Scary Trip.

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1_prologo ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***



Capitolo 1
*** 1_prologo ***


-Allora è tutto sistemato?-

-Certo capo, tra tre giorni saremo fuori da questa galera e allora potremmo andare a riprendere il denaro rubato all’uomo che abbiamo ucciso quindici anni fa, dopo averla aiutata ad evadere naturalmente.-

-Bene, bene, presto potrò sentire di nuovo l’aria fresca della libertà.-

-E una volta fuori, andremo subito a prendere il denaro per poi cambiare continente, in quella baita in periferia di Ushuaia…-

 

 

-Allora ragazzi non siete agitatiii?-

-Si professore Fito.-

Rispondiamo in coro come dei robot dentro il teatro della scuola. Mio zio è sempre il solito, una gita di una settimana in montagna ci entusiasma da morire, chiaro, ma quest’idea di fare le camere a sorteggio ha depresso tutti quanti. Non oso pensare se dovessi finire in camera con Giusy, o peggio ancora Patty. Non è accettabile che una divina dorma in camera con una popolare, bisogna che qualcuno glielo dica.

Mi alzo in piedi e richiamo l’attenzione verso di me.

-Ehm ehm, scusate scusate tutti quanti, devo dire una cosa importantissima, a me gli occhi please. Bene, miei cari professori, devo ammettere che l’idea della gita è stata veramente divina, ma le camere a sorteggio proprio no, ma ci pensate? Io sempre divina e in perfetto ordine dovrei dividere camera e bagno con una di queste popolari o ancora peggio col papero della patagonia, no no no, sorry prof, ma io non ci sto.-

-Per una volta sono d’accordo con Tontonella.- dice Giusy alzandosi in piedi.

-Sorvolerò sul soprannome che mi hai dato solo per questa volta visto che ammetti che ho ragione.-

-Ah, bella questa, sto solo dicendo che neanch’io voglio stare in camera con una viziata come te.- replica la mia nemica.

-Scusami a chi hai detto viziata?-

-A te e a tutte le tue amichette oche che ti seguono.- questa mi sta facendo innervosire. Luciana si alza in mia difesa.

-Ehi sfigata, sei solo invidiosa perché non sarai mai bella e famosa come noi.-

-Ma fammi il piacere, Giusy non ha niente da invidiarvi presuntuose.- Replica Tamara.

Ah, io adesso le prendo per i capelli.

-Fermi tutti.- dice mio zio Fito.

-Va bene, le camere non si faranno a estrazione.- continua mio zio. È sempre il migliore, eh bè è mio zio.

-Come non si faranno le camere a estrazione, ma Fito avevamo deciso così, sei pazzo?- protesta Barcaroli beccandosi un’occhiataccia da parte mia.

-No, le deciderò io. Antonella, Luciana, Giusy e Tamara, voi formerete una camera.-

L’intero teatro scoppia a ridere, mentre noi quattro dirette interessate guardiamo scioccate mio zio.

-Ma zio, non puoi…- inizio a protestare io.

-Altolà nipotina, il grande Fito ha parlato.- dice con fare teatrale. Aaaa mi sta venendo una voglia di togliergli quei pochi capelli che ha in testa.

-Un momento.- Pia si alza quasi in lacrime –questo vuol dire che io e Caterina dovremo stare in camera con Sol e…Patty?-

-Esatto.- dice sorridendo il prof Barcaroli.

-Per me non ci sono problemi.- dice Caterina alzandosi sorridente, ma un’occhiataccia di Pia la fa zittire.

-Per voi ragazzi non ci sono problemi vero se si fa ad estrazione?- domanda Barcaroli.

-No no professore, per me e i miei amici nessun problema.- dice Alan, il ragazzo di Caterina.

-Bene, forza Chico scrivi i nomi di ognuno e li mettiamo in questa urna.-

Mentre i professori preparano i nomi per l’estrazione mi giro verso le mie amiche.

-è una cosa inammissibile ragazze.-

-Hai perfettamente ragione, ma almeno siamo in due per camera, ci faremo forza.- dice Luciana.

-La cosa che più mi dispiace è che non potremo neanche sgattaiolare di nascosto in camera insieme perché oltre a essere divise in camere vi ricordate cosa ci ha spiegato la preside quando ci ha esposto la gita? Dove andiamo è una specie di campeggio. C’è una casa con la mensa e una sala grande adibita a teatro, e poi altre baite più piccole lungo una salita che sarebbero gli alloggi, con due camere e due bagni e una mini sala comune, ci scommetto quello che volete che i professori metteranno un gruppo di ragazzi e un gruppo di ragazze.- spiega Pia.

-Perfetto, saremo proprio lontane dal mondo in balia di quelle popolari, ma che abbiamo fatto di male?- dico io disperata.

-Bè abbiamo fatto tante cose di male tipo…- inizia Caterina ma la zittisco con la mano e uno di quei miei sguardi velenosi.

-Bene ragazzi, siamo pronti. Allora la prima camerata che andrà in baita con le quattro litiganti sarà composta da…-

Lo guardiamo tutti curiosi, ma lui non ci dà una risposta.

-Bè, che storia è questa, voglio un po’ di suspence, forza createmi l’atmosfera.-

Scoppiamo a ridere, il mio zietto è impossibile e poi ci mettiamo in coro a creare un po’ di suspence.

-Gonzalo.- i suoi amici lo abbracciano e gli saltano addosso, come sono soliti fare e noto che sul volto di Luciana si apre un sorriso, ma perde ancora tempo con quello lì? Quella ragazza è proprio strana.

-Guido.-                                                          

-Ah amore che bello.- Giusy gli salta addosso. Perfetto, ora dovrò pure sopportare la coppietta felice.

-Fabio.-

-Siii, il mio fratellino che bello.- dico girandomi a sorridergli, lui ricambia e poi si volta verso Tamara a sorridere pure a lei. Non ci posso credere, è da un po’ che li osservo, tra quei due sta nascendo qualcosa. Mia cognata una popolare? Che destino crudele.

-E infine Bruno.-

Finalmente qualcuno di normale. Gonzalo, Guido e Fabio li saltano addosso e si mettono a urlare. Bruno si gira verso di me e mi sorride, e io non so come né perché, arrossisco.

Mi riprendo un attimo, io Antonella, non arrossisco mai, non sono mai in imbarazzo e non sarà di certo un Bruno Molina qualsiasi a farlo, per quanto carino e dolce possa essere.

-Bene ragazzi, quindi a esclusione nell’altra baita col secondo gruppo misto di divine e popolari vi staranno Matias, Santiago, Alan e Felipe.- conclude mio zio.

Sarà contenta la piccola papera di essere in camera con Matias, il mio ex ragazzo, siamo comunque rimasti amici e ammetto che gli voglio ancora tanto bene, ma forse non l’ho mai amato, sennò non lo avrei lasciato allontanarsi tanto facilmente.

-Bene ragazzi, allora è deciso. Mi raccomando portate vestiti pesanti che fa freddo, le coperte sono già nel posto che abbiamo affittato. Ci vediamo domani puntuali che alle sette si parte in treno, abbiamo tantissime ore di viaggio, a domani, destinazione Ushuaia!-

 

 

 

Fine capitolo.

Ciao a tutteee, mi è venuta l’idea per questa nuova storia, spero vi piaccia, è un misto romantico/horror. Il posto che ho scritto non lo conosco, ho cercato un po’ su internet e ho trovato quello come località di montagna in Argentina, perdonatemi se a volte topperò su quell’argomento. Spero che la storia vi sia piaciuta. Aspetto critiche, commenti positivi e negativi e tutto quello che avete voglia di scrivermi.

Un bacio.

Gaia

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Capitolo 2
*** 2 ***


Siamo da circa otto ore in viaggio in treno, ormai dovremo essere arrivati. Io, Patty, Tamara e Sol ci siamo sedute insieme nei posti a quattro e stiamo chiacchierando e cantando le canzoni delle popolari.

-Ancora non ci posso credere che dovremo dividere la camera con quelle arpie di Antonella e Luciana.- esclama Tamara.

-Non dirlo a me, sai che non le posso sopportare sin da quando eravamo bambine, ci riempiranno la testa con le loro sciocchezze “Oh noi siamo le migliori, noi diventeremo famose”.- esclamo io appoggiando Tamara.

-Eh dai ragazze, non possono essere tanto male, secondo me finirete per diventare amiche.- eccola qua, Patty, la persona più buona che conosca, ma come si può pensare di trovare dei lati buoni in quelle streghe o addirittura pensare di diventare loro amiche, mi vengono i brividi solo a pensarci.

-Io non capisco come fai a essere così buona con certa gente Patty.-

Lei alza le spalle e sorride. Tamara comincia a sbuffare, l’argomento l’ha innervosita. Sol si gira a guardarla con un sorriso.

-Tamara è inutile che sbuffi, lo sappiamo che sotto sotto sei contenta di essere finita in quella camera così sarai in baita con Fabio.- Noi scoppiamo a ridere e Tamara mette il muso.

-Ma cosa stai dicendo Sol, a me non piace Fabio, per niente.-

-Ciao ragazze, ciao Tamara.-

-Ciao Fabio.-

La mia amica arrossisce tanto da sembrare un peperone e ci guarda in cagnesco.

-Non voglio commenti.- e noi ricominciamo a ridere.

 

 

Arriviamo a Ushuaia, nella casa affittata è in periferia, alle cinque del pomeriggio circa. Il sole ormai sta quasi per tramontare e devo ammettere che da qua c’è uno spettacolo stupendo, mi affaccio a una muretta che dà su un burrone ma dalla quale c’è una vista magnifica. Da una parte le montagne imponenti che sembra dominino il mondo, dall’altra il mare, che procede infinito verso chissà quali meravigliosi posti. Non dimenticherò mai questo spettacolo. Anzi me lo voglio proprio ricordare, tiro fuori il mio cellulare super divino e scatto una foto.

-Ehi che fai Antonella?- faccio un salto per lo spavento, ero così concentrata che non avevo sentito i passi alle mie spalle.

-Bruno, che spavento. Non ti avevo sentito. Sto fotografando il paesaggio, è stupendo.-

-Non pensavo fossi tipa da soffermarti a guardare i paesaggi.- mi dice lui sorridendo.

-Bè quando sono divini possono anche ricevere la mia attenzione per un po’.-

Lui si mette a ridere e mi prende il cellulare dalle mani.

-Mettiti in posa, faccio la foto alla divina nel paesaggio divino.-

Sorrido e mi appoggio alla muretta. Non faccio una delle mie classiche pose da superstar, mi appoggio semplice e sorrido, col cuore. Bruno ha la straordinaria capacità di addolcirmi.

-Allora com’è venuta?- domando.

-Stupenda.- mi risponde lui con tono dolce, e si avvicina a me per mostrarmi lo scatto.

-Sì è vero, è venuta bene, eh bè ci sono io nella foto.- scoppiamo a ridere.

-Sorridi.- gli dico.

Prendo il cellulare, allungo il braccio e lo giro per farci una foto insieme. Lui mi guarda confuso, poi capisce e avvicina il suo viso al mio, prende il cellulare in mano sua, che ha le braccia più lunghe e scatta.

Il mio sorriso, il suo, dietro il mare e la montagna che si uniscono. Mi sembra la foto più bella scattata in tutta la mia vita.

 

 

Finalmente siamo arrivati, io detesto viaggiare in pullman. Dobbiamo scaricare i bagagli, ma dov’è finita Antonella? Mi toccherà andare da sola, la nostra baita è quella più in cima di tutte. C’è una strada abbastanza in salita da fare. Prendo il mio trolley, il mio beauty case, il mio zaino e la mia borsa grande, tutte firmate Louis Vuitton naturalmente e mi incammino con Caterina e Pia. La loro baita è la prima, quella più vicina alla casa comune quindi proseguo da sola. A metà salita non ce la faccio più, dovevo portarmi proprio tutta questa roba? Mi fermo un attimo per prendere fiato, ma i professori scegliere un posto un po’ più comodo no? Riprendo a camminare, mi sento tanto un facchino, che schifo.

Nel punto più ripido della salita cosa incontro proprio in mezzo al mio cammino? Un sasso che non avevo proprio notato e che mi fa inciampare mandando all’aria tutte le valigie.

Atterro sulla terra di faccia, che figure. Spero non mi abbia notata nessuno.

-Luciana.-

Mi tiro su e vedo Gonzalo che ride come un pazzo e non so perché ma mi metto a ridere anch’io, effettivamente devo essere stata abbastanza comica.

-Ti sei fatta male?- mi domanda dandomi una mano.

-Non credo, mi brucia un po’ il gomito.- lo piego per guardarlo e effettivamente me lo sono leggermente sbucciato.

-Andiamo ti do una mano, tanto io ho solo un borsone e uno zaino.-

Non mi ricordavo Gonzalo così gentile, eppure siamo stati insieme per un po’. Lo guardo meglio, è diventato anche più carino e anche se ci siamo lasciati ammetto che gli voglio ancora bene.

-Mi spieghi a cosa serve tutta questa roba?- mi dice prendendo il borsone più pesante. Vado per prenderglielo e portarlo io, ma mi guarda male e mi fa segno di prendere le altre valigie più leggere.

-Grazie.- dico. –ma tu non hai idea di cosa voglia dire avere voglia di mettersi un vestito e non averlo con te?-. (Battuta di Luciana di uno degli episodi intorno al 20).

-No effettivamente non lo posso immaginare.- ci guardiamo e scoppiamo a ridere.

 

 

Finalmente arrivo nella baita dove dovrò stare con Antonella e le sue amiche. Fortuna che c’è Tamara con me, insieme riusciremo a sopportarle meglio. Entro nella mini baita, la porta è in legno, proprio le classiche casette di montagna, ai lati della porta due vasi di fiori tanto per dare un tocco elegante alla casa. Dentro purtroppo è leggermente deludente. Nella sala comune vi sono due poltrone e un divano bianchi disposti intorno a un vecchio camino e un tappeto e un tavolino. Leggermente spoglia come sala comune. Vado nella porta a destra, dove vi è un cartello con scritto “ragazze”. La stanza è piccola, ci sono due armadi e quattro letti disposti uno accanto all’altro con poco spazio tra ognuno. In fondo vicino all’ultimo letto vi è la porta del bagno, minuscolo pure questo, con una vasca che si può usare anche da doccia, e tutto il resto che vi è in un bagno, molto trasandato però, sarà meglio dargli una pulita prima di usarlo. Torno nella camera da letto e appoggio le mie valigie nel letto che si incontra appena si entra, attaccato al muro, almeno non sarò costretta ad avere come vicine le divine. Mi butto a pancia in giù sul materasso, fare quella salita mi ha stancato tantissimo.

-Vedo che ti sei già appropriata del letto.-

La voce dolcissima del mio ragazzo mi fa sobbalzare.

-Amore, certo, ti pare che io accetti di dormire accanto a una divina? Mi sto chiedendo come farò a sopportarle per una settimana.- mi lamento. Lui viene a sedersi accanto a me e mi abbraccia.

-Quanto scommettiamo che finirete per diventare amiche?-

-Anche tu con questa storia? Anche Patty lo crede, ma state diventando tutti pazzi? Non riuscirò a sopportarla, non ne uscirò viva ne sono sicura.- dico disperandomi ironicamente.

-Bè ma amore, io sarò a un muro di distanza da te, basta che urli e io arrivo.-

Sorrido, Guido è troppo dolce.

-Ecco, questa è la parte che più mi piace, il fatto di averti vicino amore.-

Mi prende e mi bacia, ci sdraiamo nel letto e continuiamo a baciarci, sono contenta di sapere che lui è qua, mi rende tutto più bello, mi sembra di essere nel posto migliore del mondo e non in un vecchio letto scricchiolante.

Ad un certo punto mi prende e si mette sopra di me.

-Giusy devo dirti una cosa.- Sto zitta. Siii, sta finalmente per dirmi che mi ama.

-Io…-

-Oddio ragazzi, ma per favore, devo dormirci io in questa camera, le vostre cose le andate a fare da un’altra parte. Che schifo!-

Antonella, chi se non lei poteva rovinare questo momento.

 

 

Sono quasi le dieci di sera, il cibo non era niente male. Ce lo ha cucinato una cuoca del paese che verrà su e giù tutti i giorni a prepararci da mangiare. I professori hanno avuto la brillante idea di fare una riunione tutte le sere intorno al fuoco per riepilogare la giornata, quindi usciamo e ci sediamo in cerchio per terra, con la disperazione mia e delle mie divine perché rischiamo di rovinarci i pantaloni. I ragazzi accendono un fuoco al centro per scaldarci. Non pensavamo facesse così freddo, di notte si abbassa tantissimo la temperatura. Mi avvicino a Caterina, Pia e Luciana per scaldarci, i ragazzi intanto se la ridono, furbi loro si sono messi la felpa pesante, mentre noi dei semplici coprispalle. Facciamo prestissimo a parlare della giornata di oggi dato che siamo qua da praticamente quattro ore in cui abbiamo fatto a tempo solamente a disfare le valigie.

-Bene facciamo un gioco allora per scaldarci. Adesso a turno chiamerò una ragazza, questa dovrà alzarsi in piedi e cantare e ballare una canzone dell’altra squadra.-

-Ma siamo pazzi?- domando a mio zio Fito.

-No no e no, io non lo farò mai.- mi segue Giusy.

-Eddai ragazze, tanto per animare un po’ la serata.- cercano di convincerci i ragazzi e quando incrocio lo sguardo di Bruno che insiste perché balliamo, non posso fare altro che accettare.

-Magnifico. Forza Patty comincia tu.-

E ti pareva che facevano partire il papero provinciale.

Nadie pasa de esta esquina
aquí mandan las divinas
porque somos gasolina
gasolina de verdad

La mia bella canzone rovinata così, che tristezza. Vedo Matias fissare incantato Patty che canta. Vuoi vedere che finiscono per fidanzarsi quei due. Ah il mondo va proprio a rovescio.

Patty chiama Caterina che inizia a cantare.

Quiero que cuentes conmigo
adonde vallas te sigo
nosotros somos amigos
amigos del corazon
.

Sorrido a Caterina, non poteva che migliorare questa canzone cantata da una divina, certo se la avessi cantata io sarebbe stato ancora meglio, ma mi accontento.

Caterina passa a Tamara.

Quiero, quiero bailar yo quiero
quiero, quiero
quiero cantar, yo quiero
quiero, quiero

Mio fratello la guarda incantato. Si bè Tamara non balla male, ma andiamo, è una mia canzone, resta divina lo stesso. Tamara passa la palla a Luciana che è un po’ incerta su che canzone fare, io ho già deciso, l’unica canzone delle popolari che mi piace un sacco. Poi Luciana comincia.

Ay, ay amor, ay, ay amor
Lo sientes tú, lo siento yo
Y si no sientes lo que yo espero
Esto será como un sueño
Serás mi sueño de amor

Ogni volta che qualcuno canta, tutti quanti battiamo le mani o cantiamo pure noi in sottofondo. Luciana si muove bene al ritmo di questa canzone. Dopo di lei va al centro Giusy.

No me vengas con un tango lloron
que yo necesito ritmo
porque hay musica en mi corazon
y a mi no me da lo mismo
No me vengas con un tango lloron
porque es muy fuerte
aja y si alguna vez te mire
fue porque tuviste suerte

Ci alziamo tutti in piedi a ballare, è molto ritmata questa mia canzone, penso sia la migliore, eh bè l’ha scritta la migliore. Ci stiamo proprio scaldando, forse mio zio ha avuto una bella idea.

Finalmente tocca a me. E stupendo tutti parto a cantare una canzone di Patty.

Y ahora qué, qué haré con tus recuerdos
Y ahora qué, no volverá jamás el tiempo que pasó
Y ahora qué, el mundo sigue andando
Yo estoy aquí llorando, llorando por tu amor
Y ahora qué, no hay luna, no hay estrellas
Y ahora qué, tu nombre de la arena se borró
Y ahora qué, van calmar mis penas
Las cosas que vivimos las dejo en un rincón

Incrocio lo sguardo di Bruno, che mi sorride e continuo a cantare e ballare con più energia, finchè la canzone finisce e posso tornare a sedermi.

Ammetto che mi sono divertita a fare questa specie di gioco. Strano che io la divina per eccellenza la penso così. Sarà l’aria di montagna. Ormai saranno le dieci e mezza, alle mie spalle c’è un bosco, o meglio una macchia scura visto che è sera e qua in montagna è tanto buio. C’è un clima quasi spettrale.

-Bene ragazzi è l’occasione giusta di raccontare una bella storia dell’orrore, nessuno di voi ne conosce?- domanda Barcaroli.

-Io si.-

-Aaaaaaaaaah!-

Iniziamo tutti quanti ad urlare quando sentiamo una voce dietro di noi.

I due professori scoppiano a ridere.

-Ragazzi è Paolita, la nostra cuoca.-

Tiriamo un sospiro di sollievo. Anche se quella cuoca ha una faccia che non mi piace, troppo seria, capelli poco curati, vestiti idem, starebbe bene con le popolari.

Si siede in cerchio con noi e comincia a raccontare.

-Una storia gira in questo paese. Circa vent’anni fa, giù in paese venne brutalmente ucciso un potente signore del luogo. Era solo in casa, il corpo fu trovato qualche giorno dopo dentro la sua cassaforte al posto del suo denaro. I tre malviventi che lo uccisero e lo derubarono furono catturati subito, avevano lasciato troppe tracce, nessuno sa che fine abbiano fatto, sono stati mandati in un carcere lontano da qua, ma un vecchio pastore che abitava qua vicino raccontò di avere visto i malviventi qualche ora dopo il furto venire in una di queste baite, nacque quindi la leggenda che i soldi erano nascosti qua. La polizia cercò dappertutto, ma il bottino non fu mai trovato, quindi diedero del pazzo al vecchio pastore e archiviarono il caso. La leggenda dice però che presto i fantasmi dei tre banditi torneranno a prendere il denaro e non avranno pietà di nessuno, chiunque occupi la baita contenente il bottino, sarà eliminato.-

Un silenzio surreale segue la leggenda della cuoca. Di solito non mi spavento facilmente e non do peso a queste cose, insomma sono Antonella la divina, la migliore, le storie di paura non sono roba per me.

Ma allora perché questa mi ha messo i brividi? E se la leggenda della cuoca dei tre fantasmi che tornano a prendere il bottino fosse vera?

 

 

 

Fine capitolo.

Ciao a tutteee…mi è venuta voglia di pubblicare anche il secondo capitolo=).

Allora ringrazio di cuore marzica, girlstar, bulma4ever( allora, Nicolas e Emma devono ancora arrivare entrambi, diciamo che succede prima del loro arrivo la storia, e ho voluto cambiare pairing con Antonella perché ti spiego: apprezzo ancora le niconella, ma non mi piace come hanno fatto finire questa coppia nel telefilm, dovevano darle più importanza, mi ha deluso diciamo!=) spero mi seguirai lo stesso, baci) e Ashleyily95 (Ciao caraa, da quanto tempo=)).

A presto.

Gaia

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Capitolo 3
*** 3 ***


_3

Apro lentamente gli occhi e mi giro su un lato, dritto di fronte a me vedo Luciana che ancora dorme. Faccio una smorfia, proprio in camera con le divine dovevamo capitare, Giusy si è presa anche il letto migliore, quello più in angolo. Guardo l'ora nel cellulare, le 7. La sveglia di gruppo è tra un'ora, ormai non prendo più sonno. Meglio che mi alzo va, detesto stare a letto senza dormire, poi la testa si perde in pensieri e questo è meglio che non accada, anche perchè da un pò di tempo il mio pensiero fisso è uno solo, e sta dormendo nella stanza qua accanto: Fabio.
Per lui sono solo un'amica, ma io non riesco a smettere di pensare al suo sorriso, ai suoi occhi, a come sarebbe bello poter stare assieme. Lo vedo come un angelo, perfetto. Bè forse un difetto ce l'ha, è fratello di quell'oca di Tontonella, ma mica è colpa sua, e poi sono diversissimi.
Ecco appunto non volevo perdermi in questi pensieri, poi finisco solo per stare male, perchè so che non potremo mai stare insieme.
Prendo il mio i-pod bianco e vado in salotto comune, nel camino ci sono ancora le braci del fuoco della sera precedente, la stanza ha un caldino perfetto, ma comunque sono in pigiama e qualche brivido di freddo mi attraversa. Metto le cuffiette nelle orecchie, accendo l'i-pod e mi metto al centro dei divani, nel tappeto, tanto stanno ancora dormendo tutti. Senza rendermene conto mi metto a cantare e ballare.

Sí cantemos más fuerte,
el munsdo nos tiene que escuchar.
Sí,todas nuestras voces,
es el momento de empezar a cambiar.
LLegaremos juntas al mismo lugar,
la historia va a comenzar
Es el nuevo camino,no mires atrás,
hoy tus useños se harán realidad


Mi volto di colpo quando sento applaudire alle mie spalle.
Non so precisamente di che colore deve essere diventata la mia faccia, ma penso tendente al rosso peperone quando ho visto che Fabio mi appludiva e che quindi mi aveva appena vista cantare e ballare.
-Brava, balli
 proprio bene Tamara.- sorrido imbarazzata.
-Grazie cosa ci fai in piedi a quest'ora?- gli domando.
-Non riuscivo più a dormire, tu?-
-Neanch'io, mi sono svegliata, ma detesto stare a letto a non fare niente e quindi sono venuta di qua.- Spiego io sorridendo, non riesco a non sorridere quando ho fabio vicino.
Ci sediamo nel divano a due posti.
-Sai stavo ripensando alla storia della cuoca di ieri sera, mi ha come colpito.- mi dice Fabio.
-Ah, no io mi dispiace ma non credo alle storie dell'orrore, secondo me sono tutte cavolate.- dico convinta, non voglio fare la parte della paurosa.
-Neanch'io di solito ci credo, ma questa non so perchè, mi ha messo un pò d'inquietudine, sarà perchè siamo nel posto dove avviene la storia, non so, mi ha colpito.-
-Sarà solo un'impressione.-
-Si probabilmente hai ragione tu.- mi dice sorridendo.
-Hai freddo?- mi domanda Fabio.
-Un pò, stavo ballando apposta per scaldarmi.- gli spiego.
-Bè continuiamo allora no? Ce l'hai poco mas?-
-Un attimo che guardo, si dovrei averla, eccola.-
Gli passo una cuffietta e ci rimettiamo al centro del tappeto, circondati da divani e camino a cantare e ballare vicini.

Ya no me animo a hablarte
cuando te veo pasar,,
y prefiero no mirarte
para disimular
Me estoy muriendo de pena
por no poderte besar,,
me gustaria que entiendas
que no te quise hacer mal

Che belle le voci mie e di Fabio insieme, mi sto divertendo un sacco, stiamo ballando come due scemi, ma mi sento bene con lui.
-Buongiorno.-
Sulla porta compare Antonella, uffa perchè è arrivata anche lei. é ancora abbastanza addormentata, sembra uno zombie.
-Ma cosa state facendo?- ci domanda con una faccia confusa.
-Dai sorellina vieni a ballare.- la chiama Fabio. Solo perchè è sua sorella faccio uno sforzo, per una volta ballerò con una divina.
Quando sente la parola ballare sembra illuminarsi e corre verso di noi, sale sul divano, la solita esibizionista, e comincia a cantare con noi.

Yo solo queria un poco mas
caricias,,abrazos,,algo mas
y no m lo quesiste dar
Yo solo queria un poco mas
caricias,,abrazos,,algo mas
y no m lo quesiste dar

Strano mi sto divertendo a ballare anche con Antonella. Non è ntipatica quando non è in competizione o davanti ad altre persone. Sorrido e continuo a ballare.
Un Guido sbadigliante esce dalla camera dei maschi e quando ci vede strabuzza gli occhi.
-Guido daiii.- gli urla Antonella.
-Arrivo, arrivo, avete davanti a voi il miglior cubista del mondo.- dice ridendo.
Attraversa la stanza, supera il divano e quando passa fa il solletico ad Antonella che scoppia a ridere, e sale sulla poltrona singola, iniziando a muoversi come un cubista sexy, facendoci morire dal ridere.


Hoy no me animo a llamarte
me tengo que disculpar,,
tal vez no pude entenderte
y no te supe esperar

-Amore ma che stai facendo?- dopo una strofa in cui Guido ballava come un ebete compaiono Giusy e Luciana
Guido non gli risponde, ma continua a fare lo scemo. Dopo un pò di ridarella anche la mia amica e la divina ci raggiungono. Giusy sale sull'altra poltrona e Luciana si mette giù con me e Fabio. Fa strano vedere me, Giusy, Luciana e Antonella ballare tutte insieme, ma devo ammettere che formiamo un bel quartetto, tutte e quattro appassionate di danza, quando cominciamo a ballare, andiamo in un mondo tutto nostro, dove non ci sono nè popolari nè divine.

Me estoy muriendo de pena
dame una oportunidad
yo necesito que sepas
que no te puedo olvidar

-Ma dove siete finiti tutti?-
Arrivano anche Gonzalo e Bruno, mancavano solo loro, e come tutti gli altri rimangono scioccati ne vederci, popolari e divine che ballano insieme divertendosi un mondo. Ci raggiungono pure loro, Bruno sale sul divano con Antonella, che subito gli fa un sorriso meraviglioso, quasi dolce, quasi perchè sempre di Antonella stiamo parlando, mi sbaglierò, ma ho paura che la nostra cara Anto dal cuore di ghiaccio si stia innamorando. Gonzalo invece resta giù e si mette vicino a Luciana prendendole le mani e facendole fare un giravolta. Anche quei due in fono sarebbero una bella coppia.

Ya no me animo a hablarte
cuando te veo pasar,,
y prefiero no mirarte
para disimular
Me estoy muriendo de pena
por no poderte besar,,
me gustaria que entiendas
que no te quise hacer mal
Y no me lo quisiste dar...
Y no me lo quisiste dar


-Ahahahahaha. Beccati, popolari e divine che ballano insieme, questo si che è uno scoop.- Fito lo zio di Antonella è appena entrato per venirci a svegliare naturalmente, ma nessuno di noi lo ha sentito entrare nonostante la porta fosse a un metro da noi, e lui ne ha approffitato per tirare fuori la macchinetta e scattarci la foto. Ne andrebbe della nostra reputazione se si vedesse in giro, insomma noi odiamo le divine.
-Zio, per favore vedi di cancellare immediatamente quella foto.- dice Antonella con tono furioso.
-Ma non se ne parla nemmeno.- dice sempre ridendo, non so come faccia a ridere sempre Fito.
Giusy guarda Antonella, poi Luciana e infine me, e con un tono solenne che non ammette repliche dice.
-Prendiamolo.-
Fito sbarra gli occhi e si mette a correre giù per la discesa con Antonella e Giusy che gli stanno alle calcagna, le più agguerite, e dietro io e Luciana.
Dopo circa cinque minuti che corriamo riescono a saltargli addosso e Antonella, Fito e Giusy rotolano per un pò sull'erba, mentre io e Luciana guardiamo la scena ridendo.
Antonella e la mia amica bloccano il professore.
-Bene zio, ti conviene consegnarci la macchinetta.-lo minaccia Antonella.
-Ehi nipotina calma, va bene, eccola qua.-
Soddisfatte Antonella e Giusy lo liberano e accendono la macchinetta.
-Ma qui non c'è nessuna foto professore.- si lamenta Giusy.
-Bisogna che siate un pò più furbe ragazze, ho tolto la memory card prima che mi inseguiste e non penso vogliate andarla a recuperare nelle mie mutande. Fito 1- ragazze 0. ahahahaha.-
Detto questo se ne va, lasciandoci là come delle ebeti, l'unica cosa che ci viene da fare è guardarci in faccia e scoppiare a ridere. Forse non sono poi così male queste divine.


Dopo l'inseguimento contro mio zio, noi ragazze siamo tornate in camera a cambiarci. Mi sono vestita comoda, ma sempre cool sia chiaro. Scendiamo per la colazione, la cuoca è già in cucina a darsi da fare. Le tiro un'occhiataccia, per colpa della sua storia ho fatto fatica ad addormentarmi. Ingoio una fetta biscottata con la nutella, sono in gita, me lo posso permettere, e una tazza di latte e poi sono pronta a cominciare. Ci riuniamo tutti fuori nel prato davanti la casa e aspettiamo che i professori ci spieghino l'attività di oggi.
-Bene ragazzi, oggi comincerà il torneo delle baite.- dice mio zio Fito.
Lo guardiamo tutti malissimo, ma cosa sta dicendo? Non potrebbe spiegarsi un pò meglio?
-Tranquilli, tranquilli, adesso vi spieghiamo- dice Barcaroli -allora in tutto siete dvisi in tre baite come collocazione delle camere no? Per non complicarci la vita a fare ulteriori gruppi, abbiamo deciso di fare le squadre come siete divisi in camere.-
Nooooo! Questo vuol dire che dovrò sopportare le popolari anche in squadra? Ammetto di essermi divertita stamattina a cantare con loro, ma averle anche in squadra non so come reagirò. Noto che anche Giusy e Tamara sbuffano, dovrebbero essere onorate di stare in squadra con me, Anto la super divina.
-Bene allora disponetevi a gruppi forza.-
Mi avvcino a mio fratello e agli altri ragazzi un pò riluttante.
-Oggi giochiamo a nascondinooooo!-
Ammutoliti, 24 alunni con le bocche spalancate, ecco la scena che si presenta davanti agli occhi dei nostri professori. Ma dico, sono pazzi?
-Dai su sono sicuro che ci divertiremo un sacco. Allora la prima squadra a contare finoa 120 sarà quella di Patty, Pia, Caterina ecc... tutti gli altri a nascondersi. Chi non gioca 2 nel registro. Pronti, via!-
Ma questo è pazzo, come via, come 2 nel registro, mio zio è scemo.
Guardo Luciana, disorientata quanto me e poi vedo tutti gli altri cominciare a nascondersi. Cominciamo a correre anche noi, la prima idea che mi viene è salire nel bosco in salita che affianca la casa e circonda le nostre baite. Salgo circa a metà bosco, quasi all'altezza della nostra baita e mi metto dietro a un albero, Che posto banale, ma di meglio in due minuti non ho trovato. Luciana mi è sempre dietro, sale di altri due metri e si mette dietro un altro pino. Mi distraggo un attimo a guardarmi un unghia, tanto ora che ci trovano, devo togliere questo smalto rosso, si è tutto rovinato.
-Luciana, nella pausa pranzo, mi puoi mettere il tuo smalto rosa lucido? Quello divino con tutti i brillantini.-
Domando a Luciana mentre continuo a controllare tutte le unghie, sul mignolo è ancora intatto, fortuna che ho portato via l'acetone, così posso togliere questo schifo. Detesto quando lo smalto si rovina.
-Luciana mi vuoi rispondere?-
Le domando con tono arrogante e alzo la testa per vedere dov'è finita. Luciana è sempre là, appoggiata con la schiena all'albero, tremante come una foglia e con la bocca spalancata. Seguo il suo sguardo e vedo a una decina di metri, più in alto nel bosco, un uomo.
Comincio a tremare pure io, l'uomo è gigante, tutto sporco di terra, la barba non curata, i denti giallognoli, porta dei vestiti sporchi, strappati in alcuni parti e un cappello da contadino marrone sporco. In mano tiene un'accetta e ci guarda sorridendo in modo sghembo, con un ghigno quasi, il suo sguardo è minaccioso, quasi volesse farci del male.
-Luciana, corri.-
Le dico prima di girarmi e mettermi a correre velocemente giù per il bosco, non guardo dove vado, penso solo a correre velocemente, ho paura che quello sconosciuto ci raggiunga. Ci manca ancora un bel pezzo per raggiungere il prato, quando sento due braccia fermarmi e trascinarmi contro il petto di qualcuno. Chiudo gli occhi e il mio respiro inizia a tranquillizzarsi, riconosco questo profumo: Bruno.
-Antonella, volevate farvi scoprire, ma che succede?-
Non riesco a parlare, ho ancora il fiatone per la corsa e uno strano nodo allo stomaco, paura. Mi stringo più forte contro il suo petto, aggrappandomi alla sua maglietta, in cerca di un appiglio sicuro, per fare andare via la paura.
Bruno sente che sto tremando e mi stringe più forte. Guardo verso destra, Luciana è tra le braccia di Gonzalo. Sta bene per fortuna.
Alzo lo sguardo verso Bruno, ha una faccia preoccupata.
-Anto, cos'è successo?-
Mi volto lentamente, ho troppa paura di girarmi, ho paura di rivedere quel viso.
-Là.-
Dico tremante, voltandomi verso il punto dov'eravamo prima, immagginando di vedere la scena di prima, ma l'uomo è sparito.




Fine capitolo.
Ciao a tutte, ho aggiornato questa storia che in questo periodo mi ispira molto. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Grazie mille a chi la ha aggiunta tra i preferiti, ma un grazie speciale a:girlstar, mileybest, Ilary_Divina, sabry99 e bulma4ever. Grazie veramente che avete la pazienza di seguirmi e lasciare un parere ogni volta. Grazie grazie grazie.
Un bacioo.
Gaia

 

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Capitolo 4
*** 4 ***


4 -Antonella, sei sicura di stare bene?- mi domanda Bruno.
Rimango con la bocca spalancata, dov'è finito l'uomo orrendo che abbiamo visto prima?
-Si Bruno, ne sono sicura, c'era un uomo là più in alto, ci ha guardate malissimo, sembrava volesse farci del male.-
-Andiamo Anto, non c'è nessuno là sopra, chi vuoi che si aggiri per questi boschi.-
Smetto un pò di tremare di paura, cosa sta dicendo Bruno, non mi crede? E io che pensavo di potermi fidare di lui.
-Senti bello, non mi interessa chi si aggira per questi boschi, fatto sta che c'era, sia io che Luciana l'abbiamo visto, e ci siamo anche parecchio spaventate, quindi ora se non ti dispiace me ne torno da mio zio.-
Mi giro per andarmene, ma mi trovo davanti il papero provinciale. Cosa ci fa qua questa.
In due secondi realizzo, nascondino, il torneo, Patty, avversaria.
Mi metto a correre giù per il bosco di nuovo, ma ormai è tardi, Patty è già avanti. Tento di superarla, ma non c'è niente da fare, lei mi tana e alla fine del gioco la squadra perde per colpa mia.
-Mi pareva strano che non fosse colpa tua che abbiamo perso.- mi dice acida Giusy. Ora ci si mette anche questa a rompere.
-Senti Josefina Beltran, non sono affari tuoi se mi sono fatta scoprire.-
-Ah, quindi c'è anche un motivo, dai sentiamo.-
-Io e Luciana abbiamo visto un uomo su per il bosco, ci siamo spaventate e abbiamo cominciato a correre.- spiego io, ormai quasi tutti gli studenti sono riuniti intorno a noi, per sentire la storia. E dopo le mie parole compare un'ombra di terrore sul viso di tutti.
-Nipotina, ma cosa stai dicendo?- mi domanda mio zio Fito.
-La verità zio, un uomo orribile con un'accetta in mano era nel bosco vicino alle baite.-
-Saranno le solite bugie che racconta per mettersi in mostra.- dice Giusy. Io tra un pò a questa le strappo tutti i capelli.
-No no è la verità, l'ho vista pure io.- mi difende Luciana.
-Ah bè, se l'ha visto anche Luciana allora siamo tranquilli.- La prende in giro Tamara.
-Scusa, hai qualche problema con me?- Luciana inizia ad agitarsi, troppo forte questa ragazza.
-Si, il problema è che tu e le tue amichette siete dolo delle oche viziate che hanno sempre bisogno di mettersi in mostra e fare le pie.-
Luciana non regge questa offesa e le salta addosso prendendola per i capelli, anche Tamara si difende bene però.
-Vai Luciana, strappagli tutti i capelli.- faccio il tifo io.
-Ma come ti permetti di parlare così strega.- Giusy mi salta addosso e sento un forte dolore al cuoio cappelluto. Tiro fuori le unghie, tnto ormai lo smalto è rovinato, e la graffio sulle braccia. Cadiamo per terra e iniziamo a darcele di santa ragione, fino a quando arrivano i ragazzi a dividerci, non serve neanche che mi volto a guardare chi mi tiene, riconosco il profumo di prima, Bruno. Sgomito subito per liberarmi, tanto lui è dalla parte di Giusy, non mi crede.
-Ragazze, ancora? Stavolta avete esagerato, siete in punizione.- dice il professor Barcaroli. A posto, mi mancava solo una punizione per colpa di queste popolari, ma per una volta capisco che è meglio stare zitta.
-Voi e tutta la vostra baita.- prosegue il professore. I ragazzi ci tirano un'occhiataccia.
-E tu nipotina, non raccontare queste cose per favore, la zona è assolutamente sicura, è impossibile che sia passato qualcuno, e se anche fosse sarà stato un buon contadino della zona, vedi di non spaventare i tuoi compagni.-
-Ma zio no...-
-Shhh.- mio zio mi zittisce e io inizio a sbuffare, possibile che nessuno ci creda? Ah speriamo solo che non mi capiti di incontrarlo di nuovo e che sia vero quello che dice mio zio.
-Bene, la vostra punizione sarà questa: passerete il pomeriggio a riordinare la cucina, e pulirla per bene. Voglio un lavoro perfetto, chiaro?-
-Si.-
-Bene, ora tutti a mangiare.-
Ecco, e io quando me lo metto lo smalto adesso?


Ah, io la distruggo Tontonella, per colpa sua mi tocca pure stare in punizione oggi pomeriggio, ma io mi chiedo chi si crede di essere, come si fa a inventarsi certe balle, un uomo che voleva farle del male, mi fa quasi pena poverina.
Fortuna che c'è Tamara in camera con me o non so come potrei sopportarla. Abbiamo appena finito la paura pranzo, sono le tre del pomeriggio, sono andata un pò a dormire, che stamattina ci siamo alzati presto. Fortuna che le altre due divine hanno dormito pure loro e quindi siamo riuscite a riposare, dovevano solo provare a fare casino che gli arrivava una sberla sul muso. Scendo in cucina e saluto Sol e Patty, loro stanno andando in teatro, oggi pomeriggio faranno le prove in teatro. Avrei voluto partecipare anche io e invece dovrò rovinarmi le mani a pulire.
Dopo cinque minuti arrivano anche le divine, mi sembrava strano che si facessero aspettare così poco.
-Bene ragazzi, vediamo di fare presto che non ho voglia di sprecare tutto il pomeriggio, anche perchè noi siamo qua per colpa vostra.- ci dice Gonzalo.
-Si si ok ora non rinfacciarcelo, forza entriamo.- gli rispondo io.
Entriamo in cucina e inorridiamo allo spettacolo che si presenta ai nostri occhi: una cinquantina di piatti sporchi sono appoggiati al lavello in attesa di essere lavati, le tovaglie da sbattere fuori, il pavimento pieno di briciole. Ne avremo per un bel pò qua.
-Bene io direi di dividerci.- propongo.
-Io pulisco il pavimento perchè a usare detersivi mi si rovinano le mani.- dice Tontonella, gliele taglierei quelle mani.
-Anch'io resto a pulire il pavimento.- dico con tono di sfida, perchè solo lei deve scegliere cosa fare.
-Io aiuto il mio amore.- dice guido, ah quanto è caro il mio ragazzo.
-Anch'io resto qui ad aiutare.- dice Bruno. Allora avevo visto giusto, tra Bruno e l'altra oca sta nascendo qualcosa, chissà quando se ne accorgeranno.
-Bene, quindi noi quattro andiamo in cucina a lavare i piatti.- Fabio, Tamara, Luciana e Gonzalo vanno in cucina a sistemare i piatti.
Sento due braccia stringermi da dietro e sorriso istintivamente, so già chi è.
-Amore.- sussurro io prima di baciare dolcemente Guido sulle labbra.
-Ehm voi due, datevi una mossa, non ho mica intenzione di stare qua a perdere tempo.- urla Antonella che ha già cominciato a scopare per terra.
-Senti tu...-
Non faccio ora a proseguire che Guido mi ha tappato la bocca con un altro bacio. Mi lascio andare e mi dimentico di Antonella. Il mio amore è speciale, solo lui riesce a farmi scordare i problemi.
Iniziamo a pulire, io e Antonella ci occuppiamo del pavimento, i ragazzi delle tovaglie.
-Facciamo un gioco?- domanda Fabio dalla cucina.
-Che gioco?- domanda Bruno.
-Obbligo e verità, possiamo giocare anche continuando a lavorare.- propone il fratello di Antonella.
-Per me va bene.- gli risponde Guido.
-Anche per me.- dico io.
Man mano accettano tutti. Voglio proprio vedere cosa ne verrà fuori.
-Comincio io.- dice Fabio. -Allora Tamara, obbligo o verità?-
La mia amica ci pensa un attimo su.
-Obbligo.- risponde lei.
-Bene, allora devi metterti a terra e fare la rana. Naturalmente con verso compreso.-
Tamara arrossisce vistosamente, ma comincia, d'altronde l'ha scelto lei. Ridiamo tutti quanti un sacco nel vedere la mia amica saltellare per la stanza facendo il verso della rana.
-Bene, ora tocca a me. Gonzalo.- dice lei voltandosi verso il nostro amico popolare.
-Vertià.-
-Con quale attrice o cantante famosa andresti a letto?- scoppiamo tutti a ridere, non pensavo che Tamar fosse così sfacciata, ma d'altronde è il gioco che è così.
-Penso che Angelina Jolie non mi dispiacerebbe.- naturalmente seguono urla e fischi di approvazione da parte degli altri maschi presenti.
Gonzalo scuote la testa e prosegue.
-Antonella.-
La divina dice subito decisa -verità.-
-Restando in questo ambito, se potessi, quale persona vorresti incontrare anche solo per un giorno? La verità eh.-
Sono proprio curiosa di vedere cosa risponderà "ah io di sicuro Madonna per farle vedere quanto balle bene" già mi immagino la sua voce da oca.
-Mio padre.- nella stanza cala un silenzio di tomba, nessuno osa aprire bocca. Mi ero dimenticata che anche Antonella non aveva un padre. Mi dispiace quasi per lei in questo momento. Vedo che ha gli occhi lucidi, ma vuole mostrarsi forte quindi cambia discorso mettendo sul suo viso un sorriso.
-Bene tocca a me, Luciana.-
-Verità.- dice l'altra divina. Sono ancora spaesata da quello che ha detto Antonella, mi è sembrato di sentire un'altra persona, più umana, forse anche lei ha un cuore.
-Bene, voglio sapere chi ti piace.-
Eccola qua la Antonella perfida, scoppiamo tutti a ridere mentre Luciana diventa rossa come un peperone, queste sono le classiche domande che tutti quanti cercano sempre di evitare. Poi però vedo Luciana illuminarsi.
-Mi piace un mio ex.-
-Nome darling.-
-Non era richiesto nella domanda.- risponde sfacciata Luciana.
-Mi hai ingannata, ma io ti uccido.- Luciana e Antonella scoppiano a ridere e iniziano a rincorrersi, fino a quando Luciana inciampa e iniziano a farsi il sollettico e rotolarsi per terra. Noi guardiamo la scena allibbiti, nessuno aveva mai visto questo lato delle divine. Penso un attimo alla sua risposta e mi vengono su i brividi. Guido è un ex di Luciana. Che non si azzardi a toccarlo, ma mi calmo quando vedo l'occhiata che ha tirato Luciana a Gonzalo e il sorriso in risposta di lui. Ah bè quei due sono perfetti insieme. Le signorine si ricompongono e si alzano.
-Tocca a me adesso: Bruno.- dice Luciana.
-Obbligo.-
-Ok...Voglio che sali su questo tavolo ancora da pulire e improvvisi una spogliarello.-
Scoppia una risata generale, non ci posso credere, se lo fa è un mito. Cominciamo a fischiargli e urlargli mentre sale sul tavolo.
-Musica prego.- dice prima di cominciare a ballare. Su un mobile là vicino vi è una vecchia radio, la accendo e come se ci leggesse nel pensiero fa partire you can leave your hat on. Bruno inizia a muoversi sensualmente e sculettare, è troppo comico. Si toglie le scarpe, poi i calzini e infine la maglietta. Come gran finale si abbassa i pantaloni rimanendo in boxer neri. Spero tanto non entri adesso il prof. Noi sette non riusciamo a smettere di ridere, Bruno nel frattempo scende dal tavolo e fa per rivestirsi quando la porta si apre.
-Ragazzi tutto bene? Bruno che stai facendo?-
No, il professor Fito ha aperto di colpo la porta, e noi non possiamo fare altro che continuare a ridere, anche per la figura appena fatta.
-Eh prof, faceva caldo.-
-Rivestiti va, a dopo.-
Il prof richiude la porta alle spalle.
-Io una volta o l'altra vi uccido, che figura di merda. Bè mi vendicherò. Guido-
-Verità.- dice prontamente il mio amore.
-Voglio sapere se tu e Giusy siete già andati a letto.-
Il sorriso sparisce dal mio viso lasciadno posto all'imbarazzo più totale, ma che domande del cavolo sono?
-Ehm...ecco...si!-
-No non è vero.- tento di rimediare al danno fatto da Guido, che figure se si sapesse in giro.
-Ma amore, si chiama gioco della verità, non uscirà da questa stanza vero?- domanda agli altri Guido.
Non mi sono mai sentita tanto in imbarazzo.
-Eh brava la nostra Josefina.- dice Antonella.
-Vedi di non riferirlo a nessuno.- tutti si mettono a ridere, voglio sprofondare.
-Amore, obbligo o verità.-
-Obbligo.- sperando di evitare brutte domande.
-Ok, voglio che abbracci Antonella.- dice il mio caro ragazzo che in questo preciso istante vorrei fare a fettine.
-Ehi, la punizione è per lei, non per me.- dice Antonella.
-Ah vieni qua Tontonella, vediamo di non fare tante storie.-
Un pò riluttanti ci diamo un veloce abbraccio, anche se proprio abbraccio non si può chiamare. Ora tocca a me.
-Bene Fabio, siccome l'idea di questo gioco imbarazzante è partita da te ora ne pagherai le conseguenze. Obbligo o verità?- domando con fare minaccioso.
-Obbligo.- Fabio è spavaldo, ah non sa quello che lo aspetta.
-Voglio che ti spogli in mutande e fai tre volte il giro della casa in modo che tutti ti vedano.-
-No Giusy, stai scherzando vero?- mi chiede ora intimorito.
-Ho la faccia di una che scherza?-
Fabio si rassegna e noi usciamo, pronti a goderci lo spettacolo imbarazzante che tocca a Fabio.


Abbiamo appena finito di pulire la cucina. Con la scusa del gioco ci abbiamo messo una vita. La scena finale di mio fratello è stata fantastica, l'intera classe di musical l'ha visto. Quanto ho riso. Sono circa le cinque e mezza, le altre mie compagne di stanza sono già salite per farsi la doccia, io salirò tra un pò, tanto dobbiamo andare a turno. Mi siedo sulla muretta e metto le gambe a penzoloni da burrone. Mi sono divertita oggi pomeriggio anche se era una punizione. é stato interessante fare quel gioco, anche se ho detto una cosa che non mi sarei mai aspettata di ammettere di fronte ad altra gente. Mi manca mio padre!
Non dovevo dirlo, sono una testona, ora tutti quanti mi prenderanno per una persona debole, ma io NON sono debole, sono dodici anni che soppravvivo senza di lui, certo a volte mi manca, forse tante volte, quasi sempre diciamo, ma mi dimostro forte perchè non mi piace che la gente mi compatisca. Una piccola lacrima nasce nei miei occhi. Ferma, guai a te se scendi, peccato che le lacrime, come i sentimenti non si fanno comandare.
Già, i miei sentimenti, credo di cominciare a provare qualcosa per Bruno, ho paura però, l'unica persona che amavo tantissimo era mio padre, e mi è stato portato via dalla morte. Ho paura a voler di nuovo troppo bene a qualcuno, finirei per starci male.
-Ti piace proprio questo posto.-
Faccio un salto sul posto, fortuna che la muretta è larga.
-Bruno, mi hai fatto prendere paura.- lo sgrido io.
-Scusa.- mi dice guardandomi pentito, come posso non perdonarlo?
-Per questa volta ti perdono.- gli dico io.
-E per stamattina nel bosco mi perdoni?- mi domanda.
-Va bene dai.- anche se mi ha dato parecchio fastidio il fatto che non mi abbia creduto.
-Anche se sono ancora convinto che non era nessuno di pericoloso.- insiste.
-Te lo posso giurare.-
-Va bene. Lasciamo stare va. A che pensavi?- mi domanda.
-A mio padre.- mi stupisco di nuovo di mè stessa, è la prima volta che ne faccio parola con qualcuno, mi fa strano. Bruno mi viene più vicino a mi abbraccia da dietro, appoggiando la testa sulla mia spalla. Anche se sono seduta sulla muretta è comunque un pelo più alto di me.
-Ti ha rattristato ripensarci?- mi domanda sussurrando.
-Un pò.- dico io con un filo di voce, non voglio parlarne troppo, poi finirei per piangere e stare male, mostrandomi debole.
-Hai voglia di sfogarti?- mi domanda. Lo apprezzo, ma parlarne mi renderebbe più triste.
-Scusa, ma di parlarne non ho proprio voglia.-
-Va bene, allora mi permetti di provare a tirarti su il morale?-
-Si questo si.- dico accennando un sorriso.
-Ti voglio in forze eh, avrò bisogno di qualcuno vicino stasera quando dovrò farmi vedere a cena da tuo zio, credo non si scorderà tanto facilmente l'episodio di oggi pomeriggio.-
Faccio una leggera risata ripensando alla scena. Tiro su le gambe e mi giro, guardandolo negli occhi.
-Grazie Bruno.- gli sussurro.
-Io farei di tutto per te Anto.- il mio cuore sta accellerando i battiti. No! Il mio cuore non batte più forte, io sono Antonella, non sono mai agitata per qualcosa. Si avvicina sempre di più a me e mi dà un bacio sulla guancia.
-Ci vediamo stasera.- si volta e se ne va, incamminandosi verso la baita.

Indosso il mio pigiama giallo e nero, il mio preferito. Stasera la riunione è saltata, eravamo tutti troppo stanchi, quindi sono solo le dieci, mi fa strano andare a letto a quest'ora, ma ho bisogno di recuperare il sonno dell'altra sera.
Mi metto sotto il piumone, auguro la buonanotte alle mie compagne di stanza e come appoggio la testa sul cuscino cado in un sonno profondo.

Mi sveglio di scatto, ho fatto un incubo, ho sognato l'uomo ceh ho visto stamattina nel bosco. Guardo l'ora nel cellulare, l'una di notte. Bè ne approffitto per andare in bagno. Indosso le pantofole e mi avvio verso la porta del bagno che è vicinissima al mio letto.
Faccio quello che devo fare, ma sento uno spiffero freddo arrivare da dietro. Mi volto e noto che la finestra e il balcone sono ancora aperti. Vado per chiudere la finestra, ma mi si gela il sangue nelle vene.
-Antonella, hai finito?-  Giusy spalanca la porta e indispettita mi rimprovera.
Mi vede paralizzata e si avvicina a me. Sento irrigirsi pure lei nel vedere tre uomini, trasandati, simili a quello di stamattina, venire verso la nostra baita. Sono a una cinquantina di metri da noi e per circa un minuto non osiamo fare niente, ma Giusy fortunatamente di risveglia.
-Chiudi tutto svelta.- mi dice e ci affrettiamo a barriccarci dentro.
Torniamo in camera e spighiamo la storia alle altre due che ci hanno sentito trafficare in bagno.
-Non è niente, saranno pastori della zona, non spaventiamoci.- dice Giusy terrorizzata.
Una finestra comincia a tremare. Qualcuno ci ha lanciato contro qualcosa.
Contemporaneamente cominciano a tremare tutte le finestre, come se qualcuno stesse provado a scassinarle.
-Sono loro.- dice Lucian terrorizzata.
-I fantasmi della storia.- dico io.
-Ma va, sarà il vento.- dice Tamara, poco convinta.
I rumori cessano. passiamo circa dieci minuti in allerta tutte e quattro sul letto di Luciana, vicine vicine.
-Ragazze, ma che succede? Vi abbiamo sentito parlare.- i ragazzi entrano nella nostra stanza.
Gli spieghiamo quello che è appena successo.
-Ancora con questa storia?- dice Bruno.
-Ancora con questa storia? Bruno non stiamo raccontando tutte e quattro sciocchezze.- gli dico io.
-Siete delle bambine, sarà stato un pò di vento, vi spaventate per così poco?-
Sento le lacrime pungermi gli occhi, come può dire così. Mi ha consolata prima, è stato dolcissimo e ora non mi credete.
-Giusy, mi meraviglio che anche tu credi a queste storie, vi sarete sbagliate, da noi non si è sentito nulla.- dice Guido. Vedo Giusy guardarlo sconvolta, si aspettava che il suo ragazzo gli credesse.
-Pensavo foste più mature, che non faceste questi scherzi. Mi hai deluso Antonella.- dice Bruno andando nella sua stanza.
-Lo stesso vale per te Giusy.- gli va dietro Guido.
Non ce la faccio più, ho paura, rabbia, delusione e tristezza che mi divorano dentro. Scoppio a piangere e lo stesso fa Giusy, probabilmente si sente come me.
Mio fratello e Gonzalo si sono fermati da noi un pò incerti.
-Anto, dimmi la verità, hai visto davvero quegli uomini?-
-Si.-




Fine capitolo.
Ciao a tuttii. Chiarisco una cosa che forse narrando dal punto di vista di Antonella in questa parte non si capisce molto bene. Bruno e Guido si arrabbiano perchè credono siano tutte storie e lo dicano solo per farsi vedere, che li stiano prendendo in giro. Io ho provato a immaginare come avrebbero reagito, si sa i maschi sono complicati.=)
Ora passo ai ringraziamenti: Ilary_Divina, girlstar, mileybest, annina94, bulma4ever, pixel. Grazie di cuore.
Un bacio.
Gaia

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Capitolo 5
*** 5 ***


5! Finisco di cambiarmi, indosso degli abiti comodi, oggi ci aspetta l'escursione che dura tutta la giornata. Sarà molto stancante, poi sono abbastanza scossa da quello che è successo stanotte. Fabio e Gonzalo sono rimasti un pò con noi, ma i rumori non si sono ripresentati e quindi sono tornati a dormire. Il mio ragazzo e Bruno invece non hanno ancora rivolto la parola a me e Antonella, mi lascia abbastanza perplessa questa cosa. Capisco un pò di nervoso per essere stati svegliati in piena notte, ma non pensavo se la prendessero così tanto, che non ci credessero addirittura. La storia in effetti è un pò inverosimile neanch'io ci avevo creduto fino a che non li ho visti, cosa ci fanno tre uomini in giro per il bosco? Ma sopprattutto perchè sono venuti alla nostra baita? Che sia solo qualche burlone che ha voglia di farci uno scherzo? Io spero tanto di si.
Una persona che ho visto diversa stanotte è stata Antonella. Si è sempre mostrata come una roccia, una a cui non importa niente degli altri, ma stanotte dopo che Bruno non le ha creduto è scoppiata a piangere, un pò per la paura un pò per la tristezza che Bruno non le abbia creduto penso.
Siamo rimaste solo io e Tamara in baita, mi assicuro che tutti i balconi siano chiusi e anche tutte le finestre e poi scendo verso la sala comune. Appena esco una ventata di aria gelida mi colpisce, il cielo è coperto da grossi nuvoloni e fa più freddo degli altri giorni, ho fatto bene a mettere una felpa pesante dentro lo zaino.
Stranamente arriviamo per ultime.
-Bene, ci siamo tutti?- domanda il professore Barcaroli. Noi rispondiamo di si e ci incamminiamo verso un lago non molto distante da noi.
Dopo circa mezz'ora di camminata stiamo ancora seguendo il sentiero, mi avvicino a Guido.
-Guido?- lo chiamo.
Nessuna risposta.
-Guido, ma si può sapere cos'hai?-
-Cos'ho Giusy? Primo fra tutte non mi piace la tua incoerenza, prima rimproveri Antonella poi le dai ragione e secondo ti metti a seguirla e raccontare pure tu bugie solo per farti vedere?-
-Tu lo sai che io non sono così.- dico col pianto in gola.
Non dice niente e accellera il passo.
-Giusy, che succede?- mi domanda Tamara.
-Guido è ancora arrabbiato con me, ma non capisco. io non gli ho mentito.-
-Gli passerà Giusy tranquilla, stasera sarà la risposta a tutto. Se capiterà ancora, bè dovranno ricredersi, se non capiterà più, se la metteranno via.-
-Spero tanto abbia ragione tu-.
Dopo un'altra ora di cammino arriviamo. Il lago è grandissimo e intorno c'è un vasto prato. Il cielo però continua a non piacermi per niente.
-Forza ragazzi, mettete giù gli zaini e venite tutti qua che è l'ora del gioco!- dice con il suo solito entusiasmo il professore Fito.
Appoggio il mio zaino vicino a quello di Tamara, Sol e Patty e ci avviciniamo al professore.
-Beneee, allora oggi dato che siamo in questo bel posto vicino a questo magnifico lago voglio che vi dividiate nei soliti 3 gruppi, a ogni baita è stato affidato un colore. Stamattina presto io e il professore Barcaroli siamo venuti qua e abbiamo nascosto qua in giro dieci oggetti del colore che ora vi assegneremo. Avete un'ora di tempo per trovarli tutti. Pronti via!-
Alla nostra baita è stato affidato il colore blu. Ci dvidiamo e cominciamo a cercare gli oggetti. Dopo circa un quarto dora ne ho trovato uno. In realtà ne ho trovati anche uno rosso e uno verde, ma non sono della mia baita quindi li ho lasciati là.
Alla fine del gioco il nostro gruppo ne ha trovati solamente otto. Ha vinto la squadra di Patty, la squadra verde.
-Bene, forza ora si mangiaa!-
Tiro fuori il panino che ci aveva preparato la cuoca e che ci aveva consegnato stamattina.
Ogni tanto giro lo sguardo verso Guido, ma lui mi evita o si gira da un'altra parte. Mi fa stare male questa storia, le altre si sono messe a scherzare, ma ho bisogno di stare un pò da sola. Vicino a dove ci siamo seduti noi c'è una grande quercia, che dà proprio sulla riva del lago. Mi sembra il posto migliore, quindi vado per sedermi là dietro. Appena giro l'angolo che mi trovo? Antonella, sempre in mezzo ai piedi deve essere. Stavolta però è strana, ha le cuffie dell'i-pod e sembra pensierosa, quasi triste.
-Sempre tra i piedi sei.- dico io per farmi sentire. Lei si gira a guardarmi.
-Cosa vuoi popolare?- mi domanda, la prenderei a sberla.
-Cercavo un posto per stare un pò da sola, ma a quanto pare questo è già occupato.-
-Si anch'io volevo restare da sola e lo ero prima che arrivassi tu.-
-Ah sei una vipera, bè il posto non è di tua proprietà quindi mi siedo anch'io qua.-
Dico posizionandomi vicino a lei. Antonella sbuffando si sposta un pò più in là.
-Che problemi potrà mai avere una popolare, da doversene stare qua a pensare, sentiamo, cantate tanto l'amore e l'amicizia, avete la vita perfetta, cosa volete di più?- mi dice lei.
-Ma sentila, parla quella che si crede the best, la migliore in tutto,ottieni sempre tutto quello che vuoi avere. E ti permetti anche di venire a dire su a me?-
MI sto veramente incavolando, volevo semplicemente stare un pò in pace, ma a quanto pare ho scelto il posto sbagliato.
-L'unica cosa che vorrei avere veramente non ce l'ho.- dice sussurrando, ma riesco comunque a sentirla. Mi ero dimenticata di suo padre, cavolo, mi maledico da sola. Ha ragione, in confronto a lei io ho una vita perfetta, ho due genitori che mi vogliono bene, non uno morto e uno che passa tutto il tempo a fare piani malefici, che stupida sono stata.
-Comunque Guido non mi parla più da ieri sera, per questo sono triste.- dico per cambiare discorso e provare a fare una discussione seria.
-Neanche Bruno a me, ma tu come hai capito di essere innamorata di Guido?- mi domanda sorprendendomi. Probabilmente anche lei si sente sola in questo momento e ha bisogno di un'amica.
-L'ho capito perchè mi trovavo a pensare sempre a lui, perchè anche se quando ci parlavamo litigavamo, mi divertivo a farlo con lui, l'ho capito quando ho sentito una forte gelosia quando stava con Luciana, e quando ho visto che di Alan non me ne importava più nulla, che anche quando ero triste e arrabbiata, e volevo stare da sola  respingevo tutto il mondo, lui era l'unica persona con cui avevo voglia di parlare.- dico io sorridendo, anche se Guido è arrabbiato con me, pensare a lui mi fa venire comunque una fitta al cuore.
-Mi sa che mi sto innamorando allora.-
-Come mai fai questa grande confessione proprio a me?- domando io.
-Vedi altre persone qua vicino a noi?- mi domanda.
Ci guardiamo e scoppiamo a ridere, e ho come l'impressione che qualcosa stia cambiando tra me e Antonella.
-Tieni.- mi passa una sua cuffietta dell'i-pod.
La accetto per non interrompere questo momento sereno che si è creato, ma di ascoltare tutte canzoni in cui si dice che le divine sono le migliori non ho proprio voglia.

Me siento sola
Estoy tan triste
Me falta todo no se donde estas

Ya no hay palabras que me
contengan
Sueño con verte solo una vez mas


Non ho mai sentito prima questa canzone, non sembra neanche fatta dalle divine, eppure la voce è di Antonella, la melodia è molto dolce. "Sogno chiusa in me stessa una vita migliore" è una frase stupenda, allora è vero quello che mi ha detto prima e ora l'ho capito, quello che mostra agli altri è solo una facciata.

Noche tras noche
Lloro en mi cuarto
Busco tu abrazo en la oscuridad
Y alli se rompe mi alma en pedazos
Ya no te puedo encontrar


Si riferisce a suo padre credo, piange, si anche lei è umana e come tutti vorrebbe l'abbraccio di suo padre nei momenti tristi.

Porque a mi
Porque a mi
Porque me toca,sufrir asi
Te fuiste un dia sin avisar
Y fue asi,que te perdi
Porque a mi
Porque a mi
Me duele tanto,vivir asi
Quiero que vuelvas,que vuelvas ya
A estar conmigo...papa


Sto praticamente piangendo come una disperata e in uno slancio di disperazione abbraccio Antonella.
All'inizio è stupita, ma poi ricambia anche lei l'abbraccio.
-Grazie.- mi dice.
-Ok dai, fermiamoci qua Tontonella, non esageriamo con le sdolcinatezze.-
-Giusto popolare.-
Ci mettiamo a ridere, ma sul più bello comincia a piovere. Ci alziamo e corriamo dagli altri. Lo dicevo io che il cielo non era bello.
-Forza ragazzi, raccogliete le vostre cose e torniamo velocemente alle baite, veloci.-
Tiro fuori la felpa pesante e la indosso, almeno mi ripara un pò.
In due minuti raccogliamo tutte le nostre cose e ci avviamo con passo veloce a tornare a casa, ma ormai la dolce pioggia si  trasformata in un diluvio.
La pioggia mi picchietta sulla testa, cerco di tenere il passo veloce degli altri, ma siamo comunque intralciati dal fango e i vari rami che si presentano in mezzo al sentiero.
Dietro di me c'è Luciana, la sento fino a qua battere i denti, è in maniche corte.
-Luciana, non hai una felpa?- le chiede Gonzalo.
-No, me la sono completamente dimenticata.- dice lei tremando.
-Tieni.- Gonzalo tira fuori dal suo zaino un'altra felpa e la aiuta a indossarla.
-Grazie.- le dice lei e lui ricambia con un sorriso.
Cosa succede alle divine? Cupido è andato a farle visita?
Sono ormai le sei quando torniamo alle baite.
-Ragazzi, asciugatevi per bene, fatevi una doccia e poi ci troviamo giù a cena.- ci dice zio Fito.
Così ci avviamo verso le baite, riprovo a parlare con Guido, ma senza successo.


Sono ormai le undici di sera, fuori sta ancora diluviando. Che giornata strana. Mi sento triste perchè penso di essermi innamorata di Bruno e lui ora è arrabbiato con me, ma sopprattutto mi sento strana, mi sono confidata su tantissime cose con Giusy, il capo delle popolari, alla fine non è poi tanto male.
Mi infilo sotto le coperte, adoro sentire il rumore della pioggia fuori dalla finestra, ma da una parte ho anche paura che i tre uomini di ieri tornino. Cerco di non pensarci e mi metto a dormire.
Apro lentamente gli occhi, un respiro sconnesso mi ha svegliato, guardo l'ora, mezzanotte e mezza.
Mi giro verso Luciana. Sta tremando tantissimo, ha il respiro irregolare e sembra si lamenti.
Mi alzo e le tasto la fronte, scotta tantissimo, deve essersi presa un bel febbrone oggi pomeriggio.
Anche Giusy si alza, svegliata dai rumori.
-Che succede?- mi domanda.
-Luciana sta male.- le rispondo.
-Cos'ha?- mi domanda venendo vicino a noi.
-La febbre altissima.-
-Giù nelle cucine c'è un armadietto con tutti i medicinali, andiamo a prenderle qualcosa.- mi dice Giusy.
-Ok, aspetta un attimo.-
Prendo un fazzoletto e lo bagno leggermente, poi glielo poggio sulla fronte, Giusy intanto sveglia Tamara e le dice di stare vicino a Luciana.
Tengo il pigiama, ma infilo le mie converse e indosso una felpa pesante col cappuccio, fuori piove ancora a dirotto. Anche GIusy fa lo stesso e ci avviamo in cucina a prendere le chiavi della cucina, ogni baita ne ha una copia per le emergenze.
Come esco rabbrividisco, la pioggia è molto forte e rischiamo i prenderci una broncopolmonite pure noi.
La stradina che ci porta alla cucina ha due grandi file d'alberi che si diramano poi nel bosco ai lati, ed ha un che di inquietante. Una volta arrivate in cucina prendiamo le medicine che dovrebbero fare passare la febbre a Luciana. La madre di Giusy è infermiera quindi sa cosa prendere. Abbiamo fatto prestissimo quindi infreddolite ci rimettiamo in cammino per tornare alla baita, spero che Luciana non sia peggiorata, è comunque una mia amica e le voglio bene.
Siamo circa a metà percorso.
Guardo affianco a me per vedere se Giusy c'è ancora, non sento più i suoi passa, ma non la trovo. Mi volto completamente e la vedo qualche metro più in giù china ad allacciarsi una scarpa.
-Giusy ti muovi?- le dico io.
-Oh insomma un attim...- spalanca gli occhi.
-ANTONELLA ABBASSATI!- mi grida.
Presa dalla paura la ascolto e mi butto a terra. Sento qualcosa passarmi sopra, ma non capisco cosa, finchè non mi volto. Sull'albero alla mia sinistra vi è incastrata una freccia appuntita. Mi giro a guardare alla mia destra. All'interno del bosco riesco a scorgere l'ombra di uno dei tre uomini. Mi paralizzo dalla paura, non so che fare. Quella freccia mi avrebbe preso se Giusy non avesse urlato, e quell'uomo ora che ha intenzione di fare? Siamo state due stupide a uscire, mavolevamo aiutare Luciana e ci siamo completamente dimenticate dei tre uomini. Sento Giusy corrermi vicino e mi abbraccia, stiamo tremando tutte e due come delle foglie.
-Antonella, Giusy.-
Qualche metro più in su da noi ci sono Bruno e Guido. Cosa ci fanno qui? Una paura ancora più grande mi prende, l'uomo è ancora fermo là nel bosco, e se dovesse fare del male a Bruno?
Vedo un'altra freccia puntare nello stesso punto di prima.
-NON MUOVETEVI!- urlo ai nostri amici, con le lacrime agli occhi dalla paura.
La freccia va a conficcarsi sull'albero, accanto all'altra, ma stavolta incastrato c'è un biglietto con una sola parola scritta al centro: ANDATEVENE!


Fine capitolo.
Scusatemi ma qua la scuola mi tiene straimpegnata. Grazie mille a chi ha recensito lo scorso capitolo:annina94, bulma4ever, girlstar, Ilary_Divina. Spero che questo sia di vostro gradimento.
Un bacio
Gaia




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Capitolo 6
*** 6 ***


6! Finalmente l'uomo sparisce dalla nostra visuale. Sono ancora per terra, con Giusy accanto, bagnata fradicia, ma non mi importa, quello che è appena successo mi ha completamente paralizzata dalla paura. Non riesco a capire cosa succede, perchè ce l'hanno su con noi, mi viene da piangere se penso che stavo per finire all'altro mondo. E infatti per una volta non riesco a trattenere le lacrime e mi metto a piangere, tanto siamo sotto la pioggia, nessuno se ne accorgerà, Giusy è ormai in singhiozzi molto forti, ma Guido è arrivato e la sta stringendo forte. Dov'è Bruno?
Guardo vero l'alto e lo vedo in piedi di fronte a me. Bagnato zuppo pure lui, con i capelli attaccati sulla fronte, mi sembra più bello del solito, sono contenta di vedere che sta bene. Mi guarda serio, non sa cosa fare, non sa come comportarsi, fino a cinque minuti fa mi aveva dato dalla bugiarda, ora invece ha potuto vedere con i suoi occhi, e ora non sa cosa fare.
-Abbracciami, ti prego.- gli dico io con tono di supplica, sembra strano che sia uscito dalla mia bocca, ma la paura mi ha preso completamente.
Una frazione di secondo dopo sento le sue braccia attorno al mio corpo, strette strette. Appoggio la testa sul suo petto e mi sento al sicuro, parte della paura che avevo prima sembra essersi dileguata, ecco cosa vuol dire essere innamorati. Chissà se anche lui prova lo stesso?
-Scusami, scusami, scusami.- mi sussurra. E per la prima volta nella mia vita esce dalla mia bocca una frase che non pensavo sarei mai stata capace di pronunciare, che mette da parte l'orgoglio e che fa crollare l'immagine che ho costruito finora.
-Ho bisogno di te.-
Sento le sue braccia stringermi più forte, come se non volessero lasciarmi scappare.
-Sono qua, perdonami.-
-L'ho già fatto.-
Mi dà un bacio veloce su una guancia, ma continua a tenermi stretta cercando di farmi smettere di tremare dalla paura.
-Torniamo alla baita.- ci dice Guido.
-Dobbiamo avvisare i professori.- dico io.
-Non c'è tempo, Luciana sta male e le freccie non scappano, possiamo farlo anche domani mattina, così vedranno con i loro occhi.- dice Guido. Annuiamo tutti e tre e aiutata da Bruno mi tiro su, anche se le gambe mi tremano ancora leggermente. Mi prende la mano e in silenzio ci avviamo alla baita. Finalmente ancora tremanti, infreddoliti, bagnati fradici e impauriti, arriviamo.
Una volta dentro mio fratello ci viene incontro.
-Finalmente, ma cos'è successo?- ci domanda notando le nostre facce.
-Ci facciamo una doccia per scaldarci, ci asciughiamo e vi spieghiamo tutto. Sigillate ogni balcone e ogni porta.- Dice Bruno.
-Va bene, ma perchè? Comunque abbiamo portato Luciana nella saletta comune, che abbiamo acceso il camino per fare un pò più di caldino. Le medicine?- Giusy dà a mio fratello le medicine e gli spiega quali e come dargliele.
Io intanto mi avvio verso il bagno. Cavolo non ho altri pigiami da mettere, e la roba da indossare mi serve per le giornate, non ne ho portata via molta di più. Prendo una canuttiera e un paio di shorts tanto con il camino acceso fa molto caldo e vado in doccia cercando di fare presto per poi lasciare il posto a Giusy. Prendo le coperte che erano avanzate dentro l'armadio e vado in sala comune. Sul divano vi è distesa Luciana e ha la testa appoggiata sulle gambe di Gonzalo, finalmente sta dormendo tranquilla, i medicinali hanno fatto subito effetto, ma ci ha fatto prendere un bello spavento. Su una poltrona stanno mio fratello e Tamara sul bracciolo. L'altra poltrona è occupata da Guido che si è già fatto la doccia. Distribuisco una coperta a Luciana e una a mio fratello e Tamara che si coprono insieme. Guido ne ha già una, per fortuna che c'è un altro intelligente dentro questa baita. Mi arrotolo nell'ultima coperta rimasta e mi siedo sul tappeto con le spalle che poggiano al muro ai lati del camino.
-Possiamo sapere allora cos'è successo?- domanda Gonzalo.
-Aspettiamo che arrivino tutti.- dico io.
Dopo due minuti fa il suo ingresso Giusy che va a sedersi in braccio al suo ragazzo, e dopo poco arriva anche Bruno, si guarda un attimo intorno come a cercare un posto dove sedersi. Distendo il braccio aprendo la coperta, facendogli quindi capire di venire vicino a me. Viene subito da me, mi fa alzare, prende la coperta e se la mette sulle spalle. Io lo guardo male, cosa vuole lasciarmi al freddo? Poi però mi fa sedere tra le sue gambe, avvolgendomi col suo petto e la coperta. Mi sembra la posizione più comoda e calda del mondo, passerei qua tutta la notte.
-Bè, potete spiegarci finalmente?- domanda Tamara.
-Le ragazze avevano ragione. Ci sono tre uomini che ci hanno preso di mira, li abbiamo visti pure noi.- dice Bruno serio.
-Eh ma voi cosa ci facevate fuori?- domando io a Bruno.
-Vi stavamo venendo incontro, quando abbiamo sentito che eravate fuori al buio da sole, un pò ci siamo preoccupati.- dice Guido tranquillamente. E io non posso non sorridere per il fatto che ci stavano venendo a cercare, cari.
-Cos'è successo di preciso questa sera?- domanda Tamara.
-Stavamo tornando dalla cucina dove avevamo prese le medicine per Luciana, io sono rimasta un attimo indietro e per fortuna ho visto arrivare qualcosa che puntava ad Antonella, le ho urlato di abbassarsi e una freccia si è scagliata sull'albero, poi sono arrivati Bruno e Guido e dopo qualche minuto è stata scagliata un'altra freccia con un biglietto, con su scritto: "Andatevene".- racconta Giusy. Mio fratello sbarra gli occhi, e inizia a tormentarsi le mani.
-Antonella, anche voi però, cosa partite e uscite da sole, lo sapete che può essere pericoloso comunque, se ti fosse successo qualcosa, non farlo più per favore.- mi dice.
-Ma Fabio, volevamo solo aiutare Luciana, mica lo sapevamo che sarebbe successo questo.-
-Non mi importa, voi ragazze da sole non girate più.- dice deciso.
-Si concordo, ma qua quelli in pericolo siamo tutti quanti, cosa vogliono da noi?- Gonzalo si intromette nel discorso.
-Secondo me l'unica cosa da fare è aspettare domani mattina, quando i professori vedranno la freccia ci crederanno e probabilmente ce ne andremo o chiameremo la polizia, ma adesso è buio ed è pericoloso uscire fuori. Andiamo a dormire.- dice Guido che poverino si vede che sta crollando dal sonno.
-Secondo me è meglio rimanere tutti uniti però.- dice mio fratello.
-Si Fabio ha ragione, andate a prendere nella camera dei ragazzi coperte e cuscini, uniamo tutti i letti della camera di noi ragazze e dormiamo tutti quanti insieme.- dico io, la cosa dovrebbe suonare come una proposta, ma in realtà suona come un ordine, è il mio tono di voce, non so che farci. Tutti quanti si alzano senza replicare, Guido, Bruno e mio fratello vanno a prendere coperte e cuscini mentre io , Giusy e Tamara uniamo i letti. Gonzalo ci segue con Luciana in braccio. Una volta formato un maxi lettone unico ci buttiamo. Siamo girati un pò da tutte le parti e in tutti i sensi, ma almeno siamo tutti insieme.

Mi giro e apro lentamente gli occhi, possibile che non riesca a dormire? Davanti di me mi trovo un piede di Gonzalo. Stringo il naso schifata, possibile che una divina come me debba dormire così? L'idea di dormire tutti insieme è stata mia, ma speravo riuscissimo a starci tutti comodamente. Guardo l'ora, le 4 di mattina. Tra quattro ore dobbiamo svegliarci, è stata una notte veramente movimentata, ho incubi in continuazione. Mi alzo e vado verso la stanza comune. Ho un pò freddo, che scema sto girando in canuttiera. Mi siedo nel divano vicino al camino con le ginocchia strette al petto e inizio a pensare.
Che brutta situazione che stiamo passando, non vedo l'ora che arrivi domani mattina in modo da raccontare tutto ai professori e prendere provvedimenti. Mi fa troppa paura pensare di stare in questo posto per altre 4 notti. Poi il mio pensiero va a Bruno, ho avuto veramente paura stanotte, paura che potesse succedergli qualcosa. Di solito penso solo a me stessa, ma con lui è diverso, è dolce con me, quando sono con lui mi sento al sicuro, mi sto proprio innamorando.
Come al solito, parli del lupo e spuntano le corna, Bruno fa il suo ingresso nel salottino comune.
-Ehi, cosa ci fai qua?- mi domanda.
-Non riuscivo a dormire, troppi incubi. Tu?-
-Mio fratello mi ha tirato un calcio nel sonno, mi sono svegliato e non riuscivo più a dormire. Che stai facendo?-
-Pensavo.- gli rispondo. Si viene a sedere vicino a me.
-A cosa?- mi domanda.
-A tutta questa situazione assurda, ho paura, non mi è mai capitata una cosa simile.- dico con sincerità.
-Anch'io ho paura, ma ho paura da quando ho visto quella freccia sfiorarti.- mi si chiude lo stomaco.
-Hai paura per me?- gli domando.
-Si, non vorrei ti capitasse qualcosa di male.- mi dice con sincerità.
-Sarà stato un caso quello di stasera, anch'io ho paura per tutti voi.-
Non mi risponde, ma mi guarda negli occhi, serio.
-Antonella, stasera hai detto una frase.-
-Che frase?-
-Che hai bisogno di me...Cosa intendevi?- mi domanda. Oh cavolo e io adesso cosa gli rispondo? La verità? Ma si sono Antonella the best, ci devo provare.
-Questo, che ho bisogno di te perchè mi sento sola.- rispondo.
-Perchè proprio me?-
-Perchè mi sto innamorando di te.-
Non riesco a finire la frase che sento le sue labbra sulle mie. Ed è un emozione unica, che mi scalda tutto il corpo, che mi scalda completamente dentro. Sento il cuore scoppiarmi dentro, mentre la sua lingua raggiunge la mia, e stiamo qua, ad avvicinarci sempre di più l'uno all'altro, con la voglia di non staccarci mai. Quando siamo ormai senza fiato ci stacchiamo.
-Voglio stare con te.- mi sussurra Bruno.
-E allora stacci.- gli rispondo prima di riprendere a baciarlo.



Fine capitolo.
Ciao a tutte. Lo so come capitolo non è molto lungo, ma diciamo che è di passaggio, e poi ho fatto mettere insieme la mia coppia preferita. Ne approffitto per augurarvi buon Natale anche se in ritardo e buone feste.
Grazie mille per le recensioni dello scorso capitolo a:
alydivinathebest95: ciaoo, grazie mille per la recensione, troppo buona. Un bacio.
girlstar
: Sono contenta che ti piacciano Giusy e Anto come amiche, anche a me piacciono molto. Baci
annina94: Ciao, mi dispiace per te ma Luciana soppravvive :)...la tua recensione mi ha fatto morire dal ridere, grazie mille!Un bacio.
Ilary_Divina: tranquilla, prseto diventeranno sempre più amiche Anto e Giusy. Sono contenta che la ff ti piaccia. Un bacione.
sam05: ciao, sono contenta della tua recensione, mi fa piacere sapere il parere degli altri. Grazie mille. Baci
bulma4ever: Ciao, ma quanto mi fanno piacere le tue recensioni, davvero. Comunque non so se si è capito, ma non sono fantasmi, come dice il prologo sono proprio i carcerati in carne ed ossa. Un bacio
TheKira: grazie mille per la tua recensione. Un bacionee
A presto.
Gaia

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Capitolo 7
*** 7 ***


_7 Mi alzo un pò assonnata, accendo il cellulare e guardo l'ora, sono le quattro e mezzo di mattina, possibile che io mi devo sempre svegliare a questi orari impossibili? Accanto a me dormono Giusy e Guido abbracciati e un pò più in là Luciana, mentre di traverso Gonzalo, ma e tutti gli altri dove sono andati? Mi alzo e apro la porta che conduce in sala comune, faccio molto piano, non vorrei davvero svegliare gli altri. Su un divano che dormono rannicchiati vi sono Bruno e Antonella, ma cosa ci fanno qua? E perchè sono abbracciati? Vuoi vedere che si sono messi insieme. Si deve essere per forza così, c'è sempre stato un certo feeling tra di loro.
Mi giro e vado verso il bagno, devo passare il tempo in qualche modo. Apro lentamente la porta, sempre cercando di non fare rumore, mi giro per richiudermela alle spalle, ma facendo un passo sbagliato mi inciampo sul tappeto, ora impianto il sedere per terra, me lo sento. Chiudo gli occhi, ma due braccia forti mi prendono per sotto le braccia tenendomi sollevata.
Riapro gli occhi, e mi giro di colpo per vedere chi mi ha aiutata e mi trovo Fabio che mi sorride.
-Tutto bene?- mi domanda mentre mi tira su.
-SI, oh mamma Fabio scusami, non avevo visto che c'eri tu in bagno, ora me ne vado, scusa scusa non me ne ero proprio accorta, che figure.- dico imbarazzata.
-Ma figurati, avevo finito, non andare via, rimani un pò qua con me.-
Ci sediamo sul pavimento e sento il mio cuore scoppiare quando lo sento dire questa frase, Fabio non puoi neanche immaginare quanto mi stai rendendo contenta.
-Che nottata eh.- mi dice lui per rompere il ghiaccio.
-Si, è stata molto intensa, terrificante, speriamo che domani i professori risolvano le cose.-
-Non oso pensare a cosa poteva succedere stasera ad Antonella.- dice prendendo la testa fra le mani.
-Si, da quando nostro padre non c'è più ha bisogno di una figura di riferimento, che la protegga, che le dia un senso di sicurezza, e nostra madre non è molto brava a fare la madre diciamo.- mi dice confidandosi con me. Mi si chiude il cuore a sentirlo parlare così.
-E tu? Hai bisogno anche tu di una persona che ti stia accanto e ti protegga, di una persona che ti renda felice.- dico senza rendermene conto, e lo abbraccio, non so da dove viene tutto questo coraggio, ma dentro di me c'è una piccola speranza che questa sia la volta buona.
Alza il viso e mi guarda fisso negli occhi.
-Per essere felice ho bisogno di una sola cosa.- mi dice.
-Di cosa?- domando ingenuamente.
-Di te.-
Riesco a sentire il suo sussurro, un attimo prima di trovarmi le sue labbra incollate alle mie che chiedono accesso alla mia bocca. Glielo concedo ed è il bacio più bello che ho mai dato in vita mia. A Fabio, il ragazzo che amo da una vita. Forse questa nottata non sta poi andando tanto male.

-Amore, sei sveglia?-
-Adesso si, cosa vuoi Guido?- domando.
-Stare un pò da solo con te.- mi bacia sul collo.
-Ci stiamo domani mattina, non mi scocciare, ho sonno.- dico girandomi dall'altra parte, appena sveglia ho l'umore molto irascibile.
-Ma domani mattina ci sono anche gli altri, adesso invece la camera di noi ragazzi è libera.- mi dice con tono malizioso.
Inizio a capire cosa vuole fare e sinceramente un pò di voglia ce l'ho pure io, ma non mi va proprio di alzarmi.
-Non riesco ad alzarmi Guido.- dico mugugnando.
-Oh bè, nessun problema.-
Mi tira via le coperte e mi prende in braccio, mi appoggio alla sua spalla e richiudo gli occhi, non ho ancora collegato di essere al mondo e questo mi tira pure via dalle coperte.
Arriviamo nella stanza dei ragazzi, mi butta sul letto e si mette a ridere.
-Perchè ridi?- gli domando.
-Hai visto chi c'era in salotto?-
-No, chi?- mi prende una strana paura, ora mi ricordo dei tre uomini nel bosco, che nottata.
-Bruno e Antonella, si sono messi insieme senza dire niente a nessuno quei due.- dice Guido sorridendo.
-No veramente a me qualcosa aveva accennato- dico tranquillamente.
-Scusa?- mi domanda con faccia perplessa.
-Che c'è?- gli chiedo.
-Tu e Antonella?- mi guarda strabuzzando gli occhi.
-No, no e poi no, io e Tontonella non siamo amiche, ci è solo capitato di parlare una volta.- dico decisa.
Guido mi guarda un pò dubbioso, ma poi il suo sguardo si trasforma in dolce.
-Sei bellissima piccola.- mi dice spostandomi un ciuffo di capelli.
-Grazie, si bè anch'io modestamente sto proprio con un bel ragazzo!- dico facendolo ridere.
-Ma che ore sono?- gli domando.
-Le quattro e mezzo circa.-
Vi è una lunga pausa di silenzio tra di noi, a un certo punto lo guardo.
-Bè, mi hai svegliato a quest'ora solo per parlare?-
-Ti amo Giusy.-

Apro lentamente gli occhi e mi tiro su, ma una fitta alla testa mi prende. Mi guardo un attimo intorno, cosa ci fanno tutti i letti ammassati insieme? Non riesco a ricordarmi perchè sono qua. Il mio piede urta qualcosa, che dorme di traverso in questo maxi lettone c'è Gonzalo. Quanto è bello, credo di essere ancora innamorata di lui, è sempre stato molto dolce con me.
Un momento, ma Gonzalo qua, cosa ci fa?
Lo vedo aprire gli occhi e mi guarda sorridendo.
-Luciana, stai meglio?- mi domanda.
-Come sto meglio? Gonzalo, io non mi ricordo come ci sono finita qua.- dico sinceramente.
-Hai avuto la febbre altissima, non eri cosciente, Giusy e Antonella sono scese a prenderti delle medicine, ma sono state aggreddite dai tre uomini e quindi abbiamo deciso di dormire tutti insieme.- mi spiega tutto d'un fiato.
-Come aggredite? E adesso stanno bene?- domando.
-Si si tranquilla.-
-Ma e gli altri dove sono?- gli domando.
-Sinceramente non lo so sai.-
Si alza e va a controllare la porta del salotto.
-Di qua ci sono Bruno e Antonella, gli altri saranno in giro per la casa.- dice tornando a sedersi vicino a me.
-Ok, grazie comunque che mi siete stati vicino e per la felpa che mi hai prestato oggi.- dico sorridendo.
-Anche se non è servita a molto.- mi dice dolce.
-é stato comunque un gesto carino.- dico io, battendo i denti, ho ancora un pò di freddo, forse ho ancora un pò di febbre.
-Hai freddo?- mi domanda preoccupato Gonzalo.
-Un pò.- dico io cercando di non darlo a vedere.
-Vieni qua.- mi fa appoggiare sul suo petto e poi ci copre entrambi con una coperta e il freddo mi passa subito.

Mi sveglio di colpo, un rumore molto forte proviene dalla porta.
Tum.
Di nuovo, tiro su la testa, mi accorgo di essere abbracciata a Bruno e improvvisamente ricordo questa notte e mi viene da sorridere. Guardo l'ora nel grande orologio in cima al caminetto. Le cinque. Chi può essere alle cinque di mattina?
Tum.
Adesso il rumore è veramente forte, vedo la porta tremare un pochino.
-Che succede?- domanda Bruno ancora mezzo addormentato.
Tum.
-Senti?- gli domando spaventata. Si tira immediatamente su, ma un altro colpo stavolta più forte fa proprio tremare la porta, chiunque ci sia là fuori prova anche a girare la maniglia.
-Bruno, ho paura.- gli sussurro.
-Credo stiano cercando di sfondare la porta, aiutami, dobbiamo spostare il divano contro.-
Ci alziamo e iniziamo a spostare il divano verso la porta mentre altri colpi iniziano a essere veramente pesanti.
Dalla camera dei ragazzi compaiono Giusy e Guido, ma cosa ci facevano là dentro? Ah non ho voglia di pensarci ora. Continuo a spingere il divano.
-Cosa sta succedendo?- domanda Giusy spaventata.
-Credo stiano cercando di entrare.- dico guardandoli e loro corrono a darci una mano.
Dopo qualche minuto arrivano anche Tamara, Gonzalo e mio fratello, gli spieghiamo la storia e iniziano ad aiutarci. Una volta che abbiam sistemato divano e poltrone contro la porta ci tranquilizziamo un pò, anche se i colpi non diminuiscono.
C'è un silenzio surreale, si sentono solo i nostri respiri tesi, che brutta notte, la peggiore della mia vita.
Un urlo squarcia il silenzio. Luciana, era rimasta nell'altra stanza perchè sta ancora poco bene.
Ci fiondiamo velocemente di là. Da sotto la porta del bagno esce acqua, tanta acqua, ma come? Fino a due minuti fa non era successo niente.
-Chi ha il coraggio di aprire?- domanda Tamara.
Come sono codarde queste popolari, vedo Bruno farsi avanti, ma lo supero. Primo perchè sono una divina e devo mostrarmi forte sempre e comunque, e secondo perchè qualunque cosa ci sia là dentro non voglio succeda niente a Bruno.
Spalanco la porta senza tante storie. Un vento gelido mi assale, il balcone è spalancato, ma come, lo avevamo chiuso alla perfezione. Accendo la luce e gardo fuori. Tre figure incappucciate si stanno allontanando dalla baita.
Inizio a tremare, ma come hanno fatto ad aprire il balcone, probabilmente non lo avevamo chiuso poi tanto bene. Sento le braccia forti di Bruno stringermi per calmarmi, mentre Gonzalo chiude velocemente la finestra. I rubinetti della vasca da bagno sono aperti e questo spiega il lago di acqua che si è formato nel pavimento.
-E questo cos'è?- domanda Giusy prendendo in mano un oggetto bianco che galleggia nell'acqua e posato sopra un biglietto.
Guardiamo tutti quanti l'oggetto, è piatto al centro molto resistente, sembra quasi...
-Ma questo è il palmo di una mano umana.- dice mio fratello convinto.
Giusy tira un urlo e lascia andare l'osso scoppiando a piangere. Io non riesco a piangere davanti a tutti, ma purtroppo il tremolio non lo posso fermare.
Apriamo il biglietto.
"A voi la scelta: andarvene vivi o restare morti."

Il mattimo dopo la freccia era scomparsa, segni su porte e finestre non ve ne erano e a noi per l'ennesima volta professori e compagni non credettero.






Fine capitolo.
Sorry, sorry, sorry, ma vista l'ora sono stanchissima, posto perchè è da un pò che non lo faccio, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Un grazie enorme a tutti quelli che hanno recensito.
Un bacione.
Gaia

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Capitolo 8
*** 8 ***


8!! -Antonella, Antonella, mi stai ascoltando?-
Ma cos'ha da urlare quella stupida di Pia, non ho dormito praticamente niente per colpa di quei tre che girano in questa zona. Adesso stiamo pranzando finalmente, ma le mie palpebre faticano a stare aperte, non vedo l'ora di andare a riposare un pochino.
-Si Pia, ti sto ascoltando, e snceramente non mi piace per niente la tua maglietta, come si fa ad accostare rosso e verde!It's horrible honey.-
Mi dispiace per Pia che mi sta guardando con aria schifata, ma io preferisco dire in faccia le cose che alle spalle, sono molto schietta sotto questo punto di vista.
-Bè e tu Anto non hai novità?- mi domanda Pia. Al tavolo siamo solo noi tre perchè Luciana è già andata su a riposare con la scusa che stanotte stava male.
-Eh va bene una novità ce l'ho.- dico sorridendo.
-Dai raccontaci!- dice Caterina sorridendo sincera, è troppo buona quella ragazza, a volte penso come mai è entrata nelle divine.
-Attenzione prego ragazze, mi sono fidanzata con Bruno!- dico sorridendo.
-Ah sono proprio contenta per te.- Caterina si alza e mi abbraccia.
-Bè Pia tu non mi dici niente? Non sei contenta per me?-
-Of course cara.- dice con quel suo solito sorrisetto falso, sarà ma non mi fido.
Oggi è già giovedì, oggi pomeriggio inizieremo in teatro a provare lo spettacolo che dovremo fare lunedì pomeriggio, quando la preside e alcuni genitori verranno a vederci per poi tornare a casa tutti insieme. Non ci hanno ancora detto quale sarà lo spettacolo e se ci esibiremo insieme con i due gruppi o separatamente, bo staremo a vedere! Per ora so solo che voglio finire di mangiare e andarmene a letto.
Butto un occhio al tavolo vicino al mio e noto Bruno incantato a fissarmi, gli sorrido e gli mando un bacio.
Lui si smuove un attimo e ricambia il mio bacio.
Si alza dal tavolo e mi viene vicino.
-Anto, andiamo su va che ti vedo stanca.-
Sorrido, nessuno si era mai preoccupato per me, neppure mia madre quando ero piccola mi aveva mai riservato queste premure, mio padre, si forse mio padre prima che morisse era l'unico che si interessava un pò a me. Mi viene da piangere, ma tiro un pò su le lacrime, siamo davanti a molta gente. Lo prendo per mano e lo trascino fuori.
-Ehi che succede?- mi domanda Bruno.
-Grazie.- dico abbracciandolo e facendo sparire le lacrime. Ora ho lui, non voglio più piangere!
-Un giorno mi spiegherai di cosa. Dai andiamo.- dice dandomi un bacio sulla guancia. Insieme ci avviamo verso le camere.

Apro gli occhi, sono le quattro, per fortuna sono riuscita a dormire per due orette. Cavolo alle quattro bisognava essere in teatro per le prove dello spettacolo, me ne ero completamente dimenticata. Anche Luciana è già scesa, bell'amica, poteva aspettarmi o per lo meno avvisarmi. Mi cambio in fretta e furia e apro la porta per passare per la sala comune e uscire.
Davanti a me vedo quello che non avrei mai voluto vedere: gli uomini misteriosi sono dentro la saletta comune e stanno cercando qualcosa dentro il camino, probabilmente qualcuno ha lasciato la porta aperta. Un momento, ma dov'è il terzo?
Improvvisamente una mano mi tappa la bocca e un braccio mi blocca in vita anche le braccia.
-Giancarlo, Paolo, non erano mica scesi tutti.- dice una voce alle mie spalle.
I due uomini si girano. Sono orribili, hanno il viso sporco, i capelli spettinati e sporchi, i denti gialli e sono vestiti con degli stracci.
-Bene bene, chi abbiamo qua? Ma tu non sei quella che abbiamo tentato di ammazzare la scorsa notte?- domanda quello che penso si chiami Paolo. Mi liberano la bocca in modo che possa parlare, allora calma e sangue freddo Antonella.
-Si sono io, ma voi non sapete con chi state parlando, io presto sarò una star, perchè sono una divina.-
-Ehi, ma io l'ho già vista questa ragazza da qualche parte.- dice Giancarlo ignorandomi.
-Ma insomma, mi state ascoltando?- dico io lamentandomi.
Paolo si avvicina, mi prende con una mano per il mento e mi analizza bene il viso, dovrò lavarmi la faccia trenta volte dopo.
-Si che l'abbiamo già vista questa ragazza, in una foto.-
-In una foto?- domando io sbigottita a quello che ha parlato.
-Si, ce l'aveva un nostro compagno di carcere, o meglio uno stronzo.-
-Ma io non conosco nessuno che sta in carcere.- dico pensando.
-Non puoi non conoscerlo cara Antonella Lamas Bernardi.-
-Come fai a sapere il mio nome?- mi sta impaurendo un pochino.
-L'ho letto dietro la foto che aveva tuo padre, in carcere in Spagna, Roberto Lamas Bernardi.-
Il mio cuore inizia a battere più forte, sento le lacrime salirmi agli occhi e intanto dentro di me penso che non è vero, è impossibile mio padre è morto.
-NON è VERO, MIO PADRE è MORTO, CHE NE SAPETE VOI!-
-Questo è quello che credi tu.- continua Paolo.
-Oh Pa, sta arrivando qualcuno.- dice Giancarlo che stava di vedetta alla finestra.
-Noi ce ne dobbiamo andare, ma tu ragazzina passerai l'inferno, pagherai tutto quello che ci ha fatto passare tuo padre in carcere.-
Mi lasciano andare e crollo a terra, no si sbagliano, non è possibile, mio padre non è in galera, mio padre era buono, mio padre non mi avrebbe mai abbandonato per andare in galera. Sarà un caso che conoscono il mio nome, l'avranno letto da qualche parte.
La porta si spalanca e ne entra Bruno col fiatone. Mi si fionda  letteralmente addosso.
-Oddio Anto, stai bene per fortuna, stavo venendo a chiamarti e ho visto i tre uomini uscire dalla baita, che stupidi a lasciarti da sola. Ti hanno fatto del male?- mi domanda Bruno preoccupato.
-Bruno, mi hanno detto che mio padre è vivo ed è in carcere in Spagna.-
Mi appoggio al suo petto, non riesco a piangere sono ancora totalmente scioccata. Ad un certo punto Bruno si stacca da me e mi guarda dritto negli occhi.
-Antonella, ascolta non so dove abbiano tirato fuori questa storia, ma sono dei delinquenti, degli assasini, come puoi credergli?-
Mi scuoto un attimo, si ha ragione! Sono degli assasini, io non gli credo!
-Si, hai ragione. che stupida che sono! Andiamo giù dai.- dico sorridendo.

Scendiamo a fare le prove, non mi è piaciuto per niente quello che è successo ad Anto, da ora in poi prometto che non la perderò di vista un attimo. Forse non lo sto molto dando a vedere, ma il fatto di stare con lei mi ha riempito il cuore di gioia, era dal primo momento che l'ho vista che ho aspettato si accorgesse di me. In tutto questo tempo ho imparato a conoscerla, ad ammirarla, ad odiarla, a guardare oltre e perfino ad amarla. Si perchè, cara Antonella, io l'ho capito che la tua è solo una maschera, basta toccare il tasto padre, che cade automaticamente. Un sacco di volte mi sono trovato a seguirti e guardarti di nascosto, mentre sotto un albero piangevi e ti stringevi forte le gambe contro il petto, accovacciata e indifesa, e non sai quanto avrei voluto stringerti forte per dirti che io c'ero per te, che invece che piangere sola, avremmo potuto piangere insieme, e io ti avrei protetta e avrei fatto di tutto perchè il tuo splendido sorriso non sparisse mai dal tuo viso. E adesso eccoci qua, finalmente me lo hai detto che hai bisogno di me, ti stai affezionando a me ed è la cosa più bella che mi potesse succedere. Un giorno te le dirò queste cose, ma prima voglio vedere quanto ci tieni a me. Accarezzo dolcemente le tue dita che sono strette alla mia mano, non te la lascerò mai è una promessa.
Apro la porta e trovo tutti quanti ancora seduti per terra ad aspettare i professori, le dò un veloce bacio a stampo e mi vado a sedere vicino ai ragazzi, continuando comunque a guardarla, la vedo che è ancora un pò scossa, ma Caterina inizia a chiederle consiglio sul colore di uno smalto e sembra distrarsi un pò.
-Ehi Bruno che succede?- mi domanda Guido.
-Mentre salivo nelle baite per prendere Antonella ho visto uscire dalla nostra i tre uomini misteriosi, ha detto che non le hanno fatto niente, le hanno solo raccontato una sotir astupida su suo padre, ma l'ho trovata abbastanza scossa. Non dobbiamo più fidarci a restare soli neanche un attimo.- dico io spiegando?
-Di nuovo mia sorella?- Fabio tutto agitato si alza e le va incontro per vedere come sta, è molto protettivo nei suoi confronti.
Gonzalo e Guido invece rimangono silenziosi, siamo tutti abbastanza scossi da questa situazione e in più nessuno vuole crederci. Non so come abbiamo fatto, ma hano fatto sparire freccie e tutto quanto.
-Ragazzi, un pò di silenzio, i vostri prof sono arrivati!- dice Fito entrando con il solito entusiasmo e battendo le mani per cercare di farci stare zitti.
-Bene, vorremo informarvi che qui a Ushuaia c'è un'altra scuola di Buenos Aires e ci siamo messi in contatto con loro, stasera faremo una festa qua nella sala prove dove balleremo e ci divertiremo con loro, vi piace l'idea?- ci domanda Fito.
Sinceramente per me è lo stesso, ma si dai, una serata in allegria ci farà solo bene e infatti tutti quanti annuiscono emozionati.
-Allora, siamo qui per comunicarvi anche che abbiamo deciso il musical che faremo e che dovrete interpretare.- dice più seriamente il professor Barcaroli, certo che abbiamo due prof veramente strani, il primo un matto assurdo, che ne sa di danza, ma che ne sa più di risate, e il secondo che non è nemmeno un professore, ma che noi tutti vediamo come un fratello maggiore ormai.
-E allora, il musical che faremo è....un pò di suspance grazie.- dice il professore Fito.
Ci tocca fare una cantilena di sottofondo.
-Cinderella!-
Dice entusiasta, tutti quanti ci guardiamo sorridendo, è un fiaba per bambini, ma sempre bella che piace anche agli adulti e una belissima fiaba romantica, Per un attimo penso ad Antonella, sarà una Cenerentola perfetta.
-Bene, ora vi assegniamo i personaggi, prego tutti di non lamentarsi per il ruolo che avranno, ma abbiamo deciso di fare così in base ai numerosi scherzi che continuano a farci certi alunni.- continua serio Fito, ma si sta riferendo a noi?
-Proprio per questo la protagonista, ovvero, Cenerentola, sarà Patty.-
Ci rimaniamo tutti un attimo male, e già immagino di sentire la voce di Antonella urlare, invece è seduta per terra, con gli occhi chiusi e le ragazze che le fanno aria.
-Professore mi scusi, ma io non voglio fare la protagonista, non me la sento, io non credo, penso che Antonella ci terrebbe di più a farlo.- dice Patty che si vergogna di cantare in pubblico.
-A-ah, anche il papero patagonico ve lo sta dicendo, perchè deve essere la protagonista? Sono sempre stata io prima che arrivasse lei.- Eccola qua, la furia della mia ragazza è arrivata.
-Se solo ascoltassi un pò di più nipotina capiresti, quando imparerai a non raccontare più bugie per farti vedere forse potremo anche accontentarti.- dice Fito.
-Cioè, io, Antonella the best, rischio di morire e voi primo non fate niente e poi neanche ci credete, ma voi iete tutti pazzi.- dice urlando.
-Mi dispiace ma ormai è deciso, tu farai la matrigna e Luciana e Giusy saranno la sorellastre.-
Vedo la sua faccia inorridita, ma si risiede senza protestare, suo zio è uno dei pochi che ha il potere di metterla a tacere. Finiscono di assegnare i ruoli, a me tocca fare il principe, neanche la volevo una parte così importante io, poi Alan sarà il granduca e Santiago il re simpatico, tutti gli altri hanno i ruoli minori.
Iniziano a fare le prove di alcune coreografie in cui non sono incluso.
-Bruno scusa, potrei parlarti un attimo?- mi domanda Pia. La guardo un attimo confuso, chissà cosa dovrà mai dirmi Pia, non abbiamo mai avuto molto rapporto.
-Va bene, dimmi.-
-Da soli. in privato.- mi dice sorridendo. Io alzo le spalle e la seguo fuori. Forse deve dirmi qualcosa di Antonella.
Ci mettiamo vicino al muretto che fa vedere quel paesaggio stupendo, il mare e la montagna che si uniscono.
-Dimmi Pia.- le dico, ripensando a quando sono stato qua con Antonella.
-Non credo ci siano bisogno di parole.-
Non faccio neanche a tempo a capire cosa intende che sento le sue labbra sulle mie, ma lo sa che sono il ragazzo della sua amica? Poggio le mani sulle sue spalle per allontanarla, ma ormai è tardi, Antonella è appena uscita e ha visto tutto!




Fine capitolo.
Eccomi qua, scusate ma come al solito sono di fretta. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Grazie mille a chi ha commentato: sabry99, girlstar, alydivinathebest, Ilary_Divina.
A presto.
Un bacione.

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Capitolo 9
*** 9 ***


9!! Spalanco i miei occhioni marroni a questa vista: Bruno e Pia. No, mi sto sbagliando, non è possibile, no invece, sono Antonella, io non sbaglio mai. Sento il cuore spezzarsi in due, mi stavo fidando di Bruno, forse mi stavo anche innamorando. Il cuore mi dice di girarmi e andarmene, ma io non lo ho mai ascoltato quindi ancora una volta seguo il mio istinto e mi avvicino ai due che ora si sono staccati e mi stanno guardando. Mi soffermo per un attimo sugli occhi di Bruno, sui suoi splendidi occhi verdi, che mi hanno fatto innamorare, mi hanno incantato, sono riusciti a far si che io mi fidassi di lui ed ora eccomi qui? A soffrire come ho fatto solo quando ho perso mio padre, si proprio così tanto sto soffrendo perchè Bruno stava diventando veramente importante per me. Ecco perchè io non ho amiche e perchè non mi affeziono alle persone, in un modo o nell'altro riescono sempre a farmi soffrire, ma io non lo darò a vedere, no neanche stavolta, perchè anche se tenendolo dentro aumento di un sacco il dolore, io sono Antonella the best, e Antonella the best anche se ora vorrebbe piangere non lo fa, perchè odia fare pena alle persone, Patty è debole, Antonella no.
-Antonella.- mi dice Bruno appena arrivo, ma gli tiro un'occhiataccia che farebbe paura perfino alla morte.
-Tu, sei fuori dalle divine. For ever and ever! Sono stata chiara?- dico girandomi verso Pia.
-Fa male eh Antonella? Non ottenere qualcosa almeno per una volta, si perchè tu forse non sei poi tanto the best dato che mi sono baciata il tuo ragazzo, che sicuramente stavi solo usando, e non fare quella faccina perchè ti conosco darling, a te di Bruno non te ne frega niente.-
La guardo andare via, con aria strafottente. L'indifferenza è la cosa migliore per certe persone che forse non sanno cosa vuole dire soffrire.
-E tu invece, sei fuori dalla mia vita.- detto questo mi giro e faccio per andarmene, ma mi trattiene per il polso.
-Antonella aspetta, è stata Pia a prendermi e baciarmi. Non centro niente, per me ci sei solo tu, lo sai.- Oh mamma, fermate quelle due lacrime che stanno per scendere, no no, non adesso per favore. Fredda e spietata, non farti mettere i piedi in testa.
-Non mi interessa Bruno, tanto a me di te non me ne frega niente. Vai pure a baciarti Pia e tutte quelle che vuoi, a me non interessa io le persone le uso solamente.-
-La maschera la puoi indossare quando tratti male Patty o chiunque altro, mi dispiace Antonella, ma con me diventa invisibile.-
Mi supera e se ne va.
E a me rimaneva un solo piccolo pezzo di cuore, che ho distrutto con le mie mani.


Me ne vado, non ce la faccio a sentirmi dire che di me non gliene frega niente, siamo stati insieme poche ore, ma io la amavo da tipo una vita, si perchè la mia vita è cominciata quando l'ho incontrata, quando l'ho conosciuta.
Vado in teatro, ho bisogno di qualche amico accanto, Patty sta ancora provando, ha la parte più difficile.
-Ma Antonella dov'è?- domanda Fito.
-L'ho vista fuori prima.- dico io tristemente.
-Ma dobbiamo provare. Ora vado a cercarla, quella cavolo di Tontonella, adesso mi sente, mai che si possa fare affidamento su di lei.- dice Giusy con quel suo solito caratterino peperino.
-Bruno, ma hai visto un fantasma?- mi domanda Guido scherzosamente.
Mi immobilizzo sul posto, eccola là colei che ha causato tutti i miei problemi, colei a cui mi viene voglia di spaccare la bocca.
Parto in quarta, senza guardare in faccia nessuno.
-Bruno, aspetta, calmo, che succede?- sento Guido dirmi da dietro.
-Pia, tu ora mi spieghi due o tre cose.- dico strattonandola per un braccio.
-Ahia Bruno mi fai male, cosa ti devo spiegare? Mi sembra sia chiaro, a me delle divine non interessa niente, volevo fare vedere ad Antonella come si sta a non ottenere qualcosa, e credimi ti ho fatto un favore, ti stava solo usando.-
-Come ti sei permessa a intrometterti nelle nostre vite?-
Stringo ancora più forte il braccio, voglio sentire il suo osso sbriciolarsi nella mia mano, voglio farla soffrire almeno quanto stiamo soffrendo io e Antonella per questa situazione del cavolo, lo so che quello che mi ha detto non lo pensa veramente, ma come faccio a spiegargli che il bacio tra me e Pia non era vero?
-Ahia Bruno.-
Continua a lamentarsi, ma io non mi fermo, voglio romperglielo questo braccio.
-Bruno, basta usciamo!-
Guido mi trascina fuori dalla sala prove prima che gli faccia veramente male.
-Ma insomma mi spieghi cos'è successo?- mi domanda Guido e io gli spiego tutta la storia, con tutti i particolari. Lo guardo negli occhi, per cercare di capire se mi crede oppure no e da buon amico qual'è, mi crede.
-Vieni, andiamo a cercarla, proveremo a spiegargli tutto.-
-Non lo so se voglio vederla Guido, non adesso.-
-Bruno perchè? Ti sei rincitrullito?-
-Non riesco ancora a sopportare quello che mi ha detto e la conosci, sai il suo carattere, non mi perdonerà mai, anche se non ho niente da farmi perdonare.- gli spiego.
-Ma non fare tante storie, dai.- mi dice Guido e decido di seguirlo, se una parte di me ha voglia di stare da solo, l'altra ha una voglia matta di stare con Antonella.
Saliamo su, la zona è deserta, sono tutti a fare le prove. Un dubbio assurdo mi prende.
-Guido, è meglio se la troviamo in fretta, non mi piace che sia in giro da sola con i tre uomini che ci minacciano.-
-Hai ragione.-
Facciamo un giro nella nostra baita ma niente. Stiamo per scendere per la stradina e tornare giù quando Guido mi fa segno di tacere e di ascoltare. Due voci provengono dal solito bosco che costeggia la strada che porta alle baite. Ci avviciniamo lentamente e ci appoggiamo contro un albero vicino al loro per ascoltare senza farci vedere.
Sono Antonella e Giusy che sedute vicino ad un albero stanno parlando, e dentro di me sento che questa situazione l'ho già vissuta milioni di volte, lei seduta a terra a piangere, io nascosto da qualche parte ad osservarla, solo che stavolta il motivo per cui piange sono io.
-Sbaglio o noi stiamo inziando a parlare troppo?- domanda a un certo punto Giusy ad Antonella.
-Sto iniziando a scoprire che forse voi popolari vi avvicinate al mio livello, vi manca ancora molto eh, ma vi avevo sottovalutate troppo.- dice Antonella, parla a singhiozzi e mi si stringe il cuore a pensare a quanto ha pianto.
-Ma tu lo pensavi davvero quello che hai detto a Bruno?- domanda a un certo punto Giusy. Mi metto dritto per ascoltare meglio la sua risposta.
-No, ma cosa dovevo fare? Andare là e mostrargli che mi aveva spezzato il cuore? No, non è il mio carattere, anche se avessi voluto non ci sarei riuscita.-
Sorrido, si era proprio come pensavo, e questo mi solleva il cuore di tipo dieci centimetri.
-Però scusa, forse dovresti credergli, cioè Bruno non è stupido e per preferire Pia a te bisogna essere proprio scemi, e questa segnatela perchè è la prima volta che ti faccio un complimento.- dice Giusy e entrambe scoppiano a ridere.
-Lo so Giusy, ma te l'ho già detto, mi sto innamorando ed è stato difficile vederli insieme. Tieni.-
Mi sporgo un attimo per guardare cosa le ha passato, e noto due fili di un paio di cuffiette, staranno ascoltando insieme l'i-pod. Mi sento mezzo scemo, quindi anche lei si sta innamorando di me? Sorrido contentissimo.
-Ma questa è..di Patty. Alza.- dice Giusy col tono contento e insieme si mettono a cantare.
Quiero que me lleves de la mano

Donde pueda ver atardecer
Siento que me estoy enamorando
Por primera vez, por primera vez


Sembra stia parlando di noi questa canzone, all'inizio di questa gita ci siamo soffermati a guardare il tramonto, è da lì che il nostro rapporto è aumentato. Sente che si sta innamorando per la prima volta, che sia la verità? Spero proprio di si, perchè per me è veramente così!

Es hermoso lo que esta pasando
Tengo miedo y yo se por qué
Tanto tiempo te estuve esperando
y hoy me besarás, por primera vez

Si oggi ci siamo baciati per la prima volta, anch'io ti ho aspettato tanto tempo Antonella, e non è possibile ora che finalmente possiamo stare insieme, tutto vada male per colpa di un'oca senza cervello. Io so che dentro di te sai cosa vuol dire perdere qualcosa, me lo hai sempre detto quanto ti manchi tuo padre. Probabilmente Pia da sola non ci arriva.

Un beso para mí
Es abrir de par en par mi corazón
Es llegar hasta la puerta del amor
Con mi ilusión, con mi ilusión
Un beso para mí
Es poder hacer el sueño realidad
Es un cuento del que yo no me quiero despertar
Eso es un beso para mí

Non era un illusione, eravamo veramente insieme, possiamo esserlo ancora, credimi per favore, e tutti i miei baci saranno per te.
-Bruno.- Guido mi strattona per un braccio e mi chiama sottovoce.
-Che c'è?- gli domando scocciato.
-Guarda.-
Osservo attentamente dove ha puntato il dito. Tre figure stanno venendo verso di noi. I soliti tre! Dobbiamo andarcene senza farci vedere, forse siamo ancora in tempo.
Guido si alza e mi fa segno di seguirlo. Ci avviciniamo lentamente a Giusy e Antonella. Poi però con una rapida mossa tappo la bocca ad Antonella con una mano e con l'altra la prendo da sotto le gambe. Si dibatte per due secondi, ma poi si rende conto chi sono e mi mette le braccia al collo per tenersi su meglio, anche se mi guarda stramale. Continuo a tenerle tappata la bocca, conoscendo il caratterino che si ritrova è probabile che se togliessi la mano comincerebbe ad urlare.
Corro più forte che posso anche se ho una grandissima morsa allo stomaco perchè la mano che ho appoggiata sul viso di Antonella è bagnata delle sue lacrime. Mi sento un mostro.
Arriviamo alla baita e una volta là ci chiudiamo dentro.
La poso a terra e io e Guido ci buttiamo sfiniti sui divani della saletta comune.
-Possiamo sapere cos'è stato questo rapimento?- domanda Giusy.
-C'erano i soliti tre uomini che stavano venendo verso di voi, siete state delle incoscienti ad andare da sole nel bosco.- spiega Guido.
-Bè e voi cosa ci facevate là?- domanda Antonella calma, troppo calma. Si sta ancora asciugando le lacrime che scappano dai suoi occhi con una mano.

-Vi abbiamo sentite parlare e ci siamo avvicinati.- stavolta gli rispondo io guardandola negli occhi, lei non distoglie lo sguardo da me. Mi fa un male cane vedere i suoi occhi velati di lacrime, rispondiamo freddamente tutti e due, come due estranei
-Da quanto tempo eravate là?- mi domanda ancora fredda.
-Un pò.- rispondo io. Giusy e Guido trattengono quasi il respiro. Si può tagliare l'aria, c'è una tensione. Io ce l'avevo con lei per quello che mi ha detto, ma ora so che non è vero e aspetto solo che me lo dica. Lei ce l'ha con me per il bacio di Pia, ma che io non ho dato. Sono innocente. Se lei fosse un pò meno testarda forse potrebbe capirlo.
Tira su con il naso e si avvicina lentamente. Sono seduto su un bracciolo del divano e perdo l'equilibrio quando mi tira uno schiaffo fortissimo sulla guancia. Finisco disteso sul divano. Lei scoppia a piangere, ha una crisi. Non l'ho mai vista così, credo che nessuno l'abbia mai vista così. Si scaglia contro di me, mi si butta sopra e mi molla un'altra schiaffa, poi un'altra. Comincia a tirarmi pugni sul petto e intanto piange e mi urla contro che sono uno stronzo, che l'ho delusa, che lei si fidava.
-Non dovevi ascoltare quello che dicevo a Giusy. Vai, corri a raccontarlo a tutti, fai il figo dicendo che la regina di ghiaccio, perchè so che mi chiamate così, finalmente si è innamorata. Vai, tanto a me non mi interessa niente.- Mi dice col convulso.
Continua a pugnarmi sul petto, ma non sento male fisico, sento male dentro. Nel sentirla dire queste cose e nel vederla piangere così. Chissà quante volte si è tenuta dentro tutto e ora è esplosa. Mi fa troppo male vederla così, non provo neanche a fermarla, ha ragione a sfogarsi.
Ad un certo punto non la sento più, Guido l'ha presa da sotto le braccia, ma continua a scalciare. Ad un certo punto si ferma, si sente solo il suo convulso. Scappa via dalle braccia di Guido e corre verso il bagno. La seguiamo velocemente, ma troviamo la porta chiusa.
-Fatemi entrare e andatevene per favore.- dice Giusy prima di aprire delicatamente la porta.
-Dai andiamo Bruno.- mi dice Guido.
Faccio segno di no e lui da buon amico rimane con me.
Sento uno sforzo di vomito, poi un altro, e infine la sento rimettere nel water, da quanto ha pianto.
E in un momento realizzo tutto quanto, realizzo quanto teneva a me, quanto si fidava, quanto bene stava iniziando a volermi, quanto l'ho delusa, quanto sono riuscito ad abbattere le sue difese, quanto ho distrutto l'indistruttibile Antonella the best.




Fine capitolo.
Ciao a tuttiii! Non so come definire questo capitolo. Diciamo che è di passaggio. Non so neanche come sia venuto fuori, man mano che scrivevo mi venivano le idee e buttavo giù. Bè a voi la critica.
Grazie mille a: girlstar, mileybest, alydivinathebest95, sabry99.
Un bacio.
Gaia

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Capitolo 10
*** 10 ***


10 Giusy mi tiene i capelli all'indietro, mentre sono piegata sul water, mi accascio sul pavimento e la abbraccio scoppiando a piangere. Non mi importa che sia una popolare, non mi importa che sia Giusy, mi basta semplicemente avere una persona vicina.
-Dai basta, stai tranquilla.- mi sussurra lei.
-Come faccio a stare tranquilla? Non mi posso mai fidare di nessuno che subito mi tradiscono alle spalle.-
-Se vuoi un parere sincero, secondo me dovresti credergli, Bruno non è capace di certe cose, insomma è una vita che ti muore dietro.-
-Lo so Giusy, e magari dentro di me inizio anche a credergli, ma non doveva ascoltare quelle cose. Non doveva.- dico io singhiozzando.
-Antonella, posso ricordarti quante volte ti sei appostata dietro a porte o muri per ascoltare i discorsi della gente?- mi dice ora col tono un pò duro. Io sbuffo.
-Ma perchè devi avere ragione?- gli domando così schiettamente e scoppiamo un pò a ridere sollevandomi leggermente il morale.
-Comunque non lo posso perdonare Giusy, lui non doveva sapere che io sono innamorata di lui, mi dispiace, è il mio carattere, il mio orgoglio che me lo impedisce!-
-Tu non sai quanto detesto questo orgoglio, ti ricordi quanto male siamo stati e quanto tempo c'è voluto perchè io mi mettessi con Guido per la storia dell'orgoglio?-
-Si mi ricordo.- sussurro io.
-Non fare i miei stessi errori.- mi dice lei seria.
-No, ma ho paura che ne farò di nuovi.- dico io, mi alzo in piedi e mi avvicino al lavandino per sciacquarmi il viso, lo apro e mi avvicino con la faccia al lavello, mi butto l'acqua fresca sul viso togliendomi il sapore da vomito e lavandomi via un pò di preoccupazioni.
Mi passo l'asciugamano per asciugarmi e mi rialzo per guardarmi allo specchio.
Sbianco.
Dietro di me c'è un'ombra, uno degli uomini. Mi volto di scatto, ma dietro me non vedo nessuno. Non è possibile, questo è un incubo. Oggi stanno veramente esagerando, ho già il cuore che batte a mille.
-Che succede?- mi domanda Giusy preoccupata.
-Avevo visto un'ombra.- dico ancora sconvolta, un filo di vento passa tra noi due tanto per sottolineare il nostro silenzio ed improvvisamente sento il rumore della finestra che sbatte.
Ci voltiamo di colpo, ma non troviamo nessuno.
-Sarà stata una tua immaginazione.- mi dice Giusy tremando.
-No, non lo è stata, ma vedila così se ti fa stare più tranquilla.- le rispondo io.
Apriamo la porta del bagno a troviamo Tamara e Luciana che nel frattempo sono salite.
-Antonella, mi vuoi spiegare perchè hai cacciato Pia dalle divine?- mi dice con aria superiore e io non posso fare altro che alterarmi, già ho un nervoso addosso.
-Innanzitutto honey, io non ti devo nessuna spiegazione, ma se proprio vuoi saperlo ha disobbedito a una delle regole delle divine.- dico io con tono crudele e altezzoso, sono sempre la solita Antonella.
-E quale scusa?- mi domanda Luciana, ora in visibile difficoltà.
-Andare con i ragazzi delle altre.- dico io cattiva. Luciana rimane un attimo zittita, sembra ci stia pensando su. Poi mi viene incontro e mi abbraccia.
-Scusa, non lo sapevo, cioè io non potevo immaginare, ma Bruno che ti tradisce con una come Pia. I don't believe.- mi dice tornando al suo atteggiamento da divina.
Io alzo le spalle leggermente sconsolata, voglio bene a Pia, ma sapevo che era come me, se non peggio.
-Bè, prepariamoci no? Abbiamo una festa stasera!- dico io urlando.
Anche Luciana fa un urletto e Tamara e Giusy che avevano osservato tutta la scena, sorridono.

Sto scendendo la strada che porta alla sala comune come se fossi su una passerella, la mia solita camminata da star. Accanto a me stanno Luciana e Caterina. Io indosso una minigonna in jeans con i soliti stivaletti con i lacci alti fino al ginocchio, una maglietta bianca e un gilet nero. Che dire? Sono divina come al solito.
Dopo la crisi di oggi pomeriggio mi sono ripresa, forse dentro di me sto ancora male, ma di certo non lo darò a vedere.
Entriamo nella sala comune, abbiamo già cenato, sono circa le nove e mezza, i ragazzi dell'altra scuola sono già qua e naturalmente al mio passaggio tutti si girano. Sono troppo perfetta.
Mio fratello è sul palco con la sua attrezzatura da dj, stasera voglio divertirmi e allontanare ogni pensiero: Bruno, papà, i malviventi che ci vogliono fare fuori.
-Andiamo a ballare?- domando alle divine.
-Of course.- mi risponde Luciana.
Ci buttiamo in mezzo alla pista a ballare, come sappiamo fare solo noi, in modo sensuale, ma deciso, grintoso.
Sento un sacco di occhi addosso a me, ma solo uno sguardo mi trafigge fino al cuore, sento gli occhi di Bruno che non si perdono neanche un mio movimento.

Sto ballando con le altre popolari una canzone del momento che ha messo su Fabio, bisogna ammettere che se la cava veramente bene come dj.
Ad un certo punto sento due mani che si poggiano sui miei fianchi. Sorrido perchè ormai ho riconosciuto il suo tocco.
-Posso rapirti per un pò?- mi domanda Guido.
Sorrido e mi giro verso le mie amiche.
-Ragazze, vado un pò con Guido, ci vediamo dopo.-
-Si si vai tranquilla Giusy.-
Mi prende la mano e mi porta con sè.
-Ma dove andiamo?- gli domando.
Non risponde e continuiamo a camminare. Passiamo per dietro il palco fino ad arrivare davanti ad una porta. Guido la apre e ci infiliamo dentro. Come metto piede dentro inciampo in un secchio.
-Guido ma si può sapere dove siamo?- gli domando scocciata.
-In uno sgabuzzino.- mi dice sorridendo e accendendo la luce.
-E perchè siamo venuti in uno sgabuzzino?- gli domando.
-Perchè avevo voglia di stare un pò da solo con te.- mi dice avvicinandosi. E decido di stare al gioco. La stanza è molto piccola, quadrata, su un lato ci sono scope e attrezzi vari che servono per lavare mentre in fondo ci sono tre mensole con sopra oggetti vari.
-Sicuro che non venga nessuno qua?- gli domando.
-Chi vuoi che ci venga in un posto come questo?-
-Qualcuno che ha avuto la tua stessa idea.- gli dico sorridendo.
-E dai Giusy, è stata una giornata pesante, abbiamo bisogno di rilassarci.- mi dice prendendomi in braccio ed io scoppio a ridere.
-Ahia.- mi lamento quando urtiamo sulla mensola e si sente un tonfo.
-Che è successo?- mi domanda.
-Sarà caduto qualcosa.- gli rispondo e mi accuccio per terra a vedere cos'è caduto. Per terra vi è mezzo aperto un giornale che deve essere vecchissimo.
-Un giornale, di 19 anni fa.- dico io tirandolo su e continuando a curiosare in questi fogli così antichi.
-Guido.- dico a un certo punto sbiancando.
-Che succede?- mi domanda.
Gli indico un punto sul giornale, un vecchio articolo racconta di come tre malviventi uccisero un potente signore derubandolo, i malviventi catturati furono trasferiti all'estero in carcere e la pena che avrebbero dovuto scontare era di 50 anni, il bottino non fu mai recuperato.
-Guido, questo coincide con la storia della vecchia cuoca.- gli dico tremando.
-Stai dicendo che nella nostra baita è nascosto il bottino e i malviventi lo stiano cercando e vogliano farci allontanare dalla baita per poterlo cercare, ma non possono aspettare che ce ne andiamo?- mi domanda Guido.
-Non hai letto? Dovevano scontare 50 anni in carcere, saranno evasi e non hanno molto tempo, vorranno recuperare il bottino per poi andarsene indisturbati in un altro paese e si spiega anche perchè fanno in modo che professori e compagni non ci credano.- gli spiego io continuando a tremare, mentre la verità mi passa davanti al naso e mi fa paura, troppa paura.
-Giusy, siamo in un pericolo troppo grande.- mi dice serio Guido.
E poi la luce di colpo si spegne.


Sono ancora in mezzo alla pista a ballare con le divine. Sento due mani posarsi sui miei fianchi, le mie labbra si piegano istintivamente in un sorriso e mi giro emozionata. Ma il sorriso svanisce quando noto che è un volto che non conosco. Un ragazzo poco più alto di me, moro con gli occhi scuri mi sorride con un sorriso sghembo.
-Ciao bellezza.-
-Ciao.- saluto io con una smorfia.
-Ti va di ballare?- mi domanda.
-No e gradirei mi levassi le mani di dosso.- dico togliendogliele.
-Acidella la ragazza. Posso portarti qualcosa da bere allora?- ma che cavolo vuole questo?
-No, non ho sete e se anche l'avessi potrei benissimo andarmelo a prendere.- dico io decisa.
-E allora vado dritto al sodo, vieni a fare un giro con me bambola.- dice prendendomi per un braccio.
-Devo mettermi a urlare?- gli domando.
-No, non ce ne è bisogno. Vedi di lasciarle il braccio.-
Mi volto sentendo la sua voce. Bruno.
-E tu chi sei? Hai voglia di fare a botte?- gli domanda prepotente il ragazzo.
Bruno sta per rispondere ma all'improvviso la stanza si oscura, la luce è andata via e anche la musica si spegne.
Il ragazzo mi molla il braccio. Prendiamo paura tutti dentro la stanza, i professori dicono di stare tranquilli che è solo un black out, che sarebbero andati a controllare e avrebbero risolto tutto, ma dentro di me capisco che non è un black out normale.
Istintivamente io e Bruno ci voltiamo verso la finestra e vediamo passare due ombre. Inizio a tremare. Sono stati loro a fare andare via la luce. Perchè?
Non voglio lasciar correre quello che è successo, ma in questo momento ho bisogno di lui. Cerco la mano di Bruno e lui me la stringe.
-Vieni.- mi dice e io mi lascio trascinare da lui.
Raggiungiamo Gonzalo e Luciana.
-Pensate quello che pensiamo noi?- ci domanda Gonzalo.
-Si, li abbiamo appena visti passare fuori.-
In quel momento arrivano anche Giusy e Guido.
-Ragazzi, abbiamo scoperto una cosa...- ma mio fratello li interrompe.
-C'è un problema, non riesco a trovare Tamara, l'ho cercata per tutta la sala.- ci dice col fiatone.
Mi volto verso la finestra e le due figure sono diventate tre.




Fine capitolo.
Ciao a tutti. Intanto mi scuso per il ritardo. Spero che il capitolo sia piaciuto, scusate ma non ho molto tempo. Quindi ringrazio chi ha recensito, chi ha messo tra le seguite e preferite e chi legge soltanto.
Un bacione.
Gaia

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Capitolo 11
*** 11 ***


10 Vedo mio fratello prendere e scappare verso la porta, istintivamente lo seguo e sento anche gli altri poco dietro di me.
Mi viene da urlargli dietro di fermarsi, che è un incosciente, che potrebbe succedergli qualcosa di male, ma so già che sarebbero parole al vento, perchè se i malviventi avessero preso Bruno probabilmente gli sarei corsa dietro pure io. Ci dirigiamo verso il bosco, a tutta velocità. Mio fratello è pochi metri davanti di me, gli altri invece sono abbastanza indietro, probabilmente non capiscono dove stiamo correndo, purtroppo però non riesco più a vedere i malviventi con Tamara.
Non sono molto legata a lei, ma mi sta crescendo una grande paura che possa esserle successo qualcosa, in questi giorni l'avevo conosciuta meglio, stiamo condividendo tutti insieme questo momento e in un modo o nell'altro dobbiamo farci forza, anche con persone che non ci stanno simpatiche.
Ormai siamo inoltrati nel bosco, è buio, non so dove sto andando, non vedo neanche più mio fratello, sto semplicemente correndo tra gli alberi, che vanno in discesa e le gambe non mi reggono più. Mi volto indietro per vedere se gli altri sono nella mia traiettoria di vista, ma faccio male, perchè non mi accorgo di una radice che esce dal terreno e finisco con la faccia nella terra. Il terreno è ancora umido per la pioggia dell'altro giorno e il fango mi fa scivolare verso il basso. Il terreno è gelido e non so cosa fare, d'istinto mi verrebbe da urlare, ma se i malviventi mi sentissero e si accorgessero che qualcuno li sta seguendo sarebbero guai. Non vedo niente a cui attaccarmi e continuo a scivolare. Apro gli occhi che prima avevo tenuto chiusi, appena in tempo per vedere la terra sparire e sentire di cadere nel vuoto. Realizzo in un attimo che probabilmente abbiamo corso verso la parte della costa dove ci sono le montagne che danno sul mare. La sensazione di vuoto non dura molto perchè per mia fortuna atterro su una sporgenza, riuscendo a non sbattere la testa. Rimango un attimo distesa immobile, solo tremando, non riesco a piangere, non riesco ad urlare, non riesco a fare niente. Il solo pensare a cosa mi sarebbe potuto succedere mi terrorizza. Un pò addolenzita mi metto a sedere, ho male alla schiena e sono ricoperta di tagli sul viso e sul corpo, oltre ad essere ricoperta di fango. Mamma mia, se mi vedessero le divine adesso, mi butterebbero fuori. Gemo un attimo di dolore, perchè sento abbastanza male alla caviglia che si sta gonfiando. Bene, e ora come mi muovo da qua?
A gattoni mi affaccio dalla scogliera per vedere cosa c'è sotto e vedo il mare infrangersi sugli scogli, che mette abbastanza ansia. Ma cos'è successo in questo periodo? Mi si è abbattuta la sfortuna addosso?
Ho qualcosa dentro che devo far uscire e non trovo cosa più sensata che urlare, tanto qua chi vuoi che mi senta?
Dopo aver fatto uscire tutta la mia paura, scoppio a piangere in un pianto liberatorio.
-Chi cè?-
Sento una voce urlare da sopra e per mia fortuna conosco benissimo quella voce.
-Guido!- urlo per farmi sentire.
-Antonella? Dove sei?- domanda lui, probabilmente si starà guardando intorno.
-Qua sotto.- gli dico io e due secondi dopo vedo la testa di Guido affacciarsi, fortuna che non sono caduta molto in basso, saranno due metri.
-Cosa ci fai là?- mi domanda e ringrazio che non ci siano sassi a portata di mano o glielo avrei tirato dietro. Cosa vuole che faccio qua? Vorrei rispondergli male, ma mi trattengo, perchè ho freddo, sono terrorizzata e ho pure male e Guido è l'unico idiota che può tirarmi su ora.
-Sono caduta, mi aiuti a venire su?- gli domando io un pò impaziente.
-Si, alzati in piedi e afferra la mia mano, dovremmo riuscirci.- mi dice lui.
Afferra la mia mano, è una parola. La caviglia mi fa malissimo, ma non voglio mostrarmi debole e mi appoggio alle rocce, facendo forza sulle braccia per mettermi in piedi. Rimango in equilibrio su una gamba sola e allungo le braccia verso Guido, che mi prende la mano e mi tira su agilmente.
Tiro un sospiro di sollievo e chiudo di nuovo gli occhi. Non riesco a smettere di tremare, ma dov'è finita la Antonella forte e coraggiosa? Possibile che questa situazione stia riuscendo a sconvolgermi e farmi cadere la maschera che porto da una vita?
Guido mi stringe in un forte abbraccio, deve avere capito la situazione in cui sto, e sinceramente mi fa piacere il suo appoggio. Lo conosco da una vita e in un modo o nell'altro siamo sempre stati buoni amici.
-Tranquilla, sei al sicuro adesso.- mi dice lui tentando di tranquillizzarmi.
-No Guido, non siamo al sicuro, Tamara è stata rapita e chissà cosa potrebbe esserle successo, ci sono tre malviventi che non aspettano altro che farci fuori, come posso stare tranquilla?- gli domando.
-Non credo ci faranno fuori.- mi dice sicuro Guido.
-Come fai ad esserne così convinto?- gli domando incuriosita.
-Ricordi la storia che ci aveva raccontato la cuoca la prima sera? Io e Giusy abbiamo trovato un articolo nello stanzino, è tutto vero, i malviventi sono evasi, il bottino probabilmente è nella nostra baita e vogliono che ce ne andiamo per poter agire indisturbati. Presto mobiliteranno di sicuro la polizia di questo posto per cercarli e quindi non hanno molto tempo, ma non credo ci vogliano uccidere, non possono attirare l'attenzione della polizia.- mi spiega Guido e ora nella mia mente tutto si fa più chiaro, e la cosa mi mette ancora più paura, chi glielo assicura che non ci vogliano uccidere? O come minimo farci del male?
Basta, sono stanca di questa situazione, voglio svegliarmi e sperare che sia un incubo.
-Ma dove sono gli altri?- gli domando a un certo punto.
-Non lo so, ci siamo persi nella corsa, conviene che li troviamo al più presto, non è un bene restare separati.- mi dice lui alzandosi in piedi.
Chiudo gli occhi un attimo, non voglio mostrarmi debole e neanche essere un impiccio in questa situazione già troppo complicata quindi mi faccio forza sulle braccia e cerco di alzarmi, appoggiando delicatamente il piede a terra, ma è una pessima idea, perchè mi fa malissimo, infatti perdo l'equilibrio e ricado per terra. Mi viene da piangere, non mi piace sentirmi inutile.
-Antonella, che succede?- domanda Guido spaventato e io penso che a questo punto sarei più d'impiccio se tenessi la bocca chiusa.
-Mi fa male la caviglia, sento che si sta gonfiando.- dico io un attimo tremante.
-Questa non ci voleva, non togliere la scarpa, dobbiamo evitare che si gonfi di più. Vieni qua.- mi porge la sua schiena e io mi aggrappo, sento nella sua voce che ha fretta di ritrovare Giusy, e lo posso capire, anch'io voglio sapere se Bruno sta bene.

Sono circa dieci minuti che andiamo nella direzione in cui stava correndo Fabio. La caviglia mi fa sempre più male, e stare in minigonna e magliett con questo freddo non è l'ideale. Ad un certo punto sentiamo qualcosa muoversi dietro un cespuglio e io e Guido voltiamo spaventati la testa. Indietreggia lentamente, attento a non fare rumore, ma improvvisamente si muove di più e spuntano fuori...
Giusy e Bruno.
Che sollievo, stanno bene. Guido mi aiuta a scendere, ma continua a tenermi un braccio sotto le spalle.
-Amore, ma dov'eri finito? Mi hai fatto prendere una paura.- dice Giusy fiondandosi tra le braccia di Guido, anzi in un braccio, perchè l'altro è occupato a tenere su me.
-Tontonella, ma cosa ti è successo?- Giusy mi guarda non sapendo se ridere o se piangere, sono ricoperta di fango dalla testa ai piedi.
-Sono inciampata, poi sono scivolata e infine sono rotolata giù per il burrone, fortuna che c'era una sporgenza. Mi dispiace per i vestiti, sono tutti rovinati.- dico io tristemente.
-Ti giuro che mi metterei a ridere se non fossi così preoccupata per Tamara.- dice lei, è un pò scontrosa nei miei confronti, negli ultimi giorni non è più stata così, chissà perchè. Poi la vedo fissare il braccio di Guido che mi sorregge, e capisco tutto, ma Guido mi anticipa.
-Si è fatta male a una caviglia, non riesce a camminare.- dice tranquillamente e vedo il viso di Giusy distendersi.
-Sorry ragazzi, ma non abbiamo tempo da perdere in chiacchere, dobbiamo andare avanti a cercare my brother e Tamara!- dico io decisa. Sono troppo legata a Fabio, diciamo che da quando mio padre se ne è andato è stato lui il mio punto di riferimento e se dovesse succedergli qualcosa non me lo perdonerei mai.
-Tu non vai da nessuna parte, tu te ne torni alla baita.- mi dice Bruno con sguardo severo.
-What?-
-Non puoi proseguire con quella caviglia, mi rifiuto di portarti avanti.-
-Forse non mi conosci darling, ma io sono Antonella the best, e non sarà una caviglia slogata a fermarmi, e se tu non vuoi venire con me proseguo con Giusy e Guido.-
Mi ritiene forse un impiccio? Non se ne parla nemmeno che io non vado ad aiutare mio fratello. Mi volto a guardare i due fidanzati per cercare il loro appoggio.
-Mi dispiace Antonella, ma noi siamo d'accordo con Bruno, se ti fa tanto male rischi solo di peggiorare.-
-Ah si? E allora vado da sola a cercare mio fratello, andatevene pure avanti voi.-
-Tontonella, ma quanto sei stupida! Cerca di ragionare, non puoi proseguire in queste condizioni.- mi dice Giusy.
-Si che posso, e poi mi fa già meno male.- mento io.
-Tu così non prosegui.- dice perentorio Bruno che forse non ricorda chi sono, perchè io, Antonella the best, non mi faccio mettere in piedi in testa da nessuno, tantomeno da uno che mi ha ferita enormemente e infatti non lo degno di uno sguardo e mi volto verso Giusy.
-Tu dovresti capirmi, cosa faresti al posto mio se al posto di Fabio ci fosse Matias?-
Ora vedo Giusy in difficoltà indecisa, poi però cede e tenta di convincere i ragazzi.
-E poi scusate, mi lascereste andare da sola fino alla baita?- domando io in tono arrogante.
-No, Giusy verrà con te, è troppo pericoloso anche per lei proseguire.-
-What?- esclama Giusy e la guardo sorpresa, possibile che starmi così a stretto contatto le faccia male?


Sto ancora correndo giù per la discesa, non so la direzione in cui sto andando, ormai non vedo più nessuno. Mi dò della stupida ad essermi buttata così nella mischia a correre per una montagna in cerca di tre assasini, ma non so cosa mi sia preso, quando ho visto Antonella e Gonzalo partire spediti mi sono sentita in pensiero per loro e sono dovuta partire, proprio io che me ne sono sempre fregata delle persone, che questa gita mi stia cambiando?
Ora però mi fermo, non ha senso continuare se non so dove andare. Mi blocco di colpo e la mia non è una scelta saggia perchè sento qualcuno da dietro piombarmi addosso, come se non avesse fatto a tempo a fermarsi e mi ritrovo con la faccia sul terreno.
Il mio cuore aumenta i battiti per lo spavento ma poi sento una voce che mi tranquilizza.
-Luciana, scusa, tutto bene?-
-A parte il fatto che sono ricoperta di fango dalla testa ai piedi, si Gonzalo sto bene. Ma cosa ci facevi dietro di me?-
-Ti stavo seguendo, non volevo ti capitasse qualcosa.-
Sorrido dolcemente, è un tesoro, ma come ho fatto a farmelo scappare?
Un urlo agghiacciante pone fine ai miei pensieri. Io e Gonzalo ci guardiamo e ci viene in mente un solo nome.
-Tamara!-





Fine capitolo.
Chiedo umilmente scusa per il ritardo, ma ora sono tornataaa!!:)...
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Ora naturalmente andiamo più sull'azione!
Un grazie di cuore a: bubukenia, il phard di biancaneve, alydivinathebest95, carmen96, tesoro1996, girlstar, jake_me.
Scusate ancora per il ritardo.
Un bacione
Gaia

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Capitolo 12
*** 12 ***


12 Uno sbuffo....
Un altro sbuffo...
Ed eccone un terzo.
-Hai finito di sbuffare?- domando irritata a Giusy.
-Era per rendere il tutto molto più credibile.-
-Dici che sono lontani abbastanza?- domando girandomi a guardare.
-Ma credi veramente che siano così stupidi da credere che torniamo veramente alla baita?-
-A quanto pare si.- dico io.
-E non ti senti un pò in colpa a tradire così la loro fiducia?-
-Ma neanche un pò, sapevano che io volevo andare a salvare mio fratello.-
-Uff, ora sei tu ad aver ragione.- mi dice la popolare.
-E basta sbuffare.- le rispondo.
Ah non vedo l'ora che mio fratello e Tamara sbuchino da dietro un albero dicendo "stiamo bene, la polizia ha catturato i malviventi" in modo che io me ne possa tornare tranquilla a casa a farmi un bagno caldo. Ma basta sognare, ora la cosa più importante è appunto verificare che mio fratello e Tamara stiano bene.
Io e Giusy decidiamo di salire ancora per qualche metro per non far insospettire i ragazzi, poi ci giriamo e andiamo anche noi alla ricerca.
-Tontonella, sarebbe il caso di dimagrire un pò sai.-
-Ma come ti permetti sciocca, e comunque la maggior parte del peso è del fango che ho addosso.-
Dico io, la popolare mi tiene su in quanto la caviglia continua a farmi male, ha un mio braccio intorno alle spalle.
-Eh si come no, l'importante è crederci.-
-Non hai idea della voglia che ho di un bel bagno.-
-Penso sia proporzionale alla voglia che ho anch'io di dormire per ore.-
Improvvisamente ci zittiamo, sentiamo dei passi venire nella nostra direzione e corriamo, per modo di dire, a nasconderci dietro un albero.
-Allora Giancarlo, quanti soldi erano?-
-Un miliardo, abbiamo avuto una grandissima botta di culo ad averli recuperati senza farci notare, e spaventando quei ragazzini.-
-Aspetta a dirlo, il sospiro di sollievo lo tirerò quando sarò su quell'aereo che ci porterà in Italia a fare una vita da nababbi.-
-Sai che ti dico, hai ragione, non possiamo ancora tirare un sospiro di sollievo.-
-Perchè dici?-
-Non senti un profumo nell'aria? Il diversivo che abbiamo creato fingendo di rapire quella ragazza non ha funzionato, qualcuno di loro è qui, e dall'odore direi che si tratta di una ragazza.-
Merda.
Vedo Giusy sbiancare, di sicuro non posso essere io a profumare visto che sono ricoperta dalla testa ai piedi di fango, ma lei che lascia una scia che si sente per chilometri.
Ci guardiamo negli occhi e ci intendiamo benissimo, scappare non è possibile, vista la mia caviglia ci prenderebbero subito, mettersi a urlare idem, nessuno ci sentirebbe, l'unica cosa che possiamo fare è stare qua rannicchiate sperando che non ci scoprano.
Speranze vane, dato che due secondi dopo sento un click accanto al mio orecchio. Non oso girare a guardarmi, continuo a fissare di fronte a me, mentre mi arriva un sussurro.
-Bene, ora direi che tu e la tua amica vi alzate e ci seguite senza fare storie o questa pallottola te la ritrovi conficcata nel cervello.-
Mi giro lentamente verso Giusy.
-Che dici? Facciamo come dicono?- butto là io, mentre non trovo ancora il coraggio di girarmi a guardare. Lei annuisce guardando ancora dritta a sè, ha gli occhi spalancati, è in uno stato di puro terrore.
Passo il braccio intorno alle spalle di Giusy in modo da alzarmi.
-Togli quel braccio da lì.- urla l'uomo che mi continua a tenere la pistola puntata addosso.
-Lei ha male a una caviglia, non riesce a camminare.- dice improvvisamente risoluta Giusy, ma fa male. Perchè sempre lo stesso uomo si prepara e le tira una sberla che la fa ricadere a terra.
-Stai zitta e non osare più contradirmi o la tua amica ci rimette la pelle.-
Sento un suo braccio intorno al collo, stretto, molto stretto, e la continua presenza dell'arma appoggiata alla mia tempia. Non può essere che questo stia succedendo a noi.
Giusy si rialza un pò ammaccata, non piange, non fiata, semplicemente fa quello che le dicono, come se fosse in trans.
-Ehi Giancarlo, e di queste che ne facciamo?-
-Portiamole da Antonio, deciderà lui cosa farne.-
Riprendiamo a camminare, io barcollo spesso perchè la caviglia mi fa troppo male e il malvivente continua a strattonarmi, ma non è questo quello che mi preoccupa. Spero solo che non facciano niente di male a Bruno o a Giusy o a tutti gli altri che sono con me.
-Ehi tu, ragazzina davanti, accellera il passo o la tua amica finisce male.-
Giusy si gira verso di me e noto che le lacrime le rigano il viso. Non ce la facciamo più a camminare, ma lei accellera comunque il passo, in questo periodo ci siamo molto legate e se prima forse mi avrebbe disgustato, ora invece mi sento fortunata, perchè sto capendo che è veramente una bella persona.
-Fabioo, Tamaraaa.-
Da in mezzo al bosco, non troppo lontano, giungono queste voci e non posso fare a meno che sbarrare gli occhi, erano le voci di Bruno e Guido.
Giusy accellera maggiormente il passo, si mette quasi a correre.
-Dove corri ragazzina? Hai paura che i tuoi amici ci trovino e che si facciano del male?- gli rimprovera uno dei due malviventi. -Tu.- dice girandosi verso di me -urla il nome di uno dei tuoi amici.-
Io me ne sto zitta, non farei mai il nome di Bruno mettendolo nei guai.
-Urla, o ti uccidiamo.-
Inizio a piangere pure io, mamma, Fabio, divine, mi mancherete tantissimo, ma non potrei non sacrificarmi per la persona di cui mi sono innamorata.
-Guidoooo.-
Mi volto verso chi ha urlato: Giusy.
-Non dovevi urlare.- dico piangendo col convulso, ora ci troveranno di sicuro.
-Non sapevo che fare, non volevo che ti uccidessero Tontonella.-
-Ahahaha, la tua amica ragiona meglio di te cara mia.- se la ridono intanto i due.
-Giusy, Antonella.-
Guido e Bruno arrivano col fiatone nel punto in cui siamo e inorridiscono alla scena.
-Il primo che si avvicina a qualcun'altro, giuro che la faccio fuori, e ora camminate, ficcanaso.-
Vedo i pugni di Bruno stringersi, siamo in una situazione orribile, ognuno di noi vorrebbe salvare gli altri, ma non possiamo fare nulla. C'è solo da sperare che Fabio e Tamara stiano bene. Spero non ci abbiano seguito anche Gonzalo e Luciana sennò siamo veramente nei guai proprio tutti.
Una volta ho sentito dire che l'uomo ha paura della morte e di tutte le altre cose perchè si ha maggiormente paura di ciò che non si conosce, e noi non sappiamo cosa potrebbe succederci alla fine di questa attraversata del bosco, per questo motivo il mio cuore non smette un attimo di tremare.
Finalmente iniziano a vedersi meno alberi, siamo arrivati in una zona poco lontana dal paese, e siamo nel retro di una villa abbandonata.
-Antonio, vieni fuori siamo noi.- urlano i due malviventi.
-Finalmente, mi è capitato un piccolo impiccio.-
-Eh pure a noi, anzi quattro impicci.-
Questo Antonio esce da dietro un muro e con lui Luciana, Gonzalo e Tamara che sorreggono mio fratello che sembra aver perso i sensi.
-Fabio.- mi viene istintivo urlare.
-Stai zitta mocciosetta.-
Mi sento spingere nuovamente a terra e le mie lacrime si mischiano al fango, la caviglia continua a farmi male e non riesco a capire se mio fratello sia vivo.
-Nessuno osi fare un passo o per questa e poi per tutti a turno è la fine.- dice quello che si chiama Giancarlo facendomi restare a terra.
-Stai tranquilla ragazzina, questo Fabio è stato un pò troppo impulsivo per difendere la sua ragazza, gli ho solo dato una botta in testa facendolo svenire.- dice ridendo.
-Bastardo.- non riesco a trattenermi di dire. E me ne pento un secondo dopo perchè l'uomo che ha appena parlato si avvicina a me prendendomi sotto il mento.
-Come hai detto scusa?-
-Lasciala stare.- dice Bruno muovendo un passo verso di me, non faccio in tempo a vedere altro perchè il rumore di uno sparo mi fa chiudere gli occhi dallo spavento. Una morsa mi attanaglia lo stomaco.
-Bruno.- urlo il suo nome, perchè l'uomo che ride davanti a me mi copre la visuale dei miei amici.
-Sono qui.- lo sento tirare un sospiro di sollievo e non capisco perchè fino a che un rivolo di fumo mi passa davanti al naso. Mi volto, e la pallottola è conficcata nel terreno a neanche un metro da me.
-Ehi capo, te lo ricordi questo buco? Porta a quella stanza sotterrannea.- dice iul terzo uomo aprendo una botola dal terreno.
-Si, mi ricordo.- dice pensieroso l'uomo che mi stava davanti, alzandosi, e illuminandosi improvvisamente.
-Ma questa è la villa dove avete ucciso...- dice Giusy sottovoce.
-Esattamente signorina, e ora vi risparmiamo, perchè altri otto spari penso desterebbero l'attenzione di parecchia gente, cosa che invece non succederà una volta che sarete rinchiusi qua dentro e chissà quando e se vi troveranno.-
Chiudo gli occhi sperando che una volta che li avrò riaperti, mi sveglierò capendo che è solo un incubo, ma ciò non accade. Mi viene da pensare una cosa positiva però, siamo tutti vivi, per ora.
-Forza ora, dentro.- urla l'uomo con la pistola alzandosi.
Guido prende e scende per primo, per poi aiutare Giusy che è ancora sottochock. Bruno passa dolcemente mio fratello che è ancora svenuto a Guido, e poi scende anche lui, Tamara, io, Luciana e Gonzalo.
-Sistemati.-
Questa è l'ultima parola che sento prima che la botola si chiuda sopra di noi.




Fine capitolo.
Come al solito mi scuso per il ritardo, ma ora che mi hanno finito il mondo di patty [ x( ] mi sento ancora più ispirata.
Un grazie a:
_Breen_: Ciaoo, scusa il ritardo, ma con l'estate è stato ancora tutto più difficile, non ero mai in casa. Ora invece appena trovo un'oretta vuota dallo studio e dalle uscite mi metto a letto sotto le coperte col portatile sulle ginocchia e mi viene l'ispirazione xD. Spero continuerai a seguire e che ti piaccia ancora. Un bacio.
mileybest: Ciaooo, con una marea di ritardo, ma eccomi qua. Bruno e Anto in questo capitolo non si sono chiariti, diciamo che qua vi è l'incontro con i malviventi, nel prossimo tornano in campo i sentimenti. Un bacione.
Maya_: Ciao, si si la continuo, grazie mille per i complimenti. Non preoccuparti, ormai questa la porto fino alla fine, che non è neanche poi molto lontana. Spero mi seguirai ancora. Baciii
Lalla T_and_J: Ciaoo, sono d'accordo con te, anche a me, ognuna a modo loro, piacciono particolarmente Giusy e Antonella, e come amiche che vanno d'accordo penso siano ancora meglio. Spero continuerai a seguirmi. Un bacioo

Gaia

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