Curriculum Vitae di BlackPearl (/viewuser.php?uid=17189)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 2: *** Capitolo due. ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre. ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro. ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque. ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei. ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette. ***
Capitolo 8: *** Epilogo. ***
Capitolo 1 *** Capitolo uno. ***
Nome: Penelope
Cognome: Cabey
Data di nascita:
01.08.1983
Stato civile:
Nubile
Indirizzo: 246 Old Marylebone Rd, London,
NW1 5QT, UK
Recapiti telefonici:
020 34567890 - 070
56783490
E-mail: penny.c@yahoo.com
Formazione:
-
2007 - Laurea in
interpretazione di conferenza, Università degli studi di
Firenze, Italy.
- 2002
- Laurea di specializzazione in interprete di Inglese e Francese,
University of Surrey, UK.
-
1999 - GCE voto: A, South Hampstead High School, London, UK.
Lingue straniere:
- Inglese: Madrelingua
- Italiano: Conoscenza ottima
- Francese: Conoscenza ottima
- Spagnolo: Conoscenza distinta
- Tedesco: Conoscenza scolastica
Esperienze lavorative:
- Traduzione dall'Inglese
all'Italiano di documentazione (patenti, libretti sanitari, ecc) per
conto di privati ed agenzie
- Traduzione
dall'Inglese all'Italiano e al Francese brochure e catalogo Agenzia
viaggi "Beach & Co"
- Traduzione
catalogo prodotti da Italiano a Inglese per la ditta Leut srl
- Interprete
da/in Italiano e Francese presso il Corso Master su Alimentazione e
Integrazione
<
Avanti il prossimo!>
Chi è il prossimo?
Lancio un'occhiata nella sala. Cinque persone si voltano verso di me.
Che sia io il prossimo?
< Avanti il
prossimo!>
Una graziosa donna minuta fa capolino dalla porta alla mia destra.
Sobbalzo.
< Ehm si, scusi, sono io...> Sussurro, alzandomi.
La segretaria mi
sorride con quello
che secondo lei è un sorriso cordiale, ma non ci ha
azzeccato
nemmeno lontanamente. Si sposta appena per farmi passare e chiude la
porta.
Mi avvicino alla
grande scrivania
di legno, dove è seduto un tale di cui non ricordo il nome.
Forse non ricordo nemmeno il mio, di nome.
Mi siedo.
Il mio primo, vero colloquio.
Inspira, espira.
Posso farcela.
Porgo il mio
curriculum all'uomo -
capelli e occhi neri, sulla cinquantina, corporatura media - e
mi
liscio la gonna, aspettando.
Cinque, dieci, quindici minuti. Quanto ci vuole?
< Signorina
Penelope Cabey,
giusto?> Sbotta all'improvviso il tipo di fronte a me, facendomi
trasalire. Alza gli occhi piccoli e vispi dal CV e li punta nei miei.
Vedi tu. C'è scritto a caratteri cubitali.
< Si, giusto>
Mi sento tremendamente osservata, porca trota. Ci sono almeno tre
telecamere nella sala.
Perchè ci sono le telecamere?!
Fingiti calma, Penny. Calma e sangue freddo. Nessun problema, nessun
prob...
< Mi saprebbe tradurre simultaneamente un notiziario?>
Un notiziario. Deglutisco. E se non capisco niente?
Abbasso lo sguardo per un nanosecondo, il tempo necessario per
controllare che le palpebre non si spalanchino più del
dovuto.
< In che lingua?>
< Italiano, Francese... le solite> Mi guarda come se
fosse ovvio.
Le solite. Certo. Come
se avesse parlato degli ingredienti per fare la pizza.
Annuisco, fingendomi indifferente e niente affatto spaventata. Lui
prende il telecomando e accende la tv. CNN, BBC, France
2. Traduco simultaneamente da inglese a italiano, americano e
francese. E viceversa.
Passo un'ora estenuante a parlare, parlare e ancora parlare.
Uhm. Forse vi chiederete perchè sono qui.
Beh.
Mi sono appena laureata. Ho venticinque anni. Mi sembra sia il caso che
cominci a lavorare seriamente.
Venerdì sera spulciavo i giornali alla ricerca di qualche
annuncio lavorativo, come traduttrice o interprete.
Poi ho trovato l'annuncio di questo signore. Jon Baum mi pare.
L'ultimo giorno per presentarsi era oggi.
Sull'annuncio c'era scritto 'Cercasi
urgentemente traduttrice per casa editrice. Richiesta un'ottima
conoscenza e
padronanza di Italiano, Francese, Americano e ovviamente
Inglese. Lauto compenso.'
Mi sono
detta 'Perchè no?' e sono venuta qui.
Credevo avessero parlato di case editrici.
Non vedo perchè farmi tradurre simultaneamente un
notiziario.
Il tizio si schiarisce la gola, congiungendo le mani: < Well,
Miss Cabey...>
Ti prego, non dire "le faremo sapere". Ti prego. Ti prego.
< Lei è la prima persona abbastanza qualificata
presentatasi finora...>
Abbastanza qualificata? Mi
sono fatta il culo biquadratico per imparare queste lingue, le parlo
meglio della mia madrelingua e sto finferlo mi viene a dire che sono abbastanza qualificata! Tzè.
Sai che ti dico...
< ... anzi, devo dire.. molto
qualificata.> Hmm. Ecco
perchè la nonna diceva sempre Prima di parlare conta
fino
a cinque.
< Vede, l'annuncio sul giornale era fittizio. In
realtà,
stiamo cercando un'interprete. Non un'interprete per le solite
sciocchezzuole. Un'interprete disposta a viaggiare e a stare davanti
alle telecamere, davanti a persone importanti! Da quello che ho visto
lei si destreggia bene, in questo campo. E ho notato che
è piuttosto a suo agio anche avendo notato le
telecamere
alla mia sinistra. Quindi, vediamo di giungere al sodo. Il contratto
è a tempo indeterminato, quindi ci riserviamo la
possibilità di rimuoverla dal suo incarico in qualsiasi
momento.
Non sarà facile, Miss Cabey. Le chiediamo la massima
riservatezza, la massima pazienza, e soprattutto la massima
professionalità.> Conclude guardandomi negli
occhi.
Telecamere?
Riservatezza?
Incarico difficile?
Dovrò mica fare da interprete al presidente degli Stati
Uniti?
< Ehm.. io non
ho capito
esattamente di cosa si tratta, ma le assicuro di possedere tutti i
requisiti che ha menzionato.> Ribatto, cercando di sorridere in
modo
convincente e professionale, della serie 'Puoi pure propormi di fare da
agente a Bin Laden in missione speciale con la CIA, non mi scompongo'.
Il tizio, Jon, si fa
una risatina,
mentre si accende una sigaretta. < In effetti
avevo preferito non scendere ancora nei dettagli, ma sarebbe stato come
proporle un lavoro a scatola chiusa. Da quello che ha detto,
però, devo dedurre che non è tanto spaventata, ma
al
contrario è propensa ad
accettare il lavoro, o sbaglio?>
< No, non sbaglia> Rispondo con un sorriso, e bevo un
sorso d'acqua dal bicchiere di fronte a me.
< Perfetto. Allora, Penelope. Lei sarà l'interprete
di Orlando Bloom>
Per poco non gli sputo tutto in faccia.
Tossisco, con gli occhi pieni di lacrime.
Bevo un altro sorso. Cerco di digerire la notizia.
Orlando Bloom.
L'Omo.
Cazzo.
< Dalla sua reazione devo dedurre che conosce Mr Bloom>
Sorride Jon, dandomi una lieve pacca sulla spalla.
< Dire che lo conosco è poco. Sono sempre stata una
sua
grande fan. Ogni premiere, ogni apparizione, ogni premiazione... lo
seguo dai tempi di Calcium Kid e Ned Kelly.. Dio, la sua
interprete. Posso spararmi un momento?> Chiedo con un sorriso a
trentadue denti.
L'uomo scoppia a ridere, poi conclude, alzandosi: < Si
divertirà molto, Miss Cabey. Orlando è un
giovanotto
simpatico, per niente gonfiato o cose così. Peccato sia
fidanzato, al momento, mi ci sarei giocato la testa su un possibile
flirt con lei. Non è molto diversa dalle precedenti
fidanzate,
compresa quella attuale.>
Ok.
Rewind.
Mi dice che potrei avere una storia con Orlando. Forse è
convinto che questa cosa mi sia indifferente, che sia una cosa scontata
a
cui non dovrei nemmeno credere.
E' pazzo.
Mi ha paragonato alla Cozzwor.. Bosworth, volevo dire. E alla
Kerr.
Cioè.
Non mi sembra di essere esattamente una piantana da soggiorno.
Ok, non avrò queste tette. Non avrò il culo di
Jennifer Lopez. Ma paragonarmi a quel criceto, no.
Non per dire, ma sono molto più bella.
Che
stronzo.
< Tutto a posto, vero, Miss?>
Rispondo con una sorta di grugnito, e lo seguo fino alla porta.
< Allora, Pen, posso chiamarla Pen? - faccio spallucce, mi
chiami come gli pare - giovedì ci sarà un
incontro con Mr Bloom. Si
faccia trovare pronta per le cinque, la passerà a prendere
il mio
autista. Se riesco vengo anch'io per tranquillizzarla. E' stato un vero
piacere conoscerla. A giovedì.>
Mi stringe la mano, tira un ultima boccata dalla Marlboro e mi congeda.
Nella sala d'attesa incrocio lo sguardo di diverse ragazze, che
attendono un lavoro che non avranno mai.
Mi sento un po' uno schifo, in effetti. Faccio un sorriso di
circostanza e fuggo via da quell'edificio.
Va bene.
Giovedì
è il giorno decisivo.
Sorge un problema. Piccolo dettaglio.
Che mi metto?
Guardo la mia figura riflessa allo specchio del bar sotto l'edificio, e
mi impongo mentalmente di non indossare mai più un tailleur
pantalone con una temperatura esterna di trentacinque gradi
centigradi.
Mhmm.. niente jeans, niente abiti.. camicia. Una camicia, la
manica corta quasi a palloncino, quella bianca, quasi panna, di
seta. E una gonna, al ginocchio, viola, quella che m'è
costata
un occhio della testa. Mh, si, può andare.
< Risponde
la segreteria telefonica di Veronica Benson; al momento sono occupata,
mi sembra ovvio, per cui lascia un messaggio, altrimenti riaggancia e
stammi bene. Aspetta il bip, eh. - BIP ->
< Very, so che sei lì. Alza subito la cornetta e
stammi a
sentire perchè sarò l'interprete di ORLANDO
BLOOM!> Mi
tappo immediatamente la bocca, e l'unico mio desiderio è
quello
di sotterrarmi, quando mi rendo conto di aver alzato di qualche ottava
la voce già squillante di suo. Senza tener conto che
c'è
gente, al bar. Mi guardo intorno a controllare che nessuno abbia
effettivamente capito
quello
che ho detto. Fortunatamente sono in un angolino abbastanza isolato:
nelle immediate vicinanze - cioè, a portata d'orecchio - ci
sono
solo due vecchietti che sorseggiano un the e un tizio in giacca e
cravatta che sembra tanto occupato a leggere un fascicolo dall'aria
davvero noiosa.
< COSA?! Penny, hai le allucinazioni? Ti senti bene? Non ti
è ancora passata del tutto, la febbre, vero? Oh, stai delirando!>
Veronica urla nella cornetta e mi fa saltare sullo sgabello, tanto che
sono costretta ad aggrapparmi al bancone per non cadere.
< Ma che delirando e delirando! Non era una casa editrice, era
un
tizio che cercava un'interprete per Or..enzio! Ahhh, ma ci
credi?!>
< Ma tu sei una fottuta CULONA! Devi presentarmelo,
assolutamente!>
< Se sopravvivo al primo incontro..>
< Quando?>
< Giovedì.>
< Oddio.>
< Già.>
< Tre giorni.>
< Lo so.>
< Io sono bloccata da mia madre, dannazione! Torno sabato sera,
magari possiamo uscire. Però mi chiami appena finito
l'incontro,
capito?!>
< Sì, sì. Sempre se sopravvivo,
s'intende.>
< Ah, ma va là, sta zitta! Madò, che
gnocco.>
Mi lascio sfuggire una risata abbastanza isterica, certo che
è gnocco. Peccato sia pure fidanzato. Oh, basta. Professionalità,
Penny.
< Tesoro, devo scappare. Ti chiamo giovedì!
Bacio!> Riattacco e prendo un bel respiro profondo.
Posso farcela.
continua...
Nota:
Non so praticamente nulla sul mondo delle interpreti, per cui perdonate
ogni cosa fuori luogo o totalmente assurda. Non credo che i personaggi
famosi abbiano interpreti personali, ma a me serviva così e
quindi ho adattato.
La ragazza nel blend
è
Alessandra Ambrosio, una degli "angeli" di Victoria's Secret. Ho scelto
lei perchè era l'unica che si avvicinava di più
all'idea
che mi ero fatta di Penny. Ovviamente Orlando non mi appartiene, non ho nessunissima intenzione di offenderlo, eccetera eccetera. Spero che la storia vi piaccia! Baci, Sarè. |
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Capitolo 2 *** Capitolo due. ***
Curriculum Vitae
Capitolo
due
Ovviamente le calze
dovevano sfilarsi cinque minuti prima dell'appuntamento. Bene.
Cominciamo bene.
Le cambio al volo - avevo previsto qualche inconveniente e ne avevo
già pronte un paio di riserva - e metto la camicetta, dopo
aver
controllato nuovamente il trucco. La lascio aperta di qualche bottone,
e mi guardo allo specchio. L'unica cosa bella del
seno piatto (o quasi) è il poter permettersi scollature
vertiginose senza
risultare volgari.
Ok. Dovrei essere
pronta.
Cinque meno cinque.
Oddio, il panico.
E se non gli piaccio?
Se non gli vado bene? Se sono troppo alta? O
troppo bassa.. oddio.
Non ho nemmeno il
tempo di farmi una camomilla, accidenti.
Cazzo. Il citofono.
~
<
Pen, è splendida! Farà un'ottima
figura> Jon mi
stringe la mano investendomi con la solita puzza di sigaretta.
<
Grazie.> Si, in effetti sto più o meno bene.
Non me l'aspettavo. Credevo di somigliare a un tricheco in depressione,
e invece pare di no.
Durante il tragitto mi
impongo di restare calma; keep calm, relax and
breathe,
non sarà niente di che, una stretta di mano e via. Forza.
Devo pensare ad altro.
Altro.
Eddai, altro!
Ohhh! Ma dai! Io, la regina delle mille e una seghe mentali al minuto
non riesce a staccare il cervello e pensare a una qualche scemenza di
turno?
C'è gente che lo fa d'abitudine.
< E' nervosa, Pen? Non muoia, quando lo incontrerà,
mi raccomando.>
< Mh.>
< Suvvia, non
è niente di che. Si tratterà
di stargli
premuta addosso, sussurrando parole al suo orecchio, seguendolo ovunque
per..>
< Jon, la
prego. E' già abbastanza difficile
così.>
Lui mi ignora
deliberatamente. < ...dicevo, per tre settimane o quattro. Le
faremo sapere. E diamoci del tu.>
Sbatto le palpebre
più volte: tre o quattro settimane? Oh
Signore. No, e chi..? Io no.
< Jon? Hai un
tranquillante per cavalli per caso?>
Lui ride, la sua risata roca rimbomba nell'abitacolo, seguita subito
da una serie di frasi mirate tipo training autogeno: ce la fai, andrà
tutto bene, gli piacerai immediatamente, lavorerete splendidamente,
eccetera eccetera.
Come se bastasse a calmarmi.
Come se il cuore non potesse uscirmi dal petto da un momento all'altro.
Tipo ora.
L'auto si è fermata, e l'autista è venuto ad
aprirmi la portiera.
Ok, le gambe,
Penny. Prima una e poi l'altra. Non è difficile.
Ne metto una giù, con un incredibile sforzo - credevo di
aver
perso completamente il controllo degli arti, e invece no!
Ciò è davvero confortante - e dopo una manciata
di
secondi riesco a metter giù anche l'altra e darmi una spinta.
Bene.
Vedo la porta enorme del ristorante nel quale avverrà
l'incontro
e
il mio martellante cuore perde un altro paio di battiti. Sento lo
stomaco stretto in una morsa d'acciaio; era da tanto che non mi sentivo
così impaurita,
che cavolo succede? E' un essere umano, nè più
nè
meno di me, oh. Ha solo un viso d'angelo e due occhi profondi e capaci
di incatenarti fino a farti mancare il respiro, ma sono
dettagli.
Breathe in, breathe out.
Un portiere grosso come un armadio ci apre la grande porta, e nel vetro
vedo riflesso un viso quasi terrorizzato, il mio.
Sento il respiro di Jon tranquillo e regolare scompigliarmi appena i
capelli, e decido di seguire il suo ritmo: inspirare lentamente e a
fondo, ed espirare dopo tre secondi e mezzo.
Questo pare calmarmi un po', ma ogni tentativo è vano quando
Jon
richiama la mia attenzione schiarendosi la gola e mi indica con un
cenno del
capo un tavolo in fondo alla sala, dove sono seduti un uomo e una donna.
L'Uomo e
una donna, precisamente.
I piedi mi si inchiodano a terra, e dopo circa tre passi Jon sembra
accorgersi della mia mancata presenza.
Si volta e mi guarda esasperato, serrando le labbra. Quasi mi aspetto
che mi faccia segno col dito puntato di raggiungerlo all'istante, come
si fa coi cani. Ho la brutta sensazione che potrebbe farlo,
perciò mi costringo ad avvicinarmi a lui. Lentamente.
< Senti, Pen..>
< No, d'accordo, hai ragione. Scusa. Sono un'idiota.>
Prevengo
ogni possibile ramanzina o, peggio ancora, allusione al mio
licenziamento, e raddrizzo testa e spalle, mentre cerco di non pensare
alle decolletè che mi stanno sfasciando i piedi. Come se
fossero loro il mio problema, poi.
Accelero il passo, e decido che forse è meglio che mi stampi
un
sorriso - pur terrorizzato che sia - in faccia, per fare una buona o
quantomeno decente impressione.
La vedo dura.
Orlando alza lo sguardo e ci vede; la donna al suo fianco, che
riconosco come Robin Baum, fa lo stesso.
Robin Baum. Baum.
Che sia parente di Jon? Sì, in effetti si somigliano un
po'.. chissà quale parentela li lega..
< Salve, Orlando! E' un piacere rivederti!> La voce
profonda di
Jon interrompe le mie congetture relative a lui e Robin, e mi fa
realizzare giusto in tempo di essere a poco più di trenta
centimetri da lui.
I due si scambiano qualche battuta veloce, alle quali non posso fare a
meno di ridere anch'io. Vedere Orlando ridere è davvero una
cosa
spettacolare e contagiosa, e ben presto mi rendo conto che quella
sottospecie di ghigno finto e tirato che avevo ha lasciato il posto a
un vero sorriso, caldo e genuino.
Quando lo sguardo di Orlando incontra il mio, non desidero altro che
sciogliermi in quegli occhi, ma devo essere responsabile e
professionale, per cui prendo l'iniziativa e gli offro la mano.
<
Buongiorno, Mr Bloom, è un piacere conoscerla.>
Lui afferra la mia mano - che a contatto con la sua è gelida
- e la stringe, ricambiando il saluto.
< Dammi pure del tu...> Lascia la frase in sospeso,
evidentemente non sa ancora il mio nome.
< Penny. Cioè, Penelope.>
< Sono davvero lieto di conoscerti, Penelope.>
Sento che sto per morire nel preciso istante in cui pronuncia il mio
nome, con la mano che stringe ancora la mia - ah, che dolce tepore -, e
gli occhi che osservano per bene la mia figura.
Oh, accidenti. Odio arrossire. Cosa penserà, adesso? Che
sono
peggio di una stupida ragazzina che arrossisce perfino per un semplice
sguardo, anche se un po' audace.
Mi sto facendo più pippe mentali del solito, cavolo.
Orlando mi sorride ancora, così come Robin, e mi invita a
sedermi.
< Allora, Orlando. Hai visto che bella interprete che ti ho
portato?> Jon sorride malizioso, e mi da un colpetto sulla
spalla.
Certo che ha visto, mi ha vista fin troppo bene, devo dire.
< Sì, è adorabile.
Complimenti, Jon.>
< Sempre roba di ottima qualità, lo sai.>
Ghigna lui.
Parlano come se fossi una bottiglia di vino o, peggio ancora, una dose
di eroina. E che caspita.
< Speriamo che questa resista quanto deve, almeno> I due
si fanno una risatina, mentre io li osservo terrorizzata.
E queste frasi equivoche? Da dove escono fuori? Ora non sembro
più una bottiglia di vino. Peggio.
< Devi sapere, Pen, che le precedenti interpreti di Orlando si
sono
licenziate prima del tempo. Troppo irresistibile, questo
giovanotto.>
< O troppo insopportabile..> Lo corregge Orlando,
passandosi una mano tra i capelli disordinati.
Rido nervosa, e un po' preoccupata. < Ah, bene.> Mormoro,
sbattendo le palpebre. < Spero di, ehm.. resistere. In tutti i
sensi.>
Jon mi guarda di sottecchi e cincischia qualcosa tipo: < Vedremo
se Orlando riuscirà a fare lo stesso>
Non ho capito molto perchè ero troppo occupata a cercare di
non arrossire sotto lo sguardo indagatore di Blanchard.
Oh, no, pessima, pessima
idea
pensare al suo nome. Ora scoppio a ridergli in faccia. Tossisco,
cercando di camuffare gli sbuffi che insistono prepotentemente per
tramutarsi in una risata isterica.
Alle parole di Jon, comunque, Orlando alza un sopracciglio e un sorriso
equivoco gli increspa le labbra.
*Ehm ehm, qualcuno mi spieghi cosa significa quel ghigno*
Tossisco di nuovo quando mi accorgo che il cuore non vuole saperne
di riprendere a battere regolarmente, e riprovo a fare quella cosa col
respiro, seguendo quello di Jon.
Funziona, okay.
< Bene, Pen. Allora, stammi a sentire. Quì
c'è la tua
agenda, con tutti gli appuntamenti in cui dovrai essere presente; il
primo dovrebbe essere tra una settimana, o poco più. Vorrei
proporre una cosa, a tutti e due. Credo che dovreste uscire insieme una
volta o due: non può che farvi bene. Voglio dire,
è
evidente che le precedenti interpreti non avevano nessun tipo di legame
con Orlando, quindi magari non conoscevano certe sue abitudini, non
capivano certi bisogni, non erano proprio abituate ad averlo accanto,
per cui posso anche capire la.. voglia irrefrenabile di saltargli
addosso alla prima occasione di "intimità"> A queste
parole
sia lui che Orlando si scambiano uno sguardo amareggiato e allo stesso
tempo imbarazzato. < Dicevo, quindi, che
potrebbe essere una cosa positiva, il passare un po' di tempo insieme,
sempre nei limiti, ovviamente. Potrebbe anche servire, Penny,
a organizzarti mentalmente per le traduzioni, capire qual
è
il ritmo da seguire, la velocità con cui parlare eccetera...
che
ne dite?>
< Io sono d'accordo.> Dichiara Orlando, serio. Poi mi
guarda, come per chiedere il mio parere.
Come potrei non acconsentire, scusate?
< Certo, d'accordo.> Annuisco, ancora un po' imbambolata.
Che
sarà successo, con le altre? Oddio, non voglio credere che
gli
siano davvero saltate addosso. Però, da quello che ha detto
Jon... potrebbe essere.
Immagino me e Orlando a tre centimetri di distanza l'uno dall'altra, il
suo profumo nelle narici, le labbra che gli sfiorano l'orecchio... ah! Basta.
Okay, forse ha ragione Jon. Devo abituarmi alla sua presenza.
< Allora, Penny. Quando usciamo?> Orlando comincia a
proporre i
giorni e a consultare il suo blackberry, suggerendomi posti dove andare
e cose da fare.
Parliamo per circa sei minuti, poi Robin si alza e ricorda a
Orlando che ha un appuntamento con un regista di cui non ho capito bene
il nome.
< Beh, Orlando.. a presto.> Sorrido e arrossisco, al
solito.
< Ti chiamo io allora, see you!> Mi stringe la mano e mi
fa l'occhiolino.
Mi lascio cadere sulla sedia, e cerco di assorbire e inquadrare gli
ultimi avvenimenti.
Guardo l'orologio: sono le sei.
Devo chiamare Veronica.
~
< E così dovete uscire assieme per farti
abituare
alla sua presenza.>
< Già. Che grande stronzata. Come se potessi
riuscirci, a
ignorarlo. E non solo perchè è un attore eccetera
eccetera, nè perchè è un figo
irresistibile, ma proprio perchè è Orlando.>
< Infatti. Impossibile. Oh, Pen, però mentre parli
fammi il
piacere di camminare, anche. Dobbiamo muoverci, tra un po' devo
rientrare e il tuo guardaroba continua a piangere!>
< Ti faccio presente, Very, che sono più carica di
una bestia
da soma. E avrò speso una cifra illeggibile, e ti ricordo
che
siamo da Harrods, non al mercatino, per cui..>
< Penelope Cabey. Orlando potrà pure andare in giro
vestito come un clown del circo di Moira Orfei, ma tu sarai impeccabile accanto
a lui, mi hai capito bene?>
Una cosa che ho sempre odiato di Veronica è la sua
superficialità.
< E poi, coi vestiti che hai comprato, non potrà non
cadere
ai tuoi piedi e lasciar perdere quella sogliola
impanata!>
E anche la sua ossessione a voler far cadere gli uomini ai miei
piedi.
< Quand'è l'appuntamento hai detto?>
< Non lo so, ti ho detto che deve chiamarmi.>
< Ah, già. Non è che hai cambiato idea
riguardo al suo
numero?> Si volta verso di me facendomi gli occhi dolci.
< No, Veronica. Se lo vuoi glielo chiedi di persona.>
< Che tradotto per i comuni mortali sarebbe: mai. Umpf.
Antipatica. Che razza di migliore amica.>
< Vieni con noi allora, quando usciamo.>
< Cosa? Dici sul serio?!> Mi scruta nel tentativo -
inutile - di
cogliere una qualche traccia di ironia nella mia voce e nel mio
sorriso.
< Sì, dico sul serio. Non dico proprio tutta la
serata, ma
magari un'oretta e poi te ne vai> Sorrido a trentadue denti,
sperando che non se la prenda.
< Ovvio che me ne vado, mica posso fare la candela>
Ribatte, fintamente indignata.
Il mio sospiro di sollievo viene interrotto dalle note di Your Call
dei Secondhand Serenade, provenienti dal mio cellulare. Perdo circa sei
o sette battiti, ricordando che avevo abbinato questa suoneria al
numero di Orlando.
Quando scorgo il display, infatti, a lampeggiare ininterrottamente
è proprio il suo nome.
My gosh, se realizzo davvero cosa sta succedendo credo che potrei
mettermi a piangere dalla gioia. Ma non è il caso, quindi
meglio
restare in questa sorta di trance.
Mi faccio coraggio e pigio il tasto verde.
< P-pronto?>
< Hey Penny, sono io, Orlando> Per quanto possibile, la
sua voce, al telefono, è ancora più sexy.
< Ah, ciao,
Orlando!> Che idiota che sono. Sa che ho il suo numero, che
cacchio mi meraviglio a fare?
< Tutto bene?>
< Una meraviglia> Farfuglio arrossendo.
Ridacchia. < Senti, ti chiamo per confermare l'uscita
di domani sera> Domani? Domani?!
Il cuore si ferma per un istante, poi riprende a martellarmi nel petto.
< Ah, si> Sussurro, in un filo di voce. Spero abbia
sentito.
Cerco di deglutire ma proprio non ci riesco.
< Se dopo mi scrivi l'indirizzo di casa tua ti passo a prendere
io verso le sette, ti va bene?>
< Bene, si.> Non credo di riuscire a pronunciare una
frase di senso compiuto di più di due parole.
< D'accordo.. allora a domani!>
< A domani>
Resto ad ascoltare il silenzio col cellulare ancora attaccato
all'orecchio per
una manciata di secondi, fino a quando Veronica decide di sommergermi
di domande e sono costretta a rispondere per farla stare zitta.
< Quando? Come? Dove?>
< Domani alle otto. Mi passa a prendere lui. Non ricordo dove
andiamo.>
Ho le mani talmente fredde e tremanti che scrivere l'sms è
praticamente impossibile. Ci metto tre minuti - vergogna! - per
scrivere l'indirizzo e un
bye,
e altri tre minuti per riprendermi dai crampi alle dita. Somatizzo
troppo, dannazione.
Roba che quando lo vedo domani mi trova imbalsamata,
altroché.
Mi risponde veloce con un grazie
mille, a presto! ,
che, per quanto striminzito e assolutamente anonimo, mi fa sciogliere
completamente.
~°~°~°~°~°~
Grazie mille
per la stupenda accoglienza *-*
Grazie a
coloro che hanno già la storia nei preferiti, a coloro che
hanno letto e hanno gradito (e anche a chi ha letto e stava per
vomitare) e alle sei stelle che hanno recensito:
La
mogliah:
Quanto mi conosci bene XD Sicura che ti piace davvero? Sicura sicura?
Uhm.. fingerò di crederci. Ah, visto che tu sai
già tutto (o quasi) non spoilerare, eh! Mi raccomando,
shhhh. T'amo moglie <3
Kiki: Penny ha le palle,
sisì. Cioè, non fraintendetemi. E' femmina, eh. Huahauah XD
Grazie per i complimenti tesoro, spero che questo capitolo ti sia
piaciuto! Baci!
LadyElizabeth: Che piacere
trovare una tua recensione *__* Sì, davvero, che fortuna
sfacciata. Sono invidiosa del mio stesso personaggio, è
normale? xD Eh sì, la battuta su Miranda (non me ne voglia
il criceto) ci voleva. Porella però. Come sono diabolica,
l'ho fatta proprio bastarda in questa fic. Poi vedrete, huahauahau.
T'è piaciuta l'entrata in scena del Capitano? (Si, beh,
niente di che. Ho fatto di meglio xD) Un abbraccio forte forte, e
grazie ancora della recensione!
Princesseelisil: La recensione mi
ha commossa un po' (sì, di solito sono sempre molto
patetica, non farci caso). E' bello sapere che questo primo capitolo ti
è piaciuto così tanto da stravolgere le tue
abitudini.. grazie, davvero. Spero che anche il secondo non ti abbia
deluso! Un abbraccio, Sara.
Stellysisley: Ma infatti, alla
faccia delle professoresse di italiano e degli ingegneri aerospaziali!
Lei ha studiato lingue e ora è l'interprete di Orlando.
*segue una linguaccia soddisfatta* XD Grazie anche a te, spero
continuerai a seguirmi!
Chiù:
ç__ç Io mi commuovo sempre quando mi recensisci,
è possibile? Che onore *-* Sono davvero contentissima che ti
piaccia, davvero davvero. E beh, Pen non è espressamente
ispirata a Cee, anche perchè Cee è molto peggio
xD (love you wife (L)), ma si può dire che le assomiglia,
sì. E' il tipo di donna che mi ispira (non pensate male
ù_ù) e che, forse, vorrei essere io. E comunque
Cee sarà presente in carne ed ossa nella fic, dopo. E anche
tu, mia caVa. (Ops, non dovevo dirlo. Fava.) *fa finta di niente e si
ritira fischiettando* Ti voglio bene Chiù! Un bacione enorme!
Bon,
mi congedo.
Vi
adoro, sappiatelo.
A
presto,
Sarè.
|
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Capitolo 3 *** Capitolo tre. ***
Cap 3
Curriculum
vitae
Capitolo
tre
Il presto giunge davvero
troppo velocemente.
La situazione è tanto comica quanto critica.
Io sono alla terza camomilla in quattro ore, Veronica è a un
passo dall'infarto, siamo entrambe sedute sul divano, piegate in due.
Io dai crampi alla pancia, lei dalle risate isteriche.
< Ma perchè cavolo somatizzo di questa maniera, porca
miseria?! Ahia, che dolore!>
Mi piego su me stessa fino a sfiorare quasi il parquet con la testa,
poi decido di alzarmi e comincio a camminare avanti e indietro sperando
che i crampi si attenuino un po'.
Speranza vana.
< Mi sta venendo un po' d'ansia> Mormora Veronica, con lo
sguardo perso nel vuoto.
Ecco, ora vorrei suonarle una pentola in testa.
Il che farebbe anche da anti-stress. Potrei prenderla a padellate per
calmare l'isteria, e..
Aaaah!!
Il citofono!
Saltiamo
entrambe come molle, e i dolori sembrano calmarsi un po'.
Ma nemmeno il tempo di fare tre respiri e mezzo mentre scendiamo le
scale, che il cuore ricomincia a galoppare senza sosta,
avendo i
miei occhi adocchiato il proprietario di una chioma riccioluta e un
Audi grigia metallizzata.
Troverò mai un po' di pace? Qualcuno mi dia una risposta,
please.
Sorrido subito, e lo raggiungo in pochi secondi.
< Ciao.> Dico, esitante. Come lo saluto? Stretta di mano?
Bacio
sulla guancia? Cenno col capo? Rimango impalata come una cretina col
sorriso idiota in faccia?
Indovinate cosa ho scelto.
Già.
< Ciao.> Anche lui, però, sembra abbastanza
impacciato, e
forse è per questo che non azzardo nessun contatto fisico.
Veronica fa lo stesso ma mi da un pizzicotto, impercettibile agli occhi
di Orlando, ma molto
doloroso per me.
< Ahia! Ehm, Orlando, lei è Veronica, la mia migliore
amica.> Riprendo fiato - con lui mi ci vuole poco per perderlo -
nel
frattempo che i due si stringono la mano. Poi ritorno in apnea.<
Avrebbe bisogno di un
passaggio in centro, se per te non è un problema e
se
magari ci troviamo a passare di lì..>
< No, nessun problema, anzi. Salite> Ci sorride cordiale,
e ci apre le portiere. Oh, che galantuomo.
Il viaggio in auto dura poco, purtroppo per Very. In realtà
dovrebbe ringraziare tutti i santi in aramaico per aver avuto la
possibilità di parlare con Orlando per quasi un quarto
d'ora. Hanno parlato solo loro due, in pratica.
Alla faccia della candela.
Come d'accordo, con uno stratagemma ben studiato e preparato che non
sto quì a ripetere, riesce a
prendersi il numero di Orlando, e scende dall'auto zompettante ed
eccitata. La saluto distratta e anche un po' infastidita. Non che sia
gelosa, ma non mi hanno cagato un secondo, in auto.
< Una botta di vita, la tua amica> Ride Orlando, una
volta parcheggiata l'auto.
Mo ci si mette pure lui. Benissimo.
Sbuffo dal naso, furiosa.
< Già, è un uragano> Borbotto
insipida, senza alzare lo sguardo dalle mie ballerine viola.
< Allora. Raccontami di te..> Mi incoraggia il bel moro
con un sorriso appena accennato.
Abbandono l'idea di mettermi a urlare qualcosa tipo oh, finalmente ti accorgi che
esisto anche io, e comincio a narrargli le favolose avventure
della Penny.
Ok, basta sarcasmo inutile e deficiente.
Sono
così infantile, a volte.
Bando alle ciance.
Raccontagli di te, Pen.
< Ehm, ok. Beh, non è che sia molto interessante la
mia vita
nè lo è mai stata, almeno fino allo scorso
lunedì,
perchè non c'è ombra di dubbio che questa parte
della mia
vita sia molto
interessante, e..> Oddio,
ma che sto dicendo?!
< Scusa, blatero.> Faccio un cenno con la
mano come a
voler liquidare la faccenda e inspiro profondamente. Mi devo calmare.
< Ok, ci sono.> Finalmente torno in me e riesco a
presentargli
una visione più o meno completa di me, della mia vita, delle
mie
ambizioni, e di tutto il resto.
Con mia sorpresa il ghiaccio si rompe subito. Non è affatto
difficile parlare con Orlando. E' davvero affabile, semplice, normale.
Come diceva Jon. Mi ascolta attento, senza perdersi una virgola. Mi
domanda qualcosa, alternando le fasi ok ti lascio parlare fai
pure a quelle ti
sparo domande a raffica senza nemmeno farti
rispondere.
Dopodichè, col suo permesso, comincio io a riempirlo di
domande,
e dopo un po' lui prende a raccontarmi alcuni episodi esilaranti
accaduti
sui set dei vari film in cui ha recitato.
Ridiamo tanto da avere dei crampi alla pancia tremendi. Non mi
sono mai
divertita così tanto con un estraneo, se poi si
può
chiamare così. Beh, in realtà sì.
La gente di tanto in tanto si volta a guardare questi due folli (noi)
contemplando probabilmente la possibilità di chiamare la
neuro.
Un paio di ragazze hanno riconosciuto Orlando (non so se abbiano i
raggi laser o infrarossi per radiografare la gente alle nove di sera,
ma tant'è) e lui tutto carino e cortese si è
messo ad
autografare quì e là. Per lui tanti sorrisi e
occhi
dolci; per me solo sguardi inceneritori. Vabbè, mi
accontento.
Dopotutto, mi rendo conto che vorrebbero essere al mio posto.
< Oh, Orlendo,
ti hanno mai
detto che sei bellissimo?> Una delle due continua imperterrita a
tartassarlo, e da l'idea di non volersi schiodare minimamente da
quì.
Sul volto di Orlando passa un'espressione stralunata. Si gratta una
tempia. < Mhm, sì, qualche volta..>
< Ah, e Miranda dov'è? Lo sai, la adoro!
Ho tutta la nuova collezione di Victoria's
Secret, guarda
quì!> Cogliendolo di sorpresa, la ragazza si apre la
camicetta e mostra i seni sparati verso
l'alto da un push-up di una terza misura abbondante per l'appunto
targato Victoria's
Secret.
Arriccio il naso e con la coda dell'occhio vedo Orlando fare lo stesso,
solo che lui non sembra poi tanto disgustato quanto me. E' pur sempre
un uomo.
Deglutisce più volte, probabilmente a vuoto, poi si
schiarisce
la voce. < Già, vedo.> Piccola pausa di
riflessione. < Senti, dobbiamo andare. Riferirò
a Miranda che.. ti piacciono le cose che.. indossa anche lei.>
Sì, con un po' di carne in meno però.
Vabbè, va. Parlo proprio io, la Monica Bellucci dei poveri.
Se, magari sarò una gamba, della Bellucci.
La ragazza, comunque, non sembra poi tanto delusa, evidentemente ha
avuto quello
che voleva, e si congeda con un'occhiata maliziosa rivolta a Orlando,
logicamente.
Chiusa questa spiacevole parentesi, riprendiamo a camminare e
chiacchierare.
All'improvviso, però, gli squilla il cellulare. Lui legge il
nome sul display
e se lo porta all'orecchio. Istantaneamente si stampa un sorriso in
faccia accompagnato da una voce piuttosto smielata. Come si fa quando
incontri inaspettatamente una persona che non sopporti molto ma vuoi
fare il gentile.
< Amore! Come stai? Sì, io bene. Dove s..? Ahm.. al
parco. Da
solo, sì. No, così. Cosa? Altre due settimane?
Ah, ok.
Sì, certo che ti chiedo il perchè, stavo
per chiedertelo! Allora, perchè
così tanto? Ah, hmm, capito. Va bene. Allora ci sent.. eh,
sì. Va benissimo. A pres.. sì, tesoro. Ciao.
D'accordo,
ciao. Mh, anche io. Ciao. Anche a te, ci.. C-I-A-O AMORE!>
Interrompe bruscamente la comunicazione con uno sbuffo esasperato.
Suppongo fosse Miranda. Mamma mia, che stress.
Non potrei essere come lei nemmeno impegnandomi al massimo.
Dopo aver rimesso il cellulare nella tasca del giubbotto, finalmente mi
guarda e cerca di sorridere, ma con scarsi risultati. Senza rendercene
conto ci
siamo fermati, e ora lui sta battendo istericamente il piede a terra,
come sul
punto di urlare.
Con uno scatto felino e un'idea geniale in testa agguanto la borsa e
comincio a frugarvi dentro. Tempo due secondi e gli porgo una matita.
< Tieni, spezzala. Ti farà bene. Io lo faccio
sempre.>
Lui mi guarda accigliato e con un enorme punto interrogativo che gli
penzola tra i ricci, e io lo rassicuro avvicinando la mano alla sua,
con la matita tra pollice e indice.
Quando la prende, aggiungo: < Pensa a quello che ti fa
innervosire e sfracellala. La matita, intendo.> Ma anche
Miranda. Se vuoi ti aiuto.
Lo vedo sorridere e chiudere gli occhi. In un batter d'occhio sento un crack seguito da un
sospiro liberatorio.
< Ehi, funziona. Quante matite hai rotto finora?> Mi
guarda stupito ma rasserenato, almeno un po'.
< Uh, hai voglia. Ne compro pacchi interi proprio per
questo.>
Sorrido sentendomi una cretina e gli faccio vedere il piccolo astuccio
che ho nella borsa, pieno di matite tutte uguali. Ancora intere.
Lui ride scuotendo la testa, e probabilmente pensando che io sia
idiota, e butta i resti della matita in un cestino poco lontano da noi.
< Ti va un Big Mac?> Mi chiede indicando un
McDonald's all'altro lato della strada.
Per tutta risposta il mio stomaco si fa sentire, facendomi arrossire
come un papavero. Ridiamo insieme e manco mi accorgo quando lui mi
prende per un braccio e mi fa attraversare la strada come si fa con le
vecchiette, convinto che io sia ancora imbambolata. Il che è
vero.
Senza un po' di dignità mi faccio trascinare nel
locale, sempre più rossa a causa di questo contatto
improvviso.
Ordiniamo velocemente e sgattaloiamo fuori coi pacchetti in mano alla
ricerca di un posto meno affollato.
Una volta trovata questa vecchia panchina sita in un angolo abbandonato
da Dio, agguantiamo i pacchetti e li apriamo affannati, peggio di due
che non mangiano da dieci giorni.
Entrambi posiamo i bicchieri di Coca-cola sulla panchina e agguantiamo
il Big Mac. Dopo qualche risata dovuta ai bocconi impressionanti e
senza ritegno di Orlando (e dopo qualcosa come due o tre tentativi di
soffocamento) riesco a finire questo bestione. Ho un mal di pancia tremendo:
credo di aver mangiato troppo in fretta, dato che non volevo essere la
solita lumaca e finire tre secoli dopo Orlando. Ah, pessima idea.
Perchè poi tra due minuti avrò di nuovo fame.
Proprio mentre formulo questo pensiero, l'odore di patatine fritte mi
invade le narici, e seguo Orlando a ruota, frugando nel pacchetto alla
ricerca delle chips.
< EHI, non mi hanno messo le patatine!>
Orlando si gira verso di me masticando una delle sue. < Come
no?>
Gli mostro il pacchetto vuoto e lui trattiene a stento una risata
incredula, poi, al solito, fa il gentleman e divide la sua porzione con
me.
Così, una patatina alla volta continuiamo a chiacchierare.
Cavolo quanto son buone.
Senza rendermene conto ne mangio una buona parte io, e prendo l'ultima,
senza pensarci, proprio quando lui alza lo sguardo e sta per prenderne
un'altra. O almeno, avrebbe
voluto prenderne un'altra.
< Sei una maialina, lo sai?> Sorride, e inaspettatamente,
mentre
io addento quest'ultima superstite, lui si avvicina e ne morde
metà, sfiorando la mia guancia col naso (e faccio presente
che
la sua bocca è a tipo zero virgola settantacinque centimetri
dalla mia).
Ecco, tendo di nuovo al rosso semaforo. Argh, Orlando! Non si fanno
queste cose all'improvviso.
E tu, dannato muscolo pulsante, vuoi battere un po' meno velocemente?
Grazie.
La patatina mi rimane tra le labbra per circa trenta secondi,
dopodichè mi costringo a ingoiarla per non far brutte
figure.
Lui mi osserva con un sorriso, mentre si pulisce le mani con un
fazzoletto.
Se possibile, divento ancora più rossa, e mi costringo ad
abbassare lo sguardo, altrimenti di questo passo mi sale la febbre.
Non sento altro che il battito galoppante del mio cuore che mi rimbomba
nelle orecchie.
Per rompere il ghiaccio - che c'è solo da parte mia - mi
propongo di fargli una domanda, la prima che mi passa per la testa.
<
Perchè non hai detto a Miranda che sei con me?> Ops.
Non questa!
Mi mordo immediatamente la lingua, sperando che non abbia sentito.
Sì, certo.
L'ho praticamente urlato, con un tono vagamente isterico.
< Ahm.. non so, credo per evitare interrogatori e
fraintendimenti inutili.>
Crede?
Evidentemente vede la
mia
espressione scettica, e continua: < E poi era di fretta, non
volevo
trattenerla. Visto che, appunto, mi avrebbe fatto un
interrogatorio>
< Scusa ma non sa che hai un'interprete? Ne hai avute
anche prima, qual è il problema?>
Credo di aver toccato un tasto dolente, infatti sul suo viso ricompare
quella smorfia amareggiata che gli avevo visto ieri.
< Io, ehm.. se non vuoi rispondere non fa nulla, eh, cambiamo
argomento..>
< No, non preoccuparti. E' che ci sono stati dei problemi con
l'ultima interprete, come aveva accennato Jon, e lei si era
"ingelosita" e ora le odia tutte. In verità odia tutte le
donne
che mi circondano, compresa mia sorella, figurati>
Apro la bocca non per rispondere, ma per lo stupore. Ma guarda te,
oltre a essere un criceto, una scimmia, una sogliola e un'arpia
è anche una vipera. I miei complimenti.
< Perciò ho preferito non dirglielo. Glielo
dirò
quando torna, al massimo. Potrebbe anche darsi che non ce ne
sarà proprio bisogno, visto che torna tra un mese,
quasi.>
La durata del mio incarico.
< Ah, d'accordo.> Prendo a girare la Coca con la
cannuccia, tipo
caffè, e comincio a contare le bollicine per tenermi
impegnata e
starmene un po' zitta.
< E tu, dove l'hai lasciato il fidanzato?>
Ma perchè gli uomini danno per scontato che tutte le donne
siano
fidanzate? Se lo ficcano in testa così parte per default?
< Non tutte, solo quelle belle.>
Eh? Oh,
no. Non mi dire.
Ho.. parlato ad alta voce? Sparatemi, ve ne prego.
< E' solo un modo come un altro per sapere se sono fidanzate o
meno> Continua il mio interlocutore con un sorriso.
< Ah, ahm.. non intendevo dirlo ad alta voce, in
verità, e..>
Aspetta un attimo.
Cosa ha detto?
Non tutte, solo quelle
belle. E' un modo per sapere se sono fidanzate.
Ok, capisco la prima. (E non per dire, ma se non infarto a una cosa del
genere non vedo cosa dovrebbe farmi una trombosi venale.)
Ma la seconda? Cosa gli importa se sono fidanzata o no? Marpione.
Prima di essere fagocitata dalle mie stesse congetture, mi affretto a
continuare.
< E niente, comunque non sono fidanzata.>
Lui non risponde, si limita a guardarmi. Io sostengo il suo sguardo
finchè non sento la testa girare: probabilmente ero in
apnea, di
nuovo.
< Oh, si è fatto tardi.. mi sa che devo andare>
< Hai il coprifuoco?> Sorride ironico trattenendo una
risata.
< No, scemo. Devo aiutare Veronica con una cosa, e non possiamo
fare tardi..>
Lui abbozza un < Ahh..> annuendo con aria grave, e io gli
rispondo con una linguaccia.
Durante il viaggio di ritorno non parliamo molto. Pare che regni uno
strano imbarazzo, nell'abitacolo.
Di tanto in tanto Orlando canticchia un motivo che non conosco a bocca
chiusa, facendomi sorridere.
< Ecco, signorina. Questa è la sua fermata.>
Annuncia con un gesto plateale, dopo aver spento il motore.
< Quanto le devo?> Chiedo, stando al gioco.
Lui riflette un istante. < Uhm.. facciamo.. un bacio al
chilometro> Sorride con uno sguardo malizioso ma allo stesso
tempo
di sfida.
E bravo, poi si lamenta che le altre gli zompano addosso.
Tzè.
< Benissimo - accenno un sorrisetto - pago a rate o tutto
ora?>
< Come vuole> Risponde lui pronto, ma allo stesso tempo
un
po' stupito del fatto che io continui.
< Preferisco a rate. Poi magari definiamo gli interessi>
< Perfetto> Fa spallucce. E certo, ora si finge
indifferente.
< Allora.. ecco la prima rata..> Prendo tutto il coraggio
che so
di (non) avere, e mi avvicino a lui, lenta ma decisa. Gli sfioro uno
zigomo e inspiro piano il suo buon profumo, sempre più
vicina.
A pochi millimetri dalle sue labbra socchiuse, col
cuore che batte a mille, lo guardo negli occhi. Mi fermo per un
istante, il tempo di realizzare quello che sto facendo.
Appunto, che sto facendo?
Se qualcuno dovesse ritrovare Penelope Cabey, potrebbe farmi la
gentilezza di riportarla a casa? Ve ne sarei grata.
Ma ormai siamo in ballo, e balliamo.
Lui mi si avvicina
impercettibilmente, così che le nostre labbra si sfiorano
appena:
un
contatto così sottile
che sembra di averlo immaginato. Pronta a dargli una lezione,
così impara a provocarmi, stringo la presa sul suo volto, ma
lui
mi blocca prima che riesca a fare qualsiasi cosa.
Lo vedo deglutire, un po' in difficoltà: < E' stata
una bella
serata, Penny, non roviniamola. Scusa, non avrei dovuto
provocarti>
Mi metto a sedere al mio posto, e faccio per aprire la portiera.
<
Già. - sorrido - non preoccuparti. E' stato
divertente> Gli
faccio una linguaccia come per prenderlo in giro, e lui si passa una
mano tra i capelli, accennando un sorriso.
Sa di aver combinato un bel casino.
Okay, devo dire qualcosa. Devo uscire da quest'auto.
< Ci.. ci vediamo giovedì allora.> Giovedì
c'è una conferenza a cui dovrò
partecipare anch'io, per iniziare
finalmente questo lavoro.
Lui sembra
riscuotersi e annuisce: < Certo. Passo alle tre e mezza.
Preparati mentalmente,
sarà
un casino in mezzo a tutta quella gente!> Il casino
sarà stare accanto a te, penso.
< Sì, stai tranquillo! Mi farò
una camomilla> Sorrido. < A giovedì!>
Gli mando un bacio con la mano e lui ricambia.
Lo vedo sparire in poco più di dodici secondi.
Apro la porta di casa, entro, e mi siedo sul divano.
Dio.
Stavo per baciare Orlando Bloom.
~°~°~°~°~°~
**L'autrice offre un sacchetto
per vomitare in omaggio; se non vi basta, dovrebbe esserci un cestino
alla vostra destra. O alla vostra sinistra.**
°__°
No, ragazze, davvero.
Sono troppo, troppo
commossa ç_ç
Mica me li merito
tutti questi complimenti?
Grazie, veramente.
Particolarmente a:
- Flow:
Quando leggo queste recensioni mi emoziono, davvero. Mi ha fatto
davvero piacere leggerla. Grazie
*__* Spero che questo capitolo non ti abbia fatto ricredere! Alla
prossima, Sara.
- Kiki:
Ebbene sì. E' riuscita a sopravvivere. Dopotutto, mica
poteva perdersi l'Orlando al telefono? Svenire non conviene, credimi.
Accie tante per i complimenti, sei tu la favolosa, non il capitolo! Un
bacione!
- Kelsey:
Grazie mille anche a te! *arrossisce per i troppi complimenti* Spero
che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Al prossimo, un abbraccio!
- Doddy:
Ma che scusa e scusa, via! Già è tanto che ti
piace (uhm.. ho ancora qualche dubbio ma vabbè. *sorrisone a
300 denti*) perciò non ti scusare! Ebbene, mia cara,
continuerò ad arrossire e a negare tutto quello che dici
fino alla morte xD Madò, ma quanto sei beddina *__* Cosa ho
fatto per meritarvi? Cosa? T'adoro!
- Chiùùùù:
Trasuda solo fascino e carisma? *fischietta vaga* XD Ok, niente
pensieri impuri. Quelli già ci saranno al prossimo capitolo
XD Con voi, o adorabili fanciulle. ù_ù
Madò, devo finirlo assolutamente. Corro a scrivere, va.
Grazie ancora di tutto il sostegno che continui a darmi *-* Davvero,
non riesco a capacitarmene. Vi adoro, e te in particolare! Un abbraccio
immenso, tesoro (L)
- LadyElizabeth:
Non temere per la sogliola. Il fatto che sia stronza aiuterà
solo il rapporto di Orlando e Penny. *sorride innocente, poi si cuce la
bocca* Eh sì, Pen è davvero coraggiosa e forte.
Ma d'altro canto, come ho detto anche prima, io non
sverrei/morirei/scapperei/ mai se mi trovassi a Orlando davanti. Voglio
dire, dopo posso pure andare al manicomio, ma nel frattempo mi godo il
momento! xD Grazie ancora tesoro, un bacione!
- Princesseelisil:
xD Adoro le filippiche senza senso xD Non è che ho la
pazienza di leggere i tuoi vaneggiamenti, ma è proprio un
piacere farlo! Per cui, don't worry. Si, beh, Orlando ti sconvolge
alquanto. Lei riesce a resistere e a comportarsi in maniera
più o meno decente, anche se la follia e l'insicurezza
emergono lo stesso, ogni tanto. Orlando si è sbottonato
molto presto, come hai potuto notare. E' un marpione, quello. xD Grazie
della recensione, adorabile, e spero che ti sia piaciuto il capitolo!
Un bacio!
- Moglie:
Io non ho ancora capito perchè ti sei commossa. Sono io che
dovrei commuovermi davanti a tutti questi complimenti, eh. Io perfetta?
Ma dove? Tu come me? Oddio, sei decisamente fuori di testa. Chiamate
un'ambulanza, questa deliraaaaa! Pure tu mi manchi. Marò.
T'amo troppo, come devo fare? Marò, non fare della risalita
della mia autostima lo scopo della tua vita perchè non sarai
gratificata molto spesso, mi sa. Comunque. Anch'io ti voglio bene, ma
davvero tanto. E non pensare a quel cretino, forzaaaaaaah! Pensa a te!
Love you!
- Amarantab:
*-* Grazie! Troppo gentile, davvero.. ç__ç *si
commuove per l'ennesima volta* Spero di non deludere le tue
aspettative! Un bacio!
- Ramona37:
Ecco, ho aggiornatooo! xD Grazie anche a te! Spero che ti sia piaciuto
questo capitolo! Baci!
A presto,
Sara.
|
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Capitolo 4 *** Capitolo quattro. ***
Cap 3
Curriculum
vitae
Capitolo
quattro
La conferenza è andata una meraviglia. E anche due giorni
prima,
quando siamo usciti di nuovo. L'episodio dell'altra volta pare essere
solo un ricordo dissoltosi nel nulla. E' tutto perfetto, quando sono
con lui. Tranne quando, nonostante tutto, fa le sue solite battute
maliziose e
divento color aragosta, però per il resto è un
tesoro.
C'è sempre più feeling, e se n'è
accorto pure Jon.
Ma ovviamente lui la butta sul lato personale, e non professionale,
cosa che non mi aiuta per niente.
Ma vabbè.
Oggi lo vedo di nuovo, per lavoro però. C'è un
incontro
con delle fan italiane che hanno vinto un concorso di fanfiction e di
conseguenza la possibilità di vedere Orlando e fargli
qualche
domanda.
L'appuntamento è tra pochi minuti, e come al solito io sono
pronta da circa un'ora e mezza e non sono più nella pelle.
Mi affaccio alla finestra ogni sette secondi, respirando profondamente
come si fa nello yoga. Mi domando se improvvisare la posizione del loto
possa aiutarmi, in qualche modo.
Ma perchè gli uomini non sono mai in anticipo, dannazione?!
O
almeno, non lo sono quando dovrebbero. Oppure sono io l'anormale, che
dovrebbe essere in ritardo. Sì, è questo.
Qualche minuto e molte pippe mentali dopo, suona il citofono.
Oh, Dio santo. Stavo per sclerare.
Scendo le scale a tre alla volta, aggrappata alla ringhiera per evitare
di spiattellarmi sul marmo. Okay, forse è meglio darmi un
contegno
per non arrivare col fiatone, almeno.
Chiudo il portone e mi affretto a diminuire la breve distanza che
c'è tra noi. Orlando sorride appena incrocia i miei occhi.
Dio,
ma esiste uno che sorride così? Che quando sorride lo fa
dalla
punta dei capelli a quella dei piedi? Che questi sorrisi li conserva
tutti per me,
visto che non ne ha mai fatti di diversi da quando ci conosciamo?
Nah, secondo me è una visione. Specialmente con quella
camicia blu notte. Sì, una visione.
Chiuso il cancelletto, la mia visione personale mi schiocca un bacio
sulla guancia, cogliendomi completamente di sorpresa.
Abbasso lo sguardo, in preda al solito rossore, e solo allora noto con
la coda dell'occhio un
casco rosso fuoco comodamente adagiato tra il fianco e il
braccio sinistro di Orlando.
No.
Ti prego, no.
Con un sforzo immane riesco a spostare lo sguardo dal secondo bottone
della camicia blu notte che non è propriamente tutt'uno con
l'occhiello, e cerco lungo il marciapiede l'auto che di solito mi
aspetto di trovare a qualche metro da quì.
Con mio grande orrore, non c'è. Al suo posto c'è
una Ducati nera che mi guarda ammiccante.
Oddio.
< Uh, guarda, senza saperlo ho scelto il casco del colore del
tuo
giubbotto! Che genio> La voce entusiasta di Orlando non
lascia
dubbi. Ora posso farmi prendere dal panico.
< Ehm, no. Io su quella cosa
non ci salgo.> Dichiaro, scuotendo la testa come
un'ossessa. Indietreggio un po' alla volta, con la speranza di non
trovare nessun sasso malefico nelle vicinanze.
< Come no? Dai, non fare la stupida, vieni> Senza
lasciarmi la
possibilità di replicare, Orlando si avvicina, mi sposta una
ciocca di
capelli dietro l'orecchio e mi infila quell'orribile casco che sembra
pesare sessanta chili e che a momenti mi incassa la testa nella gabbia
toracica.
< No, ORLANDO, non puoi obbligarmi> Ohhh, non riesco
manco a parlare!
< Eddai, Penny, non corro!>
< Come no! Se non volevi correre avresti comprato un triciclo,
idiota!>
Per tutta risposta lui scoppia a ridere infilandosi il suo, di casco, e
mi prende di peso per farmi salire su quel bestione.
Ok. E io esattamente, oltre a terrorizzarmi e ad andare in
iperventilazione, cosa dovrei fare, adesso? Stringermi a lui?
Faccio una smorfia - per quanto questo coso consenta - vedendo che si
infila il giubbotto anche lui. Con la camicia mezza sbottonata sarebbe
stato meglio, uff.
Prima di salire mi sorride e mi sfiora la punta del naso col dito.
Percorre la mia figura con lo sguardo e neanche il tempo di chiedermi
come mai aggrotta le sopracciglia, che già mi sta chiudendo
la
lampo del giubbotto.
< Ecco, ora sei perfetta>
Bene. Sta facendo tutto lui. Meglio così.
< Aggrappati pure, scimmietta> Non me lo faccio dire due
volte, e serro la presa quando sento il bestione ringhiare
sotto di noi.
Oddio!
< E' il tuo cuore quello che sento?> Mi domanda sorpreso,
guardandomi dallo specchietto laterale, una volta percorsi i primi
duecento metri.
Ehm, credo di sì, visto che gli sto spalmata addosso. Senza
rispondere mi allontano di qualche centimetro, senza mollare la presa,
ma in modo che non senta più il martellare incessante del
mio
cuore sulla schiena.
< No, non ti allontanare. Mi piace>
Stavolta sono io a sbarrare gli occhi per la sorpresa. Lentamente mi
avvicino di nuovo a lui, facendo aderire il busto alla sua schiena.
Credo di aver perso l'uso della parola.
A ottocento metri stiamo già correndo come Schumacher. Lo
sapevo. Già mi ci vedo schiantata contro un albero o sotto
un
camion.
Mi trattengo più volte dall'urlare < RALLENTA, NON
SEI SULLA
PISTA DI MONZA, SCEMO!> e piuttosto chiudo gli occhi, cercando
di
tornare a respirare a un ritmo accettabile.
Evidentemente il mio terrore è palpabile, o saranno i
battiti
che non accennano a rallentare, perchè Orlando si affretta a
rassicurarmi.
< So quello che faccio, apri gli occhi, non sai che ti
perdi!>
Lo so che mi perdo. Mi perdo la vista dell'albero che si avvicina
sempre di più pronto a farci sfracellare contro di lui, e
non
è questa l'ultima immagine che voglio avere nella testa. Per
ora
ho solo gli occhi di Orlando che mi sorridono rassicuranti, e mi stanno
benissimo.
Il signorino non si perde d'animo, testardo com'è, e visto
che
non ho alcuna intenzione di aprire gli occhi mi prende la mano e la
stringe forte.
Un brivido tremendo mi percorre la schiena da cima a fondo. Non mi
può fare quest'effetto ogni volta che mi tocca,
però. E'
ingiusto!
Oh, 'spetta. Se mi ha preso la mano vuol dire che sta guidando con una
mano sola! Apro gli occhi di scatto pronta a dirgliene quattro, quando
mi accorgo che siamo fermi davanti a un semaforo.
< Oh, finalmente ti sei decisa a degnarmi del tuo sguardo>
< No, veramente ero decisa a picchiarti perchè
guidavi con
una mano sola, invece eravamo fermi e non me n'ero accorta>
Sorrido
colpevole, e faccio ben attenzione a non avvicinarmi a lui, altrimenti
sentirebbe il mio cuore battere all'impazzata, e non per la moto,
stavolta.
Ora per me potremmo star fermi quì in eterno, se la mano
resta lì dov'è.
Oppure potrebbe spuntargli una terza mano, no? No, eh?
Quando il semaforo diventa verde, mi libero dalla sua presa di
malavoglia, ma decido di accontentarlo. Dopotutto ha azzardato questo
gesto per me, per rassicurarmi un po' e farmi godere questo viaggio.
Però non guarderò mai la strada. Mi
limito a guardare il suo bel viso dallo specchietto, e ad arrossire
quando si accorge che lo sto fissando.
Finalmente arriviamo a destinazione.
Orlando spegne la moto e si toglie il casco. Fa per alzarsi, poi si
risiede e si gira a guardarmi.
< Se scendi prima tu è meglio>
Oddio. E come si scende da questo coso?
Mi guardo le gambe in attesa di un'illuminazione, e provo a mettere un
piede a terra, ma è troppo alto e sto per staccarmi una
gamba.
< Ehm..>
< Non sai scendere?> Orlando trattiene a stento una
risata, scuote la testa e mi prende le mani, portandole sulle sue
spalle.
< Tieniti quì, metti un piede là, e alza
l'altra gamba. Dai, non è difficile> Ride ancora.
< Mannaggia a te, dovevo prendere un taxi.> Provo a fare
come mi dice e miracolosamente riesco a scendere, perdendo appena
l'equilibrio.
Lui mi imita ma ci mette molto meno di me, e soprattutto molta
più eleganza.
Mi aiuta a togliere il casco, e io non vedo l'ora di poter scuotere la
testa a destra e sinistra come fanno le ragazze nei film, coi loro
capelli lunghi e lisci.
Ah! Ora mi sento bene.
Guardo Orlando e vedo che sorride. Sì,
sono scema, lo so.
Lo vedo posare i caschi nell'apposito spazio e chiudere a chiave, tutto
sciolto e disinvolto. Poi mi circonda la vita con il braccio.
< Possiamo andare.>
***
< Ok, ascoltami bene. Io entro dentro e comincio a parlare un
po'
con loro. Tu raggiungimi tra dieci minuti, così hai il tempo
di
parlare con quello di V-Man.>
< Ok, mamma.
Sembri più la mia manager che la mia interprete>
< Beh, in questo momento sei a corto di manager, mi pare. E se
mi
tratti male presto sarai a corto anche di interprete> Lo
canzono,
premendogli un dito sulla spalla per farlo allontanare. Siamo un po'
troppo vicini.
< No, non sia mai! Mi piaci tanto
tanto, e non ho alcuna
intenzione
di lasciarti scappare> Sussurra a bassa voce, il suo fiato che
mi
solletica la guancia, insieme alla mano destra che mi sfiora il mento.
Respira, Penny.
Faccio schioccare la lingua e fingo di avere fretta, allontanandomi da
lui. Ci trova proprio gusto a provocarmi. Però poi si tira
indietro.
Bah.
Pensando a cosa gli passi per la testa, mi dirigo a passo svelto nella
sala dove si trovano le ragazze.
Il vento fresco mi scompiglia i capelli, e riesce anche a far sparire
un po' di rossore dalle mie guance.
Apro la porta e mi ritrovo davanti sette ragazze che confabulano
eccitate tra loro.
Mhmm.. e se la richiudessi e tornassi da Orlando? Maleducata?
Uhm, d'accordo. Lavoriamo.
Chiudo la porta e le saluto cordialmente, in italiano; loro ricambiano
gentili.
Sono molto diverse, probabilmente anche di diversa età, ma
sembrano davvero legate. Mi ricordano le amiche del liceo.
Mi siedo di fronte a loro e prendo la cartelletta dove ci sono scritti
i loro nomi.
< Allora - oddio
che strani 'sti nomi
- Ce, Sarè, Chiù, Dod, Narja, Andy, Jo, ho detto
bene? Ci siete tutte?> Spero di aver pronunciato i nomi
correttamente.
Le sette annuiscono convinte.
< Mica vi chiamate così?> Chiedo, senza
pensarci.
< No - risponde una delle sette, probabilmente la più
grande -
ma tanto che importa? Lui non li ricorderà, i nostri nomi.
Quindi è uguale>
E' molto cruda come cosa ma.. beh, più o meno è
la verità. E sembra
che a loro non interessi più di tanto.
Sorrido. < Orlando arriverà a momenti. Allora, da
dove venite?>
Mi raccontano un po' di cose, una alla volta. Ogni tanto si
interrompono, dicendosi qualcosa in dialetto. Sono davvero una
combriccola di pazze.
Una di loro ha una Canon tra le mani, e da qualche minuto si
è
alzata e ha cominciato a fotografare, spostandosi a destra e a
sinistra, avanti e indietro, come a cercare la posizione perfetta per
uno scatto che abbia un senso, un'identità. Scatta
rigorosamente
senza flash, e a volte impreca a bassa voce perchè non
riesce ad
impostarla decentemente.
Un'altra scrive. Si è portata dietro un quaderno, e butta
giù righe su righe, forse idee per nuove storie.
Le prime due, sedute sullo stesso divanetto, parlano in dialetto, non
riesco a capirle. Parlano e ridono a bassa voce, ma di gusto, e a
vederle viene da ridere anche a me. Sembrano sorelle, talmente legate
tra loro. Come Cip e Ciop.
Le restanti tre si consultano sulle domande da fare a Orlando.
Chiedono il parere anche alle altre, specie a Cip e Ciop, poi
tornano a parlare tra di loro, passando non so come da Orlando a Jared
Leto e ai Cinema Bizarre.
Che ragazze buffe.
Finalmente, dopo undici minuti e qualche secondo, Orlando fa la sua
comparsa.
< Sei in ritardo> Lo rimprovero, e lui si scusa con le
ragazze. Poi le saluta una ad una, stringendo loro la mano.
La ragazza con la macchina fotografica riprende a scattare, concentrata
sulle strette di mano e sulle espressioni di Orlando. Di tanto in tanto sorride
soddisfatta, dopo aver immortalato qualche momento a lei caro.
Quando tocca a lei, lascia la Canon e, appena incrociato lo sguardo di
Orlando, un bellissimo sorriso le increspa le labbra.
Orlando prende posto accanto a me, e il suo profumo mi investe. Lo
inspiro a pieni polmoni, schiudendo appena le labbra. Resto a fissarlo
per una manciata di secondi, chiedendomi come si fa a essere
così belli.
No, ma poi ha quella presenza, quel carisma.. credo che potrei stare
quì a scuotere la testa e a cercare di capire come fa per
secoli.
< Eh, sì. Fa quest'effetto a tutte. Povera te, io
collasserei> Sospira la prima ragazza a destra,
stringendo la
mano
dell'amica.
< Ci sono vicina..> Sussurro disperata. Fortuna che Ob
non mi capisce. < Sei di Firenze?> Chiedo alla ragazza.
< Si. Si sente? Cioè, lo senti?>
< E' l'unico dialetto che riconosco. E' lì che sono
andata per studiare l'italiano> Le sorrido.
< Ehi, interprete, tu dovresti tradurre, non confabulare con
loro!> Mi punzecchia Orlando.
< Non fare l'impiccione, e ricorda cosa ti ho detto
prima>
Ribatto, al che lui alza le mani in segno di resa e fa segno di cucirsi
la bocca.
Comincia quindi la "conferenza" vera e propria. Le ragazze chiedono
tutto quello che hanno scritto su quella specie di scaletta
preparata, e Orlando risponde a tutte. Non sono domande invadenti,
troppo personali, di quelle che ti mettono a disagio. Anzi. Lui
è molto più disponibile del solito.
Pare proprio che questo gruppetto di folli gli abbia trasmesso
un po' di serenità e allegria.
< E comunque facevi ridere, anzi piangere, con quei baffi alla
sergente Garcia, lo sai? Non ti permettere mai più di
farteli crescere!> Sbotta una, fingendo di rabbrividire e
facendolo ridere di gusto.
Quella che scriveva si porta una mano al cuore, come a controllarlo. Fa
respiri profondi e si morde un labbro, sorridendo e vedendo il suo
idolo fare lo stesso. Emana gioia e voglia di vivere
da ogni singola cellula del suo corpo.
E' strano provare affetto per delle sconosciute. Eppure m'ispirano
tante emozioni, diverse e bellissime.
Non sono come le altre fan. Per niente.
Faccio una piccola smorfia, ripensando a quella fan che ci
fermò
per strada. Inevitabilmente finisco per pensare al resto, e al quasi bacio di fine
serata.
La vampata e le farfalle arrivano puntuali, costringendomi a farmi aria
con la cartelletta.
Sono talmente fuori di testa che non mi accorgo quando le ragazze
cominciano a parlicchiare inglese, avendo notato il mio stato di trance
momentanea, finchè Orlando (sempre lui) mi mette una mano
dietro
la schiena, sfiorando quel poco di pelle scoperta alla base di
quest'ultima.
Cerco di restare immobile, e di non rendere noto a tutti che sto
tremando come una foglia, scossa dai brividi.
< Ti senti bene? Ti vedo un po'.. non so, smarrita>
Domanda la fiorentina, perspicace.
< Mah..> Su, una frase sensata, Pen!
< Marpione fetente, lo fa proprio a bastard inside> Ride
l'amica
napoletana, poi aggiunge: < Se vuoi che la smetta basta dirlo,
che
prendiamo un coltello e gli tagliamo le manine. Oltre a qualcos'altro,
magari..>
< Per quello ci vuole una motosega, Sarè..>
< Ma poi non è che ricresce?>
< E che è, na lucertola?>
Scoppiamo a ridere tutte e tre insieme, avvampando come pomodori
maturi. Orlando ci guarda con gli occhi ridotti a due fessure. Okay,
prepariamoci al peggio.
< Che avete detto?>
< Niente> Rispondiamo contemporaneamente. La napoletana
cerca di
trattenersi dal ridere, ma i piccoli sbuffi la tradiscono, e vi lascio
immaginare l'umore dell'Orlando circondato da fanciulle piegate in due
dalle
risate.
Per vendicarsi, comincia a darmi dei piccoli pizzichi sempre dietro la
schiena, allungandosi fin sotto la maglia. Io lo guardo con
un'espressione sconvolta, e cerco di trasmettergli mentalmente un
messaggio del tipo smettila
subito o ti picchio davanti a tutte,
ma l'impresa è davvero ardua. Per quanto mi sforzi di
fingermi
arrabbiata e per niente lusingata dal suo comportamento, non riesco ad
allontanarmi, nè a togliergli la mano da lì. Le
mani sono
serrate attorno alla cartelletta e sembrano non voler mollare la presa.
Dannazione, togli subito quella mano da lì!
< Allora, che avete detto? Guardate che me la prendo se non me
lo dite>
< Con chi te la prendi?> Dice una, tra le risate.
< Con me, credo> Rispondo io, senza trattenermi. Gli tiro
un
piccolo calcio sul piede, avendo ormai decretato la perdita del
controllo degli arti superiori, con la speranza che la smetta di
torturarmi.
Niente. Testardo come un mulo.
< Okay. Hanno detto che ce l'hai.. beh, enorme.> Mi
sento dire, e
desidero solo una pala per iniziare a scavare e andare a trovare i miei
amici cinesi.
Non oso alzare lo sguardo.
Di colpo è sceso un silenzio assordante, nella stanza.
Mi gratto leggermente la caviglia sinistra col piede destro, aspettando
che qualcuno dica qualcosa.
Io, di certo, non parlo più.
Orlando sembra boccheggiare. Apre la bocca senza dire niente, poi la
richiude.
< E ma scusa, mica l'ho messo io all'aria in una sauna alle
Canarie, cosa ti sconvolgi? (*)> Dice la fiorentina senza
pensarci due volte.
< C-che?> Ob arrossisce appena, guardandoci con
espressione apparentemente sconvolta.
< Però sei molto più gnocco dal
vivo> Aggiunge la "fotografa".
< Sì, vabbè, cambiamo argomento,
che è meglio. Dimentica tutto, 'rlà> Dice
la più grande, annuendo.
< Qualche altra domanda?> Chiedo io, tanto per dire
qualcosa.
< Cosa vi spinge a scrivere di me?> Domanda
improvvisamente Orlando, cogliendole di sorpresa. E' l'ultima persona
che ci aspettavamo parlasse.
Le vedo che si concentrano per trovare le parole adatte, e passa
qualche minuto prima che una di loro prenda la parola.
Lo fa quella seduta al centro, Narja mi pare.
< Ci spingi tu. Perchè tu ci sei. Sempre. Almeno, per
quanto mi riguarda, anche se non voglio tu ci sei. E
ci ho provato più di una volta a dire che erano tutte
cazzate e
che era una cosa da bambine viziate o cose così, ma mi son resa conto che non
è affatto così. E non si può evitarlo,
io non ci riesco almeno. Non ancora.>
Le altre concordano, annuiscono aggiungendo qualcosa. Io traduco,
sempre più piena di ammirazione nei loro confronti.
< Scrivere mi allontana dalla realtà, quindi
quando questa non
è poi così bella mi rifugio nel mio... Neverland,
sì, chiamiamolo così. E poi, essendo cresciuta da
sola,
avevo bisogno che ci fosse qualcuno, accanto a me, seppur solo nella
mia mente. In un certo senso, Orlando, è come se tu fossi il
fratello maggiore che non ho mai avuto.> Dice Dod, e subito dopo
attacca Chiù, stringendo la Canon tra le mani.
< E' un modo come un altro per dimostrarti stima e affetto, per
sentirti più vicino. Per farti sembrare, per assurdo..
più reale.>
< E'.. wow. E' strano essere così per tanta gente che
nemmeno conosci. Sbalorditivo.> Sorride appena.
Loro lo imitano, comunicandogli con ogni cellula del corpo il
bene che gli vogliono.
Lo sguardo mi si posa sull'orologio, casualmente. Manca poco, tra un
po' devono andar via.
< E' stato davvero
bello parlare con voi> Dice Orlando, seguendo il mio sguardo.
< Volete chiedergli qualcos'altro, prima di
andare?> Chiedo.
< Mi sposeresti?> Dice la Chiù con occhi
sognanti, per poi scoppiare a ridere insieme alle altre.
< Per il momento sono un po' impegnato.. sapete
com'è..> Farfuglia Ob.
< E' lei la tua ragazza?> Chiedono due ragazze insieme
indicandomi, e io arrossisco scuotendo la testa. Quasi ossessivamente.
Anche se non è male l'idea.
Orlando mi guarda e non riesco a decifrare la sua espressione.
< No, non è lei.>
< Sta ancora con Mutanda?> Mi chiede la napoletana
assumendo un'espressione scocciata, e io le rispondo affermativamente
dopo aver riso per il soprannome.
< Su, avete altri cinque minuti. Domande?> Cerco di
ripristinare l'ordine.
Una delle quattro sedute al centro si avvicina e parla piano: <
Ti chiediamo solo una cosa. Vivi,
Orlando. Non limitarti a esistere. E non
vivere per
delle
persone. Che siamo noi, che sia Miranda o chissà chi. Vivi
per
te, solo per te.>
Orlando sembra piuttosto sorpreso. Ed è comprensibile.
Nessuno
si aspetta frasi del genere da persone che non ti conoscono. Anche se
in effetti sembrano conoscerlo, da come parlano, e da quanto gli
vogliono bene.
< Ah, Orlà, vai piano in moto, per cortesia.
Chè non vogliamo
portare fiori a un lato di una strada.>
Traducendo queste parole gli lancio un'occhiataccia, facendogli capire
che concordo in pieno.
< Ma mica corro> Ribatte alzando le spalle.
< Ah, no eh. Per niente. Vedremo dopo>
Al solo pensiero del "dopo" mi si torce lo stomaco.
Decido di alzarmi, per cambiare posizione e allontanarmi un attimo da
lui. Faccio un passo verso la porta e anche le ragazze si alzano,
mettendosi accanto a Ob. Lui si stira la camicia con le mani e si
stiracchia, prima di imitarci.
Ora è tipo accerchiato dalle ragazze.
< Uh, al mio tre lo abbracciamo> Dice una a bassa voce.
Dopo mezzo secondo comincia a contare.
< Uno..>
Orlando mi guarda aspettando che traduca. Io mi tappo il naso con
pollice e indice per non ridere.
< Due..>
Ora sembra intuire qualcosa, e si allontana di qualche centimetro dalle
sette piccole folli, ma loro stringono il cerchio, e al tanto temuto
< Tre!> lo stritolano in un abbraccio.
Lui lancia un < Oh!> di sorpresa, che viene subito
sovrastato dai gridolini eccitati delle fanciulle.
Io resto in disparte a godermi la scena. Dopo qualche minuto riesce a
scrollarsele di dosso.
< Ehi, donne, non mi tentate, chè sono molto
sensibile a certe manifestazioni
d'affetto> Dice guardandomi.
Io gli lancio un'occhiata maligna stringendo gli occhi, e lui risponde
schioccando un bacio immaginario.
Ah sì?
Io non
devo far nulla perchè lui è sensibile,
però lui può provocarmi? Bene.
Ti
faccio vedere io le manifestazioni di affetto dove vanno a finire
adesso.
Le ragazze si congedano salutando Orlando, e io le seguo senza
aspettarlo. Mi avvio verso la porta dell'edificio e saluto il portiere.
Orlando mi raggiunge quasi correndo.
< Ehi, dove vai?> Mi prende per il braccio.
< A casa, dove vuoi che vada?> Continuo a camminare
sperando che molli la presa, cosa che fa, e mi avvio verso la moto.
Metto il casco e lo lascio salire per primo, poi provo a salire senza
aggrapparmi a lui, e per poco non mi schianto per terra.
Okay. Ora il problema è, dove mi mantengo? Uhm. Ora provo a
posare le braccia sulle gambe e a restare in equilibrio. Sì,
dai, posso farcela. Quanta gente lo fa.
Appena mette in moto mi sento sballottata in avanti, e urto la sua
schiena. Mi ritraggo subito.
Porto le mani dietro, e mi aggrappo a quella specie di sporgenza, come
d'altronde fanno tutti.
Benissimo. Ce la faccio.
< Guarda che ora c'è una curva, e non so se riesci a
mantenere l'equilibrio. Aggrappati a me>
Lo fulmino con lo sguardo e mi dico che male che vada cado
giù e mi rompo una gamba. Ma almeno non avrà
vinto lui.
L'ho già detto che sono infantile, vero?
Passiamo la curva senza problemi rilevanti, a parte il fatto che quando
scenderò avrò dolori dappertutto visto che sto
contraendo i muscoli in una maniera pazzesca per mantenermi dritta.
Ma vabbè.
In poco tempo arriviamo a casa mia. Il sole sta tramontando.
Scendo dalla bestia senza mantenermi, mi tolgo il casco e glielo do.
Lui fa lo stesso col suo.
< Ahm.. ci vediamo lunedì, giusto?> Dico, per
farla breve.
< Che hai, vai di fretta?>
< No.. cioè sì!> Blatero senza
riuscire a guardarlo negli occhi. Lui si avvicina e mi alza il viso.
< Sei arrabbiata, vero? Con me?>
< No.>
< Sì, con me. Che ho fatto? Guardami Penny.>
Controvoglia mi costringo a obbedire, e mi perdo in quegli occhi,
sentendo un brivido che mi percorre la schiena da cima a fondo.
< Niente. Non hai fatto niente>
< Bugiarda. E' per quello che ho detto prima, eh? Te l'ho letto
negli occhi che ti ha dato fastidio>
< Sì, mi ha dato fastidio. Ma non voglio stare
quì a discutere, davvero, lasciamo perdere tutto.. e molla
la presa, per favore.> Cerco di togliere la sua mano dal mio
mento ma non ci riesco. Ma non capisce proprio?
< Aspetta, voglio salutarti> Mi si avvicina
pericolosamente. No, eh. Non ti azzardare a baciarmi che... oh. Mi ha
dato un bacio sulla guancia.
Mhmm.. bel bacio. Di quelli che c'è il rumore dello
schiocco, che non baciano solo l'aria attorno alle tue guance.
Io mi sciolgo.
Al diavolo la testardaggine e l'orgoglio.
< Sai, pensavo che lunedì, dopo la partecipazione a
quel programma televisivo potremmo andare a fare shopping, che dici?
Magari trovi un bel vestito per la premiere>
Ah, già. La premiere.
Sabato prossimo c'è questa benedetta premiere del suo ultimo
film, e io dovrò presentarmi tipo sul tappeto rosso con lui.
Non so ancora i dettagli.
Solo a pensarci il mio cuore fa le capriole.
In verità ogni volta che penso a Orlando il mio cuore fa le
capriole.
Non sarà che per caso mi sono presa una cotta per lui?
continua...
~°~°~°~°~°~
Fa abbastanza schifo questo capitolo. Me ne rendo conto e imploro
perdono.
Ora pregate per me che non ho la benchè minima idea di come
impostare il prossimo capitolo. Le parole sono più o meno in
testa, ma non vogliono uscire. Conto di farcela, prima o poi. Lo faccio
solo per voi (L)
Il pezzo con le sette ragazze è ovviamente dedicato a loro.
Tutto per voi, tesori miei. <3 Spero che si possa avverare, un
giorno. Magari non in questo modo, ma avete capito cosa intendo.
Come al solito, grazie a tutte (e anche a tutti, se per caso
c'è qualche maschietto ma ne dubito) per il sostegno
immancabile.
(*) Orlando non ha messo niente in
mostra alle Canarie (oltre al culetto perfetto), siamo noi che abbiamo
una fervida
immaginazione. xD
Un grazie speciale a chi ha recensito:
- Kiki:
Addirittura ti risollevo la serata? Che bello xD Mutanda la farei
volentieri fuori ma non si può, no, no. Felice che ti
piaccia questa ficci! Un bacione :*
- Ramona37:
Grazie *____* Sono commosha ç.ç Spero che anche
questo ti sia piaciuto! Baci!
- Princesseelisil:
Certo che mi piacciono i tuoi vaneggiamenti. E sono felice che tu sia
felice! E se il risultato è diarrea verbale, chissene.
L'importante è che sei felice xD Bon, sei davvero un'acuta
osservatrice. Sì, Pen è come noi. L'ho voluta
fare così apposta. Tutti i miei personaggi sono e saranno
così. E sì, Orlando non sa bene che vuole da
Miranda, ma.. no, sto zitta. xD Poi vedrai xD Un abbraccione!
- Kelsey:
Adoro le tue recensioni *-* Mi sento gratificata *-* Ed ecco il quarto
capitolo. Niente di che, stavolta. Spero di non averti annoiato! Un
bacione!
- LadyElizabeth:
Ma Pen non può zompargli addosso, altrimenti fa la fine
della precedente interprete. E Miranda purtroppo c'è, e ci
sarà. Non ti dico fino a quando altrimenti ti dico tutto xD
Genio? Nuuu, via.. esagerata! Grazie tante tante tante dei complimenti
tesoro *-* A presto, un bacio grande!
- Chiù:
Eccoti qua, finalmente! Ti è piaciuto il capitolo? Se fa
schifo dimmelo, senza problemi eh xD Sì, lei è
fortunata sul serio. Ma sul serio eh. E chissene se gli ha solo
sfiorato le labbra. Già è una cosa davvero da
rimanerci secchi °ç° Sono contenta che la
storia ti intrighi *-* Vedrai, vedrai.. la mia mente malefica
già sta progettando il tutto.. (macchè, so solo
la fine) prega per me, magari mi presti un po' di ispirazione. Ti
voglio bene tesorina *__*
- Doddy:
No, il naso alla Pinocchio me lo risparmierei volentieri, grazie.. e
non mettere in mezzo il buon esempio, via! Sei perfida! Mica posso
mettermi a dire "eh, quanto son brava" quando non è vero?
O_o Anche io ti amo tessssora! E grazie, grazie, grazie che continui a
sostenermi! E indovina chi è quella che scrive come una
dannata idee per nuove storie? XD Ma brava! xDxD Ti voglio bene, un
bacio!
- Flow:
Sì che mi commuovo. Non credo sia sto granchè la
storia, perciò resto sbalordita a ogni recensione. E mi
commuovo. Il Super Mal Di Pancia ha assalito diverse volte anche me.
Dannati crampi. Poi non vuoi picchiare Orlando che ti ha fatto venire i
crampi e poi sul più bello si ritira pure? Bah. Questa donna
ha un autocontrollo spaventoso, effettivamente. Anyway, Miranda
è una scema (nella fic però. Nella
realtà non saprei) e vorrei farla fuori volentieri ma mi
serve nella storia. Ehhh. E comunque sei brava nel cantare le lodi. Lo
fai inconsciamente ma lo fai. Mi piacciono tanto le tue recensioni! Oh,
come sono prolissa.. ok, torno a scrivere va. Se mi viene qualche idea.
Un abbraccio, a presto!
- Moglie:
Anch'io ti voglio bene e anche tu mi manchi. E gli spoiler non te li
do, perchè non ce n'è nessuno
ç__ç Prega per me. Bacio!
- Amarantab:
Mannù, non sei una capra, dai! xD Aaahh *__* Ogni volta che
leggo la tua recensione mi elettrizzo, è troppo troppo
carica di complimenti *-* Non finirò mai di ringraziarvi!
Bellina lei, marò. Spero che anche questo ti sia piaciuto,
sorella xD E.. grazie di che? O_o Bacio!
A presto,
Sara.
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Capitolo 5 *** Capitolo cinque. ***
Cap 3
Curriculum
vitae
Capitolo
cinque
#Waiting for your call
I'm sick, call I'm angry..#
Mmhh...
Qualcosa mi dice che dovrei aprire gli occhi.
#Listening, to the song
we used to sing..#
No, non sto sognando. Accidenti.
#Do you remember
Butterfly, Early Summer..#
Oh, dai, ancora cinque minuti...
La mia mano va automaticamente sul comodino, come a voler fermare
questo coro infernale. Quando, però, si scontra con un
oggetto
metallico che vibra e suona, qualche sinapsi benigna decide di compiere
il suo dovere, e finalmente apro gli occhi.
#'cause I was born, to
tell you I love you..#
Oddio. Your Call.
E' Orlando.
'Caspita vuole alle 5.20 del mattino?!
< Che vuoi?> Biascico, assonnata.
< Ci avrei scommesso un milione di dollari che stavi ancora
dormendo!> Dice, tutto allegro e pimpante.
< Ma che..?>
< Forza, Sleeping Beauty, gli aerei non aspettano, sai?>
Aerei? Che diavolo c'entrano gli..?
OH.
Oh, cielo, il volo per Roma!
Balzo in piedi con uno scatto degno di un maestro di Kung Fu e corro in
bagno, con la testa che mi gira leggermente.
< A che ora è?> Chiedo, mentre faccio
pipì, il più silenziosamente possibile.
< Dovremmo essere lì tra
circa quaranta minuti >
< COSA?!> Urlo, in preda al panico.
< Non preoccuparti, è il London City: un quarto d'ora
da casa
tua, facendo una corsa. Sono già quì
fuori.>
Spalanco occhi e bocca e corro ad affacciarmi in cucina. E lo vedo,
bello come un Dio greco appoggiato alla moto.
Mi saluta con la mano.
< Uh, sembri una leonessa, tutta scarmigliata>
< Idiota>
< Grazie> Replica, e sento un sorriso nella sua voce.
Fermi un secondo. Ho detto moto,
prima?
< Sei con la moto!>
< Uh-uh. Cento punti per aver indovinato> Sfotte pure.
< Ohhh!> Sbuffo dal naso, senza aggiungere altro.
< La tua amica dorme?>
< No, sta guardando un video-corso di decoupage, tu che
dici?!>
< Dio mio come sei acida!>
Mi passo una mano sul viso. < Scusa, sono alquanto intrattabile
la
mattina. Specie quando mi alzo tre ore prima del solito>
Scuoto la testa, nel tentativo di concentrarmi sui vestiti da mettere
piuttosto che sulla voce di Orlando.
Che poi è assurdo parlare al telefono quando lui
è sotto casa.
< Perchè non entri?> Mi sento chiedere.
< Ahm.. ok. Se non è un problema. Non è
che mi aspetti con una mannaia?>
Rido, immaginando la scena. < No, scemo. Vieni, dai>
Gli apro la porta, ancora in pigiama. Sono molto fiera del mio pigiama
con le Superchicche.
Appena mi vede un sorriso gli illumina il viso. (Nonostante abbia
l'aspetto di un panda, con questi occhi gonfi. Dovrebbe scappare via
urlando.)
Mormora un < Ciao>
ancora col telefono attaccato all'orecchio.
Gli mollo un bacino veloce sulla guancia. Non ho potuto farne a meno.
Richiudo la porta alle sue spalle, e lo vedo guardarsi attorno,
incuriosito.
< Cerca di non fare troppo rumore, Bloom> Poso il
cellulare
accanto alle chiavi di casa. < Se mi vuoi, beh, sono di
là.
La casa è questa quindi.. non ti puoi perdere>
Sorrido.
< Corri, dai. Non abbiamo tutta la mattina> Mi ricorda
lui, pacato.
< Uh, già> Scompaio velocemente nel corridoio.
Controllo
un attimo la stanza di Veronica. Se si alzasse e vedesse Orlando in
casa a quest'ora, le verrebbe un ictus.
No, dorme placidamente.
Dunque dunque.
Vestitino beige o nero? Fantasia o tinta unita?
Mi affaccio nel corridoio. < Psss, che tempo fa in
Italia?>
Bisbiglio, sperando che mi senta. Pochi secondi dopo appare nel mio
campo visivo.
< Caldo> Annuisce.
< Vieni un momento, ti spiace?> Lo squadro per bene
mentre viene verso di me, in punta di piedi. Dio mio, Orlando e stile stanno
proprio in due mondi diversi.
Gli metto davanti due vestiti. < Scegli>
Lui ne indica uno, e io lo scarto. Mi guarda sorpreso. < Non
dovresti scartare l'altro?>
< No, perchè vuol dire che è il migliore.
Sai, non vai
molto d'accordo con la moda e le cose così.>
Rifletto. < Eppure stai con
Miranda. Strano. Oh, togliti quella sciarpa! Ti pare che uno va
in giro a mezze maniche e con una sciarpa invernale?>
< Ho mal di gola, Miss Moda> Mi fa il verso.
Alzo gli occhi al cielo e sorrido. < Ok, vado in bagno a lavarmi
e a
infilare questo - alzo il vestito - tu fai come se fossi a casa
tua.>
Chiudo la porta del bagno, e sento che si siede sul letto.
Cerco di lavarmi e vestirmi il più velocemente possibile.
Quando esco, è ancora seduto sul letto, con lo sguardo fisso
davanti a sè. Ovvero, si guarda allo specchio. Ma ha lo
sguardo
lontano.
Mi metto proprio davanti a lui, per truccarmi un po' e pettinarmi.
<
C'è un altro specchio vicino all'armadio, se vuoi. Quello
della toeletta
mi serve> Dico, ridacchiando.
Finalmente si alza, e viene proprio vicino a me. Mi osserva
attentamente, mentre metto un filo di eyeliner e di rimmel.
Non capisco cos'abbia da guardare.
< Quanto manca?> Chiedo, giusto per costringerlo a
rivolgere lo sguardo altrove.
< Dieci minuti>
< Allora i capelli li sistemo in aereo, dai. Andiamo> Lui
annuisce e si avvia verso l'ingresso.
Lascio un breve biglietto a Veronica: volo Italia, trasmissione
televisiva, torno stasera. Baci, Pen. Ci mancano solo gli
"STOP" ed è un telegramma in piena regola.
Prendo la borsa e.. all
right, si parte.
***
Sollevo gli occhi dal fascicolo che ho tra le mani. Orlando guarda
distratto il panorama romano dal finestrino del taxi che ci porta agli
studi televisivi.
A quanto pare, questo programma è un programma di
intrattenimento a tema sportivo. Si chiama Quelli che.. il calcio,
condotto da una certa Simona Ventura. Ogni tanto ospita personaggi
famosi, per lo più italiani, ma c'era bisogno di alzare
l'audience e quindi hanno chiamato Orlando.
Bah, spero solo che questa tipa non faccia cose avventate tipo baciarlo
come successe al Festival di Sanremo. Le stacco la testa a
morsi.
Ehm..
Contegno, Penny.
Quando arriviamo a destinazione, ad accoglierci c'è una
folla di
fan appostate proprio davanti all'entrata secondaria. Speravamo di
fregarle, ma le fan devono avere tipo qualche super potere o cose
così. Sono sempre al posto giusto nel momento giusto.
Orlando fa un bel respiro e prende a dispensare sorrisi e autografi. Io
lo aspetto vicino alla porta, attenta a ogni suo movimento.
< Mi scusi, è lei Penelope Cabey?> Una voce
italiana alle mie spalle mi fa sobbalzare.
E'
un tizio che indossa un paio di grosse cuffie con microfono attaccato.
<
Sì, sono io> Confermo.
< Bene. Mi segua, la signora Ventura vuole parlarle>
Lancio un'ultima occhiata a Orlando, immerso nella folla, e di
malavoglia vado dietro a questo tipo.
Saluto la conduttrice con una stretta di mano, e mi arriva una zaffata
di profumo decisamente pacchiano
addosso. Arriccio il naso, disgustata.
Lei mi spiega alcune cose del programma, e mi parla come se fossi una
ritardata che non capisce niente. Cerca di mischiare un po' del suo
inglese scolastico, con scarsi risultati.
< Guardi che la capisco benissimo, e non c'è bisogno
che mi parli come se fossi una bambina> Sorrido, serafica.
Lei mi guarda accigliata. Continuo a sorridere.
Nel mentre, passa una ragazza con un beauty case in mano, e la Ventura
la ferma poco gentilmente. < Scusa, mi ripassi il lucido? Sai
com'è, c'è un bel tocco di gnocco che sta per
arrivare.
Voglio essere impeccabile. Non si sa mai> Ammicca. < E
poi
un'altra spruzzata di profumo, cortesemente>
Oh, no, basta profumo, per l'amor del cielo!
E poi,
vorrei dirle, Orlando
non ti cagherà di striscio, brutta megera. Inutile perdere tempo con trucco
e parrucco.
E come si permette di chiamarlo tocco di gnocco?! Argh!
< Se vuoi puoi leggere in anticipo le domande che
farò, magari hai meno difficoltà..> Dice,
rivolta a me.
Alzo un sopracciglio e sento che sto davvero per sputarle in un occhio.
Ma crede che Orlando Bloom avrebbe assunto un'interprete incompetente?
Signore aiutami tu, io do di matto.
A salvarmi - o meglio, a salvarla - è il tizio di prima, che
ci avverte che tra sette minuti si va in onda.
La Ventura mi lancia un'occhiata di sufficienza, e va al centro dello
studio.
Io resto dietro le quinte a guardarla in cagnesco.
< Sembri furiosa> Mi sussurra una voce all'orecchio. La voce.
< Non la sopporto> Mormoro, tra i denti.
< Beh, allora andiamocene>
< Che? Sei impazzito?>
< Se la odi tu non sarà simpatica neanche a me, per
cui direi di tagliare la corda> Sembra fare sul serio.
< Oh, Gesù>
< Non mi va di fare un'intervista con un'antipatica cozza
abbronzata> Mormora,
con una smorfia di disappunto che gli increspa le labbra sottili.
Non
potevo stare zitta, vero?
< Orlando. Se Jon sapesse che tu hai dato buca a una
trasmissione solo perchè io ti ho detto che
la conduttrice è antipatica mi licenzia in
mezzo secondo preciso. Lo sai, vero?>
< L'ultima cosa che voglio è che tu venga
licenziata>
< Ecco, appunto. Perciò, ora aspetta che lei ti
chiami e poi
entri in studio, da bravo> Gli sistemo un ricciolo ribelle.
< E finalmente
è arrivato il momento di presentare il tanto atteso ospite
di oggi, signore e signori, ORLANDO BLOOM!> Uno
scroscio di applausi misti a urla quasi mi costringe a coprirmi le
orecchie con le mani.
Seguo Orlando mentre fa il suo ingresso trionfale, agitando la mano per
salutare. Sono esattamente due passi dietro di lui.
Si ferma a salutare la conduttrice, e con mia immensa soddisfazione
vedo che anche lui storce il naso, per il profumo insopportabile.
Lei gli si struscia contro in una maniera quasi indegna. Lo tiene
stretto come se fosse un orso di peluche. Povero Orlando.
Io resto sempre dietro, per evitare di avvicinarmi di nuovo. Fa
accomodare Orlando sulla sedia, e poi si ricorda di me. Mi saluta con
un cenno della testa, e dice < Grazie alla signorina per essere
venuta a fare da interprete. Non che ce ne fosse proprio bisogno,
però..>
Deglutisco. Magari se conto fino a dieci evito di prenderla a
sgabellate. Giusto perchè non ho le mie matite con me,
adesso.
< Allora, Orlando, bentornato in Italia! Ti piace il nostro
paese?>
Traduco. Lui risponde: < Oh, amo l'Italia. E' uno dei paesi
più belli che abbia mai visitato.. e Roma, specialmente,
è una meraviglia> Sorride. Io prendo il microfono e
spiego
ciò che ha detto.
< Parliamo del tuo ultimo film. C'è qualcosa che puoi
dirci
in anticipo? Il trailer è molto interessante, ma vorremmo
sapere
qualcosa in più..>
Lui ascolta attentamente le traduzioni
che gli sussurro all’orecchio. Di solito sono alle sue
spalle,
invece oggi siamo quasi faccia a faccia, quindi posso guardarlo negli
occhi. Il che è una grande fonte di distrazione, ma credo di
potercela fare.
Parlano per quasi un quarto d'ora di film e lavoro, poi - e ci avrei
scommesso la testa - lei ovviamente
gli chiede informazioni sulla vita sentimentale.
Mi costringo a tradurre che sì, sta frequentando la modella
australiana Miranda Kerr. La piantana.
Però sono in
crisi, vorrei aggiungere. Ma probabilmente sarebbe a mio
sfavore, per cui ci ripenso.
Finalmente sento la megera dire < E' stato un vero piacere
averti
quì, Orlando>. Traduco con un sospiro di sollievo.
Tutti e tre ci alziamo, e lei come prima corre a stritolare Orlando, e
gli molla pure un bacino sulla guancia. < Oh> Scoppia a
ridere,
notando di avergli lasciato un chilo e mezzo di rossetto sulla faccia.
Si accinge a toglierlo col dito, ma il risultato è ancora
peggiore. Ora ha metà faccia rossa. E brillantinata.
Mi porto una mano sulla fronte, disperata. Non ce la faccio
più
a vederlo così, in balia di lei. Devo fare qualcosa.
< Lo pulisco io, non si preoccupi> Sbotto, nervosa.
Lei mi fulmina con lo sguardo ma è costretta a lasciarci
andare.
< Ciao, alla prossima! E ora, abbiamo un collegamento con
il..>
Spariamo dietro le quinte con la stessa velocità con cui
siamo entrati.
La ragazza del beauty case mi porge una salviettina umida,
così
che posso ripulire la faccia a un Orlando scocciato e sbuffante.
< Dai, è finita. Smettila di sbuffare come un
trenino. Ora prendiamo l'aereo e ce ne torniamo a casa.>
< Risposta sbagliata. Ora prendiamo l'aereo e andiamo a fare
shopping>
***
< Sei sicuro di essere un comune mortale, sì?>
Domando,
guardando Orlando scettica mentre aspetta fuori dal camerino con tre
vestiti in mano e un'aria curiosa.
< Solo perchè mi piace accompagnare le ragazze a far
shopping? Ma dai, credo che chiunque dovrebbe farlo. Siete
così
carine quando vi guardate allo specchio, vi girate sessanta volte,
esaminate l'indumento in ogni suo filo e alzate lo sguardo, sperando in
un complimento da parte di qualcuno nelle vicinanze. Oppure quando
vedete che vi va maluccio e sbarrate gli occhi, inorridite, e fuggite
in camerino a togliervelo, sperando che nessuno vi abbia visto. E'
divertente!>
Allungo il collo oltre la tenda e lo guardo stralunata. < Lo
shopping ti ha dato alla testa.>
Lui sorride e fa per aprire la tenda. < Ok, ok, sto
uscendo!>
Esco col tredicesimo vestito che provo, e faccio un giro su me stessa
poco convinta.
E' troppo corto. E troppo scollato. Cioè, no, dai. Dove vado
con questo
coso?
Guardo Orlando, titubante, in attesa di un cenno or something else.
< E' microscopico> Dice, infine.
< Abbastanza, sì. Mi mette un po' a disagio.>
< E allora no, dai. Prova questo.
Anche se è più o meno uguale>
Lo metto in fretta ed esco scuotendo la testa. < Se arriva un
po' di vento sono nuda, in pratica>
< Effettivamente..> Conferma il mio consulente. Mi
porge il penultimo
vestito, decisamente più lungo. Molto, molto bello. Solo che
mi
sa c'è bisogno di tipo mezzo chilo di tette in
più.
No, infatti. Non mi piace. Orlando è d'accordo.
Vediamo l'ultimo, va. Sono esausta..
Accidenti.
Bello.
Resto a guardarmi nello specchio del camerino per diversi minuti.
< Ehi, hai fatto?>
< Ehm.. sì. No, cioè. In verità
non saprei se sia il caso..>
< Lascia giudicare a me, dai>
Va bene. L'ha voluto lui. Tadàn.
<
Wow> Dice, dopo aver radiografato ogni centimetro del mio corpo.
< E' perfetto>
< Dici sul serio?> Mi giro, e faccio tre passi indietro.
Mi pare di sfilare.
< Sì. Assolutamente. E' lui.>
Annuisce, convinto.
< Ok, allora mi cambio e andiamo>
Chiudo la tenda e resto a guardarmi ancora un po', immaginando la
serata.
Chissà che succederà stasera. E chissà
che succederà alla premiere. Non so, ma sento aria di
cambiamenti.
Bah, bando alle ciance. Orlando già ha aspettato troppo,
sant'uomo.
Apro la cerniera e sfilo il vestito, con molta delicatezza. Sto
mettendo il reggiseno quando l'Omo
apre improvvisamente la
tenda, infilando la testa dentro: < Ehi, vuoi darlo a m-? Oddio,
scusa!>
La richiude subito mentre io assumo una tonalità scarlatta.
E
certo, ci mancava solo che mi vedesse mezza nuda. Cos'altro
può
succedere ora?
Infilo i jeans e la canotta, alla svelta. Fa un gran caldo,
quì dentro.
Mi precipito fuori col vestito in mano, evitando accuratamente lo
sguardo di Orlando. Lui mi segue docile alla cassa, dove insiste per
pagare, mentre affida gli altri vestiti a una commessa che va a
rimetterli al
loro posto.
< Buona serata, a rivederla!>
Esco dal negozio trionfante e su di giri, con le mani serrate attorno
ai cordoncini della busta. Ok, mi sa che devo smetterla di camminare
senza meta e decidermi invece a ringraziare Orlando.
Su, non è stata una tragedia. Male che vada incespico con le
parole e arrossisco dalla testa ai piedi. Già mi
è
capitato.
Uno, due, tre.. < Grazie, Orlando. Davvero.>
Lui punta lo sguardo nel mio, e io accenno un sorriso.
< Scusa per prima, non volevo. Sul serio.> Si passa una
mano tra i capelli, imbarazzato.
< Oh, non preoccuparti. Sono cose che capitano> Quasi
mai, ma capitano.
Andiamo verso la sua auto, dove poso la busta col vestito e le scarpe.
Non so se chiudere la porta o entrare, visto che anche lui mi guarda
indeciso.
Poi, parla: < Hai da fare o resti ancora un po' con me?>
Ma che domande.
E' vero che devo lottare minuto dopo minuto con un infarto che
è
sempre pronto ad assalirmi, viste le tue occhiate, le tue parole e
semplicemente la tua presenza, ma sono ben lieta di rischiare. No
problem, really.
< Resto volentieri>
Camminiamo fianco a fianco, e sento il bisogno di un.. contatto. Un
abbraccio, una stretta di mano, qualsiasi cosa. E poi c'è il
suo
profumo che non vuole saperne di uscire dal mio naso. Mi attira
inevitabilmente e mi fa venir voglia di avvicinarmi e stringerlo forte.
E di certo la notte e il buio non aiutano.
Dio, sto impazzendo.
Forse è meglio che mi allontani un po'.
Facciamo tre passi, in silenzio, io immersa in mille pensieri. I soliti
mille pensieri. A riscuotermi, lo squillo del cellulare. Il mio.
< Oh, è Jon> Dico, mentre lo porto
all'orecchio. Ora
comincerà a fare allusioni e/o battutine su di noi. Sicuro.
< Ciao, carissima>
< Ciao, come va?>
< Benissimo, grazie. Sei con Orlando? Ho visto la diretta del
programma, stamattina. Bravissima, come sempre>
< Oh. Grazie. Sì, sono con lui.>
< Ho interrotto qualcosa, per caso? Birbantelli>
Ecco, che vi dicevo?
< No, macchè. Ehm.. devi dirgli niente?>
< Mhmm.. sì, volevo ricordargli che questa
è la dodicesima
notte. Solo questo>
Inarco le sopracciglia, senza capire. < Oh>
< Lui capirà.> Conclude, interrompendo la
telefonata.
< Ma..> Guardo il display del telefono, sorpresa. E' modo
di concludere una conversazione? Per di più assurda?
< Che ha detto?> Domanda Orlando, mettendosi di fronte a
me.
< Che questa è la dodicesima notte> Ripeto,
con un punto interrogativo stampato in faccia.
Segue un silenzio imbarazzante durante il quale non smettiamo di
guardarci. Mi guarda così profondamente che non so per
quanto
ancora riuscirò a sostenere lo sguardo.
< Che vuol dire?> Gli chiedo. E' più forte di
me, devo sapere.
Lui sospira, e va verso una panchina poco lontana. Cos'è,
non
posso saperlo? Dopotutto me l'ha detto Jon. Cioè, l'ha detto
a
me. Avrebbe potuto dirlo direttamente a lui, e problema risolto.
No?
Mi siedo accanto a lui, aspettando in silenzio.
Ha i gomiti sulle ginocchia e le mani sul viso, espressione alquanto
sofferente. Ma che diamine succede? Qualcuno si degna di spiegarmi?
< E' un qualcosa a cui ci riferiamo, in termini di lavoro.
Quando
lavori a stretto contatto con una persona. E' come il settimo anno di
matrimonio, o qualcosa del genere. Se superi quella e ne esci indenne,
allora è tutto a posto.>
I pezzi del puzzle sembrano improvvisamente incastrarsi al posto
giusto, nella mia testa.
< E qualcosa mi dice che quella brutta esperienza legata alla
scorsa interprete ha a che fare con questo, vero?>
< Mh mh>
Attendo altre spiegazioni, che non tardano ad arrivare.
< E' stato un gran bel casino, l'anno scorso. Poteva succedere
un
guaio.> Comincia, e noto lo sguardo lontano, quello di chi si
sforza
di ricordare. < Ci conoscevamo da poco, lei era una gran bella
ragazza, e io mi ero appena fidanzato con Miranda.>
Sempre in mezzo quella, oh.
< Questa ragazza, Megan, si era dimostrata subito brava nel suo
lavoro, ma anche decisamente appiccicosa,
di quelle che non te le scolli da dosso in nessun modo. E una notte, la
dodicesima notte, appunto, mentre eravamo in una camera d'albergo a
ripassare degli appunti, mi offrì un drink e ci mise
qualcosa
dentro.> Mi lancia un'occhiata eloquente.
Deglutisco, incredula. La gente è pazza sul serio. Proprio
fuori di testa.
< Ovviamente ero fuori di me, e non sto quì a dirti
che
combinai quella notte.> Un brivido gli percorre la schiena, al
ricordo.
< Non so quanti soldi ho sborsato per far tacere tutti -
continua - e quando dico tutti, intendo un sacco di gente>
< E lei? Che fine ha fatto?>
< Lei è stata denunciata, e in tribunale ha perfino
avuto la faccia tosta di insinuare che io l'avessi violentata>
< Mio Dio> Non ho parole.
< Già> Non oso immaginare che casino abbia
fatto Miranda. Ora capisco perchè ci odia tutte.
< Mi.. mi dispiace> Faccio per posargli una mano sulla
spalla, ma la ritraggo quasi subito. Lui se ne accorge e sorride.
< Si vedono subito le intenzioni di una persona. E le tue sono
buone, nonostante tutto> Dice, con un'espressione
divertita.
< Ehi!> Gli do un buffetto sulla spalla. < Io sono
un angioletto>
Lui scoppia a ridere. < Sì, certo!>
< Sei tu che provochi> Borbotto, indignata. Il che
è vero.
La mano dietro la schiena non me la sono sognata, l'altro giorno.
Mi osserva con una luce curiosa negli occhi color cioccolato.
< Sai, se non ci fossi stata tu, in serate come questa, non so
dove sarei> Dice a me?
< Voglio dire, mi fa bene stare con te. Sei assolutamente
imprevedibile, è vero, ma fa parte del tuo carattere. Sei
spontanea. E poi arrossisci sempre.> Si lascia sfuggire una
risatina.
< Se non dicessi cose come queste non arrossirei così
spesso> Mormoro.
< Dai, non è poi così male. Mi fai
sorridere. Anzi, se
proprio devo dirlo, ho notato che non perdo mai il sorriso quando sono
con te>
Gesù. Le cose stanno precipitando, me lo sento. Da dove sono
uscite tutte queste frasi? No, devo fare qualcosa.
Tuttavia, l'altra parte di me, quella irrazionale, vorrebbe stare
quì per sempre a sentirsi dire queste cose carinissime.
Ho il cuore in gola. Lo sentite anche voi, vero?
< Perchè hai lo sguardo terrorizzato? Ho detto
qualcosa di sbagliato?>
Oh, Cristo.
< Non ti sfugge proprio niente, eh?> Ironizzo, con un
tono vagamente isterico.
< Niente - continuo, e riprendo a correre con le parole, tipico
comportamento di chi sta per dire qualcosa che non vorrebbe dire -
è solo che.. un attimo prima parli della dodicesima notte,
un
attimo dopo mi riempi di complimenti, e in questo preciso attimo vorrei
fare qualcosa ma non so cosa, e forse è meglio stare zitta e
buona.>
Orlando mi guarda accigliato. Ma che ci posso fare se a volte parlo a
vanvera? Lo so, mi hanno montata male. E poi, meglio dire cose senza
senso che cose di cui mi pentirei.
< Ok, fai finta di niente - muovo la mano come a voler liquidare
la
faccenda - ahm.. forse è meglio tornare a casa>
Annuisco
energicamente.
Guardo l'orologio. Sono solo le nove e mezza.
< Come desideri> Replica, con un sorriso.
Quando spegne il motore, davanti casa mia, resta a guardarmi per
qualche minuto.
< Sei.. strana, stasera>
< Credo sia stata la storia di prima. Sì, ne sono
convinta.
Quindi, meglio andare a casa prima che dica qualcosa di stupido o
equivoco che ti faccia pentire di avermi assunta.> Sorrido.
< Oh, non potrebbe succedere mai.>
E ci risiamo. Lo strano è lui, accidenti.
< Ci vediamo domani. Ti vengo a prendere alle sette.>
< Va benissimo. 'Notte, Boss> Sussurro, strappandogli un
sorriso.
< 'Notte, principessa.>
I soliti tre o quattro battiti che partono.
Meglio allontanarmi prima di fare qualcosa di insensato.
Percorro il viale di casa sentendo il suo sguardo addosso, col cuore
che non vuole saperne di fermarsi. Poi, sento che mi chiama.
Mi volto, e lo vedo venire verso di me. < Il vestito>
Dice, porgendomi la busta.
Oh, cielo. Mi era venuto un colpo.
Ecco, e ora che faccio? Di nuovo immersi in un mare di imbarazzo, e
senza salvagente.
Col pollice indico il portone dietro di me e biascico qualcosa tipo
< Grazie, ora vado>. Lui annuisce e infila le mani in
tasca.
Faccio due passi indietro, sempre rivolta verso di lui, e poi mi giro.
Una volta chiuso il portone mi ci appoggio con le spalle e cerco di
respirare decentemente per rallentare il battito cardiaco.
Dio, l'avevo detto che c'era aria di cambiamenti.
Non credete anche voi?
continua...
~°~°~°~°~°~
E dopo tre
mesi tondi tondi, torno ad aggiornare.
Scusate per il ritardo.
Che dire. Sono *abbastanza* soddisfatta di questo capitolo. In
realtà può passare tranquillamente per un
capitolo di transizione, ma è con questo che, diciamo, si evolve
il rapporto tra Pen e Ob. Ed è finalmente svelato il mistero della vecchia interprete è_é. E poi nel prossimo c'è la premiere
*O*
Ma non vi anticipo nulla. ù.ù
Dio, giuro che mentre scrivevo l'ultima parte il mio cuore perdeva
battiti insieme a quello di Penny. Mi immedesimo troppo.
Ah, vorrei
precisare che non volevo offendere Simona Ventura. Solo che non mi
piace, ecco.
Orlando che ama l'Italia *-* Sarà sicuramente merito delle
sette fan italiane dello scorso capitolo XD
Come sempre, un grazie speciale a
chi ha recensito e a chi ha aspettato pazientemente l'aggiornamento:
- Ramona37:
Scusa il ritardo, spero di essermi fatta perdonare! Grazie del tuo
sostegno *-* Un bacione!
- Doddy:
Le tue minacce stavolta non hanno funzionato, hauahu xD Hai dovuto
aspettare parecchio! Sì, dai, lo incontreremo l'Omo. Vedrai
di sì. Magari non tutte insieme, ma ce la faremo. La
speranza non muore mai(h). Ti lovvo tesora, sempre lieta di leggere le
tue recensioni! Un abbraccione <3
- Fede:
Puoi chiamarmi Sa'. Mio Dio, giuro che ridevo come una scema leggendo
la recensione. Cioè, tu scrivi una meraviglia anche quando
recensisci xD Ma come si fa?! E comunque, chissene dei progetti di
solidarietà nei confronti di Miranda. Con questa storia la
odierai definitivamente, suppongo *fischietta vaga* Madò. Io
mi commuovo se tu ti commuovi. E no, non sei pazza. Sei adorabile *-*
Un bacio enorme, tesoro (L)
- Kiki:
Se proprio devi andare a casa sua, ruba lui, anzichè la
moto. Posso assicurarti che è un ottimo affare xD Accie per
i complimenti, baci!
- Narja:
Grazie, grazie, grazie. E guarda che tra loro ci sei anche tu. Non
dimenticarlo, stella. Bacio!
- Smemo92:
Grazie *-* Jon in effetti non è proprio l'agente dei miei
sogni, però è l'unico che - anche se non nel
migliore dei modi - incoraggia il loro rapporto. Quindi, meglio
tenerselo XD Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Alla
prossima!
- Stellysisley:
Chiederò a Orlando se può fare una scappatella da
te xD Non ti scusare! L'importante è che ti siano piaciuti!
Un bacione!
- LadyElizabeth:
Sì, Pen si trattiene, ma io mi attaccherei a lui a tipo
camicia di forza, chissenefrega xD Alla premiere ne vedremo delle
belle. Sì. *Ehm.. non dovrei anticipare.* Però tu
sei intelligente e l'hai capito, quindi, yes. Non resta che aspettare.
Spero non altri tre mesi xD No, dai. Ho già in mente
qualcosa. Un abbraccio Liz <3
- KeLsey:
*__* Non ti scusare per il ritardo.. e
sììì, sta nascendo qualcosa. E'
inevitabile. Aspettate ancora un pochino e finalmente avrete la
soddisfazione di vederli insieme xD *Si cuce* Grazie del sostegno, un
bacio grande grande!
- L'ammore
della mogliah: Ma che ti scusi, suvvia. Già
è tanto che mi sopporti quando ti chiedo consulenze sui
capitoli. Eddai. E poi te ne esci con queste recensioni *-* Stavo per
piangere. Marò, ma deve accadere. Accadrà. Se,
dopo tutti questi anni, si è avverato il sogno di andare
nella City, si avvererà pure questo. Non importa quanto
dovremo aspettare. Quello che ci lega è più
resistente del tempo e delle distanze. Marò, quanto ti amo
<3
- Flow:
Tutto ok col pc? :) Eh sì, quelle ragazze erano
assolutamente pure e caste ù.ù Ma diciamocelo,
è Orlando. A chi è che non vengono i pensieri
impuri? xD Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Baci!
Ah, quanto vi adoro,
Sara.
|
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Capitolo 6 *** Capitolo sei. ***
cap 4
Curriculum Vitae
Capitolo
sei
Subito dopo aver salutato Orlando..
< Bentornata, Cenerentola> La voce di Veronica mi
accoglie dal soggiorno.
< Ma che Cenerentola e Cenerentola, hai visto che ore
sono?>
< Veramente no, stavo guardando Love Actually. Che ore
sono?> Si affaccia a guardare l'orologio sulla parete. <
Le dieci
meno cinque? Solo?! Oh, mi deludi>
< Macchè. Meglio così, o gli saltavo
addosso>
< Embè, mica male>
Alzo gli occhi al cielo mentre lei addenta un pop-corn. Sempre la
solita.
Le racconto della serata, e di quello che mi ha detto Orlando. Poi mi
alzo per la terza volta e prendo altri due cioccolatini.
No, via. Facciamo tutta la scatola. Chissene.
< Mi spieghi perchè stai strafogando come una
maialina?>
< Perchè altrimenti prendo il telefono, faccio venire
Orlando
quì e lo violento senza ammettere repliche. Ecco
perchè>
< Uh, sì, se lo fai dimmelo, che ho giusto comprato
un completino di pizzo, con un..>
< Ma mi hai sentito prima mentre parlavo?!>
< Certo che ti ho sentita, Pen. Sto solo cercando di distrarti.
E -
aggiunge, togliendomi la scatola di mano - con questi non risolverai un
bel niente>
< E cosa dovrei fare, secondo te?>
< Aspettare che cada ai tuoi piedi, ovvio.>
Ecco. Siamo alle solite.
***
Oggi è il fatidico giorno.
Ho appena parlato con Jon. Mi ha spiegato che nel film non ci sono
co-protagoniste donne, e quindi Orlando sarebbe stato teoricamente da
solo sul red carpet, visto che tra l'altro Miranda è in
Australia a fare chissà cosa e non le interessa minimamente
tornare quì. Diversi giorni fa, però, come mi
avevano
accennato, Orlando ha chiesto alla sua agente se potevo accompagnarlo
io.
Robin era titubante, ma lui ha insistito per avermi al suo fianco. E
così, stasera sarò fasciata nel mio bellissimo
abito
bianco, avvinghiata al mio cavaliere.
Potrei esplodere dalla gioia.
Perchè non mi importa di ciò che dice la gente,
di
ciò che può pensare. Non mi importa se Robin teme
che
qualcuno possa farsi strane idee su di noi, quando Orlando stesso non
si
pone alcun problema a farsi vedere con me. Io con lui sto bene, mi
sento felice.
Non ho mai passato dei momenti così belli insieme a una
persona,
e non vedo perchè dovrei privarmene, finchè
c'è
lui a rassicurarmi, e finchè il mio compito è
stare al
suo fianco.
< Very, ti spiace aprire un po' la finestra? Questo odore di
smalto
non vuole saperne di andarsene> Starnutisco per l'ennesima
volta,
mentre lei mi applica un brillantino sull'unghia.
Mi ha fatto un fiore rosa e bianco nell'angolo in alto del pollice, e
lo stesso, più piccolo, nell'angolo in basso dell'anulare.
Non
so come faccia a farlo, io non ci riuscirei nemmeno con un unghia di un
metro quadrato.
< Per farle asciugare prova questo, è un nuovo
aggeggio fatto
apposta.> Faccio come mi dice. Ormai sono completamente nelle
sue
mani.
Mi sento molto Bella Swan alle prese con l'irrefrenabile entusiasmo di
Alice Cullen.
Da stamattina non ha fatto altro che tirare fuori mille e un prodotto
di bellezza, scegliendo questa o quella crema idratante, mettendomi in
ammollo in una vasca con olii profumati e prodotti esfolianti vari.
Insomma, casa nostra è diventata una beauty farm in piena
regola.
E siamo solo alla cura del corpo.
Poi mi aspetta la fase capelli,
e poi la fase trucco.
Uh, ho dimenticato la fase depilazione.
E poi c'è una pistola nel secondo cassetto del
comò che potrebbe essermi utile.
***
< Stenditi dai> La voce di Veronica mi distoglie dalle
fantasie omicide.
Faccio come mi dice, cercando una posizione comoda. Cosa altamente
improbabile, sul tavolo della cucina.
La osservo con un po' di terrore mentre gira il coltello nel
contenitore della cera, aspettando che si sciolga del tutto.
< Ti ricordi come si fa, vero?> Deglutisco, chiedendomi
se magari non sia meglio chiamare un'estetista vera.
Lei mi guarda inespressiva, poi prende a esaminare la gamba. <
Sulle gambe non ne hai. Facciamo l'inguine e le ascelle>
Detto fatto. Eccola che comincia a stendere la cera sull'inguine. Oh,
God.
Mette la striscia sopra, strofina un po' e.. zac!
< PORCAMISERIACHEDOLOREEEEEEEE>
Senza nemmeno farmi riprendere dal primo strappo, stende un po'
più su. Il tempo di contare fino a tre.. <
SANT'ORLANDOGUARDACOSAFACCIOPERTE!>
Veronica mi guarda e sorride. < Ehm, non intendevo dire proprio
questo..> Mormoro, imbarazzata.
< Stasera cadrà ai tuoi piedi. E basta.
Perciò, meglio
sfoltire un po', qui, chè una visitina alla foresta
amazzonica
già l'ha fatta in POTC2>
< Ti odio>
Sento ancora la sua risata quando mi mordo la lingua per il dolore
dell'ennesimo strappo.
Non sono lacrime quelle che mi pizzicano gli occhi. Nah,
è un'impressione. Sarebbe davvero patetico mettersi a
piangere.
< Quanto manca?> Mormoro, in preda al panico.
< Altri due o tre strappi>
Mi abbandono a un sospiro, affranta.
< Chi bella vuole apparire..> Incalza lei, per
incoraggiarmi.
< ..all'inferno deve marcire
> Concludo,
imbronciata.
***
< Vacci piano col fondotinta, non voglio sembrare un
mascherone>
< Tranquilla, giusto un velo per uniformare>
Un velo per uniformare.
Mi viene da ridere, mentre la vedo, così sicura di
sè.
Una trottola impazzita che passa da un lato all'altro della stanza con
in mano decine di ombretti, duo
cipria effetto abbronzante, fard
naturel,
matite khol, mascara ultra
volume e Dio solo sa cos'altro.
E non parliamo dei pennelli.
Pennello labbra, pennello sfumature, pennello obliquo, pennello
morbido, pennello fard, pennello cipria e perfino il pettinino per le
sopracciglia!
< Mi spieghi dove caspita l'avevi nascosta tutta questa
roba?>
< Nel mio armadio. Non è che la uso così
spesso.>
< Secondo me avresti dovuto continuare il corso di truccatrice.
Insomma, guardati. Sei nel tuo mondo. E poi hai una coinquilina
imbranata -che a malapena mette un filo di eyeliner- che potresti usare
come cavia per i tuoi trucchi> Sorrido.
Oddio, spero che non mi prenda in parola.
< Nah.. non ho tempo per questo. Preferisco continuare con
giurisprudenza. E poi tu sei un caso perso.>
< Ah, grazie> Dico, fintamente indignata.
< Cioè, in dieci minuti che sei seduta
quì ti
sarai mossa almeno sessantottomila volte. Davvero non potrei usarti
come cavia> Grazie al cielo.
< Ma, cambiando argomento.. che intenzioni hai, stasera?>
Mi chiede, e io la guardo senza capire.
< In che senso?>
<
Con Orlando, fava>
< Ah.>
< Eh.>
< Non so. Che intenzioni dovrei avere? L'unica che ha intenzioni
quì sei tu.>
< Io lo dico per te, Penny. Ti vedo, quando ti incanti a
guardare la
sua foto sul computer. Quando mentre stiamo mangiando o facendo qualche
altra cosa cominci a sorridere e ti si illuminano gli occhi. Quando ti
devo chiamare dieci volte per farti uscire dal tuo mondo. Quando
attacchi a parlare di lui e non la smetti più. Quando
arrossisci
ogni volta che ti rendi conto di star esagerando. E quando sbianchi se
vedi il suo nome sul display del cellulare. Per non parlare di
quando..>
< Okay, ho capito.>
< E' solo che.. diamine, è proprio un
coglione!>
< Smettila>
< Ma dico sul serio. Come può stare ancora con quella
quando
ci sei tu, quì? Tu puoi dargli qualcosa che una semplice
Mutanda
non può dargli.>
< Non dipende da me, ok? E' inutile che me lo dici. E se non
dovesse
succedere un bel niente -e non mi riferisco solo a stasera- me ne
farò una ragione. Almeno ho avuto la fortuna di conoscerlo,
sono
stata al suo fianco per un mese, ho imparato ad apprezzarlo molto
più di quanto non facessi già prima. E so che
anche lui
mi apprezza. E' già una bella fortuna, questa.>
Lei mi guarda un po' abbattuta. Poi sospira e riprende a mettermi il
mascara.
***
< Sembri una sposa> Dice Veronica, guardandomi. Sembra
quasi che stia per commuoversi.
Faccio un giro su me stessa e sorrido. Sono proprio come avrei voluto
essere: carina, non esageratamente truccata, elegante e raffinata. E
anche un po' sexy, con questo spacco.
< L'hai messo il preservativo nella borsetta?>
< Very!>
< Scusa> Sorride a trentadue denti.
< Dai, fatti abbracciare!>
Ma non è che parto per la guerra, eh.
Peggio.
Drin-drin.
Io e Veronica ci voltiamo insieme verso la porta. Lancio un'occhiata
dalla finestra e vedo una limousine nera.
Azz. Si tratta bene il signorino.
< Vai tu? Io prendo la borsa>
Fuggo in camera a guardarmi un'ultima volta allo specchio. Sicuramente
avrò le guance in fiamme.
Sento la sua
voce in lontananza, e il cuore prende a battermi nel petto come un
martello pneumatico.
Devo calmarmi.
< Penny! Orlando ti sta aspettando!>
Breathe in, breathe out.
Faccio la mia comparsa in soggiorno, un po' titubante.
Orlando alza gli occhi, e mi vede.
Non saprei decifrare la sua espressione.
Schiude appena le labbra, e sorride. Sembra.. colpito.
< Sei davvero.. stupenda>
Abbasso lo sguardo, imbarazzatissima. Lui si sistema il colletto della
camicia, e poi mi offre il braccio. Lancio un'ultima occhiata a
Veronica, che mi fa l'occhiolino.
< E' davvero un onore averla accanto a me, stasera,
signorina> Mi dice con tono solenne, mentre apre la porta della
limo.
Ridacchio, abbastanza istericamente.
< Wow. Non sono mai stata in una limousine. E'
incredibile>
Guardo a bocca aperta gli interni in pelle, il frigo-bar, il
televisore.. poi alzo lo sguardo, e vedo il tettuccio apribile. Mi
sento come una bimba di tre anni che sta per fare una cosa che ha
sempre sognato.
Non guardatemi male se ora mi metto a battere le mani saltellando.
Lo apro e in punta di piedi mi affaccio. E poi comincio a ridere.
< Ti piace?>
Dice Orlando, da dentro.
< Eccome! Sognavo di farlo da una vita> Replico, eccitata.
Sento che dice qualcosa all'autista. Improvvisamente, l'auto si mette
in moto e prende a camminare, facendomi perdere l'equilibrio. Due mani
mi afferrano per i fianchi, prima che cada come una pera cotta.
Orlando mi aiuta a scendere e chiude il tettuccio. < Grazie. A
momenti mi rompevo una gamba>
Mi fa sedere accanto a lui, offrendomi un bicchiere di champagne.
Riempie il suo e lo alza < A questa serata> Sfioro il suo
bicchiere col mio e noto che siamo davvero vicinissimi. E che sto
fissando le sue labbra da troppi secondi.
< Ahm..> Bevo un sorso di champagne mentre penso a una
domanda da fare.
< Miranda ci seguirà in tv o da qualche altra
parte?> Ma
perchè devo sempre tirare in ballo lei, dannazione?!
< No, non credo abbia tempo per queste cose> Risponde
lui, con
una smorfia. Non che sembri particolarmente dispiaciuto
però.
< Oh.> Ma che ci sta a fare allora? Vorrei proprio
chiederglielo.
< Stasera siamo solo io e te> Mi guarda intensamente. Mi
mordo
appena il labbro, poi sorrido. < Non potrei esserne
più
felice>
***
< Già immagino le occhiate invidiose di tutti i
presenti di
sesso maschile - dice, mentre scendiamo dalla limousine e centinaia di
urla sovrastano la sua voce - Sei davvero divina,
stasera.>
< Ma stai zitto> Mormoro, avvampando.
E poi il colpo di grazia.
< E, cosa ancora migliore, sei solo mia> Mi passa un
braccio attorno alla vita, e insieme ci avviamo sul tappeto rosso.
Ora.
O ha bevuto troppo champagne, e sta delirando -cosa improbabile, visto
che l'ho controllato e ha bevuto giusto un paio di bicchieri- o si
è fatto tipo una canna in mia assenza, oppure Veronica l'ha
minacciato e ora lui sta cadendo ai miei piedi, oppure.. oppure dopo
ieri le cose sono davvero cambiate.
Lo guardo, e lui mi sorride rassicurante.
Direi che sono in Paradiso.
< PENNY!> Sento una voce il lontananza che mi chiama. Mi
volto.
E' Jon, che stretto in uno smoking viene verso di noi a passo svelto.
Subito guarda il braccio di Orlando che mi stringe e sorride malizioso.
< Vi trovo benissimo> Da una sonora pacca sulla spalla a
Orlando.
Io non riesco a guardarlo negli occhi. Ma perchè dev'essere
tutto così difficile? Perchè non possiamo fuggire
e stare
solo noi due soli, a chiarire questa situazione?
Robin si unisce al trio. < Orlando, sarà meglio che
tu vada
subito a firmare autografi. Le fan stanno sclerando> Mi guarda
torva.
Orlando sospira. < Torno subito.>
< Sta succedendo, vero?> Jon mi da di gomito.
< Cosa?>
< Qualcosa. Non so esattamente cosa, ma sembra che il ragazzo si
sia svegliato>
Sospiro. < Forse, sì.> Mi scopro a sorridere,
emozionata.
Resto a guardarlo, incantata, mentre sorride cordiale a centinaia di
ragazze che urlano, piangono, o semplicemente si portano le mani alla
bocca senza riuscire a dire una parola.
Un tempo ero anch'io una di quelle, che guardava invidiosa chi lo
accompagnava sul red carpet, sognando di essere al suo posto.
E guardatemi. Ci sono riuscita. Magari anche una di loro ce la
farà. Quella lì, per esempio. Che è
salita sulla
transenna e si sta sbracciando come un'ossessa. E' determinata, e
coraggiosa.
E di sicuro avrebbe fatto una figura più brillante di quella
che ho fatto io in diverse situazioni.
E magari ora andrebbe da Orlando, lo porterebbe via dalla folla e
direbbe < Senti, mi sono stufata di giocare a tira e molla, che
vogliamo fare?>
Mi scopro a sbuffare, al pensiero.
< Ti scoccia tutto questo?> Mi chiede Jon, che si
è materializzato nuovamente accanto a me.
< No, no. E' molto bello.>
< Ma preferiresti stare con Orlando, invece che quì
ad aspettarlo come una scema>
< Mi dai pure della scema? Grazie tante>
Però in fondo ha ragione.
Mi posa una mano sulla spalla. < Sono sicuro che anche lui lo
vuole. E vuole che tu lo aspetti.>
Mi sto davvero innervosendo.
< Senti, Jon. Sei bello e caro, ma devi farmi il piacere di non
parlare più di noi in questo modo. Poi ti stupisci se gli
saltano addosso. E grazie. Se tu alimenti questo desiderio.. vai a
aumentare il suo, di desiderio, se proprio devi far qualcosa! Ma poi
che importa, lui ha Miranda..> Alzo le mani e faccio una smorfia
indispettita.
Stringo le mani a pugno e mi decido a entrare nel cinema dove
sarà proiettata l'anteprima del film. Magari trovo un bagno
e mi
affogo.
Okay, no, scherzo.
< Dove vai?> Qualcuno mi tira per il braccio.
Se indovinate chi è vi regalo le mutande di Miranda.
Che tempismo, Orlando.
< Entravo dentro.> Dico, con un'alzata di spalle.
<
Non mi lasciare> Mormora, afferrando il mio polso. Senza nemmeno
avere il tempo di capire,
sento che le sue dita cercano le mie, e in breve vi si intrecciano.
Provo un'infinità di sensazioni a dir poco sconvolgenti, tra
cui
le fatidiche farfalle allo stomaco. Ma, ovviamente, dura troppo poco.
Si avvicina un giornalista e siamo costretti ad allontanarci. A
sciogliere quel contatto.
< Lei è la nuova interprete del signor Bloom,
vero?> Dice questo, puntando il microfono verso la mia bocca.
Oddio.
Non sono mai stata intervistata in vita mia.
< Ehm.. sì, esatto>
< Ci può dire com'è lavorare con
lui?>
Hahaha. Da dove potrei cominciare? Guardo in giro cercando
l'ispirazione, e mi blocco sullo sguardo assassino di Robin che,
nervosa, aspetta che dica qualcosa di possibilmente non deficiente.
< E' davvero bello. Orlando è una persona davvero
affabile,
è simpatico, il clima lavorativo è tutt'altro che
teso..
non ti accorgi di lavorare con una star internazionale. E'
semplicemente Orlando, e io sono grata che mi abbia offerto questa
opportunità>
Vabbè, me la sono cavata. Robin tira un sospiro di sollievo
e finalmente si lascia scappare un sorriso.
Orlando mi stringe a sè e ringrazia.
< Sai, potrei aver cambiato idea riguardo alle rate> Mi
sussurra all'orecchio, disinvolto.
Cosa?
Sto per chiedergli spiegazioni, quando Robin ci interrompe -di nuovo!-
e lo porta poco lontano da me.
Rate? Di quali rate parla?
Oh.
Quelle
rate? Le rate che mi hanno fatto collezionare l'ennesima figura di
cacca con lui, quella sera? Oh.
Il cuore riprende a battere furiosamente, mentre penso a ciò
che questo può voler dire.
Queste cose non si dovrebbero dire così, senza preavviso.
Cioè, almeno un telegramma un paio d'ore prima, o magari,
non
so.. oh, al diavolo! Ma avete sentito anche voi? Questo potrebbe
significare che..
< Cara, sei bianca come un lenzuolo, sicura di star
bene?> Una
tizia sbuca dal nulla e mi poggia una mano sulla guancia fredda.
< Ehm.. sì. Credo che andrò a rinfrescarmi
in bagno> Sorrido vaga e fuggo dentro.
Dopo dieci minuti in cui mi sono persa almeno tre volte riesco a
trovare il bagno. Mi poggio al marmo ghiacciato e mi guardo allo
specchio.
Ho il colorito di Michael Jackson, su per giù.
Le mie solite reazioni esagerate.
< Non sei sul punto di suicidarti, vero?> Non mi sono
nemmeno
accorta che sono entrate due ragazze, nel bagno, e quasi non mi rendevo
conto che una delle due mi ha rivolto la parola.
< Cosa?> Sono entrambe fasciate in abiti lunghissimi e
sgargianti. Biondissime e magrissime. Due Barbie.
< Hai proprio una brutta cera, tesoro. - Dice, mentre passa il
lucidalabbra per l'ottava volta e simula un bacio - Cos'è,
Orlando Bloom ti ha chiesto di sposarlo?> Fa una risata da
ochetta e
poi scuote la testa: < Certo che no, non potrebbe mai chiederlo
a
una come te>
L'altra si unisce alla risata.
Sollevo le sopracciglia, impietosita per la loro convinzione. Mi mordo
la lingua per non spiattellare tutto e stringo la borsetta, mentre le
pailettes mi graffiano le dita.
Ci vogliono un paio di secondi per farmi realizzare che le urla delle
fan, la fuori, si sono calmate. Così esco dal bagno, e sento
un
vocio alla mia destra. Una sala illuminata debolmente attira la mia
attenzione.
Non mi dite che mi sto perdendo la proiezione del film.
Arranco sui tacchi e raggiungo la sala prima che chiudano le porte. Oh,
stupendo. Non si vede 'na mazza. Non è che posso andare in
prima
fila e passare davanti a tutti per cercare il mio posto accanto a
Orlando. Se camminassi carponi si rovinerebbe tutto il vestito.
Ma che cacchio, potevo accorgermene prima! Quanto tempo sono rimasta in
quel bagno?
Accidenti. Ci mancava solo che guardassi il film in piedi accanto alle
guardie. Ma guarda te se uno può essere così sc..
< Finalmente, Pen. Stavo per chiamare una pattuglia di
carabinieri> Il mio cavaliere mi prende per mano e mi porta,
fila
dopo fila, al nostro posto.
< Mi spieghi come hai fatto a vedermi?>
< Mi sono voltato e ho visto una fanciulla di bianco vestita, un
angelo spaesato e un po' imbranato. Dovevi essere per forza tu>
Prendiamo posto mentre sullo schermo appare un primo piano di Orlando,
che anche se imparruccato e leggermente truccato, è sempre
bellissimo da togliere il fiato. Quasi quasi non so se guardare lo
schermo o bearmi di quello vero.
Le nostre dita sono intrecciate, e il mio cuore non vuole saperne di
rallentare i suoi battiti da quando lui ha cominciato ad accarezzarmi
il dorso della mano col pollice.
Se continuiamo così non capirò un accidente del
film, ma in fin dei conti, chissene.
Altro picco di fibrillazione quando si porta le nostre mani alla bocca
e comincia a posarvi soffici baci. Chiudo gli occhi, completamente
abbandonata a una miriade di sensazioni diverse.
Mi mordo il labbro, cercando di reprimere l'istinto ninfomane che
costui risveglia in me.
Improvvisamente, mi scopro a saltare quasi sulla sedia, spaventata dal
suono acuto di una chitarra elettrica. Apro gli occhi, e mi trovo
davanti un Orlando truccatissimo, tatuato e seminudo che canta di
fronte a una marea di ragazzine.
Il sorriso che si fa strada sulle mie labbra è completamente
involontario e fuori controllo.
Presto sono costretta a trattenere gli sbuffi chiudendo il naso con
pollice e indice, per evitare di scoppiare a ridere proprio davanti a
lui.
Quando poi comincia a far finta di suonare la chitarra, dimenandosi a
destra e sinistra come un grillo impazzito, non riesco più a
contenermi.
Fortunatamente anche altri ridono, salvandomi dall'imbarazzo totale.
Mi volto verso di lui e lui alza un dito, con lo sguardo dritto davanti
a sè e fa: < NON dire una parola>
Sul volto ha l'ombra di un sorriso.
Approfitto del momento per avvicinarmi a lui e appoggiare la testa
sulla sua spalla.
Pochi minuti dopo le luci si riaccendono, e sullo schermo compare la
scritta - Fine primo tempo -
Oh, maledizione!
Mi alzo di malavoglia, vedendo Orlando assorbito da una folla di
persone che si complimentano con lui.
Poi ci ripenso e mi siedo. Dopotutto, quanto durerà la
pausa? Cinque minuti? Dieci?
Non vale la pena di alzarsi e andare in giro. Insomma, conosco si e no
tre persone.
Faccio finta di scrivere qualcosa al cellulare, quando una delle
ochette di prima mi si riavvicina.
< Che ci fai seduta quì? Non sai che questi posti
sono per il cast e chi li accompagna?!>
< Infatti sono al mio posto>
Lei ride. < Sì, certo, e io sono la regina
Elisabetta>
< Sì, guarda, hai le stesse sue zampe di gallina,
proprio qui> Mi tocco la zona attorno agli occhi.
In quella, arriva Orlando, che prende posto accanto a me e mi chiede se
va tutto bene. L'espressione sbigottita della Barbie non ha prezzo. Va
via furiosa, mentre le luci si abbassano e lo schermo prende di nuovo
vita.
Io non mi
appoggio di nuovo. Non
devo appoggiarmi. Non devo appoggiarmi. Non devo appogg..
oh. Sono appoggiata.
In circa tre secondi, non so come, mi ritrovo sulla sua spalla,
circondata dal suo braccio. Sento che si sistema meglio sulla poltrona
e mi sfiora il braccio con le dita.
< Mi fai il solletico> Sussurro, fermando la sua mano con
la mia.
Poi, siccome sto scomoda con il braccio così, del tutto casualmente
faccio scivolare la mia mano fino a posarla sul suo petto. Chiudo gli
occhi e conto fino a dieci, sperando che non dica niente.
Al dieci
il mio cuore perde un battito. Non si è mosso di una virgola.
Mmm..
Questo è ancora meglio della moto. E' ancora meglio di tutto.
Se fossi un gatto non ci penserei due volte a fargli le fusa. Oddio, ma
che vado pensando?!
Oh, cielo. Che fa, porta una ragazza nella roulotte? Ma come osa.. ma..
oh. Si spogliano.
Accidenti. E' molto imbarazzante. Non avrei mai voluto sentire Orlando
fare quei.. ehm.. versi.. con.. cioè, in una situazione del
genere. E per giunta avendo il vero Orlando proprio a due centimetri da
me.
Il suddetto vero Orlando si schiarisce appena la voce, dimenandosi
leggermente sulla poltrona.
Ma bleah, guarda come lo bacia quella sciacquetta! E'.. è..
E' quello che vorrei fare io in questo preciso istante.
Merda.
Sta durando un po' troppo. Sbuffo dal naso, un po' irritata. Oh, grazie
a Dio. Qualcuno li ha interrotti, bussando alla porta della roulotte.
Lui va ad aprire, nudo, e segue un'inquadratura del suo fondoschiena.
Inspira, espira Penny. Niente di grave. L'hai già visto,
dopotutto.
Mi scappa un colpetto di tosse. < Ci sono altre inquadrature
delle tue natiche?> Domando, prima di collegare il cervello.
< Ehm, no> Sorride lui.
< Oh, bene.>
Dio, quanto sono idiota!
Ora penserà che non mi piace. Ma che deficiente!
< Peccato> Mi lascio scappare, con nonchalance.
Lui gira appena la testa, per guardarmi, e io faccio finta di niente.
Poi si appacia, e posa la testa sulla mia.
Penso proprio che dovrete raccogliermi col cucchiaino, adesso.
***
# It's the final
countdown! #
Diecimila luci di ogni colore possibile illuminano il locale dove ci
troviamo adesso per il party. Camerieri in tight sfilano tra la gente
portando eleganti vassoi d'argento ricoperti da bicchieri di champagne.
Donne più o meno vestite intrattengono uomini importanti,
forse
qualche attore. C'è un gran casino mentre gli Europe urlano
a
squarciagola un motivo conosciuto da secoli, e io continuo a domandarmi
quand'è che mettono un lento così avrò
un po' di
intimità con Orlando, visto che non c'è un
angolino dove
appartarsi e parlare tranquillamente. Nemmeno la classica "terrazza"
dove tutte escono a prendere aria e poi sono seguite dal loro cavaliere
che poggia la giacca sulle loro spalle e le bacia dolcemente.
Bevo l'ennesimo sorso di champagne. Ormai non faccio altro da
quarantacinque minuti.
Nonostante questo non ho cominciato a ridere, nè a fare la
stupida. D'altronde, come potrei, visto che sono da sola al bancone del
bar? Il barista è pure brutto come un topo morto, il che non
mi
incita a fare conversazione.
E ora che mi serve Jon non c'è.
Cerco con lo sguardo Orlando, e lo trovo tra Gwyneth Paltrow e Eva
Longoria, che sorridono beate a un fotografo.
Mi soffermo a guardare l'oliva che gira sconsolata nel Martini di un
tizio che si è appena seduto accanto a me.
< Non è abituata a party del genere, non è
così?> Mi domanda questo, improvvisamente.
Lo guardo di sottecchi. < Si vede?>
< E' troppo triste. Ed è davvero un peccato vedere
quell'espressione imbronciata sul bel viso che si ritrova>
Ma che vole questo?
< Chi saresti, un gigolò? O semplicemente un coglione
che fa
il cascamorto con tutte le ragazze sole e tristi?> Ops. Magari
ho
esagerato un po'.
Lui non si scompone per niente. Fa girare il contenuto del bicchiere,
compresa la povera oliva che sembra un criceto che si affanna a girare
nella ruota, poi alza lo sguardo e mi risponde.
< No, sarei un tipo che - solo e triste - vorrebbe fare
conversazione con qualcuno per non sembrare uno sfigato totale che si
siede sull'ultimo divanetto a braccia conserte e guarda il mondo che fa
la bella vita.>
< Ah..> Sorrido imbarazzata, poi mi decido a guardarlo.
< Uh, sai, somigli a James Marsden>
< No, sono il fratello gemello che ha tenuto nascosto per anni,
in
una segreta nel Wiltshire. Ora lui è da qualche parte con
Aramis
che gli mette la maschera di ferro e lo rinchiude nella cantina della
villa a sette piani che ha a Notting Hill> Annuisce con aria
grave,
scolando il Martini in un solo sorso. Poi mi si avvicina. < Ma
non
dirlo a nessuno.>
< Sei tu, vero? Che idiota, scusami>
< Figurati>
< Non ci credo che sei solo. Cioè, sei James Marsden.
Hai
idea di quanto tu sia carino?> Oddio, spero che non prenda
fischi per
fiaschi.
< Mi hanno costretto a venire, e non ho rimediato una ragazza in
tempo> Fa una smorfia. < E tu? Sei davvero sola come dici
di
essere?>
< A dire il vero no. Ma il mio lui è
troppo impegnato a farsi abbracciare da Eva Longoria per pensare a
me>
Lui non si gira nemmeno a guardare, ma continua a fissarmi.
< So
che vorrebbe essere
con te. E' sempre così, a questi party. Ci sono troppi
giornalisti che vogliono troppe foto. Niente è deciso da
noi.
Diciamo che -guarda l'orologio- tra dieci minuti, all'incirca,
cominceranno ad andarsene e potrai stare con lui tutto il tempo che
vorrai.> Sorride, cordiale, e io non posso fare a meno di
imitarlo.
Ci voltiamo entrambi verso la festa. Seguo lo sguardo di James e vedo
che guarda in un punto imprecisato del locale. In quel punto
imprecisato c'è Orlando.
< Chi diavolo
è quella?> Le parole mi escono fuori con una nota di
acidità che non mi appartiene, di solito.
< Intrattenitrice, suppongo. Per non usare un altro
termine.>
< Brutta stronza, posso intrattenerlo benissimo anch'io, e sai
che
ti dico, lui preferirebbe me! Ma perchè cazzo non viene
quì allora? Perchè nemmeno mi guarda?! Oh, mi sta
guardando.> Mi gratto la tempia, imbarazzata. James ride sotto i
baffi.
Noto lo sguardo di Orlando cambiare, vedendomi con lui. Perdo un
battito quando lo vedo avvicinarsi. Ma poi la ragazza lo tira per il
braccio. Lui si gira, le molla il bicchiere in una mano e stacca
l'altra dal suo braccio come se fosse un polipo che si è
avvinghiato con le sue ventose.
< Hey, I'm not a waitress!> Fa lei, indignata. Lui non la
caga di striscio.
Sto per fare una battuta ironica sull'accaduto, quando noto che James
non è più vicino a me. Lo cerco con lo sguardo, e
lo vedo
poco lontano, che va via. Per un attimo si volta e mi incoraggia con il
pollice alzato. Lo saluto con la mano.
< Chi saluti con tanta allegria?> La voce di Orlando mi
riscalda proprio come il Gin & Tonic che ho appena bevuto.
Quasi ci urtiamo, quando mi giro, tanto è vicino a me.
Il suo profumo fresco mi attira più di qualsiasi altra cosa
sulla faccia della terra. Un brivido mi corre lungo la schiena, e giuro
che se entro dieci secondi non si allontana io lo bacio.
Lo faccio eh. Al diavolo tutto.
Uno, due, tre, quattro..
Ci guardiamo insistentemente senza proferir parola, il respiro sempre
più irregolare.
Cinque, sei, sette...
Mi inumidisco le labbra, vedendo lui fare lo stesso.
Otto, nove..
Le luci si abbassano, e in sottofondo parte un lento. Orlando mormora
un Vuoi ballare?
proprio contro le mie labbra, e non riesco a fare altro che annuire.
Ci posizioniamo tra altre due coppie che ballano, e lui mi fa fare un
piccolo giro prima di attirarmi a sè con forza e mettermi
una
mano dietro la schiena. Con l'altra prende la mia e la stringe forte.
Posso dire per certo che questo è ancora meglio del cinema.
<
Mmm.. Young
sexy lovely>
< C-cosa?>
< Il tuo profumo.. mi fa impazzire>
Deglutisco a vuoto senza realmente realizzare quello che sta dicendo.
< Ed è proprio per te. Young - fa scorrere
lo sguardo sul mio corpo assieme alla sua mano destra - sexy - ad ogni
parola la sua voce si abbassa, fino a diventare un sussurro - lovely.>
La mano si ferma a pochi centimetri dal mio fondoschiena, senza che
nessuno sospetti niente. Dopotutto stiamo ballando.
Il fatto è proprio questo: solo io lo vedo, quell'ardore nei
suoi occhi? Quella scintilla maliziosa che appare magicamente quando mi
guarda?
Solo io e Jon, pare. E forse pure James.
Allora magari non sono del tutto pazza.
< Sappi che sto per saltarti addosso> Okay. Sappiate che
a parlare è il Gin & Tonic.
Per tutta risposta lui avvicina la bocca al mio orecchio e comincia a
mordicchiarlo delicatamente.
< Sei un gran bastardo> Mormoro, con la voce che mi
trema, e lo
sento ridere. Gli stringo le mani sulle spalle mentre lui fa lo stesso
con quelle sui miei fianchi.
< Io.. seriamente..> Quasi non riesco a parlare per
quanto lo desidero.
< Anch'io> Sussurra, e mi prende per mano, trascinandomi
fuori.
Corriamo verso la limousine, io entro, lui chiude la porta e
finalmente, finalmente
la sua bocca si posa sulla mia.
Non ha niente a che vedere con il bacio puro e casto che tutte ci
aspetteremmo dal principe azzurro.
Gli tolgo la giacca, mentre il
mio corpo formicola per l'impazienza. Lui si impossessa del mio collo,
dove vi posa una serie di baci, che mi provocano una fitta di
eccitazione.
Poi,
una voce semi-metallica mi spaventa. < Ehm, mi scusi, signore,
dove
la porto?> E' l'autista che parla da una specie di interfono. Ci
alziamo entrambi, troppo velocemente, e urtiamo contro il tetto
dell'auto. Mi lascio cadere sui sedili, e mi scappa una risata, mentre
Orlando comunica all'autista che la destinazione è casa sua.
Mi avrebbe fatto piacere vedere la strada per casa sua, ma,
francamente, ho altro a cui pensare.
***
Io, davvero..
Io..
Wow.
Cento di questi giorni.
O di queste notti.
Mi lascio andare a un sospiro estasiato, mentre ripenso a stanotte.
Non credevo che potesse essere così. Non credo di aver mai
desiderato una persona con tale intensità.
Apro gli occhi, e con un sorriso beato mi volto a guardare Orlando.
Che non c'è.
Al suo posto, sul cuscino, c'è un biglietto piegato in due.
Non ho trovato
caffè nei
mobili -e in ogni caso non è giusto che tu debba assaggiare
quella ciofeca che sarei in grado di preparare-, così sono
sceso
un secondo da Starbucks.
Tornerò prima che tu possa accorgerti della mia assenza.
Spero.
Non vedo l'ora di rivederti.
Tuo,
Orlando.
Rileggo il biglietto almeno altre trenta volte, passando il dito sulle
righe, come a volerne sentire la consistenza. Mentre sto ancora
prendendo atto di quanto un uomo possa essere meraviglioso, un bip-bip attira la
mia attenzione. Sul comodino di Orlando, il suo cellulare comincia a
vibrare e suonare.
So che non dovrei sbirciare, ma..
Miranda.
Una risata malefica nasce dentro di me -ora lui è con me,
ha. HA!- ma si smorza prima che possa gustarmela fino in fondo.
Come la mettiamo, con lei? O con me? Cioè, siamo tre. Mica
è tanto buono.
Proprio quando il cellulare smette di vibrare, sento la porta di casa
aprirsi.
E quando vedo Orlando con due bicchieri di caffè in mano e
una rosa rossa, non posso far altro che ridere.
E, sinceramente, Miranda può anche restare dov'è.
continua...
~°~°~°~°~°~
Bon. In teoria questo dovevo pubblicarlo prima di
partire per
Londra -cioè, entro il 1 luglio- ma proprio non ce l'ho
fatta.
Ero bloccata a inizio premiere e non riuscivo a scrivere.
Poi, evidentemente Londra mi ha dato l'ispirazione, o qualcosa del
genere, ed eccoci qui.
Uhm.
Prima di dire qualsiasi cosa inerente al capitolo, sappiate che Londra
è.. è.. dovete
andarci, se non l'avete ancora fatto.
Io spero di tornarci ad aprile. Incrociamo le dita!
Comunque.
Vi saluta la statua di Orlando. L'ho incrociata per caso, al Madame
Tussauds XD. Eccolo
quiii!
Ok.
Ah, ci tengo a precisare che tutta la parte sul film l'ho inventata. Il
film a cui ho accennato è Sympathy For Delicious, e l'unica
cosa
vera è che c'è Orlando. (E comunque,
Orlando farà veramente
ridere in quel film. Cioè, guardate qua.)
Ma non è vero che non ci sono co-protagoniste femmine.
Nè
che c'è la scena nella roulotte. Che fantasia,
nè?
XD
E la frase dove ho citato Michael Jackson è giusto
per
rendere il concetto. Nessuna accusa, discriminazione o che. Anzi.
Adoravo Michael. RIP <3
Ora che ho finito con disclaimer e simili, passiamo ai ringraziamenti!
- Moglie
beddissima:
Un anno e nove mesi, adesso. Marò. Mi sembra di conoscerti
da
una vita. Che fortuna che ho. Bedda, bedda *_* T'amo moglieeeeee!
- Chiù:
Il
nostro attore si è dato la regolata. Cioè, ci ha
provato.
Ma era più forte di loro, suvvia. Mica potevano ignorare i
loro
sentimenti? (Facciamo i loro istinti, va. Animali, aggiungerei XD) Ti
voglio bene tesoro, ma tanto tanto! <3
- Fede:
Bwahahauah,
uccidiamo la Ventura! v.v Wa, ti ho davvero sconvolta con quella shot
su James Franco. Ora sei anche tu tra noi povere sbavanti per lui (L)
Eh beh, difficile non esserlo. Comunque.. grazie per le tue recensioni
*-* Le adoro! Un bacione!
- Ramona37:
G-r-a-z-i-e! xD Spero che anche questo ti sia piaciuto! :*
- Smemo92:
Ta-dan!
*Fischietta vaga* Adesso è proprio chiaro che è
cambiato
qualcosa. Spero che il cambiamento sia stato di vostro gradimento XD
Loro due lo hanno apprezzato molto, posso confermare xD Grazie del tuo
sostegno, mi fanno tanto piacere le tue recensioni! Un bacione forte!
- LadyElizabeth:
Stavolta è passato un mese e non tre, dai. Menomale. u.u Il
capitolo è stato partorito non senza difficoltà,
ma alla
fine ce l'ho fatta. xD Spero ti sia piaciuto =) Un bacio.
- Kiki:
Deh, alla fine
ci sono andata io a Londra e non ho beccato proprio nessuno. Che poi ho
saputo che nello stesso periodo c'era la Keira col Rupert. Accidenti.
>.< Vabbè, dai, riproverò la
prossima volta xD
Bacioni!
- Flow:
Finalmente la
parte che aspettavamo tutti -e credo anche tu- è arrivata.
Fammi
sapere cosa ne pensi. Ebbene sì, odio Simona Ventura e ne
vado
fiera u.u Orlando ci farà dannare parecchio, ma non mi
sbottono.
Un abbraccio forte =)
- Doddy:
Testona forever and ever, non cambierò mai. A me interessa
che a voi piaccia questa cosa
che scrivo. Poi puoi dire quello che ti pare. Chissà, magari
fra
dieci anni ci crederò, che sono brava xD Huahaua, ti voglio
un
bene immenso!
- Volitiva:
Una nuova
lettrice *_* Grazie mille per i complimenti!
Sììì,
sono napoletana! S' ver' assaj? xD Guarda, sei stata fortunata. Tu
recensisci e io pubblico il nuovo capitolo XD Spero ti piaccia! Baci!
With Love,
Sara.
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Capitolo 7 *** Capitolo sette. ***
Cap 3
Curriculum
vitae
Capitolo
sette
< Secondo me Gerard è completamente e
irrimediabilmente stonato.>
< Ma che stai dicendo! Ha parlato il quinto Beatle riuscito
male!>
< Io non ho mica cantato nel film>
< Appunto, ci è bastato vederti muovere>
Comincio a ridere ancora prima di vedere la sua reazione, prevedendo un
attacco di solletico immediato. Ecco, appunto.
< Va bene, va beneeeee, sei bravo, bravissimo!> Riesco a
dire, tra le risate.
Si ferma bloccandomi i polsi sopra la testa, e si avvicina
pericolosamente alle mie labbra. Tre ciondoli che porta al collo mi
sfiorano la pelle, facendomi rabbrividire più di quanto non
voglia.
< Una notte di queste mi canti Hush Little Baby, mh?>
Dico, serrando le labbra per non ridere.
Lui socchiude gli occhi meditando vendetta, e nemmeno due secondi dopo
comincia a mordermi il collo, così che rido ancora di
più.
Riesco a prendere fiato solo quando squilla il telefono.
Lui si accascia appena su di me, sbuffando. < Se è di
nuovo Robin, giuro che la licenzio>
< Senza di lei sei un uomo finito, non ti azzard.. che
c'è,
chi è?> Perdo battiti immaginando chi sia, a
giudicare
dalla sua espressione.
Mi lascio andare a un sospiro affranto. E' la terza volta che chiama da
stamattina.
Spero con ogni cellula del mio corpo che Orlando non risponda.
< Devo rispondere per forza, o sarà sempre
peggio> Mormora, quasi mi avesse letto il pensiero.
Non so perchè, ma ho una brutta sensazione. Cioè,
veramente lo saprei il perchè. Perchè ora lui
mentirà dicendo che sta con la sorella a Piccadilly, quando
invece è quì con me.
Ovviamente, non vorrei che le dicesse la verità..
Ma anche sì, invece.
Perchè non la manda al diavolo semplicemente? Uffa.
< Ehi amore.. ciao>
Pure amore
la chiama? Ma
mi vede o sono diventata invisibile?! Certo, magari mi farebbe comodo.
Così vado da Miranda e la prendo a pugni senza che lei possa
reagire in modo alcuno. In verità, talmente è
magra, non
ci sarebbe bisogno di essere invisibili.
< Sì.. no, veramente sono.. ehm..> Si guarda
intorno alla
ricerca di un appiglio o di una scusa plausibile. < Sono a casa.
Ho
alcuni copioni da guardare, sai com'è..>
Tipico. Un po' di fantasia per risultare più credibile no
eh?
< Certo che mi manchi, che domande!>
Uh, sì, da morire. Specialmente stanotte ti è
mancata. Proprio tanto.
Argh, ma che ci faccio quì? Devo andarmene.
Mi alzo da letto, infilo le scarpe e comincio a raccattare le cose
sparse per la camera e a infilare freneticamente il tutto nella borsa.
Orlando mi ferma bloccandomi per il polso, così che sono
costretta a girarmi. Sbuffo, e -senza pensarci troppo- comincio a
fargli il verso mentre parla al telefono, con faccia smielata e
sbattendo le
ciglia. Mi libero dalla sua presa e mi avvio verso la porta, ascoltando
nient'altro che il ticchettio dei tacchi sul pavimento.
< No, è la televisione.. no che non c'è
nessuno, chi ci dovrebbe essere?>
Oh Signore! Alzo un braccio come a dire "ah, ecco, ci mancava solo
questo!"
Sai che ti dico, Orlando? Inventati una scusa ora per la porta che
sbatte!
***
Ho bisogno di un bagno bollente.
No, magari di una doccia fredda.
Entro da Starbucks e mi siedo al primo tavolo disponibile. Alzo gli
occhi e mi trovo davanti una foto di Orlando e Miranda a braccetto, di
qualche settimana fa. La ragazza che ho di fronte sfoglia la
sua copia
-vecchia, immagino- di "Hello!" tutta interessata.
< Non ci credo. Si sono lasciati?> Comincia a mormorare,
sconcertata. < E per colpa di un'interprete?! Oh, cielo. Non ci
posso credere!>
Cosa? Che
sta blaterando questa?
Guardo meglio la copertina e vedo una scritta gigante a cui prima non
avevo fatto caso, che dice "Orlando e Miranda: Is it over?" e la data
di oggi, oltretutto. E una specie di squarcio tra i due. Certo che sono
proprio distratta, come ho fatto a non vederlo prima?
Lo dico che mi manca qualche rotella.
< Ma guardatela. Tutta sorridente nel suo abito bianco. Ma chi
si crede di essere?! Tzè.>
Quando mi accorgo che sta per abbassare il giornale, prendo il menu e
me lo piazzo davanti al viso. Se questa mi vede mi affetta seduta
stante.
Tutta assorta nei miei pensieri, sobbalzo quando la cameriera mi porta
il caffè. < Ah, grazie.>
< Ehi, Meg, hai letto qua?> La ragazza assassina ferma la
cameriera riempendole la testa di chiacchiere su questa presunta
rottura. Ma dico, che ti frega? Fatti un barile di affari tuoi, idiota!
< Sì, ho visto. Secondo me non è vero, non
è
confermato niente. Anche se questa Penelope è carina. Li
vedo
bene, insieme. Mille volte meglio di quella triglia leopardata.>
Uh, finalmente una che la pensa come me! Che bello.
< Miranda è il top del top. Ha delle gambe che fanno
paura.>
< Tanto son scheletriche?> Mi copro la bocca col
bicchiere.
Certo, Pen, datti la zappa sui piedi. Complimenti, hai vinto l'Oscar di
scemenza.
< Come scusa?!>
< Ehm, niente. Devo andare.> Fuggo via con la speranza
che non mi riconoscano. Dite che devo mettermi a correre?
Se caccia la mannaia e mi insegue?
Mi giro furtiva, ma non vedo nessuna ragazza imbufalita venire verso di
me. Puff, menomale.
Certo che sono paranoica.
Un passo dopo l'altro verso casa, rifletto su questa notizia. Che
qualcuno abbia spifferato qualcosa? Possibile che Jon..? Nah. Robin? Ma
manco se la torturano.
Quell'ochetta del cinema? Non voglio credere..
No. Sono solo stupide supposizioni di stupidi giornali.
Non me la sono certo immaginata la conversazione di cinque minuti fa.
Appunto.
Quindi, niente di fatto. Magari qualcuno avrà avvertito un
po'
di tensione.. o magari Miranda ha detto qualcosa a proposito di loro
due.
Dio, speriamo.
Ah, casa dolce casa.
Prendo la montagna di posta ammucchiata fuori alla porta, e vado dritta
in bagno ad aprire i rubinetti della vasca. Ci butto una zolletta effervescente da bagno
di Sephora e vado a spogliarmi. Facciamo due, va.
Mentre sgancio il reggiseno, squilla il telefono. Prendo il cordless
coprendomi il seno con l'altra mano. Uhm, chi è? Non conosco
questo numero.
< Pronto?>
< Salve, parlo con Miss Cabey?>
< Sì, chi è?>
< Sono Catherine Wickham, di Vogue. Volevo farle
alcune domande riguardo..>
< Cosa? No!> Ma che vole questa?! Ma perchè la
gente si ostina a voler sapere i cavoli degli altri?
< Se vuole possiamo combinare un incontro..>
< Non mi ha sentito? No!>
< Allora mi dica solo se c'è qualcosa tra lei e Mr
Bloom, rilasci una dichiarazione..>
< Ma che dichiarazione e dichiarazione, l'unica cosa che posso
dire è no
comment e fatevi gli affari vostri!> Riattacco
tutta accaldata.
Neanche tre secondi dopo, il telefono torna a squillare. Oh, no.
Al diavolo.
Vado in cucina e stacco la spina, direttamente. Così
imparano.
Ci manca solo che me li ritrovo sotto casa. Che poi, mica sanno dove
abito?
Forse no, ma non ci metteranno più di mezz'ora a capirlo.
Maledizione.
Controllo il cellulare. Nessuna chiamata, nè messaggi. Okay,
non vorrei ammetterlo, ma sono un tantino delusa.
Vabbè. Cosa potevo aspettarmi, dopotutto.
Mi infilo nella vasca da bagno lasciandomi andare a mugolii di
approvazione. Ah, finalmente un po' di relax.
Chissà se in America sono arrivati questi gossip. Certo,
Hello! esce pure là. Dio, Robin deve essere furiosa!
Speriamo che Orlando non sia
nei guai.
Sbuffo. Dopotutto non riesco a non preoccuparmi per lui. Magari
avrà qualche spiegazione, che ne so. Forse sta reggendo la
storia con Miranda per.. boh. Qualche motivo segreto di cui solo lui e
Robin sono a conoscenza.
Certo che la mia mente in quanto a volare con la fantasia non batte
nessuno.
Uh, che strano. Mi sembra di aver sentito suonare la porta. Devo avere
acqua nelle orecchie. E le allucinazioni.
Driiiiin!
Stavolta lo sento
forte e chiaro. Chi sarà mai? Uff. Non poteva aspettare che
finissi il mio bagno? Accidenti a lui. O lei.
Giuro che se è qualcuno per un'intervista prendo
l'attizzafuoco e glielo infilo nel naso.
Mi avvolgo alla bene e meglio in un asciugamano e, gocciolando per
casa, urlo < Sto arrivando! Calma!>
Apro senza guardare dallo spioncino.
Sospiro.
< Che ci fai quì?>
< Ti ho cercato in almeno quattro Starbucks, sono andato a
Covent
Garden per vedere se eri da Marks&Spencer, e dopo una corsa
sfrenata per i tre piani -in cui sicuramente mi avranno creduto pazzo-
sono uscito e ho chiamato Alex allo studio, che mi ha detto di non
averti sentito per tutta la mattinata.. allora ho provato a chiamarti
sul cellulare per l'ennesima volta, ma..>
< Non mi è arrivata nessuna chiamata>
< Come stavo per dire, eri irraggiungibile. Probabilmente hai la
batteria scarica, come al solito. Quindi ho provato a chiamarti a casa,
ma il telefono era staccato, e quasi mi veniva un ictus.. ho creduto
che ti fosse successo qualcosa.. l'unica cosa da fare era venire
quì, e quindi..>
Mi gratto il naso, ascoltando il suo respiro affannato.
< Non mi dire che sei venuto a piedi da Covent Garden>
< Cento punti!>
< Oh Signore>
< Magari potresti farmi entrare, invece di tenermi ansimante e
semi accasciato sulla soglia di casa.>
Mi sposto senza dire niente, quindi chiudo la porta. Lui si siede sul
divano ed espira rumorosamente.
Meglio che chiuda la finestra, o mi prendo una bronchite. Sento le
gocce d'acqua scendermi dietro la schiena come se facessero a gara a
chi arriva prima all'osso sacro.
C'è un silenzio -come si dice- assordante. Ora ne riconosco
il pieno significato.
Mi piazzo sul tavolino di fronte a lui, aspettando che dica qualcosa.
Nel frattempo, annego nei suoi occhi color cioccolato, che in questo
momento hanno assunto un'espressione triste e corrucciata.
< Ti ascolto.> Dico, per smuoverlo un po'.
< Mi dispiace. Ho sbagliato tutto. Quando ti vidi la prima volta
capii che non sarebbe stato facile lavorare con te. Insomma, con
Miranda all'altro capo del mondo e un angelo sceso in terra al mio
fianco, la situazione non era delle migliori. Robin mi ha avvertito
ancora prima che ti vedessi. Sarebbe stato un casino, se avessi
lasciato Miranda con un e-mail per te, la mia interprete. Considerando
il quasi scandalo con quella precedente, se fosse successo nessuna
somma di denaro avrebbe potuto più tenere a freno i tabloid.
Speravo tanto tu fossi un'antipatica megera insopportabile, invece
più passava il tempo e più mi piaceva la tua
compagnia.>
< E' facile tenere il piede in due staffe.>
< Credevo avresti capito, come hai capito quella sera al parco,
e non hai detto nulla>
< Sì, hai ragione, avevo capito. Ma poi le cose sono
leggermente cambiate, no? Insomma, era evidente che c'era interesse, e
anche se non vorrei ammetterlo, pare che mi stia inn.. affezionando
troppo a te.>
Oh. Dio.
Stavo per dirlo. Scema, scema, scema. Non è possibile.
O, magari, come direbbe qualcuno.. non è probabile.
Eppure perchè dopo quello che è capitato non mi
interessa altro che stare con lui?
Lo so che è patetico, lo so che non dovrei. Che è
sbagliato, che non è normale
voler essere l'amante di qualcuno e lasciare che quel qualcuno ti usi
in questo modo, ma.. boh. Quando me lo sono trovato davanti, alla
porta, è stato come un sollievo.
Avrei voluto buttargli le braccia al collo e dimenticare. Ma mi sono
imposta di fare la fredda, almeno per un po'. Poi ha cominciato a dirmi
quello che volevo sentirmi dire..
E ci mancava pure che gli dicessi di essermi (quasi) innamorata di lui.
Questa è proprio carenza d'affetto in piena regola.
< Anch'io. Tanto. Io.. ti chiedo di aspettare. Se mi vorrai
ancora io ci sarò.>
< Non posso aspettarti per sempre. Specialmente sapendoti con
lei>
< Cercherò di vederla il meno possibile, te lo
prometto.
Anzi, vedrò di non farmi trovare con lei in pubblico.>
Mi prende le mani e le stringe forte, aspettandosi una reazione che non
arriva. Poi si avvicina inequivocabilmente al mio viso e si ferma a
pochi millimetri dalle mie labbra. Sa giocare bene, devo ammetterlo.
E sia.
Spedisco il neurone a sciare a Dubai e lo bacio. E come d'incanto,
tutti i buoni propositi e la freddezza iniziale accompagnano il neurone
negli Emirati Arabi lasciandomi su un divano, mezza nuda, con colui di
cui mi sto innamorando.
Due giorni dopo
Dio, quanto amo Veronica.
Lei sa sempre cosa dire, e dopo aver parlato il mondo sembra diventare
un posto migliore. Tutto diventa facile.
E' per questo che l'ho costretta a lasciare le sue pratiche noiose per
venire in centro con me. Dovevo sfogare ancora una volta la mia
scemenza e, devo dire, la mia felicità.
< E quindi suppongo di essere una cretina totale. Un disastro
con
due braccia e due gambe, e un cuore che prevale su tutto il resto senza
nemmeno lasciarmi il tempo di realizzare quello che faccio. Ma non me
la sento di autoflagellarmi, no.>
< Senti. Lo sai che io sono assolutamente contraria a questo
tipo di
relazioni, e se non fossi così presa ti imporrei di mollarlo
proprio ora, e quì. Ma ti vedo felice, nonostante tutto.
Veleggi
su una nuvola da tre settimane a questa parte, non posso spezzare
questo sogno. D'altra parte, però, se solo si azzarda a
trattarti male dovrai dire ai parenti di cominciare a preparare il suo
funerale.>
La abbraccio facendo attenzione a non sporcarla col gelato e, as
usually, mi sento subito meglio.
< Comunque, giovedì c'è
l'ultimo incarico. Facciamo un'intervista per Fhm e poi mi porta a cena
fuori!> Mormoro, fuori di me
dalla gioia.
< Oh, tesoro. Sono davvero contenta. Vorrei restare a
parlare per ore, ma la vita reale mi chiama. Ci sentiamo presto, ti
chiamo stasera! Ciao bellezza!> Le do un bacio sulla guancia e
la
saluto con la mano, mentre faccio due o tre passi all'indietro.
Quando mi volto, il gelato finisce dritto dritto su una candida canotta
bianca.
< Oh, sono desol..>
Le parole mi muoiono sulle labbra.
Miranda.
Lo sguardo corre veloce alla sua mano destra, intrecciata a una che
conosco. Molto bene, oserei aggiungere.
< Guarda quì.. -sta dicendo lei, gli occhi fissi
sull'enorme
macchia verde e arancione- Orli, tienimi la borsa un secondo>
Gli
molla la borsa in mano e comincia a pulire alla bene e meglio con un
fazzoletto.
Guardo Orlando, senza fiatare. Sposto lo sguardo in alto, sperando di
impedire alle lacrime di scendere.
< Mi.. mi dispiace> Mormoro con voce rotta.
Miranda fa cenno di aver accettato le scuse e sbuffa appena.
Poi, mentre sto per andarmene, la suoneria del cellulare mi avverte
dell'arrivo di un messaggio. Guardo Orlando e vedo che ha il cellulare
in mano.
Mi ha costretto. Non
trarre conclusioni affrettate, ti prego.
Alzo gli occhi, con lo sguardo più cattivo che mi riesce.
Non trarre conclusioni?! Ma come gli viene?
Decido di concedergli il beneficio del dubbio. Me ne vado prima che
Miranda possa riconoscermi, o sarebbe un bel guaio.
Spero tu abbia una
buona
spiegazione. Ah, sto andando nel tuo appartamento, ho lasciato
lì alcuni appunti per giovedì. Faresti bene a
guardarti
dall'invitare la tua stampella ambulante a casa, almeno fino alle due.
E togliti quegli occhiali che fai pietà.
Prendo il primo taxi disponibile e smanetto col cellulare, come se
agitarlo a destra e a manca servisse a ricevere uno straccio di
risposta da Orlando.
Almeno un Mi dispiace,
che ne so. Non ci vuole tanto a scriverlo.
Scendo di corsa e inforco gli occhiali. L'ultima cosa che voglio
è che qualcuno mi riconosca mentre vado a casa di Orlando.
Mi appoggio al cancello per frugare nell'enorme borsa dove trovo tutto
tranne quello che mi serve.
Ma dove stanno ste chiavi maledette?!
Ah, eccole, finalmente. Le infilo nella serratura e faccio un salto di
tre metri quando mi accorgo che ci sono tre uomini armati di macchine
fotografiche che mi abbagliano di flash manco fossi sul tappeto rosso.
Merda.
Che sfiga cronica. Orlando deve avermi passato una buona dose della
sua, a quanto pare.
Richiudo velocemente la porta alle spalle ansimando quasi in preda al
panico. Avrei dovuto portarmi una mazza da baseball e colpirli uno a
uno. Tanto ci entrava nella borsa.
Scorro lo sguardo sui mobili. Dove l'ho messa quella dannata
cartellina? Entro nel piccolo studio e sposto un po' le varie carte per
vedere se per caso è lì. Le mani mi tremano, non
so il
perchè, e finisco per far cadere un mucchio di fogli per
terra.
Sbuffo sonoramente. Più tempo passo quì dentro e
più peggiorerò le cose.
Fermi un secondo. Cos'è questa?
Prendo tra le mani una lettera, spedita dall'Australia. Risale a
qualche giorno prima della premiere.
E' dei genitori di Miranda. Lo ringraziano di aver accettato l'invito a
trascorrere un paio di settimane da loro così possono
ufficializzare il.. fidanzamento.
La lettera mi scivola dalle dita come se avessero perso la loro
sensibilità. Mi siedo per terra, e mi appoggio alla
scrivania.
Cretina, cretina, cretina.
Comincio a singhiozzare ancora prima di sentire le lacrime scorrere
come un fiume in piena.
Resto per terra per dieci minuti buoni. Lui sapeva che si sarebbe
fidanzato ufficialmente ancora prima della premiere, non ci posso
credere!
Che voleva fare? Voleva che lo aspettassi per una decina di anni,
quando si sarebbe stufato della sua mogliettina e
magari pure dei figli?!
Non credevo che arrivasse a questo punto. Non credevo di essermi
sbagliata completamente sul suo conto.
Imbecille patentata che non sono altro!
Esco di corsa dall'appartamento sbattendo tanto la porta da far tremare
i muri. Mi trovo davanti gli stessi tizi di prima, e li mando al
diavolo senza indugio.
Avrei voglia di chiamarlo e fargli i migliori auguri per
il fidanzamento, ma forse è meglio aspettare di incontrarlo
da vicino.
Oh, Dio, se lo avessi quì ora.. altro che mazza da baseball..
Mi ritrovo a lanciare un urlo per strada attirando l'attenzione di
qualche passante ignaro.
< Vorrei affogarlo con la sua stupida sciarpa leopardata>
Borbotto mentre ordino un caffè forte al volo da
Caffè
Nero. Non ho tempo di arrivare nel mio paradiso personale, ora. Devo
prendere la metro, tornare a casa, buttare giù due aspirine
e
prendere a coltellate un cuscino dove disegnerò la faccia di
Orlando.
Maledetto bastardo.
Entro nella metropolitana stranamente vuota, o quasi, e mi siedo al
primo posto disponibile.
Una signora sui quaranta col viso tutto tirato mi osserva molto poco
discretamente, poi pare essere colta da un'illuminazione. < Lei
è quella del red carpet! Quella dei giornali!> Apre
il
giornale e indica la mia foto. Non posso fare a meno di notare il mio
volto sorridente e quella luce negli occhi tipica di chi è
cotto
perso di qualcuno.
< No, si sbaglia.>
< Come no? E' proprio lei, non c'è dubbio eh! Guardi
-allunga
il giornale a un uomo di fronte a noi- ho ragione o no? E' proprio
lei!>
Il tizio mi scruta coi suoi occhi azzurri e annuisce. <
Sì, pare di sì>
< Visto? E' lei.>
< E quindi?!> Sbotto all'improvviso urlando
più di quanto
volessi. < Sono io, e allora? Vuole fucilarmi perchè
ho
"fatto lasciare i due piccioncini"? Beh, le do uno scoop, tra me e il
signor Bloom non c'è niente, niente,
solo un rapporto professionale, e a breve nemmeno quello
più. Se
fosse andata in centro, stamattina, invece di andarsi a rifare col
botox li avrebbe visti insieme>
Prendo aria guardando tutti in cagnesco, in particolar modo la signora
che mi osserva sbigottita e si tocca le guance.
In quella, squilla il cellulare di qualcuno.
Oh, sembra il mio.
Quando vedo che tutti mi guardano, realizzo che forse è il
mio. Frugo nella borsa quasi infilandoci la testa dentro. Si
può dire che ci entrerei tutta, tanto è grande.
< Puff, pronto?>
< Penelope?>
< No, mago Merlino> La voce dall'altro capo del telefono
ride. Ma chi è?
< Sono James>
< Chi?> James? Non mi sembra di conoscere nessun James.
< Marsden. Ci siamo conosciuti al party dopo la premiere,
ricordi?>
Uh, quel James! < Ma certo, scusa, ho la testa un po' tra le
nuvole
ultimamente. Come hai fatto ad avere il mio numero? E a sapere chi
sono, oltretutto?> Chiedo curiosa.
< Sai, sei un po' su tutti i giornali. Quando ti ho riconosciuta
e
ho letto che sei un'interprete, ho chiamato Robin Baum che mi ha dato
subito il tuo numero.>
Ma va? Quella non vede l'ora che mi levi dai piedi!
< Ah.. capisco.>
< Senti, ti va di vederci la prossima settimana? Facciamo
giovedì sera?>
Una risata diabolica si insinua nella mia mente. <
Giovedì sera è perfetto!>
< Bene. Ehm.. ti passo a prendere alle sette, a casa>
< Ma non sai dove abito>
< E chi te lo dice? -lo sento ridacchiare- Ciao Pen, a
presto!>
Osservando il suo numero sul display mi scopro a sorridere. Sospiro,
sentendomi un po' meglio.
Ecco la mia fermata.
No, se pensavo che mi sarei sentita meglio dopo una settimana mi
sbagliavo di grosso.
Sono furiosa.
Sarà perchè sto litigando con Veronica da
più di
un'ora, e in verità mi sono accorta che non faccio altro che
litigare con tutti.
E ho le mestruazioni.
Fatevi un po' i conti.
< No, non ci vado! Ma non mi senti quando parlo?!>
< Invece ci vai senza fiatare, Penelope!>
< NO.>
< Finisci quello per cui ti hanno assunta e vai via a
testa alta. Non puoi rinunciare per quel deficiente! E'
un'opportunità troppo grande per buttarla al vento!>
< Ma tu non capisci! Come posso guardarlo negli occhi dopo
quello
che è successo? Come posso stargli vicina e fare finta di
niente? Cioè, almeno dovrebbe scusarsi, no?! Avrebbe dovuto
farlo una settimana fa, Cristo! Capisco che magari non ti puoi
presentare a casa, ma chiamami almeno!>
< Con Fido-Bau al seguito? Non credo sia possibile>
Sbuffo, frustrata.
< Ma poi che ti frega -continua, imperterrita- ti ha trattato
nel
peggiore dei modi, ora che ti cambiano le sue scuse? Non capisco
perchè ti ostini tanto.>
< Non lo so, non lo so.. non so più niente.>
Un singhiozzo mi scuote il petto.
< Oh, Penny.. -mi abbraccia- dammi solo l'autorizzazione e io lo
uccido. Assumo un cecchino, ne conosco uno bravissimo, davvero!>
Rido tra le lacrime. < No. Se proprio qualcuno deve ucciderlo
dovrei
essere io. Uff, devo prepararmi. Mi aiuti a scegliere cosa
mettere?>
Alle cinque in punto sono sotto casa. Mi dondolo sui tacchi
rinfrescando un po' di francese.
< Que fils de
pute!> Bofonchio, irritata. Nah, in inglese suona
meglio.
Se qualcuno sa dov'è quel decerebrato tracotante me lo dica,
grazie.
E' passata mezz'ora. Non è mai stato in ritardo. Lo chiamo
per
l'ennesima volta, ma il cellulare continua a squillare a vuoto.
Potrei provare a chiamare Pete, il bodyguard. Dovrei avere il suo
numero in rubrica..
< Pronto, Pete? Sono Penelope Cabey. Orlando è con
te?>
< Sì, ti stanno aspettando tutti, che fine hai
fatto?>
< Come che fine ho fatto? Orlando doveva venire a prendermi
mezz'ora
fa! Quel.. argh! Arrivo il più presto possibile, aspettatemi
eh!>
Cane insolente!
Non basta che deve scusarsi mille volte battendosi il petto con una
frusta? (Anzi, deve battersi e basta.) Deve pure aggiungere una
sfacciata negligenza o, peggio, orgoglio?!
Ah, ma appena mi sente.. < Taxiii!>
Picchio freneticamente le dita sul finestrino, ripassando mentalmente
tutti gli insulti che conosco.
Inspira, espira. Dentro, fuori. Calma.
Scendo dal taxi sbattendo la porta. Mi specchio nel finestrino e noto
che la mia faccia ha acquistato una decisa somiglianza con Yzma,
quella de Le follie
dell'imperatore.
Mi dirigo a passo deciso nel ristorante, e quasi faccio spaventare una
cameriera quando la chiamo e le chiedo di dirmi dov'è il mio
tavolo.
No, mi devo calmare.
Almeno un pochino.
Guardo nella
direzione che mi indica la ragazza. Posso notare la figura ingombrante
-è un eufemismo- di Pete in piedi accanto al tavolo.
Quando mi vede, Orlando si alza e mi viene incontro.
< Lo so, lo so, scusa!> Balbetta alzando una mano come
per fermarmi.
Gli passo davanti sfrecciando senza degnarlo di uno sguardo, sbatto la
borsa sul tavolo e mi siedo, ravviandomi i capelli.
Sfodero un sorriso professionale e mi presento a colui che
farà l'intervista.
Orlando ci raggiunge in silenzio, e non mi stacca gli occhi di dosso.
< Mr Lacroix, non è che ci può scusare un
secondo?> Chiede, apparentemente sforzandosi di essere gentile.
< No. Non ci può scusare. Cominciamo, forza.>
Ribatto ferrea e determinata. Hahaha, il signore si chiama Lacroix?
Decisamente appropriato. E' proprio quello di cui Orlando ha bisogno:
farsi la croce.
< Invece credo che..> Prova a replicare, ma glielo
impedisco.
< Credi male. Sbrighiamoci, che dopo ho un appuntamento
importante.> Fredda come il polo nord.
Lui sembra spaesato. < Dopo hai un appuntamento con me, quindi
abbiamo tutto il tempo per..>
< No, ti sbagli. Di nuovo.> Gli faccio un sorriso alla
Blair
Waldorf, di quelli sadici che prevedono solo gli angoli della bocca
alzati appena.
< Ah. Auguri per l'imminente fidanzamento. Quand'è
che avevi
intenzione di dirmelo? Dandomi la partecipazione di nozze?>
Il caro monsieur
ci interrompe impacciato: < Est-ce que j'ai entendu "engagement"
ou pas?>
< Oui, vous avez bien entendu. Monsieur Bloom est sur le point
de se
fiancer. (*)> Rispondo, lanciando un'occhiata di sfida a
Orlando, che si
passa una mano sulla fronte. Vedo l'intervistatore scrivere febbrile
sul suo taccuino.
E' più o meno a questo punto che Orlando mi prende per il
braccio e mi trascina fuori dal ristorante.
< Ma che cazzo fai?!>
< Che cazzo fai TU, Orlando! Ma chi ti credi di essere, il re
del
mondo? Entri nelle vite degli altri, fai quello che ti pare e pretendi
pure che questi ti venerino giurandoti fedeltà eterna e
facendosi comandare a bacchetta? Quella piantana ti ha fatto veramente
perdere il lume della ragione!>
< Questo
non se lo merita> Mormora lui tra i denti.
< Ma se ti tradisce con Lucas Haas! Altro che
fidanzatina devota. E' una racchia con il gusto nel vestire di una
suora cieca!>
< Ma la finisci di tirarla sempre in ballo?
Quì non si tratta di lei!>
< Hai ragione, si tratta solo di te! Ti è piaciuto
avere la
tua bambola gonfiabile personale? Sei un porco bastardo traditore! E
guarda come la difendi! Ma ti senti quando parli? Il bagno dell'altro
giorno ti ha annacquato il cervello?!>
< Tu dovresti imparare a farti i dannati affari tuoi, invece di
frugare nelle case degli altri! Credo tu abbia dimenticato con chi stai
parlando, io ti posso rovinare la vita!>
< L'hai già fatto.> Rispondo con un filo di
voce e gli occhi ormai appannati.
Lui mi guarda come se solo adesso si rendesse conto di aver fatto un
casino. Alzo lo sguardo. Non piangerò davanti a lui.
< Dove devi andare dopo?> Chiede, senza guardarmi negli
occhi.
< Non sono affari tuoi.>
Poi sbotto, con voce tremante: < Oh, se solo ammettessi di aver
sbagliato! Non voglio le tue scuse, Orlando. Nessun mi dispiace
può cambiare le cose, ma almeno.. metti l'orgoglio da parte,
per una volta. Provaci. Sei un attore, dopotutto; hai recitato molto
bene nelle ultime settimane.> Mi blocco sentendo il cuore in
gola. Ho il respiro corto e irregolare. Sto facendo ogni sforzo
possibile per trattenere queste dannate lacrime.
Lo vedo stringersi il naso, all'altezza degli occhi, come se anche lui
stesse facendo lo stesso. Tira su col naso, poi espira.
< Sono un coglione totale> Fa qualche passo incerto a
destra, i palmi delle mani sulla fronte.
Con mia sorpresa, quando punta lo sguardo nel mio, posso notare un velo
di lacrime, appena accennato.
Oh, bene. Orlando Bloom ha dei sentimenti, signore e signori.
< Okay.> Incalzo, annuendo piano. < Finiamo questo
lavoro e poi.. addio.>
Ed è quando è tutto finito, quando siamo solo io
e lui, quando lui mi afferra per le spalle e mi stringe a
sè, prima di lasciarmi andare, che cedo.
Mi lascio abbracciare per un paio di secondi. Non resterò
con lui un minuto di più.
< Addio, Orlando.> Dico in un soffio, allontanandomi. Lui
mi osserva incredulo, serra la presa sulla mano intenzionato a non
farmi andare.
Chiudo gli occhi e poso l'altra mano sulla sua, spingendo appena. Lui
annuisce e lentamente la lascia scorrere fino a sfiorarla soltanto.
< Addio.>
(*) < Ho sentito la parola "fidanzamento" o
sbaglio?>
< Sì, ha sentito bene. Il Signor Bloom sta per
fidanzarsi.>
Wow, ho aggiornato -e concluso- due fic in quanti, cinque giorni? Sono
sbalordita XD
Ok, lo so che mi volete uccidere.
Non avrei mai creduto che un giorno avrei scritto una storia con una
fine tutt'altro che lieta.
Beh, se proprio devo dirvi la verità, sapevo che sarebbe
finita
così. Avevo in mente qualcosa del genere, che si
è
evoluto più di quanto pensassi, però.
E così è finita anche questa. Quasi non mi sembra
vero.
Anche quì ci sarà l'epilogo, quando
riuscirò a
scriverlo. Spero di non far passare mesi. Nah, dai. Qualche idea
già ce l'ho. Sarà piccino, penso.
La vicenda di Lucas Haas non è del tutto inventata. Pare che
Miranda e Orecchie Spaziali abbiano passato la notte
insieme, intorno
al ventidue settembre. Anche se una settimana dopo lei e Orlando
stavano a braccetto in Francia. Boh. Chi ci capisce più
niente.
Comunque.
Spero vi sia piaciuto lo stesso, questo capitolo.
Ora, non che voglia elemosinare, ma.. 22 preferiti, 14 seguite, 200 e
passa letture e poi.. le recensioni delle solite.
Non voglio lamentarmi, ma dopo il "brillante" successo dell'ultimo
capitolo dell'altra storia -da 9 a 2 recensioni pur essendo tra i
preferiti di 34 persone- sinceramente sono un po' arrabbiata.
Uno si sente dire che scrive bene e poi vede che certe storie -che
francamente sono.. assurde, per essere gentile- hanno centinaia di
commenti. O sono pazzi quelli che me lo dicono o.. non so che altro
pensare.
Ok, mi sono sfogata e ora vado a sotterrarmi.
Grazie tante alle personcine meravigliose che mi hanno recensito.
Grazie a LadyElizabeth,
che mi riempie sempre di complimenti non meritati -e a questo punto ci
credo eh-, alla Fede
che mi sproloquia in un modo adorabile, alla Dod che mi manca
tantissimo e che spero di sentire presto, alla Moglie Beddissima
che è sempre d'accordo con me (xD) e che non potrei adorare
di più, a Smemo92
che mi fa arrossire, e a Ryry_
e jas_93
che mi hanno spronato ad aggiornare presto (ho fatto più
presto che ho potuto, credetemi xD).
Non so cosa farei senza di voi.
Sempre vostra,
Sara.
|
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Capitolo 8 *** Epilogo. ***
Cap 3
Curriculum
vitae
Epilogo
Mi domando cosa abbia Ryan Seacrest da guardare
così tanto. Ho qualcosa in faccia?
< Certo che caspita..> Dice scuotendo la testa, assorto,
rivolto
all'uomo seduto accanto a me. < Devo farti i complimenti. Magari
trovassi
anch'io una ragazza così
bella!>
< No, voglio dire,
guardala.. mica è una che incontri tutti i giorni. E sembra
avere anche un bel caratterino> Continua, senza dargli il tempo di
replicare.
Lui si
storce appena sullo sgabello. < Non è che per caso ci
stai provando con la mia ragazza?>
< Oh, no, no, mica.. no. Non preoccuparti.>
< Certo che mi preoccupo, ci ho messo un'eternità a
conquistarla, e non ho la minima intenzione di lasciarla andare!>
< Eternità? Esagerato! Solo perchè non
sono caduta ai
tuoi piedi come tutte le altre> Mi intrometto io, schioccando la
lingua.
< Ma se mi hai fatto tribolare!>
Sorrido tra me e me.
Oh, se l'ho fatto tribolare. Fossi stata in lui mi sarei mandata a quel
paese da sola, probabilmente.
Non che avessi altra scelta, però. Voglio dire, in quattro
settimane mi ero innamorata di un uomo credendo di essere almeno un
minimo
ricambiata, e invece mi sono ritrovata con tanta sofferenza e fiumi di
lacrime.
Francamente non me la sentivo di ricominciare, subito. Con un altro
attore, poi. Figuriamoci.
Se c'è una cosa che ho imparato, dall'esperienza con
Orlando,
è che in una relazione deve nascere prima la fiducia e poi
l'amore. Non ha senso,
altrimenti.
Viva l'istinto, certo, ma la razionalità ha un suo
perchè. E' stato veramente difficile non saltare addosso a
James
quando ha provato a baciarmi, al terzo appuntamento. Anche se in
verità era il quinto, se contiamo anche i due pranzi.
Sì,
lui è quello che possiamo senza dubbio definire uomo.
Se proprio devo dirla tutta sono stata un po' crudele, quella sera. Lui
si è avvicinato e io mi
sono spostata rischiando di affogare nel mio stesso imbarazzo,
convinta che mi avrebbe lasciata per non richiamarmi mai
più. E
invece lui ha sorriso, mi ha sfiorato la punta del naso col dito ed
è andato verso la macchina.
Poi è tornato indietro, si è premuto due dita
sulle
labbra e le ha posate delicatamente sulle mie. < Oh, dai, non
potevo
non darti il bacio della buonanotte.>
Sì, mi sono sciolta.
Una volta a casa, dopo aver affrontato Veronica che aveva seguito tutta
la scena dalla finestra e che aveva serie intenzioni di strangolarmi,
mi sono chiusa in camera e ho cominciato a ballare. Mi ci vedete che
saltello per la stanza come una ballerina dell'American Ballet? Non
ridete, però.
E' che ero felice. Felice che qualcuno mi avesse trattata come si deve.
Felice di non essermi sbagliata, su di lui.
< E quindi fatemi ricordare, come vi siete conosciuti?>
Chiede Ryan, riportandomi al presente.
< Beh.. l'ho visto la prima volta al party dopo la premiere di
Sympathy for Delicious. Io ero al bar, aspettando.. ehm.. una
persona>
< Orlando Bloom?> Mi interrompe Ryan.
Bastardo.
< Mh, lui. E comunque, James era seduto accanto a me e ha
cominciato a parlare. Veramente flirtava.>
< No che non flirtavo, ma che dici?> James mi da di
gomito, ridendo.
< Ma sì! Dai, un po'!>
< Tu non mi avevi nemmeno riconosciuto, anzi, mi ignoravi
totalmente. E mi hai pure risposto male.>
< Che ti aspettavi, io ero tutta presa.. mica potevo mettermi a
pensare a te! In verità ti avevo riconosciuto, ma non
credevo
che uno come te attaccasse bottone con una come me.>
James gonfia il petto tutto orgoglioso: < Ciò
dimostra che mi
consideravi più importante di quel finocchietto da quattro
soldi>
Io scuoto la testa. < No, non è vero. Ma che ne so.
No, non c'entra proprio niente.>
< E poi cos'è successo?> Ryan cerca di
riprendere il filo del discorso.
< Poi..> Uffa, ma perchè me lo deve far
ricordare?!
< Poi mi sono accorto che non avevo speranze, al momento, e ho
lasciato perdere.> E' per questo che lo amo. Perchè
mi salva
sempre dai guai.
< Allora lo ammetti che ci volevi provare!> Gli punto il
dito contro ridendo diabolicamente.
< Okay, va bene. Colpevole, vostro onore.> Alza le mani
in segno di resa.
Ryan ci osserva divertito. < Ma come, il grande James Marsden si
arrende davanti a Orlando Bloom?>
< No che non mi sono arreso. L'ho solo lasciata andare. Sono un
cavaliere, modestamente. Avrei potuto farla capitolare in tre secondi,
se avessi voluto> Mi guarda alzando un sopracciglio.
< Non ti pare di esagerare un filino, amore?> Gli poso
una mano
sulla gamba girandomi sullo sgabello. Che spasso questo coso. E' da
mezz'ora che non faccio altro che girare a destra e sinistra.
Lui posa le mani sulla mia, si sporge un po' e sbatte le ciglia:
< No>
Dio mio, secondo me lui e Kevin Doyle sono la stessa persona. Identici.
< Comunque.> Incalzo, proseguendo la narrazione. <
Niente, ci
siamo salutati, e poi vabbè, tutta la storia con Orlando.. e
un
giorno, in metropolitana lui mi chiama e mi chiede di vederci. E da
lì, poi, abbiamo cominciato a uscire..>
Inizialmente credevo che mi avesse chiamata per lavoro. E in effetti
era così, ma ho voluto subito chiarire le cose. Non avrei
lavorato per un attore carino per un bel po', onde evitare altri guai.
Lui aveva riso, e poi aveva puntato i suoi occhi blu nei miei: <
Speravo tanto che rispondessi così. Adesso posso
ufficialmente
chiederti un appuntamento degno di questo nome.>
Io ero arrossita fino a sembrare appena uscita da un solarium, e poi lo
avevo ascoltato continuare, serio, con una mano sul cuore: <
Giuro
solennemente che non ho fidanzate nascoste, nè mogli,
nè figli. Che io sappia, almeno. Sono sano, bevo
occasionalmente
e fumo solo per lavoro. Ho una buona reputazione e di solito tutti mi
vogliono bene, salvo mia sorella che è in perenne contrasto
con
me, ma lo è da quando avevamo il pannolino, quindi non hai
di
che preoccuparti.>
Scoppiai a ridere, felice come una pasqua. Era evidente fin dall'inizio
che questa volta sarebbe stato diverso, se mai ci fosse stato qualcosa
di serio. E' così è stato.
< Come hai reagito quando hai letto sui giornali la notizia del
fidanzamento di Orlando?>
< Oh, no, ancora?> Sbuffo. Come ho reagito? Ah, si,
ricordo. <
Ho preso il giornale, acceso i fornelli e visto Orlando bruciare come
una formica sotto una lente di ingrandimento.> Sorrido sadica.
Ryan scoppia a ridere, e io approfitto per proseguire. <
Veramente io l'ho saputo prima di tutti. Scoperto, in
realtà. Quindi non ero sorpresa più di
tanto.>
< Capisco. Beh, magari sarai sorpresa ora, sapendo che hanno
rotto.>
< Cosa? Come lo sai?>
< Ehi, sono Ryan Seacrest, mica Marcellino pane e vino!>
< Hai ragione. Sai anche perchè?> Non posso
fare a meno di chiederlo.
< Lei lo tradiva con Lucas Haas. Da più di un
anno.>
< E quando glielo dicevo io non mi credeva. Cretino.>
Bofonchio
irritata. Scuoto la testa e rispondo alla domanda iniziale.
< Beh, Ryan.. -faccio spallucce- come diceva il saggio Justin.. ciò che fai ti
tornerà indietro.>
***
Londra è magica, a Natale.
Tutte le strade illuminate, gioia e tripudio che aleggiano nell'aria, e
tante coppiette felici che si rincorrono nella neve.
E quest'anno non resterò sola a guardarle chiedendomi
perchè non posso essere come loro.
No, quest'anno tocca anche a me.
Mi stringo nel cappotto avvicinandomi di più a James.
Camminiamo
avvinghiati e innamorati senza meta, godendoci l'aria fresca e
l'atmosfera serena.
Dire che sono felice è poco. Anzi, è niente.
Uhm. Questo posto mi è familiare. Mi guardo intorno alla
ricerca di qualche indizio che mi faccia ricordare.
Non sopporto i deja-vu quando non scopro dove e quando avevo già visto,
per l'appunto. Teoria contorta ma giusta, se ci pensate.
Il fatto è che non mi piacciono le cose irrisolte. Per
questo adoro Cold Case.
< Ehi, Pen!> La voce di James mi distrae dai miei soliti
scleri
quotidiani. < Guarda, un Mc Donald's! Che dici, sequestriamo un
paio
di bambini e prendiamo due Happy Meal così completo
la
collezione dell'Era Glaciale 3?>
Giro la testa di novanta gradi con la stessa velocità di un
automa fino a incrociare il blu oceano dei suoi occhi.
< Stai scherzando, spero.>
Il suo sorriso si apre gradualmente fino a mostrarmi pure i denti del
giudizio, o quasi. Senza volerlo mi scopro a ridere pure io, incredula.
< Non mi dire! L'hai già fatto altre volte?>
< Non guardarmi così!> Si copre il viso con le
mani. Poi
ogni tanto allarga due dita, sbircia e le richiude subito dopo.
< Ma quanti anni hai, scusa? Me lo ricordi?> Scuoto la
testa
continuando a ridere. Quanto è dolce da uno a cento?
Novemila?
< Trentasei, ma non è questo il punto.>
No, ma.. voglio dire, secondo me hanno sbagliato i conti all'anagrafe.
Cioè, guardatelo. Mica li dimostra? Si saranno sicuramente
sbagliati.
< A che stai pensando?> Ecco un'altra cosa che amo di
lui. Non so
come faccia, ma mi legge dentro. Si accorge di tutto. Ogni singolo
cambiamento di espressione o di umore, sa quando qualcosa non mi va
bene o quando invece muoio dalla gioia anche se non voglio farlo vedere.
Sembra conoscermi da secoli.
Il che magari non è proprio utile quando vuoi nascondergli
qualcosa, ma non c'è motivo di farlo.
< Sto cercando di capire dov'è che nascondi l'elisir
di lunga
vita per restare così giovane e sexy. O, in alternativa, il
quadro col tuo ritratto.>
E adoro anche la sua risata, sì. Sono completamente
ipnotizzata
da lui. Spesso mi domando come faccio a restare lucida in sua presenza.
Poi mi rendo conto che io difficilmente sono davvero lucida.
< Magari sono un vampiro. Che ne pensi?>
< Nah, sei troppo bello per essere un vampiro.> Non
storcete i
nasi in quel modo. Sapete, non so se sarei d'accordo a vivere il resto
della mia vita con un cadaverico, duro, gelido e statuario ragazzo
eterno dagli occhi gialli. Preferisco di gran lunga quelli blu di
James. E le sue mani morbide. E calde. E quelle labbra.. okay, basta.
< Va bene, lo ammetto. Dormo in una camera iperbarica.>
< Non sembrava una camera iperbarica, ieri notte.> Dico
tutta sensuale sfiorandogli il petto con l'indice.
< Una camera iperbarica con baldacchino.>
Cerco di trattenere la risata ma gli sbuffi mi tradiscono, come al
solito. Scoppio a ridere e lo spingo via. < Sei incorreggibile!
Oh,
che umiliazione!> Mi giro dandogli le spalle e incrocio le
braccia
al petto fingendomi offesa. < Ma daiii!> Mi abbraccia da
dietro
alternando risate a morsi sul collo.
E' in quel preciso istante che lo
vedo.
A pochi metri da noi, all'ombra di un albero debolmente illuminato.
Posa una mano su una panchina, che ora ricordo bene.
Come in un flash vedo me e lui ridere, coi nostri enormi Big Mac. E poi
lui che si avvicina e morde la patatina tra le mie labbra.
Ma ora su quella panchina c'è solo lui.
You spend your nights alone,
and
she never comes home
And
every time you call her all
you gets a busy tone
I
heard you found out what she's doing to you
What you did to me, ain't
that the way it goes?
You
cheated man, my heart bleeds man
So it goes without saying "you left me
feeling hurt"
Ora sai
come mi sono sentita.
Sai cosa si prova a sapersi usati dalla persona che credevi di amare.
Dalla persona che credevi ti amasse.
Just
a classic case, it's a scenario
Tale
as old as time, man you
got what you deserved
Lo vedo infilarsi le mani in tasca, guardarmi per l'ultima volta e
andare via.
What goes around comes
back around, Orlando.
James sospira, alle mie spalle. < Se vuoi andare a
salutarlo..>
Chiudo gli occhi. Speravo non se ne accorgesse. Mi volto, e prendo il
suo viso tra le mani. < L'ho già salutato tempo fa.
Il mio
posto adesso è quì, con te, e anche se mi hai
umiliata a
morte e non ho intenzione di fartela passare liscia non c'è
altro posto dove vorrei stare.>
Lui sorride, tenero. < Io invece conosco un posto dove mi
piacerebbe
tanto andare, adesso.> Guarda l'orologio, poi si avvicina
malizioso. < Sai, tra un po'
inizia la mia seduta nella camera iperbarica, e mi stavo chiedendo se
ti andava di farmi compagnia. Mi farò perdonare,
promesso.>
Sussurra sulle mie labbra mentre sbottona il cappotto e comincia a
esplorare la pelle calda sotto la mia maglia.
Mmm.. io non ho dubbi sul fatto che si farà perdonare, e voi?
Ok, ora è veramente finita.
La canzone è What goes around comes around, di Justin Timberlake. Se non
l'avete mai sentita, cliccate
immediatamente. Non vi ho messo il video vero e proprio
perchè
non mi piace un granchè: uno, c'è Scarlett
Johansson -che non sopporto- e
due, è troppo brutta la fine. Lei muore. Mica doveva essere
questo il senso della canzone?
Anyway, la adoro. E mi sembrava proprio azzeccata per questo epilogo.
Spero vi sia piaciuto. Ve l'avevo detto che era piccino, eh. Giusto per
rendere il senso.
Niente sensi di colpa per Orlando, mi raccomando.
ù_ù Ha fatto il cattivo e se lo è
meritato.
Grazie a tutte quelle che mi hanno sostenuto, chi ha creduto in me e in
questa storia.
Grazie a Something
Special (mi hanno dovuta raccogliere col cucchiaino dopo
la tua recensione <3) e a Christine_
(che in realtà poi mi segue perchè glielo ha
detto la
Fede xD Ma grazie comunque, cara) che hanno risposto al mio appello
disperato XD
Grazie alla Fede,
che mi venera e io non riesco a capire davvero perchè, alla Liz, che spero non
si sia arrabbiata ora che il decerebrato è rimasto solo e
Pen è fuggita con James XD, alla Chiù, che
non sa quanto mi fa felice quando dice che riesce a immedesimarsi nelle
mie creature, alla Ryry,
che dispensa adorabili perle di saggezza, alla Marty <3 che
spero ci delizi al più presto con un nuovo capitolo, e alla Angela, che adoro.
E anche alla Mogliah
e alla Dod
che mi hanno supportato e sopportato sempre e comunque.
Che farei senza di voi, eh? EH?
Comunque. Spero di tornare presto con qualcosa di nuovo, e con
l'epilogo dell'altra.
Baci e W James Marsden,
Sara.
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