Tu sei me, e io sono te....

di Pacci
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un favore non voluto ***
Capitolo 2: *** Ruoli invertiti ***
Capitolo 3: *** Bentornato a casa ***
Capitolo 4: *** Scoperte ***
Capitolo 5: *** Guai ***
Capitolo 6: *** Incentivo ***
Capitolo 7: *** Possibili soluzioni ***
Capitolo 8: *** Collegamenti ***
Capitolo 9: *** Azioni e Reazioni ***
Capitolo 10: *** Chiarimenti ***
Capitolo 11: *** Suggerimenti ***
Capitolo 12: *** Il grande giorno ***



Capitolo 1
*** Un favore non voluto ***


Un favore non voluto

 

 

 

Era una mattina soleggiata a Forks e Jacob Black, fu felice di essere svegliato da uno dei suoi raggi. La sera prima, era tornato molto tardi dal suo giro di ronda e non vedeva l’ora di andare a casa sua per farsi una lunga dormita. Ma prima doveva passare a dare la buonanotte alla sua cara Nessie.

Anche se erano passati anni dallo scontro con i Volturi, Bella e Edward non si erano ancora abituati all’idea del suo imprinting. Durante quel periodo avevano cercato in tutti i modi di trovare una soluzione, ma vedendo quanto questo facesse soffrire la loro figlia, avevano rinunciato. Almeno questo valeva per Bella.

Edward gli sondava i pensieri ogni volta che lo incontrava e Jacob era diventato un asso a mascherarli, anche se capitava alle volte di non riuscirci del tutto, per via della stanchezza.

Naturalmente il vampiro era supportato da Rosalie. Il suo odio nei confronti del lupo, invece di scemare con il passare degli anni, si rafforzava sempre di più.

Così quella notte dovette prestare più attenzione. Nessie l’aveva avvertito che Edward era ritornato dalla caccia e, per evitare che li vedesse, gli disse che si sarebbero incontrati in una radura vicino alla grande casa bianca.

Jacob si era guardato attorno per cinque minuti buoni, prima di azzardarsi a ritrasformarsi. Aveva appena finito di vestirsi quando Nessie sbucò da dietro un cespuglio.

“Jake!” esclamò sollevata, togliendosi le foglie che erano rimaste impigliate tra i suoi lunghi capelli bronzei.

“Piccola Nessie” la salutò Jacob con un gran sorriso caloroso e vide la ragazza accigliarsi.

“Non sono piccola!” sbottò lei inarcando un sopraciglio.

“Tecnicamente sei una bambina… Quanti anni hai? Cinque, sei?”

“Come se tu non lo sapessi…” ridacchiò Nessie, alzando gli occhi al cielo. Quella era una delle tante cose che aveva preso da Edward.

“Ma io non lo so… Davvero, quanti anni hai?”

“Jacob Black!” gridò lei e Jacob scoppiò a ridere di cuore.

Si avvicinò a lei con movimenti fluidi e veloci e, prima di darle il tempo di scappare, la strinse tra le sue braccia forti e muscolose. Renesmee tentò di liberarsi, ma poi vedendo lo sguardo giocoso di Jacob, si arrese e appoggiò la testa sul suo petto, chiudendo gli occhi.

Rimasero lì a cullarsi a vicenda, fino a quando un raggio di luna non li illuminò e Renesmee vide la stanchezza sul volto di Jacob.

“Jake, da quanto tempo sei sveglio?”

“Un paio di giorni…” borbottò Jacob non guardandola negli occhi.

“Ieri mi hai detto che hai dormito” disse a bassa voce Renesmee, corrugando la fronte.

Jacob sospirò e le accarezzò la fronte per farla rilassare. Ci riuscì, ma poteva leggere sul suo volto un’espressione infastidita.

“Dai Nessie! Sono rimasto sveglio più a lungo! Non ti preoccupare, non ti crollerò tra le braccia!” sussurrò Jacob sorridendole e mascherando il desiderio di poterlo fare realmente.

Non aveva avuto ancora il coraggio di dirle che la amava profondamente. Renesmee conosceva la natura magica dell’imprinting ma Jacob non voleva farle pressioni. Voleva che fosse lei a sceglierlo, senza nessun obbligo.

Nessie sbuffò e si allontanò da lui, per sedersi su un masso posto tra due grandi querce. Jacob mascherò subito il suo dispiacere e la seguì, accomodandosi vicino a lei. Le prese la mano e iniziò a giocherellare con le sue dita. Sapeva che l’aveva fatta arrabbiare, ma adorava stuzzicarla.

“Jake?” lo chiamò osservando il suo volto ambrato.

“Dimmi piccola Nessie…”

“Perché continuate a fare le ronde? Capisco che alcuni vampiri possono venire a farci visita, ma dopo quello che è successo otto anni fa, non abbiamo più avuto nessun problema” disse Renesmee osservando la sua mano nascosta da quella di Jacob.

“Non si sa mai. Anche se i tre psicopatici…”

“I Volturi?” lo interruppe Nessie ridendo.

“Sì, quei tre. Anche se loro non ci infastidiscono più, possono esserci altri che sono interessati a te. Tu sei speciale!” affermò Jacob fissando intensamente i suoi occhi cioccolato. “ Non posso permettere che ti succeda qualcosa. Lo capisci?”

“So difendermi da sola! Lo zio Jasper e lo zio Emmett mi stanno insegnando!”.

“Sei riuscita a batterli?”

“Oggi per poco non mettevo al tappeto lo zio Emmett…” rispose imbronciata Nessie. “Solo che mi ha distratto…”

“Ti ha distratto? E come?” volle sapere Jacob sorridendo.

“Non posso dirtelo!” sbottò Nessie arrossendo come faceva Bella quando era ancora umana. Jacob si meravigliava sempre di quanto le assomigliasse.

“Riguarda me?” indagò lui, insistendo.

“Non sei il centro del mio universo, Jacob Black!”

“Bé, tu lo sei per me” confessò Jacob con emozione.

Avvertì il suo cuore accelerare il battito, ma non era l’unico. Il cuore di Nessie sembrava che stesse per prendere il volo.

“Scusa…” si affrettò a dire Jacob, notando il silenzio imbarazzato di Renesmee. “Non avrei dovuto dirlo!”

“Mi fa piacere quando lo fai… solo che…”

“Nessie…” sospirò Jacob e, appoggiandole una mano sulla guancia, le fece voltare la testa verso di lui. “Non né parliamo anche stasera d’accordo? Se no tuo padre si fionda qui in un lampo, e sono troppo stanco per affrontarlo…” tentò di scherzare Jacob e, quando vide il sorriso sghembo di Nessie, capì di esserci riuscito.

“Alle volte sarebbero bello che tu e lui andaste d’accordo come facevate quando ero piccola. Sembravate così uniti…”

“Ma lo siamo!” si affrettò a dire Jacob.

“Jacob Black non sai mentire… Almeno non a me….”

“Mi hai scoperto” mormorò lui atteggiando il suo viso solare in un buffo broncio.

Un ululato scosse l’aria intorno a loro e Nessie si voltò preoccupata verso il suono. Jacob si alzò e le fece cenno di seguirlo. Le offrì la mano e Nessie la afferrò.

“è meglio che ti riaccompagno a casa…” disse Jacob inoltrandosi nel bosco.

“Jacob, c’è mio padre a casa!”

“Non è un problema, smetterò di pensare…”

“Ah, perché sai pensare?” le domandò lei incuriosita.

“Te l’ha suggerita la vampira bionda questa battuta?”

Renesmee scoppiò a ridere e Jacob le rispose con il suo sorriso solare. S’incamminarono tra il fitto degli alberi, per poi sbucare vicino alla sua casetta.  Le luci erano spente e Jacob guardò interrogativo Nessie in cerca di una spiegazione. La ragazza si strinse nelle spalle e lo trascinò verso la porta d’ingresso.

“Nessie, forse sono dentro casa…”.

“No, quando sono svegli, accendono le luci. È un’abitudine umana che hanno mantenuto…”.

Jacob arrossì nel buio e Nessie se ne accorse.

“Non stanno facendo quello che stai pensando!” esclamò all’improvviso Renesmee, avvampando di colpo.

“Io non penso, ricordi?” ribatté Jacob divertito.

Nessie sbuffò e alzò gli occhi al cielo. Aprì la porta d’ingresso e invitò Jacob a entrare, ma il lupo rimase sulla soglia.

“Meglio non rischiare…”

“Jake!” disse lei prendendolo per un braccio e spingendolo dentro. “ Non ci sono! Saranno alla loro radura…”

Jacob fiutò la stanza e, anche se quell’odore che gli bruciava il naso aleggiava in tutta la casa, non percepì la presenza di Bella e Edward.

“Nessie, devo comunque andare… Era Quil, prima…”.

“Se era qualcosa di grave, ti avrebbe già richiamato, no? Dai Jake, per favore. Rimani!”

Per un momento Jacob rivide Renesmee da bambina, con quei lunghi boccoli che lo pregava di stare con lei. Non avrebbe mai potuto dire di no, così annuì e si accomodò sul divano ma Nessie lo fece alzare e lo portò in camera sua.

Il cuore di Jacob ringhiò nel suo petto e cercò di tenerlo a freno, per evitare che Renesmee se ne accorgesse.

La camera era esattamente come se la ricordava. Era da tempo che non ci entrava, visto il divieto che Edward gli aveva imposto.

Il letto a baldacchino troneggiava in mezzo alla stanza e le pareti erano completamente ricoperte da poster e fotografie. Una più grande delle altre attirò la sua attenzione.

L’avevano scattata anni prima sulla spiaggia di La Push.  Jacob si ricordava benissimo quel giorno. Erano andati lì il giorno del quarto compleanno di Nessie. Si erano divertiti tanto a giocare sulla sabbia in compagnia di Quil e Claire.

Nessie, nel frattempo, lo stava spingendo verso il letto e Jacob puntò i piedi.

“Dai, Jake!” sbuffò affaticata Nessie.

“Che cosa hai in mente?” chiese lui terrorizzato.  Non voleva essere lì quando Edward avrebbe scoperto che era solo con lei nella sua camera.

“Voglio farti dormire un po’!”

“No!” esclamò Jacob sgusciando via da Renesmee.

Renesmee lo guardò, per poi rivolgergli il suo sorriso sghembo più smagliante. Jacob seppe che non avrebbe più potuto protestare, ogni volta che la sua Nessie sfoderava quel sorriso per lui, era la fine.

“Dai Jake! Cinque minuti!”

In effetti, l’idea si riposarsi non era così male, Jacob scrollò le spalle e si arrese. Renesmee ridacchiò, lo spinse sul letto e lo coprì con una coperta. Jacob scoppiò a ridere e indicò la coperta.

“Credi che io ne abbia bisogno?” le domandò con tono ironico.

“Tu lo facevi sempre con me” rispose Renesmee arrossendo. “ Volevo ricambiare il favore!”

Jacob vide la sua espressione dispiaciuta e riprese la coperta, sistemandola sul suo corpo.

“Scoppierò di caldo, ma se per te è importante…”.

“Grazie, Jacob…” sussurrò Nessie e gli diede un bacio sulla fronte calda.

“E questo?” chiese Jacob sentendo bruciare quel punto.

“Facevi anche questo quando ero piccola…”

“Ti leggevo anche le fiabe, anche se eri capace di farlo da sola…” disse Jacob e il ricordo di quelle notti riaffiorò nella sua mente.

“Ma tu le rendevi uniche. Facevi passare il lupo cattivo per un innocente agnellino…” ribatté lei sedendosi di fianco a lui.

“Dovevo difendere la categoria…” borbottò Jacob e sentì il sonno avvolgerlo.

“Buonanotte, mio Jacob…”

“Buonanotte, piccola Nessie…” mormorò, prima di riaddormentarsi.

Così quando il raggio di sole lo svegliò, capì di essere nei guai. Si guardò intorno e notò Renesmee dormire sul suo petto. S’incantò a guardarla e sistemò meglio la coperta addosso a lei. Fece un respiro profondo e percepì l’odore di Edward varcare la soglia di casa.

Jacob tremò, facendo svegliare Nessie, e guardò impaurito la porta.

“Merda…” mormorò.

“Cosa?” fece la voce di Nessie ancora mezza addormentata. Poi sgranò gli occhi stupita quando vide Jacob nel suo letto.

“Jake, scappa!” esclamò lei.

Jacob si alzò di scatto, e stava per aprire la finestra per scappar quando la porta della camera fu spalancata con violenza.

Il lupo si voltò e vide Edward e Bella sulla soglia, che lo stavano fissando furiosi.

“Mamma, papà ciao!” esclamò Renesmee avvicinandosi ai due vampiri.

Bella aveva la bocca spalancata, ma Jacob aveva più timore nei confronti di Edward. Il vampiro era mezzo acquattato e stava ringhiando con forza.

“Ciao Renesmee, dormito bene?” le chiese Edward con tono gentile.

“Sì, papà” disse Nessie sforzandosi di alleggerire la situazione.

“Jacob, che cosa accidenti ci fai in camera di mia figlia?” domandò Bella riacquistando la parola.

“Niente, stavo andando…” borbottò Jacob, mascherando il tremore che annunciava la sua trasformazione. Il suo istinto di lupo stava prendendo il sopravvento.

“Fermo lì!” tuonò Edward.

“No, Edward. Mi dispiace ma ho un impegno!”

E detto questo, Jacob saltò fuori dalla finestra e si trasformò, facendo a brandelli i suoi vestiti.

Sapeva che Edward l’avrebbe rincorso, così aumentò l’andatura e richiamò con la mente i suoi compagni.

L’unico che trovò fu Seth e quando il lupo più giovane lesse nella sua testa quello che era successo, cominciò a ululare dal ridere.

Prima o poi Edward ti farà fuori! gli disse Seth raggiungendolo.

Mi sono solo addormentato! Non abbiamo fatto niente! Non voglio obbligare Nessie a fare niente che non voglia fare! sbraitò Jacob aumentando la corsa.

Seth rise ancora.

Che cosa è successo ieri sera, comunque? Ho sentito Quil.

Ha avvertito uno strano odore, ma quando siamo andati a controllare, quello era sparito rispose Seth con tono più serio.

Strano. Va a chiamare gli altri. Ci troviamo a casa mia!

Agli ordini, lupo alfa.

Jacob ringhiò e si avviò verso casa sua. Trovò suo padre Billy ad attenderlo vicino alla porta d’ingresso con un gran sorriso sulle labbra. Stupito, si ritrasformò e si fiondò subito in camera sua per indossare qualcosa. Quando uscì, suo padre era nel corridoio sempre con quel sorriso divertito in volto.

“Allora? Bella nottata?” domandò Billy.

Jacob si fermò un istante per osservarlo e capì che Billy era a conoscenza del fatto che aveva trascorso la notte da Renesmee.

“Come fai a saperlo?” domandò brusco.

“Ha chiamato Bella. Era un po’ agitata… Allora, ti sei dichiarato?”.

Jacob lo oltrepassò e si diresse in cucina per pescare qualcosa dal frigorifero. Sentì il cigolio della sedia a rotelle di Billy che lo seguiva e, sbuffando, si sedette al piccolo tavolo.

“Allora?” ripeté per la terza volta suo padre.

“Billy, Nessie sa quello che provo…”

“No che non lo sa” lo corresse suo padre.

“Come sarebbe a dire? Ha capito fin da subito che cos’era l’imprinting…”.

“Un conto è capirlo, un conto è dirglielo…”

Jacob alzò gli occhi al cielo e strappò un morso dalla mela.

“Quindi stanotte non è successo nulla?”

“Niente” rispose Jacob scocciato. Se fosse successo qualcosa, lo avrebbe gridato al mondo. “Mi sono solo addormentato. Nessie doveva svegliarmi, ma la piccola è crollata” e un sorriso dolce si disegnò sulle sue labbra.

“Edward lo sa?”

“A quest’ora Nessie gliel’avrà già spiegato…” mormorò Jacob finendo la mela e buttando il torsolo nel cestino.

“Giusto” fece Billy. “ Ma vorrà lo stesso parlarti. Quando ho beccato Rachel con Paul, ho dovuto sopprimere il mio istinto omicida”.

“Se è per quello, anch’io…” aggiunse Jacob ridendo.

Billy rise anche lui e spinse la sedia a rotelle in modo tale da portarsi vicino a suo figlio. Gli appoggiò una mano sul braccio e gli disse: “Non smettere di sperare Jacob!”

“Non lo farò mai…” disse Jacob sorridendogli.

Billy annuì e si portò lontano da lui, per poi dirigersi in camera sua.

Appena la porta della camera di Billy fu chiusa, Jacob avvertì il suo branco aspettarlo fuori nel garage.

Uscì di casa e fece una breve corsa.

Quil ed Embry erano spaparanzati sul piccolo divano che Jacob aveva messo poco tempo prima, mentre i due fratelli Clearweater erano appoggiati sulla sua Golf.

Seth gli rivolse un gran sorriso, al contrario della sorella che aveva assunto un’espressione infastidita.

“Sei vivo” gli disse a mo’ di saluto.

“Spero che non te né dispiaccia…” ribatté Jacob.

“Ah, amico. Hai rischiato molto per niente!” esclamò Embry facendogli l’occhiolino.

“ Non si fa così, Jacob…” aggiunse Quil sorridendo.

“Quil aspetta ancora qualche anno, poi mi dirai…” lo rimbeccò Jacob dandogli una pacca sulla testa.

“Dai Jake! Stiamo scherzando…” si affrettò a dire Embry.

“Sì, e poi io non avrò questo problema. I genitori di Claire non sono vampiri…” affermò Quil divertito.

“Ma ha un cugino acquisto che ha la tendenza, a trasformarsi in un lupo gigante” gli ricordò Seth, e Quil si rabbuiò.

“Già…”

“Vogliamo arrivare al dunque!” sbottò Leah incrociando le braccia.

“Per una volta sono d’accordo con te” disse Jacob. “Forza, Quil. Parlami di quell’odore che hai trovato…”.

“è strano, Jake. È la prima volta che lo sento… è dolce come quello dei vampiri, ma non mi brucia il naso.”.

“Dove l’ha sentito?”

“A ovest, vicino alla scogliera di Bella!”

“Scogliera di Bella?” chiese Seth curioso.

“Sì, è dove si è gettata” rispose Embry al posto di Quil.

“Piantatela!” gli sgridò Jacob furioso. Anche se era passato del tempo, ogni volta che ci ripensava, provava una sofferenza assoluta.

“Scusa, capo…” mormorarono Quil ed Embry all’unisono.

“Bene, c’è dell’altro?” domandò il lupo alfa.

“No, che cosa proponi di fare?”

Jacob si perse a guardare un momento fuori. Non percepiva del pericolo, ma aveva come la strana sensazione che quella presenza dall’odore dolce fosse ancora lì. Si voltò e osservò i suoi lupi, in trepida attesa degli ordini.

“Continueremo a fare i turni di ronda. Se dovesse capitare di nuovo, avvertiremo anche Sam. Non mi va di dirglielo subito, visto le condizioni di Emily…”.

Con la coda dell’occhio vide Leah irrigidirsi e abbassare la testa. Si diede dello stupido, ma non poteva cambiare il loro modo di affrontare queste situazioni per un amore non più corrisposto.

“Va bene!” disse Embry scattando in piedi. “Andiamo nanetto, tocca a noi…”

“Ehi!” esclamò Quil arrabbiandosi."Non sono un nanetto, sei tu che hai problemi di crescita!”

I presenti si guardarono per un secondo e poi scoppiarono a ridere di gusto. Anche Leah si lasciò sfuggire un sorriso, ma riassunse subito la sua maschera.

“Forza Seth! Andiamo. Mamma si starò chiedendo che fine abbiamo fatto!” disse lei a suo fratello.

“Non credo. Da quando si è sposata con Charlie, è più tranquilla” fece Seth, ma si alzò per raggiungere sua sorella fuori dal garage.

“A dopo, Jacob. E non litigare con Edward quando verrà a parlarti!”.

“Secondo te verrà qui?” chiese incredulo Jacob, osservando Seth.

“Ci puoi scommettere che verrà. Stiamo parlando di sua figlia alla fine!”

Jacob uscì dal garage e vide i suoi fratelli entrare nel bosco. Sentì l’aria incresparsi e capì che si erano già trasformarti. Sbuffando, ritornò dentro e decise di dare un’occhiata alla sua macchina. Era troppo presto per chiamare la sua Nessie, sicuramente stava ancora parlando con Edward e Bella ed era meglio non rischiare. Si tolse la maglietta e aprì il cofano dell’auto.

Stava per controllare il motore, quando sentì l’odore bruciante e dolce del vampiro. Non diede segno di accorgersene e continuò a trafficare, ma quando lo avvertì sulla soglia del garage, sospirò e alzò lo sguardo.

Edward era appoggiato al muro e lo fissava con fredda tranquillità.

“Jacob…”

“Edward. A cosa devo l’onore?”

“Lo sai il motivo della mia visita….”

“Sì. Ma credo che tu sappia che la situazione tra me e Nessie non è cambiata”.

“Renesmee mi ha spiegato tutto, ma non si può andare avanti così! Sono venuto a chiederti le tue intenzioni nei suoi confronti”.

Jacob alzò nuovamente lo sguardo e vide il vampiro avvicinarsi a lui. Dovette reprimere la sua natura da lupo, ma un ringhio salì dalla sua gola.

“Vuoi attaccarmi?” chiese Edward gentilmente.

“No, ma non capisco cosa vuoi dirmi Edward”.

“Voglio sapere che cosa vuoi fare con mia figlia. Ormai Renesmee è cresciuta. Non ha più bisogno della tua protezione. Io e la mia famiglia siamo più che in grado di prenderci cura di lei.”.

Jacob strinse le mani a pugno e, guardandole, domandò:

“Vuoi che mi faccia da parte?”

“Fino a quando non prenderai una decisone, sì Jacob. È esattamente quello che voglio” rispose il vampiro.

“Non posso farlo!” gridò Jacob furioso. “Prova a metterti nei miei panni? Io non voglio che Nessie decida di stare con me solo perché io ho avuto l’imprinting con lei… non sarebbe giusto. E poi solo il pensiero di non vederla…”

“Jacob, io sono suo padre. Prova tu a metterti nei miei panni” ringhiò Edward perdendo la calma.

Il lupo e il vampiro si squadrarono a lungo. Jacob tentò di tenere a freno i suoi pensieri, ma vide lo stesso Edward impietrirsi. Non poteva permetterglielo, sarebbe morto dal dolore se gli avesse impedito di vedere Nessie.

A un tratto un odore dolce e fresco li fece voltare verso l’ingresso del garage. Un ragazzo sui vent’anni stava varcando la soglia. I capelli erano lunghi e biondi e gli occhi di un azzurro glaciale. Sul suo volto delicato c’era un bellissimo sorriso e si muoveva con una grazia che neanche un vampiro poteva avere.

Jacob e Edward si scambiarono una breve occhiata, mentre il ragazzo si avvicinava a loro.

“Salve Jacob. Salve Edward!”

“Chi sei?” chiese Jacob.

“Sono colui che vi aiuterà…”

“Aiuterà?” ripeté Edward confuso.

“Sì, non è vostro desiderio provare a stare nei panni dell’altro?”

Jacob si lasciò sfuggire una risata vuota e Edward fece il suo sorriso sghembo, ma poi il suo viso s’irrigidì.

“Che cosa c’è?” gli chiese Jacob notando il suo cambiamento.

“Non riesco a leggergli nella mente…” sussurrò il vampiro.

“Che cosa?”

Il ragazzo si era fermato davanti a loro e alzò le mani, le quali emanavano uno strano bagliore dorato.

“Siete pronti?” domandò educato.

“Aspetta, pronti a cosa?” fece Edward cauto.

Il ragazzo rise e batté le mani. La luce dorata li avvolse, accecandoli, mentre la risata del ragazzo aleggiava intorno a loro. Jacob si portò una mano davanti agli occhi, ma non servì a niente.

Quando riacquistò la vista, il ragazzo era sparito. Si voltò verso Edward e rimase impietrito.

Non era Edward che stava guardando, ma il suo corpo che lo stava osservando nello stesso modo allarmato.

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Capitolo 2
*** Ruoli invertiti ***


Ruoli invertiti

 

L’arsura alla gola lo colpì con una violenza inaudita. Jacob portò le sue mani bianche e ben curate al collo per tentare di placarla. Smise addirittura di respirare per tentare di soffocare la sete che provava. Adesso poteva farlo, essendo nel corpo di Edward.

Ma che cosa è successo?

Un pensiero non suo gli trafisse la testa e, quando alzò lo sguardo, vide il suo volto osservarlo terrorizzato. Edward stava pensando a molte cose contemporaneamente e Jacob non riusciva a stargli dietro. Emise un ringhio, diverso da quello a cui che era abituato.

“Edward, maledizione. Mi stai confondendo!” sbottò Jacob con la voce musicale e vellutata di Edward.

Mi legge nel pensiero?

“Sì, Edward. Se non l’hai notato, sono nel tuo corpo!” e Jacob fu costretto a respirare per accumulare aria. In quel momento sentì un forte odore sgradevole e capì, finalmente, quello che gli dicevano in continuazione i Cullen. Lui puzzava.

“Cavolo! Edward allontanati…”

“Perché?”

“Perché puzzi!” disse Jacob.

Edward scoppiò a ridere, anche se i suoi occhi scuri erano attenti.

“A me brucia il naso. Non sapevo di avere un profumo così dolce”.

“Non fa ridere Edward! Dobbiamo cercare quel ragazzo! Subito!”

Edward iniziò a tremare, e lui capì cosa sarebbe accaduto se non lo avesse fermato. Si sarebbe trasformato e non voleva che il suo branco scoprisse quello che era accaduto. Si fiondò su Edward e strinse con le sue nuove braccia granitiche il suo corpo. Non aveva tempo di pensare a quanto fosse strano tutto questo.

“Edward, respira a fondo! Pensa a qualcosa che ti faccia calmare. Non puoi trasformarti!”

“Non… è… facile…” ringhiò Edward gettando la testa all’indietro.

“Lo so! Ma come pensi che reagiranno gli altri se dovesse scoprirlo. Penseranno…”

Che sia un trucco dei Volturi?

Jacob annuì al pensiero di Edward e vide il suo corpo cessare di tremare. Edward aveva il respiro affannato, ma sembrava essersi calmato. Jacob lo osservò a lungo e, a un cenno dell’ex vampiro, lo lasciò.

Edward si lasciò cadere a terra e si prese la testa tra le mani. Jacob l’aveva visto così disperato solo quando Bella era incinta. Si guardò intorno, ma del ragazzo nessuna traccia. Stava per uscire dal garage, quando la sua voce roca e bassa lo richiamò.

“Jacob, c’è il sole!”

“E allora? Tu come sei venuto prima?”

“Sono passato per la foresta. Tu non puoi andare in giro a cercare quel ragazzo per le strade di Forks. Ci faresti scoprire!”

“E cosa proponi di fare succhiasangue?”

Alla parola “sangue”, la sua gola riarse più minacciosa di prima e Jacob scosse la testa per scacciare quel pensiero ma Edward se ne era accorto. Si alzò e si diresse verso Jacob. Abbassò la testa e vide i suoi occhi diventare scuri.

“Jacob devi andare a caccia…” disse Edward serio.

“Non posso! Dobbiamo cercare quel ragazzo!”

“Se non vai subito a caccia, c’è il rischio che tu possa mordere qualcuno! Ascoltami, per favore”.

Ma Jacob aveva smesso di farlo. L’unico suono che attirava il suo udito, era il costante battito di un cuore non troppo lontano da lui. Si accorse con disgusto di volere mordere suo padre.

“Hai ragione. Portami a caccia!” esclamò Jacob.

Edward annuì e si fiondò fuori dal garage. Non avrebbe mai creduto che anche un licantropo potesse essere così veloce e agile. Jacob si affrettò a seguirlo e, molto presto, si ritrovarono nel territorio di caccia dei Cullen.

Jacob sentì subito l’odore di un cervo vicino a lui e, senza dar retta ai consigli che Edward li stava dando, si acquattò e lo attaccò. Provò repulsione per quello che stava facendo, ma, appena il sangue cominciò a scorrere lungo la sua gola, sospirò e continuò a bere. Poteva avvertire Edward dietro di sé che ridacchiava.

Mi sta sporcando la camicia. Alice mi ucciderà… o ucciderà lui?

“Divertente Edward!” ironizzò Jacob, lasciando la presa sul cervo.

“Perdonami, ma tutte queste emozioni umane sono difficili da gestire” disse Edward sbattendo gli occhi.

“Stai per crollare dal sonno. Non vorrei che cadessi!”

“Quello che sto sentendo è sonno?” domandò incredulo Edward.

Fu il turno di Jacob a ridere, notando come Edward cercasse di combattere contro la sonnolenza.

“Sì, e se senti una stretta allo stomaco, vuol dire che hai fame!” spiegò Jacob, facendo una smorfia quando si osservò la camicia bianca di Edward.  Il colore originale era completamente ricoperto dal sangue del cervo.

“Non avrei mai creduto che dopo anni avrei provato di nuovo queste sensazioni” mormorò Edward, per poi portarsi sorpreso una mano al cuore. “ Ma batte!”

“Al contrario di te, io sono vivo!” precisò Jacob alzando gli occhi al cielo.

“Jacob la tua ironia non ci sarà d’aiuto!” ribatté Edward aggrottando la fronte.

“Andiamo a cercarlo o no?” chiese Jacob brusco.

“Sai cucciolo, credo che tu abbia ragione!”

“Perfetto, io vado a est e Edward cerca di non trasformati! Se hai bisogno, pensa. Io ti raggiungerò!”

“E tu cerca di non esporti alla luce del sole!” disse Edward.

“D’accordo, signor Cullen…”

Jacob voltò le spalle al suo corpo e s’inoltrò tra gli alberi. Iniziò a fiutare in cerca di quell’odore dolce, ma dovette trattenersi. Aveva già percepito degli umani in zona, così decise di seguire il suo nuovo istinto da vampiro. Correre e saltare senza portarsi addietro una folta pelliccia, era una novità piacevole. Ma dopo pochi minuti si rese conto che era inutile. Quel ragazzo era sparito nel nulla. Com’era riuscito a fare questo a lui e a Edward?

Si fermò e si ritrovò vicino alla scogliera, dove Bella si era gettata. Quil gli aveva detto che l’odore era comparso lì la prima volta, ma quel punto era esposto al sole e Jacob dovette rimanere nell’ombra. Rimpianse il fatto di non poter comunicare telepaticamente con Edward. Avendo il suo corpo, lui poteva esplorare la zona intorno alla scogliera. Si acquattò e aspettò che il ragazzo si rifacesse vivo.

Jacob! Sono nella radura, dove hai incontrato Laurent!

Jacob sussultò e capì che Edward aveva bisogno. Si diresse velocemente lì e trovò Edward accucciato vicino a un albero. Stava esaminando il terreno, e Jacob s’infastidì quando vide delle rughe sul suo volto.

“Edward, puoi smetterla di aggrottare la fronte!”

“Jacob, abbiamo altri problemi. Vieni a vedere…”

Edward era dall’altra parte e Jacob fu costretto a uscire alla luce del sole. Appena i raggi iniziarono a far luccicare la sua pelle bianca, si fermò a guardarli incantato. Non lo aveva mai sopportato, ma adesso, notando il riflesso sfaccettato della sua nuova pelle, cominciò ad apprezzarlo.

“è la prima volta che faccio quell’espressione ebete!” scherzò Edward sorridendo.

Jacob sbuffò e lo raggiunse. Si acquattò vicino al suo corpo e storse il naso per via dell’odore.

A terra c’erano delle orme di piedi. Jacob allungò le lunghe dite bianche di Edward e toccò la parte. Erano glaciali, ma allo stesso tempo bruciavano. Guardò Edward, ma il nuovo lupo alzò le spalle.

“Chi è, secondo te?”

Che cos’è?

“Dai Edward. Hai capito!” sbottò Jacob alzandosi.

“Scusa, non sono abituato. Di solito, sono io a leggere nel pensiero degli altri. Devo dire che la pace che regna nella tua mente è estremamente riposante!”.

“Per adesso, anche la tua…”

“Aspetta di tornare a casa!” esclamò Edward sorridendo.

“A casa?” ripeté Jacob confuso.

Non starà mica pensando che io torni da Bella conciato così?

“Ehi!”

“Scusami Jacob!” disse Edward sospirando.

“Che cosa facciamo?” chiese Jacob rintanandosi nell’ombra. Cominciava già a sentire la mancanza del sole, ma soprattutto il battito del suo cuore. Aveva portato una mano sul cuore di Edward, e si era impietrito quando non aveva sentito niente.

“Dobbiamo aspettare che si faccia rivedere” iniziò Edward, cercando di soffocare uno sbadiglio.

“E cosa diremo agli altri?”

“Niente!”

“Come sarebbe a dire niente? Edward, io ho un branco di cui occuparmi!”.

“Ed io della mia famiglia!” esclamò Edward arrabbiandosi e il tremore ricominciò. “Certo che il tuo corpo è instabile!”

“E il tuo è immobile come una pietra!” lo rimbeccò Jacob, ancora fermo nella sua posizione.

Edward fece un profondo respiro e continuò come se niente fosse.

“Dobbiamo scambiarci. Tu riesci a farti passare per me?”

“Non ci vuole mica un genio. Basta che parlo in maniera strana e bevo sangue!”.

Jacob avrebbe voluto rabbrividire, ma il corpo di Edward non glielo consentiva. A essere sincero con se stesso, non si sentiva così in forma da anni.

“Molto spiritoso, Jacob. Devi anche imparare a non rispondere ai pensieri degli altri. È molto difficile. Io ho impiegato un po’ di tempo a farlo.”

“Se resto sempre con Bella, non dovrei avere problemi. Alla fine, questa è una cosa temporanea…”

Lo spero…

“Edward un pochino più di ottimismo non guasterebbe!” commentò Jacob ridendo nervosamente.

“Jacob, sto parlando seriamente. Dobbiamo stare molto attenti!”

“Ma il problema principiale non sono io! Sei tu, succhiasangue”

“Come sarebbe a dire?”

Jacob fece un sorriso sghembo e Edward s’irrigidì a vederlo.

“Io devo solo bere sangue, non rispondere ai pensieri e non espormi alla luce del sole. Tu, invece, devi cercare di trattenere le tue emozioni. C’è il rischio che tu possa trasformarti!”.

“Sono un vampiro, Jacob Black. I vampiri sono essere freddi!”

“Puoi essere freddo quanto vuoi, ma adesso sei nel mio corpo ed io nel tuo. Purtroppo, avrai a che fare con i miei fratelli. Dobbiamo pensare a una giustificazione per evitare di trasformarti davanti a loro!”.

Basta che li dico che ho rinunciato alla natura di lupo…

“Non ti azzardare!” ringhiò minaccioso Jacob. “ Mi farai invecchiare così! E poi il mio branco lo sa che non voglio farlo!”.

“Perché non vuoi farlo?” domandò curioso Edward.

“Per Nessie. Lei è immortale. È l’unico modo per stare con lei!”

Mi sono sbagliato su di lui.

Jacob fece finta di non ascoltare quel pensiero e riprese da dove si era interrotto.

“Possiamo dirgli che devo stare a casa Cullen per un certo periodo. Siamo a conoscenza del fatto che il nostro odore aumenta con la trasformazione, così possiamo farlo passare per un mio atto di gentilezza nei vostri confronti”.

“Molto nobile…” ironizzò Edward sbattendo gli occhi. Se non si fosse messo a dormire subito, sarebbe crollato lì.

“Hai in mente un’altra scusa?” chiese Jacob rabbuiandosi.

“No. Ma non credi che io debba dar loro un motivo”.

“Puoi dirgli che si tratta di Nessie. Non faranno domande!” spiegò Jacob sospirando.

“D’accordo. C’è altro?”

“Sì, comportati il più umanamente possibile!” disse Jacob e scoppiò a ridere di gusto.

Edward sbuffò, ma sul suo volto si aprì il sorriso solare di Jacob. A un tratto sentirono uno squillo, e Jacob si guardò intorno prima di capire che proveniva dalla tasca dei pantaloni. Tirò fuori lentamente il cellulare e fece per passarlo a Edward, ma quello scosse la testa.

“Devi rispondere tu. In questo momento sei Edward Cullen!”

Jacob annuì e avviò la comunicazione.

“Pronto?”

“Come sarebbe a dire pronto?”

La voce di Alice gli trapanò l’orecchio e notò Edward ridacchiare di gusto.

“Alice?” domandò Jacob in tempo. Stava per chiamarla piccola succhiasangue.

“Chi altri? Sei ancora con il cucciolo? Perché non riesco a vederti!”

Jacob si accigliò e rispose leggermente irritato: “ Il suo nome è Jacob!”

“Lo so come si chiama. Sei ancora con lui?”

“In un certo senso, sì!” rispose il nuovo vampiro, osservando con invidia il suo corpo.

“Hai intenzione di tornare presto? Te lo dico, perché Bella ha intenzione di raggiungerti!”.

“No! Bella, no!” esclamò Jacob allarmato.

Edward strabuzzò gli occhi e dovette trattenersi dallo strangolare Jacob. Dovette ripetersi molte volte, che se l’avesse fatto, si sarebbe ammazzato con le sue stesse mani.

“Edward sei sicuro di star bene? è successo qualcosa?”

“Assolutamente niente!” disse Jacob e scoppiò a ridere.

“Se lo dici tu. Comunque muoviti! Il tuo piano per trattenere Renesmee non sta funzionando!”

“Piano?” ripeté scoccando uno sguardo duro verso Edward, il quale si limitò a sorridergli.

“Sì, per impedirle di andare dal cane…”

“Jacob…” la corresse lui infastidito.

“Edward torna a casa. Ora!” disse Alice prima di chiudere la comunicazione.

Jacob osservò il cellulare, lo mise in tasca e iniziò a ringhiare.

“Che piano?”

A quanto pare Alice e Rosalie sono già tornate dal giro di shopping con Renesmee.

“Nessun piano…” mentì Edward spostandosi leggermente da lui.

“Edward devo ricordarti che leggo nel pensiero?”

Merda…

“Esatto! Nessie doveva venire qui a trovarmi e tu gliel’hai impedito?”.

“Jacob, cerca di capirmi. Sono suo padre!”

“In questo momento no! Io sono te, e tu sei me…” gli fece notare Jacob, e lo prese in giro indirizzandogli il suo famoso sorriso sghembo.

“Jacob Black. Attento…” lo minacciò Edward, scattando in piedi.

“Se no? Non mi fai paura succhiasangue!”

“Se fai qualcosa che non dovresti fare, incontrerai la mia furia!” esclamò Edward iniziando a tremare.

Jacob gli sorrise e alzò le spalle.

“Forse è meglio che vada!” disse Jacob voltandogli le spalle.

La sua mano saettò per fermarlo e si ritrovò a guardare Edward dritto negli occhi.

“Lo so che ce l’hai con me. Ma so anche, che tu non faresti del male a Bella e a Renesmee. Ti chiedo solo il favore di non fare niente di avventato e, quando questa storia si risolverà, te ed io potremmo continuare il discorso lasciato in sospeso”.

Per favore, non posso proteggerle così…

Jacob si vergognò per il suo scatto e annuì in direzione di Edward. Il nuovo lupo sospirò dal sollievo e lasciò la spalla del suo corpo.

“Ci vediamo stasera, d’accordo?”

“D’accordo, Jacob…” disse il nuovo vampiro, con il suo sorriso sghembo.

“A dopo, Edward…” e il nuovo lupo gli sorrise solare.

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti…. Grazie mille per aver letto il primo capitolo. Quest’ultimo che ho scritto è un po’ più corto, ma spero che vi possa piacere lo stesso. 

Angolo risposte recensioni:

Cullenuzza: Ciao, grazie per i complimenti! Tranquilla i pairing sono proprio quelli: EdwardxBella, JacobxNessie. Grazie ancora.  anche se tecnicamente sono invertiti, almeno credo ahahah)

Lalaland_girl: Grazie mille… spero che questo capitolo non ti faccia cambiare idea!

 

Alla prossima!

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Capitolo 3
*** Bentornato a casa ***


Bentornato a casa

 

 

 

 

Quando Jacob vide la grande casa bianca venirgli incontro, si fermò un istante per tentare di soffocare tutti i pensieri che l’avevano colpito. Naturalmente la vampira bionda non aveva dei bei pensieri su di lui, tanto che Jacob fu costretto a stringere una mano intorno a un albero per impedirsi di entrare e farla fuori. Si chiese come faceva Edward ad andarci d’accordo.

All’improvviso, vide Nessie sgattaiolare furtiva dalla porta sul retro e Jacob sorrise.

“Nessie!” la chiamò a voce alta e vide la ragazza paralizzarsi e voltarsi verso di lui.

Accidenti! È già tornato! Ma quello è sangue? Oddio ha ucciso il mio Jacob!

Jacob sgranò gli occhi, stupito per quel pensiero Non era abituato a essere trattato così da Nessie, e si accigliò quando lei si avvicinò a lui chiaramente seccata e leggermente impaurita.

“Ciao” disse Renesmee mogia, adocchiando il sangue sulla camicia.

“Ciao Nessie, dove stai andando?” chiese Jacob sorridendole.

Renesmee lo osservò confusa, per poi alzare gli occhi al cielo.

“Sto andando da Jacob! E tu non potrai impedirmelo! Sono grande, ormai. Papà…”

“Papà?” ripeté Jacob stranito. “Oh, sì! È vero! Sono tuo padre…” aggiunse subito dopo, scoppiando in una risatina nervosa.

“Sì, lo sei…” disse Renesmee guardandolo attentamente. “ papà ma quel sangue di chi è?”

“Questo?” chiese Jacob alzando i bordi della camicia. “ è di un cervo!”

Di un cervo? No, è impossibile! Nemmeno io da bambina, mi conciavo così!

“Era bello grande!” si giustificò Jacob alzando le braccia per descriverglielo.

“Bello grande?” ripeté Nessie ridacchiando.

“Enorme!”

“Ok…” disse Renesmee cauta. “ Io vado da Jacob!”

“Sì, Nessie. Vai pure!”

Renesmee si bloccò e si voltò lentamente verso di lui stupita.

“Tu, Edward Cullen, vuoi che vada da Jacob Black?”

Jacob la osservò confuso, ma poi la sua mente gli diede un allarme. Se Nessie fosse andata, avrebbe visto il suo corpo, ma dentro c’era Edward. Di sicuro il vampiro avrebbe detto o fatto qualcosa che lo rendesse agli occhi di Nessie un poco di buono. Se non fosse stato dentro il corpo di un vampiro, era certo che gli sarebbe arrivata una forte emicrania.

“No, Nessie! Fila a casa!” ordinò Jacob, ridacchiando dentro di sé.

“Che cosa?”

“Mi ha capito! A casa, ora!” ripeté Jacob, trattenendosi dal ridere. Stava iniziando a divertirsi.

“Non puoi farlo!” strepitò Renesmee, arrabbiandosi.

“Perché no?”

“Perché non l’hai mai fatto!”

“C’è una prima volta per tutto. A casa!”

Aveva ragione Jacob.

Jacob la seguì con un gran sorriso sulle labbra, e per poco non scoppiava a ridere quando Nessie si voltò verso di lui con uno sguardo incendiario. Trovava spassoso mettere nei guai il vampiro.

Quando arrivarono alla casa di Bella e Edward, Renesmee entrò come una furia, tanto che fece sobbalzare Bella seduta sulla poltrona. La vampira seguì con lo sguardo sua figlia fiondarsi in camera, per poi spostare i suoi occhi ambrati su Jacob. Un’espressione di stupore si dipinse sul suo volto e si alzò di scatto. Jacob rimase stupito dalla grazia e dall’agilità di Bella, per lui sarebbe rimasta sempre la ragazza più goffa sul pianeta.

“Edward!” esclamò Bella guardandolo con amore. “Che cosa è successo?”

“Niente. Ho impedito a Nessie di andare da Jacob” rispose Jacob sorridendo.

Bella s’irrigidì, e lui si stupì quando notò che Bella si stava arrabbiando.

“Come hai detto scusa?”

“Ho impedito a Nessie di andare da Jacob” ripeté lui con tono leggero.

“Come hai chiamato nostra figlia?”

“Nessie!” rispose Jacob e poi si ricordò che la vampira non sopportava quel soprannome.

Sbuffò e aggiunse:

“Oh, andiamo Bella. Non è la fine del mondo! Potevi scegliere un nome più semplice!”

“Edward…”

“Sì?”

“Sappi che non ti salto addosso, solo perché ti amo!” sbottò lei, ma un sorriso si formò sulle sue labbra.

“Grazie…” disse Jacob alzando le spalle.

Bella spalancò la bocca e perse l’aria divertita. Jacob la osservò confuso. Adesso, in cosa aveva sbagliato?

“Ehm, Bella. Che c’è?” domandò preoccupandosi leggermente. La vampira aveva ancora quell’espressione scioccata.

“Grazie?” farfugliò Bella scuotendo la testa.

“Sì, mi hai detto che mi ami ed io ti ho risposto grazie” spiegò Jacob inarcando un sopraciglio. Poteva risponderle in altre maniere meno carine, ma il vampiro l’avrebbe ucciso se lo avesse fatto litigare con Bella.

“Giusto…” borbottò Bella, e Jacob era sicuro che sarebbe arrossita, se fosse stata ancora umana. “ è solo che…”

“Solo cosa?” chiese Jacob incuriosito.

“Ecco. Tu di solito mi rispondi facendomi una specie di dichiarazione!”.

Jacob gettò la testa all’indietro e scoppiò a ridere. Comportamento tipico del vampiro. Invece di dire le cose semplicemente, faceva sempre un giro di parole inutile.

“Vuoi che mi metta in ginocchio e gridi il suo… mio amore per te?” chiese Jacob correggendosi, ma Bella non se ne accorse.

“No, non importa” ribatté Bella brusca. Jacob sorrise: quel tono lo usava sempre con lui quando la faceva arrabbiare. Chissà come avrebbe reagito Edward, quando gli avrebbe detto quello che aveva combinato.

Bella lo stava osservando e fece una cosa che fece indietreggiare Jacob. Stava per baciarlo.

“Ma sei impazzita?” le chiese spaventato.

Bella si accigliò e incrociò le braccia.

“Non posso baciare mio marito?” disse gelida.

Jacob avrebbe voluto rispondere di sì, che non doveva, perché se no Edward lo avrebbe veramente ucciso. Si guardò intorno in cerca di una scusa plausibile e il suo sguardo cadde sulla camicia.

“Sì, che puoi! Certo! Ma non voglio che ti sporchi di sangue”.

Bella fece una risatina e inclinò la testa divertita.

“Edward, io mi sporco sempre di sangue, quando caccio. Che differenza fa?”

“Non siamo a caccia ora. Perché rovinare il vestito?” abbozzò Jacob allontanandosi da Bella lentamente.

“Da quanto t’interessano i vestiti? Alice ci riempie il guardaroba ogni due giorni!” rispose Bella osservandola incredula.

Jacob deglutì e pregò che qualcuno lo venisse a salvare. Stava esaurendo le scuse ormai.

A un tratto una porta fu spalancata e Renesmee comparve in soggiorno. Spostò lo sguardo da sua madre, che era in piedi leggermente scioccata, a lui che stava cercando di mimetizzarsi con il muro.

“Tutto bene?” chiese preoccupata.

“Benissimo, Nessie! Dove stai andando?” disse Jacob strisciando verso la camera di Edward. Se si fosse chiuso in bagno, Bella non l’avrebbe seguito. Almeno, così sperava.

“Non sto andando da Jacob. Sto andando dai nonni! Ho il permesso di attraversare il bosco, o devo stare chiusa in camera mia?”.

“Tesoro, certo che puoi andare dai nonni” fece Bella basita. “Perché non dovresti?”

“Perché papà mi ha ordinato di stare chiusa in camera!” rispose Renesmee scaldandosi.

“Ehi! Ti ho detto di stare in casa, non in camera!” protestò Jacob e rabbrividì sotto gli sguardi di Bella e Nessie. “ Io vado a farmi una doccia!”

Jacob si diresse di corsa verso la camera di Edward e si chiuse dentro. Stava per far scattare la serratura quando si accorse che mancava la chiave.

“Merda... ” disse, per poi appoggiarsi alla porta per calmarsi.

L’idea di rimanere chiuso in quella stanza fino a quando la situazione non si fosse risolta, balenò nella sua mente, ma la scartò subito. Non era fattibile, i Cullen erano famosi per non avere nessuna privacy. Per fortuna che adesso stava imparando a gestire i pensieri delle persone accanto a lui. Iniziava a capire perché Edward era sempre appiccicato a Bella. Il fatto che la sua testa fosse avvolta in una specie di scudo, era veramente una fonte di assoluta pace.

Si alzò e si diresse verso il bagno. Una lunga doccia l’avrebbe fatto rilassare. Entrò e chiuse la porta. Anche lì mancava la chiave. Sbuffò e si guardò intorno per trovare qualcosa per bloccare la porta. Un cassettone dall’aria decisamente pesante era posto di fianco all’entrata. Lo spostò e lo trascinò davanti alla porta. Fece una prova e capì che non sarebbe servito a niente. Anche Nessie sarebbe riuscita a spostarlo, ma poteva sempre sperare che Bella rispettasse i momenti d’intimità di Edward. Aprì l’acqua della doccia, si spogliò e si lasciò avvolgere dall’acqua calda. Stava per lasciarsi andare, quando sentì un rumore che lo fece impietrire. Si voltò e vide davanti a lui Bella, che lo guardava con uno sguardo malizioso.

Jacob urlò e prese di getto l’asciugamano per coprirsi.

“Bella! Sono nudo. Che cosa ci fai qui?”

Bella si accigliò e fece per spogliarsi per raggiungerlo, ma Jacob schizzò fuori dalla doccia bagnando il pavimento.

“Non mi vuoi?”chiese Bella ferita.

“Bella, certo che ti voglio. Ma in questo momento non mi va e poi sono nudo. E…”

“Da quando si fa la doccia vestiti? E poi ti ho visto nudo molte volte!” l’interrupe Bella sorridendo.

Jacob alzò gli occhi al cielo e maledì Edward. Se avesse tenuto le distanze in quegli anni, adesso lui non si sarebbe trovato in quella situazione.

“Giusto, siamo sposati…” borbottò Jacob coprendosi con un altro asciugamano.

“Sì, ed io, essendo tua moglie, voglio adempiere a miei obblighi coniugali! Dai Edward, Renesmee non c’è… Possiamo approfittarne!”

Jacob deglutì e guardo speranzoso la porta del bagno. Il cassettone era ritornato al suo posto, ma la porta era chiusa. Mugugnò, sentendosi in trappola. Perché nessuno l’aveva avvertito che Bella era… così?

Ma poi il ricordo della telefonata di Alice gli ritornò in mente e lui, ridendo dal sollievo, disse:

“Non possiamo ora… Alice mi ha chiamato. Sembra che abbia bisogno di me!”

Bella fece un’espressione delusa, ma rinunciò a continuare a sedurlo.

“è successo qualcosa?” domandò preoccupata.

Jacob le rivolse il sorriso sghembo. Era facile distrarre Bella, per fortuna che quell’aspetto del suo carattere non era mai cambiato in quegli anni.

“Credo di sì” rispose Jacob indietreggiando con le spalle rivolte verso il muro. Usando la mano libera, quella che non reggeva gli asciugamani, andò alla ricerca della maniglia della porta. La trovò e la spalancò Bella lo seguiva e Jacob gettò un’occhiata dietro di sé per trovare il famoso guardaroba. Una porta, non molto lontana dal letto, attirò la sua attenzione e, stando attento a non offrire nessuno spettacolo a Bella, si diresse lì. Veloce si voltò e la aprì, ma quello che vide per poco non li fece cadere gli asciugami. Ebbe la sensazione di trovarsi in un centro commerciale.

I vestiti erano ovunque, ma la cosa che lo sconvolse era che erano tutti abiti femminili. Dove accidenti erano i vestiti di Edward?

Bella gli si era avvicinata e lui considerò l’idea di prendere in prestito i suoi abiti. Qualsiasi cosa pur di vestirsi!

“Ehm, Bella. Dov’è la mia roba?”

Bella lo guardò incredula e Jacob gli rivolse il sorriso sghembo. Vide il suo volto rilassarsi e lui emise un flebile sospiro di sollievo. Ecco per Edward continuava a sorriderle così: era un’ottima arma.

“Sono qui!” disse Bella e gli tirò fuori un paio di pantaloni eleganti beige e una camicia bianca.

Jacob storse il naso e gettò uno sguardo dietro le spalle di Bella. Ripiegati nell’angolo più lontano, c’erano un paio di jeans e una semplice maglietta nera.

“Bella, faccio io adesso. Perché non mi aspetti in soggiorno? O meglio, perché non ci vediamo a casa Cullen?” prose Jacob speranzoso.

“Casa Cullen? Da quando la chiami così? Solo il branco di Jacob lo fa e non ti è mai piaciuto!”.

“Ho cambiato idea…” ripose brevemente Jacob usando la sua nuova arma.

Bella sospirò e uscì dal guardaroba, non prima di dargli un bacio sulla guancia.

“Ti amo…” gli sussurrò.

Jacob annuì e Bella se né andò leggermente infastidita.

“Non so se esisti…” disse Jacob alzando gli occhi verso il soffitto. “ Ma grazie!”

Lasciò cadere gli asciugamani e si diresse verso il piccolo angolo dedicato a Edward. Non gli era mai piaciuto il suo modo di vestirsi, ma per fortuna che c’erano dei vestiti adatti a lui. Aprì un cassetto e scoppiò a ridere. Davanti a sé trovò una vasta gamma di boxer e ne scelse uno nero. Lo indossò, per poi mettersi anche il jeans e la maglietta. Si portò davanti allo specchio e ammiccò verso il suo nuovo riflesso. Gli occhi ambrati erano nervosi, ma solo quelli manifestavano la sensazione che provava Jacob in quel momento. Raccolse gli asciugami, li gettò nel cesto della biancheria e uscì dalla stanza. Sentendosi un condannato a morte, si diresse verso la grande casa bianca.

Quando arrivò, trovò Emmett e Jasper parlare a proposito di Rosalie.

Jacob sorrise quando lesse la mente del vampiro biondo. Secondo lui, Rosalie aveva delle tendenze maniache compulsive per quanto riguardava la sua gelosia nei confronti di Emmett, ma si teneva ben stretto quel pensiero.

“Ciao fratellino!” lo salutò Emmett osservandolo con gioia. “Ti va una sfida?”

“No, grazie…” rispose velocemente Jacob.

“Edward, ma come ti sei vestito?” domandò Jasper preoccupato. “ E perché sei così nervoso?”

“Nervoso, io? Oh, no. Per niente!” disse Jacob gesticolando con le mani.

“Il cane ha avuto una brutta influenza su di te….”

Jacob ringhiò, facendo sussultare Emmett e Jasper.

“Il cane ha un nome!” disse Jacob arrabbiato.

“State parlando di Fuffi?”

La voce di Rosalie fece voltare Jacob. La vampira si stava avvicinando a loro con un insopportabile sorriso sulle labbra.

Se Edward è già qui, vuol dire che non l’ha fatto fuori! Peccato, dovrò pensarci io…

“Ti faccio fuori io, se non la pianti. Barbie sanguisuga!”

Jacob sentì, addosso, gli sguardi stupiti dei presenti e assunse un’espressione divertita.

“Jacob avrebbe risposto così, se potesse leggere il tuo pensiero!”

Emmett e Jasper si rilassarono e Rosalie trillò una risata.

“Sì, hai ragione. Il cane non ha molta fantasia! Comunque Edward, sono venuta a dirti che Bella, Alice ed io usciamo per comprare il regalo di compleanno a Renesmee. Sei sicuro di non voler partecipare?”

“Partecipare?” ripeté Jacob confuso. Ma poi il pensiero di Jasper gli venne in aiuto.

Ha dimenticato che deve preparare la sonata per Renesmee…

“Oh, sì. La suonata di Nessie!”

Rosalie sgranò gli occhi confusa ed Emmett lo guardò a bocca aperta.

“Sonata, Edward…” lo corresse Japer.

“Sonota!”

“Sonata!” strepitò Rosalie, guardandolo scioccata.

“Fratellino, forse è meglio che vai da Carlisle. Sei un po’ strano…” gli suggerì Emmett.

Edward è impazzito!

“Sì, avete ragione voi. Sapete, lo scontro con Jacob mi ha lasciato un po’ scosso…” mentì Jacob sorridendo in continuazione.

“Immagino… Io non capisco perché gli concedi di venire qui!” fece Rosalie allacciando la vita di Emmett con un braccio. Il vampiro le sorrise e le diede un bacio in fronte.

È una battaglia persa, Rosalie. Sono innamorati quei due, giusto Edward?

Jacob fissò Jasper, che gli fece un occhiolino.

“Sai, con la storia dell’imprinting. E poi è anche il migliore amico di Bella!” disse Jacob alzando le spalle.

“Se lo dici tu. Ma gliel’hai dato l’ultimatum?”

“Ultimatum?” ripeté Jacob guardando Jasper.

Jasper assunse un’espressione confusa, e stava per rispondere quando la risata di Alice giunse alle sue spalle.

La piccola vampira si stava avvicinando di corsa, e lui lesse nella sua mente la visione di Bella in procinto di tendergli un agguato ai piedi della scala. Jacob scosse la testa, e la visione cambiò.

Adesso, vedeva Bella che gli ringhiava contro perché lui l’aveva rifiutata un’altra volta.

Alice aveva smesso di ridere e lo fissava risentita.

“Non è educato, Edward! Ma che cosa ti sta succedendo?”

Jacob era ancora sottosopra da questa scoperta. Aveva finalmente capito come comunicavano Alice e Edward. Pensò di andare da Carlisle e vide nella sua mente Alice che stava proprio per suggerirglielo.

“Muoviti!” gli ringhiò contro.

Jacob fece un cenno agli altri e si diresse verso la scala. Notò Bella attenderlo e lui alzò subito le mani, dicendole:

“Devo andare da Carlisle!”

“Ok…” sbottò Bella ringhiando.

Mentre saliva le scale, rimpianse il suo corpo. Come faceva il vampiro a sopportare tutto questo? Con Alice che lo anticipava sempre e con Bella che gli faceva gli agguati? Poi un pensiero lo fece impietrire. Come se la stava cavando Edward? Era passato del tempo da quando i loro corpi erano stati scambiati. Decise di chiamarlo. Si frugò nelle tasche, tirò fuori il piccolo cellulare argentato, e stava per fare il numero quando la porta di fianco a lui si aprì.

Il dottore lo stava guardando sorridente e gli fece cenno di entrare.

“Edward!” lo salutò. “Sono felice di rivederti. Ho fatto una scoperta sensazionale!”

Carlisle era l’immagine della felicità e Jacob sorrise per il suo entusiasmo.

“Che scoperta?” gli chiese mentre si accomodava sulla poltrona davanti alla scrivania.

“Il D.NA.  di Jacob e dei suoi fratelli!”

“Che cosa?” sbottò Jacob furioso.

“Sì, finalmente ho scoperto il loro codice genetico!” ripose Carlisle, non accorgendosi dell’espressione infastidita di Jacob.

Li stavano ancora studiando, e il nuovo vampiro si arrabbiò del fatto che nessuno si fosse preso la briga di avvertirlo.

“E cosa hai scoperto?”

“ Il loro acido ribonucleico è…”

Ma Jacob non capì una sola parola di quello che gli stava dicendo Carlisle. Si limitò ad annuire e a mugugnare nei momenti giusti, mentre la sua mente vagava in direzione di La Push, chiedendosi cosa stava facendo in quel momento Edward.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ecco qui con un altro capitolo! Spero che vi sia piaciuto. L’ho scritto mettendoci tutto il mio impegno. Grazie mille, per chi mi segue e per chi mi recensisce. (adoro le recensioni.)

Angolo risposte recensioni:

Vitti: spero di esserci riuscite e che questo capitolo ti abbia soddisfatto. Grazie!

Lalaland_girl: Grazie per i complimenti. Spero che ti piaccia anche questo!

Pingu_bella: Grazie per la recensione!

Cullenuzza: ecco qui l’aggiornamento. E non stai impazzendo anch’io faccio confusione. Infatti, devo prestare molta attenzione. Spero che ti piaccia pure questo capitolo!

 

Alla prossima!

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Capitolo 4
*** Scoperte ***


Scoperte

 

Mentre Jacob era alle prese con la spiegazione di Carlisle a proposito del sangue dei licantropi, Edward stava dormendo profondamente sul divano, a casa di Jacob. Sul volto aveva un accenno di sorriso, e sospirò quando, per la prima volta nella sua lunga esistenza, sognò Bella.

Lo aveva sempre desiderato e avrebbe continuato a farlo, se non fosse stato per il getto d’acqua ghiacciato che lo colpì in faccia.

Balzò a sedere e si guardò intorno con gli occhi ancora mezzi addormentati. Una ragazza con la carnagione scura e con lunghi capelli neri lo stava guardando seccata. Edward notò che in mano aveva un secchio, e temeva che tra poco glielo avrebbe dato in testa se non avesse detto qualcosa.

“Buongiorno... ” disse sbadigliando.

“Buongiorno, cosa? Forza, Jake. Alzati! Sta arrivando Paul!”

“Paul?” ripeté confuso, stiracchiandosi.

“Sì! Andiamo! Billy non c’è, e tu devi uscire di casa!” esclamò la ragazza e Edward capì finalmente chi era. Era la sorella di Jacob: Rachel.

“è un piacere rivederti Rachel! Il tuo ragazzo Paul sta arrivando qui?” domandò Edward, sorridendole gentile.

Rachel strabuzzò gli occhi e poi li abbassò per osservare il secchio. Lo esaminò attentamente, per poi riportare lo sguardo su Edward.

“Ti ho colpito anche con il secchio, quando ti ho lanciato l’acqua?” domandò perplessa.

“No, non ti preoccupare. E tanto che ci siamo, ti ringrazio per non averlo fatto” rispose Edward ridendo.

Rachel lo fissò ancora attentamente e Edward si ricordò che Jacob non avrebbe reagito così. Sarebbe schizzato in piedi e sarebbe andato fuori di matto. Cercando di assumere un atteggiamento arrabbiato, si alzò e gettò a terra la poltrona. Di sicuro, Jacob l’aveva già fatto altre volte.

“Jake, ma sei impazzito? Perché hai squarciato la poltrona?” chiese Rachel, urlando.

“Squarciato?” ripeté confuso e notò che in mano aveva un pezzo della poltrona. Lo lasciò cadere di scatto, sorpreso dalla forza inaspettata che aveva il corpo di Jacob.

“Billy ti ucciderà! Era la sua poltrona preferita!” strepitò Rachel.

Edward si sentì in colpa e decise che sarebbe uscito da casa per andare a comprarne una nuova.

A un tratto il suo stomaco rumoreggiò e lui si portò le mani sopra la pancia, leggermente infastidito. Non era possibile che Jacob avesse sempre fame, e sempre sonno. Infatti, si era appena alzato e già sperava che Rachel se ne andasse per poter ritornare a dormire.

“Forza, stupido. Ti preparo qualcosa!” disse Rachel sorridendogli.

Edward la fissò e vide sul suo volto lo stesso sorriso solare di Jacob.

“Ti ringrazio…” disse Edward seguendola in cucina.

“Jacob!” lo chiamò lei, voltandosi. “ Da quando parli così?”

“Parlo così, come?”

“Bé, senza offesa. Ma parli come un vecchietto, o come quel pazzo del tuo futuro suocero!” rispose Rachel ridendo di gusto.

Edward si fermò di botto e assunse un’espressione stupita. Futuro suocero? Che cosa aveva in mente di fare Jacob con la sua bambina?

Mascherando la sua sorpresa, si sedette e afferrò i bordi del tavolo. Il suo corpo era tutto un tremore e cominciò ad avvertire la stessa scia infuocata che aveva percepito solo poche ore prima con Jacob. Appena pensò a lui, il tremore aumentò, tanto forte da far traballare il tavolo.

Rachel se ne accorse e si appoggiò di peso sul mobile. Lo guardava furiosa.

“Hai già distrutto la poltrona, e il tavolo ci serve!”

“Perdonami” disse Edward vergognandosi leggermente.

Doveva calmarsi, se si fosse arreso alle emozioni umane del suo corpo, si sarebbe trasformato.

Rachel gli mise sotto il suo naso, un piatto pieno di bacon e uova, per poi sedersi di fronte  a lui.

Edward si buttò a capofitto sul cibo e lo spazzolò via neanche in un minuto. Il suo stomaco diede altri segnali e Edward chiese a Rachel se c’è ne era dell’altro.

“No! Quello che c’è nella pentola è per Paul!” disse lei seria.

“Ti prego di scusarmi, ma non sono abituato ad avere così fame!” ribatté Edward.

“Ma se svuoti il frigorifero ogni giorno!”

“Davvero?” domandò Edward incredulo, ma poi notò l’espressione di Rachel e si affrettò a continuare. “ Nel senso, sì. Hai ragione. Ma non credi di esagerare?”

“Esagerare? Fratellino, grazie a te e al tuo branco, il direttore del supermercato in fondo alla strada ha potuto comprarsi una Ferrari!”.

“Ma dove li prendono i soldi?” borbottò Edward a se stesso. Da quello che sapeva lui, Jacob non lavorava e neanche sua sorella.

“Cosa hai detto?” chiese Rachel guardandolo di sottecchi.

“Niente d’importante!” ripose Edward sorridendo.

Rachel sbuffò e lesse l’ora sull’orologio a muro. Anche Edward seguì il suo sguardo e vide che a quell’ora, di solito, lui andava a parlare con Carlisle. Soffocò una risata al pensiero di Jacob seduto nell’ufficio di Carlisle ad ascoltare cose che per lui non avevano nessun significato.

“Forza, Jake! Fuori dai piedi! Tra poco arriva Paul!” disse sua sorella afferrando il piatto e mettendolo nel lavandino.

“Perché devo andarmene?” domandò Edward leggermente allarmato. Aveva pensato di rimanere rintanato in casa fino a quando non fosse giunta la sera. Non aveva ancora il controllo del corpo di Jacob e temeva le conseguenze, se fosse riuscito a trasformarsi.

“Perché vogliamo vedere un Dvd!” disse Rachel abbassando lo sguardo di scatto.

Edward si accigliò. Anche se non aveva più il suo potere di leggere nelle menti, sapeva che Rachel mentiva.

“Rachel, non abbiamo un lettore Dvd” fece notare Edward, indicando il televisore antiquato appoggiato a un mobile in soggiorno.

“Sta portando il suo!” urlò lei, arrossendo.

“Ma non conviene a entrambi di andare a vedere il film a casa di Paul?”

Rachel lo fulminò e Edward si sentì gelare sotto quello sguardo furioso.

“Oh, Jake! Solo perché tu non hai una vita sessuale, non vuol dire che anche gli altri non l’hanno. Ho ventotto anni e Paul ne ha ventiquattro, come te. Siamo liberi di fare ciò che vogliamo! Quindi, fuori di casa!”.

Ma Edward non sentì il resto del discorso. Il suo cervello si era fermato prima della conclusione della frase. Un sorriso solare si dipinse sul suo viso quando si rese conto che la sua Renesmee e il cane non avevano fatto niente nei lunghi pomeriggi che avevano trascorso insieme. Lo sapeva, perché aveva sondato la mente di sua figlia, ma adesso ne aveva la certezza assoluta.

Balzò in piedi felice come non mai e andò abbracciare Rachel, che presa alla sprovvista tentò d’indietreggiare.

“Grazie, grazie. Mi hai dato una bellissima notizia!” esclamò Edward raggiante.

Rachel lo guardava stranita, mentre Edward doveva trattenersi dal saltellare di gioia per la cucina. Il corpo di Jacob era pieno di emozioni così umane che era difficile gestirle.

“Mi stai ringraziando perché ho detto che hai l’esperienza di un dodicenne?” chiese lei basita.

“Sì! È la cosa più bella che abbia mai sentito in un sec… cioè, in tutti questi anni!” ripose Edward fregando un po’ di bacon dalla padella sul fornello. La felicità gli faceva venire fame.

“Per cui, ora che sei felice, mi lasci casa libera?” domandò Rachel speranzosa.

“Certo, anche se…” iniziò a dire Edward assumendo un’espressione seria, “ non credo che sia giusto che due giovani come voi facciano del sesso prima del matrimonio. È un passo molto importante, io ho aspettato…”.

“Che cosa vuol dire che tu hai aspettato?” l’interrupe Rachel sorpresa.

“No, perdonami. Volevo dire che se mai incontrerò la donna giusta, aspetterò il matrimonio!”.

“Conoscendo Nessie, non sarà così contenta! Quella ragazza è come sua madre, e da quello che ho scoperto, Bella non era poi così paziente!”.

Edward s’impietrì, mentre con la mente ripercorreva tutti quegli anni trascorsi con Bella. Scosse la testa di scatto per scacciare quei ricordi e decise che avrebbe rinchiuso in casa Renesmee per l’eternità.

“Renesmee è una ragazza seria” borbottò Edward.

“Sì, lo è. Con un padre come Edward, chi non lo sarebbe? Ma è pur sempre una ragazza. È ogni ragazza ha le sue… esigenze…” disse Rachel ridacchiando.

“Esigenze?”

“Sì, Jake. E se fossi in te, non aspetterei ancora a dichiararmi. Voi due siete destinati a stare insieme. Guarda me e Paul!” affermò Rachel sorridendo in maniera dolce.

“Tu sei felice?” chiese Edward curioso.

“Sì. E lo sarà anche Nessie, quando le dirai che la ami!” esclamò la ragazza, gettando l’ennesima occhiata all’orologio.

“Sì. Allora, vado. Mi preparo ed esco di casa” disse Edward con la mente a mille miglia da lì.

Sentì Rachel sospirare alle sue spalle, e lui si diresse verso il piccolo bagno posto in fondo al corridoio. Meno male che era venuto già altre volte a casa di Jacob.

Appena finito di fare la doccia, si diresse in camera del licantropo. Non vedeva l’ora di uscire per riflettere a lungo sulle parole che gli aveva appena detto Rachel.  Jacob non si era ancora dichiarato, e sapeva che sua figlia aspettava che lui facesse la sua mossa. Ma cosa bloccava Jacob a farla?

Edward, sovrappensiero, aprì l’armadio e rimase scioccato. Il guardaroba di Jacob consisteva in bermuda e magliette. Edward frugò all’interno e scoprì, cacciati in un angolo, una camicia bianca e dei pantaloni neri. Erano stropicciati, ma Edward scrollò le spalle e li indossò. Si guardò allo specchio e gli occhi scuri di Jacob risposero al suo sguardo. Il nuovo lupo sorrise, ma al posto del suo solito sorriso sghembo, comparve quello solare di Jacob.

Edward fece l’occhiolino alla sua nuova immagine e si diresse in soggiorno. Paul era già arrivato e, appena lo vide, scoppiò a ridere di gusto. Rachel lo fissava con gli occhi sgranati e Edward, dopo quasi un secolo che non lo faceva più, arrossì.

“Oh, amico! Sembri un rappresentante!” esclamò Paul ingozzandosi di patatine.

“Jake, ma ti senti bene?” chiese Rachel preoccupandosi.

“Sì, sto bene, grazie…” rispose Edward leggermente irritato per la reazione che aveva avuto Paul. Adesso capiva perché Jacob non lo sopportasse più di tanto.

“Ehi, amico. Grazie per la casa libera!” disse quest’ultimo indirizzandogli un occhiolino malizioso.

Edward si limitò ad annuire, e si fiondò fuori di casa prima di gettarsi su Paul e fargli molto male.

Un raggio di sole gli colpì il viso e lui, allarmato, si guardò intorno. Ma poi si ricordò che il sole non era un problema per Jacob, così alzò il volto e si godette il calore che emanavano i suoi raggi.

Un rumore improvviso attirò la sua attenzione. Quel rumore l’avrebbe riconosciuto ovunque: era la sua Volvo. Stupito, si diresse verso l’inizio del vialetto di casa e vide, in fondo, la sua macchina raggiungerlo. Era Renesmee e un sorriso radioso si dipinse sulle sue labbra.

Renesmee, vedendolo sul ciglio della strada, rallentò e si accostò di fianco a lui. Edward notò che era arrabbiata, ma l’espressione della ragazza cambiò all’istante. Sembrava sorpresa.

“Jake ma come ti sei vestito? Sembri mio padre!” lo salutò lei, scoppiando a ridere.

“Non sto bene?” chiese Edward, chiedendosi il motivo della rabbia di Renesmee.

“Sei bello come sempre…” rispose Nessie arrossendo.

Edward cominciò a preoccuparsi.

“Come mai non sei a casa?” aggiunse lei, facendogli cenno di salire in macchina.

“Ci sono Rachel e Paul a casa” disse Edward salendo in macchina e, mentre lo faceva, osservò la sua auto, per assicurarsi che fosse ancora come l’aveva lasciata quel mattino.

“Tu hai lasciato tua sorella sola con Paul?” sbottò Renesmee stupita.

“Sono grandi, ormai. È ora che si assumano le loro responsabilità!”.

“Jake, ma se fino a ieri, avevi cercato in tutti i modi per evitare che quei due facciano…”.

Edward si portò le mani alle orecchie per evitare di sentire la parola che avrebbe pronunciato Renesmee a momenti. Non lo avrebbe sopportato. Si domandò se gli psichiatri accettavano come pazienti dei vampiri, perché era certo che, una volta risolta quella situazione, aveva bisogno di andare in analisi.

“Jake, ma che succede oggi? Siete tutti strani!” esclamò Renesmee, accendendo la macchina e rimettendosi in strada.

“Tutti strani?”

“Sì. Dovevi vedere il mio papà oggi. Non sembrava neanche lui!”

“Che cosa ha fatto?” domandò Edward, deglutendo a fatica.

“Mi ha impedito di venire da te. Non lo hai mai fatto così direttamente! Di solito, coinvolge le zie e pensa a dei piani assurdi!”.

Edward si accigliò, i suoi piani non erano assurdi. Erano ben congegnati e richiedevano molta fantasia.

“Ma adesso non è più un problema. Ci penserà la mamma” continuò Renesmee sorridendo in maniera sghemba, come faceva lui.

“In che senso?”

“Mamma ha le sue tattiche per manipolarlo…” borbottò Renesmee, avvampando.

Mai in quel momento Edward rimpianse il suo dono di leggere le menti. E così Bella lo manipolava.

Edward si rabbuiò e rimase in silenzio, ma poi finalmente capì a cosa si stava riferendo sua figlia.

“No!” urlò all’improvviso, tanto che Renesmee sbandò con la Volvo.

“Jake, che cosa succede?” chiese preoccupata Renesmee, fermando l’auto.

Edward trasalì quando sentì la mano di sua figlia accarezzargli il volto. La scacciò e vide il dispiacere sul viso di Renesmee.

“Scusa, Renesmee. Ho pensato a una cosa e ho sbottato. Ti prego di perdonarmi, non capiterà più!” disse Edward dispiaciuto. Odiava quando Renesmee soffriva.

“Non ti preoccupare. Sono abituata a tuoi cambiamenti d’umore!” disse la ragazza sorridendogli.

“Li ha… ho spesso?”

“Jacob Black. Tu sei un licantropo, ricordi?” chiese Renesmee in tono divertito.

“Ah, già.”

“A cosa hai pensato?”

“A Jac… Edward!” si corresse Edward.

“E da quando pensi a mio padre?” chiese Renesmee sorpresa.

“Da una vita…”

“Oggi avete litigato?”

Edward si voltò e notò che sua figlia era prossima alle lacrime. Si affrettò a scuotere la testa e sorridere alla Jacob.

“No, siamo stati interrotti” spiegò Edward.

Renesmee fece un lungo sospiro di sollievo e indirizzò lo sguardo lungo la strada.

“Jacob?” lo chiamò.

“Dimmi Renesmee…”

“Chiamami Nessie. Lo adoro quando lo fai…” borbottò lei arrossendo.

Edward si sentì molto a disagio e pensò in fretta a un modo per togliersi da quella situazione, ma la sua mente ritornava sempre a Bella con Jacob. Sarebbe impazzito, se non si fosse assicurato che Jacob avrebbe tenuto le mani a posto.

“Renes… Nessie. Andiamo a casa nost... tua”.

“Che cosa?” sbottò Renesmee incredula. “Stai scherzando? Lo sai che fatica ho fatto per scappare e venire da te?”.

“è importante, Renesmee” disse serio Edward.

La ragazza si azzittì, fece un’inversione e si diresse verso la parte opposta. Sapeva di averla fatta arrabbiare, ma non riuscì a reprimere un sorrisetto. Jacob si trovava nei guai.

“Speriamo che abbiano già finito” mormorò Renesmee ancora seccata.

“Finito, cosa?”

“Oh, dai Jake!” esclamò Renesmee sorridendogli. Edward si stupì del fatto che sua figlia non fosse più arrabbiata con lui, ma poi si ricordò che era Jacob quello che lei vedeva. Si rabbuiò ancora di più e strinse le mani a pugno.

“Lo sai quello che fanno quando io non sono in casa. Credo che siano convinti che io non sappia niente a proposito del sesso. Chissà perché. Per fortuna, che non li ho mai beccati. Sarebbe uno shock!” esclamò Nessie ridendo, e arrossendo allo stesso momento.

Edward guardava scioccato sua figlia. Che cosa era successo alla bambina che gli chiedeva in continuazione di lasciarle leggere le favole o di portarla a caccia di cervi? Era colpa di Jacob. La sua vicinanza l’aveva rovinata.

“Jacob, stai bene?” gli chiese.

“Mai stato meglio!” ringhiò Edward.

“Ah, sì? Allora perché stai distruggendo il cruscotto della macchina di mio padre?” domandò lei come se niente fosse.

Edward abbassò lo sguardo e vide le grandi mani di Jacob serrate sul cruscotto. Le allontanò lentamente e ringhiò di nuovo. Non solo aveva cambiato sua figlia, ma gli aveva fatto pure rovinare la sua auto.

Quando vide Renesmee immettersi nel viale alberato che conduceva a casa sua, pregò che Jacob fosse pronto, perché anche se era nel suo corpo, lo avrebbe fatto a pezzi.

 

 

 

 

Ciao a tutti… eccomi qui con un altro capitolo. Devo ammettere che è stato al quanto difficile immaginare le reazioni di Edward nel corpo di Jacob. Spero di non avervi deluso e che vi sia piaciuto il capitolo.

 Purtroppo oggi non riesco a rispondere alle vostre recensioni (sono leggermente influenzata e ho dato il massimo per il capitolo), ma spero che recensirete lo stesso.

Grazie a tutti quelli che hanno scritto commenti, messo la storia tra i preferiti e le seguite, e anche per chi ha solo letto.

Alla prossima!

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Capitolo 5
*** Guai ***


                                                        Guai

 

 

Renesmee aveva appena parcheggiato l’auto, al fianco della Jeep di Emmett, quando la porta del garage si spalancò. Jacob sembrava stravolto e Edward si chiese se fosse successo qualcosa.

“Papà!” esclamò Renesmee scendendo dall’auto.

“Nessie! Che cosa ci fai con lui?” domandò Jacob, mentre Edward scendeva dalla macchina.

“Ecco, vedi…” tentò di dire Renesmee ma Edward fu più veloce di lei.

“Non sono questioni che ti riguardano. Non ti sarai dimenticato, per caso, chi sia lei!”.

“Mi è cristallino su chi sia, succhiasangue…” ribatté Jacob irrigidendosi.

“Succhiasangue?” ripeté Renesmee osservando preoccupata suo padre.

Edward fulminò Jacob con lo sguardo, per poi attirare l’attenzione di sua figlia.

“Renesmee, puoi lasciarci da soli un momento?”

“Perché?” domandò Jacob. “ è appena arrivata ed io non l’ho vista per tutto il giorno!”

“Edward Cullen” gli ricordò Edward “io, Jacob Black, sono venuto a parlarti!”

‘Ci stai facendo scoprire!’ aggiunse il nuovo lupo con il pensiero.

Jacob scosse la testa, trafitto dalla rabbia di quel pensiero, e si avvicinò a loro.

“Lo hai sentito? È venuto a parlarmi. Che ne dici di aspettarci dentro? Bella è tornata e vuole vederti” disse Jacob rivolgendosi a Renesmee.

A Edward non piacque che Jacob pronunciasse il nome di Bella e lanciò un ringhio di avvertimento.

Renesmee osservò sconvolta i due e si limitò ad annuire. Ma prima di uscire dal garage, si avvicinò a Edward, gli diede un bacio sulla guancia e gli appoggiò una mano sul braccio.

Gli occhi di Edward furono invasi dall’immagine di una radura, dove si trovavano lei e il corpo di Jacob. Il messaggio era chiaro: si sarebbero incontrati lì dopo che lui avesse finito di parlare con Jacob.

“A dopo” gli sussurrò e uscì frettolosamente dal garage.

‘Così s’incontrano di nascosto!’

“Per forza, Edward. Tu le impedisci di venire da me” rispose Jacob con un sospiro.

Ma Edward non aveva tempo per preoccuparsi anche di quello, un’altra questione era più urgente. Doveva assicurarsi che il cane non avesse alzato le sue sporche zampe su sua moglie.

“Ehi! Ma sei impazzito? Io e Bella, ma per favore!” disse Jacob, cercando di trattenere il sorriso divertito che minacciava di disegnarsi sulle labbra del suo nuovo corpo.

“Non mentire Jacob Black. Renesmee mi ha detto che tu e lei…”

“Sono scappato. Certo che potevi avvertirmi!” si lamentò il nuovo vampiro appoggiandosi alla Jeep.

“Avvertirti?” domandò Edward confuso.

“Sì, non sapevo che Bella fosse… così” rispose Jacob, ridacchiando.

“In che senso?”

“Così… allegra…”

“Allegra” ripeté Edward osservando Jacob, che annuiva. “ Bella non è allegra, cioè a quei suoi momenti di….” ma poi capì quello cui si stava riferendo. Non era stato Jacob a iniziare, ma la sua cara moglie.

‘Bella!’

“Esatto. Meno male che voi vampiri non vi stancate…” affermò in maniera maliziosa Jacob.

“Quindi, lei…”

“Vuoi realmente saperlo, Edward?” domandò Jacob, rabbrividendo al ricordo di quello che era accaduto quella mattina.

“No, la tua reazione può bastarmi. Grazie per essere scappato!”

“Figurati. Comunque, tu cosa ci fai qui? Non dovevamo vederci stasera?” chiese Jacob guardingo.

“Non resistevo più a stare in casa tua e ho incontrato Renesmee”mentì Edward, ma non riuscì a impedirsi di pensare a Rachel e a Paul, insieme da soli.

Jacob scattò.

“Tu hai lasciato da sola mia sorella con quel lupo maniaco di Paul?” ringhiò Jacob acquattandosi.

“Sono grandi, ormai” si giustificò Edward, mentre il tremore cominciò ad avvolgerlo. Quel corpo era veramente molto instabile.

“Edward!” disse Jacob.

“Jacob!” disse Edward.

“Emmett!” disse Emmett.

Jacob e Edward s’immobilizzarono e si voltarono verso la porta del garage. Emmett era appoggiato allo stipite e li guardava divertito.

“è un nuovo gioco, quello di chiamarsi a voce alta?” domandò il vampiro bruno, ridendo di cuore.

“Che cosa ci fai qui?” domandarono in coro Edward e Jacob.

“Sono venuto a vedere se la mia macchina è ancora tutta intera. La piccola Renesmee è venuta in salotto, dicendo che voi due eravate qua!”.

‘Peccato. Nessuno scontro!’ pensò Emmett, e Jacob si lasciò sfuggire un sorrisetto.

“Ci hai interrotto sul più bello” disse il nuovo vampiro.

“Interrotto?” ripeté Edward spostando lo sguardo tra i due. Si sentiva escluso, e finalmente capì perché i suoi familiari non sopportavano quando lui intratteneva dei dialoghi silenziosi. Era seccante.

“ Tuo... mio fratello è dispiaciuto del fatto che non ci siamo staccati la testa a vicenda” spiegò Jacob alzando le spalle, per poi rivolgersi a Emmett: “Ma tu non pensi ad altro?”

“Stiamo parlando di Emmett” gli ricordò Edward, divertito.

“Non sono questioni che ti riguardano, lupacchiotto” disse Emmett infastidito.

“Jacob!” sbottò Jacob guardandolo malevolo.

“Edward, apprezzo il tuo tentativo, ma a me non da fastidio” precisò Edward, sorridendo in maniera solare in direzione di Emmett.

“Davvero?” domandò incredulo quest’ultimo.

“Certo!” rincarò Edward, e Jacob ringhiò.

“Per cui posso chiamarti… Fuffi?”

“Anche Fido, se ti piace” disse il nuovo lupo, trattenendosi dal ridere.

Emmett era l’immagine della felicità, come quella di un bambino che aveva appena scoperto che Natale era stato anticipato.

“Cucciolotto?”

“Lo adoro”

“Beethoven?”

“L’ho sempre desiderato”

“Lucky?”

“Più fortunato di così…”

“Lassie?”

“Torno sempre in questa casa…”

“Rex?”

“Ho sempre avuto un grande fiuto per le indagini!”

“Piantatela!” sbottò Jacob ringhiando. “Abbiamo capito, va bene?”

“Edward sei sempre il solito guastafeste!”si lamentò Emmett.

Edward si accigliò e Jacob fece un breve sorriso.

‘Jacob, me la sono aggiudicata io questa partita!’.

“Chissà come reagirà Bella quando le racconterò, stasera a letto, dei soprannomi che ti sei scelto…” sussurrò Jacob voltando le spalle ai due.

“Ah, perché voi parlate a letto?” chiese Emmett ingenuamente.

Il ringhio furioso di Edward non permise a Jacob di ribattere, il quale gettò un’occhiata a Edward e alzò i pugni in segno di vittoria.

‘Jacob, appena riavrò il mio corpo…’ pensò Edward.

Emmett guardò i due con espressione confusa, per poi alzare le spalle e avvicinarsi alla sua Jeep.

La porta del garage fu nuovamente spalancata ed entrò Jasper, che notando il clima di tensione presente, si affrettò a rasserenare gli animi.

“Tutto bene?” domandò.

“Benissimo, Jazz…” rispose Edward sovrappensiero.

Jasper si fermò e sgranò gli occhi. Edward inarcò un sopraciglio e vide Jacob piegarsi in due, ridendo in maniera silenziosa.

“Da quando mi chiami Jazz?” chiese il vampiro biondo aggrottando la fronte, per poi voltarsi verso Jacob: “ Ma quando sei andato lì oggi, non gli hai detto niente?”

“Dirgli cosa?” disse Emmett anticipando Jacob.

“L’ultimatum…” sussurrò Jasper salendo sulla Jeep.

“Ah, giusto. L’ultimatum!” esclamò Emmett ridendo e avviando l’auto.

Jacob e Edward rimasero immobili, mentre Emmett faceva manovra. Quando videro l’auto sparire, Edward disse:

“Dove sono andati?”

“Sono andati a comprare il regalo per Nessie. Che cosa è quest’ultimatum?” chiese Jacob con tono minaccioso.

Edward si azzittì e cominciò a declamare, nella sua mente, in giapponese, l’inno dell’Armenia.

“Divertente, Edward! Ma prima o poi lo scoprirò. Se ricordi, ho il tuo potere. Basterà solo far pensare agli altri che cosa diamine hai escogitato questa volta!”.

“Jacob, ti prometto che ne parleremo quando questa storia sarà conclusa. Adesso, possiamo entrare in casa prima che mandino qualcun altro a controllarci?”.

“No!” rispose Jacob, facendo trasalire dalla sorpresa Edward.

“Perché no?”

“Perché c’è Bella!”

“Appunto, vorrei vedere mia moglie. Se non ti dispiace” disse Edward, risentito.

“E se tenta di…”

“Non lo farà. Andiamo?”

“Sei impossibile, succhiasangue…”

“Mai quanto te!” ribatté Edward.

I due si guardarono in cagnesco ed entrarono in casa. Sentirono delle voci provenire dal grande salotto e, quando varcarono la soglia della sala, furono accolti da numerosi sospiri di sollievo e da un ringhio infastidito. Jacob sapeva da chi proveniva e fulminò Rosalie con lo sguardo.

Bella e Renesmee erano sedute sul divano bianco e guardarono raggianti verso di loro, peccato che rivolsero i loro sorrisi in direzioni opposte.

“Jake, te ed io dobbiamo parlare!” esclamò Bella alzandosi e camminando verso di loro.

“No, mamma!” disse Renesmee e fece per raggiungerla, ma Esme la bloccò appoggiando una mano sulla sua spalla.

Edward non era abituato a essere guardato così da Bella. Era furiosa, e lui gettò un’occhiata di sbieco verso Jacob.

‘Che cosa hai combinato?’

Jacob alzò le spalle confuso, per poi assumere un’aria colpevole quando Bella lo abbracciò in vita.

“Dobbiamo parlare di stamattina” ringhiò Bella irritata.

“Ci ho già pensato io, Bells” si affrettò a dire Jacob staccandosi da Bella e allontanandosi da lei di alcuni passi.

‘Bravo, Fuffi’ pensò Edward.

“Lo so, ma vorrei parlaci anch’io. Non ti dispiace, vero Edward?” chiese Bella dolcemente.

Edward credé d’impazzire. Di solito quello sguardo lo rivolgeva solamente a lui, ma ora il soggetto dei suoi occhi era Jacob. Mise le mani in tasca e tentò di soffocare la rabbia.

‘Jacob, dì a Bella che non hai ancora finito, e che siamo entrati perché mi è venuta fame. Anzi, al dire il vero, un po’ fame ce l’ho!

“Bella, luce dei miei occhi…” esordì Jacob guardando Edward, che annuì incoraggiante, “ tesoro della mia vita, siamo rincasati perché Jacob ha fame, e pensavo che avremmo potuto continuare in cucina!”

“Ah…” sospirarono Bella e Renesmee.

“Facciamo subito, non è vero, Edward?” chiese Edward.

“In un lampo” ribatté Jacob sorridendo in maniera sghemba.

“Ah, che peccato…” mormorò Esme dispiaciuta.

I due guardarono la vampira ancora seduta sul divano, ma poi Jacob impallidì. Edward, accorgendosi della reazione del nuovo vampiro, seppe che altri guai erano in arrivo.

“Vuole che suoni il piano” bisbigliò a bassissima voce Jacob.

“Jacob, so che hai fame, ma è da tanto che Edward non ci allieta con la sua musica. Potresti aspettare ancora per qualche minuto?” domandò Esme sorridendo dolcemente.

Edward vide con la coda dell’occhio Jacob scuotere la testa, ma lui non poteva rifiutare la richiesta da parte di colei che considerava come sua madre.

‘Jacob, vai al piano’

Jacob avrebbe voluto ribattere, ma non poteva farlo davanti a tutti. Così si diresse verso il pianoforte e si sedette sullo sgabello, gettando un’occhiata in tralice verso Edward.

Mentre il resto della famiglia Cullen si avvicinava allo strumento, il nuovo lupo indietreggiò di alcuni passi in direzione dell’enorme stereo posto alle sue spalle. Sapeva che era rischioso, ma se Jacob si fosse rifiutato di farlo, avrebbero destato ancora più sospetti.

Quando si assicurò che tutti erano rivolti verso Jacob, prese il cd che aveva regalato a Bella anni prima e lo mise nell’alloggiamento.

Rilasciò un sospiro di sollievo e si voltò verso il piano. Jacob faceva scattare i suoi nuovi occhi ambrati ovunque e sorrideva in maniera nervosa.

‘Jacob, quando ti dico ora, fai finta di suonare. Ma stai attento a non pigiare troppo i tasti!’.

Jacob annuì percettibilmente e, prendendo un respiro profondo, appoggiò le sue lunghe dita bianche sui tasti in avorio.

‘Ora!’ pensò Edward, ma la musica che venne fuori dallo stereo non era quella che si aspettava.

La melodia era Fra’ Martino Campanaro!

“Ehm, Edward. Da quanti suoni questa canzoncina?” domandò Esme perplessa.

Jacob avrebbe voluto tanto sbattersi una mano in faccia per la vergogna, ma non poteva farlo. Edward non si era ancora mosso a cambiare cd, per cui doveva tenere le dita sui tasti.

‘Scusa, Jacob!’

Edward si voltò, tirò fuori il cd, chiedendosi chi era stato a metterlo nella sua collezione, e si affrettò a mettere quello giusto.

La melodia della musica di Esme aleggiò nell’aria e sia Jacob, sia Edward sospirarono dal sollievo.

Con il passare delle note, Jacob cominciò a prenderci gusto, tanto che iniziò a fare movimenti insoliti. Tipo alzarsi e suonare all’incontrario.

‘Metti quella mano giù, subito’ sbottò Edward ringhiando e Jacob si affrettò a ubbidire.

Anche se la composizione durava solo qualche minuto, per i due sembrò durare un’eternità e quando l’ultima nota fu suonata, Jacob si affrettò ad allontanarsi dal piano, mentre Edward spegneva lo stereo alle sue spalle. Lo sguardo che si scambiarono era come quello che si scambiavano due sopravvissuti a una catastrofe naturale.

“Edward, sei stato bravissimo!” esclamò raggiante Bella e fece per baciarlo, ma lui corse verso il suo corpo.

Edward dovette reprimere il dispiacere che sentì, vedendo l’espressione affranta di Bella, ma non poté impedirsi di provare una profonda gratitudine nei confronti di Jacob.

Jacob gli rivolse un sorrisetto e iniziò a cercare Renesmee. L’aveva vista andar via, forse si era già diretta verso la radura, dove aveva appuntamento con Edward.

“Edward, vai alla radura. Credo che Nessie sia lì!”

“Non posso. Jacob, non sopporto più questa situazione! Andiamo fuori a cercare quel ragazzo!” disse Edward seriamente e guardandolo con determinazione.

“Sai succhiasangue. Stavolta hai ragione!”

Anche Bella si era accorta della scomparsa di sua figlia e Jacob lesse nella sua mente la preoccupazione. Era come se Nessie fosse scomparsa dal nulla.

“Jacob hai visto mia figlia uscire?” domandò Bella avvicinandosi a loro.

Edward cominciò a sentirsi in ansia e, con riluttanza, dovette scuotere la testa. Ormai anche gli altri si erano resi conto della scomparsa di Renesmee.

“Ma dove è andata finire?” sbottò Rosalie osservando fuori dalla finestra.

“Andremo a cercarla io e Jacob. Non vi preoccupate” disse Jacob nervoso.

Aveva una brutta una sensazione e, ascoltando i pensieri di Edward, scoprì di non essere l’unico a essere giunto a quella conclusione. Solo un’altra persona aveva questa capacità: era il ragazzo che li aveva scambiati.

Edward e Jacob assicurarono gli altri che appena l’avessero trovata, avrebbero chiamato per avvertirli. Si voltarono e uscirono da casa Cullen. Era il crepuscolo e Edward sorrise, perso in un lontano ricordo.

“Succhiasangue, non abbiamo tempo per fare i nostalgici. Dobbiamo cercare Nessie!” lo rimproverò Jacob, iniziando a fiutare l’aria.

“Non possiamo chiedere aiuto al branco?” domandò Edward.

Era sicuro che sarebbe riuscito ad affrontarli, a patto che non si fosse trasformato. Ma gli risultava molto difficile, il suo corpo era tutto un tremore.

“Se non la troviamo alla radura, allora sì. Senza offesa, ma noi siamo molto più veloci di voi!” rispose Jacob sorridendo.

Edward evitò di rispondere e seguì Jacob, che si era già inoltrato nel bosco. Giunsero quasi subito alla radura, ma quella era vuota.

Jacob fiutò l’aria, ma l’odore di Nessie non era presente. Ma dove si era cacciata?

“Edward, ricordami il motivo per cui non dobbiamo dirlo agli altri” borbottò Jacob, cercando di non far trapelare la paura che provava.

“è semplice, non ci crederebbero. Oppure penseranno che ci siano i Volturi dietro” disse Edward guardandosi intorno. Il silenzio che li circondava era irreale.

“Ma se noi li convincessimo?”

“E come?” chiese scettico Edward.

“Non lo so. Di solito sei tu che hai le trovate geniali” sbottò Jacob arrabbiandosi.

Edward alzò gli occhi al cielo e sospirò.

“Jacob, adesso m’importa più ritrovare mia figlia!”

“Ma è per lei che lo dico! Se noi dicessimo la verità, avremmo più chance di trovarla. Potremmo chiamare il mio branco, per poi dare la caccia a quel biondino!”.

Edward dovette ammettere con sé stresso che Jacob aveva ragione. Gli mancava casa sua, gli mancava il tempo che trascorreva con Bella e sua figlia. Anche se si erano scambiati da poco, la sua vecchia vita gli sembrava solo un vago ricordo.

“Va bene, torniamo indietro!” acconsentì Edward, e sorrise quando vide Jacob alzare i pugni in segno di vittoria.

Stavamo per voltarsi, quando il cellulare suonò. Jacob lo tirò fuori di scatto e avviò la comunicazione.

“è tornata?” chiese a bruciapelo.

“Sì, Edward. Ma c’è un problema” disse Bella a bassa voce.

Jacob si accigliò, mentre Edward assumeva un’espressione confusa.

“Che tipo di problema?” domandò stringendo il cellulare.

“Non so come dirtelo, ma non fare venire qui Jacob! Non lo sopporterebbe e, anche se quel testone mi fa arrabbiare a volte, non se lo merita! Inventa una scusa!” rispose Bella e sia Jacob, sia Edward notarono il suo tono preoccupato.

Jacob guardò Edward in cerca di aiuto e il nuovo lupo scosse la testa. Sarebbero andati insieme a casa Cullen.

“Non posso Bella. Lui ha diritto di assicurarsi che Nessie stia bene” disse Jacob, sentendosi inquieto. Non sapeva spiegarselo, ma ebbe la netta sensazione che il suo mondo stesse per crollare.

“Spero solo che non la prenda male. Vi aspetto!” e Bella mise giù.

“Che cosa sarà successo?” chiese Jacob con tono di voce affranto. Edward gli appoggiò una mano sulla spalla e si limitò scuotere la testa.

Si avviarono verso casa, ognuno perso nei suoi pensieri e, quando arrivarono, videro Bella aspettarli con espressione preoccupata e furiosa insieme.

“Che cosa è successo?” domandò Edward all’istante.

 Avrebbe voluto tanto abbracciarla ma non poteva. Jacob capì l’intenzione di Edward e lo guardò, chiedendogli con gli occhi il permesso di farlo al posto suo. Il nuovo lupo annuì controvoglia e Jacob abbracciò Bella, la quale si strinse a lui.

“Edward, ma tu lo sapevi?” gli chiese lei.

“Sapere cosa?” ripeté Jacob.

“Di lui!”

“Lui, chi?” domandò Edward affiancandosi a loro.

“Vuoi dirmi che nostra figlia è riuscita a nasconderti i pensieri?” sbottò Bella.

“Bells, di cosa stai parlando?”

Bella guardò Jacob, per poi rivolgersi a Edward.

“Jacob, mi dispiace tanto, ma…”

In quel momento la porta d’ingresso si aprì e uscì Renesmee seguita dall’ultima persona che sia Edward e Jacob, si aspettavano di vedere.

“Ciao…” disse Renesmee, che vedendoli, arrossì di colpo e abbassò lo sguardo.

Ma Jacob aveva lo sguardo puntato sulla sua mano, stretta in quella del biondino che aveva scambiato lui e Edward.

 

 

Eccomi qua, scusate l’imperdonabile ritardo, ma sono stata occupatissima. Spero che il capitolo sia piaciuto! Ho messo tutto il mio impegno. Grazie a tutte le persone che mi seguono, non me lo aspettavo e devo dire che mi fa molto, ma molto piacere.

Angolo risposte recensioni:

Cullenuzza: ecco qua l’altro capitolo. Spero di aver soddisfatto la tua curiosità e che ti sia piaciuto il capitolo. Scusa per il ritardo!

Padfoot_07: grazie mille per i complimenti. Troppo buona! Spero che questo colpo di scena sia piaciuto! Quel biondino non fa altro che creare guai!

Vitti: scoprirai molto presto cosa penserà Bella del nuovo Edward, ma io mi preoccuperai più di Jacob. Poveri entrambi! Grazie!

pingu_bella: Oddio grazie! Ahahah….  Spero che penserai ancora che la mia FF sia bella dopo questo capitolo.

 noe_princi89: Grazie mille, mi fa veramente piacere.

lalaland_girl: Non puoi capire il piacere che provo quando mi dicono che scrivo bene… grazie!

marpy: Grazie! Gestire i due è molto complicato, ma mi fanno divertire da matti!

aleinad93: GRAZIE!!!!

eia : non ti preoccupare. Scusa il ritardo ma sono stai giorni frenetici! E ho avuto tempo di scrivere il capitolo solo a notte inoltrata. Comunque come puoi aver letto la situazione, si è complicata ancora di più. Ahahah povero Jacob, povero Edward… poveri tutti!

Half Blood: Grazie mille. Quando mi è venuta in mente l’idea di questa FF la prima cosa che ho pensato, è stata appunto quella di far scambiare non soli i corpi, ma anche i vestiti. Ahahah

 

Grazie anche a tutti coloro che hanno letto la FF!

Alla prossima!

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Capitolo 6
*** Incentivo ***


Incentivo

 

 

Jacob crollò. Anche se il suo corpo era quello di un vampiro, non riuscì a mantenersi in piedi e la sua mente fu invasa dai ricordi dei momenti che aveva trascorso insieme alla sua Nessie. I suoi occhi erano ancora puntati sulle loro mani e dovette ringraziare il cielo per il fatto che il suo nuovo corpo non poteva piangere.

“Edward!”

“Papà!”

Il grido preoccupato di Renesmee gli fece provare un’altra fitta di dolore e si lasciò sfuggire un lamento. A un tratto sentì una mano calda sulla sua spalla e, quando volse lo sguardo, vide il suo volto trasfigurato dalla rabbia.

“Edward, non fare preoccupare tua moglie e tua figlia. Alzati, amico!” disse Edward.

Jacob annuì e si alzò, per poi puntare i suoi occhi sul quel ragazzo biondo che gli aveva portato via la sua unica ragione di vivere.

Il ragazzo li osservava con il sorriso sulle labbra, ma quello che lo ferì maggiormente era vedere Renesmee che lo stringeva con tutta la forza possibile.

“Papà?” domandò lei preoccupata.

“Chi sei?”

La voce di Edward saettò nell’aria con durezza e il ragazzino biondo scoppiò a ridere.

“Sono Gabriel, il ragazzo di Renesmee…” rispose lui e allacciò un braccio intorno alla vita della ragazza.

“Metti giù subito quelle mani!” sbottò Jacob avvicinandosi, ma Bella si mise davanti a lui.

“Edward” sussurrò, ” capisco che sei arrabbiato, ma adesso dobbiamo pensare a Jacob”.

Jacob la osservò incredulo e provò in quel frangente un profondo trasporto d’affetto per Bella. Molto spesso aveva dimenticato che lei, oltre ad essere la madre di Renesmee, era anche la sua migliore amica. Si ritrovò a sorriderle e Bella gli rispose, per poi voltarsi verso Edward.

“Jacob?” lo chiamò.

Edward si voltò verso di lei e scosse la testa per rassicurarla. In quel momento, desiderava rimanere da solo con quel ragazzo che si faceva chiamare Gabriel.

“Gabriel, giusto?” chiese Edward.

“Esatto, mio gelido amico” rispose Gabriel ridacchiando.

“Io lo ammazzo” sbottò Jacob.

“Provvederemo dopo a questo” ribatté Edward e i due si scambiarono uno sguardo complice.

‘Jacob, riesci a resistere? Dobbiamo parlare da soli con lui. Ed io non posso chiedere a Bella e a Renesmee di lasciarci soli. In questo momento, sei tu il padre e marito’ pensò Edward guardandolo.

Jacob prese un respiro profondo e annuì.

“Bella, Nessie, potete lasciarci soli un momento con il ragazzo. Noi …” ma non riuscì a continuare. Era troppo difficile e doloroso per lui.

Bella era contrariata, ma accettò la richiesta. Accarezzò il volto a Jacob e andò ad abbracciare Edward.

“Jacob, mi dispiace tanto” mormorò.

Edward la strinse a sé e si godette quel piccolo momento. Bella spalancò gli occhi e lo osservò attentamente, aggrottando la fronte.

“Tutto bene?” domandò Edward impedendosi di abbracciarla ancora.

Bella rise senza allegria e disse:

“A essere sincera, non lo so. Che strano, per un momento ho avuto l’impressione di…” .

Bella scosse la testa e si allontanò da loro per raggiungere sua figlia. Renesmee non voleva andarsene, aveva paura che Jacob non potesse trattenersi dal colpire Gabriel. Ma notando l’espressione seria di sua madre, dovette soccombere alla decisione.

“Papà, se Jacob non riesce a trattenersi, potresti fermarlo?” domandò guardando Jacob.

Per Jacob fu l’ultima goccia. Fece per scattare, ma Edward glielo impedì.

‘Calma, Jacob!’ 

“Renesmee, non farò del male al tuo amico” rispose Edward e si sentì molto dispiaciuto per Jacob. Chi l’avrebbe mai detto che avrebbe difeso il suo peggior nemico da sua figlia.

“Jake, io non…”

“Nessie, quando mai Jacob ha fatto una cosa che tu non volevi?” gridò Jacob sofferente.

Renesmee indietreggiò spaventata e gettò un’occhiata preoccupata verso Gabriel, il quale le sorrise e le baciò il palmo della mano.

“Non ti preoccupare, non succederà niente!”.

Fu in quel momento che Edward e Jacob si accorsero che la mano della ragazza era illuminata.

‘Che cosa sta facendo a mia figlia?’

Gli occhi di Renesmee persero vitalità e il suo volto divenne una maschera priva d’emozione. Bella era troppo lontana per accorgersene e Edward non voleva darle altre preoccupazioni.

Appena Renesmee raggiunse sua madre sul portico, i tre cominciarono a squadrarsi. Jacob avrebbe voluto tanto attaccarlo, ma sapeva che se lo avesse fatto, avrebbe perso la stima di Renesmee. Anche se ormai non era più sua, non poteva farla soffrire.

“Miei cari amici, che ne dite se andiamo a discutere da un’altra parte? Non vorrei far preoccupare la mia nuova famiglia” disse Gabriel sorridendo.

“Nuova famiglia?” ripeté Edward con furia. “ Dovrai uccidermi. Non permetterò mai che uno come te sia vicino alla mia famiglia!”.

“Ma loro mi adorano. Jacob, non ti arrabbiare se io sono riuscito a farmi accettare” continuò Gabriel notando il moto di stizza di Jacob.

“Li hai… li hai…” tentò di dire Jacob.

“Sì, li ho!” confermò Gabriel, per poi sparire nel nulla.

Edward e Jacob sobbalzarono e iniziarono a guardarsi intorno. Il giardino era completamente vuoto, a parte loro due.

“Dove sarà andato?” chiese a voce alta Jacob, dirigendosi verso il limitare del bosco.

Edward sospirò e gettò un’occhiata verso le finestre illuminate della sua vecchia casa.

“Jacob, mi dispiace…” borbottò.

Jacob s’immobilizzò e si voltò interrogativo verso Edward. Non gli era piaciuto il tono che aveva utilizzato per dirglielo.

“Edward…” lo chiamò cauto.

“Tu lo capisci che se dovessi scegliere tra l’aiutarti e la felicità di Renesmee, io…”.

“Certo che lo capisco! Perderesti la mia stima se dovessi scegliere me” disse Jacob scrollando le spalle. “ E poi, se Nessie è veramente felice con lui, mi tirerò indietro. Ma solo quando ne avrò la conferma. Fino ad allora, farò di tutto per riconquistare tua figlia. Spero che stavolta non m’intralcerai” e anche se in quel momento soffriva le pene dell’inferno, Jacob scoppiò a ridere.

Edward si ritrovò a sorridere.

“Ti darò una mano, Jacob Black” disse Edward.

Jacob strabuzzò gli occhi sorpreso e rise nuovamente.

“Forse è meglio andare, non trovi?” propose Jacob, ripensando ancora alle parole che Edward aveva appena detto.

“Sì, andiamo alla…”

“Scogliera?” concluse Jacob senza volerlo.

Edward sogghignò. “ Quel Gabriel ha dei poteri molto interessanti!”

“Può essere, ma di certo non m’impediranno di stringere le mie belle mani bianche e curate intorno al suo collo”.

“Mi spiace, ma pensavo di staccargli la testa con le mie belle zanne” ribatté Edward.

I due risero e si diressero di corsa verso la scogliera. Quando arrivarono, trovarono Gabriel ad attenderli sul ciglio del dirupo, rivolgendo a loro le spalle.

“Una bella spinta, che dici?”

“Non mi tentare Jacob!”

“Perché tanto non riuscireste neanche a farlo” continuò Gabriel alzandosi e voltandosi verso di loro.

“Non ci sfidare, ragazzino” sibilò Edward, mentre la rabbia cominciava ad avvolgerlo.

Ormai si era abituato a gestire i tremori del suo nuovo corpo, ma non era mai stato tanto arrabbiato in vita sua.

“Suvvia, Edward. Calmati. Mi fa piacere vedere, che neanche in un giorno, voi due siate diventate amici. Il mio piano sta funzionando” commentò Gabriel.

“Che piano?” domandò Jacob.

“Ma dai, Jacob. Non hai ancora capito. Ti sto aiutando!” rispose il ragazzo biondo ridendo.

“Aiutando?” ripeté Jacob scaldandosi, anche se era impossibile nel corpo di Edward.

“Sì, prendi il mio aiuto come un incentivo”.

“Incentivo? Che cosa vuol dire incentivo?” sbottò il nuovo vampiro furioso. L’idea di buttarlo già dalla scogliera gli sembrava sempre più allettante.

“Se io non fossi giunto da voi, a quest’ora sareste di nuovo nella stessa condizione!” spiegò Gabriel ridacchiando. “ Tu non ti saresti fatto avanti, costringendo Edward a intervenire!”

“Zitto…” mormorò Edward, e la testa del suo corpo scattò.

‘Sa dell’ultimatum’ pensò Edward.

“Non gliel’hai ancora detto? Edward, così mi deludi profondamente! Mi aspettava qualcosa in più da te. Stiamo parlando della felicità di Renesmee!”.

“Non ti azzardare mai più a pronunciare il suo nome!” esclamò Jacob avanzando di un passo.

A un tratto la sua vista fu tinta di rosso e si ritrovò a ringhiare.

“Non penserai mica di attaccarmi?” lo schernì Gabriel ridendo sguaiatamente.

Jacob si acquattò e spiccò un salto ma Gabriel era già svanito. La sua scomparsa colse di sorpresa Jacob e si arrestò sul ciglio del dirupo. Fece un respiro profondo, per colpa di quel biondino stava per cadere giù dalla scogliera.

La risata di Gabriel si diffuse nell’aria e Jacob e Edward alzarono lo sguardo. Il ragazzo era seduto su un ramo sopra di loro e scuoteva la testa, divertito.

“Non potete prendermi. Vi conosco nei minimi dettagli. So tutto di voi. È da molto che vi seguo!”

“Ma tu chi sei?” ripeté Edward.

Il volto di Gabriele assunse un’espressione sofferente e sospirò.

“Diciamo che sono una parte del vostro futuro e, visto che voi due state facendo di tutto per distruggerlo, ho deciso d’intervenire. Sto solo cercando di aiutarvi. Credevo che scambiarvi, vi avrebbe fatto capire di più l’uno dell’altro. Ma quando ho visto che sprecavate il vostro tempo a litigare come due vecchiette, ho capito che non sarebbe servito!”.

“Allora perché non ci scambi nuovamente?” ribatté all’istante Jacob.

“Non funziona così. Dovete essere voi a scambiarvi. Io ho fatto iniziare il processo, ma siete voi a concluderlo!”.

Jacob e Edward si scambiarono uno sguardo più confusi di prima. Che cosa volevano dire quelle parole?

“Che cosa hai fatto alla mia famiglia?” domandò Edward.

“Li ho ingannati in modo tale da evitare domande spinose. Dopotutto, sapevano che Renesmee…” ma Gabriel gettò un’occhiata verso Jacob e s’interrupe.

“Renesmee, cosa?” chiese Jacob guardando Edward, ma lui fece finta di non sentirlo e s’impegnò a controllare i suoi pensieri.

“Ti avverto, se fai del male a loro… se fai del male a Renesmee e a Bella…” minacciò Edward ringhiando.

“Io non mi preoccuperei di Bella, se fossi in te, Edward. Il suo scudo la protegge. Non del tutto, ma m’impedisce di assoggettarla completamente” si lamentò Gabriel, e Jacob e Edward non riuscirono a trattenersi dal sorridere.

Il ragazzo biondo scese dall’albero e atterrò davanti a loro. Il suo volto era una maschera di dolore e Jacob si stupì, quando gli occhi azzurri del ragazzo lo guardarono sofferenti.

“Lo faccio per il tuo bene e quello di Renesmee!” mormorò Gabriel scuotendo le spalle. “Adesso è meglio che vada, mi stanno aspettando”.

“Tu non vai da nessuna parte!” sbottò Jacob piazzandosi davanti a lui.

“Ci devi scambiare, ora!” rincarò Edward affiancandolo.

Gabriel rise brevemente e li guardò divertito.

“Se no? Non potete uccidermi, io sono il solo a conoscere come farlo! Ripeto, devo andare. Ho intenzione di portare fuori a cena Renesmee e poi al cinema. Vi ricorda niente?”

Jacob ricordò la sera che era andato al cinema con Bella, insieme a quell’insignificante di Mike Newton, e Edward ripensò al quel piccolo ristorante italiano, dove Bella aveva scoperto molte cose su di lui.

“Ma non mi comporterò da un gentiluomo, come avete fatto voi due. Sono sempre il ragazzo di Renesmee, no?” li stuzzicò Gabriel.

Questo fece scattare i due. Jacob si lanciò verso Gabriel, e il nuovo corpo di Edward fu investito da una scia infuocata che lo avvolse completamente.

Gabriel sorrise a loro in maniera beffarda, ma stavolta non sparì nel nulla. Bloccò Jacob con una sola mano facendolo volare per alcuni metri, mentre Edward si arrendeva alla trasformazione.

Si ritrovò a guardare Gabriel dall’alto e poteva sentire tutta la forza che emanava il suo corpo di lupo. Si scagliò contro il ragazzo, ma quello gli girò intorno e lo strinse tra le braccia, usando la stessa tecnica che utilizzavano i vampiri per fermare i licantropi.

“Non voglio rompere le ossa al corpo di Jacob, Edward!” disse Gabriel ridacchiando.

Edward azzannò l’aria intorno al ragazzo per tentare di liberarsi, ma non riuscì a farlo. All’improvviso si ritrovò a volare in aria e atterrò pesantemente di fianco a Jacob, che lo guardava allarmato.

“Merda…” sibilò Jacob, vedendo per la prima volta dall’esterno la sua trasformazione.

“è stato un piacere ragazzi, ma devo andare. Alla prossima!” esclamò Gabriel e, appena pronunciate quelle parole, sparì.

Edward tentò di rimettersi in piedi, ma non riusciva più a controllare il corpo da lupo.

Come fa a Jacob a portarsi addosso tutti questi peli?’.

“Potrei dire lo stesso di te, Edward. Il tuo corpo è una zavorra! È come se fosse fatto di marmo. È pesante!”rispose Jacob alzandosi.

Edward riuscì a mettersi sulle zampe e rivolse un’occhiataccia verso Jacob.

Aiutami a ritrasformarmi!’ pensò irritato Edward e dovette impedirsi di mordersi la spalla. Non ne era certo, ma aveva come l’impressione che Jacob avesse le pulci.

“Non ho le pulci! E togliti subito quell’aria da damerino. Sembro come uno di quei cani in una mostra canina!”.

Geloso che io sia più bello di te anche in questo stato?’.

“Da quando hai questo lato comico, Edward?” sbottò Jacob guardandosi intorno.

Il bosco era deserto e Jacob pregò che nessuno dei suoi fratelli fosse in circolazione sottoforma di lupo.

“Senti il mio branco?” domandò per rassicurarsi.

Ci sono solo io e, se mi permetti, non è poi così seccante come ci avevi fatto credere’, commentò Edward assaporandosi il silenzio nella sua mente.

“Aspetta a dirlo. In confronto il tuo potere non è niente!” ribatté Jacob incrociando le braccia.

Jacob non vorrei scioccarti, ma io leggo nel pensiero da prima che tu nascessi’.

“Davvero? Non lo sapevo” ironizzò Jacob sbuffando. “Edward, le persone possono controllare i pensieri, ma con noi lupi, è diverso. Il branco ti sonda nella testa, un po’ come fa quello psicopatico italiano”.

Lo psicopatico italiano è Aro?’ domandò Edward e dal suo muso uscì un latrato divertito.

“Ho altri modi per definirlo, ma mi hanno insegnato a portare rispetto per i vecchi ultramillenari”.

E per quelli che hanno appena centotredici anni?’.

“Dipende. Se il vecchietto in questione è un vampiro che passa il suo tempo a trovare modi per rovinarmi la vita, mi risulta difficile mostrarmi gentile” ripose Jacob sorridendo in maniera sghemba.

Bambino’ sbuffò Edward.

“Vecchietto!” ribatté Jacob.

I due si guardarono di sbieco e poi scoppiarono a ridere. Jacob si avvicinò a Edward, che indietreggiò involontariamente. Non riusciva decifrare l’espressione che aveva appena assunto il nuovo vampiro.

“Voglio solo vedermi meglio, Edward” spiegò Jacob muovendo un altro passo.

Edward annuì e rimase immobile, mentre Jacob osservava attentamente quello, che solo un giorno prima, era il suo corpo.

“Certo che faccio paura!” esclamò Jacob sorridendo. “Adesso capisco perché i lupi fanno sempre la parte dei cattivi!”

Anche noi vampiri non siamo da meno!’ protestò Edward accucciandosi.

“Bé, se vi vedessero alla luce del sole, vi scambierebbe per insegne catarifrangenti!” scherzò Jacob e il muso di Edward si accigliò.

Aiutami a ritrasformarmi!’

“Ok, hai i vestiti di ricambio?” domandò Jacob sovrappensiero, per poi assumere un’aria spaventata.

Edward, guardandolo, si girò intorno per vedere che cosa avesse fatto impaurire Jacob, ma non vide niente.

“Hai distrutto l’unico abito elegante che avevo!” gridò Jacob furioso.

Che cosa?’

“Il mio abito! E adesso cosa mi metto?” strepitò il nuovo vampiro e Edward non riuscì a impedirsi a paragonarlo ad Alice, quando lei apriva ogni volta l’armadio.

Era solo un abito, Jacob. Il tuo armadio è pieno di bermuda e magliette!’.

“Non capisci! Io lo tenevo per le grandi occasioni! Non potrò mica essere mezzo nudo, quando mi dichiarerò a Nessie!” spiegò Jacob.

Edward sbuffò dalle narici lupesche e spintonò Jacob con il muso.

Fammi ridiventare umano e poi ci penseremo!’.

Jacob lo guardò come se non lo vedesse realmente, ma poi acconsentì.

“Sì, hai ragione! Non puoi mica girare per le strade di Port Angels trasformato così! Dobbiamo muoverci, forse sono già partiti!”.

Dimmi cosa devo fare’

“Devi riportare la pace nella tua mente. Devi escludere qualsiasi segnale esterno che ricevi, in modo tale da entrare in contatto con la tua parte umana” spiegò Jacob speranzoso.

Quando era capitato a lui la prima volta, aveva impiegato tutta la notte per riuscirci. Ma sapeva che Edward era capace di gestire la rabbia, che sicuramente stava provando in quel momento.

Edward era scettico, non credeva che fosse così semplice. Chiuse gli occhi e cercò di estraniarsi da quello che lo circondava.

Ce la stava quasi facendo, quando sentì una presenza all’angolo della sua mente. La riconobbe e, con suo sommo orrore, si rese conto che non era sola.

“No!” gridò Jacob, che anche lui se ne era accorto.

Non ebbero il tempo di reagire. Due lupi sbucarono fuori dagli alberi con le stesse identiche espressioni attonite sui loro musi.

Jacob pensò che fra tutti quelli che potevano scoprirli, loro due erano gli ultimi a doverlo sapere.

I quattro si studiarono per pochi secondi in silenzio, ma poi la mente di Jacob e quella di Edward furono invase dai pensieri scioccati e curiosi dei fratelli Clearweater.

 

 

 

Ciao a tutte. Allora che ne dite?  Spero che vi sia piaciuto. Mi sono presa la libertà d’immaginare un modo per ritrasformarsi in umano la prima volta, visto che nei libri non c’è scritto.

Vi piace come sta proseguendo la storia? Spero proprio di sì.

Grazie mille a tutti.

 

Angolo rispose recensioni:

Synie: Ahahah. Gabriel è assolutamente diabolico. Grazie mille e spero di essere riuscita a soddisfare la tua curiosità.

aleinad93: Grazie mille! Spero chi ti piaccia pure questo.

pingu_bella: adesso che ne pensi del biondino? Grazie mille!

noe_princi89: credo di aver risposto alla tua domanda. =)

lalaland_girl:  Grazie mille! Ahahah

Half Blood: Grazie mille! Nessie, poverina, è vittima delle circostanze.

 

Grazie anche alle persone che hanno messo la FF tra i preferiti e i seguiti, e anche a tutte quelle e che la hanno solo letta.

 

Alla prossima!

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Capitolo 7
*** Possibili soluzioni ***


Possibili soluzioni

 

 

 

Quando Edward si svegliò il mattino dopo, la prima cosa che notò era che il garage era vuoto. Aveva dormito sul divano perché era troppo stanco per riuscire a raggiungere la camera di Jacob, e anche perché fratelli Clearweater non gliel’avrebbero permesso.

La notte prima lui e Jacob avevano fatto molta fatica a calmarli, dicendoli che non avrebbero raccontato niente se non gli avessero dato una mano a far ritrasformare Edward in un umano.

Seth aveva accettato, ma sua sorella Leah aveva protestato con forza. Solo quando Jacob la minacciò di estrometterla dal branco, acconsentì ad aiutarli, ma Edward aveva notato lo sguardo omicida che gli aveva rivolto.

Il suo stomaco rumoreggiò e Edward sbuffò divertito. Stava per alzarsi, quando vide Seth sulla soglia del garage con un vassoio in mano.

“Ciao Edward!” lo salutò allegramente Seth. “ Sono arrivati i rifornimenti!”

Edward sorrise e Seth gli passò il vassoio stracarico di cibo. Il nuovo lupo si fiondò sul pane tostato e cominciò a mangiarlo con gusto. Il licantropo lo osservava divertito, e scoppiò a ridere quando Edward si lasciò sfuggire un verso di apprezzamento.

“Ho fatto qualcosa di divertente?” domandò Edward, dopo aver inghiottito.

“No, è solo che mi fa alquanto strano vederti mangiare il cibo umano. Bé, è anche strano vederti nel corpo di Jacob. Com’è il suo corpo?”

Edward rise e bevve il succo d’arancia.

“Non è un vestito, Seth” lo rimproverò bonariamente.

“Dai, Edward. Hai capito! Come ci si sente a essere dei licantropi?”.

“Sempre affamati e stanchi” ripose Edward.

Seth scoppiò a ridere di cuore e gli batté una mano sulla spalla.

“Benvenuto nel nostro mondo, Edward Black o Jacob Cullen. Aspetta! Posso chiamarti Jaked? Oppure Edwake?”

Edward lo fissò a bocca aperta, ma poi scosse la testa decidendo di lasciar perdere. Seth aveva la capacità di trovare sempre l’aspetto positivo nelle situazioni più critiche.

“Se ti azzardi a chiamarmi in quel modo Seth, giuro che ti faccio una tosatura completa come quella dei barboncini!”

I due si voltarono e videro Jacob entrare. La camicia bianca era tutta strappata e macchiata di sangue. Edward non aveva bisogno del suo potere per capire che Jacob era andato a caccia.

Seth scoppiò nuovamente a ridere.

“Ti sei svegliato con la luna storta?”

Jacob si accigliò e si appoggiò sul cofano della Golf, incrociando le braccia.

“Se potessi dormire, mi sveglierei sicuramente con la luna storta. Anzi, mi sveglierei con tutto il sistema solare storto! Plutone compreso!” sbottò Jacob e osservò con gelosia Edward mangiare con facilità il bacon.

“Ma Plutone non è un pianeta!” commentò Seth perplesso.

“Seth!” esclamò Jacob infastidito.

“Credo che il senso dell’umorismo non sia venuto con te, quando ti sei trasferito nel corpo di Edward!”

Jacob preferì non rispondere e continuò osservare Edward che mangiava. Il nuovo lupo se ne accorse e lo guardò interrogativo.

“Sto mangiando troppo?” chiese Edward pulendosi la bocca con il tovagliolo.

“Stai mangiando facilmente!” rispose Jacob, e Seth e Edward si scambiarono uno sguardo, confusi.

Jacob sospirò e spiegò:

“Sono andato a caccia stamattina. Stavo per attaccare un cervo quando un odore più forte, e sicuramente più appetitoso, mi ha distratto!”.

“Che cos’era?” domandò Edward.

“Un puma!” ripose il nuovo vampiro rabbuiandosi.

“Il mio preferito!”

“Potevi anche avvertirmi che ti piacciono i gattoni giganti! Il tuo corpo non mi ha obbedito, si è scagliato sul quel micione, riducendomi così!” e Jacob indicò la camicia.

Edward e Seth risero e Jacob si lasciò sfuggire un breve sorriso. Edward notò solo in quel momento che Jacob non era vestito come il giorno precedente.

“Sono andato a casa tua per vedere come stanno andando le cose” disse Jacob rispondendo alla domanda inespressa di Edward. “ Non vanno bene”.

“In che senso?”

“Nel senso che quel biondino… Gabriel… è riuscito a ingannare tutti. Carlisle ha intenzione di chiedere il suo aiuto per delle ricerche scientifiche. Emmett e Jasper lo trattano come se facesse già parte della famiglia. Rosalie ed Esme stanno già pensando a come sarà felice Nessie con lui…”.

Jacob si fermò un istante. Era ancora troppo doloroso parlare di Nessie, ma Edward doveva sapere cosa stava succedendo. Seth parve capire il tormento del suo amico e si alzò per raggiungerlo.

Gli appoggiò una mano sul braccio e sussurrò:

“Continua, Jacob. Dobbiamo sapere”.

Jacob fece un respiro profondo e riprese da dove si era interrotto.

“Alice è seccata per il fatto che non riesce a vederlo…”.

“Che cosa?” domandò di scatto Edward.

“Non lo vede! Mi ha confidato che ha tentato, ma le succede la stessa cosa che capita con me e…”.

“Questo significa che anche lui è di sangue misto” borbottò Edward pensieroso.

Devo parlare con Carlisle’.

“Auguri!” sbottò Jacob arrabbiandosi.

“Perché auguri?”

“Perché Jacob Black non può più entrare in casa Cullen!” gridò Jacob serrando le mani a pugno.

Edward lo fissò incredulo e finalmente capì per quale motivo era tanto arrabbiato. Si sentì dispiaciuto per Jacob, ma allo stesso tempo, la rabbia che aveva covato il giorno prima, ritornò più forte di prima. Vide le sue mani tremare e, facendo un paio di respiri profondi, tentò di calmarsi.

Seth e Jacob lo osservarono pronti a intervenire, ma quando notarono che i tremori erano scomparsi, si rilassarono.

“è stata un’idea di Nessie” mormorò Jacob.

“Jake, mi spiace” disse Seth a bassa voce.

Jacob sospirò e scosse la testa.

“Non sono fortunato con la famiglia Swan” e un finto sorriso si dipinse sulle sue labbra.

“Te l’ha detto lei stamattina?” chiese Edward.

“No. In camera sua non c’era. È uscita con Gabriel. Me l’ha riferito Bella. Lei è l’unica che ha qualche dubbio sul biondino, ma ha questa convinzione che sia un bravo ragazzo”.

Edward annuì, anche se avrebbe voluto tanto avere l’opportunità di andare a trovarla e assicurarsi che stesse bene.

“Sta bene, Edward. Se non lo fosse, non sarei qui a parlare con voi” lo rassicurò Jacob.

“Grazie, Jacob”.

“Prego, Edward”.

“Però c’è una cosa che non capisco” disse Seth grattandosi il mento. “Come fa a controllarli? Che poteri ha questo tizio? È che significa che Alice non riesce a vederlo perché ha il sangue misto?”.

Jacob lo guardò attentamente, ma Seth aveva concentrato lo sguardo su Edward.

Come faccio a dirglielo?’ si chiese Edward.

“Dirci, cosa?” domandò all’istante Jacob seccato, cosa che sorprese Seth.

“Noi, cioè Carlisle ed io, abbiamo svolto alcuni esperimenti su di voi e…”.

“Che cosa? Oltre a studiare il nostro sangue, svolgete pure degli esperimenti? Santo cielo, in confronto a voi due, il dottor Frankestein era un uomo gentile e sano di mente!” si lamentò Jacob.

“Esperimenti?” ripeté Seth incuriosito.

“Sì, ci studiano come se fossimo cavie da laboratorio!”

“Non esagerare, Jacob. Dovevamo sapere” si giustificò Edward.

“E cosa avete scoperto?” chiese Seth, azzittendo la protesta di Jacob.

“Non molto. A essere sincero, volevamo scoprire cosa scatenasse l’imprinting, ma l’unica cosa che abbiamo dedotto è che voi non siete del tutto dei licantropi”.

“Lo sappiamo che siamo dei mutaforma, Edward” gli ricordò Jacob.

“è questo il punto. Voi avete caratteri genetici che appartengono sia agli umani sia ai lupi. Avete il sangue misto”.

“Come Nessie, giusto? Cioè lei, al posto di avere i caratteri da lupo, ha quelli di voi vampiri” disse Seth.

“Esatto, Seth. Alice non riesce a vedere chi ha il sangue misto, quindi questo ci porta alla conclusione che Gabriel…”.

“è come me” mormorò Jacob finendo la frase al posto di Edward.

“Non proprio come te, ma ci siamo quasi” confermò Edward sorridendo.

Se avessero scoperto da chi era nato Gabriel, forse avevano una speranza di risolvere il loro problema. I tre si fissarono intensamente ognuno perso nei propri pensieri.

Il cielo, come sempre a Forks, era coperto e minacciava di piovere. Jacob si chiese che fine avesse fatto Nessie e se stesse bene. Aveva paura per lei, visto che Gabriel era più forte di lui. Se avesse deciso di attaccarlo nuovamente, avrebbe fatto la stessa fine della sera prima.

Ma se avesse riavuto indietro il suo corpo?

Anche se si era adattato molto bene a quello di Edward, aveva notato che i suoi movimenti erano limitati, dovuti al fatto che lui attaccava come un lupo e non come un vampiro.

Si voltò a guardare Edward e gli sondò la mente. Stavano pensando alla stessa identica cosa.

“Come facciamo scambiarci?” gli domandò.

Seth spostò lo sguardo da Jacob a Edward, il quale sorrise in maniera solare.

“Non lo so. Sto vagliando tutte le possibilità, ma sono una più inverosimile dell’altra” rispose Edward.

A un tratto sentirono dei passi felpati giungere verso di loro e, da dietro la casa di Jacob, sbucò Leah. Era furiosa e stringeva i denti per evitare di ringhiare.

Idioti!

“Siamo nei guai” disse Jacob leggendo la mente alla Leah.

Seth tremò visibilmente e Edward lo guardò confuso. Aveva visto solamente una volta Leah arrabbiata e non le sembrava granché.

“Edward, quella volta Leah si è trattenuta perché provavo ancora dei sentimenti per Bella. Ma adesso…”

Jacob non continuò, e i tre attesero l’arrivo della lupa. Appena Leah varcò la soglia, ordinò a Jacob e a Edward di sedersi sul divano. Seth, che voleva difendere i suoi amici, si accomodò sul bracciolo vicino a loro.

“Spiegatevi!” sibilò Leah furiosa.

“Leah, intanto vorrei ringraziarti per il fatto che ieri non hai insistito per sapere la storia. Ho apprezzato molto il tuo aiuto e, ora, …” esordì Edward.

“Tu!” tuonò Leah alzando un dito e puntandolo su Jacob. “ Parla! E falla breve!”

Edward si accigliò e Jacob alzò le spalle come per dire: te l’avevo detto.

Jacob iniziò a spiegare quello che era successo solamente due giorni prima: di come Gabriel sapesse di loro e della sua decisione di aiutarli. Ma quando Jacob arrivò al punto che riguardava Nessie, non riuscì a continuare e Edward venne in suo soccorso.

Leah li fissava con rabbia e suo fratello aveva paura che tra poco avrebbe dato fuori di matto.

Appena il nuovo lupo concluse, scese su di loro un silenzio glaciale, interrotto solamente dal rumore della pioggia che batteva sul tetto del garage.

“Quindi non avete detto niente, perché secondo voi non avremmo capito?” chiese Leah dopo cinque minuti di tensione.

“Sì, e pensavamo anche che voi avreste creduto che fosse un piano dei Volturi. Quindi…” tentò di dire Jacob, ma fu zittito con un cenno della mano da Leah.

La ragazza guardò intensamente Edward, il quale cominciò a sentirsi in soggezione sotto quegli occhi scuri.

“Io posso capire che il cervello di Jacob abbia subito dei danni in questi anni…” esordì Leah, fulminando il nuovo vampiro, “ma tu succhiasangue sei intelligente! Non vi è venuto in mente che noi lupi ci saremmo accorti e che vi avremmo creduto? Quell’idiota di Jacob non ti ha spiegato, che noi possiamo vagliare la mente come quel tuo amico italiano? Santo cielo, certo che voi uomini siete di una stupidità abissale!”.

“Ehi!” protestò Jacob.

“Zitto, tu! Potevate evitare un sacco di problemi! Come credete che reagirà Bella quando scoprirà di aver cercato di sedurre te, al posto di Edward? Cosa dirà Nessie quando si renderà conto di aver spifferato cose che pensava a suo padre? Siete stati degli idioti!” urlò, iniziando a passeggiare davanti a loro.

“Se voi foste venuti subito da noi, a quest’ora Gabriel non avrebbe il controllo sui Cullen! Potevamo attaccarlo e costringerlo a scambiarvi nuovamente!”.

“Leah!” la chiamò Edward. “ Gabriel ha detto che solo noi possiamo farlo!”.

Leah chiuse gli occhi e si portò le mani alle tempie, iniziando a massaggiarsele.

“Non soffrivo di mal di testa da anni!” si lamentò Leah.

“Devo prenderti dell’aspirina?” domandò suo fratello preoccupato.

Leah, Jacob e Edward lo guardarono increduli e Seth arrossì furiosamente.

“La vostra idiozia è contagiosa?” chiese Leah agli altri due.

“Forse quella di Jacob” rispose Edward con tono serio.

“O forse, sono state tutte le botte in testa che ha preso” ipotizzò Jacob aggrottando la fronte.

“O forse, quando l’ho fatto cadere dal seggiolone. Ha fatto un bel volo” continuò Leah, esaminando la testa di Seth come se stesse cercando qualcosa di prezioso.

“Perché non mettete su un numero di cabaret?” sbottò Seth offeso.

“Scusa, Seth. Ma noi ci preoccupiamo per la tua sanità mentale” affermò Jacob ridendo.

“Finitela! Mi è venuta in mente un’idea! Potrebbe funzionare…”

“Ma sei impazzito? Vuoi spaccarmi tutte le ossa?” esclamò Jacob alzandosi e allontanandosi da loro.

Edward e Leah si scambiarono uno sguardo perplesso, mentre Seth scattava in piedi per spiegare il piano che aveva appena idealizzato.

“Perché no? Tanto guariamo in fretta noi!” insisté il giovane lupo sorridendo.

“Ma stiamo parlando del mio corpo!” ribatté Jacob indietreggiando.

“Scusatemi non vorrei interrompere questo scambio tra due menti geniali come le vostre, ma si può sapere di cosa diavolo state parlando?” chiese Leah con tono autoritario.

Edward le gettò un’occhiata e provò compassione per Seth. Doveva essere difficile vivere con Leah sotto lo stesso tetto.

“Il tuo fratellino stava pensando di farmi ammazzare!” spiegò Jacob.

“Jacob sei diventato così melodrammatico per colpa del corpo di Edward?” chiese Seth sinceramente interessato.

“Melodrammatico?” ripeté Edward confuso.

“Senza offesa, Edward. Ma tu tendi a essere un po’…”.

“Esagerato!” affermò Leah.

“Paranoico!” continuò Jacob sorridendo.

“Maniaco del controllo!” disse Seth annuendo.

Edward spalancò la bocca scioccato. Era vero che lui voleva essere informato su qualsiasi cosa che riguardasse Bella, sua figlia e la sua famiglia, ma lo faceva per proteggerli. Non era mica colpa sua, se lui era quello che aiutava Carlisle a risolvere i problemi. E possedendo il potere di leggere le menti, poteva evitare che dei malintenzionati potessero far del male alle persone che voleva bene. Forse, poteva esagerare alle volte, ma lo faceva in buona fede.

“Paranoico” sussurrò Jacob.

“Fuori dalla mia testa!” sbottò Edward seccato.

“Adesso capisci cosa si prova, vero?” domandò Jacob seriamente e Edward non riuscì a dargli una risposta.

Leah sbuffò e fulminò suo fratello.

“Ehi, io non c’entro niente!” si difese lui, alzando le mani in segno di resa.

Sua sorella alzò gli occhi al cielo e si armò di somma pazienza.

“Che piano hai pensato Seth?” gli chiese subito dopo.

“Possiamo farli scontrare” borbottò Seth abbassando lo sguardo.

“Come, scusa?” indagò Leah, convinta di aver capito male.

“Possiamo farli sbattere uno contro l’altro. Aspettate!” esclamò Seth, quando notò che Leah e Jacob stavano per ribattere. “ Forse, mandandoli a cozzare l’uno contro l’altro, le loro menti possono scambiarsi!”.

“è l’idea più ridicola che io abbia mai sentito!” disse Jacob.

“Chiedo scusa per mio fratello. Alle volte mi preoccupa” confessò Leah scuotendo la testa.

“Io ci sto!” affermò Edward alzandosi e sorridendo a Seth.

“Davvero?” chiese quest’ultimo incredulo.

“Perché non provare? Che cosa abbiamo da perdere?”

“Forse le mie ossa! Si sgretoleranno!” rispose Jacob.

“Jacob, non sottovalutare il tuo corpo. È molto forte e resistente. Perché non impari a fidarti di te stesso?” chiese Edward e Jacob abbassò la testa.

Allora è questo il problema. Non ha fiducia in se stesso

“Tieni le tue opinioni per te, Edward!”.

“Ti chiedo scusa, Jacob” disse il nuovo lupo.

“Allora ci proviamo?”

“Idioti” sibilò Leah uscendo dal garage.

La pioggia aveva smesso e i quattro si ritrovarono nel giardino davanti alla casa di Jacob. Leah era andata a sedersi sugli scalini dell’ingresso, mentre Seth era appoggiato alla porta.

Jacob gettò un’occhiata verso casa sua e sospirò dal sollievo. Quella mattina Billy e Rachel non c’erano perché dovevano andare a ricomprare la poltrona che Edward aveva rotto e sarebbero rimasti fuori per tutto il giorno.

“Sei pronto?” chiese Edward attirando la sua attenzione.

Jacob annuì e si promise di non andarci troppo pensante. Anche se Edward l’aveva rassicurato, non voleva che il suo corpo si danneggiasse. Gli era rimasto impresso nella memoria il dolore che aveva provato quando quel neonato gli aveva spaccato tutte le ossa, per non parlare poi del calvario che aveva dovuto subire mentre quelle guarivano.

“Al mio tre?”

“Sì, Jacob” ripose Edward acquattandosi.

Uomini! Non capiscono che la soluzione non è questa!’.

Jacob scacciò il pensiero di Leah e iniziò a contare.

“Uno… due… tre…”

I due iniziarono a correre l’uno verso l’altro, mettendo nelle gambe tutta la forza che possedevano. Lo scontro fu breve ma devastante.

Edward volò per cinque metri prima di atterrare pesantemente sulla schiena e Jacob si ritrovò dall’altra parte del giardino, vicino alla foresta.

La prima cosa che Jacob si assicurò di fare, era vedere che danni aveva riportato il suo corpo. Aveva capito che il piano di Seth sarebbe fallito nello stesso momento che era andato a sbattere contro Edward.

“Come sto?” chiese raggiungendo Edward, che tentava di rialzarsi.

“A parte il naso rotto, tutto bene” rispose Edward rimettendolo a posto.

Edward fece qualche smorfia e prese la mano che Jacob gli offriva.

I due si guardarono sconsolati e si voltarono in direzione di Seth e Leah, che li stavano venendo incontro.

“Che botta! Credo che l’abbiano sentita anche a Port Angels!” esclamò Seth su di giri.

“Almeno qualcuno si è divertito” scherzò Edward e rise insieme al giovane lupo.

Leah diede un buffetto sulla testa di Seth e di Edward per farli smettere.

“Se avete finito di comportarvi da uomini delle caverne, io avrei pensato a un’altra soluzione” disse lei fulminando i tre ragazzi.

“Leah, andiamo! Noi non facciamo queste cose!” disse Jacob rabbrividendo.

“Preferisci le mie idee o quelle di mio fratello?” chiese Leah con tono leggero.

Jacob si ritrovò davanti ad un grande dilemma.

“Leah, cosa proponi?” intervenne Edward.

“Voi due…” e Leah indicò Jacob e  Edward, “ dovete parlare! È ovvio! Solo voi due potete ritrasformarvi. Non avete capito che lui l’ha fatto per farvi conoscere il punto di vista dell’altro!”.

“Non ci vuole molto. Lui vuole rovinarmi la vita, come ha sempre fatto” disse Jacob alzando le spalle.

“Jacob Black. Tu hai creato sempre problemi e non mentire” ribatté Edward.

“Perché tu ti sei sempre comportato da…”

“Piantatela!” sbottò Leah e i due si azzittirono. “ Così fate il suo gioco. Credevo che v’importaste di più delle persone che amate”.

Jacob e Edward si sentirono colpevoli e osservarono Leah allontanarsi. Seth rivolse un sorriso triste verso la loro direzione, per poi affiancare Leah.

“Jacob, noi andiamo a sostituire Quil ed Embry. Ci vediamo stasera!” disse la ragazza, prima d’inoltrarsi nel bosco per trasformarsi.

Seth li salutò con la mano e seguì Leah tra il fitto degli alberi. Jacob e Edward respirarono a fondo, con lo stesso pensiero in testa. Di che cosa dovevano discutere?

All’improvviso sentirono il rombo di un motore avvicinarsi e Edward si voltò verso il vialetto d’accesso, ma la macchina non era ancora in vista.

‘Speriamo che sia Renesmee’.

“Non è Nessie, è Bella” disse Jacob sorridendo triste.

“Bella? E come mai?”

“è preoccupata per me, cioè per te. Così stamattina le ho suggerito di venirti a trovare. Deve essere difficile per te non vederla ventiquattrore al giorno”.

“è così” confermò Edward.

“Lo capisco bene. Noi due parleremo dopo. Goditi questo momento Edward, perché fino a quando non troviamo una soluzione, avrai pochissime possibilità di vederla ancora”.

Jacob sorrise e si avviò verso gli alberi. Edward era incredulo, lo aveva colto completamente alla sprovvista.

Perché lo hai fatto?’

“Perché non sono il lupo cattivo che tu pensi che io sia”.

E con queste parole, Jacob si congedò da lui ascoltando i pensieri grati che gli stava rivolgendo Edward.

 

 

 

Ciao a tutti! Allora cosa ne pensate? Se me lo concedete, io adoro Seth. È il lupo migliore, dopo Jacob (ah, Jacob hihihi).

Spero che il capitolo via sia piaciuto! E adesso sono in trepida attesa… Andrò a vedere il film domenica e di sicuro mi verrà in mente Edward e Jacob scambiati! Ahahah.

Grazie mille a tutti!

 

Angolo risposte recensioni:

 

Synie: Ecco a te le reazioni di Leah e Seth! Grazie!

DarkViolet92: Grazie mille! Troppo buona!

pingu_bella: scusa il ritardo! Ma immaginare le reazioni di Leah e Seth è stato un po’ complicato. Volevo essere il più fedele possibile agli originali. Grazie!

aleinad93: Grazie per i complimenti e spero di aver diminuito la curiosità che hai sul biondino.

noe_princi89: Grazie veramente!

Saretta__Trilly__: sono molto contenta per il fatto che ti sia piaciuta. Grazie per i complimenti e la tua teoria non è esattamente quella, ma si avvicina. Ahahah (molto enigmatica come risposta)

lalaland_girl: Grazie mille!

Half Blood: Grazie per i complimenti e posso darti la stessa risposta che ho scritto a Saretta__Trilly__. Gabriel c’entra con Jacob e Nessie, ma in maniera molto diversa dalla tua supposizione. Infatti, ho una paura che io possa deludervi quando scriverò la sua storia.

Daisy Black: Grazie a te! Da quello che ho capito, fai parte del Team Jacob, giusto? Bé naturale, Jacob è il migliore. Ti ringrazio per la recensione, è veramente bella. E sono contenta di essere riuscita a strapparti qualche risata.

 

Grazie anche a tutti coloro che hanno messo la FF tra i preferiti e le seguite e anche quelli che l’hanno letta.

Alla prossima!

 

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Capitolo 8
*** Collegamenti ***


Collegamenti

 

 

La macchina si fermò sul vialetto e Edward si precipitò ad aprirle la portiera. Il suo cuore batteva forte, cosa che lo sconvolse piacevolmente, ma che attirò l’attenzione di Bella.

I due si guardarono intensamente, tanto che dopo pochi secondi Edward fu costretto ad abbassare lo sguardo.

“Jacob?”

“Ciao Bella!” rispose Edward cercando di usare il solito tono allegro che Jacob rivolgeva a lei.

“Si può sapere cosa sta succedendo?” chiese Bella all’improvviso, facendolo sobbalzare.

“Niente, perché?” le disse nervosamente.

“Perché, Jacob Black, solo Edward può guardarmi in quel modo”.

“In che modo?”

Bella esitò, per poi scuotere la testa e scendere dalla macchina. Sembrava confusa e Edward non poté impedirsi di darle ragione. Quella situazione stava confondendo tutti.

“Come stai?” chiese lei, sedendosi sul cofano della Volvo.

Edward sospirò e alzò le spalle. Non sapeva come rispondere, cosa alquanto insolita visto che lui aveva sempre la risposta pronta.

“Se ti dicessi che non lo so, ci crederesti?” ribatté accomodandosi vicino a lei, ma poi si rialzò subito. Non si sarebbe trattenuto se le stava così vicino.

Bella se ne accorse, ma fece finta di niente.

“Sai, tu e Edward avete una cosa in comune” esclamò, sorridendo.

“Davvero?” domandò sorpreso Edward.

“Avete dato la stessa risposta. Ultimamente, è molto strano. È come se non fosse più lui” confessò Bella a bassa voce e Edward dovette trattenersi dal sorridere.

“Gli passerà” la consolò Edward.

“Spero al più presto”.

“Su questo non c’è dubbio!” sbottò Edward ringhiando e ripensando a Gabriel. Il desiderio di azzannare il biondino aumentava con il passare dei minuti.

“Comunque non sono venuta qui per parlare di Edward” affermò Bella fissandolo negli occhi.

Edward rimase in silenzio, in attesa che lei continuasse, ma poi capì che doveva essere lui ad affrontare per primo la questione.

“Non ti preoccupare. Salveremo Renesmee da Gabriel” disse Edward annuendo con forza.

Bella spalancò gli occhi e s’irrigidì.

“Salvare?” ripeté urlando. “ Che cosa vuol dire salvare?”

Edward si diede dello stupido. Jacob l’aveva avvertito che Bella credeva che Gabriel fosse un bravo ragazzo, ma aveva aggiunto anche che lei aveva qualche dubbio su di lui.

“Tu sai qualcosa, vero?” indagò Bella stringendogli il braccio.

“Bella, mi stai facendo male” borbottò Edward con una smorfia stampata sul volto.

“Forse dovrei fartelo! Come hai potuto abbandonare Renesmee così?” chiese furiosa Bella.

“Abbandonare?” ripeté Edward spiazzato. Jacob aveva abbandonato Renesmee?

Non era possibile, da quel poco che aveva capito del cucciolo, lui era disposto a fare qualsiasi cosa pur di stare con sua figlia. E allora perché non si era dichiarato prima che succedesse tutto questo?

“Perché non le hai detto che la ami?” continuò Bella aumentando la stretta.

“Non lo so” rispose sinceramente Edward, chiedendosi anche lui il motivo.

“Ti rendi conto che adesso non hai più speranze! Non so se lo sai, ma Renesmee ha deciso di non vederti più!”.

“Come si è comportata quando te l’ha detto?”.

“Che cosa?” sbottò Bella accigliandosi.

“Ti sembrava in sé quando ti ha riferito la sua decisione?” chiarì Edward.

Bella sgranò gli occhi ambrati e si voltò dall’altra parte, come se la risposta a quella domanda galleggiasse intorno a lei.

“Se devo essere sincera, mi sembrava distante. Sono preoccupata, Jacob. Ho paura per lei, ma sono anche sicura che quel Gabriel non le farà del male. E poi tutti gli altri, l’hanno già accettato. Non lo so, sento che c’è qualcosa che mi sfugge. Ne ho parlato con Edward, ma lui mi ha detto che non devo preoccuparmi e che ci avrebbe pensato lui.”. Bella sorrise e scosse la testa.” Mi ha ricordato te in quel momento”.

“In che senso?” chiese Edward incuriosito.

“Bé Jacob, tu potrai comportarti da bambino alle volte, ma quando c’è un problema, tu sei il primo ad affrontarlo. Non ti sei mai tirato indietro, ed è per questo motivo che sono venuta da te”.

“Ma non ti ha mandato Edward da me?” si lasciò sfuggire Edward.

Bella spalancò la bocca e lo studiò socchiudendo gli occhi.

“Come fai a saperlo?”.

“è passato da qui prima che tu arrivassi” rispose Edward alzando le spalle.

“Avete ancora litigato?” domandò Bella e Edward si stupì, vedendo il suo volto assumere un’espressione sofferente.

“No!” la rassicurò velocemente Edward. “ Non abbiamo litigato. A essere sincero, stiamo iniziando a collaborare”.

“Collaborare?”.

“Posso dirti che ho cominciato a vedere le cose tramite i suoi occhi” disse Edward e non riuscì a impedirsi di ridere.

Bella lo osservò per un istante, per poi seguirlo. A un tratto Edward sentì un movimento alle sue spalle ed ebbe la sensazione che Jacob fosse nelle vicinanze. Anche Bella si voltò verso quella direzione, ma tra gli alberi non c’era nessuno.

“Allora” esordì Bella guardando sorridente Edward, “ hai già pensato a un piano?”

“Che piano?”

“Il piano per riconquistare Renesmee…” disse lei canzonandolo.

“Tu vuoi che riconquisti…” ma s’interruppe. Stava per dire nostra figlia.

“Certo. Ti ho sempre detto che ti avrei voluto nella mia famiglia, anche se come genero…”.

“Ma credevo che tu non volessi?” sbottò Edward sorpreso. In quegli anni avevano discusso a lungo dell’imprinting di Jacob con Renesmee, e lui aveva sempre pensato che Bella non era molto entusiasta dell’idea.

“All’inizio, no. Ma ti ho tenuto d’occhio e, soprattutto, io ti conosco Jacob. Non faresti mai del male a Renesmee, perché se dovessi farlo, questa volta non permetterò a nessuno dall’impedirmi di farti a pezzi!” lo minacciò Bella e Edward sorrise, ricordando quando sua moglie aveva attaccato Jacob molti anni prima.

“Vorrei che Edward la pensasse come me” concluse lei, sospirando.

“Ma io la penso come te!” sbottò Edward e Bella alzò di scatto la testa.

“Che cosa hai detto?” chiese lei con tono freddo.

“Volevo dire che sono sicuro che Edward la pensa come te” si corresse Edward e percepì un sospiro di sollievo proveniente dal bosco.

“Te l’ha detto lui?”

“No, ma sono sicuro che lo farò molto presto!” le disse con convinzione.

Bella fece una smorfia e incrociò le braccia.

“Vorrei tanto sapere dell’ultimatum!” sbottò Bella ringhiando.

Il rumore di rami spezzati li raggiunse e Edward ebbe la certezza che Jacob fosse nelle vicinanze.

“Che ne dici di entrare?” le propose Edward agitato.

“Non posso trattenermi, Jacob. Tra poco Renesmee tornerà a casa e voglio parlare. Perché sei così nervoso?”. Bella inclinò leggermente la testa, ma poi un lampo di comprensione balenò nei suoi occhi. “Tu sai dell’ultimatum. Dimmelo!”.

Edward deglutì, ma quando osservò il volto di sua moglie, tutta la sua determinazione di non farle scoprire dell’ultimatum, si sciolse come la neve sotto il sole.

Tanto dovevi saperlo prima o poi, Jacob’ pensò Edward.

“Stamattina, Edward è passato di qui e mi ha detto che se non mi fossi deciso a dichiararmi, ci avrebbe pensato lui a dirlo a Renesmee al mio posto”disse Edward, aspettando l’esplosione.

Bella lo guardò incredula e poi scoppiò a ridere di cuore.

“Tutto qui?”.

“Come sarebbe a dire tutto qui?” chiese Edward rabbuiandosi.

“Io credevo che ti avrebbe impedito di vedere Renesmee, oppure che ti avrebbe costretto ad andartene. Cose del genere!”.

Bella rise nuovamente.

“E ti ha spiegato perché ha intenzione di farlo?”.

Edward non riuscì più trattenersi.

“Per il semplice motivo, che nostra figlia sta veramente male per il fatto che quel cane non si decide a parlare. Non fa altro che pensare a lui! Pensa anche che in lei ci sia qualcosa che non va, oppure che Jacob non abbia più l’imprinting! Non te ne ho mai parlato, perché ero certo che tu ti saresti arrabbiata e saresti venuta a ucciderlo. E so che quanto bene vuoi a quel cucciolo. Così, quando Jacob veniva a casa nostra, gli studiavo sempre i pensieri, ma è diventato così bravo che non riuscivo più a capire le sue intenzioni!”.

“Jacob?” lo chiamò Bella titubante e leggermente spaventata, ma sembrava che Edward si fosse dimenticato con chi stava parlando. Finalmente poteva sfogarsi, ed era conscio che la sua reazione esagerata era dovuta al fatto che si trovasse nel corpo di Jacob. Cosa che lo fece infuriare ancora di più.

“Ne ho parlato come Emmett e Jasper e loro si sono trovati d’accordo con me. Dovevo intervenire! Non puoi capire la sofferenza che provo, ogni volta che vedo tornare Renesmee, triste e depressa, a casa dopo essere stata con lui tutto il giorno. È per questo motivo che ultimamente ho cercato tutti i modi per impedirgli di stare con lui, inventando scuse! Lui non fa altro che farla soffrire e…”

“Che cosa?”

Un ringhio riecheggiò nel giardino davanti alla piccola casa rossa dei Black. Jacob sbucò tra gli alberi e con un salto raggiunse Edward. In quel momento, i due si scordarono di avere come pubblico Bella.

“Maledetto succhiasangue! Non ti azzardare a ficcare il naso nella mia vita!” urlò Jacob.

“A cuccia, cane! Sei tu che trovi tutti i modi per ferire le persone che amo!”.

“Non dire cazzate, Edward! Se tu non ti fossi messo in mezzo, io mi sarei dichiarato da tempo!”.

“Non dare la colpa a me per la tua codardia!”.

“Io non sono un codardo!”

“E allora perché non gliel’hai detto?” domandò Edward tremando.

“Perché io non voglio imporre a Renesmee l’imprinting. Io non voglio che lei mi ami perché deve farlo! Io voglio che mi ami solo se lei lo desidera!”rispose urlando Jacob.

“Ma sei cieco? Lei ti ama! Se no, per quale motivo veniva qui ogni volta che ne aveva l’occasione?”.

“Pensavo che volesse starsene un po’ lontana da casa vostra! E poi né che tu o la tua famiglia siete molto contenti di avermi intorno!”.

“Ma per favore! Se non ti avessimo voluto, te l’avremmo fatto capire da tempo!”.

“La psicopatica bionda” si limitò a dire Jacob, sorridendo.

“Rosalie è Rosalie! E poi né che tu ti sei sforzato molto per andarci d’accordo!” ribatté Edward sbattendosi una mano in faccia. Aveva la sensazione di parlare con un bambino.

“Non sono un bambino!” protestò Jacob.
“Allora, cresci!” esclamò Edward alzando le braccia al cielo.

I due si guardarono in cagnesco e in silenzio, ma molto presto quello fu interrotto dall’arrivo di Leah e di Seth.

La ragazza lupo stava cercando di trattenersi dallo scoppiare a ridere e Seth osservava una cosa alle loro spalle.

Fu in quel momento che Jacob e Edward si voltarono verso Bella. La vampira era impietrita, ma quando si accorse che i due avevano smesso di urlarsi contro, cominciò a ringhiare minacciosa.

Nessuno l’aveva mai vista così arrabbiata e Jacob, ricordandosi di quanto potesse diventare pericolosa, cominciò a indietreggiare.

Edward, al contrario, si avvicinò a Bella preoccupato.

“Bella, amore, stai bene?” le chiese e fece un gesto avventato: le accarezzò una guancia.

Quello fece scattare Bella, la quale si acquattò sul cofano della macchina, sfondandolo.

“Adesso ci divertiamo” disse Leah e si sedette per terra.

“Non credi che dovremmo intervenire? Va bene che Bella non è più un neonato, ma ti posso assicurare che fa veramente male quando è arrabbiata” commentò Seth, rabbrividendo.

“Seth…” lo chiamò Leah dolcemente, “ quando ci ricapiterà l’occasione di vedere Bella tentare di uccidere suo marito?”

“E Jacob?” chiese suo fratello.

“Altro motivo in più per godersi lo spettacolo. Se lo sono meritato” rispose Leah e un sorriso si formò sulle sue labbra.

A pochi metri da loro, Jacob e Edward si guardavano allarmati.

“ Complimenti, Edward. Spero per te che tu abbia fatto testamento!”.

“Non credi di esagerare?” domandò Edward.

“Edward, Bella non è più l’umana che ha bisogno della nostra protezione, anzi siamo noi a doverci proteggere da lei! Ti conviene prepararti!”.

“A cosa?”

“Al suo attacco! Tu non sei mai riuscito a leggerle nel pensiero, ma io al contrario di te, ho sempre saputo cosa le passa per la testa. E in questo momento, lei non vuole altro che farci molto male!”.

Come le avesse letto nel pensiero, Bella balzò giù dall’auto e iniziò a dirigersi verso loro due.

Ringhiava furiosamente e stringeva a scatti le mani, per tentare di calmarsi.

“Chi è Edward tra voi due?” ringhiò.

Edward guardò Jacob e poi alzò la mano enorme e dalla carnagione scura del suo nuovo corpo.

Bella si fermò impietrita, mentre Leah e Seth seguivano lo svolgersi della situazione.

“Come… Cosa…” farfugliò la vampira.

“è stato Gabriel. Ci ha scambiato…”

“Quando?” chiese Bella, interrompendo Edward.

“Due giorni fa…” rispose il nuovo lupo, sperando di calmarla.

La rabbia di Bella triplicò e Edward provò una forte confusione. Anche Jacob non sapeva cosa fare, e si rese conto per la prima volta, per quale motivo Edward non sopportasse, da una parte, l’idea di non saper leggere la mente della vampira.

“Doccia…” sibilò tra i denti Bella.

Jacob impallidì, rendendo la carnagione avorio del suo corpo, ancora più bianca.

“Doccia?” ripeterono all’unisono Seth, Leah e Edward.

“Doccia” confermò Bella avvicinandosi a Jacob.

Edward spostò lo sguardo da lui a lei e capì che il suo corpo stava per fare una brutta fine.

“Bella, amore, so che tu vuoi attaccare Jacob, ma ti ricordo che è dentro al mio corpo…”.

“Edward, non ho intenzione di bruciarti, dopo averti fatto a pezzi. Puoi ricomporti” disse tranquillamente Bella e sorrise in maniera folle.

Ai margini del bosco, Leah rideva talmente di gusto che delle piccole lacrime le scivolano lungo la guancia, mentre Seth stava pensando a come intervenire.

“Sorellina, dobbiamo fare qualcosa” disse lui nervosamente e seguendo l’avanzata di Bella verso Jacob.

“Dai, Seth. Non fare il guastafeste! Goditi lo spettacolo!” sbottò Leah, che ancora stava ridendo.

Jacob la fulminò con lo sguardo, per poi riconcentrarsi su Bella. Si stava arrabbiando, dopotutto non era mica colpa sua. Se lei non fosse così…. Non sarebbe accaduto nulla. Adesso, doveva solo farglielo capire.

“Bells… ragiona un secondo. Sei stata tu a seguirmi in bagno, io non ho…”.

“Che cosa avete fatto voi due?” l’interrupe Edward che stava iniziando a capire.

“Non ti ci mettere pure tu, succhiasangue. Prima, calmiamo tua moglie. E se vuoi darmi una mano, mi faresti un grandissimo favore!” esclamò Jacob indicando Bella.

“Voglio sapere cosa sta succedendo!” urlò la diretta interessata.

“Se non ci attacchi, ti racconteremo ogni singola cosa. Ma per favore, Bells, calmati!” la pregò Jacob alzando le mani in segno di resa.

Bella ringhiò per avvertimento e incrociò le braccia, inarcando un sopraciglio.

“Sto ascoltando” sibilò.

Jacob fece un respiro profondo e guardò Edward.

“Forza, amico. È tua moglie” gli disse, per poi mormorargli sottovoce. “ A te non farà del male”.

Lo spero’ pensò Edward, prima d’iniziare a parlare.

Mentre lui raccontava, Seth e Leah raggiunsero i tre.  Il giovane licantropo era rilassato, anche se scoccava occhiate in direzione di Bella, mentre Leah manifestava tutta la sua delusione.

“Mi dispiace, Leah” disse in maniera sarcastica Jacob.

Aspetta a dirlo. Il succhiasangue non ha ancora finito’.

Edward ci mise un po’ di tempo per raccontare ogni cosa a Bella, usando un tono pacato e prudente. Aveva notato che la sua amata era furiosa, ma forse poteva calmarla se le avesse raccontato tutta la verità.

Quando finì, Bella era l’immagine dello shock.

“Non è colpa nostra, Bella” aggiunse Edward.

Bella si limitò ad annuire.

“Ma non ti preoccupare, troveremo una soluzione!”.

Bella assentì di nuovo.

Perché non parla?’ pensò Seth, e senza nessun motivo cominciò a sentirsi molto nervoso.

“Dalle tempo, anche voi avete impiegato un bel po’ per riprendervi” rispose Jacob sorridendo.

Erano salvi e, con Bella dalla loro parte, potevano farcela a sconfiggere Gabriel.

Ma anche Edward non era tranquillo e si avvicinò a Bella per abbracciarla. La vampira era rigida e sembrava una bambola di pezza, cosa che lo fece preoccupare.

“Secondo me, le è venuto un colpo” suggerì Leah ghignando.

“Leah, è una vampira” sbottò Jacob.

“Sì, ma è anche una moglie e una madre. Strano che non abbia fatto il collegamento…”.

“Che collegamento?”

Leah ridacchiò.

“Bé, lei ha tentato di sedurre il suo migliore amico e corteggiatore di sua figlia, per non parlare poi di Nessie. Sai che shock che avrà, quando scoprirà tutto?”.

“In effetti, ha ragione…” disse Seth, grattandosi la testa e guardando Jacob.

“Nessie è una ragazza forte!” la difese Jacob.

“Sì, ma adesso è sotto il controllo di Gabriel! Se tu e Edward, invece di litigare come due bambini dell’asilo, avreste iniziato a collaborare, tutto questo non sarebbe accaduto!” esclamò Leah con rabbia.

“Eh sì, amico. È colpa vostra... ” fece suo fratello.

Jacob stava per ribattere, quando un ringhio li fece voltare. Bella si era staccata da Edward, il quale stava indietreggiando.

“Credo che abbia appena fatto il collegamento!” assicurò Leah, contenta che lo spettacolo stesse per ricominciare.

Jacob e Edward deglutirono e seguirono l’avanzata di Bella verso di loro.

Ma quando Bella spiccò il salto per attaccarli, quello fu interrotto dall’intromissione di qualcuno.

Edward e Jacob avevano chiuso gli occhi e, quando li riaprirono, videro ai loro piedi un lupo che ululava dal dolore.

“Ma perché io ho un fratello così stupido?”

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! Allora cosa ne pensate? Spero che vi piaccia. Mi sembrava giusto far scoprire a Bella la verità e spero che la reazione da lei avuta possa piacervi.

Grazie a mille a tutti per continuare a seguirmi, non potete immaginare quanto mi renda felice.

Ringrazio anche quelli che hanno messo la FF tra i preferiti e le seguite, e anche quelli che l’hanno solo letta.

Grazie!

 

Angolo risposte recensioni:

Holly__: Ti chiedo umilmente scusa, ho scoperto la tua recensione solo pochi giorni fa. Grazie mille per i complimenti e grazie anche perché mi hai messo tra i motivi che ti hanno spinta a registrarti in questo bellissimo sito. Benvenuta! Mi sento molto onorata. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

noe_princi89: Grazie mille! Seth è un mito!

eia: non ti scusare! XD Grazie mille! Bé, in effetti, Nessie non si sta comportando nel migliore dei modi, ma devi anche ricordare che è sotto il controllo del biondino.

Saretta__Trilly__: Grazie mille! Credo che Leah e Seth siano dei personaggi fantastici. Personalmente, penso che siano i lupi migliori che s’interessano veramente delle sorti di quei due zucconi (Edward e Jacob).

aleinad93: spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo! Grazie!

vannaggio: Grazie mille! Credo di aver reso così bene Leah, perché di carattere un po’ ci assomiglio. Poi lei è la migliore nel libro! L’ho sempre pensato, da quando ho letto di lei la prima volta. Mi spiace solo che la Meyer non abbia riservato anche a Leah un lieto fine. Se lo meritava. Tanto che ci sono, vorrei farti i complimenti per la tua FF “Twilight: la storia dal mio punto di vista.” . è veramente bella.

DarkViolet92:  Grazie mille!

marpy:  mi dispiace averti deluso per il tentativo di seduzione da parte di Bella, ma mi sembrava giusto che lei lo scoprisse. Chiedo scusa. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, e grazie mille per i complimenti!

AshG: Grazie mille! Troppo buona! Vorrei dire a te e all’altre persone che mi seguono di più su Gabriel, ma ho paura di rovinarvi tutto. Ma non ti preoccupare, molto presto si scoprirà chi è!

lalaland_girl: Grazie mille! Seth è fantastico.

 

 

 

 

 

Alla prossima!

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Capitolo 9
*** Azioni e Reazioni ***


Azioni e Reazioni

 

 

“Bella, tu ce l’hai con me, vero?”

“Seth, sei tu che ti metti sempre in mezzo!” sbottò Leah, dando uno schiaffo sulla nuca di suo fratello.

“Ma sarebbero morti!” si difese lui, tenendosi il braccio contro il corpo.

“La succhiasangue ha detto chiaro e tondo che non avrebbe bruciato i resti!”

“Non la ascoltare, Seth! Hai fatto più che bene!” disse Jacob grato al lupo più giovane.

“Ha fatto bene, perché ti ha salvato la pelle!” esclamò Leah adirata.

“Tecnicamente la pelle è quella di Edward! Ma sai com’è? Essere fatto a pezzi non è in cima alla mia lista!”.

“Smettetela!” gridò Bella ringhiando.

Erano tornati nel garage per ripararsi dalla pioggia che aveva iniziato a scendere copiosamente su Forks.

Seth era stato fatto sedere sul divano, dove Edward stava cercando la posizione migliore per mettergli a posto l’arto ferito. Jacob e Leah erano invece seduti sul cofano della macchina, mentre Bella camminava avanti e dietro per calmarsi, cosa che le risultava molto difficile.

“Bella, forse dovresti scusarti. La volta scorsa l’hai fatto” suggerì Jacob alzando le spalle.

“Che cosa?” chiesero all’unisono Bella e Leah.

Le due ragazze si guardarono, era la prima volta cha andavano d’accordo su qualcosa.

“Non ti scusare, Bella. Mio fratello è stato un’idiota!”.

“Su questo non c’è dubbio!” confermò la vampira ridacchiando.

Se quelle due si alleano, per voi è finita!’ pensò Seth, e Jacob annuì impercettibilmente per evitare di farsi scoprire dalle due.

“Sei pronto?” chiese Edward a Seth e mise le sue mani sulla spalla del lupo.

“S-sì” balbettò Seth chiudendo gli occhi.

Il grido riecheggiò per tutta la riserva.

“Credo che tu abbia appena stabilito un record” disse Edward sorridendo.

“Simpatico, Edward. Molto simpatico” ribatté Seth massaggiandosi il braccio.

“é il sarcasmo di Jacob. L’ho preso da lui”.

“E non hai preso solo quello!” strepitò Bella.

Era inutile, la rabbia la investiva a ondate.

“Amore, sono sempre io. Anche se sono così”. Edward fece una smorfia che non sfuggì a Jacob.

“Edward…” lo chiamò Bella lentamente. Non riusciva proprio a conciliare l’immagine di suo marito. Era più forte di lei, anche se sapeva che Edward era là dentro, i suoi occhi erano sempre attirati verso il corpo del vampiro dai capelli bronzei.

“Scusa, proprio non ce la faccio” si giustificò notando l’espressione infastidita di Edward.
Il nuovo lupo sospirò e cercò aiuto in Jacob, il quale non sapeva proprio cosa fare.

“Bella, ti chiediamo scusa. Pensavamo che non ci avresti creduto, se noi ti avessi raccontato tutto” iniziò a dire Jacob, ma venne interrotto.

“Guarda che mi ero accorta che qualcosa non andava. Non sono stupida!”

“Lo sappiamo, ma…”

“Jacob, anche se siete scambiati, siete rimasti uguali. Per quanto riguarda il carattere, almeno. L’ho capito da come mi guardava Edward. Quello sguardo lo riconoscerei ovunque” continuò Bella e sorrise a Edward.

“Bella…” si limitò a dire Edward.

“Ma adesso non è questo il problema principale”.

“Che cosa?” sbottarono gli altri.

“Dobbiamo pensare a Renesmee. Dobbiamo allontanarla da quel biondino!” spiegò lei alzando gli occhi al cielo.

“E come facciamo? Devo ricordati che io, cioè, lui non può più avvicinarsi a casa vostra” disse Jacob con tono doloroso.

“Ma tu puoi stare con lei, anche se non come si dovrebbe!”.

“Geniale!” disse Leah sorridendo.

“Mi sono perso!” ammise Seth grattandosi la testa.

“Non funzionerà! Gabriel le sta sempre vicino, m’impedirà di parlare con lei” fece Jacob, dopo aver letto nella mente di Leah, la quale aveva capito cosa volesse intendere Bella.

“Tu, in questo momento, sei Edward e Gabriel non impedirebbe mai a Renesmee di parlare con suo padre. In poche parole, devi spingerla tra le sue braccia… le tue…” si corresse Bella scuotendo la testa.

“Chissà che emicrania che avrete” commentò Seth sorridendo e guadagnandosi un altro schiaffo da sua sorella.

“Edward, la pensi come me?” domandò Bella a suo marito.

Edward si alzò e andò vicino a sua moglie, per abbracciarla. Bella storse il naso per via dell’odore, ma si lasciò avvolgere dalle nuove braccia calorose di Edward.

‘Quanto mi è mancato’ pensò Edward sorridendo.

Jacob sbuffò e guardò in tralice il suo corpo.

“Allora?” gli chiese seccato.

Edward sospirò e disse:

“Bé, la mia idea era quella di dirlo al posto tuo e, tecnicamente, sarà così. Quindi, non c’è problema. Solo che devi comportarti come me, quando parlo con Renesmee”.

“Perché come comunicate?” chiese Leah incuriosita.

“Abbiamo un nostro modo speciale. Lei mi fa vedere i suoi pensieri. È una delle tante cose che amo di lei” rispose Edward con un sorriso dolce sulle labbra.

Jacob ridacchiò appena, attirando l’attenzione dei presenti.

“Non sei l’unico” spiegò ghignando. “ è anche il nostro modo di comunicare”.

Edward rimase per un secondo immobile, ma poi scoppiò a ridere di cuore. Bella sussultò e lo guardò stranita, anche se il suono della risata era diverso, era proprio quella di Edward.

“Io sarei già impazzita…” ammise lei guardando i due.

“Chi te lo dice che non siamo impazziti?” chiese Jacob allargando le braccia e ridendo anche lui.

“Qual è il piano?” domandò Leah interrompendo Jacob e Edward, che seguitavano a ridere come due ragazzini.

“Jacob ed io torneremo a casa e aspetteremo il ritorno di Renesmee. Poi toccherà a lui” disse Bella, seria.

“E Gabriel? Qualcuno dovrà occuparsene” fece Seth alzandosi.

“Possono pensarci i Cullen, no? Loro lo adorano!” commentò Leah scuotendo la testa. L’aveva sempre saputo che i vampiri erano degli idioti.

Jacob scoppiò a ridere sentendo il pensiero di Leah, ma tenne la bocca chiusa per evitare ulteriori problemi.

“E se Gabriel riesce a liberarsi di loro? Non dobbiamo correre rischi. Jacob ci impiegherà un’eternità a deprogrammare Nessie” ribatté Seth.

“Deprogrammare?” ripeté Bella.

“Sì, ha fatto il lavaggio del cervello a tutti loro. Compresa te!”

“No, Seth. La mia Bella ha lo scudo, non è caduta del tutto sotto il suo controllo!” disse Edward accarezzando una guancia a Bella, ma la vampira non se ne accorse nemmeno.

“Quel… quel… mi ha programmato!” sbottò ringhiando. “ Io lo ammazzo! Perché non lo avete fatto voi? Cosa può fare quel biondino contro un vampiro e un licantropo?”.

“Mutaforma” precisò Seth, ma tacque sotto lo sguardo furioso di Bella.

“è uguale! Vi trasformate in lupi giganti!”.

“Ma non con la luna piena! Aro è stato chiaro. I veri licantropi si trasformano sotto la luna e…”.

“Seth, non è il momento! Non siamo in un documentario!” disse Leah, esasperata.

“Però è vero”mormorò lui, a bassa voce e leggermente risentito.

Edward decise d’intervenire.

“Bella, io e Jacob abbiamo provato ad attaccarlo, ma lui…”.

“Ci ha dato una bella lezione. È velocissimo, sparisce nel nulla e…” ma Jacob s’interruppe con lo sguardo perso, indirizzato verso il bosco.

“Jacob?” lo chiamò Edward preoccupandosi.

“Che stupidi, ha continuato a ripetercelo” borbottò il nuovo vampiro.

“Mi sono perso un’altra volta” commentò Seth accigliandosi.

“So cosa regalarti a Natale. Una bella bussola e qualche razzo di segnalazione!” sbottò Leah.

“ Voglio anche la pistola che li lancia, però” chiarì Seth sorridendo.

Leah dovette invocare tutti i santi per impedirsi di assalire suo fratello.

“Jacob?” disse Bella, ignorando i due fratelli Clearweater.

Jacob si riscosse e rivolse a loro un sorriso di scuse.

“Forse ho capito come ha fatto a batterci. Lui ha detto che ci ha tenuto d’occhio e ci conosce molto bene. Quindi, deve conoscere anche come te ed io combattiamo. D’accordo che siamo scambiati, ma la forza dei nostri corpi rimane invariata. Ci ha studiato. Perciò se qualcuno’altro lo attacca, tipo loro due…” e Jacob indicò Leah e Seth, “ dovrebbe riuscire a sconfiggerlo!”.

Sui volti di Bella e dei due licantropi si dipinse un’espressione di pura gioia, ma che fu subito spazzata via, quando Edward sbuffò e alzò gli occhi al cielo.

“Non credo che sia così facile! Io rimango dell’idea che il piano di Bella sia il migliore!”.

Jacob si rabbuiò, mentre gli altri tre iniziarono a riflettere sul problema.

“Quindi che si fa?” chiese Seth dopo un po’.

“Faremo com’è stato deciso prima. Bella e Jacob andranno a casa e aspetteranno Renesmee, nel frattempo io e Seth staremo nei dintorni e vedremo cosa succederà” rispose Edward, deciso.

“Ed io?” domandò Leah inarcando un sopraciglio.

“Tu rimarrai qui e, se avessimo bisogno di aiuto, convocherai il branco. È meglio che Seth ed io non ci trasformassimo. Il nostro… voglio dire, il vostro odore aumenta se siete trasformati in lupi”.

“Io pretendo di venire! Sono la più veloce!” esclamò Leah, arrabbiata. “ Giusto, Jacob? Non darai mica a ragione a questo succhiasangue!”.

Ma Jacob era distratto. Sapeva che il piano di Bella e Edward era un ottimo piano, ma lui non era convinto di potercela fare. Renesmee non lo voleva più, come avrebbe fatto a convincerla del contrario? Neanche nei suoi sogni più disparati, si era mai immaginato di dover dichiararsi in quella maniera. Aveva un programmato tutto, ma l’arrivo di Gabriel, aveva reso vani i suoi sforzi.

Sentiva gli occhi degli altri puntati addosso e quando alzò la testa, il suo sguardo s’incrociò con quello di Edward. Gli sembrò che il suo acerrimo nemico, sapesse cose li stesse passando per la testa, come se lui potesse comprendere la difficoltà della situazione in cui si trovava. Ma poi, erano ancora nemici?

Jacob fece un respiro profondo e assentì.

“Leah, sei il secondo lupo in carica. Rimani qui, mentre noi andiamo a salvare Nessie!”.

“Maledetto succhiasangue” sbottò la ragazza incenerendolo con lo sguardo.

“Leah, guarda che Edward è nostro amico e…” esordì Seth, offeso che Leah si ostinasse a odiare i Cullen.

“Ma io non riferivo a Edward. Il mio commento era rivolto a Jacob”.

Sul viso di Leah apparve un vero sorriso, cosa che sorprese del tutto Bella e Edward. Non l’avevano mai vista sorridere in quel modo.

Legati com’erano, anche Seth si aprì in un gran sorriso, mentre Jacob sbuffava divertito davanti alle loro espressioni.

“Che cosa stiamo aspettando?” chiese Bella, riprendendosi dallo shock.

“Direi di andare” mormorò Jacob, nervoso.

Gli altri uscirono e, quando Jacob fece per seguirli, Leah lo fermò appoggiandogli una mano sul braccio.

“Che c’è, Leah?”.

“Sii te stesso” rispose lei. “Sei l’unico che può risolvere la questione”.

“Pensi che ce la farò?”

“Jacob, ti ho osservato in questi anni. Cerca di essere felice, almeno tu”.

“Perché mi dici questo?” domandò lui sorpreso.

Leah aggrottò la fronte e Jacob si accorse che stava trattenendo i suoi veri pensieri.

“Perché se tu sei felice, anche il branco lo è…” mentì Leah alzando gli occhi e spingendolo fuori sotto la pioggia.

Jacob le sorrise e Leah rispose. Quando si sedette in macchina, di fianco a Bella, decise che avrebbe aiutato Leah, dopo aver risolto quella questione. Con tutte le volte che gli aveva dato una mano, compresa questa, anche lei meritava di essere felice.

Il tragitto verso casa Cullen fu breve e caratterizzato dal silenzio. Jacob sapeva cosa stava pensando Bella in quel momento, anche se aveva lo scudo a proteggerla. Era sempre stato così tra loro due.

Quando parcheggiarono nel garage, si assicurarono che Edward e Seth fossero nascosti nei paraggi.

Una volta sicuri, sospirarono entrambi.

“Vado a chiamarla” fece Bella, udendo il battito accelerato di sua figlia nell’altra stanza.

“Bella?”.

“Dimmi, Jake”.

“Non mi odiare, se dovessi fallire” borbottò lui distogliendo lo sguardo da lei.

“Non fallirai!” disse con forza. “ E non potrei mai odiarti, anche se a volte, mi fai uscire dai gangheri!”.

Jacob rise di cuore.

“Se non lo facessi, non sarei io!” le fece notare.

“Jacob Black…” lo rimproverò Bella sorridendo.

“Bells…”.

La vampira sorrise un’ultima volta ed entrò in casa. Jacob si guardò intorno. Parlare nel garage non sembrava il luogo migliore, così decise di dirigersi nel posto preferito di Nessie. Sapeva, dopo gli anni trascorsi insieme, che lei andava a parlare con Edward in prossimità del fiume.

Mentre si dirigeva verso un masso, poteva sentire gli occhi di Edward e di Seth puntanti sulla sua schiena. Fece una smorfia. Avere del pubblico non l’avrebbe certo aiutato, ed era certo che il loro numero sarebbe aumentato con l’arrivo di Bella. Pregò che non lo disturbassero con i loro pensieri.

Auguri, Jacob’ pensò Seth.

Non ti disturberemo’ disse Edward, e Jacob capì lo sforzo che si celava dietro a quelle parole.

Si sedette e prese un respiro profondo. Da che parte avrebbe iniziato? Aggredirla, dicendole che Gabriel era un impostore non era una buona idea, anche se lo avrebbe divertito parecchio.

Non ebbe il tempo di pensare a un’altra tattica che avvertì l’odore di Nessie raggiungerlo.

Si voltò e fece un gran sorriso.

“Ciao, papà” lo salutò Renesmee.

“Ciao, Nessie” rispose lui, sempre sorridendo. Anche se lo stava facendo soffrire, preferendolo a Gabriel, non riusciva a trattenersi dal sentirsi completo in sua presenza.

“Mi ha detto la mamma che mi devi parlare! Se riguarda Gabriel, sappi che lo amo” affermò lei con decisione.

Il sorriso di Jacob sparì all’improvviso, tanto che se ne accorse anche lei.

Jacob, non ti arrendere’ pensò Edward.

Jacob scosse la testa, per scacciarlo, e fece cenno a Renesmee di accomodarsi di fianco a lui.

“Sei sicura dei tuoi sentimenti?” esordì con tono distaccato.

“Sicurissima. Appena l’ho visto, ho capito che lui è la persona giusta per me”.

“E da dove viene questa certezza?”

Renesmee fece per rispondere, ma s’interruppe aggrottando la fronte confusa. Jacob notò il suo sguardo riprendere vitalità e si concentrò su quello.

“ Hai detto di essere sicura. Come ha fatto a conquistarti?” indagò.

“Ecco… io… non lo so”confessò Renesmee e si massaggiò le tempie con le mani.

Bravissimo, Jake’.

Il pensiero raggiante di Seth lo fece sobbalzare e, mentre Renesmee chiudeva gli occhi per tentare di sbrogliare i pensieri confusi che aveva in testa, Jacob ringhiò verso la sua direzione.

Scusa’.

“Nessie?” la chiamò Jacob, concentrandosi solo sulla ragazza al suo fianco.

“Perché mi chiami, come mi chiama Jacob?” domandò lei, perplessa.

“Non lo so neanche io il motivo. Forse, leggendo in continuazione i pensieri di quel cane…”.

“Si chiama Jacob!”.

Jacob sorrise. Allora, le importava ancora qualcosa di lui.

Jacob, Gabriel non c’è. Approfittane!’ ordinò Edward. ‘Bella, Seth ed io pattuglieremo qua intorno. Stai andando bene. Buona fortuna… amico’.

Jacob restò di sasso. Era come se Edward li avesse dato finalmente il suo benestare, dopo anni e anni che lo attendeva. Prendendo forza dal pensiero di Edward, Jacob prese una mano di Nessie e la strinse. Doveva farle rivivere i suoi momenti passati con lui.

“Jacob…” ripeté il diretto interessato, guardando Renesmee, ” cosa mi dici di lui?”

La sua vista fu offuscata dalla sua immagine, circondata da un alone di affetto, ma anche di reticenza.

“Non gli vuoi più bene?” le domandò disinvolto, anche se aveva paura della risposta.

“Io vorrò sempre bene a Jacob”.

“Anche lui te ne vuole, molto!” confermò lui.

“Papà! Mi avevi promesso che non mi avresti mai detto cosa pensava lui di me!” sbottò adirata Renesmee, cogliendo alla sprovvista.

“Non ti ricordi?” fece lei, mostrando a Jacob la conversazione che aveva avuto con Edward mesi fa, nello stesso luogo. Vide Edward giurare, contrariato, che non avrebbe rivelato nessun pensiero, perché era dovere di Jacob, cioè lui, dirglielo.

Jacob scosse a testa e l’immagine svanì.

“Ma adesso…” tentò di dire, “ non è più valido, no? Adesso c’è Gabriel nella tua vita”.

“Gabriel non sarà mai Jacob” affermò Renesmee leggermente infastidita.

 “Quindi lo reputi migliore di lui?”.

“No! Jacob… Jacob…” tentennò lei.

“Jacob, cosa?”.

“Lui non mi vuole” disse Renesmee e il suo tono si fece triste all’improvviso.

Jacob rimase spiazzato dall’assurdità della frase, ma non poteva mica dirle che lui la amava ridotto in quel modo.

“Che cosa te lo fa pensare?”

“Se avesse avuto realmente l’imprinting, me l’avrebbe detto, no?” ribatté lei sconsolata.

“ Nessie, poco ma sicuro, lui l’imprinting l’ha avuto. Eccome, se l’ha avuto!”.

“Vuol dire, allora, che non mi ama abbastanza”.

“Nessie… Pensa a tutti i momenti che avete passato insieme! Lui ha dimostrato di amarti in ogni cosa che faceva per te” disse Jacob e rimase sorpreso, rendendosi conto di quante fossero vere quelle parole. In un lampo, la sua mente fu attraversata dai ricordi di Nessie: le loro gite al mare; gli scherzi che organizzavano alle spalle di Emmett; le notti trascorse a parlare di cose totalmente stupide, ma per loro importanti; le fiabe che le raccontava quando era piccola; e, soprattutto, quegli abbracci rubati quando erano soli.

Jacob le strinse ancora più forte la mano, rimpiangendo di non essere nel suo corpo, ma quando vide l’espressione sul volto di Nessie, si sentì invadere dalla speranza.

Non lo guardava come pochi minuti prima, nel suo sguardo c’era una vitalità che credeva perduta.

“Nessie?” la chiamò lui.

Renesmee non rispose, ma aumentò la stretta intorno alla mano di Jacob.

“Jacob?” domandò, chiaramente sbigottita. “ Sei tu?”.

Jacob spalancò la bocca, attonito. Non sapeva neanche lui come avesse fatto, ma Renesmee aveva scoperto la verità.

“Tu sei Jacob?”. La sorpresa di Renesmee si stava trasformando in rabbia, dopotutto rimaneva sempre la figlia di Bella.

Jacob stava per rispondere, quando tra gli alberi sbucò Edward, seguito da Seth e Bella.

“Mamma? Ma cosa…” fece per chiedere Renesmee, alzandosi e raggiungendola.

“Va tutto bene, piccola mia” rispose la vampira sorridendole.

“Tutto bene? Non va tutto bene! Sono... sono…” balbettò la ragazza indicando Edward e Jacob.

“ Renesmee”.

“Papà?”

“Sì, piccola. Sono io” confermò Edward, commosso.

“ Io non capisco…”.

“Non sei l’unica, Nessie!” esclamò Seth ridacchiando.

Renesmee osservò incredula suo padre e Jacob, i quali erano poco distanti da lei con entrambi un sorriso sulle labbra.

“Ci sei mancata” confessò Edward, coinvolgendo anche Jacob.

“Non puoi capire quanto” confermò Jacob sorridendo.

Renesmee mosse un passo verso di loro titubante, ma molto presto si ritrovò a correre. Li abbracciò entrambi e i due la strinsero, scambiandosi un’occhiata sopra le sue spalle.

“Ma cosa è successo?” chiese Renesmee, scoppiando in singhiozzi.

“Niente di cui tu debba preoccuparti. Jacob ed io risolveremo la situazione” rispose Edward.

“Ormai abbiamo superato i nostri contrasti” continuò il nuovo vampiro.

“E come avete fatto?” disse lei, stupita.

 “Merito tuo. Sei tu che ci hai unito” borbottarono all’unisono, ancora stretti nell’abbraccio di Renesmee.

Fu in quel momento che accadde. Un bagliore dorato li avvolse, costringendoli a chiudere gli occhi.

Quando li riaprirono, Jacob e Edward si resero conto di essere tornati normali.

Stavano per parlare, quando un applauso riecheggiò intorno a loro.

 

 

 

 

 

 

Finalmente!

Ciao a tutti. Allora che cosa ne pensate? Spero di non avervi deluso! Mi sembrava il momento giusto per farli tornare nei loro corpi. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e, se avete delle lamentele, scrivetele pure. Posso assicurarvi che nel prossimo capitolo, avrete delle sorprese. Infatti, tremo al pensiero di come potereste reagire.

Grazie a tutti quelli che hanno messo la FF tra i preferiti e le seguite, e anche chi si è solo limitato a leggere.

 

 

Angolo risposte recensioni: (siete in tanti e la cosa mi va più che bene!)

 

 

DarkViolet92:  Grazie! Da quello che hai capito, è stato proprio Seth. Poverino! Ma il suo personaggio è fatto così e credo anche che abbia tendenze masochiste… ahahah

aleinad93: Grazie mille per i complimenti. Spero che ti piaccia anche questo!

eia: Grazie di cuore! Avere Bella dalla loro parte, è una gran fortuna. In effetti, io la preferisco da vampira perché prima…. diciamo che non mi ero molto “simpatica”.

vannaggio: ecco qui un altro capitolo! Te ed io la pensiamo allo stesso modo. Bella è molto meglio da vampira e Leah è la migliore. Dovremmo scrivere alla Meyer per chiedere spiegazioni… mmmm… potrebbe essere un’idea. Ahahah. Grazie mille per i complimenti e spero in un tuo aggiornamento!

Daisy Black: Spero di aver soddisfatto la tua curiosità. E poi non potrei mai far del male a Jacob e al suo corpo. Io lo adoro fin dal primo libro! Grazie mille!

lalaland_girl: ahahahah… sono contenta di averti fatto ridere! Grazie mille!

Saretta__ Trilly__: Grazie mille! Credo che Leah, Seth e Bella siano diventati un mix strepitoso! Ho riso anch’io quando ho scritto quel capitolo!

noe_princi89: Grazie mille! Veramente…

GiuLy93: Benvenuta! Sono contenta che la mia FF ti abbia appassionata. Anzi, sono stupita. Quando mi è venuta in mente questa idea, ho pensato: “ Cavolo, Ale. Tu non sei normale. Figurati se piacerà!”. Be’, devo ammettere che sono felicissima di essermi sbagliata! Grazie mille e spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

Half Blood: Grazie mille per i complimenti! Credo che la tua curiosità a proposito di Gabriel sarà soddisfatta nel prossimo capitolo!  e lì temo il linciaggio da parte vostra!)

cullengirl: ahahaha. Grazie di cuore! Bella è micidiale quando è arrabbiata!

6lly: Seth ha disturbo maniaco compulsivo. Ahahah, scherzo… Grazie mille!

 

 

Alla prossima!

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Capitolo 10
*** Chiarimenti ***


Chiarimenti

 

Gabriel spuntò da dietro una grossa quercia. I capelli biondi erano legati in un codino, gli occhi azzurri brillavano e un sorriso raggiante era stampato sul suo viso delicato.

“Ottimo lavoro, amici miei!” esordì, ridendo e battendo ancora le mani.

Edward e Jacob si scambiarono un’occhiata e annuirono.

Facciamolo a pezzi!’ pensò Jacob.

“Puoi contarci!” ringhiò Edward, contento di riavere indietro sia il suo corpo e il suo potere.

Ma non erano solo loro due che avevano voglia di combattere. Dalla gola di Bella fuoriuscì un ringhio che fece rabbrividire i presenti, tanto che Seth decise di trasformarsi, senza aspettare il permesso di Jacob.

I suoi vestiti esplosero e il lupo comparve al loro fianco. Emise un ululato per richiamare Leah e Jacob gli diede una pacca sul muso, per fargli capire che aveva fatto bene.

Nel frattempo Gabriel li osservava divertito.

“Non ho più nessun motivo per rimanere, per ora! È stato un piacere conoscervi, ma il mio tempo è scaduto! Ci rivedremo in futuro!”.

“Tu non ti muovi!” sbottò Bella acquattandosi.

Gabriel sbuffò.

“Edward, puoi dire a tua moglie che è inutile attaccarmi?”.

“Lo sa già. Ma Bella è tremendamente testarda e poi, ora che sono nuovamente nel mio corpo, sono certo di batterti!” rispose il vampiro, scoprendo i denti.

“ Anche se siete in quattro…” tentò di dire Gabriel.

“Cinque” lo corresse Renesmee, per poi arrossire.

“Tu non combatti!” esclamarono all’unisono Jacob e Edward.

Renesmee inarcò un sopracciglio e gli sorrise.

“Voi mi farete combattere. Non siete i soli a essere stati sotto il suo controllo! Devo ricordavi cosa mi ha fatto?” disse lei con tono glaciale.

“è pericoloso” ribatté Jacob, sicuro di sé.

“Jake?” lo chiamò Renesmee e il licantropo si voltò prontamente dalla parte opposta. Se l’avesse guardata negli occhi, l’avrebbe convinto del contrario.

Edward!’ pensò Jacob, in cerca di aiuto.

“Piccola mia, lascia fare a me e a Jacob. Tu torna a casa con mamma. Seth vi scorterà” spiegò Edward.

“Che cosa?” gridò Bella con tono irritato, reso più forte dal ringhio proveniente da Seth.

“Bella, Seth…”

“Edward Cullen! Io lo farò a pezzi. E non dimenticare che poi me la prenderò sia con te sia con il tuo nuovo amico a quattro zampe! Non ho dimenticato ciò che avete fatto quando eravate scambiati!” disse Bella con un ringhio.

Renesmee annuì e Seth assentì, ululando una piccola risata.

Gabriel li osservava sempre con quel sorriso sulle labbra, e Jacob stava per trasformarsi quando la radura fu invasa dal resto dei Cullen, seguiti subito dopo da Leah.

Un silenzio pieno di tensione scese su di loro e rimasero a fissarsi stupiti.

“Ma cosa sta succedendo?” sbottò Emmett galvanizzato e pronto a combattere.

“è una storia lunga. Non c’è tempo ora, ti spieghiamo tutto dopo” fece Jacob riportando il suo sguardo su Gabriel.

Carlisle raggiunse Edward e gli misi una mano sulla spalla per trattenerlo.

“Cosa sta succedendo, figlio mio?” ripeté il dottore serio.

“Niente di così importante. Jacob ed io abbiamo un conto in sospeso con Gabriel”.

“Perché volete attaccarlo?”

“Ecco, il motivo è…” iniziò a dire Edward, ma fu interrotto dal sibilo infuriato di Bella.

“Li ha scambiati! Edward era Jacob e Jacob era Edward”.

I Cullen s’impietrirono, per poi voltarsi tutti verso Gabriel.

“Credo che sarà più difficile del previsto andarmene” borbottò lui, portandosi una mano al mento con fare pensoso. “Non mi rimane altra scelta…”

“Che scelta?” domandarono all’unisono i presenti.

Gabriel sospirò e incrociò le braccia, guardandoli leggermente seccato.

“Devo raccontarvi tutto, adesso. Pensavo di farlo tra qualche anno, quando mi sarei ripresentato da voi. Ma visto che siete così ansiosi…”

“Vuoi dire infuriati!” lo corresse Jacob ringhiando.

“Anche…” concesse Gabriel ridendo. “Che ne dite se ne parliamo dentro casa?”

Tutti guardarono verso Carlisle, il quale annuì impercettibilmente.

Non fecero in tempo a muoversi che Gabriel era già sparito.

“Ma come fa?” domandò Jasper spiazzato. “Neanche un neonato è così veloce!”

“Lo scopriremo, fidati”, promise Bella, oltrepassandolo e dirigendosi verso casa.

I Cullen e buona parte del branco di Jacob la seguirono. Edward e Jacob camminavano a fianco di Bella e di Renesmee, segretamente contenti che potessero finalmente stare accanto alle persone che amavano.

Quando varcarono la soglia, trovarono Gabriel attenderli nel grande salone. Li fece cenno di sedersi sul divano e sulle poltrone, come se lui fosse il padrone di casa.

Presero posto, tranne Jacob e Edward che rimasero in piedi, speranzosi che il ragazzo li desse un’occasione per attaccarlo.

“Speranza vana…” disse Gabriel sorridendo.

“Parla” sbottò Bella, che era seduta sul bracciolo della poltrona, vicina a Renesmee.

Gabriel li guardò attentamente uno per uno ma quando si fermò a guardare i fratelli Clearwater, fece un occhiolino nella loro direzione, confondendo i due.

“Che cosa volete sapere?” domandò gentile.

“Tutto!” esclamò Jacob.

“Perché non riesco a vederti?” chiese Alice, sovrastando la voce di Jacob.

Gabriel rise divertito.

“Il motivo è semplice. Sono un mezzosangue. È per questo che non riesci a vedermi”.

“Le tue origini quali sono?” domandò Carlisle con evidente curiosità.

“Sono un mezzo vampiro e un mezzo licantropo”.

“Uno di noi ha avuto figli?” disse Seth guardando Leah e Jacob.

“Seth! Sam sarà il primo ad avere un figlio, ed Emily è un’umana” rispose Jacob seccato, ma poi si accorse dell’espressione dolorosa sul viso di Leah e si diede dello stupido per non essere stato più delicato.

Anche Gabriel si era accorto della sofferenza di Leah e, guardandola, la rassicurò.

“Non ti preoccupare, Leah. Tra qualche anno, starai meglio!”.

Leah, per tutta risposta, gli ringhiò contro, ma Gabriel si limitò a sorriderle.

“Che cosa significa tra qualche anno?” domandò Seth abbracciando la vita di sua sorella per confortarla.

“Anche tu starai molto meglio, Seth. Dobbiamo solo aspettare” rispose Gabriel.

“Aspettare?” ripeté il giovane lupo.

“Gabriel…” lo chiamò Renesmee, attirando su di sé tutti gli sguardi. “ Da dove vieni?”

“Dalla Siberia. I miei genitori abitavano lì. Sai Nessie. Tu, Nahuel e le sue sorelle non siete gli unici a essere stati concepiti da un vampiro e un’umana”.

“Non ci sto capendo più niente” borbottò Emmett tra le braccia di Rosalie.

“Non sei l’unico” disse lei di rimando, alzando gli occhi al cielo.

Gabriel rise nuovamente e si sedette per terra.

“Permettetemi di raccontarvi fin dall’inizio. Mia madre era una mezza vampira, concepita da un vampiro e da un’umana. Bella e Edward non stati i primi a stravolgere le regole” esordì Gabriel, osservando i due diretti interessati. “ Anche se la storia di mio nonno e di mia nonna non è andata a buon fine. Purtroppo, mio nonno non riuscì a salvare mia nonna ma mia madre nacque e suo padre decise di portarla in Siberia, per evitare che i Volturi scoprissero di lei.

Solo che successe un imprevisto. La Siberia non era un luogo sicuro. Caius stava cacciando i licantropi, i veri licantropi, e mio nonno aveva paura che li scoprissero. Ma un giorno, mentre si nascondevano, un licantropo li trovò. Mio nonno e il lupo cominciarono a combattere, ma mia madre, che aveva raggiunto la maturità, si mise in mezzo e fu in quel momento che accadde…”.

Gabriel s’interrupe, godendosi l’effetto del suo racconto. I presenti lo guardavano con gli occhi sbarrati e ammutoliti dalla curiosità.

“Che cosa accadde?” domandò Esme con tono gentile.

“L’imprinting” rispose Gabriel e gettò un’occhiata verso Renesmee e Jacob.

“Che cosa?” sbottò Jacob incredulo.

“Non è solo una vostra prerogativa, avere l’imprinting. Succede in tutti i lupi. È nella loro natura. Che siano maschi o femmine” disse il ragazzo biondo, osservando Seth e Leah.

“Vai avanti” lo invitò Edward e Gabriel annuì.

“Quando il licantropo ebbe l’imprinting con mia madre, si fermò. Mio nonno era sorpreso, ma non perse tempo. Stava per attaccarlo, quando mia madre si frappose tra loro. Gli spiegò che non poteva fargli del male, anche se lei non ne sapeva il motivo. La mattina arrivò e il licantropo si trasformò in umano. Raccontò a loro la storia dell’imprinting. Mia madre era sconvolta, ma si rese conto che senza di lui non poteva vivere e così i miei genitori si misero insieme. Mio padre era un tipico Figlio della Luna”.

“Perché parli di loro al passato?” domandò Jasper.

“Perché sono morti”, rispose Gabriel, perdendo di colpo la sua aria divertita.

“ Ma non erano al sicuro” riprese il ragazzo, “ Caius si stava avvicinando. Mio nonno lasciò mia madre e mio padre, dicendo che ci avrebbe pensato lui a fermarlo. I miei genitori tentarono di impedirglielo, ma lui era testardo e li abbandonò. Dopo la sua scomparsa, vennero a scoprire che era stato ucciso da Caius in persona”.

“Caius…” mormorò Carlisle scuotendo la testa.

“Proprio lui” confermò Gabriel, tremando dalla rabbia. “Mio nonno gli disse che ci aveva pensato lui a uccidere l’ultimo licantropo, mio padre, e a Caius non è piaciuto”.

“Mi dispiace…” sussurrò Esme.

Gabriel fece un gesto con la mano per rassicurarla.

“Non ti preoccupare, Esme. Grazie al sacrificio di mio nonno, i miei genitori potevano stare insieme. Erano molto felici e, dalla loro unione, nascemmo io e le mie sorelle”.

“Sorelle?” chiese Carlisle.

“Sì, ho due sorelle più grandi e, come me, hanno dei poteri” rispose Gabriel ridacchiando.

“Cioè sparire nel nulla e possedere una forza mostruosa?” domandò Edward.

“Oh, no. Noi non spariamo nel nulla e cose del genere. Siamo più forti e più veloci, solo perché possediamo sia la natura del vampiro e sia la natura del lupo. Il mio potere è quello di leggere e controllare le anime” spiegò Gabriel con tono calmo.

“Anime?” ripeté Edward, preso in contropiede.

“Sì. Ognuno di noi, in questa stanza, ha un’anima” rispose Gabriel leggermente confuso.

“Ma non è possibile” strepitò il vampiro dai capelli bronzei.

“Edward, non vorrei contraddirti, ma è così!”.

Edward era scioccato e scoccò un’occhiata verso Carlisle, che sembrava vagamente compiaciuto.

“Non potevi dircelo prima. Che so? Qualche anno fa?” sbottò Bella, accigliandosi.

“Come, scusa?” chiese Gabriel confuso.

“Edward non voleva trasformarmi, perché aveva questa convinzione che mi avrebbe dannato per sempre. Potevi risparmiarci un sacco di problemi!” lo accusò Bella fulminandolo con lo sguardo.

“Edward, tu eri veramente convinto di questa cosa?” domandò Gabriel incredulo.

Edward si limitò ad annuire.

“Ma scusa, come avresti fatto a innamorarti di Bella, se non avessi posseduto un’anima?”

Edward rimase in silenzio, mentre i suoi familiari cominciarono a ridacchiare, coprendosi le bocche con le mani. Solo i licantropi ridevano di gusto.

“Smettetela” ordinò Edward, dando una gomitata a Jacob. “Devo ricordarvi quello che ci ha fatto?”.

“Perché? Cosa ci ha fatto?” chiese Emmett curioso.

Edward e Jacob lo guardarono sconvolti.

“Perché mi guardate così?” domandò il vampiro bruno innervosendosi.

“Gabriel, a te la parola…” lo invitò Edward con un gesto della mano.

Gabriel fece un respiro profondo e continuò da dove si era interrotto.

“ Qualche anno dopo la nostra nascita, due nomadi arrivarono in Siberia. Io e le mie sorelle eravamo a casa, mentre i miei genitori erano a cacciare. Scoprimmo quello che gli sarebbe accaduto, grazie al potere di Celine. Lei riesce a vedere il futuro” spiegò, quando si accorse delle espressioni confuse dei presenti.

“Vede il futuro?” domandò Alice, balzando in piedi.

“Sì, ma è diverso dal tuo potere. La differenza dei vostri poteri è un po’ come quella che c’è tra Edward e Aro. Celine vede tutti quanti con maggior chiarezza, ma ha bisogno di toccare le persone o i loro oggetti.

Quel giorno, un secolo fa, Celine stava sistemando i vestiti di nostra madre, quando ebbe la visione di James e Victoria”.

“James?” sbottò Bella.

“Victoria?” urlò Edward.

“Proprio loro due. Hanno ucciso i nostri genitori. James voleva cacciare nostro padre, ma mia madre si è messa in mezzo e…” Gabriel si fermò un istante per prendere un respiro profondo.

Edward e Jacob si scambiarono un’occhiata. La rabbia che provavano nei confronti di Gabriel si stava trasformando in compassione.

“A proposito, vorrei ringraziarvi per averli fatti fuori. Adesso ci rimane solo uno da uccidere, anche se mia sorella Kira, con il suo compagno, è a buon punto” disse Gabriel sorridendo.

“Non capisco…” ammise Renesmee.

“Kira, in questo momento, sta andando in Italia… Vladimir sarà felicissimo!” esclamò Gabriel.

“Vladimir? Dracula due?” domandò Jacob, ricordandosi dei due vampiri rumeni che erano venuti a Forks per aiutare i Cullen.

“Proprio lui. Celine ha detto a Kira che lui sarà il suo compagno, così mia sorella è andata in Romania. Sono molto innamorati, visto che lei ha avuto l’imprinting con lui.”.

“Mi sembra di essere ai Confini della Realtà!” borbottò Seth e sua sorella gli diede ragione annuendo.

“Che potere ha tua sorella?” domandò Carlisle. Ormai si era trasformato nel Dottor Cullen.

“Un potere terribile!” rispose Gabriel ridendo.

“Del tipo?” insistette il dottore.

“Be’, non bisogna farla arrabbiare. Lei è capace di uccidere gli immortali!”.

Un brivido serpeggiò tra i Cullen, ma nessuno aveva la forza di chiedere in cosa consistesse il potere della sorella di Gabriel.

“Come fa?” domandò Leah avida di sapere, ignorando le occhiate furibonde dei Cullen.

“Lei è capace d’incendiare qualsiasi cosa” rispose il biondino.

“Vuole incendiare i Volturi?” domandò Bella incredula.

“Oh no, non tutti i Volturi. Solo Caius, ma quando l’ho chiamata prima, le ho detto di scoccare un’occhiata incendiaria anche a Jane. Non l’ho mai sopportata” ammise Gabriel accigliandosi. “Si crede chissà chi, ma non è nessuno”.

“Sai, Gabriel. Io e te andremo molto d’accordo” fece Bella con un gran sorriso sulle labbra.

“Questo è poco, ma sicuro!” confermò Gabriel facendole l’occhiolino.

“Ma perché sei venuto qui?” domandò Jacob, che non voleva dargliela vinta così facilmente.

Gabriel lo guardò sorridendo e si limitò a dire:

“Celine non ha detto solamente a Kira chi sarà la sua anima gemella. L’ha detto anche a me” rispose Gabriel.

“Quando i nostri genitori morirono”, riprese Gabriel, “ rimanemmo in Siberia per un bel po’ di anni. Celine e Kira conoscevano già le loro anime gemelle, visto che erano già al mondo, ma mancavo io e loro non volevano partire senza di me. Ma qualche anno fa, una mezza vampira di nome Renesmee nacque e il mio futuro ebbe inizio”.

Un ringhio furioso uscì dalle labbra di Jacob, che iniziò a tremare. Edward fece per calmarlo, ma Renesmee fu più rapida. Si alzò e abbracciò Jacob. Quando il lupo la sentì tra le sue braccia, si tranquillizzò all’istante. Renesmee lo guardava con assoluto coinvolgimento e Jacob le sorrise.

“Tu hai avuto l’imprinting con mia figlia?” domandò Edward disperato. Non gli bastava solo Jacob, ma pure quel biondino che poteva leggere le anime e che era più forte di lui.

“Non avrò l’imprinting con lei, ma con la loro figlia! E non solo io avrò l’imprinting con la loro famiglia, ma anche loro due!” rispose Gabriel raggiante, indicando alle sue spalle Seth e Leah.

Un silenzio innaturale scese in casa Cullen. I vampiri erano attoniti e guardavano Gabriel come se fosse un extraterrestre, ma nessuno erano più scioccato di Renesmee e Jacob. I due si guardarono per un istante, per poi sciogliere l’abbraccio e arrossire furiosamente. Nel frattempo i due fratelli Clearwater erano impietriti.

L’unico che si divertiva era Gabriel.

“Capite, ora? Mia sorella Celine mi ha detto che la mia anima gemella nascerà dall’unione di Jacob e di Nessie, ma non era sicura al cento per cento perché Edward non sopportava più di tanto Jacob. Ed io non volevo stare solo per l’eternità! Così, sono venuto qui a Forks e, leggendo le vostre anime, ho scoperto tutto sul vostro conto. Certo che ne avete passate tante!”

“Puoi dirlo forte” sussurrò Emmett, che si stava riprendendo.

“Quindi, tu hai scambiato Jacob e Edward per questo motivo?” chiese Bella incredula.

“Sì, non potevo rischiare. Se non fossi intervenuto, Jacob e Nessie si sarebbero messi insieme tra vent’anni! E visto che ho già cento e passa anni, non avevo voglia di aspettare ancora! E poi Seth e Leah, come me, meritano di essere felici subito. Soprattutto Leah!” Spiegò Gabriel sorridendo ai due fratelli.

Seth e Leah erano ancora sotto shock, per non parlare poi di Jacob e Renesmee. Nessuno dei quattro aveva riacquistato la parola, così fu Edward a tirare le somme.

“Quindi, da quello che ho capito, tu, Leah e Seth avrete l’imprinting con figli di Renesmee e Jacob… con i miei nipoti?”

“Esatto. Congratulazioni Edward e Bella, tra poco diventerete nonni!” esclamò Gabriel felice come una pasqua. “ Ah, e congratulazioni anche a voi, Jacob e Nessie!”.

“Ho bisogno di sedermi…” mormorò Renesmee appoggiandosi di peso su Jacob.

“Io ho bisogno di bere…” borbottò Seth.

“Fratellino, per la prima volta, ti do ragione” disse Leah, scuotendo lentamente la testa. “Carlisle, c’è dell’alcool in casa?”

Carlisle fissò la ragazza. Era la prima volta che si rivolgeva direttamente a lui.

“Sì, ho una bottiglia di whisky invecchiato cent’anni. Vuoi che vada…”

“Sì!” gridarono Seth e Leah.” Per favore…” aggiunsero dopo imploranti.

Carlisle fece per alzarsi, ma la domanda che rivolse Bella a Gabriel, fece irrigidire tutti i presenti.

“Che cosa ci hai fatto?  A parte scambiare loro due?”

Gabriel la guardò e si alzò, per poi mettersi in mezzo a Edward e Jacob.

Ha tendenze suicide?’ pensò Jacob fulminando il biondino che lo guardava con affetto.

“Forse…” borbottò Edward, ancora sconvolto.

“Io non ho fatto assolutamente niente. A parte farmi piacere da tutti voi, soprattutto da Renesmee” disse Gabriel sorridendo.

Renesmee si schiarì la voce e squadrò attentamente il ragazzo biondo di fianco a lei.

“Io e te… cioè… Noi... ” ma non riuscì a continuare. Era troppo imbarazzata.

“Cosa?” sbottò Gabriel, leggendo la sua anima. “ Oh no, assolutamente. Siamo andati al cinema e a mangiare fuori, ma nient’altro. Non abbiamo fatto altro che parlare di Jacob, e poi io ho intenzione di conquistare tua figlia, non tu.”. Gabriel rabbrividì. “ Provarci con la madre della mia futura fidanzata!”.

Tutti guardarono Jacob ridacchiando, il quale arrossì e si accigliò.

“è successo un mucchio di tempo fa. Piantatela! Seth, Leah non vi conviene farmi arrabbiare, visto che diventerò vostro suocero!”.

I due licantropi si ammutolirono, ma gli altri Cullen continuavano a ridere.

“Ma come possiamo avere la sicurezza che non stai mentendo per salvarti la pelle?” domandò con tono distaccato Edward. “ Ricorda che Jacob ed io abbiamo intenzione di fartela pagare!”.

Gabriel sbuffo e tirò fuori dalla tasca interna della giacca, che indossava, un cellulare ultima generazione.

“Se vuoi chiamo mia sorella Celine e le dico di venire qui, anche se ci vorrà un po’ di tempo dal Brasile!”.

“Brasile?” chiese Rosalie.

“Oh, sì. Lei ha avuto l’imprinting con Nahuel. Un problema in meno, vero futuro suocero?” chiese Gabriel a Jacob.

“Non tirare la corda…” lo minacciò Jacob, ma non riuscì a impedirsi di sorridere.

Mentre Gabriel faceva il numero di sua sorella, Renesmee si scostò dolcemente da Jacob.

“Dove vai?” le chiese lui preoccupato.

“A stendermi un po’. Sono stanca” rispose lei.

“Vuoi che ti accompagni?”

“No. Rimani qui!” gli ordinò con tono glaciale, cosa che lo sorprese.

E adesso che ho fatto?’ pensò Jacob, mentre la vedeva andare via verso la sua casetta nel bosco.

“Jake, lasciale il tempo di riflettere. Anche tu dovresti farlo, amico” gli disse Edward, seguendo anche lui con lo sguardo Renesmee.

Bella fece per seguirla, ma Edward la bloccò e la strinse a sé.

“Lasciamola un po’ da sola, amore”.

“Sono preoccupata” mormorò Bella, accarezzandogli il volto.

“Anch’io. Ma Jacob le parlerà. Vero, cucciolo?”

“Ci puoi contare, succhiasangue” rispose Jacob determinato, anche se una strana sensazione lo invase quando Renesmee sparì tra il folto degli alberi.

Nel frattempo Gabriel aveva finalmente raggiunto Celine al telefono.

“Ciao, sorellina. Che domande fai? Sta per piover naturalmente. Lì in Brasile? Bene… Bene. Nahuel? Ok! Perché sono un’idiota?” sbottò Gabriel all’improvviso facendo sobbalzare tutti.

“Che fosse idiota, non c’erano dubbi” affermò Leah e Rosalie, che si trovava di fianco a lei, annuì complice.

“Ma io l’ho fatto per farli stare insieme! Come sarebbe a dire che il mio futuro è ancora incerto? Anche quello di Seth e Leah! Che cosa? Oh, no. Io non ho peggiorato la situazione! E poi come hai fatto a vedermi? Ecco che fine ha fatto il ciondolo, c’è l’hai tu. Celine, io… come sarebbe a dire che devo rimediare? Che cosa? Perché devo scappare? No, figurati. Jacob e Edward mi hanno perdonato!” disse Gabriel ridendo nervosamente e guardando i due."Sì, ok. Ciao!”

Gabriel chiuse la telefonata, mise il cellulare nella tasca e cominciò a indietreggiare.

“Gabriel?” lo chiamò Jacob seguendolo.

“C’è un piccolo imprevisto.”

“Quale?” chiese Edward affiancando Jacob.

Ormai si trovavano all’esterno, nel giardino dei Cullen.

“Diciamo che Nessie, ci sta ripensando. Il fatto di venire a scoprire che diventerà moglie e madre l’ha leggermente spaventata” mormorò il ragazzo biondo.

“Quindi?”.

“Quindi, Jacob. Devi fare opera di convincimento ed io ti darò una mano. Dopotutto, diventerò tuo genero, no?”.

Jacob iniziò a tremare vistosamente, mentre Edward scopriva i denti.

“Fammi capire, Gabriel. Adesso il tuo futuro è più incerto perché ti sei intromesso, giusto?”.

Gabriel annuì.

“Ma se tu non fossi intervenuto, mia figlia e Jacob si sarebbero messi insieme tra qualche anno, giusto?”

“Sì” ripose Gabriel, tentando di sorridere.

“E tutto questo casino lo hai fatto perché non volevi aspettare?”

“Anche… diciamo che io ho dato una spinta, ma non pensavo che Renesmee avrebbe reagito così. Io leggo le anime, mica il futuro!”.

“Grazie, Gabriel. Era esattamente ciò che volevamo sapere” disse Edward, per poi guardare Jacob.

“Pronto?” gli chiese.

“è da giorni che sono pronto” rispose Jacob e si trasformò all’istante, mentre Edward si acquattava per saltare addosso a Gabriel.

Dalla vetrata del salone, Leah guardava con evidente invidia Jacob e Edward rincorrere Gabriel.

“Ah, se non fossi ubriaca, mi aggiungerei anch’io”.

“Idem” disse Seth.

“Ne volete ancora?” domandò Bella gentilmente, porgendoli la bottiglia.

“Ci puoi giurare!” risposero in coro i due fratelli Clearwater, ma il rumore dei ruggiti e di alberi spezzati sovrastarono le loro voci.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ehm… allora cosa ne pensate? Sconvolti? Infuriati? Spero di no.

Se sono riuscita a sorprendervi, allora vuol dire che ho raggiunto il mio scopo. A essere sincera, per la storia di Gabriel, ho avuto l’illuminazione solo due giorni fa. Avevo appena finito di leggere l’intera saga di Twilight e BAM… eccola che è arrivata. Infatti, la storia di Caius e quella di James e Victoria in Siberia sono accennate nei libri (Breaking Dawn ed Eclipse), così ho pensato di intrecciarla a quella di Gabriel.

Spero veramente che vi sia piaciuto il capitolo (e che non vogliate uccidermi).

Grazie ai nuovi che hanno aggiunto la FF tra i preferiti e le seguite e anche a tutti quelli che mi seguono fin dall’inizio o che si limitano solo a leggerla.

 

 

Angolo risposte recensioni:

 

AshG: mi spiace deluderti, ma le tue supposizioni non si sono avverate. Spero che la storia del biondino ti sia piaciuta! E per Jacob e Nessie si vedrà… ahahah dopotutto Gabriel avrà l’imprinting con loro figlia, anche se ha combinato un casino assurdo… Grazie mille…

Daisy Black: Grazie mille! Mi diverto un casino quando scrivo dei due fratelli Clearwater. Sono fantastici! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

aleinad93: Jake e Nessie sono bellissimi! Peccato che non si saprà mai come andrà a finire. =( (anche se ho letto che vogliono fare un telefilm su Twilight, ma non ne sono ancora sicuri. Forse faranno vedere anche loro due) Grazie mille!

_alice cullenzina_ : Grazie mille! Anch’io adoro Seth, e Bella ha iniziato a piacermi quando è diventata vampira. Ahahah…

loli89: Grazie per i complimenti! Ci sei andata vicina. Gabriel comparirà nel futuro di Jacob e Nessie, ma come genero e Leah diventerà loro nuora. Sempre se riescono a risolvere la situazione... ahahah.

noe_princi89: speriamo che si risolvano anche in questo caso. Grazie!

vannaggio: Ti ho sorpreso? Grazie mille per i complimenti! Io credo che Leah sia il sarcasmo a fatta a persona. È geniale! Ma la tua Yvonne la batte... ahahah per quanto l’alleanza Bella e Leah era anche ora, quelle due insieme sono micidiali. E Seth… be’ … è Seth. Stupendo!

p.s.: per la Meyer possiamo pure andare a trovarla a casa... ahahah

Saretta__Trilly__: ti ha fatto divertire questo capitolo? Spero di sì. Alla fine era concentrato su Gabriel. Leah e Seth sono fortissimi! Edward ha finalmente capito che Jacob è il migliore e poi Nessie e Jacob sono meravigliosi. Era il minimo che Nessie lo riconoscesse! Grazie mille!

lalaland_girl: grazie mille! Ti do ragione su tutto, a parte che Jacob è solo mio! Ahahah scherzo.

DarkViolet92: Spero di averti accontentato. È vero lo scorso capitolo era un po’ cortino, ma se lo avessi allungato, l’avrei rovinato (suggerito dal mio istinto di scrittrice). Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Grazie mille! =)

eia: Nessie e Jacob sono legati da un sentimento così forte, che mi sembrava ovvio far riconoscere, a Nessie, Jacob. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Comunque non ti preoccupare, da quanto hai appena letto, Gabriel non porterà via Nessie da Jacob. Grazie mille!

6lly: Grazie mille! Spero che ti sia piaciuto pure questo!

GiuLy93: ecco qua il nuovo capitolo! Spero che ti sia piaciuto e che non ti abbia deluso! Grazie mille per i complimenti! Diciamo che su Gabriel ci hai quasi azzeccato, anche se ovunque va, non fa altro che creare casini! Comunque, altre situazioni divertenti ci saranno. Dopotutto Jacob e Edward rimangono gli stessi, anche se sono tornati nei loro corpi. E poi non dimentichiamoci di Seth e Leah.

 

 

Alla prossima!

 

Avviso: non so bene ancora come andrà a finire la FF, ma ormai manca poco… =(

           (che brutto, sigh…)

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Capitolo 11
*** Suggerimenti ***


 

Suggerimenti

 

 

Jacob Black varcò la soglia di casa Cullen con la testa bassa, trascinando i piedi. Erano passati due giorni dalla rivelazione di Gabriel e per lui la vita si era fatta più complicata.

Per prima cosa, solo lui e Edward avevano ancora delle rimostranze nei confronti di Gabriel, perché il resto della famiglia Cullen lo aveva accolto a braccia aperte. Anche Bella era passata dall’altra parte, infatti, dopo alcune riflessioni, era giunta alla conclusione che se Gabriel non fosse intervenuto, lui e Edward sarebbero ancora ai ferri corti. Jacob aveva dovuto ammettere che la vampira aveva ragione, ma anche se da una parte il suo intervento era andato a buon fine, dall’altra aveva peggiorato le cose con Renesmee.

La ragazza lo stava ignorando e Jacob non sapeva più come riuscire ad avvicinarla.

Quella mattina si era presentato a casa sua e quando aveva bussato, era venuto ad aprirgli Edward.

Il vampiro gli aveva detto che Renesmee stava dormendo ma Jacob, notando l’espressione di Edward, aveva capito che gli stava mentendo.

“Sei diventato un bravo lettore” gli aveva comunicato Edward, dopo avergli letto la mente.

“Ho fatto pratica con Bella da un’umana e poi il giro turistico nel tuo corpo ha affinato la mia tecnica” aveva scherzato Jacob, tentando di sorridere.

Edward gli si era avvicinato e gli aveva appoggiato una mano sulla spalla.

“Aspettami a casa di Carlisle e di Esme. Arrivo subito!”

“Perché?” aveva domandato Jacob confuso.

“Perché ti darò una mano a conquistare la tua futura moglie” aveva risposto Edward, scuotendo leggermente la testa.

“Non sei contento, nonnetto?”

Edward aveva alzato gli occhi al cielo.

“Meglio nonno che padre. Io dovevo solo affrontare un imprinting, tu dovrai affrontarne tre! Se andrà tutto bene con mia figlia, nel tuo futuro dovrai affrontare non solo Gabriel, ma anche Seth e Leah. E a essere sincero, non so dire chi sarà il migliore tra i tre!”.

“Forse Leah…” aveva azzardato Jacob pensoso.

“Io non ci conterei! Conoscendola, avrà da ridire su qualsiasi cosa farete. Come hai fatto tu”.

“Io non ho mai…”

“Oh sì, che l’hai fatto!” lo aveva interrotto Edward ridendo.” Ci vediamo tra poco!”.

Così Jacob, in quel momento, si trovava nel salotto dei Cullen a guardare fuori dalla finestra in attesa di Edward. Non era solo nella stanza, Alice ed Esme stavano chiacchierando presso il tavolo, che era interamente occupato da cartine e da cataloghi.

“Oh, no. Questo non va bene!” sbottò Alice, lanciando dietro di sé una rivista e centrando in faccia Jacob.

“Ehi, folletto. Fai più attenzione!” esclamò Jacob accigliandosi, ma poi il suo sguardo cadde sulla rivista e sbiancò.

Era un catalogo di abiti da sposa.

Lo raccolse con mani tremanti e si avvicinò al tavolo. Vide le cartine sul tavolo e, con suo sommo orrore, si accorse che erano progetti di abitazioni. Alcune avevano quattro piani, altre sembravano uscite da delle favole, ma non c’erano solo questi. Di fianco alla pianta di una casa in stile coloniale, c’erano dei cataloghi di torte nuziali, di bomboniere e soprattutto di smoking.

“Oh, no” mormorò e attirò l’attenzione delle due vampire.

“Jacob!” lo chiamò Alice, fulminandolo.

“Folletto, che cos’è questa roba?” chiese con voce stridula, sventolando la rivista che aveva in mano.

“Jacob Black, questi mi saranno molto utili per il vostro matrimonio! È seccante non sapere come sarà. Infatti, stavo pensando di chiedere a Gabriel di chiamare sua sorella Celine…” rispose Alice, con evidente gelosia nella voce.

“Celine?” ripeté Jacob attonito. Aveva appena visto gli appunti di Esme, la quale aveva scritto tutti i materiali che gli sarebbero serviti per costruire la loro futura casa.

“Sì! Lei riesce a vedervi!” sbottò Alice, ringhiando.

“Cara, anche tu sei brava” la consolò Esme, accarezzandogli la testa.

“Lo so! Ma voglio essere perfetta e questo matrimonio mi porterà al di sopra della perfezione!”.

“Alice…” borbottò Jacob, ” io non ho ancora chiesto niente a Nessie. Non ti sembra di esagerare? Forse, non succederà mai”.

Le due vampire lo guardarono attentamente e Jacob fu costretto ad abbassare lo sguardo, ma quando sentì il tocco gelido di una mano, alzò la testa e si ritrovò a fissare Esme.

“Mia nipote è solo spaventata. Chi non lo sarebbe? Lei vuole te, tu vuoi lei. Andrà esattamente come ha detto il tuo futuro genero”.

Jacob rabbrividì sentendo come aveva chiamato Esme Gabriel, e la vampira gli rivolse un sorriso di scuse.

“Non lo so…” tentò di dire Jacob.

“Oh, sì che lo sai! Me lo devi!” lo interruppe Alice.

“Te lo devo?” chiese Jacob confuso.

“Sì! Guarda che noi non vi abbiamo ancora perdonato per lo scherzetto che ci avete fatto tu e Edward. Certo che la tua amica Leah ha ragione. Siete stati degli stupidi!”.

“Ma non è colpa nostra! E poi da quando Leah è entrata nei vostri cuori?” sbottò Jacob, arrabbiandosi e ricordandosi di come l’atteggiamento dei Cullen era cambiato radicalmente nei confronti della ragazza lupo.

“Da quando ci ha aperto gli occhi su voi due!” disse Alice sorridendo.

“E poi, da ubriaca, è magnifica” rincarò Emmett, mentre scendeva le scale in compagnia di Jasper e Rosalie.

I tre vampiri si avvicinarono e Jacob dovette spostarsi per farli posto. Rosalie gli rivolse uno sguardo incendiario, per poi concentrarsi sulle riviste sul tavolo.

“Renesmee sarà magnifica con questo addosso” disse ad Alice, la quale annuì vedendo cosa indicava sua sorella.

“Amore, Emm ed io usciamo per comprarti la stoffa” fece Jasper, abbracciando la piccola vampira.

“Perfetto! Compratene cento metri” mormorò Alice, aggrottando la fronte.” No! Facciamo duecento”.

“Duecento?”

“Sì. Non è colpa mia se sono alti più di due metri!” esclamò Alice e fulminò Jacob.

Il licantropo ebbe la netta sensazione di essersi perso parecchi passaggi.

“Alice non ha trovato gli abiti adatti a te e ai tuoi fratelli. Quindi, vi deve cucire lei gli smoking” spiegò Edward, mentre entrava.

Emmett, Jasper ed Esme scoppiarono a ridere vedendo l’espressione basita di Jacob, al contrario di Rosalie che lo guardava risentita.

“Su, forza. Andate!” esclamò Alice spingendo i due vampiri verso il garage. “ Mi serve subito!”.

Emmett e Jasper salutarono i presenti e si fiondarono a prendere la macchina. Nel frattempo Edward stava guardando ai progetti, annuendo e complimentandosi con Esme.

“Esme hai ragione. Questa sarebbe perfetta per i miei nipoti” commentò e prese in mano la piantina di una casa semplice e deliziosa.

“Sì, ma mi servirà parecchio tempo per restaurarla” fece lei, accigliandosi appena.

“Ti daremo una mano noi” disse Rosalie e attirò gli sguardi degli altri, soprattutto quello incredulo di Jacob.

“Non lo faccio per te, cane. Lo faccio per mia nipote” ringhiò lei.

Jacob ringhiò di rimando e stava per replicare, quando Gabriel li raggiunse.

“Forse devo scambiare anche voi due! Sarebbe divertente vedervi” disse il biondino ridendo.

“Se lo fai, firmi la tua condanna a morte!” lo minacciò Rosalie.

“Mettiti in fila” mormorarono all’unisono Edward e Jacob.

Gabriel scosse la testa divertito e li raggiunse. Dette un’occhiata ai progetti e annuì convinto.

“Esme, mia sorella mi ha detto che la casa sarà perfetta, sempre se Renesmee cambi idea”.

“Come, scusa?” domandò Jacob stringendo le mani a pugno.

“ Nessie sta vagliando tutte le possibilità. La vede fuggire, la vede sotto un arco con un vestito da sposa indosso, la vede su una spiaggia nei tropici. È molto confusa” spiegò Gabriel comprensivo.

“Chissà perché…”mormorò sarcastico Jacob.

“Dai, papà. Non fare così. Sono rimasto per rimediare al guaio che ho combinato” affermò Gabriel abbracciandolo.

Come mi ha chiamato?’ pensò Jacob, tentando di sfuggire dalla morsa di Gabriel.

Edward fece una breve risata, mentre Alice ed Esme lo guardavano incuriosite.

Edward, io non riderei. Se mi ha chiamato papà, molto presto ti chiamerà nonno’.

Il vampiro dai capelli bronzei smise di ridere, si accigliò e fulminò con lo sguardo Jacob. In quel momento, sentirono dei passi sul portico e si voltarono verso la porta.

Carlisle stava entrando con Seth e Leah, i quali avevano delle occhiaie marcate e sembravano in preda alla nausea.

“Devo scriverlo nella mia ricerca su di voi. I licantropi non sopportano l’alcool” borbottò Carlisle e li osservò molto attentamente.

Seth fece una smorfia e si portò una mano alla testa, infastidito.

“Dottore, noi sopportiamo l’alcool ma quel whiskey invecchiato è stato….” esordì Leah, che aveva imitato Seth.

“Devastante!” concluse suo fratello buttandosi sul divano, per poi sospirare dal sollievo.

I Cullen risero e Jacob si trattenne dal sorridere. Dopotutto era il loro capobranco e non poteva permettere ai due fratelli quei comportamenti, soprattutto perché loro due sarebbero diventati rispettivamente suo genero e sua nuora.

‘Se hanno reagito così scoprendo semplicemente che avranno l’imprinting tra qualche anno, che cosa combineranno quando succederà?’.

Edward si voltò verso di lui e gli sussurrò all’orecchio:

“Metterò in cassaforte tutto l’alcool che abbiamo in casa”.

“Come se potesse fermarli”, commentò Jacob.

“Allora, vuol dire che comprerò quelle casseforti al titanio, con la serratura a riconoscimento vocale e ottico. Dovrebbe funzionare”.

Edward e Jacob si voltarono verso i due fratelli Clearwater, i quali erano seduti sul divano, immobili e con gli occhi chiusi. Vedendoli, sorrisero entrambi.

“Gabriel, tua sorella ti ha detto quando Jacob farà la proposta?”

La domanda di Alice fece sobbalzare i presenti.

“Mi ha riferito che Jacob pensava di chiederglielo tra qualche anno, dopo essersi dichiarato al suo compleanno. Ma adesso non è certa. Il mio intervento ha cambiato le carte in tavola” ripose Gabriel, aggrottando la fronte pensieroso.

“Quando assume quell’espressione, sono guai assicurati” borbottò Edward a Jacob.

“Ma certo!” esclamò Gabriel ridendo.

“Eccoli che arrivano” mormorò Jacob.

“Papà, perché non glielo chiedi dopodomani? È il compleanno di Nessie!” disse il biondino raggiante.

Jacob spalancò la bocca attonito, per poi iniziare a scuotere la testa. Aveva un suo piano preciso e poi rimaneva il problema dell’anello. Voleva dare a Renesmee quello di sua madre, ma sapeva che Billy non avrebbe consentito. Infatti, quando si era sposata sua sorella Rebecca, si era rifiutato di consegnarlo, dicendo che non avrebbe rinunciato a quel ricordo. Ma per Renesmee era perfetto: era sottile, fatto in oro bianco, con incastonato un piccolo diamante.

“Le piacerà senz’altro” disse Edward, sorridendo al licantropo.

“Ma c’è il problema di mio padre. Non me lo darà mai!” si lamentò Jacob sbuffando. “ è capace di diventare più letale di un licantropo e di un vampiro messi insieme, per quell’anello!”.

“Anello?” chiese Esme sorridendo.

Edward spiegò agli altri quello che aveva letto nella mente di Jacob, mentre lui si perdeva a immaginare la reazione di Nessie quando gliel’avrebbe dato.

Sorrise involontariamente, ma poi un pensiero fece svanire quel sogno. Renesmee non gli parlava da due giorni e lo evitava, come avrebbe fatto a chiederlo? E poi, era già pronto per affrontare quella scelta di vita?

La risposta arrivò subito: era pronto. Ormai considerava i Cullen come la sua famiglia e desiderava stare con Nessie dalla prima volta che l’aveva vista.

Ma era troppo presto e, soprattutto, non sapeva da che parte iniziare. Doveva farle una proposta romantica, organizzando ogni cosa per il meglio, oppure chiederglielo semplicemente? Sotto quel punto di vista, assomigliava tremendamente a Bella. Infatti, Edward ha dovuto inventarsi ogni genere di compromesso per sposarla.

“La mia situazione era diversa” precisò Edward, interrompendo il flusso di pensieri di Jacob.

Il licantropo si rese conto che tutti i presenti lo stavano fissando; a quanto pareva aveva pensato ad alta voce.

“Se vuoi, ti posso dare una mano io. Posso rendere nonno Billy più accondiscendente, così ti consegnerà l’anello senza troppi problemi” propose Gabriel, strofinandosi le mani.

“No!” esclamarono tutti all’unisono.

“Era solo un’idea…” piagnucolò il ragazzo biondo, mettendo il broncio.

“Hai già fatto tutto il possibile, Gabriel. Grazie” disse Esme.

‘Anche troppo…’ pensò Jacob.

“Quindi, Jacob farai la proposta tra due giorni?” chiese Leah sorridendogli.

Jacob s’irrigidì un momento, per poi annuire molto lentamente.

“Cucciolo, io ti avverto. Sarà una festa magnifica, per cui cerca di non rovinarla, chiaro?” lo minacciò Alice socchiudendo gli occhi.

“Aspettate! Se Billy non mi dà l’anello…”.

“Jacob, quando vuoi, puoi essere molto convincente” lo consolò Seth. “ Cosa stiamo aspettando? Andiamo subito!”.

“Ora?” chiese Jacob, spaventato. “ Ma mi devo organizzare”.

“Devi organizzare un assalto a tuo padre per chiedere un semplice anello?” domandò Carlisle, inclinando leggermente la testa.

“Ovvio! Combatterà fino alla fine!”.

“Non stiamo mica parlando dei Volturi” fece Leah, alzando gli occhi al cielo.

“Preferisco combattere contro le brutte copie vampiresche di Tizio, Caio e Sempronio, che con Billy!”.

“Chi sono Tizio, Caio e Sempronio?” chiese Seth.

“Forse sono degli amici di Jacob” rispose Gabriel alzando le spalle, confuso quanto il licantropo.

Jacob si voltò verso di loro e pregò in cuor suo che la visione della sorella di Gabriel, Celine, fosse sbagliata. I suoi due futuri generi non potevano essere così stupidi.

“Forza, cane. Se non vai tu a chiederglielo a tuo padre, andrò io” disse Rosalie, oltrepassandolo e dirigendosi verso l’uscita.

Jacob si affrettò a raggiungerla e si piazzò davanti a lei, scoprendo i denti.

“Che cosa hai in mente?” domandò il licantropo, rimpiangendo di non essere più nel corpo di Edward. In quel frangente, desiderava con tutte le sue forze riavere indietro il potere di leggere le menti.

Rosalie gli rivolse uno sguardo glaciale e incrociò le braccia, inarcando un sopracciglio.

“è molto semplice. Voglio che mia nipote sia felice e questa felicità, purtroppo, puoi dargliela solo tu. Ti ripeto lo faccio per lei, non per te e se questo mi costringe ad aiutarti, lo farò. Adesso, spostati. Devo andare a trovare Billy” disse la vampira, muovendo un passo.

Jacob rimase interdetto per qualche secondo, ma poi allargò le braccia e scosse la testa.

“Ho capito! Ci vado subito!” sbottò, per poi guardare Edward. Gli costava ammetterlo, ma aveva bisogno del vampiro.

Edward annuì e lo affiancò all’istante.

“Andiamo” disse Edward.

Stavano per uscire, quando Gabriel e Seth li richiamarono.

“Veniamo anche noi!”

“Assolutamente no!” gridò Jacob, parecchio nervoso. Non avrebbero fatto altro che peggiorare la situazione. Guardò in direzione di Carlisle e di Esme in cerca di aiuto, i quali afferrarono il messaggio.

“Ragazzi, che ne dite di mangiare qualcosa? Sarete stanchi e affamati” propose Carlisle indicando la cucina.

Seth e Gabriel si guardarono indecisi.

“è da tanto che non faccio le frittelle!” sospirò Esme, fingendo un’espressione dispiaciuta. “ Ma se desiderate accompagnare Jacob…”.

La vampira non fece in tempo concludere la frase, che i due ragazzi erano già corsi in cucina.

“Uomini” disse Leah con tono comprensivo. “Quando si parla di cibo, non capiscono più niente!”.

“Anche quando si parla di qualcos’altro” aggiunse Rosalie, scuotendo la testa, mentre osservava Alice, Esme e Carlisle spostarsi verso la cucina.

“Grazie” sussurrò Jacob, certo che potessero sentirlo.

Lui e Edward salutarono Rosalie e Leah e uscirono di casa. Il vampiro sembrava compiaciuto e Jacob gli domandò il motivo.

“Rosalie ti ha fregato” rispose lui sorridendo in maniera sghemba.

“In che senso?”

“Lei sapeva che avresti reagito, se fosse andata a parlare con Billy al posto tuo”.

“Uno a zero per Barbie diabolica” borbottò Jacob accigliandosi e facendo ridere Edward.

S’inoltrarono nel folto degli alberi e cominciarono a correre in direzione di La Push. Jacob non volle trasformarsi, aveva bisogno di avere la mente libera, anche se al suo fianco aveva Edward, ma almeno lui non poteva parlargli dentro la testa.

“Io l’ho trovato divertente” disse Edward, rallentando. Erano arrivati in prossimità della casa di Jacob.

“Se vuoi, possiamo scambiarci di nuovo. Gabriel sembra impaziente di rifarlo”.

“Sai, ti ci vedo bene nelle vesti di una vampira bionda”.

Jacob si limitò a ringhiargli contro e Edward gli sorrise, per poi alzare la mano per bussare.

“Aspetta!” gli disse Jacob fermandogli il polso.

“Hai cambiato idea?” domandò Edward.

“No, devo fare un’altra cosa prima” rispose Jacob, diventato improvvisamente serio.

“Oh no, Jacob. Non c’è ne bisogno” tentò di dire Edward.

“Invece sì. Sei suo padre e hai il diritto di rifiutare”. Il licantropo fece un respiro profondo e guardò Edward dritto negli occhi. “ Edward Cullen ti chiedo la mano di tua figlia, Renesmee. Ti prometto che la proteggerò per l’eternità e che la amerò sempre. Ti chiedo scusa se in passato mi sono comportato male nei tuoi confronti e anche quelli di Bella, ma l’ho fatto perché Nessie è diventata la ragione della mia esistenza. Io….”

Edward gli appoggiò una mano sulla spalla e gli sorrise.

“Jacob Black, hai il mio permesso e stamattina Bella mi ha detto che sarebbe molto felice se tu e Renesmee diventiate marito e moglie. E ti chiedo scusa anch’io per via di alcuni miei atteggiamenti”.

“ Alcuni?” scherzò Jacob sorridendo anche lui.

Edward alzò gli occhi al cielo.

“Se dobbiamo fare una gara, la vinceresti tu, caro il mio cucciolo”.

“Se lo dici tu”, si limitò a dire Jacob e bussò alla porta di casa sua.

“Avanti!”.

Edward e Jacob entrarono e trovarono in salotto sia Billy sia Rachel. Quando i due avevano scoperto dello scambio di Edward e Jacob, erano scoppiati a ridere, sorprendendo Jacob che li aveva guardati, scioccato.

“Ciao Edward” disse Rachel sorridendo.

“Ciao Rachel”.

“ Ti posso dire una cosa?” domandò lei, alzandosi.

“Certo!” fece Edward, confuso e incuriosito.

“Preferivo te! Jacob e papà non mi permettono di rimanere sola con Paul” gli sussurrò lei, risentita.

Edward si lasciò sfuggire una breve risata, ma notando le espressioni furiose di Billy e Jacob, smise all’istante.

“Io vado” disse Rachel, per poi aggiungere con il pensiero che lei e Paul avevano trovato un altro modo per stare da soli. Edward si morse le labbra per impedirsi di ridere nuovamente.

Rimasti soli, Jacob sentì il nervosismo avvolgerlo. Suo padre capì che lui e Edward erano venuti per chiedergli qualcosa.

“Ragazzi, ditemi” disse e li invitò a sedersi sul divano.

Jacob fece accomodare Edward, per poi sedersi sulla poltrona nuova.

“ Bella, la nuova poltrona” esordì Edward per spezzare la tensione.

Jacob si voltò incredulo verso di lui.

“Grazie Edward, mi ha dato un buon motivo per cambiarla” fece Billy sorridendo.

“Prego, se posso fare altro…”

“No, grazie. Gli altri mobili mi piacciono”.

Il silenzio si fece strada tra di loro e Jacob si sentiva gli occhi addosso di suo padre e di Edward. Quando divenne insostenibile, sbottò:

“Ok, andiamo dritti al punto! Billy, ho intenzione di chiedere in sposa Nessie e volevo darle l’anello di mamma…”.

Jacob s’interruppe in attesa di una sua reazione, ma quella non arrivò.

“Lo so che ci tieni molto, ma sono certo che se la mamma fosse ancora qui, non avrebbe fatto molti problemi ed io ci tengo veramente tanto”.

“ Billy, ” disse Edward, “ ho dato il permesso a Jacob di sposare mia figlia e, visto che entrambi desideriamo il meglio per loro due, credo che noi dovremmo fare tutto il possibile per aiutarli. Le nostre famiglie si uniranno e sarei onorato se il primo passo fosse quello di consegnare l’anello a Jacob”.

Billy li guardò per un lungo momento, per poi spingere la carrozzina verso la sua stanza da letto. Entrò e si chiuse la porta alle spalle, con un gran rumore.

“Wow, sapevo che avrebbe reagito male, ma avrei preferito delle urla a questo” borbottò Jacob sconsolato, indicando la porta chiusa.

“Aspetta” lo rassicurò Edward e gli rivolse un gran sorriso.

“Mi stai dicendo…” esordì Jacob, ma fu interrotto dall’arrivo di suo padre.

Billy aveva un’espressione solenne e, appoggiata in grembo, aveva una scatolina blu.

Il cuore di Jacob iniziò a battere all’impazzata, quando Billy, che aveva occupato il posto di prima, aprì la scatola.

L’anello era bello come l’ultima volta che l’aveva visto, indosso a sua madre. Tese le mani, ma si fermò indeciso. Billy sospirò e glielo consegnò.

“Grazie, papà” disse commosso Jacob, stringendogli il braccio come segno di ringraziamento.

“Dopo quello che hai passato, credo che questo debba averlo tu” fece Billy alzando le spalle, per poi sorridergli.

“Grazie” ripeté Jacob.

“Grazie” disse anche Edward, grato a Billy.

“Però a una condizione…” aggiunse Billy ridendo.

Jacob s’immobilizzò e pensò che dovesse aspettarselo da suo padre.

“Dovrai dirlo tu a Rachel e a Rebecca! Andranno fuori di testa!”

“Che cosa? Papà! Già devo fare la proposta a Nessie…”

“Lo vuoi l’anello, sì o no?’” domandò Billy inarcando un sopracciglio, sempre con il sorriso sulle labbra.

“Accetta” suggerì Edward a Jacob.

Jacob guardò prima Edward e poi suo padre. Da una parte avrebbe voluto abbracciare suo padre, ma dall’altra avrebbe voluto ucciderlo.

“Ok!” si arrese. “ Glielo dirò io!”.

“Ottimo!” esclamò Billy raggiante.

Edward rise e diede una pacca sulla spalla a Jacob.

“La parte più difficile è passata”.

“La parte più difficile? Oh no, questa era una sciocchezza…” fece Jacob scuotendo la testa.

“Sono certo che mia figlia accetterà” disse Edward sicuro di sé.

“Ma io non mi riferivo a quello”.

“E a che cosa ti riferivi?”.

Jacob sospirò e guardò Edward attentamente.

“La parte più difficile sarà trattenere Alice. Mi rinchiuderà in una stanza fino al giorno del matrimonio per le prove dell’abito, vero?”.

Edward si limitò ad annuire ed entrambi rabbrividirono al pensiero della piccola vampira di casa, che sicuramente, nei prossimi giorni, avrebbe reso le loro vite in un inferno.

 

 

 

 

 

Ecco a voi il nuovo capitolo! Che ne pensate? Sarò sincera, ha sorpreso anche a me. Avevo in mente un’altra cosa, ma mi sono ritrovata a scrivere questo. Spero che vi sia piaciuto. Chiedo scusa per il ritardo, ma sono stati giorni frenetici. Per non parlare poi delle case editrici, alcune sono senza scrupoli (scusate, piccolo sfogo). Se mai scriverete un romanzo o altro, state veramente MOLTO attenti!

Vorrei ringraziare le persone che hanno aggiunto la FF tra i preferiti e le seguite, e anche quelli che si sono solo limitati a leggerla.

 

Angolo riposte recensioni: (siete in tantissimi! Che bello!)

noe_princi89:  ti sei ripresa dallo shock? Spero di sì. Grazie per i complimenti. E per quanto riguarda il seguito, non lo so ancora. Devo vedere se ho tempo, perché devo cercarmi nuovamente un altro lavoro e poi ho un’idea per un altro romanzo, ma se mi viene in mente un seguito che possa essere all’altezza di questo lo scriverò di certo.

aleinad93: Credo che per strozzare Gabriel ci sia una fila chilometrica, ahahah… Grazie mille! (Comunque a me piacciono i lieto fine, quindi Jake e Nessie…)

Synie: Grazie mille! Sono contenta che ti abbia fatto divertire lo scorso capitolo!

AshG: Sono contenta che sia riuscita a sorprenderti. Gabriel, anche se per alcuni aspetti è da prendere a testate, è fantastico. E povera Nessie, se mi avessero detto una cosa del genere, avrei già fatto le valigie!

DarkViolet92:  Ecco a te il nuovo capitolo! Come hai appena letto, le cose si stanno muovendo abbastanza velocemente. Grazie mille!

loli89: Purtroppo non l’hanno preso. Avere entrambe le nature di vampiro e di lupo, l’ha aiutato molto… ahahah. Grazie!

lalaland_girl: Grazie mille! Era il mio scopo sorprendervi!

Saretta__Trilly: Grazie mille per i complementi e grazie per avere scambiato la mia pazzia per genialità! Adesso sono tutti uniti e insieme daranno una mano a Jacob, giustamente Nessie si è leggermente spaventata! Ma chi non l’avrebbe fatto?

MatsuriGil: ecco a te l’aggiornamento! Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo! Ahahah Gabriel è un simpatico attira guai e non oso pensare come saranno le sue sorelle!

eia: Lo ammetto. Gabriel ed io siamo entrambi ricoverati presso un istituto d’igiene mentale. Ahahah, scherzo… Grazie mille per i complimenti!

Daisy Black: Grazie mille, veramente! Diciamo che alle volte mi stupisco pure io, delle pensate che ha il mio povero cervellino…

vannaggio: Grazie mille! Leah e Rosalie sono fantastiche, ma credo che Leah abbia la capacità di portare dalla sua parte chiunque! Purtroppo la storia sta per concludersi, ma spero che in futuro la rileggerete. Comunque complimenti anche per la tua ff. Strepitosa!  (evviva il sarcasmo di Yvonne e di Leah).

Half Blood: grazie mille per i complimenti! Per i tre figli di Jake e Nessie ho già in mente un bel paio di cose, ahahah… almeno i nomi già li so! Per quanto riguarda Vladimir con Kira, ti posso assicurare che Dracula Due è super felice… (chi non lo sarebbe?) e spero che facciano fuori Jane, scusa ma veramente non la sopporto! E spero che mettono in mezzo anche Aro e Caius, tranne Marcus. Povero, mi fa una tenerezza! Non parla mai…

6lly: Perdono per la prossima fine della mia FF. Grazie mille e spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

GiuLy93: Grazie mille! Troppo buona. A essere sincera, mi sembrava veramente azzardato intrecciare le storie di Caius in Siberia e di James e Victoria, ma poi mi sono detta che valeva la pena rischiare! Spero che ti sia piaciuto anche questo!

 

 

 

 

Una risposta per tutti: visto che esistono il Team Edward e il Team Jacob, propongo di fondare il Team Clearwater! Ahahaha

 

 

 

 

 

Alla prossima!

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Capitolo 12
*** Il grande giorno ***


Il grande giorno

Finalmente, il grande giorno era arrivato. Alice aveva organizzato una festa così sfarzosa, ma allo stesso tempo sobria che, al confronto, il matrimonio di Bella e Edward impallidiva. Tutti i presenti, i Cullen e i licantropi di entrambi i branchi, erano vestiti in maniera elegante e non eccessiva.

La sala era decorata con palloncini dai colori avorio e un grande tavolo occupava la parete sulla sinistra, dove si poteva trovare una vasta gamma di dolci e quattro torte. C’era molta abbondanza di cibo, visto che i licantropi erano famosi per il loro appetito. Infatti, Edward li invidiava. Una cosa che gli mancava del corpo di Jacob, era il fatto di poter gustare altre cose oltre il sangue, ma non l’avrebbe mai ammesso. Gabriel era ancora ospite in casa Cullen e lui non voleva dargli il suggerimento di poterlo scambiare di nuovo.

Ma un problema si presentò a pochi minuti dell’inizio: Jacob si rifiutava di uscire dalla stanza da letto di Alice e Jasper.

“Forza, Jacob! Sono arrivati tutti!” si lamentò Alice, bussando alla porta.

“No! Alice, io conciato in questo modo, non esco!”.

“Jacob Black, non puoi fare la proposta a Nessie in bermuda!”

“Sembro un pinguino!” urlò Jacob.

“Chissà se i pinguini sono buoni quasi quanto gli orsi?” chiese Emmett, che stava passando in quel momento in corridoio.

Alice ebbe una visione, per poi scuotere la testa verso suo fratello.

“No! Ti vedo al polo sud e non sei affatto soddisfatto, dopo che hai quasi sterminato la popolazione dei pinguini. Se proprio devi andare al Polo, caccia l’orso polare!”.

“Grazie, sorellina. Al nostro prossimo viaggio di nozze, dirò a Rosalie che vorrò andare lì!” esclamò raggiante Emmett.

“Così diventerà la Barbie Regina dei Ghiacciai!” sbottò Jacob, ancora barricato dentro la camera.

“La Regina dei Ghiacciai sfonderà la porta, se non esci all’istante!”.

Rosalie, che era salita per vedere che fine avesse fatto quell’orso di suo marito, sentì il commento Jacob e raggiunse gli altri vicino alla porta.

“Che cosa sta succedendo qui?” domandò, poco dopo.

“Il cucciolo si vergogna” rispose Emmett e le circondò la vita con un braccio.

“Forse, si troverebbe a suo agio in una mostra canina” ipotizzò lei, ridendo.

“Divertente! Barbie, queste battute te le scrive qualcuno? Perché se la risposta è sì, se fossi in te, lo licenzierei!”.

“Sbaglio, ma è leggermente nervoso?” chiese Emmett e tossì per soffocare la risata che gli stava salendo sulle labbra. Adorava ascoltare i litigi di Rosalie e Jacob, ma non l’avrebbe mai confessato, neanche sotto tortura.

“Ovvio che sia nervoso! Deve fare la proposta! Non so cosa darei per avere una visione!” disse Alice, scuotendo la testa.

“Perché non chiedi a Gabriel di chiamare sua sorella?” chiese Rosalie, inarcando un sopracciglio.

“Gabriel, ormai, l’abbiamo perso”.

La voce di Jasper li raggiunse e, quando si voltarono, lo videro avanzare verso di loro.

“In che senso?” disse Emmett con un sorriso.

“Lui e Seth sono riusciti a scassinare la cassaforte con dentro gli alcolici. Infatti, sono salito su per dire a Alice che la festa sta prendendo una piega imprevista!”.

“Oh, no. Quanto odio non poter vedere i mezzosangue” piagnucolò Alice, ma si riprese all’istante. Avevano un problema più urgente.

“Jacob!” tuonò. “ Esci subito!” e riprese a bussare con più forza.

All’improvviso, delle grida e dei saluti salirono fino a loro. A quanto pareva, erano arrivati Edward e Bella, con Renesmee.

Jacob, che era appoggiato alla porta, impallidì e la sua decisione di rimanere chiuso là dentro si fece più forte. Gettò un’occhiata allo specchio di fronte a lui e scosse la testa. L’anello, che teneva nella tasca interna, divenne sempre più pesante e si ritrovò a invidiare Edward. Lui non aveva avuto tutta quella pressione addosso quando si era dichiarato, ma non poteva neanche rimanere lì per sempre. Anche se Alice e Jasper tenevano molto alla loro stanza, non avrebbero aspettato ancora a lungo prima di distruggere la porta.

Si rialzò e fece un respiro profondo. Si voltò verso la porta, fece scattare la serratura e uscì, andando incontro ai suoi futuri parenti vampiri.

Quando questi ultimi lo videro, ebbero delle reazioni diverse. Jasper ed Emmett scoppiarono a ridere, Rosalie fece una smorfia e Alice batté le mani raggiante.

“Sei splendido!” disse lei, sistemandogli il bavero della giacca.

“Sembro un becchino” si lamentò Jacob, ritirandosi dalle grinfie della piccola vampira.

“I morti non mancano” scherzò Jasper, e Jacob si ritrovò a sorridere a suo malgrado.

“Forza, scendiamo. Prima che i lupi diano inizio alla festa senza di noi” propose Emmett e offrì il braccio a Rosalie. I due iniziarono a scendere, mentre Alice e Jasper attendevano Jacob.

“Andiamo” disse lui in tono funereo e stava per fare avviarsi, quando il bracco di Jasper lo fermò.

“Posso aiutarti, se vuoi?” si offrì il vampiro biondo.

“No, grazie. Voglio restare lucido” disse Jacob con tono sorpreso.

“Andrà bene” fece Jasper.

“Lo spero” borbottò Jacob e si avviò giù per le scale.

La sala era affollata. I licantropi stazionavano vicino al tavolo ingombro di cibo, mentre i vampiri li osservavano divertiti dalla parte opposta.

Jacob rischiò di cadere, quando vide che erano stati invitati anche quelli del clan di Denali. Alice, leggendo la sua espressione sbigottita, gli mormorò all’orecchio:

“è il compleanno di Nessie. In teoria, oggi fa diciotto anni. Per favore Jacob, non andare in escandescenza e non ti trasformare, non puoi capire la fatica che ho fatto a cucirti quell’abito”.

“Ma se l’hai confezionato in cinque minuti”.

“Dettagli” rispose Alice e si allontanò, insieme a Jasper.

Jacob rimase ancora ai piedi delle scale, incerto, ma molto presto fu raggiunto da Leah, anche lei seccata per essere stata costretta a entrare in un vestito nero e attillato.

“Leah!” esclamò Jacob basito. “ Sei bellissima!”.

La ragazza arrossì per un momento, per poi riprendere la sua solita aria seccata.

“Anche tu stai bene” rispose acida, scuotendo la testa.

“Grazie” ribatté brusco il licantropo.

I due si guardarono intorno e scossero la testa quando videro Seth e Paul cantare a squarciagola una canzone della riserva, con Emmett che cercava di seguirli.

“Pensavo che Edward avesse nascosto le bottiglie” fece Jacob e indicò il bicchiere stracolmo di vino di Gabriel.

“Il biondino” esordì Leah, “ ha chiamato sua sorella, che gli ha detto dov’era la cassaforte e gli ha descritto anche il modo per scassinarla”.

“Non oso pensare a come si comporterà quando diventeremo parenti” fece Jacob e i due tremarono visibilmente.

“Sei pronto?” domandò Leah.

“Sì” rispose Jacob e, sorridendo, le offrì il braccio che Leah accettò.

I due fecero il loro ingresso e tutti si voltarono verso di loro. Jacob notò gli sguardi divertiti e scherzosi da parte dei suoi fratelli, ma niente era al confronto rispetto a come lo stava guardando Renesmee.

Non la vedeva da giorni e il suo cuore iniziò a battere molto velocemente, cosa che lo fece imbarazzare, visto che tutti quanti potevano sentirlo, tranne i pochi umani presenti.

Quando Renesmee si accorse che Jacob stava rispondendo al suo sguardo, la ragazza si voltò e si allontanò rossa in viso. Il licantropo non la prese come un buon segno.

“Calmo” gli sussurrò Leah e, sorridendo, diede una pacca sul suo bracco e andò a raggiungere sua madre e Charlie.

Nel frattempo, Edward e Bella stavano camminando verso di lui, con un sorriso stampato sui loro volti d’avorio.

“Wow, Jacob! Sei bellissimo!” disse Bella abbracciandolo, e a Jacob non sfuggì la smorfia sul viso di Edward.

‘Ancora geloso?’ pensò il lupo sogghignando.

Edward scosse la testa e alzò gli occhi al cielo.

“No. Stavo solo notando che il tuo abito è molto più bello del mio” rispose lui.

“Da quando t’interessano queste cose?” domandò Bella divertita e incuriosita.

“Credo che vivere insieme a Alice per un secolo, mi abbia fatto capire l’importanza della moda” ironizzò Edward, per poi prendere una rosa bianca e appuntarla sulla giacca di Jacob.

“Così, va meglio” fece soddisfatto.

“Grazie” mormorò Jacob attonito.

“Di niente, cucciolo. Mi permetti di dirti una cosa?”

“Anche se non te lo permettessi, lo diresti lo stesso”.

Edward fece il suo sorriso sghembo, anche se i suoi occhi ambrati erano seri.

“Renesmee è ancora molto spaventata da quello che Gabriel ci ha detto qualche giorno fa e si aspetta che oggi succeda qualcosa. Adesso, io non so come vuoi affrontare la questione, ma procedi molto lentamente e attentamente. Perché se dovessi rovinare il compleanno di mia figlia, ti posso assicurare che andrai contro… il mio disappunto” spiegò Edward, mentre Bella lo osservava leggermente nervosa.

“Quindi non devo farmi dire di no” concluse Jacob, inarcando un sopracciglio.

Edward si limitò a sorridere.

“Adesso ti offrirò l’occasione per prendere in disparte Renesmee. Non la sprecare” lo minacciò il vampiro, bonariamente.

“Grazie… papà” sussurrò Jacob.

Edward si fermò un istante e lo guardò sorpreso. Gli strinse velocemente una spalla e si diresse di volata verso il pianoforte.

“Jacob, che ne dici di scortarmi verso mio marito?” chiese Bella, prendendolo sotto braccio.

“Agli ordini, Bells” disse Jacob ridacchiando.

“Andrà bene” lo consolò, mentre si dirigevano verso la parte opposta della sala.

“Tu credi?”.

“Certo! Siete fatti per stare insieme, come me e Edward”.

“Secondo te…” tentò di dire Jacob, “ riuscirò a rendere felice Nessie?”.

Bella non rispose subito e Jacob temette il peggio, ma poi notò l’espressione dolce sul viso della vampira.

“Tu rendi già felice mia figlia. Da quando non era ancora nata”.

“Ne ho un vago ricordo” scherzò lui e scoppiarono a ridere insieme.

Edward era riuscito a portare il silenzio sulla sala e si stava accomodando al pianoforte.

“Questa è per te, mia piccola Renesmee” disse commosso e guardò sua figlia.

Jacob portò il suo sguardo su di lei e sospirò beato. Era bellissima, come sempre. La ragazza se ne accorse, ma questa volta non scappò, anche se il rossore tornò a diffondersi sulle sue guance.

Bella strinse il braccio di Jacob e andò a raggiungere Edward al piano. La musica cominciò ad aleggiare nell’aria, con la sua melodia dolce e struggente. Edward aveva impiegato giorni per renderla perfetta e sarebbe stato felice se quella sua piccola composizione avrebbe aiutato Renesmee, a essere più felice.

Mentre le note si rincorrevano, Jacob camminò lentamente verso Nessie, la quale osservava suo padre, rapita, tanto che si rese conto di avere il licantropo accanto quando sentì il calore che emanava il suo corpo.

“Jacob” sussurrò.

“Ciao, Nessie…” disse lui sorridendole solare.

I due rimasero in silenzio, imbarazzati. Jacob colse il cenno di Edward e capì che tra poco la composizione sarebbe finita e sarebbe arrivato il suo momento.

“Ti andrebbe di fare due passi?” propose Jacob serio.

Renesmee stava per replicare, ma quando colse l’espressione nervosa del licantropo, si limitò ad assentire.

Edward, al piano, iniziò a suonare la ninna nanna di Bella e i presenti tornarono a parlare e a scherzare, solo il vampiro e Bella si accorsero di Jacob e Nessie che uscivano in giardino.

Il prato davanti a casa era illuminato dal chiarore della luna e lo sciabordio del ruscello, vicino a loro, creava atmosfera.

Renesmee fece qualche passo ma Jacob rimase a fissarla.

“Non vieni?” domandò lei confusa.

Lui scoppiò a ridere e Renesmee si ritrovò a seguirlo.

“Piccola Nessie, che ne dici se facciamo una gara?” propose lui.

“Una gara?” ripeté la ragazza, socchiudendo gli occhi.

“Hai paura di perdere?” la sfidò e intanto pregava che accettasse. Sapeva che, molto presto, tutti gli invitati alla festa si sarebbero avvicinati alla finestra per vedere la sua dichiarazione e non se la sentiva di farla davanti ad un pubblico.

“No, sono sicura di vincere. Soprattutto perché tu non puoi trasformati”.

“Che cosa? Perché?” domandò spiazzato.

“Per il vestito che ti ha cucito addosso zia Alice. Non vorrai farla arrabbiare…”

Jacob alzò gli occhi al cielo e sorrise.

“Non credo che si arrabbierà questa volta…” disse lui con fare misterioso. “ Anche se lo distruggo, non è la fine del mondo”.

“Peccato…” sussurrò Renesmee abbassandolo sguardo.

“Perché?”

“Perché, con quel vestito, sei … molto… bello…” rispose a bassa voce Renesmee, arrossendo.

Il cuore di Jacob ruggì e si avviò cauto verso di lei. Le appoggiò una mano sotto il mento e le alzò delicatamente il viso.

“Io non posso competere con la tua, Nessie”.

Renesmee sorrise. I loro volti erano tremendamente vicini. Jacob si disse che il momento giusto era arrivato e stava per parlare, quando sentirono un rumore fortissimo provenire dalla casa alle loro spalle. Questo ruppe l’incanto che si era creato.

“Io lo ammazzo” gridò Bella e Jacob sapeva a chi si stava riferendo. Gabriel ne aveva combinata una della sue.

Renesmee si scostò da lui e Jacob dovette reprimere l’impulso di abbracciarla.

“Allora, questa gara… la facciamo, o no?” disse lei, rossa in viso.

“Tutto quello che vuoi”, fece lui, sorridendo.

“Il punto d’arrivo è la nostra radura?”

“Sì. Sei pronta, mostriciattolo?”.

“E tu sei pronto, cucciolotto?”.

Jacob annuì e iniziarono a correre. Renesmee lo sorpassò quasi subito e Jacob sorrise, quando la sentì ridere di gusto. Lui tentò di seguirla, ma si rese conto che non avrebbe mai potuto raggiungerla. Il suo istinto cavalleresco stava facendo capolino e poi, pensava, che se l’avesse fatta vincere, forse poteva avere più possibilità.

Raggiunse il limitare degli alberi, si assicurò di avere ancora l’anello in tasca e uscì dall’ombra che gli offrivano i rami.

Renesmee si era già seduta sul masso che si trovava al centro della radura. Aveva il respiro affannato per la corsa e stampato sulle labbra quel sorriso sghembo che aveva ereditato.

“Hai perso!” esclamò raggiante la ragazza.

Jacob rise e rimase in piedi davanti a lei.

“Come sempre, no?” ribatté lui.

“Eh, già. Come sempre” sospirò Renesmee, guardandolo di sottecchi.

“Nessie, io vorrei dirti una cosa…” esordì Jacob, ma lei fu rapida a interromperlo.

“Sono ancora arrabbiata per via dello scambio. So che è colpa di Gabriel, ma avrei preferito che tu me l’avessi detto”.

“Ma mi hai riconosciuto. Neanche Bella ha capito che dentro di me c’era Edward!”.

“Davvero?” domandò Renesmee incredula.

Jacob assentì e Renesmee assunse un’espressione pensierosa.

“Chissà perché…”.

“Io ho una teoria” disse Jacob.

“Del tipo?”

“Forse mi hai riconosciuto per via dell’imprinting…”.

“Che cosa te lo fa credere?” boccheggiò lei e s’irrigidì.

Jacob si diede dello stupido per aver deciso di affrontare il discorso, ma alla fine la sua vita con Renesmee sarebbe nata grazie a quest’ultimo.

“Me lo fa credere, perché tra noi c’è sempre stato un legame molto forte. E poi credo, che io ti abbia fatto capire quanto tenessi a te, anche se in quel momento ero nel corpo di Edward…”.

“Avresti dovuto dirmelo…” borbottò Renesmee, abbassando lo sguardo.

“Nessie, che cosa avrei dovuto dirti? ‘Ciao, Nessie, anche se sembro tuo padre, sono Jacob. Sì, è vero. Sono dentro a un vampiro, ma non puoi capire quanto sia scomodo!’. Volevi che ti dicessi questo?”.

“Non questo” rispose Renesmee e lo fissò intensamente.

“Allora, cosa?”

“Dovevi dirmi che tu ci tenevi a me!” urlò lei.

“Nessie, ma è ovvio che io tenga a te!”.

Renesmee si alzò e fece per andarsene, ma Jacob glielo impedì afferrandola per un polso.

“Dove vai?” gli chiese con tono affranto.

“Via! Devo pensare…”.

Jacob stava per lasciarla andare, ma poi si disse che Nessie aveva già avuto abbastanza tempo per pensare.

“No!” disse deciso aumentando la stretta, ma attento a non farle del male.

“Lasciami!”.

“No!”.

“Jacob…”.

“Nessie, devo parlarti. Non puoi evitarmi per sempre. Prima l’ho permesso, perché quello che ci ha detto a Gabriel, ha spaventato anche a me. Ma non posso lasciarti andare via, adesso. Ti prego di ascoltarmi”.

Renesmee annuì brevemente e Jacob la girò verso di lui, appoggiandole delicatamente le mani intorno al viso.

“Io non so che idea ti sei fatta su quello che io provo per te, ma mi sembra giunto il momento di chiarirti ogni cosa. Lo sai che io ho avuto l’imprinting con te, ed è stata la cosa più bella che mi sia capitata in vita mia. Dopo tutte le sofferenze che ho provato, l’ho accolto con gioia assoluta. Il Destino è stato molto buono con me, per avermi regalato la persona più meravigliosa e bella che potesse esistere…”.

“Jacob, io... ” disse Renesmee.

“Aspetta, ti prego. Non ho finito e sai quanto sia difficile per me aprirmi in questo modo…”, la interruppe Jacob, prendendo un respiro profondo. “ Quando ho avuto l’imprinting, ho deciso che avrei fatto qualsiasi cosa pur di renderti felice. Qualsiasi. Anche diventare il tuo giocattolo preferito…”.

Jacob sorrise e Renesmee ridacchiò timida.

“Ti ho raccontato le favole, ti ho protetto come avrebbe fatto un perfetto fratello maggiore e forse è stato questo a confonderti…” riprese il licantropo con emozione, ” ma tu devi sapere, che quello che provo per te, è mutato negli anni. Io sono totalmente e incondizionatamente tuo. Sei tu che rendi la mia vita degna di essere vissuta, sei tu il motivo per cui mi alzo al mattino e sei tu il centro del mio universo, ma non potevo obbligarti a scegliermi per colpa dell’imprinting. Desideravo che tu scegliessi me perché mi volevi, non perché eri costretta. E per questo motivo, che ultimamente, non mi sono comportato nei migliori dei modi. È vero, avrei dovuto dirti dello scambio, ma avevo paura di perderti. Forse, vedendomi sotto un aspetto diverso, avresti capito che io non sono degno di te…”.

“Jacob, non ho mai pensato a una cosa del genere!” sbottò Renesmee guardandolo dritto negli occhi.

“Aspetta, ti prego” ripeté Jacob. “ Quando mi sono ritrovato nel corpo di Edward e ho visto come tu, tentavi in tutti i modi per raggiungermi, il mio cuore ha iniziato a sperare che forse anche tu provavi qualcosa per me. Io sono stato uno stupido. Mi sono detto che dovevo farmi avanti prima. E poi tu mi hai riconosciuto. Ti rendo conto che nessuno sarebbe riuscito? Ti rendi conto di come mi sia sentito in quel momento? Avrei potuto toccare il cielo con un dito! Ma poi, dopo il racconto del biondino, hai iniziato a evitarmi e le mie paure sono tornate più forti di prima. Io non sono più sicuro su niente, ma su una così. Io ti amo, Renesmee Cullen…”.

Jacob chiuse gli occhi e stava per abbassare le mani dal viso di Renesmee, quando sentì quelle della ragazza trattenere le sue.

“Jacob…” lo chiamò a bassa voce, “ guardami”.

Jacob obbedì e vide sul volto di Renesmee un sorriso appena accennato.

“Non sei il solo che aveva paura… “ esordì lei, aumentando la stretta “ Anch’io credevo che tu avessi cambiato idea.”

“Che cosa?”.

“Jacob, ti prego. È difficile anche per me” lo rimproverò, emozionata. “ Pensavo che forse tu mi avresti sempre visto come la bambina che aveva bisogno di aiuto e non come la persona che avrebbe potuto condividere l’eternità con te”.

“Eternità?”.

“Sì, eternità. Periodo di tempo troppo lungo?” domandò lei ridendo appena.

“Mi sembra accettabile” borbottò lui, ancora incredulo di quello che stava accadendo.

“Comunque, Jacob. Io credo di averti sempre amato e i miei sentimenti sono mutati esattamente come hanno fatto i tuoi. E poi credo di averti scelto fin da quando ero bambina. Ti ricordi che, quando mi leggevi le favole, facevo sempre il tifo per il lupo?”.

“Sì, molto bene…”.

“Non ti sei mai chiesto il motivo?”.

Jacob sorrise.

“Certo, ma pensavo che facessi il tifo per lui per non farmi dispiacere…”.

Renesmee alzò gli occhi al cielo e si avvicinò di più a Jacob.

“E non ti sei mai chiesto il motivo, quando ti dicevo che la principessa avrebbe dovuto decidere per il lupo?”.

Jacob tentò di parlare, ma la vicinanza con il volto di Renesmee gli aveva bloccato le parole in gola.

“Sì, me lo sono chiesto... ” riuscì a farfugliare.

“Capisci quello che ti sto dicendo? Ti amo, Jacob Black…” sussurrò Renesmee e appoggiò le labbra su quelle di lui.

Jacob fu preso alla sprovvista, ma molto presto la sorpresa fu sostituita da un’emozione ancora più forte. Strinse la vita di Renesmee e la portò ancora più vicina a lui, mentre il bacio, che tanto aveva aspettato, diventava più profondo e coinvolgente.

Rimasero a baciarsi per un periodo che entrambi pensarono troppo breve, ma dovettero staccarsi riluttanti per calmare i loro respiri agitati.

“Nessie... ” mormorò Jacob sorridendo e appoggiando la fronte sulla sua, con gli occhi chiusi.

“Jake…”. Renesmee appoggiò la testa sul suo petto e in quel momento sentì la scatolina sotto le sue mani. “ Che cos’è?”.

Jacob s’irrigidì e scosse la testa. Glielo avrebbe chiesto in un altro momento, non voleva sfidare ancora di più la fortuna.

“Niente” rispose sorridendo.

“Jacob…”. Renesmee gli aprì la giaccia, per poi infilare la mano nella tasca e tirare fuori la scatolina blu.

Jacob chiuse gli occhi in attesa della fuga di Renesmee, ma la ragazza scoppiò a ridere.

“Non ci credo…” disse tra le risate.

Jacob sbuffò e si riprese l’anello. Stava per metterlo via, ma la ragazza lo fermò.

“Devi chiedermi altro?” lo sfidò sorridendo in maniera sghemba.

“No”.

“Jacob…”
“Nessie, la sorpresa è rovinata. E poi…”

“Guarda che lo sapevo già” disse lei, con aria superiore e un sorriso sulle labbra.

“Come?”

“Be’ zia Alice mi sembrava troppo entusiasta nell’organizzare la mia festa di compleanno, così mi sono fatta dire da Gabriel e Seth cosa aveva in mente e loro mi hanno accennato qualcosa…”.

“Io li ammazzo…” sbottò Jacob furioso.

“Oh, no. Ci ha pensato Leah! Certo che avremmo dei grossi problemi con quei tre in futuro!” commentò Renesmee, sospirando e accigliandosi.

Ma Jacob non stava pensando a quei tre. Renesmee stava accentando la proposta? Aveva detto che loro due avrebbero avuto dei problemi in futuro, quindi non era più spaventata.

Jacob fece un gran sorriso e prese la mano sinistra.

“è un sì?” chiese aprendo la scatolina e tirando fuori l’anello.

Renesmee fece un bellissimo sorriso quando vide l’anello nella mano scura di Jacob.

“ è meraviglioso” disse, ammirando il gioiello.

“Apparteneva a mia madre…” disse Jacob e stava per metterglielo al dito, ma la ragazza scosse la testa. Jacob sentì il suo cuore sprofondare e andare in pezzi, cosa che non sfuggì a Renesmee.

“Non credi che prima di darti la mia risposta, tu debba chiedermelo?” disse lei, con tono neutro, tentando di soffocare la felicità.

“Giusto…” fece Jacob. “ Nessie, vuoi trascorrere l’eternità con me, come mia moglie?”.

Renesmee fece finta di pensarci su. Lo guardò dritto negli occhi e sorrise in maniera sghemba.

“Sì, lo voglio…” rispose, mentre delle piccole lacrime scorrevano lungo le sue guance.

Jacob le mise l’anello con mano tramante e poi gli bacio il dito, nel quale lo aveva messo.

“Ed io voglio te…” mormorò lui, con voce roca.

Renesmee sorrise e fece due passi indietro.

“Non ti sembra che le cose siano andate abbastanza in fretta?”.

Jacob rise di cuore e la abbracciò.

“Non credo…”.

“Dai, Jacob. Ci staranno aspettando!” esclamò lei, sgusciando dalla sua presa.

Jacob le offrì la mano e Renesmee la strinse. Le diede un bacio a fior di labbra e iniziarono a incamminarsi verso la grande casa bianca, felici come non lo erano mai stati.

Ciao e auguri a tutti! Scusate il ritardo, ma finalmente sono passate le abbuffate di cibo. Credo che andrò avanti di avanzi per i prossimi tre o quattro anni. Comunque, che ne pensate del capitolo? La mia vena romantica è riuscita a emergere, infatti, il capitolo è lunghissimo. Spero che vi sia piaciuto e che vi abbia fatto ridere e divertire. Ho messo il doppio dell’impegno a scriverlo e credo che mi sia venuto abbastanza bene. (evviva la modestia).

Vi rinnovo i miei auguri anche per l’ultimo dell’anno, che il 2010 sia migliore rispetto al 2009.

Grazie a tutti i nuovi che hanno aggiunto la mia FF nei preferiti e nelle seguite, e anche a coloro che l’hanno solo letta.

(è molto probabile, che il prossimo capitolo sia l’ultimo. Ma prima devo discuterne con il mio cervellino).

Angolo risposte recensioni:

aleinad93: Edward e Jacob sono meravigliosi insieme! Io li adoro, se mai la Meyer decidesse di fare un seguito, spero che li faccia andare d’accordo. =) Grazie mille per i complimenti e spero che la dichiarazione ti sia piaciuta.

Saretta__Trilly__: Oh Dei, grazie! Sono contenta di essere riuscita a strapparti qualche risata, non puoi capire quanto sia difficile! Grazie mille! E secondo me, era anche ora che Edward si lasciasse un po’ andare e che abbia perso la sua aria tenebrosa… ahahah…

noe_princi89: Sono contenta! Grazie veramente tanto, non puoi capire quanto mi faccia piacere sentirmi dire che sono brava a scrivere! La mia autostima, ogni volta, schizza alle stelle!

Half Blood: Grazieeeeeee…. Guarda, secondo me, Seth, Leah, Gabriel e Alice sono micidiali insieme. Mi faccio delle grasse risate ogni volta che scrivo di loro e mi diverto come una bambina a Disneyland. Per quanto riguarda i futuri Black-Cullen li ho già in mente, sto solo pensando ai poteri… (ormai, ho finito la scorta). Per quanto riguarda Marcus, io lo adoro. Dopo aver letto la sua storia sul sito della Meyer, mi era venuto in mente di scrivere una FF, ma sarebbe stata molto difficile (forse in futuro...). E poi quando ho visto il film, ero felicissima quando l’hanno fatto parlare! Ahahah!

vannaggio: Carissima, ciao! Grazie mille per i complimenti! Quando ho scritto la battuta di Tizio, Caio e Sempronio, mi sono dovuta fermare per riprendermi! Ahahah, ci rido sopra ancora adesso!

Per le case editrici, è una storia molto travagliata. Ho finito di scrivere il mio primo romanzo in agosto e poi, dopo correzioni e altro, l’ho spedito. Ho ricevuto tre offerte (una da parte di una casa alquanto famosa) ma purtroppo hanno chiesto il contributo! =(

Da quello che ho scoperto, ormai tutte quante lo chiedono, ma secondo me non è giusto. Il mio lavoro è scrivere e il loro, è quello di riporre la loro fiducia in quel qualcuno e rischiare. Infatti, non so più che fare, ma il fatto che abbia ricevuto offerte, vuol dire che il mio manoscritto merita! È questo l’importante!

rossy87: Benvenuta! E grazie mille per i complimenti! Non puoi capire quanto mi facciano piacere! =). Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.

Ho investito molto in questa FF, soprattutto da quando mi sono resa conto che piaceva. Avevo una paura del diavolo a postarla, perché molte persone, affezionate alla saga, non amano molto questo genere di sconvolgimenti! Ma per fortuna che ci siete tutti voi! Grazie ancora!

GiuLy93: credo che Jacob sia il licantropo più sfortunato del pianeta. Sono capitate tutte a lui! Ma alla fine imparerà ad adorare Gabriel, Seth e Leah. Tremo al pensiero di come sarà la sua vita in futuro! Ahahah… Grazie mille!

Alla prossima!

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