Una nuova vita da mezzo-demone

di Selina R84
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** CAPITOLO 21 ***
Capitolo 22: *** CAPITOLO 22 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


EFP inu
Una nuova vita da mezzo-demone

Capitolo 1

Nel tempio scintoista della famiglia Higurashi si stava svolgendo una scena a cui ormai i suoi abitanti avevano fatto abitudine.
-si può sapere perché ti porti sempre tutte quelle cianfrusaglie, lo credo che poi quello zaino enorme pesa così tanto- Inuyasha come al solito brontolava mentre si divertiva a infastidire il povero gatto di casa.
-non sono cianfrusaglie, e poi la maggior parte sono bende e disinfettanti, ti lamenti tanto ma sei quello che ne usa di più- rispose Kagome continuando a riempire lo zaino, mentre lui si diresse al pozzo per aspettare che la ragazza fosse pronta a partire.
-cara prendi anche questi cestini e stai attenta a non rovesciarli, ho appena finito di cucinare qual cosina per i tuoi amici, quando torni fammi sapere se sono piaciuti mi raccomando- si esortò la mamma della ragazza mentre l'accompagnava al pozzo per aiutarla a portare tutta la roba.
-credevo che non arrivassi più, come al solito sei in ritardo, dai muoviti- la solita gentilezza del mezzo-demone fu presto ripagata.
-Inuyasha ... SEDUTO- urlò Kagome.
-dannata- farfugliò Inuyasha mentre si rialzava da terra.
-se invece di lamentarti mi dai una mano a portare lo zaino faremo sicuramente prima, ... non sia mai, il signorino non è contento se non brontola per ogni cosa ... - non sembrava intenzionata a porre fine alla sua filippica, e così il mezzo-demone cercò di tagliare corto.
-se hai finito andiamo gli altri ci stanno aspettando- e nel frattempo prese lo zaino e si sedete sul bordo del pozzo, seguito subito da Kagome che salutò la mamma.
-ci vediamo presto- le urlò mentre si faceva cadere all'interno del portale che l'avrebbe portata in un'altra epoca.
-stai attenta bambina mia- le rispose dolcemente la mamma vedendo la figlia sparire nel nulla, la preoccupazione era sempre tanta quando lei partiva, ma sapere che insieme a lei c'era Inuyasha la rassicurava, nonostante il caratteraccio all'apparenza scorbutico e burbero aveva capito che voleva bene alla sua bambina e anche lei si era affezionata a quello strano ragazzo con le orecchie da cane che adorava toccare nonostante lui cercasse sempre di impedirglielo forse per timidezza pensava lei, ma la cosa importante era che lui avrebbe difeso Kagome a tutti i costi e questo la faceva sentire più serena.


Una volta arrivati nell'epoca San Goku, Inuyasha uscì con un salto dal pozzo mangia ossa, appoggiò il grosso zaino a terra e allungò la mano per aiutare Kagome a risalire.
Si diressero immediatamente al villaggio della vecchia Kaede, dove vennero accolti dai loro amici, Shippo saltò subito tra le braccia di Kagome.
-mi sei mancata, è andato tutto bene, non è che Inuyasha ti ha fatto disperare?- chiese "quasi" innocentemente il piccolo cucciolo di volpe beccandosi un occhiataccia dall'interessato.
-anche tu mi sei mancato piccolo Shippo, per Inuyasha sono stupita gli ho dovuto dire SEDUTO solo una volta- mentre la ragazza parlava, si senti un forte tonfo.
-dannata, cosa ho fatto ora?- domandò il mezzo-demone appiattito a terra.
-ops, scusa non volevo dire SEDU ... - non riuscì a finire la frase perchè due mani le tapparono la bocca.
-stupida, non ti azzardare a ripetere quella parola- affermò Inuyasha sudando freddo per il pericolo scampato.
-levami quelle mani di dosso, cosa volevi fare mi stavi soffocando- riuscì a parlare Kagome una volta liberata dalla stretta del mezzo-demone.
-devo ammettere che un pò iniziavano a mancarmi i loro battibecchi- Miroku ormai non si preoccupava dei loro litigi, e Sango in questo caso concordò pienamente.

Passarono la notte al villaggio per essere ben riposati e ripartire nel loro viaggio alla ricerca dei frammenti della sfera.
La mattina arrivò presto si stavano preparando per partire, Sango e Miroku durante l'assenza di Kagome e Inuyasha avevano scoperto la traccia di un frammento della sfera dei quattro spiriti ed erano pronti per andare a recuperarli, quando un messaggero di un villaggio non molto lontano arrivò con il fiatone e si fermò davanti alla somma Kaede.
Raccontò che nel suo villaggio una sacerdotessa che si trovava di passaggio era stata attaccata da un demone, e ferita si era allontanata da sola.
A quella notizia Inuyasha e gli altri intuirono subito che c'era la possibilità che si trattasse di Kikyo, un silenzio angosciante scese tra i presenti.
-vai da lei, assicurati che stia bene- disse Kagome con un sorriso capendo la preoccupazione del mezzo-demone nonostante non le facesse proprio piacere saperlo insieme da solo con la sacerdotessa.
-e il frammento della sfera?- gli chiese lui un pò titubante ma grato.
-tranquillo noi iniziamo ad andare, quando puoi ci raggiungi, va bene?- affermò cercando di essere più serena possibile nonostante non lo fosse realmente.
-va bene cercherò di venire il prima possibile, ma cercate di non cacciarvi nei guai, e non attaccate nessuno prima del mio arrivo, capito- rispose Inuyasha ringraziando mentalmente e con lo sguardo Kagome che come sempre lo capiva e cercava nel suo possibile di non fargli pesare la situazione, prima di girarsi e partire per la sua meta.
-Kagome credi che sia una buona idea lasciarlo andare così?- chiese Sango preoccupata per quella che era ormai diventata la sua migliore amica.
-e giusto così- rispose con un sorriso leggermente malinconico.

Continua...

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


efp inu Capitolo 2

Non si erano messi in viaggio neanche da mezza giornata che furono attaccati dal demone che possedeva un frammento della sfera, aveva le sembianze di uno scorpione, e sentendo la presenza di altri frammenti della sfera degli Shikon attaccò direttamente Kagome.
Sango, Miroku e anche il piccolo Shippo subito le si pararono davanti in suo aiuto, questa volta Inuyasha non era a loro fianco, era raro che succedesse una cosa del genere.
Kagome prima di essere raggiunta dagli altri era stata colpita e sbattè la schiena ad un albero e per qualche minuto rimase stordita, ma continuò a vedere quello che succedeva attorno a lei.
Il demone venne assalito dal gruppo, che dopo un pò grazie anche ad una freccia sacra lanciata dalla ragazza che si era ripresa riuscirono ad eliminare il nemico; nel momento in cui il demone venne squarciato in due, questo spruzzò fuori dalla coda, dove era inglobato il frammento della sfera, un liquido che schizzò lievemente sopra Shippo, Miroku e Sango che si trovavano vicini e non si accorsero di niente.
Dopo avere raccolto il frammento si incamminarono verso il villaggio della vecchia Kaede, il cucciolo di volpe durante il viaggio iniziò a sentirsi stanco e a non reggere il passo degli altri, Kagome si fermò e lo prese tra le braccia un pò preoccupata, si fermò un attimo e gli toccò la fronte.
-credo che abbia la febbre, sta scottando- disse Kagome.
-stava bene fino a poco fa- anche Sango iniziò ad impensierirsi, il piccolo aveva iniziato a stare male all'improvviso, e anche lei iniziava a sentirsi un debole.
-presto arriveremo al villaggio, li Kaede lo potrà curare- disse Miroku serio, aveva uno strano presentimento.
Silenziosi ripresero il cammino, quando anche Sango cominciò a rallentare il passo, Miroku che da un pò la tenerla d'occhio gli si avvicinò.
-stai bene, Sango- chiese il monaco.
-si non ti preoccupare è solo un pò di stanchezza- gli rispose con un sorriso tirato.
Arrivarono al villaggio in fretta, dopo che salirono in groppa a Kirara che svelta li portò a destinazione, e subito accompagnarono il piccolo Shippo nella capanna della vecchia Kaede, che lo fece distendere su un futon.
Mentre aspettavano fuori, Sango si sedete a terra, aveva un forte mal di testa e si sentiva strana.
-Sango hai la febbre- disse Miroku che le aveva appena toccato la fronte, mentre lei sfinita lasciava scivolare la testa sulla spalla del monaco, anche la sterminatrice fu portata all'interno dell'abitazione.
Kaede non riusciva a capire cosa avessero i due malati, durante la notte poi ai due si era aggiunto anche Miroku ora si trovavano tutti e tre a letto con un febbrone.
Più il tempo passava e più i tre peggioravano; Kagome voleva solo che Inuyasha tornasse, sentiva la sua mancanza maggiormente in quel momento, aveva bisogno di lui.


-come avvelenamento? come può essere successo, e poi perché a me e neanche a Kirara non è successo niente siamo stati sempre insieme- Kagome era confusa e la preoccupazione per i suoi amici aumentava.
-Kagome cosa è successo prima che Shippo iniziasse a stare- male chiese Kaede.
-siamo stati attaccati da un demone- e così la giovane raccontò cosa era successo, e li Kaede capì cosa poteva essere accaduto.
-quello è un demone scorpione ha la capacità di spruzzare del veleno addosso ai suoi nemici quando viene colpito. E se come hai detto tu, quando è stato ucciso tu eri insieme a Kirara distante da lui, lunica spiegazione è che prima di morire abbia avvelenato gli altri, e il veleno non è fortunatamente riuscito ad arrivare a te e a Kirara- pronunciò preoccupata la donna,la situazione era grave.
-c'è un antidoto vero, sai come curarli- chiese in una supplica Kagome che temeva per la vita dei suoi amici.
-mi dispiace ma non esiste nessun antidoto per il veleno di quel dannato demone- rispose a testa bassa la vecchia sacerdotessa, si sentiva completamente inutile in quel momento.
-no, non è possibile, ci deve pur essere un modo per poterli salvare- Kagome era disperata, stava realizzando che i suoi amici sarebbero potuti morire, e lei non sapeva che fare per aiutarli si sentiva inerme, e in colpa per essere stata l'unica a essere salva, doveva fare qualcosa, qualsiasi cosa per salvarli non poteva lasciarli morire così.
Una donna del villaggio che le aiutava con i malati, sentendo la disperazione nella voce della ragazza intervenne.
-non ho la certezza, ma forse esiste qualcuno che può aiutarli- disse la donna, prendendo subito l'attenzione delle due.
-di chi si tratta?- chiese Kaede.
-potrebbe essere pericoloso - disse però titubante la donna.
-non importa dimmi dove posso trovarlo- parlò una Kagome rinvigorita, una fiammella di speranza si era accesa dentro di lei.
-si trova nelle terre dell'est, sulla montagna dell'oblio- spiegò la donna.
-la montagna dell'oblio?- ripetè Kagome, il nome non era affatto rassicurante.
-e un luogo in cui pochi hanno osato metterci piede e i pochi che sono usciti si dice che non siano più tornati ai loro villaggi- parlò la vecchia Kaede, era a conoscenza delle leggende che giravano su quella montagna.
-come mai?- domandò non capendo la ragazza.
-non lo so, non ho mai conosciuto nessuno che ha fatto ritorno da quel posto, quello che so sono solo delle dicerie- rispose Kaede.
-bene, partirò subito, se c'è anche solo una speranza di poterli salvare, allora devo tentare- affermò determinata Kagome.
-Kagome rifletti, non c'è la certezza che ci sia veramente qualcuno in quel posto, e se anche fosse non è detto che possa aiutarli veramente, è molto pericoloso andare la, sarebbe meglio se aspettassimo che torni Inuyasha- cercò di dissuaderla, si era affezionata a quella ragazzina venuta da un'altra epoca, non voleva che le succedesse niente di male.
-lo so, sarebbe meglio, ma non c'è molto tempo e non sappiamo quando lui tornerà- disse sicura lei alzandosi in piedi.
-non riuscirò a farti cambiare idea, vero?- disse più a se stessa la donna, avrebbe voluto che in quel momento ci fosse stato Inuyasha, insieme sarebbe stato tutto più facile, lui l'avrebbe protetta da tutto.
-però non avere tutta questa fretta, ormai è notte fonda e hai bisogno di riposo, sarà un viaggio molto duro. Partirai in mattinata, e non voglio sentire proteste d'accordo?- disse Kaede.
Kagome si avvicinò ad ognuno di loro posando loro una carezza, poi si avvicinò a Shippo, lui era ancora un cucciolo e da quando aveva perso il padre era rimasto con loro, si era affezionato a lei da considerarla quasi una madre, e anche lei le voleva un bene immenso.
-non potete lasciarmi, non lo permetterò farò di tutto per salvarvi. Inuyasha dove sei, torna presto ti prego- disse lasciando che le lacrime fino a quel momento trattenute bagnassero il suo viso.
Poggiò la testa sul cuscino dove riposava il cucciolo di volpe lo prese tra le braccia, e pianse fino a che sfinita si addormentò.

continua...

Ecco a voi un altro capitolo spero vi piacia, lo postato un pò in fretta se ci sono errori perdonatemi cercherò di stare il più attenta possibile prossimamente.
Ringrazio ThePirateSDaughter e Revenging L; per aver messo la mia storia nelle seguite, spero non di deludervi.

Grazie mille per le recensioni

ThePirateSDaughter: grazie per il suggerimento, questa è la mia prima storia in assoluto che scrivo. Spero di migliorare sempre più, un bacione a presto.

Revenging L: ciao, non so quale sia la tua speranza ma chissà, potrebbe anche essere come tu speri. L'unico modo per scoprirlo e continuare a leggere. un bacio alla prossima.

fmi89: ciao, sono contenta che ti sia piaciuto il primo capitolo, io continuo a scrivere con la speranza di non deluderti. un bacio e continua a seguire la mia storia.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

La mattina arrivò presto, e piano, piano Kagome si ridestò dal sonno, si era addormentata, e sicuramente Kaede vedendola le aveva posato sopra una coperta. Si alzò e andò a fare colazione.
-buongiorno Kagome, hai riposato?- chiese la donna porgendogli una tazza.
-si Kaede, e grazie per avermi coperta- la ringraziò.
-sei ancora decisa a partire vero?- chiese la donna anche se sapeva già la risposta.
-si, tra poco parto, non c'è tempo da perdere, ormai non riprendono neanche più conoscenza. E poi da quello che ho capito anche Kirara verrà con me- il "gattino" di Sango era rimasto sempre vicino alla sua padrona, ma appena Kagome si era alzata, Kirara l'aveva seguita, erano ormai pronte a partire.
-d'accordo, ti ho preparato la tua sacca, ho messo delle provviste di cibo e acqua, e ho messo una carta su cui ho segnato la strada che dovete percorrere-.
Kagome entrò dentro dai suoi amici, voleva salutarli prima di partire.
-ragazzi vedrete che torneremo presto, riuscirò a trovare una cura e voi starete meglio, ve lo prometto, questa volta sarò io a salvare la vita a voi. Ci vediamo presto!- li salutò, e svelta uscì dalla stanza.
-fai attenzione mi raccomando, se Inuyasha dovesse tornare prima del tuo ritorno lo manderò subito a cercarti- gli disse la vecchia Kaede porgendole l'arco e la faretra piena di frecce.
-non preoccuparti, vedrai che andrà tutto bene, e grazie di tutto quello che hai fatto e stai facendo, Somma Kaede- disse in tono reverenziale la ragazza con un lieve inchino.
-non mi devi ringraziare, cerca solo di tornare sana e salva, va bene?- rispose la donna.
E così Kagome partì per la sua missione, questa volta era sola, era lei che avrebbe preso tutte le decisioni durante il viaggio, ma in parte era più tranquilla grazie alla presenza di Kirara.
-abbi cura di te Divina Kagome- sussurrò la vecchia Kaede quando ormai la ragazza non si vedeva più.

La strada sembrava non finire mai, era tutto il giorno che viaggiavano si erano fermate solo un attimo per mangiare qualcosa, ma subito si rimisero in marcia.
Più andava avanti e maggiore era la paura di non arrivare in tempo, e poi c'era sempre il timore che quello potesse essere un viaggio a vuoto, e che la persona a cui si doveva rivolgere non la potesse aiutare o peggio che non esistesse; ma in fondo al cuore sapeva che avrebbe trovato l'antidoto, l'unica cosa era arrivare in tempo.
Per la notte si fermarono giusto per riposare appena, perché a causa del buio rischiavano di perdersi, ma appena arrivarono le prime luci dell'alba ripresero il viaggio.
Quando sentiva la presenza di un demone cercavano di aggirarlo altrimenti si sarebbero solo attardati, solo una volta dovette ricorrere alle sue fedeli frecce, ma fortunatamente era un demone debole che grazie a l'aiuto di Kirara riuscirono a sconfiggere abbastanza facilmente.
Finalmente arrivarono ai piedi della montagna dell'oblio, non era altissima, insieme ai suoi compagni ne avevano attraversate di più faticose, però aveva una strana sensazione, quel posto la metteva in agitazione.
-se ci fosse Inuyasha mi direbbe "sei una sciocca, ti lasci sempre condizionare per così poco", e poi avremmo iniziato a litigare- si disse con un triste sorriso, quanto avrebbe voluto che fosse li a dirgli veramente quelle parole.
Più saliva su, e più l'aria si faceva pesante, la cima era coperta da una leggera nebbiolina era diventato quasi imppossibile respirare, come aveva detto la vecchia Kaede, Kirara iniziava a non riuscire ad andare avanti, infatti la donna le aveva detto che i demoni non potevano salire in cima alla montagna, avrebbe dovuto continuare il viaggio da sola d'ora in poi.
-Kirara tu aspettami qui non puoi andare avanti, tornerò il prima possibile, vedrai, ce la farò, te lo prometto!- si stava più che altro auto convincendo del buon esito della sua missione.
Finalmente quando era ormai pomeriggio inoltrato vide attraverso la foschia l'apertura di una grotta, con un briciolo di speranza in più varcò l'ingresso, la scalata era stata particolarmente faticosa, l'aria era afosa, e peggiorava man mano che si saliva, un paio di volte aveva pensato che non sarebbe mai riuscita ad arrivare alla sua meta.
All'interno della grotta c'era buio e uno strano odore che invadeva l'ambiente, camminò fino a quando non vide una luce arrivare dal fondo, dopo aver preso un profondo respiro si inoltrò.

-chi sei come osi entrare in questo luogo- una voce potente e non proprio amichevole fece bloccare la ragazza.
-sono venuta perché forse tu puoi aiutare i miei amici- rispose un pò titubante Kagome, ma subito interrotta da una grossa risata.
-con chi credi di parlare ragazzina, chi ti dice che io voglia aiutarti e soprattutto credi che ora io ti lascerò uscire facilmente- e mentre parlava un grosso masso bloccò la strada che dava all'esterno, facendo preoccupare non poco la giovane.
-farò quello che vuoi, ma ti prego aiutami- non avrebbe mai pensato di dire una cosa del genere orgogliosa com'era, ma non aveva alternative.
-sei disposta a tutto pur di aiutare i tuoi amici?- chiese, ma stranamente il tono di voce non era arrogante come lo era stato fino a quel momento, era più che altro curioso.
-si!- fu l'unica risposta di Kagome.
-il tuo spirito è forte, sei una sacerdotessa non è così?- chiese quello che ora iniziava a prendere forma ai suoi occhi che si abituavano all'oscurità, un uomo sicuramente anziano ma che emanava un forte potere spirituale.
-da quello che mi hanno detto, io sono la reincarnazione di una sacerdotessa!- affermò lei non capendo dove l'uomo volesse arrivare, e facendosi un pò più triste al pensiero che Inuyasha ora era insieme a quella donna di cui lei era la reincarnazione.
-bene, allora anche io avrei una proposta da farti. Tu mi libererai da questa prigione, e io aiuterò te e i tuoi amici se posso- disse serio, forse aveva trovato la persona che finalmente gli avrebbe permesso di rivedere la luce del sole.
-sei prigioniero qui?- chiese allora lei sempre più confusa.
-si il mio nome è Jisa; anni fa un mezzo-demone di nome Naraku temendo il mio potere di stregone mi rinchiuse qui- raccontò l'uomo.
-Naraku, ... è stato Naraku a imprigionarti- Kagome rimase stupita, ma una speranza si accese in lei, probabilmente non avrebbe dovuto liberare una persona malvagia come inizialmente aveva creduto che lui fosse, e soprattutto se lui era nemico di Naraku l'avrebbe aiutata almeno per vendetta, queste erano le sue speranze.
-per caso lo conosci?- chiese l'uomo che si era accorto dell'espressione che si era dipinta sul viso della ragazza.
-si, sono sicura che è colpa sua se i miei amici ora sono in fin di vita, è un nostro nemico- dichiarò rattristandosi, e gli raccontò cosa era successo loro.
-immaginavo che ormai quel demonio era diventato ancora più forte, ora come ora non si sarebbe preso il disturbo di rinchiudermi, non gli sarei più d'impiccio oramai- pensò a voce alta.
-allora mi aiuterai?- chiese speranzosa lei.
-non è così facile, prima che tu accetti devi sapere cosa ti aspetta!- gli disse lui.
-allora parla, ma io la mia decisione l'ho già presa!- confermò sicura Kagome.
In molti erano arrivati fino a li per chiedergli aiuto, molti non erano sopravvissuti ai fumi che fuoriuscivano da quella grotta, solo le persone con una forte forza di volontà arrivavano fino a li, ma nessuno era stato disposto ad accettare le sue condizioni.
-per liberarmi da questo posto, serve una grande forza spirituale, e hai dimostrato di averla arrivando fino a qui. Ma questo non basta, serve anche una forza demoniaca- spiegò.
-vuol dire che devo trovare un demone e portarlo qui?- domandò perplessa la ragazza.
-no, sarebbe impossibile, i demoni non potrebbero passare attraverso quella nebbia- rispose Jisa.
-e allora cosa devo fare?- chiese non capendo Kagome.

Continua...
Ringraziamenti:

Revenging L: grazie mille per il tuo sostegno spero proprio di non deluderti, e spero che anche questo capitolo ti piacia

fmi89: non mi offendo anzi mi fa piacere, grazie per i suggerimenti sono ben accetti. Un bacione a presto

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

L'uomo rimase un attimo in silenzio ha fissare quella ragazza così determinata, forse per lui sarebbe stata la volta buona, lei sembrava veramente pronta a tutto.
-dovrai essere tu ad acquisire quei poteri!- affermò Jisa osservando la sua reazione.
-devo acquisire poteri demoniaci?- domandò incredula Kagome.
-si, se tu accetterai diverrai una mezzo-demone, ma la trasformazione porta dei rischi, non sappiamo come il tuo corpo reagirà alla presenza dei nuovi poteri, e soprattutto il primo periodo sarà difficile da gestire, non so se resterai la stessa persona che sei ora- disse infine l'uomo, le sue parole furono come una condanna per la ragazza.
Gli diede un pò di tempo per fargli assimilare la notizia, sapeva che non era facile, infatti nessuno aveva mai accettato, però gli occhi di quella ragazza gli avevano fatto sperare che lei fosse la persona giusta.
Kagome era rimasta sconvolta dalle parole dello stregone, sarebbe diventata una mezzo-demone, la sua vita sarebbe completamente cambiata; poi nella sua mente gli passò un flash, la sua casa, la sua scuola, la sua famiglia.
Se avesse accettato probabilmente non sarebbe potuta tornare più a vivere nel suo mondo; però così facendo avrebbe salvato la vita al piccolo Shippo il cucciolo di volpe a cui voleva un mondo di bene; di Sango che ormai era diventata la sua migliore amica; di Miroku che nonostante facesse il maniaco sapeva che era una persona fantastica.
-cosa devo fare- disse tornando sicura di se, la decisione era ormai presa, ora doveva solo sbrigarsi e non perdere tempo prezioso.
Jisa la fissò quasi incredulo, non era mai successo, solitamente appena rivelava cosa avrebbero dovuto fare, la gente scappava, ma una volta fuori non riuscivano a tornare da dove erano venuti, tanta era la vergogna di non aver salvato le persone per cui erano andate a chiedere aiuto.
Quella ragazzina invece senza quasi pensarci sopra aveva scelto di sacrificare la sua vita fino ad allora vissuta per una di cui non conosceva niente, non sapeva neanche se l'avrebbe realmente vissuta dato che non si aveva la certezza che il nuovo potere non avrebbe distrutto il suo corpo umano.
-se andrà tutto bene domani mattina potrai andare dai tuoi amici, e io verrò con te, e annullerò l'effetto del veleno, ma ci riuscirò solo grazie ai tuoi poteri, saranno loro a salvare i tuoi amici- disse alzandosi e dirigendo più vicino al fuoco che illuminava la grotta.
-come diventerò?- chiese facendo trasparire per la prima volta un pò; di timore.
-non lo so, non ho mai eseguito questa pratica, quindi non so dirti se terrai questo aspetto o se muterai. Sei ancora convinta di volerlo fare?- rispose sincero lo stregone.

-si sono pronta iniziamo subito!- non poteva tirarsi indietro, solo lei ora poteva salvare i suoi amici.
Lo stregone la fece sdraiare affianco al fuoco, sulla fronte gli fece un segno con una sostanza azzurra, che aveva preparato dentro una ciotola e con la quale lui si era ricoperto le mani.
Iniziò a recitare una formula, che ripeteva in continuazione in modo cantilenante.
Kagome sentì una strana sensazione pervadergli il corpo, una nuova forza scorrere nelle sue vene, sentiva il cambiamento, il sangue sembrava ribollirle e bruciarla dentro, un dolore lancinante le percorse il corpo, e strinse i denti per non urlare.
Il rito durò un paio di ore, e quando finì Jisa era sfinito, aveva dovuto usare una grande quantità di energia per effettuarlo al meglio.
-come ti senti- chiese l'uomo dopo che si fu ripreso un pò, ma non ricevette subito una risposta, la ragazza era ancora stesa a terra e continuava a tenere gli occhi chiusi.
-se hai paura di essere diventata una specie di mostro tranquilla, per ora non sei cambiata per niente, a parte il fatto che emani una forza incredibile, non avrei mai pensato di riuscire così bene, lo spirito demoniaco ha attecchito perfettamente all'interno del tuo corpo- spiegò Jisa.
A quel punto Kagome aprì gli occhi e si sedette, si guardò le mani come per vedere se veramente la sua pelle non aveva cambiato colore o avesse avuto qualcosa di strano, poi passò a controllare tutto il suo corpo.
Arrivò a toccarsi i capelli, e con le dita sentì qualcosa di strano, le orecchie prima piccole e delicate, ora erano a punta, qualcosa di diverso allora c'era.
Jisa la vide che si controllava, e quando toccandosi le orecchie spostò i capelli vide cosa aveva provocato lo stupore nello sguardo della ragazza.
-poteva andare peggio, in fondo sono molto carine- disse lui; non era una persona malvagia, voleva solo uscire da quella prigione, e ammirava la forza e il coraggio che quella ragazzina aveva dimostrato di possedere.
-cosa devo fare, come faccio a liberarti da questo posto- chiese, dopo un attimo di normale spaesamento.
-ti devi concentrare e accumulare la tua energia spirituale, con quella demoniaca, non è semplice, lo so, dovresti prima capire come funzionano i tuoi nuovi poteri, ma da quello che mi hai raccontato non c'è molto tempo, quindi proveremo subito- spiegò l'uomo, era sicuro che quella ragazzina ci sarebbe riuscita subito, aveva una determinazione da far invidia.
-ora concentrati devi sentire le energie che si accumulano nelle tue mani- Jisa con calma gli spiegava cosa doveva fare.
Ci volle un pò di tempo, Kagome stava per perdere la fiducia, ma continuava imperterrita, fino a quando non apparve una piccola luce come una fiammella azzurra nelle sue mani.
Ma non era solo quello, attorno alla ragazza si era creato un alone dello stesso colore della fiammella che teneva in mano, e in un attimo fu come circondata da un turbine di vento, i capelli presero dei riflessi blu, che mossi dal vento misero in mostra le orecchie a punta; gli occhi cioccolato divennero di un viola intenso.
Questa doveva essere la sua trasformazione completa, e mentre la guardava concentrata Jisa non poté che essere soddisfatto del lavoro svolto su di lei, aveva fatto tutto quello che gli era possibile perché non cambiasse completamente aspetto.
Anche in quel modo continuava ad essere una bellissima ragazza, più che un demone aveva le sembianze di una fata.
-brava continua così continua a concentrarti incanala la tua forza in quella sfera di luce, falla crescere, ma stai attenta devi tenerla tra le mani non ti deve sfuggire se non vuoi che saltiamo in aria insieme alla montagna- aveva fiducia in lei, ed era affascinato dalla velocità con cui stava tenendo sotto controllo la sua forza; l'unica spiegazione che trovò, fu che teneva talmente tanto a quelle persone per cui lei stava facendo tutto questo, che gli permetteva di superare il limite delle sue capacità.
Da una debole fiammella nelle sue mani, si trasformò in una vera e propria sfera di luce carica di energia, Kagome con gli occhi chiusi per rimanere concentrata continuava ad accumulare energia al suo interno.
-va bene può bastare, se è troppo grande oltre a distruggere la barriera farà saltare la grotta. Ora attenta, stando ferma ma senza lanciarla, falla arrivare fino all'ingresso- disse Jisa standole vicino.
-come faccio stando qui e senza lanciarla a farla arrivare così lontano?- chiese lei aprendo gli occhi.
Per un attimo la sfera iniziò ad oscillare.
-ti ho detto di non distrarti, riprendi il controllo- disse Jisa notando l'instabilità di quell'energia.
Kagome si riprese subito, riportando la sua attenzione alle sue mani.
-devi solo volerlo, e la sfera farà quello che vuoi tu, andrà dove tu gli ordinerai- lo stregone ormai si pregustava la visione del sole dopo tanto tempo, sapeva che ci sarebbe riuscita, la parte più difficile era ormai fatta.
La sfera di un bellissimo colore azzurro iniziò a sollevarsi dai palmi delle mani della giovane, e iniziava a dirigersi all'entrata, quando arrivò illuminò una barriera che prima ad occhio nudo non si vedeva.
Più la sfera si avvicinava, più la barriera diventava sottile, fino a che non sparì insieme all'energia accumulata da Kagome che si dissolse dopo aver illuminato a giorno l'intera grotta.
I due si stavano coprendo gli occhi da quella forte luce, increduli ancora del buon esito dell'azione appena compiuta.
-ci sei riuscita, non ci posso credere ci sei veramente riuscita- disse l'uomo che sorrise dopo tanto, tanto tempo.
Kagome che ancora non aveva realizzato cosa aveva realmente fatto, si dovette sedere e appoggiare la schiena alla parete per riprendersi, aveva usato molta energia, e in più essendo la prima volta il suo corpo non era abituato a tale sforzo.
Intanto Jisa era uscito fuori da quella grotta dopo tanti anni e finalmente poté respirare l'aria pura visto che la foschia che fino a poco prima copriva la montagna si era dissolta insieme alla barriera.
Era ancora buio ma già si intravedevano le prime luci dell'alba, rimase un pò a fissare quello splendido spettacolo, e poi tornò dentro, ora toccava a lui mantenere la parola data alla sua liberatrice.

Continua…

Ringraziamenti:


fmi89: ciao, sono contenta che la storia ti stia piacendo, e spero di migliorarmi sempre di più, continua a seguirmi, un bacione alla prossima.

Revenging L: la storia sta entrando nel vivo, ci saranno molti colpi di scena. Capiterà che aggiorno più in fretta e volte in cui ci metterò di più (spero non troppo), dipende dal tempo disponibile, tra lavoro, casa e studio non è tanto. Un bacio a presto.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5

Quando lo stregone entrò nuovamente nella sua ormai ex prigione, trovò Kagome nella stessa posizione di prima, seduta con lo sguardo fisso nel vuoto, i suoi occhi erano tornati al loro colore originale, e così anche i capelli e le orecchie tornate piccole e tonde; a quando pare la trasformazione fisica avveniva solo quando utilizzava i suoi poteri almeno per adesso.
In definitiva aveva fatto un ottimo lavoro.
-appena sorge il sole se sei pronta partiamo. Come ti senti?- chiese Jisa.
Kagome non spostò lo sguardo, sembrava non averlo sentito, ma dopo un po’ rispose.
-mi sento solo un po’ debole- disse finalmente spostando lo sguardo dal soffitto.
-è normale, riposa un pò, ma vedrai che pian piano la tua nuova natura ti darà più forza!- cercò di rassicurarla.
Riuscì a prendere sonno, finalmente, era tanta la stanchezza accumulata, ma durò poco un incubo terribile la fece svegliare di soprassalto; sua madre le urlava che lei non era più sua figlia che non sapeva chi era e non voleva più vederla, e infine si allontanava insieme a suo fratellino Sota e al nonno.
Appena il sole fece capolino, Jisa e Kagome partirono verso il villaggio recuperando Kirara che li avrebbe portati presto al villaggio dove si trovavano ad attenderla i suoi amici.
Durante il viaggio, all’improvviso la ragazza si girò verso Jisa.
-che tipo di demone sono diventata- chiese anche se aveva un po’ timore della risposta.
-non penso che sia mai esistito un demone come te. In parte sei ancora umana, in parte sacerdotessa, e in parte demone, starà a te scoprire che tipo di poteri hai acquisito. Però almeno sull’aspetto devi stare tranquilla, sei molto carina anche quando ti trasformi!- gli disse cercando di rasserenarla.
-quindi ho ancora i poteri di sacerdotessa?- chiese, voleva avere la risposta ad un dubbio che iniziava a ronzargli in testa.
-si certo, niente ti è stato tolto- rispose l’uomo.
Kagome fece un respiro di sollievo, aveva paura che non sarebbe più riuscita a purificare e a scovare i frammenti della sfera, sarebbe stato un grosso problema altrimenti.
Il resto del viaggio procedete in silenzio, entrambi persi nei loro pensieri.
Jisa sapeva chi si sarebbe trovato davanti, e chi doveva curare, avevano parlato un po’ quella notte mentre aspettavano che spuntasse il sole, e lei gli aveva raccontato come erano stati avvelenati.
Kagome si sentiva diversa, la percezione delle cose attorno a lei erano cambiate, i suoi sensi erano più sviluppati, era una sensazione invredibile ma anche destabilizzante.
I suoi pensieri continuavano per tutto il viaggio a rivolgersi  alla reazione di tutti per il suo mutamento, e soprattutto cosa avrebbe detto Inuyasha, lei ora era diventata come lui un mezzo-demone, e in più le tornava sempre alla mente l’incubo avuto quella notte.
Mentre all’andata Kagome non sapendo la strada aveva impiegato un giorno e mezzo, questa volta andarono più sicuri, e con la voglia di arrivare il prima possibile, impiegarono poco meno di un giorno, era quasi il tramonto quando iniziarono a vedere la loro destinazione.


Inuyasha arrivò dopo un giorno di viaggio, al villaggio di cui gli avevano parlato , dove lo informarono su che strada aveva preso la sacerdotessa che stava cercando, e si diresse nella direzione indicatagli.
Era notte fonda, ma tra gli alberi trapelava la luce della luna che illuminava il cammino del mezzo-demone, arrivato in una radura vide la persona che stava cercando, seduta con la schiena poggiata ad un albero, ma c’era qualcosa che non andava, anche se era identica a Kikyo non la riconosceva come tale, non poteva essere lei il suo odore era diverso.
-chi sei, non sei Kikyo vero?- chiese stando sulla difensiva.
-ma come te ne sei già accorto, peccato mi volevo divertire un po’- mentre parlava il demone che aveva preso le sembianze della sacerdotessa riprese la sua forma originale, era un grosso camaleonte con degli occhi enormi che ruotavano in una maniera impressionante.
Iniziò ad attaccare Inuyasha cercando di colpirlo con la lunga lingua che usava come lancia.
-perché hai preso le sembianze di Kikyo?- chiese il mezzo-demone mentre schivava i colpi.
-che domande, perché così saresti venuto qui, e ora preparati perché sarà la tua fine!- disse il demone lanciandosi in un nuovo attacco, che fu bloccato da Inuyasha.
-perché mi hai fatto venire fino a qui, se volevi sfidarmi potevi venire tu, non mi sarei di certo rifiutato!- mentre parlava una strana sensazione lo pervase, come se fosse caduto per l’ennesima volta in una trappola.
-così non sarebbe stato divertente- rispose il demone.
Ci volle un po’ più tempo di quanto credesse, ma alla fine Inuyasha riuscì ad eliminare il suo avversario, ma il presentimento di prima continuava a tormentarlo.
Quando si stava voltando per tornare dai suoi compagni di viaggio sentì un odore ormai fin troppo conosciuto.
-Naraku, fatti vedere!!!- lo chiamò.
-non ti si può mai prendere di sorpresa vero?- il nemico di sempre era apparso con il suo gnigno strafottente sul viso.
-questa volta non mi scapperai, ti distruggerò!!!- affermò sicuro Inuyasha sguainando per la seconda volta in poco tempo la sua fedele Tessaiga.
-non credo che sia arrivato ancora il momento di un nostro scontro, ma questa volta penso proprio che sarai tu a non volerlo- la voce di Naraku aveva sempre quel tono di superiorità e arroganza che faceva aumentare la rabbia del mezzo-demone nei suoi confronti.
-casa stai dicendo, preparati vigliacco- disse Inuyasha pronto ad attaccarlo, ma quando si stava per scagliare contro il suo avversario si bloccò alle sue parole.
-perché credi che quel demone ti abbia attirato qui Inuyasha- parlò sicuro di attirare la sua attenzione.
In quel momento Inuyasha fu colto da una certezza, la sensazione provata fino a quel momento era reale, era caduto in trappola.
-finalmente hai capito, ma ormai penso sia troppo tardi per loro!- Naraku rideva del viso turbato del suo avversario.
-bastardo, che cosa gli hai fatto!!!- urlò il mezzo-demone tremante di rabbia.
-questo sta a te scoprirlo Inuyasha, ora credo che sia meglio che tu vada anche se penso che sarà tutto inutile- affermò ridendo e sparendo nel folto della foresta.
-devo tornare al villaggio, spero che non sia successo niente di irreparabile- si disse a se stesso iniziando a correre il più in fretta possibile.

Continua…

Povero Inuyasha è caduto di nuovo in una trappola di Naraku, presto scoprirà cosa è successo ai suoi amici durante la sua assenza.

Ringraziamenti:

Revenging L: ecco pronto un nuovo capitolo, e si, Kagome è diventata veramente un mezzo demone, e devo dire che non è semplice da gestire il suo personaggio adesso, ma è una bella sfida. Grazie per il tuo continuo supporto un bacione alla prossima.
 
lamoon: salve, spero che andando avanti con la storia, la fanfiction continui a piacerti, e di ricevere tanti commenti in bene o in male. Un bacio a presto.

jennyvava: ciao cara,  l'idea di Kagome mezzo-demone mi è sempre piaciuta, era da tanto che ci pensavo e alla fine mi sono decisa a scrivere una storia, in questo capitolo si è scoperto che fine ha fatto Inuyasha. Grazie per i complimenti, spero di continuare a leggere i tuoi commenti. Alla prossima, un bacio

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6

La vecchia Kaede si prendeva cura degli allettati, ma iniziava a temere che Kagome non facesse in tempo, o peggio che le fosse successo qualcosa.
Sango, Miroku e Shippo intanto stavano sempre peggio ormai il battito cardiaco era sempre più flebile, e il respiro quasi inesistente.
Stavano morendo e lei si sentiva impotente davanti a quei ragazzi che spesso avevano salvato il suo villaggio dagli attacchi dei demoni.
Guardò il loro viso che sembrava rilassato nel sonno, e iniziò a pensare hai cambiamenti che erano avvenuti dall’arrivo di Kagome, c’era stata la liberazione di Inuyasha dal sigillo di sua sorella, la ricomparsa della sfera dei quattro spiriti, ma la cosa più sorprendente riguardava proprio Inuyasha, era cambiato, anche rispetto a quando stava con Kikyo, infatti la donna non aveva mai visto di buon occhio il fatto che sua sorella volesse cambiare la natura del mezzo-demone, infatti lei voleva trasformarlo completamente in un umano, a quel tempo Kaede era solo una bambina, ma crescendo dopo la morte della sacerdotessa e l’immobilizzazione di Inuyasha, ripensando al loro rapporto si era convinta che la sorella sbagliasse col suo comportamento, anche perché così lo isolava, lui stava solo con Kikyo, non aveva rapporti ne con lei nonostante fosse la sorellina, ne con gli altri abitanti del villaggio, lui non aveva amici aveva solo lei.
Diversamente Kagome aveva accettato il ragazzo per quello che era, un mezzo-demone, con i suoi pregi e i suoi difetti.
E Kaede si era accorta, anche se lui non lo avrebbe mai ammesso, che questo lo rendeva felice, si sentiva finalmente accettato come mai era successo perché anche Kikyo in fondo non lo aveva mai accettato veramente, e per quello voleva cambiarlo; grazie a Kagome lui invece ora aveva degli amici, cosa che mai aveva immaginato di poter avere.
Era quasi il tramonto del terzo giorno da quando Kagome era partita, e ancora non era tornata, era in pensiero per lei; dopo aver messo delle pezze umide sulle fronti dei suoi assistiti, decise di uscire fuori per prendere un po’ d’aria, appena uscì fuori vide delle sagome avvicinarsi.
-Kagome- sussurrò riconoscendo la ragazza, ma appena la vide sentì che qualcosa era successo, era diversa.

Appena furono più vicini Kaede gli andò incontro.
-Kagome sono felice di vedere che stai bene!- disse la donna sinceramente.
-somma Kaede, come stanno?- chiese lei, aveva paura di essere arrivata in ritardo.
-il battito e lieve ma sono ancora vivi- la rassicurò.
-lui è Jisa ci aiuterà a curarli- presentò in fretta lo stregone, mentre già si dirigeva verso la capanna dove si trovavano i compagni.
-salve Kaede, devo dire che sei invecchiata parecchio- disse l’uomo.
-non ti credere di essere più un ragazzino anche tu- gli rispose piccata la donna.
-come? vi conoscete?- chiese Kagome stupita.
-si sono passati molti anni, ma ora non c’è tempo per i convenevoli, portatemi da loro- rispose Jisa pronto per cominciare il suo lavoro.

Entrarono nella capanna, e Kagome ebbe un tuffo al cuore alla vista dei suoi amici pallidi e sciupati.
Tenne un attimo il suo sguardo fisso sui suoi amici sembravano nella rilassatezza di un corpo inanimato.
Scosse la testa loro non erano morti, e presto avrebbero riaperto gli occhi ne era certa.
-forza cominciamo! Kaede mi serve dell’acqua calda e dell’acqua fredda- disse Jisa prendendo dalla borsa che teneva con se una ciotola e delle strane polveri.
-se eri rinchiuso in una grotta come hai fatto a procurarti quelle cose?- chiese Kagome mentre sistemava tutto secondo le istruzioni dell’uomo.
-ogni tanto veniva qualcuno in cerca di un aiuto che non potevo dargli, e per compiacermi mi portavano dei doni, io grazie a quelli riuscivo a creare gli ingredienti che mi servivano per trovare un modo per eliminare la barriera, e poi per mia fortuna nella grotta qualcosa da mangiare c’era, devo dire che i pipistrelli e i topi alla brace non sono niente male, e poi se non te ne sei accorta io sono uno stregone fantastico!- disse elogiandosi da solo, sotto lo sguardo nauseato delle due al pensiero di come si fosse cibato per anni.
Tutto era pronto, Jisa come aveva fatto con lei nella sua grotta, immerse le mani in un composto questa volta di un intenso colore rosso, e segnò la fronte di tutti.
-appena io inizio a recitare la formula, fai la stessa cosa che hai fatto nella grotta concentrati e unisci le energie, questa volta però non concentrarle in una sfera, ma pensa intensamente ai tuoi amici e fai in modo che entri direttamente nei loro corpi, va bene?- gli spiegò Jisa.
-d’accordo ma come faccio a sapere quando mi devo fermare?- domandò un po’ preoccupata Kagome.
-tranquilla non li sovraccaricheremo di energia, ti dirò io quando fermarti- rispose con un sorriso rassicurante l’uomo, quella ragazzina non finiva mai di stupirlo, non si era neanche messa il problema di chiedere se ci sarebbe riuscita, lei lo voleva fare e lo avrebbe fatto.
Jisa iniziò a recitare delle parole cantilenando, e sotto lo sguardo curioso di Kaede, Kagome chiuse gli occhi per concentrarsi, e per la seconda volta in poco tempo, fu circondata da una luce azzurra che l’avvolgeva, i capelli presero ad assumere delle sfumature blu tra i neri capelli della ragazza, e questi mossi dal leggero vento da lei stessa provocava rivelarono delle orecchie a punta.
La vecchia Kaede non credeva ai suoi occhi, quella non poteva essere Kagome, non riconosceva più la sua aura, il presentimento che aveva avuto appena l’aveva vista quando era tornata era vero, lei era cambiata, non capiva cosa potesse essere successo, anche Kirara tornata nelle sue dimensioni ridotte ed entrata nella stanza per stare vicina alla sua padrona guardava la scena attenta, infatti lei non aveva visto niente prima non essendo potuta entrare nella grotta.
Una volta che la ragazza fu pronta alzò a mezz’aria le braccia tese come pronte ad abbracciare qualcuno, con le mani aperte; aprì gli occhi mostrando l’ultimo particolare che la vecchia Kaede ancora non aveva notato, due intensi occhi viola.
In quel momento vide entrare all’interno dei corpi dei ragazzi stesi sui letti una luce azzurra potentissima.
Rimase in quella posizione fino a quando non fu fermata da Jisa.
-Kagome può bastare- gli disse, e lei allora abbassò le braccia.
-com’è andata, si salveranno?- chiese subito lei.
-penso che dormiranno ancora un po’, ci vorrà qualche giorno prima che si riprendano del tutto, ma puoi stare tranquilla, ci siamo riusciti, il veleno sta già defluendo dai loro corpi- affermò Jisa, a cui la ragazza rispose con un sorriso.
Ma il sorriso di vera contentezza sparì dal suo volto quando incrociò lo
sguardo della vecchia Kaede, la guardava sconvolta, e lei si sentì perforare da quegli occhi  che osservavano il suo nuovo aspetto.
-somma Kaede … - riuscì solo a pronunciare la ragazza prima di crollare in ginocchio, tornando ad essere la Kagome che tutti conoscevano con le sembianze umane.
Jisa gli si avvicinò, era la seconda volta in poco tempo che utilizzava l’energia in quel modo, e ancora non era abituata a uno sforzo del genere, era normale che si sentisse debole.
-Kagome cosa è successo, cosa hai fatto?- la donna pronunciò le parole con un misto di preoccupazione e paura.
-era l’unico modo per salvarli- rispose solo Kagome.
-sei diventata un DEMONE, quelli che tu combatti, quelli che hanno ridotto loro in fin di vita. Come hai potuto farlo Kagome!!!- Kaede era arrabbiata non avrebbe mai voluto che quella dolce ragazzina venuta dal futuro che ricordava tanto sua sorella diventasse un demone.
-Si, forse ho sbagliato, ma se i miei errori portassero sempre a questo … - disse guardando i suoi amici.
- … rifarei la stessa cosa!!!- sapeva che l’aveva delusa, ma non aveva avuto alternativa, e non si pentiva di quello che aveva fatto.
Quando finalmente Kagome riuscì a rialzarsi, uscì da quella stanza, aveva bisogno di aria, e lasciò Kaede e Jisa da soli.
-non credi di essere stata un po’ troppo dura con lei. Ha rinunciato a molto per fare quello che ha fatto, e tutto per salvare la vita a queste persone- affermò lui.
-lo so, … e solo che, non vorrei che il lato demoniaco che ora ha acquisito la cambi. Io le voglio bene e non voglio dover un giorno lottare contro di lei, lo sai meglio di me che non è nata per essere un demone, e diventarlo da un giorno all’altro, potrebbe avere delle conseguenze- disse la vecchia preoccupata.
-si, ma lei è molto forte, e in questi giorni lo ha abbondantemente dimostrato, quindi sono certo che riuscirà a controllarsi- era sinceramente convinto delle capacità di quella ragazzina.
Kagome si era diretta fuori dal villaggio verso un luogo preciso.
Stava seduta ai piedi di Goshinboku gli piaceva sentire l’aria frizzante, soprattutto se stava vicino a quell’albero che le faceva venire in mente tanti ricordi.
Mentre si rilassava ad occhi chiusi, si accorse che qualcuno si stava avvicinando, fece appena in tempo ad alzarsi in piedi, che sentì una freccia volare verso la sua direzione.

Continua…

Ecco a voi un nuovo capitolo, Kagome è tornata al villaggio, nel prossimo capitolo anche gli altri avranno una bella sorpresa, chissà come reagiranno?

Io lo so, io lo so   Hi hi hi hi hi

Ringraziamenti:

SweetLawliet: vedrai che con il prossimo capitolo saprai come reagiranno alla notizia di Kagome.
Fammi sapere se ti piacerà.

Revenging L: non potevo toglierle i poteri da sacerdotessa, non solo l’avrei snaturata, ma mi servirà per il proseguo della storia.
Vedrai ci saranno molti colpi di scena, spero saranno di tuo gradimento

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


CAPITOLO 7

La freccia si conficcò nel tronco dell’albero, nel punto in cui fino a poco prima si trovava appoggiata lei.
La sua trasformazione arrivò quasi automaticamente, e la luce che aveva sprigionato richiamò la vecchia Kaede e il vecchio Jisa, che si precipitarono subito fuori e la raggiunsero.
Kagome si ritrovò davanti Kikyo che impugnava l’arco con la punta della freccia rivolta verso di lei.
-dovevo immaginare che una ragazzina che si ritrova in un mondo dove si può acquisire il potere si sarebbe fatta corrompere, ma non avrei mai immaginato che saresti arrivata a tanto, addirittura diventare una mezzo-demone- disse sprezzante la sacerdotessa.
-tu non sai niente- gli rispose lei.
-può darsi, ma adesso che intenzioni hai, spero tu sappia esattamente quello che hai fatto e che tu sia pronta a pagarne le conseguenze- continuò Kikyo, con uno sguardo di superiorità.
-che cosa vuoi dire?- chiese confusa Kagome.
-lo sapevo sei solo una stupida ragazzina che smania potere- gli urlò Kikyo.
-sono sicura che appena Inuyasha ti vedrà, sarà lui stesso ad eliminarti, infondo sei diventata come Naraku, anche lui prima era un uomo, ma la voglia di potere la trasformato in quello che è ora- sembrava quasi divertirsi nel dire quelle cose, Kikyo non sopportava Kagome, era colei che le aveva impedito di tornare veramente a vivere, colei che aveva la sua anima era sempre stata un ostacolo.
-non osare paragonarmi a quel mostro- si stava arrabbiando, non poteva permetterle di paragonarla a Naraku.
La rabbia che provava in quel momento fece scaturire una luce azzurra fortissima, ma riuscì a calmarsi prima che distruggesse qualcosa, infatti alcune piante che si trovavano vicino a lei furono sradicate e  Kaede e Jisa che erano appena arrivati furono sbalzati indietro.
-ma ti vedi non riesci neanche a controllarti, cosa accadrebbe se ti arrabbiassi di più e non riuscissi a fermarti in tempo?- la stava provocando.
Kagome rimase ferma a guardarsi le mani da dove era partita l’energia, e non rispose alla sacerdotessa.
-finiscila, lei non farebbe mai del male a nessuno- disse Jisa stufo di ascoltarla.
-anche io lo pensavo dell’uomo che poi è diventato Naraku, credevo che immobilizzato com’era non avrebbe più fatto del male a nessuno, ma mi sono sbagliata e non commetterò lo stesso errore- continuò lei.
-lei non lo ha fatto per il potere, ma per salvare i suoi amici- ribatté l’uomo.
-sorella, la situazione è diversa da quello che è accaduto cinquant’anni fa, Kagome è forte sono sicura che con il tempo e un po’ d’aiuto riuscirà presto a controllare i suoi nuovi poteri- Kaede aveva preso le difese di Kagome, che sembra diventata una statua di pietra, non si muoveva stava immobile, iniziava ad avere paura di se stessa, e più Kikyo parlava e più i suoi timori aumentavano.
-fatte come volete io vi ho avvisato- disse infine la sacerdotessa per poi girarsi verso la ragazza che aveva ancora l’aspetto demoniaco.
-ci rivedremo presto, e allora la freccia che sei riuscita a schivare non sbaglierà il suo bersaglio- affermò sicura, sparendo poi nella foresta.
Per un po’ regnò il silenzio assoluto, Kagome non si era scomposta alle parole che le erano state rivolte aveva lo sguardo assente, sembrava non le avesse nemmeno sentite.
-Kagome, vedrai che andrà tutto bene- le si avvicinò Jisa, senza ricevere subito una risposta.
-cosa sono diventata?... sono un mostro- disse quasi più a se stessa la ragazza.
A quel punto si avvicinò anche Kaede, anche se a primo impatto si era arrabbiata, ora pensando al motivo per cui lei lo aveva fatto, voleva solo aiutarla.
-non dire così, non sei un mostro. Riuscirai a controllare la tua natura demonica ne sono sicura- le disse la donna.
-io non sono così sicura invece. E se non dovessi riuscirci- continuò lei ancora più demoralizzata a causa dell’incontro con Kikyo.
-non pensare a quello che a detto mia sorella, lei non ti conosce come me- cercò ancora di infonderle fiducia.
-o deluso te, e quando loro sapranno quello che ho fatto … - non riuscì a finire la frase fu interrotta da Kaede.
-no Kagome, tu non mi hai deluso, e poi cosa vuoi che succeda quando loro sapranno che hai sacrificato te stessa per salvarli. Prima ho sbagliato non dovevo aggredirti senza pensare al motivo che ti aveva spinto a fare una cosa del genere. Ora invece sono solo orgogliosa di te- parlò sicura delle sue ragioni, aveva imparato a conoscerla ormai e si fidava delle sue scelte.
-e poi come puoi dire di essere diventata un mostro, quelle orecchie a punta sono adorabili, e gli occhi hanno uno splendido colore, proprio come anche i capelli- disse con un sorriso Jisa cercando di tirarle su il morale, facendo spuntare un leggero sorriso a Kagome mentre si toccava un orecchio
-per una volta Jisa ha detto una cosa giusta, e poi a quanto pare puoi tornare normale quando non usi i poteri- confermò la donna.
In quel momento Kagome provò e riuscì a tornare con il suo vecchio aspetto, almeno in quello la vecchia Kaede aveva ragione.
I tre si diressero all’interno della casa della donna, erano stati giorni pesanti, quindi venne suggerito di andare a dormire.
Kagome si sdraiò, e quando si accorse che il respiro dei due si era fatto ormai regolare e quindi era sicura che stavano dormendo, si alzò e si diresse dai suoi amici, che ancora ignari di tutto dormivano di un sonno tranquillo, dopo aver rischiato di non svegliarsi più.
-non mi pento di quello che ho fatto, però a quanto pare potrei essere sopraffatta dal mio nuovo lato demoniaco, e se dovessi perdere il controllo? Cosa posso fare, di certo non posso più tornare nella mia epoca, non è più mia, ormai sono un mezzo-demone, e per di più instabile.
È se finisco per fare del male alle persone a cui tengo, … non posso permetterlo, andrò a salutare la mia famiglia e poi non ci tornerò più- bisbigliò la ragazza.
-ma non posso restare neanche qua- disse avvicinandosi a loro.
-cosa penserete di me quando scoprirete cosa sono diventata e cosa penserà Inuyasha? Mi mancherete così tanto- disse facendo scendere nuove lacrime sul viso, non aveva avuto il tempo di fermarsi un attimo e di sfogarsi e ora non resisteva più.
-mi mancherete tutti ragazzi- disse asciugandosi le lacrime, e dopo aver dato un bacio sulla fronte a tutti si avviò verso l’uscita.
-perdonatemi, addio- disse infine lei per poi sparire nella fitta foresta.
Quando arrivò davanti al pozzo senza esitazione si buttò all’interno di esso, non aveva molto tempo, sapeva che anche se era tardi almeno sua madre sicuramente era ancora in piedi, non era solita andare a letto presto.
Quando uscì dal pozzo si diresse subito verso casa sua; una volta nel cortile vide la luce della cucina accesa, si prese un po’ di tempo prima di entrare.
-magari posso continuare a fare delle visite brevi, anche se non posso tornare a viverci infondo perché non posso più vederli. Si ho deciso questo non è un addio- e presa questa decisione bussò alla porta e aspettò che la madre venisse ad aprirle, pronta a ricevere un suo abbraccio di cui ora più che mai aveva bisogno.
Quando la donna aprì però le cose non andarono esattamente come aveva previsto, lasciando Kagome più che mai sconvolta.
-buonasera signorina, posso esserle d’aiuto?- chiese gentile come sempre la signora Higurashi, la signorina in questione era sbiancata alle parole della.
-signorina sta bene?- le domandò la donna leggermente preoccupata.
Kagome non sapeva che dire, perché sua madre le parlava come se non la conoscesse.
-io, … io sono venuta a trovare mia madre- disse cercando di capire cosa era successo.
-mi spiace, ma forse ha sbagliato indirizzo, qui vivo solo io con mio padre e il mio unico figlio- affermò la donna sinceramente dispiaciuta.
-come? Qui non abita una ragazza di nome Kagome?- domandò per vedere che reazione aveva sua madre a quel nome.
-no, non conosco nessuno con quel nome- rispose la signora.
Kagome si sentì crollare il mondo addosso, e di scatto si girò e corse fino ad arrivare di nuovo davanti al pozzo, mentre la donna rientrava in casa pensando a quanto fosse strana quella ragazza.
Prima di saltare giù nel pozzo disperata Kagome si diresse nuovamente vicino alla casa e si arrampicò sopra l’albero vicino alla finestra di camera sua, cercò nel buio di vedere all’interno e quello che vide le confermò la sua paura, che forse esisteva da quando aveva iniziato a viaggiare fra le due epoche, quella di essere dimenticata, infatti nella stanza non c’era più il suo letto, non c’era più la sua scrivania o nessun’altra cosa che apparteneva a lei, la sua stanza era un ripostiglio.
Lei non esisteva più, in quello che era il suo mondo lei era come se non fosse mai vissuta.
E così scappò da quel mondo che non gli apparteneva più, lanciandosi dentro il pozzo, e una volta tornata nell’epoca Sen Goku, veloce si allontano anche da quel villaggio che le aveva fatto da seconda casa, ma in cui ora non poteva più tornare, con il cuore a pezzi sparì nell’oscurità della notte e della foresta.

Continua…


Salve a tutti, ho scritto questo capitolo in un momento di profonda tristezza e penso di averlo trasmesso, penso che sia bruttissimo scoprire che tua madre non sa chi sei, che non sa della tua esistenza, spero di non aver esagerato.
Un bacione a tutti coloro che continuano a seguirmi:

Argentey, jennyvava, kaggy95, lamoon, Revenging L, SweetLawliet, ThePirateSDaughter, Travers per avermi messo tra i seguiti;

alexiell, Fantasy_Mary88, fmi89, kaggy95, laretta per avermi messa tra i preferiti.

Revenging L: ciao cara hai proprio ragione, Kikyo non ha gradito per niente la nuova Kagome, come ti sembra questo nuovo capitolo? Un bacione a presto

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


CAPITOLO 8

L’indomani mattina Kaede si svegliò presto, si girò verso il giaciglio dove si doveva trovare Kagome, ma lo trovò vuoto, subito si alzò e si guardò intorno, ma niente, non era all’interno della capanna, e non si trovava neanche fuori.
Quando anche Jisa si alzò la vecchia Kaede lo mise al corrente della sparizione della ragazza.
- dopo quello che è successo stanotte, dovevo immaginare che facesse una cosa del genere, ormai la conosco!- la donna si tormentava per non aver fatto niente per impedire alla ragazza di andare via.
-è una ragazza in gamba vedrai che se la caverà, e magari un giorno farà ritorno- cercò di tranquillizzarla l’uomo.
-come faccio a dire loro che Kagome è andata via dopo che gli ha salvato la vita?- i sensi di colpa per non aver fatto abbastanza erano sempre più forti.


Da lontano Inuyasha vide il villaggio della vecchia Kaede, sperava di trovare tutti li, sani e salvi i suoi compagni, era inutile andarli a cercare senza sapere dove fossero esattamente, aumentò l’andatura e in mattinata arrivò davanti alla capanna della donna.
Sentiva che c’era qualcosa che non andava, ma non si spiegava esattamente cosa potesse essere.

Avevano dormito tranquilli per tutta la notte, e finalmente l’indomani mattina pian piano, tutti si risvegliarono.
Man mano che si riprendevano, la prima cosa che chiesero fu cosa era successo, ma prima che la somma Kaede potesse rispondere, entrò all’interno della capanna Inuyasha.
-cosa ci fatte ancora a letto non vi sembra tardi per dormire- chiese lui sollevato perché per un attimo aveva creduto di non poterli rivedere, che gli fosse successo qualcosa.
-veramente non sappiamo cosa sia successo stavamo appunto chiedendo spiegazioni- rispose il monaco Miroku ancora spaesato.
Inuyasha intanto si guardava attorno, mancava qualcuno all’appello e un senso di oppressione iniziò ad attanagliare il suo cuore.
-dov’è Kagome?- chiese il mezzo-demone facendo irrigidire la sacerdotessa.
In quel momento entrò nella capanna Jisa, che si ritrovò, tutti gli occhi puntati addosso.
-e tu chi sei?- chiese Inuyasha portando già una mano sull’elsa di Tessaiga.
-tranquillo, lui è un amico, e anche grazie a lui se loro sono vivi- rispose la vecchia sacerdotessa.
-si può sapere cosa è successo?- chiese Sango sempre più confusa.
-siete stati avvelenati dal liquido che il demone che avete sconfitto vi ha lanciato contro, prima che morisse ma ora state bene- iniziò a parlare Kaede sapendo che era ormai giunto il momento di raccontare tutto, e in quel momento fu affiancata da Jisa.
-chi sei tu, e dov’è Kagome, anche lei è stata avvelenata?- chiese Inuyasha agitato perché non vedeva la ragazza.
-il mio nome è Jisa, e sono uno stregone, sono stato chiamato per eliminare il veleno dai loro corpi- si presentò l’uomo.
-allora sei tu che ci hai salvato- chiese Sango.
-io ho fatto ben poco, ho solo indirizzato la via da seguire per farvi guarire- affermò lui.
-allora chi è stato? E poi voglio vedere Kagome!- disse il piccolo Shippo, che aveva quasi un amore di figlio nei confronti della ragazza.
Kaede e Jisa abbassarono un attimo la testa, il momento più difficile era arrivato, dovevano definitivamente spiegare cosa era successo.
-perché quelle facce, dove si trova ora la divina Kagome?- chiese Miroku iniziando a preoccuparsi.
-si può sapere che diavolo è successo?- Inuyasha stava iniziando a perdere la pazienza, vedendo che i due non rispondevano.
-Kagome non è stata avvelenata- iniziò infine l’uomo, facendo rilasciare un sospiro di sollievo hai quattro.
-e stata lei a trovarmi e portarmi qui, ed è stata lei a salvarvi- continuò l’uomo.
-e ora lei dov’è, perché non è qui?- chiese triste il cucciolo di volpe.
-lei è viva, state tranquilli- li rassicurò Jisa.
-basta tergiversare prima o poi lo scoprirete- disse alzando lo sguardo la somma Kaede ora pronta a raccontare tutto.
-avevate febbri altissime, niente riusciva a farla scendere, il veleno era letale e vi stava uccidendo lentamente. Siamo venute a sapere che c’era uno stregone in grado di aiutarvi, e così una volta scoperto dove si trovava, Kagome insieme a Kirara è partita per cercarlo, lui si trovava nella montagna dell’Oblio- iniziò il racconto la donna.
-in quella montagna nessun demone può avvicinarsi, e anche per gli umani non è semplice- affermò Inuyasha.
-esatto, io ero rinchiuso in una grotta a causa di una maledizione, e in tanti anni passati li, in pochi sono riusciti ad arrivare fin la su, e Kagome è una delle poche- spiegò l’uomo.
-che maledizione avevi?- chiese Miroku curioso.
-sono stato imprigionato su quella montagna dentro una grotta, c’era una barriera che non mi permetteva di uscire, l’unico modo per liberarmi era il potere spirituale combinato con quello demoniaco, il problema era che nessun demone poteva arrivare fino a quella grotta, in pratica era quasi impossibile liberarmi.
Quando Kagome è arrivata ho sentito subito la sua aura e ho capito che aveva un grande potere spirituale, ma da solo quello non sarebbe bastato- proseguì con il racconto Jisa.
-come sei riuscito a liberarti, e perché eri stato imprigionato?- continuò a domandare il monaco.
-c’era un mezzo-demone che un tempo aveva paura dei miei poteri, ma ormai non ha più niente da temere da me, ormai è diventato troppo forte, e a quanto ho scoperto e una vostra conoscenza- disse Jisa.
-di chi si tratta?- chiese Inuyasha in attesa.
-Naraku- disse sapendo di provocare una forte reazione nei ragazzi.
-Naraku- ripeté Inuyasha, digrignando i denti.
-come hai fatto a liberarti- chiese dopo un attimo di sbalordimento Sango.
-quando è arrivata Kagome e gli ho spiegato il motivo per cui non potevo venire ad aiutarvi, volle sapere cosa poteva fare per eliminare la barriera, il problema era che lei non possedeva forza demoniaca- disse l’uomo.
-e come ha fatto a liberarti allora?- chiese Inuyasha con un brutto presentimento, che aumentava dal fatto che lo stregone sembrava stesse cercando di prendere tempo.
-ho fatto in modo che lei acquisisse dei poteri in grado di permettergli di unirli  a quelli spirituali che già possedeva, questi servivano sia per liberare me e poter venire qui da voi, sia per poter aiutare voi e purificarvi dal veleno- rispose lui non spiegando precisamente quello che era successo.
-cosa, …?- chiese Miroku, l’unico che era riuscito a dire qualcosa e che forse intuiva la gravità della situazione, mentre gli altri lo guardavano senza capire esattamente cosa questo volesse dire.
-ora Kagome è … è diventata un mezzo-demone- disse infine Kaede.
Un silenzio tombale era sceso, nessuno osava fiatare, tutti stavano ancora assimilando la notizia che avevano appena ricevuto.
-non è possibile lei, … non … - Shippo era in lacrime, come tutti era rimasto sconvolto.
Inuyasha aveva abbassato lo sguardo, e mentre tutti iniziavano a chiedere come aveva fatto a dargli quei poteri, e mentre i due che l’avevano vista spiegavano che Kagome per ora cambiava d’aspetto solo quando usava i nuovi poteri, lui non partecipò alla discussione, solo alla fine fece l'unica domanda, che tutti avevano paura di porgere.
-ora dove si trova?- chiese senza alzare lo sguardo su di loro, mentre l’ansia per la risposta aumentava.
-ieri sera, e venuta Kikyo, aveva sentito una nuova forza nascere, e l’ha seguita fino ad arrivare qui per scoprire di chi si trattava- spiegò Kaede.
-che cosa le ha detto?- forse Inuyasha immaginava cosa potesse essere successo.
-prima di farsi vedere ha lanciato una freccia contro Kagome, ma lei in un attimo si è trasformata e l’ha schivata senza problemi. Mia sorella ha iniziato ad accusarla, le ha detto che si aspettava prima o poi che si facesse corrompere dal potere fino a desiderarne sempre di più, quando poi lei l’ha paragonata a Naraku, Kagome per un attimo ha perso il controllo di se e il suo corpo ha iniziato a emanare una forte luce azzurra concentrandosi poi nelle sue mani. Per fortuna e riuscita a calmarsi altrimenti penso che noi non saremo qui in questo momento, ma per Kikyo è stata una conferma delle sue parole, per lei è diventata un pericolo che prima o poi perderà il controllo, proprio come è successo a Naraku, e finirà per far del male a tutti quelli che la circondano. Prima di andarsene le ha assicurato che la prossima volta che si incontreranno l’eliminerà- concluse il racconto la vecchia Kaede.
-non è vero, lei non ci farebbe mai del male, … Kikyo ha sempre odiato Kagome, e sta solo cercando una scusa per toglierla di mezzo- disse arrabbiato e con ancora le lacrime agli occhi il cucciolo di volpe, nessuno per lui poteva permettersi di parlare in quel modo a Kagome.
-non mi hai ancora detto dov’è si trova ora?- domandò di nuovo, stavolta puntando gli occhi sulla donna, con uno sguardo indecifrabile.
-quando mia sorella è andata via, Kagome era sconvolta, ha iniziato a dire che era diventata un mostro, e non era sicura di riuscire a controllarsi, che forse Kikyo aveva ragione. Abbiamo cercato di tranquillizzarla, ma stamattina quando ci siamo svegliati lei non c’era più- spiegò la donna.
-vuoi dire che è tornata a casa sua?- chiese Shippo temendo di non poterla più vedere.
-e impossibile, non penso che potrà tornare così facilmente nel suo mondo- disse Miroku.
-già ormai è diversa, non è più umana, non può stare in un mondo dove ci sono solo umani, e poi da quello che ho capito è andata via per paura di far del male a qualcuno, quindi non avrebbe senso tornare la- continuò Sango.
Ad un certo punto Inuyasha si alzò e mentre si dirigeva verso l’uscita, fu bloccato dalla voce del monaco, non c’era bisogno delle parole, sapevano tutti cosa voleva fare lui.
-vengo con te!- disse il monaco, mentre veniva affiancato da Sango e Shippo anche se avevano fatto un po’ di fatica ad alzarsi a causa della debolezza e dell’immobilità di quei giorni, ma la determinazione dava loro la forza.
-volete andare da lei?- non era una domanda, Kaede sapeva già cosa avrebbero fatto.
-non potete andare in queste condizioni, vi direi di aspettare qualche giorno, ma so già che non mi ascolterete, però dovete almeno mangiare qualcosa prima di andare!- la donna aveva ragione e loro lo sapevano, e così tornarono a sedersi pronti però a partire subito dopo essersi rifocillati.
-e vero quello che ha detto Kikyo, Kagome potrebbe perdere il controllo?- chiese ad un certo punto il piccolo Shippo.
Fino a quel momento nessuno aveva parlato durante il pasto, ognuno perso nei suoi pensieri che pero erano gli stessi.
-lei è forte, riuscirà sicuramente ad imparare a gestire la sua nuova natura demoniaca, e se voi sarete al suo fianco sarà sicuramente tutto più semplice- lo rassicurò la donna.
Appena ebbero finito di mettere qualcosa sotto i denti, e dopo che Kaede gli ebbe dato delle scorte per il viaggio, i quattro partirono alla ricerca di Kagome.

Continua…

Inuyasha e tornato, e tutti hanno scoperto cosa è successo a Kagome, fatemi sapere come vi sembra questo capitolo, e preparatevi perché ci sarà un continuo di colpi di scena.

Revenging L: hai ragione, lo so il capitolo era molto triste, ma mi serve tutto per continuare la storia, in più il mio morale è un po’ giù, quindi ho rincarato la dose con la povera Kagome. Un bacione a presto

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


CAPITOLO 9

Era andata via ormai da qualche giorno, e sentiva già la mancanza di tutti, ora era sola, passava le giornate, in viaggio senza però avere una meta precisa, Kagome si era portata con se i frammenti della sfera dei quattro spiriti che erano ancora in loro possesso, continuava ad essere l’unica che riusciva a purificarli, e quella capacità era l’unica cosa che le faceva sperare che forse non era diventata proprio un mostro come aveva detto Kikyo.
Però i dubbi continuavano a esserci ed erano sempre più forti, capitava spesso che nel silenzio della foresta al minimo rumore causato magari solo dal movimento improvviso di un animale, lei si trasformasse ritrovandosi tra le mani sfere luminose di energia, pronta all’attacco, riusciva quasi sempre a trattenersi, ma era capitato che aveva lanciato la sfera distruggendo qualche albero, ritrovandosi subito dopo a chiedersi il motivo per cui lo aveva fatto senza trovare una risposta, se non la certezza di aver fatto bene ad essere andata via ed essersi isolata da tutto e tutti.

A due settimane dalla sua partenza fece un incontro inaspettato.
Era arrivata sulla riva di un fiume, e si stava rinfrescando, quando sentì un leggero frusciò alle sue spalle, senza neanche avere il tempo di capire chi o cosa fosse, aveva già lanciato il suo attaccò, e solo quando ormai era tardi vide che dietro di lei c’era solo una bambina dai lunghi capelli neri, che accortasi di quello che le stava per succedere aveva spalancato gli occhi incapace di muoversi.
Quando la bambina stava per essere colpita, una sagoma imponente si scaglio davanti facendo tornare indietro la sfera che fortunatamente non era molto potente, che scaraventò a terra Kagome.
-Sesshomaru!- sussurrò lei riconoscendolo.
Davanti a Kagome ora si trovava lo sguardo furente del demone, che aveva appena fatto in tempo a mettersi davanti alla piccola Rin, che ora si trovava a terra con il ginocchio sanguinante, ma salva.
In un attimo il demone sguainò la sua spada, e avvicinatosi pericolosamente a Kagome la puntò alla sua gola.
La ragazza non si mosse, era spaventata, ma non per la possibilità di morire sotto la spada del demone, ma per quello che stava per fare, solo per fortuna non aveva ucciso una bambina innocente.
Subito le parole di Kikyo le attraversò la mente, lei era veramente pericolosa.
-fallo!!!- disse solo guardando Sesshomaru negli occhi.
Il demone ora che vedeva da vicino la ragazza la riconobbe.
-tu sei l’umana che sta insieme ad Inuyasha?- chiese tenendo ancora la spada puntata verso di lei.
-non più- rispose abbassando lo sguardo.
-sei diventata un mezzo-demone!- disse un po’ tra lo stupito e la rabbia che ancora lo invadeva.
-avanti Sesshomaru cosa stai aspettando?- gli disse in tono di sfida, voleva che affondasse la spada, era l’unico modo per evitare di fare del male a qualcuno.
Anche Rin aveva riconosciuto Kagome, anche se l’aspetto era un po’ diverso, si ricordava bene di lei e soprattutto che le aveva salvato la vita diverse volte.
-non farlo Sesshomaru, sono sicura che non l’ha fatto apposta- disse la bambina avvicinandosi al demone freddo e insensibile che odiava gli umani, ma che si era lasciato convincere alla presenza quotidiana di una di loro.
-Rin, allontanati non è più quella che conoscevi tu, a tentato di ucciderti- l’ammonì Jaken che con il suo inseparabile bastone si era avvicinato al suo padrone.
-perché vuoi che ti uccida?- gli domandò il demone osservando quella ragazza, che aveva iniziato a rispettare più di una semplice umana, nella debolezza degli uomini lei si era dimostrata più forte della sua specie.
Kagome non rispose, rimase in ginocchio fissando la schiena di Rin che gli si era parata davanti per bloccare il demone, e in quel momento vide un po’ di sangue uscire da una ferita nella gamba della bambina.
-sei ferita!- sussurrò Kagome sfiorando la gamba della bambina.
Sotto lo sguardo attento di Sesshomaru, che non sapeva cosa aspettarsi dal palese cambiamento di quella ragazzina.
Dalla mano di Kagome uscì una tiepida luce azzurra, una cosa dei suoi poteri l’aveva imparata almeno, come aveva fatto con i suoi amici per combattere il veleno, concentrò la sua energia spirituale con quella demoniaca, passò le dita lungo la piccola ferita che aveva Rin, facendola scomparire senza che rimanesse la minima traccia.
Rin iniziò a muovere la gamba dove prima sentiva un leggero bruciore mentre ora era sparita la minima traccia di dolore.
Sesshomaru abbassò la sua arma, continuando però ad osservare Kagome, che seguitava a stare ferma nella sua posizione, osservando i saltelli allegri della piccola Rin.
Almeno una cosa di buono riusciva a fare con quei poteri, ma non credeva ancora fosse abbastanza rispetto al male che avrebbe potuto causare.
-non hai ancora risposto alla mia domanda?- chiese il demone interrompendo i suoi pensieri.
-non ti è bastato vedere quello che stavo per fare?- questa volta non lo guardò in faccia, il senso di colpa era troppo forte.
-voglio sapere il motivo del tuo attacco, non è stato lanciato per ucciderla vero? Parla!- disse con il suo solito tono arrogante.
-io, … io non riesco a controllarmi, ho sentito un rumore e prima di accorgermi di quello che stavo facendo, avevo già scagliato quella sfera di energia!- rispose la ragazza.
-bene, ora c’è in giro un mezzo-demone instabile, padron Sesshomaru, potrebbe essere rischioso lasciarla in giro- disse Jaken sospettoso come sempre.
-non è vero, non ci credo!!- disse Rin fulminandolo con lo sguardo, mentre Sesshomaru ripose nel fodero la sua spada.
-perché non mi elimini?- chiese Kagome alzando lo sguardo verso di lui.
-non ho nessun valido motivo per farlo- disse il demone, facendo spuntare un grosso sorriso sul viso della bambina e un espressione corrucciata sulla faccia di Jaken, mentre Kagome dopo un primo momento di confusione per il passo indietro fatto dal temibile demone lo osservò incredula, infatti era sicura dallo sguardo iniziale che l’avrebbe uccisa, e infondo ci sperava.
-se vuoi farla finita veramente pensaci da sola!- gli disse mentre si girava dandogli le spalle e andando a sedersi su una roccia, erano arrivati fin li per riposare e rinfrescarsi, e lo avrebbero fatto.

-Kagome forza vieni l’acqua e bella fresca!- disse la bambina mentre giocava con l’acqua e schizzava il povero Jaken che ora si ritrovava fradicio.
Kagome sempre seduta nello stesso punto in cui l’avevano lasciata, era tornata con il suo aspetto normale, stava a fissare la scena; quella bambina aveva talmente tanta fiducia nel demone che seguiva e con lui non aveva paura di niente, neanche di lei dopo quello che le aveva fatto.
-perché sei diventata un mezzo-demone?- chiese dopo un lungo silenzio Sesshomaru, era raro che lui scambiasse più di due parole con qualcuno.
-era l’unico modo per salvare i miei amici da un potente veleno- rispose sbrigativa, sapeva che al demone non interessava tutta la storia, e poi lei non aveva nessuna voglia di riviverla, raccontando, quei giorni.
-anche Inuyasha?-chiese ancora lui.
-no, in quel momento non c’era- disse ripensando a lui, gli mancava da morire.
-e servito a qualcosa almeno?- Kagome iniziava a chiedersi se veramente gli importava, non si sarebbe mai immaginata che lui potesse fargli delle domande.
-si, ora stanno bene- rispose ancora lei non capendo dove il demone voleva arrivare.
-e perché non sei con loro allora?- a quella domanda Kagome si alzò in piedi, prendendo l’attenzione dei due che continuavano a schizzarsi con l’acqua del fiume.
Un aura azzurra avvolgeva la ragazza facendo si che gli occhi castani a momenti prendessero una sfumatura viola, per poi tornare castani.
-come posso tornare a stare con loro in queste condizioni, hai visto cosa ho fatto a Rin prima, se non ci fossi stato tu io … io l’avrei uccisa- urlò lei.
Jaken tra tutti era il più sconvolto, nessuno aveva mai osato alzare la voce contro il suo padrone, e se era successo non avevano mai avuto l’occasione di raccontarlo in giro, e quella stupida ragazzina, invece si prendeva la libertà di urlargli contro.
-e solo per questo volevi che ti uccidessi?- Sesshomaru non si era scomposto, non aveva reagito alle sue urla, stupendo ancora di più Jaken.
Kagome era sconvolta, non solo Sesshomaru le stava parlando tranquillamente, ora quasi la derideva come se le sue motivazioni fossero ridicole.
-non hai pensato di poter provare a controllare i tuoi nuovi poteri? quello che te li ha dati non ti ha spiegato niente, e dire che credevo fossi migliore rispetto agli altri esseri umani!- Kagome era incredula, quel demone la riteneva migliore, questo non se lo aspettava minimamente.
Ma ripensò alle sue parole, lei era scappata subito dal villaggio non aveva dato tempo a Jisa di parlare, aveva creduto subito alle parole della sacerdotessa, e ora capiva che forse aveva sbagliato.
-Kikyo ha detto che era impossibile che riuscissi a controllare la mia nuova natura, e che sarei diventata come Naraku- e mentre parlava si accorgeva di quanto era stata stupida.
-hai creduto subito ad un cadavere che cammina, hai preferito fare la parte della vittima- disse il demone capendo che Kagome si era resa conto dell’errore fatto a causa della disperazione del momento.
-credi che possa riuscire a controllarmi?- chiese speranzosa.
-prima ti avrei detto di si, ora non sono più convinto. Per poterlo fare bisogna avere una grande forza di volontà, e se ti lasci condizionare così facilmente sarà impossibile!- le rispose duro.
Il demone si alzò e chiamò Jaken e Rin dicendo che era ora di andare, i due si avvicinarono subito a lui pronti a seguirlo.
-Kagome, vieni con noi?- chiese la bambina.
-no piccola, ma ci rivedremo presto, e quando sarà … - continuò rivolgendosi a Sesshomaru.
-sarò in grado di utilizzare a pieno i miei poteri!- disse con determinazione, e uno sguardo di sfida.
Il demone non rispose, iniziò a camminare, ma fece un ghigno, accettava la sfida.
-grazie!- sussurrò quando ormai il gruppo era sparito nella fitta foresta, ora sapeva cosa doveva fare, e si sarebbe impegnata al massimo.

Continua…

Salve a tutti, spero che questo capitolo vi piaccia, per favore commentate, ditemi come sta andando. Un bacione, a presto.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


CAPITOLO 10

Era passato quasi un mese, e ancora non avevano trovato nessuna traccia di Kagome, neanche l’olfatto infallibile di Inuyasha era riuscito a trovarla, lei ora aveva cambiato il suo odore e ancora non lo conosceva, ma loro continuavano decisi a trovarla, sapevano fin dall’inizio che non sarebbe stato facile, poteva essere ovunque oramai.
La tensione era alle stelle Inuyasha era tornato a essere silenzioso e ad isolarsi spesso.
La pulce Myoga si era unito al gruppo nella ricerca dopo che gli era arrivata voce del “cambiamento” avvenuto in Kagome.
Qualche giorno prima, nel gruppo avevano avuto una forte discussione, in quel momento ognuno aveva esternato le proprie preoccupazioni e pensieri, Sango, Miroku e Shippo si sentivano responsabili per il fatto che tutto era successo, Kagome aveva salvato loro la vita ma un prezzo troppo caro; anche Inuyasha si sentiva in colpa, perché nel momento del bisogno lui non c’era, e anche se sicuramente non avrebbe potuto fare niente per salvare la vita dei suoi amici dal veleno, almeno sarebbe stato vicino alla ragazza senza lasciarla sola a prendere decisioni così estreme.
Il pensiero che Kagome, fosse diventa come lui e potesse subire la stessa solitudine e la stessa discriminazione che lui aveva subito per la sua natura ibrida,lo rendeva ancora più infuriato con se stesso, non poteva permetterlo non a lei che lo aveva tolto dal suo isolamento, non a lei che gli aveva fatto scoprire il piacere di avere degli amici, e tutto senza chiedere mai niente in cambio.
-dove può essere andata, perché non siamo ancora riusciti a trovarla?- chiese uno scoraggiato Shippo.
-non penso che si sia fermata da qualche parte, a quest’ora l’avremmo trovata, o per lo meno avremmo scovato qualche traccia- rispose Miroku.
-non credi anche tu Inuyasha?-  domandò al mezzo-demone.
-si, di sicuro non si è fermata per molto tempo in un posto, ma sta continuando a viaggiare per ora!- concordò con il monaco.
Inuyasha stava davanti al gruppo sempre pronto a fiutare anche la minima traccia della ragazza, ma inaspettatamente trovò quelle di qualcun altro, si fermarono e aspettarono che il gruppo di Sesshomaru apparisse davanti ai loro occhi.

-e da tanto che non ci si vede- disse Inuyasha al demone davanti a lui con il solito tono che usava con il fratellastro.
-ancora non l’hai trovata? Forse non ti stai impegnando seriamente, o forse non ti interessa così riaverla con te- parlò sapendo di prendere totalmente la sua attenzione.
Dopo un primo momento, in cui il mezzo-demone non capiva di chi stesse parlando, l’immagine di Kagome nella sua mente gli chiarì tutto.
-l’hai vista? Dove si trova ora?- chiese agitato Inuyasha.
-non so dove sia adesso- rispose telegrafico il demone.
-dove l’hai vista allora?- stava iniziando a perdere la pazienza, voleva assolutamente sapere tutto.
-quella ragazzina è pericolosa, a tentato di uccidere Rin, e meglio per voi lasciarla dov’è!!- Jaken non si fidava assolutamente di lei.
-non è vero, stai mentendo lei non le farebbe mai del male!!- lo aggredì Shippo furioso.
-invece è vero, se non ci fosse stato il mio padrone Rin sarebbe morta- ribatté lui.
-non l’ha fatto apposta, non voleva farmi male, anzi mi ha curato la ferita- Rin aveva preso le difese di Kagome precedendo Shippo.
Dopo quelle parole capirono che un fondo di verità nelle parole di Jaken c’era, ma non sapevano fino a quanto potessero arrivare.
In quel momento sentirono in lontananza una potenza sprigionarsi e una colonna di luce alzarsi dalla direzione da cui il gruppo di Sesshomaru proveniva, e senza dire niente, tutti si diressero in quel punto.


Da quando Kagome aveva incontrato Sesshomaru, aveva iniziato il suo allenamento, aveva capito che i suoi poteri si esternavano quando si metteva in guardia, quindi per difesa, doveva però riuscire a essere proprio lei a decidere quando trasformarsi e quando attaccare, e non il suo istinto di sopravvivenza.
Passava le sue giornate alla ricerca di demoni per potersi esercitare, e un paio di volte se l’era vista brutta, scoprendo di non riuscire a guarire le sue ferite come poteva fare per altri.
Dopo qualche giorno riuscì a gestire meglio i suoi poteri, e a non attaccare senza prima essere sicura di avere davanti un nemico, ma ancora non era riuscita a controllare completamente la trasformazione, quindi appena sentiva un pericolo, ecco che appariva il suo aspetto demoniaco facendo così in modo di segnalare la sua presenza, oltretutto sentiva sempre di più il sangue demoniaco scorrergli nelle vene.
Ad un certo punto, durante i suoi allenamenti, sentì come una sensazione di deja-vu, sentì arrivare verso di lei una freccia, riuscì a schivarla e si trovò davanti Kikyo, proprio come aveva promesso era tornata.
Senza dire niente partì nuovamente all’attacco con altre frecce, a quel punto Kagome alzò una barriera che sprigionò una forte energia.
-era da un po’ che ti cercavo, vedo che sei diventata più forte!- disse la donna con disprezzo.
Il combattimento riprese, ma Kagome non faceva altro che difendersi senza attaccare, forse voleva farle vedere fino a che punto riusciva a controllarsi.
    
I due gruppi che si erano fiondati verso la fonte di quel potere mai sentito prima dal gruppo di Inuyasha, e subito riconosciuto invece da Sesshomaru, arrivarono e senza far sentire la loro presenza si avvicinarono fino a vedere le due sacerdotesse affrontarsi, il passato e il futuro, ormai divenuto presente.
Le riconobbero subito, Inuyasha, Sango, Miroku e Shippo videro Kagome nelle vesti di mezzo-demone per la prima volta, restando a fissarla mentre si difendeva dagli attacchi della sacerdotessa morta muovendosi in maniera rapida ed elegante.
-diversamente da quello che hai detto tu posso imparare a gestire i miei poteri ora, sono capace di lanciare i miei attacchi quando voglio io- disse Kagome orgogliosa dei suoi progressi.
-non mi interessa, tu rimani un pericolo chi ti assicura che prima o poi la natura demoniaca non prenda il sopravento, anche chi ci nasce ha dei problemi a controllarla, anche ad Inuyasha succede, ma tu una debole ed insignificante umana cosa ti dice che ci riuscirai?- no non avrebbe mai creduto in lei.
-sono sicura di riuscirci, e poi chi ti da il diritto di giudicarmi, tu che cammini solo grazie alle anime di persone morte, ti credi migliore di me!!- le rispose lei.
Mentre schivava l’ennesima freccia vide che c’era un gruppo di curiosi che le osservava, ci volle poco perché riconoscesse i loro visi, e in quel momento si senti persa, non era ancora pronta a vederli, non sapeva cosa fare ne cosa dirgli.
Kikyo seguì la direzione del suo sguardo e anche lei vide chi stava osservando.
-bene sono arrivati i rinforzi, ma cosa pensi che faranno, si fideranno ancora di te o vedranno il mostro che sei diventata?- disse con un ghigno la sacerdotessa vedendo la faccia sconvolta di Kagome.
-lei non è un mostro!- era stata Rin a prendere le sue difese, gli altri erano ancora ammutoliti.
-lo credi veramente? Vi consiglio di starle alla larga- continuò Kikyo.
Shippo guardava Kagome, aveva una gran voglia di lanciarsi tra le sue braccia, le era mancata così tanto, si era deciso e si stava avviando verso di lei, ma si bloccò, Kikyo stava nuovamente puntando la freccia contro di lei.
-non ti conviene avvicinarti a quell’essere, ormai non è più quella che conoscevi- disse con cattiveria, la odiava, perché era la sua rincarnazione e quindi possedeva la vita che lei avrebbe dovuto vivere, aveva la possibilità di stare vicino a Inuyasha che un tempo era suo, e ora era diventata molto più forte di quanto lei era mai stata.
-lo sai che non riuscirai mai a colpirmi perché continui?- chiese Kagome tenendo però lo sguardo basso.
-voglio solo fargli capire quanto tu sia pericolosa- disse per poi girarsi verso Inuyasha che ancora non aveva osato guardare negli occhi Kagome.
-Inuyasha lo sai quanto me, non potrà controllare un potere così forte, non è nata per averli, lei non appartiene a questo mondo, bisogna eliminarla prima che sia troppo tardi!!- voleva che fosse lui a ucciderla.
-per quanto ne so anche tu non appartieni a questo mondo- parlò inaspettatamente Sesshomaru prendendo l’attenzione di tutti soprattutto di Inuyasha che rimase stupito dal fatto che avesse preso le difese di Kagome.
Kikyo non seppe come contraddirlo, aveva ragione, anche lei non apparteneva a quel mondo.
-io li sto solo avvisando che la ragazzina che loro conoscevano non esiste più- la sacerdotessa cercò di riprendersi dopo l’inaspettato intervento del demone.
-credete davvero che un umano qualsiasi possa acquisire dei poteri demoniaci senza che ci siano delle conseguenze? In più lei non è di questo tempo, questo stravolgerà il futuro- voleva assolutamente che tutti vedessero in quella ragazza un mostro.
-di questo non ti devi preoccupare, nel futuro e stato già tutto risolto- disse Kagome prendendo l’attenzione su di lei.
-prima di lasciare il villaggio sono andata al pozzo, e forse hai ragione io non appartengo a questo mondo, ma non appartengo più neanche a quello futuro- disse seria e fredda come non lo era mai stata.
-cosa vuoi dire?- domandò la sacerdotessa.
-nessuno ricorda della mia esistenza, e come se io non sia mai nata, non c’è niente che mi leghi più a quel luogo, o perso il diritto di viverci- disse con un finto sorriso.
I suoi amici rimasero sconvolti dalla notizia, lei non sarebbe più potuta tornare a casa sua e dalla sua famiglia, aveva perso tutto; se possibile il senso di colpa che provavano aumentò, si sentivano responsabili dell’accaduto.
-non angustiatevi, e sicuramente meglio così, intanto non sarei potuta tornare comunque, almeno loro vivranno tranquilli senza preoccuparsi sempre per me- la tranquillità con cui parlava sapevano benissimo che non era reale, e questo peggiorava la situazione.
Kikyo osservava attentamente le reazioni di tutti i presenti, e non le piacque quello che vide, nonostante lei ora fosse cambiata nessuno aveva smesso di volergli bene, e questo le dava fastidio forse perché anche lei era cambiata e nessuno provava la stessa cosa per lei, persino Inuyasha, con cui un tempo si erano amati, aveva cambiato il suo atteggiamento con lei, e questo era quello che la infastidiva maggiormente.
-mi dispiace Kagome, è colpa nostra- disse Sango triste e con le lacrime agli occhi.
Quella scena fu un altro colpo al cuore per Kagome, che ormai aveva preso una decisione, doveva andare via, lontano da loro, altrimenti ogni volta che loro l’avrebbero vista sarebbero stati male, proprio come ora, sentendosi responsabili per la sua sorte.
-nessuno mi ha costretta a fare quello che ho fatto quindi non dispiacertene- disse la nuova mezzo-demone da cui non traspariva più ne dagli occhi ne dalla voce, quel calore e quella serenità che li avvolgeva sempre.
-certo ora hai ottenuto quello che volevi, il potere, perché sono sicura è questo quello a cui miravi, avevo ragione tu sei uguale a Naraku, e presto diverrai come lui, sei un nemico da distruggere e se loro non lo vogliono capire ci penserò io a eliminarti- detto questo in un attimo scagliò la sua freccia alle spalle di Kagome che in quel momento era girata verso Sango e dava le spalle a Kikyo.

Continua…

Salve a tutti, finalmente Inuyasha e gli altri vedono per la prima volta Kagome nelle vesti di mezzo-demone.
Come molti di voi adoro il personaggio di Sesshoumaru, e mi piace un sacco scrivere le parti che riguardano lui.
Inuyasha per lo immagino immobile a fissare Kagome con un espressione un po’ da ebete, senza riuscire a spiccicare parola, ma vedrette che si riprenderà dallo shock e riacquisterà l’uso della parola.

Ringraziamenti:

lucia lair: sono molto contenta che la storia e spero che continuerai a seguirla

Revenging L: se non vedo una tua recensione inizio a preoccuparmi, ormai mi hai abituata. Anche io adoro Sesshoumaru, e vedrai che gli darò spazio nella storia, sarà molto importante. Grazie mille.

SweetLawliet: avevo pensato anche io ad una reazione più dura da parte di Inuyasha, ma poi ho pensato che lui ha delle reazioni spesso a scoppio ritardato. A presto

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


CAPITOLO 11

Accadde tutto in attimo, lei sarebbe riuscita tranquillamente a deviare la freccia, ma qualcuno si mise in mezzo facendole da scudo.
Ai piedi di Kagome stava il corpicino del piccolo Shippo con la freccia conficcata nella schiena, il cucciolo di volpe appena aveva capito cosa stava succedendo si era messo in mezzo alla traiettoria della freccia, non voleva perdere la sua Kagome, le era mancata immensamente.
Kagome si chinò subito verso di lui, e appena toccò la freccia questa sparì.
-perché? non dovevi farlo!- le parlò Kagome tornando ad essere la ragazza dolce e gentile che tutti conoscevano.
-perché … ti voglio … bene- disse con un enorme sforzo Shippo.
Mentre gli altri compagni si erano riuniti attorno a loro, Kagome mise una mano sulla ferita del piccolo demone da dove scaturì una luce abbagliante che avvolse il corpo del volpino, la ferita provocata dalla freccia iniziò a chiudersi fino a quando non sparì completamente, gli unici che non si stupirono di quel fatto furono Sesshoumaru, Rin e Jaken che avevano già assistito a quel potere, Inuyasha invece la osservava incantato.
Fu Kikyo la persona che rimase più sbalordita da quell’evento, lei aveva cercato in tutti i modi di far credere quanto poteva essere pericolosa quella ragazzina e ora vedeva sotto i suoi occhi come invece riusciva a salvare la vita ad un essere vivente.
Quando Kagome finì la sua opera, prese tra le braccia Shippo e lo passò delicatamente a Sango, dopo di che fu avvolta da una luce azzurra provocando un forte spostamento d’aria.
-questo non dovevi farlo!!- disse Kagome, rivolta a Kikyo.
-non era lui che doveva essere colpito, non è colpa mia se quello stupido volpino si è messo in mezzo, e poi per cosa, per salvare un mostro come te!- disse la sacerdotessa con disprezzo maggiore, ora c’era un altro motivo per cui odiare quella che lei definiva la sua copia uscita male, aveva raggiunto un potere spirituale che lei non avrebbe mai potuto eguagliare, e forse non era vero che sarebbe stata un pericolo, ma non poteva far capire i suoi pensieri.
-anche se non volevi colpirlo, hai rischiato di coinvolgere gli altri che erano vicini a me in quel momento, non ti sei posta nemmeno quel problema, e TU osi accusare ME di essere un mostro?-  disse lei mentre un aura sempre più grande l’avvolgeva.
-non credere di farmi paura con un po’ di vento- Kikyo era come sempre indifferente a quello che accadeva attorno a lei.
-attenta a come parli, non osare troppo!!- Kagome ora era arrabbiata come nessuno l’aveva mai vista.
In disparte sul volto di Sesshoumaru apparve un ghigno divertito, la strigliata che le aveva fatto tempo prima allora a qualcosa era servita, aveva ragione a pensare che quella ragazzina avesse qualcosa di diverso da tutti gli altri esseri umani.
-ora BASTA!!! Kikyo stai oltrepassando ogni limite- questa volta ad intervenire fu Inuyasha, che per la prima volta forse, alzò la voce contro Kikyo.
Nonostante litigassero sempre il mezzo-demone e il cucciolo di volpe, lui si era affezionato a quel moccioso, e quando lo aveva visto a terra aveva avuto paura che potesse morire.
Kikyo lo guardò stupita, mai si era rivolto a lei in quel modo, non poteva credere, che stava succedendo tutto per quella stupida ragazzina venuta dal futuro.
-non essere schiocco Inuyasha, lo sai che per eliminare un nemico ci possono essere delle vittime, e quel cucciolo sarebbe stato il male minore se fossi riuscita a colpire anche lei- Kikyo continuava senza accorgersi che più parlava e più la diretta interessata si infuriava.
Kagome non riusciva più a contenere la rabbia, non voleva più sentire quella donna parlare.
-STAI ZITTA!!!- urlò facendo esplodere la sua potenza.
Le folate di vento aumentarono insieme al suo potere, fino a che sotto gli occhi stupiti di tutti i presenti gli occhi viola di Kagome divennero rosso sangue.
Miroku abbracciò Sango che teneva stratta a se il piccolo Shippo, per proteggerla dai detriti che iniziavano a volare a causa della potenza che la loro amica stava sprigionando.
-Kagome- cercò di chiamarla Inuyasha, ma lei non sentiva più niente.
-io vi avevo avvisato, dovevate eliminarla quando ve l’avevo detto- per la prima volta forse un lampo di paura passo davanti agli occhi freddi e vuoti di Kikyo, quando vide alzare un braccio a Kagome, che come se stesse scacciando una mosca fece volare di qualche metro il corpo senz’anima della sacerdotessa che andò a sbattere ad un albero.
-Inuyasha, ti conviene fermarla prima che sia troppo tardi!- Sesshoumaru stava davanti a Rin che era aggrappata a lui per proteggersi, aveva capito che la ragazza non era in se in quel momento, e che il sangue demoniaco aveva preso il sopravento, e doveva essere assolutamente fermata.
Il mezzo-demone cercò con fatica di avvicinarsi a lei continuando a chiamarla.
-Kagome fermati, cerca di controllarti- in quel momento era riuscito a mettersi di fronte a lei e a guardarla in quegli occhi così diversi da quelli della sua Kagome.
Forse vedere il volto del mezzo-demone davanti a lei oppure vedere quei laghi d’ambra fissarla impotenti per quello che stava succedendo, la fecero tornare in se, gli occhi tornarono ad essere viola, ma la potenza che scaturiva dal suo corpo non diminuì.
-Inuyasha- sussurrò appena lei.
-Kagome sono qui, … tranquilla- cercò di rassicurarla, leggendo nel suo volto, terrore.
Kagome era tornata in se, ma non riusciva a fermare il suo potere, ed iniziava ad avere paura.
-allontanati, andatevene via tutti!!!- urlò Kagome.
-no, non mi muovo di qui- gli rispose il mezzo-demone.
Kagome vide che nessuno si era mosso, e anzi Inuyasha si stava avvicinando mentre il suo corpo era avvolto da una forte luce azzurra.
-non avvicinarti ti prego, andate via, non riesco a fermarmi- disse tra l’arrabbiato perché non l’ascoltavano e il disperato perché rischiava di far esplodere tutta l’energia che premeva di uscire coinvolgendo gli altri.
Ma Inuyasha come se lei non avesse detto niente si avvicinò a Kagome, che iniziò ad indietreggiare fino ad arrivare con le spalle ad un albero, sembrava che da un momento all’altro dovesse esplodere.
-non toccarmi, vattene non ce la faccio più non riesco a trattenere l’energia- Inuyasha con la mano alzò il viso della ragazza per far si che lo guardasse in faccia, e quando lo fece poté vedere i suoi occhi di quel nuovo colore viola a cui ancora non era abituato, colmi di paura per quello che stava accadendo.
Non aspettò un secondo, l’abbracciò nonostante sentisse la pelle bruciare al contatto con l’aura che fuoriusciva dal corpo di Kagome.
-calmati, andrà tutto bene cerca di stare calma!- la stringeva a se, lei inizialmente cercò di sottrarsi alle sue braccia, ma quando sentì il suo fiato caldo tra i capelli smise di dimenarsi, sotto lo sguardo attento di tutti, mentre lui continuava a tenerla stretta a se.
-rilassati, vedrai che passerà, chiudi gli occhi e concentrati, vedrai che riuscirai a controllarti, so che puoi farcela, mi fido di te- le parlava con calma, mentre faceva scorrere una mano tra i suoi capelli, e le diceva cosa fare.
Dopo un piccolo aumento dell’energia che fece temere a tutti il peggio, la luce azzurra che la ragazza emanava venne riassorbita dal suo corpo, la debolezza per quanto avvenuto si fece sentire e Kagome si lascio andare per terra senza però essere abbandonata dalle braccia di Inuyasha che l’accompagnarono fino a posarsi delicatamente a terra per riprendere fiato, infatti a causa dello sforzo ora il suo respiro era affannato.
Quando Kagome si riprese un po’ gli tornò alla mente quello che era appena successo, spalancò gli occhi e si ritrasse dall’abbraccio di Inuyasha che si era fatto meno saldo.
-cosa … cosa ho fatto- chiese più a se stessa, con occhi sbarrati, questo ancora non le era mai successo prima, e se era possibile ora era più spaventata di prima.
-che cosa è successo?- domandò innocentemente il piccolo Shippo, che si era appena risvegliato.
-non essendo abituata ad utilizzare i suoi nuovi poteri al massimo, non riesce a contenerli all’interno del suo corpo, soprattutto quando è emotivamente coinvolta e difficile fermarsi, non avevo mai visto una cosa del genere- parlò Myoga che per tutto il tempo era stato su Kirara e aveva visto tutto quello che stava succedendo.
Kagome non aveva alzato lo sguardo, ma stava rannicchiata tremando leggermente, erano successe così tante cose in poco tempo che ora si sentiva completamente a terra, senza forza per reagire.
-Kagome- la chiamò Inuyasha, cercando di avvicinarsi nuovamente.
-non avvicinarti!!!- gli urlò la ragazza, e in quel momento vide le mani di Inuyasha, e si accorse che erano ferite, li dove il suo kariginu non copriva la sua pelle si vedevano chiaramente l’escoriazioni che lei stessa le aveva causato; se non si fosse fermata avrebbe rischiato di ucciderli tutti, si portò le ginocchia al petto abbracciandole strette.
In quella posizione non faceva intravedere tutta la sua reale potenza, ma anzi sembrava fragile ed indifesa incapace di reagire.
-cosa ho fatto … mi … mi dispiace- continuò a dire sconvolta.
-sono diventata veramente … un mostro- disse con uno sguardo spaurito e un sorriso triste, a cui il mezzo-demone davanti a lei non riuscì a rispondere, non l’aveva mai vista in quello stato, quello non era il suo sorriso, quello che gli scaldava il cuore; anche nelle situazioni più pericolose lei non si arrendeva mai.
-non sei un mostro, non dire più una cosa del genere, io ho fiducia in te, so che riuscirai ad imparare a utilizzare al meglio la tua forza. Però ci devi permettere di starti vicina, devi permetterci di aiutarti- disse tra le lacrime Sango.
Kagome ormai non sentiva più niente e nessuno, si alzò di scatto mentre tutti guardavano cosa voleva fare ora.
-non posso!- disse soltanto prima di correre via lontano da loro.
Inuyasha dopo un attimo di confusione era partito all’inseguimento, ma questa volta non era semplice come un tempo, anche lei ora grazie ai suoi poteri era molto più veloce, e quell’attimo di esitazione iniziale fu decisivo, perse le sue tracce davanti al corso di un fiume, non riuscì più a sentire il suo nuovo odore, e dovete tornare indietro dagli amici che lo stavano aspettando.
-è sparita- disse soltanto provocando ancora lacrime sul volto della bella sterminatrice e su quello del cucciolo di volpe che nel frattempo si era ripreso e gli era stato raccontato l’accaduto.
Sesshoumaru silenzioso come sempre era andato via seguito dai suoi due inseparabili compagni, e Kikyo che nonostante il colpo ricevuto aveva assistito a tutta la scena iniziò a pensare che forse non era tutto perduto, quella ragazzina era andata via e stavolta non sarebbe stato facile ritrovarla.
-come stai?- gli chiese Inuyasha con voce dura, era arrabbiato con lei per come si era comportata.
-sto bene, ci vuole altro per mettermi fuori combattimento- rispose lei avvicinandosi.
-vattene non farti più vedere!!!- gli urlò Sango, era colpa sua se la sua unica amica era andata via.
-io vi avevo avvisato di quello che poteva fare, ma non mi avete dato retta, spero solo che ora almeno abbiate capito, ormai quella ragazzina è un nemico- ora stava esagerando e nessuno voleva più sentire oltre quella donna.
-tu hai sempre detestato Kagome, nonostante lei ti abbia più volte aiutato a dispetto di tutto, ha lasciato che conservassi una parte della sua anima e ti ha purificato dal veleno che ti stava uccidendo, ma no tu continuavi e continui a farle del male- questa volta anche Miroku di indole tranquilla e che basava il suo potere sulla calma e la quiete, era infuriato con la sacerdotessa.
-l’anima di quella ragazzina era la mia!- rispose Kikyo.
-hai detto bene, “era” la tua, tu sei morta non dovresti essere qui, quella parte di anima che ti permette di essere ancora su questa terra te l’ha concessa la persona che tu chiami mostro, ma tra le due il mostro non è lei!!- a queste parole Kikyo non seppe rispondere, forse perché sapeva che si trattava della verità, si girò verso Inuyasha che solitamente era pronto a prendere le sue difese, sempre, anche quando tentava di ucciderlo per portarlo con lei nella morte, ma adesso i suoi occhi erano diversi, poteva leggerci solo rabbia.
-hai sentito Kikyo, ora è meglio se te ne vai- disse infine con voce spenta.
Finalmente la sacerdotessa capì che era il momento di andare via e seguita dai suoi Shinidamachu si diresse nel folto della boscaglia.
I quattro amici intanto decisero di tornare al villaggio della somma Kaede, Shippo doveva ancora riprendersi, e anche le ferite, causate dall’aura di Kagome su Inuyasha erano da medicare, ma una cosa era chiara per tutti, appena pronti sarebbero andati a cercarla, non l’avrebbero abbandonata mai.

Continua…


Una nuova separazione per il gruppo, però è stato bellissimo scrivere la parte in cui Miroku zittisce Kikyo, e soprattutto in cui Inuyasha non prende le sue difese.

Ringraziamenti:

Revenging L: mi sono divertita a scrivere lo scontro tra Kagome e Kikyo, e le battute di Sesshoumaru, spero che siano il più possibile appropriate al suo carattere. Mi spiace ma Kagome è veramente andata via, presto capirai il motivo; e poi dopo tutti questi cambiamenti e normale che lei sia confusa, ed è vero si sta comportando “in parte” proprio come Inuyasha. Un bacione

SweetLawliet: questo capitolo dovrebbe esserti piaciuto, soprattutto la parte in cui Kagome fa volare con un solo gesto Kikyo, che è ormai gelosa marcia dei poteri che la sua “brutta copia” ha acquisito. Alla prossima   

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


CAPITOLO 12

Arrivati al villaggio della somma Kaede, Inuyasha fu subito medicato, mentre gli altri si riposarono per recuperare le energie e rimettere i pensieri a posto.
Una volta finite le cure, Kaede e Jisa, che era rimasto al villaggio per attendere il loro ritorno, ascoltarono attentamente quello che era successo.
I due anziani rimasero sconcertati, in poco tempo tutto era cambiato radicalmente, e sentirono dentro di loro una grande pena per il destino che era toccato a quella ragazza che avevano imparato a volere bene come una nipotina.
Inuyasha si alzò dal suo posto e si avviò verso la porta, non poteva stare fermo senza fare niente, doveva cercare Kagome.
-siediti un attimo non abbiamo ancora finito- gli disse il monaco che sapeva già cosa frullava nella testa del mezzo-demone.
-sono rimasto fermo anche troppo!!- rispose lui senza neanche voltarsi.
-vai allora se non ti interessa, noi intanto penseremo ad un modo per ritrovare la divina Kagome- gli rispose Miroku sapendo esattamente che reazione provocava.
Infatti dopo aver sonoramente sbuffato il mezzo-demone si sedete nuovamente al suo posto.
-quando è riuscita a bloccarsi è tornata con il suo aspetto umano?- domandò Jisa che anche se era stato l’artefice del cambiamento della ragazza era la prima volta che eseguiva un tale incantesimo, e quindi non sapeva cosa succedeva esattamente.
-no, è rimasta con l’aspetto di mezzo-demone, quando si è ripresa un po’ è scappata via velocissima- rispose Miroku aspettando che lo stregone chiarisse il motivo di quella domanda.
-non so se potrà controllare per sempre la trasformazione, è probabile che arriverà il giorno in cui resterà con l’aspetto di mezzo-demone, e visto che dopo essersi scaricata in quel modo non è tornata umana, è probabile che dopo questo primo periodo di assestamento della forza demoniaca all’interno del suo corpo presto saprà quale sarà la sua condizione definitiva- spiegò l’uomo.

Kagome correva, veloce come il vento senza vedere dove andava, l’unica cosa che voleva era allontanarsi il più possibile dalle persone che più avrebbe voluto vicine in quel momento.
Non si fermò fino a quando non ebbe più fiato in corpo, ora era di nuovo sola, e i pensieri che grazie alla corsa si erano come paralizzati ora l’assalirono tutti assieme.
Quando aveva visto il corpo di Shippo a terra con la freccia conficcata nella schiena, non aveva visto più niente, la rabbia aveva preso possesso di lei non aveva mai provato una cosa del genere,aveva sentito il suo sangue ribollire nelle vene, fortunatamente la prima cosa che aveva fatto era stata quella di guarire la ferita del cucciolo di volpe, e solo dopo aveva perso completamente il controllo delle sue azioni.
Ricordava esattamente tutto quello che era successo, ma era come se ad agire non fosse stata lei; se Inuyasha non l’avesse fermata in tempo, ora sarebbe stata sola per un motivo che non era l’essere fuggita di nuovo da tutti, aveva seriamente rischiato di uccidere i suoi amici, come era potuta accadere una cosa del genere? in quel momento lei non aveva niente di umano.
A quel pensiero si portò le mani in testa in un segno di disperazione, mentre stava seduta ai piedi di un grande albero che assomigliava tanto al Goshimboku, l’albero che la legava ai momenti più importanti della sua vita.
Dopo un tempo che sembrò infinito la notte era scesa, Kagome si incamminò fino ad una grotta che aveva intravvisto nella sua folle corsa, si addentrò nell’oscurità, voleva vedere quanto era grande, camminò per parecchio tempo fino a quando iniziò ad intravedere l’interno della grotta, infatti un enorme spaccatura nella roccia sopra la sua testa faceva filtrare la luce della luna illuminando una sorgente di acqua fresca e limpida.
Aveva deciso, per un po’ quella sarebbe stata la sua casa, o meglio il suo rifugio.

Trascorso il primo mese, si era accorta che iniziava a utilizzare tranquillante i suoi poteri, i continui allenamenti stavano dando i suoi frutti, e potenziò non solo quelli demoniaci, ma anche quelli spirituali, fino a riuscire a innalzare una barriera che teneva il suo rifugio nascosto a chiunque, compresi i demoni.
Passarono i giorni e si arrivò ad una notte luminosa come non mai, la luna tonda e piena era al massimo del suo splendore, e appena quella spuntò alta nel cielo, Kagome sentì un cambiamento nel suo corpo, una sensazione che aveva imparato a conoscere ormai, stava avvenendo la trasformazione, in poco tempo il suo aspetto umano aveva lasciato spazio a quello demoniaco.
La ragazza non sapeva cosa pensare, era la prima volta che succedeva di trasformarsi così senza una ragione, il dubbio che sarebbe rimasta ormai per sempre con quelle sembianze inizialmente le fece paura, almeno l’aspetto le ricordava che in parte era ancora un essere umano, ma iniziò anche a pensare che non le sarebbe importato più niente, in quella grotta, e in quella foresta cosa se ne faceva di un corpo umano se ogni poco tempo si doveva trasformare per difendersi dagli attacchi dei demoni che sentivano la presenza dei frammenti che ancora teneva con se.
Arrivò la mattina, e la luna piena lasciò il posto al sole, lei tornò ad essere la Kagome di sempre almeno esteticamente, e quando poi, calò nuovamente la notte, non accadde niente di particolare, e un intuizione le balzò alla mente.
Come Inuyasha nelle notti senza luna diventava un umano completo diversamente dal normale in cui aveva l’aspetto da mezzo-demone, lei da un aspetto umano che può trasformarsi in caso di necessità, nelle notti di luna piena assumeva la fisionomia di un mezzo-demone.
Dopo questa scoperta ogni tanto un pensiero continuava a ronzargli nella testa, quante cose ancora non conosceva della nuova se stessa?

Passava le giornate ad allenarsi, spesso stava delle ore ferma in un unico punto per ascoltare tutto quello che la circondava fino a sentire ogni minima cosa, da una foglia secca che cade dall’albero, all’erba mossa dal vento nella radura fuori dalla foresta in cui si trovava, e questo fino a metri e metri di distanza.
Tutto questo l’aveva portata a sentire, in anticipo, l’arrivo dei demoni che volevano attaccarla, permettendole così di essere sempre pronta; cosa molto importante grazie a questo allenamento riusciva a controllare i suoi poteri, infatti riconoscendo in anticipo il pericolo sapeva chi o cosa attaccare senza rischiare di colpire a casaccio.
Più il tempo passava e più Kagome diventava forte, ma continuava a stare isolata da tutto, infatti nonostante riuscisse a dominare i suoi poteri ora la paura che potesse accadere di nuovo la stessa situazione avvenuta tempo prima, continuava a turbarla, soprattutto la notte dove nei suoi sogni non faceva altro che rivivere sempre le stesse immagini.
Erano passati ormai cinque mesi da quando aveva visto per l’ultima volta i suoi amici, da quando aveva visto lui, Inuyasha; le mancava da morire ogni giorno che passava, e il senso di colpa per averlo ferito e per aver rischiato di ucciderlo si mescolava alla vergogna per non essere stata abbastanza forte per gestire quello che stava avvenendo.


-non è possibile sono mesi ormai che la cerchiamo, non può essere sparita nel nulla- Inuyasha iniziava ad essere impaziente, ormai non facevano che girare in lungo e in largo, ma di Kagome nessuna traccia.
-questa volta Inuyasha ha ragione, nessuno l’ha vista e non abbiamo trovato niente che ci facesse pensare che lei fosse passata- il piccolo Shippo era abbattuto.
-non vorrete arrendervi- affermò il monaco.
-tsk, chi ha mai detto una cosa del genere- rispose il mezzo-demone.
-sentite è da un po’ che ci penso, ma non vi sembra strano che da quando tutta questa storia è iniziata non abbiamo più avuto a che fare con Naraku o con le sue emanazioni?- disse titubante Sango, era da un po’ ormai che quel pensiero l’assillava.
-in effetti anche a me è sembrato strano, vorrei tanto sapere se ha in mente qualcosa, mi preoccupa un po’ questo suo silenzio, non è da lui- Miroku diede ragione alla sterminatrice.

Per Kagome la nostalgia era sempre più forte, avrebbe tanto voluto rivedere i suoi amici, avrebbe tanto voluto rivedere lui, Inuyasha; ogni tanto pensava che forse non sarebbe stata una cattiva idea tornare da loro, ma subito l’immagine terrorizzata dei suoi compagni al loro ultimo incontro la faceva desistere.
Da un po’ di tempo la ragazza aveva iniziato a far visita ai villaggi più vicini, le faceva sentire meno la solitudine, e stare in mezzo alla gente l’aiutava ad andare avanti.
Andava tutto bene fino a quando giunta in un villaggio le arrivò una strana voce che a quanto pare stava girando da un po’ nei villaggi della zona, decise così di chiedere ad uno degli abitanti per avere maggiori informazioni.
-si dice che un piccolo gruppo formato sia da umani che da demoni stia cercando da tutte le parti una loro ex compagna che a quanto pare hanno intenzione di eliminare e riprendersi qualcosa che lei ha rubato loro- disse l’uomo.
-come mai?- chiese un po’ turbata.
-sembra che lei abbia fatto qualcosa, e sia cambiata, ora dicono che sia diventata un mostro- continuò lui.
Kagome ebbe una brutta sensazione, scosse la testa per levarla dalla sua mente.
-sapete dirmi chi fa parte di questo gruppo?- domandò infine all’uomo.
-non so esattamente, mi pare però di aver sentito che tra loro ci siamo un monaco e una sterminatrice- rispose l’uomo prima di continuare il suo cammino, senza accorgersi che aveva lasciato la ragazza con cui aveva parlato in uno stato di assoluta disperazione.
Kagome si allontanò dal villaggio per tornare al suo rifugio, la testa le stava scoppiando, non voleva credere che fossero i suoi compagni quelli di cui si parlava, non poteva credere che la stessero cercando per ucciderla, ormai era tardi ma si ripromise che già l’indomani sarebbe andata a cercare notizie più sicure.
Ormai la notte era inoltrata e lei non riusciva a prendere sonno, la sua mente non riusciva a cancellare le parole dell’uomo del villaggio, e soprattutto una domanda la turbava, quante possibilità c’erano di trovare gruppi di persone che andavano in giro formati da umani e demoni insieme, e soprattutto in quanti avevano tra loro anche un monaco e una sterminatrice?
L’unica risposta che le veniva era, poche, anzi quasi nessuna a parte il suo ex gruppo naturalmente, doveva assolutamente scoprire di chi si trattava esattamente.
Ormai le giornate di Kagome erano sempre uguali, si alzava presto per dirigersi in qualche villaggio e avere notizie e tornare al suo rifugio quando ormai era buio, ma non si perdeva d’animo, dopo i primi giorni in cui nessuno aveva sentito niente riguardo a questa storia, nuove informazioni iniziarono ad arrivare, e nessuna di queste era buona.
Aveva scoperto che la persona che cercavano era stata una sacerdotessa che bramava d’impossessarsi di poteri sempre maggiori fino ad arrivare ad assorbire quelli demoniaci, e ora aveva perso ogni briciolo di umanità.
In uno dei villaggi ebbe la sensazione che tutti iniziavano ad avere paura di questa creatura in quanto il gruppo in questione avvisava di stare attenti in quanto era un grosso pericolo.
Infatti nei villaggi sempre più, la gente dubitava degli sconosciuti, quindi anche lei era vista in maniera sospettosa, anche perché si stava spargendo una descrizione facendo sapere che poteva ingannare le sue prede mostrandosi con l’aspetto di un inoffensiva fanciulla.

Continua…


Salve a tutti, in questo periodo andrò un po’ più lenta del solito, ho le giornate completamente piene, spero di non tardare troppo.
Grazie a tutti quelli che continuano a segurmi.

Ringraziamenti:

Yuriko Chan: si Miroku è proprio mitico, sia quando fa il buffone che quando è serio, sono contenta che la ff ti sta piacendo, continua a seguirla, un bacio

SweetLawliet: mi aspettavo proprio che lo scorso capitolo ti sarebbe piaciuto. Più si va avanti e più ci saranno colpi di scena, preparati. Un bacio a presto

Revenging L: ci vorrà un po’ ma presto anche Naraku farà la sua brutta comparsa. Sono contenta che lo scontro tra Kagome e Kikyo sia piaciuto, e soprattutto l’esito che ha avuto. Un bacione alla prossima

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


CAPITOLO 13

Nell’ennesimo villaggio che Kagome decise di visitare quel giorno, fu accolta all’ingresso di questo da un gruppo di uomini che stavano di guardia, appena la videro si misero sulla difensiva, e un uomo anziano che doveva essere il capo villaggio, si fece avanti con un talismano in mano, senza dire una parola lo lanciò verso di lei, e quando questo le si avvicinò, delle scintille luminose, come delle scariche elettriche partirono dal talismano, mentre il suo corpo mostrava il suo aspetto mezzo-demoniaco.
-e LEI state attenti!!! … nascondete le donne e i bambini e preparatevi a difendervi!- il capo villaggio iniziò ad impartire ordini, un paio di uomini andarono all’interno del villaggio, mentre ne arrivarono altri richiamati dalle voci.
-cosa sei venuta a fare qui, demone?- urlò uno degli abitanti armati di bastoni e lance.
-non voglio farvi del male, credetemi- cercò di giustificarsi Kagome che non sapeva come reagire al loro comportamento.
-vattene via, MOSTRO!!!- questa volta era la voce di un bambino a parlare dopo averle lanciato un sasso che la colpì ad una spalla.
Kagome guardava quelle persone che la fissavano con odio e paura, che aumentò dopo il gesto del bambino per il timore che si sarebbe arrabbiata e vendicata.
Ma la ragazza amareggiata girò le spalle e si inoltrò nella foresta da dove era venuta, sentendo poi in lontananza le grida di gioia dell’intero villaggio per lo scampato pericolo.
-io non sono un mostro- disse a se stessa quasi per convincersene.

Iniziava a credere che quello che si raccontava in giro fosse la verità, ma non lo voleva accettare, perché proprio loro, i suoi amici, a cui lei avrebbe affidato la sua vita senza pensarci due volte le stavano facendo questo, lei era andata via proprio per non far del male a nessuno, passava tutto il tempo da sola e raramente si concedeva la possibilità di vedere altre persone, perché ora le era vietato anche quel suo unico svago?
Kagome non poteva più stare in mezzo alla gente rischiava che la riconoscessero come era successo, aveva capito che le persone di cui si parlava nei villaggi, erano proprio i suoi ormai ex compagni di viaggio e di avventure, ed era lei che cercavano a quanto si diceva.

Kagome passava la maggior parte del tempo seduta su una grossa e alta roccia che spuntava da quella sorta di laghetto presente all’interno del suo rifugio, li pensava e si domandava perché le stava accadendo tutto questo, e se si meritava veramente un trattamento del genere.
Mentre faceva un giro per la foresta incontrò l’ultimo essere che avrebbe mai voluto incrociare.
Naraku.
-vedo che la notizia della tua trasformazione è fondata a quanto pare!- disse il mezzo-demone.
-cosa vuoi?- chiese Kagome sulla difensiva.
-tranquilla sono solo venuto ad accertarmi della situazione- gli rispose lui con il solito tono arrogante.
-bene ora che mi hai vista puoi anche levarti di torno- non lo voleva vedere non si sentiva pronta ad affrontarlo.
-perché tutta questa fretta, non sei contenta che finalmente qualcuno si ricordi ancora della tua esistenza, e non teme di parlare con te?!- affermò Naraku sapendo esattamente che parole utilizzare per arrivare ai suoi punti deboli.
-povera piccola ti devi sentire molto sola, ma se vuoi io ho una proposta da farti- continuò lui.
-non ho bisogno della tua falsa compassione, e poi non sarai così folle da credere che io accetti una tua proposta- rispose la ragazza offesa dalle sue parole.
-non devi rispondermi subito e poi non sai ancora cosa voglio chiederti- continuò imperterrito Naraku.
-non lo so è non lo voglio sapere e ora se hai finito sparisci- era stanca e voleva tornare nel suo rifugio che era diventato ormai la sua casa.
-d’accordo, ma ci rivedremo presto- si allontanò un po’ ma si girò nuovamente.
-comunque, se tu ti unissi a me io non ti tratterei male come stanno facendo Inuyasha e il resto dei tuoi compagni, pensaci mi raccomando- e sparì come era arrivato.
-maledetto- sibilò tra i denti, quel demone sapeva come infierire.

-vedrai ragazzina, presto sarai mia- affermò la voce di Naraku quando non poteva più essere udita dall’interessata.

Kegome, era seduta come sempre sulla roccia più alta del laghetto all’interno della grotta che oramai occupava da qualche mese.
Non era mai stata per così tanto tempo sola, senza vedere la sua famiglia, o senza vedere i suoi amici dell’epoca San Goku da quando li aveva conosciuti, e tutti le mancavano da morire.
Ma quello che più le faceva male era la consapevolezza di aver perso tutto, non avrebbe più riabbracciato la sua famiglia loro l’avevano dimenticata, non sapevano della sua esistenza; invece Sango, Miroku, Shippo e Inuyasha, loro sicuramente li avrebbe rivisti prima o poi l’avrebbero trovata ma non sapeva come si sarebbe dovuta comportare, e come sarebbe andata a finire.
Volevano indietro i frammenti della sfera, e inizialmente era quello che voleva fare, consegnarglieli, ma ora ...?
-perché non dovrei usarla io, in fondo sono io la custode, ero io che la conservavo nel mio corpo. In fondo voglio solo poter tornare a casa mia e che tutto torni come prima- disse determinata la ragazza.


Intanto Kagome nel suo quotidiano girovagare nella foresta, avvertì una presenza, sentì che era un demone, ma non si stava dirigendo dalla sua parte, si avviò verso la sua direzione, e notò che stava puntando una bambina intenta a raccogliere dei fiori.
Senza perdere tempo con la sola forza spirituale apparve tra le sue mani un arco e una freccia fatte si pura energia luminosa, e scagliò la freccia che fece sparire completamente il demone purificandolo, nello stesso momento che davanti alla bambina comparve un’altra persona pronta a proteggerla.
Dopo che il demone che aveva attaccato la bambina fu spazzato via, Kagome poté riconoscere le persone che gli stavano davanti, e quando la bambina la vide, si fiondò verso di lei.
-Kagome- la chiamò la bambina mentre le correva incontro sotto lo sguardo attento di Sesshoumaru.
-ciao Rin, come stai?- disse Kagome inginocchiandosi per poter essere alla sua stessa altezza.
-io sto bene, guarda ti piacciono questi fiori, non sono bellissimi- disse con la sua voce cristallina e sempre allegra Rin.
-si sono molto belli- rispose Kagome accarezzando la testa della bambina, e alzandosi per incontrare lo sguardo glaciale del fratello di Inuyasha.
-vedo che ormai hai imparato ad utilizzare la tua forza demoniaca insieme a quella spirituale- affermò il demone, questa volta non avrebbe fatto in tempo ad arrivare dalla piccola Rin il demone era stato molto veloce e lui lo sapeva, ma non si sarebbe mai abbassato a ringraziare un mezzo-demone.
-già, a quanto pare la strigliata che qualcuno mi ha fatto tempo fa e servita- disse con un piccolo sorriso, il primo dopo tanto tempo.
-che hai intenzione di fare ora che sai padroneggiare la tua natura?- domandò Sesshomaru, quella ragazzina era sempre una sorpresa, faceva sempre il contrario di quello che lui si aspettava facesse un qualsiasi umano, e ora nonostante fosse un mezzo-demone le cose non erano cambiate, infatti lui si aspettava che ora tornasse insieme al gruppo di suo fratello.
-in che senso?- chiese anche se sapeva esattamente a cosa lui si riferisse.
-tornerai con loro?- non aveva mai fatto tanti giri di parole, arrivava sempre subito al punto, Kagome rimase un attimo in silenzio prima di rispondere.
-no, non posso!- rispose la ragazza con un sorriso triste e malinconico.
-fai come credi, ma penso che prima o poi li dovrai incontrare, se non sbaglio tu hai ancora alcuni frammenti della sfera degli Shikon, e faresti bene ad essere pronta perché più il tempo passa e più sarà difficile rivederli- affermò il demone voltandole le spalle per andare via.
Kagome rimase un momento a fissare la schiena di Sesshoumaru, da quando era iniziata tutta quella storia era la seconda volta che parlavano, e che lui sembrava quasi cercasse di dargli dei consigli; poi un pensiero le passò per la mente, che fosse Rin, quella tenera bambina, ad avere questo strano effetto sul freddo ed impassibile demone.
-perché ti preoccupi per me?- domandò di getto senza pensare.
-non illuderti, a me non interessa niente di quello che farai!!- rispose un po’ irritato il demone.
-a proposito, sai cosa si dice in giro riguardo ai tuoi amici?- chiese Sesshoumaru voltandosi per guardarla negli occhi.
-si- rispose abbassando lo sguardo.
-credi che sia vero?- proseguì il demone.
-non lo so, non so più niente, ma non credo che mi cercheranno per uccidermi, li conoscono non lo farebbero mai- disse Kagome, più che altro non voleva crederci.
-hai salvato Rin, ma non credere che sia costretto a sentirmi in debito- affermò lui imperturbabile come sempre.
Sesshomaru non parlò più, si allontanò seguito da Rin che si sbracciava per salutare Kagome.
-prego, Sesshoumaru- sussurrò appena i due furono inghiotti dalla vegetazione.
“in questo momento forse per la prima volta ho visto quanto sono simili Sesshomaru e Inuyasha, pensò fissando il punto in cui i due erano spariti.

Mentre era in cerca della sua cena Kagome si imbatté su un gruppo di cacciatori, questi appena la videro la riconobbero subito, anche perché in quel momento aveva l’aspetto di mezzo-demone.
Gli uomini puntarono le loro armi contro di lei che cercava di spiegare che non voleva attaccarli, ma nessuno le dava retta, iniziarono ad attaccarla mentre lei si difendeva cercando di non ferire i suoi aggressori.
Ad un certo punto successe quello che mai avrebbe immaginato, dagli alberi sbucarono fuori quelli che un tempo erano i suoi compagni ed amici, coloro a cui avrebbe affidato la vita e per cui aveva sacrificato la sua esistenza.
-adesso ti metti ad attaccare gli esseri umani? Mi hai deluso io credevo in te, invece sei cambiata, ma forse sei sempre stata così!!- a parlare era stata Sango la sua migliore amica, non capiva come poteva dire una cosa del genere.
-Sango cosa stai dicendo, io non ho fatto nulla, sono stati loro ad attaccarmi- rispose confusa lei.
-non sei più la Kagome a cui volevo bene, sei diventata un mostro- Shippo pronunciò quelle parole con una freddezza tale che se non lo avesse visto e sentito con i suoi occhi mai avrebbe minimamente pensato che il piccolo cucciolo di volpe potesse rivolgersi a lei in quella maniera.
-Kikyo aveva ragione- a pronunciare quelle parole era stato Inuyasha, e quelle parole erano state peggio di una pugnalata alle spalle.
-Inu-Inuyasha- Kagome era rimasta sconvolta da quelle parole.
-lei ha sempre avuto ragione, era il potere quello che bramavi fin dall’inizio. Su una cosa però si sbagliava, tu non sei come Naraku, tu sei molto peggio- il mezzo-demone la fissava proprio come un nemico da eliminare.
-no, non è vero, tu non lo pensi veramente … - Kagome non credeva alle sue orecchie, e proprio mentre abbassava la guardia, colui che prima l’aveva sempre difesa in ogni situazione mettendo a rischio la propria vita aveva sferrato un attacco contro di lei.
Kagome troppo sconvolta non aveva fatto in tempo ad accorgersi cosa stava succedendo, sentì solo un forte dolore alla spalla, e poi sangue, il suo sangue scorrere sul suo braccio fino a formare una piccola pozza sul terreno.
-per questa volta ti lascio andare, ma ti avviso fai in modo di non incontrarmi più sulla tua strada, la prossima volta non sarò così clemente, … mi prenderò i frammenti della sfera che possiedi e naturalmente recupererò l’anima di Kikyo e la farò tornare alla sua legittima proprietaria- e detto questo andò via seguito da Sango, Miroku, Shippo e gli altri umani.
Kagome si accasciò a terra, distrutta, ormai non percepiva più dolore dalla ferita alla spalla che continuava a sanguinare, ma lei non se ne preoccupava, provava però un intensa fitta al petto, il suo cuore si era frantumato in mille pezzi e non sarebbe stato facile ricomporlo, in confronto ricomporre la sfera degli shikon sarebbe stata una passeggiata.
Tradita.
Ecco come si sentiva, tradita dalle persone che le erano più care, le uniche che gli erano rimaste, a cui continuava a volere molto bene e che continuava a credere che non le avrebbero mai fatto del male, non voleva credere a quello che aveva visto e che gli era successo.

Continua…

Salve a tutti, sono tornata, lo so è tanto che non aggiornavo, ma ho avuto qualche problema, e non mi sono potuta occupare della ff.
Ora spero di riprendere regolarmente.
Grazie mille a tutti quelli che continuano a leggere la mia storia e coloro che l’hanno inserita nelle seguite e nelle preferite.

Un particolare ringraziamento va:

-    lucia lair: mi spiace aver aggiornato dopo così tanto tempo, spero però che continui a seguirmi e che questo capitolo ti piaccia. Un bacione a presto;
-    Revenging L: anche a te come me piacciono le incursioni di Sesshoumaru, fammi sapere se anche questa ti è piaciuta. Spero tanto di riuscire a continuare la ff regolarmente, e di aggiornare presto, un bacio grande, alla prossima.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


capitolo 14 CAPITOLO 14

Sesshomaru era venuto a conoscenza dello scontro che c’era stato tra Kagome e Inuyasha, e sapeva che prima o poi ci sarebbe stato un altro incontro visto il finale che si era avuto e la minaccia del mezzo-demone.
Si accorse che forse si stava interessando un po’ troppo alla situazione di quella ragazzina, ma si autogiustificava con la curiosità dell’evolversi della situazione, e del fatto che iniziava a pensare che in tutta quella situazione c’era lo zampino di Naraku.
E poi si sentiva in debito verso Kagome che anche l’ultima volta che si erano visti, aveva salvato per l’ennesima volta Rin; e quindi aveva deciso di cercarla e seguirla da lontano per vedere come andavano le cose, oltretutto sembrava che Naraku volesse qualcosa dalla ragazza, e lui aveva ancora un conto aperto con quel dannato mezzo-demone, e voleva chiuderlo al più presto, quindi seguendo Kagome prima o poi lo avrebbe trovato.

Miroku, Sango, Shippo e Inuyasha continuavano nel loro viaggio, e come tutte le sere accendevano un fuoco mangiavano qualcosa, e poi prima di dormire si intrattenevano a parlare un po’ e come sempre i discorsi andavano a finire sulla ricerca di Kagome, Inuyasha non partecipava mai a quelle discussioni.
La maggior parte delle volte si appollaiava sul ramo di un albero e si chiudeva nel suo mutismo, solo negli ultimi tempi aveva iniziato a prendere parte a quegli scambi di idee, e questo era dovuto al fatto che erano giunte alle loro orecchie delle strane voci riguardo ad un gruppo che, per chi li conosceva non ci sarebbe voluto molto a identificarli con loro.
-chi credete abbia messo in giro una storia così assurda- chiese Sango, ancora sconcertata da quello che avevano sentito negli ultimi villaggi in cui erano stati.
Avevano infatti scoperto che si stava spargendo la voce, il gruppo in questione voleva eliminare una sacerdotessa che era diventata un mezzo-demone.
-l’unica cosa vera in tutto questo è che la stiamo cercando, ma di sicuro non per i motivi che ora la gente pensa- affermò Miroku.
-non m’interessa cosa pensa la gente, che creda quello che le pare l’importante e che non si intromettano nei nostri affari- sbuffò Inuyasha.
-credete che anche Kagome a sentito questa storia?! … e se credesse che noi vogliamo farle del male?- domandò triste il piccolo Shippo, facendo sussultare anche il mezzo-demone.
-sono sicuro che la divina Kagome non crederà mai che noi vogliamo ucciderla- cercò di rassicurarlo il bonzo.
-anche io lo credo, … però dopo tutto questo tempo … nell’ultimo villaggio che siamo stati la gente era terrorizzata, ora sono arrivati a dire che ha iniziato ad attaccare gli umani, ma questo non è impossibile, non è vero?- domandò la sterminatrice, aveva fiducia nella sua amica, ma con quello che le era capitato nell’ultimo periodo chiunque sarebbe potuto entrare in confusione.
-non crederai veramente ad una cosa del genere, quelli che hanno parlato non l’hanno neanche mai vista, è impossibile che Kagome possa fare una cosa del genere- prese le sue difese Inuyasha.
-Inuyasha ha ragione, Kagome non farebbe mai del male a nessuno- Shippo non avrebbe mai creduto a quelle dicerie.
-lo so, anche io credo che non sia pensabile, … solo … vorrei che fosse con noi, e da così tanto che non la vediamo e mi manca- si rattristò Sango.
-vedrai che presto la troveremo, e questa volta non la lasceremo andare via- cercò di rasserenarla il monaco.
Rimasero per un po’ di tempo attorno al fuoco in silenzio per finire il loro pasto, quando sentirono una presenza conosciuta.
-Inuyasha la senti anche tu?- domandò Miroku.
-si, presto andiamo, è Naraku- disse il mezzo-demone.

Kagome era andata a cercare delle erbe medicinali, era sempre utile avere la scorta, e mentalmente ringraziò la vecchia Kaede che le aveva insegnato molto in quella materia, la sera prima dopo il colpo ricevuto da Inuyasha gli erano stati molto utili i suoi insegnamenti.
Mentre stava tornando nel suo rifugio, gli si parò un’altra volta davanti Naraku, sempre con la solita aria di superiorità.
-salve Kagome, come stai?- le chiese.
-fino a poco fa stavo benissimo- le rispose acida la ragazza.
-volevo sapere se avevi pensato alla mia proposta- domandò sempre con lo stesso tono il mezzo-demone.
-non avrai creduto veramente che io potessi unirmi a te?!- rispose sicura Kagome, per nessuna ragione al mondo si sarebbe unita al suo gruppo.
-vedo che sei sempre di ottimo umore ultimamente, comunque se vuoi altro tempo ti … - improvvisamente si bloccò spostando lo sguardo di lato.
-tempismo perfetto, presto avremo compagnia- affermò Naraku.
Anche Kagome si era accorta che qualcuno si stava avvicinando, e quando capì di chi si trattava iniziò ad agitarsi.
Il gruppo di Inuyasha arrivò nella radura dove si trovavano Kagome e Naraku, e rimasero a bocca aperta quando videro che insieme a lui c’era proprio la persona che loro stavano cercando da mesi.
-avete sempre la facoltà di interrompere i miei piani- dichiarò ridendo Naraku.
-Naraku, questa volta non mi scapperai!!!- gli urlò contro Inuyasha.
-non sono qui per te Inuyasha!- rispose il loro mortale nemico, prima di rivolgersi nuovamente a Kagome.
-la mia proposta è ancora valida- proseguì Naraku rivolto alla ragazza.
-di che proposta stai parlando- chiese Miroku sospettoso.
-sta riflettendo se entrare a far parte del mio gruppo, infondo dopo le ultime delusioni, solo con me potrà utilizzare al meglio i suoi poteri- asserì Naraku.
Per un attimo calò il silenzio, i nuovi arrivati fissarono la ragazza per cercare di capire cosa aveva intenzione di fare, ma dai suoi occhi viola non riuscivano a leggere niente.
-Kagome … - fu il piccolo Shippo il primo ad aprire bocca, e quando si stava per avvicinare a lei, fu fermato.
-NON AVVICINATEVI!!!- urlò Kagome scrutandoli, non poteva fidarsi dopo l’ultima volta che si erano visti nonostante non volesse credere che fossero stati loro, non poteva negare la paura di un loro nuovo attacco, doveva capire se loro erano veramente i suoi amici.
-cosa c’è, ora temete che dopo il nostro ultimo incontro abbia deciso di allearmi con quel verme. O definitivamente capito che in tutto il tempo trascorso assieme, non mi avete mai conosciuta veramente- la voce fredda e distaccata di Kagome era così diversa da quella dolce e calda che loro conoscevano, e i suoi occhi brillavano ma non della solita vitalità che possedevano, era rabbia quella che sprizzavano in quel momento.
-ma di cosa stai parlando?- ribatté il mezzo-demone sempre più confuso.
-Kagome, ti stiamo cercando da quando sei andata via!- riuscì a pronunciare Sango che non credeva ancora hai suoi occhi, la sua unica amica era li davanti a lei.
-so benissimo per cosa mi state cercando, ma non vi renderò le cose facili stavolta- non riuscivano a capire perché Kagome fosse così arrabbiata con loro.
-cosa stai dicendo, vuoi dire che ti sei alleata con quel mostro?- chiese sconvolto Inuyasha, dopo un primo momento di sgomento alla vista della ragazza, dopo che aveva assistito alla sua reazione alla loro presenza si era alterato, perché lui in tutto questo tempo passato lontano dalla ragazza non aveva che sperato di trovarla il prima possibile, mentre sembrava che a lei non interessasse anzi sembrava scocciata di rivederli.
Intanto Naraku assisteva alla scena sorridendo tra se e se, il suo piano stava andando perfettamente, e decise che era il momento di andare via per tornare a constatare più avanti, come si erano evoluti gli eventi, nessuno cercò di fermarlo questa volta, l’attenzione era tutta rivolta ad un altro problema.

Continua…

Nuovo incontro tra Kagome e il gruppo di Inuyasha, sarà da vedere se sarà chiarificatore. Naraku come sempre tesse i fili delle sue trappole, non ci può mai fidare.

Ringrazio immensamente tutti quelli che continuano a seguirmi

Chi ha inserito la ff tra le seguite:
Argentey
chidorisama
Devildragon
Travers
jennyvava
kaggy95
 lamoon
nonloso
SweetLawliet
ThePirateSDaughter
Irix87
Chi la inserita tra le preferite:
alexiell
aquizziana
aras95
Dolce Kagghy
Fantasy_Mary88
fmi89
kaggy95
SweetLawliet
laretta
Nayma85
Revenging L
 lucia lair
Roxy
krystal86

un ringraziamento particolare va a:
jennyvava: ciao cara mi fa veramente piacere risentirti, vuol dire che continui a seguirmi. Io continuo a scrivere sperando di non deluderti.
lucia lair: presto si capirà cosa sta succedendo, una cosa e ormai certa Naraku con una delle sue trappole.
Revenging L: di certo non ci possiamo aspettare Sesshomaru che ringrazia apertamente o che dice – ti aiuterò- , però a suo modo se vorrà troverà il modo sicuramente, sei d’accordo?

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


CAPITOLO 15

-non ti darò i frammenti della sfera, questa volta sono pronta non mi lascerò attaccare senza reagire- e mentre parlava tra le mani prese forma un arco di energia che puntò sui suoi ex-compagni di avventura, voleva vedere come avrebbero reagito.
Rimasero tutti sconvolti dalla piega che stava prendendo la situazione, non capivano perché Kagome reagisse così.
-Kagome noi siamo venuti a cercarti per … - cercò di parlare Sango, ma fu interrotta dalla freccia luminosa dell’amica che si conficcò vicino ai suoi piedi.
“questo è il momento di scoprire cosa sta succedendo, perché non reagiscono come ieri, che non siano stati veramente loro, che fosse tutta una trappola per metterci contro? forse la mia non è solo una speranza vana”, i pensieri nella testa della ragazza erano più che mai confusi.
-basta, non voglio sentire più niente, fatte quello che volete ma non crediate che sarà così facile sconfiggermi, non sono più una debole umana, non staro solo a guardare stavolta!- Kagome non reggeva più alla tensione, ma sentiva sempre una grossa differenza dall’ultima volta che li aveva visti, non sembravano più aggressivi c’era qualcosa che non quadrava.
Come richiamata dalla situazione apparve e si fece avanti Kikyo che con i suoi Shinidamachu si avvicinò al gruppo di Inuyasha.
-finalmente ti sei mostrata per quello che sei, lo sapevo che saresti arrivata ad attaccare persino i tuoi amici- pronunciò quelle parole con grande soddisfazione.
-vedo che non avete perso tempo?!- disse più a se stessa Kagome, ricordando la minaccia della sera precedente, volevano prendere la sua anima per darla a Kikyo.
-sono stata proprio una stupida io mi fidavo di voi, non avrei mai creduto che poteste fare una cosa del genere, ma non vi permetterò di portarmi via anche quel poco che mi è rimasto. Potete credere a quello che volete, date pure retta alle sue parole, non ha più nessuna importanza per me!- la tristezza e il dolore che provava si stavano trasformando in rabbia, e l’aura che iniziava a sprigionare il suo corpo mostrava tutta la sua potenza.
-forse la causa del suo rancore verso di noi sono le voci che circolano nei villaggi e pensa che noi vogliamo eliminarla?!- Miroku era arrivato a questa unica soluzione.
-Kagome non vogliamo portarti via niente, vogliamo solo che tu torni con noi- Shippo stava facendo un grosso sforzo per non scoppiare in lacrime.
-come no, non è me che volete con voi, ma i frammenti della sfera che sono ancora in mio possesso e un’altra “piccola” cosa, la mia anima da dare a Kikyo- rispose lei fissando la sacerdotessa che a quelle parole le brillarono gli occhi anche se non capiva perché Kagome affermasse una cosa del genere, mentre gli altri erano troppo scioccati per negare.
-che delusione, hai creduto subito alle voci che circolano senza appurartene realmente, e poi hai il coraggio di dire che tu ti fidavi di noi?- Inuyasha dopo un primo attimo di smarrimento per le parole appena udite, era infuriato.
Come aveva potuto credere che loro avessero voluto ucciderla, che lui avrebbe voluto ucciderla, erano mesi che la cercavano senza sosta, e tutto per aiutarla e non lasciarla sola perché volevano stare con lei, lui voleva stare con lei, e non riusciva più a sopportare la sua assenza, e ora li accusava di una cosa così meschina dopo tutto quello che aveva passato insieme.
Mentre tutti speravano che quello che stava accadendo fosse solo un brutto incubo, Kikyo sorrise alle parole del mezzo-demone, non lo aveva mai sentito rivolgersi a quel modo a Kagome.
-sei peggio di quanto credessi, lo sapevo che eri una debole ragazzina che non era fatta per stare in questo mondo, e ora hai dimostrato tutta la tua debolezza, sei addirittura arrivata ad allearti con quel mostro- nessuno ancora aveva chiarito se l’alleanza era avvenuta oppure no, ma la sacerdotessa approfittando della situazione per lei favorevole continuava ad insistere su quell’argomento.
-tra mostri ci si può intendere non è vero Kikyo, tu come me lo dovresti capire perfettamente, oltretutto non sei tu quella che ha dato i frammenti della sfera a Naraku, o sbaglio?- la zittì Kagome.
-basta queste sono solo delle stupidaggini, abbiamo delle questioni più urgenti da sistemare- Miroku sapeva che se continuavano a dare corda alla sacerdotessa non avrebbero capito quello che stava succedendo, e anche lui iniziava ad essere nervoso.
-bene se volete iniziare io sono pronta- affermò Kagome facendo ricomparire l’arco e la freccia, lasciando scioccata Kikyo che non si aspettava una tale potenza.
-Kagome, non avrai davvero intenzione di attaccarci?!- Shippo non poteva credere che, la ragazza a cui lui voleva un bene infinito, colei che aveva sostituito nel suo immaginario da bambino la figura della mamma persa troppo presto, volesse attaccarli.
-lo sapevo, vi avevo avvisato che prima o poi sarebbe successo- dichiarò con sicurezza Kikyo.
-tu devi stare zitta, non intrometterti- rispose Kagome puntando la freccia contro di lei, non sarebbe mai riuscita a colpire i suoi ex-compagni.
A quel punto Inuyasha si posizionò davanti alla sacerdotessa sguainando Tessaiga pronto a proteggerla, ma senza l’intenzione di attaccare Kagome.
Un sorriso malinconico si formò sul viso della ragazza, che non faceva che pensare al motivo per cui i suoi più cari amici le si erano rivoltati contro; e ora vedere quella scena, con Inuyasha che si parava davanti a Kikyo per proteggerla e sguainava la sua fedele spada contro di lei, la spada che tante volte era servita per salvarla, le provocò l’ennesima crepa nel suo cuore, tanto che pensava ormai di avere già raggiunto un livello in cui niente poteva farla stare ancora più male, ma si era sbagliata.
-aspettate, parliamo un attimo c’è sicuramente una soluzione a tutto questo- Sango iniziava ad aver paura.
-parlare, e di cosa, la volta scorsa non vi siete fatti tutti questi scrupoli- dichiarò la ragazza, che però si era accorta che c’era qualcuno che li stava osservando, gli insetti di Naraku.
Mentre gli altri cercavano di farla ragionare e cercavano di capire cosa le fosse successo, la sua mente era altrove, e ripensava a tutto quello che era accaduto da quando era iniziato quel tormento.
Molti fatti non tornavano, primo fra tutti quei bruschi cambiamenti di comportamento dei suoi amici, prima volevano aiutarla a tutti i costi, poi avevano tentato di ucciderla e ora non sembravano più intenzionati ad attaccarla, sicuramente c’era qualcosa che non andava, e visto l’insistenza di Naraku ad averla dalla sua parte e visto che tutt’ora li stava osservando, una cosa era certa, lui aveva a che fare con tutta quella situazione, ma ora la domanda era, fino a che punto?
-Kagome non ho nessuna intenzione di attaccarti, ma tu cerca di tornare in te, perché la Kagome che conosco non si comporterebbe mai in questo modo- gli urlò quasi sul punto di scoppiare Inuyasha.
-forse la Kagome che conoscevi non esiste più, forse non è mai realmente esistita- non credeva neanche lei a quello che diceva.
Inuyasha la guardava fisso negli occhi cercando ancora una volta di scrutarli per poter leggere dentro di lei, e per un attimo gli sembrò di vedere una luce conosciuta nel suo sguardo, era durato poco ma gli dava la speranza che ci fosse la possibilità che la SUA Kagome potesse tornare.
Le parole del mezzo-demone e i suoi occhi sinceri di quel bellissimo color ambra le scaldarono il cuore martoriato dai duri colpi ricevuti nell’ultimo periodo.
Ora aveva la certezza che dietro tutta quella situazione c’era la mano di Naraku, ora doveva capire cosa fare, ma una decisione l’aveva presa si sarebbe fidata dei suoi amici, si sarebbe fidata di Inuyasha, come aveva potuto dubitare che loro volessero farle del male, sicuramente c’era una spiegazione e presto l’avrebbe scoperto.
La prima cosa da fare era eliminare quegli insetti, non voleva che Naraku fosse informato delle sue azioni e scoprisse che lei aveva intuito quali fossero le sue intenzioni.
Accadde tutto in un baleno, Kagome aveva ancora la freccia puntata verso Kikyo coperta da Inuyasha che stava davanti a lei, spostò la traiettoria del suo arco e scagliò la freccia che colpì gli insetti che si trovavano nella vegetazione tra i due e il resto del gruppo che per un attimo pensarono che volesse colpire loro.
Ma nello stesso momento che lei aveva scagliato la sua freccia un’altra da un altro arco era stata lanciata, che colpì Kagome ad un fianco, presa alla sprovvista in un momento in cui era concentrata a colpire quei maledetti insetti.

Continua…

Kikyo e entrata nuovamente in azione, ora che Kagome a definitivamente capito che non sono stati i suoi compagni ad attaccarla e che molto probabilmente la colpa è di Naraku.

Anche se un po’ in ritardo vi faccio i miei auguri di Buon Natale e Buon Anno, spero nel 2010 di continuare a scrivere su questo fantastico sito.
Tanti tantissimi auguri

lucia lair: era proprio tutta una trappola di Naraku a quanto pare, spero che questo capitolo che penso sia l’ultimo del 2009 ti sia piaciuto, ci sentiamo il prossimo anno. Un bacio

Revenging L: certo che non potevano essere loro, e in fondo Kagome lo ha sempre saputo. Per quanto riguarda Sesshoumaru, presto si farà vedere di nuovo. Ci sentiamo nel 2010, un bacio

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Capitolo 16
*** CAPITOLO 16 ***


CAPITOLO 16

Inuyasha vide la freccia passare alla sua destra e colpire Kagome, che si era voltata verso la sua parte, poteva vedere il viola dei suoi occhi farsi più intenso fissando il responsabile di quel gesto che stava alle spalle del mezzo-demone.
Kagome nonostante il dolore che la nuova ferita le procurava, come se nulla fosse toccò la freccia sacra che la sacerdotessa le aveva scagliato e questa sparì, ma si accorse che uno degli insetti era riuscito a sfuggirgli.
-perché ti devi sempre intromettere, per colpa tua uno di quei maledetti insetti velenosi di Naraku e riuscito a fuggire … sei molto brava con le parole, hai accusato me di essermi alleata con quel mostro ma alla fine in un modo o nell’altro, volente o no, sei sempre tu che gli faciliti le cose- Kagome era furibonda, ogni volta Kikyo riusciva a metterle i bastoni fra le ruote, e in più la ferita causata dalla freccia le bruciava da morire.
-cosa ti è saltato in mente perché l’hai colpita?!- chiese Inuyasha voltandosi anche lui fortemente alterato.
-credevo stesse per attaccare i tuoi amici, non ci si può fidare di quella ragazzina, fino a poco fa minacciava di attaccarci, ho fatto solo il mio dovere- affermò la sacerdotessa per niente pentita di quello che aveva fatto.
-questo vuol dire che non vuoi attaccarci- chiese speranzoso il piccolo cucciolo di volpe rivolto alla sua amata Kagome.
-no Shippo, non riuscirei mai a farvi del male, anche se per un po’ ho creduto veramente che volevate uccidermi- rispose Kagome, mentre la tensione iniziava un po’ a scemare dal suo corpo, ma sentendo sempre più delle fitte provenire dal fianco.
-cosa è successo, hai sentito quello che si dice nei villaggi?- chiese Miroku leggermente deluso e offeso dalla mancanza di fiducia della ragazza solo per delle dicerie.
-non avrai creduto a quelle sciocchezze?- Inuyasha sperava che la fiducia che lei aveva nei loro confronti non fosse così debole.
-ti sbagli fratellino, lei non ha mai creduto a quelle voci- la voce imperiosa di Sesshoumaru alle spalle di Kagome, si interpose prendendo l’attenzione di tutti che non si erano accorti del suo arrivo.
-Sesshoumaru cosa ci fai qui?- lo fulminò con lo sguardo Inuyasha.
-credevo di aver capito come sei fatto, ma in fondo hai solo confermato che sei uno stupido mezzo-demone che ancora si lascia ingannare dal primo venuto- continuò il demone come se non lo avesse sentito.
-cosa sei venuto a fare- gli domandò furioso, ma anche curioso di sapere il motivo della sua presenza, come tutti del resto visto gli sguardi lanciati a Sesshoumaru.
-non mi piace avere debiti con nessuno!- affermò sempre con il suo tono freddo e distaccato.
-cosa vuoi dire?- domandò sempre più confuso il mezzo-demone.
-questo non ti deve interessare, non sono venuto per te!- precisò il demone fissando Kagome.
-vedo che ora stai puntando più in alto!!- Kikyo si rivolse a Kagome con la sua aria di superiorità.
-dove vuoi arrivare?- le rispose la ragazza prudente, poteva aspettarsi di tutto dalla sacerdotessa.
-forse la vicinanza con un mezzo-demone non ti bastava più e ora stai cercando di avere i favori di un demone maggiore- proseguì Kikyo, mentre Kagome non sapeva se la sacerdotessa vedesse veramente sempre il male in lei o era un modo per screditarla davanti agli occhi di tutti.
-vedo che non sai più a cosa appigliarti e continui a cercare tutti i modi per farmi passare da manipolatrice, mi dispiace Kikyo ma forse non tutti sono come te- asserì la ragazza ora stanca dei suoi continui attacchi.
-cosa eri venuto a dirmi Sesshoumaru?- interrogò il demone, per essere arrivato a cercarla doveva essere qualcosa di importante.
-sono venuto ad informarti che lo scontro che hai avuto la notte scorsa, è stata tutto una trappola, coloro che ti hanno attaccato non sono chi pensi, ma si è trattato probabilmente di demoni camaleonti, questi riescono a prendere le sembianze di chi vogliono!- spiegò Sesshoumaru.
-ma vedo che non sei caduta nella loro trappola anche senza il mio intervento- continuò il demone.
Tutti guardavano stupiti il demone, chiedendosi il motivo per cui voleva aiutare Kagome.
-Naraku, è stato lui, ne sono certa!- ecco che tutto tornava, era tutta una trappola architettata da quel mostro.
-si può sapere di che trappola state parlando? Chi ti ha attaccato?- ora Inuyasha pretendeva di sapere cosa stava succedendo era stanco di essere tenuto allo scuro.
Vedendo che Kagome non sembrava intenzionata a spiegare la situazione e vedendola abbassare lo sguardo senza mai incrociarlo con nessuno di loro, Inuyasha stufo si avvicinò a lei.
Kagome voleva raccontare cosa le era capitato da quando si erano separati, ma non si sentiva pronta, era passato così tanto tempo, aveva avuto così tanta nostalgia di tutti loro che ora che si trovavano a pochi passi da lei non riusciva a parlare.
Ad un tratto vide Inuyasha avvicinarsi sempre di più, presa alla sprovvista iniziò ad indietreggiare senza saperne il reale motivo, ma il mezzo-demone non aveva nessuna intenzione di starla ad inseguire e con un rapido gesto la prese per un braccio per trattenerla, aveva paura che potesse fuggire per l’ennesima volta.
Forse perché Kagome non si era minimamente scomposta, forse perché erano ancora tutti stravolti dalle circostanze in cui si trovavano, ma sta di fatto che si erano scordati che lei era appena stata colpita da una freccia sacra, e nel momento in cui Inuyasha trascinò verso di se la ragazza questa gemette e s’inginocchiò a terra tenendosi la parte lesa con la mano che subito si macchiò di rosso.
Solo in quel momento Inuyasha percepì l’odore del sangue di Kagome e preoccupato s’inchinò per vedere come stava.
-Kagome, quella ferita è da curare immediatamente- si poteva leggere preoccupazione nella voce del mezzo-demone.
-non è niente, ora passa- rispose lei più a se stessa.
-anche se rimane sempre una sacerdotessa, quella che è stata lanciata è comunque una freccia sacra e lei ormai ha anche aura demoniaca quindi l’effetto di una di quelle frecce e lo stesso che ha sui demoni- Sesshoumaru nonostante facesse sempre l’indifferente, nell’ultimo periodo aveva aiutato Kagome ma non riuscivano ad immaginarne ancora il motivo.
-Inuyasha lasciala a me, le fascio la ferita prima che perda troppo sangue- Sango si era avvicinata posando una mano sulla spalla dell’amico.
Quando lui si rialzò per far posto alla sterminatrice, si rivolse a suo fratello.
-puoi spiegarmi cosa sta succedendo?- domandò cercando di stare calmo anche se era difficile.
-è semplice, a quanto pare Naraku voleva farti un altro scherzetto come cinquant’anni fa, voleva che tu e Kagome vi ammazzaste a vicenda, ma gli è andata male stavolta, Kagome non si è lasciata ingannare- questa sapeva tanto di una frecciatina lanciata a lui e ad una certa sacerdotessa che a quelle parole strinse i pugni.
-prima ha fatto circolare la voce che la stavate cercando per eliminarla, e poi vedendo che lei non credeva a quelle parole, ha chiamato dei demoni perché prendessero le vostre sembianze e l’aggredissero, per fare in modo che vi odiasse- spiegò, il suo tono di voce era sempre impassibile.
Per un po’ calò il silenzio, tutti erano persi nei loro pensieri, mentre una forte rabbia verso Naraku se era possibile aumentava ancora più dopo quel racconto.
-grazie a Kikyo ora anche Naraku sa che siamo a conoscenza che era tutto un inganno- ribadì la ragazza fulminando con lo sguardo la sacerdotessa e spezzando il silenzio che si era creato.
-questo vuol dire che presto ci rivedremo, sono ancora in debito, e odio esserlo soprattutto con una insignificante mezzo-demone- dichiarò Sesshoumaru voltando le spalle per andare via.
Kagome rivolse un leggero sorriso alla sua direzione ringraziandolo mentalmente, anche se con la sua solita arroganza e freddezza le aveva appena assicurato il suo aiuto in futuro.
-come va la ferita?- chiese Shippo un po’ titubante.
-sto bene ora, in fondo adesso le ferite guariscono molto più in fretta- assicurò lei.
-non puoi far sparire la ferita come hai fatto con Shippo la volta scorsa?- domandò Miroku.
-no ho già tentato ma su me stessa non funziona- rispose Kagome tentando di alzarsi in piedi, tentò perché quando andò a poggiare il peso del corpo sul braccio per alzarsi, questo cedete facendola tornare a sedere mentre si teneva la spalla che cominciò a sanguinare.
-ma quel sangue da dove viene?- Shippo la guardava inquieto.
-tu eri già ferita- Sango preoccupata le si era già avvicinata e stava controllando la spalla dell’amica, mettendo in mostra una fasciatura sporca di sangue.
Lo sguardo di Inuyasha si fece scuro alla vista di quella ferita e un orrenda consapevolezza le invase lo spirito.
-come te la sei procurata?- chiese infine il mezzo-demone.
Kagome non rispose subito, ma poi finalmente alzò lo sguardo e in quel momento Inuyasha capì cosa era successo, ed un lampo di dolore attraverso i suoi occhi.
-ieri sera sono stata attaccata da dei demoni, ma non è niente sta guarendo- non aveva mentito ora aveva la certezza che quelli che l’avevano aggredita non erano i suoi amici ma dei demoni.
-siamo stati noi, vero, sono stato io a ferirti- affermò abbattuto sicuro di come stavano le cose, mentre anche gli altri capirono cosa era successo.
-non siete stati voi, quelli non eravate voi, non eri tu Inuyasha erano solo dei demoni senza una propria identità- ribadì Kagome cercando di tranquillizzarlo, e riuscendo ad alzarsi questa volta.
-dobbiamo tornare al villaggio della vecchia Kaede, lei saprà curare al meglio le tue ferite- suggerì Sango avvicinandosi a Kagome per aiutarla.
-no è troppo lontano ci vorranno dei giorni prima di arrivare, conosco un posto vicino dove possiamo riposare- propose lei mettendosi in marcia e rincuorando tutti vedendo che il tono della sua voce e i suoi modi non erano più freddi e distaccati come poco prima.
-per il momento è meglio che tu mi stia a distanza di sicurezza, è un consiglio!!!- Kagome avvertì la sacerdotessa che assisteva a tutta la scena, dopo quello che era successo non voleva averla ancora tra i piedi per il momento.
Inuyasha fu l’ultimo del gruppo a seguire la ragazza, prima si girò verso Kikyo.
-questa volta hai veramente esagerato!- pronunciò le parole con una calma apparente prima di voltarle le spalle e raggiungere i suoi compagni, lasciando una Kikyo sconcertata, in poco tempo era passata dalla soddisfazione per come si stavano evolvendo i fatti, allo sbigottimento per come in poco tempo si erano capovolti, e ora le parole di Inuyasha che per la seconda volta da quando era iniziata questa storia si rivolgeva a lei con distacco.

Quando Kikyo rimase sola con i suoi shinidamachu, ebbe la consapevolezza che si stava lasciando trasportare solo dalla gelosia verso Kagome, tutto quello che aveva detto o fatto ultimamente era esclusivamente per mettere in cattiva luce la sua rivale.
Ma lei in fondo cosa le aveva mai fatto? Niente, era questa l’unica risposta, anzi quando c’era stata la necessità lei l’aveva aiutata, e questo era il suo ringraziamento, trattarla come se fosse l’essere più crudele al mondo senza aver commesso nessun male se non quello di salvare la vita ai suoi più cari amici sacrificandosi.
Aveva sbagliato, lei la grande sacerdotessa a cui era stata affidata la custodia della sfera dei quattro spiriti, si era lasciata offuscare la mente prima dall’odio per Inuyasha inculcatole da Urasue, e poi verso Kagome per essere la sua reincarnazione ed essere vicina ad Inuyasha, il mezzo-demone che l’aveva fatta innamorare per la prima volta.
Fu in quel momento che sentì pulsare il punto in cui Naraku l’aveva ferita iniettandole il suo veleno, che Kagome aveva purificato.

Arrivarono davanti al rifugio di Kagome, lei entrò sicura conoscendo come le sue tasche quel luogo, mentre gli altri la seguivano senza fiatare, nessuno aveva più parlato da quando si erano messi in cammino.
-siamo arrivati- affermò lei una volta inoltrati all’interno della grotta che lasciò meravigliati tutti, proprio come era successo a lei la prima volta che era stata li.
-è sorprendente, da fuori non si direbbe che ci sia un posto del genere all’interno della grotta- Miroku continuava a guardarsi intorno sorpreso.
-ho pensato la stessa cosa la prima volta che lo vista- rispose orgogliosa Kagome.
Shippo intanto si era fiondato alla sorgente che sgorgava in fondo illuminata dalla luce del sole che stava tramontando ed entrava dalla spaccatura nella roccia, mentre la padrona di casa si avviò in un angolo della grotta dove prese delle erbe medicinali che teneva di scorta, del cibo e una pentola che posizionò vicino a un braciere spento.
-è da parecchio che ti sei stabilita qui?- chiese Sango mentre l’aiutava a preparare le bende da applicare nelle ferite.
-si, è diventata la mia nuova casa, si sta bene ed è un posto tranquillo- rispose pacatamente Kagome, mentre questa semplice frase fu come un pugno nello stomaco per Inuyasha.
Il mezzo-demone la vedeva muoversi sicura in quella grotta, si era accorto che c’era tutto quello che poteva servire per vivere, vedeva una Kagome sola in quella grande grotta che si sovrapponeva ad una Kagome che quando viaggiavano insieme non smetteva mai di parlare, e lui si lamentava delle sue continue chiacchiere; non poteva immaginarla sola senza nessuno con cui parlare, si era accorto che i villaggi più vicini erano molto lontani.
-passi molto tempo nella tua forma demoniaca?- chiese una vocina che proveniva da Kirara.
-vecchio Myoga, spunti sempre nei momenti di calma, credevo che eri sparito- lo ammonì il monaco.
-ma cosa pensate?!- cercò di giustificarsi sentendosi osservato da tutti i presenti.
-io … avevo solo una commissione urgente da fare!- la sua solita spiegazione per le sue sparizioni.
-si, si come no- Shippo interruppe una discussione che non avrebbe mai avuto fine.
-comunque no, solitamente sto trasformata solo il tanto necessario- rispose Kagome senza spiegare cosa intendeva per “necessario”, anche se si poteva immaginare, “la difesa”, altro pugno nello stomaco per Inuyasha lui non c’era quando lei aveva avuto bisogno, non aveva mantenuto la promessa che le aveva fatto, di difenderla sempre.
-come mai allora sei ancora così?- le domandò ingenuamente il piccolo Shippo, ma vedendo che lei non rispondeva, il suo posto lo prese Inuyasha.
-e meglio che rimanga così per ora, quelle ferite non sono molto gravi per un mezzo-demone, ma per un semplice umano sarebbero rischiose- rispose lui fissando il punto della grotta da cui erano entrati.
-forza vieni, così mi occupo di quei brutti tagli e ci facciamo un buon bagno- disse la sterminatrice interrompendo quell’ennesimo silenzio che stava calando.

Continua…

Salve a tutti questo è il primo capitolo del 2010 spero che sia di vostro gradimento.
Finalmente Kagome ha ritrovato i suoi amici, ora dovranno chiarire un po’ di cose.
Grazie ancora a tutti quelli che continuano a seguirmi che commentano e che leggono solo.

lucia lair: ciao scusa tanto il ritardo, spero che questo capitolo ti sia piaciuto un bacio a presto;

Revenging L: cara vedrai che Kikyo avrà ciò che si merita prima o poi, un bacione grande alla prossima.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


CAPITOLO 17

Le due ragazze si diressero verso la sorgente in un punto nascosto alla vista degli altri, e li Sango aiutò Kagome a togliersi la sua solita divisa scolastica, che continuava a portare ogni tanto anche se aveva ricevuto già vari rattoppi.
La sterminatrice dopo che si fecero un bagno rinfrescante, medicò con cura e delicatezza tutte le ferite che l’amica aveva nel corpo, soffermandosi maggiormente su quelle alla spalla che avevano la forma degli artigli di Inuyasha.
-stanno guarendo ormai, non preoccuparti Sango!!-  precisò la ragazza intuendo i pensieri dell’amica.
-mi dispiace, se fossimo arrivati prima … -  si scusò non sapendo cosa dire esattamente.
-voi non avete colpa, io sono andata via, e non è colpa vostra se ho questa ferita, ammetto che per un po’ ho creduto foste stati veramente voi ad attaccarmi, ma credimi sapevo che non mi avreste mai fatto del male- cercò di risollevarle il morale.
Sango finì di fasciare il fianco e la spalla di Kagome, la ragazza si vestì questa volta la sua adorata divisa che ormai era l’unico suo ricordo, oltre lo zaino giallo, della sua vita in un'altra epoca quando ancora andava a scuola, probabilmente era stata utilizzata per l’ultima volta.
Ma in quei mesi vissuti in solitudine, nelle sue brevi visite fatte ai villaggi vicini, si era procurata dei tessuti per confezionare degli abiti di ricambio.
Non era una brava sarta però grazie alle poche lezioni di economia domestica seguite a scuola, l’essenziale lo aveva imparato, i vestiti avevano tutti lo stesso taglio, era una lunga casacca a mezze maniche fucsia con le bordature nere, che seguiva e metteva bene in mostra le forme della ragazza; lo stile era simile hai kimoni cinesi, però invece che finire lungo a tubino, arrivava poco più su delle ginocchia, e aveva dei larghi spacchi laterali che lasciavano le gambe completamente libere di muoversi, dagli spacchi si intravedevano infine dei pantaloncini blu che coprivano la parte lasciata libera dalla casacca.
Quando Sango seppe che il vestito lo aveva confezionato lei stessa le fece i complimenti nonostante l’originalità del kimono, a lei donava molto.
Quando raggiunsero gli altri, che nel frattempo dopo aver finito di accendere il fuoco si stavano riposando mentre aspettavano le ragazze per mangiare, rimasero affascinati dalla vista di Kagome fasciata da quella sua nuova “divisa”, Shippo e Miroku tenuto sempre sotto controllo da un’attenta Sango riempirono di complimenti la ragazza per il nuovo abbigliamento, mentre Inuyasha era rimasto per un lungo momento fermo a fissarla, era da così tanto tempo che non la vedeva e ora le sembrava ancora più bella di come la ricordasse.
Nonostante avesse ancora l’aspetto di mezzo-demone, la sua bellezza non era minimante mutata ma accorgendosi della direzione che stavano prendendo i suoi pensieri scosse la testa e distolse lo sguardo.
-anche in questa forma la Divina Kagome è bellissima, vero?- Miroku si era avvicinato al mezzo-demone intuendo il corso dei pensieri del suo amico.
-tse- borbottò Inuyasha di certo non poteva dirgli che aveva pensato la stessa identica cosa, aveva ancora il suo orgoglio da difendere.
Mangiarono quello che erano riusciti a recuperare dalle scorte che si trovavano nella grotta.
La cena si svolse in maniera abbastanza silenziosa in parte a causa dell’imbarazzo di trovarsi nuovamente tutti assieme dopo che erano cambiate tante cose tra loro, avevano molte cose da dirsi e da spiegare ma lo avrebbero fatto con calma, ora erano di nuovo insieme e avrebbero avuto il tempo di chiarire tutto.
-com’è, passare da umana a mezzo-demone?- chiese il piccolo Shippo troppo curioso di come era vissuta nell’ultimo periodo Kagome, era stato zitto fino a quel momento, aveva resistito anche troppo dal suo punto di vista e ora voleva sapere.
Inuyasha, Sango e Miroku gli rivolsero un occhiata di disappunto, anche loro erano curiosi ma non volevano rompere quel minimo di stabilità che era tornata tra loro affrettando la loro amica con domande, volevano che parlasse quando si fosse sentita pronta.
Kagome seguì i loro sguardi è capì le loro intenzioni, e un lieve calore le avvolse il cuore, era da così tanto tempo che non si sentiva parte di un gruppo e capire che non volevano costringerla a parlare di un qualcosa che poteva farla stare male la faceva sentire protetta.
-all’iniziò è stata dura … - non si aspettavano che avrebbe risposto alla domanda credevano che era ancora troppo presto per lei.
- … non sapevo come gestire la mia nuova natura, a seconda del mio umore potevo distruggere tutto quello che avevo attorno, bastava che mi arrabbiassi un po’ oppure che sentissi un rumore improvviso che senza accorgermene lanciavo sfere di energia da tutte le parti senza un reale motivo.
Ma va molto meglio adesso! ho ancora tante cose da imparare però, almeno, ora riesco a controllare i miei poteri, e sono sicura di potercela fare- affermò Kagome, con lo sguardo fisso sul fuoco ancora acceso, sotto lo sguardo orgoglioso dei suoi amici.
Shippo si mosse e finalmente fece quello che da tanto tempo gli mancava da morire, saltò sul grembo della ragazza e si accoccolò per bene trovando la posizione più comoda, la stanchezza si faceva sentire e l’unico posto in cui riusciva a dormire tranquillo e dove si sentiva protetto era tra le braccia di Kagome.
-mi piacciono le tue orecchie, … ora sono simili alle mie- pronunciò quelle parole tra gli sbadigli con gli occhietti che si chiudevano mentre si lasciava andare al sonno.
Kagome sulle prime rimase sorpresa, poi posò una mano sulla testa del cucciolo di volpe rannicchiato sulle sue gambe, mentre l’altra andò a sfiorare l’orecchio in questione facendo nascere un leggero sorriso sul suo viso.
Gli altri assistevano alla scena con un peso via, via più leggero, vedendo che lei appariva più serena, la notte passò più tranquilla per tutti ora che stavano nuovamente insieme.

La mattina successiva, Kagome si svegliò per prima, sentì subito il calore che il piccolo corpicino del cucciolo di volpe ancora avvinghiato a lei le trasmetteva, l’osservò per un po’, e poi spostò lo sguardo verso i ritrovati compagni, era bello poter stare con loro, non voleva più essere sola.
Come sempre quando non stava sopra il ramo di un albero, Inuyasha dormiva seduto con la schiena poggiata alla parete di roccia e la sua Tessaiga tra le braccia, rimase a fissarlo per un po’ fino a quando non lo vide aprire gli occhi.
-sei già sveglia?- gli chiese lui puntando i suoi occhi ambrati su quelli viola di lei.
-si!- rispose solo Kagome abbassando lo sguardo e accarezzando la testolina rossa di Shippo.
Si sentiva in imbarazzo a parlare con Inuyasha, era da tanto che non parlavano da soli.
-ha sentito molto la tua mancanza- disse lui osservando il cucciolo, anche Inuyasha non era ancora completamente a suo agio a parlare solo con Kagome, avrebbe invece voluto dirle quanto era mancata a lui.
-anche a me è mancato tanto- assicurò lei, ogni giorno non faceva che pensare a tutti loro.
-ti è mancato solo Shippo?- domandò Inuyasha che non si era spostato dalla sua posizione.
-certo che no!!- ribatté Kagome alzando lo sguardo verso il mezzo-demone offesa per quella domanda, ma appena incontrò il suo sguardo vide un ghigno formarsi sul viso di Inuyasha, che la fece arrossire e sorridere per esserci cascata.
Inuyasha sapeva la reazione che le avrebbe provocato la sua frase e fu soddisfatto di essere ancora in grado di capirla al volo.

Dopo un po’ la grotta si animò, il sole attraverso la spaccatura nella roccia aveva dato il buongiorno agli occupanti, che si mobilitarono per la colazione.
-cosa facciamo adesso che siamo di nuovo insieme, riprendiamo il nostro viaggio alla ricerca dei frammenti della sfera?- chiese Shippo, era così felice del ritorno di Kagome che i suoi occhi brillavano al pensiero di riprendere il viaggio.
-abbiamo una missione da portare a termine, no?- precisò Miroku.

Continua…

Scusate sono un po’ di fretta spero che il capitolo vi piaccia e ringrazio tutti quelli che leggono e che hanno inserito la ff tra le preferite e le seguite, grazie a lucia lair, Revenging L per i loro bellissimi commenti, prometto che la prossima volta rispondo bene a tutti. Un bacio a presto

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


CAPITOLO 18

Erano ormai pronti per partire, quando uscirono dalla grotta e iniziarono ad incamminarsi, si accorsero però che Kagome era rimasta indietro, si voltarono e la videro che guardava la grotta che le aveva fatto da rifugio per tanto tempo.
Quello vissuto li dentro era stato il periodo peggiore della sua vita, ma era stato anche il luogo in cui era diventata più forte e non solo fisicamente, le sarebbe mancato quel posto.
-tutto bene?- chiese Sango avvicinandosi all’amica.
-si, certo- rispose con un sorriso, rallegrando tutti, la Kagome che loro conoscevano era tornata.

Procedettero per tutta la giornata e la stanchezza iniziava a farsi sentire, mentre il sole iniziava a scendere.
-guardate c’è un villaggio?- comunicò Sango che in groppa a Kirara aveva fatto un volo di controllo.
-bene così ci possiamo fermare per riposare un po’!- dichiarò il monaco.
-andate pure, io preferisco stare ancora nella foresta- affermò Kagome, lei era già stata in quel villaggio e l’accoglienza per lei non era stata delle migliori, ma non voleva che anche i suoi amici rinunciassero a riposare in un giaciglio comodo.
-e forse per il tuo aspetto? Le ferite non ti permettono ancora di tornare con le sembianze umane?- il senso delle parole del monaco non facevano una piega, se la causa era il suo aspetto, bastava tornare “normale”.
-no, le ferite sono quasi guarite- rispose lei titubante, non sapendo cosa fare.
-se il tuo problema è che ti vergogni di farti vedere come un mezzo-demone allora torna con sembianze umane e facciamola finita!!!- Inuyasha aveva preso male la sua reazione, se si vergognava di essere un mezzo-demone allora sicuramente si vergognava anche di farsi vedere con lui, questi erano i suoi pensieri in quel momento.
Kagome capì che lui l’aveva fraintesa ma non disse niente, riprese le sembianze umane e in silenzio si avviarono verso il villaggio.
Arrivati all’ingresso lei cercò di tenere lo sguardo basso facendosi notare il meno possibile dagli abitanti del villaggio, nella speranza che grazie alla debole luce del tramonto non la riconoscessero e con il fatto che questa volta c’erano anche un altro mezzo demone e due demoni, evitassero la prova del talismano.
Ma ormai gli abitanti erano in continuo allarme e per evitare delle brutte sorprese i controlli all’ingresso dei villaggi erano più stretti, e appena videro il gruppo di viaggiatori arrivare li osservarono attentamente.
I primi ad essere visti furono il monaco e la sterminatrice, che furono accolti tranquillamente, quando poi videro Shippo, Inuyasha e Kirara, li osservarono dubbiosi.
-monaco, perché ti fai accompagnare da dei demoni?- chiese il capo-villaggio.
-non si preoccupi non faranno niente agli abitanti- lo rassicurò Miroku.
-d’accordo entrate ma sono sotto la sua responsabilità!- acconsentì l’uomo.
Sembrava tutto a posto stavano facendo il loro ingresso nel villaggio, quando alcuni uomini che tornavano dai campi, passando dietro il gruppo riconobbero Kagome che rimaneva in disparte per non farsi vedere.
-cosa sei tornata a fare brutto demone, ti avevamo detto di non farti più vedere!!!- iniziarono ad urlare contro di lei i contadini puntando i loro forconi, e avvicinandosi minacciosi.
-calmatevi nessuno vi vuole fare del male qui!- il monaco cercò subito di sedare gli animi.
-vi siete lasciati ingannare? e meglio se vi allontanate da lei, non è la fanciulla indifesa che può apparire, sappiamo cosa ha fatto in altri villaggi le voci circolano, non ci faremo sterminare da quel mostro!- gli uomini del posto sembravano pronti ad attaccarla senza voler sentire ragioni.
-ascoltatemi un attimo lei non è come credete!!- anche Sango tentava di spiegare, ma nessuno aveva intenzione di prestarle attenzione.
-perché la difendete? se lei rimane qui neanche voi entrerete nel villaggio!- annunciò il capo-villaggio.
-vi avevo detto che era meglio se restavo fuori dal villaggio, ci vediamo domani mattina!- dichiarò Kagome voltandosi per dirigersi nella foresta.
-aspetta Kagome, se tu non puoi stare qui, non rimarremo neanche noi!- Sango era irritata per come stavano trattando la sua amica.
-no, voi restate, magari riuscite a scoprire qualche traccia utile per il nostro viaggio, non preoccupatevi, ci incontriamo domani mattina vicino all’albero dove abbiamo avvistato il villaggio- detto questo si allontanò di corsa.
Inuyasha le andò subito dietro seguito da Shippo che però fu fermato da Miroku.
-e meglio se quei due stanno un po’ da soli!- spiegò il monaco al cucciolo di volpe che voleva andare da Kagome.
-io non voglio restare in questo posto dopo che hanno trattato Kagome in quel modo!- disse il volpino imbronciato.
-lo so, ma Kagome ha ragione, qua possiamo trovare qualche traccia di Naraku o dei frammenti, e poi si sentirebbe ancora più in colpa, non aveva detto niente per non togliere a noi la possibilità di riposare al villaggio- si avviarono così, verso l’interno sotto lo sguardo attento degli abitanti.

Kagome andò proprio verso l’albero in cui si sarebbe incontrata l’indomani con gli altri, e si sedete su una grossa radice, rannicchiata con le ginocchia al petto e la testa poggiata ad esse.
Era orrendo essere cacciata in quel modo dagli umani che fino a poco tempo prima erano la sua gente, aveva già provato quella sensazione qualche giorno prima, ma questa volta non era sola c’erano i suoi amici e non avrebbe voluto che assistessero a quella scena, si era sentita umiliata così tanto da essere voluta scappare da quel luogo senza alzare lo sguardo su di loro.
-scusami!- la voce del mezzo-demone la fece sussultare, era talmente agitata che non si era accorta di essere stata seguita.
-devo fare proprio una gran pena se arrivi addirittura a scusarti. E poi per cosa ti stai scusando, non capisco- in quel momento Kagome voleva stare sola, anche se sapeva che sarebbe stato peggio, rischiava di passare tutta la notte a piangersi addosso e questo la infastidiva enormemente.
-tu non fai pena. Prima ho creduto che non volessi andare nel villaggio perché ti vergognavi di farti vedere come un mezzo-demone, e quindi che ti vergognassi anche di andare in giro con me, per questo ti chiedo scusa- spiegò Inuyasha stando in piedi davanti alla ragazza.
-tranquillo, avevo capito, sono io che non ho dato nessuna spiegazione per il mio comportamento, e comunque non mi sono mai vergognata di farmi vedere insieme a te- puntualizzò la nuova mezzo-demone.
-so come ti senti, fa male essere trattati in quel modo, senza avere colpe se non essere diversi dagli altri. Prima di incontrarti succedeva spesso pure a me. Vedrai che non sarà sempre così, capiranno che tu non sei un pericolo- forse per la prima volta da quando lo conosceva Inuyasha gli parlava in maniera più serena del suo passato.
-come fai a sapere che non sono pericolosa ora?- gli domandò lei prendendo le sembianze demoniache e mostrandogli così le differenze che c’erano adesso in lei.
-sei scema o cosa? lo so e basta!- rispose voltando lo sguardo leggermente arrossato, si stava esponendo come non aveva mai fatto, aveva appena ammesso a suo modo di fidarsi di lei, e in più, anche con quell’aspetto la trovava estremamente bella, anzi forse con un fascino in più; vederlo in quello stato fece spuntare un sorriso sul viso di Kagome.
-e poi sei cambiata solo un po’ fisicamente- continuò lui sedendole accanto.
-solo un po’?- chiese lei girandosi per poterlo guardare negli occhi.
-si, sei sempre Kagome, e questo non cambierà mai!- disse cercando di non guardare gli occhi viola della ragazza per paura di non riuscire a distogliere più lo sguardo.
-e poi, Shippo a ragione, anche a me le tue orecchie piacciono- disse sfiorandone una mentre fissava la nuova forma che avevano assunto.
A quel contatto Kagome sentì un brivido percorrerle la schiena e le guance si tinsero leggermente di rosso, socchiuse gli occhi per godere a pieno di quella carezza inaspettata ma gradita.
-mi siete mancati così tanto!- sussurrò appena, mentre una lacrima solitaria scese sul suo viso.
Inuyasha non aveva mai potuto soffrire di vedere il volto della ragazza rigato dalle lacrime, ma capì che quello era uno sfogo dopo tanto tempo passato da sola, e così dopo un attimo di imbarazzo, si avvicinò ancora un po’ a lei e con un braccio le cinse la spalla nel tentativo di consolarla.
Ora sapeva esattamente come stavano le cose, aveva già capito che lei si era allontanata da loro per proteggerli da se stessa, per paura di fargli del male; ma ora capiva esattamente quanto questa lontananza le era costata e quanto aveva sofferto, e si sentì uno stupido per aver pensato in alcuni momenti solo ed esclusivamente al suo dolore.
Quando Kagome avvertì su di sé il braccio di Inuyasha sulla sua spalla, il cuore prese a martellare più forte nel suo petto, ma dopo un istante di indecisione si lasciò cullare dal calore che trasmetteva il corpo del mezzo-demone, che intanto sentendola rilassarsi l’avvolse anche con l’altro braccio sulla vita, mentre lei si lasciava andare in un silenzioso pianto liberatorio.
Inuyasha la fece sfogare, l’aveva cercata disperatamente e finalmente l’aveva ritrovata, e non voleva più stare così lontano da lei come nell’ultimo periodo.
Entrambi avevano aspettato così a lungo il momento di poter stare nuovamente insieme che ora non volevano più allontanarsi l’uno dall’altro.
-promettimi che non andrai più via- la supplicò Inuyasha, affondando il suo viso tra i capelli di Kagome, respirando a fondo il profumo che la ragazza emanava e di cui non voleva più fare a meno.
-si, non voglio più lasciarvi, … non voglio più lasciarti- assicurò lei mentre le lacrime iniziavano ad svanire dai suoi occhi e un dolce tepore la invase, portandola lentamente ad un totale rilassamento del corpo fino a quando anche Inuyasha capì che Kagome si era addormentata.
Rimasero abbracciati tutta la notte, il mezzo-demone vegliò sulla ragazza, non smetteva di guardarla, ora che si trovava tra le sue braccia tutta l’angoscia provata da quando lei era andata via, sembrava sparita nel nulla, in quel momento niente lo turbava, qualsiasi cosa sarebbe successa in futuro lui sapeva che insieme avrebbero superato tutte le difficoltà.

La mattina arrivò trovando i due ancora stretti in un abbraccio, alla fine anche Inuyasha aveva ceduto al sonno, e fu in questa posizione che il monaco, la sterminatrice e il cucciolo di volpe, li trovarono, ma decisero di non disturbarli e di andare nel frattempo nel vicino fiume ad aspettare che anche loro si svegliassero.
-speriamo che Inuyasha sia riuscito a consolarla, quegli uomini sono stati cattivi, non dovevano dire quelle cose a Kagome- disse Shippo ancora infuriato con gli abitanti del villaggio.
-per come li abbiamo trovati poco fa, penso che la Divina Kagome stia meglio, però non essere così arrabbiato con quelle persone Shippo, in fondo la loro è solo paura!- cercò di spiegargli il monaco.
-già, ed anche questo è tutta colpa di Naraku a fatto circolare notizie false su attacchi eseguiti da Kagome agli abitati vicini, per isolarla maggiormente- proseguì Sango.
-quali saranno le sue reali intenzioni?- Miroku sapeva che nessuno per ora poteva rispondere alla sua domanda.

Continua…

lucia lair: spero che anche questo capitolo ti piaccia, c’è avvicinamento maggiore tra Inuyasha e Kagome, e forse vedere lei trattata come anche lui era stato trattato, smuoverà il nostro mezzo-demone.

 Revenging L: quando ho scritto il pezzo con Shippo anche a me dava la sensazione di famiglia, e un po’ ho spinto in quella direzione. Naraku per ora sta agendo come suo solito nell'ombra, prima o poi però uscira allo scoperto. 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19

Kagome, aprì gli occhi sentendo subito un leggero peso sulla spalla, accorgendosi, che era provocato dal braccio di Inuyasha che l’aveva tenuta stretta tutta la notte.
Cercò di alzarsi senza svegliarlo nonostante volesse approfittare ancora di quella posizione così confortevole, però presto sarebbero arrivati i loro compagni e forse era meglio se non li avessero trovati così.
Appena si mosse per spostarsi sentì le braccia che la cingevano, aumentare la pressione.
-dove stai andando?- chiese Inuyasha con la voce ancora roca dal sonno, mentre apriva gli occhi.
-scusa, non volevo svegliarti, stavo solo andando a controllare se gli altri stavano arrivando- gli rispose arrossendo in quanto il viso del mezzo-demone era così vicino al suo, da sentire il fiato caldo su di sé.
Rimasero un tempo per loro infinito a guardarsi negli occhi, la distanza diminuiva sempre più fino a sentire il respiro dell’altro sulle proprie labbra.
Inuyasha andò ad accarezzare come la sera precedente, l’orecchio a punta di Kagome prima di eliminare definitivamente la distanza ed unirsi, dapprima in piccoli e delicati baci, quasi un conoscersi reciproco delle proprie labbra, infine si lasciarono andare in un lungo e appassionato bacio, quando si staccarono per riprendere fiato, restarono vicini ad osservarsi, mentre la mano di Inuyasha continuava a donarle lente carezze sulla guancia.
Quando stavano per riprendere quello che avevano interrotto, da lontano sentirono il rumore di passi che pestavano rametti e foglie secche, e riconobbero entrambi di chi si trattava.
-sono arrivati!- disse Inuyasha senza però distogliere lo sguardo da Kagome.
-è meglio se li raggiungiamo!- continuò lei, era evidente che non avrebbero voluto muoversi da lì.
I due si alzarono, e andarono incontro ai loro amici che, volutamente avevano fatto più rumore del normale, per far in modo che si accorgessero del loro arrivo ed evitare attimi imbarazzanti per i due mezzo-demoni.

Una volta che il gruppo si fu riunito, ripresero il cammino dirigendosi verso il villaggio della vecchia Kaede, dovevano riordinare le idee e capire quali fossero le intenzioni di Naraku, e il perché di tutta quella messa in scena per separarli.
Quando videro da lontano i tetti delle capanne del villaggio da cui tutta la loro avventura era iniziata, Kagome si bloccò restando indietro.
-che c’è, perché ti sei fermata?- domandò Inuyasha alla ragazza.
-saranno arrivate anche qui le voci su di me … ?- titubante stava provando a spiegare il suo timore, di essere cacciata da quel villaggio che aveva imparato a considerare la sua casa.
-non essere stupida, credi che Kaede presti fede a quelle sciocchezze- rispose il mezzo-demone dandogli le spalle e riprendendo a camminare, aveva imparato a fidarsi di quella vecchia sacerdotessa, che nonostante fosse sorella di Kikyo, lo aveva accettato nonostante tutto quello che era successo.
-non sono sciocchezze!! E poi, ormai è quasi il tramonto!- ribatté stizzita lei.
-appunto, e meglio che arriviamo al villaggio prima che faccia buio, no?- non riusciva a capire perché Kagome si stesse comportando in quel modo.
-per stanotte io resto qui, vi raggiungo domani mattina- affermò la ragazza, sotto lo sguardo attento dei suoi compagni.
-ma cosa stai dicendo cosa cambia se vieni adesso, o domani?- chiese Inuyasha iniziando a perdere la pazienza.
-stanotte è luna piena … - aveva parlato a bassa voce che quasi non udirono le sue parole.
-e con questo?- tutti aspettavano una risposta.
-quando c’è la luna piena io … perdo le mie sembianze umane, e non riesco a trattenere l’aura demoniaca, rischio di attirare demoni che finirebbero con l’attaccare il villaggio- spiegò a testa bassa vergognandosi leggermente, e aspettando una loro risposta.
-allora, vorrà dire che per ora ci fermiamo qui, e domani mattina andremo da Kaede- parlò Sango con tranquillità, sapeva che lei non avrebbe mai messo in pericolo gli abitanti del villaggio e soprattutto di quel villaggio.
-no, … è meglio se voi iniziate ad andare … - stare vicini a lei in quei momenti era rischioso.
-non ci provare, stavolta non riesci a tenerci lontano, siamo o non siamo un gruppo- affermò con un sorriso Miroku, che come gli altri non l’avrebbe lasciata sola.
-stai attenta Kagome! lo sai che stai iniziando a ragionare come uno stupido cane di mia conoscenza?- Shippo era saltato sulla spalla del “cane” in questione.
-chi sarebbe lo stupido!!!- Inuyasha cercò di afferrarlo, ma il volpino riuscì a sfuggirgli iniziando uno dei soliti litigi.
-hai la coda di paglia Inuyasha? Guarda che io non ho fatto nomi- continuò a prenderlo in giro sotto lo sguardo divertito di Kagome, felice di non passare la notte da sola.
-Kagomeeee, … Inuyasha mi ha picchiato!!!- piagnucolò Shippo rifugiandosi tra le braccia della ragazza con un bernoccolo in testa e i lacrimoni agli occhi.
-Inuyasha, non essere cattivo, è solo un cucciolo- lo rimproverò con la finta faccia arrabbiata, mentre accarezzava la testolina del volpino, poggiata sul suo petto.
-se l’è cercata!!!- rispose il mezzo-demone mentre si chiedeva perché prendeva sempre le difese di quella piccola peste.
-Inuyasha!! … SEDUTO!!!- gli urlò Kagome, scoppiando poi a ridere, quanto gli era mancato mandare a cuccia Inuyasha.
- … DANNATA … - farfugliò lui mentre si rialzava, notando la presenza di un sorriso sul viso di tutti i suoi compagni.

La notte intanto arrivò, e portò con se la trasformazione di Kagome, che perse le conosciute sembianze umane per dar spazio a quelle nuove, demoniache.
Una luce azzurra avvolse il corpo della ragazza, e tutti notarono l’aumento della sua aura demoniaca, diversamente dal solito, quando la trasformazione non avveniva per sua volontà non riusciva a contenerla, senza riuscire a nasconderla e quindi rischiando di far arrivare demoni di ogni tipo attirati dalla sua presenza.
Come ogni volta Miroku, Sango, Shippo e Inuyasha osservavano incantati lo spettacolo che si stava svolgendo davanti agli occhi.
I capelli smossi dal turbine di vento che avvolgeva Kagome, lasciarono in vista le orecchie mentre abbandonavano la loro forma tondeggiante per una più allungata.
Gli stessi capelli corvini presero delle forti sfumature azzurre come la luce che la circondava.
Gli occhi che fino a quel momento erano chiusi si aprirono mettendo in evidenza le iridi; mentre prima divenivano di un viola scuro e intenso, ora erano di un luminoso viola con venature rosse.
Sulla fronte apparvero tre segni luminosi, uno centrale più grande e leggermente più in basso, rispetto ai due più piccoli laterali che ora si notavano, ma una volta finita la trasformazione, sarebbero stati in parte nascosti dalla frangia non più smossa dall’aria.
La forma, il colore e la luminosità facevano pensare a delle piccole lune piene come quella che risplendeva in cielo quella notte.
Quando la mutazione si concluse, Kagome sentì gli sguardi dei suoi amici su di se, e questo la metteva a disaggio.
-che avete da guardare così, … non è la prima volta che mi vedete in questo modo!- la voce era insicura, era convita che ormai avevano fatto l’abitudine al suo cambiamento, e vedere le loro facce stupite le provocò una fitta all’altezza del petto.
-se vi da così fastidio vedermi con questo aspetto, mi dispiace ma ora non ci posso fare niente!!- affermò abbassando la testa e voltandosi pronta ad allontanarsi.
In quel momento i suoi compagni si ripresero accorgendosi di essersi imbambolati a fissarla, capendo di avevano ferita con il loro comportamento.
-no, aspetta dove vai?- le chiese Sango.
-è meglio se voi andate al villaggio, non c’è motivo che stiamo tutti qui, anche perché stanotte se state con me di certo non dormirete, presto inizieranno ad arrivare … - non riuscì a finire la frase che fu interrotta.
-aspetta un attimo, hai preso il vizio di non ascoltare, parti subito convinta del tuo primo pensiero senza sentire le ragioni di nessuno!!!- le inveì contro Inuyasha;  anche lui era rimasto a fissarla, ma ogni volta che lei si trasformava non ne poteva fare a meno, e poi era stato diverso dal solito, tutti loro stavano osservando i particolari differenti che la mutazione aveva portato; ma naturalmente non espose i suoi reali pensieri, anzi come sempre si era arrabbiato.
-forse, … perché negli ultimi mesi non avevo nessuno da ascoltare!- rispose Kagome tra l’ironico e il triste, aveva parlato senza voltarsi e non aveva potuto vedere lo sguardo addolorato del mezzo-demone alle sue parole.
Era vero, aveva passato tanto tempo sola, prima per una sua volontà, e infine per volontà altrui; sia Inuyasha che gli altri fino a quel momento, non avevano capito fino in fondo quanto tutta quella storia e quel periodo l’avessero segnata, aveva ragione Kagome a dire, che era cambiata non solo fisicamente.
La ragazzina solare, fiduciosa e alle volte ingenua era sparita, e spettava a loro far si che tornasse, perché di una cosa erano convinti, quella parte del carattere della loro amica non era scomparso definitivamente, era solo nascosto e messo da parte, l’avrebbero aiutata ognuno in maniera differente a ritrovarlo.
-Divina Kagome, non volevamo offenderti, ma non ci aspettavamo che la luna piena oltre a impedirvi di tornare con l’aspetto umano portasse altri cambiamenti nel vostro aspetto- cercò con calma di spiegare il monaco.
-di quali cambiamenti stai parlando?- domandò voltandosi verso di lui, non capendo di cosa parlava.
-dei segni che sono comparsi sulla tua fronte- disse Shippo saltando sulla sua spalla e per osservarli meglio.
Kagome istintivamente portò la mano sul viso sfiorando il punto indicato.
-che forma hanno?- domandò titubante, non si era mai accorta di questo particolare.
-quella al centro assomiglia alla luna, e perfettamente tonda come quella che c’è ora in cielo- iniziò a spiegare il cucciolo di volpe.
-perché quanti sono?- chiese leggermente preoccupata di avere il viso ricoperto.
-oltre a quello al centro, ci sono due più piccoli ai lati- rispose Shippo.
-ha ragione Shippo, sembra la luna, assieme a due stelle, però ti stanno bene, sembrano delle sfere di kongoseki*- affermò sorridendo Sango, in effetti assomigliavano proprio al metallo dei dardi lanciati da Inuyasha quando usava l’onda esplosiva di diamante.
-ora che ci penso, la prima volta che mi sono trasformata a causa della luna piena, ho sentito un leggero bruciore sulla fronte, ma è passato subito e non ho più pensato a quello!- ricordava bene quella notte, aveva creduto di non tornare più con il suo aspetto umano, e non si sentiva pronta per quell’ennesimo cambiamento.
-anche il colore dei tuoi occhi è diverso- a parlare stavolta era stato Inuyasha; le iridi della ragazza avevano riportato alla sua mente immagini poco piacevoli, il ricordo di due occhi rossi come il sangue, che dopo un attimo di rabbia si erano velati di un terrore assoluto.
Non poteva dimenticare la paura che aveva letto negli occhi di Kagome quando il rosso era sparito dalle sue iridi, la paura di poter fare del male ai suoi amici.
-e vero, sono viola, ma hanno delle sfumature sul rosso- continuò tranquillo Shippo.
Il cucciolo di volpe non aveva visto cosa era accaduto quando gli occhi dell’amica erano divenuti totalmente rossi, ed fu l’unico che rimase “indifferente” a quel piccolo particolare.

Continua…

*diamanti

So che ci sto mettendo tanto per aggiornare, ma sono un po’ in carenza di ispirazione, e non voglio postare se non sono convinta che il capitolo possa andare bene.
Capisco che non essendo più un aggiornamento regolare i commenti sono via, via calati nonostante i lettori continuano ad essere tantissimi e questo mi fa piacere, ma se ci fosse qualche commento in più magari mi darebbe la spinta per essere un po’ più veloce.
Però voglio andare avanti a scrivere questa storia a cui sono ormai affezionata.


Un piccolo regalo che spero vi piaccia:

http://www.manga.it/fanart/view.php?c=57668 Kagome mezzo-demone

http://www.manga.it/fanart/view.php?c=58091 Kagome e la luna piena



lucia lair: grazie mille per il tuo sostegno, non sai quanto mi fa piacere sapere che la ff ti piaccia. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, finalmente c’è stato il primo bacio, e una nuova trasformazione, che avviene con il plenilunio (luna piena), fammi sapere se ti piace questa novità, un bacione a presto.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


CAPITOLO 20

Le prima ore della notte passarono abbastanza tranquille, fino a quando tutti si misero in posizione di difesa, delle presenze demoniache erano in avvicinamento.
-arrivano!- disse Miroku pronto con il suo Shakujo*.
Lo scontro iniziò, i demoni non erano particolarmente forti, ma dalla loro parte avevano il numero, erano arrivati in massa.
Kagome era un po’ agitata, era la prima volta che affrontavano un nemico da quando era tornata a far parte del gruppo.
Anche Sango era già in posizione con l’Hiraikotsu pronto ad esser lanciato, Shippo stava un po’ indietro ma comunque pronto a difendersi.
Inuyasha aveva sguainato Tessaiga, non si sarebbe certamente spaventato per dei demoni da nulla.
Tra le mani di Kagome comparve il suo arco fatto di pura energia, era decisamente più comodo rispetto a quelli tradizionali, appariva solo ed esclusivamente quanto voleva lei, cioè quando doveva combattere, e in più non c’era il problema della mancanza di frecce, infatti anche quelle erano come l’arco, di energia, ma più potenti delle normali.
La prima freccia che scagliò, purificò due demoni in un colpo solo, facendoli sparire nel nulla, sotto lo sguardo stupito dei compagni dell’autrice di quel gesto.
Avevano tutti già visto l’arco, in precedenza, ma non avevano potuto assistere al suo utilizzo e alla sua potenza; si dovettero riprendere subito perché altri nemici stavano arrivando.
Quando il gruppo di demoni rimasti dai loro attacchi furono troppo vicini per utilizzare Hiraikotsu, Sango sfoderò la sua spada, mentre Kagome, fece sparire l’arco per ritrovarsi tra le mani un bastone alto quasi quanto lei che faceva roteare con particolare destrezza, con il quale eliminò un gran numero di nemici.
Inuyasha era altrettanto impegnato con lo scontro ma con la coda dell’occhio osservava Kagome, si era accorto che ora sapeva difendersi più che bene, ma forse per abitudine, non la perdeva di vista, pronto a scattare verso di lei in caso di necessità.
La ragazza notò come Inuyasha fosse migliorato ancora nel combattere, era più veloce e i suoi colpi erano precisi e potenti.
Lo scontro durò a lungo, sembrava che gli assalitori non finissero mai, ma riuscirono comunque ad eliminarli; rimasero per qualche minuto in silenzio, la stanchezza del lungo viaggio della giornata, e lo scontro con quella miriade di demoni durato quasi per l’intera notte, aveva sfinito tutti.
-ma è ogni volta così?- chiese Shippo rivolto a Kagome, mentre stava ancora disteso a terra, per un meritato riposo, era distrutto.
-più o meno, … ma devo ammettere che non erano mai stati così tanti- affermò lei, seduta con la schiena appoggiata al tronco di un albero pensierosa.
Inuyasha senza farsi notare la fissava, non aveva immaginato che potesse essere diventata tanto potente, durante lo scontro l’aveva osservata mentre si muoveva agile, elegante e letale contro gli avversari.
Kagome si accorse del suo sguardo scrutatore, e quando incontrò i suoi occhi che la guardavano arrossì senza una vera ragione; poi l’immagine della mattina precedente, passò davanti ai suoi occhi; involontariamente portò la mano a sfiorare le labbra, come per sentire le sensazioni provate quando il mezzo-demone davanti a lei le aveva baciate.
Inuyasha notando quel gesto si fece scappare un sorriso soddisfatto, era sicuro che in quel momento stavano pensando alla stessa cosa, e il desiderio di poter nuovamente posare le sue labbra su quelle morbide e dolci della ragazza lo invase; per evitare di fare qualcosa di poco consono vista la presenza degli altri compagni, distolse lo sguardo andando a fissare l’orizzonte, l’alba era ormai alle porte.

Con l’arrivo delle prime luci del nuovo giorno, Kagome tornò ad assumere l’aspetto con cui tutti l’avevano conosciuta.
-forza, in marcia! Il villaggio è vicino possiamo fare colazione dalla Somma Kaede- disse alzandosi in piedi il monaco Miroku.
-tze, pensi sempre a come scroccare vitto e alloggio, non è vero?- erano sempre alle solite, ma forse Inuyasha stavolta non aveva tutti i torti, quello era il pensiero di tutta la combriccola.

Giunsero al villaggio, e si diressero rapidamente verso la capanna della vecchia sacerdotessa.
Kaede in quel momento era insieme a Jisa, lo stregone, stavano litigando su come preparare un rimedio a una brutta indigestione per curare un abitante del villaggio.
-ti dico che ho sempre usato la radice della genziana, e i risultati sono sempre ottimi- affermava la sacerdotessa.
-non dico che è inadeguato, però se alla tisana aggiungi dei semi di finocchietto, vedrai che il risultato sarà decisamente più efficace- ribatteva l’uomo.
La loro discussione fu interrotta dall’arrivo dei ragazzi, che catturarono la loro attenzione.
-salve vecchia!- salutò sempre a suo modo il mezzo-demone.
Stava per rispondere, ma quando vide che insieme a loro stavolta c’era anche Kagome, le parole morirono, mentre un sorriso compiaciuto apparve sul viso dei due anziani del gruppo.
-Kagome! … sono contenta di rivederti!- affermò sincera la donna.
Kagome che aveva fatto il suo ingresso nel villaggio ancora un po’ titubante, sentendo quelle parole alzò lo sguardo incontrando gli occhi sereni dei due davanti a lei.
-anche io sono felice di rivedervi- rispose lei leggermente imbarazzata, con un sorriso che illuminava il suo viso.
Aveva un immenso rispetto, per quella donna che l’aveva accolta la prima volta che era arrivata in quell’epoca, e sapere di non aver perso il suo affetto era un enorme conforto, soprattutto in quel momento.

Come preannunciato dal monaco, una volta arrivati alla capanna della sacerdotessa, si sedettero per fare colazione, mentre raccontavano cosa era successo nell’ultimo periodo e la notte appena trascorsa.
-e così, mentre Inuyasha la notte di novilunio perde i suoi normali poteri demoniaci, tu con il plenilunio acquisisci maggiori poteri demoniaci rispetto al normale, deve essere questo il motivo per il quale il tuo aspetto e differente in quelle notti. Da quello che avete raccontato però, il problema è il controllo dell’aumento di aura demoniaca, non è così?- domandò pensierosa la vecchia Kaede.
-si, non riesco a trattenerla, e non posso allenarmi molto, visto che capita solo un volta al mese, e in più non ho tempo perché richiamo troppi demoni e devo pensare a difendermi- spiegò Kagome, pregando che la saggezza della donna potesse servire a trovare una soluzione.
-è già tanto che hai imparato da sola a controllare i tuoi nuovi poteri, e più che normale riscontrare questa difficoltà!- affermò Jisa, che aveva imparato a conoscere ancora di più, quella ragazza e quello strano gruppo di ragazzi, dai racconti della sua vecchia amica.
-secondo me l’unico che la può aiutare è il signor Inuyasha!!- dichiarò una vocina proveniente da il “signor” in questione, che dopo aver sentito una punta fastidiosa sulla guancia si diede un leggero schiaffo, appiattendo sul palmo della sua mano il piccolo demone pulce che aveva parlato.
-Myoga!! Cosa intendi, che l’unico che può aiutarla è Inuyasha?- chiese Miroku, senza badare al fatto che era ancora in versione, sottiletta spalmata, nella mano del mezzo-demone.
-che essendo un mezzo-demone esperto, può insegnargli come contenere l’aura in eccesso durante il plenilunio!- spiegò la vecchia pulce mentre prendeva nuovamente forma tridimensionale.
Terminarono di fare colazione, e mentre tutti continuavano nel racconto dei giorni trascorsi, Kagome si alzò dirigendosi verso l’ingresso.
-vado a fare quattro passi, ci vediamo più tardi!- informò la ragazza nel momento che usciva dalla capanna dopo essersi leggermente voltata con un sorriso che doveva essere rassicurante, ma senza aspettare una risposta si avviò.
-vado con lei!!- disse il volpino pronto a seguirla.
-aspetta Shippo, forse è meglio che la lasciamo un po’ sola- lo trattenne Sango, anche se lei stessa aveva voglia di seguire la sua migliore amica.
-perché? È stata tanto da sola!!- il cucciolo di Kitsune ora che aveva ritrovato Kagome non voleva lasciarla più.
-proprio per questo, ha bisogno di riordinare le idee, le sono successe troppe cose tutte assieme- Miroku era d’accordo con la sterminatrice.
-sono sicuro che sta andando al pozzo!- Inuyasha fissava la porta dalla quale pochi minuti prima era uscita la loro compagna.
-al pozzo mangia ossa? Kaede mi ha parlato di quel luogo, oltre il pozzo c’è il mondo da cui proviene Kagome?- Jisa una volta liberato dalla sua prigionia non aveva più un posto dove stare e aveva deciso di fermarsi al villaggio; quando era un giovane stregone, quello era stato proprio l’ultimo villaggio in cui era stato prima di essere imprigionato da Naraku.
-già, ma ormai non è più il suo mondo quello, non può più tornare la- continuò a parlare senza spostare lo sguardo.
-perché no? Basta che rimanga con le sembianze umane!- le parole dello stregone erano logiche, se non ci fosse un altro problema.
-prima di andare via da qui Kagome è tornata a casa sua, … ma … lei non esiste più, nessuno là sa più chi sia, neanche la sua famiglia, ormai il suo mondo è questo- affermò il mezzo-demone, Kaede e Jisa ascoltarono le sue parole attentamente.
Inuyasha continuava a sentirsi in colpa per non essere stato presente nel momento in cui lei aveva avuto più bisogno e non riusciva a perdonarsi il fatto che si era fatto fregare un’altra volta da Naraku, l’unica cosa che lo tirava un po’ su, era sapere che fortunatamente le cose non erano irreparabili come era avvenuto con Kikyo, ma poteva ancora aiutarla standole vicino.

Kagome si incamminò lentamente fino ad arrivare al Goshimboku, si fermò davanti al maestoso albero e rimase ad osservarlo.
-l’albero sacro, dov’era imprigionato Inuyasha, … è qui che l’ho incontrato per la prima volta- si avvicinò fino a toccare con la mano il segno lasciato dalla freccia che per 50 anni aveva tenuto sigillato il mezzo-demone.
Rimase un po’ in quel luogo per lei così importante, e poi si avviò verso il pozzo, da cui viaggiava per tornare in quella che un tempo era la sua epoca.
Quando arrivò con la mano sfiorò il legno vecchio del pozzo che, come il Goshimboku era stato testimone di momenti importanti dal’istante in cui aveva fatto la sua apparizione nell’epoca San Goku.
Si sedette sul bordo di legno, una parte di lei sarebbe voluta saltare per rivedere la sua famiglia, ma sapeva che le avrebbe fatto male vederli senza poter realmente andare da loro.
Era pomeriggio inoltrato, e Kagome era ancora seduta sul pozzo mangia ossa, quando si decise che era meglio tornare al villaggio, prima di far preoccupare i suoi compagni, ma si fermò quando sentì avvicinarsi una presenza conosciuta.

Continua…

Shakujo*: il bastone di Miroku

Crisan: mi fa piacere sapere che ti piaccia, piano, piano cerco di andare avanti non voglio affrettare le cose per poi rovinare tutto il lavoro fatto fino ad ora, quindi mi prendo più tempo per cercare di dare il meglio che posso. Grazie per l’incoraggiamento, alla prossima

Revenging L: mi fa enormemente piacere che sei tornata, e anche io mi devo scusare per il tempo che sto mettendo per aggiornare, tra mancanza di ispirazione e di tempo materiale per scrivere sono un po’ in ritardo.
La fiducia è difficile da riprendere, ma in fondo anche se Kagome si sta comportando un po’ come Inuyasha, caratterialmente sono abbastanza diversi, quindi per lei sarebbe più facile recuperarla se loro le sono vicini.
Ti aspetto alla prossima, a presto.

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Capitolo 21
*** CAPITOLO 21 ***


Salve a tutti.
Sono ancora viva, e sono tornata, dopo una lunghissima assenza, a causa del pc defunto, avevo perso tutto quello che già avevo scritto, per il proseguo della storia.
Tra cercare di ricordare, e non essere mai soddisfatta per come stava andando la storia, rispetto a quello che avevo scritto, mi sono demoralizzata, e stavo pensando di lasciar perdere tutto.
Ma quando ho iniziato a leggere sia nei commenti che nell’e-mail, di persone che volevano che la continuassi, mi sono messa nei vostri panni, ed ho pensato a quanto è brutto iniziare a leggere una ff e poi scoprire che mai verrà conclusa.
Quindi prometto che mi metterò d’impegno per terminarla al meglio, magari ci vorrà un po’ per gli aggiornamenti, ma cercherò di non lasciarla incompiuta.
Spero che questo vi faccia piacere, ora vi lasciò al capitolo.
Buona lettura.


CAPITOLO 21

Aveva allenato tanto i suoi sensi, per poter percepire l’arrivo dei nemici, e aveva anche imparato a riconoscere le auree che già aveva incontrato, e questa che sentiva l’aveva incrociata spesso nell’ultimo periodo.
-Sesshomaru?- era stupita di vederlo in quel posto.
-ciao Kagome, che bello rivederti!- la voce squillante della piccola Rin echeggiò nella radura, mentre scendeva, insieme a Jaken, da Ah-Un il demone a due teste che le faceva da cavalcatura.
-ciao Rin, anch’io sono felice di rivederti!- disse sinceramente la ragazza posando una carezza sulla testa della bambina, prima di alzare gli occhi sul demone che la accompagnava.
-Sesshomaru, a che devo l’onore della tua presenza?- domandò con un sorriso Kagome, anche se aveva come la sensazione che non era lì per puro piacere.
-sono venuto a saldare il mio debito!- glaciale e diretto come sempre, ma Kagome aveva capito che poteva essere tanto diverso quanto simile a Inuyasha, e soprattutto che nonostante le parole, non aveva mai realmente voluto uccidere suo fratello, anche perché di occasioni ne aveva avute tante, e forse anche per questo, si era affezionata a quel demone freddo e distaccato.
-sono stato da Mimisenri, un demone le cui orecchie sono in grado di ascoltare tutto quello che avviene a questo mondo, e ha saputo dirmi una cosa, che può riguardarti da vicino- parlò senza minimamente cambiare espressione.
-di cosa si tratta? Se sei venuto fino a qui, deve essere qualcosa di molto importante!- ora era sicura, quella che Sesshomaru le stava per dare non era una buona notizia.
-la sfera degli Shikon e quasi completa nelle mani di Naraku, mancano solo i frammenti che tieni tu, più altri tre- iniziò a riferire le sue scoperte con una calma disarmante, facendo sussultare Kagome.
-sono i due frammenti che possiede Koga, e quello che tiene in vita Kohaku il fratello di Sango- stavano arrivando allo scontro finale, Naraku aveva quasi la sfera completa, il vantaggio era dalla sua parte.
-non c’è solo questo!- disse Sesshomaru, interrompendo i pensieri di Kagome.
-forza allora, spero che questa sia una notizia più rassicurante!- ironizzò la ragazza per sdrammatizzare, era palese che non lo fosse.
-ho scoperto, che quando la sfera degli Shikon esaudirà il desiderio del possessore, questa richiederà il sacrificio estremo del suo custode!- letale come nei combattimenti, le sue parole suonarono come una lama tagliente pronta a colpire il cuore della ragazza.
-fantastico, … devo dire che non fai altro che portarmi parole confortanti nell’ultimo periodo!- affermò con un sorriso triste e sconsolato.
-allora è vero quello che ho scoperto!- parlò una voce femminile.
-Kikyo!- Kagome scrutava attentamente la donna non sapendo cosa aspettarsi da lei, soprattutto dopo i loro ultimi incontri/scontri.
-questo vuol dire che, se anche cinquant’anni fa Naraku non fosse intervenuto, una volta espresso il desiderio di far diventare umano Inuyasha, come avevamo deciso, io sarei morta comunque!- affermò la sacerdotessa capendo che il suo destino con Inuyasha in ogni caso non era quello di stare assieme.
-il mio caro fratellino sta arrivando!- disse Sesshoumaru richiamando Rin e Jaken che si erano leggermente allontanati mentre lui parlava con Kagome.
Una volta che loro furono pronti, e dopo che Rin salutò la sua ormai amica, presero la via per la foresta.
-grazie!- gli disse questa volta per farsi sentire Kagome ma, Sesshoumaru come prevedibile non si fermò.
-ora siamo pari, mezzo-demone!!- il modo in cui l’aveva chiamata doveva sembrare dispregiativo, e forse lo era, però fece spuntare un sorriso soddisfatto sul volto della ragazza.

-ma quando torna Kagome?- domandò il piccolo cucciolo di volpe.
-in effetti, sta iniziando a essere un po’ tardi!- anche Sango cominciava a preoccuparsi per quell’assenza prolungata.
-aveva bisogno di stare un po’ da sola, non angosciatevi vedrete che presto farà ritorno- cercò di rassicurarli il monaco.
Inuyasha, anche se non lo dava a vedere era in pensiero, sentiva la necessità di averla sempre a fianco, ma capiva che lei aveva bisogno di riflettere tranquilla.
I suoi pensieri però furono interrotti, da un odore che arrivò al suo sensibile naso.
-Sesshoumaru!!!- disse soltanto prima di partire verso il punto da cui proveniva il suo odore, seguito dai suoi compagni.

Quando arrivarono, però il demone non c’era già più, e al suo posto videro Kikyo.
-cosa ci fai qui?!- chiese Inuyasha non sapendo più come comportarsi con lei, nonostante tutto, infatti, non riusciva a odiarla, non poteva.
-tranquillo non ho intenzione di attaccare Kagome, ero solo venuta ad appurare la veridicità di un fatto- rispose lanciando uno sguardo verso la ragazza.
-Sesshoumaru era qui, non è vero? Che cosa voleva?- domandò il mezzo-demone questa volta rivolto verso Kagome, lo infastidiva il fatto che il fratello avesse voluto incontrare lei da sola, non riusciva ad assegnare un nome a questo sentimento che provava, molto simile a quello che sentiva quando nelle vicinanze si trovava Koga.
-si, era qui. Ma non ha portato buone notizie- rispose lei, non gli avrebbe raccontato tutto e sperava che Kikyo non parlasse.
-cos’ha detto?- chiese curiosa Sango parlando per tutti.
-Naraku a quasi completato la sfera, mancano solo i nostri frammenti e quelli di Koga e Kohaku- spiegò sicura, si stava auto convincendo che, in fondo non stava mentendo, solo, non voleva che loro sapessero cosa poteva succedere, non era importante per la battaglia avrebbe fatto esclusivamente preoccupare i suoi amici.
Kikyo gli lanciò uno sguardo, e capì subito che Kagome non avrebbe raccontato altro sulla sua conversazione con il demone, e decise di non intervenire.
Sango intanto si era irrigidita, ora il suo adorato fratellino era ancora più in pericolo, Naraku gli avrebbe tolto il frammento che lo teneva in vita.
-dobbiamo cercarli, non possiamo permettere che Naraku prenda i loro frammenti- Kagome aveva intuito i pensieri della sterminatrice.
-vedrai Sango riusciremo a salvare Kohaku- Kagome si rivolse all’amica con un sorriso rassicurante; per lo meno avrebbero tentato in tutti i modi di salvarlo.
-voi cercate il demone-lupo, io porterò qui Kohaku, so già, dove si trova- affermò Kikyo.
-come fai a saperlo?- chiese Sango alla sacerdotessa.
-sapevo che presto Naraku lo avrebbe cercato per riprendere il suo frammento di sfera, e così l’ho messo sotto la protezione dei miei spiriti protettori- rispose la donna, mentre si era già incamminata.
-bene, allora noi andiamo a cercare Koga- Inuyasha era già pronto a partire.
-come fai a fidarti ancora di lei, dopo tutto quello ha fatto?- chiese Sango non del tutto convinta dalle parole della sacerdotessa.
-Sango, non abbiamo altre possibilità, ci dobbiamo fidare, e poi credo che questa volta stia dicendo la verità- a rispondere era stata Kagome, anticipando Inuyasha.
Appena riferirono a Kaede e Jisa le ultime novità partirono, non potevano aspettare, dovevano trovare il demone-lupo prima di Naraku.
La ricerca fortunatamente non fu lunga, dopo mezza giornata trovarono Koga accompagnato dai suoi due inseparabili compagni.
-mia dolce Kagome, sei venuta a cercarmi perché ti sei stancata del cagnolino?- si era subito avvicinato a lei prendendole le mani, gesto estremamente irritante per il mezzo-demone che lo stava fulminando con gli occhi dopo essersi messo in mezzo per sciogliere il contatto tra i due.
-botolo, cosa ci fai da queste parti?!- quando si rivolgeva verso Inuyasha il tono era sempre arrogante e altezzoso.
-di certo non siamo venuti per te lupastro, … siamo qui per i frammenti che hai nelle gambe- rispose infuriato Inuyasha.
-Koga, Naraku ha quasi completato la sfera, i nostri frammenti e i tuoi sono tra gli ultimi, è meglio non essere soli, sicuramente presto verrà a cercarti, e dobbiamo essere pronti ad affrontarlo- Kagome cercò di sedare un po’ gli animi.
-Kagome, eri in pensiero per me?! Lo so, con me ti sentirai più tranquilla quando arriverà il momento dello scontro, ti posso capire- mentre parlava, però si accorse di sentire qualcosa di diverso nel suo odore che tanto gli piaceva.
-che cosa stai dicendo. Siamo venuti per proteggere i frammenti perché tu da solo non ci riusciresti mai!!- affermò Inuyasha sempre più irritato, ma Koga non lo stava più ascoltando, aveva arricciato il naso fiutando l’aria fino ad avvicinarsi un po’ troppo a Kagome.
-Koga si può sapere cosa stai facendo?- disse la ragazza con il viso rosso dall’imbarazzo nel ritrovarsi, il viso del demone-lupo così vicino.
-Kagome … perché il tuo odore è cambiato?- domandò confuso il lupo non capendo come poteva essere successo.
-bè, … in effetti, sono un po’ diversa dall’ultima volta che ci siamo visti- confermò lei.
Spiegarono a grandi linee cosa era successo, e aspettarono la reazione del demone.
Kagome era agitata, non voleva perdere l’amicizia con il giovane capo della tribù Yōrō.
-quindi puoi cambiare il tuo aspetto?! Fammi vedere!- chiese infine Koga con una voce indecifrabile, che la mise sempre più in ansia.
Dopo un attimo d’indecisione Kagome prese le sue sembianze demoniache, mostrandosi ai tre demoni con il suo nuovo aspetto da mezzo-demone, lo osservavano sotto lo sguardo preoccupato di Inuyasha che sentiva tutta la paura della ragazza, di essere allontanata.
-wow, Kagome riesci a essere bellissima anche così, si vede che l’unico mezzo-demone uscito male è il cagnolino- affermò Koga dopo averla osservata a bocca aperta, mentre la ragazza alzava lo sguardo che s’illuminava in un sorriso di sincero ringraziamento.
-stupido lupastro, cosa vuoi dire?!- si offese il mezzo-demone.
-quello che ho detto, che lei nonostante sia diventata un mezzo-demone e comunque bellissima e poi il suo odore fortunatamente non è diventato insopportabile come il tuo, cane!- spiegò tranquillo Koga.
-non è il momento di litigare abbiamo dei problemi più urgenti da risolvere- Sango aveva fermato la replica di Inuyasha, bloccando la lite che non sarebbe finita molto presto.
-Sango ha ragione, dobbiamo tornare, e sperare che Kikyo arrivi presto con Kohaku- la sostenne Miroku.

Si rimisero in viaggio per tornare al punto d’incontro, con Kikyo; ogni tanto Koga e Inuyasha si lanciavano delle occhiate poco amichevoli.
-come ti senti in questo nuovo corpo?- le chiese serio Koga, che le voleva realmente un gran bene, approfittando di un momento in cui Inuyasha parlava con il monaco.
-devo ammettere che non è facile … presa dalla paura di non essere più quella di prima, e di non essere accettata la prima cosa che ho fatto, è stata scappare. Ma il problema rimaneva comunque, e in più loro non si sono fermati fino a quando mi hanno ritrovato, e ora eccomi qui di nuovo con i miei amici. In ogni momento mi fanno capire che non sono sola e che mi vogliono così come sono, e grazie a questo sto iniziando ad accettare la mia natura. Certo non dico che ora tutto è tornato come prima, perché so che non lo sarà mai, però adesso so di potercela fare- rispose lei accorgendosi anche di quanto fossero vere le sue stesse parole.
-mi fa piacere che tu stia bene. Sono rimasto sbalordito inizialmente, ma tu sei sempre tu, anche se ora hai capacità differenti, rimani la mia dolce Kagome- affermò il demone facendole un occhiolino.
-a proposito, la mia proposta rimane sempre valida tranquilla, non ho cambiato idea- il demone parlò alzando un po’ più la voce rispetto a un attimo prima.
E, infatti, qualcuno sentendo quelle parole accorse subito.
-di che proposta stai parlando lupastro?- chiese sospettoso Inuyasha.
-la cosa non ti dovrebbe riguardare, visto che stavo parlando con la MIA Kagome- Inuyasha iniziava a perdere seriamente la pazienza.
-comunque … la proposta è quella che Kagome diventi, la MIA donna a tutti gli effetti- non poteva negare che far imbestialire il mezzo-demone era uno dei suoi passatempi preferiti, e in più era così semplice provocarlo; infatti, un nuovo battibecco iniziò e proseguì per più della metà del tragitto.
Un forte sospiro di rassegnazione uscì dalla bocca di tutti, era sempre la stessa storia, si erano abituati a vederli attaccare briga a vicenda; sul viso di Kagome invece comparve un sorriso sereno.

Continua…

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Capitolo 22
*** CAPITOLO 22 ***


CAPITOLO 22

Quando Inuyasha e Koga misero fine alla loro discussione, il mezzo-demone cominciò a lanciare delle strane occhiate in direzione di Kagome, sembrava quasi che volesse dirle qualcosa, ma se lei si girava verso di lui subito distoglieva lo sguardo irritato.
-Inuyasha c’è qualcosa che non va?- chiese lei avvicinandosi.
-tse, niente- rispose sbrigativo, più che arrabbiato sembrava offeso, decise di non insistere, ma continuò a camminare al suo fianco.
-non hai risposto alla proposta che ti ha fatto quel dannato lupo?!- dopo tanto si era deciso a dire cosa gli stava frullando in testa.
-perché la sua non era una frase rivolta a me!- affermò tranquilla Kagome capendo finalmente cosa lo stava infastidendo.
-e se non era rivolta a te, a chi? Di certo non a me, eravate voi che stavate chiacchierando da soli- ora si che si stava veramente irritando sembrava che lei lo stesse prendendo in giro.
-in un certo senso era proprio rivolto a te- gli rispose socchiudendo gli occhi e osservando le sue reazioni.
-cosa stai dicendo sei impazzita?- gli occhi spalancati dallo stupore per le parole appena ascoltate, e questo aumentò maggiormente dal momento che Kagome ora stava ridendo a crepapelle per la faccia che aveva appena fatto.
-bene vedo che ti stai proprio divertendo alle mie spalle!- proferì prima di aumentare il passo e distanziarla.
Kagome lo raggiunse e lo bloccò per un braccio.
-dai non fare l’offeso, devi ammettere che avevi una faccia davvero buffa- disse continuando a ridacchiare.
-se stai cercando di calmarmi, non ci stai riuscendo- replicò lui con la faccia imbronciata.
-non è colpa mia se arrivi a certe conclusioni- affermò questa volta senza ridergli in faccia.
-e dalle tue parole cosa dovevo capire invece?- domandò ancora stizzito.
-scemo, … lo ha fatto a posta per stuzzicarti, e il suo piano devo dire che è riuscito alla grande- rispose riprendendo a ridere.
Inuyasha la osservò con il viso ancora imbronciato, e un po’ arrossato dopo aver capito che si era lasciato fregare alla grande, e in fondo contento di vedere Kagome finalmente allegra.
-si, … ma non cambia il fatto che tu stai continuando a ridere- non aveva tutti i torti, ma lei non riusciva proprio a trattenersi.
-scusa, hai ragione ora la smetto te lo prometto- disse mentre si vedeva che tratteneva a stento le risate.

Prima di sera erano tornati nelle vicinanze del villaggio della somma Kaede, ma decisero di non entrare e di fermarsi nei pressi del Goshimboku in attesa dell’arrivo di Kikyo e Kohaku, nella speranza che tutto fosse andato bene.
Consumarono la cena, e discussero un po’ della battaglia che li aspettava, era da tanto che attendevano lo scontro finale con Naraku ognuno con le proprie ragioni, e ora avevano la possibilità di mettere fine a tutta quella storia.
Di una cosa erano certi presto in un modo o in un altro tutto sarebbe finito, la speranza di uscirne vincitori però era tanta e tutti avrebbero dato il massimo; anche il piccolo Shippo che non erano riusciti a convincere a rifugiarsi nel villaggio era pronto per l’imminente battaglia.
Il buio ormai era calato e quasi tutti avevano preso posto per la notte attorno al fuoco, tranne Inuyasha che come sempre si posizionava su un ramo dell’albero. Nonostante nessuno riuscisse a prendere sonno subito, avevano comunque bisogno di riposo, non potevano sapere cosa li aspettava il giorno dopo e dovevano farsi trovare pronti.

Quando Kagome fu sicura che tutti stessero dormendo, si allontanò per una passeggiata, visto che il sonno non aveva intenzione di raggiungerla.
Si fermò solo quando trovò davanti a se illuminato dalla luna, il pozzo mangia ossa, rimase un po’ ad osservarlo e poi si sedete a terra, con le spalle appoggiate al legno del pozzo.
Ripensò a tutto quello che era successo dalla prima volta che era arrivata nell’epoca San Goku.
-a cosa pensi?- chiese una voce familiare, che adorava sentire.
-a quando sono venuta qui la prima volta, sono cambiate così tante cose- rispose lei alzando lo sguardo e incrociando quello di Inuyasha che si avvicinava.
-ti sei pentita di non essere rimasta nella tua epoca quando ne avevi ancora l’opportunità?- chiese inquieto il mezzo-demone.
-no!- fu la prima risposta che uscì di getto.
-non avrei voluto che la mia famiglia dimenticasse la mia esistenza, però se è il prezzo da pagare per aver conosciuto voi, … e per poter stare con te, allora non ho rimpianti. I ricordi della mia famiglia rimarranno sempre dentro di me- affermò decisa Kagome.
Inuyasha lasciò andare un sospiro di sollievo a quelle parole, e si posizionò davanti a lei con un ghigno sul viso.
-se non hai sonno, che ne dici di provare ad allenarti per controllare la tua aura?- le propose il mezzo-demone.
-perché no!- acconsentì lei alzandosi, le avrebbe fatto sicuramente bene.
-da dove iniziamo? Maestro- domandò lei con un sorriso di sfida.
-tse! Prima di tutto abbandona il tuo aspetto umano- non sapeva esattamente come fare per aiutarla, lui era nato già mezzo-demone quindi non c’era stato bisogno che nessuno gli insegnasse niente, però era deciso a fare qualunque cosa, non si sarebbe arreso.
Kagome obbedì all’istante e rimase in attesa della mossa successiva del suo istruttore, ma non sapendo cosa aspettarsi fu colta di sorpresa quando lui si lanciò all’attacco.
L’aura intorno a lei aumentò notevolmente mentre i suoi occhi iniziavano a prendere una sfumatura rossa, accorgendosi della sua reazione Inuyasha si bloccò.
-ehi, ehi, calma- non capiva il motivo di quella reazione esagerata, e si avvicinò cautamente a lei, che ora lo guardava con gli occhi sbarrati.
-scusa, … mi dispiace!!- parlò chinando la testa, si vergognava di come aveva reagito, e soprattutto perché lo aveva fatto con Inuyasha.
-beh, almeno sappiamo che per il tuo avversario sarà più difficile se decide di attaccarti di sorpresa- cercò di sdrammatizzare, ma vedendo che Kagome non accennava a rialzare il capo si avvicinò.
-dai non fare la stupida, non è la fine del mondo, siamo appena all’inizio- cercò di consolarla “a suo modo”.
-hai usato le stesse mosse che ha utilizzato il demone che aveva preso le tue sembianze, … e mi sono spaventata- ammise Kagome non avendo ancora il coraggio di guardarlo in faccia.
Non aveva pensato a quel fatto, solo perché lei non lo faceva pesare a nessuno, le sensazioni che doveva aver provato nel vedersi attaccare dai suoi amici anche se non erano veramente loro, in un periodo in cui era mentalmente debole le aveva fatto un gran male, si sentiva uno stupido per averlo capito solo in quel momento.
-ora è passato, e puoi starne certa non ti farò mai del male, … devi credermi!- dichiarò Inuyasha alzandole il mento con le dita per far in modo che guardasse i suoi occhi e potesse leggere la sincerità delle sue parole.
-ti credo!- assicurò, perdendosi nell’ambra intenso dei suoi occhi.
-allora, vuoi continuare? O ti vuoi già arrendere?- domandò dandogli le spalle per non fargli notare più del dovuto il suo viso rosso; quando erano da soli nell’ultimo periodo gli capitava spesso.
-certo, sono pronta!- affermò lei ritrovando il sorriso.
Inuyasha cercava di aiutarla ad affinare tutti i suoi sensi, in modo da percepire la presenza dei nemici che intendevano attaccarla anche prima di vederli, così da non farsi cogliere di sorpresa.
Il metodo utilizzato sembrò funzionare perché concentrando le sue energie sulla vista, l’udito e l’olfatto riuscì a rendere la sua aura quasi impercettibile.
-con il tempo ti verrà tutto naturale, bisogna solo fare un po’ di pratica!- confermò Inuyasha quando ebbero finito e si sedettero vicino al pozzo per riposare.
-e da vedere se riesco a tenere la concentrazione anche durante il plenilunio!- precisò un po’ dubbiosa Kagome.
-sono sicuro che con la tua testardaggine, ci riuscirai facilmente, e poi questa era appena la prima lezione- la rassicurò lui.
-a proposito, … SEDUTO!!!- Kagome ora si poteva definire completamente soddisfatta.
-dannata … si può sapere che ti è preso?- chiese cercando di ricomporsi il mezzo-demone.
-questo è perché mi hai strappato il vestito, ti avevo detto di stare attento, non sai quanto tempo ho messo per cucirlo, e guarda qui … la cucitura nel fianco è saltata, per fortuna ne ho fatto due e quindi ho il cambio, così ho il tempo di ricucirlo con calma- affermò lei osservando il buchino da cui si intravedeva la liscia pelle sul fianco destro.
-stupida, e per questo, mi appiattisci a terra?- inveì, contro Kagome.
-a me sembra una più che valida ragione!!- gli mise il broncio, ma poi il suo viso si fece nuovamente serio.
-credi che Kikyo porterà veramente Kohaku da noi?- chiese dubbiosa dopo un attimo di silenzio.
-non lo so, ma forse questa volta a detto la verità, dobbiamo aspettare ancora un po’ e se non verrà a breve, andremo a cercarlo!- affermò Inuyasha sicuro.
-l’ultima volta non ha tentato di attaccarmi, ma non so se ha rinunciato perché i suoi colpi non avevano effetto o se pensa che io non sia più un pericolo … - si sentiva strana a parlare di Kikyo proprio con Inuyasha, ma era l’unico che poteva capirla.
- … spero che sia la seconda perché forse vorrebbe dire che non sono più, … un mostro- le parole uscirono leggermente tremolanti e insicure.
-ora basta!!! Non ti voglio più sentire parlare così, quante volte ti devo ripetere che non sei un pericolo. Lo puoi essere solo se lo vuoi perché ne hai le capacità- Inuyasha si era infuriato, non voleva più che pensasse una cosa del genere, e ora la guardava con rabbia, era stufo di sentirla parlare di se stessa a quel modo.
-non sei, e non sarai mai un mostro, ma come devo fartelo capire?- Kagome osservava la reazione del mezzo-demone affianco a lei che ora l’aveva presa per le spalle, forse non si era mai arrabbiato così tanto con lei, gli occhi si erano fatti più scuri e brillanti mentre parlava.

Continua…

Dopo un’eternità eccomi di nuovo qua, non demordo continuo a scrivere perché non voglio lasciare questa storia in sospeso, è stata la prima che ho postato e voglio assolutamente concluderla, ci tengo troppo.

Come Inuyasha e Kagome sono tornati insieme, anche i loro battibecchi hanno fatto la loro ricomparsa.
Com’è andata la lezione del maestro Inuyasha?
Be forse Kagome ha esagerato a metterlo a cuccia solo per un buchino nella veste, ma pensate se dopo la fatica di cucire un abito qualcuno te lo rovina, chi non se la prenderebbe.
Un bacio grandissimo a tutti quelli che continuano a seguirmi nonostante la mia latitanza, non prometto niente ma spero di non tardare così tanto per il prossimo capitolo. Alla prossima.

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