Un Amore Inaspettato

di Sana e Akito
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova amicizia ***
Capitolo 2: *** Pensieri ***
Capitolo 3: *** Soluzioni ***
Capitolo 4: *** Il bacio ***
Capitolo 5: *** Annuncio ***
Capitolo 6: *** 6. Te quiero! ***
Capitolo 7: *** AVVISO ***



Capitolo 1
*** Una nuova amicizia ***


Post 14/02/2013: Finalmente ho ripreso in mano questa storia. Sto revisionando e modicando i pochi capitoli pubblicati. Vi consiglio di rileggerli, ma non è necessario. Alcune cose sono state tolte, altre modificate e altre ancora aggiunte, ma il succo del capitolo non cambia. Ringrazio chi mi ha esortato a continuare questa fanfiction e non posso essere che felice per i vostri commenti. 
Spero di non farvi aspettare ancora molto, per ora ho quasi finito di revisionare i capitoli, quindi spero di postarli modificati una a settimana. 

Un Amore Inaspettato 

1. Una nuova amicizia


Giusy era decisa a farla pagare ad Antonella e il modo migliore per farlo era senz'altro quello di mandare a monte la sua scommessa fatta con le Divine.
Il piano, al quale partecipavano anche Bruno e Gonzalo, per il loro astio verso Antonella, consisteva in un litigio fra i due fratelli per amore di Patty. 
Quest’ultima era contraria, come sempre, ma sapeva che quando Giusy si metteva in testa una cosa non c’era verso di fermarla. 
Proprio quel giorno, nel cortile della scuola, i fratelli Molina entrarono in azione davanti a tutti, in particolare per la presenza di Antonella e le sue amiche. 
Per mettere fine al litigio, intervenne Patty. 

- Vi prego ragazzi, smettetela! Non litigate per me… Non ce n’è motivo. –
- Non ti preoccupare, Patty. È una faccenda tra me e mio fratello – la rassicurò, Bruno. 
- Sì, Patty. Non preoccuparti – concordò Gonzalo. 
- Io non ce la faccio più. Non dovete litigare per me – implorò, con gli occhi lucidi.

Patty, non riuscendo a dire altro, scappò via; in tempo per non farsi vedere in lacrime, o almeno così credeva. 

Non ho visto bene, ma sono sicuro che stava piangendo – pensò Bruno, il più preoccupato per lei.

***

- E brava, Patty! Fa tanto la timida e poi ha due ragazzi che le corrono dietro – commentò Matías agli amici, che discutevano della faccenda. Aveva parlato senza pensarci, risultando un po' acido.
- Può darsi, ma non è colpa sua se Bruno e Gonzalo hanno perso la testa per lei. Qualsiasi ragazzo potrebbe innamorarsi di Patty – la difese Santiago. 
- Certo, Santiago, hai ragione. Non intendevo offendere nessuno, tantomeno Patty – si giustificò il moro.
- Sentite, ragazzi… Ora cosa succederà? Intendo dire, Patty chi sceglierà tra i due? – intervenne Guido. 
- Chi sceglierà?! – ripeté Matías, confuso. 
- Certo, amico. Non penso che Patty si faccia scappare un’occasione simile. Non capita spesso che due bei ragazzi come Bruno e Gonzalo, si innamorino della stessa ragazza… E a dirla tutta, non credo che a Patty non piaccia uno di loro due – spiegò Guido. 
- Ah! H-hai ragione – disse Matías, d'improvviso assorbito dai suoi pensieri.
- C’è qualcosa che non va, Matías? – gli chiese Santiago, notando la sua stranezza.
- No, no… niente. Perché? – 
- No, nulla! Solo che ti ho visto pensieroso – 

“ Non credo che a Patty non piaccia uno di loro”
Ha ragione Guido: a Patty potrebbe piacere Bruno o Gonzalo… Un attimo! Ma perché a me importa? Da quando mi interessa che ragazzo piace a Patty? –pensava intanto Matías.

***


Carmen si trovava al bar della scuola con una tazza di thé in mano e pensava a ciò che aveva detto a Leandro quella mattina. 
La situazione non era delle migliori, visto che lei non aveva prove del fatto che Bianca sposasse Leandro solo per interesse; per cui, quest’ultimo, non credeva alle sue parole. 

- Carmen? Ci sei? – disse una voce, sventolando a destra e a sinistra la mano davanti al viso di Carmen. 
- Sì, chi è?... Bianca?! – chiese incredula Carmen, resasi conto chi aveva di fronte. 
- Sì, sono io. Oltre che bugiarda, sei diventata anche sorda, adesso? – le domandò, cinica. 
- No, non sono sorda e neanche bugiarda – rispose, freddamente. 
- Io la definisco bugiarda una persona che non dice la verità al padre di sua figlia e che inventa storie per dividere due innamorati. –
- Io non sto inventando nessuna storia, Bianca. Lo sai meglio di me che vuoi sposare Leandro solo per i suoi soldi –
- E anche se fosse? Leandro non crederebbe mai a te se gli dicessi che gli hai mentito per tutto questo tempo, nascondendogli il fatto che Patty è sua figlia – 
- Come fai ad essere sicura che sia Leandro il padre di Patty? –
- Beh, questi non sono affari tuoi. Lo so e basta, quindi ti conviene parlare con Leandro e smentire tutto quello che gli hai detto se non vuoi perdere Patty… per sempre – 
- Perdere Patty? Per sempre? – 
- Certo, cara. Non spererai che Leandro, saputa la verità, ti lascerà Patty senza dire nulla. Di sicuro, la vorrà con se per sempre – disse, ridacchiando – Ora vado che ho altre cose da sbrigare, ci vediamo – la salutò, infine, dandole le spalle e allontanandosi. Carmen non poté vedere il ghigno subdolo formarsi sulle labbra della bionda.

Quella donna non la capirò mai. Come fa ad essere così perfida? – si chiese Carmen, osservando la donna andar via.

***


- Ragazze, non è possibile! Non ci credo. È impossibile che quella provincialotta di Patty piaccia a Bruno e Gonzalo –
Antonella, ancora nel cortile della scuola, era intenta a parlare con le sue amiche della faccenda di Patty.
- Sì, sono d’accordo, ma a quanto pare è la realtà –
- Non posso crederci. È un’assurdità e scoprirò cosa c’è sotto a tutta questa storia – 
- Se lo dici tu… -
- Sì, lo dico io, Caterina, e quello che dice Antonella the best si fa – concluse Antonella, con una faccia di chi aveva già un piano da architettare. 

***

Patty si trovava nella sua stanza, sdraiata sul suo letto con Mati tra le braccia e piangeva. 

Perché? Perché devono sempre mettere in mezzo me? È vero, ho accettato di mettere in scena questa farsa, però alla fine sono sempre io quella che ci rimette. Mi chiedono tutti di dare loro una mano, con la propria ragazza o di fare cose come questa del litigio, ma mai una volta che qualcuno mi chieda di uscire… 


Dei colpi alla porta interruppero i pensieri di Patty.

- C-chi è? – chiese flebilmente Patty, ancora scossa dai singhiozzi. 
- Sono Bruno. Posso entrare? – 
- U- un attimo! Ora ti apro – disse, alzandosi dal letto e strofinandosi gli occhi per asciugare le lacrime. 
Ciao, Bruno. Dimmi, volevi qualcosa? – gli domandò, mentre lo invitava ad entrare in stanza. 
- No…sì, cioè… volevo sapere come stavi. Sei scappata via senza dire niente, oggi –
Chiusa la porta, Patty si appoggiò al legno, incrociando le mani dietro la schiena.
- Bhè, cosa volevi che dicessi? Era una situazione che non volevo si creasse. Non sapevo che fare e sono andata via – gli spiegò. 
- Per il piano, era inevitabile che si creasse quella situazione – 
- Sì! Ed è proprio questo che volevo non accadesse. È vero, ho accettato di fare il piano di Giusy, ma questo non significa che ero d’accordo – 
- Ma... se non volevi, perché hai accettato lo stesso? – 
- Ho accettato perché anch’io, in fondo, voglio farla pagare ad Antonella, ma non volevo che tu e Gonzalo vi trovaste in questa situazione. So che io sono brutta e non potrei mai piacerti… cioè piacervi – si corresse –Rispetto ad Antonella che è molto bella, perciò non volevo mettervi nei guai. Con questa storia ideata da Giusy, si creeranno, di certo, malintesi e, andando avanti, ne seguiranno sempre più bugie. A me non piace mentire e, tantomeno, avere finti spasimanti –

Com’ è sensibile. È una ragazza molto buona e generosa. Aiuta sempre gli altri, ma, alla fine, è l’unica che ci rimette –pensava Bruno, dimenticandosi di Patty che aspettava una sua risposta.

- Ah… sì, scusa, Patty. Prima di tutto non sei brutta, come dici. Secondo: io e Gonzalo abbiamo accettato di mettere in scena questa farsa per il tuo stesso motivo e non ci troveremo nei guai per questo, tranquilla. Terzo: certo, le bugie non si dicono, ma, se sono dette per buoni scopi, a chi potrebbero far male? –elencò con le dita, sorridendo, sicuro che ciò che stavano facendo era per una buona causa.
- A me, per esempio – sussurrò, abbassando il capo, credendo di non essere sentita, ma, per sua sfortuna (o fortuna), Bruno aveva sentito benissimo. 
- Patty, che intendi dire? – 
Bruno era confuso, adesso. Perche dovrebbe ferirla?
- Q-quello che ho detto – iniziò, titubante – A me fanno male perché è tutta una finzione questa storia che tu e Gonzalo mi volete bene… che siete innamorati di me. Nessuno potrebbe perché sono brutta: ho gli occhiali, l’apparecchio ai denti e porto le trecce. 
Io sono solo l’amica a cui chiedere aiuto per conquistare una ragazza, a cui chiedere consiglio su cosa regalare alla propria ragazza o fingere di essere la ragazza di qualcuno – si sfogò, infine, iniziando a piangere. 

Bruno sentì i singhiozzi di Patty e, senza pensarci, la spinse a sé e la strinse in un forte abbraccio.

- Patty, non devi pensarle nemmeno queste cose. Sono solo sciocchezze. Chiunque si innamorerebbe di te… Sei una ragazza splendida, dolce, buona e intelligente. Chiunque vorrebbe uscire con te – le spiegò, sempre tenendola tra le braccia. 

Lo penso davvero. Patty è stupenda. 
Come ho fatto a non accorgermene prima? Sono stato così idiota da stare dietro ad Antonella e pensare solo a lei, non rendendomi conto di essere circondato da tante belle ragazze migliori di lei. Patty ne è l’esempio… È bellissimo tenerla tra le mie braccia: è così fragile, mi viene d’istinto l’impulso di proteggerla, come sto facendo ora. Vederla piangere ha fatto scattare qualcosa dentro di me, avendo solo il desiderio di farla smettere –  Bruno era stordito dai suoi stessi pensieri, ma lasciò correre continuando a confortare la ragazza.

Com’è bello stare tra le sue braccia. Sembra di essere fatta apposta per stare abbracciata a lui. Non credevo che Bruno fosse così gentile e che soprattutto pensasse questo di me – pensava contemporaneamente Patty. 

- Dici… dici sul serio? – chiese, flebilmente, senza staccarsi dall’abbraccio. 
- Certo! Non mentirei mai, soprattutto a te. –
- G-grazie – 
- Di niente. Sai? È la prima volta che abbiamo una discussione così lunga – 
- Sì, è vero! – concordò, sorridendo – Ed è la prima volta che ci abbracciamo. –
- Anche questo è giusto. – 
- In effetti, non siamo mai stati molto amici. Eravamo più conoscenti. – 
- A questo si può rimediare… - iniziò, allontanandola da sé lentamente - … adesso. Patty, possiamo essere ottimi amici? Amici per la pelle? – chiese, allungando il braccio verso di lei. 
- Certo, ne sarei felice – rispose, allungando anch’ella il braccio e dandogli la mano, stringendogliela e sorridendogli. 

Sarà una bellissima amicizia – pensarono all’unisono.

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Capitolo 2
*** Pensieri ***


Eccomi con il secondo capitolo. 
Postato così presto perché il secondo e il terzo capitolo sono già pronti, devo solo scriverli sul pc e postarli. 
Sinceramente sono rimasta sbalordita da tutte le persone che hanno dato un’occhiata alla mia fanfic… Non mi aspettavo 120( e più) visite, oltre che 3 preferiti e seguite e, ovviamente, le 5 recensioni. 
Sicuramente mi fa piacere e spero che continuate a seguirla. 

Ora passo ai ringraziamenti: 
Martina97: sono contenta che ti piaccia. Ecco a te il secondo capitolo… spero ti piaccia. 
Ella96: Gli errori capitano a chiunque, ma io scrivendo veloce non mi accorgo nemmeno di farli XD… Mi fa piacere che ti piaccia e felice che l’abbia messa nelle seguite; per quanto riguarda la tua fanfic, appena potrò( problemi con internet), andrò a leggerla e recensirla. Tu continua a seguirmi e a recensire. 
Sabry99: Grazie per i complimenti… spero che questo cappy ti piaccia come il primo… Fammi sapere con un’altra recensione kiss
Bellissima77: In verità, questa coppia non l’avevo proprio presa in considerazione( nel senso che non li avevo mai pensati insieme), ma, leggendo alcune fanfic riguardanti questa storia, mi sono accorta che piace molto anche a me, come la coppia Anto/Bruno… Appena potrò recensirò anche la tua fanfic; tu, mi raccomando, continua a seguire la mia. 
The best divina: Felicissima che la fanfic ti piaccia, continua a seguirmi baci. 

Ringrazio anche SoRifan, lallina_89 e giusyeguido96 che hanno aggiunto questa fanfic nelle preferite; un altro ringraziamento va a delfina, ella96( fatto anche prima, ma voglio ringraziarti anche qui XD) e Shin86 che l’hanno aggiunta alle seguite. 
Gli ultimi ringraziamenti vanno, ovviamente, anche a chi legge solamente senza lasciare firme ( anche se mi piacerebbe sapere una vostra opinione). 
Adesso vi lascio perché credo di aver rotto già abbastanza XD.. Buona lettura
post 20/02/13: Ecco il secondo capitolo revisionato. Anche qui vi consiglio di leggere i capitoli che sto ricontrollando, perché alcune cose sono diverse. Mi sono resa conto che alcune parti sono troppo frettolose. I pensieri di Bruno e Patty nel primo capitolo e i dialoghi nel secondo. Se mi sbaglio, lieta di sapere cosa ne pensate voi. 

2. Pensieri


Il giorno seguente, Patty, seduta sulla panchina del cortile della scuola, attendeva le sue amiche. 
Intanto, pensava alla sera prima, all'inattesa e piacevole conversazione con Bruno. 

Sarà una bellissima amicizia – pensarono all’unisono.

- Adesso vado, Patty. Si è fatto tardi. – le disse, girandosi e avvicinandosi alla porta. 
- Sì, certo. Bruno? – lo chiamò la ragazza. 
- Sì, cosa c’è? – si fermò, girandosi verso di lei. 
- Bhè… ecco, vedi… volevo sapere solo cosa intendi fare, ora… Cioè, so che a te piace Antonella e mi chiedevo cosa pensavi di fare. – gli spiegò, abbassando di poco il capo per l’imbarazzo di risultare invadente, visto che, dopotutto, non erano affari suoi. 
- In verità, non c’è niente che io debba fare. È vero, Antonella mi piaceva, ma adesso è passata la mia cotta per lei… - 
- Ti piaceva!? – ripeté, alzando il capo, meravigliata. 
- Esatto! Mi piaceva, adesso non più… Non fare quella faccia – disse, vedendola stupita – Ti sembra tanto incredibile? – 
- In effetti, sì. Da quando sei qui, ti è sempre piaciuta Antonella: per la sua bellezza, il suo talento… L’hai sempre detto tu. Non può non piacerti più da un giorno all'altro.  – 
- Sarà anche bella, ma non ha un briciolo di carattere. Fa sempre cose che fanno arrabbiare o soffrire gli altri. Me ne sono reso conto proprio ora, parlando con te. Forse l'ho sempre saputo, ma non ho mai voluto vedere davvero. Ma, come si dice, non è mai troppo tardi – le sorrise. 
- Sì – confermò, sorridendogli a sua volta – hai ragione. Ok, adesso ti lascio andare, altrimenti Gonzalo ti darà per disperso. – 
Bruno rise. 
- Sei anche molto simpatica... Te lo dicevo che non sei brutta. Ora vado, se no mi daranno davvero per disperso. Ciao, ci vediamo domani, Patty - la salutò con un bacio sulla guancia, per poi dirigersi alla porta e uscire. 
- A domani – ricambiò il saluto Patty, prima che Bruno uscisse.”

- Patty? Patty, ci sei? – 
- Terra chiama Patty, rispondi!? – 
- Oh! Sì, ci sono. Ciao, Giusy – la salutò, una volta riscossasi dai propri pensieri e aver riconosciuto l’amica.
- Era ora! È da più di 10 minuti che ti sto chiamando – 
- Scusa, ero sovrappensiero – 
- Ah, sì? E a cosa pensavi? – 
- Niente di particolare – rispose, arrossendo. 
- E come mai sei diventata tutta rossa se non era niente di particolare? – sorrise indagatrice.
- Non è vero! Non sono arrossita. –
- Sì, sì… come no – 
- Cambiando discorso, ieri che fine hai fatto? - 
- Veramente dovrei farla io a te questa domanda. Sei tu che sei scappata via – 
- È vero, ma pensavo che saresti venuta da me – 
- Hai ragione, scusa, ma ho avuto un contrattempo e non sono potuta venire – 
- Ha forse un nome questo contrattempo? – chiese, con una punta di malizia. 
- Mhmh… in effetti… - balbettò Giusy a capo chino, imbarazzata. 
- Lo sapevo! E scommetto che era Guido, vero?... Il colore rosso della tua faccia mi dice che ho indovinato… - disse, notando il viso dell’amica che era diventato rosso al sentire il nome del ragazzo.
- Sì, era Guido e allora? – riprese a parlare, alzando il capo.
- Come sarebbe a dire “e allora”. Voglio sapere che è successo, che vi siete detti – 
- Ero nel cortile della scuola e discutevo con Tamara della faccenda di Bruno e Gonzalo. Poi l’ho salutata, dicendole che venivo da te. Stavo attraversando il corridoio della scuola quando una mano mi afferra il polso, facendomi girare: era Guido. Mi ha fermata e, molto seriamente, mi ha chiesto se volevo andare a fare un giro con lui perché doveva parlarmi. - 
- E tu hai accettato! – 
- S-sì. Non sapevo se accettare, ma poi ho pensato che non avevi bisogno di me… scusa – 
- Non preoccuparti. Che ti ha detto Guido, invece? –
- Era un po’ strano… - 
- Strano!? – 
- Sì! Mi ha detto che sono bella e che, se non fosse per il patto, continuerebbe a chiedermi di ritornare con lui… - 
- Di quale patto parlava? – 
- Gliel’ho chiesto anch’io, ma mi ha risposto solamente che ha fatto un patto con gli amici. Poi mi ha salutata e se n’è andato – 
- Strano… molto strano – 
- Quello che penso io – 
- Uh, guarda! Ci sono Tamara e Sol. Ciao, ragazze – urlò Patty, aavendo notato le amiche e sventolando il braccio al cielo per farsi vedere. 
- Ciao, ragazze – salutarono le due ragazze, giunte vicino alle amiche – come va? – 
- Tutto bene e voi? – 
- A noi, benissimo. Tu dovresti dire qualcosa… - indicò Patty.
- Cosa dovrei dire, Tamara? – 
- Cosa hai fatto ieri, dopo che sei scappata via… per esempio – 
- Sì, giusto! Prima hai cambiato discorso e non mi hai risposto, ma stavolta non scappi – 
- Non c’è molto da dire… Sono andata in camera e poco dopo è venuto Bruno; voleva sapere come stavo – 
- Visto? Allora qualcosa di particolare c’era da dire – 
- Giusy non c’è niente di particolare. Abbiamo parlato un po’, più del solito direi, poi se n’è andato. Contenta, ora? – 
- Certo che no! Voglio sapere cosa vi siete detti – 
- Ciao, ragazze – salutò una voce in lontananza, che si avvicinava alle 4 amiche. 

Salvata all’ultimo minuto. Non mi va di parlare a Giusy di ieri sera. È troppo imbarazzante da raccontare e poi nel cortile della scuola non è il caso, potrebbe ascoltare qualcuno. Le racconterò tutto un’altra volta. – Non era sicura d dirle tutto. Era contenta di avere un nuovo amico, ma i pensieri erano un po' confusi al momento. Preferiva aspettare.

***


Nell’aula di musical, dove erano presenti già alcuni ragazzi della Pretty Land School Of Arts, i fratelli Molina discutevano. 

- Allora, Bruno, ti decidi a dirmi cosa è successo ieri? - 
- Ma cosa vuoi che sia successo? – 
- Questo devi dirmelo tu. Perché, dopo il nostro “litigio”, te ne sei andato? E, soprattutto, con chi eri? – gli chiese Gonzalo. 
- Sono andato a fare un giro… - rispose, vago. 
- Da solo? – 
- Sì, da solo. Ora non si può più fare un giro? – 
- Certo! Ma non credo che tu abbia fatto solo questo. Ti conosco, non sei il tipo che se ne va in giro da solo senza motivo – 
- In effetti… - 
- Lo sapevo! Sei mio fratello, non mi sbaglio mai su di te. Che hai fatto? – 
- La passeggiata l’ho fatta davvero. Dopo sono andato da Patty. – 
- Perché sei andato da lei? – 
- Perché non mi era piaciuto il modo in cui se n’era andata – disse, omettendo di dirgli delle lacrime viste sul suo volto - … così sono andato da lei per sapere se stava bene. Tutto qui. – 
- Solo questo? –
- Sì, anche se… - si interruppe. 
- Anche se…? – lo incitò a continuare il fratello. 
- Niente, solo che la nostra chiacchierata mi ha fatto riflettere su molte cose… - 
- Tipo? – 
- Tipo che Antonella non è l’unica ragazza esistente in questa scuola e che, soprattutto, non fa per me. –
- Te le ha dette lei queste cose? - 
- No, l’ho capito mentre parlavo con lei – 
- Non ti seguo… Cosa intendi dire? – 
- Non lo so neanch’io. So solo che, durante la conversazione avuta con lei, mi sentivo strano e… - si interruppe di nuovo. 
- E… ? È mai possibile che devo tirartele io le parole di bocca? –
- Ahh, non lo so. Diciamo che è stata una conversazione lunga e inaspettata. – 
- Mi rimangio quello che ho detto poco fa. Sei mio fratello e non TI capisco mai. – 
- Ma smettila di lamentarti sempre! Comunque, non preoccuparti, tu non hai bisogno di capire. Sono io quello che deve conciliare i pensieri e capirci qualcosa. – disse, allontanandosi dal fratello. 

***


- Bhua, che sonno! – sbadigliò Matias. 
- Non hai dormito, stanotte? – 
- Non molto, Santiago. – 
- Come mai? Problemi con tuo padre a causa del calcio? – 
- No, no, nessun problema con mio padre. –
- Allora c’è qualcos’altro? – 
- No! Davvero, non c’è niente che non va. Non sono riuscito a dormire solo perché pensavo. –
- Pensavi? E a cosa? Deve essere qualcosa di importante se non sei riuscito a chiudere occhio. – 

Perché non tengo mai la bocca chiusa!? Parlo sempre troppo. 
E ora che gli dico? Non posso dire ciò che pensavo a lui…
 - cercava un’idea Matias. 

- Niente di che… Problemi con Antonella. – inventò Matias. 
- Ok – disse Santiago, non troppo convinto delle parole dell’amico – Io vado da Felipe, ci vediamo dopo. – 
- A dopo – salutò, vedendo l’amico allontanarsi. 

Devo dirlo a qualcuno, altrimenti scoppio, ma a chi? 
Giusy è la sua migliore amica; Santiago ne è innamorato… Sì, ci sono… Mi aiuterà di sicuro…

***


- Scusi, Carmen, mi porterebbe un bicchiere di latte macchiato? – 
- Sì! Sono subito da te con il latte… - Preparato il tutto, Camen si avvia verso il cliente. - Ecco a te! – disse, poggiando il bicchiere sul tavolo. 
- Grazie. –
- Prego. È il mio lavoro. – 
Nel fratttempo, sullo sgabello vicino al bancone, si siede Barcaroli.
- Ciao, Carmen! Come stai? – 
- Ciao, Eugenio. Potrebbe andare meglio, a te? – 
- Anche a me… - sospirò.
- Come mai? Hai litigato con Emilia? –
- No! Con lei tutto bene… il problema è un altro. – 
- Sarebbe? Dimmi, potrei darti una mano. – gli chiese, stringendogli una mano. Il proffessore ci rifletté, per poi acconsentire.
Posso fidarmi di lei. 
- So che posso fidarmi di te, quindi tiracconterò tutto e poi ho bisogno di parlarne con qualcuno. Ma ti avverto che la storia è lunga. –
- Non ci sono problemi… ho tutto il tempo del mondo. – 
- D’accordo! Allora… io non sono Eugenio Barcaroli, ma il nipote di Ines… - inutile girarsi intorno. Meglio andare al dunque.
- Il nipote di Ines!? – ripeté, sbalordita.
- Sì! In verità, mi chiamo Francesco Ginobili, ma tutti mi chiamano Chicco. Sono qui perché Ines ha ereditato tutto il patrimonio che, invece, doveva essere anche di mia madre e cioè la sorella di Ines. Ho preso il posto di Eugenio Barcaroli per scoprire cosa è successo… - 
- Quindi, questo Eugenio Barcaroli non esiste? – 
- Sì, esiste ed è anche un grande musicista. È un mio grande amico, gli ho chiesto di poter prendere il suo posto e lui mi ha dato il consenso, visto che è per una buona causa. – 
- Che storia… - Mai avrebbe immaginato di avere di fronte il nipote di Ines. 
Il secondo, in verità. Zia e nonna.  
Carmen si riscosse dai pensieri, troppi per lei e si concentrò sul ragazzo.
- Il problema qual è? – 
- Il problema è che, grazie ad Emilia, la quale sa tutto, ora Ines sta cercando Chicco, cioè me, ma se scopre che sono io non posso più fare luce su questa faccenda. –
- E tua madre? – 
- Ines la crede morta.. - venne interrotto dall’amica. 
- Ma non è morta, giusto? – chiese, preoccupata. 
- No, no. È viva e vegeta e si trova a casa. Da quello che mi ha detto Emilia, Ines non si è occupata del funerale e non ha visto mia madre morta. Se n’è occupato suo marito, il quale ha riferito tutto ad Ines ed inoltre mio zio confessò ad Ines che mia madre l’aveva sedotto. Ovviamente non è la verità. – 
- Mhm.. – pensò alle parole del ragazzo – Da quello che dici, Ines non sa nulla, rispetto a suo marito, nonché tuo zio, che c'entra in tutta questa storia. Secondo me, dovresti andare da Ines, con tua madre e dirle tutto… -
- Cosa!? Ma sei impazzita!? – 

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Capitolo 3
*** Soluzioni ***


Scusate il ritardo, ma non ho avuto tempo per scrivere.
Alla fine, però, sono riuscita a postare anche il terzo capitolo.
Il quarto è già concluso, ma devo ancora scriverlo sul pc, quindi non assicuro che posterò presto.
Detto questo, passo ai ringraziamenti:
- Martina97: ti ringrazio che continui a seguire la mia storia( anche se è solo al 2 cappy) Cerco di continuarla il più presto possibile e spero che continuerai a seguirmi e a recensire. Grazie ancora kiss.
- Elia96: Grazie anche a te per i continui complimenti. Anche tu sei molto brava… ho letto la tua fanfic “una storia che vale” e mi è piaciuta molto; sei molto brava. Quando avrò internet leggerò una tua storia e la recensirò, ma, fino ad allora, non potrò. Continua a seguirmi e a darmi una tua opinione… un bacione.
- Sabry99: Mi dispiace, ma per sapere cosa stava pensando Matias dovrai aspettare il prossimo cappy XD, ma non ti preoccupare cercherò di postarlo il più in fretta possibile, proprio per te. Mi fa piacere che ti incuriosisca, spero che mi seguirai e mi dirai cosa ne pensi… kiss.

Ringrazio anche le sei ragzze che l’hanno inserita nei preferiti:
- ada 12
- fedec93
- giusyeguido96
- lallina_89
- mileybest
- SoRifan

Infine un ringraziamento va a tutti quelli che leggono soltanto, anche se un piccolo commentino vorrei averlo( senza costrizioni, ovvio).

3. Soluzioni

- Cosa!? –
- Hai capito! Devi andare da Ines, in compagnia di tua madre e dirle tutta la verità… -
- Potrebbe essere un’idea… - disse Chicco, pensando al consiglio di Carmen.
- Io direi che è l’unica soluzione –
- Sì, hai ragione! Andrò da lei con mia madre, così chiariremo, una volta per tutte, questa storia… Grazie per il tuo aiuto. Sono in debito con te. –
- Figurati! È stato un piacere aiutarti, anche se non ho fatto poi molto… -
- Mi hai aiutati molto, invece… Senza il tuo consiglio, starei ancora pensando a come uscire da questa situazione. –
- Bhe… Comunque aspettiamo prima come andrà a finire e poi vedremo se ti è stato utile il mio consiglio… -
- Io sono sicuro che sarà così. Ora vado, tra poco iniziano le lezioni. Ciao e grazie. – la salutò per poi andarsene.


Wow! Non avrei mai immaginato che Eugenio, cioè Chicco, fosse il nipote di Ines… Pensandoci bene, se lui è il nipote di Ines, allora Chicco è lo zio di Patty… Lui non lo sai, come d’altronde, Leandro non sa di essere il padre. Forse, il consiglio che ho dato a lui devo metterlo in pratica anche io, così mi toglierò questo peso che porto dentro da quando sono arrivata a Buenos Aires e, forse, non sarà così terribile come dice Bianca o come l’ho sempre immaginato io… Sì, ho deciso! Rivelerò tutta la verità a Leandro e, insieme, la diremo a Patty…

***


- Ciao, ragazze – ripeté la voce alle quattro Popolari.
- Ciao, Tontonella. Ti serve qualcosa? – tuonò Giusy alla Divina.
- Non ti preoccupare, Giusy. Da te non ho bisogno di niente… Ero venuta solo per congratularmi con Patty… -
- Congratularti di cosa? – le chiese Patty.
- Ovvio, tesoro. Mi congratulo con te per aver conquistato il cuore di Bruno e Gonzalo… Non capita spesso che due BEI ragazzi come loro si innamorino di TE… - la offese, sottolineando, di proposito, le parole “bei e te”.
- Quando imparerai a tenere a bada la lingua? Dalla tua bocca escono solo parole che offendono Patty – le ringhiò Giusy, avvicinandosi di più a lei.
- Never, baby. Io parlo quando e come mi pare. Sei tu che devi impicciarti devi affari tuoi, mia cara… Stavo parlando con Patty e non con te. –
- Infatti, questi sono affari miei, visto che Patty è mia amica, quindi ti conviene andartene e smetterla di offenderla sempre se non vuoi che ti rovini i tuoi BEAUTIFUL capelli. – disse Giusy, imitando il suo modo di parlare, ad un centimetro di distanza una dall’altra.
- Basta, Giusy! Non è il caso di alzare le mani per una come Antonella – le fermò Patty, vista tutta la scena e accorgendosi dell’aria di sfida che si erano lanciate le due nemiche.
- Hai ragione, Patty. È inutile parlare con lei, sarebbe tutto fiato sprecato… Si sa che Tontonella non cambierà mai… - concordò Giusy, allontanandosi da lei e ritornando dalle sue amiche.
- Io entro dentro, stanno per iniziare le lezioni – disse Patty, mentre entrava nel cancello della scuola.
- Ok! Noi aspettiamo Matias e poi ti raggiungiamo… - le urlò Giusy, vedendo l’amica già all’entrata.

***


Quella mattina, Leandro si trovava al solito bar in compagnia del suo migliore amico Ensteban.

- Hai sentito che ti ho detto? –
- Sì, ho sentito, Leandro. Stavo pensando… -
- Pensi mentre io ti parlo? –
- Pensavo a ciò che mi hai detto e non credo che Carmen abbia inventato una storia del genere – diede la sua opinione Ensteban.
- Neanch’io. Conosco Carmen da molto tempo e non è capace di inventare storie come questa –
- Io ti consiglierei di fare luce su questa storia, ma senza dire niente a Bianca… -
- E come faccio a sapere qualcosa senza chiedere spiegazioni a lei? – lo interruppe Leandro.
- Se mi fai finire di spiegare forse te lo dico – gli disse, ironicamente.
- Sì, scusa, continua –
- Dicevo che è meglio se non le dici niente, altrimenti potrebbe sempre inventarsi qualcosa: tipo che lei è gia ricca o che non ha mai pensato ai tuoi soldi… Quindi devi riuscire a scoprire qualcosa pedinandola o ascoltando le sue conversazioni… -
- Ma questo non è giusto! Non sarebbe onesto farlo… -
- Può darsi, ma non hai altra scelta. Carmen dice che non ha prove per confermare ciò che ha detto e Bianca negherà tutto, sicuramente, anche se fosse la verità –
- Hai ragione. Ok, cercherò di scoprire qualcosa… -

***


Patty era entrata a scuola e si dirigeva nell’aula di musical. Camminava a passo lento e con il capo chino, molto presa dai suoi pensieri, non accorgendosi di aver urtato qualcosa, o meglio qualcuno.

- Oh!... Scusa, scusa, non ti avevo visto… - si scusò Patty.
- Non è successo niente, non preoccuparti, Patty… -
- Sei tu Matias. Non ti ho proprio visto – si ricusò lei, sempre triste.
- Ehi! Cos’è quell’aria triste? È successo qualcosa? – le chiese preoccupato, notando che non era la solita Patty.
- Niente, non preoccuparti – negò la ragazza.
- Allora perché sei triste? – insisté.
- Non sono triste, solo che… - si bloccò, non sapendo se continuare.
- Solo che…? –
- Solo vorrei che Antonella la smettesse di prendersela con me, vorrei che la smettesse di dirmi sempre cose brutte e vorrei che non si intromettesse sempre nella mia vita – si sfogò, infine, l’amica.
- Ma… Patty non hai mai dato peso a ciò che dice Antonella… -
- No! Matias, ti sbagli. Io do sempre peso a ciò che mi dicono e soprattutto ciò che dice lei su di me… perché è vero –
- E sentiamo! Cosa dice Antonella? –
- Che sono brutta. Ecco cosa dice! Ed è vero –
- Non è vero, invece. Tu non sei brutta, anzi il contrario. Sei una ragazza stupenda – cercò di consolarla Matias, per poi abbracciarla.


Le stesse parole di Bruno… Ma adesso è diverso: non è lui a consolarmi, ma il ragazzo che mi piace cercò di convincersi Patty.

La ragazza si riscosse dai pensieri, rendendosi conto di essere ancora abbracciata a Matias.

- Grazie, Matias, ma so che lo dici solo perché sei mio amico e mi vuoi bene… - disse, allontanandosi da lei.


Amico, amico, amico… Sono un amico per lei e lo sono sempre stato. Non c’è niente di diverso da primacercò di convincersi lui.

- Matias? Allora? –
- Eh!? Sì, Patty, dicevi?–
- Ma, come, non mi ascoltavi? –
- Scusa, mi ero distratto. Cosa mi hai chiesto?–
- Ti ho detto che prima ero fuori con Giusy e mi ha detto che ti aspettava, prima di entrare. Perché non sei con lei? –
- L’ho vista nel cortile, ma ci siamo salutati con un cenno della mano… poi l’ho vista che si avvicinava a Guido – le spiegò.
- Ah! Ok. Forse voleva spiegazioni riguardo al patto… - sussurrò a se stessa.
- Cosa? – le chiese, non avendo sentito.
- No, niente! Mi domandavo dove stessi andando – cambiò discorso. Non era sicura se dirlo a Matias, il quale poteva essere allo scuro di tutto o, se era il contrario, poteva benissimo non dirle niente.
- Cercavo Fabio. Tu l’hai visto da qualche parte? –
- No, non l’ho visto, ma ho incontrato sua sorella… -
- Non pensare a ciò che dice Antonella, Patty. Credi solo alle parole che ti dicono le persone che ti vogliono bene. Sono loro che ti dicono la verità –
- Ok, grazie. – lo ringraziò, vedendolo allontanarsi.

Salutato l’amico, Patty riprese a camminare esattamente come prima, verso l’aula di musical, ma, questa volta, facendo attenzione a non urtare nessuno.

- Ciao, Patty – la salutò una voce alle sue spalle.

Patty, quasi inconsciamente, sorrise solo ascoltando la sua voce…e si rese conto che era l’unica che volesse sentire da quando era arrivata a scuola.

- Ciao, Bruno – ricambiò il saluto, girandosi verso di lui.

***


- Allora? Mi rispondi? – chiese per l’ennesima volta Giusy.
- È la millesima volta che ti rispondo: il patto riguarda me e dei miei amici, quindi tu non centri niente –
- Ed io è la millesima volta che ti chiedo di che patto si tratta e quali amici comprende – richiese, più arrabbiata per le risposte avute, che esasperata, per le ripetute domande.
- Non riguarda te e di conseguenza non hai diritto di sapere niente – le disse Guido, divertito per essere riuscito a stuzzicarla di nuovo.
- Sì, mi riguarda invece. SONO LA TUA RAGAZZA, QUINDI HO IL DIRITTO DI SAPERE – urlò, infine, Giusy, non rendendosi conto delle sue stesse parole.
- Scusa, cos’hai detto? – le chiese stupito, credendo di non aver capito bene, anche se era difficile visto che la frase era stata gridata.

***


Bianca, insieme ai suoi due scagnozzi, Dorina e Paolo, si trovava in cucina, intenta ad ideare un piano per togliersi Carmen dalle scatole.
Era da quando Carmen era arrivata a Buenos Aires che il suo piano di sposare Leandro al più presto era andato distrutto, creando sempre più complicazioni.
In quei giorni, infatti, Bianca cercava di trovare, inutilmente, una scusa per smentire le parole dette da Carmen.
Ovviamente, ciò detto da lei era vero, ma non poteva assolutamente confessarlo, altrimenti sarebbe finita sotto i ponti con i figli e i due “complici”.

- Pensiamo, pensiamo – consigliò Dorina, mettendosi le mani tra i capelli, seguita a ruota da Bianca.
- Se io non ho l’amore non ho più niente, non ho più un cuore… Se io non ho l’amore non ho più niente, non ho più un cuore – canticchiava Dorina per farsi venire un’idea.
- Io opterei per l’eliminazione – propose Paolo.
- Ti sei rincretinito, forse? Se la eliminiamo, come dici tu, dopo cercheranno il colpevole e non ci vorrà molto prima che scoprano che siamo stati noi… - lo rimproverò, urlandogli contro, Dorina e dandogli uno schiaffo dietro la testa.
- Io sono d’accordo con Paolo… Così facendo non avremo più problemi a causa di quella campagnola – disse Bianca, ignorando completamente il discorso fatto da Dorina.
- Ho parlato al vento, Bianca? Se la uccidiamo, verremo carcerati – cercava di convincerli la nera.
- Verremo carcerati solo se scopriranno che siamo stati noi, ma, con la nostra astuzia, non succederà. E, una volta tolta di mezzo Carmen, mi sposerò finalmente con Leandro – si entusiasmò Bianca, saltellando su se stessa, battendo le mani.
- Essia! Ma spera, per noi, che non ci siano problemi, altrimenti saremo nei guai – concordò, rassegnata, Dorina.

***


Emilia Escobar era seduta ad un tavolo del bar della scuola, sorseggiando una tazza di caffè, appena portata da Carmen e immersa nei suoi pensieri.
Emilia era sempre stata sicura di conoscere se stessa, ma, dal giorno in cui conobbe Chicco, non lo era più. Era sempre stata innamorata di Germano o, almeno, così credeva.
Da quando Chicco cominciò a corteggiarla, stuzzicandola in ogni modo, cercava di non cedere e abbassare la barriera che li separava, ma non ci era riuscita e così, alla fine, ha scelto lui: l’amore vero, non quello che credeva lo fosse con Germano.
Stare con Chicco era sempre un’avventura, non sapeva mai cosa l’aspettasse; il contrario della sua storia con Germano, che era sempre coccole e smielati nomignoli.
Se ci pensava ora le veniva da ridere, ricordando tutti quei ridicoli soprannomi che attribuiva a Germano.
Ormai, era storia vecchia… Ciò che doveva pensare era cercare di trovare un’idea che aiutasse il suo vero e unico amore.


Non saprei come aiutarlo. Quello che ho scoperto, parlando con Ines, non è servito a molto, ha solo creato altri dubbi e domande… Io gli consiglierei di parlare direttamente con Ines e chiarire, una volta per tutte.

- Sì! È l’unica soluzione – si disse.
- L’unica soluzione, per cosa? – le chiese una voce alle sue spalle, dopo aver sentito le sue parole.
- Ah! Sei tu, amore. Niente, pensavo ad una soluzione per risolvere la tua situazione. –
- Sarebbe? – le chiese, curioso.
- Io ti consiglierei di parlare ad Ines e chiarire tutto, altrimenti non andremo da nessuna parte continuando così… -
- Sai che Carmen mi ha consigliato la stessa cosa? –
- Carmen? Perché, sa di te e la tua storia? –
- Sì, gliel’ho detto io, So che posso fidarmi di lei, quindi non dirà niente, non preoccuparti. –
- Non sono preoccupata. Solo, non pensavo saresti andato da lei. – - Cosa c’è? Sei gelosa? – la stuzzicò, divertito.
- Chi? Io? Per niente. – rispose, seria, ma venne tradita dal suo tono di voce, che diceva il contrario.
- Lo sei , invece, ma non c’è bisogno che tu lo sia. Mi sono solo confidato con lei e Carmen mi ha dato un consiglio. Inoltre… -
- Perché proprio con lei ti sei confidato? – lo interruppe Emilia.
- Tu già lo sapevi e avevo bisogno di qualcuno di cui mi fidassi… Carmen è come una sorella per me e così ho parlato con lei – le spiegò, sorridendo, poi continuò – Tornando al discorso di prima, dicevo che, secondo Carmen, mio zio centrerebbe in tutta questa stira, essendo stato lui ad occuparsi sia del “funerale” di mia madre sia del testamento per il patrimonio.
Non ci sono altre scelte, quindi l’unica soluzione è parlare con Ines. Porterò con me anche mia madre, così la vedrà con i suoi occhi e crederà, più facilmente, a ciò che le diremo – le disse.
- Sì, è una buona idea. Si risolverà tutto prima di quando immagini – gli disse, dandogli un bacio a stampo.
- Sono d’accordo con Emilia – intervenne Carmen, dopo aver ascoltato la loro conversazione. ( Impossibile non farlo, visto le dimensioni del bar Nd. Me)
- Ah! Carmen sei tu. Ciao – la salutò Emilia.
- Ciao, ragazzi. Dicevo che anch’io la penso come Emilia, Chicco – iniziò, voltandosi verso di lui – Se parlerai con Ines, si chiarirà tutto e risolverete questa storia prime che tu te ne accorga – terminò, sorridendo.
- Grazie, Carmen – la ringraziò Chicco.
- E di cosa? – gli chiese – Io non ho fatto niente… -
- Per avermi ascoltato e aiutato. Chiunque, al tuo posto, avrebbe lasciato perdere questa storia –
- Beh! Si vede che io ed E milia non siamo “chiunque” – disse, sorridendo ad entrambi.
- Eh, sì! Io sono la tua fidanzata e lei è tua sorella, quindi non siamo “chiunque” – concordò Emilia.
- Sorella!? – chiese Carmen, incredula.

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Capitolo 4
*** Il bacio ***


4. Il bacio

 

Sorella!? – ripeté Carmen, incredula.

Sì, sorella! A quanto pare, per Chicco sei come una sorella – le spiegò Emilia. 

Ah! Da come lo avevi detto sembrava proprio che dicessi sul serio. Comunque, anche per me Chicco è come un fratello – sorrise triste, sapendo che era qualcos’altro. 

 

***

Come stai? – le chiese Bruno, sorridendo.

Bene, tu? –

Bene. Tu, invece, perché sei triste? – le chiese, ignorando il suo “bene” di poco prima.

Uffa! Perché mi fate tutti la stessa domanda? – domandò, stufa di ripetere sempre le stesse cose.

Perché, chi altri te l’ha fatta? –

Matias –

Se ti facciamo questa domanda significa che ci preoccupiamo per te – le disse, ignorando il fastidio che gli ha procurato l’aver sentito il nome di Matias.

Può darsi, ma a me non va di ripetere sempre le stesse cose –

Come “può darsi”? non so gli altri, ma io mi preoccupo sul serio per te, quindi non devi dubitarne –  

Non ne dubito, infatti. Comunque, se proprio lo vuoi sapere, non c’è molto da dire sul perché sono triste –  

Allora dimmi quel poco che c’è da dire – disse, sorridendole.

- Sono triste per le continue parole che mi dice Antonella –

Ancora? Patty, non devi dar retta a ciò che dice Antonella –

Ma è vero che sono brutta… -

Non è vero, invece. Quante volte devo ripetertelo? – la interruppe.

All’infinito, se vuoi, ma non cambierò idea – rispose.

Antonella ti dice queste cose perché sai cantare, sa che sei molto brava e lei non vuole che tu prenda il suo posto di “THE BEST” -  sottolineò, sorridendo – perciò, per fartela pagare in qualche modo, ti offende, sapendo che tu l’ascolti e le dai retta –

Come faccio a farla smettere? –

- Devi risponderle a tono, senza peli sulla lingua –

No! No! Non ne sono capace… - disse, scuotendo il capo, in segno negativo.

Sì che lo sei. Potrebbe essere difficile per te, ma non impossibile –

Ma… - cercò di ribattere, Patty.

Niente ma – la interruppe – tu sei molto dolce e generosa e non sei capace di fare del male a nessuno, ma ciò non significa che non puoi rispondere agli insulti di Antonella. Per farlo, devi solo tirare fuori la Patty, tenace e aggressiva, che è in te e vedrai che ce la farai -

Davvero? Davvero credi che possa farcela? –

Certo! Non ho dubbi! Credi in te stessa e ci riuscirai –

Grazie, bruno – gli disse, abbracciandolo.

 

Bruno non si aspettava un abbraccio come ringraziamento, ma, di certo, non si oppose.

Era surreale il fatto di essere abbracciato a Patty. Sembrava di stare in un sogno e, si sa, i sogni, prima o poi, finiscono e spesso non ne rimane neanche il ricordo.

Lui non voleva smettere di sognare e dimenticare la sensazione provata, stando tra le sue braccia.

Era da quando l’aveva vista scappare via, il giorno prima, in lacrime che era diventato strano e il motivo non lo sapeva neanche lui.  Non era la prima volta che la vedeva piangere, ma, forse, ciò che lo aveva spinto ad andare da lei e parlarle era il fato che era stato lui a farla piangere e non qualcun altro. Questo pensiero gli aveva procurato una piccola fitta al cuore; non poteva permettere che fosse li la causa delle lacrime di Patty, così era andato da lei a parlarle.

Non riusciva a comprendere ancora il suo strano comportamento, ma si convinse che era solo un brutto periodo e che sarebbe tornato tutto come prima: lui alle prese con le continue incredibili azioni di Antonella e Patty con il suo misterioso amore.

 

Già! Il suo misterioso amore… Ma non so neanche se è innamorata di qualcuno. E se lo fosse di… Matias?

L’ho sempre vista molto attratta da lui e Matias neanche se ne accorge: pensa ai suoi problemi con Antonella.

Glielo chiederò… - pensò Bruno.

 

Patty? – la chiamò.

Sì? Cosa c’è? –

A te piace… qualcuno? – le chiese, senza staccarsi da lei.

Perché questa domanda? – gli chiese, allontanandosi da lui e guardandolo in viso.

 

Sì, perché questa domanda? In verità, non lo so nemmeno io perché l’ho fatta. Voglio saperlo e questa è l’unica cosa che so…

 

Mhm… curiosità, solo curiosità – le rispose solamente.

Ah! Capisco… - gli disse, non sapendo per quale motivo il tono della propria voce “suonava” deluso.

Allora? – la incitò.

Bhe… sì, in effetti, c’è un ragazzo che mi piace… -

E chi è? –

Ecco… lui è… -

È? –

È Matias – sussurrò pianissimo.

 

Perché non riesco a dirgli che mi piace Matias. In fondo lo sanno tutti, o meglio, se ne sono accorti tutti, tranne il diretto interessato.

Perché adesso non riesco a dirlo?

 

Come? Patty, non lo dirò a nessuno, se è questo che ti preoccupa – cercò di rassicurarla.

È Matias – gli disse, alzando il tono di voce, in modo da farsi sentire.

… Immaginavo fosse lui –

Siete qui ragazzi… - disse una voce, avvicinandosi ai due amici.

 

Giusto in tempo… sono rimasto spiazzato dalla risposta di Patty. Immaginavo che fosse Matias, ma aver avuto la conferma da lei, mi ha… mi ha…

Ahh, non ci capisco più niente! Perchè mi interessa?

***

Cosa ho detto? – gli chiese, finta ingenua.

Non fare la finta tonta! Lo sai benissimo a cosa mi riferisco. Hai detto che sono il tuo ragazzo… -

Te lo sarai immaginato –

Immaginato!? Ma se lo avrà sentito tutta la scuola! – esclamò, divertito dalla faccia buffa che aveva la ragazza di fronte a lui.

E allora? Hanno capito tutti male. – cercava di convincerlo Giusy.

Non dire cavolate! Rispondi sul serio! – le disse, tutt’altro che arrabbiato, avvicinandosi pericolosamente a lei.

Cosa dovrei dire? – gli chiese, continuando a far finta di niente.

Che mi ami e vuoi ritornare con me – le rispose tranquillo, avvicinandosi di più alla riccia.

Perché dovrei? – domandò, non muovendosi di un millimetro.

Causa? Non c’era. Semplicemente non voleva muoversi.

 

Perché è la verità! – esclamò, ormai ad un centimetro dal suo viso.

Come fai ad esserne così sicuro? –

Il fatto che sto per baciarti e tu non ti opporrai – le disse, mentre si avvicinava lentamente al suo viso, precisamente alle sue labbra.

Co… -

 

Non riuscì a finire la frase perché guido l’aveva già baciata. Giusy, come previsto da Guido, non rifiutò, anzi, rispose al bacio.

Erano entrambi innamorati, ma, per colpa di un padre, convinto di fare del bene alla figlia, non potevano stare insieme.

Volevano dimenticarsi uno dell’altra, ma era impossibile: la loro voglia di amarsi vinceva sulla ragione.

***

Ines si trovava nel suo ufficio con Germano, il quale era intento ad offrirle uno dei suoi soliti mazzi di rose, tentando di conquistare il suo cuore.

La corteggiata, ignorando il suo spasimante, cercava su Internet notizie di suo nipote Chicco, ma senza risultati.

 

Sembra sparito nel nulla… Chissà dove si trova in questo momento: solo e abbandonato, oppure con una famiglia che lo ha accolta in casa propria? Vorrei tanto rivederlo – disse fra se e se, continuando a fare le ricerche.

Ines, accetti questi fiori. Sono così belli! Proprio come lei – sbraitava, invece, Germano, inginocchiatosi ai piedi di Ines con il mazzo di rose in mano.

Germano come sei appiccicoso. Lo sei sempre, ma oggi più lo sei più del solito e io ti ripeto sempre che ho già il mio Pedro, quindi non c’è bisogno che fai tutte queste sceneggiate –

Lo sapete che non posso farne a meno –

Imparerai! Altrimenti ti caccerò dalla scuola. Questo tuo atteggiamento sta diventando scocciante per i miei gusti –

Ma dove trova un altro ragazzo come me: alto, bello e con questi due occhini blu? – si vantò, alzandosi e indicando con l’indice i suoi occhi –

È vero! Hai due bei occhi blu, ma questo non ti da il diritto di starmi sempre dietro come un cane – gli disse, esasperata.

 

Non ne poteva più!

Per lei, era sempre bello quando qualcuno la corteggiava, ma Germano, ormai, non lo sopportava più.

Le stava sempre dietro, ovunque lei andasse.

L’unico motivo che non la spingeva a cacciarlo dalla scuola era quello di sapere che non era un cattivo ragazzo.

Era solo ossessionato da lei, non ne era innamorato.

Lo era stato di Emilia, ma dopo essere stato lasciato da lei Ines era l’unica donna a cui poteva aggrapparsi per non soffrire troppo per la rottura.

A Germano, d’altro canto, non dispiaceva corteggiare una bella donna come Ines.

Era sempre preso in giro dal suo ridicolo comportamento “servile” nei suoi confronti, ma lui neanche se ne accorgeva, intento a soddisfare i desideri o quant’altro di Ines.

***

Allora, ti decidi? L’idea è stata tua, quindi è tua la responsabilità di creare un piano – disse spazientita Bianca.

Ho capito! Ho capito! Non c’è bisogno di assillare in questo modo. Sto pensando – rispose Paolo, intento a pensare un piano per la sua idea di uccidere Carmen.

Stai pensando da più di mezz’ora, ma da quel tuo cervello bacato, di sicuro, non uscirà niente. – lo insultò – Vado a chiedere a Dorina. Lei sicuramente saprà cosa fare – disse Bianca, allontanandosi dal soggiorno e avviandosi in cucina, dove si trovava Dorina.

 

Arrivata in cucina, trovò Dorina seduta vicino al tavolo che mangiava pop corn, fissando la televisione e, dal suo volto, sembrava molto interessata a ciò che trasmetteva.

 

Si può sapere cosa stai guardando con così tanta attenzione? – le chiese Bianca, avendo visto la scena.

Una telenovela molto interessante e coinvolgente. La trama è molto bella e c’è una situazione che possiamo sfruttare per la nostra idea – le spiegò.

Di che telenovela si tratta? – domandò, sedendole vicino .

Ultimo Samurai (*)– rispose – È un po’ insolito come titolo, infatti è una soap opera di anni fa, ma, come ti ho detto prima, è molto interessante. La situazione che potremmo utilizzare è quella in cui l’antagonista decide di uccidere il suo eterno rivale in amore, una volta per tutte. Per farlo ha ideato un piano… -

Quale? – la interruppe.

Stavo per dirlo! Se mi fai finire di parlare… - le disse. Dopo aver ricevuto le scuse, continuò – Dicevo… Per ucciderlo ha pensato a un incidente stradale, programmato ovviamente ed è quello che faremo anche noi. Quando Carmen si troverà in strada sola, Paolo, che la seguirà in macchina, nel momento giusto, la travolgerà cn l’auto e dopo se ne andrà. In questo modo non ci saranno testimoni e sembrerà che sia stato un incidente.

Sì! Così, finalmente, sarà fuori dai piedi e io e Leandro ci potremo sposare -  disse, felice.

***

Fabio si trovava nel cortile della scuola e fantasticava sulla sua storia con Tamara(*).

Stavano insieme da poco, ma sentiva già che sarebbe stato per sempre. Stare con Tamara era bellissimo, come lei, d’altronde: con quei suoi grandi occhi verdi, i lunghi capelli castani e il suo bel sorriso… Era impossibile non innamorarsene.

 

- Ecco dov’eri! – esclamò Matias, interrompendo il flusso di pensieri dell’amico.

Eh!? Ah, Matias! Dimmi… -

Che facevi? Sognavi? – chiese, divertito.

- Ah! Ah! Molto spiritoso… Stavo pensando, se proprio ti interessa –

Vabbè… Comunque ti stavo cercando. Dovrei parlarti –

Allora, spara! – lo incitò Fabio.

Ecco… vedi, non è tanto facile… non so neanch’io, in verità, quale sia il problema… cioè, lo so, ma non so da dove iniziare… - farfugliò Matias, cercando di far capire qualcosa all’amico, ma senza riuscirci.

Matias? Non ho capito neanche una parola di quello che hai detto. Sei così gentile da formulare una frase concreta, in modo che io capisca? – gli chiese Fabio, divertito dal suo buffo e strano comportamento.

Sì, hai ragione! – rispose, per poi prendere un lungo respiro prima di parlare – Vedi… in questi giorni non so che mi prenda. Da quando Guido disse che a Patty poteva piacere Gonzalo o Bruno, penso sempre a lei in compagnia di uno di loro… Non so Fabio, in questi giorni sono sempre con la testa sulle nuvole, pensando ad una soluzione a un problema che non so nemmeno io quale sia… -

Matias, non so se fai finta di non capirlo o sei veramente stupido. Il problema che hai è semplice, amico mio… - si fermò, guardando la sua reazione alle sue parole.

E sarebbe? – gli chiese, aspettando una risposta che possa aiutarlo.

Sei geloso, Matias… le parole di Guido, forse, ti hanno fatto aprire gli occhi, accorgendoti che Patty ora è libera e sola, ma che, prima o poi, qualcuno potrebbe innamorarsi di lei. Fin ora non hai mai provato niente, o meglio, hai sempre provato qualcosa per lei, ma, visto che lei era libera e, per la maggior parte del tempo, stava con te, non hai mai avuto bisogno di “accertarti” dei tuoi veri sentimenti verso di lei… anche perché non c’era nessuno che te la portasse via… - appoggiò una mano sulla spalla dell’amico, poi continuò – mentre adesso hai paura che lei si innamori, se non lo è già, di Bruno o Gonzalo e che te la portino via, anche come migliore amica…. –

Stai dicendo che… - cercò di parlare Matias.

Sì! Sto dicendo che ti stai rendendo conto di provare dei sentimenti per Patty e non sto parlando di semplice affetto d’amicizia. Farai meglio a chiarire i tuoi sentimenti e accettarli, in modo da non far soffrire qualcuno per niente, soprattutto te stesso… -

Grazie, Fabio. Lo farò senz’altro… io entro, vieni con me? –

- Sì! Tanto stanno per iniziare le lezioni –

 

I due ragazzi si diressero all’entrata della scuola, non accorgendosi che una persona, che passava di lì per caso, aveva sentito la loro conversazione.

***

Leandro, nel suo ufficio in clinica, pensava al consiglio avuto da Ensteban. Il suo suggerimento di spiare Bianca non gli piaceva per niente. Non aveva tempo per stare dietro a Bianca e, soprattutto, l’idea di sentire i suoi discorsi non l’ho entusiasmava molto, ma, nonostante si sforzasse, non riusciva a trovare nessun altra soluzione.

Spiare Bianca era l’unica cosa da fare per scoprire se Carmen aveva detto la verità su di leio aveva mentito perché era gelosa.

 

TOC TOC

 

Avanti! – esclamò Leandro, mettendo da parte i suoi pensieri.

Ciao, amore! – lo salutò Bianca, avvicinandosi a lui e dandogli un veloce bacio a fior di labbra.

Ciao, Bianca. Tutto bene? – le chiese.

Sì, tesoro, tutto bene. Anzi, più che bene, sto benissimo! – gli rispose euforica.

A che si deve tutto questo entusiasmo? –

A niente di particolare sono solo molto felice perché, fra non molto, ci sposeremo e questo mi rende la donna più felice del mondo – disse, al colmo della gioia –

Certo! Sei venuta qui per dirmi questo? –

Bhe, no! Sono venuta per vederti e chiederti ti farmi un assegno… sai, per tutte le cose da comprare per il matrimonio – affermò.

Ah! Se è così, allora te lo faccio subito – disse, mentre estraeva, dalla tasca interna della giacca, il libretto degli assegni.

Quanto ti serve? – le chiese, poi.

Non saprei… - finse di pensarci su – fai tu, mi fido di te! – disse, infine,  fingendo di non sapere che cifra dirgli.

Ok! Allora… - disse, solo, scrivendo  sul libretto.

Bianca diede un’occhiata e, non soddisfatta della cifra decisa da Leandro, gli chiese di aumentarla un po’.

Dopo aver ricevuto l’assegno con su scritto la cifra richiesta, Bianca se ne andò e Leandro rimase da solo, preso di nuovo dai suoi pensieri.

***

I ragazzi, di entrambi i gruppi, erano riuniti nell’aula di musical per iniziare la lezione.

Aspettavano i loro insegnanti, i quali non erano ancora presenti.

Intanto, le popolari chiacchieravano fra loro sulla coreografia della loro canzone : cosa andava bene e cosa no, i passi da cambiare o quelli da migliorare.

Le divine, invece, discutevano ancora della faccenda dei fratelli Molina e di Patty, non essendo sicure che fosse tutta verità ciò che avevano visto nel cortile, il giorno prima.

Soprattutto, Antonella non era affatto contenta per ciò che aveva visto  e non potevano, assolutamente, permettere che Patty fosse al centro dei pensieri dei due fratelli. Quel posto dovevano averlo lei, perciò doveva fare qualcosa e alla svelta.

Approfittando ancora dell’assenza dei professori e della presenza di tutti i ragazzi nell’aula, si avvicinò a Bruno e, senza dare spiegazioni e senza dargli il tempo di ribattere, lo baciò. 

Spazio Autrice

Note:

1. Mi scuso per il titolo un pò banale,  ma è la prima cosa che mi è venuta in mente.

2. Non ricordo se Fabio e Tamara già stanno insieme, ma facciamo di sì per il bene della fanfic.

Mi scuso per l’immenso ritardo, ma, per i problemi con la scuola e il finale del capitolo che non mi piaceva, non ho potuto postare prima. Quindi direi di riporre i fucili al proprio posto, grazie… ^_^

Scusate anche per il titolo, ma non sapevo che scrivere (non sono mai stata brava nell’inventarli).

Dopo alle scuse, passo ai ringraziamenti:

Martina97: Mi fa piacere che ti piaccia e che continui a seguirmi.

Ringrazio anche chi ha solamente letto.

Non prometto di postare il prossimo capitolo presto, ma cercherò di fare del mio meglio.

Commentate e ditemi cosa pensate di questo capitolo e della fanfic in generale.

Besos

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Capitolo 5
*** Annuncio ***


 

Eccomi con il secondo capitolo.
Postato così presto perché il secondo e il terzo capitolo sono già pronti, devo solo scriverli sul pc e postarli.
Sinceramente sono rimasta sbalordita da tutte le persone che hanno dato un’occhiata alla mia fanfic… Non mi aspettavo 120( e più) visite, oltre che 3 preferiti e seguite e, ovviamente, le 5 recensioni.
Sicuramente mi fa piacere e spero che continuate a seguirla.

Ora passo ai ringraziamenti:
Martina97: sono contenta che ti piaccia. Ecco a te il secondo capitolo… spero ti piaccia.
Ella96: Gli errori capitano a chiunque, ma io scrivendo veloce non mi accorgo nemmeno di farli XD… Mi fa piacere che ti piaccia e felice che l’abbia messa nelle seguite; per quanto riguarda la tua fanfic, appena potrò( problemi con internet), andrò a leggerla e recensirla. Tu continua a seguirmi e a recensire.
Sabry99: Grazie per i complimenti… spero che questo cappy ti piaccia come il primo… Fammi sapere con un’altra recensione kiss
Bellissima77: In verità, questa coppia non l’avevo proprio presa in considerazione( nel senso che non li avevo mai pensati insieme), ma, leggendo alcune fanfic riguardanti questa storia, mi sono accorta che piace molto anche a me, come la coppia Anto/Bruno… Appena potrò recensirò anche la tua fanfic; tu, mi raccomando, continua a seguire la mia.
The best divina: Felicissima che la fanfic ti piaccia, continua a seguirmi baci.

Ringrazio anche SoRifan, lallina_89 e giusyeguido96 che hanno aggiunto questa fanfic nelle preferite; un altro ringraziamento va a delfina, ella96( fatto anche prima, ma voglio ringraziarti anche qui XD) e Shin86 che l’hanno aggiunta alle seguite.
Gli ultimi ringraziamenti vanno, ovviamente, anche a chi legge solamente senza lasciare firme ( anche se mi piacerebbe sapere una vostra opinione).
Adesso vi lascio perché credo di aver rotto già abbastanza XD..
Buona lettura

2. Pensieri

Il giorno seguente, Patty, seduta sulla panchina del cortile della scuola, attendeva le sue amiche.
Intanto, pensava alla sera prima, quando Bruno le aveva chiesto di essere buoni amici e non semplici conoscenti.

Sarà una bellissima amicizia pensarono all’unisono.

- Adesso vado, Patty. Si è fatto tardi. – le disse, girandosi e avvicinandosi alla porta.
- Sì, certo. Ah! Bruno? – lo chiamò la ragazza.
- Sì, cosa c’è? – si fermò, girandosi verso di lei.
- Bhè… ecco, vedi… volevo sapere solo cosa intendi fare, ora… Cioè, so che a te piace Antonella e mi chiedevo cosa pensavi di fare. – gli spiegò, abbassando di poco il capo per l’imbarazzo di aver fatto questa domanda, visto che, dopotutto, non erano affari suoi.
- In verità, non c’è niente che io debba dire. È vero, Antonella mi piaceva, ma adesso è passata la mia cotta per lei… -
- Ti piaceva!? – ripeté, alzando il capo, tenuto basso fin’ora, meravigliata e interrompendolo.
- Esatto! Mi piaceva, adesso non più… Non fare quella faccia – disse, vedendola stupita – Ti sembra tanto incredibile? –
- In effetti, sì. Da quando sei qui, ti è sempre piaciuta Antonella: per la sua bellezza, il suo talento… L’hai sempre detto tu –
- Sarà anche bella, ma non ha un briciolo di carattere. Fa sempre cose che fanno arrabbiare o soffrire gli altri. Me ne sono reso conto giorno per giorno, vedendo come si comportava…ma, come si dice, non è mai troppo tardi – le sorrise.
- Sì – confermò, sorridendogli a sua volta – hai ragione. Ok, adesso ti lascio andare, altrimenti Gonzalo ti darà per disperso –
Bruno rise.
- Sei anche molto simpatica... Te lo dicevo che non sei brutta. Ora vado, se no mi daranno davvero per disperso. Ciao, ci vediamo domani, Patty - la salutò con un bacio sulla guancia, per poi dirigersi alla porta e uscire.
- A domani – ricambiò il saluto, Patty, prima che Bruno uscisse.”

- Patty? Patty, ci sei? –
- Terra chiama Patty, rispondi!? –
- Oh! Sì, ci sono. Ciao, Giusy – la salutò, una volta riscossasi dai propri pensieri e aver riconosciuto l’amica.
- Era ora! È da più di 10 minuti che ti sto chiamando –
- Scusa, ero sovrappensiero –
- Ah, sì? E a cosa pensavi? –
- Niente di particolare – rispose, arrossendo.
- E come mai sei diventata tutta rossa se non era niente di particolare? –
- Non è vero! Non sono arrossita. –
- Sì, sì… come no –
- Cambiando discorso, ieri che fine hai fatto? -
- Veramente, dovrei farla io a te questa domanda. Sei tu che sei scappata via –
- È vero, ma pensavo che saresti venuta da me –
- Hai ragione, scusa, ma ho avuto un contrattempo e non sono potuta venire –
- Ha forse un nome questo contrattempo? – chiese, con una punta di malizia.
- Mhmh… in effetti… - balbettò Giusy a capo chino, imbarazzata.
- Lo sapevo! E scommetto che era Guido, vero?... Il colore rosso della tua faccia mi dice che ho indovinato… - disse, notando il viso dell’amica che era diventato rosso al sentire il nome del ragazzo.
- Sì, era Guido e allora? – riprese a parlare, alzando il capo.
- Come sarebbe a dire “e allora”. Voglio sapere che è successo, che vi siete detti –
- Ok. Ero nel cortile della scuola e discutevo con Tamara della faccenda di Bruno e Gonzalo. In seguito, l’ho salutata, dicendole che venivo da te. Stavo attraversando il corridoio della scuola  quando una mano mi afferra il polso, facendomi girare: era Guido. Mi ha fermata e, molto seriamente, mi ha chiesto se volevo andare a fare un giro con lui perché doveva parlarmi. -
- E tu hai accettato! –
- S-sì. Non sapevo se accettare, ma poi ho pensato che non avevi bisogno di me… scusa –
- Non preoccuparti. Che ti ha detto Guido, invece? –
- Era un po’ strano… -
- Strano!? –
- Sì! Mi ha detto che sono bella e che, se non fosse per il patto, continuerebbe a chiedermi di ritornare con lui… -
- Di quale patto parlava? –
- Gliel’ho chiesto anch’io, ma mi ha risposto solamente che ha fatto un patto con gli amici. Poi mi ha salutata e se n’è andato –
- Strano… molto strano –
- Quello che penso io –
- Uh, guarda! Ci sono Tamara e Sol. Ciao, ragazze – salutò Patty, avendo notato le amiche e alzando un braccio al cielo, sventolando la mano per farsi vedere.
- Ciao, ragazze – salutarono le due ragazze, arrivate vicino alle amiche – come va? –
- Tutto bene e voi? –
- A noi, benissimo. Tu, Patty, dovresti dire qualcosa… -
- Cosa dovrei dire, Tamara? –
- Cosa hai fatto ieri, dopo che sei scappata via… per esempio –
- Sì, giusto! Prima hai cambiato discorso e non mi hai risposto, ma stavolta non scappi –
- Non c’è molto da dire… Sono andata in camera e poco dopo è venuto Bruno; voleva sapere come stavo –
- Visto? Allora qualcosa di particolare c’era da dire –
- Giusy non c’è niente di particolare. Abbiamo parlato un po’, più del solito direi, poi se n’è andato. Contenta, ora? –
- Certo che no! Voglio sapere cosa vi siete detti –
- Ciao, ragazze – salutò una voce in lontananza, che si avvicinava alle 4 amiche.

Salvata all’ultimo minuto. Non mi va di parlare a Giusy di ieri sera. È troppo imbarazzante da raccontare e poi nel cortile della scuola non è il caso, potrebbe ascoltare qualcuno. Le racconterò tutto un’altra volta. pensò Patty.

***


Nell’aula di musical, dove erano presenti già alcuni ragazzi della Pretty Land School Of Arts, i fratelli Molina discutevano.

- Allora, Bruno, ti decidi a dirmi cosa è successo ieri? -
- Ma cosa vuoi che sia successo? –
- Questo devi dirmelo tu. Perché, dopo il nostro “litigio”, te ne sei andato? E, soprattutto, con chi eri? – gli chiese Gonzalo.
- Sono andato a fare un giro… - rispose, vago.
- Da solo? –
- Sì, da solo. Ora non si può più fare un giro? –
- Certo! Ma non credo che tu abbia fatto solo questo. Ti conosco, non sei il tipo che se ne va in giro da solo senza motivo –
- In effetti… -
- Lo sapevo! Sei mio fratello, non mi sbaglio mai su di te. Che hai fatto? –
- La passeggiata l’ho fatta davvero. Dopo sono andato da Patty. –
- Perché sei andato da lei? –
- Perché non mi era piaciuto il modo in cui se n’era andata – disse, omettendo di dirgli delle lacrime viste sul suo volto - … così sono andato da lei per sapere se stava bene. Tutto qui. –
- Solo questo? –
- Sì, anche se… - si interruppe.
- Anche se…? – lo incitò a continuare il fratello.
- Niente, solo che la nostra chiacchierata mi ha fatto riflettere su molte cose… -
- Tipo? –
- Tipo che Antonella non è l’unica ragazza esistente in questa scuola e che, soprattutto, non fa per me. –
- Te le ha dette lei queste cose? -  
- No, l’ho capito mentre parlavo con lei –
- Non ti seguo… Cosa intendi dire? –
- Non lo so neanch’io. So solo che, durante la conversazione avuta con lei, mi sentivo strano e… - si interruppe di nuovo.
- E… ? È mai possibile che devo tirartele io le parole di bocca? –
 
- Ahh, non lo so. Diciamo che è stata una conversazione lunga e inaspettata. –
- Mi rimangio quello che ho detto poco fa. Sei mio fratello e non TI capisco mai. –
- Ma smettila di lamentarti sempre! Comunque, non preoccuparti, tu non hai bisogno di capire. Sono io quello che deve conciliare i pensieri e capirci qualcosa. – disse, allontanandosi dal fratello.
 

***


 - Bhua, che sonno! – sbadigliò Matias.
- Non hai dormito, stanotte? –
- Non molto, Santiago. –
- Come mai? Problemi con tuo padre a causa del calcio? –
- No, no, nessun problema con mio padre. –
- Allora c’è qualcos’altro? –
- No! Davvero, non c’è niente che non va. Non sono riuscito a dormire solo perché pensavo. –
- Pensavi? E a cosa? Deve essere qualcosa di importante se non sei riuscito a chiudere occhio. –

Perché non tengo mai la bocca chiusa!? Parlo sempre troppo.
E ora che gli dico? Non posso dirgli ciò che pensavo a lui… - cercava un’idea Matias.

- Niente di che… Problemi con Antonella. – inventò Matias.
- Ok – disse Santiago, non troppo convinto delle parole dell’amico – Io vado da Felipe, ci vediamo dopo. –
- A dopo – salutò, vedendo l’amico allontanarsi.

Devo dirlo a qualcuno, altrimenti scoppio, ma a chi?
Giusy è la sua migliore amica; Santiago ne è innamorato… Sì, ci sono… Mi aiuterà di sicuro…

***


- Scusi, Carmen, mi porterebbe un bicchiere di latte macchiato? – 
- Sì! Sono subito da te con il latte… - Ecco a te! – disse, poggiando il bicchiere sul tavolo. –
- Grazie. –
- Prego. È il mio lavoro. –
- Ciao, Carmen! Come stai? –
- Ciao, Eugenio. Potrebbe andare meglio, a te? –
- Anche a me… -
- Come mai? Hai litigato con Emilia? –
- No! Con lei tutto bene… il problema è un altro. –
- Sarebbe? Dimmi, potrei darti una mano. –
- Ok. So che posso fidarmi di te e poi ho bisogno di parlarne con qualcuno. Ma ti avverto che la storia è lunga. –
- Non ci sono problemi… ho tutto il tempo del mondo. –
- D’accordo! Allora… io non sono Eugenio Barcaroli, ma il nipote di Ines… -
- Il nipote di Ines!? – ripeté.
- Sì! In verità, mi chiamo Francesco Ginobili, ma tutti mi chiamano Chicco. Sono qui perché Ines ha ereditato tutto il patrimonio che, invece, doveva essere anche di mia madre e cioè la sorella di Ines. Ho preso il posto di Eugenio Barcaroli per scoprire cosa è successo… -
- Quindi, questo Eugenio Barcaroli non esiste? –
- Sì, esiste ed è anche un grande musicista. È un mio grande amico, gli ho chiesto di poter prendere il suo posto e lui mi ha dato il consenso, visto che è per una buona causa. –
- Che storia… il problema qual è? –
- Il problema è che, grazie ad Emilia, la quale sa tutto, ora Ines sta cercando Chicco, cioè me, ma se scopre che sono io non posso più fare luce su questa faccenda. –
- E tua madre? –
- Ines la crede morta.. -  venne interrotto dall’amica.
- Ma non è morta, giusto? – chiese, preoccupata.
 
- No, no. È viva e vegeta e si trova a casa… Da quello che mi ha detto Emilia, Ines non si è occupata del funerale e non ha visto mia madre morta. Se n’è occupato suo marito, il quale ha riferito tutto ad Ines ed inoltre mio zio confessò ad Ines che mia madre l’aveva sedotto. Ovviamente non è la verità. –
- Mhm.. – pensò alle parole del ragazzo – Da quello che dici, Ines non sa nulla, rispetto a suo marito, nonché tuo zio, che centra in tutta questa storia. Secondo me, dovresti andare da Ines, con tua madre e dirle tutto… -
- Cosa!? –

5. Annuncio

Tutti i ragazzi presenti nell’aula rimasero a bocca aperta, non sapendo che fare. Rimasero sorpresi dall’accaduto, sia perché erano tutti al corrente che Antonella stava con Matias sia perché  Bruno aveva ricambiato il bacio.

Dal canto suo, Bruno, in un primo momento, era rimasto sorpreso dal comportamento di Antonella e dall’improvviso bacio ricevuto da quest’ultima, ma, a differenza di ciò che aveva pensato, aveva risposto al bacio.

Matias, presente anch’egli in aula, era rimasto basito dalla scena appena vista. Non sapeva che pensare: se era una delle solite cavolate che faceva Antonella o se era una storia che durava da molto, ma, in entrambi i casi, era stato comunque tradito.

 

Patty aveva ancora gli occhi fissi sui due protagonisti che avevano dato spettacolo. Era rimasta sconvolta e il bello era che non sapeva neanche lei il perché: si sentiva delusa, tradita, illusa…

 

Ma di cosa poi? Che lui potesse provare qualcosa per me? Che mi vedesse in modo diverso da come mi vedeva prima? Che mi considerasse più di un’amica? Ma cosa vado a pensare! Patty a te piace M-A-T-I-A-S, punto.

Sicuramente sono delusa e sconvolta perché il mio migliore amico è stato tradito dalla sua ragazza. Sì, è così! – si convinceva, Patty.

***

Antonella non si sorprese più di tanto dagli sguardi sconvolti dei ragazzi e neanche che Bruno avesse ricambiato il bacio. Perché? Semplice: sapeva che Bruno provava sentimenti per lei e, dopotutto, se non fosse stato così, non avrebbe mai rifiutato un bacio dalla più bella ragazza della scuola.

Si allontanò da lui e, come se non fosse successo niente, tornò ala sua posizione vicina alle sue amiche. In quel momento entrarono i professori, Emilia e Barcaroli.

 

Ragazzi, buongiorno! Prima di cominciare la lezione, vorrei parlarvi di una cosa… - iniziò Barcaroli, mentre saliva sul palco, seguito da Emilia.

Sì! Se non l’aveste notato, saremmo in ritardo. Questo perché io e il signor Barcaroli ci trovavamo nell’ufficio della preside – spiegava Emilia.

Non potevate andarci dopo? – chiese, gentilmente, Matias.

Sì, in effetti, potevamo, ma volevamo parlarvene adesso –

Di cosa? – chiese, stavolta, Giusy.

Abbiamo  proposto ad Ines un’idea che balenava nelle nostre menti… - stava spiegando Barcaroli – E bisogna avere la sua approvazione –

Esatto! Io e il professor Barcaroli avevamo pensato di farvi partecipare ad una gara di ballo – continuò Emilia.

Una gara di ballo?! – esclamarono tutti i ragazzi all’unisono, chi più stupito di un altro.

Sì, ragazzi! Abbiamo proposto ad Ines di organizzare una gara di ballo, in modo da valutare il vostro rendimento scolastico, verificare ciò che avete appreso durante le nostre ore di lezione, ma, soprattutto, goderci lo spettacolo e vedere cosa sarete in grado di fare –

Cosa intende dire di preciso con il “vedere cosa sarete in grado di fare”? – domandò, questa volta, Bruno.

La gara consiste in una sfida a coppie, ognuna delle quali dovrà prepararsi tre tipi di coreografie per tre balli, ovviamente. Inoltre, ci saranno altre due sfide, che consisteranno in canto e recitazione. In tutto, sono cinque sfide e chi delle coppie riceverà più voti dalla giuria, che verrà scelta dalla vostra preside, vincerà la gara. La coppia vincitrice avrà in premio una coppa, più una sorpresa; chi si aggiudicherà il secondo e il terzo posto, avranno anch’essi una coppa, ma più piccola. Tutto chiaro? – chiese,al termine del suo discorso, Eugenio.

- Sì, ma le coppie saranno fatte da noi? –

Giusto, dimenticavo! No, Matías! Le coppie saranno scelte per estrazione: scriveremo i nomi delle ragazze di entrambi i gruppi su foglietti di carta e chiameremo un ragazzo per volta,il quale, dopo aver mischiato i foglietti, ne prenderà uno, in modo da creare le coppie. Se capiterà una Divino/Popolare, la coppia non si cambierà –

Quando ci sarà la gara? – chiese Patty.

La gara si svolgerà qui fra due mesi, così avrete tempo di prepararvi e allenarvi. Per quanto riguarda le coppie, invece, le estrarremo la settima prossima, per motivi di tempo. Ci sono altre domande? –

Le coreografie, le musiche e le canzoni dovranno essere scelte dalla coppia? Chiese, nuovamente, Patty.

Sì,Patty! Ovviamente, dovranno essere diverse per ogni coppia. Le coreografie dovranno essere create dalla stessa, in base alla canzone. Per il canto, la canzone – per mio consiglio – è meglio se la inventate voi, così da far vedere e sentire il vostro talento anche come cantautori. Infine, per la recitazione, la sfida dura 20 minuti, durante i quali ogni coppia reciterà una parte importante, principale di un film o romanzo a vostra scelta –

Se non ci sono altre domande, direi che sia ora di iniziare la lezione, anche se non ci è rimasto molto tempo – disse Emilia.

Allora ragazzi chi dei due gruppi vuole iniziare? – domandò Barcaroli, mentre scendeva dal palco con Emilia.

Le divine, ovvio! – sbraitò Antonella.

Bene! Fate vedere cosa sapete fare,allora. –

***

Non lo so! Ho ancora dubbi su questa storia. Dai, lo sai anche tu che non è sicuro farlo: potrebbe scoprirmi e, alla fine, non avrò concluso niente –

 Leandro parlava con Ensteban, nel suo ufficio, della situazione con Bianca.

Sì, forse hai ragione, ma tu hai un’idea migliore? –

Io non ho la più pallida idea di cosa fare! –

E allora? Cosa ti costa spiarla? Non hai nulla da perdere! –

Sì, può darsi, ma non posso stare tutto il giorno a pedinarla. Ho una clinica, se te ne fossi dimenticato –

Potresti ingaggiare qualcuno che lo faccia per te, così tu non dovrai fare niente, se non ascoltare poi ciò che avrà scoperto questo ‘qualcuno’ –

Mm… Non lo so, non sono ancora convinto –

***

Carmen, in compagnia con la sua migliore amica, Ashley, intratteneva una conversazione con quest’ultima nel bar della scuola, sedute ad un tavolo a bere un bicchiere di tè.

Carmen sei certa di quello che dici? –

Sì, sono sicura! Non posso più stare zitta! Leandro potrebbe scoprirlo, o venirlo a sapere da qualcun altro e non da me. Se così accadesse, scatenerei solo la sua rabbia e non otterrei niente. Venirlo a sapere da me potrebbe sempre arrabbiarsi, per non averglielo detto prima o per altro, ma almeno l’avrà saputo da me non da altri –

È la prima cosa sensata che ti sento dire da quando sono arrivata a Buenos Aires. – sorrise – A parte gli scherzi, sono d’accordo con te: deve saperlo da te e da nessun altro. È una cosa che riguarda voi e dovete essere voi a parlarne e chiarire tutto quello che avete lasciato in sospeso quando vi siete lasciati –

Sì, è deciso allora! Adesso devo solo trovare il coraggio per dirglielo. –

 Doveva trovare dentro si sé tutto il coraggio di cui disponeva e doveva confessare la verità a Leandro. Carmen era sicura, ormai, che Leandro aveva il diritto di sapere che aveva una figlia, anche se la tormentava il modo in cui la loro storia era finita. Questo, però, potevano chiarirlo dopo aver parlato e non doveva perdere la speranza che, forse, le reazioni di Leandro e anche quella di Patty non sarebbero state così negative.

***

I ragazzi della Pretty Land, dopo la lezione di musical e la notizia ricevuta riguardo alla gara di ballo, che aveva già fatto il giro di tutta la scuola, erano sparsi in vari gruppi in diverse parti della scuola.

Giusy, per esempio, si trovava nel cortile insiema a Patty.

Ti ha baciata?! –

Sì, mi ha baciata ed è stata bellissimo!  - esclamò Giusy, sognante.

Wow! Giusy, ma è fantastico! – aveva esultato Patty, per la felicità scorta negli occhi dell’amica.

Lo so – le rispose solamente l’altra.

Adesso cosa farai? Voglio dire, state insieme ora? – chiese Patty.

 Non voleva rovinare il momento, ma voleva essere sicura che l’amica non avrevve avrebbe sofferto ancora per l’amore che provava per Guido.

Veramente… non lo so –

Cosa vuol dire che non lo sai? –

Quello che ho detto: non lo so! –

Giusy, amica mia, non vorrei contraddirti, ma non sapere se stai o meno con Guido, dopo che vi siete baciati, non è “normale” –

Sì, in effetti, hai ragione. Solo che, dopo il bacio, ero imbarazzatissima perciò sono, praticamente, scappata da lì e sono entrata in classe –

Poso immaginare il tuo imbarazzo, però ora devi parlargli e chiarire in che stato è il vostro rapporto, ma una cosa è certa: vi amate e non riuscite ad essere semplici amici –

Sì, lo amo! Ma, Patty, come faccio con mio padre! A lui non piace Guido e non trovo soluzioni possibili per fargli cambiare idea -  

Parla prima con Guido e chiarite, in seguito vedrete cosa fare insieme. Lui ti ama, vedrai che tuo padre, prima o poi, lo capirà –

Spero tu abbia ragione –

Su cosa devi aver ragione, Patty? – chiese, interrompendole, il soggetto della coversazione .

Fattelo spiegare da lei. Ciao, Giusy! Ciao, Guido! – salutò Patty, lasciando i due ragazzi soli.

Allora, cosa mi devi spiegare? – le domandò Guido, voltando il viso, prima rivolto nella direzione in cui se n’era andata Patty, verso di lei.

***

Non ho idea di cosa fare! – disse, un più che confuso, Matias.

Riguardo a cosa di preciso? – indagava Santiago.

Sì, di cosa si tratta? Sai che, se ti servisse un aiuto per qualsiasi cosa, non hai che da chiedere – gli diede man forte, Alan.

-   Ragazzi vi ringrazio, ma non saprei che dirvi perché non so neache io cosa  mi succede – prese una pausa per poi continuare – Ho parlato con Fabio, ma le sue parole mi hanno solo confuso di più le idee. Devo pensarci su e capire qual è il problema –

Sì, credo non ci siano altre soluzioni – concordò con lui Felipe, anche lei presente.

Ok! Allora, io vado! Ciao e grazie – si allontanò, Matias, dal suo gruppo di amici.

Chissà cos’ha!? – chiese, Santiago, più a sé stesso che agli altri.

Vorrei saperlo anch’io! È così pensieroso e triste, ultimamente. Forse avrà litigato con Antonella – tentò una soluzione, Gonzalo.

Con i ragazzic’era anche Fabio, il quale era insicuro se parlare della situazione in cui si trovava Matias o stare zitto, visto che lui sapeva il motivo per lo strano comportamento di Matias, avendogli parlato quella mattina. Il problema principale si poneva dal fatto che, in quel momento, c’era anche Santiago e non sapeva come avrebbe reagito alla notizia.

Fabio? Ohi! Ma che hai anche tu? – chiese, esasperato, Santiago.

Eh!? Cosa!? –

Sei sceso dalle nuvole, finalmente! Ti chiedevamo di cosa avevate parlato tu e Matias, visto che l’ha accennato lui poco fa, riguardo alla vostra conversazione.

Mm – ancora indeciso – Non offendetevi, ragazzi, ma non so se Matias vorrebbe che ve lo dicessi, perciò tengo la bocca chiusa. Se vorrà parlarne, verrà lui da noi –

 Nessuno obbiettò, ma uno dei presenti abbassò il capo, cupo e triste, per la notizia non avuta, ma già appresa in precedenza, riguardo a Matias e indeciso se rivelarlo o meno ai compagni.

 

Spazio Autrice

Non so come scusarmi per l'enorme ritardo, ma posso dire a mia discolpa che non è stata colpa mia, almeno non tutta. Non ho potuto aggiornare prima per problemi in famiglia, lo studio - che mi prende la maggior parte del tempo, soprattutto ora che sono sotto esami - e il pc rotto, anche adesso. Inoltre, la mia, buona e gentile, ispirazione era andata in vacanza, quindi non incolpate me, ma prendetevela con lei XD. Spero di non aver perso le lettrici di questa mia fic, a causa del mio ritardo ad aggiornare e non essere stata dmenticata; spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo e cercherò di aggiornare più in fretta ( anche se non prometto niente, causa: esami e il mio, conseguente, "attaccamento" ai libri >.<).

Ritornando al cappy: secondo voi chi sarà stato ad ascoltare la conversazione tra Fabio e Matias e, quindi, il personaggio dell'ultima frase, cupo e triste? A voi le risposte.

Inquesto capitolo non succede niente di importante, più che altro mi è servito ad annunciare la gara di ballo e le estrazioni riguardo alle coppie, ma credo che non sia tanto male... Ovviamente, tocca a voi dare il giudizio XD.

Adesso passo ai ringraziamenti:

GiulySister: Sono contenta che ti piaccia, continua a seguirmi, allora, nonostate i miei ritardi.

Alexiel94: Lieta che la storia ti piaccia. Riguardo alla storia, anche a me piace la coppia Bruno/Anto, ma in questa non ci sarà; spero che la seguirai comunque.

lara divina90: Felice che l'abbia apprezzata, continua a seguirla.

ella96: Eri curiosa prm... ora che mi dici? Qualche curiosità anche stavolta? La fic finirà cn una Patty/Bruno. Ps: ho seguito la tua fic, "Guardami negli occhi", fino alla fine: mi è piaciuta mlt, anche se non ho recensito spesso, ma l'importante è che abbia seguito >.<. Continua a seguirmi, bacioni.

Dark Moon: Ciao, tesy! Contenta che ti sia piaciuto, continua a fartela piacere la fic XD, scherzo. Eh, sì! Hai ragione: cn la scuola è complicatissimo, ma, come detto prm, cercherò di aggiornare, senza troppi ritarsi. Kissoni.

araich: Antonella deve sempre combinarla una delle sue, altrimenti non si chiama Antonella! E lei si azzarda sempre, non ci pensa neanche XD. Spero che questo cap. ti sia piaciuto.

 

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Capitolo 6
*** 6. Te quiero! ***


6. Te quiero!

È un altro giorno a Buenos Aires e in casa Beltran, precisamente nella camera della secondogenita, Giusy era intenta a navigare su internet, dando un’occhiata a vari siti e forum, mentre beveva una tazza di latte caldo con biscotti. Dopo pochi minuti, però, fu costretta a fermare il suo operato a causa dell’arrivo improvviso del fratello.

 - Prego, entra pure! – disse ironica, Gius, all’entrata in stanza di Matias.

- Sì,sì, grazie. –

- Era una battuta, Matias! Cosa c’è di tanto urgente da farti dimenticare le buone maniere? – gli chiese, ormai rassegnata al suo strano comportamento di quei giorni e mettersi comoda sulla sedia che occupava prima del suo arrivo.

- Lo so, scusa! Solo che devo parlarti ed è una cosa urgente. – le rispose.

- Di cosa si tratta? –

Giusy, a questo punto, non sapeva più cosa pensare. Aveva già notato uno strano comportamento – se poteva definirlo così – su suo fratello. All’inizio aveva pensato che ciò fosse dovuto ad Antonella, che ne combinava sempre una più del diavolo, con conseguente litigio fra i due. Di solito, però, quando si trattava di lei, Matias non le raccontava mai niente, per fortuna perché sapeva che tra lei e Tontonella non era mai trascorso buon sangue. Quindi, arrivata a queste conclusioni, non sapeva davvero il motivo per cui voleva parlarle.

- Di… Patty! – le disse, facendola ritornare alla realtà e farle spalancare gli occhi dalla sorpresa.

Tra tutti gli argomenti era l’unico a cui non avrebbe mai pensato.

- E di cosa, di preciso, dovremmo parlare di lei? –

- Bhè, non si tratta di una sua…, cioè è una cosa sua, ma riguarda me – incespicò il fratello.

Matias non sapeva davvero cosa fare e, soprattutto, cosa dire. Era una situazione delicata e lui su queste cose, a parte Antonella, che faceva tutto lei, non sapeva dove mettere le mani.

Cavolo! Aveva capito, anzi, scoperto qualcosa di se che riguardava Patty ed era andato completamente fuori di testa. Non riusciva neanche a pensarlo, figurarsi dirlo alla sorella e migliore amica del suo problema.

- Allora? Si può sapere che cosa vuoi dirmi? –

- Ecco… credochemipiacciaPatty – le disse tutto d’un fiato, con il risultato di non aver fatto capire nulla alla sorella.

- Eh!? Matias respira e dimmi quello che devi, altrimenti staremo qui tutta la giornata e tra poco dobbiamo andare a scuola. –

Il giovane Beltran prese alla lettera il suo consiglio e, dopo aver fatto un bel respiro, le confessò ciò che cercava di dire da minuti.

- Credo di essermi preso una cotta per Patty – riuscì a dire, infine, guardando stupito Giusy, che sfoggiava un bellissimo sorriso.

- Perché sorridi? – le chiese, confuso.

- Perché!? Hai anche il coraggio di dirmelo? Perché è meraviglioso, ecco perché! – esplose la popolare, felice della notizia.

- E perché mai dovrebbe essere meraviglioso? –

- Matias, dico, ma fai sul serio? Queste stupide sono inutili e… stupide! È meraviglioso perché anche Patty ha una cotta per te. –

Ecco! Adesso era ancora più confuso.

Patty innamorata di me? Impossibile! Giusy si starà sicuramente prendendo gioco di me e, devo dire, non è per niente divertente.

- Stai scherzando, vero? Patty non può avere una cotta per me! – le chiese, mettendo a voce i suoi pensieri.

- E, di grazia, questo chi lo dice? Tu!? – era easperata, ormai. Non aveva mai visto suo fratello insicuro di qualcosa.

- Ma, Giusy, ragiona! Come posso piacerle? –

- Sai? È la stessa cosa che dice lei su di te e credo che per lei sia normale domandarselo, visto che quello fidanzato sei tu! –

- Con Antonella già da molto va male e non centra niente con questa… cosa. La mia presunta cotta per lei è uscita fuori dopo una conversazione con i ragazzi. –

- Che conversazione? –

- Ricordi il litigio di Bruno e Gonzalo per Patty? Bhè, quel giorno ne abbiamo parlato e, una cosa tira l’altra, Guido se n’è uscito con ‘Patty chi sceglierà tra i due’, o qualcosa di simile ed è esattamente da allora che… - non riuscì a continuare.

- Che hai capito di avere una cotta per lei? – gli andò in aiuto Giusy, ancora felice per la notizia.

- Sì, è così! –concordò con lei.

- Adesso direi che è ora di lasciare Tontonella e confessare a Patty ciò che provi per lei, prima che qualcuno te la rubi. Forza, andiamo! – detto ciò, prese una mano di Matias e si avviarono a scuola.

***

- Non capisco perché la fai tanto lunga. Non devi interrogarla, devi solo tenerla d’occhio. Non mi sembra tanto difficile come cosa -

- Ensteban, forse non mi hai sentito! Non ho nessunissima intenzione di correre dietro a Bianca per spiarla. Ci sarà sicuramente un altro modo per far luce su questa faccenda –

Leandro è sempre stato sicuro della sincerità e lealtà di Bianca, ma, dopo le parole di Carmen, non era più sicuro di niente. Conosceva da anni e sapeva che non era capace di mentire o dire falsità. Allo stesso tempo, però, non poteva accusare Bianca senza avere prove o qualsiasi altra cosa che gli facesse capire chi delle due dicesse la verità.

Non gli piaceva per niente l’idea di spiarla, quindi doveva pensare ad un’altra soluzione. Per il momento, però, non aveva ancora idea di cosa fare.

- Se non vuoi farlo, non farlo! Ma così non saprai mai la verità –

- Invece, in un modo o in un altro, riuscirò a scoprirla. –

Concluse la conversazione e si diresse, con l’amico, fuori dal bar, in cui si trovavano, per raggiungere la clinica.

***

Hoy, pienso dónde estarás

Me quiero imaginar

Que te voy encontrar

Y entre tus brazos

Ya no habrá tristeza y soledad.

 

- Dove sei papà? Papà! –

- Papà, ti prego, torna da me. –

 

Hoy, algo extraño sentÍ

Porque en tus ojos vÍ

Que algo tuyo en mÍ

Si estamos juntos

Ya no habrá tristeza y soledad

 

- Chi c’è? Chi è che canta? Papà! Papà, sei tu? –

- Papà, chi sei? Fatti vedere, ti prego! –

 

Yo te quiero, yo te espero.

Cada noche, pido al cielo

Que aparezcas ya

Quiero tenerte a mi lado, papà.


Patty si trovava in un ampio prato verde, pieno di fiori di vario tipo. In lontananza, sentiva, come un eco, una bellissima voce maschile che cantava la canzone dedicata a suo padre. Camminava in lungo e in largo per cercare di trovare la persona che cantaa, ma, nonostante cercasse di percepire dove la voce stesse cantando, non riusciva a raggiungerla, anzi, sembrava che la voce si allontanasse sempre di più, ogni volta che Patty tentava di raggiungerla.

 

Yo también, mi amor, te espero

Y te juro que me muero de felicidad

Sólo al pensar que alguna vez vas a decirme, papà

 

- Dove sei? Papà, papà! Lo so, lo ento che sei tu! Fatti vedere! Papà! –

 

Nonostante Patty continuasse a parlare e cercasse di riuscire a scorgere qualcuno tra i fiori, oltre a sentire la voce, quest’ultima non dava segni di aver sentito Patty: continuava a cantare, come se ad ogni strofa si nascondesse qualcosa, un indizio che Patty doveva intuire e risolvere.

Patty correva e le lacrime, ormai, erano già fuoriuscite dai suoi occhi. Non riusciva quasi più a vedere a cause delle gocce salate che le appannavano gli occhi, ma non se ne curava.

Voleva soltanto trovare colui che cantava perché sapeva che, una volta raggiunta, avrebbe visto, finalmente, il volto di suo padre.

 

Hoy, pienso dónde estarás

Me quiero imaginar

Que te voy encontrar

Y entre tus brazos

Ya no habrá tristeza y soledad.

Yo te quiero, yo te espero.

Cada noche, pido al cielo

Que aparezcas ya

Quiero tenerte a mi lado, papà.

Yo también, mi amor, te espero

Y te juro que me muero de felicidad

Sólo al pensar que alguna vez vas a decirme, papà

Quiero tenerte a mi lado, papà.

Sé que hay algo tuyo en mì.

 

- Ti prego, fatti vedere! –

Non correva più, ma continuava a camminare e cercare. All’improvviso, proprio di fronte a lei, di molti metri, si ergeva una figura scura. Patty si era bloccata appena l’aveva scorta, ma non riusciva a vedere niente, se non un’alta ombra.

 

- Chi sei? Dimmelo, ti prego! Ho bisogno di saperlo! –

Mentre parlava, aveva ricominciato a camminare, ma, come precedentemente per la voce, più cercava di raggiungerla e più la figura si allontanava.

 

- Non te ne andare! Dimmi prima chi sei! No, no! Papà , papà! -  aveva ripreso a correre, ma la figura si faceva sempre più lontana.

 

***

Carmen era sveglia già da qualche minuto e, dopo essersi preparata, era andata a prendere la colazione per lei e Patty. Prima di svegliarla, era andata in bagno e, quando era uscita, aveva sentito Patty mormorare tra sé. Così si era avvicinata e aveva sentito le frasi sconnesse della ragazza.

 

- Dove sei? Papà, papà!.....Fatti vedere!... –

 

Carmen era rimasta imbambolata a guardare Patty, ma più che altro guardava il vuoto.

Sapeva che Patty aveva il diritto di sapere chi era suo padre, ma non era  ancora riuscita a dirglielo. Quella notte aveva pensato molto a questo problema e non aveva cambiato idea sul fatto di dirlo ad entrambi, padre e figlia, ma per qualche ragione, a lei ancora sconosciuta, non riusciva ad esserne ancora sicura.

Forse per la reazione che avrebbero avuto? Non lo sapeva!

I suoi pensieri vennero interrotti da Patty, che avevano iniziato a dibattersi nel letto. Era ritornata a guardarla; non sapeva che fare: svegliarla o no?

Il suo dubbio venne risolto da Patty stessa.

 

- No, no! Papà, papà! – aveva urlato alla stanza, mettendosi a sedere sul letto.

 

Era tutta sudata ed era sicura che le gocce che sentiva sulle guance non era sudore, ma lacrime versate nel sogno e, a quanto sembrava, anche nella realtà.

Non aveva mai fatto un sogno così su suo padre, anzi, a dirla tutta, non aveva mai sognato suo padre.

Che cosa significava quel sogno? Perché lo aveva fatto? E perché proprio adesso?

Aveva mille domande per la testa e nessuna risposta. Le girava la testa a causa di tutte quelle sensazioni che stava provando e di tutti quei pensieri che le affollavano la mente.

Forse era stato solo un sogno desiderato; in fondo, era ritrovare suo padre il suo più grande desiderio.

Aveva rimesso la testa sul cuscino per cercare di far passare il mal di testa e, girandosi a destra, aveva visto sua madre che la guardava.

Non si era accorta che Carmen la stesse fissando.

 

Chissà da quanto mi fissa?

 

Carmen non sapeva che dire! Non aveva mai visto suo figlia fare un incubo – perché. Sicuramente, di questo si trattava – riguardante Leandro, suo padre.

 

Ma lei non lo sa che è Leandro suo padre!

 

A quanto sembrava, la sua coscienza aveva qualcosa da ridire su questo punto e lei non poteva controbbattere perché era la pura e dolorosa verità.

 

- Amore, tutto bene? – le si era avvicinata di più, fino ad arrivare di fianco al letto e inginocchiarsi ad esso.

- Sì, mamma, non preoocuparti! È stato solo… -  non sapeva neanche lei come definirlo.

 

Cos’era? Un incubo? Un semplice sogno? Non lo so! Ma di una cosa sono certa: quella persona era mio padre!

 

- È stato solo un incubo, mamma, tranquilla! – rispose alla madre.

- Vuoi parlarmene? – provò a farla parlare, Carmen.

- No! Non mi va, scusa –

 

Non aveva nessuna intenzione di riprovare tutto il dolore vissuto nel sogno. Era come se fosse stata la realtà e che il cuore si era veramente spezzato nel petto, per le urla, la corsa, il dolore.

 

Non devo pensarci! Così peggioro solo le cose! Meglio alsarci e pensare ad andare a scuola.

 

- Non prendertela, mamma, ma non voglio parlarne. E poi era solo un incubo, no? – sorriso, uno piccolo, ma pur sempre un sorriso.

 

Meglio di niente, giuisto? – chiese a sé stessa.

 

Si era alzata, ma non aveva fatto neanche quattro passi che la testa aveva ricominciato a girare e, per non cadere, si era aggrappata al letto, di fianco a lei.

Carmen era corsa subito da lei, che aveva visto la scena.

 

- Patty, stai bene? –

- Sì, mi gira olo la testa. Vedrai che tra poco passerà. Vado in bagno a prepararmi, altrimenti farò tardi a scuola – ricominciò a camminare, ma il mal di testa era sempre più forte.

- Non se ne parla! Oggi starai a letto! Mangia qualcosa e poi torna a letoo. –

- Ma, mamma! –

- Niente ‘ ma, mamma’! non stai bene, quindi non andrai a scuola. Io purtroppo non posso restare a causa del lavoro al bar, ma appena finisco vado a prenderti qualcosa per il dolore alla testa e poi torno.

 

Patty non era ancora sicura di rimanere a casa, ma, pensandoci su, aveva deciso che stare a casa era meglio per la sua testa a causa del caos che, sicuramente, ci sarebbe stato a scuola.

 

Mi ci vuole un po’ di silenzio.

 

- Ok, come vuoi. – le aveva sorriso.

-  Allora facciamo colazione – disse poi, sedendosi a tavola con la madre e aveva cominciato a mangiare.

 

Un po’ di riposo non può che farmi bene.

 

***

Nel frattempo gli altri alunni della Pretty Land iniziavano ad arrivare fuori al cortile della scuola, aspettando il suono della campanella.

Uno di questi era seduto su una panchina del cortile, perso nei meandri della sua mente.

In quei ultimi 2 giorni, o poco più, aveva i pensieri completamente confusi.

Pensieri e domande accavvalati uno sull’altro e a nessuno di essi riusciva a dare risposte.

Era confuso – e questoera stato appurato -, il problema, ora, era riuscire a schiarirsi le idde e l’unico modo per farlo – oltre a confidarsi con qualcuno, cosa che non aveva intenzione di fare – era meditare e ragione per conto proprio, con la sua testa.

 

Da quando era arrivato alla Pretty Land, insieme a suo fratello, la sua attenzione è sempre stata rivolta verso Antonella: l’aveva attratto, fin da subito, la sua indubbia bellezza, il suo viso e la sua bravura nelle lezioni di musical. Era molto brava, un talento, ma adesso tutto questo non gli faceva sentire nulla. Ed era per questo che non sapeva cosa gli succedeva.

E così si ritornava al punto di partenza!

…….

A chi voleva prednere in giro!

Il problema era le strane emozioni – sensazioni? Sentimenti? – che provava quando stava in compagnia di Patty o quando, semplicemente, la guardava, almeno in quei giorni.

Ed anche questa era la cosa sconvolgente! Era sempre stato attratto da Antonella e adesso, queste nuove “attenzioni”, in così poco tempo,  che aveva verso Patty non sapeva come controllarle e, soprattutto, non sapeva cosa significassero.

Patty non l’aveva mai vista veramente come un’amica, ma solo come una conoscente, l’amica dei suoi amici e nient’altro. Ora, invece, la considerava in modo diverso.

 

La mia migliore amica!

 

Quando le aveva parlato quel giorno del falso litigio, era stato serio, tremendamente serio.

L’aveva rivalutata e vista in maniera diversa da come l’aveva sempre fatto.

Patty era una ragazza speciale.

 

Speciale? Non va proprio bene! Che mi succede? Da quando considero Patty speciale? Anche se è dolce, generosa e carina, non è affatto speciale!

Oh, cavolo! Non riesco neanche a controllare i miei pensieri! Basta!

Patty è mia amica, la mia migliore amica, adesso, ma questo non cambia niente! Io sono innamorato di Antonella, nonostante il suo caratteraccio. Sì, è così!

 

Ma il suo sfogo e il suo convincersi di ciò che aveva detto, non l’avevano convinto per niente.

 

 

 

 

Spazio Autrice

Non linciatemi! Lo so sono in ritardo di secoli, ma non ho potuto postare prima, per forza di cose: oltre alle precedenti cause, si è aggiunto l’abbandono del pc. Sono stata senza pc da fine maggio (più o meno), è stato mandato dal tecnico da poche settimaneed è arrivato da altrettanti pochi giorni, 2 per la precisione, il tempo di scrivere il capitolo al pc ed, alla fine, eccomi qua. Finalmente!

Il capitolo è più lungo del solito ( sono 10 pagine tonde tonde di word), sperando di farmi perdonare del ritardo.

Che dite ci sono riuscita?

Fatemelo sapere con un commentino! XD

Spazio Autrice

Non linciatemi! Lo so sono in ritardo di secoli, ma non ho potuto postare prima, per forza di cose: oltre alle precedenti cause, si è aggiunto l’abbandono del pc. Sono stata senza pc da fine maggio (più o meno), è stato mandato dal tecnico da poche settimane ed è arrivato da altrettanti pochi giorni, due per la precisione, il tempo di scrivere il capitolo al pc ed, alla fine, eccomi qua. Finalmente!

Il capitolo è più lungo del solito ( sono 10 pagine tonde tonde di word), sperando di farmi perdonare del ritardo.

Che dite ci sono riuscita?

Fatemelo sapere con un commentino! XD 

Ora non ho tempo per ringraziare singolarmente, ma ringrazio comunque tutti quelli che hanno aspettato con pasienza il nuovo capitolo, quelli che l'anno aggiunta nei preferiti e nelle seguite e anche a quelli che leggono solamente.

 

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Capitolo 7
*** AVVISO ***


Ciao a tutti.
Ne è passato di tempo dal mio ultimo aggiornamento e questo mio avviso riguarda proprio la storia. 
Il mondo di Patty è finito ormai da tempo, quindi non so quanti di voi leggeranno ciò che sto scrivendo.
Comunque sia, è da un po' che penso di riprendere in mano la storia e portarla ad una fine. Ho ricevuto da poco una recensione, che mi chiedeva di continuarla. Ho riflettuto molto e, come lettrice, anch'io rimarrei delusa o quantomeno resterei con l'amaro in bocca per una storia incompleta. 
So anche che la serie è terminata da un paio d'anni, quindi chiedo a voi se la fanfiction deve continuare o sia meglio cancellarla dal sito.
Voglio una vostra opinione - anche perché siete voi a leggere - perciò se siete attivi e volete che la storia abbia una fine, ditemelo voi. 
Ve lo chiedo anche per sapere se ci sono persone che la seguiranno, qualora la continuassi. 
Credo di aver detto tutto, ora tocca a voi dirmi cosa ne pensate^^.
Baci. 

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