Luxury Door

di Crazy_Me
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A casa ***
Capitolo 2: *** Le partenze ***
Capitolo 3: *** Ci conosciamo? ***
Capitolo 4: *** Le Diversità ***
Capitolo 5: *** L' incontro ***
Capitolo 6: *** Il Preferito ***
Capitolo 7: *** Shopping ***
Capitolo 8: *** Hai Bisogno? ***
Capitolo 9: *** Vuoi Parlare? ***
Capitolo 10: *** Al Ristorante ***
Capitolo 11: *** La rivincita ***
Capitolo 12: *** Quasi Vendetta ***
Capitolo 13: *** Piccolo Problema ***
Capitolo 14: *** Piccole Bugie A Fin Di Bene ***
Capitolo 15: *** Avviso ***
Capitolo 16: *** Le Quasi verità ***
Capitolo 17: *** Posso Parlarti? ***
Capitolo 18: *** Mi Piaci. Da Morire. ***
Capitolo 19: *** Ritardatari Come Al Solito ***
Capitolo 20: *** Born To Be Wild ***
Capitolo 21: *** Va Tutto Bene. ***
Capitolo 22: *** Non Piangere ***
Capitolo 23: *** Lasciami Stare ***
Capitolo 24: *** Piccolo Segreto ***
Capitolo 25: *** Nulla da dire. ***
Capitolo 26: *** Stai Sbagliando ***
Capitolo 27: *** Non Potrebbe Andare Meglio ***
Capitolo 28: *** Gita Al Castello ***
Capitolo 29: *** Come Posso Crederti? ***
Capitolo 30: *** Gelosa delle Favole. ***
Capitolo 31: *** Don't Cry ***
Capitolo 32: *** Senza Di Te ***
Capitolo 33: *** La Fine. ***



Capitolo 1
*** A casa ***


LUXURY DOOR

 

Premettiamo che i Cinema Bizarre non ci appartengono e non intendiamo offenderli con questo nostro scritto.

 

1° Capitolo _ A casa

 

Descrizione breve delle due ragazze

 

Arianna: Ragazza di 16 anni, viziata, snob, ricca ed egocentrica. Ottiene sempre quello che vuole. Tutto sommato bisogna ammettere che esteticamente è molto bella. Senza uno stile proprio, tende a seguire le mode e non ha piercing, tatuaggi o meches. Bionda, occhi azzurri, magra e abbastanza alta. Vive a Milano con i suoi genitori.

                                 

Elena: Ragazza di 16 anni simpatica, economicamente benestante, intelligente, emotiva, sincera e solitamente estroversa. E’ abbastanza appariscente nel suo modo di vestirsi…diciamo alquanto bizzarra. Meches colorate tra i capelli neri, un piercing nella lingua, un tatuaggio e uno stile molto personale. Vive a Milano con i suoi genitori.

 

L’estate è appena iniziata, questo pomeriggio la vita di due ragazze molto diverse, ma più vicine di quello che si crede cambierà…

 

A casa di Arianna…

 

In una villa di Milano, una ragazza è in camera sua. Una stanza con le pareti rosa, nessun poster attaccato al muro, molto ordinata, un guardaroba enorme come è enorme la stanza. Arianna, così si chiama la ragazza, è distesa sul letto che sfoglia una rivista. Ad’un certo punto qualcosa la incuriosisce: un intervista di cinque ragazzi che sembrano la novità del momento. Legge tutto l’articolo e decide di accendere il computer per documentarsi meglio. Ascolta qualche canzone e decide che le piacciono, soprattutto il cantante Strify. E poi sono la novità del momento! Si alza di scatto dalla sedia e va saltellando in ufficio di suo padre, che sta sbrigando alcune cose di lavoro. Arianna si avvicina  alla porta e la spalanca – PAPA’!!!!!!- suo padre è abituato a questi sbalzi d’umore della figlia – Quante volte ti ho detto di bussare?! Hai bisogno di qualcosa?- La ragazza si avvicina alla scrivania del padre e fa il visino più angelico che le riesce – SI! Ho scoperto che i cinema bizarre, una band che a me piace tantissimo, hanno fatto un concorso. Bisogna iscriversi nel sito in internet e verrai sorteggiato per passare ben due settimane a Roma con loro!!! Le ragazze sorteggiate alloggeranno nel loro stesso hotel e avranno l’ingresso gratuito per il concerto che faranno, però è  solo per due ragazze! CAPITO???- Il padre è piuttosto preso dal lavoro e non ha capito chi sono i tizi che adora sua figlia, quindi cerca di levarsela presto di torno – Si, più o meno! Comunque cosa vuoi da me allora?- La figlia sbuffa – E’ chiaro papino, che tra tutte quelle fans essere scelte sarebbe difficilissimo! Non è che tu mi aiuteresti? Hai tanti amici nel campo della musica – Il padre è abituato anche a questo – Oh santo Dio! Ogni giorno c’è ne una nuova! Comunque tesoro mio, lo sai che il tuo papà farà il possibile! – Si mette gli occhiali – Adesso che mi ci fai pensare, c’è quel tizio della casa discografica che ho aiutato a promuovere, mi deve un favore! Fammi fare una telefonata! – Arianna sorride, annuisce ed esce dall’ufficio. Dieci minuti dopo, il padre esce tutto soddisfatto – Tesoro, c’è lo fatta! E’ bastato pochissimo per convincerlo e fortunatamente aveva una serie di appigli con la casa discografica dei…cinema bizarro – Arianna felice lo abbraccia – Lo sapevo! Sei il migliore! Comunque bizarre, papà! – Il padre annuisce – Sisi, come ti pare! Allora…Partirai per Roma fra 3 giorni! Ha detto che ho telefonato giusto in tempo se no ci sarebbe andata un’altra!– Arianna sorrise. Aveva ottenuto ciò che voleva, come al solito. Esultante tornò in camera sua e continuò le attività di prima.

 

A casa di Elena…

 

In una casa dalle pareti bianche, come c’è ne sono molte a Milano, una ragazza sta leggendo un libro sulla sua scrivania. La stanza di Elena ha le pareti…presumibilmente bianche perché il colore non si vede: è sotterrato da tutti i poster che ha attaccato. La stanza è un po’ disordinata, ma nel complesso non è male. Il silenzio si è appropriato della casa e nessun rumore disturba la lettura della ragazza finche il telefono di casa squilla. Elena sbuffa, mette il segnalibro tra le pagine in cui è arrivata ed esce dalla sua camera – VADO IO! – Sua madre che sta cucinando non risponde e suo padre che lavora con il computer annuisce – Pronto?...cosa?...O MIO DIO…DAVVERO? Si, certo…Perfetto! Ci sarò, certo che ci sarò!!!! – La ragazza è più che entusiasta della notizia appena ricevuta – PAPA’!!! VIENI IN CUCINA UN ATTIMOOO- Il padre sbuffa, ma alla fine si alza dalla scrivania e raggiunge madre e figlia – Mamma, Papà, ho una notizia…indescrivibile! Un po’ di tempo fa mi ero iscritta in un concorso per incontrare i cinema bizarre, come sapete la mia band preferita, e mi hanno appena detto che l’ho vintooooo!!!!!!!!!- I genitori sono shoccati, stentano a crederci – Santo Cielo!!! Elena, siamo felicissimi per te, tesoro. Quando e dove? – Elena sorride – Fra 3 giorni parto per Roma e ci resto ben 2 settimane! Alloggerò in un hotel a 5 stelle insieme ai CB…cioè in una camera e loro saranno lì!!!! E mangeremo insieme, andrò al loro concerto in prima fila, parleremo…- I genitori erano un po’ titubanti – Ma sei sicura? E’ lontanino, ma hai solo 16 anni Elena!- La ragazza rimane un attimo zitta – No, non ditemi che non vi fidate??? Vi prego…E’ un occasione incredibilmente irripetibile!!! MAMMAAAAA, tu lo sai quant’è importante! E’ il mio sogno- I suoi si guardano e annuiscono – Elena…Lo sai che io e tuo padre non vogliamo che tu rimpianga nulla in futuro, quindi ti lasceremo conoscere i tuoi, ehm, idoli! MA bada di fare attenzione!!! Lo sappiamo che là non sarai sola, però la prudenza non è mai troppa – La ragazza felicissima abbraccia i suoi genitori e corre in camera sua, a prendere nota di quello che le avevano detto al telefono.

 

 

 

Ebbene sono tornata con una nuova  fan fiction, che ho fatto con una mia amica che nel sito è sTrUfFoLa_369, quindi è a quattro mani (e mezzo cervello xD). Questo capitolo è solo l’inizio, per far capire il carattere delle due ragazze (ammettiamo che è un po’ bruttino e noioso, ma indispensabile per il resto). Comunque con il nome Arianna, non intendiamo offendere nessuno. Il nome è una scelta puramente casuale. Nei primi capitoli non ci saranno i CB, ma verranno dopo poco. Abbiamo altri capitoli già pronti, se vi può piacere l’inizio e vi ha incuriosito, lasciateci una piccola recensione ^-^

 Grazie

 

Crazy_Me & sTrUfFoLa_369

 

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Capitolo 2
*** Le partenze ***


LUXURY DOOR

 

Premettiamo che i Cinema Bizarre non ci appartengono e non intendiamo offenderli con questo nostro scritto.

 

1° Capitolo _ A casa

 

Descrizione breve delle due ragazze

 

Arianna: Ragazza di 16 anni, viziata, snob, ricca ed egocentrica. Ottiene sempre quello che vuole. Tutto sommato bisogna ammettere che esteticamente è molto bella. Senza uno stile proprio, tende a seguire le mode e non ha piercing, tatuaggi o meches. Bionda, occhi azzurri, magra e abbastanza alta. Vive a Milano con i suoi genitori.

                                 

Elena: Ragazza di 16 anni simpatica, economicamente benestante, intelligente, emotiva, sincera e solitamente estroversa. E’ abbastanza appariscente nel suo modo di vestirsi…diciamo alquanto bizzarra. Meches colorate tra i capelli neri, un piercing nella lingua, un tatuaggio e uno stile molto personale. Vive a Milano con i suoi genitori.

 

L’estate è appena iniziata, questo pomeriggio la vita di due ragazze molto diverse, ma più vicine di quello che si crede cambierà…

 

A casa di Arianna…

 

In una villa di Milano, una ragazza è in camera sua. Una stanza con le pareti rosa, nessun poster attaccato al muro, molto ordinata, un guardaroba enorme come è enorme la stanza. Arianna, così si chiama la ragazza, è distesa sul letto che sfoglia una rivista. Ad’un certo punto qualcosa la incuriosisce: un intervista di cinque ragazzi che sembrano la novità del momento. Legge tutto l’articolo e decide di accendere il computer per documentarsi meglio. Ascolta qualche canzone e decide che le piacciono, soprattutto il cantante Strify. E poi sono la novità del momento! Si alza di scatto dalla sedia e va saltellando in ufficio di suo padre, che sta sbrigando alcune cose di lavoro. Arianna si avvicina  alla porta e la spalanca – PAPA’!!!!!!- suo padre è abituato a questi sbalzi d’umore della figlia – Quante volte ti ho detto di bussare?! Hai bisogno di qualcosa?- La ragazza si avvicina alla scrivania del padre e fa il visino più angelico che le riesce – SI! Ho scoperto che i cinema bizarre, una band che a me piace tantissimo, hanno fatto un concorso. Bisogna iscriversi nel sito in internet e verrai sorteggiato per passare ben due settimane a Roma con loro!!! Le ragazze sorteggiate alloggeranno nel loro stesso hotel e avranno l’ingresso gratuito per il concerto che faranno, però è  solo per due ragazze! CAPITO???- Il padre è piuttosto preso dal lavoro e non ha capito chi sono i tizi che adora sua figlia, quindi cerca di levarsela presto di torno – Si, più o meno! Comunque cosa vuoi da me allora?- La figlia sbuffa – E’ chiaro papino, che tra tutte quelle fans essere scelte sarebbe difficilissimo! Non è che tu mi aiuteresti? Hai tanti amici nel campo della musica – Il padre è abituato anche a questo – Oh santo Dio! Ogni giorno c’è ne una nuova! Comunque tesoro mio, lo sai che il tuo papà farà il possibile! – Si mette gli occhiali – Adesso che mi ci fai pensare, c’è quel tizio della casa discografica che ho aiutato a promuovere, mi deve un favore! Fammi fare una telefonata! – Arianna sorride, annuisce ed esce dall’ufficio. Dieci minuti dopo, il padre esce tutto soddisfatto – Tesoro, c’è lo fatta! E’ bastato pochissimo per convincerlo e fortunatamente aveva una serie di appigli con la casa discografica dei…cinema bizarro – Arianna felice lo abbraccia – Lo sapevo! Sei il migliore! Comunque bizarre, papà! – Il padre annuisce – Sisi, come ti pare! Allora…Partirai per Roma fra 3 giorni! Ha detto che ho telefonato giusto in tempo se no ci sarebbe andata un’altra!– Arianna sorrise. Aveva ottenuto ciò che voleva, come al solito. Esultante tornò in camera sua e continuò le attività di prima.

 

A casa di Elena…

 

In una casa dalle pareti bianche, come c’è ne sono molte a Milano, una ragazza sta leggendo un libro sulla sua scrivania. La stanza di Elena ha le pareti…presumibilmente bianche perché il colore non si vede: è sotterrato da tutti i poster che ha attaccato. La stanza è un po’ disordinata, ma nel complesso non è male. Il silenzio si è appropriato della casa e nessun rumore disturba la lettura della ragazza finche il telefono di casa squilla. Elena sbuffa, mette il segnalibro tra le pagine in cui è arrivata ed esce dalla sua camera – VADO IO! – Sua madre che sta cucinando non risponde e suo padre che lavora con il computer annuisce – Pronto?...cosa?...O MIO DIO…DAVVERO? Si, certo…Perfetto! Ci sarò, certo che ci sarò!!!! – La ragazza è più che entusiasta della notizia appena ricevuta – PAPA’!!! VIENI IN CUCINA UN ATTIMOOO- Il padre sbuffa, ma alla fine si alza dalla scrivania e raggiunge madre e figlia – Mamma, Papà, ho una notizia…indescrivibile! Un po’ di tempo fa mi ero iscritta in un concorso per incontrare i cinema bizarre, come sapete la mia band preferita, e mi hanno appena detto che l’ho vintooooo!!!!!!!!!- I genitori sono shoccati, stentano a crederci – Santo Cielo!!! Elena, siamo felicissimi per te, tesoro. Quando e dove? – Elena sorride – Fra 3 giorni parto per Roma e ci resto ben 2 settimane! Alloggerò in un hotel a 5 stelle insieme ai CB…cioè in una camera e loro saranno lì!!!! E mangeremo insieme, andrò al loro concerto in prima fila, parleremo…- I genitori erano un po’ titubanti – Ma sei sicura? E’ lontanino, ma hai solo 16 anni Elena!- La ragazza rimane un attimo zitta – No, non ditemi che non vi fidate??? Vi prego…E’ un occasione incredibilmente irripetibile!!! MAMMAAAAA, tu lo sai quant’è importante! E’ il mio sogno- I suoi si guardano e annuiscono – Elena…Lo sai che io e tuo padre non vogliamo che tu rimpianga nulla in futuro, quindi ti lasceremo conoscere i tuoi, ehm, idoli! MA bada di fare attenzione!!! Lo sappiamo che là non sarai sola, però la prudenza non è mai troppa – La ragazza felicissima abbraccia i suoi genitori e corre in camera sua, a prendere nota di quello che le avevano detto al telefono.

 

 

 

Ebbene sono tornata con una nuova  fan fiction, che ho fatto con una mia amica che nel sito è sTrUfFoLa_369, quindi è a quattro mani (e mezzo cervello xD). Questo capitolo è solo l’inizio, per far capire il carattere delle due ragazze (ammettiamo che è un po’ bruttino e noioso, ma indispensabile per il resto). Comunque con il nome Arianna, non intendiamo offendere nessuno. Il nome è una scelta puramente casuale. Nei primi capitoli non ci saranno i CB, ma verranno dopo poco. Abbiamo altri capitoli già pronti, se vi può piacere l’inizio e vi ha incuriosito, lasciateci una piccola recensione ^-^

 Grazie

 

Crazy_Me & sTrUfFoLa_369

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Capitolo 3
*** Ci conosciamo? ***


3° Capitolo _ Ci conosciamo?

 

Arianna

 

Si sedette su una poltroncina scura e buttò una mano a destra, verso un tavolino con sopra delle riviste di moda e sportive. Ne prese una e la rimise al suo posto; ora non aveva voglia di leggere. Alzò lo sguardo, stancamente, e fissò fuori dalla porta d’ingresso. L’uniche cose che si intravedevano erano le automobili e un via-vai di persone sul marciapiede. Per un attimo si chiese cosa ci faceva lì..Lì in quell’ Hotel per vedere dei ragazzi, di cui sapeva l’esistenza da circa 4 o 5 giorni. Scosse la testa come per togliersi quell’idea di dosso e si rilassò, chiudendo gli occhi. Chissà quanto ci avrebbero messo a pulire.

 

Elena

 

Con un largo sorriso, che fu ricambiato dal receptionist, raggiunse le poltroncine. Si sedette dal lato opposto di un ragazza che sembrava quasi addormentata. Aveva i capelli davanti al viso e un cappellino alquanto bizzarro in testa. A fianco della ragazza sconosciuta c’èra una borsa grigio perla con la scritta di una famosa marca sul davanti. Elena si voltò e fissò una pianta vicino alla colonna di entrata e per un attimo si domando se fosse finta. Poi inclinò la testa verso la ragazza di fianco a lei; Era strano come sembrasse una persona conosciuta. Eppure non poteva essere. A Roma non aveva nessuno…Parenti o amici erano quasi tutti di Milano. Elena, però non poteva fare a meno di fissarla. Sembrava una ragazza di 17 o 18 anni, eppure aveva qualcosa che la rendeva più adulta. Non sembrava una cliente dell’Hotel e nemmeno una turista…Era chiaramente italiana. Non le passò neanche per sbaglio in testa l’idea che fosse la sua “coinquilina” e che, come se non bastasse, fosse stata addirittura una sua compagna di scuola alle medie. Era così cambiata, ma portava ancora quell’ aria fiera che la caratterizzava. L’unica cosa che, secondo Elena, la distingueva da quelle ochette antipatiche che aveva conosciuto durante la sua permanenza a scuola, erano i soldi. Già, fottutamente ricca. Dopo qualche minuto una cameriera si avvicinò a loro e con un’ aria cordiale e professionale annunciò che la camera era pronta e di seguirla. Elena si alzò e si guardò attorno. Non vedeva nessuno che si fosse alzato, ma poi, con un improvviso movimento, si girò e iniziò a fissare la ragazza che aveva di fianco. Aveva radunato le cose nella sua borsetta e si era alzata. Ora, la ragazza-cappellino-bizzarro la stava squadrando da capo a piedi, con un’ aria disgustata, che cercava di non far notare. Elena provando di sorridere si avvicinò e le porse una mano – Piacere Elena – La ragazza esitò qualche attimo e poi la strinse delicatamente – Arianna…Ma per caso, ci conosciamo? Di dove sei? – Si riprese la mano e la toccò con l’altra, come se fosse stata contaminata – Sono di Milano. Aspetta…Ma tu sei...cioè..no, non può essere – Arianna sembrava anche più stupita e muoveva le mani come se stesse cancellando quel momento con una gomma immaginaria – O Dio mio…Elena! – Se solo potessi ti strozzerei…Le parole che avrebbe voluto pronunciare furono quelle, ma non voleva iniziare male quell’avventura così cercò di nascondere la delusione – Quanto tempo! E’ dai tempi delle medie che non ci vediamo e…guarda te…proprio in questo hotel a vedere i…- Elena strabuzzando gli occhi, arrivò in suo soccorso – I Cinema Bizarre, per caso? – Arianna con un sorriso, che somigliava molto a una smorfia annuì – Già…Li adoro! Strify poi…è assolutamente stupendo- Elena si affrettò ad annuire – Assolutamente…- Elena lo sapeva molto bene il motivo per cui Arianna era qui…Non certo per conoscere i suoi idoli del momento (che in meno di un mese sarebbero stati sostituiti con qualche band più attuale), ma bensì perché ne aveva voglia. Aveva voglia di staccarsi da Milano e, secondo alcune voci, aveva anche tentato di fare un provino come modella e le era andato male. Il talento non si compra, pensò Elena. Magari pensava di fidanzarsi con uno della band e diventare famosa. Sicuramente uno dei suoi scopi era quello. Ma, come le avevano insegnato i suoi idoli, non bisognava farsi dei preconcetti. Magari quella volta, Arianna, aveva davvero trovato la band giusta e non aveva intenzione di cambiarla più…e magari era cambiata anche lei. Sì, e magari io sono Cenerentola, pensò Elena. Per quella smorfiosetta viziata l’unica cosa che avrebbe potuto cambiarla era un miracolo. E dalle parti di Milano non accadevano molto spesso. L’unico pensiero comune nella testa di entrambe era quello di passare al meglio possibile la vacanza, cercando di non rovinarsela a vicenda. Ma nella testa di Arianna c’èrano anche due parole in grassetto che si facevano posto tra i buoni propositi: Vittoria. Vendetta.

 

 

Le ragazze, ancora immerse nei loro pensieri, vennero richiamate dalla cameriera – Scusate signorine, se volete rimanere ancora nella hall, tolgo il disturbo – Arianna si affrettò a rispondere – No no…possiamo andare!- Si sistemò la borsa a tracolla e seguì la donna per l’ascensore.

 

Elena

 

Dentro a quell’ ascensore, sebbene fosse il più grande che avesse mai visto, le sembrava di soffocare. C’èra odore di spavalderia, ricchezza e antipatia. O per lo meno, Elena, sembrava sentire quello. Guardò le porte mentre si chiudevano e per un attimo le vennero in mente tutte le catastrofi possibili che potevano succederle nell’ascensore. Non erano molte, ma a lei sembravano un’ infinità  e tutte possibili. Si fece spazio tra la cameriera e Arianna; non che fossero strette, ma stare vicino a quella ragazza non le piaceva. E pensare che aveva una stanza da condividere. Fece un lungo respiro e cercò di pensare positivo. Lei era qui per un motivo preciso: passare una bella e indimenticabile vacanza con i Cinema Bizarre. E non era affatto poco. Arianna sarebbe solo stata…una compagna di vacanza. Di esperienza. Insomma, non se la doveva sposare. Con un leggero rumore, le porte dell’ascensore si aprirono. Il corridoio era lunghissimo e si vedevano tantissime porte. La cameriera sorridendo le diede le chiavi in mano e disse – Vi lascio, la porta è la numero 345. Vado a dire di portarvi su le valigie! Buona vacanza…Spero che questo Hotel sia di vostro gradimento – Elena non aveva parole…tutto quel lusso non l’avrebbe visto nemmeno se i suoi avessero risparmiato una vita intera, mentre Arianna…beh, per lei era solo routine. Le due si girarono e avanzarono lentamente, leggendo sulle porte i numeri. 342…343…345…Elena si fermò di scatto e osservò la porta per qualche secondo: era di un colore marrone scuro con delle sfumature più chiare. Il pomello color oro campeggiava sulla destra e in alto c’èra il numero “345” , sempre di un luccicante color oro. Solo la porta sembrava di un lusso strepitoso, ed Elena, aveva quasi paura di aprirla e vedere la camera. Arianna sbuffò e con le mani la incitò ad aprire. La ragazza infilò la chiave nella toppa e con un lieve scatto si aprì.

 

La camera era immensa per le due ragazze, anche se sicuramente Arianna non l’avrebbe pensata allo stesso modo. Modesta, era il termine che aveva in mente. Appena entrate c’èra una sala con un tavolo in legno pregiato, o per lo meno, Elena l’aveva riconosciuto come tale, con sopra un vaso di fiori freschi. A destra c’èra una porta, che venne aperta da Arianna: il bagno. Elena era esterrefatta…Quel bagno era grande come…anzi molto di più della sua camera. Quel posto non faceva per lei, tutto quel lusso sfacciatamente esagerato, non le stava bene. Andò a sinistra ad aprire l’ultima porta: la loro camera. C’èrano due letti separati da un comodino ai lati e due armadi, con rifiniture color oro. Nella parete color crema c’èrano alcuni quadri, ma nessuna delle due ragazze li notò. Elena si gettò con una rincorsa sul letto, mentre Arianna andò sul balcone a prendere un po’ d’aria… o nel loro caso, a prendere un po’ di smog.

 

 

Ecco qua l’incontro tra le due ragazze! Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo!  Elena è stata fatta da me, mentre Arianna dalla Giada (sTrUfFoLa_369), però da adesso in avanti questa Fan Fiction verrà continuata solo dalla sottoscritta (spero non vi dispiaccia)! ^-^

Ringraziamenti

Alex93

Devil96

Ada12

 

Grazie Mille per chi ha recensito e messo nelle seguite \ preferiti e anche a chi ha solo letto ^-^

Alla prossima, un bacio.

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Capitolo 4
*** Le Diversità ***


4° Capitolo _ Le Diversità

 

Arianna

 

Arianna pensò che Elena non era cambiata per nulla. Così infantile, bizzarra e nel suo mondo. Questo mondo, questo lusso non le si intonava per niente. Mentre lei, Arianna, era nata per questo, nata per lo spettacolo, per diventare famosa, per diventare qualcuno, insomma. Elena invece sarebbe diventata segretaria, nei migliori dei casi. Guardò all’orizzonte, ma tutto ciò che vedeva era fumo, nebbia, persone con valigie e cellulari che frenetiche percorrevano le vie e automobili, con l’insopportabile rumore dei clacson. Forse Elena avrebbe visto più di questo, con un po’ di fantasia, avrebbe esaminato ogni persona e avrebbe descritto un pezzo di vita. L’immaginazione era una caratteristica di Elena, una cosa che Arianna non aveva. La ragazza con una smorfia tornò nella stanza e chiuse le porte a vetro. Dopo pochi secondi si senti un leggero bussare; si alzò e aprì la porta. Con un grande sorriso accolse Strif…il fattorino. Ormai era preparata per accogliere l’amore della sua vita, o così almeno sembrava, e invece era un omino tozzo, con una buffa casacca rossa e quei berrettini insulsi e fuori moda da secoli…E una marea di valigie, trolley e beauty-case. Arianna non si degnò di aiutarlo; fece solo segno di entrare. Elena si alzò dal letto e andò nella sala principale per soccorrerlo. Il ragazzo, o almeno sembrava avere non tantissimi anni, le sorrise cordialmente – Sono vostre vero? – Arianna con uno sguardo perfido stava per dirgli di “no” solo per vederlo sgobbare un altro po’, ma poi pensò che aveva bisogno subito delle sue valigie per rifarsi il trucco. –Si, sono nostre! Cioè…Queste 4 sono mie, mentre quella è sua – E indicò Elena. Il fattorino rimase un attimo sconvolto da quella rivelazione. Se non fosse stato licenziato avrebbe chiesto cosa ci teneva lì dentro, ma sempre con il sorriso stampato sulle labbra, se ne andò.

 

Le due ragazze si diressero in camera da letto con le valigie. Arianna fece una selezione di giacche, giacchette, gonne, pantaloni, maglie a mezza manica, manica lunga e una serie infinita di vestiti, per poi metterli in scomparti dell’armadio. In 5 minuti Elena aveva finito; Si era portata dietro ciò che le serviva, ovvero, jeans, magliette a maniche lunghe e alcune corte (anche se essendo a settembre, e faceva anche piuttosto freddino, non le sarebbero servite a gran che quelle a maniche corte), nessun tipo di gonna (non le piacevano affatto) , due tipi di scarpe con delle ciabatte e l’intimo. E logicamente i suoi trucchi che spaziavano dal nero all’azzurrino chiaro. Un po’ annoiata andò vicino ad Arianna, che tentava di far stare un montagna di maglie in un posto…troppo piccolo per tutta quella roba –Vuoi che ti aiuti? – La ragazza, soddisfatta, infilò le maglie in quel minuscolo spazio e si girò verso l’altra – No. Ho già fatto e poi…sai com’è, ho una certa classificazione io – Elena annuì – Già, vedo. Allora io vado a sistemare i miei trucchi in bagno – Arianna deglutì e arricciò il naso – Ne hai molti? No, perché io ho quel beauty-case lì e se non sono tutti al loro posto diventa un disastro…- Elena sospirando la fermò e osservò per un attimo quella specie di trolley rimpicciolito che la sua compagna di stanza osava chiamare “beauty-case” – Tranquilla! Ho solo qualche matita e lucidalabbra…Comunque non fa nulla. Li metto nel mio comodino!- Arianna annuì – Si, è meglio! – E con un gesto della mano la liquidò e continuò a trasferire i suoi vestiti dalle valigie all’armadio che straripava. Da dietro, Elena, la imitò e fece segno di colpirla con una clava immaginaria…Arianna si girò ed Elena cambiò subito posizione sorridendo e facendo finta di toglierle qualcosa dai capelli. Con non-chalance prese il suo astuccio dei trucchi e lo confinò nel cassetto del comodino, che fece uno strano effetto a Elena (era abituata al suo straripante). Prima di chiuderlo controllò che ci fossero anche i suoi orecchini, bracciali, collane e gioiellini di valore non superiore ai 100€. Agli occhi di Arianna, Elena era una “povera sfigata che non sarebbe diventata nessuno”, o almeno così l’aveva descritta alle medie e il suo pensiero non era cambiato. Ma Elena, non era davvero così povera…Sicuramente i suoi genitori non avrebbero raggiunto lo stipendio di quelli dell’altra ragazza, ma Elena non poteva lamentarsi. Era felice e non le mancava nulla. O per lo meno lo sarebbe stata quando i Cinema Bizarre avrebbero fatto la loro entrata trionfale nella camera.

 

Elena

 

Dopo qualche ora avevano sistemato tutto e la camera era in perfetto ordine, per lo meno la parte di Arianna. Le due ragazze si sedettero vicino sul divano, mentre Arianna leggeva un foglio che le avevano lasciato sul tavolo dell’ Hotel.

- Cosa dice?- chiese Elena

- Dice che si pranza alle 13.00 – rispose l’altra con poca cortesia

- Bene! Adesso sono le…- Tirò fuori il cellulare da una tasca e guardò l’orario – Sono le 12.40. Scendiamo? Magari per dare un occhiata in giro…-

- Andiamo direttamente a pranzo! Tanto, in questo hotel, non c’è nulla da vedere.-

- Ah, va bene! –

Elena, ormai era rassegnata al comportamento dell’altra. Avrebbe voluto dirle chiaramente cosa pensava, ma quella ragazza viziata e strafottente, la impauriva un po’. Non che fosse una “paura” concreta, ma più la paura che si vendicasse in un qualche modo. Arianna era capace di tutto! Uscirono dalla loro camera e scesero in ascensore, al primo piano. Appena le porte si aprirono, una luce proveniente da dei lampadari formati da perle luccicanti, annebbiò la vista. Si diressero verso un tavolo con sopra un segnaposto che recava la scritta “ 345” e uno a fianco “348” . Sicuramente era la camera dei Cinema Bizarre, strano però, che ancora non fossero arrivati. Se pensava a dover mangiare con quella specie di vipera, il suicidio diventata un’ ottima prospettiva.

-Dove vuoi sederti?- le chiese l’altra

-Boh…Come preferisci! Tanto siamo solo noi due, per ora. –

Le due si sedettero una davanti all’altra e guardarono i menù. Era un menù enorme…Solo a pensare a tutta quella scelta, Elena si sentiva male. Quando arrivò il cameriere per ordinare, Arianna disse il nome di chissà che cosa, ed Elena disse lo stesso, sperano che la compagna avesse buoni gusti.

- Allora? Ti piace questo posto?- Azzardò a chiedere Elena

- Si, Non è certo come l’Hotel in cui sono andata l’estate scorsa a Parigi! Ma ci si accontenta-

- Già –

- E tu? Dove sei andata in vacanza? –

- Non ci sono andata… Ho fatto un lavoretto come barista durante l’estate.-

- Io non lo farei per nulla al mondo! –

- Immagino! –

Il cameriere portò due caraffe di acqua, con due piatti bianchi rifiniti in rosa. Elena osservò quel piatto di spaghetti con del sugo. Tutto quel nome per un semplice piatto di spaghetti con del sugo? Mah. Chissà se avrebbe resistito in quel posto più di due giorni. Il fatto di vivere in camera con una vipera non aiutava molto. Ma per i suoi idoli probabilmente avrebbe sopportato. E poi non voleva che i suoi genitori pensassero che fosse stata una brutta esperienza.  Dopo aver finito di mangiare, arrivò subito un altro cameriere che prese l’ordinazione per il secondo e il dessert. Le due cercavano di evitare di incrociare gli sguardi, ma qualche parola era d’obbligo.

- Ti è piaciuto il primo?- chiese di nuovo Elena, che era più interessata a mantenere “buoni” rapporti

- Si. Ottimo sugo e anche perfetta cottura.-

- uhm…Già! –

- Comunque hai sbagliato forchetta! Si usa quella- e indicò una forchetta che a Elena sembrava uguale a tutte le altre

- Ah...Grazie –

- Nulla. Comunque dovresti saperle certe cose…-

- Scusa, ma non sono mai andata in un Hotel come questo –

- Si vede!-

Elena, che aveva fatto di tutto per stringere un po’ di amicizia, scoppiò in una risata.

- Sei ridicola Arianna! Ma ti rendi conto? La tua vita gira intorno al lusso e ai soldi. Ti sei mai chiesta perché non hai amiche? –

- Come ti permetti? Io ho più amiche di te…-

- E ti sei mai chiesta il perché? Soldi. Fama. Favori. Queste parole non ti dicono nulla? Fidati che non sono tue amiche perché stai simpatica. –

- Non sono affari tuoi!-

- Lo so, ma vorrei sapere il motivo per cui ti sto così antipatica dai tempi delle medie! –

- Perché, io ti sto simpatica? –

- Non mi sta simpatica perché mi hai sempre odiato!-

- Io non ti odio! Semplicemente siamo di due mondi differenti e una come me diventerà qualcuno, mentre tu no-

- Già. Però una come me ha delle vere amiche, mentre una come te finirà da sola –

- Ora basta! –

- Ok, però voglio andare d’accordo con te! Sono solo due settimane che dobbiamo sopportarci e potremmo fare in modo che siano due belle settimane. Non ti pare?-

- Si, hai ragione.-

Dopo questa discussione le due ragazze non parlarono più per tutto il pranzo. Le persone accanto a loro le stavano già guardando male per la confusione che stavano facendo, e ad Arianna questo dava fastidio. Non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa da nessuno.

 

 

Salve a tutti… Sto postando in modo abbastanza veloce (ogni 2 giorni) perché ho un po’ di capitoli già scritti, ma non credo che andando avanti sarò sempre così svelta.

Va bèèè, non ho nulla da aggiungere a parte i Ringraziamenti per la recensione scorsa e poi sempre le ragazze che la tengono nei preferiti \ seguite. Grazie anche a chi legge solo.

Alla prossima ^_^

 

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Capitolo 5
*** L' incontro ***


 

5° Capitolo _ L’ incontro

 

Arianna

 

Dopo pranzo le ragazze andarono nella loro stanza. Elena andò in camera da letto a chiamare i suoi genitori per non farli preoccupare e raccontargli del bellissimo hotel, mentre Arianna rimase interdetta  dalla portafinestra, tra il salone e il balconcino. Dopo qualche secondo tornò dentro e si sedette sul suo letto. Era davvero inconcepibile che lei dovesse sentirsi dire quelle cose. Arianna non l’aveva mai odiata Elena, semplicemente non erano compatibili. E non credeva che fosse il destino a farle incontrare; semplice sfortuna. Quindi, secondo i calcoli di Arianna, Strify (senza ombra di dubbio) si sarebbe innamorato di lei e beh…Vissero felici e contenti…Nah! Vissero felici, ricchi e famosi: molto meglio. Questo “piano” riecheggiava nella testa della ragazza, come se fosse un ricordo e una cosa scontata. Già, perché un ragazzo così bello come Sebastian non poteva innamorarsi di una come Elena. Si girò verso il letto della compagna e la squadrò: era sdraiata a pancia in giù, con i gomiti puntati sul cuscino e la mano destra che reggeva il cellulare all’orecchio. Indossava una maglia bianca a maniche lunghe con una maglietta grigia sopra alla prima, a maniche corte. Sotto portava dei Jeans normali, effetto consumato (o erano davvero consumati dal tempo?!) e delle All Star che erano ancora integre per miracolo. Elena salutò i genitori, mise il telefono sul comodino e lasciò sprofondare il viso nel cuscino. La possibilità di perdere, nella testa di Arianna, non esisteva nemmeno. Chissà cosa sarebbe successo in quelle due settimane. Tutto o niente. Dopo pochi minuti bussarono alla porta della loro stanza. Le ragazze andarono ad aprire

-          Se è ancora quello stupido fattorino, lo faccio licenziare – borbottò Arianna.

      Elena sorvolò sul discorso. Aprirono la porta e…5 strani ragazzi, comparirono ai loro occhi.

-          Ciao – disse Strify con un tono un po’ dubbioso

-          O Mio Dio…Strifyyyyyyyyyyyy- Esultò Arianna

-          Non posso crederci…- Elena si lanciò verso Kiro, che era quello più vicino

-          Scusate…Entrate pure – Disse la bionda a con un sorriso a 300 denti

-          Ma..veramente dovremo sistemare i bagagli – cercò di balbettare Yu

-          NOOOO…Dai, entrate – La bionda li pregò ancora

-          Arianna, se non vogliono... Tanto ci vediamo a cena. Oppure se volete (e non siamo d’impiccio)  possiamo venire a darvi una mano con i bagagli…-

-          Assolutamente Si!!! Strify, con quelle 5 valigie che si porta dietro, è sempre un casino sistemarle – Disse Kristian, guardando male il cantante

-          Parla quello che si porta dietro l’orsetto di peluche –

-          Zitto!!!!-

Elena e Arianna scoppiarono a ridere

-          Non fateci caso! Sono sempre così…- Romeo alzò le spalle, come se non potesse farci nulla

Arianna rise di gusto, mentre Elena accennò un sorrisino mentre fissava i cinque ragazzi

-          Va bè, non stiamocene sulla porta. Andiamo in camera nostra..- Esclamò Romeo, con la chiave della loro camera in mano.

 

Elena

 

Percorsero il corridoio in silenzio, osservando le altre porte e immaginando chi ci potesse essere in quel momento. Dopo pochi secondi Romeo, che aveva le chiavi, si fermò di scatto

-          Eccola qua! – Infilò la chiave nella toppa e spinse la porta, spalancandola completamente.

La camera era identica a quella delle ragazze, l’unica differenza era che al posto del muro a fianco alla loro camera da letto, i Cinema Bizarre avevano un’altra porta con i letti mancanti. Strify si sedette affaticato su una poltroncina

-          Non immaginate neanche quanto pesino queste valige – In mano teneva solo un beauty-case e un trolley in formato mini.

-          No no…Ti posso assicurare che immaginiamo benissimo – Una voce arrivò ancora dal corridoio, poi entrò Shin con due enormi valigie e una borsa – Comunque Strify, le tue cose te le potevi anche portare te eh –

-          Sfaticato – Con un colpo di tosse, Strify cercò di mascherare ciò che aveva appena detto.

-          Cos’hai detto? – Chiese Shin, avendo capito benissimo

-          Nulla nulla – Strify fece un sorrisone sperando di essere “perdonato”

-          Sarà meglio! Se no la tua bella e nuova valigia di Prada, con dentro i tuoi nuovi occhiali Gucci, finirà esattamente fuori da quel balcone – Shin fece un ghigno

-          Va bè ragazzi, ora non siamo qui per parlare. Prima di cena dobbiamo aver finito di mettere a posto. Bene? – Disse Romeo che stava già esplorando le stanze

-          Ok ok, un attimo di riposo però – Yu si sedette stancamente e di tutto peso sulla seconda poltroncina a fianco di Strify

-          YU! Abbiamo delle ospiti! – Kiro fece segno con la testa verso le ragazze che stavano assistendo alla scena mute

-          Ah…Scusate ragazze se mi sono impossessato della poltrona, ma sono stanco morto –

-          Non cambierà mai. Non fate caso alla poca galanteria di quell’essere – Disse Kiro scusandosi

-          Non fa nulla. E’ già un piacere che ci abbiate permesso di venire!-

    I ragazzi si diressero verso i letti e gli armadi, e dopo poco decisero le posizioni. Kiro, Shin e Strify nella prima camera, mentre Yu e Romeo (che oltretutto erano i più casinisti) nella camera a fianco.

 Arianna andò subito verso il cantante – Posso aiutarti io?-

Elena non sapendo da chi andare seguì Shin, che sembrava quello più problematico – Ma insomma…Perché non ci stanno???- Il ragazzo stava cercando di infilare una fila di maglie tutte appallottolate in un anta dell’ armadio. – Shin?- Il ragazzo si girò con uno sguardo preoccupato. Forse aveva paura che Elena lo deridesse. Invece… – Scusa, posso aiutarti?-

Shin annuì e le diede in mano la montagnola di abiti. La ragazza, abituata a qualche faccenda domestica ogni tanto, appoggiò le maglie sul letto accanto all’armadio e iniziò a piegarle. Dopo qualche minuto le ammucchiò una sopra all’altra e le infilò dentro all’ armadio. – Ecco. Se le pieghi occupano meno posto e quando le vai a prendere non sono stropicciate- Shin le sorrise timidamente – Già, grazie…come ti chiami?- La ragazza le allungò una mano – Piacere, Elena – Lui la strinse delicatamente. – Bene Elena, se mi vuoi aiutare sarò più che felice!-

 

Ehm… Non ho nulla da dire stavolta, spero solo che questo capitolo vi sia piaciuto e ringrazio le ragazze che ancora ce l’hanno nei seguiti \ preferiti.

Ah…

 

Buon Halloween a tutti! ;-)

Alla prossima

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Capitolo 6
*** Il Preferito ***


6° Capitolo _ Il preferito

 

Arianna

 

Arianna raggiunse Strify, che stava già classificando la roba e mettendola sul letto in mucchi.

-Scusami…Posso darti una mano?- Arianna pensò che non era molto brava a piegare i vestiti o altre cose che comportassero l’uso delle mani ( A casa aveva le colf che l’assistevano sempre non appena chiedeva qualsiasi cosa), però anche lei aveva l’abitudine di classificare i vestiti quindi…

- ehm…Non voglio essere sgarbato, ma io ho un certo ordine. –

- Anche io. Tra i colorati e gli abiti neri, magliette e pantaloni, maniche corte e lunghe…-

- Esattamente. Ah beh, allora ci capiamo- Disse il ragazzo con un sorriso.

- Sì- Arianna si mise a tirar fuori i vestiti e posizionarli nel mucchio di cui facevano parte.

- Come ti chiami?-

- Arianna. Tu…beh non credo ci sia bisogno di dirlo –

- Già…Comunque piacere-

I due ragazzi si misero al lavoro, per così dire, mentre chiacchieravano e si passavano il tempo. Dopo qualche ora ebbero finito, così andarono nella sala principale e si sedettero a cerchio usando le sedie del tavolo e le due poltroncine.

- Allora, ragazze. Dato che prima di cena manca ancora un’ ora e qualcosa quindi possiamo approfittare di questo tempo per conoscerci un po’. Intanto come vi chiamate?- Yu prese una sedia e la posizionò in modo da chiudere il cerchio

- Io mi chiamo Arianna. Sono di Milano e ho 16 anni-

- Io invece Elena… E per il resto come lei-

- Wow…stessi anni…stessa città…-

- E anche stessa scuola media, Kiro!- Disse Elena

- Che coincidenza.- Kristian sorrise a entrambe

- Va bè, se avete qualche domanda, o dubbio, chiedete pure! – Disse diplomaticamente Strify

- Sei fidanzato?- Chiese maliziosa Arianna

- Ehm- Strify stava per dire che non era il genere di domande che preferiva, ma non per non sembrare scortese rispose – No, non lo sono.-

- Ah…Ok! E cosa si prova a essere AMATI così tanto? – Arianna sottolineò la parola “amati”

- Oh- disse Romeo, pensandoci un po’ su – E’ una cosa che non ti succede tutta in un botto. I fans aumentano pian piano e ti danno il tempo di abituarti agli autografi e alle foto per strada.-

- Wow….Anche a me piacerebbe diventare famosa-

- Se hai un talento, non sarà difficile- Disse Shin

- Sì, infatti – Annuì Arianna

Elena pensò che lei non aveva nessun talento. Se la cavava nel canto, ma nulla di più. Lei non era “speciale”, ma in fondo non le serviva esserlo.

Dopo un’ infinità di domande da parte di Arianna, Shin domandò se Elena non volesse chiedere loro qualcosa.

-         Non lo so. Quando sei lontano dai tuoi idoli ti fai mille idee. Pensi che siano persone speciali, poi quando li conosci…trovano il modo di deluderti anche loro. A voi non è mai capitato di sentirvi capiti da qualcuno che non vi conosce e poi, vederlo, parlarci e accorgevi che ciò che diceva e vi faceva stare bene…beh, non era lui. Era una persona totalmente diversa?!- Elena fissò la parete di fronte, osservando un quadro che a parere suo era anche piuttosto bruttino.

-         Ehm…Si, credo di si – Kiro rimase impressionato da quelle parole

-         Ma per caso quelle parole si riferiscono a noi?- Chiese Strify

-         No. Era solo una considerazione.- Ma dentro di lei capiva che forse, anche quel ragazzo che con la sua meravigliosa voce riusciva a farla felice, era un semplice ragazzo accecato dal successo. Il suo più grande problema probabilmente era cosa indossare il giorno dopo o di che colore mettersi lo smalto. Ma in fondo era colpa sua; Si aspettava troppo da quel ragazzo. Tutto sommato non poteva fare di tutta un’ erba un fascio: Kiro, Shin e gli altri le stavano simpatici. Yu era come se lo aspettava, mentre Romeo ancora non aveva capito bene come fosse.

-         Va bè ragazzi, propongo di scendere per cenare! Tra tutte queste domande il tempo è volato.- Yu si diresse verso la porta facendo segno di seguirlo.

 

 

A cena si misero il chitarrista a capotavola, Romeo, Arianna e Strify in una fila mentre Kiro, Elena e Shin in quella di fronte. Elena mangiò solo un primo…La fame le era passata. Non è che fosse delusa, tutto sommato li conosceva solo da poche ore, ma sentiva che erano diversi. Diversi da come per tutto quel tempo se li era immaginata. Strify era forse…un po’ troppo Divo. Quel ragazzo assomigliava vagamente, nel carattere, ad Arianna. Però una parte di Elena le diceva di aspettare per dare un giudizio. E così avrebbe fatto.

- Ma allora ditemi… Vi piace l’Italia per quello che avete visto fino ad’ ora? – chiese Arianna

- Si…E’ davvero un bellissimo paese…- Rispose sorridendo Shin, mentre si infilava una forchettata di dolce al cioccolato in bocca.

- La cucina è ottima – Aggiunse Yu, che si stava sbafando il terzo dolce – No, sai, le poche volte che veniamo qui in tour ne approfitto – Elena e Arianna sorrisero

- La tua amica  non mi sembra di molte parole – Sussurrò Strify ad Arianna

- Si, beh…E’ un po’ strana. Non si sa mai come prenderla…-

- No, scusate! E’ che sono un po’ sopra pensiero…- Disse Elena sorridente e facendo in modo che Arianna capisse che l’aveva sentita benissimo

- Ah, va bene. Comunque non ti preoccupare… in questi giorni ti riprenderai- Strify le fece l’occhiolino – Stasera siamo un po’ fusi…Il viaggio dall’America all’Italia stanca moltissimo, quindi credo andremo tutti a letto. Però domani si esce eh!-

Arianna annuì, mentre si immaginava a braccetto con Strify, per le vie di Roma a spasso per negozi…

-         Wow… Fantastico!!! A spasso per Roma con i Cinema Bizarre! Non è certo una cosa da tutti i giorni! –

-         Puoi dirlo forte, Elena! Soprattutto con un  bel ragazzo come me..- Disse Yu mentre si metteva in una posa da diva

-         Hai assolutamente ragione!- Disse Elena ridendo

-         No, per carità! Non dirgli così che se no si vanta per tre ore di seguito…- Disse Kiro mettendosi una mano in fronte, come se già prevedesse il mal di testa che gli sarebbe venuto ad ascoltare il chitarrista

-         Spiritoso…- Yu gli fece la lingua

-         Eh…Mi dispiace Yu, ma Kiro è più sexy- Disse Elena provocandolo

-         Starai scherzando spero! Ma l’hai visto? Ma mi hai visto? – Disse il chitarrista facendo ridere tutti

Strify si fece malizioso e chiese – Ma, ce un vostro preferito tra di noi? –

Le due ragazze annuirono.

-         Allora ditecelo, siamo curiosi!- Il cantante scosse una mano come per incitarle a parlare

-         Diciamo pure che sei tu il curioso – Borbottò Shin

Strify sorvolò sulla constatazione dell’amico.

-         Sei tu. Il mio preferito sei tu! – Disse Arianna, senza arrossire di un filo e cercando di assumere una posa sexy

Strify ghignò sotto gli occhi degli altri quattro – E il tuo preferito Elena? –

-         Non ve lo dico. –

-         Nooo! Dai… Lo vogliamo sapere.- Disse stavolta Romeo

-         No, dai ragazzi! Siete tutti fantastici e non mi sembra giusto di dire le mie preferenze, che non sono (oltretutto) basate su niente…-

-         E dai! Siamo abituati! Non ci offendiamo mica –

Elena stava per dire il nome del cantante quando si bloccò. Non voleva far in modo che Strify si vantasse ancora di più, perciò pensò a quelli che fino ad’ora le erano stati più simpatici e gentili.

-         Ne ho due –

-         Ah si? – Chiese Yu che sorrideva come se si sentisse coinvolto nei due nomi

-         Ragazzi, mi state simpatici, ma per ora diciamo che i primi in classifica sono Kiro e Shin! –

      Shin,  che era ancora alle prese con il dolce, per poco non si soffoco. Quando sentì il suo nome arrossì

-         Grazie! – Disse il batterista timidamente

-         Già, beh… Non c’èrano dubbi – Il bassista si toccò i capelli cercando di imitare Strify

-          Ha Ha Ha, spiritoso! Va bè, ognuno è libero di scegliere chi vuole! –

-         Già…Peccato che se non si tratta di lui non va bene…- Disse Yu, cercando di non farsi notare

-         Come scusa?-

-         Oh no nulla, Strifuccio!- Il chitarrista diventò tutto ad’ un tratto amorevole

Dopo che anche l’ultimo ebbe finito di mangiare (per ultimo si intende Shin) i ragazzi salirono in camera. Per quella sera non avrebbero fatto nulla, a parte guardare un po’ di t.v. ognuno nella propria camera. Ma ciò che temeva Elena, era di dover tenere una conversazione con la compagna. Dopo un attimo di panico interiore, si disse che non era fondamentale parlarsi. Un “Buona notte” era più che sufficiente! Ma si! Poteva cavarsela. Sperando che l’altra non avesse attacchi omicidi durante la notte.

 

Ebbene eccomi! Come vi avevo anticipato ci ho messo un pochino più tempo ad aggiornare. Spero che il capitolo vi piaccia… E ringrazio (come sempre ^_^) le ragazze dei preferiti\seguite, Alex93 che recensisce sempre e anche chi legge solo.

THANKS

 

Alla Prossima

 

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Capitolo 7
*** Shopping ***


7° Capitolo _ Shopping

 

Martedì

 

Nella camera dei Cinema Bizarre, era in corso una scena particolare…che però per i 5 ragazzi era piuttosto comune.

-         Ah certo! Ora vorresti dire che tu non sai dove sono i miei jeans neri? – Urlò Strify, furioso

-         E’ esattamente ciò che ti sto ripetendo da venti minuti! – Ribatté il chitarrista

-         Comunque non trovo più i miei occhiali…- Disse il tastierista, cercando di intromettersi

-         Ecco! COME MAI SPARISCE SEMPRE TUTTO?- Disse irato il cantante

-         Sentite…Secondo me è il caso che state calmi! Intanto Romeo, i tuoi occhiali sono dentro al tuo comodino. Ti ho visto ieri mentre glieli mettevi…E tu Strify!- Il ragazzo sentitosi in causa sbuffò – Dicevo… I tuoi jeans non so dove siano, però non mi sembra che tu sia senza vestiti!-

Il cantante si girò e osservò l’armadio, che oggettivamente parlando, straripava di tutto.

-         Ma io volevo quelli!- Piagnucolò il cantante

-         STRIFY- Shin scandì il nome

-         Ok, metterò questi- e ne indicò un paio dentro all’hangar…cioè, all’armadio.

 Dopo questa inutile e superflua discussione i ragazzi iniziarono a prepararsi…

 

Nell’altra stanza intanto si poteva assistere a una scena totalmente diversa e che forse stupirebbe anche di più.

-         Allora? Come ti vesti oggi, Arianna?- Chiese Elena mentre era davanti all’armadio

-         Mi metto un paio di jeans rosa, ballerine abbinate e maglia bianca!-

-         Ma non ti congelerai con le ballerine?- osò dire l’altra

-         No, credo che la moda riuscirà a farmi resistere! – Concluse Arianna

Le due ragazze alla fine si guardarono un attimo e fecero due facce totalmente diverse.

Effettivamente Arianna con le ballerine rosa, maglia bianca e jeans rosa assomigliava a un confetto, mentre Elena…beh, aveva le sue fide All Star nere, con dei Jeans normali e una maglia a maniche lunghe con un una scritta fucsia.

-         Stai bene! – Disse con un sorriso Arianna. A queste parole Elena si stupì molto…

-         Anche…anche tu! Però…- Elena stava per aggiungere qualcosa ma lasciò perdere

-         Però?- Arianna la incitò a continuare

-         Però, se posso dare un mio parere- Arianna annuì – non mi piace il trucco. Ti sei data troppa matita…Se vuoi posso aiutarti io. Sono abbastanza brava –

    Arianna rimase interdetta poi annuì – Si dai. –

Dopo qualche minuto Elena aveva finito – Ecco. Se vuoi andare a vederti allo specchio…-

La ragazza ubbidì e si osservò attentamente – Davvero molto meglio! Grazie-

-         Oh nulla! Però ora è meglio se andiamo a fare colazione. –

-         Hai ragione! –

 

 

Elena

 

Al tavolo c’èrano già seduti i Cinema Bizarre, che mangiavano.

-         Scusate ragazze se non vi abbiamo aspettato, ma Kiro aveva fame!- Yu lo indicò, con fare accusatorio

-         Cosa? – Il ragazzo strabuzzò gli occhi – Ma non è vero! Va bè, sorvoliamo…-

-         Nulla, mangiate pure.-

Dopo pochi minuti arrivò il cameriere che servì un vassoio davanti ad Arianna ed Elena, con sopra toast, marmellata, miele…

-         Cosa possiamo fare oggi ragazzi? – Chiese Romeo, mentre addentava un toast

-         Non saprei. Questo pomeriggio si esce assolutamente…- Disse il cantante

-         A vedere musei e ad acculturarci? – Chiese Elena, osservando tutto quel cibo davanti a lei

-         Ma certo che NO! Si va a fare shopping…- Disse lo stesso, sorridendo

-         Ah…Shopping? Ehm…- Io odio fare shopping, pensò Elena – E non ci sono alternative? -

-         Mettiamo lo shopping ai voti! – Disse il chitarrista – Chi vota per andare in giro per negozi alzi la mano!-

Arianna, Strify e Romeo alzarono contemporaneamente la mano.

-         Anche tu a fare shopping?- Chiese sbalordito Yu al tastierista

-         Si, è solo perché se vengo con te andiamo in un negozio di chitarre e mi fai una testa così!-

-         Ah…Che bella cosa l’amicizia!- Disse ironico Yu, mentre dava un leggero pugno  alla spalla di Romeo

-         Va bè, magari oggi possiamo andare a fare shopping e domani in qualche altro posto. No?- Chiese dubbiosa Elena, sentendosi lo sguardo (più o meno contrariato) di tutti puntato addosso

-         Si! Secondo me è un’ ottima idea!- Shin sorrise alla ragazza

-         Bene, allora faremo così!- Il cantante acconsentì. Non sembrava molto felice, soprattutto per il fatto che, nella sua testa, si era già fatto l’idea di come passarsi la “vacanza”.

-         Non vorrei fare il guastafeste, ma noi siamo qui per un concerto oltre che per spassarcela! – Obbiettò Kiro, come se avesse letto nei pensieri di Strify

-         Io sono d’accordo con Kristian!- Disse il batterista, convinto

-         Eccoli lì! Il Saggio e il Fido Allievo! E dai! Per le prove ci andremo questo Giovedì e poi l’ultima settimana ci organizzeremo meglio! – Il chitarrista ormai aveva gli occhi a forma della parola “Vacanza”

Ormai Elena si aspettava una frase come “ Pensa con chi mi tocca convivere” da parte di Kiro o Shin, ma fortunatamente non arrivò. Pensò che se l’avesse sentita avrebbe certamente detto “Lo dici a me?!”

      Tutto sommato Arianna quel giorno sembrava fosse leggermente cambiata…in meglio. Magari sarebbe riuscita a trasformarla in una ragazza un po’ meno viziata e antipatica. In due settimane sarebbe potuto accadere di tutto, pensò Elena. Ma forse anche niente.

 

Arianna

 

Dopo colazione i ragazzi rimasero a chiacchierare nella hall, per poi andare un attimo in camera e subito a pranzo. Anche il pranzo si svolse come al solito; Tra i bisticci bambineschi di Kiro, Romeo e Yu o le prese in giro tra Strify  e Shin. Nel pomeriggio i ragazzi si diedero appuntamento dall’ascensore alle 15.30.

-         Sei pronta?- Chiese impaziente Arianna

-         Mmmh…No! Un secondo…- Elena uscì dal bagno

-         Ok eccomi! – Arianna fece una faccia a dir poco schifata e scosse la testa

-         No! Tu non esci così…Ma hai visto? Ti sei messa una maglia verde sui jeans neri…Ok, sul nero si abbina tutto, ma non mi piace per niente! Non va più di moda il verde…-

-         Ehm..- Elena non sapeva se defenestrarla o dire che aveva ragione

Arianna si diresse verso il suo armadio e ne trasse un maglioncino nero con sotto una camicia bianca.

-         Ecco! Così staresti molto meglio!-

-         Ma è tuo…-

-         Lo so, ma te lo presto. Non ce problema- Arianna le sorrise

-         Davvero? Cioè… Grazie. Grazie mille – Elena rimase di stucco. Non se lo aspettava un atto così caritatevole da parte dell’altra. Forse stava davvero cambiando.

Non appena finì di metterselo uscì nuovamente dal bagno e le due andarono in ascensore.

-         Wow! State davvero bene – Disse Yu, mentre le osservava dalla testa ai piedi

-         Già! Siete davvero carine – Shin si tratteneva sempre, anche nei complimenti.

-         Grazie – Dissero in coro

Strify chiamò l’ascensore e non appena le porte si aprirono fece passare gli altri, per poi entrare lui. Attraversarono la hall e uscirono. E ora? Pensò Arianna.

-         Scusate, ma voi sapete dove sono i negozi? – Chiese Elena

-         Ehm…In centro! – Rispose Strify, mentre si dirigeva verso una limousine nera

-         Wow…Andremo in centro con quella? – Chiese Elena eccitata

-         Certo! – Risposero i ragazzi

Salirono sulla lussuosa macchina e dopo l’indirizzo di Strify al conducente, l’auto partì. Dopo pochi minuti arrivarono a destinazione, anche perché l’Hotel era già verso il centro, non avevano molta strada.

-         Che bella Roma!- Disse Elena guardandosi attorno – Magari un po’ caotica, ma è davvero bella! –

Gli altri annuirono, mentre il cantante stava già attraversando la strada verso una specie di portico con una fila di negozi vari.

-         Eccolo! Ha già fiutato l’odore di “shopping”! Se non gli stiamo dietro è capace di vendere la limousine per comprarsi tutto il negozio! – Nella voce del bassista c’èra poca ironia.

 Entrarono in un negozio di vestiti firmati. Elena osservò il prezzo di alcuni jeans: non pensava che un paio di pantaloni potesse superare i 170 €. Mentre Arianna li trovava anche poco costosi…Già, le sue finanze glielo permettevano. Il pomeriggio passò così…Tra Strify che si perdeva in un negozio e gli altri che lo cercavano, fino a scoprire che si era incantato in qualche maglia oppure le ragazze che consigliavano ai Cinema Bizarre cosa prendere. Arianna si divertì moltissimo con i ragazzi, e anche Elena, ammettendo che odiava fare shopping, passò una bella giornata. Le due si presero solo un vestito lungo che avrebbero indossato alla fine delle due settimane. Verso le 18.15 tornarono in Hotel carichi di sporte, sportine e sacchettini con dentro vestiti e qualche souvenir. I ragazzi andarono nelle proprie camere a farsi una doccia, per poi ritrovarsi a cena.

 

Eccomi ragazze! Scusate se vi ho fatto attendere. Non ho nemmeno l’attenuante che ho dovuto scrivere il capitolo perché l’avevo già fatto da un po’! Sono stata immersa negli impegni, ma la prossima volta prometto di essere più sbrigativa.

Grazie mille a tutte! Mi fa felicissima sapere che questa storia vi piace! ;-)

Recensioni

 

Alex93: Grazie per le tue recensioni! Eh si, lo ammetto: Arianna ed Elena hanno una bella fortuna (e non hanno preso dalla loro scrittrice xD)!

 

Tattina: Grazie dei complimenti! Beh, l’altra FF è stata la prima e non avevo pensato a come svolgere la storia, mentre ora ho in mente una trama chiara (che però nel corso della vicenda potrebbe subire mutamenti xD)!

 

Denni: Mi ha fatto davvero tanto piacere la tua recensione! Tranquilla: la finisco sicuramente! Se ci metto un po’ a postare è solo per problemi di tempo. Comunque mi sembra di capire dalla tua recensione che Arianna non ti stia molto simpatica! Chissà se nel corso della storia diventi un po’ meno odiosa…

               

Hiba_Kaulitz_Emogirl: Scuuusa davvero tanto!!! Non ho più recensito perché sono stata in vacanza e poi  mi si era anche rotto il computer per un certo periodo di tempo e avevo perso parecchi capitoli! Comunque appena ho avuto un po’ di tempo l’ho letta tutta! Sei stata davvero bravissima…Complimenti ^_^ E grazie per la recensione!

 

Alla prossima ;-)

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Capitolo 8
*** Hai Bisogno? ***


8° Capitolo _ Hai Bisogno?

 

Elena

Uscì dal bagno, con un asciugamano addosso e i capelli bagnati. Andò a stendersi sul letto, dove c’èra Arianna che trafficava con il suo Beauty-Case.

-          Cerchi qualcosa? – chiese Elena per pura cortesia, e sperando che la risposta fosse negativa

-          Si! Non trovo più il mio fondotinta! L’hai visto per caso? – Chiese Arianna, lanciando il beauty case lontano da lei e con uno sguardo leggermente irato

-          No! Non lo uso io…Magari te lo sei scordato a casa!- Ipotizzò Elena

-          No – Esclamò l’altra convinta

Elena non riusciva a capire da dove proveniva tutta quella sicurezza. Le stava per ribadire che non ne sapeva nulla, quando ripensò alla maglia che le aveva prestato, e si sentì in dovere di aiutarla.

-          Sono sicura che i Cinema Bizarre, o per lo meno Strify, ne abbia uno – E forse non solo uno, pensò Elena.

-          Già!!!- Esclamò Arianna – Hai ragione! Potresti andarmelo a prendere? Ci andrei io, ma devo ancora fare la doccia….e.. Per favore?- La ragazza era quasi supplicante

-          Ehm…Ci andrei, ma sono fradicia e ho solo un asciugamano!-

-          Guarda che non ce nessuno nei corridoi, fidati! E poi, per favore. In nome della nostra buona amicizia…- Amicizia? Elena non era sicura di aver capito bene. Da quando tra loro due c’èra un’amicizia? E il bello era che non poteva nemmeno dire di “no” perché era stata proprio lei a dire di provare a stringere un “rapporto” in quelle due settimane.

-          Ok. – Mentre si stava dirigendo verso la porta, con solo l’asciugamano e delle ciabatte, Arianna la chiamò

-          Ah..Elena? Il fondotinta lo vorrei rosa chiaro, ma deciso…- Rosa chiaro ma deciso? Magari lo vuole anche egocentrico, ma con una punta di altruismo? Elena si stava convincendo di non impazzire.

-          Perfetto! Rosa chiaro, ma deciso! – Sorrise ad Arianna, e mentre si girava verso la porta pensava a tutti i modi per uccidere la compagna

Aprì un poco la porta e sbirciò che non ci fosse nessuno. Accertatasi che il corridoio fosse vuoto, uscì piano e richiuse la porta dietro di se. Arrivò lentamente verso la camera dei Cinema Bizarre: tutto bene… fin quando le porte dell’ascensore si spalancarono. Oh No, pensò Elena con fare tragico. Bussò alla porta dei Cinema Bizarre, ma nessuno aprì. Si guardò attorno e l’unica cosa che vide fu una rientranza tra il muro e una pianta. Sperando che il tizio o la tizia andasse nelle direzione opposta alla sua e non la notasse, si nascose lì in mezzo. Sarebbe stata troppa fortuna! Sentì dei passi lenti arrivare piano piano fino a lei. Dopo pochi istanti che parvero un vita, comparve davanti a Elena una signora bassa, robusta e bionda con dei boccoli e un cappello verdognolo, che le stava a dir poco malissimo. La signora rimase per un po’ interdetta

-          Lei?- Chiese spaventata e attonita

-          Ehm…La pianta! Questa è una rarissima pianta proveniente dall’Indonesia e io sono appassionata dell’Indonesia…E anche della pianta! Così mi sembrava sola e sono venuta a..farle compagnia! Già…- Elena si sentì una completa deficiente! Anzi, una deficiente che accarezzava una pianta, con indosso un’ asciugamano e delle pantofole.

Elena si alzò e avanzò con le spalle verso la porta dei Cinema Bizarre, mentre parlava ancora della pianta alla signora. Strify, che aveva sentito bussare dal bagno, aprì la porta e la ragazza, mentre indietreggiava, gli arrivò addosso.

-          Elen…oddio…- Elena sorrise alla signora e ne approfittò per entrare nella camera e chiudere la porta, con dei borbottii provenienti dal corridoio.

-          Cosa ci fai qui con solo un asciugamano addosso?- Chiese il cantante

-          Arianna… Mi ha chiesto se potevo venire qui a chiederti un fondotinta.-

-          Ah…Capisco. – Il cantante la stava osservando e, a dir la verità, non aveva capito lo stesso il motivo per cui era in asciugamano – E che colore?-

-          Ehm- La ragazza fece mente locale…Dunque, era rosa chiaro e? Un aggettivo? – Rosa chiaro, ma insicuro.-

-          Ehm- Strify rimase un attimo a pensarci – Forse è Rosa chiaro, ma deciso? –

-          ECCO!!! Proprio lui! –

Il cantante scomparve un attimo dalla porta del bagno e tornò con il famigerato “rosa chiaro, ma deciso”. Glielo porse in mano ed Elena rimase un attimo a osservare la sua fonte di  sventure.

-          Va bè, io vado. Ci vediamo a cena! A proposito dove sono gli altri? –

-          Kiro e Shin in camera, Romeo in bagno e Yu è sul terrazzo al telefono –

-          Ah…No, è che c’è un silenzio…inaspettato!- Elena si guardò intorno e poi mise una mano sulla maniglia della porta – Io vado. Ciao e grazie per il fondotinta –

 Senza guardare se nel corridoio ci fosse qualcuno, la ragazza uscì e fortunatamente stavolta era davvero vuoto. Con passo veloce raggiunse la sua stanza, bussò ed Arianna le aprì.

-          Eccolo…Non sai cosa mi è capitat…- Elena non fece in tempo a finire la frase

-          SIIII! Perfetto! E’ proprio quello che cercavo…- Arianna con una rapida occhiata verso Elena, la ringraziò, per poi riprendere a venerare l’amato fondotinta.  

Cos’èra successo all’Arianna di quella mattina? Si era estinta insieme alla sua dignità, persa coccolando una pianta? Forse. O forse Arianna non sarebbe mai cambiata.

 

Arianna

 

Arianna, che fino a quel momento era rimasta sul letto a truccarsi, si alzò di scatto.

-          Che ore sono?- Chiese con tono preoccupato all’altra

-          Le 20.00! E’ ora che andiamo-

-          Infatti! Non possiamo arrivare tardi…di nuovo- La tecnica era “far sentire in colpa Elena”

L’altra non disse nulla. Si limitò ad aprire la porta e uscire, subito dopo Arianna. A tavola i Cinema Bizarre non c’èrano ancora, ma sarebbero arrivati entro poco tempo.

-          Allora? Ti sei divertita?- chiese Arianna

-          Si, molto. Anche se ti dirò che lo shopping…- la ragazza storse il naso – non mi piace molto! E tu? Ti sei divertita?-

-          Si! Assolutamente si! Io adoro far shopping! – Arianna non riusciva a capire come ad Elena non potesse piacere una così bella, rilassante e poco faticosa attività.

-          Arrivano!- Elena si guardò attorno e vide che i ragazzi stavano facendo la loro comparsa nel salone.

La cena si svolse normalmente, (come “normale” può essere una cena con i Cinema Bizarre). Romeo parlava con Kristian, Shin mangiava e si limitava ad annuire ad una qualche constatazione di Elena…E beh, Strify, Yu ed Arianna avevano tessuto, su un argomento comune a tutti e tre, un bel discorso. Alla fine della cena i ragazzi andarono tutti in camera e per quella notte non sarebbero usciti. Shin aveva un terribile mal di testa e lo shopping lo metteva di malumore, quindi per non lasciarlo da solo sarebbero rimasti tutti in Hotel.

 

Elena

 

La ragazza andò in bagno e si mise una canottiera azzurra con dei pantaloncini al ginocchio dello stesso colore. Anche se ci fossero stati 2 gradi, non si sarebbe messa nient’altro addosso: era abituata così. Uscì dal bagno e andò a stendersi sul letto, dove Arianna si era già impossessata del telecomando e aveva iniziato a fare zapping nei programmi. Dopo mezz’ora che Arianna continuava a non seguire nulla in t.v, Elena tirò fuori l’i-pod e iniziò ad ascoltare della musica, sicura che non sarebbe stata più disturbata dall’altra. E invece, dopo una mezzoretta…

-          Elena…Elena? Ohi, ci sei?- cercò di attirare l’attenzione Arianna, mentre si alzava e si infilava delle ciabatte nere con alcuni strass

-          Si, si. Sto ascoltando della musica..Hai bisogno?- Elena cercò di essere cortese, anche se per quella giornata era il secondo “hai bisogno?” e non le stava bene

-          Ehm…il tuo letto è morbido? – chiese Arianna, lasciando che lo stupore si impossessasse dell’altra

-          Ehm…si…- Elena non seppe cosa dire

-          Uffa! – Sbottò l’altra – Con il materasso morbido non riesco a dormire! Lo sai che per la spina dorsale bisogna dormire su un letto duro? – Disse sicura di sé Arianna

-          Ehm…No, non lo sapevo! Comunque se metti il cuscino sul pavimento…-

-          Spiritosona! Fammi provare il tuo…- Arianna si avvicinò a Elena, che era sul letto

-          Va beh…Prova pure – La ragazza si alzò di mala voglia dal letto e cedette il posto alla compagna

-          Uhmmm…è troppo morbido!- constatò l’altra, dopo essersi distesa per 3 secondi in tutto – Ascolta, io vado a vedere se di là i Cb hanno un materasso più duro!-

-          E? Hai intenzione di trascinarlo qui a forza o di fartelo cambiare alle 23.30 di sera? –

-          Ma no! E’ LOGICO che rimango nella loro stanza a dormire! – Arianna sorrise vanitosa

-          Ah...- Elena non seppe cosa dirle, tanto sarebbe stato tutto inutile…Non l’avrebbe di certo ascoltata! Esitò un attimo e chiese – E con chi dormirai? – Ma Arianna ere già andata via

Elena ebbe un attimo di smarrimento e si guardò intorno: era da sola. Solo lei, una camera immensa e poteva fare ciò che voleva (nei limiti). La serata sembrava aver preso una bella piega!

La ragazza si infilò di nuovo l’ i-pod nelle orecchie e saltò sul letto a cantare e imitare qualche, a noi ignota, rockstar. Mentre la ragazza ballava, cantava e saltava sul letto qualcuno entrò dalla porta che era rimasta in precedenza socchiusa da Arianna.

 

Eccomi! Scusate l’attesa e anche la crudeltà…Intanto che aspettate il prossimo capitolo, potrete ipotizzare chi è entrato dalla porta! E non cercate di estorcere confessioni a Elena perché non vi dirà niente xD

Grazie delle recensioni e grazie di seguirmi ^_^

Un bacio

Alla prossima

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Capitolo 9
*** Vuoi Parlare? ***


9° Capitolo _ Vuoi parlare?

 

Elena

 

Elena non se n’è accorse subito, avendo ancora la musica sparata a tutto volume nelle orecchie, ma quando si girò per imitare un qualche giro di chitarra (anch’esso inventato) si accorse che un ragazzo biondo, con sotto braccio un cuscino e l’aria un po’ stanca, la stava fissando con aria perplessa.

-         Ehm…ciao Kiro!- Abbozzò Elena

-         Ci..ciao…Non volevo interrompere..la tua performance!- Rispose l’altro, tendendole una mano per aiutarla a scendere dal letto

-         No no, figurati- Arrossì vistosamente - ma cosa ci fai qui? –

-         Arianna ha detto che il mio letto è comodissimo e mi ha chiesto se posso..ecco, dormire qui-

-         E tu hai detto di sì- Finì la frase Elena

-         Beh, non sapevo che dirle! Spero non sia un  problema! –

-         No, figurati! E’ che..non me l’aspettavo. Ma, Benvenuto nel casino di Elena! – Disse la ragazza allargando le braccia

-         Guarda che la nostra camera è messa molto peggio! – Disse ridendo Kiro – Comunque nemmeno io me l’aspettavo. Arianna ha provato il letto giusto il tempo di sdraiarsi e rialzarsi. Ma per caso alla tua amica piace un po’ Strify? Perché appena ha visto che il mio letto era vicino al suo…sembrava…Mah, forse mi sbaglio!- Chiese dubbioso Kristian

-         Si! E non solo un po’! Ha tutti i requisiti necessari per piacere a una come lei…-

-         Pensavo foste amiche…- I due si sedettero uno su un letto e uno su un altro, di fronte

-         Mai state! Lei è viziata, antipatica e approfittatrice e io…- Non sapeva cosa dire – Beh, io non sono così, ecco!-

-         Si, lo avevo capito! Sei simpatica.- Disse Kiro sorridendo e con un espressione infantile stampata in faccia – Hai sonno? Se vuoi dormiamo, oppure …parliamo-

-         Sonno no, però non sono una gran parlatrice. Preferisco ascoltare! Ma toglimi una curiosità: Strify è davvero come sembra? A volte non sembra il ragazzo simpatico e modesto di cui parlano…Sembra piuttosto accecato dalla fama!-

-         Beh – Kristian fece spallucce come se non potesse dire nulla – E’ un po’ come Arianna. Non sono proprio antipatici, sai. Bisogna solo conoscerli bene e possono diventare veri amici. Di cui ti fidi, cecamente. Sotto lo strato vanitoso-al-massimo, Sebastian  sa anche essere comprensivo e sa ascoltare. –

-         Tu devi essere un vero amico…- Elena arrossì di nuovo nelle guance. Non aveva intenzione di dirlo: lo doveva solo pensare.

-         Non saprei. Tutti mi definiscono un tipo dolce e un po’ bambino, ma tra quegli svitati là, credo di essere l’unico con un po’ di senno – Accennò una risata – Insieme a Shin!-

-         Shin mi sembra un po’ strano…E’ così timido e forse nella vostra band è un po’…-

-         Fuori luogo? Si, se lo prendi così. Tutti strambi e scatenati e uno così timido e “poco socievole”…Ma in fondo anche lui è molto “bizarre”! Sa essere talmente iperattivo a volte che stento a crede che sia un ragazzo –

I due ragazzi parlarono per un bel po’ di tempo, finche non si accorsero che si erano fatte quasi le 02.00. Elena rimase muta per quasi tutto il tempo; Era Kiro quello che parlava molto. Ma, stranamente, non annoiava per niente, era interessante ciò che diceva ed era un buon “narratore”.

Dormirono fino alle 8.00 circa, quando la sveglia puntata la sera prima da Elena iniziò a trillare insistentemente. La ragazza allungò una mano, senza nemmeno guardare dove, e schiacciò un pulsante sopra all’oggetto. Sbuffò e finalmente si decise ad alzarsi. Nemmeno in vacanza riusciva a dormire fino a tardi. Stava per dire ad Arianna di iniziare a prepararsi quando vide che nel letto a fianco del suo c’èra Kristian: se ne era quasi dimenticata. Si avvicinò a lui e allungò una mano per toccarlo e far in modo che si svegliasse. Ma la mano rimase sospesa a mezz’aria.

-         Kiro…Kiro- La ragazza ritirò la mano – Kiro è ora di svegliarsi…-

Il ragazzo non diede segni di vita. Allungò di nuovo la mano e gliela mise sulla spalla, scuotendolo leggermente. Il risultato fu solo un mormorio da parte del ragazzo. Stava per sedersi accanto a lui, quando decise di lasciarlo dormire ancora un po’. Sarebbe andata in bagno e non appena avrebbe finito di vestirsi l’avrebbe svegliato.

 

Arianna

 

Arianna quella notte non riuscì a dormire. Strify non era stato molto aperto a tenere una conversazione con lei. Aveva solo detto “Ah, se vuoi rimanere rimani pure. Io però, scusami, ma ho un po’ sonno. A domani mattina, notte” E con questo l’aveva liquidata e si era messo a dormire. Shin era rimasto un po’ sveglio con lei, ma non trovando un argomento comune a entrambi dopo pochi minuti la “conversazione” si spense. Arianna si era immaginata che il ragazzo la invitasse a dormire con lui, magari anche solo perché quella sera faceva molto freddo! Era un motivo abbastanza valido, no?! Forse no, perché non era successo. Eppure era convinta quasi al 100% di piacere al cantante, di stargli simpatica per lo meno. La ragazza non poteva permettersi di lasciarsi scappare un occasione simile: diventare la fidanzata del cantante dei Cinema Bizarre. I suoi sogni si sarebbero realizzati, finalmente. Ma a interrompere i pensieri di Arianna fu una stupidissima sveglia che aveva deciso di suonare proprio nel bel mezzo del trionfo. Shin, sbadigliando, spense la sveglia e si alzò senza brontolare.

Si diresse verso il cantante per svegliarlo, quando la ragazza lo fermò – No! Vai pure in bagno a prepararti, lo sveglio io- Arianna sorrise e Shin annuì impotente a quello sguardo angelico

Si avvicinò al cantante e si sedette sulla sponda del letto. Iniziò ad accarezzarlo su una guancia e poi in un braccio. Il ragazzo aprì piano gli occhi e mentre stava già per dire a Shin di smetterla, che era sveglio vide una ragazza bionda con un sorrisone sulla faccia toccargli il braccio.

-Ah, ciao Arianna! Sono sveglio…- Disse cercando di farle capire che non importava più che lo “coccolasse”

- Bene! Sei stupendo mentre dormi!- Disse lei togliendo la mano e alzandosi

- Ah…Grazie! Non sei riuscita a dormire nemmeno su quel materasso?-

-Che materass…Ah, il materasso! Si, cioè no…un pochino si, però poi mi sono svegliata e ho fatto fatica a riaddormentarmi- Che figura! Si era quasi scordata la storia del materasso, che in fondo era vero che non le piacevano troppo morbidi, però non era certo una questione di vita o di morte.

 

I ragazzi si ritrovarono a colazione raccontandosi un po’ ciò che avevano fatto la sera e i programmi per il pomeriggio. Come al solito c’èra l’opzione shopping, proposta coraggiosamente da Strify, ma venne bocciata subito quasi da tutti perché aveva promesso che oggi sarebbero andati a visitare un po’ la città e ad acculturarsi.

- Allora? Altre proposte?- Sbottò Strify

- SI! Scusate un attimo! Siamo nella città del Colosseo e nemmeno andiamo a vederlo!?!- Disse Elena

- Si, è vero! Approfittiamone! Tanto, Strify, i negozi ci sono dappertutto, ma il Colosseo no eh!- Aggiunse Kiro, per rincarare la dose

- Per me va bene- Concordò Romeo mentre gli altri annuivano

- E va bene! Tanto qua non riesco mai a decidere nulla – Sei sguardi assassini lo inquadrarono – Ehm…quasi nulla!-

 

Dopo colazione chiesero al Receptionist se potevano avere una guida per il Colosseo e gli risposero che non c’èra problema, alle 15.00 ci sarebbe stata una guida informatissima pronta a raccontargli tutto sulla storia di quell’enorme anfiteatro. Sarebbero usciti in mattinata per girare un po’ le vie di Roma e avrebbero pranzato fuori. Arianna già stava progettando un tenero bacio, proprio davanti al Colosseo, tra lei e Strify…Un posto perfetto! Nella testa di Elena invece c’èra solo la voglia di “esplorare” quella meravigliosa città, che non aveva mai avuto l’occasione di visitare prima.

 

E finalmente riesco a postare! Scusate l’attesa… Spero di non aver deluso le vostre aspettative! Magari da questi capitoli potrà sembrare che Kiro diventi il futuro “fidanzato” di Elena, ma…Beh, non voglio fare spoiler, ma niente è come sembra! Muahahahah xD Ah...Volevo aggiungere che io a Roma non ci sono mai stata, quindi se descrivo un luogo e non lo riconoscete (parlo per chi è di Roma o comunque conosce la città) perdonatemi XD

 

Grazie a tutti ;-)

Alla prossima

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Capitolo 10
*** Al Ristorante ***


10° Capitolo _ Al Ristorante

 

I Cinema Bizarre e le ragazze andarono nelle loro rispettive camere per prepararsi alla “gita”. Nella stanza dei 5 ragazzi…

Strify stava cercando la sua macchina fotografica in giro per la stanza, mentre gli altri si preparavano una borsetta da mettere a tracolla per tenere dentro il minimo indispensabile.

-         Allora, Strify…Hai fatto colpo!- Disse scherzosamente Yu, mentre si gettava senza ritegno sulla poltrona

-         Ah ah ah…Simpatico! – Il cantante gli fece una boccaccia e si piegò per vedere se la macchina fotografica fosse accidentalmente finita sotto al comodino

-         Non ti piace Arianna? – Chiese il bassista

-         Non è che non mi piaccia, però è un po’ appiccicosa. E non mi conosce abbastanza per dire che è “innamorata” di me – spiegò diplomaticamente Strify

-         E di Elena cosa ne pensi? – Chiese Shin che era già pronto da mezz’ora e, come al solito, aspettava gli altri appoggiato con la schiena al muro.

-         Non lo so. Non sembra molto aperta…Non mi parla neppure – Il cantante sbuffò e aprì un cassetto dell’armadio. Sorrise e ne trasse la sua amata fotocamera, come se fosse una grande vittoria.

-         E’ timida – Romeo uscì dal bagno. Mentre si era fatto un’ ora di piastra aveva seguito per filo e per segno il discorso

-         No…Non è timida! – Si disassociò Kristian, scuotendo la testa – E’ che ti ha un po’ frainteso. Pensa che tu sia stato un po’ “accecato” dal successo e che dei tuoi fans non te ne importi più nulla-

-         Che stupidaggine! – Strify rimase indignato – Ma ti pare? Io sono sempre stato un po’ …egocentrico, ma arrivare a dire che non mi interesso più ai miei fans è proprio una stupidaggine!-

-         Si, però se uno non ti conosce potrebbe anche pensarlo – Disse con voce timida il batterista

-         Dovresti conoscerla meglio – Aggiunse Kiro

-         Sarebbe bello se non avessi sempre Arianna attaccata…Non mi molla un attimo!-

-         No Problem! Ci pensiamo io e Romeo!- disse Yu, mentre guardava l’altro che alzava gli occhi al cielo e scuoteva la testa

-         Eh va bene dai…- Disse rassegnato il tastierista

-         Grazie ragazzi!-

 

Alle 10.15 i ragazzi uscirono dall’Hotel tutti insieme e raggiunsero il centro con la solita, lussuosa ed enorme limousine nera. Si fermarono con l’auto e raggiunsero a piedi un ristorante poco lontano dal Colosseo, che avrebbero visitato dopo. Arianna era scesa subito dopo il cantante e ora le stava morbosamente appiccicata al braccio. Yu stava confabulando con Romeo il da farsi, quando con uno scatto prese per un braccio Arianna e la sollevò di peso. Rimasero un attimo senza parole, fin quando gli altri proseguirono e la ragazza in questione chiese cosa stava facendo.

-         ehm…Io e Romeo abbiamo fatto una scommessa!- Disse Yu annuendo

-         Si, esatto! Se riesce a portarti fino al ristorante in braccio lo accompagno domani al negozio di chitarre!- Affermò Romeo, pentendosene subito dopo

-         Davvero? Cioè, voglio dire certo!- Yu prese la scommessa seriamente e già si immaginava immerso tra le chitarre

-         Ah, ma veramente…- cercò di balbettare la “povera” ragazza – va beh, Yu lo faccio per te!-

Strify rallentò il passo e si mise a fianco di Elena che stava osservando i negozi a fianco del marciapiede.

-         Ti piace Roma?- Domanda stupida, ma fu la prima che venne in mente al cantante

-         Si…Ha un non so che di misterioso e poi, potrà sembrare strano, ma mi piace vedere la gente. Mi ricorda un po’ la fiaba di “Alice nel paese delle meraviglie”…Così di corsa…ognuno a cercare di rispettare il tempo…e…Beh, che stupidaggini!- Elena sorrise al suo discorso, abbassando la testa

-         Ma no! Anche a me è sempre piaciuto guardare le persone…Magari durante i concerti! Sapere che sono tutti lì per lo stesso motivo: la musica. La tua musica!- Strify fu felice di sapere che qualcosa in comune ce l’avevano

-         Deve essere strano vedere tutte quelle persone che ti amano alla follia e tu nemmeno le conosci…A dirla così sembrerebbero anche ipocrite!-

-         Ma non amano specificatamente te. Loro amano la tua musica, la tua voce, il tuo modo di fare…Amano Strify! Non amano Sebastian…-

-         A me però sembrerebbe strano lo stesso…E pensare che io sono proprio una vostra fans! Però non è che vi amo…- Si corresse subito Elena – Amo la vostra musica!-

Strify stava per chiedere “E noi? Cosa pensi di noi?”, ma si accorse che era arrivato al ristorante. Aprì la porta e fece entrare prima Elena, poi entrò lui lasciando andare la porta che arrivò inevitabilmente addosso al povero batterista, che pensava che l’altro gliela tenesse cortesemente aperta. Arianna si dovette sedere in mezzo a Romeo e Yu, mentre Strify si mise a capotavola e Kiro e Shin rispettivamente di fianco e di fronte a Elena. Finalmente la ragazza era riuscita a stare vicino al cantante. Dopo qualche minuto di silenzio da parte di entrambi, Elena decise di “rompere il ghiaccio” e dire la prima cosa, anche stupida, che le fosse venuta in mente. Non sopportava tutto quell’imbarazzo.

-         Mi dispiace!- Disse improvvisamente la ragazza, risvegliando Strify dai suoi pensieri mentre fingeva vistosamente di leggere il menù

-         Cosa  scusa? -

-         Mi dispiace. Per il Colosseo intendo. Cioè, volevo dire che mi dispiace se non ti interessa vederlo e magari preferivi andare per negozi- Elena arrossì

-         Scherzerai! Lo so che  sembro un maniaco dei negozi e dello shopping, ma anche a me piace visitare le città in cui sono in tour, anche se il mio lavoro (che adoro) non mi da troppo tempo libero!- Disse il cantante, mentre metteva da parte il menù

-         Immagino! Essere famosi ha il suo prezzo…Ma toglimi una curiosità: Quando si è piccoli, o comunque ragazzini, si sa già se uno…beh ecco, è speciale? – Strify la guardò incuriosito – Voglio dire: Tu, quando eri “piccolo” sapevi già che saresti diventato una star?-

-         Si, lo sapevo! Ero già un mito – Il ragazzo scoppiò a ridere vedendo la faccia sbalordita di Elena – No, scherzavo! Quando sei piccolo, più o meno, hai le stesse possibilità degli altri! Dopo cresci e fai le tue scelte…Magari ora se non avessi deciso di intraprendere questa carriera, starei dietro una scrivania di un noioso ufficio!-

-         Già…Però secondo me ci sono delle persone che non sono speciali…e che non lo saranno mai!- Elena stava però pensando al significato della parola “speciale” e stava per aggiungere che non sapeva nemmeno lei cosa volesse dire, ma arrivò il cameriere per prendere le ordinazioni.

I due ragazzi non tornarono più sull’argomento. Parlarono di cosa avevano intenzione di fare dopo, se sarebbero tornati ancora in Italia nello stesso anno e se avevano un altro album in mente.

Arianna intanto stava cercando di fare l’interessata sull’argomento più gettonato tra i due: Strumenti musicali. C’èra Romeo che aveva aperto una vera e proprio guerra sulle chitarre. Era da circa 15 minuti che blaterava di una famosa (non per Arianna, però) marca di chitarre elettriche, al che la ragazza chiese se lo stesso non preferisse la chitarra alla tastiera.

-Ma certo che no! La tastiera è uno strumento più versatile e anche più bello, a mio parere!- Disse con aria da intenditore Romeo.

Arianna pensando di aver calmato le acque si accorse che invece aveva peggiorato la situazione.

-         Ah! Ma sentitelo!!!! La chitarra è molto più bella! Voglio dire il suono di una chitarra si adatta a tutto…sia da solista che accompagnamento! Rock, Metal, Jazz, Pop…E dai, non ce storia! – Ribadì Yu, gesticolando come un pazzo.

Dopo qualche minuto (qualche lungo minuto) Arianna venne, come per sbaglio, intromessa nella discussione da Romeo.

-         E tu? Cosa ne pensi? Suoni?- Chiese il tastierista curioso

-         Ehm..- Ok, non poteva dire di no. Poi cosa ci voleva a suonare! Oltretutto non doveva nemmeno farlo, semplicemente sorridere, dire la semplice sillaba “si” e andarsene in bagno o fuggire in qualsiasi altro posto. Possibilmente tra le braccia di Strify – Come? – Prendeva tempo – Se suono? Che…Che domande! –

-         Si? – Chiese il chitarrista per incitarla

-         Si! Certo che suono –

-         Cosa?-

Ok, qui la cosa andava sul difficile. L’ultima volta che aveva messo mano su uno strumento era probabilmente dalla 5° elementare, quando era obbligata a fare flauto. Però dire che faceva flauto non rendeva. Arpa? Già, non sapeva suonare 4 corde, figuriamoci così tante. – Basso da tre anni!-

Basso? BASSO? Arianna andò un attimo in panico. Poteva dire uno strumento che non conoscevano nessuno dei quattro, ma non le veniva in mente niente. Forse se avesse detto batteria…o triangolo…

-Basso? Wow…Dovresti dirlo a Kiro!- Yu stava già richiamando l’attenzione del bassista.

-NO!!! Cioè…Si, io amo il basso, ma non mi piace parlarne! O suonarlo o niente!- Arianna pensò di essersela cavata, ma il peggio doveva ancora venire.

- Allora domani DEVI assolutamente venire con me e Romeo al negozio di strumenti musicali! Così ci fai sentire un po’!-

Ok, Qua diventa difficile descrivere lo stato d’animo in cui si trovava Arianna. Più o meno si sarebbe voluta seppellire sotto tre kilometri di cemento armato.

-         Do…doma…domani?- Chiese con un sorriso disperato

-         Si certo! Non aver mica paura eh! Scommetto che sarai bravissima! Vero Romeo?-

-         Assolutamente!- Rispose l’altro

Il piano di Yu era di andare con il tastierista e Arianna nel negozio di strumenti musicali, per lasciar da soli Elena e Strify…Magari Shin e Kiro sarebbero andati per conto loro da un’altra parte.

 

                                                                                            

Ed ecco qui, il nuovo capitolo! Spero vi possa piacere, anche perché diciamo che Elena qua conquista punti! Chissà come se la caverà Arianna…Di certo non imparerà a suonare il basso in meno di un giorno! xD

 

Denni Ti dirò che non sono sicura di che fine faranno le ragazze! All’inizio ero sicura di come sarebbero andate le cose..poi però, nel corso della Fan Fiction, ho cambiato idea. Diciamo che lo scoprirai solo leggendo xD

 

Alex93 Si, queste due ragazze hanno una bella fortuna! Poi anche Roma…In una città così bella! Mah…Certe cose a me non capiterebbero mai xD

 

 

Tattina Grazie per i complimenti e sono felice che ti piaccia la mia Fan Fiction! Sappi che se prima stavi cambiando opinione si Arianna, ora ti dovrai ricredere! Non sta simpatica nemmeno a me xD Però se fossero entrambe come Elena e volessero entrambi Strify…quel povero ragazzo si farebbe dei complessi mentali! Comunque, non ti preoccupare! Non sei l’unica che si era scervellata per capire come funzionava l’andare a capo nelle recensioni xD

 

Grazie a tutte le ragazze che tengono questa FF nei preferiti o nelle seguite e che commentano la storia! Grazie Mille ^-^

 

Alla Prossima

 

 

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Capitolo 11
*** La rivincita ***


11° Capitolo _ La rivincita

 

Il pranzo si concluse con un sorbetto per tutti e sei, tranne Arianna, a cui lo stomaco non si era semplicemente chiuso, ma era andato proprio in sciopero. Dopo essere usciti dal ristorante si diressero verso il Colosseo, che tutto sommato non era lontanissimo. In meno di venti minuti erano già arrivati, poi una bella passeggiata per digerire faceva bene a tutti (soprattutto Yu, che da quando era arrivato in Italia i suoi principali obbiettivi erano:  mangiare il più possibile e andare a vedere almeno un negozio di strumenti). La guida arrivò alle 15.00 in punto: era una ragazza mora, con degli occhiali dalla montatura grossa e nera, un giubbotto super imbottito bianco e alcuni fogli in mano.

-          Lei è…- Elena non fece in tempo a finire la frase

-          Si, sono io! La vostra guida. Piacere Claudia – La ragazza strinse la mano a tutti – Sono felice di farvi da guida…- La ragazza passò subito al dunque - Ora vi illustrerò le caratteristiche di questo splendido anfiteatro..-

Claudia, seppur brava e informata nel suo lavoro, era noiosa. Non aveva smesso di blaterare un secondo. Li portò nel centro del Colosseo e rimasero in piedi per un tempo che a tutti parve infinito. Quelli che magari si divertivano di più erano Romeo e Yu, che scherzavano su un argomento a noi ignoto.

-          Dio, se l’avessi saputo saremmo andati a far shopping!- Disse Elena a bassa voce, più a se stessa che agli altri

-          Già – Strify, che aveva sentito, cercò di non farla sentire troppo in colpa – Dai, non è malissimo!- Al ragazzo comparve un sorriso sulle labbra

-          No..dai…Diciamo che se ci avessero messo qui a combattere contro alcuni gladiatori e 25 leoni forse…beh si, sarebbe andata molto meglio!- Disse la ragazza sarcastica, ma con una punta di nervosismo nella voce

-          Dai…Calma! Che ore sono?- Strify guardò il suo orologio e si rispose da solo – Ah, però! Sono già le 17.00! Fra poco finirà…spero.-

Erano già due ore che erano confinati lì dentro e il tempo non sembrava deciso a scorrere. Seimilaquattrocento parole dopo la ragazza sospirò e sorrise mentre si girava verso i ragazzi e allungava una mano per salutarli.

-          Ebbene questo è tutto. Spero di non avervi annoiato e che abbiate passato bene questo pomeriggio…Ci sarebbero altre mille cose da raccontare, ma ormai il tempo è scaduto. Spero di rivedervi…Buona serata – Con questo li accompagnò all’uscita.

I ragazzi per un po’ non dissero nulla. Si limitavano a camminare verso l’auto che era rimasta più in dietro del ristorante. Elena non pensava a nulla, semplicemente rabbrividiva per il freddo che era pian piano aumentato. L’altra ragazza, la bionda, aveva invece molte cose a cui pensare… Una delle quali poteva sicuramente essere come cavarsela il giorno dopo.

- Pensavo che non ci lasciasse più andare! – Disse ironicamente Yu, distruggendo quel silenzio che si era creato tra i sette

- Già! E poi quando si era messa a gesticolare… Molto brava nel suo lavoro, però! Se le avessimo chiesto di raccontarci tutto su Roma...Non voglio pensare quanto saremmo stati lì!- Aggiunse il tastierista

- uh..si…un po’ noiosetta – Il batterista, con lo sguardo a terra, concordò con gli altri

 

Arrivati all’auto, Arianna cercò di mantenersi distante da tutti. A Romeo e Yu soprattutto, ma anche a Kiro, che essendo un bassista avrebbe potuto farle delle domande sullo strumento da lei inventato. Per tutto il viaggio non fece altro che chiedersi il perché aveva detto si,  come aveva potuto essere così stupida e come avrebbe fatto a cavarsela. Tutte domande a cui, secondo lei, non c’èra una risposta. All’Hotel si divisero come sempre e andarono a cambiarsi per la cena. Elena fece la doccia e si portò i vestiti in bagno, sperando che se fosse uscita già pronta Arianna si sarebbe rassegnata a non cambiarle l’abbigliamento. Quando uscì, con la spazzola in mano e una forcina stretta tra le labbra, Arianna si sedette sul letto e la chiamò vicino a sé. Elena si preparò mentalmente a dirle che non avrebbe fatto nulla per aiutarla, se fosse stata una stupidaggine come quella del giorno prima.

-          Elena, sono nei pasticci!- Aveva ragionato molto prima di decidere se rivelare la “piccola”, ma compromettente bugia che aveva detto

-          Oddio, che è successo?- La ragazza fece finta di preoccuparsi, sapendo che sarebbe sicuramente stata una sciocchezza risolvibile

-          Prima, al ristorante, Romeo mi aveva chiesto se suonavo uno strumento…-

-          E tu? –

-          Io ho detto di si, anche se in realtà l’unico che abbia mai suonato è stato il flauto alle elementari!-

-          Ah…Va bè, non devi mica suonarlo! Stai tranquilla…Era una bugia a fin di bene, diciamo-

-          Domani Yu e Romeo andranno in un negozio di strumenti musicali e “devo” andare con loro…a fargli sentire come suono bene!-

-          Ah…Cazzo!- Elena si morse il labbro inferiore

-          Già..-

-          Che strumento hai…?-

-          Basso –

-          Ah…-

-          Tu suoni?-

-          Si…circa. E’ da un po’ che prendo lezioni di chitarra elettrica-

-          E non è uguale a basso?-

-          No, direi proprio di no!-

Elena stava per dire che avrebbe potuto inventare una scusa. Una scusa come “sto malissimo, credo che rimarrò qui” oppure “Mi dispiace ragazzi, ma vado a fare un giro con Elena e Strify”. Ma anche no. Arianna non l’avrebbe mai fatto…Arianna se fosse stata al posto di Elena se ne sarebbe fregata e avrebbe detto “Arrangiati!”.

-          Non so cosa dirti! Digli che era una bugia…-

-          No…Ti pare?! No no, io non glielo dico!- Scosse la testa convinta

-          Ma prima o poi lo scopriranno! Voglio dire, se non suoni domani, sicuramente per le prove del concerto Yu ti dirà di provare il basso di Kristian! –

La ragazza rimase in silenzio, senza dire più nulla fino all’ora di cena quando andarono nel salone con i Cinema Bizarre. Yu e Romeo continuavano a parlare ininterrottamente durante tutta la cena, mentre Arianna stava cercando un modo per dire che non avrebbe potuto suonare domani. E nemmeno il giorno dopo. Si, insomma, ci voleva una scusa duratura. Almeno per le due settimane.

-          Senti, ehm…Yu…Sei sicuro che domani vengo con te e Romeo al negozio…voglio dire, è meglio se vi lascio da soli! Tra ragazzi, ecco!- Deglutì sorridendo, come se gli stesse facendo un enorme favore

-          Stai scherzando?! Non vediamo l’ora di sentirti suonare. Anzi, lo sai cosa facciamo?-

-          No - No vi prego, ditemi che non ho peggiorato le cose. Il pensiero di Arianna comparì sul suo viso come un’ invocazione di aiuto – Cos’hai deciso? –

-          Inviteremo anche il caro bassista Kiro, così potremmo sentirti suonare insieme a lui! Dai, ammettilo che è un tuo sogno suonare con il bassista della tua band preferita!- Yu fece l’occhiolino e diede una gomitata leggera e scherzosa ad Arianna, che cadde nel panico più profondo.

-          Già…Sembra proprio un sogno – O un incubo…Pensò nella sua testa la ragazza

Elena intanto parlava con Strify, che avendo saputo dai suoi due aiutanti che il giorno dopo Arianna non sarebbe rimasta con lui, decise di invitare la mora a fare una passeggiata. Magari a prendere un gelato…O forse, considerata la stagione, un cappuccino caldo.

-          Ti va domani di andare a fare una passeggiata? Solo noi due..-

-          E gli altri?-

-          Gli altri vanno a un negozio di strumenti musicali…penso. Sono tutti completamente fissati…Non sai che battaglie fanno!-

-          Ah- La ragazza sorrise – Anche io suono. Chitarra elettrica. Ti dirò molto onestamente che anche a me piacerebbe andare con gli altri a vedere un po’ di strumenti…Insomma, farsi consigliare da Yu…Wow – Scosse la testa come per riprendersi da un sogno – Però sarò felicissima di venire con te!-

-          Ah bene! Comunque credo che se vuoi andare a vedere delle chitarre con Yu, il nostro chitarrista ti porti volentieri…anche non domani eh-

     La ragazza annuì. Elena si era dovuta ricredere. Strify era… beh, come se l’era sempre immaginato. Un po’ fissato con la moda, ma dolce e simpatico. E ciò fece davvero piacere alla ragazza. L’unico motivo per cui sarebbe stata felice di andare con gli altri, era solo per vedere la faccia dei Cinema Bizarre quando Arianna avrebbe iniziato a strimpellare note a casaccio.

Beh, si…Sarebbe stata una bella scena!

 

 

Salve a tutti… Mi dispiace farvi attendere ancora per il momento fatidico in cui Arianna dovrà inventare una scusa per non suonare o affrontare la realtà. Cercherò di aggiornare in tempi decenti u.u

Vi ringrazio moltissimo…Scusate se non metto mai tutti i nomi. Mi farò perdonare la prossima volta ^-^ *promesso* u.u

Un bacio :*

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Capitolo 12
*** Quasi Vendetta ***


12° Capitolo _ Quasi Vendetta

 

Mercoledì

Il giorno dopo i ragazzi si ritrovarono come al solito a colazione. Arianna era agitata e non aveva dormito quasi tutta notte, anche se, come diceva lei, nel materasso del bassista si stava da Dio.

Anche Elena era un po’ stanca, ma al contrario della bionda, aveva parlato con Kiro e si era fatto tardi.

Nel pomeriggio, verso le 15.00, Yu andò a bussare alla porta delle  due ragazze. Elena gli aprì e lo fece entrare.

-          Arianna? Dove si è cacciata? – Chiese il chitarrista, guardandosi intorno

-          Era qui poco fa. Sarà andata in bagno.- Elena sapeva bene il motivo per il quale l’altra non voleva andare con Yu e Romeo.

La mora chiese al chitarrista di aspettare un attimo e si diresse verso la porta del bagno, nel quale c’èra la luce accesa.

-          Arianna? Tutto bene?- Elena cercò di fingere una voce preoccupata

-          Si…cioè no…E’ che mi fa male la testa. Non credo che potrò venire!- Aveva farfugliato l’altra in risposta

-          Oh, ma andiamo! Non aver paura…Sono sicura che sarai bravissima!- Elena, sorridente, aprì di scatto la porta del bagno e vide Arianna seduta su uno sgabello.

-          Chiudi! Ti prego, chiudi! Non posso andare…- Arianna aveva iniziato a parlare a bassa voce

-          Ah, sono felice che tu stia meglio!- Disse con un sorriso sadico Elena

La ragazza mora spinse l’altra fuori dal bagno e chiamò Yu.

-          Ah sei qui! Finalmente! Dai, che ci sono già Romeo, Kiro e Shin che ci aspettano giù.-
La ragazza sbiancò improvvisamente e con un’ occhiata supplicante e nel contempo di disprezzo, guardò la ragazza che le stava di fianco e la fissava divertita.

-          Bene, allora vedo che hai da fare!- Disse Elena con tono ironico – Allora ti lascio andare! Buone suonate!-

-          Grazie – Mormorò a denti stretti l’altra, mentre Yu la stava già trascinando fuori dalla porta per una mano.

 

 

Elena

La mora, sollevata dal fatto che l’altra se ne era andata, chiuse la porta con una leggera spinta.

Aprì le ante del suo armadio e, increspando leggermente i lati della bocca, scelse una maglia grigia e un paio di jeans.

Dopo una passata di profumo e un’ultima controllata allo specchio, si sedette sul suo letto aspettando l’arrivo di Strify. Dopo cinque minuti, che a Elena sembrò un’eternità, qualcuno bussò. La ragazza si diresse verso la porta per andare ad’ aprirla, ma a metà strada cambiò direzione facendo prima una fermata al bagno per controllare che il trucco non avesse subito mutamenti.

Si diede una sistemata ai capelli e aprì la porta, uscendo.

-          Ciao. – Disse lei sorridente

-          Ciao!- Strify la squadrò un attimo ed esordì un sei molto carina che fece arrossire la ragazza.

Uscirono dall’hotel e decisero di andare a piedi verso il centro.

-          Hai freddo?- Il silenzio dopo pochi minuti venne interrotto dal cantante

-          Nah…Io adoro il freddo. Non mi piace il caldo. E a te?- Chiese sperando di aver intavolato l’inizio di un discorso

-          Beh, sicuramente non amo il caldo soffocante, però… Il freddo è triste. Le stagioni fredde hanno un non-so-che di malinconico.-

-          Si, beh, questo è vero! Però io continuo a preferirle!-

-          Dopo il concerto in Italia, dove andrete?  Tornerete per un po’ in Germania?- Chiese Elena affrettando un po’ il passo per stare al fianco di Strify

-          Ehm…Non so. Penso di si, ma non per molto perché ci mancano ancora Parigi e Mosca, come tappe per la tournee.- Fece una piccola pausa, per poi abbassare la testa - Mi mancherà Roma.- Aggiunse infine

-          Mancherà anche a me. – Disse Elena, più a se stessa che all’altro

-          Va beh, manca ancora una settimana e 4 giorni! Non pensiamoci…E poi torneremo in Italia! Non appena uscirà il prossimo album…-

-          Fra degli anni – Aggiunse la ragazza con un velo di tristezza

-          Forse. – Strify sorrise – Guarda…c’è una gelateria. Ti va del gelato anche con questo freddo? Preferisci qualcosa di caldo?-

-          No…io adoro il gelato! – Disse lei, mentre attraversavano la strada per raggiungere la gelateria

-          Anche io… Allora fermiamoci un po’ qui a mangiarlo! Se no in piedi mi cola tutto sui vestiti!-

-          Anche a me!- Confessò Elena, come se fosse una caratteristica in comune da premio Nobel.

I due si misero a ridere.

 

Arianna

I ragazzi si fecero consigliare dall’autista un buon negozio di strumenti musicali e si diressero anch’essi nel centro della città fermandosi davanti a un negozio enorme.

Arianna era pensierosa e quando l’auto si fermò il primo pensiero che le venne in mente fu quello di pagare l’autista perché la portasse il più lontano possibile da lì.

-          Non vieni?- Le chiese Shin che la fissava dal finestrino

-          Ah si scusa…mi ero incantata.-

Entrarono nel negozio, che più che un negozio sembrava una specie di hangar. La speranza di Arianna che tutti i bassi si fossero esauriti si dissolse in meno di tre secondi.

Yu si fiondò a fissare una serie di chitarre che agli occhi della ragazza erano semplici pezzi di legno, ma che dal prezzo dovevano avere qual cosina in più. Kristian la osservava e la seguiva, dubbioso. Arianna si diresse dai bassi: Li distingueva solo dalle 4 corde o 5. Del resto, per lei, potevano anche essere identici alle chitarre elettriche.

Davanti a Kiro e Arianna c’èra una fila di bassi attaccati in alto per il manico. Arianna guardò tutti i prezzi e finse di rimanere colpita ed’ estasiata da quello più caro e, quindi, secondo lei, da quello migliore.

-          Ti piace il Fender, eh!- Esordì Kiro con aria sognante

-          Già…E’ uno dei migliori!- Disse lei con fare da intenditrice

-          Concordo!-

Arianna sorrise, pensando che le era andata bene.

-          Tu che basso suoni?- Chiese il ragazzo che intanto esaminava ogni strumento con lo sguardo

-          Ehm- La ragazza si guardò un attimo intorno – Un Ibanez – Era la prima marca che aveva visto in mezzo a tutti quei bassi

-          Ah…E’ stato anche il mio primo!- Il bassista sembrava aver scoperto l’America

-          Eeeh…che coincidenze!- Disse l’altra con uno sguardo tragico, che cercava inutilmente di nascondere con un sorriso simile a una smorfia

-          Modello?- Chiese avvicinandosi

-          Ehm – Oddio, ma ci sono anche i modelli? Pensò la ragazza. Magari sono come la auto…O forse no. Ok, allora gli chiedo il suo – Il tuo che modello è?-

-          Il mio è un SR506 nero –

-          Ma non mi dire! Come il mio! Anche il mio è proprio nero!- Magari ora le coincidenze iniziavano ad aumentare

-          Ah…Che bello!- L’entusiasmo del ragazzo si faceva sempre più incerto

-          Ma, dimmi un po’- Aggiunse Kiro – Secondo te, è meglio un Gibson o un Fender? Tra me e Yu c’è una continua lotta!- Il ragazzo sospirò

-          Ehm – Sono fregata. Sono fregata. Sono fregata. No, adesso respiro, faccio uno sguardo esperto e dico uno dei due nomi!- Sicuramente un Fender!- Esordì la ragazza

-          Anche secondo me! I suoni sono più caldi e più puliti…Beh, non c’è paragone!-

-          Già! – La ragazza tentò di allontanarsi un po’, ma sbucarono fuori dal nulla (o quasi) gli altri.

-          Allora come va campioni?- Chiese ironicamente Yu

-          Bene! Abbiamo scoperto di pensarla uguale…Siamo intenditori di bassi noi!- Kiro aveva un sorriso fiero

-          Ah, ci fa piacere! Allora suonate!- Disse incitandoli con una mano Romeo

-          Ma…non sappiamo canzoni uguali…voglio dire…- La ragazza iniziò a balbettare

-          Come? Non sai nemmeno una nostra canzone? – chiese sbalordito il chitarrista

-          Ma no…cioè si…cioè certo che ne so…almeno una…anche due! Certo!- Aveva iniziato a farfugliare e ciò non era un buon segno!

Kiro sganciò due bassi e si avvicinò al commesso chiedendo se poteva provarli. Lui annuì e li attaccò entrambi a un amplificatore.

-          Ecco!- Kiro le porse il basso bianco.

-          Gr…Grazie. Che canzone facciamo? – Inutile chiederlo, tanto non sarebbe riuscita a farla lo stesso.

 

Perdono! Sono di un ritardo pazzesco! E’ che sono molto indecisa su cosa può succedere ad’ Arianna…Allora lascio a voi, care lettrici e commentatrici,  la scelta.

Preferite che venga fuori la verità, ovvero che i ragazzi scoprano che Arianna non sa suonare, oppure che si inventi una scusa e le vada bene?

Potrebbe anche cambiare il corso della storia u_u

Quindi illuminatemi sulla scelta xD

 

Ringraziamenti

 

Grazie a chi ha messo la mia Fan Fiction nei preferiti:

Achi13

Ada12

Denni

Devil96

Ramona37

Revi_Kau …(grazie anche per avermi messo negli autori preferiti ^-^)

Viholy

E a chi l’ ha messe nelle seguite:

Alex93

EkaPlastic

Viholy

Jinevra

PikkolaStrify

 

Il destino di Arianna è nella vostre mani xD

Un bacio a tutte ^-^

Alla prossima

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Capitolo 13
*** Piccolo Problema ***


13° Capitolo _ Piccolo Problema

 

-          Ecco!- Kiro le porse il basso bianco.

-     Gr…Grazie. Che canzone facciamo? – Inutile chiederlo, tanto non sarebbe riuscita a farla lo stesso

-          Io direi...Escape to the stars?!- Disse incerto il bassista guardando la ragazza, come per chiedere conferma.

-          Si…Perfetto! –

Arianna pensò che ora come non mai, avrebbe dovuto mettere in moto il cervello e trovare una scusa al più presto. Una scusa che avrebbe dovuto farla rimanere con Strify…Una scusa che non le impedisse di portare a termine, per così dire, la sua missione..il suo obbiettivo…Una scusa efficace, insomma!

La ragazza mise le mani sul manico del basso e sulle corde, sorridendo, e mentre Kiro stava già iniziando a fare il primo pezzo lei lasciò cadere lo strumento (che fortunatamente finì tra le pronte braccia di Shin) e si lasciò cadere a terra, come svenuta. Yu la prese prima che toccasse il pavimento, forse solo per istinto più che preoccupazione vera e propria…Sicuramente a Shin premeva di più il basso dal modo in cui lo teneva con una mano e l’altra sul cuore. Quando l’aveva visto cadere inevitabilmente verso il basso si era preso un bello spavento!

-          Oddio! Ma cos’ha fatto?-  Chiese Kiro, mentre si era già sfilato il basso e si stava precipitando dalla ragazza

-          Non lo so…Stava per iniziare a suonare e..tac! E’..svenuta?!- Il chitarrista, come aveva visto in molti film, stava mettendo una mano sul collo della fanciulla

-          Che fai? – Chiese il moro a fianco

-          Ehm…Lasciami fare! –

-          Non lo sa nemmeno lui…- borbottò Shin

-          Zitto! Morta non è…- Sospirò sollevato Yu

-          Ma dai…- I soliti commenti indesiderati del tastierista

-          E’ svenuta! – Disse il ragazzo con le meches rosse vantandosi di come stava risolvendo bene la situazione

-     Dottore si salverà????- Chiese Romeo cercando di fare una vocina femminile e di presa in giro

-     La smetti Yu?! La vogliamo portare si o no in pronto soccorso?-

-          Mi pare ovvio di…NO! Ma sei pazzo? Fra poco si risveglierà…E’ stata l’emozione di suonare con Kiro!-

 

La ragazza intanto si tratteneva dal ridere. L’aveva fatta franca anche stavolta...E ci stavano credendo davvero i ragazzi! Beh, in fondo oltre che un’ottima cantante, secondo lei, era anche un’ottima attrice.

 

I ragazzi la presero i braccio e si diressero dall’auto, cercando di non dare nell’occhio, e la caricarono facendole appoggiare la testa sulle gambe di Kiro, che la teneva stretta per non farla scivolare nelle frenate.

 

-          Yu, quando saremo arrivati cosa faremo? – Chiese Shin, che intanto contemplava la meravigliosa, e forse un po’ troppo caotica per i suoi gusti, Roma.

-          La portiamo in camera nostra e la facciamo sdraiare sul letto di Strify, sperando che si riprenda.- Rispose l’altro come se fosse una cosa logica

Arianna intanto si chiedeva quando avrebbe dovuto svegliarsi…Magari poteva aspettare il  bacio del Principe Azzurro, che in quel caso era Strify. O forse era meglio che si svegliasse anche senza Principe Azzurro…

Arrivati all’Hotel, venne affidato il compito di prenderla in braccio e portarla in camera a Shin, che, più o meno, esultante la prese.

Dopo 3 rampe di scale, per via dell’ascensore temporaneamente fuori uso, arrivarono davanti alla porta 347. Il batterista si trattenne dal lasciar cadere la ragazza e mezzo barcollante raggiunse il traguardo: il letto del cantante. La mise delicatamente sotto le coperte e si lasciò cadere stremato sul suo letto, pensando che doveva andarsene in vacanza…e ripensando poi che se questa era la vacanza, voleva tornare a lavorare.

-          Ora chiamo Strify…Lui saprà cosa fare!- Esordì il chitarrista, mentre si muniva del cellulare e componeva il numero del loro “salvatore”.

Romeo era piuttosto impaurito: bisognava cercare un modo per dire chiaramente al vocalist che loro non avevano fatto nulla. La ragazza era cascata come una pera, lasciando oltretutto il prezioso basso, e loro erano subito corsi a soccorrerla. Tutto qui. E il cantante non avrebbe potuto far altro che credergli!

Il povero bassista, che aveva aspettato tutto quel tempo per poter ammirare un negozio di strumenti e proprio sul più bello era dovuto andarsene, pensava che il cantante si sarebbe arrabbiato. Pensava che la vacanza sarebbe stata rovinata. Pensava che domani sarebbero dovuti andare a fare le prove per il concerto della settimana dopo…Il concerto che tutti i fans attendevano con impazienza.  E in definitiva, riassumendo tutti i pensieri del bassista, pensava che la vacanza stava andando a farsi fot…a farsi benedire!

E come dargli torto? Arianna stava fingendo molto bene e aveva iniziato a prenderci gusto. Quando si sarebbe svegliata avrebbe finto di non sentirsi ancora molto bene e avrebbe costretto, in un modo o nell’altro, il cantante a farlo rimanere lì con lei. Ovviamente si sarebbe rimessa presto; l’annoiava molto stare in quella posizione per delle ore senza poter parlare o qualsiasi altra funzione vitale. L’unica cosa che la distraeva e le permetteva di rimanere così, immobile e silenziosa, erano le voci dei ragazzi e la loro preoccupazione.

- Cos’ha detto allora?- Chiese Kiro, quando vide tornare il chitarrista dal balcone, dove aveva appena telefonato al vocalist

- Ehm…Che torna e che…-

- E che?- Chiese il bassista in preda al panico, pensando che quel “e che” volesse dire “e che ci vuole ammazzare tutti se solo proviamo a combinare una delle solite nostre cazzate e gli roviniamo la vacanza”

- Che spera non ci sia nulla di grave –

Il bassista tirò un sospiro di sollievo.

 

Intanto Elena e Strify, si stavano dirigendo verso l’Hotel.

-          Ma cosa voleva Yu? – Chiese la ragazza, mentre ripensava al momento rovinato. Non si stavano certo baciando, come succede nei film quando lo squillo di un dannato cellulare rovina tutto. Però stavano bene insieme. Erano riusciti finalmente a trovare diversi argomenti di cui parlare.

-          Ma che ne so – Rispose il cantante sbuffando e pensando la stessa cosa: Quegl’incapaci erano riusciti a rovinare quel magnifico momento – Yu ha detto che hanno un problema!-

Elena non disse nulla, ma aveva la netta sensazione che “il problema” si chiamasse “Arianna” o che comunque la suddetta centrasse.

L’avrebbe scoperto presto perché l’Hotel era già in vista…Appena dietro l’angolo sarebbero giunti a destinazione. Varcarono l’entrata e raggiunsero l’ascensore, con la delusione di doversi fare 3 piani a piedi perché quell’insulso coso era “temporaneamente fuori uso”. Nessuno dei due disse nulla e si diressero verso le scale.

Si fermarono davanti alla porta numero 347, quella dei Cinema Bizarre, e bussarono. In pochi secondi la porta si aprì e un ragazzo moro e non troppo alto, comparì sulla soglia facendo segno di entrare.

-          Cos’è successo chiese Strify rimanendo in “salotto”, con dietro Elena.

-          Allora…Lasciami spiegare.- Romeo, il fido messaggero, non era mai stato troppo fortunato nelle conte. In quel momento, forse solo per prendere tempo, gli venne in mente che da bambino i suoi compagni l’obbligavano sempre a contare nel gioco del “nascondino”. Come al solito il bimbo si lamentava e diceva che non era valido, che prima bisognava fare una conta. Caso strano era sempre lui. Il destino voleva che nell’ultima parola pronunciata da un furbo o fortunato compagno di scuola, lui fosse toccato dal ditino dell’altro accompagnato da una risata di presa in giro. E così era stato anche pochi minuti prima. Yu aveva fatto l’unica conta che conosceva ed era venuto, casualmente, fuori lui con l’ingrato compito di dire a Strify cos’era successo poco tempo prima.

-          Allora? – Disse stavolta Elena aspettando che l’altro si risvegliasse da chissà quali pensieri.

-          Allora…- fece un respirone – LaRagazzaE’SvenutaIoNonNeSoNullaE’TuttaColpaDiYuCheNonLaVuolePortareAll’OspedaleTiPregoNonArrabbiarti!- Il ragazzo pronunciò tutto quel monologo con una velocità record lasciando stupefatti i due ragazzi e anche gli altri Cinema Bizarre, che origliavano astutamente da dietro la porta della camera da letto.

-          Cosa scusa? – Chiesero scettici Elena e Strify

-          Ok, dunque… Eravamo al negozio di strumenti, quando abbiamo dato in mano un basso ad Arianna…Poi boh..Cioè è caduta…E’ svenuta! Io non so come…L’emozione, forse. Sta di fatto che Yu ha detto di non portarla all’ospedale, che si sarebbe rimessa presto e non appena siamo arrivati in Hotel ti abbiamo subito chiamato!- Per finire la frase ci voleva un “Ti abbiamo subito chiamato, Capo!”. Strify godeva di un assoluto rispetto da parte di tutti i membri della band. Non era certo il più “normale” e forse nemmeno il più responsabile, ma di certo quello con le idee più brillanti.

 

Mmm… Non ho nulla da dire xD Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Lo spirito Natalizio io non lo sento molto, ma mi sembra giusto seguire i vostri commenti u_u Così ho salvato Arianna…Pensate che sono stata talmente buona che l’ho anche fatta prendere, prima che toccasse terra, da Yu xD

 

Denni: Hai ragione e non me la sono affatto presa per il tuo consiglio! Anzi..Mi fa piacere migliorare! Poi rileggendo ho capito che non servivano a molto i nomi all’inizio, così stavolta li ho tolti :-) Spero si capisca!

 

Alex93: Che fortuna Arianna! xD Sinceramente non pensavo la voleste salvare…E invece dai, l’influsso del Natale xD

 

Grazie a tutti quelli che mi seguono ^-^

 

Alla Prossima

 

 

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Capitolo 14
*** Piccole Bugie A Fin Di Bene ***


14° Capitolo _ Piccole Bugie A Fin Di Bene

 

Il primo pensiero di Strify fu che la sua vacanza era stata rovinata, ancora una volta.

Elena invece rimase un attimo in silenzio, per ragionare sulla questione.

-          Oh si…Si riprenderà presto! Prima di quanto immaginiate- La ragazza aveva lo sguardo basso

 Romeo sbarrò gli occhi.

-          E tu come fai a saperlo?- Chiese poi il moro

-          Lo immagino.- Non era semplice fantasia in realtà, quella di Elena. Una parte della ragazza voleva credere che Arianna avesse fatto finta di svenire solo per non suonare. Ma una parte di lei, le diceva che l’altra aveva un “piano” in mente e che Strify ne facesse parte.

Il cantante si avvicinò silenzioso alla porta e l’aprì all’improvviso. Un eco di “Ahi!” si susseguirono.

-          Ah…Ecco dove sono i miei coraggiosi prodi! – Li scavalcò, dato che erano finiti sul pavimento, e si avvicinò alla bionda. Appoggiò una mano sulla sponda del suo letto, su cui ora era sdraiata la ragazza svenuta. Dopo pochi minuti sentì una mano toccargli la sua: Arianna.

-          Ciao…- Disse la ragazza con la voce esageratamente impastata, facendo finta di svegliarsi da un lunghissimo coma

-          Sei sveglia!!! Ci hai fatto prendere uno spavento!- Piccola bugia a fin di bene, pensò il vocalist

-          Ma no…Non dovevi…dovevate preoccuparvi! Ma dove sono? Non eravamo dai bassi? – Chiese la povera ragazza ingenuamente

-          Come dove sei?- saltò su Yu – In camera nostra…In hotel, insomma. Quando abbiamo visto che eri svenuta, ti abbiamo subito portata qui.-

-          Grazie ragazzi- Disse lei dolcemente

Intanto Elena assisteva alla scena dalla porta. Era un’attrice nata. Una falsa. Una bugiarda. Una persona che pur di ottenere qualcosa avrebbe fatto di tutto. Elena non poté fare altro che andarsene…Quella scena le disgustava.

-          Te ne vai, Ely? – Chiese la principessina Arianna, con voce dolce e preoccupata

-          Si…Me ne vado. In camera nostra…Ho delle…faccende da sbrigare!- La scusa non reggeva molto, ma sapeva che nessuno le avrebbe chiesto altro. In fondo era ciò che volevano entrambe: Arianna non la voleva tra i piedi e lei non voleva assistere a quella patetica scena.

Percorse il corridoio con passo veloce ed entrò in camera sua. Si, perché ormai era più sua che di Arianna. Si buttò sul letto, nascondendosi la faccia con il cuscino.

Una lacrima le rigò il viso. Perché tutto doveva sempre andare storto? Perché quando le cose sembravano aver preso la piega giusta, tutto veniva inesorabilmente sbriciolato? Era arrabbiata. E forse nemmeno tanto con Arianna, ma con Strify. Perché mentre si allontanava non l’aveva chiamata? Lo sapeva anche lei che non sarebbe successo, ma ci sperava.

Prese il cellulare e compose il numero di casa.

Tu…Tu…Tu…

-          Pronto? – Una voce maschile interruppe il suono robotico del cellulare

-          Ciao Pà!- Disse la ragazza, cercando di sembrare realmente felice

-          Elena…Ciao, tesoro. Come va? Ti stai divertendo? E l’Hotel? – Il padre la bombardò di domande

-          Bene…sì, mi diverto. L’hotel è…non ci sono parole, magnifico!-

-          E loro?  Come sono loro? – Chiese il padre con la voce quasi emozionata

-          Sono...- Un attimo di esitazione – unici.- Concluse Elena

-          Oh…tutto qui? Ma si vestono così anche lì? – Chiese il padre, con quella voce da persona curiosa e un po’ “ignorante” in materia

-          …- La ragazza cercò di trattenere una risatina – Beh..si. Sono particolari. Sono persone come noi…- Il tentativo della mora di non far preoccupare fallì.

-          Sei sicura?  Non ti sento convinta…Ma dimmi, la tua compagna? – Chiese incerto

-          La mia compagna? Si chiama Arianna…-

-          Come quella con cui andavi a scuola- Esordì suo padre

-          Si proprio come quella…-

-          E com’è questa? –

-          Oh…E’ fantastica…Non si può desiderare di meglio. – Una lacrima rigò la guancia di Elena, bagnandole le labbra. Sentiva che suo padre non era molto convinto, ma sapeva anche che suo padre era uno che non voleva crearsi problemi. Cercava di vedere e sentire il meno possibile, perché così facendo le cose sarebbero andate bene. Secondo lui. Quindi la ragazza cercò di aggiungere qualcosa di più convincente – Ci divertiamo molto e abbiamo scoperto di avere tanti interessi in comune, sai!- 

-          Oh, mi fa piacere! – Disse lui, dolcemente

-          Va beh, io vado. – Un’altra lacrima le rigò la guancia – Mi stanno chiamando che andiamo a fare una passeggiata!- Una bugia a fin di bene.

-          Ah, va bene! Divertiti –

-          Si, assolutamente. Saluta la mamma! – Non finì l’ultima parola che il cellulare aveva di nuovo iniziato a fare quel suono freddo e fastidioso di sempre.

 

Elena si mise a leggere, sul suo letto, un libro che si era presa da casa. A dir la verità non l’aveva proprio preso lei, ma era stata sua madre a infilarglielo dentro in caso si annoiasse. Era un libro esageratamente romantico, uno di quelli che dopo aver letto le prime tre pagine capisci già che la tizia si metterà con il bellissimo, dolcissimo, simpaticissimo uomo, che naturalmente ricambia.

Per farla breve, uno di quei libri che, ora come ora, Elena non avrebbe potuto sopportare.

Lo rimise dentro al comodino, senza tenere il segno, e iniziò a fissare il soffitto.

Inutile dire che dopo pochi minuti si addormentò. Continuò così per un bel po’ di tempo, finche qualcuno non bussò alla porta.

Ci mise qualche secondo per capire che stavano bussando a una porta, che la suddetta porta era quella della sua camera e che l’unica che poteva andare ad aprire era lei. Quindi cercò le scarpe da sotto al letto e mentre se le infilava, si dirigeva verso l’entrata.

-          Ciao – Un ragazzo biondo con uno sguardo dolcissimo la stava scrutando sulla soglia della porta – Posso?- Aggiunse poi, facendo un passo in avanti

-          Si…si scusa.- Richiuse la porta, facendo in silenzio – Ehm…Comunque ciao.-

-          Ti ho…disturbata? – Chiese l’altro

-          No..No no – Si trattenne dallo sbadigliare – Tranquillo Kiro. –

-          Ah ok…comunque hai le scarpe al contrario.- Esordì il ragazzo

-          Cosa?  Ah si…è vero. – Sparì un attimo dietro la porta del bagno e tornò con delle ciabatte, molto più comode

-          Come mai sei qui? – Chiese Elena

-          Perché… Di là sono tutti impegnati. Strify sta parlando amorosamente con Arianna, Romeo e Yu sono sul balcone che discutono di chissà cosa, Shin sta leggendo…Nessuno mi considera – Il ragazzo aveva involontariamente alzato la voce e gesticolava come un pazzo, alzando gli occhi al cielo

-          Ah – Tutto ciò che riuscì a dire la mora

-          Scusa-

-          No niente, figurati…Se ti vuoi accomodare…-

Il ragazzo intanto si era già seduto su una sedia al centro della sala.

 

-          Quindi stanno parlando? – Chiese Elena, a testa bassa

-          Chi? – Kiro non capì

-          Arianna e Strify –

-          Ah…Si…Arianna ormai si mette a piangere perché dice che non voleva rovinargli la vacanza…- Il ragazzo rimase un attimo in silenzio riflettendo sulle ultime tre parole da lui pronunciate – Che poi, scusa, perché “rovinargli la vacanza”? Al massimo rovinarci…Mah! –

-          Forse perché è pazzamente innamorata del vocalist? – La mora si accorse solo dopo di quello che aveva appena detto

-          Innamorata? Non credo.- Kiro sospirò – Vorrei pagare 1 settimana di vacanza a tutte le fans- amanti di Strify… Non lo sopporterebbero nemmeno cinque minuti.-

-          Wow…Non è che stai un pochino esagerando? – Chiese, con sguardo scettico

-          No…Non lo conosci bene. E’ un tipo che per affrontarlo ogni singolo giorno della tua vita, devi avere un forte allenamento! E’ fantastico, ma è anche una diva...E ha un sacco di difetti –

-          Come tutti – Aggiunse Elena

-          Ma non è che piace anche a te? – Kiro si era fatto più vicino con la sedia

-          A me? No…Cioè, ma no, dai! Ma ti pare? – Ok, non era credibile

-          No…non è che mi pare. Lo credo proprio.- Kiro fece lo sguardo da cucciolo – E credo anche che tu sia un bel po’ gelosa di lui.-

-          Assolutamente no!-

-          …Si- I due dissero contemporaneamente l’ultima sillaba. Ormai era chiaro che Elena era stata scoperta, ma tentò fino all’ultimo di non parlarne.

-          Vuoi…dei cioccolatini?- Chiese la ragazza, frugando nella tasca destra

-          No…Dai, Elena. Non cambiare discorso!- L’ ammonì Kiro, con uno sguardo che di severo aveva ben poco

-          Non sto cambiando discorso. E’ solo che quando fa freddo, mi viene una voglia matta di cioccolato…E poi…Roma! Roma è una città assolutamente...bellissima.- Elena si era alzata e si era diretta verso il balcone, gesticolando come se stesse spiegando le bellezze della città  

-          No…non stai cambiando discorso! Mi dici cosa centra Roma con il cioccolato? – Chiese il ragazzo alzandosi e andandole vicino, con le braccia incrociate

-          Non lo so.- Questo fu tutto quello che riuscì a dire

-          Appunto. Allora, mi dici perché non ne vuoi parlare?- Kristian, oltre che uno sguardo assolutamente irresistibile, aveva anche quella voce comprensiva che solo una madre poteva avere

-          Perché non mi sembra una cosa importante. Lui è Strify…Diciamocelo, non è uno qualunque e non si metterebbe mai con me. Nemmeno se gli piacessi.-

-          Ma non è vero!- Tentò di obbiettare il biondo

-          Smettila, Kiro! Non siamo dentro a una favola di quelle “E vissero tutti immensamente felici e contenti”. Quando mi hanno chiamato per dirmi che avevo vinto il concorso ero euforica, felicissima e…chissà cosa credevo. Pensavo potesse succedere davvero…Pensavo che sarei piaciuta a Strify e che lui fosse quel ragazzo che tutti sognano.-

-          Invece? –

-          Invece no. Invece è un ragazzo famoso, un ragazzo che seppur simpatico, dolce, carismatico e tutto quello che vuoi…Non si metterebbe con una come me. Fa parte della sua immagine. Poi pensa a tutte le altre fans.-

-          Allora non si metterà mai con nessuna!- Il ragazzo sospirò – Lo sai vero che stai cercando tante scuse, tanti problemi e tante motivazioni, quando sappiamo bene entrambi che la motivazione vera è una sola.-

-          Non so di cosa parli, Kristian!- la ragazza si girò verso il balcone. La portafinestra era chiusa. Fra poco si sarebbe messo a piovere, quasi sicuramente. Il cielo era di un grigio piombo e le nuvole sembravano solide, non come quelle primaverili che si dissolvono pian piano. Intanto, di sottofondo, il fruscio del vento, che si andava alzando rapidamente.

-          Si che lo sai. E’ Arianna, vero? Non siete mai state amiche. –

-          Ottima scoperta!- Disse con ironia, la mora

-          E pensi che a Strify piaccia lei.- Concluse il ragazzo, come se non fosse mai stato interrotto

-          Non è che lo penso. Sono sicura!-

-          Non gli piace. Ti giuro che non gli piace affatto. La trova carina, ma gli sta un po’ antipatica. Ha detto che sembra falsa e che è troppo attaccata a lui.- Kiro pensò che non l’aveva proprio detto Strify, con la sua voce, le sue parole e la sua bocca, ma che sicuramente lo aveva pensato. E quindi non stava dicendo una bugia. Poi, se anche fosse stato, sarebbe stata una piccola bugia a fin di bene.

-          Davvero?- Nel viso della mora si accese come una scintilla, che si spense quasi subito – Va beh…se anche fosse non è che perché non gli piace Arianna, che gli devo piacere io! -

-          Questo è vero, però gli stai simpatica e se invece di stare qui a pensare che non ce la farai mai, andassi da lui, a salvarlo dalla belv…cioè, dall’altra, forse, avresti più possibilità! Non credi?-

Elena mugugnò un po’ e poi, con un sorrisone, si lanciò verso il ragazzo, abbracciandolo.

-          Grazie Kiro! Come farei senza di te?-

-          Me lo chiedo anche io!-

I due andarono nella stanza dei Cinema Bizarre, a vedere come procedeva la situazione. Magari Elena sarebbe riuscita a parlare con Strify e a trascinarlo via dalla serpe, comunemente chiamata Arianna. Per lo meno, non sarebbe stata da sola.

 

Or dunque, mie carissime lettrici, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Ho cercato di allungarlo un po’ (e purtroppo ho anche allungato i tempi). Scusate se posto solo ora.
Faccio i soliti ringraziamenti a tutti quelli che leggono, recensiscono, la tengono nei preferiti o nelle seguite! Grazie a tutte davvero ^-^

 

Denni: Allora ti chiamo Denni u_u  Spero che ti sia piaciuto questo capitolo. Kiro, saggio consigliere, indirizzerà la retta via ad Elena e forse…chi lo sa…prossimamente ci sarà una dichiarazione xD

 

Viholy: Grazie per i complimenti ^-^ Spero che ti piaccia anche questo capitolo…L’ho allungato un po’!  Comunque ti capisco: Anche io ho un odio profondo per la matematica! u_u Al prossimo capitolo! J

 

Volevo avvisarvi che probabilmente non posterò fino alla fine delle vacanze Natalizie (considerato che il 24 [purtroppo] è anche il mio compleanno avrò un po’ di impegni).
E per ultimo…

Buon Natale, ragazze! ^-^

 

Alla prossima

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Capitolo 15
*** Avviso ***


Avviso ai lettori

 

Chiedo scusa, ma non posterò capitoli in questa Fan Fiction fino a…non lo so.
Il motivo è che l’altro computer si è rotto e dentro avevo il prossimo capitolo e anche altri, quindi per ora è a far aggiustare.
Appena lo riavrò posterò subito, nella speranza che i dati non si siano cancellati.
In questo caso dovrete attendere un altro pochino.
Scusatemi ancora.
A presto, spero.

Crazy_Me

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Capitolo 16
*** Le Quasi verità ***


16° Capitolo_ Le quasi verità


Giovedì


Elena si risvegliò con il solito suono trillante della sveglia. Rimase un attimo a pensare: la storia dei Cinema Bizarre e di stare in un Hotel da 500€ a notte, stava diventando come…una routine. Si sorprese di come fosse ormai famigliare tutto questo. Si corresse subito: abbastanza famigliare ma non meno speciale.
Si guardò a sinistra e allungò un braccio verso l’altro letto, per svegliare Kiro, ma si accorse che il ragazzo era già sveglio. Aveva il gomito puntato sul cuscino per sostenere la testa con la mano destra  e la fissava.
- Sei già sveglio?!-
- Sì... Stavolta ho sentito la sveglia!- Fece una pausa – A cosa pensavi? -
- Niente.-
Elena si alzò da letto e si diresse, sotto lo sguardo del ragazzo, verso l’armadio. Lo aprì e senza pensarci molto, prese un paio di jeans viola e una maglia bianca. Avrebbe voluto girarsi per vedere se Kiro la fissava ancora, ma non lo fece. Andò in bagno e chiuse la porta cercando di non fare rumore, quasi come se non volesse svegliare qualcuno.
Si fissò un attimo allo specchio, poi, puntandosi i capelli dietro la nuca, si sciacquò il viso, il che la svegliò completamente.
Dopo venti minuti uscì dal bagno, andò in camera e si sedette sul letto per infilarsi le scarpe. Con la coda dell’occhio osservava il ragazzo nella scelta della giacca da abbinare ai jeans e alla camicia blu con disegnini minuscoli che Elena non riusciva a decifrare. Dopo essersi infilata l’ultima scarpa andò dal suo armadio e ne trasse una giacca nera con il cappuccio che all’interno era di un fucsia acceso.
Appena furono pronti entrambi scesero a far colazione. Gli altri ragazzi erano già a tavola che parlavano e mangiavano.
- Buongiorno! – Disse Yu, che li vide per primo, con un sorrisone
Si sedettero ai loro posti. Elena era praticamente assente…Ascoltava qualche parola di ogni discorso e si limitava ad annuire, se chiedevano il suo parere.
A fine colazione, notò che Strify la guardava, ma non appena si girò completamente verso di lui il ragazzo abbassò la testa e chiese a Romeo di allungargli la caraffa con l’ aranciata.
Non riusciva a capire il motivo…Forse aveva detto qualcosa di sbagliato o forse la evitava perché Arianna aveva parlato male di lei. Ecco! L’ultima delle ipotesi poteva essere quella giusta!
Avrebbe voluto chiedergli il motivo, ma Arianna lo fissava come incantata e se avesse parlato con lui, lei sicuramente sarebbe intervenuta. Non appena finì la colazione i ragazzi andarono fuori a passeggiare…tutti, tranne la ragazza, che con la scusa che aveva un po’ male alla testa rimase in camera.
Dopo qualche minuto passato nella sua stanza, si stava già annoiando. Aveva sbagliato a non andarci, però…però aveva mal di testa. Dio, ci credeva davvero alla scusa?! Ormai pensava sul serio che fosse così. Si, lei aveva mal di testa. Si era già convinta che il motivo fosse più che attendibile.
 Dopo una mezzora qualcuno entrò nella sua stanza. Aveva quasi paura, ma era in un hotel…forse era qualcuno che aveva sbagliato stanza! Con le sue chiavi? No, non era possibile. Magari un ladro…Fece un respiro profondo e uscì dalla camera da letto.
- Chi è? – Ormai si aspettava una botta in testa o anche che nessuno rispondesse
- Scusi…pensavo non ci fosse nessuno!-
Una voce femminile, un po’ preoccupata aveva tranquillizzato Elena, che capì che il “suo ladro” non era altro che una cameriera.
- No…si figuri. Anzi…se deve pulire faccia pure.- Elena attraversò la stanza e vide una signora sui 35 anni, con una coda alta di capelli rossi e una camicetta grigia intonata con la gonna dello stesso colore.
Elena si sedette nel salotto su una sedia e guardò per un po’ la signora che puliva. Poi ad un certo punto si sorprese a chiederle un consiglio.
- Mi scusi…Lei se scoprisse che lo stesso ragazzo piace a una sua amica cosa farebbe? -
- Dice con me? – Chiese scettica la cameriera. Vedendo che la ragazza annuiva, rispose – Beh…lotterei. Per non lasciarmelo scappare. Però se questa amica ci tiene molto al ragazzo forse non farei nulla.-
-Ah…Ma se questa amica fosse antipatica e non lo meritasse? – Cercò di arrivare al punto, Elena
- Non lo so…Magari al ragazzo non fa questa impressione…Magari a lui è simpatica.- Si avvicinò al tavolo dove era seduta Elena e prese i fiori ormai secchi, cambiandoli con delle rose rosse – La cosa migliore sarebbe parlare con il ragazzo e sapere quali sono le sue intenzioni.-
- Grazie – Fu l’unica risposta di Elena. Nel pomeriggio avrebbe parlato con Strify. Da soli.

Appena la cameriera se ne andò Elena ritornò in camera e decise di iniziare a leggere quello stupido libro dalla copertina sciupata che le aveva infilato nella valigia la madre. Ogni tanto alzava gli occhi dal libro e guardava l’orario…fissava l’orologio come se il potere della sua mente potesse far avanzare l’ora.
Ma come tutte le cose che si attendono con ansia e che sembrano non succedere, l’orario di pranzo finalmente arrivò. Elena pensò che magari i ragazzi la stavano aspettando giù…sicuramente!
Si alzò e dopo una sistemata ai capelli, che a letto avevano preso una brutta piega, scese le scale di fretta. Girò l’angolo ed entrò nel salone. Un chiacchiericcio sommesso e qualche risatina animava la sala, ma nel suo tavolo non c’èra nessuno. Avranno fatto tardi…staranno per arrivare, pensò la ragazza mentre ordinava al cameriere che paziente aspettava con un blocchetto di fogli e una penna in mano.
Malgrado l’ottimismo di Elena, i ragazzi non arrivarono. Passò il pranzo da sola. A dir la verità, le passò anche la fame, ma per non tornare in camera da sola mangiò. Per distrarsi ascoltava i discorsi dei tavoli vicini, cercando di capire più o meno di cosa parlasse la gente. C’èra anche un bambino vicino a lei, che si lamentava con i genitori del cibo…Elena intanto si “divertiva” a dare strani nomignoli…ad esempio c’èra un buffo signore in fondo che portava una giacca blu coordinati con i pantaloni e la cravatta, i capelli bianchi e degli occhiali dalla montatura sottile. Aveva la tipica aria da “riccone” e il suo nome, secondo Elena, sarebbe sicuramente stato qualcosa come “Paperone”.
Intanto pian piano la sala si svuotava e lei sarebbe stata costretta a tornare nella sua stanza…Ma chi glielo faceva fare?!
Salì in camera sua e prese un giubbotto con una sciarpa lillà e andò alla Reception.
- Desidera?- Chiese un signore sui 40, che la scrutava sotto degli occhialetti che gli davano un’aria intellettuale
- Se i Cinema Bizarre e la ragazza bionda che è con loro, le chiedono se sa dove sono andata le dica che…che non lo sa! Non mi ha vista. -
- E’ sicura, signorina? – Chiese l’uomo perplesso
- Assolutamente. Buongiorno -
Si girò di scatto e andò verso l’uscita. Decise di andare a sinistra, verso la stazione. Pensò che tutto sommato le piaceva stare da sola, che riusciva a pensare meglio…a riflettere. Ma non appena smise di pensare, si accorse che il freddo stava diventando più pungente. Guardò l’orologio: le 14.00. Era meno di 30minuti che camminava…voleva stare fuori di più! Voleva farli preoccupare! Decise di cercare un bar per prendere un cappuccino o qualsiasi altra bevanda, pur che fosse calda.
Dopo meno di 5 minuti dal lato opposto della strada un’ insegna luminosa. Un Bar.

Guardò che non passassero auto e attraversò la strada. Al bar ordinò un tea caldo al limone e non appena glielo servirono, si sedette in un tavolino. Solo in quel momento si accorse che, a parte lei, c’èrano solo altre quattro persone. Sorseggiò lentamente il tea, sperando che durasse il più possibile. Intanto vide che una mamma con una bambina di 5 anni al massimo, se ne stava andando. Ora c’èra solo un ragazzo con una valigetta e una signora anziana che leggeva il giornale in un angolo. Un giornale rosa, probabilmente sportivo. Forse nemmeno le interessava. Elena scosse la testa e cercò di non pensare agli altri…quando una voce la richiamò.
- Fa freddo eh, signorina!- Le disse una signora dietro al bancone del bar, che puliva. La stessa che le aveva dato il tea.
- Si. Fa freddo… Ci manca poco che nevichi.- Aggiunse Elena, per non limitarsi a tre parole.
- Già…ma l’aveva messo il meteo! Le conviene fare in fretta che fra poco andiamo anche sotto lo zero!- Le disse gentilmente
- Già…grazie del consiglio.- Elena guardò l’ultimo sorso di tea e lo girò un po’ dentro la tazzina, prima di berlo.
Pagò e con un sorriso salutò la signora. Non voleva tornare subito all’Hotel, ma si vide costretta. Probabilmente avrebbe nevicato di lì a poco e non voleva certo ammalarsi. Con passo lento ripercorse la strada e alle 15.45 entrò di nuovo in Hotel. Guardò la reception: le chiavi non c’èrano quindi i ragazzi erano tornati, poi fissò il signore di prima, il Receptionist…era quasi tentata di chiedere se i ragazzi avevano domandato di lei, ma si infilò per le scale. L’ascensore era già stato aggiustato, ma pensò che anche quello era un modo per perdere un po’ più di tempo. Davanti alla porta di camera sua, guardò ancora l’orologio. Erano passati 5 minuti, forse meno. Sbuffando bussò.
Un sorridente Kiro aprì la porta e delle risate la inondarono. Andò dritta al salotto senza ricambiare il sorriso.

- Ciao Elena!- La voce di Yu, susseguita da quella di tutti gli altri, che la salutavano con un accogliente “ciao” che la ragazza avrebbe felicemente fatto mangiare a tutti quanti.
- Bene…Spero vi siate divertiti!- Disse la ragazza
- Oh si…- Esordì Arianna – Quello scemo di Yu ha voluto girare in lungo e in largo e alla fine ci siamo persi!- Risate generali – Allora abbiamo deciso di fermarci a mangiare in un ristorante che abbiamo trovato lungo la strada! Spero tu non ti sia sentita sola. -
- No figurati…Solo potevate avvertire! – Disse a denti stretti la mora
- Ah già, scusa…ci è proprio passato di mente!-
Elena contò mentalmente fino al 3, pensando che avrebbe anche potuto ucciderla. Sì, avrebbe potuto, ma non l’avrebbe fatto perché era quello che voleva l’altra. Voleva che lei si arrabbiasse così sarebbe passata per quella asociale e irascibile.
- Non fa nulla.- Si diresse verso l’appendiabiti e si tolse il giaccone, poi andò in camera sua.
- Aspetta – La fermò Romeo – E tu dove sei andata? –

Affari miei, pensò la ragazza.
- A spasso.- Rispose invece. – Ho conosciuto una persona molto simpatica e ho tardato. Sapete, quando si sta bene insieme uno non si accorge che il tempo vola!- Aveva detto la verità. Ormai Elena aveva la convinzione per fino di questo. Non aveva specificato nulla e questo bastava a farle credere di essere stata sincera. Ovviamente “la persona molto simpatica” sarebbe stata quella del bar. Quella signora di cui non sapeva nemmeno il nome e che le aveva semplicemente parlato delle condizioni atmosferiche. Beh, ognuno ha le proprie armi, pensò Elena.
I ragazzi non le chiesero nulla e la lasciarono andare in camera ad ascoltare la musica dal suo Mp3.

Quando i ragazzi se ne andarono in camera loro, Kiro entrò in camera da letto.
- Allora? -
Elena si tolse le cuffie.
- Cosa? – Chiese, non avendo capito.
- Cos’hai fatto? –
- In che senso? –

- C’è l’hai con gli altri? -
- No. – Finì per dire Elena.
- Invece si.-
- Ok, allora sì. -
- Cosa? – Chiese Kiro perplesso

- Oh Dio…Non sei mai felice. Ti dico “no” e tu vuoi che ti dica “si”, ti dico “si” e tu vuoi “no”. Dimmi ciò che vuoi sentirti dire!- La ragazza parlò in fretta cercando di tenere il tono di voce basso
- Voglio la verità.- Rispose il ragazzo sedendosi sul letto
- Bene. Sono incazzata con gli altri. Ok?-
- Ok. Ma perché? Cos’hanno fatto?-
- Kiro, se non si fosse capito, tu fai parte degli altri!-
- Cosa??? Cos’ho fatto adesso? Ma mi spieghi perché ce l’hai con l’universo?-
- Non ce l’ho con nessuno! Semplicemente voi vi siete dimenticati di me! Ok, ho scelto io di non venire, Santo Cielo, ma che nemmeno mi avvertiate che mangiate fuori e tornate tremila anni dopo E’ TROPPO! – Rispose la ragazza pronunciando le ultime parole in modo chiaro e aumentando il tono.
Kiro stava per controbatte, ma Elena si era già rimessa le cuffie e ora guardava il soffitto distesa sul letto, come se niente fosse e non considerandolo.



Santo Cielo, Da quanto tempo!!! L’ultima volta è stata prima di Natale. Perdonatemi!!! Il fatto è che un po’ sono stata svogliata io e non ho postato, ma soprattutto (come aveva già detto) mi si era rotto il pc. Beh, ho perso tutto quanto. Compresa la FF e i capitolo seguenti. Quindi ho dovuto riscrivere il capitolo, cercando di ricordare. Scusate se non è stupendo, ma non sono dell’umore adatto!

TokiToki
: Scusaaaa ç_ç Pensavo di postare molto prima, ma non ho potuto. Spero ti piaccia il  capitolo!

Laban
: Ciaoooo!!! Grazie per aver letto! Sono felice che ti piaccia…comunque il tuo “AGGIORNA PRESTO” sembra una minaccia xD
Spero ti piaccia il capitolo!

Grazie a tutti!
Alla Prossima

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Capitolo 17
*** Posso Parlarti? ***


17° Capitolo_ Posso parlarti?

 

Kiro, vedendo che la ragazza continuava ad ascoltare musica e a non considerarlo, se ne andò. Non era arrabbiato con Elena, era solo triste. Dall’altra parte della stanza, nello stesso momento, Elena aveva le gambe strette dalle braccia e la testa appoggiata sulle ginocchia. Chissà perché aveva detto quelle cose a Kristian…Le pensava davvero? Forse.
Avrebbe voluto alzarsi dal letto, correre da Kiro e dirgli che le dispiaceva, che non era sua intenzione. Ma non riusciva. C’èra come una colla trasparente che la teneva lì, incollata al letto. Forse quella colla si chiamava: senso della ragione. La ragazza era convinta che avessero sbagliato gli altri, non lei.
Strify intanto era nella sua stanza, circondato da Arianna, Shin e Yu che combatteva anche per Romeo che era momentaneamente assente.
- Perché non possiamo andarci? Dai…domani dovremo andare alle prove!- Insisteva il ragazzo dalle meche rosse.
- Yu…sono stanchissimo! Rimaniamo qua…Non si fa mai quello che dico io!- Brontolava una specie di bambino troppo cresciuto con i capelli biondi.
- Ma vuoi star zitto sottospecie di uomo preistorico ultra sessantenne?!?!-
- Zitto a chi? E poi ultra sessantenne sarai tu, orrido individuo!- Aveva ribattuto l’altro.
- Shin, non rompere!!! Sei peggio di un sessantenne. Sei un Anti-Divertimento!-
- Solo perché sono stanco e non voglio andare in discoteca?-
- Si.- Rispose Yu, convinto
- Ma vacci tu!!! –

- NO! Vieni pure tu…Volente o nolente, non rimarrai qui!-
- Strify, non dici nulla? Yu mi ricatta!!!- urlò Shin in preda all’ esasperazione
Strify contò mentalmente fino a tre.
- BASTAAAA! Chi vuole andare in discoteca andrà in discoteca stasera, chi non vuole se ne starà in Hotel! Sono stato chiaro?-
- Ma Strify…- Yu cercò di protestare

- Niente Strify!!! Niente ma!!!- Disse il ragazzo con un’ aria da generale.
Arianna sorrise.

- Ci andremo noi due? – Disse con occhi imploranti
- No…non ne ho voglia.- Rispose seccato il cantante
La ragazza rimase un attimo immobile. Come “Non ne ho voglia”?, pensò la ragazza. Arianna stava fumando dalla rabbia quando pensò che forse le voleva fare una sorpresa…si, sicuramente voleva che rimanessero solo loro due…loro due soli in Hotel.
Ma Strify aveva ben altri piani!
A ora di cena Kiro bussò nella camera da letto e, non ricevendo risposta, aprì. La ragazza era sdraiata e addormentata, con l’mp3 sul pavimento. Al ragazzo spuntò un sorrisino. Si avvicinò a lei e si sedette sul letto.
- Mi dispiace.- Iniziò mordendosi le labbra – Davvero! Lo so, sono stato uno stronzo a non avvertire. Ma non era mia intenzione! Devi capirmi...Avevo Shin che si lamentava che ero stanco, Strify che si perdeva a ogni vetrina, Yu e Romeo che litigavano per dove andare…Non è semplice. E non mi sono dimenticato di te! Non potrei, soprattutto perché mi stai davvero simpatica. Non come Arianna! Scusami…- Kiro fece per alzarsi, ma venne trattenuto da un abbraccio.
- Ma allora sei sveglia!- Esordì il bassista un po’ offeso

- Si…E scusami! E’ colpa mia…Lo so che non ti sei dimenticato di me. Ti voglio bene, Kiro!-
- Anche io!- I due ragazzi si abbracciarono.
- Comunque sono venuto a dirti che è ora di cena. -
- Ok, un attimo e sono pronta!-
Dopo che la ragazza si rimise a posto, andarono a cena. Non era sicura che sarebbe riuscita a far finta di niente come prima, perciò avrebbe cercato di evitarli. Ci avrebbe provato, per lo meno.
Al tavolo c’èrano già tutti i ragazzi che chiacchierando, aspettavano il primo.

- Oh…eccovi!- Disse Romeo vedendoli per primo
- Ciao ragazzi.- Disse Kiro, mentre Elena si limitò a un sorriso forzato.
Cercò di farsi gli affari suoi per tutta la cena e ci riuscì piuttosto bene. Prima che tutti finissero saltò il dessert e salì da sola. Mentre era per le scale, però, sentì il suo nome.
- Elena…Aspetta…-
Strify.
Si fermò, più che altro incuriosita da quello che voleva dirle il ragazzo.

- Elena – Le si fermò davanti – Senti…mi dispiace -
- Di cosa? – Chiese lei come stupita
- Lo sai benissimo! Ho visto che sei arrabbiata con me… Ti prego, non l’ho fatto apposta. Poi tu non sei voluta venire…-
- Abbiamo già risolto.- Disse lei girandosi e continuando a salire per le scale
- Cosa? – Chiese il ragazzo perplesso
- Tu credi che sia colpa mia, che non dovrei essere arrabbiata. Giusto?! Bene..allora se credi così, siamo già a posto!-
- No…Non credo questo! Senti, possiamo parlarne stasera?- Chiese Strify supplicante
- Non ne voglio parlare.- Disse Elena irremovibile
- Ok. Allora è un invito… Usciamo, andiamo a vedere Roma di notte. Ci stai? -
- Io e te? – Chiese la ragazza dandogli le spalle

- Si…io e te!- Rispose Strify mordendosi un labbro dall’agitazione
- Ok –

- Aspettiamo che gli altri se ne siano andati in discoteca, poi usciremo noi. Non voglio che facciano delle domande…-

- Va bene.-
Il ragazzo tornò giù e dovette affrontare i curiosi compagni che gli chiesero cos’èra successo. Malgrado le tremila domande, riuscì a cambiare discorso non dicendo nulla circa ciò che era successo poco prima.
Elena invece andò in camera sua e si sedette sulla poltrona. Sfilò il cellulare dalla tasca dei jeans e, dopo un sospiro, compose il numero di casa.
Di nuovo quel rumore…
Quel
Tu…Tu…Tu…
- Pronto?- Rispose una voce femminile
- Mamma…- Disse Elena per far capire chi era
- Ele…Tesoro! Papà mi ha detto che hai chiamato anche ieri…Non mi hai nemmeno salutato!- Disse la madre in tono scherzoso
- Veramente è stato mio padre che ha messo giù prima…Comunque come va?-
- Dovrei essere io a chiederlo a te!-

- Qui è tutto okay…Niente di nuovo!-
- Mi pare che ti sia passata la Cinema-Bizarre-Mania! – Disse la madre – O forse la mascheri molto bene. -
- La seconda…e poi…non ho voglia di parlare.-
-Va bene, ma è successo qualcosa? – Il tono era preoccupato
- No, assolutamente no! Te lo direi…E’ solo un po’ di…stanchezza, credo stanchezza.-
-Va bene, amore.-
- Ok, senti…ti chiamo domani…oppure…non lo so, sai che a volte mi dimentico.  Nel caso non mi sentissi va tutto bene.  -
- Tranquilla! Posso capirti…In mezzo a tutti i tuoi idoli!- Una risata – Va beh, vuoi salutare tuo padre?-
- Mmmh no…Salutalo tu. Ciao mamma -
- Ciao tesoro. Divertiti!-
Elena riattaccò e buttò il telefono sul tavolo davanti a lei. Chiuse gli occhi e cercò di non pensare a nulla, quando un toc toc la risvegliò.
- Arrivo…- Si tirò su dalla poltrona, mise il cellulare in tasca e infilandosi il giubbotto nero, uscì.
- Sono già andati? – Chiese allibita
- Si…Girano un po’ anche loro per Roma! Non sai quanto mi ci è voluto per convincere Shin…E Kiro, anche! Per non parlare di Arianna…Yu e Romeo l’hanno letteralmente trascinata con loro! Comunque più tardi andranno in discoteca…se vuoi andiamo anche noi! – Disse il ragazzo poco convinto
- No…no, grazie. Odio la discoteca.-
- Ok, comunque per prima davvero mi dispia…-
- Basta. Non ne parliamo più! Va bene così. – Elena sfoderò un sorriso, che venne subito ricambiato.


Carissime lettrici, come al solito purtroppo, sono un po’ in ritardo. Spero di aver soddisfatto le vostre richieste di incontro xD Finalmente Giulietta e Romeo si parlano…anzi, in questo caso Romeo ha ben altro a cui pensare –come ad esempio Yu e Arianna- , ma tornando a noi, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Alla prossima puntata ù.ù

Laban:
Vistooo?! Sono di parola io ù.ù Ho aggiornato…Quindi, carissima Laban, mi aspetto lo stesso da te! XD Non vedo l’ora di sapereeee *sorriso angelico*

Dennii_Flaws:
Hai ragione, cara ù.ù Ci giro troppo intorno, quindi ho deciso di accontentarti…per metà XD Purtroppo Arianna sotto un treno ancora non c’è andata…
Ma comunque nei prossimi capitoli, quando sembrerà che i due piccioncini siano ormai inseparabili, succederà qualcosa… *risata malefica con colpo di tosse finale* XD

TokiToki:
Davvero periodo pessimo! Non me ne parlare…Mi dispiace davvero tanto per i CB, perché pur non essendo la mia band preferita, avevo un’amica che ci teneva tanto a loro. Ma comunque mi fa tantissimo piacere che questa mia FF sia una degna sostituta…Grazie cara ^-^

Spero vi sia piaciuto il capitolo…
Grazie a tutti…commentatrici e lettrici ù.ù

Alla prossima…

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Capitolo 18
*** Mi Piaci. Da Morire. ***


18° Capitolo _ Mi piaci. Da morire.

I due si diressero verso l’ascensore. Entrambi rimanevano muti, come se non avessero nulla da dirsi. Solo dopo aver varcato “la soglia” dell’hotel, quando incominciarono a camminare per le vie di Roma, iniziarono a parlare.
- Credo che Roma si una delle città più belle che abbia mai visto!- Elena sorrise.
- Lo credo anche io. – Si fermarono un attimo e, senza un motivo ben preciso, si fissarono.
Dopo pochi istanti Elena proseguì, sotto lo sguardo di Strify.
I due camminarono, silenziosamente, fino al centro di Roma. Era tutto illuminato. Una fila infinita di negozi e persone animavano la città. Elena alla vista di una vetrina piena di album, stette per attraversare la strada, quando Strify la prese per mano.
- Vieni…dai..- Si mise a camminare velocemente, passando tra la folla e la ragazza lo seguiva, un po’ trascinata e un po’ spinta dalla curiosità di cosa stesse succedendo.
Si allontanarono di un po’dal centro che avevano appena raggiunto ed entrarono in un bar. Si sedettero in un tavolino per due, vicino alla vetrata e una signora bionda si avvicinò a loro.
- Cosa vi porto? – Chiese, prendendo in mano un block notes bianco.

- Eh?- Chiese Strify, girandosi di colpo, come se fosse incantato – A me un cappuccino…E tu?- Chiese guardando la ragazza
- Anche a me, grazie. -
Non appena la cameriera si era allontanata, Elena aveva iniziato a gesticolare come impazzita.
- Ma cosa ti salta in mente??? Ormai mi cavi un braccio, Santo Cielo!!!- Fece un sospiro – Hai visto qualcun..-
Non fece in tempo a finire la frase che Strify la baciò. Si era alzato velocemente dalla sedia, facendola quasi cadere, e l’aveva baciata. Elena rispose al bacio. Era confusa, ma era quello che voleva e non aveva intenzione di perderlo. Gli appoggiò le mani sul collo e continuò a baciarlo, finché non fu lui a staccarsi.
La cameriera portò i cappuccini con un sorriso malizioso e complice. Elena prese a mescolare; si era imposta mentalmente di non chiedere nulla. Eppure non riusciva. Esigeva delle spiegazioni.
- Mi puoi spiegare perché l’hai fatto?- Chiese la ragazza
- Non era quello che volevi?- Strify la fissò con uno sguardo serio, che però trasudava felicità.
- Si…Certo, ma non capisco tutta questa fretta. Perché siamo corsi via?-
Il ragazzo non rispose. Si limitò a portare la tazzina alla bocca e a berne il contenuto.
- C’èrano i ragazzi…- La ragazza sollevò la testa dalla tazza appoggiata sul tavolino e puntò lo sguardo sul ragazzo seduto davanti a lei.
- Cosa?-  Chiese, come se non avesse capito...come se sperasse di non aver capito.
- Ti ho baciata perché c’èrano Yu, Kiro, Shin, Romeo e Arianna che passavano. E prima siamo scappati per lo stesso motivo. Non voglio stare con Arianna e questo era l’unico modo per non farci vedere. Erano passati qui dal bar…Probabilmente staranno andando in discoteca e…se ci fossimo baciati non ci avrebbero notato…-
- Ah…Quindi solo per questo?- Una lacrima rigò il volto della ragazza. Pensava di piacergli. Pensava di sbagliarsi. Voleva credere che Kiro avesse ragione.
- Si. – Rispose Strify mordendosi il labbro. – No…Non è per questo…- Il vocalist si corresse subito, ma vedendo lo sguardo triste e deluso della ragazza, si ammutolì.

Avrebbe voluto urlare, spaccare tutto ciò che la circondava. Avrebbe voluto fargli male quanto lui ne aveva appena fatto a lei. Ma l’unica cosa che fece fu tirargli uno schiaffo e scappare via.
Mentre Elena correva pensava che peggio di così non le poteva andare, finché non iniziò a piovere.
Tutto ciò che riusciva a chiedersi era il motivo per cui tutto questo stava accadendo a lei.
Non era possibile.
Era un sogno.

Si sarebbe svegliata presto, con il suono della sveglia e avrebbe convinto Kiro ad alzarsi per fare colazione.
Però la pioggia la sentiva veramente. Era una pioggia fine, battente e fastidiosa. Faceva quasi male alla pelle. E ciò bastava per convincerla che tutto questo non era un sogno.
Dopo aver camminato per una decina di minuti, si sedette su una panchina. Non le interessava nemmeno più bagnarsi.
Davanti a lei c’èra un’insegna luminosa rossa. Rock Cafè. Uno dei tanti nomi di bar. Rimase per un po’ a fissare quella scritta. Le ricordava il bar poco distante da casa sua. Non si chiamava così, ma l’insegna era rossa. Ricordandosi di casa sua, le venne in mente anche la voce di suo padre che le diceva di divertirsi e quella di sua madre che le raccomandava di stare attenta poco prima di prendere il treno. Rimuginò sul giorno della partenza, come se tutto ciò potesse distrarla. E in effetti era così. Pensava alla sua camera,  all’immagine di un poster che aveva attaccato da bambina sulla parete destra della stanza. Era un foglio con un pagliaccio. L’aveva disegnato lei all’età di 4 anni. Sua madre lo aveva fatto incorniciare, senza un motivo ben preciso, perché non era né un ricordo né particolarmente bello. Avrebbe dovuto chiederlo ai suoi genitori. Chissà poi perché le era venuto in mente…
Un’ombra la oscurò dalla luce del lampione. Qualcuno si sedette di fianco a lei.
Non si era neppure girata. Sapeva chi era e non voleva vederlo. Doveva alzarsi da quella panchina…Ma non voleva.
Non sapeva nemmeno lei cosa fosse giusto o sbagliato, però ci teneva davvero a quel ragazzo. E voleva almeno sentire cosa aveva da dire.
Aspettava che la voce di Strify interrompesse quel fastidioso silenzio con sottofondo la pioggia, ma nulla. Alzò la testa e puntò lo sguardo del cantante. Aveva i capelli zuppi che gli ricadevano a ciocche sul viso e il trucco nero attorno agli occhi era ormai totalmente cancellato e sbavato sugli zigomi. Eppure era stupendo. Per lo meno, lei, lo vedeva così.
Stava per urlargli contro, per dirgli di andarsene, che non meritava nulla.
Ma la sua bocca venne chiusa da un bacio. Un’altra volta. Un’altra fottuta volta era incollata alle labbra del ragazzo. E non riusciva a staccarsi perché…Beh, perché in realtà era ciò che voleva.
Dopo, però, glielo avrebbe chiesto il motivo. Il motivo di un altro bacio. Si. Dopo, però.
Fu di nuovo Strify ad allontanarsi per primo, sorridendo ad occhi chiusi e riaprendoli dopo pochi istanti.
- Perché? Perché mi fai questo, eh? – Le chiese la ragazza con la voce spezzata.
- Perché è ciò che voglio ed è ciò che vuoi.-
- Non è ciò che vuoi! Probabilmente c’è un altro schifoso motivo sotto…-
- Si. Hai ragione.-
Ad Elena scese una lacrima, che si fuse subito con la pioggia. Ci sono cose che sai, ma che non vuoi sentirti dire. E questa era una di quelle.
- Lo schifoso motivo è che mi piaci. Da morire.- Strify chiuse gli occhi e li riapri, tenendoli un po’ socchiusi per la pioggia.
La ragazza rimase in silenzio. Non ci credeva. Non poteva essere vero, eppure l’aveva sentito. E sembrava sincero.
Si girò verso di lui sorridendo e lo baciò di nuovo. Forse era una scusa, una bugia, una frase fatta, ma lei aveva bisogno di crederci.
Strify la abbracciò e, dopo qualche minuto, si alzò dalla panchina. Elena fece lo stesso e si diressero di nuovo verso il centro, fregandosene della pioggia. Dopo pochi metri Strify le andò vicino e le prese la mano, guardando dritto e facendo finta di niente.

Arrivarono all’Hotel e, fradici, entrarono prendendo la chiave delle rispettive stanze.
Elena aprì la porta lentamente e dopo un ultimo sguardo al ragazzo, che si stava dirigendo nella sua stanza, avanzò e la richiuse dietro di sé.
Fece un respiro, chiuse gli occhi e non poté fare a meno di urlare e saltare per la camera. Era davvero fantastico. Impossibile. Meraviglioso. E più si sforzava di trovare aggettivi adatti a ciò che provava, più le sembrava di sminuire l’accaduto.
Andò a farsi una doccia e, dopo essersi messa i pantaloncini rossi con la maglia nera che usava solitamente per dormire, si sdraiò sul letto di Kiro. Era così….così fottutamente bello. Strify era stupendo e lei non poteva desiderare di meglio. Si chiedeva come avrebbero fatto a stare insieme e pensò che se le avesse chiesto di seguirla in tour e magari abitare con i Cinema Bizarre, lei avrebbe accettato. Avrebbe mollato tutto…così…da un momento all’altro. E ne valeva veramente la pena.
Qualche ora dopo sentì bussare. Elena, che ancora non era riuscita a chiudere un solo occhio, andò ad aprire. Ovviamente era Kiro, che mezzo sbronzo e mezzo stanco, cercava di tenere gli occhi aperti mentre salutava Romeo, Shin, Yu ed Arianna, che entravano nella loro camera.
- KIIIIIROOOOOO- Gridò Elena, saltando addosso al povero ragazzo che aveva appena messo un piede dentro alla stanza. Barcollante, con la ragazza in braccio, che non aveva intenzione di staccarsi, si diresse verso la camera da letto. Appoggiò Elena e si lasciò cadere di fianco a lei.
- KIRO, NON SAI COS’è SUCCESSO…E’ TROPPO BELLO!- Continuò a urlare, senza un motivo apparente, Elena
- Intanto, magari, se puoi abbassare la voce…Ho la testa che mi scoppia!- Disse Kiro toccandosi la testa
- Si si scusa – Elena si morse il labbro inferiore – Però è fantastico!!!! Io e Strify ci siamo baciati!!!!-
- COSA? – Kiro era sbalordito
- SIII!!!!!- Elena si mise a sorridere come un ebete, guardando un punto della parete.
- Davvero??? Sono felicissimo! – Kiro la abbracciò – Racconta…Cos’è successo? – Disse poi tutto curioso, come un bambino prima di scartare un pacco di Natale
Elena si mise seduta sul letto, vicino al ragazzo, e iniziò a raccontare tutto.


*Me cerca di fuggire*
*Me terrorizzata torna indietro, spinta dalla forza della coscienza*
Ehm…Ehm…Salve!
Ok, bando alle ciance. SCUSAAAAAAATEEEEMI!!!! Sono imperdonabile…Ritardo pazzescamente folle! XD
E’ che tra un po’ di impegni e un po’ l’ispirazione che mi ha fatto ciao-ciao non ho scritto. Ma proprio ieri, sono stata illuminata. E così mi sono messa all’opera e ho preso appunti per i prossimi capitoli. Succederanno un po’ di cose, anche se devo ancora decidere bene tutto lo svolgimento.
Vaaa beh, spero siate felici del bacio tra Strify ed Elena.

Denni:
Volerti male?? Susu…non diciamo fesserie XD Prometto di postare presto u.u E promettilo anche tu XD Sono curiosa *-*
Laban:
Se nell’altro capitolo ho fatto un po’ di ritardo qui…ehm…Va beh, sono perdonata vero??? *occhietti lucidi*
TokiToki:
Eh beh…Kiro è dolce in questa Fan Fiction. Ammetto che gli altri non sono molto partecipi, come ad esempio Shin che, poveretto, praticamente non ha ancora detto nulla O__O Comunque vedrò di provvedere a clonarti un Kiro XD

Grazie a tutte ^-^ Scusate ancora.

Alla prossima.

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Capitolo 19
*** Ritardatari Come Al Solito ***


19° Capitolo _ Ritardatari come al solito.


Venerdì

- Elena? – Kiro si sporse un po’ di più dal letto – AHIAAAA -
- COSA? DOVE? – La ragazza si svegliò di soprassalto – Ehm…Kiro? Tutto bene? -
Il bassista era sul pavimento con solo la gamba destra sul materasso.
- Ehm…fammi pensare…No! Come risveglio è stato piuttosto traumatico!- Rispose Kiro con fare tragico
- Immagino. – Elena si alzò dal letto e allungò una mano al ragazzo, per aiutarlo a tirarsi su.
- E’ strano.-

- Cosa? – Chiese lei, mentre si stava dirigendo verso l’armadio, per scegliere qualcosa da mettersi quella mattina.
- Di solito sei tu che mi svegli. Dormito bene eh, oggi!?! – Al ragazzo comparì un sorriso malizioso sul volto.
- Beh…SIII!!!! E’ stato bellissimo ieri sera…All’inizio mi aveva davvero spezzato il cuore, ma poi quando siamo and…-
- Quando siete andati sulla panchina e blablabla…- Kiro alzò gli occhi al cielo, poi sorrise dolcemente – Lo so. Sono davvero felice per voi, però…è la quinta volta che me lo racconti!-
- Oh…- Elena si morse il labbro inferiore – Ehm…Già, scusa! E’ che è tutto  così…- La ragazza venne interrotta nuovamente.
- …Così fantastico. Si, lo so. – Kiro scosse la testa e la spinse in bagno – Vestiti! Se no faremo tardi per la colazione…COME AL SOLITO!- Sottolineò le ultime parole e le scandì bene. 
- Ma…Ma non ho i vestiti!- Brontolò l’altra
- Ah…Aspetta!- Il bassista si avvicinò all’armadio già aperto e, dopo una rapida occhiata, tirò fuori un paio di jeans blu scuri con una maglia nera e una scritta brillantata in viola.
La ragazza, dal bagno, sentì il compagno di stanza dire “Ah, l’amour” in modo sdolcinato e le venne da sorridere.
- Ecco i tuoi vestiti! E fa veloce perché non voglio arriv…-
- arrivare di nuovo in ritardo! Si, l’hai già detto, mi pare. – La ragazza aprì la porta del bagno, prese i vestiti e dopo una linguaccia al ragazzo, la richiuse dietro di sé.


Scesero le scale in fretta e furia, controllando l’orologio come due pazzi.
- Dio, siamo sempre in ritardo! Lo sai che dopo un certo orario non si può più fare colazione?!?- Il tono di Kiro rasentava l’isterico
- Stai calmo eh…- Disse Elena, mentre aumentava il passo – Vedrai che riuscirai ad addentare almeno una fetta di toast! -
- Lo spero bene! – I due ragazzi si fermarono di scatto, si guardarono e dopo pochi istanti si misero a ridere.
- Dai muoviti…- Gridò il bassista, trattenendosi dal ridere.
- Ok ok…dai…siamo arrivati! E’ l’ultima rampa di scale. Mi chiedo come mai non abbiamo preso l’ascensore.-
- Era occupato.- Affermò l’altro con fare superficiale
Respirarono profondamente per riprendersi dalla corsa e percorsero il corridoio. La sala era illuminata come al solito dalla luce fioca del mattino e da enormi lampadari fatti da pietre trasparenti a forma di goccia. Guardarono a destra, verso il loro tavolo e…
- Kiro? – Domandò Elena con fare scettico
- Si? – Il ragazzo si stava quasi mangiando le unghie dall’agitazione
- Come mai siamo i primi? – Si interruppe e guardò in faccia il ragazzo – Co-me-mai-mi-hai-fat-to-fa-re-tut-ta-que-sta-cor-sa-per-nul-la? – Elena sorrise dolcemente. Poi, ad un tratto, il suo sguardo si incupì.
- Ehm…Devo aver puntato male la sveglia…-
- . . . -
- Ma…ma…ero sbronzo ieri sera. – Cercò di giustificarsi.
- Oddio – Elena si mise le mani sul viso e le lasciò scivolare lentamente – Va bene…quanto manca?-
- Poco, dai… 20 minuti al massimo.-
- Ok, pensavo peggio. Andiamo a sederci nella hall. -
I due andarono a sedersi su una poltroncina.
- Secondo te cosa si fa oggi? – Chiese Elena dopo pochi minuti di silenzio
- Dovremmo andare a fare le prove. – Rispose Kiro, incrociando le gambe e iniziando a sfogliare una rivista, trovata su un tavolino a fianco.
- Con un tempo così bello? Guarda…Non dico che splenda il sole, però…Non c’è nemmeno una nuvola! In inverno è una cosa abbastanza rara.-
- Si, ma dobbiamo provare.- Ripeté il bassista
- Ma il concerto c’è la prossima Domenica! Mancano ancora otto giorni! -
- Non è che ci mettiamo a provare due ore prima…-
- Ok, però…-
- Elena, non lo so. Dopo sentiamo con gli altri. E comunque c’è anche domani e passa domani. Sabato e Domenica non andremo di certo a provare…-
- Vuol dire che il resto della prossima settimana proverete solamente? -
- No, però…dobbiamo organizzarci. Un concerto richiede organizzazione.- Rispose il ragazzo, rinunciando alla lettura del giornale.
- Ah…Mi sembra giusto.- No, in realtà le sembrava una cosa stupida. Come potevano passare una settimana a provare solamente? Ok, aveva detto “non tutti i giorni”, ma lei pensava che queste prove richiedessero al massimo un giorno.
Sbuffò e guardo l’orario nel cellulare. Questa volta controllò bene ed era ora di andare a fare colazione.
Si alzò dalla poltroncina e fece segno con la testa di avviarsi al ragazzo che aveva a fianco.
Questa volta, al tavolo, trovarono già gli altri ragazzi.
- Salve…Ritardatari come al solito, eh!- Romeo fece subito lo spiritoso.
- Già…- Entrambi lo guardarono male.
Dopo un saluto generale, presero i loro posti.
Tra Elena e Strify c’èra un certo imbarazzo, ma ogni tanto si lanciavano occhiatine complici e sorrisi dolci.
- Beh? Cos’è questo silenzio? – Chiese Yu, dopo una rapida occhiata alle facce stralunate di tutti.
Effettivamente non c’èra un gran baccano nel loro tavolo. Anzi, a parte Strify ed Elena, che comunque rimanevano in silenzio, gli altri si limitavano a mangiare.
Arianna era furiosa. Aveva sentito Strify che parlava con Shin della scorsa sera e, anche se non aveva capito tutto, aveva intuito che ci fosse stato un bacio.
Gli altri si girarono verso il ragazzo biondo.
- Beh…Che si fa oggi? – Chiese Elena, per la seconda volta.
- Prove!- Rispose prontamente Shin.
- Prove? Ma è una giornata stupenda….- Cercò di dissuaderlo, Strify
- Si, ma dobbiamo provare! Sabato e Domenica, non proviamo mai e abbiamo l’intervista.-
- L’intervista? – Chiese allibito Strify – Che intervista, scusa? -
Shin sospirò.
- L’intervista con le fans per una certa rivista…che ora non mi ricordo.-
- Ah…quella?! – Pausa di riflessione da parte del vocalist – Ma non l’avevamo già fatta?-
- No…Quella che pensi tu è un’altra. E poi l’abbiamo fatta in Francia-
- Ah, in Francia! Giusto! E comunque quando sarebbe? – Chiese Strify perplesso
- Non si sa, a dir la verità. Non ci hanno ancora detto nulla. Comunque prima di Martedì!-
- E quando lo sapremo?- Chiese Romeo, infilandosi l’ultimo pezzo di torta alla crema in bocca.
- Ci dovrebbero chiamare…Presto.- Aggiunse infine il batterista.


Salve gente.
Ho cercato di postare abbastanza
presto. Lo so, questo capitolo è orribile, privo di scopo e anche corto xD Però nella prossima parte succederà qualcosa di abbastanza sconvolgente, inaspettato e gradito. (Ma quanti aggettivi xDDD)
Quindi carissime lettrici, commentatrici, vogliate scusarmi (come al solito).

Phoenix17: Ma grazieee! Mi fa piacere che ti piaccia questa Fan Fiction. Vedrai che colpo di scena ci sarà nel prossimo ;)
Moglie xD:
Ciaaao ^-^ Questo capitolo non te lo dedico perché è pessimo, ma il prossimo si u_u Anche perché, a essere sinceri, mi ha ispirata una tua recensione per il prossimo chap! xD
TokiToki:
beh…Ti capisco! Kiro con il suo sguardo angelico ha un certo fascino xD Comunque grazie per il perdono! Ho dei tempi di aggiornamento infimi xD

Grazie a tutte ^-^

Alla prossima…


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Capitolo 20
*** Born To Be Wild ***


19° Capitolo _ Born To Be Wild.*

Strify sbuffò.
- E va beh, dato che ormai la decisione è unanime e non posso più oppormi al vostro volere, andremo a…provare.- Disse con un tono da commediante nato.
- Esattamente.-
- Ecco…Pensavo vi commoveste!- Il vocalist fece un faccino angelico
- E invece no, caro Strify. – Rispose in tono soave Yu – Quindi sacca in spalle e muoviti.- Aggiunse poi un po’ più bruscamente.
- Ma dobbiamo già andare?- Chiese il vocalist buttandosi, come un bambino capriccioso, sulla poltrona
- Fa te… Sono le 15.00 in punto! Abbiamo cazzeggiato anche troppo, caro mio.- Finalmente si sentiva anche la voce di Shin, che in quella giornata era stata piuttosto rara.
- E va bene. Se la maggioranza ha decretato…- Non fece in tempo a finire la frase che Romeo e Yu lo stavano già spingendo verso la porta.


Toc, toc, toc…
- VADO IO…- Urlò Kirò – Tanto saranno i ragazzi…-
Aprì la porta e si trovò davanti uno Strify piuttosto assonnato, un Shin voglioso di suonare la sua adorata batteria e un Romeo e un Yu che tenevano ben saldo il cantante.
- Ciao ragazzi…Allora, si è deciso per le prove? – Chiese il ragazzo piuttosto perplesso. Ma nemmeno tanto, considerato che era abituato a tutto ciò.
- Si – Rispose all’unisono esultanti, chi più chi meno.
- O…o…ok – Pausa di riflessione – Avete avvertito lo staff? -
- Si, tranquillo! – Disse raggiante Yu, zittendo Romeo. Si girò un attimo verso Shin – Chiamali!-
- Cosa?- Kiro scosse la testa per far intendere di non aver capito
- Nulla, tranquillo!-
- Va bene…Allora chiamo Arianna ed Elena.-
- Si si, vai vai..- Yu sorrise e non appena il ragazzo scomparve dalla vista ordinò nuovamente al batterista di telefonare.



- Andiamo in Limousine? – Chiese Arianna, appena fuori dall’entrata del lussuoso Hotel
- No. Andremo con il mezzo di locomozione che ci ha portati qui.- Rispose “scientificamente” Strify
- ??? – Arianna fece uno sguardo perso
- Andremo con il tour bus, in poche parole.- Disse Romeo tagliando corto il discorso.
I ragazzi si diressero nel parcheggio enorme dietro all’Hotel. Si fermarono un attimo tutti e sette.
- Yu?- Chiese Shin
- Si?-
- Chi guida?- Il batterista era ormai in preda al panico
- Ma....- Shin ormai era agonizzato al suolo – Ma….- Con le convulsioni – Ma…- Pendeva dalle labbra del chitarrista…-MA IO!!!! Sciocchino!- Rispose infine tutto eccitato il chitarrista.
Morto. O quasi.
- Ah…L’autista…-
- Eh dai..per fare due kilometri…Non dire cavolate! So benissimo guidare, ho la patente e ho esperienza.-
- ???- Sei sguardi interrogativi lo fulminarono
- Beh…Una volta ho guidato un trattore…sapete, di quelli piccoli…per l’erba del cortile…-
- Che Dio ci assista!- Disse, facendosi il segno della croce, Shin
- Ma smettetela! Vuoi per caso guidare tu? -
- SI!!!!- Rispose il batterista riprendendosi
- E invece no!-
-…-
I ragazzi salirono sul tour bus. Si legarono ai sedili e misero i caschetti militari. Con Yu la prudenza non era mai troppa…


Finalmente arrivarono sani e salvi a destinazione. Shin era piuttosto tremolante e traumatizzato, ma se la sarebbe cavata.
Scesero dal veicolo e un Live Club apparve alla loro vista.
Andarono nel retro e, dopo aver superato la security, entrarono.
Lì dentro faceva un caldo soffocante, anche se il posto era enorme.
Elena si guardò intorno: stavano percorrendo un corridoio lungo e abbastanza largo, con molte porte. Camerini, probabilmente.
I Cinema Bizarre ad un tratto si fermarono davanti a uno con scritto il loro nome sulla porta.
- Diamo un’occhiata…- Propose Strify, entrando
- Wow.- Borbottò Kiro alla vista della stanza
- Si, dai…è abbastanza spazioso!- Disse il vocalist con superficialità
-…- I ragazzi lo guardarono male.
- Ok, va bene. Tsk…Non posso mai dire nulla!-
Era una stanza molto grande con uno specchio attaccato alla parete destra. Tantissime trucchi e altrettante sedie e poltrone riempivano quella stanza. Inoltre c’èrano luci dappertutto.
Dopo qualche minuto e molte occhiatine in giro per il camerino, uscirono e andando sempre dritto si trovarono in una “sala” più grande piena di strumenti, amplificatori, cavi elettrici e mixer.
- Bene, vedo che siamo equipaggiati!- Disse Shin, dirigendosi verso la sua amata batteria
Intanto due dello staff si diressero verso di loro.
Quello con gli occhiali, sulla trentina, si presentò ai ragazzi, facendo anche il nome del compagno.
- Ben arrivati…Siamo a vostra completa disposizione. Io sono Fabio e lui è Marco.- Disse indicando il nome sulle maglie.
- Grazie mille.- Rispose gentile Strify – E’ già tutto pronto?-
- Dateci un po’ di tempo. I miei colleghi stanno posizionando gli amplificatori. E’ che avete telefonato all’improvviso, con poco preavviso.-
- Ah…- Il vocalist fece segno “Ne parliamo dopo” con il chitarrista e il tastierista. – Si si, nessun problema.- Disse infine, rigirandosi verso i due.

Intanto i ragazzi si diressero verso gli strumenti. Tutti tranne Strify ed Elena. Anche la bionda avrebbe voluto stare lì, ma una forza maggiore la trascinava verso il basso.
- Kiro…Veramente…-

- Eh no…Ora non hai scuse! Voglio sentirti suonare.-
- No! -
-Cosa?- Chiese il ragazzo scettico
- Cioè…scusa…Ma non me la sento. Sono timida e faccio fatica a suonare un basso che non sia mio.-
- Ma se ce l’abbiamo uguale…L’hai detto tu l’altro giorno! E poi non mi sembri timida.-
- Sembra…ma in realtà molto. Molto timida.  E poi non basta la marca uguale e il modello…Deve essere proprio mio. Se no…non ho feeling!-
- Ah…Capisco.-
Arianna che stava già sorridendo e tornando verso Strify, venne “catturata” di nuovo dal bassista, che iniziò a parlare con lei di musica e quant’altro.

- Wow…sai che un po’ ti invidio.-
- Si? Perché?-
- Me lo chiedi? Il successo, il poter fare molte cose e soprattutto viaggiare. – Rispose Elena, guardandosi attorno.
- Si.-
- Ma?- Elena lo fissò negli occhi.
- Ma cosa?-
- Ma…Dovrebbe esserci qualcosa, qualche “ma”…Di solito le stars lo dicono.-
Strify sorrise.
- No. Io non ho nessun “ma”. Il mio lavoro, nonché la mia più grande passione, mi piace. Mi piace davvero. E non ci trovo lati negativi.-
- E’ sorprendente.-
- No, non è vero.-
La mora non disse nulla. Si limitò a puntargli lo sguardo addosso.
Strify si morse il labbro inferiore e la baciò.
La baciò. Così. Perché le piaceva davvero. Non sentiva di avere particolari cose in comune con quella ragazza, ma si capivano. Era spontanea. Era sincera. Era simpatica
. Era ciò che voleva.
Strify si allontanò piano dalle labbra di lei e le sorrise, con ancora gli occhi chiusi.
Si girarono verso gli altri, che erano tutti interessati allo svolgimento della faccenda.
Elena sorrise.
- Siamo passati inosservati, eh?-
- Si, ho notato!- Rispose Strify, con un filo di rossore sulle guancie.

Arianna, nel mentre, ribolliva di rabbia. Avrebbe potuto strangolare Kiro, lì, seduta stante. Ormai aveva capito a che gioco stavano giocando. La volevano tenere lontano dai dolci piccioncini innamorati, per lasciar sbocciare il nuovo amore senza nessuno tra i piedi.
Una persona normale a quel punto, avrebbe mollato. Si sarebbe arresa. Avrebbe capito che quei due, insieme, stavano proprio bene. E non avrebbe di certo rovinato tutto.
Ma Arianna non faceva parte della schiera delle persone normali.
Non si sarebbe arresa.
Non avrebbe lasciato correre.
Non sarebbe stata con le mani in mano.
E soprattutto, non credeva che quei due stessero bene insieme.
Tutt’altro! Elena, una ragazza così poco raffinata e non adatta alle copertine delle riviste, mentre lei…beh, lei si.
Non c’èra una spiegazione per cui Arianna era adatta ed Elena no, tranne quella di provenire da una più che benestante famiglia. Ma non era una motivazione.
Ma la bionda non aveva bisogno di spiegazioni. No, per niente. Le bastava sapere che lei doveva vincere. Lei doveva conquistare Strify. Lei non poteva permettersi di lasciarsi superare da una tipa qualunque.
Non poteva. E qualcosa si sarebbe inventata.


Marco si avvicinò a Elena e Strify, mentre Fabio andò dalla parte opposta ad avvertire gli altri.
- Scusate… Il palco sarebbe pronto.-
- Grazie.- Disse Strify raggiante


Le ragazze andarono a sedersi nel bar situato in un angolo del Live Club.
I Cinema Bizarre vennero fuori dal backstage e con un foglio in mano, iniziarono a discutere e depennare alcune cose. Dopo un po’ di consultazioni e di messe a posto riguardo la scaletta delle canzoni, i ragazzi si misero a provare. Strify aveva una voce fantastica. Mentre cantava aveva una così…euforia…un qualcosa…Non riusciva quasi a stare fermo per più di cinque secondi e trasmetteva passione. Amava il suo “lavoro” e si capiva.
Non solo lui, ovviamente. Anche gli altri ci mettevano molta passione ed energia.
Erano tutti così presi dai loro strumenti…Avevano tutti uno sguardo così assorto e sorridente nello stesso tempo.
Mentre si guardava quei ragazzi, non si poteva fare a meno di pensare che erano nati per fare ciò che facevano.
Strify era nato per stare sul palco e cantare.
Kiro per suonare il basso e…e magari anche per tenere a bada quei pazzi.
Yu per suonare la chitarra…anche se non era così ossessionato come il batterista, Shin, che adorava il suo strumento, il chitarrista era molto preso e amava suonare.
E ovviamente anche Romeo, che non smetteva di discutere su cosa fosse meglio tra chitarra e tastiera, con risultati a dir poco schiaccianti per il povero chitarrista che sebbene ci mettesse tutto l’impegno, ormai era rassegnato alla sconfitta.
Eh si, quei cinque erano nati per stare sul palco. Erano nati per formare i “Cinema Bizarre”.


- Ok, stop. Pausa!- Esordì il vocalist, prendendo una bottiglietta d’acqua fresca e asciugandosi la fronte con un asciugamano bianco.
Intanto la batteria, però, continuava ad andare.
- Shin…- Niente. – SHIN BASTA! PAUSA!- Urlò Romeo, che si trovava di fianco a lui.
- Ah…si, scusate…Non avevo sentito.-
Le ragazze gli andarono incontro e si complimentarono con tutti e cinque.
- Va beh, Io vado un po’ fuori che, qui dentro, fa davvero molto caldo!-
- Ok, intanto noi facciamo una pausa. Poi riprendiamo con la scaletta.-
Elena si diresse verso l’uscita. Passò oltre la security e andò nel lato davanti del Live Club, che probabilmente, non essendo coperto, era più ventilato.
La mora tirò fuori dalla tasca, il cellulare. Compose il numero dei suoi, poi lo cancellò.
Decise di fargli un messaggio. Non aveva tanta voglia di sentirli.
Ciao... Qua tutto bene. Mi sto divertendo molto. E’ stupendo. Vi telefono stasera, se mai. Vi voglio bene”
Spinse invio. Sospirò, sorrise e rimise il cellulare in tasca. Il rumore delle auto che passavano ininterrottamente sulla strada era fastidioso, ma la ragazza riusciva comunque a isolarsi in una tranquillità tutta sua.
- Brava!- Una voce da dietro. Arianna.
- Cosa? – Chiese Elena ingenuamente.
- Brava. Lo sapevi che mi piaceva Strify…Si vede che tutte le tue cazzate sull’amicizia contano poco, vero?!-
- Non ti seguo.-
- Fai la finta stupida.-
- No. Non capisco sul serio. E’ per Strify, ok. Ma non…ci arrivo.- Elena scosse la testa e si avvicino alla bionda, che la spintonò.
- Stammi lontano! Stronza!!! COME HAI POTUTO? Lo sapevi che Strify mi piaceva, io lo amo.-
- Stai calma, Arianna. Non lo ami. Lo so. Lo so perché non lo amo nemmeno io. Io lo…lo “stimo”, mi piace sia come persona che come artista, ma non penso di amarlo.-
- ALLORA PERCHé CI STAI INSIEME?-
- Te l’ho detto…Mi piace sia com…- Elena venne interrotta
-  TI ODIO!!! TI ODIO!!! L’hai fatto apposta! Non ti piace nemmeno!-
- Ti prego, non fare così… Ne possiamo parlare!.- Cercò di dissuaderla. Elena non sapeva cosa fare. Arianna era davvero infuriata.
- PARLARE....BRAVA, PARLIAMONE!!!!- Arianna la spintonò di nuovo – PARLIAMONE UN CAZZO! TI ODIO!- La bionda si avvicinò convinta e le tirò uno schiaffo.
- BASTARDA.- Anche Elena ora era davvero arrabbiata. Era troppo. Non meritava di essere trattata così. Non aveva fatto niente, non c’entrava nulla. Beh, si, c’entrava, ma non era colpa sua se si piacevano lei e Strify.
Quindi si toccò la guancia e presa dalla rabbia, le diede una forte spinta.
Arianna cadde sulla strada.
- QUESTA ME LA PAGHI!!!!- Mentre la bionda si stava alzando e raggiungendo di nuovo Elena, una macchina suonò il clacson a pochi metri.
- ARIANNA….SPOSTATI!!!!- Elena era come pietrificata. Aveva viste molte volte questa scena nei film e di solito il protagonista coraggioso, la scampava sempre. Ma lei era…come il marmo. Non riusciva a spostarsi. Ma solo a gridare.
La bionda si girò solo quando l’auto era già troppo vicina.
Troppo vicina.
Venne sbalzata via, a qualche metro dall’auto. Sbatté la testa sul marciapiede.
Del liquido rosso le fluiva dalla testa.
Del sangue.
Elena si sentì mancare. Ma non poteva. Non quella volta. Doveva chiamare i ragazzi. Doveva aiutarla.



*Il titolo di questo chap, tra l’altro il primo in inglese, è preso da una canzone degli Steppenwolf.


Stranamente,  non ho nulla da dire. A parte il fatto che questo capitolo, è stato piuttosto complicato da scrivere. Io non sono né ironica e né drammatica. Una via di mezzo. Perciò scrivere qualcosa di…così tragico e nello stesso tempo di inaspettato, far capire la rabbia di Arianna, la sorpresa di Elena…Si, insomma. Complicato. Spero di aver reso al meglio questi “sentimenti”.

Ah, e ovviamente spero di avervi sorpreso almeno un po’!

Grazie a tutte.
Alla prossima

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Capitolo 21
*** Va Tutto Bene. ***


21° Capitolo _ Va tutto bene.

Elena era pietrificata.
Era rimasta completamente immobile, fino a quando vide un uomo raggiungerla.
Come se il mondo si fosse fermato e avesse iniziato a girare solo ora.
- Signorina…Si sente bene? – Il signore non le aveva dato tempo di rispondere – Mi aiuti, la prego!-
L’uomo, nonché l’ autista, stava correndo verso Arianna. Per un attimo la ragazza mora non fece nulla, poi lo raggiunse e lo aiutò a prendere in braccio la bionda e a sistemarla sui sedili posteriori dell’automobile.
- Non dovremmo chiamare un’ambulanza? – Chiese tutta agitata la ragazza
- No, non c’è tempo…Ci metteremo più tempo!-
L’uomo salì in auto e, dopo una rapida occhiata alle due ragazze dietro, partì.
Arianna era sdraiata ed Elena la teneva stretta, per non farla cadere nelle curve.
Dopo pochi secondi la mora iniziò a tremare. Aveva paura e non era consapevole. Non riusciva a capirci nulla…Era stato tutto così veloce. E lei non l’aveva fatto apposta! Era stata provocata.
Ed era stato un incident…Bloccò un attimo il flusso dei miliardi di pensieri che le giravano come impazziti nella mente. Fissò i suoi pantaloni e si accorse che erano bagnati. Il nero della stoffa aveva preso una colorazione rossastra e le mani erano bagnate dal sangue di Arianna.
Era una scena così surreale, così impossibile.
Non poteva essere vero. Non in quel momento. Non adesso.
La mora si sentì di nuovo la testa girare. Sarebbe svenuta di lì a poco, ne era sicura.
Respirò a fondo e si “trattenne” dal perdere i sensi, solo alla vista dell’ospedale.
L’uomo parcheggiò l’automobile davanti all’ingresso e fece segno di aspettare ad Elena.
Corse dentro e tornò dopo pochi secondi con tre infermiere e una barella. Elena uscì dall’auto e, non sapendo come comportarsi, si mise da parte.
Una delle tre signore con il camice bianco, si avvicinò a lei e le chieste come stava.
Non bene, ecco la risposta. Si sentiva morire e nello stesso tempo pensava di essere una persona orribile. Come aveva potuto?
Era molto preoccupata per la compagna, ma in fondo la odiava. Arianna non avrebbe dovuto spingerla, non avrebbe dovuto gridarle contro. A iniziare tutto era stata proprio la bionda!
La odiava perché tutto questo non sarebbe dovuto succedere.
La odiava perché si sentiva colpevole.
Colpevole di un accaduto che non voleva succedesse.

- Bene, sto bene.- Rispose alla fine, la ragazza.
I medici, ora, avevano altro a cui pensare. Non potevano permettersi anche una ragazza svenuta.
Elena respirò a fondo e si sedette sulla scalinata. Sarebbe dovuta entrare insieme al signore e alle tre infermiere, insieme ad Arianna…ma non l’aveva fatto.
Rimase lì, seduta, fino a quando non arrivò un’altra signora con un camice bianco e un cartellino attaccato a una tasca, in alto a sinistra, con scritto “Serena”.
- Mi scusi…sta bene? -
- Si…si, sto bene.-
- E’ parente di qualcuno, qua ricoverato? – Le chiese la donna, avvicinandosi
Se glielo chiedeva, probabilmente non l’aveva vista scendere dall’auto.
- Sono un’amica della ragazza che ha avuto…un incidente.-
- Ok…Ha bisogno di qualcosa? Vuole entrare? -
- Si…Voglio sedermi davanti alla sala operatoria. Devo sapere cosa...le succede.-
- Non si preoccupi. Sarà la prima a sapere.-
Elena si alzò, fece un mezzo sorriso all’infermiera e si diresse verso la porta, quando la testa iniziò a girarle.
Le girava e le sembrava così pesante…Doveva avere almeno 39 di febbre, per stare così male. Fece altri tre passi e arrivò ad aggrapparsi alla maniglia della porta dell’ingresso.
Cercò di sostenersi, con l’aiuto dell’infermiera, che intanto gridava qualcosa…Ma non riusciva a capire. Si lasciò scivolare sul terreno e chiuse gli occhi.



- Uff…- Sbottò il batterista – Ma quando finisce questa pausa? -
- Che palle, Shin. Riposati un po’! Sei una macchina instancabile…- Rispose il cantante, tutto sudato.
- No…Siete voi che siete pigri! E’ diverso, sai.- Obiettò il batterista.
- Ricominciano appena tornano le ragazze… Certo che è strano. Sono fuori da un bel po’ di tempo. Saranno almeno venti minuti.- Disse Kiro, con uno sguardo preoccupato.
- Infatti. Io vado a chiamarle.- Strify si diresse verso l’uscita e, non vedendole, chiese a uno della security dove fossero andate.
Dopo aver ringraziato l’uomo per l’informazione, andò a passo spedito verso l’entrata principale del Live Club.
Anche lì, però non le vide. In compenso c’èrano una decina di persone tutte attorno al marciapiede, che però mantenevano una certa distanza.

Strify si fece largo tra la gente e il mormorio che lo circondava.
Una macchia di sangue.
Impallidì all’istante.
Chiese alla gente cos’era successo. Nessuno, però, rispose.
Lo richiese ancora. E ancora.
Finché una ragazza di poco più 20 anni, gli rispose in Inglese. Non aveva nemmeno pensato che probabilmente la gente non lo considerava perché non capiva la lingua.
Dopo aver saputo che una ragazza era stata investita, si precipitò all’interno del Live Club e ordinò agli altri di prepararsi. Chiesero indicazioni per raggiungere l’ospedale ai ragazzi che avevano montato l’attrezzatura per le prove e, a tutta velocità, con Yu alla guida del Tour Bus, partirono.
- Dio, Strify…Cos’è successo? – Chiese Romeo
- Io…non lo so. So solo che…- Deglutì e fece una pausa. Una serie di brividi gli percorsero la schiena – So solo che una ragazza è stata investita.-
Ci fu il silenzio totale da parte di tutti.
- Chi? – Chiese poi Kiro, facendosi coraggio.
- Non lo so. -
Strify incrociò mentalmente le dita e sperò che non fosse né Arianna né Elena.
Anche se dentro di sé era sicuro che fosse una delle due. L’unica cosa che sperava, anche se brutto da pensare, era di poter riabbracciare Elena e che quindi non fosse lei.
Si ripeté di stare tranquillo svariate volte, tutte con insuccesso.
Kiro, invece, era nel panico più totale. Si immaginò le due ragazze su un letto d’ospedale e, a quella visione, perse i sensi.
Shin accorse subito in aiuto del biondino.
- Kiro? KIRO? – Lo chiamò un paio di volte e, vendendo che non funzionava, Romeo si avvicinò al ragazzo e con superiorità gli disse di spostarsi.
- Santo cielo…deve sempre andarci male tutto! – Sbottò il tastierista, mentre dava degli schiaffetti al ragazzo sdraiato.
Pian piano il bassista si riprese.
- Cosa…?-
- Sei svenuto. Tranquillo, dai…andrà tutto bene.- Gli disse Shin, nascondendosi dietro un sorriso.
Anche il batterista, non era per niente sicuro di cosa si sarebbero sentiti dire in ospedale e, malgrado sperasse che non fosse né Arianna né Elena, uno strato di pessimismo gli faceva pensare l’esatto contrario.
Però doveva tranquillizzare Kiro e gli altri. E ora, un sorriso, andava più che bene.

- Aiutatemi…- Alcune infermiere soccorsero Elena e la portarono, con una barella, in una stanza.
La ragazza si riprese dopo poco.
- Dove…- Si ricordò cos’era successo poco prima. – Non devo esserci io qui. Sto bene!-
- Io non credo, tesoro. Sei svenuta.- Le disse Serena, con un sorriso stampato sulle labbra
- Come stai, adesso? – Le chiese poi.
- Bene. Sul serio. – Si tirò su dal letto, dove l’avevano sdraiata – Ho un po’ male ala testa, ma sto bene.-
- No, non alzarti! Aspetta…Prima ti devo provare la pressione, poi ti accompagnerò davanti alla sala operatoria e potrai aspettare lì. -
- Ok. Andrà tutto bene, vero? – Elena si sdraiò di nuovo e chiuse un attimo gli occhi.
- Non lo so, ma devi aver fiducia. Vedrai che alla fine, la tua amica, starà bene.- L’infermiera le sorrise, poi le fece stendere il braccio e le mise una specie di polsino, solo più grande, per provarle la pressione.
Aspettarono un attimo in silenzio.
- La pressione è a posto. Se vuoi ti posso dare un’aspirina per il mal di testa…-
- No, davvero. Voglio solo andare dall…-
- Lo so.- La signora, con un sorriso sbieco, le tese una mano e l’aiutò a scendere.
La condusse lungo un corridoio e la fece sedere su una sedia attaccata al muro, la prima di una lunga fila.
- Rimani qua. Non appena i dottori avranno finito, ti faranno sapere.-
- Grazie. Davvero.- Elena le sorrise, anche se solo per pochi istanti.
Se solo qualcosa fosse andato storto…
- Ah, un signore ha lasciato un numero di telefono alla segreteria. Ha detto di chiamarlo, per la ragazza.-
- Ah, grazie. Avviserò i genitori…-
L’infermiera le sorrise e poi, pian piano, scomparve lungo il corridoio.
A Elena scese una lacrima. Come poteva avvisare i genitori? Cosa gli avrebbe detto?
“Sapete, ho spinto vostra figlia sulla strada e un’auto l’ha messa sotto!” Le scorse un brivido lungo la schiena.
Non sarebbe riuscita a dirlo nemmeno ai ragazzi, figuriamoci ai genitori…
La mora si sistemò sulla sedia e appoggiò la testa al muro, cercando di riposarsi un po’ la mente.


In poco più di 10 minuti arrivarono all’ospedale. Scesero tutti davanti all’entrata, tranne Yu che rimase sul Tour Bus per cercare parcheggio.
I quattro si diressero verso la segreteria, con due signore.
- Mi scusi…mi saprebbe dire il nome della ragazza che è stata investita non troppo tempo fa?- La signora gli fece segno di non capire e indicò la sua collega, a fianco.
Era sicuramente più giovane e qualcosa di Inglese avrebbe capito.
Strify si avvicinò.
- Scusi…-
- Si, ho capito. Aspetta, voi chi siete? –
- Siamo…amici. -
- Ok…Seguimi. – L’infermiera li condusse in un corridoio, con una porta e un “divieto d’accesso” sopra. Superarono quella porta e più in là videro una ragazza mora. Era appoggiata al muro con la testa e aveva gli occhi chiusi.
Strify sorrise.
- Elena…- Sussurrò a bassa voce, più a sé stesso che agli altri
Aumentò il passo e andò ad abbracciarla. La ragazza che era in una specie di dormiveglia, rimase un attimo sbalordita dall’abbraccio. Poi vide la faccia quasi sorridente di Strify.
Era un sorriso malinconico.
- Strify…Io, ti giuro…non ho fatto nulla…- Elena si trattenne dal piangere. Non voleva fare la vittima. Si sarebbe presa le sue responsabilità. Ma aveva paura. Paura che non le credessero, paura che Strify la incolpasse…semplicemente paura.
- Tranquilla. Stai tranquilla, amore. – Le disse abbracciandola di nuovo il ragazzo – Dov’è Arianna? -
La ragazza esitò un attimo. Era la prima volta che la chiamava amore.
- E’ in sala operatoria. L’infermiera ha detto che non appena i dottori finiranno l’intervento, ci sapranno dire.- Rispose Elena, con una voce che rasentava lo stridulo.
- Va bene. Adesso però stai calma. Lo so che non è colpa tua. Quando te la sentirai, mi spiegherai tutto. Ok?-
La ragazza annuì e appoggiò la testa sulla spalla di Strify, che si era seduto di fianco a lei e l’aveva circondata con le braccia.
Intanto li aveva raggiunti anche Yu e Romeo gli stava spiegando ciò che aveva appena detto la mora.
I ragazzi si sedettero tutti e, con un incredibile silenzio, aspettarono, ognuno con i propri pensieri.


Questo capitolo di certo non sprizza di allegria. E, diciamoci la verità, non è nemmeno bello.
E’ che ho avuto la febbre e non ho scritto, mentre adesso che sono guarita, ho il raffreddore e un po’ di mal di testa. Perdonatemi. xD
Va beh, spero vi piaccia lo stesso.

Denni:
Visto? Sono di parola! Ho aggiornato due mesi dopo, circa xD Comunque teoricamente Elena ha dato una spinta, solo che…beh, se Arianna è impedita ed è inciampata mica è colpa di Elena eh u.u  Va beh xD Io non ho mezze misure.

Tokitoki:
Beh, forse sono stata leggermente (xD) esagerata riguardo la reazione. Solo che per esperienza personale, ho una compagna che è esattamente come questa Arianna. Tutto è suo, tutto a lei è dovuto, è la migliore…e tutte queste bellissime qualità -.-“ Così ho dato libero sfogo alla fantasia xD

Viholy:
o.o Stessa situazione! Anche io devo iniziare la prima liceo il prossimo anno. xD Comunque ti ringrazio per i complimenti. Mi fanno davvero piacere! Wow…50 fogli sciupati così? O.O Scherzo…grazie! *me arrossisce*

Thanks…
Alla prossima…

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Capitolo 22
*** Non Piangere ***


22° Capitolo _ Non Piangere.

Sabato


I ragazzi rimasero in ospedale tutto il Venerdì, compresa la sera. Le infermiere che, ogni tanto, passavano gli avevano ripetuto, invano, di tornare a casa. Elena ormai era addormentata sulla spalla di Strify, mentre il ragazzo era appoggiato con la testa al muro e ancora non era riuscito a chiudere occhio. Gli altri erano silenziosi e ognuno fissava qualche punto impreciso della parete davanti, raramente si dicevano qualcosa e se succedeva, la bisbigliavano.
La mattina del Sabato, verso le 7.00, la mora venne svegliata da Strify.
- Non hai dormito, vero?- Le chiese lei, tirandosi su e cercando di mettere a fuoco il volto del ragazzo.
- Sto bene, non ti preoccupare.-
Nessuno, in quel momento, stava bene. Erano tutti preoccupati, sovrappensiero e dispersi nei meandri della mente. Shin e Kiro, soprattutto, avevano una predisposizione a pensare subito al peggio. Yu e Romeo, invece, che erano sempre attivi e chiacchieroni, ora non dicevano nulla.
Negli ospedali c’è sempre qualcosa nell’aria…Quelle pareti bianche, quel pavimento candido e la gente che con un silenzio impressionante, va e viene.
Beh, si, sono ospedali. Non si può certo pensare che siano allegri e con la musica ad alto volume però, certi, sono davvero malinconici. Il fatto poi che tutta la gente che passasse, non facesse altro che guardarli dall’alto in basso, non aiutava di certo.

Solo alle 7.45, Yu disse qualcosa nell’orecchio di Romeo e si alzarono.
- Noi andiamo a prenderci un caffè e qualcosa da mangiare. Volete qualcosa? – Chiese il chitarrista con inespressività.
- Un caffè anche a me. – Rispose Shin, accavallando le gambe.
Kiro, invece, scosse la testa. Già era agitato per conto suo, se avesse preso anche un caffè…sarebbe morto con delle crisi d’ansia.
- A me dell’acqua.- Disse Elena, con voce quasi rauca, come se tutt’ad un tratto si fosse messa a piangere o si fosse presa un mal di gola.
- Anche a me. – Disse infine Strify, accennando un lieve sorriso ai due ragazzi, che non contraccambiarono.
Andarono dritti per il corridoio, fino a scomparire dietro all’angolo.

Non troppo tempo dopo, i dottori erano usciti dalla stanza. Subito i ragazzi erano saltati in piedi, come soldatini, e avevano iniziato a chiedere informazioni sulla situazione di Arianna.
Alla fine, lasciarono parlare Elena, essendo l’unica che parlava Italiano. Avrebbe tradotto dopo, in un secondo momento.
Ci fu un momento di calma e gli altri ragazzi andarono a sedersi, lasciando la mora da sola con il dottore che era rimasto.
Non aveva domandato nulla  che il medico aveva già iniziato a parlare.
- La sua amica ha avuto un trauma cranico, ma fortunatamente, senza sintomi obiettivi.-
La ragazza deglutì, facendo capire che non era ben chiara la spiegazione fornitagli.
- In parole povere, se la sua amica darà segni di ripresa entro oggi o domani, basteranno pochi giorni per essere dimessa. Se ciò non succederà, dovremmo tenerla qua e sottoporla a continui accertamenti.-
La ragazza annuì e ringraziò il medico.
- Ah, signorina…Sarebbe meglio se chiamasse subito i genitori della paziente. Essendo minore…-
- Si, non si preoccupi. Lo farò subito.-
Il medico si allontanò velocemente, con lo sguardo fisso su alcune cartelle che teneva in mano.
Elena si sedette sulla sua sedia e si strofinò le mani sulla faccia.
Oh, se solo qualcosa fosse andato storto…se solo la ragazza non si fosse ripresa…
- Elena…Cosa succede? – Chiese il bassista, interrompendo il flusso di pensieri.
- Il dottore ha detto che se si riprenderà entro oggi o domani, la dimetteranno presto. Al contrario, la terranno qua, sperando che la situazione non peggiori.- Rispose lei. La voce le era quasi diventata stridula e gli occhi lucidi. Yu, che stava sorseggiando il caffè in piedi, si sedette e per la prima volta da quando era successo tutto ciò, la abbracciò.
- Non piangere…Andrà bene, vedrai. – Non era convinto nemmeno lui, ma a volte fingere aiuta gli altri. E questa situazione, era una di quelle.
- Si…davvero!- Le disse Shin, avvicinandosi e mettendosi quasi in ginocchio per arrivare all’altezza della mora, che era seduta.
- Grazie…- Una lacrima però le attraversò lo stesso il volto – Scusate…io devo andare fuori a prendere una boccata d’aria. -
-  Ok, vai…tranquilla.-
Elena si diresse all’uscita. Rimase un attimo sulla porta a osservare una pioggerellina fine che scendeva dal cielo scuro.
Anche lui ce l’ha con me…ma io lo giuro, non ho fatto nulla.
A questo pensiero, nemmeno lei ci credeva veramente. Sapeva che in realtà era colpa sua. La cosa che non sapeva era come dire agli altri e ai genitori di Arianna, cos’era successo.
Sapete…Vostra figlia era gelosa di me e Strify, così ha iniziato a spingermi e insultarmi. Io ho reagito e lo spinta troppo forte…e beh, è passata un auto.
Con che parole l’avrebbe spiegato?

Uscì, fregandosene della pioggia e del vento che si stava alzando.
Rimase sulla scalinata, con le mani sul viso e gli occhi lucidi, le lacrime che le rigavano il volto come fossero lame. E la domanda che prendeva posto più spesso nella sua mente era
Perché? Perché a me non è concesso di essere felice?
Il destino non le aveva di certo riservato cose belle, almeno fino ad ora. Era una ragazza come tutte le altre, con una famiglia come tutte le altre e con una casa come tutte le altre.
Era normale. Fin qui, nulla di sbagliato.
Ma appena la buona sorte sembrava mettersi dalla parte di Elena, qualcosa andava storto. Ed era successo anche adesso.

La pioggia stava aumentando ed Elena rientrò, quasi completamente fradicia.
Andò verso la segreteria e chiese a una ragazza morettina, giovane, con degli occhiali dalla montatura rossa sul naso, il numero del signore. Non appena glielo diedero, Elena lo mise in tasca e si allontanò.

Tirò fuori il suo cellulare dai jeans. Odiava comporre quel numero, soprattutto in quel momento. Avrebbe voluto rompere il cellulare o trovare un’altra scusa per telefonare. Ma non lo fece. Non stavolta.
- Ciao Elena…- La voce squillante e quasi costantemente allegra di sua madre.
- Ciao mamma. Senti, è successo un casino e non ho davvero tempo per spiegarti. Sono in ospedale.-
- E’ per te? Cos’è successo? – Dallo squillante era passata allo stridulo.
- No, non è per me. Fammi solo questo favore e oggi…domani, senti non lo so, ma ti spiegherò appena avrò tempo.- Appena avrò coraggio e troverò le parole, pensò la mora. – Dammi il numero dei genitori di Arianna.-
- Arianna? Chi? La tua ex-compagna di scuola? -
- Si, lei. Ne ho bisogno. – Elena respirò e lasciò una pausa. –Dovrebbe essere nella mia agenda telefonica, sul comodino, in camera mia.-
-Si, ecco…L’ho trovata…Aspetta…Va bene.-
La madre prese a dettargli il numero e insistette, subito dopo, per sapere cos’era successo. Elena pregò sua madre di non dire niente a papà, per non farlo agitare. Avrebbe spiegato tutto lei, al momento giusto, che secondo Elena non sarebbe mai arrivato.
Si segnò il numero in rubrica e telefonò ai genitori.
- Pronto?- La voce della madre di Arianna, non si ricordava il nome però ricordava la voce. Era una voce…normale, ma si adattava bene alla personalità di chi la portava.
- Sono Elena.- Disse la ragazza, accorgendosi che il battito cardiaco le stava aumentando.
- Elena? Chi, scusami? -
- L’amica di sua figlia.- Amica? – La compagna di scuola delle medie. Non so se sua figlia gliel’ha detto, ma siamo in stanza insieme. Sa, per quella cosa dei Cinema Bizarre. – Non trovava le parole e le mancava solo di iniziare a balbettare.
- Ah si. Non me l’ha detto, a dire il vero. Non mi ha ancora telefonato da quando è partita.- Attimo di silenzio – Segno che si sta divertendo! – Aggiunse poi.
Prendi coraggio
Respira…
Non ce la faccio
-
Signora, sua figlia è stata investita ieri.-
Per qualche secondo non si sentì nulla e Elena quasi sperò che fosse caduta la linea.
- Cosa? – La voce spaventata della madre.
- Si. Io…- No, non è il momento, pensò Elena – Un’auto l’ha investita. Siamo all’ospedale di Roma.-
Elena riferì alla donna ciò che le aveva detto il Dottore.
- Io…Oggi mio marito non c’è, è via per lavoro, ma domani è di ritorno. Appena sarà possibile arriveremo. Se succede qualcosa, anche una semplice novità, non esitare a chiamare. Ok? -
- Ok. – La mora avrebbe voluto aggiungere un Stia tranquilla, ma non le sembrava il caso. Nemmeno lei lo era, figuriamoci la madre. Non c’èra per niente da stare tranquilli.
Per ultima cosa, diede ai genitori il numero di cellulare del signore alla guida. Non aveva detto nulla, non aveva parlato di colpe, si era limitata a dare il numero.

La ragazza ripose il cellulare nella tasca e si girò. Vide che il Dottore con cui aveva parlato prima era appoggiato al banco della segreteria.
- Scusi? – la mora gli andò incontro – Volevo chiederle una cosa.-
- Mi dica.-
- Quando possiamo vedere la ragazza che ha avuto l’incidente? Arianna…-
- Per oggi, mi creda, è meglio di no. Domani, se vuole, può stare per un po’ con lei.-
Elena annuì e tornò dai ragazzi.
Quella giornata sarebbe stata uguale alla precedente e ciò non era per niente positivo.


E niente. Anche qui non c’è nulla da dire.

Ah si… Stavolta, oltre quelli che mi seguono, devo fare altri due ringraziamenti:
- Mia mamma che essendo un’infermiera mi ha aiutata a descrivere i sintomi XD
- i Cure, grandiosa band, senza la quale questo capitolo non sarebbe stato scritto.
Quindi prendetevela con i Cure xD
No…sarebbe stato scritto lo stesso, ma l’ispirazione l’hanno fornita loro u.u

Denni:
Anche io sono pignola e controllo SEMPRE xD Comunque l’ho anche riletta, ma ero con la testa da un’altra parte e…*me chiede scusa per gli errori* xD Thanks, come al solito

Viholy:
Ma grazieee! Mi fa molto piacere ricevere così tanti complimenti, anche se non credo di meritarli, ma va beh xD Comunque ho scelto il Liceo Classico, speriamo bene! Spero ti sia piaciuto anche questo chap :)

Grazie, anche solo a chi legge.
Alla prossima…






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Capitolo 23
*** Lasciami Stare ***


23° Capitolo _ Lasciami Stare.

Domenica.

I ragazzi avevano passato il Sabato in ospedale.
La sera i medici e gli infermieri avevano insistito perché si andassero a riposare in Hotel e, malgrado Elena volesse rimanere, i cinque la convinsero ad andare via per la notte.
Il giorno dopo, però, si rimisero subito in “marcia”.
Scesero a far colazione e dopo nemmeno 20 minuti, erano già di ritorno verso quel corridoio bianco e quasi irritante che ormai avevano ispezionato in lungo e in largo.
Anche mentre mangiavano o nel viaggio sul tour bus, nessuno aveva detto nulla. Sembrava che tutti, da un momento all’altro, fossero diventati muti.
Elena non sapeva cosa si fossero detti alla notte Yu, Romeo, Shin e Strify e più ci pensava, più aveva come la netta sensazione che le volessero dare la colpa.
Lei era lì, con Arianna…Solo loro due…La bionda era casualmente caduta sulla strada…Ostacoli su cui poter inciampare zero…Insomma, facendo due più due, uno poteva arrivarci.
Ok, poteva anche essere andata così: Arianna stava attraversando la strada, era distratta e…
bam.
Ma secondo Elena, questa ipotesi, non era nemmeno da considerare.
Era colpa sua. E più cercava di non pensarci e di credere che non era così, più nella sua mente si ripeteva a caratteri cubitali la scritta
E’ colpa tua.
E quelle tre semplici parole le avevano impedito di dormire la notte.
Kiro, nel letto di fianco a lei, era girato e non aveva detto nulla. Né all’ospedale, né quando erano in camera insieme.
Elena, però, presumeva che nemmeno lui avesse dormito troppo bene, a giudicare dalle occhiaie.
Si, non doveva essere troppo riposato.
Quando arrivarono all’ospedale, c’èra ancora più silenzio del giorno precedente. Era mattina e i parenti che il giorno prima erano andati in visita dai ricoverati, non erano certo rimasti. E poi era Domenica! Chi mai passerebbe una Domenica in ospedale? Se non per necessità o per via di un parente stretto, nessuno.
Quando l’infermiera li aveva visti rientrare, si era lasciata scappare un sorrisino e, con un gesto della mano, li aveva salutati.
Ormai non c’èra più bisogno che li accompagnasse. Nei momenti in cui la noia colpiva più forte che mai e i ragazzi iniziavano a pensare al peggio, andavano a fare un giro per l’ospedale.
Era…bello? No, bello è una parola grossa. Ma a Elena piaceva perdersi nei corridoi, come in un labirinto, cercando di trovare la “strada” giusta per arrivare alla meta.
Per lo meno, la aiutava a distrarsi.

A mezzogiorno rimasero lì, mangiando qualcosa dal distributore automatico situato all’ingresso.
Qualche ora dopo, verso le 14.30, Elena era uno straccio. Non aveva dormito alla notte e stare lì, senza fare nulla, la uccideva.
La noia, la tristezza, il dubbio, la paura…Un insieme di sentimenti che a lungo andare, ti lacerano dentro.
- Io vado a fare un giro. – La mora si alzò e, senza aspettare risposta, si incamminò per quel corridoio.
- Aspetta. – La voce di Strify.
La stava raggiungendo, sentiva i passi.
- Posso venire con te? – Chiese il ragazzo, come un bambino che non vuole essere lasciato solo dalla propria madre.
Elena annuì.
Con lui, però, non si sentiva sola. Non abbastanza.
Per ragionare su ciò che era successo due giorni prima, aveva bisogno del silenzio totale, che nessuno fosse lì accanto a lei.
Aveva paura che se solo avesse pensato all’incidente o delle immagini le fossero saltate alla mente, Strify le avrebbe viste.
Che paura stupida, pensava. Eppure non riusciva a ragionare.
Camminava e osservava le pareti o i cartelli di divieto sulle porte, come se non avesse mai visto quel posto. Invece, ormai, dopo tutte le volte che ci aveva fatto un giro, conosceva bene anche le scritte in ogni porta, sebbene sembrassero tutte uguali.
- Andrà tutto bene.- Elena odiava quelle tre parole quasi quanto odiava la frase stampata nella sua mente.
Perché le persone si ostinavano a dirle così? Non lo potevano sapere. Nessuno lo sapeva.
Eppure tutta quella sicurezza, quel andrà tutto bene accompagnato da un sorriso falso, la faceva stare ancora peggio. Sapeva che Strify lo faceva per lei e non per farla star male, perciò lo perdonava.
- Non lo so. – Disse lei continuando a camminare e a fissare il muro.
- Non ti preoccupare. – Elena strinse i pugni. In quelle situazioni si agitava, diventava nervosa e litigiosa. Ma Strify non la conosceva abbastanza per saperlo ed Elena continuava a trattenersi.
I suoi pensieri però discordavano molto da quelli di Strify.
No, certo che non mi preoccupo. Cazzo! Come puoi dirlo? Lei era la mia compagna. Non siamo mai state amiche, ma…Dio, io l’ho spinta!!!
Elena tentò di convincersi, per l’ennesima volta, che in fondo non era colpa sua. Arianna l’aveva provocata, Arianna l’aveva spinta, Arianna aveva iniziato tutto e Arianna era su una barella.
Allora, se la bionda aveva tutte queste colpe, perché c’èra lei su quel lettino?
Cazzo, l’ho spinta. E’ inutile. Non avrei dovuto farlo e non posso giustificarmi in nessun modo.
- Vuoi parlare? Non deve essere facile vedere un’amica finire sotto…-
- No, non voglio parlare.- Lo sapeva. Sapeva che Strify voleva che gli raccontasse ciò che era successo, ma non poteva. Lui l’avrebbe incolpata, non l’avrebbe più guardata in faccia e se solo Arianna fosse…
Non voleva pensare a quella parole. Non poteva succedere. Non doveva!
Elena pensò che il primo a cui avrebbe raccontato tutto sarebbe stato Kiro. Lui non l’avrebbe capita, ne era certa, ma almeno era qualcuno con cui si sentiva libera di parlare. Un’ amico, diciamo.
Gli altri non li conosceva molto bene e Strify…beh, lui no. Non sarebbe riuscita nemmeno a guardarlo negli occhi.
- Senti Elena, lo so…- Strify la fermò, prendendola per un braccio – Lo so cosa provi. E’ dura, molto dura e…-
E blablabla. Dov’era il copione? Ah ecco, terza riga…
Solite cose. Solite fottute identiche cose. E’ dura, ti capisco, ti sono vicino, so cosa provi…Dio, che bugiardo!
Forse era vero che sapeva cosa provava, che gli era successo qualcosa di simile, ma non era certo stato lui a spingere un suo amico sotto un auto e in una situazione del genere.
Elena odiava le persone che cercavano di rassicurarla quando non potevano fare altro che dire “Speriamo bene”.
Lo stava a sentire, non ad ascoltare. Fissava la pianta al di là del ragazzo e si chiedeva se fosse finta. Aveva delle strane foglie per essere una pianta vera, ma ne esistevano molte tipologie e lei, di piante, non se ne intendeva proprio. Aveva fatto morire in meno di una settimana anche il piccolo cactus che le aveva regalato sua madre per il compleanno.
- Mi stai ascoltando? – Chiese il ragazzo, dopo pochi secondi.
Elena pensava ancora alla pianta e ora era quasi sicura fosse vera.
- Elena! – Strify le mise una mano sulla guancia e la costrinse a guardarlo negli occhi – Mi ascolti, per favore? – Chiese dolcemente, ma con un’ espressione piuttosto severa.
- No. – Disse semplicemente la mora.
- Cosa? – Chiese il ragazzo, togliendole la mano.
- No, non ti ascolto. – Ripeté Elena.
- Per quale motivo? -
- So cosa mi vuoi dire e non ho bisogno di sentirmelo ripetere. Da te. –
Elena abbassò lo sguardo e continuò a camminare. Il ragazzo la prese di nuovo per il braccio e la fermò, pochi passi più avanti.
- Ma cos’hai? Mi vuoi spiegare? Sembra quasi che ciò che è accaduto sia colpa tua. -
Elena non rispose e cercò di non cambiare espressione. Faticava a mentire e l’unica cosa che riusciva a fare era posticipare.
- Elena, ti prego. Se mi spieghi, andrà meglio. – Strify le sorrise.
No, non poteva più sopportare! Come? In che modo sarebbe andata meglio?
Aveva, per caso, una bacchetta per tornare indietro nel tempo?
- Strify, te lo chiedo per favore. Non pretendere che ti spieghi nulla perché ora non lo farò. – La ragazza cercò di rimanere calma, anche se i pugni erano stretti.
- Vedrai che si sistem…-
- BASTA! DEVI SMETTERLA!- Un infermiera si avvicinò a Elena facendole segno di tenere un tono di voce basso e di calmarsi. – Devi finirla con le tue rassicurazioni, Strify. Non servono a nulla e, anzi, peggiorano le cose. Tu non c’èri, non sai come sono andate le cose e non sei nemmeno un Dottore per dire “Andrà tutto bene”. Ok? -
- No, non sono niente di tutto questo. – Fece una pausa. – Però sono sicuro che non è colpa tua! -
La goccia che fece traboccare il vaso.

Elena si trattenne dal dirgli che non sapeva nulla di lei e che si sbagliava. Su tutto quanto si sbagliava. Scosse la testa e si diresse fuori, con una lacrima che le rigava il volto. Quando era nervosa era più forte di lei scaricare la tensione piangendo.
Uscì fuori dall’ospedale, passando davanti ai ragazzi. Yu era in piedi e gironzolava per il corridoio, avanti e indietro. Romeo era mezzo addormentato su Shin, che aveva la testa inclinata e appoggiata al muro. Kiro, invece, era seduto un po’ più lontano dagli altri e non faceva nulla. Guardava dritto davanti a sé, senza dire o fare nulla.
Quando la ragazza passò, cercando di mascherare la lacrima e la rabbia, il bassista se ne accorse e aspettò un attimo, indeciso se seguirla o no.
Elena sperò vivamente che nessuna la seguisse. Voleva stare da sola, almeno per un po’.
Uscì dall’ospedale e si sedette sulla scalinata, come il giorno precedente.
Quel giorno però c’èrano solo molte nuvole e un po’ di vento, niente pioggia.
Cercò di nascondere il viso tra le ginocchia, strette dalle braccia. Perché Strify insisteva? Non capiva che tutto quel perseguitarla non la faceva stare bene? Non lo capiva che aveva solo bisogno della sua compagnia e non delle sue inutili rassicurazioni? Non lo capiva che in realtà era colpa sua?
Dopo pochi minuti, la porta si aprì e si richiuse all’istante.
Un ragazzo biondo si sedette di fianco a lei.
Non la salutò nemmeno e non si girò per sorriderle o dire cose come “Stai tranquilla”.
- Kiro…- La mora biascicò il suo nome, con voce rotta. Sentiva gli occhi bruciare e la gola secca.
Abbracciò il ragazzo che ricambiò.
- Io giuro…Non l’ho fatto apposta. Davvero…Tu devi credermi! Devi! – Elena si strinse di più a lui.
- Cos’è successo? – Non lo chiese con tono dolce o rassicurante, ma nemmeno colpevole.
- Io…Te lo giuro…Tu non mi crederai! – Elena si staccò da lui, cercando il suo sguardo puntato però da tutt’altra parte.
- Spiegami. – Ripeté il biondo.
La mora prese coraggio.
- Ero fuori. Lei mi ha raggiunto e ha iniziato a insultarmi.- Si interruppe pensando a quel momento. Si ricordò la spinta di Arianna.
- Perché ti ha insultata? –
- Per Strify. Lo sai, le piaceva anche a lei. – Piace, Pensò Elena. Perché aveva usato il passato? – Così ha iniziato a insultarmi, a dirmi che “glielo avevo rubato” e avevo fatto di tutto per tenerlo lontano da lei. Io non ho fatto nulla. -
Un’altra lacrima le scese…
- Poi? – Chiese Kiro, girando lo sguardo verso lei.
- Ha iniziato a spintonarmi, una, due, tre volte…Non l’avevo nemmeno toccata fino ad’allora, ma lei continuava e…-
- Tu l’ hai spinta.- Finì Kiro.
- Si, io lo giuro. Ti prego, credimi. Lei è caduta in mezzo alla strada e c’èra quell’auto…Io giuro che volevo aiutarla, ma non sapevo cosa fare. Ho iniziato a gridare, ma niente di più. Era troppo tardi.-
Non era stato facile raccontarlo, soprattutto con le immagini ancora nitide e sparse nella testa.

Kiro non fece o disse nulla. Con lui era più facile parlare, ma il suo non esprimersi ora non aiutava più.
- Dimmi qualcosa. Qualunque cosa. – Elena gli prese una mano.
- Non lo so, Elena. Ciò che è successo è grave. – Elena annuì. Lo sapeva. Sapeva anche che Kiro non sarebbe stato di parte e che avrebbe detto ciò che pensava realmente.
- Ma non è colpa tua. Lei ti ha spinto, ti ha insultato e non né aveva il diritto. -
Ecco tutto ciò di cui aveva bisogno.
Kiro la stava appoggiando e l’avrebbe senz’altro aiutata a dirlo agli altri.

Ringrazio tutti quelli che tengono la storia nelle seguite, nei preferiti e che hanno recensito.
Graaaazie!!! *-*

Scusate, ma devo proprio scappare!

Alla prossima…


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Capitolo 24
*** Piccolo Segreto ***


24° Capitolo _ Piccolo Segreto.

Ecco, ciò le bastava.
Un sorriso, anche se un po’ forzato, di Kiro e il suo “perdonarla”, l’avevano rassicurata.
Certo, i fatti erano quelli e non sarebbero cambiati per un sorriso, ma almeno poteva contare su qualcuno.
I dure ragazzi si alzarono e si diressero verso la porta, quando ad Elena suonò il cellulare.
- Pronto? – Chiese non sapendo chi fosse.
- Elena? Mi vuoi spiegare che è successo?- Sua madre. Una voce isterica, assolutamente preoccupata e quella del padre sotto, che blaterava qualcosa di incomprensibile.
Qualcosa come
E se fosse successo a lei? Ecco, andiamoci a fidare!
- Mamma, ti prego, calmati.- Elena fece segno a Kiro di andare dentro, lei l’avrebbe raggiunto. – Lo so, avrei dovuto spiegarti, ma non ero nella condizione. Io non so cosa dire. E’ tutto confus…-
- Non m’importa! Spiegami e basta. La madre di Arianna ha telefonato sconvolta per sapere se avessimo qualche notizia in più, da te, e invece?! Noi non sapevamo proprio nulla!-
- Ma come? Vi ho detto che avevo un problema, in ospedale.-
- Sì, ma non pensavamo così grande! Elena, Arianna è stata investita e tu non ce lo dici? Cos’è successo? E dov’è accaduto? Ma sta bene? -
- DANNAZIONE, MAMMA! NON MI LASCI PARLARE, PRETENDI DI SAPERE TUTTO QUANDO IN REALTA’ NEMMENO IO SO NULLA!- Elena fece un grande respiro per calmarsi – Appena Arianna starà meglio te lo dirò. Non chiamarmi.- E con questo mise giù.
Voleva quasi spegnere il cellulare, ma lo mise solo silenzioso.
Era così arrabbiata. I suoi genitori, come potevano pretendere di sapere? Come potevano essere sconvolti tanto da arrabbiarsi con la ragazza, quando l’unica ad essere shockata era lei. Lei aveva visto la scena. Lei era su quel fottuto marciapiede, immobile. Lei non aveva fatto nulla per impedirlo.
Solo lei. Non sua madre, suo padre o chissà chi altri.
Andò dentro, lasciando andare la porta dietro di sé, che si richiuse con un movimento lento meccanizzato.

Si diresse verso il corridoio aumentando la velocità e, alla fine, si sedette vicino a Shin, che aveva ancora la testa inclinata e un Romeo piuttosto stanco con la testa sulla spalla.
Adesso si sarebbe riposata, solo un attimo e poi glielo avrebbe detto.
Aveva bisogno di respirare.
Aveva bisogno di riflettere, anche se in quegli ultimi giorni era la cosa che aveva fatto più spesso.
Aveva semplicemente bisogno di stare in silenzio, a fissare qualsiasi punto della parete.
Nessuno le chiese niente, sembrava quasi non l’avessero nemmeno vista.
Pian piano, però, tra i pensieri che le vagavano in testa e la stanchezza, si addormentò. Non era un sonno pesante, aveva semplicemente chiuso gli occhi e anche la mente.
Venne “svegliata” da quella specie di dormiveglia solo dopo qualche ora, da Yu.
- Elena? – Le chiese il ragazzo, accarezzandola un po’ in viso in modo che aprisse gli occhi.
- Si? Scusa Yu, ci sono. – Si stropicciò gli occhi e prestò attenzione al ragazzo.
- Dobbiamo andare. – Disse lui, infilandosi la giacca scura.
- Dove? – Era ancora un po’ assonnata e stordita. Non ricordava avessero impegni.
- Ricordi quell’intervista che poteva svolgersi in uno di questi giorni? Beh, ci hanno chiamato. Vorremmo restare, ma… cerca di capire. – Yu non sapeva cosa fare. Elena era certa che gli dispiacesse andarsene e lasciarla sola, ma non era colpa loro e poi era il loro lavoro.
- Non c’è problema. Andate pure. -
- Cosa? – Romeo, che si stava mettendo un po’ a posto e controllando di non avere delle occhiaie, fece segno di no con la testa. – Tu vieni con noi.- Non era una minaccia, ma l’aveva detto in modo serio.
- No, io rimango.-
- Elena, per favore.- La voce calda e premurosa di Strify – Non ti fa bene stare sempre chiusa qua. E poi da sola. Ti prego, vieni con noi. Non staremo via tanto…- Il vocalist cercò di convincerla.
- No, Strify. Io rimango. Mi dispiace.- Solo pochi giorni prima avrebbe saltellato per la stanza con un enorme sorriso. Sarebbe stato parte del suo sogno scoprire un po’ il mondo delle star, andare a un’intervista… Ma ora no. Ora sapeva quali erano le sue responsabilità e non avrebbe lasciato neanche un minuto Arianna.
- Allora resto anche io. – Disse Strify guardando gli altri.
- Ma Str…- Cercò di obbiettare Shin.
- No, io resto.- Il biondo era sempre più convinto.
- No, vai. – La voce di Elena. Forte e decisa. – Strify, preferisco così. Per favore, vai con loro.-
Il ragazzo ci rimase male, avrebbe voluto chiarire il “malinteso” di prima, avrebbe voluto stare con Elena, ma lei non voleva.
Ma la ragazza sapeva il motivo. Non poteva impedirgli di fare ciò che faceva sempre. Non poteva e basta. Come ce le aveva lei delle responsabilità, le aveva anche lui.
- Ok. – Strify scosse la testa, non sapendo che dire e seguì gli altri.

Elena si sedette lì, ad aspettare non si sa bene cosa. Magari il risveglio improvviso di Arianna o che le cose magicamente si mettessero a posto.
Intanto le vennero in mente le voci dei genitori, prima di partire.
Hai preso tutto? Quante volte, la madre, gliel’aveva ripetuto? Milioni.
Stai attenta, eh. Noi ci fidiamo, ma rimani nel gruppo. La voce severa di suo padre, mista all’emozione di vedere sua figlia partire per la prima volta. O meglio, per la prima volta per un viaggio così lungo.
Divertiti. Ecco! Quella parola le echeggiava nella testa, sbattendo e rimbalzando da tutte le parti come un tormentone. Divertiti…Già, alla fine si stava proprio divertendo, eh. Se solo avesse avuto qualcosa a portata di mano, l’avrebbe rotto e gettato in terra.
A risvegliarla dai pensieri, fu il medico, quello che aveva operato Arianna.
- Signorina, se vuole può rimanere un po’ con la sua amica. E’ qui da molto tempo e, a patto che stia in silenzio e la lasci riposare, può anche sedersi sulla sedia che c’è lì, in camera.-
Elena annuì e ringraziò.
Entrò in camera di Arianna, finalmente, per la prima volta gliela lasciavano vedere.
Erano strani sentimenti quelli che Elena provava per la ragazza distesa su quella barella.
Non era l’affetto di un parente, naturalmente, ma nemmeno l’indifferenza di un passante.
Lei non voleva particolarmente bene ad Arianna, non si erano mai sopportate e questo era ben chiaro, ma non la odiava. Non la detestava affatto!
Aveva passato tre anni della sua vita con lei e non c’erano stati solo litigi o sguardi “assassini”. Avevano parlato, si erano conosciute nel corso delle scuole medie e si erano, a volte, anche aiutate e vicenda in qualche compito o interrogazione.
Provava uno strano senso di dispiacere, quasi di rimprovero verso sé stessa.
Come se ad Elena importasse di più il rimorso che la stava uccidendo che Arianna. Ma non era così. Le voleva bene, in uno strano modo, però gliene voleva. Però era colpa sua e sapeva che quando la ragazza si sarebbe svegliata, perché sarebbe successo, non sarebbe stato rose e fiori.
Non poteva neanche immaginare cosa sarebbe accaduto.

Elena si mise sulla sedia nera, in un angolo della stanza, vicino alla finestra. Era leggermente più comoda di quelle che si trovavano nel corridoio, ma non era certo come un letto. Malgrado tutto, tra la noia e quant’altro, la ragazza mora riuscì ad addormentarsi ancora.
Poi, verso il tardo pomeriggio, venne svegliata dalla fame. Era ora di cena e lo stomaco reclamava cibo. Era strano: aveva fame, ma non aveva la forza di mangiare. La testa le faceva male, quasi, e sentiva il bisogno di sdraiarsi.
Trascinò la sedia vicino al letto di Arianna e si sedette.
Puntò i gomiti sulle ginocchia e sostenne la testa con le mani. Abbassò lo sguardo e, senza un perché, prese la mano di Arianna.
Non sarebbe cambiato nulla. La ragazza bionda gliel’avrebbe fatta pagare, in un modo o nell’altro, ma sentiva il bisogno di farlo.
Elena rimase lì, con gli occhi chiusi, assorta nei rumori dell’ospedale e il chiacchiericcio sommesso proveniente dagli infermieri e dai pazienti.

La ragazza sentì qualcosa muoversi leggermente tra la sua mano. Alzò la testa e inquadrò le dita di Arianna.
L’indice si muoveva e pian piano tutta la mano.
La mora aveva visto moltissime scene di quel genere nei film, così spinse un pulsante per chiamare un’infermiera.
In poco tempo, la stessa signora che le aveva sorriso prima, apparse.
- Che succede? – Controllò Arianna e vide che muoveva la mano e leggermente anche le palpebre.
- Lei…- Elena la indicò.
L’infermiera aspettò un attimo e tolse il tubo dalla bocca della ragazza.
Pochi secondi e Arianna si svegliò, del tutto.
Era stordita, la testa le faceva talmente male da non sentirla quasi, la vista era appannata e non riusciva nemmeno a inquadrare la situazione.
- Parlale. – La voce dell’infermiera che incitava Elena a dire qualcosa.
- Arianna? Mi senti? Ti prego, dì qualcosa. -
La bionda sentiva eccome, ma non riusciva né a collegare di chi fosse quella voce e né la parola. Non riusciva ad aprire nemmeno la bocca.
L’infermiera disse che doveva darle un attimo per riprendersi, che lei sarebbe andata via e che se ci fossero stati problemi di chiamarla spingendo lo stesso bottone di prima.
Elena annuì e si sedette.
- Uhm....mm…- Arianna si portò una mano alla testa.
- Arianna? Sai chi sono? Mi riconosci? -
- Si. – Finalmente aveva parlato. La voce era un po’ rauca e la bocca impastata, ma almeno riusciva. - Elena.-
Non sembrava troppo felice di vederla e questo la mora se lo aspettava.
- Ti ricordi cos’è successo? –
La bionda lasciò passare un attimo.
- Fin troppo bene.- Concluse alla fine.
- Devi credermi, io non l’ho fatto apposta. – Elena stava cercando di farlo capire ad Arianna, di convincerla a non vendicarsi.
- Ma l’hai fatto.-
- Tu mi spingevi, mi insultavi…Io…Arianna, davvero! Non l’ho fatto apposta. Se solo avessi immaginat…- la mora venne interrotta.
- I Cinema Bizarre? –
- Se ne sono appena andati perché avevano un’intervista, ma siamo rimasti qui sempre, siamo tutti stanchissimi.-
- Bene. Sanno cos’è successo? – Chiese Arianna, con fare perfido.
- No. Loro mi incolperebbero, non sanno che non l’ho fatto “volontariamente”, loro non mi crederebbero…- Quella di Elena sembrava quasi una supplica.
- Non lo sa nessuno? -
- Kiro. Kiro lo sa. – Disse infine la mora.
- Bene, allora sarà il nostro piccolo segreto.-
Come? No, non poteva essere. Il loro piccolo segreto?
Doveva, per forza, esserci qualcosa sotto. Arianna avrebbe sfruttato quell’accaduto fino ai massimi livelli. Non si cambia da un momento all’altro.
Elena deglutì vistosamente e annuì, non riuscendo a capire cosa l’altra avesse in mente.

Buongiorno :)
Scusate, sono in un ritardo pazzesco! Non è che non abbia ispirazione, anzi, ma mi dimentico sempre di postare.
Comunque spero che anche questo capitolo vi piaccia. Il prossimo è già pronto quindi, stavolta, prometto solennemente di postare presto! XD

Viholy:
Esattamente gli stessi impegni che affliggono anche me. Almeno so di non essere sola! xD Sono felice che ti piaccia il ruolo di Kiro. Non so il motivo, ma ce lo vedo bene come amico-confidente! Ciaaaao ^-^

Alla prossima…


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Capitolo 25
*** Nulla da dire. ***


25° Capitolo _ Nulla da dire.

Arianna ed Elena rimasero per un po’ senza dir nulla.
Arianna aveva uno sguardo assorto, la testa le faceva ancora male e l’unica cosa di cui aveva voglia era dormire. Uno strano sorriso, però, le era comparso sul volto e non accennava ad andarsene.
La mora invece era assorta, ma in un modo molto diverso. A differenza della ragazza che aveva accanto, Elena era preoccupata, stava letteralmente annegando nei pensieri.
Era sicura che appena Arianna si fosse svegliata le sue preoccupazioni sarebbero pressoché svanite, ma così non era stato. Anzi, la situazione era peggiorata!
Elena aveva calcolato di spiegare l’accaduto ai ragazzi prima del risveglio di Arianna, in modo che la bionda non iniziasse a raccontare assurde versioni, invece ciò non era successo.
Un po’ la mora non aveva il coraggio necessario, anche se le occasioni in cui dirlo erano state abbondanti in tutte quelle ore passate in silenzio. Ma aveva paura.
E ora non le era di certo passata.
Temeva che Kiro non l’avesse più ascoltata, malgrado gli avesse spiegato bene ciò che era successo e sembrava che il ragazzo l’avesse capita.
Temeva che Strify non le avrebbe più rivolto la parola.
Temeva che gli altri si ricredessero su tutte le buone qualità che avevano trovato in lei.
Temeva anche che i suoi genitori la rinchiudessero in casa a vita, come punizione.
Beh, sì, Elena aveva parecchie cose di cui temere.

Dopo una ventina di minuti, la mora si alzò.
- Scusa, devo fare una telefonata. – Si diresse verso la porta, poi si fermò e si girò lentamente – Ah, l’ho detto ai tuoi genitori. Ho detto che sei stata investita. Dovevano venire a trovarti se le tue condizioni non fossero migliorate, ma dato che…-
- Se dopo che hai telefonato, puoi prestarmi il cellulare chiamo i miei…-
- Sì, sì certo. Nessun problema. –
Elena uscì dalla stanza e telefonò ai suoi genitori. Gli aveva promesso che non appena Arianna fosse stata meglio, gli avrebbe telefonato.
- Pronto? – La solita voce preoccupata della madre.
- Mamma…- Elena iniziò quello che doveva essere un discorso piuttosto corto e convincente.
- No, aspetta. Ti passo papà. –
Elena sbuffò, stava quasi per polverizzare il cellulare con la sola forza della sua mano. Perché doveva parlare con suo padre? Lui non l’avrebbe ascoltata e avrebbe iniziato un discorso sul “Noi ci fidavamo, non doveva succedere, poteva accadere anche a te” e altre cose del genere.
Capiva la loro preoccupazione, di certo, ma se non la lasciavano spiegare, non poteva neanche tranquillizzarli.
- Elena? Santo cielo, come sta Arianna? –  Sto bene, papà. Grazie, non dovevi preoccuparti pensò Elena con fare sarcastico.
- Si è appena svegliata. Ancora deve arrivare il medico per dire quando potrà essere dimessa. Penso presto, comunque.-
- Ok, speriamo. Siamo stati molto in pensiero io e tua madre. -
- Bene…- Elena non seppe cosa dire. L’interessamento di suo padre nei suoi confronti era pari a zero, in quel momento.
- No, non va per niente bene. Poteva succederti qualcosa.- Ecco, ora si che era suo padre!
- Anche io sono stata molto in pensiero per te e la mamma.- Concluse la ragazza.
- Perché? – Chiese il padre, perplesso.
- Poteva cadere un meteorite sulla casa e voi essere dentro. -
- Smettila! – La ammonì suo padre – Sai più che bene che non è la stessa cosa. -
- E invece sì. Le probabilità che tutta la sfortuna di questo pianeta si concentri su di me è uguale a quella di quando esco di casa lì a Milano.-
- Senti Elena…- Il padre stava per iniziare uno dei suoi discorsi infiniti, Elena lo sapeva bene. – Stai attenta. – Invece solo questo. La mora si stupì non poco.
- Sì, lo sono sempre. -
- Meglio così. -
- Già, ciao. – Elena non aspettò nessuna risposta e mise giù.
Rientrò nella camera di Arianna e le allungò il cellulare.
- Grazie. -
- Niente. Senti, io esco un po’ da qua. Ho bisogno di prendere dell’aria. -
Arianna annuì ed Elena andò a passo spedito verso l’uscita.
La bionda rimase qualche secondo con il cellulare in mano, a fissare lo schermo illuminato.
Fece un lungo respiro e compose il numero di casa.
- Pronto? – Non era ne sua madre ne suo padre. Era una voce conosciuta, ma pur sempre estranea di una delle cameriere.
- Laura? Sono Arianna.- Disse cercando di addolcire la voce impastata.
-  Signorina! Ha fatto stare molto in pensiero i suoi genitori. Volevano venire a trovarla per sapere meglio le sue condizioni, ma suo padre era molto impegnato. -
- Sì, lo so. Come sempre. Non c’è problema, comunque. C’è mia madre in casa? – Chiese la bionda nella speranza di sentire un sì, gliela passo subito dall’altra parte del telefono.
- Mi dispiace, ma la signora è via. Se vuole le riferisco io. -
- Sì, grazie. Dille che sto bene ora e che fra poco mi dimetteranno. Dille anche di non venirmi a trovare. Ok? –
- Nessun problema. Lo farò appena sarà di ritorno.-
- Bene, grazie Laura. – Anche lei, come Elena, chiuse la chiamata, senza aspettare nessuna risposta.

- Elena…- La ragazza alzò lo sguardo.
Erano i ragazzi, appena tornati dall’intervista.
- Ciao. Ho una grande notizia.- Non era entusiasta, ma si sforzava per non farlo capire.
- Dai, dicci. -
- Si tratta di Arianna.-
- Si è…si è svegliata? – Chiese Shin, incredulo.
La mora annuì.
- Dai, sarà felice di vedervi. –
I ragazzi entrarono in ospedale e si precipitarono nella stanza.
La ragazza aveva il cellulare in mano e gli occhi chiusi. Probabilmente si stava solo riposando.
Strify le si avvicinò.
- Arianna? –
La bionda aprì gli occhi e fissò per qualche secondo il viso di Strify.
- Ciao. -
- Ciao. – Il biondo le sorrise – Come va? – Si sedette di fianco a lei.
- Ho male alla testa, ma va tutto bene. Voglio solo tornare in Hotel.-
- Sai quanti giorni sono passati? – Chiese Shin.
- No. Quanti? –
- Ben tre giorni. Oggi è Domenica, precisamente sono le 18.20. – Concluse il biondo.
- Ah, wow. Ho riposato parecchio, allora. -
La porta si aprì e apparve un signore dal camice bianco con una faccia conosciuta.
- Allora, signorina, come si sente? – Chiese, avvicinandosi alla bionda.
- Ho male alla testa e sono un po’ intontita, ma tutto sommato non male. Crede che potrò essere dimessa? – Chiese Arianna con occhi languidi.
Elena quasi sperava che il dottore la tenesse lì ancora per un po’. Solo un altro po’. Ma tanto, anche se fosse stato, lei sarebbe dovuta rimanere lì con lei.
- Preferisco tenerla qui per la notte, nel caso si senta male. Domani però potrà tornare a casa. -
Arianna sorrise e annuì.

I ragazzi, per la notte, tornarono all’Hotel.
Elena si mise il pigiama e andò spedita a letto. Non aveva sonno, sebbene fosse molto stanca.
- Come va? – La voce di Kiro. Era lì, davanti a lei, in piedi di fianco al letto. Era la prima volta che le parlava, dopo avergli confessato ciò che era successo Venerdì.
Sembrava passata un’eternità da quel Venerdì, per Elena.
- Bene, credo. – Affermò la ragazza, mettendosi seduta sul letto, con la schiena contro al muro.
- Bene o credo? – Chiese il ragazzo, sedendosi a fianco a lei.
- Credo. -
- Vuoi parlare? – Ecco, la solita frase di Kiro. Poteva sembrare invadente, ma aveva un’espressione così rassicurante che ti faceva venire voglia di dirgli tutto.
- Vorrei, ma non ho nulla da dire. – Concluse la ragazza, passandosi una mano tra i capelli.
- Non ti ha detto niente Arianna? -
- No. – Mentì.
- Okay. – Kiro aveva perfettamente intuito che non era la verità, ma lasciò correre.
Avrebbe, però, voluto insistere sul fatto di raccontare tutto anche agli altri, ma sapeva che la scelta spettava ad Elena. E sapeva anche che forse non tutti avrebbero capito.

Ok, orribile capitolo.
Ci ho messo così tanto perché quello che avevo già scritto non mi piaceva e l’ho cancellato, ma non mi piace neppure questo! xD
E’ che ho la testa da un’altra parte, precisamente in Germania. Martedì parto e sto via 4 giorni con la scuola, quindi abbiate pazienza. Sento già di aver dimenticato qualcosa nella lista di cose da portare…

Viholy: Beh, il presentimento è esatto. Ti dico solo questo, il resto lo scoprirai ;)


Denni:
Grazie ^-^ Spero che ti sia piaciuto anche questo di capitolo!


Alla prossima…

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Capitolo 26
*** Stai Sbagliando ***


26° Capitolo _ Stai Sbagliando.

Lunedì


I ragazzi dormirono quasi tutti bene.
Erano più tranquilli ora che Arianna si era svegliata ed era quasi del tutto fuori pericolo. Tutti tranne Elena e Kiro, che sapeva le preoccupazioni della mora.
Alla mattina, scesero a fare colazione nell’hotel. Quel chiacchierio sembrava quasi anomalo e quelle pareti così decorate erano strane, diverse. Ormai si erano abituati al silenzio e alla sobrietà dell’ospedale.
Yu e Romeo sembravano, un po’, aver preso la loro “forma naturale”. Avevano entrambi fatto fuori tutta la colazione ed erano andati a servirsi al buffet 4 o 5 volte.
Almeno a loro, l’appetito non era passato.
I sei tornarono in ospedale a metà mattinata, nella speranza di sentirsi dire che la bionda poteva finalmente essere dimessa.

Quando arrivarono, la sala d’ingresso era praticamente vuota.
Un dottore stava compilando alcuni moduli e qualche infermiera andava e veniva per le stanze.
- Mi scusi? – Si avvicinò Elena.
- Sì? – Il dottore distolse lo sguardo dai fogli.
- Volevamo sapere le condizioni della ragazza che ha subito…- La mora venne interrotta.
- Stanotte non ha avute ricadute di nessun tipo, perciò, se la ragazza se la sente, può benissimo essere dimessa. – Annunciò l’uomo.
Arianna, ovviamente, diceva di sentirsi molto bene e di voler andarsene da quel posto.
Dopo un po’ di documenti da compilare, i ragazzi furono liberi di andarsene.

- Bentornata fra noi, allora. – Esultò Yu, sul tour bus.
- Grazie. – Disse Arianna, arrossendo.
- Ma allora che è successo? Ti ricordi, vero? – Chiese Shin, con uno sguardo preoccupato.
- Uhm? – Arianna fece finta di pensarci, poi diede un rapido sguardo ad Elena – No, non ricordo proprio. -
- Deve essere stato terribile…-
- Che sfortuna! Grazie al cielo stai bene, ora.-
Il ritorno si svolse più o meno così. La concentrazione massima era tutta su Arianna, mentre Elena se ne stava in disparte ad ascoltare a tratti le conversazioni.

A pranzo, mentre mangiavano in Hotel, Yu propose di uscire nel pomeriggio per fare due passi. Era una bella giornata, la pioggia gli aveva rovinato il fine settimana, anche se sarebbe stato orribile comunque per via dell’incidente.
- Sì, è una buona idea davvero. – Blaterò Romeo a bocca piena.
- Andiamo verso le vetrine? – Chiese Shin, scocciato.
- Qua, poco distante, c’è un parco. Che ne dite se andiamo un po’ lì? Giusto per stare un po’ fuori…- Chiese Strify.
- Ma che ti prende? Tu che non vuoi andare dai negozi…Impossibile.- Esordì Shin, scuotendo la testa.
- Oh, se non ne ho voglia! Ma guarda te, devo anche fare ciò che volete voi…- Borbottò il cantante.
- Veramente questa è una nostra frase, ma fa nulla…- Disse sarcasticamente Romeo.
- Va beh, io voto per il parco. – Annunciò Arianna, sorridendo in modo smielato al cantante.
- No, cazzo, una volta che voglio vedere i negozi…Io ci vado! – Yu era irremovibile.
- Io verrei al parco, ma necessito di occhiali da sole. -
- Shin, tu necessiti sempre di occhiali da sole. Ne avrai circa 45 paia a casa…-
- Basta Yu! Che c’è? Non mi volete con voi? Tanto lo so che viene anche Romeo. – Piagnucolò il batterista.
- Ma smettila. Certo che vieni. – Il chitarrista fissò Elena. – E tu? Che fai? -
- Oh…Io penso che andrò con Strify. Strify e Arianna. – La bionda la guardò male.
- Ah, bene. E tu Kiro? -
- Io vengo con voi. – Esordì il ragazzo, mordendosi un labbro.


I ragazzi andarono in camera propria e si misero d’accordo per uscire dall’Hotel insieme.
Arianna insisté per andare in camera con Elena e i ragazzi la lasciarono fare pensando che volesse stare un po’ con la sua “amica”.
In realtà, la ragazza non disse nulla. Non le parlò finché non arrivò il momento di uscire.
- Te lo ricordi il nostro piccolo segreto, vero? – Chiese sorridendo e andando ad aprire la porta.
C’èrano tutti e cinque i ragazzi fuori, che entrarono nella stanza subito dopo.
- Allora? Elena sei pronta? – Chiese Strify, guardandola speranzoso.
- …Io...-
- Lei ha mal di testa. – Concluse Arianna per lei, avvicinandosi alla ragazza e mettendole una mano in fronte.
- Cosa? – Chiese il biondo scettico.
- Se non vogliamo che le venga la febbre, sarà meglio farla rimanere qui. -
- Ma…- Cercò di replicare il cantante.
- Strify…- Arianna si avvicinò a lui, con il suo solito sorriso seduttore.
- Elena, sicura di non sentirtela? – Chiese il ragazzo, nella speranza che la mora smentisse quello che aveva detto prima la sua compagna.
- Sì, ho male alla testa. Davvero. E’ meglio se resto qua. – Elena fece un sorriso sghembo, che durò pochi istanti.
- Andate pure voi. -
Arianna trascinò Strify fuori e gli altri gli andarono dietro.
Tranne Kiro, che rimase lì, per un po’ a fissarla.
- Vuoi venire con noi? – Chiese il bassista, che aveva già capito la situazione.
- Ho mal di testa. -
- Stai sbagliando. Non dovresti farti mettere sotto da lei.-
- Non ho scelta. – Concluse infine la mora.


La ragazza passò tutto il tempo chiusa in camera, a riflettere e a guardare la televisione, anche se in realtà non faceva nessuna delle due cose.
Aveva la mente completamente svuotata e i discorsi della tv sembravano quasi in un’altra lingua, a lei sconosciuta. Anche se si impegnava a capirli e a stare attenta, si perdeva nei meandri della sua mente, senza riuscire nemmeno ad accorgersene.


- Allora, ci sediamo lì? – La bionda indicò una panchina, sotto un albero.
- Sì, per me va bene. – Strify la seguì e si sedette accanto a lei.
Doveva cercare qualcosa di carino da dire, qualcosa come “Sei molto bella” o “Sei simpatica”, ma anche “Sono felice che tu ti sia ripresa”. Tutte cose che non pensava. Sì, ovviamente il fatto che ora Arianna stesse bene, lo tranquillizzava non poco, ma a lui non piaceva né caratterialmente né fisicamente.
- Stai bene? – Gli chiese Arianna, ad un tratto.
- Sì, sto bene. Piuttosto, tu? – Cercò di fare uno sguardo interessato e partecipe.
- Sì, anche io. Ora che sono qui con te, va molto meglio. – Arianna si avvicinò a lui, pian piano, accoccolandosi sulla sua spalla.
- Già, anche io. – Rispose lui, imbarazzato. – Senti, Elena? Voglio dire, va tutto bene? -
- Cosa? Ah, beh, sì. Aveva solo un po’ male alla testa, ma le passa. – Odiava il fatto che iniziasse a parlare di Elena, odiava il fatto che fosse lei la preferita di tutti quanti, ma ben presto avrebbero cambiato idea. In fondo, il gioco era nelle sue mani.

A cena i ragazzi parlarono normalmente, scherzando e facendo battutine sarcastiche. Anche Elena cercava di parlare e scherzare, ma le riusciva piuttosto difficile. Era concentrata su Strify e sul fatto che ancora non gli aveva detto nulla. Lo avrebbe dovuto fare, ma gli mancava il coraggio. E poi ora, anche se avesse voluto, Arianna non glielo avrebbe permesso. Non la lasciava sola un attimo con il cantante, era sempre dietro l’angolo, pronta a inventare scuse su scuse e a parlare male di lei.

Elena si mise la maglietta e i pantaloni di quello che per lei era il pigiama, poi si sedette sul letto.
Sospirò e nascose il viso tra le mani, massaggiandosi la fronte come per cancellare i pensieri che la tormentavano.
- Vado fuori un attimo, a prendere un po’ d’aria. – Parlava più con sé stessa che con Kiro.
Il ragazzo annuì, senza dire nulla e si sdraiò sul suo letto, accendendo la televisione.
Si appoggiò alla ringhiera che contornava il balcone: Roma era davvero stupenda di notte.
Anzi, lo era sempre.
Anche se quel meraviglioso panorama, passava subito in secondo piano con tutte le preoccupazioni che aveva in mente.
Iniziava a fare freddo fuori, così rientro e si mise a letto.
Kiro spense la televisione, si alzò e andò a sdraiarsi vicino alla ragazza, abbracciandola da dietro.
- Elena. – La chiamò e non sentendo risposte, continuò. - Lo so, non hai voglia di parlare e non voglio che tu lo faccia, ma dovresti dirlo. Sul serio, ti capiranno. Anche Strify. – Parlava lentamente, facendo molte pause per capire le reazioni della mora.
- Ma come faccio? – Chiese con voce rotta. – Arianna non mi lascia sola un attimo con lui e poi…poi forse è quello che vuole anche Strify. -
- No, non è vero. -
- Ma cosa ne sai? Lo so come andrà a finire, lo so più che bene. Arianna ottiene sempre ciò che vuole, la conosco fin troppo bene, Kiro. E non ho bisogno delle tue rassicurazioni. – Non era arrabbiata con il biondo, ma la voce dura e triste la faceva sembrare così.
- Ok, come vuoi. – Si alzò lentamente e andò nel suo letto, senza dare nemmeno la buonanotte, spense l’ abatjour.

Cosa devo dire per farmi perdonare? Imploro pietà XD
Per discolparmi appena un po’, posso dire che ho pensato al finale. E’ tutto stampato nella mia mente e non penso che cambierò idea tanto facilmente.
Spero di aggiornare presto e spero anche che questo capitolo vi sia piaciuto :)

Viholy:
Grazie per le tue recensioni, mi fanno molto piacere. ^-^ Comunque beh, il prossimo anno cambierai scuola quindi penso che farete anche voi delle gite :) Spero ti sia piaciuto il capitolo!

Alla prossima…




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Capitolo 27
*** Non Potrebbe Andare Meglio ***


27° Capitolo _ Non Potrebbe Andare Meglio.

Martedì

- AHIA! -
Strify venne svegliato da un urlo, proveniente dall’altra stanza.
- Cosa…- Ecco, perfetto! Adesso Shin che parlava nel sonno.
- Cosa diavolo è successo? – Il biondo si alzò di malavoglia.
Dietro intanto aveva il batterista, ancora mezzo addormentato, che lo seguiva passo per passo.
Senza bussare, entrarono nella camera da letto.
- Cos’avete fatto? -
- E’ colpa sua! – Dissero all’unisono i due, puntandosi gli indici contro.
- Ecco, appunto…- Esordì sarcasticamente il biondo, mentre procedeva verso il bagno, sbadigliando ogni due secondi.
- Davvero Strify, è colpa sua! – Piagnucolò Yu, alzandosi da letto e cercando disperatamente le ciabatte.
- Mi ha tirato un libro in testa! – Si discolpò Romeo – E per legittima difesa, ho ritenuto necessario lanciargli questo. – E indicò un beauty-case.
- Ma quello è mio…- Disse Strify, gettandosi sul prezioso oggetto.
- Ma che cazzo ci tieni dentro? Mi ha fatto un male incredibile. – Brontolò il chitarrista, mentre si inabissava sotto al letto per recuperare le ciabatte.
- Il necessario. – Concluse Strify, facendo retro-front e tornando alla base. Non voleva nemmeno sapere il motivo di tutto quel fracasso.
- Che…- Iniziò Arianna, mettendosi una mano sulla testa e alzandosi da letto.
- Oh, niente. Lascia stare. – L’anticipò Shin, mentre si infilava le scarpe.
Strify diede il buongiorno e filò in bagno a vestirsi.
Possibile che non ci fosse una mattina in cui l’unica cosa che lo destasse dai sogni, fosse la sveglia?
Ogni giorno quei due ne inventavano una! Ma almeno loro si divertivano.

I cinque uscirono dalla camera e presero l’ascensore per andare a far colazione.
Intanto, seduti al tavolo, c’èrano già Kiro ed Elena.
- Oh, strano che siate arrivati in anticipo. – Disse Romeo, puntiglioso.
- Già, buongiorno anche a te. – Kiro alzò gli occhi al cielo e andò all’immenso buffet per servirsi, seguito a ruota dagli altri.
- Dormito bene? – Chiese Strify, mentre si alzava dal tavolo insieme ad Elena.
- No, per niente. Tu? – Questa volta, almeno, era stata sincera. Aveva passato la notte in bianco, insieme al bassista che si girava continuamente nel letto a fianco.
- Nemmeno io, a dire il vero. E neppure il risveglio è stato troppo piacevole. – Il ragazzo andò verso un cameriere per farsi portare un cappuccino.
Dopo aver finito le scorte di un’intera settimana all’Hotel, i ragazzi tornarono al loro tavolo, sotto gli sguardi infastiditi di tutti.
- Yu, ma credi davvero di mangiarla tutta quella roba? -
- E’ l’ultima settimana qua in Italia e voglio godermela al meglio. – Annunciò il ragazzo, dando una gomitata al tastierista che continuava ad abbuffarsi.
- Ah, sì…anche io. -
- Contenti voi…-
Quella mattina avevano tutti esagerato nel cibo, tranne Strify, Arianna ed Elena.
La prima per motivi di dieta e la seconda aveva lo stomaco chiuso. Anche quella mattina non sarebbe stata piacevole. Ormai niente era piacevole da quando era successo. Dall’incidente.
- Oh ragazzi…- Attirò l’attenzione Shin, che mandava giù l’ultimo boccone della sua sostanziosa colazione. – Oggi bisogna provare. Il concerto è imminente e noi non abbiamo ancora una scaletta e un organizzazione decente! – Sbottò, severo.
- Hai ragione. – Concordò Strify.
Elena a pensare a quel posto, si sentì male. Solo il fatto di rientrarci, ma anche solo di vederlo le faceva venire la nausea.
Si ricordava il caldo che faceva là dentro e i corridoi stretti. Probabilmente sarebbe diventata claustrofobica.
Scosse la testa e si sforzò di pensare ai lati positivi, senza però trovarne nessuno.
Si stava rovinando la vacanza…anzi, no. Non se la stava rovinando lei, con le sue stesse mani, ma Arianna. La bionda stava facendo di tutto per renderla un Inferno.
Si chiese com’era potuto accadere: lei era quella che aveva ragione e che aveva conquistato Strify e tutto ad un tratto la situazione aveva preso una strana via.
- Tutto bene? – Chiese Yu, sventolandole davanti una mano.
- Sì, mi ero incantata. – Rispose Elena, bevendo un sorso d’acqua.

- Sarà bello finché vuoi, ma io ho sonno. – Sbottò irritato Romeo.
- Non lo metto in dubbio, ma a me piace! -
- Sì, ma tu Shin hai l’energia di 30 me messi insieme. Non che non mi piaccia provare, ma sono un po’ stanco.-
- Pensa che io faccio anche più fatica. Tu devi solo spingere dei tasti, mentre io devo muovermi di più e…-
- Sfrontato! Cosa accidenti stai dicendo? Almeno tu stai seduto! – Si scaldò il ragazzo moro.
- Ma se nemmeno muovi un muscolo. – Controbatté il biondo, sorpassandolo ed entrando prima di lui.
- Ma sentitelo…-
A Romeo arrivò una leggera botta da dietro, da parte del cantante.
- La smettete voi due? Prima tu e Yu, poi con Shin…Possibile che tu c’entri sempre?! – Chiese Strify stufo dei soliti bisticci.
- Ne va del mio onore! -
I ragazzi trovarono, questa volta, già tutto sistemato.
Dovevano solo provare e decidere l’ordine delle canzoni.
Quel concerto sarebbe stato uno degli ultimi quell’anno e probabilmente in Italia non ci sarebbero più tornati per un po’. Avevano, quindi, deciso di fare le cose in grande essendo quella, inoltre, l’unica tappa della nazione.
Strify sorrise a Elena, che percorse il corridoio in silenzio, iniziando già a sentire la differenza di temperatura tra l’esterno e quel posto.
Era, sì, enorme, ma tutto chiuso.
Il tetto era però fatto di finestre e, forse, per il concerto le avrebbero aperte.
Almeno se fosse stato bel tempo!
Non riusciva ad immaginare tutte quelle persone che si accalcavano per raggiungere i primi posti, con un caldo infernale e un chiasso pazzesco.

Non che i concerti non le piacessero, ma in quel momento le sembrava una delle cose più sgradevoli sulla Terra.
- Vivaaaaa i Cinemaaaa! – Gridò Arianna, sbracciandosi come se fosse in mezzo ad altre mille persone.
Strify sorrise. Le piaceva quell’entusiasmo e non vedeva l’ora che arrivasse Domenica.
Anche se…Elena.
Ad Elena non ci aveva pensato. Come avrebbero fatto a vedersi poi? Forse per la ragazza era solo una vacanza con i suoi idoli, ma lui si era affezionato a lei.
Amare…Beh, amare era una parola grossa. Ma le piaceva e il solo pensiero di lasciarla, lo intristiva.
Anche lei, però, aveva fatto capire un particolare interesse per lui, tutto sommato. Anche se in quegli ultimi giorni non la capiva più: era cambiata tantissimo, come se non fosse la stessa persona.
- No!- Urlò il chitarrista. – Devi dire: Viva Yu e abbasso Romeo! -
- Yu – Lo richiamò il tastierista. – Fottiti! -
- Geloso? – Lo provocò l’altro.
Piantatela. – Esordì il cantante, mentre prendeva posizione e dava ordini a Shin. – Attacca con Lovesongs…Le prossime le decidiamo man mano. -
Shin annuì e batté ritmicamente la bacchette, iniziando poi a suonare, seguito da tutti gli altri.

Strify si sedette sul palco, con le gambe a penzoloni e con una leggera spinta, saltò giù.
Arianna era intanto occupata a parlare con Kiro, che sperava di tenerla occupata almeno un po’. Non era certo una cosa “intenzionata”: lui era sceso per bere, nella pausa, e lei lo aveva fermato per dirgli che era stato molto bravo.
Il ragazzo non era affatto stupido: come aveva capito che lei non era una bassista, aveva anche capito che la bionda stava cercando di ammiccarseli un po’ tutti per avere “appoggi” con il cantante. Il ragazzo cercò di mettere la situazione in suo favore.
- Grazie. Molto gentile! Ma dimmi un po’ di te: cosa ti piacerebbe fare da grande? – Oltre che fregarti  il nostro cantante…Pensò il bassista, sorridente, senza però aggiungere l’ultima frase.
La ragazza iniziò con un monologo su tutte le sue ambizioni e le sue aspettative per il futuro.
Intanto, Strify si diresse da Elena, che era ancora seduta in fondo.
- C’è qualcosa che non va? -
- No. –
Bugiarda!
- Ok. – Rimase un attimo in silenzio. – Ti siamo piaciuti? -
- Certo! Siete fantastici e non ho bisogno di dirvelo: lo sapete bene! – Disse lei, accennando un sorriso.
- Bene, sono felice che la pensi così. – Che discorso intelligente pensò il ragazzo
dovevo parlare di cos’è successo tra noi e stiamo parlando della band.
Si diede mentalmente dello stupido.
- Senti, Elena, lo so che te l’ho appena chiesto, ma mi sembra che ci sia qualcosa che non vada.-
- No, assolutamente no. Non potrebbe andare meglio. – No, mamma, non potrebbe andare meglio. Ormai quelle parole le ripeteva un po’ a tutti. Parole non vere, che però alle orecchie di chi l’ascoltava sembravano rassicuranti e sincere.
- Meglio così. – Strify le sorrise e si avvicinò a lei per baciarla.
- Ma quanto dura questa pausa? – Disse, sarcasticamente la bionda, arrivando e sedendosi sulle gambe del cantante, impedendogli qualsiasi movimento.
Il ragazzo si mordicchiò il labbro, mentre Elena scosse la testa leggermente e sorrise amaramente.
- Ha ragione. – Disse infine. – Dura troppo. E’ meglio se continuate. -
- Appunto!- Sbottò Arianna. – Adoro la vostra musica e starei a sentirvi per sempre. -
Wow, tesoro, te la sei studiata a memoria questa frase?!  Elena si trattenne dal dirglielo.
- Allora sarà meglio continuare. – Disse il biondo, salendo di nuovo sul palco.
La bionda si avvicinò a Elena, facendo finta di nulla e continuando a sorridere.
- Non farlo mai più. -
- Cos…- Cercò di interromperla la mora, senza però riuscirci.
- Lo sai benissimo. Noi abbiamo un segreto e, a meno che tu non voglia che io lo dica a tutti, stagli lontana.-
Elena annuì, triste e arrabbiata, mentre Arianna avvicinò un dito alla bocca e fece Ssshhh, con lo stesso sorriso di presa in giro che aveva prima.  



Non so che dire. A parte il ritardo, ma ormai sapete che almeno una settimana e qualche giorno ce lo metto. A dire il vero, parto con tutte le buone intenzioni, ma poi…
Va beh, sorvoliamo xD

Moglie: Per caso, non ti piace Arianna? XD Comunque non piace nemmeno a me,  ma è un personaggio fondamentale e fino alla fine…non potrai liberartene! Spero ti sia piaciuto il cap :D Grazie delle recensioni. Spero che tu non rischia di venire sgridata a scuola…

Viholy:
Il finale è…No, non posso spoilerare xD Spero solo che ti piaccia! E spero anche che ti sia piaciuto questo capitolo. Ormai Arianna ha preso “possesso” di Strify e non intende mollare…ma chissà! xD Grazie delle recensioni ^-^

Grazie a chi la tiene tra i preferiti o le seguite o legge solamente ^-^
Alla prossima…

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Capitolo 28
*** Gita Al Castello ***


28° Capitolo _ Gita Al Castello

Mercoledì

Strify aprì pian piano gli occhi, sbadigliando e mettendo a fuoco le cose.
Stava per alzarsi quando sentì una specie di mugolio provenire di fianco a lui.
E stavolta non erano né Yu né Romeo.
- Cosa cazzo ci fa Arianna qui? – Si chiese mentalmente, allontanandosi dalla ragazza che, però, lo teneva ben saldo.
Fantastico, disse sarcasticamente il cantante.
- Uhm…- La ragazza aprì gli occhi e fissò il cantante, con un sorriso smagliante.
- Buongiorno. – Disse infine la bionda.
- Anche a te, ma come sei finita qui? – Chiese Strify, perplesso.
- Non ti ricordi? Ieri sera avevo freddo e tu mi avevi proposto di dormire con te. – Disse con molta semplicità.
Ok, si ripeté mentalmente,
non è nulla. Capita di dimenticare le cose.
Quello era un chiaro sintomo di amnesia oppure…no, perché avrebbe dovuto mentire?
Poi Strify non ha il sonno profondo e se ne sarebbe accorto se qualcuno si fosse infilato nel suo letto alla notte.

- Ok, sarà meglio andarsi a preparare per la colazione. Che dici?! – Chiese più a sé stesso che alla ragazza.
Andò prima a svegliare Shin, poi si diresse verso l’armadio e infine, dopo aver rovistato per un po’, verso il bagno.


- Kiro? – Elena allungo il braccio destro verso il ragazzo e con l’altro si stropicciò gli occhi.
- Ci sono, ci sono…- Brontolò, girandosi dall’altra parte.
- Ma perché abbiamo sempre sonno? Eppure non andiamo a letto così tardi…- Rifletté la mora, mentre trovava la forza di alzarsi.
- Non lo so, ma se lo scopri e trovi anche una cura…fammelo sapere. -
- Contaci! – Concluse Elena, alzandosi e proseguendo verso l’armadio.
Aveva anche mal di testa, quella mattina. Si strofinò una mano sulla fronte e pensò che sicuramente le sarebbe passato presto. Era solo il trauma dello svegliarsi presto.
- Senti…- Iniziò Kiro, sollevandosi un po’ per poi lasciarsi cadere di nuovo sul letto. – Ieri sei riuscita a parlare un po’ con Strify? Vi siete chiariti? -
- Ah, vedo che la stanchezza non ti impedisce di fare il pettegolo! – Elena sorrise sarcasticamente e si risedette sul letto. – Comunque no. E’ arrivata Arianna e stavate provando, quindi non mi sembrava il caso di interrompervi troppo…-
- No. – La fermò il biondo. – E’ stato per non interromperci o per Arianna? E’ diverso, sai. -
- Entrambi. Arianna è arrivata, si è seduta su di lui e ha chiesto quando riprendevate a suonare con quella stupida frase, tipo Vi amo, adoro la vostra musica e cazzate così! Dio, non la sopporto. E’ che per me è lo stesso. Ma non vi amo come lo dice lei…è diverso. E’ semplicemente diverso! Lei è ipocrita, capisci? Glielo leggi negli occhi. – Fece una smorfia, mentre si perdeva nei gesti e poi si rimise una mano sulla fronte, scuotendo la testa.
- Non dovrei. -
- Cosa? – Chiese il ragazzo felice del fatto che si fosse lasciata andare.
- Non dovrei parlare male di lei. O forse sì, ma non così. Non con voi. E’ una scelta di Strify e se a lui sta bene così, è okay. -
- Lo sai che non sta bene così. E’ solo che è intrappolato da Arianna. Non lo lascia libero nemmeno due secondi! – Elena si alzò e fece per andarsene. – E tu dovresti…-
- Lo so, Kiro, cosa dovrei fare. In questi ultimi tempi me lo ripeti circa 30 volte al giorno. E hai ragione. – La ragazza ritornò indietro, continuando a parlare e a infervorarsi. – Cazzo! Lo so che hai ragione, ma invece che ripetermi cosa dovrei fare, perché non mi dici come dovrei fare? Eh? – Gli si avvicinò pericolosamente, alzando il tono di voce.
Non stava urlando e si capiva che non era arrabbiata. Sembrava solo stanca di tutta quella situazione e il ragazzo pensò che avesse ragione: lui non aveva fatto nulla, a parte ripeterle che avrebbe dovuto dirlo a Strify.
La bionda la stava ricattando con una stupidaggine. No, l’incidente non era una stupidaggine, ma la situazione sì.
Elena aveva ragione. Cos’avrebbe dovuto fare? Arianna la stava provocando e spingendo.
Il biondo alzò lo sguardo e vide che davanti a lui c’èra ancora Elena, con la mano sulla fronte e gli occhi chiusi.
- Scusa. – Sussurrò infine, andando in bagno.


- Oh, finalmente. Avevo proprio fame! – Disse Yu, massaggiandosi la pancia colma di quasi tutto il buffet. Come al solito si era imbottito di ogni alimento presente su quella lunga tavolata, situata proprio di fronte a loro.
- Hey…- Romeo si avvicinò al bicchiere del chitarrista, sollevandolo e prendendo un foglio da sotto. – Che c’è scritto? -
- Non lo so. – Rispose Yu, storcendo il naso.
Romeo allungò il foglio ad Elena, che lo prese con uno sguardo assorto.
- C’è scritto che ci sarà una gita oggi in un paese poco distante. Una visita a un castello antico, con un museo. -
- Wow. – Borbottò con poco entusiasmo il tastierista.
- Ci andiamo? – Chiese Shin, guardando gli altri e sperando di trovare consenso.
- Ma sì, dai. Non abbiamo niente di meglio da fare oggi, no?! – Rispose Strify, alzando le spalle.
- Infatti. – Concordò Kiro.
- E voi due? -
- Se è indispensabile…-
- Perfetto! – Concluse il batterista. – A che ora è? -
- Alle 15.30. -
- Bene! Ci voleva proprio una bella gita. Siamo qui da una settimana e mezza e gli unici posti che abbiamo visto sono l’ospedale e la sala prove! -
Il viso di Elena si incupì.
- E il centro e il Colosseo. – Aggiunse scocciato Romeo, dando un occhiataccia al cantante.
- Già, anche quelli. -
- Ecco, appunto! Speriamo che non sia come il Colosseo. – Concluse il moro, con la stessa punta di pessimismo e puntigliosità di sempre.


Shin era sul pullman, accanto a Strify che fissava assorto il paesaggio.
Il cantante distolse per un attimo lo sguardo, per controllare l’orario: 15.50.
Fra poco sarebbero dovuti arrivare.
Intanto, da dietro, sentiva Yu e Romeo lamentarsi.
- Siamo praticamente solo noi. A parte quella signora in fondo e quella famiglia. Ti rendi conto? Se nessuno è venuto c’è un motivo! -
- Sì, infatti. Ma figurati! Non si può mica discutere ragionevolmente con quelli lì. -
Al cantante apparve un sorrisino: era bello vedere che certe persone non sarebbero cambiate mai.

- Che meraviglia! – Kiro si guardò intorno, mentre seguiva distratto la guida.
- Concordo. Solo quei due sono in grado di non apprezzare. – Sbottò Shin, riferendosi a Yu e Romeo.
- Senti bello – Iniziò il chitarrista, che aveva sentito. – Io apprezzo altre cose. Per esempio, la gastronomia. -
- Che ignorante. – Sibilò il batterista, scuotendo la testa e ricominciando a commentare le stanze del castello con Kiro.
Arianna, invece, era particolarmente attenta agli spostamenti del cantante.
Sembrava piuttosto interessato al castello, ma aveva quel velo di tristezza che lo accompagnava da qualche giorno.
No, anzi, non era triste.
Era assorto! Ecco, era assorto. Il suo sguardo si perdeva, si incantava e sembrava pensasse costantemente ad altro. Come se non fosse mai presente.
Arianna gli mise un braccio intorno alla vita, tirandolo a sé, e il ragazzo rimase un attimo impietrito, pensando che doveva essere il contrario, ma non ci fece caso.
- Ti piace? – Le chiese per non fare scena muta.
- Sì, molto. – Cosa? Il castello? La bionda non ci aveva nemmeno fatto caso a quel cumulo di mattoni decadenti.
- Anche a me. Trovo che abbia qualcosa…come un alone misterioso. Presente quelli che si vedono nei film? Dove magari si aggira uno spettro…-
La ragazza rimase un attimo sbalordita. Come aveva fatto a pensare a tutto quello? Era solo uno stupidissimo castello e, secondo lei, pure brutto.
- Già. Quei corridoi stretti e…i quadri. Sono molto particolari. – Particolare, ovvero un modo carino per dire che ti fa schifo.
Elena intanto era dietro, con le mani in tasca, intenta a fissare ogni singolo spazio del castello. Cercava di non fare troppo caso alla scena che le si presentava pochi metri più avanti.
In fondo, stavano solo parlando.

- Basta! Voglio uscire. – Romeo si schiaffò una mano in faccia e si stropicciò gli occhi.
Effettivamente era da un po’ che i ragazzi erano fermi in quella stanza.
Gli unici che sembravano divertirsi erano i due bambini della famiglia dietro di loro sul pullman. O almeno così sembrava.
Si rincorrevano per le stanze, sotto lo sguardo infastidito della guida, e si sfidavano come se fossero stati cavalieri.
Altre persone, invece, erano parecchio interessate, come Shin, Kiro e la signora dal cappello buffo che prendeva addirittura appunti e fotografava ogni cosa le passasse davanti.
- …e poi è in stile ottocente…- Shin non fece in tempo a finire la frase, che un braccio lo catturò e lo trascinò più indietro.
- Strify, cosa…? -
Finalmente il cantante si era liberato di Arianna.
- Ho bisogno di un consiglio. – Disse, quasi sottovoce.
- Dimmi. -
- Secondo te cosa dovrei fare con Elena? – Shin, alzò un sopracciglio e fece un aria intellettuale: immaginava si trattasse di quello.
- Dovresti parlarci. -
- Ah, grazie. – Disse sarcasticamente Strify. – E quando? -
- Non oggi.-
- Perché? –
- Perché di no. Ha anche quasi litigato con Kiro oggi. Lascia che facciano pace, si parlino e domani chiaritevi. -
- Sì, ma cazzo! Il tempo passa…-
- Lo so, ma ascoltami. – Shin avanzò e tornò al fianco del bassista, ricominciando a seguire il discorso della guida riguardante il quadro più importante del castello.

- Spegni la luce? – Chiese Elena, sdraiandosi sul letto.
- Mi dispiace. – Rispose, invece, Kiro.
Elena si girò verso di lui.
- Per cosa? -
- Per stamattina. Hai ragione. Non sei in una situazione semplice, ma vedrai che si metterà tutto a posto. -
- Non fa niente, è colpa mia. – Sospirò. – Spero solo che sia vero ciò che dici. -
Kiro allungò una mano verso di lei e le accarezzò una guancia.
- Vedrai che sarà così. -
- Grazie, Kiro. Buona notte.-
- Anche a te. -


Buongiorno gente :)
Dal prossimo capitolo succederà qualcosa che non anticipo. E poi ci saranno un susseguirsi di cose che…*secret*
Comunque, la fine si avvicina xD Penso che al massimo manchino 4 o 5 capitoli.

Viholy:
A chi lo dici! Più si avvicina la fine, più mi sembra che aumentino le verifiche e le interrogazioni! Va bè, spero che il capitolo ti sia piaciuto ^-^

Alla prossima…


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Capitolo 29
*** Come Posso Crederti? ***


29° Capitolo _ Come Posso Crederti?

Giovedì

- Hey! – Kiro venne preso per un braccio e fermato da Strify, mentre stavano scendendo le scale per andare a far colazione. Era raro che i ragazzi si trovassero proprio nello stesso momento, infatti Yu non si era certo risparmiato dal fare battutine come “Puntuali?! Non posso crederci. Sicuramente starete male.” e altre di questo genere.
- Cosa? – Chiese il bassista, fermandosi sul terzultimo scalino.
- Avete fatto pace? Tu ed Elena, dico…- Strify si affiancò a lui.
- Ah, sì sì. Ci siamo chiariti ieri sera. Che poi, tu, come fai a saperlo? -
- Me l’ha detto Shin che avevate litigato. -
Detto questo, il cantante gli sorrise e seguì gli altri per andare a far colazione, prima che quei due pozzi senza fondo finissero tutte le cose più buone.


- Pronto? – Strify tirò fuori il cellulare dalla tasca e rispose.
Rimase un attimo in silenzio, continuando a fissare la coppa di gelato davanti a lui, sul tavolino del bar. I ragazzi avevano deciso di uscire e anche se, ormai, era ora di pranzo e di far ritorno all’hotel, non si erano voluti privare di un bel gelato italiano.
- Ok, va bene. – Mise il cellulare nuovamente in tasca e riprese a mangiare il gelato, che stava quasi per sciogliersi completamente.
- Quindi? – Chiese il bassista, al suo fianco, tutto preso dal suo cono che si stava disfando.
- Oggi abbiamo un’ intervista. – Concluse, un po’ triste. Quel giorno proprio non ne aveva voglia.
- Quando? Dove? Cosa? – Chiese Romeo, come se si fosse appena ripreso da uno shock.
- Un’intervista. – Ripeté Strify. – Per una rivista di qui, mi pare. -
- Non l’abbiamo già fatta? – Shin corrugò la fronte come se fosse preoccupato per la sua memoria.
- Sì, ma non esiste una sola rivista. Vorranno sapere le solite cose…-
- A che ora? -
- Alle 15.00 dobbiamo essere là. – Strify sospirò e riprese a mangiare il suo gelato, senza dire una parola. Intanto la sua testa stava architettando un, per così dire, “piano”.
Aveva intenzione di parlare con Elena a cena, ma ovviamente non con i suoi amici.
“ Sai, sei strana.” Si fece la scenetta. “E’ perché non ti va bene che Arianna mi stia appiccicata? Sì, lo so. Ma non riesco a togliermela di dosso!” Scosse la testa come per cacciare quell’idea.
Poi l’illuminazione: le avrebbe detto che doveva parlarle in privato e si sarebbero incontrati nella loro stanza quando tutti gli altri sarebbero stati a cena.
Insomma, in un modo o nell’altro sarebbero riusciti.

Il pomeriggio i ragazzi andarono all’intervista, senza però Arianna ed Elena, che rimasero in albergo.
- Vuoi andare a fare una passeggiata? – Chiese la bionda, controllandosi la matita allo specchio.
- Come vuoi. – Voleva parlare il meno possibile e cercava di formulare risposte che non richiedessero troppe parole.
- Arrabbiata?- Arianna si girò, iniziando a fissare Elena, che era seduta sul letto intenta a leggere un libro.
Elena non rispose: la bionda, con un po’ di fantasia, ci sarebbe arrivata da sola alla risposta.
Rimase immobile, guardando ogni singola scritta in quelle pagine, senza riuscire a cogliere nessun significato. Leggeva, ma le parole non arrivavano al cervello.
- Uhm…Ciò mi fa dedurre di sì. – Concluse Arianna, con un sorrisino soddisfatto.
- Io non lo sarei, se fossi in te. – Si rigirò e tirò fuori un pettine dal beauty rosa accanto a lei, iniziando poi a spazzolarsi i capelli.
- Hai finito? – Chiese infine Elena, aumentando la presa sul libro che stava per essere scaraventato in qualche angolo. O addosso a qualcuno.
- Di far cosa? -
- Provocarmi, forse?! – Il tono di Elena era quasi sarcastico, ma si sentiva bene la rabbia.
- Oh, scusa. – Rimase zitta per un po’, meditando il prossimo attacco.
- In fondo – Continuò poi. – Come sarebbe finita? -
- Come sarebbe finita cosa? – Elena abbassò quell’insulso libro, in cui non riusciva ad andare avanti di una sola sillaba e iniziò a fissare la sua compagna attraverso lo specchio.
- Beh, tra te e Strify. Insomma, lui sarebbe ripartito e tu? Tu l’avresti seguito? -
- Sì. – Rimuginò un attimo sulla sua rapida risposta. - Sì, lo avrei fatto. I miei me lo avrebbero impedito, ma lo avrei fatto comunque.-
- Ah, carino da parte tua. – Era incredibile come la voce di Arianna ricordasse quella di una snob.
- Perché tu? -
- Certamente. Anzi, penso proprio che partiremo insieme. Io adoro la Russia e penso che li seguirò anche nella prossima ed ultima tappa.-
- Poi? Li seguirai fino a casa e ti accamperai nel loro giardino? – Elena scosse la testa come per togliersi l’immagine di Arianna dentro una mega tenda completa di ogni singolo accessorio.
- No, ovviamente. – La bionda non aveva apprezzato il suo sarcasmo. – Andrò ad abitare con loro.-
Ok, aveva sentito male. Molto male. Talmente tanto da aver capito un’assurdità irripetibile.
- Puoi…? -
- Ho detto che andrò ad abitare con loro. – Ripeté scocciata, mentre si ammirava per l’ultima volta allo specchio.
- E cosa ti fa credere che te lo chiederà? – La mora si ordinò mentalmente di stare calma e avere pazienza.
- Lo so e basta. Fidati. – Sbuffò, facendo ricomparire sul suo volto uno strano sorriso. – Allora? Andiamo a fare un giro? Un altro gelato? -
- Tutto ad un tratto, mi è passata la fame. -
- Dai, non ho voglia di stare chiusa qua dentro fino a cena. -
Arianna si infilò una giacca e aspettò Elena fuori dalla porta.


- Com’è andata? – Chiese Elena, mentre scendeva le scale con Kiro.
- Bene. Solite cose. Ormai sappiamo rispondere senza pensarci neanche. E a te? -
- Oh, bene. Fantasticamente. Proprio una giornata bellissima. -
- Cos’è successo? – Kiro si fermò sulla penultima rampa di scale e costrinse la mora a fermarsi anche lei.
- Oh, niente. Arianna mi ha solo costretta ad andare a fare un giro con lei, mentre mi parlava dei suoi piani futuri. Sai, potrei farci un libro. “Capitolo 1: Come andare ad abitare a casa dei Cinema Bizarre.” -
- COSA? – Kiro era scettico.
- Niente…andiamo a mangiare che tutto questo nervosismo mi ha messo fame. -
- Ok, ok. -
I due ripresero a scendere finché non arrivarono al solito corridoio e infine al salone completamente illuminato.
C’èrano già tutti.
Elena si sedette vicino a Strify, che era a capotavola e alla sua sinistra aveva, ovviamente, Arianna.
Yu e Romeo avevano un’aria preoccupata e blateravano qualcosa come “Tutto questo tempo mi uccide”. Elena pensò si riferissero alla cena e la sua supposizione si rivelò esatta non appena le pance di entrambe si fecero sentire.
Shin intanto sembrava essere stato assalito da uno strano tic. Faceva gesti con le mani e strani movimenti con la testa che sembravano indirizzati al cantante.

Quando tutti ebbero finito il primo, Strify si avvicinò ad Elena.
- Vieni nel corridoio. Quello principale, fra poco. -
Elena, prima fece uno sguardo strano, poi annuì.
- Vado in bagno e torno. – Disse il cantante, alzandosi e facendo un ultimo cenno alla mora.
Elena contò 30 secondi e si alzò per andare dal biondo, che la stava sicuramente aspettando impaziente.
- Cavolo! – Doveva impegnarsi molto per fingere bene. – Mi sono dimenticata il cellulare sopra. Vado a prenderlo e torno. -
Cercò di non fissare troppo gli sguardi degli altri ragazzi perché avrebbe potuto tradirsi.
Attraversò il salone quando un cameriere le arrivò addosso.
Aveva tre vassoi, che ora si trovavano sulla maglia celeste di Elena e sul pavimento bianco.
- Mi scusi, signorina. Le giuro che non l’avevo vista e…mi perdoni. – Il cameriere, un ragazzo sui 25 anni, sembrava davvero dispiaciuto. Sicuramente aveva anche paura di perdere il posto.
- Non si preoccupi, non è successo nulla. – Elena gli sorrise.
- La sua maglietta, però, è macchiata. La prego di seguirmi, abbiamo un prodotto speciale per le macchie…-
- No, davvero. Non c’è problema. – Elena cercò di essere gentile e di sorridere, ma le premeva di raggiungere Strify e con il cameriere che la bloccava non era certo facile.
- Davvero, non ci vorrà molto. -
Elena cedette e seguì il ragazzo nella cucina.

Arianna storse il naso quando vide la mora alzarsi.
- Devo andare in bagno. – La ragazza si diresse verso l’uscita del salone, sotto lo sguardo sbalordito di Shin e di Kiro.
- Oh Santo cielo…- Iniziò il più basso.
- L’importante è che i due abbiano parlato almeno un po’…Insomma, anche se Arianna li vede, pazienza. – Shin cercò di mantenere la calma ed essere convincente, mentre osservava la bionda sparire dietro l’angolo.
La ragazza si guardò intorno e seguì una freccia nera sul muro con scritto “Toilette”.
Prima di arrivare a “destinazione”, però, vide Strify appoggiato al muro, con la testa bassa.
- Non dovevi…? – Chiese Arianna, confermando il suo sospetto.
- Eh? – Il cantante si sentì male. Cazzo! Anche lì doveva seguirlo. – Sì, no, è che stavo aspettando che uscisse…- Era nel panico.
- Senti, Strify – Iniziò la bionda, facendo la voce più suadente che le riusciva. – Mi dispiace se ce l’hai con me, è che non riesco a starti lontano. Ti sembrerà stupido, ma sei fantastico e questi ultimi giorni non li voglio passare lontano da te. -
La ragazza sfoggiò un sorrisino degno di un’attrice e si mordicchiò un labbro, avvicinandosi pericolosamente al cantante che era in confusione totale.
E in meno di pochi secondi, Arianna eliminò la distanza che li separava e lo baciò sulle labbra.
All’inizio era un po’ insicura, non voleva rovinare tutto, ma poi il bacio divenne più passionale, mentre il cantante non capiva più nulla.
- Strify, scusami per il ritardo, ma un cameriere mi ha…- Elena rimase lì, a fissarli.
Il cantante allontanò la bionda il più possibile e si avvicinò ad Elena, con le braccia tese.
- Non è come pensi…Davvero! Te lo giuro. Elena, devi credermi. -
Crederti? Come posso crederti?
Li aveva visti. E Arianna non lo aveva ammanettato al muro, il ragazzo sarebbe stato liberissimo di scostarla da sé.
Ma non lo aveva fatto.
- Va bene. – Elena tornò indietro, correndo, e per poco non andò addosso a una signora.
Borbottò un Mi scusi e cercò l’uscita.
Ormai era già sera e d’inverno il buio arriva prima.
Ma alla ragazza non gliene importava nulla.


Salve gente xD Siete sbalordite?
Questa cosa la premeditavo da tempo e ho deciso di metterla in atto. Come ho già detto, ho pensato al finale e voglio velocizzarmi a postare perché quando finirà la scuola e inizierà la vera e propria estate, il tempo diminuirà sia per me che per voi lettrici.

Viholy: Ho paura che con questo capitolo, la tua curiosità, non farà che aumentare, ma resisti perché la fine non è troppo lontana. Un bacio ^_^

Moglie: Anche io ti amo, nonostante tutto ù.ù  Spero che tu abbia gradito il capitolo xD Anzi, sono sicura di no, perché conosco il tuo odio per Arianna. Ma sopporta e abbi fiducia u.u

Alla prossima…

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Capitolo 30
*** Gelosa delle Favole. ***


30° Capitolo _ Gelosa delle Favole.


Kiro vide la ragazza correre, scappare più che altro, e dirigersi verso l’uscita.
Il biondo fece per alzarsi, ma Shin gli mise una mano sulla spalla costringendolo a sedersi nuovamente.

- Ma…- Controbatté il bassista.
- Kiro, ricordati che non sono fatti nostri. -
Chissà cos’ha combinato quel cretino...Pensò poi il batterista, sospirando.

Elena corse fuori, superò gli scalini dell’entrata dell’Hotel e, senza pensarci, seguì il marciapiede verso sinistra.
La stessa strada che portava alla stazione e la stessa che portava al bar.
Solo dopo qualche minuto rallentò, quando ebbe la consapevolezza che nessuno aveva tentato di seguirla.
Si accorse del buio e del freddo solo in quel momento. Prima aveva altri pensieri per la mente, ma ora il freddo pungente della sera e il buio interrotto solo dalla luce fioca dei lampioni, iniziava a darle qualche problema.
Si ripeteva di non aver paura, mentre continuava a procedere verso una meta indefinita.
Pochi minuti dopo, all’angolo ritrovò lo stesso bar di qualche giorno prima.
Rimase interdetta per pochi istanti, ma poi si decise ad attraversare la strada, in quel momento poco trafficata, e ad entrare.
Si avvicinò al bancone e, tastandosi la tasca dei jeans per assicurarsi di  avere il portafoglio, ordinò un cappuccino.
La donna era la stessa e sembrava averla addirittura riconosciuta.
Elena si andò a sedere in un angolo, lontano dalle uniche tre persone presenti dentro quel posto, che sembravano del tutto indifferenti all’arrivo della mora.
Puntò i gomiti sulla superficie liscia e fredda del tavolino e mise le mani sulla fronte, per poi sostenere la testa.
Nulla. Semplicemente nulla mi  va bene.
Era il pensiero fisso della ragazza, che sembrava trapanarle la mente, finché non venne distratta dalla barista che le stava appoggiando la tazzina davanti.
- Vuoi altro? – Chiese premurosa.
- No, grazie. -
La donna fece un sorriso quasi compassionevole e sparì dietro al bancone.
Se non altro, pensò la ragazza, qua dentro fa piuttosto caldo. E c’è luce.
Iniziò a sorseggiare il cappuccino quasi bollente e si diede mentalmente della stupida.
Perché era scappata? Perché fuggiva dai problemi? Non risolveva niente.
Iniziavano solo a perseguitarla, inseguirla e ad accumularsi.
Problemi che non erano a causa sua, ma era quasi sempre colpa di altri. O almeno in quella situazione.
Problemi che la stavano pian piano distruggendo.
Ma i problemi non c’entravano nulla, in quel momento.
C’entrava solo Strify.
L’unica fottuta persona di cui avrebbe potuto innamorarsi davvero, con cui avrebbe passato volentieri un’altra settimana, un altro mese, altri anni, una persona che reputava affidabile e sincera…
Una persona che l’aveva profondamente delusa.
Ma si sa. Solo le persone a cui tieni davvero riescono a deluderti in quel modo.
Quel modo…Il modo in cui ti senti quasi responsabile del fatto che ti abbiano deluso, inizi a pensare che sia colpa tua, di non essere alla loro altezza, di essere tu sbagliata.
Elena appoggiò bruscamente la tazzina sul tavolino, pensando di smetterla.
Sì, doveva smetterla di sentirsi in colpa.
Chissà perché questo finale non le sembrava nuovo. Anzi, avrebbe potuto raccontare altre mille storie simili a questa.
Lo sapeva, sotto sotto, che avrebbe vinto Arianna. Anche se lì non c’èra da vincere nulla. Era molto peggio infatti, perché non si trattava di un trofeo, ma di una persona.
Una persona che non avrebbe voluto perdere.
Elena pensò alle favole, quelle dove la dolce ragazza povera, ma stupenda, viveva felice e contenta con il suo principe, che aveva valorosamente sconfitto la strega malvagia.
Cazzate! Pensò Elena, chiudendo gli occhi per non piangere.
Odiava quelle storie. Odiava il fatto che finissero bene.
Odiava il fatto di essere gelosa di quelle favole.
Pian piano, il cappuccino le arrivò allo stomaco provocandole un senso di calore che, sommato a quello già presente dentro al bar, le dava un senso di oppressione.
Salutò la barista e uscì alla svelta da quel posto.
Il freddo, che sembra aumentato, la investì. Elena cercò di tirare in giù i polsini della maglia per coprire anche un po’ le mani.
Era troppo orgogliosa per tornare all’Hotel, anche se non era stata lei a “sbagliare”, ma era anche troppo umana per sopportare quel freddo.
Si avviò verso l’imponente edificio, ma a metà strada si sedette su una panchina per la fermata degli autobus, al coperto. Lì, il vento freddo, sembrava diminuire almeno un po’.

- Elena, cazzo! – Kiro, sentendo bussare alla porta, si precipitò ad aprire.
- Kiro, sta calmo. – Disse la ragazza, con gli occhi arrossati, il viso stanco e un leggero sorriso.
- Cos’è successo? Cioè, lo so. Lo so che è successo, ma dove sei stata? Sai che ore sono? Sono le due passate. – Il ragazzo le accarezzò una guancia. – Sei ghiacciata! Ti prenderai una polmonite! – La ammonì il bassista.
- Meglio che stare qui, in questa atmosfera opprimente. -
Kiro sospirò.
- Abbiamo avuto, io e Shin, una mega litigata con Strify. Non avrebbe dovuto, davvero. -
- Non è colpa sua, però. – Elena si sedette sul letto.
- Come, scusa? – Kiro fece uno sguardo perplesso.
- Non è colpa sua, ho detto. Lui può stare con chi vuole. -
- Ma…-
- Kiro, ho sonno. Preferisco parlarne domani. –
O dimenticarmi di tutto ciò e basta.
- Si, giusto. E’meglio che vada ad avvisare gli altri, prima che si preoccupino ancora di più. -
- No! – La ragazza lo bloccò non appena mise una mano sulla maniglia.
- O…ok. –
Elena andò a farsi una doccia, un po’ per riscaldarsi e un po’ per cercare di far scivolare via la tristezza.


Scusate per il ritardo.
Ormai ho capito che non riesco a postare in tempo, sebbene io mi dia dei tempi da rispettare.
Ma va bè, che ci volete fare? xD
Spero vi sia piaciuto il capitolo.

Scusatemi se vi abbandono così, ma sono un po’ distrutta. xD Perdonatemi anche qualche errore grammaticale e la lunghezza del capitolo: non volevo fare due giorni insieme, così ho preferito dividere. :)

Alla prossima…

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Capitolo 31
*** Don't Cry ***


31° Capitolo _ Don’t Cry

Venerdì

-
Elena? -
- Non ha fame. – Kiro liquidò il cantante con questa semplice frase e con un’occhiataccia.
Certo Kiro, sei molto convincente, pensò il cantante, fissandolo mentre prendeva posto a tavola per la consueta colazione.
L’atmosfera tra i sei era molto particolare.
Yu e Romeo si contenevano in ogni frase, non c’èrano state battute infatti quella mattina.
Kiro e Shin si lanciavano occhiate molto eloquenti, riguardanti l’accaduto della sera prima.
Infine Strify e Arianna. Il primo era assorto, preoccupato, triste e silenzioso, mentre l’altra era soddisfatta e, anche se il suo sguardo non lo faceva vedere, felice.
Avrebbe solo dovuto contenersi con il cantante, se gli fosse stata addosso avrebbe solo rovinato tutto.

- Ciao Elena. – Kiro era tornato in camera prima degli altri per portare qualcosa da mangiare alla mora.
- Cos’è? – Chiese la ragazza, vedendo che il bassista gli allungava un sacchetto.
- Brioche. Non vorrai mica morire di fame!?- Il ragazzo la guardò con disappunto.
- Non sto morendo di fame, infatti. -
- Hai intenzione di evitarlo per il resto della settimana? Mancano ancora 3 giorni con oggi e non so quanto resisterai senza mangiare. -
- Se si trattasse di orgoglio, resisterei anche senza bere.- Rispose Elena, alzandosi da letto. Era già vestita, ma in tutto quel tempo si era talmente annoiata che aveva deciso di sdraiarsi di nuovo.
- Immagino. E comunque di cosa si tratta, se non è orgoglio? – Chiese il bassista, appoggiando il sacchetto bianco sul ripiano della televisione e sedendosi nel letto a fianco.
- Delusione? -
- A me lo chiedi? Lo dovresti sapere. -
- Sì, è delusione. E odio nei confronti di Arianna. – Fece una breve pausa. - Ma forse non la odio nemmeno. Da lei me lo sarei aspettato un comportamento simile, ma non da Strify. -
- Neanche io, se devo essere sincero. Non voglio difenderlo, però posso dire che sono quei momenti che ti colgono alla sprovvista. -
- Sì, forse. E comunque prima o poi, come dici tu, dovrò affrontarlo.- Elena si alzò e andò verso la porta.
- Cos’hai intenzione di fare? -
- Ciò che mi ripeti dall’inizio della settimana. -
- Ovvero? – Chiese Kiro, perplesso.
- Raccontargli com’è andata il giorno dell’incidente. Se crederà ad Arianna, vorrà dire che la bionda aveva ragione. -
Vorrà dire che è riuscita a rovinare tutto anche questa volta, sussurrò uscendo.

La ragazza si diresse verso le scale, non che l’ascensore fosse rotto, ma nel frattempo aveva bisogno di pensare a come iniziare quel discorso.
Nel far gli scalini, sentì delle voci famigliari: l’avevano preceduta, stavano già salendo loro.
Fece qualche passo indietro, respirò a fondo e aspettò.
Dopo pochi secondi vide Strify per primo, con dietro Arianna e gli altri.
- Elena…- Il suo sguardo era un misto di stupore e paura. Aveva paura di sentire la verità, di sentirsi dire che aveva sbagliato, che l’aveva delusa profondamente e che non voleva più avere a che fare con lui.
- Ti devo parlare. – Disse secca la mora, fissando un punto indefinito dietro di lui.
Il cantante annuì e la seguì, mentre tornava in camera.
- Ti dispiace? – Chiese a Kiro, che era fuori dalla stanza.
- Vado di là con gli altri. -
Elena e Strify entrarono.
La ragazza fece per richiudere, ma la porta venne bloccata da qualcuno.
- Cosa vuoi? -
- Posso entrare anche io? – Chiese Arianna, con un sorrisino forzato.
- Veramente sarebbe meglio di n…- Strify non fece in tempo a finire la frase.
- Certo, entra pure. – Rispose Elena, quasi in tono ironico.
E’ giusto che si difenda. Il fatto riguarda anche lei.

Erano tutti nella camera principale.
Strify si era accomodato su una poltrona, ma era rigido e il suo sguardo teso.
Le due ragazze erano in piedi: Arianna batteva un piede per terra, con le braccia incrociate, mentre Elena era ferma e fissava il vuoto, non sapendo ancora come iniziare.
- Ok, mi sembra giusto che tu sappia com’è andata quel giorno. – Iniziò Elena, pensando che quella situazione le ricordava tanto quella di una telenovela che seguiva anni prima. – Il giorno dell’incidente, intendo. -
Arianna si girò di scatto e fissò lo sguardo deciso di Elena, puntato sul ragazzo.
- Possiamo parlare un secondo? – Chiese la bionda a denti stretti.
- No perché lo so cosa vuoi dire e non mi interessa. -
- Elena…- Ritentò Arianna, senza però essere ascoltata.
- Ti ricordi, Strify? E’ passato poco tempo, anche se sembra molto di più. Eravamo alle vostre prove, tu mi avevi baciata prima che io uscissi.- Aveva fatto una pausa, per cercare di riordinare le idee. – Ero andata sul davanti dell’edificio ed Arianna era arrivata poco dopo. Sapevo che non aveva mai sopportato l’idea che stessimo insieme, ma non immaginavo che arrivasse a insultarmi e spingermi. Ho cercato di farla ragionare, ma continuava. Non so perché, ma l’ho spinta anche io. Giuro che non era mia intenzione, non avrei mai…davvero…- Non c’èra più bisogno di continuare, ormai la fine l’aveva intuita.
- Perché non me l’hai detto? – Strify era spiazzato.
- Perché pensavo che non mi avresti creduto, che mi avresti dato la colpa e non mi avresti più rivolto la parola. -
- Sentila…- Iniziò Arianna, avanzando. – Tu la sera prima  mi hai detto che ormai lui era cascato nella tua trappola, che il tuo piano era concluso. Era quello che avevi programmato da sempre, no? -
- Cosa stai dicendo, Arianna? Sei ridicola. – La mora si voltò verso Strify. – Non è vero, credimi. E’ lei che ti…ti adora a dismisura, ma non in quel senso. Vuole solo diventare qualcuno grazie a te. Non sopporta il fatto che tua sia felice con qualcun’ altra e che lei rimanga lì, a guardare.
- Hai ragione, infatti. Io lo adoro. E’ sempre stato il mio sogno, a differenza tua. -
- Non lo ami veramente. – Controbatté Elena.
- E tu? – La voce di Strify, che fino a quel momento non si era fatta sentire.
- Io…No, non ti amo, Strify. Non ti conosco abbastanza e quello che ho visto ieri mi è bastato per cambiare idea. -
- L’ha fatto apposta. Mi ha spinto apposta. Aveva paura che rovinassi i suoi piani, perché io ti amavo. Da sempre. -
- Arianna, cosa stai blaterando? Stupidaggini, tutte stupidaggini. Io non avrei mai fatt…-
- Non posso crederci. Tu l’hai spinta apposta? E avevi programmato tutto? Magari, se te l’avessi chiesto, saresti anche venuta via con i Cinema Bizarre, vero? -
- Strify, cosa stai dice..-
- Sì, me l’avevi detto tu tempo prima. Se mai te l’avesse chiesto, avresti accettato perché per te sarebbe stata un occasione irripetibile. O sbaglio? – Chiese Arianna, guardandola braccia incrociate.
- Sì, è vero. Avrei accettato, ma non perché sei il cantante dei Cinema…-
- Allora perché? – Strify si era alzato e aspettava una risposta, in piedi, davanti a lei.
- Perché conoscendoti meglio ci sarebbe potuto davvero essere qualcosa di più. -
Il ragazzo scosse la testa e uscì dalla camera, sbattendo la porta.
Elena lo seguì, arrabbiata e lo fermò per un braccio a metà corridoio.
- Non mi credi, cazzo? NON MI CREDI? – Urlò e per fortuna la maggior parte delle persone, se non tutte, erano nel salone a fare colazione.
- Non lo so. -
- Cazzo…Io dovrei non credere a una singola parola di quello che dici tu. Mi hai mentito! Avevi detto che ti piacevo, mentre ieri sera non mi è sembrato così…-
- C’è stato un equivoco…- Strify si morse il labbro e smise di guardare la ragazza negli occhi.
- Ah, sì? E quale? -
Adesso c’èra anche Arianna, dietro alla ragazza: lo stava fissando insistentemente, in attesa di una risposta.
- Se non mi credi o non ti va bene, puoi anche andartene da qua! -
Elena rimase un attimo allibita.
Non si aspettava una simile risposta. Pensava iniziasse a inventare scuse su scuse, cretinate, motivi insulsi che servissero a convincerla che era stato tutto un errore, ma non l’aveva fatto.
- Cosa? -
Non era possibile. Non davvero.
- Puoi anche andartene. – Ridisse il cantante, stavolta con un filo di voce ed entrando nella sua stanza.
Arianna, intanto, era sorridente. Ce l’aveva fatta e non aveva dubbi: Strify aveva preferito e creduto a lei più che alla mora. Ma ciò era una cosa logica, non aveva mai avuto dubbi sul possibile fallimento del suo piano. Anche se la parola piano non le piaceva. Aveva semplicemente unito due cose: il fatto che le piacesse davvero il cantante e che per il suo futuro prevedesse qualcosa di più grande che prendere il posto di suo padre, sebbene l’avesse reso non poco ricco.
La porta non fece in tempo a chiudersi che uscì il bassista.
- Elena…- Andò verso di lei, con le braccia tese, ma la mora si scansò ed entrò nella sua camera.
Prese fuori la valigia dal fondo dell’armadio e l’ aprì, con rabbia.
Iniziò a tirare fuori i vestiti dall’armadio e ad appoggiarli sul letto, per poi, alla fine, trasferirli tutti dentro alla valigia, senza ritegno.
- Aspetta! – Kiro cercò di fermarla, ma la ragazza era convinta di ciò e continuava a fare avanti e indietro. – Elena, ti prego, non farlo. -
Le strappò i vestiti di mano, li rimise nell’armadio e, prima che la mora iniziasse a protestare, l’abbracciò.
Elena iniziò a singhiozzare e a stringere sempre di più le braccia intorno al collo del ragazzo.
In meno di pochi secondi, la ragazza era seduta sul letto con il biondo di fianco, ancora uniti dall’abbraccio. Molte lacrime le stavano solcando il viso, senza che riuscisse a fermarle o trattenerle.
- Elena, disfa quella valigia. Tu non sei qui per lui, ok? Fregatene di ciò che ha detto e rimani. C’è il nostro concerto Domenica, non puoi perdertelo. Voglio che tu ci sia. -
- No, mi dispiace Kiro. Me ne voglio andare di qua. Non sopporto di vederla. – La voce era interrotta e strozzata.
- Ma è quello che vuole. Farai il suo gioco, se te ne andrai. -
- Non mi importa. Ormai ha vinto. -
Si staccò dal ragazzo, si passò le mani sugli occhi e prese a rimettere dentro gli abiti.
Erano tutti alla rinfusa e per poco non si chiuse la valigia. Ma poco importava.
Doveva solo andarsene il prima possibile.

- Sicura, allora? – Ora era Kiro che si stava per commuovere.
- Sì, ma io e te ci possiamo sempre rivedere, se vuoi. Un giorno o l’altro. – La ragazza non ci credeva davvero a quelle parole: sono cose che si dicono, ma poi ci si perde di vista e il ragazzo si sarebbe dimenticato di lei.
- Sì, certo. Ci possiamo incontrare, qualche volta. – Annuì e si abbracciarono.
- Vieni a salutare gli altri. -
Kiro fece per andare verso l’altra stanza, ma non sentì nessun altro rumore all’ infuori dei suoi passi.
- Non vieni? -
- No, non voglio. Salutameli tu Shin, Yu e Romeo. Mi mancheranno tutti e tre, ma non voglio rientrare in quella stanza. -
- Va bene. Allora, buon viaggio. -
- Grazie Kiro.-
- Vuoi che ti accompagni fino alla stazione? -
- No, non c’è problema. – Si girò e premette il pulsante per chiamare l’ascensore.
In pochi secondi, le porte si aprirono davanti a lei ed entrò con il trolley e il beauty-case che c’èra stato per miracolo.
- Ti voglio bene. -
- Anche io. – Il sorriso e gli occhi lucidi di Kiro.

- Sì? – Una voce che ormai non era più tanto abituata a sentire.
- Mamma, sono io. -
Riattaccò il citofono e la porta venne immediatamente aperta.
- Elena! Santo cielo, cosa ci fai qua? Non dovevi tornare Domenica? – Sua madre l’aiutò con la valigia e l’abbracciò.
- Ciao. – Sorrise e rispose all’abbraccio. – Sono tornata prima. – Pausa. – Per mia scelta. – Aggiunse poi.
- Cos’è successo? E Arianna? Raccontami…-
- Preferisco riposarmi prima, è stato un viaggio abbastanza lungo. -
Elena prese la valigia e aprì la porta di camera sua: era identica a come l’aveva lasciata.
Almeno non era entrata sua madre per curiosare o pulire la stanza da cima a fondo, spostandole di conseguenza ogni singola cosa.
Si gettò sul letto e, sebbene si trattenne, un’altra lacrima le rigò la guancia.


Mi sono fatta perdonare per la lunghezza del capitolo scorso, ma ora sicuramente mi odierete.
Ho riletto questo capitolo parecchie volte e non sono felice del risultato ottenuto: troppo drammatico, però così è. xD
Spero che vi piaccia.

Heroine: Stavolta sono riuscita a postare in tempi decenti! xD Grazie al cielo a noi non ci danno più compiti. Comunque concordo: Studiare col caldo equivale al suicidio!
Ci sentiamo ^__^

Moglie: Non ti preoccupare per il “casino” xD Comunque, se vuoi, alla fine di questa Fan Fiction, posso venderti Arianna per prenderla a sber…darle consigli ù.ù Spero ti sia piaciuto il cap :) I Love You  *-*

Ah, alla fine di codesta FF mancano due capitoli. ù.ù

Alla prossima…

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Capitolo 32
*** Senza Di Te ***


32° Capitolo _ Senza Di Te

Sabato

La ragazza aprì gli occhi lentamente, cercando di mettere a fuoco le cose.
Era nella sua stanza e quella che vedeva davanti al suo viso era una sveglia.
Le 6.00 del mattino.
Si schiaffò una mano in fronte: aveva dormito decisamente troppo.
Il viaggio Roma-Milano l’aveva stancata non poco, in più la voglia di non pensare a niente, l’avevano fatta appisolare e poi cadere in un sonno profondo.
Stava quasi per allungare una mano e ripetere almeno tre volte il nome di quel pigro di un bassista.
Ma non era lì.
Elena sospirò: non poteva permettersi di pensare ai Cinema Bizarre anche in quel momento.
Solo il fatto di immaginarsi Arianna ancora là, appiccicata al biondo, le dava il voltastomaco.
Era, però, fiera di sé: lei non aveva fatto nulla di sbagliato e aveva seguito ciò che le diceva la testa, senza guardare in faccia a nessuno.
Strify le aveva fatto un torto e sarebbe potuto essere anche il più grande musicista su quel pianeta che le cose non sarebbero cambiate.
Lui le aveva detto espressamente il suo parere e lei aveva deciso di seguirlo.
Sospirò. Perché pensava a lui anche adesso? Perché sentiva di aver fatto la cosa giusta, ma in fondo si dava della stupida?
Se solo avesse avuto un po’ meno di orgoglio, avrebbe preso il primo treno per Roma e sarebbe corsa al suo concerto.
Ma lei…lei no, Elena non era una tipa lunatica: sapeva bene cosa voleva e quello che aveva scelto era immutabile.
Si alzò e andò ad aprire le finestre: una giornata orribile.
Delle nuvole per nulla promettenti incombevano sulla città e quel giorno sarebbe stato molto piovoso.
Fantastico! Cos’è un segno? Sono contro di me anche lassù?

- Strify? -
Nessun segno di vita.
- Hey, Strify! – Il batterista lo chiamò più volte, scuotendolo ripetutamente.
- Uhm…Che vuoi? – Biascicò con la bocca ancora impastata.
- E’ ora di far colazione. Dai, muoviti! -
Il ragazzo iniziò a brontolare, mentre si tirava su da letto e vagava per la stanza come uno zombie alla ricerca di non si sa bene cosa.
Alla fine la sua meta fu l’armadio.
Con alcuni vestiti a cavallo del braccio sinistro, si diresse in bagno.
- Strify, sei pronto? – Chiese sempre il batterista, dopo 15 minuti d’attesa.
- Sì, sì…un attimo! – Ci fu un susseguirsi di altre incomprensibili parole.
- Guarda che noi andiamo giù. -
- Santo cielo, ho detto che sono pronto! – Il ragazzo uscì dal bagno.
Si diressero giù e, come al solito, dopo essersi seduti, sbucò dal corridoio anche Kiro.
- Elena non ha fame nemmeno oggi? – Chiese Strify, che non aveva ancora saputo nulla.
Il bassista chiuse gli occhi un attimo.
- Se n’è andata. – Disse tutto d’un fiato.
La faccia dei ragazzi era allibita: Yu aveva smesso di masticare, a Romeo era caduta la fetta di torta, Shin era fermamente convinto di aver capito male, Arianna aveva una faccia inespressiva, ma dentro di sé era in piena felicità.
Strify invece non aveva avuto nessuna di queste reazioni.
Era immobile, non aveva sbattuto ciglio e la sua bocca disegnava una “o” perfetta.
- Ah. – Tutto ciò che riuscì a dire, prima di versarsi un bicchiere d’acqua.
- Non ho capito. – Affermò Shin, convinto.
- Ho detto che è partita. Tornata a casa. Non c’è più. – Kiro voleva essere sicuro di non dover ripetere di nuovo il concetto.
Ed è tutta colpa tua, Strify, pensò il ragazzo, iniziando a mangiare.
- Senza salutarci? – Chiese Yu, ancora perplesso e incredulo.
- Voleva, ma era di fretta. – Anche per questo è colpa tua. – Ma mi ha detto di salutarvi e che gli mancherete. Molto. – Aggiunse poi, fissando il cantante.
Shin diede un’occhiataccia a Strify, una di quelle che ti ricordi a vita.
Una del tipo
Sei contento ora? Ti senti realizzato? Complimenti!
Il ragazzo rispose alzando le spalle e scuotendo la testa come per dire
Non è stata colpa mia.
Ma la verità era una sola e la sapeva benissimo.
Era per quello che si stava dando del cretino, si stava ripetendo di aver fatto un enorme sbaglio e si stava sentendo in colpa in una maniera unica.


- Allora? –
- Cosa? – Chiese Elena, guardando suo padre con un sopracciglio alzato.
- Allora com’è andata? – Ripeté, scuotendo la testa e addentando una forchettata di pasta.
- Ah…Non so. E’ stato…-
- Sì, capisco. Per Arianna, vero? Ma come mai sei tornata a casa? – Chiese suo padre, perplesso.
Se mi lasciasse finire una dannata frase, forse…pensò Elena, intenta a bere un bicchiere d'acqua.
- Non lo so. – Cosa doveva dirgli? La verità? No. Sapeva che a suo padre non interessava davvero tutta la storia, glielo stava chiedendo semplicemente per non rimanere muti per tutto il pranzo.
- Come non lo sai? – Sua madre, che non aveva ancora detto nulla, ora era intervenuta.
- E’ una storia lunga. – Elena non sapeva più cosa inventarsi. Si guardò attorno, alla ricerca del telecomando: magari accendendo la televisione li avrebbe distratti.
- Raccontacela, dai. – La incitò sua madre, come se dovesse raccontargli una divertentissima barzelletta.
- Mamma, non ho voglia. Sono fatti miei e non ci tengo a dirti tutto per filo e per segno. -
Aveva cercato di tenere un tono basso, senza alterarsi troppo con i suoi, ma le era riuscito difficile.
Perché dovevano sempre intervenire nella sua vita privata? Perché anche quando si capiva benissimo che non era il momento adatto per chiedere certe cose, loro lo facevano comunque?
- Mah. Valla a capire…- Aveva borbottato suo padre, infine.


- E’ l’ultimo giorno, dai. Domani c’è il concerto e non avremmo molto tempo. Che facciamo? – Chiese Yu, a pranzo. L’unico che aveva avuto il coraggio di parlare.
- Non saprei. – Rispose Strify, continuando a infliggere colpi al piatto che aveva davanti con una forchetta. Gli era decisamente passata la fame.
- Potremo andare a fare un giro e cenare fuori, per stavolta. – Propose Romeo, con l’assenso degli altri.
- E così sia. – Disse infine il cantante.

La ragazza passò buona parte del pomeriggio in casa, da sola. I suoi erano andati in centro a far spesa.
Verso le 16.00 era arrivata la sua migliore amica, curiosa e ignara di ciò che era successo all’altra.
- Allora? Dai, racconta! Quanto ti invidio…- Anche l’altra era una fan sfegata dei Cinema Bizarre e da quando Elena era partita non aveva fatto altro che invidiarla.
- Sono bravi. Molto bravi. – Le offrì un bicchiere di aranciata, che l’altra rifiutò.
- Dai, siediti e dimmi tutto! Lo so che sono bravi, ma il carattere…-
- Ah, beh…Sì, insomma, Kiro è dolcissimo, veramente un buon amico. Yu e Romeo sono dei chiacchieroni incalliti e adorano mangiare, mentre Shin è abbastanza silenzioso, ma simpatico anche lui. – Sperò che la breve descrizione bastasse a placare la curiosità dell’altra.
- E Strify? – Alla ragazza si illuminarono gli occhi.
- Strify…Beh, è simpatico. – Bugiarda.
- E con chi eri in camera? – Chiese con più enfasi di prima.
Ora? Che le dico?
- Arianna. – Meglio essere sinceri.
- E l’Hotel? -
Elena si sorprese un attimo. L’interesse dell’amica riguardo la sua compagna di stanza non sembrava essere molto acceso.
La prese come una grossa fortuna.
- L’ Hotel era stupendo! C’èra un giardino enorme, un sacco di fiori, le camere gigantesche…- Si perse a raccontare ogni particolare, continuando a gesticolare come impazzita, con lo sguardo assorto.

E così, questo, è il penultimo capitolo.
Che dire? Non mi piace molto, ma tra il caldo, la preparazione per gli esami e tutto il resto, sono K.O. xD
Comunque, spero vi sia piaciuto.

Heroine: Beh, qualsiasi cosa dico, spoilero qualcosa, quindi è meglio stia zitta xD Sappi solo che cercherò di postare presto l’ultimo cap ^___^

Moglie:
O___O Sono estremamente lusingata! Non pensavo mi fosse venuto bene, anzi…Avevo paura che tutto fosse sfociato verso il ridicolo. Grazie dei complimenti, moglie ^-^

Alla prossima…

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Capitolo 33
*** La Fine. ***


33° Capitolo _ La Fine.

Domenica

- Elena, alzati! La colazione è pronta. –
- Arrivo, mamma! – La ragazza aprì lentamente gli occhi e si passò una mano sul viso, come per cancellare la stanchezza.
Le sarebbe mancata molto la voce di Kiro, la voce lamentosa da appena sveglio, quella voce che la pregava di lasciarlo dormire un altro po’.
Sospirò. Avrebbe dovuto farci l’abitudine.
Si sedette sul bordo del materasso, sbadigliò e si infilò le ciabatte.
Poi, sempre lentamente, si diresse in cucina. Si sedette a tavola, con suo padre intento a leggere il giornale e sua madre che ascoltava la fastidiosa televisione mattutina.
Abbassò lo sguardo sul suo piatto e osservò per qualche secondo le fette di toast con la marmellata, prima di addentarle e bere un bicchiere di latte.
Erano passate solo due settimane, neanche, eppure si era abituata a tutto.
Alla compagnia dei ragazzi, alle lussuose stanze dell’Hotel, all’orario scomodo della colazione, addirittura ad’ Arianna.
E ora le sembrava tutto così triste. Come avrebbe fatto a riadattarsi alla solita vita, con la consapevolezza di aver lasciato un Paradiso?
Scosse la testa. Doveva farlo e ce l’avrebbe fatta.
In fondo, cosa si aspettava? Quando era partita non era certo sicura che Strify la volesse con lui e, anzi, era certa del contrario, era lì solo per incontrare i suoi idoli, ma le cose erano cambiate e ciò che le dispiaceva maggiormente era come si erano lasciati.
Con un litigio, con delle urla, con il viso arrabbiato di lui.
Allontanò il piatto da sé e andò in bagno, a vestirsi.
Una cosa che veramente le era mancata era la sua città: Milano.
Sebbene fosse doppiamente caotica, trafficata, inquinata e altre mille qualità negative, le piaceva davvero e avrebbe fatto fatica a lasciarla.
Decise di andare a fare un giro per il centro, non sapendo che altro fare in quella mattinata che, al contrario del giorno precedente, sembrava promettere il sole.
- Esco. – Disse, mentre apriva la porta, senza soffermarsi troppo sullo sguardo dei genitori.

- Alzati, Strify! – Stavolta era la voce di Yu.
- No, almeno oggi lasciami dormire un altro po’ – Brontolò il cantante.
- Strify, oggi c’è il concerto, quindi avrai bisogno di energia e il cibo ti serve. –
- Sto benissimo anche a letto! – Rispose questo, sprofondando con il viso nel cuscino.
- Non fare lo scemo. Alzati! – Prese le coperte e le tirò indietro, facendo arrivare una leggera brezza sul corpo del cantante.
- Sei insopportabile! – Il vocalist si arrese e, con non poca fatica, si alzò e barcollante arrivò fino all’armadio.
- Lo so, è per questo che mi vuoi bene. – Disse l’altro, sorridendo.
Per la prima volta, tirò fuori le prime cose che gli capitarono a tiro. Non fece caso all’accostamento dei colori o ad altre cose di quel genere, aveva semplicemente preso i primi vestiti che gli erano capitati sotto mano.
- Senti, noi andiamo giù e ti aspettiamo là. -
Strify annuì e il chitarrista uscì velocemente dalla stanza, seguito dagli altri.
Strano che Arianna non abbia insistito per rimanere, pensò il ragazzo, sedendosi sul letto.
Quella notte aveva dormito da schifo. Non era stato fermo un attimo e, sebbene fosse molto stanco, gli occhi non volevano saperne di chiudersi. Forse erano associati al cervello.
Il cervello si sente in colpa di ciò che mi ha fatto dire e ora anche gli occhi si coalizzano con lui.
Il biondo scosse la testa, dandosi dello stupido e procedendo verso il bagno.

Tutte quelle vetrine le ricordavano le strade di Roma, sebbene Milano fosse molto diversa dalla capitale. Si fermò a guardare la vetrina di un negozio di cd, un negozio che conosceva molto bene. Fissò tutte le copertine, una per una, finché davanti ai suoi occhi non apparve quella di Final Attraction: lo sguardo serio e malizioso di Strify, con accanto un bellissimo e altrettanto serio Kiro.
Sbuffò e proseguì.
Perché quando cerchi di dimenticare qualcosa o qualcuno, tutto il mondo sembra volertelo ricordare? O forse è la tua mente che ogni singola cosa che vede la elabora fino a farla diventare un ricordo?
- Elena…- Una voce. Una voce famigliare, che però non sentiva da molto tempo.
La mora si girò leggermente e, individuata la ragazza a cui apparteneva la voce, strabuzzò gli occhi.
- Sei proprio tu? – Chiese, avvicinandosi.
L’altra annuì, con un sorriso.
- Sì, è passato molto tempo, vero? –
- Troppo, direi. –
Era Elisa, la sua migliore amica ai tempi delle elementari.
Alle medie le avevano divise di classe, ma continuavano a vedersi. Alle superiori, però, avevano scelto strade diverse e si erano completamente perse di vista.
Ogni tanto si ritrovavano in giro per Milano, indaffarate come al solito, ma si concedevano sempre qualche ora per aggiornarsi sulle ultime vicende.
- Ti va se facciamo un giro e pranziamo insieme? – Le chiese l’altra, inclinando la testa di lato.
- Sì, lo sai che mi fa sempre piacere parlare con te. -

- Ce ne abbiamo messo. – Sbottò Romeo, vedendo arrivare il cantante, ma cercando di non farsi sentire.
Il ragazzo non li degnò di uno sguardo, dirigendosi subito verso il buffet.
- Svegliato male? – Chiese sempre il moro.
- Non è che si è svegliato, non ha proprio dormito. – Lo corresse Shin, che dormiva nel letto a fianco a lui e lo aveva sentito voltarsi per buona parte della notte.
Kiro era l’unico ad essere rimasto in stanza da solo e, anche lui come Elena, quella mattina aveva sentito la mancanza della voce della ragazza.
Le sarebbe mancata molto e prima o poi la sarebbe andata a trovare.
Prima o poi, pensò scuotendo la testa.
- Buon giorno. – Sussurrò il biondo, sedendosi vicino a Kiro e lasciando un posto libero tra lui e Arianna.
Il posto di Elena.
Iniziò a mangiare, cercando di seguire i discorsi dei suoi compagni, senza riuscirci. Era completamente assorto e si chiese come avrebbe fatto quel fottuto concerto in quello stato. Si sarebbe dimenticato le parole di ogni singola canzone.

- E così te ne sei andata. – Concluse Elisa, prendendo una patatina dal suo vassoio e mangiandola.
- Sì. Ho sbagliato secondo te? – Con la sua migliore amica riusciva sempre a dire tutto, a raccontare senza problemi.
- No, non hai sbagliato. Hai fatto bene ad andartene. Ma sai una cosa? -
La mora scosse la testa.
- Dovresti andarci al loro concerto. – Finì per dire l’altra.
- E’ oggi. – Disse la mora, alzando le spalle e bevendo la coca cola che le stava di fronte.
- Se è stasera fai in tempo. -
- Sì, è stasera. Alle 21.00. – Elena abbassò la testa e fece un lungo respiro.
- Se non te la senti, non andarci. Ma questa è la tua ultima occasione, Elena. Non ce ne saranno altre, non c’è molto tempo per pensarci. Quindi rifletti un po’ e fai la tua scelta. -
Ad Elena comparve un sorriso. Elisa era così diplomatica, semplice, ma incisiva. Riusciva sempre a dare le migliori risposte e i migliori consigli.
- Sì, hai ragione. Ci penserò su. Ma non penso che andrò.- Lasciò una piccola pausa. - Me l’ha detto lui che potevo anche tornarmene a Milano, quindi è meglio se non vado a infastidire oltre. – Il suo sguardo si intristì nuovamente.
- Elena, sono cose che si dicono. Sono sicura che non lo pensava veramente.-
- Ma ha baciato Arianna. Dio, te la ricordi? Era insopportabile. Fortunata tu, che non l’avevi in classe con te alle medie. -
- Lo so, un po’ l’ho conosciuta anche io e mi è bastato. Comunque pensaci. Pensaci un po’, ok? -
Elena fece un sorriso un po’ forzato e annuì.
- Senti, dimmi di te. Come vanno gli studi? – Chiese Elena, volendo solo cambiare discorso, senza un vero e proprio interesse in quel momento.

- Ho bisogno di uscire un po’. – Disse Strify, con lo sguardo abbassato.
- Vengo con te. – La voce di Kiro.
- No, vorrei andare a da solo. Lo faccio sempre prima dei concerti. -
- Ma se non esci mai prima dei…- La bocca di Yu venne tappata da Shin, che sorrise.
- Sì, va pure. – Disse, liberando il chitarrista, che lo guardò male.
Il cantante annuì e, dopo averli salutati, uscì dall’Hotel.
Alzò gli occhi al cielo.
Era una bella giornata e se fosse durata così avrebbero anche potuto fare il concerto “all’aperto”.
Rimase un attimo interdetto sulla strada da prendere e alla fine decise di andare a sinistra.
Aveva voglia di tornare al parco, quello dov’era andato con Arianna. Ancora si chiedeva il motivo per cui Elena non fosse voluta andare con loro.
Doveva smettere di pensarci. Non l’avrebbe mai più rivista e così facendo si sarebbe solo fatto del male.
Attraversò la strada, aspettando prima che tutte le macchine fossero passate, e andò dritto verso la prima panchina libera.
Davanti alla sua “postazione”, c’èrano alcuni scivoli e due altalene. Insieme due bambini che giocavano e si rincorrevano.
A tratti, potevano anche essere un po’ fastidiosi, ma nel complesso mettevano di buonumore.
Strify si era come incantato e li seguiva in ogni movimento.
Si risvegliò quando i due vennero presi in braccio dalle loro mamme per tornare a casa.
E in quel momento gli vennero in mente alcune scene, come un piccolo film con trama quelle due settimane. Nella sua mente un susseguirsi di immagini, parole, sorrisi…
C’erano tutti i momenti più significativi, divertenti e tristi: il momento dell’arrivo, quando Kiro si era tirato la valigia addosso e per poco non era caduto, il momento in cui aveva conosciuto Elena, le battute risparmiabili di Yu, il gelato sui pantaloni di Romeo e poi, ancora, l’incidente, le prove, il giorno in cui aveva baciato la mora, la litigata...
Sembrava non avere fine. Dovette cercare di concentrarsi su altro per smettere di pensarci.
Sono state solo due settimane, Strify, due settimane.
La cosa che, però, il suo cervello non aveva il coraggio di ammettere era il fatto che quelle due settimane gli sarebbero mancate, così come gli sarebbe mancata Elena.


- Allora, io vado. Però pensaci, me l’hai promesso. La prossima volta che ci incontriamo devi raccontarmi tutto, eh! – Elisa sorrise all’amica e si allontanò.
Erano appena uscite dal ristorante ed Elena era ancora ferma lì, immobile.
Decise che quella passeggiata gli avrebbe chiarito le idee.
Iniziò a camminare, prendendo la strada di casa.
Se vado, ragionò,
in futuro non dovrò rimpiangere questo momento. Lo so che me ne pentirò, se non vado. Ma a lui non gliene importa più nulla di me e vederlo indifferente mi farà stare ancora peggio.
Era una scelta difficile, una scelta che, però, avrebbe potuto cambiare il futuro. O anche lasciarlo immutato.
Elena sospirò, concedendosi un altro po’ di tempo per riflettere.


- Strify, muoviti! Non possiamo aspettare i tuoi comodi! – Urlò Yu, fuori dal camerino del cantante.
- Lo so e se mi dai qualche minuto arrivo! -
I Cinema Bizarre fissarono il chitarrista con sguardo rassegnato, come per dire
Lo sappiamo com’è fatto.
La truccatrice passò l’ultimo velo di fondotinta e matita nera, per poi spostarsi e far ammirare il cantante allo specchio.
Sorrise, osservandosi, e fece segno Ok con il pollice.
Arianna, intanto, era nel backstage con i ragazzi. Aveva deciso di godersi lo spettacolo da quel punto lì, sebbene si vedesse di lato.
- Sei sicura che non vuoi andare in prima fila? Si vede molto meglio. – Le avevano ripetuto i ragazzi, ma lei era stata irremovibile. Tutto quel caos, gli spintoni, le urla assordanti non facevano per lei.
- Fra qualche minuto la band di supporto ha finito. – Li avvisò un ragazzo moro, con una cartella in mano.
- Bene. – Risposero i ragazzi, sorridenti.
Non appena il ragazzo se ne fu andato, Yu prese a bussare insistentemente sulla porta della stanza di Strify.
- FRA POCO TOCCA A NOI! – Urlò il chitarrista, per sovrastare il caos ed esporre meglio il concetto.
La porta si aprì all’improvviso.
- Sono pronto. – Disse Strify, allargando le braccia.

Avevano fatto molti altri concerti, eppure quello li aveva resi agitati come non mai.
Shin si stava tamburellano sulle gambe quasi ossessivamente, nell’attesa di arrivare alla sua dolce batteria. Yu e Kiro si stavano guardando intorno, chiedendosi dove fossero i loro preziosi strumenti. Romeo invece stava sbirciando il palco, osservando la postazione in cui avevano messo lui e la sua tastiera.
Ma il più agitato era sicuramente il cantante. Era a braccia conserte, in piedi, a fissare il vuoto, con la bionda di fianco a fargli mille domande a cui rispondeva con monosillabi.
Stai calmo, si ripeté più volte,
è solo un altro concerto. Uno come tanti.
Sapeva bene il motivo della sua agitazione, ma anche tristezza. Ancora una volta, però, il suo cervello si stava rifiutando di ammettere quel nome.
Doveva autoeliminarsi o l’avrebbe distrutto.

Videro i ragazzi, sudati e sorridenti, della support band entrare nel backstage.
- Ok, tocca a noi. Vediamo di mettercela tutta! – Disse Strify, con un sorriso un po’ forzato, ma sincero.
Arianna fece alcuni urletti, mentre i ragazzi si dirigevano verso il palco.
Due ragazzi, intanto, avevano portato un basso e una chitarra a Kiro e Yu, che si erano già messi a tracolla gli strumenti.
Entrarono uno per uno: prima Shin, poi Romeo, Yu, Kiro e infine Strify.
Il ragazzo diede il benvenuto al pubblico e partì subito con la prima canzone, che avevano deciso fosse Escape To The Stars, seguita da
Angel In Disguise.
La loro performance era iniziata, Strify aveva con sé un bastone nero, su cui piroettava, mentre con voce incredibilmente ferma cantava.
 E poi in un attimo, quei pochi secondi in cui aveva lanciato un occhio alle ragazze nella prima fila, l’aveva vista.
Rimase un attimo come imbambolato, muto, ma subito si riprese e iniziò di nuovo a cantare.
Nel momento di pausa tra le due canzoni, il biondo si era avvicinato a Kiro.
- L’hai vista? -
- Chi? –
- Elena. -
Il ragazzo pensò per un attimo che il cantante avesse le visioni, ma nella prima fila, quarto posto a partire da destra, c’èra Elena.
Era sorridente, aveva le braccia alzate verso il cielo e saltava ritmicamente.
Il cantante cercò di non perdersi in chiacchiere e continuò a cantare. Gli occhi, però, erano come spinti da una forza ignota verso la ragazza mora. Non riusciva a cambiare visuale, era come incantato.
Ed era felice.
Felice che la ragazza fosse tornata per loro, che la loro musica fosse più importante di una stupida litigata.
A metà concerto, i ragazzi fecero una pausa e, mentre se ne tornavano nel backstage, Strify disse a uno dei bodyguard di portare la ragazza mora da loro, senza però dare troppo nell’occhio, altrimenti tra le altre fans sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale.
- Non vengo. – Aveva detto Elena. – Sono qua per il loro concerto, non per parlargli. -
Il bodyguard aveva insistito un po’ e alla fine la ragazza aveva ceduto. Aveva, poi, cercato di indietreggiare fino ad arrivare, per una via secondaria, al backstage.
Erano in fondo a una stanza, avevano tutti e cinque un asciugamano attorno al collo e una truccatrice sulla ventina stava risistemando il trucco a tutti e cinque con una velocità impressionante.
- Cosa c’è? – Chiese la ragazza, andando incontro a Strify.
Arianna era lì, li stava fissando, mantenendo però le distanze. Come mai aveva deciso di fare ritorno quella stupida?
- Volevo salutarti. –
Scemo! Non è quello che le volevi dire.
- Grazie. – Elena si girò e fece per andarsene, con la stessa freddezza di prima.
- No, aspetta. Volevo anche dirti che mi è dispiaciuto da morire quando te ne sei andata, davvero non era mia intenzione. -
- Dovrai abituarti perché non ci vedremo più. – Ora la voce aveva subito come una sfumatura triste.
- Non voglio che succeda. – Fece una pausa. – Queste due settimane sono state abbastanza movimentate, sono successe parecchie cose, non tutte positive. Ma non voglio che te ne vada. Non ci rivedremo più per troppo tempo, forse mai e non voglio sprecare questa occasione. Magari mi dirai di no, te ne andrai, mi insulterai anche, ma almeno ci avrò provato. So che è colpa mia se te ne sei andata, è stata tutta colpa mia, ma…vuoi venire con noi? -
Strify si diede dello stupido. Aveva fatto un casino, aveva spiegato malissimo ed era sicuro che la ragazza gli avrebbe detto di no.
- Senti, se vuoi pensarci…-
- Strify, è finita la pausa. – Era Kiro, da dietro, che fino a quel momento si era trattenuto per lasciarli parlare in pace, ma ora era letteralmente saltato addosso alla ragazza.
- Mi sei mancata! – Le disse all’orecchio.
- Anche tu. – La mora si staccò dall’abbraccio.
I ragazzi stavano tornando sul palco.
- Elena, fai come pensi sia meglio, ma quello che ha detto è vero. Gli piaci seriamente e gli sei mancata tanto. – Kiro le mise una mano sulla spalla e poi, con un sorriso, andò verso gli altri, pronti a ricominciare il concerto.
- STRIFY! – La ragazza lo chiamò, sotto lo sguardo scettico e arrabbiato di Arianna.
Il ragazzo corse verso di lei.
- E’ un sì. – Disse Elena, mordendosi un labbro.
- Sì? – Il cantante le prese le mani e l’abbracciò.
- Mi sei mancata troppo. -
- Anche tu, ma ora vai che hai un concerto da mandare avanti. – La ragazza gli sorrise e indicò i suoi compagni che lo aspettavano.
- Giusto. – Fece per andarsene, poi tornò indietro e baciò la mora.
Un bacio stupendo, Strify aveva le mani sul viso di lei e sembrava voler continuare in eterno, ma Elena, a fatica, dovette staccarsi dal biondo.
- Daaaai, hai un concerto! Non vorrai mica farci attendere?! –
Strify alzò gli occhi al cielo e fece un sorriso monco, correndo di nuovo sul palco.

                                                                 
                           
Fine

Mi sembra incredibile di essere alla fine di questa Fan Fiction e non nascondo che un po’ mi dispiace. Spero che il finale vi sia piaciuto :)
Alla fine non me la son sentita di far finire male questa storia ù.ù Anche Elena, dopo tutto quello che le è accaduto, ha diritto al suo lieto fine. xD

Grazie a quelli che l’hanno messa nei preferiti:
Denni
Viholy

Achi13
Ada12
Revi_Kau


E nelle seguite:
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TokiToki


Grazie a tutte e buona estate! ^___^



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