seguì con un gran sorriso sulle labbra, e per poco non
scoppiava a ridere
quando Nessie si voltò verso di lui con uno sguardo
incendiario. Trovava
spassoso mettere nei guai il vampiro.
Quando
arrivarono alla casa di Bella e Edward, Renesmee entrò come
una furia, tanto
che fece sobbalzare Bella seduta sulla poltrona. La vampira
seguì con lo
sguardo sua figlia fiondarsi in camera, per poi spostare i suoi occhi
ambrati
su Jacob. Un’espressione di stupore si dipinse sul suo volto
e si alzò di
scatto. Jacob rimase stupito dalla grazia e
dall’agilità di Bella, per lui
sarebbe rimasta sempre la ragazza più goffa sul pianeta.
“Edward!”
esclamò Bella guardandolo con amore. “Che cosa
è successo?”
“Niente.
Ho impedito a Nessie di andare da Jacob” rispose Jacob
sorridendo.
Bella
s’irrigidì, e lui si stupì quando
notò che Bella si stava arrabbiando.
“Come
hai detto scusa?”
“Ho
impedito a Nessie di andare da Jacob” ripeté lui
con tono leggero.
“Come
hai chiamato nostra figlia?”
“Nessie!”
rispose Jacob e poi si ricordò che la vampira non sopportava
quel soprannome.
Sbuffò
e aggiunse:
“Oh,
andiamo Bella. Non è la fine del mondo! Potevi scegliere un
nome più semplice!”
“Edward…”
“Sì?”
“Sappi
che non ti salto addosso, solo perché ti amo!”
sbottò lei, ma un sorriso si
formò sulle sue labbra.
“Grazie…”
disse Jacob alzando le spalle.
Bella
spalancò la bocca e perse l’aria divertita. Jacob
la osservò confuso. Adesso,
in cosa aveva sbagliato?
“Ehm,
Bella. Che c’è?” domandò
preoccupandosi leggermente. La vampira aveva ancora
quell’espressione scioccata.
“Grazie?”
farfugliò Bella scuotendo la testa.
“Sì,
mi hai detto che mi ami ed io ti ho risposto grazie”
spiegò Jacob inarcando un
sopraciglio. Poteva risponderle in altre maniere meno carine, ma il
vampiro
l’avrebbe ucciso se lo avesse fatto litigare con Bella.
“Giusto…”
borbottò Bella, e Jacob era sicuro che sarebbe arrossita, se
fosse stata ancora
umana. “ è solo che…”
“Solo
cosa?” chiese Jacob incuriosito.
“Ecco.
Tu di solito mi rispondi facendomi una specie di
dichiarazione!”.
Jacob
gettò la testa all’indietro e scoppiò a
ridere. Comportamento tipico del
vampiro. Invece di dire le cose semplicemente, faceva sempre un giro di
parole
inutile.
“Vuoi
che mi metta in ginocchio e gridi il suo… mio amore per
te?” chiese Jacob
correggendosi, ma Bella non se ne accorse.
“No,
non importa” ribatté Bella brusca. Jacob sorrise:
quel tono lo usava sempre con
lui quando la faceva arrabbiare. Chissà come avrebbe reagito
Edward, quando gli
avrebbe detto quello che aveva combinato.
Bella
lo stava osservando e fece una cosa che fece indietreggiare Jacob.
Stava per
baciarlo.
“Ma
sei impazzita?” le chiese spaventato.
Bella
si accigliò e incrociò le braccia.
“Non
posso baciare mio marito?” disse gelida.
Jacob
avrebbe voluto rispondere di sì, che non doveva,
perché se no Edward lo avrebbe
veramente ucciso. Si guardò intorno in cerca di una scusa
plausibile e il suo
sguardo cadde sulla camicia.
“Sì,
che puoi! Certo! Ma non voglio che ti sporchi di sangue”.
Bella
fece una risatina e inclinò la testa divertita.
“Edward,
io mi sporco sempre di sangue, quando caccio. Che differenza
fa?”
“Non
siamo a caccia ora. Perché rovinare il vestito?”
abbozzò Jacob allontanandosi
da Bella lentamente.
“Da
quanto t’interessano i vestiti? Alice ci riempie il
guardaroba ogni due
giorni!” rispose Bella osservandola incredula.
Jacob
deglutì e pregò che qualcuno lo venisse a
salvare. Stava esaurendo le scuse
ormai.
A
un tratto una porta fu spalancata e Renesmee comparve in soggiorno.
Spostò lo
sguardo da sua madre, che era in piedi leggermente scioccata, a lui che
stava
cercando di mimetizzarsi con il muro.
“Tutto
bene?” chiese preoccupata.
“Benissimo,
Nessie! Dove stai andando?” disse Jacob strisciando verso la
camera di Edward.
Se si fosse chiuso in bagno, Bella non l’avrebbe seguito.
Almeno, così sperava.
“Non
sto andando da Jacob. Sto andando dai nonni! Ho il permesso di
attraversare il
bosco, o devo stare chiusa in camera mia?”.
“Tesoro,
certo che puoi andare dai nonni” fece Bella basita.
“Perché non dovresti?”
“Perché
papà mi ha ordinato di stare chiusa in camera!”
rispose Renesmee scaldandosi.
“Ehi!
Ti ho detto di stare in casa, non in camera!”
protestò Jacob e rabbrividì sotto
gli sguardi di Bella e Nessie. “ Io vado a farmi una
doccia!”
Jacob
si diresse di corsa verso la camera di Edward e si chiuse dentro. Stava
per far
scattare la serratura quando si accorse che mancava la chiave.
“Merda...
” disse, per poi appoggiarsi alla porta per calmarsi.
L’idea
di rimanere chiuso in quella stanza fino a quando la situazione non si
fosse
risolta, balenò nella sua mente, ma la scartò
subito. Non era fattibile, i
Cullen erano famosi per non avere nessuna privacy. Per fortuna che
adesso stava
imparando a gestire i pensieri delle persone accanto a lui. Iniziava a
capire
perché Edward era sempre appiccicato a Bella. Il fatto che
la sua testa fosse
avvolta in una specie di scudo, era veramente una fonte di assoluta
pace.
Si
alzò e si diresse verso il bagno. Una lunga doccia
l’avrebbe fatto rilassare.
Entrò e chiuse la porta. Anche lì mancava la
chiave. Sbuffò e si guardò intorno
per trovare qualcosa per bloccare la porta. Un cassettone
dall’aria decisamente
pesante era posto di fianco all’entrata. Lo spostò
e lo trascinò davanti alla
porta. Fece una prova e capì che non sarebbe servito a
niente. Anche Nessie
sarebbe riuscita a spostarlo, ma poteva sempre sperare che Bella
rispettasse i
momenti d’intimità di Edward. Aprì
l’acqua della doccia, si spogliò e si
lasciò
avvolgere dall’acqua calda. Stava per lasciarsi andare,
quando sentì un rumore
che lo fece impietrire. Si voltò e vide davanti a lui Bella,
che lo guardava
con uno sguardo malizioso.
Jacob
urlò e prese di getto l’asciugamano per coprirsi.
“Bella!
Sono nudo. Che cosa ci fai qui?”
Bella
si accigliò e fece per spogliarsi per raggiungerlo, ma Jacob
schizzò fuori
dalla doccia bagnando il pavimento.
“Non
mi vuoi?”chiese Bella ferita.
“Bella,
certo che ti voglio. Ma in questo momento non mi va e poi sono nudo.
E…”
“Da
quando si fa la doccia vestiti? E poi ti ho visto nudo molte
volte!” l’interrupe
Bella sorridendo.
Jacob
alzò gli occhi al cielo e maledì Edward. Se
avesse tenuto le distanze in quegli
anni, adesso lui non si sarebbe trovato in quella situazione.
“Giusto,
siamo sposati…” borbottò Jacob
coprendosi con un altro asciugamano.
“Sì,
ed io, essendo tua moglie, voglio adempiere a miei obblighi coniugali!
Dai
Edward, Renesmee non c’è… Possiamo
approfittarne!”
Jacob
deglutì e guardo speranzoso la porta del bagno. Il
cassettone era ritornato al
suo posto, ma la porta era chiusa. Mugugnò, sentendosi in
trappola. Perché
nessuno l’aveva avvertito che Bella era…
così?
Ma
poi il ricordo della telefonata di Alice gli ritornò in
mente e lui, ridendo
dal sollievo, disse:
“Non
possiamo ora… Alice mi ha chiamato. Sembra che abbia bisogno
di me!”
Bella
fece un’espressione delusa, ma rinunciò a
continuare a sedurlo.
“è
successo qualcosa?” domandò preoccupata.
Jacob
le rivolse il sorriso sghembo. Era facile distrarre Bella, per fortuna
che
quell’aspetto del suo carattere non era mai cambiato in
quegli anni.
“Credo
di sì” rispose Jacob indietreggiando con le spalle
rivolte verso il muro.
Usando la mano libera, quella che non reggeva gli asciugamani,
andò alla
ricerca della maniglia della porta. La trovò e la
spalancò Bella lo seguiva e
Jacob gettò un’occhiata dietro di sé
per trovare il famoso guardaroba. Una
porta, non molto lontana dal letto, attirò la sua attenzione
e, stando attento
a non offrire nessuno spettacolo a Bella, si diresse lì.
Veloce si voltò e la
aprì, ma quello che vide per poco non li fece cadere gli
asciugami. Ebbe la
sensazione di trovarsi in un centro commerciale.
I
vestiti erano ovunque, ma la cosa che lo sconvolse era che erano tutti
abiti
femminili. Dove accidenti erano i vestiti di Edward?
Bella
gli si era avvicinata e lui considerò l’idea di
prendere in prestito i suoi
abiti. Qualsiasi cosa pur di vestirsi!
“Ehm,
Bella. Dov’è la mia roba?”
Bella
lo guardò incredula e Jacob gli rivolse il sorriso sghembo.
Vide il suo volto
rilassarsi e lui emise un flebile sospiro di sollievo. Ecco per Edward
continuava a sorriderle così: era un’ottima arma.
“Sono
qui!” disse Bella e gli tirò fuori un paio di
pantaloni eleganti beige e una
camicia bianca.
Jacob
storse il naso e gettò uno sguardo dietro le spalle di
Bella. Ripiegati
nell’angolo più lontano, c’erano un paio
di jeans e una semplice maglietta
nera.
“Bella,
faccio io adesso. Perché non mi aspetti in soggiorno? O
meglio, perché non ci
vediamo a casa Cullen?” prose Jacob speranzoso.
“Casa
Cullen? Da quando la chiami così? Solo il branco di Jacob lo
fa e non ti è mai
piaciuto!”.
“Ho
cambiato idea…” ripose brevemente Jacob usando la
sua nuova arma.
Bella
sospirò e uscì dal guardaroba, non prima di
dargli un bacio sulla guancia.
“Ti
amo…” gli sussurrò.
Jacob
annuì e Bella se né andò leggermente
infastidita.
“Non
so se esisti…” disse Jacob alzando gli occhi verso
il soffitto. “ Ma grazie!”
Lasciò
cadere gli asciugamani e si diresse verso il piccolo angolo dedicato a
Edward.
Non gli era mai piaciuto il suo modo di vestirsi, ma per fortuna che
c’erano
dei vestiti adatti a lui. Aprì un cassetto e
scoppiò a ridere. Davanti a sé
trovò una vasta gamma di boxer e ne scelse uno nero. Lo
indossò, per poi
mettersi anche il jeans e la maglietta. Si portò davanti
allo specchio e
ammiccò verso il suo nuovo riflesso. Gli occhi ambrati erano
nervosi, ma solo
quelli manifestavano la sensazione che provava Jacob in quel momento.
Raccolse
gli asciugami, li gettò nel cesto della biancheria e
uscì dalla stanza.
Sentendosi un condannato a morte, si diresse verso la grande casa
bianca.
Quando
arrivò, trovò Emmett e Jasper parlare a proposito
di Rosalie.
Jacob
sorrise quando lesse la mente del vampiro biondo. Secondo lui, Rosalie
aveva
delle tendenze maniache compulsive per quanto riguardava la sua gelosia
nei
confronti di Emmett, ma si teneva ben stretto quel pensiero.
“Ciao
fratellino!” lo salutò Emmett osservandolo con
gioia. “Ti va una sfida?”
“No,
grazie…” rispose velocemente Jacob.
“Edward,
ma come ti sei vestito?” domandò Jasper
preoccupato. “ E perché sei così
nervoso?”
“Nervoso,
io? Oh, no. Per niente!” disse Jacob gesticolando con le mani.
“Il
cane ha avuto una brutta influenza su di te….”
Jacob
ringhiò, facendo sussultare Emmett e Jasper.
“Il
cane ha un nome!” disse Jacob arrabbiato.
“State
parlando di Fuffi?”
La
voce di Rosalie fece voltare Jacob. La vampira si stava avvicinando a
loro con
un insopportabile sorriso sulle labbra.
Se
Edward è già qui, vuol dire che
non l’ha fatto fuori! Peccato, dovrò pensarci
io…
“Ti
faccio fuori io, se non la pianti. Barbie sanguisuga!”
Jacob
sentì, addosso, gli sguardi stupiti dei presenti e assunse
un’espressione
divertita.
“Jacob
avrebbe risposto così, se potesse leggere il tuo
pensiero!”
Emmett
e Jasper si rilassarono e Rosalie trillò una risata.
“Sì,
hai ragione. Il cane non ha molta fantasia! Comunque Edward, sono
venuta a
dirti che Bella, Alice ed io usciamo per comprare il regalo di
compleanno a
Renesmee. Sei sicuro di non voler partecipare?”
“Partecipare?”
ripeté Jacob confuso. Ma poi il pensiero di Jasper gli venne
in aiuto.
Ha
dimenticato che deve preparare
la sonata per Renesmee…
“Oh,
sì. La suonata di Nessie!”
Rosalie
sgranò gli occhi confusa ed Emmett lo guardò a
bocca aperta.
“Sonata,
Edward…” lo corresse Japer.
“Sonota!”
“Sonata!”
strepitò Rosalie, guardandolo scioccata.
“Fratellino,
forse è meglio che vai da Carlisle. Sei un po’
strano…” gli suggerì Emmett.
Edward
è impazzito!
“Sì,
avete ragione voi. Sapete, lo scontro con Jacob mi ha lasciato un
po’ scosso…”
mentì Jacob sorridendo in continuazione.
“Immagino…
Io non capisco perché gli concedi di venire qui!”
fece Rosalie allacciando la
vita di Emmett con un braccio. Il vampiro le sorrise e le diede un
bacio in
fronte.
È
una battaglia persa, Rosalie. Sono
innamorati quei due, giusto Edward?
Jacob
fissò Jasper, che gli fece un occhiolino.
“Sai,
con la storia dell’imprinting. E poi è anche il
migliore amico di Bella!” disse
Jacob alzando le spalle.
“Se
lo dici tu. Ma gliel’hai dato
l’ultimatum?”
“Ultimatum?”
ripeté Jacob guardando Jasper.
Jasper
assunse un’espressione confusa, e stava per rispondere quando
la risata di
Alice giunse alle sue spalle.
La
piccola vampira si stava avvicinando di corsa, e lui lesse nella sua
mente la
visione di Bella in procinto di tendergli un agguato ai piedi della
scala.
Jacob scosse la testa, e la visione cambiò.
Adesso,
vedeva Bella che gli ringhiava contro perché lui
l’aveva rifiutata un’altra
volta.
Alice
aveva smesso di ridere e lo fissava risentita.
“Non
è educato, Edward! Ma che cosa ti sta succedendo?”
Jacob
era ancora sottosopra da questa scoperta. Aveva finalmente capito come
comunicavano Alice e Edward. Pensò di andare da Carlisle e
vide nella sua mente
Alice che stava proprio per suggerirglielo.
“Muoviti!”
gli ringhiò contro.
Jacob
fece un cenno agli altri e si diresse verso la scala. Notò
Bella attenderlo e
lui alzò subito le mani, dicendole:
“Devo
andare da Carlisle!”
“Ok…”
sbottò Bella ringhiando.
Mentre
saliva le scale, rimpianse il suo corpo. Come faceva il vampiro a
sopportare
tutto questo? Con Alice che lo anticipava sempre e con Bella che gli
faceva gli
agguati? Poi un pensiero lo fece impietrire. Come se la stava cavando
Edward? Era
passato del tempo da quando i loro corpi erano stati scambiati. Decise
di
chiamarlo. Si frugò nelle tasche, tirò fuori il
piccolo cellulare argentato, e
stava per fare il numero quando la porta di fianco a lui si
aprì.
Il
dottore lo stava guardando sorridente e gli fece cenno di entrare.
“Edward!”
lo salutò. “Sono felice di rivederti. Ho fatto una
scoperta sensazionale!”
Carlisle
era l’immagine della felicità e Jacob sorrise per
il suo entusiasmo.
“Che
scoperta?” gli chiese mentre si accomodava sulla poltrona
davanti alla
scrivania.
“Il
D.NA. di Jacob e
dei suoi fratelli!”
“Che
cosa?” sbottò Jacob furioso.
“Sì,
finalmente ho scoperto il loro codice genetico!” ripose
Carlisle, non
accorgendosi dell’espressione infastidita di Jacob.
Li
stavano ancora studiando, e il nuovo vampiro si arrabbiò del
fatto che nessuno
si fosse preso la briga di avvertirlo.
“E
cosa hai scoperto?”
“
Il loro acido ribonucleico è…”
Ma
Jacob non capì una sola parola di quello che gli stava
dicendo Carlisle. Si limitò
ad annuire e a mugugnare nei momenti giusti, mentre la sua mente vagava
in
direzione di La Push, chiedendosi cosa stava facendo in quel momento
Edward.
Ecco
qui con un altro capitolo! Spero che vi sia piaciuto. L’ho
scritto mettendoci
tutto il mio impegno. Grazie mille, per chi mi segue e per chi mi
recensisce.
(adoro le recensioni.)
Angolo
risposte
recensioni:
Vitti:
spero di esserci riuscite e che questo capitolo ti abbia soddisfatto.
Grazie!
Lalaland_girl:
Grazie per i complimenti. Spero che ti piaccia anche questo!
Pingu_bella:
Grazie per la recensione!
Cullenuzza:
ecco qui l’aggiornamento. E non stai impazzendo
anch’io faccio confusione.
Infatti, devo prestare molta attenzione. Spero che ti piaccia pure
questo
capitolo!
Alla
prossima!
|
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Capitolo 4 *** Scoperte ***
Scoperte
Mentre
Jacob era alle prese con la spiegazione di
Carlisle a proposito del sangue dei licantropi, Edward stava dormendo
profondamente sul divano, a casa di Jacob. Sul volto aveva un accenno
di
sorriso, e sospirò quando, per la prima volta nella sua
lunga esistenza, sognò
Bella.
Lo
aveva sempre desiderato e avrebbe continuato a
farlo, se non fosse stato per il getto d’acqua ghiacciato che
lo colpì in
faccia.
Balzò
a sedere e si guardò intorno con gli occhi
ancora mezzi addormentati. Una ragazza con la carnagione scura e con
lunghi
capelli neri lo stava guardando seccata. Edward notò che in
mano aveva un
secchio, e temeva che tra poco glielo avrebbe dato in testa se non
avesse
detto qualcosa.
“Buongiorno...
” disse sbadigliando.
“Buongiorno,
cosa? Forza, Jake. Alzati! Sta
arrivando Paul!”
“Paul?”
ripeté confuso, stiracchiandosi.
“Sì!
Andiamo! Billy non c’è, e tu devi uscire di
casa!” esclamò la ragazza e Edward capì
finalmente chi era. Era la sorella di
Jacob: Rachel.
“è
un piacere rivederti Rachel! Il tuo ragazzo Paul
sta arrivando qui?” domandò Edward, sorridendole
gentile.
Rachel
strabuzzò gli occhi e poi li abbassò per
osservare il secchio. Lo esaminò attentamente, per poi
riportare lo sguardo su
Edward.
“Ti
ho colpito anche con il secchio, quando ti ho
lanciato l’acqua?” domandò perplessa.
“No,
non ti preoccupare. E tanto che ci siamo, ti
ringrazio per non averlo fatto” rispose Edward ridendo.
Rachel
lo fissò ancora attentamente e Edward si
ricordò che Jacob non avrebbe reagito così.
Sarebbe schizzato in piedi e
sarebbe andato fuori di matto. Cercando di assumere un atteggiamento
arrabbiato, si alzò e gettò a terra la poltrona.
Di sicuro, Jacob l’aveva già
fatto altre volte.
“Jake,
ma sei impazzito? Perché hai squarciato la
poltrona?” chiese Rachel, urlando.
“Squarciato?”
ripeté confuso e notò che in mano
aveva un pezzo della poltrona. Lo lasciò cadere di scatto,
sorpreso dalla forza
inaspettata che aveva il corpo di Jacob.
“Billy
ti ucciderà! Era la sua poltrona preferita!”
strepitò Rachel.
Edward
si sentì in colpa e decise che sarebbe uscito
da casa per andare a comprarne una nuova.
A
un tratto il suo stomaco rumoreggiò e lui si
portò
le mani sopra la pancia, leggermente infastidito. Non era possibile che
Jacob
avesse sempre fame, e sempre sonno. Infatti, si era appena alzato e
già sperava
che Rachel se ne andasse per poter ritornare a dormire.
“Forza,
stupido. Ti preparo qualcosa!” disse Rachel
sorridendogli.
Edward
la fissò e vide sul suo volto lo stesso
sorriso solare di Jacob.
“Ti
ringrazio…” disse Edward seguendola in cucina.
“Jacob!”
lo chiamò lei, voltandosi. “ Da quando
parli così?”
“Parlo
così, come?”
“Bé,
senza offesa. Ma parli come un vecchietto, o
come quel pazzo del tuo futuro suocero!” rispose Rachel
ridendo di gusto.
Edward
si fermò di botto e assunse un’espressione
stupita. Futuro suocero? Che cosa aveva in mente di fare Jacob con la
sua
bambina?
Mascherando
la sua sorpresa, si sedette e afferrò i
bordi del tavolo. Il suo corpo era tutto un tremore e
cominciò ad avvertire la
stessa scia infuocata che aveva percepito solo poche ore prima con
Jacob.
Appena pensò a lui, il tremore aumentò, tanto
forte da far traballare il
tavolo.
Rachel
se ne accorse e si appoggiò di peso sul
mobile. Lo guardava furiosa.
“Hai
già distrutto la poltrona, e il tavolo ci
serve!”
“Perdonami”
disse Edward vergognandosi leggermente.
Doveva
calmarsi, se si fosse arreso alle emozioni
umane del suo corpo, si sarebbe trasformato.
Rachel
gli mise sotto il suo naso, un piatto pieno
di bacon e uova, per poi sedersi di fronte
a lui.
Edward
si buttò a capofitto sul cibo e lo spazzolò
via neanche in un minuto. Il suo stomaco diede altri segnali e Edward
chiese a
Rachel se c’è ne era dell’altro.
“No!
Quello che c’è nella pentola è per
Paul!” disse
lei seria.
“Ti
prego di scusarmi, ma non sono abituato ad avere
così fame!” ribatté Edward.
“Ma
se svuoti il frigorifero ogni giorno!”
“Davvero?”
domandò Edward incredulo, ma poi notò
l’espressione di Rachel e si affrettò a
continuare. “ Nel senso, sì. Hai
ragione. Ma non credi di esagerare?”
“Esagerare?
Fratellino, grazie a te e al tuo branco,
il direttore del supermercato in fondo alla strada ha potuto comprarsi
una
Ferrari!”.
“Ma
dove li prendono i soldi?” borbottò Edward a se
stesso. Da quello che sapeva lui, Jacob non lavorava e neanche sua
sorella.
“Cosa
hai detto?” chiese Rachel guardandolo di
sottecchi.
“Niente
d’importante!” ripose Edward sorridendo.
Rachel
sbuffò e lesse l’ora sull’orologio a
muro.
Anche Edward seguì il suo sguardo e vide che a
quell’ora, di solito, lui andava
a parlare con Carlisle. Soffocò una risata al pensiero di
Jacob seduto
nell’ufficio di Carlisle ad ascoltare cose che per lui non
avevano nessun
significato.
“Forza,
Jake! Fuori dai piedi! Tra poco arriva
Paul!” disse sua sorella afferrando il piatto e mettendolo
nel lavandino.
“Perché
devo andarmene?” domandò Edward leggermente
allarmato. Aveva pensato di rimanere rintanato in casa fino a quando
non fosse
giunta la sera. Non aveva ancora il controllo del corpo di Jacob e
temeva le
conseguenze, se fosse riuscito a trasformarsi.
“Perché
vogliamo vedere un Dvd!” disse Rachel
abbassando lo sguardo di scatto.
Edward
si accigliò. Anche se non aveva più il suo
potere di leggere nelle menti, sapeva che Rachel mentiva.
“Rachel,
non abbiamo un lettore Dvd” fece notare
Edward, indicando il televisore antiquato appoggiato a un mobile in
soggiorno.
“Sta
portando il suo!” urlò lei, arrossendo.
“Ma
non conviene a entrambi di andare a vedere il
film a casa di Paul?”
Rachel
lo fulminò e Edward si sentì gelare sotto
quello sguardo furioso.
“Oh,
Jake! Solo perché tu non hai una vita sessuale,
non vuol dire che anche gli altri non l’hanno. Ho ventotto
anni e Paul ne ha
ventiquattro, come te. Siamo liberi di fare ciò che
vogliamo! Quindi, fuori di
casa!”.
Ma
Edward non sentì il resto del discorso. Il suo
cervello si era fermato prima della conclusione della frase. Un sorriso
solare
si dipinse sul suo viso quando si rese conto che la sua Renesmee e il
cane non
avevano fatto niente nei lunghi pomeriggi che avevano trascorso
insieme. Lo
sapeva, perché aveva sondato la mente di sua figlia, ma
adesso ne aveva la
certezza assoluta.
Balzò
in piedi felice come non mai e andò
abbracciare Rachel, che presa alla sprovvista tentò
d’indietreggiare.
“Grazie,
grazie. Mi hai dato una bellissima
notizia!” esclamò Edward raggiante.
Rachel
lo guardava stranita, mentre Edward doveva
trattenersi dal saltellare di gioia per la cucina. Il corpo di Jacob
era pieno
di emozioni così umane che era difficile gestirle.
“Mi
stai ringraziando perché ho detto che hai
l’esperienza di un dodicenne?” chiese lei basita.
“Sì!
È la cosa più bella che abbia mai sentito in un
sec… cioè, in tutti questi anni!”
ripose Edward fregando un po’ di bacon dalla
padella sul fornello. La felicità gli faceva venire fame.
“Per
cui, ora che sei felice, mi lasci casa libera?”
domandò Rachel speranzosa.
“Certo,
anche se…” iniziò a dire Edward
assumendo
un’espressione seria, “ non credo che sia giusto
che due giovani come voi
facciano del sesso prima del matrimonio. È un passo molto
importante, io ho
aspettato…”.
“Che
cosa vuol dire che tu hai aspettato?” l’interrupe
Rachel sorpresa.
“No,
perdonami. Volevo dire che se mai incontrerò la
donna giusta, aspetterò il matrimonio!”.
“Conoscendo
Nessie, non sarà così contenta! Quella
ragazza è come sua madre, e da quello che ho scoperto, Bella
non era poi così
paziente!”.
Edward
s’impietrì, mentre con la mente ripercorreva
tutti quegli anni trascorsi con Bella. Scosse la testa di scatto per
scacciare
quei ricordi e decise che avrebbe rinchiuso in casa Renesmee per
l’eternità.
“Renesmee
è una ragazza seria” borbottò Edward.
“Sì,
lo è. Con un padre come Edward, chi non lo
sarebbe? Ma è pur sempre una ragazza. È ogni
ragazza ha le sue… esigenze…”
disse Rachel ridacchiando.
“Esigenze?”
“Sì,
Jake. E se fossi in te, non aspetterei ancora a
dichiararmi. Voi due siete destinati a stare insieme. Guarda me e
Paul!”
affermò Rachel sorridendo in maniera dolce.
“Tu
sei felice?” chiese Edward curioso.
“Sì.
E lo sarà anche Nessie, quando le dirai che la
ami!”
esclamò la ragazza, gettando l’ennesima occhiata
all’orologio.
“Sì.
Allora, vado. Mi preparo ed esco di casa” disse
Edward con la mente a mille miglia da lì.
Sentì
Rachel sospirare alle sue spalle, e lui si
diresse verso il piccolo bagno posto in fondo al corridoio. Meno male
che era
venuto già altre volte a casa di Jacob.
Appena
finito di fare la doccia, si diresse in
camera del licantropo. Non vedeva l’ora di uscire per
riflettere a lungo sulle
parole che gli aveva appena detto Rachel.
Jacob non si era ancora dichiarato, e sapeva che sua
figlia aspettava
che lui facesse la sua mossa. Ma cosa bloccava Jacob a farla?
Edward,
sovrappensiero, aprì l’armadio e rimase
scioccato. Il guardaroba di Jacob consisteva in bermuda e magliette.
Edward
frugò all’interno e scoprì, cacciati in
un angolo, una camicia bianca e dei
pantaloni neri. Erano stropicciati, ma Edward scrollò le
spalle e li indossò.
Si guardò allo specchio e gli occhi scuri di Jacob risposero
al suo sguardo. Il
nuovo lupo sorrise, ma al posto del suo solito sorriso sghembo,
comparve quello
solare di Jacob.
Edward
fece l’occhiolino alla sua nuova immagine e
si diresse in soggiorno. Paul era già arrivato e, appena lo
vide, scoppiò a
ridere di gusto. Rachel lo fissava con gli occhi sgranati e Edward,
dopo quasi
un secolo che non lo faceva più, arrossì.
“Oh,
amico! Sembri un rappresentante!” esclamò Paul
ingozzandosi di patatine.
“Jake,
ma ti senti bene?” chiese Rachel
preoccupandosi.
“Sì,
sto bene, grazie…” rispose Edward leggermente
irritato per la reazione che aveva avuto Paul. Adesso capiva
perché Jacob non
lo sopportasse più di tanto.
“Ehi,
amico. Grazie per la casa libera!” disse
quest’ultimo indirizzandogli un occhiolino malizioso.
Edward
si limitò ad annuire, e si fiondò fuori di
casa prima di gettarsi su Paul e fargli molto male.
Un
raggio di sole gli colpì il viso e lui,
allarmato, si guardò intorno. Ma poi si ricordò
che il sole non era un problema
per Jacob, così alzò il volto e si godette il
calore che emanavano i suoi
raggi.
Un
rumore improvviso attirò la sua attenzione. Quel
rumore l’avrebbe riconosciuto ovunque: era la sua Volvo.
Stupito, si diresse
verso l’inizio del vialetto di casa e vide, in fondo, la sua
macchina
raggiungerlo. Era Renesmee e un sorriso radioso si dipinse sulle sue
labbra.
Renesmee,
vedendolo sul ciglio della strada,
rallentò e si accostò di fianco a lui. Edward
notò che era arrabbiata, ma
l’espressione della ragazza cambiò
all’istante. Sembrava sorpresa.
“Jake
ma come ti sei vestito? Sembri mio padre!” lo
salutò lei, scoppiando a ridere.
“Non
sto bene?” chiese Edward, chiedendosi il motivo
della rabbia di Renesmee.
“Sei
bello come sempre…” rispose Nessie arrossendo.
Edward
cominciò a preoccuparsi.
“Come
mai non sei a casa?” aggiunse lei, facendogli
cenno di salire in macchina.
“Ci
sono Rachel e Paul a casa” disse Edward salendo
in macchina e, mentre lo faceva, osservò la sua auto, per
assicurarsi che fosse
ancora come l’aveva lasciata quel mattino.
“Tu
hai lasciato tua sorella sola con Paul?” sbottò
Renesmee stupita.
“Sono
grandi, ormai. È ora che si assumano le loro
responsabilità!”.
“Jake,
ma se fino a ieri, avevi cercato in tutti i
modi per evitare che quei due facciano…”.
Edward
si portò le mani alle orecchie per evitare di
sentire la parola che avrebbe pronunciato Renesmee a momenti. Non lo
avrebbe
sopportato. Si domandò se gli psichiatri accettavano come
pazienti dei vampiri,
perché era certo che, una volta risolta quella situazione,
aveva bisogno di
andare in analisi.
“Jake,
ma che succede oggi? Siete tutti strani!”
esclamò Renesmee, accendendo la macchina e rimettendosi in
strada.
“Tutti
strani?”
“Sì.
Dovevi vedere il mio papà oggi. Non sembrava
neanche lui!”
“Che
cosa ha fatto?” domandò Edward, deglutendo a
fatica.
“Mi
ha impedito di venire da te. Non lo hai mai
fatto così direttamente! Di solito, coinvolge le zie e pensa
a dei piani
assurdi!”.
Edward
si accigliò, i suoi piani non erano assurdi.
Erano ben congegnati e richiedevano molta fantasia.
“Ma
adesso non è più un problema. Ci
penserà la
mamma” continuò Renesmee sorridendo in maniera
sghemba, come faceva lui.
“In
che senso?”
“Mamma
ha le sue tattiche per manipolarlo…”
borbottò
Renesmee, avvampando.
Mai
in quel momento Edward rimpianse il suo dono di
leggere le menti. E così Bella lo manipolava.
Edward
si rabbuiò e rimase in silenzio, ma poi
finalmente capì a cosa si stava riferendo sua figlia.
“No!”
urlò all’improvviso, tanto che Renesmee
sbandò
con la Volvo.
“Jake,
che cosa succede?” chiese preoccupata
Renesmee, fermando l’auto.
Edward
trasalì quando sentì la mano di sua figlia
accarezzargli il volto. La scacciò e vide il dispiacere sul
viso di Renesmee.
“Scusa,
Renesmee. Ho pensato a una cosa e ho
sbottato. Ti prego di perdonarmi, non capiterà
più!” disse Edward dispiaciuto.
Odiava quando Renesmee soffriva.
“Non
ti preoccupare. Sono abituata a tuoi
cambiamenti d’umore!” disse la ragazza
sorridendogli.
“Li
ha… ho spesso?”
“Jacob
Black. Tu sei un licantropo, ricordi?” chiese
Renesmee in tono divertito.
“Ah,
già.”
“A
cosa hai pensato?”
“A
Jac… Edward!” si corresse Edward.
“E
da quando pensi a mio padre?” chiese Renesmee
sorpresa.
“Da
una vita…”
“Oggi
avete litigato?”
Edward
si voltò e notò che sua figlia era prossima
alle lacrime. Si affrettò a scuotere la testa e sorridere
alla Jacob.
“No,
siamo stati interrotti” spiegò Edward.
Renesmee
fece un lungo sospiro di sollievo e
indirizzò lo sguardo lungo la strada.
“Jacob?”
lo chiamò.
“Dimmi
Renesmee…”
“Chiamami
Nessie. Lo adoro quando lo fai…”
borbottò
lei arrossendo.
Edward
si sentì molto a disagio e pensò in fretta a
un modo per togliersi da quella situazione, ma la sua mente ritornava
sempre a
Bella con Jacob. Sarebbe impazzito, se non si fosse assicurato che
Jacob
avrebbe tenuto le mani a posto.
“Renes…
Nessie. Andiamo a casa nost... tua”.
“Che
cosa?” sbottò Renesmee incredula. “Stai
scherzando? Lo sai che fatica ho fatto per scappare e venire da
te?”.
“è
importante, Renesmee” disse serio Edward.
La
ragazza si azzittì, fece un’inversione e si
diresse verso la parte opposta. Sapeva di averla fatta arrabbiare, ma
non
riuscì a reprimere un sorrisetto. Jacob si trovava nei guai.
“Speriamo
che abbiano già finito” mormorò
Renesmee ancora
seccata.
“Finito,
cosa?”
“Oh,
dai Jake!” esclamò Renesmee sorridendogli.
Edward si stupì del fatto che sua figlia non fosse
più arrabbiata con lui, ma
poi si ricordò che era Jacob quello che lei vedeva. Si
rabbuiò ancora di più e
strinse le mani a pugno.
“Lo
sai quello che fanno quando io non sono in casa.
Credo che siano convinti che io non sappia niente a proposito del
sesso. Chissà
perché. Per fortuna, che non li ho mai beccati. Sarebbe uno
shock!” esclamò
Nessie ridendo, e arrossendo allo stesso momento.
Edward
guardava scioccato sua figlia. Che cosa era
successo alla bambina che gli chiedeva in continuazione di lasciarle
leggere le
favole o di portarla a caccia di cervi? Era colpa di Jacob. La sua
vicinanza
l’aveva rovinata.
“Jacob,
stai bene?” gli chiese.
“Mai
stato meglio!” ringhiò Edward.
“Ah,
sì? Allora perché stai distruggendo il
cruscotto della macchina di mio padre?” domandò
lei come se niente fosse.
Edward
abbassò lo sguardo e vide le grandi mani di
Jacob serrate sul cruscotto. Le allontanò lentamente e
ringhiò di nuovo. Non
solo aveva cambiato sua figlia, ma gli aveva fatto pure rovinare la sua
auto.
Quando
vide Renesmee immettersi nel viale alberato
che conduceva a casa sua, pregò che Jacob fosse pronto,
perché anche se era nel
suo corpo, lo avrebbe fatto a pezzi.
Ciao
a tutti… eccomi qui con un altro capitolo. Devo
ammettere che è stato al quanto difficile immaginare le
reazioni di Edward nel
corpo di Jacob. Spero di non avervi deluso e che vi sia piaciuto il
capitolo.
Purtroppo
oggi non riesco a rispondere alle vostre recensioni (sono leggermente
influenzata e ho dato il massimo per il capitolo), ma spero che
recensirete lo
stesso.
Grazie
a tutti quelli che hanno scritto commenti,
messo la storia tra i preferiti e le seguite, e anche per chi ha solo
letto.
Alla
prossima!
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Capitolo 5 *** Guai ***
Guai
Renesmee
aveva appena parcheggiato l’auto, al fianco
della Jeep di Emmett, quando la porta del garage si
spalancò. Jacob sembrava
stravolto e Edward si chiese se fosse successo qualcosa.
“Papà!”
esclamò Renesmee scendendo dall’auto.
“Nessie!
Che cosa ci fai con lui?” domandò Jacob,
mentre Edward scendeva dalla macchina.
“Ecco,
vedi…” tentò di dire Renesmee ma Edward
fu
più veloce di lei.
“Non
sono questioni che ti riguardano. Non ti sarai
dimenticato, per caso, chi sia lei!”.
“Mi
è cristallino su chi sia,
succhiasangue…”
ribatté Jacob irrigidendosi.
“Succhiasangue?”
ripeté Renesmee osservando
preoccupata suo padre.
Edward
fulminò Jacob con lo sguardo, per poi attirare
l’attenzione di sua figlia.
“Renesmee,
puoi lasciarci da soli un momento?”
“Perché?”
domandò Jacob. “ è appena arrivata ed
io
non l’ho vista per tutto il giorno!”
“Edward
Cullen” gli ricordò Edward “io, Jacob
Black,
sono venuto a parlarti!”
‘Ci
stai facendo
scoprire!’ aggiunse
il nuovo lupo
con il pensiero.
Jacob
scosse la testa, trafitto dalla rabbia di quel
pensiero, e si avvicinò a loro.
“Lo
hai sentito? È venuto a parlarmi. Che ne dici di
aspettarci dentro? Bella è tornata e vuole
vederti” disse Jacob rivolgendosi a
Renesmee.
A
Edward non piacque che Jacob pronunciasse il nome
di Bella e lanciò un ringhio di avvertimento.
Renesmee
osservò sconvolta i due e si limitò ad
annuire. Ma prima di uscire dal garage, si avvicinò a
Edward, gli diede un
bacio sulla guancia e gli appoggiò una mano sul braccio.
Gli
occhi di Edward furono invasi dall’immagine di
una radura, dove si trovavano lei e il corpo di Jacob. Il messaggio era
chiaro:
si sarebbero incontrati lì dopo che lui avesse finito di
parlare con Jacob.
“A
dopo” gli sussurrò e uscì
frettolosamente dal
garage.
‘Così
s’incontrano di nascosto!’
“Per
forza, Edward. Tu le impedisci di venire da me”
rispose Jacob con un sospiro.
Ma
Edward non aveva tempo per preoccuparsi anche di
quello, un’altra questione era più urgente. Doveva
assicurarsi che il cane non
avesse alzato le sue sporche zampe su sua moglie.
“Ehi!
Ma sei impazzito? Io e Bella, ma per favore!”
disse Jacob, cercando di trattenere il sorriso divertito che minacciava
di
disegnarsi sulle labbra del suo nuovo corpo.
“Non
mentire Jacob Black. Renesmee mi ha detto che
tu e lei…”
“Sono
scappato. Certo che potevi avvertirmi!” si
lamentò il nuovo vampiro appoggiandosi alla Jeep.
“Avvertirti?”
domandò Edward confuso.
“Sì,
non sapevo che Bella fosse… così”
rispose
Jacob, ridacchiando.
“In
che senso?”
“Così…
allegra…”
“Allegra”
ripeté Edward osservando Jacob, che
annuiva. “ Bella non è allegra, cioè a
quei suoi momenti di….” ma poi capì
quello cui si stava riferendo. Non era stato Jacob a iniziare, ma la
sua cara
moglie.
‘Bella!’
“Esatto.
Meno male che voi vampiri non vi stancate…”
affermò in maniera maliziosa Jacob.
“Quindi,
lei…”
“Vuoi
realmente saperlo, Edward?” domandò Jacob,
rabbrividendo al ricordo di quello che era accaduto quella mattina.
“No,
la tua reazione può bastarmi. Grazie per essere
scappato!”
“Figurati.
Comunque, tu cosa ci fai qui? Non
dovevamo vederci stasera?” chiese Jacob guardingo.
“Non
resistevo più a stare in casa tua e ho
incontrato Renesmee”mentì Edward, ma non
riuscì a impedirsi di pensare a Rachel
e a Paul, insieme da soli.
Jacob
scattò.
“Tu
hai lasciato da sola mia sorella con quel lupo
maniaco di Paul?” ringhiò Jacob acquattandosi.
“Sono
grandi, ormai” si giustificò Edward, mentre il
tremore cominciò ad avvolgerlo. Quel corpo era veramente
molto instabile.
“Edward!”
disse Jacob.
“Jacob!”
disse Edward.
“Emmett!”
disse Emmett.
Jacob
e Edward s’immobilizzarono e si voltarono
verso la porta del garage. Emmett era appoggiato allo stipite e li
guardava
divertito.
“è
un nuovo gioco, quello di chiamarsi a voce alta?”
domandò il vampiro bruno, ridendo di cuore.
“Che
cosa ci fai qui?” domandarono in coro Edward e
Jacob.
“Sono
venuto a vedere se la mia macchina è ancora
tutta intera. La piccola Renesmee è venuta in salotto,
dicendo che voi due
eravate qua!”.
‘Peccato.
Nessuno scontro!’
pensò Emmett, e
Jacob si lasciò sfuggire un sorrisetto.
“Ci
hai interrotto sul più bello” disse il nuovo
vampiro.
“Interrotto?”
ripeté Edward spostando lo sguardo tra
i due. Si sentiva escluso, e finalmente capì
perché i suoi familiari non
sopportavano quando lui intratteneva dei dialoghi silenziosi. Era
seccante.
“
Tuo... mio fratello è dispiaciuto del fatto che
non ci siamo staccati la testa a vicenda” spiegò
Jacob alzando le spalle, per
poi rivolgersi a Emmett: “Ma tu non pensi ad altro?”
“Stiamo
parlando di Emmett” gli ricordò Edward,
divertito.
“Non
sono questioni che ti riguardano, lupacchiotto”
disse Emmett infastidito.
“Jacob!”
sbottò Jacob guardandolo malevolo.
“Edward,
apprezzo il tuo tentativo, ma a me non da
fastidio” precisò Edward, sorridendo in maniera
solare in direzione di Emmett.
“Davvero?”
domandò incredulo quest’ultimo.
“Certo!”
rincarò Edward, e Jacob ringhiò.
“Per
cui posso chiamarti… Fuffi?”
“Anche
Fido, se ti piace” disse il nuovo lupo, trattenendosi
dal ridere.
Emmett
era l’immagine della felicità, come quella di
un bambino che aveva appena scoperto che Natale era stato anticipato.
“Cucciolotto?”
“Lo
adoro”
“Beethoven?”
“L’ho
sempre desiderato”
“Lucky?”
“Più
fortunato di così…”
“Lassie?”
“Torno
sempre in questa casa…”
“Rex?”
“Ho
sempre avuto un grande fiuto per le indagini!”
“Piantatela!”
sbottò Jacob ringhiando. “Abbiamo
capito, va bene?”
“Edward
sei sempre il solito guastafeste!”si lamentò
Emmett.
Edward
si accigliò e Jacob fece un breve sorriso.
‘Jacob,
me la
sono aggiudicata io questa partita!’.
“Chissà
come reagirà Bella quando le racconterò,
stasera a letto, dei soprannomi che ti sei
scelto…” sussurrò Jacob voltando le
spalle ai due.
“Ah,
perché voi parlate a letto?” chiese Emmett
ingenuamente.
Il
ringhio furioso di Edward non permise a Jacob di
ribattere, il quale gettò un’occhiata a Edward e
alzò i pugni in segno di
vittoria.
‘Jacob,
appena
riavrò il mio corpo…’ pensò
Edward.
Emmett
guardò i due con espressione confusa, per poi
alzare le spalle e avvicinarsi alla sua Jeep.
La
porta del garage fu nuovamente spalancata ed
entrò Jasper, che notando il clima di tensione presente, si
affrettò a
rasserenare gli animi.
“Tutto
bene?” domandò.
“Benissimo,
Jazz…” rispose Edward sovrappensiero.
Jasper
si fermò e sgranò gli occhi. Edward
inarcò un
sopraciglio e vide Jacob piegarsi in due, ridendo in maniera silenziosa.
“Da
quando mi chiami Jazz?” chiese il vampiro biondo
aggrottando la fronte, per poi voltarsi verso Jacob: “ Ma
quando sei andato lì
oggi, non gli hai detto niente?”
“Dirgli
cosa?” disse Emmett anticipando Jacob.
“L’ultimatum…”
sussurrò Jasper salendo sulla Jeep.
“Ah,
giusto. L’ultimatum!” esclamò Emmett
ridendo e
avviando l’auto.
Jacob
e Edward rimasero immobili, mentre Emmett
faceva manovra. Quando videro l’auto sparire, Edward disse:
“Dove
sono andati?”
“Sono
andati a comprare il regalo per Nessie. Che
cosa è quest’ultimatum?” chiese Jacob
con tono minaccioso.
Edward
si azzittì e cominciò a declamare, nella sua
mente, in giapponese, l’inno dell’Armenia.
“Divertente,
Edward! Ma prima o poi lo scoprirò. Se
ricordi, ho il tuo potere. Basterà solo far pensare agli
altri che cosa diamine
hai escogitato questa volta!”.
“Jacob,
ti prometto che ne parleremo quando questa
storia sarà conclusa. Adesso, possiamo entrare in casa prima
che mandino
qualcun altro a controllarci?”.
“No!”
rispose Jacob, facendo trasalire dalla
sorpresa Edward.
“Perché
no?”
“Perché
c’è Bella!”
“Appunto,
vorrei vedere mia moglie. Se non ti
dispiace” disse Edward, risentito.
“E
se tenta di…”
“Non
lo farà. Andiamo?”
“Sei
impossibile, succhiasangue…”
“Mai
quanto te!” ribatté Edward.
I
due si guardarono in cagnesco ed entrarono in
casa. Sentirono delle voci provenire dal grande salotto e, quando
varcarono la
soglia della sala, furono accolti da numerosi sospiri di sollievo e da
un
ringhio infastidito. Jacob sapeva da chi proveniva e fulminò
Rosalie con lo
sguardo.
Bella
e Renesmee erano sedute sul divano bianco e
guardarono raggianti verso di loro, peccato che rivolsero i loro
sorrisi in
direzioni opposte.
“Jake,
te ed io dobbiamo parlare!” esclamò Bella
alzandosi e camminando verso di loro.
“No,
mamma!” disse Renesmee e fece per raggiungerla,
ma Esme la bloccò appoggiando una mano sulla sua spalla.
Edward
non era abituato a essere guardato così da
Bella. Era furiosa, e lui gettò un’occhiata di
sbieco verso Jacob.
‘Che
cosa hai
combinato?’
Jacob
alzò le spalle confuso, per poi assumere un’aria
colpevole quando Bella lo abbracciò in vita.
“Dobbiamo
parlare di stamattina” ringhiò Bella
irritata.
“Ci
ho già pensato io, Bells” si affrettò a
dire
Jacob staccandosi da Bella e allontanandosi da lei di alcuni passi.
‘Bravo,
Fuffi’ pensò
Edward.
“Lo
so, ma vorrei parlaci anch’io. Non ti dispiace,
vero Edward?” chiese Bella dolcemente.
Edward
credé d’impazzire. Di solito quello sguardo
lo rivolgeva solamente a lui, ma ora il soggetto dei suoi occhi era
Jacob. Mise
le mani in tasca e tentò di soffocare la rabbia.
‘Jacob,
dì a
Bella che non hai ancora finito, e che siamo entrati perché
mi è venuta fame.
Anzi, al dire il vero, un po’ fame ce l’ho!
“Bella,
luce dei miei occhi…” esordì Jacob
guardando
Edward, che annuì incoraggiante, “ tesoro della
mia vita, siamo rincasati
perché Jacob ha fame, e pensavo che avremmo potuto
continuare in cucina!”
“Ah…”
sospirarono Bella e Renesmee.
“Facciamo
subito, non è vero, Edward?” chiese
Edward.
“In
un lampo” ribatté Jacob sorridendo in maniera
sghemba.
“Ah,
che peccato…” mormorò Esme dispiaciuta.
I
due guardarono la vampira ancora seduta sul
divano, ma poi Jacob impallidì. Edward, accorgendosi della
reazione del nuovo
vampiro, seppe che altri guai erano in arrivo.
“Vuole
che suoni il piano” bisbigliò a bassissima
voce Jacob.
“Jacob,
so che hai fame, ma è da tanto che Edward
non ci allieta con la sua musica. Potresti aspettare ancora per qualche
minuto?” domandò Esme sorridendo dolcemente.
Edward
vide con la coda dell’occhio Jacob scuotere
la testa, ma lui non poteva rifiutare la richiesta da parte di colei
che
considerava come sua madre.
‘Jacob,
vai al
piano’
Jacob
avrebbe voluto ribattere, ma non poteva farlo
davanti a tutti. Così si diresse verso il pianoforte e si
sedette sullo
sgabello, gettando un’occhiata in tralice verso Edward.
Mentre
il resto della famiglia Cullen si avvicinava
allo strumento, il nuovo lupo indietreggiò di alcuni passi
in direzione dell’enorme
stereo posto alle sue spalle. Sapeva che era rischioso, ma se Jacob si
fosse
rifiutato di farlo, avrebbero destato ancora più sospetti.
Quando
si assicurò che tutti erano rivolti verso
Jacob, prese il cd che aveva regalato a Bella anni prima e lo mise
nell’alloggiamento.
Rilasciò
un sospiro di sollievo e si voltò verso il
piano. Jacob faceva scattare i suoi nuovi occhi ambrati ovunque e
sorrideva in
maniera nervosa.
‘Jacob,
quando
ti dico ora, fai finta di suonare. Ma stai attento a non pigiare troppo
i
tasti!’.
Jacob
annuì percettibilmente e, prendendo un respiro
profondo, appoggiò le sue lunghe dita bianche sui tasti in
avorio.
‘Ora!’
pensò
Edward, ma la musica che venne fuori dallo
stereo non era quella che si aspettava.
La
melodia era Fra’
Martino Campanaro!
“Ehm,
Edward. Da quanti suoni questa canzoncina?”
domandò Esme perplessa.
Jacob
avrebbe voluto tanto sbattersi una mano in
faccia per la vergogna, ma non poteva farlo. Edward non si era ancora
mosso a
cambiare cd, per cui doveva tenere le dita sui tasti.
‘Scusa,
Jacob!’
Edward
si voltò, tirò fuori il cd, chiedendosi chi
era stato a metterlo nella sua collezione, e si affrettò a
mettere quello
giusto.
La
melodia della musica di Esme aleggiò nell’aria e
sia Jacob, sia Edward sospirarono dal sollievo.
Con
il passare delle note, Jacob cominciò a
prenderci gusto, tanto che iniziò a fare movimenti insoliti.
Tipo alzarsi e
suonare all’incontrario.
‘Metti
quella
mano giù, subito’ sbottò
Edward
ringhiando e Jacob si affrettò a ubbidire.
Anche
se la composizione durava solo qualche minuto,
per i due sembrò durare un’eternità e
quando l’ultima nota fu suonata, Jacob si
affrettò ad allontanarsi dal piano, mentre Edward spegneva
lo stereo alle sue
spalle. Lo sguardo che si scambiarono era come quello che si
scambiavano due
sopravvissuti a una catastrofe naturale.
“Edward,
sei stato bravissimo!” esclamò raggiante
Bella e fece per baciarlo, ma lui corse verso il suo corpo.
Edward
dovette reprimere il dispiacere che sentì,
vedendo l’espressione affranta di Bella, ma non
poté impedirsi di provare una
profonda gratitudine nei confronti di Jacob.
Jacob
gli rivolse un sorrisetto e iniziò a cercare
Renesmee. L’aveva vista andar via, forse si era
già diretta verso la radura,
dove aveva appuntamento con Edward.
“Edward,
vai alla radura. Credo che Nessie sia lì!”
“Non
posso. Jacob, non sopporto più questa
situazione! Andiamo fuori a cercare quel ragazzo!” disse
Edward seriamente e
guardandolo con determinazione.
“Sai
succhiasangue. Stavolta hai ragione!”
Anche
Bella si era accorta della scomparsa di sua
figlia e Jacob lesse nella sua mente la preoccupazione. Era come se
Nessie
fosse scomparsa dal nulla.
“Jacob
hai visto mia figlia uscire?” domandò Bella
avvicinandosi a loro.
Edward
cominciò a sentirsi in ansia e, con
riluttanza, dovette scuotere la testa. Ormai anche gli altri si erano
resi conto
della scomparsa di Renesmee.
“Ma
dove è andata finire?” sbottò Rosalie
osservando
fuori dalla finestra.
“Andremo
a cercarla io e Jacob. Non vi preoccupate”
disse Jacob nervoso.
Aveva
una brutta una sensazione e, ascoltando i
pensieri di Edward, scoprì di non essere l’unico a
essere giunto a quella
conclusione. Solo un’altra persona aveva questa
capacità: era il ragazzo che li
aveva scambiati.
Edward
e Jacob assicurarono gli altri che appena l’avessero
trovata, avrebbero chiamato per avvertirli. Si voltarono e uscirono da
casa
Cullen. Era il crepuscolo e Edward sorrise, perso in un lontano ricordo.
“Succhiasangue,
non abbiamo tempo per fare i
nostalgici. Dobbiamo cercare Nessie!” lo
rimproverò Jacob, iniziando a fiutare
l’aria.
“Non
possiamo chiedere aiuto al branco?” domandò
Edward.
Era
sicuro che sarebbe riuscito ad affrontarli, a
patto che non si fosse trasformato. Ma gli risultava molto difficile,
il suo
corpo era tutto un tremore.
“Se
non la troviamo alla radura, allora sì. Senza offesa,
ma noi siamo molto più veloci di voi!” rispose
Jacob sorridendo.
Edward
evitò di rispondere e seguì Jacob, che si era
già inoltrato nel bosco. Giunsero quasi subito alla radura,
ma quella era vuota.
Jacob
fiutò l’aria, ma l’odore di Nessie non
era
presente. Ma dove si era cacciata?
“Edward,
ricordami il motivo per cui non dobbiamo
dirlo agli altri” borbottò Jacob, cercando di non
far trapelare la paura che provava.
“è
semplice, non ci crederebbero. Oppure penseranno
che ci siano i Volturi dietro” disse Edward guardandosi
intorno. Il silenzio
che li circondava era irreale.
“Ma
se noi li convincessimo?”
“E
come?” chiese scettico Edward.
“Non
lo so. Di solito sei tu che hai le trovate
geniali” sbottò Jacob arrabbiandosi.
Edward
alzò gli occhi al cielo e sospirò.
“Jacob,
adesso m’importa più ritrovare mia
figlia!”
“Ma
è per lei che lo dico! Se noi dicessimo la
verità, avremmo più chance di trovarla. Potremmo
chiamare il mio branco, per
poi dare la caccia a quel biondino!”.
Edward
dovette ammettere con sé stresso che Jacob
aveva ragione. Gli mancava casa sua, gli mancava il tempo che
trascorreva con
Bella e sua figlia. Anche se si erano scambiati da poco, la sua vecchia
vita
gli sembrava solo un vago ricordo.
“Va
bene, torniamo indietro!” acconsentì Edward, e
sorrise quando vide Jacob alzare i pugni in segno di vittoria.
Stavamo
per voltarsi, quando il cellulare suonò.
Jacob lo tirò fuori di scatto e avviò la
comunicazione.
“è
tornata?” chiese a bruciapelo.
“Sì,
Edward. Ma c’è un problema” disse Bella
a bassa
voce.
Jacob
si accigliò, mentre Edward assumeva un’espressione
confusa.
“Che
tipo di problema?” domandò stringendo il
cellulare.
“Non
so come dirtelo, ma non fare venire qui Jacob! Non
lo sopporterebbe e, anche se quel testone mi fa arrabbiare a volte, non
se lo
merita! Inventa una scusa!” rispose Bella e sia Jacob, sia
Edward notarono il
suo tono preoccupato.
Jacob
guardò Edward in cerca di aiuto e il nuovo lupo
scosse la testa. Sarebbero andati insieme a casa Cullen.
“Non
posso Bella. Lui ha diritto di assicurarsi che
Nessie stia bene” disse Jacob, sentendosi inquieto. Non
sapeva spiegarselo, ma
ebbe la netta sensazione che il suo mondo stesse per crollare.
“Spero
solo che non la prenda male. Vi aspetto!” e Bella
mise giù.
“Che
cosa sarà successo?” chiese Jacob con tono di
voce affranto. Edward gli appoggiò una mano sulla spalla e
si limitò scuotere
la testa.
Si
avviarono verso casa, ognuno perso nei suoi
pensieri e, quando arrivarono, videro Bella aspettarli con espressione
preoccupata e furiosa insieme.
“Che
cosa è successo?” domandò Edward
all’istante.
Avrebbe voluto
tanto abbracciarla ma non poteva. Jacob capì
l’intenzione di Edward e lo
guardò, chiedendogli con gli occhi il permesso di farlo al
posto suo. Il nuovo
lupo annuì controvoglia e Jacob abbracciò Bella,
la quale si strinse a lui.
“Edward,
ma tu lo sapevi?” gli chiese lei.
“Sapere
cosa?” ripeté Jacob.
“Di
lui!”
“Lui,
chi?” domandò Edward affiancandosi a loro.
“Vuoi
dirmi che nostra figlia è riuscita a
nasconderti i pensieri?” sbottò Bella.
“Bells,
di cosa stai parlando?”
Bella
guardò Jacob, per poi rivolgersi a Edward.
“Jacob,
mi dispiace tanto, ma…”
In
quel momento la porta d’ingresso si aprì e
uscì
Renesmee seguita dall’ultima persona che sia Edward e Jacob,
si aspettavano di
vedere.
“Ciao…”
disse Renesmee, che vedendoli, arrossì di
colpo e abbassò lo sguardo.
Ma
Jacob aveva lo sguardo puntato sulla sua mano,
stretta in quella del biondino che aveva scambiato lui e Edward.
Eccomi
qua, scusate l’imperdonabile ritardo, ma sono
stata occupatissima. Spero che il capitolo sia piaciuto! Ho messo tutto
il mio
impegno. Grazie a tutte le persone che mi seguono, non me lo aspettavo
e devo
dire che mi fa molto, ma molto piacere.
Angolo
risposte recensioni:
Cullenuzza:
ecco qua l’altro capitolo. Spero di aver soddisfatto la tua
curiosità e che ti
sia piaciuto il capitolo. Scusa per il ritardo!
Padfoot_07:
grazie
mille per i complimenti. Troppo buona! Spero che
questo colpo di scena sia piaciuto! Quel biondino non fa altro che
creare guai!
Vitti:
scoprirai
molto presto cosa penserà Bella del nuovo
Edward, ma io mi preoccuperai più di Jacob. Poveri entrambi!
Grazie!
pingu_bella:
Oddio
grazie! Ahahah…. Spero
che penserai ancora che la mia FF sia
bella dopo questo capitolo.
noe_princi89:
Grazie
mille, mi fa veramente piacere.
lalaland_girl:
Non
puoi capire il piacere che provo quando mi
dicono che scrivo bene… grazie!
marpy:
Grazie!
Gestire i due è molto complicato, ma mi
fanno divertire da matti!
aleinad93:
GRAZIE!!!!
eia
: non
ti preoccupare. Scusa il ritardo ma sono stai
giorni frenetici! E ho avuto tempo di scrivere il capitolo solo a notte
inoltrata. Comunque come puoi aver letto la situazione, si è
complicata ancora
di più. Ahahah povero Jacob, povero Edward…
poveri tutti!
Half
Blood:
Grazie mille. Quando mi è venuta in mente l’idea
di
questa FF la prima cosa che ho pensato, è stata appunto
quella di far scambiare
non soli i corpi, ma anche i vestiti. Ahahah
Grazie
anche a tutti
coloro che hanno letto la FF!
Alla
prossima!
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Capitolo 6 *** Incentivo ***
Incentivo
Jacob
crollò. Anche se il suo corpo era quello di un
vampiro, non riuscì a mantenersi in piedi e la sua mente fu
invasa dai ricordi
dei momenti che aveva trascorso insieme alla sua Nessie. I suoi occhi
erano
ancora puntati sulle loro mani e dovette ringraziare il cielo per il
fatto che
il suo nuovo corpo non poteva piangere.
“Edward!”
“Papà!”
Il
grido preoccupato di Renesmee gli fece provare
un’altra fitta di dolore e si lasciò sfuggire un
lamento. A un tratto sentì una
mano calda sulla sua spalla e, quando volse lo sguardo, vide il suo
volto
trasfigurato dalla rabbia.
“Edward,
non fare preoccupare tua moglie e tua
figlia. Alzati, amico!” disse Edward.
Jacob
annuì e si alzò, per poi puntare i suoi occhi
sul quel ragazzo biondo che gli aveva portato via la sua unica ragione
di
vivere.
Il
ragazzo li osservava con il sorriso sulle labbra,
ma quello che lo ferì maggiormente era vedere Renesmee che
lo stringeva con
tutta la forza possibile.
“Papà?”
domandò lei preoccupata.
“Chi
sei?”
La
voce di Edward saettò nell’aria con durezza e il
ragazzino biondo scoppiò a ridere.
“Sono
Gabriel, il ragazzo di Renesmee…” rispose lui
e allacciò un braccio intorno alla vita della ragazza.
“Metti
giù subito quelle mani!” sbottò Jacob
avvicinandosi, ma Bella si mise davanti a lui.
“Edward”
sussurrò, ” capisco che sei arrabbiato, ma
adesso dobbiamo pensare a Jacob”.
Jacob
la osservò incredulo e provò in quel frangente
un profondo trasporto d’affetto per Bella. Molto spesso aveva
dimenticato che
lei, oltre ad essere la madre di Renesmee, era anche la sua migliore
amica. Si
ritrovò a sorriderle e Bella gli rispose, per poi voltarsi
verso Edward.
“Jacob?”
lo chiamò.
Edward
si voltò verso di lei e scosse la testa per
rassicurarla. In quel momento, desiderava rimanere da solo con quel
ragazzo che
si faceva chiamare Gabriel.
“Gabriel,
giusto?” chiese Edward.
“Esatto,
mio gelido amico” rispose Gabriel
ridacchiando.
“Io
lo ammazzo” sbottò Jacob.
“Provvederemo
dopo a questo” ribatté Edward e i due
si scambiarono uno sguardo complice.
‘Jacob,
riesci a
resistere? Dobbiamo parlare da soli con lui. Ed io non posso chiedere a
Bella e
a Renesmee di lasciarci soli. In questo momento, sei tu il padre e
marito’
pensò Edward guardandolo.
Jacob
prese un respiro profondo e annuì.
“Bella,
Nessie, potete lasciarci soli un momento con
il ragazzo. Noi …” ma non riuscì a
continuare. Era troppo difficile e doloroso
per lui.
Bella
era contrariata, ma accettò la richiesta.
Accarezzò il volto a Jacob e andò ad abbracciare
Edward.
“Jacob,
mi dispiace tanto” mormorò.
Edward
la strinse a sé e si godette quel piccolo
momento. Bella spalancò gli occhi e lo osservò
attentamente, aggrottando la
fronte.
“Tutto
bene?” domandò Edward impedendosi di
abbracciarla ancora.
Bella
rise senza allegria e disse:
“A
essere sincera, non lo so. Che strano, per un
momento ho avuto l’impressione di…” .
Bella
scosse la testa e si allontanò da loro per
raggiungere sua figlia. Renesmee non voleva andarsene, aveva paura che
Jacob
non potesse trattenersi dal colpire Gabriel. Ma notando
l’espressione seria di
sua madre, dovette soccombere alla decisione.
“Papà,
se Jacob non riesce a trattenersi, potresti
fermarlo?” domandò guardando Jacob.
Per
Jacob fu l’ultima goccia. Fece per scattare, ma
Edward glielo impedì.
‘Calma,
Jacob!’
“Renesmee,
non farò del male al tuo amico” rispose
Edward e si sentì molto dispiaciuto per Jacob. Chi
l’avrebbe mai detto che
avrebbe difeso il suo peggior nemico da sua figlia.
“Jake,
io non…”
“Nessie,
quando mai Jacob ha fatto una cosa che tu
non volevi?” gridò Jacob sofferente.
Renesmee
indietreggiò spaventata e gettò
un’occhiata
preoccupata verso Gabriel, il quale le sorrise e le baciò il
palmo della mano.
“Non
ti preoccupare, non succederà niente!”.
Fu
in quel momento che Edward e Jacob si accorsero
che la mano della ragazza era illuminata.
‘Che
cosa sta
facendo a mia figlia?’
Gli
occhi di Renesmee persero vitalità e il suo
volto divenne una maschera priva d’emozione. Bella era troppo
lontana per
accorgersene e Edward non voleva darle altre preoccupazioni.
Appena
Renesmee raggiunse sua madre sul portico, i
tre cominciarono a squadrarsi. Jacob avrebbe voluto tanto attaccarlo,
ma sapeva
che se lo avesse fatto, avrebbe perso la stima di Renesmee. Anche se
ormai non
era più sua, non poteva farla soffrire.
“Miei
cari amici, che ne dite se andiamo a discutere
da un’altra parte? Non vorrei far preoccupare la mia nuova
famiglia” disse
Gabriel sorridendo.
“Nuova
famiglia?” ripeté Edward con furia. “
Dovrai
uccidermi. Non permetterò mai che uno come te sia vicino
alla mia famiglia!”.
“Ma
loro mi adorano. Jacob, non ti arrabbiare se io
sono riuscito a farmi accettare” continuò Gabriel
notando il moto di stizza di
Jacob.
“Li
hai… li hai…” tentò di dire
Jacob.
“Sì,
li ho!” confermò Gabriel, per poi sparire nel
nulla.
Edward
e Jacob sobbalzarono e iniziarono a guardarsi
intorno. Il giardino era completamente vuoto, a parte loro due.
“Dove
sarà andato?” chiese a voce alta Jacob,
dirigendosi verso il limitare del bosco.
Edward
sospirò e gettò un’occhiata verso le
finestre
illuminate della sua vecchia casa.
“Jacob,
mi dispiace…” borbottò.
Jacob
s’immobilizzò e si voltò interrogativo
verso
Edward. Non gli era piaciuto il tono che aveva utilizzato per dirglielo.
“Edward…”
lo chiamò cauto.
“Tu
lo capisci che se dovessi scegliere tra
l’aiutarti e la felicità di Renesmee,
io…”.
“Certo
che lo capisco! Perderesti la mia stima se
dovessi scegliere me” disse Jacob scrollando le spalle.
“ E poi, se Nessie è
veramente felice con lui, mi tirerò indietro. Ma solo quando
ne avrò la
conferma. Fino ad allora, farò di tutto per riconquistare
tua figlia. Spero che
stavolta non m’intralcerai” e anche se in quel
momento soffriva le pene
dell’inferno, Jacob scoppiò a ridere.
Edward
si ritrovò a sorridere.
“Ti
darò una mano, Jacob Black” disse Edward.
Jacob
strabuzzò gli occhi sorpreso e rise
nuovamente.
“Forse
è meglio andare, non trovi?” propose Jacob,
ripensando ancora alle parole che Edward aveva appena detto.
“Sì,
andiamo alla…”
“Scogliera?”
concluse Jacob senza volerlo.
Edward
sogghignò. “ Quel Gabriel ha dei poteri molto
interessanti!”
“Può
essere, ma di certo non m’impediranno di
stringere le mie belle mani bianche e curate intorno al suo
collo”.
“Mi
spiace, ma pensavo di staccargli la testa con le
mie belle zanne” ribatté Edward.
I
due risero e si diressero di corsa verso la
scogliera. Quando arrivarono, trovarono Gabriel ad attenderli sul
ciglio del
dirupo, rivolgendo a loro le spalle.
“Una
bella spinta, che dici?”
“Non
mi tentare Jacob!”
“Perché
tanto non riuscireste neanche a farlo”
continuò Gabriel alzandosi e voltandosi verso di loro.
“Non
ci sfidare, ragazzino” sibilò Edward, mentre la
rabbia cominciava ad avvolgerlo.
Ormai
si era abituato a gestire i tremori del suo
nuovo corpo, ma non era mai stato tanto arrabbiato in vita sua.
“Suvvia,
Edward. Calmati. Mi fa piacere vedere, che
neanche in un giorno, voi due siate diventate amici. Il mio piano sta
funzionando” commentò Gabriel.
“Che
piano?” domandò Jacob.
“Ma
dai, Jacob. Non hai ancora capito. Ti sto
aiutando!” rispose il ragazzo biondo ridendo.
“Aiutando?”
ripeté Jacob scaldandosi, anche se era
impossibile nel corpo di Edward.
“Sì,
prendi il mio aiuto come un incentivo”.
“Incentivo?
Che cosa vuol dire incentivo?” sbottò il
nuovo vampiro furioso. L’idea di buttarlo già
dalla scogliera gli sembrava
sempre più allettante.
“Se
io non fossi giunto da voi, a quest’ora sareste
di nuovo nella stessa condizione!” spiegò Gabriel
ridacchiando. “ Tu non ti
saresti fatto avanti, costringendo Edward a intervenire!”
“Zitto…”
mormorò Edward, e la testa del suo corpo
scattò.
‘Sa
dell’ultimatum’
pensò Edward.
“Non
gliel’hai ancora detto? Edward, così mi deludi
profondamente! Mi aspettava qualcosa in più da te. Stiamo
parlando della felicità
di Renesmee!”.
“Non
ti azzardare mai più a pronunciare il suo
nome!” esclamò Jacob avanzando di un passo.
A
un tratto la sua vista fu tinta di rosso e si
ritrovò a ringhiare.
“Non
penserai mica di attaccarmi?” lo schernì
Gabriel ridendo sguaiatamente.
Jacob
si acquattò e spiccò un salto ma Gabriel era
già svanito. La sua scomparsa colse di sorpresa Jacob e si
arrestò sul ciglio
del dirupo. Fece un respiro profondo, per colpa di quel biondino stava
per
cadere giù dalla scogliera.
La
risata di Gabriel si diffuse nell’aria e Jacob e
Edward alzarono lo sguardo. Il ragazzo era seduto su un ramo sopra di
loro e
scuoteva la testa, divertito.
“Non
potete prendermi. Vi conosco nei minimi
dettagli. So tutto di voi. È da molto che vi
seguo!”
“Ma
tu chi sei?” ripeté Edward.
Il
volto di Gabriele assunse un’espressione
sofferente e sospirò.
“Diciamo
che sono una parte del vostro futuro e,
visto che voi due state facendo di tutto per distruggerlo, ho deciso
d’intervenire. Sto solo cercando di aiutarvi. Credevo che
scambiarvi, vi avrebbe
fatto capire di più l’uno dell’altro. Ma
quando ho visto che sprecavate il
vostro tempo a litigare come due vecchiette, ho capito che non sarebbe
servito!”.
“Allora
perché non ci scambi nuovamente?”
ribatté
all’istante Jacob.
“Non
funziona così. Dovete essere voi a scambiarvi.
Io ho fatto iniziare il processo, ma siete voi a
concluderlo!”.
Jacob
e Edward si scambiarono uno sguardo più
confusi di prima. Che cosa volevano dire quelle parole?
“Che
cosa hai fatto alla mia famiglia?” domandò
Edward.
“Li
ho ingannati in modo tale da evitare domande
spinose. Dopotutto, sapevano che Renesmee…” ma
Gabriel gettò un’occhiata verso
Jacob e s’interrupe.
“Renesmee,
cosa?” chiese Jacob guardando Edward, ma
lui fece finta di non sentirlo e s’impegnò a
controllare i suoi pensieri.
“Ti
avverto, se fai del male a loro… se fai del male
a Renesmee e a Bella…” minacciò Edward
ringhiando.
“Io
non mi preoccuperei di Bella, se fossi in te,
Edward. Il suo scudo la protegge. Non del tutto, ma
m’impedisce di assoggettarla
completamente” si lamentò Gabriel, e Jacob e
Edward non riuscirono a
trattenersi dal sorridere.
Il
ragazzo biondo scese dall’albero e atterrò
davanti a loro. Il suo volto era una maschera di dolore e Jacob si
stupì,
quando gli occhi azzurri del ragazzo lo guardarono sofferenti.
“Lo
faccio per il tuo bene e quello di Renesmee!”
mormorò Gabriel scuotendo le spalle. “Adesso
è meglio che vada, mi stanno
aspettando”.
“Tu
non vai da nessuna parte!” sbottò Jacob
piazzandosi davanti a lui.
“Ci
devi scambiare, ora!” rincarò Edward
affiancandolo.
Gabriel
rise brevemente e li guardò divertito.
“Se
no? Non potete uccidermi, io sono il solo a
conoscere come farlo! Ripeto, devo andare. Ho intenzione di portare
fuori a
cena Renesmee e poi al cinema. Vi ricorda niente?”
Jacob
ricordò la sera che era andato al cinema con
Bella, insieme a quell’insignificante di Mike Newton, e
Edward ripensò al quel
piccolo ristorante italiano, dove Bella aveva scoperto molte cose su di
lui.
“Ma
non mi comporterò da un gentiluomo, come avete fatto
voi due. Sono sempre il ragazzo di Renesmee, no?” li
stuzzicò Gabriel.
Questo
fece scattare i due. Jacob si lanciò verso
Gabriel, e il nuovo corpo di Edward fu investito da una scia infuocata
che lo
avvolse completamente.
Gabriel
sorrise a loro in maniera beffarda, ma
stavolta non sparì nel nulla. Bloccò Jacob con
una sola mano facendolo volare
per alcuni metri, mentre Edward si arrendeva alla trasformazione.
Si
ritrovò a guardare Gabriel dall’alto e poteva
sentire tutta la forza che emanava il suo corpo di lupo. Si
scagliò contro il
ragazzo, ma quello gli girò intorno e lo strinse tra le
braccia, usando la
stessa tecnica che utilizzavano i vampiri per fermare i licantropi.
“Non
voglio rompere le ossa al corpo di Jacob,
Edward!” disse Gabriel ridacchiando.
Edward
azzannò l’aria intorno al ragazzo per tentare
di liberarsi, ma non riuscì a farlo.
All’improvviso si ritrovò a volare in aria
e atterrò pesantemente di fianco a Jacob, che lo guardava
allarmato.
“Merda…”
sibilò Jacob, vedendo per la prima volta
dall’esterno la sua trasformazione.
“è
stato un piacere ragazzi, ma devo andare. Alla
prossima!” esclamò Gabriel e, appena pronunciate
quelle parole, sparì.
Edward
tentò di rimettersi in piedi, ma non riusciva
più a controllare il corpo da lupo.
‘Come fa a
Jacob a portarsi addosso tutti questi peli?’.
“Potrei
dire lo stesso di te, Edward. Il tuo corpo è
una zavorra! È come se fosse fatto di marmo. È
pesante!”rispose Jacob
alzandosi.
Edward
riuscì a mettersi sulle zampe e rivolse
un’occhiataccia verso Jacob.
‘Aiutami a
ritrasformarmi!’ pensò irritato Edward e
dovette impedirsi di mordersi la
spalla. Non ne era certo, ma aveva come l’impressione che
Jacob avesse le
pulci.
“Non
ho le pulci! E togliti subito quell’aria da
damerino. Sembro come uno di quei cani in una mostra canina!”.
‘Geloso che io
sia più bello di te anche in questo stato?’.
“Da
quando hai questo lato comico, Edward?” sbottò
Jacob guardandosi intorno.
Il
bosco era deserto e Jacob pregò che nessuno dei
suoi fratelli fosse in circolazione sottoforma di lupo.
“Senti
il mio branco?” domandò per rassicurarsi.
‘Ci sono solo
io e, se mi permetti, non è poi così seccante
come ci avevi fatto credere’,
commentò Edward assaporandosi il silenzio nella sua mente.
“Aspetta
a dirlo. In confronto il tuo potere non è
niente!” ribatté Jacob incrociando le braccia.
‘Jacob non
vorrei scioccarti, ma io leggo nel pensiero da prima che tu nascessi’.
“Davvero?
Non lo sapevo” ironizzò Jacob sbuffando.
“Edward, le persone possono controllare i pensieri, ma con
noi lupi, è diverso.
Il branco ti sonda nella testa, un po’ come fa quello
psicopatico italiano”.
‘Lo
psicopatico italiano è Aro?’
domandò Edward e dal suo muso uscì un latrato
divertito.
“Ho
altri modi per definirlo, ma mi hanno insegnato
a portare rispetto per i vecchi ultramillenari”.
‘E per quelli
che hanno appena centotredici anni?’.
“Dipende.
Se il vecchietto in questione è un vampiro
che passa il suo tempo a trovare modi per rovinarmi la vita, mi risulta
difficile mostrarmi gentile” ripose Jacob sorridendo in
maniera sghemba.
‘Bambino’
sbuffò Edward.
“Vecchietto!”
ribatté Jacob.
I
due si guardarono di sbieco e poi scoppiarono a
ridere. Jacob si avvicinò a Edward, che
indietreggiò involontariamente. Non
riusciva decifrare l’espressione che aveva appena assunto il
nuovo vampiro.
“Voglio
solo vedermi meglio, Edward” spiegò Jacob
muovendo un altro passo.
Edward
annuì e rimase immobile, mentre Jacob
osservava attentamente quello, che solo un giorno prima, era il suo
corpo.
“Certo
che faccio paura!” esclamò Jacob sorridendo.
“Adesso capisco perché i lupi fanno sempre la
parte dei cattivi!”
‘Anche noi
vampiri non siamo da meno!’ protestò
Edward accucciandosi.
“Bé,
se vi vedessero alla luce del sole, vi
scambierebbe per insegne catarifrangenti!” scherzò
Jacob e il muso di Edward si
accigliò.
‘Aiutami a
ritrasformarmi!’
“Ok,
hai i vestiti di ricambio?” domandò Jacob
sovrappensiero,
per poi assumere un’aria spaventata.
Edward,
guardandolo, si girò intorno per vedere che
cosa avesse fatto impaurire Jacob, ma non vide niente.
“Hai
distrutto l’unico abito elegante che avevo!”
gridò Jacob furioso.
‘Che cosa?’
“Il
mio abito! E adesso cosa mi metto?” strepitò il
nuovo vampiro e Edward non riuscì a impedirsi a paragonarlo
ad Alice, quando
lei apriva ogni volta l’armadio.
‘Era solo un
abito, Jacob. Il tuo armadio è pieno di bermuda e magliette!’.
“Non
capisci! Io lo tenevo per le grandi occasioni!
Non potrò mica essere mezzo nudo, quando mi
dichiarerò a Nessie!” spiegò Jacob.
Edward
sbuffò dalle narici lupesche e spintonò Jacob
con il muso.
‘Fammi
ridiventare umano e poi ci penseremo!’.
Jacob
lo guardò come se non lo vedesse realmente, ma
poi acconsentì.
“Sì,
hai ragione! Non puoi mica girare per le strade
di Port Angels trasformato così! Dobbiamo muoverci, forse
sono già partiti!”.
‘Dimmi cosa
devo fare’
“Devi
riportare la pace nella tua mente. Devi
escludere qualsiasi segnale esterno che ricevi, in modo tale da entrare
in
contatto con la tua parte umana” spiegò Jacob
speranzoso.
Quando
era capitato a lui la prima volta, aveva
impiegato tutta la notte per riuscirci. Ma sapeva che Edward era capace
di
gestire la rabbia, che sicuramente stava provando in quel momento.
Edward
era scettico, non credeva che fosse così
semplice. Chiuse gli occhi e cercò di estraniarsi da quello
che lo circondava.
Ce
la stava quasi facendo, quando sentì una presenza
all’angolo della sua mente. La riconobbe e, con suo sommo
orrore, si rese conto
che non era sola.
“No!”
gridò Jacob, che anche lui se ne era accorto.
Non
ebbero il tempo di reagire. Due lupi sbucarono
fuori dagli alberi con le stesse identiche espressioni attonite sui
loro musi.
Jacob
pensò che fra tutti quelli che potevano scoprirli,
loro due erano gli ultimi a doverlo sapere.
I
quattro si studiarono per pochi secondi in
silenzio, ma poi la mente di Jacob e quella di Edward furono invase dai
pensieri scioccati e curiosi dei fratelli Clearweater.
Ciao
a tutte. Allora che ne dite? Spero
che vi sia piaciuto. Mi sono presa la
libertà d’immaginare un modo per ritrasformarsi in
umano la prima volta, visto
che nei libri non c’è scritto.
Vi
piace come sta proseguendo la storia? Spero proprio
di sì.
Grazie
mille a tutti.
Angolo
rispose recensioni:
Synie:
Ahahah. Gabriel è assolutamente diabolico. Grazie
mille e spero di essere riuscita a soddisfare la tua
curiosità.
aleinad93:
Grazie mille! Spero chi ti piaccia pure questo.
pingu_bella:
adesso che ne pensi del biondino? Grazie mille!
noe_princi89:
credo
di aver risposto alla tua domanda. =)
lalaland_girl: Grazie
mille! Ahahah
Half
Blood:
Grazie mille! Nessie, poverina, è vittima delle
circostanze.
Grazie
anche alle persone che hanno messo la FF tra
i preferiti e i seguiti, e anche a tutte quelle e che la hanno solo
letta.
Alla
prossima!
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Capitolo 7 *** Possibili soluzioni ***
Possibili
soluzioni
Quando
Edward si svegliò il mattino dopo, la prima
cosa che notò era che il garage era vuoto. Aveva dormito sul
divano perché era
troppo stanco per riuscire a raggiungere la camera di Jacob, e anche
perché
fratelli Clearweater non gliel’avrebbero permesso.
La
notte prima lui e Jacob avevano fatto molta
fatica a calmarli, dicendoli che non avrebbero raccontato niente se non
gli
avessero dato una mano a far ritrasformare Edward in un umano.
Seth
aveva accettato, ma sua sorella Leah aveva
protestato con forza. Solo quando Jacob la minacciò di
estrometterla dal
branco, acconsentì ad aiutarli, ma Edward aveva notato lo
sguardo omicida che
gli aveva rivolto.
Il
suo stomaco rumoreggiò e Edward sbuffò divertito.
Stava per alzarsi, quando vide Seth sulla soglia del garage con un
vassoio in
mano.
“Ciao
Edward!” lo salutò allegramente Seth. “
Sono
arrivati i rifornimenti!”
Edward
sorrise e Seth gli passò il vassoio
stracarico di cibo. Il nuovo lupo si fiondò sul pane tostato
e cominciò a
mangiarlo con gusto. Il licantropo lo osservava divertito, e
scoppiò a ridere
quando Edward si lasciò sfuggire un verso di apprezzamento.
“Ho
fatto qualcosa di divertente?” domandò Edward,
dopo aver inghiottito.
“No,
è solo che mi fa alquanto strano vederti
mangiare il cibo umano. Bé, è anche strano
vederti nel corpo di Jacob. Com’è il
suo corpo?”
Edward
rise e bevve il succo d’arancia.
“Non
è un vestito, Seth” lo rimproverò
bonariamente.
“Dai,
Edward. Hai capito! Come ci si sente a essere
dei licantropi?”.
“Sempre
affamati e stanchi” ripose Edward.
Seth
scoppiò a ridere di cuore e gli batté una mano
sulla spalla.
“Benvenuto
nel nostro mondo, Edward Black o Jacob
Cullen. Aspetta! Posso chiamarti Jaked? Oppure Edwake?”
Edward
lo fissò a bocca aperta, ma poi scosse la
testa decidendo di lasciar perdere. Seth aveva la capacità
di trovare sempre
l’aspetto positivo nelle situazioni più critiche.
“Se
ti azzardi a chiamarmi in quel modo Seth, giuro
che ti faccio una tosatura completa come quella dei
barboncini!”
I
due si voltarono e videro Jacob entrare. La camicia
bianca era tutta strappata e macchiata di sangue. Edward non aveva
bisogno del
suo potere per capire che Jacob era andato a caccia.
Seth
scoppiò nuovamente a ridere.
“Ti
sei svegliato con la luna storta?”
Jacob
si accigliò e si appoggiò sul cofano della
Golf, incrociando le braccia.
“Se
potessi dormire, mi sveglierei sicuramente con
la luna storta. Anzi, mi sveglierei con tutto il sistema solare storto!
Plutone
compreso!” sbottò Jacob e osservò con
gelosia Edward mangiare con facilità il
bacon.
“Ma
Plutone non è un pianeta!” commentò
Seth
perplesso.
“Seth!”
esclamò Jacob infastidito.
“Credo
che il senso dell’umorismo non sia venuto con
te, quando ti sei trasferito nel corpo di Edward!”
Jacob
preferì non rispondere e continuò osservare
Edward che mangiava. Il nuovo lupo se ne accorse e lo guardò
interrogativo.
“Sto
mangiando troppo?” chiese Edward pulendosi la
bocca con il tovagliolo.
“Stai
mangiando facilmente!” rispose Jacob, e Seth e
Edward si scambiarono uno sguardo, confusi.
Jacob
sospirò e spiegò:
“Sono
andato a caccia stamattina. Stavo per
attaccare un cervo quando un odore più forte, e sicuramente
più appetitoso, mi
ha distratto!”.
“Che
cos’era?” domandò Edward.
“Un
puma!” ripose il nuovo vampiro rabbuiandosi.
“Il
mio preferito!”
“Potevi
anche avvertirmi che ti piacciono i gattoni
giganti! Il tuo corpo non mi ha obbedito, si è scagliato sul
quel micione,
riducendomi così!” e Jacob indicò la
camicia.
Edward
e Seth risero e Jacob si lasciò sfuggire un
breve sorriso. Edward notò solo in quel momento che Jacob
non era vestito come
il giorno precedente.
“Sono
andato a casa tua per vedere come stanno
andando le cose” disse Jacob rispondendo alla domanda
inespressa di Edward. “
Non vanno bene”.
“In
che senso?”
“Nel
senso che quel biondino… Gabriel… è
riuscito a
ingannare tutti. Carlisle ha intenzione di chiedere il suo aiuto per
delle
ricerche scientifiche. Emmett e Jasper lo trattano come se facesse
già parte
della famiglia. Rosalie ed Esme stanno già pensando a come
sarà felice Nessie
con lui…”.
Jacob
si fermò un istante. Era ancora troppo
doloroso parlare di Nessie, ma Edward doveva sapere cosa stava
succedendo. Seth
parve capire il tormento del suo amico e si alzò per
raggiungerlo.
Gli
appoggiò una mano sul braccio e sussurrò:
“Continua,
Jacob. Dobbiamo sapere”.
Jacob
fece un respiro profondo e riprese da dove si
era interrotto.
“Alice
è seccata per il fatto che non riesce a
vederlo…”.
“Che
cosa?” domandò di scatto Edward.
“Non
lo vede! Mi ha confidato che ha tentato, ma le
succede la stessa cosa che capita con me e…”.
“Questo
significa che anche lui è di sangue misto”
borbottò Edward pensieroso.
‘Devo parlare
con Carlisle’.
“Auguri!”
sbottò Jacob arrabbiandosi.
“Perché
auguri?”
“Perché
Jacob Black non può più entrare in casa
Cullen!”
gridò Jacob serrando le mani a pugno.
Edward
lo fissò incredulo e finalmente capì per
quale motivo era tanto arrabbiato. Si sentì dispiaciuto per
Jacob, ma allo
stesso tempo, la rabbia che aveva covato il giorno prima,
ritornò più forte di
prima. Vide le sue mani tremare e, facendo un paio di respiri profondi,
tentò
di calmarsi.
Seth
e Jacob lo osservarono pronti a intervenire, ma
quando notarono che i tremori erano scomparsi, si rilassarono.
“è
stata un’idea di Nessie” mormorò Jacob.
“Jake,
mi spiace” disse Seth a bassa voce.
Jacob
sospirò e scosse la testa.
“Non
sono fortunato con la famiglia Swan” e un finto
sorriso si dipinse sulle sue labbra.
“Te
l’ha detto lei stamattina?” chiese Edward.
“No.
In camera sua non c’era. È uscita con Gabriel.
Me l’ha riferito Bella. Lei è l’unica
che ha qualche dubbio sul biondino, ma ha
questa convinzione che sia un bravo ragazzo”.
Edward
annuì, anche se avrebbe voluto tanto avere
l’opportunità di andare a trovarla e assicurarsi
che stesse bene.
“Sta
bene, Edward. Se non lo fosse, non sarei qui a
parlare con voi” lo rassicurò Jacob.
“Grazie,
Jacob”.
“Prego,
Edward”.
“Però
c’è una cosa che non capisco” disse Seth
grattandosi il mento. “Come fa a controllarli? Che poteri ha
questo tizio? È
che significa che Alice non riesce a vederlo perché ha il
sangue misto?”.
Jacob
lo guardò attentamente, ma Seth aveva
concentrato lo sguardo su Edward.
‘Come faccio a
dirglielo?’ si chiese Edward.
“Dirci,
cosa?” domandò all’istante Jacob
seccato,
cosa che sorprese Seth.
“Noi,
cioè Carlisle ed io, abbiamo svolto alcuni
esperimenti su di voi e…”.
“Che
cosa? Oltre a studiare il nostro sangue,
svolgete pure degli esperimenti? Santo cielo, in confronto a voi due,
il dottor
Frankestein era un uomo gentile e sano di mente!” si
lamentò Jacob.
“Esperimenti?”
ripeté Seth incuriosito.
“Sì,
ci studiano come se fossimo cavie da
laboratorio!”
“Non
esagerare, Jacob. Dovevamo sapere” si
giustificò Edward.
“E
cosa avete scoperto?” chiese Seth, azzittendo la
protesta di Jacob.
“Non
molto. A essere sincero, volevamo scoprire cosa
scatenasse l’imprinting, ma l’unica cosa che
abbiamo dedotto è che voi non
siete del tutto dei licantropi”.
“Lo
sappiamo che siamo dei mutaforma, Edward” gli
ricordò Jacob.
“è
questo il punto. Voi avete caratteri genetici che
appartengono sia agli umani sia ai lupi. Avete il sangue
misto”.
“Come
Nessie, giusto? Cioè lei, al posto di avere i
caratteri da lupo, ha quelli di voi vampiri” disse Seth.
“Esatto,
Seth. Alice non riesce a vedere chi ha il
sangue misto, quindi questo ci porta alla conclusione che
Gabriel…”.
“è
come me” mormorò Jacob finendo la frase al posto
di Edward.
“Non
proprio come te, ma ci siamo quasi” confermò
Edward sorridendo.
Se
avessero scoperto da chi era nato Gabriel, forse
avevano una speranza di risolvere il loro problema. I tre si fissarono
intensamente ognuno perso nei propri pensieri.
Il
cielo, come sempre a Forks, era coperto e
minacciava di piovere. Jacob si chiese che fine avesse fatto Nessie e
se stesse
bene. Aveva paura per lei, visto che Gabriel era più forte
di lui. Se avesse
deciso di attaccarlo nuovamente, avrebbe fatto la stessa fine della
sera prima.
Ma
se avesse riavuto indietro il suo corpo?
Anche
se si era adattato molto bene a quello di
Edward, aveva notato che i suoi movimenti erano limitati, dovuti al
fatto che
lui attaccava come un lupo e non come un vampiro.
Si
voltò a guardare Edward e gli sondò la mente.
Stavano pensando alla stessa identica cosa.
“Come
facciamo scambiarci?” gli domandò.
Seth
spostò lo sguardo da Jacob a Edward, il quale
sorrise in maniera solare.
“Non
lo so. Sto vagliando tutte le possibilità, ma
sono una più inverosimile dell’altra”
rispose Edward.
A
un tratto sentirono dei passi felpati giungere
verso di loro e, da dietro la casa di Jacob, sbucò Leah. Era
furiosa e stringeva
i denti per evitare di ringhiare.
‘Idioti!’
“Siamo
nei guai” disse Jacob leggendo la mente alla
Leah.
Seth
tremò visibilmente e Edward lo guardò confuso.
Aveva visto solamente una volta Leah arrabbiata e non le sembrava
granché.
“Edward,
quella volta Leah si è trattenuta perché
provavo ancora dei sentimenti per Bella. Ma
adesso…”
Jacob
non continuò, e i tre attesero l’arrivo della
lupa. Appena Leah varcò la soglia, ordinò a Jacob
e a Edward di sedersi sul
divano. Seth, che voleva difendere i suoi amici, si accomodò
sul bracciolo
vicino a loro.
“Spiegatevi!”
sibilò Leah furiosa.
“Leah,
intanto vorrei ringraziarti per il fatto che
ieri non hai insistito per sapere la storia. Ho apprezzato molto il tuo
aiuto
e, ora, …” esordì Edward.
“Tu!”
tuonò Leah alzando un dito e puntandolo su
Jacob. “ Parla! E falla breve!”
Edward
si accigliò e Jacob alzò le spalle come per
dire: te l’avevo detto.
Jacob
iniziò a spiegare quello che era successo
solamente due giorni prima: di come Gabriel sapesse di loro e della sua
decisione di aiutarli. Ma quando Jacob arrivò al punto che
riguardava Nessie,
non riuscì a continuare e Edward venne in suo soccorso.
Leah
li fissava con rabbia e suo fratello aveva
paura che tra poco avrebbe dato fuori di matto.
Appena
il nuovo lupo concluse, scese su di loro un
silenzio glaciale, interrotto solamente dal rumore della pioggia che
batteva
sul tetto del garage.
“Quindi
non avete detto niente, perché secondo voi
non avremmo capito?” chiese Leah dopo cinque minuti di
tensione.
“Sì,
e pensavamo anche che voi avreste creduto che
fosse un piano dei Volturi. Quindi…”
tentò di dire Jacob, ma fu zittito con un
cenno della mano da Leah.
La
ragazza guardò intensamente Edward, il quale
cominciò a sentirsi in soggezione sotto quegli occhi scuri.
“Io
posso capire che il cervello di Jacob abbia
subito dei danni in questi anni…”
esordì Leah, fulminando il nuovo vampiro, “ma
tu succhiasangue sei intelligente! Non vi è venuto in mente
che noi lupi ci
saremmo accorti e che vi avremmo creduto? Quell’idiota di
Jacob non ti ha
spiegato, che noi possiamo vagliare la mente come quel tuo amico
italiano?
Santo cielo, certo che voi uomini siete di una stupidità
abissale!”.
“Ehi!”
protestò Jacob.
“Zitto,
tu! Potevate evitare un sacco di problemi!
Come credete che reagirà Bella quando scoprirà di
aver cercato di sedurre te,
al posto di Edward? Cosa dirà Nessie quando si
renderà conto di aver spifferato
cose che pensava a suo padre? Siete stati degli idioti!”
urlò, iniziando a
passeggiare davanti a loro.
“Se
voi foste venuti subito da noi, a quest’ora
Gabriel non avrebbe il controllo sui Cullen! Potevamo attaccarlo e
costringerlo
a scambiarvi nuovamente!”.
“Leah!”
la chiamò Edward. “ Gabriel ha detto che
solo noi possiamo farlo!”.
Leah
chiuse gli occhi e si portò le mani alle
tempie, iniziando a massaggiarsele.
“Non
soffrivo di mal di testa da anni!” si lamentò
Leah.
“Devo
prenderti dell’aspirina?” domandò suo
fratello
preoccupato.
Leah,
Jacob e Edward lo guardarono increduli e Seth
arrossì furiosamente.
“La
vostra idiozia è contagiosa?” chiese Leah agli
altri due.
“Forse
quella di Jacob” rispose Edward con tono
serio.
“O
forse, sono state tutte le botte in testa che ha
preso” ipotizzò Jacob aggrottando la fronte.
“O
forse, quando l’ho fatto cadere dal seggiolone.
Ha fatto un bel volo” continuò Leah, esaminando la
testa di Seth come se stesse
cercando qualcosa di prezioso.
“Perché
non mettete su un numero di cabaret?” sbottò
Seth offeso.
“Scusa,
Seth. Ma noi ci preoccupiamo per la tua
sanità mentale” affermò Jacob ridendo.
“Finitela!
Mi è venuta in mente un’idea! Potrebbe
funzionare…”
“Ma
sei impazzito? Vuoi spaccarmi tutte le ossa?”
esclamò Jacob alzandosi e allontanandosi da loro.
Edward
e Leah si scambiarono uno sguardo perplesso,
mentre Seth scattava in piedi per spiegare il piano che aveva appena
idealizzato.
“Perché
no? Tanto guariamo in fretta noi!” insisté
il giovane lupo sorridendo.
“Ma
stiamo parlando del mio corpo!” ribatté Jacob
indietreggiando.
“Scusatemi
non vorrei interrompere questo scambio
tra due menti geniali come le vostre, ma si può sapere di
cosa diavolo state
parlando?” chiese Leah con tono autoritario.
Edward
le gettò un’occhiata e provò
compassione per
Seth. Doveva essere difficile vivere con Leah sotto lo stesso tetto.
“Il
tuo fratellino stava pensando di farmi
ammazzare!” spiegò Jacob.
“Jacob
sei diventato così melodrammatico per colpa
del corpo di Edward?” chiese Seth sinceramente interessato.
“Melodrammatico?”
ripeté Edward confuso.
“Senza
offesa, Edward. Ma tu tendi a essere un
po’…”.
“Esagerato!”
affermò Leah.
“Paranoico!”
continuò Jacob sorridendo.
“Maniaco
del controllo!” disse Seth annuendo.
Edward
spalancò la bocca scioccato. Era vero che lui
voleva essere informato su qualsiasi cosa che riguardasse Bella, sua
figlia e
la sua famiglia, ma lo faceva per proteggerli. Non era mica colpa sua,
se lui
era quello che aiutava Carlisle a risolvere i problemi. E possedendo il
potere
di leggere le menti, poteva evitare che dei malintenzionati potessero
far del
male alle persone che voleva bene. Forse, poteva esagerare alle volte,
ma lo
faceva in buona fede.
“Paranoico”
sussurrò Jacob.
“Fuori
dalla mia testa!” sbottò Edward seccato.
“Adesso
capisci cosa si prova, vero?” domandò Jacob
seriamente e Edward non riuscì a dargli una risposta.
Leah
sbuffò e fulminò suo fratello.
“Ehi,
io non c’entro niente!” si difese lui, alzando
le mani in segno di resa.
Sua
sorella alzò gli occhi al cielo e si armò di
somma pazienza.
“Che
piano hai pensato Seth?” gli chiese subito
dopo.
“Possiamo
farli scontrare” borbottò Seth abbassando
lo sguardo.
“Come,
scusa?” indagò Leah, convinta di aver capito
male.
“Possiamo
farli sbattere uno contro l’altro.
Aspettate!” esclamò Seth, quando notò
che Leah e Jacob stavano per ribattere. “
Forse, mandandoli a cozzare l’uno contro l’altro,
le loro menti possono
scambiarsi!”.
“è
l’idea più ridicola che io abbia mai
sentito!” disse
Jacob.
“Chiedo
scusa per mio fratello. Alle volte mi
preoccupa” confessò Leah scuotendo la testa.
“Io
ci sto!” affermò Edward alzandosi e sorridendo a
Seth.
“Davvero?”
chiese quest’ultimo incredulo.
“Perché
non provare? Che cosa abbiamo da perdere?”
“Forse
le mie ossa! Si sgretoleranno!” rispose
Jacob.
“Jacob,
non sottovalutare il tuo corpo. È molto
forte e resistente. Perché non impari a fidarti di te
stesso?” chiese Edward e
Jacob abbassò la testa.
‘Allora è
questo il problema. Non ha fiducia in se stesso’
“Tieni
le tue opinioni per te, Edward!”.
“Ti
chiedo scusa, Jacob” disse il nuovo lupo.
“Allora
ci proviamo?”
“Idioti”
sibilò Leah uscendo dal garage.
La
pioggia aveva smesso e i quattro si ritrovarono
nel giardino davanti alla casa di Jacob. Leah era andata a sedersi
sugli
scalini dell’ingresso, mentre Seth era appoggiato alla porta.
Jacob
gettò un’occhiata verso casa sua e
sospirò dal
sollievo. Quella mattina Billy e Rachel non c’erano
perché dovevano andare a
ricomprare la poltrona che Edward aveva rotto e sarebbero rimasti fuori
per
tutto il giorno.
“Sei
pronto?” chiese Edward attirando la sua
attenzione.
Jacob
annuì e si promise di non andarci troppo
pensante. Anche se Edward l’aveva rassicurato, non voleva che
il suo corpo si
danneggiasse. Gli era rimasto impresso nella memoria il dolore che
aveva
provato quando quel neonato gli aveva spaccato tutte le ossa, per non
parlare
poi del calvario che aveva dovuto subire mentre quelle guarivano.
“Al
mio tre?”
“Sì,
Jacob” ripose Edward acquattandosi.
‘Uomini! Non
capiscono che la soluzione non è questa!’.
Jacob
scacciò il pensiero di Leah e iniziò a
contare.
“Uno…
due… tre…”
I
due iniziarono a correre l’uno verso l’altro,
mettendo nelle gambe tutta la forza che possedevano. Lo scontro fu
breve ma
devastante.
Edward
volò per cinque metri prima di atterrare
pesantemente sulla schiena e Jacob si ritrovò
dall’altra parte del giardino,
vicino alla foresta.
La
prima cosa che Jacob si assicurò di fare, era
vedere che danni aveva riportato il suo corpo. Aveva capito che il
piano di
Seth sarebbe fallito nello stesso momento che era andato a sbattere
contro
Edward.
“Come
sto?” chiese raggiungendo Edward, che tentava
di rialzarsi.
“A
parte il naso rotto, tutto bene” rispose Edward
rimettendolo a posto.
Edward
fece qualche smorfia e prese la mano che
Jacob gli offriva.
I
due si guardarono sconsolati e si voltarono in
direzione di Seth e Leah, che li stavano venendo incontro.
“Che
botta! Credo che l’abbiano sentita anche a Port
Angels!” esclamò Seth su di giri.
“Almeno
qualcuno si è divertito” scherzò Edward
e
rise insieme al giovane lupo.
Leah
diede un buffetto sulla testa di Seth e di
Edward per farli smettere.
“Se
avete finito di comportarvi da uomini delle
caverne, io avrei pensato a un’altra soluzione”
disse lei fulminando i tre
ragazzi.
“Leah,
andiamo! Noi non facciamo queste cose!” disse
Jacob rabbrividendo.
“Preferisci
le mie idee o quelle di mio fratello?”
chiese Leah con tono leggero.
Jacob
si ritrovò davanti ad un grande dilemma.
“Leah,
cosa proponi?” intervenne Edward.
“Voi
due…” e Leah indicò Jacob e Edward, “ dovete
parlare! È ovvio! Solo voi
due potete ritrasformarvi. Non avete capito che lui l’ha
fatto per farvi
conoscere il punto di vista dell’altro!”.
“Non
ci vuole molto. Lui vuole rovinarmi la vita,
come ha sempre fatto” disse Jacob alzando le spalle.
“Jacob
Black. Tu hai creato sempre problemi e non
mentire” ribatté Edward.
“Perché
tu ti sei sempre comportato da…”
“Piantatela!”
sbottò Leah e i due si azzittirono. “
Così fate il suo gioco. Credevo che v’importaste
di più delle persone che
amate”.
Jacob
e Edward si sentirono colpevoli e osservarono
Leah allontanarsi. Seth rivolse un sorriso triste verso la loro
direzione, per
poi affiancare Leah.
“Jacob,
noi andiamo a sostituire Quil ed Embry. Ci
vediamo stasera!” disse la ragazza, prima
d’inoltrarsi nel bosco per
trasformarsi.
Seth
li salutò con la mano e seguì Leah tra il fitto
degli alberi. Jacob e Edward respirarono a fondo, con lo stesso
pensiero in
testa. Di che cosa dovevano discutere?
All’improvviso
sentirono il rombo di un motore
avvicinarsi e Edward si voltò verso il vialetto
d’accesso, ma la macchina non
era ancora in vista.
‘Speriamo che
sia Renesmee’.
“Non
è Nessie, è Bella” disse Jacob
sorridendo
triste.
“Bella?
E come mai?”
“è
preoccupata per me, cioè per te. Così stamattina
le ho suggerito di venirti a trovare. Deve essere difficile per te non
vederla
ventiquattrore al giorno”.
“è
così” confermò Edward.
“Lo
capisco bene. Noi due parleremo dopo. Goditi
questo momento Edward, perché fino a quando non troviamo una
soluzione, avrai pochissime possibilità di vederla
ancora”.
Jacob
sorrise e si avviò verso gli alberi. Edward
era incredulo, lo aveva colto completamente alla sprovvista.
‘Perché lo hai
fatto?’
“Perché
non sono il lupo cattivo che tu pensi che io
sia”.
E
con queste parole, Jacob si congedò da lui
ascoltando i pensieri grati che gli stava rivolgendo Edward.
Ciao
a tutti! Allora cosa ne pensate? Se me lo
concedete, io adoro Seth. È il lupo migliore, dopo Jacob
(ah, Jacob hihihi).
Spero
che il capitolo via sia piaciuto! E adesso
sono in trepida attesa… Andrò a vedere il film
domenica e di sicuro mi verrà in
mente Edward e Jacob scambiati! Ahahah.
Grazie
mille a tutti!
Angolo
risposte recensioni:
Synie:
Ecco a te le reazioni di Leah e Seth! Grazie!
DarkViolet92:
Grazie mille! Troppo buona!
pingu_bella:
scusa il ritardo! Ma immaginare le reazioni di
Leah e Seth è stato un po’ complicato. Volevo
essere il più fedele possibile
agli originali. Grazie!
aleinad93:
Grazie per i complimenti e spero di aver diminuito
la curiosità che hai sul biondino.
noe_princi89:
Grazie veramente!
Saretta__Trilly__:
sono
molto contenta per il fatto
che ti sia piaciuta. Grazie per i complimenti e la tua teoria non
è esattamente
quella, ma si avvicina. Ahahah (molto enigmatica come risposta)
lalaland_girl:
Grazie mille!
Half
Blood:
Grazie per i complimenti e posso darti la stessa
risposta che ho scritto a Saretta__Trilly__. Gabriel c’entra
con Jacob e
Nessie, ma in maniera molto diversa dalla tua supposizione. Infatti, ho
una
paura che io possa deludervi quando scriverò la sua storia.
Daisy
Black:
Grazie a te! Da quello che ho capito, fai parte
del Team Jacob, giusto? Bé naturale, Jacob è il
migliore. Ti ringrazio per la
recensione, è veramente bella. E sono contenta di essere
riuscita a strapparti
qualche risata.
Grazie
anche a tutti coloro che hanno messo la FF
tra i preferiti e le seguite e anche quelli che l’hanno letta.
Alla
prossima!
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Capitolo 8 *** Collegamenti ***
Collegamenti
La
macchina si fermò sul vialetto e Edward si
precipitò ad aprirle la portiera. Il suo cuore batteva
forte, cosa che lo
sconvolse piacevolmente, ma che attirò
l’attenzione di Bella.
I
due si guardarono intensamente, tanto che dopo
pochi secondi Edward fu costretto ad abbassare lo sguardo.
“Jacob?”
“Ciao
Bella!” rispose Edward cercando di usare il
solito tono allegro che Jacob rivolgeva a lei.
“Si
può sapere cosa sta succedendo?” chiese Bella
all’improvviso, facendolo sobbalzare.
“Niente,
perché?” le disse nervosamente.
“Perché,
Jacob Black, solo Edward può guardarmi in
quel modo”.
“In
che modo?”
Bella
esitò, per poi scuotere la testa e scendere
dalla macchina. Sembrava confusa e Edward non poté impedirsi
di darle ragione.
Quella situazione stava confondendo tutti.
“Come
stai?” chiese lei, sedendosi sul cofano della
Volvo.
Edward
sospirò e alzò le spalle. Non sapeva come
rispondere, cosa alquanto insolita visto che lui aveva sempre la
risposta
pronta.
“Se
ti dicessi che non lo so, ci crederesti?”
ribatté accomodandosi vicino a lei, ma poi si
rialzò subito. Non si sarebbe
trattenuto se le stava così vicino.
Bella
se ne accorse, ma fece finta di niente.
“Sai,
tu e Edward avete una cosa in comune” esclamò,
sorridendo.
“Davvero?”
domandò sorpreso Edward.
“Avete
dato la stessa risposta. Ultimamente, è molto
strano. È come se non fosse più lui”
confessò Bella a bassa voce e Edward
dovette trattenersi dal sorridere.
“Gli
passerà” la consolò Edward.
“Spero
al più presto”.
“Su
questo non c’è dubbio!”
sbottò Edward ringhiando
e ripensando a Gabriel. Il desiderio di azzannare il biondino aumentava
con il
passare dei minuti.
“Comunque
non sono venuta qui per parlare di Edward”
affermò Bella fissandolo negli occhi.
Edward
rimase in silenzio, in attesa che lei
continuasse, ma poi capì che doveva essere lui ad affrontare
per primo la
questione.
“Non
ti preoccupare. Salveremo Renesmee da Gabriel”
disse Edward annuendo con forza.
Bella
spalancò gli occhi e s’irrigidì.
“Salvare?”
ripeté urlando. “ Che cosa vuol dire
salvare?”
Edward
si diede dello stupido. Jacob l’aveva
avvertito che Bella credeva che Gabriel fosse un bravo ragazzo, ma
aveva
aggiunto anche che lei aveva qualche dubbio su di lui.
“Tu
sai qualcosa, vero?” indagò Bella stringendogli
il braccio.
“Bella,
mi stai facendo male” borbottò Edward con
una smorfia stampata sul volto.
“Forse
dovrei fartelo! Come hai potuto abbandonare
Renesmee così?” chiese furiosa Bella.
“Abbandonare?”
ripeté Edward spiazzato. Jacob aveva
abbandonato Renesmee?
Non
era possibile, da quel poco che aveva capito del
cucciolo, lui era disposto a fare qualsiasi cosa pur di stare con sua
figlia. E
allora perché non si era dichiarato prima che succedesse
tutto questo?
“Perché
non le hai detto che la ami?” continuò Bella
aumentando la stretta.
“Non
lo so” rispose sinceramente Edward, chiedendosi
anche lui il motivo.
“Ti
rendi conto che adesso non hai più speranze! Non
so se lo sai, ma Renesmee ha deciso di non vederti
più!”.
“Come
si è comportata quando te l’ha detto?”.
“Che
cosa?” sbottò Bella accigliandosi.
“Ti
sembrava in sé quando ti ha riferito la sua
decisione?” chiarì Edward.
Bella
sgranò gli occhi ambrati e si voltò
dall’altra
parte, come se la risposta a quella domanda galleggiasse intorno a lei.
“Se
devo essere sincera, mi sembrava distante. Sono
preoccupata, Jacob. Ho paura per lei, ma sono anche sicura che quel
Gabriel non
le farà del male. E poi tutti gli altri, l’hanno
già accettato. Non lo so,
sento che c’è qualcosa che mi sfugge. Ne ho
parlato con Edward, ma lui mi ha
detto che non devo preoccuparmi e che ci avrebbe pensato
lui.”. Bella sorrise e
scosse la testa.” Mi ha ricordato te in quel
momento”.
“In
che senso?” chiese Edward incuriosito.
“Bé
Jacob, tu potrai comportarti da bambino alle
volte, ma quando c’è un problema, tu sei il primo
ad affrontarlo. Non ti sei
mai tirato indietro, ed è per questo motivo che sono venuta
da te”.
“Ma
non ti ha mandato Edward da me?” si lasciò
sfuggire Edward.
Bella
spalancò la bocca e lo studiò socchiudendo gli
occhi.
“Come
fai a saperlo?”.
“è
passato da qui prima che tu arrivassi” rispose
Edward alzando le spalle.
“Avete
ancora litigato?” domandò Bella e Edward si
stupì, vedendo il suo volto assumere
un’espressione sofferente.
“No!”
la rassicurò velocemente Edward. “ Non abbiamo
litigato. A essere sincero, stiamo iniziando a collaborare”.
“Collaborare?”.
“Posso
dirti che ho cominciato a vedere le cose
tramite i suoi occhi” disse Edward e non riuscì a
impedirsi di ridere.
Bella
lo osservò per un istante, per poi seguirlo. A
un tratto Edward sentì un movimento alle sue spalle ed ebbe
la sensazione che
Jacob fosse nelle vicinanze. Anche Bella si voltò verso
quella direzione, ma
tra gli alberi non c’era nessuno.
“Allora”
esordì Bella guardando sorridente Edward, “
hai già pensato a un piano?”
“Che
piano?”
“Il
piano per riconquistare Renesmee…” disse lei
canzonandolo.
“Tu
vuoi che riconquisti…” ma s’interruppe.
Stava
per dire nostra figlia.
“Certo.
Ti ho sempre detto che ti avrei voluto nella
mia famiglia, anche se come genero…”.
“Ma
credevo che tu non volessi?” sbottò Edward
sorpreso. In quegli anni avevano discusso a lungo
dell’imprinting di Jacob con
Renesmee, e lui aveva sempre pensato che Bella non era molto entusiasta
dell’idea.
“All’inizio,
no. Ma ti ho tenuto d’occhio e,
soprattutto, io ti conosco Jacob. Non faresti mai del male a Renesmee,
perché
se dovessi farlo, questa volta non permetterò a nessuno
dall’impedirmi di farti
a pezzi!” lo minacciò Bella e Edward sorrise,
ricordando quando sua moglie
aveva attaccato Jacob molti anni prima.
“Vorrei
che Edward la pensasse come me” concluse
lei, sospirando.
“Ma
io la penso come te!” sbottò Edward e Bella
alzò
di scatto la testa.
“Che
cosa hai detto?” chiese lei con tono freddo.
“Volevo
dire che sono sicuro che Edward la pensa
come te” si corresse Edward e percepì un sospiro
di sollievo proveniente dal
bosco.
“Te
l’ha detto lui?”
“No,
ma sono sicuro che lo farò molto presto!” le
disse con convinzione.
Bella
fece una smorfia e incrociò le braccia.
“Vorrei
tanto sapere dell’ultimatum!” sbottò
Bella
ringhiando.
Il
rumore di rami spezzati li raggiunse e Edward
ebbe la certezza che Jacob fosse nelle vicinanze.
“Che
ne dici di entrare?” le propose Edward agitato.
“Non
posso trattenermi, Jacob. Tra poco Renesmee
tornerà a casa e voglio parlare. Perché sei
così nervoso?”. Bella inclinò
leggermente la testa, ma poi un lampo di comprensione balenò
nei suoi occhi.
“Tu sai dell’ultimatum. Dimmelo!”.
Edward
deglutì, ma quando osservò il volto di sua
moglie, tutta la sua determinazione di non farle scoprire
dell’ultimatum, si
sciolse come la neve sotto il sole.
‘
Tanto dovevi
saperlo prima o poi, Jacob’ pensò Edward.
“Stamattina,
Edward è passato di qui e mi ha detto
che se non mi fossi deciso a dichiararmi, ci avrebbe pensato lui a
dirlo a
Renesmee al mio posto”disse Edward, aspettando
l’esplosione.
Bella
lo guardò incredula e poi scoppiò a ridere di
cuore.
“Tutto
qui?”.
“Come
sarebbe a dire tutto qui?” chiese Edward
rabbuiandosi.
“Io
credevo che ti avrebbe impedito di vedere
Renesmee, oppure che ti avrebbe costretto ad andartene. Cose del
genere!”.
Bella
rise nuovamente.
“E
ti ha spiegato perché ha intenzione di farlo?”.
Edward
non riuscì più trattenersi.
“Per
il semplice motivo, che nostra figlia sta
veramente male per il fatto che quel cane non si decide a parlare. Non
fa altro
che pensare a lui! Pensa anche che in lei ci sia qualcosa che non va,
oppure
che Jacob non abbia più l’imprinting! Non te ne ho
mai parlato, perché ero
certo che tu ti saresti arrabbiata e saresti venuta a ucciderlo. E so
che
quanto bene vuoi a quel cucciolo. Così, quando Jacob veniva
a casa nostra, gli
studiavo sempre i pensieri, ma è diventato così
bravo che non riuscivo più a
capire le sue intenzioni!”.
“Jacob?”
lo chiamò Bella titubante e leggermente
spaventata, ma sembrava che Edward si fosse dimenticato con chi stava
parlando.
Finalmente poteva sfogarsi, ed era conscio che la sua reazione
esagerata era
dovuta al fatto che si trovasse nel corpo di Jacob. Cosa che lo fece
infuriare
ancora di più.
“Ne
ho parlato come Emmett e Jasper e loro si sono
trovati d’accordo con me. Dovevo intervenire! Non puoi capire
la sofferenza che
provo, ogni volta che vedo tornare Renesmee, triste e depressa, a casa
dopo
essere stata con lui tutto il giorno. È per questo motivo
che ultimamente ho
cercato tutti i modi per impedirgli di stare con lui, inventando scuse!
Lui non
fa altro che farla soffrire e…”
“Che
cosa?”
Un
ringhio riecheggiò nel giardino davanti alla
piccola casa rossa dei Black. Jacob sbucò tra gli alberi e
con un salto
raggiunse Edward. In quel momento, i due si scordarono di avere come
pubblico
Bella.
“Maledetto
succhiasangue! Non ti azzardare a ficcare
il naso nella mia vita!” urlò Jacob.
“A
cuccia, cane! Sei tu che trovi tutti i modi per
ferire le persone che amo!”.
“Non
dire cazzate, Edward! Se tu non ti fossi messo
in mezzo, io mi sarei dichiarato da tempo!”.
“Non
dare la colpa a me per la tua codardia!”.
“Io
non sono un codardo!”
“E
allora perché non gliel’hai detto?”
domandò
Edward tremando.
“Perché
io non voglio imporre a Renesmee
l’imprinting. Io non voglio che lei mi ami perché
deve farlo! Io voglio che mi
ami solo se lei lo desidera!”rispose urlando Jacob.
“Ma
sei cieco? Lei ti ama! Se no, per quale motivo
veniva qui ogni volta che ne aveva l’occasione?”.
“Pensavo
che volesse starsene un po’ lontana da casa
vostra! E poi né che tu o la tua famiglia siete molto
contenti di avermi
intorno!”.
“Ma
per favore! Se non ti avessimo voluto, te
l’avremmo fatto capire da tempo!”.
“La
psicopatica bionda” si limitò a dire Jacob,
sorridendo.
“Rosalie
è Rosalie! E poi né che tu ti sei sforzato
molto per andarci d’accordo!” ribatté
Edward sbattendosi una mano in faccia.
Aveva la sensazione di parlare con un bambino.
“Non
sono un bambino!” protestò Jacob.
“Allora, cresci!” esclamò Edward alzando
le braccia al cielo.
I
due si guardarono in cagnesco e in silenzio, ma
molto presto quello fu interrotto dall’arrivo di Leah e di
Seth.
La
ragazza lupo stava cercando di trattenersi dallo
scoppiare a ridere e Seth osservava una cosa alle loro spalle.
Fu
in quel momento che Jacob e Edward si voltarono
verso Bella. La vampira era impietrita, ma quando si accorse che i due
avevano
smesso di urlarsi contro, cominciò a ringhiare minacciosa.
Nessuno
l’aveva mai vista così arrabbiata e Jacob,
ricordandosi di quanto potesse diventare pericolosa,
cominciò a indietreggiare.
Edward,
al contrario, si avvicinò a Bella
preoccupato.
“Bella,
amore, stai bene?” le chiese e fece un gesto
avventato: le accarezzò una guancia.
Quello
fece scattare Bella, la quale si acquattò sul
cofano della macchina, sfondandolo.
“Adesso
ci divertiamo” disse Leah e si sedette per
terra.
“Non
credi che dovremmo intervenire? Va bene che
Bella non è più un neonato, ma ti posso
assicurare che fa veramente male quando
è arrabbiata” commentò Seth,
rabbrividendo.
“Seth…”
lo chiamò Leah dolcemente, “ quando ci
ricapiterà l’occasione di vedere Bella tentare di
uccidere suo marito?”
“E
Jacob?” chiese suo fratello.
“Altro
motivo in più per godersi lo spettacolo. Se
lo sono meritato” rispose Leah e un sorriso si
formò sulle sue labbra.
A
pochi metri da loro, Jacob e Edward si guardavano
allarmati.
“
Complimenti, Edward. Spero per te che tu abbia
fatto testamento!”.
“Non
credi di esagerare?” domandò Edward.
“Edward,
Bella non è più l’umana che ha bisogno
della nostra protezione, anzi siamo noi a doverci proteggere da lei! Ti
conviene prepararti!”.
“A
cosa?”
“Al
suo attacco! Tu non sei mai riuscito a leggerle
nel pensiero, ma io al contrario di te, ho sempre saputo cosa le passa
per la
testa. E in questo momento, lei non vuole altro che farci molto
male!”.
Come
le avesse letto nel pensiero, Bella balzò giù
dall’auto e iniziò a dirigersi verso loro due.
Ringhiava
furiosamente e stringeva a scatti le mani,
per tentare di calmarsi.
“Chi
è Edward tra voi due?” ringhiò.
Edward
guardò Jacob e poi alzò la mano enorme e
dalla carnagione scura del suo nuovo corpo.
Bella
si fermò impietrita, mentre Leah e Seth
seguivano lo svolgersi della situazione.
“Come…
Cosa…” farfugliò la vampira.
“è
stato Gabriel. Ci ha scambiato…”
“Quando?”
chiese Bella, interrompendo Edward.
“Due
giorni fa…” rispose il nuovo lupo, sperando di
calmarla.
La
rabbia di Bella triplicò e Edward provò una forte
confusione. Anche Jacob non sapeva cosa fare, e si rese conto per la
prima
volta, per quale motivo Edward non sopportasse, da una parte,
l’idea di non
saper leggere la mente della vampira.
“Doccia…”
sibilò tra i denti Bella.
Jacob
impallidì, rendendo la carnagione avorio del
suo corpo, ancora più bianca.
“Doccia?”
ripeterono all’unisono Seth, Leah e
Edward.
“Doccia”
confermò Bella avvicinandosi a Jacob.
Edward
spostò lo sguardo da lui a lei e capì che il
suo corpo stava per fare una brutta fine.
“Bella,
amore, so che tu vuoi attaccare Jacob, ma ti
ricordo che è dentro al mio corpo…”.
“Edward,
non ho intenzione di bruciarti, dopo averti
fatto a pezzi. Puoi ricomporti” disse tranquillamente Bella e
sorrise in
maniera folle.
Ai
margini del bosco, Leah rideva talmente di gusto
che delle piccole lacrime le scivolano lungo la guancia, mentre Seth
stava
pensando a come intervenire.
“Sorellina,
dobbiamo fare qualcosa” disse lui
nervosamente e seguendo l’avanzata di Bella verso Jacob.
“Dai,
Seth. Non fare il guastafeste! Goditi lo
spettacolo!” sbottò Leah, che ancora stava ridendo.
Jacob
la fulminò con lo sguardo, per poi
riconcentrarsi su Bella. Si stava arrabbiando, dopotutto non era mica
colpa
sua. Se lei non fosse così…. Non sarebbe accaduto
nulla. Adesso, doveva solo
farglielo capire.
“Bells…
ragiona un secondo. Sei stata tu a seguirmi
in bagno, io non ho…”.
“Che
cosa avete fatto voi due?” l’interrupe Edward
che stava iniziando a capire.
“Non
ti ci mettere pure tu, succhiasangue. Prima,
calmiamo tua moglie. E se vuoi darmi una mano, mi faresti un
grandissimo
favore!” esclamò Jacob indicando Bella.
“Voglio
sapere cosa sta succedendo!” urlò la diretta
interessata.
“Se
non ci attacchi, ti racconteremo ogni singola
cosa. Ma per favore, Bells, calmati!” la pregò
Jacob alzando le mani in segno
di resa.
Bella
ringhiò per avvertimento e incrociò le
braccia, inarcando un sopraciglio.
“Sto
ascoltando” sibilò.
Jacob
fece un respiro profondo e guardò Edward.
“Forza,
amico. È tua moglie” gli disse, per poi
mormorargli sottovoce. “ A te non farà del
male”.
‘Lo spero’
pensò Edward, prima d’iniziare a parlare.
Mentre
lui raccontava, Seth e Leah raggiunsero i
tre. Il giovane
licantropo era
rilassato, anche se scoccava occhiate in direzione di Bella, mentre
Leah manifestava
tutta la sua delusione.
“Mi
dispiace, Leah” disse in maniera sarcastica
Jacob.
‘Aspetta a
dirlo. Il succhiasangue non ha ancora finito’.
Edward
ci mise un po’ di tempo per raccontare ogni
cosa a Bella, usando un tono pacato e prudente. Aveva notato che la sua
amata
era furiosa, ma forse poteva calmarla se le avesse raccontato tutta la
verità.
Quando
finì, Bella era l’immagine dello shock.
“Non
è colpa nostra, Bella” aggiunse Edward.
Bella
si limitò ad annuire.
“Ma
non ti preoccupare, troveremo una soluzione!”.
Bella
assentì di nuovo.
‘Perché non
parla?’ pensò Seth, e senza nessun
motivo cominciò a sentirsi molto
nervoso.
“Dalle
tempo, anche voi avete impiegato un bel po’
per riprendervi” rispose Jacob sorridendo.
Erano
salvi e, con Bella dalla loro parte, potevano
farcela a sconfiggere Gabriel.
Ma
anche Edward non era tranquillo e si avvicinò a
Bella per abbracciarla. La vampira era rigida e sembrava una bambola di
pezza,
cosa che lo fece preoccupare.
“Secondo
me, le è venuto un colpo” suggerì Leah
ghignando.
“Leah,
è una vampira” sbottò Jacob.
“Sì,
ma è anche una moglie e una madre. Strano che
non abbia fatto il collegamento…”.
“Che
collegamento?”
Leah
ridacchiò.
“Bé,
lei ha tentato di sedurre il suo migliore amico
e corteggiatore di sua figlia, per non parlare poi di Nessie. Sai che
shock che
avrà, quando scoprirà tutto?”.
“In
effetti, ha ragione…” disse Seth, grattandosi la
testa e guardando Jacob.
“Nessie
è una ragazza forte!” la difese Jacob.
“Sì,
ma adesso è sotto il controllo di Gabriel! Se
tu e Edward, invece di litigare come due bambini dell’asilo,
avreste iniziato a
collaborare, tutto questo non sarebbe accaduto!”
esclamò Leah con rabbia.
“Eh
sì, amico. È colpa vostra... ” fece suo
fratello.
Jacob
stava per ribattere, quando un ringhio li fece
voltare. Bella si era staccata da Edward, il quale stava
indietreggiando.
“Credo
che abbia appena fatto il collegamento!”
assicurò Leah, contenta che lo spettacolo stesse per
ricominciare.
Jacob
e Edward deglutirono e seguirono l’avanzata di
Bella verso di loro.
Ma
quando Bella spiccò il salto per attaccarli,
quello fu interrotto dall’intromissione di qualcuno.
Edward
e Jacob avevano chiuso gli occhi e, quando li
riaprirono, videro ai loro piedi un lupo che ululava dal dolore.
“Ma
perché io ho un fratello così stupido?”
Ciao
a tutti! Allora cosa ne pensate? Spero che vi
piaccia. Mi sembrava giusto far scoprire a Bella la verità e
spero che la
reazione da lei avuta possa piacervi.
Grazie
a mille a tutti per continuare a seguirmi,
non potete immaginare quanto mi renda felice.
Ringrazio
anche quelli che hanno messo la FF tra i
preferiti e le seguite, e anche quelli che l’hanno solo letta.
Grazie!
Angolo
risposte recensioni:
Holly__:
Ti
chiedo umilmente scusa, ho scoperto la tua
recensione solo pochi giorni fa. Grazie mille per i complimenti e
grazie anche
perché mi hai messo tra i motivi che ti hanno spinta a
registrarti in questo
bellissimo sito. Benvenuta! Mi sento molto onorata. Spero che anche
questo
capitolo ti sia piaciuto!
noe_princi89:
Grazie mille! Seth è un mito!
eia:
non ti scusare! XD Grazie mille! Bé, in effetti,
Nessie non si sta comportando nel migliore dei modi, ma devi anche
ricordare
che è sotto il controllo del biondino.
Saretta__Trilly__:
Grazie mille! Credo che Leah e Seth siano dei
personaggi fantastici. Personalmente, penso che siano i lupi migliori
che s’interessano
veramente delle sorti di quei due zucconi (Edward e Jacob).
aleinad93:
spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo! Grazie!
vannaggio:
Grazie
mille! Credo di aver reso così bene Leah,
perché di carattere un po’ ci assomiglio. Poi lei
è la migliore nel libro! L’ho
sempre pensato, da quando ho letto di lei la prima volta. Mi spiace
solo che la
Meyer non abbia riservato anche a Leah un lieto fine. Se lo meritava.
Tanto che
ci sono, vorrei farti i complimenti per la tua FF “Twilight:
la storia dal mio punto di vista.”
. è veramente bella.
DarkViolet92: Grazie
mille!
marpy: mi dispiace
averti deluso per il tentativo di seduzione da parte di Bella, ma mi
sembrava
giusto che lei lo scoprisse. Chiedo scusa. Spero che anche questo
capitolo ti
sia piaciuto, e grazie mille per i complimenti!
AshG:
Grazie mille! Troppo buona! Vorrei dire a te e
all’altre persone che mi seguono di più su
Gabriel, ma ho paura di rovinarvi
tutto. Ma non ti preoccupare, molto presto si scoprirà chi
è!
lalaland_girl:
Grazie mille! Seth è fantastico.
Alla
prossima!
|
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Capitolo 9 *** Azioni e Reazioni ***
Azioni
e Reazioni
“Bella,
tu ce l’hai con me, vero?”
“Seth,
sei tu che ti metti sempre in mezzo!” sbottò
Leah, dando uno schiaffo sulla nuca di suo fratello.
“Ma
sarebbero morti!” si difese lui, tenendosi il
braccio contro il corpo.
“La
succhiasangue ha detto chiaro e tondo che non
avrebbe bruciato i resti!”
“Non
la ascoltare, Seth! Hai fatto più che bene!”
disse Jacob grato al lupo più giovane.
“Ha
fatto bene, perché ti ha salvato la pelle!”
esclamò Leah adirata.
“Tecnicamente
la pelle è quella di Edward! Ma sai
com’è? Essere fatto a pezzi non è in
cima alla mia lista!”.
“Smettetela!”
gridò Bella ringhiando.
Erano
tornati nel garage per ripararsi dalla pioggia
che aveva iniziato a scendere copiosamente su Forks.
Seth
era stato fatto sedere sul divano, dove Edward
stava cercando la posizione migliore per mettergli a posto
l’arto ferito. Jacob
e Leah erano invece seduti sul cofano della macchina, mentre Bella
camminava
avanti e dietro per calmarsi, cosa che le risultava molto difficile.
“Bella,
forse dovresti scusarti. La volta scorsa
l’hai fatto” suggerì Jacob alzando le
spalle.
“Che
cosa?” chiesero all’unisono Bella e Leah.
Le
due ragazze si guardarono, era la prima volta cha
andavano d’accordo su qualcosa.
“Non
ti scusare, Bella. Mio fratello è stato
un’idiota!”.
“Su
questo non c’è dubbio!”
confermò la vampira
ridacchiando.
‘Se quelle due
si alleano, per voi è finita!’
pensò Seth, e Jacob annuì impercettibilmente
per evitare di farsi scoprire dalle due.
“Sei
pronto?” chiese Edward a Seth e mise le sue mani
sulla spalla del lupo.
“S-sì”
balbettò Seth chiudendo gli occhi.
Il
grido riecheggiò per tutta la riserva.
“Credo
che tu abbia appena stabilito un record”
disse Edward sorridendo.
“Simpatico,
Edward. Molto simpatico” ribatté Seth
massaggiandosi il braccio.
“é
il sarcasmo di Jacob. L’ho preso da lui”.
“E
non hai preso solo quello!” strepitò Bella.
Era
inutile, la rabbia la investiva a ondate.
“Amore,
sono sempre io. Anche se sono così”. Edward
fece una smorfia che non sfuggì a Jacob.
“Edward…”
lo chiamò Bella lentamente. Non riusciva
proprio a conciliare l’immagine di suo marito. Era
più forte di lei, anche se
sapeva che Edward era là dentro, i suoi occhi erano sempre
attirati verso il
corpo del vampiro dai capelli bronzei.
“Scusa,
proprio non ce la faccio” si giustificò
notando l’espressione infastidita di Edward.
Il nuovo lupo sospirò e cercò aiuto in Jacob, il
quale non sapeva proprio cosa
fare.
“Bella,
ti chiediamo scusa. Pensavamo che non ci
avresti creduto, se noi ti avessi raccontato tutto”
iniziò a dire Jacob, ma
venne interrotto.
“Guarda
che mi ero accorta che qualcosa non andava.
Non sono stupida!”
“Lo
sappiamo, ma…”
“Jacob,
anche se siete scambiati, siete rimasti
uguali. Per quanto riguarda il carattere, almeno. L’ho capito
da come mi
guardava Edward. Quello sguardo lo riconoscerei ovunque”
continuò Bella e
sorrise a Edward.
“Bella…”
si limitò a dire Edward.
“Ma
adesso non è questo il problema principale”.
“Che
cosa?” sbottarono gli altri.
“Dobbiamo
pensare a Renesmee. Dobbiamo allontanarla
da quel biondino!” spiegò lei alzando gli occhi al
cielo.
“E
come facciamo? Devo ricordati che io, cioè, lui
non può più avvicinarsi a casa vostra”
disse Jacob con tono doloroso.
“Ma
tu puoi stare con lei, anche se non come si
dovrebbe!”.
“Geniale!”
disse Leah sorridendo.
“Mi
sono perso!” ammise Seth grattandosi la testa.
“Non
funzionerà! Gabriel le sta sempre vicino,
m’impedirà di parlare con lei” fece
Jacob, dopo aver letto nella mente di Leah,
la quale aveva capito cosa volesse intendere Bella.
“Tu,
in questo momento, sei Edward e Gabriel non
impedirebbe mai a Renesmee di parlare con suo padre. In poche parole,
devi
spingerla tra le sue braccia… le tue…”
si corresse Bella scuotendo la testa.
“Chissà
che emicrania che avrete” commentò Seth
sorridendo e guadagnandosi un altro schiaffo da sua sorella.
“Edward,
la pensi come me?” domandò Bella a suo
marito.
Edward
si alzò e andò vicino a sua moglie, per
abbracciarla. Bella storse il naso per via dell’odore, ma si
lasciò avvolgere
dalle nuove braccia calorose di Edward.
‘Quanto
mi è
mancato’
pensò Edward
sorridendo.
Jacob
sbuffò e guardò in tralice il suo corpo.
“Allora?”
gli chiese seccato.
Edward
sospirò e disse:
“Bé,
la mia idea era quella di dirlo al posto tuo e,
tecnicamente, sarà così. Quindi, non
c’è problema. Solo che devi comportarti
come me, quando parlo con Renesmee”.
“Perché
come comunicate?” chiese Leah incuriosita.
“Abbiamo
un nostro modo speciale. Lei mi fa vedere i
suoi pensieri. È una delle tante cose che amo di
lei” rispose Edward con un
sorriso dolce sulle labbra.
Jacob
ridacchiò appena, attirando l’attenzione dei
presenti.
“Non
sei l’unico” spiegò ghignando.
“ è anche il
nostro modo di comunicare”.
Edward
rimase per un secondo immobile, ma poi
scoppiò a ridere di cuore. Bella sussultò e lo
guardò stranita, anche se il
suono della risata era diverso, era proprio quella di Edward.
“Io
sarei già impazzita…” ammise lei
guardando i
due.
“Chi
te lo dice che non siamo impazziti?” chiese
Jacob allargando le braccia e ridendo anche lui.
“Qual
è il piano?” domandò Leah interrompendo
Jacob
e Edward, che seguitavano a ridere come due ragazzini.
“Jacob
ed io torneremo a casa e aspetteremo il
ritorno di Renesmee. Poi toccherà a lui” disse
Bella, seria.
“E
Gabriel? Qualcuno dovrà occuparsene” fece Seth
alzandosi.
“Possono
pensarci i Cullen, no? Loro lo adorano!”
commentò Leah scuotendo la testa. L’aveva sempre
saputo che i vampiri erano
degli idioti.
Jacob
scoppiò a ridere sentendo il pensiero di Leah,
ma tenne la bocca chiusa per evitare ulteriori problemi.
“E
se Gabriel riesce a liberarsi di loro? Non
dobbiamo correre rischi. Jacob ci impiegherà
un’eternità a deprogrammare
Nessie” ribatté Seth.
“Deprogrammare?”
ripeté Bella.
“Sì,
ha fatto il lavaggio del cervello a tutti loro.
Compresa te!”
“No,
Seth. La mia Bella ha lo scudo, non è caduta
del tutto sotto il suo controllo!” disse Edward accarezzando
una guancia a
Bella, ma la vampira non se ne accorse nemmeno.
“Quel…
quel… mi ha programmato!” sbottò
ringhiando.
“ Io lo ammazzo! Perché non lo avete fatto voi?
Cosa può fare quel biondino
contro un vampiro e un licantropo?”.
“Mutaforma”
precisò Seth, ma tacque sotto lo sguardo
furioso di Bella.
“è
uguale! Vi trasformate in lupi giganti!”.
“Ma
non con la luna piena! Aro è stato chiaro. I
veri licantropi si trasformano sotto la luna e…”.
“Seth,
non è il momento! Non siamo in un
documentario!” disse Leah, esasperata.
“Però
è vero”mormorò lui, a bassa voce e
leggermente
risentito.
Edward
decise d’intervenire.
“Bella,
io e Jacob abbiamo provato ad attaccarlo, ma
lui…”.
“Ci
ha dato una bella lezione. È velocissimo,
sparisce nel nulla e…” ma Jacob
s’interruppe con lo sguardo perso, indirizzato
verso il bosco.
“Jacob?”
lo chiamò Edward preoccupandosi.
“Che
stupidi, ha continuato a ripetercelo” borbottò
il nuovo vampiro.
“Mi
sono perso un’altra volta” commentò Seth
accigliandosi.
“So
cosa regalarti a Natale. Una bella bussola e
qualche razzo di segnalazione!” sbottò Leah.
“
Voglio anche la pistola che li lancia, però”
chiarì Seth sorridendo.
Leah
dovette invocare tutti i santi per impedirsi di
assalire suo fratello.
“Jacob?”
disse Bella, ignorando i due fratelli
Clearweater.
Jacob
si riscosse e rivolse a loro un sorriso di
scuse.
“Forse
ho capito come ha fatto a batterci. Lui ha
detto che ci ha tenuto d’occhio e ci conosce molto bene.
Quindi, deve conoscere
anche come te ed io combattiamo. D’accordo che siamo
scambiati, ma la forza dei
nostri corpi rimane invariata. Ci ha studiato. Perciò se
qualcuno’altro lo
attacca, tipo loro due…” e Jacob indicò
Leah e Seth, “ dovrebbe riuscire a
sconfiggerlo!”.
Sui
volti di Bella e dei due licantropi si dipinse
un’espressione di pura gioia, ma che fu subito spazzata via,
quando Edward
sbuffò e alzò gli occhi al cielo.
“Non
credo che sia così facile! Io rimango dell’idea
che il piano di Bella sia il migliore!”.
Jacob
si rabbuiò, mentre gli altri tre iniziarono a
riflettere sul problema.
“Quindi
che si fa?” chiese Seth dopo un po’.
“Faremo
com’è stato deciso prima. Bella e Jacob
andranno a casa e aspetteranno Renesmee, nel frattempo io e Seth
staremo nei dintorni
e vedremo cosa succederà” rispose Edward, deciso.
“Ed
io?” domandò Leah inarcando un sopraciglio.
“Tu
rimarrai qui e, se avessimo bisogno di aiuto,
convocherai il branco. È meglio che Seth ed io non ci
trasformassimo. Il
nostro… voglio dire, il vostro odore aumenta se siete
trasformati in lupi”.
“Io
pretendo di venire! Sono la più veloce!”
esclamò
Leah, arrabbiata. “ Giusto, Jacob? Non darai mica a ragione a
questo
succhiasangue!”.
Ma
Jacob era distratto. Sapeva che il piano di Bella
e Edward era un ottimo piano, ma lui non era convinto di potercela
fare.
Renesmee non lo voleva più, come avrebbe fatto a convincerla
del contrario?
Neanche nei suoi sogni più disparati, si era mai immaginato
di dover
dichiararsi in quella maniera. Aveva un programmato tutto, ma
l’arrivo di
Gabriel, aveva reso vani i suoi sforzi.
Sentiva
gli occhi degli altri puntati addosso e
quando alzò la testa, il suo sguardo
s’incrociò con quello di Edward. Gli
sembrò che il suo acerrimo nemico, sapesse cose li stesse
passando per la
testa, come se lui potesse comprendere la difficoltà della
situazione in cui si
trovava. Ma poi, erano ancora nemici?
Jacob
fece un respiro profondo e assentì.
“Leah,
sei il secondo lupo in carica. Rimani qui,
mentre noi andiamo a salvare Nessie!”.
“Maledetto
succhiasangue” sbottò la ragazza
incenerendolo con lo sguardo.
“Leah,
guarda che Edward è nostro amico e…”
esordì
Seth, offeso che Leah si ostinasse a odiare i Cullen.
“Ma
io non riferivo a Edward. Il mio commento era
rivolto a Jacob”.
Sul
viso di Leah apparve un vero sorriso, cosa che
sorprese del tutto Bella e Edward. Non l’avevano mai vista
sorridere in quel
modo.
Legati
com’erano, anche Seth si aprì in un gran
sorriso, mentre Jacob sbuffava divertito davanti alle loro espressioni.
“Che
cosa stiamo aspettando?” chiese Bella,
riprendendosi dallo shock.
“Direi
di andare” mormorò Jacob, nervoso.
Gli
altri uscirono e, quando Jacob fece per
seguirli, Leah lo fermò appoggiandogli una mano sul braccio.
“Che
c’è, Leah?”.
“Sii
te stesso” rispose lei. “Sei l’unico che
può
risolvere la questione”.
“Pensi
che ce la farò?”
“Jacob,
ti ho osservato in questi anni. Cerca di
essere felice, almeno tu”.
“Perché
mi dici questo?” domandò lui sorpreso.
Leah
aggrottò la fronte e Jacob si accorse che stava
trattenendo i suoi veri pensieri.
“Perché
se tu sei felice, anche il branco lo
è…”
mentì Leah alzando gli occhi e spingendolo fuori sotto la
pioggia.
Jacob
le sorrise e Leah rispose. Quando si sedette
in macchina, di fianco a Bella, decise che avrebbe aiutato Leah, dopo
aver
risolto quella questione. Con tutte le volte che gli aveva dato una
mano,
compresa questa, anche lei meritava di essere felice.
Il
tragitto verso casa Cullen fu breve e
caratterizzato dal silenzio. Jacob sapeva cosa stava pensando Bella in
quel
momento, anche se aveva lo scudo a proteggerla. Era sempre stato
così tra loro
due.
Quando
parcheggiarono nel garage, si assicurarono
che Edward e Seth fossero nascosti nei paraggi.
Una
volta sicuri, sospirarono entrambi.
“Vado
a chiamarla” fece Bella, udendo il battito
accelerato di sua figlia nell’altra stanza.
“Bella?”.
“Dimmi,
Jake”.
“Non
mi odiare, se dovessi fallire” borbottò lui
distogliendo lo sguardo da lei.
“Non
fallirai!” disse con forza. “ E non potrei mai
odiarti, anche se a volte, mi fai uscire dai gangheri!”.
Jacob
rise di cuore.
“Se
non lo facessi, non sarei io!” le fece notare.
“Jacob
Black…” lo rimproverò Bella sorridendo.
“Bells…”.
La
vampira sorrise un’ultima volta ed entrò in casa.
Jacob si guardò intorno. Parlare nel garage non sembrava il
luogo migliore,
così decise di dirigersi nel posto preferito di Nessie.
Sapeva, dopo gli anni
trascorsi insieme, che lei andava a parlare con Edward in
prossimità del fiume.
Mentre
si dirigeva verso un masso, poteva sentire
gli occhi di Edward e di Seth puntanti sulla sua schiena. Fece una
smorfia.
Avere del pubblico non l’avrebbe certo aiutato, ed era certo
che il loro numero
sarebbe aumentato con l’arrivo di Bella. Pregò che
non lo disturbassero con i
loro pensieri.
‘Auguri,
Jacob’ pensò Seth.
‘Non ti disturberemo’
disse Edward, e Jacob capì lo sforzo che si celava dietro a
quelle parole.
Si
sedette e prese un respiro profondo. Da che parte
avrebbe iniziato? Aggredirla, dicendole che Gabriel era un impostore
non era
una buona idea, anche se lo avrebbe divertito parecchio.
Non
ebbe il tempo di pensare a un’altra tattica che
avvertì l’odore di Nessie raggiungerlo.
Si
voltò e fece un gran sorriso.
“Ciao,
papà” lo salutò Renesmee.
“Ciao,
Nessie” rispose lui, sempre sorridendo. Anche
se lo stava facendo soffrire, preferendolo a Gabriel, non riusciva a
trattenersi dal sentirsi completo in sua presenza.
“Mi
ha detto la mamma che mi devi parlare! Se
riguarda Gabriel, sappi che lo amo” affermò lei
con decisione.
Il
sorriso di Jacob sparì all’improvviso, tanto che
se ne accorse anche lei.
‘Jacob, non ti
arrendere’ pensò Edward.
Jacob
scosse la testa, per scacciarlo, e fece cenno
a Renesmee di accomodarsi di fianco a lui.
“Sei
sicura dei tuoi sentimenti?” esordì con tono
distaccato.
“Sicurissima.
Appena l’ho visto, ho capito che lui è
la persona giusta per me”.
“E
da dove viene questa certezza?”
Renesmee
fece per rispondere, ma s’interruppe
aggrottando la fronte confusa. Jacob notò il suo sguardo
riprendere vitalità e
si concentrò su quello.
“
Hai detto di essere sicura. Come ha fatto a
conquistarti?” indagò.
“Ecco…
io… non lo so”confessò Renesmee e si
massaggiò le tempie con le mani.
‘Bravissimo,
Jake’.
Il
pensiero raggiante di Seth lo fece sobbalzare e,
mentre Renesmee chiudeva gli occhi per tentare di sbrogliare i pensieri
confusi
che aveva in testa, Jacob ringhiò verso la sua direzione.
‘Scusa’.
“Nessie?”
la chiamò Jacob, concentrandosi solo sulla
ragazza al suo fianco.
“Perché
mi chiami, come mi chiama Jacob?” domandò
lei, perplessa.
“Non
lo so neanche io il motivo. Forse, leggendo in
continuazione i pensieri di quel cane…”.
“Si
chiama Jacob!”.
Jacob
sorrise. Allora, le importava ancora qualcosa
di lui.
‘Jacob,
Gabriel non c’è. Approfittane!’
ordinò Edward. ‘Bella,
Seth ed io pattuglieremo qua intorno. Stai andando bene. Buona
fortuna… amico’.
Jacob
restò di sasso. Era come se Edward li avesse
dato finalmente il suo benestare, dopo anni e anni che lo attendeva.
Prendendo
forza dal pensiero di Edward, Jacob prese una mano di Nessie e la
strinse.
Doveva farle rivivere i suoi momenti passati con lui.
“Jacob…”
ripeté il diretto interessato, guardando
Renesmee, ” cosa mi dici di lui?”
La
sua vista fu offuscata dalla sua immagine,
circondata da un alone di affetto, ma anche di reticenza.
“Non
gli vuoi più bene?” le domandò
disinvolto,
anche se aveva paura della risposta.
“Io
vorrò sempre bene a Jacob”.
“Anche
lui te ne vuole, molto!” confermò lui.
“Papà!
Mi avevi promesso che non mi avresti mai
detto cosa pensava lui di me!” sbottò adirata
Renesmee, cogliendo alla sprovvista.
“Non
ti ricordi?” fece lei, mostrando a Jacob la
conversazione che aveva avuto con Edward mesi fa, nello stesso luogo.
Vide
Edward giurare, contrariato, che non avrebbe rivelato nessun pensiero,
perché
era dovere di Jacob, cioè lui, dirglielo.
Jacob
scosse a testa e l’immagine svanì.
“Ma
adesso…” tentò di dire, “ non
è più valido, no?
Adesso c’è Gabriel nella tua vita”.
“Gabriel
non sarà mai Jacob” affermò Renesmee
leggermente infastidita.
“Quindi lo
reputi migliore di lui?”.
“No!
Jacob… Jacob…” tentennò lei.
“Jacob,
cosa?”.
“Lui
non mi vuole” disse Renesmee e il suo tono si
fece triste all’improvviso.
Jacob
rimase spiazzato dall’assurdità della frase,
ma non poteva mica dirle che lui la amava ridotto in quel modo.
“Che
cosa te lo fa pensare?”
“Se
avesse avuto realmente l’imprinting, me
l’avrebbe detto, no?” ribatté lei
sconsolata.
“
Nessie, poco ma sicuro, lui l’imprinting l’ha
avuto. Eccome, se l’ha avuto!”.
“Vuol
dire, allora, che non mi ama abbastanza”.
“Nessie…
Pensa a tutti i momenti che avete passato
insieme! Lui ha dimostrato di amarti in ogni cosa che faceva per
te” disse
Jacob e rimase sorpreso, rendendosi conto di quante fossero vere quelle
parole.
In un lampo, la sua mente fu attraversata dai ricordi di Nessie: le
loro gite
al mare; gli scherzi che organizzavano alle spalle di Emmett; le notti
trascorse a parlare di cose totalmente stupide, ma per loro importanti;
le
fiabe che le raccontava quando era piccola; e, soprattutto, quegli
abbracci
rubati quando erano soli.
Jacob
le strinse ancora più forte la mano,
rimpiangendo di non essere nel suo corpo, ma quando vide
l’espressione sul
volto di Nessie, si sentì invadere dalla speranza.
Non
lo guardava come pochi minuti prima, nel suo
sguardo c’era una vitalità che credeva perduta.
“Nessie?”
la chiamò lui.
Renesmee
non rispose, ma aumentò la stretta intorno
alla mano di Jacob.
“Jacob?”
domandò, chiaramente sbigottita. “ Sei
tu?”.
Jacob
spalancò la bocca, attonito. Non sapeva
neanche lui come avesse fatto, ma Renesmee aveva scoperto la
verità.
“Tu
sei Jacob?”. La sorpresa di Renesmee si stava
trasformando in rabbia, dopotutto rimaneva sempre la figlia di Bella.
Jacob
stava per rispondere, quando tra gli alberi
sbucò Edward, seguito da Seth e Bella.
“Mamma?
Ma cosa…” fece per chiedere Renesmee, alzandosi
e raggiungendola.
“Va
tutto bene, piccola mia” rispose la vampira
sorridendole.
“Tutto
bene? Non va tutto bene! Sono... sono…”
balbettò la ragazza indicando Edward e Jacob.
“
Renesmee”.
“Papà?”
“Sì,
piccola. Sono io” confermò Edward, commosso.
“
Io non capisco…”.
“Non
sei l’unica, Nessie!” esclamò Seth
ridacchiando.
Renesmee
osservò incredula suo padre e Jacob, i
quali erano poco distanti da lei con entrambi un sorriso sulle labbra.
“Ci
sei mancata” confessò Edward, coinvolgendo anche
Jacob.
“Non
puoi capire quanto” confermò Jacob sorridendo.
Renesmee
mosse un passo verso di loro titubante, ma
molto presto si ritrovò a correre. Li abbracciò
entrambi e i due la strinsero,
scambiandosi un’occhiata sopra le sue spalle.
“Ma
cosa è successo?” chiese Renesmee, scoppiando in
singhiozzi.
“Niente
di cui tu debba preoccuparti. Jacob ed io
risolveremo la situazione” rispose Edward.
“Ormai
abbiamo superato i nostri contrasti” continuò
il nuovo vampiro.
“E
come avete fatto?” disse lei, stupita.
“Merito tuo.
Sei tu che ci hai unito” borbottarono all’unisono,
ancora stretti
nell’abbraccio di Renesmee.
Fu
in quel momento che accadde. Un bagliore dorato
li avvolse, costringendoli a chiudere gli occhi.
Quando
li riaprirono, Jacob e Edward si resero conto
di essere tornati normali.
Stavano
per parlare, quando un applauso riecheggiò
intorno a loro.
Finalmente!
Ciao
a tutti. Allora che cosa ne pensate? Spero di
non avervi deluso! Mi sembrava il momento giusto per farli tornare nei
loro
corpi. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e, se avete delle
lamentele,
scrivetele pure. Posso assicurarvi che nel prossimo capitolo, avrete
delle
sorprese. Infatti, tremo al pensiero di come potereste reagire.
Grazie
a tutti quelli che hanno messo la FF tra i
preferiti e le seguite, e anche chi si è solo limitato a
leggere.
Angolo
risposte recensioni: (siete
in tanti e la cosa mi va più che bene!)
DarkViolet92: Grazie! Da
quello che hai capito, è stato proprio Seth. Poverino! Ma il
suo personaggio è
fatto così e credo anche che abbia tendenze
masochiste… ahahah
aleinad93:
Grazie mille per i complimenti. Spero che ti
piaccia anche questo!
eia:
Grazie
di cuore! Avere Bella dalla loro parte, è una
gran fortuna. In effetti, io la preferisco da vampira perché
prima…. diciamo
che non mi ero molto “simpatica”.
vannaggio:
ecco qui un altro capitolo! Te ed io la pensiamo
allo stesso modo. Bella è molto meglio da vampira e Leah
è la migliore. Dovremmo
scrivere alla Meyer per chiedere spiegazioni…
mmmm… potrebbe essere un’idea.
Ahahah. Grazie mille per i complimenti e spero in un tuo aggiornamento!
Daisy
Black:
Spero di aver soddisfatto la tua curiosità. E poi
non potrei mai far del male a Jacob e al suo corpo. Io lo adoro fin dal
primo
libro! Grazie mille!
lalaland_girl:
ahahahah… sono contenta di averti fatto ridere!
Grazie mille!
Saretta__
Trilly__: Grazie
mille! Credo che
Leah, Seth e Bella siano diventati un mix strepitoso! Ho riso
anch’io quando ho
scritto quel capitolo!
noe_princi89:
Grazie mille! Veramente…
GiuLy93:
Benvenuta! Sono contenta che la mia FF ti abbia
appassionata. Anzi, sono stupita. Quando mi è venuta in
mente questa idea, ho
pensato: “ Cavolo, Ale. Tu non sei normale. Figurati se
piacerà!”. Be’, devo
ammettere che sono felicissima di essermi sbagliata! Grazie mille e
spero che
anche questo capitolo ti sia piaciuto!
Half
Blood:
Grazie mille per i complimenti! Credo che la tua
curiosità a proposito di Gabriel sarà soddisfatta
nel prossimo capitolo! e
lì temo il linciaggio da parte vostra!)
cullengirl:
ahahaha. Grazie di cuore! Bella è micidiale quando
è arrabbiata!
6lly:
Seth ha disturbo maniaco compulsivo. Ahahah, scherzo…
Grazie mille!
Alla
prossima!
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Capitolo 10 *** Chiarimenti ***
Chiarimenti
Gabriel
spuntò da dietro una grossa quercia. I
capelli biondi erano legati in un codino, gli occhi azzurri brillavano
e un
sorriso raggiante era stampato sul suo viso delicato.
“Ottimo
lavoro, amici miei!” esordì, ridendo e
battendo ancora le mani.
Edward
e Jacob si scambiarono un’occhiata e
annuirono.
‘Facciamolo a
pezzi!’ pensò Jacob.
“Puoi
contarci!” ringhiò Edward, contento di riavere
indietro sia il suo corpo e il suo potere.
Ma
non erano solo loro due che avevano voglia di
combattere. Dalla gola di Bella fuoriuscì un ringhio che
fece rabbrividire i
presenti, tanto che Seth decise di trasformarsi, senza aspettare il
permesso di
Jacob.
I
suoi vestiti esplosero e il lupo comparve al loro
fianco. Emise un ululato per richiamare Leah e Jacob gli diede una
pacca sul
muso, per fargli capire che aveva fatto bene.
Nel
frattempo Gabriel li osservava divertito.
“Non
ho più nessun motivo per rimanere, per ora! È
stato un piacere conoscervi, ma il mio tempo è scaduto! Ci
rivedremo in
futuro!”.
“Tu
non ti muovi!” sbottò Bella acquattandosi.
Gabriel
sbuffò.
“Edward,
puoi dire a tua moglie che è inutile
attaccarmi?”.
“Lo
sa già. Ma Bella è tremendamente testarda e poi,
ora che sono nuovamente nel mio corpo, sono certo di
batterti!” rispose il
vampiro, scoprendo i denti.
“
Anche se siete in quattro…” tentò di
dire Gabriel.
“Cinque”
lo corresse Renesmee, per poi arrossire.
“Tu
non combatti!” esclamarono all’unisono Jacob e
Edward.
Renesmee
inarcò un sopracciglio e gli sorrise.
“Voi
mi farete combattere. Non siete i soli a essere
stati sotto il suo controllo! Devo ricordavi cosa mi ha
fatto?” disse lei con
tono glaciale.
“è
pericoloso” ribatté Jacob, sicuro di sé.
“Jake?”
lo chiamò Renesmee e il licantropo si voltò
prontamente dalla parte opposta. Se l’avesse guardata negli
occhi, l’avrebbe
convinto del contrario.
‘Edward!’
pensò Jacob, in cerca di aiuto.
“Piccola
mia, lascia fare a me e a Jacob. Tu torna a
casa con mamma. Seth vi scorterà”
spiegò Edward.
“Che
cosa?” gridò Bella con tono irritato, reso
più
forte dal ringhio proveniente da Seth.
“Bella,
Seth…”
“Edward
Cullen! Io lo farò a pezzi. E non
dimenticare che poi me la prenderò sia con te sia con il tuo
nuovo amico a
quattro zampe! Non ho dimenticato ciò che avete fatto quando
eravate scambiati!”
disse Bella con un ringhio.
Renesmee
annuì e Seth assentì, ululando una piccola
risata.
Gabriel
li osservava sempre con quel sorriso sulle
labbra, e Jacob stava per trasformarsi quando la radura fu invasa dal
resto dei
Cullen, seguiti subito dopo da Leah.
Un
silenzio pieno di tensione scese su di loro e
rimasero a fissarsi stupiti.
“Ma
cosa sta succedendo?” sbottò Emmett galvanizzato
e pronto a combattere.
“è
una storia lunga. Non c’è tempo ora, ti
spieghiamo tutto dopo” fece Jacob riportando il suo sguardo
su Gabriel.
Carlisle
raggiunse Edward e gli misi una mano sulla
spalla per trattenerlo.
“Cosa
sta succedendo, figlio mio?” ripeté il dottore
serio.
“Niente
di così importante. Jacob ed io abbiamo un
conto in sospeso con Gabriel”.
“Perché
volete attaccarlo?”
“Ecco,
il motivo è…” iniziò a dire
Edward, ma fu
interrotto dal sibilo infuriato di Bella.
“Li
ha scambiati! Edward era Jacob e Jacob era
Edward”.
I
Cullen s’impietrirono, per poi voltarsi tutti
verso Gabriel.
“Credo
che sarà più difficile del previsto
andarmene” borbottò lui, portandosi una mano al
mento con fare pensoso. “Non mi
rimane altra scelta…”
“Che
scelta?” domandarono all’unisono i presenti.
Gabriel
sospirò e incrociò le braccia, guardandoli
leggermente seccato.
“Devo
raccontarvi tutto, adesso. Pensavo di farlo
tra qualche anno, quando mi sarei ripresentato da voi. Ma visto che
siete così
ansiosi…”
“Vuoi
dire infuriati!” lo corresse Jacob ringhiando.
“Anche…”
concesse Gabriel ridendo. “Che ne dite se
ne parliamo dentro casa?”
Tutti
guardarono verso Carlisle, il quale annuì
impercettibilmente.
Non
fecero in tempo a muoversi che Gabriel era già
sparito.
“Ma
come fa?” domandò Jasper spiazzato.
“Neanche un
neonato è così veloce!”
“Lo
scopriremo, fidati”, promise Bella,
oltrepassandolo e dirigendosi verso casa.
I
Cullen e buona parte del branco di Jacob la
seguirono. Edward e Jacob camminavano a fianco di Bella e di Renesmee,
segretamente contenti che potessero finalmente stare accanto alle
persone che
amavano.
Quando
varcarono la soglia, trovarono Gabriel
attenderli nel grande salone. Li fece cenno di sedersi sul divano e
sulle
poltrone, come se lui fosse il padrone di casa.
Presero
posto, tranne Jacob e Edward che rimasero in
piedi, speranzosi che il ragazzo li desse un’occasione per
attaccarlo.
“Speranza
vana…” disse Gabriel sorridendo.
“Parla”
sbottò Bella, che era seduta sul bracciolo
della poltrona, vicina a Renesmee.
Gabriel
li guardò attentamente uno per uno ma quando
si fermò a guardare i fratelli Clearwater, fece un
occhiolino nella loro
direzione, confondendo i due.
“Che
cosa volete sapere?” domandò gentile.
“Tutto!”
esclamò Jacob.
“Perché
non riesco a vederti?” chiese Alice,
sovrastando la voce di Jacob.
Gabriel
rise divertito.
“Il
motivo è semplice. Sono un mezzosangue. È per
questo che non riesci a vedermi”.
“Le
tue origini quali sono?” domandò Carlisle con
evidente curiosità.
“Sono
un mezzo vampiro e un mezzo licantropo”.
“Uno
di noi ha avuto figli?” disse Seth guardando
Leah e Jacob.
“Seth!
Sam sarà il primo ad avere un figlio, ed
Emily è un’umana” rispose Jacob seccato,
ma poi si accorse dell’espressione
dolorosa sul viso di Leah e si diede dello stupido per non essere stato
più delicato.
Anche
Gabriel si era accorto della sofferenza di
Leah e, guardandola, la rassicurò.
“Non
ti preoccupare, Leah. Tra qualche anno, starai
meglio!”.
Leah,
per tutta risposta, gli ringhiò contro, ma
Gabriel si limitò a sorriderle.
“Che
cosa significa tra qualche anno?” domandò Seth
abbracciando la vita di sua sorella per confortarla.
“Anche
tu starai molto meglio, Seth. Dobbiamo solo
aspettare” rispose Gabriel.
“Aspettare?”
ripeté il giovane lupo.
“Gabriel…”
lo chiamò Renesmee, attirando su di sé
tutti gli sguardi. “ Da dove vieni?”
“Dalla
Siberia. I miei genitori abitavano lì. Sai
Nessie. Tu, Nahuel e le sue sorelle non siete gli unici a essere stati
concepiti da un vampiro e un’umana”.
“Non
ci sto capendo più niente” borbottò
Emmett tra
le braccia di Rosalie.
“Non
sei l’unico” disse lei di rimando, alzando gli
occhi al cielo.
Gabriel
rise nuovamente e si sedette per terra.
“Permettetemi
di raccontarvi fin dall’inizio. Mia
madre era una mezza vampira, concepita da un vampiro e da
un’umana. Bella e
Edward non stati i primi a stravolgere le regole”
esordì Gabriel, osservando i
due diretti interessati. “ Anche se la storia di mio nonno e
di mia nonna non è
andata a buon fine. Purtroppo, mio nonno non riuscì a
salvare mia nonna ma mia
madre nacque e suo padre decise di portarla in Siberia, per evitare che
i
Volturi scoprissero di lei.
Solo
che successe un imprevisto. La Siberia non era
un luogo sicuro. Caius stava cacciando i licantropi, i veri licantropi,
e mio
nonno aveva paura che li scoprissero. Ma un giorno, mentre si
nascondevano, un
licantropo li trovò. Mio nonno e il lupo cominciarono a
combattere, ma mia
madre, che aveva raggiunto la maturità, si mise in mezzo e
fu in quel momento
che accadde…”.
Gabriel
s’interrupe, godendosi l’effetto del suo
racconto. I presenti lo guardavano con gli occhi sbarrati e ammutoliti
dalla
curiosità.
“Che
cosa accadde?” domandò Esme con tono gentile.
“L’imprinting”
rispose Gabriel e gettò un’occhiata
verso Renesmee e Jacob.
“Che
cosa?” sbottò Jacob incredulo.
“Non
è solo una vostra prerogativa, avere
l’imprinting. Succede in tutti i lupi. È nella
loro natura. Che siano maschi o
femmine” disse il ragazzo biondo, osservando Seth e Leah.
“Vai
avanti” lo invitò Edward e Gabriel
annuì.
“Quando
il licantropo ebbe l’imprinting con mia
madre, si fermò. Mio nonno era sorpreso, ma non perse tempo.
Stava per
attaccarlo, quando mia madre si frappose tra loro. Gli
spiegò che non poteva
fargli del male, anche se lei non ne sapeva il motivo. La mattina
arrivò e il
licantropo si trasformò in umano. Raccontò a loro
la storia dell’imprinting.
Mia madre era sconvolta, ma si rese conto che senza di lui non poteva
vivere e
così i miei genitori si misero insieme. Mio padre era un
tipico Figlio della
Luna”.
“Perché
parli di loro al passato?” domandò Jasper.
“Perché
sono morti”, rispose Gabriel, perdendo di
colpo la sua aria divertita.
“
Ma non erano al sicuro” riprese il ragazzo, “
Caius si stava avvicinando. Mio nonno lasciò mia madre e mio
padre, dicendo che
ci avrebbe pensato lui a fermarlo. I miei genitori tentarono di
impedirglielo,
ma lui era testardo e li abbandonò. Dopo la sua scomparsa,
vennero a scoprire
che era stato ucciso da Caius in persona”.
“Caius…”
mormorò Carlisle scuotendo la testa.
“Proprio
lui” confermò Gabriel, tremando dalla rabbia.
“Mio nonno gli disse che ci aveva pensato lui a uccidere
l’ultimo licantropo,
mio padre, e a Caius non è piaciuto”.
“Mi
dispiace…” sussurrò Esme.
Gabriel
fece un gesto con la mano per rassicurarla.
“Non
ti preoccupare, Esme. Grazie al sacrificio di mio
nonno, i miei genitori potevano stare insieme. Erano molto felici e,
dalla loro
unione, nascemmo io e le mie sorelle”.
“Sorelle?”
chiese Carlisle.
“Sì,
ho due sorelle più grandi e, come me, hanno dei
poteri” rispose Gabriel ridacchiando.
“Cioè
sparire nel nulla e possedere una forza
mostruosa?” domandò Edward.
“Oh,
no. Noi non spariamo nel nulla e cose del
genere. Siamo più forti e più veloci, solo
perché possediamo sia la natura del
vampiro e sia la natura del lupo. Il mio potere è quello di
leggere e controllare
le anime” spiegò Gabriel con tono calmo.
“Anime?”
ripeté Edward, preso in contropiede.
“Sì.
Ognuno di noi, in questa stanza, ha un’anima”
rispose Gabriel leggermente confuso.
“Ma
non è possibile” strepitò il vampiro
dai capelli
bronzei.
“Edward,
non vorrei contraddirti, ma è così!”.
Edward
era scioccato e scoccò un’occhiata verso
Carlisle, che sembrava vagamente compiaciuto.
“Non
potevi dircelo prima. Che so? Qualche anno fa?”
sbottò Bella, accigliandosi.
“Come,
scusa?” chiese Gabriel confuso.
“Edward
non voleva trasformarmi, perché aveva questa
convinzione che mi avrebbe dannato per sempre. Potevi risparmiarci un
sacco di
problemi!” lo accusò Bella fulminandolo con lo
sguardo.
“Edward,
tu eri veramente convinto di questa cosa?”
domandò Gabriel incredulo.
Edward
si limitò ad annuire.
“Ma
scusa, come avresti fatto a innamorarti di Bella,
se non avessi posseduto un’anima?”
Edward
rimase in silenzio, mentre i suoi familiari
cominciarono a ridacchiare, coprendosi le bocche con le mani. Solo i
licantropi
ridevano di gusto.
“Smettetela”
ordinò Edward, dando una gomitata a
Jacob. “Devo ricordarvi quello che ci ha fatto?”.
“Perché?
Cosa ci ha fatto?” chiese Emmett curioso.
Edward
e Jacob lo guardarono sconvolti.
“Perché
mi guardate così?” domandò il vampiro
bruno
innervosendosi.
“Gabriel,
a te la parola…” lo invitò Edward con
un
gesto della mano.
Gabriel
fece un respiro profondo e continuò da dove
si era interrotto.
“
Qualche anno dopo la nostra nascita, due nomadi
arrivarono in Siberia. Io e le mie sorelle eravamo a casa, mentre i
miei
genitori erano a cacciare. Scoprimmo quello che gli sarebbe accaduto,
grazie al
potere di Celine. Lei riesce a vedere il futuro”
spiegò, quando si accorse
delle espressioni confuse dei presenti.
“Vede
il futuro?” domandò Alice, balzando in piedi.
“Sì,
ma è diverso dal tuo potere. La differenza dei
vostri poteri è un po’ come quella che
c’è tra Edward e Aro. Celine vede tutti
quanti con maggior chiarezza, ma ha bisogno di toccare le persone o i
loro
oggetti.
Quel
giorno, un secolo fa, Celine stava sistemando i
vestiti di nostra madre, quando ebbe la visione di James e
Victoria”.
“James?”
sbottò Bella.
“Victoria?”
urlò Edward.
“Proprio
loro due. Hanno ucciso i nostri genitori.
James voleva cacciare nostro padre, ma mia madre si è messa
in mezzo e…”
Gabriel si fermò un istante per prendere un respiro profondo.
Edward
e Jacob si scambiarono un’occhiata. La rabbia
che provavano nei confronti di Gabriel si stava trasformando in
compassione.
“A
proposito, vorrei ringraziarvi per averli fatti
fuori. Adesso ci rimane solo uno da uccidere, anche se mia sorella
Kira, con il
suo compagno, è a buon punto” disse Gabriel
sorridendo.
“Non
capisco…” ammise Renesmee.
“Kira,
in questo momento, sta andando in Italia…
Vladimir sarà felicissimo!” esclamò
Gabriel.
“Vladimir?
Dracula due?” domandò Jacob, ricordandosi
dei due vampiri rumeni che erano venuti a Forks per aiutare i Cullen.
“Proprio
lui. Celine ha detto a Kira che lui sarà il
suo compagno, così mia sorella è andata in
Romania. Sono molto innamorati,
visto che lei ha avuto l’imprinting con lui.”.
“Mi
sembra di essere ai Confini della Realtà!”
borbottò Seth e sua sorella gli diede ragione annuendo.
“Che
potere ha tua sorella?” domandò Carlisle. Ormai
si era trasformato nel Dottor Cullen.
“Un
potere terribile!” rispose Gabriel ridendo.
“Del
tipo?” insistette il dottore.
“Be’,
non bisogna farla arrabbiare. Lei è capace di
uccidere gli immortali!”.
Un
brivido serpeggiò tra i Cullen, ma nessuno aveva
la forza di chiedere in cosa consistesse il potere della sorella di
Gabriel.
“Come
fa?” domandò Leah avida di sapere, ignorando
le occhiate furibonde dei Cullen.
“Lei
è capace d’incendiare qualsiasi cosa”
rispose
il biondino.
“Vuole
incendiare i Volturi?” domandò Bella
incredula.
“Oh
no, non tutti i Volturi. Solo Caius, ma quando
l’ho chiamata prima, le ho detto di scoccare
un’occhiata incendiaria anche a
Jane. Non l’ho mai sopportata” ammise Gabriel
accigliandosi. “Si crede chissà
chi, ma non è nessuno”.
“Sai,
Gabriel. Io e te andremo molto d’accordo” fece
Bella con un gran sorriso sulle labbra.
“Questo
è poco, ma sicuro!” confermò Gabriel
facendole l’occhiolino.
“Ma
perché sei venuto qui?” domandò Jacob,
che non
voleva dargliela vinta così facilmente.
Gabriel
lo guardò sorridendo e si limitò a dire:
“Celine
non ha detto solamente a Kira chi sarà la
sua anima gemella. L’ha detto anche a me” rispose
Gabriel.
“Quando
i nostri genitori morirono”, riprese
Gabriel, “ rimanemmo in Siberia per un bel po’ di
anni. Celine e Kira
conoscevano già le loro anime gemelle, visto che erano
già al mondo, ma mancavo
io e loro non volevano partire senza di me. Ma qualche anno fa, una
mezza
vampira di nome Renesmee nacque e il mio futuro ebbe inizio”.
Un
ringhio furioso uscì dalle labbra di Jacob, che
iniziò a tremare. Edward fece per calmarlo, ma Renesmee fu
più rapida. Si alzò
e abbracciò Jacob. Quando il lupo la sentì tra le
sue braccia, si tranquillizzò
all’istante. Renesmee lo guardava con assoluto coinvolgimento
e Jacob le
sorrise.
“Tu
hai avuto l’imprinting con mia figlia?”
domandò
Edward disperato. Non gli bastava solo Jacob, ma pure quel biondino che
poteva
leggere le anime e che era più forte di lui.
“Non
avrò l’imprinting con lei, ma con la loro
figlia! E non solo io avrò l’imprinting con la
loro famiglia, ma anche loro
due!” rispose Gabriel raggiante, indicando alle sue spalle
Seth e Leah.
Un
silenzio innaturale scese in casa Cullen. I
vampiri erano attoniti e guardavano Gabriel come se fosse un
extraterrestre, ma
nessuno erano più scioccato di Renesmee e Jacob. I due si
guardarono per un
istante, per poi sciogliere l’abbraccio e arrossire
furiosamente. Nel frattempo
i due fratelli Clearwater erano impietriti.
L’unico
che si divertiva era Gabriel.
“Capite,
ora? Mia sorella Celine mi ha detto che la
mia anima gemella nascerà dall’unione di Jacob e
di Nessie, ma non era sicura
al cento per cento perché Edward non sopportava
più di tanto Jacob. Ed io non
volevo stare solo per l’eternità! Così,
sono venuto qui a Forks e, leggendo le
vostre anime, ho scoperto tutto sul vostro conto. Certo che ne avete
passate
tante!”
“Puoi
dirlo forte” sussurrò Emmett, che si stava
riprendendo.
“Quindi,
tu hai scambiato Jacob e Edward per questo
motivo?” chiese Bella incredula.
“Sì,
non potevo rischiare. Se non fossi intervenuto,
Jacob e Nessie si sarebbero messi insieme tra vent’anni! E
visto che ho già
cento e passa anni, non avevo voglia di aspettare ancora! E poi Seth e
Leah,
come me, meritano di essere felici subito. Soprattutto Leah!”
Spiegò Gabriel
sorridendo ai due fratelli.
Seth
e Leah erano ancora sotto shock, per non
parlare poi di Jacob e Renesmee. Nessuno dei quattro aveva riacquistato
la
parola, così fu Edward a tirare le somme.
“Quindi,
da quello che ho capito, tu, Leah e Seth
avrete l’imprinting con figli di Renesmee e Jacob…
con i miei nipoti?”
“Esatto.
Congratulazioni Edward e Bella, tra poco
diventerete nonni!” esclamò Gabriel felice come
una pasqua. “ Ah, e
congratulazioni anche a voi, Jacob e Nessie!”.
“Ho
bisogno di sedermi…” mormorò Renesmee
appoggiandosi di peso su Jacob.
“Io
ho bisogno di bere…” borbottò Seth.
“Fratellino,
per la prima volta, ti do ragione”
disse Leah, scuotendo lentamente la testa. “Carlisle,
c’è dell’alcool in casa?”
Carlisle
fissò la ragazza. Era la prima volta che si
rivolgeva direttamente a lui.
“Sì,
ho una bottiglia di whisky invecchiato
cent’anni. Vuoi che vada…”
“Sì!”
gridarono Seth e Leah.” Per favore…”
aggiunsero dopo imploranti.
Carlisle
fece per alzarsi, ma la domanda che rivolse
Bella a Gabriel, fece irrigidire tutti i presenti.
“Che
cosa ci hai fatto? A
parte scambiare loro due?”
Gabriel
la guardò e si alzò, per poi mettersi in
mezzo a Edward e Jacob.
‘Ha tendenze
suicide?’ pensò Jacob fulminando il
biondino che lo guardava con affetto.
“Forse…”
borbottò Edward, ancora sconvolto.
“Io
non ho fatto assolutamente niente. A parte farmi
piacere da tutti voi, soprattutto da Renesmee” disse Gabriel
sorridendo.
Renesmee
si schiarì la voce e squadrò attentamente
il ragazzo biondo di fianco a lei.
“Io
e te… cioè… Noi... ” ma non
riuscì a continuare.
Era troppo imbarazzata.
“Cosa?”
sbottò Gabriel, leggendo la sua anima. “ Oh
no, assolutamente. Siamo andati al cinema e a mangiare fuori, ma
nient’altro.
Non abbiamo fatto altro che parlare di Jacob, e poi io ho intenzione di
conquistare tua figlia, non tu.”. Gabriel
rabbrividì. “ Provarci con la madre
della mia futura fidanzata!”.
Tutti
guardarono Jacob ridacchiando, il quale
arrossì e si accigliò.
“è
successo un mucchio di tempo fa. Piantatela!
Seth, Leah non vi conviene farmi arrabbiare, visto che
diventerò vostro
suocero!”.
I
due licantropi si ammutolirono, ma gli altri
Cullen continuavano a ridere.
“Ma
come possiamo avere la sicurezza che non stai
mentendo per salvarti la pelle?” domandò con tono
distaccato Edward. “ Ricorda
che Jacob ed io abbiamo intenzione di fartela pagare!”.
Gabriel
sbuffo e tirò fuori dalla tasca interna
della giacca, che indossava, un cellulare ultima generazione.
“Se
vuoi chiamo mia sorella Celine e le dico di
venire qui, anche se ci vorrà un po’ di tempo dal
Brasile!”.
“Brasile?”
chiese Rosalie.
“Oh,
sì. Lei ha avuto l’imprinting con Nahuel. Un
problema in meno, vero futuro suocero?” chiese Gabriel a
Jacob.
“Non
tirare la corda…” lo minacciò Jacob, ma
non
riuscì a impedirsi di sorridere.
Mentre
Gabriel faceva il numero di sua sorella,
Renesmee si scostò dolcemente da Jacob.
“Dove
vai?” le chiese lui preoccupato.
“A
stendermi un po’. Sono stanca” rispose lei.
“Vuoi
che ti accompagni?”
“No.
Rimani qui!” gli ordinò con tono glaciale, cosa
che lo sorprese.
‘E adesso che
ho fatto?’ pensò Jacob, mentre la vedeva
andare via verso la sua casetta
nel bosco.
“Jake,
lasciale il tempo di riflettere. Anche tu
dovresti farlo, amico” gli disse Edward, seguendo anche lui
con lo sguardo
Renesmee.
Bella
fece per seguirla, ma Edward la bloccò e la strinse
a sé.
“Lasciamola
un po’ da sola, amore”.
“Sono
preoccupata” mormorò Bella, accarezzandogli il
volto.
“Anch’io.
Ma Jacob le parlerà. Vero, cucciolo?”
“Ci
puoi contare, succhiasangue” rispose Jacob
determinato, anche se una strana sensazione lo invase quando Renesmee
sparì tra
il folto degli alberi.
Nel
frattempo Gabriel aveva finalmente raggiunto
Celine al telefono.
“Ciao,
sorellina. Che domande fai? Sta per piover
naturalmente. Lì in Brasile? Bene… Bene. Nahuel?
Ok! Perché sono un’idiota?”
sbottò Gabriel all’improvviso facendo sobbalzare
tutti.
“Che
fosse idiota, non c’erano dubbi” affermò
Leah e
Rosalie, che si trovava di fianco a lei, annuì complice.
“Ma
io l’ho fatto per farli stare insieme! Come
sarebbe a dire che il mio futuro è ancora incerto? Anche
quello di Seth e Leah!
Che cosa? Oh, no. Io non ho peggiorato la situazione! E poi come hai
fatto a
vedermi? Ecco che fine ha fatto il ciondolo, c’è
l’hai tu. Celine, io… come
sarebbe a dire che devo rimediare? Che cosa? Perché devo
scappare? No, figurati.
Jacob e Edward mi hanno perdonato!” disse Gabriel ridendo
nervosamente e
guardando i due."Sì, ok. Ciao!”
Gabriel
chiuse la telefonata, mise il cellulare
nella tasca e cominciò a indietreggiare.
“Gabriel?”
lo chiamò Jacob seguendolo.
“C’è
un piccolo imprevisto.”
“Quale?”
chiese Edward affiancando Jacob.
Ormai
si trovavano all’esterno, nel giardino dei
Cullen.
“Diciamo
che Nessie, ci sta ripensando. Il fatto di
venire a scoprire che diventerà moglie e madre
l’ha leggermente spaventata”
mormorò il ragazzo biondo.
“Quindi?”.
“Quindi,
Jacob. Devi fare opera di convincimento ed
io ti darò una mano. Dopotutto, diventerò tuo
genero, no?”.
Jacob
iniziò a tremare vistosamente, mentre Edward
scopriva i denti.
“Fammi
capire, Gabriel. Adesso il tuo futuro è più
incerto
perché ti sei intromesso, giusto?”.
Gabriel
annuì.
“Ma
se tu non fossi intervenuto, mia figlia e Jacob
si sarebbero messi insieme tra qualche anno, giusto?”
“Sì”
ripose Gabriel, tentando di sorridere.
“E
tutto questo casino lo hai fatto perché non volevi
aspettare?”
“Anche…
diciamo che io ho dato una spinta, ma non
pensavo che Renesmee avrebbe reagito così. Io leggo le
anime, mica il futuro!”.
“Grazie,
Gabriel. Era esattamente ciò che volevamo
sapere” disse Edward, per poi guardare Jacob.
“Pronto?”
gli chiese.
“è
da giorni che sono pronto” rispose Jacob e si
trasformò all’istante, mentre Edward si acquattava
per saltare addosso a
Gabriel.
Dalla
vetrata del salone, Leah guardava con evidente
invidia Jacob e Edward rincorrere Gabriel.
“Ah,
se non fossi ubriaca, mi aggiungerei anch’io”.
“Idem”
disse Seth.
“Ne
volete ancora?” domandò Bella gentilmente,
porgendoli la bottiglia.
“Ci
puoi giurare!” risposero in coro i due fratelli
Clearwater, ma il rumore dei ruggiti e di alberi spezzati sovrastarono
le loro
voci.
Ehm…
allora cosa ne pensate? Sconvolti? Infuriati?
Spero di no.
Se
sono riuscita a sorprendervi, allora vuol dire
che ho raggiunto il mio scopo. A essere sincera, per la storia di
Gabriel, ho
avuto l’illuminazione solo due giorni fa. Avevo appena finito
di leggere
l’intera saga di Twilight e BAM… eccola che
è arrivata. Infatti, la storia di
Caius e quella di James e Victoria in Siberia sono accennate nei libri
(Breaking Dawn ed Eclipse), così ho pensato di intrecciarla
a quella di
Gabriel.
Spero
veramente che vi sia piaciuto il capitolo (e
che non vogliate uccidermi).
Grazie
ai nuovi che hanno aggiunto la FF tra i
preferiti e le seguite e anche a tutti quelli che mi seguono fin
dall’inizio o
che si limitano solo a leggerla.
Angolo
risposte recensioni:
AshG:
mi spiace deluderti, ma le tue supposizioni non si
sono avverate. Spero che la storia del biondino ti sia piaciuta! E per
Jacob e
Nessie si vedrà… ahahah dopotutto Gabriel
avrà l’imprinting con loro figlia,
anche se ha combinato un casino assurdo… Grazie
mille…
Daisy
Black:
Grazie mille! Mi diverto un casino quando scrivo
dei due fratelli Clearwater. Sono fantastici! Spero che anche questo
capitolo
ti sia piaciuto!
aleinad93:
Jake e Nessie sono bellissimi! Peccato che non si
saprà mai come andrà a finire. =( (anche se ho
letto che vogliono fare un
telefilm su Twilight, ma non ne sono ancora sicuri. Forse faranno
vedere anche
loro due) Grazie mille!
_alice
cullenzina_ :
Grazie mille! Anch’io
adoro Seth, e Bella ha iniziato a piacermi quando è
diventata vampira. Ahahah…
loli89:
Grazie per i complimenti! Ci sei andata vicina.
Gabriel comparirà nel futuro di Jacob e Nessie, ma come
genero e Leah diventerà
loro nuora. Sempre se riescono a risolvere la situazione... ahahah.
noe_princi89:
speriamo che si risolvano anche in questo caso.
Grazie!
vannaggio:
Ti ho sorpreso? Grazie mille per i complimenti! Io
credo che Leah sia il sarcasmo a fatta a persona. È geniale!
Ma la tua Yvonne
la batte... ahahah per quanto l’alleanza Bella e Leah era
anche ora, quelle due
insieme sono micidiali. E Seth… be’ …
è Seth. Stupendo!
p.s.:
per la Meyer possiamo pure andare a trovarla a
casa... ahahah
Saretta__Trilly__:
ti ha fatto divertire questo capitolo? Spero di sì.
Alla fine era concentrato su Gabriel. Leah e Seth sono fortissimi!
Edward ha
finalmente capito che Jacob è il migliore e poi Nessie e
Jacob sono
meravigliosi. Era il minimo che Nessie lo riconoscesse! Grazie mille!
lalaland_girl:
grazie mille! Ti do ragione su tutto, a parte che
Jacob è solo mio! Ahahah scherzo.
DarkViolet92:
Spero
di averti accontentato. È vero lo scorso
capitolo era un po’ cortino, ma se lo avessi allungato,
l’avrei rovinato (suggerito
dal mio istinto di scrittrice). Spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto! Grazie mille! =)
eia:
Nessie e Jacob sono legati da un sentimento così
forte, che mi sembrava ovvio far riconoscere, a Nessie, Jacob. Spero
che anche
questo capitolo ti sia piaciuto! Comunque non ti preoccupare, da quanto
hai
appena letto, Gabriel non porterà via Nessie da Jacob.
Grazie mille!
6lly:
Grazie mille! Spero che ti sia piaciuto pure
questo!
GiuLy93:
ecco qua il nuovo capitolo! Spero che ti sia
piaciuto e che non ti abbia deluso! Grazie mille per i complimenti!
Diciamo che
su Gabriel ci hai quasi azzeccato, anche se ovunque va, non fa altro
che creare
casini! Comunque, altre situazioni divertenti ci saranno. Dopotutto
Jacob e
Edward rimangono gli stessi, anche se sono tornati nei loro corpi. E
poi non
dimentichiamoci di Seth e Leah.
Alla
prossima!
Avviso:
non
so bene ancora come andrà a finire la FF, ma
ormai manca poco… =(
(che brutto, sigh…)
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Capitolo 11 *** Suggerimenti ***
Suggerimenti
Jacob
Black varcò la soglia di casa Cullen con la
testa bassa, trascinando i piedi. Erano passati due giorni dalla
rivelazione di
Gabriel e per lui la vita si era fatta più complicata.
Per
prima cosa, solo lui e Edward avevano ancora
delle rimostranze nei confronti di Gabriel, perché il resto
della famiglia
Cullen lo aveva accolto a braccia aperte. Anche Bella era passata
dall’altra
parte, infatti, dopo alcune riflessioni, era giunta alla conclusione
che se
Gabriel non fosse intervenuto, lui e Edward sarebbero ancora ai ferri
corti.
Jacob aveva dovuto ammettere che la vampira aveva ragione, ma anche se
da una
parte il suo intervento era andato a buon fine, dall’altra
aveva peggiorato le
cose con Renesmee.
La
ragazza lo stava ignorando e Jacob non sapeva più
come riuscire ad avvicinarla.
Quella
mattina si era presentato a casa sua e quando
aveva bussato, era venuto ad aprirgli Edward.
Il
vampiro gli aveva detto che Renesmee stava
dormendo ma Jacob, notando l’espressione di Edward, aveva
capito che gli stava
mentendo.
“Sei
diventato un bravo lettore” gli aveva
comunicato Edward, dopo avergli letto la mente.
“Ho
fatto pratica con Bella da un’umana e poi il
giro turistico nel tuo corpo ha affinato la mia tecnica”
aveva scherzato Jacob,
tentando di sorridere.
Edward
gli si era avvicinato e gli aveva appoggiato
una mano sulla spalla.
“Aspettami
a casa di Carlisle e di Esme. Arrivo
subito!”
“Perché?”
aveva domandato Jacob confuso.
“Perché
ti darò una mano a conquistare la tua futura
moglie” aveva risposto Edward, scuotendo leggermente la testa.
“Non
sei contento, nonnetto?”
Edward
aveva alzato gli occhi al cielo.
“Meglio
nonno che padre. Io dovevo solo affrontare
un imprinting, tu dovrai affrontarne tre! Se andrà tutto
bene con mia figlia,
nel tuo futuro dovrai affrontare non solo Gabriel, ma anche Seth e
Leah. E a
essere sincero, non so dire chi sarà il migliore tra i
tre!”.
“Forse
Leah…” aveva azzardato Jacob pensoso.
“Io
non ci conterei! Conoscendola, avrà da ridire su
qualsiasi cosa farete. Come hai fatto tu”.
“Io
non ho mai…”
“Oh
sì, che l’hai fatto!” lo aveva
interrotto Edward
ridendo.” Ci vediamo tra poco!”.
Così
Jacob, in quel momento, si trovava nel salotto
dei Cullen a guardare fuori dalla finestra in attesa di Edward. Non era
solo
nella stanza, Alice ed Esme stavano chiacchierando presso il tavolo,
che era
interamente occupato da cartine e da cataloghi.
“Oh,
no. Questo non va bene!” sbottò Alice,
lanciando dietro di sé una rivista e centrando in faccia
Jacob.
“Ehi,
folletto. Fai più attenzione!” esclamò
Jacob
accigliandosi, ma poi il suo sguardo cadde sulla rivista e
sbiancò.
Era
un catalogo di abiti da sposa.
Lo
raccolse con mani tremanti e si avvicinò al
tavolo. Vide le cartine sul tavolo e, con suo sommo orrore, si accorse
che
erano progetti di abitazioni. Alcune avevano quattro piani, altre
sembravano
uscite da delle favole, ma non c’erano solo questi. Di fianco
alla pianta di
una casa in stile coloniale, c’erano dei cataloghi di torte
nuziali, di
bomboniere e soprattutto di smoking.
“Oh,
no” mormorò e attirò
l’attenzione delle due
vampire.
“Jacob!”
lo chiamò Alice, fulminandolo.
“Folletto,
che cos’è questa roba?” chiese con voce
stridula, sventolando la rivista che aveva in mano.
“Jacob
Black, questi mi saranno molto utili per il
vostro matrimonio! È seccante non sapere come
sarà. Infatti, stavo pensando di
chiedere a Gabriel di chiamare sua sorella
Celine…” rispose Alice, con evidente
gelosia nella voce.
“Celine?”
ripeté Jacob attonito. Aveva appena visto
gli appunti di Esme, la quale aveva scritto tutti i materiali che gli
sarebbero
serviti per costruire la loro futura casa.
“Sì!
Lei riesce a vedervi!” sbottò Alice,
ringhiando.
“Cara,
anche tu sei brava” la consolò Esme,
accarezzandogli la testa.
“Lo
so! Ma voglio essere perfetta e questo
matrimonio mi porterà al di sopra della
perfezione!”.
“Alice…”
borbottò Jacob, ” io non ho ancora chiesto
niente a Nessie. Non ti sembra di esagerare? Forse, non
succederà mai”.
Le
due vampire lo guardarono attentamente e Jacob fu
costretto ad abbassare lo sguardo, ma quando sentì il tocco
gelido di una mano,
alzò la testa e si ritrovò a fissare Esme.
“Mia
nipote è solo spaventata. Chi non lo sarebbe?
Lei vuole te, tu vuoi lei. Andrà esattamente come ha detto
il tuo futuro
genero”.
Jacob
rabbrividì sentendo come aveva chiamato Esme
Gabriel, e la vampira gli rivolse un sorriso di scuse.
“Non
lo so…” tentò di dire Jacob.
“Oh,
sì che lo sai! Me lo devi!” lo interruppe
Alice.
“Te
lo devo?” chiese Jacob confuso.
“Sì!
Guarda che noi non vi abbiamo ancora perdonato
per lo scherzetto che ci avete fatto tu e Edward. Certo che la tua
amica Leah
ha ragione. Siete stati degli stupidi!”.
“Ma
non è colpa nostra! E poi da quando Leah è
entrata nei vostri cuori?” sbottò Jacob,
arrabbiandosi e ricordandosi di come
l’atteggiamento dei Cullen era cambiato radicalmente nei
confronti della
ragazza lupo.
“Da
quando ci ha aperto gli occhi su voi due!” disse
Alice sorridendo.
“E
poi, da ubriaca, è magnifica” rincarò
Emmett,
mentre scendeva le scale in compagnia di Jasper e Rosalie.
I
tre vampiri si avvicinarono e Jacob dovette
spostarsi per farli posto. Rosalie gli rivolse uno sguardo incendiario,
per poi
concentrarsi sulle riviste sul tavolo.
“Renesmee
sarà magnifica con questo addosso” disse
ad Alice, la quale annuì vedendo cosa indicava sua sorella.
“Amore,
Emm ed io usciamo per comprarti la stoffa”
fece Jasper, abbracciando la piccola vampira.
“Perfetto!
Compratene cento metri” mormorò Alice,
aggrottando la fronte.” No! Facciamo duecento”.
“Duecento?”
“Sì.
Non è colpa mia se sono alti più di due
metri!”
esclamò Alice e fulminò Jacob.
Il
licantropo ebbe la netta sensazione di essersi
perso parecchi passaggi.
“Alice
non ha trovato gli abiti adatti a te e ai
tuoi fratelli. Quindi, vi deve cucire lei gli smoking”
spiegò Edward, mentre
entrava.
Emmett,
Jasper ed Esme scoppiarono a ridere vedendo
l’espressione basita di Jacob, al contrario di Rosalie che lo
guardava
risentita.
“Su,
forza. Andate!” esclamò Alice spingendo i due
vampiri verso il garage. “ Mi serve subito!”.
Emmett
e Jasper salutarono i presenti e si
fiondarono a prendere la macchina. Nel frattempo Edward stava guardando
ai
progetti, annuendo e complimentandosi con Esme.
“Esme
hai ragione. Questa sarebbe perfetta per i
miei nipoti” commentò e prese in mano la piantina
di una casa semplice e
deliziosa.
“Sì,
ma mi servirà parecchio tempo per restaurarla”
fece lei, accigliandosi appena.
“Ti
daremo una mano noi” disse Rosalie e attirò gli
sguardi degli altri, soprattutto quello incredulo di Jacob.
“Non
lo faccio per te, cane. Lo faccio per mia
nipote” ringhiò lei.
Jacob
ringhiò di rimando e stava per replicare,
quando Gabriel li raggiunse.
“Forse
devo scambiare anche voi due! Sarebbe
divertente vedervi” disse il biondino ridendo.
“Se
lo fai, firmi la tua condanna a morte!” lo
minacciò Rosalie.
“Mettiti
in fila” mormorarono all’unisono Edward e
Jacob.
Gabriel
scosse la testa divertito e li raggiunse.
Dette un’occhiata ai progetti e annuì convinto.
“Esme,
mia sorella mi ha detto che la casa sarà
perfetta, sempre se Renesmee cambi idea”.
“Come,
scusa?” domandò Jacob stringendo le mani a
pugno.
“
Nessie sta vagliando tutte le possibilità. La vede
fuggire, la vede sotto un arco con un vestito da sposa indosso, la vede
su una
spiaggia nei tropici. È molto confusa”
spiegò Gabriel comprensivo.
“Chissà
perché…”mormorò sarcastico
Jacob.
“Dai,
papà. Non fare così. Sono rimasto per
rimediare al guaio che ho combinato” affermò
Gabriel abbracciandolo.
‘Come mi ha
chiamato?’ pensò Jacob, tentando di
sfuggire dalla morsa di Gabriel.
Edward
fece una breve risata, mentre Alice ed Esme
lo guardavano incuriosite.
‘Edward, io
non riderei. Se mi ha chiamato papà, molto presto ti
chiamerà nonno’.
Il
vampiro dai capelli bronzei smise di ridere, si
accigliò e fulminò con lo sguardo Jacob. In quel
momento, sentirono dei passi
sul portico e si voltarono verso la porta.
Carlisle
stava entrando con Seth e Leah, i quali
avevano delle occhiaie marcate e sembravano in preda alla nausea.
“Devo
scriverlo nella mia ricerca su di voi. I
licantropi non sopportano l’alcool”
borbottò Carlisle e li osservò molto
attentamente.
Seth
fece una smorfia e si portò una mano alla
testa, infastidito.
“Dottore,
noi sopportiamo l’alcool ma quel whiskey
invecchiato è stato….”
esordì Leah, che aveva imitato Seth.
“Devastante!”
concluse suo fratello buttandosi sul
divano, per poi sospirare dal sollievo.
I
Cullen risero e Jacob si trattenne dal sorridere.
Dopotutto era il loro capobranco e non poteva permettere ai due
fratelli quei
comportamenti, soprattutto perché loro due sarebbero
diventati rispettivamente
suo genero e sua nuora.
‘Se
hanno
reagito così scoprendo semplicemente che avranno
l’imprinting tra qualche anno,
che cosa combineranno quando succederà?’.
Edward
si voltò verso di lui e gli sussurrò
all’orecchio:
“Metterò
in cassaforte tutto l’alcool che abbiamo in
casa”.
“Come
se potesse fermarli”, commentò Jacob.
“Allora,
vuol dire che comprerò quelle casseforti al
titanio, con la serratura a riconoscimento vocale e ottico. Dovrebbe
funzionare”.
Edward
e Jacob si voltarono verso i due fratelli
Clearwater, i quali erano seduti sul divano, immobili e con gli occhi
chiusi.
Vedendoli, sorrisero entrambi.
“Gabriel,
tua sorella ti ha detto quando Jacob farà
la proposta?”
La
domanda di Alice fece sobbalzare i presenti.
“Mi
ha riferito che Jacob pensava di chiederglielo
tra qualche anno, dopo essersi dichiarato al suo compleanno. Ma adesso
non è
certa. Il mio intervento ha cambiato le carte in tavola”
ripose Gabriel,
aggrottando la fronte pensieroso.
“Quando
assume quell’espressione, sono guai
assicurati” borbottò Edward a Jacob.
“Ma
certo!” esclamò Gabriel ridendo.
“Eccoli
che arrivano” mormorò Jacob.
“Papà,
perché non glielo chiedi dopodomani? È il
compleanno di Nessie!” disse il biondino raggiante.
Jacob
spalancò la bocca attonito, per poi iniziare a
scuotere la testa. Aveva un suo piano preciso e poi rimaneva il
problema
dell’anello. Voleva dare a Renesmee quello di sua madre, ma
sapeva che Billy
non avrebbe consentito. Infatti, quando si era sposata sua sorella
Rebecca, si
era rifiutato di consegnarlo, dicendo che non avrebbe rinunciato a quel
ricordo. Ma per Renesmee era perfetto: era sottile, fatto in oro
bianco, con
incastonato un piccolo diamante.
“Le
piacerà senz’altro” disse Edward,
sorridendo al
licantropo.
“Ma
c’è il problema di mio padre. Non me lo
darà
mai!” si lamentò Jacob sbuffando. “
è capace di diventare più letale di un
licantropo e di un vampiro messi insieme, per
quell’anello!”.
“Anello?”
chiese Esme sorridendo.
Edward
spiegò agli altri quello che aveva letto
nella mente di Jacob, mentre lui si perdeva a immaginare la reazione di
Nessie
quando gliel’avrebbe dato.
Sorrise
involontariamente, ma poi un pensiero fece
svanire quel sogno. Renesmee non gli parlava da due giorni e lo
evitava, come
avrebbe fatto a chiederlo? E poi, era già pronto per
affrontare quella scelta
di vita?
La
risposta arrivò subito: era pronto. Ormai
considerava i Cullen come la sua famiglia e desiderava stare con Nessie
dalla
prima volta che l’aveva vista.
Ma
era troppo presto e, soprattutto, non sapeva da
che parte iniziare. Doveva farle una proposta romantica, organizzando
ogni cosa
per il meglio, oppure chiederglielo semplicemente? Sotto quel punto di
vista,
assomigliava tremendamente a Bella. Infatti, Edward ha dovuto
inventarsi ogni
genere di compromesso per sposarla.
“La
mia situazione era diversa” precisò Edward,
interrompendo il flusso di pensieri di Jacob.
Il
licantropo si rese conto che tutti i presenti lo
stavano fissando; a quanto pareva aveva pensato ad alta voce.
“Se
vuoi, ti posso dare una mano io. Posso rendere nonno
Billy più accondiscendente, così ti
consegnerà l’anello senza troppi
problemi”
propose Gabriel, strofinandosi le mani.
“No!”
esclamarono tutti all’unisono.
“Era
solo un’idea…” piagnucolò il
ragazzo biondo,
mettendo il broncio.
“Hai
già fatto tutto il possibile, Gabriel. Grazie”
disse Esme.
‘Anche
troppo…’
pensò Jacob.
“Quindi,
Jacob farai la proposta tra due giorni?”
chiese Leah sorridendogli.
Jacob
s’irrigidì un momento, per poi annuire molto
lentamente.
“Cucciolo,
io ti avverto. Sarà una festa magnifica,
per cui cerca di non rovinarla, chiaro?” lo
minacciò Alice socchiudendo gli
occhi.
“Aspettate!
Se Billy non mi dà l’anello…”.
“Jacob,
quando vuoi, puoi essere molto convincente”
lo consolò Seth. “ Cosa stiamo aspettando? Andiamo
subito!”.
“Ora?”
chiese Jacob, spaventato. “ Ma mi devo
organizzare”.
“Devi
organizzare un assalto a tuo padre per
chiedere un semplice anello?” domandò Carlisle,
inclinando leggermente la
testa.
“Ovvio!
Combatterà fino alla fine!”.
“Non
stiamo mica parlando dei Volturi” fece Leah,
alzando gli occhi al cielo.
“Preferisco
combattere contro le brutte copie
vampiresche di Tizio, Caio e Sempronio, che con Billy!”.
“Chi
sono Tizio, Caio e Sempronio?” chiese Seth.
“Forse
sono degli amici di Jacob” rispose Gabriel
alzando le spalle, confuso quanto il licantropo.
Jacob
si voltò verso di loro e pregò in cuor suo che
la visione della sorella di Gabriel, Celine, fosse sbagliata. I suoi
due futuri
generi non potevano essere così stupidi.
“Forza,
cane. Se non vai tu a chiederglielo a tuo
padre, andrò io” disse Rosalie, oltrepassandolo e
dirigendosi verso l’uscita.
Jacob
si affrettò a raggiungerla e si piazzò davanti
a lei, scoprendo i denti.
“Che
cosa hai in mente?” domandò il licantropo,
rimpiangendo di non essere più nel corpo di Edward. In quel
frangente,
desiderava con tutte le sue forze riavere indietro il potere di leggere
le
menti.
Rosalie
gli rivolse uno sguardo glaciale e incrociò
le braccia, inarcando un sopracciglio.
“è
molto semplice. Voglio che mia nipote sia felice
e questa felicità, purtroppo, puoi dargliela solo tu. Ti
ripeto lo faccio per
lei, non per te e se questo mi costringe ad aiutarti, lo
farò. Adesso,
spostati. Devo andare a trovare Billy” disse la vampira,
muovendo un passo.
Jacob
rimase interdetto per qualche secondo, ma poi
allargò le braccia e scosse la testa.
“Ho
capito! Ci vado subito!” sbottò, per poi
guardare Edward. Gli costava ammetterlo, ma aveva bisogno del vampiro.
Edward
annuì e lo affiancò all’istante.
“Andiamo”
disse Edward.
Stavano
per uscire, quando Gabriel e Seth li
richiamarono.
“Veniamo
anche noi!”
“Assolutamente
no!” gridò Jacob, parecchio nervoso.
Non avrebbero fatto altro che peggiorare la situazione.
Guardò in direzione di
Carlisle e di Esme in cerca di aiuto, i quali afferrarono il messaggio.
“Ragazzi,
che ne dite di mangiare qualcosa? Sarete
stanchi e affamati” propose Carlisle indicando la cucina.
Seth
e Gabriel si guardarono indecisi.
“è
da tanto che non faccio le frittelle!” sospirò
Esme, fingendo un’espressione dispiaciuta. “ Ma se
desiderate accompagnare
Jacob…”.
La
vampira non fece in tempo concludere la frase,
che i due ragazzi erano già corsi in cucina.
“Uomini”
disse Leah con tono comprensivo. “Quando si
parla di cibo, non capiscono più niente!”.
“Anche
quando si parla di qualcos’altro” aggiunse
Rosalie, scuotendo la testa, mentre osservava Alice, Esme e Carlisle
spostarsi
verso la cucina.
“Grazie”
sussurrò Jacob, certo che potessero
sentirlo.
Lui
e Edward salutarono Rosalie e Leah e uscirono di
casa. Il vampiro sembrava compiaciuto e Jacob gli domandò il
motivo.
“Rosalie
ti ha fregato” rispose lui sorridendo in
maniera sghemba.
“In
che senso?”
“Lei
sapeva che avresti reagito, se fosse andata a
parlare con Billy al posto tuo”.
“Uno
a zero per Barbie diabolica” borbottò Jacob
accigliandosi e facendo ridere Edward.
S’inoltrarono
nel folto degli alberi e cominciarono
a correre in direzione di La Push. Jacob non volle trasformarsi, aveva
bisogno
di avere la mente libera, anche se al suo fianco aveva Edward, ma
almeno lui
non poteva parlargli dentro la testa.
“Io
l’ho trovato divertente” disse Edward,
rallentando. Erano arrivati in prossimità della casa di
Jacob.
“Se
vuoi, possiamo scambiarci di nuovo. Gabriel
sembra impaziente di rifarlo”.
“Sai,
ti ci vedo bene nelle vesti di una vampira
bionda”.
Jacob
si limitò a ringhiargli contro e Edward gli
sorrise, per poi alzare la mano per bussare.
“Aspetta!”
gli disse Jacob fermandogli il polso.
“Hai
cambiato idea?” domandò Edward.
“No,
devo fare un’altra cosa prima” rispose Jacob,
diventato improvvisamente serio.
“Oh
no, Jacob. Non c’è ne bisogno”
tentò di dire
Edward.
“Invece
sì. Sei suo padre e hai il diritto di
rifiutare”. Il licantropo fece un respiro profondo e
guardò Edward dritto negli
occhi. “ Edward Cullen ti chiedo la mano di tua figlia,
Renesmee. Ti prometto
che la proteggerò per l’eternità e che
la amerò sempre. Ti chiedo scusa se in
passato mi sono comportato male nei tuoi confronti e anche quelli di
Bella, ma
l’ho fatto perché Nessie è diventata la
ragione della mia esistenza. Io….”
Edward
gli appoggiò una mano sulla spalla e gli
sorrise.
“Jacob
Black, hai il mio permesso e stamattina Bella
mi ha detto che sarebbe molto felice se tu e Renesmee diventiate marito
e
moglie. E ti chiedo scusa anch’io per via di alcuni miei
atteggiamenti”.
“
Alcuni?” scherzò Jacob sorridendo anche lui.
Edward
alzò gli occhi al cielo.
“Se
dobbiamo fare una gara, la vinceresti tu, caro
il mio cucciolo”.
“Se
lo dici tu”, si limitò a dire Jacob e
bussò alla
porta di casa sua.
“Avanti!”.
Edward
e Jacob entrarono e trovarono in salotto sia
Billy sia Rachel. Quando i due avevano scoperto dello scambio di Edward
e
Jacob, erano scoppiati a ridere, sorprendendo Jacob che li aveva
guardati,
scioccato.
“Ciao
Edward” disse Rachel sorridendo.
“Ciao
Rachel”.
“
Ti posso dire una cosa?” domandò lei, alzandosi.
“Certo!”
fece Edward, confuso e incuriosito.
“Preferivo
te! Jacob e papà non mi permettono di
rimanere sola con Paul” gli sussurrò lei,
risentita.
Edward
si lasciò sfuggire una breve risata, ma notando
le espressioni furiose di Billy e Jacob, smise all’istante.
“Io
vado” disse Rachel, per poi aggiungere con il
pensiero che lei e Paul avevano trovato un altro modo per stare da
soli. Edward
si morse le labbra per impedirsi di ridere nuovamente.
Rimasti
soli, Jacob sentì il nervosismo avvolgerlo.
Suo padre capì che lui e Edward erano venuti per chiedergli
qualcosa.
“Ragazzi,
ditemi” disse e li invitò a sedersi sul
divano.
Jacob
fece accomodare Edward, per poi sedersi sulla
poltrona nuova.
“
Bella, la nuova poltrona” esordì Edward per
spezzare la tensione.
Jacob
si voltò incredulo verso di lui.
“Grazie
Edward, mi ha dato un buon motivo per
cambiarla” fece Billy sorridendo.
“Prego,
se posso fare altro…”
“No,
grazie. Gli altri mobili mi piacciono”.
Il
silenzio si fece strada tra di loro e Jacob si
sentiva gli occhi addosso di suo padre e di Edward. Quando divenne
insostenibile, sbottò:
“Ok,
andiamo dritti al punto! Billy, ho intenzione
di chiedere in sposa Nessie e volevo darle l’anello di
mamma…”.
Jacob
s’interruppe in attesa di una sua reazione, ma
quella non arrivò.
“Lo
so che ci tieni molto, ma sono certo che se la
mamma fosse ancora qui, non avrebbe fatto molti problemi ed io ci tengo
veramente tanto”.
“
Billy, ” disse Edward, “ ho dato il permesso a
Jacob
di sposare mia figlia e, visto che entrambi desideriamo il meglio per
loro due,
credo che noi dovremmo fare tutto il possibile per aiutarli. Le nostre
famiglie
si uniranno e sarei onorato se il primo passo fosse quello di
consegnare
l’anello a Jacob”.
Billy
li guardò per un lungo momento, per poi
spingere la carrozzina verso la sua stanza da letto. Entrò e
si chiuse la porta
alle spalle, con un gran rumore.
“Wow,
sapevo che avrebbe reagito male, ma avrei
preferito delle urla a questo” borbottò Jacob
sconsolato, indicando la porta
chiusa.
“Aspetta”
lo rassicurò Edward e gli rivolse un gran
sorriso.
“Mi
stai dicendo…” esordì Jacob, ma fu
interrotto
dall’arrivo di suo padre.
Billy
aveva un’espressione solenne e, appoggiata in
grembo, aveva una scatolina blu.
Il
cuore di Jacob iniziò a battere all’impazzata,
quando Billy, che aveva occupato il posto di prima, aprì la
scatola.
L’anello
era bello come l’ultima volta che l’aveva
visto, indosso a sua madre. Tese le mani, ma si fermò
indeciso. Billy sospirò e
glielo consegnò.
“Grazie,
papà” disse commosso Jacob, stringendogli
il braccio come segno di ringraziamento.
“Dopo
quello che hai passato, credo che questo debba
averlo tu” fece Billy alzando le spalle, per poi sorridergli.
“Grazie”
ripeté Jacob.
“Grazie”
disse anche Edward, grato a Billy.
“Però
a una condizione…” aggiunse Billy ridendo.
Jacob
s’immobilizzò e pensò che dovesse
aspettarselo
da suo padre.
“Dovrai
dirlo tu a Rachel e a Rebecca! Andranno
fuori di testa!”
“Che
cosa? Papà! Già devo fare la proposta a
Nessie…”
“Lo
vuoi l’anello, sì o no?’”
domandò Billy
inarcando un sopracciglio, sempre con il sorriso sulle labbra.
“Accetta”
suggerì Edward a Jacob.
Jacob
guardò prima Edward e poi suo padre. Da una
parte avrebbe voluto abbracciare suo padre, ma dall’altra
avrebbe voluto
ucciderlo.
“Ok!”
si arrese. “ Glielo dirò io!”.
“Ottimo!”
esclamò Billy raggiante.
Edward
rise e diede una pacca sulla spalla a Jacob.
“La
parte più difficile è passata”.
“La
parte più difficile? Oh no, questa era una
sciocchezza…” fece Jacob scuotendo la testa.
“Sono
certo che mia figlia accetterà” disse Edward
sicuro di sé.
“Ma
io non mi riferivo a quello”.
“E
a che cosa ti riferivi?”.
Jacob
sospirò e guardò Edward attentamente.
“La
parte più difficile sarà trattenere Alice. Mi
rinchiuderà in una stanza fino al giorno del matrimonio per
le prove
dell’abito, vero?”.
Edward
si limitò ad annuire ed entrambi
rabbrividirono al pensiero della piccola vampira di casa, che
sicuramente, nei
prossimi giorni, avrebbe reso le loro vite in un inferno.
Ecco
a voi il nuovo capitolo! Che ne pensate? Sarò
sincera, ha sorpreso anche a me. Avevo in mente un’altra
cosa, ma mi sono
ritrovata a scrivere questo. Spero che vi sia piaciuto. Chiedo scusa
per il
ritardo, ma sono stati giorni frenetici. Per non parlare poi delle case
editrici, alcune sono senza scrupoli (scusate, piccolo sfogo). Se mai
scriverete un romanzo o altro, state veramente MOLTO attenti!
Vorrei
ringraziare le persone che hanno aggiunto la
FF tra i preferiti e le seguite, e anche quelli che si sono solo
limitati a
leggerla.
Angolo
riposte recensioni: (siete
in
tantissimi! Che bello!)
noe_princi89: ti sei
ripresa dallo shock? Spero di sì. Grazie per i complimenti.
E per quanto
riguarda il seguito, non lo so ancora. Devo vedere se ho tempo,
perché devo
cercarmi nuovamente un altro lavoro e poi ho un’idea per un
altro romanzo, ma
se mi viene in mente un seguito che possa essere all’altezza
di questo lo
scriverò di certo.
aleinad93:
Credo che per strozzare Gabriel ci sia una fila
chilometrica, ahahah… Grazie mille! (Comunque a me piacciono
i lieto fine,
quindi Jake e Nessie…)
Synie:
Grazie mille! Sono contenta che ti abbia fatto
divertire lo scorso capitolo!
AshG:
Sono contenta che sia riuscita a sorprenderti.
Gabriel, anche se per alcuni aspetti è da prendere a
testate, è fantastico. E
povera Nessie, se mi avessero detto una cosa del genere, avrei
già fatto le
valigie!
DarkViolet92: Ecco a te
il nuovo capitolo! Come hai appena letto, le cose si stanno muovendo
abbastanza
velocemente. Grazie mille!
loli89:
Purtroppo non l’hanno preso. Avere entrambe le
nature di vampiro e di lupo, l’ha aiutato molto…
ahahah. Grazie!
lalaland_girl:
Grazie mille! Era il mio scopo sorprendervi!
Saretta__Trilly:
Grazie mille per i complementi e grazie per avere
scambiato la mia pazzia per genialità! Adesso sono tutti
uniti e insieme
daranno una mano a Jacob, giustamente Nessie si è leggermente spaventata! Ma chi non
l’avrebbe fatto?
MatsuriGil:
ecco
a te l’aggiornamento! Spero che ti sia piaciuto
anche questo capitolo! Ahahah Gabriel è un simpatico attira
guai e non oso
pensare come saranno le sue sorelle!
eia:
Lo ammetto. Gabriel ed io siamo entrambi
ricoverati presso un istituto d’igiene mentale. Ahahah,
scherzo… Grazie mille
per i complimenti!
Daisy
Black:
Grazie mille, veramente! Diciamo che alle volte mi
stupisco pure io, delle pensate che ha il mio povero
cervellino…
vannaggio:
Grazie mille! Leah e Rosalie sono fantastiche, ma
credo che Leah abbia la capacità di portare dalla sua parte
chiunque! Purtroppo
la storia sta per concludersi, ma spero che in futuro la rileggerete.
Comunque
complimenti anche per la tua ff. Strepitosa! (evviva
il sarcasmo di Yvonne e di Leah).
Half
Blood:
grazie mille per i complimenti! Per i tre figli di
Jake e Nessie ho già in mente un bel paio di cose,
ahahah… almeno i nomi già li
so! Per quanto riguarda Vladimir con Kira, ti posso assicurare che
Dracula Due
è super felice… (chi non lo sarebbe?) e spero che
facciano fuori Jane, scusa ma
veramente non la sopporto! E spero che mettono in mezzo anche Aro e
Caius,
tranne Marcus. Povero, mi fa una tenerezza! Non parla mai…
6lly:
Perdono
per la prossima fine della mia FF. Grazie
mille e spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
GiuLy93:
Grazie mille! Troppo buona. A essere sincera, mi
sembrava veramente azzardato intrecciare le storie di Caius in Siberia
e di
James e Victoria, ma poi mi sono detta che valeva la pena rischiare!
Spero che
ti sia piaciuto anche questo!
Una
risposta per
tutti:
visto che esistono il
Team Edward e il Team Jacob, propongo di fondare il Team Clearwater!
Ahahaha
Alla
prossima!
|
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Capitolo 12 *** Il grande giorno ***
Il
grande giorno
Finalmente,
il grande giorno era arrivato. Alice
aveva organizzato una festa così sfarzosa, ma allo stesso
tempo sobria che, al
confronto, il matrimonio di Bella e Edward impallidiva. Tutti i
presenti, i
Cullen e i licantropi di entrambi i branchi, erano vestiti in maniera
elegante
e non eccessiva.
La
sala era decorata con palloncini dai colori
avorio e un grande tavolo occupava la parete sulla sinistra, dove si
poteva
trovare una vasta gamma di dolci e quattro torte. C’era molta
abbondanza di
cibo, visto che i licantropi erano famosi per il loro appetito.
Infatti, Edward
li invidiava. Una cosa che gli mancava del corpo di Jacob, era il fatto
di
poter gustare altre cose oltre il sangue, ma non l’avrebbe
mai ammesso. Gabriel
era ancora ospite in casa Cullen e lui non voleva dargli il
suggerimento di
poterlo scambiare di nuovo.
Ma
un problema si presentò a pochi minuti
dell’inizio: Jacob si rifiutava di uscire dalla stanza da
letto di Alice e
Jasper.
“Forza,
Jacob! Sono arrivati tutti!” si lamentò
Alice, bussando alla porta.
“No!
Alice, io conciato in questo modo, non esco!”.
“Jacob
Black, non puoi fare la proposta a Nessie in
bermuda!”
“Sembro
un pinguino!” urlò Jacob.
“Chissà
se i pinguini sono buoni quasi quanto gli
orsi?” chiese Emmett, che stava passando in quel momento in
corridoio.
Alice
ebbe una visione, per poi scuotere la testa
verso suo fratello.
“No!
Ti vedo al polo sud e non sei affatto
soddisfatto, dopo che hai quasi sterminato la popolazione dei pinguini.
Se
proprio devi andare al Polo, caccia l’orso polare!”.
“Grazie,
sorellina. Al nostro prossimo viaggio di
nozze, dirò a Rosalie che vorrò andare
lì!” esclamò raggiante Emmett.
“Così
diventerà la Barbie Regina dei Ghiacciai!”
sbottò Jacob, ancora barricato dentro la camera.
“La
Regina dei Ghiacciai sfonderà la porta, se non
esci all’istante!”.
Rosalie,
che era salita per vedere che fine avesse
fatto quell’orso di suo marito, sentì il commento
Jacob e raggiunse gli altri
vicino alla porta.
“Che
cosa sta succedendo qui?” domandò, poco dopo.
“Il
cucciolo si vergogna” rispose Emmett e le
circondò la vita con un braccio.
“Forse,
si troverebbe a suo agio in una mostra
canina” ipotizzò lei, ridendo.
“Divertente!
Barbie, queste battute te le scrive
qualcuno? Perché se la risposta è sì,
se fossi in te, lo licenzierei!”.
“Sbaglio,
ma è leggermente nervoso?” chiese Emmett e
tossì per soffocare la risata che gli stava salendo sulle
labbra. Adorava
ascoltare i litigi di Rosalie e Jacob, ma non l’avrebbe mai
confessato, neanche
sotto tortura.
“Ovvio
che sia nervoso! Deve fare la proposta! Non
so cosa darei per avere una visione!” disse Alice, scuotendo
la testa.
“Perché
non chiedi a Gabriel di chiamare sua
sorella?” chiese Rosalie, inarcando un sopracciglio.
“Gabriel,
ormai, l’abbiamo perso”.
La
voce di Jasper li raggiunse e, quando si
voltarono, lo videro avanzare verso di loro.
“In
che senso?” disse Emmett con un sorriso.
“Lui
e Seth sono riusciti a scassinare la cassaforte
con dentro gli alcolici. Infatti, sono salito su per dire a Alice che
la festa
sta prendendo una piega imprevista!”.
“Oh,
no. Quanto odio non poter vedere i mezzosangue”
piagnucolò Alice, ma si riprese all’istante.
Avevano un problema più urgente.
“Jacob!”
tuonò. “ Esci subito!” e riprese a
bussare
con più forza.
All’improvviso,
delle grida e dei saluti salirono
fino a loro. A quanto pareva, erano arrivati Edward e Bella, con
Renesmee.
Jacob,
che era appoggiato alla porta, impallidì e la
sua decisione di rimanere chiuso là dentro si fece
più forte. Gettò un’occhiata
allo specchio di fronte a lui e scosse la testa. L’anello,
che teneva nella
tasca interna, divenne sempre più pesante e si
ritrovò a invidiare Edward. Lui
non aveva avuto tutta quella pressione addosso quando si era
dichiarato, ma non
poteva neanche rimanere lì per sempre. Anche se Alice e
Jasper tenevano molto
alla loro stanza, non avrebbero aspettato ancora a lungo prima di
distruggere
la porta.
Si
rialzò e fece un respiro profondo. Si voltò verso
la porta, fece scattare la serratura e uscì, andando
incontro ai suoi futuri
parenti vampiri.
Quando
questi ultimi lo videro, ebbero delle
reazioni diverse. Jasper ed Emmett scoppiarono a ridere, Rosalie fece
una
smorfia e Alice batté le mani raggiante.
“Sei
splendido!” disse lei, sistemandogli il bavero
della giacca.
“Sembro
un becchino” si lamentò Jacob, ritirandosi
dalle grinfie della piccola vampira.
“I
morti non mancano” scherzò Jasper, e Jacob si
ritrovò a sorridere a suo malgrado.
“Forza,
scendiamo. Prima che i lupi diano inizio
alla festa senza di noi” propose Emmett e offrì il
braccio a Rosalie. I due
iniziarono a scendere, mentre Alice e Jasper attendevano Jacob.
“Andiamo”
disse lui in tono funereo e stava per fare
avviarsi, quando il bracco di Jasper lo fermò.
“Posso
aiutarti, se vuoi?” si offrì il vampiro
biondo.
“No,
grazie. Voglio restare lucido” disse Jacob con
tono sorpreso.
“Andrà
bene” fece Jasper.
“Lo
spero” borbottò Jacob e si avviò
giù per le
scale.
La
sala era affollata. I licantropi stazionavano
vicino al tavolo ingombro di cibo, mentre i vampiri li osservavano
divertiti
dalla parte opposta.
Jacob
rischiò di cadere, quando vide che erano stati
invitati anche quelli del clan di Denali. Alice, leggendo la sua
espressione
sbigottita, gli mormorò all’orecchio:
“è
il compleanno di Nessie. In teoria, oggi fa
diciotto anni. Per favore Jacob, non andare in escandescenza e non ti
trasformare, non puoi capire la fatica che ho fatto a cucirti
quell’abito”.
“Ma
se l’hai confezionato in cinque minuti”.
“Dettagli”
rispose Alice e si allontanò, insieme a
Jasper.
Jacob
rimase ancora ai piedi delle scale, incerto,
ma molto presto fu raggiunto da Leah, anche lei seccata per essere
stata
costretta a entrare in un vestito nero e attillato.
“Leah!”
esclamò Jacob basito. “ Sei bellissima!”.
La
ragazza arrossì per un momento, per poi
riprendere la sua solita aria seccata.
“Anche
tu stai bene” rispose acida, scuotendo la
testa.
“Grazie”
ribatté brusco il licantropo.
I
due si guardarono intorno e scossero la testa
quando videro Seth e Paul cantare a squarciagola una canzone della
riserva, con
Emmett che cercava di seguirli.
“Pensavo
che Edward avesse nascosto le bottiglie”
fece Jacob e indicò il bicchiere stracolmo di vino di
Gabriel.
“Il
biondino” esordì Leah, “ ha chiamato sua
sorella,
che gli ha detto dov’era la cassaforte e gli ha descritto
anche il modo per
scassinarla”.
“Non
oso pensare a come si comporterà quando
diventeremo parenti” fece Jacob e i due tremarono
visibilmente.
“Sei
pronto?” domandò Leah.
“Sì”
rispose Jacob e, sorridendo, le offrì il
braccio che Leah accettò.
I
due fecero il loro ingresso e tutti si voltarono
verso di loro. Jacob notò gli sguardi divertiti e scherzosi
da parte dei suoi
fratelli, ma niente era al confronto rispetto a come lo stava guardando
Renesmee.
Non
la vedeva da giorni e il suo cuore iniziò a
battere molto velocemente, cosa che lo fece imbarazzare, visto che
tutti quanti
potevano sentirlo, tranne i pochi umani presenti.
Quando
Renesmee si accorse che Jacob stava
rispondendo al suo sguardo, la ragazza si voltò e si
allontanò rossa in viso.
Il licantropo non la prese come un buon segno.
“Calmo”
gli sussurrò Leah e, sorridendo, diede una
pacca sul suo bracco e andò a raggiungere sua madre e
Charlie.
Nel
frattempo, Edward e Bella stavano camminando
verso di lui, con un sorriso stampato sui loro volti d’avorio.
“Wow,
Jacob! Sei bellissimo!” disse Bella
abbracciandolo, e a Jacob non sfuggì la smorfia sul viso di
Edward.
‘Ancora
geloso?’
pensò il lupo sogghignando.
Edward
scosse la testa e alzò gli occhi al cielo.
“No.
Stavo solo notando che il tuo abito è molto più
bello del mio” rispose lui.
“Da
quando t’interessano queste cose?”
domandò Bella
divertita e incuriosita.
“Credo
che vivere insieme a Alice per un secolo, mi
abbia fatto capire l’importanza della moda”
ironizzò Edward, per poi prendere
una rosa bianca e appuntarla sulla giacca di Jacob.
“Così,
va meglio” fece soddisfatto.
“Grazie”
mormorò Jacob attonito.
“Di
niente, cucciolo. Mi permetti di dirti una
cosa?”
“Anche
se non te lo permettessi, lo diresti lo
stesso”.
Edward
fece il suo sorriso sghembo, anche se i suoi
occhi ambrati erano seri.
“Renesmee
è ancora molto spaventata da quello che
Gabriel ci ha detto qualche giorno fa e si aspetta che oggi succeda
qualcosa.
Adesso, io non so come vuoi affrontare la questione, ma procedi molto
lentamente e attentamente. Perché se dovessi rovinare il
compleanno di mia
figlia, ti posso assicurare che andrai contro… il mio
disappunto” spiegò
Edward, mentre Bella lo osservava leggermente nervosa.
“Quindi
non devo farmi dire di no” concluse Jacob,
inarcando un sopracciglio.
Edward
si limitò a sorridere.
“Adesso
ti offrirò l’occasione per prendere in
disparte Renesmee. Non la sprecare” lo minacciò il
vampiro, bonariamente.
“Grazie…
papà” sussurrò Jacob.
Edward
si fermò un istante e lo guardò sorpreso. Gli
strinse velocemente una spalla e si diresse di volata verso il
pianoforte.
“Jacob,
che ne dici di scortarmi verso mio marito?”
chiese Bella, prendendolo sotto braccio.
“Agli
ordini, Bells” disse Jacob ridacchiando.
“Andrà
bene” lo consolò, mentre si dirigevano verso
la parte opposta della sala.
“Tu
credi?”.
“Certo!
Siete fatti per stare insieme, come me e
Edward”.
“Secondo
te…” tentò di dire Jacob, “
riuscirò a
rendere felice Nessie?”.
Bella
non rispose subito e Jacob temette il peggio,
ma poi notò l’espressione dolce sul viso della
vampira.
“Tu
rendi già felice mia figlia. Da quando non era
ancora nata”.
“Ne
ho un vago ricordo” scherzò lui e scoppiarono a
ridere insieme.
Edward
era riuscito a portare il silenzio sulla sala
e si stava accomodando al pianoforte.
“Questa
è per te, mia piccola Renesmee” disse
commosso e guardò sua figlia.
Jacob
portò il suo sguardo su di lei e sospirò
beato. Era bellissima, come sempre. La ragazza se ne accorse, ma questa
volta
non scappò, anche se il rossore tornò a
diffondersi sulle sue guance.
Bella
strinse il braccio di Jacob e andò a
raggiungere Edward al piano. La musica cominciò ad aleggiare
nell’aria, con la
sua melodia dolce e struggente. Edward aveva impiegato giorni per
renderla
perfetta e sarebbe stato felice se quella sua piccola composizione
avrebbe
aiutato Renesmee, a essere più felice.
Mentre
le note si rincorrevano, Jacob camminò
lentamente verso Nessie, la quale osservava suo padre, rapita, tanto
che si
rese conto di avere il licantropo accanto quando sentì il
calore che emanava il
suo corpo.
“Jacob”
sussurrò.
“Ciao,
Nessie…” disse lui sorridendole solare.
I
due rimasero in silenzio, imbarazzati. Jacob colse
il cenno di Edward e capì che tra poco la composizione
sarebbe finita e sarebbe
arrivato il suo momento.
“Ti
andrebbe di fare due passi?” propose Jacob
serio.
Renesmee
stava per replicare, ma quando colse
l’espressione nervosa del licantropo, si limitò ad
assentire.
Edward,
al piano, iniziò a suonare la ninna nanna di
Bella e i presenti tornarono a parlare e a scherzare, solo il vampiro e
Bella
si accorsero di Jacob e Nessie che uscivano in giardino.
Il
prato davanti a casa era illuminato dal chiarore
della luna e lo sciabordio del ruscello, vicino a loro, creava
atmosfera.
Renesmee
fece qualche passo ma Jacob rimase a
fissarla.
“Non
vieni?” domandò lei confusa.
Lui
scoppiò a ridere e Renesmee si ritrovò a
seguirlo.
“Piccola
Nessie, che ne dici se facciamo una gara?”
propose lui.
“Una
gara?” ripeté la ragazza, socchiudendo gli
occhi.
“Hai
paura di perdere?” la sfidò e intanto pregava
che accettasse. Sapeva che, molto presto, tutti gli invitati alla festa
si
sarebbero avvicinati alla finestra per vedere la sua dichiarazione e
non se la
sentiva di farla davanti ad un pubblico.
“No,
sono sicura di vincere. Soprattutto perché tu
non puoi trasformati”.
“Che
cosa? Perché?” domandò spiazzato.
“Per
il vestito che ti ha cucito addosso zia Alice.
Non vorrai farla arrabbiare…”
Jacob
alzò gli occhi al cielo e sorrise.
“Non
credo che si arrabbierà questa volta…”
disse
lui con fare misterioso. “ Anche se lo distruggo, non
è la fine del mondo”.
“Peccato…”
sussurrò Renesmee abbassandolo sguardo.
“Perché?”
“Perché,
con quel vestito, sei … molto…
bello…”
rispose a bassa voce Renesmee, arrossendo.
Il
cuore di Jacob ruggì e si avviò cauto verso di
lei. Le appoggiò una mano sotto il mento e le
alzò delicatamente il viso.
“Io
non posso competere con la tua, Nessie”.
Renesmee
sorrise. I loro volti erano tremendamente
vicini. Jacob si disse che il momento giusto era arrivato e stava per
parlare,
quando sentirono un rumore fortissimo provenire dalla casa alle loro
spalle.
Questo ruppe l’incanto che si era creato.
“Io
lo ammazzo” gridò Bella e Jacob sapeva a chi si
stava riferendo. Gabriel ne aveva combinata una della sue.
Renesmee
si scostò da lui e Jacob dovette reprimere
l’impulso di abbracciarla.
“Allora,
questa gara… la facciamo, o no?” disse lei,
rossa in viso.
“Tutto
quello che vuoi”, fece lui, sorridendo.
“Il
punto d’arrivo è la nostra radura?”
“Sì.
Sei pronta, mostriciattolo?”.
“E
tu sei pronto, cucciolotto?”.
Jacob
annuì e iniziarono a correre. Renesmee lo
sorpassò
quasi subito e Jacob sorrise, quando la sentì ridere di
gusto. Lui tentò di
seguirla, ma si rese conto che non avrebbe mai potuto raggiungerla. Il
suo
istinto cavalleresco stava facendo capolino e poi, pensava, che se
l’avesse
fatta vincere, forse poteva avere più possibilità.
Raggiunse
il limitare degli alberi, si assicurò di
avere ancora l’anello in tasca e uscì
dall’ombra che gli offrivano i rami.
Renesmee
si era già seduta sul masso che si trovava
al centro della radura. Aveva il respiro affannato per la corsa e
stampato
sulle labbra quel sorriso sghembo che aveva ereditato.
“Hai
perso!” esclamò raggiante la ragazza.
Jacob
rise e rimase in piedi davanti a lei.
“Come
sempre, no?” ribatté lui.
“Eh,
già. Come sempre” sospirò Renesmee,
guardandolo
di sottecchi.
“Nessie,
io vorrei dirti una cosa…” esordì
Jacob, ma
lei fu rapida a interromperlo.
“Sono
ancora arrabbiata per via dello scambio. So
che è colpa di Gabriel, ma avrei preferito che tu me
l’avessi detto”.
“Ma
mi hai riconosciuto. Neanche Bella ha capito che
dentro di me c’era Edward!”.
“Davvero?”
domandò Renesmee incredula.
Jacob
assentì e Renesmee assunse un’espressione
pensierosa.
“Chissà
perché…”.
“Io
ho una teoria” disse Jacob.
“Del
tipo?”
“Forse
mi hai riconosciuto per via
dell’imprinting…”.
“Che
cosa te lo fa credere?” boccheggiò lei e
s’irrigidì.
Jacob
si diede dello stupido per aver deciso di
affrontare il discorso, ma alla fine la sua vita con Renesmee sarebbe
nata
grazie a quest’ultimo.
“Me
lo fa credere, perché tra noi c’è
sempre stato
un legame molto forte. E poi credo, che io ti abbia fatto capire quanto
tenessi
a te, anche se in quel momento ero nel corpo di
Edward…”.
“Avresti
dovuto dirmelo…” borbottò Renesmee,
abbassando lo sguardo.
“Nessie,
che cosa avrei dovuto dirti? ‘Ciao, Nessie,
anche se sembro tuo padre, sono Jacob. Sì, è
vero. Sono dentro a un vampiro, ma
non puoi capire quanto sia scomodo!’. Volevi che ti dicessi
questo?”.
“Non
questo” rispose Renesmee e lo fissò
intensamente.
“Allora,
cosa?”
“Dovevi
dirmi che tu ci tenevi a me!” urlò lei.
“Nessie,
ma è ovvio che io tenga a te!”.
Renesmee
si alzò e fece per andarsene, ma Jacob
glielo impedì afferrandola per un polso.
“Dove
vai?” gli chiese con tono affranto.
“Via!
Devo pensare…”.
Jacob
stava per lasciarla andare, ma poi si disse
che Nessie aveva già avuto abbastanza tempo per pensare.
“No!”
disse deciso aumentando la stretta, ma attento
a non farle del male.
“Lasciami!”.
“No!”.
“Jacob…”.
“Nessie,
devo parlarti. Non puoi evitarmi per
sempre. Prima l’ho permesso, perché quello che ci
ha detto a Gabriel, ha
spaventato anche a me. Ma non posso lasciarti andare via, adesso. Ti
prego di
ascoltarmi”.
Renesmee
annuì brevemente e Jacob la girò verso di
lui, appoggiandole delicatamente le mani intorno al viso.
“Io
non so che idea ti sei fatta su quello che io
provo per te, ma mi sembra giunto il momento di chiarirti ogni cosa. Lo
sai che
io ho avuto l’imprinting con te, ed è stata la
cosa più bella che mi sia
capitata in vita mia. Dopo tutte le sofferenze che ho provato,
l’ho accolto con
gioia assoluta. Il Destino è stato molto buono con me, per
avermi regalato la
persona più meravigliosa e bella che potesse
esistere…”.
“Jacob,
io... ” disse Renesmee.
“Aspetta,
ti prego. Non ho finito e sai quanto sia
difficile per me aprirmi in questo modo…”, la
interruppe Jacob, prendendo un
respiro profondo. “ Quando ho avuto l’imprinting,
ho deciso che avrei fatto
qualsiasi cosa pur di renderti felice. Qualsiasi. Anche diventare il
tuo
giocattolo preferito…”.
Jacob
sorrise e Renesmee ridacchiò timida.
“Ti
ho raccontato le favole, ti ho protetto come
avrebbe fatto un perfetto fratello maggiore e forse è stato
questo a
confonderti…” riprese il licantropo con emozione,
” ma tu devi sapere, che
quello che provo per te, è mutato negli anni. Io sono
totalmente e
incondizionatamente tuo. Sei tu che rendi la mia vita degna di essere
vissuta,
sei tu il motivo per cui mi alzo al mattino e sei tu il centro del mio
universo, ma non potevo obbligarti a scegliermi per colpa
dell’imprinting.
Desideravo che tu scegliessi me perché mi volevi, non
perché eri costretta. E
per questo motivo, che ultimamente, non mi sono comportato nei migliori
dei
modi. È vero, avrei dovuto dirti dello scambio, ma avevo
paura di perderti.
Forse, vedendomi sotto un aspetto diverso, avresti capito che io non
sono degno
di te…”.
“Jacob,
non ho mai pensato a una cosa del genere!”
sbottò Renesmee guardandolo dritto negli occhi.
“Aspetta,
ti prego” ripeté Jacob. “ Quando mi sono
ritrovato nel corpo di Edward e ho visto come tu, tentavi in tutti i
modi per
raggiungermi, il mio cuore ha iniziato a sperare che forse anche tu
provavi
qualcosa per me. Io sono stato uno stupido. Mi sono detto che dovevo
farmi
avanti prima. E poi tu mi hai riconosciuto. Ti rendo conto che nessuno
sarebbe
riuscito? Ti rendi conto di come mi sia sentito in quel momento? Avrei
potuto
toccare il cielo con un dito! Ma poi, dopo il racconto del biondino,
hai
iniziato a evitarmi e le mie paure sono tornate più forti di
prima. Io non sono
più sicuro su niente, ma su una così. Io ti amo,
Renesmee Cullen…”.
Jacob
chiuse gli occhi e stava per abbassare le mani
dal viso di Renesmee, quando sentì quelle della ragazza
trattenere le sue.
“Jacob…”
lo chiamò a bassa voce, “ guardami”.
Jacob
obbedì e vide sul volto di Renesmee un sorriso
appena accennato.
“Non
sei il solo che aveva paura… “ esordì
lei,
aumentando la stretta “ Anch’io credevo che tu
avessi cambiato idea.”
“Che
cosa?”.
“Jacob,
ti prego. È difficile anche per me” lo
rimproverò, emozionata. “ Pensavo che forse tu mi
avresti sempre visto come
la bambina che aveva bisogno di aiuto e non come la persona che avrebbe
potuto
condividere l’eternità con te”.
“Eternità?”.
“Sì,
eternità. Periodo di tempo troppo lungo?”
domandò lei ridendo appena.
“Mi
sembra accettabile” borbottò lui, ancora
incredulo di quello che stava accadendo.
“Comunque,
Jacob. Io credo di averti sempre amato e
i miei sentimenti sono mutati esattamente come hanno fatto i tuoi. E
poi credo
di averti scelto fin da quando ero bambina. Ti ricordi che, quando mi
leggevi
le favole, facevo sempre il tifo per il lupo?”.
“Sì,
molto bene…”.
“Non
ti sei mai chiesto il motivo?”.
Jacob
sorrise.
“Certo,
ma pensavo che facessi il tifo per lui per
non farmi dispiacere…”.
Renesmee
alzò gli occhi al cielo e si avvicinò di
più a Jacob.
“E
non ti sei mai chiesto il motivo, quando ti
dicevo che la principessa avrebbe dovuto decidere per il
lupo?”.
Jacob
tentò di parlare, ma la vicinanza con il volto
di Renesmee gli aveva bloccato le parole in gola.
“Sì,
me lo sono chiesto... ” riuscì a farfugliare.
“Capisci
quello che ti sto dicendo? Ti amo, Jacob
Black…” sussurrò Renesmee e
appoggiò le labbra su quelle di lui.
Jacob
fu preso alla sprovvista, ma molto presto la
sorpresa fu sostituita da un’emozione ancora più
forte. Strinse la vita di
Renesmee e la portò ancora più vicina a lui,
mentre il bacio, che tanto aveva
aspettato, diventava più profondo e coinvolgente.
Rimasero
a baciarsi per un periodo che entrambi
pensarono troppo breve, ma dovettero staccarsi riluttanti per calmare i
loro
respiri agitati.
“Nessie...
” mormorò Jacob sorridendo e appoggiando
la fronte sulla sua, con gli occhi chiusi.
“Jake…”.
Renesmee appoggiò la testa sul suo petto e
in quel momento sentì la scatolina sotto le sue mani.
“ Che cos’è?”.
Jacob
s’irrigidì e scosse la testa. Glielo avrebbe
chiesto in un altro momento, non voleva sfidare ancora di
più la fortuna.
“Niente”
rispose sorridendo.
“Jacob…”.
Renesmee gli aprì la giaccia, per poi
infilare la mano nella tasca e tirare fuori la scatolina blu.
Jacob
chiuse gli occhi in attesa della fuga di
Renesmee, ma la ragazza scoppiò a ridere.
“Non
ci credo…” disse tra le risate.
Jacob
sbuffò e si riprese l’anello. Stava per metterlo
via, ma la ragazza lo fermò.
“Devi
chiedermi altro?” lo sfidò sorridendo in
maniera sghemba.
“No”.
“Jacob…”
“Nessie, la sorpresa è rovinata. E
poi…”
“Guarda
che lo sapevo già” disse lei, con aria
superiore e un sorriso sulle labbra.
“Come?”
“Be’
zia Alice mi sembrava troppo entusiasta
nell’organizzare la mia festa di compleanno, così
mi sono fatta dire da Gabriel
e Seth cosa aveva in mente e loro mi hanno accennato
qualcosa…”.
“Io
li ammazzo…” sbottò Jacob furioso.
“Oh,
no. Ci ha pensato Leah! Certo che avremmo dei
grossi problemi con quei tre in futuro!” commentò
Renesmee, sospirando e
accigliandosi.
Ma
Jacob non stava pensando a quei tre. Renesmee
stava accentando la proposta? Aveva detto che loro due avrebbero avuto
dei
problemi in futuro, quindi non era più spaventata.
Jacob
fece un gran sorriso e prese la mano sinistra.
“è
un sì?” chiese aprendo la scatolina e tirando
fuori l’anello.
Renesmee
fece un bellissimo sorriso quando vide
l’anello nella mano scura di Jacob.
“
è meraviglioso” disse, ammirando il gioiello.
“Apparteneva
a mia madre…” disse Jacob e stava per
metterglielo al dito, ma la ragazza scosse la testa. Jacob
sentì il suo cuore
sprofondare e andare in pezzi, cosa che non sfuggì a
Renesmee.
“Non
credi che prima di darti la mia risposta, tu
debba chiedermelo?” disse lei, con tono neutro, tentando di
soffocare la
felicità.
“Giusto…”
fece Jacob. “ Nessie, vuoi trascorrere
l’eternità con me, come mia moglie?”.
Renesmee
fece finta di pensarci su. Lo guardò dritto
negli occhi e sorrise in maniera sghemba.
“Sì,
lo voglio…” rispose, mentre delle piccole
lacrime scorrevano lungo le sue guance.
Jacob
le mise l’anello con mano tramante e poi gli
bacio il dito, nel quale lo aveva messo.
“Ed
io voglio te…” mormorò lui, con voce
roca.
Renesmee
sorrise e fece due passi indietro.
“Non
ti sembra che le cose siano andate abbastanza
in fretta?”.
Jacob
rise di cuore e la abbracciò.
“Non
credo…”.
“Dai,
Jacob. Ci staranno aspettando!” esclamò lei,
sgusciando dalla sua presa.
Jacob
le offrì la mano e Renesmee la strinse. Le
diede un bacio a fior di labbra e iniziarono a incamminarsi verso la
grande
casa bianca, felici come non lo erano mai stati.
Ciao
e auguri a tutti! Scusate il ritardo, ma
finalmente sono passate le abbuffate di cibo. Credo che
andrò avanti di avanzi
per i prossimi tre o quattro anni. Comunque, che ne pensate del
capitolo? La mia
vena romantica è riuscita a emergere, infatti, il capitolo
è lunghissimo. Spero
che vi sia piaciuto e che vi abbia fatto ridere e divertire. Ho messo
il doppio
dell’impegno a scriverlo e credo che mi sia venuto abbastanza
bene. (evviva la
modestia).
Vi
rinnovo i miei auguri anche per l’ultimo dell’anno,
che il 2010 sia migliore rispetto al 2009.
Grazie
a tutti i nuovi che hanno aggiunto la mia FF
nei preferiti e nelle seguite, e anche a coloro che l’hanno
solo letta.
(è
molto probabile, che il prossimo capitolo sia l’ultimo.
Ma prima devo discuterne con il mio cervellino).
Angolo
risposte recensioni:
aleinad93:
Edward e Jacob sono meravigliosi insieme! Io li
adoro, se mai la Meyer decidesse di fare un seguito, spero che li
faccia andare
d’accordo. =) Grazie mille per i complimenti e spero che la
dichiarazione ti
sia piaciuta.
Saretta__Trilly__:
Oh Dei, grazie! Sono contenta di essere riuscita a
strapparti qualche risata, non puoi capire quanto sia difficile! Grazie
mille! E
secondo me, era anche ora che Edward si lasciasse un po’
andare e che abbia
perso la sua aria tenebrosa… ahahah…
noe_princi89:
Sono contenta! Grazie veramente tanto, non puoi
capire quanto mi faccia piacere sentirmi dire che sono brava a
scrivere! La mia
autostima, ogni volta, schizza alle stelle!
Half
Blood:
Grazieeeeeee…. Guarda, secondo me, Seth, Leah,
Gabriel e Alice sono micidiali insieme. Mi faccio delle grasse risate
ogni
volta che scrivo di loro e mi diverto come una bambina a Disneyland.
Per quanto
riguarda i futuri Black-Cullen li ho già in mente, sto solo
pensando ai poteri…
(ormai, ho finito la scorta). Per quanto riguarda Marcus, io lo adoro.
Dopo
aver letto la sua storia sul sito della Meyer, mi era venuto in mente
di
scrivere una FF, ma sarebbe stata molto difficile (forse in futuro...).
E poi
quando ho visto il film, ero felicissima quando l’hanno fatto
parlare! Ahahah!
vannaggio:
Carissima, ciao! Grazie mille per i complimenti! Quando
ho scritto la battuta di Tizio, Caio e Sempronio, mi sono dovuta
fermare per
riprendermi! Ahahah, ci rido sopra ancora adesso!
Per
le case editrici, è una storia molto
travagliata. Ho finito di scrivere il mio primo romanzo in agosto e
poi, dopo correzioni
e altro, l’ho spedito. Ho ricevuto tre offerte (una da parte
di una casa
alquanto famosa) ma purtroppo hanno chiesto il contributo! =(
Da
quello che ho scoperto, ormai tutte quante lo
chiedono, ma secondo me non è giusto. Il mio lavoro
è scrivere e il loro, è
quello di riporre la loro fiducia in quel qualcuno e rischiare.
Infatti, non so
più che fare, ma il fatto che abbia ricevuto offerte, vuol
dire che il mio
manoscritto merita! È questo l’importante!
rossy87:
Benvenuta! E grazie mille per i complimenti! Non
puoi capire quanto mi facciano piacere! =). Spero che anche questo
capitolo ti
sia piaciuto.
Ho
investito molto in questa FF, soprattutto da
quando mi sono resa conto che piaceva. Avevo una paura del diavolo a
postarla, perché
molte persone, affezionate alla saga, non amano molto questo genere di
sconvolgimenti!
Ma per fortuna che ci siete tutti voi! Grazie ancora!
GiuLy93:
credo che Jacob sia il licantropo più sfortunato
del pianeta. Sono capitate tutte a lui! Ma alla fine
imparerà ad adorare
Gabriel, Seth e Leah. Tremo al pensiero di come sarà la sua
vita in futuro! Ahahah…
Grazie mille!
Alla
prossima!
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