La storia di pinna di balena

di sweetkonan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** primo ***
Capitolo 2: *** seguito ***



Capitolo 1
*** primo ***


"la storia di pinna di balena"

"La storia di pinna di balena"










Franky salì sul palco.
Da lì sopra si sentiva così potente.Dopo anni di sputato sudare per niente, come molti dicevano, finalmente poteva erigersi imponente il suo anfiteatro.Costruito in realtà solo per amore di Nico Robin, o per meglio dire per il suo amore.
Finalmente la donna della sua vita avrebbe potuto guardare con fierezza quello spettacolo solo per lei.
Ma se qualcuno se l'ho sta chiedendo non è recitando che Robin e Franky si sono incontrati.
Ma oramai nei pensieri dell'uomo dalla imponente mole non poteva che non esserci il sorriso di lei che si immaginava da notti aspettando il momento in cui l'anfiteatro sarebbe stato inaugurato.Robin lo avrebbe ringraziato e chissà, forse finalmente si sarebbe dichiarata.
Perchè questa storia non si centra solo sui pensieri dell'uomo ma anche su quelli di lei.
Anche Robin lo amava e molto probabilmente più di lui e questo perchè ne aveva bisogno.Una volta incontrato Franky e capite le sue emozioni nei confronti della donna ella si era disperatamente aggrappata a quel sentimento che aveva iniziato a forza a provare anche lei.Perchè ne aveva bisogno per vivere.
Sul quel palco Franky poteva toccare quasi il cielo e lo fece non appena Robin entrò nell'anfiteatro.Era notte e il giorno dopo sarebbe stato inaugurato il luogo.Robin non era un'attrice, ma amava la storia e le cose antiche.
Franky amava prenderla in giro per il suo penoso modo di recitare ma a Robin nulla poteva offenderla, specialmente se detta da quel beffardo di costruttore.
Robin si mise a bordo palco.
-Franky....è bellissimo.-
-Lo so....e tutto questo è per te.-
Anche se Franky pensava di doversi conquistare l'amore della donna Robin continuava a farglielo credere, senza fargli sapere di averlo sempre avuto.
L'uomo gli tese la mano.
La donna la prese salendo anche lei là, su.
-Ti senti forte, Robin?-
Com'era bello averlo così vicino senza volgarità.
A quelle parole Robin iniziò a ridere.
-Non capisco cosa intendi.-
Le prese le mani.
-Bé allora te lo spiego subito...-
E la baciò.
Fu breve e privo di alcuna intensità, ma Franky sapeva che a Robin piaceva così.


Che peccato che non avrebbero assistito all'inaugurazione di quel luogo.
Ma sembrava che a tutti e due non dispiacesse, o almeno non se ne rammaricavano.
In fondo Robin era più attrice di quanto lei stessa negasse, e come da copione la donna si staccò da quel bacio che nonostante tutto desiderava tanto.
Avrebbe portato sino alla fine quel dramma nel quale era la protagonista.
Franky non provò dispiacere.
Ma comunque l'abbracciò.Era certo che quello la donna non lo avrebbe rifiutato.
Nell'anfiteatro irruppero gli altri.
Circa una quarantina di loro si affrettarono a mettere piede nel luogo.
-Franky lasciala!Allontanati da lei!-
Il coro venne subito dopo.
-E' una strega Franky!La uccideremo!Allontanati da lei!-
Il momento era arrivato.
L'uomo iniziò ad accarezzarle i capelli mentre lo sguardo della donna si disperdeva sui i propri piedi.
Era l'ora dell'ultimo atto.Di pubblico ce n'era molto.
Franky si stava preparando a dire le sue ultime battute.Doveva avere la forza per entrambi.
La folla si muoveva minacciosa verso di loro.
Franky ebbe la sensazione di un silenzio spaventoso.
"Almeno la morte fosse rumorosa."
Invece no.
Lui aveva sempre avuto paura della solitudine.
Il silenzio non è un pò la solitudine?
Già prima della fine Franky ebbe paura.
Nessuno parlava o almeno lui nessuno sentiva.
Ma prima che si facessero troppo vicini, prima che potessero strappargli dalle braccia la sua Robin, l'uomo
sfidò la solitudine.
-E' una strega...-
Alzò lo sguardo.
-Uccidetela per questo...ma dovrete uccidere anche me per questo.-
Le unghie di Robin si affondarono nella sua carne, nascose la testa nel suo petto.
-E' una strega....e allora?Anch'io lo sono.-
Era da anni che Franky non aveva più paura della solitudine.



Essere fortunati non significa raccogliere quadrifogli.
Essere fortunati significa attaccarsi a qualcosa che ti dia la voglia di vivere.
Qualcuno oserebbe chiamare questa cosa.... scopo di vita.












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          H     H

Franky si ritrovava lì.Disteso in piena notte, nascosto da tre lapidi e pensava "Niente è accogliente come un cimitero."
Avendo ancora la forza di pensare non poteva che sentirsi così insignificante.
Come avrebbe voluto morire in quel momento ma purtroppo le pillole erano state troppo poche.
Qualcosa di incredibilmente nero lo avvolse, credendo fosse la dolce signora nera si lasciò andare.
Le braccia che lo raccolsero erano più accoglienti e così il giorno dopo si risvegliò in una stanza.
Il mal di testa non mancava.

La solitudine può portare a voler porre fine alla propria vita?
A quel punto si può essere così vigliacchi da farla finita in modi subdoli e secondari?
In overdose di psicofarmaci Franky già c'era andato.
Magari sarebbe arrivato il momento in cui l'avrebbe fatta finita veramente.
Ma se voleva morire, perchè non tagliarsi?Senza troppi indugi?
Forse alla fin fine si cerca sempre un'altro motivo, un'altro, come dite voi, scopo di vita.
Si può essere così codardi da aspettarsi che la morte venga semplice ed indolore?
Franky in quei periodi aveva poca voglia di vivere ma in realtà aveva poca voglia di morire.



Quella mattina Franky si alzò da quel letto sconosciuto.Vagò per ore ma in realtà per una manciata di secondi sino a trovarla, ritta in piedi, sembrava aspettasse solo lui.Era avvolta da un vestito nero.Aveva degli occhi troppo belli per essere la morte....o forse sì.
Rimaneva lì ferma ad aspettare solo una parola o una mossa.E Franky che non sapeva se era ancora vivo,con la semplicità di un bambino aprì solamente il frigo.
-Ti ho trovato svenuto.Ho pensato che un serpente ti avesse avvelenato e così ti ho portato qui.-
Franky non rispondeva.Forse non aveva nemmeno sentito.
-Ma non c'è veleno nel tuo sangue.Almeno non quello di serpe.-
L'uomo non aveva voglia di una pallosa ramanzina su lui e sui suoi modi di vivere.Al solo presentimento di questa si avviò a rientrare nella camera nella quale si era svegliato.
Nel frigorifero non aveva trovato nulla di accattivante.
Si ributtò sul letto.
Non sapeva chi poteva essere quella donna, le stava semplicemente sul cazzo per averlo portato lì.
"I fatti propri non se li fa più nessuno."
Com'era maledettamente morbido e comodo quel letto.
Avrebbe fatto a meno di rialzarsi per sempre.
Quella donna entrò nella camera e lo fissò per un pò.
Poi l'inferno.
Una cascata di acqua gli finì addosso.
-Ma che cazzo combini!?!-
Si alzò fradicio dal letto giusto in tempo per vederla andare via con il secchio poco prima pieno.

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-La gente ti giudica, lo sai Franky?-
-La gente si applica troppo sui fatti degli altri.....e che dice di me?-
-Vuoi pure saperlo?-
-Non dovrei, dici tu?-
-Mmh...Ma io non lo so.Non mi interesso di ciò che la gente pensa.-
Alle volte Franky non sapeva cosa dirle.Rimaneva sorpreso da ciò che Robin esprimeva e lui a confronto si sentiva tanto  superficiale.
-Non dovresti farlo nemmeno tu ,Franky.-
E poi riusciva a capirlo in un soffio.
-E' perchè?Se hanno ragione...-
-Davvero?Tu sai che hanno ragione?-
Neanche l'uomo capiva come mai Robin si ostinava tanto a dirgli quelle cose, a dargli giorno dopo giorno quelle amare lezioni di vita.
-Solo tu puoi dettare la verità Franky.Non lasciare che lo faccia qualcun'altro.-
E Franky ne sapeva poco della vita.
-Impara a lottare ....per imporre la tua verità.-
Era così saggia che tutto era così sospetto.Una donna avrebbe mai potuto avere tutti questi pensieri dentro...senza che nessuno se ne accorgesse?
Era tutto troppo strano, ma fin quando Franky non era ancora lucido non si accorgeva di nulla.
-E credemi Franky...-
Robin era troppo bella per essere lasciata da parte da tutti.
Anche se abitava in un cimitero era capace di cacciare una vitalità non da molti, la sua bellezza era che la cacciava discretamente.
-...Tu di forza ne hai da vendere.-
Franky si emozionava troppo di fronte a lei.


Da lì a poco tempo il motto di Franky era:
"butta in testa un secchio d'acqua e farai innamorare l'uomo della tua vita."
A ciò Robin non poteva non dire:-Ma tu non sei l'uomo della mia vita.-
Fu quasi inevitabile che Franky s'innamorasse di lei: dolce quanto bastava e anche dal polso duro.
O almeno così lei appariva ai suoi occhi.
Nico Robin era una donna che rimaneva spesso sulle sue, nascondendo sempre i suoi pensieri più profondi.
Franky si era ripromesso che quando li avrebbe intuiti senza che lei gliene facesse parola, solo allora si sarebbe dichiarato.
Ma nel frattempo Robin aveva già capito tutto.
Ma comunque quel giorno arrivò.


Sino all'ultimo la donna aveva negato Franky.Si era ripromessa di assisterlo semplicemente per ingannare il tempo in modo
diverso, diverso dal solito... ma era inevitabile che alla fin fine il suo vero scopo era semplicemente quello di aiutarlo.



Ma poi ci fu un giorno.
-Io sto affoggando.-
le aveva detto l'uomo.
E quella fu la prima vera richiesta d'aiuto di Franky.
Robin l'accolse.
E non perchè si rendeva conto di essere l'unica a capirlo, ma perchè comprese di essere l'unica a volerlo fare.
Nico Robin in quei periodi si sentiva tanto altruista, mai con sé stessa e sempre e solo verso Franky.
-Sto affogando nella mia solitudine, Robin.-
Franky aveva di nuovo voglia di vivere.Non tanto per lui, quanto per lei, per non deluderla più di quanto non avesse già fatto la vita.


Non aveva mai parlato del suo passato anche se Franky lo avrebbe voluto sapere.Lei non avrebbe mai detto nulla a riguardo, ma nonostante i silenzi su questo argomento non era difficile da capire che la donna non aveva avuto vita facile.Il perché era ignoto.
Abitare in un cimitero, essere esperti di storia in modo sviscerante e raccogliere sconosciuti da terra non poteva essere considerato normale in una società che aveva scacciato l'insolito sino a farlo divenire anomalo e difettoso.
Su questo Robin e Franky potevano condividere la stessa cosa.



-Arriverà mai il giorno in cui smetterò di deludere tutti?-
Queste le parole a fatica di Franky nel frattempo che vomitava nel gabinetto con le dita di Robin avute poco prima nella gola.
-Zitto....piuttosto.-
E continuava.
Sembrava le avesse cacciate tutte.
In quel momento non era il solo a sentirsi in quello stato.La stessa Robin che era stata proprio lei a mettergliele davanti.
Sperando fosse arrivato il tempo...in cui avrebbe saputo resistere.
Ma invece aveva finito col farlo ritrovare lì, col la testa conficcata nel cesso.
Lui che lì dentro stava vomitando anche l'anima finì coll'esaurirsi.
-Non ce la faccio.-
Le aveva detto dopo.
-Non ce la faccio.-
Finalmente arrivò il momento.Franky riuscì a leggerle il pensiero.
-Pensi che sia un fallito...-
-Non è vero, Franky.-
Ci riuscì.
-Allora stai pensando che lo sei tu...?-
Erano entrambi seduti, appoggiati con la schiena al muro.
-Sì.-
Le ultime parole che Robin gli avrebbe rivolto per la serata.Dopodiché iniziò a piangere sibilmente
-Almeno tu hai qualcuno che ti vuole bene...-
Singhiozzava e lo ascoltò profondamente sperando non lo dicesse, sperando che non si rovinasse la vita così
Con lei.
-Io ti voglio bene...Robin.Anzi...-
Franky le sfiorò la mano, quella ancora sporca della sua gola quanto la sua che ultimamente lo era sempre.
-Io ti amo.Anche se tu sei una fallita...-
Iniziò a piangere più rumorosamente sperando che lui capisse che forse....
-...Sopratutto perchè io sono un fallito.-
...era arrivato il momento di andarsene.































































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Parte 1 di 2



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Capitolo 2
*** seguito ***


la storia di pinna di balena02



"La storia di pinna di balena"









 

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Dopo quella secchiata di acqua in testa Robin ritornò poco dopo con degli asciugamani, dando a Franky la totale disponibilità del bagno.Ma piuttosto che rifugiarsi a lavarsi di quello sporco che aveva sempre addosso, l'uomo decise di andare a gironzolare per la casa finendo nella camera della donna.
Era piccola, quasi angusta e le tende di un colore blu oltremare non facevano passare nemmeno un filo di luce.
Ma ciò che colpì di più l'uomo fu un libro, poggiato su l'unico scaffale presente,vuoto se non per la presenza di quel piccolo volume.
Lo prese in mano facendo per leggere il titolo.
"La storia di pinna di balena".
Il titolo sembrava narrare di un racconto per bambini,ed in effetti quello non poteva superare la cinquantina di pagine.Lo aprì, giusto per curiosità, e ne lesse la frase finale.
"Figlio di un assassino finì col cadere in mezzo a quelle lapidi per essere raccolto dalla morte.La morte è persino troppo dolce per chi commette atti disgustosi e orrendi.La morte è troppo dolce persino per loro."
Franky si raggelò.
E Robin entrò nella stanza.

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E così in quel momento Franky non avrebbe saputo che fare.
Lei stava lì, zitta a piangere rannicchiata.
Per lui Robin era stata la morte, quella troppo dolce che non si era meritato e così aveva deciso di redimersi.
Invece si rendeva conto di essere arrivato troppo poco lontano.
Si alzò.
E se ne andò.
Robin lo sentì avviarsi nella sua camera, aprire la porta per poi uscire poco dopo.

E lo aveva tra le mani.
Il segreto de "la storia di pinna di balena" sarebbe stato suo.
Finalmente avrebbe saputo se meritare quella frase finale, che aveva letto senza ritegno e coinvolto dalla curiosità.

Robin continuò a piangere.
Aveva un brutto presentimento ma stavolta si sentiva impotente.
Ma in fondo lo era sempre stata.Solo che si era  sforzata per non apparire tale.
Era sola e fallita per alzarsi da terra, smettere di piangere, e dire in faccia la verità.Non solo a Franky, ma magari anche a sé stessa.
Per troppo Robin era stata zitta, tenendosi dentro tutto.

Arriva prima o poi il momento in cui ti ritrovi solo, senza amici perchè nessun amico e riuscito a capirti, senza amore perchè nessuno ha avuto la voglia di amarti, senza vita perchè senza tutto ciò non esiste vita.

-Almeno tu hai qualcuno che ti vuole bene.-
Era vero, ma alle volte non bastava.
Era Franky il vero fortunato, perchè aveva capito di essere innamorato.
Anche se era un drogato.Poteva ancora vivere aggrappandosi a questo.
Robin invece si ritrovava con un amore che non meritava a terra a piangere.Priva di coraggio, forza e sopratutto voglia di sacrificio.



Ma Nico Robin si alzò da terra.
Per un'intera esistenza aveva combattuto contro un mondo a cui doveva fare guerra perchè nessuno l'avrebbe accettata.In realtà lei sarebbe morta se avesse smesso questa guerra o semplicemente smesso di mentire per non dire la verità.
Per cui la donna si incamminò,Franky si trovava fuori la casa da un pò.Stava seduto vicino al muretto del cortile da un ora e qualche minuto.
Appena Robin uscì dalla porta d'ingresso, l'uomo si alzò.Si girò e
la vide.
Franky era sempre stato troppo concentrato su se stesso per accorgersi che anche gli altri soffrivano.Tutti al mondo hanno la proprio croce, il bello era che quella di Franky e Robin era la stessa.
Si stava avvicinando a lei.Il libro chiuso in mano e lo sguardo per terra.
Poi arrivò da Robin.
La donna gli poté vedere in mano il libro.
Franky aveva capito finalmente chi era il figlio di assassino, perchè per quello la morte era così dolce da non esserne degno, e il motivo per cui neanche lui l'aveva mai meritata in questi maledetti sette anni di dipendenza dalla droga.
-Robin....-
Gliel'avrebbe detto.La verità di Robin l'avrebbe detta Franky per lei.
Può valere allo stesso modo?Di certo il significato per voi sarà lo stesso, detto dall'uno o dall'altro.
-Tu sei una strega.-
Non era una domanda.
Fu quel punto interrogativo negato a far morire un pò Nico Robin.







Da quel giorno in poi Robin usciva di rado da casa.Era diventata abitudine immergersi completamente nella lettura oppure nello studio di qualche libro che parlasse di archeologia.
In realtà non era il troppo da fare che le impediva di uscire, ma era la paura di incontrare lo sguardo di altri su di lei.Di altri che avrebbero potuto sapere la verità.
In fondo si accorgeva di amare realmente Franky in quei momenti che passava da sola segregata in casa.
Franky non veniva più a trovarla da tanto, non era più finito in ospedale per avvenimenti intuibili né tanto meno sembrava si stesse mettendo in altri guai.
Questo lo sapeva per certo perchè le poche volte che usciva era o per fare la spesa o per vederlo.
Il più delle volte era per vederlo.


Stava ritto in piedi davanti a quell'edificio oramai vecchio e decadente.
Tracciò la prima linea col piede sul terriccio poco calpestato e iniziò a lavorare.
Subito diede gli ordini principali per incominciare il restauro.
E Robin lo guardava da lontano.
Oramai non poteva più considerarsi una fallita.
E sapeva che nemmeno Franky si considerava più così.Riusciva a leggerglielo negli occhi.Sembravano così pieni di quell'ardore sconosciuto alla donna che gli appariva così conforme alla natura umana.
Era ritornato l'uomo che tutti avevano sempre conosciuto,espansivo, con voglia di lavorare e sopratutto sobrio.
Tutte qualità che Robin non aveva mai avuto l'onore di riconoscere in lui, ma che adesso non faceva che vedergliele dentro.
In quei momenti nei quali lo spiava di segreto si sentiva tanto debole.
Perchè più lo guardava da lontano e più si rendeva conto che lo voleva, che gli mancava.
Ma più lo guardava di nascosto e più si rendeva conto che gli mancava il Franky che aveva conosciuto.
Quello che vomitava nel suo gabinetto.


Si graffiò le mani a sangue per quei pensieri egoisti.
In fondo lo amava.


Franky aveva ricominciato a lavorare da un paio di anni.
Da un paio di anni Robin era rimasta sola.
Com'era stata sciocca in quel periodo in cui Franky era stato da lei.
Era stata troppo egoista da non accorgersi che anche lei in quegli anni non aveva fatto altro che aggrapparsi a un sentimento che credeva di non meritarsi, ma che alla fin fine desiderava più degli altri.
Quanto avrebbe voluto che Franky ritornasse da lei, l'abbracciasse e le dicesse che l'amava.
Sarebbe stata così sciocca da volerlo per sé di nuovo come aveva fatto incosciamente per quegli anni addietro e lo avrebbe amato con tutta la voglia di vivere che le rimaneva.
Ne era poca, ma un briciolo sarebbe stata capace di cacciarlo.Solo per lui.
Perchè Franky non era più suo, e perchè era rimasta troppo sola.
La stessa stupidità dell'uomo la colpì più volte.
L'unica differenza fu che Robin non cercò di uccidersi con la droga.


Che tipo di Strega poteva essere Nico Robin?
Una che fa i sortilegi?O piuttosto di quelle che creano pozioni?
Nulla di tutto ciò.
La vera stregoneria di Robin fu quella di aver incontrato le persone sbagliate nella sua vita, come di quelle che non fecero altro che approfittarsi di lei.
Che tipo di strega fosse Robin lo sapeva solo Franky.Nemmeno la stessa Robin perchè nemmeno lei aveva letto "La storia di pinna di balena".
Il segreto di quel libro lo conosceva solo il costruttore.


Ma un giorno Franky decise di bussare di nuovo alla porta della donna.Che lo abbia fatto per gratitudine,
per volerla ringraziare o per altro, al momento non vi è dato sapere.
Robin aprì e se lo ritrovò davanti.
Nel farlo entrare cercò di nascondere i tagli sui polsi, i graffi sulle mani e i lividi sulle gambe.
Anche se l'uomo oramai già sapeva tutto.
Era da anni che la spiava e lei non se n'era nemmeno accorta.
Era da anni che l'amava sempre di più e lei non se n'era nemmeno accorta.
Era da anni che lavorava per ricostruire quell'anfiteatro che Robin tanto apprezzava e lei non se n'era nemmeno accorta.
-Robin...-
iniziò l'uomo.
-E da tanto che non venivo qui.-
La donna in silenzio.
-Ma tu sai che non sono uno che ama i giri di parole.-
Se Franky avesse detto a qualcun'altro il segreto di Robin lei avrebbe continuato a volerlo.
-Questi anni nei quali mi sono riabilitato ho cercato di ritornare me stesso.-
Robin lo guardava negli occhi mentre parlava.
-E questo lo devo solo a te.Grazie.-
Sapeva che da lì a poco sarebbe uscito da quella casa per non rientrarvi mai più.
Però l'intuito di Robin era da un pò che faceva cilecca.
-Ma purtroppo una parte di me, una gran parte di me, non vorrebbe ringraziarti.-
E forse così che doveva andare?
-Una gran parte di me voleva ritornare, abbracciarti e dirti che ti ama.E io sono qui per questo.-
Sì.E così che doveva andare.


Ma se l'inaspettato ritorno di Franky l'aveva sorpresa, ciò che fece di più fu la ristrutturazione di quel anfiteatro che lui aveva intrapreso solo per lei.
Fu da quel momento in poi che la donna decise di non dimostrarsi innamorata del tutto di Franky.
Ma nonostante questo come avrebbe non potuto essergli riconoscente almeno un pò?
E così decise che lo avrebbe fatto contento almeno una volta, facendo l'amore con lui.




Robin ricordava spesso il giorno in cui Franky se n'era andato.
L'aveva lasciata sulla soglia di casa senza parole e incredula perchè qualcuno aveva scoperto che era una strega.
Ma in realtà perchè era stato Franky a scoprirlo.
Si era voltato e se n'era andato, lasciando tutta la sua roba lì senza venire a riprendersela.
Robin avrebbe voluto leggere quel libro per capire lei cos'era in realtà.
Avrebbe voluto farlo, ma Franky si era portato il libro con sé.


"Se quel libro cadesse in mani sbagliate sarebbe la mia fine."
Così era per Robin ma la frase era errata.
"Se quel libro cadesse in mani sbagliate sarebbe la nostra fine."
Fu Franky a correggerla.




Di cosa parla il libro "La storia di pinna di balena"?Nessuno può saperlo ,né chi ascolta né tantomeno chi al momento narra.
Ci basterà sapere, ad entrambi, che di quel libro ne esisteva un' unica copia, data appunto in dotazione a Robin.
Lo scittore ci è ignoto, ma è possibile dichiarare che fosse in contatto con la donna.Ed ecco la storia:
"Robin al tempo era molto piccola per non andare nel preciso.Abitava sola nonostante la giovane età e
aveva pochi contatti con il resto della popolazione.Tranne uno, a quanto pare il nostro scrittore, che era
sempre molto gentile e disponibile verso la bambina.Cosa lo legasse a lei non si sa.Ma cosa è chiaro è che fu
lui il flagello di Robin.Forse per redimersi dal male che le aveva fatto le scrisse quel libro, molto macabro in
realtà per una bambina.Quel libro conteneva espliciti messaggi sulla vita di lei,su cosa aveva passato e
sopratutto su cosa era diventata.Gli regalò il libro ma Robin non lo lesse mai.Per paura di riavere ricordi su
di lui.Per paura di riavere ricordi su qualcosa che aveva sempre odiato.E così col tempo se n'era dimenticata."
La trama ci è tutt'ora sconosciuta.






La prima overdose di Franky:
La porta era chiusa,
era ritornato a casa,
e si ritrovava in cucina.
Ma l'aveva  visto.
Era un diavolo che si aggirava per casa.
Probabilmente era solo la sua solitudine.
Ultimamente la morte aveva portato via tutti.
Poi niente.
Nessun rumore.
Il giorno dopo all'ospedale
gli avevano detto di averlo trovato sul pavimento del bagno.
Sicuramente era solo la sua solitudine.




















Faceva freddo là dentro e l'uomo come avrebbe voluto scaldarsi con il corpo di lei se solo non fossero stati messi in celle diverse.
Unite ma separate dalle sbarre.
Robin era rannicchiata proprio come in quel giorno dove lui scoprì la verità.
-Ti odio Franky.-
-Non dire così...non ora ti prego.-
Ma Robin continuava a singhiozzare.
-Ti odio ....non avresti dovuto mentire.Non avresti dovuto.-
-Ma io no ho mentito...perchè, non è così?-
Robin alzò la testa per puntare lo sguardo sull'uomo.Per scoprire dove voleva andare a parare.
-Io sono uno stregone o altrimenti come avrei fatto a farti innamorare di me?-
Il suo sorriso era così bello.
Radioso nonostante fosse così buio là sotto che non si riusciva a vederlo.
-Ma io...non sono innamorata di te.-
Questa fu l'ultima frase della recita.Detta anche male perchè si capiva che era falsa.
Erano divisi da un unica linea di ferro che però non divise il loro ultimo bacio.
Fu breve e privo di alcuna intensità, ma Franky sapeva che a Robin piaceva così.


























































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Parte 2 di 2
Un pò senza senso.









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