Brian presents: -- The Resistance --

di Ardespuffy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Prologo. ***
Capitolo 2: *** The [...] Uprising ***
Capitolo 3: *** Brian's Resistance ***
Capitolo 4: *** Undisclosed Desires at the bottom of a bottle ***
Capitolo 5: *** Eurasia (Collateral Damages of) ***
Capitolo 6: *** A Guiding Light through massive brainstorm. ***
Capitolo 7: *** Rare kinds of Unnatural Selection ***



Capitolo 1
*** Il Prologo. ***






Il Prologo

Il Prologo.

 

 

 

 

 

 

 

Tamburella nervosamente con indice e medio sul bordo del mousepad.

L’Apple è caldo e ronzante contro le cosce, arcuate scomodamente sul materasso troppo morbido. Il cursore lampeggia sullo schermo stramaledettamente bianco, e Matthew sta –

Matthew sta cantando, dio ce ne scampi, uno dei suoi ultimi obbrobri techno-pop, mentre con gli occhi scorre febbrilmente le pagine del libro che ha in grembo.

Harry Potter, per inciso.

Non può a meno di sentirsi mortalmente offeso e prossimo alla crisi di nervi con degenerazione nell’omicidio doloso, perché, cazzo, dopo Osaka si era aspettato un briciolo di considerazione in più, invece di…

Remus?! Che ci fa lì Remus? NON PUO’ ESSERE che sia morto anche lui!”

… quella specie di necrologio che va avanti da più giorni di quanto sia ragionevole tollerare.

Matt, cristo. Almeno leggi in silenzio!”

Ma tu non capisci! RemusMoony! Non voglio crederci!”

Più va velandosi d’afflizione lo sguardo patetico di Bellamy, più Brian sente la propria soglia di sopportazione avvicinarsi.

“Fattene una ragione” sputa a denti stretti, quasi ringhiando. “È morto. Non tornerà.

Non sa neanche chi diavolo sia questo Remus, eppure deve sorbirsi ogni sua sventura, e – diavolo – gli fa piacere che sia crepato, alla fine.

Matt lo fissa con comica serietà sgomenta.

Perché devi essere così stronzo?”

Non riesce a crederci.

Geme, disarcionando il portatile con una brusca flessione e salta giù dal letto bofonchiando improperi.

“Non dovresti scattare in questo modo, il dottore…”

“Il dottore non è chiuso in una camera d’albergo con te e Remus ventiquattr’ore al giorno, quindi lascialo fuori da questa storia!”

Brian latra, bile che irradia spontaneamente da ogni poro della pelle più bianca che mai.

Lo stupidissimo cane da compagnia che gli hanno affibbiato sprofonda di nuovo gli occhi tra le pagine del dannato fantasy, dimentico spaventosamente in fretta del suo compito di infermiera.

Pensare a tutti i progetti che aveva per quella settimana di convalescenza – tutti quei giochini.

Che spreco.

Marcia a passo bellicoso via dalla stanza, pestando i piedi.

Se apri il frigobar, mi prendi - ?”

Scordatelo.

La porta del bagno sbatte con un colpo secco.

 

 

 

 

The Resistance. È da lì che è cominciato tutto.

L’abbraccio dell’acqua, fidato e leale, almeno quello, fa del suo meglio per lavare via le mancanze di Bellamy e il suo formidabile egocentrismo, riuscendo solo in parte. Viziato dalla frizione morbida della spugna insaponata, fra le scapole e lungo il petto, Brian rovescia il capo contro le piastrelle velate di condensa, poi sospira.

Il peggio è dover ammettere che è stata anche colpa sua.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Prologo della storiella scema che mi ero ripromessa già dal primissimo ascolto di The Resistance. Fermamente convinta, come sono, che la dedica a Gaia sia null’altro che una bieca copertura, propongo qui la – ben più attendibile ù__ù – versione slash della faccenda. Per intenderci: capitolo dopo capitolo, ciascuno ispirato ad un brano di TR, il contributo di Brian <3 all’ultimo successo degli odiati Muse.

 

Si parte nel prossimo aggiornamento con Uprising!

 

Commentino d’incoraggiamento? :3

 

 

 

RIFERIMENTI E DISCLAIMER: Harry Potter e i suoi personaggi (Remus/Moony, qui citato) appartengono a J.K. Rowling. L’opinione che Brian ha di loro non riflette quella dell’autrice xD né, chiaramente, quella di Matthew.

Muse e Placebo non sono roba mia né fanno quello che oso immaginarli fare. La vita ti frega sempre, ne?

 

 

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Capitolo 2
*** The [...] Uprising ***


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1. The ultimate fanboy Uprising.

 

 

 

 

 

 

 

Ed è stata tutta colpa di Wormtail!”

Matt va avanti con la stessa solfa da quarantadue minuti. Quarantadue minuti, mentre Brian è al letto, con indosso solo un paio di slip, due gocce di profumo e – almeno prima che il mostro iniziasse a parlare – un’erezione prepotente a caccia di protagonismo.

Come si può essere così? Come si può esser fatti in questo modo?

Che è un ratto, quindi, capisci, it’s time that the fat rats had a heart attack. Mi segui?”

No.

Anzi, sì, ed ecco il lato peggiore.

“Vedi di non farti citare per plagio. Come credi che quella pazza inglese sa diventata tanto ricca?”

Lo sputa fuori con indolenza velenosa, ma davvero – davvero – non aveva neppure lontanamente concepito la possibilità di scatenare una reazione pari a quella che ottiene.

Insomma, sul serio!

Matthew sbianca come se gli avessero appena annunciato la messa al bando delle tinture per capelli fai-da-te, o qualcosa di similmente tragico per il suo piccolo mondo kitsch.

“Pensi che potrebbe farlo? Voglio dire, è tanto evidente che il pezzo tratta della lotta contro Lord Voldemort?!

E Brian non può credere alle proprie orecchie, men che meno quando s’ode rispondere:

Fossi in te non rischierei. Cambia animale, cambia malattia, magari cambia argomento.

Conclude in un ringhio, prima di calciare definitivamente via le remore e avventarsi sull’ammasso di carta idiotica che è Bellamy, avvolgendolo di nudità incisiva e decisamente impaziente. Matt non si lascia pregare, e la notte che segue è abbastanza da placare i nervi di Molko.

 

 

 

 

Fino al mattino seguente. Quando, s’intende, in pile ordinate sullo scrittoio ricompaiono gli appunti della sera prima, con un’unica modifica sostanziale.

 

fat CATS had a heart attack…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Voilà, idiozia preliminare xD. Mi scuso con chi, ignorando del tutto i tratti salienti del mondo di Harry Potter, non ha potuto godersi questo capitolo; per gli altri credo i riferimenti siano lampanti :°D. In particolare, quella pazza inglese di cui si parla è naturalmente J. K. Rowling, creatrice della saga del maghetto con gli occhiali.

Giuro solennemente che la prossima sarà scevra di magia e ricca di puro Mollamy come piace a noi ù__ù.

 

TimeWarpAddicted, cosa farei se non ci fossi tu? :3 Eccoti il primo stralcio di retroscena, tie’. Ah, e mi sento in dovere di mettere in chiaro: non sono stata né l’unica né la prima a scrivere di Osaka, eh *__*. Ci ha pensato la bravissima lisachan, mia maestra spirituale. Grazie di cuore per il sostegno <3.

 

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Capitolo 3
*** Brian's Resistance ***


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2. Brian’s Resistance.

 

 

 

 

 

 

 

“Tu hai perso completamente la testa.”

Shh! Vuoi farci scoprire?”

Matthew è così serio, persino preoccupato, mentre con le dita serra la bocca di Brian e si guarda ansiosamente intorno. L’altro non vuole nemmeno chiedersi quale sorta di mostruoso nemico Bellamy s’aspetti di trovare , e si contenta di mordergli ferocemente il palmo.

Ouch!”

“Fammi uscire da questo maledetto buco, o giuro sulla scorta mensile di Red Bull che mi metto a strillare.

“Ti stai comportando in maniera irragionevole!”

Brian spalanca la bocca per prendere fiato. L’urlo è stroncato sul nascere dalle labbra goffe di Matt, le quali giungono malauguratamente gradite, dopotutto.

Un tocco esitante di lingua, sospiro tremulo – e di nuovo Brian resiste.

Stavolta. Gridando. Sul. Serio.

Shhh, zitto, zitto, Bri, cavolo! Lo stai facendo apposta?”

Occhi grigi dardeggiano nell’oscurità, minacciosi come ben sanno essere.

Tu che ne pensi?!

Svuotato di veemenza come un palloncino dell’aria, Matthew indietreggia con la più curata espressione da cucciolo offeso.

“Mi spieghi una buona volta qual è il problema?”

Qui è colpa sua, Brian realizza. È solo colpa sua se ancora ha la faccia tosta di stupirsi per la lentezza di Bellamy.

“Il problema è che non intendo farmi scopare da te nel bagagliaio di una Benz perché l’autista che hai assunto rifiuta di farsi gli affari propri e allontanarsi dalla macchina mezzo minuto.

“Mezzo min… piccola puttana ingrata!”

Prevedibilmente, tutto ciò che l’elfo realizza è l’ingiuria velata alle sue capacità d’amateur.

L’orgoglio ferito, tuttavia, non punge abbastanza da tenerlo alla larga. Di nuovo gattona a fatica nel cofano angusto, cercando le labbra dell’altro a tentoni.

Andiiiamo, Brian! Puoi stare sopra.”

Piccoli baci a pioggia su ambo le guance, e la proposta è dannatamente allettante, ma – ma non questa volta, Molko sentenzia.

Fottiti, Bells! Sarò pure una checca rovinafamiglie, ma non noleggio cazzi come automobili!”

E praticamente rotola giù dal portellone socchiuso, atterrando ai piedi dell’efficiente autista che lo squadra indifferente.

“Se i signori hanno concluso…?”

Tsk. Non c’è un bel niente da concludere!”

Braccia snelle sporgono disperate dal buio: “Bri – ”

“Basta così! Questa è la mia resistenza!

Osserva con una certa soddisfazione la mandibola di Matthew cascare al suolo, e quello affannarsi per raccoglierla sotto lo sguardo sprezzante dell’autista.

Ma non scherza mica.

 

 

 

 

“Non durerai ancora a lungo.”

“Vuoi scommettere?”

“… no! Voglio solo scopare! Brian!”

“Cuccia, Bells.”

“Al diavolo. Cederai.

 

 

 

 

“… sapessi almeno perché diamine lo stai facendo!”

“Mai provato a chiedere?”

“Non me lo diresti comunque!”

Che cattiva fede.”

“Okay. Perfetto, come vuoi!

“…”

Perché diamine lo stai facendo?!

“… non te lo dico.”

“AH!”

 

 

 

 

“È perché mi ami, non è così?”

Piantala di cercare di usarmi per le tue patetiche canzonette sentimentali.”

“… non hai negato. Non hai mica negato!”

Bellamy.”

Mh, mon petit chou ?”

Perché cazzo dovrei negarti il sesso se fossi innamorato di te?”

“Lo so, è questione di logica. Non mi aspetto che c’arrivi subito. Prenditi tutto il tempo che ti serve.”

 

 

 

 

Love is ouuuuur RESIIIIISTAAAAAANCEEEEEEE…

Gggh, chiudi il becco! Sveglierai tutti!”             

HOOOOOOLD MEEEEE! Our lips must aaalways be seaaaaleeeeeed!

“Io chiamo la polizia.”

you’ll wake the far police! Ma certo! Lo sai, tutta quest’astinenza forzata sta facendo miracoli per il nuovo album!”

“…”

E adesso, non hai forse voglia di sesso?”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Dopo una sofferta degenza net-less, ecco il secondo – spaventosamente cliché, ebbene sì – capitolo. Perdonate l’istantanea associazione scattata in me al termine ‘resistance’. Altro che attivismo politico.

Penso che il post si spieghi da solo :p quindi passiamo tranquillamente ai ringraziamenti *__*:

 

Jo, i morti non lasciano recensioni. Mi servi viva. Ti senti meglio? Ecco. Accie tante tante =D, pure da parte di Matt.

 

ciecata_ciecata, non ho la benché minima idea di cosa tu voglia dire, e non è mica una novità. Buon Natale anche a te, tuttavia :3.

 

Twy, la tua logica è schiacciante e ti pregherei di non chiedere spiegazioni a me. Ti consolerà – o almeno consolerà Brian – sapere che la sottoscritta è stata vittima di simili assurde predilezioni, anche se non necessariamente forzata all’astinenza con musicali risvolti, dopo. Ho scritto qualcosa di sensato? Ovviamente no, quindi perché mai dovresti preoccupartene tu, se non lo fa l’autrice :p? Song slash rules, yesss!

 

SweetBee, ti invito ad andare avanti con la tua idea senza farti minimamente condizionare dal mio averti preceduta ò__ò. Sarebbe una follia, specie in un fandom, come il Mollamy, che ha ancora UN DISPERATO BISOGNO DI ESSERE COMPRESO E AMATO <3. Mi inchino a te che ti inchini a Liz, così ci dividiamo il colpo della strega. Grazie del commento! ^O^

 

COMING NEXT: … non c’è bisogno che ve lo dica io, NEH?

 

 

                                            

 

 

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Capitolo 4
*** Undisclosed Desires at the bottom of a bottle ***


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3. The Undisclosed Desires at the bottom of a bottle.

 

 

 

 

 

 

 

“Brian?”

Nh?”

“…”

Bells.”

“Tu te la ricordi la prima volta che sei andato con un uomo?”

Oh, Signore.

E neanche giunge nuova. A rendere la cosa pienamente patetica è che quello stesso tema è stato sviscerato in lungo e in largo dozzine e dozzine di volte, per colmare le milleuno incertezze della piccola checca vergine che Matt era stato, secoli or sono.

“Non esattamente. C’era tanto buio, e un odore pungente. Naftalina, credo.

“Dico sul serio!”

Anche io. Poi il sacco legato al collo ha causato l’asfissia, e da allora è stato tutto un po’ confuso.

Per qualche istante Matthew appare perplesso, quasi stesse valutando se crederci o meno. Poi balena negli occhi la scintilla perversa della Creazione – come ama definire il processo d’impunito massacro musicale che intenta di volta in volta, animato da idee malsane e completamente fuori luogo.

Quindi, si può dire tu abbia sofferto, uh? Finché non hai incontrato moi.”

No, Bellamy.”

“Tranquillo, tranquillo. Ti rimetterò a nuovo! Puoi fidarti di me, lo sai.

“…”

“…”

Matt. Non dicevo sul serio.”

“Che bisogno hai di nasconderti? Io posso…”

“No, non dicevo sul serio! La mia prima scopata non è affar tuo, ma non ti salti in testa di scriverci sopra un lamento.

Brian s’illude d’essere stato fermo e credibile. O uno dei due aggettivi, almeno.

Per questo ha quasi voglia di piangere quando la reazione di Matthew scaccia tanto brutalmente quella giusta speranza.

“Capisco. Quindi, dovrò farti bere per carpire la verità.

“Dovrai fare cosa?!

E adesso trema. Perché migliaia d’ingiurie sono adatte alla persona di M. J. Bellamy, ma neanche la più fervida immaginazione d’artista matto potrebbe, in tutta coscienza, definirlo arrendevole.

Matt assume l’aria irritante di un santone orientale, tutta facciata di calma e disincanto.

E la saggezza delle sue parole è quanto di più ridicolo e snervante Brian abbia mai dovuto…

“Io sono un uomo paziente (bugia). Per cui me ne starò qui, in attesa del momento propizio per strapparti i più nascosti segreti, e aiutarti a esorcizzare i demoni del tuo passato.”

Conclude annuendo come uno stupido collie risoluto.

Brian sa che non c’è bisogno di avere ragioni per amare una stupidissima fatina del pigolio-rock, e in certi casi ne è immensamente sollevato. Perché adesso, su tutto ciò che ha di più caro al mondo, non riesce a pensare ad un solo motivo per sopportarne la presenza.

“… e sia. Riderò sul tuo cadavere dopo averti visto tentare, Bellamy.

 

 

 

 

Brian è uno straccio. Ha il volo per Heathrow tra sedici ore, quando da tre ha finito di dannarsi sul palco per assicurare uno spettacolo fantastico ai fans.

E, come se non bastasse, Matthew ha scelto proprio quella data per intrufolarsi al party degli addetti ai lavori.

Andiiiamo, non startene lì impalato! Ti stai perdendo il meglio. Steve sta…”

“… suonando le bottiglie di gin con le bacchette a ritmo di Jingle Bells? Anzi, di Gingle Matt, come la chiama per farmi incazzare.

Ehr. Be’, sì.”

“Non prendertela. Sono cinque mesi che queste feste vanno avanti allo stesso modo.

“… vuoi che andiamo via?”

Brian sospira. Vorrebbe, certo, ritirarsi in hotel per concedersi almeno mezza notte di sonno, prima che il suo orologio biologico lo svegli immancabilmente al sorgere del sole. Ma è la prima sera che Matthew riesce a trattenersi dopo il concerto, e in qualche modo sente che non servirebbe a nulla rovinargliela.

Nah. Va bene così. Solo, sei in macchina, vero?”

Ah-ah.”

“Allora conto su di te per rientrare. Mi faccio una dormita.

“Okay. Vuoi che ti canti una ninna-nanna?”

“… Matt?”

Mh?”

“Smettila. Di. Bere.”

 

 

 

 

Naturalmente Matt non smette di bere, il che sfocia in un Brian incazzato nero al volante.

I knooow you’ve suffered, but I don’t want you to hiiiiiide… hey, sweetie?”

Bellamy singhiozza pateticamente dal sedile posteriore. Il suo uomo ha posto come categorica condizione di non averlo affianco mentre guida.

“Sta’ zitto.”

“Tu sei… tu sei, davvero divino, lo sai?”

Molko sbuffa stizzito, la destra stretta allo sterzo.

E tu sei un’egoistica testa di cazzo.”

It’s cold and loveless! Sei così, sei tu… sei…”

Cristo, Matt farnetica.

Lo sbircia dallo specchietto e ha voglia di urlare. Sembra uno straccione e un disperato, ma uno straccione spaventosamente scopabile.

Brian sente d’improvviso tutta la stanchezza lasciare il suo povero corpo abusato. Strattona bruscamente la leva del cambio, si bagna le labbra.

L’orrida realizzazione esplode nello stesso istante. Sorriso sbieco sul viso arrossato da brillo, Matthew sta deliberatamente provocandolo.

Pleeeeeaaaase meeeeee, show me how it’s dooooone!”

Oh, per amor del cielo. Digrigna i denti.

“Non cantare. Mi deconcentri.

Non vuole credere alla debolezza della propria ammonizione.

I fianchi di Bellamy s’inarcano allusivi.

Teaaaaase meeee!”

Brian geme.

You are the oooone!”

E qui si blocca. La svolta nella piazzola di sosta è talmente brusca da far stridere le gomme, ma il sorriso – assurdamente caldo, quasi, lo perdonino, dolce – non lascia le labbra divorabili di Matt.

Dovrebbe ormai aver imparato come eludere quegli stupidi trucchetti, no?

Sì. Sì, dovrebbe.

Quasi ringhia, la chiave che gira bruscamente nel cruscotto.

“Ci fermiamo un attimo. Neh, Matt?”

L’altro accoglie la notizia con una risata spaventosamente sobria, tutto sommato.

I won’t let you be denied!”

 

 

 

 

La scena sembra la stessa da millenni. Brian sta cercando di riflettere sull’arrangiamento per il live di Twenty Years – pezzo che da solo si è portato via le migliori ore di giusto riposo, ed è pericolosamente vicino all’essere depennato dalla scaletta – mentre Matthew si finge assorto in quel cavolo di fantasy per non dover ammettere le occhiate di sbieco che volge all’altro.

O forse, il che è infinitamente più grave, pretende d’essere interessato a Brian quando tutta l’attenzione è alle vicissitudini di Not-So-Happy Potter.

Sia quel che sia, l’equilibrio non è destinato a durare. Con una variante inaspettata, tanto per gradire.

Hey, ragazzino.”

Matt leva lo sguardo dalle pagine, una certa rigidità teatrale che soddisfa il compagno. È confortante sapere di essere ancora più importante di un romanzetto, dopotutto.

Cosa?”

“Sei una vera frana.”

L’annuncio, di per sé, non dovrebbe sconvolgere nessuno. Lo stesso Bellamy non sembra entusiasta, naso arricciato e spallucce pronte.

“Almeno io non sudo come un lanciatore del disco sloveno, quando sono sul palco. O in ben più imbarazzanti contesti.”

“Chiudi la bocca. Sto ancora aspettando che tu mi faccia ubriacare!”

Adesso la confusione è genuina.

E perché mai dovrei farl – oh! Ah!”

Risate. Brian – è certo di averlo già detto in numerose occasioni, cavolo, fra un po’ ci scriverà sopra un pezzo – scopre sempre nuovi abissi di terrore e puro malessere nel riso di Matt.

È la goliardia della vittoria tronfia e grassa a disgustarlo, stavolta. Quello, e – santo dio, una sfumatura di condiscendenza?!

“Il progetto ha subito una lieve variante, tesoro. Penso di aver ampiamente dimostrato come non sia necessario far bere te perché vengano a galla certi desideri nascosti, o presunti tali!”

Silenzio. Il tempo della comprensione che albeggia e arresta la circolazione nelle rigide vene.

Bellamy. Lo hai fatto apposta?!

Sputa, Brian, sopra al ricordo di una sveltina sul sedile posteriore in piazzola di sosta.

L’altro non risponde immediatamente. Sembra nuovamente concentrato sulle pagine avvinte nella rilegatura dello stramaledettissimo romanzetto.

Bellamy!”

Ruggito furente e, in uno scatto, Il Principe Mezzosangue precipita al suolo, rivelando il segreto inatteso di carta e penna custodite entro la copertina.

Matthew non fa una piega al vedere il lavoro di due settimane cadere in mano nemica. Brian può anzi giurare di distinguere un inebriato compiacimento nella seraficità dell’annuncio che segue:

 

 

 

 

“Ah, già. Ho il nuovo pezzo!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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In tutta onestà, ritengo vergognoso slashare un pezzo come Undisclosed Desires.

Il punto è che non ce n’è bisogno, ma neanche un po’ ò__ò. La sua verità sta lì, alla mercé del primo che ascolta: non ho fatto nient’altro che incorniciarla un minimo, ecco. Insomma, spero il risultato non sia troppo malvagio ‘^^.

Volevo regalare qualcosina a chi mi segue per la vigilia di Natale *__*; data la lentezza proverbiale degli aggiornamenti di Second Sight, ho ripiegato su una cosetta già pronta. Coi miei auguri di buone feste! <3

(Natale è la parata dei luoghi comuni. Se lo sappiamo che senso ha ignorarlo?!)

 

Sara, ho messo tutti questi accenni a leve del cambio e piazzole di sosta apposta perché tu ti divertissi a trovare qualche imprecisione tecnica, quindi non deludermi. Ricorda che la guida è a destra nelle auto inglesi!

Se scrivessi una canzone su di te non lo sapresti mai. Altro che Brian.

 

Nai, trovo che tu sia folle, delirante e meravigliosa <3. Penso potremo andare d’accordo.

 

Jo, m’infiocchetto per te sotto l’albero di un soddisfacente Natale *w*.

 

SweetBee, mi sono impegnata molto, per Eurasia, dopo aver letto che l’aspettavi tu *__*. Fammi sapere cosa ne pensi, quando l’avrò postata (toh, è il prossimo aggiornamento)!

 

Grazie a tutti e a presto =D.

Eurasia, sia, sia, sia!

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Capitolo 5
*** Eurasia (Collateral Damages of) ***


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4. Some Collateral Damages of Eurasia.

 

 

 

 

 

 

 

La coscienza sociale di Matthew, Brian stabilisce in un fosco pomeriggio di tardo autunno, necessita rigorosi paletti.

È stato estremamente ragionevole, si dice. Ha sopportato molto più di quanto Stefan, Steve, o chiunque altro, in effetti, si aspettasse da lui. Credevano avrebbe mollato dopo la manifestazione contro il diritto naturale all’espirazione (espressione di un movimento di alieni, probabilmente, sostenitori di strampalate tesi sulla trivialità della produzione umana di anidride carbonica – il corteo aveva contato quattordici adepti, Matt in testa, pesantemente accessoriati con maschere antigas); la sua stoica resistenza aveva stupidamente inorgoglito il folletto, sconcertando il mondo civile e incrementando il livello di gradimento della persona di Brian – grazie, grazie di cuore a tutti!

La marcia di protesta fuori il Palazzo delle Nazioni Unite, però, sforava da ogni confine di buonsenso.

Deluso dall’evidente mancanza di partecipazione del suo uomo (e dall’abbacinante esiguità dei consensi tout-court), il frontman dei Muse aveva saggiamente optato per il ripiego: un canto di protesta a detrimento degli Stati Uniti d’America.

Ecco, forse saggiamente non è più l’avverbio adatto.

Matt. Tesoro. Ragiona. Avete già i vostri problemi col pubblico americano, senza che vi alienate vita natural durante il loro consenso. Tu non puoi seriamente pensare che prenderti gioco della Federazione sia una mossa raccomandabile, se vuoi ancora che la tua banda di ragazzetti abbia una speranza oltreoceano!”

Insomma, al di là dei modi, nessuno s’azzardasse a dire che Brian non c’aveva provato.

Tutt’inutile. La composizione del pezzo era ferma alla prima strofa, ma Bellamy si mostrava più che determinato a continuare.

“E da qui, sai, va avanti con and on, and on. Poi: why split these states, when there can be only one, mi segui? Ecco, qui sono in panne. Pensavo ad una cosa sullo stile di space dementia in your eyes, presente?”

Brian mugola. Se non può sperare di dissuaderlo, tanto vale aiutarlo a limitare i danni.

“Non è ripescando dal cestino del robivecchi che conquisterai gli yankees. Perché non pensi a qualcosa di americano? Qualcosa che ha avuto successo, che piace a loro?”

E click.

 

 

 

 

Da allora Matthew non fa che venir fuori con nomi di acclamate stars USA, spesso senza la benché minima cognizione di causa.

“Ho fatto delle ricerche. Vanno matti per un certo Magic Johnson.

“… quello è un giocatore di basket, Matt!”

O anche:

“Pare che tra i più amati americani di tutti i tempi ci sia questo tizio ricco sfondato, tale Mr. Burns. Magari lui potrebbe aiutarmi!”

“… tu non hai mai visto per intero un episodio dei Simpsons, vero?!

Passando per i momenti di pura crisi:

“Forse dovrei buttarmi sulle dive. Pensi che Madonna possa fare al caso mio?”

“Penso che se comparissi su di un palco inguainato in corpetti fucsia ti ritroveresti di colpo zitello.

E ancora:

“Credo che una componente femminile potrebbe far bene all’immagine della band. I Paramore hanno avuto un sacco di successo dopo la saga dei vampiri, e la tizia al microfono è sempre in giro per radio.”

“Stai volontariamente offrendoti di mollare il gruppo? Perché Chris e quell’altro avrebbero tutto da guadagnarne, eh.”

(Matthew non è stato elettrizzato dalla proposta.)

Infine, giunti a raschiare un misero barile d’imitativa desolazione, Brian si è sentito mosso a compassione – o così insiste nel ripetersi – e ha tentato un approccio di tipo solidale.

“Concentrati su qualcosa che non snaturi la vostra… sottospecie di stile.

“Come se ci volessi tu a dirlo! Suggerimenti costruttivi?”

Thom Yorke lo adorano. Potreste usare qualche sampler dei Radiohead come…”

“Niente da fare! Quest’album è la nostra occasione per affrancarci dall’etichetta di figliastri di Oxford. Non vogliamo l’America a questo prezzo.”

Lo sdegno di Matt è tale da persuadere Brian a tacere sulla contraddittorietà delle proposte precedenti, tutto sommato ben più indecenti.

“Come ti pare. Resta pure alla corte della cara, vecchia Inghilterra per tutta la vita. Con questo spirito non diventeresti comunque famoso prima della decomposizione, quindi tornatene a strisciare sotto le gonne della Regina madre!”

Ad accogliere la provocazione non è il plausibile livore. Nello spazio di pochi, terrificanti secondi, il viso di Matt si apre in un sorriso stralunato, da psicotico.

“… Bri. Ti amo, lo sai?”

Il tipo di frase che annienta ogni speranza. 

 

 

 

 

“… Eurasia, sia, sia, sia!”

“Queen. Oh, dio. Avrei dovuto capirlo.”

“Non lo trovi fenomenale?! È perfetto per me!”

Certo, dolcezza. Se solo Mercury avesse avuto la tua gracile cassa toracica, allora sì che sarebbe stato un cantante decente!”

“Ah – ah, simpatico. Toh, ascolta qui!”

La delicatezza di Chopin suona disarmante all’udito atrofizzato dalle sonorità elettroniche. Brian deve ingoiare un grugnito di stizza, fisiologicamente impossibilitato a riconoscere pubblicamente ogni forma di gusto o talento nel compagno.

Il piano illanguidisce sullo sfondo, precipitando nuvole di silenzio attonito sulle teste degli ascoltatori; la demo si smorza al gongolare mal represso di Bells.

E allora? Allorallorallora?”

Matt.”

Mh?”

Avrebbe quasi voglia di abbandonarsi a un plauso… non fosse che l’espressione goduriosa del bamboccio ha il potere di farlo incazzare come poche cose sulla faccia della Terra.

Ripiega sul quesito che lo tormenta dalla prima stesura del pezzo, dopotutto.

“… perché cavolo l’Eurasia?!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

_ * _

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi fa molto piacere vedere che concordiamo tutte su di un punto: Meffiu è intollerabile.

 

L’ultima parte di questo capitolo deriva da commenti che la ciecata_ciecata ed io abbiamo fatto derivare spontaneamente dal nostro ascolto di Eurasia, unito al nostro affetto per i Queen di Mercury. Ci è sembrato di notare qualche somiglianza un po’ spinta tra il pezzo di Bells e la spettacolare Bohemian Rhapsody

 

Ah, la domanda di Bri resterà senza risposta, in questa fic. Credo i Muse lo abbiano dichiarato in qualche intervista, il perché dell’Eurasia, ma qui mi serviva un finale aporetico!

 

Stavolta tralascio i ringraziamenti estesi, ma Jo, SweetBee, nainai, TimeWarpAddicted, vi ringrazio veramente, veramente di cuore. Prometto un aggiornamento più rapido, dacché Guiding Light è già pronta, e spero vi piacerà. :3

Buona serata a tutte!

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Capitolo 6
*** A Guiding Light through massive brainstorm. ***


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5. A Guiding Light through massive brainstorm.

 

 

 

 

 

 

 

C’è stato, come Brian ama dimenticare, un periodo. Un periodo particolarmente patetico, va detto, di quella pallida relazione ectoplasmatica che lo tiene unito a Matthew Bellamy senza alcuna ragione apparente. E tuttavia.

Quel periodo, è ora noto col nome de –

 

 

 

 

  l’innamoramento. Fase d’acutissima sofferenza, come qualsiasi dizionario che sia degno di tal nome dovrebbe aver cura di riportare.

Non, sia chiaro, per il soggetto attivo. A farne le spese è sempre e indubitabilmente quel trascurato oggetto letterario che è la vittima d’amore.

 

 

 

 

Fattore aggravante: prevedibilmente, essendo Bellamy parte in causa, allo sbocciare del malessere ha fatto seguito il più offensivo grado d’esagerazione romantica.

 

 

 

 

“Brian?”

Nh.”

“… niente.”

 

 

 

 

“Brian.”

Che vuoi?”

“… non ti capita mai di… a volte… pensare…?”

“Sì, ed è una buona abitudine. Dovresti provare, ogni tanto!”  

 

 

 

 

“Brian?”

“…”

“Brian? Stai dormendo?”

“No, Bellamy. Sto cercando di morire per non essere costretto ad ascoltare te.

“Oh.”

 

 

 

 

“… sei ancora vivo?”

Nnngghkfka.”

 

 

 

 

Bri – ”

“Cristo santo, Matt. Su quanto ho di più caro, non ricominciare con quei cazzo di mezzi discorsi che iniziano con l’invocazione della musa e si perdono nel tuo essere te.

 

 

 

 

“Brian. Ci siamo quasi, eh?”

“Di che stai parlando?”

“Come sarebbe a dire, di che sto parlando?! Non ricordi più che giorno è mercoledì?!

“Mercoledì è mercoledì. E allora?”

 

 

 

 

Bri – ”

Matt. Sono stanco. La gola mi sta uccidendo. Puoi farla finita e lasciarmi andare a dormire?”

“… scusa tanto. Ci sentiamo domani.”

 

 

 

 

Che vuol dire che non torni?”

“Vuol dire quello che ho detto. Stef ha non so quale incontro galante nel fine settimana, quindi abbiamo deciso di restare qui prima della prossima data, senza passare da Londra come avevamo previsto.”

“… domani è mercoledì.”

“Lo so. Perché stai contando i giorni? Non è il compleanno di una tua chitarra o roba del genere, giusto? Nessuna è del Sagittario!”

 

 

 

 

“Cielo. Che ti sei fatto, ragazzino?”

“Brian! Sei tornato prima!”

“Questo lo so. Non toccarmi con quelle mani, sei – che diavolo stai mangiando? Ai tuoi amici abbraccia-alberi verrebbe un colpo se… ti vedessero adesso… ugh! Ma che hai?!

“Niente. Oh, niente. Sono solo contento che tu sia, ehm. Ops. Penso ti sia andata un po’ di salsa chili sui…”

 

 

 

 

“Brian.”

“Eh.”

“Brian.”

Matt?”

“Oggi è il quinto. Quinto mese. Quinto che, sai.

“… siamo incinti?”

 

 

 

 

Quando ha appreso delle tragedie consumatesi durante la sua assenza nel piccolo universo emozionale di Matthew, Brian non ha saputo smettere di ridere quel tanto che bastasse per distinguere il melenso orrore della circostanza.

Col senno di poi, ci sarebbe stato infinitamente più attento.

“Tu… hai scritto… una canzone… su di noi?!

Piantala di fare così! Non la leggerai mai.”

“Voglio sperare! Santo dio. Perché mai avresti fatto una cosa tanto schifosamente sentimentale e patetica?!

 

 

 

 

E l’ha detto. Tac.

 

 

 

 

“… non mi prendere per il culo, Bellamy.”

“È la verità. Mi dispiace che tu ne sia tanto ripugnato, ma non ritratterò solo perché non hai voglia di affrontarlo.

“Tu non sei innamorato di me! Io sono… io sono il tuo peggior nemico! Sono… sono la cosa che popola i tuoi incubi alla notte! Sono le sbarre della tua cella di mediocrità, sono l’arma del tuo colpo di grazia, sono – ”

“Sei l’unica cosa che è sempre lì, perché vi tenda quando è morto tutto il resto. Può non piacerti, ma io ti cerco.”

Bell – ”

“No, Brian. Lascia stare.”

 

 

 

 

Matt.”

“Sì?”

“… Matt.”

No. Ti avevo chiesto di lasciar stare.”

Be’, non puoi! Non hai scelta.”

“Che altro vuoi sentirti dire?!”

Non ha saputo dare una risposta per moltissimo tempo.

 

 

 

 

“Voglio quel pezzo.”

Pfffrego? Nmmgph.

Smettila d’ingozzarti in questo modo, diventerai virile. E sai di cosa parlo.”

(Matthew ripone la fetta di pizza nel cartone unticcio, Brian non può a meno di notare.)

“Quale pezzo? La pizza? Che?”

“Oh dio, dammi la forza. La canzone, Matthew! Quella che hai lì da parte e non vuoi tirare fuori.

“… c’è un buon motivo per cui la tengo da parte, no?”

“No, non c’è. Voglio sentirla, adesso.”

 

 

 

 

Matt?”

“No!”

 

 

 

 

 

Matt?”

“Non voglio! È roba vecchia, non mi piace, e in più non è completa.

E allora finiscila.”

Cosa?”

Finiscila, poi mettila nel disco. Conosco le altre, la riconoscerò.”

“… sei diventato matto.”

“Ma tu mi ami, non è così?!

 

 

 

 

“Brian!”

Nnngh.”

“Brian?”

Matt, dormi.

“Volevo solo farti sapere che ho finito. Domani la porto agli studi per rendere l’idea ai ragazzi.

Mmmh. Meraviglioso. ‘notte notte!”

“… Brian?”

“Non ti bado più. Sto sbaciucchiando Morfeo in questo stesso istante, se vuoi saperlo.

“Ascolta l’ultima parte, dopo il bridge. Il resto era, ehm. Scritto sull’onda del momento.

“… non suona rassicurante. Matt, come si intitola?”

Aher. Non ti piacerebbe. Torniamo a dormire, ti va?”

 

 

 

 

 

“Fuori. Il. Nome.”

“…”

Bells!”

 

 

 

 

“… COME l’hai chiamata?!”

“Sapevo che l’avresti presa per il verso sbagliato! Senti, è solo un nome come un altro, non – ”

Slackerbitch è un MIO pezzo! È stato scritto secoli prima che tu prendessi anche solo in mano una chitarra!”

(Iperbole enfatica, Brian ammetterà.)

“Questa è una balla, e comunque non è così che si chiama. Crackerbitch è, in realtà, un modo per complimentare la tua bellezza, oltre al tuo buon carattere.

Matt. Hai mezzo quarto di secondo per cambiare il nome a quella cosa prima di farla ascoltare al tuo gruppetto di disperati, sono stato chiaro? Chiaro?!”

È troppo arrabbiato per notare il luccichio birbante negli occhi del compagno, e troppo stanco per insospettirsi all’arrendevole capitolazione.

 

 

 

 

Dopo Guiding Light, Brian ha mandato la sua copia di The Resistance in mille pezzi di policarbonato e furia omicida.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

_ * _

 

 

 

 

 

 

 

Avevo fretta di postare e ho finito con lo scegliere un momento di gran frenesia, per cui non ho tempo di soffermarmi sulle comunicazioni a chi ha avuto il buon cuore di leggere e recensire anche l’ultimo capitolo – grazie, grazie, grazie ragazze.

Una sola precisazione: Slackerbitch è una b-side dei Placebo cui Matthew fa bonariamente il verso col termine Crackerbitch. Quando dice che con una canzone del genere omaggerebbe la bellezza di Brian, il piccolo Meffiu si riferisce al fatto che ‘cracker’, nello slang inglese, vuol dire ‘persona affascinante’.

La reazione di Brian al pezzo, che non si chiamerà ovviamente Crackerbitch ma Guiding Light, è di rabbia per essersi fatto beffare, oltre che d’imbarazzo per il testo della canzone, che voi tutte conoscete J .

 

Chiudo bruscamente, scusatemi. A presto con l’ultimo capitolo di .:Second Sight:. (commentino d’incoraggiamento per la conclusione? :3) e, ovviamente, il capitolo Unnatural Selection =D!

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Capitolo 7
*** Rare kinds of Unnatural Selection ***




6

6. Fame conflicts, aka rare kinds of Unnatural Selection.

 

 

 

 

 

 

 

“Non è giusto!”

Dominic ha cura di rimarcare il concetto, come insiste nel fare da oltre mezz’ora, ormai. Brian è ben oltre il limite di sopportazione.

“Accettalo, bellezza. Gli esperti hanno parlato; il mondo ha scelto. Se pensavate di averci raggiunto dovrete rivedere le vostre illusioni!”

Ha modo di compiacersi per l’annuire appagato di Steve, mentre Stefan rifiuta di offrire un degno supporto. Da circa due secoli il bassista continua a massaggiarsi nervosamente lo scalpo, a disagio nella scomoda veste di paciere tra le parti esaltate.

E Matthew. Gambe accavallate, mani sui braccioli, sguardo da signorina stizzita: manca poco che inizi a credersi Sharon Stone e andare in giro senza mutande.

Il che potrebbe, Brian non vuole negarlo, avere i suoi lati positivi. Ma prima c’è questa disdicevole querelle tra bands che deve sistemare.

“Con ciò non intendo scoraggiarvi, perché un gruppo giovane ha evidentemente bisogno di tempo per farsi apprezzare appieno…”

“Gruppo giovane?! Con che coraggio! Ma lo senti, Matt?!

“… semplicemente, vi consiglio di imparare una buona volta l’umiltà e accettare qualche buon consiglio da chi ne sa di più. Non mi pare tanto irragionevole, neh, Steve?”

Forrest scopre i denti in un ghigno, solerte nell’assecondare il suo frontman. A Brian non sfugge la smorfia di disprezzo che tende le labbra di Christopher, per un momento.

Perso nelle oscene viscere del suo Basic Instinct mentale, Bellamy distende le gambe, solo per incrociarle dal lato opposto un attimo dopo:

“A me pare che qui si stiano perdendo di vista i fatti, ragazzi. I fatti ci indicano come vincitori del Best Alternative 2003 e performing band sold-out in sei diversi Paesi dell’Unione Europea, e i dati sono relativi al solo tour di Black Holes. Non mi sembra affatto che la nostra attività possa essere ritenuta insignificante da chicchessia, e men che meno necessitiamo l’aiuto di qualche saccente coetaneo che ha avuto pura fortuna!”

Il tono si concita sul finale. Dom balza in piedi con inusitata veemenza, l’aria da scudiero pronto a scendere in campo al primo cenno del cavaliere.

“Ben detto! Il vostro presunto trionfo di critica è stata un’orribile ingiustizia…”

“… ma d’altronde il mondo non è giusto, e noi siamo preparati ad affrontarne le conseguenze. Dico bene, Chris?”

Wolstenholme sbuffa un mezzo dissenso –  “Qui la giustizia non c’entra niente…” – ma il placido tentativo è brutalmente interrotto da un verace scoppio di risa.

“Che diavolo avete da ridere?! Matt, li senti?!

Sta’ calmo, vogliono solo provocarci.”

“Voi siete… voi siete…”

“Oh, avanti Steve, puoi dirlo. Che? La cosa più incredibilmente comica che tu abbia mai visto?!

“… sì! Oh, sì! Non avete… la minima idea di… è esilarante!”

Brian scrolla via l’ilarità con un cenno del capo, e intanto dà di gomito ad Olsdal, stranamente silenzioso. Un gemito stanco è l’unica reazione – “Bri, penso dovremmo lasciar perdere” – prontamente sovrastata dall’invettiva finale.

“La verità è che siete solo piccoli pesci nel mare. Minuscole, insignificanti gocce poco salate nell’immensità dell’oceano. E potete star certi che vi scalzeremo dal podio del Best Alt!”

L’affronto non sarà tollerato. Rimessosi a sedere solo un attimo prima, Dom scatta in piedi di nuovo, stavolta seguito a ruota da un Bellamy a caccia di sangue.

“Adesso basta. È tempo di finirla con la protesta civile e parlare chiaro.

“Giusto! Un qualsiasi award di MTV non vi renderebbe speciali per nessuno! Non siete stati eletti padroni del mondo, e inoltre – ”

Questa era protesta civile? E ora che vorresti fare, Bellamy? Prendermi a pugni?!

Il tempo s’intreccia alle gambe sinuose di Brian; svolge in spirali mentre queste flettono, spingendo il peso del corpo verso l’alto con grazia che è quasi innaturale. Sguardi a livello, i frontmen si studiano, osservano, criticano, gli altri artisti lasciati indietro nella profana dimensione della stanza.

Matthew ha, dopotutto, il più bel paio di rabbiosi occhietti azzurri che si siano mai visti sulla faccia della Terra.

Gli stessi occhietti usano sfolgorare d’intensa malia laddove intravedano l’opportunità di assestare un colpo basso; Brian non ha quasi il tempo di ergere le difese prima che il luccichio rivelatore compaia a profetizzare sventure.

“Permettimi di metterla in termini a te congeniali, amore mio. Noi due stiamo insieme, viviamo insieme, facciamo sesso, proprio come un mucchio di coppie normali. Eppure lì fuori si ostinano a ripetere che non abbiamo proprio niente di normale, che siamo un’innaturale selezione della linea evolutiva – per così dire.”

Ma è vero, Bellamy. Tu non hai proprio niente di normale. Sei un alieno.

Però stai con me, e questo prova il mio punto!”

L’entusiasmo dell’elfo sale in un crescendo, sotto lo scrutinio scettico dell’audience e la muta irritazione del compagno.

“Io non sono il tuo tipo, dico bene? Per molti versi nemmeno ti piaccio. Verrebbe da chiedersi perché cavolo tu abbia scelto di piegarti a questa devianza di natura con qualcuno che non perdi occasione per denigrare in pubblico e in privato; la risposta, ti piaccia o meno, è che per te resto il numero uno.”

Dom non trattiene un singulto divertito. Brian potrebbe ammazzarlo e occultarne il cadavere, solo che ogni energia è convogliata nell’assumere un’espressione sufficientemente minacciosa – nonostante lo shock del rossore che rischia di tradirlo da un istante all’altro.

Matthew ha su per la manica l’asso della metafora, pronta a scattare con drammatica efficacia.

“In altre parole: certe scelte possono sembrare innaturali, ma io riesco ugualmente a mettertelo in culo!”

È incredibile. È incredibile in maniera disgustosa, e Stefan deve stringere la mano del suo cantante con notevole forza, che sia per rassicurarlo o tenerlo fermo.

Come se il serpeggiare purpureo ormai palese sulle gote di Molko non costituisse di per sé una vittoria schiacciante, Matt tiene a ribadire l’oggetto d’analogia, in un ultimo tackle che tolga per sempre ai Placebo il possesso palla.

“E il mio numero uno è quello nella classifica dei singoli più venduti per Starlight! 

Il tempo si spezza, l’aria sfrigola, Brian è sull’altro – un minuto di caos animale prima che gli istinti di protezione calchino le scene. Chris rischia un testicolo nello scontro, consentendo a Bellamy di battere, illeso, in ritirata.

Nella concitata fuga che segue, la sentenza di morte riverbera chiara e forte nell’atrio, in tempo per far piovere tegole di sinistri presagi.

“NON TENTARE NEMMENO DI RIENTRARE PER LA NOTTE, MATT! Va’ a fottere le tue stupide stelline e contare i tuoi dannati dischi di platino. Vedremo chi ride per ultimo!”

 

 

 

 

Brian è rimasto rigidamente fedele alla sua parola; così non c’è stato molto di che ridere quando Bellamy è tornato strisciando – solo per vedersi l’accesso negato un miliardo di volte, prima di vincere fino all’ultima reticenza e guadagnare il divano del soggiorno.

E a caro prezzo. Matt non ha ancora realizzato d’essere caduto nella fitta rete di una scommessa ben studiata.

 

 

 

 

“Alla luce della spavalderia mostrata da te e i tuoi degni compagni, quest’oggi – ”

– Brian ha sputato, altezzoso –

“ – voglio tu accetti le responsabilità delle idiozie che hai lasciato libere di infestare la mia casa e tormentare le mie povere orecchie. Ti sfido a scommettere sui prossimi EMA’s. Punta sulla vittoria del tuo gruppetto da oratorio, ed io ti concedo un tetto sulla testa per un’altra notte.

 

 

 

 

Ovviamente, Matthew ha cercato di trattare sulla posta in gioco, o almeno di persuadere Brian a rivelargli i termini della scommessa. Tutto inutile: ha dovuto accettare di saltare nel buio, benché l’istinto – e la convivenza biennale con quella stronzetta di ragazzina – gli suggerissero fermamente il contrario.

Oh, insomma. Questione di orgoglio e di sopravvivenza.

Dopotutto – si è poi consolato – quante probabilità ci sono che i tre vetusti vincano un premio appartenente ai Muse per naturale selezione?!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Orbene, è tempo che lo sappiate, carissime: questa storia si era fermata un paio di mesi or sono prima del settimo capitolo (quello di MK Ultra, per intenderci), e da allora non è più andata avanti. Sto attraversando un periodo molto peculiare della mia, ehr, produzione letterocomesichiama, e in questo strano para-mondo non ho più molto spazio per il Mollamy. Chiaramente si tratta di uno stallo temporaneo, dato che BatuffolBri e MatteoBellino mi hanno quale loro umile serva e devota, devotissima compositrice. Insomma, abbiate fede ma non trattenete il respiro. Intanto spero non vi sia dispiaciuta questa perfida Unnatural Selection (pensate agli EMA’s di fine 2009 e ditemi se non sono stata crudele!).

 

Grazie a TimeWarpAddicted e a KikiMay (ma ciao, carissima! :3) per aver commentato l’ulTimo capitolo.

 

Nota conclusiva: chi fosse in attesa della conclusione di .:Second Sight:. non dovrà aspettare ancora. Conto di postare nell’arco di questo stesso week-end, inizio settimana al più tardi. Solo così potrò prendere effettivamente il mio momentaneo congedo dal Mollamy^^ .

 

Ci si rivede presto, ragazze! (Magari l’8 giugno, a San Siro? :p)

 

 

 

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