...Alla calda luce di un falò

di Manu_Hikari
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Stage 1 ***
Capitolo 2: *** stage 2 ***
Capitolo 3: *** Stage 3 ***
Capitolo 4: *** Stage 4 ***
Capitolo 5: *** Stage 5 ***



Capitolo 1
*** Stage 1 ***


...Alla calda luce di un falò.

by Manu_Hikari
 

    

Allora, premetto che questa storia è nata nel giro di due giorni e che è completa, ma nonostante sia stata concepita come one-shot in origine, verrà  postata regolarmente in capitoli, giusto il tempo di una revisione finale. Inoltre i personaggi, che non sono miei ma dell’eccelsa Rumino Takahashi, sono quasi del tutto OOC, o almeno a me così sembra, anche se li avrei voluti molto più verosimili.

L’ispirazione mi è venuta ascoltando un vecchio cd di mio nonno, “ ‘Nu jeans e ‘na maglietta” di Nino D’angelo, un famoso cantante Napoletano (Quanti di voi lo conoscono?) quindi il testo della canzone sarà riportato alla fine di ogni capitolo, con relativa “traduzione”.

Dunque, buona lettura!

 

 

     Stage 1

 

 

         Le chiare e cristalline acque del mar mediterraneo, incantevole e azzurro specchio, accarezzavano ritmicamente la bianca e fine sabbia delle spiagge Sarde, imponendo, talvolta a qualche vispo crostaceo, di indietreggiare per partecipare a quel divertente gioco. Un po’ più in alto, lievemente rialzata rispetto alla spiaggia battuta dal sole cocente, una distesa di sfarzose ville a schiera, tutte bianche, tutte ugualmente ben progettate, immerse nella vasta distesa verdeggiante della rada boscaglia. Pochi potevano permettersi il lusso di possedere una villetta sulle spiagge Sarde. Personaggi famosi, politici, ma anche medi e grandi imprenditori.

Villa Nishizawa non era la più grande di queste sfarzose costruzioni, ma di certo era una delle più graziose, vista da lontano poteva benissimo dare l’impressione di un piccolo castello, costruita su due piani e dotata di moltissime stanze.   

Una delle vetrate scorrevoli, si aprì su un piccolo terrazzino al piano superiore e un affascinante ragazzo, che a prima vista sembrava dimostrare non più di venticinque anni, uscì all’aria aperta, poggiandosi al parapetto e inspirando a pieni polmoni l’aria salmastra. I suoi lunghi capelli, di un meraviglioso color argento, si lasciarono cullare dalla piacevole frescura della brezza marina. Quanto gli sarebbe piaciuto essere libero proprio come il vento e poter scappare via da quella prigione, d’oro, si, ma pur sempre una prigione. Lui non si riconosceva in quella società nella quale non aveva chiesto di nascere, costantemente costretto a fingersi ciò che non era, circondato da persone che, decisamente, non erano ciò che ostentavano essere.

Sesshomaru aveva ventiquattro anni, ed era ormai prossimo ai venticinque, e suo padre, un ricco e famoso imprenditore giapponese, presidente generale di una società informatica molto diffusa e rinomata in Giappone e che stava tentando di diffondersi anche in Europa,  non faceva altro che ripetergli quanto fosse  necessario, ormai che lui si trovasse presto una fidanzata e mettesse la testa a posto; per questo, ogni estate, lo trascinava in quella villa al mare, nella quale si davano molte feste, nella speranza che fra le ragazze invitate ce ne fosse una adatta a lui.

Sesshomaru le trovava davvero bellissime e, sicuramente, essendo per la maggior parte figlie dei colleghi e amici di suo padre, con una posizione sociale invidiabile. Ma non avevano nulla di speciale, non riuscivano a tener su un dialogo costruttivo con nessuno, se non con il loro specchio, così intente a guardare loro stesse che non avrebbero visto a un palmo dal loro naso e avrebbero dato importanza a qualcun altro soltanto se questi fosse stato vestito di specchi.

E così lui si accontentava di essere solo “uno scapestrato” per suo padre; l’uomo infatti gli dava tutta la colpa per questa incapacità di instaurare una relazione duratura. Mentre InuYasha, il suo fratellastro, nato dal secondo matrimonio di suo padre, era il figlio preferito, il figlio modello, fidanzato da un sacco di tempo con una dolce fanciulla di nome Kagome.

Improvvisamente, una bianca e cristallina risata, tanto simile a quella di sua madre, riempì l’aria, seguita quasi immediatamente da un amichevole abbaiare. Quasi senza che Sesshomaru se ne rendesse conto, la sua attenzione fu calamitata da un grosso cagnone, un bellissimo esemplare , un incrocio fra un pastore tedesco e un cho cho ( sembra strano, ma l’ho visto da vicino ed è assolutamente una meraviglia!), rincorso dalla sua sorridente padroncina, una moretta dalla pelle candida. Tirandosi i jeans fin sul ginocchio, la ragazzina seguì il suo cane che si era tuffato in acqua e iniziò con lui un divertente gioco fatto di schizzi e di rincorse. Gli occhi del ragazzo dai capelli d’argento rimasero incollati su quella figura che tutt’ a un tratto gli parve particolarmente eterea muovendo in lui lo strano desiderio di vederla da vicino.

«Jaken! »Disse al suo maggiordomo entrando in casa. «Vado in spiaggia per una passeggiata, avverti tu mio padre quando tornerà dal club…»

«Sissignore…» Fu la risposta dell’uomo, molto più basso del suo padrone, mentre inchinava leggermente il capo.

Il contatto con la sottile sabbia biancastra era un piacevole solletico sotto i piedi nudi di Sesshomaru che si accorse subito di aver attirato l’attenzione della ragazza, sapeva di essere un bel ragazzo e, talvolta con malizia, sfruttava questa sua posizione; i jeans stretti e la camicia azzurra leggera, mettevano infatti in mostra il bel corpo scolpito. Si avvicinò alla riva fissando gli occhi color dell’ambra in quelli blu mare della ragazzina, così, tanto per vedere quale sarebbe stata la sua reazione.

Apparentemente impassibile, la moretta continuò a squadrarlo, ricambiata da Sesshomaru. Su, dalla terrazza, non aveva avuto la possibilità di guardarla bene, era davvero bella; i lunghi capelli neri, sembravano essere morbidi come la seta e le ricadevano lisci sulle spalle, fin sopra il sedere rotondo, giocando con le rare folate di vento. La cascata di seta, nera come la notte, metteva ancor di più in risalto la carnagione chiara, ora arrossata sulle gote, vuoi per la crescente emozione, vuoi per la recente corsa. A giudicare dalla semplicità e limpidezza dei tratti del viso asiatico, dal fisico asciutto e dalle curve appena appena abbozzate, non doveva avere più di quindici sedici anni.

Quando il grosso cagnone fece per riprendere il gioco, poggiando le grosse zampone sulla pancia della moretta, pensando che lei avesse intenzione di assecondarlo, Sesshomaru si fece avanti. «Ehi, ragazzina! » Esclamò. «Non lo sai che questa è una spiaggia privata? » Continuò dopo aver ottenuto la sua attenzione.

Il volto di lei si imporporò ancora di più. «Mi scusi, signore…non lo sapevo… » Disse con crescente imbarazzo.

«Da dove vieni? » Chiese allora Sesshomaru mentre la moretta usciva dall’acqua, seguita dal suo “cucciolotto” che, appena a riva, si scrollò di dosso tutta l’acqua, schizzando completamente i due ragazzi.

«Momentaneamente abito in quella villa laggiù, vicino al mare, » Disse indicando una costruzione non molto lontana da villa Nishizawa « ma sono giapponese come lei, a quanto sembra…Rumiko, è scappata e ho dovuto rincorrerla fin qui…me ne vado subito se disturbo…»  Fu la risposta saccente. Diamine, quella ragazzina era una dei pochi che osavano tentare di tenere testa all’ arroganza di Sesshomaru. E sembrava riuscirci anche bene.

«Rumiko? » Chiese ancora Sesshomaru tentando di trattenerla.

«Si…lei è Rumiko. » Disse la ragazza indicando il cane, ora legato saldamente al guinzaglio. Il viso riluceva di nuovo di quella sua solare allegria. « È il mio cane! Molti mi criticano, perché non è di razza e non ha un pedigree, ma al canile è stato l’unico ad attirare la mia attenzione… »

Canile?...come sospettava, quella non era una ragazza come tutte le altre. Aveva un sorriso troppo radioso, e, nonostante fosse poco più che una bambina, aveva una bellezza decisamente fuori dal comune. «Come mai hai deciso di prenderlo in un canile? » Sesshomaru continuò il suo interrogatorio, più che mai deciso a non lasciarla andare; non aveva mai provato un così forte desiderio di stare con una ragazza, il più delle volte le snobbava chiaramente, ma quella non era uguale alle altre con cui normalmente aveva a che fare.

«Così… » Rispose lei facendo spallucce. « Avevo capito che la mia presenza qui non è gradita…» Riprese poi con una nuova sfrontatezza che fece sorridere Sesshomaru. «Quindi, io me ne andrei…. »

Sesshomaru seguì con lo sguardo quella strana ragazza, finchè non scomparve su di un’altura. Se non fosse stata tanto pedante, probabilmente sarebbero stati lì a parlare per delle ore, ma quella saccenteria era un lato nuovo e affascinante per Sesshomaru in una donna. Era incredibile come una ragazzina avesse calamitato l’attenzione di colui che veniva definito, dalle donne, “il principe dal cuore di ghiaccio”, dato che con l’altro sesso non aveva mai dei rapporti seri e duraturi. Tuttavia, seppure fosse riuscito ad attirare l’attenzione della sua “vicina” non avrebbe certo potuto farci alcun pensierino; da una così giovane cosa avrebbe potuto avere?

 

«Sesshomaru san! » Esclamò Jaken vedendolo rientrare. «Vostro padre vi attende, insieme al signorino InuYasha, nel suo studio. » E si congedò con un inchino.

“Cosa potrebbe volere il vecchio da me? “ Pensò fra se. “Dato che c’è InuYasha, il “Caro fratellino”, probabilmente si dilungherà ancora una volta sul suo valente lavoro per l’ azienda, nonostante la stagione estiva.” «È permesso, chichi-ue? » Chiese poi entrando nella stanza.

«Vieni pure avanti figliolo! » Fu la risposta proveniente da un grosso e baffuto omaccione seduto dietro una grande scrivania stile Luigi XVI.

«Desideravate vedermi?...Buon giorno InuYasha…» Aggiunse suo malgrado.

«Ciao Sesshomaru. »

«Si…nulla di particolare, Sesshomaru. Non indovinerai mai chi ho incontrato al club nautico…»

«Non ne ho idea…» Disse Sesshomaru fingendosi interessato al discorso e versandosi un bicchiere di brandy in cui aggiunse tre cubetti di ghiaccio.

«Il signor Naraku…il mio vecchio compagno di università…ti ho parlato spesso di lui, ricordi? » Sesshomaru annuì, sempre meno interessato e presupponendo che tutto quel parlare portasse a qualcosa di estremamente negativo per lui. « Erano anni che non ci vedevamo e, un discorso tira un altro, ha invitato tutta la nostra famiglia ad una festa che darà in onore del compleanno di sua moglie al club nautico. » Ecco! Lo sapeva, l’ennesima festa di alta società, e questo significava, in poche parole, giacca e cravatta, anche con quel caldo asfissiante. Ma non era del tutto certo che le fregature fossero finite lì. «Inoltre sarebbe una buona occasione per conoscere la sua figlia maggiore, Kagura; ha più o meno la tua  età ed è molto bella. »

“Lo sapevo!” Pensò Sesshomaru. «Come volete voi padre. Sarò pronto entro le nove, va bene?» Disse guadagnando la porta; voleva uscire al più presto da quell’inferno di scartoffie e correre a rifugiarsi nella tranquillità della sua stanza.

«Certo e…Sesshomaru! Naraku san ha raccomandato abiti comodi e leggeri. Ha detto che si tratta di una festa… particolare. »

Il ragazzo dalla chioma argentea trattenne a stento un esaltazione, annuì e si diresse al piano di sopra.

Entrato nella sua stanza, si gettò di peso sul letto, senza riuscire a togliersi nemmeno per un istante la figura di quella ragazza dalla testa; improvvisamente, mentre un lieve sonno calava su di lui, si rese conto di desiderarla ardentemente.*

 

 

 

To the next stage... 

 

 

Allora, che ve ne pare? Vi prego lasciate un commentino! Anche uno piccolo piccolo, piccino piccino!!!!!

Vi lascio il testo della su citata canzone! Un bacione!

 

 

 

'Nu jeans e 'na maglietta

 

Nu jeans e ‘na maglietta                                          Un jeans e una maglietta

‘Na faccia acqua e sapone                                       Una faccia acqua e sapone

M’ha fatt’ annammurà chesta semplicità                Mi ha fatto innamorare questa semplicità

Ma tu nun me dai retta                                             Ma tu non mi dai retta

Dice ca’ si guagliona                                               Dici che sei piccola

E nun a tiene ancora l’età pè fa l’ammore               e non hai ancora l’età per innamorarti.

 

Tu quinnece anne ma sei già donna                        Tu 15 anni ma sei già donna

Anche se piccola d’età                                             anche se piccola d’età

Nun sacce ancora nemmeno u’ nomm                     Non so ancora il tuo nome

E dda mia t’ sent già                                                 E già ti sento mia

M’ e fatt annammurà                                                Mi ha fatto innamorare

Quell’aria da bambina che tu hai                             quell’aria da bambina che tu hai

Nun me fa cchiù aspettà                                           Non farmi più aspettare

U’ tiempo vola e tu peccat faie                                Il tempo vola e tu fai un peccato

Me fann annammurà pure e’ capricci                      Mi fanno innamorare anche i capricci

E i’ smorfie cca me faie                                           e le smorfie che fai

Me fann cchiù attaccà                                              Mi fanno innamorare di più

Tu nun capisce ‘o male ca me faie                           Non capisci il male che mi fai.

 

Iamme damme stà vocca                                         Dai dammi la tua bocca(cioè, dammi un bacio)

Viene astrigneme e mane                                        E stringi le mie mani

E scrivimmolo ‘nzieme stù rumanzo d’ammore     E scriviamo insieme una storia d’amore

 

M’ e fatt’ annammurà                                              Mi hai fatto innamorare

Che colpa tengo si te voglio già                              Che colpa ho se ti voglio?

Tu si guagliona ma                                                       Tu sei una ragazzina

Pè chisto amore nun ce vò l’età                               ma per questo amore non conta l’età

 

Pecchè nun te convince                                            Perché non ti convinci

E ancora me ne cacci?                                              E mi mandi via?

Dimmi che non ti piaccio                                         Dimmi che non ti piaccio

È questa la ragione?                                                 È questa la ragione?

Aiza l’uocchie a terra guardame buono ‘nfaccia     Alza gli occhi e guardami in faccia

Dice ca io sò pagliaccio                                           Dici che io sono un pagliaccio

Sfotto a tutte ‘e guaglione                                        e prendo in giro tutte le ragazze

 

Tu quinnece anne ma sei già donna                        Tu 15 anni ma sei già donna

Anche se piccola d’età                                             anche se piccola d’eta

Nun sacce ancora nemmeno u’ nomm                     Non so ancora il tuo nome

E dda mia t’ sent già                                                E già ti sento mia

M’ e fatt annammurà                                               Mi ha fatto innamorare

Quell’aria da bambina che tu hai                             quell’aria da bambina che tu hai

Nun me fa cchiù aspettà                                           Non farmi più aspettare

U’ tiempo vola e tu peccat faie                                Il tempo vola e tu fai un peccato

Me fann annammurà pure e’ capricci                      Mi fanno innamorare anche i capricci

E i’ smorfie cca me faie                                           e le smorfie che fai

Me fann cchiù attaccà                                              Mi fanno innamorare di più

Tu nun capisce ‘o male ca me faie                           Non capisci il male che mi fai.

 

Iamme damme stà vocca                                         Dai dammi la tua bocca

Viene astrigneme e mane                                        E stringi le mie mani

E scrivimmolo ‘nzieme stù rumanzo d’ammore     E scriviamo insieme una storia d’amore

 

M’ e fatt’ annammurà                                              Mi hai fatto innamorare

Che colpa tengo si te voglio già                              Che colpa ho se ti voglio?

Tu si guagliona ma                                                       Tu sei una ragazzina

Pè chisto amore nun ce vò l’età                               ma per questo amore non conta l’età

 

 

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Capitolo 2
*** stage 2 ***


…Alla calda luce di un falò.

By Manu_Hikari

 

 

Eccoci qui con il secondo capitolo di questa mini fic, è ufficiale, ormai, che saranno 5 capitoli.

Vorrei tanto ringraziare che ha commentato il primo chap; Summy, Maura85( Anche le tue storie sono bellissime, il personaggio di Kisala è davvero forte!),Giodan ( Che ha capito subito le mie intenzioni…cmq io odio Kagura…) e Ale(sei chi penso io?) e spero che continuerete a commentare!

Cmq, rilancio l’appello che ho fatto nel primo chap, chi conosce Nino D’angelo o la canzone che ho usato in questa fic?

Ora vi lascio alla lettura e…un bacione!

 

      Stage 2

 

 

Diede un ultimo sguardo allo specchio, prima di scendere di sotto.

Decisamente perfetto.

 Indossava un jeans tagliato al polpaccio e una semplice t-shirt azzurra, con scarpe da ginnastica abbinate; semplice, comodo e…perfetto! Almeno suo padre sarebbe stato orgoglioso di vedere tutte le ragazze della festa gironzolargli intorno! E magari, chissà, la ragazza della spiaggia sarebbe stata fra queste…

Si decise a scendere e per poco non rimase shockato dalla vista di suo padre e suo fratello in abiti “informali”; erano decisamente strani. Al contrario, Kagome, che ovviamente non poteva mancare all’appello, era molto carina nel suo completino colorato. Quella ragazza gli era sempre molto piaciuta, era, infatti, una delle poche a non essere “malata di nobiltà”. Era semplice, umile, gentile con tutti; si, non aveva dubbi, era una delle poche decisioni assennate che suo fratello aveva preso, se non addirittura l’unica.

«Buona sera, Sesshomaru kun! » Lo salutò allegramente.

«Buona sera anche a te, Kagome! »

«Andiamo? » Chiese il signor Nishizawa. I tre ragazzi annuirono energicamente.

 

Non appena Sesshomaru ebbe messo piede nel circolo nautico, sentì un moto di ribrezzo e fu fortemente tentato di ritornare indietro, ma, con uno sforzo immane, mise su un gran sorriso ed entrò, salutando chi conosceva  e annuendo cordialmente quando suo padre gli presentava qualche suo amico. Questo vortice infinito, terminò dopo circa mezz’ora e allora Sesshomaru fu presentato all’organizzatore della festa, il signor Naraku.

«Oh! » Esclamò questi quando lo vide. «Finalmente ho il piacere di conoscerti, Sesshomaru! Tuo padre mi parla sempre moltissimo di te….in bene, ovvio! » E rise allegramente.

Sesshomaru non riuscì a trattenere un ampio sorriso, quell’uomo sembrava molto simpatico. «Anche chichi-ue mi parla molto di voi, Naraku san! » disse stringendogli la mano.

«Bene, ora vorrei passare alle presentazioni di rito…Sesshomaru, questa è mia moglie, Kikyo» Disse Naraku introducendo una bellissima signora dai lineamenti dolci e aggraziati, estremamente familiari, così come i suoi lunghi capelli, rilucenti come seta.

« È un piacere avere l’onore della vostra conoscenza. » Disse il ragazzo stringendo la mano della bellissima donna.

«…Mentre questa è la mia figlia maggiore, Kagura. » Si fece avanti una ragazza snella e slanciata; bella, ma nulla a che vedere con sua madre, sembrava, infatti, aver ereditato i lineamenti di suo padre. Il vestito, finemente ricamato, le lasciava scoperto in modo provocante, il decolletè. La ragazza gli sorrise in modo attraente  mentre gli stringeva la mano. «…E qui, da qualche parte, dovrebbe esserci la mia seconda figlia…oh, eccola! » Esclamò scorgendola in un angolo a giocherellare con il suo cellulare. «Rin chan! » La chiamò a gran voce. «devo presentarti delle persone! »

Sesshomaru ebbe un tuffo al cuore quando vide dirigersi nella loro direzione una ragazzina, dalla figura esile e slanciata, ma che in altezza non superava la sua spalla, con lunghissimi capelli neri, ora trattenuti su un lato da un  fermaglio colorato; la ragazzina della spiaggia.

«Rin chan, questi sono degli amici di papà, il signor Nishizawa, » Disse indicando l’uomo cui Rin strinse la mano. « e suo figlio, Sesshomaru kun. » nuovamente strinse la mano alla persona che le era indicata. Non sembrava minimamente sorpresa dal vederlo lì e gli sorrise con fare innocente.   

«Sono molto felice di fare la vostra conoscenza Nishizawa san e Sesshomaru kun, spero che la festa sia di vostro gradimento. Ora, vi prego, vogliate scusarmi. » Si congedò facendo un lieve inchino.

Sesshomaru la vide tornare da dove era venuta, così semplice sia nei movimenti che nel vestiario, eppure così bella e fine. Si sarebbe preso a schiaffi pur di allontanare da lui quell’insano desiderio verso quella ragazzina. Non era la prima volta che aveva di quelle fantasie sulle belle donne, ma erano sempre state donne, appunto.

«Scusatela,  » Si affrettò a giustificare Naraku. «ma Rin chan ha solo sedici anni, è scappata presupponendo lunghi e tediosi discorsi sugli affari che, ovviamente a lei non potrebbero interessare… ».

«E che ovviamente non si terranno. » Aggiunse la signora Kikyo sorridendo cordialmente ai suoi ospiti. «Almeno non alla mia festa di compleanno…vero, tesoro? »

Il signor Naraku arrossì sorridendo alla bella consorte. «Certo, tesorino…bè, allora, che dire…servitevi pure un aperitivo, nell’attesa degli ultimissimi ospiti, e fra poco inizierà la “vera festa”…Non vi anticipo niente, amici, vi dico solo che sarà…fuori del comune…l’ha progettata tutta Kikyo…» Aggiunse sussurrando e tutti scoppiarono a ridere.

 

«E così ti chiami Rin chan… » Disse Sesshomaru con aria di sfida avvicinandosi alla ragazzina dai capelli corvini che, di nuovo, stava isolata in un angolo a giocherellare con il suo cellulare.

«Mi chiamo Rin… » Corresse lei senza alzare gli occhi. «Sesshomaru kun…»

Sesshomaru sorrise divertito dall’ostentata arroganza di colei che aveva di fronte; qualcosa gli diceva che tutta quell’altezzosità fosse solo una copertura e che la “dolce fanciulla” avesse invece intuito il suo tentativo di sedurla, una sorta di “con me non funziona”, insomma…

«Ti annoi anche tu, eh? » Continuò imperterrito, essendosi accorto di come Rin guardava con la coda dell’occhio il suo petto muscoloso.

«Già…ma voi come mai non vi cercate una ragazza con cui passare il resto della serata, come ha fatto vostro fratello? » La situazione sembrava essere più grave del previsto, non attaccava proprio, soprattutto quel VOI marcato…

«Perché tutte mi sembrano troppo noiose…comunque, quella è la fidanzata di InuYasha …. » Rispose Sesshomaru godendo dell’espressione imbarazzata che scalfì quella maschera di impassibilità che aveva dominato sul volto della ragazzina.

«Devo dedurne, » Rin riacquistò immediatamente la sua strafottenza. «Che mi trovate interessante… »

 «Sai, non mi piacciono molto i convenevoli, perché non mi dai del tu? » Rise Sesshomaru cambiando discorso.

«Perché non ritengo appropriato a una ragazzina come me dare del tu a un adulto come voi…Sesshomaru kun.  » Fu l’educata risposta.

«Ma io ho la stessa età di… »

«Sesshomaru kun… » Una vocetta fine lo interruppe mentre stava per ribattere. Il ragazzo si trovò faccia a faccia con Kagura, la sorella maggiore di Rin. «Mio padre ha invitato tutti a spostarsi in spiaggia per l’inizio della festa…vi andrebe di farmi compagnia? »

«Ah…certo…» Annuì a malincuore mentre Rin lo salutava con la mano con un sorrise dispettoso sulle labbra.

 

 

 

To the next stage…

 

 

 

Vi è piaciuto? È troppo OOC?

Rin mi sembra un po’ troppo stronzetta, ma a me serviva coì…

Commentate!!!!!!!!!!!!

 

Nu jeans e ‘na maglietta                                          Un jeans e una maglietta

‘Na faccia acqua e sapone                                       Una faccia acqua e sapone

M’ha fatt’ annammurà chesta semplicità                Mi ha fatto innamorare questa semplicità

Ma tu nun me dai retta                                             Ma tu non mi dai retta

Dice ca’ si guagliona                                               Dici che sei piccola

E nun a tiene ancora l’età pè fa l’ammore               e non hai ancora l’età per innamorarti.

 

Tu quinnece anne ma sei già donna                        Tu 15 anni ma sei già donna

Anche se piccola d’età                                             anche se piccola d’età

Nun sacce ancora nemmeno u’ nomm                     Non so ancora il tuo nome

E dda mia t’ sent già                                                 E già ti sento mia

M’ e fatt annammurà                                                Mi ha fatto innamorare

Quell’aria da bambina che tu hai                             quell’aria da bambina che tu hai

Nun me fa cchiù aspettà                                           Non farmi più aspettare

U’ tiempo vola e tu peccat faie                                Il tempo vola e tu fai un peccato

Me fann annammurà pure e’ capricci                      Mi fanno innamorare anche i capricci

E i’ smorfie cca me faie                                           e le smorfie che fai

Me fann cchiù attaccà                                              Mi fanno innamorare di più

Tu nun capisce ‘o male ca me faie                           Non capisci il male che mi fai.

 

Iamme damme stà vocca                                         Dai dammi la tua bocca(cioè, dammi un bacio)

Viene astrigneme e mane                                        E stringi le mie mani

E scrivimmolo ‘nzieme stù rumanzo d’ammore     E scriviamo insieme una storia d’amore

 

M’ e fatt’ annammurà                                              Mi hai fatto innamorare

Che colpa tengo si te voglio già                              Che colpa ho se ti voglio?

Tu si guagliona ma                                                       Tu sei una ragazzina

Pè chisto amore nun ce vò l’età                               ma per questo amore non conta l’età

 

Pecchè nun te convince                                            Perché non ti convinci

E ancora me ne cacci?                                              E mi mandi via?

Dimmi che non ti piaccio                                         Dimmi che non ti piaccio

È questa la ragione?                                                 È questa la ragione?

Aiza l’uocchie a terra guardame buono ‘nfaccia     Alza gli occhi e guardami in faccia

Dice ca io sò pagliaccio                                           Dici che io sono un pagliaccio

Sfotto a tutte ‘e guaglione                                        e prendo in giro tutte le ragazze

 

Tu quinnece anne ma sei già donna                        Tu 15 anni ma sei già donna

Anche se piccola d’età                                             anche se piccola d’eta

Nun sacce ancora nemmeno u’ nomm                     Non so ancora il tuo nome

E dda mia t’ sent già                                                E già ti sento mia

M’ e fatt annammurà                                               Mi ha fatto innamorare

Quell’aria da bambina che tu hai                             quell’aria da bambina che tu hai

Nun me fa cchiù aspettà                                           Non farmi più aspettare

U’ tiempo vola e tu peccat faie                                Il tempo vola e tu fai un peccato

Me fann annammurà pure e’ capricci                      Mi fanno innamorare anche i capricci

E i’ smorfie cca me faie                                           e le smorfie che fai

Me fann cchiù attaccà                                              Mi fanno innamorare di più

Tu nun capisce ‘o male ca me faie                           Non capisci il male che mi fai.

 

Iamme damme stà vocca                                         Dai dammi la tua bocca

Viene astrigneme e mane                                        E stringi le mie mani

E scrivimmolo ‘nzieme stù rumanzo d’ammore     E scriviamo insieme una storia d’amore

 

M’ e fatt’ annammurà                                              Mi hai fatto innamorare

Che colpa tengo si te voglio già                              Che colpa ho se ti voglio?

Tu si guagliona ma                                                       Tu sei una ragazzina

Pè chisto amore nun ce vò l’età                               ma per questo amore non conta l’età

 

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Capitolo 3
*** Stage 3 ***


…Alla calda luce di un falò

 

 

 

 

 Salve! se state leggendo vuol dire che siete sopravvissuti a quello schifo totale che era il secondo chap.

senza indugio passerei ai ringraziamenti. grazie a tutti quelli che commentano e che lo faranno.

Buona lettura!!!!!!!!!!!!!

 

 

Stage 3

 

 

Giunto sulla spiaggia, Sesshomaru si guardò intorno, decisamente meravigliato; a pochi metri dal bagnasciuga si stagliava un alto falò, delimitato da grosse pietre e, diffusi qua e la, diversi barbecue sui quali i vari camerieri arrostivano molte varietà di cibo. Ma certo! Una grigliata, a base di carne, pesce e verdure, a quanto poteva vedere; davvero fuori dal comune, ma decisamente molto, molto allettante, si, gli piaceva. Gli invitati, seduti un po’ ovunque, indossavano abiti piuttosto leggeri e alcune ragazze, addirittura dei costumi da bagno, cosparsi di pailettès luminose e un lieve chiacchiericcio si espandeva nell’aria.

«Allora Sesshomaru, ti piace? » Domandò Kagura con voce sinuosa stringendosi di più al ragazzo che la teneva a braccetto.

«Si…davvero molto originale, tua madre deve essere un genio! »

«Mi lusinga questo tuo complimento… »

Kagura era molto gentile, fin troppo, pensò Sesshomaru, ma a giudicare il modo in cui premeva il suo seno contro il braccio del ragazzo, il suo scopo era ben altro che essere gentile con “un ospite”; certo che aveva una fortuna sfacciata, pensò sarcastico. Il suo famoso fascino aveva funzionato con la persona sbagliata.

Non riuscì a togliersela di torno per la maggior parte  della serata e dovette sopportare tutto il racconto riguardo la sfilata di moda che lei e una sua amica, invitata anche lei alla festa, avevano visto qualche settimana prima a Milano. A salvarlo fu Kagome che, con la scusa di accompagnarlo da suo fratello, lo rubò alle grinfie di un’incazzatissima Kagura.

«Che cosa vuole il fratellastro?... » Chiese Sesshomaru continuando a guardarsi alle spalle. «Comunque mi sa che questa volta lo devo ringraziare…»

Kagome rise divertita. «In realtà…non ti vuole proprio nessuno, solo che, sai, ti ho visto un po’…”in difficoltà”…» Disse piegando due volte l’indice e il medio.

Risero entrambi, poi Sesshomaru passò un braccio intorno alle spalle di Kagome «Sai, penso proprio che tu sia la mia cognata preferita…» Ed entrambi scoppiarono in una fragorosa risata.

«Ti ho visto gironzolare intorno alla piccola Rin…» Osservò Kagome maliziosa. Sesshomaru sorrise. «Mi auguro che  tu non abbia intenzione di andarci giù pesante con lei…è poco più che una bambina… nonostante la società di cui fa parte… » Aggiunse tristemente, prima di trovare InuYasha anche lei era stata ingannata più volte da ragazzi facoltosi, ma poco seri.

«Vedi Kagome, io…io non lo so che cos’è che mi ha preso quando l’ho vista…non so se è stato attrazione fisica, se è puro sfizio, o…o…qualcos’altro… » Disse Sesshomaru confuso…  «Ma non sono stupido…tanto meno un pedofilo…non ho intenzione di sfiorarla nemmeno con un dito… se lei non vuole…»

 Kagome sorrise sollevata, ma Sesshomaru sapeva che resistere alla tentazione sarebbe stato assolutamente difficile per lui, abituato ad avere tutte le ragazze ai suoi piedi. In effetti non aveva ancora avuto la possibilità di soffermarsi a pensare cosa, in realtà, lo attraesse in Rin. Si gli piaceva tutto di lei, ma c’era qualcosa che doveva averlo colpito fin dal primo attimo, no?

Lei era così bella, con quel visino innocente e il corpo dalla bellezza acerba e poi…quella finta altezzosità che per niente sembrava appartenere ai dolci occhi blu mare. Lo stesso mare che ora aveva davanti, in cui la luna si specchiava, giocando con i mille riflessi delle luci sulla spiaggia. Quella semplicità, quella completa assenza di malizia la rendevano unica agli occhi di Sesshomaru che di malizia, negli occhi delle ragazze, ne aveva vista fin troppa.

Solo questo? Solo quella novità lo attraeva in Rin?

No.

Perché se fosse stato solo quello, si sarebbe presto stancato di lei. Invece Sesshomaru sentiva che, se avesse avuto la possibilità di avvicinarla, di suscitare il suo interesse, non si sarebbe mai saziato della sua presenza, della sua voce, del suo corpo.

La guardò. Stava un po’ distante da tutti gli altri, Sesshomaru aveva ormai capito che per lei era normale, con le cuffiette nelle orecchie, probabilmente ascoltava della musica, e guardava il riflesso della luna in acqua. La fioca luce del fuoco la rendeva ancora più bella, quasi simile ad una dea, illuminandola di caldi riflessi dorati. Ma nonostante il fuoco, lei sembrava risplendere di luce propria, una luce e una vitalità che, estremamente contagiose, irradiavano dai suoi occhi.

Si, quella luce lo aveva colpito fin dal primo momento, quella gioia di vivere di cui forse lui aveva un bisogno vitale.

 

Rin avvertì qualcuno sedersi al suo fianco e per poco il suo cuore non manco un battito quando si accorse che si trattava di Sesshomaru. Quel ragazzo stava mettendo a dura prova la sua pazienza…o forse era meglio dire i suoi ormoni…quanto era bello, con quel viso meraviglioso e il fisico scolpito, quasi statuario. Le sue iridi color dell’ambra l’avevano incantata da subito, sembravano esercitare, sui suoi occhi, la stessa attrazione di una calamita. E la sua voce, suadente e matura, le faceva provare dei brividi intensi, tanto che sarebbe stata per ore ad ascoltarlo.  Ma non doveva lasciarsi abbindolare, se uno così, che poteva avere ragazze a palate, si avvicinava a una ragazzina come lei era sicuramente per sfottere, quindi si strinse di più a Rumiko, che stava distesa al suo fianco e decise di ignorarlo.

«Non  ti annoi qui, tutta da sola? » Chiese Sesshomaru togliendole un’auricolare. A quel contatto entrambi rabbrividirono

«No… » Rispose Rin mostrandosi indifferente.

«Andiamo non farmi quel faccino antipatico, so che non ti appartiene…» Insistette Sesshomaru.

Per tutta risposta Rin si rimise l’auricolare.

         Sesshomaru fece spallucce, forse avrebbe dovuto arrendersi, il suo fascino sembrava non fare presa su di lei.

Improvvisamente, un ragazzo, che sembrava avere la stessa età di Sesshomaru, staccò la musica del cd, che fino a quel momento aveva riempito l’aria, e prese a suonare un piccolo strumento a percussione che dava un suono dal ritmo veramente particolare ed incalzante, seguito subito da un altro ragazzo.

«Ehi Rin! » Esclamò una ragazza bionda, decisamente europea, lanciando uno scialle a Rin. «Dai, facci sognare! » Disse.

La ragazzina guardò Sesshomaru un po’ imbarazzata, poi, sfilandosi entrambi gli auricolari, si alzò e guadagnò il centro, accanto al fuoco. 

Nel momento in cui Rin prese a muoversi a ritmo di musica, Sesshomaru capì cosa voleva dire la biondina; Rin aveva un modo muoversi talmente sinuoso e sensuale, ma allo stesso tempo pulito e naturale, da riuscire ad eccitarlo al solo sguardo, tanto più che aveva gli occhi della ragazzina incollati addosso. Il movimento dei suoi fianchi, che seguiva i gesti di una antica danza cubana, si fondeva con l’oscillazione delle fiamme, provocando su Sesshomaru uno strano effetto ipnotico.

Le voci e gli applausi della folla riempirono l’aria quando la ragazza terminò la sua danza. E mentre Rin si rinfrescava e si asciugava il sudore provocato dalla vicinanza del fuoco, Kagome si avvicinò a Sesshomaru.

«Complimenti, signor Sesshomaru! Ha fatto colpo sulla bella Rin chan! » Esclamò.

«Ma che stai dicendo? » Sibilò lui guardandosi intorno e premendosi un dito sulle labbra «E poi abbassa la voce! »

«Forse tu non te en sei reso conto, ma ti ha fissato per tutto il ballo. »

«E allora? » Chiese Sesshomaru non capendo dove la sua amica volesse andare a parare.

«Come presupponevo, non sai nulla di queste cose. » Osservò Kagome lievemente indispettita.

«Evidentemente…» ammise Sesshomaru.

«Probabilmente è per questo che Rin si è azzardata. Comunque…questo è un ballo di antiche origini cubane, usato in una località molto particolare in cui erano le donne a scegliere l’uomo e a corteggiarlo…appunto con questo ballo intorno al fuoco…simbolo della passione… » Spiegò Kagome con occhi sognanti.

Sesshomaru sembrava ancora un po’ confuso.

«Sveglia! Tu le piaci! » Esclamò Kagome sventolandosi una mano davanti al viso.

«Un semplice ballo, secondo te, basterebbe a darmi l’assoluta certezza di quanto dici? » Ribattè testardo il ragazzo dagli occhi d’ambra.

«Non è “un semplice ballo”! » Ripetè Kagome che cominciava a perdere la pazienza. «Tramite questa danza le donne cubane cercavano di sedurre gli uomini…»

«Sicura? » Chiese Sesshomaru un po’ meno titubante.

«Provare per credere. » Fu la risposta certa.

 

 

 

To the next stage…

 

 

Bene. è finito anche questo chap! Che ne pensate? Lo so che è un po’ noioso, ma tempi migliori si preparano a bussare alle nostre porte! Don’t worry!

Cmq vorrei precisare che la storia della danza cubana è assolutamente inventata!

Mi scuso ancora per l’OOC e vi do l’appuntamento al prossimo chap!

Commentate, vi prego! Anche le critiche sono ben accette.

 

Nu jeans e ‘na maglietta                                          Un jeans e una maglietta

‘Na faccia acqua e sapone                                       Una faccia acqua e sapone

M’ha fatt’ annammurà chesta semplicità                Mi ha fatto innamorare questa semplicità

Ma tu nun me dai retta                                             Ma tu non mi dai retta

Dice ca’ si guagliona                                               Dici che sei piccola

E nun a tiene ancora l’età pè fa l’ammore               e non hai ancora l’età per innamorarti.

 

Tu quinnece anne ma sei già donna                        Tu 15 anni ma sei già donna

Anche se piccola d’età                                             anche se piccola d’età

Nun sacce ancora nemmeno u’ nomm                     Non so ancora il tuo nome

E dda mia t’ sent già                                                 E già ti sento mia

M’ e fatt annammurà                                                Mi ha fatto innamorare

Quell’aria da bambina che tu hai                             quell’aria da bambina che tu hai

Nun me fa cchiù aspettà                                           Non farmi più aspettare

U’ tiempo vola e tu peccat faie                                Il tempo vola e tu fai un peccato

Me fann annammurà pure e’ capricci                      Mi fanno innamorare anche i capricci

E i’ smorfie cca me faie                                           e le smorfie che fai

Me fann cchiù attaccà                                              Mi fanno innamorare di più

Tu nun capisce ‘o male ca me faie                           Non capisci il male che mi fai.

 

Iamme damme stà vocca                                         Dai dammi la tua bocca(cioè, dammi un bacio)

Viene astrigneme e mane                                        E stringi le mie mani

E scrivimmolo ‘nzieme stù rumanzo d’ammore     E scriviamo insieme una storia d’amore

 

M’ e fatt’ annammurà                                              Mi hai fatto innamorare

Che colpa tengo si te voglio già                              Che colpa ho se ti voglio?

Tu si guagliona ma                                                       Tu sei una ragazzina

Pè chisto amore nun ce vò l’età                               ma per questo amore non conta l’età

 

Pecchè nun te convince                                            Perché non ti convinci

E ancora me ne cacci?                                              E mi mandi via?

Dimmi che non ti piaccio                                         Dimmi che non ti piaccio

È questa la ragione?                                                 È questa la ragione?

Aiza l’uocchie a terra guardame buono ‘nfaccia     Alza gli occhi e guardami in faccia

Dice ca io sò pagliaccio                                           Dici che io sono un pagliaccio

Sfotto a tutte ‘e guaglione                                        e prendo in giro tutte le ragazze

 

Tu quinnece anne ma sei già donna                        Tu 15 anni ma sei già donna

Anche se piccola d’età                                             anche se piccola d’eta

Nun sacce ancora nemmeno u’ nomm                     Non so ancora il tuo nome

E dda mia t’ sent già                                                E già ti sento mia

M’ e fatt annammurà                                               Mi ha fatto innamorare

Quell’aria da bambina che tu hai                             quell’aria da bambina che tu hai

Nun me fa cchiù aspettà                                           Non farmi più aspettare

U’ tiempo vola e tu peccat faie                                Il tempo vola e tu fai un peccato

Me fann annammurà pure e’ capricci                      Mi fanno innamorare anche i capricci

E i’ smorfie cca me faie                                           e le smorfie che fai

Me fann cchiù attaccà                                              Mi fanno innamorare di più

Tu nun capisce ‘o male ca me faie                           Non capisci il male che mi fai.

 

Iamme damme stà vocca                                         Dai dammi la tua bocca

Viene astrigneme e mane                                        E stringi le mie mani

E scrivimmolo ‘nzieme stù rumanzo d’ammore     E scriviamo insieme una storia d’amore

 

M’ e fatt’ annammurà                                              Mi hai fatto innamorare

Che colpa tengo si te voglio già                              Che colpa ho se ti voglio?

Tu si guagliona ma                                                       Tu sei una ragazzina

Pè chisto amore nun ce vò l’età                               ma per questo amore non conta l’età

 

 

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Capitolo 4
*** Stage 4 ***


…Alla calda luce di un falò

 

 

 

Aloha gente!!! Come va?  Eccoci qui con il quarto chap, dopo il quale qualcuno mi vorrà sicuramente uccidere…ma poi mi farà resuscitare…basta, ho detto troppo…

Comunque, grazie mille a Driger che ha commentato il terzo chappy ( meno male! Mi mancavi!) A proposito di Blue eyes, a cui sto lavorando molto lentamente purtroppo, qualcuno sa per caso se è possibile ripubblicare la stessa storia? La mia è rimasta incompleta e, dopo averla terminata, vorrei cancellarla dal sito per poi ripostarla da capo. Se qualcuno dei lettori sa darmi delucidazioni su come fare, mi farebbe un grandissimo piacere.

Dunque, vi lascio alla lettura e vi prego: COMMENTATE! Se no non posto l’ultimo capitolo!!!!!!!!!!!

 

 

 

Stage 4

 

 

Dopo l’esibizione di Rin, i ragazzi avevano rimesso su il cd con le canzoni preferite della signora Kikyo; tutte molto belle e romantiche, ma anche dal ritmo movimentato. Improvvisamente, senza che Sesshomaru se ne rendesse conto, partì un bel lento e un sacco di coppie si strinsero forte, muovendosi sulle romanticissime note di My heart will go on di Celine Dion; era una canzone bella, dolce, trasmetteva un sacco di emozioni, tanto che anche InuYasha, di solito insensibile a questo genere di cose, venne a reclamare Kagome, per poter ballare.

Sesshomaru allora si voltò nuovamente verso Rin, immaginando quale stupenda emozione sarebbe stata stringerla tra le braccia. La ragazzina stava seduta, ancora in disparte, con le ginocchia al petto e gli occhi fissi sul mare, una manina candida accarezzava il suo cucciolone  che, fedele, non abbandonava il suo fianco. Forse un ballo lento era quello che ci voleva per capire esattamente cos’era quella strana atmosfera che si creava quando si trovavano faccia a faccia. Nel momento stesso in cui si alzò, scrollandosi la sabbia dai jeans, sentì una mano posarglisi sulla spalla.

«Mi faresti ballare? » Chiese Kagura in un sussurro.

«Mi dispiace,  » Fece Sesshomaru con aria di importanza. «Per il momento ho altri progetti » E fuggì in direzione di Rin, lasciando una Kagura esterrefatta.

 

Le dolci e romantiche note di un ballo  lento raggiunsero le orecchie di Rin che, quasi come per un riflesso condizionato si strinse ancora di più le ginocchia al petto. Osservando di sfuggita le coppie danzanti attorno a se, desiderò fortemente trovarsi tra le braccia di Sesshomaru; quel ragazzo le aveva letteralmente rapito il cuore, eppure non lo conosceva che da qualche ora…non sapeva se ne fosse esattamente innamorata, ma quando lo vedeva le si mozzava il fiato e se ripensava al tocco delle sue dita sulla pelle quando, poco prima, le aveva sfilato l’auricolare, un brivido le increspava la pelle, impedendole di formulare qualsiasi altro pensiero razionale.

Forse tutto dipendeva dal fatto che, infondo, erano simili. Entrambi ostentavano arroganza  e sicurezza in se stessi, ma nessuno poteva sapere che quella non era che un riparo dalla falsità in cui erano stati costretti a crescere. Per quanto la riguardava non voleva in alcun modo essere ingannata o presa in giro; le piaceva un sacco quel ragazzo dagli occhi d’ambra fieri, che sembravano nascondere tanta tristezza, ma Sesshomaru era molto più grande di lei…cosa avrebbe potuto dargli? 

«Balli? »

Rin ebbe un sussulto al tocco lieve che le si posò sulla spalla e il suo piccolo cuore cominciò a battere rapidamente, più impazzito di un cavallo in corsa. «Non mi va. » Rispose cercando, vanamente, di sembrare acida.

«Ti prego! » Implorò il ragazzo mettendosi di fronte a lei e tendendole  la mano.

Rin si sentì morire, era così bello con quello sguardo dolce! Un po’ titubante mise le sue manine tra quelle di Sesshomaru e si tirò su, scrollandosi la sabbia dai jeans. Si guardò in torno di sfuggita, nessuno sembrava aver fatto caso a loro due, anche perché stavano un po’ in disparte rispetto agli altri.

Sesshomaru si accorse che Rin era un po’ in imbarazzo, quindi le prese dolcemente una mano e se la poggiò sul cuore, poi la attrasse a se, cingendole la vita con l’altro braccio. «Non ballo spesso…» Le sussurrò «va bene se ti tengo così? »

Rin tremò al solo udire quella voce roca, poi annuì mentre il volto pallido le si imporporava chiaramente; sotto la sua mano, poggiata sul petto del ragazzo, percepì il feroce tamburellare del suo cuore.

Mentre si muovevano a ritmo di musica, Sesshomaru cercava di aderire  il più possibile al corpicino che stringeva fra le braccia, stordito dal delicatissimo profumo di zucchero che emanava dai suoi capelli neri. Sapeva che in quel modo rischiava di impazzire, ma il desiderio di stare con quella ragazza era più forte di ogni altro pensiero razionale.

Rin era estremamente imbarazzata, non tanto per la stretta, sempre più forte, di Sesshomaru attorno al proprio corpo, ma per quello che avrebbe potuto dire la gente; fra quelle possenti e muscolose braccia stava bene, si sentiva protetta e al sicuro. Sorrideva quando, sotto la sua mano, percepiva i sussulti del cuore di Sesshomaru e quando lui, con una carezza sul dorso della mano, le provocava tantissimi brividi lungo la schiena; sconfisse, infine, ogni remora e si abbandonò col capo sul petto del ragazzo.

«Cosa c’è? » Mormorò Sesshomaru con una nuova dolcezza.

«Niente… »Sospirò lei. «Solo che qui sto così bene… » 

Entrambi si resero conto solo qualche secondo dopo di ciò che la ragazzina aveva detto e si guardarono negli occhi, lei enormemente imbarazzata, con le gote color della ciliegia, lui molto sorpreso di veder crollare così all’improvviso, sotto i suoi occhi, quella maschera di indifferenza e arroganza che aveva ostentato fino a quel momento. Il cuore di entrambi sembrava impazzito e Rin sembrava molto confusa, sembrava che volesse dirgli qualcosa ma nonostante muovesse le labbra non ne usciva alcun suono.

«Sta, tranquilla… » Le sussurrò Sesshomaru dolcemente. «Non c’è niente di cui essere imbarazzati…»

Rin sentì il fiato di Sesshomaru solleticarle la pelle e chiuse gli occhi, godendo di quelle dolcissime sensazioni. Aveva una paura tremenda di quello che sarebbe potuto derivare da ciò che, involontariamente aveva detto, le parole erano uscite dalle sue labbra di getto, senza che lei se ne rendesse conto.

Com’era bella quella nuova Rin, così indifesa e imbarazzata; Sesshomaru le accarezzò una guancia con il dorso della mano. «Ehi…che fine ha fatto la Rin di prima? » Le chiese dolcemente. Sentì di esserle troppo vicino, ormai, per tornare indietro, e, mentre le guance di Rin si coloravano nuovamente di un rosso purpureo, annullò la distanza che separava le loro labbra.

Rin percepì il tocco lieve delle labbra di Sesshomaru sulle sue, dolce e delicato come una carezza, e tutto il mondo intorno a loro scomparve, per lei non esisteva nient’altro, non le importava più di quello che gli altri avrebbero potuto dire, tutto ciò che voleva in quell’istante era che il tempo si fermasse. Avrebbe tanto voluto concentrarsi sulle meravigliose sensazioni che i mille brividi che le percorsero il corpo , ma il forte battere del suo cuore, le ginocchia tremule e la momentanea incapacità di respirare glielo impedirono. Si sentiva davvero in paradiso, non aveva mai provato sensazioni simili, quello era il suo primo bacio, per tanto sentiva che quella felicità era troppo bella e quelle sensazioni erano troppo perfette per essere del tutto vere.

Così, nel momento in cui Sesshomaru le sfiorò le labbra con la lingua, invitandola ad aprirsi completamente a lui, non riuscì ad obbedire alla voce del suo cuore, che le aveva chiaramente ordinato di arrendersi a quel ragazzo. Si staccò velocemente dalle sue labbra e fu come se il soffio vitale le venisse portato via.

«Che cosa c’è? » Chiese Sesshomaru visibilmente confuso.

«Io…non…ti prego, scusami! » Balbettò lei prima di fuggire via in lacrime.

Sesshomaru sentì il suo cuore dilaniarsi, faceva tanto male che non riusciva a respirare. Tremante si sfiorò le labbra; avevano ancora il sapore di Rin.

 

 

 

To the next stage….

 

 

Se volete vedere come va a finire, commentate in tanti!!!!!!!  ^_____^

 

Nu jeans e ‘na maglietta                                          Un jeans e una maglietta

‘Na faccia acqua e sapone                                       Una faccia acqua e sapone

M’ha fatt’ annammurà chesta semplicità                Mi ha fatto innamorare questa semplicità

Ma tu nun me dai retta                                             Ma tu non mi dai retta

Dice ca’ si guagliona                                               Dici che sei piccola

E nun a tiene ancora l’età pè fa l’ammore               e non hai ancora l’età per innamorarti.

 

Tu quinnece anne ma sei già donna                        Tu 15 anni ma sei già donna

Anche se piccola d’età                                             anche se piccola d’età

Nun sacce ancora nemmeno u’ nomm                     Non so ancora il tuo nome

E dda mia t’ sent già                                                 E già ti sento mia

M’ e fatt annammurà                                                Mi ha fatto innamorare

Quell’aria da bambina che tu hai                             quell’aria da bambina che tu hai

Nun me fa cchiù aspettà                                           Non farmi più aspettare

U’ tiempo vola e tu peccat faie                                Il tempo vola e tu fai un peccato

Me fann annammurà pure e’ capricci                      Mi fanno innamorare anche i capricci

E i’ smorfie cca me faie                                           e le smorfie che fai

Me fann cchiù attaccà                                              Mi fanno innamorare di più

Tu nun capisce ‘o male ca me faie                           Non capisci il male che mi fai.

 

Iamme damme stà vocca                                         Dai dammi la tua bocca(cioè, dammi un bacio)

Viene astrigneme e mane                                        E stringi le mie mani

E scrivimmolo ‘nzieme stù rumanzo d’ammore     E scriviamo insieme una storia d’amore

 

M’ e fatt’ annammurà                                              Mi hai fatto innamorare

Che colpa tengo si te voglio già                              Che colpa ho se ti voglio?

Tu si guagliona ma                                                       Tu sei una ragazzina

Pè chisto amore nun ce vò l’età                               ma per questo amore non conta l’età

 

Pecchè nun te convince                                            Perché non ti convinci

E ancora me ne cacci?                                              E mi mandi via?

Dimmi che non ti piaccio                                         Dimmi che non ti piaccio

È questa la ragione?                                                 È questa la ragione?

Aiza l’uocchie a terra guardame buono ‘nfaccia     Alza gli occhi e guardami in faccia

Dice ca io sò pagliaccio                                           Dici che io sono un pagliaccio

Sfotto a tutte ‘e guaglione                                        e prendo in giro tutte le ragazze

 

Tu quinnece anne ma sei già donna                        Tu 15 anni ma sei già donna

Anche se piccola d’età                                             anche se piccola d’eta

Nun sacce ancora nemmeno u’ nomm                     Non so ancora il tuo nome

E dda mia t’ sent già                                                E già ti sento mia

M’ e fatt annammurà                                               Mi ha fatto innamorare

Quell’aria da bambina che tu hai                             quell’aria da bambina che tu hai

Nun me fa cchiù aspettà                                           Non farmi più aspettare

U’ tiempo vola e tu peccat faie                                Il tempo vola e tu fai un peccato

Me fann annammurà pure e’ capricci                      Mi fanno innamorare anche i capricci

E i’ smorfie cca me faie                                           e le smorfie che fai

Me fann cchiù attaccà                                              Mi fanno innamorare di più

Tu nun capisce ‘o male ca me faie                           Non capisci il male che mi fai.

 

Iamme damme stà vocca                                         Dai dammi la tua bocca

Viene astrigneme e mane                                        E stringi le mie mani

E scrivimmolo ‘nzieme stù rumanzo d’ammore     E scriviamo insieme una storia d’amore

 

M’ e fatt’ annammurà                                              Mi hai fatto innamorare

Che colpa tengo si te voglio già                              Che colpa ho se ti voglio?

Tu si guagliona ma                                                       Tu sei una ragazzina

Pè chisto amore nun ce vò l’età                               ma per questo amore non conta l’età

 

 

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Capitolo 5
*** Stage 5 ***


…Alla calda luce di un falò

 

 

Ciao raga|!!!!!!!

Purtroppo per me e fortunatamente per voi, siamo giunti all’ultimo chappy di questa storia. Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno commentato. Grazie a Giodan, Driger, Ale, Maura 85 e Summy. Questa storia non è affatto vera, purtroppo…ma avrei tanto voluto incontrare uno come Sesshomaru! Chissà, magari quest’estate! Fatemi gli auguri!

Cmq commentate in tanti!

 

                                                                                       

Stage 5

 

 

Una nottata piuttosto movimentata attese il bel ragazzo dalle iridi ambrate; si girava e rigirava nel letto, non riuscendo a chiudere gli occhi, vuoi per il caldo, vuoi per il nervosismo.

Stizzito, alla fine, quando l’orologio segnava le quattro e mezza, decise di alzarsi, si infilò qualcosa addosso molto velocemente e uscì in terrazza. Diamine se faceva caldo fuori! Ma Sesshomaru non si lasciò intimidire, appoggiò le mani al parapetto e inspirò profondamente, cercando di calmarsi.

Si guardò le mani; per un istante, per un solo, maledettissimo istante, mentre  stringeva Rin teneramente fra le braccia, l’aveva sentita sua, e invece… invece lei era scappata, lasciandolo solo e infinitamente triste…col cuore vuoto, privo di qualsiasi gioia, ma gonfio di dolore.

Mordendosi le labbra porto alla mente il momento in cui le aveva poggiate su quelle tenere e lisce di Rin. Non aveva mai immaginato che il suo cuore potesse battere tanto ferocemente, gli era sembrato che volesse scoppiare. Non si era mai sentito così, Rin era diversa da tutte le altre, muoveva in lui qualcosa di sconosciuto, era quello l’amore? Non lo sapeva, ma sapeva che se in quel momento Rin fosse stata al suo fianco forse non avrebbe avvertito quella fastidiosa sensazione, come se il suo cuore avesse difficoltà a battere.

Il caldo era davvero asfissiante, nonostante di notte la temperatura calasse lievemente, la pelle di Sesshomaru sembrava bruciare sotto l’aria calda dello scirocco, diede uno sguardo alla spiaggia di sotto, la sabbia bianca sembrava particolarmente fresca e invitante.

Silenzioso e discreto come un felino, uscì di casa, diretto in spiaggia; qui giunto, si tolse le scarpe, godendo del contatto dei piedi nudi sulla sabbia fine. Alzando lo sguardo rimase rapito dall’incantevole riflesso della luna e delle stelle nelle acque mediterranee, ora scure nel riflettere il cielo nero della notte. Lo stesso cielo che lui e Rin avevano guardato poco prima.

Cominciò a camminare sul bagnasciuga, mentre l’acqua gli sfiorava, di tanto in tanto, i piedi nudi. Sembrava in quel modo, aver trovato un po’ di tranquillità.

Improvvisamente rimase impalato, immobile con lo sguardo fisso davanti a se.

Se non fosse stato alquanto scettico riguardo all’esistenza di angeli e creature mistiche, avrebbe giurato di averne uno davanti agli occhi. Una intensa e pallida luce lunare, avvolgeva una graziosa figura che teneva i piedi e le caviglie immerse in acqua, i lunghi capelli scossi dal vento caldo. Le braccia abbandonate lungo i fianchi, il peso scaricato su una gamba, il capo inclinato da un lato, davano l’impressione che stesse pensando a qualcosa molto intensamente.

Le si avvicinò, cercando di non disturbarla, mentre le onde sfioravano la battigia e l’orizzonte si colorava del bianco dell’aurora.

Immersa nei suoi pensieri, Rin si accorse solo dopo un po’ che Sesshomaru le stava di fianco. Non si voltò né fece nulla che potesse in qualche modo tradire la sua emozione o il suo imbarazzo. Nascose il rossore delle sue guance.

«Non riesci a dormire? » Le chiese Sesshomaru.

Rin si voltò lievemente, lo guardò, poi tornò a guardare l’immensa distesa d’acqua che cominciava ad illuminarsi dei primissimi raggi del sole. Scosse la testa. «Cercavo di capire quanto io sia stata stupida e infantile. » Disse sottovoce.

Sesshomaru aveva già capito cosa la spaventasse in quelle intense sensazioni, e non la biasimava affatto. Anche lui si sentiva spaventato da quel peso enorme che erano i suoi sentimenti verso Rin; così come erano arrivati, sarebbero presto potuti sparire e lasciarli affranti,come era successo la sera prima, quando la ragazzina aveva interrotto il contatto fra le loro labbra. «non dire così » Le disse passandole un braccio intorno alle spalle e stringendola a se. Lei non fece alcuna opposizione. «Io ti capisco… »

«E tu? » Chiese Rin «Perché sei qui? »

Sesshomaru tremò alla nuova confidenza della ragazzina.«Non riuscivo a dormire, a causa del caldo, così ho deciso di fare una passeggiata…ma non è servito a niente dato che mi sento molto peggio di prima. »

«Hai male da qualche parte? » Chiese Rin apprensiva voltandosi verso di lui.

«Si…Qui. » Rispose lui prendendo una mano di Rin e premendosela sul cuore. «Penso si sia rotto…»

Rin arrossì a questo gesto.

«Sai, » riprese il ragazzo con voce sensuale «c’è una sola persona in grado di curarmi…ma sembra non averne intenzione…»

Rin abbassò gli occhi, non riuscendo a sostenere lo sguardo di Sesshomaru, così bello, luminoso e pieno d’amore per lei.

«Ehi, che cosa c’è’ ?» Chiese Sesshomaru mettendole due dita sotto al mento.

«È solo che… »

«Oh, Rin, dimmi che non ti piaccio  e sparirò per sempre, te lo giuro, non sentirai mai più parlare di me! » implorò Sesshomaru.    

«Oh, Sesshomaru, come fai a non piacermi, certo che mi piaci! » Esclamò dandogli le spalle e stringendosi nelle braccia.

Sesshomaru la abbracciò da dietro, intrecciando le sue dita con quelle sottili e affusolate della ragazza. «Io so di cosa hai paura…» Sussurrò affondando il volto nell’incavo fra il collo e la spalla di Rin, provocandole un piacevolissimo solletico. Per qualche attimo si perse in meravigliose fantasie, provocate dal dolcissimo profumo di lei, poi la fece voltare, obbligandola a guardarlo negli occhi. «Senti, dal primo istante in cui ti ho vista ho capito che tu eri fuori dal comune, che eri diversa da tutte le oche che di solito mi stanno intorno, dai tuoi occhi irradiava una luce piena di gioia…una voglia di vivere che a me è sempre mancata…. pensi davvero che io potrei trattarti come una di loro? » fece una pausa accarezzando le guance rosse di una confusa Rin. «Tu sei speciale, Rin…sei speciale per me… »

«Come faccio a sapere che ciò che dici è vero?…tu sei…grande e così…così bello! » obiettò Rin non riuscendo a trattenere una lacrima che, dispettosa, le rigò il viso. Quella situazione stava diventando insostenibile, per quanto desiderasse abbandonarsi a Sesshomaru, alle sue labbra, alle sua braccia, non poteva fare a meno di avere una gran paura, una maledettissima paura di soffrire.

Di nuovo Sesshomaru la strinse a se, premendole lievemente il capo sul suo petto; «Lo senti?» le chiese. «Non ha mai fatto così…sei tu, è la tua sola presenza che lo manda il mio cuore in tilt… » appoggiò la sua fronte contro quella della ragazza. «Ti prego, Rin…devi credermi… »

Fu come un pugno nello stomaco, per Rin, vedere una sottile lacrima solcare il volto del ragazzo dagli occhi d’ambra. Non sapeva più che fare; se avesse continuato a pensare al futuro, o a ciò che le altre persone avrebbero potuto dire, sentiva che non sarebbe più riuscita a fare le cose che voleva. Per tanto chiuse gli occhi, scacciò via ogni pensiero e fece la prima cosa che il cuore le disse di fare.

«Ti credo Sesshomaru…» sorrise, cancellando con le dita candide le lacrime del ragazzo. Fece una cosa che non avrebbe mai pensato di poter fare, si sporse in aventi, sollevandosi lievemente sulle punte, e unì le sue labbra a quelle di Sesshomaru.

Ci volle qualche secondo perché Sesshomaru si rendesse conto di ciò che Rin stava facendo; cinse la vita della ragazza con le sue forti braccia, mentre lei, imitandolo, percorse con le mani il petto e le spalle di lui, per poi unirle dietro il suo collo, per attirarlo di più a se.

Per Sesshomaru fu come ritrovare acqua nel deserto; mentre le sue labbra, sempre più avide, prendevano possesso di quelle di Rin, le sue mani accarezzavano lievemente la pelle liscia e morbida sotto la maglietta di lei. Temendo quella che poteva essere la reazione di Rin, il ragazzo si limitò a sfiorarle a malapena le labbra con la lingua, ma fu la stessa ragazza a cercarlo, subito dopo, assaporando fino in fondo il sapore di quelle labbra morbide e dolci.

Il loro bacio, il primo vero bacio, era fresco come le acque del mare che lambiva loro i piedi nudi, ma caldo e passionale come le notti estive…illuminato dai primissimi raggi del sole, un nuovo giorno, un nuovo amore.

Per Rin nulla aveva più importanza, non sapeva quanto Sesshomaru sarebbe restato al suo fianco, ma l’importante era che in quel magico istante lui ci fosse. Sentiva le forti braccia stringersi intorno al suo corpicino sottile, e le mani esplorarne ogni piccola parte come se non avesse aspettato altro che quello per tutta la vita. I loro cuori sembravano impazziti e, se non fossero completamente dediti ognuno all’altro, avrebbero potuto udirne distintamente il fracasso.

Mentre la piccola Rin prendeva ad accarezzare i morbidi capelli d’argento, il loro bacio diminuiva di intensità, trasformandosi in una serie di fugaci carezze a fior di labbra, alternandosi con dolcissime coccole, che Sesshomaru compiva sfregando il proprio naso contro quello di Rin o accarezzandole lievemente le guance con le labbra.

Sesshomaru si accomodò a terra, sulla sabbia umidiccia, invitando Rin a fare lo stesso. Quando la ragazzina fu al suo fianco, lui la abbracciò forte, incrociando le sue dita con quelle di lei e depositandole, talvolta, qualche bacio sul collo.

«È meravigliosa l’alba…eh, Rin? » le chiese mentre il sole era quasi alto in cielo.

«Questa è meravigliosa…. » Rispose lei dolcemente appoggiando il capo al petto del ragazzo. «Ah, Sesshomaru? »

«Mhm…»

«Ora puoi anche chiamarmi Rin chan…»

Sesshomaru rise dolcemente mentre un fresco venticello faceva svolazzare i capelli di Rin e assaporava a pieni polmoni l’aria salmastra, ora impregnata del profumo zuccherino di lei.

 

 

 

 

The End.

 

 

 

Allora che ve ne pare? Troppo sdolcinato come finale?

Mi raccomando commentate e non abbiate paura, è in cantiere una  nuova storia su InuYasha, solo che è un genere a cui non mi sono mai avvicinata, quindi i lavori procedono molto lentamente.

Grazie per essere giunti fin qui. Grazie 1000

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