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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Prologo *** Capitolo 2: *** La Grande Notizia *** Capitolo 3: *** Interessamenti *** Capitolo 4: *** Una vigilia tutta da scrivere *** Capitolo 5: *** Inizia il torneo *** Capitolo 6: *** Una giornata insolita *** Capitolo 7: *** Battaglie...non solo di Bey *** Capitolo 8: *** Legami... *** Capitolo 9: *** Neoborg VS F-Sangre *** Capitolo 10: *** Chiarimenti e movimenti nell'ombra *** Capitolo 11: *** Quando si dice Amici *** Capitolo 12: *** La Mossa della Torre e le mura dei sentimenti *** Capitolo 13: *** Dubbi, sogni e fili del Destino *** Capitolo 14: *** Umani sentimenti nella scacchiera del Destino *** Capitolo 15: *** La Mossa del Cavallo e gli Scogli chiamati Sentimenti *** Capitolo 16: *** Tra Incubo, Sogno, Realtà ed Illusione *** Capitolo 17: *** Scontri e Voci nel Buio del Cuore *** Capitolo 18: *** La Mossa dell'Alfiere nel Gioco chiamato Vita *** Capitolo 19: *** Contatti, Cuori e Vite fra Nuvole dalle Ali Nere *** Capitolo 20: *** Emozioni e Parole in un Labirinto di Stelle *** Capitolo 21: *** La Battaglia del Cuore e la Luce del Rintocco *** Capitolo 22: *** La Mossa della Regina e le Catene della Verità *** Capitolo 23: *** La Mossa del Re nella Scacchiera di Fuoco e Odio - Prima Parte *** Capitolo 24: *** La Mossa del Re nella Scacchiera di Fuoco e Odio - Seconda Parte *** Capitolo 25: *** Lo Scacco al Re e la Priorità del Cuore *** Capitolo 26: *** L'ultima Battaglia e la Forza della Stella *** Capitolo 27: *** Epilogo ***
“Sono sicuro che da grande sarà proprio come
voi, Serena! - L’espressione
che si leggeva negli occhi smeraldo del piccolo Jean non tradiva alcuna
emozione; era felice e mentre guardava quel piccolo fagotto, che placidamente
giaceva fra le braccia di Serena, non potè fare a meno di notare come il piccolo
assomigliasse molto alla donna. La somiglianza era incredibile, anche se il
bambino era ancora molto piccolo. Il ragazzino dai capelli corvini osservava con
occhi pieni di ammirazione il neonato, che intanto guardava teneramente il volto
angelico di Serena. Jean sentiva di voler bene a quel bambino come se fosse
veramente suo fratello, anche se all’inizio non lo aveva visto di buon occhio;
infatti lui come tutti gli altri bambini che
risiedevano alla villa, credeva che con la nascita di un bambino veramente suo,
la Signora
Serena li avrebbe abbandonati, lei e Christian non si sarebbero
più occupati di loro e così sarebbero rimasti soli. Ancora una volta.
Per fortuna poi si era ricreduto. Serena era
rimasta sempre la stessa, anche con la nascita di suo figlio, e né lei né Christian li avevano privati dell’amore che prima
gli davano. Fu così che i sentimenti provati inizialmente nei confronti del
nuovo arrivato si trasformarono in amore fraterno e in senso di protezione. Si
ne era certo, il bambino sarebbe stato degno di due genitori fantastici come
Serena e Christian. Non poteva essere altrimenti.
- “Spero solo che sappia trovare il coraggio
dentro di sé di affrontare le situazioni difficili e che non sia mai solo.”
-Gli
occhi lucenti di Serena erano tristi e sofferenti, ma cercava in tutti i modi di
dissimulare ciò che provava, soprattutto davanti a suo figlio. In realtà lei
aveva paura, paura di perderlo, paura che il tempo da
passare con lui fosse scaduto e paura che il loro destino fosse minacciato da
un’ombra, un’ombra dalla quale non era ancora riuscita a scappare. Tuttavia non
era solo questo. E lei lo sapeva.
“Che razza di madre sono? – Ormai era tanto tempo che se lo chiedeva, ma non era
ancora riuscita a darsi una risposta. Lì tutti la amavano e la vedevano come un
angelo, ma allora perché lei si sentiva una nullità del tutto impotente di
proteggere le persone a lei più care?- Istintivamente una lacrima le scese lungo il pallido viso, ed andò ad assorbirsi
sul candido tessuto che avvolgeva il piccolo.
“Non si preoccupi Signora
Serena! Io lo difenderò, lo
proteggerò da ogni pericolo anche a costo della vita, come giurarono i Cavalieri
Dell’Antico Ordine!- esclamò il ragazzino gonfiando il petto d’orgoglio. Questo
fece sorridere appena Serena, che passò una mano sui capelli neri del ragazzo. –
“Grazie Jean, sono sicura che con te lui sarà sempre al sicuro” – gli rispose
sorridendo la giovane donna, per poi lasciare sulla fronte di Jean un tenero
bacio.
Dopo di che il bambino dai capelli corvini
fece un inchino molto teatrale e si allontanò, lasciando Serena e suo figlio
soli nella grande biblioteca. Quando i leggeri passi del ragazzino si spensero
nel corridoio, Serena si alzò con il bambino fra le braccia e si avvicinò alla
grande vetrata che dava direttamente sul grande
giardino interno del castello.
Era pieno inverno. Il bianco era il colore
incontrastato di tutto il paesaggio, uno scenario meraviglioso, da cui non si
distingueva la terra dal cielo. Sembrava che il tempo si fosse fermato, era
tutto immobile, cristallizzato, come se fosse opera di una magia. Gli alberi,
ormai privi delle loro foglie erano stati ricoperti dalla neve, mentre la
fontana al centro del giardino era completamente ghiacciata, con l’acqua che
ancora fuoriusciva delle bocche dei pesci, trasformata in ghiaccio. - E’ tutto
immobile, statico, ma è solo un’apparenza. – pensò Serena, rimasta ad osservare il paesaggio. Stava nevicando. Ancora. – Non ci
posso far niente. Non mi sono ancora abituata a questo clima, è più forte di me
–
In effetti erano trascorsi ormai parecchi anni da
quando si era trasferita lì dal Giappone, ma ancora non era riuscita ad
adattarsi. Il clima freddo della Russia rappresentava una prova titanica ogni
anno, ma lei annualmente la perdeva. Questo non si poteva dire di suo figlio,
che invece sembrava essere nato tra il ghiaccio. Non tremava, non aveva freddo, non piangeva, anzi facendo mente locale, si
ricordò di non averlo mai sentito piangere.
Serena abbassò gli occhi sul piccolo visino
del figlio, che la guardava con degli occhi a lei noti. I suoi. In quel momento
la donna cercò di imprimere la propria immagine al figlio, sperando che lui
sarebbe riuscito a ricordarla e a portarla nel cuore.
Quell’istante avrebbe voluto durasse per sempre, ma purtroppo durò solo pochi istanti. Secondi così belli, dolci, e troppo…
brevi.
Jean attraversò a grandi passi il lungo
corridoio che portava ai piani alti. Si sentiva fiero e sicuro, come uno dei
suoi Cavalieri. Quante volte si era immaginato di essere come loro, così
indomiti, valorosi e soprattutto portatori del più grande potere esistente.
“Sarà meglio andare a trovare Christian,
forse ha bisogno di me.” – dichiarò il ragazzino svoltando l’angolo per poi
ritrovarsi in un corridoio esattamente identico al
primo, costeggiato da decine di porte. Era impossibile non perdersi in un posto
simile, ma Jean ne conosceva ogni anfratto, o così
credeva.
Mentre si dirigeva verso la torre nord, dove
Christian aveva il suo studio, Jean rimase a guardare i ritratti degli antenati
della famiglia, che erano attaccati sui due lati delle pareti. – Non mi
piacciono molto – pensò Jean. – Fanno paura, incutono terrore solo con lo
sguardo, ma devo ammettere che sono affascinanti perché
infatti ogni ritratto illustra un uomo o una donna che a suo tempo ha
avuto il comando del mondo, ha avuto il potere. – Il piccolo Jean era
affascinato da tanta lucentezza nelle imprese di questi uomini. Cavalieri, grandi Signori, confidenti della famiglia reale di
Russia, e dopo tempo addirittura Zar della Russia.
Accompagnato da questi pensieri Jean arrivò alla rampa di scale in pietra nera, che portava
ai piani superiori, e quindi allo studio di Christian. Ma mentre stava per iniziare la grande salita, un rumore
soffuso di voci giunse alle sue orecchie e lo costrinse a fermarsi. Il rumore
proveniva da una delle porte in fondo al corridoio, nella parte meno illuminata
dai candelabri appesi alle pareti. Il ragazzo avrebbe dovuto proseguire per la
sua strada, ma qualcosa lo bloccò. -”Devo andare, forse c’è un problema, un
ladro, ed io in quanto Cavaliere dell’Antico Ordine ho
il dovere di andare!” Certamente in questo caso non era stata la ragione a
parlare, ma la sconsideratezza, l’immaturità, l’idea di essere in uno dei libri
che Serena leggeva di tanto in tanto ai bambini nella biblioteca quando c’era il
temporale.
Comunque sia Jean si diresse verso dove
aveva sentito il rumore, ma si accorse che non preveniva da dietro una porta,
bensì da dietro un quadro, uno dei più recenti e più grandi. Non ricordava il
nome dell’uomo dipinto, ma credeva fosse il nonno di Christian, l’ultimo Zar di
Russia. Deciso a proseguire la sua indagine, il moretto scostò il quadro,
rivelando, non senza fatica, una stanza con una rampa di scale in fondo che
portavano nei sotterranei. La stanza era buia e sporca, ma lungo la parte di
tappeto che conduceva alla rampa, si vedevano chiaramente le tracce di impronte di scarpe. Così Jean scese lungo le scale, mentre
il rumore si faceva sempre più chiaro e le voci divennero due. Aveva paura, una
paura che non si sapeva spiegare, sentiva come un
groppo allo stomaco, ma si costrinse a mandarlo giu. Non appena ebbe sceso le
scale, Jean arrivò in una grande sala, illuminata da tante candele, circondata
da una enorme libreria per tutto il suo perimetro. Al
centro della stanza vide l’ultima cosa che si sarebbe mai aspettato di vedere lì…un beyblade stadio. – “Questa è bella
che ci fa qui un beyblade stadio?” si chiese perplesso
Jean. “E’ la stessa domanda che dovrei farti io. Cosa
ci fai qui piccolo Jean?” – La voce lo colse alla sprovvista spaventandolo, ma
quando si girò verso il suo interlocutore il ragazzino
vide un volto a lui noto e sorrise sollevato.
–“Signor Christian… eh mi perdoni per il
disturbo, ma io…ecco vede io…ehm…
“Non ha importanza Jean tranquillo, lo so
che sei un gran ficcanaso! –
scherzò Christian, che sorrise al piccolo esploratore. “Allora come stanno
Serena ed il piccolo?” – chiese al ragazzo, per farlo
calmare un attimo dallo spavento di poco prima.
“Tutto ok Signore, ma mi dica, come mai
questo passaggio attraverso il quadro? Io non ne sapevo niente… a cosa serve e
soprattutto a cosa serve il beyblade stadio? Viene forse qui ad allenarsi come
quando era ragazzo? Ma poi mi pareva di aver sentito
due voci, ma qui c’è solo lei, stava parlando da solo?
L’infinità di domande che uscirono dalla
bocca del ragazzino sorpresero Christian che non
credeva si potessero fare tante domante in così poco tempo. Guardò il ragazzino
con occhi seri e così lui capì che doveva fare silenzio. Forse faceva ancora in
tempo a nascondere tutto. – Speriamo - disse fra sé.
In quel momento un gridolino irruppe nella
stanza facendo trasalire Jean e cogliendo in flagrante Christian. – Ecco appunto
– disse l’uomo.
“Chi è che piange sembra un bambino” –
chiese Jean guardandosi intorno per la stanza, prima di tornare a posare gli
occhi sull’uomo dinanzi a sé.
Ci fu un attimo di silenzio tra i due,
intervallato solo dal piangere della creatura che però Jean non riusciva a
vedere. Fu Christian a parlare: “Jean senti ora io ti
confiderò un segreto, un segreto importante, di cui nessuno è ha conoscenza a
parte me, Serena ed ora te. Saprai mantenere il segreto?” La sua voce era
profonda, seria e non lasciava trasparire nulla, ma nei suoi occhi azzurri
chiari, Jean lesse paura, terrore ed
angoscia.
“Non si preoccupi io saprò mantenere il segreto!” – disse con decisione il
ragazzino.
“Bene allora seguimi, ma mi raccomanda fai
silenzio.” Detto questo Christian accompagnò Jean fino
ad un separè con una tenda rosso porpora, sembrava
nuova e splendente e stonava un po’ con l’arredamento antico della stanza. Jean
era curioso, non capiva quale potesse essere il segreto tanto importante, ma era
deciso a scoprirlo e a custodirlo.
Non appena Christian scostò la tenda,
l’unica cosa che Jean vide fu una culla in legno
dipinto di bianco, con una tendina ricamata molto graziosa ed una rosellina
intagliata in legno sulla cima della culla. Al suo interno giaceva una bambina
con una tutina rossa che teneva la manina in bocca, mentre con i suoi occhioni azzurri guardava sorridente i suoi ospiti. – “Ma…questa è…una…- proferì Jean che non riusciva a credere ai
suoi occhi – “…assomiglia a voi, ma non solo…quindi è….
“Si, questa bambina
è figlia mia e di Serena, esattamente come l’altro.” – concluse Christian
prendendo la piccola in braccio e accarezzandole la testina leggermente
ricoperta da pochi capelli chiari.
“Ma allora perché
non sta sopra con il fratello, perché la tenete nascosta?” Jean non capiva, gli
sembrava impossibile. Quindi Serena e Christian avevano avuto due figli, non
uno, ma allora perché adesso ne nascondevano uno
all’insaputa di tutti?” – Stava giusto per chiederglielo, ma Christian intuendo
già la domanda rimise la piccola nella culla, e tornò a posare i suoi occhi su
Jean.
“Vedi Jean noi dobbiamo proteggere i nostri
figli da delle persone che vorrebbero far loro del male. Ricordi quegli uomini che facevano del
male a te e agli altri bambini prima che venissimo io e
Serena?” – la sua voce era calma, dolce e sembrava che volesse spiegargli
la verità con l’aiuto di una favola.
”Sì, non potrei dimenticarmene” esclamò
Jean. Ci fu un attimo di silenzio, poi tutto sembrò più chiaro a giovane
moretto. “Quindi noi dobbiamo nasconderla perché non sappiano
della sua esistenza giusto? -“Sì proprio così Jean. Ci aiuterai?”- chiese Christian accarezzando la guancia del
bambino.
“Certo Signore non ne dubiti” esclamò serio
Jean. Era rimasto scioccato. Non era da Christian fare gesti così espliciti e
dolci, e per questo ne dedusse che la cosa era più seria del previsto. Detto
questo si diressero entrambi verso l’uscita, dopo aver
prima dato un’ultima occhiata alla piccola che intanto si era addormentata,
forse cullata dalla voce del padre.
“A proposito come si chiama?! Chiese Jean quando furono fuori dal passaggio segreto.
“Lei si chiama Kate.”
Erano trascorsi alcuni giorni da quando Jean
aveva scoperto dell’esistenza di Kate, e ogni tanto stando bene attento che
nessuno lo vedesse, attraversava il passaggio attraverso il quadro e andava a
controllare la piccola, che era sempre felice di rivederlo. Non aveva rivelato
niente a nessuno, era stato di parola. Fu proprio durante una di queste visite,
in una notte di gennaio, fredda come non mai, che Jean udii un rumore provenire da fuori. –“Forse sarà il fruscio
del vento” pensò il ragazzino, ma qualcosa gli diceva che non era così, forse
proprio quel qualcosa che gli aveva fatto scoprire il passaggio ed il grande segreto di Serena e Christian:
Kate.
Avvicinandosi alla finestra però, Jean capì
che non era il vento, o meglio non solo. – “E’ notte fonda, che potrà mai
esserci fuori a quest’ora?” – pensò il moretto mentre schiacciava il viso contro
il freddo vetro per poter vedere meglio. Pioveva, e
l’acqua cadeva incessantemente su quel magico scenario coperto di ghiaccio, e
come se non bastasse si era anche alzato il vento, un
vento gelido tipico dell’inverno russo, che presto o tardi avrebbe portato con
sé una tormenta di neve. Era strano, di solito l’inverno del suo Paese piaceva a
Jean, ma questa volta nel guardare fuori, non sentì un richiamo magico e
sovrannaturale, ma invece percepì una sgradevole
sensazione, come se quella neve dovesse seppellire lui e l’intero castello per
sempre. Non si trattava più di magia, ma di morte e distruzione. Riscotendosi
dai suoi pensieri, Jean tornò a posare gli occhi sull’entrata del castello,
dove, nascosta dalla penombra si intravvedevano dei
fasci fiochi di luce. Un’automobile. No, tante automobili.
“Questo è strano, e non mi piace per
niente. Sarà
meglio avvisare Christian e Serena” riflettè Jean,
mentre prendendo un candelabro in ottone, si avviò verso la stanza da letto dei
Signori del castello.
I suoi passi risuonavano leggeri sul tappeto
cremisi, ma a Jean sembrò di camminare con i piedi di ferro, sentiva di fare
rumore solo respirando, mentre un cattivo presentimento gli correva lungo la
schiena. Cercando di non farsi prendere dal panico, il moretto arrivò davanti
alla camera da letto, e prendendo un respiro profondo
spinse la fredda maniglia in avanti.
La stanza era nel più completo silenzio, e
Jean riuscì a distinguere attraverso i raggi della luna
i corpi dormienti di Christian e Serena, mentre accanto al loro letto, si
trovava una culla, esattamente uguale a quella di Kate, ma con un giglio
intagliato in legno al posto della rosa, dove c’era il maschio, che però non
dormiva, anzi si guardava intorno con quei suoi occhi così particolari e
lucenti. Jean subito si riscosse e dopo che udì un tonfo proveniente dai piani
bassi, si avvicinò a Christian, cercando di svegliarlo. – “Signore, Signore, la
prego si svegli c’è qualcuno fuori, e sta entrando nel castello!” – disse Jean,
prima sussurrando e poi, poiché la sua paura cresceva, finì per urlare le ultime
parole.
Christian e Serena si svegliarono di
soprassalto, e vedendo lì moretto, si guardarono negli occhi e in un attimo
capirono.
“Grazie Jean, sei davvero coraggioso,
grazie.” Disse Serena quasi con le lacrime agli occhi, ma poi se le asciugò
velocemente con il dorso della mano. No questo non era il momento di piangere,
lei doveva salvare i suoi figli, la loro ultima speranza.
“Forza muoviamoci” sentenziò Christian
alzandosi e prendendo qualcosa che Jean non riuscì a vedere dal cassetto. Serena
intanto prese il bambino dalla culla e dopo averlo avvolto in un telo azzurro gli posò un bacio sulla fronte dicendo:” vedrai che
tra poco sarà tutto finito, non avere paura, piccolo mio” – In realtà diceva
questo per calmare se stessa, non il bambino, che la guardava con i suoi
profondi occhi senza piangere o sembrare preoccupato.
Jean intanto sentì i rumori farsi più nitidi
e vicini, presto sarebbero stati lì. – “Serena tu esci dal passaggio sul retro della biblioteca con il
piccolo, Jean tu corri a nasconderti e porta con te gli altri bambini. Gli altri
bambini. Già loro non erano soli, c’erano anche quattro bambini più o meno della sua età al castello, e tutti erano ignari di
quello che stava succedendo. Erano ignari di tutto.
Jean scosse la testa
deciso – “Devo andare a prendere Kate! Lo ha
detto lei l’altra sera! Dobbiamo proteggere la piccola da quegli esseri malvagi
ricorda?!” – Jean sembrava irremovibile, ma Christian
scosse la testa, - “No ci penserò io a Kate, tu hai già fatto tanto, va prendi i
bambini e portali fuori attraverso le cucine, è un ordine!” – la voce di
Christian era diventata dura e decisa e Jean capì che sarebbe stato
irremovibile. “D’accordo vado” sentenziò alla fine il moretto, poi fece per
andarsene rivolgendo un ultimo sguardo ai coniugi, e sentì una fitta allo
stomaco…come se quella fosse l’ultima volta che li avrebbe visti insieme.
Scuotendo energicamente il capo si voltò e prese a correre verso le camere,
mentre Serena ed il piccolo scomparivano attraverso un
passaggio segreto celato dietro la libreria della stanza. Christian intanto uscì
e si diresse a passi svelti verso il quadro di suo nonno, verso Kate.
Jean correva, aveva il fiatone, e ormai il
rumore che faceva non era solo una sua impressione, ma non gli importava, doveva
arrivare alla camera dei bambini prima di loro, doveva.
Mentre si faceva
strada correndo a più non posso, improvvisamente delle grida acute lo
costrinsero a fermarsi. Erano grida di dolore, grida di
morte. No. Non poteva essere.
Era arrivato alla stanza dei bambini, ma
prima di entrare si nascose dietro la porta sbirciò al suo interno, e… ciò che
vide fu troppo, troppo brutto. Dovette chiudere gli occhi e mordersi le labbra
per non urlare. Tuttavia nella sua mente rimase impressa quella scena: quattro
corpicini esangui, che giacevano sul pavimento coperti
di sangue, mentre davanti a loro tre uomini vestiti di nero, con dei lunghi
cappotti pesanti, stringevano tra le mani degli affilati coltelli, ancora tinti
di rosso. Non avevano neanche potuto difendersi, li avevano uccisi nel sonno,
maledetti – pensò Jean fremendo dalla rabbia, mentre avrebbe tanto voluto
ucciderli con le sue mani, e stava per farlo, quando si ricordò di una frase
pronunciata da Serena una sera mentre leggeva ai bambini un libro nella
biblioteca, quando ancora erano una grande famiglia. “…Il Cavaliere avrebbe
voluto distruggerli tutti, annientarli, dissetarsi del loro sangue, ma l’ira
lasciò il posto alla ragione; lui era un Cavaliere, e quindi doveva pensare
prima agli altri, a proteggere ciò per cui era stato scelto, la vendetta si
sarebbe consumata in altro modo, non perdendo inutilmente la propria vita in uno
scontro disperato…". Ricordandosi queste parole a Jean venne in mente una sola
persona da proteggere, l’unica che ancora potesse aiutare, Kate. Immediatamente
prese a correre verso il corridoio dei quadri, lui di sicuro si trovava più
vicino di Christian, che invece doveva attraversare mezzo castello, quindi lui
avrebbe potuto salvarla. Doveva. Non poteva fallire. Corse con un razzo ed entrò
nel passaggio del quadro senza fare rumore, scese la rampa di scale, scostò la
tenda rossa e fu sollevato di vedere Kate ancora lì che gli sorrideva con quei
suoi occhi di ghiaccio. Era bellissima. Sembrava felice di vederlo, come tutte
le altre volte che era andato da lei per farla giocare.
Ma questa volta non si stava giocando. Subito Jean
prese Kate in braccio e coprendola con un telo rosa si avvicinò alla porta in
fondo alla stanza, che aveva scoperto giorni addietro, dava direttamente sul
retro del giardino. Stava per aprire la porta, quando una mano gli si poggiò
sulla spalla, facendolo girare di scatto. “Tranquillo sono io Jean”- la voce di
Christian era calma, ma era tutta apparenza, aveva scoperto cosa era accaduto ai
bambini, e aveva subito intuito che Jean doveva essere lì. “Bravo il mio
Cavaliere” – disse Christian, mentre apriva la porta. Usciti, i fuggitivi furono
subito investiti da un vento gelido e dalla neve, che cadeva copiosamente e
violentemente. La bufera era vicina, dovevano correre, dovevano nascondersi, far
perdere le loro tracce, e soprattutto dovevano ritrovare Serena ed il piccolo.
Iniziarono e farsi
strada faticosamente, ma la loro avanzata era ostacolata dalla neve che li
rallentava. Il freddo era pungente e si infilava
dappertutto, congelandogli gli arti, rallentandoli, ma soprattutto aumentando lo
sconforto e la paura.
Erano usciti dalla cancellata laterale e ora
si trovavano a pochi metri dal bosco che forse rappresentava la loro unica
possibilità di salvezza. Purtroppo però dove c’è una
salvezza apparente c’è anche un ostacolo. Uno sparo. Un rumore
secco, forte, nitido anche durante una tormenta di neve. Jean credette di essere morto, ma poi sentì qualcosa dietro di
lui cadere sonoramente a terra. Si girò. Christian giaceva a terra, con ancora
Kate tra le braccia. Il moretto si avvicinò al suo signore preoccupato,
spaventato, terrorizzato. “Christian…vi prego alzatevi Christian!!!” gridò Jean in preda alla disperazione, ma ad un certo
punto l’uomo gli strinse la mano e con una voce debolissima gli sussurrò:
“Prendi Kate e fuggi, raggiungi Serena e portali via. Nascondetevi nel bosco e
poi raggiungete i confini degli Urali, dovrete uscire dalla Russia per salvarvi,
fuggite lontano e …- a questo punto la sua voce si limitò ad un lieve sussurro appena percettibile – “Prendi anche
questo” disse porgendo a Jean un oggetto metallico blu come l’oceano. Era lo
stesso che Christian aveva estratto dal comodino quella sera. A Jean bastò
percepirlo sulla pelle per capire che cosa fosse: “…un…beyblade” disse Jean
stringendo fra le mani quella piccola trottola scura con
al centro quell’inconfondibile Bit-Power.
Il moretto prese in braccio Kate, prima di
infilarsi il beyblade in tasca, tenendo ancora stretta la mano di Christian, che
però poco dopo divenne incredibilmente più pesante. Il ragazzino guardò l’uomo
negli occhi, ma non c’era più niente da vedere, la morte se lo
era portato via, i suoi occhi di ghiaccio si erano spenti e questa volta
per sempre.
Una lacrima scese ripida lungo le guance di
Jean che non poteva credere ai suoi occhi, ma non era il momento di lasciarsi
andare. Non ancora. Doveva trovare Serena, proteggerla, anzi proteggerli.
Il ragazzino alzò lo sguardo verso dove era
partito il colpo e vide sulla cima di un delle torri un
uomo incappucciato che lo guardava mentre prendeva la mira con il suo fucile di
precisione. – “Cecchini, hanno fatto le cose in grande” ironizzò Jean
scansandosi appena in tempo per evitare un colpo che andò ad infrangersi sulla neve. Si alzò e prese a correre verso il
bosco senza guardarsi indietro, zigzagando per evitare di essere un bersaglio
troppo facile. Ebbe fortuna, riuscì infatti ad arrivare
al limite del bosco illeso, mentre Kate gli teneva i suoi capelli neri tra le
mani nascondendo il visino nell’incavo della sua gracile spalla. Jean una volta
entrato nel bosco e sicuro della sua posizione si girò, in tempo per vedere
degli uomini che con delle moto-neve si avvicinavano al bosco, presto sarebbero
stati lì. Doveva trovare Serena prima che fosse troppo
tardi.
Era piena notte, e in una foresta poco
distante dalla città di Mosca, un ragazzo di appena dodici anni si stava
incamminando alla ricerca di qualcuno, o forse alla ricerca della sua unica ancora di salvezza. Mentre arrancava
faticosamente attraverso gli alberi, Jean non poté fare a meno di pensare agli
accadimenti degli ultimi mesi: il trasferimento deiconiugi al castello fuori Mosca,
la nascita dell’erede della famiglia, la scoperta che poi invece gli eredi erano
due, l’assalto al castello, la morte dei suoi amici e…di Christian. Chi li
avrebbe protetti ora? Sarebbe stato in grado di portare a termine il compito
affidatogli da Christian prima di morire? In fondo lui era ancora un
bambino…
Intanto Kate cominciava ad agitarsi fra le
sue braccia, si stava spaventando, voleva tornare a casa dalla sua mamma, dal
suo papà, dal suo fratellino. – Su Kate coraggio non piangere
– le disse affettuosamente Jean accarezzandole teneramente la testolina
bionda. – Adesso troviamo la mamma e andiamo in un bel posto – cercò di
rassicurarla il moretto, mentre in realtà stava solo cercando di rassicurare se
stesso. Aveva paura. Perché non se ne era andato quando aveva udito le voci
provenienti da dietro quel quadro? Maledizione alla sua curiosità ed incoscienza. Poi posò gli occhi verdi sul visino di Kate
che sembrava lo guardasse arrabbiata. Aveva forse intuito i pensieri dell’amico?
Quella neonata era fantastica. Bastò un suo sguardo a riscuotere Jean da quei
cattivi pensieri.
- Ma cosa vado a pensare!? – disse – sono un cretino. Ho accettato di aiutare
Christian e Serena perché gli voglio bene e perché penso siano nel giusto. Non è
così Kate? – tornò a guardare la neonata, che gli
sorrise con la sua bocca senza i denti. Gli occhi cristallini della bambina gli
diedero coraggio, gli donarono energia alle gambe, stremate per la faticosa
corsa e gli riaccesero la speranza. – Grazie Kate – disse semplicemente. Ora
Jean capiva cosa fosse quel qualcosa che aveva animato i cuori dei Cavalieri
dell’Antico Ordine, ora lo capiva, perché…era quello che provava lui in quel
momento; una forza eccezionale che riscaldava il cuore e ristorava il corpo, una
forza che andava oltre la morte.
Ad un certo punto Jean udì un rumore di passi
farsi più vicino. Istintivamente prese un sasso appuntito e lo sollevò in aria,
pronto a scagliarlo se uno degli uomini incappucciati avesse cercato di
attaccarli. Trascorsero alcuni istanti, che sembrarono durare anni; furono attimi di tensione, i passi si facevano sempre più
vicini e con essi aumentava l’agitazione del moretto, pronto a difendere Kate e
la trottola anche a costo della propria vita. Poi improvvisamente un’ombra
emerse dagli arbusti, trascinandosi a fatica. Era buio e Jean non riuscì a
vederla bene, così si preparò a scagliare la pietra – Questo è per i miei amici,
che avete ucciso così barbaramente – pensò il moretto, ma prima che potesse
scagliare il sasso incrociò lo sguardo di due occhi
familiari, che lo costrinsero a lasciar cadere la pietra, che finì in mezzo alla
neve. Un sorriso si accentuò sulle labbra del ragazzino, che non credeva ai
propri occhi - …Signora Serena…state bene! – disse sorridendo; poi si ricordò di
Christian e le lacrime tornarono ad incorniciare gli
occhi smeraldo del giovane. Il ricordo del corpo esanime dell’uomo era ancora
vivo in lui, ma forse Serena ne era all’oscuro. – Devo dirglielo o no? – si
chiese il ragazzino – Tanto lo avrà capito anche da sola. Non è una stupida,
sapeva che Christian doveva rilevare Kate dal nascondiglio,
ma visto che qui ci sono solo io, era facile capire che qualcosa doveva
essere andato storto, senza poi contare lo sparo.
Jean incrociò gli occhi della donna, che
ancora stringeva il bambino. Come al solito non
emetteva né un suono né tantomeno si muoveva. Ma era
sveglio e vigile. Serena si avvicinò al moretto e gli passò una mano sui capelli
neri come la notte. – Grazie – fu l’unica cosa che riuscì a dire, prima che
delle lacrime iniziassero a bagnarle il viso. – Sei il nostro angelo custode
piccolo Jean – disse mentre le lacrime continuavano a scenderle lungo le gote,
rovinando quei meravigliosi occhi. Improvvisamente i rumori delle moto-neve si
fecero più vicini, fino a che si fermarono del tutto. Erano arrivati al limitar
della foresta, da cui si proseguiva a piedi. Presto sarebbero stati lì. Non
avevano tempo da perdere.
- Andiamo – sentenziò Serena dopo essersi
ripresa. – Si – concordò il moretto.
Detto questo iniziarono a correre per la foresta,
portando con loro non solo le loro vite, ma qualcosa per cui valeva la pena di
morire, e questo lo sapevano entrambi. Correvano, correvano, non si fermavano mai, quanto avevano corso? Non ne
avevano idea e forse non lo volevano neanche sapere. Jean era esausto, non si
sentiva più le gambe, ma non gli importava, continuava
a correre ignorando il graffi dovuti ai rovi ghiacciati, ed il gelo. Doveva
proseguire. – Ma verso dove? Per quanto dovevano andare
avanti a scappare? Dove avrebbero potuto rifugiarsi?
Christian aveva detto che dovevano raggiungere i confini della Russia per
salvarsi, ma quanto ci sarebbe voluto ancora? Non sapevano neanche da che parte
andare…La consapevolezza dell’incertezza, la paura dell’ignoto, era qualcosa che
forse feriva più di un fucile, era qualcosa che leniva la mente, non il corpo. E
questa paura finì per far commettere ai fuggitivi un errore, che forse non avrebbero mai dovuto commettere.
Infatti ad un certo punto i quattro si ritrovarono
sul limitar della foresta, e dinanzi ai loro occhi si stagliava un infinito
spiazzo coperto da una candida coperta di neve. Steppa. – E ora? – disse
ansimando Serena, mentre cercava di riprendere fiato. Era la prima frase che
pronunciava da quando si erano messi in marcia, non avevano parlato, cercando di
risparmiare le energie per continuare a correre. Avevano corso tutta la notte,
ed ora che stava sorgendo l’alba un pallido sole tolse
loro anche la protezione dell’oscurità. – Forse li abbiamo seminati – provò
ad ipotizzare Jean senza però lasciar trasparire un
sorrisino compiaciuto. – Forse, ma comunque prima dobbiamo raggiungere il
confine con gli Urali, dopo di che una volta giunti nella Russia asiatica,
avremo più possibilità di confonderci con la gente, e potrò riprendere in mano
le redini della situazione – il discorso di Serena parve convincere il moretto,
che annuì e rivolse il suo sguardo verso la sterminata steppa. – Forza Jean puoi
farcela – si disse, - l’hai promesso –
Questi pensieri rincuorarono il ragazzino,
che assicurata la presa su Kate, che non accennava a mostrare segni di
stanchezza, si rivolse a Serena – Beh che aspettiamo? Andiamo! – Serena sorrise.
Sì avrebbe salvato i suoi figli ed il Potere. Lo
avrebbe fatto anche per il suo uomo, il suo unico amore, Christian.
- Io so solo che quello che vi attenderà
sarà la morte amici miei – una voce acida e possente si
stagliò alle loro spalle. Erano caduti nella loro trappola. La voce dell’uomo
spaventò a morte Serena, che si girò di scatto allibita a fissare il loro
inseguitore. Li avevano trovati, anzi forse non li avevano mai persi, infatti li avevano lasciati scappare per poi incastrarli sul
limitar della foresta. I fuggitivi erano stremati e dinanzi a loro si estendeva
l’immensa steppa, dalla quale non avrebbero avuto protezione. Serena era
paralizzata, non riusciva a muoversi, ma nonostante questo strinse a sé il
piccolo ed iniziò ad indietreggiare. L’uomo che aveva
parlato aveva un sorrisino compiaciuto che gli attraversava il viso chiarissimo,
incorniciato da dei capelli violetti. Aveva vinto, anche questa volta; e con
questa vittoria non riotteneva solo il controllo su Mosca, ma avrebbe anche
conquistato il Potere.
- Bene, bene chi non muore si rivede…giusto Serena? – un’altra voce raggiunse
quella dell’uomo dai capelli viola, una voce se possibile ancor più cattiva e
terrificante. – H..ito –
riuscì a balbettare Serena, che in quel momento sembrava aver visto il demonio
in persona. – No. Non può accadere, l’incubo ritorna, e questa volta se la
prenderà con i miei figli…non posso permetterlo – pensò Serena.
- Voi non li avrete MAI! – urlò una voce
accanto alla donna. Jean. Il moretto dopo essersi ripreso aveva deciso di
lottare, non solo per sé, ma anche per i suoi amici, per i due fratellini, per
Christian e Serena, che ormai considerava la sua famiglia. Il ragazzino guardò
con occhi di fuoco gli uomini davanti a lui, come se questo bastasse per
incenerirli all’istante. Poi qualcosa accadde.
Il bambino in braccio alla madre si girò
verso Jean allungando verso di lui la sua piccola manina; Serena non capiva,
Kate guardò il fratellino perplessa, mentre l’uomo
chiamato Hito ed il suo compare diedero l’ordine ai cecchini di non muoversi,
entrambi aspettavano di vedere se era tutto vero. Jean si avvicinò al bambino e
non appena le minuscole dita del neonato toccarono il volto del moretto, dalla
tasca di quest’ultimo fuoriuscì un potente fascio di luce, che rivelò nel cielo
dell’alba una maestosa fenice infuocata, che emetteva luce propria. Era una cosa
mai vista, quella creatura si librò in aria per poi lanciarsi in picchiata verso
il suoi nemici, troppo spaventati per reagire; chi
provò a spararle si ritrovò a vedere il proprio colpo rimandato indietro ad una
velocità incredibile. Poi ad un certo punto iniziò a
sputare fuoco sia dal becco dorato sia dalle ali vermiglie. Stava difendendo i
fuggitivi, stava proteggendo il suo padrone: il
neonato.
Hito ed il suo
compagno si rifugiarono dietro degli alberi, mentre molti cecchini venivano
investiti da quelle potenti fiammate; entrambi sapevano cosa stava succedendo,
ed era la prova che la profezia era vera, a questo punto dovevano solo farla
avverare secondo le loro intenzioni.
Mentre regnava questa gran confusione,
Serena prese per mano Jean facendogli intendere che
dovevano approfittarne. Così ripresero a scappare, mentre la fenice
improvvisamente scomparve lasciando dietro di sé solo alberi bruciati e alcuni
corpi carbonizzati. Sembrava tutto finito, tuttavia se è vero che il destino è
scritto per tutti, e che non si può cambiare il corso degli eventi, allora la
morte non aveva ancora finito il suo compito, per quel giorno. Mentre i primi
raggi del sole iniziavano a colpire il freddo scenario russo, una donna con in braccio un neonato, ed un ragazzino con una bambina
tra le braccia stavano cercando di guadagnare terreno, rispetto ai loro
inseguitori. Nessuno si chiedeva cosa fosse successo, come avesse fatto quella
fenice ad uscire dalla trottola blu, ma di una cosa
Jean era certo: era stato il bambino a far apparire la creatura dopo avergli
sfiorato la fronte. Infatti aveva avvertito un calore
fortissimo all’altezza della tasca nel momento in cui il piccolo gli aveva
toccato la fronte. – Che quel piccolo avesse dei poteri particolari? – si chiese
il moretto mentre correva. Ad un tratto però l’incubo
tornò, come una mano nera che non aveva stretto ancora tutte le sue vittime. Ci
fu uno sparo, e Jean sentì le sue gambe cedere, un dolore atroce lo fece cadere
tra la neve, mentre con le braccia cercò di alzare Kate per impedire che si
facesse male. Lo avevano colpito. Stranamente da quello che si era immaginato,
non aveva paura, nonostante ora giacesse a terra con la schienapiena di
sangue. Doveva fare presto. Serena non appena udì lo sparo sopraggiunse, e guardò preoccupata il suo angelo
custode. – No…Jean…no…non lasciarmi anche tu… - era disperata, e Jean fu felice
di vedere una persona così preoccupata per lui, forse perché lui l’affetto non
lo aveva mai ricevuto da nessuno. Serena e Christian erano stati i primi, e gli
ultimi. – Signora Serena, non si preoccupi per me, prenda Kate e la trottola e
scappi, io cercherò di rallentarli – disse coraggiosamente il moretto cercando
di sopprimere una smorfia di dolore. – Non posso lasciarti qui Jean – urlò la
donna, ma lo sguardo del moretto non ammetteva repliche. Così prese in braccio
la bambina, che iniziò a piangere non appena lasciò le gracili braccia del suo
amico, mentre Jean tirò fuori dalla tasca la trottola, per poi metterla fra le
dita del maschio, dicendo – Su bambini ora tocca a voi…sono certo che
diventerete grandi e forti…e…ci rivedremo. – quelle ultime parole fuoriuscirono
involontariamente dalla bocca di Jean che capì che quello era un addio. Serena
lo guardò un’ultima volta prima di iniziare a correre lungo la steppa. Jean si
accasciò al suolo, almeno ora poteva riposare…no. Doveva rallentare la corsa di
Hito, almeno fino a quando gli sarebbe stato possibile. Stava per rialzarsi
quando all’improvviso cadde perdendo i sensi.
Serena correva, ormai le gambe le dolevano
da un pezzo, e forse era solo l’amore per i suoi figli che la spingeva a
correre. Jean. Il pensiero del ragazzino le rimase fisso nella mente, non
riusciva a credere che gli avessero sparato, che lui non fosse lì con lei, lui
che aveva salvato sua figlia, e a cui il suo uomo aveva
dato tanta fiducia. La donna pianse mentre stringeva a sé entrambi i fratelli.
Diversi nell’aspetto, maspeculiari. Facce opposte di una stessa medaglia che regola
l’armonia. Inoltre ora aveva scoperto che era suo figlio il custode di un dei Poteri, e questo significava che Hito voleva lui.
Continuando a correre non si accorse di alcuni sassi smossi e così cadde a terra
ferendosi alle ginocchia. Una smorfia di dolore le attraversò il bellissimo
volto. Doveva alzarsi, ma quando gli occhi le caddero sul terreno dinanzi a
lei il suo cuore ebbe un colpo: ombre. Il sole alle sue
spalle rifletteva l’immagine di alcune ombre sopra di lei: erano loro. Spaventata di girò, e rimase a fissare con sguardo truce Hito
ed il suo braccio destro che le erano a meno di due passi di distanza, e dietro
di loro una decina di cecchini.
– Hai provato a scappare maledetta, ma è
stato inutile. Quanti altri morti ci dovranno essere prima che tu ti decida che
le mie volontà sono ordini? – la voce sprezzante di Hito non scalfì minimamente
la donna.
- Forse sono ordini per i tuoi scagnozzi,
caro Hito, ma non per me o tuo figlio. Christian sapeva che razza di uomo fossi
e soprattutto che razza di uomini avessi ai tuoi piedi – e con questo guardò
l’uomo accanto al suocero. – ed è per questo che si è preso Mosca e con essa il monastero dove quel pazzo conduceva
esperimenti su dei bambini! – la rabbia di Serena era incontenibile. – Basta
Serena, ora che sappiamo che ciò che cerchiamo è racchiuso nel tuo piccolo
pupillo, non avremo più bisogno di fare esperimenti. Quindi dammi i bambini! – e con questo l’uomo alla sua
sinistra le strappò i fratelli dalle braccia, mentre la donna urlava disperata.
– No.. maledetto schifoso, lascia i miei figli, loro non ti appartengono! – urlò
Serena, cercando di divincolarsi dalla presa di uno dei cecchini che l’ aveva immobilizzata. – Oh…ne sei sicura? – disse Hito
dando la bambina al suo compagno e tenendo tra le mani solo il maschio. – Tu
sarai la mia arma per la conquista del mondo, diventerai un ottimo cacciatore,
il migliore del mondo e possiederai il Bit-Power più antico del mondo,
la Fenice – la
risata dell’uomo era fastidiosa, ma finì non appena il bambino lo guardò con uno
sguardo che fece rabbrividire il vecchio. – No…quegli occhi no… - disse Hito,
per poi abbassare lo sguardo su Serena ancora immobilizzata dal cecchino.
Avevano gli stessi occhi. Ogni giorno quegli occhi gli avrebbero ricordato
quella donna…
- Non importa se hai i suoi occhi, tu non
conoscerai mai tua madre, piccolo bastardo, puoi starne certo – disse Hito come
se il bambino potesse capirlo. – Ti sbagli – disse Serena con un tono deciso. –
Potrai educarlo come un cacciatore, potrai non fargli sapere la verità sulla
vita dei suoi genitori, ma lui crescerà e diventerà come suo padre, non sarà mai
come te, perché metterà prima l’amore e l’amicizia rispetto al potere, lui non
sarà mai come te, e anche se non mi vedrà io sarò
sempre con lui pronta a difenderlo!– urlò con tutto il fiato che aveva in gola. – Se lo dici
tu…allora…difendilo ora – e detto questo l’uomo dai capelli viola estrasse un
pugnale finemente decorato e lo passò sulla schiena delicata del bambino, che si
dimenava furiosamente. Serena era allibita. – Non puoi fargli questo…sei un
mostro!! – urlò,- ah si…allora ascolta il suo
lamento e vai a raggiungere il tuo Christian! – e con questo il cecchino dietro
di lei la pugnalò allo stomaco e al petto. Era finita. La giovane donna sentì un
dolore lancinante in tutto il corpo e sentì il sangue salirle alla gola. Cadde
al suolo coperta di sangue e l’ultima cosa che vide fu
lo sguardo disperato dei suoi figli e l’urlo del suo maschietto. Ora udiva il
suo grido. Finalmente ne aveva sentito la voce. Con
questi pensieri si accasciò, mentre Hito, Vorcof e i cecchini si allontanarono,
tornando alle moto-neve.
- Crescete e diventate forti…io sarò sempre
con voi…veglierò su di voi e vi proteggerò sempre…vi amo…Kate…Kai. Poi fu tutto
buio.
Poco più lontano anche un’altra vita
abbandonò il mondo, la vita di un ragazzino, una vita
che doveva ancora svilupparsi, una vita che doveva ancora essere vissuta. Jean
chiuse gli occhi, voleva scegliere lui l’ultima immagine da vedere prima di
morire, e tra tutte le scene più belle una sola valeva di essere scelta: in uno
scenario ghiacciato, alle spalle del Cremlino c’erano tante
persone una accanto all’altra, tra questi un uomo alto con i capelli
ramati e gli occhi del ghiaccio, che stringeva a sé una donna bella come una dea
delle nevi, con i capelli argentei e degli splendidi occhi ametista, e accanto a
loro lui, il piccolo Jean che sorridendo teneva in braccio due bambini: un
maschio e una femmina, lei identica al padre, e lui alla madre: Kate e Kai
Hiwatari.
Era una bella giornata di sole, l’aria era calda, resa insopportabile anche a causa di un’afa che toglieva il respiro
Ciaooooo, grazie x aver letto
il mio prologo…sono stata molto contenta (Thankyou – basta Max!!!) cmq questo come
anche probabilmente i prossimi due capitoli saranno di transizione, ma
serviranno per spianare il terreno per…scsate ma se ve
lo dico che leggete a fare?? Grazie ankora e
continuate a seguirmi!!
La Grande Notizia
Era una bella giornata di sole,
l’aria era calda, resa insopportabile anche a causa di un’afa che toglieva il
respiro. In una giornata così la cosa migliore da fare sarebbe stata quella di
non uscire da casa, rimanere fermi, evitare di agitarsi troppo a causa del gran
caldo, ma lei non ci pensava nemmeno. Hilary percorse a passo veloce e sicura le
varie strade che ormai ricordava troppo bene. Per
alcuni anni aveva in pratica vissuto in quella zona, e quindi aveva imparato a
muoversi con disinvoltura in quel quartiere. La giovane ragazza si diresse
decisa verso il dojo dei Kinomiya, verso la casa del suo amico Takao. Era da
tanto che non vedeva il giovane campione, nonché suo
migliore amico, ed era impaziente di rivederlo.
Mentre correva a perdifiato per i
vicoli, la ragazza fu assalita da una moltitudine di ricordi, che la investivano
come un fiume in piena, ormai le capitava spesso, soprattutto quando si
avvicinava quel periodo dell’anno, e così mentre correva, la sua mente iniziò a
ripercorrere velocemente alcune esperienze del passato…
Hilary era rimasta scioccata…possibile
che da delle comunissime trottole potessero uscire delle creature fantastiche
dai poteri sbalorditivi??
-E’ assurdo…- commentò la ragazza mentre
dalla trottola azzurra di Takao usciva un enorme drago azzurro…non aveva mai
visto niente di simile.
Da allora la sua vita era cambiata.
Takao l’aveva trasportata nel fantastico mondo del beyblade e lei ne era rimasta
affascinata…adorava quello sport, e soprattutto era da quando aveva incominciato
a frequentare Takao e i suoi amici che la sua vita aveva preso una strada decisamente avventurosa!
Le battaglie contro il team Psico,
contro la squadra degli Scudi Sacri, che poi si erano dimostrati loro amici, il
torneo contro Zeo, e…la
BEGA.
Un brivido percorse la schiena
della ragazza al solo rievocare con la mente le sfide del torneo Justice 5, la
competizione durante la quale i G-Revolution avevano dato prova di essere davvero una squadra e avevano combattuto
per difendere il proprio mondo e i propri ideali.
– Comunque – pensò la brunetta, -
non ho solo vissuto delle incredibili avventure, ma ho anche fatto amicizia con
delle persone straordinarie, e una in particolare…mi ha scaldato il cuore. Un
sorriso si accentuò sulle labbra della giovane sedicenne, che ormai non faceva
altro che pensare a lui. Di tutti gli amici di Takao, lui era di certo quello
più strano, sempre avvolto in un alone di mistero, sempre serio ed impassibile, e purtroppo sempre con un solo
obbiettivo…quello di battere Takao.
Mentre la brunetta correva per le
strade di Tokio, ad un certo punto si ritrovò a passare
per il belvedere, punto di ritrovo dei BBA durante i campionati del mondo. -
Quanti bei ricordi si annidano qui- pensò Hilary che intanto si era fermata a
riprendere fiato. E, in effetti, ne avevano passate di avventure in quel posto,
ma non era solo quello…era stato proprio lì che quattro anni prima si era
presentata al giovane dranzerblaider amico di Takao, che da allora in avanti si
era insediato nel suo cuore tagliandone un pezzo per sé.
- Basta con i ricordi Hilary,
dacci un taglio – si disse la ragazza riprendendo a correre. Doveva smettere di
pensare a lui, anche perché era del tutto inutile soffrire per un amore
impossibile…o forse no?
Qualche minuto dopo la ragazza
arrivò al dojo e si fiondò a gran velocità nella palestra, dove era certa, Takao
e Daichi si stessero allenando. Quando aprì la porta scorrevole della stanza le sembrò di essere tornata indietro nel tempo.
“Uffa siamo alle solite pidocchio! – sbottò Takao ormai giunto
all’esaurimento per la terza volta in una giornata. – Sono appena le undici di
mattina e già ne ho abbastanza. Sei veramente un selvaggio…mi chiedo come mai
ancora non ti sei deciso ad andartene in America da Max! – rinfacciò il campione
del mondo al ragazzino di fronte a lui.
- Guarda che io non ho fatto
niente, semmai sei tu che perdi subito le staffe, e comunque anche se sei il
campione uscente, questo non ti autorizza a fare il presuntuoso – ribatté il
ragazzino dai capelli rossicci, più piccolo di Takao di circa due anni.
-“Sono sempre i soliti” – pensò
Hilary – non si sono neanche accorti della mia presenza, ma adesso gli faccio
vedere io. Detto questo la ragazza si avvicinò ai due
litiganti del tutto ignari e assestò una doppietta di pugni sulle loro teste,
come non faceva da ormai troppo tempo.
- AHIA!!! – esclamarono all’unisono i due ragazzi volgendosi
finalmente verso la loro ospite.
Takao rimase stupito nel vederla.
Era cambiata parecchio in quell’anno che non si erano visti. Dopo la sfida
Justice 5, i G-Revolution si erano sciolti e Takao era rimasto a Tokio, dove per
i primi tre anni aveva frequentato il liceo con Hilary, ma in seguito ad una
proposta di lavoro fuori città, il padre della sua amica dovette trasferirsi a
Londra, dove ovviamente si trasferì tutta la famiglia
Tachibana.
Ora davanti a lui si trovava una
giovane ragazza con dei morbidi capelli castani che le scendevano armoniosamente
fino alle spalle, mentre dietro erano leggermente più lunghi. Indossava un paio
di jeans aderenti e una maglietta colorata con lo stemma della BBA. Poteva
essere cambiata, ma una cosa in lei era rimasta immutata: i suoi occhi. Sempre
lucenti, color cioccolato fuso, dolci e profondi.
Il ragazzo era felice di
rivederla e anche Daichi lo era, anche se non lo avrebbe mai ammesso neanche
sotto tortura. Quando due giorni prima la ragazza gli aveva telefonato per
dirgli che sarebbe tornata in Giappone, e per restarci, i due ragazzi avevano
subito ripreso ad allenarsi e a bisticciare come quando erano più piccoli.
- Sei arrivata Hilary finalmente!
– scherzò Takao alzandosi per abbracciarla. - Allora tutto bene a Londra? – le
chiese tornando a sedersi con lei attorno al tavolino, mentre Daichi che non
stava più nella pelle cominciava ad agitarsi
furiosamente. – Insomma Takao si può sapere dov’è il prof.??!!! – sbottò il rosso, che stava perdendo la pazienza.
– Arriverà a momenti pidocchio,
cerca di stare calmo – gli disse il dragoonblaider con indifferenza; così tutti
e tre si sedettero ed iniziarono a raccontarsi quello
che non si erano ancora detti: ricordi d’infanzia, i momenti salienti delle loro
avventure, fino al momento dell’epilogo, la Justice 5; in quell’occasione era
stata la loro grande amicizia a vincere, non i bey. Ora era tornata la
tranquillità, e la
BBA era rimasta chiusa per un anno, causa ristrutturazione e
quindi era stato rimandato il quarto campionato del mondo di beyblade.
Hilary sorrideva e annuiva, anche
se la domanda che più le premeva di fare all’amico, ancora non era uscita dalla
sua bocca…
- Ehi ragazzi sono arrivato…uhm…ma tu sei Hilary! Bentornata! – la salutò il
prof. K entrando nella palestra con il suo fedele computer. “Beh giusto in tempo
per la grande notizia” – disse il ragazzo aprendo il portatile circondato dagli
sguardi curiosi dei suoi amici. Ad un certo punto il
prof. girò lo schermo verso i ragazzi, mettendo così in mostra una registrazione
arrivatagli per e-mail: “E’
ufficiale prof. K, la
BBA riapre i battenti e così tutte le migliori squadre del
mondo sono invitate ad Helsinki per la cerimonia di apertura della nuova BBA,
che inaugurerà la propria riapertura con un nuovo sensazionale torneo di
beyblade, alla quale prenderanno parte non solo le squadre veterane, ma anche
nuove squadre composte da blaider in gamba, e che spero daranno vita ad uno
spettacolo memorabile. Il luogo d’incontro sarà all’aeroporto della capitale
finlandese questo venerdì. A presto
ragazzi.
Il discorso del presidente
Daitenji lasciò sgomento nella stanza. Non era possibile…un nuovo campionato di
Beyblade…Takao si alzò di colpo stringendo nella mano il suo inseparabile
Dragoon, che sembrava ansioso quanto lui di scontrarsi contro nuovi avversari,
e…anche non proprio nuovi. – Ma è fantastico!! Questa è la migliore notizia che mi potessero dare!! – l’entusiasmo del campione in carica fu contagioso,
perché subito dopo Daichi si riprese dalla sorpresa alzandosi e puntando il dito
su un punto indistinto davanti a lui dicendo: “Sii è arrivato il momento di
dimostrare chi è il migliore…preparati Yuri Ivanov perché io ti distruggerò!! “ Detto questo il rosso si
precipitò fuori dalla palestra per allenarsi, seguito dal professor K, che si
preparava a nuove analisi e messe a punto. C’era davvero molto da fare per poter essere pronti ad una competizione di tale livello,
e non c’era un attimo da perdere.
Takao e Hilary rimasero soli
nella stanza, anche se in realtà la brunetta se ne era già andata da un pezzo,
si era persa circa a metà del messaggio, quando il presidente aveva menzionato
qualcosa circa le convocazioni. – Tutte le squadre migliori del mondo…tutte,
quindi anche la… - un dolce rossore si propagò sulle guance della ragazza, al
solo pensare a quelle splendidi iridi ametista che
avevano il potere di estraniarla dal resto del mondo, facendola scivolare verso
un oblio di infinita bellezza. Incantata la ragazza
stava fissando un punto indistinto dinanzi a lei, mentre il suo amico la fissava
divertito. – Come se lui fosse proprio lì – pensò Takao
seguendo lo sguardo dell’amica. – Si si, ci sarà anche
la Neoborg,
tranquilla… – finì per lei l’amico con voce saccente - …sempre che prima non ti
venga un infarto a furia di pensare al nostro freddo russo dagli occhi color
lilla.
- Ametista – disse la brunetta in
un sussurro
- Cosa?
- Gli occhi – disse la ragazza
con più convinzione – Gli occhi sono color ametista, non lilla. –
- Ah scusa, ma sai sei tu quella
che si perde negli occhi di Kai, mica io! – le rispose Takao, che era chiaro ci prendeva gusto a prenderla in giro per quella sua
cotta, anche se ovviamente non ne avrebbe fatto mai parola con nessuno. Lui e
Hilary erano amici da tanto tempo, forse per un certo periodo aveva persino
creduto di esserne innamorato, ma poi aveva capito che quello che provava per
lei era pura amicizia, che le voleva bene, ma come amico. L’amicizia era
reciproca e, infatti, fu proprio la brunetta a confessargli la sua cotta per il
blaider russo, il giorno del ritiro dei BBA per il terzo campionato mondiale
consapevole che poteva fidarsi di Takao.
- Venerdì…mancano ancora quattro
giorni -disse Hilary a bassa voce, mentre
ripensava a tutte le volte in cui aveva incrociato lo sguardo magnetico del
ragazzo
- No, ti sbagli mancano SOLO
quattro giorni – la corresse Takao sorridendo.
Mao correva attraverso la fitta
foresta senza fermarsi, non poteva riposarsi, doveva avvisare Rei e gli altri.
Attraversò fiumi, paludi, un’intricata giungla nel cuore della Cina per poter giungere al suo villaggio, un piccolo insediamento
protetto dalla foresta, una comunità del tutto estranea al mondo circostante, un
villaggio sperduto e impossibile da trovare per chiunque non ne fosse un
appartenete. La giovane ragazza dai capelli rosa arrivò in prossimità della
cascata, dove i suoi compagni di squadra si allenavano costantemente giorno dopo
giorno. “Per essere ottimi blaider, ma ancora prima per essere ottimi uomini, bisogna
mantenerela mente libera da ogni
pensiero negativo e abbracciare la pace” queste erano le parole che
ripeteva spesso loro il guru, nonché allenatore dei Baihutzu.
- Rei, Lai, KikiGao!!- urlò la
ragazza con tutto il fiato che aveva in corpo, rivolta ai quattro ragazzi che si
stavano mantenendo perfettamente in equilibrio su una sola gamba ai piedi della
cascata su degli spuntoni di roccia sporgenti, mentre i
loro bey saltellavano in perfetta sincronia sull’acqua. “Quando si sta cercando di unire mente e
corpo in un’unica entità sentire il proprio silenzio è fondamentale…” già
un’altra regola che la ragazza avrebbe dovuto ricordare, perché non appena
chiamò i ragazzi questi persero la concentrazione, e
finirono dritti in acqua insieme ai loro beyblade.
- Ohi ohi – si disse Mao, che questa volta l’aveva combinata
grossa, ma che nonostante tutto sperava di addolcirsi i ragazzi portando loro la
grande notizia. Si avvicinò.
- Mao!!!!! – le urlò il fratello sbraitando e rosso dalla rabbia –
Ma che ti è preso, non hai visto che ci stavamo
allenando!? – le rinfacciò Lai uscendo dall’acqua insieme agli altri. – Uff che antipatico,
non solo io ho fatto una corsa attraverso mezza foresta rischiando di farmi
male, ma ha anche da ridire, valli a capire gli uomini! – pensò la cinesina
fissando con sguardo truce il fratello.
- Dai lascia
perdere Lai, ci riproveremo dopo – una voce suadente e serena di avvicinò
ai fratelli rivelando così due splendidi occhi color ambra, un sorriso pacato e
rassicurante. Rei.
Mao si
incantò un momento a fissare il suo compagno di squadra del quale era
innamorata da tantissimi anni. Lei non era stata molto esplicita circa i suoi
sentimenti, ma era sicura di averglielo fatto capire in più di un’occasione,
anche se non riusciva a spiegarsi il perché lui non le dicesse niente, né un
si né un no. Che non se ne fosse accorto? Ha ragione
Julia, per certe cose i maschi hanno gli occhi foderati di pelliccia – si disse
la ragazza, incantata a fissare il corpo perfettamente modellato dell’amico:
addominali scolpiti, pelle chiara e apparentemente delicata, fisico atletico,
braccia muscolose e forti, lunghi capelli neri tenuti insieme da una coda e…i
suoi occhi, sue pozze d’ambra nel quale si sarebbe
voluta specchiare e leggere tutto l’amore che il drigerblaider provava per lei…peccato che quelli fossero
solo i suoi sogni; la realtà era ben diversa. Lui la vedeva come una grande
amica, e questo forse era la cosa peggiore.
Riscossasi dai suoi pensieri
romantici, Mao si mise a fissare la busta che teneva fra le mani, nella speranza
che il rossore sulle sue guance si attenuasse. – Beh è arrivata questa dal
presidente Daitenji poche ore fa, dicono che è urgente. Io non l’ho aperta. –
disse la giovane ancora più rossa consegnando la busta a Rei, che la prese
visibilmente emozionato.
- No, non è possibile – disse non
appena l’ebbe letta. – Che cosa c’è? – chiese Lai – su avanti non tenerci sulle
spine, dicci cosa c’è scritto! – insistette quest’ultimo vedendo il mutismo di
Rei.
- C’è un nuovo campionato del
mondo, e sarà venerdì ad Helsinki! – annunciò il
ragazzo al massimo della felicità – Takao, Max, Kai il momento è giunto, ci
scontreremo ancora…
…e ognuno di noi darà il meglio
di sé ne sono convinto – sentenziò Max quando vide il
videomessaggio del presidente. Il biondino si alzò dalla sua sedia e si diresse
verso la stanza degli allenamenti del complesso settore PPB
dove i suoi compagni di squadra Michael, Rick, Emily e Eddy si stavano
allenando. Molte cose erano cambiate da dopo la fine del terzo campionato per la
squadra americana; erano diventati più amici, non si consideravano più
scienziati e compagni di team per dovere, ma compagni
veri, legati da una profonda amicizia. Anche Rick si era inserito nel gruppo, e
anche se le discussioni non mancavano si sentivano una
vera squadra.
Il ragazzo dagli occhi cerulei
passò accanto ad un grande vetrata da dove di vedeva
l’oceano, blu, profondo ed interminabile… Mariam.Ogni volta che vedeva il mare non riusciva a non pensare a lei, la distante ragazza
degli Scudi Sacri con cui aveva instaurato una particolare amicizia, e che lui
non poteva dimenticare. Non la vedeva dalla fine del secondo campionato del
mondo, ma la cosa non lo sorprendeva più di tanto. Lei apparteneva ad un villaggio di antica stirpe, legato agli animali sacri,
e quindi forse si era dovuta allontanare dal Giappone per poter completare
qualche missione. Tuttavia qualcosa dentro di lui gli diceva che si sarebbero
rivisti, e molto presto.
– Sono certo che ci rivedremo ad Helsinki Mariam…ne sono sicuro – disse continuando a
scrutare l’immensa distesa d’acqua.
Freddo. Gelo. Beh che ci si
poteva aspettare da Mosca se non questo. Anche se l’estate era prossima la
fredda capitale russa non si risparmiava, ma comunque a
lui questo non importava molto. Lui era abituato al ghiaccio, era il suo
elemento, la sua anima. Yuri si alzò dalla sua poltrona nello studio della
Neoborg, in quello che era stato il famoso monastero Vorcof, ora esclusiva sede
della squadra moscovita. Vorcof…al solo sentire nominare quell’uomo spietato il
giovane russo si sentiva attanagliare da una morsa di morte, forse dalla stessa
da cui si era salvato neanche un anno prima. Il suo risveglio dal coma era stato
difficile, e sia lui che gli altri componenti dei
Neoborg erano stati sicuramente i più danneggiati dalla sfida Justice 5, ma ora
erano nuovamente lì, pronti per il nuovo campionato mondiale, e pronti
significava vincere. L’ultima volta si erano classificati secondi, ma questa
volta sarebbe stato diverso. Avrebbero dimostrato al mondo intero chi sono i
campioni, lo dovevano a Mosca, ai bambini del monastero, ma soprattutto al loro
coraggio. Non si erano mai persi d’amino, durante
quegli anni bui e tetri, in cui avevano vissuto con affianco la morte in
persona.
- Certamente – pensò il capitano
della squadra russa, - i ragazzi non sono ancora del tutto guariti, Boris ha
ancora difficoltà a muovere gli arti, la mia testa è ancora debole, Serghiej non ha raggiunto il suo livello ottimale, ma è Kai
a preoccuparmi…la sua schiena mostra ancora qualche problema, ma fortunatamente
potrò contare su un valido aiuto. Sorrise al solo pensiero. Se per venerdì
dovremo essere in Finlandia sarà meglio sbrigarsi con i
preparativi. Detto questo Yuri si diresse verso la
palestra dove il suoi compagni si stavano allenando.
– C’è un nuovo campionato e quindi si
parte fra quattro giorni…allora che ne dite? – disse con un tono che voleva
sembrare impassibile non appena fu entrato nella grande stanza dove c’erano due
sole persone che si stavano allenando. Storse il volto quando se ne accorse.
- La tua era una domanda o un
ordine? – chiese il solito Boris mentre stava sollevando dei pesi.
- Vedila un po’ come ti pare – si
limitò a dire il rosso volgendo lo sguardo da un’altra parte.
- Il nostro solitario dov’è? –
chiese il capitano non vedendo il blaider dell’aquila rossa nella stanza.
- Secondo te? Lo sai che lui è
un’anima libera, incapace di rimanere fra queste quattro mura – disse una voce
che non stupì il rosso. – Già… ormai ti conosco Kai – si disse il rosso
guardando verso la finestra.
Cavalcare Fiamma era sempre
piacevole, aveva su di lui un effetto benefico, e anche se la dottoressa del
monastero gli aveva espressamente ordinato di evitare di cavalcare a lui non
importava. Gli piaceva correre con Fiamma attraverso la fredda steppa russa,
passando per le foreste cristallizzate e vicino al piccolo laghetto nascosto nel
folto della foresta.
Kai scese da cavallo stendendosi
all’ombra di un grosso albero mentre la cavalla dal pelo nero come la notte
nitriva poco distante dal suo padrone. Il ragazzo chiuse gli occhi lasciando che
un delicato vento gli scompigliasse i capelli argentei, facendoli danzare
secondo una melodia percepibile solo se si ascoltava
con attenzione la voce del vento. Era piacevole, dopo un’intera mattinata
passata ad allenarsi fermarsi per sentire il vento e cercare di dare sfogo ai
propri pensieri. Da quando l’aveva saputo la sua mente
non aveva fatto altro che rimuginare sullo stesso argomento: il nuovo campionato
del mondo di Beyblade. Tuttavia c’era qualcosa che non gli era chiaro: “perché andare ad Helsinki, cosa centrava la capitale
finlandese con la
BBA, che aveva sede in Giappone? E poi perché tutto questo
mistero? No c’era sicuramente dell’altro, era un sesto senso a dirglielo. Comunque a lui alla fine non importava se
ci fossero stati altri motivi, lui doveva preoccuparsi di battere tutti i suoi
avversari, in particolare Takao, con lui aveva ancora una partita in sospeso.
Non sapeva se ci sarebbero stati anche Garland o Brooklyn, ma tutto sommato
gli era del tutto indifferente, avrebbe disintegrato
chiunque si sarebbe frapposto fra lui e la sua tanto agognata vittoria. – Niente
mi fermerà…niente.
“Allora siamo
pronti? Avete ben chiara la nostra missione o no? – Ozuma si rivolse ai
suoi compagni con voce seria e autoritaria. – Siamo qui per fare il nostro
lavoro e lo faremo bene, non possiamo fallire, siamo intesi?! – la voce del capitano degli Scudi Sacri riecheggiò nella
stanza del grande magazzino abbandonato, dove i suoi amici lo ascoltavano con
attenzione. La missione era rischiosa, pericolosa, ma loro non si sarebbero
fermati, dovevano fare ciò per cui erano stati
convocati, e questa volta non ci sarebbero stati incidenti, nessuno doveva
soffrire…
- Siamo
con te capitano, vedrai che andrà tutto bene – rispose Dunga mettendosi una mano
sul cuore in segno di fedeltà.
- Si, e
mi raccomando niente coinvolgimenti sentimentali, mi sono spiegato? – disse
Ozuma volgendo lo sguardo verso l’unica ragazza del gruppo che stava fissando
con occhi spenti il suo bey. – Mi sono spiegato Mariam? – ripeté il giovane
avvicinandosi alla ragazza dai lunghi capelli blu come l’oceano e dagli occhi
verde smeraldo. La giovane si limitò ad un cenno del
capo, cercando di nascondere il viso rigato di lacrime ormai prosciugate con i
suoi capelli scuri.
- Bene, perché sai che potrebbe
essere pericoloso. Teniamo gli occhi ben aperti – finì Ozuma lasciando la stanza
seguito da Dunga e Jessie che si stavano dirigendo verso l’aeroporto. – Oh Max…
- disse in un sussurro strozzato la giovane prima di allontanarsi insieme ai
suoi amici.
“Come sono sciocchi questi
umani…si interessano per uno stupido gioco fatto con
delle trottole in plastica e metallo, ridicolo!” – disse l’essere che si era
appena materializzato vicino ai suoi compagni sull’alto O’Connell Bridge di Dublino.
- Beh di che ti stupisci, questi
sono umani, esseri inetti e volgari, ma comunque non ti devi preoccupare, perché
presto questo mondo sarà nostro – rispose una ragazza di una bellezza demoniaca,
con una lucida pelle ambrata, con degli splendidi occhi vermigli e lunghi
capelli lisci neri. La giovane indossava un corto top a monospalla nero intrecciato da dietro, con un paio di leggins neri e una minigonna dello stesso colore. La sua
voce, suadente e maledettamente incantatrice donava alla sconosciuta un aspetto
assolutamente provocante e irresistibile.
- Sarà come dici tu Samantha, ma
mi spieghi come faremo a partecipare al torneo se non sappiamo neanche lanciare
queste cose di plastica! – si intromise una terza voce,
che aveva le sembianze di un giovane alto e perfetto in ogni sua cellula: un dio
lo si sarebbe potuto apostrofare; alto biondo con gli occhi glaciali e una voce
fredda come l’inferno ghiacciato dal quale provenivano.
- Non ti agitare troppo Ares, chi
ti dice che non li sappiamo usare? Con la magia saremo i migliori in assoluto,
anzi ti dirò di più, decideremo noi le sorti degli incontri, infatti grazie al nostro potere speciale nessuno ci batterà.
– sentenziò la quarta e ultima figura del gruppo, una
ragazza dai corti capelli ramati che indossava un completo simile a quello
dell’altra sua compagna, ma di colore blu notte.
- Astra ha ragione, e comunque
noi non siamo qui per fare i campioni, ma per compiere la nostra missione.
Questa volta vinceremo noi. Le pietre saranno nostre e con loro questo mondo! –
finì il ragazzo dai capelli castano scuro che si era materializzato per ultimo.
Spesso quando le cose accadono si dice che è colpa del destino, e questa volta il
destino aveva deciso diversamente per i nostri giovani blaider. Quello non
sarebbe stato un comune campionato, e avrebbero imparato che il destino sono le
persone stesse a scriverselo giorno dopo giorno…
Un grazie particolare va a Lirinuccia e Lexy90, che sono state le prime due persone a
lasciare un commentino…Grazie 1000!
E ovviamente un grazie va a tutti voi
che avete letto la storia (bravi avete avuto coraggio) Hihihi…cmq spero che continuiate a seguirmi!!!!Bye!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ciaoo
sono tornata! (Noooooo starete pensando) hihi, cmq passiamo alle cose
serie…uhm….QUALI COSE SERIE???skerzo allora, grazie al ponte di tutti i santi
staremo a casa qualche giorno, e così avrò il tempo di aggiornare il quarto
capitolo…che dire…buona lettura!!! E un grazie per esserci!Un appello: Lenn Chan, dove
sei????
Interessamenti
L’Hotel Kamp si ergeva in tutta la sua maestosità in uno
dei migliori quartieri di Helsinki, svettando verso l’alto quasi volesse
raggiungere il cielo. – Caspita che posto! – esclamò Daichi seduto dietro a
Takao, che intanto non la smetteva di guardare fuori dal finestrino del pullman
incantato anche lui ad ammirare quella meraviglia. – Non si può dire che, anche
stavolta, il presidente ci voglia trattare male – constatò Rei sorridendo.
-
Sì, hai ragione – concordò Mao girandosi poi a guardare l’amica che le era
accanto. Non aveva parlato molto. “Strano. Non è da lei. Chissà che le prende” –
pensò la cinesina continuando a guardare preoccupata la brunetta al suo fianco.
– Hila stai bene? – le sussurrò posandole una mano sul braccio, che fece
rinvenire la sedicenne. – Si si Mao stai tranquilla – biascicò Hilary poco
convincente. – Bah! Sarà. Comunque è meglio che ti svegli cara mia perché siamo
arrivati all’Hotel!
- E
non siamo sole – si intromise Julia seduta dietro le ragazze, che si sporse in
avanti per poter parlare con loro più da vicino. – Russi a cavallo a ore nove! –
Hilary ebbe un sussulto al solo sentire il nitrito dei
cavalli attraverso il finestrino; si voltò immediatamente verso i Neoborg, che
erano appena scesi da cavallo con un viso stanco ma erano evidentemente
soddisfatti della loro cavalcata. Istintivamente gli occhi della brunetta si
posarono preoccupati sul giovane blaider dagli occhi ametista, che appariva più
spossato degli altri. Nessuno se ne era accorto a parte lei: Kai aveva ancora
problemi alla schiena a causa dell’incontro con Brooklyn che risaliva ad un anno
prima. Non si era ancora ripreso del tutto, e sicuramente cavalcare non
migliorava la situazione, ma non poteva di certo dirglielo. Loro due non avevano
una confidenza tale per cui sarebbe parso normale che lei fosse preoccupata per
la sua salute. No, non poteva fare nulla. “Forse se lo dicessi a Takao, lui
potrebbe parlargli, dopotutto sono grandi amici…no stupida che ti salta in
mente!” – si maledisse la giovane da sola. “Sai benissimo quanto Kai sia
orgoglioso, e quanto non sopporti essere compatito o trattato come un malato, in
particolare dai suoi amici.”
Persa nei suoi pensieri, non si accorse neanche che Mao
e Julia la stavano chiamando invitandola a scendere. – Perdonami Hilary, ma
dovremmo scendere – una voce delicata ma decisa si accostò alla brunetta
distogliendola dalle sue riflessioni. Hilary si girò lentamente verso la persona
che l’aveva chiamata incrociando il suo sguardo con degli splendidi occhi viola
e blu. Crystal. – Si scusami mi sono incantata! – tentò di scusarsi la ragazza
mentre si accingeva a prendere la sua valigia dal ripiano sopra i sedili. –
Aspetta ti aiuto – si offrì la ragazza vedendo la brunetta in difficoltà. “E’
molto gentile “ pensò Hilary tornando a guardarla negli occhi. “Strano che una
così sia finita fra i Neoborg, eppure c’è qualcosa che non capisco: come ha
fatto a prendere il posto di Serghiej se la terza riserva russa è Ivan? O è
davvero fortissima oppure…c’è dell’altro. Se fosse la fidanzata di Kai o Yuri o
Boris la sua presenza si spiegherebbe da sola. Eppure…la complicità che
condivide con Kai è evidente, basti pensare alla storia del cavallo…no non ci
devo pensare, almeno non ora! – Hilary batté più volte le palpebre nel tentativo
di scacciare quell’infinità di pensieri, mentre Crystal sorridendo scendeva dal
pullman dove l’attendevano i Neoborg.
L’Hotel all’interno pareva ancora più grande rispetto a
quanto non sembrasse da fuori. Un’ampia hall circolare si apriva come petali di
rosa verso varie scalinate circolari in ottone, che portavano ai piani
superiori. Un enorme lampadario di cristalli illuminava la stanza rifrangendo la
luce in vari spicchi colorati che andavano a decorare i muri finemente dipinti.
-
Allora ascoltatemi tutti – prese la parola il presidente Daitenji con un colpo
di tosse. – Dunque, New Europa, più Raul e Kim degli F-Sangre al secondo piano –
disse mentre Ralph e Raul prendevano le chiavi delle loro stanze e si dirigevano
verso la direzione indicatagli dal consierge.
-
PPB All Stars e Baihutzu al terzo, mentre Julia, Emily, Mao, Hilary, Mathilda e
i BBA al quarto. In quanto ai Neoborg, voi avete il piano alto ragazzi! – detto
questo il vecchio si allontanò, per poi voltarsi verso i ragazzi: “La
presentazione sarà oggi pomeriggio alle sei nella Sala delle Conferenze. Vi
aspetto. Ora riposatevi.”
-
Sì, lo faremo grazie mille presidente – ringraziò Hilary mentre il presidente si
allontanava.
-
Uao! Sentito siamo insieme – esclamò Mao piena di felicità – proprio come quando
siamo andate ad allenarci in montagna per la Justice 5!
-
Già, però ora andiamo ho un sonno che potrei addormentarmi qui – sentenziò Emily
non riuscendo a trattenere uno sbadiglio. – Si andiamo –
Così le ragazze si avviarono, trascinando i loro
ingombranti bagagli su per l’ascensore, mentre Takao e Daichi si erano
precipitati a gran corsa verso il ristorante dell’albergo. Rimasti soli nella
hall, Yuri si rivolse a Crystal con tono duro – Non provare più a metterti
contro di me signorina, siamo intesi?! –
Era
evidente che la storia del cavallo non gli era andata giu. “Così è come se mi
avesse scavalcato. Non potevo dirle di no, dopo che Kai si era intromesso.”
Pensò il rosso mentre squadrava con occhio truce sia la ragazza sia Kai, che
tremendamente impassibile fissava il proprio capitano negli occhi con
un’espressione di rimprovero.
-
In quanto a te Kai, mi fa piacere che rivedere i tuoi amici ti abbia ridato
l’uso della parola, ma vedi di non prenderci l’abitudine. Sono ancora io il
capitano e quindi preferirei non essere messo in ridicolo davanti ai miei
avversari. – Yuri non voleva veramente sgridare i suoi due compagni, ma sperava
che Crystal capisse il perché di tutto questo. In fondo lo faceva solo per
lei…
-
Su dai Yuri, adesso mi sembra che tu stia esagerando – si intromise Boris, che
da quando Serghiej era stato rimpiazzato, si era preso lui l’incarico di
spartiacque tra i due diamanti della squadra.
-
No, lascia stare Bo, Yuri ce l’ha con me, anche se non ne capisco il perché –
disse Crystal squadrando il rosso con tutta l’intensità che potevano creare i
suoi occhi.
-
Lo so che sei tu il capitano, ma in questo caso non si trattava di Beyblade, ma
di me, vorresti forse dirmi che ciò che faccio deve dipendere da te come negli
incontri di Bey? Spero che tu stia scherzando. – detto questo Crystal si
allontanò di gran corsa verso la loro stanza seguita a ruota da Boris che
cercava di farla ragionare.
-
Ho esagerato – ammise sottovoce Yuri non appena la ragazza fu scomparsa dalla
visuale.
-
Direi di sì – Kai sembrava aver essersi risvegliato dal suo stato vegetativo, e
guardando il suo capitano negli occhi gli disse con un tono glaciale – Sai bene
quanto la ferisca essere controllata, come a tutti noi del resto. Stare a
contatto con Mathilda e le altre non potrà che farle bene. Sei tu che dovresti
smetterla di essere così quando si tratta di lei. – Detto questo il
dranzerblaider lasciò la hall trascinandosi a fatica verso l’ascensore, mentre
Yuri rimaneva inchiodato al centro della grande stanza a fissare Kai
allontanarsi. - …e tu dovresti dimostrare ai tuoi amici quanto sei felice di
rivederli e non tenerli all’oscuro delle tue condizioni.
La
stanza dei Gigli dove alloggiavano le ragazze, era una delle più grandi e
sontuose. Dava sul cortile interno, che era ricoperto da una soffice coperta di
neve, e mentre fuori alcuni bambini si divertivano a fare pupazzi di neve,
Hilary e le altre osservavano meravigliate la stanza principesca in cui si
trovavano.
Era
grande, spaziosa, arieggiata, i cinque letti erano disposti su due file, e
accanto ad ognuno c’era un piccolo comodino in legno di faccio chiaro. C’erano
due bagni in fondo alla camera, entrambi azzurri, con le mattonelle a mosaico in
certi punti, e grandi specchiere luminose. Era tutto perfetto. Julia si buttò
sul suo letto distrutta. – Basta sono esausta. Adesso mi faccio una bella
dormita, altrimenti non ci arrivo questo pomeriggio alla conferenza. – Sono
d’accordo con te, un po’ di sonno non ci farà male – asserì Emily che era
veramente stravolta. – Troppi fuso orario, mi sembra di non dormire da due
giorni –
-
Beh ragazze riposatevi, io vado a farmi un giro. Ci vediamo più tardi. – disse
Hilary dirigendosi verso la porta. Aveva bisogno di stare un po’ da sola. Aveva
bisogno di pensare. “Ogni tanto fa bene prendersi un po’ di tempo per se stessi”
convenne la brunetta lasciandosi la sua camera alle spalle e dirigendosi verso
le scale che l’avrebbero portata ai piani inferiori.
Hilary stava passeggiando per il cortile dell’Hotel
ignara di essere osservata da dietro un albero.
-
Allora che ne pensi? – disse il demone dai capelli castani rivolto alla bella
ragazza dagli occhi vermigli con la quale stava spiando la sedicenne che si
aggirava spaesata per il giardino.
-
Non saprei, potrebbe essere interessante. A quanto sono riuscita ad apprendere
lei è l’assistente tecnica dei BBA, la squadra in cui milita quel ragazzo a cui
ho stretto la mano in aeroporto. Lui è uno di Loro, questo è certo, ma per
sapere chi sono gli altri dovremmo sondarli uno per uno, e in questo la brunetta
ci potrà essere utile. Gli Scudi Sacri non proveranno ad intralciarci, anche
perché se intervenissero mentre sei in compagnia della ragazza sarebbero
costretti a dare troppe spiegazioni, ed è proprio quello che vogliono evitare.
Sì, divertiti pure con la ragazza, ma sta attento: si tratta pur sempre di
un’umana. La sua mente è più debole e arrendevole della nostra. Fanne quello che
vuoi, basta che ti porti agli Altri. –
- E
tu invece come hai intenzione di procedere? Il ragazzo è rimasto inevitabilmente
colpito da te – obbiettò Axel facendo un sorrisino a Samantha. Sapeva quanto
l’amica potesse essere diabolica.
-
Questi sono affari miei – ribatté il demone dagli occhi vermigli. – Comunque, se
voglio arrivare al Suo Potere dovrò prima capirne tutti i punti deboli. –
-
Guarda che non devi giustificarti con noi Samantha – una voce si aggiunse alla
conversazione, una voce familiare ai demoni, che però non si voltarono. – Astra!
Quante volte ti ho detto di non materializzarti così all’improvviso. Qualcuno
potrebbe vederti! – la rimproverò Axel girandosi verso la ragazza appena
materializzata.
-
Su quanto la fate lunga…sono venuta a riferirvi un’importante scoperta. Ares ne
ha individuato un altro. Si tratta di un certo Rei Kon, della squadra cinese.
Ora lo sta seguendo. –
-
Perfetto, di ad Ares di non mollarlo. Che lo seguisse lui. Tu invece? – la
domanda di Samantha non mosse affatto la ragazza, che si limitò a fissarla senza
un’espressione gelida.
-
Non ne ho individuato nessuno, ma nonostante questo ho incrociato gli Scudi
Sacri, e penso mi abbiano riconosciuto – riferì la giovane seguendo con gli
occhi l’assistente tecnica dei BBA che intanto era uscita dall’albergo, e si era
immersa nel cuore di Helsinki.
- E
lei? – chiese il demone ai suoi compagni intuendo che la stavano spiando. – Axel
pensa che lei possa portarci al Loro Potere – l’informò Samantha alzandosi e
volgendosi finalmente verso Astra.
-
Beh Axel, ti lascio campo libero, fai ciò che vuoi, ma ricorda: dobbiamo
ottenere i loro cuori prima che il Custode si risvegli. – detto questo Samantha
se ne andò, dirigendosi a passo deciso verso il
ristorante…
-
Sei sempre il solito Daichi! – sbottò spazientito il campione del mondo dopo che
il rosso aveva mangiato l’ultima fetta del polpettone. – Quella era mia!!! – sei
sempre il solito ingordo! -
-
Senti chi parla, sei tu che hai iniziato – sbottò il piccoletto, mentre era
evidente che lì si stava per scatenare una tempesta.
-
Ciao Takao – una voce melodiosa e angelica distrasse il dragoonblaider dalla
discussione e nel girarsi verso il suo interlocutore, non potè evitare che il
suo cuore accelerasse i battiti. Era Samantha. – Ehm…ciao Samantha – balbettò il
moretto mentre si alzava di scatto dalla sedia per far posto alla ragazza. –
Ehm…vuoi niente? Ti posso ordinare qualcosa? – domandò il ragazzo, mentre Daichi
lo fissava incredulo con la bocca spalancata dalla sorpresa. “Takao che offre da
mangiare ad un ragazza. Takao che balbetta? Takao innamorato? Questo è assurdo”
pensò mentre Samantha accettava gentilmente l’invito di Takao. Così il campione
del mondo si allontanò, lasciando la ragazza e il rosso soli.
-
Tu sei un suo grande amico? – gli chiese la giovane rivolgendosi a Daichi, che
improvvisamente divenne rosso come un estintore. – Si si…comunque siamo anche
compagni di squadra! –
-
Sì lo so – rispose divertita la ragazza, mentre intanto stava cercando di
entrare nella sua mente, ma invano. Era come se ci fosse un muro invalicabile. E
questo poteva significare solo una cosa “Bingo! Se non riesco ad entrare nella
sua testa, questo significa che non è un comune umano, quindi ne ho trovato un
altro” pensò sorridendo al giovane che continuava a parlare come un fiume in
piena delle cose più disparate. “Fatelo star zitto o lo uccido” si disse la
ragazza, poco abituata al rumore e alla chiacchiera.
Fortunatamente per lei Takao arrivò portando con sé un
vassoio con ogni prelibatezza possibile.
-
Eccomi, spero di non averci messo tanto. Buon appetito a tutti! -
-
Sì, anche a te – gli rispose la ragazza strizzandogli l’occhio e prendendo una
fetta di polpettone.
-
Su Ares vieni con noi, così poi andiamo insieme alla conferenza – gli chiese Mao
mentre lei si stava dirigendo con Lai, Rei e i PPB a fare un giro per l’Hotel e
in particolare per la palestra super attrezzata. – Ok, come vuoi tu – asserì il
giovane dai capelli dorati avvicinandosi al gruppo. “Sono proprio sciocchi, ma
in fondo sarà divertente…” pensò il demone mentre si accingeva ad iniziare una
piacevole conversazione con Rei e Max circa il beyblade. “E siamo a due”.
Hilary passeggiava per le strade di Helsinki guardando
con curiosità ogni vetrina e ogni via. Le piaceva quella città, le infondeva un
senso di tranquillità, inoltre percepiva la magia sgorgare da ogni parte. “E’
una città così bella, fredda, ma in cui batte un cuore tanto caldo. La gente è
così cordiale, gentile, sì mi piace molto” riflettè mentre i suoi occhi marroni
ad un certo punto si posarono sul grande campanile che svettava verso l’alto. –
Le cinque e mezza! Cavolo, non me no sono neanche accorta! – disse la ragazza,
ricordandosi della conferenza delle sei.
-
Devo tornare subito in hotel, avevo l’incontro con Takao alle cinque e venti
davanti alla hall -
La
ragazza si girò di scatto, ma nel voltarsi, quasi le mancò il respiro, mentre un
senso di dispersione si faceva strada a gran velocità dentro di lei. “Dove sono?
Non ricordavo che la strada principale fosse questa…da che parte si va?” Il
panico attanagliò la brunetta, che non poteva neanche chiedere spiegazioni a
qualcuno, visto che non si vedeva anima un’anima viva per le strade. Era come se
improvvisamente nel mondo ci fosse solo lei “Certo a quest’ora saranno tutti
davanti alla tv per vedere la conferenza. E ora che faccio?”
La
sensazione di essersi persa in una città tanto grande, e dove per di più non
conosceva nessuno le fece salire i brividi lungo la schiena. “Non mi sono
neanche portata il cellulare, avevo in mente di farmi una piccola passeggiata
nelle vicinanze dell’albergo, ma devo essermi allontanata, e non mi sono neanche
resa conto del fatto che fossero trascorse già più di quattro ore. Ma com’è
possibile?”
Improvvisamente percepì qualcosa di freddo sulla testa,
come una goccia di acqua gelida. Alzò gli occhi verso il cielo, completamente
assediato da scure nuvole, e da cui piovevano incessanti cristalli ghiacciati.
Neve.
“Caspita che fortuna! Mi mancava proprio la neve”
esclamò la sedicenne, mentre iniziava a sentire freddo. La sensazione di essersi
persa non faceva altro che accentuare il freddo e con esso la sua disperazione.
Improvvisamente sentì le gambe cederle per la paura. Un atroce dolore alla testa
la fece barcollare. Si era persa. Era buio, e oltre al freddo era sola…Le
lacrime iniziarono a sgorgarle veloci dagli occhi, andando a invadere quel bel
viso “Kai, dove sei…” pensò prima di accasciarsi sul suolo ghiacciato; tuttavia
il contatto col ghiaccio non arrivò. Delle forti braccia la sostennero e la
aiutarono a tirarsi su. “Non posso crederci è un sogno…Kai mi ha trovata, e in
questo momento mi sta tenendo fra le braccia…è troppo bello per essere vero” La
brunetta, sostenuta con delicatezza, sentì forse per la prima volta nella sua
vita come se il tempo non esistesse. Avrebbe voluto restare così per sempre. Lì,
abbracciata al ragazzo che amava da sempre. Lì con lui.
-
Forza su cerca di svegliarti! – disse Axel scuotendo la giovine che teneva fra
le braccia. La ragazza era svenuta subito poco dopo che lui l’aveva soccorsa.
“Forse ci sono andato un po’ pesante” pensò il ragazzo, che intanto fissava
preoccupato la ragazza priva di sensi. “Samantha aveva ragione. Gli umani hanno
una mente più debole. E’ bastato poco per renderla indifesa; comunque non sento
la Loro aura quindi si tratta veramente di una semplice umana. Un’umana molto
carina.” L’ultimo pensiero fece sorridere il demone, che si ritrovò a ridere in
mezzo ad una strada vuota e gelida. “Beh allora sarà più facile.”
Axel tornò a posare gli occhi sulla giovine, che
intanto, stretta a lui, stava cominciando a riprendere coscienza. La sedicenne
aprì gli occhi, pronta ad incrociare lo sguardo ametista del suo salvatore.
“Occhi di un verde smeraldo, ma…non è Kai…” pensò la
ragazza, cercando di mettere meglio a fuoco l’immagine. Era confusa, credeva di
essere svenuta fra le braccia del blaider russo, e adesso non sapeva più cosa
pensare. Era forse in pericolo? No gli occhi che la guardavano erano puliti,
limpidi, ma diversi. Era strano, ma era quasi certa di aver già visto quello
sguardo.
-
Ma…chi sei? – riuscì ad articolare con difficoltà la ragazza cercando di non
apparire troppo spaventata.
-
Il mio nome è Axel, ti sei sentita male, riesci a metterti in piedi? – la voce
del ragazzo era qualcosa di assolutamente armonioso; era come se la sua voce
danzasse leggiadra fra i cristalli di neve, che dolcemente si posavano sul suo
viso. – Axel – ripeté la ragazza iniziando a ricordare. “Ma certo! E’ uno degli
Obscuras” capì la giovane mentre si rimetteva in piedi distaccandosi dalla presa
del giovane blaider.
-
Si può sapere che ci fai in giro da sola per le strade buie di Helsinki? Sei
un’incosciente! Poteva succederti qualcosa. – le parole di Axel erano dure, ma
il suo non aveva l’aria di essere un rimprovero.
-
Ecco, è che…mi sono persa, credevo di aver seguito la strada principale, ma poi
mi sono ritrovata in una zona che non conoscevo, così…
-
Non fa niente dai, lascia stare. L’importante è che non ti sia successo niente.
Ora però sarà meglio che ci avviamo verso l’Hotel, io avrei una conferenza alle
sei – detto questo Axel si tolse la giacca nera e la fece indossare a Hilary per
ripararla dalla neve, che le aveva inumidito i vestiti.
La
ragazza rimase stupita dal suo gesto. Non se lo aspettava, ma d'altronde cosa
non si poteva aspettare? Quel ragazzo era letteralmente piovuto dal cielo, e lei
gli era molto grata per tutto.
Poco dopo i due arrivarono davanti ad una stupenda moto
nera e rossa, e lì Axel porse un casco integrale nero alla giovane, che si
trattenne dal prenderlo – Beh ti aspetti per caso di arrivare in albergo a
piedi? Non è esattamente vicino. Su salta a bordo! – le disse il ragazzo salendo
agilmente sulla moto dopo aver indossato il casco.
La
sedicenne salì sulla moto e nel mettere le braccia intorno al busto del ragazzo
provò un’emozione fortissima, come se al di fuori del gelo che imperversava lei
stesse scoppiando di caldo. – Tieniti forte capito?! – le disse il ragazzo
mentre metteva in moto, per dirigersi con la ragazza verso l’Hotel Kamp.
Hilary si strinse ancora di più al corpo del ragazzo, e
appoggiò la testa, coperta dal casco sulla sua schiena. Si sentiva protetta, al
sicuro…che strana sensazione…
-
Diavolo, perché non se lo porta mai dietro il telefonino! – urlò Takao al vuoto,
mentre aspettava l’arrivo della sua amica davanti alla hall insieme a tutti gli
altri ragazzi. Il giovane dragoonblaider era molto preoccupato e non la smetteva
più di mandare calci furiosi alla neve, che per tutta risposta si spargeva per
terra pronta a essere presa a calci ancora una volta.
- E
poi spiegatemi una cosa – chiese infuriato alle ragazze che si trovavano con lui
– Come è possibile che nessuna di voi sia andata con lei! – la preoccupazione
del ragazzo era ben visibile, ma anche Mao e le altre non scherzavano. – La
verità è che dopo aver mangiato qualcosa, alcune di noi si sono buttate sui
letti, mentre altre sono andate a farsi un giro per l’Hotel – disse Julia, che
cercava di far calmare Takao, anche se con scarsi risultati. Nonostante la
spiegazione della blaider spagnola, Takao non accennava a calmarsi.
Improvvisamente si udì un rumore di zoccoli di cavallo avvicinarsi, e tutti si
voltarono per veder arrivare Crystal in sella ad Astro che stremata per la corsa
scuoteva la testa sconsolata, assestando nel cuore del campione in carica un
forte fendente. – Niente, non l’ho trovata da nessuna parte. Ho perlustrato
tutta la zona intorno all’albergo, ma niente, deve essersi allontanata, e poi
deve aver perso l’orientamento. Mi dispiace Takao” Le sue parole erano
incrinate, come se cercasse di non piangere, e guardava i presenti con occhi
lucidi, come se durante la ricerca avesse pianto.
-
Spero solo che stia bene – disse Max guardando verso l’orizzonte che si
prostrava dinanzi a loro.
-
Tra un po’ dovremo iniziare la Conferenza. Che facciamo? – chiese Ralph
guardando Takao che gli dava le spalle, e si limitava a fissare il terreno
bianco.
-
Io vado a cercarla. Ditelo voi al presidente. Perlustrerò Helsinki da cima a
fondo, finché non l’avrò trovata.-
Detto questo Takao fece un passo in avanti, ma non
riuscì a proseguire, poiché la presa che Samantha gli impresse sul braccio
glielo impedì. – Non essere sciocco, non riusciresti mai a trovarla, anzi
rischieresti di perderti anche tu, e non voglio che succeda, siamo intesi!? – lo
sguardo duro della sedicenne arrestò il ragazzo, che per un momento rimase lì a
guardarla, prima di girarsi verso l’uscita e urlare disperato, mentre alcune
delle ragazze iniziavano a piangere sconsolate.
-
Spero solo che almeno abbia incontrato Axel – disse la ragazza degli Obscuras
dai corti capelli ramati.
Gli
sguardi di tutti si posarono immediatamente su di lei. – E chi sarebbe questo
Axel? – chiese Rei alla giovane, che lo fissava impassibile. – Axel è il nostro
quarto blaider, e oggi doveva andare a ritirare la moto alla stazione. –
concluse per lei Ares, con cui Rei aveva già avuto modo di parlare. - E’ la
nostra unica speranza… - disse Takao, che cercava di trattenere le lacrime,
mentre Samantha gli posava una mano sulla spalla per infondergli coraggio.
“Forza Axel, quanto ci metti?” pensò Samantha che si sarebbe messa a ridere dal
divertimento che infondeva questa situazione. “Quanto sono ingenui, anche Loro
infondo non mi sembrano degni del loro nome.”
All’improvviso Rei si girò verso i suoi compagni, e fu
solo allora che si accorse dell’assenza di un altro blaider. – Yuri scusa, ma
dov’è Kai? – chiese al capitano russo, che per tutta risposta non rispose.
-
Ehm…lui…sta arrivando – cercò di mascherare Crystal, che intanto era scesa da
Astro. Kai era stato molto chiaro: non voleva che i suoi amici venissero a
sapere del suo problema alla schiena, e così aveva detto a Crystal di inventarsi
una scusa plausibile, mentre lui andava a farsi controllare dal loro medico. Era
stato Yuri ad insistere dopo che l’aveva visto stanco all’arrivo in Hotel.
“Speriamo che se la sia bevuta” pensò la ragazza preoccupata sia per Kai, sia
per Hilary…
Dopo alcuni minuti, che per Takao parvero interminabili,
alcuni ragazzi cominciarono ad entrare e a dirigersi verso la Sala delle
Conferenze. Avevano deciso che alcuni sarebbero entrati, mentre altri avrebbero
aspettato di ricevere notizie di Axel. Mancavano circa dieci minuti all’inizio
della conferenza del Presidente Daitenji e fuori erano rimasti Takao, Max, Rei,
Mao, gli Obscuras, Daichi, Crystal e Kai, che era appena arrivato sotto lo
sguardo disperato dei suoi amici.
Il
blaider dell’aquila rossa era preoccupato, non riusciva a spiegarsi il motivo,
ma sentiva che la giovane era in pericolo, anche se ovviamente non ne fece
parola con Takao, troppo nervoso per dare ascolto a qualcuno.
Non
era preoccupato per la sua schiena, anzi questo pensiero si era totalmente
dissolto nel momento in cui aveva udito della scomparsa di Hilary. “Perché sento
questa strana sensazione?” si chiese dubbioso, mentre continuava a perlustrare
con i suoi occhi ametista il terreno vicino a lui, nella speranza di vedere la
sagoma magra e gracile di Hilary.
Il
nitrito di Fiamma distrasse tutti dai propri pensieri. L’animale non la smetteva
di agitarsi nel recinto in cui si trovava. Il recinto non era lontano dai
blaider, che guardarono stupiti il meraviglioso fiore nero alzarsi sulle zampe
anteriori e nitrire a più non posso. – Ma che gli prende? – chiese meravigliata
Samantha guardando l’animale. Gli sguardi dei presenti si posarono
successivamente su Kai, che si avvicinò alla sua cavalla, e cercò di calmarla
posandole una mano sul muso. “Cosa vuoi dirmi eh?” le sussurrò con dolcezza il
suo padrone attento a non farsi sentire da nessuno. Fissò gli occhi di Fiamma,
che lo guardavano con la sua stessa espressione e sembravano volergli dire
qualcosa. Il ragazzo si girò di scatto e fu in quel momento che in lontananza
intravide i tenui fasci di luce dei fari di una moto. Fiamma doveva averli
sentiti quando erano ancora più distanti, ecco perché si era agitata tanto. –
Stanno arrivando – disse semplicemente mentre gli altri lo fissavano allibiti.
Fu Takao a parlare – Ne sei sicuro? Chi te lo dice? –
-
Sta arrivando una moto – rispose il russo, continuando a scrutare le luci del
mezzo farsi sempre più nitide.
-
Ha ragione lui – esclamò Astra felice – Quella è la moto di Axel, e…guardate…non
è solo!! –
Poco dopo Axel e Hilary arrivarono al centro del
cortile, circondati da tutti i blaider che non la smettevano più di sospirare e
non riuscivano a trattenere le lacrime. La brunetta scese dalla moto aiutata da
Axel, che le porse gentilmente la mano. Takao e Mao si gettarono sulla ragazza
per abbracciarla.
-
Hila ma che hai combinato! Ci hai fatto morire, te ne rendo conto?! Le urlò il
compagno di squadra che stava per mettersi a piangere, ma di felicità. Se le
fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai permesso, in fondo Hilary era la
sua migliore amica.
-
Mi dispiace, non so spiegarvi come sia successo…improvvisamente… - tentò di
giustificarsi la ragazza, che non riusciva ancora a spiegarsi la sua strana
disavventura, ne tantomeno credeva di avere le parole più adatte per dare
spiegazioni.
-
Su lasciatela stare, è inutile farle domande perché non fareste altro che farla
sentire più in colpa – la voce di Axel attirò su di sé tutte le occhiate dei
presenti.
Takao si avvicinò al giovane dai capelli castani e gli
tese la mano – Grazie, davvero. Non so come ringraziarti per quello che hai
fatto. – Il ragazzo la strinse con vigore, e senza aggiungere altro posò lo
sguardo sulla brunetta, ancora avvolta nella sua giacca. Si guardarono per
qualche istante. Lei doveva ringraziarlo ancora una volta. Le aveva evitato di
dover dare delle risposte, a domande a cui non sapeva rispondere, deviando il
discorso. La ragazza gli lanciò un leggero sorrisino che lui afferrò al volo
prima di allontanarsi con i suoi compagni di squadra verso la Sala delle
Conferenze.
Fu
allora che l’ombra nascosta sopra un albero, agilmente toccò terra, per poi
dileguarsi così come era apparsa, senza farsi vedere da nessuno. “Maledetti
demoni, si sono conquistati la loro fiducia…Max e gli altri sono i
pericolo…dobbiamo trovare il Custode prima di loro” pensò adirata Mariam mentre
entrava di soppiatto nella stanza degli Scudi Sacri.
-
Beh, a questo punto andiamo alla conferenza, tra un po’ ci sarà la presentazione
delle squadre – disse Takao che sembrava aver ritrovato il suo buonumore, dopo
averlo perso sotto la neve.
Non
chiese ulteriori spiegazioni all’amica, che sembrava ancora sconvolta. – Mao,
potresti accompagnarla tu in camera? – chiese alla cinese, che si strinse ancora
di più alla brunetta. Fu Hilary a scuotere la testa decisa. – No – disse
risoluta, con uno sguardo che non ammetteva repliche – voglio venire anch’io
alla conferenza. Datemi un minuto per cambiarmi e vi raggiungo. Dopo aver detto
questo Hilary passò in rassegna tutti i volti dei suoi amici che la guardavano
preoccupati, finché non posò gli occhi su Kai, che accanto a Fiamma la guardava
fisso negli occhi, cercando forse di trovare una motivazione plausibile per il
suo ritardo. Lo sguardo del ragazzo la imbarazzò molto, e fu ben felice quando
Mao la trascinò non sé verso la loro stanza. Tuttavia durante il loro tragitto
verso la hall sentì sempre su di sé lo sguardo vigile di Kai. Pochi minuti dopo
Takao e gli altri si avviarono
verso l’albergo, anche se prima di entrare nella hall, il campione in carica
rivolse la sua mano verso Fiamma, che nel vederlo si scansò. – Scusa! Volevo
solo ringraziarti! – le sorrise Takao, come se l’animale potesse davvero
comprenderlo.
Kai
rimase fuori dall’Hotel, a contemplare lo scenario innevato che gli si
presentava dinanzi agli occhi, anche se in realtà lui era del tutto estraneo al
paesaggio circostante. La sua testa era un turbine di pensieri, che vorticavano
velocemente intorno ad unico punto: il campionato. Troppe stranezze si stavano
verificando. Possibile che Hilary si fosse davvero persa? E’ così facile
smarrire la strada? E poi come mai aveva continuato ad avvertire quella strana
sensazione all’altezza dello stomaco, anche dopo il ritorno della brunetta? Non
riusciva darsi una risposta soddisfacente, fino a quando ne trovò una “Ma certo,
non ero preoccupato per la ragazza, ma per le mie condizioni fisiche. Non può
essere che così…”.
-
Direi che meglio di così non poteva andare! – sentenziò Ares mentre si dirigeva
con tutti i suoi compagni verso la sala delle Conferenze. Sì, era vero; erano
riusciti a conquistarsi l’amicizia degli umani, e questo poteva essere solo un
bene per loro. In fondo non era stato difficile. – Devo ammettere che quando
l’ho vista svenire ho davvero creduto di aver esagerato con l’incantesimo, ma
poi mi sono ricreduto. – Axel parlava con voce cupa e tetra, quella che era
solito ad usare quando non doveva fingere di essere un dolce e bravo ragazzo.
- E
dovevi vedere Samantha come si è preoccupata quando Takao aveva deciso di andare
a cercare la brunetta! – s’intromise Astra con un briciolo di malignità nella
voce, che però non sfuggì a Samantha, che sghignazzò – Sì, in effetti, penso di
essere un’ottima attrice, la migliore di tutte; illudere Takao è stato facile,
perché quel ragazzo sa vedere solo il buono negli altri, e questa è una
debolezza… per uno come lui -
-
Ma bravi complimenti! – una voce dura aggredì i demoni, che però non si
sorpresero troppo nell’udirla.
-
Chi non muore si rivede! I cari Scudi Sacri! Che carini, siete venuti a giocare
agli eroi senza macchia e senza paura? – ironizzò Astra squadrando i membri del
team di Ozuma con occhi di fuoco.
-
Siamo semplicemente venuti qui per fermarvi, e lo faremo statene certi! – urlò
verso di loro Dunga con tutta la carica che aveva. – Su calmati amico, guarda
che ci sento benissimo anche se non urli – lo derise Ares, mentre mimava il
gesto di tapparsi le orecchie.
-
Basta ragazzi, non siamo qui per metterci a litigare con questi patetici umani –
sentenziò Axel fissando con odio Ozuma. Dopodiché si avvicinò al capitano degli
Scudi Sacri e lo guardò dritto negli occhi dicendo – vi distruggeremo in campo,
e ci prenderemo i vostri animali sacri, dopo aver sottratto i cuori dei
Cavalieri e ovviamente dopo aver trovato il Custode –
-
Non credete che sia così facile, noi proteggeremo il Custode e i Cavalieri anche
a costo della nostra stessa vita! – disse con voce dura Mariam.
-
Ci credo amica, ma toglimi una curiosità – disse Samantha con un lieve sorrisino
che le attraversava le labbra – come mai non avete ancora rivelato nulla ai
diretti interessati? Ah, aspetta non me lo dire…avete paura per la loro vita,
non è così? Pensate davvero che basti lanciare una qualche stupida trottola per
fermarci? Vi sbagliate, e pagherete tutti i vostri errori, ve lo prometto –
Detto questo gli Obscuras superarono i loro avversari, i
quali però rimasero immobili fino a quando i passi leggeri dei demoni si
spensero lungo il corridoio.
-
Che facciamo ora Ozuma? – domandò Jessie rivolto al loro capitano.
-
Dobbiamo distruggerli prima che riescano a trovare il Custode – disse in un
sussurro Ozuma fissando il vuoto davanti a lui.
-
Ma se non si è ancora risvegliato, come facciamo? – chiese dubbioso Dunga
-
Non manca molto, ricordate la profezia? “IlCustode dei Portali si
rivelerà, quando incrocerà sul suo cammino colui a cui i suoi poteri
legherà” Quando incontrerà sul suo cammino
il suo animale sacro, ricordiamoci che il Custode non ha un Bit-Power come gli
altri, ma possiede una creatura che proviene dai Sette Regni,
quindi…
-…quindi stai dicendo che quando la creatura sentirà il
richiamo degli altri Bit-Power si mostrerà al Custode, e lui sarà risvegliato?!
– provò ad indovinare Jessie con un nodo alla gola.
Tuttavia Ozuma non rispose, ma si limitò ad incamminarsi
in silenzio verso la Sala delle Conferenze. Ad un certo punto però si fermò, e
senza voltarsi disse – Lo spero Jessie, anche perché se così non fosse non credo
che riusciremo ad evitare l’irrimediabile. -
Spazio per le risposte!!!
Helens: Ciaoooo grazie 1000 per aver letto la
mia storia…devo dire che aspettavo con apprensione il tuo giudizio, spero di non
deluderti!!Mi auguro che anche
questo capitolo ti piaccia! Baci bacioni!!!
PS: fantastica come sempre nel “Dono dal
cielo”, ma mi chiedo solo una cosa: chi è il tipo di Carmen…ti dirò che Yuri un
po’ ce lo vedo!!!Ah…fatti
sentire con “Il Regno del Drago Dorato” lo aspetto!!
Lirinuccia: ciao, sono felice di averti ritrovata, e
mi rende ancora più soddisfatta il fatto che nonostante non ti vadano a genio le
KaixHilary, tu abbia deciso di continuare a seguirmi, Grazie!!! Cmq non ti
preoccupare, non ci saranno solo loro, e spero che tu riesca a trovare una
coppia alla quale affezionarti! Io farò del mio meglio!Grazie anche per i complimenti,
(possibile che non ne sia arrivato neanche uno negativo!?) cmq l’unica cosa che
mi disp e che non per qualche anno non posso leggere la tua fic… Spero che
continuerai a seguirmi!! Baci
Lexy90:grazie per la puntualità, sei proprio
mitica! Sono felice che ti piaccia il filone principale della storia, ma ti
avverto, non sarà tutto rose e fiori (anzi), ma d'altronde credo che sia proprio
questa la cosa bella!! Spero che questo capitolo ti piaccia, e che soprattutto
non mancherai di farmi avere il tuo parere, che è molto importante. A presto
Baci!!! PS: aspettati presto qualche recensione dalla sottoscritta sulla tua Me
Myself e I!! Baci a presto!!
Un grazie particolare, va anche a tutti
coloro che hanno letto la storia, e spero che continuiate a seguirla! Un
appello: se c’è qualche cattiva annotazione, non esitate a farmela sapere!Vi aspetto!!! Baci
Eccomi!! Sono di nuovo fra voi, pronta con un nuovo capitolo…prima
di tutto però un doveroso ringraziamento a tutte le persone che hanno avuto la
pazienza di leggere questa storia…Grazie…Buona lettura!
Una vigilia tutta da
scrivere…
Il
clima nella Sala delle Conferenze era denso di agitazione, e si sentiva
nell’aria un vago senso di impazienza. La stampa era
stata invitata dal presidente Daitenji a presenziare
alla riunione in cui sarebbero state delineate le regole del torneo, e in cui si
sarebbero conosciuti i nomi delle otto squadre partecipanti.
Alle sei in punto, il silenzio calò di colpo sulla Sala,
come se un vento magico avesse strappato la voce dai corpi di tutti gli
invitati. Davanti ad un lungo tavolo di legno lucido dietro al quale erano
sedute tutte le squadre al completo, apparve il presidente della BBA, che si
sedette sulla sua poltrona, per poi posare i suoi occhi sulle telecamere.
-
Bene, possiamo dare inizio a questa conferenza stampa, che ha come argomento,
come ben sapete, il nuovo torneo di Beyblade, uno sport che in questi ultimi
cinque anni ha dimostrato di essere largamente seguito, e grazie al quale si sono visti crescere dei giovani di talento, che
ormai sono diventati dei ragazzi celebri in tutto il mondo. Ebbene, io ho
voluto, esattamente un anno dopo la BEGA riaprire la mia associazione
inaugurando un nuovo torneo a livello mondiale, in cui il messaggio dovrà
essere: ricominciamo da dove eravamo, ma tuttavia ora
non voglio annoiarvi troppo con le mie divulgazioni, perciò passo subito a
presentarvi le otto squadre che infiammeranno gli stadi di alcune fra le più
belle capitali mondiali con il loro entusiasmo e la loro bravura. – Il
presidente fece una pausa, aspettando qualche domanda da parte dei giornalisti,
che però non arrivò. Così proseguì sollevato – Inizio subito presentandovi i già
noti campioni del mondo in carica, i BBA, composti da
Takao e Daichi. Decine di fotografi iniziarono a scattare fotografie e a far
lampeggiare i flash in direzione dei due blaider, che sorridevano soddisfatti,
gustandosi il loro momento di gloria. C’’erano molte aspettative su questo nuovo torneo, e la domanda più
ricorrente era: “Riuscirà Takao a riconfermarsi campione del mondo per la quarta
volta, oppure si scoprirà il nuovo blaider del secolo?”
Hilary osservava la conferenza da una delle sedie che si
trovavano in prima fila. Fortunatamente dopo essersi cambiata era scesa nella sala, ed era riuscita a trovare un
posto proprio davanti, così si era precipitata ad occuparlo, per poter seguire
la conferenza nel migliore dei modi. La brunetta era ancora scioccata per quanto
successo, e nonostante si sforzasse non riusciva a dare
una degna spiegazione allo strano accaduto di quel giorno. Si sentiva vuota,
come se qualcuno avesse dato un colpo di spugna alla
sua memoria. Ricordava di essersi inoltrata per le strade di Helsinki, ma non
riusciva a credere di essere stata in giro per quasi quattro ore! E come se non
bastasse, ad un certo punto sollevando la testa si era
resa conto di essere totalmente sola in mezzo alla strada. Non c’erano
automobili in movimento, nessun passante, niente di niente…e poi la neve. “Forse
sto impazzendo” ipotizzò la ragazza mentre intanto il presidente stava
presentando i Baihutzu alla stampa. “Forse ho avuto solo un calo di pressione, o
qualche cosa del genere” provò ad azzardare nuovamente, ma immediatamente scosse
la testa violentemente per scacciare quei pensieri inutili. Non avrebbe mai
trovato una risposta, forse la cosa migliore da fare era dimenticare l’accaduto
e concentrarsi sul nuovo campionato.
- A
questo punto passo a presentarvi le ultime tre squadre in gara – annunciò il
presidente Daitenji dopo che BBA, Baihutzu, PPB All Stars, New Europa, e
F-Sangre erano state annunciate.
-
Dalla fredda Russia abbiamo una delle squadre veterane di questa competizione,
anche se come potete notare c’è una piccola novità.
Ecco, lei è una delle novità di questo torneo. –
Gli
occhi di Hilary si posarono immediatamente sulla “novità” del torneo: Crystal,
“La raccomandata smorfiosa” come l’aveva apostrofata Julia, che non riusciva
proprio a sopportarla, e purtroppo anche Hilary era incline a darle ragione.
Quella ragazza così bella e gentile, rappresentava un ostacolo invalicabile per
lei: era quasi certa che fosse la ragazza di Kai, ne aveva avuto più volte il
presentimento, anche se né Takao, né Rei ne sapevano
niente, senza contare un altro problema, Julia. Sì, la bella blaider spagnola
che aveva subito mal visto la russa. “Per quale motivo lei avrebbe dovuto
avercela con Crystal, se non per il mio stesso motivo?” Inoltre la sedicenne
ricordava molto bene quello che era successo in aeroporto, Julia era molto
agitata e non faceva altro che spiare il tabellone degli arrivi, in particolare
quello dell’aero da Mosca. “Certo che non brillo in
fatto di fortuna, se non è Crystal è Julia…che
sfortuna!”
-
Passo quindi a presentarvi Yuri Ivanov, Kai Hiwatari, Boris Huzenstof e
Crystal…Ivanov! -
Lo
sconcerto assoluto comparse sui visi di tutti i blaider più
Hilary. “Cosa!? La smorfiosa
raccomandata è la sorella di Yuri?” Hilary non riusciva a credere alle proprie
orecchie, mentre i suoi occhi color cioccolato non riuscivano a distogliersi
dalla blaider dai capelli rossi, che si trovava seduta tra Yuri e Kai.
Solo in quel momento si rese conto di quanto Crystal somigliasse al capitano dei
Neoborg. “Ma come ho fatto a non accorgermene? Sono identici, se non fosse per il carattere” pensò la ragazza, che
dentro di sé era contenta di questa scoperta. “Se
Crystal è la sorella di Yuri, questo potrebbe spiegare il legame che ha con
Kai. Yuri e Kai sono due sono grandi amici, e quindi è normale che ci sia
una certa complicità con Crystal” Questi pensieri parvero calmare Hilary, che si
ritrovò a pensare alla giovane blaider russa come ad
un’amica piuttosto che ad una nemica. Tuttavia rimaneva Julia.
Takao era rimasto a dir poco scioccato. “Crystal e Yuri fratelli?” si chiese continuando a
guardarli. Ad un certo punto si rivolse verso i suoi
amici, che avevano dipinta sul volto la sua medesima espressione. Faceva
eccezione solo Mathilda, che invece sorrideva alla ragazza dei Neoborg, che per
tutta risposta ricambiava. – Mathilda, scusami ma tu lo sapevi? – chiese il
campione del mondo alla blaider dai corti capelli rosa. – Beh, lei non me lo ha detto apertamente, ma diciamo che sospettavo qualcosa –
disse rivolgendosi a tutti i blaider, che evidentemente non avevano sospettato
nulla.
–
Ed infine vi presento le ultime due squadre – il
presidente richiamò su di sé l’attenzione, che si era spostata per qualche
minuto sulla squadra russa.
-
Dalla magica Dublino, vi presento Gli Scudi Sacri, rappresentati da Ozuma,
Mariam, Jessie e Dunga. -
Max
si sporse in avanti per poter vedere meglio Mariam, che
era seduta tra Ozuma e Jessie. Appariva seria e distante, il suo volto era duro,
anche se parzialmente celato dietro i suoi lunghi capelli color oceano, che come
un’onda scura l’avvolgevano sottraendola agli occhi
azzurri del biondino. “Mariam sono io, ti prego voltati, anche solo un momento…”
pregò Max continuando a fissarla intensamente, sperando
che la ragazza sentisse su di sé lo sguardo di qualcuno. Tuttavia non accadde
nulla. Mariam rimase immobile come una statua, e questo fu un duro colpo per
Max, che distolse lo sguardo dalla ragazza, arrabbiato e ferito nel cuore. Era
sempre stato cosciente che quello che c’era tra di loro non era semplice
amicizia, ma un sentimento più profondo, ma se era così, allora perché lei lo
evitava? Da quando erano arrivati ad Helsinki, Gli
Scudi Sacri erano totalmente scomparsi, nonostante lui fosse andato più volte
sul loro piano nella speranza di incontrarli. – Mariam, ma perché fai così? –
sussurrò il biondino chinando la testa in avanti, facendo ricadere una massa di
capelli biondi disordinata sul suo viso.
-
In ultimo voglio presentarvi la seconda novità di
questo torneo, una squadra di blaider esordiente, al suo primo appuntamento in
una competizione mondiale, una squadra che avrà modo e tempo di dimostrare le
sue eccellenti capacità, con grande piacere vi presento gli Obscuras con
Samantha, Astra, Axel e Ares! -
Dal
tavolo delle squadre si levò un applauso di benvenuto, che unito ai flash e alle
telecamere, diede ai demoni un piccolo momento di gloria. Gli occhi vermigli di
Samantha si posarono sui blaider seduti dalla parte opposta rispetto alla loro,
Gli Scudi Sacri. I blaider battevano le mani con scarso entusiasmo, anche se non
si risparmiavano di lanciare nella loro direzione sguardi di fuoco e densi di
cattiveria. Il demone dell’avidità sorrise “Poveri sciocchi, presto la
smetterete di fissarci in questo modo, ve lo giuro”. Poco dopo la ragazza andò
ad incrociare lo sguardo di Takao, che batteva con
entusiasmo le mani, e non la smetteva di guardarla rapito. Sorrise nuovamente.
Hilary si unì all’applauso di benvenuto agli Obscuras
con forza. Cercò subito Axel, che sorrideva e ringraziava i ragazzi per il loro
gesto. Quel ragazzo si era davvero comportato molto bene con lei; non solo
l’aveva salvata, ma aveva chiesto agli altri di non farle domande che
l’avrebbero soltanto messa in difficoltà. La ragazza ricordava ancora molto bene
il momento del loro incontro di quello stesso giorno. Lui l’aveva trattenuta fra
le braccia per evitare che cadesse, e poi le aveva prestato la sua giacca di
pelle, senza contare che l’aveva scortata fino in albergo. Quando lui la guardò,
la brunetta si sentì arrossire, e distolse immediatamente gli occhi dalla sua
persona, iniziando a contemplare il tappeto rosso sotto i suoi piedi. Possibile
che riuscisse ad arrossire anche quando non era il caso? Beh, ora che ci pensava
con Kai era successo un sacco di volte. Quel freddo
russo era abile come nessun’altro a farla emozionare, e
per questo motivo la ragazza era stata spesso vittima degli scherzi di Takao e
Daichi. Una volta per esempio Hilary si stava dirigendo verso il dojo dei
Kinomiya portando un vassoio con dei bicchieri colmi di aranciata appena presi
dal bar vicino. Non appena aveva messo il piede oltre la porta, Takao si era
girato verso di lei urlano a squarciagola – Kai! Kai, che ci fai qui? Non ti
aspettavamo! – Tanta fu l’agitazione di Hilary, che credeva di avere Kai alle
sue spalle distante solo pochi centimetri, che inciampò
sui suoi stessi piedi e finì a terra insieme ai bicchieri di aranciata, mentre
Takao non riusciva a smettere di ridere.
“D'altronde Kai, è sempre Kai” pensò Hilary posando i
suoi occhi cioccolato sul viso meraviglioso del blaider russo, che teneva gli
occhi bassi e le braccia incrociate davanti al petto. Lo adorava, anche quando
se ne stava per i fatti suoi. Così serio, impassibile, perso
in un mondo tutto suo, così…meraviglioso…così…unicamente Kai.
Inizialmente pensava che l’unico rimedio per la sua cotta fosse il tempo;
“Il tempo guarisce ogni ferita ed è il rimedio infallibile per i
problemi di cuore” dove è che l’aveva
letto? In uno dei suoi romanzi preferiti probabilmente, anche se per lei non era
stato esattamente lo stesso: quando aveva sentito dire
da Takao che anche Kai avrebbe lasciato il Giappone per tornare nel suo paese,
il cuore della ragazza aveva smesso per qualche secondo di battere, e gli occhi
le si erano bagnati in uno specchio di lacrime.
“Solo il tempo mi
aiuterà a superare questa mia cotta” – si
diceva, ma non era stato così. Il suo sentimento per Kai non era appassito come
un fiore in un deserto, anzi si era rafforzato, aveva piantato le sue radici in
un terreno così ostile ed era sopravvissuto al freddo dell’inverno russo.
“Anche se lui non ricambierà mai i miei sentimenti, io
non smetterò mai di amarlo” si disse la ragazza, che osservava con occhi
sognanti il giovane dai capelli argentei, quasi cercasse di raggiungerlo in quel
suo mondo, per condividere tutto con lui, momenti belli, attimi di
paure…
-
…quindi Signore e signori, domani alla cerimonia di apertura verranno spiegate le regole molto semplici del torneo, che
come ho già detto si suddividerà in diverse tappe, andando a toccare città come
Dubai e Los Angeles, fino a fermarsi nello Stato in cui il Beyblade è nato, la
Russia. Proprio così Signori miei, sarà la capitale
russa ad ospitare la finale del torneo, l’incontro da cui uscirà il nome della
squadra campione. -
Lo
sgomento era chiaramente visibile negli occhi dei giornalisti, e ancor di più
nei volti dei blaider. “La finale…a Mosca” pensò Takao intuendo i motivi che
avevano spinto il presidente Daitenji a scegliere proprio quella
città.
“Vorcof era il Signore di Mosca, quindi con questo gesto
la BBA intende dimostrare che non ha più rimpianti, e
poi…” a questo punto si girò verso i Neoborg, che sembravano essere i più
sorpresi. Infatti persino Kai, che fino a quel momento
aveva tenuto gli occhi semichiusi, era ridestato, e aveva aperto i suoi occhi
viola, fissando in maniera indecifrabile prima il presidente poi Yuri.
“Hito…forse Daitenji lo ha
fatto per lui...oh Kai…” pensò Rei che intanto si stava facendo lo stesso
ragionamento di Takao.
Quando la Conferenza terminò, la Sala si svuotò
rapidamente, mentre i blaider si ritrovarono tutti
insieme nel grande atrio centrale, impegnati a parlare, o a litigare –
dipende dai casi –
Max
percorse il lungo corridoio del primo piano, dove sapeva che alloggiavano gli
Scudi Sacri. Alla fine aveva preso una decisione, voleva parlarle, avrebbe fatto
un ultimo tentativo, dopodiché avrebbe aspettato che fosse stata lei a fare il
primo passo.
Fu
mentre svoltava per la seconda volta il corridoio che la vide. Lì, in piedi
davanti alla finestra che dava sull’esterno, mentre il vetro rifletteva il suo
viso sullo sfondo di quella serata di luna. Mariam guardava fuori, anche se i
suoi occhi verde smeraldo erano assenti, vuoti, come se non fosse veramente lì.
Il ragazzo si guardò intorno prima di avvicinarsi alla ragazza, che non sembrava
essersi accorta della sua presenza. Ormai era a pochi metri da lei, e più si
avvicinava più il suo cuore accelerava i battiti, e i suoi passi si facevano più
pesanti. Si fermò solo quando riuscì a vedere anche il suo volto riflesso sul
vetro della finestra, esattamente accostato a quello della giovane – Mariam –
disse in un soffio. In effetti non aveva neanche
pensato a cosa dirle, desiderava solo parlarle, ma di cosa?
-
Mariam, sono io Max – le sussurrò dolcemente poggiandole una mano sulla spalla.
La
ragazza avvertì una scossa terribilmente piacevole al contatto della mano di lui, ma nonostante questo si costrinse ad
allontanarlo. – Lo so Max – gli rispose con tutta l’indifferenza che sapeva
usare. Il ragazzo parve capirlo, ma non si scoraggiò. – Mariam, che cosa ti sta
succedendo? – chiese il biondino fissandola con i suoi intensi occhi azzurri.
“Oh Max, ti prego non guardarmi così, perché devi essere
sempre così meravigliosamente dolce?
Perché non riesci a provare neanche un po’ di rabbia verso di me? Come faccio a
lasciarti andare se tu mi guardi con questi occhi!” pensò la ragazza, che sapeva di non essere capace a nascondere i suoi sentimenti,
quando si trattava di Max. – Max, io… - le parole le morirono in gola quando i
suoi occhi intravidero una terza presenza nel corridoio, una presenza che però
non appena si rese conto di essere stata scoperta si dileguò improvvisamente,
lasciando solo una terribile paura nella ragazza dai capelli blu, che si
allontanò immediatamente dal biondino, e puntandogli un dito contro gli urlò –
Lasciami stare, ma chi ti credi di essere! Eh?! Come ti
permetti di avvicinarti con tutta questa confidenza a me! Non credere di essere
speciale, non sei neanche mio amico se è per questo. Esigo che tu la smetta di
cercarmi, io non voglio avere niente a che fare con te! Mi sono spiegata? –
detto questo si girò e si incamminò verso la sua stanza
cercando di mantenere un passo deciso, sotto lo sguardo incredulo e allibito di
Max. Giunta finalmente alla sua stanza di chiuse la porta alle spalle e si
lasciò scivolare lungo di essa piangendo. – Perdonami, perdonami Max!!! – urlò con tutto il fiato che aveva in gola cercando di
sfogare la sua disperazione.
-
Ragazzi scoperta interessante! – esclamò Astra non
appena fu entrata nella camera degli Obscuras insieme ai suoi compagni.
-
Su illuminaci, ma prima ragazzi avete visto le facce
degli Scudi Sacri quando ci hanno dovuto applaudire? Io stavo per morire dal
ridere – disse Ares in un ghigno che lo faceva apparire ancor più bello. – Sì,
non vedo l’ora di distruggerli – disse Axel alzando la testa dal cuscino.
-
Calma ragazzi, una cosa per volta. Dobbiamo ancora trovare l’ultimo Cavaliere, e
cosa più importante dobbiamo trovare il Custode, e
visto che lo stanno cercando anche i nostri amici Scudi Sacri, cercheremo di
sfruttarli fino a quando ci saranno utili, dopodiché Axel potrai divertirti.
Prima o poi anche loro commetteranno un errore – disse
Samantha che teneva le braccia incrociate seduta su una poltroncina il tessuto
arancione.
-
Forse l’hanno già fatto, se mi lasciaste parlare! – irruppe Astra con voce
annoiata. Gli occhi degli altri demoni si posarono attenti su di lei, che li
limitò a dire – la nostra amica Mariam ha un punto debole, e questo punto ha anche un nome, Max dei PPB All Stars. – concluse
dicendo con particolare enfasi le ultime parole. – Allora seguilo tu Astra. – le
disse Samantha con uno strano lampo di luce negli occhi.
-
Bene, allora facciamo così: io mi occupo di Takao e Daichi, tu Ares pensa a Rei,
Astra si occuperà di Max e…Axel…hai sempre intenzione di continuare con la
brunetta? A questo punto lei non ci serve più. Ci siamo conquistati la loro
amicizia e la loro stima, perciò direi che la puoi anche lasciar perdere. –
-
Non ci penso neanche – rispose Axel prima di alzarsi e dirigersi arrabbiato
verso la porta, che aprì e richiuse dietro di sé con un botto fragoroso.
-
Uhm…qualcosa mi dice che Axel ha qualcosa in mente… - disse Astra rivolta ai
suoi compagni.
-
Qualsiasi cosa sia lasciamolo fare, sapete benissimo che quando Axel si fissa su
una cosa non c’è verso di smuoverlo – disse Ares incrociando le braccia davanti
al petto.
-
Per lui è diventata una sfida, anche se sono convinta che non si tratti solo di
questo… - dichiarò il demone dagli occhi vermigli scrutando con i suoi occhi
infuocati il chiaro scorcio di luna che si intravvedeva
dalla finestra.
L’aria della sera era fresca e piacevole. Il clima di
Helsinki non era poi molto più caldo di quello di Mosca, e per questo riusciva a
rilassarsi, quasi si trovasse a casa sua. Anche se lui in realtà una casa non
l’aveva, non si era mai sentito veramente a casa in nessun posto, perché in ogni
luogo c’era sempre chi lo giudicava a priori. In Russia lui era Kai Hiwatari, il
figlio mai voluto di due personaggi di spicco della politica russa, che però
erano morti in un tragico incidente d’auto, lasciandolo unico erede di
un’immensa fortuna, nonostante a lui non importasse
nulla del denaro. Sapeva benissimo cosa fare del denaro di cui sarebbe entrato
in possesso al compimento dei diciotto anni: una parte la avrebbe destinata al
monastero Vorcof, ne avrebbe comprato le principali
azioni, per poi lasciarlo a Yuri. Lui se ne sarebbe andato, sarebbe sparito in
un luogo dove si sarebbe trovato a
casa…solo.
Cullato da questi pensieri, Kai non si accorse neanche
che un’ombra celata nell’oscurità era uscita dall’albergo, per dirigersi verso
il giardino. Il vento scompigliava i capelli del ragazzo, conducendoli in una
danza libera e fantasiosa. Era il vento a decidere i passi, e i suoi capelli
docili lo seguivano, come una donna quando balla affiancata dal suo cavaliere.
Intanto l’ombra si era avvicinata alla scuderia dove,
riparati dal gelo Astro, Tempesta e Tormenta dormivano
tranquilli, mentre l’angelo della notte si trovava fuori nel recinto di fronte
alla chiara luna, come se volesse raggiungerla con solo balzo. La luce fioca
della luna rischiarava i contorni del bellissimo animale, che si teneva sempre
in disparte, e non si faceva avvicinare mai da nessuno, tranne che dal suo
padrone.
La
cavalla però dovette accorgersi della sua presenza, perché nitrì leggermente non
appena l’ombra le fu più vicino, e mentre quest’ultima le sorrideva la luce della luna andò ad illuminarla e a definire
i contorni del suo corpo. Una mano piccola e sottile si allungò verso l’animale,
che sulle prime rimase immobile, fino a quando qualcosa vicino a loro non si
mosse. Immediatamente il cavallo si girò di scatto, seguendo con occhi attenti
una figura alzarsi a pochi metri da lei. L’ombra seguì lo sguardo dell’animale,
fino ad incrociare nel buio di quella notte un paio di
occhi color ametista, che per un momento si mescolarono con quelli color
cioccolato di lei, fino a che la luce della luna non li illuminò del tutto. Kai
e Hilary si trovavano a pochi metri l’uno dall’altra e si guardavano, come se si
vedessero per la prima volta. Fu un momento bellissimo per Hilary, che però durò
solo il tempo di un battito di ciglia. L’incantesimo si ruppe, e Kai tornò a
guardare la sua Fiamma con i suoi soliti occhi, mentre la ragazza non riusciva a
distogliere la vista dal quel bellissimo ragazzo, capace di rubarle il cuore con
un solo sguardo.
Fu
lei a rompere il ghiaccio – Ciao…K…ai – balbettò fingendo che fosse per il
freddo.
Lui
si limitò ad un cenno freddo e impassibile, mentre
accarezzava il muso di Fiamma, che si faceva docile e mansueta quando c’era il
suo padrone. – Volevi accarezzarla? – le chiese dopo un’infinità di tempo il
ragazzo spostando i suoi occhi sulla giovane che avvampò immediatamente “Meno
male che l’oscurità mi nasconde” pensò sollevata la brunetta avvicinandosi al
recinto.
-
So che non le piace un granché, quindi non insisto. – disse semplicemente la
ragazza guardando con occhi sorridenti l’animale.
-
Non le piacciono molto gli estranei – la giustificò il ragazzo scuotendo la
testa
-
Ma io non sono un’estranea, vero Fiamma? – domandò la
giovane all’animale, anche se in realtà la domanda era diretta al suo padrone
“Sono un’estranea per te Kai?” pensò la brunetta mentre
il giovane si stava dirigendo verso di lei. Il suo cuore aumentò i battiti, e
sentì le gambe farsi molli. Il ragazzo si fermò a pochi metri da lei dicendole:
- forse è meglio tornare dentro, Fiamma altrimenti non riuscirà ad
addormentarsi. – detto questo le passò accanto senza
degnarla di uno sguardo.
-
Buonanotte Fiamma – salutò sorridente la sedicenne prima di girarsi e seguire il
ragazzo attraverso il giardino, sotto lo sguardo vigile e
attento di Fiamma che sembrava seguire ogni loro passo.
Camminarono
in più completo silenzio per il cortile, ognuno perso nei propri pensieri, come
se un muro gli impedisse di incrociarsi. Nonostante non stessero parlando,
Hilary era felice di essere lì sola con lui. “Potrei camminare
per ore senza stancarmi mai. Basta la sua sola presenza
a farmi sentire leggera a forte” rifletteva la giovane cercando di assaporare
ogni istante di quella magica serata. Stava in silenzio, attenta a
percepire ogni movimento del blaider; ogni respiro, ogni passo, il leggero
fruscio provocato dalla sua sciarpa bianca a contatto con il
vento…
Quando arrivarono nella hall, si diressero insieme verso
l’ascensore, e fu lì che la ragazza trovò qualcosa con cui iniziare una piccola
conversazione. – Certo che è stata proprio una bella sorpresa scoprire che
Crystal fosse la sorella di Yuri. Non ce lo avevate
detto di proposito? – azzardò la brunetta sperando di aver imboccato un filo
buono. Il ragazzo non rispose subito, ma si limitò ad abbassare lo sguardo fino
a che l’ascensore non si aprì dinanzi a loro. – E’ stata Crystal a pregarci di
non svelare a nessuno la sua identità – rispose laconico e secco il
dranzerblaider come se la cosa gli fosse del tutto
indifferente.
Quando però fissandosi nello specchio dell’ascensore si accorse che la ragazza lo guardava dubbiosa
continuò – aveva timore che tutti l’avrebbero vista come una raccomandata – la
motivazione parve essere sufficiente alla giovane, che si limitò ad annuire.
Ad un certo punto arrivarono al piano delle ragazze,
così Hilary uscì, anche se di controvoglia dall’ascensore, ma prima che le porte
si richiudessero separandoli si girò verso il ragazzo dicendogli in un sorriso –
Beh, buonanotte Kai –
-
Lo stesso – disse telegrafico il giovane, prima che le porte nascondessero il
dranzerblaider allo sguardo della sedicenne, che si avviò saltellando nella sua
camera.
Quando Kai uscì dall’ascensore
si diresse verso la camera che condivideva con i Neoborg. Era tardi, e
sicuramente gli altri erano tutti a letto; ormai erano abituati alle sue
sparizioni, sapevano che non dovevano chiedergli nulla, anche perché non
avrebbero ricevuto nessuna risposta.
Il
diciassettenne attraversò il lungo corridoio ricoperto da un lungo tappeto, mentre i faretti montati sui muri laterali,
illuminavano il passaggio. Perso nei suoi pensieri assolutamente
imperscrutabili, il ragazzo si trovò a fissare un’ombra sul tappeto scuro, che
si avvicinava a lui. Istintivamente alzò gli occhi, fino a trovarsi a pochi
metri da un ragazzo che silenziosamente stava andando nella direzione opposta
alla sua. Il ragazzo, che doveva avere all’incirca la sua età, aveva dei corti
capelli castani con riflessi dorati, e fissava anche lui il pavimento a sguardo
basso. Ad un certo punto anche l’altro alzò lo sguardo,
fino ad incrociare quello del dranzerblaider, che impassibile si limitò a
proseguire fino a girare l’angolo sparendo dalla sua vista. Il giovane dai
capelli castani si girò immediatamente verso il blaider, che era già scomparso,
e non potè fare a meno di contrarre il viso in una smorfia.
“Tombola”
La
mente di Axel ripercorse a ritroso gli ultimi avvenimenti da quando era giunto
in quel patetico mondo. Dove poteva averlo già visto? Sicuramente alla riunione,
ma poi? Certo! Lo aveva visto anche quando aveva riportato Hilary in albergo.
Era quello che si trovava accanto al cavallo nero. E’ lui
l’ultimo Cavaliere…eppure sento una strana sensazione” si disse il demone senza
però riuscire a darsi una spiegazione.
Kai
raggiunse la stanza dei Neoborg, e cautamente vi entrò, venendo inghiottito dalle tenebre più assolute. I ragazzi
stavano tutti dormendo, riusciva a percepire i loro respiri tranquilli e
regolari e così si avvicinò al suo letto dove, dopo essersi cambiato, si stese
appoggiando la testa al cuscino; tuttavia non riuscì a prendere subito sonno. I
suoi pensieri vagavano liberi verso quella strana
giornata. Erano successe delle cosa molto strane: prima
di tutto Hilary che si era persa e che pareva non ricordare nulla di quanto le
era accaduto, poi l’incontro di quella sera proprio con la brunetta, che gli era
parsa sorridente e felice, nonostante la sua brutta avventura, e poi…l’incontro
con quel ragazzo. Axel se non ricordava male, uno degli Obscuras, il ragazzo che
aveva trovato Hilary e che in pratica l’aveva salvata. Chiuse gli occhi cercando
di concentrarsi sulle sensazioni che aveva provato nel trovarselo davanti. C’era
qualcosa in quel ragazzo che non gli piaceva, una sensazione, anzi ora che ci
pensava meglio, pochi minuti prima aveva provato la stessa emozione di quando
qualche ora prima stava aspettando l’arrivo della brunetta insieme a Takao e
agli altri.
Scosse la testa deciso a non pensarci più, girandosi su
un fianco e lasciando che la luce della luna illuminasse il suo viso, rendendo i
suoi capelli argentei pura polvere di stelle.
Spazio del
lettore:
Lirinuccia: grazie tesoro per la tua recensione, mi ha
riempito il cuore di gioia…grazie. Sono contenta che Hilary ti stia abbastanza
simpatica e spero di non averti deluso con questo capitolo. Cmq la trama è
destinata ad intrecciarsi e a complicarsi ma credo che
in fondo sia questo che ci si aspetta leggendo una qualsiasi storia no? Spero
che continuerai a seguirmi e soprattutto spero che continuerai a recensirmi!!! Baci bacioni!
Lexy90:sempre puntuale come un
orologio cicci grazie mille! Cmq hai ragione,
poi sono andata a rivedermela e mi sono accorta di non aver usato bene le parole
giuste…la storia del cavallo si riferiva quando Crystal non aveva seguito Yuri a
cavallo per giungere in albergo…mentre per quanto riguarda Kai, non ha
esattamente un “mal di schiena” ma qualcosa di ben più grave, ma che verrà fuori
tra poco!!! Grazie per il tuo commento e spero che
anche questo capitolo sia di tuo gradimento (ohh ho
fatto la rima). Spero di sentirti presto magari con una nuova annotazione su
questo capitolo! Baci bacioni!
Alla mia Helens che si è volatilizzata…DOVE
SEI????
E come sempre un bacio grande va a tutti voi
che leggete la storia (anche se la trovate insulsa) ma vi pregherei di una cosa:
non abbiate paura di lasciare un brutto commento sulla storia se è questo che
pensate ok? Un altro bacio e continuate a seguirmi!!!
Baci Bacioni!
Ciaooo sono tornata, scusate x il ritardo, ma
in questo periodo sono parecchio impegnata, e temo che dovrò rallentare la
produzione dei capitoli, (grazie al cielo n.d. Yuri) cmq passando a qualcosa di più lieto…Buona
lettura!!
Inizia il
torneo
La
mattina di lunedì il sole splendeva limpido sulla terra dei laghi, e già dalle
prime luci dell’alba davanti al Beyblade Stadium della capitale finlandese si
erano radunati milioni di persone, che riempivano la piazza principale della
città come tanti granelli di sabbia compongono le spiagge. Verso le otto di
mattina vennero aperte le porte dello stadio, e a quel
punto un fiume di persone si riversò rapido sugli spalti, ognuno cercando di
prendersi il posto migliore. In pochi minuti lo stadio si riempì di suoni, voci,
colori, emozioni, e…tifosi.
Quando Hilary quella mattina aprì gli occhi, fu
investita da un tenue fascio di luce, che le procurò un piacevole risveglio.
Girò i suoi occhi addormentati verso le sue amiche che erano quasi tutte
sveglie, e si stavano preparando. Non appena Mao si accorse che la sua amica si
era svegliata, le corse incontro e si sedette sul suo letto – Hilary buongiorno!
Allora come ti senti? Non ti abbiamo voluto svegliare perché pensavamo che fosse
meglio lasciarti riposare…sai dopo ieri sera… - gli occhi ambrati della cinese
la fissavano preoccupati, mentre anche le altre ragazze si erano avvicinate al
suo letto. – No, non preoccupatevi, ora mi sento in forma, e non vedo l’ora di
andare allo stadio! Davvero Mao, mi sento fresca e riposata – cercò di
rassicurarla la brunetta poggiandole una mano sul braccio. – Senti Hila, ma ci
spieghi dove sei stata ieri sera? Quando non ti abbiamo
visto nel tuo letto dopo la conferenza abbiamo temuto
che fossi sparita di nuovo! – le chiese Julia con un sorrisino che fece
sorridere la brunetta, la quale al solo ripensare alla sera precedente non potè
fare a meno di arrossire vivacemente. “Come glielo
dico? Julia sono stata fuori a chiacchierare
amabilmente con Kai, sì hai capito bene Kai, il ragazzo dei Neoborg dei cui sei
tanto innamorata!” quel pensiero malefico fece sorridere la ragazza, che non
potè non darsi della bugiarda, anche perché non avevano esattamente
“chiacchierato amabilmente” ma si erano limitati a dei cenni telegrafici. –
Ehm…mi sono fatta un giro per il giardino tutto qui – mentì la ragazza, che
sperava di non dover essere costretta a dare ulteriori
dettagli. Julia parve non crederci del tutto, ma non aggiunse altro.
-
Su ragazze muovetevi, il presidente ci vuole tra quindici minuti giù per
prendere il pullman – le avvertì Emily già impeccabilmente pronta. – Sì
arriviamo! – disse Hilary alzandosi.
Dopo quindici minuti furono tutte nel grande atrio, dove
il presidente Daitenji stava aspettando nervosamente. Quando Hilary arrivò
insieme alle altre ragazze, notò subito l’assenza di molte persone. Nell’atrio
c’erano solo gli Obscuras, i PPB All Stars, i New Europa, i Baihutzu, Raul e Kim
degli F-Sangre.
-
Sono sicura che Takao e Daichi non hanno sentito la sveglia – ipotizzò la
ragazza guardando Rei e Max che annuirono. – Già, anche se mi chiedo come mai
anche i Neoborg siano in ritardo – disse pensieroso Rei – solitamente Yuri e Kai
sono sempre così puntuali… -
-
Anche gli Scudi Sacri non sono ancora qui – fece notare Astra seduta a leggere
un giornale locale.
-
Ehi Max, tu per caso sai come mai gli Scudi Sacri non sono ancora arrivati? –
gli chiese Rick strizzandogli l’occhio come per dire “sai a chi mi riferisco”,
ma contrariamente alla reazione che era solito ad avere, questa volta Max si
rivolse in tono quantomeno aggressivo per uno come lui
– No, e non capisco perché dovrebbe interessarmi! Avranno continuato a dormire!
– la risposta ammutolì il colosso americano, che si limitò a
fissarlo estraniato, mentre intanto Astra nella sua mente si agitava
furiosamente “Poverino! Ci è rimasto proprio male il
biondino!”
Anche Rei si stupì della reazione dell’amico, che era
sempre stato un tipo allegro e pacifico, e che non aveva mai urlato contro
nessuno, tantomeno con Rick, con cui era in ottimi rapporti. “Ma che sta succedendo qui?” si disse prima di tornare a
rivolgere lo sguardo sulle ragazze che erano giunte da poco. Sembravano
tranquille, e Hilary pareva essersi ripresa in fretta. “Meglio così” si disse
sorridendo.
Ad un certo
punto Hilary notò Axel in piedi appoggiato ad una colonna, e intento a osservare
i suoi compagni di squadra che chiacchieravano beatamente con gli altri ragazzi,
e così gli si avvicinò. Non gli aveva ancora restituito la giacca di pelle nera
che il ragazzo le aveva messo sulle spalle il pomeriggio prima, e così gli andò
in contro.
Nel
sentire i suoi passi che si avvicinavano a lui, il demone alzò rapido gli occhi,
fino ad incontrarla a pochi passi da lui; lei gli
sorrideva, e i suoi occhi erano pieni di gratitudine, mentre tra le braccia
teneva una giacca nera. – Tieni Axel, e grazie mille per avermela prestata. Mi dispiace di rendertela solo ora, ma non ne ho
avuto l’occasione, e poi volevo farla asciugare bene
prima di restituirtela. Grazie ancora. – la voce della brunetta era calda e
piacevole da udire, e Axel si ritrovò a voler prendere la giacca dalle sue mani,
solo per poterla sfiorare. C’era qualcosa in quella ragazza che lo attirava, e
sapeva che non era solo l’aspetto, ma qualcosa di più profondo, ed era per
questo che non aveva la benché minima intenzione di lasciarla
perdere.
-
Non ti preoccupare, non c’era nessuna fretta. A proposito come ti senti? – le
chiese il ragazzo prendendo l’indumento dalle sue mani sfiorandole delicatamente
la pelle.
-
Molto meglio, mi sento in piena forma, ehm…senti io ti
volevo ringraziare ancora per tutto, soprattutto per aver detto agli altri di
non farmi delle domande… -
-
Tranquilla, poteva capitare a chiunque, non ci pensare più – le disse dolcemente
il ragazzo chinandosi su di lei fino a tuffarsi nei suoi limpidi occhi scuri.
Erano molto vicini, poteva quasi avvertire il respiro di
lei sul volto e gli occhi di Samantha puntati come la punta di una lancia
su di loro. - …e ricorda che potrai sempre fare affidamento su di me, per
qualsiasi cosa – le disse prima di allontanarsi, lasciandola immobile a fissare
la colonna con gli occhi spalancati.
“Cosa ti prende Axel? Da quando il guardiano della
Malvagità si mescola in questo modo con gli umani?” gli occhi vermigli di
Samantha sondarono il ragazzo dai capelli castani quasi a volerlo perforare; non
riusciva ancora a spiegarsi lo strano comportamento del demone della sera prima,
sapeva che lo divertiva prendersi gioco degli umani, ma l’atteggiamento che
riservava alla brunetta la irritava. “Durerà solo il temponecessario per
trovare il Custode, dopodiché questi sciocchi umani dovranno piegarsi a noi” Un
sorrisino sinistro le incurvò le labbra carnose.
-
Scusateci, non abbiamo sentito la sveglia!! – le urla
di Takao e Daichi si sentirono fin dai piani superiori, e quando arrivarono
nella hall, furono inceneriti dallo sguardo di fuoco del consierge dell’Hotel. – Siete sempre i soliti voi due! – li fulminò
Hilary con voce autoritaria
-
Riuscite ad essere in ritardo anche in un momento come
questo –
-
Non è colpa mia – si lamentò Takao mettendo il broncio, - è colpa di Daichi, lui
ha spento la sveglia stamattina! –
-
Vorrà dire che la prossima volta vi verremo a svegliare
di persona – disse ridendo il capitano degli Obscuras guardando divertita il
campione giapponese, che per tutta risposta arrossì sotto le risate dei
compagni.
-
Ehm, scusate, ma vedo che non siamo gli ultimi, dove sono i Neoborg, hanno
dormito troppo anche loro? – chiese Daichi che aveva avvertito la mancanza dei
russi.
-
No, siamo qui – disse glaciale Yuri sopraggiungendo alle loro spalle seguito dai
suoi compagni, e preceduto da una donna alta e slanciata, con lunghi capelli
castani tenuti raccolti da una coda di cavallo. La donna, che indossava un
camice bianco e teneva fra le mani una cartellina azzurra si allontanò diretta al ristorante dopo aver salutato
il presidente Daitenji, che evidentemente sembrava conoscerla. – E quella chi
sarebbe? – chiese subito interessato Michael, che seguiva con gli occhi la
sconosciuta. – Quella è una dello staff di medici che hanno firmato i nostri
cartellini di partecipazione al torneo, e si da il caso
che lei sia la dottoressa del Monastero –
La
spiegazione del capitano fu esauriente, e così i ragazzi si avviarono verso il
pullman, visto che il presidente era stato avvisato che
gli Scudi Sacri si trovavano già allo stadio.
Hilary provò una strana sensazione quando vide quella
dottoressa, e così andò subito a cercare gli occhi di Kai, che continuava a
fissare intensamente in suo bey blu scuro, come se stesse cercando di
memorizzarne la forma. Era certa che quella donna sapesse le vere condizioni in
cui versava la schiena del ragazzo, e forse era proprio per questo che i russi
erano arrivati in ritardo.
Ad un certo
punto però la ragazza vide Julia avvicinarsi ai Neoborg, che stavano salendo sul
pullman, e questo le strinse il cuore.
-
Crystal, aspettami! – le disse la blaider spagnola, mentre si accingeva e prendere posto accanto alla russa, che evidentemente non si
aspettava un gesto simile da parte di Julia dal momento che le era parso di
esserle alquanto simpatica. – Senti, io volevo scusarmi se in qualche modo non
ti ho… - la ragazza dai capelli rossi le poggiò una mano sulla sua fissandola
negli occhi sorridendo – lascia perdere, non c’è alcun
problema, in fondo forse non ho dato una bella idea di me stessa all’inizio,
volevo tenere all’oscuro la mia identità perché non volevo che mi consideraste
una raccomandata, ecco perché vi ho nascosto di essere la sorella di Yuri,
perdonami. – la franchezza della ragazza russa colpì Julia, che si era aspettata un approccio del tutto diverso. Così la ragazza dai
capelli ramati le tese la mano dicendo – Amiche? – l’altra gliela prese e la
strinse con entusiasmo – Amiche! -
Lo
stadio dove si sarebbero tenuti gli incontri era già assediato da migliaia di
spettatori, e Hilary si chiese se sarebbero riusciti ad
entrare. “Caspita quanta gente! Certo che il Bey è
diventato uno sport seguitissimo” pensò la ragazza, che seduta accanto a Takao
non riusciva a non essere felice per il suo amico; si
era innamorato, era evidente, e non doveva essere stato facile per lui
ammetterlo perché sapeva che non era una cosa facile per Takao affezionarsi ad
una ragazza, ma quella Samantha possedeva quel qualcosa che faceva volare il
dragoonblaider e che lo rendeva l’immagine della felicità. “Sono davvero
contenta per te Takao, te lo meriti” pensò la ragazza guardando l’amico che
parlava con Axel e Samantha del torneo, mentre Rei parlava con Mao e Ares del
clima che c’era in Cina da loro; fu Max a incuriosire la brunetta, perché se ne
stava seduto accanto al finestrino a fissare il vuoto davanti a lui, come se
stesse cercando qualcosa che non c’era. Inoltre ricordandosi del suo sfogo di
poco prima con Rick, la ragazza non potè fare a meno di pensare che fosse
successo qualcosa al suo amico americano, qualcosa che molto probabilmente aveva
a che fare con una sola persona, Mariam.
Dal
canto suo Kai seduto in fondo al pullman osservava il
paesaggio continuando a stringere fra le mani Dranzer, come se tenerlo stretto
gli infondesse il calore del fuoco, caratteristica principale del suo
Bit-Power.
Non
aveva dormito molto, aveva la testa piena di pensieri, e soprattutto di
sensazioni, che gli avevano reso impossibile il sonno. Come se non bastasse la
dottoressa non si era espressa in maniera positiva
circa le sue condizioni fisiche, ma a lui questo non importava più di tanto.
Avrebbe gareggiato ugualmente e avrebbe battuto Takao, solo allora sarebbe stato
veramente soddisfatto e forse felice.
Tuttavia non era solo questo, quella strana sensazione
di allerta non era ancora svanita, lo controllava, lo accerchiava e si trovava
sempre un passo avanti a lui, rendendolo particolarmente taciturno. L’incontro
con Axel non aveva poi affievolito quella sensazione all’altezza dello stomaco,
anzi si era propagata a tutto il corpo, fino a toglierli del tutto il sonno.
“Basta Kai, che ti prende, non è da te” si disse mentre la stretta su Dranzer
era arrivata a ferirgli la pelle, facendo sgorgare un piccolo rivolo di sangue.
Quando arrivarono nel corridoio che portava direttamente
al centro dello stadio si fermarono. Dovevano fermarsi
lì, perché una alla volta Djman avrebbe presentato le squadre, che avrebbero
dovuto sfilare ordinatamente dopo il richiamo. Così non appena Djman iniziò a
parlare le grida del pubblico si fermarono di colpo, e
nello stadio calò il silenzio assoluto. Hilary seduta in una delle file
riservate agli assistenti tecnici guardava da una
ottima postazione tutta la cerimonia, mentre non vedeva l’ora che
venissero presentate le squadre. “Chissà qual è il blaider che si porterà a casa
il maggior tifo” si chiese anche se in realtà lei
avrebbe subito dato un unico nome: Kai Hiwatari. In
effetti aveva scoperto parecchi forum su Internet dedicati al blaider
russo, e tutti riassumevano tre caratteristiche fondamentali della persona di
Kai, mistero, fascino e determinazione.
-
Eccoci qui amici di Beyblade, siamo pronti per dare il via al quarto campionato
del mondo di Beyblade!! – il boato di consenso del
pubblico bastò per far andare avanti il folle presentatore della BBA.
-
Bene, allora inizio subito a spiegarvi le poche regole di questo torneo, che
sono veramente semplici, dunque: il torneo sarà suddiviso in quattro tappe, che
toccheranno Helsinki, Los Angeles, Dubai, e infine Mosca. Le squadre si incontreranno secondo un sorteggio, che deciderà gli
accostamenti, e alla fine di ogni incontro verranno dai dei punteggi, per
spiegarsi meglio, 0 in caso di sconfitta, 1 in caso di pareggio e 2 in caso di
vittoria. Alla fine le quattro squadre che raggiungeranno le semifinali, si
scontreranno nella città di Mosca dove alla fine verrà
eletta la squadra campione. Ma adesso basta con le chiacchiere, sono onorato di presentarvi la testimonial principale di
questo torneo…ecco a voi…Ming Ming!!
Un
coro assordante si levò verso l’alto, mentre la piccola pop star faceva il suo
ingresso sotto migliaia di applausi, tra i quali c’era quello del professor
Kappa, suo incredibile fan. La piccola cantante giunse al centro del palco e
dopo aver preso il microfono al Dj, si mise a parlare del torneo, fino a che non
presentò le squadre: - Bene, che faccia il suo ingresso
la squadra campione del mondo, formata dal campione Takao e dall’energico
Daichi! – le grida della ragazza furono appoggiate dal pubblico che era
euforico.
Non
appena chiamò il suo nome il piccolo rosso si sentì
congelare le gambe e credette di non riuscire a muovere un passo. Se ne stava
lì, impalato davanti all’imboccatura del corridoio, mentre Takao lo incitava a
muoversi. Daichi era paralizzato, ma perché?
-
Se non ti nuovi ci posso fare la muffa qui nano – gli
disse con spirito Yuri guardandolo di traverso. Daichi si riscosse e si girò
verso il russo, che per tutta risposta lo fissò con sarcasmo prima di dirgli –
Allora che aspetti tappo? -
-
Ehm…si si vado – si riscosse Daichi prima di
raggiungere Takao che lo fissava divertito, e solo dopo che i due furono usciti
sotto le luci dei riflettori, Julia si avvicinò a Crystal e a Yuri dicendo –
Ah…l’amore…
La
cerimonia di apertura fu un vero spettacolo, una a una tutte le squadre
entrarono nello stadio e si inchinarono davanti al
pubblico come di regola. Hilary si sentì sussultare quando Ming Ming chiamò la squadra russa. Intorno a lei una folla di
fan (tutte ragazze) si misero in piedi urlando i nomi di Kai e Yuri. “Beh, c’era
da aspettarselo, e devo dire che se non fosse che dovrei essere imparziale mi
metterei anche io a tifare per Kai” il pensiero la fece
sorridere, e assaporò lentamente il momento della scesa del dranzerblaider, che
illuminato dai raggi del sole pareva emanare un’aura luminosa e assolutamente
divina. Era semplicemente bellissimo.
–
Sei grande Kai!! – urlò con tutto il fiato che aveva in
gola.
Un urlo, un grido, un’anima, un cuore, il suo cuore…solo
per lui.
Dopo che la cerimonia d’apertura fu terminata Ming Ming presentò il calendario degli incontri, che erano
stati appena scelti secondo un sorteggio. I giorni di gara sarebbero stati il
Lunedì con un incontro, il Mercoledì con due e il Venerdì con uno. La sfida di
oggi sarebbe stata tra BBA e Scudi Sacri. “Oh…tocca già a noi, fantastico!”
pensò Hilary facendosi più attenta. A quanto pare l’incontro sarebbe
incominciato tra circa trenta minuti, così lei si alzò e si diresse verso lo
spogliatoio dove Takao e Daichi si stavano preparando.
Attraversò correndo un lungo corridoio poco illuminato
prima di svoltare per dirigersi verso le stanze riservate agli atleti. Fu
proprio mentre svoltava l’angolo che non si accorse di qualcuno che si dirigeva
nella direzione opposta alla sua, e così gli finì letteralmente addosso.
Tuttavia non fu proprio un cattivo scontro, perché la ragazza si ritrovò a pochi
centimetri dal blaider dagli occhi ametista, che la scrutavano vaghi. “Oh mamma
che imbarazzo!” si disse la ragazza mentre cercava di riassumere un
atteggiamento quantomeno decoroso. – Scusa Kai…e che… stavo correndo… - tentò di
scusarsi la brunetta anche se in realtà era ben
contenta di quello che aveva fatto. – L’ho visto – rispose il ragazzo prima di
tornare a posare i suoi occhi su quelli di lei. Non avrebbe saputo spiegare il
perché, ma in quel momento gli sembrò che tutte i suoi
problemi e le sue preoccupazioni si fossero eclissati dinanzi a quegli
occhi così lucenti e vivi. Gli occhi della ragazza esprimevano una vitalità
ed una allegria che i suoi non avevano mai avuto. Si
sentì incredibilmente sollevato, anche se da un lato lo attanagliava il fatto
non riuscire a spiegarsi il perché di questa sensazione. Tuttavia durò poco,
infatti lui si allontanò velocemente dalla brunetta,
come se temesse che la sua compagnia potesse significare qualcosa di sbagliato.
“Devo proprio dormire…” pensò mentre un piccolo e raro sorriso si incurvò sulle sue labbra sottili.
-
Devo proprio dirtelo Astra, questa volta mi aspettavo qualcosa di meglio! –
sbottò Axel alla compagna, dopo che tutta la squadra si fu allontanata dallo
stadio il necessario per non essere sentiti. – Perché i
New Europa, non potevi sceglierci una squadra come i
BBA o ancor meglio come gli Scudi Sacri? -
-
Stai calmo distruttore, avrai tempo per sfogare tutta la tua potenza, al momento
la cosa migliore da fare è osservare meglio i poteri dei Cavalieri, ecco perché
ho scelto i New Europa. – rispose stizzita il demone dell’Illusione che non
sopportava quando gli altri avevano da ridire sui suoi incantesimi.
-
Astra ha agito nel migliore dei modi Axel, per il momento gli Scudi Sacri non
rappresentano un problema, visto che non hanno ancora
trovato il Custode, ma non ti preoccupare, non appena uscirà allo scoperto ti
prometto che distruggeremo quella squadra di patetici Guardiani! – disse
Samantha mentre i suoi occhi vermigli brillavano di una strana luce, una luce maligna, demoniaca, vendicativa.
-
Hilary! Eccoti qui, visto? Siamo i primi a scendere in
campo! Non vedevo l’ora – l’entusiasmo del capitano era alle stelle, mentre
finiva di preparare Dragoon per l’incontro, e mentre Daichi si era dileguato
all’improvviso. – E Daichi? – chiese la brunetta che aveva notato l’assenza del
piccolo rosso. – Oh…lui mi ha detto che andava a farsi uno spuntino, ma non
c’ho creduto, infatti sono sicuro sia andato a cercare
Ming Ming – rispose con un leggero sorrisino il capitano dei BBA mentre
strizzava l’occhio all’amica, che capì al volo. – Ah…capito! -
-
Comunque non dovresti sghignazzare così riguardo a Daichi, perché mi sembra che
anche tu abbia una fan particolare – lo stuzzicò la brunetta, che sapeva
benissimo quanto Takao fosse sensibile riguardo a
questo genere di cose. – Ehm…no ti sbagli – cercò di mascherare il moretto
mentre cominciava ad arrossire
- E
allora che mi dici di quella ragazza? – chiese la brunetta divertita “Vediamo se
ci casca”
-
Guarda che Samantha è solo un’amica, chiaro? – le rispose Takao cadendo nella
trappola di Hilary
-
Ma io non l’ho nominata Takao, hai fatto tutto da solo
– gli sorrise la sedicenne.
-
Sono molto felice per te Takao, mi fa piacere che tu
abbia trovato una persona speciale come Samantha, davvero – gli disse
abbracciandolo. – Grazie Hila – le rispose il ragazzo, che teneva moltissimo al
parere dell’amica. Quando si staccarono il moretto
guardò gli occhi della ragazza, e sorrise “E’ felice, si vede chiaramente,
chissà cos’è successo” pensò, mentre nella sua testa si faceva strada l’immagine
della sola persona capace di far sorridere in quel modo Hilary.
-
Mi devi forse dire qualcosa Hila? – le chiese di rimando Takao – Qualcosa che
forse riguarda un certo blaider russo dagli occhi ametista nonché mio grande amico? –
-
No… - rispose l’amica mentre la sua mente riattraversava la scena di qualche
minuto prima, quando i loro occhi si erano trovati così vicini, quando le era
parso di potersi immergere nel profondo del suo sguardo…
-
Vabbeh, quando vuoi sai che io ci sono – le disse prima di dirigersi verso il
centro dello stadio dove lo aspettava il suo primo match.
Camminava a passo fermo, ma
leggero, non vedeva l’ora di scendere in campo; si emozionava sempre prima di
una gara, ma questa volta era diverso, perché sapeva che c’era qualcuno di
particolare a tifare per lui.
-
Takao, aspetta! – il richiamo angelico del capitano degli Obscuras fece
arrestare di colpo il dragoonblaider, che aveva sperato
di vederla prima di scendere in campo. Si girò rapido in tempo per vedere
Samantha correre verso di lui agitando il braccio. Quando lo raggiunse si fermò a riprendere fiato, per poi piantare i
suoi meravigliosi occhi rossi in quelli castano-rossicci di lui. – Volevo
augurarti buona fortuna, anche se so che non ne avrai bisogno – gli sorrise dolcemente la ragazza mentre continuava a
specchiarsi negli occhi limpidi del blaider. – Grazie, farò del mio meglio! – le
disse il ragazzo prima di fare qualcosa che non avrebbe mai pensato di poter
fare, le diede un rapido bacio sulla guancia, per poi allontanarsi ancora più
felice di prima.
Samantha rimase sconvolta da quel gesto, così semplice,
fugace, umano ma allo stesso tempo così potente.
Il
demone si sfiorò con le fredde dita il punto dove il
Cavaliere l’aveva sfiorata, e le sembrò che quel punto fosse più caldo rispetto
a tutto il suo viso. – Mi ha… - non riuscì a finire la frase, perché qualcosa
glielo impedì. Qualcosa dentro di lei…
-
Bene ci siamo! Nel primo incontro avremo per i BBA il giovane Daichi, mentre per
gli Scudi Sacri scenderà in campo il potente Dunga! – all’annuncio di Djman
seguì un lungo applauso, dopodiché i due blaider designati scesero in campo e si
misero in posizione. Dalla loro postazione gli Obscuras osservavano attentamente
ogni mossa del giovane blaider dai capelli rossi. – Ora vedremo come sono questi
Cavalieri – disse Ares incrociando le braccia davanti al petto, mentre Astra
cercava con lo sguardo gli altri membri della squadra degli Scudi Sacri, che
dietro al loro compagno facevano il tifo per lui. Gli occhi violetti del demone
si posarono su Mariam, che stava proprio guardando verso di lei. – Presto
arriverà il tuo turno Mariam non temere – un ghigno si materializzò sulle labbra
del demone dell’Illusione prima di riportare
l’attenzione sul match.
-
tre, due…uno…pronti…lancio! – era ora di far parlare solo i beyblade.
Nel
tardo pomeriggio i blaider ripresero i pullman per tornare in Hotel. La prima
sfida si era conclusa con un pareggio per Daichi e la
vittoria di Takao su Jessie. Hilary era contenta della vittoria della sua
squadra, anche se non capiva come mai gli Scudi Sacri non avessero schierato i
due titolari Ozuma e Mariam contro la squadra campione in carica. “E’ molto
strano, anche perché tra Ozuma e Takao c’era ancora una battaglia in sospeso”
rifletté la giovane ripensando al secondo campionato mondiale.
Quando giunsero in hotel, tutti si ritirarono nelle
proprie camere, per poi ritrovarsi verso le 20.00 giù al ristorante. Dopo che
tutti si furono ritirati, Max si incamminò solo per il
cortile con un umore scuro e tetro, cosa del tutto innaturale per lui. Non gli
piaceva ammetterlo ma era arrabbiato con Mariam per come si erano lasciati
l’ultima volta. Non aveva fatto altro che ripensarci in quella giornata, e se
già era confuso a causa dello strano comportamento della ragazza, il modo di
come erano scesi in campo contro Takao non faceva altro
che aumentare i dubbi del biondino. – Cosa ti sta succedendo? – chiese in un
sussurro come se qualcuno potesse rispondergli.
-
Forse prima dovresti chiederlo a te stesso – una voce limpida e chiara si
avvicinò all’americano, che nel voltarsi si ritrovò a guardare una giovane
ragazza dal corti capelli ramati, che indossava un
corpetto blu scuro e un pantalone dello stesso colore, che nella gamba sinistra
le arrivava alla caviglia, mentre in quella destra si fermava a metà coscia. La
ragazza lo fissava con i suoi grandi occhi violetti in un modo che fece
sorridere il biondino, ridandogli un po’ di buonumore. – Penso che non saprei
cosa rispondermi – concluse sedendosi insieme alla ragazza su una delle panchine
che costeggiavano il giardino.
-
Oh…io credo che ogni tanto fermarsi un momento per ascoltare solo la voce più
profonda di noi stessi sia molto importante, anche perché ti mette in condizione
di vedere le cose da un altro punto di vista. – la voce di Astra appariva calma
e rilassata, come se stesse parlando della cosa più naturale del mondo, anche se
in realtà stava facendo molta fatica ad esprimersi in
quei concetti del tutto innaturali per una della sua natura. Lei era il
ghiaccio, la crudeltà, il cinismo plasmato sotto forma di donna, e allora perché
parlare con quell’umano le risultava quasi piacevole?
Parlarono molto durante quel pomeriggio, risero insieme e si ascoltarono a
vicenda. Fu un pomeriggio diverso per entrambi, e alla fine quando si separarono
sia Astra sia Max parevano aver ricevuto un qualcosa in
più. – Grazie Astra, grazie per tutto – le disse Max salutandola con la mano
prima di avviarsi verso la stanza dei PPB, mentre Astra lo guardava allontanarsi
stranamente sorridente.
-
La situazione si fa ogni giorno più difficile Ozuma – disse Jessie sedendosi sul
suo letto mentre Ozuma passeggiava nervoso per la stanza.
-
Lo so, lo so – ripeté il capitano degli Scudi Sacri che
ormai non sapeva più cosa fare.
-
Credevamo che una volta iniziato il campionato avremmo potuto sentire l’aura del
Custode, ma non è stato così, e come se non bastasse
quei maledetti si sono perfettamente inseriti nel gruppo – disse Dunga con voce
dura e piena di risentimento.
-
Ozuma posso chiederti una cosa? – chiese ad un tratto Mariam che affacciata al balconcino della sua
stanza osservava due ragazzi seduti su una panchina che parlavano
spensieratamente. Strinse i pugni mordendosi le labbra fino a farsele
sanguinare.
-
Dimmi – rispose Ozuma voltandosi incuriosito verso la giovane dai capelli blu e
attendendo la domanda che però faticava ad uscire.
-
Sei davvero sicuro che sarebbe stato un male avvertire
subito Takao e gli altri della situazione? – le parole furono pronunciate
lentamente come se ogni sillaba le costasse fatica. La ragazza sapeva quanto il
suo capitano odiasse ritornare su quell’argomento, ne avevano già parlato, e ogni volta che lei ci ritornava, Ozuma
si arrabbiava e le dava dell’incosciente, tuttavia forse voleva sentirselo dire
ancora una volta.
- A
questo punto non lo so più – la risposta scioccò sia
Mariam che gli altri due, che non si aspettavano che proprio Ozuma ritrattasse
una sua convinzione. – Di sicuro se li avessimo avvertiti, adesso Samantha e gli
altri non sarebbero così vicini ai nostri amici, tuttavia…di una cosa sono
sicuro, dobbiamo trovare noi il Custode, e solo allora potremmo svelare ogni
cosa. Il problema potrebbe presentarsi dal momento che
il tempo stringe e noi ancora non abbiamo capito le loro intenzioni, e
soprattutto c’è una cosa che mi turba… -
-
Cosa? – chiese Mariam
-
Se ci pensiamo bene, loro sono solo Guardiani, quindi in teoria hanno le nostre
stesse possibilità di vincere gli incontri, allora mi domando…perché ostentano
tanta sicurezza? Perché sono così certi di vincere da potersi scegliere loro
stessi i propri avversari? – la domanda di Ozuma portò nella
stanza dubbi e incertezze e aumentò le loro preoccupazioni.
-
Vedremo cosa faranno durante il loro primo incontro – sentenziò Dunga tagliando
lì la conversazione per poi dirigersi verso i piani inferiori
seguito da Jessie.
Quando Mariam e Ozuma rimasero soli il ragazzo si avvicinò all’amica e sollevandole il mento con le
dita le disse: - Mi dispiace –
-
Per quale motivo? – rispose fredda la ragazza
-
Max – rispose secco il giovane prima di allontanarsi e chiudersi la porta alle
spalle lasciando Mariam sola nella stanza insieme alla sua rabbia e la sua
frustrazione. – Max…ti prego non lasciarti incantare da lei – disse prima di
uscire anche lei dalla stanza.
La
cena venne servita nel grande ristorante dell’albergo e
verso le 20.00 tutte le squadre si trovavano giù per cenare. Hilary si sedette
con le sue compagne di stanza attorno ad un grande tavolo circolare, mentre gli
altri prendevano posto insieme ai propri compagni di
stanza. Quando arrivarono i russi sia Julia che Hilary
alzarono prontamente gli occhi, ma poi accortesi della reazione dell’altra si
squadrarono con due sguardi indagatori. Fu Julia a richiamare l’attenzione delle
compagne su di sé – ragazze, che ne dite se la chiamiamo? In fondo non è carino
che rimanga da sola – le parole della blaider spagnola stupirono Hilary, che
però fu ben felice di sentire quelle parole. In effetti
si erano tutti sbagliati su di lei; non era né una smorfiosa né una
raccomandata, era una semplice ragazza che non aveva mai avuto una vera
amicizia. Tutte annuirono così Julia si alzò e si diresse a passo deciso verso
il tavolo dei Neoborg, che era abbastanza vicino al loro. Hilary ne seguì
attentamente ogni movimento.
-
Scusate, non volevo disturbarvi – disse leggermente impacciata la ragazza non
appena si ritrovò davanti ai russi. Che cosa assurda, prima era così decisa,
sicura, eppure nel ritrovarselo davanti sentì tutte le
sue convinzioni evaporare come l’acqua nel deserto. I suoi occhi la scrutavano
freddi e torvi, come se ci tenesse a farla sentire in imbarazzo, ma lei non
cedette. – Crystal, volevo chiederti se ti faceva piacere mangiare con noi –
chiese alla giovane russa che la guardò affascinata e con gli occhi lucidi,
mentre Boris lanciava a Kai un’occhiata d’intesa che il giovane prese al volo. –
Chiedilo a Yuri – le propose Boris mentre il capitano sentì un moto di rabbia
invadergli il corpo, per quella frecciatina sicuramente fuori luogo, mentre gli
occhi di Julia lo fissavano stupiti. – No, io l’ho chiesto a Crystal – disse
fermamente la ragazza tornando a guardare il rosso, che finì per sorridere –
Perché dovrebbe chiederlo a me, non sono mica la sua balia – rispose mentre un
leggero sorrisino gli calcava le labbra sottili. Dopo che le ragazze si furono
allontanate, il rosso continuò a seguire con lo sguardo la blaider spagnola, che
aveva osato rispondergli indirettamente in quel modo.
-
Brava mamma - scherzò Boris battendo una mano sulla spalla del rosso, che per
tutta risposta lo guardò con uno sguardo cinico.
-
Allora che si fa domani? – disse ad un certo punto Mao durante la cena rivolta alle sue
amiche.
-
Beh domani non ci sono le gare, e dopo gli allenamenti potremmo uscire a farci
un giro – propose Emily
-
Ovviamente senza i ragazzi – l’aggiunta di Julia lasciò sgomento tra le altre,
che guardarono l’amica in modo strano. – Ha ragione, se no come faremo a parlare
di loro? – disse Hilary che aveva intuito dove voleva andare a parare l’amica.
-
Ah…tu vieni con noi vero?! – la domanda della blaider
spagnola fece sussultare Crystal che non si aspettava anche un invito da quelle
ragazze così diverse da lei. – Ehm…ecco…io… -
-
Lascia perdere poi lo dico io a tuo fratello,
tranquilla – finì per lei Julia sbucciando una mela.
“Certo che è proprio un vulcano di entusiasmo, peccato
solo che le piaccia proprio Kai” pensò la brunetta sorridendo alle sue nuove
amiche.
La
sera era fresca ed era piacevole stare fuori a contatto con quel venticello che
gli scompigliava i capelli argentei. Dopo la cena i ragazzi avevano visto un
film, e poi se ne erano andati a dormire, mentre lui era uscito ad allenarsi;
gli piaceva la notte, anche perché era un ottimo momento per allenarsi e poi
Dranzer risplendeva ancor di più in mezzo all’oscurità. Quando si sentì soddisfatto richiamò il suo fidato Bey, che immediatamente
ritornò nella mano del suo proprietario, e in silenzio si incamminò verso
l’hotel. Durante il ritorno il ragazzo non fece altro che pensare all’incontro
che avrebbe affrontato quella settimana; chissà contro chi si sarebbe dovuto
battere. Non aveva paura, nonostante sapesse a cosa andava incontro. Non gli
importava niente di rischiare, tanto la vita era la sua, e gli era del tutto
indifferente.
Ad un certo
punto entrò nel cortile dell’albergo e istintivamente lanciò un’occhiata alle
scuderie, dove Fiamma stranamente non c’era. “Ma dov’è
andata?” si chiese avvicinandosi. Quando però arrivò vicino al recinto vide la sua cavalla che, illuminata dalla luce della
luna stava vicino alla staccionata, come se aspettasse qualcuno. Tuttavia
guardando meglio il ragazzo si rese conto che Fiamma
non stava aspettando nessuno, anzi era in compagnia. Un’ombra le era accanto, a
circa mezzo metro di distanza, ma l’animale sembrava tranquillo.
“Ma
chi diavolo…” le parole gli morirono in gola quando
riconobbe la sagoma magra ed esile della persona che si trovava accanto a
Fiamma. Una sciarpa colorata, un jeans lungo e un maglioncino blu ne completavano l’abbigliamento molto semplice. Il ragazzo si
avvicinò con una strana sensazione all’altezza dello stomaco.
-
…guarda che ti ho visto che prima l’hai mangiato, non fare la difficile – le
disse divertita la brunetta mentre tra le mani teneva una carota tagliata a
pezzi proprio per quel cavallo color della notte.
- E
va bene, te le lascio qui, così non dovrai toccarmi! – rispose la ragazza
fingendo di essersi offesa per la diffidenza che l’animale le riservava. -
Proprio non ti piaccio eh?! –
-
Non è questo, anzi se tu non le piacessi non ti farebbe
neanche avvicinare – la voce ferma e maledettamente suadente di Kai riscosse la
ragazza che si girò verso il ragazzo sgranando i suoi grandi occhi color
cioccolato sorpresa di vederlo lì. – Oh…ciao – salutò imbarazzata mentre si
concentrava a osservare le carote come se fossero la cosa più interessante nel
raggio di mille chilometri.
Senza risponderle il ragazzo si avvicinò alla brunetta,
che sentì uno strano movimento nello stomaco che andava crescendo man mano che
il blaider si avvicinava a lei.
Il
diciassettenne prese dalla mano della ragazza un pezzo di carota e l’avvicinò al muso dell’animale che prontamente lo prese
iniziando a mangiare solleticando la mano del giovane. Quando ebbe finito posò i suoi enormi occhi neri sul suo padrone che però
si voltò verso la ragazza ancora imbambolata e in stato di coma per il fatto che
le avesse sfiorato la mano. – Su, prova tu – le disse il ragazzo mentre la
giovane titubante allungava una mano verso l’animale che però parve
indietreggiare. – Non devi farle sentire che hai paura, lei deve fidarsi di te,
tu ti fideresti mai di qualcuno che ti teme? – le disse
il dranzerblaider avvertendo il timore della ragazza. Quelle parole le diedero
forza e più convinta provò ad avvicinarsi allo schivo animale.
Ad un certo
punto Kai le prese il braccio e piano lo accompagnò verso il muso di Fiamma.
A
questo punto Hilary si sentì svenire, mentre non avvertiva più timore, ma solo
un’immensa felicità e gioia per quell’inaspettato gesto. Lentamente Fiamma si
avvicinò e cautamente poggiò il muso sulla mano calda della giovane, che sentì
per la prima volta il solletico che le mandibole dell’animale le procuravano.
Era bellissimo, soprattutto perché Kai era così vicino a lei, ne poteva quasi
avvertire il respiro, il battito del cuore, ma ad un
certo punto quella magica sensazione svanì e la ragazza si ritrovò senza più la
vicinanza del giovane che osserva il tutto leggermente distaccato. “Puoi fidarti di me Fiamma, io di te mi fido” pensò la
ragazza, che ormai si sentiva tranquilla e sollevata. Era come se il suo braccio
ricevesse un flusso di energia pura, che la rendeva forte, e le infondeva
felicità. Poteva quasi sentire il battito del cuore del cavallo, che le pareva
stesse battendo velocemente, proprio come il suo ogni volta che Kai le era
accanto. Quando Fiamma alzò il muso dalla mano della ragazza le due si guardarono negli occhi, e per un momento Hilary si
sentì incredibilmente leggera, come se stesse per volare.
“Anche io mi fido di te,
Hilary” sembravano dirle i suoi occhi.
E anche questa è andata…e ora…SPAZIO del
LETTORE!!
Lexy90:cicci sei un
tesoro, ormai ogni volta che apro le recensioni la
prima sei sempre tu, grazie 1000 (ma nn hai proprio
niente di meglio da fare n.d. Kai) (zitto tu! N.d. Julia) cmq, sono felice che la
storia ti stia piacendo, e spero vivamente di non averti delusa con questo
capitolo. Sei gentilissima a continuare a recensirmi,grazieeeeee. Baci Bacioni
Lirinuccia: da che parte posso cominciare…mi vizi
troppo!! I tuoi complimenti mi hanno illuminato la
giornata e anche tutte quelle seguenti, davvero grazie…e poi come ti ho già
scritto sono felice che il personaggio di Hilary ti
piaccia, … non sapevo che Max fosse uno dei tuoi preferiti, e devo dire che mi è
piaciuto molto scrivere la parte su lui e Mariam…cmq mi dispiace, ma anche il
nostro biondino non avrà vita facile, ma ormai dovresti averlo capito! (sono perfida!!!) Grazie ancora per le tue recensioni che
rappresentano molto per me. Baci Bacioni
DarkAngel91: grazie, sono contenta che la mia ff ti stia piacendo, e mi auguro di non averti delusa, sono stata felicissima quando ho visto una faccia
nuova sulle recensioni, grazie 1000!! Cmq non ti preoccupare se non riesci a
recensirmi sempre, l’importante è che la storia ti piaccia e ti regali emozioni
e viaggi mentali senza logica! Spero di sentirti presto! Baci
Bacioni
Un ringraziamento di cuore a Mik92 e SMDO che hanno messo la storia fra i
preferiti, a VaMpIrA89 e alla mia
carissima Helens che hanno messo “I Cavalieri dei Sette Regni” fra le seguite.
E come di consuetudine un grazie immenso e profondo come l’oceano va a tutti voi che
leggete la storia, e spero che sia di vostro gradimento.
Se con la mia ff riesco a farvi sorridere, e a farvi viaggiare attraverso
i regni ancora inesplorati della fantasia con viaggi mentali senza senso allora
ho centrato in pieno uno dei miei obbiettivi.
Eccomi qui!
Scusate x il ritardo, ma in questo periodo tra verifiche, interrogazioni ed altro non sapevo più dove sbattere la testa, ma oggi
all’albe delle 2.46 aggiorno, perciò…BUONA LETTURA!
Una giornata
insolita
Quando il sole delicato di Helsinki penetrò nella Stanza
dei Gigli, il volto di Hilary venne riscaldato da un
raggio pallido, che le illuminò il viso e le assicurò un dolce risveglio. Si
girò verso le sue amiche, che ancora dormivano beatamente avvolte nei morbidi
piumini colorati, mentre i loro visi facevano presupporre che stessero vivendo
il più bello dei sogni.
Lentamente la ragazza di alzò, e si diresse verso la
finestra semiaperta, affacciandosi e contemplando il meraviglioso paesaggio che
le si prostrava davanti. La terra dei Laghi era
immensa, e in ogni anfratto pareva nascondere un segreto magico. Istintivamente
cercò con gli occhi la scuderia, dove osservò i cavalli dormire tranquillamente
riparati dal freddo; solo Fiamma non dormiva, ma invece
passeggiava all’interno del recinto esattamente come l’aveva lasciata la sera
prima. La ragazza ricordava ancora il momento in cui aveva avvertito il fiato
caldo dell’animale sul palmo della mano, e il contatto che avevano avuto. “Ma non penso ci
sarei riuscita da sola…” pensò la ragazza rammentando con particolare emozione
l’istante in cui Kai le aveva preso delicatamente il braccio per avvicinarlo al
muso nero dell’animale. Sentire la sua mano ferma ma delicata sul suo braccio
che le aveva procurato una momentanea perdita della concezione di spazio e
tempo. Avrebbe potuto rimanere così per sempre, e
ancora adesso al ripensarci sentiva il suo cuore riscaldarsi e aumentare i
battiti.
-
Oh Hila buongiorno – la salutò mezza addormentata la sua amica Mao che ancora
insonnolita si alzò per abbracciare la sua amica e sistemarsi in maniera
dignitosa i capelli. Hilary notò solo in quel momento che sul comodino della
cinese si trovava un lembo di stoffa chiara, forse appartenuta ad un suo indumento, ed era strappato e rovinato in più
punti. “Dov’è che ho già visto quel…”
-
Mao scusa ma quello non è il pezzo di stoffa della fascia che avete fatto tu e i
Baihutzu durante lo scorso campionato? – chiese la brunetta ricordando
tutto.
L’amica guardò prima la stoffa poi Hilary con uno
sguardo triste e decisamente poco incline alla sua
personalità – Sì – rispose in un soffio, come se le costasse ammettere una dura
realtà, correndo poi a infilare la stoffa dentro il cassetto.
-
Mao, è forse successo qualcosa? – le chiese la sedicenne avvicinandosi all’amica
che evidentemente aveva qualche problema.
-
Hila, ti va se usciamo a parlare fuori? –
-
Certo che no, vestiamoci e andiamo in giardino –
Appena furono fuori, sedute su una panchina Mao vuotò il
sacco. L’argomento che la rendeva tanto triste era un ragazzo di circa
diciassette anni, con lunghi capelli neri tenuti insieme da una altrettanto
lunga coda e dagli angelici occhi ambrati. Rei.
Hilary sapeva quanto l’amica fosse innamorata del
drigerblaider, e per quanto le pareva di aver intuito anche Rei era sembrato
interessato alla cinese, anzi forse fra i quattro antichi BBA, lui era proprio
quello con la “situazione sentimentale” più chiara e lineare. Allora quale
poteva essere il problema?
-
Ieri sera ho sentito Rei parlare con Michael e Andrew, del legame di parentela
fra Crystal e Yuri, e allora Andrew…beh ha detto che se non fosse stato per il fatto che non è vero, anche io e Rei avremmo potuto
essere come i due russi, fratelli. – la tristezza dipinta sul volto di Mao era
terribile da sopportare agli occhi della brunetta, che aveva sempre visto
nell’amica un vulcano iperattivo e solare.
- E
Rei? – chiese la brunetta che voleva sapere come andava a finire, anche se forse
avrebbe fatto meglio a non domandarglielo, perché poco dopo una lacrima finì
dritta sulla mano che la sedicenne teneva sulla gamba dell’amica per infonderle
coraggio.
-
Rei?! Rei ha detto che in
effetti io per lui sono la migliore delle sorelle! E che gli viene da sorridere
se pensa che io sono innamorata di lui!– sbottò
scoppiando a piangere in un modo che fece stringere il cuore alla brunetta, che
non sapendo bene che fare abbracciò la cinese, di cui sentiva i continui
singhiozzi sbattere contro il suo petto.
“Ma
come si fa ad essere così insensibili!? Ma non è da Rei dire una cosa del genere, lui non è quel tipo
di ragazzo. Sono sicura che Rei non avrebbe mai detto una cosa così, anche
perché sa benissimo cosa prova Mao per lui, no…c’è qualcosa che non va…”
-
Buongiorno Samantha – la salutò dolcemente Takao quando si
incontrarono nel ristorante dell’albergo per la colazione. Non avevano
più avuto l’occasione di parlare dopo l’incontro del giorno prima, e il moretto
temeva che fosse dovuto anche al fatto che lui l’aveva
baciata.
“Forse sono stato troppo diretto, ma…sento per lei un
sentimento fortissimo, solo il vederla mi fa sentire vivo anche se tremendamente
agitato. Ma forse lei non sente lo stesso per me…quindi…”
-
Samantha io… - iniziò il ragazzo intenzionato a chiarire la situazione prima che
si potesse rovinare la splendida amicizia che si era instaurata fra di loro.
-
No, aspetta – l’interruppe la giovane posando due dita
sulle labbra del ragazzo che sussultò a quel contatto. Si guardarono. Gli occhi di lei, che inizialmente vedeva distintamente si fecero
improvvisamente più sfocati, l’immagine venne quasi…sgranata. La ragazza gli si
era avvicinata molto, e in quel momento Takao avvertì una strana sensazione
corrergli lungo la schiena, ma non avrebbe saputo dire se fosse una cosa bella o
brutta.
-
Che ne dici fare colazione con me e poi di allenarci a bey insieme – le parole
pronunciate con sensualità dalla giovane stordirono il ragazzo, che in quel
momento si sentì felice come mai in vita sua. Annuì.
-
Bene! Allora andiamo – gli sorrise lei prima di
poggiare le sue calde labbra dita che ancora teneva sulle labbra del
moretto.
La
sala del ristorante era piena e almeno metà del stanza
era occupata da tutti i migliori blaider del mondo, che si erano ritrovati lì
per la colazione. Alla fine avevano deciso: le ragazze scelsero di farsi una
sana giornata di shopping e turismo per la città, tranne Mao che aveva preferito
rimanere in albergo per sfogarsi magari nella palestra, in compagnia di un sacco
e di un paio di guantoni.
Hilary aveva provato ad
invitare anche Astra, Samantha e Mariam, ma se la prima aveva declinato
gentilmente l’invito e la seconda era uscita insieme a Takao, la ragazza degli
Scudi Sacri si era rivelata essere irreperibile, e così alla fine la brunetta ci
aveva rinunciato. “In compenso almeno verrà Crystal” pensò la sedicenne mentre
si cambiava. Decise per un abbigliamento semplice e pratico nel caso in cui
avesse dovuto provarsi qualcosa. Indossò un paio di jeans morbidi, una maglietta
aderente a maniche lunghe nera e sopra si infilò un
dolcevita blu scuro. Completò il tutto con un paio di stivaletti in camoscio che
le avevano regalato le sue amiche per il suo scorso compleanno.
Quando uscì dalla stanza si
accorse che Julia stava parlando con la giovane Neoborg in cima alle scale che
portavano al quinto piano. – Allora vieni? – le chiese la ragazza spagnola
-
Penso di sì, anche se Yuri… -
-
Uffa! Adesso mi sono proprio stufata, ci parlo io – disse con decisione Julia
prima di superare Crystal e dirigersi velocemente verso la stanza dei russi.
Hilary le si precipitò dietro seguita dalla rossa.
Non
appena si trovarono davanti alla stanza numero 21
Hilary si sentì leggermente emozionata, era la prima volta che si trovava così
vicino alla camera dove alloggiava Kai, e non sapeva cosa fare. Poi si girò
verso Julia. “Se hai deciso di fare colpo su Kai fai
pure, ma non credo proprio che resterò a guardare” pensò innervosita la brunetta
quando la spagnola bussò alla porta della stanza.
Fu
Boris ad aprire rimanendo di stucco nel vedere le tre ragazze lì. – Uao, che ci
fate da queste parti? Entrate. – disse rivolto a Hilary e Julia, che si
sentivano come immobilizzate. – Cerco quel troglodita del tuo capitano! – iniziò
con forza la giovane, mentre Hilary cercava con gli occhi qualcuno all’interno
della stanza. Improvvisamente da una delle porte laterali uscì Kai, che ancora
con i capelli umidi si diresse verso il suo letto per prendere Dranzer dal
cassetto e metterselo delicatamente in tasca. Hilary avvampò all’istante. Kai
era lì con indosso una maglietta nera e un paio di pantaloni scuri, mentre i
capelli argentei, trasformati in grigio scuro a causa dell’acqua, gli aderivano perfettamente al viso, donandogli un aspetto
terribilmente affascinante. Distolse lo sguardo prima che lui si accorgesse che
la ragazza lo stava fissando, e si costrinse a prestare l’attenzione su Boris.
-
Yuri? Cerchi Yuri!? – lo sguardo incredulo di Boris si
trasformò in una risatina sarcastica quando una nuova presenza si avvicinò alle
spalle delle ragazze, anche nessuna di loro parve accorgersene. – Sì, proprio
lui, quella sottospecie di piccolo lord dittatore e padre padrone – continuò la
ragazza sempre più decisa a dirgliene quattro. Non sopportava Crystal dovesse
sempre rendere conto di ogni cosa che faceva al fratello, e anche se
tecnicamente non erano affari che la riguardavano, lei non si seppe trattenere.
-
Caspita ragazzi, che ne pensate se ce la portiamo al monastero? Con questo
carattere da vipera acida farebbe paura persino a Vorcof! – l’esclamazione di
Yuri sorprese le ragazze che si voltarono spaventate
verso il capitano dei Neoborg, che sovrastandole in altezza squadrava la
spagnola con astio, mentre Boris non riusciva a trattenere un riso e Kai
scuoteva la testa in maniera quasi impercettibile.
-
A…allora ci sei…Yu…ri – disse balbettando la ragazza dai lunghi capelli ramati,
mentre cercava di sottrarsi allo sguardo del russo. – Cosa ti prende ragazzina
hai improvvisamente perso l’uso di far uscire le parole da quella tua bocca da
bisbetica?
In
quel momento fu come se Julia avesse ritrovato tutta la forza che la
contraddistingueva. – Bisbetica!? Ma come ti permetti! E comunque sono venuta qui per dirti che trovo assurdo che un ragazzo che 2009 si
comporti in un modo così autoritario come fai tu! Perché Crystal dovrebbe
chiederti il permesso anche per uscire, in fondo non sei suo padre! – Julia era
irremovibile e soprattutto inarrestabile.
-
Su Julia non ti preoccupare – intervenne Crystal sperando di mettere fine a quel
litigio
-
Di sicuro non devo rendere conto a te di quello che faccio con mia sorella, e
comunque sia non credo che dovresti parlare di cose che non sai – le dure parole
del russo parvero intimidire la spagnola, che però non si arrese. – Bene, allora
non ci sono problemi visto Crystal? – disse rivolta all’amica
-
Tu fratello non è poi così troglodita, infatti ci ha
appena detto che possiamo uscire e magari ubriacarci come delle matte, allora
cambiati che tra mezz’ora si esce – e detto questo si allontanò verso la rampa
di scale seguita a ruota da Hilary e controllata a vista dallo sguardo stupito
del capitano della Neoborg.
Le
strade di Helsinki erano affollate di gente che correva su e giù per la città
fermandosi davanti ai monumenti principali oppure davanti alle vetrine dei
negozi. In mezzo a loro un gruppo di cinque ragazze avanzavano felici fra le bancarelle di un mercatino,
curiosando in giro, ridendo e avvertendo la felicità contagiosa delle compagne.
Verso la una si sedettero in una tavola fredda e pranzarono con un panino e una
bibita, confrontandosi gli acquisti e chiacchierando del più e del meno senza
però toccare l’argomento che più le premeva. Fu Emily la prima a iniziare la
discussione.
-
Ragazze, secondo voi Mao ha avuto qualche problema con Rei? In fondo le è sempre
piaciuto uscire per negozi, e questa sua scelta di rimanere in albergo mi ha
decisamente lasciata di stucco – disse confusa
l’americana, che ormai conosceva troppo bene la cinese per potersi sbagliare.
-
Forse aveva solo bisogno di passare un po’ di tempo da sola – tagliò corto Julia
– a volte è la cosa migliore
-
Sarà, ma comunque mi sembra strano che abbia litigato con Rei, in fondo lui è un
tipo così carismatico! – sentenziò Mathilda guardando le altre.
-
Già lui è uno dei pochi ad essere gentile con le
ragazze – aggiunse Emily iniziando a bere il suo frullato
-
Su Emily ti capisco, in fondo Michael non è affatto un
tipo molto galante – la stuzzicò Hilary facendo diventare bordò l’amica con gli
occhiali
-
Ma…io…non – biascicò – si si, non ti stavi riferendo a
Michael lo sappiamo! – le strizzò l’occhio Mathilda con voce dolce. Crystal
rise, forse per prima volta in vita sua. Certo lei aveva sorriso, ma non era la
stessa cosa. Durante gli anni trascorsi sotto gli ordini di Vorcof le uniche
occasioni in cui aveva sorriso erano state quando Kai emergeva dalle cripte dopo
magari una settimana senza mangiare, o magari dopo una qualche punizione
corporale, ma erano altri tipi di sorrisi. Erano sorrisi di sollievo. Questi no,
queste erano pure risate, un insieme di suoni che disordinatamente si combinavano, si intrecciavano andando a creare un momento di
allegria generale. Era felice lì, con quelle che erano diventate le sue prime
amiche. – Vi voglio bene – disse ad un tratto lasciando
allibite le altre ragazze che si girarono verso di lei stupite. – Cosa? – chiese
Emily che credeva di aver capito male. Crystal le guardò meglio – Vi voglio
bene. Non mi sono mai sentita felice come in questo momento, e questo lo devo
solo a voi, al vostro calore, alla vostra allegria, alla vostra amicizia.
Grazie. – la schiettezza di quelle parole lasciò ammutolite le ragazze, che non si aspettavano una tale
dichiarazione di amicizia da una ragazza così introversa.
-
Per noi sei un’amica, e le amiche fanno sempre così –
disse radiosa Hilary guardando la russa. - Beh dopo questo bel momento da film
drammatico che ne dite di andare a vedere qualche altro negozio? – propose
trionfante Julia alzandosi. – Sì – gridarono
all’unisono le altre compresa Crystal.
-
Sei proprio in gamba, anche se ti avviso subito: non riuscirai mai a battermi –
sentenziò Takao sedendosi sull’erba fresca insieme a
Samantha con la quale si era allenata per tutta la mattina.
-
Oh…non ti encomiare troppo carino, perché quando arriverà il momento della nostra sfida non sorriderai più
così tanto – lo stuzzicò la ragazza dagli occhi vermigli, mentre nella sua mente
diabolica si faceva strada una risata maledettamente sadica “Povero sciocco, se
è questa la forza di cui disponi, allora il tuo Drago ha le ore contate!” pensò
mentre un sorriso le attraversava la bocca, rendendola ancora più bella e
intrigante. Takao sarebbe rimasto così ad osservarla
per ore, senza mai stancarsi. Era strano: fino a qualche giorno fa a lui
interessava solo il Beyblade, e la sua prerogativa assoluta era sempre stata
quella di lanciare al meglio delle sue potenzialità Dragoon, ma adesso…adesso
era diverso. Sì, certo amava ancora il beyblade, ma ora
si era aggiunta anche una nuova emozione, una nuova persona. Samantha. Dopo
essersi allenati si sedettero all’ombra di un larice
per riprendere fiato. Lei era bellissima. Il corpetto nero lucido metteva in evidenza il suo fisico perfetto, mentre i lunghi
capelli neri le scendevano dritti sul corpo, seguendone il profilo, e
risplendendo alla luce del sole.
-
Samantha – la chiamò dolcemente il ragazzo prima di incrociare lo sguardo
penetrante del demone, che prima che potesse reagire si
ritrovò accerchiata dalle braccia del moretto. La teneva stretta, ma con
dolcezza – Samantha…io – iniziò il ragazzo non riuscendo a controllare la
voragine di emozioni che provava quando le era accanto. “Ti amo” pensò, ma si
rese conto di aver paura di quelle parole. Erano solo due parole, ma nonostante
questo erano potenti e dannatamente pericolose. Lo erano per entrambi.
-
Tu? – disse confusa la ragazza che immobilizzata non toglieva gli occhi rosso
sangue dal viso del ragazzo. – Ti amo – disse semplicemente il giovane prima di
posare delicatamente le sue labbra su quelle rosee di lei, imprigionandola in un
pericoloso bacio.
-
Prendi questo, e questo! – l’urlo liberatorio di Mao rimbombò nelle pareti della
palestra, mentre decine di sguardi perplessi la fissavano con rimprovero. –
Ehm…scusate – disse imbarazzata la cinese prima di afferrare la sua asciugamano e dirigersi verso gli spogliatoi della
palestra per farsi la doccia. Era rimasta in palestra tutta la mattina, e adesso
doveva ammettere che si sentiva meglio. Aveva corso, si era sfogata tirando
calci e pugni al sacco da box e cosa più importante era
riuscita per quelle ore a dimenticare le parole dure di Rei. “Devo smetterla di
pensarci, se è questo che pensa allora non ha capito
proprio niente, ed è lui a rimetterci, non io” Con questi pensieri uscì dalla
sala fitness e si diresse verso gli spogliatoi, ma proprio mentre attraversava
il corridoio una voce la fermò – Mao! – la ragazza si girò prima di vedere Ares
che avvolto in un accappatoio azzurro la stava raggiungendo. – Ares! Che ci fai
qui? – gli chiese la ragazza quando la raggiunse.
–
Sono andato a farmi due bracciate in piscina – disse sorridente il ragazzo, che
con i capelli umidi e le gocce d’acqua sulle ciglia appariva semplicemente
bellissimo. Mao arrossì e si diede della stupida per aver pensato una cosa
simile. – Senti Mao che ne dici se quando hai finito di farti la doccia ci andiamo a mangiare qualcosa che sto morendo di
fame? – le chiese il ragazzo dagli occhi di ghiaccio fissandola dall’alto della
sua presenza. La cinese sentì le orecchie pulsarle e scottare. – Ehm… - iniziò “Devo dire di no, è ovvio…anche se…e Rei? –
Rei. Per un momento l’immagine del blaider che screditava in quel vile modo
quello che lei provava per lui fece infuriare la ragazza, che alla fine
sorridendo ad Ares rispose – Certo! Dammi un quarto d’ora e ti raggiungo! –
Detto questo si allontanò dal ragazzo che sorridendo la
osservò sparire dentro gli spogliatoi femminili. “Ti
aspetto”
-
Oh…fermiamoci qui vi prego! – le implorò Mathilda mentre erano passate davanti
alla vetrina di un negozio che vendeva abiti per qualsiasi tipo di occasione. –
Sì sono d’accordo! – sentenziò Emily afferrando Crystal per un braccio e
trascinandola dentro insieme a Mathilda. Hilary e Julia erano le ultime, e
stavano per entrare quando la brunetta improvvisamente disse alla spagnola di
fermarsi. Alla fine aveva preso una decisione. Avrebbe affrontato la ragazza,
avrebbe messo le cose in chiaro riguardo a Kai una volta per
tutte.
-
Julia, aspetta – le disse la giovane prima che l’altra potesse mettere il piede
dentro al negozio. La spagnola si girò verso Hilary
scrutandola con i suoi intensi occhi versi attraversati da una scia dorata.
-
Ti posso parlare un attimo? – chiese la brunetta sostenendo con forza il suo
sguardo perforante. – Si tratta di componente della
squadra dei Neoborg…che… - si interruppe quando l’amica le si avvicinò con
sguardo di sfida mettendosi le mani sui fianchi come per provocarla a
proseguire. “Vuole forse intimidirmi? Non ci riuscirà!” pensò
la brunetta facendosi forza. “Sono innamorata di Kai da troppo tempo, e
non rinuncerò a lui senza lottare, dovrà essere lui a dirmi che preferisce lei a
me”
-
Beh, allora cosa vuoi? – l’aggredì la spagnola che si
sentiva minacciata.
-
Ecco…io non…rinuncerò a lui, anche se… - la ragazza venne interrotta dallo sguardo di fuoco della spagnola che
sembrava volesse incenerirla all’istante. Ricambiò lo sguardo con tutto l’astio
che sapeva provare. Passarono così alcuni secondi a fissarsi come se non
attendessero altro che una resa da parte dell’avversaria. La sfida era iniziata,
e le due ragazze erano ben intenzionate a vincere.
-
Eccole qui! Avrei dovuto immaginarlo che dove ci sono
vestiti e accessori vari ci dovessero essere anche le nostre valchirie! – la
voce sarcastica del capitano della Neoborg giunse come un arbitro a decretare la
fine del match, infatti Hilary e Julia si voltarono
all’istante, e alla brunetta parve di vedere Julia agitata e soprattutto
nervosa. La sedicenne si girò istintivamente verso i Neoborg, che avanzavano
spediti verso di loro con assoluta disinvoltura. Erano proprio loro, Yuri e
Boris. “Ma non c’è Kai…allora…no non può essere…” pensò
la brunetta squadrando Julia da capo a piedi; la ragazza stringeva le mani a
pugno, e si mordeva il labbro inferiore per placare il nervosismo. Finalmente
dopo un’eternità di tempo la spagnola riacquistò parte del suo temperamento. –
Sì, sai a noi ragazze piace vestirci come se deve, ma
non mi aspetto certo che tu riesca a capirci –
-
Caspita che carattere, ho quasi compassione per Raul! – le disse acido il rosso
schernendola con aria di superiorità
-
Te l’ha mai detto nessuno che sei un grande maleducato? – le rispose di rimando
Julia alzando la voce
-
No, e a te l’ha mai detto nessuno che dovresti tenere il becco chiuso di tanto
in tanto? – la voce di Yuri sembrava fatta apposta per provocare la ragazza, che
incapace di resistere alle provocazioni partiva sempre al contrattacco.
Hilary osservava la scena per metà divertita e per metà sollevata. Ora capiva tutto, e ciò che aveva compreso
era troppo bello per essere vero.
-
Bene gente fine primo round! – sentenziò Boris mettendosi in mezzo ai due
sfidanti che ancora si stavano lanciando delle occhiate di fuoco. Il russo dai
capelli violetti si rivolse a Hilary – Senti, lo dico a te come portavoce. Di a Crystal di non fare troppo tardi – le disse prima di
tornarsene indietro seguito da Yuri.
-
Cos’è credi che tua sorella non se la sappia cavare a
sola? – Julia tentò un ultimo affondo alle spalle del russo, che accettò la
sfida. – No, io di lei mi fido. Fortunatamente lei sa cavarsela a differenza di
una petulante ragazzina di mia conoscenza – disse senza voltarsi per poi
proseguire per sua strada.
-
Come mi ha chiamata? Ma hai
sentito? – esclamò la spagnola volgendosi verso Hilary che l’osservava divertita. – Cos’hai da
ridere tu? Sarai contenta adesso! – le disse dandole le spalle, mentre Hilary
non riusciva a trattenere una risata spontanea.
-
Julia, posso farti una domanda? –
-
Tanto ormai –
-
Sei innamorata di Yuri? – le chiese la brunetta anche se in realtà conosceva benissimo la risposta.
Julia si voltò incredula verso l’amica che la guardava
sorridente. – Quindi tu…non – Julia non riuscì a finire
la frase perché entrambe si scoppiarono a ridere come non mai.
-
Ma quanto siamo sceme! – esclamò Hilary abbracciando
l’amica che continuava a ridere. – Già non avevamo capito niente entrambe! –
rispose la spagnola che finalmente poteva tirare un sospiro di
sollievo. “Hilary non è innamorata di Yuri…”
“…Julia non è innamorata di Kai…”
Le
sei di pomeriggio arrivarono senza che nessuno se ne accorgesse. Chiunque
avrebbe potuto definire quella giornata insolita. Erano successe tante piccole
che cose, che sembrava seguissero un chiaro disegno
logico, che però trascinava verso il caos più assoluto. Mao aveva passato una
piacevole giornata in compagnia del biondo degli Obscuras. Avevano pranzato
insieme, poi lui l’aveva invitata ad una sfida di bey e
infine si erano presi una pausa passeggiando per le rive delpiccolo lago limitrofo all’albergo
mentre sorseggiavano una squisita cioccolata calda. La ragazza si sentiva
sollevata e rilassata come non le capitava da tanto. Ad
un certo punto quando si sedettero in giardino la cinese volse lo sguardo verso
Ares, perdendosi nell’infinità di quegli occhi di ghiaccio. – Grazie Ares, di
tutto – gli disse all’improvviso la cinese senza abbassare lo sguardo. – E di
cosa? – le domandò di getto l’altro continuando a fissarla ostinatamente.
-
Grazie di avermi ascoltata, di avermi fatta
sfogare…ecco grazie -
-
Non dirlo neanche per scherzo capito?! In qualsiasi
momento o circostanza tu potrai sempre fare affidamento su di me – le disse il
demone, che per la prima volta sentì quelle parole come se non fosse stato lui a
pronunciarle, perché gli suonavano stonate alle orecchie.
-
Beh…io ora devo andare… - si affrettò a dire la cinese, che all’improvviso si
era sentita a disagio. “E’ così gentile con me…e se…” lei si alzò all’improvviso
e fece per allontanarsi, quando ad un tratto la mano
guantata di lui la trattenne e la costrinse a voltarsi verso di lui. – Ho detto
qualcosa che non va? – le chiese il ragazzo sorpreso da quella sua reazione. –
No…no non ti preoccupare – disse lei prima di sottrarsi alla sua presa e
schizzare via lasciando il demone solo e perplesso.
-
Poverino il mio demone della Perversione! – lo apostrofò Astra comparendo alle
sue spalle con la sua solita voce provocante. – Che ci fai qui Astra, non stavi
con Max? – le chiese Ares fissandola con i suoi freddi occhi azzurri. – Non sono
affari tuoi – tagliò corto la ragazza dai corti capelli ramati, che non
sopportava chi si impicciava dei fatti suoi.
-
Comunque penso che dovremmo andarci più decisi con la cinese, non mi pare che
abbia abboccato – sentenziò Astra incrociando le braccia intorno al petto.
-
Sì, la prossima volta che ti trasformerai in Rei cerca di essere più convincente
e soprattutto esplicita. Penso che Mao abbia bisogno
solo del colpo di grazia – la corresse il demone della Perversione con un
sorrisino malefico.
L’aria della sera iniziò a scendere sulle strade di
Helsinki, che in poco tempo diventarono scure e tetre, anche se dei tenui
lampioni illuminavano i marciapiedi rendendo possibile l’attraversamento della
strada. Le ragazze aspettavano il pullman che portava direttamente all’Hotel
Kamp che passava circa ogni quarto d’ora, cariche di pacchetti e buste colorate
contenenti i regali o gli abiti che si erano comprate.
Avevano passato una piacevole giornata, in serenità e cosa più importante
insieme. Hilary si sentiva pienamente serena, come se quella giornata avesse
avuto un effetto benefico sulla sua persona. Si voltò verso le sue amiche, che
parlavano senza sosta delle cose che si erano comprate; solo Julia era
stranamente taciturna, e la brunetta era sicura di conoscerne il motivo:
l’incontro turbolento fra la spagnola e il russo l’aveva particolarmente
sconvolta, e così Julia era rimasta silenziosa e immersa nei suoi pensieri per
quasi tutto il pomeriggio. “Poverina, in fondo la capisco” pensò Hilary
guardando i suoi spenti occhi verdi, che in quel momento sembravano aver perso
tutta la lucentezza che li contraddistinguevano. “Se
anche io avessi una simile discussione con Kai penso
che preferirei sotterrarmi. Ma no scema…che vai a pensare…tu
non potresti mai avere una lite violenta con Kai, anche perché lui non ti prende
minimamente in considerazione” si disse da sola mentre intanto le luci fioche
del pullman si avvicinavano alla fermata.
Quando le porte si aprirono Julia alzò gli occhi e
guardando le altre disse – Sentite ragazze, voi
cominciate ad andare, io prendo il prossimo – lo sgomento era ben visibile sulle
facce delle amiche che pensavano di aver capito male.
-
Ma sei impazzita? Si sta facendo buio, e poi perché
dovresti prendere il prossimo? – chiese Emily avvicinandosi alla spagnola con
decisione.
-
No…è che mi sono dimenticata di dover prendere una cosa per Raul, ci teneva
molto…ma non vi preoccupate sarò di ritorno prima che possiate accorgervene. –
le rassicurò Julia sorridendole.
-
Non è meglio che qualcuna venga con te? Ti accompagno io – si propose Crystal
che non voleva lasciare sola l’amica.
-
No, altrimenti tuo fratello chi lo sente! Non vi dovete preoccupare, su andate
prima che il pullman parta – le disse la spagnola voltandosi, ma una mano fredda
la bloccò – Almeno dammi i tuoi sacchetti, così non dovrai andare troppo carica
da sola – le disse Crystal prendendole le buste dalle mani.
-
Grazie – le disse Julia prima di andarsene, mentre le altre salivano sul pullman titubanti.
“Julia…”pensò Hilary che sentiva di non aver fatto bene
a lasciarla sola.
L’aria fredda le pungeva la pelle perforandole i vestiti
come dei piccoli aghi. Julia camminava sola per le strade di Helsinki mentre un
vento gelido le scompigliava i capelli e le faceva lacrimare gli occhi
verdastri. Ma sapeva benissimo che a farla piangere non
era il vento, piuttosto qualcosa che portava nel cuore…
Quando le ragazze giunsero in Hotel si diressero verso le loro camere per posare i
pacchetti e farsi una bella doccia calda prima di scendere nella sala degli
intrattenimenti, dove tutti i blaider si trovavano di solito per giocare a
beyblade o per una partita a ping pong. Le giovani erano ancora perplesse e si
sentivano in colpa per aver lasciato Julia da sola, ma le consolava il fatto che ormai avesse preso il pullman che
l’avrebbe scortata in albergo. – Tra poco la vedremo arrivare magari mezza
congelata e con un ghiacciolo al posto del braccio – disse Emily per
sdrammatizzare la situazione prima di andare a farsi la doccia.
-
Spero che sia così… - sospirò Hilary che non riusciva togliersi dalla testa lo
sguardo perso che Julia aveva adottato dopo la sua lite con il capitano dei
Neoborg.
-
Julia…torna presto ti prego… - disse appoggiando la fronte sul gelido vetro
della finestra e pregando di veder scendere dal pullman che si stava avvicinando
una giovane ragazza avvolta in un piumino rosso.
Crystal entrò nella sua stanza carica di pacchetti, e
subito gli sguardi dei tre Neoborg si fiondarono su di lei.
Boris la fissava sorridendo, Kai con la più che normale
indifferenza mentre Yuri la squadrò da capo a piedi come se cercasse qualcosa di
preciso. – Ma si può sapere quanta roba hai comprato?
Tu e quelle pazze avete svaligiato mezza Helsinki? – le disse il fratello che
non potè fare a meno di scuotere la testa rassegnato.
-
Ma come sei simpatico! E comunque per tua informazione
questi non sono tutti miei, ma anche di Julia – la voce sprezzante della rossa
fece sussultare il russo, che si voltò verso la sorella sgranando i suoi
profondi occhi viola. – Come di Julia? E cosa ci fai tu con la sua roba? –
-
Beh…io gliel’ho portata in albergo visto che lei doveva
fare ancora una commissione per Raul – balbettò la ragazza mentre osservava con
stupore il volto del fratello diventare una maschera di ghiaccio.
-
Cosa!? Vorresti dire che quella pazza non è tornata con
voi? – le chiese Boris preoccupato, mentre Kai si voltava verso la finestra da
dove si vedevano i primi fiocchi di neve scendere rapidi dal cielo volteggiando
come in una danza col vento. – Sta nevicando – disse semplicemente prima di
udire un botto fragoroso alle sue spalle.
–
Aspetta dove corri! -
Hilary attraversava il secondo piano a gran velocità. Il
secondo pullman era arrivato e di Julia nessuna traccia. “Ma dove cavolo si è
cacciata!” imprecò mentre correva a perdifiato per il
secondo piano prima di incontrare Raul. – Oh Hilary meno male che ti ho trovata! – esclamò il ragazzo degli F-Sangre
-
Senti non è che potresti dire a Julia di venire in
camera nostra quando finisce la doccia? -
Hilary si sentì come se le avessero trafitto il cuore
con un pugnale. – Cosa? Ma Julia non doveva prenderti
una cosa? – la voce della brunetta era terrorizzata, e si spaventò ancora di più
quando sul viso di Raul apparve un’espressione perplessa. “Julia” pensò la
ragazza prima di precipitarsi verso la hall lasciando il ragazzo confuso e
visibilmente preoccupato.
Ormai era più di un’ora che camminava senza meta per le
strade ghiacciate di Helsinki, e i suoi pensieri sembravano ruotare confusi
intorno ad un uragano che le imperversava nella testa. Aveva mentito…non era
vero che doveva prendere qualcosa per Raul, in realtà sentiva solo il bisogno di
stare un po’ da sola…voleva fare un po’ di ordine nella sua mente. – Yuri… -
disse battendo i denti dal freddo. Sì proprio lui. Era così strano da pensare,
ma lei non riusciva a non pensare a lui, lo amava tanto, ogni volta che si
trovava vicino a lui si sentiva agitata, ma soprattutto
quando era in sua compagnia non riusciva a tenere a freno la lingua e spesso
diceva cose che non avrebbe mai voluto dire. – Petulante ragazzina…bisbetica… -
le parole del russo le risuonavano dure e chiare nella sua mente, come se con un
martello si cercasse si imprimerle con forza.
-
E’ questo che pensa…ho rovinato tutto… - disse Julia mentre lacrime di tristezza
le solcavano il viso ormai secco a causa del freddo
pungente. Si sedette alla luce di un lampione esausta a
tenendosi la testa fra le mani rimase lì, ad ascoltare i suoi singhiozzi che
sembravano scandire il tempo che passava in quella fredda notte finlandese.
Dei
passi, incerti, pesanti quasi non coordinati si avvicinarono alla ragazza che
ancora seduta sulla panchina aveva smesso di piangere, ma non aveva accennato ad
alzare la testa. Solo quando sentì i passi fermarsi alzò gli occhi spaventata.
Tre ragazzi con gli occhi vuoti e le iridi appannate la fissavano con
insistenzaridendo in modo malevolo. La ragazza si spaventò, ma cercò di non
darlo a vedere. Si alzò e con noncuranza fece per andarsene, quando uno dei tre
la bloccò per un braccio storcendoglielo. La giovane si morse un labbro.
-
Ehi bella signorina! Dove vai tutta sola? – le chiese
uno avvicinandosi a lei e soffiandole in viso, permettendo così a Julia di
avvertire il suo alito che aveva un solo odore, quello di uno che ha bevuto e
magari si è anche drogato.
-
Non sono affari vostri! – esclamò arrabbiata la ragazza cercando di divincolarsi
dalla presa del più robusto, che però non sembrava cedere. – Su… non fare la
difficile – le disse un terzo avvicinandole una mano al collo e sfiorandola.
Julia cominciò a tremare, ma si sforzò di mantenere la testa lucida.
Con
uno strattone violento si liberò dalla presa dell’omone e con un salto agile
iniziò a correre per le strade, ma non fece molta
strada che uno dei tre la afferrò per i fianchi spingendola a terra
violentemente. La ragazza iniziò ad avere paura. I tre le si
avvicinarono immediatamente. – Non ti preoccupare, non ti faremo del
male! Giocheremo tutti insieme! – le disse uno dei tre
avvicinandosi a lei e annusandole i capelli divertito.
– Uhm…che profumo invitante che emani dolcezza – le disse cominciando a baciarla
sul collo, mentre la ragazza terrorizzata non riusciva a muoversi, anche se non
perse l’occasione di prendere tempo. – Eh tu che dentifricio usi? Al
superalcolico, alla marijuana oppure tutti e due! – la
voce carica d’odio della ragazza fece infuriare i giovani che la sbatterono
contro il muro facendole male. Uno dei tre la guardò in modo poco raccomandabile
prima di dirle – Che brutto carattere! Certo che se ti comporti in questo modo
non lo troverai mai un ragazzo! Dovresti essere più docile, ma per tua fortuna
ti aiuteremo noi! – il ragazzo più alto che si avvicinò e iniziò a baciarla sul
collo mentre lei cercava di non piangere, anche se in realtà non avrebbe voluto
fare altro. “Aiuto…”
-
Personalmente ritengo che sia meglio una strega come lei piuttosto che una
ragazza “docile” – una voce si stagliò nell’oscurità di quella notte, colpendo
in pieno viso uno dei tre ragazzi e assestando due violenti calci nello stomaco
del secondo, mentre i terzo ragazzo, che ancora teneva
Julia si girava verso lo sconosciuto con occhi adirati. Un ragazzo dalla pelle
diafana e dagli accesi capelli rosso fuoco fissava con odio il ragazzo che si
trovava ancora addosso a Julia e prima che qualcuno si potesse rendere conto di
cosa stava succedendo il rosso aveva già steso a terra tutti e tre i ragazzi e
si era avvicinato alla spagnola, che si trovava a terra spaventata. Quando le fu
davanti Julia alzò gli occhi verdi per incontrare
quelli viola di lui che la squadravano arrabbiati, ma anche…preoccupati.
- E
poi tu te la sai cavare – le disse prima di voltarsi e farle cenno di seguirlo.
Julia si alzò a fatica e seguì Yuri tremante fino a che non giunsero vicino a
Tempesta che li aspettava ansioso su limitar della strada.
–
Avanti sali – le ordinò il rosso tenendo saldamente le briglie del cavallo, ma Julia non si mosse, troppo orgogliosa per
accettare il suo aiuto. – Senti al ristorante starebbero mangiando, e non ho
voglia di arrivare quando Takao e Daichi avranno già fatto una pulizia generale
– le fece notare Yuri
Julia si voltò verso il ragazzo e fissandolo con i suoi
occhi verdi bagnati di lacrime.
-
Non affaticarti troppo a ringraziarmi, potrei svenire per l’emozione – la
rimbeccò il rosso con un sorrisino
-
No, non ti devo niente. Me la sarei cavata benissimo anche senza di te – disse
la giovane mentendo spudoratamente.
-
Si, certo come no – disse Yuri divertito. Quella
ragazza era veramente incredibile. Testarda, orgogliosa, tremendamente
arrogante, ma al contempo forte e combattiva.
-
Allora vuoi muoverti? –
Julia salì su Tempesta e subito dopo il ragazzo le salì
dietro avvolgendola con le braccia per poter tenere le
redini bianche del cavallo. La ragazza arrossì e sentì il suo cuore uscirle dal
petto per l’emozione. Non riusciva a crederci: era sul cavallo di Yuri, e
proprio il freddo capitano russo l’aveva salvata. Quasi subito la ragazza si
lasciò cullare dalla melodia prodotta dagli zoccoli di Tempesta e appoggiando la
testa sul petto del ragazzo si addormentò felice come non lo era mai
stata.
Yuri si accorse immediatamente che la ragazza si era
addormentata, e questo gli provocò una strana sensazione, una sensazione nuova, mai provata. Era il primo contatto che
aveva con una ragazza che non fosse sua sorella, si sentiva imbarazzato,
congelato, ma nonostante questo si sentì riscaldato nell’avvertire il corpo di
Julia contro il suo. Ad un certo punto il russo sentì
dei versi provenienti dalla giovane. “Sta sognando” pensò
-
Yuri…grazie – disse in un sussurro prima di stringersi ancora di più fra le
braccia del rosso, che immobilizzato dall’imbarazzo si sentì per la prima volta…
diverso.
Tenete a bada i lacrimoni romanticone,
e…SPAZIO DEL LETTORE!
Lexy90: grazie 1000
tesoro, sei sempre puntualissima, sono io che questa volta ho dovuto
tardare la produzione, ma sono impegnatissima (se se…tutte scs N.D. Yuri) cmq, spero che questo capitolo ti sia
piaciuto, anche se devo ammettere che ho fatto leggermente eclissare il nostro
bel Kai, ma non preoccuparti, presto lo rivedremo in almeno più di tre battute
(uao, allora quattro N.D. Kai e Yuri) (Ma non avete
altro da fare voi due? N.D. Avly) Fammi sapere che cosa ne pensi di questo
capitolo!!! Baci bacioni!!
Lirinuccia: cicciiiiiii
grazie 1000, mi hai scritto la più bella e lunga recensione che abbia mai letto!
Sono felice che la storia ti stia piacendo, e mi auguro che questo capitolo
leggermente “alternativo” ti sia piaciuto! Cmq hai ragione, le cose fra Maxuccio e Mariam non vanno proprio benissimo, soprattutto
perché il biondino ne soffrirà molto (noooooooooooopoor Max! N.D tutte) ma non devo anticipare
nulla anche perché sono solo pensieri, idee che vorticano furiose come una barca
in balia della tempesta. Per quanto riguarda Takao…mi sento cattiva ma penso che
sia un bell’esperimento provare anche questa “psicologia del Takao innamorato”
no? Grazie ancora per il tuo continuo sostegno, e le tue belle parole! Baci
bacioni!!!!
DarkAngeL91: grazie infinite per aver recensito, e
soprattutto per aver letto il capitolo! Spero con tutto il cuore che anche
questo capitolo ti sia piaciuto, cmq…si il nostro Kai
non sa non mettersi nei guai, ma dptt ci piace anche
per questo no? Spero di sentirti presto! Baci Bacioni!!!
Helens: tesoroooo
sei tornata!...sono perfettamente d’accordo, lo studio
ci tiene davvero impegnatissime, soprattutto in periodi come questo. Sono stata
iperfelice quando ho visto la tua recensione,
soprattutto perché ci tenevo molto ad avere una tua opinione…PERDONO se in
questo capitolo Kai non ha parlato molto (ma perché di
solito parla? N.D. Takao) (Muto tu, che ti ho pure trovato una “ragazza!” N.D.
Avly)…
Cmq spero di sentirti prestissimo
(prometto mi connetterò a msn, sempre che riesca ad
accendere il computer, causa verifiche, interrogazioni…) Spero che il capitolo
ti sia piaciuto! Baci Bacioni!!!!
Come sempre un caloroso grazie a tutti
coloro che hanno letto la storia, e che continuano a
seguirla! Grazie anche a coloro che hanno messo !I
Cavalieri dei Sette Regni” nei preferiti o nelle seguite!
Sono
tornata! Scusate x il ritardo, ma questa settimana ha messo a dura prova la mia
resistenza psicofisica, e non ho potuto aggiornare, nonostante il capitolo fosse
già quasi ultimato…un mega bacio a tutte le persone che leggono la storia (mi
rendete davvero felicissima) e spero che commentiate in tanti anche perché
almeno così potrò capire se la storia vi sta piacendo…Buona lettura!!
Battaglie…non solo
di Bey
L’aria che si respirava nella camera dei Gigli era tesa
e pesante, e lo fu ancora di più nel momento in cui Julia vi mise piede.
Improvvisamente gli occhi di tutte le ragazze si posarono sulla spagnola, che
teneva lo sguardo fisso sul pavimento, come se avesse paura di incrociare gli
occhi infuocati delle amiche. Si vergognava molto per quello che aveva fatto, la
sua era stata un’incoscienza, aveva agito come una bambina immatura, e si era
messa in pericolo.
-
Allora non hai niente da dire? – le disse con voce dura Emily mettendosi le mani
sui fianchi e sbuffando. Hilary intanto osservava la ragazza dai lunghi capelli
ramati con una duplice espressione dipinta sul viso; se da una parte avrebbe
solo voluto inveire contro di lei dicendole che era stata un’incosciente,
dall’altra avrebbe voluto correre ad abbracciarla e dirle che era stata in
pensiero per lei, che si era sentita male quando aveva capito che qualcosa non
andava.
Erano state tutte in pensiero, soprattutto dopo che
aveva cominciato a nevicare, e la temperatura si era abbassata; avevano passato
dei momenti di terrore, placati solo nel momento in cui
dalla finestra della hall avevano intravisto Tempesta arrivare di gran corsa.
Quando Crystal aveva avvisato i suoi compagni del ritardo di Julia, senza
pensarci due volte il freddo Yuri Ivanov si era precipitato verso le scuderie, e
dopo aver sellato Tempesta era corso via, tuffandosi
nella neve e nella fredda notte finlandese. Anche Hilary insieme ad Axel era andata a cercare la ragazza nei dintorni, ma
erano tornati indietro solo dopo che Mao e Ares li avevano informati che Julia
era tornata.
Julia ora era lì, avvolta in una coperta di lana,
sull’entrata della camera che condivideva con le compagne,
ferma
immobile, incapace di reggere il loro sguardo.
Ad un certo
punto alzò lentamente gli occhi verdi, e nel vedere di nuovo le sue care amiche
il cuore le si riempì di gioia, e con cautela iniziò ad avanzare verso di loro.
-
Mi dispiace – disse in un soffio quando si ritrovò circondata dalle amiche, che
per tutta risposta la circondarono con un caloroso abbraccio collettivo.
-
Sei veramente un caso disperato! – le disse affettuosamente Mathilda con un
sorriso
-
Abbiamo avuto tanta paura per te – le disse Hilary guardandola negli
occhi
-
Eh non solo noi – azzardò Mao con un sorrisino provocatore, che strappò alle
ragazze una risata
-
Già quando ho visto Yuri allontanarsi ho davvero pensato di aver visto
l’impossibile – sentenziò Emily.
Julia arrossì visibilmente davanti a quel ricordo, che
ancora era vivo e limpido nella sua mente…quando Yuri l’aveva svegliata, non
certo dolcemente, l’aveva accompagnata fino all’entrata della hall, dopodiché si
era dileguato senza troppi complimenti, ma per lei questo non era importante,
aveva passato l’avventura più pericolosa e allo stesso tempo indimenticabile
della sua vita, e Yuri era stato lì con lei.
-
Beh, alla prossima toccherà a una di noi prepariamoci! – esclamò convinta Emily
raggiante
-
Cosa? – gli occhi di tutte le presenti si puntarono sull’americana che proseguì
sorridente – Scusate, analizzate i fatti: prima Hilary e Axel, adesso Julia e
Yuri, che tra l’altro ha dell’incredibile, beh credo che adesso sia arrivato il
nostro turno! Chi sarà la prossima a venir salvata dal
suo principe azzurro? Io, Mao, Mathilda o magari Crystal? –
La
brunetta in quel momento avrebbe voluto sprofondare,
lei e Axel…”Axel…Kai” pensò mentre nella sua mente si facevano strada le
immagini dei due blaider, così diversi…così…speciali. Axel in quel periodo era
diventato un suo amico, chiacchieravano spesso, e la ragazza doveva ammettere
che si trovava bene in sua compagnia, si sentiva a suo agio, era tranquilla e
serena, mentre con Kai…beh non era esattamente così. Kai era scostante, freddo e
non aveva mai mostrato un interesse degno di nota nei suoi confronti. Per quanto
riguardava la sera precedente…”Il colpo di fulmine c’è stato fra me e Fiamma,
non fra me ed il suo padrone”
-
Su ragazze basta perdere tempo, sarà meglio andare a dormire, domani ci saranno
due incontri quindi a letto! – sentenziò Mao come un piccolo generale, e mentre
le ragazze si mettevano sotto i piumini colorati, la cinese non potè non
fermarsi a riflettere su quanto detto da Emily “…il principe azzurro…” pensò
prima di chiudere gli le palpebre e veder così apparire
l’immagine di un biondo principe azzurro…
La
mattina seguente quando Crystal aprì gli occhi si
ritrovò a fissare il buio soffitto della stanza che condivideva con Yuri, Boris
e Kai. Inizialmente il presidente le aveva messo a disposizione una piccola
stanza attigua a quella dei ragazzi, ma era stata lei a rifiutarla. Non si
sentiva in imbarazzo e dormire nella stessa stanza dei suoi compagni, anche
perché ci era abituata. Durante il periodo in cui
Vorcof dirigeva il monastero, aveva più volte dormito accanto a Boris o Yuri per
potersi scaldare reciprocamente. “Quanti ricordi…” si ritrovò a pensare la
giovane russa dai capelli infuocati, mentre cercava di scavare attraverso
l’oscurità, in cerca forse dei suoi ricordi più nascosti. Ad un tratto un suono quasi impercettibile la distolse dai
suoi pensieri, e così nel volgere il capo Crystal vide Kai in piedi davanti alla
finestra appena accostata, mentre un pallido raggio del primo sole della
giornata si addentrava timido per la stanza, illuminando il corpo magnificamente
scolpito del giovane, mettendone in mostra gli addominali definiti, la pelle
chiara e…la sua schiena. Come ogni volta che la vedeva Crystal non riuscì a trattenere una smorfia, mentre osservava
la lunga cicatrice che attraversava la schiena del ragazzo dalla spalla sinistra
al fianco destro.
-
Comincia ad alzarti – le disse ad un tratto il ragazzo
dandole le spalle.
-
Mi hai sentito – constatò la giovane mettendosi a
sedere sul letto
Il
ragazzo non rispose, e si limitò a infilarsi la sua maglia nera e la sua giacca
scura, indossando ovviamente anche l’indispensabile sciarpa bianca.
-
Kai, tutto bene? – chiese la ragazza ben sapendo che il dranzerblaider non le
avrebbe mai risposto. Infatti il ragazzo si limitò a
fissare con ostinazione il paesaggio dalla finestra, mentre i suoi occhi
ametista sorvolavano rapidi il giardino fino a fermarsi in un punto indefinito
all’orizzonte.
Dopo la colazione, che fu servita nel ristorante, le
squadre si radunarono nella hall, attendendo l’arrivo del presidente. Non appena
Julia e le altre entrarono il clima mutò di colpo. Un
silenzio religioso si impossessò della sala, e tutti i
blaider fissarono la spagnola con le più svariate espressioni sul volto. Quando
poi giunsero anche i Neoborg, l’attenzione si focalizzò sul bel capitano russo,
che dal canto suo mostrò la più completa indifferenza nei confronti della
situazione. Fu Takao a prendere la parola – Per favore ragazze, se cercate di
non cacciarvi nei guai almeno per una settimana, io vi prometto che arriverò
sempre puntuale! –
-
Allora credo che ci daranno a tutte per disperse –
ironizzò Samantha con un sorriso ammiccante nei confronti del giapponese, che
rapido le scoccò un bacio sulla guancia, sotto gli sguardi curiosi di tutti gli
altri. – Ma questo campionato sta diventando un’agenzia
matrimoniale! – esclamò Rick in tono da superiore, ricevendo di rimando le
occhiate dei diretti interessati, quali Julia, Hilary, Yuri,
Samantha e Takao.
-
Bene ragazzi ci siamo tutti, possiamo andare, gli Scudi Sacri sono già allo
stadio – disse Daitenji raggiungendoli, e incamminandosi verso il pullman. “Già
loro sono sempre allo stadio prima di noi…” pensò Max, che ormai evitava di
pensare a Mariam, anche se ancora la ferita intertagli
dalla ragazza era aperta e fresca. “Basta, in fondo ha ragione Rick, questa non
è un’agenzia matrimoniale!” finalmente un sorriso tornò a ricoprire il viso
allegro e dolce dell’americano.
Lo
stadio era gremito quasi più del primo giorno, e dovettero faticare per entrare
illesi nella grande struttura, dove tutto era stato preparato per la prima sfida
della giornata che prevedeva l’incontro fra i Baihutzu e i PPB All Stars.
Takao insieme a Samantha e alle
rispettive squadre presero posto nelle file centrali per osservare la sfida, che
si preannunciava combattuta. Dal canto loro i Neoborg si trovavano nel girone
più alto, tenendosi lontani dagli altri. Hilary che si trovava seduta tra Daichi
e Axel ad un certo punto si girò, attenta a non farsi
vedere, verso i russi, che impassibili fissavano lo stadio senza proferire
alcuna parola. Kai era lì. Il cuore della giovane iniziò a correre attraverso il
suo petto come se volesse uscire e raggiungere il blaider russo dagli occhi
ametista, che con quell’espressione dura e seria era davvero irresistibile. Lo
sguardo ammaliato della brunetta però non sfuggì al demone della Malvagità, che
nel seguire il filo invisibile lasciato dagli occhi di Hilary, non potè non
contrarre la bocca in una smorfia. Quello era il ragazzo che aveva visto qualche
sera precedente, Kai si chiamava se non ricordava male, uno dei Neoborg, uno dei
Cavalieri. “Di te mi occuperò personalmente” pensò con un ghigno
-
Hilary? – la riscosse leggermente il giovane sfiorandole le spalle. – Si? -
-
Ti eri incantata – le rispose semplicemente il ragazzo con un sorriso
-
Eh… - “Cavolo ma sono una cretina!” si maledisse da sola la brunetta mentre
distoglieva velocemente lo sguardo dai russi per rivolgerlo al suo
bell’interlocutore. – Mi stavi dicendo qualcosa? – si ritrovò a chiedere
cercando di mascherare la gaffe.
-
No, mi stavo chiedendo come mai gli Scudi Sacri non si siano fatti vedere, e
dal momento che so che sono vostri grandi amici, non
vorrei che la nostra presenza rappresenti un problema – le parole del demone
incuriosirono la sedicenne, che si affrettò a rassicurarlo – No, non farti
questo tipo di problema, loro sono un po’…ecco… -
-
Strani – finì per lei Takao mentre intanto Djman faceva il suo trionfale
ingresso nello stadio, accolto da un boato assolutamente fuori luogo. “Ma come fanno ad acclamarlo?” si chiese Takao per poi
stringere fra le braccia la sua Samantha.
-
Benissimo Signore e Signori, siamo pronti per la seconda sfida del torneo con
tappa finlandese, perciò lascio subito spazio alle due squadre che infiammeranno
i vostri animi con la loro eccezionale bravura…dalla misteriosa Cina le
agguerrite tigri cinesi! Un tumulto di voci si levarono
per i cinesi, che avanzarono fra gli applausi di tutti, mentre Mao sondava gli
spalti per incrociare i magnifici occhi ghiacciati di Ares, che applaudiva in
sua direzione.
-
Mentre dall’avanzata e tecnologica America abbiamo i PPB All Stars! – anche per
la squadra americana ci furono scroscianti applausi e cori, interrotti solo nel
momento in cui sul tabellone apparvero i nomi dei primi
sfidanti.
-
Benissimo, per il primo incontro avremo il capitano dei Baihutzu Rei e il
colosso americano Rick!! Blaider in posizione! – le
indicazioni di Djman vennero seguite dai contendenti,
che si sistemarono ai lati del beyblade stadio messo a punto per la sfida; si
trattava di un campo di gioco piuttosto particolare, composto da un paesaggio
che ricordava la terra dei Laghi, infatti c’erano parecchi laghetti e
acquitrini, che potevano rappresentare un grave pericolo per la stabilità dei
bey.
Rei
sistemò Driger nel dispositivo di lancio e si mise in
posizione flettendo i muscoli delle gambe per imprimere maggiore potenza al
lancio. “Concentrati Rei” si disse chiudendo i suoi
occhi ambrati e isolandosi dal mondo circostante per trovare una migliore
concentrazione.
-
Tre…due…uno…pronti…lancio! – al segnale i due blaider scagliarono con tutta la
loro potenza le due trottole nel campo, che partirono
immediatamente all’attacco. Driger si muoveva con rapidità e precisione, ogni
suo movimento era fulmineo ed elegante mentre ogni suo attacco tendeva a colpire
in punti ben precisi. Di tutt’altro stile era Rick, che invece si muoveva
sicuramente con una velocità minore, ma possedeva una potenza distruttiva
inimmaginabile. In termini di potenza Bisonte di Pietra poteva essere equiparato
a Dranzer, e questo rappresentava un problema per Rei.
L’incontro era molto combattuto, i blaider non
risparmiavano nessun colpo, e dalla loro posizione gli Obscuras osservavano
concentrati le mosse del blaider cinese, cercando di captare la forza dei suoi
poteri. “Non male” pensò Astra analizzando tutti i movimenti di Driger.
“Peccato che una tale potenza sia concentrata nelle mani
di un essere così insulso” rifletté Ares fissando con sguardo truce il blaider
dagli occhi ambrati. Intanto dietro il cinese Mao lo incitava con forza e
determinazione, dicendogli di non arrendersi e di continuare a lottare. Gli
venne un’idea. Il demone cercò con lo sguardo Astra, che intuendo il suo
pensiero si limitò ad un impercettibile segno con il
capo. Presto avrebbero finito ciò che avevano iniziato per quanto riguarda Rei.
Ares sorrise.
L’incontro fra Rei e Rick finì con la vittoria del
cinese, anche se Driger ne uscì piuttosto malconcio. L’offensiva lanciata da
Bisonte di Pietra era stata tremenda, e Rei era riuscito a resistere facendo
leva su tutte le sue forze. – Sei stato grande Rei! – gli disse raggiante Mao
quando il compagno rientrò in panchina, stanco ma visibilmente felice. – Grazie
– disse senza troppa enfasi, per poi dirigersi sulla panchina azzurra. In quel
momento Lai si alzò e si diresse verso centro dello stadio, dove Max lo
attendeva.
Mao
rimase un istante a osservare Rei che osservava Driger
senza neanche alzare il capo verso di lei. “Rei…” Mao
delusa si girò verso il fratello, che intanto aveva raggiunto il punto di
lancio. “Devo sostenere Lai, lui sì che ha veramente bisogno del mio sostegno,
non come Rei!” la giovane si alzò in piedi incoraggiando il fratello con tutta
l’energia che aveva. – Forza Lai! –
-
Il bey di Lai è fuori gioco, vince il secondo incontro Max, per i PPB All Stars!
– la voce di Djman pose fine allo scontro, tra gli americani e i cinesi, che si
era concluso con due punti per ciascuna. Come previsto
anche lo scontro fra l’americano e il cinese si era rivelato arduo e difficile.
Se da una parte si avevauna velocità e una rapidità non
indifferente, dall’altra una perfetta stabilità e una difesa invalicabile
rendevano l’incontro molto equilibrato. - Spesso il miglior
attacco è la difesa -questo era il motto di Max, che si sentiva soddisfatto
dell’incontro appena svolto. Certo affrontare direttamente Rei sarebbe stato
molto più eccitante, ma a quanto pare questa volta era
andata così. Si sentiva bene, finalmente per la prima volta dopo parecchi giorni
si sentiva nuovamente se stesso. Aveva deciso di concentrarsi con tutte le sue
energie sul campionato mondiale, e avrebbe lasciato
perdere la questione legata a Mariam.
“Che mi sia sbagliato su di lei?”
-
Benissimo, tra un’ora e mezza circa avrà inizio la seconda sfida del giorno, che
vedrà i colori degli Obscuras e dei New Europa! –
-
Bene sarà meglio prepararsi, noi togliamo il disturbo – alle parole di Samantha
tutti gli Obscuras si alzarono, e si diressero verso gli spogliatoi.
-
Buona fortuna – disse Takao rivolto alla sua bella. Lei si girò verso di lui e
dopo averlo baciato a fior di labbra si allontanò
insieme ai suoi compagni, lasciando Takao in uno stato di trans.
-
Takao! Concentrati – sbottò Daichi schioccando le dita davanti agli occhi del
suo capitano
-
Eh…cosa? –
-
Sto dicendo che devi concentrarti, non lasciarti rammollire dalla tua ragazza! –
le urla del piccolo rosso fecero sorridere il moretto, che però non riusciva a
non pensare a quella magnifica ragazza, che da poco tempo si era insediata nel
suo cuore, ma con un’intensità tale da conquistarlo. “Ti amo
Samantha”
I
passi leggeri, quasi inudibili dei demoni si fermarono davanti alla porta in
metallo che immetteva negli spogliatoi. Samantha spinse decisa la porta e furono
dentro. Chiusero la porta alle loro spalle. Erano solo loro.
-
Finalmente tocca a noi – sentenziò Axel appoggiandosi al muro
-
Finalmente un po’ di silenzio, vorrai dire – esclamò Astra abbandonandosi con
aria sfinita su una delle poltroncine in pelle rossa.
-
In effetti il continuo vociferare degli umani comincia
ad essermi veramente insopportabile, penso che non mi ci abituerò mai – disse
Ares con voce teatrale.
-
Non preoccuparti Ares, non dovremmo abituarci proprio a niente, perché presto in
questo mondo regnerà solo il silenzio infernale. Comunque passiamo alle cose
serie – Samantha riportò l’attenzione di tutti gli altri su di sé. – Oggi
scenderemo in campo contro una squadra nettamente inferiore, ma dovremo comunque
sembrare di essere in difficoltà per non destare troppi sospetti. –
Axel estrasse dalla tasca dei pantaloni il suo bey nero
come la notte – Quindi niente potere, giusto? – le sue parole erano velate da un
velo di amarezza e delusione. Axel dopotutto era questo. Se fosse stato per lui,
avrebbe distrutto tutto all’istante, scatenando la sua incredibile potenza, la
sua sete di sangue e morte.
“Troviamo il Custode, catturiamo le aure dei Cavalieri,
dopodiché ti lascerò distruggere tutto quello che vuoi” pensò il demone
dell’Avidità soffermandosi sul compagno.
-
Se qualcuno di voi ha una necessità particolare di scendere in campo lo dica
ora, io per quanto mi riguarda vorrei scendere – le parole di Samantha tornarono
ad irradiare l’ambiente, dopo alcuni minuti di
silenzio.
I
secondi parvero interminabili. Ognuno era immerso nei propri pensieri, ognuno
voleva qualcosa, ognuno voleva raggiungere l’Obbiettivo. La lancetta dei secondi intanto faceva a gara con
i loro pensieri, cercando di correre più velocemente, finché una voce spezzò
quel silenzio.
-
Se non avete nulla in contrario vorrei essere io il
primo – una voce limpida e maschile si stagliò all’improvviso, attirando come
una calamita gli occhi dei presenti.
-
Ares? – Astra scoppiò in una risata di sufficienza.
-
Mi sorprendi tesoro! Non immaginavo che fossi un tipo da “prima linea”, davvero!
Ma chissà qual è il vero motivo, forse un’insulsa
cinesina con un altrettanto insulso colore di capelli? – le parole di Astra
sembravano sputare veleno da ogni sillaba, ma Ares si
costrinse ad ignorarle, e rivolgendo uno sguardo provocante alla giovane le
disse – Diciamo che devo spianare il terreno per la tua uscita finale, mia cara
Astra –
-
Perfetto, allora io scenderò in campo per prima e tu Ares per secondo.
Ah…ovviamente dobbiamo vincere – Detto questo il
capitano di volse verso i due che sarebbero rimasti in panchina. “Non siamo
venuti qui per giocare con le trottole, ma per
assolvere un compito ben preciso” si ricordò
-
Astra, tu occupati delle ricerche, mentre tu Axel cerca di captare la portata
dei poteri dei Guardiani, ah…tieni d’occhio gli Scudi
Sacri, questo è il nostro primo incontro e di sicuro ci osserveranno con
attenzione – Samantha si passò una mano sui lisci capelli corvini con
disinvoltura, facendoli fluttuare come fili di seta al vento.
-
Tranquilla, mi occupo io delle ricerche – con un sorrisino compiaciuto la
ragazza dai corti capelli ramati si posizionò al centro
della stanza, mentre con la mano sinistra chiusa a pugno davanti al suo naso
iniziava ad intonare delle strane parole, comprensibili solo a lei. Gli altri
l’osservavano rilassati. Ad un
certo punto Astra tenendo chiusi gli occhi tese l’indice ed il medio della mano
serrata e le volse verso l’alto parallelamente allo spazio compreso fra i due
occhi.
Improvvisamente le luci si spensero, e la giovane venne avvolta da una spirale viola, composta da una qualche
sostanza fluida, che la circondava completamente sottraendola agli occhi degli
altri. Nello spogliatoio iniziò ad aleggiare un vago odore di umido, mentre
un’aria gelida stava nascendo dall’interno della spirale. Ad un certo punto la luce tornò di colpo, e fu così che i tre
demoni poterono vedere l’eccellente risultato del lavoro svolto dal demone
dell’Illusione.
Davanti a loro c’erano quattro creature, e di queste
solo una era la vera Astra; molto abilmente la ragazza aveva distorto la realtà,
plagiato l’oscurità per creare delle copie perfette. Erano delle gocce d’acqua,
identiche in ogni tratto, in ogni cellula, ed era assolutamente impossibile
capire quale fosse quella vera.
Le
ragazze tuttavia avevano qualcosa di strano, il che permise a Samantha di identificare la sua vera compagna. Fu
così che Astra si staccò dal gruppo e si avvicinò ai suoi compagni di squadra.
Appariva serena, e rilassata e notando l’espressione interdetta di Axel, che
fissava le sue copie, scosse rassegnata la testa, lasciando che i suoi capelli
mossi le si scompigliassero sul viso. – Non sono ancora
vive, non si sono ancora separate da me – spiegò con voce calma, poi proseguì
-
Io con altre due perlustrerò lo stadio, mentre un’altra seguirà il match dalla
panchina insieme ad Axel, che ve ne pare? -
L’incantevole ragazzo dai capelli dorati fissò rapito le
copie di Astra, prima di rivolgersi alla diretta interessata – Mi sorprendi tesoro, non immaginavo che potessero venirti delle
idee tanto perfide –
-
Almeno a me vengono, mio caro – l’acida risposta del demone dell’Illusione non
tardò ad arrivare, e sotto gli sguardi spenti ed
impassibili delle copie Axel si riscosse dal suo silenzio con tono irritato –
Bene, se avete finito con queste inezie possiamo anche andare – detto questo si
allontanò, seguito a ruota da Samantha e Ares, mentre Astra rimase ancora un
attimo nello spogliatoio insieme alle sue copie. La ragazza si avvicinò alla
copia più vicina, che osservava il mondo circostante
spenta ed assente. – E’ ora di svegliarsi – con questo posò un rapido
bacio sulla fronte dell’altra, che per tutta risposta spalancò gli occhi,
mettendo in mostra delle splendidi iridi violette,
profonde, capaci di farti perdere il contatto con la realtà, distorcendo i
ricordi, plasmando a proprio piacimento le menti più deboli. La copia dopo
essersi risvegliata si allontanò dalla sua padrona, andando a seguire gli altri
Obscuras.
Dopo che la porta si fu richiusa, Astra si rivolse alle
altre due, e dopo averle risvegliate le fissò con uno
sguardo terribilmente agghiacciante. – Ora si va a caccia –
Il
sole splendeva luminoso sulla Terra dei Laghi, irradiando con i suoi raggi caldi
e rassicuranti gli animi già ardenti degli spettatori, che assediavano da
diverse ore il Beyblade Stadio di Helsinki. Nell’aria c’era un vago senso di
agitazione e fibrillazione, ed il motivo principale era
l’atteso match tra i New Europa e la squadra rivelazione, gli Obscuras. In quei
giorni sia nei giornali, sia in televisione, si erano viste tante storie, circa
le origini di questa nuova squadra, ma la verità era che per tutti gli Obscuras
erano ancora qualcosa di…oscuro. Nessuno aveva mai
visto in azione questi blaider, ma si supponeva che dovessero essere molto
preparati, per essere riusciti ad arrivare fino al campionato del mondo.
-
Chissà chi schiereranno i New Europa? Forse Ralph e Michelle i due titolari, o
forse giocheranno senza scoprire i loro assi migliori? E gli Obscuras?
Schiereranno i due titolari Samantha e Axel oppure le due riserve? – Due uomini
seduti dietro a Takao si stavano interrogando circa le eventuali scelte delle
squadre. Il moretto sorrise, lasciando che un tenue raggio di sole gli scaldasse
il viso. Era una bella sensazione. La sua pelle scottava, la sentiva ardere,
percepiva il sole di quella bellissima giornata su di sé, e questo lo riportò
con la mente a quel pomeriggio nel parco…dove…”Samantha…ti amo” non
credeva che sarebbe mai riuscito a dirglielo, ma ad un
certo punto si rese conto che sarebbe esploso se non glielo avesse rivelato. Non
appena quelle meravigliose tre parole furono uscite dalla sua bocca, la ragazza
lo fissò confusa, e lui senza pensarci due volte agì
d’istinto. La baciò dolcemente sulle labbra, elettrizzandosi al contatto con
quelle labbra così fredde. Fu un gesto veloce, dettato
unicamente dal cuore, forse disperato, ma non gli importava più di tanto. Aveva
rovinato tutto con quel bacio, ma non riusciva a sentirsi in colpa, perché in
quel momento si sentì felice come mai in vita sua.
Quando si furono
staccati, Samantha alzò fiera gli occhi, fissandolo con le sue iridi vermiglie.
Sosteneva il suo sguardo con una forza d’acciaio, sembrava quasi non respirare.
Il moretto non riuscì a reggere il suo sguardo e lentamente abbassò gli occhi,
ma ad un certo punto delle dita affusolate e fredde lo
trattennero per il mento, e lo costrinsero a guardarla ancora. Si specchiarono uno negli occhi dell’altra per un tempo che
parve infinito, finché non fu proprio la ragazza a ricambiare il bacio di prima,
poggiando le sue gelide labbra su quelle ardenti di Takao. Lui la strinse forte
a sé, come per non lasciarla mai…”
-
Takao!!! Uffa mi dai retta si o no? – le urla
forsennate del piccolo rosso ridestarono il giapponese dai suoi pensieri
romantici.
-
Uhm…cosa? – farfugliò il campione del mondo cercando di tornare nel mondo reale.
-
Sei distratto, assente! Ti
incanti per ore con quella faccia da invasato! Non mi ascolti! – il mare
di accuse di Daichi investirono in pieno Takao, che non
potè fare e meno di sorridere stringendo a sé Dragoon. “Ha ragione lui, ma cosa
posso farci? Tu mi capisci vero Dragoon?”
-
Su Daichi che ci vuoi fare, lui è innamorato! – una vocina allegra si stagliò
all’improvviso alle spalle di Takao e Daichi, che si girarono di soprassalto. –
Ciao! – la salutò Takao con un sorriso, andando ad
incrociare gli occhi verde acqua della sconosciuta.
-
Ci..ao – balbettò il rosso come se avesse visto un
fantasma. Il più insopportabile, ma anche il più bel fantasma che avesse mai
visto.
-
Allora come stai? Siediti qui con noi! – la invitò Takao facendole posto, mentre
Daichi sembrava aver perso l’uso della parola.
-
Volentieri, ma adesso devo andare, avevo promesso che sarei andata all’aeroporto a prenderli! –
-
Chi? – chiese incuriosito Takao osservando la giovane. Poi
capì.
-
Vuoi dire loro? Verranno qui! –
-
Proprio così, quando gli ho detto che sarei andata ad
Helsinki per seguire il campionato non hanno saputo resistere, e tra qualche ora
saranno qui –
“Ma se verranno proprio tutti,
questo vuol dire che…” l’attenzione del campione del mondo si spostò velocemente
verso i gironi alti dello stadio, dove Kai, impassibile come sempre osservava
attentamente il suo fido Dranzer, il bey che l’aveva aiutato, il bey in cui
aveva messo tutto se stesso durante quella battaglia.
-
Beh ora devo andare, è stato un piacere! – gli salutò la ragazza voltandosi poi
verso Daichi fissandolo intensamente con quei suoi occhi furbetti. – Ciao
Daichi! – gli disse la giovane prima di voltarsi e allontanarsi, lasciando che i
suoi lucidi capelli azzurri volteggiassero nell’aria
liberi.
“Ciao Ming
Ming”
-
Ci siamo! Scusate l’attesa, ma siamo ritornati. Ecco che con immenso piacere
diamo inizio alla seconda sfida della giornata! Siete pronti? – le urla dei
tifosi furono una risposta sufficiente per Djman che proseguì raggiante.
-
Ecco che allora vi presento le prossime due squadre che si scontreranno quest’oggi! Direttamente dall’Europa la neo-squadra dei New
Europa! –
Urla, applausi e acclamazioni accolsero i quattro
europei, che sorridenti si inchinarono dinanzi al
pubblico. I New Europa era una squadra di recente
creazione; infatti dopo la caduta di Vorcof e del suo fido Bartez la squadra di
Michelle aveva attraversato un periodo difficile, ma alla fine con la
partecipazione alle eliminatorie, era nata una nuova squadra che univa due
Majestic a due ex-Bartez.
- E
dal Canada la squadra rivelazione del torneo, alla sua prima apparizione in una
competizione mondiale, ecco a voi gli Obscuras! -
Con
lo stesso entusiasmo i pubblico accolse i blaider
canadesi, che con si avvicinarono al centro del campo illuminati dal caldo sole
di quel giorno.
Hilary, seduta accanto a Takao
lo sentì sussultare nel momento della scesa della sua ragazza. La brunetta
intanto osservava con attenzione Axel, che sorridente e assolutamente
meraviglioso si inchinava dinanzi al pubblico. Quando
poi il blaider si volse verso di lei, la ragazza arrossì fino alla radice dei
capelli, ma nonostante questo non smise di applaudire. Quel ragazzo era
veramente incredibile, era radioso, gentile, sorridente oltre che bellissimo. Il
sole caldo e luminoso pareva avvolgere fra le sue
braccia quel ragazzo, dandogli un’aura quasi divina.
-
Ci siamo, ora vedremo in azione questi Obscuras – disse semplicemente Yuri
tenendo le braccia incrociate e le gambe accavallate con grande grazia ed
eleganza. Crystal dal canto suo osservava la presentazione con uno sguardo
piuttosto assente. “Cosa faccio?” pensò fissando di
tanto in tanto il fratello con aria pensierosa.
-
Per il primo incontro vedremo Ralph per i New Europa contro Samantha per gli
Obscuras! I due capitani a confronto! Mentre per il secondo match ci saranno
Andrew contro Ares! –
Kai
alzò lentamente gli occhi dal suo bey per poter vedere
meglio la sfida.
“
Vediamo cosa sapete fare”.
- A
quanto pare il capitano degli Obscuras scenderà in campo – constatò Ozuma dopo che il demone dagli occhi vermigli si fu
posizionata ai bordi del campo, di fronte al sua avversario.
-
Dici che non vorranno correre rischi? – chiese Jessie al suo
capitano
-
No, anzi credo si sentano molto sicuri di sé,
altrimenti avrebbero fatto scendere il campo Axel – rispose Mariam fissando con
odio la giovane seduta in panchina. “Quando toccherà a me, ti
sconfiggerò Astra, è una promessa –
Proprio pochi posti dietro di loro una giovane dai
capelli ramati, avvolta in un pesante piumino violasorrideva
osservano la testa blu della ragazza degli Scudi Sacri. “…è una
promessa”
-
Tre…due…uno…pronti lancio! – al segnale le due trottole
schizzarono in mezzo al campo partendo immediatamente all’attacco. Ralph, sicuro
di sé attaccava con rapidità il bey nero di Samantha, che cercava di contrastare
i suoi assalti. – Cavolo, Ralph sta giocando duro! – osservò Takao preoccupato,
vedendo il volto contratto di Samantha. “Resisti, ti prego, non mollare!” –
Forza Samantha! – urlò Takao con tutto il fiato che aveva in gola cercando di
farle arrivare il suo sostegno.
Intanto da qualche posto più in alto una giovane ragazza
avvolta in un cappottino di lana bianco osservava con attenzione il campione del
mondo. Con un rapido gesto si mise una piccola ciocca ribelle dietro l’orecchio.
I suoi corti capelli ramati risplendevano sotto i raggi del sole, mentre una
scarpetta azzurra di lana le copriva parzialmente il viso. “Continua così
Cavaliere”.
-
Secondo te a questo punto potrebbe anche finirla con la finta? – chiese Ares al
suo compagno mentre osservava Samantha continuare ad
incassare i colpi uno dietro l’altro.
-
Lei ha detto niente potere speciale, quindi significa che sa cosa fare – replicò
annoiato Axel
“Bene, abbiamo protratto l’incontro a sufficienza, direi
che posso anche darmi una mossa” pensò il capitano degli Obscuras quando
incrociò lo sguardo di Takao dalle tribune, e della copia di Astra poco più in
alto.
Con
questi pensieri chiamò a sé il suo bey nero, che come
rianimato riprese a girare con ancora più rapidità.
-
Mors, attacca! -
-
Grifone! – urlò Ralph
Un
lampo di luce invase il campo, escludendo gli occhi di tutti alla vista delle
due trottole. “Samantha” pensò Takao
-
Ma… - disse Ozuma
-
Chi ha vinto? – chiese Yuri
Quando la luce si dissolse, tutti poterono vedere
l’esito dello scontro. Grifone si era fermato, mentre il bey nero di Samantha
continuava a girare in mezzo al campo. – Ma…è
incredibile! Con una straordinaria vittoria a sorpresa gli Obscuras vincono il
primo match! –
-
Grande Samantha! – urlò Takao stringendo a sé Dragoon
-
Ottimo lavoro capitano – disse la copia di Astra quando la ragazza raggiunse la
panchina. – Devo ammettere che l’incontro è stato difficile, voglio dire la cosa
più difficile è stata cercare di sembrare stravolta e
in difficoltà! -il demone dell’Avidità si volse
poi verso Axel, che oscurato dall’ombra se ne stava seduto a braccia conserte
con gli occhi chiusi.
-
Allora Axel, hai percepito l’aura del Custode? –
-
No – disse semplicemente senza neanche degnarsi di alzare gli occhi, preferendo
restare avvolto nell’oscurità.
-
Tre…due…uno…pronti…lancio! – le trottole metalliche di Andrew e Ares schizzarono
rapide come fulmini al centro del campo di gioco, che rappresentava la città di
Helsinki. Il bey azzurro chiaro di Ares girava veloce nel centro del campo,
mentre il bey rosso e arancione del blaider inglese svicolando tra i vari
ostacoli cercava di sorprendere l’avversario con svariati attacchi.
Il
bey di Ares sembrava in difficoltà. – No, Ares è in difficoltà – disse ansiosa
Mao dalle tribune, seduta tra Lai e Kiki, mentre Rei alla destra di Lai
osservava con evidente curiosità le mosse dei blaider canadesi.
“
Che ci mettano un po’ a sfoderare la loro potenza?” si chiese confrontando
l’incontro appena concluso con quello a cui stava
assistendo adesso. Ad un tratto udì la voce di Mao,
forte e risoluta.
-
Forza Ares contrattacca! Non mollare, coraggio! – gli
incitamenti della ragazza si infilarono come uno
stiletto appuntito nello stomaco del drigerblaider che si costrinse ad un
flebile mugugno. “Mi da’ fastidio il suo atteggiamento, ma perché?” si chiese
cercando una risposta che forse aveva sempre avuto, ma che non aveva mai trovato il coraggio di afferrare…
-
Forza Ares! – Mao gridò e Ares vinse.
-
Straordinario, con una mossa a dir poco meravigliosa ed
aggraziata gli Obscuras vincono anche questa sfida, e si portano in cima alla
classifica, con quattro punti a pari merito con i BBA! - esclamò Djman quando
l’incontro si fu concluso. Era stata una sfida
entusiasmante, Xvers e Salamander avevano combattuto strenuamente, ma alla fine
il blaider dagli occhi di ghiaccio aveva avuto la
meglio.
-
Bene signore e signori, ora prima di lasciarvi voglio
dare con voi un’occhiata alla classifica, anche se ancora parziale –
Sui
giganteschi monitor fissati ai quattro lati del campo
apparvero le immagini dei partecipanti in una tabella, dove si evidenziavano i
punti ottenuti e i nomi dei blaider.
Hilary osservò con attenzione la tabella: al primo posto
c’erano i BBA e gli Obscuras, entrambi con quattro punti, seguiti dai PPB All
Stars e dai Baihutzu con tre punti e infine c’erano i New Europa e gli Scudi
Sacri. Mancava ancora una sfida alla fine della tappa finlandese, e la brunetta
ebbe un sussulto. “I Neoborg contro…”
“…gli F-Sangre” pensò Crystal
passeggiando per il giardino dell’hotel dopo che furono rientrati. Era da tanto
che ci pensava, e non era ancora riuscita a trovare una soluzione. Camminava per
il cortile, affondando gli stivaletti neri della candida neve, sentendo la neve cedere e compattarsi sotto i suoi piedi.
Sorrise. “Perché mi faccio tutti questi problemi? In
fondo la vicenda può solo avere una lato positivo per i
Neoborg, eppure…No, stupida come fai a pensare una cosa del genere, la verità è
che tu non vuoi vincere in questo modo”
Era
la verità. Lei non voleva vincere così. Per troppi anni aveva dovuto vincere
grazie e sotterfugi, ricatti, intimidazioni, ora basta. Aveva trovato delle vere
amiche, persone che come lei amavano il beyblade e
voleva vincere correttamente, soprattutto voleva vincere battendo un’avversaria
psicologicamente pronta e lucida, e Julia non lo sarebbe stata in quella sfida.
-
Julia non riuscirà mai a combattere contro Yuri, non riesce neanche a reggere il
suo sguardo dopo quello che è successo, figuriamoci
ingaggiare una battaglia contro di lui! - “Devo fare
qualcosa”
E
così, accompagnata da questi pensieri si allontanò,
mentre un’ombra poco distante da lei l’osservava da dietro un albero dubbiosa.
“Che sia lei?”
E anche questa è andata…SPAZIO DEL
LETTORE:
Lexy90: hai proprio ragione cicci, le storie si
stanno intrecciando, e speriamo almeno di riuscire ad arrivare alla fine! (Sarà un’impresa titanica) comunque come sempre grazie per la
tua iper puntualità, e per il tuo sostegno…1000 kisses! Per quanto riguarda Kai…beh lui è particolarmente
tardo quando si tratta di sentimenti (…tskn.d Kai) (chi tace acconsente!!
N.d Hilary), ma è anche per
questo che NOI siamo pazze di lui no?? Spero che il capitolo ti sia piaciuto,
anche se questo è solo un piccolo capitolo di transizione (e lo chiami “piccolo”
n.d Kai). Bacioni!!
DarkAngel91: tu non rompi mai tesoro!! Grazie 1000 per aver recensito. Spero che anche questo
capitolo ti sia piaciuto, e soprattutto spero con tutto il cuore che la storia
continui ad appassionarti, anche se mi rendo conto che fino a questo non si è
vista molta azione, ma tra al massimo due capitoli
spero riuscire ad entrare nel vivo!! Bacioni!!!
Lenn
Chan: sei perdonata cicci
tranquilla! Leggere la tua recensione mi ha riempita di
felicità, non solo perché sei una delle scrittrici che preferisco, ma anche
perché dal momento che condividiamo la stessa “coppia” temevo moltissimo un tuo
commento! Sono contenta di sapere che la storia ti stia piacendo…mi dispiace
deluderti solo in una cosa…non credo che Kai si darà una mossa, anche perché è
troppo Kai per farlo!! Mentre per quanto riguarda Yuri
e Julia…beh io li ho sempre visti bene insieme!!
Spero di sentirti presto!!Ps: hai visto?? Il mio commento è stato accolto!!
Chimera è nelle SCELTE!!! Complimenti e soprattutto
AUGURI!!!!!
Lirinuccia: no problem, può
capitare di confondersi!! Come al solito le tue recensioni sono come una ventata di aria
fresca, e questo non può che farmi piacere e soprattutto l’attesa le rende
ancora più speciali!!
Ma passiamo alle cose serie…sono felice che
ti piaccia la coppia YurixJulia, in
effetti lei avrebbe potuto respingere quei maledetti anche sola,
ma…perché farlo se abbiamo un fantastico Yuri Ivanov a disposizione?? Per quanto
riguarda alla coppia cinese…loro non avranno vita facile, anche perché con Astra
e Ares nelle vicinanze non c’è da stare tranquilli…Takao…beh che dire lo sto
rendendo un inguaribile romantico, non mi esprimo su un ipotetico rinsavimento
di Samantha, altrimenti dove sarebbe la suspense??
(si scrive così??) Felicissima che la mia storia ti
stia piacendo, e spero che continuerà ad appassionarti!!
Comunque…quando hai intenzione di aggiornare
l’altra metà del cielo??? (Disperata n.d Avly) Dopo aver letto ben 22 capitoli di fila mi sono
immaginata ben 22 finali diversi!!!Volevo dirti che ho ADORATO il pezzo del salvataggio di El, e sono essenzialmente morta dalle risate nel punto del
ritorno di Titty!!! Bacioni!!!
Un mega grazie alla mia
Helens
E un immenso grazie anche a: PINCH_91, Takami _Kinomiya, VaMpirA89, Anima, Mik92, SMDO e anche
a tutti voi altri ignoti lettori!!!! Baci
Eccomi! Sono ancora viva!! Scusate
x il ritardo, ma mi è stato impossibile aggiornare, fortunatamente con questo
piccolo ponte pre-natalizio avrò molto più tempo…ma ora basta con le chiacchiere
e…Buona Lettura!! Spero che commentiate in tanti!!Baciuzzi
Legami…
Hilary passeggiava tranquilla per il giardino mentre la
luna giocando a nascondino cercava di rifugiarsi dietro le nuvole. La brunetta
attraversò il cortiletto interno, dirigendosi verso le scuderie. Ormai ci andava quasi tutte le sere. Non aveva più incontrato Kai dopo
quella bellissima serata, ma nonostante questo non aveva smesso di andare a
trovare Fiamma, portandole sempre o delle carrube o una bella mela leggermente
acerba.
Quando giunse vicino alla staccionata in legno chiaro vide, illuminata dal chiarore della luna, il
bellissimo cavallo dal manto nero fermo, come se la stesse aspettando. Si
guardarono negli occhi per qualche secondo. Ad Hilary
parve di fissare l’oscurità più assoluta, una cosa che di per sé avrebbe dovuto
spaventare, eppure non riusciva a sentirsi spaventata vedendo Fiamma.
Quell’oscurità era piacevole, dolce, buona. – Allora come va stasera eh? – le
disse sorridente avvicinandosi, mentre l’animale le andava incontro. Quando lei
accarezzò il liscio manto dell’animale sentì un leggero
solletico sotto il palmo.
- E
il tuo padrone che fine ha fatto? – le chiese come se potesse risponderle,
mentre intanto Fiamma cominciava a mangiare le carrube dalla mano di lei.
“Magari fosse qui, è assurdo, ma nonostante alloggiamo
nello stesso hotel non riesco a vederlo molto” pensò
sconsolata la sedicenne ripensando agli ultimi avvenimenti. Non che ce ne
fossero stati di importanti, il torneo proseguiva
abbastanza tranquillamente, certo la sfida fra gli Obscuras e i New Europa aveva
lasciato interdetti molti dei ragazzi, ma dopotutto la brunetta non poteva dire
di non essere contenta. Era felice che gli Obscuras avessero vinto, un po’
perché era la squadra in cui militava la ragazza di Takao, e un po’…beh perché
c’era Axel. “Axel…”pensò Hilary osservando spaesata la luna che troneggiava
sopra di lei.
“Axel…” Cosa dire di lui? Era
un ragazzo molto dolce, forse un po’ introverso, ma comunque sia gentilissimo e
simpatico. Hilary si trovava bene in sua compagnia, forse anche perché lui aveva
una capacità di tranquillizzarla che era quasi disarmante. Per un momento Hilary
si ritrovò persino a pensare che se non fosse stata innamorata di un amore
impossibile come quello per il russo, avrebbe persino potuto innamorarsene.
“Axel…” le gote della ragazza inaspettatamente si
imporporarono, mentre lo stomaco le si strinse in una piacevole morsa. –
Axel – pronunciò a bassa voce.
Improvvisamente Fiamma si allontanò e con un nitrito
basso fece qualche passo indietro rispetto alla giovane sbuffando. – Eh…ma che
ti prende? – le disse la ragazza accigliata.
L’animale all’improvviso si allontanò, sinuoso, elegante
a testa alta, rientrando nella scuderia senza neanche aver finito la carruba.
“Questa è strana” pensò la giovane rimanendo interdetta per qualche istante.
-
Forse mi ha sentito arrivare e si è spaventata – una voce profonda e armoniosa
sopraggiunse alle spalle di Hilary, che non ebbe bisogno di girarsi per sapere
di chi si trattava.
-
Axel! A quanto pare hai il talento di far irritare Fiamma – disse la giovane
sorridendo al moro, che si limitò a squadrarla di
sottecchi.
-
Devo forse prenderlo come un insulto? –
-
No, però come un segno di preoccupazione. Fiamma è uno dei pochi esseri
femminili che non ti è caduto ai piedi! – disse divertita mentre incrociava gli
splendidi occhi color smeraldo del diciassettenne, che era vestito con una
maglietta nera a maniche lunghe che evidenziava il suo fisico atletico e
statuario. Un paio di jeans scuri e una sciarpa nera attorno al collo ne
completavano l’abbigliamento molto semplice, ma sicuramente perfetto.
-
Divertente! Siamo di buon umore oggi! – le disse lui sempre continuando a
guardarla. Il demone della Malvagità non riusciva a toglierle gli occhi di
dosso, non sapeva il perché, anzi prima lo sapeva, ma
ora non più. Inizialmente le si era avvicinato con lo
scopo di conquistarsi la fiducia dei BBA e degli altri blaider, ma poi…lei non
era né una blaider, né la ragazza di qualche Cavaliere, quindi era un essere
totalmente inutile, eppure…”…eppure sento che lei potrebbe esserci molto utile.
In fondo è amica dei Cavalieri, quindi…se si rivelasse necessario…”
-
Axel? – il demone riportò rapido l’attenzione sulla ragazza, che lo fissava
ridendo.
-
Ma…ti sei incantato! Non vorrai dirmi che ti ho
sconvolto con questa rivelazione! – la voce di Hilary era velata da un misto
di incredulità e di sorpresa.
-
Scusa? –
-
Stavo dicendo…che sono contenta che la tua squadra abbia vinto, anche se mi
dispiace di non averti visto combattere –
-
Ah…eh…no…vedi è che Samantha ci teneva molto a combattere per via di Takao,
mentre Ares voleva vincere una “scommessa” con Astra – disse il giovane sperando
di risultare abbastanza convincente. La spiegazione
sembrò accontentare la brunetta, che si appoggiò alla staccionata, adagiando la
schiena e i gomiti sul freddo legno. Axel l’imitò.
Rimasero così per qualche minuto, osservando la luna,
che stanca di giocare si era rivelata per tutta la sua incredibile bellezza e
maestosità. L’aria leggermente fresca abbracciò la brunetta che si sentì libera
e serena come se avesse potuto raggiungere la luna con un solo balzo. Avrebbe potuto restare così in silenzio per sempre, udendo
solo i battiti del proprio cuore e la sottile voce del vento, che le sussurrava
parole incomprensibili, ma che avevano un che di dolce.
-
E’ incredibile – proferì ad un tratto Axel senza
staccare gli occhi dalla luna.
-
Cosa? –
-
Che siamo ad Helsinki da quasi una settimana e ancora
io non ho visto assolutamente niente – disse calmo il giovane sorridendo. – In
questo periodo sono stato così tanto preso dagli
allenamenti che non mi sono neanche fatto un giro per i dintorni di Helsinki, e
pensare che mi sono fatto mandare pure la moto! –
Hilary rise; in effetti neanche
lei aveva visto granché da quando erano giunti lì. La ragazza si girò lentamente
verso il giovane, che in quello stesso istante si stava voltando verso di lei. I
loro sguardi si incrociarono. Di nuovo. Sembrava che un
filo sottile si legasse, un filo che stavano seguendo
alla stessa velocità. La brunetta si trovò immersa in quegli splendidi occhi
verdi, che per un momento parvero oscurare la splendida luna, diventando più
luminosi del chiaro astro del cielo. Gli occhi di lui
la fissavano seri, profondi, investendola come un getto d’acqua durante una
calda estate.
-
Hilary… - disse calmo il ragazzo ad un certo
punto
-
Che ne dici se domani mattina ce ne andiamo a fare un bel giro per Helsinki?
Magari pranziamo fuori eh? In fondo domani Samantha credo abbia intenzione di uscire con Takao, mentre Astra
penso abbia altri progetti, e Ares sicuramente andrà in palestra ad allenarsi
tutto il tempo. Che te ne pare? – le disse lui con un sorriso leggermente
imbarazzato.
Imbarazzato. Non certo quanto lei. Hilary si sentì
avvampare, e il cuore cominciò a correrle attraverso il petto. “Mi ha chiesto di uscire…in pratica è un appuntamento no?
E io che faccio? Axel…Axel...oh mamma che imbarazzo!” Hilary si costrinse a fissare
ostinatamente il prato, che mosso leggermente dal vento sembrava invitarla a
prendere una decisione. Alla fine le sembrò che una sola risposta potesse essere
la più giusta, così alzò gli occhi e regalando un bellissimo sorriso al giovane
gli rispose – Certo! Sarà divertente, però io voglio anche vedere il Laghi ti
avverto! – disse la giovane porgendogli la mano guantata.
-
Come no! Ai suoi ordini, ma non chiedermi di farti guidare la moto perché te lo
puoi scordare – le rispose Axel stringendogliela con decisione, mentre una
scarica di energia li attraversava, facendoli sussultare entrambi. Hilary veloce
ritrasse la mano senza però smettere di guardarlo “Axel…”
Quella mattina l’aria era più fresca rispetto al giorno
precedente, era pungente eppure non dava fastidio, anzi metteva una certa
allegria. Hilary non aveva dormito molto ma si sentiva
comunque fresca e riposata. Aveva pensato all’incontro con Axel per l’intera
notte, e ora che il sole stava sorgendo non potè non
farsi venire degli scrupoli di coscienza. “Avrò fatto bene ad accettare il suo
invito? In fondo lui non mi ha direttamente proposto un appuntamento, né mi ha
abbracciata o robe simili, quindi non c’è niente di cui
preoccuparsi…ma…è proprio questo che voglio? Non è che
forse io avrei voluto che lui mi abbracciasse? Io gli voglio bene e riesco quasi
a dimenticare Kai quando sono in sua compagnia…Kai è un amore impossibile, forse
è il momento buono che me ne renda conto…”
Annebbiata da questo mare di pensieri non si accorse neanche che Mao le si era avvicinata
e che aveva posato la testa sulla spalla. Sembrava triste.
-
Mao, ma che cos’hai? – chiese preoccupata la brunetta quando notò gli occhi
dell’amica. Il miele nei suoi occhi si era trasformato in una marmellata rossa,
come se avesse pianto tutta la notte.
-
Hilary… - disse lei fra le lacrime prima di abbracciarla stringendola forte come
per trarne conforto.
-
Oh…sorellina mia cosa ti è successo? – le chiese dolce la brunetta asciugando con le dita le lacrime
della sua migliore amica.
-
Scusa…è che non volevo svegliare nessuno, ma avevo tanto bisogno di un abbraccio
– disse lei con voce tremante. Questo non era da lei. Mao era una ragazza
combattiva e determinata, a volte presuntuosa, ma comunque forte…eh quella che
aveva davanti non era certo la vera Mao. Per un attimo
ad Hilary apparve chiara l’immagine della sola persona
capace di far soffrire così la sua amica. Strinse gli occhi.
Rei.
-
Che ti ha fatto stavolta? Giuro che adesso lo massacro! – sbottò arrabbiata la
sedicenne abbracciando forte Mao.
-
Ecco…è successo tutto così… -
Mao correva
rapida lungo il corridoio dell’Hotel, sfrecciando senza preoccuparsi dei volti
delle persone che per poco non travolgeva. Alla fine aveva deciso. Vedere
l’incontro di Ares le aveva dato forza, coraggio, lui le aveva detto che per lei
ci sarebbe sempre stato, sarebbe stato un ottimo amico, e l’aveva incoraggiata a
rivelare i suoi sentimenti. Ricordava ancora le sue parole dopo l’incontro con
Andrew. – Spero di averti aiutata con questo incontro –
- In che
senso? -
- Nel senso
che bisogna impegnarsi per ottenere ciò che si vuole, bisogna avere il coraggio
di superare i propri limiti, le proprie paure, i propri timori, le proprie
incertezze, bisogna fidarsi del proprio cuore. Io mi sono fatto coraggio per
superare le mie paure nei confronti del mio avversario, ho dato fondo a tutto
quello che sono, e sai perché l’ho fatto? L’ho fatto per la mia squadra, per i
miei compagni e…per te.Se non
affronti le tue paure, se non trovi il coraggio di rivelare ciò che senti per
Rei, alla fine finirai per perderlo senza neanche averci provato. Se Axel non mi
avesse incitato a scendere in campo, forse io avrei ancora paura di sentirmi
inadatto a questo sport, ma ora sono felice e voglio che lo sia anche tu
chiaro?! –
Mao era
rimasta sbigottita da quelle parole. Sapeva che Ares provava qualcosa per lei,
ma visto che era stata lei a rivelargli di essere
innamorata di un’altra persona non si aspettava certo che l’avrebbe sostenuta.
- Grazie Ares
-
Ora era lì che
correva a perdifiato per i vari piani dell’hotel. Doveva trovare Rei, doveva vederlo, doveva dirgli che lo amava, che lo aveva
sempre amato, che aveva sofferto quando lui non aveva condiviso il suo sguardo
durante il match.
Il cuore le
batteva forte, ma non voleva pensarci. Aveva avuto anche il sostegno di Ares…non
poteva fallire.
Ad un certo
punto però le gambe la costrinsero a fermarsi; alle sue sottili orecchie feline
giunse un suono familiare, dolce, rassicurante, una voce…Rei. Si avvicinò alla
porta da cui proveniva la voce. Mao inspirò profondamente…il
momento era finalmente giunto. La ragazza era agitata, tesa, ma non
sarebbe scappata. Appoggiò la mano sulla fredda maniglia in
ottone…
- Ma come ti permetti! Sei un’insensibile! – era la voce di
Ares, era arrabbiato…anzi adirato. Mao trattenne il fiato. “Ares stava discutendo con Rei? Possibile? -
- Io faccio
quello che voglio amico, non ti permetto di darmi
ordini –
- Mi permetto
eccome! Non hai un minimo di sensibilità, come puoi trattare così una persona
che ti ama più di tutta se stessa?! –
- E a te che
importa scusa…ciò che faccio e penso di Mao non è affar tuo – la voce di Rei era
calma e rilassata, anche se la cinese era certa di non averlo mai sentito
parlare così…
- Fammi capire
Rei. Tu sai cosa Mao prova nei tuoi confronti e te ne approfitti? –
- Certo! Mao è
un’ingenua, e soprattutto è pazza di me – Rei sembrava soddisfatto della
reazione che aveva provocato sul volto di Ares perché si mise a ridere. – Mi fai
ridere Ares, vorresti farmi credere che non ti è mai
venuta in mente l’idea di divertirti anche tu? –
Un colpo, uno
schiaffo investì Rei in pieno viso. Ares pareva incontrollabile, furente dalla
rabbia – No! Io non sono come te! Io voglio bene a Mao, è una ragazza speciale,
e tu non meriti neanche un centesimo delle attenzioni che lei ti rivolge! –
A questo punto
Mao corse via incapace di sopportare oltre. Piangeva, delle dure lacrime
cercarono invano di attraversarle il viso. Il suo cuore urlava…urlava una sola
cosa…”Rei…ti ODIO!!
Hilary rimare scioccata. Il
racconto dell’amica era così…assurdo. Se dapprima l’aveva trovato irreale adesso non sapeva più cosa pensare; credeva di conoscere il
drigerblaider…erano amici, lo aveva sempre visto come un ragazzo dolce e
sensibile…la sedicenne non riusciva a capacitarsi del fatto che Rei avesse mai
potuto approfittarsi dei sentimenti della cinese.
-
Mao…ora cosa farai? -
-
Non ne ho idea…di sicuro non voglio avere niente a che fare con lui, inoltre
voglio scusarmi con Ares perché lui mi ha appoggiata,
difesa ed io… -
-
Senti, se vuoi oggi non vado da nessuna parte e ce ne
stiamo tutta la giornata insieme, ti va? Axel non se la prenderà – le propose
Hilary con voce serena. – Ma scherzi? No, tu devi andare con Axel! Non ti
permettere di rimanere qui, anzi ti do qualche consiglio su cosa metterti,
dopodiché vai giù e lo stendi! – Mao sembrava aver ritrovato almeno parte del
suo solito buon umore, e Hilary ne era davvero felice. “Sei incorreggibile Mao”
- E
mi raccomando voglio tutti i particolari! – l’ammonì la
cinese quando la brunetta fu pronta.
Hilary scese nel bar per fare colazione, era presto
ed il locale era quasi deserto. “E pensare che tra
neanche un’ora e mezza qui ci sarà il caos assoluto” pensò la giovane sedendosi
su uno degli sgabelli foderati di fronte al bancone. Axel le aveva detto di
farsi trovare nella hall per le 7.30, ma mancava ancora mezz’ora.
-
Un caffè macchiato, grazie –
Seduta ad aspettare il suo caffè, la brunetta ripensò al
racconto di Mao…”Rei…povera Mao, pensavo di conoscere il cinese…e poi Axel mi ha
invitata come un amico, allora perché mi sento così
sporca come se mi dovessi sentire in colpa? Kai non mi guarda neppure, e quindi
perché non potrei provare a dimenticarlo? Forse è come dice Mao…mi sto
innamorando del blaider dagli occhi di smeraldo…
-
Un caffè, grazie – una voce autoritaria sopraggiunse alle spalle di Hilary, che
per poco non si strozzò con la sua colazione. “Ma cos’è
lo facciamo apposta?” si chiese cercando di fermare i battiti del proprio cuore,
che aveva iniziato a galoppare furioso dentro di lei. Kai era lì a poca distanza
da lei, e la fissava con il solito sguardo di
indifferenza.
-
Ciao…Kai - balbettò la sedicenne arrossendo. Gli occhi violacei di lui la
squadrarono da capo a piedi, prima di soffermarsi sul suo viso, che aveva
assunto un indicibile color porpora.
-
Sei venuto presto a fare colazione…ti capisco, non Takao e Daichi nello stesso
hotel si rischia di rimanere a stomaco vuoto –
Lui
la guardò senza proferire parola. La colazione non c’entrava nulla. Se lui era
lì era per un motivo di tutt’altra natura. – Già –
mentì sedendosi accanto a lei. Non poteva certo dirle che se lui era lì era
perché doveva incontrare la dottoressa Sagami. Hilary intanto, non smetteva di
guardare quello splendido angelo che le era affianco.
Meraviglioso, assolutamente divino, un viso dai
lineamenti duri, ma allo stesso tempo lievi, gli occhi ametista, la pelle lattea
solcata da numerose cicatrici, insomma Kai…
Quando il ragazzo si girò verso di lei, la ragazza si
sentì sprofondare. “Che figura! Mi sono fatta beccare come un’ebete a
fissarlo!”
Lui
la squadrò nuovamente per poi posare i suoi magnetici occhi sull’orologio appeso
al muro. Hilary indossava una gomma corta di jeans abbinata con dei leggins
neri, mentre una maglia a maniche lunghe nera le lasciava scoperte le
spalle.
-
Beh…allora domani tocca a voi – irruppe Hilary tentando in ogni modo di iniziare
una conversazione con il russo.
-
Sì – rispose telegrafico lui.
-
Farò il tifo per t...ehm per tutti! – “Deficiente, ma
che ti salta in mente di dire?” si maledisse da sola.
Improvvisamente gli occhi della brunetta furono attirati
da una nuova presenza giunta nel ristorante. Era una donna…la stessa donna che aveva visto qualche giorno prima…la “dottoressa del
monastero” pensò lei.
La
donna si avvicinò ai ragazzi. – Ciao Kai, sei in anticipo! – la donna gli sorrise, mentre tra le mani teneva la solita cartellina
azzurra. – Allora finisci che poi andiamo – detto questo si allontanò con la stessa sinuosità con la quale era
arrivata. La brunetta provò un senso di invidia nei
confronti di quella donna. “Caspita, lei ha un rapporto così diretto con Kai,
inoltre solo il fatto che sia il medico che segue i Neoborg mi fa pensare che
sia stata proprio lei a curare parecchie delle
cicatrici che solcano la sua schiena.
-
Qualcosa che non va? – la domanda bastò ad attirare l’attenzione di Kai, che si
volse nuovamente verso di lei.
-
No, questioni regolamentari – disse prima di allontanarsi verso l’uscita,
lasciando Hilary più stranita che mai.
Il
ragazzo si morse il labbro. Aveva mentito, di nuovo…
Quando Axel scese nella hall, trovò già la sedicenne ad
aspettarlo. Non appena la vide, si fermò di scatto, rimanendo ad osservarla. Era molto carina; i capelli castani
incorniciavano il suo piccolo viso chiaro, mentre le sue gote leggermente rosate
accompagnavano due splendidi occhi color cioccolato
fondente.
-
Ehi! Ma di solito non sono le donne che si fanno
attendere? – lo salutò la ragazza con un sorriso che non aveva nulla da
invidiare alle stelle più luminose.
-
In teoria sì, ma siete state voi donne a volere la parità dei sessi,
ricordi?! – puntualizzò il giovane raggiungendola.
Nel
vederlo arrivare per poco Hilary non rimase a bocca aperta. “Può un ragazzo
tanto affascinante essere qui per…me?”
Axel indossava un paio di pantaloni in pelle nera lucida perfettamente aderenti, con abbinata una
camicia nera leggermente sbottonata sul davanti, mentre sopra indossava la sua
inseparabile giacca nera. Tra le mani il ragazzo reggeva due caschi integrali
neri, e due tute di protezione dello stesso colore. – Fortunatamente Samantha ne
aveva preparate due, ecco questa dovrebbe essere della tua taglia – le disse
cordialmente il giovane passando la tuta alla ragazza.
-
Grazie – disse imbarazzata la giovane, che non riusciva a credere a tutto quello
che le stava capitando.
-
Beh…che aspetti? Andiamo – Axel era già seduto su quella meraviglia della
meccanica con in testa il casco.
Riscossasi Hilary salì sulla
moto abbracciando da dietro i fianchi sottili di Axel. Poteva percepire sotto i
palmi delle mani gli addominali scolpiti e la forte
muscolatura del ragazzo, che non appena si fu assicurato che lei fosse a bordo
sfrecciò verso l’uscita del cortile esterno. Allontanandosi passarono davanti al
recinto dei cavalli, dove un angelo dell’oscurità li osservava con occhi
cupi…
Le
foreste di licheni sfrecciavano in una veloce processione davanti agli occhi
scuri di Hilary, che osservava estasiata il paesaggio magico di quella ancor più
magica terra. Il cielo era sgombro dalle nuvole, ed un sole carico di luce irradiava i numerosi boschi di
conifere e di betulle che i ragazzi attraversavano. Ogni tanto si erano fermati,
per scattare qualche foto o per comprare qualche souvenir da portare poi agli
altri. Hilary si stava divertendo moltissimo, Axel era una persona estremamente carismatica, e se quando si trovava con gli
altri mostrava un atteggiamento freddo ed introverso, beh con lei…con lei era
diverso. Era solare, spontaneo, e gli occhi ridevano per lui.
Verso l’una il ragazzo le propose di fermarsi in una piccolo ostello per pranzare, per poi fare un giro verso
i laghi più grandi.
Così si fermarono in un locale per mangiare qualcosa
senza però smettere di ridere e di parlare.
Fu
solo nel momento in cui si sedettero che tacquero. Si osservarono, si guardarono, ognuno perso negli occhi e nei
sorrisi dell’altro. Il demone era perplesso; per tutto il viaggio aveva
avvertito una strana sensazione, come un presentimento, ma scrutando la mente
della giovane non aveva trovato niente di strano, solo ricordi dei suoi amici,
della sua famiglia, della scuola…ma allora perché si sentiva così inquieto?
“Cosa c’è che non va? Non riesco a capire…La sua mente
non è protetta da barriere magiche come quelle dei Cavalieri, non percepisco la
sua aurea, però non riesco neanche ad entrare
totalmente dentro la sua amina…è come se inconsapevolmente riuscisse a celarmi
qualcosa…ma dopotutto questo qualcosa potrebbe essere anche un segreto sciocco
ed inutile…
Lei
continuava a sorridergli mentre mangiava il suo pranzo, e lui non cessava di
scrutarla con apparente dolcezza. “In fondo potrei rendere il lavoro più facile
a Samantha e gli altri…”
-
Allora Hila che ne pensi di questo campionato? -
-
Devo dire che mi sta piacendo, le sfide sono interessanti, molto combattute, e
un po’ mi dispiace che dopodomani dovremo già dire addio alla Finlandia –
-
Già…comunque c’è ancora una sfida… - la sua frase parve colpire la brunetta, che
in quel momento perse improvvisamente il suo bel sorriso, per lasciare spazio
ad un volto carico di sofferenza e preoccupazione.
-
Hila, ho detto qualcosa di sbagliato? – chiese il diciassettenne notando
l’espressione della ragazza.
Lei
si limitò a scuotere la testa in maniera quasi impercettibile, mentre Axel non
potè non rimanere piacevolmente sorpreso. “E ora che le prende? Domani ci sarà
la sfida tra gli F-Sangre e i Neob…ma certo!”
Il
ragazzo come colto da un lampo si alzò e si diresse verso Hilary che seduta di
fronte a lui teneva il capo abbassato. Lui le si
inginocchiò e le cinse le spalle con un braccio.
-
Hila, cos’hai? -
-
Niente…perdonami, ero soprapensiero – si scusò immediatamente la ragazza colpita
da qual gesto così dolce. – Sto bene davvero, non preoccuparti –
“Oh
si…anche io sto molto bene…” il demone sogghignò. Ora
era tutto chiaro, era come se i pezzi di un mosaico si fossero messi ognuno al
proprio posto, svelando ad Axel il perché di quelle strane sensazioni. Non era
un segreto fatto parole, ma di immagini,
emozioni…un’immagine…quella di un giovane dalla pelle chiara con i capelli
bicolore e due inconfondibili occhi color ametista. “Ma guarda chi c’è nel tuo
cuore piccola mia…interessante…”
Bussò alla porta. Un lieve tocco, quasi inudibile; la
verità era che ci voleva coraggio per chiedere scusa, e questo coraggio Mao temeva di averlo perso. In questo momento
sarebbe stato bello avere Hilary con sé, ma la cinese sapeva bene che doveva
sbrigare questa faccenda da sola. “Sono i miei sentimenti, non quelli di
Hilary”
Bussò di nuovo, con più decisione. Aveva il cuore in
gola.
-
Avanti -
Lei
entrò. La stanza era illuminata dalla luce del sole, che vispo e allegro si era
infiltrato nella stanza per rischiarare non solo la camera, ma anche i cuori dei
due soli ragazzi presenti.
Lui
si trovava vicino alla finestra, con una tuta chiara e il suo bey in mano. Non
appena la vide le sorrise come solo un angelo sa fare…il suo angelo.
-
Mi dispiace… - disse la cinese in un soffio
- E
di cosa? Non sei tu a doverti scusare ma qualcun altro – disse Ares con voce
tranquilla avvicinandosi a lei e abbracciandola.
Lei
affondò il viso felino nel suo petto, udendo il battito del cuore del ragazzo e
inspirando a pieni polmoni il suo aroma di vaniglia.
-
Dispiace a me che tu abbia dovuto scoprirlo così, quando ti ho intravista alla fine del corridoio mi sono sentito morire –
la voce di Ares sapeva infondere una pace e una calma irreale, e in quel momento
era proprio questo ciò di cui Mao aveva bisogno. Aveva bisogno di lui.
-
Stringimi forte Ares, ti prego –
-
Mettici un po’ di maionese, ti assicuro che è un vero sballo! -
-
Ma scusami, da quando in quando si mette la maionese sugli spaghetti al sugo! – polemizzò Astra disgustata.
-
Beh…ecco io la maionese la metto quasi ovunque! – il biondino era inarrestabile,
e il suo sorriso smagliante estremamente contagioso. La
ragazza scoppiò a ridere – Certo che sei un tipo alquanto eccentrico Max –
-
Detto da una come te lo prendo un complimento – le
rispose ridendo l’americano.
Quella giornata stava procedendo in maniera magnifica;
per prima cosa avevano fatto un giro per Helsinki, visitandone i monumenti
principali, poi erano entrati in un negozio di articoli musicali e lì Max aveva
comprato alcuni cd. Verso pranzo erano tornati in hotel, ed erano scesi nel
ristorante, dove stavano mangiando da soli. Si erano divertiti molto, e Max
dovette ammettere di trovarsi bene in compagnia della canadese, non riusciva a
spiegarsi il motivo, ma quella ragazza riusciva a placare ogni suo dubbio,
sapeva ascoltare senza fare commenti inopportuni, ed
inoltre aveva la capacità di distogliere la mente dai pensieri negativi,
allontanando per un momento la tristezza. Ora si trovavano lì, uno di fronte
all’altra e si guardavano, ognuno specchiandosi nelle profondità dei loro occhi.
-
Sono contenta sai? – Max rimase allibito da questa affermazione.
-
Sono felice di averti conosciuto, tu con la tua allegria ed il tuo carattere così solare riesci a far sorridere
chiunque. Sei una persona speciale, Max – il biondino sorrise. “Oh Astra, sono
io ad essere fortunato nell’averti incontrata” Le prese
la mano stringendola con dolcezza; lei ricambiò la stretta sorridendo “…sei un
vero tesoro Max, ma purtroppo per te sei anche un ingenuo! La tua aurea è quasi
domata, presto tu, come il tuo amico Takao non potrai più nuocerci.”
I
passi felini di Rei si udivano appena grazie anche al morbido tappeto rosso che
ricopriva il corridoio del secondo piano. Il blaider della Tigre Bianca era
stanchissimo; si era allenato tutta la mattina, dopodiché era andato a cercare i
suoi ex-compagni della BBA per passare un po’ di tempo con loro, ma era stato
impossibile visto che Takao era uscito con la sua ragazza, Max si era
allontanato con Astra mentre Kai…beh…lui era sparito come sempre e neanche i
suoi compagni sapevano dove fosse.
Il
cinese sembrava turbato, come se qualcosa oscurasse il suo abitudinario buon
umore e la sua gentilezza; ed era così, lui era arrabbiato, ma con se stesso
poiché in quel periodo si era leggermente chiuso in sé, preso dalla voglia di
misurarsi ancora contro Takao e gli altri dopo la Justice Five. Aveva esagerato.
Aveva assunto un’espressione strana, e durante
l’incontro con gli americani aveva dato il meglio di sé trattando però male i
suoi compagni di squadra, in particolare Mao.
Gli
si strinse il cuore al solo pensiero della cinese, lei si era solo preoccupata
per lui, lo aveva sostenuto, ma lui non l’aveva degnata neanche di uno sguardo.
Voleva bene a quella ragazza, la considerava una sua grande amica, una persona speciale, una
persona con cui condividere tutto…
“Devo andare da lei e dirle che mi dispiace tanto per
come l’ho trattata in questi giorni, dopodiché mi
scuserò anche con Lai e gli altri”
Scese nel cortile interno dell’hotel, inspirando a pieno
la fresca aria di quella bella giornata densa di luce.
Subito al fine olfatto del cinese sopraggiunse un odore particolarmente familiare, un misto di
ginseng e cocco. “Mao” Dirigendosi verso il luogo dove era certo che si trovasse
la cinese.
Inconsciamente i passi si fecero più veloci, finendo per
farlo correre con il fiato corto, mentre il suo cuore
non riusciva a non battere i battiti scandendo un solo nome “Mao, Mao,
Mao”.Fu a quel punto che la vide,
e nel vederla il suo cuore smise di battere,
pietrificandosi all’istante. La cinese era lì, e passeggiava tranquilla
accompagnata da un Ares bello e sorridente, che le cingeva i fianchi con un
braccio.
Rei
si sentì incredibilmente pesante, mentre la testa
cominciava a pulsargli freneticamente e le unghie si conficcavano nei palmi
delle mani. “Mao…”
Il
drigerblaider non credeva ai propri occhi. Ma il peggio
per lui non era ancora arrivato poiché non appena incrociò lo sguardo della
cinese, il suo sangue si congelò. “I suoi…occhi” pensò
Rei fissando sconcertato lo sguardo della ragazza, che credeva di conoscere. In
pochi attimi lei si fermò lasciando che Ares l’abbracciasse da dietro, e mentre lei piegava leggermente il
capo all’indietro unì le sue labbra a quelle del biondo in un bacio, che per Rei
fu come se gli avessero strappato il cuore dal petto a mani nude.
-
Un buco nell’acqua maledizione! – Mariam camminava a passi svelti per la stanza,
lanciando imprecazioni a gran voce. Era evidente che non riusciva a calmarsi,
e né Ozuma né tantomeno Dunga avevano intenzione di
fermarla. – Sono stata due giorni dietro a quella
ragazza credendo che fosse lei, per scoprire cosa? Che si tratta solo di una
Guardiana! – la ragazza non ci vedeva più dalla frustrazione, anche se sapeva
bene che non era per quel fallimento che si trovava in quello stato. Non solo
aveva seguito inutilmente Crystal, ma aveva anche dovuto vedere in un negozio di
musica Max con quella…quella…dannata. Quando li aveva scorti al di là delle vetrine, che sentivano insieme la musica dalle
cuffie dell’impianto stereo, lo stomaco le si era rivoltato per l’orrore. Aveva
fatto ricorso alla sua ben poca calma ed era riuscita a non entrare per colpire
in piena faccia quella maledetta. Lei non era mai andata in un
negozio sola con Max…lei non aveva mai pranzato insieme a lui da sola…lei
non lo aveva mai guardato come invece lo fissava Astra…lei…non era come
Astra…
-
Mariam…ora cerca di calmarti – disse piano il fratellino cercando di
tranquillizzarla, ma la ragazza era furente. Puntò il dito contro Ozuma
infuriata. – La situazione ci sta sfuggendo di mano, non credi? Credevi che
trovare il Custode sarebbe stato più semplice vero? Beh ti sei sbagliato, perché
se da una parte i nostri nemici non l’hanno ancora trovato, dall’altra loro
hanno molte più armi di noi! Nel caso in cui non te ne sia reso conto, loro
possono contare sulle duplicazioni di quella pazza illusionista, e come se non
bastasse si sono insediati nei NOSTRI legami! – Ozuma
si alzò dalla sua poltrona e si diresse verso Mariam che rossa in viso non la
smetteva di agitarsi e imprecare contro i demoni, contro quella assurda situazione e…contro di lui. Il ragazzo le
prese delicatamente le braccia, costringendola a guardarlo. – Hai tutte le
ragioni ad avercela con me –
-
Ma Ozuma – dissero in coro Dunga e Jessie
sorpresi
-
No ragazzi, ha ragione lei…siamo stati degli incoscienti se speravamo di poter
confrontarci con quei demoni da soli. Volevamo trovare il Custode, sperando con
questo di salvare tutti, ma ci siamo sbagliati. Il Custode non solo non è stato
trovato, ma noi stiamo anche perdendo gradualmente tutti i nostri amici. Il
fatto che quella Crystal sia una Guardiana non ci aiuta più di tanto in fondo…
-
Gli
occhi del blaider erano tristi e colpevoli, e Mariam nel vederlo così perse
tutta la sua foga e soppresse la sua rabbia. Non aveva mai visto così il suo
capitano, e le si strinse il cuore.
-
Ozuma perdonami, non è colpa tua…ecco vedi…se io sono arrabbiata non è per la missione, ma
per…M
Il
blaider le tappò la bocca con un dito – Non dirlo, lo so benissimo, ed è per questo che mi sento in colpa. Per seguirmi in questa
missione ti ho chiesto di sopprimere i tuoi sentimenti, e questo è stato
disumano –
Lui
si staccò da lei. – Il problema principale non è che
siano magici, ma che possono avvalersi di un qualche potere particolare – asserì
Jessie tornando sull’argomento.
-
Dopotutto anche loro sono solo Guardiani – precisò Dunga
-
Si sono insediati tra i nostri amici come degli spettri, e ora ce li stanno
portando via – disse Ozuma con rabbia.
-
Takao e Samantha… - iniziò Ozuma
-
Max e Astra… - proseguì Mariam
-
Ares si sta insinuando fra Rei e i Baihutzu – continuò
Jessie
- E
Daichi segue la scia di Takao… - concluse Dunga.
-
Ma…ne rimane fuori uno! –
-
Kai – disse Jessie incredulo
-
Come hanno fatto a lasciare fuori dalle loro spire un elemento simile? – chiese
Dunga sorpreso
-
Forse non l’hanno lasciato fuori involontariamente… - disse Mariam guardando
Ozuma nei cui occhi leggeva la stessa sua luce.
-
Domani ci sarà la sua sfida – disse il capitano degli Scudi Sacri volgendo lo
sguardo verso il sole che ormai stava per lasciare il posto alla notte.
Quando ormai la luna aveva iniziato la sua passeggiata
lungo il cielo, una moto nera e rossa sopraggiunse nel cortile interno
dell’hotel Kamp. Hilary scese elegantemente dalla moto,
ed attese che Axel tornasse da lei dal garage. Mentre aspettava si diresse verso la staccionata, intenzionata a
salutare Fiamma, che nella notte diventava la signora incontrastata. La brunetta
si avvicinò tranquilla alla staccionata, mentre i suoi occhi castani cercavano
un fiore nero in quella notte senza stelle.
Rimase lì, ferma per qualche minuto senza che Fiamma si
facesse viva. “Magari sta dormendo” pensò Hilary appoggiandosi alla staccionata
lasciando che la luna le baciasse il volto.
Improvvisamente Axel le arrivò dietro. – Allora ti sei
divertita? – le chiese dolcemente poggiandole le mani sulle spalle facendola
rabbrividire. Lei si volse verso il ragazzo, lasciando che ancora una volta i
suoi occhi la inondassero, travolgendola come un fiume in piena.
-
Sì, è stata una bellissima giornata -
Lui
la guardò con occhi incredibilmente dolci “Anche io mi
sono divertito Hilary, e non solo perché ho scoperto il tuo
segreto”
Senzache lei potesse opporsi lui le
cinse la schiena con un braccio, mentre con l’altro le teneva delicatamente le
gracili spalle.
“Axel…”
Fu
come se in quel momento non esistesse niente al di fuori di loro, due anime così
diverse, ma che si erano inevitabilmente unite, legate da bisogni diversi. Se
lei si stava lentamente innamorando di un ragazzo perfetto, lui stava
cominciando a capire una cosa: non era il Demone della Malvagità a volerla, ma
lui, Axel.
E
sotto una pallida luna, che osservava sospettosa la scena, i due ragazzi si
abbracciarono, mentre pochi metri più in là un angelo della notte si era
improvvisamente fermato, piantando i suoi zoccoli nel terreno, rifiutandosi di
proseguire, mentre i suoi occhi neri come l’inchiostro osservavano tristi quell’abbraccio.
-
Ma che ti prende? – Kai posò una mano coperta per metà
dai guanti blu sul collo della sua cavalla, accarezzandola dolcemente.
-
Fiamma? – Il dranzerblaider in sella alla sua bestia nera seguì la traiettoria
invisibile lasciata dagli occhi dell’animale, fino a che non arrivò al recinto.
Vide Hilary abbracciata quel ragazzo, quello stesso ragazzo che l’aveva salvata, lo stesso che militava in una
squadra tanto assurda quanto irreale. Strizzò gli occhi.
-
Beh? Da quando ti interessi a…cose così zuccherose?!
Andiamo su, prima che mi si chiuda lo stomaco – disse prima di strattonare con
forza le redini nere del suo cavallo, allontanandosi come se stesse scappando da
se stesso.
Eccoci alla fine di questo capitolo…come
avevo accennato la scorsa volta questo sarà l’ultimo
capitolo di “Preparazione”…ormai il terreno è stato spianato, i demoni si sono
ben inseriti (solo ben inseriti? N.D. Kai) e dalla prossima ne vedremo delle
belle!! E ora…Spazio del lettore!!!
Lexy90: non devi scusarti, perché anche io sono IPERSUPERMEGA fissata su di lui…lo adoro!!!
(ok, datti una calmata, Avly torna in te N.D. Coscienza di Avly) cmq… Spero che
questo capitolo ti sia piaciuto, e per la tua felicità e non solo dal proximo capitolo Kai avrà una presenza maggiore…il capitolo
è già finito, devo solo correggerlo e ultimarlo!...Spero di avere il tuo parere
anche su questo capitolo, ormai lo sai che sono molto affezionata al tuo
parere!! Baciuzzi
Lirinuccia: sempre lietissima di sentirti cicci,
ricevere le tue recensioni è sempre fantastico! Cmq…sono felicissima che la
storia ti stia piacendo e spero che continuerà ad appassionarti! Per quanto
riguarda i personaggi…sono d’accordo con te, Brooklyn è un personaggio
interessante che va visto da diverse angolature…mentre Rei…beh poverino anche
lui ha le sue gatte da pelare…per non parlare di Maxuccio!!!
Beh…spero che ti stia piacendo l’andamento
della storia! E ovviamente spero di ricevere il tuo parere su questo
capitolo!! Il tuo parere è fondamentale e per la storia
della mail…tranquilla, stavo passando un momento particolare, ma spero con
questo capitolo di aver risolto il problema! Baciuzzi
a presto!!!
DarkAngel91: sempre lieta di vederti mia lettrice, sono
contentissima di ricevere sempre il tuo parere, e non preoccuparti, dalla
prossima volta il nostro Kaiuccio avrà molto più
peso…spero con tutto il cuore che questo capitolo ti sia piaciuto e naturalmente
spero di ricevere un tuo commentino!! Baciuzzi
Lenn
Chan: a uno dei miei idoli
vorrei solo dire…GRAZIE per aver commentato, tu sai bene quanto io apprezzi il
tuo modo di scrivere e quanto mi abbia aiutato da quando ho scoperto EFP e
quindi sapere che la mia storia ti sta piacendo non può che rendermi felice!!
Cmq passiamo al capitolo…in effetti Rei non se la sta passando proprio bene,
anche perché tra Ares e Astra non ha proprio pace…e Kai…beh Kai è Kai!! Per
quanto riguarda Axel…hai ragione lui è belle, sveglio e furbo, ma anche
tremendamente perfido!! Spero che il capitolo sia di tuo gradimento e che possa
ricevere presto un tuo commentino.
Bciuzzi…ah ovviamente spero di sentirti presto con
i ritorni dei tuoi capolavori!!!
Helens: ultima ma non meno importante la mia
splendida acquamarina!! Sono stata felicissima di aver
ricevuto il tuo parere sul “Mondo che vorrei” e sono ancor più felice che ti sia
piaciuta! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e spero vivamente di
sentirti presto!! PS grazie per tutto!!!Baciuzzi!!
Un ringraziamento particolare anche a tutti
coloro che hanno aggiunto la storia o alle seguite o ai
preferiti…raga mi farebbe molto piacere sapere cosa ne
pensate… spero che mi lasciate un commentino!! Baciuzzi!!
Un ringraziamento grande anche solo a chi
legge!!! Alla prossima!!!
Sono tornata!!! Finalmente le verifiche sono terminate io come spero
anche voi sono libera!! E’ da un po’ che non aggiorno e spero che il nuovo
capitolo sia di vostro gradimento…è stato uno dei più difficili da scrivere…e
spero solo di non deludervi!!! Un grazie particolare ad
Helens per le sue belle parole e i suoi incoraggiamenti!! Buona lettura!!!
Neoborg VS
F-Sangre
Fiamma si era arrestata all’istante come accade con un
giocattolo quando gli vengono tolte le batterie;
inutili erano stati i suoi richiami, l’animale non ne voleva sapere di muoversi,
era rigido, immobile e sotto di lui Kai poteva avvertire la tensione del suo
destriero. Quando poi aveva seguito lo sguardo attento della cavalla aveva visto il motivo del suo strano comportamento.
Strinse gli occhi. A quanto pare era proprio una maledizione, quegli Obscuras
doveva proprio trovarseli
ovunque.
Se
ne era andato, strattonando violentemente le redini, mentre nella sua testa
un’infinità di pensieri vorticavano alla velocità della
luce. Un senso di acidità allo stomaco lo investì in pieno al solo pensare a
quella nuova squadra, che era tanto assurda quanto falsa.
“Sarò diffidente di natura…” cercò di darsi come
spiegazione quando fu rientrato in camera. Non era stata una giornata facile. La
mattina, dopo aver incontrato la brunetta, era stato visitato per l’ennesima
volta dalla dottoressa, la quale gli aveva ribadito lo
stesso avvertimento, che lui aveva prontamente ignorato…
”Preferirei
che non scendessi in campo domani, le tue condizioni non sono ancora ottime. So
che in questo momento mi vorresti incenerire con lo sguardo Kai ma cerca di
capire…dopo l’incontro con Brooklyn sei uscito come un morto che cammina. Le
svariate fratture che hai riportato non sono del tutto guarite, soprattutto per quanto riguarda la schiena…Kai sarò franca
con te…uno sforzo eccessivo, una violenta scossa e…quel piccolo frammento di
osso potrebbe intaccare il midollo osseo…e sai benissimo quali sarebbero le
conseguenze. Nella migliore delle ipotesi avresti una paralisi dal collo in
giù...”
Un
pugno ferì l’aria, lacerandola fino ad infrangersi
contro l’armadio di fronte al letto. Rabbia, frustrazione. Perché era dovuto
accadere? Lui doveva combattere, lui voleva combattere…il bey era la sua vita…che senso aveva possedere
Dranzer se poi doveva rinunciare a battersi? “Do sempre me stesso quando
combatto, è per questo che ho battuto Brooklyn, non posso fermarmi…non ora…”
Tuttavia non era solo questo ad irritarlo…e lui lo
sapeva.
-
Kai? – una voce leggera come una piuma si posò sul
giovane blaider che si voltò trovandosi davanti una ragazza con le fattezze di
un angelo: la chiara pelle era accompagnata da due occhi viola che conosceva
bene.
-
Crystal cosa vuoi? – chiese con freddezza il ragazzo, che non sopportava di
essere osservato in preda ad una crisi di nervi. La rossa non parve scomporsi,
anzi si limitò ad avanzare verso di lui con sguardo fisso. Gli occhi magnetici
di lui erano come un abisso, così immenso, così profondo…quante volte avrebbe
voluto perdersi in quella voragine? Tante. Lei conosceva Kai come nessun altro,
solo lei lo aveva visto soffrire nelle cripte del monastero, quando di notte le
sue grida avevano riempito il cielo innevato russo. Si guardarono per parecchi
istanti, momenti durante i quali lei avrebbe voluto fermare il tempo e rimanere
così per sempre. “Oh Kai… cosa ti turba? Non è solo la
schiena…lo sento”.
Fu
lui ad allontanarsi, voltandosi verso l’ampia finestra che dava sul cortile
esterno. Era una notte magica; la luna quasi piena illuminava tenuamente uno
scenario tipico solo dei regni delle fate, e Kai a contatto con la luce lunare
poteva essere paragonato solo ad una qualche creatura
magica, sovrannaturale. I raggi della luna sembravano amarlo, gli si posavano
dolcemente sul corpo, entrando in contrasto con gli indumenti neri che
indossava, mentre accentuavano la lucentezza dei suoi capelli argentei e dei
suoi occhi ametista, che presero a brillare come pietre preziose al sole.
Riscossasi da quei pensieri la
ragazza cercò di cavare qualche informazione di più sui pensieri del giovane.
-
Hai parlato con la Sagami giusto? – Nessuna risposta.
- E
immagino che ti abbia detto di non combattere…ho ragione? –
Silenzio
- E
suppongo anche tu non abbia alcuna intenzione di darle retta – “Beh chi tace acconsente” pensò Crystal ormai abituata ai silenzi del
blaider.
Si
avvicinò ancora di qualche passo stringendo i pugni per la tensione.
-
Ma se ti conosco almeno un po’ giurerei che non è
questo a renderti così taciturno -
-
E’ così – disse dopo un’eternità il russo, senza però
girarsi verso la ragazza, che intanto si era seduta sul bordo del suo letto.
Improvvisamente la porta si aprì, e la buia stanza venne illuminata per un piccolo frangente, permettendo così a
due figure alte e slanciate di entrare nella camera.
-
Beh che ci fate qui voi due al buio? Non è che abbiamo
interrotto qualcosa vero? – disse con acida malizia Boris ammiccando in
direzione della ragazza, che in cambio lo gelò con uno sguardo truce.
-
Su non te la prendere! Almeno qui le cose avvengono tra membri della stessa
squadra! –
-
Boris…ci tieni molto a vedere l’incontro di domani? – chiese Crystal rossa in
viso.
-
Si…credo di sì…ma perché? –
-
Perché sto ufficialmente per farti fuori – rispose con una pacatezza macabra la
blaider degli Astri.
-
Uff…quanto siete suscettibili…comunque tornando alle cose serie…non avete idea
di cosa ho visto oggi pomeriggio! –
-
Allora la cinese dei Baihutzu e quello degli Obscuras…come diavolo si
chiama…Ares…beh si stavano baciando! Ha ragione l’americano quando dice che
questo torneo sta diventando un’agenzia matrimoniale! –
-
Uao Boris! Non sapevo che ti interessassero così tanto
i gossip di campionato – lo punzecchiò lei.
Kai
strinse ancora di più i pugni tra le braccia incrociate.
-
Basta ragazzi! Non siamo qui per interessarci a quei mocciosi, noi dobbiamo solo
impegnarci a vincere chiaro?! – la voce autoritaria di
Yuri ristabilì l’ordine, rimettendo ognuno nei propri pensieri. Il capitano dei
Neoborg era fatto così, non amava molto fare conversazione, in
effetti non era una cosa in cui si trovava molto a suo agio e soprattutto
visto che conosceva Boris sapeva dove si sarebbe arrivati se avessero continuato
a discutere dell’argomento…
-
Ragazzi…cosa ne pensate degli Obscuras? – la domanda di Crystal spiazzò i
ragazzi, e persino Kai si girò di scatto verso la ragazza, stringendo i pugni e
riducendo gli occhi a due piccole fessure.
-
Sembrano simpatici…anche se sono un po’… - Boris iniziò
titubante
-
Troppo simpatici – lo interruppe Kai con voce glaciale
-
Concordo – asserì Yuri sedendosi in poltrona e accavallando le sottili gambe con
grazia.
-
In effetti si sono inseriti molto rapidamente in un
gruppo già molto amalgamato – puntualizzò Boris pensieroso.
-
Tu che ne pensi Kai? – chiese Boris
-
Non mi piacciono…sembrano quasi piombati qui apposta... –
-
Hai ragione…persino Takao si è trovato la ragazza! – rispose il
falborgblaider
-
Anche Max e Astra sembrano fare coppia fissa, e poi Mao e Ares… - aggiunse
Crystal.
-
Ragazzi non sono cose che devono interessarci! Anzi se i nostri avversari si
stanno rammollendo la cosa non può che andare a nostro
favore, e ora tutti a dormire...domani ci aspetta una sfida impegnativa – detto
questo il capitano chiuse definitivamente la discussione dirigendosi verso il
bagno e chiudendo con fermezza la porta.
-
…Dovete capirlo domani dovrà affrontare la pazza
isterica…ha il cuore e gli ormoni in subbuglio!- disse Boris mettendosi a
ridere.
Nella stanza accanto Yuri
Ivanov si appoggiò con la schiena alla porta chiudendo leggermente gli
occhi…”Domani sarà una giornata molto impegnativa…” pensò senza però essere in
grado di trattenere un sorriso, accompagnato da una leggera morsa mai provata
all’altezza dello stomaco…
Un rumore, un tonfo, suono
prodotto da dei passi…Hilary aprì gli occhi disperata mentre sembrava che per
quella stanza si stesse muovendo un esercito di cinquemila soldati, quando in
realtà si trattava solo di Julia. La spagnola già con la divisa della sua
nazione non riusciva a fermarsi, camminava avanti e indietro convulsamente
mordendosi le labbra e stringendo fra le mani il suo bey viola scuro.
- Julia…se continui a camminare
così, quando dovrai evocare il tuo bit, Thunder Pegasus uscirà barcollando e con
un gran mal di testa – disse assonnata la nipponica, mentre guardava affranta la
sveglia, le 4.30. Sprofondò sul cuscino.
– Sono solo un po’ nervosa – si
giustificò Julia senza fermarsi.
Improvvisamente un cuscino
le si spiattellò sul viso; Hilary alzò lo sguardo.
- Solo un po’?! – disse irritata Emily dalla quale era partito il
colpo.
- Julia potevi dircelo che
avevi voglia di un pigiama party! – disse Mao assonnata
- Già almeno non ci saremo
illuse di poter dormire – finì Mathilda tirandosi a sedere.
- Ehm…ma nessuna di voi ha
dormito? – chiese titubante Julia voltandosi con aria colpevole verso le
amiche.
- NO!!
-
- Buongiorno Hilary! Ehi…ma che
cos’hai agli occhi? Hai delle borse che chiamarle così è un eufemismo! – constatò Takao quando la brunetta gli si avvicinò per la
colazione.
In
effetti né Hilary né le altre
ragazze parevano avere una bella cera, anzi sembravano non aver chiuso occhio.
- Oh…ordinaria amministrazione
– scherzò Mao avvicinandosi a loro, evitando prontamente di incrociare lo
sguardo di Rei, che dal giorno prima sembrava volerla trafiggere con una solo occhiata. “Beh cosa pretendi
Rei? Prima mi spezzi il cuore e poi pretendi pure che io continui a
baciare la terra sulla quale cammini? Hai sbagliato di grosso”
pensò la cinese andando ad abbracciare Ares che in quel momento stava arrivando
nella hall insieme alla sua squadra. Stavano aspettando solo loro, visto che gli Scudi Sacri si trovavano già allo
stadio.
- Samantha! – la salutò Takao
scoccandole un bacio a fior di labbra, mentre Astra si dirigeva sorridente verso
Max che era seduto su un divanetto insieme a tutta la squadra americana.
- Ciao Max…senti ho ascoltato
il cd che mi hai prestato ed è davvero fantastico! Credo che alla prossima tappa
mi dovrai accompagnare in qualche altro negozio di dischi! –
- Con piacere! – le disse il
biondino sorridendole, mettendo in mostra i suoi grandi occhi blu oceano e il
suo delicato viso da cucciolo. (Pucciosissimo!! N.D.
Avly)
Quando i Neoborg scesero nella
hall, Hilary posò immediatamente gli occhi sul blaider dell’Aquila Rossa,
attirata come un’ape dal miele. Lui era il suo miele, il più buono e allo stesso
tempo il più raro del mondo…lui così irraggiungibile…lui che pensava solo a
battersi contro Takao…lui che non si era mai interessato a
lei…lui.
Quando il gruppo passò accanto
al recinto degli animali, Fiamma si avvicinò alla staccionata, bella e maestosa
come sempre come per augurare buona fortuna al suo campione. Sicuramente era il
cavallo più grande, era uno stallone di prima qualità e tutto messo in confronto
con lei perdeva valore e bellezza. La cavalla si avvicinò il più possibile al
suo padrone che, accennando un sorriso senza farsi vedere dagli altri, accarezzò
il liscio muso dell’animale che lo fissava con intensità.
Dopo che i russi furono saliti
sul mezzo, Hilary rivolse un ultimo sguardo al Giglio Nero, che due sere prima
se ne era andata come se l’infastidisse la presenza
della sedicenne. Fiamma e Hilary si osservarono per parecchi istanti, e durante
questi attimi la ragazza sentì un brivido correrle lungo la schiena, e una
strana morsa attanagliarle lo stomaco. Gli occhi dell’animale erano seri, scuri
e parevano volerla perforare come si fa con un pugnale. Hilary aveva paura…ma
perché? Ormai era da un po’ che il cavallo non le incuteva più timore, e allora
perché? “Fiamma…ma perché mi guardi così?”
Lo stadio pullulava di persone
e visto dall’alto sembrava un grande fiore colorato con la tecnica puntiforme;
le urla e le acclamazioni erano assordanti…un’aria di agitazione ed eccitazione
stanziava sul Beyblade Stadium di Helsinki, ed il tutto
era accompagnato da un grande e luminoso sole, che sembrava voler contribuire a
rendere quella giornata il più memorabile possibile.
Hilary insieme ai BBA, agli
Obscuras, ai cinesi e agli americani si sedette in una delle prime file, così da
poter avere una perfetta visuale dell’incontro. Era agitata, non riusciva a
spiegarsene il motivo, ma non riusciva a smettere di avvertire una strana
sensazione all’altezza del cuore, come se qualcosa le suggerisse che stava per
succedere qualcosa di brutto. “Basta…sono solo preoccupata per Kai…in fondo ieri
l’ho visto con quella dottoressa…si Hilary devi stare
tranquilla, Kai non gareggerà se non si sentirà in forma…” cercò di dirsi per
tranquillizzarsi, anche se non ne era convinta.
Axel intanto le era seduto
accanto, felice e sorridente; alzò il suo viso abbronzato in direzione di quel caldo sole, che sembrò sorridergli. “Sì, credo che
questa volta ci sarà da divertirsi” dopodiché annuì in direzione di Ares, che
capì al volo.
Quando richiuse la porta alle
spalle capì subito che gli altri lo stavano aspettando, nonostante la stanza
fosse sprofondata nell’oscurità più assoluta.
- Allora come è andata? – gli
chiese senza giri di parole Samantha che lo fissava con occhi seri e le braccia
sui fianchi.
- Bene –
- Mi sembra un po’ poco francamente – rispose il capitano delusa
- Beh io non ti vado a chiedere cosa fai con quel
moccioso, tesoro – la punzecchiò luiriferendosi a
Takao
- Già, ma almeno io mi sto adoperando per la
missione…mentre tu… -
- Mentre io sto facendo esattamente la
stessa cosa – rispose Axel con voce seria e compiaciuta. Lo sguardo
perplesso che catturò i volti dei suoi compagni soddisfò il demone, che si diresse senza aggiungere altro
verso il suo letto.
- E allora? – chiese Astra che voleva sapere di
più
Per un primo momento lui non disse nulla, ma si limitò a
togliersi la maglia e ad appoggiarla sulla sedia alla sua sinistra con movimenti
lenti ed esasperanti.
- E allora ho un presentimento, una sensazione per la
verità…ma per poterne sapere di più dovrete aspettare domani…posso dirvi questo
però…domani ci sarà da divertirsi -
Gli altri lo guardarono straniti, e nessuno osò provare
ad approfondire l’argomento; sapevano bene che quando Axel possedeva quella
strana luce negli occhi era meglio non fare nulla.
- Eccoci qui signore e signori! Benvenuti all’ultima sfida di questa tappa
finlandese! Oggi come da programma assisteremo ad una
sfida di massimo livello…i vice campioni del mondo contro la terza squadra a
livello mondiale! Facciamo un bell’applauso alle squadre degli F-Sangre e dei Neoborg!! – l’urlo di Djman servì ad infiammare gli animi già bollenti degli spettatori, che
scoppiarono in grida ed acclamazioni all’arrivo delle due compagini.
Soprattutto in direzione dei
russi si levarono cori di apprezzamento, e con grande ira di Hilary erano tutte
ragazze! “Che nervi!!”
Quando i blaider giunsero alle
panchine, il clima si acquietò leggermente; Julia, che non riusciva a stare
tranquilla continuava ad osservare nascosta il capitano
della Neoborg, che al contrario suo pareva essere l’immagine della calma. “Perfetto! Io sto impazzendo e lui è calmo! Sei una cretina Julia se hai pensato anche per un solo momento che
quel russo potesse essere interessato a te…” si disse cercando di mantenere
stabile la presa su Thunder Pegasus.
- Siamo messi bene – disse
ad un certo punto Mao seduta tra Ares e
Lai
- Che vuoi dire? – le chiese il
biondo degli Obscuras che le teneva un braccio dietro la
schiena.
- Julia è agitata…credo che
questa volta i Neoborg vinceranno con molta facilità –
- Sono d’accordo – intervenne
la brunetta attirando su di sé lo sguardo di Axel
- Julia non riesce neanche a
tenere saldamente il suo bey in mano…figuriamoci ingaggiare uno scontro contro
un blaider di straordinario talento come Yuri –
- Ma non è solo questo… -
continuò la cinese, mentre Rei cercava di ignorare il dolore pungente che gli
attanagliava lo stomaco al solo vedere Ares che l’abbracciava per i fianchi.
- …già come si fa a combattere
contro la persona che ti ha salvato la vita… - disse Emily con un
sospiro.
“…soprattutto se ne si è anche innamorati” pensò Hilary completando così i
pensieri delle sue compagne.
- Avete ragione – disse Takao
soffermandosi ad osservare i russi. Sembravano calmi,
come di loro consuetudine…Kai era immobile, seduto sulla panchina e stringeva a
sé Dranzer come era sua abitudine fare prima di un
incontro. “Forza Kai…noi abbiamo una sfida in sospeso…ricordi?”
“Devo farcela…non mi fermerò…”
- Bene…per questo primo match
avremo niente di meno che i due capitani a confronto!
Dalla calorosa Spagna Julia, mentre dalla fredda Russia Yuri! -
- Perfetto…la mia solita
fortuna… - disse affranta la spagnola prima di voltarsi verso il beyblade stadio
messo a punto per l’occasione. Era una perfetta rappresentazione della città che
ospitava la competizione…erano state riprodotte tutte le strade, ogni vicolo,
ogni anfratto…anche quel vicolo…”Non me ne va bene
una!” pensò avvicinandosi alla pedana di lancio, mentre sentiva i passi farsi
pesanti, e affondare sul terreno come macigni.
- E’ ora –
disse a fatica il rosso alzandosi dalla panchina e posando lo sguardo sulla sua
avversaria…una scossa al petto gli fece sbattere le palpebre costringendolo a
fermarsi “Ma che sta succedendo?
Cosa ti prende Yuri Ivanov? L’hai battuta anche allo scorso
campionato mondiale…non sarà un problema…” era strano, perché questa era la
risposta che gli dava la sua testa, ma il suo cuore sembrava opporsi a tale
decisione. “Ma io non ho un cuore…” Mosse il
primo passo verso la pedana di lancio.
- Yuri, aspetta! – la voce
risoluta di Crystal distolse il rosso dai suoi pensieri, e si girò ci scatto
verso la sorella, che in quel momento si trovava in piedi accanto a Kai.
- Fai scendere me in campo! –
disse decisa la ragazza stringendo a sé il suo Seraphion.
- Cosa? E perché? –
- Perché tu vuoi vincere
lealmente, alla pari…e Julia non lo sarà se combatterà
contro di te… - La ragazza si morse il labbro dalla frustrazione, pregando che
il fratello non le chiedesse ulteriori spiegazioni, ma rendendosi conto di non
aver dato una vera motivazione aggiunse: - Tu le hai salvato la vita…non
potrebbe mai battersi lucidamente contro di te –
Il russo parve sorpreso, e
contrariamente a quanto la ragazza si era aspettata, lui chinò il capo chiudendo
gli occhi. – Se per gli altri non ci sono abiezioni…tu sei la riserva di
Kai…dovresti chiedere a lui se ha intenzione di… -
- Per me non ci sono
problemi…vai Crystal – disse ad un tratto Kai senza
alzare gli occhi da Dranzer.
- Grazie Kai – gli occhi della
rossa si illuminarono di una strana luce, che raramente
il fratello le aveva visto addosso. Sorrise. “Forse tu hai visto più lontano di
quanto non abbia fatto io…”
- Attenzione! Sembra che ci sia
un cambio nella squadra dei Neoborg – l’annuncio di Djman fu come una ventata di
aria gelida sul volto della spagnola, che sentì come la se la tenaglia che le
stringeva il cuore si fosse allentata. Alzò lo sguardo sulla squadra russa come
se avesse bisogno di una conferma visiva per poter
credere alle proprie orecchie. Un cambio. “Yuri ha chiesto un
cambio? Ma perché?” Leggermente rincuorata da questo pensiero si fermò sulla pedana di lancio, ansiosa di vedere
il suo nuovo avversario. “Forse ha chiesto a Kai di sostituirlo…” cercò di
spiegarsi la ragazza, mentre i suoi occhi verdi tempestati da scaglie di luce
sondavano il campo cercando di incrociare i freddi occhi di Yuri.
Julia alzò lo sguardo verso la
pedana opposta alla sua. Occhi viola e profondi la osservavano sorridenti, un
viso così simile a quello del freddo blaider si stagliava dinanzi a lei, ma non
era Yuri, bensì sua sorella, la sua parte complementare. Erano così simili,
entrambi freddi e scostanti, ma Crystal era allo stesso
tempo diversa dal fratello: sapeva essere più spensierata e radiosa di Yuri, e
sapeva osservare il mondo con occhi più spaventati ma…felici.
- Crystal…ma… - iniziò Julia
osservando stupita la sua nuova avversaria
- Voglio che questo campionato
si giochi al meglio…e tu non avresti giocato come sai, se di fronte a te ci
fosse stato mio fratello – spiegò la russa con voce calma e rilassata. Si
guardarono per qualche secondo, mentre i tenui raggi di sole le scaldavano oltre
che le membra anche i cuori.
- Siamo pronte? – disse ad un certo punto Julia tornata la solita esuberante ed
arrogante di sempre.
- Certo, ma credimi…non sarà
facile battermi…dopotutto sono la terza blaider più forte della Russia, seconda
solo a Kai…fatti sotto Julia! –
- Blaider in posizione! –
dichiarò Djman scatenando le urla del pubblico
- Tre…due…uno…pronti…lancio! –
E la sfida ebbe inizio.
-
Attacca Seraphion! -
-
Resisti Thunder Pegasus! –
La
sfida tra le due ragazze era ancora in atto, e nonostante fosse trascorso già
molto tempo, nessuna delle due aveva intenzione di cedere, anzi sembravano
caricarsi ad ogni attacco.
I
due bey sfrecciavano per la città di Helsinki come siluri, che incuranti degli
ostacoli si muovevano con grazia e precisione. Due stili totalmente diversi, ma
che insieme creavano un’armonia di movimenti e una sfida avvincente. Il bey
azzurro e lilla di Crystal aveva tutte le caratteristiche di una trottola russa,
infatti era molto resistente e possedeva un’incredibile
potenza distruttrice. Si muoveva con freddi, rapidi movimenti, flessuosi e
precisi che colpivano sempre con la stessa tenacia. La resistenza fisica e
psicologica della ragazza inoltre erano notevoli…era forte, una temibile
avversaria che sapeva scatenare la potenza della luna e delle stelle a suo
piacimento.
Di
tutt’altra pasta invece era Julia che faceva della sua passione e del suo calore
la sua arma vincente. Fuoco e Ghiaccio, due elementi così
diversi, eppure allo stesso tempo così vicini, necessari l’uno
dell’altro.
Thunder Pegasus tentò un ultimo affondo su Seraphion,
che però riuscì ad evitare l’attacco. Ormai la stanchezza affaticava e deformava
i bei volti delle giovani, che sudate e affannate non
riuscivano a porre fine alla sfida.
-
Non potranno andare avanti ancora per molto – constatò
Axel osservandole con attenzione.
-
Ormai sono stanche…prima o poi una delle due cederà –
decretò Astra seduta accanto a Max.
“Già…comunque sono due ottime Guardiane…peccato per loro
che non avranno un Cavaliere a cui dedicarsi” ridacchiò
malignamente Samantha mentre con i suoi occhi di sangue osservava incuriosita il
Demone della Malvagità che sembrava osservare con più interesse la brunetta che
la sfida. “Sciocco…”
-
Siamo al limite – constatò Julia cercando di riprendere
fiato, mentre il volto imperlato di sudore si scontrava con gli occhi gelidi di
Yuri. Un brivido lungo la schiena. “No! Ora c’è la mia sfida con Crystal…non
posso pensare a Yuri…”
-
Julia…ti propongo una cosa…un’ ultima offensiva…la più
devastante…preparati! – l’incitò Crystal richiamando a
sé tutte le sue forze, le sue emozioni, i suoi ricordi…
-
Ci sto…sarà un vero piacere! –
-
Seraphion…eclissi di Luna! –
-
Thunder Pegasus…lama di tuono! –
Un’improvvisa ondata di energia investì violentemente lo
stadio, nascondendo a tutti l’esito dello scontro, un botto fragoroso, come lo
scoppio di una bomba…
-
Julia! – urlò Hilary alzandosi dalla sua sedia
Axel si volse di scatto verso la giovane, che con gli
occhi sgranati urlava il nome della sua amica. Strinse gli occhi, girandosi poi
verso Ares, che come lui aveva ridotto gli occhi a due piccole fessure. Scosse
la testa. “No…non capisco…perché non ho percepito la stessa cosa di ieri?” si
chiese il demone della Malvagità tornando a posare gli occhi smeraldini sulla
sedicenne.
-
Crystal! – Boris si alzò di scatto cercando di avvicinarsi alla pista, ma fu
trattenuto dalla presa forte del suo capitano.
-
Non ti intromettere! La sfida è ancora in atto – la
voce tagliente di Yuri ferì Boris, che non riusciva tollerare che l’amico
potesse reagire così…c’era sua sorella lì… - Ma…Yuri… - biascicò Boris
incredulo.
“Crystal…Julia…”
Lentamente la polvere si diradò e così tutti riuscirono
ad avere una parziale visuale del campo di gioco: la piccola Helsinki era stata
rasa al suolo, cumuli di macerie erano sparse per tutto
lo stadio e ciò che restava del campo di gioco non era altro che un ammasso di
detriti. Non si udiva più alcun rumore…il pubblico stava immobile e in silenzio
come se temesse che con le parole potesse interferire con la rotazione dei bey.
Già
i beyblade…dopo che la polvere si fu diradata si
intravvise sulla cima di una piccola chiesa crollata un piccolo bey azzurro e
lilla che seppur lentamente continuava a girare, mentre al suo fianco una
trottola viola scuro era ferma. Le due ragazze si accasciarono a terra sfinite.
Era
finita. Crystal aveva vinto…e aveva vinto combattendo un’avvincente sfida contro
una degna avversaria…la russa sorrise lasciandosi
baciare da quel caldo sole che pareva volesse trasmetterle tutto il suo affetto.
-
Che scontro avvincente signori! Quale grinta, quale classe! Con una
straordinaria forza Crystal si aggiudica la vittoria! Benissimo tra qualche
minuto avremo il secondo incontro tra gli F-Sangre e i
Neoborg che verrà schierati il Re degli artisti di strada Raul e lo Zar di
Russia Kai!!
“Ci
siamo, è arrivato il momento di giocare un po’ con il Cavaliere…” pensò Axel con
un sorrisino tutt’altro che rassicurante.
-
Crystal…come ti senti? – le chiese Boris preoccupato quando la ragazza dolorante
si fu avvicinata alla panchina. Gli occhi erano stanchi, ma allo stesso tempo
brillavano di una strana luce…era la luce della
Vittoria? No…era la luce di una ragazza che aveva giocato una sfida ai massimi
livelli.
“Sono certo che in questo momento anche gli occhi di
Julia stanno brillando così” Yuri si stupì da solo di quel malsano pensiero,
osservando il suo riflesso allungato su una bottiglietta d’acqua per capire se
le sue gote avessero cambiato colore. Sorrise. “Sono veramente messo male…troppo
sole”
-
Allora che facciamo? Se tu vuoi Kai posso scendere in
campo io…non è un problema” si offrì volontario Boris girandosi verso Kai, che
però si trovava già in piedi con le ametiste puntate sul campo di gioco.
Lentamente il ragazzo iniziò ad avvicinarsi alla pedana
di lancio, lasciando nel silenzio più assoluto i suoi compagni, che preoccupati
lo osservavano allontanarsi. “Ti prego Kai…stai attento”
-
Bene ragazzi! Occhi aperti, Kai sta per scendere in campo – gli Scudi Sacri si
voltarono con attenzione verso il dranzerblaider che illuminato dalla luce del
sole pareva davvero una magnifica fenice di fuoco. – Cosa
facciamo? Lo fermiamo? Potrebbero fargli del male – constatò Jessie
-
No…stiamo calmi, io sorveglio i demoni – disse Mariam spostando i suoi occhi
verdi verso gli Obscuras; Samantha, Ares, Axel…Astra. La giovane si morse il
labbro cercando di non urlare mentre osservava Astra ridere in compagnia di
Max…
-
Kai… - mormorò in silenzio Hilary afferrando saldamente i bordi della sua gonna
bianca e stringendola convulsamente. Si sentiva strana come se qualcosa le stesse schiacciando il petto impedendole di respirare,
sentiva l’aria mancarle dai polmoni e la testa aveva preso a pulsarle molto
intensamente.
“E’
tesa…perfetto” Axel sorrise per poi alzarsi con grazia. – Ehi ragazzi io vado a
prendere qualcosa da bere…volete niente? – Spostò gli occhi sui suoi compagni
che dopo averlo ringraziato scossero la testa. – Vai tranquillo Axel – disse Ares sorridendogli; Axel si
allontanò evitando accuratamente gli sguardi degli Scudi Sacri che sembravano
non mollarli un attimo.
Quando si ritrovò solo lungo il corridoio si concesse una risata sadica incurante del fatto
che qualcuno potesse ascoltarlo. – Ora vedremo che campione si cela dietro di te
Kai! Ti farò vedere io! –
Improvvisamente il demone chiuse gli occhi e chiudendo
le mani a pugno lasciò sollevare l’indice e il medio di entrambe le mani che
mise dritte una di fronte all’altra perfettamente
parallele ai suoi occhi.
-
Obscura potestas, animam concide et flammam exstingue! -
All’improvviso dalle dita di Axel uscì un leggero fumo
nero, che librandosi leggero nell’aria rimase per
qualche istante a levitare come una nube carica di pioggia sopra il demone,
prima che lui senza lasciare la sua posizione aprisse gli occhi dicendo solo
poche parole…l’ordine da eseguire…
-
Eques Ignis…Kai – e l’ombra si
dileguò rapidamente pronta a dirigersi verso il suo obbiettivo.
Axel tornò a sedersi sorridente accanto alla sedicenne
portando con sé una lattina di tè alla pesca.
-
Bene…blaider in posizione…tre…due…uno…pronti…Lancio! -
La
sfida era iniziata; su uno scenario mozzafiato, rappresentante la zona a Nord di
Helsinki i due bey sfrecciavano fulminei alzando la neve e rigando il ghiaccio
sulla quale pattinavano a tutta velocità.
Dranzer schizzava rapido perforando il suo avversario
che cercava inutilmente di stargli dietro. Il bey azzurro di Raul era in netta
difficoltà, tempestato da un incredibile tempesta di
fuoco rotante.
Kai si muoveva agile e deciso, incitando il suo bey con
la sola forza dello sguardo. La
piccola trottola blu sprigionava una potenza inarrestabile…l’incontro non
sarebbe durato ancora molto.
“Sbrighiamoci…forza Dranzer!”
-
Kai… - disse Hilary in un piccolo rantolo mentre percepiva una piccola goccia di sudore attraversarle il viso. L’aria
continuava a mancarle e ogni assalto che Dranzer sferrava al suo avversario per
lei era come se quella forte pressione che sentiva sul petto si facesse più
decisa.
Quando ad un certo punto però
il bey blu sferrò una violenta offensiva, il bey azzurro di Raul incredibilmente
riuscì a resistere e, come se fosse rianimato da una nuova energia passò al
contrattacco.
Axel sorrise. – Nunc! -
-
Attenti! Sta succedendo qualcosa! – Mariam si alzò di scatto allarmata
stringendo i pugni e furente di rabbia. – Axel…percepisco la sua aura nera…Kai…
-
Una
fitta, come se un coltello gli si fosse intrufolato nella schiena, un dolore
lancinante come se le sue carni stessero bruciando. Strinse gli occhi cercando
di reggersi in piedi mentre quel dolore cresceva ed
inesorabile prosciugava le forze sia a lui che a Dranzer.
E
mentre gli assalti di Fire Pegasus si facevano sempre
più incalzanti Dranzer faticava a mantenere una decente stabilità.
-
Ma che diavolo sta combinando? – sbottò Takao che non
riusciva a spiegarsi ciò a cui stava assistendo.
-
Kai…è in difficoltà – disse incredulo Daichi.
-
Kai… - Hilary si prese la testa fra le mani trattenendo a stento le lacrime; il
dolore alla testa era diventato insopportabile e come se non bastasse faceva fatica a respirare. Tremava, tutto il suo
corpo era attraversato da violente scosse che le ferivano il cuore come se
volessero dilaniarlo; tuttavia c’era per lei qualcosa di ancora più doloroso: Kai che fino ad un istante prima
sembrava calmo e rilassato ora era sofferente, ed il suo viso perfetto era
attraversato da una smorfia di dolore, mentre le sue gambe faticavano a
sostenerlo. Come contro la BEGA…
Perché si stava sentendo così? Perché questa sensazione
di mancanza d’aria…non avrebbe saputo dare una spiegazione, ma al momento non le
importava…”Kai…”
-
Attenzione sembra che Kai sia in grave difficoltà – Djman osservava stupito lo
scontro mentre un incredulo Raul spronava il suo bey e un Kai che faticava a
stare in piedi cercava disperatamente di contrattaccare. “Dranzer…ma che…” Kai
non riusciva a capire, la sua vista si stava annebbiando e mentre il dolore alla
spina dorsale si intensificava, sentì le gambe
cedergli. Stava cadendo…stava perdendo…il suo bey come
se seguisse i movimenti del blaider iniziò a vacillare.
Sentiva i rumori attutirsi, i colori spegnersi, le
emozioni perdersi…
-
Devo reagire…devo… - il ragazzo cadde sulla pedana con
un tonfo, le sue gambe non lo reggevano più e la schiena pareva essersi spezzata
in due tanto era il dolore che avvertiva.
- No…ti
prego…non piangere…Aquila non piangere…
-
Axel sgranò gli occhi incredulo. “Non può essere…ho
sentito bene?” Il demone si girò di scatto verso chi aveva pronunciato quelle
impossibili parole. Hilary.
La
ragazza era lì, accanto a lui e come un’invasata fissava il vuoto mormorando
sempre quelle parole con una lenta litania. I suoi occhi erano vuoti, come
spenti, ed il demone sentì una violenta scossa di
energia trafiggerlo in pieno strappandogli un gemito di dolore.
“Incredibile…allora avevo ragione…la mia intuizione era
esatta” si voltò rapido verso i suoi compagni che come lui apparivano sconcertati. Avevano sentito anche loro.
“Axel interrompi subito l’incantesimo!” gli urlò contro Samantha con la
mente
“No…”
“Non ti
permettere Axel…non lo puoi uccidere…non ora!” sbottò Astra
“So che
vorresti ucciderlo…ma non lo puoi fare…lui è uno dei Cavalieri e non può essere
toccato! – la
vocedi
Ares pareva allarmata e Axel strinse i pugni. Lui voleva ucciderlo…ma perché?
“AXEL!”
Samantha era infuriata. “Axel…ora
sappiamo che è lei…e per quanto questo possa sembrarci assurdo non possiamo farci niente…ma il Cavaliere del Fuoco
non lo puoi uccidere! Fermati!”
-
KAI!! – Hilary si alzò di scatto urlando con tutta la
forza che aveva il nome del blaider…no di quel blaider…di quel ragazzo che tanto
amava e che ora stava lentamente perdendo le forze. – Resisti Kai!!...Aquila Rossa! -
Un
urlo e poi…solo luce.
-
KAI!! - chi aveva invocato il suo nome? Non
capiva…stava perdendo le ultime energie e anche Dranzer pareva essere sul punto
di fermarsi. Aveva perso tutto…il suo bey…la sua vita…i suoi amici…non aveva più
battuto Takao…un altro desiderio che non sarebbe mai divenuto realtà…stava
sprofondando nelle tenebre dove tutto è nero e dove
tutto e morte…il buio ecco cosa lo attendeva…
Poi
ad un tratto in mezzo a tanta oscurità una luce,
dapprima tenue e debole, poi sempre più forte. Kai avvertì un piacevole torpore
scaldargli il corpo, e una delicata luce irradiare le sue membra, fino a
ridargli nuova energia, cancellando la paura e la tristezza dal suo cuore.
Kai
non si rese subito conto di cosa fosse successo, ma di una sola cosa era
certo…una voce aveva invocato il suo nome…una voce l’aveva aiutato, una voce l’aveva strappato dall’abbraccio della morte…una voce.
-
DRANZER! – gridò con tutta la sua forza.
E
Dranzer riemerse dalle tenebre, vincendo la morte ed
irradiando con la sua luce lo stadio di Helsinki.
Concludo così questo nono capitolo…caspita è
stata un’impresa terminarlo…spero che sia stato di vostro gradimento!! Ora Spazio del
Lettore:
Lexy90:ahah!! Hai ragione…in effetti Kai non
parla mai dei suoi problemi con gli altri, soprattutto con i sui ex-compagni di
squadra perché non vuole essere considerato un essere da compatire…cmq mentre i
demoni si sono ben amalgamati (Solo amalgamati? Nd
Kai) (Prendi in considerazione i fatti sciagurata di
una scrittrice nd Kai e Rei infuriati) (…nd Avly) …vabbeh volevo cmq
ringraziarti moltissimo per il tuo sostegno e le tue belle recensioni che mi
danno un piacere immenso!! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e
soprattutto non vedo l’ora di ricevere il tuo parere su questo capitolo! Baciuzzi
PICH_91: Non devi assolutamente farti problemi!
Era ora che arrivassero anche delle note negative non preoccuparti! Guarda che
ho riletto il capitolo un sacco di volte e spero che
sia più leggibile dei precedenti…prometto che mi impegnerò per migliorare il mio
stile in fatto di punteggiatura!!
Cmq vorrei risponderti per quanto
riguarda i personaggi…mi spiace molto che non ti piaccia la coppia JurixJulia io li ho sempre visti bene insieme, ma non
preoccuparti ci saranno così tante coppie che mi auguro tu riesca a trovare
quella che ti appartiene maggiormente!! Passando a
Rei…beh per lui vale lo stesso discorso…Per quanto riguarda Kai…beh la lettura è
soggettiva…quindi qualsiasi interpretazione va bene!!
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto…e mi auguro con tutto il cuore di
ricevere un tuo parere anche per questo!! Non
preoccuparti…io apprezzo moltissimo la sincerità…quindi criticami se devi
farlo!!
PS grazie a te per la
e-mail…non preoccuparti non mancherò di recensire i tuoi nuovi
capolavori!! Ah fammi sapere che ne pensi della ultima
shot mi farebbe piacere!! Ormai tengo moltissimo al
tuo parere!!Baciuzzi
Dark_Angel91: concordo perfettamente tesoro…Axel è
da uccidere!!! E penso che lo sarà ancora di più quando
andremo avanti con i fatti…spero che continuerai a seguirmi...Sei gentilissima,
non manchi mai di recensire e questo mi riempie il cuore di felicità! Spero che
anche questo capitolo sia di tuo gradimento!!Baciuzzi
Lirinuccia: ciaoosono felicissima di averti sentita, e grazie mille per aver
commentato lo scorso capitolo in maniera tanto positiva!! Mi lasci sempre senza
parole…troppi complimenti!! Cmq grazie per avermi detto
che il mio stile si sta perfezionando, è una grande cosa per me!!
Cmq passando al chappy…hai perfettamente ragione, io che sono una mega fan di Hilary non sopporto quando viene dipinta come
una bambina che piange in ogni momento…lei non è così, lei è forte, determinata,
sì è vero è sensibile, dolce, emotiva ma non una bambina piagnucolosa…ed io la
vedo bene con Kai proprio per questo. Passando invece a Mao…beh la cinese è un
po’ confusa e sta imboccando una strada molto oscura…beh spero che questo
capitolo ti sia piaciuto e spero che continuerai a seguirmi!! Ah grazie 1000 per la recensione sulla mia ultima oneshot…solo…GRAZIE di cuore!
Baciuzzi Avly
Ria: Eccoti qui! Grazie per aver letto la
storia…sono molto felice che ti sia piaciuta, e grazie anche per i complimenti!
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e attendo con ansia il tuo parere!
Grazie anche per la recensione sulla oneshot… Beh a questo punto ti
rimando l’avvertimento…aspetto il collezionista!
Baciuzzi Avly
Helens: Tesoro grazie!!! Ormai le tue recensioni sono diventate
importantissime…sapere il tuo parere è di vitale importanza, non solo perché ti
considero una grande scrittrice, ma anche perché sei una persona molto speciale!
Grazie per le belle parole…beh che
dire…Mao sta facendo un passo falso e Max ha perso la bussola…e Kai?? Beh lui è essenzialmente unico!!
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Non vedo l’ora di risentirti con Dono
dal Cielo!!
Baciuzzi Avly
Un grazie anche a tutte le persone che
hanno letto la storia!!!
E anche un ringraziamento alle persone
che hanno letto “Ad un passo…In the middle between
life and death” grazie!!!
Capitolo 10 *** Chiarimenti e movimenti nell'ombra ***
Capitolo dieci
Eccoci qui^^ Buon Anno a tutti, che
questo 2010 possa essere per tutti voi un anno luminoso e pieno di colore^^ Vi
presento il decimo capitolo di questa storia…caspita siamo al numero 10 O_O!! Ammetto che non ne sono entusiasta, perché volevo
entrare subito nella nuova parte, ma questo capitolo mi serviva per snocciolare
alcune piccole questioni…Beh che dire grazie a tutti, un baciuzzo particolare
alla speciale Helens!^^
Buona lettura a tutti!
Chiarimenti e movimenti
nell’ombra
Dopo che l’incontro fra i Neoborg e gli F-Sangre fu concluso, tutte le squadre fecero rientro in
albergo, totalmente inconsapevoli di cosa avesse potuto creare un singolo match
di beyblade; la miccia era sta accesa, ora non restava altro che dare una
spintarella al destino ed accelerare il corso degli eventi…Per molti blaider
quello di oggi era stato un semplice incontro, dove Crystal aveva vinto su Julia
e Kai aveva battuto Raul, ma per alcuni blaider la natura era ben diversa, e
loro più di chiunque altro avevano motivo di essere radiosi…o forse
no?
-
Complimenti a tutti ragazzi! – la voce sarcastica di Astra risuonò libera ed incontrollabile quando la porta venne richiusa alle loro
spalle, lasciandoli soli nella loro camera al terzo piano.
-
Siamo stati fenomenali non c’è che dire… -
-
Calma gli animi Astra – l’ammonì Samantha con voce dura
e carica di rabbia. Gli occhi del capitano, ancora più vermigli del sangue,
parevano voler distruggere tutto ciò che incontravano sulla loro traiettoria e
purtroppo per lui, sulla loro scia visiva c’era Axel…
-
Qualcuno stava per perdere il controllo della situazione…non è vero Axel? –
Il
ragazzo parve non accorgersi nemmeno della sua frustrazione, ma si limitò a
passarsi elegantemente una mano fra i setosi capelli castani. – Non stavo
perdendo proprio niente…ho dovuto protrarre la cosa fino a quel punto per poter verificare la mia teoria… -
-
Perfetto…e spiegami, la tua teoria consisteva anche
nell’uccidere uno dei Cavalieri?! – Samantha incrociò le braccia al petto,
caricando le sue parole con tutta la rabbia che provava in quel momento. Avevano
rischiato di mandare in fumo la loro missione…se Kai fosse
morto…
-
Non l’avrei ucciso…non ancora almeno… e poi abbiamo trovato il Custode di che ti
lamenti? – Axel pareva una statua di marmo, sapeva essere totalmente
indifferente e sapeva calibrare bene il peso della sue
parole, assaporando lentamente il sapore che lasciavano sul viso di Samantha
come se si trattasse di qualcosa di estremamente dolce.
-
Beh…alla fine Kai non è morto… - s’intromise Ares piazzandosi tra i due fuochi
divampanti.
-
Non mi interessa! Ci siamo esposti troppo, e Kai ha
rischiato la vita! Non possiamo permetterci errori questa volta…finché le loro
anime mistiche non saranno in mano nostra, i Cavalieri non possono essere
toccati! – sbottò adirata il Demone dell’Avidità squadrando tutti i suoi
compagni; Ares e Astra non riuscendo a reggere il suo sguardo abbassarono il
capo, ma Axel non fece una piega, anzi continuò ad
osservarla con sarcasmo.
-
Stai tranquilla tesoro, questa volta non falliremo…e ti spiego anche il perché…
- le si avvicinò sinuosamente e le prese con forza il
mento tra l’indice ed il pollice, costringendola a guardarlo negli occhi -
…perché questa volta siamo più forti, non solo magicamente…abbiamo un potere di
cui tutti ignorano l’esistenza, Scudi Sacri compresi, ed inoltre i nostri
avversari non sanno nulla di noi…questa volta non ci saranno alleanze
infruttuose, tradimenti, destini avversi…non questa volta –
-
Lo spero proprio Axel… - Il ragazzo dopo aver sfiorato con la punta del naso
quello di lei si allontanò, dirigendosi verso la finestra da dove si intravvedeva il pallido sole del
pomeriggio.
-
Scusate…ma come è possibile che non abbiamo avvertito
subito l’aura di Hilary…eppure la conosciamo da un po’ di tempo…perché solo ora?
– chiese Astra rientrando sull’argomento principale. – Forse perché il suo
potere si è risvegliato solo oggi durante il secondo incontro – ipotizzò Ares
pensieroso.
-
Una coincidenza quindi? –
-
No…non è per questo – la voce seria di Axel risuonò in tutta la sua autorità,
catturando le attenzioni dei suoi compagni a cui dava
prontamente le spalle.
-
E’ vero…Hilary non si è risvegliata subito, infatti
quando l’abbiamo conosciuta all’aeroporto era assolutamente normale…ho
cominciato ad avvertire qualcosa di strano quando l’ho riportata a casa la sera
della conferenza…era una sensazione, ma comunque sia troppo poco per poterne
trarre qualcosa di utile…ma poi… - Axel si fermò un momento scrutando con i suoi
occhi smeraldini il proprio riflesso sul vetro “…poi è successo qualcosa che non
so” Strinse gli occhi - …quando poi siamo usciti insieme ho avvertito una
sensazione ancora più forte della volta precedente, ma nel momento in cui ho
cercato di entrare nella sua mente, ho trovato solo un’ alta barriera
impenetrabile…poi però in suo attimo di debolezza sono riuscito per qualche
istante a scorgere la sua aurea e nel suo cuore ho visto un’immagine… -
-
Un’immagine? – chiese Astra interessata
-
Già…a quel punto ho capito che quella ragazza era speciale…dovevo solo metterla
sotto sforzo –
-
Scusa…ma allora perché non è intervenuta durante l’incontro di Julia…avrebbe
potuto aiutarla e con il suo aiuto la spagnola avrebbe vinto! – disse Ares
-
Semplicemente perché Hilary non è innamorata di Julia – rispose Axel con una
smorfia di disgusto, mentre i suoi compagni ci misero qualche istante per
comprendere il senso di quella sua mezza frase.
-
Uhm…vuoi dire che… -
-
Sì, Hilary ha agito in totale incoscienza, spinta solo
dai suoi sentimenti…il suo potere ha reagito solo quando Kai è stato in pericolo
–
Axel si arrestò; odiava dover ricordare quanto era
successo, non riusciva a capire perché non si era voluto fermare. Se Hilary non
fosse intervenuta lui non avrebbe cessato l’incantesimo
e Kai sarebbe si sicuro morto. “Ti distruggerò personalmente Kai…aspetta solo
che ti abbia rubato Suzaku e poi vedrai…ti mostrerò l’Inferno…mi prenderò la
Custode…e solo allora questa strana sensazione svanirà”
-
Qual è la prossima mossa? – Ares spostò lo sguardo gelato da Samantha ad Axel
aspettandosi da uno dei due una risposta.
-
Occupiamoci della Custode – disse secca il Demone dell’Avidità senza distogliere
lo sguardo da Axel. – E distruggiamo quei seccatori degli Scudi Sacri – aggiunse
il Demone della Malvagità con una strana luce sinistra negli occhi.
-
Sicura di stare bene? Sembri leggermente spossata – era da più di un quarto
d’ora che gli occhi indagatori di Takao sorvolavano sul suo viso, ed Hilary cominciava davvero ad averne abbastanza.
-
Tranquillo Takao! Sembri mia madre…sto benissimo, ho solo una fame ed un sonno pazzesco. Te l’avevo detto che ieri notte Julia
non mi ha fatto chiudere occhio.
-
Su Takao, da quando le ochette si ammalano?! – disse
sarcasticamente il piccolo rosso, che in realtà era preoccupato quanto il
dragoonblaider per la loro amica, anche se non l’avrebbe mai ammesso.
-
Oh Daichi, ma quanto sei carino…stai attento che se rispondi così a me, potresti
sembrare un ridicolo pidocchio agli occhi della cara Ming
Ming – ribatté divertita la brunetta lanciando un’occhiata di spirito al
piccolo, che in risposta divenne rosso almeno quanto i suoi capelli.
Dopodiché tornò a posare i suoi occhi su Takao – Sto
bene ok? Dai non preoccuparti! – lo incitò lei prima di stendersi sul suo letto
con l’intenzione di fargli capire che voleva riposare. Fortunatamente i suoi
amici non fecero obiezioni e se ne andarono chiudendo piano la porta alle loro
spalle, ma lei non dormiva…
Dopo che insieme a Daichi fu uscito dalla camera del
Giglio, Takao si separò dall’amico, dirigendosi verso l’ascensore con
un’infinità di pensieri che rapidi vorticavano nella sua testa, come se fossero
spinti da un uragano. Non riusciva a smettere di pensare all’incontro di Kai…gli
era sembrato…come se l’avesse già visto, e sapeva anche dove…alla Justice Five,
nell’incontro fra Kai e Brooklyn.
E
poi…quando si era accasciato a terra…un dolore al petto colpì il ragazzo dai
capelli blu, che strinse convulsamente la presa su Dragoon. “Non è da lui fare
certi errori, sembrava quasi che fosse in difficoltà…Kai ma che cosa diamine
stai combinando? Noi abbiamo una
sfida”
-
Takao!! – Improvvisamente l’uragano che vorticava a
gran velocità nella sua testa si dissolse, lasciando che due occhi vermigli
entrassero nel campo visivo del ragazzo, che posò un leggero bacio sulle labbra
gelate della sua ragazza dai capelli color ebano. Insieme entrarono
nell’ascensore. – Samantha scusami, ma ero soprapensiero – si giustificò lui
-
L’avevo notato…stavi pensando all’incontro di Kai non è vero? – Samantha sorrise
appena, senza che lui se ne potesse accorgere, gustandosi a pieno l’espressione
di tristezza dipinta sul volto del suo ragazzo. Decise di proseguire. – In effetti anche noi siamo rimasti piuttosto perplessi…da
quanto ci avevi raccontato Kai doveva essere una specie di blaider superiore a
tutti, un mito insomma, eppure oggi stava per farsi battere come un principiante
alle prime armi –
A
questo punto perse la poca razionalità che era solito
ad avere.
-
Non dirlo mai più – sussurrò con un lieve sibilo
-
Come? –
-
Non dirlo mai più! – le urlò Takao rosso dalla rabbia e puntandole il dito
contro – Non so cosa sia successo, ma non permetto a nessuno di parlare male di
un mio amico, in questo caso Kai, in mia presenza…lui è uno dei G-Revolution, un
mio rivale, un mio amico, un blaider eccezionale, il migliore che io conosca, e
nessuno deve permettersi di metterlo in discussione…neanche la mia ragazza –
Detto questo Takao uscì velocemente dall’ascensore
senza degnare minimamente di uno sguardo la blaider dagli occhi vermigli che
rimase allibita dalla sua reazione. “Ma come diavolo ha
fatto? Dovrebbe essere totalmente in mio potere…”
-
Sono molto affiatati, si vogliono bene…e questa è una cosa sulla quale nessuno
potrà mai interferire – una voce femminile sicura ed elegante si mosse con
grazia verso il Demone, che si stupì nel vederla.
-
Sono molto amici…tutti e quattro, anche Kai avrebbe più o
meno fatto la stessa cosa, e allo stesso modo Rei e Max –
-
Non mi sembra di averti chiesto qualcosa – ribatté acida il Demone dell’Avidità,
che non riusciva a spiegarsi cosa ci facesse qui quella ragazza. L’altra parve
non scomporsi – Anche se Takao si dimostra una persona dolce e affabile, non
bisogna azzardarsi a sfiorare i suoi compagni perché diventa una furia…puoi
anche essere la sua ragazza, ma non riuscirai mai a metterti fra Takao e gli
altri in questo modo…il mio voleva essere solo un consiglio – Detto questo la
giovane si allontanò, silenziosa come era arrivata,
lasciando, se possibile Samantha ancora più allibita di prima. Il Demone
dell’Avidità seguì la blaider con lo sguardo fino a che la sua chioma fulva non
fu scomparsa lungo il corridoio.
Non
dormiva…e come avrebbe potuto? La sua mente le impediva tassativamente di
addormentarsi, rievocandole gli ultimi confusi avvenimenti della giornata;
ricordava come di colpo aveva perso la sua sensibilità fisica, ma aveva invece
percepito una strana sensazione ed i suoi sensi si
erano fatti più acuti. L’immagine di Kai che si accasciava a terra ancora le
ronzava pungente nella testa, impedendole di riflettere con calma. Il suo
respiro si fece pesante, e man mano che cercava di ricordare il cuore prese a
batterle più velocemente…
Buio,
silenzio, nessun odore, fluttuava. Era nel nulla più assoluto? Ma che le stava succedendo? Non sapeva
dove si trovava, ma di una cosa era assolutamente certa…doveva tornare
allo stadio…in qualunque modo…Kai stava combattendo e lei voleva tifare per lui.
Tuttavia i
suoi pensieri vennero sopraffatti dalla stanchezza e
dal freddo pungente che percepiva sulla pelle; l’aria gelida la avvolse
completamente irrigidendole la schiena e congelandole gli arti in pochi istanti.
Aveva freddo, faceva quasi fatica a muoversi, mentre a
stento cercava di avanzare in quella nebbia oscura.
Non poggiava
le piante dei piedi su qualcosa di solido, per cui non seppe definire per quanto
tempo avesse camminato. Si morse il labbro in preda alla frustrazione…stava
perdendo tempo, lei non doveva trovarsi lì, ma allo stadio a tifare
Kai!
Pian piano le
palpebre le si fecero pesanti, ed il suo respiro si
accorciò; non riusciva a resistere in quelle condizioni: il freddo la stava
stringendo in una morsa dolorosa, e come se non bastasse continuava ad aver
paura per Kai, per l’esito del suo incontro…
Si accasciò a
terra, o meglio su quel nulla su cui stava camminando sfinita. Non aveva più
forze, si sentiva come svuotata sia nella mente che nel
corpo; chiuse lentamente gli occhi, lottando contro se stessa, perché se da una
parte voleva solo riposare, dall’altra desiderava rialzarsi per raggiungere
Kai…il suo Kai, quel ragazzo tanto bello quanto distante da lei,
irraggiungibile, esattamente come l’uscita da quella specie di universo
fluttuante.
Fu allora che
l’udì…dapprima debolmente, come se si trattasse di un
sibilo appena accennato, poi sempre più forte, disperato.
A fatica si
alzò cercando di seguire la scia prodotta da quel suono straziante, che le
impregnava in cuore di angoscia e tristezza. Era un pianto, ne era certa; si
avvicinò ancora incurante della stanchezza, mentre i suoi occhi intravidero in
lontananza una piccola e fioca luce, che diventava sempre più nitida man mano
che lei si avvicinava. Solo quando si trovò a pochi
passi da lei la riconobbe, anche se il cuore le si
strinse dal dolore.
Davanti ai
suoi occhi stanchi c’era una meravigliosa aquila dal morbido piumaggio rosso
fuoco, interrotto da delle placche dorate, che le ricoprivano l’ossatura delle ali e del petto. La lunga coda
dell’animale era attorcigliata attorno al corpo della creatura, mentre da un
becco arancione usciva un grido straziante e carico di dolore. Hilary osservò
sconcertata l’animale mentre lentamente si avvicinava ancora un po’; nonostante
la coda, agli occhi della ragazza non sfuggì un piccolo
particolare, l’aquila stava piangendo. Dai suoi occhi di smeraldo sgorgavano
delle copiose scie salmastre, che finivano per inumidire il setoso piumaggio
vermiglio dell’animale. Il suo muso era triste e nei suoi occhi la ragazza potè
leggere solo tanta paura e disperazione. Paura per la sorte di Kai. Non era la
prima volta che vedeva Dranzer, ma mai l’aveva vista
così da vicino, e per di più in una specie di dimensione parallela, lontana da
tutti. Eppure non era solo questo; era come se sentisse sulla sua pelle i
sentimenti della fenice, e questa era una cosa insolita.
Percepiva la
paura della creatura come se fosse sua, e leggeva la stessa angoscia anche nei
suoi occhi color cioccolato, riflessi in quelli smeraldo di Dranzer.
Lentamente
pose la mano vicino agli occhi umidi della fenice e le asciugò le lacrime.
- Non piangere
Dranzer…nessuno morirà - Improvvisamente fu come se una potente energia fosse
nuovamente in lei, carica della speranza che riponeva nel cuore. Sì, nessuno
avrebbe sofferto, né Dranzer, né tantomeno Kai…
- Resisti Kai…Aquila Rossa! – Un urlo e poi…solo luce.
Non
sapeva esattamente cosa fosse accaduto; un sogno, un’allucinazione, sintomo
della febbre…
Ma forse
alle volte, la cosa che ci sembra la più assurda e la più lontana, in verità è
più vicina di quanto possiamo immaginare. Spesso chiudiamo il nostro cuore
davanti all’unica verità, lasciando che milioni di pensieri fuorvianti si facciano strada in noi.
-
Basta! Non serve a niente stare qui a rimuginarci sopra. Preferisco uscire a
fare una passeggiata – dichiarò a se stessa alzandosi e indossando un
maglioncino violetto.
L’aria della sera era fresca e delicata, ed era
piacevole lasciarsi cullare da quel tenue venticello che allungava le proprie
spire invisibili verso i capelli della ragazza, incitandoli in una dolce
danza.
La
natura era come cristallizzata, immobile, anche se solo in apparenza, e mentre i
passi della sedicenne sprofondavano nella spumosa neve, lei poteva avvertire
come delle piccole fusa sotto le suole delle scarpe, come se la neve di lamentasse piacevolmente di essere stata schiacciata.
Il
silenzio era assoluto, interrotto solo dai respiri della ragazza, dalla cui
bocca usciva un piccolo fumo bianco, che le investiva il viso.
Ad un tratto
però un altro suono sopraggiunse, e ad Hilary bastarono pochi istanti per
riconoscerlo: zoccoli, cavallo, Fiamma…Kai.
Il
cuore della ragazza perse dei battiti, mentre aspettava impaziente che dalla
coltre notturna fuoriuscisse il blaider dell’Aquila Rossa. Si strinse freneticamente le mani, mentre nella sua mente
un’infinità di pensieri lottavano l’uno contro l’altro per emergere. Rabbia,
perché come al solito aveva voluto fare l’invincibile;
preoccupazione, perché soffriva se lui stava male; amore, perché dopotutto
avrebbe fatto tutto per lui. Alla fine però fu la rabbia a primeggiare. Hilary
rivide ancora per un momento l’immagine di Dranzer piangente…chissà se anche lui l’aveva
vista…
Quando finalmente Kai in sella a Fiamma emerse
dall’oscurità, la giovane prese a percorrerne i lineamenti, come per verificare
che stesse davvero bene. Le gote le divennero color del fuoco. Dio quanto era
bello, una creatura di una bellezza indescrivibile. Un fisico
degno di un Dio greco, ma con un abbigliamento dannatamente demoniaco.
Un maglia nera gli ricopriva i pettorali scolpiti,
mentre una lunga giacca nera in pelle contribuiva a donargli un aspetto
meravigliosamente sinistro. “Preferisci gli angeli o di demoni?” le aveva
chiesto una volta Mao riferendosi ai ragazzi. Non ci aveva pensato un attimo “I
demoni”.
Complessivamente pareva che stesse benissimo, il viso
era sempre attraversato dalla sua maschera di freddezza ed impassibilità, ed i suoi occhi ametista non tradivano
alcuna emozione, come se non ne provasse.
Ma lei le
provava, ed era intenzionata a scagliargliele contro, anche a costo di essere
odiata da lui per questo.
Inizialmente il ragazzo non si era accorto della sua
presenza, e solo quando lei lo salutò con voce neutra, lui le rispose con un
cenno del capo, mentre Fiamma si arrestava.
Hilary alzò lo sguardo su di lui, decisa come forse non
lo era mai stata. Incrociò a forza i loro occhi.
Si
osservarono nel più completo silenzio per parecchi minuti, istanti interminabili
per lei ed insostenibili per lui, che non sopportava di
essere osservato con insistenza.
-
Cosa è successo oggi? – alla fine fu lei a cedere,
rivolgendogli la parola per prima.
Lui
la schernì come per dirle “fatti i fatti tuoi”, ma poi si costrinse ad assumere
un atteggiamento meno aggressivo. – Ho battuto Raul…no? – detto questo tirò le redini di Fiamma incitandola a
proseguire. La oltrepassò, mentre lei chiuse gli occhi assolutamente immobile.
“Si sta
allontanando”
-
Fiamma ferma! Torna qui! – urlò con decisione la ragazza senza voltarsi.
- Resisti Kai! Aquila Rossa! -
Per
poco Kai non strinse gli speroni sui fianchi di Fiamma. Quella voce…era così
simile a quella dell’incontro…possibile che tra tante persone presenti nello
stadio lui avesse in quel momento udito solo la sua? Era come se una scarica
elettrica lo avesse percorso, tuttavia non lasciò trapelare nulla. Riscossosi
dai suoi pensieri osservò sconcertato che Fiamma
nonostante la tenesse saldamente con le briglie stava tornando indietro,
fermandosi solo a pochi centimetri dalla brunetta, come se avesse cambiato
padrone.
-
Lo avevi detto tu no? Lei deve potersi fidare di te! Tu ti affideresti mai a
qualcuno che ti mente? – gli occhi di lei erano duri e
fissi su di lui. Quella situazione non gli era
nuova…
-
Te lo dissi quando Zeo ti rubò l’Aquila Rossa, l’ho pensato durante il tuo
incontro con Brooklyn, e te lo ridico adesso…sei un egoista, pensi solo a
soddisfare il tuo ego personale, pensi solo a batterti con Takao, per dimostrare
al mondo intero e a te stesso che sei il migliore…ma non te ne importa niente né
di come possano sentirsi i tuoi amici, né di come possa reagire il tuo fisico!
All’ora
fosti disposto ad abbandonare il beyblade per via di una sconfitta, poi hai
giocato la tua energia vitale per vincere un incontro…ma non ti sei chiesto
nemmeno per un istante come ci saremmo sentiti noi se ti fosse successo
qualcosa! – Sentiva in gola che le lacrime premevano per salirle agli occhi, ma
a forza le rimandò giù.
Lui
assolutamente calmo come una statua le rispose con pacatezza, come se la cosa
gli fosse del tutto indifferente. – Non mi sembra che
la cosa debba riguardarti –
-
Invece sì…maledizione noi siamo i tuoi amici! Ti vogliamo bene! – “Io ti voglio bene” ma quello non
sarebbe mai riuscita a dirglielo.
Kai
la osservò leggermente stupito; sapeva che quella ragazza aveva del fegato, ma
mai si sarebbe immaginato che avesse una tale tenacia, inoltre i suoi occhi
erano un pozzo pieno di emozioni, riusciva a leggere la rabbia che provava in
quel momento, forse la stessa che aveva letto negli occhi di Takao, Max e Rei
durante il suo incontro con Brooklyn. Già…forse.
Eppure lei era diversa, poiché Hilary seppur in minima
parte era a conoscenza dei suoi problemi alla schiena,
ma nonostante questo non ne aveva parlato con nessuno.
-
Allora perché non hai parlato con Takao? – le chiese a bruciapelo lui
aspettandosi una resa.
Lei
sorrise – Mi spiace, ma è troppo facile…non sono io a dover dare delle
spiegazioni ai ragazzi, ma tu…Noi siamo tuoi amici Kai, e questo lo sai – così
Hilary si allontanò, non tanto perché aveva timore a restare sola con lui, ma
più che altro perché non voleva che dei singhiozzi sordi le facessero fare la figura della debole.
Lo
sguardo di lui tuttavia non la abbandonò; Kai rimase
per molto tempo ad osservarla allontanarsi, mentre nella sua mente gli occhi
coloro cioccolato di lei risplendevano ancora, entrando in contrasto con il suo
animo, tetro e oscuro. “Noi siamo tuoi
amici Kai…e questo lo sai” Un piccolo sorriso si
incurvò appena sulle labbra chiare del ragazzo – Già…lo so –
Ma
la luna e le stelle non furono i soli spettatori di questa discussione, perché
da uno dei balconcini del sesto piano degli occhi violetti osservavano freddi i volti dei due ragazzi. Non sapeva cosa
provare, se gelosia o più semplicemente frustrazione. Non era riuscita ad
ascoltare la conversazione a causa della lontananza, ma non avrebbe saputo dire
se era stato un bene o un male. Osservò per altri istanti la figura di Kai che
sceso da cavallo conduceva Fiamma nelle scuderie.
Lo
stomaco le si strinse dolcemente, come accadeva ogni
volta che si soffermava sul ragazzo. Gli voleva bene, non sapeva dire se ne
fosse innamorata, anche perché non aveva mai capito cosa volesse dire “amare”,
ma di una cosa era certa…ciò che provava per Kai era forte, e non aveva alcuna
intenzione di perderlo.
-
Crystal giusto? – una voce la sorprese arrivandole alle
spalle. La blaider russa, seccata per essere stata sorpresa mentre era
soprapensiero, aspettò che lo sconosciuto la raggiungesse, appoggiandosi sulla
fredda pietra del balcone.
Quando si volse verso il suo interlocutore la prima cosa
che la catturò furono due profondi occhi color di
smeraldo, che la osservavano divertiti.
-
Cosa vuoi Axel? - nonostante né a Yuri, né a Boris
piacessero gli Obscuras, lei invece li trovava misteriosi ed interessanti, e poi avevano dimostrato di essere dei
blaider eccezionali.
-
Ti ho visto pensierosa e tutta sola, così ti ho raggiunta…c’è qualcosa che non va? –
-
Non mi sembra di essere così tanto in confidenza con te
per poter parlare – rispose con freddezza. Come persona la affascinava, ma
sperava lo stesso che se ne andasse. Lui però non era dello stesso avviso.
-
Frustrante vero? –
-
Cosa? –
-
Beh che la persona che si ama non dimostri un minimo
cenno di apprezzamento verso di te –
Lei
sorrise divertita. – Non mi sembra che Hilary disdegni le tue attenzioni –
-
Ma io parlavo di te – Fu come un colpo dritto allo
stomaco. Era così evidente? Eppure lei aveva sempre cercato di mascherare bene
il tutto, tanto che né suo fratello né Boris si erano
accorti di nulla…come diavolo aveva fatto un perfetto sconosciuto a capire ciò
che neanche Yuri aveva percepito?
-
Sei totalmente fuori strada – rispose piatta
-
Io non credo – rise come se si stesse prendendo gioco di lei.
-
Tu stai ridendo di me! Io non permetto a nessuno di prendersi gioco di me, mi
sono spiegata! – sbottò Crystal facendo per allontanarsi da quello strano
individuo.
-
Non stavo ridendo di te…è solo che mi dispiace – esordì lui quando ormai Crystal
stava per rientrare.
-
Spero non per me –
-
Oh tranquilla non ti compatirei mai, solo che mi spiace vederti così…dopotutto
se c’è una ragazza che ama veramente Kai, quella sei tu – La frase la spiazzò
totalmente, e bastò a farla voltare nuovamente verso Axel.
Nel
momento in cui incrociò lo sguardo magnetico del moro, un brivido le percorse la schiena. Quel ragazzo dall’aria così
affascinante, la stava mettendo in imbarazzo, e non voleva assolutamente
assecondarlo…eppure…sapeva che avrebbe fatto bene ad andarsene, ma non riusciva
a resistere a quel suo invito ad approfondire la conversazione.
-
Credi davvero di conoscermi così bene da poter dire questo? – gli domandò acida
lei senza avvicinarsi.
-
No, ma conosco Hilary…e lei non ama veramente Kai, e tu se non combatti per lui
sei una perdente –
- E
chi ti dice che Hilary non lo ami? Forse è perché sei tu a volerlo? – ribatté
lei che cercava di primeggiare in quella strana battaglia di frecciatine.
Lui
rise, mentre i raggi della luna lo accarezzavano dolcemente.
- E
se io ti dicessi che Hilary lo vuole, ma non lo ama? -
-
Direi che sei pazzo da legare…lei non è quel tipo di persona, Hilary è una
ragazza attaccata ai sentimenti, lei… - s’interruppe nel momento in cui lui
avvertì sul suo collo il fiato caldo del ragazzo che le si
era avvicinato.
-
…lei è mia...e questo potrebbe esserti di aiuto – con
una mano le prese delicatamente il mento, avvicinandolo al suo.
-
Cos’è vuoi un accordo? – ora cominciava ad essere
davvero spaventata, ma se da un lato la terrorizzava la piega che aveva
imboccato quella discussione, dall’altra voleva arrivare alla fine.
-
Vedilo come vuoi –
-
Io non ti aiuterei mai Axel – cercò di divincolarsi, ma ottenne l’effetto
contrario. Il suo corpo invece di allontanarsi si fece più stretto a quello del
moro. Lui ghignò.
- A
me sembra di sì, invece – detto questo avvicinò le
labbra al suo orecchio, e questo contatto fin troppo ravvicinato le provocò
reazioni totalmente contrastanti.
-
Non c’è cuore che non possa essere aperto da te…ti serve solo un piccolo
aiuto…ed io te lo posso dare –
Senza che lei potesse rendersene conto Axel la lasciò e
silenziosamente come era apparso se ne andò, lasciando
la blaider russa leggermente scossa. “Ha ragione…Hilary, io voglio Kai e lotterò
per averlo…costi quello che costi”
Quando Kai rientrò in camera vi
trovò un grande silenzio, come se tutti i suoi compagni fossero stati
abbracciati dalle candide braccia di Morfeo, ma in realtà era solo un’apparenza;
nessuno di loro dormiva, ognuno troppo preso dai propri pensieri per potersi
preoccupare di quelli degli altri…
Yuri percepì subito l’arrivo di Kai, ma non fece domande
al ragazzo, ormai abituato alle sue sparizioni serali. Non sapeva dove andasse, e nonostante gli dicesse sempre che non
gli importava, in realtà lo voleva sapere, non per farsi i fatti suoi, ma
semplicemente perché lo considerava un amico, anche se ovviamente non lo avrebbe
mai ammesso.
Tuttavia i suoi problemi non si limitavano a Kai; anche
Boris e Crystal gli erano parsi strani quella sera, come se avessero avuto un litigio, cosa che lo sorprendeva molto,
anche perché i due avevano sempre avuto un rapporto di “comune sopportazione”
termine con cui i russi cercavano di dire “amicizia”.
Gli
occhi della sorella lo avevano colpito; non li aveva mai visti così pieni di
rabbia dai tempi della tirannia di Vorcof. Non sapeva
esattamente cosa provare, sapeva che per lei non era
facile uscire alla luce della vita dopo sedici anni di buio nel monastero, ma
non riusciva davvero a capire cosa avesse potuto darle tanto fastidio.
E
se da una parte i cupi pensieri del suo cuore erano rivolti a Crystal,
dall’altra come una scia luminosa i suoi pensieri
corsero senza che potesse rendersene conto ad un paio di occhi verdi interrotti
da scaglie dorate. Per tutta la giornata non aveva fatto altro che pensare allo
sguardo di Julia dopo aver perso l’incontro. Non riusciva a capire perché,
nonostante avesse perso la sfida che poteva costarle la qualificazione, i suoi
occhi erano più luminosi di due gemme illuminate dal
sole.
“La
vittoria è la sola cosa che conta…perché allora lei era felice?” Con questi
pensieri si abbandonò al sonno, lasciandosi cullare dalle leggere braccia della
notte.
Crystal sentì il cuore arrivarle in gola quando udì la
porta aprirsi, e quando Kai le passò accanto per raggiungere il suo letto, per
poco non emise un sospiro strozzato.
Si
sentiva strana…fortunatamente Yuri non aveva fatto molte domande dopo averla
vista squadrare con occhi di puro odio Boris.
Boris. Come si era permesso? Le sue parole erano ancora
severe e pesanti come macigni sulle sue orecchie, ma nonostante questo si era
ripromessa a perseguire la sua strada. Aveva preso la
sua decisione e neanche Boris le avrebbe fatto cambiare idea…lei era una Ivanov, e mai si sarebbe privata della sola persona che
voleva…
Boris quando avvertì la presenza di Kai non emise alcun
suono per fargli capire che era sveglio; era chiuso in una sfera di silenzi e
muti pensieri, che però gli rimbombavano furiosamente nella testa.
Strinse i pugni sotto le candide lenzuola del letto.
Come avevano fatto ad arrivare a quel punto? Che cosa era cambiato in lei?
Chiuse gli occhi, ripensando agli avvenimenti di sole poche ore
prima…
Camminava per
il corridoio del sesto piano, intenzionato ad entrare
nella sua stanza e farsi una doccia; dopo quell’impegnativa giornata,
abbandonare al getto caldo dell’acqua le proprie preoccupazioni era la cosa
migliore.
Stava per
aprire la porta della camera 237 che occupa insieme ai suoi compagni di squadra
quando su uno dei balconcini gli parve di intravedere una figura a lui molto
nota. Si avvicinò cautamente, ma non appena fu in prossimità della terrazza, il
respiro gli si mozzò.
Crystal si
trovava avvinghiata ad Axel, lo stesso ragazzo che poche ore prima si trovava in
compagnia della brunetta dei BBA, ma non sembrava che tra la russa ed il canadese ci fosse lo stesso tipo di
rapporto.
- Vedilo come
vuoi – disse ad un certo punto lui avvicinandosi
pericolosamente alla rossa.
Boris
osservava la scena incapace di muoversi; avrebbe voluto spaccargli la faccia, ma
si trattenne solo per sentire l’ultima frase di Axel, che se possibile lo lasciò
senza parole.
- Non c’è
nessun cuore che non possa essere aperto da te…ti serve solo un piccolo aiuto,
ed io te lo posso dare -
Si nascose
velocemente rientrando in camera, aspettando l’arrivo di Crystal. Aveva sentito
abbastanza, e ciò che aveva udito non gli piaceva per niente.
Quando Crystal
entrò si avvicinò lentamente al letto di Kai ed in
particolare soffermò il suo sguardo indagatore sull’unica foto che il ragazzo si
era portato; quella scattata in onore della vittoria sulla BEGA, in cui venivano
ritratti i cinque campioni con l’aggiunta del prof. K e di Hilary. In quella
foto la ragazza posava accanto al blaider russo, e questo particolare non sfuggì
alla russa.
- Non crederai
veramente alle parole di quel tipo, spero – la sorprese Boris emergendo da
dietro una tenda.
- Non ti hanno
mai detto che non si deve spiare – Boris strinse gli occhi; la sua voce era
diversa…era più cattiva.
- Sì, l’ultima
volta Vorcof ci aveva frustati entrambi per questo –
disse lui senza smettere di guardarla.
- A quanto
pare avrebbe dovuto dartene di più –
- Crystal che
cosa ci facevi in compagnia di quel tipo? – meglio essere diretti e
schietti…questa era la filosofia del falborgblaider.
- Non mi
sembra che tu sia Yuri, ma anche se lo fossi ti direi
che non sono fatti tuoi – gli occhi viola di lei parevano volerlo trafiggere, ma
lui non si arrese.
- Ma dico sei
impazzita!? Che significa l’ultima frase di quel tizio?
Davvero Crystal non avrai idea di avere a che fare con
quei blaider? –
- E anche se
fosse? –
Boris la fissò
allibito. Quella non era Crystal…non poteva essere. Improvvisamente la prese per le spalle scuotendola energicamente
come per svegliarla.
- Crystal ti
prego! Non puoi credere a quello che Axel ti ha detto…tu…come pensi che quel
moro possa aiutarti ad essere felice…lui non può! -
- E tu che ne
sai? – sbottò lei cercando di divincolarsi
- Tu non sai
di cosa ho bisogno per essere felice, quindi lasciami! –
- Di certo so
che non sarà trattando Kai come un giocattolo che sarai felice! –
Un dolore, un
colpo, uno schiaffo. Crystal lo aveva colpito, lasciandogli un segno rosso
carico di odio sulla candida guancia. Lui la lasciò senza proferire
parola.
– Non osare più toccarmi Boris…tu non sai
cosa si prova sentire qualcosa di forte per qualcuno, passarci gli anni vicino e
non potergli mai essere realmente vicino…io avrò quello che voglio… - con queste
parole si scansò dal russo giusto in tempo perché la porta si aprisse lasciando
che Yuri entrasse in camera.
“Ti
capisco benissimo Crystal…non sai quanto…ma quello che fai è sbagliato…” così il
blaider russo chiuse gli occhi, lasciando che un angelo lo avvolgesse: uno
splendido angelo dai corposi capelli rossi e dai
lucenti occhi viola tendenti al blu…
Bene anche questo capitolo è andato! Così
come abbiamo lasciato l’anno passato, allo stesso modo ora i nostri blaider
abbandonano la Finlandia per dirigersi a Los Angeles!
Con questo capitolo si è conclusa la prima tappa, e spero di avervi abbastanza
incuriosito a proseguire con me il viaggio dei nostri amati
blaider^^
E ora tocca a voi!!Spazio del
lettore:
Lexy90: eh si anche a
me è piaciuta molto la parte dell’incontro di Kai, è quella su cui ho impiegato
più tempo, visto che volevo renderla al meglio!! Spero che anche questo capitolo
ti abbia incuriosito (anche se non è lunghissimo)…ma
come si dice “è il contenuto quello che conta^^” e spero che qui di contenuto ce
ne sia stato a sufficienza!! Spero di ricevere la tua opinione anche su questo
capitolo^^
Baciuzzi Avly
Pich_91: che dire mia cara…spero che il capitolo
sia stato di tuo gradimento (e soprattutto il finale^^)…Devo dire che non avendo
mai letto il manga e dal momento che nell’anime tv
Boris non compare molto spesso, non avevo una grande idea di come potesse essere
realmente, così ho lasciato che fossero gli eventi del momento e la mia
immaginazione a crearlo^^ Spero che ti piaccia questa mia versione forse
leggermente OOC, e mi auguro di essere riuscita ad esprimere i pensieri del
falborgblaider al meglio^^
Per quanto riguarda il mio stile…beh
spero di non aver sparso troppe virgole a destra e a sinistra…grazie mille per
il consiglio…beh fammi sapere cosa ne pensi…sei diventata insostituibile tesoro
grazie!!
Baciuzzi Avly
Lirinuccia: grazie 1000 per i tuoi pareri sui
personaggi^^ Sono contenta che Crystal ti piaccia…lei in
effetti è una ragazza che bisogna vedere da diverse angolature; se ci
pensiamo tutti i personaggi originali incarnano una tipologia precisa di
adolescenti…dal ragazzo ottimista e apparentemente invulnerabile (Takao) al
dolce e tenero ragazzo che ha sempre un sorriso per tutti (Max), insomma ognuno
si può riconoscere in un personaggio come in un altro…per le ragazze è
esattamente la stessa cosa…solo che nel caratterizzare i personaggi dell’anime
bisogna comunque stare entro certi limiti, per non renderli OOC, mentre con
Crystal il limite non sussiste…anche lei incarna un ideale di ragazza, ma come
ho detto prima, lei è imprevedibile…ma comunque una Ivanov, quindi ha un bel
caratterino^^ Beh spero con tutto il cuore che la storia continui ad
appassionarti, e grazie 1000 per i tanti complimenti anche sull’altra storia^^
Spero che mi farai sapere cosa ne pensi anche di questo
capitolo^^
Baciuzzi Avly
DarkAngeL91: grazie tante tesoro per le continue
recensioni che continuano a riempirmi il cuore di felicità^^
Ehehe Axel ti è proprio simpatico^^ Ecco
lui è quello che più di ogni altro spero di riuscire a descrivere con un solo
aggettivo…cattivo. Sono contenta che la storia ti stia piacendo e mi auguro che
continui a farlo^^
Grazie 1000 per tutto
tesoro^^
Baciuzzi Avly
Pierina: ma che bello^^ E’ sempre una bellissima
sorpresa vedere nuovi volti che recensiscono grazie^^ Sono lusingata che la mia
storia ti piaccia e soprattutto che ti piacciano le
coppie che si stanno creando.
Devo dire che anche a me la coppia
YurixJulia piace molto…li vedo bene proprio perché sono uno l’opposto dell’altra
(proprio come Hilary e Kai)…tranquilla per nessuno di loro i guai sono finiti,
anzi possiamo dire che stanno appena incominciando!!
Spero che anche questo capitolo di
“sviluppi” ti sia piaciuto; ecco ora che abbiamo un quadro della vicenda
“abbastanza chiaro” possiamo partire per Los Angeles…spero di ricevere il tuo
parere anche sul prossimo capitolo…sapere cosa ne pensi sarebbe molto importante^^
Baciuzzi Avly
Helens: cosa si può dire ad una persona mitica come te se non grazie? Grazie per tutti
i tuoi complimenti e consigli^^ Eccoci qui, ora mi vorrai linciare viva per
l’ultima parte della storia^^ cmq hai proprio ragione…solo la nostra cara Fiamma
vede le cose per come sono…la sensibilità dei cavalli e degli animali in
generale non ha eguali^^ Anche per questo devo ringraziarti…dopo che mi hai
detto tutte quelle cose sui cavalli, scrivere di Fiamma mi è venuto quasi naturale^^
E Takao? Beh lui è innamorato, ma come
ben tutti sappiamo non sempre tutte le ciambelle
riescono col buco…o forse no?? Spero che mi farai avere il tuo indispensabile
parere anche su questo capitolo^^
Grazie sei veramente
unica^^
Baciuzzi Avly
Un grande ringraziamento va come di
consueto a tutti quelli che leggono la storia anche se non la
commentano^^ grazie 1000 per esserci!
E un grandissimo grazie a tutti quelli
che hanno messo “I cavalieri dei Sette Regni” tra i preferiti o tra le
seguite!^^
Ed emerge dalle
ombre per tornare fino a voi^^ Ciao a tutti, perdonatemi per l’immenso
ritardo…Oramai è quasi un mese che non aggiorno questa storia e mi scuso con
tutte le persone che seguivano la storia…Bene non perdo altro tempo e vi
propongo il nuovo capitolo...Questo è l’ultimo
riguardante la parte di preparazione legata alla Finlandia, dal prossimo ci
vedremo nella frenetica Los Angeles, dove cambieranno sicuramente i toni^^ Buona
lettura!!
Quando si dice
Amici
Quando la sveglia suonò per poco Julia non la colpì
con un destro mandato alla cieca. Il silenzio regnava sovrano sulla Camera dei
Gigli e l’oscurità perenne avvolgeva le femminili anime dormienti, che si
lasciavano scivolare tra le sue spire con se fossero
strette in un buio abbraccio.
Mao dormiva incurante delle imprecazioni della
spagnola, abbracciando il cuscino e affondandoci il viso, mentre Mathilda ed
Emily sicuramente più composte nascondevano i visi addormentati sotto i colorati
piumini, immerse sicuramente in sogni bellissimi.
“Ma si può sapere per quale
motivo la sento solo io la sveglia?” Julia si alzò silenziosamente lisciando il
pizzo della sua camicetta da notte arancione e scostando le lunghe ciocche
ramate dagli occhi ancora prigionieri del sonno. Mosse lo sguardo fino al letto
di Hilary trovandolo inaspettatamente vuoto. Sgranò meglio gli occhi; in effetti la brunetta non si trovava a letto, bensì davanti
alla grande finestra leggermente aperta, che lasciava filtrare qualche tenue
raggio di sole mattutino attraverso le tende gialline. La spagnola le si avvicinò con cautela, temendo di svegliare le altre.
-
Hilary? – un tocco leggero sulla spalla dell’amica fu sufficiente. La giovane
assistente tecnica dei BBA si volse indietro, osservando Julia con i suoi soliti
occhi color cioccolato fuso.
-
Tutto ok? –
Hilary si limitò ad un muto
cenno col capo, mentre il suo cuore al contrario compiva il movimento opposto.
Si vedeva chiaramente che stava mentendo, ci sarebbe arrivato anche un idiota, e
purtroppo per lei, Julia era una che andava fino in fondo alle questioni; la
prese per le spalle costringendola a vuotare il sacco. Ultimamente il loro
rapporto di amicizia aveva subito una rapida impennata, erano molto affiatate,
riuscivano a capirsi al volo; si può dire che l’iniziale titubanza che si
riservavano a causa dei loro sentimenti per i russi era stata decisamente sconfitta, e ora il legame d’amicizia che avevano
era forte, saldo come una catena ed indistruttibile come il diamante più puro.
Soffrivano se l’altra era triste e cercavano di sostenersi a vicenda, e per
questo motivo Julia decise di andare fino in fondo. Fissò intensamente l’amica
negli occhi, cercando di trasmetterle solo la sua più cara amicizia. Hilary
dispiegò un leggero sorriso.
-
Grazie Julia, so che ci sei -
-
Questo lo sappiamo entrambe, qual è il problema? Centra
per caso Kai? –
Colpito ed affondato. Diamine
ma era così evidente? No, il fatto è che Julia la conosceva molto bene, forse
quasi quanto Takao, ma ovviamente la sensibilità della spagnola era di gran lunga superiore a quella del dragoonblaider. La
brunetta specchiandosi negli occhi verdi dorati dell’amica rivide la scena delle sera prima; strinse i pugni…
-
Julia, cosa sceglieresti tra appoggiare incondizionatamente Yuri anche se non lo ritieni giusto, ma ottenere così almeno
il suo ringraziamento e andargli contro preferendo essere odiata da lui per
questo, ma almeno dire ciò che pensi? – la risposta parve evidente alla ragazza
dai capelli ramati, ma evidentemente per Hilary non era la stessa cosa. Le prese
il mento sorridendo.
-
Indovina. Secondo te il fatto che mi consideri una ragazzina petulante non è una
risposta esauriente? Davvero Hilary, non so cosa sia successo con Kai, ma di una
cosa sono sicura: se mai riuscirai a conquistarlo non
sarà di certo assecondandolo in ogni sciocchezza che fa. Quello non è amore, ma
qualcosa di deforme, che cerca di imitare l’amore, ma non ci
somiglia affatto – Con queste parole lasciò l’amica finalmente sorridente
e piena di energie, come se solo quelle poche parole avessero avuto un duplice
effetto su di lei. Con sguardo spiritato e con rinnovato entusiasmo aprì
completamente le tende, lasciando che la luce entrasse nella stanza,
infastidendo le altre e facendo ridere Julia. – Forza ragazze! La giornata non è
fatta per poltrire! –
-
Vi ho detto che l’ho sentita perfettamente, le scariche di energia erano nitide
e chiare – sbottò irritata Mariam ripetendo per la decima volta la stessa cosa
ai suoi compagni di squadra.
-
Se l’hai percepita con questa intensità significa che
era abbastanza vicino a noi – ipotizzò Jessie con una voce che chiedeva solo di
poter riposare un po’. Avevano fatto ricerche per tutta la notte, ma senza alcun
risultato. Impossibile, avevano percepito l’aura del Custode, ma non erano
riusciti a capire da dove provenisse. Vista l’intensità della percezione avevano
due ipotesi: o il Custode era seduto piuttosto vicino a loro oppure la sua
portata di energia magica era talmente forte che era stata facilmente captabile.
-
Ragazzi non abbiamo molto tempo, l’incidente di Kai non
è stato un caso – disse Dunga
-
Ma va? Se non me lo avessi detto avrei potuto pensare che il ragazzo avesse degli
istinti suicidi – la voce di Mariam era seria e seccata; questa situazione la
stava irritando profondamente. Oramai aveva a malincuore accantonato l’argomento
Max, anche se ogni volta che lo vedeva in compagnia di Astra non riusciva a non
sentirsi un verme strisciante. Già lei, la ragazza inflessibile ed orgogliosa, lei che non si era mai lasciata incantare da
nessun sguardo ammiccante o lusinghiero…Lei che oramai aveva capito di essersi
innamorata di Max. Era stato difficile ammetterlo a se stessa,
ma era la realtà; sentiva la sua voce anche quando erano lontani, vedeva i suoi
occhi color oceano in ogni angolo, in ogni specchio d’acqua, percepiva le sue
risate in qualsiasi corridoio…Avrebbe tanto voluto potergli parlare,
raccontargli la verità, spiegargli il perché di tutti i suoi silenzi e delle sue
risposte seccate, voleva, ma non poteva; aveva giurato a se stessa di portare a
termine la sua missione e ci sarebbe riuscita, per quanto la situazione fosse
drammatica.
-
Dunga devi dirci qualcosa? – la voce di Ozuma riportò
Mariam velocemente alla realtà, mentre il colosso degli Scudi Sacri assumeva
un’espressione leggermente cupa.
-
Il fatto è che…Ieri sera quando ho fatto rientro in Hotel sono passato per il cortile, e lì ho percepito la
presenza del Custode e… -
-
E ce lo dici solo ora! – urlò Ozuma afferrando il
compagno per il bavero della giacca e strattonandolo con rabbia. Il capitano
degli Scudi Sacri puntò le sue iridi smeraldine scure, taglienti come pugnali in
quelli dorate di Dunga, mentre aumentava la presa sul colletto. Jessie si fece
avanti per separali, ma Ozuma lo fermò senza neanche
guardarlo.
-
No fermo Jessie, Dunga ora spiegami perché non ce lo
hai detto subito –
-
Perché…Lì non ho visto nessuno a parte… - la voce del ragazzo degli Scudi Sacri
era spaventata, spezzata e sempre più sottile.
-
Perché ho visto solo Kai sul suo cavallo in giardino…Era fermo immobile, come se
stesse ascoltando qualcuno, ma davanti a lui non c’era nessuno! Captavo la
presenza del Custode, ma non riuscivo a vedere nessuno, solo un’enorme macchia
nera, e quando ho cercato d’avvicinarmi sono stato letteralmente bloccato da un
muro invisibile.
-
Un muro invisibile? – Mariam si era alzata dalla sua poltrona e sembrava aver
ritrovato la sua classica e ben nota razionalità – Questa è opera di Astra e
Axel, ne sono sicura. Solo il Demone della Malvagità è capace di ricorrere a
ombre oscure, mentre i muri invisibili sono uno dei piatti forti di quella
maledetta –
-
Sì, ma sei sicuro di non averli visti nei paraggi? – chiese Jessie. Dunga
abbassò il capo, mentre Ozuma non accennava a mollare la presa, o forse se ne
era addirittura dimenticato.
-
Sul terrazzino del sesto piano c’era una ragazza, la sorella di Ivanov Crystal,
e guardava proprio verso Kai –
Ozuma lasciò immediatamente il compagno e si concesse
un piccolo sorriso. Forse le loro speranze non erano evaporate e disperse
attraverso l’aria. Forse una piccola ancora di salvezza esisteva – Se ci
facciamo dire da Crystal chi parlava con Kai sapremo anche il nome del
Custode…Forse quella ragazza non è stata vista dai Demoni, lei potrebbe essere
la nostra ultima speranza – Mariam non ebbe il cuore di contraddirlo, così fece
un piccolo sorriso rivolto al suo capitano dopodiché di
volse e andò verso la finestra. Era da tanto che Ozuma non sorrideva, perché
rovinargli un momento come questo? Forse aveva ragione lui e Crystal sarebbe
potuta essere la soluzione dei loro problemi, eppure…La sua anima diffidente le
diceva che quello sarebbe stato solo l’ennesimo passo falso, la nuova trappola.
“Beh speriamo davvero di non cadere”
Quando le ragazze scesero giù nella sala-ristorante,
lo sguardo attento e preciso di Crystal planò con decisione su Hilary, che era
andata a salutare Takao e Daichi al tavolo. Non aveva ancora rivolto lo sguardo
verso di loro, e in cuor suo Crystal sperava che non lo facesse; non aveva
dimenticato le parole di Axel che oltre ad averle impedito il sonno, la stavano
facendo impazzire, continuando a tormentarla senza mai lasciarle un attimo di
respiro. Non sapeva come dirlo, forse il suo orgoglio non glielo avrebbe mai
permesso, ma non riuscì a non pensare a quanto fosse carina la brunetta. Non era
diversa dagli altri giorni, e se proprio lo si doveva
dire non era niente di speciale, semplici capelli castani e occhi altrettanto
comuni. Pareva essere il più classico e normale fiore di montagna, senza segni
particolari o con sfumature interessanti. “Il classico fiore che si calpesta” si
stupì di se stessa per quel pensiero, ma non riuscì a sentirsi in colpa. Quella
ragazzina era giunta dal nulla come una perfetta ladra a rubarle qualcosa che era suo, che era sempre appartenuto, anche
se indirettamente, a lei.
-
Crystal mi ascolti o devo parlare con il nulla ancora per molto? – la voce
irritata e austera di Yuri non scompose minimamente la rossa, che non aveva
ascoltato nulla di quello di cui stava parlando, e francamente non le
interessava neanche un po’.
-
Se non ti ascolto evidentemente ho altro da fare, o
semplicemente non mi interessa –
Yuri parve non credere alle proprie orecchie, e senza
molta cura le afferrò mento, costringendola a fissarlo negli occhi, che erano
identici ai suoi…Identici, con la stessa fiamma
divampante, che però ora nel caso di Crystal stava assumendo un atteggiamento
più aggressivo.
-
Se hai le rotelle girate è un problema tuo, ma finché
io parlo tu mi ascolti. Se hai litigato con Boris ieri sera non mi interessa, ma prova solo a rispondermi un’altra
volta così che non ti faccio vedere una pedana di lancio neanche con il
telescopio -
A
questo punto lei si alzò con molta eleganza e senza neanche apparire scossa
mostrò al fratello il sorriso più tirato e falso che si potesse fare.
-
Non c’è problema. Vorrà dire che andrò a fare colazione insieme a delle persone
più accomodanti – e detto questo rivolse un piccolo cenno col capo a Kai e senza
neanche calcolare Yuri e Boris, che la stava
trafiggendo con lo sguardo senza battere ciglio, si recò fino al tavolo degli
Obscuras, dove si sedette al fianco di Astra sorridente e gentile.
Boris non la perse di vista neanche un istante,
vegliava su di lei come un falco fa con la sua preda per studiarla prima di
attaccare, ma lui non voleva farle del male…Voleva
aprirle gli occhi.
-
Si può sapere che è successo ieri? – chiese Yuri riservando la stessa
delicatezza nella voce al suo compagno di stanza, che si limitò a scrollare le
spalle. – Non lo so Yuri…Ieri abbiamo avuto un piccolo litigio, ma niente di
preoccupante. Si è arrabbiata perché ho usato...Ehm il
suo bagnoschiuma – Deficiente, e secondo
te si beve una scusa del genere?
Yuri lo squadrò, indeciso se mettersi a ridere o
prenderlo a schiaffi. Che era una scusa lo si capiva
immediatamente, ma il fatto che avesse scelto di sedersi al fianco degli
Obscuras invece che vicino a Julia lo preoccupava leggermente. Julia…Ma perché
ogni volta quella ragazzina si infilava silenziosa e
sinuosa fra i suoi torbidi pensieri, andando a stuzzicarlo con intensità
crescente? Non aveva fatto altro che pensare al suo incontro…E ancora non
riusciva a capire il perché della sua luce…
“Crystal ti prego fermati…Se non lo farai da sola…”Il
blaider dagli occhi smeraldini tornò ad osservare la
compagna di squadra seduta all’altro tavolo.
“Ti fermerò io…Quei ragazzi sono come della pece che
si infila in ogni anfratto, in ogni amicizia…” Kai
spostò lo sguardo su Crystal che rideva alla battuta di Ares.
La giornata trascorse serena nonostante il cielo fosse
rimasto coperto da una spessa coperta grigia per tutto il pomeriggio; ci si
aspettava quasi che piovesse, ma dalle tetre e minacciose nuvole non scendeva
nulla. Sembrava quasi che la Terra dei Laghi cercasse si mostrare e allo stesso
tempo celare il proprio disappunto per la prossima partenza dei blaider, perché
se da una parte si dimostrava prossima alle lacrime, dall’altra cercava di
trattenerle.
Erano questi i pensieri di Rei mentre affondava
pesantemente nella neve in prossimità dell’albergo. Tutti i ragazzi in vari
gruppi erano andati in giro per la città o per i dintorni, mentre lui che
inizialmente voleva visitare la città con i suoi amici, si era ritrovato da solo
a camminare senza una meta ben precisa; sì, perché non era riuscito a reggere la
presenza di Ares in compagnia di Mao, così si era inventato la prima scusa plausibile per potersi dileguare
senza troppi complimenti. La ragazza non aveva cercato di persuaderlo a rimanere
con loro, cosa che neanche un mese prima avrebbe sicuramente fatto.
Non riusciva a credere come fossero
potute cambiare tante cose nel giro di poche settimane; se prima la
vicinanza di Mao era quasi una cosa normale come l’aria che si respira, ora era
diventata estranea e rara come l’oro più prezioso. Tirò un calcio a vuoto,
lasciando che la neve si spargesse sulle sue scarpe. Vuoto, silenzio, tristezza.
Non sapeva cosa pensare, se Mao era seriamente
innamorata di quel misero damerino o se invece aveva perso il lume della
ragione; una cosa era sicura, lei lo evitava, cercava la sua lontananza così
come lui cercava la sua vicinanza. Era arrabbiata? E per cosa? Lui non le aveva
fatto nulla, certo non aveva avuto un umore roseo in quei giorni, ma niente che
potesse dar fastidio a Mao fino a quel punto.
Sentiva i suoi pensieri scontrarsi furiosamente,
ferendogli le tempie e facendolo sprofondare sempre di più nei suoi pensieri,
tanto che non si accorse di qualcosa che gli girava attorno ai piedi,
districandosi abilmente dalla massa spumosa della neve.
La piccola trottola continuò a zigzagargli fra le
gambe, finché il moro completamente perso nell’oscurità dei suoi pensieri non
inciampò finendo rovinosamente a terra, mentre la trottola color blu notte si
scansava appena in tempo per non venire sommersa. “Ma chi diavolo…” non appena gli occhi ambrati di Rei
incrociarono quelli ametista di Kai, si sentì leggermente confuso.
L’amico lo fissava con occhi apparentemente
impassibili, quasi privi di espressione, ma il cinese aveva imparato a leggere
altro dietro a quegli occhi inespressivi.
Senza che Kai si preoccupasse di tendergli la mano,
Rei si rimise in piedi, mentre l’amico rimetteva
silenziosamente Dranzer in tasca. Aveva
svolto il suo compito.
Si osservarono per pochi istanti; Rei non sapeva se
parlare, ma dopotutto Kai era il suo migliore amico, e anche se il russo non era
molto portato per le dimostrazioni di amicizia, il passato sapeva e rievocava
momenti che Rei non aveva dimenticato.
-
Proprio come quella volta al belvedere vero? - gli
sorrise mentre insieme a Kai si dirigevano verso la fontana al centro del
giardino.
-
E se non sbaglio sei sempre tu quello tormentato – la sua voce non era
derisoria, ma semplicemente...Umana.
-
Solo perché tu non lasci trapelare nulla di te – rispose di rimando il cinese
leggermente più sollevato
Kai lo fissò per qualche secondo, come se volesse
scavargli l’anima per scoprire cosa lo turbava. Rei decise di
accontentarlo.
-
Ti ricordi di quando ti parlai di Salima? - Lui annuì
-
Allora ti dissi che mi piaceva, insomma che provavo qualcosa per lei…Eppure
quando l’ho vista insieme a Kein non ho provato nulla
se non felicità. Ero felice per lei capisci? Non mi dispiaceva che stesse con un
altro, mi resi conto di provare per lei nient’altro che amicizia – Si fermò un
istante, cercando di riordinare quei vorticosi pensieri che gli erano usciti
dalla bocca senza che se ne fosse reso conto. Perché gli aveva parlato di
Salima? Perché gli veniva da paragonare Salima a Mao?
-
Ma… - la voce di Kai lo riportò con i piedi per terra
mentre cercava di riprendere il controllo della propria bocca, ma le parole gli
uscirono come un fiume in piena, ormai stanche di essere trattenute nella sua
testa.
-
Ma mi sento strano se penso a Mao con Ares! Lo so Mao è
come una sorella per me, l’ho sempre trattata come una bambina per cui io ero
una specie di idolo…Dovrei appoggiarla, ma non ci
riesco. Non riesco a percepire l’idea di lei con
quel...Quel… -
-
Quel gran figlio di “Obscuras” – finì per lui Kai. Beh forse non era proprio
quello l’appellativo che avrebbe voluto usare lui, ma l’idea era quella.
Kai lo aveva ascoltato fino a quel momento senza dire
nulla, come se non volesse interrompere lo scorrere veloce di quelle parole che
riempivano l’aria attorno a loro di tristezza e risentimento.
-
Secondo te cosa devo fare? – chiese Rei confidando per una
volta in un consiglio da parte dell’amico. “Adesso mi chiede pure consigli…Ma per chi
mi ha preso?” Kai lo fissò interrogativo per qualche secondo, mentre da
quelle iridi ambrate leggeva solo una frase: Cosa devo fare, Amico?
Non gli piaceva dover avere un rapporto così
confidenziale con gli altri; forse doveva andarsene e lasciare che ci arrivasse
da solo…”Noi siamo tuoi amici Kai, e
questo lo sai”
Ancora quelle parole; marchiate a fuoco sulla sua
pelle, incise nella sua testa, avide di consumargli quel poco di cuore che
possedeva. “Dannata ragazzina.”
Se doveva comportarsi da amico, l’avrebbe fatto a suo
modo.
-
Perché ti infastidisce tanto? In fondo Mao è una
ragazza, è normale che voglia trovare una persona da amare – Kai storse involontariamente il
naso, facendo una smorfia di disgusto. Non si trovava proprio a vestire i panni
dell’amico che da consigli preziosi sull’amore, anche perché era un concetto del
tutto estraneo a lui.
Rei sgranò gli occhi
incredulo. – Ma perché Ares! Ci sono migliaia di
ragazzi in giro, perché lui! – sbottò adirato prendendo Kai per il collo della
sciarpa e strattonandolo. Lui non fece una piega, ma continuò ad osservarlo con i suoi occhi penetranti. – E perché non
lui? – gli chiese divertendosi nel vedere la rabbia ancora repressa di Rei che
scalpitava per uscire fuori e ruggire con tutta la sua
potenza.
-
Perché lui non è il ragazzo adatto a lei! – Rei era fuori di sé e la voce carica
di rabbia e risentimento gli impediva di capire fino a che punto del baratro
della sua indecisione Kai lo stesse spingendo. Erano
al limite, un altro passo e sarebbero precipitati.
-
E chi lo sarebbe? - Un altro piccolo passo.
-
Io per la miseria! – La terra sotto i piedi. Era precipitato, scivolato
nell’oblio che credeva di non saper raggiungere. Cercò attorno a sé l’amico, ma
non lo vide. Istintivamente alzò lo sguardo verso il punto da cui era caduto, e
fu lì che lo vide: bello e sicuro di sé come sempre. Lo aveva condotto davanti
alla verità, aprendogli gli occhi e facendolo precipitare nel sogno di quella
dolorosa verità…Amava Mao.
-
Appunto – disse Kai continuando ad osservarlo. Rei si
specchiò ancora in quelle pozze viola, prima di
allontanarsi ancora allibito da quanto aveva appena detto. Mao…Lui era
innamorato di Mao! Il cuore prese a battergli velocemente, senza che l’immagine
della cinese scomparisse dalla sua mente. Solo ora lo
capì, l’aveva sempre amata, solo che prima aveva confuso l’amore con l’affetto.
Grande errore.
Improvvisamente dei passi a lui vicini si fecero più
distanti. Sollevò il capo; Kai stava rientrando in albergo.
Kai, il suo migliore amico, che anche questa volta
aveva illuminato quel lungo corridoio della sua mente rimasto per troppo tempo
al buio. – Kai! –
L’altro si fermò senza voltarsi.
Rei sorrise, come se il russo potesse vederlo. – Se tu
dovessi avere un problema, me ne parleresti vero amico? –
Kai incurvò leggermente le labbra in un sorriso. “Noi siamo tuoi amici Kai, e questo lo
sai”
Il russo voltò il viso verso l’altro – No – sorrise in
maniera complice, dopodiché proseguì la sua strada
entrando in Hotel, accompagnato dagli occhi riconoscenti di Rei e dalle parole
di Hilary, che ancora gli tempestavano la mente.
Quando Hilary scese nella sala-ristorante la trovò inspiegabilmente vuota. I tavoli
erano perfettamente apparecchiati, ma ancora non c’era nessuno, vigeva un tale
silenzio in quella stanza, che alla ragazza parve assurdo trovarsi proprio in
uno degli spazi più rumorosi ed affollati di tutto
l’albergo. Si sedette comodamente su uno degli sgabelli del bar, attendendo che
il cameriere le chiedesse cosa voleva ordinare. Rimase qualche minuto ad osservare la delicata e preziosa mobilia di quella stanza,
perdendosi in ogni particolare: dai tavoli con i piedi intrecciati che
disegnavano figure floreali, ai fiori che si trovavano al centro di ciascun
tavolo, adagiati con cura all’interno di vasi di cristallo, che riflettevano in
piccoli coriandoli di luce i loro colori tenui e dolci. Il violetto era il
colore predominante di quei frammenti, che si appoggiavano timidamente alle
tendine azzurrine ai lati della sala.
Viola. Come gli occhi di Kai. Viola come lo sguardo
che le aveva bloccato il sangue per qualche minuto. Viola come le iridi che
l’avevano osservata, stupite che fosse riuscita a
richiamare a sé Fiamma e dirgli tutto quello che pensava. Non si pentiva di
averlo fatto. Aveva ragione Julia, bisognava essere se stessi, non si poteva
conquistare il cuore di una persona con l’inganno. Lei non voleva, e mai
l’avrebbe fatto. Preferiva essere odiata da Kai piuttosto che fingere di essere
una persona che non era. Se lui sbagliava non andava
assecondato, ma fermato.
Era tutto il giorno che ci pensava. Aveva persino
rifiutato di uscire con Julia e le altre per rimanere un po’ con i suoi
pensieri. Verso le 15.00 aveva portato delle carrube a Fiamma nella speranza
futile di trovare anche Kai, ma come si poteva benissimo immaginare non si era visto.
A
dir la verità quasi tutti i suoi amici erano fuori.
Axel l’aveva invitata, ma lei aveva gentilmente declinato
l’invito visto che aveva da sistemare tutti i componenti e i dati
riguardanti i beyblade di Takao e Daichi. I bey andavano puliti e sistemati,
questo in fondo era il suo lavoro. Lei doveva selezionare attentamente i pezzi
migliori ed attenersi a seguire le indicazioni che le
lasciava il prof. Kappa sui suoi rapporti quotidiani.
Così dopo due ore buone di lavoro era scesa al bar per
prendersi qualcosa da bere e poi andare a preparare la sua valigia.
-
Scusami - una voce sottile e dolce le arrivò come una melodia alle orecchie,
mentre due puri occhi azzurri la guardavano in maniera
gentile ed educata. Doveva essere una donna sulla trentina, i capelli biondi
tenuti insieme da una coda di cavallo le donavano un aspetto bello e
professionale. Un camicie bianco che le arrivava dopo
il ginocchio risvegliò la memoria della ragazza, che per un momento non l’aveva
riconosciuta. La dottoressa Sagami, la donna che seguiva i Neoborg…Che seguiva Kai.
-
Tu sei Hilary giusto? – La sedicenne annuì. Che cosa poteva volere da lei il
medico dei Neoborg?
-
Perdonami, ma cercavo Kai, l’hai visto? –
“Kai” –
Ehm…No. Mi spiace –
-
Allora senti, potresti farmi un favore? Io tra pochi minuti ho una riunione, e
non so a che ora finirò, ma queste devono arrivare il più presto possibile a
Kai. Se lo vedi gliele potresti dare? In genere le
affido a Crystal, ma oggi a quanto pare sono tutti
usciti – detto questo le porse una cartellina giallina, con in un angolo una
piccola etichetta adesiva con su scritto “Kai Hiwatari – Analisi del
20/09/09”
Hilary sgranò gli occhi incredula, mentre il cuore
cominciava a correrle attraverso il petto. Dovevano essere le ultime analisi di
Kai, quelle risalenti a dopo lo scontro con Raul. Le strinse contro di sé,
mentre la dottoressa si allontanava velocemente dopo averla ovviamente
ringraziata.
Le mani della ragazza presero a percorrere quella
rigida cartellina, quasi cercassero di capire da un semplice tocco quale fosse
il responso.
Non appena l’aggraziata figura della dottoressa fu
scomparsa dietro la porta, Hilary posò immediatamente lo sguardo sulla
cartellina, mentre dentro di lei era appena scattata una furiosa lotta fra le
due belve che animano le nostre indoli. “Forse dovrei correre a
cercarlo, dargli la cartellina e farmi i fatti miei…” pensò per poi subito
dopo essere interrotta da un altro pensiero, diametralmente opposto “Ma che dici? Dopotutto lo fai per lui, se ha qualcosa
di grave, non puoi far finta di niente…Al prossimo incontro
con Takao potrebbe farsi male davvero!” La brunetta si prese la testa
fra le mani, cercando di scacciare almeno uno dei due contendenti. Non sapeva
cosa fare; se da una parte sapeva bene che non era corretto aprire le cose degli
altri, dall’altra temeva che se in quella cartellina ci fosse stato qualcosa di
negativo, Kai avrebbe comunque sottovalutato il problema. Non erano fatti suoi
“teoricamente” ma…
Decisa aprì la cartellina, con il cuore in gola; un
leggero strappo alla carta plastificata, un rumore frammentato, spezzato, come
il suo respiro. Stava sicuramente facendo qualcosa di sbagliato e contro ogni
suo principio morale, ma in fondo…Kai per lei valeva tutto questo.
Intravide alcuni fogli bianchi all’interno, e fogli
in plastica neri che dovevano essere le lastre. Si
ritrovò ad ansimare, la tensione era tanta, la paura che ci fosse scritto
qualcosa di negativo la stava dilaniando. Stava per estrarre uno dei fogli
bianchi con mano per metà decisa e per metà
tremante…
-
Quelle sono mie o sbaglio? -
Buio, panico…In quel momento avrebbe
voluto sprofondare a terra e non riemergere più. Beccata in pieno, e non
aveva neanche visto nulla! “Hai scelto tu
di farlo, ora non tirarti indietro” decisa si volse verso la voce che
l’aveva appena sorpresa, scontrandosi con due splendidi
occhi color ametista, gli stessi che la sera prima aveva sgridato, gli
stessi che amava da anni, i soli in cui riusciva a perdere la cognizione del
tempo, dello spazio e di se stessa.
Lui l’osservava beandosi
segretamente di averla scoperta; era un po’ una sua piccola vendetta per come
l’aveva trattato la sera prima, le sue parole gli marchiavano ancora l’anima e
dopo la chiacchierata con Rei il disprezzo verso se stesso aveva continuato a
crescere.
-
Sì, io avrei dovuto portartele subito, ma - lui la bloccò con una sola occhiata
cercando di metterla in soggezione.
-
Pensavo ti volessi scusare per aver aperto un documento che non era destinato a
te – disse le parole con calma, lasciandole scivolare lentamente come acido sul
corpo della ragazza, attendendo una sua resa, ma lei sembrava invulnerabile.
Inaspettatamente piegò il capo nascondendosi alla sua vista.
-
Magari non sono stata educata, e per questo ti chiedo scusa, ma non mi scuserò per essermi
preoccupata per un amico! – Punto
alla brunetta. Ancora quella parola, la stessa della sera prima, la stessa con cui Rei e gli altri lo
chiamavano.
Gentilmente gli porse la cartellina che ancora
desiderava di essere letta.
Lui la fissò confuso – E questo che significa? Hai
iniziato e ora finisci –
Hilary ci mise un po’ prima di capire. Il cuore le
batteva come un martello ogni volta che si trovava vicino al ragazzo, e se aveva
abbassato la testa non era per incapacità di reggere il suo sguardo, ma
semplicemente perché non voleva che lui la trovasse ad arrossire. Eppure ora le
sue parole così chiare e nitide le suonarono strane. Avrebbe giurato che fosse
arrabbiato, ma quel tono le suggeriva che non era così; evidentemente nascondeva
la rabbia perché la stava deridendo.
-
Non sei arrabbiato? – Al diavolo il rossore, lei voleva guardarlo negli occhi,
voleva poter navigare anche se per pochi istanti in
quegli occhi magnetici e profondi.
Ciò che vide la lasciò senza fiato; un piccolo, quasi
invisibile sorriso si era annunciato sulle sottili labbra del diciassettenne,
come se avesse paura che il proprietario di quella bocca potesse accorgersene.
Era bellissimo.
-
Non mi pare di esserlo, forza muoviti -
Con le mani intorpidite dall’emozione e con gli occhi
che non la smettevano di inseguirlo attraverso la profondità di quelle iridi
ametista, Hilary estrasse i fogli bianchi dalla cartellina, mentre Kai prendeva
in mano le lastre, visibilmente ansioso, anche se lo nascondeva bene.
Gli occhi di Hilary corsero velocemente lungo i fitti
caratteri scuri che interminabili si susseguivano come lunghe scie di pensieri,
che ad un certo punto terminavano per poi ricominciare
ancora più confusi di prima.
Le ultime parole tuttavia la catturarono,
probabilmente per la loro grandezza ed importanza.
“Esito negativo. Dalle
analisi effettuate non si riscontrano fratture gravi o
disfunzioni fisiche rilevanti”
Sotto scritto a penna un biglietto della Sagami.
“Kai non so come spiegarmelo davvero! Ho riguardato i risultati
credendo che fossero sbagliati, ma non lo sono. Non so davvero cosa dire,
nemmeno le lastre mentono, il frammento osseo che minacciava la spina dorsale è
scomparso…Chiamalo miracolo, anche se so che non credi nei segni divini
Hilary sollevò gli occhi cercando di non urlare per la
gioia. Un miracolo. Poteva solo essere etichettato così quello che era accaduto
a Kai. Nel guardarlo potè trovare una conferma anche nei suoi occhi; non si
esprimeva a gesti o con le parole e tentava di tenere gli occhi impassibili, ma
lei riusciva a leggere molto dietro quelle pozze magiche, felicità, sollievo,
incredulità e forse chi può dirlo, magari anche ringraziamento per quel Dio che
l’aveva salvato.
-
Non può essere – disse lui a voce bassissima, tanto che la ragazza non lo sentì.
“Un miracolo…Una voce…”
Tornò ad osservare la ragazza
accanto a lui, che sembrava irradiare con la sua luce tutto il freddo ambiente
di quel ristorante, illuminando anche lui. Si sentì sorpreso, nessuno aveva mai
mostrato tanta felicità per qualcosa che riguardava lui soltanto…Certo si era
felici quando si vinceva, ma qui non si trattava di Beyblade, ma di lui.
Non seppe spiegarsi il perché, ma l’idea che quegli
occhi fossero così per lui, lo smarrì leggermente. Non gli piaceva essere troppo
al centro dell’attenzione, non sopportava che gli altri
si preoccupassero per lui, odiava essere compatito. Anche se lei più di ogni
altro non lo aveva compatito, anzi lo aveva attaccato.
Si allontanò lentamente dalla ragazza, prendendo la
cartellina dal tavolino. Lei intanto cercò di rasserenare un po’ la
conversazione, anche se non ci riuscì molto…Lui era altrove.
-
Beh a questo punto eviterai il problema con Takao? -
Spostò l’attenzione sulla ragazza – Non sono fatti tuoi – Poteva accettare che per una volta si fosse
dimostrata leale verso di lui, ma addirittura che gli desse dei consigli no!
Dopotutto lui era Kai Hiwatari…Si stava di nuovo chiudendo dietro il suo muro di
ghiaccio, non sapeva nemmeno lui il perché, forse perché in fondo amava la
solitudine, la voleva a tal punto da esserne dipendente. Come un uomo costretto
a vivere per anni nell’oscurità che all’improvviso viene messo in contatto con il Sole. La luce è meglio della
fredda oscurità, eppure l’uomo preferisce tornare indietro, per paura
dell’ignoto.
Lei lo fissò per alcuni istanti, decisa più che mai a
farlo nuovamente sorridere. Dio quanto aveva amato quel leggero movimento delle
sue labbra, e la cosa ancor più bella è che era stato per
lei.
-
Dopo questa potrai sicuramente tornare a combattere con
molta più tenacia…A quanto mi ha detto Takao Samantha si era leggermente stupita
dopo averti visto combattere…Anche Axel penso che non veda l’ora di battersi
contro la tua squadra, mi ha detto che vi consider… - il fiato le si spense,
mentre vide gli occhi di Kai riaccendersi di una luce che non credeva potesse
possedere.
Che aveva detto di male? Cercò di fare mente locale,
mentre il cuore prese a correre instancabilmente e lo stomaco le si strinse facendole male.
Kai al solo sentire quel nome si
incendiò come se Dranzer avesse ripreso a bruciare piena di energia.
Axel…Se c’era qualcuno che non poteva sopportare era
quel tipo e la sua squadra di patetici amici. La parlata con Rei aveva messo a
voce ciò che lui pensava da una settimana oramai. Quella squadra era falsa, non
sapeva se il loro era uno stratagemma per arrivare alla
vittoria, ma l’odio che nutriva per loro era istintivo. Il pensiero che poi
Crystal si fosse avvicinata a loro lo turbava molto.
Ma non solo lei…Takao sembrava aver perso l’intelletto,
Max era cambiato, e a detta di Rei anche Mao non era più la stessa…Ma Axel che
centrava? Improvvisamente l’immagine di qualche sera prima gli si rivelò per
tutta la sua tagliente verità, emergendo dal folto dei suoi ricordi come un
incubo represso. Era notte, ed in sella a Fiamma aveva
potuto scorgere Hilary ed Axel abbracciarsi dolcemente. Se già quel ragazzo non
gli piaceva, ora lo trovava oltremodo irritante. Non centrava la brunetta in se
per se, era proprio il concetto di falsità che emanava a disgustarlo.
All’improvviso un gran vociare spense i pensieri di
entrambi. Kai si volse verso la porta, con una strana sensazione all’altezza
dello stomaco, mentre Hilary lo precedeva fuori dalla porta.
-
Da quanto siete qui, è una grande sorpresa – la voce di Takao era felice, piena
di vita come al suo solito, mentre scrutava i cinque individui davanti a lui.
Attorno a loro c’erano tutti i ragazzi; il sole era calato e dal momento che tutti avevano cenato fuori erano rientrati
tardi, tanto che era quasi mezzanotte.
-
In effetti avevamo pensato di raggiungervi a Los
Angeles, poi Ming Ming ha insistito, Mystel moriva dalla voglia di vedere
Helsinki così eccoci qui – disse Garland stringendo la mano di Takao entusiasta.
Ora mentre osservava tutti quei ragazzi non potè evitare di sorridere; dovevano
tutto a loro, la loro libertà, la loro felicità…
Gli occhi del capitano della
ex-BEGA si posarono immediatamente sul principale motivo della sua venuta
in Finlandia, Yuri Ivanov; a lui più di tutti doveva chiedere scusa, lo aveva
ferito, messo in coma e rischiato di ucciderlo, senza neanche chiedersi il
perché. Avrebbe tanto voluto scusarsi prima, ma un po’ per vergogna e un po’ per
impegni obbligatori aveva sempre rinunciato; aveva
dovuto occuparsi di Brooklyn, che dopo la fine della Justice Five era rimasto
fortemente scosso e mettere in chiaro alcuni concetti con se stesso e con la sua
famiglia…
Ora era lì, davanti al russo a
cui doveva solo dire una cosa, una parola difficilissima da pronunciare,
ma che se non diceva non avrebbe più potuto guardarsi allo specchio: perdonami.
Garland attorniato da tutti gli altri, si staccò
lentamente dal gruppo, dirigendosi verso l’esile figura del russo che si era
tenuto in disparte insieme a Boris, osservando il tutto
con occhi distanti e un’espressione di puro orrore. Serrò i pugni sempre più
forte mentre il ragazzo si avvicinava. Non voleva
vederlo, non voleva sentirlo, non voleva avere niente
da spartire con quell’essere. Un ignavo che si era lasciato trasportare dalla
folle scia di quel pazzo di Vorcof, Garland da lui non avrebbe ottenuto niente.
Tutti osservarono la scena con ansia; sapevano quanto
il russo avesse dovuto subire per colpa di Garland, lo aveva mandato in coma, e
per le prime settimane le sue condizioni erano state critiche, era più che
comprensibile che Yuri non fosse pronto, eppure se è vero che il perdono è
l’arma dei forti allora si sarebbe risolto tutto per il
meglio…
-
Yuri – iniziò Garland quando si trovò davanti al rosso guardandolo fisso negli
occhi – Se c’è una persona a cui devo chiedere perdono,
quella sei tu. Sono mortificato per quello che ti ho fatto – chinò
rispettosamente il capo facendo così un leggero inchino
davanti a Yuri, che lo osservava con assoluta freddezza. Takao e gli altri
sgranarono gli occhi; nessuna reazione, nessun segno di
perdono, niente.
-
Non ho intenzione di perdonarti, come si può anche solo immaginare di perdonare
uno come te! Hai venduto la tua anima a quell’uomo senza neanche chiederti cosa
si celasse dietro il progetto della sua BEGA! – con queste fredde e crudeli
parole si voltò facendo per tornare indietro, seguito dagli sguardi delusi di
tutti, e dalle lacrime silenziose di Garland. Hilary chinò il capo abbattuta,
mentre Kai osservò la schiena del proprio capitano allontanarsi; aveva
esagerato.
-
Fermo dove sei! – Yuri si bloccò sentendosi quasi morire quando quella voce lo
raggiunse all’imboccatura delle scale. Julia lo raggiunse mettendosi fra lui e
Garland. Gli occhi della spagnola erano ardenti, e le sue
iridi verde dorato risplendevano come una fiamma pronta a divorare e
sciogliere il freddo ghiaccio di Ivanov.
-
E perché dovrei? Non ho altro da dire –
-
Invece sì! Ma come puoi essere così insensibile, non
capisci cosa ha dovuto sopportare questo ragazzo per essere qui? Ha sconfitto il
suo onore, ha riconosciuto il suo sbaglio e ti è venuto a chiedere perdono. Per
quale motivo non lo accetti? – Ma che diavolo poteva
saperne lei di come si sentiva in quel momento, lui aveva sbagliato e non si
perdona chi sbaglia!
-
Non si può perdonare un atto simile, inoltre ti consiglio di farti i fatti tuoi
– così posò una mano sul pomello della scala e fece per fare il primo gradino.
-
Ti sbagli – disse Julia in un soffio lasciando tutti sorpresi, perfino Garland
che si era rialzato.
Yuri stavolta si volse sorpreso verso la ragazza,
rabbrividendo alla vista dei suoi occhi. Un brivido gli
corse rapido lungo la schiena. Ma perché la sola
tenacia di quella spagnola lo metteva in crisi?
-
Noi con te l’abbiamo fatto -
Il silenzio piombò su tutta la stanza.
-
Prego? – Yuri le si avvicinò con fare minaccioso, ma
lei non si ritrasse.
-
Noi abbiamo perdonato i membri della Borg dopo il primo campionato mondiale, vi
abbiamo perdonato per quando avevate rubato i bit-power delle squadre
avversarie, Max non serba più rancore per quando lo avete attaccato in mezzo
alla neve…Se noi vi abbiamo perdonato, perché tu non lo puoi fare? –
Hilary osservò ammirata l’amica. “Sei grande Julia…Hai
ragione, solo quando si ama si è disposti a fare di
tutto per l’altro, e tu vuoi fargli capire che sta
sbagliando”
Yuri rimase ad osservarla
mentre il sangue gli ribolliva nelle vene, e lo stomaco gli si stringeva in una
morsa insolitamente dolce e dolorosa. Il dolore dell’evidenza e la dolcezza
della verità. Aveva ragione lei.
Sconfitto, annientato, da una ragazza poi; il freddo
Yuri Ivanov era stato messo con le spalle al muro, ed era bastata una semplice
giovane dal carattere irruente a lasciarlo senza parole, nudo di fronte alla
cruda realtà.
Era vero, loro lo avevano perdonato, non gli
riservavano alcun rancore, lo avevano accettato e assistito durante il suo
ricovero. E lui? In fondo anche Garland era stato una vittima di Vorcof,
esattamente come il russo. Non erano poi così diversi; se per tanto tempo si era
difeso dietro la convinzione che loro due fossero due creature opposte, ora una
sola frase di quella ragazza aveva abbattuto le sue difese. “Ma come fai?”
Osservò ancora Julia, cercando in tutti i modi di
entrare in quello sguardo, che in quel momento sembrava dirgli solo una cosa “Perdono”
La ragazza aveva vinto.
Ivanov chinò piano il capo, dispiegando un regale
sorriso su quelle belle labbra che spiccavano sulla pelle diafana; superò
lentamente Julia tornando a piazzarsi di fronte a Garland, che lo osservava
speranzoso.
Ora toccava a lui, in fondo anche il russo aveva
qualcosa da scontare, e qualcunoa cui chiedere indirettamente scusa.
-
Ha ragione – Gli tese la mano, combattendo furiosamente contro il proprio onore
e sorprendendo tutti.
Garland senza esitare la strinse forte, sorridendo
come un bambino nel poter vedere gli occhi del rosso finalmente splendere di una
luce benefica.
Si abbracciarono come due nuovi amici, trovando in
entrambi qualcosa di simile a loro.
-
Grazie Yuri - disse Garland che ora poteva nuovamente guardarsi allo
specchio.
-
Di nulla – Anche il russo si sentiva insolitamente bene; era strano come il
poter dare felicità agli altri fosse gratificante. Si sentiva leggero come non
lo era mai stato.
“Grazie
Julia”
-
Su Brooklyn adesso tocca a te – gli sussurrò Ming Ming
avvicinandosi all’amico
L’ex signore delle tenebre trasse un lungo respiro. Si
volse seguito da tutti gli altri verso Kai, che era rimasto di lato accanto ad
Hilary. Il momento della verità.
Hilary capì all’istante, si volse verso Kai
osservandone i lineamenti delicati e decisi. Lo avrebbe perdonato?
Il ragazzo della ex BEGA si
avvicinò a Kai mentre questo probabilmente non aspettava altro.
“Noi siamo
amici Kai…Amici…Amici…Amici!”
Possibile che quelle due avessero sempre ragione?
Anche le parole di Hilary per quanto odiose rispecchiavano la realtà. Brooklyn
non era cattivo e questo Kai poteva leggerlo nei suoi occhi azzurri, limpidi
come il cielo più sereno. Non c’erano tenebre nel suo cuore. Non era un santo
certo, ma in fondo neanche lui poteva definirsi tale. Se in quel gruppo c’era
qualcuno che aveva più volte sbagliato e tradito quello
era proprio lui, ma ovviamente non lo avrebbe mai ammesso a voce alta.
“Beh, oggi siamo proprio sulla strada del buon
Samaritano…Ma solo per oggi” così dicendo strinse deciso la mano che il ragazzo
gli aveva timidamente posto.
E
così all’alba della prima ora del nuovo giorno insieme ad una nuova giornata si erano suggellate anche due nuove
amicizie.
“Tutti hanno
diritto ad una seconda possibilità, per quanto possa
sembrare impossibile. Errare è umano, piangersi addosso e murarsi dietro assurde
convinzioni è peggio”
“Hai ragione Julia” pensò
Hilary guardando in silenzio Kai e Brooklyn attorniati dagli altri e credendo di
avere la spagnola a pochi centimetri da suo orecchio. Ma Julia era distante
ed in silenzio.
Termina così la sezione legata alla
Finlandia…Cosa succederà una volta arrivati a Los
Angeles…Gli Scudi Sacri riusciranno a scoprire grazie all’aiuto di Crystal il
nome del Custode? Quale sarà la prossima mossa degli Obscuras? E sopratutto come
si evolveranno i sentimenti dei nostri ragazzi?
Spazio del
lettore:
Lexy90: Hai perfettamente ragione tesoro^^
Hilary ha fatto bene, anche perché diciamocelo, al nostro Kai spesso le cose
bisogna urlargliele con foga e decisione, altrimenti non capisce! Per quanto
riguarda Axel and Co. sono felice che ti urtino, perché significa che l’idea che
sto cercando di dare di loro ha successo^^ Mi fa sempre un immenso piacere
ricevere i tuoi commenti, mi segui dal primissimo capitolo e non ti sei mai
persa un capitolo, grazie mille sei gentilissima. Spero
con tutto il cuore che la storia continui a piacerti^^ Baciuzzi Avly
Pierina: Carissima, non so cosa dire, grazie!
(In realtà non lo dice, ma è diventata tipo pomodoro
nd Kai) (Argh! Nd Avly) sì in effetti è vero, i
tuoi complimenti mi hanno risollevato nel puro senso della parola^^ Non sempre
le giornate sono rosee, ma è incredibile come delle parole riescano a far
splendere l’animo^^ Pienamente d’accordo con te, Crystal è un personaggio
imprevedibile, non la si può inquadrare in uno schema fisso, e spero possa
riuscire ancora a sorprenderti^^Mi spiace se pensavi che si sarebbe arrivati
subito a Los Angeles, ma non temere: cercherò di non lasciar trascorrere così
tanto tempo tra un capitolo e l’altro come per questo^^ Spero che anche questo
capitolo ti piaccia, e spero ovviamente di ricevere una tua opinione anche su
questo^^ Baciuzzi Avly
Lirinuccia: Ahi tesoro, come ti capisco! Lo studio
è una brutta bestia, un muro che ci impedisce di avvicinarci al computer! Grazie
per i tuoi complimenti, sei un tesoro^^
Passando ai personaggi: sono contenta
che il lato crudele di Axel ti attiri, in effetti di
lui deve uscire proprio la cattiveria, altrimenti che Demone della Malvagità
sarebbe? Per quanto riguarda la cara Crystal non buttarti giù, lei non si
arrende, la sua tenacia magari la porta a sbagliare, ma non è un personaggio che
rimane passivo! Spero che riesca a sorprenderti! E il nostro Takao? L’amur rende ciechi! Grazie mille tesoro per la tua continua
presenza, il tuo appoggio mi è indispensabile, e mi rende felicissima sapere che trovi sempre un momentino per
commentare la mia storia nonostante la grande mole di studio che hai. Ah
finalmente ci sto capendo qualcosa!! Mi sono letta i
primi tre manga di Death Note (eh sì me li hai fatti
comprare! Mi sto indrippando^^) Baciuzzi
Avly
Pich_91: Oh mia maestra, spero che il capitolo
sia decisamente migliore dell’ultimo…Per la verità
nemmeno questo mi ha particolarmente soddisfatta, forse perché ho una tale
voglia di arrivare a Los Angeles che non riesco a far bene i capitoli
immediatamente precedenti…Beh speriamo che non sia un completo disastro^^ I
puntini di sospensione dovrebbero essere stati tutti corretti (almeno spero).
Sono felice che i pensieri di Yuri ti siano piaciuti…Ho cercato di esprimere al
meglio le emozioni contrastanti del russo, come del resto in questo capitolo ho
cercato di fare la stessa cosa con Crystal ed Hilary^^
E il caro Boris? Lui è mitico! In questo capitolo non ha avuto una parte molto
evidente, ma quelle poche cose che ha detto mi sono
rimaste impresse nella mente. Consapevole di quanto ti piaccia Boris, mi auguro
di riuscire a creare un russo dagli occhi smeraldini degno delle tue aspettative! Anche se ancora non ha dato il meglio di sé^^
Spero che continuerai a seguirmi^^ Baciuzzi Avly
Dark_Angel91: Cicci, grazie per il tuo immancabile
commento^^ Oramai mi stai viziando, e spero con tutto il cuore di potermi ancora
meritare i tuoi pensieri^^Anche qui sono perfettamente d’accordo…Hilary deve
tirare fuori il coraggio, anche perché siamo sinceri: lei è
così! Non è una
bambina che piange ininterrottamente, lei è fuoco, passione e sensibilità^^
Grazie infinite per le tue parole e spero che anche questo capitolo ti piaccia^^ Baciuzzi Avly
Cherry_88: oh ** ma è meraviglioso ricevere
recensioni da volti nuovi^^ Grazie mille, sono contenta
che questi capitoli ti siano piaciuti, e mi auguro che anche questo sia
all’altezza. Per quello che riguarda Kai e la moto…In
effetti l’idea di un Kai in tuta da moto nera, in pelle, con un casco
integrale su una moto nera dal design accattivante è una cosa da sbavare, ma
tutto ha un senso, e chissà che non ci ripensi^^ Grazie infinite e spero di
ricevere ancora il tuo parere^^ Baciuzzi Avly
Kamy: amorino mio^^ grazie con tutto il
cuore! Ti sei sorbita 10 capitoli in così poco
tempo?O.o sei mitica^^ Spero che anche questo capitolo
ti piaccia e ti soddisfi. La calcolatrice Samantha si è appena scontrata con
sentimenti per lei sconosciuti, l’amore e l’amicizia, mentre Axel non perdo un
colpo e sinceramente nemmeno io oso immaginare fino a che punto potrebbe
spingersi^^ Attendo con ansia il seguito della tua ffed il tuo parere su questo capitolo^^Baciuzzi
Avly
Lenn Chan: Cicci un baciuzzo enorme per aver
commentato^^ Mi riempie sempre d’orgoglio ricevere il tuo parere, e non solo
perché sei una delle mie autrici preferite^^ Qui
abbiamo visto una Hilary che si fa sentire e un Axel che passa all’attacco in
maniera infida e subdola. Adoro quando i cattivi fanno i bastardi! E anche la
cara Crystal si fa sentire^^ Beh che dire di più? Spero con tutto il cuore che
anche questo capitolo sia di tuo gradimento! Baciuzzi Avly
Helens: Alla mia mitica, eccezionale
amica…Grazie per tutto sei fantastica^^
Un baciuzzo a tutti coloro che hanno messo “I cavalieri dei Sette Regni fra le
seguite e/o preferite^^ Grazie mille^^
Un grazie anche a tutte le persone che
hanno letto ed apprezzato la seconda parte di “Ad un
passo” con la sezione dedicata alle Falene^^
Capitolo 12 *** La Mossa della Torre e le mura dei sentimenti ***
Tic tac, un suono che si ripeteva ininterrottamente da ore, che risuonava come una cantilena ossessiva nella sua mente
Eccomi di ritorno^^ Finalmente grazie a questa settimana
di Carnevale posso posare il nuovo capitolo dei Cavalieri…(e non solo^^ vi aspetta un doppio aggiornamento sia dei
Cavalieri sia delle Falene^^) (Noooo nd Boris in procinto di accoltellarmi)…-;-
Comunque dicevo: siamo entrati nella seconda parte, e spero vivamente che vi
possa piacere. Un ringraziamento speciale a tutte le persone che mi hanno
seguito e che mi auguro continueranno a farlo^^
Buona
lettura!
La mossa della Torre e le mura dei
sentimenti
Tic tac. Un suono che si ripeteva
ininterrottamente da ore, che risuonava come una cantilena ossessiva nella sua
mente. Scandiva i battiti del suo cuore e dei suoi pensieri, facendoli oscillare
davanti ai suoi occhi aperti, fissi ad osservare il
buio. Tic, tac.
Era inevitabile non riflettere,
non lasciarsi trascinare da questo ritmo ripetitivo e ricordare avvenimenti ed
emozioni ancor più ripetitive.
Si sentiva stanca, non aveva
fatto nulla che potesse averla affaticata, ma percepiva il corpo pesante e la
testa troppo affollata da pensieri per potersi addormentare. “Tanto tra meno di
un’ora ci dobbiamo alzare per andare all’aeroporto” Un sospiro, anzi due…Tic,
tac.
“Non so più cosa pensare” Le
sembrava di trovarsi in un lungo tunnel, dove la luce non si raggiungeva mai e
dove le tenebre si facevano sempre più insistenti. “Kai”
Era tutta la notte che ci pensava
e ancora non riusciva a credere di aver parlato per più di tre minuti con il
russo, di aver visto un lieve sorriso di soddisfazione sorvolare quelle labbra
diafane; un sorriso che inizialmente aveva creduto fosse legato alla felicità
dell’aver scoperto che non rischiava una paralisi alla colonna vertebrale, ma
che poi con più razionalità aveva intuito trattarsi semplicemente di un sorriso
derisorio. Si era preso gioco di lei, godendo
dell’averla scoperta mentre cercava informazioni sul suo conto,
soddisfacendosi dell’aver ottenuto una piccola vendetta per la discussione che
avevano avuto nel parco.
“Ho fatto solo un gran
casino…Volevo essere me stessa, ma ho finito per rovinare quel minimo di
rapporto che avevo a fatica conquistato in questi quattro anni”
La questione le pareva evidente,
sembrava lampeggiare come una luce al neon di un’insegna in mezzo ad un vicolo
buio. Aveva ottenuto ciò che aveva cercato di evitare. Kai per lei non provava
nulla, né affetto, né tantomeno odio. Questa era la cosa che più di ogni altra
le faceva male; l’indifferenza, il fatto che per lei non sentisse neanche
rabbia. Se l’avesse odiata, almeno avrebbe associato il suo nome ad un qualche sentimento, invece niente. Polvere, come se lei
fosse invisibile, insignificante, superflua. Uno sbuffo riempì la stanza,
accompagnato sempre dall’oramai conosciuto ticchettio della sveglia.
- Hila? – Un lieve sussurro nella
notte.
- Julia, ti ho svegliata? – Hilary si tirò a sedere – No, ma che hai? E’ da
cinque ore che fissi ostinatamente il soffitto, che ha di così interessante? –
Parlare con lei era in quel momento la sola cosa che la potesse far star bene.
Parlarono sottovoce, per evitare di svegliare le altre.
Julia ascoltò in religioso
silenzio il racconto dell’amica, che narrava gli avvenimenti degli ultimi giorni
che tanto assalivano le mura della sua mente. Le sue parole parevano impregnate
di tristezza, di una desolazione che raramente Julia aveva sentito addosso
all’amica. Era quasi...Rassegnata.
- …Ed ad
essere sincera non sono più sicura di me stessa – Julia a quella mezza frase si
rizzò a sedere.
- Lo so che è egoistico da dire,
ma per una volta non vorrei essere io a rincorrere il principe azzurro, ma
vorrei essere io quella che viene trovata. Mi rendo
perfettamente conto che è una cosa egoistica da parte mia, ma…Insomma, se Kai
per me non prova nulla, io allora preferisco dimenticarlo e non correre dietro
ad un amore impossibile! –
Julia si ritrovò a riflettere
sulle parole dell’amica, arrivando però a leggere qualcos’altro in quelle
sillabe; da una parte aveva ragione lei, se Kai per Hilary non nutriva nulla non si poteva fare niente e quindi l’idea di voltare
pagina non era totalmente sbagliata, eppure…La spagnola era sempre stata una
persona diffidente e purtroppo per lei vedeva prima il lato negativo delle
persone. “Hai paura di perdere la guerra ancor prima di aver scoperto il tuo
avversario…Kai è sicuramente una persona difficile, ma io non credo che chiudere
immediatamente i battenti del tuo cuore servirà a tenerti lontana da quel
ragazzo.” La sua amica amava Kai, solo in sua presenza Julia era riuscita a
vedere gli occhi della brunetta risplendere di una luce luminosa quanto quella
delle stelle…No ne era certa, Hilary si stava illudendo di riuscire a
dimenticarlo, ma non si può cancellare da un momento all’altro il segno
indelebile che Kai aveva scolpito sul cuore di Hilary. Dare e ricevere amore non
è una cosa semplice, Hilary aveva attraversato dodici lunghi mesi nella speranza
di rivederlo e in questo periodo non aveva mai smesso di amarlo, e nessuno si
era mai frapposto fra lei e i suoi sentimenti per Kai…Nessun ostacolo.
“Axel” Julia si morse il labbro. Era
forse lui il motivo di tanta indecisione? La sua amica credeva di poter trovare
rifugio nelle parole facili e schifosamente dolci di quel ragazzo?
- Julia tu cosa ne pensi? -
La voce di Hilary riportò la
spagnola alla realtà, riafferrandola con decisione e trascinandola con i
pensieri sulla sua amica. Si alzò con un vago senso di acidità all’altezza dello
stomaco, non riusciva a tollerare più l’odore ed il
clima di quella stanza, si sentiva quasi sopraffatta, aveva bisogno di
sciacquarsi il viso con l’acqua fredda.
- Vuoi la mia sincerità? Ebbene
allora ti dico questo: io sono tua amica e ti sarò sempre vicina, ma non
chiedermi di appoggiarti incondizionatamente. Io credo che tu stia solo cercando
di nasconderti, ma dopotutto forse hai bisogno di capire ancora bene quello che
vuoi. Rispetto la tua decisione, ma non la approvo fino in fondo – con queste
parole si diresse decisa verso il bagno, ma prima di abbassare la maniglia in
ottone si fermò un istante.
- Ah in ogni caso, sei davvero
certa che in Axel troverai quello che non hai avuto la forza di cercare in Kai?
– Con queste parole sparì dietro la porta del bagno, lasciando che l’oscurità
riavvolgesse Hilary, lasciandola sola nel suo buio,
accompagnata da quell’oramai rassicurante tic tac.
“Dannata impicciona, devo ricordarmi di
inserire il tuo nome sulla mia lista nera personale”
Illuminato timidamente dalla luce
della luna, che pareva temere la sua vicinanza, Axel si diresse a passi leggeri
e sinuosi fino al suo bey nero che riposava sul tavolo della sua camera insieme
a quelli degli altri Obscuras. Lo fissò per alcuni istanti assorto. Perché diamine aveva reagito
così?
“Non riesco a capire!” la voce telepatica di
Ares attirò i suoi compagni che si girarono
improvvisamente verso di lui. Il bel demone biondo cercando di non mostrare
nulla con il volto, teneva premuta una mano sulla tasca della cintura nella
quale era riposto il suo XVersum. Il ragazzo faticava a
tenere il bey in tasca, ed il suo viso di stava
lentamente contraendo in una smorfia. Fortunatamente i blaider erano totalmente
presi dall’osservare la riappacificazione tra Kai e Brooklyn per accorgersi
delle loro difficoltà.
Improvvisamente anche i bey di Axel, Astra e
Samantha presero vita, cominciando a girare all’interno delle loro custodie, e
bruciando come se stessero sprigionando tutta la loro potenza. I Demoni non
seppero spiegarsi il perché; i loro bey avevano come reagito di fronte a quello
che stava accadendo, come se agissero indipendentemente
dalle volontà dei loro blaider.
“Axel che succede?” chiese Astra mentre
cercava di tenere buono il suo Illusion premendo con
forza le mani sul fianco sinistro.
“Non ne ho idea, andiamo in camera!” con
queste parole lasciarono la hall dirigendosi velocemente al loro piano.
- Ora voglio sapere che cosa è successo! –
sbottò irritata Samantha lasciando la presa sulla sua cinta, e dando così la
possibilità a Mors di schizzare per la camera come se fosse impazzito.
Dopo qualche minuto i quattro bey si
fermarono.
- Non mi piace, sembra come se si fossero
voluti ribellare – commentò il Demone della Perversione
- Non l’avevano mai fatto – Astra era
pensierosa, e si chinò a raccogliere il suo bey viola per poi osservarlo con
attenzione.
- Non credete che la nostra influenza sul
Potere stia venendo meno? –
- Non dire sciocchezze Astra! Hanno
semplicemente reagito di fronte a quei nuovi blaider – realizzò il capitano
riponendo Mors al suo posto.
- Allora evitiamo di stare loro vicino,
sarebbe sconveniente per noi trovarci ancora in questa situazione – Ares mise
fine alla discussione, anche se qualcuno non aveva ancora finito.
Il ragazzo dai capelli castani si volse
verso la finestra, rivedendo nel suo riflesso i volti di quei cinque nuovi
blaider. Chiuse gli occhi. “Altri cinque nomi sulla mia lista…Perdonami
Cavaliere, ma devo dare loro la precedenza”
Sorrise. Forse Astra aveva
ragione. Il loro controllo era venuto meno, ma tutto
sommato non gli importava, anche perché presto quei cinque non sarebbero
stati un problema…Aveva giusto trovato il sistema per far muovere quei nuovi
pedoni secondo il proprio disegno di gioco. Cinque pezzi che avrebbero spianato
la strada al Re Nero per fare scacco al Re Bianco, e neanche la candida Regina
avrebbe potuto fermarlo. Non questa volta.
Tutto si stava svolgendo secondo
i suoi piani, anche se…”Maledetta
spagnola, evita di dare consigli e fatti più i fatti
tuoi” Completamente assorto nella sua partita non si accorse subito che
Astra gli si era avvicinata.
- Ho sentito uno strano influsso
magico, non è che stai ancora giocando mio caro? –
chiese la mora sedendosi sulle gambe del compagno e prendendo ad accarezzarsi
sensualmente le corte ciocche castane.
- Ho mosso la Torre –
- Verso la Regina? Domanda
sciocca. E’ evidente, ma mi chiedo solo…Che tipo di
incantesimo stavi attuando? –
Lui per risposta le prese il
mento avvicinandola al suo viso; le soffiò lentamente sulle labbra con fare
provocante.
- Ho cercato di alleggerire i
pensieri e le tensioni della mia Custode, e la sto lentamente facendo camminare
verso di me -
- Maledettamente perfido, e poi
dobbiamo dire che è stata una vera fortuna che alla nostra cara Crystal piacesse
proprio lo stesso ragazzo che fa battere il cuore della Custode –
- Le meravigliose coincidenze
della vita umana – disse il giovane
intrappolando la ragazza nella sua morsa e depositandole un morso sulla
clavicola.
Mancavano poche ore alla
partenza, ed i Neoborg completamente immersi nel buio
finivano di preparare le valigie, anche se in realtà tentavano solo di occupare
il tempo per evitare di dover parlare l’uno con l’altro.
Era un po’ il loro freddo modo di
salutare quella terra, che nonostante tutto gli piaceva, un po’ perché ricordava
la loro città natale, ma anche perché differentemente da Mosca ispirava un’aria
magica e sovrannaturale inimitabile.
Tuttavia per quanto silenziosi, i
loro pensieri si agitavano furiosi nelle loro menti, lottando all’interno dei
loro crani e cercando di scontrarsi con quelli degli altri. E l’argomento poteva
essere solo uno, Crystal.
- E’ arrabbiata per lo shampoo!
Caspita doveva essere ad estratti d’oro! – ad un tratto Yuri non riuscì più a trattenersi; lui era fatto
così, non riusciva a non dire quello che pensava, non se si trattava di sua
sorella; ragazza che per l’appunto non si trovava nemmeno in camera con loro,
visto che aveva deciso di trascorrere la sua ultima notte finlandese con
Samantha e Astra.
Il capitano della Neoborg era
furioso, non riusciva a capire il perché dello strano comportamento della
sorella, ed ancor più lo irritava il fatto che Boris
non si degnasse minimamente di dargli una spiegazione.
Il continuo mutismo del compagno
irritò ulteriormente il rosso, che sotto lo sguardo segretamente vigile di Kai,
afferrò Boris con forza per un braccio e piantò i suoi occhi gelidi in quelli
smeraldo di lui. – Allora mi spieghi che le passa per la testa! – lo strattonò
con violenza, senza importarsi se qualcuno l’avrebbe potuto sentire. Il
falborgblaider dal canto suo non emise un gemito, rimase lì ad osservare con sguardo neutro il suo compagno di stanza,
intimandogli con gli occhi di lasciarlo andare.
- Lasciami Yuri – un ordine dal
suo tono di voce, un avvertimento che se detto da Boris Huzenstof andava preso
sul serio; ma anche Yuri Ivanov non era da meno. Strinse la presa sul suo
braccio. “La verità!”
- Lascialo Yuri – un braccio
inaspettato di Kai si posò fra i due dividendoli, e facendo rientrare i pensieri
di ognuno nelle rispettive teste.
Boris riprese a preparare la
valigia senza neanche degnare di uno sguardo Kai.
Infilò i vestiti nel borsone con
rabbia, accartocciandoli come se fossero fogli di carta e spingendoli con forza
anche se era evidente che così non avrebbe mai chiuso la cerniera lampo della borsa. Prese a pugni gli indumenti per
farli entrare, ma in realtà aveva solo trovato un patetico modo per consolare la
sua rabbia. Rabbia, frustrazione, voglia di urlare, di distruggere…Era un
miscuglio di sofferenza e voglia di sfogarsi che gli impregnavano le vene e gli
offuscavano la razionalità. Non riusciva a togliersi quella sensazione, ma forse
sarebbe meglio dire che non voleva perderla; anche perché se avesse smesso di
odiare Yuri, Kai, gli Obscuras e Crystal, che cosa gli sarebbe rimasto?
Il sole volgeva alla sua ultima fermata quando i ragazzi atterrarono
nella caotica Los Angeles; era una giornata abbastanza soleggiata, anche se
delle nuvole poco rassicuranti li minacciavano costantemente ogni minuto.
Il viaggio era stato piacevole, e
per Hilary si era trattato di un momento di puro rilassamento; lei con Takao e
Daichi era salita sull’aereo insieme agli Obscuras
fatta eccezione per Ares che invece era andato con Mao e i Baihutzu. La brunetta
aveva decisamente evitato di rimanere sola ad osservare
il finestrino, anche perché conoscendosi sapeva che se si fosse messa a
contemplare il cielo azzurro, ogni sfumatura ed ogni singola nuvola le avrebbero
rimembrato la figura di Kai, e lei voleva evitare di pensare a lui…Ma era più
facile a dirsi che a farsi.
Fortunatamente la continua
compagnia di Axel l’aveva rasserenata; aveva avuto la possibilità di conoscerlo
meglio, di poter apprezzare molti tratti del suo carattere che prima ignorava.
Il ragazzo era riuscito ad alleggerire le sue preoccupazioni e a farle passare
una piacevole giornata, come quella volta in Finlandia. Forse per una volta
Julia si era sbagliata; Axel le voleva bene, sapeva ascoltarla, capirla, cosa
che Kai non aveva mai fatto…Anche perché non gli importava. “Insomma è così
difficile dimenticare un asociale come Kai quando accanto a me c’è una persona
così speciale e gentile?”
Forse era vero; dimenticare è
difficile, ma era davvero questo che Hilary voleva? Realtà o illusione, non lo
sapeva, ma al momento non le importava.
Il loro pullman giunse dopo un
lungo tragitto fino al lussuoso Hotel Peninsula Beverly
Hills, proprio sul Little Santa Monica Boulevard, nel cuore
dell’affascinante Beverly Hills. Non appena dai loro finestrini riuscirono a
scorgere la meravigliosa struttura che si trovava dinanzi ai loro occhi, Daichi
irruppe con la frase “Ma siamo sicuri che non abbiamo sbagliato pullman?”
In
effetti quel pensiero colpì più o meno tutti, ma per loro fortuna non
c’era stato nessun errore; quel piccolo Paradiso era per loro.
Hilary rimase incantata per
parecchi minuti, immobile dinanzi a tanta meraviglia: un elegante edificio color
crema si era manifestato davanti a loro, accerchiato da un curato giardino che
abbracciava il raffinato edificio legandosi perfettamente con il color crema
della muratura. La bandiera americana sventolava come per salutarli sul tetto
dell’Hotel, mentre i raggi dell’ultimo tramonto la sfioravano delicatamente.
Ancora
intontiti i ragazzi scesero dal mezzo e dopo che loro valigie furono
prese diligentemente dal personale addetto, i blaider entrarono scortati dal
presidente Daitenji all’interno della hall, anche se c’era chi si sarebbe
accontentato della vista esterna.
Se possibile l’interno li lasciò
senza fiato. “Dovrò ricordarmi di non distruggere questo posto una volta
completata la missione” pensò Samantha mentre si stringeva sempre di più fra le braccia di Takao.
L’elegante e preziosa mobilia
risplendeva come un diamante davanti a loro, facendo luccicare gli occhi delle
ragazze che non credevano a quello che stavano vedendo.
- Allora ragazzi riprendetevi –
il sorriso del presidente non servì a molto, ma per lo meno qualcuno si
risvegliò dal suo stato contemplativo.
- New Europa, Scudi Sacri e BEGA
al quarto piano, seguite quei due signori là in fondo –
disse il presidente indicando due scultorei addetti.
- All Stars e Baihutzu al quinto,
mentre le ragazze e i BBA al sesto –
Infine osservando le due squadre
rimanenti – Neoborg e Obscuras all’ultimo –
Kai per poco non storse il viso
in una smorfia di orrore “piuttosto dormo fuori”. All’improvviso si accorse di
avere puntati su di sé gli occhi smeraldini di Axel e
non si fece problemi a lanciargli un’occhiata torva. Probabilmente aveva ragione
Rei quando diceva che era troppo diffidente, ma con quei blaider la prudenza non
era mai troppa, e lo stesso cinese ne aveva avuto la
prova.
Senza degnare di uno sguardo gli
Obscuras si volse verso Crystal che dietro di lui lo osservava stranita. Era lei
ora quella di cui doveva occuparsi; lei che aveva erroneamente scelto di
avvicinarsi a quei ragazzi. Nulla doveva frapporsi fra lui e la sua vittoria, e
se Crystal minacciava la stabilità della squadra lui
doveva intervenire; la sua mente razionale si diede questa spiegazione, ma in
realtà riteneva la giovane Ivanov una piccola sorella e vederla con gli Obscuras
gli faceva salire il sangue al cervello. Quando poi posò lo sguardo poco più a
destra si ritrovò a guardare Hilary che a fatica
cercava di trascinare la sua valigia. “Bell’amico che sei Daichi, potresti almeno aiutare!” Istintivamente si pose una mano
alla fronte. Amici. Ancora quella parola, pronunciata sempre
dalla stessa persona con la medesima convinzione della sera prima.
- Andiamo Crystal – detto questo afferrò il braccio della
rossa, trascinandola con sé per le scale; prima si allontanavano dagli Obscuras
prima il suo stomaco avrebbe smesso di contorcersi.
“Oh Kai…Crystal” pensò affranta
Hilary mentre realizzava il più concreto dei suoi dubbi…
Se è vero che le cose non
accadono mai senza motivo, allora cosa succederebbe se
qualcuno cercasse di decidere per il proprio tornaconto il corso degli eventi?
Come in una partita a scacchi: il Re Nero, insieme alla
Regina, al Cavallo e all’Alfiere si preparava all’offensiva, aiutati anche da
una piccola Torre Bianca, che ancora non aveva capito di essere una loro pedina.
Il primo nero è mosso, un singolo pedone puntato contro gli insignificanti pedoni Bianchi. La prima mossa.
- Bene Signore e Signori, tra
poco dal tabellone alle vostre spalle usciranno le immagini delle prime due
squadre che tra pochi minuti daranno il via alla seconda tappa del torneo di
Beyblade! -
Il pubblico in un insieme di urla
e gridi emozionati sollevarono il capo verso il grande
tabellone ultrapiatto dal quale si evinceva che il sorteggio era in atto.
Le otto squadre si trovavano su
otto diverse pedane al centro dello stadio e attendevano con ansia il risultato,
anche se per alcuni il sorteggio era un libro aperto…Scritto da loro stessi.
“Contro gli Obscuras”pregò Rei senza perdersi un movimento di Mao, che però pareva
avere occhi solo per il suo “ragazzo” biondo sulla pedana nera.
“Non contro gli Scudi Sacri” Max si
volse verso Mariam sulla pedana color avorio cercando i suoi occhi, ma invano.
Oramai ci aveva rinunciato, anche perché lei era stata chiarissima: non doveva
più avvicinarsi a lei. A malincuore aveva accettato.
“Contro gli Obscuras” tutti e tre
ragazzi della Neoborg per una volta furono concordi.
“Mi spiace Cavaliere, ma devo dare la
precedenza agli inetti, ma non preoccuparti l’attesa renderà più gustoso il
momento della tua disfatta.
Tuo e dei tuoi altrettanto insulsi compagni Cavalieri”Axel lanciò un sorriso
rassicurante ad Hilary che sedeva in tribuna.
“Nunc!” Astra decretò gli sfidanti, fu
lei a scegliere a chi assegnare la prima mossa…La mora alzò lo sguardo
ricercando la sua vittima. “Ora tocca a
noi due…Preparati a soccombere”
- Bene la sorte ha deciso! –
l’urlo di Djman come della legna secca riaccese le fiamme ed il pubblico si rianimò ancora più strenuamente di
prima.
Mariam alzando il capo sentì di
morire. Doveva aspettarselo. Guardò Max per un istante; un unico e meraviglioso
istante, in cui i loro occhi finalmente si rincontrarono, un secondo in cui
furono uno dentro l’altra uniti da un filo per troppo
tempo ignorato.
Obscuras VS
Scudi Sacri
- Maledizione! Ci hanno giocato –
gridò Dunga non appena furono entrati nello spogliatoio.
- Forse credono di avere la
situazione sotto controllo – ipotizzò Jessie mentre osservava preoccupato la
sorella.
La ragazza nonostante in un primo momento fosse rimasta scioccata, ora
si era ripresa, rindossando la sua maschera di freddezza ed impassibilità.
Strinse i pugni. “Non mi fermerò, vi batterò e mi riprenderò
Max –
La sua convinzione era
incrollabile ed il suo spirito inflessibile; per una
volta sapeva realmente cosa voleva, e quel qualcosa era Max. Non aveva mai
desiderato nulla, ma vivere senza quegli occhi azzurri e quei capelli color
dell’oro si era rivelato essere come vivere senza occhi o senza sensibilità.
Anche in un momento critico come quello si ritrovò a pensare che nell’istante in
cui aveva incrociato lo sguardo dell’americano si era
sentita pronta ad affrontare un esercito di Demoni. Voleva vincere, e non per la
missione…Ma per Max.
- Mariam ci sei?! – Jessie le sventolò irritato una mano davanti agli occhi
per riportarla alla realtà.
La giovane annuì posando decisa
come non mai le sue iridi verdi in quelle del suo capitano.
Ozuma fece un cenno d’assenso. –
Andiamo Mariam, ora tocca a noi –
- E Crystal? -
Ozuma si volse verso il colosso
della squadra.
- Ragazzi noi andiamo verso il
campo, Mariam tu cerca Crystal…Ma deve essere sola – Mariam reagì
immediatamente, voltandosi e sparendo dietro la porta.
Dei passi risuonavano lungo i
corridoi, ma in questi movimenti Mariam aveva visto solo giornalisti e
spettatori ritardatari…Ma nessuna ragazza dai corposi capelli rosso fuoco.
Ad un
tratto però verso la fine dell’ultimo corridoio intravide una chioma fulva ed un
vociare soffuso; accelerò.
Il cuore le batteva
all’impazzata, correva spietato nel suo petto, costringendola a tenersi una mano
all’altezza del torace. Il motivo era molto semplice: accanto a Crystal si
stagliava l’unica figura capace di rendere la fredda Mariam vulnerabile e
instabile.
- Ciao Mariam – la salutò Emily
non appena la vide.
Max al sentire quel nome si voltò
di scatto, anche se non avrebbe dovuto farlo. Lei era stata chiara: non doveva
darle confidenza, ma il biondino non riusciva ad accettarlo. Le voleva bene,
sentiva di dover scavare nelle profondità di quel volto duro e granitico,
sentiva di voler arrivare a vedere ancora gli occhi verdi di quella ragazza.
Mariam cercò di evitare di posare i suoi occhi sul giovane americano.
- Scusatemi, Crystal vorrei parlarti un secondo in privato se non ti spiace –
disse quelle parole velocemente come se le avessero scottato la lingua, come se
avesse paura di rimanere lì ancora per molto.
- Certo – Così la rossa seguì
Mariam poco distante, senza che Max avesse potuto dirle ciò che in quel momento
voleva che lei venisse a sapere: “farò il tifo per te Mariam.”
- L’altra sera? -
- Esatto, ti ricordi per caso chi
c’era in giardino? –
- Mh…Kai se non sbaglio, ma non
capisco cosa ti possa importare –
- Lascia stare, ma ho bisogno di
saperlo: c’era qualcun altro oltre a Kai? – Mariam stava per perdere la
pazienza, erano cinque minuti buoni che quella ragazza evitava la risposta,
girandoci attorno senza mai pronunciare un nome.
- …E comunque sì lo so, ma non ho
alcuna intenzione di dirtelo, anzi facciamo così, se riesci a battere Axel e
compagni ti prometto che te lo dirò – la rossa dispiegò
un sorriso finto e stonato come a voler ribadire la sfida.
“Da lei non otterrò niente, è
totalmente soggiogata” Impassibile la blaider dello Squalo si voltò,
allontanandosi velocemente e con la testa alta da quella ragazza, che per tutta
risposta proruppe in una risata che a parer di Mariam non aveva nulla da
invidiare a quelle degli Obscuras.
“Vincerò”
- Tre! Due! Uno…Pronti Lancio! -
Otto beyblade schizzarono come
furie sul beyblade Stadium messo a punto per la sfida: un’elegante
raffigurazione di Beverly Hills comprendente persino l’Hotel in cui alloggiavano
al momento.
Questa sfida era iniziata nel
modo più inconsueto; infatti gli Obscuras stupendo
tutti, avevano chiesto di poter disputare una sfida completa, quindi quattro
contro quattro, dando come giustificazione il voler regalare agli americani che
li ospitavano un match combattuto ed intenso.
- Credete davvero di essere così
forti Demoni? – chiese Ozuma lanciando Leopard
all’inseguimento di Mors.
Il bey nero e verde di Ozuma però
mancò l’assalto visto che l’avversaria fece spostare
immediatamente la direzione del suo bey.
- Certo, ed ora velo dimostreremo! – osservò compiaciuto Ares mentre
continuava ad attaccare Gorilla senza dargli un attimo di respiro. Lo scontro
era impari, e di questo gli Obscuras ne erano a conoscenza; il loro misterioso
Potere gli dava la possibilità di prevedere gli attacchi ed inoltre rendeva la loro potenza offensiva dieci volte più
efficace. Dovevano però affrettarsi, non potevano lasciare che il Potere
cercasse nuovamente di ribellarsi; dal’altro canto non
potevano neppure finirli senza difficoltà, anche perché a quel punto avrebbero
ricevuto troppe attenzioni. Dovevano muoversi adagio lungo la scacchiera, ma il
Re aveva già programmato tutto.
“Allora abbiamo giocato a sufficienza?”
chiese telepaticamente ai suoi compagni dopo quasi mezz’ora dall’inizio
dell’incontro.
“Vai, ma mi raccomando…Non andarci pesante, ci tengo al mio bel faccino” Samantha
gli scoccò un sorriso, dopodiché si rivolse agli Scudi Sacri in evidente
difficoltà.
- Credevate che il semplice fatto
che siamo tutti e otto Guardiani significasse che siamo
alla pari in quanto a poteri? -
Mariam si volse verso Illusion
senza smettere di incitare Squalo. Non voleva minimamente ascoltare le parole di
quella maledetta.
- Noi siamo Guardiani, quindi
abbiamo le vostre stesse possibilità! – urlò Dunga tentando di assestare un
attacco a XVersum, ma invano.
Ares sorrise lasciando che i suoi
setosi capelli platinati fluttuassero come polvere dorata. – Poveri sciocchi,
noi non siamo come voi, ed ora ve ne accorgerete! –
- Attacca Squalo! – il bey di
Mariam saettò come una furia su Illusion, mettendolo alle strette. La giovane
degli Scudi Sacri trafisse con lo sguardo la sua nemica. Nemica perché Demone,
avversaria perché voleva la distruzione e la disfatta dei Cavalieri, rivale
perché aveva cercato di portarle via Max…Il suo
Max.
- Che intendi? – Ozuma ora
cominciava a preoccuparsi.
Fu Axel a parlare, e le sue
parole furano come una sentenza definitiva, una dichiarazione mortale, la
chiamata per l’Inferno.
- Tranquilli, ci prenderemo cura
noi dei vostri piccoli Cavalieri, li tratteremo con gli onori che meritano. E mi
assicurerò personalmente che la nostra Custode venga
trattata nel modo migliore – Axel si compiacque estremamente nell’osservare i
volti terrorizzati dei suoi avversari. Lo eccitava intravvedere la paura negli
occhi dei suoi nemici, loro lo dovevano temere, tutti dovevano temere il suo nome…Tutti.
- Ci prenderemo cura noi di
Hilary state tranquilli… - Astra sussurrò quelle poche parole indirizzandole
specialmente a Mariam, godendo nel leggere finalmente la paura nei suoi
occhi.
Mariam sgranò gli occhi
incredula. Le si raggelò il sangue.
Hilary…Istintivamente si volse verso le tribune, dove scorse la brunetta che
parlava con Takao. “Impossibile…Lei!” Era lei la Custode dei Portali, lei che
era sempre stata presente nella vita dei BBA, lei la più insospettabile, l’unica
che avrebbe escluso. Ma oramai era troppo tardi.
Improvvisamente tutto le sembrò incredibilmente bello, lo stadio, la luce del
sole coperto dalle nuvole, le grida del pubblico che di solito l’infastidivano, i volti delle persone. Era perché era giunta
al capolinea? Era questa sensazione di dover abbandonare definitivamente i
giochi a lasciarla senza più un briciolo di cattiveria
e freddezza? Aveva sbagliato tutto, aveva fatto un colossale errore: non aveva
voluto coinvolgere subito Takao e gli altri, aveva preferito tentare di salvarli
a loro insaputa, e per raggiungere questo obbiettivo
aveva trascurato la sola persona importante per lei. Lo stava per perdere…Non le
importava di non poter più vedere la luce del Sole, ne avrebbe fatto volentieri
a meno se questo avrebbe significato ridarle la sola e vera fonte di luce che
possedeva…
- Buco Nero dell’Oblio! – disse
Axel reclamando per sé il potere del suo bey oscuro, lasciando che una luce
sinistra avvolgesse il centro dello stadio, ed
impedendo così a tutti di poter vedere cosa stesse accadendo.
Mariam non seppe cosa accadde
subito dopo quelle parole tanto brutte quanto dense di potere maligno, ma una
cosa la ricorda perfettamente. Una voce l’aveva chiamata, un grido più forte
degli altri si era levato per giungere solo a lei…Probabilmente era stata la
voce della sua immaginazione a gridare, ma non le importava…Sorrise, cercando in
un ultimo istante di scorgere quei due occhi color del cielo. Il suo cielo.
- Max…Ti
a… - un sussurro, poi solo buio sopra e dentro di lei.
- Attenti! Mi dispiace! Mi
dispiace…Scusatemi - Hilary si volse di scatto con il fiato corto e la
fronte imperlata di sudore, cercando di capire chi avesse parlato. Ancora una volta nulla, o meglio nessuno. “Ma che succede? Chi ha parlato?”
A questo punto era sicura di non
avere le visioni; non era stanca e non aveva la febbre, si sentiva
meravigliosamente, ed altrettanto bene aveva sentito
una voce, ma sembrava che l’avesse percepita solo lei. Intorno a lei infatti tutti cercavano di capire come fosse finito
l’incontro fra gli Obscuras e gli Scudi Sacri.
Quella luce aveva reso
impossibile vedere la fine della sfida, ma Hilary non
si era distratta solo per via della voce; ancora una volta aveva sentito come se
l’aria le fosse mancata improvvisamente, il suo respiro di era fatto irregolare
e l’ossigeno pareva rarefatto. Erano stati istanti di panico, stava quasi per
urlare, ma fortunatamente questa volta era durato solo
pochi secondi.
Non aveva mai sofferto di
attacchi di panico, e comunque non era logico che si rivelassero solo quando
assisteva ad un incontro.
- Mariam! – l’urlo di Max la
riscosse dai suoi pensieri, mentre finalmente la luce si diradò, lasciando che
tutti potessero osservare con i propri occhi ciò che era realmente accaduto.
- Samantha! – Takao si alzò di
scatto gridando con voce sofferente il nome della sua ragazza
- Ares! – Rei osservò Mao levarsi
in piedi e scendere giù dalla scalinata come se fosse sotto l’effetto di un
magnete.
- Astra! – Crystal chiamò il nome
dell’amica seguendo a ruota Mao, mentre Boris la osservava lanciandole sguardi
carichi d’odio.
Ad
Hilary si raggelò il sangue a quella vista. Era orribile.
A terra giacevano immobili i
quattro Scudi Sacri con accanto i loro bey fermi; i
loro volti erano contratti in una smorfia di dolore, ed i loro vestiti erano
laceri e strappati in più punti, mentre dall’altra parte del campo Astra,
Samantha e Ares si trovavano stesi con il viso contorto dalla fatica.
Un lieve sollievo percorse il
viso della brunetta, nel vedere che Axel, seppur malamente, riusciva ancora a reggersi in piedi con il suo bey come unico
vincitore dell’incontro. Il beyblade di Axel girava all’interno del beyblade
Stadium, mentre tutti gli altri erano all’esterno del campo
fermi.
Kai osservò l’intera scena con
freddezza e distacco. Non lo colpì minimamente il fatto che Takao avesse urlato
disperato il nome di quella ragazza, mentre invece lo
turbò il fatto che Axel fosse ancora in piedi.
“Che coincidenza”
- Axel! – non appena il grido di
Hilary che si trovava a cinque posti sulla destra di Kai, si levò fino a lui, il
ragazzo volse gli occhi color ametista verso la giovane. Anche lei era in piedi,
tremante e come Takao, Max e Mao si affrettava a scendere dalla scalinata per
raggiungere il campo da gioco.
Una sensazione di acidità lo
colpì in pieno stomaco strappandogli una smorfia di disgusto.
Ed ora
che gli prendeva? Tornò ad osservare il campo da gioco
tentando di nascondere un profondo disagio. “Axel si regge ancora in piedi…”
“Spero di non esserci andato troppo pesante ragazzi” esordì il Demone fingendo
di crollare esausto sulla pedana di lancio.
“In effetti potevi
andarci più cauto, ma l’effetto è stato quello desiderato” disse Samantha
chiudendo gli occhi prima che Takao e gli altri si accorgessero che era ancora
cosciente.
“Ti è piaciuto lo spettacolo
Hilary? E a te Cavaliere?
Tranquillo presto toccherà a te…Dopo che avrò mosso il Cavallo” con questo ultimo pensiero anche Axel abbassò le palpebre,
lasciandosi avvolgere da un dolce profumo di pesca che lo stava girando a pancia
in su, facendogli appoggiare il capo sul suo grembo.
- Axel, ragazzi resistete! -
“Tutto quello che vuoi mia
Custode”
E con questo primo incontro si
erano cominciate a decidere le sorti della battaglia. Gli Obscuras avevano
battuto brillantemente gli Scudi Sacri, facendoli sprofondare in un sonno dal
quale non era stato segnato un ritorno.
Tuttavia non bisogna pensare che
per Mariam sia stato tutto negativo; era caduta nell’oblio portando con sé il
ricordo di quell’angelo dai capelli dorati che per lei rappresentava l’unica
creatura veramente importante.
Quelle parole…Avrebbe voluto
tanto dirgliele prima, ma a causa della sua freddezza si era sempre trattenuta.
Tre parole che non avrebbe potuto dirgli, ma che
sperava gli fossero comunque giunte attraverso i suoi occhi.
“Ti amo Max”
Capitolo sul
verde proprio per dedicarlo alla persona di Mariam (nel mio ragionamento
contorto, ad ogni blaider appartiene un colore, e nel
caso di Max abbiamo questo tipo di verde, che poi combacia perfettamente con il
colore degli occhi di Mariam (eheh lo so, sono da ricovero^^) (almeno hai il
coraggio di ammetterlo di persona! ND Mariam – Mi hai
fatto quasi crepare!) -;- (dettagli ND Avly)
L’angolo dei Grazie^^
Lexy90: Ciao tesoro^^ sono felice che lo scorso
capitolo, decisamente molto rilassante, sia stato di
tuo gradimento…Ho avuto quasi un parere unanime da tutti quegli angeli che hanno
recensito…La scena fra Kai e Rei è stata una delle più apprezzate, e questo mi
rende molto felice; ci tenevo molto a dare una sana dimostrazione di amicizia
tra i due e sono contenta che il nostro bellissimo russo sia sembrato IC. Per
quanto riguarda questo…Perdonami per non averlo inserito troppo, ma ho dovuto
dare la precedenza agli Scudi Sacri…Spero che anche questo capitolo ti piaccia^^ Grazie per l’attenzione che riporti sempre alla
mia fic, ne sono lusingata^^ Ah se passi a vedere la tua fic, vedrai che ti ho
lasciato un commentino…Perdona la mia irrecuperabile sbadataggine, ma credevo di
averla già commentata! Comunque complimenti ancora^^ Baciuzzi Avly
Pierina: Salto e scalpito nel vedere la tua
recensione^^ Davvero condividiamo gli stessi pareri!
Kai non è solo lento, ma è anche dannatamente ottuso su certe cose, ma lo amiamo
in ogni suo pregio e difetto^^
Rei invece è
stato più rapido, ma ha avuto bisogno di una spintarella e fortuna che esistono
gli Amici!!
Carissima, grazie infinite per tutti i
complimenti e i pareri che mi dai, sono importantissimi per me e spero di poter
ricevere ancora le tue recensioni^^Ps per quanto riguarda Hilary, non è
impazzita solo che ho voluto complicare la storia e non dare ad Hila la figura della santa che non si schioda mai dal suo
amore platonico…Insomma Hilary è una ragazza di sedici anni, ed io credo che
nella sua situazione molte avrebbero fatto così^^ Fammi sapere che ne pensi.
Grazie 1000 sei carinissima. Baciuzzi
Avly
DarKAngeL91: Ciao carissima^^ Come sempre ricevere
un tuo parere è fantastico^^ Grazie 1000 Spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto (ho paura di averlo velocizzato troppo rispetto ai ritmi a cui siamo abituati) ma comunque spero che sia stato
all’altezza delle tue aspettative^^ Grazie 1000 ancora. Spero di poter ricevere
la tua essenziale opinione anche su questo^^ Baciuzzi Avly
Kamy: Ciccì grazie per aver commentato^^ Non
hai idea di quanto questo mi abbia fatta felice…Anche
io adoro il personaggio di Julia, che dopo Hilary è il personaggio reale
femminile di beyblade che amo…Come coppia io l’ho sempre vista benissimo con
Yuri e spero anche io che riescano ognuno ad abbattere le difese dell’altra!
Passando a questo capitolo…Beh spero con tutto il cuore che ti possa piacere^^
Aspetto il tuo parere^^ Grazie 1000 Baciuzzi Avly
Lenn Chan: Oh mio modello, sono onorata di sapere
che il capitolo scorso ti sia piaciuto, e mi auguro che anche questo possa
meritare il medesimo parere^^ Anche con te concordo
perfettamente: gli uomini sono geneticamente lenti su certe cose! Fortuna che
esistono donne come Julia e Hilary per metterli in riga^^ A proposito di
Hilary…Ecco, come ho detto a Lexy90, la brunetta non è impazzita, ma una serie
di deduzioni e di coincidenze (oltre che lo zampino di Axel) l’hanno un po’ mandata fuori strada…Inoltre ho voluto
complicare la matassa della storia, e non rendere Hilary come la ragazza sempre
ligia al suo amore impossibile, ecco ho cercato di renderla un po’ come noi…E
spero di esserci riuscita. Spero tanto che questo capitolo possa piacerti, e
spero di ricevere un tuo parere anche su questo^^ Grazie Lenn, dire che sei uno
dei miei esempi non è sviolinare, ma dire sinceramente
la verità. Baciuzzi Avly
Cherry_88: Tesorino!! Mi
fa piacere sapere che anche il personaggio di Yuri sta cominciando ad entrare nella tua mente^^ In effetti io l’ho cominciato ad
amare soprattutto qui. Il Cavaliere Kaiinvece lo amo da sempre, per cui
tranquilla se ami Kai ha trovato il posto giusto! Tengo a precisare che io non
sono una che fa sconti al proprio preferito, intendo quindi dire che non è nella
mia indole dare a Kai una vita facile ed una storia
d’amore scontata. Kai non avrà vita facile^^ Sono felicissima che la storia ti
stia piacendo e spero che continui ad essere così^^
Grazie 1000 e spero di ricevere un tuo parere anche su questo!! Oramai ci
commentiamo a vicenda, e non vedo l’ora del prossimo aggiornamento! (insaziabile ingorda…Ha appena aggiornato! Nd Kai)
(ehm…dettagli! Nd Avly) Baciuzzi
Avly
Lirinuccia: Oh cara, mi spiace molto per il tuo adsl…Ti capisco, spero che mi succeda il più tardi
possibile…Sarebbe un incubo non riuscire più a leggere storie O.OComunque
sono felice che dopo il tuo periodo di assenza tu sia tornata a commentare la
mia piccola fic^^ Sono contenta che il mio stile “ricercato” ti piaccia, e anche
che la scena tra Kai e Rei sia stata di tuo gradimento. Spero tanto di ricevere
un tuo parere anche su questo capitolo^^ PS: contagio ultimato, sono al quinto
Death Note, e mi piace^^ Baciuzzi
Avly
Un bacio enorme adHelens…Se non
ci fossi tu dovrei inventarti^^ Baciuzzi Avly
Alla mia maestra Pich_91: spero che questo capitolo ti
sia piaciuto Baciuzzi Avly
Un ringraziamento particolare adInuyasha_Fede
che mi ha fatto notare una pecca enorme di cui non mi ero assolutamente resa
conto; chiedo scusa a tutti i lettori, davvero si è trattato di una svista e
spero di avere il tempo per sistemare l’errore del capitolo Tre
“Interessamenti”. Grazie cara per
l’avviso^^
Un grazie a tutte le persone che leggono
la storia e a tutti quelli che hanno messo la mia fic tra le seguite e/o preferite^^
Capitolo 13 *** Dubbi, sogni e fili del Destino ***
- Max ti a… -
Ciao a tutti^^ Mea Culpa mea culpa mea
culpa! Sono un disastro, avevo promesso di non far
intercorrere tanto tempo tra un capitolo e l’altro e mi ritrovo ad aggiornare
solo ora^^ Scusatemi davvero tanto, sono dispiaciuta, e mi scuso con tutti quei
meravigliosi lettori che aspettavano un nuovo capitolo dei Cavalieri.
Capitolo ora è qui, pronto tutto per
voi; è stata un’impresa scriverlo, difficile e complicato per cui spero
vivamente che vi possa piacere. Non rubo altro tempo e scusandomi
ancora…
Buona
Lettura^^
Dubbi, sogni e fili del
Destino
Quando riaprì gli occhi, la giovane
demone dagli occhi vermigli passò in rassegna con sguardo attento la
stanza in cui si trovava; le pareti bianche prive di quadri o sopramobili
rendevano la camera estremamente luminosa e questo l’infastidì. “Troppa luce, e poi quest’odore di
disinfettante mi da la
nausea”
- Su non fare
la difficile, poteva andarci peggio –
il messaggio telepatico di Ares le arrivò sicuro e ironico, mentre il bel demone
biondo era sdraiato sul letto affianco al suo. Entrambi
avevano il viso tirato e stanco, mentre i loro occhi avevano ripreso a brillare
della loro consueta luce sinistra.
-
Axel ci è andato pesante – asserì oralmente la ragazza sistemandosi meglio le
lunghe ciocche color pece che le decoravano il viso.
-
Sì, ma dovevi vedere quanta premura ci hanno riservato quegli stupidi umani
quando io e Astra ci siamo svegliati –
- E
Axel? –
-
Hilary lo ha accompagnato nella stanza dove dormono gli Scudi Sacri – pronunciò le
ultime parole con difficoltà, limitandosi ad un sibilo
forzato.
Samantha si tirò su a sedere
sconvolta. – Come? Che significa dormono?! –
-
Quello che ho detto. Non sono morti -
-
Ma non è possibile! Il nostro attacco avrebbe dovuto
farli partire per l’Inferno! – sbottò irritata alzandosi di scatto dal letto e
avvicinandosi furente accanto ad Ares. Lui non fece una piega, ma si limitò a
guardare il soffitto troppo bianco.
-
Torna a letto, non sarebbe il massimo se Takao entrasse e ti trovasse piena di
energia – le rispose con fare laconico senza smettere di osservare il soffitto
con le braccia dietro la nuca.
La
ragazza riluttante a dargli ragione si stese sul suo letto candido, mentre
ancora cercava di capire il perché di tutta quella situazione incredibile.
“Il Potere li
avrà salvati?”
“Purtroppo
sì.” il pensiero di Axel la raggiunse
in pochi istanti, prima che la porta della loro camera si aprisse per lasciare
entrare Axel, Takao, Hilary, Mao e Astra, quest’ultima appoggiata ai due
ragazzi.
Non
appena fu rientrata in hotel, Hilary si fece una doccia con lo scopo di
rilassarsi e lasciar fluire i suoi pensieri attraverso la scia d’acqua che si infrangeva sui suoi capelli color cioccolato.
Le
gocce si insinuavano attraverso le pieghe della sua
pelle, mentre con gli occhi la ragazza cercava di ricordare gli avvenimenti
delle ultime ore.
Di
quello che era accaduto all’inizio dell’incontro
ricordava tutto, le immagini si susseguivano nitide e chiare nella sua mente, ma
una volta arrivati alle ultime battute, le scene si facevano sempre più sfocate
ed indistinte, fino a che non si arrivava al punto in cui scendeva dalla
scalinata per raggiungere Axel e gli altri sul campo di gioco.
“Quella voce…” lasciò che lunghe scie bagnate mischiate
con lo shampoo le rigassero in viso, continuando ad accarezzarsi le spalle e le
gote arrossate dal vapore.
Non
aveva sognato, ne era certa; quel suono, quella voce era qualcosa di più che
un’allucinazione. Era realtà, anche se si poteva dire che era stata solo lei ad udirla. Come ad Helsinki
quando aveva creduto che a parlare fosse stata Julia. E poi la mancanza
d’ossigeno…Che soffrisse di attacchi di panico?
-
No…Io ho sentito una voce, di questo sono sicura, ma forse mi farebbe meglio
avere un parere medico – Lasciandosi massaggiare dai tocchi delicati dell’acqua,
Hilary riuscì almeno in parte a rilassarsi, cercando di scostare quei pensieri
instabili e tetri dalla sua mente per lasciare invece posto a qualcosa di ben
più grave.
“Mariam…Che cosa vi è successo?” La ragazza non aveva
mai avuto un vero rapporto di amicizia con la Saint Shield, ma per quelle poche
volte che era riuscita a vederla e a parlarle, aveva capito una piccola
sfumatura del suo carattere; in un certo senso la sua similarità con Kai era
evidente. Entrambi erano molto introversi e per certi versi freddi e distaccati, ma Mariam a differenza del russo aveva mostrato
di non essere invulnerabile, e questo era accaduto solo in presenza di Max.
Hilary ricordava ancora l’urlo carico di dolore che l’amico americano aveva
lanciato quando la ragazza si era accasciata al suolo. Un grido impregnato di
disperazione, di paura, di tristezza, sentimenti che
mai avevano sfiorato l’anima solare e vitale di Max. Ora non le importava di
risolvere i suoi problemi con voci di fantasmi o cose simili, voleva solo che
gli Scudi Sacri si risvegliassero.
-
Eppure io una voce l’ho sentita… -
-
Mi dispiace ma a quest’ora non possiamo far restare
nessuno. L’orario di visite è terminato da un bel pezzo ragazzo -
-
Per favore, non potrei rimanere qui per questa notte? Rimango nel corridoio non
mi muovo – balbettò una voce che a fatica cercava di limitare la scesa copiosa
delle lacrime.
L’uomo in camice squadrò il visitatore con sguardo
scettico; le regole erano quelle, nessuno poteva rimanere oltre l’orario di
visita, e lui non si sarebbe preso un rimprovero dal caposala per quel moccioso.
-
Non se ne parla nemmeno, nessuno può rimanere, e ora esci! -
-
Lascialo stare Jason me ne occupo io – una creatura sinuosa ed elegante emerse
da uno dei corridoi bianchi dell’ospedale, scandendo il suo armonioso passaggio
con il ticchettio del tacchi sul pavimento.
-
Ma la caporeparto… -
-
Della caporeparto me ne occupo io, e poi sono le undici di sera, non possiamo
mica far uscire un minore a quest’ora in una città caotica come Los
Angeles…Resterà con me. –
-
Ma…S…-
-
Puoi andare – la voce della sconosciuta non ammetteva repliche, dura e tagliente come i suoi occhi cerulei. L’uomo
visibilmente colpito se ne andò, sparendo dietro uno dei corridoi, lasciando i
due soli.
Ad un tratto
la donna si chinò sul ragazzo, asciugandogli le lacrime con un fazzoletto
candido, mentre la sua bionda coda le ricadeva su un lato del viso.
-
Su Max, beviamoci qualcosa di caldo e poi ti porto dagli Scudi Sacri -
Il
biondo le rivolse un sorriso pieno di gratitudine, prima di seguirla verso le
macchinette delle bevande.
-
Grazie dottoressa Sagami – “Mariam…Non ti lascerò sola nemmeno un istante,
veglierò io su di te”
E
mentre alcune anime riposavano placidamente nei loro caldi e confortevoli letti,
altre esaminavano attente la situazione, preparandosi alla prossima mossa.
Accostandosi alla finestra della stanza in cui era solo, Axel sorvolò con i suoi
occhi smeraldo l’intero scenario che si inchinava
rispettosamente davanti a lui. Lui, il Demone della Malvagità, lui La
Distruzione Assoluta.
– E
ora muoviamo il Cavallo –
Il
nuovo giorno si presentò agli occhi dei blaider come uno dei più cupi e tristi
dall’inizio del torneo. Una coltre grigia e nera ricopriva il cielo di Los
Angeles, e pareva volesse nascondere il sole dalla vista dei ragazzi. Un tempo
carico di desolazione e malinconia, un senso di
intorpidimento alle ossa, la sensazione di non aver la forza fisica di
compiere movimenti, un tempo immobile…Morto.
Quella mattina Hilary dopo aver svolto i suoi compiti
come assistente tecnica decise di andare a visitare gli Scudi Sacri in ospedale,
e già che si sarebbe trovata lì ne avrebbe approfittato per sistemare il suo
dubbio riguardanti strane voci e attacchi di panico con la dottoressa Sagami, la
donna che curava le condizioni fisiche dei Neoborg.
Memore del fatto che nessuno era a conoscenza di questi
attacchi, Hilary decise di tenere le altre all’oscuro per non creare ulteriori preoccupazioni, in un clima che già di per sé non
poteva certo definirsi tranquillo.
Dopo aver indossato un paio di jeans blu e una maglia
dello stesso colore che le lasciava scoperta una spalla si diresse verso la
hall, sperando di non incontrare nessuno.
-
Hilary aspetta! -
La
ragazza si arrestò all’istante senza neanche voltarsi, non ne aveva bisogno
perché quella voce per lei era diventata inconfondibile. Un vago odore di
muschio e aria salmastra le invase le narici, mentre due distese di smeraldo si
rivelarono per lei. – Buongiorno Axel – lo salutò lei con un sorriso; era sempre
estremamente rilassante parlare con il ragazzo, il suo
corpo ed i suoi occhi ispiravano una calma ed una tranquillità disarmante,
sapevano emettere dolcezza e forza allo stesso tempo, ed inoltre si trattava di
Axel.
-
Ciao, caspita a causa degli allenamenti non ci siamo
proprio visti…Ma a proposito dove stai andando? -
-
Oh, voglio andare a trovare gli Scudi Sacri in ospedale – gli rispose lei
evitando di aggiungere anche il secondo motivo.
-
Uhm…Ma non è meglio che ti accompagni? Alle 15.30 dobbiamo essere allo stadio
per il secondo incontro – asserì lui già pregustando il momento del prossimo
match.
-
Lo so, ma non preoccuparti non tardo…Anzi per favore potresti avvisare tu Takao?
Io vado sta arrivano il pullman – Con queste parole lei
gli volse le spalle dirigendosi verso l’uscita, quando una mano l’afferrò per un
polso e la fece volte indietro. Hilary arrossì di colpo nel percepire la presa di lui sulla pelle, ma si costrinse a rimanere calma,
almeno in viso. Le dite del moro premevano sul bracciale in metallo che la
ragazza portava sul polso, un regalo di Takao per il suo compleanno. – Verso le
14.30 ti vengo a prendere, e non accetto rifiuti siamo intesi? – le disse lui
con fare ironico mentre si avvicinava sempre di più con il viso. Hilary deglutì
silenziosamente mentre con un’agile movimento si
districò dalla sua presa per poi scoccargli un bacio fugace sulla guancia. – Ok
– con un sorriso corse verso il mezzo, lasciando un Demone della Malvagità decisamente soddisfatto che si portò alle labbra le dita che
con cui aveva toccato il polso di Hilary ed il bracciale metallico.
“Niente?”
“No…Non è lì,
Samantha” le rispose il Demone con il
pensiero cercando di percepire un potere noto.
“Beh collane
non mi sembra che ne porti” continuò lei.
“Già…Deve
trovarsi da un’altra parte, in un altro oggetto” concluse lui dirigendosi verso la palestra dove
sicuramente i loro prossimi obiettivi si stavano allenando.
Quando si richiuse delicatamente la porta alle spalle un sorriso le nacque spontaneo. Max era
incredibile, assolutamente unico; nel momento in cui si
era ritrovata nella camera di Mariam aveva creduto di trovarsi nel bel mezzo di
un film romantico, dove lei in preda ad un malore finisce in coma e lui
aggrappandosi con forza alla fune del loro amore le rimane accanto. Era stato
così che li aveva trovati: Max addormentato teneva il capo chino sul letto,
stringendo la mano di Mariam che pareva essere diventata di pietra. Onde di
capelli biondi cadevano disordinatamente sul volto dell’americano che si era
adagiato ricurvo sul letto, sicuramente in una posizione scomoda, ma l’ideale se
si voleva stare il più possibile accanto alla persona adagiata sul letto. Hilary
decise di non svegliarlo, così si diresse verso lo studio della dottoressa
Sagami che si trovava dell’altra parte del piano.
Appariva tranquilla, ma in realtà era un’apparenza che
falsa serviva solo a nascondere la grande agitazione ed
il turbolento vortice di emozioni che le imperversavano nel petto. Pensava a Max
e Mariam, alla situazione misteriosa ed inspiegabile in
cui versavano gli Scudi Sacri, al torneo, ai suoi attacchi di panico, ad Axel, a
Kai…”Axel” le gote le si imporporarono mentre con la mente rivide la scena di
poche ore prima; Axel l’aveva afferrata per un polso facendola voltare fino ad
ritrovarsi a pochi centimetri dal suo viso. Era stato qualcosa di particolare,
qualcosa che seppur fosse estremamente normale le aveva
lasciato una strana sensazione all’altezza del cuore. Non era di certo il primo
contatto che avevano; si erano abbracciati al chiaro di luna, avevano passato
una giornata insieme e molti momenti in allegria…Eppure il pensiero che le loro
labbra si fossero trovate ad una distanza così
ravvicinata le fece aumentare i battiti nel petto.
Si
sentiva strana, in una sorta di Limbo, in una terra di Nessuno in attesa di
qualcosa che non sapeva neppure lei. Attendere che Axel si facesse avanti oppure
prendere di persona l’iniziativa? Non era neanche
sicura dei suoi sentimenti per il moro. Oramai credeva che la presenza di Axel
avesse attutito e quasi debellato la pressione che la figura di Kai esercitava
sul suo cuore, e dopotutto come si era già ripromessa, Kai non sarebbe mai stato
niente di più di quello che era. Dato oggettivo di cui doveva prendere atto. Kai
una meravigliosa illusione, Axel una dolce realtà che lei voleva
abbracciare…
-
Avanti – la voce della dottoressa giunse alle orecchie di Hilary nel momento in
cui lei bussò alla porta del suo studio.
La
ragazza entrò con discrezione ponendo un leggero inchino in direzione della
scrivania dove la donna esaminava con la dedita attenzione alcune scartoffie. –
Ma che sorpresa! Ciao Hilary – la salutò lei con fare
cordiale mentre le faceva cenno di accomodarsi.
-
Allora sei passata dagli Scudi Sacri? -
-
Sì, e i medici mi hanno detto che rimarranno qui fino a che non si saranno
chiariti ancora tutti i dubbi – disse la ragazza rammentando le informazioni
ricevute.
La
dottoressa annuì tristemente, dando così l’impressione ad Hilary che in realtà i problemi fossero ben più gravi del
previsto, e la situazione più delicata di quanto sembrasse.
-
Per cosa sei qui cara? – la donna riportò velocemente
l’attenzione sulla giovane che riscossasi prese con calma a raccontarle quel
problema che tanto l’attanagliava.
Di
tutte le cose che riteneva improbabili questa era una
di quelle, anche se conoscendo il tipo di persona in fin dei conti non era poi
così impensabile da credere. Aveva trovato Max dormire accanto a Mariam, e
questo stranamente lo aveva colpito. L’amico era sempre stato un ragazzo molto
dolce e premuroso verso il prossimo, ma questo gli sembrava eccessivo. Eppure a
giudicare dal viso dell’americano non sembrava essere semplicemente preoccupato;
la sua espressione tradiva qualcos’altro, un qualcosa che però lui non seppe
identificare. Rapido si richiuse la porta alle spalle,
stupendosi dell’aver cercato di fare il meno rumore possibile. Erano
quasi le 14.00 era meglio rientrare in Hotel, anche perché non aveva la minima
voglia di sorbirsi le esasperanti lamentele di Yuri su fatto che sparisse senza
dare tracce del suo passaggio.
Dopotutto oramai ci erano tutti
abituati. Aveva trascorso la mattinata ad allenarsi con il suo Dranzer nelle
scuderie dove i russi avevano lasciato i quattro cavalli, ripensando
all’incontro del giorno prima e rievocando tutti gli episodi cruciali: il lampo
di luce che aveva investito lo stadio, i corpi martoriati degli Scudi Sacri a
terra, gli Obscuras affaticati e stremati, ovviamente tranne Axel che sembrava
aver resistito meglio di tutti, l’urlo di Hilary quando il moro si era
accasciato a terra…
“Ma che centra?” Inspiegabile
come quel piccolo frammento di ricordi si fosse inserito così bene nella sua
mente molto selettiva. La sua era una mente che sceglieva rigidamente cosa far
arrivare alla sua anima, e sicuramente questo minuscolo ricordo non aveva nulla
di importante. Eppure la rabbia che aveva provato
nell’udire la voce della brunetta chiamare quel ragazzo gli aveva dato
terribilmente fastidio. Non credeva che riguardasse Hilary in sé, ma più che
altro era legato ad Axel. Non sopportava quel giovane, lui e tutta la sua
squadra di finti adulatori. Forse c’era anche un po’ di
invidia nei loro confronti, ma non l’avrebbe mai ammesso ad anima viva:
in fondo gli Obscuras avevano raggiunto in meno di un mese un grado di
popolarità tra i G-Revolution che lui non riusciva a concepire come
normale.
Inoltre gli doleva ammetterlo anche a se stesso, ma da
quando quei quattro avevano messo piede nella sua vita, la sfera che a fatica
aveva ottenuto si era frantumata. Erano tutti cambiati: Takao oramai non pensava
più tanto seriamente al beyblade, ma preferiva concentrarsi sulla sua ragazza,
Rei a causa di Ares era diventato vulnerabile e tetro come non lo aveva mai
visto. Sembrava quasi che ovunque passassero gli Obscuras lasciassero solo
desolazione e malinconia…Come la Morte.
“Adesso basta…Se Takao non è più tanto in forma meglio
così, vorrà dire che lo batterò una volta per
tutte”
Ma che stava
andando a pensare? Lui non voleva vincere così, lui aveva sacrificato se stesso
per potersi confrontare nuovamente contro Takao, aveva compiuto innumerevoli
errori sempre spinto dal solo scopo di combattere
contro il suo ex-capitano. Per cosa aveva sofferto? Per vincere contro un
ragazzino che ha perso lo spirito di duellare? No, lui voleva vincere, ma contro
il vero Takao, non contro un burattino.
Era
anche per questo che non aveva parlato con lui della sua schiena; perché non
avrebbe tollerato che Takao giocasse in maniera diversa una volta entrato a
conoscenza delle sue reali condizioni. Ma questa era tutta acqua passata, ora
lui era di nuovo Kai Hiwatari, e anche il suo avversario sarebbe tornato ad essere Takao Kinomiya.
Ad un tratto
una porta si aprì davanti ai suoi occhi, prima che da essa uscissero Hilary e la
Sagami, le quali si accorsero subito di lui. Il ragazzo soffermò lo sguardo
sulla brunetta che gli rivolse uno sguardo stupito.
-
Ciao Kai – lo salutò la donna mentre questo le rivolgeva un cenno col capo.
-
Beh ragazzi ora vi lascio, io ho dei controlli da fare. Avvisate voi che Max
resterà qui per oggi, questa notte non ha chiuso occhio, per cui è meglio se lo
lasciamo riposare – Posò poi l’attenzione sulla ragazza che le
era affianco – Tranquilla Hilary, a mio avviso non è niente di cui
preoccuparsi, almeno per il momento, ma se dovesse succedere nuovamente avvisami
ok? – con queste parole si allontanò perdendosi nei corridoi
dell’ospedale.
Una
volta rimasti soli Kai si volse nuovamente verso la ragazza, soffermandosi sul
suo viso come per cercare un segno di quanto aveva
detto la dottoressa. Che cosa aveva Hilary per essere andata dalla Sagami? E
perché sul suo volto era calata per un istante un’ombra che mai aveva sorvolato
quel viso?
Quando poi lei sollevò gli occhi per incontrare i suoi
Kai la vide sorridergli facendo scomparire con un colpo di bacchetta qualsiasi
tristezza, o forse celando accuratamente ogni disagio…
-
Ciao Kai – disse lei usando il tono più distaccato che la sua voce le
permetteva. Era stata una piacevole sorpresa trovarlo lì, come se proprio ora
che si era decisa a dimenticarlo il destino li facesse nuovamente incontrare per
permetterle ancora di invertire rotta.
Lui
le rivolse un lieve cenno col capo, osservandola con l’intenzione di ritrovare
quell’ombra di preoccupazione. Non la trovò, sembrava una particolarità di
Hilary celare le sue preoccupazioni davanti agli altri, cosa che lui non era
riuscito a fare con lei quella sera in Finlandia…
-
Sarà meglio andare – ad un tratto la voce di lei lo
riportò al presente, e fu solo nel momento in cui lui posò i suoi occhi ametista
in quelli cioccolato della brunetta che vide per un istante il velo di
preoccupazione che tanto aveva ricercato. Senza dire nulla lui la precedette
iniziando a camminare per i corridoi inamidati dell’ospedale affiancato dalla
ragazza che tentava di rimanere calma.
Evitare che lui si accorgesse di qualcosa era stata una
vera impresa, ma credeva di esserci riuscita. Ora attraversavano corridoi
immobili e deserti uno affianco all’altro, percependo ognuno una coppia di passi
che si muoveva in alternanza con i propri. Scostando una ciocca castana di lato
in modo che le coprisse parte del viso, Hilary osservò celata dai capelli la
magnifica illusione che le era accanto. Come faceva ad
essere così? Kai, questa era la risposta. Kai era Kai, illusione o cruda realtà
che fosse, per lei Kai era irraggiungibile, ma camminare vicino a lui le
procurava un’agitazione tale da temere che il suo cuore potesse battere con
un’intensità così forte da essere udita persino da lui.
“E’
meraviglioso” il primo pensiero di
Hilary mentre percorreva con gli occhi i lineamenti maschili e chiari del suo
corpo, “E’ bellissimo” ultimo
pensiero della ragazza mentre si soffermava sul suo profilo lineare accentuato
da una muscolatura sana che emanava una potenza ed una
forza affascinante.
Giunti all’uscita dell’ospedale i due si fermarono un
istante senza dire nulla. Kai si volse verso di lei trovando una ciocca castana
a coprirle una parte di volto; era rimasta in silenzio per tutto il tragitto
senza accennare ad una parola, persino i suoi respiri
parevano essersi confusi con i suoi tanto erano stati silenziosi. Il fatto che
non avesse parlato per lui da una parte era stata una
nota positiva, anche perché non amava particolarmente conversare, ma non seppe
spiegarsi perché una piccola parte di lui avrebbe voluto sentire la sua voce
dire qualsiasi cosa.
- Noi siamo
tuoi amici Kai…E questo lo sai! – Già
come quella sera…
- Axel! –
Improvvisamente si riscosse dai suoi
pensieri quando si rese conto di aver appena ricordato l’episodio dell’incontro
tra gli Scudi Sacri e gli Obscuras, in particolare il momento in cui Hilary
gridava il nome di quell’essere. Dopo pochi attimi però si accorse che forse
quel nome non lo aveva solo immaginato...
-
Axel! – lo salutò Hilary radiosa non appena lui accostò davanti a loro con la
moto salendo per metà sul marciapiede e portando la ruota anteriore a pochi
centimetri dalle gambe del ragazzo a piedi. Attraverso il casco integrale che ne
copriva interamente il volto, Kai riuscì a scorgere gli occhi smeraldini del
ragazzo e avrebbe potuto giurare che fosse di buon umore.
Hilary si accostò ai due, mentre il moro apriva la parte
anteriore del casco, lasciando che il volto potesse essere investito dalla luce
appena accennata del sole e dalle scintille che partivano dagli occhi del russo.
-
Ciao Hilary è andato tutto bene? – chiese lui
sorridendo alla giovane con la sua aria da amico premuroso che fece pietà al
diciassettenne russo.
-
Sì, diciamo di sì, gli Scudi Sacri non stanno ancora bene, ma perlomeno non sono
gravi –
-
Beh allora sarà meglio muoversi, dobbiamo tornare in Hotel per prendere il
pullman – disse lui cordiale porgendole il casco che teneva appeso al manubrio.
Hilary si arrestò di colpo in preda all’imbarazzo della
situazione. Non ci volle molto per fare due conti: loro erano in tre.
Lo
stomaco le si strinse in una morsa terribile, mentre il
cuore le salì in gola. Che doveva fare?
Con
un ghigno mentale Axel si premunì di proseguire. – Oh mi spiace Kai, se avessi
saputo che anche tu saresti stato qui avrei noleggiato una delle auto che danno
in dotazione all’albergo e sarei venuto a prendervi in auto – “Sì certo, e poi ti conferisco direttamente
il tuo Aestiu con un inchino, Cavaliere” Axel osservò per alcuni istanti il
ragazzo di fronte a lui estremamente soddisfatto del
modo magistrale in cui aveva condotto la cosa. Il suo tono eternamente
dispiaciuto pareva aver colpito Hilary che gli rivolse un sorriso in segno di
approvazione, mentre il Demone dentro di lui grondava di soddisfazione nel
leggere le missive di fuoco del suo Cavaliere.
Kai
dal canto suo si trattenne per non scatenare il suo Dranzer, che come se
provasse sulla pelle l’indignazione, si stava scaldando nella sua tasca. Falso,
ipocrita come descrivere quell’essere?
“Mi
fiderei di più a farmi accompagnare da Daichi che non arriva neanche ai freni”
pensò il russo lanciando un’occhiata torva in direzione del moro, che non
cessava di osservarlo con quell’espressione fintamente dispiaciuta. Sembrava che
un filo invisibile legasse i due ragazzi, un filo in cui scorreva corrente ad
alta tensione, che si passavano senza sosta attraverso gli occhi. Scintille
smeraldine per fiamme ametista.
Ma
Kai Hiwatari ad un affondo risponde sempre con una
stoccata decisiva. – Meglio di no, ci tengo alla mia vita – disse assestando il
colpo diretto e preciso, lasciando sia Axel che Hilary
senza parole.
“Ci
tengo a distruggerti di persona”
“Allora comincia a correre perché poi non ne avrai
tempo” Axel strinse il viso in una smorfia come se si fosse offeso, e questo non
sfuggì ad Hilary che basita per la risposta inopportuna
di Kai si stava già preparando a dirgliene quattro quando si accorse che il
russo si era già allontanato, dileguandosi e venendo inghiottito dalla folla.
-
Uhm…Non devo essergli molto simpatico. Mi spiace, ma io stavo dicendo sul serio
– si giustificò il moro rivolgendosi ad una Hilary
ancora furente. Ma come si era permesso di rispondere
così? Axel voleva solo essere carino. Certo che Kai era davvero odioso quando si
sforzava di essere arrogante.
-
Tranquillo, sono certa che non volesse essere scortese, magari ha un po’ la luna
storta – cercò di rattoppare lei con imbarazzo.
-
Oh pazienza, in fondo che mi importa di Kai? La cosa
importante è che tu sia qui con me, anche perché Takao mi ha espressamente
ordinato di scortarti viva in hotel! Su salta a bordo –
con un buffetto sulla testa le porse il casco, che con un sorriso lei prese
allacciandoselo e salendo con agilità sulla moto, assicurando poi la presa sul
torace del ragazzo. Axel andò incontro al suo corpo avendolo così perfettamente
incollato, dopodiché azionò l’acceleratore immergendosi
con lei per il traffico fitto e impenetrabile di Los Angeles.
Un
colpo alla lattina ai suoi piedi che rotolò rovinosamente sul marciapiede
cosparso di scarpe che andavano e venivano ininterrottamente. Un altro calcio
fino a che la sventurata non si infranse sotto le ruote
di un camion che trasportava surgelati.
Tirò un muto sospiro di rabbia mentre i suoi capelli
argentati gli pungevano il viso come per incitarlo a tirare su il capo. Sputò a
terra con rabbia. “Oh mi spiace Kai, se
avessi saputo che anche tu saresti stato qui avrei noleggiato una delle auto che
danno in dotazione all’albergo e sarei venuto a prendervi in auto… ma che
razza di ipocrita! Che falso, che
schifoso bastardo!” Quell’Axel era sicuramente la persona che più di ogni altro
trovava irritante; lui aveva spesso avuto in antipatia molte persone, Andrew per
esempio, o Dunga, Brooklyn ma tutti questi erano oro puro in confronto ad
Axel. Lui era nero, nero come l’odio, come la falsità come il male…”Ed Hilary ci ha creduto pure alla sua buona fede…” un rombo
di una moto lo distrasse dai suoi pensieri; credette quasi che fosse la moto del
moro, ma in effetti sarebbe stato impossibile trovarli in mezzo a tutto quel
traffico…Sembrava destinato a prolungarsi ancora per parecchio tempo.
Un
sorriso di soddisfazione si delineò sul quelle labbra
diafane contornate dai tatuaggi blu. “Amo il traffico”
Cominciò così a correre spingendosi nel folto della
folla che assediava i marciapiedi, sgusciando agile e sinuoso attraverso le code
immobili e dileguandosi nelle profondità di Los Angeles.
Non
sapeva perché le sue gambe si fossero messe a correre a quella velocità, non
sapeva perché non ne voleva sapere di fermarsi, ma se
lo sarebbe chiesto…Dopo, ora voleva solo arrivare in hotel prima di una moto
nera.
Quando Hilary giunse in Hotel
trovò tutti i ragazzi che li attendevano davanti al pullman. Rick sbuffava
sonoramente, mentre gli F-Sangre si erano messi ad
esercitarsi con i nastri per intrattenere un po’ gli ospiti che si trovavano nel
parco. Non appena scese dalla moto Takao le si piazzò
davanti con le braccia sui fianchi. – Ma si può sapere
quanto ci avete messo? Siamo in ritardo muoviamoci! –
-
Che colpa ne possiamo avere? C’era un traffico di cui non hai idea! – si difese
lei mentre Axel riportava la moto nel piccolo cortile laterale dove seduti
comodamente all’ombra di un albero i Neoborg
attendevano di poter partire.
“Ma
Kai…” Hilary si volse verso la panchina alla sua sinistra incontrando due iridi
ametista che compiaciute osservavano la coppia appena
giunta.
“E’
già qui” Axel incrociò lo sguardo del russo mentre si avvicinava al pullman con
gli altri. Alla fine Kai era arrivato prima, ci aveva dato l’anima per portare
le sue gambe al massimo delle loro potenzialità, ma ci era riuscito, non sapeva
come giustificare quello che lo aveva spinto, sapeva che aveva sentito
l’impallabile desiderio di correre, di arrivare lì prima di loro…Per cosa non lo
sapeva, ma lo aveva fatto. Un punto strano, insolito su cui la sua mente
razionale e metodica non aveva ancora riflettuto, ma lo avrebbe
fatto…Presto.
-
Signore e signori vi do il benvenuto a questa nuova giornata di Beyblade, per
l’attesa di tutti voi, ritardiamo di qualche minuto la scesa delle prossime
squadre per un avviso importante: in seguito a quanto accaduto durante lo scorso
incontro, siamo spiacenti di comunicarvi che la squadra degli Scudi Sacri è
esclusa dalla competizione di questo torneo. Riportando quindi l’attenzione alla
classifica, da questa tornata di incontri verrà
eliminata ancora una squadra. Come ben sapete dalla tappa americana verranno
saranno eliminate le due squadre che si trovano in ultima posizione. Dal momento che una squadra è fuori per motivi di salute,
diamo un occhio al tabellone…- Dal maxi schermo comparvero le immagini con le
relative posizioni in classifica. – Bene, come vedete anche voi le squadre che
rischiano l’eliminazione sono gli F-Sangre e i New
Europa…Ma ora diamo inizio alla sfida! – Un boato di voci assalì lo stadio,
mentre davanti a tutti su sette pedane colorate altrettante squadre attendevano il loro verdetto.
“Per battere gli Obscuras dovrò attendere…Non contro
Takao, non è ancora pronto…”
“Contro chiunque…Distruggerò
tutti!” Boris strinse le mani a pugno fino ad avere le nocche
bianche
“Contro i New Europa…Devo eliminarli” Yuri si sorprese
del proprio pensiero, anche perché non seppe ricollegarlo a
niente…
“Nunc!” Astra
decise le sorti del prossimo incontro tirando le fila di quel palcoscenico in
cui era lei il burattinaio e tutti gli altri inutili marionette al suo servizio.
-
Destino interessante…Sarà una sfida importante! – disse Djman.
Neoborg VS New
Europa
- Maledizione ci è andata
male…Proprio i Neoborg! – sbottò Andrew lanciando imprecazioni una volta entrato nello spogliatoio.
- Calmati Andrew, noi daremo il
massimo – lo rassicurò Michelle mentre riassettava il suo
bey
- Sì ma rischiamo
l’eliminazione! E per di più contro quegli schifosi
russi! –
- Adesso basta Andrew! – lo
aggredì Mathilda frapponendosi fra lui e Michelle. La rosa abbracciò l’amico
inglese per calmarlo, sussurrandogli un incoraggiamento nell’orecchio. Questo
sembrò tranquillizzare Andrew che in risposta rivolse
un sorriso alla ragazza prima di abbracciarla.
Ralph si avvicinò alla giovane
mettendole le mani sulle spalle. – Brava Mathilda, è così che si parla.
Preparati ora tocca a te –
- Cosa? Ma Ralph…-
- Mi hai sentito, se dobbiamo
essere eliminati potremmo dire di aver partecipato
tutti. L’altra volta abbiamo gareggiato io e Andrew,
ora tocca a te e Michelle. – Il nobile tedesco sorrise
alla sua compagna di squadra mentre il lord inglese le scoccava un bacio
d’incoraggiamento sulle guancia. La sua amica Mathilda.
- Per il primo incontro di
questo giorno avremo Michelle contro Yuri! – l’urlo di Djman irruppe nello
stadio con una forza ed una determinazione che
coinvolse ogni singola anima sugli spalti, infondendo una carica ed una sorta
d’elettricità nell’aria.
Pronti sulla pedana di lancio
si trovavano i due contendenti, che difendevano i loro colori ciascuno per un
motivo differente; se Michelle voleva tentare di salvare la sua squadra
dall’eliminazione, Yuri sentiva che voleva vincere. Si sentiva carico,
impregnato di un desiderio di battersi che gli
conferiva la carica per affrontare il mondo intero. Ma
perché?
- Bene, blaider in
posizione…Tre, due uno…Pronti lancio! –
un’esclamazione, una sfida, due sani desideri.
- Tempesta di ghiaccio! -
- Attacco Ali di fuoco! -
“Forza Michelle, forza!”
Mathilda dalla panchina guardò il compagno di squadra sperando con tutte le sue
forze in una vittoria…
“Forza Yuri!” due occhi verdi con scaglie dorate dalle
tribune osservarono il rosso, mentre il suo cuore scalpitava per uscirle dal
petto.
-
Vincerò per la mia squadra! – urlò Michelle sferrando l’ultimo attacco ai danni
di Wolborg
-
Vincerò per… - Yuri si arrestò un attimo, tardando l’assalto del su lupo. Doveva vincere, lo desiderava, lo voleva…Ma
perché? La vittoria per la squadra? Lo faceva perché era suo dovere e per
riportare al Monastero l’antico prestigio che meritava. Non aveva mai lottato
per altre ragioni, per altre persone. Combatteva solo per se stesso, ma mai lui
aveva desiderato così tanto vincere come in questo
momento.
-
Vai Yuri! – Al diavolo l’imbarazzo e la vergogna, lei
voleva tifare per lui, e voleva che lui lo sapesse.
Julia si alzò dalla sua postazione gridando con tutta la forza che aveva il nome
di quel blaider che anche se ancora non lo sapeva, nel
suo cuore voleva vincere per lei…
-
Vai Wolborg! – il rosso mandò alla carica il Lupo della
Steppa, caricandolo con un’energia inarrestabile, una forza che non poteva
essere fermata neanche con le migliori intenzioni. Una
forza doppia.
-
Il bey di Michelle è fuori gioco. Con un’abile mossa degna di un grande campione
Yuri Ivanov si aggiudica l’incontro. Butta male per i New Europa, ora se
vogliono sperare nella salvezza devono vincere il
prossimo incontro, e sperare che nel prossimo match gli F-Sangre perdano -
“Sì
stanne certo” Julia e Raul lanciarono un’occhiataccia a Djman che avrebbe fatto
tremare il cuore più impavido.
“Si
stai sicuro” Yuri involontariamente incenerì il presentatore con lo sguardo,
mentre due smeraldi dorati entrarono nel suo campo visivo, isolandolo per alcuni
istanti nel suo mondo fatto di luci e silenzi. Momenti in cui i loro occhi si incrociarono, attimi in cui Julia gli passò la sua
gratitudine e Yuri senza capire il perché, si sentì per la prima soddisfatto di
una vittoria.
-
Per il prossimo incontro vedremo una sfida molto particolare, perché per chi
avesse scommesso in una Kai VS Ralph dovrà ricredersi
perché avremo da una parte Mathilda mentre dall’altra Boris! -
- Scelta
curiosa da parte loro –constatò stupita con la mente Astra osservando il
tabellone.
- In effetti pensavo che dopo lo scherzetto di stamattina Kai
avrebbe fatto di tutto pur di combattere – Samantha si volse verso Axel che dal canto suo lanciò
un’occhiata truce in direzione delle tribune russe dove un argenteo ragazzo come
se riuscisse a sentire degli occhi puntati addosso, si volse nella loro
direzione scontrandosi con la rabbia che scoppiettava in due iridi smeraldine.
- Ammettilo
che questo non l’avevi previsto stratega
– lo prese in giro Ares mentre
depositava un bacio sulla spalla della cinese seduta accanto a lui.
- Che
evento…Il Demone della Malvagità giocato da un ragazzino – lo derise Astra mentre anche
lei spostava lo sguardo in direzione di Kai. Il fatto che il Cavaliere non
partecipasse all’incontro era stata una notizia
inaspettata per Axel che aveva già programmato ogni cosa. Questo gli scombinava
i piani…Il demone della Malvagità si volse poi verso qualcuno che invece aveva
attirato la sua attenzione. Era anche colpa sua…
“Maledetto…Peggio per te…Te la sei cercata”
E anche questa è andata. Che ve ne pare?
Spero che vi sia piaciuto, a me non ha convinto fino in fondo, ma spero che vi
sia arrivato qualcosa; un’emozione, bella o brutta che sia. Ah capitolo in
violetto per dedicarlo alla squadra dei New Europa e principalmente per
introdurre il prossimo colore che sarà interamente per un personaggio abbastanza
popolare e credo molto amato^^
Vi ringrazio ancora tutti di cuore, ma
ora è arrivato il momento del mio…
Angolo dei
Grazie^^
Pierina:
grazie mille tesoro! Mi fa piacere che
lo scorso capitolo ti abbia emozionato, e anche se questo non è allo stesso
livello, confido e spero che ti possa piacere ugualmente^^ Eh già Axel è proprio
furbo, un vero cattivo, lui più di ogni altro lo voglio far apparire come un
vero cattivo, subdolo e crudele, quindi non aspettarti atti di clemenza!! Su Kai…Beh lui è un figo^^ Ha una
psicologia difficile da inquadrare e spero che non si riveli una schifezza la
mai interpretazione^^ Grazie tante per i complimenti e tanti complimenti a te
per la tua prima storia. Mi è piaciuta molto!
Spero che mi commenterai anche questo! Sapere le tue
impressioni sarebbe
importantissimo^^
Baciuzzi Avly
DarKAngel91:
niente grazie! Sei tu che sei stata gentilissima a farmi avere la tua opinione e
spero di potermi ancora avvalere della tua presenza^^ Grazie davvero sei
gentilissima e non manchi mai^^ Spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto^^ Grazie ancora!!
Baciuzzi Avly
Lexy90: la mia
tesora!! Sempre puntuale e impeccabile^^ Grazie mille
per lo scorso commento, lo so mi ero ripromessa di non far passare troppo tempo
e mi dispiace, ma ho avuto a che fare con un piccolo progettino che spero possa
andare in cantiere^^ (Non dico più niente!!) Comunque
ora voglio concentrarmi sui miei Cavalieri, perciò incrociando le dita spero di
aggiornare presto! Grazie per tutti i pareri che mi dai, le tue recensioni sono
diventate linfa vitale…Non me ne privo più^^
Baciuzzi Avly
Cherry_88:
tesoroooo come vedi sono resuscitata e spero vivamente
che possa piacerti il nuovo capitolo. Ci ho messo tanto ma spero che ne sia
valsa la pena^^ Sono contenta che gli Obscuras ti comunichino qualcosa (anche di
negativo…In fondo è quello il loro ruolo) Mentre il nostro bel Kai (come hai
detto tu, bel è riduttivo!) non si è ancora svegliato, ma il suo odio per Axel e
per tutta la sua squadra c’è…Eccome^^ Su Julia hai ragione, lei è un po’ la
migliore amica di Hilary, e proprio perché vuole bene alla brunetta non la compiange o si schiera incondizionatamente
dalla sua parte; le dice schiettamente le sue opinioni dimostrandole la sua
grande amicizia. Beh tesoro spero che questo capitolo ti possa piacere e mi
auguro di sentirti presto!! Grazie 1000 per
tutto!
Baciuzzi Avly
Kamy: cicci ma
grazie^^ Sono stata felicissima di leggere il tuo commento, mi fa piacere sapere
cosa ne pensi di questa fic^^ Felice anche del parere che esprimi sugli Obscuras
e ovviamente su Kai!! Spero di sentirti presto, magari
anche con la tua “Metallo e Sangue” che
aspetto!
Baciuzzi Avly
Lirinuccia:
tesoro mio, mi spiace dirlo, ma qui hai sbagliato per due volte^^ Uno, per me
leggere Doomsday non è un obbligo dettato dal fatto che hai scritto la
fic…E ti giuro che non faccio io un piacere a te nel leggere la tua fic, ma sei
tu che hai fatto una grande cosa facendomi scoprire
Death Note! Mi piace un sacco, sono arrivata al settimo (vado lenta come una
lumaca per via della mole di roba che ho da leggere, ma non appena potrò mi
rifarò!) e mi sono appassionata…Quindi carissima sono io a dover ringraziare te!
Sulla tua fic…Ti ho lasciato un commento e spero presto di poterne aggiungere un
altro!
Punto due: Crystal…Non odio la rossa, anzi la curo molto,
l’ho creata e posso assicurarti che se da un lato fa la parte della bastarda
stai attenta…Lei è imprevedibile, unica come il fratello!
Grazie 1000 per tutti i complimenti riguardanti il mio
stile…Non hai idea di quanto facciano piacere! Grazie
Baciuzzi Avly
Lenn
Chan: ** grazieeeee Lenn grazie davvero
per lo scorso commento, mi hai fatto saltare dalla sedia e l’avrò riletto non so
quante volte! Eh sì hai ragione…Hilary ha dalla sua la consapevolezza che Kai
non sente nulla per lei e che invece Axel sì ma è anche come dice Julia…Insomma
incasiniamo ulteriormente la matassa! Sugli Obscuras nulla da dire…Sono come
dice Kai, La Morte. E noto con piacere che la coppia
MaxxMariam piace a tutti^^ (Thank you my friends nd Max) Beh speriamo di riuscire a dare loro un lieto fine^^ Mia maestra,
spero che questo capitolo ti sia piaciuto e mi auguro di ricevere un tuo
commento^^
A
presto, ovviamente con la Linea Illusoria dell’orizzonte! La aspetto con
ansia!
Baciuzzi Avly
Inuyasha_Fede:
grazie ancora per l’avviso carissima sei stata gentile.
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e attendo un tuo parere^^ Capitolo
incentrato sulla pre-mossa del Cavallo come direbbe
Axel, forse leggermente più lungo, ma spero ugualmente soddisfacente! Come ho
detto prima non mi ha convinta al massimo, ma spero che
a te abbia dato qualcosa! Grazie ancora!!
Baciuzzi Avly
Un ringraziamento speciale alle persone
che hanno messo la mia storia fra i preferiti o fra le seguite! Siete
fantastici!!
E in ultimo ma non meno importante un
ringraziamento particolare alla mia Helens^^ Grazie per tutto
tesoro.
Capitolo 14 *** Umani sentimenti nella scacchiera del Destino ***
Boris VS Mathilda
Ciao a tutti, spero di non
essere troppo in ritardo^^Vi lascio subito al capitolo e spero vivamente che vi
piaccia! Un bacio a tutti^^
Buona
lettura!
Umani sentimenti nella scacchiera del
Destino
Osservava assorto il suo nome lampeggiare accanto a
quello della sua avversaria, attorno a lui solo grida, acclamazioni di occhi che
li osservavano trepidanti, ma lui se li lasciava passare addosso senza
preoccupazioni. Non lo caricavano quelle voci, lo lasciavano del tutto
indifferente, anzi se possibile lo facevano sentire più solo di quanto non si
sentisse in realtà; già perché il pubblico rumoreggiava, scalpitava per poter assistere ad un nuovo incontro, ma che ne sapevano
loro di come si sentiva lui? Se era
sceso in campo non era stato sicuramente per
accontentare un branco di urlanti ragazzini, ma per sè…Come sempre del resto,
lui faceva tutto solo ed esclusivamente per se stesso. Che c’era di sbagliato in
questo? Niente, solo i moralisti si riempiono la bocca con parole false come la
fratellanza, l’aiuto reciproco e la collaborazione. Sciocchezze, sì è vero, gli
amici servono, sono il cardine della nostra esistenza,
ma Boris Huzenstov curava principalmente i propri interessi.
Seguiva i suoi di desideri, ed in questo momento lui voleva combattere.
Ma anche
i più crudeli cyborg di Vorcof hanno qualcosa che li spinge a lottare, e lui
cercava la sua motivazione senza fermarsi, anche se sapeva che questa ricerca lo
avrebbe portato a soffrire.
-
Pronti…Lancio! – Tirò con forza il caricatore, sprigionando così la potenza del
suo Falco che devastante e letale si abbatté sul Beyblade Stadium messo a punto
per l’occasione.
Falborg si muoveva con una forza distruttrice per il
campo, disintegrando ogni singolo ostacolo sul suo cammino, mentre l’elegante
beyblade giallo di Mathilda tentava di evitare quegli attacchi apparentemente
senza logica. Ma una logica c’è sempre, anche nei
deliri di un pazzo.
A
tutto c’è una motivazione, a tutto c’è una spiegazione più o
meno concreta…
“Sfogati, distruggi, annienta!” questi erano i
pensieri del russo mentre sembrava che Falborg cercasse di demolire le strutture
del campo piuttosto che assestare colpi al suo avversario. Comportamento
apparentemente senza logica, pazzo, fuori controllo, ma in realtà ben legato,
imprigionato da catene che gli ferivano le ali, che gli impedivano di volare nel
cielo; catene di rabbia, delusione, frustrazione, odio, lacci lunghi e sinuosi,
come corde di fuoco, rosse come l’Amore, come la rabbia, come la passione, come
l’ossessione…Tutto per lui era rosso…
“Perché lo
fai? Perché sei cambiata così?” Una lacrima piccola e timida si fece strada con coraggio attraverso la pelle diafana del
ragazzo, mimetizzandosi con il pallore della sua carnagione…Per non essere
vista.
“Ma che diavolo fa?” Yuri osservò sconcertato il
compagno di squadra mentre cominciava ad avvertire un
brivido lungo la spina dorsale nel vedere quegli attacchi.
“Come quattro anni fa…”
“Ma che gli prende?” Crystal
osservò basita Boris mentre scatenava la furia del suo Falco. Sembrava
impazzito, senza controllo, e lei non riusciva a non collegare questo atteggiamento con la loro ultima discussione. Prese ad
attorcigliarsi nervosa una ciocca rossa attorno all’indice legandolo come con
una corda…Lo aveva colpito, se lo ricordava bene, lo aveva aggredito sia
verbalmente sia con le mani; quella sera in Finlandia, dopo che aveva parlato
con Axel, dopo che aveva scorto Kai ed Hilary parlare
insieme nel parco…Improvvisamente si sentì leggermente in colpa per come aveva
trattato il ragazzo, ma fu un attimo. Era stato lui a sbagliare, lui l’aveva
spiata e l’aveva rimproverata senza ragione. Che ne poteva sapere lui di quello
che la faceva stare bene? Lei sapeva cosa era bene per sè, e l’avrebbe
avuto.
In profondità le dispiaceva per come si era inclinato
il rapporto che aveva con Boris, sì perché erano sempre stati compagni, erano
nati praticamente insieme, erano cresciuti alla stessa
velocità, avevano condiviso momenti di sofferenza e privazioni, memori di poter
sempre contare l’uno sull’altro. Boris era stato il primo amico che avesse mai
avuto, l’unico che l’aveva fatta sentire una blaider,
l’unico che non le aveva mai concesso dei privilegi solo perché era una ragazza
o perché era la sorella di Yuri; un rapporto paritario, senza distinzione fra
uomo e donna. Credeva che fossero “amici” ma poi lui l’aveva tradita, non
l’aveva appoggiata, preferendo invece insultarla e negandole l’unico desiderio
che avesse mai voluto, Kai.
Dal loro litigio non si erano più parlati, a malapena
di scambiavano dei muti cenni col capo, e mentre lui
appariva scostante, lei ci soffriva.
-
Ma che fa quel maledetto!? Ora vado e lo ammazzo! –
sbottò Andrew alzandosi dalla panchina con i pugni serrati. Quel russo stava
attaccando in maniera spregiudicata e di questo passo avrebbe potuto ferire
Mathilda; dopotutto era nello stile di combattimento di Huzenstov lenire i
propri avversari…Se lo ricordava bene…
-
Fermo Andrew – lo ammonì Ralph trattenendolo con un
braccio.
-
Lasciami! Gli spacco la faccia! –
-
Tu non ti muovi da qui, vuoi che ci invalidino l’incontro? E poi Mathilda se la
sta cavando egregiamente, guarda… -
In effetti il beyblade dorato della ragazza evitava con
leggiadria e grazia qualsiasi attacco e pareva che da un lato stesse avendo la
meglio sul beyblade russo, che invece continuando così si stava mettendo nei
guai. Presto la sua velocità di rotazione sarebbe cessata e si sarebbe fermato
fra un cumulo di macerie.
-
Non vi ricorda nulla? – esordì Emily accennando
all’incontro.
-
Cosa? – chiese Ares subito attento
-
Il suo modo di combattere – continuò Mao guardando il suo ragazzo. Rei si girò prontamente verso di loro sentendosi chiamato in causa.
-
E’ vero, ricorda il modo con cui ha combattuto contro Rei al primo campionato –
disse Takao osservando preoccupato la giovane europea.
Axel e gli altri Obscuras si fecero subito attenti,
mentre Hilary dal canto suo scosse la testa decisa. – No, sono sicura che l’ha capito. Boris non combatte più per far male, di questo
sono sicura – “Almeno lo spero”
-
Sì ma se continua così potrebbe ferire Mathilda! – Raul
si alzò di scatto osservando sconvolto la giovane ragazza dai capelli rosa che
con tenacia continuava a lottare. Che Mathilda e Raul stessero insieme non era
una novità, il giovane spagnolo tra mille imbarazzi e balbettii si era
dichiarato alla dolce danese all’inizio del torneo ed erano una coppia molto
tenera e delicata.
-
Ma no, tranquillo Raul – cercò inutilmente di
rassicurarlo la sorella, anche se non ne era del tutto convinta.
- Interessante questa piccola parentesi che
ignoravamo – disse Astra comunicando
con i suoi compagni di squadra.
- E quindi
questo Boris non è uno che sa tenere i nervi a posto…– Samantha si volse verso il compagno bruno che accanto
a lei teneva lo sguardo fisso sul russo dai capelli color dell’acciaio. Un
piccolo sorriso segnò le sue labbra, un ghigno, un
idea…Sinistra.
- Che si fa
ora genio? – chiese il demone
dell’Illusione
- Quello che
avevamo programmato –
- Sì, ma Kai
non sta lottando – s’intromise Ares
con tono di supponenza.
Il Demone della Malvagità proruppe in un sorriso muto
e spaventoso, ma solo i suoi compagni poterono avvertirlo. – Su ragazzi, non crederete veramente che
non abbia un piano B. E’ una fortuna che i Neoborg non
siano proprio ben visti, e che abbiano contro di loro vecchie dicerie e un
passato discutibile –
- Che
intendi dire? -
- Che ora
muoverai tu, e dopo questa mossa vedrete che i russi non saranno più un
problema; non ci limiteremo a liberarci di Kai, ma infrangeremo la guaina che
protegge i G-Revolution, tu Samantha avrai la più completa dedizione di Takao
e io avrò la Custode –
I
ragazzi lo guardarono stupiti; Axel era incredibile, una mente diabolica che
arrivava prima di tutti, un essere nato con il male addosso, impregnato di
oscurità, un Demone come loro, ma era evidente che il moro avesse una marcia in
più in fatto di Male.
- Allora
credo che qui tocchi a me – disse
Samantha rivolgendosi ad Axel che in risposta pose un
impercettibile segno d’assenso con il capo.
La ragazza si alzò elegantemente scostando il braccio
di Takao che era attorno alla sua vita.
-
Dove vai? – le chiese il Dragoonblaider
-
Vado in bagno un attimo, torno subito – disse lei
appoggiando le labbra su quelle del ragazzo e accarezzandogli languidamente il
labbro inferiore. Oramai si era abituata alla sensazione intraducibile che le
arrivava ogni volta che il ragazzo la toccava; odiava gli esseri umani, si
divertiva a prendersi gioco delle loro emozioni e Takao era veramente un
ingenuo…Già ma non era ancora totalmente sotto di lei.
Tese indice e medio di entrambe le mani, mentre le
altre dita si racchiudevano, dopodiché si portò i polsi
incrociati alle spalle tenendo gli occhi chiusi, e lasciando che i suoi capelli
corvini si alzassero come animati da una forza invisibile. Attorno a lei tutto
aveva preso una sfumatura rossastra, e l’odore di sangue che aveva impregnato la
stanza era nauseante, ma per lei estremamente
delizioso.
- Oh Obscura
potestas, reduce anteactum, cupida pectora cuius vidit, taetrae animae cuius
memoratur. Afficein corpore et in corde cum robore
simultatis, New Europa…
-
Attenta Mathilda! – urlò Andrew nel momento in cui un masso frantumato in tante
piccole schegge si era proiettato a causa dell’urto contro la giovane. Lei si
abbassò in tempo anche se si tagliò leggermente il
braccio.
-
Ma che diavolo fai Boris! – lo chiamò Yuri senza
ottenere risposta…Crystal e Kai osservavano la scena mascherando abilmente una
preoccupazione che non riuscivano a
debellare.
-
Boris – lo chiamò Mathilda mentre osservava il duro e spigoloso viso del
falborgblaider. – Io…Non -
-
Lo so, tranquillo. Tu sei cambiato, non combatti per far male, ma non capisci
che attaccando in questo modo distruggi te stesso? Non so perché ti stai
comportando così, ma so che non devi ridurti in questo modo…– Quella ragazza era
semplicemente fantastica, riusciva a vedere il buono delle persone e a
estrapolarlo delle tenebre. Non combatteva per ferire gli altri, combatteva
perché era deluso e arrabbiato, ma non era questo il modo di mettere a tacere la sua coscienza. Il beyblade non doveva
essere macchiato dall’odio e dalla gelosia. No, il beyblade no.
-
Attacca Istrice Falborg! –
-
Rispondi Istrice! – E la sfida risorse sotto una nuova stella…Almeno fino ad ora…
- Nunc! -
-
Mathilda che hai! – gridò Boris dopo che l’ebbe vista con orrore cadere al suolo
con il braccio sanguinante e numerosi tagli sul viso. Una terribile sensazione
di orrore pervase le membra del russo che in quel viso rivide un altro volto
familiare…
-
Oddio ma sta succedendo la stessa cosa di quattro anni fa Rei! – disse
disgustato Takao.
In effetti la dinamica dell’incontro ricordava molto il match
tra Boris e Rei al tempo del primo campionato mondiale. Il cinese annuì
pensieroso, mentre accanto a lui Garland e il resto della
ex-BEGA si scambiavano sguardi strani. Brooklyn prese in mano il suo
piccolo bey nero e se lo rigirò fra le mani assorto,
mentre percepiva questo scaldarsi lievemente. Corrugò la
fronte pensieroso.
-
Mathilda! -
La ragazza emise un gemito di dolore, mentre Falborg
attaccava Istrice. Era come se ogni assalto del beyblade russo invece che lenire
il beyblade avversario danneggiasse il blaider; il viso della rosa era contratto
in una smorfia di dolore, mentre ad ogni attacco di
Falborg sulla pelle della giovane si aprivano nuovi tagli. Davanti a lei un Boris incredulo non sapeva cosa fare. “Ma che diamine sta succedendo?”
-
Mathilda io non… - “…so cosa fare”
- Fermala
Hilary fermala! Vieni da me…Vieni qui…”
“Aria…” Hilary si prese fra le mani il collo non
riuscendo a reggere l’improvvisa mancanza d’aria. Sentiva i polmoni comprimersi
e il respiro farsi affannato. Ancora una volta; a fatica si appoggiò ad Axel che
prontamente l’abbracciò come se niente fosse,
avvolgendola con le sue forti braccia mentre compiaciuto le accarezzava i
capelli bruni. – Cosa c’è Hila? –
La ragazza cercava di non annaspare, e un vago rossore
le proruppe sulle gote nel momento in cui si rese conto di dove e soprattutto
addosso a chi fosse. Il giovane poi le porse una bottiglietta d’acqua che lei
tremante sorseggiò mentre tentava di rientrare in possesso delle sue facoltà
motorie e mentali.
Ancora una voce, un suono preoccupato e impregnato di
dolore, ma diverso da quello dell’altra volta…Ne era
sicura. Due voci diverse, entrambe con note di preoccupazione, ma mentre la
prima, quella che aveva sentito durante l’incontro fra i Neoborg e gli F-Sangre e fra gli Obscuras e gli Scudi Sacri, era anche
flebile e debole, questa che aveva ascoltato anche durante la riappacificazione
fra Yuri e Garland era più forte e decisa. Non era pazza…Sentiva veramente delle
voci.
-
Tutto bene? -
-
Chi c’è? – Allarmata Samantha abbandonò l’incantesimo
mentre dietro una colonna emergeva una folta chioma fulva, accompagnata da una
pelle candida e da degli occhi color dell’alba. Un completo bianco con guanti
viola rispecchiavano la luminosità della figura.
Brooklyn rimase fermo qualche istante, osservando la
ragazza di fronte a lui; non sapeva cosa l’aveva condotto lì, ma ad un certo punto aveva sentito di doversi allontanare,
chiamato da non si sa quale impulso. Era stato allora che aveva percepito
qualcosa, una sorta di scarica di energia, e una strana sensazione all’altezza
dello stomaco lo aveva fatto tremare. La stessa sensazione di paura e buio che
aveva provato quando era stato preda dell’Oscurità. Posò nuovamente gli occhi sulla giovane donna e un brivido
gli corse rapido lungo la schiena. I suoi occhi l’inquietavano lo rendevano nervoso, lo ammutolivano, eppure
li trovava simili a qualcosa che aveva già visto…
Il Demone squadrò malamente il giovane di fronte a
lei, cercò di scavare nelle profondità del suo animo, lì dove albergava il
cuore. “Un altro Guardiano...Ma che
succede?”
Improvvisamente dalla tasca laterale della cinta nera
cominciò a fuoriuscire un bagliore, ed il rumore di un
beyblade in rotazione si diffuse nell’aria. La ragazza sgranò gli occhi
incredula, mentre Mors non accennava a diminuire il suo moto rotatorio e
Brooklyn la osservava senza lasciarle scampo.
-
Hai bisogno di qualcosa ragazzo? – chiese spazientita lei.
-
No –
-
Bene allora non stare qui in mezzo, devo andare a seguire un incontro – con
queste parole la ragazza rientrò di corsa nello stadio lasciando in fondo ad un
oscuro corridoio un Brooklyn perplesso e sconcertato allo stesso tempo.
-
Quella sensazione… -
-
Ti senti meglio? – chiese Boris non appena Mathilda sembrò rispondere con
maggior efficacia ai suoi incalzanti attacchi.
-
Sì grazie, non so cosa sia successo, ma non preoccuparti…Attacca Istrice! –
-
Sicura? E va bene attacca Falborg! –
-
Mathilda! – Andrew urlò il nome dell’amica mentre i due beyblade entravano in
contatto.
-
Boris! – Yuri si alzò di scatto, mentre dietro di lui Crystal si trattenne dal
cacciare un urlo spaventata.
Quell’incontro non segnò solo l’avanzamento dei Neri
verso i Bianchi, ma diede il via ad una serie di
reazioni che frenetiche si susseguiranno senza trovare nulla che ne ostacoli lo
svolgimento.
Boris aveva battuto Mathilda, non ritrovando la
serenità e la lucidità che aveva sperato, ma se non altro le parole della
ragazza gli avevano fatto bene. Il russo non seppe spiegarsi però come avesse
potuto infierire sul corpo di Mathilda senza neanche averlo voluto; quando aveva
lottato contro Rei, aveva voluto ferirlo, ma ora no. Perché ogni volta che
Falborg aveva attaccato Istrice, a farne le spese era stata la blaider anziché
il beyblade?
Quella sera a cena tutti i ragazzi furono estremamente silenziosi, ognuno chiuso nel proprio cantuccio
ad ascoltare immobili il rumore delle posate stridere sui piatti, percependo
ognuno le mandibole degli altri mentre masticavano. Era tutto estremamente tetro e crudo, e questo clima aumentò con la
scesa dei Neoborg nella sala. In quel momento gli sguardi dei presenti si
eclissarono su di loro, aumentando la tensione della situazione e contribuendo
ad instaurare un’aria tesa e fragile.
Kai si sedette al tavolo insieme al proprio capitano e
a Crystal che appariva l’unica oltre a lui a non essere stata turbata dalla
situazione. Gli occhi di tutti erano posati come macigni su di loro, ed il ragazzo dai capelli argentei apparentemente concentrato
sul suo piatto, in realtà passava in rassegna guardingo i volti di tutti i
ragazzi. I New Europa non erano presenti in sala, così come Boris che aveva
detto loro di non aver fame.
Kai impassibile spostò gli occhi verso i suoi
ex-compagni di squadra: Takao seduto al fianco di Samantha si lasciava carezzare
il collo come un gatto quando riceve le fusa, mentre Max perennemente triste
continuava a girare la forchetta attorno alla pasta senza però riuscire ad
attorcigliarla. Rei dal canto suo si era chiuso in un
silenzio religioso. In contrapposizione a loro, gli Obscuras ridevano e
scherzavano allegramente, come se non sentissero il peso che incombeva sulla
stanza.
Il diciassettenne russo lungo il suo percorso incrociò
poi la figura di Hilary che accanto a Julia ed Axel
sembrava stranamente silenziosa e soprapensiero. Kai rimase a fissarla per
qualche istante, mentre il ragazzo moro accanto a lei le
sorrideva. Il russo si volse subito sul suo piatto prima di vedere Axel
che scoccava un bacio sulla fronte alla brunetta. Quel moro lo irritava
profondamente, era una persona falsa e bugiarda, non che a lui importasse
qualcosa certo, ma sentiva una strana sensazione all’altezza del petto nel
vedere quei quattro così vicini ai suoi a…
- Noi siamo
tuoi amici Kai… - …Amici – Maledizione a quella mocciosa di Hilary! Perché le
sue parole si erano scolpite sulla sua mente così bene da non riuscire a
dimenticarle? Amici, secondo lei erano tutti amici, le
stessa si era considerata sua amica…Ma lui? Sapeva che qualcosa lo legava ai
G-Revolution, un filo che non sapeva se chiamare amicizia o con altri epiteti,
ma si trattava di qualcosa di forte, duraturo, e la loro unione nella Justice
Five era l’esempio più lampante. Ammettere a se stesso che quelle fossero
persone importanti per lui era difficile, ma maledettamente vero. Mai dalla sua
bocca sarebbe uscita questa confessione, ma nella sua mente essa stanziava,
governava oramai da tempo. Loro erano suoi amici e per
questo motivo gli Obscuras avrebbero fatto meglio a staccare le loro sudice mani
dai loro corpi o li avrebbe sterminati uno ad uno.
“Ad incominciare da Axel…” L’argenteo si volse
inconsciamente verso il moro, che teneva un braccio attorno alle spalle di
Hilary, sfoggiando il suo solito sorrisino da schiaffi.
Era stato più forte di lui; non sapeva perché lo aveva
fatto, era stato un po’ come quel pomeriggio quando si era messo a
correre…Sentiva il sangue ribollirgli nelle vene, e le tempie pulsargli
frenetiche dal nervoso.
“Giù le mani” Improvvisamente si voltò sconvolto verso
il suo piatto maledicendosi per quello che aveva appena pensato. Non era stato
detto da qualcun altro, ma da lui…La sua mente aveva espresso quell’ordine: giù
le mani. Sentì un leggero dolore in tutto il corpo mentre in lui una cresceva
una strana sensazione.
-
Kai? Tutto bene? – la voce di Crystal si posò calma e fredda su di lui, mentre
la ragazza gli prendeva la mano in un fazzoletto per pulirla dal sangue che
fuoriusciva da un piccolo taglio che si era appena fatto senza neanche essersene
reso conto. Kai posò lo sguardo sulla sua mano: in
effetti aveva un taglio sul palmo della mano, dovuto al coltello che in
preda ai suoi pensieri, aveva maneggiato inconsapevolmente. Eppure non se ne era
reso conto, la sua mano avrebbe pure potuto continuare a sanguinare e lui non
l’avrebbe nemmeno saputo.
-
Kai? –
Si riscosse osservando la giovane Ivanov che gli aveva
pulito la ferita dal sangue. – Sei proprio un disastro – disse con un sorriso
mentre riprendeva a mangiare con calma.
Kai restò un attimo ad
osservarla spaesato; Crystal era proprio come una sorella per lui, le voleva
bene, e non avrebbe mai accettato che anche lei restasse insieme agli Obscuras.
-
Su Hilary racconta, sono curioso! – Un brivido gli corse lungo la schiena,
mentre la voce suadente di Axel si faceva strada nelle
sue orecchie, invadendolo in breve tempo.
“Ma sta zitto razza di…” si bloccò non appena Hilary
iniziò a raccontare qualcosa che gli parve essere il
primo incontro che aveva avuto con i Bit-Power. Il giovane incurvò leggermente
le labbra; se lo ricordava bene, ricordava
perfettamente come Hilary avesse visto per la prima volta le Creature Sacre. Era
stato un momento bellissimo per lei ed il ragazzo sentì
un improvviso vuoto nel momento in cui lei iniziò a raccontare l’episodio. Come
se quello che era successo allora dovesse restare solo fra i
G-Revolution…
L’aria fredda e pungente della notte lo accoglieva fra
le sue spire, avvolgendolo con invisibili braccia e sussurrandogli parole
incomprensibili attraverso una voce chiamata Vento.
Sopra di lui la Luna argentea ed evanescente lo
osservava preoccupata, timorosa di ogni passo che il diciottenne russo compiva.
Boris camminava senza una meta precisa, incedendo al buio, avanzando con i
pensieri rivolti da un’altra parte, precisamente su una luminosa chioma rosso
fuoco e su un viso dai tratti perfetti ed
aristocratici. Una stretta al cuore lo fece sospirare,
un sospiro muto e pieno di dolore, nostalgia e gelosia. Sì, perché in fin dei
conti lui era un tipo molto pragmatico, concreto e sapeva ammettere senza
problemi quale fosse il problema; non era fiero come Yuri o terribilmente
orgoglioso come Kai, no lui era semplicemente diretto e
alle volte rude, ma vero. Sapeva quale fosse il problema, sapeva che aspetto avesse e persino che nome avesse: Crystal
Ivanov. Già, chi l’avrebbe mai detto, lui Boris Huzenstof era innamorato della
fredda sorella del suo capitano.
Perché doveva negarlo? Non ce ne era alcun motivo;
eppure nonostante queste convinzioni non riusciva più a parlarle, e sorriderle
come aveva sempre fatto. Dio quanto gli mancavano i suoi occhi di ghiaccio,
quanto desiderava sentire il suo fiato e la sua voce. Ascoltare i suoi respiri
nella notte, rappresentava per Boris il momento più bello della giornata, il
momento che attendeva con maggior ansia. Ma Crystal era cambiata, ultimamente era diventata
irriconoscibile, una maschera di cattiveria e cinismo che non la rappresentava;
lei era sempre stata difficile e fiera, ma mai cattiva…
Gli mancavano i suoi rari sorrisi, le sue lunghe
ciocche rosse che faticava a tenere a posto, la sua
voce scostante e fredda, ma per lui calda e passionale…Gli mancava tutto di lei.
-
Crystal! – un urlo, un grido, un nome. Una presenza scolpitagli nel cuore di
pietra, un’essenza che si era insediata nella sua mente intrappolandola in una
catena indistruttibile. Lei lo distruggeva con il suo odio, lo annientava con i
suoi gesti, ma per lui era impossibile sciogliersi dalla sua presa. Perché non
voleva.
Annebbiato dalla rabbia
iniziò a tirare pugni ad un tronco d’albero di fronte a lui; prima un colpo poi
un altro, fino a che la sua carne non avrebbe chiesto pietà e le sue ossa non
avrebbero urlato…E non si sarebbe fermato. Avvertiva il legno graffiargli le
nocche ed il sangue uscire copioso dalle mani, ma non
importava.
Sangue, rosso…Come le sue catene, come i capelli di
Crystal, amore e dolore nello stesso colore…Possibile?
Continuò a colpire il suo bersaglio senza alzare il
capo, sfogando la sua indicibile rabbia e riversando in ogni pugno tutto il suo
dolore. “Perché lui? Non ti ama, è
evidente…Perché sei cambiata così? Perché non guardi più me?!”
-
Che diamine fai russo, hai voglia di disintegrare anche il parco dell’albergo
oltre che il Beyblade Stadium? – una voce acida e spaccona lo sorprese alle
spalle, rivelando una capigliatura disordinata rosso scuro ed un abbigliamento obbiettivamente inadeguato a rivestire le
sue nobili carni.
-
Non sono fatti tuoi inglese gira i tacchi – il russo si
volse verso il nuovo arrivato squadrandolo con tutto l’odio che provava. Non gli
piaceva che qualcuno lo sorprendesse in un attimo di debolezza, a maggior
ragione uno come Andrew McGregor.
-
Come osi tu, razza di popolano dei bassi fondi? E poi ero venuto giusto per
giocare con te – si avvicinò spavaldo verso Boris che incrociò le braccia
davanti al petto con fare annoiato. – Non ho tempo per giocare con lei Altezza perché non va a chiedere se le
danno le macchine così può divertirsi? –
All’improvviso il lord inglese sferrò un violento
pugno sul viso del russo che si ritrasse appena in tempo per evitare che venissero colpiti gli occhi. Dolorante si toccò il naso
sanguinante, mentre preparava la sua risposta. – Direi che mi diverto più così –
esclamò trionfante Andrew sputando a terra.
-
Questo è perché hai cercato di far del male alla mia amica! - Ed un altro pugno si arrestò sullo stomaco del russo, che
reagì a sua volta, sferrando una tripletta a ridosso dell’avversario che gemette
di dolore.
Colpì con rabbia, con frustrazione, ma dovette
ammettere che era un sano
sfogo.
-
Io non ho cercato di ferire nessuno -
-
Sì certo, infatti Mathilda ha istinti masochisti! Ma non farmi ridere, la verità è che voi russi non avete
cambiato mai nulla del vostro atteggiamento…Siete i soliti bastardi al servizio
di Vorcof, tu, il tuo amico Ivanov, quell’impertinente di Kai, e magari anche la
bambolina raccomandata! – sbottò rabbioso Andrew inconsapevole di aver
pronunciato le due parole più sensibili all’orecchio di Huzenstov.
-
Non la nominare! – con rabbia sferrò un colpo ancor più forte dei precedenti,
macchiando le proprie nocche arrossate con il sangue dell’inglese. Si
osservarono per alcuni istanti, pronti a darsele di santa ragione per motivi
totalmente diversi, accomunati solo da un sentimento, la rabbia.
-
Fermi voi due! –
Improvvisamente due braccia imprigionarono Boris da
dietro, costringendolo a rinunciare all’attacco; stessa cosa capitò ad Andrew
che immobilizzato prese a dimenarsi come un animale in gabbia.
-
Ma siete impazziti? – la voce di Michelle da dietro
Andrew richiamò l’attenzione, mentre Ralph non diminuiva la presa sul russo.
-
Lasciami Michelle, io lo distruggo! –
-
Tu non fai proprio niente, è inutile prendersela con lui; abbiamo perso punto –
-
Ma non me ne frega niente dell’incontro…Quel russo ha
fatto del male alla nostra Mathilda! –
-
Io non ho fatto proprio niente! Non avevo certo intenzione di ferire la ragazza!
–
-
Sì certo, voi russi siete tutti uguali! –
-
Adesso basta Andrew – una voce delicata e setosa sopraggiunse, squadrando i due
contendenti con occhi increduli. La luna attenta e ansiosa illuminò la giovane
appena giunta, facendo risaltare i suoi capelli rosa ed il suo
viso dolce e luminoso.
La ragazza si avvicinò ai due, rivelando un braccio
fasciato e alcuni cerotti sul viso. Boris si stupì nel vederla in quello stato.
Non avrebbe mai pensato di poter fare tanto male.
-
Guarda che le hai fatto bastardo! - ringhiò Andrew
-
Ora basta – Mathilda diede uno schiaffo al compagno, lasciando sbigottito Boris
e gli altri due.
-
Boris non ha fatto niente, lo so. Io ho visto i suoi occhi mentre combattevamo,
e non voleva farmi del male. Vorrei quindi che la smettessi di accusare lui e i
suoi compagni di squadra, perché è sbagliato –
Per alcuni secondi regnò un’insolita calma, istanti
durante i quali Boris osservava sconcertato la piccola Mathilda che senza
lasciarsi intimorire aveva affrontato entrambi.
-
Vi possiamo lasciare? – chiese Ralph
-
Senza la possibilità che si sfoci in un omicidio? – aggiunse
Michelle
Entrambi annuirono.
-
Finalmente – sorrise Mathilda.
Quella sera Yuri e Crystal salirono presto in camera,
un po’ perché il capitano voleva controllare Boris ed
un po’ perché alla fine il clima teso e grave era stato insostenibile. Li aveva
lasciati all’imboccatura delle scale per poi dirigersi verso il cortile interno
dell’hotel.
Aveva bisogno di respirare aria fresca, aveva bisogno di sentire il silenzio. Perché in fondo anche
un’anima solitaria come Kai Hiwatari può aver bisogno di essere immerso nel
silenzio anche se per pochi istanti; ascoltare solo il
vociare continuo dei tuoi pensieri, che tormentati sono mossi dal vento.
Acconsentì affinché il Vento conducesse la sua sciarpa
bianca in un ballo lento e sinuoso mentre i suoi crini argentati seguivano la
danza con movimenti accennati e leggeri. Si appoggiò al tronco di un albero
avvertendo le gocce di rugiada insinuarsi gentili fra la sua pelle diafana.
Lasciò vagare lo sguardo attraverso il cortile mentre però i suoi pensieri erano
molto più lontani, o vicini dipende dalle interpretazioni; alcuni restavano
nella zona ristorante, altri stanziavano nelle camere dei blaider, altri erano
rivolti ai suoi amici…Takao, Max, Rei e Hilary. Strinse le mani a pugno fino a
conficcarsi le unghie nella carne. Non riusciva a spiegarsi il perché, anzi ora
che ci pensava erano tante le cose a cui ultimamente
non riusciva a dare una spiegazione, e ciò era motivo di grande frustrazione per
lui; già perché doveva sempre avere tutto sotto controllo, sia che facesse
azioni giuste o sbagliate, mai aveva agito sotto il controllo diretto dei
sensi…Forse giusto in qualche sporadico episodio…
Inspiegabilmente ma aveva ancora davanti a sé
l’immagine della ragazza stretta fra le braccia di Axel; il sorriso così dolce e
solare di lei stonava con quello falso ed ipocrita di
lui, ma questo sembrava vederlo solo il dranzerblaider. Non riusciva a concepire
come questo gesto potesse infastidirlo tanto, ma sapeva di detestare la squadra
canadese con tutta l’anima. Perché? In fin dei conti non gli avevano mai fatto
nulla di male, ma erano come un’arma a doppio taglio, imprevedibili, pericolosi
da qualsiasi parte uno li volesse vedere. I loro sorrisi erano falsi, le loro
parole fredde e i loro atteggiamenti velenosi. Troppo velocemente si erano
inseriti nella loro vita, troppo facilmente avevano invaso il suo territorio…Perché era la verità
dopotutto: Takao e gli altri avevano condizionato molte delle sue scelte…Gli
erano entrati dentro più di quanto non volesse
ammettere, e per questo motivo gli Obscuras dovevano stare lontani.
Quei maledetti avevano invaso già a sufficienza il suo
mondo, anche solo il venire a sapere di episodi legati alle loro passate
avventure era motivo di insofferenza per Kai. Perché
Axel doveva venire a sapere di quando lo Psico Team li aveva rapiti e di quando
lui aveva salvato la ragazza dalla
frana? Ilrusso strinse duramente le mani a
pugno…Quello era il suo mondo…E doveva rimanere tale…
Che fosse geloso degli
Obscuras? Impossibile, la gelosia è un sentimento tipico dei perdenti, di coloro
che si lasciano trascinare da futili emozioni, dagli inetti…Eppure sentire la
voce di Hilary rivolgersi ad Axel lo aveva obbligato ad
allontanarsi…
Un fruscio appena accennato lo scosse dai suoi pensieri, facendolo voltare all’indietro,
fino ad osservare una chioma rossa chiara e un volto di apparente solitudine.
-
Kai, ero certo di trovarti qui – parlò con calma senza smettere di osservare il
russo.
Kai inarcò un sopraciglio pensieroso; quel ragazzo a
distanza di un anno dalla Justice Five si era radicalmente trasformato: non era
più l’Oscuro Signore delle Tenebre, ma un semplice diciottenne che ha bisogno di
affetto, e nei suoi occhi non leggeva più la pazzia, anzi tutt’altro. Occhi
limpidi, chiari, puri come l’acqua di un ruscello gelato che impreziosivano quel
volto dall’espressione sorridente e felice, ma stasera insolitamente pensierosa.
-
Ebbene? -
Brooklyn si avvicinò ancora fino a che non fu a nemmeno tre spanne di distanza dall’altro.
-
Che cosa vuoi? – chiese il russo
-
Che cosa hai provato? – domandò senza battere ciglio e non abbandonando le ametiste di lui.
Kai lo osservò sinceramente titubante, non capendo
dove volesse andare a parare.
-
Che cosa hai sentito nel vedere il Signore delle Tenebre? – Kai si vide sgranare
gli occhi specchiandosi nelle iride chiare del rosso;
non lo aveva spaventato, ma doveva ammettere che mai nessuno prima di allora
glielo aveva chiesto, e di certo non si sarebbe mai aspettato questa domanda
proprio da lui.
-
Ti senti privo di certezze, un senso di vuoto ti circonda e non percepisci più
la terra sotto i piedi, cominci a precipitare in un abisso oscuro. Le ombre ti
circondano annebbiando tutti i tuoi sensi e senti…Freddo –
Si sentì strano a confessare quelle sensazioni proprio
alla persona che gliele aveva fatte provare, ma non
seppe fermarsi. Brooklyn lo fissò ancora un po’ prima di allontanarsi in
silenzio.
-
Perché? – chiese Kai osservando la schiena dell’altro farsi più piccola.
-
Volevo delle conferme da te –
-
In merito a cosa, e perché da me? –
Brooklyn si fermò, sempre dando le spalle al suo
interlocutore. – Perché tu sei stato l’unico a vedere il Signore Oscuro, e solo tu ne hai saggiato effettivamente la
potenza distruttiva. Sei stato in grado di vincere le ombre, ma ne sei stato
anche sopraffatto –
-
E perché volevi queste conferme? -
-
Se ti dicessi che ho provato le stesse sensazioni che mi hai appena descritto? –
Kai sgranò gli occhi sinceramente stupito da questa
rivelazione. Il Signore delle Tenebre era scomparso con la vittoria di Takao
alla Justice Five, e da allora non se ne era più parlato. Perché ora Brooklyn se
ne usciva con questa storia? Obiettivamente se però c’era la possibilità che le
sensazioni del rosso fossero fondate, il problema era grave. Quando alzò gli
occhi, il russo notò che Brooklyn si stava allontanando
lentamente.
-
Chi? – Non aveva saputo fermarsi, anche se forse in fondo all’anima era
cosciente che quella suonava più come una domanda retorica.
-
La conferma me l’ha data Samantha degli Obscuras, ma in realtà è tutta la sua
squadra a rendermi inquieto…Ci sono ecco, “fenomeni” a
cui non siamo riusciti a dare una spiegazione –
-
Che tipo di fenomeni? – lo incalzò duramente il russo
-
Te lo dirò quando ne avremo la certezza, comunque…Sta attento – con queste
parole l’ex Signore delle Tenebre si allontanò lasciando nell’aria un senso
di inquietudine, che misto alle sensazioni provate da
Kai rese limpido e chiaro un solo punto in quella notte senza stelle: “Gli
Obscuras vanno fermati”
-
A quanto pare Boris deve essere andato a letto presto – osservò a voce bassa
Yuri entrando nella camera russa dove potette scorgere il fisico statuario del
compagno reso evanescente dai tenui raggi lunari. Doveva essere stanco dalla
giornata trascorsa, e di sicuro le tensioni fra gli altri blaider non lo avevano
aiutato. Nessuno aveva ancora mosso accuse precise, ma secondo il capitano russo
ci sarebbe voluto poco per far scoccare la scintilla. Era come se la sua squadra
fosse sull’orlo di un baratro mentre tutti osservano in silenzio ben sapendo che
di lì a poco loro sarebbero caduti…Ma lui lo avrebbe
impedito.
-
Buonanotte Yuri – gli disse senza molta enfasi la sorella dopo essersi cambiata
e infilata sotto le lenzuola violette del suo letto. Non aveva detto nulla
riguardo al compagno, e questo diede la conferma a Yuri di quanto sospettato:
tra Crystal e Boris era accaduto qualcosa, qualcosa che li aveva divisi e che
stava rischiando di rompere in due la Neoborg…Non che a lui importasse qualcosa
della squadra certo, ma sentiva di voler consolidare il loro debole equilibrio
fino a renderlo indistruttibile. E forse era anche per questo che aveva lottato
con quella convinzione contro Michelle…
Spiato dai raggi del disco argentato il rosso si spogliò, rimanendo solo in boxer neri che
risaltavano maggiormente il chiarore della sua pelle color di luna e
silenziosamente si avvicinò al suo letto, quando le dita dei piedi avvertirono
qualcosa di umido sotto di loro. Inarcando un sopraciglio si chinò per vedere
cosa avesse sotto la pianta del piede e ciò che vide gli fece spostare gli occhi
di ghiaccio su Boris.
Sfiorò con le dita la sostanza che a poche spanne dal
letto di Boris gli aveva intaccato la pelle. Rosso, come la rabbia, come la
passione…Come il sangue.
-
Yuri -
-
Kai – biascicò il rosso non appena sopraggiunse anche il russo. Tra le mani
aveva ancora tracce probabilmente del sangue dell’amico. Kai osservò con occhio
critico la scena ancora con le parole di Brooklyn nella testa. – Avrà fatto a
pugni con qualcosa per scaricare la tensione – obbiettò serio
-
O con qualcuno… - sospirò leggermente il capitano soffermando lo sguardo su
Boris che pareva dormire serenamente, in un mondo neutro, senza incubi, ma
nemmeno cosparso di sogni…
-
Non farne parola con nessuno…Nemmeno con Crystal –
-
Ovvio –
- E ora ci
divertiamo…Vedrai Kai, dopo questa tu e la tua squadra direte addio al torneo,
buttati fuori non solo dalla competizione, ma anche dai cuori dei blaider…E
della Custode -
- Possiamo
iniziare genio? –
- Sì
ragazzi…Iniziamo –
Oh
finale ad impatto! Spero si sia capito che le ultime
battute erano degli Obscuras, e per la precisione di Axel e Samantha^^ Beh come
avevo preannunciato capitolo per il caro Boris…Non sarà
il primo, diciamo che devo ringraziare PICH_91 se questo personaggio mi ha
catturata a tal punto! Quindi grazie mille!
Abbiamo avuto un piccolo passo avanti del mitico Kai
riguardo agli Obscuras e anche l’intervento di Brooklyn è stato provvidenziale!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e mi auguro di
ricevere i vostri commenti anche su questo! Anche i commenti negativi sono ben
accetti non dimenticatelo^^
Angolo dei
Grazie^^
Lexy90: eccomi
qui, spero questa volta di non averti fatto attendere troppo^^ Eh sì Kai vuole
fare sempre quello che si sente in competizione col mondo…E Axel non gli dà
tregua in questo! Ammetto che la voglia di spaccargli la faccia al demone dopo
la sua battutina l’ho avuta anche io, ma mi sono detta
che per il momento è meglio legarsela al dito…Come si dice, la vendetta è un
piatto che va consumato freddo^^
E
Hilary? Beh come ho detto mi censuro, diciamo che lei
segue un filo di pensiero che non è sbagliato, siamo noi che ci opponiamo con
tutte le nostre forze, e speriamo che ci arrivi pure lei^^
Carissima grazie davvero per tutti i tuoi commenti e le
tue belle parole, sai sempre come rallegrare e far venire la voglia di scrivere.
Spero di ricevere il tuo parere anche su questo^^
Baciuzzi Avly
Pierina: cicci
grazie infinite!! Il tuo commento è stato davvero
bellissimo, grazie per aver detto che ti piace il mio stile, non hai idea di
quanto faccia piacere^^ Anche a te dico la stessa cosa:
nella scena Kai vs Axel mi era quasi venuta la voglia di spaccare la faccia a
quel dannato demone, ma la vendetta va consumata fredda^^ Su Max…Solo lui è
capace di tanta dolcezza, lo trovo tenerissimo e sono felice che anche a te sia
piaciuto quel momento. La cara Hilary? Beh lei in teoria credo si stia
comportando come una normale sedicenne…Non è devota in maniera assoluta al suo
amore platonico e dal momento che ritiene di non avere
possibilità è anche giusto che volga gli occhi da un’altra parte. Spero anche io che lei ci arrivi^^
Grazie tante davvero, e ti dico questo: la tua storia mi
è piaciuta tanto, e spero vivamente che ci proporrai qualche nuovo scritto!
Ahimè sono d’accordo con te…Lo studio ci trascina come un fiume in piena^^
Baciuzzi Avly
Cherry_88: la mia
bellissima Cherry^^ Grazie 1000 tesoro per tutto, per
il tuo immancabile supporto e per il tuo grande aiuto! In questo capitolo non ho
inserito i tuoi suggerimenti giusto perché lo avevo già in parte scritto, e poi
perché di fatto i ragazzi non uscivano dall’Hotel, ma
per il prossimo mi sto già attrezzando, e ho due nomi che mi hai fatto che hanno
stuzzicato la mia curiosità^^ Nel prossimo chappy ci faremo un giro per Los
Angeles! Sei stata gentilissima, e grazie anche per le informazioni che ti sei
data la pena di cercare su Dubai…Ma non devi preoccuparti in nessun modo ok? Sei
stata gentilissima, non so davvero come ringraziarti! Spero che anche questo
capitolo ti sia piaciuto e ti
aspetto^^
Baciuzzi Avly
Helens: riapparsa
per la mia gioia più profonda! Grazie 1000 tesoro per
aver letto il capitolo e spero che questo ti piaccia! Siii anche io stimo Kai, diciamo che non è solo stima, amiamo
tutto di Kai^^
Hilary momentaneamente ha gli occhi foderati, ma come ho
detto anche sopra, lei di fatto si sta comportando come
una comune adolescente…Se non fosse che noi sappiamo che Axel è un bastardo, si
potrebbe pure pensare che sia indotto da buone intenzioni! Ma ovviamente è meglio Kai!!!!
Spero di ricevere il tuo parere anche su questo! Ammetto
che mi era mancata la tua presenza^^
A
presto anche con la tua nuova perla, che io aspetto sempre di più!!
Baciuzzi Avly
Kamy: cicci
grazie 1000 per il commento^^ Axel dà sui nervi proprio a molta gente a quanto
vedo…E sì, il caro Takao ha preso una sbandata proprio forte, ma che ci vuoi
fare…Gli uomini^O^ Max invece è proprio carino...Devo
ancora pensarci sul suo lieto fine lo ammetto^^
Grazie per il tuo immancabile parere e spero di riceverlo
anche su questo! A presto anche con la tua fic!!
Baciuzzi Avly
Lenn
Chan: che dire alla mia maestra se non
grazie? Grazie per i commenti e per le tue impressioni che mi gonfiano il cuore
di felicità^^ Eh sì i russi non brillano per prontezza
per quello che riguarda i loro sentimenti, ma in realtà ci fanno impazzire anche
per questo! Max vince il premio dolcezza, anche se effettivamente confesso che
sono indecisa sul suo finale…Ma mi
censuro^O^
Sono
contenta che Kai non sia sembrato molto OOC, speravo di renderlo il più inerente
possibile all’originale, e se mi dici che i suoi atteggiamenti erano molto da
Kai, allora tiro un sospiro di sollievo!
Andando avanti con la narrazione credo diventerà
inevitabile che Kai diventi leggermente OOC, ma spero
che non si noterà troppo^^ Ancora grazie per tutto Lenn.
A
presto con la “linea Illusoria dell’orizzonte”
Baciuzzi Avly
E
prima di levare le tende e sbaraccare, voglio finalmente ringraziare per nome
tutte le persone che hanno messo la storia fra i preferiti o fra le seguite!
Ragazzi spero di ricevere anche un vostro commento,
almeno per sapere cosa vi ha colpito^^
Grazie
a:
AnimaAiko Inochi Padme86
KamyBlue HinataPICH_91
Lenn ChanCherry_88Ria
LirinucciaHelensTakami_Kinomiya
Mik92Inuyasha_FedeVaMpIrA89
SMDOLele91_marghe96 xd_
Un grazie
anche solo a chi legge!!
E augurando a
tutti voi una buona Pasqua…Un bacio a tutti!
Capitolo 15 *** La Mossa del Cavallo e gli Scogli chiamati Sentimenti ***
La neve imbiancava il paesaggio che gli si presentava dinanzi agli occhi, dando così l’illusione che il tempo si fosse fermato; tutto intorno a lui era immobile, intrappolato in una morsa di ghiaccio che pareva voler durare ancora molto
Et
voilà! Su che sono migliorata^^ Comunque questo forse sarà l’ultimo breve
aggiornamento, anche perché ora che ho ripreso le interrogazioni e le verifiche,
vedrò il caro word solo con binocolo^O^
Non
lascerò passare un mese però lo prometto! (non
promettere, tanto non ce la fai nd Kai)
Un
ringraziamento speciale per Anima…Sei stata di grande aiuto, il
finale è venuto anche grazie a te^^ Mi auguro che
questo capitolo possa piacervi! Come sempre vi invito a
lasciare un commentino…Tranquilli non vi faccio fare la fine degli Scudi
Sacri^^
Buona
Lettura!
La Mossa del Cavallo e gli scogli
chiamati Sentimenti
La neve imbiancava il paesaggio che gli si
presentava dinanzi agli occhi, dando così l’illusione che il tempo si fosse
fermato; tutto intorno a lui era immobile, intrappolato in una morsa di ghiaccio
che pareva voler durare ancora molto. Era impossibile orientarsi in un luogo del
genere, anche perché ovunque ti girassi ti sembrava di
essere sempre nel medesimo posto…Eppure lui trovava un senso di familiarità in
un luogo tanto ghiacciato quanto abbandonato.
La neve candida rendeva tutto però meravigliosamente innocente, puro e disperdeva
nell’aria un senso di pace; il ragazzo si mosse verso l’ignoto, trasportato solo
dall’istinto e dalla voce del Vento.
Frammenti di ricordi iniziarono a danzare
attorno a lui come cristalli di neve che leggeri si posavano sulle sue membra
rinfrescandogli la pelle e portando alla memoria sensazioni e vicende che credeva di aver
seppellito…
- Prendi la mia
mano Kai! -
- Non essere
sciocco rischi di congelare Kai! – “Rei, Takao…Ragazzi”
- Attenti! -
Corse verso di loro appena in tempo per evitare che venissero sommersi dai massi. Il polverone gli impedì di
vedere bene, ma riuscì a mettersi sopra la ragazza per farle da scudo.
- Stai bene? –
disse guardando sotto di sé; due occhi limpidi e profondi lo osservarono con una
certa soggezione prima che da delle labbra rosee uscisse una risposta
affermativa.
Uno colpo di luce
accecante li aveva investiti in pieno, tentò con le mani di coprirsi gli occhi,
mentre accanto a sé sentiva le grida spaventate degli altri. Dovevano
raggiungere Rei, ma questa luce stava li stava
ostacolando…
Ad un tratto un
rumore alla sua sinistra lo fece voltare, ed il suo corpo si mosse da solo, con
una prontezza di riflessi che non credeva di possedere. Si lanciò verso il bordo
della scogliera afferrando con forza il polso di Hilary prima che precipitasse
in mare.
- Kai! – gridò
lei con tutte le sue forze, mentre lui cercava di issarla su.
- Noi siamo tuoi
amici Kai, e questo lo sai -
“Hilary…”
I suoi ricordi…E ce ne erano ancora tanti
altri sotto quella coltre di neve che lo abbracciava. Ricordi puri, semplici, ma importantissimi nonostante lui facesse di tutto
per negarlo. Aprì gli occhi per osservare ancora meglio quella massa chiara, ma
con orrore non vi trovò quello che si aspettava…
Nero, un liquido scuro come il petrolio lo
stava avvolgendo, lo stesso che un anno fa lo portò quasi alla morte…Stava
scivolando in questo oblio oscuro e non riusciva a
tornare a galla…Come nella Justice Five…Freddo alle ossa, vuoto nella mente, era
tutto esattamente come allora…E quegli occhi, occhi rossi contornati di viola,
iridi sinistri che lo fissavano mentre svaniva, mentre le forze lo
abbandonavano…
Si tirò su di scatto ansimano e
con il viso imperlato di sudore. Aprì gli occhi e vide ancora buio; un senso
di inquietudine gli mozzò il respiro, prima di udire
con piacere i respiri addormentati di quelli che erano i suoi compagni di
stanza. Si passò un braccio sulla fronte cercando di tornare calmo, il suo cuore
aveva smesso di battere forte e pareva essersi tranquillizzato. Spostò gli occhi
verso l’orologio sul comodino e vi lesse che erano le cinque del mattino.
Lentamente si alzò dal letto portandosi verso il bagno per darsi una sciacquata
prima di prendere il suo Dranzer e chiudersi la porta della camera alle spalle.
Fece tutto in religioso silenzio,
anche se i pensieri che gli vorticavano nella mente, non erano esattamente
silenziosi, anzi gli premevano contro le tempie come se volessero uscire, come
se volessero essere liberati. Ma lui non poteva
liberarli, perché aprire la sua anima ed il suo cuore
avrebbe significato la sua rovina, e poi lui sapeva di non possedere
un’anima…
Lui non sognava mai, non era
incline a lasciarsi trascinare da delle futili illusioni come i sogni; essi
erano una distorsione della realtà, ti portavano inutilmente a soffrire, e lui
di sofferenza ne aveva già provata a sufficienza per andarsela anche a cercare
durante la notte. No, lui nei sogni non ci credeva, anche perché non ne aveva
mai fatti di veramente belli, ma tutto sommato non gli
dispiaceva riposare. Dormire senza pensare a nulla, spegnendo
il cervello e vedendo solo buio. Riposava lì, steso sul suo letto,
rilassando le sue membra color di luna con una corona rossa che si apriva sul
capo; faceva terribilmente caldo in quella stanza così dormiva coperto solo da
un leggero lenzuolo che gli copriva appena a fianchi, mentre a torso nudo
poggiava sul materasso.
Toc, toc! –Apri per favore
Crystal! – Ecco pace terminata, qualcosa o meglio qualcuno infranse la bolla
nella quale Morfeo aveva rilegato il giovane russo, destandolo in modo non tanto
piacevole dal suo sonno. “Ma chi diavolo…Giuro che lo
ammazzo” riluttante si alzò dal letto osservando con stupore che la stanza era
vuota. I suoi compagni se ne erano tutti andati; la sveglia sul comodino faceva
le 6.35 Un senso di rabbia percorse le vene del russo nella cui mente avevano
iniziato a spuntare come fiorellini di campo in primavera una serie indefinita
di imprecazioni indirizzate a chiunque avesse avuto la
faccia tosta di svegliarlo il giorno di riposo dal campionato ad un’ora simile.
Toc, toc!
Chiunque fosse non demordeva. Con
uno scattò Yuri aprì la porta trovandosi davanti l’ultima persona che avrebbe mai immaginato. Scemata via la
rabbia però non seppe spiegarsi come mai anche le sue imprecazioni fossero
appassite.
- Tu? - disse lei come se fosse
stupita di trovarlo lì
- Sai com’è questa sarebbe anche la mia camera – l’osservò con
attenzione cercando di farla sentire in imbarazzo, ma come ogni volta non ci
riuscì, almeno non con sguardi glaciali. Studiandone il viso
infatti, si rese conto che aveva assunto una tonalità più rosea in
prossimità delle gote e questo la fece apparire ai suoi occhi inspiegabilmente
più…Carina. Ma ovviamente non l’avrebbe mai ammesso.
- Hai intenzione di restare qui
ancora per molto Fernández? –
- Ah…Ecco io…Crystal –
- Mancherebbe il verbo –
- Sto cercando Crystal, devo
parlare con lei Ivanov! – sbottò lei con tutta la forza che aveva come se
pronunciare quelle parole le avessero costato molta fatica.
Julia osservò con evidente
imbarazzo quel magnifico Dio pagano che era apparso davanti a lei; se già
normalmente era tremendamente affascinante così non
aveva rivali: pelle diafana che entrava in contrasto con gli accesi crini rosso
fuoco, per di più a torso nudo con solo i boxer neri.
Ingoiò saliva a vuoto per non
urlare di gioia ed imbarazzo.
- Fernández mi spiace ma Crystal
non c’è dovrai accontentarti -
“E questo lo chiami accontentarsi?” pensò lei attenta a non lasciarsi
sorprendere in sguardi pericolosi; dopo i primi istanti di contemplazione però
la ragazza si riprese, ricordandosi con fermezza il motivo della sua venuta.
- Yuri ascolta, tu o i tuoi amici
avete per caso visto Mathilda? -
Il viso del russo s’incupì appena
ma essendoci la spagnola davanti a lui mai avrebbe mostrato incertezza o
cedimento…Mai, soprattutto con lei…
- Come puoi ben vedere io
dormivo fino a pochi minuti fa…E poi perché lo vieni a chiedere proprio a noi? –
chiese quasi con fare irritato, attirando così su di sé gli sguardi indagatori
della giovane.
- In realtà lo sto chiedendo a
tutti da quando mi sono alzata –
- Che vuoi dire? Mathilda non è
in camera con voi ragazze? –
- Sì, ma questa notte non è
venuta, il suo letto era intatto e tutte le sue cose sono come le ha lasciate la
sera prima –
Improvvisamente sul viso e sulla
voce della ragazza calò un’ombra di tristezza e preoccupazione che colpirono
inspiegabilmente il russo, che dal canto suo non poteva definirsi tranquillo; le
parole di Julia gli tartassavano la mente e l’immagine di Boris con le nocche
sporche di sangue ed il pavimento puntellato da chiazze
vermiglie aveva occupato interamente la sua mente. Cercò tuttavia anche per
risollevare la ragazza di darsi una spiegazione razionale.
- Sarà rimasta nella camera dei
suoi compagni di squadra…O forse di tuo fratello – asserì maliziosamente facendo
scattare le ire della spagnola che lo guardò storto.
- No, e poi se ti interessa saperlo anche Ralph, Andrew e Michelle sono
scomparsi! – Questo fu il colpo mortale per Yuri, che percepì un brivido
corrergli ininterrottamente lungo la schiena.
- Vabbeh Yuri grazie lo stesso e
scusami se ti ho disturbato – si scusò la ragazza
voltandosi per andarsene. Era triste Julia, sia perché non riusciva a trovare
quei ragazzi, sia perché non riusciva a togliersi dalla testa l’immagine di suo
fratello che quella mattina era venuto a trovare Mathilda non trovandola. Fece per andarsene quando la voce fredda ma
stranamente con note diverse di Yuri la costrinse a fermarsi.
- Ferma Fernández…Aspettami vengo
con te – Gli era uscito spontaneo, prima ancora che la sua mente avesse potuto
produrre un qualche pensiero le sue labbra l’avevano
anticipata. Comportamento insolito per Yuri Ivanov. Il russo si chiuse di botto
la porta alle spalle, riemergendosi nell’oscurità della sua camera; il cuore
scalpitava ed il respiro corto gli mozzava il fiato.
“Devo trovare Boris” si disse come motivazione per il suo stato d’animo, parole
che avrebbero dovuto appagare il suo orgoglio e dare l’illusione che quei due
occhi verdi non centrassero nulla…
- Allora, sappiamo che non
possono aver lasciato la città così di punto in bianco, perciò i New Europa
devono essere qui in Hotel, o al massimo nei dintorni – riepilogò Ares
osservando gli altri blaider radunati attorno a lui. Fortuna che oggi era il
giorno di riposo dalla competizione e avrebbero potuto sistemare questo
inconveniente senza tanti problemi…Almeno così speravano…
Mao al suo fianco teneva la
schiena appoggiata al suo petto e le anche premute contro il corpo del biondo
che le avvolgeva un braccio attorno alla vita. Rei storse disgustato il naso davanti a quella scena
raccapricciante incrociando lo sguardo di un Kai piuttosto irritato.
- Dobbiamo trovarli! – sentenziò
Takao afferrando delicatamente il polso della sua ragazza.
- Dividiamoci in coppie e
setacciamo queste zone da cima a fondo. Il primo che li trova chiama gli altri –
decise Ares prendendo subito la mano della cinese e dirigendosi verso l’interno
dell’Hotel.
Takao e Samantha si avviarono
subito dopo verso l’area sud del cortile, mentre Astra e Crystal si diressero
verso gli esterni. Rei rimase un attimo a vedere chi era rimasto: oltre a lui
c’erano solo Kai, Axel, Yuri, Hilary e Julia. La brunetta osservò attentamente
il russo davanti a lei; ancora non riusciva a capire il perché del suo
atteggiamento nei confronti di Axel. Kai aveva sbagliato, Axel non voleva essere
per nulla scortese il giorno prima davanti all’ospedale…E poi quando erano arrivati li aveva guardati con un’aria soddisfatta e
arrogante. Ma chi si credeva di essere Kai Hiwatari?
- Andiamo? – le sussurrò
dolcemente all’orecchio il moro facendola arrossire per la vicinanza delle
labbra.
- Andiamo Rei – si scansò leggermente per poter scorgere una
sciarpa bianca diventare sempre più piccola seguita a ruota dal cinese.
- O preferisci stare con la tua
amica? – un altro sussurrò che sensuale le scivolò sulla pelle.
- Muoviti Fernández – Yuri si
allontanò seguita da una Julia stupita, ma sicuramente
raggiante.
- Yuri fermati! Aspettami! -
-Dobbiamo cercare quei quattro non
fare una gita di piacere – sbottò lui senza fermarsi; in realtà camminava
velocemente per due motivi: da una parte voleva trovare Boris al più presto e
assicurarsi che lui non centrasse nulla con la scomparsa dei New Europa, mentre
dall’altra non voleva incrociare gli occhi della ragazza che troppe volte gli
avevano fatto compiere azioni che mai si sarebbe sognato di fare; salvarla
quella sera ad Helsinki, vincere per lei quell’incontro, fare pace con la
persona che l’aveva mandato in coma…Insomma mai mostrarsi debole dinanzi al
nemico, e lui sapeva che Julia l’avrebbe potuto mettere a nudo anche solo con
uno sguardo. La sua determinazione e caparbietà erano tali che riusciva anche ad impressionare e a mettere a disagio uno
come lui.
- Mi vuoi ascoltare?! – un braccio lo costrinse a fermarsi. Yuri ammise a se
stesso di non aver sentito una parola di quello che lei stava dicendo, ma era
certo che lei se ne sarebbe accorta anche solo guardandolo.
- No –
- Me ne ero accorta Ivanov! Comunque stavo dicendo, proviamo il retro
dei giardini ovest, lì non ci siamo ancora andati –
Lui si perse un attimo ad osservarla, notando come i capelli castani le ricadessero
morbidi sul viso lievemente arrossato per il caldo e per la lunga camminata.
Percepì il petto scaldarsi.
- Grazie Kai – L’altro gli
rivolse un muto cenno col capo.
- Di cosa? –
- Di avermi portato via…Vedere
Ares e Mao mi stava rendendo nervoso –
“Di nulla” non lo disse, ma
continuò per la sua strada, certo che il cinese avesse compreso.
- Ma a
te non t’innervosiscono? – chiese ad un tratto Rei
mentre finivano di setacciare la zona dei gazebo. Kai lo osservò lasciandogli
intendere di tratte da solo le proprie conclusioni. Lo sguardo che si sprigionò
da quelle pozze violacee non era di certo rassicurante; mai il cinese aveva
visto il russo con quell’espressione, capace di farti venire la pelle d’oca, in
grado di farti pensare che preferiresti trovarti in qualsiasi altro posto meno
che dove ti trovi ora. Le fiamme dell’Inferno ardevano in quelle braci viola,
l’Abisso oscuro attendeva alle soglie di quegli occhi.
- Ok, ho capito. Ma con qualcuno in particolare? – chiese malizioso il
cinese
Kai non si mosse, rimase rigido
in piedi affianco a Rei mentre la davanti ai suoi occhi
comparve immediatamente l’immagine nitida e irritante di Axel che esibiva il suo
solito ghigno dalla doppia visione. – No, nessuno in particolare –
- Ahhh! Aiuto! – un grido di
donna falciò l’aria, spegnendo qualsiasi sorriso o attimo felice, insinuando in
tutti i blaider un senso di paura e inquietudine.
L’urlo si diffuse nell’aria accompagnato da uno stormo di corvi neri che si alzò
in volo virando a sinistra dei ragazzi.
“Secondo gli aruspici antichi la
sinistra era portatrice di male” pensò Kai prima di iniziare a correre seguito
da Rei nel cui cuore aleggiava un’insolita preoccupazione.
Non appena i ragazzi
sopraggiunsero sul luogo da cui era partito il grido, trovarono Astra con il
viso in lacrime stretta fra le braccia di Crystal che cercava di mantenere la
calma davanti allo sconvolgente scempio che le si
presentava: all’interno delle scuderie, coperti di fieno e riversi a
terra giacevano i quattro New Europa, con accanto i loro beyblade gravemente
danneggiati e in alcuni punti spezzati. I blaider osservarono in silenzio la scena sconvolti, annientati, sopraffatti da una sensazione
di terrore che avanzava inesorabile verso di loro.
I visi dei quattro europei erano
maschere di tagli, ematomi, graffi e sangue, che in parte rappreso era rimasto attaccato alla loro pelle e ai loro vestiti,
strappati e lacerati in più punti. Hilary osservò inorridita la scena, cercando
però di vincere quella sensazione terribile che le artigliava lo stomaco. Si
avvicinò cautamente mentre Axel aveva chiamato la sicurezza ed il presidente Daitenji, chinandosi sui beyblade ed
osservando il terreno. Estrasse dalla tasca dei pantaloni il telefonino e
cominciò a scattare delle foto sul suolo coperto di fieno sotto gli occhi
straniti dei ragazzi e dei quattro destrieri dei russi che osservavano attenti
ogni mossa dei visitatori.
Fiamma portatasi alla destra del
suo blaider gli soffiò dolcemente sulla testa come a reclamare un po’
d’attenzione, ma il diciassettenne in quel momento aveva gli occhi fissi sulla
brunetta che scrupolosa fotografava ogni traccia
rimasta sulla terra smossa.
- Hila, si può sapere che fai? –
chiese Takao avvicinandosi all’amica
- Guardate, ci sono tracce di
beyblade in movimento; analizzeremo le foto e i beyblade dei New Europa nel
laboratorio che abbiamo a disposizione nell’Hotel e cercheremo di capirci
qualcosa – disse lei cercando di essere il più fredda e logica
possibile, anche se era difficile, soprattutto se sentiva di avere gli
sguardi di tutti i ragazzi puntati alle spalle. Axel le si
avvicinò mettendole le mani sulle spalle con fare protettivo. – Allora
fai quello che devi Hilary, e scopri la verità –
“Bastardo, lasciala” Kai fece
istintivamente un passo in avanti avvicinandosi così alla coppia; nelle sue vene
sentiva scorrere rabbia, odio per quel ragazzo che ora sapeva, nascondeva un
segreto pericoloso, ed un insolito senso di
preoccupazione gli fece volgere l’attenzione su Hilary. Ad un tratto prima che potesse avvicinarsi ulteriormente un
braccio lo trattenne con forza e nel girarsi incrociò lo sguardo glaciale di
Yuri che gli fece intendere di non fare sciocchezze. Il dranzerblaider spostò lo
sguardo sui due che dopo aver raccolto i resti dei beyblade e messi dentro delle
bustine di plastica, si avviarono seguiti dagli altri verso l’Hotel, mentre i
paramedici caricavano i quattro corpi martoriati.
- Troviamo Boris – gli sussurrò
Yuri prima di afferrare le redini di Tempesta e salirgli in groppa senza fatica.
Kai lo seguì con Fiamma anche se nella sua mente
l’immagine di Hilary accanto ad Axel non gli dava pace. Axel era un pericolo,
ed Hilary una sua amica…Di questo era certo…
Con uno scatto aprì la porta
spingendoci con forza il russo dentro e buttandolo con rabbia per terra.
- Ora mi spieghi che cosa è
successo, e niente bugie! - sbottò con voce lievemente più alta Yuri
- Ti ho detto che io non ne so
nulla! – si difese il falborgblaider rialzandosi da terra e massaggiandosi il
viso con un grosso livido sullo zigomo.
- Ed il
sangue? –
- Ho fatto a botte con Andrew
contento?! Non l’ho di certo massacrato –
Yuri abbassò le
braccia sconfitto; lui voleva credere al compagno, ma troppi indizi e
sensazioni portavano i freddi ragionamenti del capitano verso un’unica
direzione.
- Boris, abbiamo trovato i
quattro europei con i corpi martoriati ed i beyblade
ridotti ad un cumulo di macerie – aggiunse Kai guardando fisso il compagno senza
mai perdere per un istante la lucidità.
Boris sgranò gli occhi allibito,
rendendosi finalmente conto del perché degli atteggiamenti di Yuri. Scosse
sconvolto la testa. – Non starete pensando che sono stato io?! –
- E perché no, dopotutto hai
ammesso di aver picchiato Andrew, ed è nella tua filosofia avere simili
atteggiamenti -
- Piantala Crystal – la bloccò il fratello irritato da questa
affermazione.
Boris le lanciò un’occhiata
carica d’odio, ma lei non se ne curò. Almeno non apparentemente.
- Entra Hilary -
Il cuore della ragazza prese a
battere all’impazzata mentre teneva fra le mani sudate una cartellina con i
risultati delle sue analisi. Avrebbe preferito trovarsi in un qualsiasi altro
luogo piuttosto che lì, a dover rendere conto di quanto scoperto, a dover
necessariamente puntare il dito contro qualcuno.
Spinse la porta entrando piano.
L’aria che si respirava in quella stanza era grave e viziata, e gli occhi color
cioccolato della ragazza cercarono subito quelli stanchi del presidente
Daitenji.
Si avvicinò alla scrivania,
sentendo i muscoli contrarsi e gridare per lo sforzo ed
il cuore uscirle dal petto per la tensione. Ma doveva
farlo.
- Dimmi che non è come penso -
- Non sono io a dirlo, ma il
computer – in un modo o nell’altro voleva cercare di nascondersi, voleva tentare di convincersi che non era una sua volontà, ma
andò avanti.
- Abbiamo evidenziato tracce di
cinque beyblade nelle scuderie –
- Come cinque? – chiese
all’improvviso il presidente interrompendo la giovane. – Sì, cinque. Comunque la
cosa interessante è che nei dischi d’attacco dei beyblade europei ho trovato
tracce di…Piume – buttò fuori l’aria mentre avvertiva chiaramente gocce di
sudore imperlarle da fronte per la tensione.
- Piume? –
- Sì, e c’è di più; le tracce
rilevate erano già presenti nel nostro analizzatore, quindi abbiamo il nome del
beyblade dell’aggressore –
- Uhm…Piume dicevi? Dimmi che non è come penso…Non possono averlo fatto –
Tensione crescente e quel nome che aveva timore di far uscire dalla bocca. Prese
un grande respiro.
- Presidente, il bey è Falborg –
Un tocco deciso alla porta li
fece voltare di scatto. Erano tutti e tre lì in semicerchio appoggiati alle
pareti, Kai con la mente altrove, Yuri attento a cercare una via di fuga da
questa situazione assurda, Boris con mente e cuore rivolti a Crystal che lo aveva ancora una volta umiliato,
accusato di un crimine tanto mostruoso quanto assurdo.
Kai si mosse per aprire la porta
e nel farlo incrociò lo sguardo di Hilary che con il viso tirato e stanco era
davanti a lui. Il ragazzo la osservò per quelli che gli parvero parecchi
secondi, mentre con gli occhi percorreva ogni centimetro di quella pelle chiara
e leggermente arrossata in prossimità della guance.
Quando scese dai suoi capelli
castani ai suoi occhi, una morsa gli prese lo stomaco artigliandolo con forza,
ma allo stesso tempo donandogli scariche di energia lungo la spina dorsale. Era
esattamente come quella sera in cui si erano incontrati accanto a Fiamma. Una
sensazione di benessere, di armonia, un istante in cui tutti i suoi dubbi vennero accantonati senza che riuscisse ad opporsi.
- Che cosa c’è? – domandò Yuri
avvicinandosi alla ragazza senza però riuscire a rompere la bolla in cui Kai si
era intrappolato.
- Daitenji vuole parlare con te e
Boris, seguitemi – disse lei svanendo senza pietà dalla visuale del russo che in
pochi attimi si ritrovò solo a fissare il nulla davanti a sé. E senza di lei
vecchi e nuovi dubbi tornarono a tormentarlo…Ma perché si era sentito così?
Il tempo scorreva piano ed instancabile e l’unico segno del suo lento passaggio era
il ticchettio ripetitivo dell’orologio da polso che il ragazzo portava al polso.
Era quasi ora di pranzo e Yuri e Boris non erano ancora
tornati; non era neanche uscito ad allenarsi e questo era il secondo giorno
consecutivo. In teoria non sarebbe stata una cosa tanto strana, ma lo era dal momento che si stava parlando di Kai Hiwatari, colui che
per il beyblade aveva dato la vita, e che ora nonostante questo attendeva
impazientemente che i suoi due compagni tornassero dalla riunione con il
presidente.
Già perché in fondo ne era
consapevole; se fosse andato tutto come si aspettava la squadra russa sarebbe stata eliminata dal torneo, una squalifica, un
ostacolo per quello che era il suo più grande desiderio: battere Takao e
diventare campione del mondo. D’altro canto era impensabile che il presidente
non prendesse provvedimenti per l’azione di Boris. Kai era certo che il compagno
avesse detto la verità e cioè che lui con Andrew si era
solo picchiato, ma ovviamente non c’erano prove, non c’erano testimoni e gli
unici che avrebbero potuto confermarlo erano in un letto d’ospedale.
“Come gli Scudi Sacri…”
improvvisamente gli balenò l’immagine dei quattro corpi della squadra di Ozuma e
sentì i pungi stringersi. Troppi incidenti, troppi
avvenimenti inconsueti stavano accadendo da quando era iniziato il torneo, ed ora di una cosa era certo…Gli Obscuras avevano a che fare
con tutto questo. La discussione con Brooklyn aveva gettato
luce su alcune tessere del puzzle che tentava di ricomporre, ma era
comunque insufficiente. Era strano, ma ora come ora la cosa che più gli premeva
era scoprire le vere intenzioni di quei quattro ed il
fatto che a breve sarebbe stato eliminato da quello che era il torneo della sua
vita era passato in secondo piano.
Improvvisamente dalla porta del
bagno uscì del vapore seguito da Crystal che con addosso
un asciugamano portava un turbante avvolto sulla testa per trattenere i
folti capelli rossi. Le gocce d’acqua imperlavano il suo collo scendendo
delicatamente ad accarezzarle la pelle chiara, formando quasi una collana di
perle luminose. La ragazza oramai abituata alla presenza di tre uomini non si
fece prendere dall’imbarazzo, anche se ovviamente trattandosi di Kai, tutti i
suoi movimenti erano più fluidi e lenti quasi seducenti come se volessero
irrimediabilmente essere notati.
- Yuri e Boris? – chiese lei
ad un tratto
- Sono a parlare con Daitenji
–
- Certo che Boris è davvero un
idiota –
Kai si volse verso la compagna
che di spalle a lui si era infilata una maglia viola e sciolto il copricapo
lasciando così correre una cascata di capelli bagnati rosso scuro sulla
schiena.
Il russo la osservò ancora un po’
mentre rifletteva sulle sue ultime parole, parole che mai avrebbe pronunciato pochi mesi prima.
- Pensi che sia stato lui? -
Le si
voltò verso di lui incatenando i suoi occhi con quelli ametista di Kai e
avvicinandosi.
- Perché tu no? E’ evidente -
- Appunto, e le cose non sono
necessariamente come sembrano – disse quelle parole con convinzione rivedendo
parecchi suoi atteggiamenti e situazioni che lo riguardavano.
Improvvisamente un rumore alla
porta li fece volgere di scatto e Kai si diresse ad aprire senza rendersene
conto con il cuore in gola, attendendo quella che sarebbe stata una squalifica,
un addio…Hilary…
- Moses -
- Ciao Kai, scusa il disturbo ma
volevo dirti che vorremmo parlare a te e ai tuoi
compagni. Venite questa sera alle 22.00 a questo indirizzo e non ditelo a
nessuno – gli consegnò un biglietto ripiegato che il russo
prese velocemente aprendolo e leggendo l’indirizzo con Crystal che
incuriosita gli si era avvicinata.
The
Hideout -112 West ChannelRoad, Santa Monica, CA
90402
Vieni
con i tuoi compagni di squadra, dobbiamo parlarvi…Abbiamo
novità.
Brooklyn
Quando la porta si aprì,
lasciando entrare un tenue raggio di luce Yuri ci mise un po’ per abituarsi
all’oscurità che regnava in quella camera. Le imposte abbassate e le tende
chiuse avevano fatto cadere la loro stanza nell’oscurità più profonda nonostante
qualche coraggioso raggio cercasse di penetrare in quella fortezza di ghiaccio.
Trovò Kai e Crystal fermi ad
attenderli, come se sapessero perfettamente cosa sarebbe successo di lì a poco.
Boris dietro di lui cercò immediatamente Crystal che indifferente e glaciale
sedeva comodamente sul letto di Kai lanciandogli dardi infuocati con lo sguardo.
Il russo non si tirò indietro, profondamente arrabbiato e deluso dal suo
comportamento.
- Siamo fuori vero? – Kai non
riuscì a trattenere quelle tre parole che premevano sulla sua lingua da troppo
tempo. Era come trovarsi ad un passo dal baratro; sai che tra pochi istanti
cadrai, ma vuoi sentirtelo dire, vuoi averne la
conferma, ma non per paura…Semplicemente perché ti piace farti del male. Il
dranzerblaider osservò attentamente il suo capitano obbligandosi a non lasciarsi
andare in momenti di debolezza o depressione. Ci aveva messo l’anima per quel
torneo, ed i suoi sforzi erano stati vani…Tutto era
stato inutile…A partire dai suoi atteggiamenti…Sentiva un groppo alla gola, ma
lo costrinse a restare lì dov’era.
Yuri lo guardò per quelle che
sembrarono ore, attimi che per Kai sembravano non
passare mai.
- No -
Batté le palpebre certo di non
aver capito. Quelle due lettere lampeggiavano come una luce in fondo ad un
tunnel, risuonavano come note distinte nella sua mente. No.
- Come no? – chiese Crystal
stupita
- Ecco diciamo che…Il presidente
ci ha concesso di restare in gara, a patto che il colpevole venga escluso dalla competizione – introdusse Yuri guardando
i due.
- Ma noi
non abbiamo il colpevole – puntualizzò Kai
- Forse – aggiunse Crystal
squadrando male Boris
- Ad
ogni modo Boris ha deciso di non prendere parte agli incontri…Di fatto i Neoborg
ora sono tre –
- Strano che Daitenji abbia fatto
una proposta simile, non è molto nella sua filosofia –
- Infatti non è partito dal presidente – disse Boris. Kai e
Crystal si fecero attenti
- E chi? –
- L’assistente tecnico dei BBA,
Hilary. La ragazza ha intercesso per noi presso il presidente. A quanto mi ha
detto è stata lei a chiedere che non venisse eliminata
la squadra – spiegò Yuri ad una Crystal visibilmente irritata e ad un Kai che
per un istante aveva sentito il cuore fermarsi. Si era fermato alle prime parole
che il suo capitano aveva pronunciato: Hilary aveva intercesso per loro…Lei
aveva pregato che la Neoborg non venisse eliminata…Lei
che sapeva cosa per lui rappresentasse il beyblade.
- All’inizio non ci credevamo
neppure noi…Insomma non ce lo aspettavamo – disse Boris
soffermandosi su Crystal che a malapena riusciva a tenere a freno la collera che
le aveva invaso le vene. – Ed immagino anche che ora
dovremmo ringraziarla! – fece stizzita lei come se fosse un oltraggio. Yuri
sostenne il suo sguardo con fermezza; nemmeno a lui andava a genio l’idea di
dover ringraziare qualcuno, in particolare un suo avversario, anzi un BBA, anzi
una donna.
- Vado io – un sussurro, forse un
pensiero o forse no. Troppo flebile per essere udito,
ma anche troppo rumoroso per essere riuscito a celarlo agli altri. Kai si alzò
dirigendosi alla porta e chiudendosela alle spalle senza ascoltare quello che
Yuri gli stava dicendo. La sua mente era un vorticare di pensieri, sensazioni,
suoni, immagini e tutti avevano un collegamento con Hilary. Perché lo aveva
fatto? Cosa ci guadagnava lei ad aiutare l’unica squadra che poteva impensierire
la BBA? Doveva saperlo, doveva chiederglielo…Ma forse
non era questo ciò che la sua anima voleva sapere, forse per la prima volta
voleva ritrovarsi in quella bolla ma non lo voleva ammettere neppure a se
stesso…
Non appena ebbe lasciato la
stanza del presidente con Yuri e Boris, Hilary si diresse al suo piano senza
rivolgere parola con i due russi che probabilmente non si sarebbero sentiti a
loro agio a dover chiederle spiegazioni. In fondo lei che spiegazioni avrebbe
potuto dargli? Che lo aveva fatto per Kai? Che sapeva quanto il campionato fosse
importante per lui? Che dopo aver capito che Kai a lei avrebbe sempre preferito
il beyblade, aveva fatto di tutto per lasciargli l’unico amore che avesse? Non
c’erano altri motivi; a lei la faccenda non convinceva ma comunque le analisi
non potevano mentire: Boris aveva attaccato i New Europa, ma questo non
significava che anche Yuri, Crystal e Kai dovessero esserne al
corrente. Lo aveva fatto per lui, perché gli voleva bene e per la sua
felicità avrebbe fatto qualsiasi cosa…
- Hila – un braccio la prese con
dolcezza interrompendo il filo dei suoi pensieri, facendola perdere in quel
labirinto smeraldino in cui si perdeva volentieri. – Axel dimmi -
- Ecco…Ti ho vista uscire dalla stanza del presidente e mi chiedevo se
avevi scoperto qualcosa sui New Europa. Purtroppo non si sono ancora svegliati,
ora sono all’ospedale – disse sconfortato il giovane passandole una mano dietro
la schiena e facendola così rabbrividire.
- No, nulla di
interessante – non le piaceva mentire, ma il presidente le aveva chiesto
di non disperdere la voce fino a domani. Il giorno del terzo incontro avrebbe
dato lui stesso la notizia a tutti.
“Non mi piace quando mi menti Custode, ma
per venire a sapere una cosa che già so posso
aspettare” pensò il Demone pregustando il momento in cui tutti avrebbero
visto la squadra russa nella sezione delle eliminate.
- Senti Hila – iniziò portandosi
sempre più vicino a lei. La brunetta arrossì notevolmente non appena potè
avvertire il fiato di Axel su di sé e il calore del suo corpo perfetto contro il
suo.
- Ti offenderesti se ti chiedessi
di uscire con me questa sera? – le sussurrò ad un
orecchio senza allontanare le braccia dalla schiena della ragazza.
Hilary si sentì il cuore
artigliato in una morsa piacevole e piena di carica elettrica. Axel di fatto la
stava invitando a cena, le stava proponendo un appuntamento e lei in questo
momento si trovava ad una brave distanza dalle sue
labbra, quelle stesse strisce di carne che l’avevano fatta sussultare il giorno
prima, quella stessa bocca che ora si faceva lentamente più grande e vicina.
Sentì il cuore correrle per il petto, tentando di avvicinarsi maggiormente al
ragazzo o forse cercando di sottrarsi. Non lo sapeva con certezza, ma credeva di
non volerlo neppure sapere. Una cosa era certa però: lei non si stava
sottraendo.
- No – mormorò la brunetta
riferendosi all’invito a cena prima che la sua vista venisse oscurata dall’ombra che i capelli di lui ricreavano
sul suo viso. Si trovò ad osservare le sue iridi
meravigliose da una distanza minima ed il respiro le si mozzò di colpo. Dio come
l’attirava, coma la catturava quello sguardo, lo voleva
sentire su di sé, le faceva bene, la faceva sentire amata, desiderata, forse
egoisticamente, ma era questo che cercava.
- Axel – sussurrò a due
centimetri dalle sue labbra avvertendo il fiato di lui
sulla bocca e le sue braccia che la tenevano stretta.
- Hilary – le disse lui sottovoce
prima di continuare la sua scesa sulle labbra rosate della ragazza.
Lei socchiuse gli occhi.
“Hilary
no!”
“Hilary” Buio…No, non poteva essere. Tutto, ma mai
quello…
- Hilary – pronunciò con voce seria ed austera a pochi metri da loro. E così il tempo, lo spazio,
Axel, Hilary ed il suo cuore si fermarono.
“Kai…” la giovane ancora stretta fra le braccia di Axel
incrociò lo sguardo del russo che a pochi metri da lei l’aveva appena chiamata,
interrompendo quel magico contatto che stava per diventare un bacio. L’avevano
chiamata in due, Kai e la prima voce, quella che l’aveva sorpresa tante volte e
che sembrava quasi una seconda coscienza, a differenza della seconda che invece
pareva richiedere aiuto.
“Maledetto Cavaliere”
“Non ci credo! Il Demone della Malvagità
giocato per la seconda volta da un ragazzino! Non starai perdendo colpi tesoro?”
“Zitta Astra”
“Sarà, ma intanto mentre tu giochi a fare il
conquistatore io ti dico che in camera della Custode non c’era niente di interessante”
“Come niente?”
“Esattamente quello che ho detto…La sua
Essenza non è in nessun oggetto metallico. Ho controllato anelli, bracciali,
lettori musicali, niente”
“Non è possibile, lei deve aver toccato
l’Essenza, altrimenti come avrebbe curato Kai?”
“Una possibilità mi è venuta, ma sarebbe
incredibile e praticamente impossibile per noi da
trovare”
“Dimmi”
“Fin dall’antichità le Essenze sono sempre
state attirare da oggetti luminosi, lucenti, monili, spade, corone, metalli
comunque…Ma non è obbligatorio. Secondo me l’Essenza di questa Custode…Non si
trova in un oggetto metallico”
Ed
eccoci qui!! Ammetto che era da tanto che non faticavo
così! Avevo troppi pensieri e sensazioni da mettere giù per i vari personaggi e
spero di non aver fatto un fritto misto^^
Temo
che l’ultima parte sia leggermente incasinata, ma per ragion di cronaca, le
parti in corsivo che riguardano Axel o comunque i Demoni sono pensieri
telepatici, e che quindi sentono solo i demoni, mentre quel corsivo centrale è
la prima voce che sente Hilary…Sugli spezzoni iniziali beh…I colori servono a
distinguere spezzone da spezzone, e sono presi da
Beyblade e Beyblade VForce. Ecco spero di essere stata
abbastanza chiara. Mi auguro che vi sia piaciuto ed ora
svoltiamo a destra per arrivare all’…
Angolo dei
Grazie^^
Cherry_88:
Ciaoooo
tesoroooo! Ti prego non scuoiarmi viva, non far fare a
Sofia un’autopsia sulla sottoscritta! Mi spiace di non essere riuscita a mettere
la parte “Los Angeles the tour” ( che tra l’altro ho
praticamente finito) solo che quando l’ho scritta di seguito a questo mi sono
resa conto che veniva troppo lunga perciò ho suddiviso il tutto in due capitoli.
Fare un’estrema sintesi di questo per mettere magari un pezzo scarso dello
scenario non mi sembrava bello, e poi poco coerente con il ritmo del resto della
storia…Spero che potrai perdonarmi!
Come
sempre ti ringrazio immensamente per i tuoi continui ed
immancabili pareri, grazie davvero!
Eh
sì…Ho sempre avuto l’idea di Brooklyn come di una persona molto particolare e
questa sorta di alleanza è nata quasi da sola. Kai dovrebbe volgere l’attenzione
verso i lidi giusti come dici tu, ma chi può dire quale
sia il lido giusto per lui^^. Grazie ancora mia cara, spero che commenterai
anche questo! La prossima volta ti giuro che non mancherò!
Baciuzzi Avly
_Marghe96xD_: **una nuova
voce! Che meraviglia!! Grazie 1000 per il commento e
spero con tutto il cuore che anche questo capitolo sia di tuo gradimento!
Aspetto il tuo parere per sapere cosa ne pensi!^^
Baciuzzi Avly
Lexy90: la mia
mitica, indispensabile tesora! Grazie per aver commentato lo scorso
capitolo…Allora diciamo pure che l’alleanza fra i due ex-nemici sta piacendo a
tutte^^ Spero di non deluderti con questo…E’ stato un capitolo complicato non
solo per la grande predominanza che hanno avuto i sentimenti, ma anche perché
non si è trattato di esprimere i sentimenti di una sola persona, ma di parecchi
personaggi…Avevo il cervello diviso in più pensieri^^ Spero che questo capitolo
ti piaccia e aspetto il tuo commento…Oramai non posso farne a meno!!
Baciuzzi Avly
Pierina: cara la
mia nuova scrittrice! Sono contenta che ti sia rimessa a scrivere e sinceramente
il colore di questo capitolo è stato in buona parte ispirato da te^^ Hilary
aveva il cappuccio viola nella tua fic^^ Spero che questo capitolo ti sia
piaciuto e grazie per i tuoi continui complimenti!!
Axel
ti da sui nervi?? Mi spiace ma non ce ne libereremo
tanto facilmente! Come cattivo mi è venuto proprio bene, è uno dei personaggi di
cui vado fiera^^ Boris spero ti sia piaciuto, lui non è
freddo ed orgoglioso come gli altri due, ma non tradirebbe mai Crystal ecco
perché non ha detto a Yuri o a Kai del fatto che li ha sentiti parlare insieme!
Beh spero di ricevere il tuo parere anche su questo!!
Aspetto il tuo di seguito^^
Baciuzzi Avly
DarKAngeL91:
tesoro non preoccuparti!! Non fa niente se non riesci a
commentare, ci mancherebbe! Spero solo che i capitoli ti continuino a piacere e
se dovessi avere delle critiche fatti avanti senza problemi!! Comunque spero vivamente che anche questo capitolo ti sia
piaciuto, mi spiace che sia leggermente transitorio, ma come ho detto a Cherry l’avevo scritto con una parte in più, ma visto che
veniva enormemente lungo ho preferito tagliare il capitolo invece che fare delle
sintesi che avrebbero rovinato il quadro generale. Spero che questo ti piaccia e
ovviamente di ricevere il tuo parere^^
Baciuzzi Avly
Kamy: la mia Kamy
alla fine arriva sempre^^ Grazie 1000 per esserci! Anche per te rinnovo quanto
detto, l’alleanza fra Kai e Brooklyn ha conquistato!!
Vedremo cosa accadrà…Non aprirò bocca^^
Grazie per il tuo immancabile appoggio e spero di
ricevere il tuo parere anche su questo! Guarda che aspetto Metallo e Sangue!!
Baciuzzi Avly
Un
grande grazie e un mega Baciuzzo va ad Anima che con le sue parole è riuscita
a fare molto per questo capitolo…Grazie 1000!
Ringrazio anche le mie carissime PICH_91, Lirinuccia, Lenn Channed Helens!! Baciuzzi
forti!!
Come
di consueto Baciuzzi anche solo a chi legge e a chi ha inserito questa storia
fra le preferite e/o seguite!!
Capitolo 16 *** Tra Incubo, Sogno, Realtà ed Illusione ***
Quanto è sottile il confine tra sogno e realtà
Salve
gente! Sì, sono tornata! Mi scuso per
il ritardo ma sono tornata mercoledì da Ravenna e oggi sono riuscita finalmente
ad aggiornare^^. Per questo capitolo vorrei ringraziare di cuore Cherry_88, grazie infinite! E’ tutto
merito tuo! Sperando di poter presto postare il nuovo capitolo…Vi auguro una Buona Lettura!
Tra Incubo, Sogno, Realtà ed Illusione
Quanto è sottile il confine tra sogno e realtà? Quanto
lieve può essere il muro che li divide e che impedisce loro di avvicinarsi, di
toccarsi, di amarsi? Quanto era stata vicina al sogno per poi sprofondare nella
realtà?
Era
stata stretta fra le braccia di Axel e stava quasi per venir baciata dal moro, ma era bastato un richiamo perché
quell’incantesimo finisse. Avrebbe potuto continuare a specchiarsi in quelle
pozze di smeraldo per ore senza mai saziarsene, senza mai stancarsi dei suoi
occhi; ma la magia di quell’attimo si era infranta, distrutta come tanti piccoli
frammenti di uno specchio che ora rivelavano la sua immagine in più scaglie.
Perché si era fermata? Avrebbe benissimo potuto baciare
Axel anche in presenza di altri, non sarebbe stato così
strano dopotutto…Già peccato che “quell’altri” fosse Kai.
-
Axel scusami tanto – gli mormorò non appena si rese conto che la magia si era
dissolta ed era fluita via dalle loro dita. Lui capendo allentò lentamente la
presa da lei, senza mai lasciare però i suoi occhi e controllato a vista da un
Kai, che attendeva impaziente con un senso di acidità che gli impediva di
muoversi.
-
Non preoccuparti – le disse lui posandole un bacio sulla fronte e sciogliendo
l’abbraccio.
Lei
gli rivolse un sorriso luminoso prima di voltarsi ed
avanzare verso il russo, che appoggiato alla parete con le braccia incrociate
pareva essersi pietrificato sul posto. Axel gli lanciò una fiammata con gli
occhi, segno che questa non gliela avrebbe perdonata,
Kai Hiwatari ricambiò prontamente, con tutto l’odio che aveva nell’anima. – Hila
– disse il moro ad un certo
punto.
Lei
si volse nuovamente verso di lui. – Dimmi –
-
Ti passo a prendere questa sera per le 20.00 va bene? – disse lanciando uno
sguardo compiaciuto a Kai.
Hilary annuì e così Axel se ne andò, pronto a
raggiungere gli altri lanciando imprecazioni e dichiarazioni di morte verso quel
Cavaliere che cominciava veramente ad infastidirlo. “Tu
e quelli del tua razza siete tutti uguali Cavaliere.
Solo la Fenice poteva sceglierti”
Uno di fronte all’altra, come opposti di un unico
magnete, come due schieramenti nemici, come duellanti pronti a
combattere. Da una parte freddo e
calcolo, dall’altra fuoco ed istinto, ma ora non erano
ben chiare le rispettive parti. Kai che inizialmente aveva sempre pianificato in
anticipo le sue mosse, ora stava inconsapevolmente agendo sotto l’influsso dei
sensi, compiendo azioni inusuali e nuove per lui; dal
canto suo Hilary si sentiva combattuta ogni volta che gli occhi di Kai la
scrutavano, quelle pozze ametista che tante notti avevano colorato, che tante
pagine di libri avevano invaso, che tanti sogni avevano popolato ora la
osservavano con fare indagatore, quasi volessero scavarla dal profondo e la
ragazza si rese conto che nonostante tutti i suoi sforzi quegli sguardi erano
ancora capaci di farle stringere il cuore. Scosse la testa per scrollarsi quei
pensieri. No, era solo un effetto momentaneo, lei stava per baciare Axel, e di
sicuro l’avrebbe baciato…Forse questa sera stessa. Kai era il passato, solo il
passato, nient’altro che un suo amico
e…Passato.
-
Che cosa c’è Kai? – ruppe il silenzio che si era venuto a creare tra i due, come
quella barriera fra sogno e realtà. Chi era ora il sogno e chi la realtà?
Il
ragazzo si rese solo ora conto che non aveva minimamente pensato a cosa dirle,
in realtà non aveva nemmeno pensato di chiamarla…L’aveva semplicemente fatto. Le
sue labbra si erano mosse più velocemente di lui, ed il
suo cuore aveva ripreso a battere non appena quei due si erano staccati. La sua
voce li aveva divisi, e non seppe non essere soddisfatto per questo. Ma perché?
Lei
era una sua amica, l’aveva in parte protetta da quell’essere…Sì era questa la
motivazione…Poteva essere solo questa.
-
Perché lo hai fatto? – in quel momento però chiese a se stesso a cosa si stesse
riferendo. Parlava del fatto che aveva salvato la sua squadra dall’eliminazione
o del fatto che stava per baciare Axel? Non voleva nemmeno pensare a quella
possibilità; gli si stringeva lo stomaco anche solo al pensiero che la brunetta
avesse potuto baciare quel mostro. Lui sapeva che gli Obscuras rappresentavano
un pericolo, e per questo quei maledetti non dovevano nemmeno avvicinarsi ai
suoi amici…Ma allora perché non provava lo stesso fastidio anche quando Samantha
baciava Takao?
-
Cosa? –
Si
riscosse dai suoi pensieri, indugiando come catturato, sugli occhi della
brunetta, pozze color cioccolato che fino a poco fa erano state vicinissime e quelle di Axel. Strinse un pugno.
-
Perché hai intercesso presso di noi con Daitenji? - parlò senza distogliere lo
sguardo da lei, parlò senza ascoltare quello che la sua anima tentava di fargli
arrivare.
Gli
occhi della ragazza si spalancarono per la domanda, quasi non credesse nemmeno
lei alle proprie orecchie. Hilary lo osservò stranita per un attimo. Aveva
interrotto il suo bacio con Axel per questo?!
- A
te le parole amicizia e fiducia sono totalmente estranee? – chiese sarcastica
rispondendogli con fare quasi irritato. Non era possibile, aveva rovinato un
momento così magico per lei per chiederle una cosa così
ovvia?
-
Piantala con il buonismo. Che motivo hai di aiutare
l’unica squadra che può soffiarvi il titolo? – si stava scaldando, non tanto
perché non le credesse, ma sentiva un’insolita rabbia diffondersi nel suo corpo,
e la stava riversando tutta in quelle parole. Non sopportava che qualcuno lo
aiutasse, soprattutto Hilary che già troppe cose sapeva sul suo
conto.
-
Oh Dio, Kai non ci credo che lo pensi davvero. Guarda che non tutte le persone
hanno secondi fini – la ragazza cominciò ad alzare la voce, irritata dal suo
atteggiamento, delusa perché credeva che almeno un po’ la conoscesse,
amareggiata perché si era resa conto che Kai ancora non
la considerava una vera amica…Altrimenti non glielo avrebbe mai chiesto.
Kai
la scrutò ancora per parecchi istanti, indugiando sui suoi occhi che ora lo
osservavano colmi di rabbia e risentimento. Sentì lo stomaco stringersi, ma non
demorse...Compì solo un passo troppo lungo…
-
Lo dici proprio tu, che i doppiogiochisti li hai a pochi passi ogni giorno –
un’altra frase sfuggita al suo controllo, un altro errore che la mente selettiva
di Hiwatari commetteva nel giro di pochi minuti. Non avrebbe dovuto dirlo, non
aveva ancora prove sensate, ma non voleva altro che lei si accorgesse di chi erano gli
Obscuras…Aveva pensato…Lei. Gli
importava relativamente che Takao e gli altri se ne accorgessero, ciò che più
gli premeva era che a capirlo fosse lei.
Hilary lo osservò sconvolta senza riuscire a capire a
che gioco stesse giocando. Che cosa voleva dire? E poi come si permetteva di
accusare persone che neanche conosceva, giacché aveva
perfettamente capito a chi si stesse riferendo il russo.
-
Mi spiace che tu la pensi così. – ora era arrabbiata, aveva offeso i suoi amici
ed in particolare Axel…E forse aveva capito anche
perché.
-
Purtroppo la gelosia è un brutto male – lo ferì lei con decisione sorprendendo
persino uno come Kai. Il ragazzo la squadrò con la rabbia che oramai lo aveva
pervaso. Lui geloso? E di chi?
-
Ma che diavolo dici? – disse lui mentre senza che se ne
rendesse conto immagini dei vari incontri fra Hilary ed
Axel gli passarono davanti come un film.
-
Certo…Dopotutto la squadra di Axel è veramente forte e chi lo sa magari potrebbero essere persino loro i prossimi campioni
del mondo. Geloso che siano in gamba quanto e forse più di te? – non pensava seriamente quello che
diceva, ma lo voleva ferire per come si era comportato,
ed poi perché spesso facciamo cose che magari non vorremmo, ma le facciamo
perché dopotutto non siamo macchine e talvolta le nostre emozioni, la nostra
impulsività prendono il sopravvento sulla nostra parte razionale.
Kai
si sentì quasi come se lo avessero colpito quando quelle labbra si mossero per
dare vita a quell’intreccio di suoni e parole così
gradevoli ed amare. In parte racchiudevano un frammento
di verità, almeno una verità che era sopravvissuta nella sua mente fino a pochi
giorni fa, ma che ora non credeva più appartenesse alla realtà.
-
Ma va al diavolo Hilary! – con rabbia disse quelle
parole allontanandosi da lei e dirigendosi verso il suo piano, sentendo quasi un
vuoto nel momento in cui si fu distante dalla brunetta.
Fu allora che lo sentì: il rimorso, un dolore al petto che per la prima volta
nella sua vita lo fece davvero pentire di quello che aveva fatto. Non si era mai
pentito delle sue scelte, neppure quando era passato dalla parte di Vorcof...Allora perché era bastato discutere con quella ragazza per
farlo sentire così?
-
Comincia ad andarci tu! – sbottò lei prima di tornare in camera sua, delusa,
amareggiata, triste come se le avessero appena strappato un pezzo di cuore e di
anima.
-
Perché hai voluto farci venire qui Samantha? – chiese
Axel smaterializzandosi accanto ad Ares nel luogo dove Samantha aveva dato loro appuntamento.
La
ragazza fece finta di non averlo ascoltato e si diresse a passo sicuro verso un
determinato punto, attraversando alcuni platani e arrivando davanti ad
un’iscrizione incisa su pietra levigata proprio incavata nel terreno. Astra
lesse le indicazioni a caratteri dorati sulla pietra.
-
Che ci facciamo davanti ad una lapide? -
-
Avevo sentito parlare di questo posto ed ero curiosa…E poi qui siamo lontani da
orecchie indiscrete non vi pare? – ironizzò il Demone chinandosi ad osservare l’incisione di colore oro che riportava il nome
di una famosa attrice statunitense, che a modo suo aveva avuto gli occhi del
mondo…Come presto sarebbe accaduto a loro…
-
Già tutto sommato mi ispira questo Westwood Village
Memorial Park, sembra quasi di essere…A casa – proseguì Ares appoggiandosi ad
uno dei grossi platani.
-
Allora che ci volevate dire ragazze? –
-
Non sei in vena di perdere tempo Axel eh? – chiese divertita Astra
-
No, non mi piace perderne lo sai – fece lui con tono
infastidito
-
Ma che è successo? Hilary ti ha rifiutato? – chiese
Samantha curiosa
-
Oh no, diciamo che il nostro bel demone è stato nuovamente fregato dal Cavaliere
della Fenice – spiegò il Demone dell’Illusione.
-
Sì ridi pure…Più quel ragazzo fa così, più io mi divertirò ad infierire domani quando il presidente annuncerà
l’eliminazione della sua squadra per comportamento antisportivo –
-
Sarà…Comunque non siamo qui tra le tombe per discutere di Kai giusto? – Ares
interruppe annoiato la discussione, riportando l’attenzione di Demoni e tombe
sulla questione principale.
-
Già, allora i miei piccoli esseri oscuri hanno setacciato tutta la camera dove dorme Hilary e non hanno trovato la sua Essenza –
Astra fece il punto della questione velocemente cercando di far trarre a
ciascuno le proprie conclusioni.
-
Mi dicevi che probabilmente la sua Essenza non si trova in un oggetto di metallo
– proseguì Axel
-
E’ l’unica soluzione plausibile; lei deve aver toccato la sua Essenza, deve aver avuto un contatto fisico con la sua Creatura,
altrimenti i suoi poteri di Custode non si sarebbero risvegliati –
-
Noi abbiamo cominciato ad avvertire la presenza della Custode circa a metà della
tappa finlandese quindi… - iniziò Ares
-
…Quindi Hilary deve aver toccato l’Essenza quando eravamo ancora ad Helsinki, ma per percepirne così nitidamente l’energia,
l’Essenza deve essere anche qui – proseguì Astra cercando di seguire un filo
logico.
-
In fondo non ci serve saperlo –
- E
perché Axel? A noi serve l’Essenza della Custode altrimenti come apriamo i
Portali? –
Axel si avvicinò ai compagni tenendo le braccia
incrociate davanti al petto ed assumendo un tono serio
e gravoso, un tono che voleva essere definitivo
-
Hilary agisce totalmente in incoscienza, non sa nulla dei suoi poteri, nessuno
immagina neanche lontanamente cosa si stia muovendo a loro insaputa. E’ per
questo che una volta separati i Cavalieri, prenderli uno ad uno e rubare le loro Essenze non sarà un problema; per
quanto riguarda Hilary sono certo che presto riuscirò a trovare la sua Essenza,
o sarà lei stessa a consegnarmela -
-
Ma se hai detto che è completamente incosciente –
-
Sì, ma lei…La sua Essenza no. E lei correrà in aiuto della Custode se Hilary
dovesse trovarsi in pericolo ne sono certo –
-
Come fece Suzaku l’ultima volta vero? –
Axel indurì l’espressione del suo volto a sentire quel
nome, un nome che ancora bruciava nella sua anima come
cenere ardente.
-
Sì, come Suzaku -
Non
appena il sole sprofondò oltre la sottile linea dell’orizzonte, inghiottito
dalla terra e cedendo così il posto all’oscurità che lentamente tingeva il cielo
con striature blu e violette, Hilary si fece trovare davanti alla porta
principale dell’Hotel con Takao e Samantha che insieme a lei attendevano Axel. Julia aveva lasciato l’amica non
appena questa aveva finito di prepararsi ed era andata ad allenarsi, lasciando
la brunetta solo in compagnia del dragoonblaider che non faceva altro che farle raccomandazioni da buon amico e da mamma. Fortuna che
Samantha lo metteva in riga.
-
Basta Takao, sembri mia madre – sospirò esasperata dopo l’ennesimo
avvertimento
-
Su Takao lasciala in pace, Hilary vai tranquilla e pensa a divertirti – le disse
Samantha con un sorriso dolcissimo. – Grazie –
Dei
passi lievi ed aggraziati dietro alle loro spalle li
fecero voltare verso l’ingresso, osservando così i quattro russi che uscivano
insieme dall’albergo dirigendosi verso l’uscita. Hilary evitò accuratamente di
posare gli occhi su Kai, ancora profondamente arrabbiata per la sua ultima
uscita di qualche ora prima. Non riusciva a credere che avesse potuto dire
quelle cose sugli Obscuras…Dar loro dei doppiogiochisti…Già come se lui fosse un
santo; ma chi si credeva di essere?
-
Ehi Kai dove andate? – chiese Takao all’amico
Crystal si volse incrociando così lo sguardo perplesso
di Hilary che alla fine si era voltata verso di loro. – Cena di squadra – disse
con un sorriso appoggiando le mani sulle spalle del fratello e di Kai e con
grande sorpresa di Hilary e Takao non si scansò.
-
Ah…Beh allora divertitevi – li salutò Samantha.
Kai
spostò lo sguardo sulla brunetta che dal canto suo rimase impassibile
osservandolo con quegli stessi occhi che l’avevano torturato per tutto il
giorno. Indugiò sul suo viso prima di inquadrarla per intero: indossava una
gonna di jeans abbinata a dei leggins blu scuro ed una
maglia scollata dello stesso colore che le lasciava le spalle scoperte e che
presentava a quanto aveva visto prima, una spaccatura sulla schiena. Le rivolse
un’occhiata gelida non appena si ricordò dove e soprattutto per chi si era messa
così in tiro. Si ritrovò inspiegabilmente a pensare che per uno come Axel tutta quella cura fosse eccessiva, anzi che per
uno come quell’essere anche la sola presenza della ragazza fosse troppa.
-
Andiamo? – gli chiese Crystal risvegliandolo con un leggero tocco sul braccio
Lui
osservò ancora la brunetta che in risposta gli rivolse
lo stesso sguardo di ghiaccio. – Sì –
E
così lasciò che i suoi occhi color ametista abbandonassero il corpo della
ragazza, dirigendosi verso l’uscita e allontanando da sé solo l’immagine della
sedicenne, perché i suoi occhi ed il continuo rimorso
che provava non lo lasciarono…
-
Prego – la sua voce così calda e confortevole fece correre un brivido lungo la
schiena di Hilary che entrò dentro il ristorante
seguita da Axel che elegantemente le aveva aperto la porta con un lieve inchino.
La ragazza sorrise davanti a tanta galanteria, colorando lievemente le sue
guance di un rosa pesco che le donò quella sensazione di un leggero trucco sul
viso.
Axel le si avvicinò facendole
strada, lasciandosi dietro di sé solo gli sguardi ammaliati delle donne sedute
ai tavoli, che come sotto ipnosi non potevano privare i loro occhi di tanta
meraviglia. Hilary si premunì di lanciare loro scintille incandescenti.
“Come dar loro torto” pensò osservando la figura
elegante del ragazzo accanto a lei. Axel era semplicemente bellissimo, un Dio
greco, una creatura perfetta, e non solo per quanto riguardava l’aspetto fisico.
Il giovane indossava un abbigliamento non eccessivamente elegante, ma che pareva
cucito su misura per lui, evidenziando ogni centimetro di quel corpo
magnificamente modellato.
Indossava dei jeans chiari ed
una camicia bianca molto raffinata che metteva in piena mostra il frutto dei
duri allenamenti di beyblade a cui il ragazzo si sottoponeva. Occhi splendenti
color smeraldo e capelli castani completavano quel magnifico dipinto.
Lui
le tirò indietro la sedia facendola sedere, dopodiché le si
sedette di fronte – Allora ti piace? –
-
Sì, molto carino – rispose lei dando un’attenta occhiata al locale. Si trovavano
al ristorante Ago, un locale stile trattoria italiana
famoso non solo per l’ottima cucina, ma anche per essere luogo d’incontro
di molte star del cinema. Le pareti dai colori rilassanti e delicati erano
contornate da un piccolo spiazzo scoperto, adornato da rampicanti e fiori
profumati, che armoniosi si intrecciavano con le
decorazioni dei muretti. Il clima era tranquillo e si
inspirava un’atmosfera serena, accompagnata da una leggera musica di
sottofondo.
Hilary ed Axel sedevano proprio
in uno dei tavoli per due che erano scoperti, accerchiati così da fiori
profumati di gelsomino bianco e sovrastati da un cielo popolato stranamente da
poche stelle.
-
Ne sono felice. Questo posto mi aveva attirato già la prima volta che l’avevo
sentito nominare e speravo che non fosse troppo…Ecco troppo… -
-
Troppo esagerato, sì sono d’accordo. Axel questo posto è bellissimo davvero, mi
piace molto – concluse lei per lui incatenando gli occhi con quelli del ragazzo,
che in risposta le strinse la mano con delicatezza. Si
osservarono attentamente per qualche istante con dolcezza prima che il cameriere
venisse per prendere le ordinazioni.
-
Perché avranno voluto vederci proprio lì? – la voce di Crystal tentava di
giungere alle orecchie di Kai, ma come se queste
fossero protette da un muro, il suono non riusciva a penetrare e ad
arrivargli.
-
Non ne ho idea, il messaggio l’hanno dato a Kai, no? –
disse Yuri mentre controllava attentamente quale fosse la loro
fermata.
-
Kai? – sussurrò Crystal seduta al fianco del
dranzerblaider.
“Kai…Perché non mi rispondi?” Gli occhi della ragazza
corsero in aiuto alla sua voce, ma senza riuscire ad abbattere il muro di
pensieri che circondavano la mente del diciassettenne.
Pensieri, come fumo che ti circonda, che ti impedisce di vedere chiaramente, come un muro, che alto ed
imponente mura la tua anima, lasciandoti senza via d’uscita, solo in balia dei
tuoi pensieri.
E
Kai di pensieri ne aveva tanti, diversi ma allo stesso momento uniti da un unico
filo, che riportava sempre ad Hilary. Lo infastidiva
tantissimo il fatto che fosse bastato mandare al diavolo quella ragazza per
farlo sentire così; un senso di errore, di repulsione verso se stesso lo aveva
perseguitato tutto il giorno, ma allo stesso tempo una grande soddisfazione gli
ridava luce se pensava che aveva interrotto Axel. Ma il punto era sempre quello…Perché?
Ad un tratto
un richiamo più forte degli altri riuscì a raggiungerlo, riafferrandolo e
riportandolo alla realtà. Alzò lo sguardo per incontrare quello serio di
Crystal. – Dobbiamo scendere –
Luci soffuse ed un vago odore
di vita aleggiava nel locale; un mondo brulicante di vita e azione si era
materializzato dinanzi ai loro occhi nel momento in cui avevano messo piede nel
Night Club che costeggiava la Santa Monica. Un vago odore di alcolici ed essenze
varie imperlavano la lunga stanza rettangolare con dei
pannelli in legno alle pareti; un lungo tavolo in legno contro uno dei lati
lunghi era preso d’assalto da uomini che si affacciavano ai barman per chiedere
i cocktail più svariati, ed i ragazzi con abili mosse ed esperti gesti ruotavano
bottiglie, le facevano danzare come ballerine davanti agli occhi abituati dei
clienti per poi servire miscele colorate accompagnate da menta, frutta e
ghiaccio. Gli occhi di Kai spaziarono attorno al locale osservando i volti delle
persone che incrociava. Ad un tratto li vide.
-
Sono laggiù – disse seguendo Yuri insieme a Crystal e Boris verso il tavolo dove
li attendevano Mystel, Ming-Ming, Moses, Garland e Brooklyn.
-
Posso farti una domanda? -
-
Certo, chiedi pure Axel –
-
Non vorrei sembrarti invadente, ma ecco… -
-
Su non preoccuparti, lo sai che non devi farti alcun problema. Dimmi quello che
vuoi – gli rispose lei con un sorriso gustando il dolce alla crema e nocciola.
-
Va bene…E che mi sembri diversa –
La
ragazza rimase stupita da quelle parole, ma forse dopotutto se lo aspettava; in
fondo fra lei ed Axel c’era sempre stata una sorta di
alchimia, di legame, ed il ragazzo era molto bravo a leggere dentro di lei. Di
questo però Hilary non preoccupò: si trovava a suo agio a parlare con il moro
per cui poteva essere libera di esprimersi liberamente.
-
Da quando? -
-
Beh, dall’ultima volta che ti ho invitata ad Helsinki –
Certo, l’altra volta mentre mangiava con lui pensava a
qualcun altro…Ma ora no, e questo era l’importante. – Può essere…Anzi
sicuramente –
Un
calore improvviso le partì dal polso andando ad
irradiare tutto il suo corpo. Lui non lasciò la sua mano. – C’entra per
caso…Kai? –
-
Che volevate dirci? – iniziò Yuri dopo che il cameriere ebbe preso le loro
ordinazioni.
- E
perché avete voluto vederci qui? – chiese Crystal curiosa seduta al fianco di un
Kai con le braccia incrociate davanti al petto e con gli occhi fissi sul rosso
della ex BEGA.
-
Siamo qui perché Ming - Ming voleva venire in questo posto – rivelò Mystel
-
Già all’Hideout ci vengono molte star e così ho pensato che fosse l’ideale.
Nessuno darà caso a noi –
-
E io che pensavo volessi essere tu al centro dei
riflettori – la punzecchiò Boris. La ragazza gli
sorrise colpevole prima di rivolgersi a Garland, che non appena ebbe il silenzio
di tutti iniziò a parlare.
-
Come vi abbiamo scritto ci sono novità. Non so se Kai
vi avrà avvisato, ma ecco noi crediamo che gli Obscuras nascondano un segreto
–
Crystal alzò gli occhi allarmata come se le avessero
tirato un pugno, e sentì immediatamente lo stomaco stringersi e gli occhi di
Boris taglienti e letali addosso. Fortunatamente per lei nessuno si accorse di
nulla.
-
Che tipo di segreto? C’entra con i New Europa vero? –
disse Yuri osservano Garland
Lui
annuì. – Non solo con loro. Il problema siamo noi – Yuri lo guardò perplesso.
-
In pratica, quelle che credevamo coincidenze ora non lo
sono più. Ogni volta che succede qualcosa i nostri beyblade reagiscono e cominciano a schizzare come impazziti o
si scaldano. E’ successo con gli Scudi Sacri, con i New Europa durante il vostro
incontro e…Ieri notte – disse Garland spostando lo sguardo su Boris.
Rimasero tutti in silenzio, come per dare modo alle
parole appena pronunciate di entrare dentro tutti.
Hilary rimase con la forchetta a mezz’aria come se
avesse perso l’uso volontario degli arti.
-
Dalla tua espressione devo dedurne che è così? – le sorrise Axel per nulla
turbato.
Hilary abbassò il viso colpevole non riuscendo a reggere
lo sguardo del moro. Aveva ragione lui…
-
Ehi! Guarda che non devi sentirti in colpa piccola! – se prese il mento
sollevandolo il necessario per avere il suo viso a pochi centimetri dal suo. La
ragazza si perse a guardarlo con quegli occhi così puri e lucenti.
-
Mi dispiace Axel –
-
No, non dirlo. E’ del tutto normale avere una cotta per qualcuno –
-
Non volevo essere doppia. La verità è che Kai per me ha rappresentato una parte
importantissima della mia vita – non si rese neanche conto di essere riuscita a
confessarsi proprio con Axel, che in teoria avrebbe dovuto avuto tutti i motivi
per avercela con lei.
- E
ora? – La domanda per il passaggio al nuovo stadio, l’ultima
risposta prima di voltare pagina…Per sempre. Hilary rimase qualche
secondo a guardare quelle pozze di smeraldo, vedendo come avvolto dalla nebbia,
due iridi ametista che si facevano sempre più piccole e
indistinguibili. Se ne stava andando…Il passato contro il futuro…Il sogno e la
realtà.
-
Ora non c’è più –
-
Inoltre c’è anche qualcos’altro che volevamo dirvi – Brooklyn prese la parola,
risvegliando tutta l’attenzione di Kai, che smise di sorseggiare il suo
cocktail.
-
Brooklyn ha ragione, c’è anche il problema della Voce – i Neoborg si guardarono
senza capire
-
Di che parlate? – chiese Boris mettendo a voce la domanda di tutti.
-
Sentiamo una voce, quando i nostri bey reagiscono, sempre la stessa voce, un
tono di donna, fluido e piacevole all’udito… - iniziò
Moses
-
Ma anche debole, stanco…E’ difficile da spiegare, ma
noi sentiamo che sta male, e in più lei ci chiede aiuto! Nomina cose senza
senso; parla di Cavalieri, di Custode… - disse in fretta e furia la piccola
cantante. – Siete sicuri di non aver abusato di qualche sostanza particolare? –
chiese Boris scoppiando a ridere davanti a tutte quelle assurdità.
Brooklyn scosse il capo. – No, la Voce la sentiamo; gli
Obscuras fanno reagire i nostri bey e in quell’istante avvertiamo anche Lei
–
-
Che vuoi dire – chiese Yuri
Brooklyn chiuse gli occhi, scegliendo bene le parole con
cui pronunciare quella che sentiva come la verità. Era un’ipotesi assurda, ma
era quella giusta. Rivelò le sue iridi color alba. – La Voce…Viene dai beyblade
degli Obscuras –
Non
appena si ritrovò davanti all’Hotel Hilary si sentì
quasi male all’idea che quella meravigliosa serata fosse finita; era stato tutto
troppo breve, ogni attimo era stato denso di emozioni e sensazioni bellissime. E
tutto questo era causato da Axel: quel ragazzo era davvero un angelo, dolce,
sincero, affidabile ed Hilary si sentiva protetta,
tranquilla al suo fianco, come dentro ad una sfera di cristallo.
Oramai era evidente che tra loro si era instaurato un
rapporto che andava al di là di una comune amicizia, e
la ragazza era sicura che anche Axel doveva essersene accorto.
Forse per presunzione, o forse perché i presupposti
c’erano, ma lei sentiva che qualcosa di bello sarebbe accaduto. Era inutile
giraci attorno; se non fosse stato per Kai loro due si
sarebbero baciati. Sarebbe capitata un’altra occasione?
-
E’ stata una bella serata – disse ad un tratto Axel
dopo che furono scesi dalla moto.
Già, meravigliosa. Dopo essere usciti dal ristorante,
Axel l’aveva portata in giro per Los Angeles visitando alcuni luoghi molto suggestivi. La grande metropoli scintillava come tanti
piccoli diamanti nel buio di quella notte senza stelle. Luci delle abitazioni,
delle insegne dei locali, dei semafori, dei lampioni, tutto rendeva viva questa
città che di notte appariva come la città degli immortali: non riposava mai.
Axel le circondò le spalle con un braccio, portandosi la
ragazza contro il petto. Hilary si lasciò cullare da quel momento così magico
che li stava conquistando. Percepiva l’aria fresca della notte infilarsi nella
spaccatura della sua maglietta e rabbrividì quando avvertì il gelo sulla pelle.
Ad un tratto Axel la avvolse fra le braccia, legandola
a sé trattenendola per la vita. Si fissarono negli occhi.
-
Oggi qualcuno ci interruppe proprio in questo punto – sussurrò sporgendosi verso
la ragazza che gli donò un timido sorriso.
“Ma sarà la
prima ed ultima volta che si
intrometterà”
Il
cuore della ragazza accelerò i battiti quando percepì la grande vicinanza del
moro. Poteva quasi specchiarsi nei suoi occhi tanto erano vicini, poteva sentire
il suo fiato sulle labbra, sentiva le sue braccia
spingerla verso di lui. Era arrivato il momento, Hilary ne era consapevole,
solo…Non sapeva cosa doversi aspettare. Aveva sempre immaginato, magari
accompagnata dalle note di una canzone romantica, come sarebbe stato baciare un
ragazzo. Sarebbe stato come raccontano i libri? Le scintille che ti percorrono
da capo a piedi, un’energia che non riesci a domare, un flusso di emozioni che
si scatenano in un colpo solo?
E
senza che se ne accorgesse il Demone della Malvagità unì le loro labbra in un
bacio, un legame pericoloso…Non si trattava di quella trasgressione, che attira
perché suona come un divieto, una proibizione, ma una vera e propria condanna,
come aver firmato la propria presenza all’Inferno. Una firma segnata, un tratto
che indelebile e marchiato a sangue era stato impresso sul destino di Hilary.
- Hilary…No… -
La
sabbia attutiva il rumore dei passi, che mai così pesanti si facevano lentamente strada verso la costa di Santa Monica. I
piedi affondavano pesantemente fra la polvere dorata mentre ogni movimento
sembra quasi costargli fatica. L’ombra si guardò intorno abbracciando con lo
sguardo quella tavola blu che era l’oceano; non sapeva perché aveva voluto venire lì, forse perché su di lui il mare aveva
sempre avuto un fascino particolare, forse perché lo rilassava lasciar vagare lo
sguardo attraverso l’oceano arrivando a raggiungere l’infinito.
L’aria frizzante e fresca trasportava via le sue preoccupazioni, o almeno ci provava,
perché loro vincevano la brezza marina e tornavano letali a posarsi su di lui.
Lui
era solo, non c’è nessun altro accanto a lui e per la prima volta questa
convinzione ai suoi occhi non ebbe nulla di esaltante.
Perché da quest’ultimo periodo la sua mente era una
continua contraddizione? Non riusciva a rimanere ancorato ad una convinzione che subito si ritrovava in balia delle
onde della sua anima, e questo era anormale per lui. Forze e sensazioni
sconosciute lo penetravano annebbiando per qualche istante il suo intramontabile
orgoglio e la sua fredda razionalità.
- Per te le parole amicizia e fiducia sono totalmente
estranee?...Sei solo un egoista e non pensi minimamente
a come ci saremmo potuti sentire noi! –
le parole accusatorie di Hilary continuavano a tormentarlo e aiutate da
quell’incessante sensazione di dolore all’altezza del petto lo avevano torturato
senza sosta. Lo avevano ferito quelle parole…Come mai prima d’ora.
Non avrebbe voluto sfogare la
sua rabbia su di lei, non avrebbe voluto trattarla male dopo quello che aveva fatto per loro…Per lui. Perché
quell’insolito calore ora si era trasformato in un indicibile rimorso? Che fosse davvero geloso degli Obscuras? No, oramai aveva
accantonato l’idea, preferendo nascondersi dietro di essa invece che affrontare
il proprio orgoglio e la realtà: non era geloso degli
Obscuras, ma di Axel.
Odiava quel ragazzo, odiava l’aria che respirava, odiava la terra che lo
sorreggeva, odiava la sua vicinanza con Hilary. Sentiva il sangue ribollirgli
nelle vene ogni volta che quel moro posava i suoi occhi malvagi sulla ragazza,
un dolore lo trafiggeva ogni volta che lui la toccava. Perché?
Non se lo era
mai voluto chiedere, ma di una cosa era certo: percepiva un calore mai
provato ogni volta che lei lo guardava, la sera che si erano incontrati al
recinto si era sentito…Bene, felice. La sua voce era l’unico suono oltre che
quello del suo Dranzer, che riuscisse ad attirare la sua attenzione e che lo
caricava. Non sapeva di cosa si trattasse, non aveva mai provato nulla del
genere per nessun, ma pian piano che percorreva il lungo tunnel della sua anima
si faceva strada una convinzione: doveva proteggere
Hilary da Axel, anzi voleva. Sì, piuttosto lei lo avrebbe odiato, ma l’avrebbe
fatto. Si lasciò cullare dalla leggera brezza di quella notte senza stelle,
cielo da dove la Luna lo osservava con attenzione, curando ogni suo movimento, o
attendendo…L’inevitabile, la visita del Destino, del Sogno e dell’Illusione.
Ad un tratto
il riflesso della Luna scomparve agli occhi di Kai, lasciandolo completamente al
buio. “Una nuvola di passaggio” pensò per nulla turbato…Mai sbaglio più
grande.
All’improvviso un violento
colpo di vento si abbatté sulla spiaggia, scuotendo, sferzando le fronde delle
palme e smuovendo dune di sabbia bianca che come schegge saettarono verso il
ragazzo dai crini argentati. “Ma cosa…” Si buttò
rapidamente a terra per evitare di essere colpito, fece perno sulle braccia per
restare in posa di scatto e questo gli salvò l’osso del collo. Con un rapido
movimento delle braccia riuscì a scansarsi prima che una delle palme gli cadesse
addosso, spinta da una forza interna a quell’irreale
vento.
Si volse nell’oscurità
togliendosi frammenti di legno e ciottoli che lo avevano colpito; ringraziò mentalmente tutti i suoi assurdi allenamenti.
Guardò il cadavere della palma a pochi centimetri da lui…Ci era mancato davvero
poco.
- Ti è andata bene, ora prova
questo! Attaccate! – una voce di donna, sicura e con note che suonavano di pura
follia raggiunsero le sue orecchie, ma non ebbe bisogno
di voltarsi per darle un volto, Astra.
In un rapido movimento estrasse
Dranzer e si girò verso i suoi avversari, sicuro che finalmente li avrebbe
smascherati. Adrenalina, determinazione e l’immagine dei suoi G-Revolution che
guardavano solo lui…Ed Hilary che tornava a fissarlo
con i suoi limpidi occhi scuri…Era loro che rivoleva. Si
volse.
Ciò che vide lo lasciò senza
parole e forse persino il suo cuore rimase ammutolito davanti a tanto: davanti a
lui sette beyblade neri di cui non riusciva a distinguere chiaramente la forma
roteavano a grande velocità verso di lui incitate da altrettante figure nere
informi ed dall’aspetto non umano lo guardavano con i
loro occhi di brace cavi. Riusciva a intravvedere la carne putrefatta che
spuntava sotto i lembi di “pelle” di quelle creature. “Che cosa sono?” Non ci
pensò un attimo di più.
- Attacca Dranzer! -
La trottola
blu scuro si lanciò all’attacco con
grande velocità verso i sette bey neri, con una potenza distruttiva, ma con
grande sorpresa di Kai non appena Dranzer toccò uno dei bey avversari questi lo
inglobò al suo interno, circondandolo con un alone scuro che aveva visto solo
una volta nella sua vita…La Justice Five, contro Brooklyn, contro il Signore
delle Tenebre.
- Brooklyn aveva ragione…Sono
loro – sussurrò
- Onorati della tua attenzione,
Cavaliere ma ora vogliamo la tua Essenza – Astra emerse
in tutta la sua sinistra bellezza dalle ombre, affiancata dai suoi compari. Kai
lo vide immediatamente.
- E nulla ti salverà…Non questa
volta – riprese Samantha
- Suzaku non salverà te e tu
non salverai lei – aggiunse Ares.
Axel rimase in silenzio
osservando Kai con tutto l’odio che provava verso di lui. Era lui l’obbiettivo più difficile, perché era l’unico Cavaliere che si
era fermamente opposto, perché la sua Essenza era la più fastidiosa e perché non
potevano rischiare di usare i loro bey contro di lui…Sarebbe stato troppo
rischioso…
Prese Shaitan dalla sua tasca,
percependolo più caldo. - Lo sente… -
- Poco male, sarà l’ultima cosa che sentirà -
- Li ha contattati ragazzi,
avete sentito o no Crystal? – disse
Ares
- Già, per questo ora prenderemo Suzaku…La nostra ospite
comincia a darmi fastidio – disse
Samantha guardando con sdegno il suo Mors che scottava.
Axel guardò nuovamente Kai.
- Addio
Cavaliere -
Eccoci qui^^ Non uccidetemi per
cortesia! Altrimenti non sapremo mai come finirà la cosa…Giacché nemmeno io
lo so^^
Bene ora lasciamo Kai in
procinto di battersi contro le creature immonde e contro gli Obscuras e andiamo
al consueto…
Angolo dei Grazie:
Lirinuccia:
carissima! Sono stata felicissima di rivederti fra i commentatori^^ Grazie 1000
per le tue parole, sei sempre gentilissima, e mi fa piacere che nonostante i
grandi impegni universitari tu sia riuscita e seguire la mia fic^-^ grazie!! Beh spero con tutto il cuore che questo capitolo ti
piaccia e aspetto un tuo parere! Grazie ancora carissima!!
Baciuzzi
Avly
Lexy90: la mia
tesora! Spero di aver soddisfatto le tue aspettative…Insomma, abbiamo avuto una bella AxelxHilary, Kai
sta per venire fatto a pezzetti…Sì dai diciamo che ho rispettato le tue
aspettative ^O^ Beh scherzi a parte spero che questo capitolo ti sia piaciuto e
mi auguro di poter ricevere il tuo commento anche questa volta! (anche se credo
che preferiresti uccidermi)
Sulla tua ipotesi…Mi
ammutolisco! Non spiccico una parola! Lo sapremo solo
vivendo^^
Baciuzzi
Avly
_marghe 96 xD_: ciao mia cara! Spero che questo capitolo sia stato degno
delle tue richieste^^
Sono perfettamente d’accordo con
te! Kai è per Hilary…Ma quando? Boh! Sinceramente non lo so nemmeno io, anche
perché la storia non è stata già scritta, la scrivo
capitolo per capitolo quindi il futuro è più incerto che mai! Sulla YurixJulia, beh io loro due li adoro…E sono felice di
sapere che sono riuscita a farteli amare^^ Eh sì il povero Boris è stato
tagliato fuori, ma rammenta, i Neoborg sono una squadra per quanto questo possa
sembrare strano!^^ Beh spero che questo capitolo ti piaccia e ti aspetto!!
Grazie 1000!
Baciuzzi
Avly
Pierina: cicci!
Dai sono riuscita a far meno di un mese^^ Oddio visto il finale credo che ora mi
vorrai linciare…Affila le armi xD
Detto questo…Mi sa che gli
Obscuras ti stanno leggermente antipatici xD bene, allora con questo capitolo
proprio li vorrai fare a pezzetti! Sono felice che lo scorso capitolo ti sia
piaciuto, la YurixJulia procede, lenta ma procede,
anche se la situazione si sta complicando! L’alleanza tra i russi e gli ex-Bega
sta diventando pericolosa e gli Obscuras non stanno a
guardare! Sono felice che ti piaccia come si sta evolvendo il nostro
Kai…E’ di sicuro il personaggio più complesso e spero che venga bene! Allora io
aspetto il tuo seguito e mi auguro di poter ricevere la tua opinione anche su
questo capitolo!
Baciuzzi
Avly
DarKAngeL91:
eccomi qui! Sono felice che tu sia riuscita a seguire anche questo capitolo! So
bene che la scuola è una brutta bestia e l’esame di maturità deve essere davvero
ostico! In bocca al lupo! La situazione si complica in maniera esponenziale e
ora Kai si ritrova a doversi giocare il bit-Power! Spero che questo capitolo ti
sia piaciuto e che ti abbia emozionata come l’altro! A
presto!
Baciuzzi
Avly
Kamy: credo che
la nostra Hilary si sia proprio avvelenata a questo punto! Abbiamo avuto una
“bella” AxelxHilary! Boris è stato eliminato, ma il falco non muore mai! Su
Julia e Yuri…Curo molto quei due e mi fa un estremo sapere che piace la loro
coppia! Certo fino a che Yuri si scrollerà dal suo nido di ghiaccio non so se
basteranno le ere geologiche, ma Julia è una che non molla per cui credo che ne
vedremo delle belle! La mia fic non è già scritta, di conseguenza il futuro di
tutto è incerto! Spero che ti piaccia e aspetto il tuo commento!! Grazie tesoro e io aspetto
te!!
Baciuzzi Avly
Cherry_88: eccoti
qui! Capitolo per te che spero ti sia piaciuto! Te lo avevo detto che era
proprio per una questione di spazi! Il litigio di Kai e Hilary sarebbe dovuto
stare ne capitolo scorso, ma ho preferito tagliarlo così, così da avere un buon
punto di ancoraggio! Oddio spero che ti sia piaciuto, la tua opinione la attendo
sempre con molta trepidazione, e spero di non averti delusa!
La nostra Hilary ha proprio
preso una bella sbandata per il bel moro e Kai ora si
trova nei casini fino al midollo! Il Westwood Memorial Park mi ha conquistata e ne sentiremo parlare ancora! Non sentirti tu in
obbligo! Io avevo proprio bisogno di notizie del genere, il tuo intervento è
stato provvidenziale per cui ti ringrazio di cuore!
Tesoro spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Yuri in
boxer è stata una scena che ha popolato^^ Bene…Potrei farci un pensiero
simile…No!!Mi
ammutolisco^O^
Aspetto tanto la tua vitale
opinione! E ovviamente The Rocky Road…Mi devo ancora
riprendere dalla scena della tua fic!
Baciuzzi
Avly
Lenn Chan: alla
mia guru cosa dire di più se non grazie? Grazie infinite Lenn, ricevere il tuo
commento è sempre meraviglioso, una ventata di felicità! Non preoccuparti se non
riesci a commentare tutti i capitoli! In compenso spero che questo ti sia
piaciuto xD
Ti giuro che nemmeno io avrei
altro da chiedere alla vita se dovessi leggere di Kai in boxer *ç*
Sulla parte di Axel e Hilary…Beh
il moro ha replicato^^ Crystal è semplicemente Crystal…
Grazie per i tuoi complimenti,
mi danno una grande carica e sapere che col tempo anche il mio stile sta
migliorando mi fa un estremo piacere! Se poi lo dici tu
non posso non gongolare^^
Carissima, spero di ricevere la
tua opinione anche su questo…Sulle tue opinioni io sono una tomba xD. Aspetto il seguito di quella meraviglia di KaixHilary che
è “La Linea Illusoria dell’orizzonte”
Grazie ancora!!
Baciuzzi
Avly
E svoltiamo l’angolo! Vorrei
ringraziare tutti coloro che hanno messo la fic tra le
preferite e/o seguite, quindi grazie 1000 a:
Animamik92Cherry_88Ria
HollyShort91pierinaHelens_marghe 96 xD_
JunkochanSMDOInuyasha_FedeVaMpIrA89
KamyAiko InochiLele91Takami_Kinomiya
Lenn ChanAlelelyPadme86romualdo
LirinucciaBlueHinataPICH_91Lenn Chan
Grazie 1000 e spero di ricevere
presto un vostro parere! Tranquilli non mangio nessuno^^ Consigli, pareri e
critiche sono sempre ben accetti! Dico sul serio^^
Capitolo 17 *** Scontri e Voci nel Buio del Cuore ***
Quella non era una notte su cui poter tessere romantiche storie d’amore o davanti alla quale incantarsi osservando il cielo tempestato come una corona preziosa di stelle, ed il motivo era semplice e duplice: non era una notte d’incanto ma d’Inferno e non
Siamo tornati! Maggio sarà anche il mese
dell’amore e della primavera ma qui fino a pochi giorni fa ha piovuto sempre e
oltre ai tomi di latino e matematica io non ho visto altro^^ Mi scuso per il
ritardo XD. Beh spero che questo capitolo possa
piacervi! Buona
Lettura!
Scontri e Voci nel Buio del
Cuore
Quella non era una notte su cui poter tessere romantiche
storie d’amore o davanti alla quale incantarsi osservando il cielo tempestato da
una corona preziosa di stelle, ed il motivo era
semplice e duplice: non era una notte d’incanto ma d’Inferno e le stelle avevano
deciso di non mostrarsi.
Il
vento continuava inesorabilmente a graffiare il suo corpo strappando lembi di
tessuto che svanivano nell’oceano torbido ed agitato.
Quel corpo si riversò nuovamente a terra scartando l’ennesima punta di roccia
che tentava di colpirlo. Avvertì in bocca il sapore metallico del sangue,
probabilmente doveva essersi rotto il labbro. Si rialzò un’altra volta, come la
Fenice dalle ceneri.
I
suoi occhi si riportarono rapidamente sullo scontro in atto: Dranzer roteava a
gran velocità, scontrandosi con quattro beyblade di diversa fattura, demoniaci
come i loro blaider. Tutti neri, ciascuno con delle
sfumature di differenti colori in prossimità del disco d’attacco, le quattro
trottole fiancheggiavano Dranzer cercando di spezzarne il perno di rotazione e
fermare così la Fenice di Fuoco, che instancabile illuminava con le sue fiamme
quella notte priva di luce.
-
Attacca Dranzer! – incitò ancora il suo fidato beyblade che tentò un assalto ai
danni del beyblade nero e verde di Ares.
-
Caelo – disse Astra nascondendo alla
vista di Kai il beyblade del biondo, che ricomparve incredibilmente alle sue
spalle.
- Catena
Obscura – disse Axel dando così il
segnale a tutti gli altri. Kai si volse immediatamente verso il moro, che
compiaciuto osservava delle catene di una massa inconsistente accerchiare il
Bit-Power della Fenice, che tentava inutilmente di sottrarsi a quella
presa.Gli occhi venefici di Axel
brillarono di una luce sinistra non appena il grido straziante di Suzaku riempì
la notte. Dovette tuttavia riconcentrarsi non appena vide Shaitan allontanarsi
dalla preda.
-
Axel che diamine succede? –
-
Perché i bey si allontanano? –
-
Uccidiamo il Cavaliere e prendiamo Suzaku prima che succeda qualcosa – disse
Samantha
Kai
approfittò della situazione per svicolare e richiamare Dranzer – Attacca! –
-
Non così in fretta Cavaliere! – Axel richiamò, utilizzando delle parole
incomprensibili, il suo bey e si portò all’attacco di Dranzer. Come due nemici
sul filo della spada, in un duello dove uno solo sarebbe stato il
vincitore.
“Dranzer…Ci siamo” Mai aveva voluto usare il beyblade
come un’arma, non era nei suoi principi, ma in questo caso non c’era etica o
morale che tenesse. Lo voleva fare, per se stesso, per i suoi amici e…Per
Hilary.
- Ora!
– disse con la mente Axel agli altri.
E
nuovamente insieme i quattro beyblade si ricompattarono tornando all’assalto
della Fenice, che lanciò un nuovo grido. Kai finì steso a terra con la schiena
che gridava di dolore, e con la sua anima che ardeva più delle Fiamme. Cosa poteva fare per fermarli che non avesse ancora tentato?
- Muoviamoci,
diventa sempre più difficile controllare i beyblade –
- Maledetta,
deve sempre mettersi in mezzo – sputò
acida Samantha
- Sente che lo
stiamo attaccando e cerca di guidare i nostri beyblade – spiegò Astra
- Ma è impossibile che ci riesca! Sarà al
limite– disse
Ares
Axel osservò per un istante Kai, che ancora una volta si
rialzava, senza che mai si spegnesseroquelle fiamme che ardevano decise
e fiere nei suoi occhi.
-
Combatteranno fino a che non saremo noi a fermarli – disse a
voce
-
Allora a lei ci penso io – disse Samantha richiamando Mors. – Suplicium
Aeternum!– “E
non intrometterti più! – Un odore di sangue si mischiò alla salsedine
dando a Kai una sensazione di nausea. Doveva vincere, non poteva arrendersi
così, non avrebbe consegnato mai Suzaku. Il suo corpo implorava pietà, ma il suo
cuore no, esso continuava senza sosta ad attaccare guidato da non si sa quale energia o convinzione di essere
davanti a qualcosa di incredibile e inaspettato.
- Limbo del Cosmo!
-
- Kai – un sussurro, un richiamo lento, lontano, lieve
come una piuma in mezzo ad una tormenta.
Kai
sgranò gli occhi sorpreso osservando quel Nulla che lo circondava. Non era più
sulla spiaggia, i Demoni erano spariti e lui…Dov’era? Chi aveva chiamato il suo
nome? Si guardò attorno percependo solo il gelo ed il
respiro della Morte sul collo, fredda come una scure. Dove diavolo era finito? E
quella voce?
-
Kai – ancora una volta. Una voce debole, appena un sussurro in quella fredda
coltre oscura che sembrava l’unica componente di quel
“mondo”. Kai si sentì stranissimo, come se qualcosa lo attirasse, forse la sua
incredulità per quello a cui stava assistendo, forse il
suo desiderio di saperne di più su tutta quella storia, o forse qualcosa a cui
non aveva ancora dato un nome…
-
Kai…Aiutali. Non ho molto tempo – parlava a scatti, aspirando alcune sillabe,
come se le mancasse l’aria o come se anche solo muovere le corde vocali le
costasse un’estrema fatica.
Il
tono era deciso nonostante tutto, ed il modo che aveva
di pronunciare il suo nome fecero stringere il cuore del russo che non seppe
spiegarsi il perché di quella sensazione. Una cosa era certa, Brooklyn e gli
altri non si erano immaginati niente, era lei la Voce.
-
Chi sei? - chiese al Buio
-
Kai ascoltami, non riuscirò a tenere questo contatto a lungo – prese quanta più
aria possibile – Devi salvare la mia Tetrade e proteggere la Custode…E’ nostro
dovere. Devi proteggerla, senza di lei non potremo evitare il Buio – un colpo di
tosse ed un rumore metallico, come un tintinnio
sinistro. Kai cercò di seguire quei rumori, ma non riusciva a vedere niente –
Non puoi trovarmi così –
-
Come ti trovo!? –
-
Salvali – La voce della creatura era decisa, ferma,
piena di animo nonostante i gemiti strozzati.
Kai
si volse ancora cercando quasi disperatamente quella fonte che sembrava essere
sul punto di morire – Kai…Usa il fuoco. Lui non ti abbandonerà mai. Usa la
Tempesta di Fuoco, qui ora! –
Il
ragazzo si fermò all’istante; non aveva neanche pensato al fatto che Dranzer non
fosse con lui, e non riusciva a capire come potesse aver fatto una richiesta
simile. Non poteva richiamare la Tempesta di Fuoco, primo perché Dranzer non c’era e secondo perché avrebbe
rischiato di colpire lei, giacché aveva capito di trovarsi in un certo senso nei
beyblade degli Obscuras. – No - non disse altro, non voleva sentire ragioni, non
avrebbe mai accettato.
-
Non essere idiota! Non è il momento per gesti plateali di patetica
commiserazione! Muoviti! E’ l’unica possibilità che hai di vincere – disse
fermamente lei alternando le parole ad altri gemiti e colpi di tosse. Kai chinò
il capo. Come faceva ad essere così forte nello stato
in cui versava?
-
Kai…Non morirò – Kai cercò i suoi occhi, ma non trovò altro che una pallida luce
in lontananza e la promessa che non sarebbe morta. – Tempesta di Fuoco! Dranzer!
–
-
No! – si tirò su a sedere con il respiro corto e la fronte imperlata di sudore.
La maglietta le aderiva al corpo mentre i capelli castani erano attaccati al
collo. Hilary si prese la testa fra le mani mentre quelle urla e grida
riecheggiavano ancora nella sua mente. Un incubo? Sembrava così reale, come
quando aveva visto l’Aquila Rossa durante l’incontro di Kai e Raul. Grida di
dolore, gemiti strazianti e poi ancora una voce, sempre la
stessa…Forte e risoluta, quella che aveva sentito quando aveva baciato
Axel e tante altre volte ancora. Di che si trattava? E poi perché
quell’avvertimento?
Lo
ricordava ancora perfettamente, come se fosse stato scolpito sulla sua mente: “ Attenta Hilary, aiutali, sono in pericolo…Presto accadrà loro qualcosa, tieni gli
occhi aperti. Il tempo sta modificando il suo corso, passato e presente devono
ricongiungersi, altrimenti non si potrà creare il futuro. Non hai più molto
tempo, devi trovarmi, devi credere che io esista devi difendere ciò per cui
sei nata. Non camminare sulla nebbia dei tuoi pensieri
e degli inganni, non lasciarti influenzare, non si è sempre quello che si mostra
di essere. Hilary, proteggili…E trovala…Non le resta molto tempo – Cosa significavano quelle parole? Chi doveva proteggere? Da
chi? Perché? E chi era a parlarle? Troppe domande, troppe punte che le
perforavano la mente, pensieri, solo e sempre pensieri.
Frasi, emozioni, angosce, paure che si mescolavano
insieme per creare quell’insieme di sensazioni che avevano drogato il corpo e
l’anima della ragazza. Non stava diventando pazza, qualcosa stava cambiando, dentro e fuori di lei, il presente doveva
ricongiungersi con il passato…Ma di cosa stava parlando? Ancora domande…Si passò
una mano sul petto avvertendo il battere frenetico del cuore assestarsi
lentamente. Era passato; si alzò senza fare rumore dal letto, avvicinandosi alla
finestra e riflettendo il suo viso sul vetro. Non c’erano stelle quella
notte…Solo buio, oscurità, male e una terribile sensazione all’altezza del petto
che le impedì di tornare tra le braccia del Sonno.
-
C’è mancato poco dannazione! – esclamò Samantha accasciandosi accanto alla
lapide di Marilyn Monroe; i Demoni si smaterializzarono al Westwood appena il
tempo, usando tutta la loro energia per contrastare la Sua resistenza.
-
Maledetta – sospirò il Demone dell’Illusione pulendosi il corpetto dalla
sabbia.
-
Avevamo quasi catturato Suzaku. E’ tutta colpa sua –
-
E’ furba, non c’è che dire – disse Astra osservando
Illusion con disprezzo
- E
anche molto tenace. Spingersi ad aprire un collegamento con Kai deve esserle
costato molto – constatò Ares. – Come anche farsi
bruciare dalle Fiamme per fermarci –
-
Ma non ci ha fermato…Evidentemente ha bisogno di
attenzioni particolari – Axel si scostò dal platano. – Ha commesso un errore.
Non sappiamo cosa abbia detto a Kai, ma di certo da stasera lui non ci lascerà
un secondo –
Samantha si alzò di colpo puntando il dito su Axel con
rabbia. – Non mi interessa niente di Kai…Lei merita una
punizione –
-
Concordo. Vuoi pensarci tu Axel? - chiese Astra sedendosi elegantemente al
fianco di una tomba.
-
No, vado io – E Samantha svanì all’improvviso lasciando dietro di sé solo polvere e odore di Morte.
L’oscurità era la Regina, la Morte
la sua ancella, il Male il suo Signore e chiunque non appartenesse a quel
mondo era condannato a perdersi per l’eternità.
Era
questo ciò che vigeva nell’universo creato dai quattro Demoni e lì ogni
sentimento, ogni forma di luce veniva sopraffatta,
fatta precipitare in un gorgo di male e terrore, di sofferenza e paura.
Nessuno sarebbe mai potuto sopravvivere in un luogo del
genere, perché semplicemente lì la vita non era una prerogativa, non era
un’ospite ben accetta.
E
Samantha adorava quel posto, lo trovava affascinante, seppure fosse consapevole
che anche per un Demone resistere in quell’universo rappresentava una dura
prova. Ma lei non doveva di certo
viverci.
Si
mosse elegantemente con sicurezza facendo sentire il rumore dei tacchi che si
abbattevano ritmicamente sul suolo scandendo il suo passaggio. Era impossibile
vedere qualcosa in mezzo a quel Nulla, ma lei non aveva bisogno degli occhi,
sapeva perfettamente dove andare…
Ad un tratto
si arrestò. Il posto in cui si era fermata non aveva nulla di diverso dal resto,
se non che lì il freddo e l’odore della Morte si
facevano più intensi, e la Paura ti avvolgeva come un serpente velenoso con le
sue spire…Spire che ti stritolano pian piano fino a toglierti anche l’ultimo
soffio vitale.
Un
leggero tintinnio riscosse Samantha dai suoi pensieri, che si lasciò andare
ad un sorriso quando avvertì un gemito indistinto
seguito da un nuovo tintinnio. L’odore di sangue le riempiva le
narici.
Una
piccola e fioca luce si distingueva in quell’oscurità e sembrava sfarfallare
come se la durata della sua vita fosse giunta alla fine.
-
Stanca eh? – disse con un ghigno
Un
sospiro accennato arrivò alle orecchie del Demone che si portò a pochi passi
dalla luce.
Con
uno scatto afferrò qualcosa nel buio provocando così un violento tintinnio delle
catene e un nuovo gemito si disperse nell’aria. La sua mano artigliò saldamente
qualcosa, tracciando dei profondi graffi che rivelarono delle scie vermiglie. Un
altro gemito.
-
Non ti sei stancata di farti del male? – disse con tono
derisorio
-
Guardati…Sei al limite. La tua Essenza si sta spegnendo
e tu con lei. Non mi fai un favore sai? Sai perfettamente che voglio essere io
ad ucciderti –
-
Tanto non puoi uccidermi – la Voce debole e stanca rischiarò l’oscurità con la
sua luce.
-
Per ora. Chi ti credi di essere? Sei solo un inutile essere…Anzi definirti
“essere vivente” è addirittura troppo per una come te –
disse Samantha con parole velenose e cariche di disprezzo.
-
Parli di me o di te? – Samantha aumentò ulteriormente la presa, arrivando a
macchiarsi le mani del sangue che fuoriusciva dalla bocca dell’altra. – Cominci
a darmi seriamente sui nervi. A cosa servi se non fortifichi i nostri bey e entri in contatto con il Cavaliere del Fuoco? –
A
quell’espressione la luce si intensificò appena. Il
Demone sorrise.
-
E’ bello no? Lo immaginavo…Ma tranquilla sarà la prima
ed ultima, te lo assicuro. Sai una cosa? Ti
risparmierò, ma solo perché dovrai guardare. Dovrai guardarmi quando catturerò
le Essenze degli altri Cavalieri e anche quando strapperò i loro cuori. Per
quanto riguarda la tua Tetrade mi occuperò personalmente di loro – un fremito
giunse a Samantha da parte della Voce.
-
Sì tesoro, e tu guarderai…Dopodiché ti ucciderò –
-
Vi fermeranno…– disse con un gemito di dolore mentre il corpo veniva scosso da spasmi come se ogni movimento, ogni respiro
costasse un’enorme fatica.
-
Risparmia le tue energie…Ti serviranno a breve – e così si staccò dalla sua
vittima pronunciando un incantesimo verbale mentre l’altra riuscì a fatica ad
aprire gli occhi per osservare la sua carnefice. Ad un tratto delle scariche elettriche partirono dalle dita
di Samantha e si diressero sulla creatura che iniziò a contorcersi tenendosi
alle catene che le laceravano la carne lasciando quasi le ossa
scoperte.
-
Non intralciarci più…–
Terminata la
tortura Samantha se ne andò, lasciando dietro di sé solo un corpo martoriato,
bruciato, devastato…Ma vivo.
Lei
dischiuse appena le labbra sottili per avere un po’
d’aria e dai suoi occhi una piccola scia salmastra scese con difficoltà
rinfrescando un piccolo lembo di pelle ustionata.
E
in quell’Oscurità, in mezzo alla Morte e alla Sofferenza la piccola luce riprese
a brillare seppur debolmente – …Bel…Imo… -
Kai si richiuse la porta della camera alle spalle,
arrancando silenziosamente verso il suo letto, stando ben attento a non
svegliare Yuri, Boris e Crystal.
Sentiva che le ossa non lo avrebbero retto ancora per molto, avvertiva il suo
corpo urlare di dolore, per i danni che aveva subito quella notte, ma lui
tendeva a non dargli molto ascolto. La sua mente era la sola cosa che funzionava
correttamente. “Quella voce…Chi era? Proveniva dai beyblade degli Obscuras ne
sono certo”
Ad un certo
punto però il suo corpo disse basta, ed il ragazzo cadde in avanti, sprofondando
fortunatamente sul suo letto che attutì il rumore della caduta. Kai immerse il
viso nel cuscino cercando di riprendere al suo interno quante più energie
possibili.
-
Kai – una voce sicura e preoccupata, Crystal
Il
russo si volse verso di lei che celata dall’oscurità avanzava lentamente verso
di lui con occhi velati di ansia. Lui cercò di assumere il suo tono distaccato,
tentando di nascondersi nel buio per non farle vedere in che stato versava. Non
voleva farla preoccupare più del dovuto.
-
E’ tutto a posto…Va a dormire -
Ma Crystal
lo conosceva troppo bene per sapere che non era così, e forse anche perché in
fondo lei si sentiva in colpa per quello che stava succedendo. La ragazza capì
immediatamente che Kai aveva qualcosa che non andava, non era solo la voce del
russo a dirglielo, ma anche la sua coscienza. Sentiva di aver fatto qualcosa di
sbagliato, qualcosa che andava al di là del suo piano
di conquista del cuore di Kai…E ne aveva paura.
La
giovane si sporse in avanti scostando delicatamente la tenda lilla per rivelare
il corpo di Kai alla luce della Luna. Ciò che vide la lasciò senza forze e
credette di aver perso qualsiasi facoltà motoria.
-
Kai…Che hai fatto? -
Anche la Luna si spaventò quando i suoi raggi
accarezzarono la candida pelle del russo, oramai ridotta in una maschera di
sangue. I vestiti erano lacerati in più punti, e ferite di ogni genere
trasparivano dai lembi di tessuto scoperti, mentre scie di sangue ricoprivano
braccia, petto e viso del giovane. Crystal gli si avvicinò fino ad inginocchiarsi sconcertata davanti a lui, che sedeva a
fatica sul letto. Lentamente pose una mano sul braccio del ragazzo,
rabbrividendo quando lo sentì umido di sangue. – Aspetta…Ci penso io – cercò di
farsi coraggio e attraversò rapidamente la stanza per chiudersi in bagno, da
dove uscì pochi istanti dopo con un kit del pronto soccorso e una bacinella
d’acqua calda. Kai volse il viso da un’altra parte, come a farle intendere che
non aveva bisogno d’aiuto. Ma Crystal fu irremovibile.
– Sta fermo…Ti devo disinfettare, altrimenti potresti stare male – la sua voce
tremava per lo spavento, ma cercò di non distrarsi ad
osservare Kai che era tornato a posare gli occhi su quelli indaco di lei.
Rimasero alcuni istanti così, lei che curava diligentemente le sue ferite e lui
che non smetteva di guardarla, percependo la sua tensione. Quando arrivò al suo
torace il ragazzo si tolse a fatica da maglietta oramai
straccio rivelando uno sfregio dietro l’altro. Crystal non si perse d’animo e
con il cuore in gola riprese il suo lavoro.
-
Chi è stato? – chiese lei senza che fosse riuscita a fermarsi; per la verità lo
sapeva perfettamente o meglio lo immaginava, ma sperava di sbagliarsi, anche
perché in caso contrario si sarebbe sentita totalmente responsabile di ciò che
era accaduto a Kai.
-
Gli Obscuras –
Il
cuore di Crystal perse un battito. Lei aveva parlato con loro non appena furono
rientrati in hotel, e Astra gli aveva chiesto ad un
certo punto dove fossero gli altri, e lei…Lei aveva detto loro che Kai era
rimasto a Santa Monica, solo.
-
Crystal – disse lui ad un tratto prendendole un polso e
avvicinando il suo viso al suo.
-
Non sono umani…Possiedono poteri che sono al di là
dell’umano. Volevano catturare Suzaku, ed hanno menzionato i Cavalieri,
una Custode…Proprio come dicevano i BEGA. E’ tutto vero –
Così il ragazzo iniziò brevemente a raccontare ciò che
era accaduto, includendo al suo interno anche la parte riguardante la Voce.
Crystal ascoltò il breve racconto di Kai senza battere
ciglio, cercando con tutte le sue forze di non sussultare, di non incrociare gli
occhi magnetici del ragazzo, i quali era certa, si
sarebbero accorti che in realtà lei sapeva molto di più di quello che dava a
vedere…
Non
riusciva a spiegarsi il motivo, ma era come se avesse sulla testa un cartello
che indicava che lei era una traditrice; già perché lei sospettava già da tempo che gli Obscuras non fossero del tutto “normali”,
inoltre sapeva per certo che erano stati loro a far del male agli Scudi Sacri e
visto quello che era accaduto ai New Europa non poteva non collegare a loro
anche quell’incidente…Ma ovviamente non aveva parlato, era rimasta zitta,
prigioniera di una consapevolezza: gli Obscuras in un modo o nell’altro avevano
avvicinato Kai a lei, e questa era la cosa più importante per lei.
Eppure si sentiva sporca…Poteva accettare che avessero
dei loro mezzi per raggiungere determinati obiettivi, ma quello che avevano
fatto andava al di là della comprensione; avevano
cercato di catturare Suzaku e Kai per poco non ci rimetteva la vita. No, questo
non poteva permetterlo…
Un
tocco improvviso la destò dai propri pensieri, facendola ritornare nella camera
dei Neoborg.
Kai
la osservava con insistenza cercando quasi di scavare in quell’animo denso e
torbido che oramai Crystal credeva essere alla mercé del russo. Ad un tratto la ragazza si fece più vicina al giovane per
medicargli un profondo taglio all’altezza del collo, maledicendosi per la sua
mano tremante che non aiutava di certo in lavoro.
Era
agitata, turbata, nervosa ed ebbe paura che Kai potesse capirlo.
-
Crystal, stai tremando – in un secondo il cuore di Crystal si fermò attendendo
che lui continuasse.
-
So che nell’ultimo periodo sei stata parecchio in loro compagnia – iniziò lui
con voce calma e fredda come al suo solito.
-
Non vederli, non cercarli più…Sono pericolosi –
La
ragazza alzò gli occhi che fino ad allora aveva tenuto
religiosamente bassi per incrociare quelli di Kai che lei si avvicinarono
prontamente come a chiederle una conferma.
-
Lo prometto – disse lei prima di abbracciarlo allacciandogli le braccia al collo e nascondendo il viso nel suo petto in
parte fasciato. Aveva avuto una paura immensa che Kai potesse morire, non
riusciva a spiegarselo ma in un certo senso si rimproverava di non averlo capito
prima che forse l’obiettivo degli Obscuras non era il campionato. Si strinse a
Kai come per non perderlo, come se quello fosse un addio, come se la paura di
averlo potuto perdere avesse per una volta sommerso tutta la sua freddezza.
Ad un tratto delle fredde dita le premettero sulla
schiena senza però farle male. Crystal arrossì spropositatamente resasi conto
che Kai stava ricambiando il suo abbraccio.
Non
si sa per quanto tempo rimasero così, ma furono istanti che rimasero nell’animo di Crystal come scolpiti sulla roccia,
segni che nemmeno il tempo avrebbe potuto cancellare…
-
Ora vai a dormire, è tardi – detto questo Kai sciolse
il legame che li aveva uniti alzandosi e riponendo Dranzer nel cassetto. Crystal
si alzò lentamente per poi avvicinarsi al suo letto e stendersi senza però
prendere sonno.
Kai
dal canto suo rimase ad osservarsi il petto coperto
dalle varie fasciature che Crystal gli aveva fatto. Si sentiva strano, come
uscito da una tempesta, come se su e dentro di lui si fosse abbattuto un
ciclone. I suoi pensieri spaziavano liberi andando da Crystal che lo aveva
abbracciato alla Voce che continuava ad impensierirlo
e…Ad Hilary che per un istante i suoi occhi avevano visto al posto di Crystal.
Era essenzialmente per questo se si era allontanato, non voleva ammetterlo ma
sapeva che era la verità. Ad un tratto aveva visto
degli occhi color cioccolato ad un breve distanza e degli ondulati capelli
castani fluire tra le sue dita. Che gli stava succedendo? Perché ora Hilary
doveva ossessionarlo anche di notte? Non bastava che quella ragazzina gli
infestasse già il giorno con quell’orribile sensazione di rimorso? Eppure la sua
mente per qualche motivo aveva voluto vedere lei. Si distese sul letto immerso
in un silenzio irreale, un silenzio che non sarebbe più
stato tale se i suoi pensieri avessero potuto avere una voce. Una voce che lo
chiamava che possedeva toni differenti, ma che riuscì a condurre la sua anima in
un sonno tranquillo, dove tuttavia due occhi coloro cioccolato lo seguirono,
insieme ad una stranissima sensazione all’altezza del
cuore, come se uno squarcio avesse dato libera uscita ad emozioni e ricordi
repressi nella neve.
Il
tempo scorre, il presente diventa passato e quello che era il futuro diviene
presente, è un’eterna corsa, un continuo scorrere, come un fiume nel suo
letto…Bisogna solo avere il coraggio di aprire gli occhi…
-
Bene signore e signori, vi ringraziamo per essere
accorti tanto numerosi nonostante il cattivo tempo, e vi anticipo che la sfida
di oggi sarà davvero impegnativa, perché avremo da una parte le agguerrite Tigri
Cinesi mentre dall’altra niente poco di meno che i campioni del mondo! – la
pioggia cercava di coprire le esclamazioni di Dj man senza risultati
soddisfacenti; il clima era caldo e bollente nonostante il tempo piovoso, il
pubblico scalpitava, gridava, voleva assistere ad un
nuovo scontro, mentre i contendenti delle rispettive squadre desideravano solo
fare una bella gara e gareggiare alla pari.
Rei
cercò con gli occhi Mao, sperando in cuor suo di
ricevere un incoraggiamento, ma ciò che vide fu solo una smorfia in sua
direzione ed un sorriso in direzione di quella specie di principe azzurro, che
di azzurro aveva solo la camicia. Rei strinse i pugni,
cercando di pensare solo alla sua gara; era quella la cosa più importante…Ma
quelli erano pensieri che servivano a convincerlo del contrario. E’ nella natura
intrinseca dell’uomo cercare di murare le proprie debolezze, e per Rei questo
era il modo. Il problema era che lui conosceva la verità: non era il beyblade la cosa più importante.
-
Rei ci sei? – chiese Takao dall’altra parte del campo da gioco, con già Dragoon
in posizione di lancio. Il cinese osservò attentamente il suo ex-capitano. Anche
lui era cambiato, non sembrava più Takao, qualcosa di nuovo viveva nei suoi occhi castano rossicci, qualcosa che non piacque per
nulla a Rei. Takao non era tuttavia l’unico: anche Max era cambiato, ma lui
tutto sommato poteva capirlo. Mariam era in uno stato
coma da un bel po’ di giorni, e lui sapeva che non passava giorno senza che Max
restasse in ospedale a vegliare sulla ragazza. In quanto a Kai, beh lui era
imprevedibile di natura, ma anche nei suoi occhi aveva visto qualcosa di
diverso…
-
Rei! Ti sei addormentato? – lo riscosse Takao con un sorriso, che non
assomigliava a quelli del vecchio Takao. “Sarà che le donne ti cambiano la
vita…Ma se devono cambiarla così meglio non averle”
Così Rei si preparò a lanciare, e sotto un cielo che
piangeva per avvenimenti passati e presenti, le due trottole bianco-argentate
infiammarono la terra mentre l’acqua piovana tentava di
spegnerla.
“E
così non sarebbero umani” pensò Boris seduto su una delle ultime gradinate con
le braccia incrociate davanti al petto. Ciò che aveva raccontato Kai aveva
dell’incredibile, ma non si sconvolse più di tanto, in fondo di cose strane ne
aveva provate e vissute parecchie…Eppure si percepiva un qualcosa di diverso
nell’aria, qualcosa che sapeva di Male.
Ma tutto
sommato a Boris questo non interessava; non era un suo problema…O forse
sì?
“Idiota, certo che è mio problema” pensò stringendo
Falborg tra le dita. Lui era stato buttato fuori dal campionato perché accusato
ingiustamente, e quella stessa mattina il presidente Daitenji aveva dichiarato
di aver trovato il responsabile di quanto avvenuto agli Europei, e di aver
risolto il problema. Una mossa per non aver seccature dalla stampa, ma la verità
era che non si era risolto proprio niente; lui non aveva steso quei quattro, e
se si era autoaccusato era stato
per…
“Per una che neanche lo merita” la cercò con gli occhi,
ma non la trovò; doveva essersi allontanata da poco, perché fino ad un minuto prima sedeva al fianco di Kai. Boris si ritrovò
nuovamente a pensare a quello che aveva fatto. Si era addossato la colpa non per mania di protagonismo, ma perché
ingenuamente sperava che lei aprisse gli occhi, visto che lei sapeva chi erano i
veri colpevoli. Già Crystal sapeva molto di più di quello che dava a vedere, ma
non si era schierata dalla sua parte…Eppure lui lo aveva fatto solo per lei, per
quell’ingrata che non meritava nulla di tutto questo, ma che il russo non poteva
smettere di amare. Non amarla, non fare di tutto per riportarla sulla retta via
sarebbe stato come annullarsi. Non faceva girare il mondo attorno a lei, ma lo
voleva far girare per lei…”Crystal…”
- Mai avrei
immaginato una cosa simile, non ci bastava solo quella maledetta con manie di
autolesionismo, ora ci tocca dover trovare un nuovo modo per far fuori i russi.
Ed è tutta colpa della tua ragazza Axel – sbottò Samantha dopo che la notizia di Daitenji venne divulgata.
- E se la sua
Essenza le avesse detto chi siamo? –
chiese Astra fermandosi di colpo
- No…Hilary ha
agito di sua iniziativa, probabilmente ritiene Kai una persona di degna fiducia,
beh le mostreremo che si sbaglia…E lo mostreremo anche
a tutti gli altri – disse
Axel
- Nuovo piano?
– Lui annuì
- Eh no caro,
ora tocca a me. Ho un piano infallibile – disse Samantha decisa.
- E di cosa si
tratta? –
- Della
valenza che una donna ha su un uomo –
rispose lei accostandosi a Axel per soffiargli
direttamente sulle labbra. Lui incurvò le labbra in un sorriso compiaciuto. – Bene, stupiscimi –
-
Fermi voi quattro! –
-
Oh Crystal che sorpresa! Che ci fai qui? – chiese Astra fintamente
sorpresa
Crystal si sentì disgustata nell’ascoltare quelle note
quasi derisorie. Li guardò uno per uno, riversando su di loro tutta la sua
rabbia. – Non provateci mai più –
-
Fare cosa cara? – chiese con finta ingenuità Ares
-
Sapete benissimo a cosa mi sto riferendo! Non mi
interessa come volete vincere questo torneo, o quali sono le vostre reali
intenzioni, ma non permettetevi più di toccare Kai, Demoni –
Gli
Obscuras si sorpresero dell’ultima parola; ci voleva un bel coraggio per dirlo a
voce alta. – Attenti ragazzi, la nostra Crystal ci sta minacciando – rise
Samantha cingendo le spalle della russa – Siamo spacciati – continuò a prendersi
gioco di lei. Crystal si scansò con forza quasi con
rabbia.
-
Voi… - stava per continuare quando si sentì i polsi
bloccati e sue occhi color veleno avvelenarla. Non avvertì più la soggezione e
la curiosità che aveva provato in Finlandia, anzi sentì paura e timore. Ma avevano cercato di uccidere Kai, e questo in lei bruciava
più dell’odio che nutriva per loro. – Noi facciamo quello che vogliamo, e tu non
sei nella condizione di dire nulla – la bloccò Axel con voce dura – Già, anche
perché chissà cosa penserebbe Kai, se sapesse che sei stata tu a portarci da
lui, che hai fatto la spia per noi, e che sempre tu conoscevi già qualcosa su di
noi ma sei stata zitta. Tu sapevi che Boris era innocente, ma non hai parlato
quando è stato accusato – disse Samantha prendendole il meno con fare divertito.
Crystal si sentì braccata, come un animale che cerca di sfuggire dalla freccia
del cacciatore. – E quindi non parlerai, sempre che tu non voglia andare a fare
compagnia agli Scudi Sacri e ai New Europa – Crystal si sentì in trappola tra
due tenaglie affilate. – Siamo intesi? -
-
Perfettamente, ma se non la lasciate immediatamente
userò personalmente i vostri corpi come bersaglio per Wolborg –
Crystal sentì il respiro tornare regolare non appena la
voce di Yuri giunse alle sue orecchie.
-
Oh i Neoborg quale onore! – ironizzò Astra senza allontanarsi dalla russa con
fare provocatore.
-
Kai che ti è successo? Soffri di sonnambulismo o sei un’autolesionista? – chiese
Samantha
Il
ragazzo la perforò con lo sguardo, mentre cercava di controllare quella rabbia
che impetuosa si stava agitando in lui; si avvicinò ai Demoni con le braccia
incrociate e lo sguardo di ghiaccio, prese Crystal per il polso – State lontani
da lei e anche da tutti gli altri…E badate a questo: se Lei dovesse soffrire,
allora io vi distruggerò senza pietà – pronunciò con voce grave quelle parole,
lasciandole fluire a poco a poco, come per poterle assaporare meglio.
Axel avvicinò il viso a quello del diciassettenne e si
portò al suo orecchio – E perché mai? Vuoi tu quei ragazzi? O qualcuno in
particolare? – Kai a questo punto vide rosso, rabbia, odio…Hilary. Sferrò un
colpo all’altezza del viso del moro che non riuscì a prevederlo.
-
Maledetto! Come osi – disse Samantha avvicinandosi al russo affiancato dagli
altri tre Neoborg.
- Samantha
guarda a sinistra – gli comunicò Ares
ad un tratto. Gli occhi vermigli della ragazza
brillarono di luce sinistra a quella vista.
-
Cos’è vuoi far rinsavire Takao? Quel ragazzo non ha
capito nulla, è in mio potere e mi occuperò di lui personalmente. E tu Axel? Ti
occuperai tu della cara Hilary non è vero? – disse lei
Ma Kai non
le diede il tempo di continuare a parlare; con uno scatto afferrò Samantha per
il collo strattonandola con forza. Non capiva cosa gli fosse preso, ma lei si
era permessa di toccare i suoi amici, e questo non l’avrebbe tollerato. – Kai! –
lo richiamò Yuri, ma il russo non avvertiva la sua voce. C’erano solo lui, i
Demoni, ed il suo odio per loro. Non diminuì la
presa.
- Fermatelo!
Sto boccheggiando! – disse Samantha
- Resisti
ancora –
-
Non nominarli mai più – la presa non accennava a diminuire così come
l’odio.
-
Che sta succedendo qui…Kai che diavolo fai? – il russo sgranò gli occhi,
sentendosi morire. “Takao” all’improvviso comprese tutto. Perché i Demoni non
erano intervenuti a fermarlo quando aveva afferrato Samantha. Era caduto nella
loro trappola, aveva fatto il loro gioco.
Si
volse verso Takao che lo osservava incredulo, mentre dietro di lui Samantha
tossiva cercando di riprendere aria. Kai lesse la rabbia e l’incredulità negli
occhi di Takao, ma non furono i suoi occhi a ferirlo. Incrociò con orrore due
iridi color cioccolato che lo fissavano senza proferire
nulla. Takao, Hilary, Julia, Max e Rei li osservavano senza parole, incapaci di
dar voce a ciò che affollava le loro menti. Pensieri, voci, sensazioni, stadi
effimeri dell’animo umano, spire negative incredibilmente potenti che riuscivano
ad annebbiare la lucidità e la ragione del cuore. E gli occhi di Hilary lo
colpivano, lo trafiggevano facendogli male, un dolore che non avrebbe mai
creduto di poter provare…Per chi poi? Una ragazzina.
Non
seppe neanche il perché ma se ne andò senza proferire parola, oltrepassando
Takao e gli altri ancora paralizzati, trascinandosi Crystal senza rendersene
conto.
“Kai…Non puoi essere tu il pericolo…” Hilary lo vide
scomparire nell’oscurità, sentendosi a sua volta invadere da qualcosa di freddo
e agghiacciante…
Il
resto della giornata fu come un dipinto senza colore, uno stereo senza musica,
un cielo senza Sole. Pioveva, il cielo piangeva ininterrottamente, e sembrava
voler protrarre la sua sofferenza ancora per molto. L’aria era fresca, agevolata
da un vento che sferzava le fronde degli alberi facendo volteggiare velocemente
le foglie variopinte che parevano come spiriti della foresta.
Tornati in Hotel Takao passò la
giornata con Samantha; il ragazzo cercava di rassicurare la fidanzata che
sembrava alquanto scossa per l’accaduto di quella mattina. Indossava uno scialle
attorno al collo, che serviva a celare i segni rossi dovuti alla ferrea presa di
Kai, ed inoltre la donna evitava accuratamente di
incrociare i russi, e quando avveniva si stringeva stretta a Takao, il quale non
perdeva occasione di falciare l’ex compagno con lo sguardo.
Non
riusciva a capire cosa gli fosse preso, Kai era sempre stato un tipo introverso
e talvolta aggressivo, ma non si era mai permesso di alzare le mani, soprattutto
non su una ragazza.
Takao aveva cercato di parlargli, ma ogni tentativo era
stato vano: o Samantha lo implorava di non lasciarla da sola o il russo non si
faceva trovare. Alla fine ci aveva rinunciato; sperava per lo meno che fosse
stato un momento…Ma si sentiva male se pensava agli occhi di Kai…Cosa era successo al suo amico? Già vederlo quella mattina
coperto di tagli e graffi gli aveva messo addosso
un’incredibile angoscia, e un pensiero su tutti aveva preso ad agitarsi
nella sua mente: che stesse ritentando come al terzo campionato? Stancarsi,
sfinirsi solo per poterlo battere?
- E
questo è tutto – disse Hilary appoggiata con la schiena al petto di Axel che
intanto la abbracciava da dietro. Alla fine l’aveva fatto, aveva raccontato al
suo ragazzo di quello che aveva sognato la notte precedente, e sorprendentemente
lui non l’aveva né interrotta né si era messo a ridere. Aveva ascoltato tutto
senza proferire parola, rispettando le sue parole e
dandole ogni tanto occhiate rassicuranti. Hilary si sentì felice dinanzi a tanta
gentilezza e premura. Inizialmente quando l’aveva baciato era rimasta titubante; si era sempre immaginata il
momento del suo primo bacio in modo molto diverso. Prima di tutto non con Axel,
e secondo punto se lo era immaginato come quelli che vengono descritti nei libri, cioè come un’esplosione di
stelle e luce, colori, suoni, odori, sensazioni che si mescolano, come un cuore
che prende a battere a ritmo dell’altro…Come una magia. Invece non era accaduto
nulla di quello che si era aspettato. Era stato il fisico contatto di due
labbra, il tocco tra due corpi…Un bacio, ne più ne
meno.
Probabilmente erano i libri ad
esagerare con la fantasia…Un bacio è solo un bacio.
-
Io credo dovresti trovarla – disse ad un tratto Axel
stringendola a sé con fare protettivo. Hilary lo guardò stranita – Cosa? -
-
Questa voce, intendo. Secondo me dovresti cercarla. Se ha chiesto il tuo aiuto devi trovarla –
-
Axel stiamo parlando di paranormale. Potrei essere
pazza – disse lei con sincerità
-
No, tu non sei pazza…In fondo scusa, ma il beyblade è qualcosa che definiresti
normale? –
-
Ma c’è una bella differenza – ribatté lei
scettica
-
Io dico di no. Ci ha visto giusto mi sembra, e più di una volta…L’ultima volta proprio oggi –
Hilary si volse incrociando i suoi occhi verdi. Per un
attimo l’immagine di Kai le tornò in mente.
-
Tu credi che la voce si riferisse a lui? – No, non poteva essere…Kai non era
pericoloso.
-
Senti – Axel le prese il viso fra le mani avvicinandoselo – Non è una novità che
io per Kai non nutra una particolare simpatia, e dopo quello che ha cercato di fare al mio capitano capirai che non
mi è difficile credere al tuo sogno –
Hilary chinò il capo sentendosi colpevole, non riuscendo
a reggere lo sguardo del ragazzo. Lui ad un tratto le
prese il mento sollevandoglielo. – Ehi – le sussurrò guardandola negli occhi –
Tu non hai nulla a che fare con lui. Se lui sbaglia
sono affari suoi – Si avvicinò ancora fino a che Hilary vide solo i suoi occhi
verde smeraldo
-
Ci sono io per te – E unì le loro labbra in un dolce bacio, tanto freddo quanto
privo di sentimento, ma questo era solo Axel a saperlo…O forse
no?
-
Allora ci muoviamo o no? Boris ha già sellato i cavalli – Yuri seguì il filo dei
pensieri di Kai andando ad incrociare nella Sala Relax
Axel che stringeva e baciava la brunetta dei BBA. Il russo passò da un estremo
all’altro di quel filo incandescente, trovando gli occhi glaciali di Kai ardere
più delle fiamme dell’Inferno ed i suoi pugni stretti
con forza.
Ad un tratto
Kai parve scostarsi dai propri pensieri e precedette senza una parola Yuri fuori
dalla hall, calandosi il cappuccio della felpa sulla testa.
Yuri fece un sorriso appena percettibile prima di
seguirlo e montare su Tempesta, allontanandosi insieme
a Boris e Kai…
-
Perché ci siamo fermati qui? – chiese ad un tratto
Boris non appena Yuri strinse le gambe attorno ai fianchi di Tempesta
arrestandolo.
Si
erano fermati sulla fine della Channel Road
direttamente alla spiaggia di Santa Monica, dove ancora i segni del violento
scontro della sera prima rimanevano come ceneri dopo un incendio.
Aveva smesso di piovere, ma il cielo pareva non essere
del tutto soddisfatto, come se la sua ira fosse ancora annidata tra le nuvole
grigie cariche di lacrime.
-
Qui siamo lontani da orecchie indiscrete – sentenziò Yuri in testa al
trio
- E
per “orecchie indiscrete” intendi anche Crystal? Perché non l’hai chiamata? –
chiese Boris
-
Proprio tu me lo chiedi. Hai visto oggi? Crystal ha un rapporto troppo stretto
con loro, non sappiamo cosa si siano detti, ma è lampante che c’è qualcosa sotto –
-
Non è un buon motivo per tenerla fuori dalle nostre decisioni – ribeccò Boris.
Per quanto Crystal avesse sbagliato, per quanti errori potesse fare, lui non
poteva non sentirsi in dovere di
rispettarla.
Yuri fece finta di non sentirlo -Kai è stato qui? – Si volse verso
il russo alla sua sinistra che annuì.
-
Certo che avete fatto un bel casino – constatò Boris
osservando la spiaggia.
-
Ora riflettiamo: la Voce esiste, è all’interno dei beyblade degli Obscuras ed ha
un tono femminile.
Gli
Obscuras sono Demoni e hanno cercato di catturare la tua Aquila – riepilogò
Yuri
- E
la Voce ha anche menzionato una Custode, dei Guardiani
e dei Cavalieri – continuò Boris
Kai
annuì ancora con mente assente; era più un riflesso che altro. I suoi sensi
ed i suoi pensieri erano ancora in quella maledetta
stanza dove aveva visto Hilary fra le braccia di Axel. Quando li aveva visti si era sentito come se gli avessero strappato il cuore
dal petto, aveva perso il respiro e la forza in ogni parte del corpo. Come
quello straccio di secondi tra quando fieni trafitto da un’arma e quando spiri.
Perché doveva fare male? Perché ogni cosa che Hilary facesse era motivo
d’interesse per lui, che non si era mai curato di niente al di fuori di se stesso? E perché bastavano i suoi occhi a farlo sentire
diverso? Diverso, questa era la sua definizione. Una parola di convenienza usata
da chi non vuole accettare la realtà, per chi ha paura dell’ignoto. E Kai non
temeva il futuro, ma temeva di perdere il presente, quella realtà che aveva
faticato ad ottenere e che ora stava per essergli
sottratta.
No,
mai avrebbe permesso che gli portassero via la sua vita…Si stupì di se stesso,
aveva pensato…”La sua vita” E i suoi occhi non avevano visto i suoi ex compagni,
ma Hilary.
“Hilary…” E guardando quell’oceano appena agitato che
si infrangeva sugli scogli e colorava il bagnasciuga,
si ritrovò a pensare come sarebbe stato averla lì accanto a
lui…
-
Buon appetito! – disse Takao lanciandosi sulla porzione di manzo prima che
giungesse Daichi
-
Sei sempre il solito Takao! Ora che hai una ragazza potresti almeno contenerti
–
-
Ma io mi contengo alla perfezione, vero amore? – disse
passando l’acqua alla ragazza che sorrise.
Erano proprio tutti a tavola, eccetto ovviamente i
Neoborg che erano spariti; solo Crystal era rimasta in Hotel e sedeva in un
tavolo con Rei e i BEGA. Julia dal canto suo dopo aver visto i russi sparire con
i cavalli si era ripromessa di non rimuginarci troppo su, ma alla fine le
immagini di quella mattina l’assalirono. Aveva anche
accettato a mangiare al tavolo con Hilary, Takao, Daichi, Samantha, Axel, Astra
e Max, ma solo per fare un piacere alla sua amica che l’aveva pregata di provare
a conoscere il suo ragazzo, cosa che la spagnola avrebbe volentieri
evitato.
-
Ma si può sapere cosa ti piace di Takao? – chiese
Daichi alla mora che si passò una mano sul collo coperto. – Beh Takao è unico -
-
Che scoperta! E’ unico solo a fare disastri – sbottò Daichi deluso dalla risposta
- E
tu? Non ti è mai piaciuta nessuna ragazzina? – chiese Samantha di
rimando
Daichi avvampò diventando dello stesso colore dei suoi
capelli, lasciando correre lo sguardo incoscientemente fino al tavolo dei BEGA.
– Assolutamente no! –
I
ragazzi risero, prima che Axel si portasse sul viso di Julia – E tu? Sei fidanzata? –
La
spagnola che stava tagliando la sua bistecca, sentì il coltello fremerle fra le
dita “ E secondo te, te lo verrei pure a dire?” Spostò leggermente gli occhi su
Hilary che la osservava felice. – No, ma io sono una che non si accontenta
facilmente – “Vero Hila?”
-
Aspettate un attimo – disse Yuri stringendo gli speroni ai fianchi della sua
cavalcatura
-
Se la Voce ha detto che bisogna salvare la Tetrade, significa che qualcuno
rischia –
-
Vuoi dire che qualcuno rischia di fare la fine dei New Europa e degli Scudi
Sacri? –
Il
rosso annuì. Non potevano esserci altre spiegazioni. – E chi sarebbe la Tetrade?
– fece Boris. Kai lasciò vagare lo sguardo attraverso l’oceano, ripensando a
quella voce, così forte nonostante la sofferenza, così decisa e determinata…Come
l’oceano in tempesta.
Lei
gli aveva detto di salvare la sua Tetrade, quindi questi ultimi dovevano essere
collegati per forza a lei. – Beh in greco Tetra sta per quattro – riprese Yuri
serio
-
Quindi un gruppo di quattro – Boris cercava di seguire
il ragionamento del capitano
-
Quattro persone che sono collegate a lei – concluse Kai
assorto.
A
un tratto un lampo squarciò l’oceano scuotendo l’aria e spaventando così i
cavalli che iniziarono ad imbizzarrirsi. I tre si
osservarono nello stesso momento con il sangue raggelato. – Corriamo! – Boris
strattonò le redini di Tormenta e iniziò a correre, seguito a ruota da Tempesta
e Fiamma, che iniziarono una corsa contro il tempo per arrivare prima.
-
Brooklyn, ragazzi dovremmo parlarvi – Hilary postò il
volto verso quella voce che era apparsa come dal nulla nella sala ristornante.
Cercò il suoi occhi trovandoli privi di
luce.
Kai, Yuri e Boris si stagliavano all’entrata del locale
dando le spalle a loro, rivolgendosi invece al tavolo dei BEGA. Li vide
scambiarsi uno sguardo complice con i russi, per poi alzarsi e seguirli fuori,
dove stava iniziando a piovere. Avvertì freddo alla schiena e le si gelarono le mani di colpo. Le avvicinò al cuore “Ti
prego fa che non sia così”
-
Samantha scusa potrei parlarti un momento? – chiese ad
un tratto Astra facendosi timida
-
Dimmi pure cara – le fece lei avvicinandosi
La
ragazza dagli occhi lilla scosse la testa imbarazzata e gettando uno sguardo
fugace verso Max che le sedeva di fronte. – In privato – le sussurrò con le gote
arrossate. Samantha le scoccò un’occhiata complice e si alzarono insieme. – Noi
usciamo un attimo – disse chinandosi a baciare le labbra del suo ragazzo.
-
Ma dove vanno? – domandò Takao non appena le due si
furono uscite. Ares scosse la testa – Non starci a pensare, lo fanno spesso. Evidentemente Astra doveva confidare qualcosa
alla sua amica e non poteva aspettare – e il biondo lanciò un’occhiata allusiva a Max
-
Sono grandi amiche e si confidando tutto. Quando eravamo in Canada spesso quelle due sparivano per ore per poi
ricomparire come se niente fosse – asserì Axel con un
sorriso.
- E
sapete che ci dicevano dopo che noi le avevamo cercate per mezza città? Beh che
dovevano farsi una sana chiacchierata fra donne! – finì
Ares
-
Max, hai fatto colpo! – disse Mao raggiante. L’americano sollevò lo sguardo come
se ascoltato metà del discorso.
“Già mancava giusto lui per finire il
quadretto. Che razza di teatrino”
pensò disgustata Julia
-
Che volevate dirci ragazzi?– chiese Ming-Ming ai russi che davano loro le
spalle
-
Su muoviamoci sta piovendo e non voglio prendermi un malanno – sbottò la
cantante
-
Ming-Ming ha ragione, ragazzi si può sapere che avete?
– chiese Garland
L’aria si stava facendo sempre più fredda ed il cielo coperto da un manto di nubi nere venivano
talvolta illuminate da un lampo che faceva scuotere la terra.
I
tre si voltarono con capo chino. Brooklyn sentì i brividi lungo la schiena.
-
Ragazzi possiamo entrare per parlare? – chiese
impaurita da cantante. Non piaceva a nessuno questa situazione, e…I loro occhi
vuoti. – Benvenuti all’Inferno! – disse Kai con le iridi assenti e una voragine
oscura al posto degli occhi. Dopodiché i tre russi si dissolsero come fumo, come
polvere, come il manto di quella morte che aveva appena calato la scure.
-
Mors, Illusion all’attacco! –
Olè!
L’avevo detto che mi piacevano i finali a sorpresa^^ Beh questo sicuramente è
meno a sorpresa, ma spero che vi sia piaciuto! Mi scuso per la lunghezza del
capitolo, ma non volevo dividere il capitolo perciò è
un po’ lunghetto…Chiedo scusa!
Bene, ora passiamo come di consueto al nostro immancabile
Angolo dei
Grazie^^ (troverò mai una via con questo
nome??)
Anima: *O* cara
era ora che ti mostrassi^^ Non hai idea di quanto mi
abbia fatto felice ricevere la tua opinione! E’ stata una bellissima sorpresa
grazie! Hai ragione, l’Amore non è come il calcio, e mi sa che Kai non l’ha
tanto capito^^ Spero davvero tanto che questo capitolo ti piaccia, e sì, sono
contenta che tu ti sia fatta viva! Spero di avere la tua anche su questo! Ok?
Baciuzzi Avly
Helens: questo è
il capitolo delle sorprese! Inaspettata e magnifica arrivi quando meno me lo
aspetti! Grazie mille tesoro, sono felice che ti piaccia la storia! Eh sì per
scrivere di Axel e Hilary ci vuole coraggio e mi auguro che non ti sarà venuto
un colpo a leggere di Crystal^^…Visto che so quanto la
adori! Dirti che aspetto la tua recensione anche su questo è peccare di
presunzione? Boh, comunque spero con tutto il cuore che il capitolo ti piaccia!
Sai che la tua opinione è importantissima per me^^ A presto anche con la
tua!
Baciuzzi Avly
Lexy90: Dai che
alla fine se l’è cavata il bel Kai! Oddio, ora non
so chi se la caverà -;-
Hilary dire che ce la siamo giocata è dire poco, diciamo
che ha preso una sbandata, ma come ho spiegato credo che la sua sia stata una
reazione comprensibile…Almeno credo^^
Carissima come sempre ti ringrazio tanto per tutti i tuoi
pareri che non mancano mai di arrivare ai miei capitoli e di questo ti ringrazio
di cuore! Grazie infinite! E mi auguro che anche questo capitolo possa piacerti!
Ti aspetto!
Baciuzzi Avly
DarKAngeL91:
Grazie a te per farti sentire nonostante i numerosi impegni che sono certa siano all’ordine del giorno per chi sta facendo la quinta.
Inoltre questo mese è forse il peggiore per cui sono io a ringraziarti e ti
faccio tanti auguri cara! Sulla storia spero che possa
piacerti e che riesca a distrarti e magari chi sa, darti un momento di respiro
dallo studio! Spero di sentirti ed in bocca a
lupo!
Baciuzzi Avly
Pierina: Visto
cara? Kai non è finito all’ospedale…Ancora^^ E sì la scena di Axel e Hilary è
stata difficile e complicata ma spero di essere
riuscita a renderla al meglio! Ti ringrazio per i complimenti, che mi danno
sempre una grande carica e mi spronano tantissimo! ^x^
Sei
sempre gentilissima e spero di poter ricevere la tua anche su questo! Aspetto
anche la tua fic mi raccomando!!
Baciuzzi Avly
Elenasama: ** una
nuova vocina che billo!! Grazie per aver recensito, mi
fa molto piacere sapere che la storia ti piace,
nonostante la sua antipatia per questa coppia^^ E’ bello avere anche delle
opinioni differenti e spero di potermene avvalere anche in seguito! Grazie
mille, e spero tanto che questo capitolo ti piaccia! Spero di sentirti anche su
questo^^
Baciuzzi Avly
_marghe 96 xD_: spero che ti
sia ripresa dal viaggio cara^^ e grazie 1000 per aver commentato lo scorso
capitolo, mi ha fatto un estremo piacere! Felice che ti piaccia la YurixJulia, che è una delle coppie etero che adoro a
livelli massimi! Oltre alla KaixHilary ovviamente^^ Devo dire che a molte il
bacio AxelxHilary ha dato problemi di digestione…Beh spero che questo capitolo
ti piaccia e ti aspetto tanto cara!
Baciuzzi Avly
Lirinuccia: il
ringraziamento più difficile da fare…Grazie cara, davvero la tua recensione è
stata…Bellissima, non hai idea di che effetto mi abbiano fatto le tue parole;
sei stata gentilissima e maledettamente precisa tanto che sei arrivata a scavare
molto in fondo! E’ vero io amo scrivere, diciamo pure che ricopre un ruolo
fondamentale per me. Mi ha aiutato tanto e continua a farmi sognare. E leggere
le tue parole è stato stupendo, davvero non so come ringraziarti! Sono anche
felice del fatto che nonostante i tuoi numerosi impegni tu sia riuscita a
seguirmi e questo è bellissimo^^
Sulla scrittura hai ragione, anche
io cominciavo a non poterne più di quel carattere, e pazienza se così il
capitolo occupa molti più fogli! Guarda sapere che Kai è stato IC mi fa un
estremo piacere, anche perché andando avanti con la storia avevo ho il terrore di renderlo ooc. Su Axel, lui è un
burattinaio proprio come dici tu, affascinante nella sua malvagità e
maledettamente perfido, non troverai mai un barlume di luce in lui.
Sul
tuo dubbio…Tu da brava collega di L non dimentichi nulla e sei sempre molto
perspicace, quindi ti posso dire che non ti sei persa nulla nei capitoli^^
Tranquilla è tutto esattamente come lo vedi^^ Spero che
anche questo capitolo possa piacerti e spero davvero di ricevere la tua opinione
anche su questo! Grazie ancora Lirinuccia, sei stata
carinissima!
Baciuzzi Avly
Cherry_88: la mia
tesora^^ felice che sia stato di tuo gradimento lo scorso capitolo, che era
interamente dedicato a te, perché sei stata tu a darmi l’idea per i due
incontri…(sta dicendo che è colpa tua se quei due si
sono baciati nd Takao)(No! È merito suo se sono riuscita a legare bene tutta la
sequenza e poi mi ha dato lei le idee…Ma che lo spiego a te -;- nd Avly)
La
parte di Kai è stata sicuramente la più impegnativa e spero di non aver fatto un
casino!
Grazie mille per i complimenti, sei sempre gentilissima e
non manchi mai! Sapere che ti piace ciò che scrivo è motivo di grande rilievo!
Beh tesoro spero di rivederti su questo e anche sulla tua fic…Lo so lo studio è
una brutta bestia! In bocca al lupo tesoro!
Baciuzzi Avly
Lenn
Chan: ciao mia guru^^ beh mi pare di
aver capito che tu sei proprio una fan sfegatata del bell’Axel^^ E’ un vero cattivo, malvagio e subdolo, non troverai mai un
barlume di bene in lui puoi metterti l’animo in pace^^
Il
bacio è stato qualcosa di difficile da mettere giù e spero di esserci riuscita.
Su Kai, visto che per il momento è ancora sulle sue
gambe (fortuna che c’è Crystal…O_O)
Visto che è
piaciuto il modello a sequenza intrecciata delle due parti l’ho riproposto,
anche perché mi sembrava si sposasse bene con la concordanza temporale. Grazie
infinite Lenn per commentare sempre, mi rendi
felicissima! Spero che questo capitolo sia di tuo gradimento e ti aspetto^^ Ps: A quando “La linea illusoria
dell’orizzonte?”^^
Baciuzzi Avly
Kamy: kamyiuccia
mia! Spero che il capitolo ti sia piaciuto, mi scuso ancora per la lunghezza, ma
mi è stato impossibile ridurlo…Ammetto poi che con le sintesi sono un disastro.
Beh spero vivamente di risentirti su questo^^ Grazie 1000 carissima^^
Baciuzzi Avly
Angolo svoltato! Vi ringrazio di cuore sia a chi legge
soltanto, a chi ha messo la storia fra le seguite e/o preferite.
Capitolo 18 *** La Mossa dell'Alfiere nel Gioco chiamato Vita ***
La Paura
E non sono morta o scomparsa^^ Chiedo umilmente scusa per il
ritardo, mi scuso con tutti quei lettori che seguivano (e spero lo
continueranno a fare) la mia storia e spero che il nuovo capitolo sia di vostro
gradimento…Di buon auspicio per coloro che devono fare la maturità, per coloro
che non possono dichiararsi in vacanza perché impegnati con l’università e per
chi come me ora è a sguazzare tranquillo^^
Buona lettura a tutti e ancora scusate!
La Mossa
dell’Alfiere nel gioco chiamato Vita
La
Paura. Come definirla? Un’intensa emozione derivata dalla presenza o dalla
supposizione di un pericolo, oppure come quella parte di noi che vive e regna
insieme alla ragione? Forse entrambe, forse nessuna delle due, ma una cosa era
certa: ciò che ora percorreva il sangue di Brooklyn e degli altri era la vera
Paura.
Si
voltarono verso quelle due voci che li sorpresero nella notte appena fuori
dall’Hotel. Il vento sferzava senza pietà le fronde degli alberi e l’oscurità
era tutto ciò che era permesso vedere. Ming-Ming estrasse veloce Venus e lo
caricò seguita a ruota da Moses e Garland. I tre bey colorati volarono insieme
verso il bey nero e rosso di Samantha e quello nero e viola di Astra creando
un’ondata d’energia che sbalzò la cantante di qualche metro. Brooklyn si girò
verso la piccola che si rialzò senza battere ciglio guardandolo con occhi di
rimprovero. – Forza Brooklyn non stare impalato! Se ci vogliono, noi non ci
faremo attendere, attacca Venus! –
Decisa
la ragazza si lanciò su Illusion che però resistette bene all’offensiva.
Brooklyn sentì il sudore percorrere la sua spina dorsale e le gambe indebolirsi
leggermente. Aveva paura di quello che avrebbe potuto sentire…Perché una
sensazione come quella delle Tenebre lasciava il segno, conduceva alla pazzia e
lui ne era già stato vittima. Ma ora c’era qualcuno che chiedeva il suo aiuto,
qualcuno che stava facendo di tutto per aiutarli…La Voce – Vai Zeus! –
-
Poveri illusi non combinerete nulla – disse Samantha con una punta di acidità
-
Siete soli, e noi due bastiamo a mandarvi all’altro mondo – rise Astra
caricando Illusion su Apollo
-
Non sottovalutateci! – urlò la cantante decisa – Vi batteremo e libereremo
quella Voce –
-
Oh, la ragazzina parla troppo, non credi Astra? – disse sorridendo la mora.
L’altra annuì come se stessero giocando. – Bene, allora vediamo se la vostra
cara Voce verrà ad aiutarvi! – disse Astra consapevole che Lei non sarebbe
potuta intervenire per aiutare la Tetrade – L’hai conciata proprio male cara –
Samantha fece un sorriso compiaciuto a quel pensiero – E quello era solo
l’inizio –
Spronava
Fiamma stringendo gli speroni incitandola a galoppare più velocemente; il vento
gli graffiava il viso ma non se ne curava, non pensava ad altro se non ad
arrivare all’Hotel il più in fretta possibile. “Forza Fiamma corri!” E un
polverone seguiva il passaggio di tre purosangue attraverso la lunga spiaggia
di Santa Monica, sotto una Luna che ansiosa cercava di liberarsi dalle nubi per
poter seguire meglio il corso di quello strano filo chiamato Destino.
-Resistete ragazzi, stanno arrivando – Brooklyn si scambiò uno sguardo perplesso con i suoi
compagni, che però annuirono, confermando i suoi sospetti. Diresse l’attenzione
sulle due ragazze che però non sembravano essersi accorte di nulla. “Allora è
davvero in collegamento con noi” Guardò i beyblade neri dei Demoni che
saettavano precisi e letali contro i loro, che a stento riuscivano a resistere.
Era incredibile, erano quattro contro due eppure non riuscivano a mettere
quelle due fuori gioco, e come se non bastasse ogni attacco subito era come se
togliesse loro energie – Attacca Zeus! – Dovevano resistere, la Voce aveva
detto che presto sarebbero arrivati i soccorsi e sicuramente si stava riferendo
a Kai e i russi…Fossero riusciti a chiamare qualcuno…No, era un’opportunità da
scartare anche perché non potevano permettere che gli altri ci andassero di
mezzo…No, dovevano resistere.
-
Che ne dici? Diamo un taglio? – disse ad un tratto Astra seccata da tutta
quella immobilità.
L’altra
annuì – Ci siamo quasi –
- E se non vengono? – chiese col pensiero ad un tratto Astra. Samantha
osservò Mors che sembrava cercare di allontanarsi dai suoi bersagli, come se ci
fosse qualcos’altro a comandarlo. Ridusse gli occhi color sangue a due fessure “Non li salverai tesoro”
-
Dranzer! – Brooklyn si voltò con un sorriso insperato, mentre il galoppo dei
tre cavalli si faceva sempre più vicino. Si sentì sollevato di vederli lì e
questo diede sia a lui che ai suoi compagni una nuova carica ed un rinnovato
entusiasmo per continuare a combattere. I tre russi scesero dai loro destrieri
e rapidi si portarono al fianco dei BEGA, mentre le tre trottole avevano preso
a tallonare Mors e Illusion senza concedere loro un attimo di respiro. Brooklyn
osservò le due donne che però apparivano serene e tranquille. Astra sorrise
come se non avesse atteso altro.
Brooklyn
sentì il sangue gelarsi ed il cuore smettere di battere.
-
Che vi prende ragazze? Ve lo avevamo detto che non ci avreste battuti – disse
Moses
I
Demoni si scambiarono un cenno prima di parlare – Oh sì, siamo molto
spaventate, non è vero Astra? – sussurrò Samantha ghignando.
-
Davvero, e visto che siamo così terrorizzate sarà il caso di sbrigarci. I miei
più cari saluti Guardiani! – Astra fece un lieve inchino che aveva tutta l’aria
di una presa in giro.
Samantha
si strinse la mano attorno al collo ancora ricoperto dal foulard. Trovò gli
occhi di Kai – A presto, Cavaliere – e con queste parole le due ragazze
cominciarono a far roteare i loro beyblade ad una velocità sorprendente,
aiutati dal vento che andava a creare con i due corpi metallici un tornado.
Brooklyn
guardò Kai che però non sembrava essere turbato da come Samantha l’aveva
chiamato. Lo vide ridurre gli occhi a due fessure d’ametista liquida. – Dranzer
ora! – e il beyblade della Fenice si lanciò a gran velocità verso i due
avversari, sotto le grida di tutti che non riuscivano a capire il perché di
quel folle attacco.
- Hilary, presto vieni da me! Hanno
bisogno di aiuto ora. Trovami Custode! -
Hilary
lasciò cadere la posata dalle mani come se non avesse più il controllo sui
propri muscoli. La testa le scoppiava e l’aria non arrivava più ai suoi
polmoni. Si strinse le mani attorno al collo cercando di inspirare quanta più
aria possibile, ma si sentiva soffocare. Gli occhi di tutti si portarono su di
lei, che però non aveva né tempo né modo di occuparsi delle spiegazioni –
Hilary stai bene? – le chiese Mao per tutti. Axel le sfiorò le spalle con le
braccia, lanciando uno sguardo rapido ad Ares che annuì impercettibilmente. Il
moro le si avvicinò al viso – Cosa c’è piccola? –
Ma
Hilary non lo sentiva, non avvertiva nulla di ciò che le stava attorno.
Si
sentiva come dentro una bolla, vedeva i volti dei suoi compagni e del suo
ragazzo, ma la sua mente era altrove. Il bianco, il nero si mescolavano,
percepiva la stessa sensazione che aveva provato quando aveva visto l’Aquila
Rossa che piangeva. Riusciva a sentire chiaramente sentimenti contrastanti che
non le appartenevano; rabbia, collera, angoscia, determinazione e qualcosa di
indistinto a cui non sapeva dare un nome, qualcosa che le fece battere il
cuore. Riusciva a sentire emozioni non sue, a toccare le pareti del cuore di
qualcuno…E sentiva anche la voce.
Si
alzò come in uno stato di trance, osservando vaga i volti di tutti. Perché le sembrava
di essere lontana da loro? All’improvviso una scossa fece tremare i vetri della
sala e uno si incrinò. Hilary non se ne rese conto: prese a correre verso
l’uscita urtando e scontrandosi con le persone che stavano entrando nella sala.
Scavalcò un carrello con i dolci precipitandosi nella hall. Si fermò un istante
mentre il cuore le batteva all’impazzata. Sentiva le pareti sussurrarle suoni e
parole, le piante che parevano sospingerla verso l’esterno, e la voce che
ancora sinuosa e decisa si insinuava nella sua testa.
- Corri
Hilary! Custode, credi in me! –
-
Kai, dannazione che fai? – Boris si protese in avanti cercando di afferrare il
braccio di Kai senza riuscirci. Si sporse in avanti rischiando di perdere
l’equilibrio ma venne trattenuto da Yuri che se lo portò indietro prima che
l’impatto fra Dranzer e i due bey neri li coinvolgesse in prima persona.
Un’onda d’urto violenta e inevitabile si abbatté sul cortile dell’Hotel
disintegrando in un battito di ciglia tutto quel Paradiso che fino a pochi istanti
prima viveva attorno a loro. Le fronde degli alberi vennero frustate senza
pietà dal vento, il ciottolato messo in movimento, schizzò in tutte le
direzioni come se fossero migliaia di proiettili infrangendo vetrate e
perforando la muratura dell’ingresso. Boris e Yuri si buttarono a terra per
evitare che uno dei pilastri della luce si abbattesse sopra di loro. Il
capitano russo alzò lo sguardo colmo di rabbia verso il centro dello spiazzo.
Vide Kai e le due ragazze combattere accanitamente senza darsi un attimo di
respiro. Dranzer subiva gli attacchi simultanei di Mors ed Illusion, ma si
manteneva stabile, seppur minacciato anche da tutti gli ostacoli presenti sul
campo. Lo sguardo del capitano russo sorvolò tutto quell’Inferno per arrivare
ai piedi della quercia dove sgranò gli occhi per l’orrore e dalle sue labbra
uscì un urlo di rabbia: quattro corpi stavano ammassati uno sopra l’altro,
coperti di polvere, ghiaia e foglie; i loro volti erano deturpati da tagli e
sangue ed accanto a loro, quattro beyblade spezzati giacevano privi di vita sul
ciottolato. Distrutto…Tutto distrutto. Yuri urlò di rabbia arrancando verso
Garland e gli altri che non davano segni di movimento. Non poteva essere, non
poteva essere vero! – Garland! – gridò rivoltando a pancia in su il corpo dello
svedese coperto da una maschera di dolore e sangue. Urlò ancora ma Garland non
rispondeva, ed in quel momento la rabbia ed l’odio che non credeva di riuscire
ancora a provare invase le sue membra e gli intaccò il sangue. Rabbia, collera,
odio…Sentimenti che credeva di aver sepolto nel fondo della sua anima anni
prima, ma che ora davanti a tanto dolore e sofferenza si erano risvegliati in
lui, scatenando il Lupo della Steppa che era Yuri Ivanov... –Wolborg attacca! –
la trottola grigio argento si scagliò rabbiosa su Illusion che stava per
attaccare Dranzer. Kai e Yuri si scambiarono un cenno col capo prima di essere
raggiunti da Boris che come loro aveva un conto in sospeso con i Demoni.
-
Hilary ma dove corri! – esclamò Julia da sotto il tavolo dove si erano
rifugiati tutti i blaider. I vetri della sala all’improvviso si erano rotti e
come stiletti di ghiaccio i frammenti scesero in picchiata verso di loro. Julia
si lanciò verso l’esterno per seguire Hilary quando in un lampo di secondi si
buttò di lato spingendo a terra Crystal prima che venisse trafitta dai
cristalli di vetro. – Julia – ansimò la giovane rossa che aveva un piccolo
taglio sulla fronte. Sembrava tesa, preoccupata, ma ciò non parve strano alla
spagnola. – Dobbiamo andare fuori – e si precipitarono fuori seguite a ruota da
tutti gli altri.
Il
combattimento procedeva senza intervalli, nessuno dei blaider accennava a
lasciarsi intimorire dagli attacchi e ogni assalto veniva controbilanciato da
una difesa perfetta. Nonostante lottassero tre contro due i russi non
riuscivano a sfinire le loro avversarie, mentre loro si affaticavano anche se
non lo davano a vedere. Era strano ma sembrava come se riuscissero a rendersi
immuni agli attacchi, come se gli assalti di Wolborg, Falborg e Dranzer non le
colpissero…
-
Dranzer attacca! – Kai lo sferrò con forza contro Mors e fu allora che la sentì
- Limbo del Cosmo -
-
Cavaliere, ti prego fermati! Non ce la faccio più! Dovete creare un contatto…E
salvate la Custode. Kai non hai più molto tempo – la Voce emise un gemito
strozzato facendo muovere con forza le catene e cadendo poi con un tonfo sul
suolo avvolto dall’Ombra. Kai cercò di muoversi in quell’universo nero, lo
stesso dell’altra volta, quando qualcosa lo afferrò per il braccio – Kai – disse
Yuri tastando il suo braccio per accertarsi che fosse lui. – Dove diavolo siamo
finiti! Non vedo un accidente – sbraitò il capitano della Neoborg cercando di
vedere qualcosa oltre la coltre di Buio. – Mi sa che siamo nei beyblade degli
Obscuras o qualcosa di simile – Kai avvertì la voce di Boris giungere rapida ed
insicura mentre anche lui cercava di muoversi in quel Nero.
-
Ma che spirito d’osservazione Huzenstov, già non sopporto quei demoni
figuriamoci stare nei loro beyblade – ribatté sprezzante Yuri. Kai intanto
cercava ancora la Voce, doveva sentire ancora le sue parole, la sua voce. Non ne
capiva il perché, probabilmente si sentiva responsabile di quel che era
successo a Brooklyn e agli altri, ma questo non cambiava la natura della cosa:
da quando Kai Hiwatari si sentiva in colpa?
- Andate
Cavaliere, Guardiani…Siete la nostra unica speranza…Trovate la Custode e la sua
Essenza – Kai fece istintivamente un passo in avanti, vedendo una leggera luce
che tenue e debole brillava in quel Mondo di Morte – Ti abbiamo colpita noi
vero? – chiese alla Voce sperando di tenere il contatto con lei. I rumori delle
catene si fecero sentire e Boris si volse cercandole. – Non temete – un gemito
strozzato uscì dalle labbra della creatura che si ritrovò a sputare il suo
stesso sangue – Ora andate –
La
Luna illuminava attenta e timorosa allo stesso tempo il Beverly Hills Hotel di
Los Angeles, come se sperasse di non essere vista, come se spiasse ciò che
stava accadendo. Kai, Yuri e Boris in un battito di ciglia si ritrovarono nello
spiazzo dell’Hotel, coperto di foglie staccate a forza dai rami, tronchi di
alberi spinti via con foga dal vento, e…Dolore, tanto dolore. Yuri si girò
verso le due ragazze degli Obscuras che li guardavano con gli occhi limitati a
due fessure. – Come avete osato! – disse Samantha riferendosi al contatto con
la Voce. Scagliò Mors su Falborg che cominciava a perdere stabilità, quando il
bey nero con sfumature rosso sangue si oppose al comando e prese a colpire il
palo della luce. – Maledetta smettila di interferire! – gridò Samantha in preda
alla collera. Doveva essere sempre lei a mettersi in mezzo. Non le erano
bastate le scariche e i mostri d’ombra, no la signorina faceva la dura. –
Samantha non è il momento – la riscosse Astra – A lei ci penseremo dopo –
La
ragazza dai capelli corvini annuì contrariata “Tu continua, che tanto avrò io
il piacere di ucciderti del tutto mia cara” – Attacco Nube Oscura! –
-
Ma che succede qui? – disse Michael non appena i ragazzi raggiunsero i giardini
dell’Hotel. Emily pulì gli occhiali credendo di star assistendo a qualcosa che
non c’era, Mao gridò mentre Rei e Julia si scambiarono un’occhiata interrogativa.
– Non può essere – disse a voce bassa Takao che si trovava alla destra di Axel
e di un’Hilary paralizzata sul posto. La ragazza non riusciva a muovere un
muscolo, non sapeva più se stava respirando, non sentiva nulla di quello che
gli altri dicevano, aveva la mente rivolta solo allo scempio che si prostrava
dinanzi a lei. Distruzione, Paura e Morte.
Avvertì
Takao e Max sfrecciare ai suoi lati e buttarsi ai piedi dei corpi immobili di
Samantha e Astra che con il viso coperto di tagli e polvere parevano non
respirare. Sembravano morte…Come tutto quello che li circondava…O meglio, quasi
tutto. Hilary puntò lo sguardo su due occhi ametista che freddi e scostanti
guardavano nella loro direzione insieme a quattro iridi identiche di ghiaccio e
di color smeraldo. Hilary avvertì come se le fosse crollata la terra sotto i
piedi. “Non ci credo…Kai, eri tu il pericolo” Ma non fece neanche in tempo a
ragionare che l’urlo disperato di Takao si espanse per tutto il cielo notturno,
alto e terrorizzato come mai era stato il tono di voce del giapponese –
Samantha rispondi ti scongiuro! – Lacrime taglienti gocciolarono sul viso della
ragazza, lavandone in parte la pelle sporcata dalla polvere, che si mischiò al
sangue rappreso che le contornava il labbro. Takao le mise un braccio dietro la
schiena abbracciandola e urlando tutta la sua rabbia al vento, che la
disperdesse come un canto di Morte. Ad un tratto Samantha si riscosse tossendo
ed inspirando aria. Un sorriso si dipinse sui volti di tutti i ragazzi, in
particolare Ares e Axel che osservavano sconvolti le loro due compagne. Hilary
intanto continuava a guardare Kai che impassibile faceva roteare Dranzer
tranquillo ai suoi piedi imitato da Yuri e Boris. Era assurdo, troppo
incredibile per essere vero, se glielo avessero detto non ci avrebbe mai
creduto…Ma come potersi dare una spiegazione diversa rispetto a quella che
aleggiava nei pensieri di tutti? Dov’era in questo caso la Realtà e dove
l’Illusione?
Una
calma irreale si era stanziata nel giardino e mentre i paramedici avevano
portato via i quattro BEGA su chiamata del presidente, Samantha e Astra si
erano limitate a farsi medicare qualche taglio e contusione sul posto, sotto
stretta sorveglianza di Ares e Axel che le curavano da vicino come dei fratelli
apprensivi. In verità pareva che tutti stessero chiusi nel loro mondo solo per
evitare di dover fare i conti con la realtà, che oscura e limpida si stagliava
dinanzi a loro. Hilary osservava in silenzio Kai che a qualche metro di
distanza da loro li scrutava con le braccia incrociate come se aspettasse, come
se sapesse che prima o poi quella bolla di riflessione si sarebbe dissolta e si
sarebbero scatenate le Fiamme. Avvertiva il cuore battere ad una velocità
impressionante, il respiro le si era calmato, ma la tensione cresceva, ogni
attimo le sembrava un’eternità, e la luce negli occhi del russo le metteva
addosso una sensazione che non sapeva identificare.
-
Sarai contento ora – disse a voce bassa Takao quando nel giardino furono
rimasti solo i blaider
Kai
rimase impassibile, come se quelle parole non lo avessero minimamente sfiorato.
-
Perché? – disse Takao a capo chino, mentre dietro di lui Samantha si tastava il
collare ortopedico che le avevano applicato.
Kai
fece un’espressione lievemente sorpresa – Perché cosa? – rispose freddo e
arrogante. Poi Boris si rivolse alle due ragazze canadesi – Complimenti per la
performance, ottima interpretazione signore, siete state quasi commoventi – il
suo tono sprezzante fece adirare Ares che si portò a pochi passi dai russi –
Maledetti bastardi! Come vi siete permessi di fare del male alle nostre amiche?
Tre contro due per di più! Mi fate schifo. Se volevate battervi con noi
potevate attendere il torneo…Non prendervela con delle ragazze! Ma dove avete
un onore? – la voce del biondo uscì carica di rabbia e rancore, tanto che Mao
fece per avvicinarsi, ma fu trattenuta da Lai.
-
Perché non ce l’hanno, o meglio non l’hanno più – voce bassa, roca, piena di
risentimento e delusione, una voce che mai era stata così, una voce che aveva
sempre cercato di incoraggiare e sorridere…La voce di chi si sentiva tradito.
-
Potevo aspettarmelo da Yuri o da Boris…In fondo è nel vostro stile, nonostante
credessi che le vicende con Vorkof vi avessero cambiato…Ma da te Kai, da te no
– Takao alzò il capo verso l’ex compagno, che potette vedere i suoi occhi
castano-rossicci luccicare per le lacrime e ardere per la rabbia. Si avvicinò a
Kai fino a che non si trovarono ad una distanza di pochi passi. Hilary e gli
altri trattennero il fiato. Takao e Kai, vento e fuoco, drago e aquila, bene e
male, rivali…Nemici.
-
Non dici nulla? – Takao non riusciva a crederci, non poteva pensare che Kai lo
avesse sempre ingannato, che avesse rinunciato ai veri valori di un blaider, di
un amico solo per…Vincere.
- Si
può sapere che vuoi Kinomiya? La scenetta è stata abbastanza esplicita –
ribatté sprezzante il russo senza fare una piega. Stava tirando troppo la
corda, era sul punto di spezzarsi e Hilary sentì chiaramente quando si lenì del
tutto. Secco, sonoro, preciso; vide il viso di Kai ruotare verso sinistra,
mentre la sua pelle candida si coloriva di un rosso rabbia là dove Takao lo aveva
colpito. – Ti odio! Come hai potuto farlo? Se volevi vincere contro di me
potevi affrontarmi, ma perché far del male alla mia ragazza? E il tuo onore? Ti
odio Kai! Credevo che fossi un blaider, che amassi questo sport e soprattutto
che rispettassi i suoi partecipanti…Ma soprattutto che fossimo amici! – e lo
colpì di nuovo. Lo colpì duramente altre volte e questo davanti agli sguardi
attoniti di tutti che non credevano ai loro occhi: Takao prendeva Kai a pugni e
lui non accennava a reagire, come se non gli importasse, come se quello non
fosse il suo corpo, ma quello di un fantoccio…O come se Kai volesse farsi
colpire di proposito.
Yuri
non intervenne per fermare il giapponese, disapprovando il comportamento di
Kai, ma comprendendolo perfettamente. Capiva cosa stesse spingendo il cuore di
Kai a comportarsi in questo modo; il dranzerblaider non lo avrebbe mai ammesso,
ma stava agendo così per i suoi amici, perché preferiva tenerli all’oscuro di
quanto successo solo per poterli salvare…A modo suo certo, ma sempre perché
teneva a loro.
Takao
alzò ancora il pugno pronto a colpire Kai che si ostinava a rimanere immobile
quando la voce di Axel sopraggiunse fermando l’azione a mezz’aria – Lascia
stare Takao, è del tutto inutile sporcarsi le mani per uno così – sputò acido
il moro avvicinandosi pericolosamente a Kai che fece un passo in avanti con
aria di sfida. Hilary sentì una morsa attanagliarle lo stomaco quando li vide
così vicini. Seguì gli occhi di Kai con attenzione, avvertendo un brivido sulla
pelle quando per un breve istante i loro sguardi si incrociarono…Perché non
vedeva cattiveria o desiderio di vittoria? Perché i suoi occhi in quel momento
erano semplicemente…Freddi?
-
Me le sporco volentieri io! – fece Axel alzando il pugno…Ma questa volta Kai
avrebbe reagito…Takao era un conto, Axel totalmente diverso.
-
Fermo! – Hilary si frappose fra i due fissando Axel negli occhi e dando le
spalle a Kai che si sorprese del comportamento della ragazza. – Hilary che fai?
Togliti da qui…Ma come fai a volerli difendere dopo quello che hanno fatto! –
urlò Axel fuori di sé mentre la sedicenne scuoteva il capo decisa facendo
scintillare alla luce della Luna i suoi occhi color cioccolato. – E’ sbagliato
agire in questo modo Axel! Se hanno sbagliato pagheranno, ma non passate dalla
parte del torto – “Ma chi ha torto?” si disse fra sé. Osservò Axel cercando di
rassicurarlo ma il ragazzo scrollò le spalle insoddisfatto. Kai vide Axel
prendere per mano la ragazza attirandola a sé per baciarla sulla fronte – Va
bene piccola, come sempre riesci a convincermi – il moro alzò poi lo sguardo
sul russo – Ringraziala, se non fosse stato per lei ti avrei spaccato la faccia
– e si allontanò, trascinandosi dietro alcuni blaider, mentre Hilary rimase
ancorata al suo posto. Sentiva quello che stava avvenendo…Una separazione
definitiva. I vari blaider si osservarono tra di loro, indecisi sul da farsi;
la cosa era semplice, o seguire i russi o Takao e gli altri. – Andiamo – disse
Mao seguendo Ares e Lai che rientrarono in Hotel seguiti da tutti i blaider.
Rimasero nel cortile solo Rei, Julia, Raul, Max, Hilary e Takao, il quale si
girò un’ultima volta verso Kai con il viso arrossato per la rabbia. – Mai mi
sarei aspettato questo da te Kai, mi hai deluso – e si voltò per rientrare –
Andiamo Max, Rei! – aveva Kai alle spalle, era certo che lo stesse trafiggendo
con gli occhi, ed era anche consapevole che quella a cui stavano assistendo era
la morte dei G-Revolution…Ma non era stato lui a distruggere la loro squadra e
la loro amicizia…Era stato Kai.
Max
si avvicinò al giapponese chinando il capo e nascondendo i suoi occhi color
oceano sotto una cascata di capelli biondi che parevano aver perso la loro
lucentezza. – Come hai potuto Kai? – disse semplicemente prima di seguire Takao
che prima di prendere la porta si voltò nuovamente – Rei muoviti! – ma il
cinese scosse la testa piano – Allora fa come diavolo ti pare! – sbottò il
giapponese sparendo alla vista dei russi che si erano visti abbandonare da
tutti. – Andiamo sorellina – la esortò Raul prendendo la mano di Julia che era
rimasta ferma ad osservare i volti dei russi. Li studiava, cercava di scavare
dentro di loro, tentava di scorgere le loro vere intenzioni nei loro occhi, e
come spesso avveniva si concentrò sulle iridi gelate di Yuri che le sembrò
tutto meno che un traditore o un criminale. “I suoi occhi sono puliti, chiari
come l’alba…Non può essere stato lui anche se quelli che abbiamo visto al
ristorante erano proprio loro” – Arrivo – e seguì il fratello dopo aver
lanciato una fugace occhiata ai russi ed in particolare a Yuri.
Kai
rimase lì, ad osservare i ragazzi allontanarsi uno dopo l’altro, sparire dalla
sua vista come una barca all’orizzonte. E faceva male, allo stesso modo di
quando aveva lasciato la BBA
per Vorkof, ma questa volta era diverso, perché non era morto solo il Kai
blaider G-Revolution ma anche il Kai essere umano. Per Kai era sempre stato
importante il suo essere blaider, eppure ora il dolore che sentiva non era
derivato dalla consapevolezza di aver perso il torneo, ma di aver perso i
suoi…Amici. Ad un tratto alzò lo sguardo incrociando gli occhi indagatori di
Hilary che lo scrutavano con attenzione come se lo volessero scavare. Avvertì
un flusso di calore all’altezza dello stomaco ma bastò fargli tornare in mente
la scena di poche ore prima per farlo tornare ad attaccare – E’ inutile che ci
fissi, non avrai alcun ringraziamento se è questo che aspetti – le disse freddo
incrociando le braccia al petto. Lei scosse il capo – Ecco perché non riesci a
capire…Non credere che il mio gesto abbia avuto un secondo fine; l’ho fermato
perché non volevo passasse dalla parte del torto – in realtà era stato il suo
corpo a muoversi più rapidamente della sua testa e lo aveva fatto per Kai, ma
questo non glielo avrebbe mai detto. – Allora va dal tuo ragazzo e la prossima
volta non impicciarti – le rispose gelido Kai prima di dirigersi verso le
scuderie seguito dai tre russi che sparirono nella notte come anime cancellate
dalla mente e dai cuori dei propri amici, come nomi scritti sulla sabbia a cui è
sufficiente una lieve onda per svanire dimenticati.
Hilary
osservò la sciarpa bianca di Kai farsi sempre più piccola fino a quando non
sparì del tutto, lasciandola nuovamente con una terribile sensazione di vuoto,
un oblio oscuro fatto di dubbi ed incertezze, come un desolato paesaggio
invernale composto da alberi ghiacciati e spettrali.
-
E ora che facciamo? – chiese ad un tratto Boris arrestando Tormenta. La Luna
era alta e sotto un vento incessante i quattro blaider russi cavalcavano
sull’altopiano del Westwood con sulle spalle le loro borse da viaggio. Se ne
erano andati, dopo la riunione privata con il presidente avevano deciso di
lasciare il Peninsula e di trovarsi un nuovo alloggio per conto loro. Questa
volta Daitenji non aveva potuto far nulla per loro, aveva contro qualsiasi dato
oggettivo, ogni prova ed inoltre aveva la testimonianza di Astra e Samantha che
avevano affermato di essere uscite per parlare di una questione privata e in
quel frangente di aver visto Kai, Yuri e Boris attaccare Brooklyn, Moses,
Garland e Ming-Ming e di essere intervenute per fermare i russi. Questa
versione coincideva con tutte le prove raccolte e il presidente non aveva
potuto far altro che squalificare la squadra russa per comportamento
antisportivo e aggressività. Così se ne erano andati.
-
Tu che dici? – rispose sarcastico Yuri in testa al gruppo – Siamo fuori da
torneo, non c’è più niente per noi qui, perciò alla luce dei fatti credo che la
cosa migliore sia tornare in Russia. Se quegli idioti vogliono farsi fregare
sono affari loro – diede un colpo ai fianchi del cavallo bianco incitandolo a
proseguire. Per qualche secondo si sentirono solo gli zoccoli dei quattro
destrieri scandire il tempo – Beh in tal caso tornatene pure a Mosca io rimango
qui – la voce di Boris ruppe la coltre di ghiaccio che si era andata a creare
tra i quattro. Anche Kai fermò Fiamma lanciando uno sguardo d’assenso a Boris
che annuì – Noi rimaniamo qui – si corresse.
Yuri
si voltò seguito a ruota dalla sorella che li guardarono increduli – Che
sperate di ottenere? Battere i Demoni? E’ impossibile e anche questa Voce non
ci aiuta più di tanto! –
-
E’ vero, ma non possiamo abbandonarli Yuri! Diamine non ci tieni alla vendetta?
-
-
Certo Boris, ma non voglio neanche essere additato dal mondo intero come un
blaider antisportivo o altro dopo che ho dato me stesso per questo sport – si
voltò chiudendo così la discussione
-
E gli altri? – lo incalzò Boris. Il capitano russo si girò seccato – Gli altri
per tua informazione ci hanno voltato le spalle – ribatté risentito. Ricordava
ancora gli occhi di Julia fissi su di lui come se volesse scavare nella sua
anima cercando nuovi pretesti per accusarlo. Si era sentito ingannato anche se
non ne capiva il perché; forse in un momento aveva pensato che lei riuscisse a
leggere talmente bene nella sua anima che avrebbe potuto vedere la verità…Ma
poi anche lei aveva seguito gli altri…”Peggio per loro” diede uno strattone a
Tempesta che proseguì seguito da Astro. – Partiamo domani mattina col primo
volo, ora andiamo al terminal o troviamo un albergo per la notte – disse serio
dopo degli istanti di silenzio. Crystal si voltò ma Kai e Boris erano rimasti
nello stesso punto di prima – Ragazzi? – Il blaider del falco trafisse con gli
occhi la ragazza facendole capire di non intromettersi oltre. Crystal ridusse
gli occhi a due fessure prima di proseguire col fratello indifferente. – Ci è
stato impedito di avvicinarci a più di 50 metri da un beyblade stadium, siamo fuori
dalla competizione per cui abbiamo versato sangue e voi volete restare? -
-
Sì – rispose Boris al suo capitano – Dobbiamo annientare quei maledetti Yuri
come fai a non capirlo! – Boris cominciò a scaldarsi alzando la voce.
-
Siete pazzi –
Kai
ghignò celato appena dalla sciarpa – Andiamo Yuri non vorrai dirci che hai
paura di loro –
-
Non provarci Kai, sono solo più realista di voi – Yuri Ivanov non aveva paura,
solo era più razionale e riteneva del tutto inutile andarsi a buttare da uno
strapiombo senza paracadute. – Non puoi essere realista in qualcosa che non lo
è! – ribatté Boris
-
Non mi convincete e poi siete solo in due…E’ ridicolo – concluse il capitano
mettendo in risalto il loro principale punto debole…Il numero.
-
Tre – i russi si voltarono di scatto verso il punto da cui era partita la voce,
incrociando gli occhi con due pure pozze d’ambra. La lunga coda avvolta nella
tela bianca ondeggiava sinuosa ed elegante nel vento insieme a crini sottili
color ebano che incorniciavano il volto del blaider davanti a loro. – Rei –
disse Crystal apatica
-
Il cinese, fantastico farò squadra col cinese – esultò ironico Boris
Yuri
scosse il capo – Bene Rei, ma comunque non mi convincete, non avete un piano,
non avete nulla. La vostra è un’azione suicida e non è il momento di fare gli
eroi e di illudersi con futili speranze e sogni vani – concluse fermamente il
blaider del lupo.
I
tre ragazzi si scambiarono degli sguardi pieni di conferme e convinzioni e Kai
vide Rei incrinare lievemente le labbra sottili in un cieco sorriso.
Passarono
secondi intervallati solo dalla voce del vento che come un forte richiamo
sussurrava parole perse nell’eco delle montagne, una voce inudibile
all’orecchio umano, ma in cui i ragazzi cercavano una risposta, una certezza,
un sostegno a cui aggrapparsi per non cadere.
–
Se voler salvare i propri amici e credere nell’amicizia è una vana illusione,
allora Ivanov saremo ben felici di combattere per questo “sogno”. E non parlare
di azione suicida perché sei stato tu il primo a mettere a repentaglio la tua
stessa vita per difendere i tuoi principi. Hai per caso dimenticato Garland e la Justice Five? – quel
fiume di parole portato dal vento anticipò la vista di Julia che decisa si
affiancò ai tre ragazzi. Yuri strinse istintivamente la presa sulle redini del
suo cavallo soffermandosi ad osservare la ragazza – Secondo me ora accetta –
sussurrò Boris all’orecchio di Rei che sorrise. – E’ un’azione sconsiderata,
perché lo fate? – chiese il rosso senza lasciare lo sguardo fermo di Julia. Non
riusciva a credere che fosse davvero lì, forse ci aveva segretamente sperato,
ma aveva cercato di non illudersi…Eppure ora era lì, davanti a lui e come
sempre lo sfidava, fronteggiava con quei suoi occhi di smeraldo dorato che
rilasciarono nel petto del russo un insolito calore che non aveva mai
provato…Un po’ come quella sera ad Helsinki…
Sapeva
che parte di quello che gli stava capitando di provare era opera di quella
ragazza e se da una parte tentava di non farsi trascinare, dall’altra avvertiva
uno strano desiderio di andare avanti, scavare in quelle pozze di smeraldo
dorato per trovare una risposta, un segno…Qualcosa che non sapeva neanche lui,
ma che probabilmente era la stessa cosa che lo induceva a cercarla in ogni
angolo della città.
-
Per lo stesso motivo per cui anche tu accetterai – ribatté lei senza abbandonare
i suoi occhi
L’Hotel
che i ragazzi scelsero non era molto distante dal Peninsula e visto che avevano
deciso di seguire di nascosto anche le tappe future del torneo avevano optato
per un carino hotel a tre stelle. La delicata struttura del The Crescent apparve
come in una fiaba dalle strade trafficate di Los Angeles. L’albergo era piccolo
e sembrava una casa delle favole, con tenui colori sul pesco e palme
all’ingresso. – Su non fate questa faccia in fondo dovete solo dormirci due
notti – asserì Julia non appena Boris fece per cambiare Hotel.
-
Nella casa delle fate mi vuoi far dormire? Non potevamo scegliere qualcosa di
meno colorato e fiabesco? – chiese disgustato il blaider del falco. Per una
volta sia Kai che Yuri furono concordi a dargli ragione. – Proprio per via di
questo stile così poco consono a voi nessuno penserà che abbiate potuto
trattenervi qui – spiegò diligente Rei in soccorso a Julia.
Crystal
osservò la struttura dell’Hotel totalmente apatica quando una mano prese le
redini di Astro guidandolo – Entriamo – disse Kai guardandola negli occhi.
La
camera in cui entrarono era completamente diversa dall’esterno. Le pareti
bianche con gli spigoli laccati di nero donavano alla stanza dal design
contemporaneo un aspetto serio ma allo stesso tempo di eleganza e futuristico.
– Oh va molto meglio – constatò Boris accasciandosi su una delle poltroncine di
pelle bianca che erano disposte attorno ad un basso tavolino in vetro. Gli
altri si accomodarono mentre Crystal prese dal frigo bar qualcosa da bere per
tutti.
-
Allora quale sarà il piano? – chiese Rei
-
Direi prima di tutto, che dobbiamo capire come fanno ad ingannare e poi
dobbiamo trovare la Voce – disse la spagnola seduta al fianco del cinese. – Beh
cara mia se il tuo nemico è anche la anche la persona che dorme al tuo fianco
l’inganno è immediato – constatò Boris
- Ma
creare delle vostre copie esatte va al di là del semplice raggiro – disse Rei
facendo alzare il capo di Crystal rimasta in silenzio per tutto il tempo e che
si accorse di stringere freneticamente il bicchiere tanto da avere le nocche
bianche. I capelli rossi le cadevano sul viso celando i suoi occhi velati di
menzogna e tradimento ali altri, che in lei vedevano solo una ragazza fredda ed
insensibile. – Non a caso li ho chiamati Demoni – rispose Yuri grave.
Improvvisamente
uno scroscio li allontanò dalle loro riflessioni portandoli ad osservare
Crystal che si era chinata a raccogliere i cocci del bicchiere che aveva rotto.
-
Maledetti vetri – sussurrò a denti stretti mentre si toglieva le schegge dalla
pelle ferita. Kai la osservò a lungo mentre la ragazza cercava di trovare in
ogni scheggia il modo di perdere tempo e non sollevare lo sguardo. Avvertiva la
sua ansia, il suo timore e nell’osservarla non poteva non collegare quella
visione a quella degli Obscuras…
- Non
è la fine Kai – la voce rassicurante di Rei sopraggiunse alle spalle del russo
che appoggiato al balcone osservava il vento smuovere le fronde delle palme in
silenzio, mentre dentro la stanza Yuri, Boris e Julia continuavano a discutere.
Kai
rimase in silenzio come se non lo avesse sentito o come se le sue parole gli
fossero del tutto indifferenti, ma Rei sapeva che non era così. – I
G-Revolution non sono morti –
-
Non capisco perché vieni a dirlo a me. Non mi interessa, se vogliono farsi
ingannare che si accomodino, non è affar mio – lo interruppe Kai brusco per
impedirgli di andare oltre.
Rei
però non si arrese, oramai lo conosceva abbastanza da sapere quando doveva
attaccare – Certo, e sei talmente indifferente che non hai cercato di reagire
quando Takao ti ha colpito – Il russo tornò a guardare fuori riflettendo su
quelle parole…Aveva ragione.
-
Non era il caso – rispose il suo orgoglio di blaider per lui.
-
Già perché in fondo al cuore sai che Takao non ti avrebbe detto quelle cose –
Rei non accennò a mollare il discorso; avesse dovuto ricorrere ad un lento
processo maieutico lo avrebbe condotto alla verità…Glielo doveva.
-
Ti sbagli Rei, non mi interessa affatto se Takao si è voluto far ingannare da
quella –
-
E chi parlava solo di Takao? – Kai si voltò immediatamente verso Rei
lanciandogli missive di fuoco dagli occhi. – Guarda in faccia la realtà Kai.
Chi è stato a tornare sui suoi passi per aiutarci, consapevole di andare contro
le critiche, la stampa, il suo orgoglio per battere Brooklyn? Chi è stato a
battersi al mio fianco quando mi era stata sottratta la Tigre Bianca? E già che siamo
qui dimmi chi è stato a lanciarsi sotto una frana per proteggere Hilary? Tu,
quindi non è vero che le nostre sorti ti sono indifferenti.
Kai
per la prima volta non seppe cosa rispondere, era tutto vero…A lui importava di
loro, la loro incolumità gli interessava quasi quanto il bey. Non sapeva quando
era iniziato, forse da sempre, ma quei ragazzi si erano insediati in lui con
simpatia, esuberanza, altruismo e tanta complicità. E Hilary era scesa ancora
più nel profondo, riusciva a farlo sentire come mai si era sentito. Aveva
violato la sua fredda e tetra anima insediandosi nella sua mente…Arrivando a
condizionarne i pensieri. Già perché molti degli ultimi atteggiamenti che stava
acquisendo erano derivati da lei.
Rimase
ad osservare le luci sfavillanti della città lasciando che le parole di Rei lo
avvolgessero, entrassero dentro di lui, a rischiarare quella convinzione e
verità che per troppo tempo aveva preferito tacere persino a se stesso.
-
Li salveremo – disse Rei tornando dentro felice di aver potuto ricambiare il
favore.
- E già che siamo qui dimmi chi è stato
a lanciarsi sotto una frana per proteggere Hilary? Tu, quindi non è vero che le
nostre sorti ti sono indifferenti -
Maledetto
cinese! Non era vero, lui pensava solo ed esclusivamente a se stesso…Eppure
perché allora questa convinzione si stava sgretolando come argilla secca nelle
sue mani, lasciandogli solo un cumolo di polvere? No, Rei non poteva aver
ragione…
-
Kai mi ascolti? – chiese Crystal sfiorandogli il braccio.
-
Troveremo una soluzione – disse semplicemente la ragazza specchiandosi nel
vetro della finestra. Il suo riflesso era orribile, ma cercava di non vederlo.
Vedeva una persona sporca, con la coscienza sporca, il ritratto di un’abile
incantatrice che aveva raggirato e ingannato solo per avere ciò che ora le
stava accanto e con cui avrebbe condiviso la camera quella notte. In quel
momento si sentiva strana, come divisa in due parti. Una Crystal era felice
come non mai, radiosa perché aveva Kai vicino, mentre l’altra continuava a
disgustarsi per quello che aveva dovuto fare per avere la vicinanza del
ragazzo. Doveva ignorare la seconda voce…L’importante era esserci arrivati, al
diavolo i mezzi. Se lo ripeteva in continuazione ma ne era sempre meno
convinta.
-
Eri tesa prima – proferì d’un tratto Kai osservando il viso di Crystal
attraverso il vetro. Lei chinò il capo – Beh è una soluzione critica per tutti
– si girò verso di lui incrociando il suo sguardo. Dio come era bello; così
perfetto, con degli occhi indecifrabili, ma magnetici. Quante volte aveva
sognato di potergli essere così vicino? Tante, e forse davvero per opera di
qualche magia ora stava accadendo…
Ad
un tratto lei avvertì Kai farsi più vicino e prenderle una mano coperta di
cerotti per i tagli del bicchiere – Non cercarli più. Ti sei fidata di loro, ma
ora devi combattere con noi. Abbiamo bisogno di te – glielo disse fissandola
negli occhi, cercando di farle capire da che parte stare, cercando forse di
chiarire più a se stesso le idee che a Crystal.
Perché
la battaglia che si agitava in Kai non era un match di Beyblade, ma una
tempesta dove era la sua fredda anima il campo dello scontro. Rabbia, si
sentiva deluso, arrabbiato con se stesso per essersi fatto trascinare da Hilary
fino al punto di essere così. Odiava i Demoni perché avevano distrutto i
G-Revolution, ma odiava ancor di più Axel perché aveva portato via Hilary…E poi
Crystal, lei che era sempre stata una sorella, un’ottima compagna di squadra,
una ragazza che aveva sempre avuto un affetto particolare per lui, la donna che
in questo momento era stretta fra le sue braccia e che guardava da vicino. Una
battaglia appunto, un gioco di emozioni dove non sono state inventate le
regole, ma che in molti chiamano vita.
-
Kai – sussurrò lei alle sue labbra. E in tutti i giochi si vince…Come si perde.
La
baciò sfiorando le sue labbra con quelle rosate della ragazza avvertendo
semplicemente un contatto fisico tra le loro due bocche…Ma nulla di più…Nulla
come quello che ti rimane quando perdi ad un gioco…
Finale da scioccante
non è vero^^?
Allora ammetto
che come capitolo non è un granché, non è molto movimentato e ci sono più
elucubrazioni mentali che altro, ma mi serviva per chiudere definitivamente la
scena dei Neoborg, per mettere in chiaro quali sono i loro rapporti e quali i
loro pensieri. Ora ci accingiamo alla fine della seconda tappa, ma i guai non
sono ancora finiti e tra voci e baci inattesi spero che il capitolo sia stato
di vostro gradimento^^ Ora andiamo rapidi al consueto
Angolo dei Grazie
Inuyasha_Fede: eh mi scuso allora perché qui di crucci
mentali ce ne sono stati veramente troppi, solo che non sono mai stata brava
nelle sintesi e francamente non sapevo come fare per accorciare^^ Spero comunque
che ti sia piaciuto^^
Baciuzzi Avly
Pierina: il mio Tesor…Perdono per il ritardo e
per aver portato un capitolo non proprio stupendo, non è venuto un granché…Beh
spero comunque ti sia piaciuto. Grazie come sempre per i tuoi consigli e le tue
e-mail che mi riempiono il cuore di gioia. Beh se l’altra volta ti eri
spaventata per l’ultima scena questa volta mi avrai voluto uccidere^^ Spero
davvero di leggere presto il tuo aggiornamento e chiedo ancora scusa^^
Baciuzzi Avly
Pilatigirls: Grazie 1000 ragazze per aver recensito
(e per avermi messo fra gli autori preferiti davvero grazie!!) spero che questo
chappy vi piaccia e vi aspetto!!
Baciuzzi Avly
_marghe 96 xD_: ti ringrazio molto cara, eh già
speriamo che Kai si scongeli presto^^
Spero che il
capitolo ti piaccia e mi auguro che commenterai^^
Baciuzzi Avly
Elenasama: grazie mille anche a te cara per aver
recensito. Eh sì, Julia è un personaggio forte e piace molto anche a me. Spero
di renderla bene, così come anche gli altri. Spero davvero che questo capitolo
ti piaccia anche se a me non ha convinto molto^^
Baciuzzi Avly
Lirinuccia: la mia carinissima Lirinuccia! Grazie
infinite tesoro per la recensione, tu hai il potere di entrare dentro le
persone quando recensisci…Grazie mille per i complimenti…Mi lasci senza parole
da scrivere!! Spero però di non averti delusa, questo capitolo non mi ha
pienamente soddisfatto, solo che non sapevo come sistemarlo, l’ho guardato e
riguardato e alla fine non ne venivo a capo…Perdono! Complimenti ancora per il
Doomsday tesoro e spero che comunque il capitolo ti piaccia!
Baciuzzi Avly
Padme86: salto e grido per la felicità^^ Sono
felicissima di vedere il tuo nome fra le recensioni…Non me lo aspettavo ed è
stata una bella sorpresa…Spero con tutto il cuore di non rendere una cattiva
impressione ora con questo capitolo^^ Grazie davvero Pad sei stata molto
gentile e spero che il chappy possa comunque donarti qualcosa!
Baciuzzi Avly
Helens: la mia amora c’è! Grazie 1000 per tutto
il tuo sostegno, è importantissimo per me e ti ringrazio davvero tanto! Visto
l’amore che provi per Crystal credo che avrai apprezzato parecchio il finale^^
Spero di sentirti presto e che commenterai anche questo!
Baciuzzi Avly
Lexy90: eccola qui! Mi stavo chiedendo dove
fossi^^ Anche se qui quella in ritardo sono io!! Bene constato con piacere che
i lettori odiano i miei cari Obscuras e tu li vuoi addirittura su un piatto
d’argento…Vedrò xD Spero cara che il capitolo ti piaccia e che lo commenterai^^
A presto!!
Baciuzzi Avly
Lenn Chan: beh mia guru che ne dice? Anche Kai ora
ha le sue belle grande sentimentali e gli Obscuras non perdono di certo tempo^^
Mi scuso per il ritardo e per aver portato un capitolo non tanto bello, ma come
ho scritto sopra, non sono riuscita a renderlo meglio…
Mi auguro con
tutto il cuore che non sia un totale disastro e che ti sia potuto piacere!
A presto cara e
in bocca al lupo per gli esami!
Baciuzzi Avly
Cherry_88: ed eccoti mia cara! Beh oramai lo sai
che i capitoli brevi non sono la mia specialità e questo chappy non solo è
lungo ma non mi ha neanche soddisfatta!
Comunque sulla
storia…Beh ci tengo a mettere in chiaro che tutta la scenetta architettata dai
Demoni è finta, ovviamente Samantha e Astra avevano calcolato tutto, così come
le reazioni di Axel e Ares…Tutto pianificato…Comunque lo spiegherò nel prossimo
capitolo per correttezza! Mi auguro che questo capitolo ti possa almeno piacere
un pochino e spero davvero mi lascerai un commentino anche pieno di critiche!
Baciuzzi Avly
Kamy: chiedo perdono anche a te mia cara per il
ritardo…Imperdonabile e dopo un’assenza di 200 anni ti prometto che mi metto in
pari con le storie da recensire e arrivo anche alla tua metallo e sangue! Spero
che il capitolo ti piaccia tesoro!
Baciuzzi Avly
Ringrazio
ancora chi ha messo la mia storia fra i preferiti/seguite/ricordate…Baciuzzi
tanti ragazzi! Fatevi sentire, mi farebbe piacere avere una vostra opinione^^
Grazie a:
Capitolo 19 *** Contatti, Cuori e Vite fra Nuvole dalle Ali Nere ***
Una tenue luce evanescente accarezzava i suoi lineamenti come se
granelli di polvere argentata le si fossero posati dolcemente sui lineamenti
dei fianchi
Here I Am! Chiedo umilmente perdono per il
ritardo, mi ero ripromessa di aggiornare lunedì, ma poi proprio domenica sera
Internet ha avuto la brillante idea di abbandonarmi, quindi aggiorno ora! Spero
davvero che questo capitolo sia di vostro gradimento, credo e spero che sia
venuto un tantino meglio di quello precedente e ci vediamo in fondo^^
Il colore scelto è un po’ un misto fra il colore che
caratterizza Hilary, Julia e Samantha…Nella mia mente contorta mi piace
associare a tutti i vari personaggi un colore e nella fattispecie abbiamo per
Hilary il fucsia (non è il mio colore preferito, ma
guardando l’anime mi ha sempre suggerito questo colore), per Julia un rosso
tendente all’arancione e per Samantha il rosso sangue…Man mano con i capitoli
vi svelerò anche gli altri^^
Uno speciale augurio ai nostri neodiplomati!!
E alla mia cara Cherry!!
Buona Lettura!!
Contatti, Cuori e Vite tra
Nuvole dalle Ali Nere
Una
tenue luce evanescente accarezzava i suoi lineamenti come se granelli di
polvere argentata le si fossero posati dolcemente sui
fianchi.
Il
corpo morbidamente adagiato sul letto era attraversato da lucenti onde
vermiglie che le incorniciavano il viso niveo e addormentato. Si sedette sul
letto osservandola con attenzione; sembrava rilassata, come se niente potesse
turbare la sua quiete o come se fosse prigioniera di una freddezza e di
un’impassibilità inflessibile. Neanche nel Sonno un sorriso si permetteva di
solcare quel viso.
Kai
la guardava seguendo il suo respiro senza saperne il motivo; rivedeva ancora la
scena di qualche ora prima, quel momento che gli aveva impedito di dormire e
che continuava a ronzargli nella testa come un animale fastidioso. L’aveva
baciata, non c’era molto da dire. Inutile girarci attorno con futili parole o
scuse di circostanza, l’aveva baciata, aveva sfiorato le labbra di Crystal, ne
aveva sentito il sapore, ne aveva percepito la leggerezza, e si era sentito
sbagliato. Non sapeva come definirsi se non così. Uno sbaglio, un errore, un
qualcosa che andava contro vento, nel verso opposto alle onde, uno sbaglio. Non
era stata lei sbagliare, ma lui…Perché l’aveva baciata senza sapere il perché,
perché in questo modo si era approfittato dei sentimenti di quella ragazza…Ma
la vera motivazione era un’altra. Si sentiva uno schifo perché aveva baciato
Crystal solo per ripicca, solo perché voleva dimostrare qualcosa a se stesso; che
cosa poi? Che poteva fare a meno degli altri?
Beh
in tal caso non aveva dimostrato proprio niente e lo sapeva. Aveva solo messo
un ulteriore punto alla teoria di Rei: teneva a loro, aveva a cuore i suoi
amici come forse non aveva neanche se stesso. Cosa assurda se pensava al suo
atteggiamento nei loro confronti; non si era mai prodigato in nessun gesto di
amicizia, solo indifferenza e freddezza, ma forse era proprio questo il suo
modo di voler bene…Perché non ne conosceva altri.
E
poi? Possibile che un bacio avesse la capacità di trascinare con sé tante
emozioni, tanti pensieri e tanti desideri? Evidentemente sì, anche se non
sapeva come definire quel “bacio”.
Lo
aveva voluto lui, ma ora si sentiva sporco e sbagliato nel guardare Crystal
come se non dovesse esserci lui con lei…O come se non dovesse esserci lei con
lui.
E
non si trattava della stessa cosa, se lo ripeteva senza darsi pace, continuando
a ricordare quello che era successo come se rievocarlo servisse a punirlo, come
se persistere a punirsi rappresentasse per lui l’unico modo di accettare la
verità.
E
la ragione come una luce era giunta insicura ma inevitabile a rischiarare le
tenebre della coscienza di Kai Hiwatari: aveva semplicemente approfittato della
situazione per punire se stesso e colei che in realtà avrebbe voluto al posto
di Crystal.
Si
girò verso la finestra da cui la luce dell’ultima Luna filtrava tenue e debole
cercando con le sue braccia velate d’argento di arrivare fino a lui. Si scansò
fino a trovarsi troppo lontano dalla portata dei raggi. Non voleva che lo
toccassero. Osservò il proprio distante riflesso sul vetro della specchiera
fino a quando due occhi color cioccolato non apparvero al posto dei suoi e
l’immagine di Hilary prese il sopravvento. Lo osservava, lo scrutava, lo
indagava con quei suoi occhi pieni di calore e vitalità, pozze di colore che
sapevano penetrare nella sua anima e tirarne fuori sentimenti repressi nel ghiaccio,
emozioni trattenute dall’indifferenza e desideri intrappolati dalle catene
dell’orgoglio.
Scosse
il capo fino a che non rivide la propria immagine allo specchio, sporca, falsa,
finta…Una maschera troppo stretta che chiedeva il permesso di cadere, ma che
lui non avrebbe mai lasciato andare, perché spesso ciò che ci impegniamo a
diventare ci assorbe e quella che era una maschera assume in realtà un ruolo
predominante, diventando la nostra vera essenza.
Si
avvicinò lentamente al comodino prendendo Dranzer e chiudendosi cautamente la
porta alle spalle, accarezzato dallo sguardo vigile di due iridi color indaco.
-
Signore e signori siamo finalmente giunti con l’ultimo incontro in programma
per questa tappa americana. Una tornata che ci ha donato emozioni e colpi di
scena, oltre che alcuni episodi di cui ora vi renderemo partecipi – Il silenzio
piombò di colpo sul beyblade stadium di Los Angeles come se un incantesimo
avesse rubato le voci dei presenti, lasciandoli tutti in trepidante attesa che
Dj Man continuasse.
-
Ma tu guarda ora della nostra eliminazione ne fanno un fattore pubblicitario,
meraviglioso- constatò Boris abbassando appena gli occhiali da sole sul viso
per osservare sul monitor i volti dei blaider rimasti in gara e il tabellone
dei nuovi incontri.
-
Vi comunichiamo che in seguito a spiacevoli eventi che hanno coinvolto la
squadra della Neoborg, la commissione è stata costretta ad eliminare la
compagine russa dalla competizione, per cui ora le tornate degli incontri,
vista la disparità delle squadre, saranno svolte in un modo diverso di cui vi
renderemo ulteriori informazioni una volta giunti a
Rabat – Un brusio crescente cominciò a serpeggiare fra le file del pubblico che
non si aspettava una notizia del genere, come neanche capiva il perché nessuno
avesse indetto una conferenza stampa. – Bene, ma ora non togliamo il tempo ai
nostri blaider e salutiamo Los Angeles con un emozionante incontro fra la
squadra del PPB All Stars e quella degli F-Sangre!-
-
Allora mi spieghi ieri che cosa hai combinato? Sei tornata a casa a notte
inoltrata! – sbottò Raul trattenendo la sorella per il corridoio. Julia lo
guardò apatica prima di scrollarselo di dosso – Non seccarmi Raul, non devo
mica renderti partecipe di ogni mio spostamento! – Era qualcosa di
insopportabile, era da quella mattina che la assillava, ma aveva tenuto duro.
Non poteva di certo scoprirsi e dire dove era stata.
-
Senti Julia, io lo so che tu hai provato un certo qualcosa per quel…Russo, ma
ecco devi stargli lontano; insomma lo hai visto quello che hanno fatto a
Mathilda e agli altri – la voce del fratello cessò di arrivare alle orecchie
della ragazza dopo le prime due parole. Oramai evitava di ascoltare quelle
inutili dicerie, quelle velenose parole sul conto dei russi; Julia aveva deciso
di seguire se stessa, aveva scelto di fidarsi dei russi; sicuramente la sua
scelta era derivata da una sensazione, quindi da qualcosa di non oggettivo, ma
a lei non importava. Gli occhi di Raul, lo specchio esatto dei suoi intanto
scavano dentro di lei, cercavano quella verità che Julia tentava di nascondere,
ma sapeva che suo fratello avrebbe potuto smascherarla con facilità.
-
Julia…- La ragazza strinse la presa sul suo bey fino a sentire la pelle
assumere la forma del disco d’attacco.
-
Julia eccoti finalmente, è un sacco che ti cerco – si voltarono di scatto
entrambi incrociando lo sguardo dolce e caldo di Rei che si affiancò alla
spagnola cingendole la vita e scoccandole un bacio a fior di labbra. – Scusami
amore, mi sono messa a sistemare Thunder Pegasus e mi sono dimenticata di
avvisarti – le rispose dolce lei stringendo la sua mano. Il ragazzo le sorrise
per poi girarsi verso Raul che li guardava sgomento. – Oh Raul devo chiederti
scusa per ieri, insomma dopo tutto quello che è successo non ho fatto neanche
in tempo a parlarti –
Il
cinese dispiegò un sorriso così dolce e rassicurante che lo spagnolo non seppe
cosa rispondere. –Ah quindi voi…Io credevo che – balbettò incredulo. Julia
sorrise – Che avessi una cotta per uno dei russi? Beh inizialmente era così, ma
non avevo ancora conosciuto Rei – Julia sorrise tra sé e sé. “Non sia mai detto
che solo gli Obscuras sono degli abili incantatori” – Bene allora visto che è
tutto risolto io torno sugli spalti, in bocca al lupo amore – le disse lui baciandola
dolcemente sulle labbra sotto lo sguardo ancora incredulo di Raul. “Ottima idea
Rei...Trovata geniale” pensò la spagnola divertita.
Lo
scontro procedeva a ritmi serrati, con assalti decisi e controbilanciati da una
perfetta difesa. Julia attaccava senza fermarsi assestando colpi decisi al
beyblade verde di Max che in quanto a difesa non aveva eguali. La spagnola
continuava ad attaccare avvertendo gli occhi di tutti i blaider fissi su di
lei. Lottava per conquistare la classifica, combatteva per difendere quel posto
che i Demoni avevano tolto ai Neoborg, ma che lei intendeva ridare loro. –
Attacca Thunder Pegasus! –
La
trottola viola di Julia schizzò aggressiva verso quella di Max che si manteneva
stabile nel centro del beyblade Stadium. L’americano osservava la sua
avversaria confuso. Riusciva a leggere la determinazione e la caparbietà in
ogni suo movimento, ogni suo attacco era mirato e combatteva con una tenacia
non indifferente. Lo scontro si sarebbe potuto concludere molto più velocemente
se Draciel non avesse avuto la sua ben nota difesa impenetrabile, infatti era
chiaro che la spagnola questa volta aveva una marcia in più. – Signori, Julia
attacca come non l’abbiamo mai vista, sembra che abbia una nuova anima! – disse
Dj Man ammirando i movimenti scattanti e letali che Julia eseguiva senza
lasciare scampo a Draciel. Una luce ardeva in quegli occhi verdi, una fiamma
che inesorabile bruciava, gridava vendetta e assetata di rivincita e riscatto
infiammava il beyblade Stadium.
E
Max più di ogni altro vedeva quella luce e non riusciva a sconfiggerla.
–
Hai davvero una nuova anima? – le chiese d’un tratto vedendo che anche la
solida difesa di Draciel cominciava a vacillare. La ragazza strinse i pugni
guardando Max con i suoi occhi saettanti di vendetta – Siete voi che avete
perso la vostra! Vai Thunder Pegasus! – la trottola viola si preparò ad una
nuova offensiva, ma Draciel riuscì a resistere seppur con estrema fatica. Max
sgranò gli occhi; mai era successo che la sua difesa venisse messa in una tale
difficoltà. Era anche vero che lui sa quando Mariam era in ospedale non
combatteva più come un tempo e poi gli ultimi avvenimenti gli avevano tolto le
ultime gocce di passione che aveva.
-
Siete voi che avete rinnegato chi vi ha aiutati, chi vi ha voluto bene, seppur
in un modo inusuale…Apri gli occhi Max! Se Mariam fosse stata qui ti avrebbe
schiaffeggiato come si deve! – disse lei decisa attaccando senza sosta. –
Vincerò per i Neoborg e per tutte quelle persone che sono in un letto
d’ospedale…Sono io che vincerò per Mariam non tu! – E un’onda di luce irradiò
il beyblade Stadium di Los Angeles.
-
Accidenti come morde la spagnola – disse Boris scostando appena gli occhiali
scuri.
-
Vuoi stare zitto? Ci possono vedere – asserì Crystal dura
Il
russo scrollò le spalle gettandole un’occhiata truce – Già anche perché non
siamo proprio i benvenuti qui – disse Kai ghignando appoggiato alla parete
anche lui con un opportuno paio di occhiali da sole e una lunga giacca in pelle
nera. – Sentite non è mica colpa nostra se il nostro capitano ha voluto vedere
di persona l’incontro della sua bella e non si è accontentato di vederlo in
televisione – disse Boris aspettandosi una sfuriata o un colpo basso da Yuri.
Ma il rosso rimase immobile, avvolto dalla sua giacca nera, con gli occhi celati
dalle lenti fissi sul campo di gioco.
Kai
intanto sorvolava con lo sguardo le tribune alla ricerca di loro; oramai era
qualcosa di istintivo e inevitabile. I suoi occhi correvano da loro,
ricercavano i loro lineamenti e i loro sorrisi. Ad un tratto li vide, e avvertì
un insolito calore in prossimità del petto quando si scontrò con i due occhi
color cioccolato che lo avevano tenuto sveglio tutta la notte.
Si
voltò come se si sentisse osservata, come se un sensore invisibile l’avesse avvertita.
Era lì, avvolto in una lunga giacca nera con un paio di occhiali da sole
sportivi con lenti scure. Ma nulla poteva coprire la lucentezza di quelle iridi
ametista che splendevano di una luce soffusa, triste, ma vivida e calda allo
stesso tempo. Li trovava un continuo ossimoro. Tristi ma calde, accese ma
gelide. Un controsenso, come il loro possessore. “Kai…” Lo guardava con
insistenza, lo cercava, lo rincorreva da quando se ne era andato. E da quel
momento la sua mente aveva lavorato, montava e distruggeva pensieri con la
stessa rapidità con la quale le onde si infrangono sulla scogliera durante una
tempesta…Come quella che si agitava dentro di lei. Dubbi, domande, sensazioni
contrastanti, speranze e paure si muovevano senza sosta dentro di lei, che
davanti a tutto aveva solo gli occhi freddi e lucidi di Kai che la ferivano. Ma
quegli occhi non potevano nascondere Male…Lo sentiva. Era la Ragione o il Cuore a
parlare? Era solo uno stupido effetto del Cuore il calore che aveva provato nel
petto quando lui l’aveva guardata?
Ad
un tratto però qualcosa di diverso attirò lo sguardo della ragazza. La figura
alla sinistra di Kai che rapidamente gli si era affiancata sussurrandogli
qualcosa all’orecchio. Strinse istintivamente i lembi della maglietta mentre fu
come se un coltello le si fosse infilato tra le viscere dello stomaco
“Crystal”.
Un
movimento sordo di catene, un continuo silenzio che come un macigno pesava
sulle orecchie, un'unica piccola e tenue luce che sfarfallava come il battito
del cuore che si sta per fermare…Questo era ciò che la circondava: Buio e Male,
Sofferenza e Dolore, un Oblio, una Condanna eterna, ma lei resisteva.
-
Devo fare in modo che si accorgano di me – cercò di issarsi aiutandosi con le
catene, avvertendo le ossa gridare per l’immane sforzo. Il metallo le segnava i
polsi e le caviglie, lasciando lembi di pelle scorticata e la carne viva a
contatto col freddo ferro. Digrignò i denti soffocando un gemito e tirandosi in
piedi sulle gambe rigide. Respirava affannata e cercava di prendere quanta più
aria possibile, mentre i suoi occhi stanchi rincorrevano la sua piccola luce
che tenace continuava ad affrontare il Buio – Forza cerca di resistere –
“Questi continui attacchi ci
indeboliscono, lo scontro col Dranzer mi ha segnato” avvertiva le parole della luce nella sua mente come
se facesse parte di lei “Non possiamo
fare nulla, dobbiamo solo attendere” La creatura scosse
il capo facendo scuotere le catene. Non accettava quell’avvertimento. “Non essere testarda, non puoi morire nel
tentativo di metterti in contatto con i Cavalieri. Hai fatto quello che hai
potuto, ora lascia che ci pensino i Guardiani e i due Cavalieri” La luce
l’ammonì con decisione, ma lei fece tintinnare le catene come se non volesse
sentirla. – Non mi arrenderò mai, tenterò e ritenterò ancora fino a che anche
gli altri non mi vedranno – disse lei aprendo nuovamente gli occhi freschi di
una nuova determinazione “Cicondannerai a morte entrambe in questo modo,
ma sono la tua Essenza e ti seguirò qualsiasi cosa deciderai di fare” La
creatura sollevò il capo scostandosi una ciocca attaccata al viso dal sangue
rappreso – Grazie Dike te lo giuro, ce ne andremo da qui e se non dovessi
riuscire a darti l’energia di cui hai bisogno…Avrai la mia -.
Quel
pomeriggio le nuvole coprivano il cielo, gettando ombre scure sugli edifici
come se una mano nera cercasse di estirpare ogni raggio di luce. Takao si stese
all’ombra di una quercia, osservando con sguardo spento i resti dello scontro
della sera prima. Le crepe lungo il muro color crema, i resti degli arbusti
estirpati a forza dal terreno e la bandiera americana adagiata con malagrazia
in un angolo riparata da cespugli sempreverdi.
Pensava
a Kai, rivedeva i suoi occhi lucidi e freddi, avvertiva la sua voce ferma e
tagliente e poteva sentire sui polpastrelli la morbidezza della sua pelle nivea
quando l’aveva colpito. Era confuso, non capiva il perché del suo
atteggiamento, perché non aveva reagito? Ma principalmente non capiva se
stesso: per lui Kai era sempre stato un blaider di riferimento, il suo numero
uno, il suo campione, un esempio di blaider per ogni amante di questo sport, ma
prima ancora di questo, Kai era suo amico…Ed era davvero tutto frutto di
un’illusione? Poteva davvero Kai averlo ingannato per tutto questo tempo? Scosse
il capo come per allontanare quei pensieri malsani da lui.
Accecato
dalla rabbia e dalla paura per Samantha non gli aveva dato neanche il tempo o
il modo di spiegarsi. Aveva esagerato, ora se ne rendeva conto.
Un
lieve fruscio alla sua sinistra lo fece sussultare,ed incrociò così due irreali iridi
color di rosa, che a primo impatto gli fecero correre un brivido lungo la
schiena. – Ehi non mi riconosci? – disse la voce chinandosi per baciarlo
dolcemente sulle labbra.
Lui
si sollevò appena riconoscendo il viso di Samantha che con un sorriso lo
abbracciò appoggiando la testa al suo petto. – A che pensavi eh? – chiese lei
dolce
-
A Kai – Takao la avvertì irrigidirsi e scostarsi con poca grazia. La guardò
stranito. – Non mi spiego il suo atteggiamento della sera scorsa, non è da lui
– continuò il ragazzo mentre posava gli occhi sulla pungente erba sotto di lui.
-
E io non mi spiego il tuo! Insomma lo stai difendendo! Ma chi è la tua ragazza
io o lui? – sbottò lei adirata cominciando a perdere la calma. Non poteva
permettersi di perdere la fiducia del Cavaliere dell’Aria, non ora che si
trovavano ad un passo dalla vittoria. – Come puoi difenderlo dopo quello che mi
ha fatto! – Takao tornò a fissarla – Non lo sto difendendo, solo sto dicendo
che non capisco! Kai è sempre stato un blaider di principi, pieno di coraggio e
forza d’animo…Non può…- Ma lei scosse il capo violentemente afferrandogli il
polso – Ora basta! Non voglio sentire più una parola su di lui! – urlò lei
avvertendo dopo qualche secondo un messaggio telepatico di Ares. “Non tirare troppo la corda Samantha, non
conviene litigare col Cavaliere…Non ora” Lei annuì impercettibilmente. –
Hai ragione Takao scusa, mi sono fatta prendere troppo, perdonami – Lui la
osservò colpito dal suo improvviso cambio di tono, ma la ragazza gli si
avvicinò per baciarlo ancora e lui nel stringerla a sé appoggiò la mano sul suo
fianco, dove pendeva la sua cinta nera con Mors che a quel contatto prese a
scottare.
Improvvisamente
la stoffa nera si strappò e Mors prese a girare come impazzito attorno ai due,
che si guardarono increduli. Takao osservava la trottola nera che da sola si
era messa in azione con evidente curiosità, mentre Samantha sbiancò di colpo. “Maledetta bastarda!”
-
Diavolo Samantha come ci sei riuscita? – chiese lui ancora incredulo davanti a
quella scena. La ragazza rimase a bocca aperta per qualche secondo, mentre con
un incantesimo non verbale tentò di rallentare la corsa di Mors. Un vago odore
di sangue arrivò alle narici dei due ragazzi e Takao avvertì un brivido
corrergli aggressivo lungo la schiena.
Ad
un tratto il bey si avvicinò rotando ai due e Samantha si lanciò per afferrarlo
prima che lo facesse il ragazzo, ma Takao fu più rapido. – Takao fermo non
toccarlo! – gridò, ma le sue dita avevano già sfiorato il metallo nero.
- Dike ora! Limbo del Cosmo -
Aprì
gli occhi e li richiuse non trovando una differenza
fra i due stati. Li aprì nuovamente tastandosi il viso con le mani per
accertarsi che fosse tutto a posto. Non vedeva nulla, non sentiva niente tranne
che un freddo pungente e la sensazione del Vuoto. Buio, Gelo e Paura, queste
erano le sensazioni che sfioravano la pelle del dragoonblaider che provò a
muovere qualche passo avvolto dalle tenebre. – Ma che razza di scherzo è? –
gridò al Nulla
-
Cavaliere dell’Aria – una voce flebile appena più di un sussurro strozzato.
Takao si voltò non sapendo da dove provenisse il suono ed in lontananza
intravide una piccola luce che si affievoliva sempre di più.
–
Chi sei? – chiese lui in direzione della luce. Un rumore di catene e un gemito
– Non sono la luce, non puoi trovarmi. Ascoltami attentamente Cavaliere, il
Limbo del Cosmo mi permette di mettermi in contatto con voi, ma non posso
tenerlo a lungo, perciò ascoltami – una voce femminile, debole ma ferma allo
stesso tempo. Un brivido solcò la schiena del ragazzo mentre quel tono
s’insinuava penetrante nelle sue orecchie. – Non fidarti di lei, ma del vero
Takao, quello che credeva nell’amicizia – tossì nuovamente cadendo e facendo
tintinnare così le catene che le ferivano la pelle.
Takao
avvertiva la sofferenza di quella creatura come se fosse la sua, ma non sapeva
come aiutarla. – Dove mi trovo? Chi sei? – Lei cercò di sollevarsi ma invano.
Il ragazzo fece un ulteriore passo nel Buio spinto dal richiamo di quella voce
– Sono nel bey di Samantha? –
–
In un certo senso, ora ascoltami Cavaliere: non avete più molto tempo, il
Momento è quasi giunto e voi dovete riunirvi. Proteggete la Custode dei Portali e
aiutatela a trovare la sua Essenza –
-
Ma di che parli? – Takao non riusciva più a seguirla, aveva una tale confusione
in testa, ma si costrinse a prestare attenzione. – Ritorna ad essere il Takao
di prima -
Aprì
gli occhi scontrandosi con quelli rosso sangue di Samantha che lo osservava
preoccupata. – Ehi Takao stai bene? – vide una mano sottile avvicinarsi al suo
viso e posarsi sulla sua guancia, e come se avesse preso la scossa si scansò
mettendosi in piedi. Si scrutarono per qualche istante prima che Samantha lo
abbracciò – Oddio Takao, ti ho visto cadere a terra dopo quel bagliore ed ho
avuto paura! Non ti muovevi più! – affondò il volto nella sua maglia ed il
ragazzo avvertì come un freddo lacerante nel cuore.
La
voce di quella creatura ancora gli rimbombava nelle orecchie come un canto
melodioso e triste insieme ai suoi avvertimenti. Si scansò dalla mora facendo
qualche passo indietro – Ma che hai Takao? – Lui le sorrise a fatica – Oh
scusami, ecco devo aver preso troppo sole oggi! Meglio che vada dentro…Devo
ancora preparare la valigia per domani mattina, altrimenti Hilary mi sbrana…Ci
vediamo dopo – le scoccò un rapido bacio sulla gota avvertendo le labbra
bruciare e allontanandosi dal Demone della Malvagità che afferrò Mors scagliandolo
contro l’albero più vicino
–
Maledetta bastarda! – gridò adirata mentre nel Buio Lei chiudeva gli occhi
stremata, ma col sorriso sul viso straziato dal Dolore.
-
Quindi la tua Voce ci ha visto giusto anche questa volta – asserì Axel cingendo
le spalle di Hilary che annuì. Anche questa volta l’aveva avvertita, ma lei non
era riuscita a fermare il disastro. “Ma fermare chi?” se lo continuava a
chiedere perché non voleva credere che fosse davvero Kai il colpevole…Non ci
credeva, non voleva crederci.
-
Ma hai capito dove si trova questa voce? – chiese il moro gentilmente mascherando
una sadica aspettativa. La ragazza scosse il capo – No, la sento vicina, e la
cosa strana è che ora a differenza delle scorse volte riesco a mantenere la
calma, il respiro mi si blocca di meno ed è come se fosse…Meno doloroso –
confessò lei staccandosi lievemente dal petto del ragazzo.
Axel
sorrise appena senza che lei lo vedesse. Era ovvio che avvertisse meno fastidi,
dopotutto il suo corpo si stava abituando ai contatti mentali, e questo
significava solo che erano sempre più vicini…Ma il tempo cominciava a
scarseggiare.
-
Ehi devi stare tranquilla, e ricordati che puoi fare sempre affidamento su di
me – le disse lui afferrando dolcemente il mento della ragazza e sfiorando
appena le sue rosate labbra avvertendola leggermente rigida.
-
Axel! – Samantha sopraggiunse all’improvviso nella saletta dell’Hotel col volto
arrossato e le mani strette freneticamente a pugno. I due si staccarono di
colpo ed il moro squadrò malamente la propria compagna – In genere si bussa –
disse acido, ma lei fece finta di niente. – Devo parlarti ora – poi osservò
Hilary – In privato – aggiunse.
Hilary
si alzò avvertendo una certa tensione nelle parole della ragazza canadese. –
Tranquilli, tanto me ne stavo andando, devo ancora finire la valigia. Axel ci
sentiamo dopo – disse scoccando un rapido bacio al ragazzo e svanendo dietro
l’angolo con una strana sensazione alla testa.
-
Spero che il motivo sia almeno valido – disse il Demone della Malvagità una
volta rimasti soli. Lei si avvicinò furente mostrandogli Mors – L’ha fatto di
nuovo! Si è messa in contatto con Takao, gli ha parlato e quando lui si è
risvegliato si è allontanato come se avesse paura di me! – Il ragazzo osservò
Mors celando un’ira crescente ed un odio immenso.
-
Quella ci continua a creare problemi e tu dici che non possiamo toccarla! –
-
Samantha non possiamo ucciderla…Vuoi mandare al diavolo tutto il piano solo per
lei? – chiese Astra entrando nella
saletta insieme ad Ares. – Il piano procede alla grande, i Neoborg sono fuori e
i legami di amicizia sono stati rotti. Max ha perso l’incontro e ciò dimostra
che anche i Cavalieri si sono indeboliti – la tranquillizzò Ares
-
Già, ma lei come la mettiamo? –
-
Oddio Samantha è diventato il tuo chiodo fisso – le rispose il biondo annoiato.
La mora afferrò Ares per il colletto – Non sono io a farmi dei problemi! Non ho
alcuna intenzione di perdere questa volta e voglio essere sicura che vinceremo!
E’ forte, ha poteri non indifferenti e alla lunga può crearci seri problemi! –
urlò lei fuori di sé.
-
Samantha ha ragione – intervenne seria Astra con le braccia incrociate. La mora
le rivolse uno sguardo incredulo, solitamente le due ragazze avevano pareri
opposti. – Almeno in parte – aggiunse il Demone dell’Illusione ghignando e
mettendosi al centro del cerchio. – E’ vero che può crearci problemi, ma non
dimentichiamo che Dike con tutti questi incantesimi si sta indebolendo e la
nostra ospite non può permettersi di perdere la sua Essenza…Sa che non può. E
poi c’è anche un’altra piccola cosa…Il Tempo è quasi giunto, tra pochi giorni i
Sacri Portali saranno nuovamente ridisposti e dovremo agire, quindi che lei ci
crei problemi o no, la cosa non ci tocca più di tanto. Ora che i russi sono
fuori partita se ne torneranno a casa loro se non lo hanno già fatto e K…- Axel
le tappò la bocca scrutando con i suoi occhi iniettati di veleno il perimetro
della stanza. La avvertiva, l’aveva percepita…Una presenza estranea. “Non siamo soli”
Finì
di chiudere la propria valigia in silenzio, diede un’ultima occhiata in giro
per accertarsi di non aver dimenticato nulla. “Perfetto, sembra esserci tutto”
Passò in rassegna con gli occhi tutta la stanza fino ad arrivare alla piccola
piantina di viole sul balconcino. La tromba d’aria della sera prima l’aveva in
parte sradicata e le radici erano state praticamente frammentate. “Mi sono
dimenticata di buttarla” Si avvicinò al vaso prendendolo e sfiorando con le
dita i residui di radice e le poche foglie rimaste, per poi metterlo vicino
alla porta così si sarebbe ricordata di portarla giù. Dal bagno prese gli
ultimi accessori specchiandosi nella grande specchiera che troneggiava sopra il
lavandino. Osservò il suo volto sbattendo più volte le palpebre. “Ma cosa..”
Dal
riflesso del vetro vide la piantina della viola e vi si diresse incredula. “Non
è possibile” La pianta era intera, come se neanche un filo di vento l’avesse
sfiorata, le foglie fresche e verdi accompagnavano meravigliosamente i delicati
fiori che di un viola acceso con sfumature sul lilla sembravano attirare su di
loro tutta la luce dell’ultimo sole. Hilary si stropicciò gli occhi senza
riuscire a credere a ciò che vedeva. “Ma la pianta era…”
“Ti sorprendi
così tanto Hilary? Dovresti essere felice e
congratularti con te stessa” La ragazza si
volse di colpo avvertendo ancora la voce. Sembrava tranquilla e le parlava serena, calma come
un’amica. – Sono stata io? – chiese incredula la brunetta sfiorando i petali
sottili del fiore. “Certo
Hilary, questo è solo uno dei tuoi poteri, che tra l’altro hai già avuto
modo di sperimentare” disse lei dolce.
Hilary
si rese conto che questa volta ancor meno delle altre non avvertiva alcun
mancamento d’aria, respirava normalmente e non aveva alcun dolore, se non che
si sentiva un po’ stanca. – Com’è possibile? –
“Beh il tuo corpo si sta abituando ai nostri
contatti, e vedrai che quando ci saremo ricongiunte saremo molto più forti” La brunetta trasalì a quella risposta, quella voce le
aveva praticamente letto nel pensiero. – Sai leggermi nella mente? –
“In un certo senso, diciamo che sono
parte di te, quindi i tuoi pensieri sono i miei Custode”
Ancora
quella parola, quell’appellativo…Era arrivato il momento di chiarire.
-
Perché mi chiami così? – per qualche secondo non ci fu nessuna risposta, ma il
contatto c’era, e questa volta lo sentiva pure Hilary. “Perché tu sei la
Custode dei Portali, ed io Hilary, sono la tua Essenza…Nike”
Nike, si
chiamava così dunque, come la dea della Vittoria greca. – Nike – ripeté Hilary
come per fissarselo in mente, mentre una miriade di domande cominciavano a
sbocciare in lei come tanti fiori spontanei. “Bene Hilary, ora che sai di poter curare
bada bene a come ti mostri, so che ora vorresti guarire tutti i Guardiani che
sono intrappolati nel Sonno, ma ti prego di non provarci…Loro non puoi curarli
da sola. Sono sotto un incantesimo
particolare, e non può essere curato come la pianta. Solo chi
ha impresso il Sonno può toglierlo” le spiegò
Nike con calma mentre Hilary si sentiva sempre più strana, ma allo stesso tempo
felice e inspiegabilmente forte. – Quindi se trovo chi ha impresso
il Sonno di conseguenza trovo anche chi è colpevole di tutta questa storia
giusto? –
Questa
volta la domanda rimase a fluttuare per parecchi minuti, tanto che Hilarycredette di essersi
immaginata tutto, ma poi vedendo la pianta della viola dovette ricredersi. “Non essere così avventata a giudicare;
credo che il Sonno dei Guardiani non sia un male”
-
Ma che dici? Parliamo di un maledetto che sta facendo addormentare dei ragazzi
innocenti! – sbottò lei incredula. “Forse
non ha avuto altra scelta”
“Custode trovami…Il Tempo sta
terminando” e il contatto si ruppe,
Hilary lo sentì chiaramente. Era triste, avrebbe voluto parlare con Nike
ancora, ma almeno ora sapeva. Non era pazza, esisteva un nemico, lei possedeva
dei poteri…E lei era la
Custode dei Portali.
-
Ti troverò Nike -
La
sera arrivò presto, portando con sé i preparativi per la partenza. Verso le
22.00 i blaider si ritrovarono all’aeroporto pronti a
partire per Rabat, la città che regnava sull’Atlantico nel caldo Marocco, per
quella che sarebbe stata la penultima tappa del torneo.
-
Non immaginavo che vi sareste messi insieme – disse Lai rivolto alla coppia di
blaider che si teneva per mano scambiandosi sorrisi complici e sguardi dolci.
Rei
sorrise al compagno di squadra scorgendo dietro di lui gli occhi ambrati di Mao
che lo osservavano increduli. Il cinese sorrise stringendo a sé Julia. Continuò
a fissarla e fu certo di leggere delle note di tristezza in quegli occhi. “Mi
spiace Mao, ma è necessario, ma stai certa che ti allontanerò da quel mostro…Te
lo giuro”
-
Ma come facciamo a sapere dove alloggeranno i ragazzi? Per ragioni
di sicurezza nessun giornale ha detto in quale albergo pernotteranno le
squadre dei quarti di finale – chiese Boris consegnando le redini di Tormenta
agli uomini che avrebbero portato i cavalli direttamente a Rabat.
-
Abbiamo i nostri agganci. Rei mi manderà un messaggio con tutte le informazioni
che ci servono – tagliò corto Yuri
Kai
si volse verso la strada che conduceva al Beverly
Hills. Era buio e tante luci scintillanti illuminavano la notte, e ciò
contribuiva a donare a Los Angeles un’aria di intensa laboriosità e eterna
attività. Scrutava nel buio come se cercasse qualcosa…O come se attendesse
qualcuno.
-
Ma si può sapere dove diavolo è finita Crystal? Kai non è che avrà appreso da
te questo brillante vizio di sparire? E’ tutto il pomeriggio che non si fa
vedere – sbottò nervoso il capitano russo mentre dietro di lui Boris lanciò uno
sguardo di fuoco a Kai che però essendo di spalle non se ne accorse. Crystal…Sapeva
che era accaduto qualcosa fra loro due, bastava vedere come il dranzerblaider fosse attento ogni volta che la rossa
parlava, ma qualcosa lo angosciava. Gelosia? No, tanto era certo che a Kai
Crystal non interessasse. Preoccupazione? Sì, perché lui aveva bisogno di
averla vicino e temeva che si fosse cacciata in qualche guaio.
-
Arriva – disse ad un tratto Kai vedendo emergere dall’oscurità Astro con in sella la ragazza, il viso impassibile e freddo
tradivano però qualcos’altro…
-
Takao per caso tu sai dove alloggeremo? – chiese Rei mentre percorrevano il
lungo corridoio che li avrebbe imbarcati. Il blaider del Drago Azzurro era
assente, osservava un punto indefinito davanti a sé, cercando di risentire
nella mente le parole della creatura.
Ad
un tratto un grido di Daichi lo fece tornare in sé –
Ma dico Takao sei diventato sordo oltre che rammollito? Ti prego se avere la
ragazza rende idioti separati immediatamente – lo ammonì il piccolo rosso.
Takao alzò la testa scorgendo molto più avanti la squadra degli Obscuras che
conversava tranquilla. Samantha…Un brivido gli corse lungo la schiena insieme
alle fredde parole della Voce “Non
fidarti di lei, ma del vero Takao, quello che credeva nell’amicizia” Era
davvero cambiato così tanto? Glielo aveva detto la Voce e ora anche Daichi…
-
Ehm scusate non vi stavo ascoltando…Dicevi Rei? -
-
Dicevo, se sapevi il nome dell’Hotel –
-
Si chiama SofitelJardindesRoses – rispose Emily per
lui.
Julia
e Rei si scambiarono uno guardo d’intesa. Rei le passò il cellulare
avvicinandosi al suo orecchio. – Copiati il numero – un delicato rosso colorò
le gote della ragazza sotto l’occhio divertito di Rei.
-
Si può sapere che avevi d’urgente da fare? – chiese seccato Yuri afferrando il
braccio di Crystal che non fece una piega. – Avevo una cosa da fare -
Il
capitano della Neoborg la lasciò di colpo allontanandosi dalla sorella. Kai si
avvicinò alla ragazza prendendole le redini di Astro. Si scambiarono
un’occhiata muta, ma piena di parole, di dubbi, di
incertezze, di domande e di emozioni. Non avevano ancora avuto modo di parlare
in privato dal bacio, ma sapevano entrambi che era qualcosa di inevitabile. Lei
si sentiva uno straccio per quello che aveva fatto; era certa che quel bacio
fosse del tutto insignificante per Kai, ed inoltre ora la sua mente era anche
presidiata dai discorsi dei Demoni di quel pomeriggio…Parole rivelatrici, segni
vocali di un pericolo imminente che avrebbero dovuto affrontare…
La
divorava il rimorso, la sua coscienza le corrodeva lo stomaco ed i sensi di
colpa per aver retto il gioco di quei mostri la tormentavano senza sosta. Ma
non poteva dire la verità a Kai…L’avrebbe perso per sempre.
Lui
dal canto suo non riusciva a guardarla senza vedere gli occhi di Hilary al
posto di quelli indaco della rossa. Le aveva ferite entrambe, se ne rendeva
conto, Hilary l’aveva trattata male quando non lo meritava e Crystal…L’aveva
baciata per puro sfogo…Per cercare di cancellare in quelle labbra l’immagine di
una ragazza dai capelli castani e due occhi capaci di scavarlo dentro.
Uno
squillo li distrasse dai loro pensieri ed insieme si avvicinarono al loro
capitano che con Boris osservava il display illuminato del proprio telefonino.
– Rei è puntuale a quanto sembra – asserì Yuri visualizzando il messaggio. E
quello che era un tono apatico ed annoiato prese
colore dopo qualche istante:
Alloggiamo
al SofitelJardindesRoses nel centro di Rabat.
Stiamo prendendo l’aereo delle 22.20 ma vista la grande affluenza di persone
che giungeranno a Rabat per l’evento, hanno messo a disposizione nuovi voli. Ce
ne è uno per le 22.45. A presto,
Julia
- Già proprio Rei…Potevi
anche dircelo che avevi chiesto alla spagnola il suo numero invece di
spacciarla per Rei – rise Boris facendo infuriare e colorare di rosso il viso
niveo di Yuri, che però non potè non sentirsi felice
quando vide quel nome alla fine del messaggio.
^o^It’sfinished! Beh con questo abbiamo chiuso anche la pagina di
Los Angeles, una pagina difficile, dove abbiamo avuto scontri, rivelazioni,
nuovi approcci sentimentali e alla fine della quale abbiamo avuto tante notizie
importanti! Primo fra tutti Nike, che nel caso non fosse stato abbastanza
chiaro è la voce che sente Hilary e basta, e che non c’entra nulla col pezzo
“Del limbo del Cosmo” per intenderci. Ecco non confondete i due nomi che si
sono inseriti in questo capitolo…Nike e Dike…Non sono un errore mio, sono
proprio due Essenze diverse. La prima è quella che sente Hilary mentre l’altra
è la piccola luce.
Sperando di essere stata sufficientemente chiara ora prendo
anche io l’aereo e volo all’
Angolo dei Grazie:
Lexy90:ahaha hai
ragione cara, in effetti Kai sta prendendo tutti in
giro…Alla fine uscirà dalla mia storia e ti raggiungerà! Scherzi a parte gli
Obscuras questa volta hanno avuto un piccolo problemino, Samantha in
particolare, ma loro sono veri cattivi e non si fanno mai trovare impreparati.
Sulla reazione nel capitolo precedente, beh l’idea era che di primo impatto
tutti reagissero incolpando le persone più ovvie, ma come puoi vedere in questo
capitolo, le cose si stanno muovendo. Spero che ti capitolo
ti sia piaciuto e mi auguro che commenterai anche questo! Non manchi mai, e sei
indispensabile. Tengo molto al tuo giudizio!
Baciuzzi Avly
_marghe 96 xD_: eccola qui la mia piccola grande recensitrice! (se 96 sta per
l’anno^^ non vorrei fare una gaffe) comunque hai ragione…Yuri e Julia sono
troppo belli insieme. Io li ho sempre visti perfetti e spero che per loro le
cose si sistemino bene! Kai…Kai è un grande immenso casino, e io ma credo tutte
noi fan lo amiamo anche per questo^^ Spero che questo capitolo ti piaccia e ti
aspetto!! Ci conto chiaro^^
Baciuzzi Avly
Anima:ciao carissima!
Ho adorato la tua recensione, mi hai fatto ridere con quella battuta finale “E
poi dicono che la cavalleria è morta” Beh hai visto? Kai comincia le sue grandi
elucubrazioni mentali e Hilary è emersa! Su Julia e Yuri, loro sono forse
l’unica coppia che non ha subito degli impedimenti da Demoni o cose strane, ma
a causa dei loro caratteri testardi e cocciuti sono più difficili da far
avvicinare di altri! Noto anche un tuo attaccamento per Takao^^ Sta tranquilla,
Takao resta Takao, IC fino all’ultimo! Sperando che la tua maturità sia andata
bene (anche se mancano ancora gli orali) ti auguro di andare bene anche per l’ultima
tirata così poi potrai riposarti! In bocca al lupo cara! E ti aspetto!!
Baciuzzi Avly
Elenasama: bentornata anche a te e grazie mille
per aver recensito! Ti avviso che a passo di bradipo mi sto leggendo la tua fic che avevo messo fra quelle da recensire e prima del
2012 arriverò^^ Comunque cosciente che la KaixHilary non è una
coppia per cui stravedi sono felice che tu stia continuando a seguirmi! Grazie
infinite!! Come hai visto qui la rabbia iniziale è
scemata e alla luce della Ragione ora Takao si sta rendendo conto di aver
sbagliato…E’ stato impulsivo, ma questa è una nota del suo carattere^^ Spero
che questo capitolo ti sia piaciuto e se vorrai spero che commenterai! A presto!!
Baciuzzi Avly
Pilatigirls: ciao ragazze! Vi ringrazio ancora di
cuore per aver messo il mio nome fra i preferiti e vi ringrazio anche per le
belle parole^^ Come ho detto anche ad altri in questo capitolo, la rabbia del
giorno prima è scemata e ora con maggiore lucidità anche gli altri si stanno
sentendo in colpa. Crystal…Lei è uno dei personaggi più complicati che ci
siano, è uncontrosenso
unico, una ragazza forte ma allo stesso tempo sensibile…E’ complicata, ma
affascinante nel suo cinismo^^ Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi
aspetto per sapere cosa ne pensate!!
Baciuzzi doppi Avly
Pierina:mytesor ai tuoi ordini! Aggiornamento direi lampo visti i
miei tempi^^ Grazie infinite per le parole che usi quando commenti, sai sempre
tirare su e rendere belli anche i capitoli che non mi appaiono tali! In effetti confesso che anche io ci ho segretamente pensato
alle botte fra Kai e Axel, ma poi mi sono detta che sarebbe stato troppo
evidente e che la vendetta è un piatto che va conservato freddo…Muah!! Anche Hilary a modo suo sta facendo quello che ha
fatto Julia, seguire se stessa, solo che Julia lo fa aiutando i russi, lei
invece insegue la sua Essenza e cerca la verità da sola. Sul triangolo famoso,
spero che i capelli torneranno presto al colore giusto^^ Spero davvero di
leggere il seguito tanto atteso de “Una nuova minaccia” perché non so te, ma io
mi sto corrodendo dalla curiosità, e anche lì abbiamo un triangolo molto
interessante…Spero con tutto il cuore che questo capitolo ti sia piaciuto e ci
sentiamo presto!
Baciuzzi Avly
Helens: la mia amora! Hai centrato perfettamente
il punto, la reazione di Takao è stata dettata dal suo carattere impulsivo e
troppo buono, ma ora cominciano a subentrare i sensi di colpa, mentre per
Crystal si sta facendo strada il rimorso, una tenaglia che la tiene sulle spine
da quasi tutta la storia. Beh amora sai quanto tenga al tuo giudizio, e spero
davvero di non deluderti. Mi godo le vacanze scrivendo e spero che anche tu
possa liberarti presto dell’ultimo esame per riposarti e trascorrere delle
belle vacanze! In bocca al lupo!
Baciuzzi Avly
Kamy:tesorooo
grazie mille per aver recensito! Io e te andiamo passo
passo, aggiorni tu e poi io ti seguo a ruota! Ora
tocca a te^^ Voglio sapere che accadrà! Oramai penso che l’odio per gli
Obscuras sia arrivato a livelli esorbitanti, e tra Axel e Samantha la battaglia
è dura per assegnare il titolo! Come il bel demone dell’Avidità aveva detto nel
capitolo 17 il piano consisteva nel verificare la valenza che una donna ha su
un uomo, e si riferiva a questo: mettersi in pericolo per far aizzare Takao
contro Kai…Piano subdolo, ma i Demoni sono così^^ Spero davvero tesoro che il
capitolo ti sia piaciuto e spero commenterai^^
Baciuzzi Avly
Lirinuccia: tesoro, lo sai che mi imbarazzo sempre
tantissimo quando leggo le tue recensioni? Mi fai sempre sciogliere e sapendo
quanto sia difficile imbarazzarmi devo dire che tu ci riesci praticamente
sempre. Le tue parole sono ambrosia e mi danno un estremo piacere, non si può
immaginare quanto mi faccia piacere! Ti ringrazio infinitamente e spero che
questo capitolo ti sia piaciuto, davvero ci tengo tantissimo!
Felice che la storia continui a trascinare anche dopo 19
capitoli, ammetto che la mia paura era anche questa! Sui personaggi…Beh Max non
l’ho tralasciato perché non lo ritengo all’altezza, ma perché lui più di ogni
altro ha avuto due colpi non uno, non ha perso solo i
suoi amici, ma anche la ragazza di cui è innamorato e le parole di Julia lo
hanno profondamente colpito! Crystal, lei come ben sai è il personaggio più
controverso di quelli che ho creato. Assomiglia a Kai se vogliamo ed è un
continuo ossimoro, mi piace parlare di lei, come mi piace pensare a come
reagirebbe una come lei. Sui BEGA, anche a me è piaciuta la reazione di Yuri,
lui è così…Come l’Inferno, fuoco e ghiaccio insieme. Tesoro mio, spero che
questo capitolo ti sia piaciuto e spero di ricevere la tua immancabile
opinione! Ah…E aspetto anche un certo Doomsday^^
Baciuzzi Avly
Inuyasha_Fede: il finale, dopo che me lo hai fatto
notare l’ho riguardato e in effetti ricordava un po’
una soap^^ Beh questa volta il finale è credo “normale” Allora per chiarire i
tuoi dubbi posso dirti che è tutto come lo vedi.^^
Spero che il capitolo ti sia piaciuto, e se posso spero che
commenterai!
Baciuzzi Avly
Padme86: grazie mille anche a te Pad per aver
commentato, davvero ricevere commenti anche da chi non ama la coppia principale
della storia è davvero bellissimo, e non so davvero come ringraziarti per i
complimenti ^//^ Questo capitolo è stato un po’ il capitolo della chiusura
americana e della fine delle basi per il casotto che avverrà a breve,
ricordiamoci la frase detta da Astra e Nike “I Tempo è quasi giunto” non è detta caso xD
Carissima, oltre a rinnovarti i complimenti per la raccolta sui
vampiri mi dichiaro favorevole a testare tutti i tuoi futuri esperimenti! Spero
che il capitolo ti piaccia e spero che commenterai anche questo^^ A presto!!
Baciuzzi Avly
Chelsea_:** una nuova recensitrice!
Ciao cara grazie mille per aver letto la fic e visto
che non è esattamente corta come storia, ti ringrazio per essertela letta tutta
di fila XD
Ti ringrazio molto, sono davvero felice che la storia ti piaccia
e spero di sentirti anche su questo!! Grazie ancora!!
Baciuzzi Avly
Uao! Tra un po’ invece che angolo lo trasformo in piazza dei
Grazie^^ Sono davvero felice ed entusiasta che vi stia piacendo la storia, e
tal proposito ringrazio chi ha messo la storia fra i
preferiti/seguite/ricordate…Grazie a:
Capitolo 20 *** Emozioni e Parole in un Labirinto di Stelle ***
La luce del Sole si chinò sul suo viso rischiarando l’alone d’ombra e
oscurità in cui l’aveva tratta la notte
Eccomi qui! Allora prima di lasciarvi al capitolo ci tenevo a
fare un augurio di buone vacanze (o prosecuzione) a tutti! Tralascio le cause
del ritardo…Diciamo che non veniva come lo volevo io^^Ma ora è qui pronto e
spero che possa piacervi! Il colore è per Astra, il bel Demone dell’Illusione.
Un personaggio subdolo che preferisce lenire le proprie vittime con mille
intrighi e sotterfugi piuttosto che con una guerra aperta. Buona Lettura!
Emozioni e Parole in un Labirinto di
Stelle
La
luce del Sole si chinò sul suo viso rischiarando l’alone d’ombra e oscurità in
cui l’aveva tratta il Sonno. Aprì di scatto gli occhi vigili, sfilandosi dal
suo letto per raggiungere le ampie tende della vetrata e scostarle leggermente.
Era
giorno inoltrato, a giudicare dall’attività nelle strade, ma in quell’Hotel
pareva regnare incontrastato il Sonno. Erano arrivati a Rabat alle prime luci
dell’alba così tra fusi orari e notte in bianco dovevano essere ancora tutti rintanati
nelle loro camere a dormire.
Sorvolò
con gli occhi il paesaggio che si estendeva davanti a lei. Un mondo così
diverso dall’intensa frenesia americana, un regno di colori e profumi esotici,
un universo di suoni e culture differenti, un concentrato di magia e mistero.
Ecco cosa ci vedeva Julia nell’osservare Rabat, mistero e un fascino senza
eguali, ma tutta quella sontuosa bellezza sapeva che era solo una maschera, un
drappo che copriva lo scenario di combattimenti a cui avrebbero preso parte a
breve.
-
Daichi togliti hai la grazia di un elefante quando mangi – sbottò Emily
allontanandosi dal piccolo giapponese.
-
Ehi Takao che hai oggi non mangi? – chiese Lai sorprendendosi di vedere il
capitano dei BBA con lo sguardo perso verso la grande vetrata e con ancora il
suo pranzo intatto davanti.
Samantha
si scambiò una rapida occhiata con Axel per poi avvicinarsi al suo ragazzo e
sedersi al suo fianco. – Che succede? – gli chiese baciandolo dolcemente sulle
labbra. A differenza delle altre volte le percepì fredde, graffianti ed amare
come se non volessero ricambiare quel contatto con lei. “Mi teme”. Ad un
tratto sentì la mano di Takao scostarla – Scusa ero soprapensiero – la
tranquillizzò lui cercando di apparire solo stanco, quando in realtà era
conscio che dentro di lui si stava scatenando una tempesta, un ciclone, un
uragano che devastante e violento si stava abbattendo contro la sua mente,
facendo riemergere pensieri, sensazioni e ricordi seppelliti da una patina
grigia e nera.
Non
riusciva a togliersi dalla testa quella voce, quel dolore, quella sofferenza
che aveva potuto sentire sulla pelle come se fosse suo. E quelle parole arcane
e letali lo stavano dilaniando con la stessa forza di un pugnale che trapassa
un corpo.
Tornare
il Takao di prima. Questo dava ad intendere che lui fosse cambiato rispetto a
prima, ma era ovvio stava crescendo in fondo, eppure c’era qualcosa che non
andava. Come se stesse andando controvento o nella direzione opposta rispetto
alla massa. Si sentiva come se le cose gli stessero sfuggendo di mano, prima i
suoi amici, poi Kai e ora anche la Voce. Quella stessa voce che gli aveva detto di ritornare quello di prima…E che quindi doveva
aver già incontrato perché lo conoscesse a tal punto da rimproverargli un
cambiamento. Si chinò il cappellino sugli occhi alzandosi e dirigendosi verso l’uscita
sotto lo sguardo preoccupato del Demone dell’Avidità che sentiva di aver perso
la sua influenza sul Cavaliere dell’Aria.
“Non
possiamo più attendere” disse
telepaticamente agli altri tre.
“Lo
vedo, quella maledetta deve aver parlato troppo” disse Ares
“Il
Tempo è loro nemico e nostro alleato”
irruppe Astra. La ragazza dai corti capelli ramati era seduta su uno dei
cuscini colorati accanto alle altre ragazze e teneva gli occhi fissi sulle due
figure che le stavano davanti mentre sorseggiava la sua bevanda.
Le
scrutava, le studiava e tentava di scorgere anche un piccolo cenno dei loro
discorsi attratta dalle loro voci e dalle diverse luci che albergavano nei loro
occhi.
-
Allora Hilary facciamo che mi raggiungi tra un’ora? – chiese Julia rivolgendosi
all’amica
La
brunetta annuì gettando una fugace occhiata ad Axel che dall’altro capo della
tavola parlava tranquillamente con Lai. Forse avrebbe dovuto chiedergli aiuto
nella ricerca di Nike, era il suo ragazzo dopotutto, ma sentiva di volerlo fare
da sola, percepiva la necessità di parlare con Nike e poi…Era come una
sensazione inspiegabile ed intraducibile ma preferiva agire senza nessuno
intorno.
-
Perfetto, scusa vado a fare una chiamata, ci vediamo dopo – disse la spagnola
alzandosi e lanciando uno sguardo strafottente ad Astra che reagì di
conseguenza. Era come se un filo elettrico invisibile le collegasse, andava da
un’estremità all’altra immettendo scariche di energia. Si osservarono decise
per alcuni istanti ed Astra avvertì chiaramente il suo intento a farle capire
qualcosa; quegli occhi verdi con scaglie dorate non mentivano, brillavano di
sfida di dito puntato contro, ne era certa. Dopo che la spagnola si fu
allontanata Astra si rivolse nuovamente alla Custode che con lo sguardo
concentrato osservava le sue mani a palmi aperti. Era un gesto apparentemente
innocuo, ma non per lei.
“Deve
aver scoperto l’uso dei suo poteri curativi” azzardò Axel
“Sì,
curioso; di solito i Custodi imparano col tempo i loro poteri curativi, lei
invece pare li abbia padroneggiati con naturalezza visto che non la vedo
particolarmente spossata” disse Astra
con occhio critico. “Beh se ci penso meglio, lei li ha già usati…Solo che da
incosciente” riprese la ragazza riferendosi a quanto avvenuto a Helsinki
tra Kai e Raul. Allora era stata lei a curarlo, su questo non c’era alcun
dubbio.
“Pensi
che possa crearci dei problemi?” le
chiese Axel sorprendentemente. “Da quando chiedi consigli mio caro? Di
solito hai sempre una risposta a tutto” ribatté sprezzante lei. Axel ghignò
appena “Non mi preoccupa la Custode in sé, ma dato che qui la Maga sei tu il mio era un parere del tutto tecnico” Astra si voltò verso il moro
lanciandogli uno sguardo che solo lui riuscì ad afferrare. Ed era forgiato di
ambiguità, ilarità e arroganza, aggettivi propri del Demone dell’Illusione. “No,
e poi ho controllato la posizione dei Sacri Portali…Non manca molto, tra due
giorni tutto sarà fatto”
“E
la Guardiana spagnola?” s’intromise
Ares
“Non
mi piace. E’ troppo ficcanaso”
rispose stizzita Astra, i cui falsi occhi vedevano ancora la sfida lanciatale
dallo sguardo della spagnola. Si era schierata apertamente con i russi, ed
anche se loro erano rientrati nella loro nazione, questo non rendeva Julia meno
pericolosa…Dovevano sbarazzarsene.
“Sarà
meglio metterla a tacere” sentenziò
Axel lapidario.
“Perfetto…Ci
penso io”
Camminava
senza fermarsi per le strade di Rabat colorandosi gli occhi di tutta quella
mescolanza di colori, suoni ed aromi che si presentavano tra le bancarelle dei
mercatini e nelle vesti colorate delle persone. Il Sole picchiava senza pietà
sui cieli di Rabat, ma Julia si muoveva abbastanza a suo agio. In Spagna il
clima non era esattamente caldo come questo ma vi si avvicinava.
Continuava
a pensare al suo piano, e più lo faceva più era tentata di fare marcia
indietro. Era assurdo come piano, se lo ripeteva senza sosta, ma erano come
parole dettate al vento; oramai aveva deciso e niente le avrebbe fatto cambiare
idea.
Era
consapevole di essere come un pesce piccolo in mezzo agli squali, era un
bersaglio troppo facile, ma forse sarebbe riuscita a verificare la sua teoria e
ad aiutare gli Squali Bianchi. Arrivò ad una piazza assolata piena di gente,
riversata lì per il mercato; si mosse fino all’insegna del Caffè Maure dove
tante persone con vesti colorate e sgargianti si rinfrescavano fra palme e
piante esotiche. Un perfetto quadro pieno di lucciole colorate dove solo una
figura si discostava dal resto dell’insieme. In un angolo particolarmente in
ombra, un’esile sagoma scura gettava un’insolita sensazione sinistra a chiunque
osservasse il locale da lontano…Ma non a lei.
-
Si può sapere perché hai insistito per vedermi in un luogo tanto affollato? Non
potevi venire con Rei questa sera come d’accordo? – la fulminò lui non appena gli
si sedette davanti. Le parole gli uscirono acide e seccate, ma in realtà era
tutta un’apparenza: non era riuscito a credere alle sue orecchie quando aveva
ricevuto la sua chiamata e si era ritrovato in strada prima ancora di
rendersene conto. Era stato come se un’improvvisa energia fosse scaturita sotto
i suoi piedi e un’ondata di emozioni l’avesse travolto, facendo oscillare
pericolosamente la sua muraglia di ghiaccio. Non gli importava di trovarsi
sotto un sole cocente con indosso una lunga giacca nera e delle lenti scure, la
cosa che più gli importava era essere lì…Anche se l’aveva impensierito
quell’improvvisa chiamata.
-
Ascoltami Yuri, io non verrò questa sera, ecco perché ho voluto incontrarti
ora…Devo parlarti – parlò decisa anche se era evidente lo sforzo. Yuri avvertì
il cuore stringersi in una morsa ed una miriade di pensieri presero a vorticare
nella sua mente. Attese impaziente, cercando di rimanere però il più
indifferente possibile.
-
Ecco io…Credo che domani toccherà a me – disse lei tutto d’un fiato dopo
un’attesa indicibile. Yuri per poco non ruppe il bicchiere che aveva fra le
mani. Si tolse gli occhiali gelandola con lo sguardo – Ma che diavolo dici?
Siete rimasti in cinque come squadre e poi ora useranno un nuovo metodo per
scegliere gli incontri – disse il russo più ansioso di quello che avrebbe
voluto dimostrare.
La
ragazza scosse la testa – Segui il mio ragionamento: sono partita dagli
“incidenti” e dai “legami” intrapresi dagli Obscuras. Se noti, è come se
fossero state eliminate tutte le squadre che non hanno avuto legami con gli
Obscuras, mentre sono rimaste in gara coloro che hanno un qualche rapporto con
i Demoni. Takao per i BBA, Max per i PPB e Rei per via di Mao con i Baihutzu. E
non può essere una coincidenza – la spagnola si fermò un istante osservando il
viso di Yuri scrutarla con attenzione. Strinse involontariamente il labbro,
sentendo la tensione e l’emozione crescere. Era come se il ghiaccio le
scivolasse lungo la schiena, donandole istanti di brivido e piacere.
-
Se i loro legami sono stati di facciata allora anche Hilary dovrebbe avere una
sua utilità – obiettò Yuri pensieroso.
-
In teoria, ma credo che lei sia servita ad Axel proprio per avvicinarsi a
noi…Ricordi il salvataggio miracoloso ad Helsinki? Chissà perché non mi sono
sorpresa che proprio Axel avesse trovato Hilary persa nella città –
Yuri
rimase alcuni istanti in silenzio. Il ragionamento di Julia filava, su questo
non c’era nulla da ridire…Ma perché continuava a pregare che si sbagliasse? – La Voce vi ha parlato di più di un Cavaliere, quindi perché non potrebbero essere proprio coloro
che i Demoni tengono più sottocchio? – le parole di Julia rimasero ad aleggiare
a lungo sopra di loro, leggere come il vento, ma agghiaccianti come la verità.
– Quindi tu credi che i Cavalieri siano Takao, Max, Rei e Kai? – concluse Yuri
cercando di non mostrarsi eccessivamente coinvolto dalle sue parole; lei annuì
– Sì in linea di massimo credo di sì. Mi sono poi ricordata ciò che mi aveva
raccontato Hilary quando conobbe per la prima volta gli Scudi Sacri tre anni
fa. Allora Ozuma e gli altri cercarono di imprigionare i quattro Bit-Power
nella roccia, quindi è possibile che le due cose siano collegate –
Yuri
si ritrovò suo malgrado ad annuire. Non riusciva a spiegarsi il perché ma il solo
pensiero che lei potesse fare la stessa fine di Garland e gli altri lo
terrorizzava. Era lei a fargli uno strano effetto, riusciva a sconvolgerlo, a
vedere oltre i suoi eterni errori qualcosa di buono, e l’altra sera in mezzo a
tante persone, era proprio a lei che lui voleva far arrivare la sua innocenza.
Quando l’aveva vista accanto a Rei, pronta a schierarsi dalla sua parte si era
sentito invincibile, non aveva alcun timore, sentiva come se il suo corpo fosse
nuovamente carico di energia e la sua mente per la prima volta murata di luce e
non ghiaccio.
-
Ehi Yuri mi sta ascoltando? – la voce di Julia venne a riportarlo alla realtà
-
Dicevo, alla luce di quest’idea…Beh è facile che domani i Demoni faranno fuori
l’ultima squadra di non Cavalieri, ovvero la mia – non appariva spaventata,
semmai rassegnata, come se fosse certa e non lasciasse al dubbio neanche una
piccola possibilità. Possibilità che neanche Yuri vedeva, ma che doveva
esserci.
-
Non è detto, dopotutto c’è un sorteggio –
-
Invece sì. Ecco io credo che se sono riusciti in queste due tappe a far
incrociare gli incontri con i loro piani, significa che possono fare
affidamento anche su poteri magici –
Yuri
inarcò le sopracciglia scettico. – Rifletti, in fondo sono riusciti a creare
copie identiche di voi russi per incastrarvi, così come le tracce di beyblade
che sono state ritrovate accanto ai New Europa che hanno fregato Boris. Perché
non potrebbero anche decidere gli incontri? –
Julia
sembrava avere una risposta a tutto, era evidente che ci aveva pensato a lungo
e che non aveva elaborato la sua teoria su delle fantasie, ma solo su
constatazioni oggettive. E questo non era un bene per lei.
La
osservò ininterrottamente seguendo le scaglie di luce che le si poggiavano
sulla pelle abbronzata ed i capelli ramati, creando un incantevole gioco di
luci, dandogli come un nodo alla gola al solo pensiero che corresse realmente
il rischio di fronteggiare i Demoni.
-
Cosa hai intenzione di fare? – in ogni caso non l’avrebbe compatita, non era
nella sua indole e mai si sarebbe sporto troppo oltre il baratro.
-
Beh sinceramente non ho molte possibilità di scelta. Combatterò – si alzò
prendendo la borsa e legandosi in una coda alta di lunghi capelli. – Rei verrà
questa sera, io preferisco allenarmi. Non darò vita facile a quei maledetti –
cercò di sorridere, sperando che Yuri non captasse il suo timore. Il ragazzo
affondò le unghie nella giaccia irrigidendo la postura. Aveva letto paura nei
suoi occhi ed era come se quella sensazione fosse sua. Era lui ad avere
paura…Paura di perderla.
Lei
lo guardò come se lo stesse studiando, ma in realtà si stava imprimendo nel
cuore ogni particolare di quel ragazzo dal viso di porcellana con occhi di
ghiaccio che riuscivano a scaldarla più delle fiamme ardenti. Sarebbe scesa in
campo per lui, più che per ogni altro. – Allora ciao Yuri – disse voltandosi
lentamente, facendo scomparire dalla visuale quel viso.
Lui
la vide allontanarsi e sentì come una rabbia prepotente prendere possesso del
suo corpo mentre si ripeteva che non voleva che se ne andasse. Scattò in avanti
deciso a fermarla, tenendo gli occhi fissi sulla sua coda, oramai unica parte
di lei che riusciva a vedere in mezzo a tanta gente. Scomparve dalla sua vista
come il sole che tramonta, lasciando solo ombra e freddo attorno e dentro di
lui.
-
Julia… -
Corse
fino all’edificio più vicino appoggiandosi alla parete per riprendere aria. Era
stato più difficile del previsto. Vedere Yuri per l’ultima volta prima del
match che sicuramente ci sarebbe stato, le aveva dato un misto di gioia e
tristezza, stava quasi per piangere, ma si era trattenuta, perché non voleva
che Yuri la vedesse come una ragazza debole…Lei era fiera, arrogante forse, ma
mai si sarebbe mostrata debole…
“E
ora speriamo che tutto vada come previsto” osservò rapidamente l’orologio che
segnava le 15.00 e lei doveva incontrarsi con Hilary solo tra mezz’ora. Si
riprese un attimo prima di riprendere a camminare a capo chino per non essere
colpita dai raggi del sole.
-
Toh guarda chi si vede. Ciao Julia…Lo sai che non è bene camminare per le vie
di Rabat da sola? Si può correre il rischio di incontrare gente cattiva come quel
Yuri – Julia si sentì il sangue raggelare nelle vene quando la voce vicina e
velenosa di Astra le si parò davanti. – O come te – rispose sprezzante. La mora
rise appena esibendo un viso angelico e doppio. – Dipende dai punti di vista -
-
Che diavolo vuoi Astra? – chiese lei. Alla fine aveva funzionato. Aveva sperato
che Astra venisse, solo non così presto. “Devo prendere tempo”
-
Oh perché dovrei volere qualcosa da te mia cara? –
-
Smettila di fingere. Io non sono uno di quelli che hai abbindolato come
marionette quindi puoi anche calare la maschera Demone – lo disse a voce
normale, guastando le lettere dell’ultima parola, come se pronunciarle le
lasciasse un gusto dolce sul palato.
-
Come vuoi – disse grave lei trafiggendola con occhi carichi di veleno e
menzogna. Aveva un qualcosa di agghiacciante, spaventoso e dannatamente
ingannatore in quegli occhi.
-
Così hai parlato con Yuri…Ed io che credevo se ne fossero tornati in Russia.
Che vi siete raccontati di bello? –
-
Che vi sconfiggeremo –
-
Si certo…Saremo fermati dall’invincibile squadra formata da tre Guardiani e due
Cavalieri…Sto tremando di paura – rise Astra con fare divertito.
Julia
sgranò gli occhi “Tre Guardiani? Ma se siamo quattro?” – Quattro Guardiani
Astra –
Il
Demone riportò l’attenzione sulla spagnola mentre i suoi occhi color lilla
prendevano a brillare di una luce dannatamente sinistra e poche parole
imprigionarono il cuore di Julia.
-
Tre…Perché tu non ci sarai -
-
Tieni Takao, Dragoon è pronto – disse Hilary consegnando all’amico il beyblade
argentato perfettamente revisionato. Takao la guardò assente ringraziandola e
svanendo alla sua vista. Hilary osservò dubbiosa il punto da dove Takao era
sparito chiedendosi che cosa l’avesse potuto turbare tanto. “A quanto pare qui
tutti hanno un problema”
“Che
possiamo chiamare crescita?” la voce di Nike le arrivò lontana. Oramai stava
diventando una cosa normale parlare con lei, ed Hilary trovava emozionante e
lieto parlarle, come se quella presenza riuscisse a comprenderla e capirla.
“Direi di sì” disse la ragazza uscendo dalla stanza della BBA e dirigendosi
verso la hall. Aveva deciso di visitare la città con l’intento di trovare Nike,
doveva trovarla prima dello scadere del tempo, non sapeva che cosa glielo
dicesse, ma sentiva che doveva affrettarsi.
-
Cos’è hai tanta voglia di farmi fuori che non puoi aspettare domani? – chiese
Julia cercando di prendere tempo. Non sapeva più come fare. Se si fosse messa a
correre non avrebbe avuto scampo, non era certa che i poteri di Astra si
limitassero a creare copie o ingannare i sorteggi e se avesse usato qualcosa di
strano non avrebbe avuto scampo. Chiamare Hilary non sarebbe servito perché non
sarebbe mai arrivata in tempo…Non poteva affidarsi a nessuno. “Maledizione”
-
Perché dovrei attendere domani quando ti ho qui su un piatto d’argento? – disse
il Demone avanzando verso la ragazza.
La
spagnola avvertì la Paura prendere il possesso dei suoi arti, ma tentò di
reagire. – Beh se mi fai fuori ora tutti penseranno che i Neoborg sono
innocenti visto che non sanno che sono qui…E poi tutti i ragazzi sono in
albergo, ci siamo solo tu ed io fuori, quindi la colpa sarà tua – rispose decisa
lei convinta di averla messa al muro. Ma i suoi occhi non apparivano sconfitti,
brillavano di pazzia mascherata d’innocenza e purezza.
-
Oh ma non se io provo che tu ti sei vista con Yuri…A pensarci bene non sarebbe
una cattiva idea farti fuori e far ricadere la colpa sul caro russo – rise lei.
Julia
si sentì atterrita. Non poteva far cadere la colpa su Yuri…Doveva fare
qualcosa.
Afferrò
Thunder Pegasus dalla sua tasca posizionandolo nel caricatore e puntandolo
contro Astra. – Se mi vuoi dovrai uccidermi lottando! – ringhiò
L’altra
osservò stupita il bey prima di stringersi nelle spalle. – Che noia…Preparati –
Hilary
si bloccò di colpo sentendo l’aria mancarle e gli occhi le divennero vitrei
privi di pupilla. “Nike che succede? Non capisco” disse spaventata tenendosi le
braccia attorno al collo. “Hilary corri…Fermali! Vogliono colpire uno
Guardiano…Non fare che avvenga come per la Tetrade” disse Nike allarmata riferendosi ai quattro BEGA.
Hilary
si portò le mani alle tempie premendole con i medi e rilassando i nervi, mentre
un’energia scaturiva dal petto fino ad espandersi per tutto il corpo. Potere,
energia, forza, potenza…Magia. I suoi occhi si chiusero ed il buio fu irradiato
dall’immagine di un Caffè che aveva visto la sera precedente in pullman
proseguendo pochi metri dopo il locale fino a spegnersi.
Hilary
alzò le palpebre verso la strada e col cuore che batteva all’impazzata prese a
correre.
-
Credi forse che una stupida trottola possa fermarmi? Sono molto più forte di te
-
-
Certo, combatti con il potenziamento della Voce – le rispose decisa Julia
Il
Demone si strinse nelle spalle – Ma quante cose interessanti che sai Julia,
davvero ammirevole…Sarà meglio non avere tanta pubblicità – il mora sorrise
sinistramente, mentre il respiro di Julia si stava facendo sempre più
rarefatto.
-
Che cos’è la Voce? – le chiese sperando di indurla a parlare.
–
Non vedo perché dovrei dirtelo –
“Corri
Hilary ti prego!” sentiva la voce di Nike farsi sempre più distante, ma lei non
accennava a fermarsi. “Ci sono quasi”
-
Per togliermi una curiosità prima di cadere nel sonno – le rispose Julia
Astra
la guardò come se trovasse divertente la situazione – E chi ti dice che tu
cadrai nel Sonno? Voi Guardiani non ci siete indispensabili, abbiamo bisogno
della vostra energia certo, ma ne abbiamo così tanti che se ne muore uno non
cambia molto – rise Astra preparando Illusion nel caricatore e pronta a
lanciare.
-
Tre – i secondi scandivano lentamente il tempo così come il cuore di Julia
-
Due – gli occhi di Astra non tradivano alcuna pietà, ardeva di pazzia, follia e
morte.
-
Uno – Julia deglutì chiudendo gli occhi e ricercando gli occhi di Yuri nella
sua mente.
-
Ci sono quasi… - urtò un uomo che portava un carretto ma non si fermò, svoltò
l’angolo del Caffè Maure avvertendo una forte sensazione di pericolo. Sentì
l’energia ed il calore fluire dalle sue mani.
-
Pronti…- Astra tenne le dita sul filo del caricatore ed iniziò a tirare.
“Ferma
Astra!”
“Ares!
Che diavolo vuoi!” gli disse Astra
seccata per quell’interruzione.
“Hilary
sta venendo da quella parte, devi andartene!” disse il biondo allarmato
Astra
sgranò gli occhi sorpresa e sconcertata e questo sotto lo sguardo attonito di
Julia.
“Ma
che…” balbettò mentre spostava gli
occhi alle spalle della sua avversaria.
“Vattene
di lì!”
Astra
trafisse Julia che avvertì come una sorta di irritazione in quegli occhi. – Sei
stata fortunata – e svanì lasciando dietro di sé solo polvere e confusione
nella testa di Julia.
-
Julia! – la spagnola di girò di scatto incrociando gli occhi di Hilary che
affannata si precipitò da lei. La brunetta ansimava ed il suo volto era
imperlato di sudore; Julia la guardò un momento smarrita – Tutto bene Hila?
Perché correvi? – come diavolo aveva fatto a capitare da quelle parti? Dovevano
incontrarsi solo fra mezz’ora, e poi perché correva? Era stato grazie a lei che
Astra era svanita?
Hilary
guardò l’amica rendendosi conto di aver perso il collegamento con Nike, e la
sensazione di pericolo era svanita di colpo. Forse il nemico non si era neanche
avvicinato a Julia…”L’importante è che stia bene” pensò Hilary sorridendole –
Non dovevamo vederci? –
Il
resto della giornata trascorse con la stessa velocità di una giostra. Ogni
personaggio rimaneva ancorato sul proprio cavallo sotto l’influsso del motore,
continuava il suo corso sotto un caldo sole, unico testimone onnipresente di
quell’imminente mossa che spettava alla Regina Nera. Nessun pedone poteva più
intralciare i sommi disegni della fazione Nera che letale si avvicinava alla
Regina Bianca, protetta solo da se stessa. I pezzi bianchi erano troppo lontani
per aiutarla, o almeno così si credeva…Perché non bisogna necessariamente
essere vicini fisicamente per essere vicini con la mente e col cuore.
E
le stelle regnavano, osservavano il lento e vivo scorrere del Tempo
emozionandosi o intristendosi per ciò che vedevano, danzando attorno ad una
Luna dalle molteplici facce…Bastava vederla con il proprio animo per scorgerne
una diversa sfumatura.
Dranzer
saettava confuso e letale attraverso le file degli alberi, lasciando solchi
leggeri e precisi sulla terra corrosa dal Sole, che ora ricercava un po’ di
respiro nell’aria notturna.
Kai
osservava apparentemente concentrato il suo bey tentando di riversare nel
fidato compagno solo il suo spirito di blaider e la sua determinazione, ma non
ci riusciva, non trovava la concentrazione necessaria, troppi pensieri
affollavano la sua mente, e non riusciva a frapporre fra questi ed il suo bey
una barriera, così che Dranzer si muoveva in modo del tutto privo di
logica…Come il cuore del suo blaider.
-
Fortuna che ci siamo solo noi due Kai…Dranzer è confuso oggi – obiettò Rei
appoggiato ad un albero vicino. Kai riprese la trottola senza dire nulla,
osservando il bit della sua aquila che risplendeva come una stella nella notte.
Strinse la presa. Perché non riusciva a condurre Dranzer? Perché non riusciva a
distaccare la mente da tutti quei malsani pensieri che assediavano la sua
mente? O meglio, perché non voleva estirparli nonostante si continuasse a
ripetere il contrario?
Dranzer
era confuso…E lui? Lui si sentiva come qualcuno che ha sempre avuto tutto
quello che potesse desiderare, ma che per orgoglio, freddezza, o semplicemente
carattere, non ha mai voluto vederlo. Perché non voleva smuoversi dalla sua
coltre di ghiaccio e perché era sempre stato certo che il suo unico amore fosse
il Beyblade…Perché non aveva mai voluto mescolare la sua esistenza con quella
del mondo circostante.
Ma
le cose stavano cambiando, erano già cambiate…Doveva solo rendersene conto.
-
Se hai di meglio da fare, perché non te ne vai? –
Rei
sorrise con l’intenzione di fargli capire che lui stava benissimo. – Non ho
impegni, e poi questa sera la riunione è saltata visto che non solo Yuri, ma
anche Crystal è svanita –
Crystal…Ecco
un altro punto di ulteriore confusione. Doveva ancora parlare con lei…Doveva
farlo, sentiva di voler troppo bene a quella ragazza per poterla ingannare. Non
l’aveva baciata perché lo volesse, ma perché aveva voluto dimostrare a se
stesso qualcosa di inesistente.
Si
volse verso il cinese cercando di mantenere la sua solita espressione fredda e
neutra, ma Rei aveva come un sesto senso, come i felini avvertiva il pericolo e
si preparava a riceverlo.
-
Non hai niente di meglio da fare? -
-
A parte vedere Takao che fissa il cielo, Max che sta attaccato al telefono, Mao
che si bacia con Ares e Hilary braccata da Axel no…Non ho niente di meglio da
fare – Rei sorrise, sentendo di aver già visto questa scena, solo che
all’inverso. Essere amici significa esserci non solo quando siamo noi ad aver
bisogno, ma anche quando sono gli altri a volere o a far finta di non volere un
aiuto…E questa volta toccava a Kai.
Kai
s’irrigidì appena al solo sentire il nome di Hilary ripensando a come l’aveva
trattata nei giorni passati. Lei continuava a tenersi dalla parte di quel
mostro, nonostante però non gli riservasse né colpe né sguardi d’odio.
-
Brutto che le persone a cui teniamo siano accerchiate dal Male senza che noi
possiamo fare nulla – disse ad un tratto Rei.
Kai
lo osservò con attenzione, mentre anche la Luna mostrava il suo interessamento accarezzando le carni dei due giovani e l’aria non osava muoversi. – Quando
vedo Mao assieme ad Ares mi sembra di sentirmi…Non so come dirlo, quasi…-
rimase a far levitare la frase per alcuni secondi, come se trovasse le parole.
-
Incompleto, senza uno scopo preciso, senza la voglia di far nulla se non
annientare – concluse per lui Kai certo di aver pensato quelle parole, ma non
di averle dette. Il russo si rimase qualche istante a sentire il suono della
propria voce che gravava su di lui, senza però sentire un peso eccessivo,
semmai solo una morsa dettata dall’orgoglio.
Rei
gli si avvicinò sorridente – Esatto –
-
Fammi capire, tu non sia dove ti trovi? – chiese Hilary appoggiandosi ad un tronco
d’albero della pineta vicino alla spiaggia. Dopo quello che era successo la
mattina, aveva passato la giornata a cercare Nike, perlustrato l’Hotel senza
risultato, avvertendo la sua presenza lontana, ma comunque presente. “Esatto,
se tu fossi al buio come faresti a capire se ti trovi in una stanza o in un
baule?” le rispose Nike tranquilla
-
Sì, ma di questo passo potresti essere pure nel cappellino di Takao! – sbottò
la ragazza sconsolata. Di questo passo non avrebbe mai trovato Nike, era una
ricerca impossibile, non aveva niente a cui aggrapparsi…E nessuno.
“Beh
no, negli indumenti direi di no. Noi Essenze in genere privilegiamo gli oggetti
metallici, i tessuti sono troppo sottili per poter contenere un potere della
nostra portata” spiegò calma la voce. Hilary si rilassò qualche minuto
avvertendo un lieve vento accarezzarle i capelli e la schiena lasciata scoperta
dalla maglia viola che indossava.
-
Come i beyblade…Potresti essere in uno dei beyblade che partecipano al torneo e
che quindi ci segue da Helsinki?
“Non
in un beyblade già occupato…Se ci sono due Essenze all’interno dello stesso
beyblade, questo avrà una potenza doppiamente maggiore”
-
Come se si combattesse due contro uno giusto? – chiese Hilary riprendendo il
cammino verso l’Hotel.
“Maledetto
cinese” Dranzer saettava aggressivo sul terreno, lasciando solchi profondi e
affilati, come le stilettate che Kai riceveva dal suo orgoglio ferito e
disarmato. La trottola blu scuro si diresse verso il punto in cui fino a pochi
minuti prima sostava Rei e prese a girare ancor più rapidamente sollevando una
nuvola di polvere, come a voler cancellare il duro colpo subito. Lo aveva
ammesso, si era dato la conferma a quell’interrogativo che tanto lo dilaniava.
Ora tutto seguiva un filo logico: aveva baciato Crystal per dimostrare
inutilmente a se stesso di poter fare a meno di Hilary e ciò che lo aveva
convinto a partire per Rabat erano state delle parole fresche e vere,
pronunciate in un passato che aveva reputato non importante…Errando.
-
Dranzer! – urlò con rabbia ed il suo bey saettò rapido verso il bosco.
La
sua testa era piena di pensieri, immagini, suoni e sensazioni, ma tutte
facevano capo solo ad una persona. Non si capacitava della possibilità. Hilary
era sempre stata una sua amica, ma nulla di speciale; gentile, sincera,
estroversa…Insomma tutto ciò che lui non era.
Lo
aveva sempre sostenuto, in ogni incontro e decisione, anzi in alcuni casi era
stata proprio lei a condurlo verso una determinata conclusione. Lo aveva
salvato dall’eliminazione quando vennero ritrovati i New Europa, e non aveva
mai fatto parola con nessuno circa la sua schiena…Ed era per lei se in lui
l’odio per Axel aumentava e bruciava sempre di più.
Che
fosse…Geloso? No, questo mai. Poteva credere di avere a cuore Hilary, ma mai e
poi mai di esserne innamorato…Perché lui non amava, il Beyblade era la sua
unica passione.
-
Dranzer! -
“A
che pensi Hilary?” le chiese Nike quasi in un sibilo. Doveva essere parecchio
lontana.
La
ragazza sorrise lasciando correre lo sguardo al manto della Notte con tutti
quei diamanti luccicanti che sembravano sorriderle.
-
Ma non senti i miei pensieri? -
“Sì
e sento una grande emozione provenire da te”
Hilary
si fermò lasciando che il vento le accarezzasse la pelle leggermente arrossata
per il sole e rinfrescasse il viso accaldato. – Stavo pensando che…Vorrei che
Kai non fosse tornato in Russia – Non poteva credere che lui fosse realmente
tornato a casa e che non lo avrebbe più rivisto…Non poteva pensare che se ne
fosse andato per sempre.
Sentiva,
anzi era certa che lui fosse innocente. Kai non era un blaider scorretto, amava
il bey come forse non avrebbe mai amato nessuno. Lei stessa aveva preferito
lasciargli amare la sua unica passione ed aveva fatto di tutto per difenderlo
la prima volta ed evitare che i Neoborg venissero eliminati. Ora Kai doveva
soffrire molto, non solo aveva perso la sua vecchia squadra, ma anche il
campionato.
“E’
stato trattato ingiustamente” riportò Nike
Hilary
annuì. Lo pensava anche lei. Non credeva che tutti quegli incidenti fossero ad
opera di Kai e la sua squadra. C’era qualcuno che muoveva le fila di tutta
quella storia, un esterno, un nemico senza volto, magari una persona che non
avevano mai visto…O magari sì.
Aprì
la porta silenziosamente venendo assalita da un’oscurità perenne. Neanche la
luce della Luna osava entrare nella stanza come se temesse quel luogo. “O come
se odiasse me” sorrise fra sé Crystal avvicinandosi alla finestra e scostando
le tende. Non vedeva molte stelle nel cielo, e quelle che vedeva erano piccole
e spente, prive di quella bella luce che amava osservare di notte.
Rimase
del tempo a scrutare il cielo, riflettendo, e dando nuovo sfogo alla sua
coscienza che evidentemente non ne voleva sapere di lasciarla in pace. Aveva
passato la giornata a camminare sola per Rabat, riordinando i suoi pensieri, ed
attendendo invano l’arrivo di Kai. Ma non sapeva se sarebbe stato un bene per
lei vederlo. Perché temeva che per Kai quel bacio non avesse rappresentato
nulla.
-
Hai già dato il nostro nuovo indirizzo ai tuoi amici Demoni Crystal? -
La
rossa si scansò rapidamente osservando la figura atletica e virile di Boris
fare capolino da dietro la colonna. Incrociò le braccia al petto irritata –
Cos’è ora mi segui anche Boris? Mi sembrava di averti detto di lasciarmi in
pace e farti i fatti tuoi – perché doveva sempre sorprenderla in un momento di
debolezza e vulnerabilità?
Il
ragazzo si strinse nelle spalle avvicinandosi sotto l’abbraccio argentato della
luna a lei. Sembravano alleati. Si portò a pochi centimetri dalla russa che non
accennava ad abbassare le armi. Gli faceva rabbia che Crystal continuasse su
quella strada. Sapeva che non era una cattiva persona, ma non accettava che
dovesse soffrire e sbagliare per uno che non la voleva. Non gli importava dei Demoni,
egoisticamente riteneva il loro problema meno grave, reputava più importante
riportare Crystal quella di prima…E non solo perché ne era innamorato.
-
Dove vado o che faccio sono affari miei -
Con
uno scatto il ragazzo la afferrò per le braccia sbattendola contro il muro. –
No Crystal, sono anche affari nostri visto che molte delle cose che ci hanno
portato qui sono state causate da te –
Crystal
avvertì come una sorta di calore, in quei punti dove la pelle di Boris si era
trovata a contatto con la sua, come se la Luna toccando lui, sfiorasse finalmente anche lei.
-
Lasciami andare – lo disse per orgoglio, ma non perché lo voleva davvero. Boris
era l’unico con cui riusciva davvero ad essere la vera Crystal, una ragazza
fredda ma umana, distaccata ma con le sue paure, imperscrutabile ma con
sensazioni vive ed evidenti.
-
Non lo capisci Crystal che quelli ci vogliono fare fuori? –
-
E tu lo capisci che non mi interessa? –
-
Già perché in fin dei conti la sola cosa che ti preme è Kai non è così? Non ti
importa nulla se siamo in questa situazione e se molti ragazzi sono in un letto
immobili..-
Le
sue parole vennero interrotte dallo schiaffo che la rossa gli sferrò in pieno
volto. – Basta stai zitto! – gridò con rabbia avvertendo la mano pulsarle dal
dolore come se lo schiaffo l’avesse preso lei…Rimorso.
-
Cos’è la voce della verità fa male? Svegliati Crystal! Credi davvero che Kai
provi qualcosa per te, e sei certa che quel qualcosa valga tutto questo? – ne
era sicuro, Kai non amava Crystal, la reputava una sorella ma niente di più.
Bastava vederlo per rendersi conto che le sue azioni gravitavano intorno ai
suoi amici e nient’altro. I BBA ecco chi albergava nel cuore di Kai Hiwatari.
Se ci fosse anche una ragazza non lo sapeva, ma non era Crystal.
-
Se proprio lo vuoi sapere Kai mi ha baciata – ribattè lei acida.
Boris
sgranò appena gli occhi, ma si riprese. – Davvero? E come mai non è qui con te?
Crystal guarda che Kai di errori ne ha fatti parecchi e questo non è diverso –
La
ragazza chinò il capo come se non riuscisse più a reggere la pressione di
quegli occhi verdi, così puri e lucenti che sembravano essere come uno specchio
per lei. Le mostravano la verità in tutti i suoi colori, in tutte le sue
diverse sfumature, facendola affacciare davanti alla realtà, conducendola alla
fine dell’intricato labirinto dell’Illusione.
Ad
un tratto avvertì la presa salda di Boris sul suo mento ed i suoi occhi
smeraldini tornarono ad incatenare i suoi. – Ricordati una cosa Crystal; l’ho
imparata durante la “prigionia” di Vorkof, e forse è l’unica cosa per cui devo
ringraziarlo: tra le tante cose che un uomo può perdere ce ne sono alcune
primarie, che se vengono estirpate ti rovinano la vita, ti fanno sentire privo
di certezze, spaesato e confuso, e tra queste c’è la dignità. Perdere uno di
questi valori ti conduce all’Oblio e alla Pazzia. Noi avevamo perso la libertà
e ce la siamo ripresa…Ma tu ora ne hai persa un’altra – e si allontanò da lei.
La Luna venne
coperta dalle nuvole lasciandola priva di luce, e la Sua Luna si allontanò privandola di calore e uno specchio in cui vedersi per quello che era…
La Luna si mostrava
armoniosamente sullo specchio d’acqua immobile che rifletteva le luci delle
imbarcazioni e delle stelle, in un eterno e vivo specchio mobile. Julia lanciò
per l’ennesima volta Thunder Pegaus facendolo saettare con eleganza per la
sabbia e guidandolo in intricati disegni e schemi d’attacco. Stava ripassando
ancora la sequenza di movimenti che aveva messo in atto con l’aiuto di Raul per
l’incontro di domani, che dopo l’avventura della mattina era certa sarebbe
avvenuto. Ancora non capiva come diavolo avesse fatto Astra a capire che Hilary
si stava avvicinando, ma ciò dimostrava ancora che avevano dei poteri oltre la
sua immaginazione.
Perse
un istante la concentrazione fermandosi su quei pensieri ed il suo bey si
incagliò nella sabbia. La ragazza si chinò a raccoglierlo per rilanciare –
Lancio! –
La
trottola viola volò per alcuni metri per poi planare sulla sabbia e riprendere
il suo percorso. Doveva riuscire ad evitare i contatti troppo diretti, meglio
puntare sulla velocità…Anche se così avrebbe ridotto le sue probabilità di
entrare in contatto con la Voce.
Thunder
Pegasus vorticò sollevando una nuvola di sabbia dentro la quale svanì per poi
riemergere incendiando la sabbia sollevata in uno spettacolo di luci e fiamme.
Dopo qualche istante però si fermò. Julia scosse il capo sconsolata. “Così non
va, devo essere più veloce”
-
Forza un’altra volta – ansimò passandosi un braccio sulla fronte imperlata di
sudore.
-
Non te ne serviranno neanche cento se non ti riposi –
Il
cuore di Julia mancò un colpo e una ben nota morsa le attanagliò lo stomaco. –
Yuri –
Il
russo sopraggiunse alle sue spalle mantenendo la sua tipica espressione
impassibile e fredda. La Luna pareva amare quel delicato profilo, accarezzava
dolcemente quella pelle così simile a lei come se le appartenesse e gli occhi
di ghiaccio brillavano almeno quanto tutte le stesse del manto stellato.
-
Non ho bisogno di riposarmi, devo allenarmi -
-
Sempre convinta che domani toccherà a te? –
-
Sì –
Yuri
si morse il labbro interno istintivamente odiando quell’affermazione come se
fosse stata la firma di una condanna a morte.
La
osservò mentre riponeva Thunder Pegasus nel caricatore e concentrata si
apprestava a lanciare. Leggeva determinazione e forza, ma erano evidenti anche
timore ed insicurezza.
Si
sentì impotente davanti a tutto questo; non poteva fare nulla per evitarle
quello scontro…Ma forse poteva contribuire con tutto se stesso a far svanire
quell’ombra scura dal suo viso…Non voleva vederla triste.
-
Alza più il braccio sinistro e fai un giro in più col corpo quando lanci – le
disse prontamente lui fermandola. La ragazza si voltò verso di lui stranita
come se non avesse creduto alle proprie orecchie. Yuri Ivanov la stava
aiutando?
I
loro occhi si scontrarono con dolcezza, lei scrutando le profondità del
ghiaccio, lui annegando in quel mare di smeraldo e oro fuso.
-
Fai un giro di più, così incrementerai maggiormente la velocità, ma non sporti
troppo fuori asse o l’inclinazione del lanciò verrà sbagliata –
Lei
annuì modificando la postura e rilanciando. Thunder Pegasus vortico rapido sul
pelo dell’acqua per poi tornare sulla sabbia rapido e scattante.
Lei
ripetè le varie mosse dei suoi schemi sotto lo sguardo attento e vigile di Yuri
che la correggeva di tanto in tanto, senza mai smettere di tenere le braccia
incrociate al petto; manette che servivano a tenerlo vicino e lontano da lei.
-
Ancora una volta Thunder Pegasus…Forza D’energia! -
All’improvviso
un beyblade si affiancò al suo parando l’attacco seppur con difficoltà. Julia
ricercò gli occhi di Yuri che brillavano come il metallo lucido di Wolborg che
roteava instancabilmente accanto al bey viola.
-
Quell’attacco provalo su di me -
La
spagnola sorrise posizionandosi di fronte al russo che potè vederla sorridere
senza più ombre di timore. – Grazie, ma non ti lascerò mai vincere! –
Il
ragazzo sorrise appena, certo che l’oscurità lo celasse – Se ti aspetti dei
favoritismi perché sei un’alleata ti sbagli…E poi avevamo uno scontro in
sospeso –
-
Già avremmo dovuto scontrarci ad Helsinki al campionato – rispose lei
-
Preparati…Tempesta di Ghiaccio! –
“Ti
allenerò, se questo di può aiutare ti allenerò. Anche per tutta la notte”
E
la Luna assistette felice davanti a questo scontro in cui Paura e Amore
lottarono sfoderando le loro armi migliori e dando spettacolo delle loro
capacità sotto le Stelle.
“Meglio
tornare in albergo…Non voglio che Axel si preoccupi” pensò Hilary fermandosi e
voltandosi nuovamente attraversando il bosco che costeggiava la zona della
Necropoli.
Si
sentì strana a pensare solo in quel momento ad Axel, e questo le fece male. Si
stava comportando in maniera scorretta con quel ragazzo e con se stessa.
Voleva bene ad Axel, lui c’era sempre stato davanti ad ogni suo dubbio, l’aveva
capita ed ascoltata…Ma riusciva a pensare a lui con la testa, non col cuore.
Vedeva ancora Kai davanti a lei, ricercava ancora i suoi occhi nel buio,
avvertiva ancora una meravigliosa morsa all’altezza del cuore quando veniva
nominato il nome del dranzerblaider…Cose che non accadevano per Axel. Ciò
significava che stava ingannando Axel e non voleva.
Forse
aveva davvero creduto di riuscire a dimenticare Kai e si era buttata a capo
chino fra le braccia di chi le aveva voluto bene…Ma era sbagliato; avrebbe
dimenticato Kai, ma non ora e non con Axel. Il canadese era suo amico, una
persona speciale, unica, gentile e meravigliosa…Ma non era Kai.
-
Maledizione…Dranzer! – lo spronò ancora, aggredendo con rabbia l’aria e la
terra, sfogando i suoi dubbi solo alla Luna, unica spettatrice di quel momento
di collera.
“Siamo
tuoi amici e questo lo sai”
“A
te le parole amicizia e fiducia sono totalmente estranee?
“Dopotutto
la squadra di Axel è veramente forte e chi lo sa magari potrebbero essere
persino loro i prossimi campioni del mondo. Geloso che siano in gamba quanto e
forse più di te?”
Le
sue parole gli tormentavano la mente e impedendogli di concentrare tutta la sua
energia sul Dranzer.
Parole,
solo e soltanto parole…Suoni che si intrecciavano dandogli la sensazione che
non esistesse altro rumore più importante e che uniti a due iridi color
cioccolato sapevano attirarlo e fargli vivere emozioni a lui ignote.
Ma
non poteva esserne innamorato.
Lei
probabilmente in questo preciso istante poteva trovarsi fra le braccia di quel
verme mentre lui si tormentava come mai aveva fatto.
Ad
un tratto perse la concentrazione sul bey che prese a schizzare come una furia
verso il centro della radura. Kai si riprese immediatamente ma il bey era fuori
controllo e dopo qualche istante svanì dalla sua vista immergendosi nella
boscaglia.
Il
ragazzo prese a correre verso il suo bey seguendo il rumore che produceva ed il
solchi sul terreno. “Ci mancava giusto questa” pensò irritato senza smettere di
correre accompagnato dall’immagine di Hilary e dai raggi della Luna.
-
Nike, quali sono gli altri poteri di cui dispongo? – chiese ad un tratto lei
“Li
devi scoprire tu, comunque in genere i Custodi possiedono il Sacro Potere dei
Portali, sanno impiegare l’energia bianca, che tra l’altro hai già sperimentato
e poi possono gettare sguardi sul Tempo Passato. Ma non tutti i Custodi sono
inclini alla Magia allo stesso modo” puntualizzò Nike
-
Occhio sul passato? E poi scusa, ma io non so come ho fatto a curare quella
pianta -
“E
Kai”
Hilary
battè le palpebre confusa a quella risposta. – Vuoi dire che ad Helsinki ho
curato io Kai? E che l’immagine dell’Aquila Rosse piangente è stata dettata dai
miei poteri? – chiese lei sorpresa ed emozionata allo stesso tempo. Ricordava
ancora la felicità intravista negli occhi di Kai quando nell’aprire la
cartellina con le sue analisi aveva letto di non avere più nulla, ed era
meraviglioso sapere di essere stata lei a regalargli quell’attimo di felicità.
“Sì”
-
Ciò significa che noi due dobbiamo esserci incontrate prima giusto? -
“Esatto”
Hilary
ad un tratto si arrestò, avvertendo un sibilo provenire dalla foresta. Non era
un animale notturno…I gufi non fanno quel verso.
“Ma
che diavolo…” il rumore si faceva sempre più vicino fino a che Hilary non vide
in un lampo di secondi qualcosa schizzare contro di lei. Accadde tutto in una
manciata di secondi, con una velocità tale che la ragazza non si rese conto
immediatamente si cosa avesse fatto.
-
Barriera Sacra! – gridò mettendo le braccia incrociate davanti al petto e
lasciandosi avvolgere come da una bolla di sapone che però resistette bene
all’impatto con quel…Bey
“Dranzer…”
Corse
fino al centro della radura fermandosi per ascoltare meglio. Non poteva averlo
perso.
Dopo
alcuni minuti un urlo squarciò l’aria e Kai prese a correre verso quella
direzione con il cuore in gola ed una sensazione strana che andava crescendo.
“Che
ci fa Dranzer qui? Non mi avrà mica voluto attaccare”
La
bolla svanì ed il Bey blu cadde a terra ai piedi della ragazza che si chinò a
raccoglierlo, osservando incredula la perfetta forma del disco d’attacco e
inspirando a pieni polmoni l’odore di quella trottola, che sapeva di fresco e
cocco, che sapeva di Kai.
Non
riusciva a credere ai suoi occhi…Kai era lì a Rabat.
Quando
lei sollevò il capo, metà di lui sperò di essersi sbagliato, ma quando incrociò
quelle due splendidi iridi color cioccolato si sentì…Felice. Una semplice
parola per una complicata emozione, che raramente si riesce a raggiungere. Un
piccolo sprazzo di felicità che per lui valeva più di molte vittorie, uno
sguardo che significava più di un titolo mondiale…Era a questo che pensava
quando incrociò lo sguardo della sedicenne ancora china sul suo Dranzer.
-
Kai – nominò il suo nome con incredulità e fu qualcosa di incredibile. La
osservò attentamente mantenendo la sua maschera, ma crogiolandosi nell’attesa
di sentirla nuovamente parlare. – Ero certa che non te ne saresti tornato in
Russia – gli disse lei.
Lui
lei si avvicinò tenendo le braccia incrociate davanti al petto e squadrandola
quasi volesse verificare se stesse bene. – E ora mi spiego anche i strani
comportamenti di Julia e Rei. Stanno recitando molto bene – continuò lei
posando lo sguardo sul viso del ragazzo davanti a lei. Era qualcosa di
inspiegabile ciò che provava ogni volta che incontrava i suoi occhi, come se
tutto attorno a lei prendesse a vorticare ed ogni preoccupazione venisse
accantonata, come sconfitta dinanzi a quel creatura apparentemente senz’anima e
cuore.
I
suoi occhi lo accarezzarono, sorvolando il viso chiaro con i tatuaggi blu, le
labbra sottili e tese in linea retta e gli occhi così lucenti e profondi che
potevano essere paragonati alle stelle di quella notte. Tutto il lui
l’attirava, tutto il lui era come dolore e sofferenza. E’ un concetto
contraddittorio, ma per Hilary lui non era il Bene, ma la Completezza, ciò che era il suo di Bene. Sentiva che sarebbe potuta restare lì per sempre e
per qualche istante tutto ciò che aveva allontanato Kai da loro le sembrò
inutile e superfluo.
-
Loro stanno facendo quello che sentono, a differenza vostra che permettete agli
Obscuras di controllarvi come marionette –
-
Ancora con questa storia! Ascoltami Kai, mi dispiace per tutto quello che avete
dovuto passare. Sono d’accordo con te e ci credo al fatto che siate stati
accusati ingiustamente, ma non ha senso continuare ad accusare gli Obscuras. Un
nemico c’è, ed è qualcuno con poteri fuori dal comune, qualcuno che vi ha teso
una trappola ed ha fatto addormentare tutti i blaider, ma questi non sono gli
Obscuras. Anche loro sono stati attaccati e sono in pericolo tanto quanto noi.
Probabilmente a questa tappa toccherà a qualcun altro, ai PPB, ai cinesi o
proprio a noi BBA! – Non aveva minimamente accennato a Nike, ma in sostanza gli
aveva detto ciò che pensava.
Kai
scosse il capo mentre ancora Dranzer rimaneva fra le mani di Hilary – Sei
talmente annebbiata da Axel che non vedi la verità. Hai ragione toccherà a
qualcuno e se non accetti la realtà dei fatti ti pentirai presto di non esserti
resa conto prima della verità –
-
Mi stai minacciando forse? -
A
quel punto lui prese il bey dalla mano della ragazza, intrappolando per qualche
secondo il suo polso nella mano – No, se vi ho seguiti non è certo per questo –
Fece
una leggera pressione sulla pelle morbida della brunetta per poi lasciarla di
colpo e voltarsi, nonostante combattesse contro una voce che gli diceva di
riprenderla.
-
Allora perché? – ad un tratto quella domanda squarciò la leggera patina di
silenzio che si era instaurata fra loro e la Luna che ancora attenta seguiva le loro voci come ammaliata.
-
Perché mi sono ricordato di una frase che mi venne detta qualche anno fa in un
momento in cui ero stato sul punto di mollare tutto – si volse verso di lei
incrociando i suoi occhi che lo osservavano confusi.
-
Che senso ha far parte di una squadra, se uno scappa quando gli altri hanno
bisogno di lui? Sono parole tue – disse Kai prima di riprendere il cammino e
svanire sotto gli amorevoli raggi della Luna, lasciando Hilary ad osservare un
cielo senza Luna perché oscurata dalle nuvole e delle stelle che splendevano
come lacrime o come luci della ragione in fondo all’anima.
Eccoci qui! Beh lo prometto questo capitolo è l’ultimo da
profonda introspezione…Era indispensabile per i prossimi due capitoli. Arrivati
a questo punto credo sia impossibile che Kai non risulti OOC. Sto facendo del
mio meglio e spero di esserci riuscita! Che dirvi se non che spero con tutto il
cuore che vi sia piaciuto e che spero lascerete un segno del vostro passaggio?
Ah Buone Vacanze!!
E ora passiamo all’Angolo dei Grazie^^
Chelsea_:
Carissima! Scusa per il ritardo! Sono felice di sapere che il trucco di Julia e
Rei ti sia piaciuto e spero davvero che anche questo capitolo abbia appagato le
tue aspettative! Aspetto la tua anche su questo! Baciuzzi Avly
_marghe 96 xD_:eccola qui la mia piccola grande recensitrice! Fortuna che non
ho fatto una gaffe^//^ Ebbene sì, Yuri fa passi da gigante e speriamo che il
Tempo sia dalla sua! Sui nostri meravigliosi Kai e Hilary. Beh non mi linciare
se ancora non siamo arrivati alla svolta! Spero davvero che questo capitolo ti
sia piaciuto e che riceverò anche su questo la tua opinione! Baciuzzi Avly
Inuyasha_Fede: grazie mille per aver commentato…E mi sa che questa volta il
capitolo non sarà ai tuoi canoni^^ Mi spiace, ma come ho detto prima mi è stato
indispensabile! Spero comunque che ti sia gradito e mi piacerebbe molto
ricevere un tuo sincero parere! Baciuzzi Avly
Lexy90:
e squilliamo le trombe per il risveglio dei blaider. Il caro Takao ce lo
riprenderemo? Speriamo di sì! Carissima spero con tutto il cuore che ti sia
piaciuto anche questo capitolo. Confesso che faticava ad uscire bene, tanto che
ci sono alcuni punti di questo che non mi piacciono particolarmente, ma meglio
di così non sono riuscita a fare! Spero di ricevere la tua anche su questo!
Grazie per esserci sempre! Baciuzzi Avly
Kamy:
Si! Muah Rei mi diventa perfido! Scherzi a parte, il piano diciamo che nasce
dal cuore innamorato del bravo ragazzo, che vuole solo che Mao si accorga di
lui…E Julia lo sa sfruttare anche per la missione anti Demoni^^ Potrei indire
un test per sapere qual è il Demone più odiato e lì saranno dolori. Grazie per
tutto carissima, sono felice di sapere che i capitoli ti piacciono e spero che
anche questo sia lo stesso e ti aspetto!! Baciuzzi Avly
Padme86:
grazie infinite Pad per le tue belle parole, riempiono il cuore di gioia e
spero di non averti delusa con questo capitolo. Takao rinsavisce, la reazione
passata è stata causata dalla paura di perdere Samantha, inoltre il moretto
memore della reazione avuta da Kai allo stadio ha davvero perso il lume. Ho
cercato di dare fondo alla personalità di Takao che non è un semplice ragazzo
estroverso, ma anche una persona dal cuore buono, che cerca il bene nelle
persone e che vive per i propri amici…Peccato solo che non abbia capito che
Samantha è una vipera…
Sono felicissima di essere riuscita a rendere i pensieri di Kai
bene, confesso che temevo di non riuscirci. E questa volta? Incrocio le dita! Ora
Hilary sa di essere la Custode e crede che esista un pericolo ed un nemico, a
cui però da un viso diverso a quello che dà invece Kai…
Ti ringrazio davvero per tutto Pad, spero con tutta me stessa di
non averti delusa!
PS: causa ritardi non ho ancora finito di leggere Phoenix
Company, ma spero di riuscire a rimettermi in pari…Solo una parola “Stupenda!”
Sono ancora un po’ indietro, circa al nono capitolo mi sembra, ma comunque mi
piace da morire! A presto! Baciuzzi Avly
Linn Chan:
la mia Tesor! Ci ho messo un tantino, ma come ho spiegato sopra il capitolo non
veniva come volevo! A questo punto credo che i tuoi capelli siano del colore
naturale…Ma solo per ora…Muah! Yuri si scioglie e col caldo di Rabat peggiora^^
Noto che parecchi hanno espresso la volontà di leggere di Axel e Samantha al
rogo! Poveri piccoli^^
Ora attendiamo il giorno dell’incontro…Avrà ragione Julia oppure
no? Spero tanto che il capitolo ti sia piaciuto e aspetto con ansia il tuo
onesto parere (e anche il tuo aggiornamento!) Lovvo tanto! Baciuzzi Avly
Pilatigirls:
eccole qui le mie adorate! Grazie infinite per la vostra immancabile presenza e
le vostre parole! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che commenterete!
Baciuzzi Avly
Lirinuccia:
la mia meravigliosa giallista! Grazie di cuore per la tua recensione e non
preoccuparti di sparare eventuali boiate^^ Sono contenta che anche tu abbia
questa malattia dei colori^^ I Demoni hanno colori piuttosto intuibili e che
ricordano i loro beyblade, viola Pazzia per Astra, verde acido per Ares, rosso
sangue per Samantha e Nero morte per Axel!
Anche io sono per il fucsia per Mao ed il bianco per Rei mentre
per Boris il viola di qualche capitolo fa…Meglio se mi fermo potrei fare un
nuovo capitolo solo per questo!
La cosa che più mi dà soddisfazione oltre a sapere che la storia
ti piace, è che Hilary riesci a trovarla interessante nonostante non la ami
come personaggio^^ Spero tanto che questo capitolo ti piaccia, tengo moltissimo
alla tua opinione ma questo già lo sai! A presto! Baciuzzi Avly
Lenn Chan:
quando ho visto che avevi recensito ho creduto di vederci male…Grazie! Ricevere
la tua opinione è tantissimo lo sai…Comunque hai ragione su Crystal, agisce il
modo egoistico, ma sta pian piano capendo cosa sta perdendo ed il discorsino di
Boris di questo capitolo ne è la prova! Spero che questo capitolo, in
particolare la scena tra Kai ed Hilary ti sia piaciuta! A presto! Ti voglio
bene ^X^ Baciuzzi Avly
E ringrazio tutte le meravigliose persone che hanno messo questa
storia fra le seguite/preferite/da ricordare. Mi farebbe piacere sapere cosa ne
pensate, e tranquilli non mangio nessuno…Forse.
Capitolo 21 *** La Battaglia del Cuore e la Luce del Rintocco ***
Capitolo 21
Riemerge dalle acque del mare e torna
fra voi! Perdonatemi per il ritardo e buon rientro a tutti (o fine vacanze per chi deve ancora tornare^^) Passo
direttamente alla lettura con un solo avvertimento: capitolo per Julia, come
probabilmente avevate già pensato! Il momento del suo incontro e giunto, con un
rosso caldo e passionale che spero la caratterizzi al
meglio! Buona Lettura!
La Battaglia del Cuore e la Luce del
Rintocco
L’orologio continuava a compiere il suo percorso
rendendo l’attesa ancor più insopportabile. Julia alzò lo sguardo per l’ennesima
volta in quel minuto sul quadrante che troneggiava sulla parete per poi sbuffare
“Ancora dieci minuti”. L’attesa la rendevanervosa, l’agitava ancor di più che l’incontro stesso; perché doveva
attendere così tanto, perché si divertivano a logorarla nel dolore dell’attesa
quando di lì a poco avrebbe giocato la partita più importante della sua
vita?
Sentiva le grida delle persone affluite lì per
l’incontro, cercava di isolarle dalla sua mente, come a creare una barriera fra
loro e lei. Concentrazione, aveva bisogno di
concentrazione…Maledizione non ci riusciva!
-
Si può sapere che ore sono! – sbottò in preda
all’agitazione.
-
Julia, me lo hai chiesto solo due minuti fa…Lo stadio si sta ancora riempiendo –
rispose una voce sconsolata davanti a tanta tensione.
La
spagnola chinò il viso incrociando gli occhi rassicuranti e pensierosi della
persona che le stava seduta di fronte.
-
Sono solo un po’ agitata – ammise stringendo la presa su Thunder Pegasus
-
Solo? Su Julia in fondo con tutte le combinazioni possibili
figurati se esci proprio tu –
Il
volto di Julia si tinse di un’improvvisa tristezza a quelle parole. “Non esiste
alcun sorteggio e oggi toccherà a me…Astra l’ha giurato” Strinse la presa sul
suo bey come a poter trarre da lui forza e potenza. Non poteva cedere, aveva
sofferto, Yuri aveva dedicato al suo allenamento tutta la notte e oggi sarebbe
sicuramente stato lì per vedere il suo incontro…Non poteva
fallire.
-
Julia? C’è qualcosa che non va? – spostò l’attenzione sul viso della sua amica,
che la stava invitando a sedersi vicino a lei. Julia si sedette osservando per
qualche istante quegli occhi castani dalla duplice espressione: sembravano
essere preoccupati per lei, ma allo stesso tempo altrove. – Forse dovrei
chiederlo io a te –
Era
da un po’ che loro due non parlavano da sole, e le pareva che qualcosa fosse
cambiato in lei. Non era certa che Hilary fosse dalla parte dei Demoni, ma
d’altro canto si parlava pur sempre della ragazza di Axel.
Nel
corso delle vicende Hilary aveva assunto ruoli diversi, si era schierata con gli
Obscuras, ma si era frapposta fra Axel e Kai quella sera…Non sapeva che
posizione prendere con lei…Ma rimaneva la sua migliore amica, e se ieri lei non
era morta lo doveva ad Hilary. “Ma come diavolo ha fatto a trovarmi?”
Hilary si strinse nelle spalle ripensando alle parole di
Kai della sera prima. Julia le aveva mentito riguardo al suo fidanzamento con
Rei, ma vista la posizione che entrambi avevano preso
lo poteva capire…Ma voleva delle risposte.
-
Ieri ho incontrato Kai –
Julia rimase in silenzio colpita da quella frase. –
Ah…Non sapevo che fosse qui a Rabat – mentì.
Hilary scattò in piedi piazzandosi davanti all’amica –
Lo sai benissimo! Non mentire con me…So che è tutta una finta quella tua e di
Rei. Stai dalla loro parte –
Julia si alzò superandola in altezza e guardandola con
aria di sfida – Sì io sto dalla parte di Kai e sì, io e Rei non stiamo insieme.
Per me non è cambiato nulla…Ma tu? La mia di posizione è chiara, ma tu puoi dire
lo stesso? –
-
Perfetto signore e signori, vi do il benvenuto alla
terza tappa di questo torneo di Beyblade. Un torneo che è stato connotato da
parecchi episodi gravi e incidenti che hanno reso obbligatorie alcune modifiche
di cui ora il presidente Daitenji vi darà un quadro riassuntivo – la voce di Dj
man si disperse alta e carica per lo stadio, venendo
assorbita dalle orecchie di milioni di persone che attendevano da tempo di
sapere qualcosa circa i provvedimenti adottati.
-
Secondo te lo diranno? Dei Neoborg intendo – chiese Mao rivolta ad Hilary che le sedeva affianco. La brunetta sorvolò con gli
occhi gli spalti soffermandosi sui volti degli spettatori, quando ad un tratto li vide. Ne era certa, non sarebbero mai
mancati.
Attenti, seri e concentrati, con i visi celati dagli
occhiali da sole, con indosso giacche di jeans o nere,
ma dai tratti unici ed inconfondibili.
Le
parole di Kai, che poi erano state le sue un tempo, le
risuonavano nelle orecchie, così come l’espressione degli occhi del russo le
aveva occupato la mente tutta la notte…Inoltre le parole di Julia parevano
essersi trasformate in aghi di ghiaccio che le trapassavano la pelle senza darle
un attimo di respiro. “Ho un brutto presentimento”
-
Ehi Hilary mi ascolti? – Mao le si parò davanti
scuotendola appena. – Scusa Mao, mi ero distratta – si scusò la giapponese tornando a riportare l’attenzione sul
presidente, che spiegò brevemente la situazione: essendo stata eliminata la
squadra russa per “problemi personali” gli organizzatori avevano dovuto rivedere
la formazione degli incontri per così arrivare alla formula “due squadre”; in
pratica i due titolari di ogni squadra erano stati divisi in due squadre che si
sarebbero affrontate in incontri singoli e i cui punti sarebbero andati alla
squadra di appartenenza.
Sul
maxischermo apparvero le due squadre Blu e Rossa dove
da una parte erano stati messi i capitani e dall’altra il secondo titolare. Le
squadre che disponevano di più di due membri avrebbero
poi potuto cambiare uno dei due con le loro riserve.
Squadra Rossa:Squadra
Blu:
Takao (BBA)Daichi (BBA)
Samantha (OBRS)Astra (OBRS)
Rei (BHZ)Lai (BHZ)
Max (PPB)Rick (PPB)
Julia (F-S)Raul (F-S)
-
Tengo a precisare che per evitare che un blaider debba scontrarsi con un
avversario già affrontato nelle passate tornate, dal computer sono state
eliminate tutte le combinazioni già osservate – precisò il presidente alla fine
del suo discorso. Kai portò l’attenzione al suo fianco
dove Crystal seguiva assente quanto le stava attorno e Yuri continuava a
picchiettare la punta della scarpa contro il pavimento come se infastidito da
tutta quell’attesa. Sorrise appena dopo che ebbe seguito la traiettoria degli
occhi del suo capitano per scontrarsi col viso concentrato di Julia.
-
Se esce Julia contro un Demone non avrà scampo – constatò Boris obiettivo.
Yuri lo gelò come se avesse voluto azzannarlo
all’istante. – Bada a come parli –
-
Lo sai benissimo anche tu Yuri! Le servirebbe un miracolo anche solo per
pareggiare…Ricordati che con l’aiuto della Voce gli Obscuras è come se combattessero due contro uno – aggiunse Boris. Yuri
si morse internamente il labbro stringendo fra le mani il suo fedele Wolborg
come se questo servisse a dargli qualche speranza in più.
-
Diamo il via all’estrazione a sorte! – esclamò Dj man facendo così vorticare le
immagini dei blaider sul tabellone.
-
Nunc…-
Un
calore partì dalla punta delle sue dita per arrivare alla testa. Hilary si
osservò le mani come se avessero preso la scossa. “Nike che
succede?”
“Qualcuno usa
la magia…Ora che stai sviluppando i tuoi poteri da Custode riesci a captare la
presenza di un altro mago” la voce di
Nike era abbastanza forte, ciò significava che non poteva essere tanto distante.
Cercò di concentrarsi per cogliere la sua posizione, ma avvertì solo tante grida
e voci confuse. C’era troppo rumore e sarebbe stato impossibile trovarla lì.
Ad un tratto
il boato si fece ancor più forte per poi esplodere in grida di acclamazione ed
esultanza.
Alzò lo sguardo sentendosi raggelare. Perché quella
sensazione di vuoto e dolore?
Julia VS
Astra
Il
cuore terminò la sua corsa ed un intenso fischio giunse
alle sue orecchie come l’eco del martello che sentenzia la condanna a morte.
Julia cercò gli occhi di Hilary che pareva allibita per poi andare a cercare due
pozze azzurre che sembravano cristalli in frantumi.
Si
alzò stringendo Thunder Pegasus e buttando l’aria fuori dal corpo con
difficoltà. Non avvertiva più alcun rumore, la tensione dell’attesa era svanita,
ora c’erano solo lei e il suo Beyblade.
“No, c’è anche tutto l’aiuto di Yuri” pensò lei
ricordando la splendida notte che aveva passato insieme al capitano della
Neoborg. L’aveva allenata, si era battuto con lei e le aveva detto di contare
sulle proprie forze e di non dubitare mai di se stessa. Certo le parole erano
state poche, ma non aveva importanza.
Si
posizionò davanti al beyblade stadium messo a punto,
che per questa tornata aveva le stesse dimensioni di quelli usati per
la Justice Five. Erano
i campi Ultimo come li definivano i blaider, perché non essendoci possibilità di
un fuori gioco si combatteva fino all’Ultimo Respiro.
Sentiva gli occhi dei suoi amici su di sé e avvertì il
calore del suo bey; scottava come mai avevafatto. – Bene. I nostri blaider sono stati designati:
Julia e Astra. Un incontro al femminile per dare inizio a questa tappa africana!
– esultò Dj Man sotto le grida del pubblico.
“ E
speriamo che non sia l’ultima” pensò amaramente Julia bruciando Astra con lo
sguardo. La ragazza canadese rimaneva impassibile davanti a tutto, come se non
le facesse il minimo effetto dover combattere, ma Julia vedeva i suoi occhi
ardere, bruciare della stessa pazzia che aveva intravisto il giorno prima. –
Alla fine hai mantenuto la promessa – disse Julia
Astra la squadrò arrogante caricando Illusion – Io
mantengo sempre le promesse –
Julia si posizionò seguendo
perfettamente i consigli di Yuri, portando il braccio destro ad una diversa
inclinazione. Veloce, doveva essere veloce. Non poteva
permettersi il lusso di lanciarsi in attacchi ravvicinati ed eccessivamente
diretti poiché doveva evitare in tutti i modi che
Illusion le si avvicinasse troppo; era però consapevole che se voleva parlare
con la Voce
doveva riuscire ad attuare un contatto con lei…Ma non ne avrebbe mai avuto il
tempo. Astra sapeva controllare la
Voce e di fatto era come se
combattessero due contro uno.
-
Tre, due, uno…Pronti Lancio! -
Le
due trottole schizzarono rapide e letali per il beyblade stadium che offriva la rappresentazione del deserto del
Sahara con dune di sabbia e oasi. C’era solo una zona
rocciosa, ed era rappresentata da un cratere piuttosto scosceso e non omogeneo.
Julia portò Thunder Pegasus sulla zona sabbiosa, sentendosi più a suo agio,
visto che si era allenata parecchio nella spiaggia. I
bey, entrambi viola, si scontravano con attacchi rapidi e brevi, prendendo
quanta più rincorsa possibile per poi scagliarsi sul proprio avversario.
Julia seguiva con gli occhi tutti i movimenti di
Illusion constatando che nonostante l’allenamento, il
bey del Demone era più rapido del suo, che in fatti di potenza si difendeva con
un solo bit, mentre Astra poteva disporre dell’energia sia di Illusion che della
Voce.
“Devo fare qualcosa” pensò studiando attentamente ogni
angolo del campo da gioco.
-
Maledizione Julia è in difficoltà – disse Boris dopo che Illusion ebbe
scaraventato violentemente Thunder Pegasus contro la parete di roccia. Yuri
stringeva sempre di più Wolborg, ferendosi la pelle a contatto del disco
d’attacco, ma senza accennare a diminuire la presa. Fremeva di rabbia, di impotenza, di collera…Julia stava perdendo e forse tutto
quello che aveva fatto per lei non sarebbe bastato…
Julia si portò le braccia al volto per proteggersi
quando a seguito dell’impatto con la parete di roccia, tanti frammenti di pietra
schizzarono verso di lei. Portò Thunder Pegasus a distanza di sicurezza cercando
di riorganizzare un piano.
-
Lo vedi? Sarebbe stato meglio che ti avessi fatto fuori ieri, almeno ti saresti
risparmiata una figuraccia davanti a milioni di persone – ironizzò Astra
acida.
-
Sta zitta maledetta strega! Facile combattere due contro uno! –
Astra sorrise tranquilla sfoggiando un viso rilassato e
quasi fanciullesco. Questa era la
sua più grande dote, riuscire ad illudere le menti
delle persone che in lei vedevano solo una ragazza gracile e timida, con occhi
dal limpido lilla e corti capelli ramati quasi sbarazzini. Poteva incutere
tenerezza, parere quasi una bambola…Ma la realtà era ben diversa.
-
Se io usassi tutti i poteri di cui dispongo cara mia,
fidati che a quest’ora saresti già morta -
-
Questo è da vedersi, e visto che ci sei toglimi una
curiosità: perché ti sei fermata quando è arrivata Hilary? Già che c’eri ci
facevi fuori entrambe, tanto lei non è neanche una blaider. Una pedina in meno
nella vostra scacchiera – Astra continuava a sondarla con quelle maledette iridi
folli, trattandola come se provasse una netta superiorità nei suoi confronti.
Julia strinse le mani a pugno irritata da quell’atteggiamento. – Forse perché
lei non è una semplice pedina…Falce Oscura! –
Thunder Pegasus venne
circondato da una massa informe viola molto simile a quella usata da Brooklyn
contro Kai due anni prima. Julia resistette all’impatto dei due bey scrutando
attraverso la patina violetta che si era creata il bit
power di Astra. – Thunder Pegasus! – gridò chiamando a
sé il suo Cavallo del Tuono, che irruppe con rapidità sulla Medusa dai capelli
di serpente di Astra. L’impatto che ne seguì fu potentissimo, tanto che per
alcuni minuti non fu possibile dalle tribune capire cosa fosse avvenuto.
-
Un altro attacco come questo e finisci dritta all’altro mondo, come ti ho già
spiegato, abbiamo tanti Guardiani a cui prendere
energia e se uno muore non mi faccio grandi problemi – disse Astra accingendosi
a sferrare un altro attacco.
Julia che faticava a reggersi in piedi sulla pedana
respirava affannosamente cercando di riprendere fiato e rialzarsi. Non ci
riusciva, Astra era troppo forte con l’aiuto della Voce. La sua forza era
raddoppiata e nonostante magari la
Voce cercasse di aiutarla, pareva non riuscire a reagire agli
ordini di Astra. “Non c’è più niente da fare” pensò mortificata.
Ci
aveva provato, ma non era servito a niente…Sperava almeno che Yuri fosse fiero
del suo match…Sorrise ripensando alla meravigliosa sensazione di essere stata a
giocare a beyblade con Yuri per tutta la notte. Aver visto assieme a lui il
sorgere del giorno mentre Wolborg e Thunder Pegasus si scontravano
accanitamente. Sorrise di gioia cercando la figura di Yuri in
mezzo alla folla.
-
Falce Oscura! – “E questa volta non fallire maledetta o te ne pentirai”
Lanciò Illusion alla carica mentre Thunder Pegasus si
preparava a ricevere l’Inevitabile.
-
Julia – sussurrò Hilary avvertendo come una stretta al cuore ed un dolore alla testa.
-
Julia! – scattò in piedi lasciando cadere Wolborg a terra ai piedi di Kai che si
chinò a raccoglierlo. – Ora non mollare ora! Non siete due contro uno forza! -
Non
poteva permettere che Julia si addormentasse, lo avrebbe impedito con tutte le
sue forze…A modo suo.
-
Ma che? – disse Boris osservando ciò che Kai aveva in
mano. Crystal si volse verso il dranzerblaider rabbrividendo quando capì cosa
volevano dire quelle parole. Kai sbarrò gli occhi per un secondo ricercando lo
sguardo del suo capitano che non tradiva alcuna emozione e non gli lasciava
dubbi sul perché di quel gesto. Kai annuì tornando a fissare Wolborg che ora era
solo una semplice trottola di metallo, ottimo metallo
certo…Ma senza bit-power.
-
Wolborg ora! – gridò il capitano della Neoborg facendo uscire dal beyblade viola
di Julia il maestoso Lupo di ghiaccio.
-
Yuri…- disse Julia dopo che l’attacco di Astra venne
annullato dalla barriera di ghiaccio creata dal Lupo. Era incredibile, nel suo
bey c’erano due bit-power e uno dei due era quello di
Yuri. Troppo bello per essere vero…Poteva ancora
tentare. – Thunder Pegasus Forza d’Energia! Wolborg Tempesta di Ghiaccio! – urlò
lanciandosi alla carica di Illusion.
-
Non ci credo…Quello è Wolborg – disse Takao vedendo il Lupo scagliarsi sulla
Medusa
- E
quello è Yuri – esultò Daichi indicando il capitano dei Neoborg nella prima fila
della tribuna di fronte alla loro.
-
Ci sono anche Boris, Crystal e Kai – notò Max
Il
capitano dei BBA si volse verso Rei che gli era seduto
dietro – Tu ne sapevi qualcosa immagino – Il cinese annuì tranquillo osservando
compiaciuto il suo ex-capitano ed il resto del gruppo. – Loro non potrebbero
essere qui – commentò Mao squadrando prima i russi e poi Rei. Il drigerblaider
non sembrò curarsene più di tanto – Per quel che mi riguarda sì –
-
Sono pericolosi e possono far del male agli Obscuras! – ribattè Mao chinando dopo pochi secondi il capo, incapace di
reggere lo sguardo limpido e puro del ragazzo che ora la guardava con molta
attenzione. – Ne avessi avuto la possibilità lo avrei
fatto io -
Lo
scontro procedeva da quasi un’ora e nessuna delle due blaider sembrava voler
cedere. Julia attaccò ancora, costringendo Illusion a proteggersi, per poi
subito subire l’offensiva della Medusa che con i suoi lunghi crini di serpente
tentava di intrappolare il Cavallo di Tuono e il Lupo della Steppa. Per coloro che potevano vedere i bit-power era uno spettacolo
incredibile, una battaglia epocale fra creature magiche, ma non solo…Era una
battaglia all’ultimo sangue. E quel sangue scorreva limpido e vivo da ferite
profonde che però non provenivano né da Astra né da Julia, ma da chi in tutto
quello scontro veniva danneggiato
maggiormente…
-
Non riesco a muovermi – sussurrò nel buio
“Dobbiamo
porre fine a questo scontro o moriremo a furia di ricevere gli attacchi che
Thunder Pegasus assesta a Illusion!”
Lei
scosse la testa appena non riuscendo neanche a sentire il tintinnio delle catene
tanto il dolore che provava – Non posso Dike. Quella
Guardiana sta combattendo con il cuore e se dovessi porre fine all’incontro sarei obbligata a fermarla nell’unico modo che
conosco –
“E allora
fallo!”ribattè l’Essenza decisa “Tu sei più importante di una
Guardiana!”
La
creatura accennò un esile sorriso – Grazie Dike…Ma lo sono per te…Dobbiamo
metterci in contatto con lei –
La
luce rimase in silenzio ma lei capì che nonostante fosse profondamente
contrariata aveva già accettato – E’ l’ultima volta te lo prometto –
“Lo hai detto
anche l’altra volta…Moriremo così…”
Lei
aprì gli occhi scontrandosi con il Freddo Buio soffocando una smorfia – Lo siamo
già –
“Si può sapere
perché ci metti tanto Astra?” chiese Axel irritato
“Non è colpa
mia…Maledetto russo che si mette in mezzo…” sibilò Astra frustata
“La
spagnola ti sta mettendo in difficoltà o sbaglio?” disse Samantha con tono di
supponenza. – Sta zitta – disse a voce la mora in preda alla frustrazione.
Samantha si alzò dirigendosi verso la rampa su cui stava la sua compagna –
Astra! Hai voluto batterti con lei, ora falla fuori…In qualsiasi modo –
Astra alzò lo sguardo su la sua avversaria dispiegando
le labbra in un sorriso sinistro e pericoloso. Aveva
un’idea.
-
Thunder Pegasus attacca! -
Rispondi Illusion! –
Julia chiuse gli occhi e non ci pensò più; avvertì il
sangue scorrerle nelle vene ed il cuore battere forte
ma lo ignorò. Eliminò ogni paura ed accantonò ogni
preoccupazione lanciandosi all’attacco. Thunder Pegasus si scontrò violentemente
con Illusion e l’impatto che ne seguì fu violentissimo tanto che per alcuni
istanti non fu possibile dagli spalti vedere interamente il campo da gioco.
- Coraggio Dike! Limbo del Cosmo!
-
“E’
lei…La Voce
dell’altra volta” pensò il capitano della BBA quando il
raggi di luce inondarono Julia sottraendola alla sua vista. Era lei, e proveniva
dal bey di Astra come da quello di Samantha…
-
C’è riuscita – disse gelida Crystal squadrando il fratello che ancora in piedi
osservava il campo da gioco con il fiato sospeso. Era davvero a questo che
poteva portare l’affetto? A dare quanto di più caro per qualcuno? A voler
tentare in ogni modo di salvare chi si teneva nel cuore? E ci si poteva pentire
di questo? Osservò Yuri per altri interminabili secondi dandosi una sola e vera
risposta…No. Non c’era pentimento per chi aveva tentato con tutto se stesso di
proteggere chi consciamente amava…
Buio, Freddo, Umido. Ecco quali furono le prime
sensazioni di Julia quando ebbe aperto gli occhi. Si sfregò le mani sulle
braccia tentando inutilmente di scaldarsi e sopprimendo un gemito di disappunto
quando una mano di gelido vento le sfiorò la schiena.
“Devo esserci riuscita” pensò la ragazza guardandosi
intorno.
-
Sì ci sei riuscita Guardiana, sei stata in gamba – una voce femminile affaticata
ma decisa.
“E’
lei…Mio Dio che voce stravolta” Julia si mosse alla cieca senza mai riuscire a
sentirla più vicina. – Lascia perdere. E’ del tutto
inutile –
-
Come faccio a trovarti? Ascoltami ti prego: abbiamo bisogno del tuo aiuto,
abbiamo troppe domande e dubbi e solo tu puoi aiutarci – la pregò Julia
La
creatura si aggrappò ancora di più alle catene ferendosi i polsi e facendole
tintinnare sonoramente – Non penso di avere le risposte
che cerchi. Sappi solo che non sono contro di voi - tossì violentemente
macchiandosi del sangue che le usciva dalla bocca.
-
Perché sei qui? E perché soffri in questo modo? -
Per
qualche secondo si udirono solo i colpi di tosse della creatura prima che questa
tornasse a parlare – Sono parte integrante dei quattro beyblade oscuri e ogni
attacco che voi infierite a loro arriva a me –
Julia sgranò gli occhi sentendosi come colpita. Quindi era colpa sua se lei stava così male.
-
Ed è per sopravvivere che addormenti i blaider? -
-
Sì. Invece di ucciderli prendo da loro energia vitale per
poter andare avanti, ma mi è sempre più difficile –
-
Perchè? –
-
Perché i Guardiani cominciano a scarseggiare e vengo
messa nella condizione di battermi sempre con i Cavalieri che non possono essere
toccati…Tanto oramai non fa alcuna differenza – si fermò ancora sotto dei forti
colpi di tosse e sangue.
Julia provò una stretta al cuore nel sentirla così
sofferente, nonostante bastasse solo la sua voce a darle l’idea di una creatura
forte.
-
Puoi spiegarti meglio? -
-
Domani sarà il giorno della battaglia. Non potete evitarlo, nessuno può. Dovrete combattere contro i Demoni e
contro di me –
-
Ma se noi ti attacchiamo tu morirai – obiettò la
ragazza spaventata
-
Non accadrà…Ed è anche per questo che devo chiederti di darmi qualcosa
–
Julia strinse i pugni quando davanti ai suoi occhi
comparve l’immagine del Lupo della Steppa e di Thunder Pegasus. Fuoco e
Ghiaccio, Julia e Yuri…
-
Il Lupo sarà sufficiente – disse lei. Non voleva far addormentare quella
Guardiana, era brava, astuta e sarebbe potuta essere utile alla
battaglia.
La
spagnola rimase qualche secondo immobile osservando l’immagine del Lupo farsi
sempre più sfocata. – No! –
Fece un passo avanti e con voce decisa – Non prendere
Wolborg! Se è energia che vuoi, allora prendi me e Thunder Pegasus! Non posso
privare Yuri della cosa più cara che possiede…Lui lo ha
fatto per la causa ma io non voglio che Yuri resti senza bit…E poi lui potrà
essere molto più utile di me – Lo disse tutto d’un fiato senza mai ripensarci.
Non sarebbe servito a nulla, aveva scelto, e stranamente non sentiva né timore
né paura all’idea che sarebbe sprofondata nel Sonno. Meglio lei che
Wolborg.
-
Così cadrai nel Sonno -
-
Lo so –
-
Hai coraggio…Avrai la vittoria Guardiana. Se è questa è
la tua decisione che sia così…Spera solo che i tuoi
compagni siano all’altezza del tuo gesto –
Julia annuì serena. Sì, lei aveva fatto la sua parte,
ora toccava a loro…
-
Ora è tutto nelle mani dei Cavalieri e della Custode -
Gli
occhi di Julia brillarono un istante prima di perdere lentamente il colore – Chi
è la Custode?
– lo chiese nonostante avesse già un nome nella mente.
-
Chi i tuoi occhi hanno sempre visto, ma che la mente razionale ha sempre escluso
-
Un’immagine giunse agli occhi deboli di Julia dalle cui
la labbra tentò di uscire un nome che si fermò a
metà…
La
luce si diradò dal campo di gioco lasciando finalmente che tutti potessero
vedere come si era concluso lo scontro fra Illusion e
Thunder Pegasus. Hilary si sporse in avanti quando dalle labbra le sfuggì rapido
un grido d’orrore, unito a quelli di centinaia di
spettatori.
-
Astra! – gridò Ares correndo verso la castana che riversa a terra teneva gli
occhi chiusi e la mano protesa verso Illusion che giaceva fermo a pochi metri da
lei.
Axel inarcò un sopracciglio accorrendo dalla compagna e
prendendo il bey viola. “Lei ha
perso”
- Direi che la
nostra piccola amica era davvero senza forze…E Astra ha avuto una buona idea: il
suo Sonno è illusorio, ma servirà per deviare i sospetti – disse telepaticamente Samantha.
- Giusto,
visto che anche Astra è stata colpita, nessuno penserà
più che centriamo qualcosa – continuò
il biondo.
Axel alzò gli occhi fino a dirigerli verso l’altra
piattaforma dove stesa a terra Julia sorrideva ad occhi
chiusi mentre vicino a lei Thunder Pegasus seppur lentamente girava.
-
Julia! – in pochi secondi raggiunse l’amica prendendola per le spalle. “Devo
salvarla, almeno lei devo riuscirci!” si disse
premendole le mani sul cuore. Ci era riuscita con una pianta, perché non poteva
fare la stessa cosa con una persona?
“E’ tutto inutile Hilary…Non puoi evitarlo. Non è un incantesimo
che puoi rompere” le parole di Nike le
arrivarono alla mente vicine, forse come mai prima, ma
l’agitazione e la paura per la sorte di Julia le offuscarono la razionalità.
“Perché non posso riuscirci? A che diavolo servono
questi maledetti poteri se non riesco a salvare la mia migliore amica…Svegliati Julia!” sussurrò due parole a vuoto tentando di
irradiarla con la sua energia curativa…Ma non accadde
nulla.
Le
lacrime presero a pungerle i bordi degli occhi sfociando poi sulle sue gote
arrossate – Julia ti prego! –
-
Yuri fermo! – Boris scattò in avanti sfiorando appena l’esile polso del suo
capitano che però gli sgusciò via come sabbia fra le dita. Kai gli andò dietro
squadrando con astio i Demoni che con aria disperata si erano accerchiati
attorno ad Astra.
Raggiunsero il centro dello stadio in mezzo alla
confusione generale che si era creata a seguito dell’impatto. Folle urlanti si
dispersero in maniera confusa per lo stadio creando il panico generale.
Yuri si gettò nella mischia spintonando e superando chiunque si trovasse sul suo
passaggio con una furia cieca ed una paura che gli stava attanagliando il cuore
sanguinante.
Non
poteva essere…
Si
fermò a pochi passi da lei, e la vide: col viso graffiato, solcato da una
smorfia e da un sorriso, le labbra semiaperte come se stesse per dire qualcosa,
gli occhi chiusi e la mano stretta da quella di Hilary. La castana alzò lo
sguardo umido incontrando gli occhi gelidi di Kai e sconcertati di Yuri.
-
Si è addormentata – si limitò a dire impotente davanti al
Sonno.
Yuri fece un passo più avanti senza staccare gli occhi
dal viso addormentato della giovane. Non riusciva a pensare, non riusciva a ragionare, agiva senza rendersene conto come se
avesse la testa priva di pensieri. Fece per chinarsi quando la presa ferrea di
Boris venne a riportarlo alla realtà – Ma che diavolo fai! Andiamocene Yuri! –
-
Sarà meglio – asserì Hilarycon gli occhi fissi sul wolborgblaider. Ad un tratto si
trovò davanti Kai che la squadrò serio – Avevi bisogno di perdere la tua amica
per vedere la verità. Quanti altri dovranno addormentarsi prima che tu ti renda
conto di chi hai vicino? -
-
Kai io… -
-
Andiamocene…Stanno arrivando Daitenji e gli
organizzatori – disse Crystal cingendo il polso del dranzerblaider e tirandolo
verso di sé. Boris trascinò via Yuri svanendo tra la
folla, mentre Kai rimase ad osservare il viso di Hilary svanire, inghiottito
dalla massa di gente fino a quando non fu fuori dalla struttura.
-
Idiota, sei stato un idiota! Si può sapere come diavolo
si fa a dare Wolborg? Ma ti sei fumato il cervello? A
che ti è servito? Te lo dico io…A niente! Hai perso il tuo bit-power per niente!
-
Parole, solo lettere e suoni accostati, solo futili
ed inutili frasi…Che non lo sfioravano nemmeno, perché
non le udiva.
Poteva pentirsi dell’aver sacrificato la cosa più
importante della sua vita, ciò che aveva sempre rappresentato l’asse del suo
sacrificio e della sua infanzia? No, non si pentiva, anzi ad essere proprio sinceri, non gli importava nulla del suo
bey. Una bestemmia, un segno di una scarsa lucidità mentale, eppure era così…A
Yuri Ivanov non importava nulla di aver perso Wolborg, perchè nella sua mente
l’unica immagine che vedeva era quella di una ragazza
dal carattere irriverente e deciso, dagli occhi pieni di vita e solare…La stessa
ragazza che aveva visto addormentarsi sotto i suoi occhi.
-
Mi ascolti quando parlo! – Boris lo strattonò con vigore, ma lui né lo gelò con
lo sguardo né rispose, rimase semplicemente prigioniero dei suoi pensieri, fino
a che non decise di alzarsi con uno strattone – No Boris, non mi pento, e lei
non è Niente – disse prima di chiudersi la porta del bagno alle spalle. Le aveva
sentite premere ai bordi degli occhi, ma non poteva accettare che gli altri le
vedessero…
Osservò per qualche istante la pelle del divano
leggermente rigata lì, dove fino a pochi minuti fa erano stati seduti Yuri e
Boris come in trance. Rifletteva, scrutava in silenzio i meandri della sua anima
sporca e macchiata. Dal balcone le nuvole di fumo segnavano la presenza di Boris
e della sua sigaretta, mentre sicuramente Kai doveva essere nella sua stanza.
Ognuno perso nei propri pensieri…
Uno
squillo la distrasse dalle sue riflessioni facendole afferrare la cornetta del
telefono. Il portiere dell’Hotel le comunicò che qualcuno aveva chiesto di loro
e che stava salendo al loro piano. Pochi secondi dopo qualcuno bussò alla porta.
“E’ presto perché sia Rei” pensò aprendo la porta per poi sgranare gli occhi
infastidita – Ciao Crystal, posso entrare? –
-
No -
Hilary non si lasciò intimorire anzi mise il piede in
modo che non potesse chiuderle la porta in faccia.
Crystal la fulminò con sguardo truce afferrando con
rabbia la maniglia della porta quasi volesse spezzarla fra le dita. Lei era
lì…Fastidio, gelosia, invidia…Non poteva evitarlo, per quanto le parole di Boris
avessero attecchito in lei, non poteva dimenticare la sensazione di fastidio che
le dava vedere Hilary…Soprattutto se Kai era a pochi
metri.
Hilary non si allontanò, anzi si fece ancor più avanti
fino a che non si trovò a pochi centimetri dal viso della russa.
-
Crystal devo parlare con Yuri -
-
Non mi interessa, non sei la benvenuta qui – rispose
gelida lei
La
brunetta chiuse gli occhi per poi riaprirli decisa – Pazienza me ne farò una ragione – e con uno scatto afferrò la maniglia e si
portò dentro.
-
Ma chi ti credi di… -
-
Ascoltami bene Crystal, sono stufa chiaro?! Non mi interessa se per qualche strano motivo ti sto antipatica,
ma oggi ho perso la mia migliore amica e puoi stare certa che non sarai tu ad
impedirmi di parlare con tuo fratello –
La
rossa rimase leggermente colpita da quelle parole, ma non si scompose. Chi diavolo si credeva di essere quella mocciosa per darle
ordini? Proprio lei che era stata la causa di tutto: per via di Hilary lei si
era schierata con Axel e gli altri, e sempre per lei aveva appoggiato i piani
dei Demoni…Tutto per allontanarla di Kai.
Già
perché aveva percepito fin dall’inizio una certa simpatia della giapponese per
il suo compagno di squadra e mai avrebbe permesso che quest’ultima arrivata le
portasse via l’unica persona che desiderava. Almeno questi erano stati i suoi
pensieri fino a qualche ora prima…Gli sguardi e gli atteggiamenti di Kai uniti
alle parole di Boris la stavano sconvolgendo dall’interno, stavano minacciando la sua mente e le continuavano a rodere
la coscienza...
-
Vattene Hilary…Come vedi Yuri non c’è, e in questo
momento tu non sei certo la persona che vorrebbe vedere –
Hilary non si scompose ma con le gote arrossate dalla
rabbia e dall’affanno si limitò ad alzare le spalle –
Aspetterò…Non mi manca il tempo –
Crystal le si avvicinò
pericolosamente afferrandola per un braccio – Esci di qui…Ora
–
-
No. Anzi già che ci sono devo togliermi una curiosità: che cosa ti ho fatto
Crystal? Perché ad Helsinki ti sei divertita con noi
ragazze se non erro, quindi mi spieghi a cosa devo il tuo cambiamento? –
La
russa si fece ancora più minacciosa – Non riesci ad
arrivarci? –
Hilary l’osservò per alcuni
istanti gli occhi indaco della giovane leggendoci un misto di emozioni
impossibili da concentrare in una sola parola. Pareva rabbia, ma anche un velo
di grave tristezza e colpa. Non riusciva a spiegarsi tutto questo, ma le parole
e gli sguardi di Crystal le fecero tornare quella strana sensazione che provava
tutte le volte che la rossa stava accanto a Kai. A Crystal piaceva Kai, questo
era lampante, e se ci pensava meglio era proprio per
questo che aveva scelto di allontanarsi da Kai…Perché credeva che Kai e Crystal
avessero una sorta di rapporto…Ma non ci era riuscita. Ne’
Crystal, né Axel, né le accuse erano riusciti a farla allontanare da
quello sguardo vivo ma freddo, da quell’espressione apparentemente indifferente
ma che in realtà scalpitava e viveva per il beyblade e per i suoi amici. Si
sentiva arrabbiata con se stessa per essere ancora innamorata di Kai dopo che al
suo fianco aveva Axel, ma le cose stavano cambiando, ed
il solo senso che Axel potesse centrare qualcosa con tutto quello che stava
accadendo le corrodeva lo stomaco…Ma meglio risolvere un problema per
volta.
-
Kai – disse semplicemente guardandola negli occhi
Crystal strinse la presa sul suo braccio perforandola
con gli occhi – Stagli lontano –
La
ragazza si concentrò sul viso della giapponese ricordando quello che aveva
provato quando la sera prima Kai era rientrato in camera a notte inoltrata con
uno strano sguardo sul volto. Era rimasto ore ad
osservare Dranzer sotto il riflesso della luna sussurrando lievi parole al Buio,
ragionando su qualcosa che lei però non riuscì a sentire…Tuttavia il nome di
Hilary le era giunto ad un certo punto e questo l’aveva aizzata contro la
giapponese.
-
Che cosa succede qui? Oh ciao Hilary – disse Boris rientrando nella
stanza.
-
Mi sono perso qualcosa o vi ho interrotto proprio nel momento giusto? –
Hilary lanciò una rapida occhiata all’altra per poi
portare gli occhi alla porta dall’altro lato della stanza da cui uscì
Kai.
Si
osservarono per alcuni istanti negli occhi, ognuno come se tentasse di scavare
dentro l’altro prigionieri dei loro stessi occhi. –
Allora Hilary a cosa dobbiamo l’onore? – domandò Yuri poco
dopo.
Hilary con uno strattone si avvicinò al rosso sotto gli
sguardi di tutti i russi. La brunetta studiò per alcuni momenti il viso niveo
del capitano, rabbrividendo per la scure di tristezza che vedeva calata su
quelle pozze di cristallo. Tutto in lui le suggeriva una distruzione ed una devastazione abissale, come se avesse perso tutto ciò
che gli donava forza e determinazione…Ed era certa che non si trattasse di
Wolborg…Ma l’avrebbe scoperto a breve.
-
Sono qui per darti questo – e gli posò gentilmente sul palmo della mano un
piccolo bit che racchiudeva il Lupo della Steppa.
Boris sgranò gli occhi, Crystal rimase di granito mentre
Kai non allontanò di un centimetro lo sguardo dalla brunetta.
Yuri osservò lievemente sorpreso il bit, ma neanche la
vista di Wolborg ridonò a quegli occhi tristi un velo di luce.
-
Nel bey di Julia ho trovato solo lui…Thunder Pegasus non c’era – spiegò
Hilary
Al
sentire il nome della spagnola Yuri alzò gli occhi portandoli sulla giapponese –
E..-
-
Lei ora sta in ospedale, come tutti gli altri..Astra
compresa –
-
Anche la strega è andata? Possibile? – domandò Boris
-
Evidentemente vi siete sbagliati sugli Obscuras, anche loro sono stati colpiti, proprio come voi e ciò mi porta a pensare che
il nostro nemico sia un esterno –
- O
che forse loro sono dei bravi attori – disse Kai serio.
-
Te lo saprò dire entro domani – rispose decisa Hilary allontanandosi dai russi e
prendendo la porta. Si soffermò qualche istante su Crystal che sembrava volesse
dilaniarla al momento ma non ci fece troppo caso.
-
Domani ci sarà lo scontro – Kai le gettò l’amo studiato tutta la notte, aveva
bisogno di quella risposta, doveva leggere nei suoi occhi le vere intenzioni e
le vere conoscenze di Hilary. – Lo so. Ed ognuno di noi farà la sua parte…Ah Yuri…Vai dopo le 19.00
in ospedale, ci saranno Rei e Max che ti faranno entrare senza problemi – disse
infine uscendo con una strana espressione in volto e milioni di pensieri che le
vorticavano in mente.
-
Perché pensi che dovrei andare in ospedale? –
-
Perché è quello che vuoi –
“Che
significa: Te lo saprò dire entro domani” chiese Nike
Hilary si affacciò alla finestra della camera
dell’ospedale perdendosi dentro il chiarore del cielo che pian piano andava ad
annunciare delle nuvole all’orizzonte. – Che voglio sapere la verità, qualunque
essa sia. Ed ho il modo –
Le
nuvole a chiazze ravvicinate assediavano il cielo scuro
come tanti soldati in marcia verso la Luna che impotente dinanzi alla cavalcata
delle ombre soccombeva, svanendo dietro le nuvole che lasciavano trapelare per
pura pietà un debole raggio argenteo.
Il
leggero vento serale accarezzava i crini color di Luna del ragazzo che
passeggiava in sella ad una creatura della Notte.
La
lunga coda nera dell’animale oscillava accompagnata dal vento, mentre una mano
gli accarezzava appena il lato del collo. Kai rimase alcuni istanti ad osservare la schiena di Crystal davanti a sé che, in sella
ad Astro lo precedeva. Il loro silenzio veniva smorzato
solo dalla voce del Vento, che suadente s’infilava fra le loro orecchie
sussurrando loro parole di impossibile comprensione, ma che ognuno interpretava
come meglio credeva.
Fu
Kai a rompere quell’Illusorio silenzio. – Devo parlarti –
-
Anche io – rispose rapida quella senza
voltarsi.
Alla fine aveva deciso, non riusciva più a reggere la
vista degli occhi di Kai illuminarsi alla sola vista di quella giapponese per
poi subito perdere vigore non appena lei svaniva dietro il corridoio. Inoltre,
ed era strano ammetterlo, ma più che gli occhi di Kai, ciò che più la tormentava
erano le parole che Boris le aveva sbattuto in faccia la sera prima.
Dignità…Aveva perso la sua dignità, ed era sicuramente
per questo che faceva fatica anche solo a guardarsi allo specchio o osservare il
suo riflesso nell’acqua. Un senso di colpa e schifo che voleva togliersi…A
qualsiasi costo. Aveva ragione Boris, su tutto: non esiste cosa più importante
che la propria anima, e Crystal desiderava solo riscattarla, ma non per Kai, non
per poterlo conquistare, ma solo per se stessa…E forse anche per Boris che aveva
cercato fin dall’inizio di farla ragionare.
Si
volse verso il ragazzo avvicinandosi a lui con Astro. Si perse ancora per
qualche istante dietro quegli occhi oramai certa che non ci fosse niente per lei
lì dentro. Quel bacio che si erano scambiati era oramai
un meraviglioso ricordo lontano, come se non fosse mai avvenuto, e questo
Crystal lo sentiva.
-
Sono io –
Kai
la guardò neutrale senza proferire parola attendendo che andasse avanti – Sono
io la traditrice, io ho aiutato i Demoni fin dall’inizio. Io sapevo tutto ed ho
sempre taciuto; io sapevo che sono stati loro a far fuori Ozuma e gli altri,
come ero a conoscenza che quelli che erano entrati
nella sala ristorante non eravate tu, Yuri e Boris, ma delle creature plagiate
dall’ombra. E sempre io sapevo che Boris era innocente, ma ho taciuto anche su
questo –
Disse tutto guardandolo negli occhi, affrontando con
coraggio le sue colpe e scegliendo di dire la verità a
chi probabilmente avrebbe perso per sempre…Ma aveva ancora una volta ragione
Boris: non si poteva obbligare nessuno ad amare e lei non voleva questo per
Kai.
Kai
l’osservò impassibile scrutando con misurata attenzione
il viso perfetto di quella creatura delle nevi che gli aveva appena confessato
cose che in parte con Yuri aveva già ipotizzato, ma che dette a voce davano
tutt’un altro effetto.
- E
perchè sei tornata sui tuoi passi? – Non sembrava
arrabbiato, solo in cerca di una spiegazione – Perché ho capito…Anzi qualcuno mi
ha fatto capire che la propria dignità è qualcosa di troppo importante per poterla seppellire sotto una marea di bugie ed inganni.
Ascoltami Kai, devo dirti una cosa importante…Vedi il giorno dell’incontro fra
gli Scudi Sacri e gli Obscuras, Mariam venne a cercarmi chiedendomi chi avessi
visto parlare con te nel giardino…Ed io non glielo dissi –
Kai
sgranò appena gli occhi. Hilary c’era stata Hilary con lui quella sera, questo
non lo poteva dimenticare…Era stato quando lei gli aveva chiesto spiegazioni
circa il suo incontro con Raul, quando era avvenuto un “miracolo” alla sua
schiena.
-
Non dimenticherò mai lo sguardo di Mariam quando si allontanò da me…Era
importante per loro quell’informazione, ed io l’ho tenuta nascosta
–
Kai
non seppe se gridarle addosso o rimanere immobile; di certo gli faceva rabbia
aver perso tanto di quel tempo solo perché Crystal aveva fatto la
doppiogiochista con loro, ma dopotutto lui l’aveva ingannata baciandola, quindi
erano pari…
-
Crystal cosa sai di tutta questa storia? –
-
Non molto di più di ciò che già sapete. La Voce che sentiamo noi, è in realtà un
essere umano tenuto prigioniero in quattro beyblade, mentre quelle che vengono chiamate “Essenze” altro non sono che Bit power. Ho spiato alcune delle conversazioni dei Demoni e mi
sono ricordata di quando al monastero ci insegnavano la storia dell’origine
delle Creature. Tu non puoi ricordartelo a causa dell’incidente, maVorkof ci spiegò che
le creature erano sempre esistite, ed avevano risieduto in svariati oggetti,
prevalentemente di metallo. Allora non esistevano i beyblade così neanche i bit
power, e le creature venivano
chiamate col nome di Essenze. Dranzer, Seraphion e tutti gli altri sono le
Essenze – spiegò Crystal tranquillizzandosi un po’ visto
che Kai pareva non volersi imputare sul fatto che li avesse traditi.
- Sai
altro? –
-
Sì, esistono non so per cosa, dei Cavalieri, dei Guardiani e una Custode, e sono
questi personaggi che i Demoni hanno cercato. Alcuni Cavalieri li sappiamo,
altri li possiamo ipotizzare, ma non so esattamente a cosa servano. So che la
Custode è importante per i Cavalieri, ma non so altro -
Kai
rimase degli istanti a riflettere sulle sue parole. Ora tutto sembrava avere un
senso…L’arrivo degli Obscuras aveva portato con sé solo guai, ma in realtà si
trattava di un piano magnificamente creato tempo prima. Ora tutti gli sguardi, i
legami, le parole detti da quei maledetti avevano un senso. Si erano avvicinati
a loro in quanto Cavalieri, e di conseguenza poteva
anche intuire chi fossero i Cavalieri…Proprio loro…Takao, Max, Rei e lui. Gli
rimaneva un ultimo pungolo, e sperò con tutto se stesso di
sbagliarsi.
-
La Custode –
-
Una donna ed io sinceramente penso di sapere chi sia…Sono giorni che lo penso –
disse Crystal senza lasciare gli occhi di Kai, che in questo momento parevano
brillare come gemme. – Hilary – proferì lui
La
russa annuì mentre ancora un vago fastidio all’altezza dello stomaco la sorprese
quando lui pronunciò quel nome. – Altrimenti perché Axel avrebbe dovuto
avvicinarsi tanto a lei –
Kai
annuì appena sentendosi quasi sollevato nonostante tutto di quella risposta. Se
Hilary era la Custode dei Portali andava protetta, ma
lui non l’avrebbe fatto per via del suo titolo. – Credo anche che Hilary abbia
delle caratteristiche particolari, anche perché se si chiama “Custode” dovrà pur far qualcosa – puntualizzò Crystal
In
quel momento un rapido flash di quello che accadde la sera prima lo colpì.
“Ma certo…”
L’aveva vista lì, china sul suo Dranzer che fino a pochi
istanti stava sfrecciando come una furia…Una belva che nessuno avrebbe mai
potuto fermare eccetto lui, a meno che non si fosse
schiantato contro una parete di roccia o un tronco d’albero, ma Dranzer invece
si era fermato come se niente fosse, e questo non era possibile. Inoltre Hilary
aveva urlato, ma lui era troppo distante per poter
vedere cosa fosse accaduto. E se proprio doveva ammetterlo, era come se tutte le
tessere del mosaico stessero cominciando ad incastrarsi
nel verso giusto…Anche la voce che aveva sentito ad Helsinki durante il suo
incontro con Raul cominciava ad avere un senso e un nome…
-
Hilary è la Custode…Pensi che lo sappia? – chiese Crystal
-
Sì –
-
Allora non ci resta che vedere cosa sceglierà domani – Crystal si volse dando
nuovamente le spalle al ragazzo e dando un leggero
colpo agli speroni.
Kai
l’osservò allontanarsi – Dove stai andando? – La
ragazza si arrestò voltando solo il capo in direzione del blaider – A
riprendermi quello che ho perso…Non fermarmi, non ho intenzione di tradirvi
un’altra volta, voglio solo rimediare a quello che ho fatto –
Il
ragazzo annuì comprendendo la sua scelta e riconoscendole comunque molto
coraggio. – E Yuri e Boris? –
Vide Crystal trasalire appena ed incupirsi – Di a Boris che aveva ragione lui…E che mi
spiace – e si allontanò in silenzio sotto lo sguardo delle nuvole e di
quell’unica piccola stella che era riuscita a sfuggire alla morsa delle
nuvole.
-
Combatterai domani – non era una domanda, ma una
constatazione.
Crystal sorrise serena – Ci riprenderemo quello che abbiamo perso, io la mia
dignità e tu la ragazza di cui sei innamorato –
Se
ne era andata, sparita, inghiottita dall’Oscurità in sella al suo cavallo,
portandosi dietro le sue colpe e la sua voglia di riscattarsi. L’aveva seguita
con gli occhi senza fermarla, non sarebbe servito a nulla e forse non sarebbe
stato neanche giusto. Non si sentiva arrabbiato, semmai con una strana
sensazione all’altezza della gola, come se avesse voglia di urlare qualcosa, una
parola, un nome, il suo nome.
Era
la Custode, colei che la Voce gli aveva detto di proteggere e che doveva trovare
la sua Essenza; questo significava che Hilary doveva possedere un bit-power…Ma
dove?
Si
fermò ad osservare il cielo coperto di nuvole
perdendosi nella bellezza di quel momento tetro e sinistro. Un leggero sbuffo
alla sua destra lo fece voltare. Fiamma gli si avvicinò ricercando un po’ di
attenzioni. Il dodicesimo rintocco risuonò nell’aria fredda di Rabat portando
con sé aspettative e presentimenti per quella che
sarebbe stata una Guerra.
Ed è finita! Chiedo perdono per il
ritardo, avevo l’intenzione di pubblicare prima di ripartire per casa, ma poi
tra i vari impegni non sono riuscita nel mio intento. Pubblico perciò ora e
spero di cuore che questo capitolo possa esservi piaciuto. Più che altro spero
do esser stata abbastanza chiara circa le dinamiche.
Bene e ora passiamo all’Angolo dei Grazie^^
Inuyasha_Fede:in effetti
credo di aver abusato troppo negli ultimi capitoli di questi benedetti occhi^^
Sì, ammetto che è una parte del mio modo di scrivere menzionare spesso la
lettura degli occhi, ma capisco anche che alla lunga possa dar fastidio…Spero di
non averne messi troppi in questo^^ Allora sui tuoi dubbi: Julia e Rei di fatto
hanno aiutato i Neoborg quindi ho lasciato intendere nel precedente capitolo che
entrambi sapessero ciò che sapevano i russi (Crystal a parte). Sul resto credo
di averti risposto in questo. Se dovessi avere altre perplessità non esitare xD.
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e alla prossima. Baciuzzi
Avly
Linn Chan: eccola qui la mia bellissima! Ebbene
Tesorspero di cuore di
essere stata all’altezza delle tue aspettative. Il tuo parere è aria e lo
aspetto sempre con grande ansia. Sono iperfelice che
lo scorso capitolo ti sia piaciuto e mi auguro che sia lo stesso per
questo.
Eh sì, non mi linciare per Julia, ma
doveva andare così. (sadica e bastarda dentro!). Mi
sono dispiaciuta per averla stroncata, ma che ci vuoi fare^^ Il problema vero e
proprio è che non avendo mai scritto i capitoli successivi sono bellamente in
balia del mio umore anche circa le sorti degli addormentati! Spero che questo
capitolo (momento KaixHilary in particolare) ti sia piaciuto e ti aspetto! …Ah
anche con la tua storia!! Ti voglio bene^x^ Baciuzzi
Avly
Padme86: grazie infinite Pad per la tua recensione, ancora una volta sai rendermi
felice di quanto scritto e sono davvero contenta si essere riuscita a
comunicarti qualcosa.
Chiedo anche a te perdono per come è finita, ma come si dice “The show must go on!” Astra è Astra, su questo non c’è che dire, e
nel caso non mi fossi spiegata bene, lei è stata comunque battuta, ma nello
stesso momento, si è auto addormentata per far sì che i sospetti sulla sua
squadra cadessero come un fragile castello di carte. La nostra rossa ha invece
preso la sua strada e chissà! Spero davvero che questo capitolo ti sia piaciuto
e mi farebbe piacere sapere cosa ne pensi di questo. Su
Phoenix…Oddio sono ancora al settimo! Ma lo
finisco…Lo prometto^^ anche perché è una bomba di
storia! Baciuzzi Avly
_marghe 96
xD_: non preoccuparti
bellissima, tanto come vedi anche io sono stata in “vacanza” sia col corpo che
con la storia. Ma ora siamo tornate alla carica e spero
che questo capitolo possa piacerti. Grazie infinite per le tue
belle parole e i tuoi pareri sempre puntuali. Grazie davvero e spero di
risentirti! Baciuzzi Avly
Cherry_88: *o* la mia amora è tornata! Sono commossa e felice delle tue parole e
spero che questo capitolo possa essere all’altezza delle tue aspettative. Spero che tu stia bene e ti sia ripresa del
tutto…E aspetto la tua storia!! Ti voglio bene.
Baciuzzi Avly
Lexy90: come tu possa continuare a sopportare
tutti questi capitoli è davvero un mistero, ma mi rende felicissima^^ Eh già
Hilary è in preda ai dubbi, ma vuole la verità, qualunque essa sia. Spero che
questo capitolo ti piaccia tesoro e oramai aspetto con ansia in tuo immancabile
parere. A presto! Baciuzzi Avly
LirinLawliet: ma certo che sei perdonata mia cara? C’è anche da chiederlo? Comunque
complimenti per il bel nick, davvero stupendo, inoltre
molto azzeccato per te^^
Sono felicissima che il personaggio di
Julia ti stia piacendo e ti confesso che farlo venire alla
luce dal ruolo terziario che aveva avuto nell’anime è stato entusiasmate,
come anche immaginarmi tutti i pensieri dei nostri amati blaider. Come coppia
trovo Yuri e Julia talmente perfetti che mi è
dispiaciuto farla partire per la tangente, ma è andata
così^^
Dici che ha delle atmosfere da thriller?
Uao grazie infinite^^ (beh c’è anche da dire che ho letto uno dei migliori
thriller su Death Note) Hai proprio ragione sui color; Astra è decisamente viola, ma anche Crystal lo è, solo che quello
della russa è diverso…Astra è follia e pazzia, Crystal è freddezza ed
impenetrabilità. Anche io non amo quando Kai ha un
cambiamento repentino nei confronti della sua “Lei” soprattutto se Hilary.
Perché dopotutto nell’anime loro due non si sono
calcolati più di tanto (V-Force a parte) quindi i
cambiamenti devono essere graduali e giustificati…Sempre però alla maniera di
Kai. Spero davvero che questo capitolo ti sia piaciuto, davvero attendo con
ansia il tuo parere, sia perché ritengo indispensabile il tuo pensiero, sia
perché ci tengo^^ E dici di tornare su Beyblade?
Perfetto!
A presto
allora! Baciuzzi Avly
Kamy: non preoccuparti per il ritardo, mi fa
sempre sorridere vedere il tuo nome spuntare fra le recensioni! E spero davvero
che ti piaccia questo capitolo! Eh la tua Metallo e Sangue quando arriva?
Baciuzzi Avly
Lenn Chan: e dopo questa tua recensione posso
ufficialmente dichiararmi imbarazzata ma felice. Davvero, non potevo sperare in
qualcosa di meglio, anche perché è proprio grazie a te
se mi sono messa a scrivere, quindi sapere che aspetti questa fic non può che
rendermi fiera! Crystal ha scelto evidentemente e ti giuro che rendere Kai IC mi
sta costando la sanità mentale, ma mi sta anche divertendo ed impegnando moltissimo. Speravo che le scene di Kai e
Hilary ti piacessero e mi auguro di averti soddisfatta
anche con questo capitolo. Ora non so se sei tornata dalle ferie, ma spero di
leggere presto “La Linea Illusoria dell’Orizzonte”…Ti ricordo che il remake sta finendo!! Non vedo l’ora! Ti voglio
bene.
Baciuzzi Avly
Helens: la mia amora
non manca e ti assicuro che ciò che hai detto è perfettamente condiviso. Per me
sei importantissima e la tua amicizia qualcosa a cui
tengo molto. Riuscire ad emozionarti con questa storia
è quanto di più posso chiedere. Ti voglio bene. Baciuzzi
Avly
E come sempre ringrazio di cuore tutte
le persone che hanno messo questa storia fra le seguite/preferite/da ricordare e
anche Cherry_88, Death_princess, le
Pilatigirls, Elysabeth91 e pukipuki25! Grazie di cuore e alla
prossima!
Capitolo 22 *** La Mossa della Regina e le Catene della Verità ***
Capitolo 22
Non è un’allucinazione^^ Mi
scuso per il ritardo…Oramai ci sarete abituati, ma una spiegazione è
d’obbligo…Non è stato un capitolo facile, e oltre al non essere mai soddisfatta si è aggiunto un ulteriore ostacolo che mi ha
tenuta ferma circa due settimane, e questo è il tanto famoso
“Blocco”.
Ora però ne sono finalmente
uscita e spero che questo capitolo sia di vostro gradimento!
Ah capitolo in questo colore
grigio scuro per simboleggiare tutti i personaggi presenti…Poiché per le
mescolanze dei colori, la somma di tutti i colori mischiati insieme dà proprio
il grigio; inoltre credo che sia un colore piuttosto presente^^
Buona
Lettura!
La Mossa della Regina e le Catene della
Verità
La
luce della lampada era l’unica fonte luminosa, per il resto tutto era immerso
nell’oscurità nonostante le tende fossero legate con eleganti nastrini ai lati
della vetrata. Il cielo era grigio, con sfumature sul nero in certi punti e
raramente raggi di un sole malato riuscivano a raggiungere la robusta scrivania
di mogano.
-
Presidente vorrei chiederle di sospendere i prossimi
incontri. Dopo l’incidente di Astra e Julia tutti i blaider sono in ansia e temo
che oggi nessuno vorrà scendere in campo, per timore che il Nemico lo addormenti
– la voce di Takao tremava appena, ma il ragazzo non si fermò. Non aveva dormito
per niente, preda di incubi e sensazioni che non
riusciva ad allontanare da sé. Ma alla fine aveva fatto
quello che gli era sembrato più giusto. Osservò il presidente constatando che la sua espressione sembrava quella di uno che
si aspettava una simile richiesta. – Se lo aspettava? –
-
In verità sei la già la quinta persona che me lo dice – l’uomo scrutò il ragazzo
attraverso le lenti analizzando le sue eventuali reazioni – Hilary è venuta
questa mattina proprio per dirmi questo, e pocofa sono venuti Max, Rei e
Daichi…Diciamo che mancavi solo tu –
Takao chinò il capo. Già avrebbe dovuto prevederlo, ma
ad essere sinceri avrebbe dovuto prestare attenzione a
molte altre cose. Quello che era accaduto a Julia era stato straziante ed aveva messo in chiaro una volta per tutte che i Neoborg
erano innocenti…Ma avvicinava ancor di più le probabilità che fossero gli
Obscuras il Nemico…Temeva questa opportunità, ma ne era sempre più certo. La
Voce, era stata lei a mettergli in testa quest’idea, e non riusciva a togliersi
dalla mente il ricordo di quell’affaticata ma decisa voce che pareva
conoscerlo…Ma come era possibile?
-
Non ho intenzione di far proseguire il campionato fino a che non saranno
chiarite tutte le vicende, per quanto riguarda i Neoborg…Porgerò in diretta le
mie scuse ai russi, ma non prima di aver scoperto chi c’è dietro tutta questa
faccenda. Per il momento sono un po’ il mio capo espiatorio -
Il
giapponese annuì facendo qualche passo indietro e salutando il presidente che
però lo chiamò – Takao, qualsiasi cosa sia successa ricorda che il Takao che
vince è quello che sei dentro…Anche se cresci –
Quando la porta di legno massiccio si chiuse alle sue
spalle con un lieve cigolio, Takao gettò sguardi intorno prendendo il corridoio
che l’avrebbe portato ai piani di sotto. Quella mattina si era alzato dal letto
con l’impressione che fosse ancora notte fonda, ma non a giudicare dall’orologio
sul comodino. Il cielo quel giorno era totalmente assediato dalle nubi, che
massicce e pesanti gravavano su di lui come se volessero schiacciarlo con la
loro mole, o come se si stessero solo appostando per poi sorprenderlo alle
spalle. Cercò di distrarsi da quei pensieri decisamente
sinistri e senza senso, ma non appena mise piede al secondo piano una gelida
sensazione gli si arrampicò sulla schiena paralizzandolo del tutto. No, c’era
proprio qualcosa che non andava.
Davanti a lui le camere degli altri blaider erano aperte
e completamente in ordine…Come se nessuno ci avesse mai
alloggiato.
“Ma
dove sono andati tutti?” si chiese mentre usciva dalla camera degli Obscuras,
anch’essa priva di ciascun componente. I letti erano
perfettamente in ordine, gli armadi vuoti e non c’era alcuna traccia del loro
passaggio. Gettò una rapida occhiata al cortile per poi proseguire, ma si fermò
di colpo tornando alla finestra.
“Allora non ci sono solo io”
-
Takao! E’ un po’ che ti cerco dov’eri finito? E già che ci sei mi dici dove sono tutti? – sbraitò Daichi non appena Takao li
ebbe raggiunti.
Hilary osservò in silenzio l’amico che stava raccontando
quello che aveva scoperto ai piani superiori senza mostrarsi particolarmente
sorpresa, ma limitandosi a fissare Takao, sul cui viso leggeva una
preoccupazione ed una tensione che mai gli aveva visto.
Lei
e Takao non si erano mai confrontati circa quello che
sapevano di tutta la storia, ma era lampante che il ragazzo nascondesse
qualcosa. Lo vedeva inquieto, spesso distratto e cosa ancor più strana molto
distante da Samantha. “Beh dopotutto neanche io sono molto vicina ad Axel in
questo periodo” si ritrovò ad ammettere con rammarico. Ma era una sensazione di disagio ad attraversarle le viscere
ogni volta che il ragazzo la toccava; poteva sbagliarsi, ma il Dubbio che si era
insediato in lei le stava impedendo di amare Axel.
Doveva risolvere il problema alla svelta anche perché
ora la situazione le stava sfuggendo di mano rapidamente e doveva ricorrere a
tutti i mezzi di cui disponeva per far luce sulla Verità…Qualunque essa fosse.
-
Takao – iniziò lei rompendo il racconto del ragazzo.
-
Devo parlare con te…Con voi – si corresse guardando
Daichi.
Takao le si parò davanti con un
viso serio e preoccupato, come se non stesse aspettando altro che una
spiegazione. – Hilary tu cosa… -
-
La Voce ti ha parlato? – lo interruppe lei bruscamente mentre osservava con
nessuna sorpresa gli occhi di Takao spalancarsi increduli. – Tu sai? -
-
Anche più di quello che immagini – ribatté lei prendendo un respiro profondo e
partendo a raccontare dall’inizio…Dalla scoperta di essere la Custode dei
Portali.
-
E’ assurdo…Sei la Custode – disse Takao con una voce con ancora tracce di incredulità.
Hilary annuì seria soffermandosi su i due ragazzi che la
guardavano con una certa soggezione, come se si trattasse di un’opera rara o un
oggetto fragile e delicato.
-
Che avete da guardare? -
-
Come ti senti? Cioè voglio dire…Tu dovresti essere una blaider a questo punto –
chiese Takao.
-
Già, ma devo prima trovare Nike –
- E
hai idea di dove si trovi? – chiese Daichi lievemente
apprensivo
La
ragazza scosse il capo mentre le sue sottili dita si stringevano nelle tasche
dei pantaloncini.
-
Ma voglio scoprire chi è il Nemico e…So come fare -
Takao e Daichi la guardarono sorpresi ansiosi che continuasse. – Takao, Daichi io scoprirò la verità, ma voi
dovete rintracciare i restanti Cavalieri e radunarvi prima che arrivi l’attacco
–
- E
come sai per certo chi sono? -
La
ragazza sorrise sarcastica incrociando le braccia al petto – Ehi tranquilli…Sarò
la Custode o no? Diciamo che lo sento. Trovate Max, Rei e Kai al più presto –
Daichi annuì, ma Takao scattò in piedi con un guizzo
negli occhi che era già più ricollegabile al vecchio Takao – Aspetta, ma tu?
Cosa intendi per “Scoprirò la verità”? E’ meglio se uno
dei due rimane con te nel caso venissi attaccata! Sei
la Custode ed è compito nostro proteggerti! – ribatté lui ricordandosi della
richiesta fattagli dalla Voce.
Hilary scosse il capo prima di fronteggiarlo apertamente
– Ascoltami bene: so cavarmela e poi devo fare questa cosa da sola…Per favore
–
Lo
guardò intensamente cercando di raggiungere il fondo dell’anima dell’amico che
sapeva essere preoccupato per lei…Ma ognuno di loro doveva compiere il proprio
percorso ed il suo era diverso da quello dei Cavalieri.
– Ne sei certa? –
Hilary annuì senza mostrarsi minimamente preoccupata e
forse fu questo che spaventò Takao che però alla fine accettò. – Li andremo a
cercare e poi torneremo qui a prenderti. Non fare casini – l’avvisò lui. – Non preoccupatevi. Max lo troverete
all’ospedale, mentre Rei…Non ne ho idea –
–
Troviamo Max e facciamocelo dire da lui…Sono usciti insieme dalla camera del
Presidente questa mattina – disse Takao avviandosi con Daichi verso l’uscita
dell’Hotel.
- E
Kai? – chiese d’un tratto il nipponico senza voltarsi.
Hilary alzò gli occhi verso la figura dell’amico. – E’
qui…Al Faraonic –
-
Non mi riferivo a questo – rispose la voce di Takao trasportata dalle spire del
vento.
Non
appena se ne furono andati Hilary si appoggiò al
muretto della fontana situata al centro del giardino ed osservò per qualche
istante l’acqua che zampillava dalle bocche di tritoni e delle creature marine
posandosi come petali di ghiaccio sulla sua pelle, per poi specchiarsi sul velo
d’acqua gelida, scorgendo un viso con degli occhi seri e concentrati.
“Io non te lo
consiglio”
-
Mi chiedevo quando ti saresti fatta viva – disse Hilary sorridente.
“Quello che
vuoi fare è pericoloso” puntualizzò
Nike seria.
Hilary scosse il capo per poi tornare sul suo riflesso –
Non lo è abbastanza in confronto a tutto quello che sta accadendo. Julia è
addormentata e tutti i blaider sono svaniti nel nulla…E tu mi dici che la mia
idea mi potrà mettere nei guai? Non me ne frega niente! –
“Gettare un
occhio sul Passato spesso può portare a gravi danni per l’evocatore ed inoltre non è detto che vedresti proprio quello che
cerchi” sottolineò l’Essenza cercando
di persuadere la sua protetta. Ma ogni tentativo fu
vano.
-
Devo tentare…Non cercare di fermarmi Nike…Voglio la verità. Devo sapere se Axel
è colpevole o no. Non posso andare avanti a difendere la posizione di Axel di
fronte alle accuse di Kai – disse infine la ragazza
decisa. Nike non insistette più, comprendendo probabilmente lo stato d’animo
della brunetta.
Hilary chiuse gli occhi lasciando che il calore
riaffiorasse fra le sue dita e tutto il corpo prendesse ad essere preda di un calore benefico e magico – Ocùlepraeterīte, monstramihiradicem…Come tutto è iniziato…Il volto del Nemico – ed il
calore che avvertiva sulle dita si espanse a tutto il corpo per irradiarla
completamente e lasciarla cadere inerme sul manto d’erba gelida priva di sensi.
Una stanza
buia, fredda, intrisa di Dolore e Male; il Freddo era tangibile e le spesse pareti in pietra erano ricoperte da uno strato di
ghiaccio. Non si vedeva molto e gli occhi di Hilary impiegarono del tempo per
abituarsi all’oscurità. Non aveva idea di dove si trovasse, ma non era reale,
infatti aveva visto che poteva passare attraverso le
pareti e non avvertiva il gelido contatto fisico con la parete. Era e allo
stesso tempo non era lì, si trattava di una sorta di visione, o di un sogno.
Dei passi
pesanti e cadenzati si alternarono, procedendo verso di lei. La ragazza si voltò
di scatto, vedendo un tenue bagliore avvicinarsi sempre di più a lei. Un brivido
corse lungo la sua schiena “Non mi avranno vista
spero”. Si appiattì contro la parete trattenendo il respiro, quando per poco non
cacciò un urlo quando riconobbe due dei tre uomini che si erano portati a pochi
metri da lei, ma che sembravano non essersi accorti della sua presenza.
Rassicurata da
questa convinzione si avvicinò alle figure illuminate
solo da una debole fiamma di un candelabro in ottone. Si accostò ai tre uomini,
rabbrividendo quando incrociò le iridi cristalline, quasi vitree di uno dei due.
“Non può essere” pensò sconcertata.
- Mi perdoni, signore, cosa ne facciamo di lei? – chiese ad un certo punto il terzo uomo, a quanto pare un servitore,
ponendo un lieve inchino. Hilary si frappose fra i due rabbrividendo quando la
mano affusolata e nivea dell’uomo dagli occhi chiari la trapassò uscendole dalla
schiena.
La mano
afferrò il candelabro che il servo teneva fra le mani e nel tirarselo dietro
attraversò nuovamente il corpo inconsistente di Hilary che osservava incredula
il volto dell’uomo, e nel momento in cui la fiamma si avvicinò al suo scarno volto Hilary ebbe la conferma dei suoi sospetti: ciò a
cui stava assistendo era qualcosa di passato, infatti chi era di fronte a lei
altri non era che Vladimir Vorcof almeno quindici anni più giovane rispetto a
quando l’aveva conosciuto lei.
Vorcof si
voltò verso l’altra figura, dalla corporatura più robusta e che indossava un
pesante mantello di pelliccia di pregiata fattura. Hilary sentì una strana
sensazione, riconoscendo quell’uomo. Se lo ricordava, aveva letto di lui ai
tempi del primo mondiale, quando ancora seguiva le trasferte in televisione. –
Per quel che mi riguarda, può anche morire in mezzo al ghiaccio – disse il
vecchio con mantello grave.
- Signore –
s’intromise Vorcof con un inchino – Se mi è concesso, vorrei avere il permesso
di occuparmi personalmente del problema -
- E come
avresti intenzione di risolverlo Vorcof? Di certo non credere di farla crescere
al Monastero. Mio nipote non dovrà avere mai contatti, più cresce isolato più mi
sarà facile educarlo come è meglio per i nostri scopi –
Hilary strinse le mani a pugno, perforandosi i palmi con le unghie. Che cosa
centrava Kai in tutto questo? Perché Hito Hiwatari disponeva
del destino di Kai come se fosse un soprammobile? – Beh mi hanno contattato delle persone che sembrano interessate…A fini
sperimentali. Se non altro ci toglieranno un fardello di torno. Come abbiamo
visto è Kai a possedere l’appoggio dell’Essenza della Fenice, quindi il resto
ci è del tutto indifferente - Vorcof parlava con calma,
sempre con il capo chino in segno di rispetto. Hito sembrò pensarci un attimo,
ed Hilary pregò con tutta se stessa che quell’attesa
finisse.
- Va bene.
Ma cosa ci offrono in cambio? –
- Un bit di
un’intelligenza superiore, in grado di sconfiggere qualsiasi Essenza Sacra. Si
chiama Black Dranzer –
- E tu credi
che siano affidabili? –
- Ho visto di
persona Black Dranzer in azione e posso assicurarle che non ho mai visto niente
di più potente ed aggressivo in vita mia. Mi hanno
assicurato che se il ragazzo sarà in grado di controllare la Fenice di Fuoco, allora con
un allenamento opportuno potrà destreggiare anche il Black Dranzer -
- Bene, allora
fa quello che devi, Vladimir – disse Hito voltandosi finalmente verso i due
sottoposti. Hilary non l’aveva mai visto di persona, ed
in quel momento si chiese come poteva una persona così squallida essere
imparentata con uno come Kai…Il suo Kai. Non si assomigliavano per niente. Gli
occhi di Hito erano privi di vita, crudeli e cattivi, mentre quelli di Kai
freddi e scostanti, ma in realtà celavano emozioni mai lasciate libere di
volare…E questo lei lo sentiva.
- Ivan
avvicinati – disse Hito al terzo uomo. – Il lavoro è stato svolto correttamente?
– sembrava più una constatazione oggettiva che una domanda. – Certo, mio
signore. Abbiamo pulito tutto, e la macchina di suo figlio è stata posizionata in mezzo alla scarpata come da lei predisposto –
Hilary sentì
il sangue raggelarsi…Non poteva essere vero…
- Bene, sai
sarebbe alquanto disdicevole se si venisse a sapere la
vera fine del mio caro figlio -
Hilary vide
Vorcof sogghignare. “Maledetti”
Ivan sembrò
intimorito da quelle parole. – E vedi, non posso neanche permettere che Kai in
futuro scopra qualcosa di troppo – A quelle parole Hilary vide un coltello dalla pregiata rifinitura attraversarle il
petto e raggiungere la schiena inconsapevole di Ivan, che in un rantolo si piegò
in avanti, riversandosi sul pavimento, e macchiando di sangue la pietra gelata.
Hilary si fece in avanti chinandosi sull’uomo inerme e tastandogli il collo alla
ricerca di un battito…Ma invano. Strinse gli occhi
furente, mentre sentiva accanto a sé Vorcof attraversarla e raggiungere
Hito. – E anche questa è fatta Vladimir. Fai quello che
devi, ma rammenta…Io non ne so nulla – disse serio Hito senza
voltarsi.
Vorcof sorrise
appena – Ma naturalmente, signore – e fece per allontanarsi dopo un breve
inchino.
- Ah
Vladimir…Mi auguro che questa sia davvero l’ultima volta che la sentirò nominare
-
- Ma certo Signore…Nessuno saprà mai nulla – E si dileguò le
scale seguito a ruota da Hilary che non riusciva più a sopportare la presenza di
quell’uomo, unico parente in vita di Kai…
Camminò al
fianco di Vorcof per diversi minuti, sentendosi incredibilmente tesa nel
procedere accanto a un uomo che tra sedici anni avrebbe segnato i loro destini.
Ad un tratto si
fermarono. Si trovavano davanti al cancello del Monastero all’interno del
chiostro in pietra e la neve candiva macchiava di purezza quel suolo che aveva
visto solo sangue e dolore.
- Padron
Vorcof, i suoi ospiti sono fuori – disse ad un tratto
una donna anziana dai capelli grigi ed il volto segnato da profonde rughe che
teneva tra le braccia qualcosa di avvolto in degli stracci logori.
Hilary si
avvicinò alla donna, ma le sue mani non riuscirono a toccare né scostare le
stoffe, così da non poter capire cosa celassero. Vorcof prese il fagotto dalle
mani della donna e si incamminò verso il cancello che
si aprì automaticamente. La ragazza si avvicinò cauta all’uomo, sentendo una
prepotente ansia crescerle nel petto ad ogni istante. I
fiocchi bianchi le cadevano sul viso trapassandola e i suoi piedi non firmavano
il loro passaggio sulla neve; errava in un universo passato che doveva
ricongiungersi col futuro…Ma cosa aveva a che fare con la loro situazione ed i suoi presentimenti? Riportò l’attenzione su Vorcof
quando delle ombre si presentarono all’entrata del Monastero, celate dalla
pesante cancellata in pietra e legno. La ragazza si avvicinò ancora.
- Lei è
Vladimir Vorcof dico bene? – Hilary si sentì il respiro mozzato e le gambe
molli. Non poteva essere…Quella voce. ”No è
impossibile…”
- Posso sapere
il perché di tanto interessamento? – chiese Vorcof senza
scomporsi
- Ma certo, sappia che verremo noi a cercarla per proporle il
frutto dei nostri esperimenti – Hilary trapassò decisa il corpo di Vorcof
arrivando a pochi centimetri dalla figura che continuava a non mostrarsi alla
luce della Luna. Sentì la rabbia montarle dentro come impazzita. – E come farete
di grazia? – insistette l’uomo. A questo punto una terza figura si avvicinò e
Hilary si sentì mancare quando la riconobbe – Ci faremo vivi noi. Per lei non si
preoccupi, nessuno lo saprà mai…Ah questo è Black Dranzer – disse tendendo a
Vorcof un beyblade nero con sfumature verde smeraldo, rosso sangue e un
caricatore viola “Verde, Nero, Rosso e Viola…Non è possibile” Hilary si mise davanti alle quattro figure celate inorridita, mentre
Vorcof passava loro il fagotto e prendeva il bey.
- Molto bene –
disse una delle voci – Possiamo andare – Un’ombra dalle fattezze di donna si
avvicinò a Vorcof prendendo l’involucro, lasciandosi sfiorare dalla Luna e
facendo urlare di rabbia Hilary…Le crollò il mondo addosso, ogni certezza
divenne un dubbio, ogni sogno un incubo, ogni respiro una stilettata ed ogni attimo di sofferenza piacevole. Quegli occhi
vermigli, accompagnati da lucenti e lunghi capelli nero pece furono l’ultima
cosa che vide prima di scomparire.
L’erba fredda le punse il viso umido di terra e lacrime
amare. Si tirò su a fatica sentendo i muscoli indolenziti e la testa
scoppiarle…Ma non era nulla in confronto a quello che le stava attraversando la
mente in quel momento. Ingannata, era stata ingannata.
E se fino a pochi minuti prima il suo era stato solo un presentimento e come
tale poteva anche essere ignorato, ora alla luce della verità si sentiva
schiacciare dall’inadeguatezza e dai sensi di colpa. Li aveva visti, Axel,
Samantha, Astra ed Ares…Erano stati a Mosca nel tempo
in cui non avrebbero dovuto essere più che bambini e avevano consegnato loro
Black Dranzer a Vorkof in cambio di quel…Non sapeva neanche come definirlo; non
aveva visto chiaramente cosa contesse quel fagotto, ma facendo due conti non le
risultava difficile darsi una risposta. Ma era tutto così dannatamente crudele e
ingiusto per essere vero.
Tutti gli sguardi, le parole, le carezze, i baci di
Axel…Era stato tutto finto.
-
No! Non è possibile! – urlò battendo con rabbia il pugno sul marmo del bordo
della fontana.
Una
lacrima sola le discese a fatica lungo la guancia, unica scia di male e
sofferenza che presto si fermò sul collo.
Hilary si passò una mano sul viso scostando la lacrima e
lottando contro il suo cuore che stava per scoppiare – Come
ho fatto? Mi sono fatta fregare come un’idiota….-
sussurrò.
“Hanno
ingannato tutti”
-
Già, ma io sono la Custode! A me non era permesso questo errore! – gridò lei
fuori di sé.
“Ora
smettila! A tutti è permesso sbagliare! Non
saresti umana altrimenti” la riprese Nike con
un misto di dolcezza e decisione.
Hilary scosse il capo con fermezza mentre la rabbia e la
colpa si agitavano dentro di lei come fiamme ardenti bruciandola dall’interno.
-
Come diavolo hai fatto a scegliere me per questo
compito se non sono stata neanche capace di vedere che il nostro Nemico era
proprio accanto a me!? Dimmi perché! -
“Spesso le
cose più vicine sono quelle che ignoriamo. E comunque una Custode non è
predestinata, si sente un legame forte ed indissolubile
con lei e la si segue, punto. Io mi fido di te e questo mi
basta!”
A
quel punto un lampo squarciò il cielo illuminando per pochi secondi il volto
esterrefatto di Hilary che sembrava essersi pietrificata sul posto. – Che cosa
hai detto? –
“Che si instaura un leg…” ma la ragazza
l’interruppe – No, no, dopo cosa hai detto dopo –
“Che mi fido
di te, Hilary”
La
ragazza si portò una mano alla bocca incredula mentre quelle poche parole le
assediavano la mente e penetravano nel profondo, scavavano fra i suoi ricordi
alla ricerca delle loro gemelle.
- Su, prova tu
– le disse il ragazzo mentre la giovane titubante allungava una mano verso
l’animale che però parve indietreggiare. – Non devi farle sentire che hai paura,
lei deve fidarsi di te, tu ti fideresti mai di qualcuno
che ti teme? –
“Io mi fido di
te, Hilary” sembravano dirle i suoi occhi.
No,
non le era solo sembrato…L’avevano detto veramente. –
Fiamma –
-
E’ una storia assurda se ci pensi – disse Takao a Daichi mentre camminavano per
le strade di Rabat diretti verso l’ospedale centrale dove erano state ricoverate
Julia e Astra e dove Max passava la buona parte del suo tempo. Parlava con la
madre e si informava delle condizioni di salute dei
blaider, in particolare di Mariam, che fino a che era rimasto a Los Angeles
andava a trovare tutti i giorni, trascurando addirittura gli
allenamenti.
-
Già…E se davvero questo Nemico ci osserva saremo messi
male – sospirò il piccolo giapponese mentre armeggiava disperatamente con il
telefonino. – Niente…Rick e Emily non rispondono –
disse dopo che l’ennesima telefonata era andata in fumo.
-
Lascia stare, non penso che li troveremo così. Al momento la cosa migliore è
trovare Max, Rei e Kai – rispose alzando il passo e camminando lungo il
lungomare che costeggiava la spiaggia. Il tempo era sempre più nero, e le nuvole
erano come un avvertimento per Takao: doveva affrettarsi prima che
sopraggiungesse il Temporale.
-
Ma se i russi avessero ragione…Questo vorrebbe dire che gli Obscuras ci hanno
ingannati – disse ad un tratto Daichi bloccando il
respiro ed il cuore del ragazzo per qualche secondo.
Takao si fermò di colpo con gli occhi rivolti al mare
grigio e triste che si agitava lentamente per poi infrangersi con violenza sulle
rocce della scogliera. Quel pensiero non smetteva di dargli il tormento e ciò
che gli aveva detto Hilary non avevano fatto altro che alimentare il legno
attorno al fuoco. Non aveva detto all’amica tutto quello che gli aveva chiesto
la Voce, in particolare aveva taciuto di come aveva fatto ad entrare in contatto con lei. Una parte
di lui si rifiutava di credere che Samantha fosse coinvolta, ma un’altra
parte unita alla Voce sembravano volerlo mettere in guardia. E lui si sentiva di
far pendere l’ago a favore di questa.
-
Se Samantha dovesse centrare qualcosa tu la
combatterai? – gli chiese Daichi.
Takao spostò gli occhi dall’amico che al suo fianco
guardava dritto davanti a loro.
-
Non lo so…Ma probabilmente se me la trovassi davanti ora vorrei delle spiegazioni -
-
Beh allora direi che è il momento…Guarda – rispose Daichi stringendo la presa su
Gaya Dragoon, mentre illuminata da un tetro alone
vermiglio una giovane ragazza avanzava verso di loro
facendo ondeggiare come spire i suoi crini color pece, e sul suo viso due bolle
cremisi sembravano ardere come le porte dell’Inferno.
-
Takao! Non mi saluti più? – chiese ironicamente lei una volta che si fu portata
a pochi metri da loro. Takao strinse gli occhi istintivamente mentre ancora una
volta la sola vista di quello sguardo non faceva altro che dargli una sinistra
sensazione di pericolo. Avvertì Dragoon scaldarsi nella tasca e questo gli fece
mordere il labbro dalla tensione. Percepiva il pericolo, sentiva la Paura
pervadergli il corpo, un po’ come quando aveva combattuto contro Brooklyn tanto
tempo fa…
-
Samantha…Chi sei? – chiese il giapponese serio.
-
Ma come non mi riconosci? Sono la tua ragazza –
-
Smettila di prenderci in giro! Non siamo ciechi lo vediamo benissimo quell’alone
rosso che ti circonda! Che diavolo sei? – sbottò Daichi
mettendosi in posizione d’attacco.
Samantha sorrise ma non si
scompose – Ma che brave le mie piccole pedine…Purtroppo per voi ve ne siete
accorti tardi – rispose lei posando su di loro due occhi crudeli e gelidi come
lame di ghiaccio.
Takao s’irrigidì ma non lasciò che la delusione
prendesse il sopravvento su di lui. Doveva raggiungere Max e gli altri…Ma voleva
anche parlare con quella “creatura”.
-
Che cosa vuoi? – chiese d’un tratto estraendo Dragoon che in tutta risposta
venne indicato da Samantha col capo – Proprio lui e
Gaya Dragoon miei Cavalieri -
-
Beh allora vieni a prenderteli strega! – sbraitò arrabbiato Daichi preparandosi
a tirare quando un braccio di Takao lo fermò – Corri – disse semplicemente senza
lasciare gli occhi di Samantha.
-
Che dici? – obiettò lui
-
Corri. Ci penso io a trattenerla…Va da Max –
Daichi sbarrò gli occhi
incredulo, ma nulla si intravvedeva nello sguardo di Takao se non
determinazione e desiderio di verità. – Ne sei sicuro? –
Il
diciassettenne annuì senza aggiungere altro.
-
Bene. Falla nera – disse rinfoderando il suo bey e correndo in direzione di
Samantha che sembrava rilassata e stupita – E tu dove credi di andare moccioso?
– chiese mentre nelle sue mani apparve una sfera rossa luminosa che venne scaraventata contro Daichi, il quale tentò di saltare
per evitarla, quando qualcosa di frappose fra lui e quella strana “cosa”.
-
Daichi corri ora! – urlò Takao mentre Dragoon
fronteggiava quel disco vermiglio creando un bagliore accecante.
Il
piccolo rosso annuì e rapido sorpassò la ragazza che tentava di proteggersi gli
occhi da quell’intensa luce.
-
Non riuscirai a fuggire Cavaliere – sussurrò Samantha osservando il suo
avversario
-
Non ne ho intenzione. Non so chi tu sia, ma hai fatto troppo dolore per
potertela cavare – ribatté Takao mentre davanti a lui Dragoon girava aggressivo
e pronto all’azione.
-
Vuoi sapere chi sono e cosa voglio? Bene: mi chiamo
Samantha, sono il Demone dell’Avidità e voglio…La tua Essenza Cavaliere
dell’Aria –
“Astra…Daichi
sta correndo verso l’ospedale, manda i tuoi pargoli a fermarlo”
“Te lo sei
lasciato sfuggire Samantha cara? Fortuna che ci sono
io…”
Il
respiro affannato e non sentiva più le gambe tanta la
stanchezza, ma se si fosse fermato quei cosi l’avrebbero preso, quindi il fiato
avrebbe dovuto aspettare, così come le sue gambe. “Ma
che sono?” si chiese mentre attraversava la strada che l’avrebbe portato verso
il centro. Attraversò vie piene di gente che nonostante il brutto tempo si era
riversata nelle strade, ma che per qualche strana
ragione non si accorgeva di quelle creature nere dai lunghi mantelli che lo
stavano inseguendo senza dargli un attimo di respiro.
Arrivò ad un incrocio dove
dovette arrestarsi per capire dove andare. Il cuore non la smetteva di
martellargli nel petto, e le tempie gli pulsavano freneticamente dallo sforzo.
-
Allora l’ospedale è… -
-
Non ci arriverai Cavaliere – rispose una di quelle creature parando sigli
davanti e sfoderando un beyblade che sembrava non avere un corpo, ma che
appariva più come una massa inconsistente.
“E’ inutile scappare, devo annientarli…Ma così non potrò
avvisare Max! Se Astra è lì allora è in pericolo” pensò terrorizzato, ma consapevole
che con quelli alle calcagna non sarebbe mai riuscito ad aiutare i suoi amici.
- E
va bene, fatevi sotto schifosi – gridò lanciando Gaya
Dragoon in direzione di quei cinque esseri che a loro volta scagliarono i loro
bey. Ci sarebbe voluto un miracolo per sconfiggere cinque avversari insieme, lui
non era in grado di farli, ma avrebbe tentato.
-
Attacco Meteora! – Daichi si girò alla sua destra
sconcertato, mentre un bey azzurro e lilla si frapponeva fra il suo e
quelli neri delle creature.
L’impatto fu intenso e per qualche secondo Daichi non
capì chi aveva pronunciato quelle parole, fino a quando non sentì quei mostri
parlare.
-
Non abbiamo tempo per batterci con te Guardiana, vogliamo il Cavaliere -
-
Questo mi offende! Mi credete più debole di lui? – sbottò lei ironicamente
indignata mentre si abbassava il cappuccio della felpa rivelando una massa
fiammeggiante di capelli rossi e due occhi color indaco che risplendevano come
due pozze d’oceano.
-
Crystal! – disse Daichi sorpreso ma felice che la russa fosse
lì.
-
Corri Daichi, va da Yuri. Non andare da Rei e Max…Hanno già il loro bel da fare
–
-
Driger attacca! -
La
trottola grigio-argentata sfrecciò come un dardo sul bey verde dell’avversario,
spingendolo contro la parete di roccia della torre.
Nonostante il forte vento che si era formato, su quella
vecchia torre diroccata si sentiva un caldo atroce, e l’umidità causata dalla
vicinanza dell’oceano rendeva l’aria ancora più irrespirabile. Rei si passò una
mano sul viso imperlato di sudore mentre cercava di imprimere maggiore energia
sull’offensiva di Driger.
-
Oh Rei, dovrai impegnarti più di così – disse con voce annoiata il giovane
diciottenne biondo che lo fronteggiava e che sembrava del tutto estraneo al
caldo, alla fatica e al combattimento. Era irreale: il suo viso appariva come
quello di una scultura greca, perfetto in ogni suo lineamento, senza un minimo
segno di preoccupazione o alterazione…Una statua ecco cosa sembrava. Era
meraviglioso, angelico e con uno sguardo che avrebbe messo chiunque in
soggezione…Ma non Rei.
-
Dove li hai messi Ares? – sibilò il drigerblaider
Ares si scostò con eleganza calcolata una ciocca bionda
dagli occhi sistemandosela dietro l’orecchio senza prestare particolare
attenzione al blaider.
-
Non capisco di chi tu stia parlando -
-
Ho visto quello che hai fatto –
Ares a quelle parole portò finalmente l’attenzione sul
giovane che lo trafisse con uno sguardo pieno di rabbia e indignazione.
-
Povero Rei…Tu hai visto perché io ti ho dato la possibilità di vedere. Credi
davvero che sia così sciocco da non accorgermi che mi stavi seguendo questa
mattina? Era ora che te ne accorgessi…E non mi riferisco alla mia vera natura –
sottolineò con una punta di malizia.
Rei
lo squadrò senza rispondere, nonostante la voce che
dentro di lui premeva perché lo attaccasse e gli strappasse quella lingua
maledetta. Non poteva più sopportare quella voce suadente ed angelica, la trovava irritante e falsa, come le Sirene che
ammaliavano i marinai con il loro bel canto e li spingevano lentamente verso la
Morte…Si nascondevano dietro un esile corpo e un viso meraviglioso, quando in
realtà erano creature capaci di seminare solo distruzione…E Ares era come loro.
-
Mao – non era una domanda, ma un’implicita richiesta di
ridargliela.
- E
da quando ti interessa di quella mocciosa?
–
Rei
chinò il capo risentendo il dolore che l’aveva pervaso
nel vedere la sua Mao tra le braccia di quell’essere, e i suoi occhi che
adoranti pendevano da quelli celesti del biondo.
Probabilmente era sempre stato innamorato di quella
bambina tenace ed estroversa che era cresciuta assieme a lui, solo che aveva
sempre creduto provare un affetto fraterno nei suoi confronti e mai qualcosa di
più profondo…Ma ora sapeva che non era così.
Non
sentirla più acclamare il suo nome durante un incontro lo incupiva, non vedere i
suoi dolci e luminosi occhi posarsi su di lui lo faceva sentire incompleto e
saperla in pericolo gli provocava una carica ed una
determinazione estrema. Sarebbe arrivato ovunque pur di riprendersela.
-
Da sempre – rispose deciso mandando Driger all’attacco di Xversum che venne scaraventato
dall’altro lato della torretta. Ares rispose immediatamente con un’offensiva
potente, mentre dalle mani cominciavano a prendere forma dei lunghi aculei verdi
che schizzarono letali e rapidi sul cinese. Rei li vide
all’ultimo secondo e riuscì a schivarli in tempo buttandosi agilmente di lato. –
Sei stato fortunato Cavaliere…Per ora -
Il
viso di Julia era appena corrucciato ed una ciocca di
capelli ramati le si era poggiata disordinatamente sul viso. Max l’osservò per qualche minuto prima di dirigersi verso la
finestra che dava sulla strada. Le dense nuvole scure preannunciavano la scesa di un violento temporale, inoltre
raffiche di vento scuotevano con forza le palme e tutte le fronde degli alberi,
dai cui rami spiccavano il volo gli uccelli che seguendo una formazione ben
precisa cercavano un rifugio più riparato. Chissà se anche il tempo era
condizionato dagli strani eventi che stavano capitando loro dall’inizio di quel
torneo?
-
Ehi Max tutto bene? – si girò appena incrociando gli occhi violetti di Astra che
si stava avvicinando a lui. Il biondo la fissò allibito. – Che ci fai qui Astra?
Quando ti sei svegliata? Non è possibile…Tu… -
Un
brivido di paura si diffuse rapido nel corpo dell’americano, che impietrito non
riuscì a muoversi. Non poteva crederci, non poteva
essere veramente così…
Ripensò immediatamente alle parole che Rei gli aveva
rivolto poche ore prima, dopo che avevano lasciato lo studio del presidente.
- Max, so che
ti sembrerà assurdo, strano, impossibile, ma sono gli Obscuras
i nostri nemici, perciò tieni gli occhi aperti…Credo che ci siano loro
dietro gli incidenti capitati ai nostri amici e a Mariam -
- Cosa c’è
Max? Sei sorpreso? – chiese con finta ingenuità la mora
estraendo dal tascapane nero il suo Illusion e caricandolo.
-
Aspetta Astra! Non lanciare qui il bey! – la pregò lui tentando di farla
ragionare e prendere tempo.
- E
perché mai? – chiese lei abbozzando un sorriso che avrebbe potuto far pensare
che tutta questa situazione la stesse in realtà divertendo.
Max
si guardò intorno con il cuore in gola prima di frapporsi fra Astra e le sbarre
del letto di Julia – Siamo in un ospedale! – esclamò allargando le braccia con
l’intento di farle capire che non era quello il luogo adatto ad un combattimento.
Astra lo accarezzò lentamente con quegli occhi velati da
falsa innocenza – Ma così è più divertente – rispose preparando a lanciare
Illusion e non mirando al pavimento lucido della stanza, bensì al viso chiaro e
preoccupato di Max. – Dopo di te Cavaliere – lo esortò.
Max
scosse il capo con fermezza cercando di radunare le poche idee che gli stavano
raggiungendo il cervello in quel momento; non aveva
idea di cosa fare, doveva prendere tempo, ma anche allontanare quella pazza da
lì…Non poteva rischiare danni ai pazienti.
-
Sto aspettando Cavaliere -
Goccioline di sudore freddo gli percorsero la schiena
bruciandogli la pelle tesa e fremente come una corda. Poco tempo, era accaduto
tutto troppo in fretta…Doveva improvvisare.
-
Sei pazza -
-
Come prego? –
-
Sei pazza…Non puoi voler combattere in un ospedale, per giunta con un letto a
pochi metri. E’ una follia! – esclamò Max gettando una rapida occhiata alle sue
spalle verso la grande finestra da cui non si vedeva nulla eccetto la grande
palma che gettava inquietanti scaglie d’ombra nella camera. Non sarebbe arrivato
nessuno…Era logico pensare che anche gli altri fossero nei guai tanto quanto
lui.
-
Oramai lo avete detto in troppi...Comincio a stancarmi
di questo appellativo. Sai che mi chiamava così anche la cara Mariam? – disse
lei con il chiaro intento di provocarlo.
Max
la fissò come attirato dal solo nome della ragazza – Mariam? –
Era
così strano poter pronunciare ancora quel nome, come se un ricordo mai
seppellito potesse rifiorire in tutta la sua bellezza nonostante fosse stato
sommerso dalla neve gelida.
-
Oh sì, Mariam…Dovevi vedere con che stato si è staccata da te quella
sera…-
Max
rimase per alcuni secondi come spiazzato dalle sue parole, ma pian piano tutto
cominciò a delinearsi per bene nella sua mente: lo
strano atteggiamento di Mariam, il suo cambiamento improvviso di umore fino al
suo Sonno…Era stata tutta colpa loro!
Afferrò Draciel con una
rapidità che non gli era mai appartenuta e lo puntò dritto negli occhi della sua
avversaria. Sentiva la rabbia ed il dolore irrompere
nelle sue vene con ferocia e la sua mente chiedere insistentemente “Perché”.
-
Qualsiasi cosa tu voglia…Vieni a prendertela! – e con uno scatto si girò,
scagliando Draciel fuori dalla finestra e facendolo
atterrare sul tronco della palma per poi condurlo fino al prato. – Brutta mossa
Max…Prendilo Illusion! – e Astra guidò la sua trottola verso quella verde del
biondo che parò decisamente bene l’offensiva.
-
Difenditi ora perché non ne avrai più l’occasione Cavaliere…Prenderò Draciel e la tua anima – lo aggredì la mora caricando un
nuovo attacco che Max riuscì a neutralizzare seppur con difficoltà. – Ora tocca
a me…VaiDraciel! –
“Allora che
cosa hai intenzione di fare?” rimase
per alcuni istanti ad osservare le nuvole agglomerarsi
sopra la sua testa cercando di ricordare ancora quella voce.
“Hilary?” Si
alzò dal bordo della fontana prendendo un respiro profondo come se con questo
potesse lavarsi il corpo da quell’aria marcia e viziata che le aveva offuscato
la mente.
-
Sto venendo a prenderti Nike…Aspettami – i suoi occhi sondarono il cortile
ombroso e che cominciava a tingersi di colorazioni umide ed acquose, mentre un’improvvisa raffica di vento le investì
il viso asciugando definitivamente gli ultimi rimasugli di acqua salmastra.
Prese a correre verso il Faraonic senza curarsi della pioggia che le bagnava i
vestiti e le gelava il respiro; correva sforzandosi al massimo, correva per non pensare, correva per arrivare in tempo…Almeno
questa volta.
La
pioggia ora cadeva incessante sulla città, rendendo anche difficoltoso scorgere
i nomi delle vie e così Hilary dovette fare affidamento soprattutto all’istinto
oltre che a quei ricordi dell’unica volta che era andata all’hotel dove
alloggiavano i russi.
Fiamma…Ma che cosa idiota! L’aveva sempre avuta a due
passi! Si sentiva in colpa se pensava che avrebbe potuto evitare tutto questo…Se
si fosse resa conto prima di tutto, se avesse capito allora che razza di esseri
fossero gli Obscuras…Se…
Sbatté il viso contro qualcosa cadendo sulla terra
bagnata e fangosa, mentre la figura che la fronteggiava si chinò tendendole
gentilmente la mano per alzarsi.
Hilary sollevò lo sguardo tendendo la mano e afferrando
l’altra, che senza sforzo la issò su, per poi afferrarla saldamente per il
polso. Hilary avvertì una morsa allo stomaco quando riconobbe quell’odore che si
mescolava al suo e quando quei venefici occhi verdi si scontrarono violentemente
con i suoi. Trappola…Era in trappola.
-
Ehi amore dove vai così di fretta? -
-
Ma ne sei sicuro? – chiese Boris alzandosi da scatto
dalla poltroncina e squadrando allibito Daichi che seduto sul divanetto cercava di riprendersi. Era esausto, con un po’ di graffi ma
in sostanza nulla di serio. Yuri continuava a sfiorarsi il mento con fare
assorto mentre Kai appoggiato alla parete gettava fugaci occhiate fuori
scrutando oltre quel muro di pioggia e umido. Dranzer continuava a scaldarsi
nella sua tasca accrescendo sempre di più il desiderio di entrare in azione.
-
Sì…Sono stati tutti attaccati, avevamo promesso ad
Hilary di tornare immediatamente da lei ma…Ci hanno presi uno dopo l’altro. E se
non fosse stato per Crystal ora anche io… -
Boris lo bloccò prendendolo per il colletto – Come
Crystal? L’hai vista? Dov’è? –
Yuri si alzò bloccando il braccio di Boris che senza
volerlo aveva cominciato a strattonare eccessivamente il povero Daichi, il quale
non riusciva a capacitarsi di una simile reazione.
-
Ora basta. Daichi dove sono gli altri? – chiese il capitano
rapido.
-
Max all’ospedale, Rei alla Kasba degli Oudaïa mentre
Takao l’ho lasciato nei pressi della Tour Hassan –
rispose il ragazzino scattando in piedi.
-
Sono tutti lontani gli uni dagli altri – constatò Boris
sbuffando.
- E
Hilary? – chiese Yuri
Kai
si scostò appena dalla parete concentrando l’attenzione su Daichi in attesa che
dicesse qualcosa. La mano corse rapida sul suo bey che cominciava a scottare
come se avvertisse il pericolo, o come se anche lui scalpitasse tanto quanto lui
di distruggere quei maledetti.
-
Hilary…L’abbiamo lasciata in Hotel; ha detto di voler trovare la verità da sola
–
Improvvisamente Kai si portò alla porta senza dire
nulla, ma la mano salda di Yuri lo bloccò – Dove vuoi andare? Prima escogitiamo
un piano…Hai sentito Daichi? Là fuori è pieno di quelle creature che ci stanno
dando la caccia – lo informò Yuri tagliente, ma Kai non
accennava né a voltarsi verso di lui né tantomeno a lasciare la presa sulla
maniglia in ottone.
-
Non sopporto quando non mi si risponde lo sai -
Ad un tratto
percepì il braccio sotto di lui fremere e rapidamente Kai si volse verso di lui,
rivelando due occhi fissi e ardenti, con un’espressione che non tradiva alcuna
emozione se non la rabbia. Raramente lo aveva visto così deciso e nel suo
sguardo riuscì a leggere una determinazione e una voglia di agire che anche lui
aveva provato…Lo sentiva a pelle: quando Julia si era battuta contro Astra anche
lui si era sentito così.
-
Devo andare – disse semplicemente l’argenteo.
Yuri lo osservò per alcuni istanti prima di girarsi
verso gli altri due che li avevano raggiunti. Si scambiarono degli sguardi
d’intesa carichi di energia e determinazione consapevoli che quello che
avrebbero fatto sarebbe equivalso ad un suicidio, ma
l’avrebbero fatto comunque.
-
Allora come ci dividiamo? – chiese Daichi
Yuri prese la parola serio - Daichi raggiungi Takao alla Tour Hassan –
l’altro annuì, mentre una mano si posò con misurata indelicatezza sulla spalla
del capitano russo – Ci vado io dal cinese, tu va in ospedale – gli disse Boris
lanciandogli un cenno d’intesa.
Il
ragazzo annuì cercando di celare una riconoscenza che però fu evidente, per poi
guardare Kai – Axel sarà da Hilary…Fa in fretta –
Si
divisero, ognuno scelse la sua strada, ognuno di loro sfidò il suo destino,
consapevole che la posta in gioco era alta e non includeva solo la propria vita,
ma anche la salvezza dalla voragine oscura in cui i Demoni avevano trascinato
l’intero mondo.
E
mentre correvano per le strade fangose, sotto la vista di un cielo piangente
pensavano solo a come fare per contrattaccare…In quella battaglia dove i Neri
erano ad una mossa dallo Scacco Matto.
Eccoci qui! Che ne pensate? Spero che
sia stato di vostro gradimento…E’ stato un capitolo particolarmente difficile,
non mi convinceva mai, e per di più ha attraversato un periodo decisamente nero connotato dal famigerato male del “blocco
momentaneo”
Soprattutto per quanto riguarda la prima
parte ho parecchi dubbi, ho cercato di sistemarlo e spero di averlo reso come
merita. Ringrazio le gentilissime persone che hanno letto e le voci che non mi
fanno mancare mai un loro importantissimo parere.
Ringrazio di cuore le
2 persone che hanno messo la storia fra quelle da ricordare
17 persone che l’hanno messa fra le preferite
23 persone che l’hanno messe fra le
seguite
E ora passiamo al mio (per sempre) amato
Angolo dei Grazie^^
Inuyasha_Fede:ciao cara! Ti
ringrazio molto per aver commentato lo scorso capitolo e credo, ma soprattutto
spero che con questo i tuoi dubbi si siano eclissati. Nel caso non fosse così sarò ben disponibile a mandarti una e-mail con tutte le
spiegazioni che vorrai. Fammi sapere! Spero che questo capitolo ti piaccia^^
_marghe 96
xD_:eccola qui la mia
piccola lettrice! Sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto così tanto, e mi auguro che anche questo riscuoterà lo stesso
successo…Sebbene presenti a mio avviso delle pecche xD. Eh sì l’incontro di
Julia è stato molto combattuto e vissuto da entrambi e devo dire che mi è
piaciuto scriverlo…Mi sono sentita molto coinvolta! Beh tesoro spero che questo
capitolo ti piaccia e oltre ad augurarti buon inizio con la scuola spero che mi
farai sapere la tua anche su questo!
Lexy90: e sono felice io di vederti sempre!
Leggere la tua opinione oramai è diventata una splendida abitudine alla quale
spero di non dover rinunciare! A questo punto oramai le cose sono state
designate e non ci sono più dubbi…O forse sì xD Fatto sta che siamo
ufficialmente in guerra e si sa come funzionano le guerre…Tutto è concesso^^
Spero di cuore che questo capitolo ti piaccia e ti aspetto
tesoro!
Cherry_88: tu con le tue recensioni mi fai toccare il cielo con un dito altro che! Purtroppo questa
volta temo ci sia meno poesia e meno magia descrittiva ed emotiva, ma come ho
già spiegato questo capitolo è capitato in un momento
in cui mi veniva difficile mettere giù persino una frase di senso compiuto. Non
mi piaceva niente di quello che scrivevo così per alcune settimane ho preferito lasciar perdere. Spero comunque che
sia di tuo gradimento, mi rendo conto che non sia il massimo e che probabilmente
non è la bomba che avevi sperato…Sorry^^ Sul resto ti ringrazio infinitamente
per tutte le belle cose che hai detto...Mi ha dato una
grande carica e ti ringrazio^^ Spero che ti piaccia e che mi farai avere la tua!
Ti voglio bene tesoro^^
LirinLawliet: tesoro!!! Lo
sai che non so mai come iniziare a ringraziarti? Dirti che mi hai stretto il
cuore con quella recensione è dire poco! Non so come ringraziarti, sei stata gentilissima e dolcissima oltre ogni modo e l’unica
cosa che posso fare è sperare che questo capitolo sia degno di tali aspettative.
Purtroppo come ho già spiegato non è stato facile
buttare giù questo capitolo poiché sono stata per quasi due settimane in totale
blocco e nonostante desiderassi con tutta me stessa scrivere, non riuscivo a
mettere giù qualcosa di minimamente leggibile. Il capitolo quindi credo che
presenti dei momenti “alti” e dei momenti “bassi”, ma
spero che possa riuscire a comunicare qualcosa. Ti ringrazio infinitamente per
tutto quello che hai detto e che ha rappresentato molto per me; sono onorata che
ciò che scrivo ti arrivi fino a questo punto e mi
impegnerò per migliorare^^
Arrivando al capitolo…Beh mi sono
altamente documentata su le varie zone di Rabat, non so se il tempo atmosferico
sia verosimile, ma in fondo quello non è possibile definirlo un semplice
temporale xD. Sono anche molto felice che la coppia YurixJulia ti sia piaciuta
tanto, come anche mi rende orgogliosa il fatto di essere riuscita a farti amare
Hilary; di lei ho preferito sviluppare il lato che io ritengo più realistico cioè quello della semplice ragazza
molto umana e (si spera) per niente oca. Crystal…Beh lei è imprevedibile lo dico
sempre xD. A questo punto incrocio le dita sperando che questo capitolo ti
piaccia e aspetto con un’ansia da infarto la tua fondamentale opinione. PS: I
Tessitori è qualcosa di Eccezionale…Non dico altro xD
Ti voglio bene e grazie ancora di tutto.
Linn Chan: la mia amora
non poteva mancare^^ Come sempre è una gioia saperti fra i miei lettori e mi
auguro che questo capitolo possa piacerti. Gli Obscuras attaccano e i nostri
poveri Cavalieri sembrano destinati a soccombere…Vedremo che cosa mi inventerò per il nuovo capitolo xD Mi spiace che
probabilmente questo capitolo non sarà la bomba che avevi preannunciato, non mi
va di ripetermi, ma non è stato un capitolo facile. Col prossimo sarò più
presente lo prometto!
Detto questo
aspetto io il seguito della tua storia (oltre che il disegno^^) e ricorda che
con i punti del supermercato posso prendere due taniche di acido al prezzo di
una! Quindi Morgana può farsi un doppio shampoo se lo
desidera…O se lo desidero io! Grazie per tutti i complimenti e gli
incoraggiamenti tesoro…Sei davvero importante e preziosa! Ti voglio
bene.
Lenn Chan: *inchino* con questa posso anche
schiattare domani sul libro di fisica…Mi riempie di gioia sapere che questa
storia ha un posto particolare fra le tue storie preferite…Davvero è qualcosa di
meraviglioso e che solo un anno fa avrei creduto una barzelletta. Sono felice
oltre ogni modo che lo scorso capitolo ti sia piaciuto e nonostante l’inghippo
di questo spero comunque che possa andare! Alla fine abbiamo avuto un quadro su
tutti i personaggi principali e devo ammettere che gestirli tutti è stata una
faticaccia xD
Spero di tutto cuore di poter ricevere
la tua anche su questo! In bocca al lupo per gli esami e ci sentiamo
prestissimo! Ti ringrazio ancora per Tutto xD Ti voglio
bene.
Padme86:ciao
carissima! Sono felice che ti sia piaciuto lo scorso capitolo, ebbene sì
quello dell’altra volta è stato il capitolo della lotta per amore…Ora siamo in
un diverso tipo di guerra, ma spero che risulti lo
stesso avvincente. Il problema di fondo oltre che il
blocco è stato che è stato particolarmente difficile gestire tutti i vari
scenari e i vari personaggi, passando come si dice da una “mente all’altra”! Mi
auguro di esserci riuscita se non altro, e spero anche di non aver seminato
errori da qualche parte…Se ci sono per favore fammeli
notare! Anche a te rinnovo infinitamente la mia gratitudine per il continuo
appoggio e spero che anche questo capitolo sia all’altezza! Sulla Phoenix, scusa
se non sono riuscita a finire, al momento sono al 14°, anche se ammetto di aver
dato giusto una “sbirciatina” anche agli ultimi due…Ok lo ammetto…Li ho letti xD
Quelli di mezzo li ho giusto leggiucchiati di fretta, ma appena ho un po’ di
tempo me li sparo tutti così finisco di rimettermi in
pari! Per ora posso dirti che è una Bomba Nucleare. Un mondo che mi intriga e mi affascina, in una regione che è comunque
parte di me quindi posso solo dirti che la sto amando…Ma tranquilla saprai tutto
quando sfornerò la recensione! Complimenti carissima e spero di ricevere la tua
su questo! Sarebbe molto importante!
Benny92: *o* che meraviglia leggere di nuove voci^^ Grazie molte cara per la tua recensione, e
soprattutto per esserti letta tutta la fic! Sei stata fenomenale! Non solo è
lunga di capitoli, ma ogni chappy è chilometrico! Davvero grazie^^ Felice che ti
piaccia e spero che anche questo ti soddisfi. Ti ringrazio inoltre per avermi
inserita fra gli autori preferiti xD Aspetto la tua
anche su questo! Grazie!
Un grazie particolare anche a Death_Princess,
pukipuki25, Elysabeth91, e le Pilatigirls!
Capitolo 23 *** La Mossa del Re nella Scacchiera di Fuoco e Odio - Prima Parte ***
Impotente, avvolta nel suo lenzuolo notturno decorato con poche e timorose stelle, quasi restie a mostrarsi, quasi terrorizzate dall’idea di dover attraversare quel lembo di cielo e incontrarlo; l’aria fredda della notte avvolgeva quel corpo privo di cal
La Mossa del
Re nella Scacchiera di Fuoco e Odio – Prima Parte
Impotente,
avvolta nel suo lenzuolo notturno decorato con poche e timorose stelle, quasi
restie a mostrarsi, quasi terrorizzate dall’idea di dover attraversare quel
lembo di cielo e incontrarlo, ecco come gli si prostrava Rabat; l’aria fredda
della notte avvolgeva il suo corpo privo di calore
umano senza però fargli correre un brivido di gelo o altro…Nulla lo
sfiorava, nulla lo toccava, niente poteva anche solo sperare di poterlo
intralciare…
Strinse la
presa sull’oggetto che teneva fra le dita arcuate mostrandolo alla poca luce
lunare che offriva la sera. Sottili pieghe argentate sfiorarono la piccola
statuetta di onice nera, rivelandone un viso contornato da una corona anch’essa
nera. Il Re Nero.
Axel rimase
per alcuni istanti ad osservare quel piccolo pezzo
degli scacchi che teneva fra le mani, mentre la sua mente arrivava alla fine del
tunnel dentro il quale aveva ricercato una risposta ai suoi dubbi...E che ora
aveva finalmente trovato.
- A quanto
pare siamo arrivati alla fine – una voce si avvicinò affiancandosi a lui, che
però non fece una piega, come se si fosse già aspettato
un’entrata simile.
Rimasero per
alcuni istanti così, senza proferire parola, concedendo al vento di insinuarsi
fra di loro come una barriera inconsistente, fino a che
quel silenzio mortale non venne interrotto – Tra poche ore avremo le creature di
tutti i Cavalieri e Hilary aprirà i Portali per noi…Entro domani questo mondo
apparterrà a noi, anzi al nostro Signore… - sospirò una voce dai toni femminili
con una punta d’emozione nella voce. Avevano atteso quel momento per tanto
tempo, troppo...E dopo anni, secoli finalmente
avrebbero ottenuto ciò che volevano.
- Avete
preparato tutto? – chiese Axel senza voltarsi.
L’altra annuì
portando i suoi occhi color sangue sul viso impenetrabile ed agghiacciante del compagno. – Astra ha richiamato i suoi
“pargoli” mentre Ares ha finito di creare le gabbie…La cattura dei Guardiani
inizierà alle primi luci dell’alba, così i Cavalieri
non potranno appellarsi a loro per chiedere aiuto – spiegò Samantha
Axel non diede
segno di risposta, concentrato sempre sul suo pezzo di onice nera, che attirò
l’attenzione della ragazza. – La mossa del Re…L’ultima
– pronunciò grave.
Il ragazzo
annuì impercettibilmente prima di alzare gli occhi verso le pesanti e grigie
nuvole che galoppavano senza sosta verso di loro come un esercito invasore. –
Hai del sangue sul viso – l’informò lui senza che si
fosse voltato verso di lei; non l’aveva visto con gli occhi, ma ne aveva sentito
l’odore.
Samantha si
passò una mano sulle gote – Non è mio –
- Lo so…Sei
stata sufficientemente esplicita? -
- Avevi dei
dubbi? – ribatté lei strafottente
L’altro scosse
appena il capo in segno di diniego – Conosco i tuoi mezzi, solo non saranno inefficaci contro di lei? – chiese
beffardo
Samantha
s’infervorò a quelle parole – Inefficaci? L’ho lasciata in un rantolo di dolore
e sangue…E con il chiaro avvertimento che se domani dovesse tentare di
intralciarci uccideremo tutti i Guardiani che cattureremo…E i Cavalieri una
volta adempiuto il loro compito moriranno con molto
dolore –
Axel sorrise
dentro di sé a quell’allettante immagine: la morte dei Cavalieri era qualcosa di
troppo emozionante e prezioso per lui, e non vi avrebbe mai rinunciato come
anche al Potere.
E Samantha era
come lui, anche lei bramava il Potere ed il Sangue,
desiderava in particolare Quel sangue e avrebbe fatto qualsiasi cosa per esso.
- Pensi che
Hilary cederà? – chiese ad un tratto la
mora
- Non avrà
scelta, la costringerò a rivelarmi dove si nasconde
Nike…Con ogni mezzo –
- Possiamo
giocare sul fatto che si fida ancora di te – aggiunse
Samantha
Axel scosse il
capo – No, avverto la sua titubanza, non si fida più completamente di me, e la
causa principale è il Cavaliere di Fuoco – disse quasi con fastidio le ultime
parole come se gli costasse la voce doverle pronunciare – E’ simile all’ultima
volta…Solo che allora l’ex Cavaliere di Fuoco da nostro alleato divenne
avversario…Ma questa volta no, Kai non arriverà in tempo…E il nostro Signore
rivivrà – disse Samantha con un lieve sorriso.
- Forse –
proferì ad un tratto Axel stringendo il Re
Nero.
Samantha lo
guardò incredula, come se non avesse capito bene le sue ultime parole – Come? –
Finalmente
Axel si volse verso la ragazza trafiggendola con falsa dolcezza con i suoi occhi
verde smeraldo. – Non credi? Non pensi anche tu che tutta questa faccenda sia
uno spreco di energie? Insomma…Perché dovrei fare tanta
fatica per riportare in vita uno che poi si prenderebbe il controllo su tutti i
Regni e la Terra come se fosse stato tutto merito suo? –
La ragazza
parve colpita da quelle parole, ma non chinò il capo – Non dire sciocchezze…Lui
è il nostro Cavaliere e noi la sua Tetrade. Il Cavaliere dell’Ombra deve tornare
in vita, dobbiamo liberarlo dal Sigillo e noi… -
- Perché? –
le chiese semplicemente Axel
- Perché è
sempre stato così! – sbottò Samantha trovano in quella
risposta l’unica che l’aveva sempre spinta ad agire. Non aveva mai avuto bisogno
di altre motivazioni per combattere i Cavalieri e i diversi Custodi per secoli e
secoli…Qualcosa le diceva che lei era nata con questo
scopo e con questa come unica volontà…Eppure perché il ragionamento di Axel
sembrava così lineare per lei?
- Appunto…Ma
nessuno ci dice che non potrebbe essere diverso, ed è qui che arriva il mio
ragionamento…Perché dovrei riportare in vita il mio Cavaliere quando posso
essere Io il Signore dei Sette Regni? – Mise sotto gli occhi di Samantha il re
di onice Nera, che sotto i veli della notte risplendette come gli occhi di una
creatura notturna. – Il Re Nero – sussurrò lei
- E la Regina
– aggiunse lui prendendo dalla tasca un altro pezzo di onice che porse a
Samantha, alla quale brillarono per qualche istante gli occhi – Niente più
regole Samantha, basta sigilli o altro…Facciamo aprire ad Hilary i portali e poi…Uccidiamoli. Ci stai? -
La osservò per
qualche secondo, ma non ebbe bisogno di ripetere la proposta, perché quasi
immediatamente la mano di Samantha si strinse sulla Regina Nera – Astra e Ares?
–
- Il Re e la
Regina…Non c’è spazio per nessun altro -
Aprì a fatica le palpebre umide e sporche di fango,
mentre tentava con tutte le forze che aveva di concentrarsi su ciò che vedeva,
concentrando l’attenzione su un alone sfocato che faticava a delinearsi. Si tastò la testa dolorante, mentre i suoi occhi
riuscirono ad intravvedere una figura scura avvicinarsi
a lei con passo fermo. Il dolore alla testa era lancinante, ma mai quanto la
sensazione di rabbia ed impotenza che la pervadeva in
quel momento; era spaventata, furiosa, delusa ed arrabbiata…Non era riuscita a
trovare Fiamma prima che Axel trovasse lei: non doveva consegnare Nike agli
Obscuras e una cosa sola era certa…Fino a che loro due sarebbero state separate
non avrebbero potuto ucciderle. Doveva resistere, aspettare…Già ma aspettare cosa?
Qualcosa l’afferrò per il collo
tirandola su con forza ad alcuni centimetri dal terreno, e facendola
boccheggiare per la mancanza improvvisa d’aria. Hilary cercò di fare leva per
scostare quella presenza, ma non accadde nulla, poiché era come se nulla la stesse sostenendo; era tenuta in aria da una mano
invisibile. “Ma che diavolo è?”
Ad un tratto
i suoi occhi riuscirono a delineare in maniera più nitida la figura nera che le
si era avvicinata e che la fissava con due ingannevoli occhi verdi, che beffardi
e assolutamente privi di calore parevano illuminarsi nel vederla agonizzante. –
Bella botta? Vediamo se con questo cominci a ragionare – le sussurrò velenoso
lui all’orecchio, facendola inorridire quando il suo respiro le scivolò rapido
lungo la schiena, accrescendo in lei l’odio e l’orrore per quella “persona” che
fino a pochi giorni prima aveva detto di Amare. – Axel…- biascicò lei tentando
di prendere aria.
Lui
le prese il mento fra due dita portandolo a pochi centimetri dal viso – Nike,
Hilary. Mi sono stancato di giocare –
Hilary si sentì ardere dalla rabbia solo a sentire quella pelle a contatto con la sua, dandole come la
sensazione che la sua carne stesse bruciando, lì dove Axel la toccava.
-Non lo so, maledetto…Mi fai schifo -
-
Commosso…Dov’è Nike? – strinse la presa sul suo viso premendo le dita dentro le
gote
-
Non lo so –
-
Risposta sbagliata - improvvisamente con una forza invisibile Axel la scaraventò
violentemente contro il muro di pietra secca di fronte a loro, facendola
accasciare sul suolo fangoso con un gemito di dolore. Si sollevò facendo perno
sui gomiti, combattendo contro il dolore che avvertiva in ogni zona del corpo e
la sensazione crescente di paura e rabbia.
-
Allora? – le chiese apatico il Demone
avvicinandosi.
Hilary alzò fiera lo sguardo verso il ragazzo, lasciando
che la sua voce venisse guidata dalla fiamma
inestinguibile della rabbia e dell’odio – Non saprai nulla da me…Qualsiasi cosa
tu sia – sottolineò rigida. L’altro continuò a squadrarla con aria di
superiorità senza scomporsi – E’ un vero peccato…Te la farò sputare con il
sangue l’Essenza! – ed in un frangente di secondo un
raggio nero partì dalle mani di Axel per dirottarsi verso Hilary che riuscì con
uno sforzo immane a portare le braccia in posizione di difesa – Barriera Sacra!
–
Afferrò Dranzer al volo e senza neanche rimetterlo in
tasca riprese a correre sotto una pioggia incessante e grave, lasciandosi dietro
solo i mantelli bruciati di quelle “creature” che avevano cercato di attaccarlo.
Non sapeva bene come definirli, gli provocavano solo ribrezzo, ed ogni volta che ne distruggeva uno era come se il suo bey e
lui stesso scalpitassero per poterne disarcionare un altro…Ma non doveva farsi
prendere da questi pensieri, perché non dovevano essere loro le sue priorità, ma
Hilary. Ed era il pensiero di quella ragazza che spingeva le sue gambe a falcate
sempre più ampie e distraeva il suo orgoglio dal doversi fermare per annientare
i nuovi inseguitori neri.
Raggiunta la scuderia, vi si chiuse dentro appena in
tempo prima che dei bey immateriali venissero scagliati
contro di lui, infrangendosi nel legno spesso della porta. Kai fece pressione
contro la porta per impedire ai bey di perforare il legno, ma sapeva che non
avrebbe retto a lungo. “Il tempo di sellare Fiamma e mi libererò di loro” pensò
dopo aver assicurato contro i battenti alcuni badili e aste di legno e ferro.
Doveva prendere Fiamma, altrimenti non sarebbe mai arrivato da Hilary in
tempo…Non poteva farla aspettare ancora.
Cercò Fiamma con gli occhi quando in un angolo scorse
una figura agitarsi come terrorizzata, e nel mezzo dell’oscurità un alone ancora
più scuro del Buio attirò l’attenzione di Kai che si portò davanti al suo
destriero. Fiamma sembrava spaventata ed in un primo
momento questo si sarebbe potuto collegare ai tuoni ed i fulmini, se non fosse
stato che mai il cavallo si era agitato in vista di un temporale. Il blaider
le si mise prontamente davanti cercando di rassicurarla
con la sua presenza ed afferrandone le briglie vermiglie che venivano agitate al
vento dai movimenti rapidi e sconclusionati dell’animale, scorgendo una luce che
non credeva avrebbe mai potuto vedere negli occhi di un cavallo. C’era Paura e Follia in quello sguardo, come se gli occhi color
onice di Fiamma potessero davvero essere la voce, il linguaggio non verbale
dell’animale. Kai riuscì ad tenerla bassa, ma proprio
quando le appoggiò la fronte sul muso accadde qualcosa di inaspettato: in un
lampo di luce improvvisa Kai si sentì scaraventare contro la parete opposta,
finendo su dei covoni di fieno umido, mentre Fiamma venne circondata da una luce
chiara e calda, che per qualche secondo sembrò dorare le pareti, la polvere,
persino il legno della stalla. Kai rimase attonito mentre nella sua tasca
Dranzer scottava come se fosse stato invaso dalle fiamme. “Ma…”
Improvvisamente come era
scaturito il bagliore scomparve, facendo così crollare nuovamente la stanza nel
gelo e nell’oscurità, ma lasciando se possibile Kai ancora più stranito. Il
ragazzo si portò, incurante dei continui colpi di bey provenienti da fuori, nel
punto in cui fino a pochi secondi prima c’era stato il suo cavallo, che ora era
stato sostituito da un beyblade…A cui Kai non fece
fatica assegnare un proprietario.
-
Fiamma…L’Essenza di Hilary – sussurrò prendendo delicatamente la piccola
trottolina di metallo ed osservandola da vicino: era un
bey piuttosto piccolo, con un disco d’attacco particolare poiché era sia rigido
e spigoloso che ondulato nella parte inferiore, il che contribuiva a donargli
un’eccellente stabilità anche in fase di attacco diretto. Il bit rappresentava
poi una donna alata che ricordava molto la Nike di Samotracia di Pitocrito, mentre i colori seguivano partivano dalle differenti sette punte del disco
d’attacco per poi convogliare nel bit.
Improvvisamente un ulteriore
colpo fece crollare la porta di legno, ma quando le creature fecero irruzione
della stalla trovarono solo un mucchio di paglia smossa e un vetro distrutto in
prossimità della finestra. – Prendetelo…Sento la presenza di Nike. E’ con il
Cavaliere –
-
Avanti Takao si può sapere perché non la attacchi!? Non
farmi credere che ti seirammollito! – le parole
accusatorie di Daichi gli corrodevano il fegato e facevano stringere i pugni,
tuttavia non poteva fare altro se non evitare di colpire Mors. Poteva apparire un controsenso, eppure Takao non
riusciva ad attaccare il suo nemico. Era impotente, per la prima volta in vita
sua Takao Kinomiya non riusciva ad infondere passione
nel suo fidatissimo beyblade, non stava combattendo come realmente avrebbe
dovuto, e questo era doppiamente sbagliato, sia per i suoi compagni che per se
stesso…Ma non ci riusciva.
Non
poteva attaccarla, tutta la sua determinazione veniva a mancare nel momento in
cui incrociava quelle iridi vermiglie che per tante settimane lo avevano fatto
sprofondare nell’Oblio e nella Perdizione più profonda…Ma non era solo questo.
-
Su cosa ti succede campione? Se vai avanti così mi
prenderò la tua Essenza con il minimo del divertimento consentito – ironizzò la
ragazza assestando un ulteriore assalto a Dragoon che invece che contrattaccare
si impegnò per schivarlo. – Takao! – lo sgridò Daichi
-
Non posso – sussurrò il ragazzo stringendo freneticamente i
pugni
-
Non posso…La Voce è lì – disse infine tornando a guardare Samantha – Sai bene
che non posso colpirti…La Voce è dentro i vostri bey e
se io ti attacco di conseguenza colpisco lei! -
La
ragazza lo fissò con un ghigno soddisfatto sul viso – Ma che bravo Takao…Sempre
a pensare agli altri…Io penserei più a me visto che mi
sono fatto fregare come un idiota, non è forse vero? – lo derise lei acida posando l’unghia su una ferita ancora
fresca ed aperta.
–
Taci brutta strega! Attacca Gaya Dragoon! –
Takao chinò il capo afflitto “Sono proprio
un…
“Idiota” pensò sdegnata la figura riversa nel gelido
Buio.
- Sei ancora
viva? Ti scongiuro rispondi! - la chiamò Dike ansiosa.
Non
si mosse, ma riuscì a battere lievemente le palpebre increspate di sangue secco.
Non riusciva a muoversi, non sentiva più le ossa, le sue percezioni erano state
come annullate e solo la sua mente rimaneva vigile,
immersa in un pozzo di dolore e sofferenza.
- Non devono
attaccarci. Ma che diavolo stanno facendo i Cavalieri?Il Cavaliere dell’Aria è
l’unico che ha capito… -
“E’
l’unico idiota…Che aspetta a tirare fuori la grinta ed
attaccare? Che si desse una mossa – Aprì gli occhi rivelando una luce fredda ma
calda, che poteva alimentare la vita così come privarla di tutto...L’Odio.
Le
mura imponenti della Kasba degli Oudaïa gettavano
ombre inquietanti sull’asfalto impregnato d’acqua e fango, ed il feroce vento frustava senza pietà le fronde delle palme
al limitare della strada, ma non riuscì neanche questo a fermare la sua corsa.
Boris s’infilò rapido all’interno delle mura, gesto rischioso se si considerava
che non era permesso entrare ed uscire dalle Kasbe a proprio piacimento e senza un permesso…Peccato che
però Boris se ne fregasse altamente.
Il
ragazzo si guardò intorno titubante cercando il vano attraverso il quale entrare
nei sotterranei della Kasba e trovare così l’accesso alla torre dove Ares e Rei
stavano combattendo. Riusciva a vedere i fasci di luce dei loro bit-Power in
lontananza e questo guidò il suo orientamento in quell’intricato labirinto buio.
Non
appena raggiunse il l’entrata prese a percorrere
corridoi stretti e bassi che evidentemente facevano il giro sotterraneo
dell’intera cinta muraria, respirando aria consumata e gelida che gli graffiava
i polmoni ed accresceva la sua voglia di raggiungere Ares e fargliela pagare per
tutto…Interessi compresi.
Ad un tratto
il blaider si arrestò, buttandosi rapido a terra ed nascondendosi dietro la
porta di metallo arrugginito che lo separava da quella che sembrava una stanza
sotterranea. “Ma chi c’è…” pensò quando da dentro la stanza vide provenire della
luce di vari colori e delle voci sconosciute giunsero
alle sue orecchie. Boris strinse la presa su Falborg e si avvicinò con cautela,
facendo attenzione a non produrre alcun rumore; aveva il cuore in gola dalla
tensione, ma era deciso a raggiungere quei due e se avesse dovuto fare una
strage di quelle creature incappucciate l’avrebbe
fatto…Senza il minimo scrupolo. “Meglio loro che
me”
Ma ciò che
vide gli mozzò il fiato tanto che per poco non perse la presa sul caricatore:
dentro quella stanza c’erano come delle grandi bolle di sapone di quattro
diversi colori, e dentro ogni sfera c’era un blaider…Mao, Lai, Emily, Michael,
Raul e tutti gli altri blaider erano racchiusi in quelle specie di gabbie e non
riuscivano a muoversi, anzi sembrava quasi stessero dormendo. Boris osservò
sconcertato la scena, notando che ogni ragazzo era avvolto da un colore
particolare e che i loro volti erano tutti contorti in una smorfia di dolore e
sofferenza. “Nero, Verde, Rosso e Viola” si disse Boris osservando i colori
delle gabbie, colori che non potevano essere
casuali…
-
Hanno trovato il Cavaliere del Fuoco? – una voce parlò a poca distanza dalle
sfere e Boris si appiattì ancora più forte contro il muro per non essere visto.
-
Lo stanno inseguendo. Avvertono la presenza di Nike e questo li renderà ancora
più rapidi nella localizzazione del Cavaliere – rispose una nuova presenza che
però aveva praticamente lo stesso tono di quella
precedente. Boris gettò una fugace occhiata notando che si trattava di due
figure incappucciate che probabilmente facevano la guardia ai prigionieri.
-
Il Cavaliere della Luce è riuscito a raggiungere la Signora Samantha – continuò
una delle due.
-
Già…Padrona Astra ha mandato Seth ad occuparsi del
“problema” –
Boris a quelle parole si congelò all’istante e per un
momento avvertì i suoi muscoli irrigidirsi e le sue dita afferrare la corda di
lancio. Il problema…Non poteva che essere lei…Lei aveva aiutato Daichi a
sfuggire alle creature nere e sempre lei aveva di fatto “tradito” i
Demoni…
“Crystal…” Doveva andare da lei, doveva trovarla ovunque essa si trovava e avvertirla del
pericolo. “No, ma che sto facendo…Devo raggiungere Rei” Non sapeva cosa fare;
una parte di lui gli diceva che doveva mantenere fede
al piano elaborato e quindi lo spingeva a raggiungere uno dei Cavalieri, ma
l’altra parte gli gridava il nome di Crystal e gli mostrava il viso della
giovane Ivanov distante e sfocato. Scosse il capo con fermezza tirando la corda
e scagliando così Falborg su quei due esseri immondi, che non ebbero neanche il
tempo per reagire.
Riprese il bey una volta che di quei mostri non rimasero
che i mantelli sudici, e prese a salire le scale che lo avrebbero portato alla
torre senza aggiungere una parola, senza guardarsi indietro, cercando di
ignorare le grida di Crystal che la sua mente gli infliggeva, cercando di
convincersi che anche lei avrebbe preferito che lui scegliesse la
missione.
Lo
scontro procedeva da troppo tempo oramai, e le forze di Yuri e Max cominciavano
a venir meno, al contrario della loro avversaria che pareva l’emblema della
tenerezza e del riposo, come se stessero fronteggiando un angelo perfetto. Ma Astra non era un angelo, era un
Demone.
-
Attacca Wolborg! – Yuri scagliò la sua trottola contro quella viola di lei che però respinse il suo attacco tentando
di far finire il bey grigio-argento su quello verde di Max che invece stava
caricando una nuova offensiva.
Yuri si voltò verso il compagno biondo, che nonostante
graffi e sangue gli decorassero il viso niveo, non accennava a diminuire gli
attacchi, spinto da una forza incredibile che poco si addiceva ad un blaider il cui punto di forza era proprio la
difesa.
Ed
era proprio così; Max non riusciva a fermarsi, non voleva e non ne aveva alcuna
intenzione…Diversamente dagli altri non lo guidavano rabbia ed odio, ma l’immagine di Mariam e dei suoi scostanti occhi
color smeraldo, che l’avevano guardato con freddezza solo per proteggerlo, che
l’avevano evitato solo perché in realtà volevano preservarlo da quella battaglia
da cui comunque non erano riusciti a proteggerlo. E lui rivoleva quello sguardo,
desiderava poter parlare con Mariam e dirle che teneva a lei…E avrebbe lottato
per questo. – Su Max quando ti decidi a darmi la tua essenza? Non lo vedi che è
tutto inutile? – - Te la scordi Astra! Draciel muro
d’Energia invalicabile! –
Corse disperata senza neanche sapere che direzione
prendere…Ovunque purché lontana da lui. Hilary si nascose dietro il muro di un edificio
prendendo aria e poggiando una mano all’altezza del cuore, di cui i furiosi
battiti le pareva potessero vedersi attraverso il
petto.
Era
riuscita a reggere l’attacco e ne aveva approfittato per scappare, ma questo non
le sarebbe servito a niente…Non poteva né attaccare né difendersi, i suoi poteri
erano deboli senza Nike, ma non poteva neanche raggiungere Fiamma perché
altrimenti Axel avrebbe capito chi conteneva la sua Essenza…Doveva continuare a
resistere e scappare.
-
Hilary…Vuoi giocare a nascondino? – la voce suadente e terribile di Axel le si insinuò come una lama nella testa, tanto che la ragazza
si portò le mani sulle orecchie pur di non sentirlo. Aveva paura, non sapeva
cosa fare, voleva distruggerlo ma non ne aveva i mezzi e si sentiva inutile
oltre che responsabile di tutto…E poi quella maledetta
voce…
-
Su Hilary tanto lo sai che ti trovo – Si stava avvicinando, lo
sentiva.
La
brunetta si appiattì contro il muro terrorizzata quando
dei passi leggeri ma decisi la informarono che Axel era a pochi metri dal suo
nascondiglio. Si appiattì contro il muro e allungò le braccia lungo la parete
come per assottigliarsi maggiormente, fino a che le dita non toccarono qualcosa
di duro ed appuntito. Hilary prese il bastone ligneo usato probabilmente per le
staccionate e ne osservò come incantata la punta perfettamente levigata e
tagliata…Un solo pensiero le attraversò la mente, un’idea comandata e prodotta
dalla paura e dalla disperazione…Non aveva altra scelta.
-
Hilary… - era praticamente dietro di
lei
Chiuse gli occhi facendo un respiro profondo ed avvertendo il sangue fluire alla mano che impugnava il
bastone e la sua decisione farsi strada dentro di lei con maggiore concretezza.
-
Trovata -
Immediatamente Hilary si girò verso Axel conficcandogli
la punta del bastone nel petto e spingendo a fondo, fino a che inorridita non
perse la presa dall’arma e non si accasciò a terra terrorizzata con le mani a
coprirle il volto. Aveva ucciso una persona…Tremava dallo spavento e dalla
consapevolezza di ciò che aveva fatto, e non riusciva a guardare il corpo
esaminedi
Axel. – Guarda che puoi anche alzare lo sguardo Custode –
Il
panico la prese come un leone che agguanta la propria
preda e la dilania. La Paura le montò dentro come impazzita e non riuscì a
credere ai propri occhi quando tornò a fissare la figura perfetta di
Axel.
-
Non è possibile – ansimò la ragazza incredula, mentre osservava Axel sfilarsi il
bastone dal petto con assoluta neutralità e gettarlo via con noncuranza. Il foro
causatogli nel petto si rimarginò completamente, tanto che anche il tessuto
della maglietta nera tornò lindo e intatto come se nulla fosse accaduto. Hilary
non riuscì a muoversi dalla sconcerto, inorridita ed
attonita davanti a quello a cui aveva assistito. Axel si chinò su di lei
prendendole il mento fra le dita con uno sguardo nero. – Il tempo dei giochi è
finito…Si fa alla mia maniera -
Arrivò davanti all’hotel dopo una corsa interminabile e
l’acqua che non la smetteva di abbattersi sulla sua schiena. Si diresse rapido
dentro il cortile non trovando nessuno e questo gli causò una stretta al petto.
Hilary non era lì…
L’acqua ed il gelo gli si
insinuavano nel corpo come spire invisibili congelandogli gli arti e accrescendo
la sensazione di allarme che era scattata in lui da quando aveva messo piede al
JardindesRoses. Si avvicinò alla fontana con i delfini al centro del
giardino e sferrò un pungo contro il marmo bagnato
furioso. Rabbia, Ira, Preoccupazione, ecco i sentimenti che stavano corrodendo
l’animo di Kai in quel momento. Hilary non era lì, ciò significava che quel
maledetto l’aveva presa…Era arrivato prima di lui.
“Maledizione!” continuava a gridarselo nel mente come prigioniero di quella consapevolezza che ora
lo stava ricoprendo di sensi di colpa; avrebbe dovuto essere più rapido, avrebbe
dovuto correre più in fretta, non avrebbe dovuto perdere tempo con quei
mostri…Avrebbe dovuto arrivare prima di Axel. Tutte queste considerazioni gli
bruciavano il petto e marchiavano la sua coscienza come un’incisione su pietra.
-
Hilary…- osservò il bey che teneva fra le mani concentrandosi su ogni colore,
mentre cercava di trovare un indizio, un segno per capire dove andare; avrebbe
cercato Hilary ovunque, non si sarebbe fermato per nulla al mondo.
I
suoi pensieri vennero bruscamente interrotti
dall’arrivo rapido e silenzioso delle creature incappucciate, che ghignando si
diressero verso l’entrata, ma che sembravano non essersi accorte di lui, visto
che sondavano l’aria e la terra come segugi. “Probabilmente avvertono la
presenza del bey…Ecco perché sono stati così veloci a trovarmi” si disse Kai
spiandoli da dietro il muro della fontana.
Ad un tratto
percepì come un lieve spostamento d’aria dietro di sé, ed i suoi sensi acuti
reagirono per lui, che si voltò di scatto con già Dranzer pronto al lancio, ma
si arrestò di colpo quando due iridi color indaco contornati da una massa di
capelli di rubino gli si pararono davanti.
-
Kai – il suo tono era serio, concentrato, non vi leggeva alcuna nota di
debolezza, semmai di affaticamento, e nell’osservare il suo viso Kai si rese
conto che doveva essere piuttosto stanca. Crystal si
passò una mano sul labbro da cui fuoriusciva un piccolo rivolo di sangue senza
mai smettere di osservare le creature d’ombra, che si stavano avvicinando sempre
più.
-
Sentono la presenza del bey che hai in tasca –
Kai
annuì grave – Da dove vieni? –
-
Ho avuto un po’ da fare con le creature incappucciate che stavano inseguendo
Daichi, e poi mi sono messa a cercare la Custode -
Kai
rimase in silenzio nonostante sentisse due parole prudergli la lingua, come se
stessero lottando contro il suo orgoglio per uscire fuori.
Il
ragazzo guardò Crystal che si strinse nelle spalle – Era in una delle stradine
prima della piazza dove sta il Mausoleo – Crystal sorrise dentro di sé quando
vide le sopracciglia di Kai arcuarsi involontariamente, segno che l’aveva
sorpreso. Non le ci era voluto molto a capire quello
che Kai voleva comunicarle, ma che per orgoglio non le aveva chiesto. Poteva
dire che le faceva uno strano effetto aiutare il ragazzo che aveva sempre voluto
per sé a trovare quella che aveva fin da subito considerato come sua “rivale”,
ma oramai aveva scelto…E se proprio doveva ammetterlo
si sentiva stranamente “pulita”, come se il servire questa causa potesse
riscattarla di tutto quello che aveva commesso, e ora come non mai sentiva le
parole di Boris provocarle come delle scintille sotto la pelle, percepiva
l’adrenalina scorrerle impetuosa nelle vene ed il cuore battere tranquillo ma
intensamente.
Kai
annuì stringendo istintivamente con maggior vigore il Dranzer e sollevandosi
appena; se quelle creature volevano il bey di Hilary
avrebbero dovuto ucciderlo per ottenerlo.
-
Che diavolo fai? – lo fermò con una presa Crystal
-
Secondo te? Li disintegro e poi raggiungiamo Hilary –
-
Ci staranno addosso comunque; fino a che tu possiedi
quel bey i Segugi ti staranno alle costole senza darti un attimo di respiro – lo
informò lei, ma Kai per tutta risposta si alzò del tutto, permettendo così alle
creature di vederlo.
-
Ne abbiamo passate di peggiori – obiettò il ragazzo
-
Questa è una frase che direbbe Boris non tu – lo corresse grave
Crystal
Kai
si girò appena verso di lei scagliando Dranzer contro i Segugi – Infatti tu
delle sue parole ti sei sempre fidata…Dranzer distruggili! –
Crystal sgranò gli occhi a quelle parole, e spinta dall’influenza che avevano su di lei si alzò caricando
Seraphion – Bene, venite qui Segugi…Attacco Meteora! –
-
Dov’è Nike Hilary? -
-
Va all’Inferno – con un ultimo gemito chinò il capo all’indietro esausta, mentre
Axel la teneva spalle al muro trattenuta da una mano
invisibile. – Come vuoi…Vediamo se così riesco ad
essere più “persuasivo”.
“Samantha,
Astra, Ares, la Custode non cede…Si passa al piano B”
“Perfetto Axel
siamo lì”
Correvano per le vie di Rabat oramai ridotte ad una poltiglia di fango e sabbia che ostacolavano la fuga
dei due russi, i quali non riuscivano a reggere un’andatura rapida a causa delle
fosse di fango delle radici smosse dal terreno.
-
Non vedo un accidente, Kai non li sento più…Dobbiamo averli seminati – constatò Crystal prendendo fiato per un istante, mentre il
ragazzo davanti a lei scrutava attentamente l’orizzonte alla ricerca di un
segno, un indizio che gli facesse capire dove trovare Hilary. I suoi occhi
corsero per tutto il circondato fino a che fra le pieghe invisibili del vento e
l’alone d’ombra che era calato su di loro non vide qualcosa che attirò la sua
attenzione.
-
Che cosa hai visto?...Ma che cos’è? – s’interruppe
Crystal nel momento in cui anche i suoi occhi colori indaco vennero catturati dalla strana figura che si stava
avvicinando a loro, e che con due occhi giallo oro li scrutava con
un’espressione da far gelare le vene e spezzarle come ramoscelli secchi. – Un
segugio? – propose Crystal
Kai
lo osservò ancora fino a che non fu a pochi metri da loro e la sua vista gli
provocò come una strana sensazione all’altezza del petto. Non sapeva come
definirlo, ma era “agghiacciante”, era come riosservare lo Zeus padrone delle
Tenebre che l’aveva quasi ucciso circa due anni prima, era come percepire ancora
una volta quella sensazione di gelo e perdizione che l’avevano fatto annegare
nell’Oblio durante la Justice Five...Ma ora non era
“Due anni fa”
-
Chi sei? -
La
creatura, che aveva sembianze umane, fatta eccezione proprio per gli occhi
gialli innaturali, li scrutò con misurata attenzione fino a focalizzare lo
sguardo su Crystal – Sono Seth e sono qui per quel Beyblade –
La
sua voce era sinistra ed inquietante quasi quanto il
suo sguardo e per un istante Crystal sentì come se una lama le stesse tracciando
il profilo della spina dorsale, causandole un sospiro di terrore. Per qualche
strano motivo intuiva che quello non
era un avversario come tutti gli altri, e che questa volta non se la sarebbero
cavata con un semplice attacco fiammeggiante come per
gli altri…E poi quegli occhi…Perché era come se volessero qualcosa da lei?
Perché non riusciva a togliersi questa sensazione di disagio dalla testa? Fece
istintivamente un passo verso Kai.
-
Se lo vuoi vieni a prendertelo – sibilò Kai caricando
Dranzer e apprestandosi a tirare la corda, quando ad un tratto qualcosa si
frappose fra lui ed il caricatore ed una mano s’infilo rapida nella sua tasca
prendendogli il bey di Hilary.
-
Ma che diavolo fai? – sbottò quando vide Crystal
stringere la trottola e caricare Seraphion con sguardo fisso. – Vattene – disse
semplicemente facendo un passo verso Seth che li osservava in attesa.
-
Dammi quel bey Crystal, ora –
-
Vattene…Ci penso io a questo qui…Kai non perdere tempo, oramai ci sei quasi e
niente più ti fermerà ora che ho io il bey. Raggiungi Hilary – Non lo guardava,
ma sapeva che le ametiste ardenti di Kai in quel momento erano posate su di lei,
solo su di lei, solo per lei…Ma non le creava più quella forte cascata di
emozioni poiché in quel momento l’unica cosa che vedeva e percepiva era la
presenza di Seth, e con lui la possibilità di riscattarsi definitivamente e di
dare così luce e ragione alle parole di Boris…Si morse il labbro…Già, Boris
sarebbe stato fiero di lei…
-
Crystal…-
-
Vattene ora e non voltarti –
-
Senza pietà – le disse prima di superare la ragazza e prendere la sua strada,
spinto dal desiderio di trovare Hilary, nonostante il brutto sentimento che
avvertiva nell’aver lasciato sola Crystal.
-
Non sono abituata ad averne…A noi due – disse la ragazza una volta che Kai si
perse dentro le vie tetre e scure di Rabat
-
Ci sei arrivata brava…A quanto pare hai capito – Seth le si
avvicinò sguainando il suo bey
-
Sapevo che avresti agito così…Astra mi ha mandato appositamente per distruggere te –
-
Bene allora che aspetti? Fatti sotto – scagliò
Seraphion con tutte le sue forze, cercando di imprimere in quel lancio tutta se
stessa, con tutta se stessa…
-
E’ il tuo ultimo lancio Guardiana! –
La
Plage de Rabat apparve come se qualcuno avesse
cambiato la scenografia al palcoscenico, trasportandoli dalla piazza della Tour
Hassam fino ad una piana
scogliosa su cui si infrangevano le onde impetuose del mare e dove l’aria ancor
più fredda odorava di sale e ghiaccio. Daichi e Takao caddero col viso rivolto
verso la sabbia mentre la slanciata figura di Samantha gettava una affilata ombra dietro di loro. – Che ne dite vi piace
come posto? – sembrava divertita continuava ad
esercitare sui due Cavalieri una strana forza che bloccava loro ogni possibilità
di movimento.
-
Che cosa ci facciamo qui strega!? Lasciaci muovere! –
sbraitò Daichi cercando di agitarsi invano, mentre Takao osservava in silenzio
l’ombra nera della ragazza che troneggiava davanti a lui. Non era riuscito a
distruggerla, non era stato capace di salvare Hilary e nessun altro, ma la cosa
che più di ogni altro lo annientava era che sentiva dentro di sé di non averci
seriamente provato. Aveva affrontato Samantha credendo di poter ricevere delle
spiegazioni dalla ragazza che credeva di amare, ma tutto ciò che aveva ottenuto
erano state le parole di falsa pietà e voglia di distruzione. Aveva fallito…Su
tutto.
-
Su Cavaliere della Luce stai buono, dobbiamo solo attendere l’arrivo degli altri
– lo rassicurò Samantha con un ghigno. – E a quanto pare sono qui – sussurrò lei
dopo qualche istante.
-
Takao! Daichi! – la voce di Max li raggiunse in pochi attimi mentre Astra si
affiancava alla compagna tenendo saldamente bloccati Yuri e Max seguita anche da
Ares con Rei e Boris. – Ci hanno preso – disse Max quando furono tutti riuniti a
pochi metri dal bordo della scogliera. Si guardarono negli occhi per alcuni
secondi, lasciandosi andare almeno alla rassicurazione che non tutti erano
lì…
-
Seth ha fatto quel che doveva? – chiese Ares ad Astra che annuì. – Stanno
combattendo, vedrete questa volta la nostra piccola amica avrà quel che si
merita –
Boris la trafisse immediatamente con un’occhiataccia,
mentre con una mano si teneva il braccio ferito che perdeva copiosamente sangue.
Non poteva essere…
-
Che intendete fare? A cosa vi serve tutto questo? Perché siete qui…A questo
punto potete risponderci -
-
Non credere di renderci loquaci con queste parole Cavaliere. Se siete qui ora è perché bisogna “convincere” qualcuno a collaborare,
dopodiché prenderemo le vostre Essenze e non avremo più bisogno di voi – spiegò
Ares acido scrutando il circondario con sguardo attento fino a che come da nulla
apparve anche Axel, e dietro di lui Hilary…Un’Hilary ridotta ad un fragile corpo
ricoperto di graffi, fango, acqua e sangue.
-
Hilary! – esclamò preoccupato Takao osservando l’amica che cercava di
liberarsi.
-
Lasciali andare Axel! Loro non centrano, prenditela con me! -
Il
moro in risposta le prese il mento fra le dita con fare
accattivante – Su questo puoi stare tranquilla…Ma vedi ora si fa alla mia
maniera – E detto questo diede un ulteriore colpo alla ragazza che venne
scaraventata a terra davanti a tutti gli altri blaider.
-
E’ molto semplice Hilary…O tu mi dici dove si trova
Nike, o loro…Beh vanno all’altro mondo – l’informò Ares con un’espressione di
pura calma e serenità.
La
ragazza si tirò su con gli occhi lucidi per il dolore e la paura e passò in
rassegna i volti dei compagni – Credete che non lo sappia? I Cavalieri vi
servono e non li ucciderete –
-
Già, ma qui non ci sono solo Cavalieri dico bene? –
chiese Astra con fare innocente per poi girarsi con uno scatto verso Yuri e
Boris che non riuscirono ad evitare un suo attacco.
-
Yuri, Boris! – gridò la brunetta spaventata quando i due russi entrarono in
contatto con l’alone violetto causato dall’incantesimo del Demone.
Durò pochi
istanti, dopodiché i due ragazzi si accasciarono a terra con le vesti fumanti e
alcuni lembi di pelle bruciata. – Non dire niente – sussurrò Yuri
-
Allora Hilary? Dobbiamo continuare? – chiese Samantha avvicinandosi a Boris
-
Hilary no! –
-
Stiamo aspettando te Hilary…Anzi lorostanno aspettando te – puntualizzò Astra
venefica.
La
Custode fremeva dalla rabbia e non riusciva a trovare dentro di sé la calma e la
lucidità necessaria per poter ragionare…Era divisa fra
il rispetto verso la sua missione in quanto Custode ed il senso di amicizia
verso tutti quei ragazzi…Persone che se si trovavano in quella situazione
assurda e terribile lo dovevano a lei; questo era un dato di fatto, un marchio
indelebile, un fendente su una tela che nessuno avrebbe mai potuto ignorare, e
lei non poteva mettere la sua missione davanti a loro…O
sì?
-
Allora Hilary? – la voce di Astra le giunse lontana e gelida mentre con gli
occhi velati d’orrore osservava Samantha creare la nuova sfera color rosso
sangue. – Hilary non dire niente! Voi dovete rimanere in vita, è questo quello che conta! Non puoi parlare ora, non dopo che
Julia e gli altri hanno messo in discussione la propria vita! – le parole di
Yuri la colpirono come un fulmine a ciel sereno, come un lampo nella notte
capace di rischiarare per pochi istanti l’aria intrinseca di buio, e per un solo
momento capaci di comandare il suo istinto.
Accadde tutto in pochi secondi: Samantha scagliò il suo
incantesimo contro Yuri che non fece una piega, anzi concentrò lo sguardo sulla
sua avversaria come se non volesse altro che vederla negli occhi prima di
morire, ma proprio quando la sfera lo stava per colpire, il corpo di Hilary si
frappose fra loro.
-
Hilary togliti da lì! – gridò Rei cercando disperatamente di muoversi.
Non
poteva permettere che qualcun altro pagasse a causa sua…Lei era indispensabile
per i Demoni, quindi la sua morte avrebbe solo potuto girare la cosa a favore
dei Cavalieri…Forse questo no, ma in quel momento non ci pensò…Avrebbe messo i
bastoni fra le ruote ai Demoni e tanto bastava…”Kai, scusami per quello che ti
ho detto”
Non
aveva avuto la possibilità di scusarsi a dovere con il ragazzo, ma sperava
almeno che fosse sano e salvo, lontano da quella battaglia e da quella verità
che sarebbe morta con lei.
-
Attacco Fiammeggiante! -
Quando Hilary riaprì gli occhi
la prima cosa che entrò nel suo campo visivo furono solo i bagliori di
qualcosa che si scontrava con la sfera lanciata da Samantha e la sabbia che come
tante minuscole schegge di vetro le pungeva e graffiava il viso. Non riusciva a
capire cosa stesse accadendo, tuttavia al suo orecchio erano giunte delle
parole, ma in particolare una voce, quella voce, che in
un istante aveva avuto il potere di farle credere che forse non era tutto
perduto. Non sapeva se gioire o no del fatto che Kai fosse arrivato fino a loro,
ma sapere che era lì le causava uno strano effetto, si sentiva nuovamente forte,
carica d’adrenalina pura e con tanta voglia di riprendere a combattere.
L’attacco di Dranzer neutralizzò quello della ragazza,
che subito s’affiancò ai suoi compagni mentre Kai
procedette a passo rapido e silenzioso verso i suoi compagni che ora riuscivano
a muoversi.
-
Kai! – lo salutò Rei felice dell’arrivo dell’amico, il quale si fermò a pochi
passi da Hilary che era rimasta a terra. Si fermò, incapace di muoversi e
sorpassarla; aveva corso come mai in vita sua per arrivare in tempo, per
riuscire a trovarla, per salvarla…Eppure ora non sapeva cosa fare dato che il bey non era più nelle sue mani.
Lei
ad un tratto sollevò lo sguardo incrociando i loro
occhi quasi fosse stata la cosa più naturale del mondo, e Kai si stupì ancora di
avvertire un’insistente e dolorosa morsa all’altezza dello stomaco, un dolore
che però sentiva di voler provare…Ancora e ancora, sempre di più, come se in
quella sensazione risiedessero tutti i desideri scavati nel fondo della sua
anima. – Custode – si limitò a dirle, sperando di apparirle neutrale anziché
preoccupato.
Lei
annuì in silenzio mettendosi in piedi e posizionandosi
finalmente davanti a Kai, il quale si sentì ardere di rabbia quando si rese
conto dello stato in cui versava la ragazza.
Avrebbe voluto sapere cosa le avessero fatto, avrebbe
voluto annientare quel verme di Axel con lei sue mani solo per aver osato
sfiorarla, ma soprattutto voleva sentire ancora gli occhi di Hilary scivolare
allegri e luminosi su di sé.
-
Ma che entrata in scena Cavaliere…Davvero complimenti –
esclamò Axel mimando un applauso.
I
blaider si girarono di scatto verso i loro avversari, finalmente uno contro
l’altro…A separarli solo pochi metri di riccia e sabbia, attorno a loro solo il
mare e sopra di loro un cielo in tempesta…Ecco il campo di battaglia, un luogo
da cui solo una compagine sarebbe uscita vincitrice, una scacchiera in cui con
un’abile contro-mossa e pedoni bianchi sacrificati il Re Bianco era riuscito a
fermare lo Scacco, ed ora era in procinto di compiere
la sua mossa.
-
All’attacco Dranzer! –
-
Vai Thanatos! –
Chiedo umilmente venia per il ritardo e
per aver troncato così il combattimento. Era mia originaria intenzione non
tagliare il momento della verità, ma avrei dovuto
scrivere un papiro e poi tutto insieme avrebbe rischiato di essere “pesante”…Per
cui spero mi perdonerete, ma ci sarà da attendere un nuovo capitolo per sapere
cosa ne sarà di questo duello fra Bene e Male. Ah capitolo in Nero, non perché
mi sono dimenticata il colore, ma semplicemente perché è dedicato a niente di
meno che Axel…Quindi che colore migliore?
Bene, ora passo a ringraziare le magnifiche persone che
mi continuano a seguire sempre con molto entusiasmo e non mi fanno mai mancare
il loro importantissimo sostegno…Grazie infinite!
Angolo dei
Grazie^^
Lexy90: E ti
faccio tribolare con questa guerra! Ma capiscimi…Avrei dovuto tagliare troppo
ed avrei rovinato il ritmo che ho dato a praticamente
tutta la storia. In ogni caso ora sui Demoni non ci sono più dubbi…O forse no?
Beh spero con tutto il cuore che questo capitolo ti sia piaciuto! Alla fine di
quest’avventura ti dovrò santificare per non esserti persa neanche un capitolo^^ Baciuzzi
Avly
_marghe 96 xD_: grazie
mille anche a te carissima per aver letto e commentato lo scorso capitolo! Sono
felice che il combattimento ti sia piaciuto e mi auguro davvero che anche questa
parte sia di tuo gradimento! Ce la faranno i nostri eroi? Lo saprai solo
leggendo^^ Baciuzzi Avly
Linn
Chan: Amore mio!! Guarda dopo tutta la tua trepidante attesa, spero solo di
non averti delusa…Anche se so in minima parte di averlo
fatto. Il tanto atteso “scazzottamento” fra Kai e Axel
non c’è stato, ma vediamo cosa ci riserverà il prossimo atto xD. Sono sorpresa e sollevata che lo scorso capitolo abbia
avuto un tale effetto su di te, poiché come ti avevo
detto non mi convinceva granché, ma con le tue parole sei riuscita ad addolcire
un capitolo amaro^^E ora siamo davvero in Guerra! Sono felice che ti sia
piaciuto il quadro che ho voluto dare ad Hilary e ti
dirò che anche io sono soddisfatta della psicologia della brunetta, così come
del cambiamento di Max! A questo punto posso solo confidare che anche questo
capitolo ti sia piaciuto! Ti devo ringraziare per tutte le tue parole ed il tuo appoggio, che sono stati una fonte d’appoggio
incredibile, perciò grazie! Ti voglio bene! Baciuzzi Avly
Inuyasha_Fede:Ciao carissima! No dai non devi farti problemi! Se hai
qualcosa da chiedere non devi assolutamente farti alcuno scrupolo, sono disposta
a raccontarti per filo e per segno tutto quello che non ti è chiaro^^Quindi non
esitare ok? Grazie anche a te per aver letto e commentato lo scorso capitolo e
mi auguro davvero di poter soddisfare le tue curiosità con questo nuovo! Grazie
di tutto, Baciuzzi Avly
Benny92: grazie
mille per i complimenti cara^^Eh come hai visto dobbiamo ancora “vedere” cosa
farà Kai…Ma non temere presto lo sapremo entrambe…Visto
che ancora devo scriverlo xD. Sono felice che ti piaccia il mio stile e
mi auguro che anche questo capitolo possa soddisfarti! Ti aspetto^^ Baciuzzi Avly
Anima: eccola
qui la mia grandissima Anima! Non preoccuparti tesoro per aver perso qualche
puntata, in compenso hai scritto una recensione stupenda! Grazie mille^^Ho preso nota di tutti i tuoi appunti preziosi
e vedrò di farli fruttare al meglio xD. In effetti
Julia è stata, come hai detto tu, “cavalleresca” (non ci avevo pensato,
grande!), mentre sono concorde su quanto hai detto su Boris…E la Voce…Tranquilla
non hai preso nessun abbaglio, a questo punto è lampante e non c’è più nulla da
nascondere, solo dobbiamo vedere come si mostrerà alla luce della Verità^^Sui
Demoni…Spero che la famosa ed attesa scazzottata ci sia xD. Anima, davvero
grazie per i tuoi commenti, spero sinceramente che anche questo capitolo ti
piaccia! Anzi spero che riesca a sconfiggere il tuo nemico giurato così che tu
possa farmi sapere la tua importante opinione^^ Baciuzzi Avly
LirinLawliet: Alla mia
dolce Lirin non posso che dire Grazie per Tutto quello
che hai detto e scritto! Le tue parole sono davvero stupende
ed ogni volta che pubblico un capitolo aspetto sempre con un’ansia
particolare la tua recensione. Il tuo parere è sostanzialmente importante, segui
questa storia fin da quando è nata e quindi hai avuto modo di vederne la
crescita e ti ringrazio infinitamente per esserci sempre stata! Hai ragione, una
delle cose a cui ho mirato è stata proprio la velocità
ma allo stesso tempo l’efficacia, e diciamo che questo capitolo ricalca quello
scorso…E’ anche per questo che non potevo non tagliare il capitolo, altrimenti o
avrei scritto dei papiri troppo pesanti, oppure avrei dovuto inserire dei tagli
che avrebbero rovinato il ritmo di tutta la storia.
Sono felice che il pezzo del flashback ti sia piaciuto!
Ebbene sì, con quel capitolo si sono risolti parte dei dubbi legati alla Voce,
ma adesso credo che tutta l’attenzione sia stata monopolizzata dal nuovo “patto”
fra i due Demoni…Vedremo che succederà! Eh lo so che Crystal ha un posticino
particolare per te, e in questo capitolo ho voluto dare ancora una volta un
ritratto di una Crystal vincente nonostante possa sembrare il contrario. Sono anche molto soddisfatta che Hilary ti sia piaciuta, così
come la crescita psicologica di Takao! Grazie infinite Lirin, spero che questo capitolo possa riuscire a regalarti
qualcosa, a trasmetterti un piccolo qualcosa che possa esserti d’aiuto! Ti
voglio bene, Baciuzzi Avly
Halley Silver Comet: posso dire
che mai mi sarei aspettata di vederti comparire in questa fic, e per questa
volta sono felicissima di essermi sbagliata^^Grazie mille per aver letto tutta
la storia…Accidenti che mito, si può sapere coma hai
fatto? Hai avuto una costanza degna di nota cara mia!
Sono soddisfatta di sentirti dire che la coppia KaixHilary non ti sta dando
fastidio, questo è molto importante e sapere che sono riuscita a non infastidire
proprio chi in genere non ama la coppia è doppiamente gratificante xD. Non so se hai ricevuto l’e-mail che ti ho mandato,
comunque nel caso tu non l’avesse ricevuta ti ripeto
che no, per me non c’è assolutamente alcun problema per la questione
“Takao”…Puoi fare ciò che più ti aggrada^^. Bene spero che questo capitolo possa
piacerti e se ti farà piacere, sarei contenta di sapere
cosa ne pensi di questo! A presto, Baciuzzi Avly
Kamy: bellina!
Grazie per aver commentato, e spero che anche questo capitolo sia attivo e pieno
d’azione come per lo scorso! Eh sì, il pezzo del flashback è stato forte, ma
visto che si ricollegava direttamente con il prologo
dovevo dargli una continuità “sinistra”. I particolari sulla vicenda credo verranno spiegati più avanti, e spero che continuerai a
seguirmi^^Grazie mille carissima! E ricorda che io voglio ancora sapere come
va avanti la tua Metallo e Sangue! Baciuzzi
Avly
Cherry_88: Ciao
tesoro! Grazie mille per l’incoraggiamento! Sei stata dolcissima e di grande
aiuto^^In effetti quello scorso è stato un capitolo piuttosto impegnativo e
–causa blocco- non mi soddisfaceva mai, mentre questo credo sia stato più
“scrivibile”. Credo che in linea di massimo questo capitolo ricalchi l’orma del
precedente e mi auguro che mantenga la stessa “magia” xD Eh sì oramai la
collaborazione è avviata, manca solo la guerra! Spero che questo capitolo ti
piaccia, e ti aspetto per sapere cosa ne pensi^^ Lo sai
quanto la tua opinione sia importante! Ti voglio bene,
Baciuzzi Avly
Padme86: Grazie
infinite Pad per tutto quello che hai detto^^ Sono felice di esserti stata d’aiuto, e lo sai…Sono sempre a disposizione! Beh dai i
russi si sono mossi no? Ora ci tocca vedere la mossa di Kai…Perdona se gli ho
riservato l’entrata trionfale, ma non ho saputo resistere…Non dimentichiamoci
che è il mio personaggio preferito xD Forse al momento
né Takao né Max hanno fatto un “sedere tanto” (parole tue xD) alle care Samantha
ed Astra, ma abbi fede e pazienza^^Come sempre in questo tipo di capitoli, il
mio timore è quello di non essere stata abbastanza chiara, e di aver reso tutto
troppo rapido e dialogato, ma ho cercato di non guastare troppo l’andamento
ritmico della storia. Spero che ti possa piacere, e mi farebbe molto piacere
sapere cosa ne pensi^^Grazie per tutto Pad! Ti voglio
bene, Baciuzzi Avly
Lenn
Chan: *corre saltellando modello figlia
dei fiori* Grazie tesoro! Mi hai lasciata così ^//^ a
fine recensione…Davvero ti dà questo effetto? Allora devo fare del mio meglio
affinché la mia storia possa continuare ad emozionarti
così^^Come hai visto in questo capitolo ci siamo soffermati sui vari personaggi,
e devo ammettere che è stata una faticaccia gestirli tutti quanti..Ma mi ha
anche divertita molto xD. Spero che il ritratto di Hilary ti sia piaciuto, tengo
molto al tuo giudizio e sapere cosa ne pensi sull’intero capitolo sarebbe
importantissimo! Per la questione Kai vs Axel…A loro devo regalare un Signor
Capitolo, non posso mica farli prendere a pugni alla fine del 23esimo…E poi la
vendetta è un piatto che va consumato freddo xD. Spero
che questo capitolo ti piaccia e mi auguro di sentirti presto per entrambe le
faccende^^ Ti voglio bene, Baciuzzi Avly
The Raindrop: una nuova
voce** Grazie mille per esserti aggiunta! Caspita sei riuscita a leggerti tutta
la trafila di capitoli?! Davvero complimenti! E grazie
per avermi dato la tua opinione, di cui spero di potermi avvalere anche per
questo^^ Mi auguro che ti sia piaciuto!
Baciuzzi Avly
Helens: ma
quando io ti vedo comparire comincio a saltellare come un grillo! La mia amora compare quando meno me lo aspetto e ne sono sempre
felicissima! Spero con tutto il cuore che questo capitolo ti piaccia e spero di
poter ricevere il tuo importantissimo parere anche su questo! Grazie amora mia! PS: quando è che aggiorni la tua TrueLove? Ti voglio bene, Baciuzzi Avly
Bene, a questo punto ringrazio di cuore le 23 persone che hanno messo la storia fra le seguite, le 18
persone che hanno messo la storia fra le preferite e le due lettrici che l’hanno
inserita fra le storie da ricodare^^…Grazie a tutti voi!
Un grazie
particolare anche a, death_princess, le Pilatigirls, Cherry_88, Elysabeth91, benny92 e
pukipuki25!!
In
ultimo e poi prometto che vado via, vorrei ringraziare anche le persone che
hanno commentato e letto la mia ultimo one-shot sempre
su beyblade, per cui grazie infinite a:
Linn
Chan (non manchi mai tesor mio grazie!!)
Fe85 (felice e
lusingata che ti sia piaciuta^^)
Halley Silver Comet (grazie per essere arrivata fino a qui carissima
grazie!)
PichShrooms_BOOM(felicissima di sapere che ti
è piaciuta! Non so dove prendere le parole…Grazie mia
Maestra!)
Aphrodite:
(grazie per la recensione cara, sono
contenta che ti sia arrivata!)
Capitolo 24 *** La Mossa del Re nella Scacchiera di Fuoco e Odio - Seconda Parte ***
Che cosa si prova quando ci si trova a diretto contatto con le proprie paure e la consapevolezza di essere arrivato in quel momento della vita, in cui devi scegliere se vivere o morire
La Mossa del Re nella Scacchiera di
Fuoco e Odio – Seconda Parte
Che
cosa si prova quando ci si trova a diretto contatto con le proprie paure e la
consapevolezza di essere arrivato in quel momento della vita, in cui bisogna
scegliere se vivere o morire? Si può riuscire in quegli attimi a percepire
l’aria gelida penetrare le membra contratte dalla fatica, o le stilettate
d’acqua pioverti incessantemente addosso? O forse la
verità è che in quel momento ci si sente insolitamente carichi d’energia, infusi
di quell’adrenalina inarrestabile, scaturita probabilmente dalla voglia e dal
desiderio di combattere, di andare avanti, di lottare con tutte le proprie forze
per un ideale, un sogno, una possibilità, un futuro?
La
verità era che in quel momento nessuno sapeva la risposta, eppure tutti se lo
chiedevano…Che cosa li spingeva a combattere una guerra di cui non sapevano
neppure le condizioni, le cause, insomma nulla…Anzi no, una cosa la sapevano, un
dato di fondamentale importanza: chi avevano di fronte non erano esseri umani,
erano stati la causa di tutto quello che era capitato loro dall’inizio di quel
torneo, ed era un motivo più che sufficiente per fare poco i
moralisti…
L’incontro procedeva da parecchio tempo, un periodo che
nessuno avrebbe saputo quantificare, ma sicuramente molto a giudicare dai visi
stravolti ma decisi dei blaider, i quali combattevano ognuno per un motivo, per
un sogno, più o meno comune, ma
lottavano.
-
Takao quanto ci vuole a farla fuori su! – sbraitò
Daichi quando si accorse che il proprio capitano insisteva con quella sua
tattica difensiva, che poco si addiceva al campione del
mondo.
-
Eh sì, il nostro Takao fa il sentimentale…Non può colpire la sua “ragazza” non è
vero amore? – la voce ironica di Samantha riecheggiò fastidiosa, ma con un fondo
di verità nel cuore del giapponese, che ancora non riusciva pienamente a
destreggiarsi in quel labirinto di parole, sguardi, paure e tradimento.
Non
lo voleva ammettere, ma oltre alla Voce, l’altro motivo per
cui non riusciva ad attaccare Samantha era che…Non ce la
faceva.
Aveva la mente in balia di una tempesta, non riusciva a
ragionare, ed ogni tentativo di reagire veniva messo a
tacere dalla consapevolezza di essere stato ingannato, preso in giro, di aver
messo in discussione la sua amicizia con Kai e gli altri
per…Un’illusione.
-
Takao attento! – sollevò lo sguardo quando si rese conto che Samantha aveva
scagliato un disco vermiglio contro di lui, e che non avrebbe fatto in tempo
ad evitarlo.
-
Barriera Sacra! – gridò Hilary creando una sorta di bolla difensiva attorno
all’amico, neutralizzando così l’attacco del Demone, la quale si ritrovò il
proprio attacco contro.
Hilary rilassò i muscoli delle braccia protesi per lo
sforzo quando la bolla si dissolse e rapida tornò a volgersi verso la scogliera,
dove Kai e Axel si sfidavano apertamente, senza darsi un attimo di respiro. La
ragazza seguiva ogni movimento di entrambi con il cuore in gola, trattenendo il
respiro ogni qualvolta che Axel riusciva a ferire Kai, il quale però non si
piegava mai…Risorgeva dalle proprie ceneri come una maestosa Fenice, tornando ad
attaccare più determinata che mai.
-
Hilary dietro di te! – l’avvertì Rei quando una delle
creature incappucciate cercò di afferrarla per le spalle. La brunetta si buttò
di lato per evitarlo, ma questo finì steso a terra eridotto in polvere in pochi
secondi da una trottola color acquamarina.
-
Non possiamo andare avanti così! Ma dove diavolo è
quest’Essenza? – le chiese Boris mentre il suo Falborg si allontanava dalla
ragazza.
Kai
a quelle parole si volse appena verso Hilary, la quale con viso sconsolato si
volse verso di lui, incrociando per un istante i loro occhi. Kai strinse i pugni
dalla rabbia, distogliendo l’attenzione da Hilary e percorrendo le strade
fangose di Rabat fino alla piccola piazza in cui aveva dovuto lasciare il bey
della Custode e non solo…”Forza Crystal quanto ci metti”
-
Vai Seraphion attacca! – concentrò tutta la sua potenza in quell’offensiva,
incurante delle ferite e del freddo, lei attaccava, mordeva e si scagliava
contro il bey nero dell’avversario come una furia, senza prendersi il tempo per
riflettere; anche perché da pensare non c’era più
nulla.
Aveva passato troppo tempo a meditare su sguardi,
sensazioni, parole e sentimenti a cui non era riuscita
neanche a dare una motivazione logica…Certo che era stata proprio infantile. No,
semmai aveva sperimentato per la prima volta l’amore e la sofferenza ad esso annessa, aveva capito che in realtà amare non sempre
è gioia, ma può essere benissimo tristezza e dolore, tuttavia non aveva più
molta importanza. Ora la pagina della sua vita pesante e impregnata di inchiostro nero poteva essere girata, continuando ad
essere scritta, questa volta con meno errori e più cura…Era questo il suo
desiderio più grande, poter rimediare ai propri errori e tornare così a non
dover distogliere inorridita lo sguardo dal proprio riflesso nell’acqua.
-
Non andrai da nessuna parte Guardiana, i tuoi attacchi sono inutili -
-
Una frase del genere è tipica di chi non sa a cosa appendersi – sottolineò Crystal caricando un nuovo attacco ai danni di
Seth, i cui occhi dorati continuavano a scrutarla con attenzione, come se
riuscissero a scavarla dentro. Ed era questo il problema maledizione! “Potrei
annientarlo molto più facilmente se la evitasse di guardarmi…Quegli occhi mi
mettono una strana sensazione addosso”
Le
incutevano soggezione, timore, era come se in quelle pozze d’oro risiedessero
tutte le sue peggiori paure, ciò che aveva il potere di bloccarle il respiro e
il cuore, e che non trovava il coraggio di
guardare…Come se guardarlo significasse vedere se stessa, i propri
errori…
-
Non puoi toglierti il peso delle tue colpe, sei condannata a pagare – l’avvisò Seth.
Crystal indietreggiò colpita da quelle parole…Ma come
diavolo faceva a…
- A
leggere i tuoi pensieri dici? – la sorprese il Demone come se fosse la cosa più
naturale al mondo. Crystal sgranò appena gli occhi, incredula davanti a quella che rappresentava la sua paura.
Ora capita il perché del terrore, della soggezione di quegli occhi…Era come se
Seth rispecchiasse le sue paure più grandi, e in quel momento ciò che la
terrorizzava era la Colpa, il rimorso e se stessa.
Non
riusciva a sopportare la vista del proprio riflesso e così allo stesso modo non
poteva guardare Seth, perché vi vedeva se stessa.
-
Rappresenti le mie paure – non era una domanda, ma la conferma della sua
certezza.
Seth fece un piccolo cenno col capo – Perspicace, tu ed
io siamo più simili di quanto credi; sono le tue Paure,
l’Immagine della tua anima e quindi di te…Tu sei me – sottolineò
soddisfatto.
Crystal a quelle parole scosse il capo divertita e tornò
a fissarlo intensamente negli occhi – Oh no caro mio…Io non sono te,
assolutamente. So chi sono, sono convinta che la mia anima non sia esattamente
linda e pura, ma nessuno può definirsi un Santo su questa Terra…E poi se anche
tu ed io fossimo simili…Un motivo in più per farti fuori, con tanti saluti per
Astra –
Con
una mossa fulminea Seraphion si scagliò su Seth, il quale reagì prontamente
all’attacco, sospingendo la russa indietro, ma lei strinse i denti e non accennò
a retrocedere. – Vai Seraphion! Ho altro da fare che
stare qui ad occuparmi di te! Fallo fuori vai! – strinse la presa sul piccolo bey colorato che teneva
in tasca e con tutta l’energia che possedeva condusse
nuovamente la sua trottola contro il nemico, che questa volta venne investito
dall’esplosione di luce e stelle causata da Seraphion. – Sei condannata! – gridò
Seth prima di scomparire definitivamente inghiottito dalla luce e dalla potenza
delle Stelle.
Dopo che Seraphion si fu arrestato, e tutto intorno a
lei fu nuovamente rivestito d’oscurità, Crystal si chinò sul suo bey bollente e
lo osservò per qualche istante. – Sicuramente…Ma non sei tu il mio giudice –
sussurrò riprendendo a correre verso la Plage de
Rabat, da dove vedeva provenire bagliori e scariche d’energia, segno che la
battaglia era iniziata senza di lei…Di loro.
Si
voltò giusto in tempo per vedere Axel piombargli alle spalle e tentare di
colpirlo con un incantesimo, il quale andò ad
infrangersi con violenza contro la scogliera lasciando Kai solo con qualche
graffio. Il dranzerblaider si passò un braccio sul rivolo di sangue che gli
colava a stento dal labbro, sondando attentamente il terreno alla ricerca di un
qualsiasi punto d’appoggio che gli permettesse di incastrare Thanatos. Fino a quel momento aveva risparmiato attacchi
disperati ed inutili, preferendo una tattica più
precisa e fulminea, ma ciò non toglieva che non stava ottenendo i risultati
sperati; dall’altro canto non poteva neanche distruggere Thanatos o qualcuno lì
dentro ci avrebbe lasciato la vita, e si era ripromesso che questo non dovesse
accadere.
Avevano bisogno della Voce, per delle spiegazioni, per
donare luce ai troppi misteri che li stavano avvolgendo…Ma lui voleva sapere
anche dell’altro: perché lei lo aveva voluto salvare quella notte a Los Angeles?
-
Kai alla tua sinistra! – avvertì la voce lontana e forte di Hilary giusto in
tempo per evitare un nuovo attacco di Axel, il quale non lasciava mai i suoi
occhi, lo teneva stretto nella sua morsa di assalti ed
incantesimi, scagliando contro di lui lampi di luce nera distruttivi. Non
potevano andare avanti così! Era un suicidio, non una guerra. Tutti i ragazzi
non attaccavano con la dovuta convinzione, seguendo la tattica ideata da Takao,
la quale si era rivelata l’unica percorribile fintantoché Hilary non fosse
entrata in possesso del suo bey…Ma non era neanche certo che questo bey
arrivasse.
Un
grido intriso di dolore gli fece salire la rabbia alla testa, ma quando si rese
conto che ad urlare era stata Hilary, colpita da un
lampo scagliato da Astra che doveva andare su Max, non riuscì più a trattenere
le briglie di Dranzer, che prese a roteare ad una velocità incredibile, tanto
che nei punti attorno al perno di rotazione si vennero a creare dei solchi e
delle spaccature. Non riusciva a vedere altro se non Hilary che si tastava il
braccio leso, ed avvertì la collera scorrergli nelle
vene al posto del sangue, rendendo la sua mente preda di una furia cieca che non
aveva né il potere né la volontà di placare.
“Al
diavolo la Voce...Questo no”
-
Dranzer vola! Attacco fiammeggiante! – incitò il suo bey all’azione e questo
si incendiò come se non vedesse l’ora di dare al fuoco
e alle fiamme tutta quell’Oscurità.
Diresse Dranzer contro Illusion e Thanatos disintegrando qualsiasi frammento di roccia sul suo
cammino, e sotto gli occhi esterrefatti di tutti i blaider, che non credevano ai
loro occhi.
-
Kai fermo, non lo fare! Non puoi distruggerli! – l’ammonì Rei
-
Kai no! – Max e Takao osservarono inorriditi la scena, mentre Dranzer non
accennava a diminuire la sua corsa verso i quattro beyblade avversari che
incredibilmente rimanevano immobili.
“Ma che diavolo fanno? Perché non si spostano?” si chiese
Yuri sospettoso.
“Vieni avanti Cavaliere…E’ la volta buona che mi libero della
seccatrice” disse
Samantha.
“Ragazzi
togliamoci da qui!” disse
telepaticamente Astra
“Ferma, non
c’è nulla da temere” la rassicurò Axel
tranquillo, continuando a guardare con insistenza Kai.
“Ma che dici
Axel? Non possiamo farci colpire…Lei non
può morire” disse Ares incredulo davanti alle
parole del suo compagno, il quale non fece una
piega.
Dranzer era a pochi metri da loro e la distanza si
accorciava inesorabilmente, così come anche le speranze di vita di chi ne
avrebbe subito le conseguenze, così come anche i sogni
di chi aveva risposto tutto in quella battaglia…Così come anche i dubbi di
Hilary quando si frappose fra i Demoni e Dranzer…
Kai
spalancò gli occhi sorpreso, lasciando che quella fiamma ardente di follia si
spegnesse, lasciando posto alla lucida razionalità delle sue iridi ametista, che
ebbero la prontezza di riflessi di far arrestare Dranzer prima che questi
prendesse in pieno la Custode.
La
trottolina blu si fermò ai piedi di Hilary, la quale teneva gli occhi puntati
sul ragazzo e non sembrava intenzionata a lasciarlo andare. Kai la guardò
incredulo, mentre accanto a loro tutti erano rimasti con il fiato sospeso per
quei momenti apparentemente interminabili.
-
Kai…No. Non possiamo ucciderli, non ora – sottolineò
con voce sottile, ma decisa allargando le braccia come in segno di
protezione.
-
Non li lasceremo distruggere noi ed il nostro mondo!
Come fai a proteggerli?! – le sputò con rabbia il
dranzerblaider; se non fosse stato per lei a quest’ora forse sarebbe tutto finito…
-
Perché non possiamo andare da nessuna parte senza di lei, Kai. Non posso
spiegarvi ora, ma vi prego di ascoltarmi: noi abbiamo bisogno della Voce, non
possiamo lasciarla ora – disse Hilary con sempre maggior convinzione nella voce.
Non poteva dire la verità ai ragazzi, a Kai in
particolare, prima di tutto perché non aveva prove certe, ma anche perché
sarebbe stato controproducente per la missione; no, una cosa per
volta.
Kai
chinò impercettibilmente il capo, raccogliendo le sue parole con rammarico e
ammettendo che nonostante la cosa gli fosse totalmente
intollerabile aveva ragione lei. Loro avevano bisogno della Voce. – Ma brava Custode…E perché non le dici pure a noi tutte queste
cose interessanti? Anzi no, prima l’Essenza! – dichiarò da dietro di lei Axel
sferrando un attacco magico che passò rasente ad Hilary
e si infranse con una velocità in quantificabile su Kai, il quale non ebbe il
tempo di reagire.
-
Kai! – gridò Hilary inorridita mentre osservava spaventata il raggio di luce
nera scaraventare Kai contro una parete di roccia sul limitare della scogliera.
Il
respiro le si mozzò di colpo, come se un fendente le
avesse disarcionato il capo ed i suoi occhi cominciarono ad avvertire la
presenza delle lacrime e della rabbia, nel vedere Kai lì, steso contro la
pietra, col viso in parte sanguinante e la bocca contratta in una lieve smorfia.
“Ma che
diavolo ti è preso Axel?! Non lo puoi uccidere, sei
uscito di senno?” lo rimproverò Ares indignato sotto la vista di un’Astra
incredula. Il moro non rispose alla domanda e si limitò a bloccare Hilary per un
braccio quando questa fece per avvicinarsi al russo, mentre le creature
incappucciate tenevano occupati gli altri blaider. Hilary si sentì trascinare
via, impotente e dilaniata davanti a tanto dolore; non aveva altra via di
fuga…Doveva dire la verità, doveva svelare dove era
custodita Nike.
-
Allora Hilary…Devo infierire ancora o mi dai quello che mi serve? – le chiese con velata dolcezza Axel prendendole il mento fra due
dita.
A
questo punto doveva dire la verità, per quanto questo
avrebbe significato inevitabilmente la loro rovina, ma non poteva più permettere
che Kai o chiunque altro soffrisse per lei; la sua ipotesi che i Cavalieri
dovevano essere intoccabili, a giudicare dalle azioni di Axel stava andando a
disgregarsi inspiegabilmente, e non poteva accettare che Kai venisse ferito
ancora.
-
Allora? Sto aspettando, e sai quanto mi secchi farlo –
Prese un profondo respiro consapevole di avere gli occhi
di Kai puntati su di sé, occhi che forse in questo momento la stavano odiando
perché stava rinunciando alla lotta, ma non le
importava niente. - Nike è…- un tuono squarciò l’aria gelida e per alcuni attimi
l’unica cosa che si udì fu lo scroscio incessante della pioggia e l’ululato del
vento, come se persino la Natura volesse impedire ad
Hilary di proseguire.
-
Dentro...Fiamma – sussurrò a denti
stretti.
-
Il cavallo nero? Strabiliante, questa volta Nike si è nascosta bene – asserì
Astra.
La
Custode imprecò sotto voce avvilita…L’aveva detto, ora nulla li avrebbe più
potuti fermare. – Brava la mia Custode. Su non essere triste, a breve ti
ricongiungerai con la tua Essenza, non sei contenta? – le sussurrò ironico Axel
lanciando uno sguardo ad Astra, che però non si mosse, anzi squadrò il compagno
con uno strano sguardo.
-
Poi mi spieghi il perché di questo atteggiamento. Sei
uscito di testa? Che ti salta in mente, colpire quasi
mortalmente uno dei Cavalieri! E se Hilary non si fosse frapposta!? Dico hai idea di quello che hai fatto! – sbottò la mora
indignata all’indirizzo del ragazzo dagli occhi verdi, che però scrollò le
spalle con fare annoiato.
-
Non volevamo il posto dove si nasconde Nike? Si può
sapere che vuoi? – sopraggiunse Samantha che era quasi alle spalle del demone
dell’Illusione.
La
ragazza si voltò verso l’altra puntandole il dito contro – Tu non fiatare! Quasi
ci speravi che Dranzer ci prendesse tutti e quattro, e questo solo per uccidere
la Tua spina nel fianco! Hai sempre voluto la sua morte consapevole che lei ci
serviva e ci serve tutt’ora! Avete provato a far fuori
dei Cavalieri, vi rendete conto di quello che avete fatto!? – Astra trucidò con lo sguardo i suoi due compagni, i
quali con noncuranza fecero finta di non averla sentita.
Ares si avvicinò ad Astra appoggiandola – Ha ragione
ragazzi, si può sapere che vi prende? – Tutti rimasero in silenzio, blaider
compresi, i quali vedevano quasi come una crepa fra gli
Obscuras e non avevano di certo intenzione di impedire che si frantumassero da
soli.
-
Assolutamente niente – disse Samantha girandosi di scatto verso Astra ed Ares che istintivamente si scambiarono un’occhiata
sospetta. – Vedete, le regole del gioco sono cambiate…E
con esse anche le modalità di gioco -
-
Che diavolo significa Samantha? –
Axel si voltò verso i due affiancandosi a Samantha e
guardandoli con occhi che fecero accapponare la pelle gelida di Astra –
Questo…Che voi siete fuori –
-
Maledetti traditori, ho capito il vostro piano! Voi volete scavalcare il nostro
Cavaliere, il nostro Signore! Che credete di poter conquistare i Sette Regni
ed il piano della Terra solo con le vostre forze? Siete
patetici – dichiarò Astra
Samantha sorrise a quell’affermazione – E tu Astra sei fin troppo devota al nostro Signore…Francamente mi
sono stancata di prendere ordini da una creatura che non sappiamo nemmeno se ci
darà quanto ci spetta al termine della nostra missione. Perché dovrei fare tanta fatica ad affrontare Cavalieri e Custodi se
poi tutto il Potere va in mano al mio Cavaliere? No, ora questo mondo e i Sette
Regni apparterranno a noi…Due - e con queste parole un fascio di luce nera e uno
rosso di proiettarono violenti e rapidi su Astra e Ares, che murarono l’attacco
con una barriera d’energia, ma che non riuscì a reggere anche l’offensiva che
Draciel, Wolborg e Driger stavano continuando ad
affliggere ai loro beyblade.
Hilary si coprì gli occhi con le braccia quando
un’intensa luce investì in pieno sia Astra che Ares,
lasciando pochi secondi dopo alla pioggia il compito di lavare via il terreno
dove fino a qualche istante fa poggiavano i piedi dei due
Demoni.
Lo
stupore fu ben visibile sugli occhi di tutti i blaider, i quali non riuscivano a
credere ai propri occhi: Astra e Ares erano stati letteralmente spazzati via,
inghiottiti da quel fascio di luce nera e vermiglia che li aveva rispediti nel
luogo dal quale provenivano.
I
ragazzi si scambiarono delle occhiate incredule, mentre osservavano la pioggia
cadere sulle orme lasciate dai due Demoni e cancellarle con tante minuscole
gocce gelate.
- E
questa è fatta…Ora tocca a voi – dichiarò Samantha scagliando un attacco magico
su Takao, Max, Rei e Daichi che vennero sbalzati via di
qualche metro.
-
Ragazzi! – gridò Hilary cercando di raggiungerli, ma invano poiché Axel la
teneva saldamente per le braccia.
-
Ora fai la brava ed aspetta – le sussurrò lui
all’orecchio con fare dolce, mossa che fece salire il sangue al cervello alla
brunetta, la quale gli sferrò un calcio dritto sull’addome, ma beccandosi un
colpo sulla schiena.
-
Niente giochetti Custode…Samantha – chiamò la sua
compagna.
-
Lo so, vado a prendere Fiamma…Ma prima...Mors Falce
Nera! – urlò con sicurezza in direzione di Wolborg e Falborg, che erano rimasti
i soli a tallonare Mors.
-
Yuri, Boris! – gridò allarmata Hilary
-
Vai Wolborg Tempesta di Ghiaccio! – non le avrebbe
permesso di trovarlo impreparato, sarebbe potuto essere il suo ultimo attacco, e
voleva che fosse il più potente, quello in cui avrebbe messo veramente tutto se
stesso…Non solo la sua forza e la sua determinazione, ma anche il suo cuore.
Quello stesso cuore che qualcuno aveva preservato fino a questo punto a costo
della propria vita.
-
Attacca Falborg, Lamine di Vento! – scagliò la sua trottola consapevole che non
ne avrebbe ottenuto nulla di buono, ma ci avrebbe provato, avrebbe dato tutto se
stesso, come sempre…L’aveva fatto contro la BEGA e l’avrebbe fatto ora. Per
un’ideale, un suo punto fermo, il suo punto…
-
Patetici – soffiò Samantha sprezzante.
Kai
vide i tre bey convergere in un unico punto ed il lampo
di luce che derivò dal loro impatto fu intenso ed accecante, tanto che tutti si
dovettero coprire gli occhi con le braccia...Tuttavia non poterono coprire anche
le loro orecchie, perciò furono certi che quella voce non era stata
un’elaborazione della loro mente…
-
Seraphion, attacco Meteora! -
Ansimava dalla fatica, le gambe le dolevano
terribilmente, un senso d’instabilità le pervadeva i muscoli, ma non si permise
né di appoggiarsi né di inginocchiarsi per riprendere fiato. Rimase lì, bloccata
con ancora il caricatore puntato, il braccio teso leggermente tremolante, ed il respiro affannato e voglioso d’ossigeno.
Non
appena la luce causata dal suo attacco si affievolì, la pioggia lavò via polvere
e terra, lasciando immersi in una fanghiglia di sabbia quattro
bey…Fermi.
-
Maledetta…Non ci eravamo già liberati di te? – disse
Samantha rialzandosi da terra e trucidando con due lame vermiglie la giovane dai
capelli color rubino che si stagliava davanti a loro.
-
Crystal…- sussurrò Yuri all’indirizzo della sorella non riuscendo a credere ai
propri occhi.
Boris si lasciò sfuggire un
sorriso non appena incrociò gli occhi freschi e limpidi della ragazza, la quale
sembrò quasi soffermarsi su di lui, e in quella frazione di secondo sembrò che
entrambi si stessero dimostrando qualcosa…Lei che aveva riavuto la sua dignità e
lui…Beh che sarebbe andato avanti qualsiasi cosa fosse
accaduta.
-
Crystal – Hilary si lasciò andare ad un sospiro di
sollievo mentre Kai osservò rincuorato la ragazza che fra le mani stringeva un
piccolo bey dalle sfumature di vari colori, segno che aveva
vinto.
-
La nostra traditrice…Ne deduco che Seth sia finito in polvere – fece Samantha
piccata.
-
Perspicace...E presto finirete così anche voi due –
minacciò Crystal puntando il dito contro i Demoni. Axel l’osservò con un mezzo sorriso – E come faresti di grazia?
–
La
russa per tutta risposta mostrò chiaramente alle spire del vento e alla fredda
brina la piccola trottola, che con la sua varietà di tonalità sembrava
risucchiare qualsiasi colore presente su quel paesaggio tetro ed agghiacciante, come una stella ricamata sul manto oscuro
della notte.
-
Davvero impressionante, ma il punto è: credi che basti questo per far sì che
loro tornino a fidarsi di te? Tu che li hai traditi, tu che hai collaborato con
noi, e tu che potevi fermarci ma non l’hai fatto? –
chiese allusiva Samantha lasciando alcuni dei ragazzi
sorpresi e Crystal tentennante.
-
Fatti gli affari tuoi Samantha! Qualsiasi cosa sia successa sarà un nostro
problema, non tuo – sbraitò Daichi attirando su di sé l’attenzione di
tutti.
-
Ha ragione. Ciò che ha fatto Crystal riguarda noi, non voi – puntualizzò Yuri
- E
poi voi due sarete già belli che morti quando accadrà –
dichiarò Boris minaccioso.
Axel e Samantha si lasciarono andare ad una risata che risuonò come acida e spiccata alle orecchie
di Hilary, come se stessero continuando a prenderli in giro, come se ogni loro
gesto, persino ogni respiro fosse semplicemente fatto per ingannarli, per
trattarli come dei poveri idioti. Si sentivano superiori a loro, protetti dalle
loro solide mura grondanti di sangue e dietro l’immagine di quella figura che
avevano legato a loro tempo prima.
Ma ora lei
poteva adoperare il potere di Nike, ora poteva combattere e scatenare tutta la
sua potenza su quei maledetti e soprattutto poteva liberare la
Voce.
Ad un tratto
vide Axel smettere di ridere e tornare a concentrare il proprio sguardo sui
blaider e Crystal – Il Re Nero è ad un passo dallo Scacco, e non sarà una pedina
a salvare il Re Bianco – sussurrò come se stesse pronunciando una strana
formula, attirando in questo modo gli sguardi di tutti su di sé, e lasciando
così campo libero a Samantha, la quale sferrò un attacco in direzione di Crystal
che lo vide arrivare all’ultimo secondo…
-
Crystal! – Hilary urlò in direzione della rossa quando realizzò quanto stava per accadere, ma lo scroscio della
pioggia e le parole di Axel attutirono le sue grida, come se quella strana frase
pronunciata dal moro avesse avuto la capacità di coprire la sua voce. Si lanciò
verso la ragazza con l’intento di spostarla, ma venne
buttata giù e finì col toccare la sabbia bagnata e gelida. – Crystal! - gridò
mentre con orrore vide gli occhi della russa illuminarsi di rosso, riflettendo
il disco vermiglio che Samantha le aveva scagliato.
-
Hilary, se fallisci è meglio che non mostri più la tua
faccia su questa Terra! – la Custode alzò il capo quando le parole di Crystal la
raggiunsero trasportare dal freddo vento che sferzava le loro pelli senza pietà.
I
ragazzi videro in un lampo di secondi Crystal lanciare in direzione di Hilary il
bey ed il suo caricatore, mentre il disco le si
conficcava nel petto trapassandola e svanendo una volta uscitale dalla schiena.
La ragazza cadde al suolo con un tonfo, sprofondando nel fango e nel gelo di
quella piana, sotto gli aghi incessanti della pioggia, e coperta dalle urla di
Yuri che si lanciò insieme a Boris verso la sorella,
mentre Kai vide Axel correre in direzione di Hilary che stava per intercettare
il bey.
Si
mosse d’istinto, non aspettò neanche un chiaro messaggio del suo cervello,
semplicemente agì, si lanciò su Axel assestandogli un colpo dritto sul viso e
buttandolo così a terra e dando la possibilità ad
Hilary di afferrare Nike illesa.
Kai
riuscì a far leva sulle braccia e a stendere Axel, bloccandone i polsi con una
mano, mentre con l’altra lo colpiva ripetutamente sul viso.
Rabbia, ira, collera, avrebbe voluto ucciderlo,
annientarlo, farlo a pezzi poiché in quel momento l’unico sentimento che lo
dominava era la follia, la vendetta per quello che avevano fatto.
Si
sentiva ardere dalla rabbia, e l’immagine di Crystal a terra gli riempiva il
cervello di fumo rosso e dal sapore metallico…Sangue, lo stesso sangue che aveva
sentito quella notte a Los Angeles quando venne
attaccato e lo stesso liquido che ora voleva veder scorrere dal viso di Axel.
Lo
colpì ancora, ma Axel riuscì a fare leva sul suo stesso braccio, contrattaccando
e capovolgendo la situazione in suo favore; tentò di colpirlo in petto, ma Kai riuscì ad afferrargli il pugno e spazzarlo via,
frapponendo un po’ di distanza fra lui ed il Demone.
-
Kai! Stai bene? – vide Hilary avvicinarsi a lui con ancora Nike stretto fra le
mani insieme al caricatore di Crystal.
Annuì per poi rigirarsi verso la russa che era rimasta
inerme al suolo, circondata da Boris e Yuri che cercavano di farla rinvenire.
-
Questa volta pagherai…Pagherai anche questa…Attacca
Dranzer! -
-
Kai…-
Si
girò di scatto verso Hilary guardandola con gli occhi della follia – Non
chiedermi di risparmiarli, hanno fatto troppo! Non
possiamo lasciarli andare solo perché hanno ancora la Voce…Non mi interessa – non era vero, lui voleva liberare la Voce, ma
al momento non riusciva a vedere altro se non la vendetta.
Hilary gli si avvicinò e annuì seria, il viso ancora
rigato di sangue e lacrime – Hai ragione –
-
Allora che aspettiamo? Facciamogliela vedere! Attacca Gaya Dragoon! -
-
Driger! – dovevano risolvere questa situazione una volta per
tutte…
-
Draciel! – avrebbero ridato la vita a tutte quelle
persone…
-
Dragoon! – doveva combattere, al diavolo le sue paure…
-
Dranzer! – e questa volta non ci sarebbe stata pietà per
nessuno…
Prese il caricatore ed assicurò
Nike al lanciatore; non aveva mai lanciato, non ne era capace, ma per quella
volta non le servì un allenamento, poiché lanciò spinta da una carica e da un
desiderio che superava di gran lunga qualsiasi programma d’allenamento, e che
scaturì unicamente dai suoi sogni ed emozioni…
-
Vai Nike! -
Quando aprì gli occhi delle gocce le picchiettarono la pupilla costringendola a
richiuderli, ma qualcosa si frappose fra lei e l’acqua, sollevandola
delicatamente da terra e facendole toccare col capo bagnato qualcosa che non
riuscì ad identificare.
Sollevò appena le palpebre intercettando per qualche
istante una fioca luce color ghiaccio ed una color
smeraldo, luci che sembravano farsi sempre più sfocate ed indistinte, così come
i suoni che la sfioravano appena e parevano echi lontani a lei familiari.
Qualcosa le tastò il viso, qualcosa di caldo nonostante
l’umidità, qualcosa che riuscì a donarle un lieve tepore, nonostante sentisse
sempre più freddo e avvertisse le membra farsi pesanti.
-
Sta tranquilla Crystal, siamo qui – le sussurrò la voce di Yuri
Crystal avvertì l’odore appena accennato del fratello
accanto a sé, e realizzò con la sua poca lucidità di trovarsi col capo
appoggiato alla sua gamba, ed il suo braccio attorno
alle spalle…Ma le mani che tenevano strette le sue non erano quelle del
fratello, erano più calde, più ruvide, più grandi e forti, e solo una persona
poteva possedere mani simili.
-
Boris – sussurrò in un rantolo avvertendo il sangue salirle alla gola e
mischiarsi alla pioggia.
-
Non parlare…Resisti Ivanov, non puoi mollare ora! Che direbbero a casa se
sapessero che ti sei fatta battere così? Ivan ti prenderebbe in giro per la vita
– cercò di dirle Boris nonostante sentisse di essere sul punto di scoppiare, i
suoi occhi simili a specchi gelidi e lucidi come il suo cuore. Respirava appena,
si sentiva vuoto, inconsistente, come un corpo senz’anima, come se i suoi sensi
fossero l’unico punto di ancoraggio con il mondo; avvertiva l’esile e sempre più
gelido polso di Crystal farsi fragile come un frammento di cristallo, e quelle
ciocche vermiglie diramarsi come lingue di un fuoco spento sul terreno fangoso.
I suoi occhi persi seguirono le pieghe bagnate dei vestiti bruciati della
ragazza, perdendosi e distogliendosi in prossimità della ferita, un foro al
centro del petto ricoperto di sangue raggelato. Non sapeva cosa pensare, non
riusciva a pensare, non era neppure in grado di essere
capace di farlo in quel momento; vedeva solo lei, sentiva solo i suoi respiri,
percepiva solo il suo odore e l’unica cosa che riusciva a toccare era la sua
pelle gelida.
D’un tratto
si sentì lievemente premere la mano, e riportò così l’attenzione sul viso di
fragile porcellana della giovane Ivanov, le cui labbra si muovevano appena, come
se stesse cercando di dire qualcosa.
-
Ho..Mantenuto la mia promessa – sussurrò
lei.
Yuri intercettò lo sguardo di Boris senza smettere di
stringere la sorella.
-
Che stai dicendo? – le chiese
-
Hanno ragione…Io ho tradito…Kai sa tutto – rispose lei decisa, soffocando un
gemito.
Avvertì la presa del fratello irrigidirsi appena, ma
quella di Boris intensificarsi gentilmente; poteva capire Yuri, dopotutto lei
aveva ingannato tutti, e probabilmente se lei avesse parlato prima magari Julia non sarebbe finita addormentata; per
Crystal era terribile da concepire, ma si sentiva responsabile di una parte
dell’infelicità del fratello, e mai avrebbe permesso che questo potesse
ripetersi.
-
Non parlare ora. Risparmia le energie – le disse Boris intuendo il suo stato
d’animo.
Crystal scosse il capo decisa a dire tutto quello che
doveva…Avrebbe potuto non avere un’ulteriore
possibilità.
-
Potete salvarla, dovete entrare in collegamento con lei, entrare nella sua prigione con i vostri poteri…E’ l’unica –
tossì ancora mentre avvertiva il dolore al petto estendersi rapidamente a tutto
il corpo e riempirle le membra di veleno e acido
corrosivo.
Boris strinse la presa sulla sua mano senza sapere cosa
fare, perso in quella voragine di disperazione ed
impotenza che lo aveva risucchiato; non era giusto, la ragazza per cui aveva
capito il senso della parola “amore” stava morendo, e lui non poteva
salvarla…Non poteva fare nulla per lei, era inutile per
lei.
-
Sta tranquilla Crystal, cerca di resistere…Tieni duro – l’avvisò Yuri.
Crystal annuì mentre avvertiva le forze abbandonarla, e
la pioggia insinuarsi quasi senza dolore all’interno del suo corpo, come se
tutti gli impulsi esterni le fossero estranei, o come se lei si stesse
estraniando dal suo stesso corpo. Avvertì le palpebre farsi pesanti e le forze
rarefatte come l’aria che faticava a respirare. Si girò verso Boris incrociando
i suoi occhi spenti e quella pioggia che gli scorreva giù dal viso come se
stesse piangendo.
-
Boris, ho vinto io…Ho riottenuto la mia dignità…Grazie – nonostante tutto era
felice di esserci riuscita, ne aveva fatto il cardine della propria ripresa, e
se aveva vinto era merito suo.
Boris annuì avvertendo lo specchio dei suoi occhi
incrinarsi ed essere sul punto di frantumarsi, ma tenne duro…Non voleva che
Crystal lo vedesse in quello stato.
D’un tratto
vide le palpebre della ragazza abbassarsi lentamente, coprendo quel mite e
profondo abisso color indaco, lasciandola cadere dolcemente fra le braccia del
Silenzio e del Buio. – Sconfiggeteli –
Non
un urlo, non un grido, non una disperata invocazione…Solo la rottura definitiva
dello specchio e una scia d’acqua salmastra che invase i due visi, mescolandosi
e nascondendosi fra le pieghe della pelle e della pioggia.
-
Nike vai! – sapeva cosa era appena accaduto, il viso
piangeva ed aveva urlato con rabbia quando aveva scorto
il capo di Crystal reclinarsi all’indietro, come se d’un tratto tutta l’energia
accumulata fosse stata liberata in un colpo solo…E doveva essere
distruttiva.
Nike tallonò Thanatos
affiancato da Dranzer e Driger che gli guardavano attentamente le spalle ed
attaccavano di loro volta.
- A
quanto pare la vostra Crystal è passata a miglior vita – assicurò Samantha con
tranquillità.
-
Sta zitta maledetta! Non fiatare, non nominarla! – urlò Hilary scagliando Nike
su Thanatos che parò bene l’offensiva, tanto che
rispedì il bey variopinto verso la Custode – Su Hilary dovresti esserci
riconoscente, in fondo abbiamo eliminato la tua avversaria – la derise il Demone
dell’Avidità mentre Gaya Dragoon si frappose fra Mors
e Dragoon – Ma che fai Daichi? – chiese Takao.
-
Mi hai stancato strega! Facciamoli a pezzi! – disse il piccolo giapponese
all’indirizzo di Hilary che annuì.
“Nike...La dobbiamo liberare”
“Lo so…Ora che
siamo veramente insieme possiamo farlo; devi entrare nel loro Limbo, perforare
con la tua Luce la loro Ombra” Hilary
annuì concentrando i propri pensieri sul suo bey e su quelli dei suoi compagni.
Presto non avvertì più alcun suono, alcuna percezione sulla pelle, tutto divenne
sospeso in uno stadio lontano da lei, come se si fosse estraniata da tutto
quello che la circondava. Fece appello a tutte le sue energie e visualizzò nella
propria mente la figura che voleva raggiungere; le immagini del suo viaggio nel
passato le si mostrarono come in un film, e le
sensazioni che aveva provato nel momento in cui aveva sentito la sua voce furono
l’unica emozione che turbò il suo cuore.
-
Ci sono…Nike Limbo Assoluto! -
Kai
osservò Hilary chiudere gli occhi e pronunciare quella strana frase, stando
sempre ben attento che niente potesse colpire Nike. Ad
un tratto un fascio di luce scaturì da Nike e si proiettò su Mors e Thanatos, i
quali iniziarono a girare a vuoto, storditi, confusi, privi di controllo e
rallentando notevolmente il loro senso di rotazione.
-
Ma che succede? – chiese allarmata
Samantha
-
Ci sta provando, sta provando ad entrare –
-
Dobbiamo fermarla! – disse la mora
-
Ora è il momento! Attacca Dranzer! – disse Kai assestando un violento attacco su
Thanatos mentre gli altri seguivano il suo
esempio.
Hilary aprì gli occhi di scatto muovendo un passo avanti
come in uno stato di trance, con lo sguardo fisso dritto davanti a sé come se
stesse seguendo un percorso obbligatorio.
-
Hilary dove vai? – chiese Takao senza capire.
Ma
Hilary non lo sentiva, non poteva sentirlo, poiché davanti a lei si stagliava
qualcosa che a loro non era dato vedere, una spirale nera che si andava ad ingrandire sempre di più e che la invitava ad entrare al
suo interno. – Il Limbo – sussurrò a pochi passi da Kai che seguì il filo dei
suoi occhi senza vedere nulla.
-
Hilary…- prese il suo polso per impedirle di camminare sulle trottole, ma fu
costretto a lasciarla andare quando avvertì la sua pelle scottare come se avesse
il fuoco nelle vene.
“Ma che…”
-
Il Limbo…Sto arrivando – la sentì nuovamente sussurrare, dopodiché la osservò
sparire davanti a lui, inghiottita da qualcosa che non vedeva, ma che
evidentemente lei era riuscita a scorgere, anzi qualcosa che magari aveva
proprio invocato lei stessa.
-
Fermiamola! – sentì la voce di Samantha e Axel svanire pochi secondi
dopo.
-
Maledizione, che sta succedendo? – chiese Daichi.
-
L’ha seguita – rispose Takao senza parole.
-
Ma dobbiamo fermarlo, altrimenti distruggerà sia Hilary che la Voce – esclamò Max.
Rei
fissò Kai che stava guardando con uno strano sguardo il
suo Dranzer – Che cosa stai pensando? –
Kai
si girò verso il compagno – E se non fosse solo la Voce a poterci richiamare?
Tenete a bada Samantha – disse ai ragazzi mentre Dranzer prendeva a girare
ancora più rapidamente, tracciando profondi solchi nel terreno e sollevandosi di
pochi centimetri da terra. – Non andrai da nessuna parte Cavaliere! – Mors si
scagliò su Dranzer, ma venne fermato da un bey
argentato che cozzò sulla trottola nera facendola schiantare violentemente
contro una roccia – Non ti muovi da qui Samantha, abbiamo ancora un conto in
sospeso – dichiarò Takao dirigendo Dragoon all’attacco, mentre dietro di lui Kai
richiamava a sé tutte le sue energie ed il fuoco divampava con forza dentro e
fuori di lui.
- Dranzer! Limbo del Fuoco!
-
Tese il braccio tastando l’Aria che gelida le penetrava
la pelle, trapassandola come se fosse stata una lama e facendole correre lungo
le ossa brividi di freddo.
I
suoi occhi non distinguevano nulla in quell’abisso, così prese ad avanzare
timidamente qualche passo sempre con le mani davanti a sé.
“Non vedo
niente…Nike come faccio a trovarla?”chiese allarmata.
“Cerca una
luce, il Buio è l’assenza di Luce, ma questo non è vera oscurità, trova la
fonte” le suggerì Nike con voce
tranquilla mentre attorno a loro il freddo prendeva sempre più forma e si
tramutava in paura, in pericolo, in quella sensazione che ti
impedisce di muovere un muscolo e che è capace di mozzarti il
respiro.
Hilary camminò per un tempo che non seppe quantificare,
quando esasperata si mise a parlare da sola, sperando
che qualcuno riuscisse a sentirla. – Sei qui? Ti prego rispondi, di qualcosa! –
Non
avvertì nulla per qualche secondo, poi un timido rumore metallico giunse alle
sue orecchie, trapassando la muraglia di gelo e facendole distinguere la
direzione da cui proveniva quello sfregamento di catene.
“E’
qui…Non è possibile”
Tirò appena la catena destra facendo tintinnare gli
anelli metallici e lasciandosi andare ad un respiro
liberatorio quando avvertì dei passi farsi più vicini, passi che per la prima
volta non appartenevano né a Samantha né a nessun altro
Demone.
Ad un tratto
avvertì chiaramente una presenza accanto a lei, un calore che traspariva da
quella pelle che sapeva d’acqua, aria, sole, da quella carne che sapeva di vita
e cuore pulsante e tirò lievemente la testa verso l’alto, cercando di alzarsi da
terra senza grandi successi. Era esausta, non riusciva più a
muoversi.
-
Sono qui – Hilary tese le mani per tastare la creatura che si trovava davanti,
ma non riuscì a sentire nulla se non che delle fredde
catene bagnate. Non riusciva a vedere nulla, così seguì il corpo del metallo,
fino a che, accovacciandosi, non fu in grado di toccare dei capelli sottili e
gelidi, di cui seguì i contorni, fino a trovarsi fra le mani delle spalle.
-
Eccoti finalmente – esultò la Custode sollevando di poco il corpo privo di forze
della creatura e appoggiandoselo al petto circondando le sue spalle con il
braccio.
-
Custode…-sussurrò lei avvertendo per un odore diverso sfiorarle le narici, un
odore che seppe riportarla per qualche attimo indietro
nel tempo, facendole rievocare un’immagine sfocata e lontana, che credeva di
aver seppellito nei meandri della memoria.
-
Sì sono io…Sapessi quanto ti abbiamo cercata! Ce la fai
a muoverti? – chiese Hilary entusiasta; ci era riuscita, quasi non ci
credeva.
Lei
annuì decisa – Certo…Non saresti dovuta venire, è pericoloso per te – le disse
facendo per alzarsi, ma avvertendo immediatamente un dolore lancinante diramarsi
in tutto il suo corpo facendola rimanere bloccata addosso ad Hilary. – Aspetta che ti aiuto – si offrì lei prendendola
per il busto, ma questa si scostò finendo stesa a terra. – Ce la faccio da sola
– s’indispettì la creatura tentando ancora una volta senza risultati.
Hilary alzò gli occhi al cielo sorridendo fra sé e
sé…”Tipico…Fortuna che non è la prima che conosco ad avere un carattere
simile”
Si
alzò senza aiutare la creatura che ancora tentava di far leva sulle catene per
tirarsi su – Allora dobbiamo aspettare che i Demoni ci trovino perché tu decida
che hai bisogno di aiuto? – le chiese divertita mentre
avvertiva le catene tendersi e la creatura issarsi usandole come corde. – Ce la
faccio da sola – ripeté a denti stretti.
Hilary sorrise prendendole i polsi e facendo saltare le
manette con un semplice tocco di dita. “Fantastico” si disse afferrando con un’agile e rapida
mossa il braccio della Voce e passandoselo dietro il collo, ignorando le
proteste dell’altra – Che fai? Ce la faccio da sola! –
voleva essere un rimprovero, ma le uscì come un sussurro doloroso, cosa che
Hilary capì – Tranquilla, sarà il nostro segreto – sorrise nonostante non
riuscisse ancora a vederla. Mossero insieme qualche passo ed Hilary si sorprese di quanto fosse instabile l’equilibrio
della compagna, nonostante questa cercasse di pesarle il meno possibile, quasi
riluttante nel farsi aiutare. Ed Hilary non poteva non
sentirsi strana al pensiero di star sorreggendo proprio lei, quella che oramai
credeva essere una persona legata a loro in modo indissolubile…A qualcuno di
loro in maniera particolare. Era strano, bello e incredibile allo stesso tempo,
ma lei voleva esserne perfettamente certa.
-
Senti tu sei…-
-
Non lo dire – la zittì lei decisa.
-
Ma io…Ho bisogno di saperlo, e non solo io!
-
Non dire niente a nessuno; al momento non è importante -
Hilary s’impuntò a queste parole arrestandosi – Che
dici? Certo che è importante! Non ti chiedo di
raccontarmi quello che hai passato, di solo sì o no va bene? Allora sei chi io
penso? Sei la stessa persona che ho visto nella mia visione quando sono andata
indietro di sedici anni al vecchio Monastero Vorkof? – fu diretta, letale come
una lama, affondò dritta e crudele nel suo cuore facendola sussultare, anche se
la Voce seppe nascondere bene la propria sorpresa.
-
Sì -
Hilary sgranò gli occhi dando libera uscita ad un sorriso radioso e lieto. L’abbracciò di slancio, per poi guardarla negli occhi seppur
riuscisse solo a distinguere una tenue luce azzurra. – Lo sapevo! Ora andiamo,
gli altri ci stanno aspettando! –
Lei
rimase sbigottita davanti a tanto entusiasmo, forse troppo apatica rispetto a
quello che in quel momento stava provando il suo cuore, ma rimase semplicemente
sconcertata. Si sentì strana a muoversi, a toccare qualcosa che non fossero il suo sangue ed il suo corpo, a parlare con un’altra
voce umana, a dire qualcosa di sé…
“Gli altri ci stanno aspettando” Potevano davvero aspettare anche lei? Poteva esistere qualcuno che la stava
aspettando?
Sorrise al Buio lasciandosi trascinare da Hilary verso
la fine del Limbo, permettendo alla sua speranza di riemergere dalle oscurità
ed illuminare il male della sua esistenza.
-
Ma che simpatico duetto – si fermarono come
pietrificate, avvertendo la voce di Axel sorprenderle. Hilary trattenne il
respiro col cuore in gola, la sua compagna riducendo gli occhi a due sottili
lame di ghiaccio ardente ed avvertendo il cuore pompare
la Rabbia nel suo corpo come linfa vitale. “La vendetta…”
-
Axel! Ci ha trovate! – esclamò Hilary prendendo a
correre trascinando la Voce che invece tentava di opporre resistenza. Lei non
voleva sfuggirgli, lei voleva che lui l’attaccasse, lei
doveva battersi contro chi le aveva rovinato la vita, contro chi aveva preso la
sua vita e quella delle persone a lei più care e le aveva bruciate senza la
minima pietà.
Avrebbe avuto la sua vendetta, ed il sangue di Axel e Samantha avrebbe rappresentato per lei
il primo passo per poter ricominciare.
Hilary la tirò con maggior forza quando la sentì opporsi
– Non essere sciocca! Dobbiamo raggiungere gli altri, non posso attaccarlo qui!
–
-
Ma sono io che lo devo uccidere! Non ti permetterò di
portarmi via la mia vendetta…Dike vai! -
Seppur debole la luce di Dike si
diresse rapida verso Axel, il quale afferrò con una mano quel fascio di
luce dissolvendolo come polvere al vento. – Povera sciocca…Dike in questo
momento spaventa quanto un cucciolo inerme –
-
E’ per questo che dobbiamo andarcene – sussurrò Hilary
alla sua compagna.
-
Dove credete di andare? Non ho ancora finito con voi! – un lampo di luce nera
partì dai palmi del ragazzo dirigendosi sulle ragazze, ma la Voce richiamò a sé
Dike producendo una tenue barriera, rinforzata poi dall’intervento di Hilary.
Ma Axel premeva sempre di più.
-
Non ce la facciamo! – urlò Hilary mentre l’attacco di Axel le sospingeva
indietro.
L’altra non rispose continuando a contrattaccare
consapevole che la Custode aveva ragione.
-
Davvero tenaci, devo ammetterlo…Patetiche ma tenaci. E
poi tu, piccola…Davvero credevi che saresti riuscita ad andartene da qui? Lo sai
che il tuo destino è stato scritto già tempo fa, quando quella notte noi… -
-
Sta zitto! Io vi distruggerò! Vi farò sputare col sangue tutte le vostre ultime
parole, prima di uccidervi! Pagherete per quello che avete fatto! Troppe persone
ho dovuto perdere per colpa vostra! –
-
Se non ricordo male non fummo noi ad escogitare il
piano –
-
Non mentire! Siete stati voi a suggerire a Vorkof di farli fuori! Voi c’eravate
quando la Fenice si è liberata quella notte! – urlò lei fuori di sé scaricando
tutta la sua energia. Axel la colpì in pieno con un’onda nera stendendola a
terra, mentre lo scudo di Hilary reggeva ancora. – No! Sta attenta! – gridò la
Custode.
-
E’ vero noi c’eravamo…E vuoi saperlo? Eravamo anche presenti quando quel bambino
venne falciato in mezzo alla neve. Quel piccolo
pidocchio che ti aveva portata via…Come si chiamava? –
fece lui derisorio, come se stesse ricordando un piacevole
avvenimento.
-
Jean – sussurrò lei come se quello fosse stato il nome più geloso e prezioso che
portava nel cuore.
-
Oh giusto, Jean…Allora ricordi qualcosa non è vero? Ti dirò anche questo: noi
eravamo fra i cecchini che quella notte andarono a caccia, ed è stato un vero
piacere da parte nostra falciare sia i tuoi genitori, che quel marmocchio che
tutti quei piccoli inermi bambini -
La
Voce fremeva dalla rabbia, si sentiva ribollire dalla collera, ed era come se
tutto il suo dolore fosse stato rimpiazzato dalla rabbia, da quella furia cieca
che ora chiedeva solo di essere riscattata col sangue, col loro sangue.
-
Morirai – sussurrò con voce bassa e severa.
-
Sì di sicuro, tesoro…O dovrei chiamarti Kate? Dopotutto un nome l’hai – sorrise
Axel prima di caricare un nuovo attacco, diretto proprio sulla Voce.
Hilary si proiettò immediatamente davanti a lei,
parandola con le braccia – Non ti azzardare Axel! Non ti permetterò di farle
altro male! –
-
Oh ma che carina…Cos’è i ruoli si sono invertiti?
Dovrebbero essere i Cavalieri a proteggere la Custode e non il contrario – e
scagliò contro le ragazze il suo attacco, mentre Hilary
cercava di erigere una barriera…Cosa che non sarebbe servita a nulla questa
volta.
-
Infatti le cose non sono cambiate…Dranzer muro di
Fuoco! –
“Kai…” Hilary si volse verso quella voce avvertendo una
meravigliosa stretta al cuore.
“Kai…Non è possibile” Kate lo sentì avvicinarsi, e fu
come se avesse atteso e nello stesso tempo temuto quei passi con tutta se
stessa.
-
Hai proprio deciso di morire, Cavaliere -
Eccoci qui! Ci ho messo un’infinità, ma
alla fine eccolo qui. Allora perdono e chiedo scusa a tutte quelle persone che
ora vorrebbero linciarmi per non aver ancora finito la battaglia, ma a questo
punto si tratta solo del finale del combattimento! Abbiamo finalmente avuto la
presentazione della nostra tanto apparsa ma mai identificata “Voce” con la
persona di Kate, già apparsa nel prologo. So che molte di voi l’avranno già
capito da un po’, ma ovviamente i nostri personaggi seguono un’avventura che è
vista da un’altra prospettiva rispetto a noi^^Ah colore di questa tonalità quasi
sull’indaco per dedicarlo ovviamente a Crystal…Finalmente tocca a lei^^
Comunque tranquilli, non tarderò (si
spera) con il prossimo aggiornamento, e così avrete finalmente il chiaro quadro
di tutta questa situazione!
Passo ora a ringraziare le bellissime
persone che hanno avuto la pazienza di seguire la storia e che spero continueranno a farlo anche per i pochi capitoli che
mancano!
Via dei Grazie
1000^^
_marghe 96
xD_: oddio, spero che
tu non l’abbia tenuto fino a questo punto, altrimenti saresti in apnea^^ Scherzi
a parte, ti ringrazio davvero di cuore per aver commentato, e per aver detto che
il capitolo ti è piaciuto! Beh spero che questo capitolo sia stato una degna
prosecuzione del precedente, ed aspetto con ansia il
tuo parere su questo! Grazie infinite! Baciuzzi Avly!
Inuyasha_Fede: oh cara, sono sempre felicissima di
trovarti fra le voci che recensiscono, ciò significa che nonostante le cose non
chiare riesci sempre a trovare piacevole leggere ciò che scrivo, e questo mi
rende felicissima. A questo punto credo di aver dato parte delle spiegazioni
riguardanti il mistero fra trama e prologo. Hilary che è la Custode dei Portali
è entrata in contatto con Kate, che è uno dei Cavalieri, mentre Yuri, Boris,
Julia e tutti gli altri ragazzi che sono stati addormentati sono quelli definiti
“Guardiani”. Dal prossimo capitolo credo, arriveranno le spiegazioni ufficiali
da ancora non so chi, perciò tranquilla, cercherò di essere il più chiara
possibile^^ Per qualsiasi cosa ti ripeto di contattarmi
anche privatamente, così che possa darti tutte le delucidazioni di cui hai
bisogno^^
Grazie mille per aver letto, e spero
davvero che anche questo capitolo possa piacerti! Ci spero sul serio! Baciuzzi
Avly
Halley Silver Comet: ma vederti per me è sempre una gioia
immensa! Eh sì, l’eco classicheggiante è adorato anche dalla
sottoscritta…Nonostante stia frequentando uno scientifico XD. Chiedo anche a te
perdono se questo capitolo non si è rivelato essere
l’ultimo del combattimento, ma non volevo rischiare di essere eccessivamente
prolissa…Ho preferito trattare in ultimo la questione “Passaggio nel Limbo” per
dare anche maggiore visibilità a Crystal così alla fine ho dovuto spezzare…Ma è
l’ultima volta giuro xD. E non dire che la tua storia è una “brodaglia” perché
sarei in grado di saltarti al collo^^Bene, ho fatto anche la mia minaccia
quotidiana xD Spero davvero che questo mio ennesimo capitolo possa piacerti, e
spero davvero di tutto cuore di ricevere la tua opinione anche su questo^^
Baciuzzi Avly
Linn Chan: Tesoro mio! Ma
come farei senza di te? Alla fine mi sono messa d’impegno, ho fatto tutti i
compiti prima per potermi tagliare questa fettina di tempo per terminare il
capitolo e spero che ne sia venuto fuori qualcosa di decente. Ci tengo molto a
non deluderti, perciò spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Qui tra
Samantha e Morgana mi sa che è bene abbonarci a qualche industria chimica perché
di acido ne consumeremo a litri! Comunque Takao in entrambe le storie le piglia!
Povero cipolo^^In effetti Samantha è proprio viscida,
mentre Axel è (spero) quanto di più crudele si possa
chiedere.
E su che un piccolo scorcio della
scazzottata te l’ho dato! Ti ho pensato tantissimo durante quel pezzo^^ Bene,
spero che ti piaccia…E ricordati che ora sono Io ad aspettare xD
Ti voglio bene,
Baciuzzi Avly
The Raindrop: gentilissima cara, davvero…Non so che
dire se non grazie. Ti ringrazio molto per aver aspettato e per aver letto lo
scorso capitolo. Ci ho messo un po’ più del previsto causa compiti ed interrogazioni varie, ma spero veramente di non fare più
un ritardo simile. Eh Crystal…Forse mi sa che nessuno si aspettava un finale
simile eh? Sul nuovo Cavaliere non preoccuparti, tutto si saprà a tempo
debito^^Spero che questo capitolo possa entusiasmarti e sarei ben felice di non
liberarmi mai di te^^ Alla prossima allora! Baciuzzi Avly
LirinLawliet: tesoro…Ogni volta che leggo una tua
recensione sto sempre con fiato sospeso e non so mai
cosa dire. Perciò perdona in anticipo se sarò
“scontata”xD.
Ti ringrazio enormemente per i
complimenti, non so davvero cosa dire se non che Grazie
un’infinità di volte. In effetti cerco sempre di
mettere tutta me stessa quando scrivo, e lo faccio perché mi piace, mi diverto e
mi sento bene quando riesco a dedicarmi anima e corpo su ogni singola
scena…(scene che fra l’altro mi recito da sola xD). Sul metodo del punto di
vista multiplo…Devo dire che mi è sempre piaciuto, poiché mi dà la possibilità
di dare a tutti il giusto spazio e di far esprimere a
tutti le loro sensazioni…Che siano buoni o cattivi.
Per quanto riguarda Hilary, sono sempre
più felice del fatto che ti stia piacendo come la sto facendo evolvere; sì,
anche io non volevo dare l’idea di una Hilary
aggressiva e spietata solo perché è la Custode. Lei ha reagito come ha reagito perché era terrorizzata, e nella sua folle lucidità
ha creduto che uccidere Axel fosse l’unica cosa possibile…Sebbene poi sia
crollata a terra. Hilary non è di certo il terminator della situazione, ciò che
voglio è che nonostante per lei la situazione sia
diversa rispetto all’anime, rimanga sempre con la sua identità e che non sfasi
troppo nell’OOC. Stesso discorso vale per Kai. Ancora una volta ha fatto la sua
entrata in gioco, e non è per mania di protagonismo, bensì è tipico di Kai
apparire sempre quando c’è bisogno di aiuto^^. Spero sempre di non deluderti
quando pubblico, e spero di tutto cuore che anche questa volta il lavoro sia di
tuo gradimento. Alla prossima, e con il Tessitore! Aspetto con un’ansia che non
immagini! Ti voglio bene, Baciuzzi
Avly
Akidu: **Oh bella
grazie mille! Sono zompata come un grillo quando ho
letto la tua recensione…Dici che ti piace Kai? Beh la mia immagine come avatar
vale più di mille parole; se ami Kai hai trovato una
che in pratica lo vede ovunque, perciò puoi stare tranquilla! Anche a te
piacciono le KaixHilary? Benissimo allora! Neanche a me piacciono le cose estremamente smielate, scontate e OOC, e spero sempre con
tutto il cuore di non caderci mai! Grazie per tutte le belle parole e mi auguro
di ricevere la tua opinione anche questa volta! Ci vediamo presto allora!
Grazie, Baciuzzi Avly
Padme86: eccomi qui tesoro! Ci ho messo
un’infinità di tempo, ma alla fine ci sono riuscita! E dire che questa volta non
centrano né blocchi né robe varie, ma si è trattato semplicemente del tempo che
non avevo! Bene, ora si spera di essere più o meno
puntuali! Grazie infinite per tutte le tue parole, mi aiutano sempre molto e
spero di aver scritto qualcosa che possa attirarti come il precedente. Allora
questa battaglia fa svenare e la sto tirando un po’ troppo per le lunghe!
Comunque col prossimo avremo la chiusura definitiva del combattimento (non ti
dico di certo come^^) e puoi aspettarti di Tutto! Spero con tutto il cuore che
ti piaccia, e ti aspetto^^ Ovviamente anche con i tuoi
aggiornamenti, linfa per me^^ Ti voglio bene, Baciuzzi
Avly
Layly_lily: un’altra KaixHilaryeana? Beh allora tranquilla che anche la
sottoscritta ama molto questa coppia e se cerchi storie fantasy, non
eccessivamente smielate e con Kai e Hilary…Beh hai trovato casa^^E nel caso tu
volessi leggerne altre di KaixHilary, di one-shot ne ho scritte qualcuna. Sono felicissima che ti
piaccia questa storia, complimenti a te innanzitutto per esserti letta tutta la
trafila di capitoli! Non ho idea di come tu possa aver fatto, ma sono
felicissima di sapere che sei rimasta soddisfatta! Bene, allora aspetto la tua
opinione anche su questo XD E grazie mille per avermi inserita fra i tuoi autori preferiti!
Baciuzzi Avly
Lenn Chan: *inchino* onorata che la storia ti
piaccia; se dici che il mio è un vizio non oso immaginare cosa mi dirai per
questo^^Come vedi abbiamo avuto un combattimento accanito e spero denso di
avvenimenti interessanti. A questo punto manca proprio poco alla fine della
guerra, ma visto che ancora non l’ho scritta non so
dirti come finirà xD. Spero con tutto il cuore che questo capitolo ti piaccia,
spero davvero di non averti delusa ed attendo la tua!
Ti voglio Bene, Baciuzzi Avly
Cherry_88:tranquilla tesoro
mio! Non fa niente se arrivi in ritardo, come vedi nemmeno io sono un mostro di puntualità^^Lo capisco che lo studio
universitario ti porta via tanto tempo, per cui sta tranquilla! Mi fa comunque
un immenso piacere sapere che continuo a piacerti! E spero davvero che anche
questo capitolo sia degno delle tue aspettative. Mi
auguro che vada tutto bene e di ricevere presto la tua su questo! Ti voglio
bene, Baciuzzi Avly
Bene, prima di lasciarvi ringrazio tutte
le splendide persone che hanno messo la mia storia fra i preferiti/seguite/da
ricordare! Vi ringrazio infinitamente^^
Capitolo 25 *** Lo Scacco al Re e la Priorità del Cuore ***
- Allora vuoi proprio morire Cavaliere -
Lo Scacco al Re e la Priorità del
Cuore
- Allora vuoi
proprio morire Cavaliere -
Si
voltò al Buio seguendo il richiamo della voce di Kai, il quale si portò a pochi
passi da lei senza smettere di scrutare Axel con un’occhiata trasudante odio.
Hilary avvertì il petto sussultare ed il suo cuore
stringersi in una morsa tanto piacevole quanto affilata come una lama; sentiva
la presenza di Kai accanto a lei, avvertiva il suo odore, e l’inclinazione della
sua voce le si insinuava con precisione e delicatezza nelle orecchie,
riempiendola di quell’emozione che le suscitava il solo averlo vicino, una forza
che la caricava di energia e le faceva smettere di aver paura dei suoi
Timori.
-
Lo vedremo…Fatti sotto Axel – Kai incitò Dranzer contro Axel, il quale si scansò
appena in tempo prima che il dardo di fuoco lo colpisse. – E’ il meglio che sai
fare? -
-
E’ il meglio che vedrai, perché morirai –
Axel lanciò uno sguardo rapido in direzione delle due
ragazze – Sei troppo sicuro di te…Non sarà una caratteristica di “famiglia”? – a
sentire quelle parole gli occhi di Kai si assottigliarono, mentre dietro di lui
qualcuno si alzò con lo sguardo che scoccava frecce d’odio e rabbia. Kate si
scagliò su Axel adirata, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa Kai l’afferrò per la vita e la trattenne con forza – Niente colpi
di testa chiaro?! –
-
Lasciami! Non intrometterti, lui è mio! – si dimenò con
una furia cieca, ma Kai fu irremovibile; Kate affondò
le unghie nel braccio del ragazzo nel tentativo di costringerlo a liberarla, ma
fu tutto inutile. – Kate smettila, non capisci che ti avrebbe ammazzato senza
tanti scrupoli? – disse Hilary avvicinandosi. – Lui deve morire! – gridò Kate in
preda alla rabbia, quell’ira che per anni l’aveva corrosa e che ora riemergeva
dalle ombre del passato chiedendo il suo riscatto.
-
Ma se sei tu a morire non servirai a nessuno, neppure alla tua vendetta –
aggiunse Kai senza smettere di tenere stretta il corpo gelido della giovane,
avvertendo una sensazione inspiegabile ed
indescrivibile all’altezza del petto, tutto sotto gli occhi divertiti di Axel.
-
Portala via da qui – chiunque fosse doveva andarsene da
lì…Era troppo pericoloso lasciarla lì, e poi a nota obiettivamente egoistica
Axel era il Suo avversario.
Hilary annuì prendendo così il polso di Kate e
trascinandola via nonostante le proteste della ragazza, che non appena avvertì
perdersi il contatto con la pelle di Kai si sentì vuota. Hilary si portò
all’altezza dell’uscita dal limbo per poi girarsi – Sta attento…Metticela tutta
–
-
Come sempre – Si volse verso di lei sicuro che gli avesse sorriso e questo seppe
farlo sorridere appena a sua volta. Aspettò che se ne
fossero andate. Ora si sarebbe combattuto alla sua
maniera.
-
Che intendevi –
-
Pensavo volessi uccidermi Cavaliere, non metterti a chiacchierare –
-
Prima devo sapere…Perché “caratteristica di famiglia” –
-
Oh quello…Perché hai un piccolo difetto…Hai una memoria che perde i colpi! –
Axel scagliò un attacco magico in direzione di Kai che si gettò prontamente di
lato per evitarlo; veloce, doveva essere veloce, ma
oltre a questo doveva anche fare un’altra cosa, e cioè essere al suo livello in
fatto di “arma”. Già perché Axel combatteva con una sorta di magia, mentre lui
con un beyblade…Avrebbe avuto più possibilità se anche lui avesse saputo manovrare quel tipo di potere.
“Hilary lo ha saputo usare…E va
bene, ti farò sputare l’anima col sangue Axel”
-
Dranzer! – incanalò tutta l’energia del suo fedele bit dentro di sé e solo
quando avvertì una carica sufficiente tese il braccio
in avanti irrigidendolo. Doveva provare…Era come scagliare le frecce di fuoco,
solo che dovevano partire dalle sue dita, non dal suo beyblade. – Fuoco! – urlò
con determinazione e sentendo in quell’istante un potente flusso d’energia
partire dal suo braccio e dirigersi rapido verso Axel sotto forma di un fascio
infuocato e rovente.
-
Ma cos…- Axel si buttò di lato, ma venne comunque
colpito dalla fiammata che gli provocò un gemito di dolore. – Ma che bravo Cavaliere, vuoi combattere con la magia? Come
vuoi –
Kai
si guardò il braccio sorpreso; non aveva sentito il fuoco ustionargli la carne,
come se ne fosse immune, come se quel calore fosse stato una parte integrante di
se stesso…Beh meglio approfittarne. – Fuoco! – si gettò su Axel brandendo frecce
infuocate che si abbatterono con violenza sul Demone, il quale contrattaccò a
sua volta con dischi neri che riuscirono a neutralizzare alcune scaglie di
fuoco. La Loro battaglia era iniziata.
-
Vai Mors! Falce Oscura! -
-
Sta attento Takao! – gridò Max all’indirizzo dell’amico quando si accorse che
Samantha stava per sferrargli un attacco alle spalle e da cui Takao non avrebbe
avuto mai il tempo necessario per evitarlo. Max diresse Draciel in soccorso di Dragoon, ma qualcosa di inaspettato si frappose fra loro; una scintilla luminosa
si abbatté su Mors, sbalzandolo lontano dal dragoonblaider mentre la stessa
Samantha colta di sorpresa venne schiantata con violenza contro la parete di
roccia al limitare dello strapiombo.
-
Ma chi…? – Rei si girò verso il punto d’origine della
luce, intravvedendo la sagoma esile di Hilary con accanto
un’ombra che non fece fatica a mostrarsi. Takao si alzò da terra
osservando le due ragazze, ma in particolare una,
quella che l’aveva salvato, e a cui non ebbe problemi a dare un’identità.
– La Voce – sussurrò.
-
Ne sei sicuro? – fece Max allibito.
Takao annuì, percorrendo con attenzione i tratti scarni ma decisi di un viso deturpato dalla sofferenza e
dalla rabbia e gli occhi, i quali gli fecero correre un brivido lungo la schiena
a cui non seppe dare una motivazione. Erano il ritratto della rabbia repressa,
della sofferenza, dell’odio e del desiderio di vendetta, ardevano di collera e
non si curavano di nascondere le proprie emozioni nonostante fossero azzurri e
gelidi come il ghiaccio…In apparenza gelidi, ma arsi
dalle fiamme…Occhi che aveva già visto, ma quando?
-
Kate stai bene? – le chiese Hilary reggendo alla meglio
la compagna, la quale era quasi crollata a terra dopo aver sferrato l’attacco a
Samantha. – Lasciami Custode, sto bene –
La
brunetta annuì facendo come le era stato detto.
Kate guardò in direzione dei ragazzi che intanto le si erano avvicinati incuriositi – E’ lei? Cavoli non ha una bella cera – sentenziò Daichi riferendosi all’aspetto
deplorevole in cui versava la Voce.
Kate ignorò prontamente le loro occhiate e si alzò
facendo qualche tremante passo verso il suo obiettivo. – Samantha – digrignò.
Il
Demone si alzò scrutandola con una tale espressione da
mettere i brividi – Kate…Sei qui –
-
In tempo per regolare i conti – continuò Kate senza lasciare gli occhi
dell’avversaria mentre alzava le braccia incrociandole sopra la testa. – In
tempo per la mia vendetta -
Samantha l’imitò, facendo
comparire un disco nero fra le mani – Finalmente posso finire quello che avrei
voluto fare tempo fa…A questo punto non mi importa del tuo Regno, posso farne a
meno…Nulla mi renderà più soddisfatta di vederti morire –
Kate le rivolse un sorrisino compiaciuto – Mi spiace
deluderti, ma non puoi battermi e lo sai…Non puoi
sconfiggere un Cavaliere e non puoi sfuggire alla mia vendetta! Giudizio
Cosmico! –
-
Falce Oscura! -
-
Takao, Rei, Max, Daichi, dovete riuscire ad incanalare
l’energia del vostro bit dentro di voi ed usare così la magia al posto del bey –
disse Hilary
I
ragazzi annuirono, scagliando i loro attacchi magici contro le creature
incappucciate che ancora cercavano di bloccare loro l’arrivo a Samantha,
disarcionandoli come statue di sabbia. – Fantastico! – esultò Daichi.
Takao si diresse verso Samantha e Kate che si stavano
affrontando sulla piana al limitare della scogliera scagliandosi attacchi magici
con estrema rapidità e precisione. – Vai Tornado! –
-
Che diavolo t’intrometti! Lasciaci e non t’impicciare – sputò velenosa Kate
-
Ma che…Non credere di essere l’unica ad avere un conto
in sospeso con lei, inoltre siamo una squadra, quindi non metterti a fare
l’asociale che non è proprio il momento – la riprese Takao deciso. Chi si
credeva di essere quella per dirgli di non combattere contro colei che gli aveva inferto un colpo tanto grande? Contro la
persona che per prima era penetrata nel suo cuore lacerandolo con un fendente di
spada? Nessuno, neppure la Voce in persona.
-
Attacco Tornado! –
-
Fa come vuoi…Giudizio del Cosmo! –
Un
rivolo di sangue si arrestò all’altezza del suo braccio come se non riuscisse a
proseguire la sua scesa, o come se semplicemente il gelo che gli sferzava la
carne l’avesse congelato.
Kai
emesse una piccola nuvola di vapore dalla bocca avvertendo comunque un senso di
calore attorno al corpo, probabilmente causato dal fatto che continuava a
muoversi, si scagliava da una parte all’altra senza mai fermarsi, irradiando con
le sue fiamme quel tetro universo oscuro ed arrecando
danni visibili al suo avversario che però non demordeva.
Axel aveva una ferita all’altezza del gomito e svariate
bruciature, ma bastavano pochi istanti perché queste ferite si rimarginassero
per opera di una qualche diavoleria demoniaca…”Devo farlo fuori, o non finiremo
mai” pensò il ragazzo preparando una nuova offensiva nonostante il forte dolore
alla spalla destra, causa di un violento attacco di Axel. Erano sostanzialmente
in un’eterna parità.
-
Non ti arrendi eh? Io l’ho sempre detto che voi Hiwatari avete una tempra diversa – fece Axel
Kai
inarcò un sopracciglio – Che significa? E perché parli al plurale? –
Probabilmente era tutta una strategia, voleva distrarlo, coglierlo impreparato e
perciò stava solo dicendo parole senza alcun senso…Eppure le orecchie di Kai ne
venivano irrimediabilmente attirate.
-
Tuttavia per te sarebbe meglio non lasciare mai più questo posto – continuò il
Demone tranquillo.
-
Pensaci Kai, non hai fatto altro che creare problemi…Hai ferito i tuoi amici e
per colpa delle tue sconsiderate e viziate azioni una persona ci ha perso la
vita…E un’altra è prossima a farlo –
Kai
sgranò gli occhi allibito – Che diavolo dici? Io non
ho… - ma si fermò un istante quando nella sua mente si manifestarono delle
immagini, sprazzi di ricordi più o meno
lontani…
Si
vide in preda ad una folle smania di potere mentre affrontava Takao, Rei e Max
sul lago Bajakal, vide il ghiaccio rompersi sotto i
suoi piedi e la mano del giapponese tendersi disperata per aiutarlo, vide
nuovamente se stesso mentre baciava Crystal, poi improvvisamente tutto cambiò e
la sua mente gli propose l’immagine di lui che litigava
con Takao dopo che vennero rinvenuti i BEGA e di quando aveva mandato al diavolo
Hilary.
-
Cosa c’è Kai? Fa male vedere la verità? Loro si sono sempre prodigati per te e tu cosa hai fatto? Niente -
-
No…- sussurrò a capo chino.
-
Come? –
Kai
alzò di getto il capo trafiggendo con occhi scintillanti Axel – Ci hai provato
Axel, ma non ti è riuscito. E’ inutile farmi vedere i miei errori, li conosco da
me…E tranquillo avrò tutto il tempo di fare ciò che devo, una volta che ti avrò
rispedito là da dove non potrai più andartene –
-
Ma che bravo…Così non ti si può trarre in errore? Beh
dillo alla tua memoria visto che lei ti sta conducendo
verso la tua più grande dimenticanza -
Kai
sorrise soddisfatto – Farò anche questo…Dopo che mi sarò assicurato che non
potrai più nuocere a nessuno…Soprattutto ad Hilary – e
disse il suo nome con calma, assaporando il sapore che gli lasciava sulle labbra
come un liquido d’ambrosia pura.
-
Hilary? Pensi davvero che potrà tornare a provare qualcosa per te dopo quello che le hai detto? -
Kai
avvertì un colpo al petto, come se gli avessero sparato. “Tornare…Ma
allora…”
Si
concesse un sorriso celato dal buio, mentre quella parola continuava a
rimbombargli nella mente con intensità sempre più crescente, seguendo
l’andamento ritmico del proprio cuore.
Almeno Axel gli era servito a
qualcosa; lo guardò con una luce finalmente limpida negli
occhi.
-
Non lo so, ma puoi star certo che le farò dimenticare il tuo nome…Addio
Axel…Fuoco! -
Dal
suo petto prese vita una fiamma cremisi e oro che andò ad ingrandirsi sempre più, fino a che una maestosa fenice non
si manifestò uscendo dal corpo del Cavaliere e proiettandosi con ferocia su Axel
che rimandò un incantesimo oscuro.
-
Non vincerai mai Cavaliere! -
-
Ho già vinto! Vai Dranzer! – impresse tutta la sua
energia in quell’attacco, non risparmiò neanche un briciolo della sua forza
vitale, diede tutto se stesso a Dranzer, attaccò Axel insieme a lei con tenacia, con vigore, portando con sé il desiderio
di vincere…Ma non per sé, per i suoi compagni e la loro felicità…E per Hilary.
Con una mente più lucida avrebbe etichettato il suo pensiero come egoistico, ma
al momento non gli importava…Se voleva davvero chiedere scusa ad Hilary e soprattutto se voleva realmente tornare a
specchiarsi nei suoi occhi allora doveva necessariamente fare in modo che Axel
non la tormentasse più.
-
Vai Dranzer! –
-
Voto di Satana! -
Hilary si volse si colpo verso il punto dove giacevano Mors, Driger e gli altri bey, lì dove vi
era l’imboccatura del Limbo, come se qualcosa proveniente da quel punto l’avesse
chiamata. “Forza Kai ti prego”
Un
boato la costrinse a tornare con l’attenzione allo scontro tra Kate, Samantha e
Takao, mentre Rei, Max e Daichi eliminarono con tre incantesimi un gruppo di
Segugi per avvicinarsi al promontorio.
Takao si scansò appena in tempo e sgranò gli occhi
incredulo: Samantha aveva colpito in pieno Kate, ma questa non si era
minimamente difesa, anzi sembrava pietrificata sul posto come un blocco di
pietra. – Ma che le succede? – chiese Max
-
Non ne ho idea, ma guardate lì – disse Rei indicando
agli altri i Segugi che pian piano svanirono, diventando solo mucchietti di
cenere, dissolti in pochi istanti dal vento.
-
Axel… - sussurrò Samantha con un sibilo appena accennato.
-
Kai – la voce di Kate era ridotta ad un
lamento.
Hilary si volse nuovamente verso il Limbo…Non era
possibile. Improvvisamente aveva avvertito come se dentro di lei qualcosa si
fosse rotto, come se il suo cuore di vetro fosse precipitato e si fosse
frantumato in mille schegge taglienti; non avvertiva più nulla in direzione del
Limbo, non riusciva più a sentire la furia ardente di Dranzer, così come non
avvertiva più l’energia di Axel…Non riusciva più a sentire né Kai né
Axel.
Si
paralizzò di colpo senza riuscire più a muovere un muscolo, non percepiva
neanche il vento e la pioggia sul corpo gelido, solo un intenso silenzio che
le stata trapassando le orecchie e torturando la testa.
“Kai…Kai…Kai!”
-
Che sta succedendo? – chiese Rei avvicinandosi ad
Hilary che non accennava a muoversi.
-
Non è possibile…Kai…Kai! – improvvisamente urlò, gridò con quanta forza aveva in
gola mentre lacrime affilate le rigavano il viso pallido. Rei la prese per le
spalle cercando di calmarla – Ehi va tutto bene! Che cosa hai sentito? Hilary
tranquilla – cercò di rassicurarla il cinese mentre pochi metri da loro Takao
osservava sconcertato Samantha e Kate, schierate l’una di fronte all’altra, la
prima immobile e sanguinante, la seconda attraversata da un’espressione di indifferenza mista a soddisfazione.
-
Hai osato colpirmi maledetta bastarda…Ti rispedirò nel limbo, dove non potrai
rivedere né questo mondo né questi insulsi ragazzini – sputò acida Samantha
creando invece che un disco vermiglio una lama di uno
spaventoso color sangue e puntandola pericolosamente verso Kate, che per tutta
risposta chiuse gli occhi.
-
Ehi Kate attenta spostati! – le gridò Takao, ma era
come se la ragazza non riuscisse ad udire le sue
parole, o come se non le volesse ascoltare. – Kai…No – sussurrò ancora sotto
shock.
-
Sei finita Kate! Raggiungi il tuo fratellino e salutami l’Inferno! – Samantha si
lanciò con la lama puntata verso Kate, piegata in due dal dolore, mentre Takao
cercò di arrivare dalla Voce prima del Demone. – Takao fermo! – urlò Daichi
“Ha
bisogno d’aiuto non posso lasciarla sola” pensò Takao senza fermarsi; tese le
braccia in avanti incrociando i polsi ed unendo i
palmi, in un gesto che non seppe giustificarsi, o forse neppure se lo chiese. –
Uragano vai! – un violento vento si originò dalle dita
di Takao e si lanciò verso Samantha mentre il Demone stava per avventarsi su
Kate. – Cosa? – Samantha usò la lama per parare l’offensiva di Takao creando uno
scudo in contrapposizione al vento.
-
Patetico Cavaliere…Credevi veramente che questo mi avrebbe fermata? -
Takao sorrise – Sì –
Vide con piacere gli occhi di Samantha dilatarsi
spaventati per poi immobilizzarsi così come il suo viso niveo e tagliente.
-
Salutami l’Inferno Samantha – le sussurrò Kate a due centimetri dall’orecchio
prima di estrarre dal petto del Demone una lama viola che si dissolse non appena
venne estratta.
I
ragazzi sgranarono gli occhi increduli, mentre osservavano Samantha traballare
instabile sulle gambe, prima di cadere in ginocchio e fissarli tutti con odio. –
Morirete…Che possiate bruciare tra gli Inferi…Ci vedremo lì –
-
Forse – disse in risposta Takao serio e ricambiando con
altrettanto odio il suo sguardo.
-
Vorrà dire che ti darò la caccia anche lì…Muori – sibilò Kate
velenosa
-
Tu più di ogni altro conoscerai il dolore qui –
-
Addio…Questo è per Jean, per i miei genitori e per i bambini! – con una rapida
mossa Kate sferrò un ulteriore attacco magico
trafiggendo in pieno il demone, la luce la trapassò da parte a parte fino a
rigettarsi nelle nuvole nere e cariche di pioggia.
Un
violento fascio di luce costrinse i blaider a chiudere gli occhi, dopodiché un
boato li investì, scaraventandoli lontani l’uno dall’altro e facendoli cadere in
uno stato privo di sogni e incubi, uno stadio in cui vigeva solo in
nulla…Vegliati solo dalle prime stelle della sera che, scampate dalle nubi,
sfiorarono i loro corpi con deboli bagliori argentei.
Un fievole
bagliore accarezzò le sue palpebre sussurrandogli con voce sottile di aprire gli
occhi, cosa che fece, anche se tutto ciò che si aspettava di vedere non gli si
presentò.
I suoi occhi
delimitarono i confini di una stanza piuttosto ampia con alte finestre e con i
muri ricoperti da immensi scaffali di legno scuro, su cui erano allineati con
cura e precisione lunghe file di volumi dalle rilegature più pregiate e varie.
Oltre i vetri appannati delle vetrate una coltre di
nivea neve rivestiva i corpi spogli degli alberi e di quella che doveva essere
una fontana in marmo. Con una strana sensazione che pulsava nel petto sorvolò attentamente i ripiani traboccanti di
libri.
“Una
biblioteca privata” pensò Kai avvicinandosi al tavolino di legno più vicino a
lui, su cui vi era appoggiato un volume aperto circa a
metà. Fece per prenderlo quando con stupore vide la sua mano trapassare il libro
e perdersi all’interno di esso, come se fosse un
fantasma. Ritirò il braccio osservando la pagina perfettamente integra, come se
nulla l’avesse trafitta. Non era davvero lì, doveva trattarsi di un sogno o
qualcosa di simile…Eppure gli appariva tutto così reale, o meglio familiare.
Dei passi in
avvicinamento lo fecero voltare con una strana sensazione all’altezza del cuore;
non lo avrebbero mai visto in ogni caso, eppure non riusciva a spiegarsi quella
frenesia nel battito.
- Jean vai a
cambiarti, sei tutto bagnato – senza ragione Kai sgranò gli occhi ed il fiato scemò via dai suoi polmoni, mentre una donna
procedeva nella stanza in compagnia di un bambino di al massimo dieci anni con
vispi occhi verdi e capelli neri, tenendo fra le braccia quello che sembrava un
neonato. Kai si soffermò sulla donna come ammaliato: doveva essere piuttosto
giovane, portava i capelli color dell’argento piuttosto lunghi sciolti con le
ciocche davanti più chiare rispetto a quelle dietro;
nel viso niveo e liscio erano incastonate due splendide ametiste liquide, due
gemme che brillavano di una luce fredda come la neve che oltre la finestra
continuava a cadere.
- Signora
Serena, ma c’è la neve! A lei non piace la neve? – domandò il
ragazzino.
- Certo che mi
piace, ma ora vai a metterti qualcosa di caldo che fra un po’ si pranza – le
rispose lei con un sorriso e accarezzando il capo corvino.
- Va bene, ma
prima di mangiare posso andare nel passaggio a portare a Kate il peluche? Così
almeno la smetterà di tirarmi le dita per giocare – Jean sembrava divertito,
mentre Kai a sentire il nome di Kate credette di perdere qualche battito.
“Kate…Ma che…”
Serena annuì
riconoscente prima di spostare la sua attenzione sulla creatura che portava fra
le braccia, muovendo intanto qualche passo avanti in direzione di Kai.
- Ok Jean, ma
prima vai a cambiarti -
Jean annuì
prima di girarsi in direzione della porta – Ah signora…Ma Kai non vedrà mai
Kate? –
Kai si volse
immediatamente verso la donna che in un istante mutò l’espressione del suo viso
in una maschera di tristezza e concentrazione – Certo…Ora vai –
Jean annuì
poco convinto dopodiché lasciò la stanza, mentre nella mente di Kai fu come se
la diga della sua memoria fosse stata lacerata, e la potenza del fiume in piena
l’avesse travolto, facendo riemergere e smuovere i detriti dei suoi ricordi per
portarli a prendere forma in fondo alla sua anima. Si avvicinò alla donna fino a
poterla sfiorare, e solo quando lei alzò tranquilla gli
occhi verso la finestra, incontrando però i suoi, su come se un fulmine fosse
precipitato in mezzo alle onde in tempesta. “Non è
possibile…”
- Kai…Vi
proteggerete a vicenda lo so – sussurrò sulla fronte piccola e chiara del
bambino che teneva fra le braccia e che la osservava immobile con due occhi
identici a quelli della donna.
“Non è
possibile..Mia madre”
Quando Hilary aprì gli occhi
venne investita da una luce abbagliante che la costrinse a calare le palpebre
vedendo un alone arancione che pian piano scemava via; si sentiva tutta un
dolore, le ossa urlavano come arpie stridule e la testa le girava vorticosamente
mentre le sue orecchie erano ancora piene delle grida del vento, dello scroscio
della pioggia, dello sciabordio violento delle onde, e delle parole di dolore di
tutti i suoi amici…- Dove sono i ragazzi? – domandò a se stessa a voce
alta.
-
Tranquilla stanno tutti bene, un po’ ammaccati, ma sono
tutti vivi – sentì la voce di Mao e ciò la fece mettere seduta e passare in
rassegna l’ambiente in cui si trovava; pareti bianche, luci al neon, odore di
disinfettante, pavimenti lisci e color acquamarina…Era in un
ospedale.
-
Mao! Emily come state! Oddio che bello rivedervi – le ragazze si abbracciarono
felici sedendosi sul letto della giapponese. – Cosa vi è successo? –
Le
ragazze spiegarono per filo e per segno cosa era accaduto loro da quando si
erano ritrovati alla Kasba soli e spaesati. – Usciti
dalla Kasba abbiamo cercato qualche indizio che ci
portasse a voi, poi in lontananza abbiamo intravisto una luce fortissima e così
siamo arrivati al promontorio…Doveva esserci successo qualcosa, mentre eravamo
in quelle sorte di bolle percepivamo che stavamo incrementando il potere degli
Obscuras, ma non eravamo in grado di sottrarci, comunque quando siamo arrivati
vi abbiamo trovati a terra, distanti l’uno dall’altro e malridotti…Di Axel e
Samantha nessuna traccia – finì Emily dopo un resoconto
dettagliato.
Hilary annuì – Hilary…Ecco io mi volevo scusare con te;
con il mio comportamento ho aiutato gli Obscuras e…Mi spiace – Mao si tormentava
le dita rosicchiandosi le unghie nervosa, senza
riuscire a fissare l’amica negli occhi. – Su Mao, tutti abbiamo sbagliato…Credi
che io sia stata tanto più brava? Sarebbe meglio stendere un velo pietoso – la
rassicurò la giapponese.
-
Ma ora ditemi…Come stanno tutti? -
-
Stanno tutti bene…Più o meno tutti – fece Mao calando
il tono e andando con il pensiero a Crystal. – Lei era già morta quando siamo
arrivati –
Calò un silenzio improvviso fra le tre, interrotto dal
cigolio della porta.
-
Allora Custode come stai? – chiese Takao reggendosi al
treppiedi da cui pendeva la flebo.
-
Bene grazie…Voi? – chiese lei abbracciando l’amico
-
Ce la siamo cavata…Max è al telefono con la madre,
purtroppo coloro che erano stati addormentati non si sono risvegliati, Rei e
Daichi stanno facendo le ultime visite eh… -
-
Eh? – Takao sorrise davanti alla sua apprensione.
-
Kai sta bene, l’ho visto uscire dalla camera di Kate poco fa, comunque ora credo
sia all’obitorio –
“Kai..Kate” Hilary scese dal
letto rabbrividendo per il freddo contatto con i piedi
nudi.
-
Dove vai? -
Hilary si volse verso gli amici con sguardo deciso –
Kate…Devo parlare con lei –
Takao annuì – Lo penso anche io
–
Il
cigolio della porta che si apriva alle sue spalle, dei passi, dei respiri, degli
occhi proiettati sulla sua schiena, i loro pensieri che vertevano su di lei, i
loro timori, i loro sospetti…Chiuse gli occhi prendendo il respiro e annusano
l’aria tiepida di quella giornata e lasciandosi accarezzare la pelle chiara dai
timidi raggi del sole che per la prima volta poteva sentire scorrere attraverso
le vene mescolandosi al sangue. Era una sensazione stranissima essere lì, ed
essere viva, poter vedere il suo corpo, vedere gli
alberi, il cielo, le nuvole…Non si poteva disegnare la cascata di emozioni e
sensazioni che la stavano pervadendo, soprattutto dopo il colore che le parole
di Kai le avevano donato pochi attimi prima.
-
Kate – sentì Hilary chiamarla, tenne costantemente le braccia incrociate attorno
al petto e l’espressione seria e concentrata. Sapeva
perché era lì, anzi perché erano
lì.
-
Credo sia il caso di fare un po’ di presentazioni – non era esattamente questo
che si era aspettata, ma era certa che prima o poi
sarebbe uscito fuori.
-
So chi siete Cavalieri –
-
Beh ma noi avremmo anche dei nomi nostri – le sorrise Max gentile presentando
tutti i presenti.
Kate rimase leggermente stranita; Kai l’aveva avvertita
che avevano una strana forza attrattiva e un modo di mettersi
a nudo che era unico, ma non si aspettava una tale “gentilezza” da degli
estranei.
- E
tu ti chiami Kate giusto? – le domandò Rei.
Lei
annuì sbrigativa.
-
Kate poi? Avrai un cognome – disse Daichi
La
ragazza dirottò rapida gli occhi sulla Custode che le fece un cenno col capo;
evidentemente non aveva fatto alcun accenno alla sua provenienza, e di questo le
era grata.
-
Kate e basta – troncò lei sintetica. – Sono sempre stata nel Limbo, ed il mio nome è tutto ciò che so –
La
sua risposta parve soddisfare i ragazzi, che nonostante ciò la osservarono comunque dispiaciuti, come se fosse motivo di
tristezza per loro il fatto che lei non possedesse nessuno “Certo che non sono
normali” pensò Kate stranita.
-
Beh Kate, scusa se te lo veniamo a chiedere ora, ma noi avremmo bisogno di
risposte, di sapere cosa ci è successo – iniziò Hilary
-
Già, a noi e a tutti gli altri! Perché alcuni sono ancora addormentati mentre
altri no? – domandò Daichi.
-
Vedi noi crediamo che tu possa rispondere ad alcune di queste domande – disse
Rei
Kate annuì impercettibilmente; se lo aspettava…Era
arrivato il momento di raccontare la storia, peccato che neppure lei sapesse tutto.
-
Mi spiace, non ho tutte le vostre risposte…Posso dirvi che esistono, in un luogo a me sconosciuto, sette Regni, di cui
ognuno di noi è il protettore. I Sette Regni rappresentano i vari elementi
naturali e astrali, e a ciascun Regno è associata una creatura Sacra ed un Cavaliere…Un’entità degna di poterne accogliere
l’incommensurabile potere. Al centro di questi sette poteri ve ne è uno definito come potere Chiave, ovvero l’energia che
permette alle Sette creature di creare l’Armonia…Tale potere è affidato al
Custode dei Portali, ovvero ad Hilary. Il Custode ha il compito di tenere chiusi
i Portali che danno sui Sette Regni…Non so molto di più -
Tutti rimasero sorpresi dal suo racconto, ma non fecero
esclamazioni o battute a riguardo; la voce e il viso di Kate non avrebbero
potuto scherzare, era dannatamente seria.
-
Ma noi non siamo Sette – azzardò
Rei
-
Tu, Max, Takao e Kai siete i quattro Cavalieri
elementali, Daichi e il Signore Oscuro, Algor sono i due Cavalieri primordiali…In
quanto a me, io sono il Cavaliere del Cosmo –
- E
questo Algor che legame ha con gli Obscuras? – domandò
Takao
Kate dirottò l’attenzione sul giapponese squadrandolo –
Dovresti saperlo Cavaliere, non ti avevo già accennato
alla Tetrade? –
Takao sgranò gli occhi ricordandosi del loro incontro
quando era entrato in contatto con il bey di Samantha. – Tetrade sta per un
gruppo di quattro – disse Rei
La
ragazza annuì senza lasciare il viso di Takao – Esatto, la Tetrade è il gruppo
di Guardiani che è associato ad ogni singolo Cavaliere.
Ogni Cavaliere possiede una Tetrade, e questa ha il compito di sostenere il
proprio Cavaliere e di incrementarne la potenza. Axel, Samantha, Astra e Ares
sono la Tetrade di Algor…Anche se Axel e Samantha hanno provato a fare il salto di qualità –
Era
una storia incredibile, non ci avrebbero mai creduto se glielo avessero
raccontato, eppure era tutto dannatamente logico nella follia di quelle
affermazioni. Takao strinse la presa sul suo Dragoon come se realmente la
potenza del vento potesse scaturire dalle sue dita come d’incanto…Eppure poche
ore prima l’aveva fatto…Aveva richiamato il Vento.
-
Un’altra domanda…I Guardiani addormentati – iniziò Max
Kate lo fissò truce; eccola lì da maledetta
domanda.
-
Vero…Io non posso risvegliarli; Nike mi ha detto che solo chi li ha addormentati
può riportarli indietro e quella persona devi essere tu – concluse Hilary mordendosi il labbro interno dalla tensione.
Non era molto corretto da parte loro mettere Kate così spalle al muro, sola contro cinque persone, ma non potevano neanche
continuare ad aspettare mentre Julia e gli altri rimanevano ancorati al loro
coma innaturale. Inoltre ora il pericolo era passato e Kate li avrebbe riportati
in vita quanto prima…Almeno questo era ciò che credeva.
Invece, contro ogni sua aspettativa, Kate…Non disse nulla, non modificò minimamente
l’espressione del viso, non un cenno, non una luce negli occhi, solo staticità,
esclusivamente neutra.
Un
silenzio che vale più di mille parole e che fu come uno specchio rotto che
raccoglie in modi diversi una medesima immagine, mostrandola in qualsiasi caso spaventata ed allibita.
“Kate…”
-
Potresti anche dire qualcosa sai? – la voce seccata di Takao scosse la Custode,
mentre la Voce non accennò a mostrarsi differente. – Non vedo che cosa ci sia da
dire -
-
Per esempio che riporterai in vita i nostri amici, o non senti? – le rispose
brusco Takao
Kate non si scompose affatto,
anzi si adagiò spalle alla parete – No, ciò che dobbiamo fare è chiudere il
Sigillo e rimettere le Essenze ai loro rispettivi posti. Tutto questo è successo
perché il Sigillo che racchiudeva Algor è stato spezzato e quindi il Regno delle
Tenebre è stato nuovamente aperto sul nostro mondo. Ogni settecento anni i Sette
Portali si aprono, il Sigillo si rompe e nuovi Cavalieri hanno il compito di
rimettere le Essenze naturali al loro posto…Dobbiamo chiudere i portali, prima
che l’avanzata oscura ci sommerga –
-
Ma gli altri? -
-
Francamente è l’ultimo dei miei problemi…Loro non sono Cavalieri
–
Max
batté il pugno sul tavolino vicino al letto di Kate con gli occhi arrossati e
lievemente accaldato – Ma sono nostri amici! Non possiamo lasciarli lì! – Hilary
sì sentì dispiaciuta per l’amico; poteva immaginare come doveva sentirsi Max in
quel momento…Lui si era visto Mariam addormentarsi senza che potesse fare nulla
per lei, quando ancora la tela dei Demoni si andava solidificando…E non poterle
chiedere scusa doveva essere per Max devastante.
-
Non è un problema dell’umanità se tu non sei stato in grado di capire la
differenza fra la tua Guardiana e un Demone dell’Illusione – sputò Kate acida.
Sapeva di essere stata diretta e affilata, ma non le importava…Dovevano salvare
quel mondo prima di tutto.
-
E’ una questione di priorità – finì la ragazza lapidaria sotto gli occhi
sconcertati di Max che si sentì come se gli avessero strappato il cuore dal
petto. Come poteva una ragazza parlare in quel modo? Una come lei che doveva aver sofferto in maniera esorbitante,
come poteva essere così crudele? – Non puoi dire sul serio! Noi ti abbiamo aiutata, molti di loro si sono addormentati per lasciare a te
una speranza di vita – disse Rei, nella cui voce iniziava a serpeggiare del
risentimento verso la mora.
Kate strinse il pugno – Hanno fatto il loro dovere…Ve
l’ho detto, è una questione di priorità –
Rei, Max e Daichi la fissarono increduli e delusi,
mentre Hilary suo malgrado si trovava nella posizione
di dare una scrollata a quella ragazza…Poteva comprendere le sue ragioni, ma era
sicura che Kate non dicesse tutto per la decantata “salvezza del mondo” ma per
soddisfare puramente la sua vendetta…Come se sigillare Algor rappresentasse per
lei il modo per rendere giustizia alle persone che erano morte per proteggerla.
-
Priorità dici? – la voce di Takao richiamò l’attenzione
di tutti. Il ragazzo fissò truce Kate che ricambiò. – Te la do io la priorità –
con un gesto fulmineo Takao prese il polso di Kate
trascinandola verso la vetrata sulla sinistra sotto gli sguardi basiti di tutti.
– Takao che fai! Lasciala! – esclamò Hilary.
-
Guarda lì! Guarda là fuori! – le urlò fuori di sé il giapponese indicando oltre
il vetro, dove nel cortile, all’ombra di un esile
palma, deturpata dal vento della sera prima, vi erano Yuri, Boris e Kai –
Guarda Yuri! Lui è una tua priorità! Boris! Raul che ha la sorella in un letto
d’ospedale è una tua priorità! Non credi forse che farebbe di tutto per vedere
Julia alzarsi da quel maledetto letto? A lui pensi che importi qualcosa delle
tue priorità? E a Max? Se ho ragione io, gli Scudi Sacri potrebbero sapere molto
di più, ma in ogni caso sono persone che non meritano di rimanere lì! – Kate
rimase allibita davanti a quella reazione inaspettata; non credeva che il
capitano dei BBA avrebbe ritrovato tanto in fretta la grinta ed il carattere, ma anche stavolta le parole di Kai erano
state precise…Takao è uno che per i suoi amici si batte fino all’ultimo secondo
di vita…Aveva fatto una cosa simile anche per lei.
-
Cerchiamo di non degenerare. Kate, se come dici tu
dobbiamo chiudere i Portali, allora avremo bisogno di energia e solo i nostri
Guardiani possono aiutarci – esordì Rei cercando di staccare Takao dalla
ragazza.
-
Senza di loro nessuno di noi sarebbe qui, tantomeno tu…Metti anche questo nella
tua lista di priorità – le sussurrò Takao uscendo dalla camera insieme a Max e gli altri, lasciando per qualche istante
Hilary e Kate sole.
-
Takao non è cattivo, è solo che vuole bene ai suoi amici – le spiegò
Hilary
Kate sorrise dando le spalle alla Custode in modo che
lei non la vedesse. – Lo so –
Hilary chinò il capo prendendo la porta – Io sono
convinta che tu sai qual è la cosa migliore da fare e
la farai –
L’altra annuì concedendosi un sorriso soddisfatto – Ora
lo so – si disse quando avvertì i passi di Hilary svanire oltre il corridoio.
La
luce della fiaccola gettava una luce danzante sul disco d’attacco di Nike mettendone in evidenza i vari colori, sette striature
differenti che si diramavano dalle sette punte del disco metallico e che si
andavano ad incontrare nel centro dove un argento lucido avvolgeva l’immagine
del suo bit-power, un maestoso unicorno nero con il corno platino e gli occhi
color della pece. Hilary lo esaminò con cura avvicinandoselo al cuore come ad
abbracciarlo; era una sensazione intraducibile, ma si sentiva carica di un
potere nuovo e della consapevolezza di possederlo. Finalmente anche lei aveva un
beyblade, e non un bey qualunque, ma quello della Custode dei Portali…Lei, una
che aveva iniziato a seguire quello gioco per puro
passatempo e che poi vi aveva trovato non solo un avvincente sport, ma
addirittura una sorta di incarico predestinato.
Alle volte si chiedeva cosa sarebbe successo se lei
avesse ceduto alla forza di Axel e avesse aperto per lui i portali, si domandava
se Axel l’avesse mai amata o se si fosse sempre divertito a prenderla in giro,
ma poi non vi trovava una risposta vera ed appagante.
Il suo cuore ferito preferiva credere che l’avesse amata anche se per poco, ma
la sua mente razionale ed il buon senso le continuavano
a sussurrare velenose che in realtà era stata una cieca illusa.
-
Kate ha parlato di priorità…Io le mie le ho sconvolte – sussurrò come se
parlasse a Nike, la quale dopo il combattimento non le aveva più parlato.
-
Vorrei tanto non aver commesso tutti i miei errori –
Si
rigirò la trottola fra le dita osservando i giochi di luce che il metallo
costruiva insieme alle fiamme e alla fontana sotto di lei, mentre la luna la
osservava specchiandosi in sua compagnia.
-
Un bey come quello non è fatto per stare fermo – Hilary per poco non perse la
presa su Nike mentre l’acqua accoglieva al suo interno
una nuova immagine alle spalle della giapponese. Hilary si voltò incredula
incrociando lo sguardo serio di Kai, che teneva comodamente le mani in tasca e
lasciava che la sciarpa bianca gli coprisse a tratti il
viso.
-
Ciao Kai…Come ti senti? – vedeva bene che non aveva nulla di rotto, al massimo
qualche graffio sul viso e una fascia al polso, ma aveva anche imparato che per
Kai il più delle volte il dolore non era fisico, quanto
morale. Non lo aveva ancora visto dalla fine dello scontro, sapeva che
era andato all’obitorio da Crystal e poteva immaginare come doveva sentirsi…
-
Bene – le rispose telegrafico lui senza scomporsi, ma dando ad Hilary l’impressione che si stesse aspettando qualcosa da
lei.
“Ha
ragione lui” la ragazza si alzò dalla fontana mettendosi quasi di fronte al
russo – Ecco Kai…Mi dispiace molto per tutto quello che vi..Ti ho fatto – calcò quel ti intenzionalmentealzando lo sguardo verso di lui decisa.
Aveva sbagliato e non era sua abitudine evitare le scuse, aggirarle come una
codarda; no, aveva appoggiato Axel, si era schierata contro i Demoni e se non
fosse stato per i continui tentativi di Kai lei avrebbe
potuto benissimo continuare ad aiutare il nemico. Inoltre lui l’aveva salvata da
Axel più di una volta…Insomma gli doveva la vita…Ancora.
-
So che probabilmente non ti interesserà dopo quello che
è capitato a Crystal…Se è morta è anche colpa mia e tu hai tutti i motivi per
avercela con me, ma voglio che tu sappia questo… - prese un respiro profondo
pronta a dar voce all’idea a cui pensava da tutto il giorno. Kai la osservò in
attesa che continuasse e per un secondo Hilary ne fu
certa: sì, se ci fosse riuscita Kai avrebbe potuto sorridere.
-
Kai io ti giuro che porterò Crystal in vita…A qualunque costo –
Kai
conficcò le unghie nel palmo cercando di non lasciare segni di sconcerto sul suo
viso, cosa che non gli riuscì visto che la ragazza lo
fissò stranita.
Non
riuscì a non sorridere dentro di sé davanti a tanta sincerità e determinazione.
Ecco una cosa che l’attirava follemente di lei; Hilary
seguiva le sue emozioni con la stessa forza di un fiume in piena, si lasciava
trascinare dai sentimenti e da loro traeva calore ed entusiasmo, sentimenti che
non erano solo i suoi, ma anche delle persone che le stavano a cuore.
Era
una caratteristica di lei che lo affascinava,
probabilmente perché diametralmente opposta al suo modo di esprimere emozioni.
Lui non si lasciava contagiare dalle passioni degli altri, a lui non interessava
nulla degli altri, a lui importava esclusivamente di se stesso…O meglio fingeva
che fosse così. Era più corretto dire che agiva sotto il diretto controllo della
sua mente razionale, ma oramai Hilary con la sua irruenza lo aveva travolto a
tal punto che non riconosceva più come sue molte delle azioni compiute nell’arco
dell’ultimo mese.
Hilary non aveva cambiato il suo modo di essere, ma ne
aveva modificato la chiave di lettura. Lui l’ammirava per la sua forza, per la sua determinazione per il
suo voler seguire il proprio cuore ad ogni costo e sentirla accanto a lui gli
regalava sensazioni uniche che non aveva mai provato, ma che a dirla tutta non
gli dispiacevano.
Fece per parlare, ma Hilary fu più rapida – Kai lo so
che le volevi bene e farò l’impossibile te lo giuro…Te la porterò indietro –
-
Lo sai che potrebbe costarti la vita? -
Lei
annuì – Lo so, ma non m’interessa. Tu, Yuri e Boris avete fatto tanto per me e se c’è una cosa che posso fare per
voi la farò. Senza di te io avrei commesso errori imperdonabili e voglio
rimediare almeno in parte ai miei sbagli –
Kai
rimase spiazzato. Poteva arrivare a tanto il suo senso dell’onore? Era proprio
vero, cambiava la chiave di lettura…Hilary era orgogliosa quanto lui, solo che
per lei aveva un senso diverso, girava attorno agli altri e non attorno a se
stessa.
-
Inoltre volevo dirti un’altra cosa…Kate; beh io so la verità…Non avrei voluto
farmi i fatti tuoi ma l’ho visto in una visione -
Kai
annuì. Aveva avuto modo di parlare con Kate quella mattina e si erano
confrontati ciascuno con le proprie paure e le proprie domande. Per lui era
ancora incredibile pensare di avere una sorella e sapere che Hilary ne era a
conoscenza non lo infastidiva, anzi tutt’altro.
-
Ecco io…Mi spiace tanto per tutto quello che ho visto e spero che tu non sia
arrabbiato per… - si zittì quando Kai le si fece più
vicino arrivando a gettare la sua ombra sul viso più piccolo della ragazza. –
Non sono arrabbiato -
La
vide rilassare i muscoli del collo e respirare appena mentre dentro di sé ne sorrideva. Poteva impegnarsi quanto voleva per fare la
dura, ma era sincera ed il tenue rosato che le colorava
le gote era un segno tangibile che era imbarazzata e che quindi Axel per una
volta non aveva mentito.
Una
meravigliosa sensazione all’altezza del cuore sbocciò con calore quando si
soffermò su di lei, seguendo il rossore delle gote e salendo fino agli occhi
mori grandi e espressivi; era ciò che lo faceva stare
bene, ecco chi era Hilary Tachibana.
-
Beh…Grazie allora – Hilary si scansò e fece per dirigersi verso l’ospedale –
Buona notteKai – lo salutò allontanandosi con
il cuore che batteva a mille.
Kai
rimase solo pochi secondi immobile davanti alla luce
prima di agire d’impulso, girandosi ed estraendo Dranzer dalla tasca e
puntandolo verso Hilary che non si accorse di nulla tanto fu rapido. Lanciò il
suo bey che scattante e deciso arrestò la camminata della ragazza, sbarrandole
la strada e cominciando a vorticarle attorno sollevando una lieve polvere.
Hilary incredula si girò verso il russo per chiedergli spiegazioni, ma quando lo
fece si ritrovò a Kai a brevissima distanza – Prima di
giocare con la morte chiedimi se sono d’accordo – le sibilò
Hilary era troppo scioccata per
pensare razionalmente, potè solo gridare di gioia quando vide un piccolo
e spontaneo sorriso solcare quelle labbra perennemente serrate e lineari. – Se
l’avessi chiesto per tutte le volte che tu ci hai giocato a quest’ora mi sarei monotona – rispose lei di getto
sorridendo.
Kai chinò
appena il capo soffocando una risata – Probabile –
-
Sei d’accordo allora? – lui riportò gli occhi sulla brunetta mentre Dranzer
girava attorno a loro come a creare un cerchio perfetto. – Non da sola…Lo farai
con tutti noi – “Con me” la voleva proteggere, la voleva con lui qualsiasi cosa
decidesse di fare, ora sapeva che lei provava qualcosa nei suoi riguardi e anche
se non aveva la benché minima idea di quello che avrebbe portato voleva portare con sé questa sensazione di benessere il più a
lungo possibile. Crystal gli aveva detto di riprendersi la ragazza di cui era
innamorato…Non avrebbe mai creduto che anche lui si sarebbe potuto innamorare,
ma Hilary aveva modificato la sua chiave di lettura, rendendola più grande e
accogliente verso emozioni e sensazioni nuove e lui era intenzionato a vincerle
tutte, a farle sue come ogni grammo di quella passione
e di quei ricordi che portava con sé quando giocava.
Le
cinse le spalle avvicinandosela – Perché non ti permetterò di allontanarti
ancora – le sussurrò avvolgendola dolcemente fra le braccia.
Avvertì contro il petto un
fremito, come se Hilary fosse sobbalzata dalla sorpresa e soddisfatto appoggiò
il mento sulla sua testa senza lasciarla. In fondo non era tanto diverso da un
incontro di bey: si lottava per raggiungere il proprio obiettivo, si soffriva,
si urlava, ma quando la fenice si infiammava e
avvolgeva il suo beyblade allora non c’era più scampo per
nessuno.
La
tenne stretta a sé per un tempo che non seppe quantificare, troppo bello per poter essere stato lungo, troppo carico di emozioni
perché fosse durato poco…Eppure durava ancora. Non sapeva se Hilary fosse
riuscita a sentire il suo cuore battere, ma dopo i primi attimi la sentì
rilassarsi contro il proprio petto e in quel frangente credette davvero che il
cuore potesse esplodergli tanto era il calore che lo avvolgeva.
Ad un tratto
la sentì muoversi, e senza scostarsi lasciò che lei sollevasse il capo verso di
lui, incrociando i loro occhi che come due magneti di attirarono a vicenda. –
Perché questo? – chiese stupita e meravigliata.
La
guardò a lungo, sempre più convinto a raggiungere la sua verità – Perché non
commetto due volte lo stesso errore e non sono abituato a perdere le battaglie
più importanti – non seppe neppure lui che forza guidò le sue azioni, ma le
prese delicatamente il viso fra le dita e la baciò, azzerando la distanza fra i
loro volti. Non vi era un rumore attorno a loro, ma anche se ci fosse stata
un’esplosione lui non l’avrebbe sentita, o forse
l’avrebbe ignorata, perché ciò che interessava sia alla sua mente che al suo
cuore era lì, accanto a lui.
Sfiorò le sue labbra avvertendole sottili e morbide,
mentre con sua sorpresa sentì le braccia di Hilary legarsi attorno al suo collo
e le sue piccole mani insediarsi furtivamente fra i suoi capelli accarezzandoli.
Le cinse la vita con le braccia per legarla a sé e sentendosi finalmente
soddisfatto quando tornò a guardarla negli occhi allo scadere di quel legame
magico e meraviglioso.
Si
accarezzarono con lo sguardo per alcuni secondi prima che Kai parlasse – Ora hai
un motivo per non bruciare la tua vita…-
Hilary lo guardò incredula ancora con
sulle labbra il suo sapore e felice come non lo era mai stata. Kai, il
suo Kai l’aveva baciata…Quante volte l’aveva sognato? Innumerevoli…E ora
avvertiva la differenza fra Axel e Kai; baciare Axel era stato qualcosa di
totalmente diverso, un semplice contatto di labbra ma nulla di più…Con Kai era
stato magia, armonia, emozione e Tutto.
-
Non rinuncerò al mio proposito…Non credere di avermi sconvolta – esordì lei prendendo l’iniziativa e
abbracciandolo nuovamente. Le piaceva il contatto con il suo corpo, sentire il
suo cuore battere attraverso la stoffa della maglia, avvertire i suoi muscoli
prima tendersi e poi rilassarsi, le sue braccia
avvolgerla e soprattutto i suoi occhi scivolare su di lei. Forse era un sogno da
cui si sarebbe risvegliata a momenti, ma al momento non
le importava, voleva goderselo fino all’ultimo istante. – Neppure tu Custode -
Lei
sorrise…Un Hiwatari resta sempre un Hiwatari.
-
Non ci penso neanche -
-
Resto sempre io –
-
Se non fosse così penso che potrei chiederti di
riportarmi indietro il vero Kai –
-
Se ti aspetti uno dolce, romantico..Uno come Axel
allora ti conviene dirlo –
Hilary cercò il suo sguardo – Cambieresti? –
Lui
ci pensò su chiedendosi quale opzione sarebbe stata la
più vantaggiosa per lui e per Hilary – No –
Lei
sorrise sollevandosi sulle punte e baciandolo a fiori di labbra – Meglio così…Ho
sempre preferito i Demoni al principe azzurro – gli sussurrò ironica sulle
labbra prima di staccarsi e sorridergli.
Kai
la guardò con un sorriso appena accennato sul volto prima che un grido si
manifestasse nella sua testa facendolo scostare da Hilary e disegnando sul suo
viso un ghigno di terrore.
-
Kai che succede! – Hilary si precipitò su di lui, mentre il ragazzo cercava di
riacquistare un respiro regolare.
-
Che succede? – chiese la ragazza quando sembrò tutto
tranquillo.
-
Hilary! Kai! – si voltarono vedendo Rei e Mao sopraggiungere con il fiato corto
e gli occhi atterriti. – Kai l’hai sentito anche tu? – domandò Rei
L’altro annuì. – Una scarica di energia nelle nostre
menti – spiegò il cinese
Hilary passò gli occhi da uno all’altro mentre
istintivamente portò l’attenzione alla finestra dell’ultimo piano dell’ospedale
che dava sul cortile…L’unica con la luce accesa.
-
Kate – sussurrò con un pensiero nella mente.
Kai
seguì la traiettoria suggeritagli da Hilary stringendo i pugni e imprecando
quando realizzò quello che doveva essere accaduto. – Ci
ha provato maledizione! Ha provato a portarli indietro! – con uno scatto prese a
correre verso l’ospedale insieme ad Hilary, Rei e Mao
mentre sperava con tutto il cuore che non avesse fatto quello che temeva, anche
se conoscendosi era convinto che anche lei possedesse un modo analogo al suo di
risolvere i problemi…Estremo, ma era il loro modo.
Eccoci qui! Finalmente ci sono riuscita! Mi sento un tale
disastro e ritardataria ma spero che sappiate perdonarmi, e spero che questo
capitolo sia stato all’altezza delle vostre aspettative. Premetto che il pezzo che mi ha dato più
problemi è stato l’ultimo, ergo chiedo scusa se sarà venuto banale, insensato, o
tutto quello che volete…Ci ho provato e spero che sia venuto bene^^
Il
colore di questo capitolo mi pare scontato comunque è
per Kai…Beh mancava lui no? xD
Avviso i gentilissimi lettori che questa storia non vi
corroderà più l’anima ancora per molto, infatti è ora
che arrivi alla fine, fine che arriverà con il prossimo capitolo. Esultate o
disperatevi fate come preferite, ma la sostanza è questa: avremo ancora il
prossimo capitolo (che sarà l’ultimo) più un epilogo finale, dopodiché si concluderà la mia prima avventura su questo mondo
xD
Per
i ringraziamenti voglio approfittare del nuovo metodo offertoci gentilmente
dagli organizzatori, e quindi risponderò alle vostre meravigliose recensioni in
via privata.
Voglio però ringraziare di cuore le stupende persone che
hanno messo la storia fra preferiti/seguite/da ricordare ed
esortarle a farmi sapere cosa ne
pensano^^
Vi
ringrazio moltissimo^^
Bene, augurando una buona prosecuzione con le vacanze e
sperando che per tutti voi quello che verrà sia un anno pieno di gioia e momenti
unici da passare con le persone che vi stanno a cuore…Auguri di buon anno! E a
presto!
Capitolo 26 *** L'ultima Battaglia e la Forza della Stella ***
Beh non c’è molto da dire, ci ho messo
tempo, troppo forse, ma volevo che fosse particolare,
con qualcosa di speciale e che riuscisse a comunicarvi e donarvi le stesseemozioni che ho provato io nello scriverlo.
Indubbiamente uno dei capitoli più difficiliche abbia mai scritto, ma che spero con tutto il cuore
possiate apprezzare. Buona Lettura!
L’ultima Battaglia e laForzadella Stella
Ore 04:30
Correva, si
lasciava alle spalle immense distese bianche che puntavano verso un orizzonte
indefinito, una striscia immaginaria che separava il candore della terra
innevata dalla purezza innaturale di quel cielo plumbeo. Tutto
era bianco, non si distingueva altro colore se non quelli che le appartenevano.
Nessun albero, nessuna casa, neanche una persona eccetto lei.
Una
sensazione di paura le attraversò la spina dorsale come se fosse stata colpita
da una scossa. Non poteva essere tornata nel limbo…Scosse il capo come
per scrollarsi di dosso quell’assurdo pensiero e cercò di concentrarsi su dove
doveva andare. Poi come colta da
un’improvvisa constatazione si guardò le gambe.Non aveva mai visto le sue gambe prive di quelle catene
ferrose che le avevano lacerato la carne per anni ed ora essere in piedi,
capace di reggersi sulle sue gambe finalmente libera, era qualcosa di
estremamente emozionante per potersi preoccupare di dove fosse.
Mosse con
attenzione i piedi nudi sulla neve, constando che non avvertiva neppure il gelo
contatto. A questo punto cominciò ad avere strani pensieri. “Dove diavolo sono
finita?” di domandò scrutando l’orizzonte. I suoi occhi
azzurri sorvolarono il paesaggio incapaci di vedere alcunché fino a quando
un’ombra lontana s’insinuò nel suo campo visivo. Era troppo lontana perché
riuscisse ad identificarla, eppure sommando quel luogo innevato, quell’immensa
steppa bianca alla figura dinanzi a lei, Kate poté solo pensare ad un nome. “Ci
sono riuscita! Devono essere loro! Li ho riportati indietro!” prese a correre
senza neanche pensarci, l’aria che avrebbe dovuto essere fredda non le
graffiava il viso, ma lei era troppo occupata a correre per prestarci la dovuta
attenzione.
Non appena la figura si fece più prossima
anche i suoi sensi andarono ad affinarsi. Era la sagoma di un giovane, stava
retto di profilo, osservando qualcosa che lei non riusciva a cogliere. La
ragazza osservò attentamente il ragazzo a pochi metri da lei, non riuscendo
stranamente a coglierne i connotati. Era come se i suoi occhi non fossero in
grado di vedere o come se la sua testa non avesse le capacità di collegarsi ai
suoi occhi. Sapeva che stava guardando qualcuno, ma ciò che le si presentava
era un alone scuro dalle fattezze umane. Poteva solo sperare di aver ragione…Ma
lei aveva ragione, non poteva essere altrimenti.
- Sei tu…Ce l’ho
fatta vero? – la sua voce non tremava dal freddo, ma stranamente dall’emozione.
L’altro si volse verso di lei senza che qualche immagine più definita riuscisse
ad arrivare al suo cervello. Eppure lei era certa, poteva essere solo lui. –
Jean…Dove siamo? – domandò avvicinandosi. La figura si fece più vicina, ma
ancora il grigiore ne impediva l’identificazione, eppure la sua voce riuscì a
disperdersi nell’aria immobile. Non rispondeva, come era possibile? Kate iniziò
ad essere titubante, lottando contro il sogno che realmente le sue aspettative
fossero state esaudite. Non poteva essersi sbagliata. Jean era davanti a lei,
ne era certa. Non riusciva a vederlo, ma il profilo era quello che ricordava,
l’altezza era aumentata, così come la massa muscolare, e anche se i suoi occhi
le erano celati, era sicura che due intensi e profondi smeraldi la stessero
osservando. Il suo salvatore, il suo primo amico, no lei l’avrebbe riconosciuto
ovunque.
Tese la mano
verso di lui per poterlo toccare e dare così voce ai suoi sogni, quando
improvvisamente una luce più intensa fece irruzione illuminando il corpo di
Jean e scaldandola. Prima non aveva avvertito nulla, neppure l’aria dei propri
respiri, ora invece quel bagliore le stava infondendo calore...Inspiegabile. –
Jean…Ce l’ho fatta, ho mantenuto la promessa…Ho anche riportato quei ragazzi
indietro, ma ora tocca a voi – si fece ancora più vicina incurante della luce.
“Kate, non puoi riportarci indietro, non è in
tuo potere e ad essere sinceri neanche nelle nostre volontà “ una voce la fece
voltare di scatto, poiché proveniva dalle sue spalle. Dietro di lei la neve
vorticava come in una danza, spirando in un lieve canto quelle parole, cantate
con una voce tenera e pura, una voce che Kate conosceva bene. – Jean? –
domandò. “Kate, distaccati dal passato, se non lo farai non riuscirai mai a
vedere oltre quella patina grigia” era la voce di Jean, ne era sicura e
proveniva dall’aria e dalla neve che danzavano. – Ma io vi devo… -
“Tu non puoi
fare niente per noi. Puoi solo vivere, riprendere da dove ti sei fermata e
continuare. Ciò che non riesci a scorgere è dovuto dal tuo non voler vedere
oltre. Esci completamente dal Limbo” finì la voce del ragazzino con dolcezza.
Kate chinò il capo afflitta, sconfitta, con una ferita nel petto che faticava a
rimarginarsi – Perché? – chiese sentendosi prossima ad urlare dalla rabbia.
Aveva dato tutta se stessa per quel fine e ora questo si andava a sciogliere
come la neve al sole.
“Perché devi lasciarci andare…Esci e afferra
quella luce” Kate alzò il capo verso la neve rabbrividendo quando un piccolo
cristallo le si posò sulla guancia sopra ad una goccia salmastra. Aveva ragione
lui? Sarebbe riuscita a fare quello che le chiedeva? Poteva vivere senza più
aggrapparsi al desiderio della vendetta? Kate inspirò a fondo aprendo gli occhi
verso la neve che si stava diradando – Te lo prometto – si volse lentamente
ritornando ad osservare la grigia sagoma davanti a lei. Doveva lasciarsi il
passato alle spalle? Annuì decisa riassumendo la sua solita espressione ferma e
concentrata tendendo verso la figura. “Voglio uscire” pensò afferrando di colpo
la mano che l’altro teneva lungo il fianco e venendo improvvisamente accecata
da un’intensa luce mentre tutto attorno a lei prendeva una sensibilità.
Aprì gli occhi accecata da una luce bianca e
fastidiosa mentre la sua mano stava stretta attorno a qualcosa. – Ehi che ti
succede? – quella voce le fece sgranare gli occhi. “Jean?” Poi si riscosse dicendosi che era
impossibile, così andò ad osservare meglio la figura che aveva davanti. Due
cupi occhi castano-rossicci la guardavano straniti, e delle ciocche blu scure
cadevano su un viso che riconobbe immediatamente. Strinse gli occhi e lasciò la
mano quando si rese conto di chi fosse. Peggio di così non poteva andare.
– Che ci fai qui Cavaliere? –
chiese rigida realizzando dove fosse. Le paretibianchedella stanza unite ad un odore malato la indussero a
pensare di essere in un ospedale…E davanti al Cavaliere dell’Aria. Il ragazzo
si scansò con una smorfia appoggiandosi alla parete con fare scocciato, ma non
propriamente arrabbiato.
– Senti qui
che razza di riconoscenza! Ti sei messa a delirare e mi sono avvicinato per
vedere se non era il caso di chiamare qualcuno! E comunque io avrei un nome e
gradirei lo usassi – Kate ignorò l’ultima parte sollevandosi ed appoggiandosi
alla spalliera del letto. Evidentemente era lui la figura grigia che aveva
visto, e la luce doveva essere stato l’impatto che aveva avuto nel momento in
cui era “uscita” da quello stato di coma; la delusione per non aver visto Jean
le fece tirare un mezzo sospiro, ma poi si ricordò che non era sola in quella
stanza e che mai avrebbero dovuto vederla in difficoltà, meno che mai quel
giapponese.
– Perché sei
qui? – chiese lei.
Takao non si
mosse – Ti teniamo d’occhio – disse con la prima scusa che gli era balenata in
mente. Kate lo guardò accigliata. Se quel pivello voleva indurla dire qualcosa,
se era lì perché sperava in delle sue scuse aveva proprio sbagliato. – Nessuno
te lo ha chiesto, e nel caso fossi qui per delle mie scuse, sappi che non le
avrai – chiarì lei senza battere ciglio.
- Ah tranquilla so che non potrò mai aspirare a
tanto, e comunque no, ero qui anche per scusarmi; sono stato troppo diretto.
Bada bene, non mi sto rimangiando quanto detto, dico solo che avrei potuto
esprimermi in maniera diversa – si giustificò lui. Kate lo osservò impassibile
per qualche istante, ripercorrendo con gli occhi quel pigiama verde chiaro che
tanto stonava con il volto buio del suo possessore. Era strano, lei lo vedeva
chiaramente triste, eppure la sua espressione tradiva un’espressione sorridente
e gioviale. – Beh non te l’ho chiesto…Non mi
interessano le tue scuse, sappi che non l’ho fatto per via delle tue parole –
era una bugia lampante, ma non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di essere
stato partecipe di una sua decisione.
– Va bene come vuoi…Allora
è meglio che vada ad avvisare i medici che ti sei svegliata, e magari di farti
preparare qualcosa di dolce. Sei acida oltre che una pessima mentitrice – disse con un sorriso
prima di svanire dietro la porta lasciando Kate interdetta e con gli occhi
sgranati.
“Acida?...Pessima mentitrice?” abbozzò un
sorriso lasciandosi cadere sul guanciale.
Ore 11:15
Quando aprì gli occhi la prima cosa che vide fu il
bianco stucchevole del soffitto, seguito poi da un odore ancor più nauseante
del colore delle pareti. L’odore degli ospedali non aveva nazione, non aveva
collocazione geografica, era orribile sempre ed ovunque. “Classico risveglio da
romanzo rosa” si trovò a pensare tirandosi su ed osservando con ironica
esultanza che nella stanza non c’era nessuno.
“Non tutti insieme mi
raccomando!” pensò osservando la camera. Annusòmegliol’aria, arricciando il naso
quando un aroma più delicato le accarezzò l’olfatto lasciandola smarrita.
– Ma che… - sgranò gli occhi
quando vide sui due comodini che aveva accanto tre grandi vasi di fiori
colorati. Erano bellissimi, tutti di colori
caldi e solari, con grandi petali carnosi che imprimevano un odore
meraviglioso. Sorrise a quella vista, allungando una mano e prendendo una
piccola orchidea fra le dita. – Ma che carina, la prossima volta porto la
macchina fotografica! –
improvvisamente due braccia furono attorno al suo collo e la strinsero con
forza fino quasi a soffocarla.
-Hila vorrei rimanere viva! – ansimò fra le braccia
dell’amica godendosi quel momento. Hilary si scansò sedendosi al suo fianco e
osservandola con minuziosa attenzione. – Mi vuoi analizzare le cellule? – le
chiese sentendosi quasi scannerizzata dal suo sguardo. L’altra rise poggiando
su un tavolino un bicchiere di caffè e prendendole le mani – Oddio Julia sono
felicissima che tu ti sia risvegliata! Quando sono passata poche ore fa eri
ancora addormentata – le spiegò lei. Julia le sorrise di rimando, era strano
dire di “essere tornata”, di fatto le sembrava semplicemente di aver dormito
troppo e l’unico segno sul suo corpo oltre ai graffi e le contusioni dovute al
match era un intorpidimento alle ossa, dovuto all’immobilità cui era stata
soggetta.
Non
ricordava molto di quello che era successo, ma aveva ancora nelle orecchie la
voce di Yuri che l’aveva incitata a non fermarsi e ad attaccare Illusion con
tutta loro forza…E poi il contatto che aveva avuto
con la Voce, il momento in cui aveva preso la sua scelta preferendo sacrificare
Thunder Pegasu e lei stessa piuttosto che Wolborg. Non se ne era pentita, sperava solo che fosse servito…
Scattò improvvisamente seduta quando si rese conto
di ciò che doveva sapere – Ma quindi come…Cioè cosa è
successo? Voglio dire…- Hilary la zittì con un dito e strizzandole l’occhio –
Tranquilla è tutto finito. Grazie al tuo contributo siamo riusciti a fermarli.
Gli Obscuras non ci sono più, ma avremo tempo per
raccontarci tutto – Julia trasse un sospiro di sollievo e dispiegando un ampio
sorriso all’idea che quei maledetti fossero diventati solo cenere o qualsiasi
altra cosa frammentata.
- Che fai? – domandò Hilary quando Julia fece per
alzarsi. – Non lo vedi? – l’entusiasmo di Julia era irrefrenabile, era stata
immobile per troppo tempo e voleva camminare, muoversi, uscire e andare a farsi
toccare dal caldo sole. Si sentiva l’argento vivo addosso e non aveva alcuna
intenzione di rimanere bloccata come un cadavere sul letto. – Veramente devi
essere ancora visitata, ed è meglio che mangi qualcosa – obiettò Hilary. –
Ovvio, ma quel qualcosa non saranno certo le pietanze ospedaliere…Senti come stanno gli altri? – domandò qualche secondo
dopo, e pentendosi subito della domanda quando vide il volto di Hilary
incupirsi e la sua voce farsi più bassa. – Julia resta seduta ci sono un po’ di
cose che devo spiegarti –
- Non è possibile, non ci credo – era rimasta
spiazzata, le braccia abbandonate lungo il corpo, l’orchidea era scivolata sul
pavimento ed i suoi occhi verdi si erano inumiditi. – Crystal… - Hilary annuì
chinandosi a raccogliere il fiore e passandoselo fra le dita. Già Crystal…Se
non fosse stato per lei non sarebbero stati lì; lei in primis le doveva la vita
e non lo dimenticava. Era responsabile dell’infelicità di Yuri, della rabbia di
Boris e del rimorso di Kai. – Yuri…Come sta? – domandò d’un tratto Julia
ridestandola dai propri pensieri.
- Non lo so, non l’ho visto, ma stando a quanto mi
ha detto Kai dovrebbe essere giù all’obitorio – il tono era triste e Julia lo
percepì come una stilettata; si alzò dal letto quando si accorse della flebo
che la teneva legata al trepiedi. – Julia non puoi
alzarti! – la sgridò l’amica preoccupata, ma la ragazza fu irremovibile. –
Chiama i camici bianchi e fammi staccare questo filo, o giuro che lo strappo –
intimò lei.
Hilary alzò
gli occhi al cielo – Siamo proprio tornate eh? – sorrise alzandosi e facendo
per prendere la porta. – Ah Hila! – la chiamò l’amica
sull’uscio. – Grazie per i fiori – la ringraziò lei. Hilary scosse il capo
abbozzando un sorriso – E perché ringrazi me? Non te li ho presi io – Julia
rimase interdetta qualche istante. – E chi? Mio fratello non ha simili gusti…Al massimo mi regalerebbe una margherita di campo –
Hilary aprì la porta con un sorriso malizioso – Fuochino…Hai azzeccato il colore dei capelli, ma non è Raul – e come
una furia svanì dietro la porta, lasciando Julia incapace di connettere le
ultime informazioni per qualche istante. – Non è possibile…Evvai! – Tirò un braccio verso l’alto in segno di vittoria gemendo
quando l’ago le ricordò che era ancora collegata alla flebo, ma qualsiasi
dolore era sconfitto davanti a quella meravigliosa sensazione che le era
sbocciata nel petto come uno dei fiori che aveva nei vasi.
Ore 16.58
Diede un calcio ad un ciottolo proiettandolo solo
due passi avanti a lui, come se a colpirlo fosse stato un bambino, le mani
affondavano nella felpa nera accartocciate su loro stesse con forza, e persino
l’aver mancato di calciare bene il sasso fu un senso di incapacità che si posò
grave sulle sue spalle. Si guardava intorno con occhi ridotti a due taglienti
fessure lucide, incapace di percepire il sole sfiorargli il viso, anzi trovando
fastidiosa e crudele la sua vista. Perché il sole è per definizione portatore
di gioia per i bambini, che sono liberi di scorrazzare allegramente per le
strade, di fare il bagno nelle limpide distese d’acqua salata e di giocare
spensierati tra risa e grida; ma per lui il sole non era niente di tutto
questo, per lui era una presa in giro, falso e pieno di amara delusione.
Già…Perché
tutto attorno a lui doveva assumere quest’aspetto gioioso e festoso mentre lui
stava sanguinando? C’era qualcosa di ingiusto in tutto quello, sapeva di presa
in giro, ma non si sentiva neanche nelle forze di controbattere, di urlare la
propria rabbia e dolore.
Ogni cosa che incontrava, ogni sguardo che curioso
si poggiava su di lui lo scottava e gli rivelava un paio di occhi simili ai suoi,
freddi e scostanti, capaci di farti perdere la pazienza come anche di riempirti
d’ammirazione, ma anche di infinita tristezza. Erano rigidi e apatici per
chiunque non li conoscesse, ma Yuri conosceva la natura di quegli occhi e li
amava per quello che erano.
Non erano propriamente come i suoi, poiché lui era
sempre stato cosciente del fatto che Crystal fosse in un certo senso diversa da
lui; lei si era affacciata tardi al mondo rispetto a lui, lei non aveva avuto
modo di uscire dal monastero fino a quando Vorkof non
era stato cacciato, lei non aveva potuto compiere le varie esperienze che
toccano invece le ragazze normali, lei era cresciuta più precocemente rispetto
agli altri, lei fin da piccola aveva nascosto le sue lacrime al mondo imparando
da sola che al mondo ci sei tu e che nessuno ti ringrazierà mai veramente per
ciò che fai, che le cose che vuoi devi prendertele senza mezzi termini, e che
la vittoria è l’unico traguardo ammesso. Questa era stata la filosofia di
Crystal come del resto anche la loro, ma lei una volta abbandonata la coltre
del monastero russo si era persa, annegata in quel nuovo mondo che non
conosceva e per il quale aveva messo in discussione tutto, anche la sua stessa
vita.
Diede un ulteriore calcio alla sabbia mentre un
punto si andò a posare sulla terra accaldata per asciugarsi immediatamente.
Yuri si sfiorò il viso avvertendo che la barriera gelida dei suoi occhi era stata
lacerata e che sottili scie salmastre stavano discendendo il viso spigoloso.
Non aveva la forza di compiere alcun movimento, non riusciva neppure a pensare
razionalmente, tutto gli urlava il nome della sorella, tutto gli mostrava la
crudele evidenza dei fatti: Crystal era morta, e lui era ancora vivo.
Lui che avrebbe dovuto proteggerla, lui che
nonostante il suo carattere algido e rigido amava la sorella minore più di se
stesso, lui che ora rimpiangeva di non averle mai mostrato un gesto d’affetto
sincero.
Perché l’aveva fatto? Perché si era messa in mezzo?
Cosa l’aveva spinta ad un gesto simile?
Domande che non facevano altro che scavare in
profondità nelle sue ferite estrapolandogli gemiti muti di sofferenza. Camminò
senza neanche guardare dove stesse andando, colpito, frustato dai raggi del
sole pomeridiano fino a che tutto attorno a lui inghiottì la luce e nell’alzare
lo sguardo il ragazzo si accorse di essere all’ombra di un edificio di discrete
dimensioni con un’insegna che ben ricordava.
Entrò nel piccolo chiostro dove si era incontrato
con Julia il giorno prima del suo incontro, sedendosi allo stesso posto
dell’altra volta al riparo dal sole e dagli sguardi curiosi della gente, che
evidentemente trovavano alquanto insolito un ragazzo dalla pelle così pallida e
con gli occhi ridotti a due stiletti di ghiaccio gocciolanti sangue
trasparente.
Si sentiva legato a quel posto, per quanto gli
ricordasse Julia e gli ultimi momenti in cui si era confrontato con lei circa
la situazione che stavano affrontando; ricordava che la ragazza era stata
irremovibile sulle sue decisioni e nel momento in cui si era resa conto che
probabilmente si sarebbe dovuta battere con i demoni non si era tirata
indietro, anzi aveva accettato il suo destino lottando con ogni fibra del suo essere…Esattamente come aveva
fatto Crystal. C’era qualcosa che le accomunava, la tenacia, la grinta la
determinazione anche se le avevano rivelate al mondo in modi del tutto diversi.
Erano simili sotto certi aspetti tra cui il fatto
che entrambe lo avevano lasciato.
- Una vodka doppia – sussurrò al giovane cameriere
che venne a prendere la sua ordinazione, il quale lo osservò con occhio critico
prima di rientrare nel locale con probabilmente l’idea che quella fosse una
richiesta del tutto inusuale vista l’ora.
Non appena tornò con il bicchiere posandolo sul
tavolo, Yuri rimase qualche secondo a contemplare il vetro colorato che
rifletteva la sua immagine come su uno specchio di rame. Aveva un viso
disfatto. Fece per prendere il bicchiere con le poche forze che gli rimanevano
quando una mano fu più veloce di lui.
- Ehi ma che diavolo…! –
Si voltò infastidito, sentendo il cuore spezzarsi o
al massimo spezzare la barriera di dolore che lo avevaattanagliato, quando vide quel viso sprezzante
adornato da quegli occhi verdi…Inconfondibili.
- Come fai a berequestaroba
a quest’ora? Prenditi una spremuta di frutta piuttosto –
- Julia – cercò di riprendere il suo autocontrollo,
celando le tracce del suo sfogo, ma la spagnola sembrava avere una percezione
particolare per gli stati d’animo. Gli si avvicinò con il viso puntato sul suo,
seria e concentrata come se stesse per combattere un match, le braccia coperte
in parte da bende e uno scialle a coprirle i lunghi capelli ramati. – Yuri, mi
dispiace – improvvisamente gli cinse le braccia attorno al collo stringendolo
in un abbraccio che il russo non si sarebbe mai aspettato, ma che in
quell’occasione apprezzò enormemente, stringendo a sé con forza il corpo appena
rinvigorito della ragazza ed affondando il viso umido sul suo scialle color
crema.
Non si dissero nulla, le parole sarebbero state
inutili, superflue, suoni sgradevoli e mai sufficienti per descrivere ciò che
li stava attraversando, perciò preferirono parlarsi tramite i tocchi, i gesti,
e le pressioni sulle braccia dell’altro. Dopo qualche istante Julia parlò,
continuando ad abbracciare Yuri con decisione – La riporteremo indietro, Hilary
ce la farà…Devi avere fiducia in lei come in noi –
Yuri si staccò da lei tornando a guardarla con uno
sguardo ancora dubbioso – Non dire cose che non puoi controllare, non si
possono riportare indietro i morti e credi che Hilary lo farebbe? –
La spagnola annuì seria – Ha il potere di farlo e
non lascerà che Crystal paghi per tutti, ma tu devi crederci per primo! Tu devi
reagire, devi combattere, devi andare avanti! Cosa direbbe Crystal se ti
vedesse? Come minimo si metterebbe a sbuffare indignata…Lei
è stata in grado di cambiare le carte della partita, ci ha aiutato nonostante
fosse dall’altra parte, è vero ha sbagliato, ma è anche vero che siamo una
squadra e non lasciamo nessuno indietro –
Yuri rimase colpito dalle sue parole, non credeva
che Crystal fosse tanto ben voluta dal gruppo, persino da Hilary con la quale
si era “contesa” Kai, tuttavia la decisione, la caparbietà e soprattutto gli
occhi della ragazza davanti a lui gli continuavano ad urlare di fidarsi, di
prendere la mano gli stavano tendendo e di riemergere dall’Oblio.
- Che ti dà tutta questa sicurezza? –
- La consapevolezza che o credo o lascio che la tristezza
mi sommerga e mi annulli – ribattè lei tendendogli la
mano – Io mi sono fidata di te, ho deciso di consegnarmi alla Voce consapevole
che sarei potuta non tornare, ho scelto di mia spontanea volontà e non me ne pento…Sono certa che neanche
Crystal si sia pentita, non farlo tu per lei –
Yuri osservò la mano liscia e pallida davanti a
lui, ancora di quella salvezza che non doveva semplicemente dover afferrare, ma
soprattutto voler afferrare. Le depose la mano sulla sua stringendola e vedendo
il viso di lei illuminarsi – Ottimo…Ora andiamo a lavorare –
- Lavorare? –
Julia gli rivolse un ghigno soddisfatto – Andiamo a
chiudere definitivamente questa storia –
Yuri annuì senza però lasciare il polso della
giovane, che stupita si volse verso di lui – Come hai fatto a sapere che ero
qui? –
Julia alzò le spalle – Non ci sono molti ragazzi
dalla pelle cadaverica e dai capelli rosso fuoco da queste parti, mi è bastato
chiedere alle donne del mercato sulla via principale…
–
Dentro di lui sorrise sentendo lentamente le ferite
rimarginarsi man mano che la spagnola parlava e sorrideva; non si sarebbe mai
aspettato che sarebbe tornata, che l’avrebbe rivista proprio lì, ma tutto stava
prendendo una piega fuori dalle sue previsioni…Da quando era arrivata un mese prima tutto era cambiato
dentro e fuori di lui.
Le era mancata, non lo avrebbe mai ammesso, ma le
era mancata tanto; gli erano mancati i suoi occhi verdi con scaglie dorate, le
sue battute sprezzanti, il suo caratteraccio, la sua esuberanza ma anche il suo
innato senso della giustizia e degli affetti. Senza pensarci la tirò verso di
sé fino a ritrovarsela praticamente fra la braccia, la sentì sussultare appena
ma non si fece indietro. Agì d’istinto avvicinando il viso al suo alla ricerca
di quelle labbra carnose che tante volte l’avevano ripreso ma anche aiutato
come pochi minuti prima. Incredibilmente la vide tendersi verso di lui e
soddisfatto di tale visione si fece più avanti, quando ad un tratto avvertì una
violenta scossa sotto i piedi che lo fece sbilanciare insieme a Julia che cadde
di lato.
- Ma che diavolo?! – sbottò lei, ma prima che
potesse dire qualche altra imprecazione Yuri le si buttò sopra coprendola con
il proprio corpo, mentre sopra di loro i vetri colorati del locale si
frantumarono in mille pezzi schizzando in tutte le direzioni come pioggia di
cristalli. Un’altra scossa di terremoto li fece sussultare, Yuri si alzò
tenendo la testa bassa e coprendo il viso di Julia con il petto – Sta giù e seguimi! – le intimò prendendo a correre verso l’esterno,
da dove si udivano rumori che non preannunciavano nulla di buono.
Ore 17.17
- Secondo me questo è qualcosa di sovrannaturale! –
azzardò Lai urlando per farsi sentire.
- Menomale che ci sei tu, gatto nero, altrimenti
sarei ancora qui a chiedermelo – sbottò Michael tirandosi giù il cappellino
prima volasse via strappatogli dalle braccia invisibili del vento.
Un tifone, violento ed improvviso si era riversato
sulla terra aveva scosso muri, montagne, deserti, acque e foreste, facendo
inabissare le città in una voragine oscura da cui non si riusciva ad emergere.
– Sembra che tutte le città nel giro di dieci miglia siano state colpite dal
black-out! – disse allarmata Emily
- Credo che sia molto più di sole dieci miglia…Temo che tutto il mondo
sia rimasto al buio – obiettò Ozuma che era arrivato
con tutti gli altri blaiders da Los Angeles con un
volo speciale del PPB poche tempo prima.
Hilary insieme a tutti gli altri dirottarono
l’attenzione sugli Scudi Sacri che di rimando erano consapevoli delle domande a
cui avrebbero dovuto dare risposta.
- Bisogna completare la missione, non ci rimane
molto tempo – disse Jessie all’indirizzo della Custode che ricercò
istintivamente lo sguardo di Kai che le era accanto. – Cosa dovremmo fare? –
domandò il russo avvicinandosi ad Hilary con l’intento di farle capire che le
era vicino.
Mariam li osservò da dietro Dunga con gli occhi bassi; si sentiva strana ad essere
tornata, era stato tutto estremamente veloce così come lungo e logorante. Un
senso di colpa per non aver fermato prima gli Obscuras
la stava dilaniando, ma era ancor più destabilizzante aver sperato che Max non
si fosse lasciato abbindolare dai Demoni e che fosse sano e salvo. Al suo
risveglio il primo pensiero non era andato alla missione per cui aveva lavorato
anni, ma ad un semplice ragazzo, ad un suo ex avversario, ad un Cavaliere, a
Max…E ora che si trovava a pochi passi da lui non riusciva a guardarlo negli
occhi, fuggiva da quelle sfere di zaffiro intense e profonde che sapeva essere
puntate su di lei, cercava una via di fuga da qualcosa che non conosceva
neanche lei; forse era passato troppo tempo, forse si riteneva responsabile di
parte del loro fallimento, in fondo se lei non si fosse lasciata trascinare
dalle sensazioni che le infondeva l’americano forse sarebbe stato tutto diverso…Forse.
- Mariam?! – ad un tratto
la voce più accesa di Ozuma la riportò alla realtà,
trovandosi gli occhi di tutti puntati addosso. – Mi stai ascoltando? –
- Certo Ozuma, non sono
ancora sorda – ribattè lei seccata mentre cercava
nuovamente di rifuggire dallo sguardo indagatore di Max, il quale sembrava che
non stesse prestando una grande attenzione alla conversazione, o forse era
anche questo l’ennesimo pensiero privo di fondamenta che la sua mente produceva
senza il suo consenso.
- Hilary devi sigillare i Portali, non c’è più
tempo. Questa tempesta imperverserà fino a che tu non chiuderai le Porte, o
fino a quando il Cavaliere delle Tenebre non sarà qui – continuò Ozuma ignorando prontamente lo stato di assenza della
compagna.
- E quando dovrebbe arrivare? – chiese ingenuamente
Daichi
Mariam li osservò per un breve istante,
incontrando per qualche frazione di secondo lo sguardo indagatore di Max, che
non disse nulla, si limitò a guardarla come se non la vedesse da tanto tempo, o
come se semplicemente non lo mettesse in alcun imbarazzo…Cosa che invece non si poteva dire di lei.
- E’ già qui – sospirò Mariam
distogliendo lo sguardo e portandolo verso un punto davanti a loro, dove
un’immensa macchia nera si andava ad estendere sulla coltre del cielo ad una
velocità impressionante perché si trattasse di semplici nuvole. – Diamoci una
mossa! – sbraitò Andrew cercando di farsi sentire nonostante il forte vento e
la pioggia incessante.
I ragazzi si guardarono tutti per alcuni secondi,
cercando intese, assensi, promesse, speranze e appoggi per quell’atto che non
si preannunciava facile, ma era l’ultimo e questa volta anche se non si erano
detti nulla, erano consapevoli di avere una forza in più…Erano
insieme.
- Bene Cavalieri disponetevi a cerchio attorno alla
Custode e mi raccomando deve essere un cerchio perfetto – ordinò Ozuma cercando di far arrivare le sue parole attraverso i
muri spessi di vento, pioggia, tuoni e ghiaccio che si stavano ergendo tra di
loro.
Kate si affiancò a Kai prendendogli la mano per
prendere bene le distanze e stretta l’altra in quella di Takao prese ad
allontanarsi fino a che tutti si furono trovati ad un’egual distanza dal centro
dove Hilary rimaneva immobile. Era diventata estremamente silenziosa, come se
stesse cercando di estraniarsi o come se stesse cercando di riflettere da sola,
ignorando gli sguardi preoccupati che Kai le continuava a tendere. Kate osservò
il fratello di sottecchi…Non potevano permettersi
sciocchezze, quindi che tenesse i suoi drammi mentali lontano.
La ragazza inspirò lentamente l’aria gelida della
prima sera, avvertendola scivolare fredda lungo le vie respiratorie e
raggelarle l’interno del corpo, tuttavia donandole una sensazione nuova, di
gelo che sa di gelo. Tutto ciò che la circondava le consegnava la propria
essenza, l’aria dell’oceano, la polvere, il fango, la frescura del vento, lo
sciabordio violento delle onde che si infrangevano sulla scogliera…E
poi i colori, tetri, luminosi, opachi, accesi; tutto le regalava emozioni inaspettate,
novità che sentiva di voler provare, che voleva capire, che voleva cercare di
prendere per sé…Come le aveva detto Jean.
- Ora cosa facciamo? – domandò Rei in direzione di Ozuma
- Ora Guardiani, noi ci disporremo dietro ai nostri
Cavalieri. Il compito dei Guardiani è contribuire a fortificare il potere dei
Cavalieri a cui sono collegati – spiegò Ozuma sempre
lanciando sguardi di rimprovero a Mariam, la quale
sembrava essere caduta nel più profondo mutismo.
- E come facciamo a sapere a chi apparteniamo? –
domandò Emily scettica.
Brooklyn si mosse prima di tutti, oltrepassando il
cerchio, passando rasente a Kai e fermandosi davanti a Kate sotto gli occhi
interdetti di tutti. La osservò in silenzio per alcuni secondi, ricevendo un
trattamento identico dalla ragazza, che non sembrava affatto intimorita. –
Cavaliere del Cosmo – sussurrò chinando leggermente il capo – Credo di
appartenere alla tua Tetrade –
Kate annuì, dopodiché il rosso si rivolse ai suoi
compagni – Lo sentite…Concentratevi
sui vostri bit e saprete da soli dove andare –
- Odio quando mi si dice di cercare interiormente
la risposta – ribattè Andrew chiudendo gli occhi
insieme agli altri e pian piano prendendo posto dietro al suo Cavaliere.
- Ci mancava solo questa – sussurrò quando si ritrovò
davanti agli occhi la sciarpa bianca di Kai che si lasciava condurre in una
danza dal vento incessante. – Proprio Hiwatari doveva
capitarmi? –
- Hai una salamandra di Fuoco che ti aspettavi? –
gli domandò Ralph che invece era dietro Daichi
insieme a Lai, Raul e Gao.
Andrew sbuffò infastidito, mentre dietro di lui
Michael Michelle e Ozuma si scambiavano occhiate
serie.
- Takao tu dovrai fare più fatica rispetto agli
altri, cerca di resistere – gli fece notare Dunga che
si trovava nel gruppo di Rei insieme a Mao, Jessie e Rick.
Il giapponese lo fissò senza capire il senso delle
sue parole, fino a che non arrivò la spiegazione del cavaliere alla sua
sinistra. – La tua Tetrade è incompleta poiché manca di un Guardiano, ciò
significa che le tue energie tenderanno ad esaurirsi con più facilità rispetto
alle nostre, quindi vedi di resistere – gli fece notare Kate con le braccia
perennemente incrociate attorno al petto e alla maglia blu scura che era
appartenuta a Crystal. Takao si guardò indietro ricercando i suoi Guardiani,
trovando Yuri, Julia e Boris che lo fissavano con un’espressione decisa e ferma
– Ce la faremo, non sarà facile buttarci giù – assicurò Boris stringendo i
pugni
- E bada Kinomiya che è
l’ultima volta che ti paro la schiena – l’assicurò Yuri con un cenno d’intesa
che Takao afferrò al volo. – Iniziamo –
- Buona fortuna Rei – gli sussurrò Mao dietro la
sua schiena con voce tremante, non avrebbe saputo dire se dal freddo o dalla tensione.
Tuttavia Rei si lasciò andare ad un sorriso rilassato mentre quelle parole
s’insinuavano con dolcezza e fragilità dentro di lui, lasciando rifiorire
all’altezza del suo stomaco limpide gemme colorate che emananti sensazioni
liete e gioiose.
Aveva atteso quel momento per tanto tempo, aveva
sperato che non fosse troppo tardi, aveva ingoiato i baci che Ares aveva
depositato su quelle labbra rosee e piene, aveva gridato di dolore quando lei
gli aveva fatto capire di amare quel demone anziché lui…Ma
ora era lì per lui e quella era l’unica cosa importante.
Si volse verso di lei vedendola trasalire appena ma
sorridendole prima che potesse fare qualche altra cosa – Grazie Mao…Aiutami a fermarlo e sarà tutto finito – le sfiorò con il
pollice il contorno morbido della gota, trovandolo tenero e caldo al tatto e
rosso alla vista, come se la giovane fosse arrossita, sbocciata come la più
bella delle rose selvatiche all’interno del suo cuore.
- Noi ci siamo? – domandò Emily avvicinandosi a Max
e posandogli una mano sulla spalla. Max annuì voltandosi verso la sua squadra e
trovando quasi ironico il fatto di trovarsi dietro due occhi color smeraldo
incorniciati da dei lunghi e fini capelli blu. – Io sì – disse Max più rivolto
a Mariam che alla domanda di Emily. La ragazza degli
Scudi Sacri non disse nulla, ma non appena Emily si mise davanti a lei,
rompendo così il suo contatto visivo con Max tornò a sollevare lo sguardo
sicura del fatto che il ragazzo fosse di spalle.
Prima avrebbe risolto la questione legata ai Sette Regni…
Kai non perdeva ogni suo movimento, la curava con attenzione
cercando di leggere dalle posizioni delle linee del viso la sua espressione ed
i suoi pensieri, ma Hilary sembrava criptica, come se non volesse farsi leggere
da nessuno. Sembrava inoltre che non li stesse realmente ascoltando, ma che si
fosse estraniata da tutto quello che li circondava e che si fosse rifugiata in
un universo proprio.
- Allora ci siamo sta arrivando! – sollevarono
prontamente gli sguardi verso il cielo nero e tuonante, da cui oramai si vedeva
chiaramente la macchia espandersi quasi a ricoprire tutti il manto del cielo.
Un’ombra che stava avvolgendo la Terra.
- E’ Algor? – domandò Daichi
- Sì…Dobbiamo
fare in fretta. Cavalieri incanalate tutti i vostri poteri dentro di voi e poi
scagliateli ad Hilary – iniziò Mariam sotto lo sgomento
di tutti.
- Cosa? Ma siete matti! La uccideremo – obiettò
sconvolto Takao.
Kai avvertì come uno scroscio all’interno della sua
mente e gettò uno sguardo furente in direzione di Ozuma
– Non state dicendo sul serio –
- Ti pare che siamo qui per scherzare? E’ la
Custode e questo è il suo compito –
Kai lo afferrò per i bordi della casacca
sollevandolo di qualche centimetro in preda alla rabbia – Farsi incenerire dai
nostri bit sarebbe il suo compito?! – non poteva permetterlo, non ci stava e
non avrebbe mai alzato un dito su Hilary…
- Kai non credere che siamo così sprovveduti,
sappiamo quello che facciamo – disseMariamseria.
- Sì ne ho avute valide conferme in questi mesi –
la rimbeccò il russo senza smettere di scrutare il suo Guardiano.
- Kai – improvvisamente la voce assolutamente
neutra di Hilary gli assestò un colpo alla schiena irrigidendogli in un secondo
muscoli ed ossa. – So quello che devo fare…Non morirò –
Il russo si volse verso la brunetta rimanendo quasi
colpito dall’espressione del suo viso: era tranquilla, come se stesse parlando
di avvenimenti di routine, come se non sapesse di essere l’occhio di un ciclone
infernale, come se ignorasse che avrebbe potuto perdere la vita in
quell’azione.
- Procedete – sussurrò lei
- Cosa? Ne sei sicura? – chiese Rei
Hilary annuì tornando ad osservare la cavalcata di
Algor. Si stava avvicinando, era veloce, incredibilmente veloce ed insieme a lui
avrebbe portato distruzione e morte…La sentiva
scorrerle sulla pelle come un vento gelido, avvertiva la sofferenza soffiarle
sul viso sussurrandole rassicurazioni illusorie, la paura s’insinuava sulla
terra che calpestava, germogliando come piante che rubano l’acqua alle loro
vicine soffocandole, la morte assumeva ai suoi occhi un aspetto più nitido e
concreto di quanto non lo fosse per gli altri…
“Perché vedo tutto questo?”
“Sei la Custode,
hai una percezione diversa rispetto a loro, non dimenticare che Algor è un
cavaliere tanto quanto gli altri, quindi così come senti i loro bit power senti
anche lui” era stata la voce di Nike a
parlare.
“Nike! Sei qui!”
“Ci sono sempre
per te, Custode…Ora devi
avere coraggio, ma mi fido di te”
“Che significa?” domandò la ragazza
“Significa che
ora devi sigillarlo, ma bada sarà molto difficile, inoltre avrai solo un
attacco, solo un colpo, solo un’occasione e devi centrarlo in pieno”
Hilary annuì sentendo gradualmente i rumori
ovattarsi, i colori diventare più nitidi ma diversi da quelli di prima,
percependo di essersi estraniata. – A noi due Algor –
- Hilary che ti prende! – Takao urlò in direzione
della compagna che aveva preso ad emanare un tenue bagliore dall’interno mentre
sembrava sussurrare parole in un linguaggio incomprensibile come se stesse
parlando con qualcuno.
Kai fece istintivamente un passo in avanti con il
cuore in gola, ma Andrew e Ozuma lo trattennero con
forza – Non rompere il cerchio! – sbottò l’inglese irrigidendosi quando avvertì
il russo fremere.
Cosa stava succedendo ad Hilary e perché non
rispondeva ai suoi richiami? “Hilary…”
- Procediamo! – Kate prese in mano la situazione
raccogliendo le braccia e facendo scaturire dal centro di esse una sfera viola
che indirizzò con tutta forza contro Hilary, la quale parve assorbire il fascio
di luce che continuava a collegarle. – Forza muovetevi! – urlò la ragazza all’indirizzo
degli altri Cavalieri
Improvvisamente creando così una magnifica e
luminosa stella sul suolo, i sei punti disposti a cerchio si unirono a centro
con sei fasci di luce di diversi colori, disegnando una perfetta stella a sei
punte lucente e assolutamente indescrivibile. Aria, Acqua, Terra, Fuoco, Luce e
Cosmo raccolti in un unico punto apparivano come un’unica forza, energia
regolata da un’armonia che prendeva posto nel corpo della ragazza situata nel
cuore della stella, la quale continuava ad assorbire quelle ondate di Potere e
diventava sempre più evanescente e luminosa.
Kai faticava a tenere gli occhi su Hilary, che
oramai era quasi interamente ricoperta dall’intesa luce bianca scaturita
dall’insieme di tutti e sei i colori; era incredibile, poteva sentire l’energia
scivolargli rapida dalle braccia e confluire verso Hilary, la quale sembrava
stesse immagazzinando le forze di tutti loro, sia Cavalieri che Guardiani.
Ad un certo punto un tonfo dietro di lui gli fece
girare appena il capo, giusto per vedere Michael riverso a terra ansimante. –
Sta assorbendo tutta la nostra energia, ci prenderà uno dopo l’altro! – lo
rassicurò Ozuma sul qui viso erano segnati pesanti
tratti di stanchezza e dolore.
- Non ci ucciderà vero? –
- No, non credo almeno –
- Ah perfetto potevi dirlo prima!? Sbrigati a
colpirlo Hilary! – sbraitò Andrew senza lasciare il contatto con il braccio di
Kai attraverso il quale perdeva la sua energia.
Kai cercò ancora di immergere lo sguardo nella
bolla che ricopriva la sua ragazza, ma la luce abbagliante fu troppo forte
perché potesse scorgerla e la sua voce troppo debole perché il vento e la
pioggia riuscissero a farla giungere fino a lei…
“Ti sento Algor”
“Sei una
continua sorpresa…” una voce strana, non avrebbe saputo come descriverla…Era bella, calda profonda, eppure le metteva
addosso una paura indicibile mentre la sua mente continuava a gridarle aiuto e
pericolo.
“Perché vuoi
farci del male?”
“Perché voi mi
volete sigillare?”
“Per fermarti
dal commettere atti atroci come questo”
“Hilary…Sei una Custode temibile, peccato non averti avuta dalla
mia parte per tutto il tempo, avresti potuto evitare il tuo Destino e cambiarlo
in qualcosa di migliore”
Hilary avvertì come un campanello d’allarme
scattarle nel cuore
“Voi Custodi siete
tutti uguali, esseri che credono di ergersi a degli Dei, ma non avete capito
che il dominio è e sarà per sempre mio. Prima di te altri Custodi hanno avuto
la sfrontatezza di mettersi contro di me e posso assicurarti che non ne sono
mai usciti vivi…Ma questo immagino che nessuno te lo
abbia detto”
Hilary si morse il labbro in preda alla tensione…Stava parlando con la
Morte, con il Buio e sembrava quasi una chiacchierata cordiale, nonostante
fosse lampante che dietro le parole di Algor si celasse solo odio e disprezzo
verso quelle come lei, verso gli altri Custodi...E riusciva a sentire le grida
disperate di chi prima di lei aveva dovuto affrontare quest’incontro. “Hai
ucciso tutti i Custodi”
“Perspicace…Si facevano uccidere pur di sigillarmi; patetici
martiri dimenticati da tutto e tutti”
“Persone che
avevano a cuore il nostro mondo!” s’infuriò la ragazza
“Il mio mondo” la sua voce si fece più lontana
ed Hilary chiuse gli occhi raccogliendo dentro di sé tutta l’energia che
continuava ad affluire attraverso i sei Cavalieri. Erano tutti con lei, erano
lì con i loro cuori, con le loro speranze con i loro pensieri e sogni…Non potevano perdere, non avrebbero perso e se anche
lei fosse dovuta morire…Sarebbe
stato un prezzo che per tutto quello che aveva accanto sarebbe stata disposta a
pagare. Incrociò le braccia al petto…
- Hilary muoviti! – urlò in preda al dolore Daichi che si teneva in piedi per puro miracolo, dietro di
lui i suoi Guardiani erano tutti riversi a terra privi di sensi e anche lui era
sul punto di cedere.
- Daichi resisti! –
l’incitò Kate con un grido strozzato mentre sangue rosso cremisi le colava dal
naso per lo sforzo d’energia a cui era sottoposta. Anche lei così come gli
altri era quasi allo stremo e la cosa insolita era che Hilary ancora non si
decideva ad attaccare…Se li avesse tenuti ancora
legati a sé, la Custode avrebbe potuto ucciderli.
- Mao! – Rei urlò quando anche la sua ultima
Guardiana s’accasciò al suolo stremata lasciandolo privo di supporti.
Kate cercando di non bruciarsi gli occhi per
l’eccessiva luce scrutò le condizioni degli altri ragazzi sentendosi raggelare
quando si rese conto che erano praticamente tutti stremati e rimanevano in
piedi solo pochi Guardiani.
- Mariam! – Max si girò
verso la compagna che ancora teneva la mano sul suo braccio e non s’accennava a
spostarsi, nonostante il volto fosse contratto in una smorfia di dolore atroce
e raccapricciante.
- Deve staccarsi, deve scagliare l’attacco o finirà
per essere travolta da tutto il Potere e si ucciderà! – disse la ragazza in un
rantolo stringendo il braccio di Max come per ricercare maggiormente sostegno.
- Tieni duro Mariam, ti
prego – le sussurrò lui poco prima che la presa della giovane cominciasse ad
allentarsi.
Kai cercò di chiamarla con tutte le sue forze, gridava
attraverso la luce ed il vento il suo nome, ma lei sembrava non essere più lì.
Non la vedeva e non riusciva a farsi sentire, ma era certo che lei potesse
sentirlo, lei doveva sentirlo… - Hilary! Lascia il
contatto! –
- Hilary! – Takao gridò il nome dell’amica mentre
dietro di lui Yuri cercava disperatamente di non accasciarsi al suolo dove già
Boris e Julia erano riversi. – Non ce la facciamo più dobbiamo fare qualcosa! –
urlò Rei
- Hilary ti prego staccati! – gridò Max. Kate li
osservò per qualche secondo sentendo un brivido correrle lungo la schiena…La situazione stava sfuggendo loro di mano.
“Custode dannazione che aspetti”
“Hilary che
aspetti?” Nike chiamò il suo nome senza
ricevere risposta.
“Non è ancora il
momento…Deve avvicinarsi di
più”
- Hilary! – Takao cadde in avanti privo di energie,
ma riuscì a non spezzare il cerchio, rimando all’interno dell’area segnata.
Appoggiò un braccio a terra mentre l’altro era proteso verso Hilary, o meglio
il fascio di luce accecante che l’avvolgeva già da tempo. – Takao! – Max chiamò
il suo nome preoccupato, ma il giapponese non riusciva ad alzarsi.
Era messo indubbiamente peggio degli altri poiché
aveva dovuto fare a meno di un Cavaliere, ma nonostante tutto non si sarebbe
arreso, sempre che le sue forze non lo avessero costretto a farlo.
- Non ce la faccio più…Ti
prego Hilary – ansimò in un rantolo.
- Tirati su! Non mollare! – alzò gli occhi
incontrando quelli vitrei e severi di Kate che nonostante fosse in uno stato
deplorevole manteneva comunque quel suo tono duro e rigido. – Non puoi
arrenderti ora, forza rialzati! –
“Hilary devi
attaccare!”
Non riusciva a muoversi sentiva di doverlo fare, ma
non riusciva a controllare i propri movimenti…Algor doveva averla bloccata in qualche modo…Si
sentiva in trappola.
“Non riesco a muovermi…Kai”
“…Kai” alzò lo sguardo verso la luce
incurante del bruciore agli occhi e con ancora nella mente il suono ed il
terrore della sua voce. L’aveva sentita,era lì ed aveva bisogno di lui. Si
sentì inondare da una forza rinnovata, nuova, di cui non si seppe spiegare la
provenienza, ma non gli interessava neanche saperlo, l’importante era che fosse
riuscito a sentirla. – Hilary siamo qui! Puoi farcela! – gridò alla luce con
tutto il fiato che aveva in corpo e congiungendo le braccia per rendere il
raggio rosso fuoco doppio e ancora più potente.
“Kai” Hilary aprì gli occhi sentendosi inondare da
un calore improvviso ed inaspettato, bruciante e coinvolgente come le fiamme,
distruttivo e benefico come l’essenza del fuoco, forte e vivo come colui da cui
proveniva. Riuscì a muovere le braccia e a congiungerle verso l’alto.
“Grazie Kai…”
Scrutò il nero attorno a lei, il respiro si fece
più rarefatto, il cuore prese a diminuire i battiti e le membra tremarono a
contatto con l’aria…Stava
diventando fredda e perdeva rapidamente colore.
Ad un tratto in mezzo al nero più totale lo vide,
un punto più scuro degli altri, più gelido e profondo, l’Essenza del Buio.
Sorrise mentre sentiva le gambe non riuscire più a sorreggerla…
- Sigillo Sacro…Ora! –
Sorrise quando sentì la luce invaderla dall’interno
e forzare le pareti del suo corpo fino a farle male.
“ProntiLancio”
All’improvviso il centro della stella esplose, una
luce abbagliante si espanse da lei per miglia e miglia, rivestendo il manto
terrestre oscurato daunanuvolatrasudanteMorte. La Luce dorata si riversò come oro colato sui cieli,
sugli oceani, sulla terra infondendo a tutto il Creato un nuovo respiro e una
nuova anima.
Tutti i ragazzi vennero sbalzati lontano dalla
forza dell’esplosione e caddero con violenza sulla terra fredda e bagnata dalle
lacrime del cielo, mentre sopra di loro la Luce essenza della vita cadeva
lentamente sul suo mondo sotto la forma di una pioggia di piccole gocce di
polvere dorata.
Kai chiuse gli occhi perdendo conoscenza ancora
prima di toccare il suolo, e l’ultima cosa che vide fu la Luce che lasciava il
corpo di Hilary, lasciandolo cadere privo di un controllo sul freddosuoloimpregnatod’acqua...
Eccoci qui! Beh questo è stato
l’ultimo capitolo! O_O Non rimanete con questa faccia
perché come avevo già anticipato manca ancora l’epilogo, dopodiché vi
libererete definitivamente della suddetta fic. U.U
Allora giusto per chiarire, come
oramai faccio da un po’ di capitoli a questa parte…Questo
capitolo non ha un colore singolo, ma se avrete notato sono tutti e sei i
colori della Stella. Infatti ciascun colore indica un Cavaliere…Penso
che i collegamenti siano semplici xD
Sull’ultima scena…Non
credo di essere riuscita a descriverla al meglio, ma per darvi un’immagine
simile potreste prendere quella di Beyblade quando
alla fine dello scontro fra Dranzer e Dragoon il nostro pianeta viene ricoperto di luce.
Bene, a questo punto non mi resta
che ringraziare di tutto cuore le straordinarie persone che hanno messo la mia
storia fra le seguite/preferite/da ricordare…Vi
ringrazio enormemente, questa storia è continuata anche grazie al vostro
sostegno!
Un ringraziamento particolare
alle mie splendide recensitrici che riceveranno la
risposta su altri mondi^^E ovviamente grazie anche solo a chi ha posato gli
occhi su queste mie parole…
“Volere è poco, occorre
volere con ardore per raggiungere lo scopo”.
Uno
scroscio incessante, una muraglia invalicabile per qualsiasi voce, odori o
percezioni che non erano quelle della sua mente; ascoltava in religioso
raccoglimento le pareti di roccia che sussurravano sotto l’influsso dell’acqua
gelida versi incomprensibili, ma che avevano note rilassanti ed armoniose,
capaci di condurre la mente attraverso i meandri dell’interiorità e della
concentrazione.
Ascoltava,
captava ciò che la sua memoria gli faceva arrivare e nonostante fosse ben
cosciente del posto in cui si trovava, non riuscì ad evitare che un brivido gli
corresse lungo la spina dorsale, al solo rievocare quelle immagini e quelle
sensazioni, percezioni mai dimenticate e che neanche l’acqua della cascata
avrebbe potuto lavare via…
Cercò di mantenere la posizione fino a
che una violenta scossa non percosse la terra e una folata d’aria a seguito
dell’esplosione non lo fecero sbalzare di parecchi metri insieme a tutti gli
altri. Per qualche secondo Rei osservò il proprio corpo proiettarsi in velocità
lontano dal promontorio e gettando un’occhiata preoccupata verso i propri
compagni, poté intravvedere Daichi infrangersi sulla sabbia impregnata d’acqua
appena sotto di lui. Il cinese cercò gli altri, ma complice la pioggia ed il
vento non riuscì a vedere chiaramente nessuno; i suoi occhi vagarono solo per
qualche breve attimo verso il centro della stella, dove la luce abbandonava il
corpo di Hilary e la ragazza si lasciava cadere senza un sostegno sul terreno,
sprofondando con il viso nella terra.
Quell’immagine turbò moltissimo l’animo
di Rei che per un momento si perse nell’osservare quel cielo coperto di nubi
nere da cui pochi raggi di luce tentavano di far breccia, disperdendosi come se
stessero abbandonando il campo…Forse era stato davvero tutto perduto, non ci
sarebbe stata un’altra possibilità, quella distruzione, quel dolore,
quell’inevitabilità era davanti ai suoi occhi e non c’era alcun modo di
vincerla. Forse avrebbe semplicemente dovuto chiudere gli occhi e non vedere
più, non assistere con i sensi alla loro Fine, ma invece attendere che la morte
calasse anche sui suoi occhi, assorbendo la loro luce e divorandola con la
stessa rapidità con la quale si era avvicinata a loro. Strinse il pugno mentre
il vento che gli tagliava il viso si faceva più affilato e la terra si preparava
ad accogliere il suo corpo. Rei chiuse gli occhi dopodiché avvertì il gelo
assorbirlo e la sensazione di essere privato dell’aria intrisa di pioggia.
Forse sarebbe morto in un modo dopotutto poco doloroso, si ritrovò a pensare
mentre l’acqua dell’oceano lo sommergeva portandolo verso il fondo…
Si lasciò cadere per la prima volta in
vita sua senza il desiderio di combattere, senza la grinta che lo aveva sempre
spinto a graffiare con le unghie il suo ostacolo per lacerarlo, senza quella
forza d’animo che lo avevano reso degno di essere il protettore della Tigre
Bianca…
“Un uomo giusto può essere degno di Lei”
Le parole del nonno di Lai gli tornarono
alla mente insieme a tutti i ricordi legati alla sua fedele compagna di tante
avventure. Avevano girato il mondo assieme, avevano combattuto contro gli
avversari più vari e temibili, avevano provato la sofferenza della lontananza e
l’ebbrezza della vittoria…Avevano – e questo Rei non lo poteva dimenticare –
condiviso la tristezza legata alla rottura dell’amicizia con Mao e avevano
riavuto vita quando la cinese lo aveva guardato intensamente per augurargli
buona fortuna. Immagini rapide di quello che era stato gli passarono davanti
come un film, rivide gli scontri a beyblade, la prima volta che si scontrò
contro Takao, la formazione dei BBA, la nascita della loro amicizia che si andò
consolidando attraverso il mondo e le varie tornate; davanti agli occhi vide
Kai che voltava loro le spalle, lo rivide tornare sui suoi passi, rivide il suo
sguardo fermo mentre gli prometteva che avrebbe salvato Driger dagli Scudi
Sacri, e poi eccola Mao, il suo sorriso, la sua emotività connotata da quel
viso sinonimo di dolcezza e forza allo stesso tempo…Tutto quello che aveva provato
riaffiorò dalle acque dell’Oblio, scuotendo la tigre e facendola ruggire con
forza e vigore.
Che idiota che era stato, mai
arrendersi, mai cedere, mai pensare che sia finita, non fino a quando hai
ancora così tanto per cui lottare. Rei strinse i pugni e con una spinta si
raddrizzò muovendo le braccia e le gambe per spingersi verso la superficie.
L’acqua fredda scivolava come un velo di seta sulla pelle, questa volta non lo
feriva, non lo terrorizzava non poteva lenirlo e più si portava verso la luce
più continuava a volerlo, a gridare nella sua testa quel desiderio di non
arrendersi che ora riconosceva come il richiamo della Tigre Bianca.
-
Rei! –
Aprì
appena gli occhi ambrati intravvedendo oltre la muraglia causata dall’impatto
dell’acqua della cascata sul suolo roccioso, il profilo morbido e sinuoso di
Mao che non si avvicinava all’acqua, ma saltellava per attirare la sua
attenzione. Il cinese si riscosse dai suoi pensieri preferendo lasciarli
all’interno della conca rocciosa in cui si era rintanato per meditare, deciso e
consapevole che li avrebbe ripresi alla prima occasione in cui l’acqua gli
avrebbe sfiorato la pelle.
Il
blaider uscì con i capelli bagnati che gli avevano in parte fatto scivolare la
lunga coda, rendendo così ancor più stretta e compatta la criniera corvina. Si
avvicinò alla ragazza che con un sorriso gli porse un asciugamano bianco
tenendo qualcosa dietro la schiena. Rei le rivolse un sorriso indagatore
accorgendosi sempre come gli piacesse vederla accanto a sé. Il suo viso,
baciato dal sole sapeva di fresco e di aria pulita, anche se ancora nei suoi
occhi di tanto in tanto scorgeva tratti d’amarezza e tristezza per quello che
aveva aiutato a fare, e che di certo non avrebbe mai dimenticato.
-
Ehi Mao, ma allora è un vizio! Quante volte te lo dobbiamo dire di non
disturbare i nostri allenamenti! – sbraitò Lai che evidentemente si era
lasciato distrarre dalla voce della ragazza e aveva perso la concentrazione
nell’incontro che stava disputando contro Kiki, che gioì per la vittoria
inaspettata.
-
Tanto avresti comunque trovato il modo per distrarti – lo riprese la cinese con
un ghigno misto ad un sorriso. Rei li osservò beccarsi come due bambini
sorvolando con lo sguardo appena dietro di loro, dove la vita del loro
villaggio continuava come se niente fosse successo, qualche albero caduto e
spezzato a parte. Tutto era tornato alla normalità e poteva dire che lo era
proprio tutto, soprattutto vedendo Mao e Lai. Intanto la ragazza ancora teneva
una mano dietro la schiena e non accennava a scansarla.
-
Mao, si può sapere che hai lì dietro? – chiese Kiki dopo che l’ebbe notata.
La
ragazza sembrò ricordarsene di colpo perché mise a tacere il fratello
voltandosi immediatamente verso Rei con un’espressione leggermente meno forte
di quella di prima. Rei le si avvicinò circospetto e vedendo che la giovane non
osava neanche alzare lo sguardo verso di lui, ma lo teneva saldamente ancorato
al terreno. – Mao? –
-
E’ arrivata una lettera…Della BBA – disse lei in un sussurro tendendo la busta
bianca al capitano dei Bahiutzu che la prese con insolita tranquillità.
Accarezzò la carta leggermente stropicciata e per qualche minuto rimase in
contemplazione del simbolo della BBA, come sotto l’influsso di un deja-vu…Dove
l’aveva già vista quella scena? Sorrise gettando la busta verso Lai che
stranito per il gesto improvviso e inspiegabile non la prese neanche al volo. –
Ma Rei? E’ la convocazione per il prossimo torneo…Non sei felice? – chiese Kiki,
incredulo anche lui che Rei non l’avesse aperta e letta con la solita
scrupolosa attenzione.
Il
cinese rilassò le spalle gettando un’occhiata complice a Mao che lo osservava
con muto stupore. L’altra volta se ci rifletteva era iniziato tutto da lì, da
una lettera che gli aveva fatto perdere il contatto con le cose davvero
importanti e non sarebbe successo ancora.
–
Oh lo so benissimo…Lai fammi un favore, pensa tu a rispondere a Daitenji e a
stilare il programma di allenamento – disse sereno il capitano beandosi
dell’espressione incantata di Mao. La prese per mano incrociando i loro sguardi
con una meravigliosa sincronia e posandole sul palmo il suo bey rosa appena
recuperato dal tascapane. – Mi aiuti a fare la lezione di bey ai piccoli? –
Mao
sgranò gli occhi annuendo di slancio e precipitandosi verso la piazza centrale
insieme a Rei mentre Lai ancora teneva la busta incredulo. – Rei che non parte
in quarta con l’allenamento? – domandò all’Aria.
-
Beh mi pare ovvio – obiettò Kiki
-
Capisco il suo dovere verso il villaggio, ma insomma si tratta di un
allenamento! E va bene ci penserò io! – disse orgoglioso Lai battendosi una
mano sul petto e dirigendosi come un perfetto soldato verso la piccola casa in
legno dove avrebbe preparato la risposta da inviare a Daitenji. Il piccolo Kiki
si schiaffò una mano in fronte sconsolato…Possibile che Lai non avesse ancora
capito che Rei e Mao stavano insieme?
-
Non sei felice di rivederli? –
-
Certo che lo sono, ma non voglio che pensi ancora a quello che è successo…Non
sarà come l’altra volta te lo prometto – le sussurrò Rei stringendola per la
vita e appoggiando il mento sulla sua nuca e carezzandole delicatamente i
capelli rosa, che lisci e morbidi gli scivolavano fra le dita. – E’ che ancora
non riesco a crederci…Di notte ho ancora l’immagine di quel giorno e degli
Obsc.. – Rei le posò un dito sulle labbra prima che quel nome uscisse dalla sua
bella bocca macchiandola. – Non torneranno…E se lo faranno li ricacceremo
indietro – la osservò da vicino mentre i suoi occhi si coloravano delle sfumature
degli iridi di lei, e mentre si avvicinava sempre di più alle sue labbra prima
di adagiarsi leggero su di esse e stringerle in un tenero bacio sotto gli occhi
del sole caldo di giugno. Mao gli cinse il collo con le braccia stringendosi a
lui e ricambiando il contatto causando a Rei una meravigliosa sensazione
all’altezza del cuore che sembrò quasi ricevere una scossa. Come aveva anche
solo potuto pensare di perdere tutto quello? Come aveva potuto anche solo per
un istante pensare di abbandonare tutto e di lasciarsi morire? No, aveva voluto
arrivare lì, aveva combattuto per quello che ora lo circondava e per quello che
l’avrebbe circondato e aveva raggiunto la sua cima…Ma non l’aveva semplicemente
desiderato, l’aveva voluto con ardore e determinazione, ed era per questo che
probabilmente la Tigre lo aveva scelto…
“Let me go home
I’m just too far
From where you are
I wanna come home”
Lasciò
la busta bianca sulla sua scrivania precipitandosi fuori dall’elegante stanza
all’ultimo piano dell’Istituto PPB con ancora stampati nella mente i caratteri
di quelle parole che aveva letto poco prima ed il cuore che batteva all’impazzata
per l’informazione, attesa da mesi, cercata incessantemente da quando si era
risvegliato poco dopo l’esplosione.
Max
corse fino alla terrazza dell’Istituto che, dolcemente accarezzata dal vento
estivo di giugno, lasciava disperdere lo sguardo per gli elevati e slanciati
grattacieli con ampie vetrate, e la strada sotto di lui, un immenso mosaico con le auto che formavano
delle minuscole tessere immerse nel caotico quadro newyorkese. Max si concesse
qualche minuto in compagnia del suono della città, lasciando che le cuffie gli
scivolassero giù dalla maglietta per ciondolare accompagnate dal vento; osservava
incantato la calma e rassicurante frenesia di New York, quel rumore di clacson
che si levava per l’aria tiepida e dava quella sensazione di familiarità e
quotidianità che alle volte temeva di non ritrovare più una volta andato a
dormire.
Perché
il ricordo lo sommergeva con i suoi violenti flutti e davanti agli occhi aveva
sempre il cieco timore di stare vivendo un sogno, di essere immerso in una
bella e colorata bolla d’acqua che sarebbe potuta scoppiare da un momento
all’altro. Scosse il capo come a voler togliere l’acqua dai capelli e si
appoggiò al parapetto del terrazzo osservando con quelli che sembravano gli
specchi esatti di scaglie di cielo.
Ad
un tratto dei passi pesanti, anticipati da un ben noto mormorio rock si
diffusero insieme ai clacson per l’aria, facendo spuntare un sereno sorriso sul
viso di Max. “E’ tutto proprio come prima”
-
Ehi Maxino che ne pensi di scrostarti dalla tua aria di poeta sognatore e
venire giù prima che Emily parta senza di noi? –
Max
si volse verso l’amico che dai capelli platinati e dall’imponente corporatura
con l’aria di chi non ha ben capito cosa avrebbe dovuto fare e soprattutto
perché.
-
Non guardarmi così, lo sai che quell’isterica di Emily ci mette due secondi
contati a preparare la trasferta. Secondo me se l’aspettava ed aveva già
preparato tutto e… -
-
Aspetta Rick non ho capito niente! Di che trasferta parli? – domandò Max.
Rick
lo fissò con un cipiglio inarcato – Scusa ma non hai saputo la novità? Il
campionato…L’hanno indetto in una conferenza stampa e sono arrivate già le
lettere di comunicazione…Ma scusa quella che hai ricevuto non lo diceva? –
domandò Rick leggendo lo stupore sul viso dell’amico, che improvvisamente
dirottò il capo da tutt’altra parte cercando di non guardarlo in faccia. – Ehi
Maxi che c’è? – chiese il colosso americano avvicinandosi con un sorrisino
ironico stampato in faccia.
-
Non mi dire che… -
-
E’ arrivata Rick! Non riesco a crederci! – Max si volse verso l’amico con un
sorrisone a trentadue denti ed allargando le braccia come se volesse
abbracciarlo simbolicamente, o come se volesse prendere il volo, almeno secondo
il modesto parere di Rick.
-
Eh dove sarebbe? –
-
Non c’è scritto, ho solo il nome del volo e l’ora – Max chinò il capo calando
appena il tono della voce come se forse avrebbe preferito che l’ultima parte
non venisse neppure udita. Tanto non avrebbe portato a nulla.
-
Questa faccia afflitta che significa? – domandò Rick
-
Che mi hai appena fatto crollare la terra sotto i piedi…Abbiamo il campionato
del mondo da preparare – ammise Max con voce sottile. Strinse i pugni mentre
avvertiva un fiume ribollente scorrergli nelle vene al posto del sangue; ad un
passo dalla sua vittoria…Aveva passato un periodo anonimo e triste dopo il suo
risveglio in ospedale, aveva sopportato il lento scorrere del tempo senza poter
fare nulla, né per muovere la sua barca più velocemente, né per poter cambiare
direzione, era semplicemente rimasto in balia della placida e monotona avaria
del tempo…Fino a quando…
Aprì gli occhi e li richiuse non notando
immediatamente una netta differenza, ma pian piano i suoi occhi azzurri
riuscirono a distinguere delle forme scure attorno a lui e dei minuscoli
puntini rossi e verdi che lampeggiavano. Lentamente avvertì l’oscurità
diradarsi ed assumere sfumature sempre più nette, fino a che un debole raggio
di luna non si andò a posare sul suo braccio e su quel qualcosa di bianco e
morbido che lo sorreggeva; un ticchettio elettronico intermittente ed un
tubicino collegato al suo braccio destro gli fecero capire di essere in un
ospedale.
Max attese che i suoi occhi si fossero
abituati al buio quando un rumore appena accennato lo sorprese insieme alla
sensazione di una presenza accanto a sé. Si voltò quasi spaventato quando
sgranando gli occhi si rese conto di conoscere quella testa blu china sul bordo
dell’alto materasso e la mano lunga e sottile che teneva stretto il suo polso.
Il ragazzo sorrise di cuore mentre continuava ad accarezzare con gli occhi la
figura di Mariam seduta sulla sedia accanto al suo letto, profondamente
addormentata e…Viva. Avrebbe voluto svegliarla, vedere i suoi splendidi occhi
verdi, abbracciarla, ma non lo fece, sia per via del suo braccio che gli
impediva qualsiasi movimento, sia perché senza neanche accorgersene seguì la
ragazza in un mondo cosparso di sogni finalmente sereni.
Quando aprì gli occhi la luce del sole
lo colpì in pieno e lo costrinse a girarsi di lato, ma una fitta alla spalla lo
fece desistere.
- Ehi Max non girarti così
bruscamente- Max sentì il cuore
mancargli un battito e non ebbe quasi la forza di girarsi verso il suo
interlocutore.
- Rei? – C’erano anche Emily e Rick. –
Ohi come stai moccioso…Dovevi proprio far preoccupare –
- Soprattutto lo scimmione qui
presente…Non starlo a sentire Max, era preoccupato tanto quanto noi – lo
smascherò Emily con una sola frase.
- Ma figuriamoci –
Max sorrise davanti a quella scena, ma
inavvertitamente, dirottò lo sguardo verso la sedia vuota alla sua destra. – Se
ne sono andati questa mattina presto – disse semplicemente Rei come se avesse
compreso. Max chinò il capo sconsolato, avvicinando il braccio munito di flebo
al suo gemello e sfiorandosi la porzione di pelle su cui la notte prima la mano
ed i capelli di Mariam si erano posati. – Oh sì, la tua ragazza non si è mossa
da lì per quattro giorni. Ti vegliava in silenzio senza muoversi – spiegò
sbrigativamente Rick sempre con il suo tono superficiale ed ironico.
- E poi questa mattina all’alba, quando
i medici hanno visto dai test d’impulso che ti saresti risvegliato presto, beh
lei…Se ne è andata – finì Emily quasi sussurrando l’ultima frase.
Ma annuì sentendo le loro parole quasi
ovattarsi, lasciarlo solo in balia di quel gorgo nero e profondo che si era
nuovamente aperto sotto e sopra di lui…Se ne era andata…Di nuovo.
Ci
aveva messo più tempo del previsto a rimettersi in forze, la sua spalla aveva
riportato qualche frattura, ma alla fine era tornato a New York, se possibile
più demotivato e abbattuto di prima; il ritorno alla quotidianità era stato
piacevole, essere vivi, consapevoli di essere sfuggiti ad una Catastrofe lo
rendeva orgoglioso di sé…Sapere di aver perso Mariam per l’ennesima volta lo
faceva sentire un idiota e lo incupiva come una nuvola carica di pioggia. Rick
gli aveva consigliato di lasciar perdere, Emily di buttarsi sul beyblade, Rei
di cercarla…Peccato che quella ricerca si fosse dimostrata quantomeno
disperata. Voleva trovarla, lo voleva con ogni fibra del suo essere, ma sembrava
non essere mai sufficiente…
- Max, c’è
qualcuno che vuole parlarti – la voce di Emily risuonò per qualche istante da
dietro la porta della sua stanza. Non voleva neanche alzarsi, era troppo
concentrato ad osservare e consultare atlanti e internet alla ricerca di una
qualsiasi informazione ancora non verificata circa la collocazione di quello
stramaledetto villaggio.
- Max, è importante – il ragazzo sbuffò
coprendo tutto il materiale e andando ad aprire quasi trascinandosi.
- Dimmi Emi… - sgranò gli occhi quando
dei piccoli occhi verdi e severi gli si pararono davanti.
- Ciao Max –
- Dunga?! Che cosa? Come…? –
- Come ti ho trovato? Beh non è un
mistero sapere dove vivi Cavaliere e sul cosa sono venuto a fare? Beh penso che
tu sia abbastanza intelligente…Amico puoi aspettare che ti cadano tutti i
capelli prima che tu riesca a cavarci qualcosa sul nostro villaggio a furia di
consultare inutili pezzi di carta – Dunga lo squadrò ironico bellamente
accomodato sulla sua sedia, mentre l’americano non si era minimamente scrostato
dalla parete.
- Vi ho cercati d’ovunque! Si può sapere
dove diavolo vi rintanate? – sputò Max con il viso che iniziava a tingersi di
rosso per aver alzato troppo la voce.
- Se fossimo così facilmente reperibili
che villaggio segreto sarebbe? – rispose Dunga senza scomporsi –
Cavaliere…Dobbiamo parlare –
Max rimase in piedi con una strana
sensazione all’altezza del petto – E’ successo qualcosa a Mariam? –
- E’ una testarda, lei non sa che sono
venuto qui e mi ammazzerebbe se lo sapesse, ma a dispetto di quanto sembra da
fuori, io le voglio bene, è come una sorella per me e voglio che sia felice –
Max ricambiò lo sguardo serio e
concentrato del colosso biondo deciso a fargli capire che lui non aspettava
altro, che avrebbe trovato Mariam anche in capo al mondo; già una volta l’aveva
persa per colpa di un Demone ed ora Max era fermamente intenzionato a chiederle
scusa. – Avrai presto mie notizie Max –
E
le aveva avute; una lettera, un misero pezzo di carta sbiadita, poche parole
scritte, il numero di un volo con data e orario che però non avrebbe potuto
rispettare…Strinse il pugno attorno a Draciel sotto gli occhi seri di Rick.
-
Non capisco dove sia il problema – disse d’un tratto.
Max
chinò il capo afflitto. Aveva ragione lui.
-
Beh Max mentre tu rimugini e fai l’idiota io vado che ho una valigia da
preparare –
-
Dove dobbiamo andare? Che posto hanno scelto? – domandò Max giusto per tirar
fuori qualche parola.
-
Noi andiamo in Kansas…Ah Max portami qualcosa chiaro?! –
Max
alzò gli occhi verso l’imponente statura dell’amico che lo guardò con sguardo
fisso e per una volta serio – Ascoltami moccioso…Certe opportunità non tornano.
Quando giochiamo spesso in tutta una partita abbiamo un solo momento per
sferrare il nostro attacco vincente, quello che può salvare le sorti di tutto,
come si è trovata a dover fare Hilary. Se non sfrutti ora quest’opportunità potresti
rimpiangerla a lungo – sembrava lo stesse quasi rimproverando, ma c’era
dell’altro dietro le sue parole, quello strano ed inusuale modo che aveva Rick
di manifestare la propria amicizia. – E l’allenamento? –
-
E chi ti ha visto? – Max sorrise ricambiando l’espressione di Rick
precipitandosi verso la rampa di scale che lo avrebbero portato verso la sua
stanza. - Grazie Rick! – urlò quando fu oramai inghiottito dalle scale.
-
Di nulla – sussurrò il colosso americano con un sincero sorriso sul viso mentre
le note di “Home” si disperdevano nell’aria.
“Sto
arrivando Mariam”
The future's open wide
beyond believing
To know why hope dies
And losing what was found, a world so hollow
Suspended in a compromise
But the silence of this sound is soon to follow
Somehow sundown”
Fece ancora un giro su se
stessa, lasciando che i veli colorati che le rivestivano il corpo, disegnassero
in aria luminosi e colorati arabeschi, mentre Thunder Pegasus vorticava a ritmo
della musica seguendola come un’immagine riflessa. Julia da dietro i veli
colorati del suo costume osservava con occhi lucenti i volti estasiati ed
incantati dei bambini che la guardavano a bocca aperta. Era una bella
sensazione, beveva dai loro sorrisi, dalle loro espressioni ridenti e felici,
sentendo Thunder Pegasus vorticare ancor più velocemente spinto dalle sue
percezioni. Era tutta carica, emozione, sentimento a guidare i passi di
danzatrice e beyblade, e quella meravigliosa sensazione irrompeva nelle sue
vene e nei suoi muscoli facendole compiere un altro giro, e poi un altro
ancora, sempre più energica senza fermarsi mai, lei che mai e poi ma si era
fermata e mai si sarebbe fermata.
Con
un salto all’indietro fece volare il nastro arancione ed il bastone per poi
riafferrarli con una presa rapida e salda incrociando nuovamente le
acclamazioni del suo piccolo pubblico che esultava per lei ma insieme a loro la
sfiorarono il calore di due perle color ghiaccio che per una volta non entrarono
in contrasto con il suo fuoco.
Con
un rapido e sinuoso movimento si accinse a concludere la sua coreografia sempre
seguita dal suo fedele bey e compiendo numerosi giri accerchiata dal nastro
come se fosse stata una trottola, per poi fermarsi nel medesimo istante di
Thunder Pegasus, che tornò fedele nella sua mano.
La
ragazza ansimò appena volgendo un vistoso inchino verso i piccoli spettatori
che la applaudirono con vigore. Li osservò beandosi delle loro voci, quando una
ventata di aria gelida, che fino a poco prima non l’aveva sfiorata le fece
ricordare che forse era meglio mettersi qualcosa addosso.
Fece
un nuovo inchino mentre una piccola bambina bionda con i codini le porse una
giacca per coprirsi che Julia accettò con un sorriso. Un altro bambino biondo
le portò un mazzo di fiori intrecciati con un nastro arancione e dicendole
qualcosa che lei non capì ma che immaginò fosse un complimento o qualcosa del
genere.
-
Ti ha chiesto se puoi rifare il numero –
Si
girò verso il suo interlocutore squadrando la figura alta e slanciata che la
osservava con le braccia incrociate, le sopracciglia leggermente inarcate, due
sottili ciocche vermiglie che gli delimitavano i bordi regolari e decisi del
viso e due occhi azzurri come il ghiaccio…Un ghiaccio meravigliosamente caldo.
-
Si può fare…Ma solo per i piccoli, i grandi non sono invitati – rispose la
spagnola scompigliando la testa della bambina che teneramente sfiorava i
ciondoli colorati dei bracciali che portava ai polsi, che le erano serviti per
la coreografia.
La
figura davanti a lei la osservò a con velata attenzione prima che i piccoli si
disperdessero richiamati dalla voce perentoria di Sergay e li lasciassero soli,
in un pezzo di mondo, di cielo e terra che era loro, loro e dei loro ricordi.
Le tese la mano attirandola rapidamente fra le braccia ed avvolgendola da dietro
mentre davanti a loro il sole si buttava oltre i ghiacci delle alte montagne
russe colorando d’oro le rigide spigolature delle montagne, rendendole lastre
evanescenti con scaglie d’oro rosso e tingendo le loro menti con quella scena
dannatamente già vissuta e meravigliosamente ricordata…
L’energia che fluiva via dal suo corpo
portandosi via pezzi della sua forza vitale e rendendogli sempre più difficile
mantenere il contatto con il braccio del suo Cavaliere. Doveva resistere, non
poteva cedere, non lui, non il grande Ivanov, non ora che poteva porre fine a
tutto quel dolore e mandare all’Inferno la Causa che aveva portato la morte di
sua sorella.
Cercò di mantenere il contatto oltre le
sue possibilità, fino a che non avvertì il corpo incredibilmente leggero
accasciarsi verso il basso come un fantoccio di carta; perse Takao ma
probabilmente non si rese neanche conto di aver sbattuto il viso contro il
suolo fangoso, perse conoscenza dopodiché fu buio.
- Si è ripreso con una velocità
impressionante rispetto ai suoi compagni – storse le labbra a quelle parole,
come se le trovasse acide, amare, pesanti sullo stomaco, ma intanto il continuo
ed inesorabile passare dei giorni non facevano altro che lasciare dentro di lui
un sempre più gravoso peso, ed una sensazione di orrore crescente. Si era
ripreso, l’unico fino a quel momento, avrebbe dovuto essere felice, o
quantomeno soddisfatto…Eppure si faceva schifo, non sopportava il suo riflesso
e passava le ore a camminare per i corridoi inamidati dell’ospedale come il
fantasma di se stesso, osservando i suoi compagni apparentemente addormentati,
prede in realtà di quello stadio d’ombra dal quale non era certo che si
sarebbero risvegliati. E lui li osservava, in silenzio, quasi senza un
controllo diretto dei suoi gesti, si muoveva semplicemente andando da una
camera all’altra sperando di intravvedere un viso muoversi, e rendendosi sempre
più conto della realtà nuda e cruda: era preoccupato per loro, talmente
preoccupato che non trovava neanche lo spazio per essere felice della sua
guarigione, anzi tutto ciò non faceva altro che farlo imbestialire ancora di
più; qualcuno là in alto doveva veramente avercela a morte con lui per
lasciarlo in quella situazione…Un vivo che era più morto dei morti.
E ora si sentiva solo; la cosa non lo
aveva mai veramente impensierito, la solitudine non era mai stata una compagna
spiacevole, anzi lui si era sempre murato dietro la soddisfazione di essere
immune alla necessità di aver bisogno di qualcuno. Lui era orgoglioso della
propria resistenza, del proprio essere e mai l’aveva minimamente sfiorato
l’idea che avrebbe potuto soffrire per solitudine…Eppure ora si sentiva
ingannato, tradito da quella luce che aveva intravisto per un breve istante e
che gli era stata portata via.
Luce che lo osservava deridendolo ogni
volta che posava gli occhi sul viso di Julia, a cui più di ogni altro aveva
rivolto le sue attenzioni e quasi le sue preghiere. Lui che non pregava mai.
Non era mai sceso nell’obitorio dopo la
guerra e solo una settimana dopo ebbe il coraggio di farlo. L’aria era fredda
già in prossimità della rampa di scale, e mentre metteva un piede innanzi
all’altro Yuri si rendeva conto che forse non avrebbe avuto la forza di
scendere oltre, ma poi stendeva la gamba ancora una volta.
Il silenzio urlava dentro ed attorno a
lui, infastidendolo e rendendogli sempre più ostica la discesa, ma sarebbe
arrivato fino in fondo, almeno questo lo doveva.
Arrivò in fondo alla scalinata con il
fiato sospeso e senza aggrapparsi alla sbarra laterale, quasi temesse di
sfiorare con la pelle quel gelido metallo su cui respirava l’aria di Morte.
Doveva affrontare quella sua paura,
doveva vincerla, doveva superare quel senso di disprezzo non tanto verso la
morte, quanto più verso se stesso; era quella l’ineluttabile verità: si odiava,
aveva permesso che sua sorella gli morisse davanti agli occhi e non l’aveva
impedito, aveva visto Crystal allontanarsi da loro ed intraprendere un cammino
tortuoso e infido e non l’aveva fermata…Era ora lei era oltre quella porta
mentre lui era vivo e perfettamente in piedi.
Strinse le labbra fino a farle
sanguinare abbassando la gelida maniglia e varcando la soglia di quella stanza
fronteggiando inutilmente le ombre ed il gelo della sua colpa che lo assalirono
con un muto attacco, un unico fendente sferrato da una creatura dal volto
bianco, quasi tendente al violetto con ciocche di capelli vermigli sparsi ad
aura su un lettino metallico, gelido e trasparente come le lacrime che caddero
sulle sue labbra secche non più baciate dal respiro.
-
A che pensi Yuri? –
Lui
si scostò appena dall’immagine di quel tramonto cremisi rivolgendosi a Julia
che ancora poggiava la schiena sul suo petto godendosi il tepore di
quell’abbraccio insieme alla vista di quel meraviglioso tramonto.
Yuri
la strinse più energicamente a sé, come ad accertarsi che fosse veramente lì
accanto a lui, continuando ad osservare come rapito quel sole che si tuffava
oltre le montagne dorate della sua terra, ripercorrendo quel film da dove
l’aveva interrotto…
Corse fino a che non arrivò in
prossimità della porta, senza pensare di essere in un ospedale, senza
preoccuparsi delle occhiate di rimprovero dei medici e degli infermieri,
semplicemente corse, colpendo inavvertitamente nella foga Kate che camminava
nella direzione opposta alla sua brandendo un paio di cuffie per le orecchie un
filo che andava a nascondersi nella tasca di quei pantaloni troppo grandi per
lei.
La superò senza degnarsi di rivolgerle
un cenno, arrestandosi di colpo quando la vide muoversi sulla porta sorretta da
Rei e Raul.
Per un millesimo di secondo si disse che
giusto per quell’occasione avrebbe preferito che gli altri avessero continuato
a dormire.
- Ciao Yuri, direi che sei in forma
smagliante – disse Rei alludendo alla sua corsa frenetica.
Raul gli rivolse uno sguardo infastidito
stringendo la presa sul fianco della sorella che gli scoccò un’occhiataccia. –
Non perforarmi il fianco, grazie –
Yuri si sentì come se qualcuno gli
avesse preso quel masso che aveva portato fino a quel momento e l’avesse scaraventato
via con forza, lasciandolo libero di respirare normalmente.
Lei si volse verso di lui con un sorriso
appena accennato, mostrando un’espressione che però tradiva una felicità
incredibile, ed una voglia di esplodere in tutta la sua irradiante energia.
Pallida, con qualche graffio, ma con due occhi ridenti e svegli come quelli che
aveva scoperto di adorare, di amare probabilmente, in ogni caso, occhi che gli
faceva bene avere su di sé.
E lei lo continuava a sondare, quasi lo
studiasse, quasi cercasse di leggergli nella mente come già tante volte era
riuscita a fare, quasi si aspettasse di essere in grado di prevedere le sue
mosse…Dimenticando per un solo fatale istante chi avesse davanti.
Un abile giocatore sa quando è il
momento di attaccare, sa che l’importante per assicurarsi la vittoria è essere
imprevedibile, mai valutabile o analizzabile all’avversario, e lui su questo
era il migliore.
Si avvicinò a loro senza staccare gli
occhi dalla ragazza e senza preoccuparsi dell’espressione vagamente intimorita
di Raul che lo scrutava con sospetto. – Non disturbatevi – con un rapido
movimento prese il busto della spagnola circondandolo con il braccio e
sorreggendola non appena cedette per la mancanza di sostegno. Julia sgranò gli
occhi sorpresa e lasciando librare un meraviglioso sorriso sul volto che poi si
tramutò una risata, limpida e cristallina come la luce che per la prima volta
inondò gli occhi vitrei del russo.
Ricordava
ancora come si era appesa al suo collo e di come si era trascinata a fatica insieme
a lui all’ultimo piano dell’ospedale per osservare un tramonto molto simile a
quello che ora stavano guardando insieme. Da allora era passato un anno, un
periodo di tempo in cui non avevano smesso di rincorrersi, di affrontarsi, di
scoprirsi pagina per pagina, consapevoli di non aver letto rispettivamente
ancora l’ultima pagina.
Un
colpetto al petto seguito da un bacio alla base del collo lo risvegliò dalle
sue riflessioni, facendogli volgere l’attenzione su un altro film, di gran
lunga più vivido e presente. La baciò chinandosi su di lei ed intrappolando le
sue labbra in una morsa pericolosa, tentatrice, famelica come l’indole del lupo
della Steppa, irruente come quella del Cavallo del tuono, ricercando senza
fiato il suo respiro, rendendolo proprio e soffocando una lieve risata sulla
sua bocca..Mentre dietro di loro gli ultimi raggi dell’aura si lanciavano
dietro le montagne, lasciando la pagina alla Notte, affinché potesse continuare
a seguire lei la loro storia…Perché il passato era passato, non lo si poteva
cancellare, ma lo si poteva superare, voltando pagina e ricominciando a
scrivere…
“For so long,
I’ve tried to shield you from the world
You couldn’t face the freedom on your own
Here I am
Left in silence
I’ve
been so lost since you’ve gone
Why not me before you?
Why did fate deceive me?”
-
Ci sono prima io! –
-
Non penso proprio! –
-
Ehi guarda che tocca prima a me! –
No,
questo era troppo anche per lui.
-
Boris dare una mano ti costerebbe tanta fatica? – lo squadrò Ivan di sbieco
mentre il ragazzo continuava imperterrito a fare i suoi esercizi. Calma, doveva
mantenere la calma o per lui non ci sarebbe stato un ultimo campionato
mondiale. – Sto per fare una strage di mocciosi – sibilò quando l’ennesimo urlo
lanciato dai piccoli animati blaider gli fece perdere il controllo con Falborg
che fece un bel volo nell’acqua ai lati del suo campo da gioco.
Sbuffò
adirato piegandosi per l’ennesima volta a raccogliere il suo bey fradicio e
preparandosi a rilanciare…Tanto l’avrebbero distratto sicuramente.
Normale
amministrazione la definiva Ivan, piacevole routine secondo Sergay, una nuova
pagina secondo Yuri…Un Inferno per
lui. Non perché avesse qualcosa contro la nuova gestione del monastero Vorkof,
oramai di esclusiva amministrazione della Neoborg e di proprietà della famiglia
Hiwatari, solo che non era mai stato tagliato per avere un diretto contatto con
i bambini, per quanto tutti lì dentro lo trovassero un mito e cercassero di
imitarlo.
Boris
si preparò a lanciare gettando prima uno sguardo ai suoi piccoli pargoli che
ancora stavano accanitamente discutendo per decidere chi dovesse combattere per
primo con i nuovi modelli di bey approntati dai loro esperti. “Che danno…La
prossima volta a loro diamo trottole di legno” pensò accingendosi a tirare, seguendo
con attenzione il timer che gli indicava i tempi.
-
Tre – perché il nuovo campionato sarebbe iniziato a breve e doveva essere in
forma.
-
Due – perché dovevano soffiare il titolo ai BBA G-Revolution
I
passi si moltiplicavano, si facevano più vicini, ma lui li ignorava, c’erano
lui ed il suo obiettivo.
-
Uno – perché ora aveva veramente tutto,
il campionato sarebbe stato il suo palcoscenico…
-
Boris aspetta vogliamo vedere anche noi! –
Una
spinta alla sua gamba lo fece sbilanciare ed il lancio deviò completamente la
sua traiettoria andando a cozzare violentemente contro la parete infrangibile a
qualche metro di distanza.
Boris
sbatté il gomito contro il pilastro più vicino non sapendo se mettersi a ridere
o appendere i mostri al soffitto secondo la vecchia usanza di Vorkof.
-
Boris…Ed erano solo dei bambini; non vorrei vedere che cosa faresti se avessi
una diversa distrazione – la voce che lo derise sopraggiunse dal corridoio
davanti a loro, venendo illuminata a fasce dalla luce artificiale della palestra
e dagli argentati raggi lunari che s’intrecciavano fra loro disegnando eleganti
riflessi sul corpo meravigliosamente formato della donna in avvicinamento.
Boris sorrise con un ghigno lanciandole uno sguardo d’intesa che lei colse al
volo.
-
Su ragazzi, di là è pronto, andate a mangiare – ordinò la donna con fare
autoritario ma con una sottile nota di dolcezza che usava solo per rivolgersi a
qui pidocchi.
-
Grazie Crystal! – se Boris avesse saputo prima cosa li avrebbe allontanati
dalla palestra avrebbe ordinato cibo giapponese per tutti.
-
Tu non mangi? – chiese il russo una volta che la palestra si fu svuotata e dopo
che Boris ebbe annuito in direzione di Sergay che aveva accuratamente accostato
le porte, lasciandoli soli.
Lei
si strinse nelle spalle rimanendo ancorata al suo posto, illuminata dai raggi
della luna e specchiandosi sul lucido pavimento della stanza, che rivelava una
ragazza dai rigidi lineamenti e capelli rossi vagamente mossi. Nessuno sapeva
cosa fosse successo a Crystal, se ricordasse qualcosa dei momenti
immediatamente precedenti al suo risveglio, ma lei in ogni caso pareva non
volerli menzionare, diceva di non ricordare, ma nonostante fosse sempre stata
una brava mentitrice, Boris non ci aveva mai creduto, ma non l’avrebbeforzata a dirgli qualcosa per cui non era
pronta.
Ciò
che sapeva era che ora Crystal era lì, viva, bella e soprattutto felice. Ancora
quando l’osservava temeva che potesse svanirgli davanti agli occhi come una
nuvola di vapore in una giornata d’inverno e quando si addormentava gli
apparivano davanti al viso gli occhi spenti della ragazza che amava, i suoi
capelli bruciacchiati e spezzati, il labbro tumefatto ed il volto ridotto ad
una maschera di sangue e dolore che chiedeva solo di non lasciarla andare…Si
svegliava di soprassalto e correva fino alla camera di Crystal controllando che
fosse lì e che respirasse, poi tornava indietro cercando di sfuggire ai ricordi
di quel dolore che non accennava a scomparire, nonostante fosse stato
abbondantemente ricoperto da nuovi ed emozionanti ricordi…
Accarezzò il suo viso ancora una volta,
immergendo le dita in quei crini sottili, desiderando che gli rimanessero
sempre fra le mani, e scrutando con dolore quelle palpebre d’avorio fragili
come argilla. Non riusciva a staccarsi, sapeva che non doveva rimanere lì, il
freddo di quella stanza era incredibile e nelle sue condizioni avrebbe dovuto
stare a riposo, ma non ce la faceva…Non poteva allontanarsi da quel letto.
Prese una mano gelida fra le dita e la
chiuse tra le sue in modo da scaldarla fino a quando non avvertì il freddo
contatto diramarsi in lui scorrendogli lungo la spina dorsale e raggelandogli
tutto il corpo.
Era ingiusto, se lo ripeteva senza
sosta, senza smettere di guardarla consapevole quanto fosse inutile, ma che
venisse pure qualcuno a dirgli che era un idiota a fissare un
cadavere…L’avrebbe preso a pugni riducendolo in uno stato ben peggiore di
Crystal. Perché nessuno poteva giudicare il suo dolore, nessuno poteva
permettersi di dire una parola su tutto quello che le era successo…Nessuno,
perché se erano lì lo dovevano solo a lei.
Yuri si rialzava a fatica cercando di
trovare in Julia un punto di forza, Rei, Max, Takao e tutti gli altri si erano
ripresi e presto avrebbero ricominciato…Mentre loro no. Lui non sapeva se ci
sarebbe riuscito, e francamente non gli interessava, voleva fare le cose a modo
suo, nessuno doveva dirgli cosa fare, nessuno poteva capire cosa stava provando
in quel momento…Nessuno.
Le mancava, si detestava per averle
permesso di fare di testa sua…L’aveva consegnata lui ai Demoni su un piatto
d’argento; avrebbe dovuto proibirle di andarsene quella sera…Avrebbe dovuto
fare tante cose che non aveva fatto e dire tante cose che non aveva detto.
- Maledetta testarda – ma lei aveva
voluto rischiare, aveva messo il suo senso dell’onore, il suo amor proprio
davanti a tutto…Ed era morta per salvare loro. Ironia della sorte, come lui
fosse stato salvato proprio dalla ragazza che in realtà avrebbe protetto a
costo della sua vita…C’era una sorta di gioco sadico dietro e Boris non poteva
che vedere come quell’orrenda pianta si fosse aperta sotto i suoi occhi,
lasciando che tutti i pedoni cadessero uno dietro l’altro portandosi dietro
anche la sua regina.
- Sei una stupida…Non avrei dovuto farti
fare di testa tua –
- Ti avrebbe odiato se glielo avessi
impedito –
Si voltò con un moto di rabbia
improvviso incrociando lo sguardo raggelante ed apatico della figura appoggiata
alla parete che lo osservava senza una minima inclinazione nell’espressione.
- Da quanto sei qui? – chiese tagliente
facendo ben presente che la sua presenza non era gradita.
- Abbastanza per vedere quanto può
essere facile demolire le difese di una persona –
- Bene, ora che hai constatato questo te
ne puoi anche andare – sibilò lui.
La figura non parve scomporsi, tanto che
non si allontanò, anzi si portò davanti a Boris squadrandolo con i suoi occhi
azzurri dannatamente familiari.
- Che ci fai ancora qui Hiwatari? –
oramai non era più un mistero e non riusciva quasi a credere che avrebbepotuto dare quel cognome ad una donna. Aveva
tutto della famiglia di Kai, stessa espressione, stesso sguardo, ma anche la
stessa sfacciataggine… - Nel caso non avessi ancora acquisito la percezione
emotiva te lo ripeto…Vattene o..- lei lo prese per le spalle avvicinando il
viso ad una distanza millimetrica dal suo e perforandolo con quei dannati
stiletti azzurri. – Piangi, disperati, ucciditi se ti farà sentire meglio…Se
lei fosse qui pensi che sarebbe fiera di te? –
- Frasi fatte tesoro, comprane una nuova
–
- Non sono frasi fatte, sono fatti veri.
Sono sensazioni devastanti, ti corrodono da dentro, non riesci a respirare, non
riesci a capire come mai l’aria invece di darti la vita te la tolga –
- Non accetto morali da una che non vive
da neanche una settimana! – non riuscì a controllare la rabbia, la furia cieca
ed il dolore che gridava una vana vendetta verso ignoti; si scagliò sulla
ragazza tentando di scrollarsela ma lei con un’abile mossa lo ancorò alla
parete sferrandogli un pugno in pieno viso e prendendosi a sua volta un colpo
sul collo. – Non provarci Huzenstov…Non credere di essere il solo ad aver visto
la sofferenza…Piangerti addosso, scagliarti come una belva non ti ridarà
nulla…Ma tu a differenza di altri hai una possibilità impagabile. Hai Hilary
che può riportarla indietro…- chinò il capo come se facesse fatica a parlare e
Boris rimase quasi colpito da quella reazione.
- Devi fidarti di lei –
- Tu ti fidi? Non ci conosci neanche –
Lei alzò lo sguardo verso il suo
scontrandosi con un dolore che evidentemente doveva trovare molto simile al
suo, tanto che Boris per un piccolo istante riuscì quasi ad avvertire una sorta
di somiglianza fra loro.
- Se mi fermo a piangermi addosso non lo
saprò mai -
Per
una volta dalla bocca di un Hiwatari era uscita una frase sensata.
Quando
l’aveva vista sulla soglia del Monastero, con i vestiti logori, il viso sporco
e bagnato dalla pioggia invernale di gennaio, aveva creduto di vedere un
fantasma, ma rischiando quasi un infarto l’aveva guardata come se si aspettasse
che svanisse da un momento all’altro. Tuttavia quando lei gli sfiorò il braccio
quasi con le lacrime agli occhi, solo allora si risvegliò dall’iniziale
incredulità e l’abbracciò con forza, stringendola a sé come per riassorbire il
suo profumo, come per tornare ad avere familiarità con la sua pelle fredda e
liscia color avorio e quando l’avvertì ricambiare seppur timidamente il
contatto si sentì scoppiare dalla felicità e dall’euforia. I suoi occhi si
erano riempiti di lacrime sorridenti, di un’emozione che in un lampo cancellò
tutto il dolore e la morte che per mesi aveva covato nel cuore e gli permisero
nuovamente di tornare a spalancare le ali e volare in alto, questa volta non da
solo.
-
Pensi troppo Boris –
Alzò
lo sguardo accorgendosi di aver divagato troppo solo quando la vide a pochi
centimetri da lui con ancora Seraphion tra le dita. Si volse verso di lei
ancora ringraziando il cielo per averla lì.
-
Sai che non mi piace essere osservata – gli fece notare lei.
-
Esci dal mio campo visivo allora – lui si fece più vicino.
-
Questa è originale te lo concedo – scherzò lei alzando i palmi sui suoi occhi e
chiudendogli le palpebre oscurandogli la vista, ma irradiandogli le membra
quando due fredde labbra si poggiarono sulle sue con un’iniziale dolcezza, che
crebbe rapidamente in una lotta per assorbire uno il respiro dell’altra; la
strinse a sé con una naturalezza che oramai era loro, che aveva faticato per
trovare e che non avrebbe perso per nulla al mondo…Erano andati oltre il
passato, oltre la gelosia, oltre il dovere e la morte, sorvolando difficoltà e
lacrime con ali sempre più forti, sempre più motivate e decise ad arrivare fino
in fondo…Non l’avevano raggiunto ancora, non l’avrebbero mai raggiunto, ma
avrebbero continuato a volare: un Falco sotto un Cielo di Stelle.
“And at the end of the day remember the days
When we were close to the end
And wonder how we made it through the night
At the end of the day
Remember the way
We stayed so close to the end
We'll remember it was me and you”
-
Povero piccolo, sorpreso di rivedermi? –
Serrò
violentemente i pugni conficcandosi le unghie nei palmi ed ignorando il dolore
mentre un’ansia crescente prendeva possesso del suo corpo e gli faceva
contorcere i muscoli dal terrore e ricoprire la pelle di un viscido sudore
gelido.
-
Tu dovresti… -
- Povero piccolo Takao, guardati temi la
mia ombra come i bambini temono l’uomo nero. Sei patetico –
Ancora
la sua voce, ancora i suoi occhi rossi come il sangue, ancora quel
dolore…Ancora Lei.
-
Tu sei…-
- Morta? Già come se bastasse questo a
pulirti dalle tue colpe amore mio…Guardati attorno. Ti hanno lasciato tutti. Tu
hai tradito loro e ora ti hanno abbandonato. Tutta quella grande amicizia che
credevi vi legasse in realtà non è altro che un tuo castello di carte –
-
Non è…Menti – tremava ed il freddo gli bloccava il respiro impedendogli di
respirare. Doveva fare qualcosa, ma non riusciva a sottrarsi anche questa volta
a quegli occhi.
-
Vattene via… -
- Cosa fai piangi Takao? –
La
odiava, non la voleva più stare a sentire, ma non riusciva ad uscire da quel
tunnel, scappava e lei era sempre davanti, dietro, dentro di lui e lo tallonava
senza lasciargli tregua solo con occhi e voce.
- Vattene! –
-
Takao –
-
Lasciami stare! – agitò le braccia davanti al viso per allontanare quel volto
da sé, per colpirla, per liberarsi dalla sua presa, per sottrarsi a quella
forza che ora l’aveva immobilizzato.
-
Cavaliere…Takao! – si sentì sollevare verso l’alto e scuotere con energia ed
improvvisamente la voce cessò, gli occhi cremisi di Samantha svanirono,
lasciando solo una scia di paura e sudore, mentre davanti a lui apparvero i
visi di Daichi e Kate, il primo preoccupato e spaventato, la seconda seria e
concentrata.
Takao
sbatté le palpebre rendendosi conto di aver appena avuto un incubo, l’ennesimo.
-
Sto bene, scusate – si scusò imbarazzato massaggiandosi la nuca con la mano che
Kate gli aveva appena lasciato libera, mentre non la smetteva di analizzarlo,
come a voler ricercare dentro di lui la risposta alle domande che le
imperversavano nella mente.
-
Sto bene davvero Daichi – aggiunse notando l’espressione dubbiosa dell’amico,
che seppur titubante annuì e tornò ad immergersi nel suo futon
riaddormentandosi di getto.
Takao
si prese la testa fra le mani cercando di isolare i suoi estranei dalla mente,
ma non appena chiuse gli occhi, la paura di tornare nuovamente a fare i conti
con il suo passato lo terrorizzò profondamente.
Alzò
lo sguardo verso la russa quando si accorse della sua presenza ancora fissa su
di lui.
-
Kate, sto meglio…Torna a dormire – la rassicurò lui stendendosi e cercando di
riaddormentarsi dandole le spalle, come a proteggersi dal suo studio. – Non
puoi dimenticare il passato, ma puoi liberarti dalle sue catene portando con te
la loro chiave –
La
sentì alzarsi e tornare al suo posto senza più aggiungere altro, lasciando a
lui l’onere di trovare quella chiave e con essa l’arma per sconfiggere le sue
Ombre.
Il
giorno successivo alla vista della convocazione personale di Daitenji nel suo
studio Takao avvertì come un brivido lungo la schiena, ma essendoci anche
Daichi non volle apparire troppo inquieto. Imbracciarono le biciclette e in
pochi minuti arrivarono nello studio restaurato di recente delle BBA, e
salirono all’ultimo piano, nella stanza del presidente che li fece entrare
immediatamente.
-
Oh cari ragazzi, finalmente siete arrivati – li salutò cordialmente il vecchio,
mentre nella poltroncina accanto alle due lasciate libere, una Kate
indifferente li osservava senza mostrare né disappunto né felicità.
-
Ciao Kate, come mai qui? – domandò Takao-
Lei
si strinse nelle spalle senza rispondere.
-
E’ qui per la convalida dei suoi documenti. Kai da Mosca è stato bravo, ha
risolto tutti i problemi legati al suo riconoscimento. Sono finalmente lieto di
presentarvi non più Kate Sumeragi, la cugina lontana di Daichi, ma Kate
Hiwatari – la presentazione enfatica e carica di solennità del presidente
lasciò interdetti i due ragazzi, che comunque si voltarono verso la bruna che
pareva ancora inconsapevole dell’importanza della novità.
-
Non sei contenta? – domandò Daichi
-
Non ne vedo il motivo –
-
Beh…Ora hai il tuo vero cognome! – esultò il ragazzino cercando di farle capire
cosa significasse.
-
Emozionante…Oltre che per un aspetto prettamente giuridico, a cosa serve? –
chiese Kate rigida. Takao sbuffò vagamente divertito; gli risultava ancora
difficile credere che Kate dovesse ricominciare tutto da capo, dal crearsi
un’identità, al capire il mondo, al comprendere le persone e le loro emozioni.
Sembrava veramente una creatura apatica, scolpita nel ghiaccio in una caverna,
ma non perché fosse ottusa o granitica, ma semplicemente perché le mancava il
contatto umano con il mondo e tutto ciò che possedeva era dato dai pochi
ricordi dei suoi primi mesi di vita e quelli legati all’Oblio nel Limbo.
Ora
da quasi otto mesi la ragazza si era trasferita a Tokyo dove alloggiava in uno
degli appartamenti messi a disposizione dalla BBA per i suoi blaider in
trasferta, anche se capitava spesso che Nonno Jay la costringesse a rimanere da
loro insieme agli altri.
Era
maledettamente un Hiwatari e di questo Takao se ne rese conto fin dal primo
momento in cui decise di non seguire il fratello a Mosca mesi addietro; disse
che aveva bisogno di conoscere, di assaporare la vita, prima di tornare in
Russia, lì dove tutto era iniziato e dove certamente avrebbe corso il rischio
di doversi trovare faccia a faccia con Hito, il quale l’aveva venduta per un
Bit-Power…Inoltre Takao pensava che lo facesse un po’ anche per Hilary…Il suo
ricordo bruciava come un marchio ardente sui cuori di tutti…Il suo in modo
particolare.
Non
era stato facile per lei iniziare a vivere, rapportarsi con la gente, persino
accettare il ringraziamento di una vecchietta quando la si aiutava a portare il
cestino della spesa era qualcosa di insolito per lei, e Takao si era reso conto
di quanto tentasse di adattarsi a quel mondo così nuovo per lei e di come ci
provasse nonostante le difficoltà, a vivere libera dal suo passato.
Un
po’ come lui.
Già
peccato che lei aveva visto il vero Inferno e si stava rialzando, lui invece
non riusciva a dimenticare qualcosa di molto più piccolo ed insignificante se
messo in paragone…
Lanciò
la pietra perfettamente levigata e piatta sull’acqua facendole compiere lunghi
salti sul pelo dell’acqua tinto d’arancione e seminato con piccole scaglie
d’oro che ne facevano risaltare le sfavillanti increspature. Il rumore di un
treno sulla rotaia sopra di lei coprì appena il suono delle note che partivano
dal suo lettore musicale custodito nella tasca. Le piaceva la musica, le
piaceva camminare osservando tutto ciò che le si presentava davanti, ed al
contempo guardare in un mondo a parte, nascosto fra le pieghe sottili delle
note, mimetizzato tra gli intrecci delle parole con il ritmo, ora lento, ora
movimentato.
Inoltre
sembrava quasi che per uno strano gioco del Caso, le musiche seguissero il filo
dei suoi pensieri, sembravano quasi modellarsi per dare forma ai suoi stati
d’animo, cantando insieme a lei il tormento, la paura, l’inadeguatezza ma anche
la gioia, la sorpresa ed il coraggio.
Trasse
un respiro profondo prendendo Dike dalla tasca e rigirandoselo attentamente fra
le dita. – Ce l’abbiamo fatta…Siamo fuori. Non so se riuscirò mai ad abituarmi
a tutto questo…Non riesco sempre a comprendere come funzionino le persone –
Si
erano mostrati tutti gentili con lei, le avevano mostrato rispetto e non aveva
avuto particolari fastidi, il signor Kinomiya sembrava quasi trattarla come una
di “famiglia” e persino il presidente
Daitenji le aveva offerto senza alcuna pretesa un alloggio…Perché dovevano
tutti essere così?
Sentiva
come se dovesse anche lei dimostrare loro qualcosa, ma non riusciva a capire
cosa, non sapeva esternare ciò che provava e per questo si sentiva in difetto,
confusa in un universo forse troppo in avanti per lei.
-
Sono rimasta troppo indietro Dike? – Aveva promesso a Jean che si sarebbe
liberata del loro ricordo, ma era difficile…Maledettamente difficile.
-
Forse direi giusto un po’ –
Si
volse di scatto indispettita per il semplice fatto che qualcuno l’avesse spiata
e fortemente irritata quando riconobbe l’intruso. – Kinomiya – sibilò
-
Ah ma è una mania, Hiwatari. Tale
fratello tale sorella! – sbottò Takao scherzando sedendosi sul prato accanto a
lei.
Lei
lo scrutò di sottecchi nascosta appositamente dai lunghi capelli castani che le
scendevano ribelli ai lati del viso e per una ciocca anche sull’occhio destro.
Era
incredibile quel ragazzo. Solo la sera prima l’aveva visto contorcersi in preda
agli incubi, legati probabilmente al suo recente trascorso, e ora invece
sembrava in vena di scherzare. Eppure Kate sapeva che cercava in tutti i modi
di celare la sua preoccupazione e quella paura che lo teneva ancorato al
ricordo di Samantha e Hilary…Ma allora perché cercare di dissimulare il
disagio? Questo Kate non lo capiva.
-
Allora è qui che vieni…Potrei quasi chiederti la tassa sai? –
Kate
lo osservò dubbiosa e lui si tolse il berretto appoggiandolo sul prato e
osservando il sole che si specchiava nelle acque del fiume. – Questo posto è
molto importante per me…Per tutti noi a dir la verità. Sai, sei seduta proprio
sul punto in cui per la prima volta vidi Kai, e se non sbaglio era proprio in
un’ora simile a questa. Ricordo che c’era un tramonto rosso e la sciarpa di Kai
sembrava una mano nera in avvicinamento –
Kate
lo ascoltò attentamente, sforzandosi di mostrare un viso interessato anche se
le riuscì male, tuttavia Takao non se ne curò, continuando a parlare come se le
parole gli stessero per sfondare le labbra per la voglia di uscire. – Quante ne
abbiamo passate! Questo era il posto in cui ci allenavamo, in cui abbiamo
incontrato gli Scudi Sacri, in cui Hilary vide il suo primo Bit-Power, in cui
ho atteso il ritorno di tuo fratello prima della Justice Five…Insomma qui trovi
tutti i nostri ricordi –
Kate
avvertì come una scossa partire dalla terra a quelle parole. La terra, l’erba,
le singole pietre le apparivano come impregnate di tutte le parole di Takao,
riusciva a captare il legame tra il ragazzo e quel luogo e per un momento ebbe
il desiderio di scappare via, di allontanarsi da quel posto così “ricco”, ma
una parte di lei si sentì quasi fiera dell’aver scelto di sedersi su quel
prato. Kate sgranò gli occhi: da quando lei si sentiva “combattuta”?
-
Ecco perché dovrei chiederti il pedaggio, sei in una “proprietà privata” –
scherzò il giapponese.
Lei
inarcò un sopracciglio incrociando le braccia al petto con un’espressione che
fece scoppiare a ridere l’altro, cosa che succedeva di rado – Oddio ma sei
proprio la sorella di Kai che diamine! –
-
Come fai ad essere così allegro? – tagliente, precisa, diretta. Non aveva molto
tatto doveva riconoscerlo.
Fu
Takao però a sorprenderla – Forse è il posto…Samantha non è mai venuta qui,
questo posto non l’ha conosciuta, qui lei non esiste e mi piace ricordarlo come
l’ha lasciato Hilary –
-
Ma la notte… -
-
E’ il mio incubo. Mentre per te lo è di giorno – finalmente il ragazzo si volse
verso di lei scrutandola a sua volta.
Kate
si sentì presa in contropiede – Tu di notte sei tranquilla, mentre il giorno… -
-
E’ il mio incubo – finì Kate distogliendo lo sguardo da lui e tornando a
puntarlo sul sole che oramai stava lasciando il posto alla sua dama vestita
d’argento.
-
Beh allora direi che abbiamo due chiavi da trovare – fece lui ricordandosi di
quello che gli era stato detto la notte prima. Kate strinse il pugno contraendo
la mascella. Avevano quindi un obiettivo comune.
Quando
la mano di Takao le si presentò davanti agli occhi la osservò sconcertata per
qualche istante – Non ci dobbiamo presentare – disse lei
-
Questo gesto significa anche “patto” – le rispose lui in piedi davanti a lei.
Lei
lo osservò ancora un attimo concentrandosi sui suoi occhi che finalmente
sembravano più “vivi” e quando anche lei ricambiò la stretta avvertì di aver
fatto la cosa giusta.
-
Allora che ne dici di vedere se sei pronta per queste eliminatorie? Guarda che
ci sono molti blaider in gamba e tutti aspirano al posto da titolare al fianco
del sottoscritto –
-
Chi ti dice che sarai nuovamente titolare? – lo rimbeccò lei di getto
sorprendendosi di averlo fatto.
-
Ma perché io sono il campione del mondo! –
-
Solo perché io non ne facevo ancora parte –
Takao
sorrise a quella frase preparando Dragoon – Ma che brava Hiwatari ora facciamo
anche battute di spirito, impari in fretta –
Kate
lo guardò con quello che poteva definirsi il suo primo sorriso – Taci Kinomiya
e combatti –
-
Tre – avrebbero sconfitto i loro demoni
-
Due – avrebbero trovato le due chiavi che li tenevano ancora ancorati ai loro
ricordi
-
Uno – avrebbero volato sui cieli dell’inquietudine e della colpa sempre più
veloci
-
Pronti…Lancio! – e forse avrebbero scoperto che il peso del Passato è più
leggero se lo si porta in due…
*
- Ti amo, tanto – un sussurro appena
udibile con le orecchie, ma dolcemente adagiato sulle sue labbra come una
piuma. Rimase qualche istante ad osservarlo dormire illuminato dai raggi della
luna, che sottili e delicati depositavano polvere d’argento sulla sua pelle
chiara e sui triangoli blu tatuati sul viso. Cercò di imprimersi nella mente
quei lineamenti rigidi e perfetti, quel profilo austero e all’apparenza severo,
per non dimenticarlo mai.
Si alzò delicatamente dal letto su cui
erano stati abbracciati tutta la notte, lei con ancora il maglione che le aveva
mandato Mao quando aveva saputo che avrebbe trascorso Natale e Capodanno in
Russia dal suo ragazzo. In realtà lei aveva progettato tutto fin dall’inizio,
Kai non era stato d’accordo, poi aveva ceduto ma con la condizione che ci
avessero provato insieme, ma lei sapeva che non era una cosa che avrebbero
potuto fare insieme…No, solo lei poteva farlo, solo lei…La Custode dei Portali.
Si infilò una giacca pesante e cercando
di fare meno rumore possibile s’incamminò attraverso i lunghi corridoi del
Monastero Neoborg dove la vita era tornata quasi totalmente alla normalità;
lungo le pareti e sulle porte s’intravvedevano delle ghirlande e dei fiocchi
rossi, ma tutte quelle modeste decorazioni sembravano capitate lì per caso,
come se in realtà non avessero alcuna voglia di trovarsi lì, o come se chi le
aveva appese avesse trasferito la sua tristezza in loro.
Hilary avvertì il cuore stringersi quando
passò davanti all’unica camera su cui non vi era neanche un fiocco o un
festone, ma da cui proveniva un gemito di dolore simile ad un pianto
silenzioso. La ragazza s’accostò alla porta intravvedendo la figura longilinea
di Yuri, ora piegata in due sul letto vuoto di Crystal.
La giapponese strinse le mani sul
tessuto della giacca tenendo a freno le lacrime e cercando di non farsi vedere
o sentire dal russo. Solo per Julia aveva visto Yuri in quello stato, le faceva
male vederlo soffrire in quel modo, lui che aveva fatto tanto per loro e che ci
aveva rimesso per tutti. Strinse i pugni allontanandosi da quella stanza e
scendendo lentamente le scale, decisa a compiere il suo dovere, consapevole del
rischio, conscia del fatto che probabilmente non sarebbe tornata indietro; Kai
l’aveva salvata donandole parte della sua energia vitale durante lo scontro con
Algor, quel raggio più intenso degli altri era stato un ponte fra loro, e
attraverso di esso il Cavaliere era riuscito a darle parte della sua energia,
salvandola di fatto da morte certa…Ma ora era il suo turno e nessuno l’avrebbe
potuta aiutare; sua era la forza e suo era il Potere.
Non poteva lasciare che Crystal pagasse
per tutti.
Non poteva permettere che Yuri e Boris
perdessero una sorella e un amore senza che lei avesse tentato.
Non poteva continuare a vivere sapendo
che qualcuno era morto per darle la possibilità di vincere, anche se la persona
in questione li aveva traditi. Crystal era stata forse quella che più di tutti
aveva seguito il cuore, se stessa, che aveva ascoltato l’istinto, nel bene e
nel male…
Uscì dalla porta sul retro e percepì
immediatamente i fiocchi di neve scivolare delicati sulla sua testa ed insinuarsi
fra i suoi capelli scuri per poi scendere freschi e lisci sul collo e lungo la
schiena. Una nuvola di vapore si levò dalle labbra della ragazza dissolvendosi
sul suo viso arrossato per il freddo. Hilary fece qualche passo avanti
fermandosi a qualche metro dall’edificio dove tutto attorno a lei era bianco e
tutto danzava come a volerla invitare a fare altrettanto, a scivolare in
quell’Oblio di candore e perdizione in cui gli uomini precipitano senza
rendersene conto quando perdono coscienza di sé…
“Nike…E’ ora”
SI svegliò di soprassalto, una
sensazione di freddo, di elettricità, di fuoco, vento…Pericolo.
Un sesto senso, come quelli che si
attivano quando si avverte un pericolo, un male, un…
“Hilary” pensò tastando il letto accanto
a sé e trovandolo vuoto. Il panico lo prese alla gola e allo stomaco, il cuore
gli si contorse in una morsa d’acciaio e per qualche istante non respirò.
Secondi di panico, di terrore di paura…Non seppe perché, probabilmente era
dovuto al fatto che la conosceva fin troppo bene, ma Kai capì immediatamente
dove fosse la sua ragazza e cosa stesse per fare. Scattò in piedi e come un
fulmine e rapido gettò un’occhiata alla finestra che dava sul cortile interno e
gli si raggelò il sangue quando una luce prese forma da dentro il corpo della
giovane al centro del giardino immacolato.
Sgranò gli occhi paralizzato dopodiché
prese a correre verso le scale senza preoccuparsi di chi avrebbe potuto
svegliare a quell’ora, con la testa che gli urlava di correre, di affrettarsi,
di essere più veloce, di spingersi sempre più a fondo, di non respirare se
fosse stato necessario, ma di arrivare in tempo.
Il sangue premeva sulle tempie, il cuore
pompava violentemente il sangue ed il respiro di Kai si faceva sempre più
pesante, ma non si fermava…”Hilary no!”
“Kai non la prenderà bene”
“Ne abbiamo già parlato Nike, mi pare”
“Sì, ma almeno avresti potuto
sentirlo…Ti sei chiesta cosa farà quando lo saprà?”
Hilary congiunse le braccia verso l’alto
e quando la luce le uscì dai polpastrelli scrisse in aria, come se avesse avuto
un foglio immenso come il cielo il nome della persona che sarebbe tornata
indietro.
“Lo so Nike, ma nessuno può aiutarmi e
questo lo sappiamo entrambe. Kai capirà…Sono certa che capirà”
Aprì la porta sul retro con un calcio e
si precipitò fuori finendo per poco lungo disteso sulla neve fredda. – Hilary!
Fermati! – era lontana, distante da lui qualche metro e non si riusciva quasi
più a vedere nulla per via dell’intensa luce che la avvolgeva in ogni
centimetro di pelle. Kai sentì il dolore stilettargli il petto ed il sangue
impregnare l’aria – Hilary no! – si lanciò in avanti sperando di arrivare in
tempo.
“Kai” si volse verso la voce distante
del ragazzo e per un momento fu tentata di rinunciare a tutto e di tornare fra
le sue braccia, ma il pensiero di Boris e Yuri tristi chini sul cadavere di
Crystal le diedero forza e convinzione. Non li metteva prima di Kai, questo
mai, ma si sentiva portatrice di un dovere nei loro confronti e sapeva di avere
il potere di salvare quella ragazza. Non poteva farlo con nessun altro, non
avrebbe mai avuto la possibilità di ridare la vita a nessun altro e sull’unica
carta che aveva c’era stato appena scritto il suo nome: Crystal Ivanova.
Sperava solo che Kai la potesse
perdonare.
- Hilary no! – tese la mano nel
disperato tentativo di prendere la sua, ma quando le sue dita toccarono la luce
quella scomparve, proiettandosi verso l’alto e dissolvendosi in mille
coriandoli luminosi lasciando come unica reliquia a terra un misero giaccone di
pelle marrone senza neanche un corpo avvolto al suo interno.
Tutto attorno a Kai si bloccò, tutto
perse voce, suono, colore, gusto, sensibilità…Non c’era più niente.
Crollò al suolo davanti alla giacca e
con il viso umido di quella che avrebbe potuto essere l’acqua dei fiocchi di
neve, ma non lo era neanche per metà…E non aveva alcuna intenzione a
nasconderle.
- Ehi che cos’è successo?! C’è stato un
lampo e così…Kai? – era Boris, o forse Yuri, non ebbe neanche la forza per
voltarsi e controllare. Si sentiva annientato, privo di un sostegno, della
voce, del respiro…Come un uomo in mezzo ad una tempesta che non capisce più se
ciò che lo sovrasta sia il cielo in tumulto o i flutti dell’oceano.
-
Partiremo fra qualche giorno…Alessandria d’Egitto ha un beyblade Stadium di
recente costruzione ed il nostro alloggio sarà piuttosto vicino alla struttura
– finì di riepilogare Crystal con voce neutrale dopo che ebbe mostrato al
proiettore tutto quello che riguardava il torneo, le squadre partecipanti e
ovviamente i nuovi componenti dei beyblade della NeoBorg.
-
Sulla partecipazione di Kate avete avuto novità? – chiese Boris
Kai
che non li stava neppure ascoltando, al nome della sorella si strinse nelle
spalle. – Non ha fatto domanda qui, presumo che parteciperà con i giapponesi –
L’aveva
sentita giusto qualche ora prima, e sebbene la ragazza si fosse tenuta sul vago
era certo che avrebbe partecipato al campionato con i colori nipponici; non si
sentiva né tradito né tantomeno lasciato in secondo piano, ammirava anzi il
comportamento della sorella: lei si era data da fare, aveva scelto di
ricominciare una vita lontano dai suoi fantasmi e dai suoi demoni incorrendo in
quelle piccole sciocchezze quotidiane che per quanto infime in realtà rendono
la vita un’eterna corsa…Era lui che si era fermato.
Certo
non tutti i sensi, a modo suo anche lui aveva cercato di reagire alla scomparsa
di Hilary, allenandosi, facendo ristrutturare la villa distrutta che ora sapeva
essere appartenuta ai suoi genitori e quindi a lui e Kate, aveva preso in mano
le redini del Monastero rivoluzionandolo completamente anche grazie all’aiuto
di Crystal e tutti gli altri ragazzi. Aveva fatto di tutto e di nulla per
tenersi occupato, per non pensare, ma alla fine il ricordo, a distanza di sei
mesi tornava sempre a lei. L’aveva vista svanire davanti a lui, aveva visto la
sua ragazza andarsene e portarsi via non solo la sua vita, ma anche la vita di
chi aveva scoperto d’amarla. Proprio ora che avevano sconfitto i Demoni,
proprio ora che aveva compreso di essere innamorato di lei, proprio ora che
aveva messo a tacere il suo orgoglio…
-
Kai mi ascolti? –
Il
russo sbatté le palpebre tornando al presente e venendo subito scrutato dallo
sguardo rigido di Crystal – Dicevo…Per te non ci sono problemi se ripetiamo la
stessa formazione dello scorso torneo? –
-
No – con quella risposta si alzò dirigendosi verso l’uscita dello studio,
deciso a prendere un po’ d’aria e ad allontanarsi dai loro sguardi…Occhi che
non provavano pietà per lui, ma che di certo sapevano di aver ottenuto qualcosa
a suo discapito.
Calciò
ancora lo stesso sasso con cui aveva percorso diversi metri, prima di spararlo
direttamente contro il tronco di un albero e lasciarlo lì riprendendo il suo
cammino solitario. Forse doveva semplicemente riprendere da dove si era interrotto,
da chi era prima di conoscere Hilary Tachibana e ricominciare ad essere il
“vecchio Kai”, quello arcigno, quello egoista, quello sicuro di sé…Eppure
questo non era cambiato.
Hilary
non aveva modificato il suo modo di essere, ma l’aveva semplicemente legato a
sé amando ogni sfumatura della sua incostante personalità e facendolo sentire
bene nonché amato.
Non
sarebbe mai potuto tornare nulla di quanto già non fosse, e dimenticare Hilary
sarebbe stato impossibile, perché oramai lei era stata scolpita dentro di lui e
mai niente l’avrebbe potuta rimuovere o sommergere.
L’aveva
ammirata, il suo coraggio, la sua lealtà avevano dato prova alla sua validità
in quanto Custode e lui era fiero di lei…E lo sarebbe stato per sempre.
-
Però se fossi qui ti direi che ti ho odiato per quello che hai fatto – avvertì
Dranzer scalpitare nella sua tasca come a volerlo rimproverare per
quell’affermazione così lo prese fra le dita osservandolo attentamente. – La
verità è che non ho avuto neanche il tempo di dirle quello che avrei voluto –
Lo
squillo del suo cellulare lo distrasse da tutti quei pensieri e quasi per noia
lesse il messaggio. “Yuri”
“Muoviti a
tornare”
Come
se fosse una novità.
Kai
sospirò sommessamente riponendo Dranzer e voltandosi per tornare indietro quando
in un flash di secondi i suoi sensi di blaider si attivarono percependo un
rumore a lui fin troppo noto. Oramai capitava fin troppo spesso che dei blaider
russi esclusi dalle eliminatorie tentassero di sfidare in incontri non
ufficiali i titolari per soffiare loro il posto, e Kai non si sarebbe fatto
trovare impreparato da un pivellino di quart’ordine.
Si
diresse qualche metro più avanti quando il ronzio della trottola si fece sempre
più forte fino a che un forte fascio di luce non si diresse verso di lui, che
in un lampo di secondi estrasse Dranzer dal caricatore e lanciò con tutta la
sua forza.
“Fatti
sotto moccioso”
-
Fatti vedere! Non sopporto i codardi! –
Dranzer
si librò nell’aria ondeggiando aggressivo in attesa di un bersaglio da puntare,
ma tutto attorno a Kai per privo di forme di vita umane; solo il bey, ancora
illuminato e pertanto non visibile chiaramente era l’unica cosa “anomala”.
-
Dove diavolo sei? – urlò Kai al Vuoto.
Improvvisamente
vide Dranzer indietreggiare davanti al bey e questo lo impensierì. “Che ti
prende Dranzer!”
-
Vai Dranzer, Tempesta di fuoco! – ma la trottola blu non si mosse.
Kai
sgranò gli occhi e li concentrò sul bey avversario. Possibile che quella luce
avesse messo fuori uso tutti i suoi attacchi? No, nessuno poteva fare una cosa
simile, una cosa era la tecnologia o l’energia dei Bit-Power, ma questa poteva
quasi difinirsi…Magia.
-
Beh almeno non sono totalmente arrugginita! E fa un piacere immenso vedere che
sono stata riconosciuta da una trottola di metallo e non dal mio ragazzo! La
prossima volta mi metto insieme con un pezzo di metallo! – una risata
cristallina come la rugiada di montagna, calda come il sole di quel giugno
appena iniziato, limpida come le acque di un ruscello di montagna, colorita
come gli immensi e sconfinati prati illuminati dal sole.
“Non
è possibile”
-
Dove…Non è possibile –
-
Dietro di te – si volse di scatto con il cuore in gola trovandosi a pochi metri
da due occhi color cioccolato che lo osservavano ridenti e con la chiara
espressione di chi sa di essere riuscito a sorprendere.
Hilary
era lì, e non era un’allucinazione, era viva in piedi davanti a lui vestita con
abiti che non le aveva mai visto addosso e che sembravano quelli degli…
-
Scudi Sacri? – domandò riconoscendo la tunica.
-
Non chiediamoci il perché…Mi sono risvegliata pochi giorni fa al loro
villaggio. A quanto mi ha detto Mariam sembra che la prima Custode sia stata
originaria di quel villaggio e che quindi tutte le Custodi siano legate a quel
luogo…Io per qualche motivo sono stata portata lì. Mariam sostiene che non ero
morta e che quindi la mia magia mi abbia portato nel mio luogo “d’origine”…Alla
mia fonte – si calò il cappuccio di cuoio rivelando il suo sorriso luminoso e
quel viso che tante volte Kai aveva sognato davanti a lui.
Non
poteva crederci, era incredibile, impossibile alla mente, naturale invece per
il cuore che finalmente sciolse la parete di ghiaccio che per mesi di era
formata attorno a lui lasciandolo nuovamente capace di avvertire la felicità
inondargli a sprazzi il corpo e l’anima.
Le
si avvicinò senza smettere di guardarla temendo che svanisse come una nuvola di
fumo e solo quando l’avvertì posare le mani fredde sulle sue guance e
osservarlo con quegli occhi che solo lei poteva possedere si sentì davvero rinascere…Avvertì
le sue ali ramate riemergere dalle ceneri e spiccare il volo, inondando quel
cielo coperto di nubi di una luce calda e divampante…Come il suo Fuoco.
La
baciò senza pensarci, riprendendo contatto e confidenza con quelle labbra che
erano sue, che sapevano della donna che amava e che non gli sarebbe stata
portata via da niente e da nessuno…La strinse a sé con possesso quasi
respirando la sua aria e avvertendo una meravigliosa scossa quando lei gli
avvolse le braccia attorno al collo insinuando le dita fra i suoi capelli e
premendosi sempre più verso di lui.
-
Ti amo…Tanto – sussurrò lei
“Anche
io” non glielo disse ma la strinse con maggior forza come a farle capire con
dei gesti quello che avrebbe avuto tutto il tempo per dirle a parole…
“Ho trovato una ragione per me,
Per cambiare tutto quello che ero solito essere.
Una ragione per ricominciare di nuovo,
La ragione sei tu”
Bene, dopo mesi finalmente possiamo dirlo: E’ finita.
Spero di non cadere nel retorico, ma ciò che penso e scrivo è
tutto vero e sentito…Con queste ultime parole non si è chiusa una semplice
storia, ma la storia con la quale tutto è iniziato…Nata da quel semplice
prologo che avevo scritto ovunque…E’ una creazione alla quale ho lavorato con
un amore assoluto, passavo le ore ad immaginare le scene, sempre
indiscutibilmente accompagnata dalla musica e dalle sensazioni che mi evocavano
ritmi, melodie e parole…Beh così è nata e sviluppata “I Cavalieri dei Sette
Regni”.
Sono contenta, soddisfatta e felice per questa storia, la mia
prima fic in assoluto e alla quale sarò eternamente legata; grazie a lei ho
potuto conoscere EFP e questo fantastico mondo popolato da persone eccezionali
che con i loro commenti e rapporti sono sempre state vicino a me. Grazie
infinite^^
Questa storia vi deve molto e vi ringrazio per esserci state.
Grazie per chi ha inserito la storia fra i preferiti:
AkiduHiromi91Linn ChanSMDOSweetstar92
AnimaHollyShort91Lirin LawlietThe Raindrop
Benny92JunkochanLittlefairyViolinist
BubiiKamyMik92 Scarlettheart
Chelsea_Layly_LilyRakuen Lilla5
DaffynaLenn ChanRed_EagleHeiapple
E grazie ai seguiti!:
AbusivaAlelelyAmetistaBenny92Bixx91
BlueHinataBLUe_DrEaMCherry_88ClithiaHelens
Death_PrincessElena_ChanInuyasha_FedeIryaelJuls18
Julia FernandezKiki3cientoKuchiLenn
ChanLittlefairy
MaRmOteLlaMiharu81Padme86PilatigirlsRed_Eagle
RiaRomualdoSeleliuViolinistSweetstar92
E ovviamente ai da
ricordare^^:
CartacciabiancaPich ShroomsPilatigirlsSixy_Chan
E non meno importanti le carissime persone che mi hanno seguita
durante questo percorso e che mi hanno dato tantissimo. Vi ringrazierò in
separata sede xD
Bene, ora qualche minuscola delucidazione sul capitolo:
I vari spezzoni si svolgono tutti ad un anno dall’inizio del
passato torneo, i flash back mostrano più o meno ciò che ne è stato dei blaider
nei mesi appena trascorsi…Ma vero che si era capito? xD
Per quanto riguarda i pezzi all’inizio di ciascuna parte…
Per Rei ho usato un passo tratto dall’Ascesa al Monte Ventoso di
Petrarca (Familiari IV,1)
Per Max mi sono affidata alle parole di “Home” di Michael Bublè
Per Yuri siamo su “Shattered” dei Trading Yesterday
Per Boris andiamo sulle note dei Within Temptation con “Forgiven”
Per Takao e Kate abbiamo “High” dei Lifehouse Family
Mentre per finire per Kai e Hilary abbiamo “The Reason” degli
Hoobastank
Bene, direi che è tutto…Posso solo sperare che questa storia sia
stata di vostro gradimento, che vi abbia donato qualcosa magari di bello…Sarebbe
la più grande soddisfazione!
Non credete che Avly chiuderà i battenti in ogni caso^^Come ho
scritto…Si finisce una pagina e se ne riapre un’altra, anche se ovviamente non
si sa quando!
Spero di ricevere le vostre ultime opinioni su questa storia e
vi ringrazio di cuore!