Geometria

di Yvaine0
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Geometria.        

 P     

 
unto la matita sul foglio, per iniziare a scrivere. Sono già le nove e un quarto, il  compito di geometria è iniziato da più di quindici minuti e io non ho ancora iniziato a scrivere una sola parola, né segnato una sola risposta nel quiz.
Ho scritto solo il nome e ho pure sbagliato, scrivendo il cognome nella casella nel nome.

Sono così nervosa! Ho riletto ogni domanda circa dieci volte e non ne so nemmeno una! Questa volta mia madre mi uccide! Per non parlare di quello che farà mia nonna Chichi quando saprà che ho preso un altro quattro... Ah! Non ci voglio nemmeno pensare! 

Crak.

Ecco, lo sapevo, s’è rotta la punta.

Allungo la mano e infilo la punta della matita nel temperamatite elettrico.

Bzzzzzzzz. 

Ecco, così dovrebbe bastare.

Ok, con calma, Pan. Tuo padre è o non è Gohan Son? Forza, qualche gene da lui l’avrai pur preso, no?! Nonna Chichi ci teneva un sacco ai suoi studi, vuoi che sia mai riuscito a studiare, alla fine?!

Forza, forza, forza! Coraggio Pan, iniziamo.

Leggo la prima domanda, saltando di proposito le dimostrazioni di due figure. Nel test a risposta multipla ho più possibilità di rispondere giusto. Anche se non so qual è l’opzione giusta, c’è un 25% di probabilità che riesca ad azzeccare la risposta corretta andandoci a caso.

Tutte queste affermazioni determinano che il quadrilatero ABCD è un parallelogramma. Trova quella falsa.”

Oh bè, non deve essere troppo difficile, no?

A- le diagonali sono bisettrici degli angoli
  B- i lati opposti sono congruenti
  C- i lati opposti sono paralleli
  D- gli angoli opposti sono congruenti

 

Gulp! – E che cavolo! – sussurro rabbiosa.
E che diamine! Non so nemmeno quella risposta. Ah, sono proprio messa bene!

La professoressa alza lo sguardo verso di me, fulminandomi. Faccio finta di nulla come solo io so fare, ormai sono abituata ad essere rimproverata da quella vecchia pazza, ma non posso farci niente se odio la sua stupidissima materia!

Scorro per l’ennesima volta anche le altre domande, e di nuovo non prendo nemmeno in considerazione le dimostrazioni, tanto non le so fare. Non me ne è mai venuta una.

E dire che mamma ieri mi ha anche mandato a ripetizioni! Ripetizioni, poi … è un parolone: mi ha solo obbligata ad andare a casa di Bra con zio Goten per studiare.  Come se Bra studiasse, poi!

Hm.. ma come mai non ho studiato? Pensa, Pan, pensa.

Oh. Ah. Già, ora ricordo.

‘ Siamo fuori da casa Brief, io e mio zio ( nonché mio migliore amico ) Goten. – Possiamo anche andarcene a casa, Goten, tanto Bra non studia mai! È inutile che mamma speri che mi possa aiutare! –

- Ma se ha tutti sette? – ribatte lui, ammirato.

Sbuffo. Come fa a piacergli quella pazzoide, proprio non lo so. Insomma, sono così diversi! Mio zio è proprio strano.  – Mai sentito parlare del verbo ‘copiare’ ? –

Ride. – Io sì, ma Gohan e Videl no. Per questo siamo qui! –

- Suona. – ringhio. Tanto non è nemmeno in casa, spero. Di solito non c’è, non vedo perché debba esserci proprio oggi visto che domani c’è il compito di geometria.

Goten si avvicina al campanello,  e proprio mentre sta per suonare, la porta si spalanca, lasciando uscire la mia migliore amica, di fretta. – Ciao, Pan! – mi saluta sbrigativa, ignorando bellamente mio zio.

- Ciao, Bra. Esci? – ribatto, sperando in un ‘sì’.

- Sì, devo uscire con … - lancia un occhiata di sbieco a Goten e poi riprende – Bè, lo sai, il mio ragazzo. Ti chiederei di venire, ma… -
Mio zio fa finta che nemmeno ci sia.
Bra e Goten sono così stupidi quando fanno così. Si vede da lontano un miglio che hanno una cotta spaventosa l’uno per l’altra, ma si ostinano ad ignorarsi a vicenda! Sono proprio degli sciocchi! Starebbero pure bene insieme, ripensandoci: uno più testone dell’ altra!

- Sì, sì, non c’è problema. Bene, Goten, possiamo tornare a casa! – esclamo trionfante.

- Nemmeno per sogno! – ghigna lui, con un’ aria sadica  stampata in volto.

Oh, no.  No, no, no, no! Quall’ espressione sadica la conosco! Spero che non stia pensando di farmi studiare con …

- BRA! – tuona la voce angelica del fratello della mia migliore amica. È così dolce anche quando è arrabbiato...

Lo vedo, bello come sempre, uscire dalla porta con un espressione furiosa in volto ( ma tanto è bello lo stesso, se non  più del solito! ) per puntare subito lo sguardo fiammeggiante  su sua sorella. – Perché la mia maglietta nuova è sporca di rossetto?! –

La ragazza dai capelli turchini fa l’occhiolino al fratello. – Oh, se non lo sai tu! Chissà cosa ci ha fatto la tua ragazza per ridurla così...  – risponde con aria maliziosa.

Io rimango in silenzio, ferita. Ma, dico, lo sta  facendo apposta?! Come se Bra non sapesse che ho una cotta per suo fratello! È proprio una stupida quando ci si mette! Ok, lo so:  lo fa per farmi ingelosire nella speranza che Trunks se ne accorga... però è una stupida lo stesso! È  una tortura per me ascoltare cert discorsi.  Come se non sapessi che Trunks è fidanzato! È soddisfatta ora che me l’ha ricordato?!

Il ragazzo dai capelli lilla arrossisce leggermente, rimasto spiazzato. – Per tutti i Re Kaio, Bra! Ma che cavolo dici!? – boccheggia  lui.

- Trunks! Proprio te cercavo! – cambia discorso Goten, ignorando volutamente il fatto che la ragazza dai capelli turchini stesse per rispondere a quell’ angelo meraviglioso del  fratello maggiore.

- Ah sì? – chiedo, sbigottita. – Non eravamo venuti per Bra? –

- Ma la Tipa se ne va, no? Quindi ora tu studi con Trunks e io vado a farmi preparare qualcosa da mangiare da Bulma... – Goten si sfrega le mani soddisfatto dal suo ragionamento ed entra in casa senza nemmeno aspettare che qualcuno gli risponda.

- Cosa?! – sbotto, allucinata. Non può lasciarmi sola con Trunks! No, non può proprio!

Bra ride e se ne va di corsa, approfittando della distrazione generale per svignarsela dalle grinfie del fratello arrabbiato.

Trunks alza le spalle, e dopo avermi sorriso ( E che sorriso! *__* ) mi invita ad entrare.

Ci sistemiamo in salotto e mi chiede cosa debba studiare.

- Geometria... fosse per me andrei a casa anche subito, tanto non ci capirò mai nulla – borbottò, lanciando un’ occhiata in tralice a Goten che sta tornando dal bagno dopo essersi lavato le mani.
Mio zio fa sempre così! Se ne fila in casa di Bulma perchè lei gli faccia da mangiare! Non che Bulma poi sia questa gran cuoca, intendiamoci... ma nonna Chichi ha deciso che lui, papà e nonno devono mangiare di meno, e da ormai un mese prepara loro giusto lo stretto indispensabile. È inutile dire che quando entro in casa mia sembra di essere all’ ospedale, no? Papà, Goten e nonno Goku sono sempre sdraiati da qualche parte, tenendosi la pancia brontolante con un espressione straziata in volto. Come se quello che mangiano ora fosse poco!

- Non ti preoccupare, con un insegnate come me imparerai tutto! – ridacchia Trunks, dopo avermi fatto l’occhiolino.

Ditemi che non sono arrossita!

Praticamente infilo la faccia nello zaino per nascondere il rossore, ma credo che sia tutto inutile. Tanto arrossirò in continuazione tutto il pomeriggio, me lo sento! Oh, per tutte le sfere del Drago, ho già la tachicardia.

E così iniziamo a studiare.”

Ah, ora ricordo. Ho passato tutto il pomeriggio a perdermi negli occhi di Trunks e ad annuire ad ogni cosa che mi diceva il mio angelo pur senza averlo capito...

Ahhhh, il mio angelo... Trunks...

Oh, Shenron! Non ditemi che sono arrossita! E invece sì...

- Son! Cos’è, s’è innamorata del compito in classe?! – tuona la vecchia racchia seduta alla cattedra, scattando in piedi furiosa e battendo le mani sul tavolo. Ma è possibile che si arrabbi così tanto solo perchè una studentessa che va male nella sua materia arrosisce mentre pensa al ragazzo stupendo che le ha dato ripetizioni il giorno prima del suo dannatissimo compito in classe?! Quella donna è proprio fusa.

- Sì, signora. – dico sarcastica. So che così la sto facendo arrabbiare, ma non mi interessa. Tanto sta per segnarmi nel registro l’ennesimo quattro. – Ma non è colpa mia, è che la sua materia mi piace così tanto che non posso fare a meno di arrossire quando ne ammiro la bellezza! –

Sento la risata argentina di Bra e Marron. Loro sanno cos’è successo, sanno perchè sono arrossita, sanno a chi stavo pensando, sanno perchè non so rispondere nemmeno a una dannatissima domanda in quello stupido test di geometria. Sanno tutto perchè sono le mie migliori amiche.

La professoressa riduce gli occhi a due fessure, ma poi si risiede e mi intima al silenzio.

Osservo Bra e Marron, loro stanno copiando il compito dal secchione della classe. Dannazione! Settimana prossima mi siederò anche io vicino a lui! Perchè loro sono così furbe!?

Ok, Pan. Il compito, forza.

Riporto gli occhi sul foglio. Sospiro. Sento lo sguardo minaccioso della prosefforessa addosso, ma non ho intenzione di guardarla. Riafferro la matita e mi dedico di nuovo alla domanda di prima.

Ok, ci sono due modi di rispondere: uno, andare a caso e sperare di prendere la risposta corretta; due, cercare di pensare a cosa mi ha spiegato Trunks ieri.

Trunks... Pan, non distrarti!

Sì, Trunks mi direbbe proprio di non distrarmi, in questa situazione. Ok, forse la seconda  opzione è la migliore... allora... Cosa mi ha detto Trunks ieri pomeriggio riguardo ai parallelogrammi?

Chiudo gli occhi e mi concentro sui ricordi del giorno prima.

Guardo gli occhi di questo angelo che ho davanti... Oh mamma! Quant’è bello!

Oh, a proposito di mamma.... meglio che lo ascolti oltre ad osservarlo, altrimenti mamma mi fa fuori, e nonna Chichi la aiuta.

- Hai capito? – mi chiede Trunks.

Scuoto la testa imbarazzata e lui ride. – Ok, è semplice. Vedi, nel parallelogramma tutte le cose opposte hanno qualcosa in comune: gli angoli opposti sono congruenti, i lati opposti anche e sono pure paralleli, capito, ora? Se non riesci a ricordare questo, fai un disegno della figura, fatto bene, e osservalo. Il disgeno ti dice tutto quello che devi sapere, ok? Io usavo sempre questo trucchetto al liceo... –

- ! – esulto sottovoce.

- Son?! – mi richiama la belva seduta dietro la cattedra.

- Mi scusi – borbotto, abbassando subito la testa e riconcentrandomi sul compito.

Oh, Trunks, ti amo! E se riesci a farmi superare questo compito ti amerò ancora di più!

Crocetto al risposta A e passo alla successiva. Facilissime: con il trucchetto di Trunks queste prime sei sono andate. Quel ragazzo è il mio eroe oltre che il mio angelo!

Ok, passiamo alle dimostrazioni, il quiz ormai l’ho finito.
Oh bè, qui ci sarà da divertirsi. Queste me le ha spiegate per ore e non ho mai capito niente.  Sono tre anni che papà, Got.. no, Goten, no. Diciamo: papà, mamma e nonna Chichi cercano di farmi imparare a dimostrare un teorema, ma per me sarebbe più facile imparare a parlare francese! Ma forse, ripendando a Trunks ...

– Ok, brava. Arrivata a questo punto, come fai a dire che il triangolo EFD è isoscele? –

- Si vede dalla figura, no? -

Ride. – Anche Goten dimostrava tutti i teoremi così. – mi sorride. – No, non puoi dirlo in questo modo. La figura ti serve solo come guida, non come risposta – spiega.

Aggrotto le sopracciglia osservando la mia ‘guida’. – Allora prendo il righello, misuro i lati e vedo che sono ugualii. – sbotto, portandomi le mani dietro la testa e gettandomi all’ indietro sul divano. – Ma perchè questi matematici si complicano la vita così?! Basta prendere un righello e tutti quei loro ragionamenti diventano tutti inutili! Si complicano solo la vita! –

Trunks ride di gusto. Quando ride così, gli si illumina il volto e diventa ancora più bello. Ed è difficile che possa essere più bello di così!
- Ma no, Pan. – mi spiega, divertito. – Sai che i due angoli alla base sono congruenti, giusto? Quindi il triangolo è isoscele! Dai, non è difficile, basta un po’ di allenamento... –

A quel punto mi sono persa nei suoi occhi azzurri, questo lo ricordo bene.

Osservo la dimostrazione. Angoli congruenti? Bè, ma funziona anche qui! Oh cielo, Trunks, ma io ti adoro!

Scrivo la dimostrazione che mi ha spiegato Trunks ieri soddisfatta.

Se prendo la sufficienza in questo compito, giuro che mi dichiaro a Trunks!

Leggo l’ ultima consegna. Sto per iniziare a fare il disegno quando.... Driiiin.

No! No, no, no! Fatemi finire, per favore, nooooo! Questo lo sapevo fare! Ma non si può?!

Dalla classe si alzano i sospiri di tutti i compagni che come me non hanno ancora finito.

- Forza, consegnate! – trilla il mostro con gli occhiali che chiamiamo professoressa, alzandosi in piedi. – Veloci! Son! Voglio quel compito! -

Sbuffo. Ripiego il foglio e lo porto a quella vecchia bisbetica.

Torno al mio banco, e subito le mie due migliori amiche mi raggiungono con il loro solito sorriso sulle labbra. – Com’è andata? – mi chiede Bra, studiandosi le unghie, con fare annoiato.

- Ci credi se ti dico bene? – le rispondo, vagamente divertita.

Ride. Marron invece sobbalza, stupita dalla novità, poi fa due più due e si ricorda con chi ho studiato ieri. – Trunks ti fa proprio bene, eh! – ride anche lei.

Sorrido, pensando a quel ragazzo fantastico.

Grazie Trunks.

***

Sono passate due settimane dal compito in classe di geometria. È un martedì e siamo all’ ultima ora. La professoressa ci ha appena informato che ha corretto i compiti in classe e ce li consegnerà alla fine dell’ ora. Mancano quindici minuti, e mi sto rodendo dentro. Devo assolutamente sapere com’è andato quel compito! Mamma me lo chiede da quando sono venuta a casa dopo averlo fatto, nonna Chichi anche. E poi questa mattina, quando ha portato a scuola me e Bra, me l’ha chiesto anche Trunks... sì, ora voglio decisamente saperlo. E non voglio che sia andato male, o Trunks penserà che sono una stupida, visto che abbiamo studiato tutto il pomeriggio insieme! Oh, Shenron!

Eccola: la professoressa si alza e prende in mano i compiti in classe.

Si posiziona davanti alla cattedra, dritta come se avesse una scopa legata alla schiena, e inizia a chiamarci uno per uno. – Brief –

Bra si alza, è già sicura di aver preso un buon voto, visto che ha copiato tutto.

Dopo un po’ chiama anche l’altra mia amica. – Marron –

Marron è l’unica studentessa che quella strega di geometria chiama per nome, l’unica! Nemmeno il secchione chiama mai per nome, quella pazza.

Marron afferra il foglio e lo guarda, fiduciosa. Esulta in silenzio mentre torna al postro e mi fa l’occhiolino. ‘Otto’ sillabano le sua labbra.

Beata lei! Quanto vorrei aver preso anche io un voto simile!

Finalmente arriva al mio nome. La professoressa fa una smorfia di disappunto: brutto segno. Segno orribile, direi. – Son – mi chiama.

Mi alzo con il cuore che batte fortissimo e mi dirigo verso la cattedra, con le gambe che tremano. Cacchio, sono l’unica Sajan nell’ universo che trema per andare a ritirare un compito in classe già fatto!

Afferro il foglio bruscamente e me ne ritorno al posto come un automa senza nemmeno guardarlo: non ne ho il coraggio. Tango il foglio stretto al mio stomaco, perchè nessuno veda il mio voto e tornoa  sedermi.

Devo trovare il coraggio di guardarlo. Appoggio velocemente il foglio sul banco ma copro il segno rosso del voto con una mano prima di poterlo leggere. Oh cielo, no, non ce la posso fare! Non è che qualcuno può dirmi quanto ho preso senza che ci guardi io?

- Mi auguro che tu non abbia copiato, Son – ghigna la professoressa, passando a distribuire gli ultimi compiti. La sua frase mi riempie di indignazione. Copiato?! Copiato?!?! Sono Bra e Marron che copiano, io non ho mai copiato! ( E si vede anche, visto che ho la media del quattro... ) Afferro il foglio con rabbia, deciso a tirarglielo in faccia, ma appena lo alzo vedo il segno rosso che prima avevo coperto con la mano: un sette.
Sette. Sette?!?! Ho preso la sufficienza!

- Evvai! – esclamò con enfasi, nemmeno a voce troppo bassa.
Noto con soddisfazione la smorfia amareggiata della donna: sì lo so, quella mi odia. Ma io ho preso sette, sette, sette, io ho preso sette, pappappero! Le ho fatto vedere io chi sono! Pan Son, ecco chi sono! Ahah! Sono una grande!

Dopo una manciata di minuti suona la campanella e mio alzo in piedi, dirigendomi verso l’uscita con le mie due migliori amiche.

Usciamo nel parcheggio e ci dirigiamo alla macchinia del fratello di Bra, che come ogni giorno ci viene a prendere.

– Sei grande Pan! – mi abbraccia Marron.

- Oh, puoi dirlo forte! Dovresti studiare più spesso con Trunks! – ride Bra.

Trunks. Il nome di quell’ angelo mi ricorda una cosa che avevo pensato ( o meglio giurato ) durante il compito in classe...

- Tr-Trunks... - boccheggio ad occhi sbarrati.

Oh, Shenron! Ho giurato che se avessi preso la sufficienza mi sarei dichiarata!

Sbam.

Tutto è diventato nero, l’unica cosa che sento prima che tutto sparisca è la voce di Bra chiedere: - Oh mamma! Marry, è svenuta! -

  

Eccomi qua.

Questa è la mia prima fic su Dragon Ball, spero non faccia troppo schifo. Di solito scrivo fic su tutt’ altri personaggi ( o comunque non di DB ).

Spero che almeno un pochetto vi sia piaciuto, mi è venuta in mente mentre facevo il mio compito in classe di geometria ed ero nel panico per paura di non riuscire a farlo bene! :S

Mi fate un favore, gente? Pleaseeeeee! *fa gli occhioni dolci* Mi lasciate un commentino? Daiiii, giusto per sapere com’è!  Perchè se ad almeno qualcuno è piaciuta posso scrivere anche una seconda one-shot come seguito ( o magari anche una long fic, più avanti ), ma se non vi piace ne faccio a meno!  
Ok?
Grazie! ^___^

Yvaine0

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Geometria      

 

Capitolo 1

 

 

- Yawn – Pan si gettò sul divano di casa sua  e accese la tivù.

Finalmente poteva stare un po’ da sola, senza che Goten cercasse di farla sentire in imbarazzo con Trunks, senza che Marron e Bra inventassero piani ‘geniali’ per far cadere il lilla ai suoi piedi, e soprattutto lontana chilometri da quella piattola di Hiromi Miwako, l’ ex ragazza di Trunks.

Quella ragazza tutta curve era in classe con Pan, Bra e Marron, e odiava a morte tutte e tre. In particolare odiava lei, Pan, perchè gelosa di tutto il tempo che Trunks passava a casa sua o di quello che passava lei a casa Brief. Forse per la signorina pel di carota era troppo complicato capire che Trunks era spesso a casa di Pan perchè Goten era il suo migliore amico, e che Pan andava a casa Brief per Bra ( bè, tecnicamente anche per vedere Trunks, ma questo Hiromi non poteva saperlo, no? ).

Basta, Pan voleva stare lontana da tutti per qualche ora... ma che diceva, sapeva che era impossibile, le bastava un oretta al massimo. Anche mezzora, voleva solo staccare la spina per un po’. Le bastava poco, giusto per rilassarsi e lasciare al cervello tempo di riprendere fiato.

Quella mattina aveva preso il suo primo sette in geometria, o meglio, la sua prima sufficienza per quell’ anno scolastico. Ah già, ed era anche svenuta in mezzo al parcheggio della scuola a causa di uno stupido giuramento che aveva fatto a sè stessa mentre eseguiva quello stupido compito in classe: dichiararsi a Trunks se avesse preso la sufficienza.

Gulp! Non voleva nemmeno immaginare la figura di cacca che avrebbe fatto.

Comunque poteva sempre prendere tempo ( la sua specialità ) e aspettare il momento opportuno per dichiararsi, magari fino a dimenticarsene.

Insomma, che cosa avrebbe dovuto scegliere Trunks?

Da una parte c’era la sua ex, la diciottenne Hiromi Miwako, bocciata l’anno precedente e capitata in classe con Pan. La rossa focosa, dalle forme sinuose, alta, proporzionata e dai modi da ragazza matura che ci sapeva fare. Una ragazza che i cui genitori non erano sempre tra le scatole, il cui zio non era il suo migliore amico ( e non era un rompiscatole! ), una ragazza ricca la cui migliore amica non era sua sorella.

Dall’ altra c’era lei, Pan Son, la nipotina del suo migliore amico, nipote anche dell’ acerrimo nemico di suo padre, e soprattutto la migliore amica di sua sorella. Capelli neri, occhi anche. Mingherlina, di certo non piatta, ma non prosperosa come la Miwako e certamente meno... maliziosa e sfrontata coi ragazzi. Pan era piuttosto timida quando si parlava di ragazzi... bè, non di ragazzi: di Trunks. Poi Pan faceva arti marziali, come tutti i ragazzi della famiglia. Come i ragazzi e sua madre.

Ma dai! Era un disastro! Non c’era storia tra lei e Hiromi!

Rossa del cavolo!, fu l’ultimo pensiero in questione che formulò, poi Pan prese il telecomando e decise di concentrarsi un po’ sui buoni e sani cartoni animati.

Era una fortuna che sua madre Videl e suo padre Gohan fossero andati a trovare Mr Satan, il padre di Videl, quella mattina e che non fossero ancora ritornati. Fortuna ulteriore era che i suoi nonni, Chichi e Goku, fossero andati a fare compere, o come aveva scritto nonna Chichi nel bigliettino appiccicato al frigorifero Ho trascinato tuo nonno in un centro commericale per fare spese. Gli uomini di questa casa saranno anche a dieta, però mangiano lo stesso come lupi! Goten va a casa di Trunks, non dovrebbe tornare prima di sera. Quando torna controlla che non vada a svuotare il frigorifero: ci sono rimaste solo le provviste per un mese, non voglio rimanere senza! Ti voglio bene, nonna Chichi.

Ecco, nonna Chichi era esagerata come sempre. Le provviste per un mese non bastavano per Goten un giorno solo, secondo lei?! Dai, almeno due giorni sarebbero resistite!

Pan sospirò e con un colpo secco lanciò le scarpe dall’ altra parte della sala. Aveva la casa tutta per sè e la cosa migliore che potesse venirle in mente di fare era dormire con la tivù come sottofondo. Ed era proprio quello che aveva intenzione di fare.

Si accoccolò sul divano come ormai non aveva il tempo di fare da tanto tempo, e chiuse gli occhi.

 

- Trunks, muoviti! – sbottò Goten, spalancando la porta di casa Son con un calcio e mandarla a sbattere contro la parete rumorosamente. – Oh, grazie al cielo nessun urlo: mamma non è in casa! -

- Goten! Così terrorizzi Pan! – lo rimproverò il lilla divertito.

- Oh, non imitare mia madre! E poi Pan sarà di sicuro a casa di Marron con tua sorella! Figurati se è a casa quella: non ha nemmeno il tempo di dormire con quelle due pazzoidi che ha per amiche! Ora, vai in salotto che io vado a prepararmi uno spuntino! Hai fame, Trunks? –

Il lilla rise. – No, no. Fa’ pure tu, io vengo con te –

 

Pan si stroppicciò gli occhi frustrata. Perchè cavolo Goten doveva fare tutto quel rumore! Ora capiva perchè nonna Chichi lo sgridava sempre! Non aveva fatto nemmeno in tempo ad assopirsi che lui era entrando facendo il suo solito caos. Con Trunks, poi!

Pan sbuffò e si rimise a sedere, concentrandosi sui cartoni animati in tivù. Anzi no, si disse. Meglio mettere su un film, non voglio fare la figura della bambina con Trunks.

Anche la porta del salotto fu sbattuta dopo circa trenta secondi, lasciando entrare Goten che reggeva una miriade si buste e sacchetti di merendine che mollò sul tavolino, seguito da Trunks che portava da bere.

- Oh, Pan! Sei a casa! – esclamò il moro, allegramente. – Che fai qui tutta sola? Bra è da Marron, sai? Non puoi lasciarmi la casa tutta per me, una volta tanto. -

Potrei farti la stessa domanda, stava per rispondere acidamente la ragazza, ma poi vide il suo angelo dai capelli lilla entrare e trattenne la rispostaccia. – Dormivo – sottolineò il passato.

- Ti abbiamo disturbato? – chiese Trunks, educato. – Scusa, allora andiamo di sopra... -

- Macchè! – lo interruppe Goten. – La nostra Pan ci farà compagnia. E ora alzati di lì, scricciolo – esclamò il moro, afferrando la ragazza di slancio e lanciandola all’ amico. Lanciandola, sì. Goten pensava più spesso alla nipotina come ad una bambola di pezza che come una ragazza in carne ed ossa, e di sicuro era abbastanza forte per lanciarla all’ altro Sajan come se lo fosse sul serio.

- Hey! – protestò Pan, ‘atterrando’ su qualcosa di morbido. – Non sono così leggera, zuccone! – sbottò la ragazza.

- Infatti sono io che sono forte! – le fece l’occhiolino lo zio, per poi buttarsi sul divano dove poco prima era sistemata lei.

Pan stava per rispondergli malissimo, quando si accorse che i suoi piedi non toccavano terra e non era per sua volontà: un paio di braccia forti e delicate la stavano sorreggendo. Automaticamente si voltò a guardare il possessore delle braccia in faccia, trovandone il volto davvero moooolto più vicino di quanto si sarebbe mai aspettata. Immediatamente arrossì e lui la rimise a terra, svelto e imbarazzato. – Scusa – boccheggiò grattandosi la nuca con una mano, nervosamente.

Pan scosse la testa violentemente, come per dire ‘non c’è problema’ e andò a rifugiarsi sul divano con Goten, dove lo zio giaceva lungo e disteso, con un pacco di patatine sul petto, da cui ogni manciata di secondi ne afferrava un pugno per poi buttarselo in bocca.  – Cretino – gli sibilò, accoccolandosi al suo fianco.

- Ah, non te ne vai? Come mai? – sussurrò il moro, facendole la lingua, così piano che Trunks non avrebbe di sicuro sentito.

Pan in risposta arrossì di più e afferrò il telecomando per cambiare canale, sintonizzandosi su un incontro di arti marziali. Ecco, a casa Son non c’erano mai litigate per vedere in tivù: tutti amavano le arti marziali e la tivù era ventiquattro ore su ventiquattro sintonizzata su un’ incontro. L’ unica che non amava quel genere di cose era nonna Chichi, ma lei non faceva testo visto che era sempre in cucina a preparare da mangiare, nonstante in quella casa avesse messo praticamente tutti a dieta. – Oh, guarda, il nonno – commentò Pan, vedendo MR Satan salutare il pubblico dalla tribuna del commentatore, in televisione. Si chiese anche dove fossero in realtà i suoi, se suo nonno era all’ arena a commentare e a sponsorizzare un torneo...

- Tuo nonno?! – chiesero i due ragazzi, con gli occhi che brillavano.

- Vuoi dire che il tornero è qui a West City?! – specificò Trunks meravigliato.

- Probab... Goten, no! – Pan non aveva nemmeno concluso la frase che lo zio era scattato in piedi e la stava trascinando fuori di casa per andare a partecipare, seguito dall’ amico.

- Dai, Pan, magari siamo ancora in tempo per iscriverci! – la esortò lo zio.

- Hai lasciato la tivù accesa! – lo rimproverò la ragazza, nella speranza che il moro si fermasse e la lasciasse andare con i suoi piedi: era piuttosto imbarazzante che Goten la portasse in giro in braccio.

- Pazienza! Tanto ci si piazzerà davanti papà appena torna! – Goten aveva ancora la ragazzina in braccio ed era già uscito di casa, pronto a prendere il volo verso l’arena.

- Non ho le scarpe! – sbottò infine Pan, volando fuori dalla presa dello zio e sventolandogli i piedi davanti alla faccia. – Vedi? –

Trunks ridacchiò.

- No, sento la puzza! – la prese in giro il moro, prendendole un piede e giocherellandoci.

Pan ridusse gli occhi a due fessure e strinse i denti, stizzita. – Bene – strattonò via il piede dalla portata dell’ amico e incrociò le braccia restando a mezz’aria davanti a lui. Trunks pensò che quella posizione era tipica di suo padre, non di Pan.

– Io vado da Marron – proclamò, offesa, la mora.

- E dai, Pan! Andiamo, forza! Dai che ti diverti anche tu! – la implorò lo zio, con la sua solita aria infantile.

- No – fece gelida la ragazza.

- Ma non puoi andarci messa così – convenne lo zio.

Pan si guardò: com’era messa? Le mancavano solo le scarpe, ma quello non era un problema. – Sì invece, non ho bisogno delle scarpe, ci vado volando – esclamò alnzandosi un po’ di più in aria.

- Ma non parlavo delle scarpe – ridacchiò lui.

- E di cosa? – chiese Pan, confusa.

- Di questa! – rise Goten, e con uno scatto repentino tolse la bandana alla nipotina e se ne volò veloccissimo in direzione dell’ arena, senza lasciare alla ragazza il tempo di realizzare l’accaduto.

Trunks rise, ma rimase lì con lei, osservandola interessato dal cambiamento.

Il segno eloquente che Pan si era ripresa fu un urlo sovrumano e furioso che nessuno si sarebbe mai aspettato da una ragazzaina dall’ aspetto così esile e fragile, ma che si udì anche dal punto in cui il moro era arrivato:

- Goteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeen!! -  

 

 

 

Ciao!

Come vedete, ho deciso di continuare la fic, e, anzi, di trasformarla in una long fic.

Per questo vorrei ringraziare bulma4ever che ha recensito lo scorso capitolo:

grazie :) Sono d’accordo con te, non si trova quasi niente su queste coppie su efp... e mi dispiace perchè a me piacciono parecchio! ‘buona qualità’! >< Io scrivo in modo appena passabile, sempre che sia passabile! ><’ Comunque grazie, sono contenta che ti sia piaciuta! :)

 

Grazie anche a chi l’ha messa tra i preferiti:

1 - bulma4ever [Contatta]
2 - VaMpIrA89
[Contatta]

 

Grazie!

Al prossimo aggiornamento :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Geometria      

 

Capitolo 2

 

 

- Ma porca miseria! – sbottò Pan cadendo. Ogni mattina lastessa storia, sull’ ultimo gradino della scala c’era sempre qualcosa su cui lei inciampava e cadeva. E ogni mattina Goten era lì pronto a godersi lo spettacolo e a ridere come un matto.

- Ahah! Questa è una caduta d’autore, Pan! – la sbeffeggiò lo zio.

- Taci, tu! – berciò lei, andandosene dolorante in cucina dove il nonno e il padre stavano già parlando del torneo del giorno prima. – ‘giorno – borbottò la ragazza buttandosi a sedere su una sedia, inbronciata e indolenzita.

- Tutto bene, tesoro? – le chiese sua madre, dandole un bacio sulla fronte.

La ragazzina sospirò. – No! Sono tutta rotta, mamma! La prossima volta che non siete in casa dovete legarlo ad un palo, Goten! – berciò la ragazzina.

La donna sospirò mentre nonno Goku scoppiava a ridere. – E dai, Pan! Un po’ di combattimento fa bene a tutti! –

- Non se devi combattere contro Trunks, fidati, nonno – borbottò lei.

Il giorno prima, dopo che Goten e Trunks l’avevano trascinata al torneo di arti marziali, l’avevano anche iscritta ( giusto in tempo visto che c’erano solo tre posti ). Alla povera Pan, era toccato combattere contro dei bestioni e poi anche contro Trunks, che naturalmente l’aveva messa KO senza troppe difficoltà.

- Ahah! Fai schifo, io l’avrei battuto in quattro e quattr’otto! - la prese in giro Goten.

- Eh già, fortuna che ti ha buttato fuori il nonno oppure lo facevi nero, giusto? – lo rimbeccò sarcastica Pan.

Goku e Gohan risero, mentre Goten fece una smorfia e Pan un sorrisetto soddisfatto.

Il moro non le rispose: Pan aveva vinto la battaglia. Negli scontri verbali Goten non la batteva mai.

Pan iniziò a mangiare il suo panino con la Nutella mentre nonna Chichi rimproverava tutti i presenti su quanto fosse inutile e pericolosa la violenza e in particolare le arti marziali, soprattutto per una signorina come Pan.

A Goten andò di traverso il pane sentendo chiamare sua nipote ‘signorina’ e insieme a lei scoppiò a ridere.

- Signorina?? – boccheggiarono in coro, divertiti.

- Certo. Pan è una signorina, Goten, ricordatelo! Anche se la costringi a combattere con quei trogloditi dei tuoi amici, è pur sempre una signorina! –

I due ragazzi si guardarono nella faccia per poi scoppiare a ridere. – Ma va!? – risero ancora, ma vedendo una vena pulsare pericolosamente sulla tempia di Chichi decisero saggiamente di sgattaiolare in camera loro a prepararsi per la scuola, senza smettere di ridere.

A Chichi non piaceva che si ridesse dei suoi discorsi, ma questo era un po’ difficile da spiegare al ‘piccolo’ Goten che continuava indisturbato e ridere ogni volta che sua madre apriva bocca, al contrario del fratello maggiore, Gohan, e di suo padre che avevano imparato a temere la donna nonostante non fosse una sajan e odiasse la arti marziali.

Dieci minuti dopo i ragazzi tornarono in cucina ridacchiando ancora come iene.

Nonna Chichi era ancora nervosa: non si poteva ridere di lei! Era inconcepibile per il suo orgoglio di donna, e per di più di donna che aveva dovuto crescere due ragazzini iperattivi, un marito infantile e iperattivo pure lui e tutti con la passione per le arti marziali che lei aveva imparato ad odiare.

- Piantatela di ridere! – tuonò la donna, furiosa, battendo un piede per terra.

- E dai, Chichi, sta’ calma! Stanno solo ridendo un ... – lo sguardo furibondo della donna zittì anche Goku, l’uomo più forte dell’ universo.

Gohan deglutì. – Non contrariarla, papà –

- Gohan! – tuonò Chichi. – è tardi vai al lavoro! -

L’uomo trasalì e senza un parola andò di filato verso la porta,d opo aver date un bacio alla moglie e Pan.

- Brava, Chichi, fatti rispettare – approvò Videl, raggiante come sempre. – Pan, voglio che da grandi tu diventi come tuo nonna! – esclamò orgogliosa.

- Speriamo non così sclerotica però  – commentò Goten, facendo ridere la nipotina.

Dopo questa battutina del ragazzo, Goten e Pan scapparono di filato fuori di casa, e si fiondarono verso casa Brief ridendo come matti. Lì, li aspettavano Bra e Marron, e Trunks, come ogni mattina, avrebbe portato tutta l’ allegra compagnia a scuola.

- Buon giorno, ragazzi. Pan come va dopo la sconfitta di ieri? – la prese in giro il lilla.

La ragazza fece una smorfia. – Ti ho lasciato vincere solo per non farti fare brutta figura con tuo padre – esclamò, sgattaiolando in macchina con le amiche ridacchianti.

Subito dopo anche Trunks  e Goten si accomodarono e la macchina partì. – No, sul serio, come stai? Io per colpa di tuo nonno sono tutto rotto –

- Un po’ indolenzita, ma avrei potuto fare di meglio – si vantò la ragazzina, ben sapendo che stava esagerando.

Bra ridacchiò. – E dai, Trunks, lo sappiamo tutti che Pan ti batterebbe anche ad occhi chiusi! –

La mora le diede una gomitata, intimandola a non esagerare e Marron aggiunse: - Ma ovviamente noi donne non siamo così esibizioniste. È giusto farvi vincere ogni tanto, poveri omini, altrimenti ci rimanete male! Ci tenete così tanto  -

Pan strabuzzò gli occhi. – Solo perchè sei la mia migliore amica e tua madre è il mio idolo non significa che puoi mandarmi al rogo, Marry! – sibilò la mora.

La bionda rise con la turchina  e Goten.

- Vuoi scommettere Pan? – chiese Goten.

La ragazza sospirò. Se ci si metteva anche lo zio poteva star certa che non ne sarebbe uscita illesa. – Scommetere cosa, di preciso? – chiese cauta.

- Hai un mese di tempo per allenarti, poi ti scontrerai con Trunks: se lo batti vinci la scommessa. -

La ragazza sussultò leggermente, mentre il lilla ghignò divertito. – Sì, si può fare – commentò Trunks.

- E se perdo? – chiese Pan. Quella era la domanda che le premeva di più in assoluto.
Goten e Trunks si lanciarono uno sguardo d’intesa e risposero in coro: - Sarete
nostre serve per un mese! E per noi intendo anche di Ub!

- No! – esclamarono Marron e Pan, allucinate. Ub aveva una cotta allucinante sia per la bionda che per la mora e questo infastidiva entrambe visto che a nessuna delle due piaceva lui.

- Cosa ci guadagna se vince? – si informò Bra, tranquillamente, ignorando bellamente il fatto che le altre due avessero appena rifiutato la scommessa.

- Saremo noi i vostri servi per un mese – il moro lanciò un’ occhiata di sfida a Bra attraverso lo specchietto dell’ auto e Trunks ghignò.

A Bra brillarono gli occhi.

– E’ inutile che ci speri, Bra, tanto io sono imbattibile – commentò il fratello.

- Ma va?! – lo provocò Marron, combattiva come sua madre. Marron e sempre piuttosto razionale e tranquilla, ma quando si sentiva sfidata non poteva non rispondere al fuoco col fuoco.

- Tre mesi – rilanciò la turchina.

- Uno e mezzo – ribattè Goten, deciso, senza distogliere lo sguardo da quello della ragazza.

Si fissavano in cagnesco attraverso il riflesso dello specchietto. – Due mesi, prendere o lasciare –

- Vada per due mesi, allora – accettò il moro. – Tanto Pan non vincerà mai -

- Ah! Grazie per la fiducia, eh! –

Goten rise con Trunks. – Niente di personale, tesoro, ma sono imbattibile – esclamò quest’ultimo.

Tesoro... l’aveva chiamta tesoro! Pan non arrossì solo perchè era troppo occupata a cercare una scusa per rifiutare la sfida: era una battaglia persa! Trunks era un ragazzo, più grande ed era il doppio di lei! Non che questo l’avesse mai fermata ai tornei a cui la trascinavano nonno Goku, suo padre e Goten, però...

- Allora? Ci stai? – la rimbeccò lo zio.

- No –

- – disse nello stesso istante Bra, combattiva.

- Cosa?! No! – ripetè la mora, scandalizzata. Da quando Bra si prendeva certe libertà? Bè, da sempre a dirla tutta...

- E dai Pan! Tanto mio fratello è una pappamolla, no? – cercò di convincerla e allo stesso tempo cercò sostegno in Pan.

- No! – sbottò questa mentre i ragazzi ridevano e Marron calcolava tra sè e sè le probabilità che aveva Pan di vincere uno scontro contro Trunks, considerato anche il fatto che lei aveva una cotta paurosa per lui.

- Ho trovato! – esclamò la bionda con gli occhi che le luccicavano mentre Trunks parcheggiava davanti alla scuola: aveva un piano.

Appena il lilla tirò il freno le ragazze balzarono fuori dall’ auto accennando appena un saluto verso i ragazzi, si avviarono a passo deciso verso la scuola e si infilarono in bibleoteca. No, no, non erano così studiose da mettersi a ripassare un quarto d’ora prima delle lezioni, solo che la bibleoteca era l’unico luogo della scuola tottalmente deserto a qualunque ora del giorno. Persino la bibleotecaria aveva rinunciato a metterci piede più di una volta al mese, quando arrivavano i libri nuovi da catalogare, e riusciva a temrinare il suo lavoro in tre quarti d’ora, ammassando tutti gli scatoloni in un angolo.

Le ragazze erano entrate per la prima volta in quel posto al primo anno, quando avrebbero dovuto fare una ricerca per biologia, ma l’avevano trovato compleatamente vuota. Chiedendo poi a vari fratelli, zii e amici più grandi avevano scoperto che la bibleoteca era come nuova e inutilizzata da quando erano stati inventati i pc.

Durante un’ ora buca al secondo anno avevano sistemato tutti gli scatoloni in un angolo, avevano costruito delle sottospecie di tavolini accatastando libri su libri, avevano spostato le seggiole che avrebbero dovuto ospitare gli studenti che andavano lì per studiare e avevano creato il loro ‘rifugio segreto’ lì dentro, nell’ angolo più lontano dalla porta.  

Bra sistemò la giacca su una pila di libri e si gettò su una delle poche poltroncine presenti, subito imitata da Marron che tamburellava le dita sul bracciolo della sua sedia con aria pensierosa.

Pan si appoggiò goffamente ad un armaido pieno zeppo di libri. – che cosa ti è saltato in mente, Bra?! –

- Ma su, dai! È solo una scommessa, no? -

- Una scommessa persa in partenza! – la corresse la mora.

Bra alzò lo spalle con aria incurante. – Cosa vuoi che sia, non rispetteremo mai le condizioni se perderemo! –

- Ah, ti sbagli! – sbottò Marron, interrompendo per un attimo le sue riflessioni. – In noi scorre sangue sajan.. bè, in voi due almeno! E io sono orgogliosa. Non possiamo non rispettare un patto, che ci convenga o meno! -

Sentendo le parole della bionda a Pan tornò in mente il suo giuramento... – E questo mi riporta al fatto che non posso dimenticarmene... – borbottò.

- Dimenticarti di cosa?? -  chiesero le due amiche.

- No niente! – la mora arrossì subito, mettendosi una mano dietro la testa come facevano sempre Goten, Gohan e nonno Goku.

- Credi di liuquidarci con così poco? – Marron inarcò un sopracciglio. – No, perchè se è così sappi che mi sento offesa. Bra potrai anche farle credere che non ci sia niente con quell’ espressione, ma a me no! –

Bra annuì decisa. – Già! – poi capì cos’aveva appena detto la bionda e protestò: - Hey! –

Marron ridacchiò divertita e poi ritornò a rivolgersi a Pan. – Allora? Dicci cosa intendi per ‘niente’ e io vi espongo il mio piano –

E fu così che, speranzosa, Pan raccontò alle altre due cosa si era giurata mentre faceva il compito in classe di gemetria e di come dal giorno prima, dopo che aveva preso la sufficienza, odiasse ancora di più quella stupida materia.

Pan era appena arrossita fino alla punta dei capelli, concludendo il suo racconto ( compreso anche il resoconto dell’ intero pomeriggio del giorno precendente ) che la campanella suonò e le tre dovettero correre velocissime verso la loro aula, due piano più in alto della bibleoteca.

 

Pan uscì rapida dalla classe all’ intervallo. Durante economia, Marron le aveva esposto il piano: niente di complicato o geniale, per essere, ma comunque le era venuto in mente qualcosa.

Pan sbuffando si mosse rapida verso il quarto piano, quello dove c’erano le sedi di tutti quegli stupidi club che dividevano in modo inutile e competitivo tutti gli studenti della scuola anzichè unirli sotto interessi comuni. Eh sì, perchè ogni membro di un gruppo disprezzava gli altri. Specialmente il Fashion Club disprezzava tutto il resto della scuola, tranne la squadra di pallanuoto, ovviamente. Perchè loro erano gli atleti, i fighi, no? E indovinate chi era il presidente del Io-sono-una-modella-e-laregina-del-mondo-Faschion Club? Esatto, proprio Hiromi Miwako. Proprio quella ragazza tutta curve dai capelli color ciliegia, e dagli occhi dello stesso colore che ora le si era piazzata davanti con aria di sfida e le impediva di passare.

- Che ci fai ai piani alti, Son? -

- Piano alti? T’oh e io che pensavo fossero i sotterranei questi! – la liquidò la mora, sarcastica.

- Dove credi di andare?! Voi senza casa non avete nessun diritto di stare quassù. – sbottò la rossa, riferendosi al fatto che al quarto piano c’erano solo le sedi dei club e Pan, Bra e Marron non facevano parte di nessuno di questi.

- Dì la verità, Miwako – ridacchiò qualcuno comparendo davanti e Pan e fermandola, mentre la mora cercava di andarsene ignorandola. – Sei solo gelosa perchè Bra si disegna vestiti da sola e non fa parte del tuo stupido club; Marron è la più carina della scuola, crea programmi di grafica e si veste meglio di tutte voi ochette messe insieme e mia nipote, Pan, senza essere tremendamente bella, senza bisogno di vestirsi come una modella, passa le sue giornate con Trunks! – commentò Goten.

- Così non attenui la tensione, sai Zuccone? – commentò leggermente divertita Bra, sbucando dal nulla con Marron. 

- E poi la nostra cara Hiromi sa benissimo che io e Bra abbiamo talento da vendere, non c’è bisogno che ci fai pubblicità – si pavoneggiò Marron, divertita.

La rossa battè i piedi per terra e si rifugiò nella sua oasi di moda sbattendosi la porta alle spalle con stizza.

Pan scosse la testa e chiese: - Che ci fate tutti qua?! –

- Ti ho vista correwre qua sopra e volevo vedere che avevi intenzione di fare. Sei sotto la mia resp.. -

- Ma se tu non sai nemmeno come si scrive ‘responsabilità’ ! – tagliò corto la mora, scettica. – Comunque stavo solo facendo un giretto, ora torno giù – cercò di nascondere la realtà.

- Sì, e noi abbiamo visto capelli al vento che ti seguiva quassù e volevamo intimarlo a farsi gli affari tuoi, visto che da questa mattina è ufficialmente guerra tra noi tre e lui e mio fratello! – aggiunse Bra.

- Come sei acida! – la rimproverarono Marron e Goten.

- Hey, io non sono acida! Sono realista! – protestò Bra.

Pan sospirò. Era quallo il momento di mettersi a litigare?! Marron era sempre quella dei piani e ora cis i metteva pure lei a battibeccare con Bra e Goten! Ma poi la bionda le alnciò un’ occhiata eloquente che diceva ‘vai, lo teniamo occupato noi’ e rimbeccò la Brief: - Guarda che sono io quella realista! –

- Già, tu sei solo frivola – la prese in giro Goten.

Pan ne approfittò per allontanarsi di soppiatto e infilarsi nell’ ultima porta del corridoio, quella con su scritto a caratteri cubitali ‘ragazze, restate fuori’.

No, non preoccupatevi, non c’era niente di preoccupante dentro, solo il club di... sì, si arti marziali.

Il piano di Marron era elementare: Pan avrebbe dovuto allenarsi, e quale modo migliore se non combattendo giorno dopo giorno con una marmaglia di ragazzi fissati con le arti marziali?

- Oh! – sbottò  qualcuno. – Guardate un po’, una ragazza! – ghignò un ragazzino dalla pelle blu ghignando in direzioni degli amici.

 

 

Ciaoa  tutti! xD Dopo tanto tempo sono tornata con il capitolo due!

Se non aggiorno frequentamente, e vogliate perdonarmi, ci sono dei motivi:

  1. Probabilmente sono molto impegnata con la scuola, per questo non aggiorno quasi mai il lunedì;
  2. Devo concludere una fic a cui tengo molto, ma appena l’avrò conclusa mi dedicherò di più a questa.
  3. Questo è un periodo un po’ difficile e non sempre riesco a trovare l’umore adatto per scrivere frasi di tempo compiuto.  

Quindi, ecco spiegato il mio ritardo. Negli ultimi giorni ho dovuto occuparmi delle prime due, ma ho già iniziato a scrivere il terzo capitolo.

 

Recensioni: ^^

 

Recensione di Aky8 [Contatta] del 01/11/2009 - 02:49PM sul capitolo 2: Capitolo 1 - Firmata

Grazie ^^ Sì, un po’ alla volta la continuerò ^^

Recensione di VaMpIrA89 [Contatta] del 30/10/2009 - 04:43PM sul capitolo 2: Capitolo 1 - Firmata

Sì, ce ne sono davvero troppo poche, e dire che è una delle mie preferite T__T

Recensione di gaby90 [Contatta] del 29/10/2009 - 09:49AM sul capitolo 2: Capitolo 1 - Firmata

Femmina xD Sono femmina! XD

Anche a me piacciono volto come coppia Trunks e Pan!! ^^

Recensione di bulma4ever [Contatta] del 28/10/2009 - 11:32PM sul capitolo 2: Capitolo 1 - Firmata

MA grazie ^^ Però sono convinta che un po’ esageri, in italiano non ho mai avuto dei gran voti XD

In effetti ci ho fatto caso anche io: Trunks non parla quasi per niente >< Oh, ma vorrà dire che lo farò diventare più chiaccherone xD  

Goten e Pan sono zio e nipote, migliori amici, ma soprattutto sono un po’ come fratello e sorella. Sono praticamente coetanei, lui ha solo due anni in più di lei, in questa fic ^^

XD Sì, Chichi esagera sempre XD Mi piace che lei esageri sempre in tutto, è per questo che mi è sempre piaciuta come personaggio! ** Li ha messi tutti a dieta non tanto per i soldi, ma per ‘mantenerli in forma’, come se con tutto quel combattere non lo fossero già xD

No, invece con la storia della bandana Goten l’ha trascinata fino al torneo e l’ha iscritta ai combattimenti xD

Grazie per i complimenti, ma ripeto che per me esageri ^////^

Grazie a tutte voi che avete recensito ^^

Spero che anche questo cappy vi sia piaciuto, altrimenti vedrò di farmi perdonare con il prossimo ^^’’

Grazie a tutte\i ! ^^

 

Miki

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


 

Geometria      

 

Capitolo 3

 

 

Pan si guardava intorno leggermente schifata. Un attrezzatura così scadente non la si trovava nemmeno nelle peggiori palestre e lei era abituata a qualcosa di decisamente migliore. L’ ‘arena’ era delimitata da tappetini blu lisi e sbrucciacchiati dai mozziconi di sigaretta che qualche spaccone fumava lì dentro di tanto in tanto, e qua e là era pieno di ragazzi che si pavoneggiavano con indosso solo calzini e pantaloncini corti e un asciugamano attorno al collo.

Qualcuno aveva iniziato a allenarsi cercando di impressionarla, ma lei non ci faceva nemmeno caso.

- Hey tu! – esclamò un tipo occhialuto con un taccuino in mano, correndole incontro. – Le ragazze qui non possone entrare! Qua dentro ci sono solo veri uomini! – recitò.

- Eh già. ‘Lasciate ogne speranza o voi ch’ intrate’ – recitò sarcastica Pan continuanado a guardarsi intorno.

- Esci di qua –

Pan lo ignorò mentre cercava con lo sguardo la persona che cercava. Possibile che fosse sempre tra i piedi tranne quando le serviva?!

- E va bene, l’hai voluto tu, ma non dire che non ti avevo avvertita, siamo intesi? Io in genere non picchio le donne, ma... wàttàààààh! – esclamò il ragazzo cercando di fare lo sgambetto a Pan, che, stupita dalla facilità con cui il tipo era sceso alle mani, di riflesso lo prese per un braccio e lo capovolse facendolo cadere a terra di schiena sbigottito e dolorante.

- Oh! Oh, scusami! Ti ho fatto male?! – chiese allarmata, piegandosi sul ragazzo, che fissava il vuoto con aria sofferente.

Eppure lei non gli aveva fatto niente di che, l’ aveva solo buttato a terra! Ogni minuto che passava si faceva spazio nella sua testa l’idea sempre più chiara che essere andata a cercare Ub tra i suoi ‘soci’ era stata assolutamente stupida.

Pan gli sventolò una mano davanti alla faccia, preoccupata, attendendo una sua reazione, mentre gli altri ragazzi applaudivano, ridevano o fischivano.

- Tutto ok? – ripetè Pan, sinceramente preoccupata.

- M-messo a tappeto... da una rag-ragazza... – boccheggiò il ragazzino con gli occhiali di traverso sul naso.

Pan sospirò: non l’aveva ucciso, almeno. Gli allungò una mano e lo aiutò a sistemarsi a sedere. – Ti ho fatto molto male? –

- No, ma mi hai ferito – proclamò il ragazzo, offeso, incrociando le braccia al petto.

- Nell’ orgoglio! – ridacchiò qualcuno, prendendolo in giro.

Pan inarcò un sopracciglio. – No, sul serio, è il caso di andare in infermeria? –

- Ma va là, ragazzina! – si fece avanti un tipo alto e muscoloso, avvicinandosi a Pan e pavoneggiandosi. – Il nostro Mark è solo un disgraziato che scrive i verbali dei nostri incontri. Comunque tu sei la benvenuta tra noi, al contrario di ciò che dice lui... – le fece l’occhiolino.

Sì, era stata decisamente una pessima idea mandarla lì da sola. Avrebbe dovuto farsi accompagnare da Goten, oppure aspettare Ub all’ uscita per non incontrare scocciatori.

- Buono a sapersi – tagliò corto, fredda. – Dov’è Ub? -

- Vuoi dire il Maestro? – chiese Mark. – Hai il coraggio di chiamarlo per nome, ragazzina? Solo sua madre può, non lo sai? Sai che lui conosce il Grande Son Goku? Devi portare rispetto. –

Pan scoppiò a ridere così forte che si piegò in due e dovette appoggiarsi alla porta per non cadere lunga e stesa per terra. – Maestro? Ub?? – boccheggiò, per poi ricominciare a ridere come una matta.

- Che ci trovi di divertente, ragazzina? – chiese il secondo, proprio mentre Pan si accasciava a terra, ridendo come una disperata. Che poteva farci? Quando iniziava non riusciva più a smettere!

- Non so se l’hai capito, ma conosce Son Goku. Son Goku, capisci? L’uomo più potente dell’ universo! – intervenne un terzo, con l’espressione di chi scopre qualcuno in Chiesa che ride osservando un Crocifisso.

- Tecnicamente – si riprese la ragazza. – E’ l’essere più potente dell’ universo. E poi Ub non è di certo l’unico a conoscerlo. Lo conoscono anche Marron e Bra. E poi non avete mai sentito parlare del fatto che suo figlio e sua nipote vengano in questa scuola? – ghignò.

- Certo che lo sappiamo – disse qualcun altro. – Ma Goten non si degna mai di pasare qua! Sappiamo che è amico di Ub, ma non vuole mai venire ad allenarsi con noi –

Pan lanciò un’ occhiata al ragazzo che aveva atterrato poco prima. – Posso anche capire il perchè... – commentò piano, poi ebbe un idea. – Facciamo così – propose. – Io vi presento Goten, lo convinco a venire qua, e vi porterò anche la nipote di Goku – ridacchiò sotto i baffi – ma voi mi lasciate stare con voi ad allenarmi. Non pensate che lo faccia di mia volontà: è per una scommessa! – mise in chiaro.

I ragazzi risero di nuovo, e il tipo dalla pelle blu che l’aveva ‘accolta’ quando era entrata si fece avanti. – Io qua sono il migliore, dopo Ub, ovviamente. Se riesci anche solo ad atterrarmi puoi restare quanto ti pare. –

Pan alzò gli occhi al cielo. Ma perchè la sottovalutavano tutti? – Quando si inizia? –

 

Sbam.

- Ma siete tutti così? – sbuffò Pan, che aveva appena messo a tappeto per l’ennesima volta anche il ragazzo che l’aveva sfidata.

Qualcuno la osservava ammirato, qualcun’ altro spaventato.

Pan alzò gli occhi al cielo e aiutò ad alzarsi anche quel ragazzo spaccone che aveva messo al tappeto tredici volte negli ultimi venti minuti ( dopo l’intervallo aveva un’ ora buca, altrimenti non sarebbe stata ancora lì ). La prima volta aveva detto ‘fortuna della principiante’, la seconda pure. Alla terza aveva cominciato a ridere dicendo che Pan aveva una fortuna immonda, ma poi l’aveva presa come un questione di orgoglio e aveva chiesto rivincite dopo rivincite. Ma Pan, ogni volta, non gli lasciava nemmeno il tempo di toccarla che lo buttava giù.

- No, senti, mi sono stufato – proclamò il tipo, rialzandosi. – Dov’è il trucco? Io qui sono il più forte, appena un gradino sotto al Maestro, e tu mi batti così senza nemmeno sudare? -

In quel momento la porta si apalancò e... – Pan! Che ci fai qui? – Ub.  

- Oh Shenron! Era ora! Sono venti minuti che ti cerco... devo parlarti. – esclamò lei, avvicinandosi all’ amico.

Lui arrossì, al pensiero di dover parlare da solo con lei, senza la supervisione di Goten, Bra, Marron e... Trunks. Solo a pensare il suo nome fu preso da un moto di rabbia. Era suo amico, sì, ma il fatto che lei preferisse Brief a lui... ma vabbè. Era pur sempre suo amico, no? E lei ora non voleva parlare con Trunks, ma con lui. Anche se Ub sapeva già quale potesse essere l’argomento della loro prossima discussione, era contento.

- Pan?! – sbottò Mark. – Pan Son!? – chiese con gli occhi che brillavano.

In quel momento anche gli altri realizzarono che la nipote del loro grande idolo era lì tra loro e chiedeva di potersi allenare al loro club. A molti brillarono gli occhi, qualche cretino si inchinò e lei sbuffò. – Fuori da qui, possibilmente – aggiunse alla sua richiesata di parlare con Ub.

E così i due uscirono e si chiusero la porta alle spalle.

- Hai bisogno di qualcosa? – le chiese Ub, mentre camminavano lungo i corridoi.

Il ragazzo era sempre un po’ impacciato quando era vicino a lei, e lei si sentiva sempre in imbarazzo vicino a lui, non era abituata all’ idea di piacere a qualcuno, soprattutto ad un suo amico. Per questo lei cercava sempre di evitare di stare sola con Ub.

- Bè, vedi... – iniziò lei. – Goten ti ha parlato della scommessa, vero? -

- Sì – annuì lui. – un po’ stupido da parte tua accettare, non trovi? Insomma Trunks... –

- Ah, lo so! – esclamò lei, indispettita. – Fossi stata io ad accettare, almeno!  Sai cosa mi tocca fare tra un mese, vero?! E cosa succederà se perdo? –

Il ragazzo scoppiò a ridere. – Certo che lo so. La mia schiavetta, non vedo l’ora –

- Non ci sperare più di tanto – tagliò corto Pan, arrossendo leggermente per l’indignazione. – Comunque ho bisogno di allenarmi più tempo possibile se voglio uscire viva da questa enorme sciocchezza. Per cui... cioè... non è che c’è un posto per me nel tuo club? Temporaneamente, ovviamente. E possibilmente senza che lo sappia Goten, o mi prenderà in giro a vita. -

- Sì, sì, non c’è problema. Sai che per te c’è e ci sarà sempre posto... – Ub arrossì mentre diceva quelle parole che suonavano più come una promessa di eterna fedeltà.

- Bè, grazie... ci vediamo, ora devo proprio andare. Ti sono debitrice – lo salutò correndo via.

Pan deglutì a fatica. Non si poteva continuare così, con quell’ atmosfera di imbarazzo. Insomma... loro erano solo amici, e questo Ub doveva capirlo. Pan non poteva continuare così, non poteva reggere ancora per molto. Gli avrebbe presentato tutte le ragazze dell’ universo se fosse servito a cambiare le cose. Non voleva piacere a Ub. Forse poteva far piacere, sapere di essere l’oggetto dei pensieri di un bel ragazzo... ma non se questo era un tuo amico. No, non le piaceva questa atmosfera. Non ne poteva più di evitare la sua presenza per evitare l’imbarazzo, non ne poteva più dei suoi sguardi da cane bastonato quando la vedeva in giro con Goten e Trunks, non ne poteva più. Non voleva piacergli, no. Con Marron lui non faceva così. Con Marron era questione di battutine e sguardi un po’ più intensi di quelli che riservava alle altre ragazze. E non c’era mai imbarazzo. Ma forse quello dipendeva da Marron. Forse era questione di carattere, e Pan era timida e dal rossore facile. Marron no. Ma ad ogni modo non voleva continuare così.

 

- Pan, allora? Hai ottenuto qualcosa da Ub? – chiese Bra, mentre uscivano da scuola. Avevano aspettato l’uscita per parlarne per non farsi sentire da troppa gente. A nessuna di loro piaceva l’idea che si sapesse che Pan sarebbe entrata a far parte temporaneamente del club di quegli impediti delle arti marziali. Loro erano quelle Senza Casa, come diceva la Miwako, e se ne vantavano. Come Goten e come era stato Trunks a suo tempo. Loro quattro -contando Goten- non volevano essere identificati come Qualcuno solo perchè facevano parte di un club, era una cosa stupida.

Si stavano muovendo svelte verso il parcheggio e la mora annuì. – Sì, sono dentro – disse, sconsolata. Non le piaceva quell’ idea, e di sicuro ora che quei pazzoidi sapevano che lei era la nipote di Goku tutto sarebbe stato ancora più difficile.

Mentre camminavano videro Goten e Ub già appoggiati alla macchina di Trunks a chiaccherare con questo. Ub, appena le vide, salutò da lontano, con un gran sorriso sulle labbra, Pan e Marron, ma la prima con particolare enfasi.

Marron fece una smorfia infastidita e commentò – Ma non diciamoci bugie. C’è qualcosa che Ub non farebbe per Pan? –

Detto questo la bionda si allontanò dalle due e si avviò verso casa sua, senza nemmeno salutarle.

Pan e Bra si guardarono stupite e raggiunsero la macchina, dove i tre ragazzi altrettanto stupiti chiesero: - Ma che le prende? –

Bra alzò le spalle. – Boh –

E fu allora, vedendo Marron da lontano girare l’ angolo furiosa e sparire dalla sua vista che Pan capì:

Marron ricambiava.   

- Merda – imprecò la mora.

 

 

Eccomi quaaa xD Dopo cinque secoli, ma eccomi qua. Dai, perdonatemi, ma sono impegnata con l’altra fic e mi mancano pochi capitoli per concluderla. Ma di questa non mi dimenticherò, promesso.

Scusatemi, perchè sto epr farvi un altro grande torto: non risponderò alle recensioni.

Scusatemi *me si inchina davanti a voi con le lacrime agli occhi*. Vedrò di farmi perdonare ^^’

É che sono di fretta ><’ Sì, sono sempre di fretta, ma cercherò di farmi perdonare. (:

Comunque grazie tantissime per le recensioni che ho letto e apprezzo tutte. (: Grazie tantissime, mi fate venire ancora più voglia di scrivere! **

Ora vi saluto..  e scusatemi e grazie di nuovo!

 

 

Yvaine0

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Geometria      

 

Capitolo 4

 

 

- Cavolo, cavolo, cavolo! – ringhiò Pan, dopo aver scaraventato dall’ altra parte della cucina lo zaino di scuola.

- Tesoro, sei arrivata? – la voce di suo padre le giunse all’ orecchio dal piano superiore, dove si trovava il suo studio.

- Sì, papà! – rispose, per poi imprecare nuovamente sottovoce: – Cavolo! - La mora sbuffò, e vide i fratelli Brief e Ub entrare in casa assieme a Goten. Quest’ultimo le si avvicinò, vagamente stupito. – Che ti hanno fatto i cavoli di male, Pan? –

- Niente. Lascia perdere. – tagliò corto, avvicinandosi rapida a Bra, con quell’ espressione in volto, quella che significava ‘è urgente, non contraddirmi’. – Papà! – gridò. – Vado a fare i compiti da Bra! A dopo! –

Non diede a Gohan il tempo di rispondere, a Goten quello di replicare nè tantomeno a Bra di chiederle spiegazioni. Semplicemente afferrò l’amica per un braccio e la trascinò fuori senza nemmeno prendere lo zaino perchè suo zio potesse anche lontanamente scambiare la sua menzogna improvvisata per la verità. 

- Pan, ma che... ? – iniziò Bra, allarmata, mentre l’ amica la prendeva in braccio e si alzava in volo.

- Non capisci? - 
- Faccio fatica a capire se non dici una parola! -
Pan ignorò il sarcasmo e spiegò: - Bra, Bra! Marry ricambia! A Marron piace Ub! -
Bra inarcò un sopracciglio. – Che schifo! – sbottò, contrariata.
- Sì, lo so! – sbuffò Pan. Ecco perchè preferiva parlare alla minore dei Brief quand’ era presente anche Marron: la bionda era più sveglia e la sua presenza sembrava stimolare l’intelligenza dell’ altra, Bra tendeva a capire solo ciò che le interessava. Il resto non lo capiva, o meglio fingeva, perchè Pan era sicura che non fosse svampita come voleva far sembrare. – Nemmeno a me piace, ti ricordo! Hai visto come ha reagito quando Ub ha salutato solo me? -
La mora sospirò, mentre l’altra annuiva, iniziando a metabolizzare la notizia. Alla piccola son pareva di sentire le rotelline dentro la sua testa che lavoravano...

- Pan, non capisco il problema, però. – ammise Bra. – Marron sa che a te lui non piace. Hai fatto l’inferno pur di trovare un’ altra soluzione, per di non allenarti con lui, è stata lei ad insistere. –

La mora annuì a sua volta. – Sì, hai ragione. Ma... – scosse la testa, non volendo dar voce ai suoi pensieri. – Spero che tu abbia ragione. Ora ne parliamo con lei... -

Una manciata di minuti dopo, Pan atterrò davanti a casa di Marron e fece scendere la ragazza dai capelli turchini a terra. Lei si lisciò il vestito rosso, sistemò la frangetta che il vento aveva spettinato e annuì soddisfatta: era pronta.
Pan non sopportava di aspettare i preparativi e le sistemazioni narcisiste della sua amica, ma non si azzardava mai a farle fretta: l’ira di una Brief era giustamente da temere, ancora di più se si trattava di una donna. Lei e sua madre erano terribili quando si arrabbiavano, e la piccola Son non poteva sopportare sfuriate di rabbia. Senza contare che temeva di offenderla, e lei odiava anche solo pensare che le sue amiche potessero star male per colpa sua.

La mora avanzò attraverso il vialetto della casa verde acqua e andò a bussare alla porta giallo chiaro, sperando con tutta sè stessa che Bra avesse ragione e Marron non fosse arrabbiata.
Ad aprire fu suo padre. - Pan! Marron è di sopra! Come sta tuo nonno? Stavo giusto pensando di andare a trovarlo, oggi pomeriggio... -
- Bene. Oggi pomeriggio non credo sia a casa, però. Nonna Chichi ha detto che voleva andare a far la spesa... sai, l’altro giorno nonno e papà l’ hanno trascinata al torneo... -
Crilin annuì e fece entrare le ragazze, dopo aver debitamente salutato anche Bra. – Già, lo so. Chichi è sempre esagerata: a casa vostra è pieno di cibo e lei continua ad insistere che non basta... Bene, ragazze, Marron arriva! – rise fragorosamente, dirigendosi verso la cucina, e Pan lo senti borbottare piano – Chichi almeno sa cucinare, mica come C-18... -  

- HAI DETTO QUALCOSA CRILIN?! – gridò la donna, dall’ altra parte della casa, con la sua tipica pacatezza che incuteva un timore incredibile a chiunque la conoscesse abbastanza da saper che che non lei non era il caso di scherzare troppo.

L’ uomo trasalì e si affrettò a rispondere, allarmato  - No, no, tesoro! Marron, scendi hai visite! – chiamò la figlia per poi sparire in cucina.
Pan sospirò per l’ennesima volta. Aveva un brutto presentimento.
Dopo una decina di minuti Marron sbucò da in cima alla scala e sbirciò chi ci fosse in salotto. – Oh, siete voi – commentò, scendendo svogliatamente. – Che c’è? – sbuffò, piazzandosi in piedi davanti a loro con le mani sui fianchi.
- Marron... – iniziò Pan, mentre Bra cercava di incoraggiarla con lo sguardo. - ... senti, lo sai che a me Ub non piace, eh? -
La bionda strinse le labbra e ridusse gli occhi a due fessure. Era già abbastanza furiosa senza che Pan andasse lì a rigirarle il coltello nella piaga. – Hm – fu la sua unica risposta. Contava che la mora cogliesse la sua freddezza e abbandonasse l’argomento, ma la ragazza non lo fece.

- E... e a te... sì, vero? - boccheggiò, terrorizzata. Le reazioni dell’ amica non l’aiutavano di certo ad essere più sicura di sè.
- Complimenti, occhio di lince. – ribattè la bionda, gelida come solo lei sapeva essere. Sbuffò, innervosita, e finalmente si decise a formulare una frase di senso compiuto. – Cazzo, Pan! – Bè, più o meno. - Quant’è che mi conosci? Quindici o sedici anni?! Ormai avresti dovuto accorgertene! -
- Bè, tu avresti anche potuto dirmelo – borbottò lei. – Hai sempre saputo che non mi importa niente di lui! E poi siamo miglior amiche dall’ asilo, credevo che ti fidassi di me... di noi – aggiunse lanciando un’ occhiata preoccupata a Bra, che le fece un gesto di incoraggiamento.

- Ma a me sì! – gridò l’altra. – E ora tu te ne vai a quel suo stupido club a passare... PAPA’! PIANTALA DI ORIGLIARE! -
- Non sto origliando, tesoro, sei tu che gridi! – si giustificò l’ uomo, affacciandosi dalla cucina. Appena incrociò lo sguardo della figlia, capì che era meglio non ribattere. – Sei proprio come tua madre... – borbottò, uscendo di casa. Ma in che famiglia viveva?!
- Marry... -
- Senti, Pan – sbottò la bionda, furiosa. – Potevi capirlo che mi piaceva! Mi aspettavo che avessi un minimo di sensibilità! E invece no. Sei proprio come tuo zio: quando si tratta di combattere va tutto bene, ma quando si ha a che fare coi sentimenti... E come credi che possa starci sapendo che lui stravede per te e che tu ti allenerai con lui praticamente ogni pomeriggio!? Di merda, ecco come. Pensa a questo, Pan. Che bell’ amica, eh? -
- Sei stata tu a proporre che mi allenassi al club! Sai che odio quel posto, ho fatto l’inferno per farti cambiare idea! Io vado anche subito a dirgli che non ci vado più, se ci tieni tanto -
- Perderemmo la scommessa! Non voglio fargli da serva sapendo che lui non vede che te, razza di insensibile! -
Bra osservava la scena, preoccupata. Non temeva che le due facessero a botte, anche se Marron stringeva i pugni come se le sue mani volessero strangolare la mora, e lei le stesse trattenendo a fatica. Aveva paura per la loro amicizia, quell’ amicizia lunghissima che le aveva legate fin da piccolissime, fin dall’ asilo. Voleva intervenire, per far capire alla bionda che Pan non aveva avuto nessuna intenzione di ferirla, ma non voleva prendere la parti di nessuna delle due. Era nel panico anche lei, almeno quanto Pan. Esattamente alle stesso modo la Brief e la Son avevano paura che quell’ amicizia che avevano giurato sarebbe durata per l’eternità svanisse solo perchè Pan non si era accorta dei sentimenti di Marron verso Ub; solo perchè Marron era troppo orgogliosa e impulsiva per dare ascolto alle ragioni di Pan.

E poi accadde. Pan non rispose, ma abbassò il capo, sconfitta e ferita. Lacrime di rabbia, tristezza e frustrazione iniziarono a rigarle il volto, ma cercò di coprire gli occhi con la frangetta scura. – Marron... – la supplicò, lanciandole uno sguardo infinitamente triste, uno sguardo che nè Bra nè la bionda le avevano mai visto in volto.
Ma la figlia di C-18 era furiosa e terribilmente orgogliosa e non le rispose, si limitò a voltarle le spalle, con un gesto di rabbia.
La discussione era chiusa, Bra lo capì appena Pan riabbassò la testa, le esili spalle scosse dai singhiozzi. La mora adorava le sue amiche come non ci fosse niente di più importante al mondo, e l’aveva sempre dimostrato, ma sì sa, le cose belle non durano per sempre e non è nel destino di un uomo vivere sempre felice e contento. La piccola Son, si mosse piano verso la porta e se ne andò senza dire altro, ma senza riuscire a smettere di singhiozzare e forse nemmeno voleva farlo: non c’era nessuno motivo per nascondere la sua tristezza, nè la sua sofferenza.
Si avviò verso casa fluttuando a pochi centimetri da terra, terribilmente confusa e infinitamente triste.

 

---

 

- Non ci posso credere – borbottò Trunks, con un’ espressione indecifrabile in volto. Era uno strano mix tra il ferito, l’incredulo e il preoccupato.
- NEMMENO IO! – tuonò Goten alzandosi in piedi e battendo forte un pugno sul tavolo, rompendo una delle assi di legno da cui era composto. – Cazzo, mamma mi uccide – aggiunse poi molto, molto più piano.
- Perchè io ci credo? – trillò Ub, entusiasta.
Aveva appena finito di raccontare ai suoi amici ciò che era successo quella mattina con Pan, e del suo enorme successo: averla con lui al club praticamente ogni giorno. Di certo però Goten e Trunks non ne erano troppo felici, soprattutto il moro che si sentiva profondamente tradito dal comportamento della nipote. Era sempre stato orgoglioso del fatto che non appartenesse a nessun club e che soprattutto non si confondesse con quella marmaglia di sfigati che fingevano di combattere in quella sottospecie di palestra disorganizzata e disastrata. – Ora mi sente! Oh, sì che mi sente! – proclamò, arrabbiato.

Proprio in quel momento la ragazzina aprì la porta e senza badare ai ragazzi in cucina, sempre a testa bassa fluttuò su per le scale, asciugandosi le lacrime con la manica, in un gesto di stizza.

– HEY TU, VIENI QUA! – tuonò Goten, vagamente divertito. – Cos’è sta storia che ti allenerai con gli sfigatelli del corso di Arti Marziali?! – le urlò dietro, incurante del fatto che anche Ub fosse uno di quegli sfigati.
- Hey- protestò infatti questo.
Ma Pan si era immobilizzata a metà scala. Era per quello che piangeva, dannazione. Quella stupida scommessa aveva rovinato tutto, aveva orvinato la sua amicizia con Marron, ed era tutta dannatamente colpa di Goten che non la lasciava mai in pace, la tirava in mezzo nelle sue stupide scommesse e diceva una quantità industriale di sciocchezze. Gran bell’ amico.
– SMETTI DI ROMPERE IL CAZZO, GOTEN! – gridò, per poi correre in camera sua e chiudersi dentro a chiave, incurante dei rimproveri e delle domande del padre che provenivano dallo studio. – Goten, che hai combinato?! – chiese Gohan, scendendo le scale come una furia, pronto a sapere cosa quel pasticcione di sua fratello avesse fatto alla sua adorata figlioletta. Piombò in cucina e puntò uno sguardo indagatore e furioso sul fratello minore.
Lui alzò le mani per sicolparsi. – Niente, lo giuro. – disse, poi lo sguardo di Gohan cadde sul tavolo martoriato, e il fratellino aggiunse, con aria innocente. - Oh, però ho spaccato il tavolo -
Gohan ghignò per un attimo. – Mamma ti uccide! – Ogni tanto si vedeva ancora il bambino che era in lui, al di sotto di quei grossi occhiali da vista e di quell’ aria da adulto responsabile. – Ma vedi di scoprire che ha fatto Pan, altrimenti te la vedi tu con Videl -
- Perchè devi sempre scaricare le colpe su di me, Secchione? – ribattè il minore, infastidito.
- Perchè tu sei il bambino irresponsabile! – gli fece la lingua e tornò nel suo studio, consapevole del fatto che sua figlia non avrebbe mai parlato con lui dei suoi problemi, ma non per questo meno preoccupato.
Uno strano silenzio si diffuse per la cucina di casa Son, dove i tre ragazzi continuavano a fissare la porta attraverso cui avevano visto passare la ragazzina, con aria preoccupata.
Trunks sospirò, pensieroso. – Vado a chiedere a Bra. Se le ha fatto qualcosa giuro che la uccido – mormorò, dirigendosi alla porta.
Goten annuì. – Vengo via con te. Non voglio essere nei paraggi quando mamma scopre com’è ridotto al tavolo. Ti aspetterò in cucina mentre parli con tua sorella. Vieni Ub? -
Ub osservava la scena confuso. Era preoccupato per Pan, ma si sentiva tremendamente fuori luogo in quella situazione. Come un estraneo in mezzo ad una famiglia. E non capiva perchè il suo inconscio gli dicesse che anche Trunks era parte di quella famiglia, mentre lui no. – Arrivo – abbozzò un sorriso e seguì gli altri due fuori dalla porta di servizio.

 

Heyyyy, sono tornataaaaa! [ata, ata, ata, ata ] *la sua eco riempie l’aria e si guarda intorno confusa* Heyy? *l’eco risuona di nuovo nella stanza, e lei si gratta la testa confusa.* mi avete lasciato qua da sola? *ridacchia imbarazzata grattandosi la testa modello Goku*.
[Non hanno nemmeno tutti i torti, sono MESI che non ti fai viva] (=vocina dispettosa nella sua/mia testa)
Guastafeste, vattene. UU
[Sei un impiastro, avranno perso totalmente interesse per questa storia già noiosa di suo]
E tu chi sei, la mia coscienza? ._.?
[Già. Non sai che faticaccia a lavorare con te... ]
U_U Bè, puoi anche tornartene in letargo se ti devi lamentare tanto!
[Ah sì? E ti ricordi cosa dovevi dire alle uniche due lettrici rimaste-sempre che siano rimaste-? >:) ]
Eheheh ^^’’ ....No. Ma suppongo che me lo dirai tu, sottoscpecie di vocina saputella?!
[ Esatto! ^ò^ Pstpstpstpst    *sussurra energicamente*]
Giustoooooo! ^____^ *Si inginocchia ripetutamente di fronte alla sala vuota che dovrebbe ospitare il pubblico* scusateeeee! TT___TT Lo so, lo so, avrei dovuto farmi sentire prima, ma avevo perso totalmente ed irrimediabilmente l’ ispirazione! T.T In compenso però ho fatto la stesura dell’ intera trama e quindi d’ora in avanti anche senza ispirazione saprò cosa scrivere! ^^ Ok, sì... i capitoli sono da scrivere lo stesso, ma i punti chiave di ogni capitolo sono già appuntati nel mio blocco per le bozze! ^_^ Quindi a meno che non mi mettano in punizione e rimanga lontano per mesi dal PC... *viene colpita da una cascata di ortaggi e frutta marcia, e anche qualche uovo* Ok, ok, non siate così permalosi! Mi darò una mossa e cercherò di non farmi mettere in punizione! Va bene, vocina?
Vocina?
Vocina??
VOCINA!?
*scoppia a piangere per la perdita della coscienza ed esce in lacrime –come Pan xD- dalla scena*

 

[ Bene, se n’è andata. UUA parte la scenata questa sclerata... torniamo alle cose serie. Aggiornerò il prima possibile. Ho calcolato che i capitoli saranno dieci, a meno che non mi vengano altre ‘eccezionali’ idee! XD Se avete voglia di continuare a seguirmi, mi trovate quasi certamente qui, ogni due o tre giorni... o forse qualcuno in più, ma almeno una volta a settimana dovrei postare, visto che mi mancano tre capitoli per finire di postare l’altra storia! ^^ ]

[Arrivederci, signori e buon proseguimento di serata]
Tiditiditidididididin. Cling. *musichetta della Rai*

 

By Una scusosa [Bello. Ti sei inventata l'ennesima parola -.-']

 Miki ^^

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Geometria      

 

Capitolo 5

 

 

- Paaaaaaan, vieni giù. Ti devo parlare! – chiamò Goten, giù dalle scale.
Era la mattina del giorno seguente e Pan non era uscita dalla sua stanza se non per andare al bagno. Non aveva voluto parlare con nessuno, nè uscire, ed era rimasta in silenzio nonostante la minacce di Chichi di sfondare la porta se non fosse scesa a mangiare. Naturalmente non l’avrebbe fatto, i danni che Goten aveva inflitto al tavolo della cucina il giorno erano già abbastanza gravi senza aggiungerci una porta sfondata.
Il ragazzo non si aspettava nessuna risposta da parte della ragazza, visto che il giorno primo nemmeno Bra aveva voluto parlare con lui e Trunks. Si era chiusa in camera proprio Pan e l’ avevano sentita imprecare, gridare, e piangere. L’unica  speranza loro rimasta era Marron, se volevano sapere che era successo a quelle pazze.
Stranamente la porta della stanza si aprì e ne uscì Pan, con le borse sotto gli occhi per la notte insonne. La mora scese svolgiatamente le scale, passò oltre allo zio, ignorandolo e andò a sedersi a tavola, dove il resto della famiglia stava facendo colazione.
- Tutto bene, cara? – le chiese Videl, con un sorriso dolce in volto.
Pan borbottò un ‘sì’, e iniziò a bere il suo bicchiere di succo d’arancia.
- Ti imburro il pane! – esclamò allegramente Gohan, afferrando una fetta di pane tostato, un coltello e il burro. – Marmellata di fragole o albicocche? -
Alzò le spalle in gesto di indifferenza e così suo padre optò per quella di fragole.
- Ti accompagno a scuola in moto? – propose Goten, cercando di essere gentile con lei.
- No, la accompagno io in macchina – inrvenne Gohan.
- Ma non è giusto! Voglio portarla io! -
- Pan preferirà di sicuro venire a scuola con suo papà, vero, cara? -
Come ogni volta che Pan non si sentiva al settimo cielo, suo padre e suo zio si litigavano i suoi favori cercando di farla ridere e risollevarle il morale, ma quella volte sembrava che la cosa non funzionasse.
Goten gli rise in faccia. – Ma non credo proprio! Suo zio è un figo della malora, di sicuro preferisce che la accompagni io! – continuò il ragazzo.

- GOTEN! MODERA I TERMINI! – tuonò Chichi, senza smettere di rimestare tra pentole, padelle e pentolini. I fornelli erano stracolmi di ogni sorta di contenitore e un sacco di profumi impregnavano l’aria. Persino Chichi, quando Pan era giù di morale, cercava di farla stare meglio preparando il doppio delle prelibatezze che preparava di solito –per il piacere di Goku, Gohan e Goten che si spazzolavano tutti, visto che Pan non mangiava quasi niente quando era triste-.
- E dai, Chichi, non ha detto niente di che! – lo difese Goku, sorridendo sereno come sempre.
L’ occhiata di fuoco che gli rivolse la moglie lo zittì subito e l’ uomo decise di non aprire più bocca e di concentrarsi sulla colazione.
- Tesoro... – cominciò come Videl, premurosa. - ... se vuoi parlarne... lo sai, io ci sono... -
Pan fece di sì con la testa e trangugiò il panino che le avvea consegnato il padre. – Goten, muoviti o vado da Bra senza di te – proclamò, gelida, uscendo dalla stanza per andare a recuperare la borsa.
Voleva andare a scuola. Non poteva passare un minuto di più a rimuginare su come sarebbe stato trovarsi davanti a Marron e Bra, e vedere le loro reazioni dopo il litigio del giorno prima. Stava per ricominciare a piangere, ma si impose di non farlo. Aveva pianto per ore, per altre ore era rimasta chiusa in una stanza da sola a pensare a ciò che avrebbe fatto quel giorno per poi decidere di vedere come sraebbero andate le cose. Basta, non voleva più far preoccupare la sua famiglia.

 

Bra e Pan scesero dalla macchina di Trunks, sotto lo sguardo preoccupato e protettivo del ragazzo e di Goten. Erano davvero in pensiero per quelle due. Anche Bra era rimasta in silenzio tutto il giorno, anche se almeno lei non si era rintanata in camera piangendo e anche se a monosillabi, aveva risposto alle domande dei familiari.
Camminavano una di fianco all’ altra, con un’ espressione afflitta in volto, entrambe preoccupate per ciò che sarebbe successo una volta raggiunta Marron.
Goten era rimasto indietro. Seguiva le due in silenzio, osservandole e cercando di capire cosa fosse successo. Non sembravano arrabbiate tra loro, e quindi cos’era successo?, si chiese il ragazzo.
Scorse la chioma bionda di Marron che si muoveva mentre la ragazza, da sola, camminava con portamento fiero verso l’ entrata e decise che avrebbe continuato a osservare quelle tre finchè non gli fosse stato chiaro il motivo dei loro compartamenti strani.

Anche le ragazze la videro, e Bra, la chiamò. – Marry! – sorrise, speranzosa e la salutò sventolando un braccio come una bandiera.
La bionda inizialmente le sorrise, ma quando vide Pan si rabbuiò e riprese a camminare senza voltarsi indietro.
Pan si incupì ancora di più. Peggio di così non poteva andare. – Và da lei, Bra. Non lasciarla da sola – suggerì, con rabbia e allungò il passo per lasciare sola l’amica. Non poteva sopportare che Marron rimanesse da sola, non le sembrava giusto. Sapeva di non aver fatto nulla di male, ma si sentiva anche in colpa per non aver capito ciò che la bionda provava nei confronti di Ub, e non voleva che l’ amica rimanesse sola nel momento del bisogno.
Bra, tuttavia, non obbedì alla mora. Non avrebbe preso le parti di nessuna delle due, a costo di rimanere da sola. Erano una per tutte e tutte per una da quando erano piccolissime, e non aveva intenzione di far cambiare le cose proprio in quel momento. No, non avrebbe supportato nè dato contro a nessuna delle due. Sarebbe rimasta da sola, ad aspettare che le cose si sistemassero. In fondo lei non avrebbe potuto farci nulla, anche impegnandosi. O forse sì? Sì, ci avrebbe provato, ma senza prendere le parti di nessuna delle due. Sapeva che sarebbe stato difficile, ma valeva sicuramente la pena di fare un tentativo. Pan non voleva essere arrabbiata con Marron, e quindi lei non doveva essere convinta a fare un bel niente. Purtroppo era Marron quella da convincere a far la pace, e non era per niente un’ impresa facile. La bionda era tremendamente testarda ed orgogliosa, e non c’era verso di farle fare qualcosa a meno che non fosse leia  volerlo. Sospirò. Cosa le toccava fare per quelle due!

 

~~~

 

Suonò la campanella dell’ intervallo e Pan di alzò in piedi, dirigendosi verso le sue amiche. Sapeva che Marron non le avrebbe rivolto la parola, ormai ci aveva fatto il callo. Era passata una settimana dalla loro litigata e aveva passato gli ultimi giorni praticamente da sola. Non poteva accettare il fatto che la sua amicizia con Marron fosse conclusa, ma poteva cercare di non pensarci. Aveva provato a parlare tre o quattro volte, ma lei trovava sempre una scusa per non farlo. Secondo Bra doveva solo smaltire la rabbia e poi tutto sarebbe tornato come prima. Pan lo sperava con tutta sè stessa ma aveva i suoi dubbi in proposito. Marron era troppo orgogliosa per lasciare che tutto tornasse esattamente come prima dopo una periodo di rabbia così lungo come non ne aveva mai avuti.

Bra le era stata accanto ogni giorni, come a lei anche a Marron. Diciamo che si alternava tra la casa di una e quella dell’ altra, ma Pan tendeva ad isolarsi. Perchè? Bè, non voleva che Marron rimanesse da sola, nonostante tutto e preferiva rimanere da sola lei. Da sola per modo di dire, poi, visto che Goten ormai la braccava nei corridoi, chiedendola cosa fosse successo tra lei e le altre circa duemila volte al giorno, e Ub non era da meno. La presenza di Ub la infastidiva terribilmente nonostante fosse costretta a continuare gli allenamenti nel club. Allenamenti, poi! Come se uno solo –tranne Ub- di quei tizi potessero tenerle testa!

Raggiunse il banco di Bra e la chiamò per attirare la sua attenzione. Non voleva parlare con Marron, sapeva che era inutile, aveva solamente bisogno del libro di scienze per fare un paio di fotocopie, visto che Goten aveva misteriosamente fatto sparire il suo libro –che ora giaceva sotto una gamba della scrivania del ragazzo per evitare che questa traballasse.
Bra le sorrise di cuore, vedendola lì, mentre Marron, da sempre seduta accanto alla Brief non alzò nemmeno lo sguardo dalla sua ciotola di frutta mista. – Bra, mi presteresti il libro di scienze? Non so che fino Goten abbia fatto fare al mio e devo fare delle fotoc... –

- SFIGATEEEEE! – la voce falsamente gentile della Miwako le troncò la frase sulle labbra.
Bra alzò gli occhi al cielo, mentre la bionda e la mora sbuffarono infastidite.

La rossa scansò Pan con una spinta in modo da farsi vedere da tutte e tre. – Sentite un po’, sfigate –

Pan incrociò le braccia e le lanciò un’ occhiata stracolma di scetticismo. Le insultava e chiedeva loro di ascoltarla, ma cos’ aveva sotto quei capelli talmente voluminosi da fare invidia alla criniera di un leone?

- Sabato sera c’è la mia festa di compleanno. Faccio i diciannove. Ho invitato tutta la scuola, quindi non poteva non invitare voi. Naturalmente è solo per fare numero, non vi illudete che mi freghi  qualcosa di voi tre! È a casa mia, alle nove di sera. Ho un dj, una pista da ballo e la piscina a disposizione, giusto per dirvelo. Tipo che se volete mettervi il costume e tuffarvi si può. Sempre che non vi vergognate di essere così sfigate, ovviamente. Siete tre quindi almeno due regali, grazie. Kiss, kiss – parlò loro come se fossero ritardate, e poi se ne andò tutto ad un tratto, senza nemmeno chidere se avevano capito, se sarebbero andate o se avevano domande. Mentre si allontanava ancheggiava esageratamente e alzò una mano in cenno di saluto.

- Ma chi si crede di essere?! – sbottò Marron, dimenticando il fatto che da ormai sette giorni non aprova bocca in presenza di Pan.
- Già – commentò Bra, continuando a guardare Hiromi con un’ espressione accigliata.

- Oca! – la apostrofò Pan. – Brutta oca che non sei altro! – disse alla rossa, come se Hiromi, ormai uscita dalla porta, potesse sentirla
- ‘Solo per fare numero, non vi illudete che mi importi di voi!’ Ma chi se ne frega di te! – aggiunse Marron.
- Ti facciamo vedere noi chi è la sfigata! – concluse la mora, lanciando un’ occhiata di intesa alle due.

Bra annuì, decisa a supportare l’amica, continuando a fissare con aria ostile la porta dalla quale la ragazza era appena uscita. Quando Pan incontrò lo sguardo di Marron, per un attimo lo trovò incerto, forse per il fatto che per qualche secondo la bionda si era dimenticata di essere arrabbiata con la Son, poi però anche la figlia di Crilin le rivolse una specie di sorriso timido, che Pan ricambiò.

 

Quel pomeriggio, alla fine dell’ ultima ora, Pan non uscì come il resto delle persone normali: lei doveva rimanere a scuola come quei bambocci narcisisti del corso di Arti Marziali.

Nemmeno Bra raggiunse Goten e Trunks. La ragazza dai capelli turchini decise di accompagnare a casa Marron a piedi, doveva parlarle.
- Marry, aspettami! – la chiamò, raggiungendola.
LA bionda la guardò sorpresa. – Che c’è? -
Bra si fermòa  riprendere fiato, in parte anche per prendere tempo: come poteva iniziare il discorso? Come poteva dirle ‘Marron hai esgaerato, alza quel culo e vai a chiedere scusa a Pan’? No, decisamente no.
- Bra? Perchè non sei andata in macchina come sempre? -
Lei diede un’ alzata di spalle riincamminandosi con l’amica. – Bè, Pan va al club quindi ho pensato che... – troncò la frase a quel punto, notando che l’espressione della bionda  si era irrigidita. No, decisamente non aveva scelto il migliore dei modi per iniziare il discorso. Decise che non era il caso di girarci tanto attorno, doveva dirle le cose come stavano, ciò che lei pensava, ed era meglio essere schietti per non peggiorare le cose come stava già facendo. – No, non è per quello a dirla tutta... – ammise.
La bionda sembrò tranquillizzarsi un briciolo, e le rivolse uno sguardo interrogativo. Sembrava una ragazza così dolce e ingenua... quant’è vero che l’apparenza inganna!, pensò Bra.

Fece un respiro profondo, e con quello anche un po’ di coraggio, e disse: - Marron, direi proprio che dobbiamo parlare –

 

Ciao, gente. Lo so, sono di nuovo in ritardo, e non ho nemmeno riletto il capitolo.

Ho finito l’altra fic, quindi ora mi metterò sotto e lavorerò seriamente a questa.

Questo consideratelo il capitolo che vale per la settimana scorsa.

Prima di andare vi informo, che se qualcuno di voi è interessato, sarei interessata a qualcuno che mi correggesse i capitoli, visto che il tempo scarseggia. Per informazioni contattatemi.

Ciao!

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Geometria      

 

Capitolo 6

 

 - Goten, dai, esci! - Pan bussava insistentemente alla porta del bagno da un quarto d'ora, ma suo zio non si era ancora degnato di uscire. Prima che possiate anche solo pensarlo: no, non doveva fare niente di urgente, si stava piastrando i capelli.
- Ho da fare, Pan! -
- Goten, devo asciugarmi i capelli! Tra cinque minuti dobbiamo essere alla festa! - si lagnò la ragazza, assestando un calcio allo stipite della porta.
Appena era uscita dalla doccia, si era messa i soliti vesiti per non girare per casa in accappatoio... tempo di averlo fatto che Goten aveva spalancato la porta e l'aveva sbattuta fuori dal bagno.
Insomma, per quale motivo Goten volesse piastrarsi i capelli era proprio un mistero. Dove si era mai visto un Son coi capelli a spaghetto? Persino Ub gli aveva consigliato di non farlo, ma era stato tutto inutile. Quando Goten Son si metteva in testa qualcosa -Pan lo sapeva bene- non c'era verso di fargli cambiare idea.
- Pan, ma non sei ancora pronta? - chiese Videl, di passaggio in corridoio. Era appena uscita dalla stanza del ragazzo che stava occupando il bagno, dove si erano impiantati Ub eTrunks. Pan non era mai riuscita a capire perchè prima di ogni festa quei due andassero a prepararsi proprio a casa sua. Insomma, a casa Son non c'erano i milioni di vestiti, nè le centinaia di prodotti per capelli che si potevano trovare nel bagno di casa Brief! Tuttavia, ogni singola volta, quei due si installavano in casa sua e non facevano che correre per casa preparandosi. Peggio di tre ragazzine, osservò la moretta.
Pan sbuffò sonoramente, sull' orlo di una crisi di nervi. - Goten non esce dal gabinetto! - sbottò, ricominciando a tamburellare col pugno sulla porta del bagno. - Devo asciugarmi i capelli, il vestito è già sul letto... - aggiunse, prima che sua madre potesse chiederle perchè avesse ancora indosso gli abiti
quotidiani.
Videl sorrise. - Vieni con me -
La prese per un braccio e la portò in cucina. La fece sedere su una sedia e
iniziò ad armeggiare con i capelli.

- Pan, il bagno è libero. - ridacchiò Goten, dieci minuti dopo, fiondandosi in cucina. Afferrò un panino dal cestino sul mobile e poi si voltò a ghignare rivolto alla sua migliore amica.. tuttavia quasi si strozzò col pane quando la vide.
I capelli di solito coperti dalla bandana arancione, erano sciolti e ricadevano sulle sue spalle in morbidi boccoli scuri e tenuti fermi sulla testa da un cerchietto bianco. I vecchi jeans scoloriti, la maglietta rossa
contornata di giallo, le catene, i mezzi guanti, la cintura, le scarpe da ginnastica: tutto sparito. In compenso era avvolta in un vestito bianco che arrivava fino al ginocchio, arriciato e ondulato, che, stretto sotto il seno,
si allargava scendendo verso il basso.  Era legato dietro al collo da due laccetti, e altri due, più grandi, formavano un fiocco a metà schiena.
Goten continuava a guardarla, stupito. Quella era sua nipote?! La piccola Pan?! Il vestito le stava lento attorno alle gambe, quando lei si alzò per uscire dalla stanza, svolazzò, senza però lasciare intravedere un millimetro di troppo delle gambe.
- Smettila di guardarmi così - arrossì la sedicenne, camminando svelta verso il bagno. Sua mare le aveva asciugato i capelli con un vecchio phon che teneva in cucina, per le emergenze. Purtroppo la spazzola per stirare i capelli era rimasta in bagno, e quindi erano rimasti boccolosi. Anche la frangia. Doveva piastrarla, altrimenti sarebbe sembrata una specie di coker infiochettato.
Mentre saliva le scale ridacchiò. Ma Goten si era visto allo specchio prima di uscire dal bagno? Sembrava quel levriero afgano della pubblicità della piastra.

Nel frattempo arrivarono in cucina anche gli altri due ragazzi che vedendo l'amico scoppiarono a ridere.
- Videl, sei un mostro - commentò Goten, ricominciando a sgranocchiare il suo panino, ignorando bellamente le risate di Ub e Trunks.
La donna gli fece l'occhiolino e soffiò sulla sommità del phon, come fosse stato una pistola. - Potere di donna - sorrise. Poi osservò meglio il nipote e si accigliò. - Mi sa che ne hai bisogno anche tu - osservò, studiandolo.
- Perchè? Che ho che non va? - chiese, lanciando un' occhiata spaesata agli amici.
I due risero, mentre Videl stava freneticamente pensando ad un qualunque modo per migliorare l'aspetto di suo nipote. In quel momento, tuttavia, Gohan entrò in cucina. - Pan è pronta, tesoro? - chiese.
- Sì, è andata a mettersi le scarpe - rispose Videl, picchiettando le dita sul phon. Aveva rimasto solo una manciata di minuti per poter fare qualcosa per Goten.
Il padre di Pan, andò alla credenza e afferrò un bicchiere. Aprì il rubinetto e lo riempì d'acqua. Lo portò alla bocca e si voltò ad osservare per la prima volta quella sera gli amici di Goten che aspettavano sua figlia per uscire tutti insieme.
Trunks, Ub, e... sputò tutta l'acqua che aveva in bocca in faccia al ragazzo dai capelli neri piastrati, bagnandolo tutto. - C-17?! Tesoro, scappa, ci penso io a lui! Metti in salvo Pan! - gridò, nel panico, prima di lasciar cadere il bicchiere e iniziare a caricare un' onda energetica.
Trunks e Ub scoppiarono a ridere con Videl, mentre Goten rivolse al fratello lo sguardo più truce che avesse nel repertorio. - Idiota - commentò.
Riconoscendo la voce del fratellino, Gohan lascio svanire la sfera di energia, e arrossì. - Ah, sei tu - ridacchiò, grattandosi la nuca. - Ma che hai fatto ai capelli? - domandò.
- Avevo fatto la piastra, prima che me li rovinassi! - lo rimbeccò il minore, lanciandogli un' occhiataccia.
In quel momento Pan entrò in cucina, infilandosi un paio di ballerine bianche e attirò l'attenzione di tutti i presenti che rimasero a bocca aperta: bè, non era più una bambina, si ritrovò a pensare Gohan, prima di notare gli occhi sgranati dei due ragazzi che non l'avevano ancora vista. - Tenete a freno gli ormoni. - li ammonì. - La affido a te, fratellino - disse a Goten.- Non so se ne sarò in grado - scherzò il giovane, ridendo sotto i baffi.
C'era bisogno che suo fratello dicesse certe scemate? La prima cosa che aveva pensato quando, pochi minuti prima, l'aveva vista, era stato che non avrebbe lasciato che nessuno le si avvicinasse.
Gohan in tutta risposta raccolse il bicchiere, lo riempì e lo rovesciò di nuovo in testa al fratello. - Ecco. In questo modo sei così brutto che stasera non avrai altro da fare che badare a Pan - ghignò, soddisfatto.
Goten stava per dirgliene quattro, quando...
- HO TROVATO! - gridò Videl, che aveva appena avuto un' idea. Si alzò di scatto, prese una caraffa d'acqua e la rovesciò in testa a Goten.
- Hey, ma siete diventati tutti matti?! - protestò lui, mentre Pan, Gohan, Ub e Trunks ridevano come matti.
- Stai zitto, lasciami fare - ringhiò la donna, mettendosi all' opera con il phon.
Grazie al cielo, una manciata di minuti dopo Goten aveva di nuovo di suoi capelli sparati e scompigliati, bello come sempre e pronto per uscire. 

  La musica era alta e martellante. Era appena entrata nella casa che già a Pan pulsava la testa. Sembrava di essere in discoteca. Anche il numero esorbitante di gente ricordava un locale alla moda. Troppa, troppa gente. E lei si sentiva tremendamente in imbarazzo. Non era abituata a indossare gonne, figuriamoci vestitini! Poi con quelle ballerine... si sentiva decisamente impacciata. I tre ragazzi erano dietro di lei, che aveva aperto la porta e poi si era bloccata a guardarsi intorno. No, non ce la poteva fare ad entrare. Si
voltò di scattò facendo svolazzare l'orlo del vestito. Ub ridacchio e Trunks arrossì, quando lo svolazzamento lasciò intravedere le gambe. Imbarazzata Pan lo afferrò con una mano e lo tenne fermo. - No, io non entro. Ci vediamo lunedì...- proclamò, sorpassando lo zio e i suoi amici, diretta in strada.
- Ma non pensarci nemmeno! - Goten la afferrò per un braccio e la trascinò dentro, mentre Pan cercava di divincolarsi dalla sua presa. - Stasera stai una favola, devi far vedere alla Miwako chi sei, ricordi? -
Dicendo questo, la trascinò nel mezzo della pista da ballo. Così, senza nemmeno salutare la padrona di casa, senza nemmeno dare il tempo a Pan di trovare Bra e Marron. Subito. - Bene, ora balla con Trunks, noi andiamo a prendere da bere - rise Goten, per poi trascinare via Ub.
Il ragazzo dai capelli viola e Pan sgranarono gli occhi. Ballare? Insieme?!
- Goten sta proprio fuori! - ridacchiò la ragazza, imbarazzata.
- Già! - ribattè Trunks, grattandosi la nuca con una mano. - Bè... - mugugnò, poi. - Però non c'è nulla di male, no? -
Pan arrossì. - Sì, bè... suppongo di no... siamo amici dopotutto! Non c'è niente di male nel ballare assieme...- prese un respiro profondo. Distolse lo sguardo dal ragazzo e borbottò, rassegnata: - Come amici... - Per lei Trunks non era mai stato solo un amico, però non voleva che lui lo scoprisse... e magari le ridesse anche in faccia. No, non voleva rischiare. Non davanti a tutta la scuola, non alla festa della Miwako, poi.
Trunks arrossì a sua volta. - Sì, sì, ovviamente, come amici! – rise, imbarazzato. Ma che diavolo gli prendeva? Non era mai stato un tipo che si imbarazzava. Cioè, a volte, ma non così tanto.
Come amici. Già, amici, niente di più. In fondo cosa si aspettava? Che Pan gli saltasse addosso e gli ichiarasse amore eterno? E poi, insomma, doveva ammetterlo, era il migliore amico di suo zio. Quale sedicenne avrebbe mai avuto una storia con l'amico dello zio? Ma per favore! Si sarebbe accontentato di esserle amico e di ballare con lei, come amici. E basta.
Sospirò e la prese per le mani. - Forza, questa mi piace - sorrise, incoraggiante.
Pan indugiò un attimo, ma poi decise di lasciarsi andare. O la va, o la spacca, si disse.

- Goten, chiudi il becco! - sbottò Bra, stringendo forte il bicchiere che aveva in mano. - Dov'è Pan? - ripetè per l'ennesima volta.
L'idea di incontrarsi alla festa non era stata esattamente geniale, ma ormai era fatta.
Marron era andata a consegnare il loro regalo ( rigorosamente uno in tre ) alla padrone di casa. Era fasciata da un lungo abito rosso scuro, i capelli legati in una coda di cavallo da  una parte con un fiocco in tinta con l'abito. Ai piedi aveva un paio di scarpe dello stesso colore dell' abito, allacciate al polpaccio tramite numerosi laccetti.
Lei invece aveva lasciato i capelli sciolti e si era messa un abitino nero, assurdamente corto, e un paio di scarpe dai tacchi alti. Se Trunks l'avesse vista così, l'avrebbe rispedita a casa senza pensarci due volte, ma difficilmente lei avrebbe obbedito.
- E' con tuo fratello - borbottò Ub, incrociando le braccia in un gesto di stizza. - Goten, sai che ti odio? -
Bra fece un gesto di incuranza con una mano. - Fidati, lo odio più io. -
Ub abbozzò un sorriso tirato. - Cosa devi chiedere al Dj? - chiese all' amico, che stava chiamando il ragazzo alla consolle da circa tre minuti, senza ottenere risposta.
- Deve mettere su una canzone! Un po' di romanticismo per Pan e Trunks è proprio quello che ci vuole! - ghignò, riuscendo finalmente ad attirare l'attenzione del Dj.
Bra annuì, stranamente in accordo con lo zio dell' amica, e poi si allontanò dai due, decisa a prendere qualcosa da bere e, magari, ad incontrare qualche ragazzo carino.

Marron aveva appena appoggiato il pacco blu sul tavolo ricoperto di doni per la padrona di casa, quando sentì la musica cambiare.
- Questa è per tutti gli innamorati... auguri, Hiromi! - annunciò il ragazzo alla consolle, mentre partiva Il Tempo delle Mele.
La bionda non potè fare a meno di puntare lo sguardo sul Dj. Fu così che notò Goten, di fianco a lui, che gesticolava e faceva mosse per incitare tutti i presenti a mettersi a coppie e a ballare. Istintivamente sentì la rabbia montare: chissà se Ub avrebbe chiesto a Pan di ballare.
- Hey, Marry! - la voce del diretto interessato la fece distogliere lo sguardo da Goten.
- Ub - sorrise e arrossì. - Ciao - aggiunse.
- Balliamo? - le chiese lui, raggiante.
Marron battè le palpebre più volte. Diceva davvero? - Certo! - sorrise.

Per tutti i Re Kaio! Qualcuno lassù ce l'aveva con lui! Non che gli dispiacesse ballare quella canzone con Pan, anzi... ma lei aveva detto 'come amici' e gli era un po' troppo difficile considerarla solo un' amica, avendola
tra le braccia, così bella, mentre ballavano sulle note di quella canzone che trasudava romanticismo!
Tuttavia Trunks non riusciva nemmeno a prendere in considerazione l'opzione di allontanarsi da lei.
Pan si sentiva su un altro pianeta. Le sembrava di vivere in un sogno, e non voleva avegliarsi. Appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo e chiuse gli occhi. Non avrebbe mai scordato quel momento, ne era certa.
Dal canto suo Trunks pensava le stesse identiche cose. Quando lei poggiò la testa sulla sua spalla il cuore cominciò a battergli molto, molto forte e pregò che lei non se ne accorgesse. Una parte di lui però pregava che lei udisse il battito accellerato e capisse tutto ciò che lui non le aveva mai detto.

Goten saltò giù dal palco su cui lavorava il Dj. Si era stufato di fare il buffone mentre i suoi amici ballavano con quelle che, ne era certo, prima o poi sarebbero state le loro ragazze. Era stato lui a suggerire a Ub di andare ad invitare Marron. Sperò che quel beota del suo amico non dicesse alla ragazza che stavano ballando assieme solo perchè Pan era con Trunks e che era stato lui che gli aveva suggerito di ballare con la bionda.
Ora però Goten si era decisamente stufato di fare da cupido per gli altri. Voleva anche lui una ragazza con cui ballare. Si fece largo tra la folla per cercare Bra. Nonostante le sue frecciatine, gli espliciti tentativi di liquidarlo, Goten era convinto di piacerle. La raggiunse e la vide ballare con un tipo del quarto anno, che più che altro sembrava voler contare quante spanne di pelle nuda avesse la Brief.
- Cambio – proclamò sgarabatamente, spingendo via il ragazzo e prendendo il suo posto, abbracciando Bra.

 

Spazio autrice:
Salve ^^ Dopo il mio solito ritardo, ce l'ho fatta e sono tornata! ^^
Ho trovato una beta reader !!!! *w* Quindi in teoria ora dovrei far prima a postare ^^ Ringrazio tantissimo elly 91 che ha accettato questo ruolo ^^ Mi sa che ti toccherà un bel po' lavoro per starmi dietro! xDD

Ringrazio gaby90  e  Hikarydream che hanno recensito ^^ !
Questo capitolo... non doveva esserci xD solo che mi dopo la scena della 'preparazione' di Pan e Goten, mi sono fatta prendere la mano e ho cambiato un po' le cose. In pratica ho aggiunto un capitolo alla storia XD

Bè, direi che è ora di andare!

No, no! PRima ho preparato una cosa per voi... siccome non ho trovato niente che potesse descrivere bene il nuovo look di Pan .. ve l'ho disegnata XD ( ho messo il colegamento qui --> Pan, se non si vede provate qui http://img94.imageshack.us/img94/4080/dsc00154fk.jpg )
T_T So che è arrobile, però... non sono in grado di fare di meglio.  
Fatemi sapere cosa ne pensate ( di tutto xD )! :)

Un abbraccio :)

Miki

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Geometria      

 

Capitolo 7

 

- Cambio – proclamò sgarabatamente, spingendo via il ragazzo e prendendo il suo posto, abbracciando Bra.
- Che cosa stai facendo!? - sibilò la ragazza, fulminandolo con lo sguardo. - Hai la minima idea di chi fosse quello? No, dico, lo sai chi era quello?! - 
Goten alzò gli occhi al cielo. No che non sapeva chi era quel tizio. Mica controllava la carta di identità prima di prendersi la compagna di ballo di un altro. - Il capitano della squadra di pallanuoto? Basket? Baseball? Non mi interessa molto. Non era con lui che volevo ballare - sorrise. 
Bra gli rivolse il sorriso più falso che avesse in cantiere, che presto si trasformò in una smorfia di irritazione. - Lasciami in pace, Goten - tagliò corto, divincolandosi dalla sua presa. 
Il ragazzo voleva riafferrarla, ma la ragazza fu più svelta e sgattaiolò verso il tavolo degli alcolici. La vide afferrare una bottiglia dal contenuto trasparente, versarsene un po’ in un bicchiere e fermarsi ad esaminare l’ alocolico mescolandolo con un ombrellino decorativo. 
La raggiunse, senza pensarci due volte e si versò un po’ dello stesso liquido in un bicchiere di carta. 
Bra lo guardava di sottecchi, scocciata. 
Rimestò anche lui un paio di volte con un ombrellino di carta nel bicchiere e disse, con noncuranza. – Perchè ce l’hai tanto con me? - 
Bra battè le palpebre più volte, scioccata. – Eh? - 
- Insomma, io non ti ho mai fatto niente di male. - 
La Brief rise. – Bè, Goten, la vita va così. Marron è orgoliosa, Pan è cotta di Trunks, Trunks è un idiota, Ub ha una cotta per tutte le mie amiche e io ce l’ho con te. Le cose vanno così - 
Goten parve pensarci su un attimo, e poi convenne che la ragazza non aveva tutti i torti. – Però non ha senso, non trovi? - 
- Sì che ha senso. – si accigliò Bra. – Tutto ha un senso. Pan ama Trunks, perchè, devo ammetterlo, è dolce e abbastanza carino; Marron è orgoliosa perchè non potrebbe essere altrimenti, insomma è perfetta, come potrebbe non essere orgogliosa? Trunks è un idiota perchè io sono sua sorella e non posso definirlo altrimenti. Ub ha una cotta per tutte le mie amiche perchè sono bellissime, e io ce l’ho con te perchè semplicemente non ti sopporto! - 
- Gentile da parte tua – rise Goten, passandole una mano intorno alla vita. – Metti giù quella roba e andiamo a ballare. Senti, è anche cambiata canzone: ora ce n’è una molto meno sentimentale! - 
Sciaff. Il suono delle dita di Bra che si schiantavano sulla guancia destra di Goten sovrastò per un attimo la musica, ma nessuno ci fece caso: non erano rumori poi così inusuali durante le feste di Hiromi. – Non mi toccare - 
Quando a Bra Brief si chiudeva la vena, non c’era santo che tenesse, diventava istintiva al massimo, e non rispondeva delle sue azioni. 
Voltò le spalle al ragazzo e uscì in cortile, di gran carriera senza nemmeno fermarsi a guardarlo. 
Goten si massaggiò la guancia con una mano, e la seguì con lo sguardo. – Ma che ho fatto? – si chiese.

Sia Pan che Marron stavano gongolando tra le braccia dei loro amati quando videro la loro amica Bra correre verso il giardino come una furia. Entrambe erano consapevoli che un’ occasione come quella in cui erano in quel momento non sarebbe loro capitata di nuovo troppo facilmente. Forse non sarebbe ricapitata addirittura mai più. Tuttavia le due non esitarono un secondo a lasciare i due ragazzi lì impalati e a correre in soccorso dell’ amica. Ovviamente giurandosi mentalmente –entrambe- di ucciderla se il loro enorme sacrificio fosse stato fatto per nulla.
Pan tuttavia sapeva che Bra non si comportava in quel modo senza un buon motivo. Certo, la ragazza dai capelli turchini si arrabbiava per un nonnulla, ma non la si vedeva mai scappare di fronte ad una situazione. Mai, di fronte a niente. Bra Brief non scappava. Era fatta così, ce l’aveva nel sangue. 
- Pan – Trunks afferrò la mora per un braccio, vedendola prendere la corsa verso il cortile. – Che succede? – domandò, preoccupato. Aveva fatto qualcosa di male? Eppure gli era sembrato di essersi comportato nel migliore dei modi. Si era persino trattenuto dal baciarla durante quella smielata canzone che aveva fatto battere il cuore di entrambi alla velocità della luce. 
- Certo! – esclamò lei arrossendo sotto lo sguardo preoccupato del ragazzo. – Cioè... è solo che mi è sembrato di vedere Bra che usciva fuori da sola... – borbottò. – Vado a vedere – proclamò, divincolandosi dalla presa del Brief prima che il suo cuore la obbligasse a cambiare idea. Le amiche prima di tutto, si ripetè mentalmente.
L’aveva persa di vista. Pan sbuffò e si fermò a pochi passi dalla porta che dava sul cortile, guardandosi intorno. Ma quanta gente aveva invitato Hiromi? si chiese. Vide Marron uscire e correre verso la fontana. Ovviamente la seguì, sicura di poter trovare Bra. 
Marron la trovò. La ragazza era seduta sul bordo della piscina, i piedi a bagno nell’ acqua che scuoteva il capo. – Hey, tutto ok? – le chiese, levandosi le scarpe per sedersi al suo fianco, e immergendo i piedi.
Pan le raggiunse, posizionandosi seduta con i piedi in acqua dall’ altro lato di Bra. – Dai, dicci tutto – mormorò la mora, posandole una mano sulla spalla.
Così Bra iniziò a spiegare ciò che era appena successo con Goten. Mentre raccontava alle amiche ciò che era accaduto, agitava i pugni a destra e a manca, tanto che Pan dovette ripararsi con le braccia un paio di volte per evitare di beccarsi una manata in faccia.
La mora ascoltò tutto in silenzio, senza commentare, ma non potendo fare a meno di pensare alla reazione esagerata dell’ amico nei confronti di suo zio. In fondo si vedeva da lontano un miglio che lui era stracotto... non che Goten avesse mai avuto il coraggio di ammetterlo. Forse non lo aveva confessato nemmeno a Ub e Trunks, anzi, senza dubbio non lo aveva fatto. Ciò non toglieva che lei se ne fosse accorta già da tanto tempo. Bra era l’unica persona sulla faccia della terra che il ragazzo ignorava completamente, rivolgendole giusto di tanto in tanto battutine impertinenti. Questo era uno dei motivi principali per cui la ragazza, dal canto suo, lo odiava. La ignorava e non era abituata ad essere trascurata. Era cresciuta viziata e tra mille attenzioni, nemmeno fosse stata una principessa di chissà quale regno fiabesco. Era anche una bellissima ragazza, ed era abituata ad essere circondata da ragazzi che le facevano complimenti o che comunque cercavano di esserle perlomeno amici. Poi, il fatto che lei li snobbasse tutti, era un altro discorso. Lei aveva bisogno di attenzioni e odiava il fatto che Goten Son non la degnasse di uno sguardo quando era nei paraggi.
Tutte le attenzioni di quella sera, in particolare, l’avevano mandata su tutte le furie. Chi si credeva die ssere per poterla ignorare una vita per poi chiederle di ballare assieme a lui? 
Mentre Bra dava a voce proprio a questi ultimi pensieri, Pan faceva non poca fatica nel tentativo di non scoppiare a ridere, cosa che avrebbe fatto dare di matto l’amica. Si morse la lingua, mentre le spalle erano scosse dalle risate che si sforzava di ricacciare indietro, con poco successo. Si coprì la bocca con le mani mentre gli occhi si socchiudevano. 
Marron osservò un po’ la mora, mentre Bra calciava l’acqua della piscina, in preda al nervosismo. Gli occhi di Pan erano così dolci ed espressivi... nonostante lei stesse cercando in tutti i modi di nascondere l’enorme sorriso che le rimpiva il volto, i suoi occhi scuri ridevano e tradivano quel momento di ilarità. Sorrise, vedendo quanto la ragazza sembrasse una specie di bambolina, quella sera. Si chiese come poteva biasimare Ub se amava una ragazza simile. 
In quel momento Pan non resistette più e scoppiò in una risata contagiosa che coinvolse anche la bionda, che aveva intuito fin dall’ inizio i suoi pensieri. 
- Che avete da ridere?! – sibilò Bra, infastidita. Non capivano la drammaticità della situazione?
- Ma dai, Bra! – esclamò Pan, dandole una pacca amichevole su una spalla. – Non ti sembra evidente? –
- Evidente? Cosa? – sbottò lei, iniziando tuttavia ad incuriosirsi. 
Anche Marron appoggiò la mora, ridendo sotto i baffi dell’ espressione tra il contrariato e il curioso di Bra. - Sì, insomma, si vede lontano un miglio! - 
- Di che diavolo state parlando?! -
- SIETE INNAMORATI COTTI L’UNO DELL’ ALTRA! – risposero le due in coro, facendo sbarrare gli occhi di Bra all’ inverosimile.
La ragazza  si lisciò nervosamente il vestitino nero, sperando che la penombra che inondava il cortile celasse il rossore che si era impossesato delle sue guance. Che le prendeva? Perchè diavolo arrossiva, ora? Non era vero che a lei piaceva Goten! Se a lui fosse piaciuta lei sarebbe stato più che normale, ma che fosse il contrario e qualcuno anche solo lo pensasse era inammissibile! – Che fesserie! – berciò, cercando di sembrare convinta. – Pan, vai a prendermi qualcosa da bere? – domandò, mettendo in mostra i suoi soliti modi da principessa, come a dimostrare che in realtà a lei non importava niente di Goten Son. 
La mora scoppiò a ridere, capendo il giochetto dell’ amica, ma si alzò in piedi, sorridendo. – Certo, madame – scherzò. – Marron, vuoi qualcosa anche tu? – domandò. 
La bionda fece di no con la testa, ridendo. – Lascio a te l’onore! – esclamò. 
Pan sorrise e si rientrò nell’ abitazione. Ringraziò mentalmente il cielo per non aver ancora incontrato Hiromi, e si diresse verso il tavolo delle bevande, cercando con lo sguardo suo zio e i ragazzi. Tra tutta qualla gente non vide nessuno, se non qualche coppietta che si scambiava effusioni sui divani o negli angoli della stanza. Scosse la testa e distolse lo sguardo per lasciar loro un po’ di privacy. Le venne automatico pensare a Trunks, e a come fossero sembrati loro, poco prima, abbracciati durante quella sdolcinatissima canzone, agli occhi degli altri. Una coppia forse? Arrossì immediatamente e si sforzò di togliersi quel pensiero dalla testa. Arrivata al tavolo versò in un bicchiere di carta della coca-cola: non voleva che Bra si ubriacasse, e finchè poteva preferiva salvaguardare il suo stomaco. 
- Heeeeeeeeeeeeeey, Paaaaaaaààaaaaaaaaaaan! – gridò qualcuno con voce strascicata facendola sobbalzare. Si voltò di scatto riconoscendo il ragazzo. – Aaaahaaahhh, ti ho fatto pauraaaa? – rise Ub, raggiungendola.
Pan scosse il capo. – Certo che no! – rispose subito. – Il fatto è che mi hai distrutto un timpano con il tuo urlo! – si giustificò, portandosi una mano su un fianco con aria severa. A quanto sembrava, Ub non aveva il suo stesso parere per quando riguardava l’alcohol. Sembrava ubriaco fradicio. – Senti un po’, ma cos’hai bevuto? – domandò, leggermente preoccupata. 
Lui scoppiò a ridere e fece un passo verso di lei, inciampando nei suoi stessi piedi. Possibile che si fosse già ubriacato, visto e considerato che una decina di minuti prima stava ballando con Marron, lucido come un lottatore dovrebbe sempre essere?
- Tranquilla, bambolina, è tutto ok – le assicurò, avvicinandosi di più a lei. Lei istintivamente indietreggiò, fino ad urtare il tavolo, sul quale posò le mani per reggersi. E ora che cosa prendeva ad Ub? Da quando era così sbruffone, con lei poi?! 
Quando lo vide ghignare, quasi si spaventò e le venne automatico cercare suo zio con lo sguardo. Ma che ti prende, idiota! È solo Ub, cercò di autoconvincersi. Non c’era nessun dannato motivo per aver paura di lui. Ma perchè allora si sentiva così a disagio? E perchè aveva quell’ orrendo presentimento che qualcosa sarebbe andato per il verso sbagliato?
- Che c’è, hai paura? – la prese in giro lui, ridendo.
Lei trasalì. Sembrava un pazzo sadico. - Smettila – lo avvertì. – Non sei divertente, Ub -
Lui diede un’ alzata di spalle e si avvicinò fino ad appoggiare la mani sul tavolo, ai lati della ragazza. 
Pan trattenne il fiato. – Spostati, Ub – cercò di far suonare la sua voce autoritaria, nonostante in quel momento avesse solo una paura completamente infondata del ragazzo. Aveva la tremenda senzazione di sapere ciò che sarebbe successo di lì a poco, se lui non si fosse spostato subito. – Non ho nessuna voglia di scherzare! - 
- Nemmeno io – sussurrò lui, puntando pericolosamente lo sguardo sul volto della ragazza. Dapprima negli occhi, dove lo sguardo divertito aveva quasi spaventato Pan. Gli occhi della mora trasmettevano solo panico in quel momento. Non voleva, non voleva, non voleva che accadesse ciò che ormai era inevitabile. Avrebbe voluto prenderlo a pugni, sparargli, battergli un libro in testa fino a che tutta la sua tensione non fosse sparita, ma era completamente paralizzata, nell’assurda speranza che non succedesse l’inevitabile. Leggendo tutto ciò sugli occhi della ragazza, lo sguardo di Ub si fece prima allarmato, ma poi si sciolse in un’ occhiata languida che finì sulle labbra di Pan. E posò le labbra sulle sue.

Chissà che aveva combinato sua sorella, si chiese Trunks, mentre cercava di sfuggire di nuovo alla Miwako che ‘finalmente’ l’aveva trovato, ed ora si era messa in testa di ballare con lui. – E dai, Hiromi – si giustificò, quando lei gli si aggrappò ad un braccio. – Voglio solo bere qualcosa, balleremo dopo – cercò di rimandare, sfruttando il momento in cui la ragazza dai lunghi capelli rossi mollò la presa per incrociare infantilmente le braccia al petto, imbronciata, per allontanarsi da lei. Camminò in fretta attraverso la folla, deciso a scappare il più lontano possibile da quella piattola della sua ex ragazza. Ancora si chiedeva come avesse fatto a mettercisi insieme, mesi prima. 
Iniziò a guardarsi intorno, nella speranza di vedere Pan da qualche parte. Se l’avesse trovata poteva rifilare ad Hiromi la scusa che da buon amico avrebbe dovuto tutelare la nipote di Goten e non avrebbe potuto lasciarla sola. Con tutti quei ragazzi che le frulleranno attorno questa sera poi... pensò rendendosi conto di essere forse un po’ geloso. 
- Hey – protestò, quando urtò qualcuno. 
– Scusami! – si scusò, questi. Trunks osservò la ragazza contro cui aveva sbattuto, lunghi capelli biondi raccolti in una coda di cavallo e un lungo vestito bordeaux: Marron. – Hey – la salutò, amichevole. – Bra sta bene? Pan mi ha detto che era arrabbiata - 
- Certo – rise lei, allegramente. – Ha solo litigato di nuovo con Goten... solo, credo che sta volta a lui sia andata male! -
- In che senso? - 
- Ha un nuovo tatuaggio in faccia, molto appariscente! – scherzò la bionda, indicando il moro che si guardava intorno con aria spaesata; cinque dita nitide e rosee spiccavano sulla sua guancia destra, mentre cercava i suoi amici con lo sguardo. 
- Truuuuuuuuuuuuuuuuunks! – Hiromi raggiunse di corsa il ragazzo, saltandogli letteralmente in braccio. Lui la sorresse per qualche istante, mentre Marron fissava la ragazza con lo sguardo più scettico che aveva in repertorio: indossava un vestitino assurdamente corto, verde smeraldo, con un paio di scape col tacco talmente alto che la rendevano più alta almento di quindici centimetri. – Auguri – disse, a mò di commetino acido, guadagnandosi un’ occhiataccia da parte della rossa. 
- Gente! – esclamò Goten, raggiungendo il gruppetto. – Avete mica visto Pan? Se Gohan sa che me la sono persa, mi uccide! – scherzò, guardandosi tuttavia intorno in cerca della nipote. 
- Certo, è là! – proclamò la padrona di casa, indicando un punto dietro alle spalle di Marron con un guizzo crudele negli occhi. 
I due ragazzi e Marron si voltarono a guardare nella direzione indicata dalla ragazza. Trattennero il fiato quando videro la scena. Ub aveva appena posato le labbra su quelle della mora. E a quanto pareva lei non stava facendo nulla per impedirglielo. 
Nel cuore di Marron si risvegliò un rancore così potente che nemmeno lei sapeva dire cosa ci facesse albergato in lei, nè da quanto tempo fosse lì in agguato ad aspettare di poter saltar fuori. Gli occhi le si riempirono di lacrime di frustrazione, rabbia e disperazione. Si voltò senza dire una parola e corse via, lontano da tutto e da tutti. Non voleva parlare con nessuno, non voleva dare spiegazioni, e per una volta tanto non le importava che qualcuno la vedesse fragile. Certo, non avrebbe mai creduto che Pan potesse farle una cosa del genere. 
Goten trasalì vedendo la scena. Strinse i pugni e partì a passo marziale verso il cortile, furioso. Avrebbe volentieri messo le mani addosso a quell’ idiota del suo amico Ub, l’avrebbe volentieri fatto a pezzettini così piccoli che nemmeno l’uomo più paziente dell’ universo avrebbe potuto rimetterlo insieme. Ma se quello era ciò che voleva Pan, anche se ne dubitava fortemente, non avrebbe interferito. 
Trunks trattenne il fiato. Sentì il cuore stretto in una morsa distruttiva. Nel giro di qualche secondo si sentì triste, tradito, frustrato, geloso,  deluso... e poi un’ enorme dose di rabbia prese il sopravvento.

Pan lo spinse via con tutte le sue forze. Per i primi tre secondi aveva sperato che Ub si allontanasse da lei, aveva sperato che tutto fosse solo un orrendo sogno e che si sarebbe svegliata da un momento all’altro. Poi però aveva capito che non sarebbe successo. E così lo spinse via con tutte le sue forze, in quel momento decisamente scadenti per via delle troppe emozioni. Lo fece allontanare di qualche passo per poi stampargli uno schiaffo in faccia a sua volta. – Non voglio più vederti in vita mia! – gridò, offesa da quel gesto, dimenticandosi immediatamente delle condizioni del ragazzo. Fece per partire ma ciò che vide la lasciò di sasso.

Pan l’aveva spinto via. Si doveva essere accorta di loro, pensò Trunks con astio. La vide voltarsi verso di lui, e poi si ritrovò il campo visivo occupato dal volto di Hiromi, mentre le mani della ragazza percorrevano la sua schiena e le sue labbra si muovevano sulle sue. Dapprima Trunks pensò di spingerla via, ma poi si chiese ‘a che pro? Lei ha il suo Ub’ e così ricambiò il bacio, facendo scorrere la mani sul corpo formoso e longilineo della ragazza dai capelli rossi, guidato solamente dal rancore che nutriva in quel momento verso Pan e Ub.

Pan sentì il cuore spezzarsi in pezzi che probabilmente sarebbe stato impossibile rimettere assieme. Gli occhi le si riempirono di lacrime e le gambe partirono da sole alla ricerca di Goten, l’unica persona che in quel momento non l’avrebbe giudicata e l’avrebbe capita. Ben presto trovò lo zio e gli gettò le braccia al collo, singhiozzando come una bambina. – Andiamo a casa, tesoro – sospirò lui, addolorato. Il moro capì subito che sarebbe stato inutile rimanere alla festa per assistere a pianti e scenate che, inevitabilmente, si sarebbero scatenati di lì a poco se la ragazza fosse rimasta nei paraggi. Vedendo la piccola Pan così fragile poi, si sentì in dovere di proteggerla e rassicurarla. – Andiamo a casa – ripetè, accarezzandole i capelli. Era l’unica cosa che credeva che la ragazza avrebbe ben accolto. 

 

Lo so, lo so, non c’è bisogno che mi guardiate così... mi sono guardata allo specchio con il vostro stesso sguardo assassino per giorni e giorni... Pensato che la mia –nuova- alter ego mi ha infamato praticamente ogni giorno. E direi! ><  -.-‘ Evie, tesoro, non ti mando a quel paese solo perchè hai ragione. =w= è il minimo. Non infierire! Se continui ad istigarle, finiranno per uccidermi prima della fine della storia! O.ò

E quale credi sia il mio scopo? xD Ok, ok, non guardarmi così, vado nell’ angolino. Sarebbe anche ora.

Bene, conclusa l’interruzione di Eva, che come sempre deve farsi sentire, torniamo a noi.
La mia Beta ha giustamente osservato che probabilmente tutte voi stiate per linciarmi.. e non ha tutti i torti. Non ho scuse, lo so...
She knows, she knows.  Tu stai per fare una brutta fine, lo sai? I know, I know.

Bene, allora dacci un taglio!  
Ora... per evitare di farvi attendere nuovamente così tanto tempo senza notizie riguardanti la storia
( ovvero se questa zuccona sta scrivendo, o poltrendo sul divano! ) e darvi spiegazioni riguardo eventuali ritardi ho creato un profilo facebook. :) Qui sotto trovate il link, se non funziona il collegamento, potete cercarmi, il mio nome è Yvaine Da Efp  ( Molto originale, eh? Sei sarcastica, vero? Come l’hai capito, Miki? ^^ Hai sviluppato l’ incredibile capacità chiamata PENSIERO? Ti ricordo che posso cancellarti. UU o.o Ok, ok, come non detto. Mi correggo subito: CHE BELLISSIMO NOME CHE HA SCELTOOOO, NON TROVATE? ^^’’) Renditi utile, Eva. Dai loro il link. Subito! Eccolo qua! -> http://www.facebook.com/profile.php?ref=profile&id=100000818667822

Ricapitolando, in quel profilo Miki posterà tutte le notizie riguardanti l’aggiornamento delle storie, ma ovviamente serve anche –anzi, soprattutto- per fare conoscenza con voi. ^w^ Aggiungetela, se vi va! ^^

Bravissima, Eva! *batte le mani, ensutiasta* Sei molto efficiente... dovrei usarti come segretaria...

Ok, credo di aver detto tutto! ^^

Scusatemi di nuovo per il ritardo, cercherò di non farvi attendere più così tanto!

Un salutone,

Miki e Eva ( <- che in realtà non esiste UU )

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Geometria       ♥

 

Capitolo 8

 

 

Dire che l’atmosfera era tesa, era un eufemismo. 
Goten non si era mai sentito così in mezzo ai suoi amici.
Era lunedì mattina e tutti erano ancora scossi per gli avvenimenti del sabato precedente alla festa di Hiromi. 
Pan, di rientro da scuola, entrò automaticamente in cucina per mangiare, ma, trovatasi davanti Ub e Trunks, girò sui tacchi e se ne andò in camera sua senza aprire bocca. 
- Ciao! – gridò Goten, nella speranza che la nipote ricambiasse il saluto.
Era chiusa in camera sua da quando l’aveva riportata a casa  e non aveva voluto vedere nessuno. Goku aveva giurato di averla vista andare in cucina a mangiare qualcosa di notte, mentre lui era in salotto intento nel suo usuale spuntino di mezzanotte. Poi quella mattina era andata a scuola a piedi, senza aspettare Goten, era uscita senza salutare nè parlare con nessuno, senza fare colazione nè chiedere a Videl e Gohan i soldi per la merenda. Se ne era andata senza una parola, impassibile e totalmente indifferente a tutto ciò che le succedeva intorno. Tutti si erano preoccupati per lei. Bra aveva telefonato già ventisette volte da quando Goten l’aveva riportata a casa, e nonna Chichi aveva minacciato, se non fosse uscita immediatamente, di buttare giù la porta almeno tre volte. Pan aveva fatto finta di non sentire. Rimaneva semplicemente là dentro. Non piangeva, non faceva niente. Fissava il soffitto e pensava. Goten era seriamente preoccupato per lei. Aveva paura di immaginare cosa le passasse per la testa e i suoi sentimenti in quel momento. Tutta quella situazione gli metteva una malumore incredibile, che non gli apparteneva.
E in quel momento, nella cucina di casa sua, la tensione che rendeva l’aria densa e irrespirabile –sì, era anche colpa della pentola di acqua bollente che giaceva sul fuoco da ore ed ore- era peggiorata. Goten stava per scoppiare. Che diavolo stava succedendo? Quella di sabato era stata solo una festa! Ok, erano successe tante cose, ma era pur sempre una stupida festa tra ragazzi. E va bene, Marron aveva gridato in tutte le lingue possibili che da quel momento Pan per lei era morta, e Ub sarebbe probabilmente morto davvero se fosse mai andato a parlarle. Trunks era più o meno della stessa opinione, ma si era anche rimesso con la sua ex, senza essersene veramente reso conto. Bra era arrabbiata con Goten, Ub e Trunks, ma allo stesso tempo preoccupata per la situazione tra le sue migliori amiche. E il fatto che nessuna delle due le rispondesse al telefono le dava sui nervi. E lui? Bè, Goten era stufo. Stufo di tutti questi rancori, della rabbia, della preoccupazione, delle lacrime degli sgurdi assassini che Ub e Trunks si lanciavano dai due lati opposti del tavolo e stufo di essere stufo di tutte quelle cose. Era diventato pure incoerente, si rese conto.
Osservò i suoi amici. In tutto quel casino che era successo sabato sera, c’era comunque un lato positivo: il ‘segreto’ dei sentimenti di ognuno erano andati a quel paese. Goten aveva sempre saputo della cotta che Trunks aveva nei confronti di sua nipote, ma aveva anche sempre saputo che quando sarebbe stato il momento il Brief lo avrebbe ammesso da solo. E persino Ub si era reso conto dei sentimenti che Pan provava verso il ragazzo dai capelli lilla, se ne era accorto da solo, vedendo la sua reazione –seppur attraverso l’annebbiamento mentale della sbornia- quando il ragazzo aveva baciato Hiromi davanti a lei. Il ragazzo dalla pelle scura aveva persino capito che Marron era innamorato di lui. Tuttavia non aveva ancora trovato il coraggio di andare a parlarle, temendo per la sua vita. 
La rabbia nei ragazzi faceva miracoli. Ok, potevano volare cazzotti. No, anzi, era praticamente certo che volassero cazzotti, e fino a che questo non accadeva l’ atmosfera tra essi sarebbe rimasta tesissima. Ma poi con le botte si sarebbe risolto tutto. I ragazzi sono un po’ superficiali, avrebbe detto Marron se in quel momento non fosse stata chiusa in camera propria come sua nipote. Ed avrebbe avuto ragione. Ma quando i ragazzi sono veramente arrabbiati, smettono di fingere, smettono di nascondere i loro sentimenti, smettono di nascondere tutto ciò che volevano mantenere segreto. Mandano tutto a quel paese, ma tutte le cose fino a quel momento incerte–per chi osserva le cose al di fuori della nuvola di furia- acquistano limpidità, senza che loro nemmeno se ne rendano conto.
- Chiedile scusa - ringhiò Trunks ad un tratto, fissando Ub in cagnesco.
- Non ho fatto niente di male, io – ribattè l’altro. 
- E’ successo tutto per colpa tua, ubriacone del cavolo - 
- Ma sei tu ad averle spezzato il cuore - 
- Io non le ho spezzato un bel niente – boccheggiò il ragazzo dai capelli lilla. – lei non... io solo... lei non prova niente per me! – gridò, mentre qualcosa dentro di lui si rompeva del tutto. Non aveva mai detto quelle parole ad alta voce, ma facendolo si era reso conto di quanto questo, probabilmente, fosse vero. Quel bacio con Hiromi per lui non era significato niente. Per la rossa invece, aveva significato il mondo. Ma per Pan? Se l’era chiesto tante volte negli ultimi due giorni, senza darsi una risposta, per paura di ammettere a sè stesso che nemmeno per la mora era significato nulla. Probabilmente la ragazzina si era solo infuriata con Ub per ciò che le aveva fatto. Eppure una parte di lui gli diceva che le cose non tornavano. 
- Io almeno – lo rimbeccò Ub – non ho illuso un’ altra ragazza per gelosia - 
Trunks si alzò di scatto, stringendo forte i pugni. – Non dire stronzate! Sono io che ho ballato con Marron per poi andare a baciare Pan dieci minuti più tardi?! - 
Anche l’altro ragazzo scattò in piedi. – Avevo bevuto – si giustificò, sbattendo le mani sul tavolo. 
Trunks rise sprezzante. – Patetico! - 
Goten strabuzzò gli occhi senza farsi vedere: in quel momento gli era parso di avere di fronte a sè Vegeta. 
- Credi che questo ti giustifichi?! Hai diciotto anni, sii responsabile! - 
- E credi che questo giustifichi te?! – gridò l’altro in risposta.
- Chiudi il becco, stupido ragazzino – berciò Trunks, prendendo a stringere forte con le mani il tavolo. – Tu non sai niente, devi solo startene zitto - 
- Chiudilo tu il becco! Tu non hai idea di come mi senta io! Chiudi quella tua stupida boccaccia e non venirmi a fare la predica quando tutto è successo per colpa tua! - 
Il volto del Brief si trasformò in una smorfia di rabbia. – Chiudi il bec- - 
- STATE ZITTI TUTTI E DUE! – gridò una voca sulla porta, facendo voltare tutti e tre i ragazzi. – Non avete capito niente nessuno dei due! Smettetela di comportarvi da idioti, voi non centrate niente! Cazzo, come se non sapeste che è colpa mia! – sbottò Pan, stringendo forte i pugni.
Goten aprì bocca per dirle qualcosa, ma la ragazza lo fulminò con lo sguardo, in un tacito ordine di tacere.
– Tu! – ringhiò, indicando Ub. – Vediamo di muoverci con questi stupidi allenamenti. Prima la facciamo finita con tutta questa stronzata della scommessa e meglio è. Sia chiaro che questa è l’ultima volta che ti rivolgo la parola - 
Ub la fissò sbigottito per qualche istante, poi annuì. – Tutti i pomeriggi dalle due alle quattro. – la informò, stupito da tutta la rabbia che c’era nel tono della ragazza. Sentì gli occhi che le si riempivano di lacrime e cercò di trattenerle.
Pan non era mai stata così arrabbiata in vita sua. Infuriata principalmente con sè stessa. E non era mai stata così decisa. Così decisa a non avere più niente a che fare con tutte quelle persone che aveva fatto soffrire e l’avevano fatta soffrire, nonostante volesse loro bene. Aveva deciso di proclamare la fine a tutti i suoi rapporti con quelle persone. Al costo di restare da sola. Al costo di rimanere per tutta la vita avendo suo zio come unico amico. Al costo di stringere amicizia con il più stupido essere esistente sulla faccia della terra per scacciare la solitudine.
Non voleva più vedere Ub. Non voleva più vedere Trunks. Non voleva più vedere nessuno. Non avrebbe più avuto il coraggio di guardare in faccia Marron e se ne vergognava.
In quei due giorni in cui lei era rimasta chiusa in camera non era successo niente. Non era successo talmente niente che tutti erano iperpreoccupati per lei. Nonna Chichi avrebbe distrutto una porta pur di vederla. Goten –lo sentiva- ogni volta che passava davanti alla sua stanza si metteva a parlare con il legno che li separava, pur di farle capire che le era vicino. Bra aveva telefonato una trentina di volte e lei non aveva risposto. Mamma, papà e nonno Goku avevano tentato di entrare in camera sua dalla finestre e lei li aveva chiusi fuori. Si era comportata come una stupida, come un egoista con tutti loro, ed ora se ne vergognava. Questo era un altro motivo per cui preferiva tagliare i ponti anche con Bra. Non voleva farla soffrire di nuovo a causa sua, non se lo meritava. Per quanto riguardava la famiglia, si sarebbe fatta perdonare vivendo in casa con loro per il resto della sua vita. Non li avrebbe più lasciati e non si sarebbero più preoccupati per lei.
– Tutto bene? – domandò Ub, guadagnandosi un’ occhiata da parte della ragazza che avrebbe fatto venire un infarto persino all’impavido Mister Satan.
- Ti pare che stia bene, stupido microbo privo di una qualcunque intelligenza? – domandò una voce che Pan non si sarebbe mai e poi mai aspettata di udire in quel momento. 
Si voltò a sua volta e l’ espressione infuriata si trasformò in una maschera di tristezza. Non riuscì più a trattenere le lacrime, e abbassò la testa, le spalle tremanti nel tentativo di trattenere i singhiozzi. 
- C-come h-hai fatto ad entrare? – balbettò Ub, spaventato dall’ occhiata che la bionda gli aveva appena lanciato. 
- Ho le chiavi di casa. – rispose, acida. – questa è pur sempre casa della mia migliore amica –
Pan alzò gli occhi stupita, mentre veniva scossa da una nuova e più forte ondata di lacrime. Perchè Marron era lì? Lei non meritava la sua presenza. L’aveva tradita, subito dopo aver riacquistato un poco della sua fiducia.
Senza pensarci due volte corse in camera sua, scuotendo la testa: voleva che tutto finisse, non voleva più soffrire. Basta!, gridava una vocina dentro di lei -la sua coscienza, forse?-. Basta, basta!   
Si gettò sul letto, affondò il volto nel cuscino e diede libero sfogo ai violenti singhiozzi che aveva cercato di trattenere fin da quando aveva sentito le grida dei ragazzi provenire dalla cucina. O forse da quando, entrando nella stanza, se li era trovati davanti, intenti a guardarsi in cagnesco.

Marron si sedette sul bordo del letto e le accarezzò una spalla. – Pan – la chiamò. – non fare così, dai - 
La mora in risposta si mise a piangere più forte, senza nemmeno alzare la faccia dal guanciale. Persino la bionda era preoccupata per lei, ora! Doveva smettere di far star male gli altri! Basta, basta!, ripeteva quella vocina dentro di lei.
- Dai, vieni qui, sciocchina – la incitò l’amica allargando le braccia. – E dai, non fare la preziosa! – la incoraggiò, divertita.
Pan si gettò tra le braccia dell’ amica senza farselo ripetere di nuovo,e versò tutte le lacrime che aveva. 
Pianse per frustrazione, pianse per rabbia, per tristezza. 
Pianse per la speranza di non aver sbagliato tutto, forse. 
Pianse per la fortuna di avere un’ amica come Marron, che, nonostante lei l’avesse tradita, ora era lì pronta per consolarla.
Pianse per paura che fosse tutto un sogno. Non voleva svegliarsi ed accorgersi che in realtà stava piangendo tra le braccia di sua madre. 
Pianse per eliminare tutte le cose che le erano balenate in testa negli ultimi due giorni. 
Pianse pensando a quanto fosse egoista, e stupida.
Pianse perchè non poteva fare altro per sciogliere quell’ enorme peso che le si era formato nel petto e, minuto dopo minuto, nei due giorni passati, era diventato sempre più grande e pesante.
Pianse perchè il suo cuore era troppo carico di emozioni, e non riusciva più a sopportarne il peso.
Passarono minuti e minuti, forse addirittura ore, ma finchè Pan non ebbe gettato fuori tutti i pensieri negativi che aveva accumulato negli ultimi tempi, nessuna delle due parlò. 
Poi la stretta della mora attorno alle spalle dell’ amica si fece più stretta e singhiozzi si placarono, nonostante le lacrime cotninuassero a scendere lungo le guance ormai arrossate della ragazza. – Grazie, Marron – mormorò stringendola sè. Aveva sempre visto le sue amiche come la cosa più importante che avesse al mondo, e ogni secondo che passava la convinceva sempre di più di aver ragione. 
L’altra sorrise scompigliandole i capelli con una mano. – Ma scherzi? A questo servono le amiche - 
Un nuovo rivolo salato colò lungo il volto della piccola Son. – E io non sono stata per niente una buona amica – pigolò, tirando su col naso. 
L’ altra sorrise, porgendole un fazzoletto. – Non è colpa tua se Ub era sbronzo marcio. – diede un’ alzata di spalle. 
Qualcuno bussò alla porta –aperta- e tossicchiò per annunciarsi. 
Entrambe le ragazze si voltarono a vedere chi ci fosse e si trovarono davanti una Bra Brief con i lucciconi agli occhi: aveva visto tutta la scena e chissà da quanto era lì ad osservarle. 
- Ragazze, vi voglio bene! – gridò lei, correndo ad abbracciare le altre due, che scoppiarono a ridere di riflesso: l’ esuberanza della Brief le aveva portate a cadere tutte e tre dal letto, una sopra all’ altra. 
Anche la ragazza dai capelli turchini scoppiò a ridere, sdraiandosi a pancia in su sul pavimento e mettendosi ad osservare il soffito. – C’è ancora quella macchia! – gridò, indicando con l’indice affusolato della mano destra una macchia rosa che spiccava sulla vernice bianca, proprio sopra al letto di Pan. 
La mora ridacchiò. – Certo che c’è. Ho litigato con nonna Chichi per una settimana perchè non la cancellasse! Non è mica una cosa da tutti i giorni che  Marron lanci una crostata sul soffitto della mia camera! – rise, sorridendo al ricordo. 
Era stato durante uno dei loro tanti pigiama party. Avevano ancora otto anni allora. A mezzanotte erano sgattaiolate in cucina sapendo bene di trovare Goku nel bel mezzo del suo solito spuntino, il quale, perchè loro non andassero a fare la spia con Chichi, avreva rifilato loro qualche leccornia. Così si erano portate una grossa crostata alle ciliegie in camera. L’avevano tagliata in tre parti, decise a mangiarsene un terzo ciascuno. Una tuttavia era più grossa delle altre e le tre avevano  iniziato bisticciare per aggiudicarsela.
"Basta, così non si può!" si era lamentata Pan, vedendo che non si giungeva a nessuna conclusione in quel modo. Marron si era subito trovata d’accordo e aveva proclamato che era inutile litigare per una sciocchezza del genere. "Niente si metterà mai tra di noi!" aveva giurato, per poi lanciare l’intera crostata in aria...così forte da farla arrivare sul soffito, dove si era spiaccicata dando vita ad una grossa macchia rosa, che Pan, col tempo, non aveva voluto cancellare. Quella notte si misero a ridere, e, prese dalla foga dell’ ilarità, erano cadute a terra proprio come avevano fatto qualche minuto prima. 
- Niente si metterà mai tra di noi – sussurrarono tutte e tre in coro, ripetendo quel giuramento che da allora era sempre stato rispettato. 
- Scusami, Marron. – sussurrò Pan, tuttavia abbastanza forte per farsi udire dalle amiche. Si tirò su a sedere, subito imitata dalle altre. – non volevo che tutto questo accadesse, è stata tutta colpa mia... – aggiunse con gli occhi bassi.
Marron la zittì, scusandosi a sua volta. – No, non è stata colpa tua. Sono stata io ad esagerare. Avrei dovuto ricordarmi quella vecchia promessa. Non avrei dovuto lasciare che la gelosia ci separasse – mormorò, sorridendo mestamente. 
Bra guardò le amiche, orgogliosa di loro, ma tuttavia commossa dalla situazione. Un enorme sorriso si aprì sul suo volto e cominciò a battere le mani, entusiasta. – Ora ci vuole un abbraccio di gruppoooooo! – gridò, allargando le braccia. Le altre due non se lo fecero ripetere due volte. 
- E ora mettiamo fine a questa stupida scommessa – sentenziarono in coro, stringendosi forte e ridendo serenamente. 



 

Eccomi qua, dopo tre secoli e mezzo, ma sempre meno dell' ultima volta.
Scusatemi per l'ennesimo ritardo, ma su facebook ho spiegato il perchè -almeno mi è parsi di averlo fatto. Il problkema è tutto qui: ho sempre e in continuazione a che fare con persone infantili quanto un bambino capriccioso dell' asilo che si incavolano anche quando si fa qualcosa per loro.
è un periodo difficile in quanto ad incazzature e pseudo-depressione -per modo di dire-.. e credo che dal capitolo il mio umore trasparisca non poco. 
Ringraziamo di nuovo la mia beta, senza alla quale non so che fare ♥ 
Oddio, invece lo so: posterei cose assurdamente scorrette e con giri di parole incredibile,, in modo che i capitoli risultino incomprensibili.
Dai va là, basta che se no deprimo pure voi xD
Grazie per le recensioni, le letture e tutto. 
Ormai mancano pochi capitoli, due o tre, se ho fatto bene i conti. 
Bè, vi ricordo come l'altra volta che se volete aggiungermi su facebook mi trovate sotto il nome di Yvaine da Efp . 
Bene. Basta, va là.
Un saluto a tutti da parte mia e di Eva -la quale è costantemente in coma quando sono di umore nero. xD 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Geometria 

 
Capitolo 9

 
 - Flashback: quella mattina, a scuola -
 

- Marry! – Bra entrò nella vecchia bibleoteca, sbattendo la porta. – Sei qua? -
 
Passò qualche istante in cui si sentì solo il fruscio di pagine che venivano voltate, poi uno sbuffo. – Sì – borbottò una voce dall’ angolo più remoto della sala, quella in cui le ragazze si erano costruite il ‘rifugio’.

La Brief si richiuse cautamente la porta alle spalle, prestando attenzione in modo che nessuno la vedesse lì dentro.
 
Dopodichè si lisciò il vestitino rosso e raggiunse la bionda, che leggeva sdraiata a pancia in giù su di una vecchia coperta di pile blu che tenevano lì ormai da mesi. 
- Cosa leggi? – domandò Bra, accovacciandosi accanto all’ amica. 
L’altra le lanciò un’ occhiata triste e le mostrò la copertina fucsia di un vecchio diario di Barbie. Lo avevano usato lei, Bra e Pan alle elementari per raccontarsi i loro segreti. A Pan piaceva Trunks già da allora, si ritrovò a ricordare la ragazza dai capelli turchini, con malinconia. Suo fratello era un idiota e l’aveva combinata grossa.
Entrambe sospirarono. Non era facile per nessuna delle due –e nemmeno per Pan, nonostante non fosse lì con loro- quella situazione.
Bra si perse nei suoi pensieri, osservando la vecchia coperta che l’amica usava come tappeto. Quando erano piccole la usavano a casa di Marron durante i pigiama party: la stendevano per terra e dormivano lì sopra, posando la testa sui loro pupazzi preferiti. Quello di Bra era a forma di caramella. Era una grande caramella rosa, con una facciotta dolce che aveva subito intenerito sua madre appena l’aveva vista, decidendo così di regalarla alla figlia. Marron aveva un grosso gatto bianco di peluche, compratole da suo padre, sotto consiglio di C-18, al ritorno da una vacanza di due giorni, durante la quale la bambina era rimasta a dormire dai Son. Si chiamava Merilyn, e la biondina la teneva ancora ai piedi del letto. Pan invece dormiva –e lo teneva ancora accanto al cuscino- con un grosso dinosauro di pezza, giallo, con un occhio verde e l’altro nero ( colorato con un indelebile da Goten quando la bambina aveva sei anni ), le ali storte e una toppa verdognola sulla zampa anteriore destra, messa da Videl dopo un tremendo incidente: le bambine avevano cercato di cucire a quel pupazzo un vestitino, impresa che non era finita troppo bene. Pan l’aveva chiamato...
Bra scoppiò a ridere, senza rendersene conto. 
Marron le rivolse un’ occhiata interrogativa e la prima si affrettò a rispondere: - Scusa. Ѐ che stavo pensando a Scoiattolo! - 
La bionda non potè trattenere un risolino. – Solo Pan poteva chiamare Scoiattolo un dinosauro! – commentò, divertita. 
Bra sorrise e annuì. – Già! Ma, ti ricordi?, in quel periodo si era messa in testa di volere uno scoiattolo domestico. - 
Pan aveva sempre avuto una passione per gli animali, e suo padre era sempre stato un po’ tonto. In quel periodo lei si era lamenteta giorni e giorni, implorando i genitori di comprarle uno scoiattolo domestico. Non poteva farci niente, da quando aveva visto Chip e Chop a casa di Bra, si era innamorata di quegli animaletti. Così un giorno suo padre aveva deciso di farla finita con questa continua lamentela, e aveva deciso di comprarle un amichetto peloso che non desse fastidio, purchè lei smettesse di fare capricci. Bra e Marron erano a casa di Pan, quando Gohan era entrato e aveva consegnato alla bambina il suo ‘animaletto peloso’: il famoso dinosauro giallo, cosparso di una peluria talmente corta che più che pelo sembrava stoffa. Lei ne era stata entusiasta, nonostante non fosse esattamente l’animaletto che aveva chiesto, ma rimendiò subito all’ errore del padre, chiamando il mostriciattolo ‘Scoiattolo’. 
Le due ragazze risero, ma poi Marron fu di nuovo colta dalla malinconia. – Pan – mormorò, abbassando lo sguardo su uno dei disegni che l’ amica aveva fatto sul loro diario comune, anni e anni prima. 
Sentì le lacrime pulsarle per uscire, ma le represse con una buona dose di forza di volontà. Pan l’aveva comunque tradita. Aveva baciato Ub. Davanti a lei. Pochi istanti dopo aver riacquistato la fiducia della bionda. 
Scosse la testa. Non aveva più niente a che vedere con lei. Deciso di troncare definitivamente ogni rapporto con la mora, chiuse il vecchio diario e lo consegnò a Bra. – Tienilo tu, a me non serve più. Lei non è amica mia. Non più – spiegò, alzandosi. 
A Bra morirono le risate in gola. – Cosa stai dicendo? - 
- Ha tradito la mia fiducia. Non voglio più avere a che fare con lei - 
La Brief boccheggiò qualcosa, poi incorciò le braccia al petto, con aria seria. – Ub era ubriaco – si limitò a ribattere. 
Marron le lanciò un’ occhiata stupita. – Non dire sciocchezze. La legge del Combattente di Arti Marziale, hai presente? È la prima regola, l’avrà ripetuta cento volte: niente eccessi se non in battaglia. -
- Io l’ho visto dopo che te ne sei andata: era ubriaco fradicio – ripetè, seria. Quei discorsi sui tradimenti erano tremendamente stupidi. Pan non avrebbe mai alzato un dito contro le sue migliori amiche e l’aveva dimostrato più di una volta: si schierava dalla loro anche quando erano in torto netto. Per quale motivo, secondo Marron, avrebbe dovuto iniziare proprio in quel momento a prendersi gioco di loro?
La bionda distolse lo sguardo, pensierosa. – Lei l’ha baciato –  obiettò, cercando di convincersi di essere arrabbiata con la Son per un buon motivo. 
Bra la guardò di sottecchi. La mora non aveva fatto effettivamente nulla di male, ne era certa. Ma non voleva dare contro alla bionda. Erano amiche da un sacco di tempo, e prima di quel periodo incasinato nessuna delle tre aveva mai dovuto scegliere di prendere le parti di una o dell’ altra durante un litigio. Erano sempre state una per tutte e tutte per una. Senza avere ragione o torto. Con le loro idee diverse o simili, a seconda degli argomenti. Con i loro caratteri differenti, famiglie diverse, passioni diverse. Erano diverse, ma unite. Lo erano sempre state. E Bra non voleva scegliere tra una delle sue due migliori amiche. Erano sue entrambe e non voleva stare con una e contro l’altra. Però Marron doveva decisamente rinsavire. Era lei quella orgogliosa, intelligente e razionale! Come cavolo faceva a farsi accecare in quel modo dalla gelosia?! Perchè, sì, la gelosia era l’unica spiegazione logica a quel comportamente, ma anche la più stupida: a Pan non piaceva e non era mai piaciuto Ub. Non le stava nemmeno troppo simpatico. 
- Lei l’ha spinto via. Marry, cazzo, sembra che tu non la conosca! – sbottò infine Bra, decidendo infine di prendere le parti di Pan.
Marron la guardò in faccia, allarmata. – Forse non la conosco. Forse lei è stata falsa con me fino a questo momento! – ribattè, acida. L’ occhiataccia che le lanciò l’altra le dece capire di aver detto la più grossa fesseria della sua vita. Pan era Pan. Dolce, sensibile, amichevole, leale e disponibile fino a rimetterci lei stessa, modesta e non di quelle che parlano tutto il giorno dei loro problemi senza lasciare spazio alle parole degli altri. Insomma, l’ amica che tutte avrebbero voluto avere, nonostante lei non se ne rendesse conto.
La bionda distolse nuovamente lo sguardo, vergognandosi di ciò che aveva detto. – Come sta? – chiese, infine. 
Bra sorrise: stava tornando in sè. – Non lo so. Non ha risposto al telefono, nonostante io abbia provato a chiamarla tutto ieri - 
Marron sospirò, afflitta. Era colpa sua, dopotutto. Non era stata di certo Bra a farla sentire in colpa per una delle azioni sconsiderate di quello stupido di Ub. Era un idiota, e ad ogni minuto che passava ne era sempre più convinta. Lei era innamorata di un idiota che aveva rovinato la sua amicizia con Pan, semplicemente per il fatto che non era in grado di scegliere tra una delle due. E lei era stata così stupida da non accorgersi, prima di rovinare tutto, dell’ idiozia di quel ragazzo.
- Deve stare davvero male, allora – mormorò la bionda, sconsolata. Aveva rovinato tutto. Tutto! Anni e anni di amicizia. Ed ora una delle sue migliori amiche stava soffrendo per colpa sua, della sua gelosia, e della stupidità di Ub. Non avrebbe dovuto permettere che succedesse tutto ciò. 
Bra annuì. Sì, doveva stare veramente male. Non era da lei lasciarsi prendere dalle emozioni e abbandonare la razionalità, non era da lei giudicare senza conoscere. 
- Già, troppo bene non sta di certo. – osservò Bra, sconsolata. Sospirò, poi si sedette accanto a Marron, parlandole come una madre a sua figlia. – Marry, sai che Pan è cotta di mio fratello dalle elementari, no? Non c’è alcun motivo di prendersela con lei. Ub era ubriaco, ed ha agito d’ istinto. Lei ci ha messo un po’ per realizzare cosa stava accadendo, ma poi l’ha spinto via. E, sai, ti dico di più: l’ unica persona a cui avrà pensato dopo l’accaduto sarai stata tu, ci metto la mano sul fuoco. Poi, ovviamente, quello stupido di Trunks le ha spezzato il cuore... -
Marron sbarrò gli occhi e interruppe l’amica. – Trunks? – chiese. – Che ha fatto? - 
Bra ricordò in quel momento che la bionda era scappata dalla casa nonappena aveva visto Ub baciare Pan. – Ha baciato Hiromi. Davanti a lei. Davanti a Goten. Davanti a tutti. Ora lei è convinta di stare di nuovo con lui, mentre quell’ idiota non fa che pensare a Pan e minacciare Ub - 
Marron scattò in piedi. – Uomini del cacchio! – sbottò, portando le mani sui fianchi. – Ora quei due imbecilli di Ub e tuo fratello mi sentono! - 
Bra sorrise: era tornata la solita Marron.

-Fine flashback -


- Forza, entriamo – la incoraggiò Marron, indicando alla mora la porta della sede del Club di Arti Marziali. Lei e Bra avevano deciso di accompagnare Pan agli allenamenti, visto che doveva frequentarli solo per colpa loro. Marron, inoltre, si era imposta di parlare con quello zuccone del Capo-Club. Aveva intenzione di dirgli ciò che provava per lui, o quantomeno di provare a farglielo capire. Era ancora arrabbiata con il ragazzo, ma spiegargli come stavano le cose avrebbe reso le cose molto più semplici –per lei e Pan, almeno. La scelta di Ub, tra le due ragazze, poi, sarebbe stata un’ altro paio di maniche. Quello non dipendeva nè da Pan, nè da Marron, ma solo da lui stesso. Sorrise. Si sarebbe tolta un gran peso e poi tutto sarebbe andato com’era scritto del suo destino: chiunque Ub avesse scelto, l’aveva fatto conoscendo i sentimenti di entrambe. 
- Dobbiamo proprio? – protestò Bra, nervosa. – Ci sono solo un sacco di sfigati là dentro! – osservò, a disagio. 
Pan ridacchiò. – Bè, ce ne sono di peggio, in giro. Questi qua sono solo un pelo sbruffoni. Qualcuno è persino simpatico, ma... sì, sono tutti sfigati – scherzò, e rise con le altre due, poi si affrettò ad aggiungere – Senza offesa per Ub  -
Marron rise a sua volta. – Tranquilla. Lui è indubbiamente classificato come sfigato. Uno sfigato tremendamente figo, però – detto questo aprì lei la porta e fece il suo ingresso nella stanza. E allora lo vide. Si stava allenando assieme ad un ragazzo con i capelli azzurri. La pelle bronzea del petto era scoperta, e il volto contratto in un’ espressione concentrata e seria che quasi le tolse il fiato. 
- Dacci dentro, biondina – le sussurrò Bra, spingendo l’amica verso il ragazzo, mentre Pan salutava i presenti e raggiungeva un paio di palestrati che si stavano allenando. 
Ub si voltò a vedere chi fosse entrato, stoppando l’allenamento. Il suo partner scese dal ring improvvisato e andò a prendere un asciugamano e una bottiglia d’acqua. Il giovane dalla pelle scura notò con stupore che la metà dei membri del club stavano flirtando con Bra, mentre un paio si allenavano con Pan, la quale era entrata senza nemmeno salutarlo nè rivolgergli la parola, proprio come aveva deciso il giorno prima. Ruotò lo sguardo verso la porta, ma qualcuno gli impediva la visuale: incontrò un paio di profondi occhi azzurri che lo scrutavano con serietà e decisione. 
Al ragazzo mancò il fiato vedendola lì. Marron. Quella razionale, intelligente, composta, che non scendeva mai alle mani, ma usava sempre la diplomazia. Quella incredibilmente bella e che gli faceva battere il cuore per l’emozione e non per la paura persino quando lo guardava in quel modo, assomigliando minacciosamente a sua madre. – Ciao – boccheggiò, passandosi una mano sulla nuca, imbarazzato. – Che ci fai qui? - 
Marron non potè fare a meno di sorridergli. Era così dannatamente carino quando si trovava in imbarazzo.
Talmente carino che le veniva da corrergli incontro e abbracciarlo, nonostante tutto il caos che aveva combinato bevendo qualche bicchiere di troppo. Questo pensiero le fece tornare in mente ciò che avrebbe dovuto fare. – Ub. Dobbiamo assolutamente parlare - 
Il ragazzo si accigliò. – Devo preoccuparmi? – sorrise, amichevole.
Marron gli sorrise di rimando. – Dipende – 

Bra rideva e scherzava con quel branco di energumeni, non poi così sfigati quanto pensava. Erano quasi tutti muscolosi, e, sì, ad eccezione di alcuni, erano proprio fighi da paura. 
- Hey, Brief – la chiamò uno dei ragazzi, con corti capelli neri. – tu qui potresti essere una specie di celebrità, lo sai? - 
Bra ridacchiò, civettuola. – Certo che lo so - 
Il ragazzo le sorrise, poi spiegò. – Già, perchè hai preso a schiaffi Son Goten alla festa di sabato - 
Lei si accigliò, confusa. – Cosa? –
- Noi siamo tutti grandi fan dei Son, in particolare di Goku e Goten –Gohan sembra così... noioso! E tu, non solo lo conosci, ma hai schiaffeggiato uno dei nostri idoli! - 
Bra chinò la testa da un lato. Sì, aveva schiaffeggiato Goten, e allora? Ok, era il loro idolo. Ma lui se l’era meritato. Aveva fatto tutti quei discorsi per cercare di convincerla a ballare con lui. Non si forza una donna a far qualcosa che non vuole. Quel ragazzo era proprio un maleducato. Eppure il suo sguardo era così dolce quando le aveva chiesto perchè lei ce l’avesse tanto con lui... 
Bra scosse leggermente la testa per scacciare quel pensiero. Goten non era dolce, Goten era un idiota e basta. – Scusate, e secondo voi Pan, che si allena qui con voi, non ha mai preso a pugni suo zio? Perchè io dovrei essere una specie di celebrità solo per averlo schiaffeggiato, quando qui c’è sua nipote? -
E fu il putiferio. 
Le teste di tutti i presenti –ad eccezione di Ub e Marron, che parlavano imbarazzati e seri in un angolino- scattarono a guardare Bra, poi si voltarono verso Pan, che lanciò un’ occhiataccia all’ amica: non avrebbe dovuto dirlo. 
- TU SEI PAN SON?! – gridò qualcuno, scioccato. 
La ragazza sospirò, scoraggiata. Era come confidare ad un branco di squali di appartenere alla loro specie di pesciolino-cena preferita. – Ehm – mormorò, imbarazzata. – Forse è meglio che io vada! - 
- Dove pensi di andare?! – tutti i membri del club si alzarono in piedi, felici quanto decisi ad evitare la fuga della nipote del loro unico esempio da seguire.
Pan sospirò di nuovo, rassegnata alla caterva di domande che stava per sorbirsi. – Bra, ti odierò per questo -
La Brief ridacchiò innocentemente. – Scusa, Pan, pensavo lo sapessero –
Così i membri del club iniziarono a riempire le due ragazze di domande, le quali raccontarono decine e decine di aneddoti divertenti riguardanti Goten, Ub, Trunks, Chichi, Goku, Videl, Gohan e loro stesse.
In tutto quel trambusto, due persone in particolare erano intente a parlare di cose veramente importanti, e a scoprire che i sentimenti di entrambi erano ricambiati. 






Angolo della beta xD

Salve a tutti!!

Io sono la beta di quella psicotica dell'autrice e del suo simpatico alter ego che mi hanno gentilmente chiesto di postare il capitolo in loro assenza...ci tenevano a farsi vive ;)

Ma non temete.. queste simpatiche figure sono un po' come i funghi,prima o poi rispuntano!Pertanto risponderanno ai commenti dell'ultimo capitolo la prossima volta =)
A presto (scrittrice permettendo)


Elly =)

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Geometria 

 
Capitolo 10

 Il tempo passa, sempre e comunque, nel bene e nel male.
Scorre inesorabile e tutto ciò che si può fare è sfruttarlo al meglio. È un torrente dispettoso, un bambino egocentrico, ma allo stesso tempo affettuoso.
È un fiume che corre lungo il suo corso, e porta solo lui sa dove. Decide lui stesso quante e quali avversità incontrerai lungo il suo corso. Conosce solo lui gli ostacoli che dovrai superare, ma sta a te inventare i modi più originali e ingegnosi per superarli. Lui ti osserva, ride delle tue buffe cadute, piange quando vede che ti fermi e stai sprecando la forza che ti offre la sua corrente, sorride quando vede che stai facendo progressi.  Si diverte a farti i dispetti, scorre veloce quando sei felice e rallenta fin quasi a fermarsi quando vorresti solo che tutto finisse, ma, nonostante tutto, sa aiutarti a dimenticare. 
Più i giorni passavano, più Pan si rendeva conto che in fonto tutto quello che era successo quello stupido sabato sera non era che qualche sciocchezza. 
Lei e Ub, avevano fatto pace, anche se il loro rapporto non era migliorato più di tanto. In compenso tra lui e Marron era nata una strana magia che stava rinforzando sempre di più i sentimenti dell’ una per l’altro e viceversa. 
Per quanto riguardava Goten e Bra, ultimamente si lanciavano più frecciatine del solito, e più volte Pan aveva beccato entrambi –in situazioni differenti- a fissare il vuoto con un sorrisetto ebete sulla faccia.
Ed era proprio in uno di quei momenti, che, quella domenica mattina, beccò il suo adorato zietto, appena entrata in cucina per far colazione. – Goten! Piantala, sembri un pesce lesso! – gridò, ridendo. 
Il ragazzo sobbalzò e cadde dalla sedia. - Eh? Cosa?! – chiese lui, confuso, mentre si rialzava rapido. – Non è colpa mia! Non sono stato io! – proclamò, mettendo le mani avanti, con aria spaesata.
Pan rise di gusto, mentre Videl serviva la colazione. – Questa mattina siamo di buon umore, vedo! – osservò, sorridente. Gohan la raggiunse, le stampò un bacio sulle labbra, poi scompigliò i capelli alla figlia, afferrò una mela e uscì di corsa. – Scusate, sono in ritardo! – rise. 
- Fai attenzione! – gli gridò dietro Chichi, preoccupata come al solito. 
Goku rise. – E dai, Chichi, è adulto ormai! - 
- Sì, ma non vedi quant’ è tonto?! – ribattè la donna. – Ha preso tutto da te! - 
Goten rise assieme a Pan. 
Goku si grattò la nuca, e decise di dedicare tutte le sue attenzioni alla colazione.
Il ragazzo stuzzicò la nipote, mentre questa si versava del succo d’arancia nel bicchiere. - Tu non devi ridere, guarda che sei figlia del tonto! – 
Pan lo guardò di sottecchi, divertita. – Almeno io non fisso il vuoto sorridendo come un ebete, zietto! - 
- Sarà innamorato, lascialo stare, Pan! – ridacchiò Videl, passando alla suocera un paio di uova che la donna le aveva chiesto. 
Chichi si voltò di scattò verso il figlio, lasciandole cadere per terra. – COSA?! Innamorato?! – gridò. 
Goten trasalì e per poco non cadde nuovamente dalla sedia, sotto lo sguardo divertito di Goku e Pan. – Ma no, mamma! Che dici, Pan?! Non è assolutamente vero! – boccheggiò nel panico. 
Chichi parve calmarsi. – Peccato – mormorò con una smorfia, facendo ridere Goku. Anche Videl sorrise, mentre, assieme alla figlia, pareva riflettere. 
Ad un tratto ad entrambe si illuminarono gli occhi e esclamarono. – BRA! - 
Goten arrossì e scosse violentemente il capo. – Ma no! Che dite?! Bra? Pff! Ma che centra? Cioè, insomma... tsk! - 
Quando la nipote lo scrutò divertita, con un sopracciglio inarcato, decise di seguire l’esempio del padre e di concentrarsi sulla colazione, quindi, sempre più rosso in volto, si infilò in bocca un intero panino alla marmellata. – Buon appetito – bofonchiò, sputacchiando in giro.
Videl e Pan risero di nuovo, sotto lo sgaurdo divertito di Goku e Chichi. 
- C’è veramente tanta allegria oggi nell’ aria! – ripetè il supersajan, sorridendo. 
- Per forza – annuì la ragazzina. – Oggi pomeriggio mettiamo fine a questa enorme pagliacciata messa in piedi dal bell’ innamorato! - 
- Eh?! – Goten alzò la testa, sentendosi –giustamente- preso in causa.
Pan rise forte. – Allora vedi che sei innamorato! - 
- Nffo! – sbottò Goten arrossendo, sputacchiando altro cibo in giro per la tavola. 
SBANG! 
La mano di Chichi, munita di una padella colpì per caso il capo del povero ragazzo. – Non parlare con la bocca piena! – lo rimproverò, con una vena che pulsava pericolosamente sul collo. 
Lui si massaggiò il capo, e chinò la testa in segno di scuse. Si scolò tutto il succo di frutta rimanente direttamente dalla bottiglia per mandare giù il boccone troppo grosso, e ingoiò rumorosamente con le lacrime agli occhi. – Scusa, mamma. E NO, non sono innamorato, Pan! – aggiunse, rosso di vergogna.
- Certo, certo! – rise lei. – Ma intanto oggi vincerò io! – esclamò la ragazzina, correndo in camera per finire di prepararsi. 
- Non contarci! – le urlò dietro Goten, sperando in cuor suo, che tutto l’allenamento fatto da Pan ultimamente non l’avesse veramente resa più forte di quel poltrone di Trunks che per tutto il tempo non aveva fatto altro che prendere quella sfida alla leggere –come tutta la fazione maschile, in fondo.

Bra corse in cucina, con un sorriso a trentadue denti stampato in volto. – Buon giorno! – trillò, correndo a posare un bacio sulla guancia del padre, che in cambio le rivolse un’ occhiata in tralice. – Ciao mamma! – ripetè, correndo ad abbracciare la donna che tanto le somigliava. Dopodichè saltellò a sedersi a tavola, dove si accomodò accanto al fratello, rivolgendogli un sorrisetto di sfida. – Pronto alla disfatta, bello mio? - 
- Non mi preoccupo più di niente, sorellina, ho mollato la Miwako per ben due volte, scatenando la sua ira, cosa vuoi che ci sia di peggio? – ribattè lui, con aria da superiore. 
Ebbene sì, dopo un paio di giorni di tortura, Trunks aveva nuovamente rotto con la bella rossa, dicendole che quella dannata sera aveva solamente bevuto troppo, e baciarla era stata una delle più grosse sciocchezze che avrebbe potuto fare vittima dell’ alcohol. Forse era anche per questo che Pan aveva iniziato a pensare che quella serata era stata solo una sciocchezza, niente di serio.
Un lampo sadico brillò negli occhi della ragazza dai capelli azzurri. – Essere schiavo mio e di Marron dopo tutto quello che hai combinato! – suggerì, diabolica, riferendosi chiaramente a come era stata la mora  a causa della sua stupida ‘vendetta’. 
Il fratello rise, anche se in cuor suo era un po’ preoccupato. – Ma figurati! Non c’è gara, non riuscirete mai a vincere! – Almeno lo sperava. Iniziava a chiedersi se fosse stata una buona idea rimanere in ozio per tutto quel tempo, mentre Pan lavorava sodo a casa, al club e in palestra da suo nonno.
La ragazza gli fece una linguaccia, tornando frizzante come quando era entrata in cucina. – Questo lo dici tu! – detto questo, corse in camera sua, pronta a indossare la divisa che aveva creato apposta per l’occasione.

- Buongiornoooo! – gridò Marron correndo in cucina, sorridente. I capelli biondi erano stati raccolti in una coda su un lato della testa. – Ciao, papino! – salutò, abbracciando Crilin che la osservava stupito. 
- Buon giorno, tesoro! - 
C-18 portò una mano sul fianco e le sorrise, quando fece lo stesso con lei. – Ben svegliata - 
Lei sorrise ad entrambi e proclamò. – Avete già fatto colazione? Prepraro io! - 
Crilin quasi cadde dalla sedia per lo stupore. – Cosa? Dici sul serio? - 
- Che c’è di male? – domandò minacciosa C-18. 
L’ uomo sorrise, spaventato. – Eh!? Certo, cara, hai ragione! - 
Marron rise: adorava lo strano rapporto che c’era tra i suoi genitori. Corse ai fornelli per preparare uova e pancetta per tutti. Era carichissima per lo scontro che ci sarebbe stato dopo poco. Pan aveva lavorato sodo, mentre Trunks non aveva fatto che poltrire per tutto il tempo. Ridacchiò tra sè. Di sicuro vedendo quanto poco si era impegnato, i ragazzi avevano incominciato a preoccuparsi seriamente per l’esito della lotta. Sorrise soddisfatta. Almeno gli avrebbero fatto paura. Lei stessa non era sicura che Pan sarebbe riuscita a vincere, ma di una cosa era certa: le ragazze erano carichissime e i ragazzi preoccupati. Quella era già una piccola vittoria, no? 
Suonò il campanello e  Crilin andò ad aprire. – Oh. – mormorò. – Ub – osservò, inarcando un sopracciglio. 
- Salve – salutò lui, imbarazzato. – C’è Marron? - 
L’uomo assunse un sorrisetto divertito. - Certo, è in cucina che prepara. Vuoi fermarti per la colazione? -
Il ragazzo annuì, in imbarazzo, e salutata anche la madre della ragazza, la raggiunse. – Ciao – mormorò, arrossendo. 
Lei gli sorrise, sentendo il sangue raggiungere anche le sue guance. – Ciao - 
- Ti do una mano? – propose lui, impacciato.
Lei annuì, sorridente, e gli passò la confezione delle uova. – Datti da fare! Secondo i ragazzi del club puoi battere chiunque, quindi sbattere delle uova non sarà di certo un problema per te, vero? – scherzò, ridacchiando sotto i baffi. 
Lui le fece una linguaccia e si mise al lavoro. – Tanto vince Trunks – proclamò, rompendo il terzo uovo e con questo il silenzio che era calato tra loro. 
La ragazza rise e gli fece l’occhiolino. – Certo, credici! -  ribattè scettica.
Ub le fece di nuovo una linguaccia e la abbracciò brevemente con un braccio, facendola ridere.

Il vento soffiava pigramente muovendo l’erba in cima alla collina come se i singoli steli stessero facendo la ola.
Una biondina era stesa sul prato, le mani sotto la testa, e attendeva. 
Un ragazzo dalla pelle scura si sedette accanto a lei, per poi sorriderle, e sdraiarsi poggiando la testa sul suo ventre. Entrambi sentirono i battiti dei loro cuori accellerare e il sangue affluire sulle guacne portando con sè un dolce rossore. 
Stavano lì, a godersi il tepore del sole e la fresca brezza, e aspettavano. In silenzio. Insieme. Tutto era così bello che Marron si chiese se non si sarebbe svegliata da un momento all’ altro.
E, purtroppo, fu proprio ciò che accadde. Più o meno.
- Chiudi quella boccaccia, esibizionista del cavolo! – lo sbraitare di Bra fece trasalire entrambi. I due innamorati scattarono a sedere, spaventati. 
- Oh, ma dai! – gridò in risposta Goten, mentre i due, seguiti da una coppia di silenziosi Trunks e Pan, si arrampicavano sul pendio per raggiungere il luogo stabilito per lo scontro. – Non c’è storia! Come se non conoscessi mia nipote! Pan non ha speranze! - 
Bra serrò i pugni e diede una gomitata in pieno stomaco al ragazzo, allungando poi il passo e lasciandolo indietro, a massaggiarsi la zona lesa. – Come se mio fratello non fosse stato tutto il tempo a giocare ai videogame – borbottò, giungendo in cima alla collina e voltandosi indietro ad aspettare gli altri.
Trunks le lanciò un’ occhiata in tralice e scosse il capo, divertito. – Questo è perchè non ho bisogno di ulteriori allenamenti – specificò. 
Pan rise. – Questo lo vedremo! – lo stuzzicò, guardandolo di sottecchi. 
Lui le sorrise strafottente. – Non sperarci troppo - 
- E tu non prendermi troppo alla leggera – ribattè lei, amichevole, per poi notare i due ragazzi seduti vicini in mezzo all’ erba. – Hey, siete già qui? – aggiunse, raggiungendo la ragazza dai capelli turchini.
Marron le sorrise. – Siete in ritardo - 
Bra congiunse le mani e le portò sotto il mento, in volto un’ espressione adorante. – Non è che voi piccioncini siete venuti qui prima per farvi le coccole?! – suggerì, entrando in fase ‘romanticismo a go go’. 
I due arrossirono ma non risposero. Pan e Trunks risero, mentre Goten inarcò un sopracciglio e diede un frontino alla ragazza. – Tu guardi troppi film – la accusò. 
L’ umore di Bra cambiò all’ istante, e lampi di furia iniziarono a illuminarle gli occhi a intermittenza. – Non dire scempiaggini, sottospecie di inutile gorilla coi capelli sparati! – sbottò. – Stupido insensibile! – concluse, per poi gettarsi a sedere a terra con poca grazia. Non si accorse che il gonnellino del completo da cheerleader blu e giallo che aveva creato solo per sostenere Pan durante lo scontro le era ricaduta scomposta sulle gambe, lasciando intravedere le sue mutandine. Al contrario Goten se ne accorse subito, notò Pan, perchè arrossì violentemente e si voltò dall’ altro lato, grattandosi la nuca, nel più totale imbarazzo. 
- Copriti, idiota – la rimproverò Trunks, scuotendo il capo, mentre le altre due ragazze e Ub ridevano. 
- Quando si inizia? – domandò Pan, su di giri. Non vedeva l’ora ti dare un taglio a tutta quella cretinata proposta da suo zio. Basta, non voleva più saperne di scommesse per tutto il resto della sua vita a partire da quel giorno. Senza contare che sperava sul serio di vincere, in fondo se lo era meritato. Tuttavia –ci aveva riflettuto quella notte- temeva che Trunks la lasciasse vincere di proposito. E non voleva. O si combatteva seriamente, o non se ne faceva nulla. Sorrise. L’idea di dargliele di santa ragione era più che allettante dopo quello che le aveva fatto passare, senza contare che poi, sarebbe stato terribilmente soddisfacente pensare di aver battuto con le proprie forze il figlio del principe dei sajan. Ma... a pensarci bene, il motivo per cui aveva voglia di combattere era prevalentemente il primo. 
Trunks si voltò ad osservarla, stupito. – Hai voglia di prenderle? - 
Lei rise di gusto. – Al contrario – gli fece l’occhiolino e raggiunse di corsa Ub. – Allora, farai tu l’arbitro? - 
Il ragazzo annuì, alzandosi in piedi. – Ovviamente - 
- No! – gridò Bra, allarmata. – Tu sei di parte! Lo farò io! – propose. 
Goten le diede un pugno leggero sulla testa. – Tu non sei di parte, invece – commentò scettico. – Marron, pensaci tu. Assieme a Ub. Lui conosce il regolamento ( ? ) e tu sei razionale. Quindi vi compenserete – decise. 
- Ma chi ti credi di essere tu, per decidere!? – sibilò Bra, incorciando le braccia al petto, con un’ espressione da bambina capricciosa in volto. 
Goten rise e si sedette accanto a lei, abbracciandola e sussurrandole qualcosa del tipo ‘non piangere bimba, ci penso io a te’. Gli altri quattro prestarono poca attenzione alle proteste e agli insulti che Bra urlò al ragazzo, e tantomeno al fatto che lei avesse iniziato a picchiarlo: dovevano iniziare quel benedettissimo scontro, e finirlo al più presto, anche. Quella stupida scommessa aveva provato tutti e nessuno ne poteva più. Tuttavia erano stati tutti troppo orgogliosi per annullarla. Soprattutto Pan, che ormai, l’aveva presa come una sfida personale.
Pan prese posizione di fronte a Trunks, a tre metri di distanza da lui. 
Il ragazzo si sfilò la camicia per potersi muovere più comodamente e improvvisò qualche mossa di riscaldamento, mentre lei cercava di distogliere l’attenzione dal suo torace muscoloso e riportarla a tutte le tecniche apprese e migliorate durante gli allenamenti. 
- Così non vale! Arbitro, Trunks bara! – sentirono il grido di Bra, che gesticolava, qualche metro più indietro rispetto ai giudici di gara improvvisati.
Goten rise forte e sia Trunks che Pan arrossirono involontariamente. 
Marron lanciò un’ occhiataccia a Bra, che in tutta risposta le fece una linguaccia e cacciò un’ altra gomitata a Goten, questa volta solo per sfizio personale, senza un motivo preciso. 
Lui guaì una protesta e mise il broncio. 
- Pronti? – domandò formalmente Ub. 
- Prontissima – decretò subito la mora, assumendo una posizione di battaglia. Ce l’avrebbe fatta. O forse no, ma le probabilità di batterlo erano salite vorticosamente nell’ ultimo periodo di allenamenti e questo era comunque un passo avanti.
Una folata di vento mosse l’erba tutto intorno a loro, scosse appena i jeans corti e sbiaditi di Pan, fece frusciare la sua solita maglietta rossa e ondeggiare la bandana e i suoi capelli corvini. Trunks scosse il capo. Non si era allenato per nulla durante quel mese, e se ora si perdeva nell’ osservare quei meravigliosi dettagli che caraterrizzavano la ragazza di cui era innamorato, avrebbe certamente perso, finendo tra le grinfie di Marron e Bra. No, non poteva permetterselo. Prese posizione anche lui e annuì a sè stesso per prepararsi psicologicamente. – Pronto -
- Via! – gridò Ub. 
Pan fece una smorfia tra il teso e il divertito. – Si aprano le danze – borbottò, per poi partire all’ attacco.

- Cazzo! Oh, ti ho fatto male? – Trunks volò rapido a soccorrere Pan, alla quale aveva appena assustato un poderoso calcio nello stomaco. Era più forte di lui: non riusciva a combattere senza sentire i sensi di colpa ogni volta che la colpiva.
La mora era caduta di culo sull’ erba, dopo un volo di un paio di metri. – Tutto ok – boccheggiò, sforzandosi di ristabilire un ritmo di respirazione adeguato. 
Trunks si inginocchiò accanto a lei, e la resse per le spalle. – Ok, respira. Piano. – suggerì, mentre Bra correva verso di loro, con Goten al seguito. 
Marron e Ub li raggiunsero, lei visibilmente preoccupata, lui accigliato. 
- Stai bene?! – gridò Bra, inginocchiandosi davanti all’ amica. 
Lei annuì. Respirò a fondo. – Ok, ci sono – proclamò, incrociando le gambe e prendendosi le caviglie con le mani. Rovesciò leggermente il capo all’ indietro per guardare Trunks negli occhi. – Complimenti, hai vinto -
Il ragazzo rimase in silenzio per qualche istante, stupito da quell’ affermazione. 
Pan abbozzò un sorriso e lui fece lo stesso. Era vero, aveva vinto. Ma le aveva fatto male. Era stato forse il combattimento più duro che avesse mai fatto. Non tanto per la competenza di Pan –che era effettivamente diventata parecchio più forte durante l’ultimo mese di continui allenamenti-, ma per il combattimento interiore che aveva dovuto affrontare costantemente, per tutto il tempo. Ogni volta che la colpiva, gli veniva l’ impulso di soccorrerla. Ma allo stesso tempo sapeva che sarebbe stata una reazione stupida: stavano combattendo entrambi per vincere e non poteva permettersi di perdere. Il suo cervello tuttavia replicava sempre con qualcosa del tipo ‘ma stai picchiando una ragazza’  o peggio ‘quella che a cui le stai dando è Pan’. 
Scosse il capo, cercando di cacciare quei pensieri. 
- Quindi abbiamo vinto? – domandò Goten, per il quale, una volta assicuratosi che la nipote fosse tutta intera, la preoccupazione maggiore era rimasto l’esito della scommessa. 
Marron gli lanciò un’ occhiataccia: che insensibile! 
- Bè, sì: Trunks l’ha messa KO – osservò Ub rivolgendosi all’altra giudice di gara. – Tu che dici? -
La bionda sospirò. - Pan ha superato tutte le nostre aspettative – commentò, pensierosa. – Però... sì, hai ragione. Avete vinto – concesse, infine.
Goten e Ub iniziarono prontamente a saltare in giro per il prato, festeggiando per la vittoria tanto bramata.
Bra incrociò le braccia e mise il broncio. Non era giusto. Si erano pienamente meritate una vittoria! Pan si era allenata, aveva rischiato di mettere KO Trunks ben due volte ( contro le sei da parte del ragazzo ), Marron e la mora avevano fatto pace dopo tutto quel gran casino e lei aveva creato una divisa da cheerleader per l’occasione!Avrebbero dovuto vincere, non era giusto! 
Marron fece una smorfia, scontenta, mentre Pan si alzava in piedi e respirava a fondo. Ebbene sì, avevano perso. Tuttavia, non riusciva a non essere contenta. Ok, avrebbe dovuto essere schiava dei ragazzi –assieme alle altre- però almeno avrebbe potuto smettere di frequentare il club, e avrebbe potuto considerare finalmente la scommesa –che di per se aveva combinato più danni di Goten dopo aver ingerito una quantita esorbitante di zuccheri- un capitolo chiuso. 
- Da ora siete ai nostri ordini! – gridò Goten, correndo a scompigliare i capelli alla nipote. – Mi hai fatto proprio un gran regalo, Pan! Bravissima! - 
- Piantala, tu! – abbaiò Bra, irritata. – Evita di rigirare il coltello nella piaga! - 
- A b b i a m o   v i n t o  l a   s c o m m e s s a ! – sillabò lui, un sorriso sornione sulle labbra, portando le mani sui fianchi e sporgendosi leggermente verso la Brief. 
- Chiudi il becco! - 
- Abbiamo vinto! Abbiamo vinto! Abbiamo vinto! – Saltellava sul posto battendo le mani, più per infastidire la ragazza che per altro.
- Stai zitto! - 
Lui rise e continuò a cantilenare, gongolando: - Abbiamovintolascommessa! Abbiamovintolascommessa! Abbiamovintolascommessa! Abbiamovintolascommessa! Abbiamovintolascommessa! –
- Taci, taci, taciii! – frignò la ragazza, iniziando a battere prima i pugni e poi anche i piedi a terra.
Pan ridacchiò, vedendo l’amica fare i capricci come una bambina. 
- Ora dovete fare tutto ciò che diciamo noi! – osservò Ub, raggiungendo Marron e abbracciandola da dietro.
Marron sbuffò, cercando di non sorridere o arrossire per il gesto affettuoso. – Non esagerare. Oh, e soprattutto non crediate che non ve le faremo pagare tutte! – precisò la bionda, prevedendo che i ragazzi le avrebbero costrette a fare di tutto, facendo fare loro, magari, anche qualche bella figuraccia.
Trunks trasalì, senza che gli altri lo notassero. Marron aveva colto nel segno. Vittoria o meno, quelle due gliel’avrebbero fatta pagare –come se Pan fosse stata l’unica a starci male. Tuttavia... quella scommessa aveva già causato troppi guai, e lui non aveva intenzione di lasciare che ne combinasse altri. Magari Goten avrebbe fatto un casino dei suoi, con il pretesto che poteva comandare le ragazze a bacchetta. O magari lui avrebbe fatto la figura del cretino scambiando una situazione per un’ altra –di nuovo- e... oh, cazzo. Da quando era così insicuro? E paranoico, anche. Quella cavolo di sfida lo aveva veramente stufato. 
La sua voce sovrastò le lamentele di Bra e il canto di gioia di Goten. - Scommessa annullata! – proclamò.
Al moro morirono le parole in gola, a metà di un ‘Abbiamovintolascommessa!’ e Bra si voltò di scatto a gaurdare il fratello con gli occhi che brillavano. – Davvero???? – domandò, entusiasta. 
- No! – protestò Goten. – No che non è vero! Che ti salta in mente, Trunks!? - 
Ub ridacchiò. – Per me va bene – Strano ma vero: anche lui aveva pensato che quella scommessa ne aveva davvero combinate troppe. Bisognava tagliarle le gambe il prima possibile, prima che arrivasse a combinare qualche altro casino. 
- Chiudi la bocca. – berciò Bra, rivolta ad uno scioccato Goten. – Se il mio adoratofratellone vuole annullare la scommessa, sono affari suoi! È lui che ha vinto, non tu! - 
Trunks inarcò un sopracciglio. Adorato fratellone?? Ahah. Quella pazza furiosa di sua sorella era davvero incredibile. – Ruffiana – soffiò. – Però hai ragione. Sono io che ho lottato con Pan. – E contro me stesso, aggiunse mentalmente.
- Già, sei tu che hai rischiato di essere messo al tappeto due volte da Pan – sottolineò Bra, abbandonando le vesti della sorellina dolce e gentile, per riprendere le solite vesti da Bra Brief.
Il maggiore fece una smorfia. – Vedi di non farmi cambiare idea, sorellina – minacciò. – Scommessa annullata – ribadì poi.
- No! – ripetè Goten. – Perchè!? Hai vinto! - 
Pan spostò lo sguardo ripetutamente dallo zio a Trunks. In effetti nemmeno lei capiva perchè il ragazzo avesse fatto quella scelta, ma sinceramente non se ne preoccupava, anzi.
- Già, perchè? – domandò Marron. A rigor di logica, non aveva senso rinunciare ad un’ opportunità così ghiotta come quella di poter sfruttare loro tre a piacimento. E di sicuro non sarebbe più capitata un’ occasione simile. A meno che non si parlasse di una questione di orgoglio. Della serie ‘Sono un uomo d’onore, non voglio sbandierare troppo in giro la mia vittoria nè farla pesare agli sconfitti’. Mah.
- Che ti frega! – la riscosse Bra, letteralmente: era infatti balzata in piedi e stava scuotendo l’amica, come cercando di farla rinsavire dopo un malore. – Tanto di guadagnato! - 
Pan rise. – In effetti – appoggiò la Brief. 
- Guadagnato un cavolo. – si indispettì il moro. – Ha vinto Trunks! - 
- Noi ci siamo impegnate di più, però – osservò la nipote, con un’ alzata di spalle. – In questo modo viene una specie di pareggio. Un premio di consolazione – azzardò. 
- Oh, ma non diciamo sciocchezze! – si lagnò il ragazzo, iniziando a disperarsi. – Non è possibile, dai! Noi uomini siamo tendezialmente egoisti! -
- Parla per te! – lo rimproverarono gli altri due, divertiti. Goten era davvero un bambino quando ci si metteva.
– Ma non è giusto! – si lamentò lui per l’ennesima volta, mentre tutti gli altri si avviavano verso casa. Era passata da un po’ l’ora di pranzo, e avevano tutti fame. Pan per un attimo temette che lo zio sarebbe scoppiato in lacrime, avrebbe puntato i piedi per terra e non si sarebbe mosso da lì, proprio come faceva da bambino. Fortunatamente lo vide imcamminarsi con loro, a testa bassa, e bobottando le sue lamentele.
Sorrise. – Chi arriva prima a casa, pulisce la pentola del riso! – gridò, per poi volare in testa al gruppo. 
- Hey, non vale! – protestò nuovamente Goten, inseguendola rapido. – Tanto vinco io! – decise, raggiungendola e superandola. 
Lei rise e quando lo zio l’ ebbe seminata, si fermò ad aspettare gli altri. – Premio di consolazione – spiegò, quando le amiche le rivolsero uno sguardo interrogativo. Così almeno, il povero Goten avrebbe avuto una vittoria per addolcire l’amara rinuncia al premio dettata da Trunks. – Mangiate con noi? Tanto nonna Chichi prepara abbastanza cibo per sfamare un esercito! –

E così fu. Goku e Gohan aiutarono i ragazzi a preparare un tavolo in cortile, mentre Videl e Chichi preparavano il pranzo. 
- Pan, abbiamo iniziato a riordinare il garage – la informò Gohan, passandole i tovaglioli che lei disponeva sulla tavola. 
La ragazza gli sorrise. – Trovato qualcosa di interessante? – domandò. Nel garage erano stipati tutti gli anni, i mesi, i giorni, i minuti e le ore della vita passata di Pan, Goten e persino di Gohan. Chichi ci teneva a mettere tutto da parte, legata com’era alla sua famiglia e a tutti i ricordi che la riguardavano. Non voleva dimenticare nemmeno un attimo di ciò che era accaduto, e così aveva riposto ogni cosa in garage, dove Gohan aveva rinunciato a mettere la macchina ormai da anni. Tuttavia, siccome Goten era ormai in età da patente e Pan era prossima alla stessa, avevano deciso di comprare un’ auto nuova, che i due avrebbero ovviamente condiviso, ed ora era necessario un posto in cui metterla, quindi avevano deciso di fare un po’ di pulizia, con grande dispiacere di Chichi.
- Un sacco di roba... ma la nonna non vuole buttare via nulla. – spiegò, sospirando. – Dice che sono ricordi vostri e dovete scegliere voi. In realtà, credo speri veniate presi dalla nostalgia e ci chiediate di tenere tutto –
Pan rise. – Probabile. –
- Dopo pranzo andate a dare un’ occhiata. Se i ragazzi trovano qualcosa che gli piace, possono prendela tranquillamente, mi raccomando -
Pan annuì e lanciò un’ occhiata a Goten, che rideva e scherzava con Ub e Trunks in cortile, mentre Marron e Bra ordinavano piatti e posate sul tavolo. – Hey, Bell’ Innamorato! – gridò, rivolta allo zio. – Non pensi che dovresti dare una mano?! - 
Lui si voltò e le fece una linguaccia, per poi tornare agli amici. 
Goku, in quel momento, si aprì in un gran sorriso. – Urca, è vero! – esclamò. – Com’è finito lo scontro?! Chi ha vinto?? – chiese, con gli occhi che brillavano. 
Pan indicò Trunnks, tranquillamente, mentre Goten sbarrava gli occhi, ricordandosi di essere arrabbiato con gli amici per aver annullato la scommessa un attimo prima di poter riscuotere il premio. – Non è giusto! – gridò.
Trunks si battè una mano sulla fronte, mentre Ub saltava sulla schiena dell’ amico e cercava di tappargli la bocca con una mano per evitare che un nuovo fiume di proteste e lamentele ne sgorgasse fuori. – Chiudi il becco! – lo apostrofò, mentre quello cercava di divincolarsi, finendo per far cadere a terra entrambi. 
I due cominciarono a ridere, e non smisero finchè non ci fu il cibo in tavola. 
Mentre mangiavano, Ub raccontò nei dettagli al suo maestro –Goku- com’era andato il combattimento, mentre Goten continuava aborbottare, scontento, tra un boccone e l’altro.
Dopo aver pranzato, i ragazzi si fiondarono in garage, ad esplorare i vecchi oggetti che vi erano stati accumulati. Trunks e Pan vennero mandati a prendere qualche straccio per dare una ripulita alle cose, mano a mano che venivano tirate fuori, così entrarono in casa e inziarono a razzare nell’ armaidetto dei detersivi per trovare anche un mangiapolvere. 
- Alla fine com’ era andato quel compito di geometria? – se ne uscì il ragazzo, facendo trasalire la ragazza. 
- Oh! – mugugnò, sorpresa. Se ne era completamente dimenticata. – Bene, avevo preso sette – Ma non gliel’aveva già detto? 
Trunks annuì, spostando una scatola di guanti in lattice per sbircarvi dietro alla ricerca del prodotto per la polvere. In effetti gliel’aveva già detto, ma... quella era stata la prima cosa che gli era passata per la mente e voleva assolutamente rompere il silenzio. – Bè, le mie ripetizioni sono state utili, quindi! - 
Pan annuì, arrossendo lievemente. Scostò la bottiglia dell’ ammoniaca, e sbarrò gli occhi, allarmata.

Oh. Santo. Cielo. Oh Santo cielo! Ohsantocielo! Ossantocieloossantocielo! 
Le balenarono nella mente le sue parole durante quel famoso compito in classe e arrossì violentemente.

Se prendo la sufficienza in questo compito, giuro che mi dichiaro a Trunks!

Oh Kame! Non era possibile! Ora... ora... ora doveva farlo. Non poteva rimandare ancora, era il momento adatto. E poi... da quello che aveva capito Goten si era lasciato scappare qualche frase di troppo dopo la festa di Hiromi e, secondo Ub, Trunks aveva già intuito i suoi sentimenti. Oh Dio. Stava per fare la figuraccia del secolo. Tuttavia, una parte di lei non vedeva l’ora di gridare ciò che provava. Forse la parte più folle, si disse. 
Prese un respiro profondo e parlò: – Perchè hai annullato la scommessa? – Oh, bè, non aveva detto che l’avrebbe detto subito. Aveva tutto il diritto di girarci un po’ attorno. 
Trunks arrossì. – Bè, io... diciamo che non volevo infierire oltre. – borbottò. 
Pan strabuzzò gli occhi, senza capire e parlò di riflesso. – Cioè? Ti facevamo pena?! -
Il ragazzo scosse il capo e alzò le mani, allarmato. – No, no, che hai capito! È che... aveva già fatto il suo bel casino... cioè, questa scommessa ne ha  combinate di tutte i colori, e secondo me è meglio impedirle di causare altre catastrofi. E poi... forse un po’ era per farmi perdonare per ciò che è successo alla festa. – arrossì. Per quale stupidissimo motivo aveva detto queste cose? In che situazione si era cacciato! Dopo questa frase sicuramente a Pan sarebbe venuto il diabete! Ma che diavolo stava combinando?!
Pan prese tempo, prima di rispondere. Spostò altre due bottiglie e trovò un paio di stracci. Afferrò una sportina e ve li gettò dentro, senza riuscire a guardare il ragazzo.
Ora o mai più, si disse infine la mora. 
A questo punto, bisogna arrivare al nocciolo della questione, pensò Trunks, stringendo i pugni per farsi coraggio.
- Devo dirti una cosa! – sbottarono, nello stesso istante. 
Sgranarono gli occhi e arrossirono.
– Prima tu – aggiunsero, di nuovo in coro. 
Ridacchiarono entrambi, imbarazzati, e distolsero lo sguardo l’uno dall’ altra.
– Prima tu – ripetè Pan, prendendo di nuovo tempo. Affondò le mani nelle tasche e respirò a fondo. Non poteva credere di essere diventata così fifona, tutto d’ un tratto!
- Io... – boccheggiò Trunks, infilandosi le mani in tasca. Non si era mai sentito in imbarazzo come in quel momento. – Io, Pan... io devo dirti una cosa – Che idiota. Questo l’ha capito, cretino! – Oh, insomma... io credo di... penso che tu... cioè, credo di... credo di essermi preso una bella cotta per te, ecco. - 
Pan sussultò a quelle parole. Non... non era possibile. Arrossì violentemente e alzò lo sguardo su di lui, trovandolo nella sua stessa identica posizione e, perdipiù, rosso in volto –se non come lei, forse addirittura di più. E scoppiò a ridere. Per la felicità, in parte, e un po’ anche per l’ assurdità della situazione. 
Lo vide alzare lo sguardo su di lei e accigliarsi. – Ecco, lo sapevo. Scusa, tu di sicuro avrai altro per la testa...- brontolò, scontento. Voltandosi per andarsene. Si sentiva un perfetto idiota. Avrebbe dovuto tenere il becco chiuso. Ora magari Pan non gli avrebbe nemmeno più rivolto la parola. Perfetto. Già, era perfetto: un perfetto idiota! 
- No! – gridò Pan, per farmarlo. – No, aspetta, non ridevo per quello! – si giustificò, afferrandolo per un braccio. Ed ecco Pan Son che ne combina un’ altra delle sue, pensò. Complimenti, ragazza.
Lui la guardò interrogativo. 
Lei scosse il capo e arrossì prima ancora di parlare. – Anche io – disse infine. 
- Anche tu...? - 
- Anche io mi sono presa una cotta per te.- spiegò tutto d’un fiato. – Una cotta che ho dalle elementari, tra l’ altro. – aggiunse a mezza voce, distogliendo lo sguardo da lui. 
Trattenne il fiato. E ora? Cosa sarebbe successo? Sarebbe scappato urlando? Le sarebbe scoppiato a ridere in faccia, dicendo che lui in realtà stava scherzando? 
- Oh – lo sentì borbottare. – Allora siamo in due - 
Pan alzò lo sguardo e lo vide, rosso in viso, che le sorrideva. Lei ricambiò il sorriso, timidamente, arrossendo a sua volta. Ultimamente non faceva altro che arrossire, si rese conto. 
- Pan! Trunks! Venite a vedere! – 
Sentirono il grido di Bra venire da fuori. 
Trunks scosse il capo. – Chissà che ha trovato – borbottò, e prese la ragazza per mano. 
Lei per un attimo rimase stranita dall’ azione del Brief, ma poi strinse la mano di lui, sentendo le farfalle nello stomaco. Recuperò la sportina con gli stracci per la polvere e si lasciò condurre fuori dal ragazzo.
- Che c’è? – chiese la mora, uscendo in cortile, ma ebbe bisogno di alcuna risposta, vide da sè ciò che c’era da vedere: Goten stava faticosamente pedalando in strada, a bordo di un veicolo che decisamente si abbinava a perfezione con il suo comportamente di quel giorno. 
- Il mio triciclo! – gridò la ragazza, stupita, tre le risate di Marron e Ub. Subito dopo, anche lei e Trunks scoppiarono a ridere. 
- Sei ridicolo! – lo informò la ragazza dai capelli turchini, trattenendo a stendo un sorriso divertito. 
Goten, in tutta risposta, fece un’ inversione a U, pedalando ad una velocità ridicola –e non solo la velocità lo era-, ‘sfrecciò’ verso Marron, che per evitarlo finì addosso a Ub. Lui la abbracciò, mentre Goten continuava il suo teatrino. Il moro si fermò proprio di fronte alla Brief e le fece l’occhiolino. – Che ne dici di fare un giro a bordo, pupa? - 
Lei inarcò un sopracciglio. – Ma per favore! – lo snobbò, voltandosi dall’ altra parte. 
Lui tuttavia non si lasciò liquidare, anzi: si alzò, la fece voltare e... la baciò. Tempo un secondo e un sonoro SCIAFF aveva riempito l’aria. 
Pan chiuse gli occhi e mormorò un ‘ahia’. Sulla guancia di Goten lampeggiava il segno della mano della ragazza, che lo stava fissando in cagnesco. – Maniaco! Stupido troglodita infantile! – lo insultò lei, stringendo i pugni. Si morse il labbro inferiore, frustrata. – Non si baciano le ragazze senza permesso! – sibilò, voltando la testa dall’ altro lato.
- Scusa – mormorò il moro, deluso. Aveva proprio l’aria di un bambino a cui era stato soffiato il regalo di Natale un attimo prima di scartarlo. 
- Povero Goten – commentò Trunks, piegando il capo da un lato. – Ha una cotta da paura per... BRA?!?? – fece, stupito. 
La ragazza si era girata di nuovo verso di lui, e gli era saltata al collo, baciandolo con foga. 
- Povero un cavolo! – rise Ub, abbracciando forte Marron, mentre Goten cingeva la vita alla sua nuova ragazza e rispondeva al bacio. 
Pan sorrise, felice per il suo adorato zietto. In cuor suo sperava solo che Chichi non decidesse proprio in quel momento di emergere dalle montagne di scatoloni che avevano trasformato il garage in un labirinto, o le sarebbe venuto un infarto.
- Stavo pensando – le disse Trunks, piano, stringendole dolcemente la mano. – Che forse, uno di questi giorni, potremmo uscire insieme -
Il cuore di Pan perse un battito e si fece pesante di gioia, mentre dal suo stomaco le farfalle erano uscite, e ora stavano svolazzando ovunque, soprattutto nella sua mente, ora annebbiata dai sentimenti. Gli sorrise, al settimo cielo. – Non vedo perchè no! – rispose. 
Si alzò in punta di piedi e gli posò un tenero bacio su una guancia.


Io amo la geometria!

 

Vi ho fatto patire e attendere tanto di quel tempo che a questo punto avreste avuto tutto il diritto di presentarvi sotto a casa mia con tanto di torce, forconi e fiamme ossidriche.

Vi ho rifilato mille scuse –tralaltro tutte vere- per giustificare i miei ritardi.

Vi ho postato capitoli corti che più corti non si può.

Non vi ho risposto alle recensioni per circa duemila volte.

E, ripeto, vi ho fatto aspettare tanti di quel tempo che qualunque persona a questo punto mi avrebbe scritto una trentina di lettere minatorie.

Ma, nonostante tutto, siete ancora qui a leggere.

Che posso dire se non che... vi adoro?

Non merito, non ho meritato e credo che non meriterò mai i complimenti che mi avete fatto, la vostra fedeltà nel leggere la storia e le vostre splendide recensioni.

Capisco e di certo non biasimo chi di voi a rinunciato a leggermi (?), e ringrazio anche le persone che si sono stufate di aspettarmi e hanno abbandonato la lettura. Forse, un giorno, leggere questo enorme ringraziamento che voglio rivolgervi, nonostante voi abbiate rinunciato a starmi dietro.

Per tutti gli altri, il grazie, viene ancora dal più profondo del cuore ed è ancora più grande. Grazie per aver portato pazienza, per non esservi stufati di starmi dietro, per essere rimasti fedeli a Pan, Trunks, Goten, Bra, Marron e Ub, anche se di certo io non vi ho invogliato a farlo con i miei modi di fare. Spero che riuscirò presto a smettere questa orribile abitudine del ritardo, ma... sono dell’ idea che almeno ho portato a termine la storia. Tantissime persone –per motivi svariati, validi e di sicuro migliore di quelli che ho io per i miei ritardi- lasciano le storie a metà. Io stessa l’ho fatto una volta, come potete vedere nel mio profilo ( trattasi di KIRKUS ), e continuo a pentirmene. Tuttavia, la mancanza di ispirazione è difficile da combattere e... sto divagando. Insomma, quel che voglio dire è che vi ringrazio con tutto il cuore per essere giunti fino a qui e per avermi sopportato fino ad ora. So cosa significhi aspettare invano  giorni e giorni che una storia venga aggiornata, e non immaginate quanto mi sento in colpa nel pensare a quante volte l’ho fatta patire a voi, quest’attesa.
spero che, almeno, la storia vi sia piaciuta.

GRAZIE di CUORE, a tutte voi!

 

Grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo. Questa volta vi risponderò, ad una ciascuna ^^

 

 

 Ardesia Nera [Contatta]

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 05/05/10, ore 16:03 - Capitolo 10: Capitolo 9

Ciao, Fiamma ^^

Eccomi qua, ho concluso anche questa dopo tuuuuuuuuutto questo tempo. Come avrai notato su facebook, ultimamente ci sono stati –oltre alla mia solita pigrizia- decine di inconveniente, che –porca miseria- non mi lasciavano finire di scrivere > < Vabbè, su, facciamocene una ragione xD Grazie di essere giunta fino a qui anche tu, grazie di aver commentato e grazie per aver portato pazienza nonstante tutti i miei ritardi, le mie scuse e la mia stupidità. u_u

Sono contenta che almeno la storia ti sia piaciuta ^^

Un grazie di cuore e un abbraccio :)

 VaMpIrA89 [Contatta]

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 03/05/10, ore 14:26 - Capitolo 10: Capitolo 9

Grazieee ^^ Sono contenta che ti piaccia e che tu non ti sia lasciata scoraggiare dalla mia incompetenza, continuando a commentare ** Spero che l’ultimo capitolo ti sia piaciuto

 Melmon [Contatta]

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 03/05/10, ore 13:37 - Capitolo 10: Capitolo 9

Eheh ^^’’ Le storie d’amore iniziano... ma la storia è finita xD Forse avrei dovuto farle partire prima, eh?

Ad ogni modo, grazie mille per aver recensito anche questo capitolo. Come ho già scritto, so come ci si senta a dover aspettare che una storia venga aggiornate... e so anche come si sta quando l’aggiornamento è scadente. > < Spero solo che quest’ ultimo capitolo non abbia lasciato troppo a desiderare.

Un enorme grazie anche a te :)

 Hikarydream [Contatta]

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 01/05/10, ore 20:55 - Capitolo 10: Capitolo 9

Purtroppo, non ho aggiornato presto T.T Spero che perdonerai questo mio ennesimo ritardo, e che quest’ ultimo capitolo non faccia troppo schifo. Mi auguro che ti piaccia e di non aver deluso le tue aspettative! Grazie di cuore per essere arrivata fino a qui, per aver recensito e aver sopportato tutti i miei ritardi T.T

Un enorme grazie e un abbraccio anche a te :)

 

Un grosso grazie a chi ha recensito la storia almeno una volta:

FaNnY sOnNy

NihaL91

Hikarydream

Alix36 (brutta zuccona xD tu hai commentato senza nemmeno leggere una riga! xP)

bulma4ever

Aky8

VaMpIrA89

gaby90

Pan Son

Melmon

Neki

Videl241097

Junna

Laban

ale_db95

Ardesia Nera

 

Un enorme ringraziamento anche a chi ha messo la storia tra le seguite:

1 - ale_db95 [Contatta]
2 - bika 
[Contatta]
3 - DANINO 
[Contatta]
4 - dolcepuffa 
[Contatta]
5 - gaby90 
[Contatta]
6 - Junna 
[Contatta]
7 - kamy 
[Contatta]
8 - Kikka_e_Itachi_love 
[Contatta]
9 - Laban 
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10 - Melmon 
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11 - SweetCherry 
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12 - Truelove 
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13 - Videl241097 
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14 - _Bonnie_ 
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Tra le storie da ricordare:

1 - LunaticMaki [Contatta]

 

E tra le preferite:

1 - aloysia [Contatta]
2 - Ardesia Nera 
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3 - bulma4ever 
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4 - CipDebbi 
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5 - elly 91 
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6 - gaby90 
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7 - Hikarydream 
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8 - Kikka_e_Itachi_love 
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10 - PolvereDiLuna 
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11 - Skathach 
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12 - VaMpIrA89 
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Ringrazio ovviamente di cuore quelle anime pie che hanno solo letto, perchè hanno dovuto portar pazienza anche loro.

Oh, ma mi stavo quasi dimenticando della mia amatissima beta, che, capitolo dopo capitolo, ha reso leggibile quasi l’intera fic. Un grazie infinito a  elly 91

Prima di andarmene del tutto, vorrei dirvi che mi è stato suggerito di scrivere una fanfiction sui personaggi di questa, quando già saranno fidanzati. Se qualcuno è interessato a leggerla –e, a dirla tutta, devo ancora iniziarla, quindi parliamo di tra moooolto tempo – la troverà sul mio profilo.

Se vi andrà ancora di fare due chiacchere con me, dopo tutto il tempo che vi ho fatto aspettare e l’attesa che avete dovuto patire per causa mia, come sapete il mio profilo di Facebook è il posto ideale. Accetto tutti, ma mi farebbe piacere conoscere il vostro nickname, giusto per sapere che non sono stata ggiunta –come capita in continuazione – da persone che non hanno la minima idea di chi caspio zia Yvaine0 o che diavolo sia  XD ( non è obbligatorio dirmi il nickname, accetto l’amicizia anche senza che lo specifichiate ).

Inoltre, sul profilo facebook ( Yvaine Da Efp  ) segnalerò ogni aggiornamento, di ogni storia, per chiunque sia interessato.

 

Ora me ne vado sul serio.

L’ ennesimo ENORME grazie, da parte mia e di Eva.

Yvaine0 - Miki

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