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Gli studenti del settimo anno si riversarono chiacchierando
allegramente nella classe di Difesa contro Le Arti Oscure. I gemelli Weasley si
stavano avviando verso l’ultima fila, come al solito, quando
una specie di cespuglio deambulante li superò di corsa trascinando una
Corvonero bionda. Il cespuglio si lasciò cadere con uno schianto sulla sedia e
aprì la borsa, e solo allora Fred e George realizzarono che il cespuglio era
una Corvonero con un’impressionante quantità di riccioli castano dorato.
L’amica prese posto accanto a lei scivolando sulla sedia con molta più grazia,
e sbuffando si chinò per prendere i libri.
- Ehi bella, guarda
che ci siamo noi in ultima fila -. Disse Fred.
- Un cambiamento non
fa mai male, no? Respirare sempre la stessa aria non è salutare…visuggerisco, in
quanto preoccupata per la vostra salute, di sedervi qui davanti a noi, in
penultima
fila -. Ribattè il cespuglio con un visetto angelico. Aveva
degli occhi luminosi, fra il castano e il verde. L’amica assentì ridacchiando.
- Va bene, va bene, faremo come ci
dice la signora Medimaga -. George si sedette cercando di non ridere e trascinò
il fratello accanto a sé.
- Allora, signora Medimaga, ci vuol dire
qual è il suo nome? - Continuò sorridendo - O preferisce che la
chiamiamo semplicemente signora Cespuglio? -
- Ah ah ah ma che divertente. Comunque mi chiamo Ludovica , Ludo, Dreams, e questa è la
mia migliore amica, Camille Frail. Voi invece siete i famosi gemelli
Weasley suppongo -.
- Supponi giusto, cara mia. Hai davanti le personalità più
in vista di Hogwarts…Perce ti suggerirebbe ti inchinarti,
se fosse qui ad allietarci con la sua piacevole compagnia -. Rispose Fred
gonfiando il petto e imitando i modi pomposi di Percy.
In quel momento entrò la Umbridge e
nella classe calò il silenzio. Nessuno sapeva quanto poteva essere severa la
nuova insegnante.
- Bene, eccovi qui, cari! Voi siete la classe che deve
affrontare i M.A.G.O, non è vero? Prendete i vostri
libri e mettete via le bacchette. Oggi studierete il capitolo 1 “Come Evitare Le Situazioni Pericolose Per La Propria
Incolumità” aprite a pagina 5 e cominciate a leggere. Non ci sarà bisogno di
parlare-.
Con un triste fruscio le pagine vennero
voltate e gli occhi scorsero sulle prime righe.
Dopo pochi minuti Ludo si sentì
picchiettare sul braccio, e si voltò verso Camille.
- Ehi, guarda “…Inoltre il mago che sia
in inferiorità numerica con individui possibilmente ostili dovrebbe
immediatamente cercare di negoziare o di arrendersi incondizionatamente..”
Allora la Umbridge dovrebbe arrendersi e strisciare
subito ai nostri piedi…sarebbe un’ottima dimostrazione pratica, non trovi? -.
Risatine silenziose scossero Ludo e Camille per dieci minuti
abbondanti, e non si sarebbero interrotte se la Umbridge
non le avesse guardate minacciosamente.
- Ludo, facciamo qualcosa di più
interessante…ti va di giocare a battaglia navale? -.
- Ottima idea, Cam! -.
Battaglia navale dei maghi era uguale a quella Babbana, solo
che i disegnini delle navi si spostavano sul foglio e ogni volta che venivano colpiti sfrigolavano e mandavano scintille.
- C7 -.
- Affondato! G4 -.
- Signorine in ultima fila…Quali sono i vostri nomi?- La Umbridge caracollava verso di loro stringendo gli occhi
da rospo. Il fiocco rosa in cima alla testa ondeggiava mollemente come una
grossa mosca flaccida.
- Ludovica Dreams e Camille Frail -. Rispose Ludo
nascondendo in fretta il foglio della battaglia navale.
- E’ italiana, signorina Dreams? -. Chiese la professoressa
con un sorrisino maligno.
- Mia madre è italiana, fiorentina -.
- Cara, vorrei che lei rispondesse così alla mia domanda:
si, professoressa Umbridge, mia madre è italiana,
proviene da Firenze -. Ripeta, per favore.
Ludo ripetè a denti stretti la frase, senza guardare la
professoressa.
- Ed è permesso agli stranieri
frequentare Hogwarts? Dovrò chiedere al Ministro...Non ne
sono tanto sicura, sa, cara…-. Disse lentamente, sorridendo.
- Certo che è permesso! Ci sono tantissimi stranieri a
Hogwarts! E poi Ludovica è solo per metà italiana -.
Esclamò Fred alzandosi in piedi.
- Gli studenti quando vogliono parlare in classe mia alzano la mano, signor…?-.
- Weasley. Comunque, lei non ha
nessun diritto di trattare Ludovica così solo perché è italiana! -.
- Punizione, Weasley -. Disse dolcemente la
Umbridge, con gli occhi che brillavano. - Non le permetto di criticare
il mio modo di relazionarmi con gli altri studenti -.
- Ehi! Fred non ha fatto niente! Non può punirlo così! -.
Ludo tremava di rabbia. Si alzò anche lei in piedi accanto a Fred.
- Punizione anche per lei, signorina Dreams. Per lo stesso
motivo del signor Weasley. Siete pregati di presentarvi stasera alle otto nel
mio ufficio -. Ludo stava per ribattere ancora qualcosa, ma Camille la prese
per un braccio e la fece sedere di nuovo, impedendole di aggravare la sua già
precaria posizione.
- Ma guarda un po’ quella brutta
vecchia megera…spero proprio che cada dalle scale inciampando in quelle stupide
scarpe rosa…-. Sibilò ferocemente la Corvonero.
- Che schifosa maligna! tu e Weasley non avete fatto nulla…Spero che non vi punisca
troppo severamente…- Le rispose solidale Camille.
Cap. 2 Punizione
Fred stava aspettando davanti all’ufficio della
Umbridge che arrivasse anche Ludovica. Dopo pochi minuti il cespuglio
deambulante spuntò sbuffando dalle scale, masticando ancora un pezzo di torta.
- Eccoti qua! Pronta per la nostra serata divertente? -.
Chiese Fred sorridendo.
- Certo, come no. Non vedo l’ora -.
Rispose lei sarcastica. Era piccola e piuttosto bassa, ma aveva braccia robuste
e emanava un’aria di minaccia repressa. Gli occhi
verdicastani mandavano lampi. Fred pensò che doveva
essere abbastanza forte per essere una ragazza, e di sicuro l’aggressività non
le mancava. Non avrebbe voluto avercela come nemica, si disse.
- Prego, prima le signore -. Disse Fred aprendo la porta e
facendola entrare per prima nell’ufficio della Umbridge.
Lei lo fulminò con un’occhiata assassina.
- Prego, signorina Dreams, signor Weasley. Oggi ricopierete
alcune frasi per me. No, non con le vostre piume - Disse vedendo che i ragazzi
stavano tirando fuori la roba - Con alcune mie -.
Allungò ai due un paio di piume nere e li fece sedere.
- Scusi, ma non ci ha dato l’inchiostro -. Ludo la guardava
con tutto l’odio che era possibile mettere in un’occhiata.
- Non vi servirà, cari. Desidero che voi scriviate “ Non
devo mancare di rispetto alla professoressa Umbridge”-.
I ragazzi iniziarono a scrivere in silenzio. Un brillante inchiostro rosso tracciava le parole. Fred non capì che
cos’era finchè non sentì Ludo gemere. Si girò a guardarla: sul dorso della sua
mano destra (era mancina) era apparsa incisa nella pelle la frase che la Umbridge aveva ordinato loro di scrivere. Inorridito, si
portò agli occhi la mano sinistra: colava sangue.
La Umbridge alzò la testa e sorrise
leziosamente.
- Avete bisogno di qualcosa, cari?
- Chiese dolcemente.
- No, affatto, professoressa. - Rispose Fred a denti
stretti.
Dopo qualche minuto, qualcuno bussò alla porta: era Gazza.
- Desidera qualcosa, signor Gazza? -
- Ecco, signora professoressa, io…-
Mentre la Umbridge e Gazza
parlavano sulla soglia, Fred smise di scrivere e si girò verso Ludo.
- Tieni - Disse mettendole in mano un pezzo di torrone con
un’estremità gialla e l’altra marrone.
- Torrone Sanguinolento. Mangia la parte gialla e inizierai
a sanguinare. Quando la vecchia rospa ci manda in
infermeria butta giù quella marrone, ok? Tiri Vispi Weasley,
Merendine Marinare - Disse con un ghigno.
- Wow! - Esclamò ammirata Ludo - Te e tuo fratello siete dei
geni! -
- Adesso! - Le ordinò Fred vedendo che la Umbridge
tornava verso di loro.
- Silenzio, silenzio, signor
Weasley! Non vorrà mica prolungare la sua punizione, vero? - Disse con una
risatina leziosa.
Fred e Ludo inghiottirono il torrone:
dopo pochi secondi, iniziarono a sanguinare copiosamente dal naso, inzuppando i
frivoli centrini della Umbridge.
- Signor Weasley, signorina Dreams! Che
vi succede? - Esclamò disgustata la professoressa.
- Vede, prof, abbiamo tutti e due
una terribile malattia… -. Rispose Ludo inghiottendo il sangue.
- Già, prof, si chiama Rospite…si presenta con terribili
emorragie improvvise..- Continuò Fred cercando di non
ridere.
- Andate subito in infermeria! E
state lontani da me! - Strillò la Umbridge allontanandosi
il più possibile da i due studenti.
Fred e Ludo uscirono correndo
dall’aula, e non si fermarono finchè non ebbero voltato l’angolo. Lì mangiarono
la parte marrone, e smisero quasi immediatamente di sanguinare.
- E’…- Disse Ludo appena riuscì a parlare - Assolutamente
fantastico! Me ne venderesti un po’, di queste Merendine Marinare? -
- Certo, volentieri…Ma adesso dove andiamo? Non possiamo
mica girare per il castello coperti di sangue a questo
modo!-
- Andiamo a lavarci al lago, ti va?
-
- Ottima idea! -
I due ragazzi si incamminarono
chiacchierando verso l’uscita, stando attenti a non farsi sorprendere da
nessuno.
- L’hai vista, la vecchia megera, come strillava? -
- Già…Si allontani, signor Weasley! Stia lontano da me!-
Rise Fred imitando la Umbridge.
Arrivati sulla sponda del lago, si lavarono il sangue dal
viso e si sedettero sull’erba. Ludo alzò gli occhi alla splendente luna piena
che brillava intensamente.
- Ludo, hai ancora un po’ di sangue qui…- Mormorò Fred
sfiorando la guancia tonda della Corvonero. Ludo prese la mano di Fred
fermandola contro il viso.
- Ehi, che mani calde hai! -.
- Per cucinarti meglio! - Rispose Fred ringhiando -
Cappuccetto Blu -.
- Vorresti mangiarmi, eh? Ma non
hai fatto i conti con Cappuccetto Blu mani gelate! - Ribattè Ludo infilando le
dita ghiacciate nel colletto di Fred, che balzò in piedi strillando.
- Mi ricordi tanto il pupazzo di neve che si fa a
Natale…anche per la grazia dei movimenti, intendiamoci!
-.
- Ehi! Non si dicono queste cose alle ragazze! Adesso Cappuccetto
Blu si approprierà del tuo calore vitale! - Esclamò
Ludo alzandosi e inseguendo Fred nel tentativo di rinfilargli le mani gelide
sotto il maglione.
- Aiuto il Mostro Succhiacalore mi insegue!
Sto per svenire di paura! - Disse Fred allontanandosi però dal raggio d’azione
della Corvonero. Poi si gettò sulla ragazza placcadola e stringendole i polsi.
Lei si dibattè un po’ ma poi si arrese, borbottando:
- Non vale! Te sei molto più pesante e forte di me -.
- Bella, sei tu che hai attaccato battaglia, quindi non ti
lamentare -.
- Però adesso mollami! -.
- Neanche per sogno…chi mi garantisce che appena ti faccio
alzare non provi a trasformarmi in grazioso ghiacciolo dai capelli rossi? -.
- Ehi, eccovi qui! Vi abbiamo cercato per tutto il castello…Com’è
andata la punizione? - George e Camille stavano correndo verso di loro, quando
George notò che Ludo era distesa sotto il gemello e
lui le teneva le mani.
- No, niente, niente…-. Ludo però arrossì e sfilò
rapidamente le mani da quelle di Fred. Si alzò e si avvicinò a Camille
ringraziando mentalmente il fatto che l’oscurità della notte nascondesse le sue guance cremisi.
- Siete sicuri? - Chiese maliziosamente Camille.
- Se intendete un brillante scambio di
battute allora sì. - Ribattè Fred tranquillamente. George, però sorrise
nel buio. Poteva quasi sentire le orecchie del gemello andare a fuoco sotto i
capelli rossi.
- Allora penso che sia ora di andare a letto, non trovi,
Fred? -
- Ben detto, George.- I gemelli si alzarono e salutarono,
dirigendosi verso il castello.
- Allora? - Chiese Camille guardando l’amica di sottecchi. -
Cosa è successo fra te e Weasley? -
- Assolutamente nulla! - Esclamò Ludo arrossendo ancor di
più.
- Si, è vero quello che dici quanto è vero
che la Cooman è sana di mente…- Ridendo, Ludo disse:
- Davvero, niente di compromettente, ma se vuoi mi confesso.
Ecco, vedi, eravamo nell’ufficio della Umbridge e…-
Chiacchierando fitto fitto, le due amiche si allontanarono verso la torre dei
Corvonero.
La mattina dopo Fred e George scendevano sbadigliando le
scale in compagnia di Lee Jordan.
- Il profumo di brioches appena sfornate è
l’unica cosa che mi spinge a compiere questo terribile sforzo a quest’ora nel
cuore della notte…- Disse Fred con voce impastata.
- A proposito, che stavate facendo, tu e la signora
Cespuglio, ieri notte prima che io e la sua amica vi trovassimo?
-. Chiese George curioso, scrutando il gemello.
- Fred è stato con una ragazza?! -
Chiese urlando Lee, sbalordito.
- Parla un po’ più forte e ti ficco questa Pasticca Vomitosa
in bocca! -. Lo redarguì George.
- Grazie, fratello -. Disse Fred un po’ stupito dall’ ardore del gemello.
- Già…perché devo essere io a dare la notizia al mondo! -.
Ribattè George con un ghigno.
- Comunque non è successo nulla di
eclatante. Siamo sfuggiti alla vecchia rospa con un po’ di Torrone
Sanguinolento e così siamo andati a sciacquarci al lago. Mi
chiesto di venderle un po’ di Merendine Marinare, a proposito -.
- Ottimo! Possiamo venderle delle Pasticche
Vomitose e dei Fondenti Febbricitanti, ormai sono quasi perfetti -.
- Non cercate di sviare il discorso…- Disse Lee sorridendo.
- Allora, com’è questa ragazza? -
- Non è una ragazza vera e propria, è una specie di
cespuglio mutante…- Ridacchiò George
- …Fuggito dalle serre della Sprite -. Concluse Fred.
- Non mi sembrano parole molto lusinghiere -. Osservò Lee.
- E tu, prima di metterti con la
Sackman, non ne parlavi mai male? - Sogghignò George.
- Ma no, forse l’hai fatto una
volta…-
- …Ora che ci penso, anche due…-
- …Una decina…-
- …Tutto l’inverno…-
- …Tutto l’anno…-
- Va bene, ho afferrato il
concetto! - Esclamò Lee alzando le mani in segno di resa. - Me la fate almeno
vedere? - Continuò allungando il collo, in cerca di strane piante semoventi.
- D’accordo, amico - Disse Fred.
- Avrai il privilegio di conoscere la prima pianta che abbia mai fatto girare la testa a un ragazzo! -
- Ehi! - Fred allungò un pugno sulla spalla muscolosa del
gemello - George, vuoi che racconti di quando ti sei
sbaciucchiato i primi galeoni che abbiamo guadagnato? - Continuò Fred
minaccioso.
- Ma sei l’hai fatto anche tu! -
- Cosa c’entra…-
In quel momento, qualcosa di soffice e voluminoso urtò
George dalle parti del gomito, facendolo barcollare. Abbassando lo sguardo, i
ragazzi videro nientemeno che…
- Ciao ragazzi! Come va? Scusate ma
sono in ritardo per Trasfigurazione, devo scappare! - E
con questo, Ludovica Dreams si congedò e riprese a correre a perdifiato lungo
il corridoio, con la borsa che le sbatteva contro le gambe.
- Quella era…? - Chiese Lee basito.
- Esatto, la nostra amica vegetale! - Rise Fred indicando la
coda del mantello della ragazza che svaniva all’angolo del corridoio. Poi si
sentì picchiettare gentilmente il braccio, e per la seconda volta in due minuti
abbassò lo sguardo verso il gomito.
- Scusate, Weasley, avete mica
visto Ludo? - I tondi occhi blu di Camille li fissavano con apprensione.
- Si, è passata adesso…-
-…Correndo come un ciclone. Perché?
-.
- Si è svegliata, ha visto l’ora, si è vestita a tempo di
record senza farmi spiccicare una parola, e si
lanciata verso l’aula di Trasfigurazione…senza ricordarsi che è sabato.-
Concluse afflitta.
- Non è possibile…- Disse Fred strozzandosi dal ridere.
- Senza…ricordarsi…che è sabato… - George aveva le lacrime
agli occhi dalle risate.
- Questa è meglio…delle vostre…- Lee si era aggrappato a
Camille per non cadere a terra, e si teneva le mani premute sulle costole.
- Povera Ludo! Pensate quando
entrerà lì, non troverà nessuno e si ricorderà che è sabato! -
Figurandosi la scena, i gemelli Weasley e Lee ulularono
ancora di più per le risate. Perfino sul volto ansioso di Camille apparve un
sorrisetto, mentre tentava di sorreggere Lee che stava quasi per finire sul
pavimento. Quando Fred e George si furono calmati abbastanza
da poter respirare senza soffocarsi, chiesero in coro:
- Venite a Hogsmeade? -
- Noi dobbiamo andare là…-
- …Per comprare alcune cose da Zonko… -
- …E poi Hermione Granger ci ha chiesto… -
- …Se volevamo venire a una
riunione per contrastare la vecchia rospa… -
- Volete venire anche voi? - Chiesero, di nuovo in coro.
In quel momento, Ludo spuntò da dietro Camille. Ansimava, e
si teneva una mano sul fianco. I suoi occhi erano spalancati in un’espressione
di totale stupore.
- Mi sono accorta solo ora che è sabato! - Disse battendosi
una mano sulla fronte con energia. - Si può essere più stupidi? -
- Non credo, cara mia - Sogghignò George scatenando un altro
attacco di risate folli nel gemello e nell’amico. Camille trattenne con molta
difficoltà l’amica dal saltare addosso ai tre.
- Comunque - Disse Lee appena si fu
ripreso - Venite a Zonko con noi, allora? -
- Ma guarda un po’ se io vado a Hogsmeade con un branco di…-
Cominciò Ludo, ma si interruppe, poiché Camille le
stava strattonando il braccio con energia.
- Ascolta, Ludo - Le sussurrò trascinandola un po’ più lontano - Quando non c’eri hanno parlato di una certa
riunione per contrastare la Umbridge indetta dalla Granger, potrebbe essere
interessante, no? -
- Sì, hai ragione, però la Granger mi sta antipatica -
Rispose Ludo con una smorfia.
- E dài, non è così male. E’ solo
un po’ saputella, tutto qui -.
- Un po’?!Comunque,
se lo dici tu -.
- Già, proprio così. E poi -
Aggiunse come ripensandoci - Lee è molto simpatico, non credi? -
Un vago rossore si soffuse sulle sue guance pallide.
- Va bene, va bene! - Disse Ludo
notando il colorito dell’amica - Andiamo dunque! -. Si voltò verso i ragazzi e
urlò, facendo voltare tutto il corridoio, che sarebbero
andate con loro, le avrebbero trovate ai cancelli dopo colazione.
Quella mattina tirava un freddo, tagliente vento che si infilava sotto i colletti facendo rabbrividire gli
studenti. Ragazzi infagottati nei cappotti si allontanavano in direzione di
Hogsmeade, a testa bassa, con le mani in tasca e le sciarpe che svolazzavano
dietro. Ai margini della Foresta Proibita, Hagrid dava da mangiare a un grosso Schiopodo Sparacoda.
Fred, George e Lee Jordan erano seduti su una panchina di
pietra davanti ai cancelli. Lee era avvolto in una pesante sciarpa di lana
rossa fino agli occhi, così che sembrava un beduino freddoloso, mentre i
gemelli sfoggiavano un paio di berretti blu con il pompon e una lettera gialla
“F” e “G”, made-in-Weasley ovviamente.
- Non mi sento più i piedi -. Si lamentò George gettando
un’occhiata afflitta agli scarponcini marroni.
- Se non arrivano subito, giuro che le strappo
quella criniera che si ritrova e ci faccio una sciarpa da competere con quelle
di nostra madre -. Aggiunse Fred rabbrividendo e strofinandosi le braccia con
energia. Il loro fiato si condensava in nuvolette biancastre che aleggiavano
intorno ai loro visi sfiorandoli gentilmente. Lee annuì vigorosamente alle
parole di Fred, affondando ancora di più il mento nel collo di coniglio.
- Ludo, aiutami a cercare i guanti gialli! -. Camille, con
un braccio infilato nella manica nel grazioso cappotto arancione e l’altro
immerso nel baule nel quale aveva cacciato anche la testa, stava tirando fuori da esso un’impressionante quantità di capi di vestiario,
spargendoli per tutto il dormitorio.
- Ma ti sto già aiutando, Cam! - La
voce di Ludo proveniva da sotto il letto dell’amica. Si rialzò sputacchiando. -
Bleah, è pieno di polvere là sotto…Chissà quant’è che non ci guarda un elfo
domestico. Cam - Continuò poi in tono paziente - Perché non ti metti
semplicemente quelli bianchi e andiamo? Siamo già in ritardo, e i Weasley e Lee
- Calcò particolarmente su quest’ultimo nome- Ci stanno aspettando. -
La testa bionda di Camille emerse dal baule. -Va bene, mi metterò quelli bianchi.- Disse sconfitta.
- Però, mi farebbe davvero piacere
sapere dove sono andati a finire quelli gialli. Aspetta, forse li ho lasciati
alla Guferia ieri sera…-
- Cam! Dobbiamo andare! Muoviti! -
- Arrivo, arrivo! -
Pochi minuti dopo, le due amiche salutavano
trafelate i ragazzi. Le nuvolette di condensa le avvolgevano
completamente, a causa del respiro affannato dovuto a
una spettacolare corsa giù per le scale dalla torre dei Corvonero fino ai
cancelli.
- Ma sei sempre di corsa, tu? -
Fred apostrofò Ludo con un’aria falsamente severa.
- E’ colpa mia, questa volta. Non trovavo
i guanti.- Interloquì Camille.
- Ma se li hai addosso? -
- Devi sapere - Iniziò Ludo con una smorfia - Che le persone
per bene non possiedono meno di almeno una ventina di paia di
guanti diversi, e non si possono assolutamente mettere i guanti che non si
abbinano perfettamente con il cappotto -. Camille cercava di tapparle la bocca, ma Ludo continuava a parlare, imperterrita. - Se mettono i “guanti sbagliati” catastrofe! Tragedia
nazionale! Oh, cosa vuoi che siano i Mangiamorte in confronto a sbagliare il
colore dei guanti? -
Camille la rincorreva intorno ai gemelli ridendo. Quando
l’acchiappò le sferrò un nocchino e le diede una spinta,
mandandola a finire addosso a Fred, che la prese al volo evitandole un trauma
cranico.
- Ma come siete violente, voi
femmine! - Disse aiutandola a rialzarsi.
- Sentite, tutta questa conversazione è molto interessante,
ma che ne direste di andare? - Interloquì Lee.
- Già, anche se rimarrei volentieri qui ad abbronzarmi,
dobbiamo andare a Zonko -. Aggiunse George battendo i denti.
- E la Granger ci sbranerà se non
andiamo alla Testa di Porco. - Concluse Fred.
I cinque si incamminarono verso
Hogsmeade ridendo e facendo battute. Camille continuava a lanciare occhiate di
sbieco a Lee, credendo che nessuno la vedesse. Ma si
sbagliava: la mente diabolica dell’amica era già in subbuglio. Cam è troppo
timida per farsi avanti da sola, ragionò Ludo senza
smettere di chiacchierare. E Lee la ignora bellamente,
ma ha ragione, perché Cam non ha ancora spiccicato parola, anche se lui le ha
già fatto qualche domanda. Bisogna trovare qualcosa che sblocchi la situazione…
- Ehi, ragazzi, attenti, c’è del ghiaccio più avanti -. Dean
Thomas e Seamus Finnigan venivano verso di loro. Per qualche strana ragione, il
dietro dei loro pantaloni era fradicio.
- Duro - Dean fece una brutta smorfia.
- Granitico, direi -. Aggiunse Seamus.
- Grazie, ragazzi. Vedremo di non caderci sopra…-
- …Come avete fatto voi.- Fred e George avevano stampato in
faccia un sorriso ironico.
Ghiaccio…perfetto. Pensò Ludo mentre
osservava i due Grifondoro allontanarsi. Pochi metri più avanti, una liscia
superficie congelata ricopriva l’ultimo tratto di strada per arrivare a
Hogsmeade. George la saggiò con il piede, rischiando di cadere bocconi appena
lo poggiò sul ghiaccio.
- Mi sa che dobbiamo stare attenti qui…Quelli…ehm…non dotati
di un grande equilibrio - E il suo sguardo dardeggiò su Ludo e Camille - E’
meglio che stiano vicino a qualcuno un po’ più stabile -.
- Anche se sono provvisti di un cuscino
incorporato per proteggersi la testa -. Aggiunse Fred indicando la
matassa riccioladi
Ludo. - Io non ho bisogno che qualcuno mi faccia da
stampella -. Replicò lei - Soprattutto se quel qualcuno mi prende in giro -.
- Ah no? Be’, allora, se non vuoi una semplice stampella,
avrai il servizio extra Lusso! -. Fred si chinò, afferrò la Corvonero per la
vita e se la caricò sulla spalla, con la testa che ciondolava sulla schiena del
rosso.
- Ehi! Mollami! Mettimi subito giù! Lasciami andare!
-Strillò Ludo tempestandolo di pugni e cercando di divincolarsi.
- Come vuoi, come vuoi…ma siamo già
sul ghiaccio, ti avverto - Fred la spinse un po’ più giù, ma siccome Ludo era
una trenta centimetri abbondanti più bassa di lui ancora non toccava terra.
- Aaahhhh non mi lasciar cadere ti prego!!
- Urlò Ludo abbarbicandosi alle larghe spalle di Fred.
- Non sul ghiaccio! - Stridette, ormai era
più percepibile dai pipistrelli che da un essere umano.
- Come cambiamo idea in fretta, signorina…ma
va bene, ti tengo su. Anche se per essere così piccola
non sei certo leggera! -
Ludo sospirò di sollievo. L’ultima cosa che desiderava era
capitombolare sul ghiaccio facendo uno scivolone degno di un pinguino
particolarmente goffo. Ma anche da quella postazione piuttosto inusuale, con la visuale rovesciata e i capelli che le
pendevano davanti agli occhi, poteva mandare in porto il suo piano.
- George, perché non fai tu da apripista? -
Chiese vedendo che l’altro gemello si era avvicinato a Camille. - Cam
può sorreggersi a Lee in caso di bisogno, no? - Continuò sempre penzolando
dalla spalla di Fred.
- Ok, come vuoi.-
Il quintetto si avviò cautamente sulla strada ghiacciata,
sempre con Ludo che scrutava il mondo capovolto da dietro il gomito di Fred.
Adesso, pensò mentre Camille e Lee la superavano perché Fred si era fermato per
sistemare meglio il suo “dolce” carico sulle spalle. Allungò svelta la mano, e
diede una leggerissima spinta a Camille, la quale, già
in precario equilibrio e distratta dalle chiacchiere di Lee, scivolò
all’indietro e cadde come una pera cotta fra le braccia di quest’ultimo.
Quando la bionda alzò gli occhi blu
e si trovò quelli color cioccolato del ragazzo a circa due centimetri dal naso,
si sentì invadere da un calore nient’affatto imputabile alla “afosa”
temperatura esterna…
- Lee, forse è meglio se anche te prendi in braccio
Camille…- Ludo ringraziò mentalmente George per questa frase, mentre l’amica,
ormai anche lei a testa ingiù, le scoccava uno sguardo mezzo assassino e mezzo
riconoscente.
…………………………………………………………………………………………………………
Allora, ecco un’ altro capitolo
della mia prima fanfic…vorrei ringraziare beautiful_disaster per aver recensito
il mio lavoro…grazie mille mi hai dato un po’ di fiducia XD. Vi prego recensite!!! Vi piacciono Ludo e Cam? Sono simpatiche?E’ la mia prima fanfic quindi siate clementi…ciao!!
Il commesso di Zonko alzò gli occhi stupito quando vide i
suoi più assidui clienti entrare con due ragazze in spalla.
- Fred, adesso mettimi giù, per favore. Sono capace di
camminare da sola, grazie.-
- Certo, come desidera la signora - Fred la scaraventò senza
tanti complimenti in uno scatolone di “ Pullover
Auto Restringenti: imprigionate i vostri amici nei loro golf!” da cui Ludo
emerse con colorati fili di lana che la ricoprivano tutta, facendola sembrare
un gomitolo gigante. Tentò un paio di passi ma, ingarbugliata com’era, inciampò
in un golf sfilacciato rosa shocking cadendo rovinosamente ai piedi di George.
- Ecco a voi la signorina Io-so-camminare-da-sola-grazie - Disse George godendosi la scena di
Ludo che tentava di rialzarsi, inciampava di nuovo e si aggrappava
disperatamente al bancone per restare dritta.
- Aiuto! Qualcuno mi venga a liberare! - Implorò la ragazza
saltellando verso Lee e Camille. Quest’ultima, scesa dalle spalle di Lee, la
snodò caritevolmente dai fili di lana e la aiutò a rimettersi in piedi.
- Sai, Ludo, stare con te è veramente divertente, sei una
barzelletta perpetua -. George sorrideva all’indirizzo della Corvonero che
sembrava sul punto di macchiarsi di un terribile gemellicidio.
- Ludo, non vale la pena di andare in prigione per due I.F.F come loro, non trovi? - Disse
Camille stringendo un braccio dell’amica.
- Hai ragione, ma… - Ludo fissava i gemelli Weasley con uno
sguardo che lasciava intendere che solo ed esclusivamente per amor di Camille
non li uccideva seduta stante.
- Che vuol dire I.F.F?
- Sussurrò Lee a Camille.
- Imbecille Formato Famiglia - Mormorò Camille in risposta.
- Senti, Cam, perché non lasciamo i ragazzi ai loro acquisti
e andiamo a bere qualcosa di caldo ai Tre Manici di Scopa? -
- Va bene. Passateci a prendere quando avete finito, ok? -
Detto questo, le due ragazze uscirono e, stando ben attente a non scivolare sul
ghiaccio, si avviarono verso il pub di Madama Rosmerta.
Fred le guardò finchè non scomparvero alla vista girando
l’angolo.
- Che caratterino, il Cespuglio, eh? -
- Si, ma è anche molto simpatica, no? Anche la sua amica non
è male. -
- Un po’ timidina, ma sicuramente più normale di Ludo -.
- Ma a noi piacciono le ragazze fuori dal comune, non è vero,
Fred? - Disse George con un ghigno allungando una gomitata al gemello, le cui
orecchie diventarono rosso fuoco. Fred si girò verso il commesso e cominciò a
discutere ad alta voce il prezzo di una scatola di fuochi d’artificio. Lee si
chinò verso George e gli sussurrò: - Fred ha una cotta per lei? -
- Diciamo che non gli dispiace, ecco. E noi abbiamo gusti
difficili in materia di ragazze, lo sai -.
Lee sospirò. Lo sapeva benissimo. Aveva passato tutta l’estate
a cercare di consolare la sorella, la quale, innamorata di George, non si
riusciva a capacitare del fatto che i gemelli Weasley non volessero una ragazza
bella, ma una simpatica e spiritosa, e in solo in secondo luogo carina. Si
ricordava benissimo i lunghi piagnistei increduli della ragazzina, avvenente ma
assolutamente priva di senso dell’umorismo, che aveva turbato i suoi pomeriggi
mentre cercava di trovare un modo per far esplodere un cioccolatino appena lo
si mordeva.
- George, vuoi che vada a fare una bella chiacchierata con
Angelina quando torniamo? - A Fred bastò vedere la faccia terrorizzata del
gemello per sapere la risposta. - Allora lascia stare, ok? -
Ludo e Camille erano sedute a un tavolino nel caldo e
accogliente locale dei Tre Manici di Scopa, sorseggiando due Burrobirre, la
bevanda tipica.
- Cam, te mi devi un grosso grazie -.
- Ludo, lo sai che queste situazioni mi mettono in
imbarazzo! -
- Ti piace Lee, non puoi negarlo. Io ho solo dato una
spintarella alla vostra confidenza reciproca -.
- Una spintarella piuttosto fisica, direi -.
Mentre le due amiche discutevano, Pansy Parkinson,
l’insopportabile Prefetto dei Serpeverde, si avvicinò al loro tavolo seguita da
Daphne Greengrass, odiosa quasi quanto lei.
- Ma guarda chi c’è…le Corvonerine con la tresca con i
traditori del loro sangue Weasley! -
- Ma che piacere, Pansy! Ci sei gradita come un esame a
sorpresa -.
- Scommetto che stanno con i Weasley solo perché prestano
loro dei soldi…anche morti di fame come sono, dubito che potrebbero spendere il
loro tempo con delle imbranate come voi per qualche altro motivo -. Disse
Daphne velenosa.
- Mi dispiace, care, ma temo che ci dobbiate privare della
vostra piacevole compagnia -. Esclamò Ludo guardando fuori dalla finestra.
- Perché? -
- Semplice, sta passando il carro dei rifiuti, tutti gli
scarti inutili devono essere consegnati lì -.
Pansy e Daphne restarono un attimo a bocca aperta, stupite
che una Corvonero potesse avere una lingua tanto biforcuta.
- Uno a zero per Corvonero - Mormorò Camille sorridendo.
In quell’istante, due teste rosse e una mora spuntarono da
dietro il vetro, con le braccia cariche di scatoloni con su impresso la scritta
“Zonko”.
- Ragazze! - Lee appoggiò il suo pacco sul tavolo e si
sedette afferrando la Burrobirra di Camille.
- Che freddo…una bella Burrobirra calda è proprio quello che
ci vuole -.
Poi il suo sguardo si spostò sulle due Serpeverde davanti a
lui, seguito da quello di Fred e George.
Stranamente, i loro visi non si deformarono nell’espressione
di disgusto che assumevano in genere quando le vedevano, ma piuttosto si
allargarono in due sinistri ghigni identici.
- Ma sapete leggere, voi due? -. Chiese George con
un’espressione sempre più malvagia.
- Meglio di te, Weasley, di sicuro -.
- Allora non avete visto il cartello “Non sono ammessi
creature mostruose di alcun genere” -. Disse Fred. Pansy e Daphne impiegarono
qualche secondo a capire che avevano dato loro delle creature mostruose, quindi sibilarono come le serpi che erano.
- Come vi permettete, morti di fame…- Gli occhi di Pansy
erano ridotti a fessure.
- Se non volete essere insultate, andatevene. Non vi abbiamo
mica chiesto noi di stare qui -.
- Già, ce ne andiamo, Jordan…stare troppo a lungo vicino a
gente come voi potrebbe farci male -.
Si avviarono verso l’uscita, ma Fred e George non si rilassarono.
Seguirono con lo sguardo le due ragazze che stavano per varcare la soglia.
- Oh, speriamo che funzioni…- A Fred brillavano gli occhi di
una luce sinistra.
- Dovrebbe, fratello…l’abbiamo incantato a dovere…- George
aveva il collo teso verso Pansy e Daphne. Quando queste finalmente furono
sull’uscita, i gemelli le scrutarono eccitati, ma dopo qualche secondo
abbassarono lo sguardo, come delusi.
- Eppure avrei giurato che funzionasse -.
Fred non aveva finito di parlare che dall’architrave della
porta uscì fuori una stellina rossa e borbottante. Il piccolo fuoco d’artificio
volteggiò verso Daphne e le scoppiò in faccia con un botto, lasciando un grosso
bubbone rosso e purulento dove aveva toccato la pelle diafana della ragazza. Lo
sfrigolio della stella che si spegneva fu soffocato da un urlo stridulo di
Pansy: una moltitudine di fuochi d’artificio sprigionatasi con un fragore
assordante dall’architrave si dirigeva verso di loro a gran velocità. Grosse
girandole gialle, comete fosforescenti, scintille blu elettrico, vortici rosa e
verdi correvano verso di loro intrecciandosi e moltiplicandosi, sibilando e
sfrigolando. Le Serpeverde si precipitarono strillando giù per la strada, con i
fuochi che le inseguivano guadagnando terreno; erano così occupate a guardarsi
le spalle che non si accorsero del professor Piton finchè non ci sbatterono
contro. Si ripararono urlando dietro di lui, con l’unico risultato che anche il
professore dal naso adunco venne preso di mira dai fuochi Weasley, e non gli
restò che mettersi a correre anche lui dietro le sue allieve. Fred, George,
Ludo, Camille e Lee li seguirono con lo
sguardo finchè, a una curva, i fuochi fecero una rapida inversione di marcia,
costringendo Pansy e Daphne a uscire dalla strada. Fred tirò fuori la bacchetta
imitato da George:
- Adesso! - I gemelli con un lieve movimento di bacchetta
fecero esplodere il ghiaccio che ricopriva uno stagno fangoso proprio davanti
alle due ragazze e al professore, questi, accecati dalle gocce di fango,
scivolarono con un tonfo dentro la pozza, sollevando una miriade di schizzi
puzzolenti. Ma il momento più bello fu quando Piton alzò la testa coperta di
una viscida sostanza verdastra e si guardò intorno furioso, senza però vedere
nessuno, a causa del muschio putrido che gli colava sugli occhi. Pansy e Daphne
gracchiarono qualcosa di incomprensibile e si tirano su barcollando, cercando
di ripulirsi i vestiti da quella roba disgustosa.
- Voi state cercando di uccidermi - Disse Ludo con voce
spezzata - Se rido ancora mi partiranno le costole! -. Camille si tappava la
bocca con le mani e teneva la testa sul tavolo, con le spalle scosse da
singulti incriminanti, mentre Ludo, Lee, Fred e George non si preoccupavano di
essere visti da qualcuno, e ridevano sguaiatamente picchiando i pugni sul
legno, con le lacrime agli occhi. Quando Fred e George riuscirono a alzarsi si
guardarono e si sorrisero con la complicità che ci può essere solo fra gemelli.
- Dammi il cinque, Forge! -. Disse George ghignando.
- Eccolo, Gred! - Rispose Fred battendo la mano con uno
schiocco su quella del fratello.
Finalmente, ancora ridendo, si accodarono alla piccola folla
che entrava nel locale meno conosciuto di Hogsmeade. Harry, Hermione e Ron
sedevano già a un tavolo sporco in un angolo. Harry
sembrava molto stupito, e fissava il gruppo con espressione vacua. Fred si
avvicinò al bancone.
- Buondì - Disse all’oste, che probabilmente non aveva mai
visto tanta gente nel suo pub. -Possiamo avere…venticinque Burrobirre, per
cortesia? Fuori i soldi, voi, non ne ho abbastanza per tutti…-
Ludo e Cam presero posto accanto a
delle ragazze di Corvonero più piccole: Padma Patil, Luna Lovegood e Cho Chang.
- Fred, George, Lee, venite? - Chiese
Camille agitando la mano all’indirizzo dei tre amici e indicando delle sedie
libere accanto a loro.
- Eccoci, arriviamo. - Rispose Lee accomodandosi accanto a
lei. Le guance di Camille si tinsero di una lieve sfumatura rosa
quando il ginocchio del ragazzo toccò il suo. Hermione incominciò a
parlare della necessità di seguire vere lezioni di
“Difesa contro le Arti Oscure” e di come Harry avrebbe potuto insegnare loro,
interrotta di tanto in tanto da Zacharias Smith, che continuava a lanciare
frecciatine a Harry. Alla fine, scocciati, Fred e George si guardarono
annuendo.
- Non ha detto questo - ringhiò Fred a Smith, che aveva appena
accusato Harry di voler svincolare.
- Vuoi che ti puliamo le orecchie? - Domandò George,
sfilando da una delle borse di Zonko un lungo strumento metallico dall’aria
letale.
- O anche altre parti del corpo, per noi non fa differenza
dove lo mettiamo -Disse Fred. Zacharias non replicò, spaventato dall’attrezzo misterioso, e per tutto il resto
della riunione non aprì più bocca. Alla fine conclusero
che si sarebbero incontrati una volta alla settimana per imparare gli
incantesimi difensivi che la Umbridge non voleva insegnare loro. Firmarono una
pergamena per confermare e uscirono nell’aria fredda e luminosa, ridacchiando
di Zacharias Smith che appena fuori si era allontanato il più possibile da Fred
e George.
- Ragazzi, Harry ha trovato un posto
adatto per esercitarsi…l’appuntamento è per stasera, al corridoio del
settimo piano -. Disse George spuntando al tavolo dei Corvonero una mattina,
mentre Camille e Ludo facevano colazione. Tutti i
Corvonero che erano stati alla Testa di Porco quel sabato
si girarono verso di lui.
- Che aula? - Domandò il bel
Michael Corner, capitano della squadra di Quidditch del
Corvonero.
- In una stanza speciale, ha detto la Granger…ha detto che
la troveremo quando arriveremo -.
Quella sera, Ludo, Cam e gli altri Corvonero si avviarono al
settimo piano. Giunti lì, videro un’elegante porta
lucida che non avevano mai notato prima. Entrarono titubanti, e sorpresi si
accorsero che Harry e gli altri Grifondoro erano già seduti per terra su
soffici cuscini. Ludo e Cam scorsero Fred, George e Lee e corsero verso di
loro. Camille scivolò a terra con grazia, mentre Ludo,
rumorosa come al solito, inciampò in un cuscino e rotolò a terra
rischiando di rompersi l’osso del collo.
- Ma guardi dove metti i piedi, tu,
ogni tanto? -. Domandò Lee spingendo verso di lei un cuscino blu notte.
- Io guardo dove metto i piedi! Sono le cose intorno a me
che si mettono in mezzo per farmi inciampare! - Piagnucolò Ludo
raggomitolandosi sul guanciale.
A quel punto Harry andò alla porta e la chiuse a chiave, quindi
tutti tacquero, tranne la Granger, che, come al
solito, volle rendere la cosa formale e li fece votare per decidere il capo,
anche se era già chiaro che sarebbe stato Harry Potter; poi disse che dovevano
scegliere un nome. Fred propose “Gruppo Il Ministero della Magia è Deficiente”
Ludo e Camille risero, ma Hermione lo guardò malissimo e non gli rispose
neanche. Alla fine si accordarono per E.S:
Esercitazioni Segrete o Esercito di Silente. Iniziarono quindi a esercitarsi con l’incantesimo di Disarmo, Expelliarmus.
- Cam, stai in coppia con me, vero? -
- Certo…- Camille, però, fissava con desiderio Lee che si
guardava intorno alla ricerca di un compagno.
- Oh, mi sono dimenticata di dire una cosa a Fred! Ti
dispiace se sto con lui, Cam? Guarda - Disse afferrando Lee
per un braccio e trascinandolo verso l’amica - Può stare Lee con te, non
è vero? -
Ludo squadrò Lee come sfidandolo a dire di no. - Perfetto! Allora io vado da Fred, buon lavoro! -
- Che ci fai te qui? - Chiese
George mentre Disarmava il suo gemello.
- Affari miei, ma Cam sta con Lee,
quindi io sto con voi due -. Disse Ludo con decisione. Fred allargò le braccia
teatralmente. - Oh, perché mai dovremmo avere il controllo sulla nostra vita? -
- Perché mai una nanerottola con un
cespuglio in testa non dovrebbe dirci cosa fare senza darci possibilità di
scelta? Non siamo mica in un paese libero! - Aggiunse George con un’espressione
drammatica. - Oh, dài, non vi sto mica chiedendo di sposarmi! Dovete solo fare
l’esercizio con me!-
- Ma puoi chiederci qualunque cosa,
o signora e padrona - Disse George inchinandosi sarcastico.
-Sta’
pur sicura che obbediremo - Continuò Fred con’aria strafottente.
- Smettetela, dài, facciamo questo esercizio
-. Fred e George accettarono con l’aria di chi fa una
grande concessione. Praticarono l’incantesimo un po’ a turno, mentre quello che
non faceva niente faceva volar via la bacchetta a
Zacharias Smith, mentre questi tentava di scagliare l’incantesimo su Anthony
Goldstein. Tutti e tre facevano fatica a trattenere le risate
quando Smith urlava contro il povero Anthony accusandolo di barare,
senza accorgersi che pochi metri alle sue spalle i gemelli Weasley e la
Corvonero gli lanciavano la fattura.
- Bene, per oggi basta così - Disse Harry dopo un po’.
Tutti si avviarono verso i dormitori discutendo della
lezione. Fred, George, Lee, Ludo e Cam si salutarono, poi i gemelli e Lee imboccarono la strada per la loro sala comune, mentre
Ludo e Cam si arrampicavano su per la torre di Corvonero.
- Interessante, no? -. Disse Cam riferendosi alla lezione
dell’E.S.
- Già…in effetti penso che ci
tornerà utile sapere come difenderci, e poi farei qualunque cosa per oppormi
alla megera, fosse anche buttarmi dalla finestra per farle vedere che “Il mondo non è totalmente sicuro”-. L’ultima frase la cinguettò nel tono
stridulo della Umbridge. Cam sorrise.
- Io scommetto che non ci vuole insegnare anche perché non è
capace nemmeno di trasformare una tabacchiera in un rospo -. Disse
ridacchiando.
- Se tanto desidera un rospo, non
deve cercare lontano, basta che si guardi allo specchio! -.
- Ma se lei è così determinata a non vedere “cose brutte e malvagie”, non credo che si guardi mai allo specchio -. Replicò
Camille. Ludo scoppiò a ridere.
- Camcam, dici che io dovrei stare a
Serpeverde per la mia lingua biforcuta, ma tu dovresti venire con me…sembri
tanto angelica e poi…-. Camille le diede una spintarella e rise.
Erano arrivate al dormitorio dei Corvonero. Il solito becco
di bronzo chiese:
- I sogni sono dentro di noi o arrivano dall’universo
infinito per vie ai mortali sconosciute? -.
Cam e Ludo si guardarono.
- Direi che arrivano da entrambi, poiché l’universo è dentro
di noi -.
- Risposta interessante…potete
passare -. Disse aprendosi con un lievissimo, dolce cigolio. Le due amiche sparirono
nel passaggio e scivolarono di soppiatto dalla sala comune fino alla stanza in
cima alla torre dove dormivano le sei Corvonero del settimo anno, lì finalmente
caddero addormentate sotto i piumoni color cobalto
(Non prima, però, che Ludo inciampasse sulle scale e rischiasse di impiccarsi
con le tende ).
La sera dopo, Cam e Ludo stavano
giocando a Spara Schiocco nella sala comune quando Ludo si ricordò di aver
lasciato il libro di Pozioni in biblioteca.
- Devo andare a prendere il libro, se non studio Piton mi bollirà
e mi metterà in un vasetto nei sotterranei -.
- Vuoi che ti accompagni? -
- Non c’è bisogno, ci metterò
pochissimo. Aspettami, che quando torno continuiamo la partita -.
- Va bene, cerca solo di non ucciderti inciampando nei tuoi
stessi piedi…-
- Non ti preoccupare, se proprio devo inciampare vedrò di
farlo su qualcos’altro -.
Ludo uscì dalla sala comune e si avviò lungo i corridoi bui.
Ombre morbide scivolavano dietro di lei. Era arrivata in biblioteca, aveva
preso il libro, stava tornando indietro senza ancora essere inciampata nemmeno
una volta e compiacendosi di questo importante
risultato quando si imbattè in uno dei gemelli Weasley che camminava
ondeggiando tenendo in mano un boccale mezzo vuoto di Burrobirra. L’oscurità
rendeva poco riconoscibile la sua faccia, così che Ludo non sapeva quale dei
due fosse.
- Ciao hic Ludo! -
La voce pareva quella di George, ma Ludo non era
sicura.
- Fred o George che tu sia, cosa stai facendo a giro per i
corridoi con un boccale di Burrobirra? -
- Buone hic notizie,
Ludo! Abbiamo hic guadagnato i primi hic cento galeoni hic! -
- Fantastico! -
- E noi e Lee hic siamo andati a hic
festeggiare! - Il gemello aveva il naso rosso, un sorriso a trentadue denti e
gli occhi lucidi.
- Ma dove sono gli altri due,
allora? -
- Non lo hic so! Si saranno hic persi!
- Esclamò allegramente, mettendo un braccio sulle spalle di Ludo e tirandola
verso di sé. - Festeggia anche tu, hic
Angelina! -. Continuò, sempre rivolgendosi a Ludo.
- Tu sei ubriaco -. Disse fermamente Ludo. - Chi sei,
allora? Fred o George? -.
- Non me lo hic ricordo! - Disse scuotendo la testa.
- Potrei essere hic George…o forse hic sono Fred?...Ma
non ci hic chiamavamo…Gred e hic…Forge, noi due? -. Continuò
aggrottando la fronte. - Se sono Fred, allora tu hic sei Ludo…perché a hic Fred piace Ludo hic…e quindi vuole stare vicino hic
a lei…se sono George tu sei hic
Angelina, invece….hic….hic -
- Adesso noi due andiamo al dormitorio dei
Grifondoro, va bene? Te ti metti lì a sedere buono
buono e io vado a cercare quegli altri due, che presumibilmente saranno
nelle tue stesse condizioni -
Ludo mise un braccio intorno alla vita del ragazzo,
sorreggendolo in modo che non beccheggiasse più come una nave in mezzo a una tempesta. - Forza, andiamo -. Disse trascinandolo verso
le scale. Il gemello, Fred o George che fosse, aveva iniziato a canticchiare
una filastrocca le cui parole avevano qualcosa a che fare con le Caccabombe. A un certo punto si chinò verso Ludo e avvicinò la faccia
alla sua. Ludo storse il naso nel sentire un indubbio odore di
alcool provenire dal ragazzo.
- Che cosa c’è? -. Domandò
scostandosi un pochino.
- Mi hic sono
ricordato…-
- Chi sei? - Chiese lei speranzosa.
- No, che se io sono hic
Fred ti dovrei hic baciare, adesso…hic! - Esclamò allegramente. Mise una
mano dietro alla nuca di Ludo e la strinse a sé. Ludo cercò di liberarsi con
uno strattone, ma per quanto potesse essere forte, il gemello lo era più di lei
e non la lasciò andare.
- Mollami! Ascolta, sei ubriaco,
non sai neanche se sei Fred o George: pensa se tu fossi George…cosa direbbero
Fred e Angelina! - Ludo indietreggiò quel tanto che le permetteva il la mano del ragazzo premuta sul collo.
- Se io fossi hic
George, Fred si
hic arrabbierebbe! Forse è meglio se hic
non ti hic bacio…- Disse allentando
la presa.
- Bene, bravo, andiamo al tuo dormitorio adesso…- Ludo
sospirò di sollievo e si riavvicinò al ragazzo. Lui si appoggiò a lei e mosse
alcuni passi insicuri con un’andatura incerta. Purtroppo Ludo, del cui
equilibrio leggendario Hogwarts aveva già avuto molti esempi, non era pronta a
ricevere di nuovo tutto il peso del gemello sulle spalle. Ondeggiò
pericolosamente in avanti, sempre con il gemello accasciato sulla schiena, mise
un piede in fallo e scivolò a terra con un tonfo sordo, trascinando con sé il
ragazzo. Caddero giù per le scale rotolando sui gradini di pietra, con i
capelli di Ludo che rimbalzavano davanti ai suoi occhi impedendole di vedere
qualunque cosa. Evitarono un’armatura per un soffio, ma colpirono una strana
pianta in un angolo, essa si vendicò afferrando una ciocca di Ludo, che si strappò mentre la sua proprietaria continuava la sua folle
corsa involontaria giù per le scale. Alla fine atterrarono scompostamente alla
base dei gradini. Ludo era allungata sul freddo
pavimento di pietra con un peso non indifferente che le gravava sulla schiena,
schiacciandola a terra.
- Non me lihic ricordavo così hic
soffici i hic pavimenti! - Disse il
rosso piacevolmente stupito.
- E’ la mia schiena, scemo - Esalò la Corvonero con quel
poco che le rimaneva di aria nei polmoni.
- E’ hic morbida
-. Osservò il Weasley senza spostarsi di un centimetro.
- Grazie, è il più bel complimento che
nessuno mi abbia mai fatto - Rispose Ludo sarcastica. - Ma
levati, sai, non sei un fantasma -. In quel momento Ludo alzò gli occhi e vide
che un paio di piedi abbastanza lunghi infilati in degli scarponcini marroni
molto consunti stavano giusto davanti al suo viso. In
un istante, ai piedi si sostituì una faccia dall’espressione incuriosita dai
lucenti occhi castani. Ciuffi rossi spiovevano sulla sue gote
lentigginose.
- Ciao hic Ludo -.
L’altro gemello Weasley la fissava sconcertato. - Ciao gemellohic…hic! -. Anche lui era chiaramente del tutto sobrio.
- Ciao! hic sei Forge o hic Gred? -.
- Non lo hic so...però so hic che
lei è hic Ludo! -. Disse trionfante
indicando la figuretta tutta capelli abbandonata sul
pavimento.
- Ma no! Lei è hic un cespuglio hic! -
- Un cespuglio
morbidino che inciampa nel gradino…- Canticchiarono in coro.
Oddio, pensò Ludo. Non loro due…non insieme…non ubriachi fradici!
- Ehm, ti potresti alzare dalla mia schiena, per favore? -.
- Un cespuglio
morbidino che inciampa nel gradino… -
- No, hic perché? si sta hic comodi
qui -.
- Hic già -
Aggiunse il secondo gemello sedendosi.
- Ahi! -. A Ludo sfuggì un gemito:
circa centocinquanta chili che ti gravano sulla spina dorsale non sono
esattamente il massimo del comfort.
- Un cespuglio
morbidino che inciampa nel gradino…-
- Ragazzi, per favore…- Sussurrò. Ormai aveva finito la
scorta d’aria, perciò le parole uscivano in un sibilo confuso. - Alzatevi…-
Cercò di allungarsi per prendere la bacchetta, che era rotolata fuori dalla tasca quando erano caduti, ma non riuscì a
raggiungerla.
- Un cespuglio
morbidino che inciampa nel gradino…-
Stava per convincersi che sarebbe rimasta lì tutta la notte
con quei due totalmente sbronzi che ridacchiavano come folli sulla schiena quando una figura familiare sbucò dal corridoio.
- Cam…salvami…-
- Ludo! -. Esclamò l’amica. - Che è
successo? -. Chiese osservando sbalordita i gemelli Weasley
accomodati sulla ragazza.
- Un cespuglio
morbidino che inciampa nel gradino…-
- Te lo spiego…se mi…liberi -. Mormorò Ludo.
Cam era sempre stata brava a risolvere i pasticci che la sua
amica combinava, e anche quella volta non fece
eccezione. Scagliò un incantesimo Soporifero sui gemelli, poi li sollevò in
aria come marionette e li spedì di gran carriera alla
torre dei Grifondoro, schiantandoli sui loro letti. Poi si chinò su Ludo, la
sollevò, le fece un incanto Dilatatorio ai polmoni per farla respirare meglio e
si passò il suo braccio sulle spalle, portandola al dormitorio dei Corvonero.
Solamente quando si sedette in poltrona con il viso tra le mani, Ludo si
accorse che la sua amica stava singhiozzando silenziosamente.
- Cam! -. Esclamò sgomenta, abbracciandola. - Cosa c’è? -.
…………………………………………………………………………………………………………
Spero che ci si possa ubriacare di
Burrobirra altrimenti tutto il capitolo va in fumo…XD. Grazie mille a
Smolly_sev e a_lauretta_
che mi hanno recensito molto positivamente, siete state troppo buone!!!
A questo punto Ludo inizia a capire che Fred non le è
indifferente…e ci sarà uno sviluppo anche fra Lee e Cam. Recensite vi prego!!
Quando Camille si sedette in
poltrona con il viso tra le mani, Ludo si accorse che la sua amica stava
singhiozzando silenziosamente.
- Cam! -. Esclamò sgomenta, abbracciandola. - Cosa c’è? -.
- N..n...niente -. Singhiozzò.
- Cam, su…cosa è successo? -.
- N..n..nulla di im..importante, L…Ludo… -. Ludo la guardò
con aria severa.
- Se non mi dici perché piangi,
come faccio io a consolarti? -.
Camille continuò a piangere, ma i singulti si stavano
diradando. - L…Lee…-.
- Lee? Cosa ha fatto? -.
- Ho v…visto L…Lee che… b…ba…baciava A…An…Angelina -. Disse
Camille riprendendo a piangere più forte.
- Angelina Johnson? Una delle Cacciatrici della squadra di Quidditch di Grifondoro? -.
Camille annuì tristemente.
- Non è possibile! Povera Cam…- Ludo strinse forte l’amica.
Poi riflettè un secondo su quello che aveva detto Camille: Angelina Johnson,
della squadra di Quidditch di Grifondoro…Non era la
ragazza che piaceva a George? Gliel’aveva detto poco prima il gemello ubriaco
che aveva incontrato fuori dalla biblioteca. Ma se piaceva a George, perché Lee l’aveva baciata? Lee non
le sembrava il tipo da tradire gli amici: -
E noi e Lee hic siamo andati a hic festeggiare! – La voce del gemello
risuonò nella sua testa: ecco perché Lee aveva baciato Angelina, anche se era
quella che piaceva a George, era anche lui ubriaco
fradicio!
- Ascolta, Cam…- Ludo le spiegò il suo ragionamento.
- T..tu di..dici c..che è pe..per q…qu…questo? -. Chiese
speranzosa Camille rialzando la testa.
- Sicuro! Vedrai che domani mattina si sveglierà senza
ricordare niente e con un gran mal di testa, chiedendosi cosa diavolo gli è
successo. - Ludo diede all’amica un buffetto sulla testa. Un timido sorriso lacrimoso
si fece strada nel viso di Camille. - Lo spero tanto, Ludo…-. Ludo le sorrise di rimando. - Sai che facciamo? Andiamo a
chiederglielo adesso, così scopro anche chi era il gemello che ho incontrato
per primo, sempre che se lo ricordi -.
- Ludo, sono le undici e un quarto, non abbiamo
il permesso di stare nei corridoi così tardi! Se ci
scoprono ci puniranno molto severamente -.
- Dettagli… -.
- Ludo! -.
- E va bene, lo faremo domani
mattina; adesso pensiamo alle cose veramente importanti -.
- Tipo? -.
- Preferisci un pasticcino di consolazione al miele o alla
cioccolata? -. Camille rise di cuore.
- Se questa è la tua concezione di
cosa veramente importante…miele -.
- Certo! Molto più importante di
qualsiasi punizione, io scelgo…cioccolata! -. Esclamò Ludo afferrando un
pasticcino dal vassoio che aveva Appellato dalle cucine e ficcandoselo in bocca
tutto intero. - E afeffo a foffire -. Biascicò
leccandosi molto educatamente le dita,
ripescando qualche rimasuglio di cioccolato che era andato a finire in parti
improbabili della sua faccia e mangiandoselo con espressione beata. - E adesso a dormire -. Ludo e Cam si arrampicarono sulle
scale che portavano al dormitorio femminile del settimo anno. Mentre stavano salendo, Ludo si voltò verso Cam e le disse
con aria ispirata che la cioccolata era la prova della passata esistenza di un
paradiso terrestre.
- Ludo…Ludo, svegliati! -.
- Lasciami stare, mamma…non voglio
andare dai cugini, oggi…-.
- Ludo, sono Cam, e non dobbiamo
andare dai cugini ma nella Sala Grande a fare colazione, sennò saremo in
ritardo come al solito e i croissant
alla nutella saranno finiti -.
Alle parole “croissant
alla nutella” Ludo aprì un occhio.
- Che cosa? Croissant alla nutella? -
- Si, Ludo, ti ricordi, ieri mi hai detto di svegliarti
presto perché così avresti potuto mangiare tutti i croissant che volevi senza paura che finissero -.
Il tempo di realizzare per la sua mente addormentata che se
non si fosse sbrigata non avrebbe potuto rimpinzarsi di quella grazia divina fu
qualche frazione di secondo, un record che la torta di melassa non aveva mai
ottenuto, dopo di chè si precipitò con un balzo fuori
dal letto, corse attraverso la sala comune e si fiondò giù per i corridoi a una
velocità che completamente sveglia e sazia non aveva mai corso.
- Comprate il manico di scopa Ludovica Dreams! Accelerazione da zero a duecento in mezzo secondo.
Avvertenze: quando volete farla partire, dovete dire “croissant alla nutella”, sennò provate con “torta
gelato” -. Disse Michael Corner ridacchiando.
- Hai ragione, Michael… -. Sospirò Cam.
- Mi domando quando si accorgerà di essere
ancora in pigiama -. Disse Padma Patil.
- Spero prima di arrivare nella Sala Grande, non sarebbe
tanto bello se la secolare reputazione di intelligenza
di Corvonero venisse distrutta in pochi secondi da una nanerottola in pigiama
che arriva balzando a colazione e inizia a strafogarsi di croissant alla nutella -. Aggiunse Anthony Goldstein.
- Sapete, la nutella è fatta con il
latte di Gorgosprizzo -. Disse Luna Lovegood emergendo dalla lettura del
Cavillo. A questa uscita di Luna, tutti si guardarono
perplessi qualche secondo, poi cominciarono a uscire alla spicciolata per
andare a colazione.
Proprio mentre Michael stava aprendo la porta tonda che era
il retro del becco di bronzo Ludo entrò ansimando nella sala comune,
inciampando nel povero ragazzo e cadendo per terra. Nella caduta, era uscita
dalle tasche del suo pigiama una gran quantità dei doni di Dio per cui aveva si era alzata così presto. Si tirò su a sedere
annaspando e iniziò a gattonare in giro per la sala per recuperare i croissant.
- Ludovica - Disse Terry Steeval con un’espressione afflitta
- Dimmi che non hai fatto irruzione nella Sala Grande in pigiama e hai
trafugato questi sotto gli occhi di tutta la scuola, compresi i Serpeverde -.
- Non esattamente -. Tutta la sala comune rabbrividì.
- Come non esattamente? Hai fatto ancora di peggio? -.
- No, non vi preoccupate…non sono così imbranata
come credete! -. Tutti i presenti alzarono un sopracciglio sbuffando. - Si,
certo, come no -
- Mi sono imposta un incantesimo di Disillusione, perciò non
mi ha visto nessuno, e se hanno visto qualcosa di sicuro non hanno
capito che ero io -. I Corvonero sospirarono di sollievo: di
Ludo si poteva dire tutto: che era golosa, che era goffa, che inciampava un
passo no e due sì, ma non che non fosse una strega capace.
- Ludo, adesso vestiti, ti aspetto
giù a Pozioni con i Tassorosso -. Le disse Cam infilandosi la borsa a tracolla.
Ludo si avviò masticando verso il dormitorio e si vestì senza mai smettere di
mangiare, poi prese i libri e scese nei sotterranei ( Passando, guarda un po’,
per la Sala Grande, dove si rifornì di dolci da sgranocchiare per la strada ).
Arrivò alla lezione di Piton appena in tempo, dopo essere scivolata un paio di
volte nei gradini umidi.
- Signorina Dreams, vuole farci il piacere di raggiungere il
suo banco senza provocare un’accelerazione improvvisa alla deriva dei
continenti? -. Disse l’untuoso professore trasudando veleno. Ludo borbottò
qualche scusa e si sedette accanto a Cam, facendo una linguaccia ad Anthony che
rideva sotto i baffi.
- Allora, se la signorina Dreams è riuscita ad arrivare
incolume al suo banco, procediamo con la lezione. Oggi distilleremo “La Bevanda
della Morte Apparente”, un ritrovato che permette di fingersi morti, senza
battito cardiaco, senza respiro: proprio morti, senza alcuna differenza da
questa reale condizione, per un numero di anni che
dipende dal dosaggio. Mi aspetto che quelli che dovrebbero essere gli studenti
più intelligenti della scuola la sappiano fare bene. Gli ingredienti sono
nell’armadio e le istruzioni alla lavagna. Cominciate. -.
Ludo e Cam presero gli ingredienti
necessari e iniziarono a tagliarli con precisione. La pozione era veramente
difficile, e anche loro, che si stavano preparando al M.A.G.O,
incontrarono qualche difficoltà a ottenere il colore carminio scuro che era
indicato come ideale per la fase finale del distillato. Quelle di Ludo e Cam
era di un accettabile color scarlatto cupo, mentre quella del povero Michael
arancione e quella di una ragazza di Tassorosso nero pece. Cinque
minuti prima della fine dell’ora, Piton ordinò di portargli le provette
con il preparato: tutti si avviarono verso la cattedra, tranne Michael e la
ragazza di Tassorosso, perché le loro pozioni erano state fatte Evanescere da
Piton, che aveva detto che quello schifo non si poteva neanche classificare
come pozione.
Ludo riuscì a consegnare la fialetta senza incidenti, ma
mentre tornava verso la sua postazione per raccogliere la roba inciampò in un
ragazzo di Tassorosso e cadde rovinosamente per terra. Cercando di sorreggersi
al calderone di Camille lo trascinò su di se, e tutta la pozione avanzata le
cadde sul viso: la sua faccia contratta per lo spavento si distese, le membra le si abbandonarono per terra e smise di respirare. Una
pausa di terrore congelato in cui tutti trattennero il fiato, poi qualcuno urlò
e si precipitarono verso Ludo, strillando e cercando di rianimarla: anche il
cuore si era fermato, e le sue guance stavano diventando bianchissime.
- Largo, largo -. Ordinò Piton con voce strascicata. -
Sapevo che sarebbe successo a qualcuno di voi teste di legno…anche
se non mi aspettavo che foste così prevedibili; ma la Dreams è più
imbranata di tutti gli studenti che ho mai avuto messi insieme -. Versò un
antidoto verdastro nella bocca semiaperta di Ludo e la guardò con disprezzo. -
Corner, Steeval, portatela in infermeria -. Michael
prese Ludo per i polsi e Terry per le caviglie e uscirono con lei ciondolante
fra loro due. - Ah, signorina Frail..spero che la tua
pozione fosse fatta bene, l’antidoto non funziona se il distillato non è
miscelato nel modo corretto…-. Ghignò malignamente rivolgendosi a Cam.
Camille era disperata. Se la sua pozione non era stata fatta bene, Ludo non si sarebbe risvegliata prima
di qualche anno.
- Professore, quanto ci vuole perché l’antidoto agisca?-.
Chiese ansiosamente.
- Qualche mese, signorina Frail. Di sicuro la tua amica non
potrà tornare a scivolare per le scale tanto presto, a meno che non sia sottoposta a uno stimolo sufficientemente forte da farla
svegliare; ma dubito che dei marmocchi come voi abbiano delle passioni tanto
forti da sortire questo effetto -.
Cam riflettè un secondo, poi un sorriso speranzoso le
attraversò il viso. - Grazie, signore -. E corse via.
Fred e George si stavano avviando al campo di Quidditch
chiacchierando con Angelina quando videro Camille
correre verso di loro come una furia.
- Ciao!... -
- …Cosa c’è?... -
- Ho bisogno di voi due -.
- Perché? -.
- Ecco, vedete, è successo che…-
- Senti, Camille, mi sono ricordato adesso…L’altra notte
sono tornato al dormitorio pieno di lividi e mi ricordo molto vagamente di aver
incontrato te e Ludo quella sera. Sai mica il perché?
-. La interruppe George, tirandosi su una manica della divisa: effettivamente
l’avambraccio era coperto di scure ecchimosi violacee.
- Allora eri tu! -.
- Eri tu chi? -.
- Quella notte Ludo ha incontrato uno di voi due ubriaco
fradicio che faceva…ehm…delle cose strane, poi siete
caduti dalle scale, è per questo che sei pieno di lividi -.
- Che tipo di cose “strane”? -.
Chiese Fred curioso. Cam arrossì, ripensando a ciò che Ludo le aveva raccontato. - Niente, cantava canzoncine sulle Caccabombe -.
In fondo era una parte di verità.
- Comunque, sentite cos’è successo
a Ludo…-. Cam raccontò ai gemelli la disavventura dell’amica. Angelina se n’era andata dicendo che le dispiaceva per Ludo: Cam le
credeva, perché l’aveva sempre stimata simpatica e sincera, ma una vocina
maligna nell’orecchio insinuava che non fosse altro che contenta, per qualche
inispiegabile ragione. Però, nella mente di
Cam…
- Come ti chiami, vocina? -.
- Giustizia -.
- Hai altri nomi? -.
- Si, un altro bel nome che inizia con la
stessa lettera del primo -.
- Gelosia? -.
- No! -.
- Ma Gelosia è un nome così bello,
così raffinato…sei sicura di non chiamarti così? Ti starebbe benissimo, sei tanto elegante e intelligente…-. La blandì la voce buona.
- E va bene, è questo il mio nome: mi sta benissimo, hai
ragione, sono tanto tanto perfetta e meravigliosa! -.
- Ah! Ti ho smascherato, cara! Tu non sei altro che Invidia
e Gelosia, vattene, perché io non ho niente contro Angelina! -.
- Ma ha baciato Lee! -.
- Sta’ zitta! Silenzio! -. La vocina maligna svanì
borbottando. Cam tornò alla realtà.
- E allora perché hai bisogno di
noi? -. Domandò George.
- Ve lo spiego dopo. Venite con me -.
- Ma abbiamo l’allenamento di
Quidditch…-.
- E CHISSENEIMPORTA! LUDO SARA’
PIU’ IMPORTANTE?! -.
Sentire Cam urlare a questa maniera scosse profondamente i
nervi dei gemelli Weasley.
- T…tu sai strillare? -.
- S…sembri sempre t…tanto calma…-.
-…e dolce…-.
-…e posata…-.
-…fai paura così -. Conclusero in
coro.
- Allora seguitemi, se non volete che urli di nuovo -. Fred
e George le si accodarono guardandola straniti.
Giunsero all’infermeria dopo pochi minuti, dato che Cam stava procedendo a
passo di marcia come una generalessa tedesca: sembrava che la missione di
salvare Ludo avesse fatto emergere un lato molto più
combattivo nella timida Corvonero bionda.
- Eccoci qui -.
- Ma dov’è Ludo? -.
- Guarda, laggiù in fondo -.
I tre si avvicinarono a Ludo, abbandonata sul letto con i
capelli sparsi sul cuscino. Indossava la divisa scolastica
anche se era sotto le coperte, non mostrava segni alcuni di vita.
- Sembra proprio morta -.
- Bella pozione, Camille -.
- Non è che ce ne potresti
fabbricare un po’ per le Merendine Marinare? -.
Cam li fulminò con un’occhiataccia; ma poi ci ripensò: - Se
riuscite a svegliarla sì, d’accordo? -.
- Ma non sappiamo mica come fare!
Dovevi chiedere alla Granger, mica a noi! -.
- Invece sì -. Ribattè Cam con un
sorriso che non le si addiceva affatto. -Il professor
Piton ha detto “la tua amica non potrà tornare a scivolare per le scale tanto
presto, a meno che non sia sottoposta a uno stimolo
sufficientemente forte da farla svegliare”-.
- Ah, anche Piton sa dello sport preferito di Ludo? -.
Interloquì George.
- Certo, vuoi che non sia informato di un così grande talento a scuola -. Ribattè Fred ridendo.
- Sicuramente vorrà prenderla come assistente per rovesciare
le pozioni di quelli che gli stanno antipatici…-. Suppose George.
- Sai bello Piton che entra in
classe e dice: guai a voi, se fate confusione mando la Dreams a camminare
vicino ai vostri calderoni! -. Ridacchiò Fred.
- Sarebbe una minaccia efficacissima…penso
che farei silenzio anch’io! -.
- Tu?! Noi?! Oddio,però forse si,
se davvero mandasse Ludo a passeggiare vicino alle nostre pozioni…-. Fred e
George ormai ridevano sguaiatamente come al solito.
- Ehi! Non vi ho trascinato qui per prendere in giro Ludo,
ma per salvarla! -.
- E cosa c’entriamo noi? -.
- Dovete…ecco…come dire…ehm…insomma, dovete
baciarla -. Disse Cam imporporandosi.
- Baciarla? Che cosa assurda! -. Esclamò George.
- Ma no, c’è quella favola babbana,
come si chiama…Rossaneve o Biancapioggia? -. Lo contraddisse il suo gemello.
- Biancaneve - Lo corresse Cam -
Esatto, l’idea è più o meno quella…-.
- Ma perché noi e non qualche
bellone tipo Michael Corner? -.
- Perché…ecco…insomma…ho ragione di
credere che…che Ludo abbia un…ecco, un debole…per uno di voi due-.
- Ah sì? -. George scoccò un’occhiata in tralice al
fratello: le orecchie di Fred stavano andando a fuoco. - Va bene - Continuò - A
te l’onore, Fred -.
- Okay -. Rispose Fred disinvolto, ostentando molta più
sicurezza di quanto non ne avesse in realtà. Si chinò
sulla ragazza distesa scompostamente sul letto e le sfiorò le labbra con le sue:
quelle di Ludo sapevano di nutella. Si ritirò svelto indietreggiando accanto a
George, cercando di mascherare il rossore che dalle orecchie stava passando
alle guance; ormai tutto il suo viso stava prendendo il colore dei capelli. Cam
e i gemelli si sporsero sulla dormiente trattenendo il respiro; gli attimi
passavano, ma non dava nessun segno di vita.
- E’ tutta colpa tua, Fred, non l’hai baciata come si deve
-. Sbottò George, e anche lui si chinò su Ludo: la baciò con molta più energia,
sollevandole la testa, con una mano premuta dietro la nuca; ma anche stavolta
il corpo di Ludo ricadde inerte sul materasso.
- Non funziona -.
- Lo sapevo che era un’idea bislacca -.
- Aspettate un secondo, cos’è che a Ludo piace sopra ogni
altra cosa? -.
- Bè, io pensavo uno di voi due…-.
- E se invece non fosse così? -.
- Intendi un altro ragazzo? -.
- Non proprio…Ascolta, Fred -. George si avvicinò al
fratello e gli sussurrò qualcosa nell’orecchio.
- Sei un genio! Aspettaci qui, Camille! -. I due corsero via
imboccando il corridoio, lasciando la Corvonero alquanto interdetta. Camille si
sedette sul letto di Ludo con un rumore soffice di tessuto che si spostava, e
si dispose ad aspettare il ritorno dei gemelli.
Essi ritornarono circa venti minuti dopo, balzando
trionfalmente attraverso la porta con una grazia quasi degna di Ludo: in mano
reggevano un grosso involto di tela bianca e un avevano un gran sorriso furbo
stampato sulla faccia, da un orecchio all’altro.
- Ecco a voi…-.
- …George e Fred Weasley…-.
- …Cavalieri senza macchia e senza paura…-.
- …Che salveranno la nobile e aggraziata fanciulla…-.
Fred a questa frase alzò un sopracciglio.
- …Con un artificio di raro ingegno…-.
- …Yeah!...-.
-…Long life to Rock’n’Roll! -. Conclusero
in coro saltando all’unisono davanti a Cam. Lei li guardò strano per qualche
attimo, poi sbuffò, ma li lasciò passare. - Che avete
lì dentro? -.
- Lascia fare ai professionisti, bella -.
- Ammira e impara -. Fred e George accostarono il misterioso
oggetto al naso all’insù di Ludo. George scoprì appena il contenuto da sotto il
panno e lo agitò sotto il naso della presunta nobile e aggraziata fanciulla. Cam tratteneva il respiro. Che
cosa diavolo c’era lì sotto?
Cam se lo stava domandando, quando…
- Brioches al cioccolato!!! -. Ludo
aprì gli occhi, saltò su come una molla, tese le mani verso il dolce contenuto
del pacco, che Fred le tendeva premurosamente, afferrò una brioche e la
inghiottì come un serpente, praticamente senza
masticare.
- Ancora! Ancora ancora! -.
- Calma, c’è ne quante ne vuoi…-.
Quando Ludo ebbe ingollato molte
più brioches di quante i gemelli pensavano che il suo stomaco corto ne potesse
contenere, si fece raccontare la storia, poi si voltò verso Cam e la abbracciò.
- Cam..mi hai salvato! -.
- Ehi, veramente siamo stati noi…-.
- E’ Cam che ha avuto l’idea -. Disse decisa. - Comunque sono grata anche a voi -. Aggiunse.
- E menomale -. Ludo lanciò
un’occhiataccia a George, poi provò a scendere dal letto, ma inciampò e finì a
faccia in giù sul pavimento.
- Ecco tornata sul palcoscenico Ludovica Dreams! -. Commentò
Fred.
…………………………………………………………………………………………………
Scusatemi per favore!!! Non ho
scritto per tantissimo tempo perché il mio computer dava i numeri..non riusciva
più ad andare su internet e a fare un sacco di cose. Per farmi perdonare posto
due capitoli…recensite per favore!!!
Ormai tutta la scuola era venuta a
conoscenza della disavventura di Ludo, e con sua grande felicità, il
professor Silente aveva indetto una giornata in cui si sarebbero mangiati solo
dolci per “ringraziare” le brioches al cioccolato, le vere salvatrici della
ragazza. Ludo aveva apprezzato moltissimo questo gesto e aveva trascorso tutto
il giorno a sgranocchiare allegramente tutto quello che le capitava a tiro. Le
antipatiche sempre a dieta la guardavano con disprezzo ogni volta che la
incontravano, ma lei rispondeva con un sorriso innocente.
- Dreams, anche se ti sei quasi ammazzata con la pozione
della tua amica, questo non mi impedisce di metterti
una “D” per non aver consegnato il compito per oggi - La accolse Piton nei
sotterranei. Ludo gli fece il verso mentre era
voltato, beccandosi un’occhiata di rimprovero da parte di Cam.
- Ehi, la prossima riunione dell’ES è giovedì sera alle sei
-. Soffiò loro GinnyWeasley quando
si incrociarono all’uscita del sotterraneo. - Ma state attente, la Umbridge ha istituito una squadra d’Inquisizione…-.
- No! -.
- E invece sì, è l’ultimo decreto
didattico…quella donna non si fermerà davanti a niente -.
- Grazie, Ginny -. Le disse Cam mentre si allontanavano.
- Quella rospa…-. Ludo torse e strappò con rabbia il foglio
che aveva in mano e nella foga inciampò nei suoi stessi piedi. Non si ruppe la
testa solo perché Camille le afferrò prontamente il gomito impedendole di
sfracellarsi.
I giorni passarono rapidamente. I Decreti Didattici si
susseguirono uno dietro l’altro, ma l’ES non si arrendeva. Erano tutti nella
Stanza delle Necessità, e Ludo stava ammirando il suo Patronus,
un piccolo ocelot, che era acquattato vicino al pettirosso di Camille. I
gemelli, seguiti da due lemuri saltellanti, si avvicinarono alle due amiche.
- Ma guarda che animale aggraziato
è il Patronus di Ludo - Notò George.
- Già…evidentemente non rispetta la regola per cui il Patronus deve
assomigliare al mago -. Aggiunse Fred.
- Infatti è anche carino -. George
ottenne come risposta una linguaccia.
- Eddai, si scherza -.
- Invece quello di Camille le si addice
molto, non è vero? -. Disse Lee osservando il pettirosso canterino sul dito di
Cam. Lei diventò subito rossa.
- Ehm…grazie…-.Ma la
ragazza venne interrotta da un elfo domestico che
entrò furiosamente nelle stanza, schiantandosi contro le ginocchia di Harry. L’elfo aveva gli occhi sbarrati e tremava. I ragazzi
lasciarono svanire i Patronus e Ludo si avvicinò a
Cam.
- Harry Potter, signore…Dobby viene per avvertire…ma gli
elfi domestici non possono parlare…Harry
Potter…lei…lei -.
- La Umbridge? -. Chiese Harry. Dobby annuì.
- La Umbridge ci ha scoperti? Sta
venendo qui? -. L’elfo lo fissò strabuzzando gli occhi
e lanciò un ululato. - CHE COSA ASPETTATE? SCAPPATE! -
Urlò Harry. Ludo e Cam presero
a correre verso l’uscita; seguite dai maschi.
- Ehi, non è possibile…- Ludo ansimava e quando guadagnarono
la porta inciampò nello stipite. - Ahi! - Strillò - La mia caviglia! -
- Ludo, vieni! - Urlò Cam - O ti prenderanno! -
- Non riesco a camminare! Vai via, stupida! -. Cam si
bloccò. Ludo non le aveva mai dato della stupida: era
chiaro che voleva farla correre via. Accanto a lei, George la tirava per un
braccio. Si sentivano i passi della squadra della Umbridge
dietro l’angolo.
- Mollami, devo tornare a prendere
Ludo! -. Il ragazzo sbuffò, poi corse indietro e prese la ragazza che si
stringeva la caviglia. La prese senza tante cerimonie per un braccio e la
trascinò sul liscio pavimento di pietra fino a un
arazzo sulla parete. Si voltò a controllare che non ci fosse nessuno, e proprio
mentre Montague entrava nel corridoio, scostò
l’arazzo e gettò dentro a una specie di sgabuzzino
segreto Ludo. Sul fondo c’erano già, rannicchiati e silenziosi, Fred, Lee e
Cam.
- Ludo! Stai be…- Ma Fred le tappò la bocca con una mano.
- Cercate dappertutto, chiunque abbia
il fiatone…-. La voce leziosa della Umbridge era quanto
di più odioso Ludo potesse immaginare. Le prudevano le mani. Finalmente le voci
si allontanarono e i ragazzi ripresero a respirare.
- Menomale…c’è mancato poco -.
- Chiunque sia quello seduto sul mio ginocchio, se non si
sposta sarà fortunato a assomigliare a un vermicolo dopo che l’avrò punito -. Ringhiò Fred.
- Scusa -. Disse Ludo cercando di alzarsi. - Ahia! Penso di
essermi fatta una brutta contusione -.
Cam borbottò una formula e Ludo sospirò di sollievo. -
Grazie, Cam -
- Ascoltate, non penso che sia consigliabile uscire adesso:
sicuramente la Umbridge sta mettendo a soqquadro il
castello e scommetto quello che volete che se ci trova fuori da i dormitori ci
espellerà -. Intervenne Lee.
- Hai ragione, meglio restare qui. -.
Qualche ora dopo, Ludo aprì gli occhi assonnati. Dormivano
tutti, rannicchiati come potevano nello stretto passaggio. La Corvonero si
accorse in quel momento che era praticamente sdraiata
su Fred. Alzò la testa dal suo petto e vide che anche lui si era svegliato.
- Andiamo fuori? -. Chiese.
- D’accordo, -.
Quando furono usciti, scavalcando i
corpi degli amici, si guardarono intorno. Il castello era immerso nel buio.
- Sembra di essere nelle viscere di un vermicolo
-. Commentò Fred.
- Ehi, grazie per averci salvate…se non fosse stato per voi
l’Umbridge ci avrebbe preso -.
- Di niente…non potevamo fare un torto simile alla Sprite
lasciando che la rospa la privasse di un simile cespuglio animato -. Ludo gli
diede un pugno scherzoso sulla spalla. E poi…erano
così vicini…Fred si chinò su di lei e la baciò. La strinse fra le braccia mentre lei gli accarezzava i capelli e si baciarono
ancora…ancora…e ancora…Quando alla fine si staccarono, lei lo guardò con gli
occhi sgranati.
- Non è uno scherzo, vero? -.
- Ludo! Cioè, ci siamo appena
sbaciucchiati al buio e ti mi chiedi se è uno scherzo?! -. Fece Fred,
fintamente offeso.
- Scusa, scusa, non ti
arrabbiare…-. Alzò la testa e lo baciò di nuovo.
- Mi verrà il torcicollo a stare con te: mi devo abbassare
troppo per baciarti -.
- Comprami uno sgabello -. Fred rise. Poi disse pensieroso:
- Sai, è strano avere una persona così vicina che non sia George…-.
Quest’ultimo sbucò in quel momento
da dietro l’arazzo e ammutolì vedendo i due abbracciati. - Che schifo, Fred, te
la fai con le piante dolcivore…-.
Ludo non ci poteva credere. L’ES era stato scoperto, Fred
Weasley era diventato il suo ragazzo, Silente era fuggito e la
Umbridge aveva preso il suo posto, tutto in un sola serata. Non sapeva
se essere al settimo cielo o strapparsi i capelli per la disperazione.
Il giorno dopo, Ludo si avviò al tavolo dei Grifondoro
durante la colazione.
- Ehi, ciao -. Ludo si chinò sul ragazzo, seduto a tavola
per colazione. Ma lui le scostò la mano ridendo.
- Non distingui neanche il tuo ragazzo…si vede quanto lo
pensi! -. Disse ridacchiando.
- Oh, scusa, George -.
- Ehi, scusa di cosa? Se proprio ci
tieni a darmelo, non lo rifiuto un bacio…-.
- George, stai attento che potrei rifiutarmi di fare il mio
turno come cavia dei Fondenti Febbricitanti -. Intervenne Fred lì accanto. Poi proseguì - George, guarda! C’è Angelina lì davanti con una
scollatura prodigiosa! -. Il ragazzo si voltò strabuzzando gli occhi e non
vedendo niente, capì di esserci cascato in pieno.
- Ehi, non vale! E’ un colpo basso! -. Protestò.
- Ho imparato dal maestro -. Replicò Fred con un inchino
all’indirizzo del gemello. Lui chinò la testa con fare cerimonioso e
scoppiarono a ridere tutti e due. - Comunque,
-. Disse Fred rivolto a Ludo che nel frattempo era stata
raggiunta da Camille. - Il primo pomeriggio da Preside di quella vecchia rospa
non sarà affatto piacevole per lei. -. Disse minaccioso. - E io farei in modo
di essere qui all’ora di pranzo, in modo che non possa
accusarvi di niente. -.
- Perché? - Chiese Camille -
Accusarci di cosa? -.
- Vedrete, mie care, vedrete -.
Disse George con uno strano sorriso.
Ludo e Camille non riuscirono a cavare loro nulla di più.
Andarono a lezione ma per tutti
erano distratti e continuavano a discutere degli eventi di quella notte, in
classe c’era una tale confusione che il professor Vitious fu costretto a fare
un Incantesimo Tacitante agli studenti più rumorosi. Durante l’intervallo stavano camminando per il corridoio del primo piano quando
il grosso Montague, capitano della squadra di Quidditch Serpeverde, si fermò
davanti a loro e li squadrò malvagiamente.
- Che vuoi, bestione? -. Chiese Ludo aggressiva.
- Ah, ora rimpiangerai di avermi chiamato “bestione” piccola
Corvonero insolente! -.
- Perché? -. Chiese George - Hai
trovato un modo più adatto per descriverti? Aspetta, forse
sì, Ludo ti poteva chiamare “Gorilla deficiente” -. Aggiunse con un
ghigno.
- Non sapete, vero, che i membri della squadra di Inquisizione hanno il potere di togliere punti? -.
- Cosa? -.
- Bè si, e adesso, ve ne toglierò un
sacco…a voi, Weasley, toglierò…-. Ma non riuscì
a finire la frase, perché Fred gli diede uno spintone e lo fece cadere nel
grosso armadio appoggiato al muro. Mentre lui cercava
di rialzarsi, George gli strappò la bacchetta dalle mani pelose e bloccò la
porta con un incantesimo.
- Tempismo perfetto, dammi il cinque -. Gli sorrise Fred.
- Ma ora uscirà, no? Anche senza bacchetta -. Disse Cam preoccupata.
- No, perché quello è l’Armadio Svanitore, -. Disse Lee
sopraggiunto alle loro spalle. - Chissà dove è andato a
sbattere -.
- Ma è una cosa seria! Vi
potrebbero anche espellere! -. Esclamò Camille preoccupata, arrossendo per
l’improvvisa vicinanza di Lee.
- Non lo saprà nessuno finchè
Montague non riemerge, e potrebbero volerci settimane -. Disse Fred alzando le
spalle.
Si divisero, Ludo e Cam avevano
lezione di Antiche Rune, mentre i gemelli e Lee si allontanarono nullafacenti.
- Ricordati di stare nella Sala Grande all’ora
di pranzo; non me lo perdonerei se tu fossi coinvolta per causa mia -. Sussurrò
Fred a Ludo prima di seguire George e Lee.
- Ma coinvolta in cosa? -.
- Non te lo dico…ma sappi che la Umbridge
non ne sarà felice -. Rispose lui con un sorrisetto malizioso.
- Non vi mettete troppo nei guai! -.
- Ludo, da quand’è che fai la perfettina? Questa era una
frase in perfetto stile Granger! -.
- Ehi, non insultare -.
- Comunque ci si vede dopo, ok?
Cerca di non inciampare, guarda, ultimamente hanno
messo quella cosa pericolosa dappertutto sul pavimento, sai, l’aria…Stacci attenta, non vorrei che
fosse pericolosa -. Lei gli fece una linguaccia ma si
alzò in punta di piedi per dargli un bacio.
- Ciao! Eccomi, Cam, arrivo! -. Raggiunse l’amica che si
lamentò che sarebbero arrivate terribile ritardo. Si
misero a correre per recuperare, ma Ludo scivolò e zoppicò fino all’aula
reggendosi a lei. Per pranzo si recarono come avevano promesso nella Sala
Grande, ma erano lì da pochi minuti quando un enorme
botto fece tremare le finestre. Cam fece un salto rovesciandosi addosso il bicchiere.
- Cos’è stato?! -.
- Avete sentito?! -.
- Cos’era? -.
- Sembrava un’esplosione…-. Il brusio cresceva
mentre tutti allungavano il collo per vedere cosa stava succedendo.
Molti scesero si alzarono e si affacciarono alle porte, mentre gli insegnanti
si guardavano intorno perplessi. Ma non dovettero
aspettare a lungo per sapere: un’enorme girandola verde acido entrò sibilando,
seguita dall’insieme di fuochi artificiali più colorati, rumorosi e vistosi che Ludo avesse mai visto. Razzi rossi e blu
sfrigolavano passando accanto a splendenti stelle argento e oro, porcellini
rosa scintillante grugnivano esplodendo cozzando contro petardi fumanti,
un’enorme cometa arancione sfiorò il braccio di Cam seguita da un vortice di un
bel giallo sole che girava all’impazzata.I fuochi si impadronirono della Sala Grande in
pochi secondi, poi alcuni migrarono verso le altre classi e corridoi. I
professori erano basiti ma sembravano nello stesso
tempo…soddisfatti.
- Certo che sono ganzi i nostri amici! -. Esclamò Ludo
ammirando una girandola azzurro squillante che le era
passata a cinque centimetri dall’orecchio.
- Già, sono formidabili! Anche se hanno preso solo tre G.U.F.O a testa, questa roba è veramente geniale! -. Concordò Cam saltellando.
Le due amiche si avviarono per i corridoi fra lo scompiglio
generale, giunsero all’aula di Aritmanzia.
Mentre il professor Vector chiudeva la
porta, due stelle scoppiettanti rosa e verdi fecero irruzione nella stanza: il
caos era totale, scintille schizzavano ovunque e il fumo delle esplosioni
annebbiava la stanza in volute dai colori improbabili. Il professore
scagliò un incantesimo su di esse e quelle generarono
altre venti stelle. Gli allievi fissarono il prof stupiti,
e lui ridacchiò:
- Volevo farli Evanescere, devo
aver sbagliato formula! - Esclamò allegramente facendo l’occhiolino ai ragazzi.
Ludo e Cam scoppiarono a ridere.
- Goldstein, vai a avvertire la
preside che abbiamo un problemino con dei fuochi d’artificio ribelli -. Ordinò
il prof, con un largo sorriso che gli attraversava la faccia. La Umbridge arrivò trafelata un quarto d’ora dopo, tallonata
da Gazza, borbottando furiosamente:
- Oh, se scopro chi è stato…-. Era lucida di sudore e il suo
voluminoso cardigan rosa mostrava delle vistose
bruciature.
- Cara preside, ho provato a farli scomparire
maper sbaglio li ho
moltiplicati! -. Interloquì Vector disinvolto.
- Grandissimo prof! -. Mormorò Ludo. Cam annuì.
La Umbridge lo fulminò con lo
sguardo e provò di tutto, ma evidentemente Fred e George erano dei maghi più in
gamba di lei, perché non riuscì a mandare via nemmeno una scintilla. Quando alla fine era in procinto di ritirarsi, sconfitta,
dalla classe, il prof, che aveva osservato sempre sorridendo i suoi sforzi,
sfiorò con la bacchetta i fuochi, borbottando una formula, e questi si
dissolsero quasi all’istante.
- Preside, ovviamente ero perfettamente in grado di
sbarazzarmi di questi fuochi fuggiaschi, ma non ero
sicuro di averne il permesso -. Le
disse chiudendole la porta in faccia.
Quando quella sera i cinque amici si incontrarono
nella Sala Grande, Ludo gettò le braccia al collo di Fred e gli diede un bacio
appassionato. Poi abbracciò George così stretto che Fred la guardò male.
- Ragazzi, siete stati fantastici! Siete i migliori! -.
- Si, quei fuochi erano troppo forti; hanno fatto uscire di
testa la Umbridge! Ben le sta, a quella rospa megera,
schifosa disgustosa molliccia vermicola dittatrice putrida! -. Esclamò Cam con
calore.
- Chi sei tu? Che ne hai fatto di
Camille Frail? -. Chiese Lee stupefatto.
- Non lo so…mi sa che mi avete
contagiato! -. Rispose lei senza arrossire. Lanciò un’occhiata a Ludo e vide
che le faceva segno con il pollice alzato.
- Belli, no? Sono Fuochi Forsennati Weasley. Abbiamo dato
fondo a tutte le scorte, ma li metteremo in vendita presto, se li volete, fanno
venti galeoni a scatola -. Le informò Fred. - Abbiamo già avuto un sacco di ordini -.
- Prezzo modico -.
- Ssss, non urlare, sta passando la Umbridge
-.
I ragazzi rivolsero un sorriso innocente alla preside che si
trascinava esausta verso il tavolo centrale.
Fred e George erano diventati gli eroi di Hogwarts per via Fuochi Forsennati, sapevano tutti tranne la Squadra
d’Inquisizione e la Umbridge che erano stati loro. Ludo e Cam stavano diventando pazze a forza di studiare, ma i M.A.G.O si
stavano avvicinando ed entrambe volevano riuscire al meglio. Cam avrebbe voluto diventare una Guaritrice, mentre Ludo avrebbe
preferito qualcosa tipo Spezzaincantesimi alla Gringott, ma, come le fece
notare George, ci voleva meno goffaggine.
- Io non sono goffa! -. Protestò la ragazza, voltandosi verso
Fred perché la appoggiasse, ma lui si limitò a
inarcare le sopracciglia. - Bel fidanzato che sei, non mi difendi neppure -. Si
lamentò Ludo.
- E’ che l’avrei detto io se George
non mi avesse tolto le parole di bocca -. Replicò Fred. Lee si avvicinò con tre
Burrobirre. Erano ai Tre Manici di Scopa, adesso che il tempo stava migliorando
era molto piacevole uscire dal castello. Si sedette e passò una Burrobirra a
Cam, che la prese senza guardarlo. Fred guardava fuori dalla
finestra con espressione sofferente.
- Non ci credo…-. Sospirò - Fra poco ci sarà
la prossima partita di Quidditch e noi siamo squalificati a vita...-
- Non mi ci far pensare, non hai idea di quanto mi manchi la mia scopa -. Disse George.
- Perché, pensi che io non senta la
sua mancanza? -. Disse Fred.
- Te hai lei -. Ribattè George
indicando Ludo.
- Non sono mica una Tornado 11, io! -. Esclamò lei
indignata.
- Ehi, ragazzi, vi devo dire una cosa…-. Sussurrò Lee
controllando che non ci fosse nessuno della Squadra d’inquisizione nei pressi.
- Ho scoperto che la porta della Umbridge non è
protetta da nessun tipo di incantesimo...non sarebbe difficile Appellare le
vostre scope, con un incantesimo un minimo potente -.
- Dici sul serio? -. Chiese Fred, interessato.
- Ma le riprenderebbe subito - . Argomentò
George.
- Dovreste scappare via con quelle per poterle usare -.
Disse Cam alzando gli occhi dagli appunti di Cura delle Creature Magiche.
I gemelli si guardarono, folgorati.
- Scommetto che sei d’accordo con me, George -. Disse Fred con
un ghigno furbo.
- Assolutamente -. Disse lui guardandolo.
- La Palude Portatile dovrebbe essere
adatta allo scopo -.
- Ottima idea, magari, se la rendiamo
Permanente… -.
- Di che state parlando? -. Domandò Lee bevendo un sorso di
Burrobirra.
- Di un programmino che ci è venuto
in mente -. Rispose Fred.
- Che cosa? -. Investigò Cam.
- Niente di importante -. Le
risposero in coro i gemelli.
- Dai…rispondete! -. Comandò Ludo.
- Puoi vivere benissimo senza saperlo. E poi se te lo
dicessimo ti distrarresti dai M.A.G.O, e noi non
vogliamo che ciò accada, vero George? -. Disse Fred
rivolgendosi al gemello.
- No di certo -. Sogghignò lui. - Lo diremo solo a Lee -.
- Antipatici -. Li accusò Cam.
- Ascoltate, non è roba per voi,
capito? Lo scoprirete a tempo debito. Studiate, studiate,
ragazze -. Disse Fred alzandosi.
- Dove andate? -.
- Gli affari ci chiamano -. Rispose George, afferrando il
giubbotto.
Fred si chinò a dare un bacio a Ludo, ma quello che doveva
essere un semplice “ciao” si interruppe solo quando
Lee imitò l’hem hem della Umbridge
così fedelmente che i due sobbalzarono, si scollarono e si guardarono intorno.
Quando furono sole, Ludo fissò
Camille negli occhi e le disse:
- Abbiamo due problemi -.
- Già, dobbiamo scoprire cos’hanno
in mente quei due, si potrebbero mettere davvero nei guai stavolta…-.
- Questo è solo il secondo problema -. La interruppe Ludo,
spingendo di lato gli appunti di Cura delle Creature
Magiche.
- Perché? -. Chiese
Cam trascinandoli di nuovo vicino a sé.
- Perché il primo sei tu, Cam. Ma guardati! Sei cotta di Lee da circa un miliardo di anni e ancora non sei ancora in grado di parlarci senza
diventare rossa come un sefomaro babbano!
-.
- Vorrai dire un “semaforo” -. La corresse
l’amica.
- Un remafoso o
quello che è, non importa -. Ludo prese un’espressione seria
- Bisogna dare una svolta a tutta questa faccenda! Insomma, l’ultima
volta che vi siete, incontrati soli per caso, cosa vi siete detti? Lui ti ha
detto “ciao” e tu gli hai risposto “ehm…c..ciao” -.
- In realtà lui ha detto “ciao, come va?” e io gli ho
risposto “Ah…bene”. E’ diverso da quanto dicevi tu -. Si difese Cam.
- Molto diverso, si, come ho fatto a confondermi? -. Disse Ludo sarcastica. - Dai, Cam, non hai giustificazioni…ci devi
mettere un po’ più di impegno! -. Le prese la mano e
gliela scrollò.
- Non è facile! Solo perché te ci sei riuscita, non vuol
dire che sia così immediato per tutti -. Tirò a se gli appunti e ci sprofondò
di nuovo.
- Ma almeno bisogna impegnarsi! Su,
quante volte mi hai ripetuto che anche se a Aritmanzia
faccio schifo, basta che ci metta la volontà e si risolverà tutto! -.
- L’Aritmanzia e i ragazzi sono due cose diverse -.
- Mica tanto…la maggior parte delle
volte sono incomprensibili tutte e due -.
- Ecco, vedi, lo dici anche tu -.
Ludo sbuffò. Ne aveva abbastanza. E
anche se Cam era troppo timida per farsi avanti,
avrebbe trovato un modo per sistemare le cose fra lei e Lee: non ne poteva più
di vederla struggersi dolorosamente per quel ragazzo.
Le vacanze di Pasqua stavano
volando senza che Ludo riuscisse a fare alcun progresso con il suo progetto,
allo stesso modo i piani dei gemelli rimanevano nell’oscurità completa. Le due
amiche avevano passato sere a discuterne e a pregare Fred e George di raccontar
loro qualcosa, ma senza alcun risultato. E poi, con i M.A.G.O.
alle porte, passavano un sacco di tempo a studiare…
- Avanti, Ludo, dimmi la
definizione di Incanto Fidelius -. Ordinò Camille. Erano in biblioteca, le lancette segnavano le otto e un
quarto.
- L’Incanto Fidelius è un
incantesimo che permette di…Oh, basta, Cam, non ce la faccio più! E’ dalle nove
di stamattina che siamo qui! -. Ludo lanciò il libro contro la parete di
fronte. Ernie McMilliam la fulminò con lo sguardo,
alzando gli occhi dal libro di Trasfigurazione, e una Serpeverde del loro anno
borbottò qualcosa di molto offensivo. CamAppellò il volume in silenzio. - Fred,
George e Lee non studiano praticamente mai! Noi ci
facciamo dieci ore il giorno e loro due se va bene! Non lo sopporto,
basta, basta, voglio uscire di qui! -. Strillò. Poi si rilassò, fece
dondolare la sedia e disse: - Scusa, dovevo sfogarmi, riprendiamo
-.
- No, hai ragione, anch’io sono
stanca, perché non andiamo a fare una passeggiata? -. Ludo la guardò con gli
occhi fuori dalle orbite. Poi sorrise entusiasta ed
esclamò: - Grande idea, andiamo subito! -. Cam spedì i libri al dormitorio,
facendoli passare dalla finestra, e si avviarono chiaccherando per i corridoi.
- Siete sbucate, alla fine, dalla
biblioteca… -.
- …vi credevamo
intrappolate là dentro -.
- Loro studiano, ragazzi -. Disse
Lee ironico.
Tre note voci
si aggiunsero a quelle delle Corvonero. Fred abbracciò Ludo e le disse
sottovoce che le doveva parlare. Lei fece un cenno con la testa a Cam che si
trovò improvvisamente stretta fra Lee e George mentre Fred e Ludo si allontanavano. Camille sorrise nervosamente.
Quando Fred e Ludo furono in angolo riparato dietro una stuata, lei lo baciò.
- Che c’è?
-. Gli chiese mentre gli lisciava una piega della
divisa.
- Ti voglio dire che cosa abbiamo
programmato…-
Ludo trattenne il fiato per la
sorpresa. - Davvero? -.
- Bè, George mi ucciderà, ma…si. -.
- Tu non dirgli che mi hai
informato -.
- Non posso nascondere qualcosa a George: lui lo saprà subito, appena te
l’avrò detto. E’ utile, perché a volte non c’è neanche bisogno di parlare, ma a
volte è fastidioso condividere praticamente tutti i
pensieri con tuo fratello…-.
-Utile, voglio dire, vi potete
suggerire durante gli esami -.
- Se uno
dei due sapesse qualcosa, sarebbe ancora meglio -. Fred la spinse contro il muro mentre lei ridacchiava. - Ce ne andiamo
- Annunciò poi, all’improvviso.
- COSA?!
-. Il ragazzo le tappò la bocca con la mano.
- Abbandoniamo Hogwarts. So che sembra
terribile, ma non pensiamo di aver bisogno di rimanere…ormai sappiamo tutti gli
incantesimi utili, e per il negozio di scherzi non serve a niente qualche
stupido M.A.G.O. …Combineremo un guaio talmente
fantastico alla vecchia rospa che ci vorrà espellere, a quel punto, prenderemo
le scope e ce ne andremo -. Gli occhi di Fred si accesero di un luccichìo
malizioso. - Un’impresa che Hogwarts non ha mai visto, di cui si parlerà per
anni - . Poi si interruppe ed
esitò. - Ma se non vuoi…se vuoi che io rimanga…-.
Ludo non rispose. Alla fine
mormorò:
- Noc’è bisogno,
vai pure con George. Tanto qui ci sono Camille e Lee, e la scuola finirà
presto, per fortuna - . Fece un sorriso tirato. -
Davvero, vai, Fred -. Si liberò dalla sua stretta e cercò di ritirarsi dignitosamente,
ma scivolò e cadde a terra rovinosamente, urtò un’armatura che le rovinò
addosso con un rumore di ferraglie e quindi si ritrovò seppellita sotto essa. Non le restò che aspettare che Fred venisse a
liberarla sghignazzando. Appena potè alzarsi in piedi, scappò a rifugiarsi
nella torre di Corvonero. Camille la abbracciò e la consolò
mentre piangeva, come Ludo aveva fatto la notte della Burrobirra. Alle
cinque del mattino, Ludo aveva convenuto che un mese non era
poi una separazione così lunga e che poteva sopravvivere fino all’estate.
- Potresti invitarli alla tua casa
al mare dopo gli esami -. Propose Cam. - Il loro negozio non è ancora pronto, e
là c’è un sacco di spazio per tutti. I tuoi genitori non avevano detto che ti
lasciavano la casa libera per un mese mentre loro
andavano in America? -.
- Si, hai ragione…-. Ludo tirò su
con il naso - E’ una buona idea -.
- Dai, è
tutto a posto -.
La mattina passò in una bruma di
stanchezza, e all’intervallo Ludo si limitò a
appoggiare la testa sul banco sprofondando nel sonno. Cam tentò, senza molto
successo, di restare sveglia, e quando Lee entrò anche lei era addormentata
sulla schiena di Ludo.
- Come siete buffe -. Disse
scrollandole.
- Che
v…vuoi? -. Chiese Cam sbadigliando.
- Dirvi che lo
spettacolo si svolgerà oggi alle cinque nel corridoio di Gregory il Viscido
-.
- Eh? -.
- Dormi, va’
-. E se ne andò masticando una caramella Tuttigusti+1.
Alle cinque meno dieci, quando
cessavano le lezioni e tutti gli studenti erano nei corridoi, le due Corvonero
aspettavano nel corridoio sopra citato. I gemelli si
fecero strada fra la folla e si diressero verso di loro.
- Ci si vede, Ludo -. Disse Fred,
abbracciandola.
- Senti…quest’estate
volete venire da me? Al mare. Ti manderò un gufo per spiegarti tutto fra
qualche giorno, ok? -.
- Certo! Ma
adesso dobbiamo andare. Forza, George -. Chiamò voltandosi verso di lui.
- Eccomi -. I gemelli si
guardarono. Si strinsero la mano e sorrisero minacciosi.
- Hogwarts ci ricorderà -. Dissero
in coro.
Tirarono fuori
dalle tasche un piccola scatola verde marcio.
- State indietro -. Ordinò George.
Gettarono la scatola nel mezzo del
corridoio, fra la folla degli studenti, e per un secondo Ludo pensò che
qualunque cosa fosse non aveva funzionato. Poi una
Tassorosso del quarto anno strillò inorridita e corse verso la parete,
indicando con mano tremante una macchia verdastra sul pavimento. La macchia,
che sembrava un misto di muschio putrido e acqua fangosa, si allargava
ribollendo e schiumando, mentre i ragazzi scappavano da tutte le parti
travolgendosi. Spuntarono canne marcescenti, un fango molliccio e appiccoso risaliva le pareti di pietra, si alzarono perfino nugoli di
zanzare mentre una rana gracchiava allegramente e le alghe si attorcigliavano
le une alle altre, l’acqua cresceva sempre di più e con essa anche il tanfo di
marcio. Fred e George ridevano esultanti fra la confusione generale. Quando la
palude smise di ingrandirsi, aveva occupato tutto il
corridoio. Folle di studenti a entrambe le estremità
di esso fissavano ammutoliti la creazione dei gemelli. Ludo,
schiacciata fra Cam e un robusto Grifondoro biondo, battè forte le mani.
E piano piano, come una valanga che si ingrossa man
mano che precipità giù, il rumore crebbe mentre l’applauso si estendeva a
tutti, perfino i Serpeverde si unirono alla frenesia generale. Fred e George
ricevettero le congratulazioni con inchini e sorrisi ironici, tutti davano
pacche sulle spalle e si complimentavano, chiedevano come, come avevano fatto a inventarsi una cosa talmente fantastica? La massa di studenti scese giù per le scale fino alla Sala
d’Ingresso, portando Fred e Geroge in trionfo. Ma
d’improvviso i ragazzi si zittirono, e le teste si voltarono verso le scale. Lo
sguardo di Ludo e Cam risalì la rampa: con loro sommo orrore videro
la Umbridge, schizzata di fango puzzolente, che fissava il centro della sala.
- CHI HA CREATO QUELL’ORRIBILE
STAGNO PUTRESCENTE NEL CORRIDOIO DEL QUINTO PIANO?!?
-. Urlò furiosa. - SE NON CONFESSATE VI TORTURERO’
TUTTI, PICCOLI MOSTRI! MALVAGI BUGIARDI MALANDRINI, IO VI…-.
- Siamo stati noi -. Dissero con
calma i gemelli.
- VI MANDO TUTTI
AD AZKABAN, VI SPEDISCO DAI DISSENNATORI, CONFESSATE, BANDA DI
MASCALZONI…-. Poi parve realizzare le parole di Fred e George. - WEASLEY! LO
SAPEVO CHE ERAVATE STATI VOI, ADESSO VEDRETE…Argus,
vai a prendere il modulo Approvazione Frustate. -. Ordinò poi, gli occhi che
luccicavano maligni. - Bene! -. Esultò la Umbridge, e
Ludo, suo malgrado, tremò di paura per Fred e George. - Allora, vi sembra
divertente trasformare un corridoio in una palude, eh? -.
- Molto divertente, sì -. Ribattè
Fred tranquillamente. Lee fischiò a bassa voce, pieno d’ammirazione per gli
amici.
- Ho trovato il modulo, signora
preside -. Gazza sventolava una pergamena e piangeva di felicità.
- Benissimo, Argus. Voi due
scoprirete ben presto cosa succede a chi combina guai nella mia scuola -.
- Sa una cosa? - Replicò Fred. -
Credo proprio di no -. Cam ridacchiò. - George, credo che abbiamo
raggiunto l’età per interrompere la nostra carriera accademica -.
- Condivido in pieno la tua
opinione -. Concordò George con un gran sorriso.
- E’ arrivata
l’ora di mettere alla prova il nostro talento nel mondo reale, non credi?
-
- Assolutamente -.
E prima che la Umbridge
o Gazza potessero fare alcunchè, sfoderarono le bacchette e dissero in coro: -
Accio scope! -. E dopo uno
schianto fragoroso in lontanza, le scope di Fred e Geroge entrarono di gran
carriera. I gemelli saltarono in sella, e salutarono la folla incredula. Fred
si rivolse a Pix, che svolazzava alla loro stessa altezza all’altro capo della
sala.
- Falle vedere i sorci verdi anche
per noi, Pix -
E il poltergeist, che non aveva mai
preso ordidni da nessuno, scattò sull’attenti mentre i
gemelli partivano. Fred cercò il familiare cespuglio dorato e le rivolse uno
sguardo insieme consolatorio e vittorioso. Lei ricambiò con un gran sorriso e
agitò la mano, mentre, fra gli strilli della Umbridge,
di Gazza e della Squadra d’Inquisizione, e gli applausi entusiasti degli altri
studenti, i gemelli volavano via verso il sole morente.
*
Grazie a tutti quelli
che mi hanno recensito, specialmente a Cassy Black e a
Aliena che hanno commentato gli ultimi due capitoli.
Vi do
una piccola anticipazione sul prosssimo capitolo…finalmente le cose andranno
meglio per Cam!
Ho bisogno di un
aiuto: come si fa a mettere le immagini nella storia? Perché io mi diletto un
po’ a disegnare, e Ludo e Camle ho disegnate diecimila volte. Mi piaceva l’idea di mettere
qualche loro immagine. Se sapete come fare me lo dite?
Grazie mille.
Aliena: sono felice che
Ludo ti piaccia…temevo di averla fatta troppo
imbranata XD, però mi sembrava che stesse bene con Cam che è molto timida ma
più saggia.
Cassy Black: grazie per i
complimenti, e grazie di essere stata la prima a recensire i nuovi capitoli,
era da un secolo che non aggiornavo e nessuno mi recensiva più.
Ludo era distesa
per terra, e rileggeva a bassa voce gli appunti di Pozioni che ormai sapeva a
memoria. Cam, seduta su di una poltrona, ripeteva le definizioni degli Incantesimi mentre Anthony Goldstein controllava sul libro.
Sul divano, altri Terry Steeval e un suo amico provavano
a Trasfigurarsi parzialmente in animali.
- Mi ripeti il programma, Cam? -. Chiese Ludo alzando gli occhi dagli appunti di Pozioni.
- Allora, la mattina abbiamo
l’esame teorico e il pomeriggio quello pratico. Si comincia domani con
Incantesimi, poi Trasfigurazione, Pozioni, Aritmanzia, Astronomia, Cura delle
Creature Magiche, Erbologia, Antiche Rune e Difesa contro le Arti Oscure -.
Ludo rabbrividì.
- Non c’è speranza che ne annullino qualcuno, vero? Magari inizieranno a piovere
rane dal soffitto mentre facciamo l’esame di
Aritmanzia…O gli elfi domestici sciopereranno e i prof saranno troppo affamati
per esaminarci…-. Disse in tono sognante.
- E’ più probabile che piovano le
rane dal soffitto -. Commentò Anthony. - Guardate, c’è un gufo alla finestra -.
Aggiunse. Si alzò e l’uccello entrò, o meglio cadde, dentro. Somigliava a un grosso piumino per la polvere, respirava appena.
Camille si alzò e lo prese in braccio.
- Oh, poverino! Sembra moribondo!
-. Slegò la lettera e il pacco che il gufo aveva alle zampe, e annunciò che
erano per lei e Ludo. Controllò il mittente e sorrise. -
Indovina un po’ chi è, Ludo -.
Lei aprì curiosa
la busta.
Ciao a tutte e due!
Siete ancora vive o i M.A.G.O
vi stanno uccidendo? Ma forse non c’è bisogno degli
esami per ucciderti, Ludo, potresti benissimo romperti la testa da sola.
Per quanto ne sappiamo, la tortura
inizia domani…in bocca al lupo.
Noi tutto bene. Il nostro negozio
al numero novantatrè di Diagon Alley va a gonfie vele. L’unica cosa è che ci siamo
dovuti trasferire nell’appartamento sopra il
negozio, che è piccolo e spoglio, perché mamma non smetteva di urlarci
contro per aver mollato la scuola. Voi che non
l’avete conosciuta – e credeteci, non volete conoscerla – non potete sapere com’è quando si
arrabbia. Avete presente uno Schiopodo Sparacoda perfettamente sviluppato?
Ecco, in confronto alla mamma è un gattino tenero e dolce.
Abbiamo un solo letto, e ci
dormiamo a notti alterne – infatti abbiamo un mal di
schiena terribile. E’ ancora valida l’offerta della tua casa al mare, Ludo? Ne approfitteremmo volentieri.
Alleghiamo un pacco di Merendine
Marinare e scherzi vari. Usateli contro la vecchia rospa!
Buona
fortuna per gli esami!
P.S. Se Errol (il
gufo) è ancora vivo, speditecelo indietro.
Gred &
Forge
Ludo voltò il
foglio per trovarci un disegnino animato di un grosso rospo con un vaporoso
cardigan rosa, che veniva bastonato da una folla di
figurette dai cappelli a punta; sicuramente gli studenti. Cam intanto apriva il
pacco. Dentro ci trovarono: Torrone Sanguinolento, Pasticche
Vomitose, Fondenti Febbricitanti, Pallottole Puzzole e bacchette finte che si
trasformavano in merluzzi di latta o pappagalli di gomma, e un biglietto, che
diceva: “Date il nostro indirizzo a
chiunque sia interessato a comprare questa roba. Fateci pubblicità!”
Ludo lesse più
volte la lettera, e quando si rimise a studiare un sorriso allegro le si allargava sul viso.
La mattina dopo,
alle cinque i ragazzi del settimo anno erano già tutti svegli per un ripasso
dell’ultimo minuto, tranne Ludo, che dormì beatamente addirittura fino alle sei
e mezzo.
- Non riesco a
mangiare -. Disse Cam, allontanando il piatto.
Ludo la guardò:
tremava, e aveva il viso bianco come un cencio lavato.
- Andrà tutto bene, non ti preoccupare -. La consolò. - Sono
tutti tranquilli, cerca di rilassarti anche tu -. Camille si guardò
intorno. Anthony aveva spezzettato il suo toast in frammenti talmente piccoli
che sembravano polvere, senza mettere in bocca alcunché;
Terry fissava la tazza di tè come se fosse la cosa più interessante del mondo,
non aveva detto una parola dalla sera prima; la loro compagna di camerata Nancy
borbottava incantesimi con un’inflessione isterica nella voce.
- Tutti
tranquillissimi, proprio così -. Disse sarcastica tormentandosi una ciocca di
capelli. - Oh, sono così nervosa…-.
- Guarda, lui è
davvero tranquillo -. Ribattè Ludo indicando Lee Jordan al tavolo dei
Grifondoro. In effetti, il ragazzo stava sfogliando la Gazzetta del Profeta mentre sorseggiava il caffè. Agitò la mano per
salutarle e rivolse loro un gran sorriso. Ludo ricambiò, Cam
sembrava pietrificata dalla combinazione esami–Lee. Ma
la tortura finì presto: alle otto uscirono dalla Sala Grande, per tornarci una
mezz’oretta dopo. I banchi erano stati tutti divisi e numerati. Saputo il
numero della loro postazione, Ludo e Cam si divisero.
- Non sapevo la domanda numero 4! -. Si lamentò Ludo.
- Oh, io non mi
ricordavo la definizione teorica dell’Incantesimo Testabolla! -.
- Io non ho scritto
la data di oggi! Pensate che mi toglieranno punti per
questo? Oh, che stupida, sicuramente mi bocceranno! -.
- Nancy -. Disse
Anthony mortalmente serio - Se ripeti questa cosa della data di
oggi ti ritroverai a festeggiarla come data di Complemorte -.
Tutti risero e
l’atmosfera si rilassò un po’. Ma il tempo per
rilassarsi fu poco: alle tre aspettavano di essere chiamati per l’esame
pratico. Finalmente, il canuto esaminatore mise la testa fuori e chiamò:
Ludo e gli altri
due ragazzi entrarono nella saletta. Tre esaminatori, due
donne e un uomo, aspettavano seduti dietro delle scrivanie.
- Dreams,
giusto? -. La prof la scrutò da sopra gli occhiali. Somigliava a un vecchio gufo, a Ludo ricordò un po’ un Errol molto
arcigno. - Corvonero, eh? -. Disse osservando lo stemma del corvo di bronzo
sulla divisa. - Allora, vediamo come te la cavi con la
Disillusione -. Ludo sospirò sollevata: era un incantesimo piuttosto facile. -
Non verbale -Aggiunse ghignando nel vedere la smorfia di disappunto della
ragazza.
Nel complesso
l’esame andò bene, solo, Ludo non avrebbe voluto che il suo pony da far
Evanescere avesse la coda così lunga: parecchi ciuffi restarono abbandonati sul
pavimento, e quando lo fece ricomparire il pony aveva un aspetto molto più spennacchiato.
- E con questi cosa ci faccio, signorina? -. Chiese
l’esaminatrice sventagliandole sotto il naso i peli. Ludo, che non poteva più,
li polverizzò con un Reducto ben piazzato.
- Ecco, adesso
non se ne deve più preoccupare -. Disse stupita dalla sua stessa audacia.
I giorni che
passarono furono i più stressanti della vita di Ludo e Cam. Solo l’indomani
affrontarono l’esame di Trasfigurazione, e Ludo fu molto soddisfatta
della sua Trasfigurazione da rana a orso: il grizzly era così ben riuscito che
attaccò perfino l’esaminatore, che si trovò costretto a farlo tornare l’innocuo
anfibio. Pozioni fu discretamente difficile, ma ormai
Cam pensava di non si sarebbe mai più potuta scordare la ricetta della Bevanda
della Morte Apparente e relativo antidoto, dopo ciò che era capitato. Se Ludo
aveva sperato di passare Aritmanzia, restò delusa: si limitò a tirare a caso quasi tutti i numeri, e quando fu indecisa fra tre
risultati diversi, usò il preciso e infallibile metodo di far girare la penna e
scegliere quello che essa indicava. Cam invertì Giove con Saturno ad
Astronomia, ed era talmente stanca e stressata che si addormentò con la testa
sul compito a dieci minuti dalla fine. A Cura delle Creature
Magiche Ludo si rifiutò di avvicinarsi alla sua prova d’esame, ovvero una
grossa Manticora dall’aria feroce; mentre Cam fu bravissima con il suo
Puffskein; e non volle ascoltare Ludo che proponeva uno scambio con la sua
“graziosa bestiola”.A Erbologia andarono molto
bene tutte e due, e Cam riuscì anche a nascondere la ferita che la Tentacula
Velenosa le aveva procurato.
- E’ solo un
graffiettino! -. Si giustificò mentre fasciava con
cura il braccio sanguinante nel terzo lenzuolo. Gli altri due, zuppi di sangue,
erano gettati in un angolo della sala comune. Antiche Rune scivolò
via senza particolari difficoltà, e l’ultimo esame, Difesa contro le Arti
Oscure, fu il più facile: con quello che avevano fatto all’E.S, si meritavano
come minimo:
- Un doppio
Eccellente, anche se non esiste; oppure un Eccellente e una bella botta in
testa alla Umbridge -. Disse allegramente Ludo
dirigendosi verso la porta che dava sul parco.
L’ultimo giorno
di scuola, Ludo si svegliò con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
- Wow! Siamo praticamente in vacanza! -. Strillò saltando in piedi.
Purtroppo si era scordata dell’esistenza del baldacchino, ma ormai i Corvonero
erano talmente abituati a vederla con grossi bernoccoli, che non le avrebbero fatto alcuna domanda.
- Cam, Cam!
Svegliati! E’ l’ultimo giorno di scuola! Non torneremo più a Hogwarts…-.
Scrollò l’amica, che continuò a dormire beatamente. - Cam, che hai? -. Chiese
poi, un po’ preoccupata: Cam in genere si svegliava sempre presto, ed era lei a
buttare giù dal letto Ludo. Finalmente, Cam emerse dal groviglio di coperte.
- Che ore sono? -. Sbadigliò.
- Le sei e mezzo, Cam, ma dobbiamo fare le valigie, prendere
le nostre cose; ieri sera non abbiamo messo via niente, perché tu non c’eri…-.
Ludo si accigliò. - A proposito, dov’eri? Ti ho cercato dappertutto! -. Cam
arrossì furiosamente, mentre balbettava:
- Si…beh…vedi,
ecco, ieri sera, insomma…io…-.
- Che discorso chiaro, adesso sì che ho capito tutto -.
- Vedi…io…Lee…non so da dove cominciare…-. Ludo spalancò gli
occhi a udire il nome “Lee”
- Lee? -.
Ripeté, incredula. - Cosa avete fatto tu e Lee? -. Cam
sprofondò sotto il lenzuolo. Poi disse, con una vocina piccola
piccola:
- Ti ricordi che
ieri sera i Grifondoro parlavano tutti agitati, e Harry Potter non c’era? Volevo sapere cos’era successo, così sono andata
là…credevo che tu fossi dietro a me, ma poi mi sono voltata e ti ho visto
salire le scale…-.
- Anch’io ti credevo dietro a me! -.
- E così ho chiesto a Lee di raccontarmi la ragione della
confusione. -.
- Gli hai
rivolto la parola di tua spontanea volontà?! -. La
interruppe Ludo. Cam la ignorò.
- Lui ha
iniziato a chiacchierare…siamo andati nel parco, perché c’era caldo…e, insomma,
sai com’è -.
- Sai com’è
cosa? -.
- Ludo, lo sai
benissimo! E quindi, adesso…adesso io e Lee stiamo
insieme -. Ludo spalancò la bocca. La mascella le pendeva mollemente, dandole
un’aria molto poco intelligente. In effetti, sembrava
un pesce boccheggiante.
- No, non ci
credo…ce l’hai fatta davvero? -. Disse
quando recuperò l’uso della parola. Cam sorrise timidamente. - Ma è fantastico! -. strillò Ludo. -
Brava! - Le afferrò le mani e la trascinò in una danza tribale intorno al
letto.
Quando si furono
calmate (anche se scoppiavano a ridere ogni volta che
incrociavano gli sguardi) ed ebbero ficcato vestiti, Merendine Marinare, libri
e pergamena nei bauli , scesero a colazione nella Sala Grande. Si fissarono
nella memoria le aule, i corridoi, il loro dormitorio, la sala comune con il
soffitto stellato.
Lessero sul
giornale che Voldemort era tornato.
Si guardarono.
- Silente lo
sapeva -. Disse Cam alla fine. - Ci aveva avvertito. -.
- Non
permetteremo a Tu-sai-chi di distruggere le nostre
vite, vero? -. Mormorò Ludo. Cam scosse la testa.
- No. Non glielo
permetteremo. -
*
Come sempre grazie a
Aliena e Cassy Black che mi recensiscono fedelmente...mi fate pensare che alla
fine non sia così male la mia storia. Grazie anche a Charme e a tutti quelli
che leggono senza recensire (sperando che ce ne sia qualcuno oltre alle mie
fedelissime). Avete visto le cose alla fine si sistemano
anche per Cam. Non ho descritto tutta la scena perché non avendo io
assolutamente il carattere come Cam non avrei saputo
descrivere bene il magico momento. Lo lascio alla vostra immaginazione…
L’Espresso di
Hogwarts si fermò fischiando davanti alla piattaforma numero
9 e 34. Immediatamente, si levò una confusione indescrivibile, di
genitori che chiamavano i figli, gufi che svolazzavano su e giù, bauli che venivano scaricati (spesso sui piedi di qualche
malcapitato), e amici che si salutavano. Ludo avvistò un mago alto, dai capelli
castani, che si guardava intorno divertito da tanta allegra confusione. La
ragazza lo salutò con la mano dalla finestra dello scompartimento, ma prima di
raggiungerlo dovette affrontare tutte le insidie del treno: inciampò nella
porta dello scompartimento, si tirò sull’alluce il baule, andò a sbattere
contro un Tassorosso che la guardò malissimo, cadde dal gradino del treno, si
beccò una gomitata nello stomaco da una madre ansiosa di rivedere i figli e
infine inciampò in una valigia, andando a finire lunga distesa ai piedi del
mago dai capelli castani.Lui la aiutò a
rialzarsi, mentre Camille li raggiungeva incolume.
- Papà! -
Strillò Ludo, abbracciando la meta finalmente raggiunta.
- Buongiorno,
signor Dreams -. Disse educatamente Cam.
- Non mi
chiamare signor Dreams, Camille, chiamami Alexander,
te l’ho detto centinaia di volte - Disse il padre di Ludo bonariamente. - Oh,
guarda, vedo tua madre laggiù - Disse indicando una signora bionda
incredibilmente simile a Cam.
- Allora ciao,
Ludo, ci si vede fra quattro giorni, vero? -
- Si, come
d’accordo, ci si vede a casa mia. Puoi portare anche Lee se vuoi! -.
- Grazie - Disse
Cam arrossendo un pochino.
Le due amiche si
abbracciarono e si salutarono. Ludo restò a guardare Cam presentare Lee a sua
madre. La signora Frail non aveva certo lo stesso carattere timido della figlia,
perché strinse la mano di Lee con energia e iniziò subito a fargli un fuoco di
fila di domande, sotto lo sguardo spaventato di Cam.
- La mamma
dov’è? - Chiese Ludo mentre attraversavano la
barriera.
- Oh, è rimasta
a casa a preparare le valigie per l’America. Anche se ci
chiediamo se sia il caso di partire, con tutto quello che è successo…-.
Ludo sapeva che
alludeva al ritorno di Voldemort.
- No, papà,
andate, non è giusto che Tu-sai-chi rovini la vita di tutti, sarebbe
come dargliela vinta. E poi è un secolo che non vedete Yuri e Neri- Ribattè. (Yuri e Neri erano i fratelli maggiori di Ludo, che
abitavano momentaneamente in America. Avevano rispettivamente venticinque e
ventitré anni, e si occupavano di piante magiche, come Alexander) E poi, pensò,
mi serve la casa al mare libera per poter stare con il mio ragazzo e i miei amici. Un piccolo intralcio come il ritorno del mago
Oscuro più potente di tutti i tempi mica può rovinarmi
l’estate!
- Sei sicura? -
- Sicurissima, papà -. Lo rassicurò Ludo cercando di far stare
in equilibrio il suo baule, con il risultato che il baule cadde a terra e lei vi inciampò, precipitando. - Non è giusto! - Si lamentò. - Perché devo sempre cadere? -. Alexander la aiutò ad alzarsi
e le sorrise affettuosamente.
- L’importante è
cadere nei momenti e nei modi giusti -. Disse. Ludo fece una smorfia.
Evidentemente suo padre era andato a lezione dal becco di bronzo della torre di Corvonero. Mentre Ludo e
Alexander si avviavano verso l’uscita due figure identiche, rosse di capelli,
con le guance lentigginose, si stagliarono davanti a loro.
- Fred! George!
-.
Ludo corse ad
abbracciare i gemelli, che la presero in giro per la caduta del baule. La
ragazza notò che Fred e George indossavano entrambi giubbotti squamosi color
verde livido. - Che cosa sono? -.
- Giubbotti di
pelle di drago…-
-…la migliore in
commercio…-
-…abbiamo deciso
di farci un regalo…-
-…visto che gli affari vanno benissimo -.
Nel frattempo
Alexander li aveva raggiunti, seguito dalle valigie che gli trotterellavano
dietro.
- Ma che razza
di valigie sono? -. Domandò un babbano osservando
stupito i bauli auto-moventi.
- E’ un nuovo modello in vendita da poco, hanno un meccanismo
incorporato da caricare a manovella -. Rispose Alexander serissimo.
- Belle! Vedrò
se le trovo su E-Bay! -. Commentò il babbano.
- Sarà un ottimo
affare -. Disse il padre di Ludo cortesemente. Il babbano caracollò via
soddisfatto.
- Ascoltate -
Disse Ludo ai gemelli - I miei se ne andranno fra
quattro giorni. Materializzatevi a “Villa Giglio” fra cinque
giorni, va bene? Mi dispiace che siate costretti a dormire ancora a
turno su un letto solo, ma non potete stare lì mentre
ci sono i miei -.
- Va bene -
Disse Fred. George fece una smorfia e si massaggiò la schiena. - Ciao - Salutarono
in coro, ma Fred si chinò e le diede un rapido bacio
sulla bocca.
- Idiota! C’è
mio padre qui davanti! -
- E allora? -.
Ludo sbuffò. -
Ciao -.
Alexander o non
aveva visto o aveva fatto finta di non vedere, perché non fece
alcun commento. La bella Jaguar di famiglia li aspettava parcheggiata accanto
al marciapiede. Chissà perché, una volta in viaggio, la
macchina scattava misteriosamente in cima alle code e superava tutti gli
ingorghi. Presto furono sulla costa, in un posto singolarmente caldo e
soleggiato. Dopo una strada un po’ scalcinata tutta curve arrivarono a Villa
Giglio; una bella casa bianca e blu arroccata sugli scogli.
- Ciao mamma! -.
Disse Ludo in italiano, entrando (Le valigie le portava Alexander, per evitare
alla figlia un trauma cranico). Anche lui salutò la
moglie in italiano: a casa fra loro non parlavano mai in inglese.
- Ludo!
Bentornata! Vai ad apparecchiare, che adesso si cena -. La madre di Ludo era
una donna alta, con folti ricci scuri tagliati corti e pelle abbronzata. Mosse
la bacchetta con fare deciso verso le zucchine nel lavandino e quelle
iniziarono a tagliarsi da sole.
- Tipico della
mamma, spedirmi subito a fare qualcosa appena arrivata a casa -.
- La mamma è un pochino iperattiva,
lo sai -. Disse Alexander sorridendo.
- Ludo, dopo che
hai apparecchiato, metti a posto la roba che hai nelle valigie, annaffia le
piante sul tuo davanzale, lavati le mani, tira fuori i tuoi asciugamani, metti
via la divisa, vieni a darmi una mano in cucina, riponi lo zaino che hai mollato
nell’ingresso, dai da mangiare al gatto, cambia le lenzuola al letto e butta a
lavare quelle vecchie -.
- Un pochino? - Disse Ludo con una smorfia
prendendo appunti su ciò che doveva fare - Se non me le scrivo non me le ricordo neanche tutte! -.
- E sbrigati! -. La voce della madre le arrivò vibrante
dall’altra stanza.
Dopo tre giorni
a casa, Ludo pensava che avrebbe preferito rifare i M.A.G.O.
daccapo che continuare così. Sua madre aveva avuto la grande idea di
coinvolgerla nella pulizia della sterminata soffitta, e non contenta, la
obbligava anche ad andare a correre con lei tutti i giorni.
- Mamma, non ce
la faccio più! Sul serio, sono stanca! -. Ansimò Ludo con il poco fiato che le
restava.
- Forza, Ludo!
E’ la fatica rigeneratrice! E abbiamo corso solo venti chilometri! - Replicò sua
madre piena di sprint. Sebbene a Ludo fossero mancati molto i genitori
quell’inverno, in quel momento desiderava di essere
ancora a Hogwarts sul prato davanti al lago a non far niente.
- Isabella,
lasciala stare, penso che Ludo non condivida la tua passione per la corsa -
Disse Alexander che le seguiva tranquillamente in bicicletta.
- Ma certo che la condivide! Deve solo accorgersene! -
Ludo si sentì
molto sollevata quando i suoi genitori caricarono la
Jaguar e la salutarono. Alexander controllò un’ultima volta gli incantesimi
protettivi che aveva posto intorno alla casa, tali che nessuna persona avrebbe potuto entrare senza un invito esplicito di
Ludo.
- Chiudi sempre
la porta, spegni le luci se non le usi, ricordati di
non lasciare i fornelli accesi, non fare magie pericolose, non ti
Materializzare in posti che non conosci, chiama la zia Silvia se c’è qualcosa
di cui hai bisogno, anzi, forse è meglio se vai da lei stasera…-.
- Papà, sono
maggiorenne -. Disse Ludo sulla soglia di casa alzando gli occhi al cielo. -
Non ho cinque anni, lo so che devo chiudere la porta quando
esco -.
- Va bene, ma comunque…-
- Stai attenta, lo so-. Sbuffò Ludo impazientemente.
Alexander fece per n
- Vai a correre,
qualche volta! -. Le urlò la madre sporgendosi dal finestrino.
Ludo continuò a salutare con la mano finchè
furono in vista e poi si lasciò cadere su una poltrona di vimini nella veranda,
giurando a se stessa che non sarebbe mai più andata a correre per tutta la
vita. Sperò per Yuri e Neri che a Los Angeles non ci fossero
tanti posti dove correre; e che avessero il buon senso di presentare le loro
fidanzate alla mamma solo dopo una lunga preparazione psicofisica.
*
Avete
fatto la conoscenza dei genitori di Ludo…che ve ne pare? Li ho descritti a immagine e somiglianza dei miei (si, mia madre è davvero
così: a volte mi chiedo come faccio a essere ancora viva…).
Baci e abbracci a tutte…Aliena,
Cassy Black e Charme. Bentornata Smolly_sev! Mi sentivo un po’
abbandonata…allora ci sei ancora! *me troppo sensibile, lo so*
Un ringraziamento speciale a Bellis che mi
ha spiegato come si fa a mettere le immagini…forse vedrete qualcosa nei
prossimi capitoli (sempre che ci riesca, sono una frana
con questi aggeggi tecnologici)
Ludo stava
ancora oziando sulla poltrona con gli occhi socchiusi (anche
se avrebbe dovuto alzarsi e preparare il pranzo per gli amici in
procinto di arrivare) quando un elegante gufo reale marrone chiaro planò
davanti a lei e le depositò un biglietto in grembo.
Ludo, sei viva? E’ un’ora che siamo qui davanti ad
aspettare, ma tu non ti alzi da quella stupida poltrona!
Non possiamo entrare e neanche urlare o
lanciarti incantesimi oltre questa barriera, etu ti potresti anche degnare di venire
a invitarci!
Camille è dovuta andare a casa a prendere il
gufo e lo sai che a lei non piace Smaterializzarsi, quindi Lee l’ha dovuta
accompagnare a e ha sbagliato posto due o tre
volte.
Seipiù imbranata e svogliata di una rana
con i reumatismi!
Adesso alzati e vieni ad aprirci, che
cavolo!
Ciao,
amore caro
Fred
Ludo
si alzò in fretta dalla poltrona e cercò con gli occhi gli amici al cancello
del giardino. Quando li vide corse verso di loro e aprì il lucchetto
mentre pronunciava la formula di invito. Fred e George balzarono dentro
e la afferrarono puntandole la bacchetta alla tempia.
-
Ah, stupida ragazzina! Non avresti dovuto aprire ai Mangiamorte! La Pozione
Polisucco è la nostra specialità. I tuoi amici li abbiamo
fatti fuori, se ti affacci sulla scogliera troverai qualche traccia…- Disse
colui che sembrava Fred con un ghigno. Ludo urlò.
-…ma non temere, ti riunirai presto con loro - Aggiunse
malignamente il simil-George. - Le ragazzine sono i bocconcini migliori, vero,
Fenrir? -
Quello
che sembrava Lee sorrise pericolosamente mostrando i denti, e si passò la
lingua sulle labbra. Ludo tremava. Come aveva potuto essere così stupida?! I suoi genitori l’avevano avvertita! La ragazza gemette
terrorizzata e cercò di arrivare a prendere la bacchetta nella tasca dei jeans, ma il simil-Fred le strinse più forte le braccia.
In
quel momento vide Camille (o colei che ne aveva
l’aspetto) arrivare lungo il vialetto.
-
Cam, scappa! Sono Mangiamorte trasformati! - Strillò. La ragazza non sembrò
affatto turbata. Sembrava piuttosto…arrabbiata. Ludo pensò che era anche lei una Mangiamorte, magari il capo, e gli altri
avevano trasgredito i suoi ordini in qualche modo. Forse avrebbero dovuto
ucciderla subito?
-
Idioti! Lasciatela! - Ordinò. - Ludo, stai bene? Tranquilla, è solo uno stupido
scherzo di questi tre idioti…-
Ludo
fece un gran respiro e si tranquillizzò. Poi, piano piano, iniziò a sibilare
furibonda, rivolta ai ragazzi, alzando il volume man mano che la voce diventava
più stridula e furiosa.
-
Come vi è venuta in mente una stupidaggine del genere?!
Mi avete fatto prendere un colpo! Siete impazziti?!
Con tutte le cose su cui potevate scherzare, avete
scelto i Mangiamorte?! Ma cosa avete
nella testa?! Succo di zucca?!
- Ludo si interruppe un attimo per riprendere fiato e
Fred ne approfittò per baciarla a tradimento, ignorando i suoi energici
tentativi di liberarsi. Intanto fece segno con la mano a George e Lee di
entrare con le valigie mentre lui teneva “occupata” Ludo.
Sette ore più tardi, Ludo stava iniziando a
smaltire la rabbia e permise ai ragazzi di mangiare, sebbene avesse minacciato
di lasciarli senza cibo. I tre maschi si abbuffarono a dovere, e solo quando fu
tutto completamente spazzolato si alzarono per lavare i piatti. Lee obiettò che
a questo punto i piatti non avevano un gran bisogno di essere lavati, tanto
splendevano, ma Cam e Ludo li forzarono, chissà perché, a darci dentro con il
sapone lo stesso. Mentre Fred, George e Lee si comportavano da brave donne di
casa, Ludo si sedette sul tavolo dondolando le gambe, mentre Cam si accomodava
compostamente in una poltrona, dopo aver scostato la rivista “Run everywhere”.*
-
Ehi - chiamò a un certo punto George - vi sta
simpatica Angelina? -
-
Si, a me molto - rispose Ludo. Cam esitò un secondo, ma assentì anche lei. - Perché? - Chiese Ludo.
-
No, niente - disse George strofinando sul piatto con energia. Fred ridacchiò
sotto i baffi.
-
Dovete sapere - iniziò, beccandosi un’occhiataccia da parte
del gemello - Che George, l’altra sera, ha invitato Angie in un locale, così,
per una “Burrobirra fra amici”- continuò, ignorando gli sbuffi seccati
di George - E ha cercato di farla ubriacare. Solo che lei se
n’è accorta subito -.
-
E quindi? - Lo sollecitò Ludo
interessata.
-
Mi ha detto che se volevo portarmela a letto non c’era bisogno di farla
ubriacare -. Disse George scrollando le spalle.
-
E? -
-
E indovina -. Sghignazzò Fred. - Ho potuto dormire sul
letto anche se quella notte non era il mio turno. Sono
andati a casa di Angie -.
-
Che bello, George! Congratulazioni! - Esclamò Camille.
-
Non ci siamo mica sposati - ribatté George, però compiaciuto. Cam gli fece un sorrisone a trentadue denti. Ludo le scoccò
un’occhiata in tralice da te-l’avevo-detto.
-
Visto che Angelina non ha nessun interesse in Lee? - Le bisbigliò chinandosi su
di lei. Cam annuì sorridendo e schioccò un bacio al suo ragazzo senza nessuna
ragione apparente.
-
Che ore sono? - Chiese Fred. - Le nove e un quarto -
rispose Cam distrattamente, ancora abbracciata a Lee, che le accarezzava
perplesso la schiena sebbene avesse le mani saponose.
Saputa l’ora, sia Ludo che i tre ragazzi fecero un salto e corsero in salotto
strillando:
-
Presto! Accendi la tv! -
-
Che canale? -
-
Non lo so, chiedi alla televisione! -
-
Ehi, dov’è la partita? -
-
Sul secondo canale, prego - Rispose una voce metallica che doveva appartenere
all’elettrodomestico.
-
Forza, accendi -
-
Ecco fatto -
-
Ed ecco la Germania entra in campo...cavalcano tutti
il nuovo modello di Firebolt, un’ottima scopa, molto veloce e facilmente
manovrabile…i tre Cacciatori: Mueller, la rivelazione del campionato,
Schainstaiger, Ozil…il Portiere: Noyer…i Battitori: Podolski e…-
Ludo,
Fred, George e Lee erano già incollati allo schermo e seguivano con gli occhi i
giocatori che volteggiavano per aria prendendo le loro posizioni, quando arrivò
Cam dalla cucina.
-
Che partita è? -
-
Germania contro Spagna, sono le semifinali del mondiale - disse Ludo senza
scollare lo sguardo dallo schermo. - C’è un Cacciatore della Spagna che mi
piace un sacco…adesso te lo faccio vedere, io tifo per loro -
-
Ed ecco la formazione spagnola! La scopa delle Furie
Rosse è invece la nuovissima Tornado 22, un modello che ha riscosso molti
giudizi positivi. Il Portiere Casillas…i due Battitori
Xabi e Pouyol…il bravissimo Cercatore Ramos, e i tre Cacciatori: Iniesta, Villa
e…-
-
Torres! - Lo anticipò Ludo strillando. - Vai! Forza! Sei il migliore! Sei
fighissimo! Ti adoro! -. Probabilmente le urla di Ludo avevano oltrepassato le
barriere del suono.
-
Fred, mi sa che questo qui ti ruba la ragazza - sghignazzò George.
-
Ultimamente Fernando Torres, anche se è ritenuto da tutti un
vero talento, non ha giocato al massimo, vedremo cosa sarà capace di
fare in questa partita…-
Cam
e Lee dovettero tenere ferma Ludo che inveiva contro
il cronista che aveva osato criticare il suo amato Fernando.
*Corri
dovunque
*
Sono tornata! Mi dispiace di avervi fatto
aspettare così tanto, ma non ho avuto davvero tempo di scrivere. Spero che questo capitolo vi piaccia. Come vedete ho fatto un “piccolo” riferimento ai mondiali in
corso…trasformandoli in Quidditch. Io e Ludo siamo iscritte al Fernando
José Sanz Torres Fan Club, e stiamo
cercando di convincere Cam a unirsi a noi. Se qualcuna
di voi condivide la mia folle passione la stimo un
monte.
Vi devo annunciare che la storia sta per
finire, e questi sono gli ultimi capitoli di Fred, George
&… anche se mi dispiace tanto. Direi ancora uno o due
capitoli.
Grazie mille a tutti coloro
che mi seguono, che mi ricordano o che addirittura mi preferiscono, e a quelli
che leggono e basta.
Ovviamente Baci & Abbracci a tutte le
sante che mi recensiscono fedelmente...siete super!!!!
Charme:
I miei genitori assomigliano
abbastanza a quelli che ho descritto…ma vivere con una pazza scatenata come mia
madre non è per niente facile. Mi dispiace di non meritare più i complimenti
sull’aggiornamento rapido. Vedrò di impegnarmi di più nei prossimi giorni.
Aliena:
Allora ha fatto colpo su tutti quella pazza furiosa di mia madre! Sono d’accordo, si
merita tutti gli Iper possibili...Sono felice che ti
piaccia anche Alexander che è un po’ più mite.
Cassy:
Mi dispiace tanto di deludere le
tue speranze, ma un giorno non lontano questa storia finirà…comunque
grazie mille, sono lusingatissima e commossa. Che recensitrici
fantastiche che ho. Prometto di non deludere l’altra
tua speranza, presto farete la conoscenza di Yuri & Neri. Speriamo che
non siano loschi come Fred! XD
Smolly_Sev: Altro che io perdonare te, sono io che devo
chiedere scusa per questo trilione di anni d’assenza.
Sempre grazie mille per il sostegno.