≈Venus♥ di littlemoonstar (/viewuser.php?uid=31225)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Remember me? ***
Capitolo 3: *** Vampire hunting ***
Capitolo 4: *** Sweet dream ***
Capitolo 5: *** Kiss the tears ***
Capitolo 6: *** Secret ***
Capitolo 7: *** Human ***
Capitolo 8: *** Oh,right...I'm Rich! ***
Capitolo 9: *** Luciene Call ***
Capitolo 10: *** The real world ***
Capitolo 11: *** Memories ***
Capitolo 12: *** Trapped ***
Capitolo 13: *** Burning ***
Capitolo 14: *** Thank you for everything ***
Capitolo 15: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo. ***
venus
≈Venus♥
Prologo
xxx
L'arte
è bellezza.
E
la bellezza,come si dice spesso,è donna.
Io
non mi ero mai sentita bella. Solo di nome. Isabella Swan,in arte
Bella.
La
mia vita era sulla strada,il mio corpo era l'unica cosa che avevo per
mantenermi in forze e per sopravvivere in quella vasca di squali
chiamata Londra.
E
non avrei di certo mai,mai pensato che la mia vita potesse essere
sconvolta da un incontro.
Senza
tempo,senza limiti di spazio, Solo un incontro.
Semplice,casuale,ma
in qualche modo combinato.
Il
mio incontro.
Attraversai
la strada senza far caso al numero di carrozze che rischiarono quasi
di uccidermi,fermandosi al mio passaggio.
Udii
una serie di imprecazioni da parte dei conducenti,ma presto il rumore
degli zoccoli dei cavalli ricominciò,regolare,coprendo le
parole.
Non
diedi ascolto nemmeno ad una delle loro parole,troppo concentrata ad
evitare che la pioggia scrosciante mi facesse cadere a terra,o
scivolare una volta girato l'angolo.
L'abito
blu scuro strusciava continuamente a terra,e i tacchi alti di certo
non erano un aiuto valido.
Mi
sentivo instabile,e avevo un groppo alla gola senza precedenti: le
lacrime miste ala pioggia,che oramai mi aveva completamente
inzuppata,mi cadevano sulle guance pallide e macchiate di trucco
nero,disciolto sulla mia pelle come neve al sole.
Tremavo,ero
stanca e sentivo il petto bruciare.
Strano,Bella.
Una prostituta non dovrebbe pentirsi delle scelte fatte.
Un
gemito mi sfuggì dalle labbra,ma probabilmente riuscii a
sentirlo
solo io.
Io,che
avevo appena guadagnato il pane quotidiano come oramai facevo tutti i
giorni.
Non
ero una bellezza da invidiare,ma a quanto sembrava molti uomini erano
disposti a pagare per avermi.
Iniziai
a respirare rumorosamente,con affanno,senza interrompere quelle
lacrime che oramai si confondevano con le pozzanghere argentee sulla
strada.
Non
ho bisogno di te. Non ho bisogno di nessuno.
Ripetei
quella frase nella mia mente parecchie volte prima di capire che non
aveva senso continuare a farlo.
Si
chiamava Mike. Mike Newton,ed era un ragazzo incredibilmente bello e
con un sorriso da sballo.
Quando
mi aveva richiesto per passare la giornata con me avevo subito
intuito che questo includeva anche la notte.
I
soldi che mi aveva offerto mi avrebbero fatto più che
comodo, e di
certo non sarei riuscita a rifiutare nemmeno se mi fossi fermamente
opposta: ma dopo la notte,c'è sempre un risveglio.
E
il mio risveglio era stato brutale: Mike mi aveva praticamente
cacciato da casa sua,dicendomi che era stato bello e che adesso non
dovevo più farmi vedere.
Sorrisi
tra me e me,ma a quel sorriso seguì un'altra crisi di pianto.
Non
che mi infatuassi di tutti gli uomini che mi portavano a letto.
Ma
ogni volta mi sentivo umiliata,sedotta e abbandonata in quel circolo
vizioso da cui non potevo uscire.
Voltai
l'angolo,continuando a correre.
Ma
non ci misi molto a fermarmi,perché incappai subito in
quello che
prima credevo un muro di cemento: quando caddi a terra,mischiandomi
all'acqua e alla sporcizia della strada,riconobbi tuttavia una figura
umana,maschile.
E
perfetta.
-ti
sei fatta male? - mi chiese lui,con una voce vellutata e
quasi...angelica.
Sei
un angelo?
Ancora
intontita,non riuscii a scorgerne il volto.
-io
sono...-
Prima
che potesse finire,le mie gambe ricominciarono a correre veloci: mi
alzai in piedi e,schivandolo,scappai via nelle strade buie di Londra.
E
in mente,durante tutto il tragitto,ebbi solo quella
misteriosa,splendida voce.
Note:
Ma
Saaaaaalve!^^ Rieccomi qui a fracassarvi le palle con le mie storie XD
Cooomunque,questa storia vede una Bella con un carattere molto simile a
quella del libro,con l'unica eccezione che...ehm...non è
proprio una brava studentessa a scuola^^
Ho
deciso di ambientare questa storia nell'Ottocento,anche se troverete
spesso elementi più moderni (mia iniziativa,siete liberi di
rincorrermi con un'ascia per aver modificato il corso della storia
dell'uomoXD).
Spero
sia di vostro gradimento e...fatemi sapere e commentate!
PS.
L'immagine è opera mia,vi piace?(la
ragazza,comunque,è la Kriiis^^)
Un
bacio
LMS*
|
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Capitolo 2 *** Remember me? ***
venus
≈Venus♥
Oramai
era notte fonda.
Avevo
vagabondato nei sobborghi di Londra,bagnata e infreddolita,per tutto
il pomeriggio,inzuppandomi dalla testa ai piedi e prendendomi anche
un bel raffreddore.
La
pioggia,anziché diminuire,sembrava aumentasse di minuto in
minuto,ed
io mi ritrovai ad udire i rintocchi della mezzanotte sotto un
pergolato malridotto in un sobborgo di Londra.
Su
un pannello di legno scuro vicino a me – era sporco e
arrugginito,mi fu persino difficile leggere la scritta su di esso
–
vidi le indicazioni necessarie per raggiungere di nuovo quel piccolo
quadrato in cemento che poteva definirsi “la mia
casa”,notando
che mi trovavo praticamente dall'altra parte della città.
Iniziai
a camminare,di nuovo sotto la pioggia,senza fermarmi inutilmente.
Vivere
sulla strada non mi era mai sembrato più difficile: Mike
Newton,poco
prima di sbattermi fuori casa,mi aveva detto che se avessi provato a
contattarlo,soprattutto in presenza della sua nuova fiamma,mi avrebbe
fatto sbattere in galera.
Mi
aveva anche chiamata sporca puttana,ma a questo non facevo
più
caso.
Io
ero una prostituta. Concedevo il mio corpo,o anche semplicemente la
mia presenza.
E
non facevo più caso a quello che la gente diceva di me.
Più che
altro,non facevo caso a quello che dicevano i miei clienti,dato che
fuori di loro non conoscevo praticamente nessuno.
Londra
era talmente grande che nessuno si conosceva davvero,e per quanto
riguardava me non potevo neanche contare su una vera e propria
famiglia: mio padre era chissà dove,e al momento della mia
nascita
mi aveva lasciata da sola con mia madre,che si era ammalata quando
avevo quindici anni.
Le
uniche persone che conoscevo erano le mie coinquiline,con cui
dividevo casa e...lavoro.
Sbuffai,pensando
che al momento non avevano la minima idea di dove fossi.
E
sperando che si stessero minimamente preoccupando per me.
Cosa
che nessuno fa mai,vero?
-già...-risposi
a me stessa,sospirando.
-ti
sei fatta male? -
In
quel momento mi ritornò in mente la voce del misterioso
sconosciuto,e quasi mi stupii di me stessa: come potevo dare
importanza a uno che non avevo praticamente conosciuto?
Di
lui ricordavo solo la pelle pallida,il corpo forte simile al
marmo,liscio e freddo,e un altro particolare che rimaneva ancora
annebbiato nella mia mente,che non riusciva ad entrare nei miei
pensieri,tanto erano offuscati.
-Bella!Bella!
-
Il
grido lontano di una voce familiare mi ridestò,e in quel
momento mi
accorsi di essere sul pianerottolo di casa: come diavolo ci ero
arrivata?
E
soprattutto,come pretendevo di sopravvivere in quella città
se mi
ritrovavo continuamente con la testa tra le nuvole,senza accorgermi
neppure di aver attraversato mezza città?
Mi
resi conto solo pochi secondi dopo,quando iniziai a sentirmi
strana,accaldata e non del tutto presente,che quella strana
sensazione era causata dal brutto raffreddore che avevo previsto.
Avevo
le vertigini,e per poco non caddi a terra.
-Bella!
Santo cielo,che ti è successo?! - quella
voce,così delicata e
innocente,mi riportò al contrario alla dura
realtà.
-non
mi sento bene,Angela...credo...di avere la febbre. - sussurrai,non
pienamente cosciente.
-vieni,entriamo
in casa. - mi disse lei,dolcemente.
Annuii
a fatica,e per un attimo tentai con tutte le forze di
addormentarmi,per superare quello stato di angoscia che mi avrebbe
accompagnato per tutta la notte.
Quando
mi svegliai,fui quasi sorpresa di ritrovarmi nel mio letto,al sicuro
dalla pioggia e dalle stranezze dell'estrema periferia londinese.
Sentivo
gli occhi ancora gonfi di pianto,e il bruciore all'altezza delle
palpebre non era di certo un buon segno: segno che peggiorò
ancora
di più quando tutti i ricordi della notte precedente mi
tornarono
alla mente come una marea scatenatasi contro di me in pochi secondi.
La
nausea mi assalì senza neanche darmi tempo di riflettere,e
poco dopo
mi ritrovai di nuovo con la testa sul cuscino.
-Bella,sei
sveglia? - la voce familiare che ricordavo mi apparse quasi come una
rivelazione,ma non avevo alcuna intenzione di rispondere.
-mh...-mugugnai,la
bocca premuta contro il cuscino color crema.
-come,scusa?
- mi chiese di nuovo,e sentii il suo corpo accanto a me,seduto al
bordo del materasso.
-non
mi sento bene per niente,Angie. - commentai,mettendomi seduta.
Pessima
idea,perché fui assalita da un nuovo,spaventoso giramento di
testa.
-oh,Bella.
- sussurrò Angela,scuotendo la testa – sotto la
pioggia a
quell'ora di notte. Ma che razza di cliente ti sei presa,questa
volta? -
-già,chi
può essere lo spaventoso mostro che ti ha lasciato in questo
stato?
- chiese un'altra voce,meno dolce e più
squillante,all'improvviso.
-diretta,Jess...-
le rispose Angela,fulminandola con lo sguardo.
-non
ha tutti i torti. - aggiunsi io,facendo spallucce – sono in
uno
stato...pessimo. -
Le
mie due coinquiline – nonché colleghe –
avevano due personalità
completamente opposte,eppure convivevano davvero troppo bene per i
caratteri antitetici che avevano.
Angela,ad
esempio,era una ragazza dolcissima e davvero delicata,solitamente era
lei che consolava tutte noi,condividendo i nostri dolori insieme ai
suoi.
Era
scappata dalla sua famiglia alla mia stessa età,e ora molti
dei
ricchi signori londinesi amavano stare in sua compagnia.
Era
diventata una signorina di lusso,e grazie a lei anche Jessica aveva
fatto un salto di qualità: al contrario di Angela,lei era
nata in
uno squallido sobborgo di Londra e aveva imparato a sopravvivere in
quel posto con le sue sole forze,arrivando a donare il proprio corpo
per sopravvivere alle condizioni estreme.
Quando
conobbe Angela non aveva ancora capito di essere troppo bella e
desiderabile -oltre che incredibilmente passionale – per i
quartieri più poveri,e adesso vivevamo insieme in quel
piccolo
appartamento in una zona abbastanza nascosta,ma in qualche modo
confortevole e accogliente,sostenendoci in quella vita dura.
-oh,non
dirmi che...-Jess lasciò cadere il corpetto che aveva in
mano,rimanendo a bocca aperta.
-no...-
seguì subito Angela,interrompendola.
-e
va bene,lo ammetto. Si...Mike. -
-no!
- gridò Jessica,quasi con un ringhio disgustato –
non Mike "prendimi e scappa" Newton! -
-Bella...-
-lo
so,ma cosa dovevo fare?! Non sapete quanto mi ha offerto. -
Era
sempre così: il denaro valeva più della
dignità,in quel momento.
La
mia sopravvivenza,in quella città crudele,mi spingeva a fare
cose di
cui ero tremendamente disgustata.
Ma
non potevo tirarmi indietro.
Quando
uscii di casa,poco prima di pranzo,decisi di addentrarmi nel centro
di Londra per una passeggiata.
Volevo
rimanere da sola,e riflettere su quello che mi stava accadendo.
Su
quello che stavo diventando per non morire di fame.
Si,certo...continua
a credere che sia così.
Scrollai
la testa,stringendomi nell'abito color panna che avevo indossato per
uniformarmi alla massa,a quella schiera di belle ragazze ricche che
con me non avevano nulla a che fare.
Erano
frivole,senza alcun pensiero in testa.
Anzi,la
testa probabilmente neanche l'avevano portata con loro.
Tutte
uguali,fatte con lo stampino e infilate dentro quei corpetti
soffocanti e quegli abiti così costosi.
Ma
fu in quel momento che vidi qualcosa che mi stupì: qualcosa
di
diverso,in quel continuo sciame di oche che mi circondavano in un
vortice soffocante.
Una
ragazza poco distante da me aveva qualcosa di diverso: anzi,era
diversa.
Era
bellissima,forse la più bella ragazza che avessi visto in
vita mia:
la pelle candida sembrava ancora più pallida sotto il cielo
nuvoloso,e il vestito blu scuro aumentava ancora di più il
contrasto
con quella pelle che sembrava di marmo,tanto era liscia e perfetta.
I
lunghi capelli biondi e setosi ricadevano sulle spalle,circondando il
viso perfetto e il naso a punta.
Intorno
a lei non c'era nessuno,e sembrava che anche gli altri
passanti,arrivandole accanto,rimanessero inebetiti da tutto
quello splendore,scansandosi e lasciandole come un vuoto attorno,quasi
per non rovinare quella bellissima creatura che sembrava
quasi scesa dal cielo.
I
suoi occhi guizzavano velocemente da una parte all'altra della
strada,con il loro incredibile color oro colato: ma tra tutta quella
gente la vidi sparire in poco tempo,accompagnata da un ragazzo
così
alto e robusto da sembrare una montagna.
Non
mi spiegai il motivo di tanta ammirazione per lei,ma per un attimo mi
accorsi di quanto quella ragazza fosse diversa dalle
altre,così
bella ma anche così discreta da non mettere in mostra
ciò che aveva
come un trofeo.
Scrollai
la testa,maledicendomi per tutte le stupidaggini che in quel momento
il mio cervello stava partorendo senza un freno.
Ricominciai
a camminare più velocemente,come a tentare di recuperare il
tempo
perduto per raggiungere una meta che neanche io conoscevo.
Ma
non feci nemmeno in tempo a rendermi conto della strada presa che
finii un'altra volta per terra.
Quella
caduta mi riportò subito alla mente gli eventi della notte
precedente,e la bellissima voce del misterioso sconosciuto che aveva
tentato di aiutarmi tornò a farsi viva nei miei ricordi.
-stai
bene? Ti sei fatta male? -
Quella
voce.
C'era
qualcosa di profondamente familiare in quella voce bellissima e
vellutata: era davvero quella del misterioso angelo che avevo visto
la notte precedente?
Era
strana,perché benché fosse così
limpida e luminosa era leggermente
diversa da quella che avevo udito io.
Ma
una voce così non poteva che essere unica,e mi decisi ad
alzare lo
sguardo verso colui che probabilmente doveva essere il mio angelo.
E
– come avevo immaginato – si trattava di un ragazzo
bellissimo:
la pelle candida e liscia mi ricordò quella della magnifica
ragazza
bionda di poco prima,e gli occhi dello stesso color oro mi diedero
una sensazione piacevole e confortante.
Il
ragazzo mi sorrise,mostrando i denti bianchi e perfetti,e piegandosi
allungò la mano verso di me,in attesa di ricevere una
risposta.
E
dopo qualche esitazione,accettai.
-sicura
di stare bene? - mi chiese ancora,sfiorandomi una spalla.
-si...-sussurrai,senza
sapere bene cosa dire.
-come
ti chiami? -
-oh,giusto.
- per la prima volta,riuscii a sorridere – io mi
chiamo...Isabella.
Isabella Swan.-
-piacere
di conoscerti,Isabella. - mi disse lui,mentre una brezza leggera
iniziava a smuovere i suoi bellissimi capelli color miele –
io sono
Jasper. Jasper Hale. -
Note:
Ma
buongiorno fanciulli! Come va? Sfrutto questo piccolo momento in cui
non sono oppressa da compiti e altre schifoserie scolastiche in genere
per ringraziarvi di cuore delle recensioni che mi avete lasciato,e per
postare il primo effettivo capitolo della storia.
Lo so,avete una marea di domande,ma voglio rassicurarvi: questa
sarà una EdwardxBella,non ci sarà nessuno
sconvolgimento,non preoccupatevi! XD
Cooomunque,è veramente Jasper quello che ha stretto la mano
a
Bella? Ed era lui il famoso angelo che è apparso di notte
alla
nostra eroina? Ma soprattutto,avete riconosciuto la ragazza bionda? Si
accettano proposte,supposizioni di tutti i tipi e anche
scommesse"XD(Okay,sto delirando...). Mi raccomando,voglio sapere cosa
ne pensate di questo capitolo,fatemi sapere!^^
Un
bacio
LMS*
|
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Capitolo 3 *** Vampire hunting ***
venus
2.
;Vampire hunting ;
≈Venus♥
xxx
Si
chiamava Jasper,ed era un ragazzo davvero meraviglioso.
Si
era offerto di accompagnarmi in quella passeggiata per assicurarsi
che stessi bene,accompagnandomi fino a casa: fortunatamente il
quartiere in cui abitavo non dava alcun indizio riguardo la mia
professione,perciò accettai volentieri la sua compagnia.
Quelle
ore passate con lui furono come un tuffo sott'acqua: sentii
improvvisamente ogni preoccupazione svanire,e lo stato di calma che
mi inondò fu davvero incredibile.
-come
mai andavi così di fretta? - mi chiese,continuando a
guardare
diritto.
-oh,nulla
di particolare – affermai,in imbarazzo – volevo
solo liberarmi
di...alcuni pensieri. -
-capisco.
Certe volte alcuni ricordi sono dolorosi da dimenticare. So cosa vuol
dire. -
-già.
- sussurrai,tentando di non pensare. Non volevo pensare a niente.
E
sorprendentemente ci riuscii.
-sicura
di star bene? Sembri strana,Isabella. -
Avrei
dovuto dirgli che oramai nessuno mi chiamava più
così,e che il mio
nome detto da lui suonava di certo migliore rispetto a tutti gli
uomini che mi avevano chiamato in precedenza.
In
realtà avrei dovuto dirgli tante cose.
Ma
riuscii solo a fare una flebile,tremante domanda.
-Jasper,noi
ci siamo già incontrati...prima? -
Lui
non rispose. Guardava in avanti,come se cercasse la risposta nei suoi
ricordi,o nel paesaggio attorno a noi.
-ti
prego,Jasper. Ho bisogno di sapere. - sussurrai,avvicinandomi a lui.
Gli
sfiorai involontariamente la spalla,e sentii il suo corpo
irrigidirsi: mi guardò per la prima volta,ma sembrava in
allerta,gli
occhi sbarrati e vitrei.
L'oro
caldo che avevo visto in precedenza sembrò improvvisamente
raffreddarsi,e dopo pochi secondi anche Jasper sparì nella
foschia
londinese,lasciandomi da sola davanti alla porta di casa.
Rimasi
immobile,tentando di capire come avesse fatto ad allontanarsi
così
all'improvviso.
E
soprattutto tentai con tutta me stessa di ignorare il fatto che i
suoi occhi,per una frazione di secondo,erano diventati rossi come il
sangue.
Ancora
scossa da quello che avevo visto,entrai in casa rapidamente per
cercare di pensare ad altro.
Non
poteva essere vero. No. Di sicuro me l'ero immaginato.
Forse
avevo ancora la febbre.
Forse
avevo una malattia rara che comportava anche sporadiche allucinazioni
senza alcun senso.
Forse
mi avevano drogata.
O
forse hai visto un fantasma?
-ah,stai
zitta! - gridai a quella fastidiosa vocina che,ahimè,diceva
sempre
la verità.
-ma
se non ho detto nulla! - gridò Jessica dalla cucina,facendo
capolino
con il suo sguardo sempre vispo e attento a tutto.
-oh,Jess...non
dicevo a te,parlavo con...-
-nessuno.-
completò lei per me,conoscendomi fin troppo bene per
lasciarmi
proseguire quel monologo balbettante.
Le
sorrisi,ma dopo poco la mia tranquillità momentanea fu
spezzata da
un sonoro ed energico bussare alla porta.
Jessica
guardò la porta,spalancando gli occhi e probabilmente
chiedendosi
chi diavolo bussasse a quell'ora del mattino.
Sbuffai,e
aprendo la porta realizzai che le mie disgrazie non erano ancora
terminate.
-ciao,dolcezza.
-
-ah!
- Jessica gridò in modo davvero poco discreto,e armandosi di
coltello lo puntò contro il nuovo ospite.
-Jess,datti
una calmata! - tentai io,per evitare un omicidio colposo in quella
casa – Jacob,che diavolo ci fai qui?! -
Jacob
mi sorrise dall'alto del suo fisico statuario ed abbronzato.
Diamine,se
era bello.
Era
un vero adone,dai capelli folti e neri e dalla carnagione olivastra:
decisamente poco inglese,ma forse era per questo che ispirava
così
tanto la fantasia delle giovani ragazzine di Londra.
-sono
venuto a trovarti,che domande...- rispose lui,avvicinandosi e
passando un braccio attorno alla mia vita. Mi sorpresi di quanto
potessi sembrare piccola e fragile al suo confronto.
Jacob
Black era un ragazzo davvero molto affascinante,e non aveva
mai,mai tentato di molestarmi in alcun modo: viveva nella zona
portuale di Londra e veniva a trovarmi sempre di nascosto a causa
della pressante presenza del padre, il capo Black, che ultimamente ci
stava creando non pochi problemi a causa della nostra cattiva
reputazione.
Billy
Black era a capo del comitato per la moralità pubblica,e di
certo
noi eravamo il suo più grande nemico.
Ma
a Jacob non interessava tutto questo,e tentava di tenere nascosta la
nostra amicizia.
-Jake,non
credo che...-
Guardai
di nuovo Jessica,che puntava minacciosamente il nuovo ospite.
Oh,dimenticavo.
Jessica odiava mortalmente quel povero ragazzo per due motivi
principali.
Non
si fidava ancora di lui a causa della sua parentela con il grande
capo Black,ma il motivo principale risiedeva nel fatto che Jake
l'aveva molto elegantemente rifiutata.
-Jacob
Black,esci immediatamente da questa casa a meno che tu non voglia
morire all'istante! - gridò Jessica,puntandogli il coltello
contro.
Solo
allora mi accorsi che non lo aveva ancora posato.
-Jess!
- gridai,come una mamma fa con la bambina – posa quel
coso,per
favore! -
Jessica
sibilò qualcosa,e muovendo i fianchi procaci raggiunse la
camera da
letto.
-quella
donna è spaventosa. - sibilò Jacob,sembrando
davvero un cucciolo
impaurito.
-si
può sapere che ci fai qui? - dissi tagliando corto,tentando
di
sembrare crudele -vuoi cacciarci di nuovo nei guai? -
-oh,non
essere sciocca. Volevo solo...ecco...invitarti fuori,stasera. -
ammise,e giurai di aver visto le sue guance imporporate,se solo non
avesse nascosto il viso voltandosi.
-mi
dispiace,Jacob. Non posso rinunciare ad un'intera serata per una
cena. Rischiamo di essere cacciate...-
-cacciate
di casa. - concluse per me,sbuffando – Bella,è la
scelta
sbagliata. Non puoi continuare a lungo così. Mio padre...-
-si,so
che tuo padre ci farebbe tutte fuori,se potesse. Ma non posso...non
posso...- continuai a ripetere,indecisa su come concludere la frase.
Jacob
si guardò intorno,come se aspettasse a dirmi qualcosa.
Come
se mi nascondesse qualcosa.
-Jacob.
- ripetei,fissandolo – Jacob. -
-cosa?
-
-Jacob.
-
-che
c'e?! -
-Jacob.
-
-okay,d'accordo!
- alzò le mani,rassegnato.
La
mai tattica minimalista non falliva mai.
Prese
un bel respiro,tornando a fissarmi con i suoi bellissimi occhi scuri.
-Bella,la
situazione ci sta sfuggendo di mano. Mio padre mi ha detto di...di
alcune cose. -
-cioè?
-
-hanno
riaperto la caccia.
-
Alzai
gli occhi la cielo,sospirando: sempre la stessa storia,che si
ripeteva ad intervalli regolari e sempre con gli stessi,inutili e
vani risultati.
A
Londra c'era sempre un motivo assurdo per quella che chiamavamo la
caccia.
E
molto spesso le varie persecuzioni riguardavano sempre le donne,ed
erano solitamente propagandate da Billy Black e il suo folto gruppo
di estremisti.
-di
nuovo la caccia alle streghe? -chiesi,mordendomi il labbro –
accidenti,come minimo mi condanneranno alla forca...-
-no,Bella.
E' molto peggio.-
Il
suo tono serio mi fece rabbrividire.
-continua.
-dissi,trattenendo il respiro.
-si
stanno verificando alcuni...casi strani,negli ultimi giorni.
Sparizioni improvvise,ritrovamenti di gente completamente
dissanguata. Uomini,per la precisione. -
Abbassai
il capo,cercando di riflettere: malgrado il lavoro che facevo,amavo
leggere quei pochi libri che riuscivo a trovare in giro.
Ero
un caso particolare,come diceva sempre Jessica.
Eppure
in quel momento la mia mente vagò nei meandri più
bui della
fantasia,e vano fu il tentativo di scacciare quei brutti pensieri
dalla mia mente.
-è
stata aperta la caccia al vampiro. - disse Jacob,stringendomi la mano
con vigore.
-Jake,non
crederai davvero che io sia un vampiro,vero? I vampiri non esistono!
- risposi,stringendo la sua grande mano a mia volta.
-lo
so,ma gli altri non la pensano così. I vampiri che cercano
sono
molto simili alle streghe,secondo mio padre sono donne tentatrici che
vivono di notte e cercano uomini che possano tentare con il desiderio
sessuale,per poi privarli del loro sangue. -
Rabbrividii.
Perché
malgrado sapessi che quelle credenze fossero tutte sciocchezze,non
potei fare a meno di trovare delle similitudini con quello che facevo
io.
Donne
tentatrici che vivono di notte. Uomini. Desiderio sessuale.
-è
la nostra descrizione. - commentai,rispondendo alle sue domande
mentali.
Ci
guardammo per qualche istante,e in quel momento capii che era davvero
preoccupato per me.
-fai
attenzione. Ti prego. - disse alla fine,baciandomi la guancia e
sparendo dopo poco.
Chiusi
la porta,appoggiandomi al muro freddo per cancellare quelle brutte
storie che mi avevano davvero spaventato.
Jessica
si affacciò dalla camera,guardandomi.
-allora,cosa...facciamo?
-
La
guardai,e notai un accenno di paura nei suoi occhi.
-andiamo
a lavorare,Jess. Come sempre. -
Quella
notte non avevo avuto nemmeno un cliente.
Che
schifo.
Sapevo
che la teoria del vampiro aveva già fatto il giro della
città,e che
di certo molti dei clienti abituali avrebbero abbandonato il loro
giro di visite per paura di essere dissanguati.
Che
schifo.
Scossa
dal freddo micidiale che stava colpendo le vie londinesi quella
sera,decisi di cambiare zona per tentare di avere più
fortuna,e
soprattutto per evitare di rimanere ferma per più di cinque
minuti e
congelare.
Isabella
il ghiacciolo. Non male.
-ehi,bellezza...-
una voce cupa e pesante mi arrivò alle spalle,spaventandomi.
Mi
voltai,cercando di capire chi mi stesse chiamando.
Erano
in due,e stavano indicando proprio me.
Non
ero sicura che fossero del tutto sobri,ma avevo affrontato anche
clienti peggiori.
Sorrisi,avvicinandomi
a loro con la mia camminata sexy,ma presto mi accorsi che non era me
che volevano.
Per
dirla meglio,sicuramente avevano programmi ben diversi.
Uno
di loro mi afferrò il polso,facendomi male. Sentivo la
stretta
dell'uomo farsi sempre più pesante.
-vediamo
quanto sei delicata,piccola...-
-lasciami...lasciami!
- gridai,arrivando alla conclusione che quei due mi avrebbero
riservato un trattamento ben diverso da quello che mi sarei
aspettata.
-ma
che dici,sei o no una puttanella? E allora stai zitta! -
gridò il
secondo,tirandomi uno schiaffo.
Caddi
a terra,e uno strano sapore di ferro e sale mi arrivò alle
labbra.
Dannazione.
-cosa
c'è,non ti piace? -
Era
la fine.
La
fine di tutto.
L'ultima
cosa che vidi fu il pugno dell'uomo avvicinarsi pericolosamente a
me,prima che entrambi fossero scagliati a qualche metro di distanza
da una figura scura che si mise proprio davanti a me.
-toccatela
un'altra volta...e non vedrete il sole. - disse l'uomo misterioso con
voce suadente e ferma allo stesso tempo.
Rimasi
impietrita davanti a quella voce: mi ricordò incredibilmente
Jasper
Hale,ma aveva nella sua perfezione qualcosa di diverso.
Era
lui,lo
sconosciuto che avevo visto la prima volta sotto la pioggia.
Ne
ero certa.
Note:
Ma
quante belle recensioni mi avete lasciato! Sono proprio contenta che vi
sia piaciuto il precedente capitolo,e spero vi sia piaciuto anche
questo:come avete visto ho deciso di aggiungere anche Jacob,e
soprattutto sviluppare un tema che mi è particolarmente
piaciuto,quello della caccia alle streghe. Solo...beh,un pò
modificato: caccia al vampiro,ed è intorno a questo problema
che
si svilupperà tutta la storia.
Un altra cosa che si può notare da questo capitolo
è che
Bella ha una sfiga pazzesca ma allo stesso tempo un...grande quanto una
casa (mettiamo i puntini,non siamo volgariXD). Fortuna,ecco. E viene di
nuovo salvata da un misterioso angelo che riconosce come il primo.
Come si svilupperà la storia? Lo vedrete presto,non
preoccupatevi^^
Grazie mille per aver aggiunto questa storia tra le preferite/seguite e
per le magnifiche recensioni che lasciate. Voglio sapere cosa pensate
anche di questo capitolo,mi raccomando!!^^
Un
bacio
LMS*
|
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Capitolo 4 *** Sweet dream ***
venus
3.
;Sweet Dream ;
≈Venus♥
xxx
Accendete le casse^^
Credevo
fermamente che Jasper Hale fosse l'unica persona che mi avrebbe
rapito il cuore,ed altrettanto certa che fosse stato lui a salvarmi
la vita,quella notte.
Ma
mi sbagliavo.
Perché
non appena incrociai il meraviglioso sguardo dorato dello sconosciuto
che mi aveva appena salvato sentii una fitta al cuore.
Era
diverso,in qualche modo.
Sempre
bellissimo e perfetto,ma il suo sguardo mi attraeva più di
qualsiasi
altra cosa.
La
sua voce,anche se dura verso i due malfattori,mi trasmetteva una
dolcezza che mai avevo sentito in nessun altro uomo.
Era
come la voce di un angelo.
Si,era
lui il mio angelo.
Ritornai
alla realtà solo quando lui tornò a guardarmi,una
volta allontanati
i due idioti.
L'oro
liquido dei suoi occhi si fuse con me,che rimanevo a guardarlo
infreddolita e quasi intimorita dalla sua presenza eterea.
Riuscì
quasi a scaldarmi,a circondarmi con le sue braccia forti e luminose.
-Bella.
- sussurrò,prima di trasformarsi in un grande sfondo scuro
senza
suoni.
Tutto
ciò che sentii dopo qualche secondo fu una bellissima
melodia.
Pulita,chiara
e quasi commovente: sentivo il frusciare del grammofono,le note
uscire dall'incavo di ottone e disperdersi in quel luogo
così
surreale da non sembrare neanche vero.
Un
momento,ma dove diavolo ero finita?!
Mi
alzai di scatto,riepilogando tutto ciò che mi era accaduto
prima di
allora: a quanto risultava alla mia memoria mi sarei dovuta trovare
in mezzo ad una strada in balia della notte e degli ubriaconi di
passaggio,infreddolita e con il braccio dolorante a causa della
stretta dei due malintenzionati.
Invece,al
contrario di ogni possibile ipotesi,mi ritrovai in una camera dalle
pareti colorate: ogni lato della stanza presentava una tinta
chiara,in perfetta armonia con la stanza e con i mobili di legno
bianco che la completavano.
Osservai
il letto a baldacchino bianco,così morbido e fresco che mi
venne
voglia di sdraiarmi di nuovo su di esso: avevo davvero ceduto ad uno
di quegli ubriaconi senza scrupoli?
Non
saresti in un posto così bello,altrimenti...
Annuii,ma
la mia opera di convincimento non servì proprio a nulla: mi
ritrovai
ancora più disorientata ed agitata.
Mi
guardai intorno,tentando di trovare un minimo riferimento,ma quello
che riuscii a scorgere fu solo la luce bianca di una normale mattina
a Londra,che traspariva dalla finestra a raggi definiti.
Mattina?
Già,mattina.
Mi
catapultai vicino alla finestra,per osservare meglio: con tutte
quelle novità mi sarei davvero aspettata di ritrovarmi in
chissà
quale posto.
Eppure,malgrado
tutte le mie cattive premonizioni,riconobbi subito la grande strada
affollata di Bloomsbury.
Mi
trovavo nel quartiere degli artisti,e non sapevo davvero come ero
riuscita ad arrivarci,considerando che la notte precedente ero
arrivata quasi all'estrema periferia,mentre ora mi trovavo in pieno
centro.
Riconobbi
le strade di Soho in lontananza,e sperai invano di scorgere il Big
Ben.
Ma
a che diavolo stai pensando?! Pronto? Qui qualcuno ha dimenticato
qualcosa!
Annuii
di nuovo a me stessa,cominciando a sentirmi un po' sciocca per quel
gesto insensato.
Uscii
lentamente dalla stanza,tentando di non fare rumore, e mi sorpresi di
quanto bella e al contempo bizzarra fosse quell'attico misterioso.
Proseguii
lungo il corridoio,oltrepassando alcune porte bianche chiuse e
un'infinità di quadri meravigliosi appesi alle pareti o
poggiati per
terra.
Alcuni
sembravano addirittura freschi di giornata.
-ben
svegliata. - una voce dietro di me mi sorprese,e in quel momento mi
accorsi di essere appena arrivata nella stanza centrare,un
grandissimo salone ricco di quadri appesi alle pareti,di vasi dai
fiori profumati e freschissimi.
C'erano
pennelli e tavolozze ovunque,ma ogni cosa in quella stanza si trovava
in perfetta armonia con il resto.
Un
artista ordinato?
Mi
voltai,tentando di ringraziare e scusarmi allo stesso tempo per
l'entrata brusca,ma alla vista del mio interlocutore mi bloccai
all'improvviso.
Dalla
mia bocca non uscì una sola parola,tesa com'ero per averlo
riconosciuto.
La
voce,gli occhi,le labbra.
La
pelle pallida,quelle spalle forti e grandi e il fisico statuario.
Il
mio angelo.
-oh,io...oh!
Mi dispiace,io non so come...come sono...-
-tranquilla
– mi interruppe lui,sorridendomi e mettendo fine a quel
balbettio
davvero irritante in confronto alla sua voce.
La
musica proveniente dal grammofono cambiò di
tono,trasformandosi in
una sinfonia più lenta e dolce.
-tu...tu
mi hai...-
-non
potevo lasciarti sola in quel posto. - proseguì lui per
me,riferendosi all'incontro della scorsa notte. Ero nella casa
dell'angelo,e me ne rendevo conto solo allora.
-grazie.
Grazie,davvero. E mi dispiace di essere piombata qui...non volevo
crearti problemi.-sussurrai,in imbarazzo.
-nessun
problema. -
Era
un ragazzo davvero bello,i capelli ramati che avevo riconosciuto la
prima volta – e che non mi erano tornati in mente
nell'incontro con
Jasper – mi inondarono con il loro colore caldo.
Sembrava
davvero un modello in perfetto stile londinese,con la sola differenza
che il suo sguardo magnetico riuscì ad attrarre persino me.
-posso
sapere il tuo nome? - mi chiese cortesemente,e solo allora mi resi
conto di quanto fossimo vicini.
-Oh,io
sono B-...Isabella. Isabella Swan. -
-Isabella.
- ripeté lui,riducendo gli occhi a due fessure. Il mio
nome,pronunciato da lui,sembrava davvero molto più bello. -
Io sono
Edward. Edward Cullen. -
-Edward.
- ripetei,sorridendogli.
Non
riuscivo a staccargli gli occhi di dosso,ma in quel momento mi resi
conto che nemmeno lui smetteva di guardarmi.
Sapeva
almeno perché ero in strada a quell'ora della notte?
-ti
senti bene? - mi chiese all'improvviso,avvicinandosi al mio volto con
una premura che forse nessuno mi riservava da anni.
-s-si...-
biascicai,poco convinta.
-sembri
stanca,dovresti riposarti ancora. -
-perché...mi
hai portato via? Cosa...come mai eri lì? -
chiesi,guardandolo di
nuovo negli occhi dorati.
-io...stavo
passando di lì e ti ho vista. Credo sia normale aiutare
qualcuno se
è in difficoltà,no? -
-certo,però...in
quella zona...-
-cosa?
-
-non...ti
ci vedo,ecco. - conclusi,temendo di essere troppo petulante.
-mi
dispiace per quello che ti è successo,Bella. -
Alzai
lo sguardo,spalancando gli occhi per lo stupore: Bella?
Nessuno
mi chiamava così. Bé,perlomeno nessuno che
valesse la pena
nominare.
Ehi,Bella,te
lo fai un giro con me stasera?
Oh,Bella...stasera
ho proprio voglia di...
-ah!
- gridai,imbarazzata per i pensieri stupidi e senza senso che mi
venivano in mente.
-tutto
bene? - mi chiese di nuovo lui,e una lieve ruga gli solcò la
fronte
liscia.
-come?
Oh,si...tutto bene! -
Edward
rimase a fissarmi,per poi scoppiare a ridere.
Per
evitare di arrossire proprio davanti ai suoi occhi mi
voltai,rimirando un quadro meraviglioso proprio appoggiato alla
parete di fronte a me: rappresentava una ragazza minuta ma dalle
forme perfette,la pelle pallida e i capelli corvini.
-è...bellissimo.
- sussurrai,avvicinandomi alla tela,estasiata – bellissimo. -
-ti
piace? - mi chiese lui,e mi sorpresi di quanto potesse essere veloce
– lei è mia sorella. -
-tua
sorella? -
-si,Alice.
-
-Alice.
-ripetei,come se potesse sentirmi. Da quel quadro riuscii quasi a
carpire la sua freschezza,la sua allegria e spontaneità.
Chissà
se era davvero così.
-sei
un artista? - chiesi,guardandomi intorno.
-si,anche
se non molto conosciuto. - mi sorrise di nuovo,alzando gli occhi
verso una seconda tela,molto più grande,appesa alla parete.
-un
artista...a Bloomsbury. La tua casa è davvero magnifica. -
-una
casa piena di tele e pennelli è magnifica? -
-per
me si. - ammisi,mordendomi il labbro – mi piace l'arte. E
questa
casa è...colorata. E allegra. -
In
quel momento mi resi conto di aver monopolizzato la conversazione,e
decisi di battere subito in ritirata.
Ma
non riuscivo a staccarmi da quell'angelo appena conosciuto.
-Edward,posso
farti un'ultima domanda? -
-dimmi,Bella.
-
-tu
ed io...ci siamo già incontrati? - la stessa domanda che
avevo posto
al misterioso ragazzo di nome Jasper.
In
quel momento notai tra loro molte affinità,e rimasi a
guardare la
sua pelle pallida forse troppo a lungo.
-non
credo,Bella. - mi rispose,mascherando qualcosa che non riuscii a
percepire.
Lo
guardai,fissando il mio sguardo nel suo.
Non
mi convinci.
-è
meglio che vada,ora. -
Mi
voltai,ma la sua mano fredda
mi sfiorò il polso,prendendolo con delicatezza tra le dita.
Non
era una stretta forte,come quella dei due ubriaconi: era
leggera,delicata e quasi di velluto.
-aspetta.
Non...non andare via. -
Rimasi
a guardarlo,perdendomi nell'oro liquido dei suoi occhi.
Voltai
il palmo della mano per afferrare la sua,liscia e fredda come il
marmo.
Perché
– senza alcuna ragione o spiegazione logica – non
avevo alcuna
intenzione di separarmi da lui.
Note:Ed eccoci qui,fedeli seguaci!
(eheh,non fateci caso...dopo cinque ore di scuola è il
minimo che posso sparare!)...
Che ne pensate di questo chappy? ACCENDETE LE CASSE,questa volta
c'è anche la musica!!^^ Purtroppo era d'obbligo metterla per
creare l'atmosfera giusta dato che è stata questa bellissima
melodia di pianoforte ad ispirare molti capitoli della storia,e in
particolar modo questo^^
Grazie mille per le bellissime recensioni,sono aperta a qualsiasi
dubbio o domanda( anche se il bello deve ancora arrivare,eheheh)...e
per chi non vedeva l'ora,ecco a voi il bellissimo artista Edward! XD
Purtroppo ho poco tempo per aggiornare,spero di aver fatto tutto alla
perfezione e non aver lasciato qualche errorino durante il capitolo^^
Un
bacio
LMS*
|
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Capitolo 5 *** Kiss the tears ***
venus
4.
;Kiss the tears ;
≈Venus♥
xxx
-non
capisci,Angela? E' come...non lo so,ma non riuscivo a staccarmi da
lui! - gridai,mentre Angie mi osservava trasognante.
Era
passata una settimana esatta dal mio incontro con Edward,e da quel
giorno non avevo in testa che lui.
Quel
giorno Edward mi aveva accompagnato a casa dopo qualche ora,in cui mi
aveva raccontato di come la sua vita da artista gli piacesse,e i suoi
quadri venduti – quelli a cui teneva in modo minore -
bastavano
proprio per mantenersi.
Avevo
notato,tuttavia,che la sua casa come i suoi vestiti erano forse
troppo ben realizzati per essere di un artista,ma non avevo indagato
su questo.
Una
volta arrivata a casa avevo raccontato tutto ad Angela,che non mi
aveva interrotto nemmeno una volta – eccetto per qualche
sospiro e
qualche oh
tra una frase e l'altra.
E
per tutta la settimana avevo continuato a tartassarla con le mie
continue indecisioni.
-non
so più cosa pensare – continuai,sedendomi sul
letto affianco alla
mia coinquilina – io non dovrei...infatuarmi in questo modo
degli
uomini,non è professionale! Santo cielo,non sa nemmeno che
cosa
faccio per vivere,come posso solo rivederlo? E voglio davvero
rivederlo? E se poi...-
-e
se poi arriva un mostro marino e ci mangia per cena? - mimò
Angela,alzando gli occhi al cielo – Isabella Swan,ti rendi
conto di
chi hai trovato? -
-Angela,non
è così facile! Lui è...è...
- sospirai – ed io sono
una...una...-
Non
riuscii a completare la frase.
Per
la prima volta - o forse no,ma lo compresi solo allora – una
vocina nella mia mente mi chiese qualcosa che non mi ero mai
domandata prima.
Se
non riesci nemmeno a dirlo,come fai a farlo?
Angela
mi si avvicinò,abbracciandomi con tenerezza.
-E'
così per tutte. Nessuna vorrebbe essere qui,ma dobbiamo
farlo. Lo
facciamo,ma potremmo non farlo per sempre. -
Ascoltai
quelle parole sagge prima che lo sbattere della porta tornasse a
scuotermi con il suo rumore odioso.
L'unica
cosa che sentimmo dopo fu uno sfogo disperato.
-Jessi...-
sussurrai,guardando in direzione della porta.
Ci
alzammo insieme,e una volta arrivate all'ingresso vedemmo Jessica in
preda ad una crisi di pianto,rannicchiata all'angolo dell'entrata con
i capelli scompigliati e zuppi e il vestito stracciato.
-Jessi,cosa
ti hanno fatto? - chiese Angela allarmata,portandole un grande
asciugamano mentre io tentavo di calmarla.
-una
retata...-sussurrò lei,prima di un altro singhiozzo
– sono
arrivati all'improvviso,c'era anche quel fanatico di Billy Black...-
Sgranai
gli occhi,senza parole.
La
caccia ai vampiri era davvero iniziata?
-Jess,devi
dirmi cos'è successo. Adesso. Ti prego,cosa ti hanno fatto?
-
-hanno
iniziato a urlarci di tutto. Dicevano delle cose
strane,pregavano...ci dicevano di andare via da Londra,che non
avremmo avuto il loro sangue...e Lauren è...-
Ridussi
gli occhi a due fessure color nocciola,ripensando alla figura
longilinea di Lauren,quella ragazza bellissima e dal carattere un po'
particolare che incontravamo spesso sulla strada.
Jessica
mi guardò,e poi scoppiò di nuovo in un'altra
ondata di pianto.
-l'hanno
presa! - gridò Jessica,abbracciandomi.
Trattenni
il respiro.
La
caccia era iniziata,e sarebbe stata molto più terrificante
di
qualsiasi altro sterminio.
Jessica
si calmò solo dopo un'oretta,e piombò in un sonno
scosso da
singhiozzi ad intervalli brevi e irregolari,coperta fin sopra la
testa.
-che
orrore – commentò Angela,seduta al tavolo della
cucina.
-come
possono credere ai vampiri? I vampiri,santo cielo! - sbottai
io,tentando di recuperare il controllo ormai andato via da quella
casa.
-lo
sai com'è il capo Black,Bella. -
Rabbrividii,
e non perché aveva nominato Billy,ma a causa di quello
stupido
nomignolo che da quando era stato usato da lui
non mi faceva più lo stesso orrido effetto di prima.
Bella
ed Isabella erano,per me,due persone diverse.
Vivevano
la loro vita separatamente: la prima di notte,la seconda di giorno.
Come
una persona normale.
Eppure,nel
momento in cui Edward mi aveva chiamato così,sentivo Bella
appartenermi sempre di più,e quella ragazza delle strade
notturne
scomparire lentamente nella foschia di Londra.
Era
stato un incontro quasi senza senso,dato che ora non riuscivo a fare
a meno di pensare a lui.
Dannazione.
-io...devo
trovarlo. - dissi,decisa,verso Angela – devo dirgli la
verità,e
sperare che lui si allontani da me. -
-come?
-gridò Angela,sconcertata – separarti da
lui,Bella? Stai
scherzando? -
-lo
metterei nei guai. E comunque,non credo che vorrà avere a
che fare
con una prostituta sospetta vampira dopo che avrò
confessato. -
Angela
mi guardò,senza sapere cosa dire.
Ed
io,che avevo preso la mia decisione,sentii il cuore spezzarsi in
tanti piccoli pezzi.
Bloomsbury
era un quartiere davvero molto elegante,ma al contempo brulicante di
gente e pieno di vita.
Camminavo
lentamente,come per evitare di arrivare alla meta prestabilita.
Non
volevo raggiungere Edward,ma era la scelta giusta da fare:
perché
sarebbe stato un pericolo per lui,ed era l'ultima cosa che volevo.
E
poi,dovevo essere sincera.
Quando
intravidi il suo appartamento dalla fine del grande viale sentii un
groppo alla gola e l'ansia salire e propagarsi in un attimo in tutto
il corpo.
Mi
fermai,lasciando che il vento mi scompigliasse i capelli e il vestito
leggero color panna che Angela e Jess mi avevano regalato per il mio
compleanno – un abito prezioso,chissà
perché avevo deciso di
indossarlo proprio quel giorno.
Presi
un bel respiro,tentando di controllare le mani tremanti.
Si,perché
l'idea di non vedere più quell'incredibile ragazzo che
sapevo già
di conoscere così bene mi stava uccidendo.
In
quel momento,proprio dal grande ed elegante palazzo di Edward,
uscì
una giovane ragazza dai lunghi capelli biondi.
Oh,dannazione.
Era
la ragazza perfetta e bellissima che avevo visto prima di incontrare
Jasper,ed era seguita proprio da Edward!
In
quel momento un nuovo groppo alla gola mi scese lungo lo
stomaco,pesando come un macigno: ero...gelosa?
No!
non poteva essere!
Come
potevo essere gelosa –
io
– di un uomo? Un uomo!
Cosa
mi stava accadendo?!
Scrollai
la testa,tentando di cambiare strada il prima possibile per evitare
di essere vista da entrambi.
-Bella?
-
Cavolo.
Ma come diavolo aveva fatto?
Mi
voltai,e in quel momento Edward era già a pochi passi da
me,e si
stava pericolosamente avvicinando.
-ma
che sorpresa,cosa ci fai qui? - mi chiese,sorridendomi.
I
suoi occhi incrociarono i miei in uno sguardo così pieno di
emozioni
che dovetti contenermi per non avvampare all'improvviso.
Avvampare?!
Isabella Swan non “avvampa” come una quindicenne in
preda alle
tempeste ormonali!
-ciao,Edward...io...devo
parlarti. - dissi,dopo qualche esitazione.
Edward
rimase a guardarmi,come tentando di leggere cosa avevo da dirgli.
-vieni
– mi disse,prendendomi la mano e dirigendosi verso casa.
Quel
contatto mi fece rabbrividire.
E
non solo a causa della pelle fredda.
Non
mi accorsi nemmeno di essere entrata in casa.
Non
mi accorsi di nulla,troppo occupata a concentrarmi su quell'angelo
del paradiso venuto a prendermi.
-cosa
volevi dirmi? - mi chiese,in guardia.
Sentivo
gli occhi bruciare,e le lacrime già pronte a scendere.
Lacrime
per un uomo. Vergognati.
-Edward,io
ti ho mentito. Tu non sai nulla di me,ed è ora che ti dica
la
verità. Noi...non possiamo più vederci. -
-Bella...-
-oh,ma
che diavolo vado a pensare?! In fondo ci siamo visti solo una volta,e
già pretendo di avere un legame con te! Come se tu
volessi,come se
noi...-
Mi
resi conto dell'enorme stupidaggine che avevo fatto solo quando
iniziai ad imbrogliarmi con le parole: in fondo,chi diavolo avrebbe
voluto rivedermi?
Edward
aveva solo fatto il suo dovere,salvandomi da quei brutti ceffi
durante la notte: cosa pretendevo da lui?
Amicizia?
Amore?
Qualsiasi
cosa?
No,non
c'era nulla di tutto quello.
O
perlomeno,non nella realtà. Viaggiavo ancora nella fantasia
dei miei
libri,l'unico luogo in cui potevo rinchiudermi e sognare qualcosa di
diverso.
Invece,Edward
rimase in silenzio.
Mi
afferrò le mani,stringendole con delicatezza,e dopo averle
avvicinate al viso le baciò con le labbra fredde.
Una,due,tre
volte...lentamente,e con dolcezza.
Chiusi
gli occhi,assaporando quel momento che nessuno mi aveva concesso da
tempo.
Anzi,forse
nessuno lo aveva mai fatto.
Riaprii
gli occhi,e mi resi conto di essere davvero troppo vicina a lui.
-non...possiamo.
Noi non possiamo...- sussurrai,ancora rapita dai suoi gesti.
Per
tutta risposta,Edward mi sfiorò la guancia,tentando di
calmare il
tremolio frenetico delle mie labbra,gesto che ripetevo ogni volta
prima di scoppiare a piangere.
-Edward,io...non
ti ho detto la verità.-
-sono
io a non averti chiesto nulla,Bella. -
Sgranai
gli occhi,capendo all'improvviso. Connettendo tutto quanto.
-tu...sapevi?
- chiesi,riferendomi al segreto che gli avevo tenuto nascosto.
Lui
annuì,mantenendo lo sguardo fisso su di me.
-e
come? - chiesi,incredula.
-io
ti ho...visto -
-mi
hai visto? -
-si.
Quella notte,sotto la pioggia. -
Lasciai
cadere le braccia sui fianchi,abbandonata a quella verità
che mi
sconvolse.
-allora
eri tu...il mio angelo...-
-il
tuo angelo? - mi sorrise,avvicinandosi ancora di più. - io
sarei il
tuo angelo? -
-lo
vorrei tanto – sussurrai,abbassando il capo – ma
non senza la
verità che mi tengo dentro...-
-allora
dimmelo ora,Isabella Swan: dimmi il tuo segreto. -
Benché
lo sapesse,voleva che lo dicessi davanti a lui: era davvero la fine?
-io
sono...una prostituta.- ammisi,senza guardarlo – e con
l'inizio
della caccia al vampiro sarò tra le prime indiziate. Non
voglio
metterti nei guai,non voglio che ti facciano del male. Non
voglio...non a causa mia. Quindi ti prego, ti prego...-
Edward
rimase in silenzio,a guardarmi: continuava a scrutarmi,a cercare di
capire il senso delle parole.
Ti
prego,accettalo.
Ma
al contrario delle mie speranze,Edward mi afferrò di nuovo
le
mani,ripetendo il gesto di poco prima: mi baciò le dita
lentamente,sfiorandole delicatamente con le labbra fredde.
E
in quel momento,nel silenzio di quella casa, scoppiai in lacrime tra
le sue braccia.
Note:Eccomiiiii!! ^^ che ne dite di
questo capitolo? Zuccheroso,vero?^^ Edward è dolce proprio
come nel libro,ma questa volta è lui ad ad accettare la
diversità di Bella e il suo segreto. Ma i segreti sono
davvero finiti? Eh,direi proprio di no! xD Grazie mille per tutte le
magnifiche recensioni,non potrei desiderare di meglio che vedere tante
persone che continuano a seguire questa storia^^ Ah,ho notato che vi
è piaciuta la melodia al piano che ho inserito ( Io
l'adoro!) : per chi volesse saperlo è tratta dalla colonna
sonora di un anime giapponese mai uscito in Italia. Sono una grande
appassionata di Manga e anime,e questa canzone mi ha colpito subito:
é tratta da "5 Centimeters per second" ( non è
una serie,ma un anime- film, ovvero un anime della durata di un'ora e
autoconclusivo che consiglio a tutti di vedere...è davvero
bellissimo). La melodia è il tema del film: per ascoltarla
potete andare su youtube e scrivere End Theme - 5 Centimeters per
second e potrete ascoltarla^^
Sarà presente anche in altri particolari capitoli (quelli in
cui mi ha ispirato particolarmente^^)
Bene,noi ci vediamo al prossimo
capitolo...dove Bella conoscerà una persona molto vicina ad
Edward( indovinate chi è? ). Al prossimo aggiornamento!! E
grazie ancora per le fantastiche recensioni che mi avete lasciato!^^
Un
bacio
LMS*
|
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Capitolo 6 *** Secret ***
venus
-Bella,posso
entrare? -
Jessica
si avvicinò a passo felpato lungo il corridoio,rimanendo in
silenzio
per tentare di ascoltare oltre la porta.
-credo
non sia in camera sua,Angela. -
Angela
bussò di nuovo,aprendo subito dopo.
La
camera era vuota.
Jessica
guardò oltre la finestra,passandosi una mano tra i capelli.
-sarà
con uno dei suoi. - commentò alla fine,con
naturalezza,voltandosi
verso la compagna.
Angela,tuttavia,sorrideva,fino
a che sentendosi osservata non si morse un labbro.
Ma
neanche quel gesto le tolse il sorriso.
-si,uno
dei suoi...-ripeté,sotto lo sguardo confuso di Jessica.
Quando
mi svegliai ritrovai la stessa luce biancastra delle tipiche mattine
di Londra: il primo suono che udii fu la risata di una bambina in
strada,seguita da uno scampanellio e dalle grida del ragazzo dei
giornali.
Sentii
subito il forte odore di vernice fresca e stoffa che ricordavo dalla
sera precedente,misto ad un'invitante profumo di uova.
Mi
alzai,frastornata,riconoscendo la camera in legno bianco.
Sospirai,guardando
il soffitto.
Ero
ancora da Edward,e la sola idea di andarmene mi spaventava a morte:
lui non voleva,e neanche io.
Ma
prima o poi sarei dovuta uscire e affrontare quel mondo che stava
aspettando solo me: ripensai a Jessica e Angela,che dovevano
impegnarsi molto di più per trovare i soldi che io non
portavo a
causa di quella infatuazione da ragazzina che mi ero presa,e che mi
aveva tenuto lontano dalla strada per due interi giorni.
Rimuginai
a fondo sull'espressione “infatuazione da
ragazzina”,e la trovai
estremamente irritante per descrivere il mio rapporto con Edward.
Dannazione,aveva
persino dormito accanto a me e non aveva neanche provato a sfiorarmi.
Mi
aveva semplicemente tenuto tutta la notte abbracciata,stretta in un
lenzuolo bianco per evitare il contatto con la sua pelle stranamente
fredda,e nient'altro.
Non
ero abituata a gesti del genere. E non ero mai stata meglio.
Accanto
al letto,sulla sedia bianca poggiata all'angolo della
stanza,riconobbi un panno piegato con sopra un biglietto rettangolare
color crema.
La
scrittura elegante riportava solo il mio nome - Bella,e
non ebbi dubbi su chi lo aveva scritto – e supposi che quella
che
si rivelò una bellissima vestaglia di seta color rosa antico
fosse
per me.
La
indossai,riconoscendo un buonissimo profumo di miele misto a
ciclamino,fresia e rosa.
Mi
ravvivai i capelli con un veloce gesto della mano,e dopo poco avanzai
verso il salotto silenziosamente.
Edward
era di spalle,ma non appena feci un passo verso di lui
esordì con un
“buongiorno” che mi sorprese.
-non
ti sfugge proprio niente,eh? - commentai,sorridendo.
Quando
si voltò,riconobbi nei suoi occhi tutta la dolcezza che
aveva
riservato per me il giorno precedente,e rabbrividii.
-sei...bellissima.
- disse alla fine,osservandomi.
-sono
in vestaglia – risposi,piegando la testa.
-appunto.
-
Lo
fissai,scoppiando a ridere e arrossendo. Di nuovo.
-stai
iniziando una nuova tela? - chiesi,avvicinandomi al quadro.
-a
dire il vero è quasi finita. - commentò
lui,osservando la mia
espressione. - ho avuto un'ottima ispirazione in questi giorni. -
Gli
sorrisi,abbassando il capo,e inspirando nuovamente il profumo
incantevole di quel capo costosissimo.
-ti
piace? - mi chiese lui,avvicinandosi – lo ha confezionato mia
sorella. -
-Sul
serio? Mi piace davvero moltissimo. Ma non dovevi,non...-
-ssh.
-mi zittì,posando l'indice sulle mie labbra –
basta lamentarti.
Hai fame? -
-un
po' – risposi,dopo un attimo di esitazione.
In
quel momento,una voce esterna apparì
all'improvviso,squillante come
uno scampanellio.
-oh,ti
sta d'incanto! -
Era
come un trillo molto vicino,come se tanti campanelli stessero
suonando all'unisono attorno a noi.
Edward
si voltò,sorpreso di quell'entrata.
Alla
porta c'era una bellissima ragazza minuta e dalla pelle chiara: i
corti capelli neri mi ricordarono subito qualcosa,ma non riuscii ad
identificarla immediatamente.
Era
vestita in modo impeccabile,e i suoi occhi guizzarono su di me in un
istante: fu in quel momento che mi accorsi del loro colore. Dorato.
Come quelli di Edward.
Indirizzai
lo sguardo verso la tela alla parete,quella della bellissima sorella
di Edward.
-Alice,che
ci fai qui? - chiese Edward,mentre il piccolo folletto avanzava verso
di noi a passo di danza.
-è
così che saluti la tua sorellina,Ed? -rispose
lei,puntandogli contro
uno sguardo da cerbiattina: era perfetta.
Semplicemente
perfetta.
-io
sono Alice,piacere di conoscerti. - senza considerare minimamente le
proteste del fratello,la piccola fatina di cristallo si
avvicinò a
me sfoderando un luminoso sorriso e mostrando una fila di denti
bianchi e perfetti – Edward mi ha parlato molto di te. -
-davvero?
-
-Alice,ma
che stai...-
-sta'
zitto,Michelangelo...- lo interruppe Alice,alzando una manina bianca.
Osservai
i suoi gesti,così armoniosi,e ritrovai in lei qualcosa del
fratello:
aldilà dell'essere appartenenti alla stessa famiglia,c'era
qualcosa
che gli accomunava.
Pelle
pallida...fredda...perfetti e bellissimi...
-come
puoi essere così piccola e così fastidiosa? -
Edward le scompigliò
i capelli,che tuttavia rimasero belli e composti come su una statua
di marmo.
-la
tua piccola e così fastidiosa fanciulla ti ha permesso di
creare una
delle più belle tele che si siano viste tra queste quattro
mura.
Dovresti ringraziarmi...-
A
quella scenetta,Edward ed io scoppiammo a ridere nello stesso
momento,seguiti da Alice.
-che
carini,andate anche in sincrono! - commentò,battendo le mani
e
lasciando che i bracciali rigidi color oro si scontrassero tra loro
sui suoi polsi esili.
-non
devi andare da qualche parte? - proseguì Edward,cercando di
terminare quella conversazione.
-spiritoso.
- rispose lei,vedendo l'espressione divertita di Edward –
Bella,con
questo capo stai benissimo. Dio mio,i fiori si sono seccati di nuovo!
- gridò subito dopo,passando da un argomento all'altro con
una
facilità estrema.
Edward
alzò gli occhi al cielo mentre io guardavo,incuriosita,tutta
la
scena.
-Alice,non
posso occuparmi anche dei fiori! -
-Edward,questa
casa è un disastro,e senza fiori è come un letto
senza cuscini!
Domani arriverò con i girasoli,non preoccuparti. Oh,santo
cielo,è
tardissimo! Devo andare,ci vediamo domani. Ciao,Bella,è
stato
davvero un piacere. -
Dopo
avermi abbracciato affettuosamente,Alice sparì in un lampo.
Edward,dopo
qualche secondo di silenzio,mi guardò: - allora? -
-wow...credo...credo
mi ci vorrà un po' per riprendermi da quest'uragano di
parole. -
Edward
sorrise,e in poco tempo fummo di nuovo vicini.
Troppo
vicini.
-tua
sorella è molto simpatica. Siete simili,voi due. -
-ah
si? - mi chiese,ma sembrò allertarsi all'improvviso
– tu dici? -
Rimanemmo
in silenzio,e per la prima volta Edward abbassò lo sguardo.
Velocità...bellezza...forza...
-Edward
– cercai di nuovo il suo sguardo. Ne avevo bisogno
– io ti ho
detto la verità. Ora tocca a te. -
Sapevo
di viaggiare spesso con la fantasia,ma ero anche molto perspicace:
Edward era decisamente troppo bello,troppo veloce,e aveva
praticamente le fattezze di un angelo.
Aveva
quasi ucciso due omoni ubriachi che stavano per violentarmi con un
semplice pugno e quello che – e ora cominciavo a sospettarlo
– mi
era sembrato una specie di ringhio.
Alice,allo
stesso modo,aveva le sue stesse caratteristiche.
Viaggiavo
spesso con la fantasia,ma in quel momento più che mai ero
sicura di
ciò che stavo pensando: Edward era troppo poco umano per
esserlo
davvero.
-cosa
vuoi dire? - mi chiese lui,riducendo i bellissimi occhi dorati a due
fessure.
-Edward.
Ti prego,di me puoi fidarti. -
-perché
non me lo dici tu? -
-io...non
so cosa sei. - confessai,sospirando e tentando di sfiorargli il viso
– so solo che...sei il mio angelo. E un angelo non
può essere
umano. -
Edward
sussultò impercettibilmente,e subito dopo posò la
sua mano sulla
mia,ancora sulla sua guancia.
-e
cosa dovrei essere? -
-non
lo so.-
Edward
rimase in silenzio,e il battito del mio cuore accelerò
sempre di
più.
-Bella.
- disse alla fine,avvicinandosi e premendo le sue labbra sulle
mie,delicatamente.
Chiusi
gli occhi,assaporando il suo bacio: sapeva di miele,di sole.
Era
freddo come il ghiaccio e passionale,caldo allo stesso tempo.
Era
un vortice di emozioni e un vuoto nello stomaco,uno sprizzo di
allegria e un uragano di sensazioni nuove,che mai avevo provato.
Mai.
Dopo
essersi appena staccato da me,Edward mi rimase vicino,il mio naso
sfiorò il suo: e fu in quel momento che mi accorsi di
ciò che
voleva farmi sentire.
Dalle
sue labbra non usciva nulla.
Lui
non
respirava.
Trattenni
il fiato,guardandolo con stupore: ma lo stupore cedette il posto alla
curiosità,la curiosità alla meraviglia.
-forse
il capo Black non ha tutti i torti. - sussurrò
Edward,posando la
fronte gelida sulla mia.
A
quell'affermazione risposi con il silenzio: anzi,rimasi a bocca
aperta.
No,di
sicuro quello non me lo sarei mai aspettato.
Avevo
ipotizzato di tutto.
Ma
che Edward fosse un vampiro,quello no.
Allora
mi accorsi di essermi sbagliata.
Perché
non solo avevo scoperto l'esistenza dei vampiri,ma ne avevo appena
baciato uno.
E
mi era anche piaciuto.
-bentornata,Alice.
-
Una
donna giovane e dai luminosi capelli color caramello accolse Alice
alla porta di quella meravigliosa abitazione,sorridendole e
baciandole la guancia.
-ciao,mamma.
Dove sono tutti gli altri? -
-oh,stanno
arrivando. L'hai...vista?-
-si
– rispose lei,con sguardo trionfante – non potevo
credere che
fosse lei. E' una ragazza così...perbene. E'...deliziosa.
Non ce la
vedo sulla strada,Esme. -
-e
cosa vedi,allora? - chiese lei,con dolcezza.
-vedo...che
verrà a trovarci molto,molto presto. -
Note:Eccomiii! Scusate il
tremendo,spaventoso ritardo,ma purtroppo in questi giorni sono
più impegnata che quando andavo a scuola xD
Cooomunque,nel poco tempo che ho per aggiornare...beh,eccolo qui,il
nuovo bellissimo capitolo che spero davvero vi piaccia^^
Ed era Alice,la famosa e misteriosa figura che Bella incontra da
Edward: eheh,ma non è finita qui...come avete letto dalla
fine li rivedremo tutti insieme molto,molto presto...^^
Ah,giusto: per chi mi ha chiesto come fare ad inserire le immagini,io
uso un sito hosting per caricarle (www.imageshack.us) in modo da avere
il codice valido per la pagina html di Efp (il codice in questione
è quello che inizia con
Ora scappo,aggiornerò il prima possibile!
AVVERTIMENTO: il prossimo capitolo è già pronto e
sarà pubblicato probabilmente fra poco perché
é molto
breve:avevo bisogno di un piccolo capitoletto di "stallo"
,perché non sapevo come inserirlo nella storia in quanto
verrà messa alla luce la situazione di Billy Black e della
sua lotta contro i vampiri,lotta che sarà di vitale
importante nei prossimi capitoli...^^
Un
bacio
LMS*
|
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Capitolo 7 *** Human ***
venus
-grazie
per avermi accompagnato,Edward. - sussurrai,una volta giunta davanti
casa: ero rimasta tutto il giorno da lui.
Ancora.
Dannazione.
In
effetti non avevo in programma di scoprire la sua essenza di
vampiro,così avevo deciso di rimanere con lui per farmi
spiegare
come diavolo facesse a sembrare così splendidamente normale:
mi
aveva parlato della sua famiglia,della loro dieta vegetariana
– e
questo mi aveva tranquillizzato,lo ammetto – e del fatto che
fino a
quel momento nessuno aveva mai scoperto la loro natura.
-sicura
di stare bene? Quello che ci siamo detti deve averti lasciato
leggermente scossa...o no? - mi chiese lui,cercando di scrutare
attraverso i miei occhi.
Ecco
un'altra cosa che avevo imparato sui vampiri: poteri speciali.
E
per Edward – cioè l'unico di cui conoscessi la
dote speciale –
era il saper leggere nel pensiero.
-cerchi
di tirar fuori qualcosa dalla mia mente? - chiesi,divertita.
Si,perché in fondo tutto quello che mi stava accadendo mi
affascinava.
-in
realtà,Bella...io non riesco a
“leggerti” -
-oh!
- esclamai,sorpresa – ho...ho qualcosa che non va? -
Lui
mi guardò,inarcando le sopracciglia: - tu
hai
qualcosa che non va? Devo spiegarti di nuovo con chi stai parlando? -
Con
un vampiro?
Rimasi
in silenzio,pensando ancora ai problemi del mio cervello troppo
chiuso – fortunatamente – per permettere l'ingresso
a Edward.
-non
hai niente che non va – disse,prendendomi la mano –
sei
solo...speciale. Ma lo sapevamo tutti,no? -
-grazie
– dissi,sincera – davvero. -
-Mi
dispiace averti messo in questo guaio,Bella. - proseguì
lui,abbassando il capo – ma sappi che farò
qualsiasi cosa per
proteggerti da Billy Black e la sua schiera di folgorati. -
Sorrisi,divertita
e ammaliata dal suo sguardo: - bé,in fondo il capo Black
aveva
ragione. -
-già,ma
i vampiri che descrive lui sono molto diversi da noi. Per questo
è
un folgorato. -
Ridacchiai,pensando
alla faccia buffa e rugosa del padre di Jacob.
-allora...ciao.
- conclusi,continuando a guardarlo. Come se la sua essenza mi desse
nuova vita,come se il contatto tra i nostri sguardi ci mantenesse in
forze.
Come
se la sua presenza fosse stata la mia aria.
-allora
ciao. - ripeté lui,avvicinandosi per baciare le mie labbra.
Rimasi
a guardarlo allontanarsi a “passo umano” - la
velocità superiore
non era solo una mia sciocca fantasia -,ma improvvisamente sentii il
bisogno di chiamarlo.
-Edward.-
affermai,convinta.
-si?
- disse con la sua voce vellutata,voltandosi.
-Edward
Cullen. Ricordi? La domanda che mi hai fatto era con
chi stessi parlando.
Con Edward. E basta. -
Non
con un vampiro. Non con un mostro. Semplicemente con Edward.
Sorrise,regalandomi
tutto l'affetto che mi occorreva.
Con
il mio
Edward.
-Capo
Black,abbiamo le informazioni che ci servono,ora. -
Un
uomo dai capelli grigiastri si avvicinò a Billy con un
barlume negli
occhi,portandogli dei fogli color canarino che posò sulla
sua
scrivania in legno.
Il
Palazzo della Moralità Pubblica era sempre stato famoso per
quell'antichità senza tempo che ricordava i banchi
dell'Inquisizione
trecentesca.
Billy
Black ne andava fiero,come tutto il resto: e la caccia al vampiro
avrebbe finalmente ripulito – secondo le sue teorie
– il mondo
dalle presenze maligne ed oscure che incombevano sugli uomini,spiriti
demoniaci assetati di sangue e portatori di peccato.
-grazie,Henry.
- rispose lui,con voce bassa e cupa – adesso possiamo
iniziare la
vera caccia. Quella ragazza che abbiamo preso l'ultima volta ha
pagato caro il suo mutismo,e ora lo rimpiangerà. Come si
chiamava? -
-Lauren,credo.
- rispose lui,schiarendosi la voce.
-c'erano
altre ragazze con lei? -
-si,due
o tre. La più vicina era quasi nostra,ma l'abbiamo persa. -
-e
cosa c'è di buono in queste informazioni? Perché
dovrebbero
servirci,Henry? -
Henry
sorrise,ridacchiando con un ghigno.
-perché
quella ragazza,Lauren, ci ha dato il suo nome,capo Black. -
Billy
si sistemò i polsini della giacca,afferrando uno dei fogli e
leggendo il nome della diretta interessata.
“Jess
S.”. Forks Street,34th.
-ottimo.
-
Note:Eccomiii! Scusate il
ritardo,ma oggi vado veramente di fretta xD Ecco qui il mini capitolo
che vi avevo promesso,il successivo sarà pronto e pubblicato
molto presto!^^
GRAZIE mille per le recensioni,prometto che nel prossimo capitolo vi
ringrazierò a dovere^^
Un
bacio
LMS*
|
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Capitolo 8 *** Oh,right...I'm Rich! ***
venus
7.
;Oh,right...I'm Rich! ;
≈Venus♥
xxx
-Angela,bussano
alla porta! - gridò Jessica dalla camera,mentre la porta
continuava
a rimanere chiusa da un bel po'.
-sono
completamente nuda,non posso aprire! - rispose Angela dal
bagno,sussurrando velocemente quelle parole.
-uff...-Jessica
sbuffò sonoramente,battendo sonoramente i piedi sul
pavimento per
dirigersi verso la porta con un grande telo bianco attorno al corpo.
-Ah!
- gridò dopo aver aperto la porta,scatenando il panico.
Uscii
fuori dalla stanza in fretta e furia,guardando verso la porta per
paura che le fosse successo qualcosa,ed Angela fece lo
stesso,catapultandosi fuori dal bagno con un altro telo bianco
attorno al corpo e i capelli completamente bagnati.
-Jess!
- gridai,pronta anche a difenderla: oramai temevamo tutte quante un
possibile controllo da parte della polizia cittadina,benché
nessuno
sapesse che ci trovassimo lì e soprattutto ciò
che facevamo di
notte.
-sparisci
da qui,brutto pervertito! -
A
quelle parole mi tranquillizzai,e rallentai il passo: Angela
mugugnò
qualcosa,e sbuffando se ne tornò da dove era venuta.
Si,perché
Jessica parlava in quel modo ad una sola persona.
-calmati,Jessi.
- dissi,affiancandola alla porta – Jacob,che diavolo ci fai
qui!?-
Jacob
sembrava molto rilassato,e la cosa non mi piaceva per niente:si
comportava sempre in quel modo quando aveva fatto colpo su una bella
ragazza.
-di
buon umore,oggi? - chiesi,facendolo entrare e cercando di evitare un
ulteriore scontro con Jessica la belva assassina,che nel frattempo
era tornata in camera sbattendo la porta.
-quella
è proprio strana,Bells...- proseguì lui,sbuffando.
-un
giorno di questi ci rimetterai la pelle,se non le stai lontano. -
-ancora
non capisco cosa diavolo ha. In fondo le ho solo detto di no,giusto?
Che male c'è se non mi piace? -
Aggrottai
la fronte,soffocando una risatina.
-Jacob,Jessica
è una...ecco,per lei gli uomini sono...- non sapevo come
continuare:
come potergli dire che il Jess lo considerava solo un bel ragazzo da
portarsi a letto,e che il suo rifiuto era stato un grosso smacco per
lei?
-ti
ascolto -
-ecco,forse
dovresti chiarirti un po' le idee. Il lavoro che facciamo consiste
nel...e Jessica si diverte a...e tu...con il rifiuto...- lo
guardai,ma sembrava ancora ignaro di tutto – lascia stare,mi
arrendo. -
Jacob
scoppiò a ridere,lasciando che mi sedessi sulle sue gambe. Il
mio piccolo Jake.
Ora
che lo osservavo con
attenzione non potevo più permettermi di chiamarlo
piccolo,dato che
negli ultimi mesi aveva raggiunto quasi i due metri e la sua
muscolatura era praticamente raddoppiata.
-sei
ancora più grosso,Jake. -
constatai,avvicinandomi.
Lui,stranamente,fece
una strana
smorfia e si tappò il naso: -Bella,mi dispiace dirtelo...ma
hai un
pessimo odore. -
Lo
fissai,confusa: la mia pelle
odorava ancora dell'irresistibile aroma di miele e fiori del capo
prezioso creato da Alice,misto all'invitante profumo di Edward.
-Jacob,ma
che dici? -
chiesi,confusa.
Lui
rimase in silenzio,e dopo
qualche secondo si alzò in piedi.
-scusa,Bella...devo...devo
andare via. Ci vediamo. -
Non
ebbi nemmeno il tempo di
replicare: Jacob se ne andò via,sparendo alla
velocità della luce.
Tentai
di non soffermarmi sul
fatto che la sa pelle era estremamente calda e il suo cuore batteva
ad una velocità troppo forte per essere normale,ma mi
convinsi che
probabilmente si trattasse di una leggera alterazione.
Probabilmente.
-Isabella...Isabella...-
-mmh...-
mugugnai,ancora tra le
braccia di Morfeo.
Qualcuno
mi stava chiamando,e la
sua voce era bellissima e riconoscibile al primo suono.
L'avrei
riconosciuta anche tra
mille.
-Edward?
- sussurrai,ancora ad
occhi chiusi,pensando che quella voce proveniente dai miei sogni
più
belli potesse rispondermi.
Cavolo,adesso
parlavo anche nel
sonno e ne ero pure consapevole.
-svegliati,Bella...quanto
vuoi
farmi aspettare? - sussurrò la melodiosa voce al mio
orecchio,seguita da un soffio freddo e al contempo delicato.
Freddo?
-Edward!
- gridai,aprendo gli
occhi e trovando il mio bellissimo angelo proprio accanto a me,seduto
al bordo del letto.
-buongiorno
– rispose lui,in
tutta la sua perfezione,con il suo favoloso sorriso sghembo.
-che...che
ci fai qui? Come sei
entrato? -
-dalla
finestra. -rispose
lui,guardando in direzione della vetrata della mia stanza,che dava
sulla tranquilla ed alberata Forks Street.
-e
non ti ha visto nessuno? -
-chi
vuoi che ci sia a
quest'ora? -
-è
così presto?
-chiesi,sbadigliando.
-Bella,i
miei sensi sono cento
volte più sviluppati di quelli umani: credi che non abbia
verificato? -
-mi
fido. -
sussurrai,sorridendogli – ma tu non puoi venire a svegliarmi
così:
sono impresentabile! -
-non
puoi essere
impresentabile,Bella. Non puoi davvero. -
Detto
questo mi si
avvicinò,sfiorandomi il volto per baciarmi le labbra.
Quel
raggio di sole sul viso di
prima mattina mi diede la forza necessaria per iniziare la giornata:
mi alzai in piedi e indossai la vestaglia di Alice,stiracchiandomi e
tornando a guardare l'angelo che,sul mio letto,non mi toglieva gli
occhi di dosso.
-che
c'è? - chiesi,piegando la
testa.
-voglio
portarti dalla mia
famiglia,oggi. - disse lui,con la sua voce vellutata.
In
quel momento mi crollò il
pavimento sotto i piedi: mi sentii pesante,il panico si
impossessò
di me prima che Edward potesse dire altro.
-Bella?-
-famiglia?
Edward,per favore.
Non...non potrò mai piacere alla tua famiglia! Non potrei
piacere a
nessuna famiglia di questo mondo! -
-rilassati,non
devi perdere il
controllo. -
-Edward,come
pensi che possa
piacere alla tua famiglia? Una famiglia piena di vampiri,come minimo
mi faranno a fette! -
Edward
scoppiò a
ridere,divertito da quel senso di panico irrespirabile di cui non
c'era un bel niente da ridere.
-Eppure
Alice ha detto che sei
magnifica. E poi,credo già sappiano tutti del tuo passato. -
-lo
sanno? - chiesi,incredula e
in imbarazzo – e come hanno fatto? -
-Alice
è...molto loquace.
-rispose lui,sorridendo e lasciando che mi sedessi di nuovo sul
letto.
-fantastico.
- sussurrai,con la
tremarella – d'accordo. Non sarà poi
così male,no? -
-così
ti voglio. - mi rispose
lui,baciandomi di nuovo,questa volta con più passione.
Maledizione,dovetti
staccarmi da
lui per evitare di morire di collasso istantaneo.
Eppure
in quel momento non
riuscii a fare a meno di pensare alle parole che aveva usato Edward
qualche secondo prima: il mio passato.
Era
davvero il mio passato? Di
già?
In
effetti erano settimane che
non uscivo la notte per strada,e la sola idea di andare con altri
uomini mi repelleva letteralmente,dato che in testa avevo solamente
lui.
Non
riuscivo a capire il senso
del mio atteggiamento,di quel cambiamento improvviso che era stato
come una doccia gelida e istantanea.
Non
sapevo che mi stava
succedendo,e se mi sarei mai svegliata da quel bellissimo sogno.
Ma
in quel momento pregai con
tutte le forze di dormire per sempre.
-siamo arrivati. -
Okay,c'era
qualcosa di
profondamente sbagliato in quella storia: avevo capito che Edward era
un vampiro,e come lui la sua famiglia.
Eravamo
partiti qualche giorno
dopo la sua richiesta,di mattina presto,per recarci fuori
città,ai
margini di un bellissimo bosco proprio fuori Londra.
Qui,circondata
da una
meravigliosa vegetazione boschiva,vidi la più bella villa su
cui si
fosse mai posato il mio sguardo: era grande e molto bella,univa
elementi antichi e moderni e la sua luce risplendeva riflettendosi
sulle pareti completamente bianche.
Un
enorme portico precedeva
l'entrata,ed enormi vetrate erano posizionate periodicamente lungo le
pareti.
Era
un paradiso,ma qualcosa non
andava.
-Benvenuta
a Villa Cullen,Bella.
- disse Edward,cingendomi la vita con un braccio.
Lo
guardai,sconvolta: -
Edward,sicuro di avermi detto proprio tutto? - chiesi,senza fiato.
Stavo
letteralmente soffocando,e
non era colpa della coltre bianca che copriva il cielo quella
mattina.
Edward
era un'artista,e per
quanto potesse essere elegante e in buone condizioni economiche non
mi sarei mai aspettata di vederlo in una delle abitazioni
più grandi
che avessi mai visto.
Come
minimo sua madre doveva
essere la regina di Inghilterra.
-che
c'è? - mi chiese lui,con
lo sguardo innocente di un agnellino.
-Non...non
mi avevi detto di
essere così...-
-ricco?
- chiese lui,accennando
alla casa.
Annuii
con vigore,senza sapere
cos'altro dire.
Lui,al
contrario,sorrise: -
vedi,Bella,il fatto che siamo vampiri ci ha permesso di accumulare
una grande ricchezza: mio padre ha comprato questa villa per la
nostra famiglia e una casa ad ognuno di noi. -
Una
casa per ogni figlio.
Favoloso,il signor Cullen doveva essere una persona davvero generosa.
Il
pensiero di conoscere i
genitori di Edward mi fece tornare quel groppo in gola che avevo
tentato di reprimere da giorni,così cercai di pensare a
qualcos'altro per distrarmi.
-sapevo
che eri troppo bello per
essere un artista squattrinato...-sussurrai,ridendo.
-dipingere
è la mia passione,e
mi ritiro in quell'appartamento per dedicarmici. In questi giorni ci
sono stato di più solo per te. -
Arrossii
vistosamente,e lui mi
tenne sempre più stretta.
-davvero?
-
chiesi,mordicchiandomi un labbro.
-davvero.
- confermò lui – ma
non preoccuparti,la mia famiglia non è molto diversa da me. -
-perfetti
e bellissimi?
Fantastico,sono rovinata. - esclamai,appoggiandomi alla sua spalla.
Mi
baciò la
guancia,accompagnandomi sotto il portico: - non hai nulla di cui
preoccuparti,oggi. Sei semplicemente stupenda. -
E
in effetti aveva ragione: avevo indossato un vestito meraviglioso che
avevo comprato poco tempo prima,le cui sfumature color rosa antico si
univano allo scollo non troppo appariscente e alle maniche di tulle
più
leggero.
Con
l'aiuto di Angela avevo
aggiunto qualche boccolo ai miei capelli,che ora sembravano molto
più
lucenti e voluminosi.
Presi
un bel respiro,e
accompagnata da Edward – che mi stringeva forte a
sé – arrivai
sotto al portico.
Prima
che potessimo bussare la
porta si aprì – e stranamente non mi stupii di
quella perfetta
sincronia –.
Non
sapevo cosa aspettarmi,ma
ero terrorizzata,non sapevo cosa avrei potuto fare una volta
trovatami davanti a loro.
Sapevo
che non mi avrebbero
accettata,come non aveva fatto mai nessuno.
Eccetto
Edward,no?
-buongiorno,Bella!
- disse una
voce davanti a me,riportandomi alla realtà.
Note:Et
voilà! ^^ D'accordo. Pestatemi,linciatemi,mandatemi il
malocchio:siete scusati,perché il mio tremendo ritardo
sarebbe davvero da denunciare xD
Scusateee! Sono andata al mare,quindi siccome sono tornata IN QUESTO
MOMENTO non ho esitato a pubblicare il più possibile
(infatti credo che ora andrò dritta a pubblicare "Valzer"^^)
Allora,bellissimi,come vi va? Che ne dite di questo
capitolo molto zuccheroso e divertente? Perlomeno,o cercato di renderlo
così,dato che nel chappy precedente c'era un pò
di
tensione da smaltire xD
Detto questo,ci sono da chiarire parecchie cose,ma non preoccupatevi:
pian piano si chiarirà tutto^^
Intanto ringrazio per le recensioni e per chi continua a leggere questa
storia,e come ringraziamento,solo per voi in esclusiva,un piccolo
spoiler del capitolo successivo!
-ti
proteggerò,Bella. Tutti qui ti proteggeremo. -
-è
un rischio che sono pronta a correre,Edward. Mi domando però
se
tu...se voi vogliate correre questo rischio per me. -
Edward
rimase a fissarmi,senza parlare: ero davvero così persuasiva
da
convincerlo a lasciarmi andare per il suo bene?
-Bella,questa
è una delle più grandi sciocchezze che tu abbia
mai detto. -
Un
bacio
LMS*
|
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Capitolo 9 *** Luciene Call ***
venus
8.
;Luciene Call ;
≈Venus♥
xxx
Il
fatto di avere davanti una persona conosciuta mi
tranquillizzò
immediatamente: Alice era ancora più bella di quanto
ricordassi.
Il
vestito grigio perla le arrivava fino alle ginocchia,sfiorandole
delicatamente le spalle e scendendo sul suo corpo perfetto e liscio
come il marmo.
Il
visetto allegro si illuminò non appena mi vide,e gli occhi
dorati
guizzarono subito sui miei:mi prese entrambe le mani,e stringendole
delicatamente mi sorrise ancora.
-sono
contenta di vederti,Bella. - mi disse dopo pochi secondi,piegando la
testa.
-anch'io,Alice
– dissi,sincera. Perché ero davvero contenta di
rivederla.
-è
un piacere averti qui. - proseguì un'altra voce
più
imponente,che benché tranquilla risuonava nella casa con
un'aria di
autorità paterna.
E
in quel momento capii,quando di fronte a me si presentò il
dottor
Cullen: era bello quanto i figli,giovane e
molto...“vampiresco”.
Ma a quel punto mi ci sarei dovuta abituare.
Mi
sorrise sfoderando una fila di denti bianchissimi in tono con la
pelle pallida,rasserenandomi.
-Bella,lui
è mio padre, Carlisle. -
-e
chiamami Carlisle – puntualizzò lui,sorridendomi
– in casa
nostra non esiste nessun “dottor
Cullen”...d'accordo? -
Oddio,grazie.
-chiarissimo.
- risposi,sorridendo – il piacere è mio. -
Carlisle
mi presentò sua moglie Esme,una donna bellissima e davvero
molto
dolce che mi ricordò in modo incredibile Angela e la sua
indole da
sorella maggiore: Esme sembrava essere la madre che avevo sempre
sognato di avere.
Subito
dopo toccò ad Emmett,il fratello di Edward: al contrario di
Esme,guardandolo mi venne in mente solo un gigantesco orso/armadio
che avrebbe potuto stritolarmi con una mano.
-Bella!
Non sai quanto Edward mi ha parlato di te,per fortuna adesso ti
abbiamo incontrata anche noi,altrimenti...-
-Emmett...-sibilò
Edward,a denti stretti.
E
in quel momento l'orso/armadio Emmett divenne “Emmett
l'orsacchiotto giocherellone”.
A
quanto pare c'erano molte cose di cui mi sarei dovuta sorprendere,in
quella casa così luminosa in cui,a quanto sembrava,non c'era
ne una
cripta ne una bara aperta.
Per
fortuna.
-oh,e
lei è Rosalie. - disse infine Emmett,presentandomi la
ragazza
accanto a lui.
E
quando la vidi rimasi a bocca aperta: non solo per la sua
bellezza,che avrebbe fatto invidia anche alla più bella
venere vista
sulla terra,ma perché quella ragazza mi era estremamente
familiare.
Era
lei la fantastica venere bionda che avevo visto quel giorno per
strada,la stessa che avevo visto uscire dal palazzo di Edward poco
prima di entrare a casa sua.
-tu...sei
sua sorella? -
-perché?
- mi chiese Edward,confuso – ti sorprendi? -
Allora
avevi visto che l'avevo notata,brutto...
-a
quanto pare no...-sussurrai,con una rapida occhiata: forse era quello
ciò che voleva dirmi? Che non avrei mai dovuto dubitare di
quello
che – qualsiasi cosa fosse – provava per me?
-dovresti
– sbottò Rosalie,voltandomi le spalle per lasciare
la stanza.
Emmett
mi guardò,e dopo avermi sorriso corse a rincorrere quella
che – e
ora avevo capito definitivamente – doveva essere la sua
compagna.
Edward
mi aveva spiegato già la situazione – di come loro
fossero una
famiglia,ma per scelta – tralasciando ovviamente parecchie
cose:
che era ricco da far paura,che di certo entrare in quella villa
lussuosa mi avrebbe messo un'agitazione non da poco e che la sua
bellissima sorella mi odiava.
Promemoria:
spiegare ad Edward il concetto di
“sincerità”...
-e
lui è Jasper – mi disse Alice,a braccetto con...
-Jasper?!
- esclamai,senza parole: Jasper Hale era uno dei Cullen.
Okay,questo
davvero non me lo sarei mai aspettato.
-piacere
di rivederti,Bella. -mi disse lui,con un sorriso smagliante.
Vedendo
l'intesa tra lui ed Alice non ebbi più dubbi sul loro
rapporto,ma
ancora non riuscivo a capire come avessi fatto ad incontrarlo di
nuovo in una città grande come Londra,e per di
più vampiro.
-sorpresa?
- mi chiese di nuovo,con un sorrisetto complice.
-direi...di
si. - sussurrai,senza sapere cosa dire.
-scommetto
che Edward non ti ha detto nulla,vero? - proseguì
Alice,scuotendo la
testa.
Mi
voltai verso di lui,che mi strinse a se: - vedi,Bella,la
verità è
che da quando ti ho vista sotto la pioggia,quella notte,è
stato
molto difficile per me dimenticarti. L'incontro con Jasper è
stato
del tutto casuale,sapevo che non avrei dovuto incontrarti di nuovo
per metterti a rischio con il nostro segreto,ma quando ti ho vista
nei suoi pensieri non ho resistito. E' stato lui ha dirmi dove
trovarti. Ed è stato anche molto difficile,considerando la
vicinanza
con te e il tuo irresistibile profumo. Devi sapere che Jasper si sta
ancora abituando alla nuova condizione di vegetariano,e la tua
vicinanza è stata una grande prova. -
Jasper
sorrise,ricevendo un bacio sulla guancia da Alice,soddisfattissima
della missione del proprio compagno.
-oh,mi
dispiace,Jas...un momento,ma allora è stato merito tuo! -
gridai,sconcertata.
-non
preoccuparti,Bella. Vedrai che ti abituerai a queste stranezze da
vampiro – concluse Carlisle,con un gesto della mano.
-bé...sono
contenta di rivederti,Jasper Hale-Cullen. -risposi,guardando sia lui
che Alice.
-anch'io.
-
-ho
un'ultima domanda – dissi,alzando la mano –
perché Rosalie ce
l'ha con me? -
Edward
scoppiò a ridere,seguito dagli altri.
-non
preoccuparti,ti abituerai anche a questo...-continuò
Carlisle,osservando divertito la mia faccia confusa.
Meditai
sui possibili motivi per cui quella ragazza potesse odiarmi,e in quel
momento mi resi conto di essere perfettamente a mio agio,e lo trovai
quasi incredibile.
-ho
un'altra domanda. - chiesi ancora,con il medesimo gesto.
-ma
non era l'ultima? -chiese Edward,stringendomi.
-oh,oggi
credo di potermi concedere uno strappo alla regola,no? -
risposi,aggrottando la fronte.
Guardai
attraverso la grande vetrata,scorgendo il grande giardino della Villa
e il bosco quasi fiabesco che la circondava.
Era
come entrare in un mondo completamente nuovo,senza nessun contatto
con la realtà.
Una
realtà che,prima o poi,avrei dovuto fronteggiare ad occhi
aperti.
-qui
non c'è pericolo di essere scoperti. - sussurrò
Edward,avvicinandosi a me per affiancarmi – possiamo
essere...ciò
che siamo. Senza preoccupazioni. -
-capisco
che vuoi dire. - proseguii,con un sussurro – è
difficile trovare
un luogo in cui puoi essere ciò che sei. Non è
facile. -
Edward
rimase a fissarmi,impassibile,cercando di leggere il mio sguardo
perso nel vuoto.
Sapevo
che,in fondo,Edward ed io non eravamo poi così diversi:
quello che
facevo non era solo il mio lavoro,ma qualcosa che mi separava
totalmente dalla realtà,rendendomi una sorta di emarginata.
Non
sapevo ancora quali altri segreti mi avrebbero svelato i Cullen,ma in
quel momento sentii come uno strano groppo alla gola,come per
qualcosa che avevo paura ad accettare.
-Edward,la
caccia al vampiro che hanno aperto in questi giorni a Londra riguarda
altri vampiri? -
-si
– rispose lui,guardando di nuovo attraverso la finestra
–
probabilmente le loro supposizioni hanno qualcosa di fondato: i corpi
che hanno ritrovato in questi giorni non sono stati uccisi da
donne-vampiro assetate di sangue,ma da nomadi. -
-nomadi?
-
-vampiri
vagabondi.Non sono pericolosi,ci sono sempre stati anche se gli umani
non se ne sono mai accorti,scambiando il tutto per qualche reato
compiuto misteriosamente.
Al contrario di noi,non hanno alcun controllo ne senso
civile,per questo si nutrono in ogni momento senza alcuna
preoccupazione. Non sono vegetariani,quindi devono mietere vittime
per sopravvivere. -
-e
il fatto che le vittime siano tutti uomini è casuale? -
chiesi,incuriosita.
-si
e no. - Edward distolse lo sguardo dal paesaggio,concentrandosi su di
me – è chiaro che i nomadi si nutrono di vittime a
caso,ma forse
l'uccisione di soli uomini vuole essere un pretesto per aprire la
caccia alle prostitute. E' molto simile alla caccia alle streghe,se
vogliamo considerarla in questo modo...-
-già,a
quanto pare nessuno mi toglierà via il nome di
“figlia del
diavolo”. Spero solo che non rintraccino i nostri nomi,in
quel caso
Angela e Jess...-
Rabbrividii,e
subito dopo sentii le braccia forti di Edward stringermi in un
abbraccio che – malgrado la sua pelle fosse fredda come il
ghiaccio
– in quel momento mi trasmise tutto il calore necessario per
superare anche quel momento.
-Edward,io...-
-ti
proteggerò,Bella. Tutti qui ti proteggeremo. -
-è
un rischio che sono pronta a correre,Edward. Mi domando però
se
tu...se voi vogliate correre questo rischio per me. -
Edward
rimase a fissarmi,senza parlare: ero davvero così persuasiva
da
convincerlo a lasciarmi andare per il suo bene?
-Bella,questa
è una delle più grandi sciocchezze che tu abbia
mai detto. -
-ma...-
-niente
“ma”. Era destino che ci incontrassimo...-
-cosa
intendi per
destino?
-chiesi,riducendo gli occhi a due fessure color cioccolato.
Edward
si fermò all'improvviso,tornando ad essere una bellissima
statua di
marmo.
Chiuse
gli occhi, e dopo qualche secondo il suo sguardo si posò di
nuovo
sul mio viso.
-quando
ci siamo visti,la prima volta sotto la pioggia...ricordi? -
E
come farei a dimenticare?
-certo.
- in quel momento notai che stavo sorridendo. Era un sorriso di cui
non mi ero minimamente accorta,ma che era nato così,in modo
del
tutto spontaneo.
-Alice
ti aveva già visto. Nelle sue visioni,intendo. -
Nella
mia mente,in quel momento,si scatenò il panico: migliaia di
piccoli
tasselli andarono a unirsi insieme per formare quell'immagine
frammentata che solo in quel momento riuscii a ricomporre.
-tu...voi...mi
avevate già visto? -
Sapevo
dei poteri speciali dei vampiri,e anche che Alice poteva vedere gli
eventi futuri,ma di certo non che ne avessi preso parte.
-Alice
ti ha solo vista sotto la pioggia,proprio come quella sera...ha detto
che saresti arrivata per me. -
-per
te...- ripetei,forse confermando le parole della stravagante sorella
di Edward.
-scusa
se non te l'abbiamo detto prima,ma non volevo sconvolgerti. -
-oh,in
questo momento mi trovo in una casa di vampiri vegetariani,potrei
stupirmi di altro? -
Edward
sorrise,e stringendomi a se mi sfiorò i capelli con le dita
fredde,giocherellando con una ciocca ribelle: me la sistemò
dietro
l'orecchio,e prendendomi delicatamente il mento si avvicinò
a
me,sfiorandomi le labbra.
Rabbrividii,scossa
da quelle scariche di adrenalina che mi attraversavano il corpo
quando Edward si avvicinava a me.
-Bella?
- una voce squillante mi chiamò da lontano,quasi come se uno
scampanellio fluttuante vagasse nell'aria alla mia ricerca.
Mi
voltai verso la porta,riconoscendo la voce melodica di Alice.
-ti
sta cercando. - concluse Edward,rispondendo ai miei occhi
incuriositi.
-oh,eccoti
qui! Vieni,andiamo! - Alice apparve all'improvviso,e in un attimo mi
ritrovai trascinata da quella specie di piccolo folletto che,a passo
di danza,mi condusse in una bellissima camera finemente decorata e
arredata con molto gusto.
-che
succede,Alice? -chiesi,guardandomi intorno: era una specie di
laboratorio,ma ancora non capivo cosa dovevo fare lì.
-ho
un regalo per te. - squittì lei,entusiasta.
-un
regalo? - chiesi,ricordandomi subito della magnifica vestaglia che mi
aveva portato qualche giorno prima – Alice,non...-
-ssh!
Basta lamentarsi,santo cielo! - esclamò lei,sorridendo e
tirando
fuori da un mobile bianco una grande scatola rettangolare color
lavanda,su cui era stato applicato un bellissimo fiocco di raso
bianco.
La
guardai,e lei tornò ad indicare con lo sguardo la scatola.
Sospirai,e
dopo un attimo di esitazione aprii la confezione ed estrassi il mio
regalo: un abito meraviglioso,davvero pregiato,di preziosissima
stoffa color cremisi e dalle rifiniture delicate.
-Alice...è...-
-ti
piace? Ne ero sicura. - rispose lei,con la sua solita sicurezza.
-Alice,non
posso accettarlo. Davvero. -
-come,prego?
Vorresti rifiutare un mio regalo? Fatto da me,poi? -
Aggrottai
la fronte: sapevo che Alice era una stilista fantastica – mi
bastò
ricordare la meravigliosa vestaglia che aveva dato ad Edward
affinché
me la regalasse – ma sapevo benissimo che quell'abito non era
suo.
Cercai
delicatamente nella stoffa per evitare di strappare qualcosa come mio
solito,e una volta trovata la piccola etichetta sul collo non ebbi
più dubbi: il piccolo quadratino di stoffa viola acceso era
inconfondibile.
La
scritta argentata riportava in caratteri eleganti una delle marche
più costose che l'Inghilterra avesse mai visto:
Luciene C. era
una stilista famosa in tutto il mondo,i suoi capi inconfondibili
erano dei pezzi unici che venivano singolarmente creati su richiesta
delle più ricche dame del Regno Unito e oltre.
I
capi proposti erano talmente unici proprio perché
confezionati
singolarmente dalla stessa Luciene Call.
-Alice,questo
è un abito di
Luciene C.
- confermai,mostrandole l'etichetta.
Lei
rimase ad osservarmi,e poi tornò a sorridere con il suo
musetto
impertinente.
-Vorresti
rifiutare un mio regalo? Fatto da me,poi? - ripeté,come se
le mie
parole non fossero servite a nulla.
Poi
capii tutto,e in quel momento non riuscii a trattenere il mio
stupore.
-tu
sei Luciene Call?! Ma non è possibile! - esclamai,sconvolta.
-ragiona,Bella,e
noterai che Luciene Call è solo l'anagramma di Alice Cullen.
Non
posso usare il mio vero nome,nessuno conosce la mia identità
e posso
creare tutti gli abiti che voglio. Non male,eh? -
-alla
faccia delle ochette dell'alta società,eh? -
sussurrai,ridacchiando.
-quell'era
è finita,tesoro.-rispose lei,ridendo insieme a me
– credo proprio
che sarai un ottima modella per i miei abiti. -
Sorrisi,e
sotto le sue continue spinte mi provai quell'abito meraviglioso.
-ti
sta benissimo! -
-grazie,Luciene.
-
Note:Ecco
qui il nuovo capitolo,totalmente incentrato sul rapporto Bella/Cullen e
soprattutto Bella/Alice,un rapporto che mi piace sempre descrivere in
ogni storia^^
Sono appena tornata dalle vacanze,e sono stravoltissima =_= Quindi
perdonatemi se all'improvviso scrivo qualche fesseria,ma ho davvero
sonno e non sono totalmente padrona di me xD
Comunque spero che recensiate,da domani comincio di nuovo la mia
attività su Efp e riprenderò con la lettura dei
capitoli arretrati che avete aggiornato,vi prometto che le note nei
prossimi capitoli saranno più lunghe...ma oggi il sonno
è padrone,e mi porta viaaaa! xD
Nel frattempo,per farmi perdonare,vi lascio un piccolo spoiler del
capitolo successivo:
Lentamente
afferrai la grande scatola lavanda,e stringendola a me uscii da
quella casa.
Sbattei
la porta,iniziando a correre verso l'uscita.
-ecco,vattene!
Non abbiamo bisogno di te!
- sentii da lontano.
Un
bacio
LMS*
|
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Capitolo 10 *** The real world ***
venus
9.
;The real world ;
≈Venus♥
xxx
-Vi
ringrazio davvero per l'ospitalità,sono stata benissimo
oggi. -
dissi,uscendo dalla magnifica Villa Cullen.
-oh,lo
stesso vale per noi. - mi rispose Esme,con dolcezza.
-ci
vediamo presto,Bella. - trillò Alice,stringendomi la mano.
-si,presto.
-
Guardai
prima lei,poi tutti gli altri,fino a che il mio sguardo non si
posò
su Jasper:forse avrei dovuto fargli una statua per quello che aveva
fatto.
Si,prima
o poi avrei davvero eretto una statua per lui.
A
Jasper Hale,per avermi fatto ritrovare il mio angelo.
E
dopo aver dato loro un ultimo sguardo,mi sentii pronta per tornare a
Londra.
-grazie
per la magnifica giornata. - sussurrai,sentendo le dita fredde di
Edward sulla mia guancia.
-ti
sei divertita nella cripta del vampiro? - chiese lui,sorridendo.
-credimi,quel
paradiso ha tutto meno che una cripta. - risposi,guardando
automaticamente la grande scatola lilla ai miei piedi,che conteneva
quel meraviglioso vestito.
-sicura
che non vuoi che salga? Percepisco dei pensieri...negativi. -
-sul
serio? - chiesi,aggrottando la fronte – chi? -
-la
tua amica...Jessica,credo. - annuì,guardando in alto
– credo sia
arrabbiata per qualcosa che riguarda te. Ma non riesco a percepirlo
bene,cambia idea ogni dieci secondi. -
-è
proprio da Jess. -. Risi,e lui di seguito a me.
-allora
buonanotte,Isabella Swan. - sussurrò lui al mio
orecchio,sfiorandolo
con le labbra fredde.
-'notte.
- riuscii a mugugnare,inebriata dalla sua vicinanza.
Mi
ci volle un po' prima di allontanarmi da lui,benché sapessi
che
sarebbe comunque tornato a svegliarmi la mattina seguente,e
riprendere totalmente il controllo del mio cuore impazzito.
Arrivai
alla porta del mio appartamento,ma non appena posai le dita sul
pomello d'ottone qualcuno mi precedette.
Era
Jessica,e mi fulminò con lo sguardo.
Angela,dietro
di lei,era seduta al tavolo e si massaggiava le tempie con una
mano,sfiorandosi i capelli con gesti rapidi con l'altra.
-che
succede,ragazze? - chiesi,in stato d'allerta.
-perché
non ce lo dici tu,Bella? - sibilò Jessica,con il tipico
sguardo
se-potessi-ti-ucciderei.
-Angela...-riuscii
a sussurrare,ma fui interrotta dalla mia coinquilina piuttosto
infuriata.
-Zero,Bella.
Zero! Ti rendi conto?! - sbottò Jessica,avvicinandosi.
-zero?
Ma di cosa stai parlando? - chiesi,confusa.
-dei
soldi. Quanti clienti hai visitato questo mese? Quanti volte sei
scesa in strada,Bella? -ripeté lei,incrociando le braccia.
Oh-oh.
Accidenti.
Abbassai
il capo,contando mentalmente.
E
in quel momento mi accorsi di non aver trovato nemmeno un cliente.
In
quel mese non ero mai scesa per strada,e sapevo anche perché.
Da
quando avevo incontrato Edward la mia vita era cambiata,e lo sapevo
bene: ma fare i conti,in quel momento,fu ancora più
sconvolgente.
-se
continui così ci cacceranno di casa. I soldi non bastano. -
proseguì
Jess,voltandosi.
Sgranò
gli occhi,osservando il mio silenzio.
-ci
stai lasciando,Bella? - sussurrò poi,con gli occhi lucidi.
-Jess,io...sono
confusa,non riesco a...a scendere più in strada. Ho...ho la
testa da
un'altra parte. -
-da
un'altra parte,eh? Ad esempio...da quel bel ragazzo che ti regala
tutti quei bei vestiti? -sputò di getto,con un'occhiata
disgustata
alla scatola accanto alla porta.
Rimasi
a fissarla,sconvolta da quell'atteggiamento: forse aveva
ragione,stavo diventando un vero peso.
Ma
non l'avevo mai vista parlarmi così.
Sentivo
gli occhi bruciare,e la vista farsi sempre più offuscata.
-credi
che non me ne sia accorta,dei tuoi giretti? -
-smettila,Jessica!
- sbottai,fulminandola con lo sguardo – non puoi decidere
della mia
vita. Ricordati chi sei,e quello che facciamo. Non puoi parlarmi in
questo modo. -
-no,Bella.
Quello che noi
facciamo
– ribadì,e intuii che con quel noi
mi
aveva definitivamente esclusa – non ti importa più
niente di noi?
-
-Non
devi neanche dirlo. Lo sai quanto tengo a voi due. Ma ora...mi sento
felice,dannazione! Sono felice,Jess! -
I
suoi occhi bruciavano.
Intravidi
le lacrime rigarle le guance,e cadere sul pavimento: erano lacrime
d'odio.
Per
quella vita ingiusta,per il mio aiuto mancato.
Per
una felicità irraggiungibile che mi era stata donata,e che a
Jessica
era stata strappata via.
-è
tutta colpa tua...-sibilò alla fine,abbassando lo sguardo.
-Jessi...-sussurrò
Angela,e il suo volto era devastato dalla stanchezza.
Sgranai
gli occhi,quando la vidi per la prima volta: era ridotta
malissimo,probabilmente aveva dovuto lavorare molto più del
solito
per poter pagare l'affitto.
E'
tutta colpa tua...
Improvvisamente
il vuoto si impadronì di me.
Non
sentivo più niente,gli occhi spenti di Angela mi avevano
tolto tutte
le forze.
-non
sai quello che abbiamo dovuto fare per riuscire a sopravvivere...non
lo sai,Bella...-continuava a ripetere Jessica,a pugni stretti.
Sentivo
le labbra tremare spasmodicamente,pronte a scoppiare.
Lentamente
afferrai la grande scatola lavanda,e stringendola a me uscii da
quella casa.
Sbattei
la porta,iniziando a correre verso l'uscita.
-ecco,vattene!
Non abbiamo bisogno di te!
- sentii da lontano.
Il
pianto di Angela,subito dopo,mi spezzò il cuore.
Ero
un mostro,non meritavo di rimanere lì.
Avevo
perso tutto.
E
c'era una sola persona che poteva aiutarmi.
Quando
la porta si aprii ritrovai quel poco di coraggio che avevo
perso,mischiato alle lacrime,durante il tragitto verso Bloomsbury.
Avevo
camminato a piedi fino al bellissimo palazzo del quartiere degli
artisti che tanto amavo,bussando alla porta dell'unica persona che
avrei voluto vedere.
-Bella...-sussurrò
Edward aprendomi la porta,anche se probabilmente aveva già
percepito
il mio arrivo.
-Edward...-sussurrai,per
poi scoppiare in lacrime tra le sue braccia.
La
scatola di Alice cadde sul pianerottolo con un rumore sordo,mentre le
braccia forti e fredde di Edward mi stringevano a se con delicatezza.
-è
colpa mia...Edward,è tutta colpa mia...-ansimai,tra i
singhiozzi.
-non
è vero. Hai fatto la tua scelta,non devi pentirti di questo
– mi
rispose,prendendomi il viso tra le mani per guardarmi – vieni
dentro. -
Mi
lasciai condurre da lui,dato che non rispondevo più del mio
corpo.
Ero
totalmente abbandonata al corso degli eventi,totalmente sconvolgenti
e contro le mie sole forze.
Inoltre,oramai
ero completamente svuotata,e c'era una sola consapevolezza che in
quel momento mi permetteva di andare avanti.
La
consapevolezza,nuova e appena nata,che ero incondizionatamente e
follemente innamorata di Edward Cullen.
Quando
mi svegliai tutti i ricordi mi ritornarono in mente,travolgendomi in
meno di un attimo.
Mi
sentivo a pezzi,come se l'intero mondo mi fosse crollato addosso,come
reduce dallo schiacciamento.
In
frantumi.
“ecco,vattene!
Non abbiamo bisogno di te!”
“ci
stai lasciando,Bella?”
“è
tutta colpa tua...”
Affondai
la testa nel cuscino caldo,stringendomi nel lenzuolo bianco di quella
stanza che,malgrado le avessi dato una sola occhiata rapida,riconobbi
come la meravigliosa camera da letto di Edward.
Arrivare
da lui in piena notte era forse la cosa più impulsiva che
avessi
potuto fare quella sera – anche se avevo totalmente
dimenticato
l'assenza perenne di sonno nei vampiri.
E
in quel momento ricordai anche come mi ero fiondata su di
lui,cercando quell'affetto che mi era stato strappato dalle uniche
persone che fossi riuscita a considerare una famiglia negli ultimi
anni.
“vieni
dentro”
“Edward...”
“Ci
sono io. E sarà sempre così,Bella.”
“loro...non
ci sono più.”
“Non
è vero,ci sono sempre. Andrà tutto bene”
Aprii
gli occhi,assaporando il profumo di quella casa e il ricordo di
quelle parole.
E
l'unica cosa che volevo era lui.
Lui
accanto a me.
-Edward...-mugugnai,con
la testa ancora immersa nel cuscino.
-sono
qui. -
D'accordo,quella
risposta immediata mi lasciò letteralmente senza parole. Sei
davvero qui?
Voltai
lentamente la testa,mettendo a fuoco il bellissimo volto di Edward:
era sereno,e sorrideva.
Gli
occhi dorati scrutavano i miei,mentre con la mano iniziava a
carezzarmi la schiena.
Non
sapevo cosa dire,ne cosa fare.
Volevo
solo dimenticare quella brutta esperienza.
-come
ti senti? -mi chiese lui,avvicinandosi di più a me.
-meglio-mentii,malgrado
la sua vicinanza avesse davvero alleviato il mio dolore.
-devi
solo lasciare loro del tempo,Bella – proseguì
lui,intuendo il mio
stato d'animo – e vedrai che si risolverà tutto.
Ci vuole tempo
per perdonare. -
-sono
un mostro. Un'egoista. - sentii di nuovo gli occhi bruciare,e il naso
formicolarmi fastidiosamente – ho anteposto la mia
felicità alla
loro,e ora rischiano di essere sbattute fuori casa per colpa mia. -
-hai
solo fatto la tua scelta,Bella. Sta a te decidere se questa
è giusta
o sbagliata. -.
Mi
guardò,in attesa,e da me ricevette solo uno sguardo confuso
e,subito
dopo,sorpreso.
-credi
che stia dubitando di...di noi?! Edward,ma che...folle! -
gridai,abbracciandolo con foga.
Rise,rispondendo
all'abbraccio: - voglio solo che sia tu a decidere. Io sono un
vampiro,destinato all'eternità,e non voglio mettere in
pericolo la
tua vita se tu non vuoi rischiare. Voglio solo che tu sia felice. -
Mi
allontanai,per osservarlo attentamente.
Sorrisi,per
poi abbracciarlo di nuovo.
-rende,come
risposta? -sussurrai,rinsavendo al contatto con la sua pelle fredda.
-direi
di si,ma potremmo fare di meglio. - rispose lui,con malizia.
Note:Ehehehe,finalmente
ho svelato il segreto dello spoiler che vi ha sconvolto: niente
Rosalie,ne Cullen. Jessica,la povera ed infelice umana che vede Bella
realizzarsi e lei rimanere all'oscuro. Il personaggio in questa storia
è positivo,ma certamente la vita nei bassifondi non
dev'essere
tutta rose e fiori,perciò ho provato a descrivere l'aspetto
più buio di chi,al contrario di Bella,non ha trovato un bel
vampiro innamoratissimo.
Sono tornata da queste lunghe vacanze e ho subito pensato ad
aggiornare,dato che non lo facevo da una vita: finalmente ho realizzato
il sogno di andare a Parigi!! La città dell'amore,e come non
potevo aggiornare una delle ficcy più romantiche di tutto il
mio repertorio? ^W^
Vi ringrazio per tutte le belle recensioni,sono contenta che vi
facciate sentire anche d'estate,quando di solito EFP è meno
affollata^^
Intanto vi lascio con un altro spoilerone da paura,pronte?
-puoi
ripetere? -
Edward
sorrise.
-diventa
la mia venere. Posa per me. -
Un
bacio
LMS*
|
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Capitolo 11 *** Memories ***
venus
10.
;Memories ;
≈Venus♥
xxx
-Jess,bussano
alla porta! - gridò Angela,alzandosi a fatica dal letto.
-vado,vado!
- rispose lei,correndo fino all'ingresso.
-AH!
-
-Jess,guarda
che l'omicidio di Jacob non è compreso nei lavori da fare
stamat...-
-Angie!!
-
Non
riuscivo a staccare gli occhi da lui.
Dannazione,non
credevo che potesse tirare fuori tanta passione in così poco
tempo.
Potremmo
fare di meglio...
Edward
mi prese per i fianchi,facendomi cadere delicatamente sul letto.
Me
lo ritrovai sopra,ma nonostante la sua pelle di granito mi
sembrò
sorprendentemente leggero e morbido al tatto.
-Edward...-ansimai
senza fiato,sconvolta da quel comportamento inusuale che,tuttavia,non
mi dispiaceva affatto.
E
fu in quel momento che mi accorsi di come fossi terribilmente in
imbarazzo con lui accanto.
Era
diverso,davvero opposto a ciò che avevo sempre provato
quando
scendevo per strada.
Perché
ora avevo veramente intenzione di rendere quel momento speciale.
-stai
arrossendo,Bella? -sussurrò Edward,sfiorandomi l'orecchio
con le
labbra fredde.
Rabbrividii,pensando
al contempo ad un modo per evitare tutto quell'imbarazzo.
-sembra
proprio di si...-riuscii a sussurrare,con un debole sorriso.
-mm...-
Chiusi
gli occhi,e dopo poco sentii di nuovo il suo sapore sulle labbra.
E
quando si allontanò solo di qualche millimetro da me,non
riuscii più
a trattenermi.
-io
credo...-
-cosa?
- mi incitò lui,con voce armoniosa.
-credo
di essere leggermente innamorata. -
-leggermente?
- ripeté Edward,ridendo. - è così che
mi confessi il tuo amore? -
Cercai
di reggergli il gioco,ma ero davvero un'imbranata con quelle
romanticherie.
-magari
non ci sono abituata...-sussurrai,sfiorandogli il viso.
-allora
ti insegno io. - disse,per poi baciarmi di nuovo.
Gli
sfiorai i capelli,ma sentivo sulla sua pelle i primi segni di
cedimento: si irrigidì,trattenendo il respiro.
Rimase
immobile per qualche secondo,e capii che per lui doveva essere
davvero difficile resistere al mio profumo.
Quando
si rilassò di nuovo,tornò a guardarmi con la
stessa dolcezza.
-ti
amo,Bella Swan. -
La
sensazione che provai fu indescrivibile.
Il
cuore mi scoppiò,gonfiandosi di quell'amore che Edward mi
aveva
donato con quelle due semplici parole.
Inevitabilmente,una
lacrima mi rigò il viso,cadendo sul cuscino.
-ho
esagerato? - chiese,asciugandomi il volto.
Scossi
la testa,negando ripetutamente quella domanda.
-Bella.
-Edward si fece serio,e mettendosi di nuovo seduto mi portò
con
se,stringendomi la mano.
-si?
-
-diventa
la mia venere. -
Soffocai
un gemito. Sapevo cosa significava quell'espressione in quel periodo
per un'artista.
Lo
sapevo troppo bene,ma non riuscivo ancora a crederci.
-puoi
ripetere? -
Edward
sorrise.
-diventa
la mia venere. Posa per me. -
-credo...di
essere pronta. - confermai,ancora chiusa in camera.
L'idea
di posare per Edward aveva scatenato in me una marea incontrastata di
emozioni,ma in quel momento mi sentivo solo tanto nervosa.
“posare?
E...e come?”
“non
lo so. L'ispirazione mi verrà,vedrai.”
Inizialmente
avevo pensato di indossare l'abito di Alice,così bello ed
elegante.
Ma
dopo essere entrata nella camera di Edward – la nostra,corresse
la vocina nella mia testa,confondendomi ancora di più
– cambiai
completamente idea.
Aprii
la porta,attraversando il corridoio per raggiungere il grande salone
centrale.
Edward
aveva predisposto una grande tela bianca sul cavalletto,e posizionato
i colori sulla tavolozza.
Davanti
a lui aveva posizionato un divanetto color cremisi dalle finiture
dorate,posto lì probabilmente per accogliere me.
Si
voltò verso di me,ed io mi strinsi nel capo scelto.
-sei...bellissima.
-
Sorrisi,avvicinandomi
al divanetto.
Mi
sdraiai ,poggiando il gomito sul bracciolo in modo da sollevarmi
leggermente verso l'alto.
Poggiai
la testa delicatamente sulla mano,e i miei occhi si andarono di nuovo
ad unire a quelli di Edward.
Piegai
leggermente una gamba sopra l'altra,lasciando intravedere la pelle
nuda sotto il tessuto rosa antico che,leggero,scivolò verso
l'alto.
-sono
in vestaglia. - gli risposi,sicura che ricordasse anche lui la
conversazione che avevamo già avuto.
Sorrise,e
in quel momento la spallina della vestaglia scese leggermente sulla
spalla morbida,scoprendola in modo naturale e armonico.
I
capelli ricaddero morbidi a completare la mia figura,e per la prima
volta mi sentii davvero bella.
-appunto
– concluse lui,terminando quello scambio di parole
già avuto in
passato,che ripetevamo come un rito.
Nell'attimo
in cui il pennello toccò la tela sentii uno strano brivido
scorrere
lungo il corpo: stavo davvero posando per un quadro?
Ero
davvero così bella da poter essere considerata la sua
venere?
E
ti sorprendi?
-rilassa
il viso,Bella...- mi suggerì lui,intuendo che al momento i
miei
pensieri non fossero così piacevoli.
-come
fai a capire tutto? - sussurrai,cercando di muovermi il meno
possibile.
-anche
se non riesco a leggere nella tua mente,non vuol dire che non ti
capisca – rispose lui,con un'altra pennellata decisa.
-è
solo che nessuno mi aveva mai chiesto di posare prima...per un
quadro,intendo. -
-dovresti
sorprenderti,Bella. -
-ma
tu sei di parte,non puoi dire se sono bella o no. -
-sarò
anche di parte,ma sono comunque un'artista. So riconoscere il bello.
- proseguì lui,armonizzando le parole con i gesti della mano.
Annuii,fissandolo
con interesse.
-il
problema è che non importa quanto possa essere bella,per il
lavoro
che facevo. Eppure volevo farlo per...- mi interruppi,mordendomi il
labbro.
-brutti
ricordi. - concluse lui,e io non potei fare altro che rispondere alla
sua incredibile dote di carpire i miei stati d'animo con un cenno
della testa.
-solo...molto
lontani. -
-sicura
di stare bene? Se vuoi possiamo rimandare...-
-no.
- dissi,decisa – voglio farlo,davvero. - e non mi riferivo
solo al
quadro. Sentivo che potevo davvero confidarmi con lui,raccontare quel
passato che non avevo mai detto a nessuno.
-sicura?
-
-si.
- presi un bel respiro,per poi tornare a guardare la tela bianca che
mi voltava le spalle,ancora in produzione – ti ho raccontato
di
come mio padre ci abbia abbandonato e mia madre sia morta per
malattia,ma non ti ho detto quando ci ha abbandonato...-
Edward
si fermò,scrutandomi e riducendo gli occhi a due fessure
dorate.
-mia
madre stava troppo male per poter reagire a quello che diceva o
faceva mio padre,per questo non ha mai potuto obbiettare sulle sue
scelte. Se n'è andato quando avevo sette anni,dopo tre
intensi anni
di violenze su madre e figlia. -
Per
la prima volta sentii Edward gemere. Era un gemito a metà
tra dolore
e sorpresa,forse neanche lui si aspettava una verità
così
sconvolgente.
E
nemmeno io avrei pensato di poterla rivelare con così tanta
facilità.
-Bella...-
-sto
bene. -conclusi,annuendo per reprimere le lacrime che non avevo
intenzione di far scendere – fino a quindici anni ho vissuto
con il
suo volto nella mente,ma ero troppo impegnata ad occuparmi della casa
dato che mia madre si sentiva sempre più debole e non poteva
affaticarsi. Ho trascorso così la mia adolescenza fino a
quindici
anni,e durante quel periodo mio padre era tornato circa due o tre
volte,ubriaco,per divertirsi un po'. Poi è sparito,e quando
mia
madre si è aggravata abbiamo scoperto la presenza di una
malattia al
sistema immunitario che aveva coinvolto in quegli anni tutto il
corpo. E quando è morta sono scappata da quella casa.
Non...non
volevo più ricordarla. Non avevo nulla da
ricordare,più che
altro...-
Edward
non stava più dipingendo: aveva posato il pennello,e con una
velocità inaudita fu subito al mio fianco.
Mi
abbracciò,ed io lo strinsi forte per trovare la forza di
andare
avanti.
Finalmente
mi ero liberata,avevo confessato quel segreto che mi tenevo dentro da
troppi anni: il controllo che volevo avere sugli uomini dopo quello
che avevo subito era stata una reazione spontanea,che mi aveva
portato in strada.
Ma
adesso non ne avevo più motivo: avevo qualcuno,ora,su cui
contare.
Edward
mi baciò,ed assaporai il bacio sulle labbra chiudendo gli
occhi,per
non perdere nemmeno un attimo di quel tumulto di sensazioni
bellissime che mi travolgevano.
Mi
lasciai cadere sul divanetto,ed Edward mi seguì senza fatica:
-grazie...-sussurrai,trattenendo
il respiro.
-adesso
sono qui. -
-Edward...resta
con me...-
-oh,non
ho intenzione di andare da nessuna parte senza di te. - mi rispose
lui,avvicinandosi di nuovo alle mie labbra.
Quando
Edward mi mostrò la tela non riuscii a rendermi conto di
come un
vampiro potesse essere incredibilmente veloce anche nel dipingere
quadri.
Il
dipinto era incredibilmente realistico e al contempo
ovattato,raffigurante una figura surreale ma bellissima.
Un
momento,ero io quella bella venere dai capelli color cioccolato?
-Edward,questo
non è...-
-lo
so. - concluse lui,intuendo la mia confusione.
Il
dipinto era di una bellezza inimmaginabile,forse uno dei più
belli
che avessi mai visto,ma non ritraeva me,sdraiata su quel favoloso
divanetto cremisi.
Al
contrario,la figura ritraeva una bellissima ragazza in un'elegante
vestaglia color rosa antico seduta sul davanzale della finestra,e
illuminata dal raro sole di Londra.
I
capelli sciolti incorniciavano il volto pallido e gli occhi
nocciola,che scrutavano il cielo con un barlume di speranza,di
felicità,nelle iridi luminose.
Le
ginocchia erano leggermente piegate,ed una di esse era circondata dal
braccio sinistro,che sfiorava il vetro in perfetta armonia con il
resto del corpo.
E
l'elemento più bello era il meraviglioso sorriso che quella
ragazza
portava con se e donava al mondo,finalmente di nuovo felice.
E
non mi sorpresi nel capire che ero io,quella meravigliosa creatura
che aveva trovato la felicità.
-perché
non hai proseguito con la tela precedente? - gli chiesi,ancora
ammaliata da quel quadro.
-eri
triste,mentre parlavi del tuo passato su quel divano. Ti eri
irrigidita,non sembravi a tuo agio. Quando ti ho detto di prenderti
qualche minuto di pausa ti sei andata a sedere sul davanzale,e mentre
guardavi il cielo sembravi così felice...sei stata la mia
ispirazione,ho finito la nuova tela in due minuti e mezzo. -
Velocità
da vampiro. Non male!
-davvero?
- chiesi,stupita.
-si,ma
non capisco da cosa derivasse tutta quell'allegria improvvisa. - si
chiese,anche se in fondo sapevo che aveva immaginato già
qualcosa.
E
anche io avevo la mia risposta
Non
ho intenzione di andare da nessuna parte senza di te...
Guardai
di nuovo il quadro,sfiorando la parte di tela asciutta.
-io
si. - risposi,sorridendo di nuovo.
Note:
Un
capitolo felice dall'inizio enigmatico *_*
Il titolo non solo si riferisce ai ricordi di Bella e al suo passato
triste,ma anche a qualcosa che rimarrà come ricordo
dell'amore tra i due per sempre: il quadro di Edward.
Enigmatica?
Eheh,lo so che sono
tremendamente perfida in certi casi,ma che ci volete fare? Sono ancora
sotto l'influsso della vacanza a Parigi (per chi me l'ha
chiesto...è stupendaaaaaaa!! xD) e quindi la vena romantica
è ancora presente...ma cosa accadrà nel prossimo
capitolo? Bene,dato che ormai ci do dentro con gli
spoiler,eccovene uno
del prossimo capitolo.
-sono
morte. - concluse lui senza alcun peso sul cuore,con un'espressione
estasiata.
Caddi
a terra,inespressiva.
Sono
morte. Sono morte. Sono morte.
Un grazie speciale a chi recensisce,a chi ha aggiunto la storia nelle
preferite/seguite o anche chi solo la legge: davvero,siete fantastici!!
Un
bacio
LMS*
|
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Capitolo 12 *** Trapped ***
venus
10.
;Trapped ;
≈Venus♥
xxx
Affrettai
il passo,constatando che il sole stava già acquisendo quei
colori
rossastri che caratterizzavano il tramonto.
Dopo
aver completato il quadro ero rimasta con Edward per quasi tutto il
pomeriggio,ma dopo quella giornata avevo preso una decisione: sarei
tornata a parlare con Angela e Jessica,per scusarmi e chiarirmi con
loro.
Volevo
andare da sola per affrontare il mio problema e spiegare anche a loro
da cosa derivasse il fatto che non volevo più scendere in
strada,recuperare la nostra amicizia per avere di nuovo
quell'appoggio che,negli anni passati,era stato il mio unico
sostegno.
Edward
era rimasto a casa,con la mia promessa di tornare non appena aver
concluso il discorso con le mie due coinquiline di cui sentivo
già
l'opprimente mancanza.
Arrivai
alla porta del grande palazzo in Forks Street con un grande peso
sullo stomaco,dato che rivedere quella zona mi riportò alla
mente i
terribili ricordi della litigata con Jessica.
Salii
le scale velocemente,come per accelerare quel processo di
riparazione,ma quando arrivai al piano sentii subito una strana
atmosfera.
Pericolo.
Sbarrai
gli occhi,trattenendo il respiro: la porta era spalancata,e in quel
momento il panico iniziò ad impossessarsi di me come un
tarlo
doloroso e angosciante.
Iniziai
a camminare,ma arrivai alla porta correndo: la spalancai
definitivamente,sbattendola contro la parete.
Tentai
di reprimere un urlo,ma fu quasi tutto inutile.
La
nostra
casa
era...no,quella non era più una casa.
Era
tutto sottosopra,i vetri spaccati e le schegge sparpagliate sul
pavimento: il mobiletto vicino alle stanze era stato buttato a terra
e aveva tirato giù un gran polverone,mentre le porte erano
tutte
spalancate,e mostravano il disordine assoluto persino nelle camere.
Letti
disfatti,cassetti scoperchiati e lasciati a terra,abiti bruciati.
Bruciati.
Si,la
cosa che mi spaventò di più era l'incredibile e
appestante odore di
bruciato,che aveva ricoperto abiti e mobilio.
Chi
poteva aver dato fuoco a gran parte della casa?
Avanzai
di qualche passo verso la cucinetta a vista,scrutando il tavolo e
notando un foglio bianco – l'unica traccia sana in quel
disordine –
che fosse sopravvissuto al disastro.
Nello
stesso momento in cui iniziai a leggere,però,mi accorsi di
altri
elementi che avrei dovuto notare prima:sterpi di quello che sembrava
rosmarino unito ad altre erbe varie,collane d'aglio e croci di legno
distrutte in terra.
No...
Ma
quando me ne accorsi fu troppo tardi.
Annuncio
alla comunità Londinese:
Pericolo,non
avvicinarsi allo stabile per alcun motivo.
Jessica
Stanley e Angela Weber sono accusate di patto con il diavolo e
vampirismo.
Che
le due vampire brucino al rogo per espiare le loro colpe e pentirsi
davanti a Nostro Signore.
Che
siano bruciate vive con un rogo di sterpi ed aglio e che
sia,infine,pugnalato il loro cuore con una croce di
legno,affinché
non macchino più il nostro mondo con le vittime delle loro
passioni
sfrenate!
Streghe!
Vampire!
Al
rogo!
Comitato
di moralità pubblica.
Billy
Black
-No!
- gridai,ma voltandomi mi resi conto di essere arrivata troppo tardi.
Era
troppo tardi per tutte: anche per me.
Qualcuno
mi afferrò per le spalle,portandomi le mani dietro la
schiena e
stringendole con forza.
Sentii
una strana sensazione all'altezza dei polsi,probabilmente quel tipo
alto e muscoloso mi stava legando per impedirmi di muovermi.
E
in quel momento uscirono tutti fuori: circa sei persone spuntarono
dalla porta d'entrata,dal bagno e dalle stanze,circondandomi e
intrappolandomi.
E
tra quelle,spiccando fra tutti,riconobbi Billy Black,che mi
guardò
con disprezzo.
-Isabella
Swan,sei accusata di essere un vampiro: il tuo corpo verrà
bruciato
sul rogo domani insieme a quello delle tue compagne,in un incendio di
sterpi ed aglio che ti porteranno verso la morte. Una volta bruciato
il tuo corpo ti verrà conficcata un croce di legno nel
cuore,affinché la tua anima possa rimanere intrappolata nel
corpo
fino al giudizio di Nostro Signore. E possa lui avere pietà
della
tua anima impura. -
-lasciatemi!
-gridai – siete tutti dei mostri!Lasciatemi! -
-l'unico
mostro sei tu,femmina maledetta! - gridò Black,dandomi uno
schiaffo
talmente forte sul viso che sentii la stanza girarmi intorno
–
avrai la punizione che meriti,vampiro assassino,figlia del diavolo! -
Alzai
di nuovo lo sguardo,il fuoco bruciava nei miei occhi:
si,perché dopo
la paura segue sempre la rabbia.
Una
rabbia così forte e tumultuosa da non lasciare spazio a
nulla.
-essere
spregevole...- sibilai,nel pieno dell'ira.
-Paul,Jared,portatela
via. - disse Billy,risoluto,prima che qualcuno mi coprisse il capo
con un sacco di iuta.
Dopodiché
sentii solo una botta secca alla testa,non molto forte ma abbastanza
da farmi perdere i sensi.
Poi,il
buio.
Quando
riaprii gli occhi ci misi parecchio per vedere in quella tetra
oscurità,gelida e spaventosa.
Mi
alzai da quello che doveva essere un pavimento di pietra,freddo e
bagnato,per cercare di orientarmi: tutto lì era fatto di
liscia
pietra color grigio scuro,persino i bui corridoi che riuscivo ad
intravedere a malapena grazie alle fiaccole poste lungo le mura
sporadicamente.
Mi
trovavo in una piccola cella vuota,solo una grata di sbarre di ferro
mi divideva dall'esterno:dovevano essere i sotterranei del palazzo
delle riunioni del Consiglio della moralità pubblica.
Consiglio
della moralità. Al diavolo...
Mi
appoggiai alle sbarre,stringendole con forza fino a sentire le
imperfezioni del ferro pungermi le dita.
La
guance iniziarono a macchiarsi di lacrime disperate,ma piansi in
silenzio.
Si,nessuno
doveva accorgersene: non meritavano le mie lacrime.
Edward...
Sapeva
dove mi trovavo? Alice l'aveva visto?
Sapevo
che se avessero visto qualcosa sarebbero già venuti a
prendermi,ma
anche se fosse stato così sperai con tutte le mie forze di
non
rivederli: non volevo che mi raggiungessero,e che Billy scoprisse la
loro identità.
Non
volevo essere la causa della loro fine.
Ma
vuoi rivedere lui,no?
-spero
tu stia pregando,Isabella. - concluse una voce cupa,molto diversa
dalla melodiosa voce di Edward.
Billy
Black rimaneva a qualche centimetro dalle sbarre,il volto marchiato
dal disprezzo.
Non
risposi,ma rimasi a fissarlo con indignazione.
-pagherai
per le tue colpe,vampiro. -
-dove
sono...- sibilai,con il respiro mozzato.
-chi?
-
-Angela
e Jessica. Dove sono...- ripetei,ricordandomi di non saltargli
addosso.
-sono
morte. - concluse lui senza alcun peso sul cuore,con un'espressione
estasiata.
Caddi
a terra,inespressiva.
Sono
morte. Sono morte. Sono morte.
Billy
Black gioiva nel vedere la mia sofferenza,la sofferenza della gente
che lo ostacolava.
O
forse di tutti,persino del figlio,Jake,che lo ripudiava come padre.
-morte...-
ripetei,atona.
-e
presto toccherà anche a te,puttana. - sputò lui,
abbassandosi per
incrociare il mio sguardo vuoto e gli occhi,un tempo di un intenso
color nocciola,oscurati dal buio dei sotterranei e dal grigio fumo
che aveva ottenebrato il mio cuore.
-a
meno che tu non voglia pentirti ora...- disse,con malizia.
Sapevo
quello che faceva Billy Black con le ragazze accusate di stregoneria
o vampirismo: nelle prigioni,dopo aver legato loro gambe e braccia e
aver chiuso la bocca con una specie di museruola a grandezza umana
per evitare qualche strano sortilegio o maledizione -in questo caso
un bel foro sul collo e morte per dissanguamento - ,violentava ogni
ragazza che,impotente,passava le sue ultime ore di vita con il
ricordo di quell'esperienza orribile ed umiliante.
In
quel momento quell'uomo mi ricordò in modo impressionante
l'atteggiamento di mio padre.
-allora?
- Billy sorrise,con un ghigno spaventoso.
E
non ci pensai due volte: alzai lo sguardo,e senza esitazione gli
sputai dritto in faccia.
-ah!
- gridò lui,togliendo subito la macchia dal viso per poi
procedere
con una passata d'aglio e rosmarino. - brutta strega! Perirai
nell'oscurità dell'inferno! -.
Dopo
queste parole,anche Black se ne andò,lasciandomi di nuovo
sola: ma
quello che vidi prima che potesse sparire alla mia vista fu ancora
più sconcertante.
Due
figure possenti si avvicinarono al corridoio,e quando apparvero alla
luce soffocai un urlo,davvero poco appropriato in quel momento: erano
grandi quanto cavalli,dal pelo lungo e lucente e dagli occhi grandi e
scuri.
Tenebrosi,dall'aspetto
crudele.
-Paul,Jared:
trasformatevi e avvertite la guardia: domani mattina ci sarà
il
rogo. -
Paul?Jared?
Loro?
Quando
sparirono,arrivai ad una verità forse troppo impossibile per
essere
creduta vera: d'altra parte avevo già accettato l'esistenza
di
vampiri,perché non credere totalmente ai libri di fantasia?
Perché
non credere ai licantropi?
Licantropi.
O mio Dio.
Strinsi
di nuovo le sbarre,premendo con forza: non avevo via d'uscita,e
sapevo che lo stesso capo Black era portatore di un segreto che non
aveva rivelato a nessuno.
A
quanto pare vampiri e licantropi erano poli del tutto
contrastanti,benché nessuno dei due sapesse dell'esistenza
dell'altro.
Bella,mi
dispiace dirtelo...ma hai un pessimo odore...
E
se vampiri e licantropi fossero stati poli antitetici: e se,ancora
peggio – considerando che Paul e Jared facevano parte del
comitato
poiché presenti nella grande famiglia dei Black –
gli uomini-lupo
fossero un'intera generazione?
-Jake...-sussurrai,sconfitta.
Avevo
perso.
E
non avrei mai rivisto Edward. Né Alice,né
Jasper,nè Esme,né
Jacob.
Nessuno
di loro.
-Edward!
- gridai,e l'eco del suo nome risuonò in ogni vicolo del
sotterraneo.
Note:
Ta-daaaaaa!
xD Ebbene si,gente: sono tornata! La veirtà è che
avevo
davvero voglia di pubblicare questo capitolo,perché
è uno
dei miei preferiti: come al solito vi ringrazio per le magnifiche
recensioni che mi avete lasciato, sono commossa *_* E nel frattempo vi
do una notizia bomba: ho pubblicato una storia nuova nuova di zecca! ^^
Si intitola
Las Vegas
[<---questo link],se
volete andate a dare un occhiata,mi farebbe
piacere! (ho pubblicato solo il prologo,quindi è ancora agli
inizi^^)
E ora un piccolo spoiler del prossimo capitolo: ci vediamo al prossimo
aggiornamento!
-e
che il Signore possa perdonare la tua anima impura. Ora,brucia. -
Ora...brucio.
Un
bacio
LMS*
|
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Capitolo 13 *** Burning ***
venus
11.
;Burning ;
≈Venus♥
xxx
Sentivo
le forze abbandonarmi ogni minuto di più.
Non
avevo più la concezione del tempo,secondo i calcoli della
mia mente
annebbiata doveva essere passata un'intera notte da quando mi ero
ritrovata in quella cella,e da quel momento ero rimasta seduta nella
stessa posizione,inespressiva e senza la minima volontà di
muovere
un passo.
Sentivo
il ringhio feroce dei licantropi appena fuori il lungo corridoio in
pietra,probabilmente stavano facendo la guardia proprio a me.
Nella
mia mente rivedevo l'espressione allegra e sbarazzina di Jessica e lo
sguardo dolce e affettuoso di Angela,scacciando continuamente l'idea
della loro scomparsa.
Come
un fantasma,quel pensiero si infiltrava nella mia mente,passava
attraverso le mura della mia coscienza scardinando ogni possibile
appiglio,ogni accenno di forza che,al solo pensiero,si sgretolava
come polvere.
Sentivo
la gola riarsa e le labbra screpolate,gli occhi oramai si erano
abituati all'oscurità di quelle segrete e bruciavano per le
lacrime
versate,mentre spasmi irregolari scuotevano il mio corpo per il
freddo.
Improvvisamente,due
figure scure si avvicinarono a me,ma non riuscii a riconoscerle.
Erano
affiancate da quei grandi lupi dalla stazza di cavallo,che mi
ringhiavano contro.
-sta
cedendo...-
-bene,procediamo.
- disse l'altro,annuendo e tirando fuori un sacco scuro.
Sentii
qualcosa attorno alla testa,e subito dopo persi nuovamente i sensi.
Le
braccia e i polsi mi tiravano spaventosamente.
Che
diavolo stava succedendo?!
Mi
ero svegliata da circa un millesimo di secondo,ma il dolore
lancinante era arrivato subito,come se fossi legata con dei lacci
d'acciaio.
Aprii
gli occhi, a fatica,e per la prima volta vidi di nuovo la luce:
beh,in effetti luce non era,ma di certo non mi trovavo più
nelle
segrete.
Mi
era impossibile muovermi,e voltando faticosamente la testa mi resi
conto di essere legata ad un palo di legno con i polsi dietro la
schiena e i piedi poggiati su una piattaforma di pietra.
A
tenere stretti piedi e mani erano dei legacci grezzi e pungenti,che
al minimo movimento provocavano un dolore terribile.
Sentivo
fitte in tutto il corpo,e in quel momento mi resi conto di essere
davvero al capolinea: i miei piedi erano circondati da un cumulo di
sterpaglie e spicchi d'aglio,e nel momento in cui i miei occhi si
posarono su ciò che avevo intorno compresi il mistero di
quella
faccenda.
Come
per le streghe,secondo il capo Balck anche i vampiri potevano essere
uccisi con aglio,fuoco e croci di legno,l'unico problema risiedeva
nel fatto che – come mi aveva spiegato Edward – per
uccidere un
vampiro bisogna prima farlo a pezzi e poi gettarlo nelle fiamme.
E,cosa
più importante,io non ero un vampiro.
E
nel momento esatto in cui la fiammella che ardeva in mano a Billy
Black – davanti a me con un gruppo molto più folto
di persone –
avrebbe toccato quella sterpaglia secca,non ci sarebbe stato
più
nulla da fare per me.
Riconobbi
i volti di Jared e Paul,di nuovo trasformati in umani,e altri che non
avevo mai visto o riconoscevo a malapena come altri membri del
comitato per la moralità pubblica.
C'era
tutto il gruppo al completo,e con molta probabilità solo
quello dato
che i roghi di vampiri erano tenuti segreti al pubblico londinese.
Ma
perché?
Oh,giusto.
I lupi.
-B..Bella?
-
Nel
momento esatto in cui quella flebile voce raggiunse le mie orecchie
provai un desiderio irrefrenabile di frantumare in mille pezzi quelle
corde e correre verso di lei.
-Angie...-sussurrai,voltandomi
a sinistra.
E
lì,nell'ombra,anche Angela stava subendo la mia stessa sorte.
Mi
voltai dall'altra parte,riconoscendo la figura minuta e distrutta di
Jessica.
-Sei
contenta di rivedere le tue amiche succhiasangue,figlia del diavolo?
- biascicò Billy con noncuranza.
-tu...-sibilai,senza
sapere cosa dire davvero per maledirlo con tutte le mie forze
– tu
avevi detto che...-
-che
era morta...- concluse Jessica,mentre le lacrime avevano già
coperto
i suoi grandi occhioni da cerbiatta.
Angela
soffocò un singhiozzo,abbassando il capo.
Billy
Black ci aveva ingannato,fatto soffrire inutilmente per tutto quel
tempo solo per gioire della nostra disperazione,per veder passare le
nostre ultime ore senza un appiglio,senza una famiglia.
Senza
niente.
-no,Bella!
- gridò una voce dietro le altre,più potente e
riconoscibilissima.
Jacob
avanzò fino alle prime file,ma fu bloccato da Jared e
Paul,che gli
afferrarono le braccia per non farlo proseguire oltre.
-Jake...-
Vidi
i suoi occhi accendersi di una luce rossastra e infuocata,e in quel
momento capii che anche lui era invischiato in quel segreto che il
capo Black teneva oscuro a tutti,o almeno ne ebbi la conferma quando
vidi i suoi muscoli gonfiarsi e strappare in più punti la
camicia
sfatta.
-calmati,Jacob.
- ringhiò Paul,stringendo la presa.
-Bella!Lasciatela
stare! -
Una
lacrima mi scese sul viso,per quella scena straziante: non volevo
vederlo in quello stato,non per me.
-meritate
di pagare,sporche streghe! - gridò Billy,e prima di poter
rispondere
vidi il fuoco iniziare a bruciare sotto i piedi di Jess e Angela.
-no!
Fermo! - gridai,ma le mie urla si persero tra i colpi di tosse delle
mie compagne e gli insulti che i membri del comitato continuavano a
lanciarci.
-al
rogo! Giustizia è fatta! -
-Figlie
del diavolo! -
-morte
ai vampiri! -
E
poi,imponente come le altre,la voce di Billy mise a tacere tutte le
altre con la sua cupa potenza,rivolgendosi direttamente a me:
-E
tu,figlia di Satana,soffrirai il doppio della pena – i suoi
occhi
erano fiamme ardenti,e non soltanto perché riflettevano
l'arancio
acceso della fiaccola che stava per lanciare sulle sterpaglie proprio
sotto ai miei piedi – e che il Signore possa perdonare la tua
anima
impura. Ora,brucia. -
Ora...brucio.
Iniziai
a tossire con violenza,e in quel momento Angela e Jessica persero i
sensi: mi accorsi che il fuoco non si era ancora avvicinato alle loro
gambe,tanti erano la sterpaglia e l'aglio da bruciare secondo quel
rito fasullo.
Sentii
il lieve calore delle fiamme avvicinarsi,e in quel momento persi di
vista sia Jacob che gli altri membri del clan.
A
quanto pare vedere i vampiri bruciare era un diritto assoluto del
capo Black. Che schifo,era un uomo spregevole e senza cuore.
Jacob
fu portato via insieme agli altri – e forse la sua ira da
placare
era un altro motivo per cui l'allontanamento era stato così
rapido.
Dio,un
licantropo doveva essere davvero pericoloso.
Rabbrividii,nonostante
il calore che avvampava intorno a me.
Incredibile
quanto fossero assurdi e fuori luogo i miei pensieri,in quel momento.
Mi
tornò in mente il quadro di Edward,il profumo di miele e
fiori della
vestaglia di Alice,l'odore dolce e avvolgente di pittura fresca nella
bellissima casa di Bloomsbury.
Tutti
dettagli probabilmente irrilevanti,ma che per me avevano un enorme
significato: perché erano l'unica cosa che avevo.
Il
dolce sorriso di Esme,l'affetto nella stretta di Carlisle,l'allegria
contagiosa di Emmett.
Alice,nella
sua completa interezza,perché mi era impossibile ricordare
solo una
cosa di quella persona fantastica che era,oramai,come una sorella.
L'altruismo
di Jasper e il suo sorriso rassicurante da gentleman,e persino il
bellissimo volto di Rosalie.
E
poi,primo e luminoso fra tutti,Edward.
Il
mio angelo,la mia salvezza.
Addio,Edward.
Ti amerò per sempre.
Un
ringhio feroce,in quel momento,sconvolse l'intera stanza,arrivando
persino alle mie orecchie intasate dal calore delle fiamme e dal fumo
denso e acre delle sterpaglie.
E
quel ringhio,così diverso da quello dei licantropi ma allo
stesso
tempo così tremendamente familiare,fu seguito da un urlo
straziante.
L'urlo
straziante di Billy Black.
Subito
dopo tutta la mia vita mi passò davanti,e mi resi conto che
stavo
lentamente dicendo addio a quella che sembrava essere la via per la
mia felicità.
Non
mi chiesi nemmeno il motivo di quell'urlo,ma lo trovai così
simile a
quello di mio padre.
Quel
grido che non avevo mai sentito,ma che sapevo avesse prodotto nel
momento della sua morte,avvenuta qualche mese prima.
Quella
morte che mi era stata solo riferita da un ufficiale della
polizia,essendo l'unica parente in vita che era possibile
rintracciare,che mi aveva persino fatto le sue condoglianze.
E'
stato ucciso da un malvivente nella periferia di Londra,con un'arma
trovata per strada. Mi dispiace,signorina.
Quella
morte per cui non avevo versato una lacrima.
Ma
proprio in quell'istante qualcosa di freddo mi
afferrò,spezzando il
palo di legno e le corde grezze che mi tenevano legato ad esso: mi
ritrovai contratta contro una superficie di marmo fredda e liscia,che
mi ricordava vagamente qualcosa.
-Bella...-
un sussurro,appena accennato,mischiato alle grida delle fiamme che
stavano quasi per soffocarmi.
Il
fumo mi ottenebrava vista e mente,ma questa volta non avevo paura di
sbagliare.
Al
contrario di quella notte sotto la pioggia scrosciante,questa volta
non ebbi dubbi su chi fosse il mio angelo.
E
quando aprii gli occhi,solo per un attimo che sembrò durare
un'eternità,vidi solo il cielo stellato delle campagne
londinesi,e
una schiera di lucine in lontananza.
Riconobbi
le curve sinuose e argentate del Tamigi,e qualcosa di oblungo al
centro della coltre di luci.
Proprio
da lì iniziarono i rintocchi.
Il
Big Ben. Sto volando?
Le
palpebre,tuttavia,si fecero più pesanti,e in quel momento
chiusi gli
occhi.
Vagavo
in un mare nero.
Nero
come la pece,senza neanche una luce.
E
dire che una delle poche cose che ricordavo prima di
quell'oscurità
era così luminoso e caldo da soffocarmi.
Le
fiamme ardenti che mi avevano risucchiato erano così
fastidiose e
piene di dolore da farmi odiare il caldo.
Ma
chi prendevo in giro? Io odiavo il fuoco. E il caldo.
Si,amavo
alla follia il freddo e tutto ciò che lo comprendeva.
Come
il vento leggero che mi aveva rinfrescato poco prima di chiudere gli
occhi,la distesa di stelle che mi avevano circondato come in un
sogno,la vista notturna di Londra e i dodici rintocchi del Big
Ben,che avevano segnato la mezzanotte.
La
mezzanotte.
La
fine di un giorno,l'inizio di un altro.
Un
lasso di tempo infinitesimale,quello dei dodici rintocchi,in cui per
un momento il tempo si ferma: sei ferma fra due giorni,tra due inizi
e due finali,tra un tempo e l'altro.
Sarebbe
stato bello rimanere in quel lasso di tempo.
Rimanere
in mezzo,senza età,per sempre.
Sarebbe
stato bello.
-Bella...-
Si?
Forse
sarebbe stato bello,ma questo lo avrei verificato in seguito.
Ora,ora
era il momento di riemergere.
Note:
Eccolo
qui! Sono tanto fiera di questo capitolo xD...che come avete visto non
ha portato a nulla di buono: mi è sempre piaciuta la caccia
alle
streghe,così ho voluto metterne "un pò" qui
dentro,anche
se in questo caso si tratta di caccia al vampiro (ma diciamocelo,Billy
Black ha le idee un pò confuse...^^").
Comunque...cosa accadrà dopo? Vi informo che ci
sarà un
altro capitolo dopo di questo,e poi un ultimo capitolo di epilogo.
E poi finisce anche questa storia T_T Ma non preoccupatevi,nel mio bel
compiuterino ne sto elaborando altre:
La prima la conoscete,perché l'ho già pubblicata:
Si intitola
Las Vegas[<---questo
link]...e un GRAZIE immenso a chi ha commentato,prometto che
aggiornerò il prima possibile (...lo so,sono una
scansafatiche xD),e poi ne
ho altre che ho iniziato e che non esiterò a pubblicare,solo
per
voi!^^
Ora ci terrei a chiarire una cosa: tra le ultime recensioni ce n'era
una ( precisamente quella di Agente
007 Cullen) a cui vorrei rispondere.
Ci tengo a dire che le mie fanfiction dipendono praticamente da VOI,che
mi invogliate a scrivere e a proseguire di capitolo in
capitolo...d'altra parte,che cosa farei se le mie storie non fossero
lette da nessuno?
Ora,vorrei innanzitutto dire che mi dispiace se vi sono sembrata un
pò...come dire? menefreghista,nel non recensire una ad una
le
vostre recensioni,non voglio che la mia mancanza di tempo sia scambiata
per pigrizia o menefreghismo: scusate,ma ci tenevo a
dirlo,perché se fosse per me non smetterei mai di
rigraziarvi!^^
Nel frattempo ringrazio Agente 007 Cullen per avermelo fatto
notare,cercherò di migliorare e di trovare un pò
più di tempo per commentare e rispondervi^^
Bene,purtroppo questa volta non posso mettere lo spoilerino
perché il capitolo successivo ha bisogno dell'ultima
revisionata,quindi vi toccherà aspettare senza la suspance
dello
spoiler ^__________^
Ora vado a ...*cough cough* studiare (eh si,pure a quest'ora...che
amarezza)...cosa che in teoria dovrei aver fatto molte ore fa,ma quando
l'ispirazione chiama...
Ci vediamo al prossimo aggiornamento! Vi voglio beneee!
Un
bacio
LMS*
|
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Capitolo 14 *** Thank you for everything ***
venus
12.
;Thank you for everything ;
≈Venus♥
xxx
Quando
i miei occhi si abituarono di nuovo alla luce del primo mattino
riuscii ad intravedere solo le pareti di quella grande stanza da
letto bianca che non mi era per nulla familiare.
Avevo
dolori ovunque,e sembrava che le gambe e le mani stessero per
prendere fuoco:ero accaldata,avevo sudato tremendamente e i capelli
si erano appiccicati completamente sul viso,bagnati e crespi.
Mi
guardai,riconoscendo una bellissima camicia da notte di seta bianca
pregiata che qualcuno – ancora non sapevo esattamente chi,ma
dovevo
arrivarci presto e connettere in fretta i neuroni – mi aveva
infilato alla perfezione.
Malgrado
la bellissima veste mi sentivo rintontita e spaesata,come se fossi
passata sotto una pressa. O sotto il sole cocente.
Provai
a muovermi,ma il bruciore aumentò talmente tanto da farmi
scappare
un gemito.
D'accordo,niente
pressa ne sole cocente.
Entrambi.
Una
pressa infuocata,oppure un sole schiacciante o pesante come il
marmo,oppure...
Smettila,idiota.
Non ti chiedi come diavolo sei finita qui?
I
pensieri sovraccaricati nel mio cervello si dispersero pian
piano,lasciando spazio alla cruda realtà: ripercorsi con la
mente
tutto ciò che mi era accaduto,dalla prigionia nei
sotterranei del
Palazzo della Moralità pubblica al rogo davanti agli occhi
di Billy
Black.
Rividi
nella testa i volti sconvolti e senza più alcuna speranza di
Angela
e Jessica,l'urlo straziante di Billy Black e quel misterioso angelo
che mi aveva fatto volare allo scoccare della mezzanotte sulla
bellissima notte Londinese.
Mi
misi seduta,e guardandomi intorno riconobbi l'arredamento curato e
perfettamente armonico,i fiori freschi posti lungo le pareti ad
intervalli regolari,il letto a baldacchino dai tessuti finemente
decorati e le grandi vetrate che davano sul piccolo bosco fuori
Londra.
Esme.
-ben
svegliata... -
Una
voce accanto a me – ma come diavolo aveva fatto ad arrivare
così
tempestivamente? - mi fece sobbalzare,ma di gioia.
Avevo
paura di voltarmi,di direzionare lo sguardo verso la voce
paradisiaca.
Smettila
di crederti in paradiso!
Oh,si.
Quello era il mio paradiso.
-Edward!
- gridai,ignorando il dolore alle gambe che stava diventando quasi
insostenibile.
Edward
era perfetto e senza tempo,ma rivederlo in quel modo mi fece un
effetto ancora più strano.
Forse
la paura di non essere più accanto a lui era troppa per non
piangere
dopo averlo rivisto di nuovo.
Versai
tutte le mie lacrime,anche quelle che non avevo.
Anche
quelle che avevo trattenuto per tutto il resto.
-Bella...-sussurrò
lui al mio orecchio,abbracciandomi e sfiorandomi con le dita fredde.
-cos'è
successo...cos'è...-mugugnai,senza alcuna intenzione di
lasciarlo
andare.
Si
allontanò leggermente,prendendomi per le spalle: i suoi
occhi dorati
si fusero con i miei,spaventati a morte quanto felici per la sua
presenza.
-è
tutto finito,Bella. Stai bene,adesso. -
-ma
io...ero sul rogo e...-
-siamo
arrivati in tempo.- concluse lui,sfiorandomi la guancia.
Ripensai
all'urlo straziante di Billy,e al volo su Londra. E in quel momento
capii di non essermi immaginata tutto.
-voi...li
avete uccisi? - sussurrai,senza fiato.
Non
ero preoccupata per le vittime,quanto per loro e per il segreto che
non sarebbe mai dovuto uscire da quella casa.
-no,non
tutti. Ora sei stanca,vorrai riposare...-
-no
– lo interruppi,risoluta – ti prego,Edward. Devo
sapere,non
tenermi all'oscuro. -
Sospirò,chiudendo
gli occhi e stringendomi delicatamente una mano sana,dato che - e lo
notai solo in quel momento – l'altra era completamente
fasciata.
-non
riuscivamo a trovarti. Da nessuna parte,eri scomparsa. Alice non
riusciva a vederti nelle sue visioni e non sapevamo perché,e
la tua
casa era stata completamente distrutta. Quando abbiamo trovato il
foglio con il decreto di Black abbiamo iniziato a cercarti ovunque,ma
in città non c'eri. Sapevamo dell'esistenza dei licantropi e
di come
riuscissero a sfuggire ai nostri poteri,ma che il comitato avesse
questo segreto...beh,non ci avremmo mai pensato. -
Annuii,ricordando:
quando ero stata rinchiusa nei sotterranei non sapevo che per la mia
morte avessero predisposto un luogo lontano da Londra,in cui potersi
anche trasformare senza destare sospetti e lasciare all'oscuro di
tutto la gente in città.
-e
come avete fatto a trovarmi? -
-abbiamo
perlustrato insieme l'intera zona,fino a che Rosalie non ha trovato
il castello diroccato dove vi avevano portato. Ci ha avvertito e
siamo arrivati in pochi secondi,ma avevamo già capito che
l'esecuzione era iniziata. Abbiamo distrutto il muro che ci divideva
da te,e ci siamo trovati davanti al rogo,soli con Black. -
-credo
sia una specie di privilegio. O forse agli altri non interessa la
morte delle streghe...o dei vampiri. - mi corressi,più per
me stessa
che per lui.
-è
stato un bene,non avremmo potuto sostenere l'uccisione di
così tante
persone,i sospetti a Londra sarebbero cresciuti. Così la
prima cosa
che abbiamo fatto è stata salvarvi dai roghi.-
-ma
se tu mi hai salvato allora...chi ha ucciso Billy? -
chiesi,ragionando con me stessa.
-non
ci crederai,ma è stata Rosalie. - sussurrò
lui,sorridendo per la
prima volta – non eravamo sicuri di voler uccidere lui,ma lei
si è
letteralmente buttata su di lui senza un attimo di esitazione. -
-d-davvero?
-chiesi,boccheggiando. Ero sconvolta.
-si.
Forse non te ne rendi conto o non te lo dimostra,ma ti vuole bene
anche lei. Ci ha solo messo un po' per accettare il nostro rapporto.
Devi sapere che è stata profondamente scossa dalla
vicenda,dato che
la sua migliore amica è stata uccisa per stregoneria. -
-non
mi hai mai raccontato la sua storia. -risposi,ancora incredula di
fronte al gesto di Rosalie.
-non
c'è molto da raccontare: apparteneva ad una famiglia
ricca,ed era
anche un po' viziata. La sua amica Vera fu accusata di stregoneria
benché la sua famiglia fosse molto influente sul governo di
quel
tempo,ma le accuse contro di lei erano schiaccianti. - sorrise,forse
divertito da quella farsa sulle streghe. .
-che
prove avevano? -
-Vera
era stata catturata ad un Sabba insieme ad altre ragazze di ceto
inferiore: era andata lì con sua sorella e una sua amica
perché
voleva trovare il vero amore,e diventare strega per ottenere un
incantesimo le era sembrata la scelta più giusta. Rosalie
non si
perdonò mai la sua perdita. Ecco perché ha ucciso
Billy in modo
così brusco,in qualche modo le ricordava il suo passato.
Avrebbe
voluto confessarti tutto lei,ma non sapeva se vederla al tuo
risveglio ti avrebbe fatto piacere. -
Sorrisi:
in fondo anche Rosalie era una bella persona.
-la
morte di Black è stata spiegata con un attacco delle tre
vampire,un
sortilegio durante il rogo,dato che siamo stati talmente rapidi che
nessuno ci ha potuto vedere. -
In
quel momento riflettei sul significato delle sue parole.
Le
tre vampire.
-No!
- gridai,e nel muovermi urtai ancora le ustioni alle gambe –
dove
sono? Angie e Jess,loro dove...-
-tranquilla,Bella...-Edward
mi calmò,e solo a quel punto mi resi conto che eravamo a
pochi
centimetri l'uno dall'altra – stanno bene. Quando siamo
entrati
nella stanza io mi sono occupato di te,mentre Alice ha preso Angela.
Di Jessica si è occupato Jasper,mentre Emmett e Carlisle
hanno
provveduto a tenere d'occhio l'esterno.-
-stanno...stanno
bene davvero? - sussurrai,scossa.
-non
preoccuparti,non appena siamo usciti dal castello le abbiamo portate
qui a Villa Cullen,dove Esme era già pronta con i letti e i
medicamenti necessari. Poi Carlisle si è occupato delle
ferite,e
dopo essersi accertato della loro effettiva stabilità le ha
portate
di nuovo a casa. -
-a...a
casa? E non si sono accorte del disordine o...-
-no,Rosalie
e Alice si sono occupate di mettere tutto in ordine,e non credo che
molte persone all'infuori del comitato della Moralità
pubblica
sospetti di loro. -
-dovranno
lasciare Londra,vero? - dissi,abbassando lo sguardo.
-non
lo so. E' rischioso rimanere qui. Forse quando starai meglio potremmo
passare da loro,che ne pensi? -
Lo
guardai,sorridendo.
-Grazie,Edward.
Se non fosse stato per te io...non ci sarei più. -
-no,questo
non è vero. Bella...-rimase in silenzio per qualche
secondo,per poi
guardarmi di nuovo – hai già rischiato una volta,e
ora voglio che
tu scelga la tua strada:devi dirmi se vuoi allontanarmi da te. Io lo
accetterò,è una tua scelta,ma...-
-sei
impazzito?! - sbottai,senza parole. Come poteva dire una cosa del
genere?
-come?-
-vuoi
che me ne vada? Sul serio,tu non puoi...non puoi dirlo davvero.
No,non puoi. Quindi non farlo. - conclusi,senza ammettere repliche.
Edward
era ancora confuso,ma vedevo chiaramente il bagliore di
felicità nei
suoi occhi.
-credi
davvero che questa storia abbia a che fare con te? -
sussurrai,scuotendo la testa – se non ci fossi stato tu sarei
sotto
terra,ora. -
-ti
amo,Bella. -
D'accordo,questo
era un colpo basso. Perché diavolo non avvertiva mai?!
Il
mio cuore mancò un battito,ma riuscii a sopravvivere.
-anch'io
ti amo. E sarà così per sempre. -
Sapevamo
entrambi cosa comportasse quel “per sempre”: la mia
trasformazione in vampiro.
Ma
nessuno dei due,in quel momento,disse nulla.
Semplicemente,Edward
si avvicinò a me e mi baciò,con tutta la
delicatezza possibile.
Sentii
il tocco freddo delle sue labbra darmi nuova energia,e mi sentii
pronta per ricominciare.
Ora
stavo davvero bene.
-Bella!
-
Alice
mi venne incontro,mentre io tentavo come mio solito di non incappare
contro qualche oggetto contundente per farmi male ancora più
di
quanto non facessero le bruciature.
Erano
passati due giorni,e sotto ordine di Edward e Carlisle ero dovuta
rimanere in clausura nella stanza da letto di villa Cullen.
Riposo
assoluto e medicine contro le bruciature,che anche se lievi facevano
un male pazzesco.
Ora
stavo meglio,ed ero pronta a vedere la mia nuova famiglia di nuovo.
Come
Alice,che non appena mi vide iniziò a saltellare come una
bambina,abbracciandomi con delicatezza: lo stesso fece Jasper,seguito
da Esme,la cui tenerezza mi fece quasi commuovere.
Poi
fu il turno di Emmett,che come suo solito mi fece scoppiare a ridere
con una delle sue battute.
E
dopo aver ringraziato Carlisle per le cure fu il turno di Rosalie.
-bentornata,Bella.
- disse lei,e la vidi sorridere per la prima volta.
Ed
era ancora più bella.
-grazie.
- . Di
tutto.
Ora
ero veramente completa.
Edward
mi strinse a se,ed io mi appoggia alla sua spalla.
-devi
essere affamata,Bella. Vieni,ho preparato un bel pranzetto proprio
per te. - concluse Esme,circondandomi la vita con il braccio.
Tutta
la famiglia si spostò in cucina,e malgrado mangiassi solo io
ci
ritrovammo tutti uniti introno al grande tavolo in legno pregiato,a
parlare con una vera famiglia.
E
per tutto il tempo non smisi di stringere la mano ad Edward.
Ora
ero veramente Bella Swan.
Ora
ero veramente a casa.
Note:
Ed
eccolo qui,il penultimo capitolo della storia *_* Troppo zucchero?
Naaah,lo sapete che sono una romanticona^^ Come avete visto niente
trucco ne inganno,Bella è stata salvata davvero e ha davvero
visto Londra in volo sulle spalle del magico Edward e dei suoi super
salti vampireschi alla superman.
Okay,sto delirando. Lo so,mi dispiace! Ma dopo un intero pomeriggio di
studio cosa vi aspettavate? Non sono un fiore,di certo xD
Ringrazio chi ha aggiunto questa storia tra i preferiti/seguiti,e
ovviamente chi ha commentato!
Luisina,Agente 007
Cullen,bigia,naog94,Noemix,RenEsmee_Carlie_Cullen,mazza ed Elfa
Sognatrice. Ho visto che alcune di voi stanno seguendo
anche l'altra mia fic "Las Vegas",perciò grazie mille per
avermi seguito anche nell'altra storia!^^
Prometto che appena questa storia sarà finita
proverò a ricontrollare l'altra storia in cantiere (ancora
priva di titolo,sorry...) e chissà,magari
inizierò a pubblicare anche quella in poco tempo!
Cooomunque...che ne pensate di questo capitolo dolcino dolcino?^//^
Fatemi sapere,ci vediamo al prossimo aggiornamento!!
Un
bacio
LMS*
|
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Capitolo 15 *** Epilogo ***
venus
Era
passato un mese dalla terribile minaccia dei roghi contro i vampiri,e
dopo la morte di Billy Black nessuno si era più interessato
di
streghe o altre diavolerie del genere.
Il
comitato della moralità pubblica aveva iniziato ad occuparsi
delle
sue mansioni originali,provvedendo al benessere della città
e dei
suoi cittadini.
Tutto
grazie ad un nuovo leader,molto più efficiente del
precedente.
Camminai
a passo svelto verso Trafalgar Square,mentre i passanti mi guardavano
quasi con riverenza.
Sorrisi
tra me e me,continuando a camminare: quella mattina avevo indossato
una nuova creazione di Alice,un bellissimo abito color ecru
che
scivolava sulle caviglie con i suoi soffici e morbidi pizzi pregiati.
Le
scarpette dal tacco sottile e i guantini in seta erano un regalo di
Rosalie,che aveva ovviamente seguito il progetto iniziale di
Alice,mentre l'ombrellino parasole in stoffa coordinata l'avevo
ricevuto da Esme.
Il
perché di tutti quei regali mi era ancora sconosciuto,ma
comunque
non mi dispiacevano affatto.
I
capelli mi scendevano morbidi sulle spalle coperte,e decisi di aprire
di nuovo l'ombrellino per coprirmi,nonostante non ci fosse ancora il
sole.
Ma
alla luce dovevo stare molto attenta,e non potevo rischiare.
Sorrisi,attraversando
le porte del Palazzo della Moralità pubblica sotto gli occhi
affascinati di chi usciva.
Mi
avvicinai al lungo bancone al centro della sala,attirando
l'attenzione di una ragazza dai lunghi capelli neri e
dall'espressione basita.
-buongiorno...-sussurrò
lei,senza staccarmi gli occhi di dosso.
-buongiorno.
Sono Isabella Swan,ho un appuntamento con il signor Black. E'
già
arrivato? -
-s-si...-
balbettò lei,muovendo freneticamente le mani tra i fogli
sparsi sul
bancone e rischiando quasi di far cadere una boccetta di inchiostro.
-la
sta aspettando,signorina Swan...-sussurrò lei,con una rapida
occhiata verso le scale.
Sorrisi,mostrando
una lunga fila di denti bianchi che,a quanto vidi,lasciarono la
ragazza ancora più sorpresa.
La
guardai con i miei nuovi occhi dorati,e subito dopo mi diressi verso
la lunga scalinata che portava agli uffici.
Ero
stata trasformata da Edward dopo una settimana dall'incidente con
Billy Black: avevo deciso di diventare come loro per condividere con
lui tutta l'eternità,e quando avevo iniziato i miei tre
giorni di
trasformazione sapevo già cosa aspettarmi.
Sorprendentemente,dopo
tre giorni di atroce sofferenza,il dolore era finito: quando mi
svegliai ero già un vampiro.
Non
un neonato dall'istinto facile,ma un vero vampiro: sapevo
controllarmi e resistere al sapore del sangue,e avevo già
iniziato
la dieta vegetariana.
Ormai
girare per Londra non era più pericoloso,e l'odore umano non
mi
faceva quasi effetto:Carlisle diceva che era un mio potere,come per
Alice era quello di prevedere il futuro,ma io non riuscivo ad
abituarmi all'idea di avere una dote speciale.
All'idea
di essere speciale.
Bussai
tre volte sulla grande porta color mogano,e una voce al suo interno
mi accolse con un risoluto e vigoroso “Avanti”.
Entrai,già
con il sorriso sulle labbra: perché non ci sarebbe stato un
leader
migliore di quello.
-ehi,Bella!
- gridò lui,con un gesto della mano.
-ciao,Jake.
- risposi,scuotendo la testa per quelle maniere così gentili
quanto
così familiari che non erano sparite malgrado l'importante
incarico
che Jacob,come figlio di Billy,aveva ricevuto pochi giorni dopo la
sua morte.
Mi
sedetti su una delle poltrone in pelle di fronte alla scrivania di
legno,mentre Jacob continuava a guardarmi: osservava ogni mio
movimento perfetto,tentando di trovare anche la minima imperfezione
nella pelle marmorea e negli splendidi occhi dorati.
Continua
a cercare,tesoro,tanto è fatica sprecata,
pensai con un ghigno.
-sei
ancora più bella di quanto mi ricordassi. -
scherzò lui,consapevole
del fatto che i primi giorni dopo la trasformazione – a cui
era
stato presente – non avevano mostrato il mio aspetto migliore.
Faticavo
ancora ad abituarmi con tutto ciò che riuscivo a vedere o
sentire,e
i miei occhi erano di un inquietante color cremisi. Sicuramente uno
spettacolo da non ricordare.
-per
fortuna. - commentai,con una risata cristallina e perfetta.
-allora,come
ti senti? -
-molto
meglio,credo di aver superato tutti i test,ormai. -
Jacob
rimase a fissarmi per qualche istante,mordendosi il labbro.
-qualcosa
non va? - chiesi,riconoscendo l'inquietudine sul suo volto. -
problemi con i licantropi? -
-oh,no.
Va tutto bene. -rispose lui,scuotendo la testa.
Tra
licantropi e vampiri era nato una specie di patto,che impediva il
reciproco attacco – con mio sollievo – e mi avrebbe
risparmiato
una lotta fra bande.
-allora
cosa c'è che non va? -
-Bella,state
per lasciare Londra? - chiese lui,brusco.
-ma
di che stai parlando? Jake,non abbiamo intenzione di lasciare un bel
niente! - risi,sorpresa da quei dubbi che lo stavano preoccupando per
nulla.
Jacob
emise un sospiro di sollievo,passandosi una mano tra i capelli corti
e neri come l'ebano.
-cosa
te lo ha fatto pensare? - chiesi,riducendo gli occhi a due fessure
luminose.
-nulla,è
solo che...beh,pensavo di...-
-Jake
– gli presi la mani,stringendola con delicatezza –
non me ne
andrò proprio da nessuna parte,chiaro? -
-chiaro
– rispose lui,dopo un attimo di esitazione –
Jessica sarà
contenta. -
-oh,lo
so. Mi dici che è sempre contenta,in questi ultimi giorni. -
risposi,ammiccando.
Jacob
arrossì,e dopo aver visto la sua buffa faccia mi alzai in
piedi,ricomponendomi:
-ci
vediamo fra qualche giorno,Jake. Ora ho...una cosa da fare. -
Lui
annuì,dato che sapevamo entrambi a cosa mi riferivo.
-salutami
le sanguis...ehm,i Cullen...ed Edward. - mi disse lui,mentre mi
abbracciava.
-a
presto. -
E
dopo averlo salutato varcai di nuovo la porta.
La
carrozza ci mise poco ad uscire da Londra,anche se correndo
probabilmente sarei riuscita a raggiungere la mia meta in un tempo
davvero molto più breve.
Tuttavia
Alice mi aveva minacciato di morte nel caso lo avessi fatto e di
conseguenza avessi rovinato il vestito che – testuali parole
- “mi
cadeva in modo incantevole”.
Per
questo avevo deciso di rinunciare a quell'idea e optare per la
carrozza dei Cullen,sempre pronta al mio servizio.
-siamo
arrivati.-disse una voce fuori,poco dopo l'arrestarsi della carrozza.
-grazie,
James. - dissi,scendendo per dirigermi nel luogo indicatomi da Jacob.
La
troverai nella casa di campagna,fuori Londra. Saranno contente di
vederti.
La
villa di campagna di Jacob e Jessica era davvero meravigliosa,e
già
da lì potevo sentire le risate che tanto mi erano mancate.
Arrivai
alla porta,e dopo aver bussato attesi immobile che la porta si
aprisse.
E
quando la figura di Jessica mi si parò davanti ringraziai
davvero di
essere un vampiro e di non poter più piangere come una
bambina.
Dio,quanto
mi era mancata.
Era
sempre uguale,nonostante lo sconvolgimento della caccia al vampiro e
del mese passato.
E
anche se un mese poteva sembrare breve,per me – soprattutto
dopo
tutti gli eventi che mi avevano attraversato durante quei giorni
–
sembrava passata un'infinità di tempo.
-Bella?
- chiese Jessica,con gli occhi lucidi.
-Jess.
- risposi,allargando le braccia.
-oh,Bella!
- Jessica mi abbracciò,stringendomi forte e riconoscendo la
mia
pelle di granito. -mi sei mancata. Mi sei mancata...tanto. Jacob mi
ripeteva di non preoccuparmi,che sapeva che stavi bene,ma non capivo
per quale motivo non venissi da me e...-
Smise
di parlare,osservando con cautela e attenzione i miei splendenti
occhi dorati e la mia pelle perfetta e bianca.
Ma
soprattutto la mia nuova,incontrastata bellezza.
-...ora
ne ho una vaga idea. - concluse,e in quel momento smisi di respirare.
O
almeno di fingere di respirare.
Aveva
capito tutto.
-Jess,cosa
stai...-
Mi
voltai,riconoscendo l'altra voce proveniente dal salotto: Angela
rimase immobile sulla porta,lasciando cadere un abito color cremisi
che stringeva tra le mani.
-Bella...-
sussurrò,senza quasi crederci – sei tu? -
-sorpresa.
- risposi,senza sapere esattamente cosa dire.
In
effetti ero sempre io. Un po' cambiata,ma la Bella di sempre.
Angela
mi si avvicinò lentamente,sfiorandomi il braccio: e
sorridendo mi
strinse a se con delicatezza,asciugando la lacrima che era scesa sul
suo viso e che voleva nascondere.
-cavolo,tesoro,faresti
faville in strada! - scherzò Jessica,con una smorfia.
Era
strano come avessero deciso anche loro di smetterla con quel lavoro
umiliante per lasciar parlare i loro cuori.
Ora
entrambe avevano trovato la loro strada,ed erano felici in quel modo.
-allora,Angie,perché
non dici a Bella cosa diavolo hai combinato? - disse Jess,con una
gomitata all'amica.
-bé,tu
ami leggere,per cui ti darò un solo indizio...Forks
Street.
-
Arrivai
alla soluzione di quell'enigma in un decimo di secondo: in quel
periodo non avevo avuto tempo di ricercare nuove letture,ma di certo
ero a conoscenza del libro di cui tutti parlavano.
-tu...hai
scritto
Forks Street?
- chiesi,sorridendo.
-diciamo
che ho avuto un'ottima ispirazione. - concluse lei,e in quel momento
tutte pensammo al nostro appartamento nella splendida Forks
Street,che di certo sarebbe rimasto nei nostri cuori grazie alle
pagine di quel libro.
-ma
parliamo di te,Jessi...-ribatté Angela,ammiccando
– come dicevi?
Quel vile traditore di Jacob Black?
-
Risi
vedendo l'espressione di Jessica mentre arrossiva.
-smettetela,non
ho mai detto che non ci avrei ripensato! Oh,Bella..ho bisogno di un
favore. -
-di
che parli? - chiesi,vedendo lo sguardo speranzoso di Jessica che non
portava mai nulla di buono.
Angela
sfoderò un bellissimo tessuto rosa antico,mentre Jessica
ripeteva la
parola “damigella” circa una decina di volte al
secondo.
-tu
e Jake...- iniziai,senza fiato.
-il
mese prossimo. - confermò lei,al settimo cielo. -
sarà un
matrimonio fantastico! E ovviamente voglio conoscere Edward e la tua
nuova famiglia,sia chiaro!-
-la
mia storia è un affare di stato,ormai? - sorrisi,felice di
aver
ritrovato quella che era stata per me come una famiglia.
Rimasi
con loro tutto il pomeriggio,fino a sera.
E
non rimpiansi un singolo minuto di quell'incontro.
-bentornata,tesoro.
- disse Esme,abbracciandomi all'ingresso di Villa Cullen.
-ciao,Esme.
- risposi io,guardandomi intorno e scorgendo Jasper e Emmett seduti
sul divano del grande salotto.
-ehi,Bella!
- gridarono all'unisono in lontananza,ed io risposi con un sorriso.
-dove
sono gli altri? - chiesi,anche se riconobbi Rosalie al piano e la
parlata calma e constante di Carlisle.
Raggiungemmo
Emmett e Jasper,e notai Rosalie che suonava una bellissima melodia al
piano e Carlisle che leggeva sulla poltrona.
Dopo
aver salutato tutti salii al piano di sopra.
-bentornata,Bella!
- la voce cristallina di Alice mi indirizzò verso il
corridoio
centrale.
-ciao,Alice.
Come mai tutta sola? - chiesi,abbracciandola.
-stavo
solo ultimando un fantastico abito per Rose,domani c'è il
gran ballo
e l'abito aveva bisogno di alcune modifiche...-
-faremo
tutte un gran figurone con i vestiti di
Luciene C.,eh?
-
Alice
sorrise,e dopo avermi dato un bacio sulla guancia si
avvicinò alle
scale.
-Edward
ti sta aspettando in camera. Ci vediamo dopo! -
Raggiunsi
la camera da letto senza esitare,e lì trovai il mio angelo
alla
finestra.
Osservava
il cielo notturno,che si rifletteva nei suoi occhi dorati,e il
pallore della luna si rifletteva sulla sua pelle marmorea dandogli
una sorta di impalpabilità che lo rendeva quasi
irraggiungibile.
Per
tutti,tranne che per me.
-bentornata.
- mi disse,abbracciandomi – com'è andata la
giornata? -
-dal
grande...carico emotivo. - conclusi,sospirando – oh,presto
avremo
un matrimonio,quindi preparati. -
-non
mi dirai che il cucciolo ha trovato una compagna...-
-Edward!
- lo ammonii,stringendo le labbra: odiavo quando dava a Jake il
nomignolo di cagnolino,quasi quanto odiavo Jake nel momento in cui
chiamava Edward “sanguisuga”.
Ma
a quanto sembrava si prendevano in giro solo per
scherzare,benché
questo continuasse a darmi un tremendo fastidio.
-lo
sai che scherzo,amore. - rispose svelto,prendendomi il viso tra le
mani per baciarmi.
Ora
non doveva più preoccuparsi della mia fragilità.
Non
doveva più aver paura.
-sono
contenta di rimanere a Londra. - sussurrai,felice che Edward e i
licantropi avessero trovato un accordo.
-anch'io.
E poi c'è tempo per visitare il resto...stavo pensando
all'America,fra qualche secolo...-
Risi:
- l'America? Una bella nuotata non ci farebbe male,eh? -
-lo
sai che sarei io a vincere...-sibilò,abbracciandomi.
-oh,questo
è tutto da vedere! - risposi,strappandogli un bacio.
A
testimoniarlo fu solo la tela che ci osservava dalla parete,dipinta
da Edward pochi giorni prima: eravamo insieme sul dondolo di Villa
Cullen,illuminati dal sole che segnava la nostra pelle con scie
brillanti e luminose.
Il
primo quadro,quello che lui chiamava “La Venere di
Bloomsbury”,quello che mi raffigurava come la più
bella creatura
del mondo,era ancora lì,in quell'appartamento che oramai era
diventato la nostra casa.
Ed
io non desideravo altro che condividerla con lui.
-allora
lo vedremo,mia venere...- sussurrò lui,con un altro bacio.
-d'accordo.
Abbiamo tutto il tempo.-risposi,stringendomi a lui.
Note:
E
anche questa è finita T_T E' sempre brutto quando finisce
una
ficcy,vero? Oramai mi sentivo dentro la storia xD Comunque ringrazio
tantissimo chi ha continuato a seguire la storia fino alla fine,chi
l'ha aggiunta tra i preferiti/seguiti e ovviamente chi ha continuato a
commentare! In particolar modo vorrei ringraziare chi ha commentato
l'ultimo capitolo: Elfa Sognatrice,Agente 007 Cullen,bigia,naog 94.
GRAZIE!
Come sapete ho iniziato un'altra fic, che si intitola Las Vegas,e ne ho
un'altra in cantiere (ho già scritto i primi due capitoli,ma
sono ancora da controllare e ricontrollare quindi ci vorrà
ancora un pò di tempo^^).
Questo solo per dirvi di tenere d'occhio la mia pagina,potrebbe
spuntare sicuramente qualcosa di nuovo...e comunque vi terrò
informate tramite "Las Vegas"...ci vediamo presto!!
Un
bacio
LMS*
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