~Filth In The Beauty~

di Dix_infernal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** .::Forget The Nightmare ***
Capitolo 2: *** .::The Nightmare. Again. ***



Capitolo 1
*** .::Forget The Nightmare ***


FILTH IN THE BEAUTY




1st Chap.

"Forget The Nightmare"


-Biby? Biby? Sei sveglia?-, 6 del mattino, in una casa piccola, un po' fatiscente, una ragazzina di appena 17 anni chiamata Dix, aveva appena aperto gli occhi. Chiamava piano il nome della sorella. Quel giorno dovevano svegliarsi presto, più del solito. Sarebbero dovute andare a Tokyo a un incontro alla PS Company.

Biby si rigirava nel letto, non aveva voglia di alzarsi ma sapeva che era necessario, era un giorno importante. Quindi aprì gli occhi e si mise a sedere sul letto. Sì, i provini della PSC, come scordarseli? Erano fondamentali per loro soprattutto nella situazione in cui si trovavano. Avevano bisogno di soldi perchè la famiglia non riusciva ad arrivare alla fine del mese con un solo stipendio e, quando le due ragazze avevano visto l'annuncio di quei provini, si erano subito iscritte. "è necesarrio" si ripetè Biby.
Dix la guardò con un sorriso dolce. Sapeva quanto Biby risentisse di quella dura situazione, che i genitori, da brave persone quali erano, cercavano in tutti i modi di tenere nascosta, anche se era davvero difficile. Abbracciò forte la sorella. "vado a preparare un po' di caffè..", disse poi Dix avviandosi alla porta. "se c'è..", aggiunse con un sorriso tirato.

Poco dopo si ritrovarono in strada. Una macchina non potevano permettersela quindi si dovevano fare il tragitto a piedi. Per fortuna distava solo qualche chilometro. Si strinsero nelle loro felpe troppo leggere per quel clima così gelido, in cerca di una protezione che non esisteva. Continuavano a camminare con il solo pensiero che avrebbero potuto superare i provini, era l'unica ragione che le sosteneva.
Dix si guardava intorno. Stavano per entrare a Tokushima, una prefattura di Tokyo. E quella strada se la ricordava bene. Anzi, se la ricordavano bene. Costrette ad andarci ogni sera fino all'alba. Per questo, sperava di riuscire a passare il provino con la sorella, in modo da poter far smettere quell'incubo. Prese la mano di Biby. Le sorrise come per dire "andrà tutto bene", e se lo augurava veramente.
Biby accettò il sorriso della sorella, ricambiandolo a mala pena. Non era tanto ottimista quanto Dix. I momenti difficili che erano state costrette a superare a fatica le avevano portato via tutto l'ottimismo. Ormai non poteva più guardare il mondo con gli occhi di una bambina, doveva guardare in faccia la realtà. "Ci saranno tante ragazze" pensò amareggiata. "come potremo noi essere migliori di loro?"
Guardò la sorella che provava comunque a sorridere e si sentì sollevata perchè comunque aveva ancora lei.
Camminarono ancora per un po'. Si ritrovarono di fronte un palazzone enorme. Entrarono, e le ragazze, non erano poi tante. Dix prese dalla borsa i due moduli e si diresse alla reseption. Nome: Dix, Anni: 23. Nome: Biby, Anni: 24. Sì. Di certo non potevano partecipare ai provini se erano minorenni! E poi non sembravano piccole più di tanto. Tornò dalla sorella tutta sorridente che aspettava seduta su una panca. -mi sa che siamo le ultime, ormai è tardi, non penso verrà nessun altro!-, disse Dix che aveva un barlume di speranza. e anche l'ultima ragazza andò a fare il provino. Erano rimaste loro due, sedute in quella sala vuota.
Biby deglutì. Il solo pensiero che loro sarebbero state le prossime le metteva addosso un'agitazione mai provata prima. tutto dipendeva da come sarebbero andate. Dovevano andare bene, dovevano essere accettate, per forza. Solo al pensiero di quelle strade buie nelle quali dovevano tornare ogni sera, un brivido le scendeva lungo la schiena. I primi tempi pensava che sarebbe stata una soluzione momentanea ma aveva perso in fretta le speranza. Era solo l'inizio, si disse.
Dix sembrava più calma, anzi, doveva mantenere la calma. Prese la mano della sorella e la trascinò verso l'ascensore. -per i provini ventesimo piano!-, disse una donna che stava passando accanto le due ragazze. Dix le fece un cenno con la testa e chiamò l'ascensore. Per quanto erano agitate non riuscivano neanche a parlarsi. Ma se lo sentiva, sentiva che ce l'avrebbero fatta. Anche se comunque, sapeva che l'incubo di ogni notte non sarebbe finito. Qualcosa le diceva che avrebbero continuato a perseguitarle per fare quei lavori squallidi. Ma doveva cacciare quei pensieri dalla testa, per un po', altrimenti ne avrebbero risentito le prove. Ancora non aveva capito bene cosa avrebbero dovuto fare. Sapevano solo che il provino era alla PSC, tutto qui.
Entrarono in una grande stanza, poco illuminata. In un angolo erano seduti i the GazettE, di fianco a loro c'era il regista. Fecero le presentazioni. "Come se la cosa servisse" pensò Biby "Con tutte le ragazze che passano di qua, cosa importa come si chiamano?" Ma si disse di mettere da parte il pessimismo e fare quello che doveva essere un bel sorriso. Il regista spiegò loro la trama del video in breve. "Ce la possiamo fare" si dissero decise e seguirono le istruzioni del regista.
-scusate..-, disse a un certo punto Aoi. Dix che stava seguendo le istruzioni del regista, puntò lo sguardo sul moro a dir poco terrorizzata. -ma sei rincoglionito o cosa?-, farfugliò Uruha spingendolo col gomito. -ci servono appunto due coriste!-, ribattè Aoi. Dix si stava chiedendo se davvero non fossero dei matti come dicevano tutti.
Biby inclinò la testa, fissando sconcertata il moro che aveva fatto quella proposta. Non aveva mai cantato in pubblico, non aveva mai preso lezioni... E chi poteva permettersele? Non sapeva neanche se era stonata o meno. Il regista porse loro il testo da cantare. Le due ragazze presero un grande respiro ed eseguirono la canzone. Sentivano tutti gli occhi puntati su di loro, non erano abituate. Ma andarono bene. Il regista le guardò un'ultima volta prima di emettere il giudizio.
-ma che è? Chi l'ha scritta questa cosa?-, disse Dix sconcertata dal testo, che era alquanto... Alquanto strano? Si guardò intorno. I the GazettE la guardavano come se fosse una pazza. -chi l'ha scritto è un pervertito!-, si stava mettendo nei guai!
-Dix, non peggioriamo le cose- le sussurrò nervosa Biby. Ora Ruki si era alzato e si stava avvicinando alle due ragazze. Si rivolse a Dix che lo guardò negli occhi per niente impaurita. -L'ho scritto io quel testo... Qualche problema?- chiese, sostendendo lo sguardo della ragazza.
Dix continuava a guardarlo imperterrita. Lei a differenza della sorella, nonostante quella situazione difficile, riusciva sempre a mantenere un certo umorismo e voglia di vivere. Per cui.. -ma sei bassissimo!-, disse spalancando gli occhi.
Ruki la guardò sconcertato. -Beh, ha ragione..- sussurrò Aoi. Il cantante lo fulminò con gli occhi, un'imprecazione che gli moriva sulle labbra. Poi rivolse la sua attenzione nuovamente alle due ragazze, pronto a ribattere.
Dix iniziò a far roteare gli occhi con aria da finta innocente. -comunque buon testo! Mi piacciono i cetrioli!-, continuò lei che non si accorgeva di star davvero esagerando. Dietro Ruki, c'erano Aoi e Uruha che cercavano di trattenere le risate anche a costo di soffocarsi, Reita.. dormiva e Kai guardava Biby intenerito, vedendo una certa agitazione sul volto della ragazza.
Ruki si guardava intorno, cercando qualcuno che stesse dalla sua parte, ma, non trovando nessuno, sbuffò contrariato, incrociando le braccia al petto, abbassando lo sguardo come un bimbo piccolo quando è arrabbiato. Il regista, che aveva osservato con esasperazione l'intera scena, alzò gli occhi al cielo.
-avete già dei vestiti che vanno bene per il video!-, fece notare Reita indicando le due sorelle che erano mezze svestite, praticamente. Erano i vestiti che portavano di solito. Quelli che, DOVEVANO portare di solito. Uruha guardava Dix un po' seccato. Chissà che gli era preso.
Biby arrossì sotto lo sguardo critico dei ragazzi. Cosa stavano pensando di loro? Non potevano avere intuito la verità. No, sarebbe stato troppo umiliante. Fissò il pavimento in attesa del giudizio. Era calato un silenzio imbarazzante.. C'era qualcosa nell'aria.. Tensione forse?
Dix inclinò leggermente la testa guardando Reita. -ma io non ho ancora capito che parte dovremmo fare in questo video!-, disse lei che come al solito, di ogni spiegazione, anche la più semplice, non capiva mai niente. -poco di buono e anche stupida..-, disse fra i denti Uruha beccandosi poi una sberla da Kai.
-Come potrebberlo saperlo, Uruha? Nessuno ha detto loro niente!- commentò Kai. -Avrebbero dovuto.. CAPIRLO- disse l'altro con una nota di acidità nella voce. Le due ragazze continuavano ad osservare con attenzione questo scambio di battute tra i due. Non ne potevano più di aspettare un giudizio, anche perchè doveva essere per forza positivo. Era la ragione per cui si erano svegliate anche quella mattina, la ragione per la quale consevavano ancora un poco di speranza. Essere accettate.
-io direi che vanno assolutamente bene!-, commentò Reita guardandole con uno sguardo a dir poco insistente. -ti ricordo che non sono due troiette eh!-, disse Aoi a bassa voce spingendolo col gomito. -si! Mi siete simpatiche!-, aggiunse Kai con un bel sorriso rassicurante. Dix prese a saltellare dapperttutto. Come al solito. Prese Biby e trascinò anche lei. -quindi siamo state prese? Eh? Eh? Eh?-, aveva gli occhi da cucciolo. Aspettava una risposta posistiva con tutta sè stessa.
Il regista sorrise -La maggioranza vince- sentenziò. Uruha si alzò in piedi e uscì dalla stanza, evidentemente seccato, senza dire una parola a nessuno. Le ragazze erano troppo contente per farci minimamente caso e quasi non ascoltarono i complimenti dei ragazzi. C'è sempre un buon motivo per sperare, raggiungere il proprio traguardo. Le due sorelle avevano raggiunto il loro di traguardo anche se erano ancora lontano dalla soluzione per far finire l'orrore che erano costrette a subire ogni notte.
Questo comunque, non fermava la demenza acuta che pervadeva il cervello di Dix, che per la felicità, baciò sulla guancia regista, Ruki e tutti gli altri Gazetto, per poi uscire dalla stanza saltellando e fischiettando. Forse da quel giorno non sarebbero più state costrette a fare le ore piccole e subire tutte quelle pene che avevano reso la loro vita un inferno. -quanti anni avete?-, chiese Kai. Dix rabbrividì. "quanti anni avevo? Oddio quanti anni avevo?", pensò lei in preda al panico.
-Hai 23 anni..- le sussurrò all'orecchio Biby, attenta a non farsi vedere. -23!- rispose subito Dix. Kai sorrise. Aveva creduto alla bugia. In effetti le ragazze dimostravano più anni di quelli che avevano, obbligate sempre a nascondersi dietro una maschera pesante di trucco scadente e pochi vestiti. Questa era la loro vita. "Un inferno" pensò Biby "Ma che forse sarebbe potuto finire..prima o poi"

-Ruki!-, disse Reita raggiungendo il cantate che stava uscendo dalla stanza. -vedi di fare solo "l'essenziale" con quelle due, ora che devi insegnare loro a non stonare..-, concluse ridendo. -piantala idiota!-, urlò Uruha che stava tornando furibondo.
Reita lo guardò divertito -Ma come siamo scontrosi- lo provocò -Non c'è bisogno che ti arrabbi tanto!- -Vaffanculo!- gli gridò Uruha, ancora furente. Sembrava sul punto di tirargli un pugno. Ruki lo fissava sconcertato -Che ti succede Urupon? Oggi sei stato più strano del solito.. Aggredire così quelle due ragazze e ora Reita.. Che cosa hai?-
Dix e Biby guardavano la scena un tantino preoccupate. Un po' si sentivano la causa di quel trambusto. -Ruki- disse Uruha, per poi avvicinarsi al cantante e baciarlo a tradimento. -oh cazzo..-, si limitò a dire Reita portandosi le mani sul volto.
Uruha si staccò da Ruki, arrossendo. Non aveva intenzione di farlo, si era lasciato trasportare dai sentimenti. Le due ragazze si sentivano fuori luogo, a disagio. Ma non potevano uscire dalla stanza perchè i Gazette bloccavano l'entrata quindi rimasero lì, ad osservare la scena, facendo finta di non esistere.


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Ok, per ora non è successo granchè, ma promettiamo un bel po' di casini.. *ghigna* XD al prossimo chappy stelle! ^_*

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Capitolo 2
*** .::The Nightmare. Again. ***


2nd chap.
"The Nightmare. Again."


Sera. Casa Gazetto. -piantala di fare il cretino Ruki! Qui non sei nessuno per decire sempre per gli altri!-, Reita e Ruki stavano litigando. Per poco non arrivavano alle mani. -ma smettila tu Reita!-, Uruha, ovviamente, prendeva le parti del cantante. -ragazzi calmetevi per piacere!-, Kai cercava di calmare le acque.. ma l'aria era davvero tesa.
-Tu non puoi decidere cosa devo fare io! Nessuno te l'ha chiesto!!- urlò Reita. -Perchè fai sempre il prepotente?!- gridò Ruki, gli occhi lucidi. Uruha aveva uno sguardo omicida. Reita stava davvero esagerando, pensò.
-ma crepa idiota!-, sbottò poi Reita. Possibile che due migliori amici stessero litigando in quel modo, arrivando anche a strattonarsi? Uruha si lanciò addosso a Reita. -finiscila!-, gridò sferrandogli un pugno dritto sul naso. -ma che cazzo fate?-. gridò Aoi che cercava di separarli.
-Smettetela!- Ruki si coprì il viso con le mani, non gli era mai piaciuto vedere i suoi amici che litigano. Perchè? Perchè litigare per un motivo così stupido? "E' tutta colpa mia" si disse e cercò di fermare invano le lacrime. -Guarda cosa hai fatto!- disse Uruha a Reita, indicando il cantante. -Guardate cosa avete fatto entrambi!!- preciso Aoi. Kai, che si era messo in disparte ad osservare la scena, si alzò in piedi, pronto a dire la sua.
Trovò una soluzione rapida... -Reita tu vattene via! Ora! Uruha datti una calmata! Aoi, porta Ruki in camera e fallo calmare! Non voglio tutto questot rambusto in casa!-, quando Kai ci si metteva diventava un vero leader! -ma fottetevi!-, gridò Reita uscendo di casa correndo. -vai dal tuo amore capriccioso Uruha! Vai!-, aggiunse tornando una ttimo in casa.
Fuori pioveva. Non una pioggia calda e leggere ma una fitta pioggia gelida e Reita non aveva nè un ombrello, nè una felpa. Si rifugiò velocemente nel calore accogliente della sua macchina. Partì una canzone di Miyavi alla radio. "Dear My Friend". "Proprio quella giusta" si disse Reita amareggiato, spegnendo la radio. Mise in moto la macchina e guidò per le grandi e luminose strade di Tokyo, senza una meta precisa.
Di nuovo in autostrada. La stessa che Biby e Dix avevano percorso quella mattina. Dovevano tornarci. Le minacce di morte dei loro "protettori" non erano molto piacevoli. Biby faceva avanti e indietro nervosa, come sempre. Dix ferma a guardare in un punto fisso, era distaccata mentre si fumava l'ennesima sigaretta della serata.
Le macchine passavano, qualcuno certe volte si fermava per fare qualche commento volgare ma la maggior parte faceva finta di niente, non curante della vita che erano costrette a condurre le due ragazze. A nessuno importava mai, non c'era mai nessuno pronto ad aiutarle e i loro genitori non potevano fare molto. Passò l'ennesima auto, rallentò ma non si fermò e andò avanti. Perchè la gente voleva continuare la propria vita, non voleva vedere quell'orrore.
Se le persone volevano stare lontane da quella vita d'inferno, c'era chi, da bravo depravato, ci tornava quasi tutte le notti. Una macchina nera si fermò di fronte Biby che si era allontanata un po'. Chi era in macchina senza dire niente aprì la portiera e non badò neanche a chi stava facendo salire in macchina.
Biby lanciò un'occhiata alla sorell che la esortò ad entrare in macchina.
In questo "lavoro" non sai mai chi puoi incontrare, non puoi sapere cosa ti aspetta dietro quei grandi finestrini oscurati o quelle auto lussuose. Quindi devi solo sperare nel destino, altro non si può fare, anche se non è molto. Il destino sa essere crudele. Le due sorelle lo sapevano anche troppo bene.
Il ragazzo mise subito in moto la macchina. Dix incontrò lo sguardo della sorella attraverso i finestrini. Si vedeva che si sentiva come se stesse andando al patibolo. E pensare che proprio Biby era la più grande, ma aveva una fragilità incredibile. Dix, invece, non lo dava a vedere. In qualche modo doveva rassicurare la maggiore no? Il tipo della macchina guardò un attimo la ragazza. -oddio santo!-, gridò facendo una frenata e riprendere subito a guidare.
-E tu che ci fai qui?- chiese. -Mi sembra piuttosto ovvio no?- esclamò Biby perplessa e imbarazzata. Già era difficile con un estraneo, ancora di più lo era con lui, Reita, lo stesso ragazzo che il giorno stesso aveva aiutato lei e Dix a passare il provino. In qualche modo gli era riconoscente ma come poteva dirgli grazie in una situazione del genere? era la sua ultima preoccupazione. -Beh, sì, è ovvio ma sono sopreso..- disse reita.
-forse..-, riprese a dire lui qualche minuto dopo che giravano a vuoto con la macchina. -dovrei lasciarti stare..-, concluse. Stranamente gli era passata l'incazzatura per Ruki e la checca isterica alias Uruha.
-Senti- iniziò Biby -io non ti conosco ma devo guadagnare dei soldi.. quindi se non hai intenzione di far niente.. puoi riportarmi da mia sorella?- lo disse con una voce decisa e sicura che non le apparteneva, Reita ne rimase sorpreso. per tutto il provino non aveva fatto altro che rimanere a guardare in silenzio, era Dix che aveva parlato.
-ma non mi piace come "guadagni soldi"..-, replicò lui irritato. Non poteva pensare che quelle due ragazze che avevano partecipato ai provini quella mattina facessero un "lavoro" del genere. Accelerò. Erano tornati a Tokyo, probabilmente nella periferia, dove era tutto un po' più calmo.
-Tu non capisci..- lei si mise le mani sul viso per evitare eventuali lacrime. Reita scosse la testa preoccupato, gli ricordava troppo come si era comportato ruki. -Allora proverò a capire, spiegami- le propose. -é difficile- rispose la ragazza -Molto più difficile di quello che credi sai? Non tutti hanno una vita facile come la tua- Il biondo sorrise amaro -Neanche la mia vita è sempre semplice-
Reita fermò la macchina quasi vicino casa sua e dei suoi compagni. -immagino la vostra..-, continuò. Sorrise amaramente. Solo ora gli venivano in mente pensieri del genere, quando quasi tutte le altre notti le passava con altre ragazze sconosciute, di cui non si era mai importato grancheè.. anzi. Sarà che aveva capito già da quella mattina com'era fragile Biby e per cui si sentiva quasi in colpa.
-No.. non puoi immaginare...- -Perchè sei così?- le domandò Reita. Biby spalancò gli occhi come faceva sempre quando non capiva qualcosa, inclinando la testa di lato -Così come?- chiese. -Sembri come.. pessimista- -Ormai ne ho viste troppe per sperare ancora- sussurrò lei guardando fisso un punto imprecisato dietro al biondo. era assorta in altri pensieri ai quali non riusciva a dare un nome nè una forma
-ho visto anche Dix.. era tranquilla..-, osservò lui che guardava fuori dal finestrino. -chi vi costringe a fare questo?-, chiese Reita come se volesse farla pagare a quel mostro che le costringeva a quell'inferno.
-Si chiama Shogo Takamoto..- mormorò lei, senza riuscire a guardare il ragazzo negli occhi. Questa volta fu Reita a spalancare gli occhi incredulo -Mi stai dicendo che..- farfugliò -Lui? quello della yakuza? oh mio dio.. Ma... ma perchè?- Biby lo guardò distante, come se quella situazione fosse irreale perchè nessuno le aveva mai chiesto perchè, nessuno se n'era mai interessato. -Te l'ho detto che non avresti capito..- rispose e sentì la sua voce lontana come se non fosse la sua.
-se ci entrate non ne uscite più cavolo!-, gridò uscendo dalla macchina e aprendo la portiera dal lato di Biby. La prese per un braccio e la fece uscire di forza.
-Che cosa hai intenzione di fare?- gli urlò lei. -Come pensi di risolvere la cosa?- Lui la guardò, soffermandosi sulle lacrime che ora le rigavano le guance, si addolcì, odiava vedere le persone piangere. -Certo non fare niente, non ti aiuterà ad uscirne- le disse lui a bassa voce. Intorno a loro non c'era nessuno ma lui parlava come se avesse paura di essere sentito.
La trascinò di fronte casa sua. Aprì la porta guardandosi intorno. Guardò bene dentro prima di entrare. Fortuna per lui, c'era solo Kai in cucina, quindi entrò tranquillo. Lui avrebbe capito, pensò. -Reita sei torn..-, Kia non finì la frase quando vide la ragazza.
-E lei cosa ci fa qui?- chiese, riconoscendola. -Kai, abbiamo bisogno del tuo aiuto- gli disse Reita. Il moro lo guardò perplesso -Non so perchè ma tutte le volte che me lo dici mi rendi sempre tuo complice nei tuoi piani assurdi. Spero che questa volta sia qualcosa di serio- -Non immagini neanche quanto- disse il bassista con aria grave. -Spiegatemi- suggerì Kai, facendo segno a Biby di sedersi.
Lei guardandosi intorno, non poco agitata si lasciò cadere sul divano. E cavolo! Si sentiva bene lì, fuori da quell'inferno. -oddio..-, disse a un certo punto Kai. -non dirmi che..-, cercò di continuare con gli occhi spalancati. -l'ho trovata dove hai capito..-, iniziò a dire Reita che però fu interrotto dal cellulare di Biby che squillava. Era sicuramente Dix, dato che aveva solo il suo numero e quello di Takamoto.
Biby prese il cellulare. Tirò un sospiro di sollievo quando lesse il nome della sorelle sul display. Era un bel cellulare, chiaramente un "regalo" di Takamoto per poter rintracciare lei e Dix. -E' mia sorella- annunciò la ragazza a Reita e Kai che la fissavano impazienti. Si interessavano a loro due, volevano aiutarle. Biby non ne era abituata, rischiava di rimettersi a piangere quando accettò la chiamata. -Pronto?- disse.
-Biby! Cazzo chiama qualcuno! Takamoto.. ah!-, gridò, probabilmente era caduta. Si rialzò. - mi sta rincorrendo cazzo!- continuò Dix col fiatone.

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Perchè io faccio sempre una brutta fine??? °A°

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